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Full text of "Nuovo metodo di cura della tubercolosi polmonare"

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NUOVO METODO DI CURA 



DELLA 



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HBR IL DOTTORI 

CJIRJISSO QlOVJIIIIil MICHELE 

TENENTE COLONNELLO MEDICO 
DIRETTORE DELL'OSPEDALE MILITARE 01 GENOVA 



([^strutto dal C>'<f>'*'>a<« Medico del H.'* Eiei'ciio e della H.* /Harina, 1894) 




VOtìMKUA ENRICO 
TIPOGRAFO DBLLE LL. HM. IL RR E LA REGINA 

Hnma, 1K94 



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L3II 



PARTE I. 



La vecchia terapia nella tubercolosi polmonare. 



La vecchia terapia aveva riconosciuta la sua impotenza di 
fronte alla tubercolosi polmonare. I medici della prima metà 
é\ qaesU) secolo ritenevano infatti che i mezzi atti a rendere 
robusto Torganismo fossero i soli che potessero arrestare il 
fatale progresso di tanto terribile morbo. A nessun medici- 
fiale essi riconoscevano una virtù diretta su questa malattia. 
E, a dir vero, le cure climatiche, la dietetica e le regole igie- 
niche, saggiamente applicate, davano i migliori risultati. 
<}aindi (e somministrazioni dell'arsenico, del fosforo, dello 
jodio e dei zolfo si faceva bensì con una certa fiducia, ma 
solo neirintento d'influire sul ricambio materiale, attivandolo. 



NUOVO METODO DI CURA 



La terapia moderna nella tubercolosi polmonare. 



Nella seconda metà del nostro secolo fu provato il carat- 
tere infettivo della tubercolosi, e gli studi degli scienziati^ 
secondo l'indirizzo dato dal Yillemin, furono coronati dalla 
grande scoperta del Koch. 

Per essa venne stabilito che Torigine, l'estensione e la 
diffusione della malattia richiedono la presenza e la moltipli- 
cazione del bacillo specifico. D'allora la terapia della tuber- 
colosi polmonare entrò in una nuova fase. Uccidere il bacillo^ 
neutralizzarne almeno il potere tossico, rendere Torganismo 
resistente al suo sviluppo, furono gli^scopi i quali essa ientìy 
di raggiungere. • 

Per soddisfare alle due prime indicazioni si ricorse agli» 
antisettici. Qui si compendia tutto il nuovo indirizzo della te- 
rapia e delia profilassi nelle malattie microparassitarie. In 
questo campo però i risultati furono fino ad oggi inferiori a 
quanto era giustificato ripromettersi, specie dopo le felici ap- 
plicazioni delle nuove vedute alla chirurgia. 

Nonostante i più pazienti ed accurati studi, non si è riu- 
scito ancora a poter somministrare un antiparassitario di si- 
curo effetto là dove sono più completamente noli alla batte- 
riologia i microrganismi efficienti la forma morbosa — car- 
bonchio, febbre ricorrente ecc. mentre dagli empirici ritrovati 
ebbimo da tempo alcuni specifici : chinino, mercurio, salici- 
lato di soda — là dove non si aveva veruna conoscenza del 
microrganismo patogeno. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE . 5 

• 

Nella cara della tubercolosi polmonare si usarono più par- 
ticolarmenle quasi tutti i medicinali di potere antisettico, ed 
airuopo si iniziarono nuovi sludi e si addivenne ad una. nuova 
«lassiiicnzione dei medesimi. Dalla loro applicazione è derì- 
vaio un sicuro metodo di profilassi. 

Le fonti più comuni di infezione, cioè gli espettorati dei 
tisici, il latte delle vacche tubercolotiche e le carni degli ani- 
mali affetti da tubercolosi possono essere direttamente attac- 
'Cate ed inaridite. Ma l'attuale osservazione clinica ha stabi- 
lito che un antiparassitario, innocuamente somministrabile, 
<*.he abbia azione sicura sul processo tubercolare iniziato, non 
^i possiede ancora. 

Per quanto poi concerne la terza indicazione, quella di 
fendere l'organismo resistente allo sviluppo del bacillo del 
Koch^ se da un lato le regole igieniche e profilattiche non 
hanno perduto nulla del l'importanza da lungo tempo ricono- 
sciuta, dall'altro lato sono parziali e non definitivi i risultati 
delle inoculazioni, praticate con diverse sostanze, allo scopo 
4\ rendere l'organismo terreno sterile per il bacillo della tu- 
bercolosi, e quindi prevenire o curare la malattia. 



Risultati della cura. 



Lungo e superfluo, poiché sono cose note agli studiosi, sa- 
rebbe il riandare la storia delle somministrazioni fatte, per 
diverse vie, di svariate sostanze, nella cura della tubercolosi 
polmonare cogli intenti di sopra enunziati. Diremo quindi* 
brevemente solo delle più recenti ricerche, instituite dopoché 
irenne dal Koch proposta la tubercolina. 



6 NUOVO MBTODO DI CURA 

Questa breve rassegna, benehèiacompleta, èDecessariaper 
giustificare le nostre conclusioni sulla terapia della tuberco- 
losi, che potrebbero per avventura sembrare troppo rigorose, 
e per chiarire il concetto secondo il quale fu applicato il me- 
todo che proponiamo. 



Cura del Koch. 



Il giorno 4 agosto 1890, nella seduta generale del X Con- 
gresso medico internazionale in Berlino, il prof. Koch comu- 
nicò la scoperta della sua linfa contro la tubercolosi, e ne^ 
giorno 13 del successivo mese di novembre pubblicò i risul- 
tati ottenuti nell'uomo coll'uso ipodermico di essa. Il Kòcb 
ne riconobbe l'azione specifica nei processi tubercolosi di 
qaaluncpie specie. La giudicò inoltre un sicuro mezzo dia- 
gnostico nei casi dubbi. Gli ammalali afTettì da tubercolosi 
polmonare nello stato iniziale non avrebbero presentato più 
alcun sintomo della malattia in capo a 4-6 settimane dì cura, 
per cui si potevano ritenere guariti. Sarebbero inoltre mi- 
gliorati notevolmente e quasi guariti anche quelli che erano 
affetti da tubercolosi polmonare con caverne non troppo 
grandi. Non si manifestò per contro alcun miglioramento ob- 
biettivo, quantunque fosse diminuita Tespeltorazione, e lo 
stato generale si presentasse più soddisfacente, negli amma- 
lati i cui polmoni contenevano caverne numerose e grandi.. 
Il Koch conchittse che il metodo di cura da lui proposto gua- 
risce coQ certezza la tubercolosi polmonare incipiente ed 
anche quella non molto avanzata. Egli dichiarò di non poter 
escludere le recidive^ le quali però potranno pur esse vin- 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE / 

cersi col rimedio, del quale indicò la provenienza nel N. 3 
anno 1891 della Deutsche Medianische Wochenschrift (1). 

Nel grandissimo numero di tubercolotici che da ogni parte 
di Europa accorsero in Berlino por sottoporsi alla cura del 
Koch, i medici dei luogo e quelli espressamente recativisi 
di fuori, ebbero campo di osservare Tapplicazione del nuovo 
metodo e di farsi un concetto del suo valore. 

Il Guttmann riferi intomo a due ragazze affette da tuber- 
colosi polmonare, le quali migliorarono assai colla cura del 
Koch (2). 

Il Leyden conchiuse che il metodo è molto violento e ri- 
chiede molta circospezione. Manifestò la speranza che la 
scoperta del Koch avesse dato uno specifico capace di 
aumentare il numero delle guarigioni della tubercolosi 
iniziale. Egli fu d'avviso però che la linfa del Koch non può 
da sola dare i buoni risultati, ma che sia necessaria anche 
Tapplìcazione di altri mezzi curativi. Né considerò il potere 
diagnostico della linfa come assoluto, poiché, sebbene ecce- 
zionalmente, pure vi sono tubercolotici che ad essa non rea- 
giscono, ed altri non tubercolotici che reagiscono (3). 

A qualche illustre medico che visitò la maggior parte dei 
maiali ch'erano in cura nelle cliniche e negli ospedali di Berlino 
nello scorcio dell'anno 1890, i risultati ottenuti colla linfa del 
Koch non sembrarono superiori a quelli che si hanno dalla 
comune farmacoterapia, anzi inferiori a quelli che si otten- 



(i) Vedi la Memoria del maggiore medico dottor Sforza, pubblicata nel 
Giornale medico del R. etereito e della R, marina^ gemiaio IS91. 
(3) Sforza, loco citato. 
(3) Sforza, loco citato. 



8 NUOVO METODO DI CURA 

gono colla cara climatica. Molti dichiararono che se gran nu- 
mero di ammalati erano migliorati col nuovo metodo di cura, 
nessuno poteva dirsi completamente guarito, occorrendo 
perciò stabilire parecchi anni di osservazióne e di cure. 

Lo Sforza non vide verun caso di lupus completamente 
guarito, sebbene tutti gli individui affetti presentassero i più 
manifesti miglioramenti, ed è da notare che appunto nei 
lupus si erano ottenuti i migliori risultati (i). 

Il Lister destò molte speranze sulla cura del Koch colla 
lettura fatta al Kings College Hospital (i). In essa parlò 
degli effetti della linfa del Koch nei tessuti affetti|da tuberco- 
losi, del suo grande valore diagnostico, della potente influenza 
curativa Sostenne la possibilità del riassorbimento del tes- 
suto tubercolare morto, per effetto della cura colla linfa, in 
qualunque parte esso si trovi. Espresse il parere che quan- 
tunque i bacilli restino in vita, secondo Koch, la tubercolosi 
può guarire, potendo essi non più trovare un adatto terreno 
nei tessuti sani, e potendo venire allontanati, sebbene non 
sempre, i tessuti morti che li racchiudono, col trattamento 

chirurgico. 

In sullo scorcio dell'anno 1890 il Guttstadt pubblicò il 
riassunto delle relazioni scientifiche delle principali cliniche 
e policliniche prussiane sulla cura del Koch contro la tuber- 
colosi, diretta a S. E. il ministro per l'istruzione pubblica di 
Berlino. In esso riferi intorno a 2172 tubercolotici sottoposti 
alla cura di iniezioni della linfa Koch. 



(i) SroRZA, loco citato. 
(1) Sforza, loco citato. 



DELLA TUBBKCOLOSI POLKOHilBB 9 

Bigaardo nlle tubercolosi polmonare si erano otleautì i 
segaenti risultati (t): 



Il Gattstadt fece notare che alcuni dei cui'atì avevano an- 
che tnbercoiosi di altri orgaDÌ,.od erano alletti da altre ma- 
lattie. Le cifre del sno riassunto, indicanti la proporzione di 
quelli in cui avveniva la reazione dopo le iuiezioni, o che si 
si riferivano ai tubercolotici ed hì non tubercolotici, confer- 
marono che il valore diagnostico della linfa Koch, sebbene in 
misura eccezionale, non è tuttavia assoluto. Dalla saa rela- 
zione appari inoltre la varietà delle opinioni dei clinici prus- 
siani tanto sul valore diagnostico del rimedio, quanto sulla 



40 - NUOVO METODO DI CURA 

sua azione cnratira. Ciò forse era in dipendenza del brere 
periodo degli esperimenti (1). 

Le speranze destate dalla apologetica lettura del Lister su- 
birono intanto una scossa violenta dalle ricerche anatomo- 
patologiche del Yirchow, comunicate alla Società medica ber- 
linese il 7 gennaio 1891, le quali valsero ad attutire gli en- 
tusiasmi dei fidenti nella virtù della linfa del Koch. Il grande 
anatomo-patologo tedesco stabili che l'azione del rimedio si 
manifesta nelle parti affette con irritazione intensa. I tuber- 
coli non mostrano alcun processo regressivo, alcuni di essi 
appartengono a quelli chesoglionsi considerare come recenti, 
come iniziatisi in un tempo che non rimonta al di là del 
principio della cura, e si può supporre che sieno sorti per 
processo metastatico dei bacilli. Si osservano polmoniti ca- 
seose prodotte da materiale divenuto libero per processo di 
distruzione, e non espettorato, bensì assorbito. Il Koch 
aveva dichiarato che muoiono i tessuti tubercolari e non i 
bacilli. Il Virchow ammise l'azione distruttiva della linfa, 
ma non la osservò ovunque (2). 

Nei numeri 3, 4, 5, 6, 7, 8*, 9 anno 1891 della Berliner 
klinische Wochenschrift^ il Virchow espose le alterazioni 
anatomo-patologiche riscontrate nei cadaveri di individui tu- 
bercolotici sottoposti alla cura del Koch. Rispose al Neisser 
intorno al valore dei preparati presentati all'Accademia e ne 
comunicò dei nuovi, confermando con essi le conclusioni 
esposte nella precedente circostanza. Egli dichiarò che il 
rimedio : 

^^ Non uccide i bacilli; 

2® Non modifica il tubercolo : 



(I) Sforza, Ioc. eit. marzo 1891. 
(t) Sforza, Ioc. cit. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMOI^ÀRE 11 

3° Di^lru^ge prù facìhnenle il tessalo iDfiammatorio che 
circonda il tubercolo, e può in lai modo accelerare il pro- 
cesso di guarigione; 

4^ Può agire sul tessuto caseoso incapsulato, liberan-^ 
dolo, e renderlo nuovamente nocivo 

Confatò inoltre ilFraenkel, il quale avèvaglj mosso alcune^ 
osservazioni intorno al tempo in cui presumibilmente eransi 
sviluppati i tubercoli riscontrati nei c<\daven coi caratteri 
proprii a quelli di recente formazione. Dissenti pure dal me- 
desimo, il quale dall'azione della linfa sul tessuto infìamma- 
torio circondante il tubercolo ne aveva inferito il suo valore 
specìfico. 

il Gultstadt passò in rassegna le opinioni di molli clinici 
intorno al valore diagnostico della linfa Koch. 

I pareri di Leyden, Gerhardt, Schuitze, Biermer, Ebstein/ 
Mosler, Strubing, Peiper, Weber, Quincke, Lichthein, 
Finkler, Schreiber, Rumpf, Guttmann, OIshausen, Fritsch 
non sono concordi per quanto concerne la tubercolosi degli 
organi interni. Minore discrepanza riscontrasi fra le opinioni 
dei clinici intorno al potere diagnostico della linfa Koch re- 
lativamente alle tubercolosi esterne, ove più spesso essa fu 
mezzo sicuro di diagnosi (1). 

Nella clinica medica di Roma furono curati 30 tubercolò- 
tici col metodo Koch. Il valore diagnostico ne fu ricono- 
sciuto, non però in modo assoluto. Intorno alla jpòtenza 
terapeutica della linfa, si conchiuse come appresso: 

1^ Migliorarono le forme iniziali e si potrebbero con 
siderare guarite, se la recidiva non fosse possibile; 

%^ Nelle forme avanzate, a decorso lento, migliora- 
ci) Sforza, loc. cit. 



12 NUOVO METODO DI CURA 

rono le condizioDi generali, persistendo inalterate le lesioni 
locali ; 

3"" Nelle rimanenti forme di tubercolosi, in alcune l'a- 
zione è favorevole, in altre è nulla, o dannosa (1). 

Dalle esperienze clinichecol metodo dì Koch, praticate nello 
spedale militare di Monaco, il Yogl (3) conchiuse che anche 
ammalati nop inbercolotici possono reagire alla linfa, seb- 
bene debolmente, e che essa può condurre con sufficiente 
sicurezza la tubercolosi incipiente sulla via della guarigione, 
colla cessazióne dell'espettorato e colla scomparsa dei bacilli. 

Il Singlair Coghill (3) professore a Edimburgo, dalle sue 
numerose esperienze colla linfa Koch, trasse la convinzione 
che, come disse Ewald, con nessun altro metodo di cura si 
ha un miglioramento cosi rimarchevole in un dato periodo di 
tempo. 

Del pari il prof. Erlich, al Congresso internazionale d'i- 
giene in Londra dichiarò che pari grado di miglioramento è 
sconosciuto con altri metodi di cura. 

Il sopralodato Vogl (4) pubblicò i risultati dell'applica- 
zione della cura di Koch ai tubercolotici dell'ospedale presi- 
diario di Monaco dal novembre 1890 a tutto il giugno 1891. 
Eccoli in riassunto: 
Tubercolosi indpienle: 

Curati 46 

Quasi totalmente guariti 30 

Usciti notevolmente migliorati ... 13 
Rimasti migliorati . . . . . . . 13 

Morti 3 



(1) GoALDi e Forti, Gazzetta degli o^edali, N. 28, 8 aprile I89i. 
(i) DetiUehe med, Woeh, N. i8, 1881. 

(3) The Lancet, 30 maggio 1891. 

(4) Deìttiche med. Woeh., N. 53, 1891. 



r 

DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE ^ 13 

Tubercolosi avanzala: 

Curali 9 

Morti 5 

di cui 3 rapidamente. 

Il Yogl espresse il parere che da tali risullatì viene in* 
dabbiamenle provata l'efficacia terapeutica della linfa del 
Koch. 

Il Renvers (1) riferi due casi di tisi laringea guariti colla 
cura della tubercolina, mentre la tubercolosi polmonare eoe* 
sistente, in Qn caso fu ben poco modificata, e nell'altro si 
aggravò in modo che produsse la morte del paziente. Egli 
ritenne che nel polmone l'azione del rimeaio sia nulla, per- 
chè i tessuti che si necrotizzano sotto la sua azione non si 
possono distaccare facilmente, come nelle tubercolosi esterne. 

II Klebs (3) espose come le sostanze che dalla tubercolina 
greggia vengono precipitate col cloruro di platino e con i 
cosi detti reagenti degli alcaloidi^ contengono i principii no- 
civi di essa. La vera sostanza curativa invece è costituita dal- 
Talbumosi, che rimane sciolta nel precedente trattamento ed 
è precipitabile colPalcool e preparabìle in istalo puro. Gli 
effetti dannosi della tubercolina greggia, e più ancora dei 
precipitati da essa ottenuti col platino e con altri reagenti, 
non si osservano coll'uso dell'albumosi depurata, curativa, 
Talessina o tubercolicidina.Essa però non è indiiferente perchè 
a dosi molto alte produce stanchezza e dimagramento al prin- 
cipio della cura, compensato più tardi, nei casi favorevoli, e 
sostituito da aumento di peso spesso molto rilevante. 

Le sostanze nocive sono forse trasformazioni della micro- 
proteina, mentre la sostanza curativa è da considerarsi come 



(i) Società di medicina interna di Berlino. — Tornata del 4 aprile 1892. 
(S) Behandlung der Tuberkuloie mit. TuberkuUcidin, Amburgo e Lipsia. — 
Bd. Voss. 



44 NirOVO METODO DI CURA 

un secreto dei bacilli tubercolari. É forse questa la ragione 
per cui, in dosi molto alte, la tubercolicidina dà accessi feb- 
brili, di breve durata, i quali, diversamente da quanto si os- 
serva nella febbre etica e nella infettiva, vengono tollerati 
senza speciali disturbi e cedono presto il posto, spesso già 
dopo un'ora, alla temperatura normale. 

Secondo il Klebs, colPuso della tubercolicidina, i bacilli 
assumono un aspetto granuloso, che indica trattarsi di forme 
degenerative e spesso presentano tratti dell'apparenza di un 
otricolo vuoto, appena colorato in rosso dalla fucsina. Inoltre 
i bacilli possono apparire disfatti in granuli i quali assumono 
la parvenza di micrococchi. Le sostanze nocive pirogene con- 
tenute nei bacilli sono rese libere dal loro disfacimento, pe- 
netrano nel circolo e determinano la febbre. Questa però ha 
carattere transitorio e^ dopo cessata, cessa l'esaurimento del- 
TorganismOi il quale era dovuto alla febbre etica. Ciò av- 
viene quando i bacilli sono tutti disfatti. Intanto è evidente 
che le sostanze dell'organismo subiscono una diminuzione. 
Questa dunque sarebbe un'azione diretta della tubercolicidina 
sui bacilli. Ma essa produce inoltre un'immunità tr*ansitoria, 
per ciò incompleta, agli animali inoculati preventivamente. 
Anche qui il Klebs crede probabile un'azione diretta della 
tubercolocidina ancora non eliminata dall'economia. 

Anatomicamente il Klebs ha constatalo un disfacimento del 
tessuto tubercoloso, il che accade in special modo in causa 
di un essudato che si verifica nel tessuto affetto. La morte 
dei bacilli, come pure un'azione della tubercolicidina sui tes- 
suti del corpo, possono spiegare questo processo. Al Klebs 
sembra che la prima supposizione sia preferibile, perchè il 
processo accade solo dove esistono bacilli ti^ercolari. Eli- 
minati questi, assumono energia i naturali apparecchi pro- 
tettori dell'organismo. 





o 





DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 15 

I risaltali ottenati dai Klebs nella cara della tubercolosi 
colla tubercolicidioa in 75 casi sono i soj^aenti: 

Guariti 14 = 18,6 7. 

Migliorati 45 = 60, 7, 

Non migliorati . . .14 =.18,6 7 

Morti 2= 2,6 7, 

La maggior parte dei curati ayera grave o per lo meno 
rilevante tubercolosi polmonare. Nelle tubercolosi locali, noD 
comprese nella statistica sopracitata, si ebbero risultati no- 
tevolissimi. Questi furono meno favorevoli quando oravi 
grande infiltrazione e sopratuitto distruzione, cioè formazione 
di caverne e febbre etica. Nei casi più gravi il progredito 
marasma sembrò essere l'ostacolo più rìte^aoite al sùgliora- 
mento. 

II Lnngermann (1) curò quattro casi di tubercolosi polmo- 
nare colla tubercoli cìdina. Egli non ottenne verun effetto ri- 
levante, piutto»to osservò un peggioramento, quantunque esso 
non fosse da attribuirsi ajla cura. In qualche caso il processo 
tubercolare invase, durante la cura^ parti fino ad allora im- 
muni. Per lo più la febbre non subì notevole abbassamento. 
Il Langermann fu di parere ch« la linfa del Koch è un ri- 
medio aifatlo innocuo, ma che non ha veruna azione sulla 
malattia polmonare. 

Il Kinnicutt (2) scrisse che le indagini di Hunter, Klebs, 
Roemer, Buchner e di altri, le tante osservazioni cliniche 
fatte in ogni parte del mondo e le proprie esperienze nell'o- 
spedale St. Luke di New-York, gli dimostrarono non esatte 
molte delle ipotesi e conclusioni originarie del Koch. Non fu 
però escluso che nella tubercolina sia contenuto un principio 



(i) Deut. medie. Zeit., N. 9L 1893. 

(2) New-York Medicai Journal, 91 maggio 1892. 



46 NUOVO MSTODO DI CURA 

curativo che costituirebbe il principio attivo della tabercoli- 
cidina. Ma l'azione curativa non si veri6ca, come riteneva il 
Koch, per la necrosi da coagulazione prodotta dalla tuberco- 
lina, ma probabilmente per una stimolazione deirattività cel- 
lulare. 

Il Kinnìcutt manifestò la speranza che si riesca a modifi- 
care l'estratto od a prepararne uno analoj^o di azióne speci- 
fica e curativa nella tubercolosi. 

Lo Schòfer (1) riferì 61 casi di tubercolosi accertata, nel 
maggior numero, polmonare, con presenza di bacilli nello 
sputo, curati colla tubercolìna. Dei 61 casi, 29 erano di tu- 
bercolosi iniziale, 23 di tubercolosi avanzata, ed in 9 la ma- 
lattia aveva tanto progredito da non lasciar più veruna spe- 
ranza di guarigione. I risultati furono i seguenti: 

Casi 61 : 

Migliorati notevolmente . • . N. 13. 

Migliorati alquanto » 14 

Stazionari » 7 

Peggiorati » 10 

Erano ancora sotto cara n. 17 tubercolotici, cioè 9 dispe- 
rati, 7 con tubercolosi avanzata ed 1 col processo tuberco- 
lare ancora neirinizio. 

L'autore asserì che, nei tredici tubercolotici notevolmente 
migliorati, dopo anni non esisteva più alcun sintomo mor- 
boso nel polmone, né gli escreati contenevano più bacilli del 
Koch. 

Il Potschkowski (2) fece la relazione di 14 ammalati, 
affetti da tubercolosi polmonare e sottoposti alla cura dei 
Koch. I risultali furono: 



(i) Mùnch. med, Woeh, N. 34, iS93. 
(2) Berliner klin. Woeh, N. 6, 4893. 



DELLA TUB|:RC0I,Q3I P02.VONARE 47 

Curati 14 

* Guariti ...... 4 

Migliorati .... 7 

In tre casi la malattia era complicata ed il rìnaedio noa 
veniva tollerato. Nei guariti non si osservò più verun sìn- 
tomo morboso ai polmoni, cinque mesi dopo la cura. 

Il De Renzi (1) colla cura del Koch non ha ottenuto 
veran risultato positivo e favorevole nelle tubercolosi degli 
animali^ Riferisce di una tubercolotica, che nel 1892 ebbe 
un notevolissimo beneficio dalle cure del Roch, essa fu 
nuovamente sottoposta allo stesso trattamento, ma senza 
vantaggio, anzi con aumento rilevante della temperatura e 
dei bacilli nell'espettorato. L'insuccesso nella cura della 
tubercolosi, anche coi nuovi rimedi, spinse il De Renzi, 
come vedremo in seguito, a ritentare sotto forma più ap- 
propriata qualche farmaco che già diede, in altri tempi, 
buoni risultati. 

Abbiamo cosi brevemente riassunte le conclusioni cui 
furono portati parecchi clinici intorno al valore della cura 
di Koch dopo di averla sperimentata. In parecchie cliniche 
ne fu provato l'impiego, ma non crediamo opportuno di 
andare in traccia di quanto fu detto e scritto sulla sua ef- 
ficacia nella terapìa delle tubercolosi, stimando sufficienti 
le opinioni sopracitate, per essere autorizzati a trarre 
qualche conclusione suirargomento. 

1® Quantunque, come risulta dagli studi dei Guttstadt, 
siavi molta discrepanza intorno al valore diagnostico della 
linfa Koch nelle tubercolosi interne fra i diversi autori, 
tuttavia è assodato che tale proprietà deve riconoscersi ad 
essa, sebbene ci siano delle eccezioni, le quali però sembra 
costituiscano una proporzione relativamente piccola. 

(i) \ì Morgagni, N. 9, 1893. 
2 — Caratso. 



18 NUOTO METODO DJ CURA 

2* Secondo il Koch la sua linfa non ha azione sai 
bacilli, sibbene sn\ tessati tobercolari. 

La maggior, parte degli autori passa sotto silenzio questo 
punto importantissimo. Lo Scbàfer afferma che i bacilli 
scompaiono^ mentre il De Renzi nel caso soprariferilo li 
ha visti aumentare durante la cura colla tubercolina. 

Il RIebs propugna l'azione diretta della tubercolicidina 
sai bacilli. Questa sua asserzione ha certamente un grande 
valore, ma sarebbe desiderabile che dalla maggior parte 
dei clinici si potesse avere la conferma dei fatti da lui 
esposti. Ad ogni modo è permesso conchiudere che la 
linfa Koch non ha sui bacilli un'azione diretta ben con- 
statata da tutti i clinici. Le ricerche ana tomo-patologiche 
del Yirchow stabilirebbero anzi che essa non possiede tale 
proprietà. 

3* La tubercolosi polmonare iniziale e quella più 
avanzata con caverne poche e non grandi, sarebbero se- 
condo il Koch portate alla guarigione col suo rimedio. I 
risultati di questo furono molto lodati dal Lister. Il Fraenkel 
lo considerò come il migliore rimedio e quasi uno spe- 
cifico. 

11 Singlair Coghill lo reputò pure il mezzo migliore di 
cura; cosi pure T Eriich ne tesse le lodi. Esponemmo il 
favorevolissimo giudizio del Klebs sulla tubercolicidina. Ma 
gli ammalati del Guttmann migliorarono soltanto. 

Il Leyden ottenne guarigione solo nella tubercolosi ini- 
ziale, come si verificò pure nella clinica di Roma, e nel- 
l'ospedale presidiano di Monaco, ove del resto gli ammalati 
furono quasi del tutto guariti. 

Il Renvers non constatò verun effetto della tubercolina 
sul polmone. Il Langermann giudicò la tubercolicidina in- 



DELLA TUBERCOLOSI POLXONARB 19 

nocaa, ma di nessuna azione sul processo tubercolare del 
polmone. Il Kinnicntt si mostrò propenso a credere che 
il processo curativo non consiste che nella eccitazione del- 
l'attività cellulare. Il De Renzi non constatò verunn favo- 
revole influenza sulla tubercolosi del polmone. Le ricerche 
cnatomo'patolo^nche del Virchow misero in rilievo che i 
tubercoli non vengono modificati, quantunque l'azione della 
iubercolina si eserciti realmente sul tessuto infiammatorio 
che li circonda, agevolando cosi la guarigione. 

In quanto ai dati numerici indicanti la proporzione dei 
guariti fra i curati, la statistica del Guttstadt non^ è molto 
lusinghiera, poiché su 933 curati, ne guarirono soltanto 10, 
6 9 di essi erano affetti* solo da tubercolosi polmonare in- 
cipiente, 1 d) tubercolosi polmonare mediocremenie avan- 
Zitta, nessuno da tubercolosi polmonare con caverne, non 
migliorali 533. 

Meno scoraggiante è la statistica del Vogl, tuttavia è da 
notare che i buoni risultati si ottennero solo nella tuber- 
colosi incipiente in cui del resto si parla solo di ammalati 
guatili quasi del tutto, mentre dei 9 infermi affetti da tu- 
bercolosi avanzata 5 morirono e 4 non guarirono. La sta- 
tistica dello Schofer è più favorevole, poiché da essa si 
può rilevare che i migliorati notevolmente, dopo anni non 
presentavano più verun sintomo morboso, né bacilli nel- 
l'espettorato. 

Soddisfacente è pure la statistica del Potschkowski, 
poiché, sa 14 curati, ne guarirono 4, migliorarono 7. 

Queste tre ultime statistiche, del Vogl, dello Schofer e 
<lel Potschkowski non possono avere che un valore rela- 
tivo in causa dell'esiguità del numero dei malati sottoposti 
all'esperimento. 



20 nVOYO METODO DI CURA 

Dal Vojrl N. 55 

Dallo Schdrer .... > 61 
Dal Potscbkowski . . . » 4i 



Totale 130 
La statistica del Guttstadt quindi è qaella che poò for- 
nire dei dati di on valore maggiormente attendibile in* 
torno airefficacia della tabercolina nella cara della taber- 
colosi polmonare. 

Sono più confortanti le- cifre riportale dal Klebs intorno 
all'efficacia della tubercolicidina. 

Possiamo quindi conchiadere dal sopraesposto che colla 
cura del Koch si ottengono delle guarigioni nella tuber- 
colosi polmonare incipiente, ma in proporzioni molto li- 
mitate. Dessa ha pochissima azione nella tubercolosi pol- 
monare avanzata, nessuna nella avanzatissima. 

i® L'uso del metodo del Koch nella tubercolosi pol- 
monare pare possa riuscire dannoso in qualche caso col 
mettere in libertà il tessuto caseificato incapsulalo, ren- 
dendolo nuovamente nocivo. Si svilupperebbero, in seguito 
a tale fatto, tubercoli per processo metastatico e polmoniti 
caseose per materiale assorbito (Yirchow). Cosi potrebbero 
venire spiegati i casi in cui l'ammalato invece di migliorare», 
peggiora durante la cura (infermo del De Renzi) (I). 



(1) Il LoBPPLBR {Centralblaft fur Bakteriologie und ParasUenkunde, N. 31^ 
% dicembre 1893), in una nota ci ha fatto un appunto per la nostra asserzione 
che la tut)ercolina del Koch non ha dato risultati positivi, mentre, secondo ii 
prelodato professore diversamente apparirebbe daUe numerose pubbiicazioni 
tedesche. Dal fatto riassunto, ove sono citati anche molti autori tedeschi, chia- 
ramente ó dimostrato la disparità delle opinioni sul valore della linfa Koch, 
ciò che non permette certo di conchiudere che i risultati della cura sono in 
qualche punto accettati come posiUvi, vale a dire dimostrati. E qualche linea 
più innanzi ai era da noi scritto che i buoni risultati dei metodi di cura nella 
tubercolosi erano parziali, cioè non ottenuti da tutti, e che si erano verifica U 
solo in determinate circostanze, cioò nelle tubercolosi iniziali. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 2Ì 

« 

€rìB08oto. 

Il creosoto fa molto adoperato e lodftto in questi anni 
«ella cura della tubercolosi polmonare. 

Il Flint (1) lo adoperò per via interna e per inalazioni 
in 10 casi, ottenendo buoni risaltali quando Taffezione ta- 
fcercolare dei polmoni era allo stato di inizio. Meno utile 
fu il creosoto nelle tubercolosi polmonari con presenza di 
piccole caverne, e poco o nessun giovamento arrecò in 
quelle con caverne grandi. 

Nel lavoro del Flint la ricerca dell'azione del creosoto 
;sui bacilli del Koch negli infermi sottoposti alla cura di 
^so, è deficiente. 

Il Beverley Robinson (2) usò pure il creosoto sa am- 
ministrato internamente sia per inalazioni. I baoni effetti 
ottenuti gli parvero derivare da una benefica azione sai 
processi nutritivi e sui sintomi secondari. I suoi esperi- 
menti non gli permisero di trarre una conclusione intorno 
alla influéiìza antibacillare del creosoto. 

in 93 casi di tubercolosi polmonare il Flint ottenne coHa 
<;ura del creosoto la scomparsa di ogni sintomo fisico sol- 
tanto in due casi in coi il processo morboso era appena 
inizialo. 

Il Sommerbrodt (3) riferì le storie cliniche di 9 ammalati 
di tubercolosi polmonare leggiera, e di 3 ammalati di tuber- 
colosi polmonare grave^ guariti o migliorati grandemente 
coll'uso interno giornaliero del creosoto.' 

Il Graham (i) riferi 238 casi di tubercolosi polmonare 



(!) New-York Méd. Journ., N. M, Voi. H, 1888. 
(1) American Journ, of tlie Med. Sciences, gennaio 1889. 
CV Berliner klinieche Wochenschrift, N. 43, 1891. 
<4} The Therapeutie Gazetle, i5 ottobre 1891. 



58 


V. 


23 


7o 


13 


V. 


10 


7. 


8,3 


V. 


25 


Vo 


22 


°'- 



22 NUOVO METODO DI CURA 

curati coi creo$oto, generalmente per somministrazione in- 
terna. Di essi 192 appartenevano alla clinica esterna del 
Collegio Medico di leffersons e 36 alla clinica privata. 

I risaltati ottenuti furono i seguenti : 
Clinica esterna : 

Miglioramento temporaneo . . • 

» continuo .... 

» nessuno .... 

Guarigione deGnitiva degli affetti da 

tubercolosi polm. al V stadio . 

Clinica privata: 

Miglioramento temporaneo . . . 

» continuo . . . 

» nessuno . . . 

Guarigione definitiva degli affetti da 

tubercolosi" polm. al T stadio . 57,8 V« 
L'autore espresse Topinione che il creosoto sia un far- 
maco di grande aiuto nella cura della tubercolosi polmonare 
e ne attribuì Teffìcacia alla sua virtù dì migliorare le forze 
e la nutrizione nei primi stadi delia malattia e di ritar- 
dare la consunzione negli stadi progrediti. Ma non consi- 
derò il creosoto uno specifico e non ha quindi trascurato 
nei suoi infermi, sottoposti alla cura del creosoto, la con- 
temporanea somministrazione dei tonici e dei ricostituenti. 

II Kinnicutt(l) attribuì al creosoto la vi rtii di arrestare 
i processi di fermentazione nel tubo digerente, tanto fre- 
quente nei tìsici, di stimolare Tappeiito e di facilitare la 
digestione, migliorando in tal guisa la nutrizione generale. 
Questo miglioramento della nutrizione, secondo l'autore, 
spiegherebbe T influenza benefica del creosoto nella risolu- 

(1) New- York Medicai Journ., 21 maggio i891 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 33 

zìone 6 nel riassorbimento degli essudati flogistici secon- 
dari nei polmoni tabercoloticì. L'\ saa azione locale anti- 
settica e stimolante inflairebbe sui processi catarrali sem- 
plici, che tanto spesso accompagnano le tubercolosi dei 
polmone. 

Esso non avrebbe poi azione specifica, intendendo sotto 
questo titolo la virtù d'impedire lo sviluppo dei bacilli e 
di provocare un processo sclerotico riparatore. 

Alba (1) non riconobbe al creosoto un'azione specifica 
sul processo tubercolare, l buoni risultati ottenuti col suo 
uso nella tubercolosi polmonare sarebbero unicamente quelli 
che si osservano nei tisici tenuti a buon regime dietetico 
ed igienico. 

Il Furbringer (2) dichiarò che da qualche anno ha ces- 
sata di ricorrere al creosoto nella cura della tubercolosi 
polmonare. Egli è convinto che nella metà dei casi il creo- 
soto non ha veruna azione, mentre in un quarto nuoce 
perchè fa perdere l'appetito, e neiraltro quarto in cui 
riesce favorevole, non dà risultati superiori a quelli della 
cura puramente dietetica. 

Il Peter (3) espose come non basti uccidere il bacillo 
per guarire la tubercolosi, perchè la malattia è intrinseca, 
cioè deriva dalla proprietà dei tessuti di costituire un pro- 
pizio terreno di coltura al bacillo tubercolare del Koch. 
Quindi l'uso dei battericidi chimici sarebbe insufficiente 
per combattere questa malattia. Infatti il Bouchard calcolò 
che basterebbero grammi 3,60 di creosoto per annientare 
tutti i bacilli di un uomo tubercolotico del peso di 60 chi- 
logrammi mentre il Burlereaux iniettò a tubercolotici fino 
a 40 grammi di creosoto in un giorno senza verun effetto. 

(1) Società di Medicina berlinese Tornata del novembre 1891. 
(3) Società di Medicina berlinese. Tornata del novembre 1892. 
(3) Médecine Moderne, N. 54, 1891. 



34 NUOVO METODO DI CURA 

Secondo Péier te ìDJezìoni ìpoderiniche dì creosoto gaà- 
rìseono le scrofole-tubercolosi pei-chè sonò lesioni luber- 
t^òlari benigne. Le tubercolòsi dèi visceri invece hòn 
guariscono colla cur^ del creosoto per la via dello stomaco : 
infatti si è potuto constatare, durante la cura, l' insorgere 
della malattia del Pott e della tubercolosi testicolare, tionchè 
la ricomparsa dei bacilli nell'espettorato. 

Né guariscono colla introduzione del creosoto per le vie 
aeree nel polmone ammalato, mediante le itialazioni, anzi 
non viene impedita la colonizzazione e la invasione dei 
bacilli in. parti fino allora immuni. Egualmente non hantio 
avuto grande risultato le iniezioni di creosoto, negli apici 
polmonari lesi, attraverso le pareti toraciche. La via sot- 
tocutieinea giova solo nella scrofola e nelle tubercolosi lo- 
cali, eroe nei casi in cui la terapia di altri tempi era 
altrettanto efficace. 

r.oncludendò, nelle tubercolosi polmonari apirettiche il 
creosoto ha lin reale valore, diminuisce Tespettorato e mi- 
gliora i sintomi generali, ma in questi casi si possono avere 
giovamenti anche senza Tuso di medicinali, ma colle stempiici 
regole igieniche. Nelle tubercolosi viscerali di qualche im- 
portanza il creosoto non agisce o produce effetti soltanto ap- 
parenieureniè benefici. 

Dal Lfildwig Frey (1) furono sottoposti alla cura di inie- 
zioni sottocutanee di creosoto 14 ammalati, affetti da tu- 
bercolosi a divèrsi stadi. Egli avrebbe notato diminuzione 
numerica dei bacilli negli espettorati, dopo le prime 20 
iniezioni, ed in seguito, la scomparsa di essi. Assicura di 
aVèr avuto miglioramenti positivi ed anche guarigioni re- 
lative. 

M. Ellman ed I. Popper (3) contrariamente al NeviJlet, 

(1) CoUegio medico di Vienna. Tornata del 3 gennìÉio 1893. 
(3) Wim. med. Woehen.t numeri i3 e 15, 1893. 



DELL4 TUBERCOLOSI FOLtdNARE 95 

opinarono, che non si ha verun vantaggio dalPuso del 
creosoto per clistere. La diarrea riene da esso aumentata 
con danno positivo dell' infermo. Nei casi poi di tuberco- 
losi aTanzata in cai i suddetti autori adoperarono il creosoto 
per clistere, esso dimostrò non avere alcuna efficacia. 

Blanchard (1) giudicò il creosoto molto attivo contro i^ 
tabercolosi polmonare, specialmente quella latente. Furono 
da lui preferiti, per la somministrazione di osso, i ctìsteri. 

Secondo Warner (2) il creosoto è un attivo rimedio nella 
cara della tubercolosi polmonare e ad esso attribuì, come il 
Sommerforodt, un'azione specifica. Nei risultati da lui otte- 
nuti si parla però di miglioramenti nei sintomi generali, nel- 
l'espettorato, nella tosse, nei sudori ecc. Le inalazioni anti- 
settiche inoltre furono associ ite alla cura del creosoto. 

Risuliati poco soddisfacenti ha pure dato recentemente il 
creosoto nella cura della tubercolosi polmonare alFospedale 
Gesù e Maria di Napoli (Grossi), 

Le conclusioni che possiamo dedurre da quanto sopra è 
stato riportato intornoalle opinioni dei clinici circa il valore 
curativo del creosoto nella tubercolosi polmonare sono le 
seguenti : 

1^ Il creosoto non ha un^azione diretta battei*icida, sai 
bacilli tubercolari del Rocfa, ben constatata e generalmente 
ammessa. Lo studio del Flint è deficiente su questo punto, e 
gli esperimenti del Beverley non lo hanno potuto autorizzare 
ad una conclusione. Il Kinnicutt non riconosce nel creosoto 
un'influenza specìfica diretta sui bacilli, mentre il Ludwig 
Frey dice di aver osservato col suo uso dapprima una dimi- 
nuzióne numerica dei bacilli e poi la scomparsa di essi. Ma 



(1) Congresso francese per lo stadio delU tabercolosir 3* sessione tenuta a 
Parigi dal 37 luglio al S agosto 1893. 

(2) Reoue méJ. de la Suisse rom., 2i. iO dei 1893. 



36 NUOVO METODO DI CURA 

l'opinione del Sommerbrodt e del Warner, che il creosoto 
abbia un'azione specifica sul processo, labercotare, non è 
condivisa dagli altri autori citati. Il Graham, il Kinnicolt, 
TAIbu la negano esplicitamente. L'azione del creosoto si 
esplicherebbe in modo indiretto, migliorando la nutrizione 
secondo il Graham, influendo favorevolmente sulla natri- 
zione generale e sui processi catarrali secondo il Einnicult, 
esercitando un'efficacia analoga al regime igienico ed al die- 
tetico secondo l'Albu. A questo concetto in certo qual modo 
si uniformano il Beverley, per il quale il creosoto agisce sulla 
nutrizione e sui sintomi generali, il Furbringer, per il quale 
il creosoto favorisce la guarigione al pari della dietetica, ed 
il Peter che non gli riconosce altra azione se non quella 
sulla tosse, sull'espettorato e sui sintomi generali. 

3® Quantunque dalla pluralità degli autori non venga 
attribuita al creosoto un'azione specifica, né sui bacilli, né 
sul tessuto tubercolare, tuttavia molti, anche fra quelli che 
gli contestano quest'azione, si lodano del suo impiego. 

Il Flint dice di aver ottenuto buoni risultati nella tuber- 
colosi polmonare incipiente, meno buone se esistevano pie- 
cole caverne, e poco buoni se le caverne erano grandi. 
Anche il Beverley ottenne buoni effetti: ma su 93 curati solo 
in due casi di tubercolosi iniziale scomparve ogni sintomo 
fisico della malattia. Migliori sarebbero ì risultati ottenuti 
dal Sommerbrodt, poiché la guarigione od il miglioramento 
si manifestò non solo in 9 casi di tubercolosi polmonare in- 
cipiente, ma eziandio in tre casi in cui l'affezione era grave. 
Molto confortante é pure la statistica del Graham per la 
discreta percentuale dei miglioramenti continui, la bassa 
percentuale dei miglioramenti mancati, e sopratutto l'ele- 
vata percentuale delle guarigioni definitive. Queste però si 
ottennero in affezioni tubercolari dei polmoni al 1* stadio. 



DELLA. TUBERCOLOSI POLMONARE 37 

Anche il Ludwig Frey dice di aver olteouto miglioramenti 
positivi e guarigioni relative. Il Blanchard giudica il creosoto 
un rimedio molto attivo nella tubercolosi polmonare. Eguale 
parere esprime il Warner, quantunque possa venirgli ob- 
biettato che egli pnria piuttosto di miglioramenti nei sintomi 
generali e nei locali secondari, e che contemporanee alla 
cura di creosoto nei suoi malati erano le inalazioni antiset- 
tiche. Avversario dell'uso del creosoto nella cura della tuber- 
colosi polmonare è il Furbringer, poiché non ne ammette 
razione favorevole che in V^ dei casi. Poco favorevoli pure 
furono i risultati avuti airospedale Gesù e Maria (Grossi). 
L'inefficacia del creosoto asserita dall'Ellman e dal Popper 
si riferisce solo alla sua amministrazione per clisteri, coi 
quali d'altronde il Warner avrebbe avuto buoni risultati. — 
Il creosoto adunque viene impiegato nella cura della tuber- 
colosi polmonare con buoni risultati, se essa è iniziale, quan- 
tunque la sua azione sia indiretta. 

3* Adoperato con prudenza non nuoce: a dosi elevate 
arreca inconvenienti e disturbi specie nelle funzioni del tubo 
digerente. 

Berivati del creosoto. 

Benzoilguaiacolo — Carbonato di guaiacolo — A'^jdo 
guaiacolcarbonico — Carbonato di creosoto — Guaiacolo. 

I vantaggi del creosoto di faggio nella cura della tuber- 
colo<ii polmonare furono dimostrati dagli autori sopracitati, 
nonché da altri molti: FraentzeI, Guttmann, Cornet, Kem- 
plerer ecc. Intanto si potè osservare come esso non sempre 
viene tollerato dallo stomaco, anche in dosi piccole, ed in- 
sufficienti allo scopo. La via rettale, poco comoda in pra- 
tica, si è dimostrata insufficiente, e qualche volta dannosa 



28 NUOVO METODO IM CUftA 

per l'insorgenza della diarrea. Le iniezióni ipoderaiiclie di 
soluzioni oleose di creosóto sono'tnolto dolorose, a meno 
che si fiaeciano léntamedte, per la (|aal cosa è richiesta 
molta pazienza da parte d^gli infermi. 

Con molto favore ventie quindi accolta la proposta Ai ri- 
correre ad Blenni derivati del creosoto, i quali, con parila 
di energia nelTazione sono somministrabili anche in dosi 
elevate senza fenomeni sgradevoli. 

Il benzoilgnaiacoio fu esperimentata dal Walzer (1) nella 
cura della tubercolosi, ottenendo diminuzione degli accessi 
dì tosse, della quantità delTespettonìlo e dei sudori not- 
turni. L'appetito e lo stato generale migliorarono molto. 

Il Sahii noti avrebbe invece ottenuto alcun miglioramento 
dello stato generale, né dell'appetito, né della tosse, coli' n>o 
del benzoilgnaiacoio nella tubercolosi polmonare, e ciò spiega 
per la mancata azione stomachica ed antisettica che il guaia- 
colo probabilmente esercita sullo stomaco, passandovi il ben- 
zoilgnaiacoio indecomposto. 

Serfert ed Hólscher (2) spiegano invece l'aiione del guaia- 
colo ammettendo che esso distrugge gli aibuminoidi velenosi 
che nella tubercolosi si formerebbero nel sangue. 

L'Hughes (3) e^^iìOfefn'tò il ben^orlguaiacolo in 19 in- 
fermi, nella maggior parte dì essi ottenendo un aumento di 
peso. Nei casi in cai esisteva la febbre, il processo morboso 
non venne arrestato, anzi in un infermo si formò una 
grande caverna. Si ottenne spesso diminuzione e scom- 
parsa dei rantoli anche rn breve tempo, ma i fatti rilevabili 
colla percussione non si modificarono in ben 14 infermi. In 
lutti migliorò lappetito. L'Hiighes ritiene quindi il benzoli- 



(i) Déutich, med, Woeh., N. 45, 1891. 

(2) Berltn klin. Woch,, N. 3, i892. 

(3) Deut. med. Woch., K. 3, 1891. 



ORLLA TUBKRCOLOSI POtMONARE 29 

guaiacoli un buon succedaDOO del creo30to, che Dòn disturba 
meoomamente le funzioni digestive. 

Il carbonato di guaiacolo fu pure esperimentalo dai sud- 
deiti Seifert ed HoUcher (1). £$so avrebbe la proprietà di 
non alterare le funzioni de^ii organi digerenti, di agire in 
essi da antisettico, migliorando Tappetiio e la nutrizione^ 
donde un aumento del peso del corpo. La tosse diminni* 
rebbe in seguito al suo uso, l'espettorato diventerebbe più 
fluido e più scarso. 

L'acido guaiacolcarbonico fu poco esperi mentaro. 

Il carbonato di creosoto fu esperimentato da Chaumier (3) 
é da Triarede Tours. In seguito al suo uso sarebbero mi- 
gliorati rappetito e le forze, sarebbero scomparsi in gran 
parte i sintomi deiraffezione polmonare e tutto ciò si sarebbe 
compiuto senza alcuna molestia per effetto della sua sommi- 
nistrazione. 

Il guaiacolo fu primieramente adoperato dal Sahii (3), 
quindi dallo Schn'ellar, dal Fraentzel, dall'Horner, dal Bour- 
gei e da altri. Il doti. Oliva (4) riferi intorno a 15 casi di 
tubercolosi polmonare curali coi guaiacolo per uso interno. 

I risultati furono i seguenti : 
Guariti 2; 

Migliorati notevolmente 6; 
Non migliorati 2 (interruppero la cura); 
Morti 5 (casi avanzali). 

Secondo l'autore, fra i diversi metodi di cura da lui spe- 
rimentati, la somministrazione del guaiacolo- per ioge^lione 
è il migliore. 



(1) Berliner klin, Woch,, N. 5, 1891. 

(2) Deut. med. Woeh,, N. 24-25, 1893. 

(3) Pharm. ZeU., N. 117, 1888. 

(4) Riforma medica, N. 20, 1891. 



30 NUOVO METODO DI CURA 

11 Kinoicult altri biiisce la benefica influenza di questo far- 
maco all'azione ch'esso esercita su tutte le funzioni dell'or- 
ganismo. 

Il De Renzi (I) non ottenne colt'uso del guaiacolo nella 
tubercolosi polmonare che qualche diminuzione nel numero 
dei rantoli. 

Weill e Diamantberg (2) curarono 89 tubercolotici colle 
iniezioni sottocutanee di guaiacolo ed ottennero migliora- 
menti' in 62' casi, nonché uno stato che poteva considerarsi 
di guarigione in 27 casi. 

Il Courmont (3) recentemente presentò alla Società delle 
scienze mediche di Lione un malato affetto da tubercolosi 
acuta pericardica, polmonare e meningea, il quale sarebbe 
guarito con tre pennellazioni di guaiacolo. I fenomeni mor- 
bosi di tali organi, dice Toratore, non esistono più, come 
pure scomparvero i bacilli dell'escreato, insomma trattasi 
di una vera risurrezione. Questa sarebbe la 4* osserva- 
zione del Courmont, il quale avrebbe praticato altre tre 
pennellazioni di guaiacolo nell'infermo sopradetto per pre- 
cauzione. 

Il Bard nella circostanza medesima disse di avere in pro- 
posito fatte altre osservazioni confermanti quelle della sua 
prima monografìa e quella di Courmont. Confermò 1 azione 
antitermica del guaiacolo per pennellazioni, mentre la an- 
tipiretica sarebbe rara. Quella antilermica poi non si veri- 
ficherebbe se la temperatura è nello stadio di aumento e 
presso al fastigio. L'abbassamento durevole della tempera- 
tura sarebbe raro, solo avverrebbe nei casi di tubercolosi 

(i) It Morgagni, N. 9, 1893. 

(2) Congresso francese per lo studio deUa tabercolos*. Terza sessione teoata 
a Parigi dal 97 IukIìo al 3 agosto 1893. 

(3) Gazzetta degli Ospedali, N. 52, 21 dicembre 1893 e Riforma medica, 
N. 5, 1894. 



DBLLA TUBERCOLOSI POLMOrfARB 31 

interstiziale, ma nella polmonite tubercolare le pennella- 
zianì di guaiacolo sarebbero nefaste. Gli altri casi, secondo 
il Bard, non risentirebbero alcun benefizio, ove si eccettui 
an' antitermia passeggera. 

Il Lemoìne, avendo' curato recentemente un • pleuritico, 
morto rapidamente di tubercolosi miliare, conferma quanto 
disse il Bard sopracitato. 

Il Moreaù (1) tentò la cura delle tubercolosi esterne con 
le iniezioni di guaiacolo e timolo, provocando fenomeni ge- 
nerali e sintomi di reazione locale. 

Il Winkler (2) ha usato il guaiacolo-jodoformico nelle tu- 
bercolosi locali, per iniezioni con ottimi risultati. Egli as- 
serisce che questo rimedio in vitro agisce come battericida 
sui bacilli della tubercolosi. Servendosi di culture fatte con 
tale sostanza non potè però dare la immunità agli animali e 
neanche ostacolare lo sviluppo della malattia. 

Il guaiacolo venne largamente esperimentato nella clinica 
medica di Genova, diretta dal prof. Maragliano (3). 

L'azione anti termica di questo farmaco fu ben dimostrala. 
Essa si esplicò in modo rapido ed energico nel!' applica- 
zione epidermica e non fu accompagnata da sensazioni sub- 
bieltive penose. 

L'abbassamento della temperatura avverrebbe per la di- 
latazione dei vasi periferici da cui deriverebbe l'abbondante 
diaforesi . 

Negli ammalati tubercolotici si ottenne una temporanea 
guarigione solo quando l'infezione bacillai*e non era asso- 
ciata a processo tisiogeno, poiché in questo ultimo caso le 
ricerche sebbene numerose e varie non hanno dato i risul* 



^(1) Terapia clinica, N. 13, 1893. 
(3) Loeo ciUto, N. 13, 1893. 
(3j Cronaca della clinica medica di Gè ora, puntale 37,'33, 39 e 30. 



32 NUOTO METODO Dtl CURA 

tati favorevoli che ia somministrazione dì dosi elevate di 
gaaiacolo lasciava sperare. 

Tre casi di forme nettamente tubercolari si avvantag- 
giarono molto da questo metodo di cura, ma in un gran 
numero di ammalati di h'^i -polmonare non si ottenne alcun 
reale e duraturo beneficio. 

Un'azione che si è mostrata speciale del guaiacolo fu quella 
contro i processi catarrali, secondari alle affezioni tuber- 
colari dipendenti da altre forme morbose acute o croniche 
dell'apparecchio respiratorio. 

Il De Grazia ed il Cesarotti (1 ) compilarono la relazione 
degli studi fatti nella clinica medica di Pisa, diretta dal 
prof. Rummo, intorno alTefficacia di tutti i sopramenzionati 
succedanei del creosoto nellar cura della tubercolosi polmo- 
nare. 

La loro monografia è molto accurata, come accorati si 
dimostrarono gli autori nell'osservazione dei loro malati. 
Riportiamo quindi per intiero le loro conclusioni generali 
siccome quelle che possono dare un concetto esatto sul- 
l'argomento: 

€ Il Benzosolo apporta costantemente un sensibile mi- 
« glioramento dei fatti catarrali, consistente sopratotto nella 
« diminuzione dei rantoli e della tosse. Tali effetti si ot- 
€ tengono pure, ma in minor grado, col carbonato di creo- 
(( soto, e col guaiacolo puro dato per la via del retto, man- 
« cane quasi affatto col carbonato di guaiacolo e con l'acido 
€ guaiacol'Càrbonico. Nessuno di questi preparati modifica 
< per nulla la quantità Idei bacilli tubercolari contenuti 
€ nell'espettorato. Solo in qualche caso si ebbe sen.sibile 
€ diminuzione della quantità dell'espettorato. 

« Tutti i derivati di creosoto che abbiamo esperimentato 

(1) La Ttrapia clinica, N. 9 e iO del i893. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 33 

4( sembra che non esercitino un'azione sicura e costante 
« sulla febbre elica e raramente influiscono sui sudori not- 
« turni ». 

1 derivati del creosoto sono oggetto presentemente di 
studio per parte di molti clinici a fine di constatare la loro 
efficacia nella cura della tubercolosi. 

Questo è stato il movente principale che ci ha determi- 
nato a trattare di essi in un capitolo a parte, staccandoli 
dal creosoto, cui chimicamente avrebbero dovuto essere 
uniti. 

Mentre si attende il responso delle cliniche osservazioni, 
attualmente in corso, sui succedanei dei creosoto, il ma- 
teriale raccolto in proposito dalla scienza è già tale da per- ' 
mettere qualche conclusione. 

Come era prevedibile, queste sostanze hanno dimostrato 
possedere presso a poco la stessa azione che il creosoto 
esercita sulla tubercolosi polmonare, col vantaggio della meno 
molesta somministrazione. Le seguenti proposizioni risul- 
tano direttamente dalle cose di sopra riportata: 

i° I derivati del creosoto, finora esperimentati nella 
cura della tubercolosi del polmone non hanno un'azione 
specifica diretta né sui bacilli del Koch né sul tessuto tu- 
bercolare; 

3° Nella cura della tubercolosi polmonare essi danno 
buoni risultati, come il creosoto, e la loro azione benefica 
si esplica indirettamente per il miglioramento nella dige- 
stione, nella nutrizione, quindi nello stato generale, e per 
l'azione favorevole sui sintomi locali secondari. Il guaiacolo 
applicato epidermicamente è inoltre un buon antitermico 
nella tubercolosi. 

3® Hanno sul creosoto il vantaggio della sommini- 
strazione senza fenomeni sgradevoli. 

3 — Caratio, 



f G NUOVO METODO DI €URA 



Ihlezioni 



di aristolo, di salolo, di timolacelalo di mercurio, di can- 
taridato di potassa, di cloruro di zinco, di acido cinnamico, 
di pioctanina, di creolina, di oro e manganeso, di canfora, 
di succo testicolare, di liquore del Fowler, di benzoato di 
naftolo, di essenza di garofani, di teucrina, di naftolo di 
canfora, di jodoformio. 
"Vasogene. Cura chirurgica. Corrente galvanica. 

Aristolo. — Il Nadaud esperimento Tarisiolo o bijoduro 
di limolo per via ipodermica in 33 casi di tubercolosi pol- 
monare. I risultati seguenti dimostrano che, se esso giova 
nei primo stadio della malattia, è inefficace quando vi sono 
già escavazioni nel polmone ed espettoralo purulento. 

Curati 23 : 
7 migliorati al punto da potersi considerare guariti. 
5 ^ transitoriamente. 
3 (con tubercolosi cavernosa) per nulla migliorati. 
2 morti, peritonite tubercolare uno, per difteria Taltro. 

L*Ochs (1) usò questo metodo in 6 casi dì tabercolosi 
polmonare e venne nella convinzione che esso non mi- 
gliora la tubercolosi, né diminuisce il numero dei bacilli 
nell'espettorato. I risultati da luì ottenuti non incoraggia- 
vano ad ulteriori esperimenti. 

Il Berardinone (2) curò 12 infermi di tubercolosi pol- 
monare coiraristoto, somministrandolo per la via ipoder- 
mica, in dosi però molto maggiori di quelle dei due pre- 
cedenti autori. Nella sua molto dettagliata relazione esprìme 



(1) Prager med. Woeh,, N. 3^ 1892. 

(2) Rijorma Medica. Anno IK, N. M4-I65. 



^1 pongane oh« l'ariatolo giovò nella (ab#reolasi polmoure 
tìon inolirala, mentre è inefficace quando esistono già 
^esc»«azioiii nel polmone, e che i baeiiti dìmÌAai$cono di 
iiiiiniero 4idln3 il sao uso. 

SoMq. -^ li Sahii a«ò il saiolo, o etere feoiisaliciiico, 
^•Ua Inrbarceloiii polmonare, come antipiretico, sofuminir- 
strandolo internamente. La &ua aziona sarebbe Mala rieo- 
^Dosciota deboie negli ammalati della clinioa medica dì 
TEorioo, ore fu adoperato ia due casi di ti^bercdosi pol- 
«papare, aempre per via interna. 

In seguito a questi esperimenti il iSrossi (1) fu indotto 
a «i^rio per via ipodermica in il 4 casi di tubercolosi po4- 
«lona^è a diverso stadie, figli oonohiose che gJì ammalati 
;si avimalaggiarono della auro, ohe cassò la febbre e mi- 

^Mpfò Ia tossie, el^e dinùiìviirofio i bacilli. 

Timol acetato di mercurio. — Il Tranien (2) ra3f(K)E^ndò 
4e i^ìid^onii intramuscoUri di uoa soluzione di questo pre- 
«iparato. Oliva lo esperimento io 5 casi di tubercolosi pol- 
monare avanzata, uno degli infermi presentò qualche mi" 
glìornmento ma gli altri quattro morirono. 

Cwfhtaridato di potassa. — 11 Liebreich (3) raccomandò 
40 iniezioni sottocutanee di cantaridato di potassa. L'azione 
4i qi^esto farmaco si eserciterebbe elettivamente soltanie 
i&ai tessuti amtmalati e consisterebbe in una irrigazione dei 
'«epittari de) piolmeoe, per la quale as^verrebbe unatrasu^ 
Aporie ài ùefo dal sangue, il quale da un caate stimo- 
lerebbe Tattività e la nuirizioae celiulare e dall'altro eser** 
-citerebbe una influènza germicida sui bacini tubercolari. 

Anobe il Fraenkel e T Heymana aivrebbeno oltomito 

(1) Riforma Medica, 1892. N. 350. 
^ JktUMév ma, W9àh.^ K. é9^ 4884. 
<3) Betiiner kìin, Woeh,, N. 9 e 10, 1891. 



36 NUOVO METODO DI CURA 

qualehe buon risultato colle iniezioni di cantaridato di 
potassa. 

Ma questo metodo di cura è controindicato sempre 
quando vi sieno lesioni intestinali o renali. Inoltre la sua 
efficacia non fu ancora confermata, anzi il De Renzi (i) 
non. ottenne col suo uso alcua risultato, positivo e favore- 
vole nella tubercolosi degli animali. 

Cloruro di zinco, — Il Lannelongue propose di iniettare 
una soluzione di cloruro di zinco entro il polmone, per 
provocare un indurimento fibroso dei tessuti, che è il pro- 
cesso curativo naturale delle lesioni tubercolari. Per questo 
il metodo del Lannelongue è detto pure metodo sclerogeno^ 

Esso avrebbe dato buoni risultati a Ozenne e a Oe&nos. 

Comby giudicò queste iniezioni non pericolose^ ma non 
trasse conclusioni sulla loro efficacia per la poca espe- 
rienza personale. 

Sinora esse hanno dato pochi risultati per la difficoltà 
di far giungere V iniezione nel punto adatto, e per Testen- 
«ione e varietà delle condizioni morbose generalmente 
esistenti. 

Addo cinnàmico. — Il Landerer ^5) usò le iniezioni 
endovenose di una emulsione al 5 p. 100 di acido cin- 
namico e disse dì aver cosi curato felicemente la tuberco- 
losi polmonare. Affermò che i focolai tubercolari sono 
dapprima incapsulati da un processo infiammatorio asettico 
e che quindi il nodulo risultante viene riassorbito. Dopo 
pochi mesi i bacilli si colorirebbero difficilmente e poi 
scomparirebbero del tutto. 

Il metodo del Landerer. fu ancora esperimentato dal- 

(1) lì Morgagni, N. 9, 1893. 

(3) Anweitung zur Behandlung der Tiiberkulos$mitZitnmUàure. Lipsia, 1893. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 37 

rOpitz (1) e dal dott. Walter' Scottin (8). Questi riportò 
nel suo lavoro una prima statistica del Landerer, nella 
quale sa 23 curati si ebbero: 

morti U = 47,8 7o 
guariti 6 = 26,1 7o 
migliorati 4 = <7,4 7© 
stazionari 2 z=z 8.7 7© 

Riferì inoltre le storie cliniche dì 17 tubercolotici curati 
colle iniezioni dì ncido cinnamico. Egli conchiuse che il 
metodo del Lnnderer apporta un miglioramento solo nei 
casi di tubercolosi recente ed a decorso lento e nei casi 
cronici non molto avanzati. Lo stadio florido della tuber- 
colosi per contro non risentirebbe verun vantaggio da 
detta cura, e specialmente nei casi di tubercolosi cronica 
con febbre alta il trattamento sarebbe senza risultato. 

La efficacia dì questa cura sarebbe superiore a quella 
dei creosoto il quale non viene tanto facilmente tollerato 
alle dosi necessarie. 

Secondo i suddetti autori i bacilli, coll'uso dell'acido 
cinnamico, diverrebbero meno colorati e più piccoli. 

Pioclanina. — La pioctanina bleu venne usata per 
iniezioni intrapolmonari da Petterutì e Mirto (3) in due 
ammalate, in ciascuna delle quali furono praticate 12 inie- 
zioni. Gli esperimentatori riferirono che la febbre subì 
notevole abbassamento, e che in un caso scompai*vero i 
bacilli, ricomparendo però dopo la cura. 

Creolina. — Il Kohos (4) avrebbe ottenuti risultati sin- 
golarmente favorevoli in 6 casi di tubercolosi polmonare 

(I) Die Behandlang der LunginpMite mitleU Emuldonm von Perubaltam^ 
Munck, med, Woeh,, 1889. 
(S) Manchener med, Wochen, N. 41-41, 1892. , 

<3) Riforma Medica, N. SS, 189S. 
<4) Union Medicale, N. 155, 1891. 



3S NHOV^ VEVODO M GimA 

* 

€ofl le tnjezfoni ip^ddermvche di ei^dblinft del Peai^sOD^ it» 
olia éi fegato di merlazze. 

Oro e manganese. — lohn Btake Wbrlci (1) propose le- 
iniezioni sottocutaMe di oro e lÉanganese^ avendone avuto 
buoni risullali. Al termfto della cara t bacilli farono ri— 
cercali una sola volta e %\ rrnVenilero. 

Il MereiiI (2) usd j^er cinque m«si questo metodo e si- 
convinse chi» Toi^o ed il «Rfanginnese nea casti taiscon» no* 
riljfiedio specrfioo della tubercolosi polmonare, ma. é\\ò Ée- 
migliofi^rono i sintomi e possont) ancbe guarirla, se è in*- 
ciprente. 

Canfora. — Huchafd e Miller (3) espefimentarono le- 
iniezioni sottocuianee di (rito canforato, con buon risulttito* 
sui sinton^i ^e^erali. 

Anche l'Alexander (4^ avrebbe ottenuto migirorafmenit 
nella tabercolosi polmonare con queste iniezioni. 

Snceo teHicoiare. -*• Lo specitico del Brown-Séqiiard 
fu adoperato anche nella cura della tubereoh)Si polmonare- 
per if)je2i6ni sottocutanee. Il dolt. Oiipetisky (5) ne avrebfise 
avuto risultati soddisfacentìssifm m 18 t^bercoh)tiei a dì^ 
verso stadio della malattia. 

Liquore dei Fowkr. — Le iniezioni sottocutanee di li- 
quore àffsenieàle del Fo#ler si mostrarono ìnfrutlttose al 
De Renzi (6). 

Benzoato di Naftolo^ — Cosi pure il Bensoato di naftoio- 
non ha dato verun risultalo positivo allo stesso autore (7)» 

Essenza di garofani. — Queìsta essenza preceiifezÉia 

■ - -.- ■ _ -■ ■ - - ■ ■■■ . . _— à M. . ■■ - 

(1) 1%è Medicai Record, mairzo, 1891. 

(3) Thim^ém. ikfvt»^ éM- éìkft, n^nét. mé^. Mmunig, 

(4) Terapia clinica, N. 1, 1893. 

(5) Lyon Medicai, N. 38, i892. 
^6) 11 Morgagni, N. 9, 1893. 
<7) n Morgagni, N. 9, i893. 



DELLA TUBfiftC<M.0S1 POLMONARE 39 

dal MamioUi nella cura delle labercoiosi articolari e gim- 
glionari per injezioBi, avrebbe dato buoDÌ risottati ai Tiroch 
ed al Kanazz nelle tubercolosi esterne, ma ancora non fu 
usata nelle affezioni tubercolari del polmone. 

Cosi pure furono adoperati solo nelle tubercolosi esterne 
i seguenti preparati: la teucrina del Mosetìg von Moorhof, 
il naftolo di canfora (Nelaton-Quenu-Bergé-Lu^as-Cbam- 
pionnière) e la glicerina iodoformica proposta dal Naumann 
al Congresso deirAssociazione dei chirurghi del Nord. 

Vasogene. — F. W. Klever di Colonia preparò il vaso- 
gene, meglio vaselina ossigenala, la quale sarebbe uor 
vero medicamento, contenente ancora i principi attivi degli 
idrocarburi naturali e' di cu! le vaseline medicinali sareb-* 
bero prive. Il vasogene inoltre sclogiÌ6!*ebbe meglio che 
la vaselina le sostanze medicamentose. In causa del suo 
contenuto di ossig^eno emulsionerebbe ì liquidi, le secret 
zioni normali e patologiche della peUe, delle mucose, dette 
sierose, delle ghiandole, dei tessuti, delle piaghe, e si 
riassorbirebbe con una facilità sconosciul» fin oggi. Il 
dott. Bayer, professore e capo della sezione di laringologia 
e di otologia delf istituto chirurgico di Bruxelles (1) avrebbe 
ottenuti booni rìstiltati nella cura detla ttit>ercolOsi poitno* 
nare coH'ossivaselina al creosoto (vasogene creosotato). 

Cura chirurgica. — La cmra chirurgica delta tuberco- 
losi poltaoiiare, dopo gii arditi tentativi dei Rafgi, non 
ba preso importante sviluppo e si è limitata ai ca«i di 
assoluta necessità per grandi caverne, mica circostanza in 
cui può avere un* utile applicazione e in cui può dare 
qualche buon risultalo, simite a quello ottenuto dal- 
r«ofmok1 (2). 

(1) lìevue de Laryngologie, d* Otologie et de RMnologie, K. 14, 1893. 
(3) Società Imperiale Reale dei medici di Vienna, gennaio i893. 



40 NUOVO MKTODO DI CURA 

Corrente galvanica. -— It De Renzi ha esperimentato 
recentemente^ con risultati Incoraggianti, la cura della ta- 
bercolosi polmonare colla corrente galvanica. 






Dairesposizione dei metodi di cura sovràenunciati si può 
dedurre che: 

1^ Nessuno di essi ha un'azione diretta battericida 
sui bacilli della tubercolosi o sul tessuto tubercolare, ben 
confermata ; 

2* Nei pochi casi in cui essi ^furono esperimeniati, 
le guarigioni vere non furono numerose e si riferivano 
sempre alla tubercolosi iniziale. 

Tossine — Siero di sangue — Innesti di tirqidt. — 
Il Pasteur fu il primo a tentare di conferire agli animali 
r immunità per certe malattie mediante le iniezioni preven- 
tive con colture attenuate dei bacilli che le producono. 
Troussaint, Chaveau ricorsero collo stesso scopo ai pro- 
dotti del ricambio dei microrganismi viventi, e gli stessi 
prodotti/ però dopo aver subito un processo di attenua- 
zione, furono usati da Klemperer, Ritasato, Wasserman, 
Behring, Knorr, ecc. 

In questo campo rientrano le esperienze del De Renzi 
e di Pane dirette allo scopo di rendere gli animali ref cai- 
tari alla tubercolosi colle tifotossine, esperienze che non 
invogliarono aifalto a tentare Tapplicazione di tale metodo 
sull'uomo. 

Da questo modo di trattamento con colture attenuate o 
coi prodotti del ricambio attenuati o meno, differisce Taliro 
dello siero sanguigno. 



DBUA TUBKHCOLOSI POLMONARE 41 

Dagli stadi di Tranbe, Goscheidien, Fodor, Buchner, 
Bebring, Nissen, Metschinikoff si riconobbe che, oltre il 
potere battericida, lo siero di sangue ha pare un potere an- 
tìtossico, da cui appunto dipenderebbe l'immunità artifi- 
ciale. Ne nacque la legge fondamentale della terapia del 
siero di sangae, che cioè il sangue, privo degli elementi 
morfologici di un animale, immane per una data inrezione 
poò conferire V immanità ad un animale sensibile ad es^a 
(Hans Arenson)(1). 

Partendo dal concetto della refrattarietà dei cani e delle 
capre alle tubercolosi, Rondeau prima e poi Richet ed He- 
ricourt proposero le iniezioni ipodermiche di siero di sangue 
di cane e indussero Verneuil, Depine, Bernheim, Picq a 
tentarle. 

Semmola(3) applicò questo metodo in 10 casi di tuber- 
colosi polmonare. Nessuno dei curati guari del processo 
locale. 

Il Foà (3) ha combattuto coiresperimenlo il principio so 
cui si basarono Richet ed Hericonrt. 

Il Mussini (4) diede i risultati degli studi fatti in proposito 
nella clinica di Genova, diretta dall'egregio prof. Maragliano, 
in tre casi di tubercolosi polmonare. Due infermi si rifiuta- 
rono a continuare la cura in causa del dolore provocato 
dalle iniezioni. Nel terzo caso si ebbe un miglioramento in- 
coraggiante. 

Il De Renzi l5) esperimentò il siero iodato per vìa ipo- 
dermica e per la via dello stomaco. Circa razione terapeu- 
tica l'autore afferma che essa è superiore n quella di tutte le 
cure fino ad oggi tentate. 

(i) Berliner Min., N. 6}, 1899. 

(2) The limet and RegUt,, luglio, 1891. 

(3) Gazzetta medica di Torino, fase. IX, 35 marzo, 1891. 

(4) Riforma medUa, N. 16, 1892. 

(5) Rivista clinica e terapeutica, giugno, 1892. 



42 NUOTO MÈTODO DI CUBA 

fi Babes (i) ayrebbe avato buoni risaltati coi siero di 
cani raccinati con collare attenuate. 

Durante il decorso anno 1893, il Maragliano (3) col con- 
corso del dolt. Jemmn, intraprese una serie di indagini rela- 
tivamente alla terapia delle tubercolosi, vaccinando con pro- 
dotto di estratti di colture tubercolari i cani e poscia, valen- 
dosi del loro siero quale mezzo terapeutico. Gli ammalati 
tutti, meno uno che aveva processi inoltrati con escavazionì, 
ne hanno risentito effetti molto promettenti, consìstenti spe- 
cialmente in un marcato prosciugamento dei fatti umidi, di- 
minuzione quindi dell'espettorato, aumento del peso dei 
corpo e miglioramento generale. Nulla di più l'autore può 
dire pel momento. 

Il prof. Maragliano (3) riferi inoltre intorno ad un ten- 
tativo che nella clinica medica di Genova il dott. Sciolta ha 
fatto, di conferire agli animali l'immunità alla tubercolosi, 
innestando ad essi la ghiandola tiroide dei cani. Questa 
ghiandola ha forse la funzione di distruggere speciali veleni 
dell'organismo ed inoltre è forse un organo ematopoietico^ 
Dalle ricerche istituite il Maragliano trae queste conclusioni : 
1 / L' innesto della ghiandola tiroide di cane sotto la 
cute dei conigli, ritarda l'evoluzione della tubercolosi speri- 
mentale ; 

2^ L' innesto della ghiandola tiroide di cane adulto nel 
peritoneo dei conigli, frena per un tempo indeterminabile lo 
sviluppo della iubercolosi sperimentale; 

3^ L'innesto della ghiandola tiroide di cane giovane 



(1) Congresso francese per lo studio della tabercotosi, 3* Sessione tenuta 
a Parigi dal ^ taglio «1 1 sgosto 1893. 

(3) Estratto dalla Cronaca della Clinica medica di Genova, mimtn «7, 28, 

29 e 30. 

(3) Loco citato. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 49 

nef perilofieo dei coHiffU impedisce revo4u2i<yfìe detfla tuber^ 
ceiosi sperimettttàle. 

N>oo si soRo ancora issiti esperimenti con questo melode» 
suiruomo, nel (j[«ale rapplicazione di esso apparisca beo 
più diffìcile che negli aiiitnali^ 

Le conclusioni che posaiamo trairre intorno all'effica^eia 
dei meszi di cura sp»prae.^posiì sono : 

1"^ Non M è ancora riuscito a> dare con essi airaom^ 
la fefraitamiÀ alla tubèreoloei ; 

S° Non è ancora accertala la loro efOcacia terapeu-^ 
lica, sebbene sìmsi ottenuto qualche buon ris«hato in casi 
di tnbercofosi polmi^nare non progi*edrta; 

3^ Le lifotossine pos9oi)d rìescire pericolose, le inie- 
zioni dì siero richiedono molta pazienza per parte degli 
jnfermi, e gli innesti di ghiandola tiroide appafìsciMi<o éif^ 
ficiti ed anche pericolosi a prati<carsi neiruome. 

Ihaiaziml. 

Nella cura della tiibei'colosi poimo&are furono (argamente 
adoperate le inatezioni di sostanze medicamentose. 

L'aria impregnata di vaf^ori Ai oèio essenziale di tre- 
oientina, oppure contenente iodoformio o creosoto in fi- 
nissima suddivisione fu adoperata sii Tastissima seala m itii 
tempo relati vameorle recente. I processi catarrali secondàri 
alte affezioni tabercol^ati del polmone e la disinlèziime dei 
secreii da essi derivaati, ^pregherebbero, secondò la aaig^* 
gior parte dei clinici, i buoni effetti della inalazione di 
queste sostanze nella cura della tubercolosi polmonare. 

Il Le Boeuf(l) instituì numerose ricerche cliniche allo 



li * i 



(1) Journal de méd, et chir, prat., 32. ottobre iS99. 



44 NUOVO METODO DI CUBA . 

scopo di accertare i vantaggi proclamati da alcuni autori, 
delle inalazioni di ozono nella cura della tubercolosi pol- 
monare. Egli conchiuse che all'ozono non devesi ricono- 
scere alcuna proprietà curativa speciale nella tubercolosi, 
nessuna influenza sui bacilli del Koch. 

Labbè e Oudin curarono 38 ammalati di tubercolosi pol- 
monare a diverso stadio con le inalazioni di aria ozoniz- 
zata, ottenendo un miglioramento nei sintomi generali, senza 
npprezzabile diminuzione dei segni fisici. Lo studio dei ba- 
cilli negli espettorati, non è stato fatto in modo completo. 

lohn Gardon-Dill (1) esperimentò il fumo dell'oppio cóntro 
la tubercolosi, basandosi sulla quasi immunità dei fumatori 
d'oppio alla malattia. Egli ne avrebbe avuto in due casi 
positivo giovamento, tale da incoraggiare ì medici all'ap- 
plicazione del metodo. 

Il dott. A. Passerini (3) introdusse nelle cure delle tu- 
bercolosi polmonari le inalazioni di Chiorphenol, che, se- 
condo l'autore, permetterebbero di attuare la cura antiset- 
tica delle malattie di petto. 

Il Chiorphenol sarebbe per il dott. Passerini il più ef- 
ficace rimedio contro la a tisi polmonare > anche ad uno 
stadio avanzato. Egli avrebbe con questo metodo guarito 
la (( tisi polmonare » incipiente, e nella tisi coòfermata 
avrebbe sempre avuto notevole miglioramento. 

I risultali ottenuti colle numerose sostanze adoperate per 
inalazioni nella terapia delle tubercolosi polmonari e di cui 
abbiamo citato qualcuna fra le più recentemente proposte, 
possono così riassumersi : 



(1) The Laneet, lugrio 1891. 

(t) Gazzetta degli oipedalif luglio 1891, gennaio 1892. 



DELLA TUBKRCOLOSI POLMONARE 45 

1* Per nessana di esse fu ben dimostrata un'azione 
diretta sai bacilli del Koch o sul tessuto tubercolare; 

2* Le inalazioni possono venir praticate senza note- 
voli inconvenienti, sebbene qualche volta si richiedano ap- 
parecchi abbastanza complicati. 

Conclusioni generali sulla terapia 
della tubercolosi polmonare. 

Dalla rapida rassegna che da noi è stata fatta dei me- 
todi di cura nella tubercolosi polmonare, appariscono giu- 
stificate le seguenti conclusioni: 

1** Nessun metodo di cura uccide sicuramente ed in 
ogni caso di tubercolosi polmonare t bacilli specifici; 

2*^ Nessun metodo di cura ha dato guarigioni perma- 
nenti nei casi di tubercolosi polmonare in cui il processo 
morboso non fosse allo stato latente, o per lo meno nel 
suo inizio; 

3* Nessun metodo fu finora ritrovato che renda l'or- 
ganismo refrattario airinfezione tubercolare. 



PARTE IL 



La lubercolina del Koch, il creosoto ed i suoi derivati, 
il siero di sangue, le inalazioni di sostanze antisettiche 
sono presentemente oggetto dì numerose ricerche per parte 
dei clinici nella speranza di ottenere un sicuro modo di 
trattamento della tubercolosi polmonare. Le indicazioni cui 



46 MUOVO yETODO m CURA 

Sì cerca di ollfuiperard «ella terapia dei processi toberco* 
lari d^ polmone sono quelle che abbiamo asposte aella 
I parti» di questa memoria. 

Importanza delie inalazioni apaeie eon le esserne^ 

A noi è pfTiQ cìm fier «efSMtem ì ba^ièi nei polmoni 
tubercolosi, il ^iirtftma ÙfA\^ ioakmoni npfiresenti il mezzo 
più diretto. Ma la terapìa inalatorin, come molto opportu* 
oiMppeiiite QOit» il SJemon (I) noa è adiof^erata aei modo che 
merito» m causa specialmente della complicazione e della 
imperfezione dei metodi e degli apparecefai proposti. 

Le inalazioni f ossono venire praticate eoa sostanze me- 
dicamentose solide, liquide, polv^irizzale finamente e ri^ 
dotte a piccolissima particesile. 

Le condizioni morbose del faringe, delia laringe e der 
^ossi bronchi si avvantagginfio molto cim quaate Hi«pìra«> 
zioni. Alcune sostanze antisettiche che in stati patologici 
delle vie aerete superiori, renderebbero utili servigi, come 
ad es. l'acido earbolico, non possouio essere a lungo ador 
peraie per Tirritazione locale che produrrebbero. Al creo- 
soto spetta una cospicua acio^e disseccativa ed antisecra* 
tiva nei processi catarrali? 

Le inalazioni possono veinire praticate coi gaz, il cai 
stato fisico è il più adatto allo scopo. Quelle di azoto non 
rappresentano che inalazioni di aria povera di ossigeno ed 
hanno un'azione lenitiva negli stati irritativi delle via re* 
spiratone. Sono utili nelle malattie consuntive, perchè l'au- 
mentato afflusso dell'azoto rallenta il ricambio, materiale. 

Le inalazioni di acido fluoridrico, quelle di cloro e di 

(1) Deut. med. Zeitung, 1892, N. 17. 



DELIA TUBERCOLOSI POLJIIOIVARB 47 

acido solforoso hanao poca diffusione p^r la dirficoltà della 
tecnica. 

In qoanio alle inalazioni di aria modificata, Taria fredda 
e Taria calda si sono mostrate inefficaci del pari. 

Le inalazioni di vapori, e caldo umide, stimolano eil 
accrescono la circolazione polmonare e quindi migliorano 
le condizioni nutritive dal parenchima. 

Utili per inalazioni sono le sostanze volatili a bassa tem- 
peratura, come l'alcool ed il cloroformio, che hanno azione 
vaso-dilatatrii:e, e mitigano lo stimolo della tosse (cbior- 
phenol del Passerini). Utilissimi gli olii eterei. Xìcmi di 
essi sonc privi di oissigeno, come quelli di pino, di abete, 
di ginepro, di copaive, di cupebe, di trementina, noncbè 
qaelli dei frutti, dei pori e delle foglie di diverse specie 
di cedri. Fra quelli ossigenati si possono anm^verare gli 
olii di eucalipto* di menta piperita, di eaanella^ di garo**-^ 
fani, di timiana, di grindelia, ecc. 

Potere utieettjeo delle easeiutt. 



Gli olii eterei od essenze, tanto op|U)rtun4 per le ina- 
lazioni, come risulta d^ lavoro del Siemon, che qui sopra 
abbiamo brevemente riassunto hanno pure proprietà anti- 
settiche. 

M. Chamberland(l) studiò accuratamente le essenze dal 
punto di vista di quesèe proprietà. Egli ne esperimentò 
l'azione su di un microbio ben conosciuto, il batterio del 
carbonchio e su di un mezzo contenente i rappresaatantì 
dì molte specie di microrganismi, il terreno di un giardino. 

Su 115 essenze studiate si riscontrò che solamente 14 
permettono al batterio del carbonchio di svilupparsi nel- 



(1) Journal de$ connaissances mèiicales, 3 maggio i887. 



48 NUOVO METODO DI CURA 

racqtia lievitata satara dei loro vapori. Fra quelle essenze 
che impediscono lo sviluppo. del bacillo carbonchioso sembra 
che 8 arrivino a distruggerlo completamente perchè esso 
non si sviluppa dopo che si sono evaporizzate. 

N. 7 essenze uccidono il bacillo del carbonchio ed i saoi 

1 1 

germi, in soluzioni varianti da , r, q,>a ^ q> o^w, aven- 

13,200 24,200, 

dosi in tal gaisa un potere antisettico molto yicino a quello 
del solfato di rame. 

' Gli esperimenti sull'acqua di lavatura della terra di un 
giardino dimostrarono pure il potere antisettico delle es- 
senze sull'insieme degli organismi. Le essenze allo stato 
fresco sj mostrano molto più attive di quelle lasciate in 
contatto dell'aria e da questa ossidate. 

Lo Championnière(l) rivolse la sua attenzione al potere 
antisettico delle essenze dopo il lavoro dello Chamberland 
e ne confermò la loro aziono microbicida sìa per contatto 
diretto che per mezzo dei vapori che esse sviluppano. La 
essenza di cannella, di china, secondo lo Championnière 
non sarebbe molto al di sotto del sublimato corrosivo in 
quanto al potere antisettico. Avendo ottenuto ottimi risul- 
tali coll'uso delle essenze in lesioni anche putride, egli 
crede che in moki casi possano sostituire l'iodoformio e 
rendere utili servizi nella pratica chirurgica. 

Risulta dal lavori del Koch che Tolio essenziale di menta 
Piperita, nella proporzione di 'I a 3000 arresta lo sviluppo 
delle spore del carbonchio, ed il suo vapore ne accide 
rapidamente non solo i bacilli ma le spore stesse. 



(1) BulM. de therap., N. SO, 1893. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE Id 



Loro uso nella terapia delle aflTezionl polmonari. 

Il dott. Léonard Bra4don(4) pubblicò i risultati di ai- 
cani suoi esperimenti snirazione delfolio essenziale di tneeta 
Piperita per inalazioni nella tubercolosi polmonare, ed as- 
sicurò di aver ottenuto dei miglioramenti ed anche un caso 
di guarigione eoa scomparsa dei bacilli dagli escreati e di 
ogni segno fisico deiraffezione del polmone. Anche un am- 
malato affetto da difterite sarebbe guarito colle inalazioni 
di menta. 

Recentemente il Kersch ha riferito di aver ottenuto buoni 
risultati dagli olii eterei nella cura della tubercolosi pol- 
monare. Ogni ammalato porta sul ventre un sacchetto con-^ 
tenente ovatta, sulla quale si versa olio di pino ed olio di 
ginepro, in modo che l'infermo è costretto a respirare con- 
tinuamente un'aria impregnata di tali sostanze. Nello stesso 
modo l'autore usa da cinque anni l'olio di eucalipto ed il 
timolo con eucalipto. Gli effetti di questa cura sono favo^ 
revoli; gli espettorati gialli caseosi diventano bianchi e 
spumosi, la tosse cessa, i bacilli diminuiscono e scompa 
ìono dallo sputo. 

CoBceito dell'adozione dell'essenza di menta. 

Dalla conoscenza dei sovraesposti fatti, cioè: 

opportunità di ricorrere alle inalazioni nella cura 
della tubercolosi polmonare, convenienza di praticarle cogli 
olii essenziali, potere antisettico di questi, prove ìncorag- 



(1) The Laneet, marzo iSSS. 
4 ~ Carauo, 



•* j rf j rf 









50 NUOVO MBTODO DI CURA 

gianti del Braddon coH'essenza di meaU piperita, fummo 
determinati fin dal 1 888 ad adottare le inalazioni di menta 
piperiia nella cura della tubercolosi polmonare, per sod- 
disfare alla prima indicazione della terapia di questa affe- 
zione, quella cioè di uccidere i bacilli del Koch. 

L'attenuamento gasiforme in cui si trova la menta pi- 
perita inalata deve facilitare la sua intima mescolanza col 
contenuto dei bronchi e degli alveoli polmonari e rendere 
oltremodo rapido Tassorbimento per un atrio estesissimo, 
qual'è il polmone» e nel quale non ha a vincere alcun 
ostacolo (Coletti). La menta assorbita dai polmoni, assor- 
bita dalle vene polmonari, versata nel cuore e quindi nel 
circolo arterioso, passerà rapidamente e contemporanea- 
mente ad esercitare in tutti i punti dell'organismo la sua 
potente azione antisettica (Coletti). Tuttavia, per la facile 
eliminazione e perchè questa avviene specialmente per la 
via polmonare colle espirazioni, la sua azione si esplicherà 
in modo speciale nei polmoni. Inoltre Tabbassamento della 
temperatura, notato dal Binz, colTuso della menta nelle 
piressie e nei sani, sarà utile contro la febbre etica. La 
diminuzione degli atti riflessi derivante dal potere depri- 
mente della menta sul sistema nervoso, messo in chiaro 
dallo stesso Binz, calmerà la tosse e scongiurerà le con- 
seguenze della sua insistenza. 

Concetto dell'uso del creosoto. 

Numerose osservazioni cliniche hanno messo in sodo i 
buoni effetti del creosoto nella cura della tabercolosi pol- 
monare. La maggior parte degli autori che lo hanno ado- 
perato, convengono però nel ritenere che esso non ha 
verun potere diretto antibacillare sul bacillo del Eoch, e 



1. *- ^ 



DELLA TUBBKCOLOSt POLMONABB 5t 

Terana azione diretta sui tessuti tubercolari. La benefica 
influenza di questo farmaco risiede nella facoltà ch'esso ha, 
nella massima parte dei casi, di stimolare l'appetito e d'im- 
pedire i processi fermentativi nell'intestino. La nutrizione 
generale resta quindi avvantaggiata dal suo uso, per cui 
Tiene facilitato l'assorbimento degli essudati flogistici .se- 
condari nei polmoni tubercolosi. Questi essudati vengono 
inoltre disinfettati dal creosoto e la loro produzione è li- 
mitata dalia sua azione stimolatrice dell'atlivìlà cellulare. 
Per qaesto concetto abbiamo credulo opportuno di asso- 
dare alle inalazioni di menta piperita la somministrazione 
interna di creosoto per soddisfare alla seconda indicazione 
della terapia della tubercolosi polmonare, quella di neu- 
tralizzare in parte il potere tossico dei bacilli ed i suoi 
effetti locali. 

Concetto dell'applicazione di un'abbondante nutrizione. 

Colla somministrazione del creosoto si reca inoltre un 
sussidio allo adempimento della terza indicazione, quella 
di rendere l'organismo resistente allo sviluppo del morbo, 
poiché, come abbiamo detto, esso attiva la nutrizione ge- 
nerale. A questo scopo però adottammo particolarmente i 
mezzi più diretti e più semplici. Essi consistono nella ali- 
mentazione abbondante, sostanziosa e di facile digestione 
e nella osservanza di tutte le regole igieniche derivanti 
dalle moderne conoscenze intorno alla tubercolosi polmo- 
nare. 



52 NUOVO METODO DI CURA 

Descrizione del metodo adottato. 

1^ L'aminalàto viene sottoposto alle inalazioni perma- 
nenti d'olio essenziale di menta piperita. 

L'inalatore, semplicissimo, è costituito da una pezzuola, 
di tela, di forma quadrata, di un decimetro di lato, più 
volte ripiegata su sé. stessa in modo da costituire un pic- 
colo cuscinetto della lunghezza di 5 centimetri e della lar- 
ghezza di 2 airincirca. Due fettucce, cucite alTeslremità 
del cuscinetto ed annodate sul sincipite mantengono Tina- 
latore in sito al di sotto dell'apertura delle narici. Le due- 
feltucce possono anche assicurarsi al padiglione dell'orecchio^ 
al quale scopo possono venir sostituite da asticciuole me- 
talliche, còme si usa per gli occhiali, oppure foggiate ad 
ansa elastica. Il cuscinetto, da cambiarsi all'occorrenza, va 
tenuto a permanenza, giorno e notte, eccetto che durante- 
i pasti. Quando la malattia non ò ancora tanto inoltrata 
e che permette ancorn all'ammalato di attendere alle su& 
occupazioni fuori di cas^, è molto pratico l'uso d'un ina- 
latore costituito da un pezzo di tuho di penna d'oca, con- 
tenente un batufTolino di cotone idrofilo imbibito di menta,, 
da tenersi fra le labbra ad uso di una sigaretta o di slec-^ 
chino. 

Il cuscinetto viene irrorato con 5 o 6 goccio di essenza, 
di menta, 4 o 5 volte nel corso della giornata, e per evi- 
tare la sua azione irritante di contatto, specie in individui 
a pelle fina e delicata, si ungano nei primi giorni le pinne 
nasali con vaselina. S*invita quindi il paziente a fare 8-40 
inspirazioni profonde per le narici ed a bocca chiusa, trat* 
tenendo, dopo ciascuna, il respiro il più lungamente pos- 
sibile, per qualche secondo, in modo che l'aria inspirata 



DELLA TUBSnCOLOSI POLMONARE 53 

«ed impregnata di olio voialile di menta, resti in contatto 
diretto della macosa bronchiale ed alveolare e del conte- 
fìnto' degli alveoli e delle caverne. 

In seguito si può concedere all'ammalato un respiro df 
10-45 minuti primi, durante i quali respira normalmente, 
^mpre però attraverso il cuscinetto. Trascorso questo 
iempo egli ripiglia le profonde inspirazioni per riposarsi 
•di nuovo, e cosi di seguito. Nel dubbio poi che durante 
il sonno della notte il cuscinetto avesse a spostarsi, sarà 
èene irrorare ogni sera il guanciale del letto dell'iufermo 
<5on 4 5-2Ò gocce di essenza di menta. 

3° L'ammalato prende internamente una soluzione al- 
«eolica di creosoto secondo la formola seguente: 
Creosoto puro di faggio. . gr. 8 



» S50 

> 250 

> 20 
» 8 



Alcool rettificato . . 

Glicerina pura . . 

Cloroformio . . . 
^Essenza di menta 
Di questa mistura, bene agitata ogni volta se ne darà 
un cucchiaio da zuppa ogni tre ore nel corso della gior- 
nata in V, bicchiere d'acqua ^edf^oratn. Qualora per certi 
individui h soluzione sembrasse tnofi^o (XMlcaQlirtta, la si 
potrà diluire in un bicchiere pieno d'acqua zuccherata, da 
bersi poco alla volta invece che in una sola presa. Sarà 
inoltre opportuno, in circostanze speciali d'intolleranza, 
^somministrare nei primi giorni di cura uno « due cucchiai 
<iella soluzione creosotata e giungere >fìno a quattro coeehiai 
gradatamente; oppure ricorrere ai succedanei del creo- 
soto, i quali hanno il vantaggio di potersi somministrare 
4incbe in dosi elevate senza speciali disturbi. 

3^ L'ammalato è sottopósto ad un vitto abèondante e ri- 
costituente, ad una vera iperalimentazione. 



54 NUOVO METODO DI CUBA 

Gli vieQe somministrato ii latte in larjsfa copia a seconda 
della tolleranza iodìvidaale, elevandone possibilmente la 
dosegiornaliera a 3-3 litri di latte sterilizzato, o per lomeno^ 
sottoposto a prolungata cottura. Si prescrivono le carni, va- 
riandone Tapprestamento culinario in modo da soddisfare gif 
speciali gusti ed accrescerne l'appetenza, astenendosi però 
da certi manicaretti di poco o nessun valore nutriente. 
Vengoòo inoltre concessi i vini generosi, fra f quali pre- 
feriamo il Marsala, alla dose giornaliera di 400 a 500 grammi. 

L'ammalato è circondalo da tutte le regole igieniche che 
nella cura di questa malattia da lungo tempo sono state con- 
sigliate e che Tesperienza ha confermato riguardo alla abita- 
zione, alle occupazioni ecc. ed a quelle altre che la cono- 
scenza della infettività della tubercolosi polmonare hanno 
rese obbligatorie. É sopratutto necessario provvedere alla 
pronta distruzione degli espettorati, affinchè, avvenuto il 
loro disseccamento, l'ammalato non venga ad essere esposto 
alla continua o saltuaria inspirazione di bacilli o di spore ba- 
cillari e quindi ad una nuova infezione. 

Casuistica. 
Avvertenza nella raccolta dei casi clinici. 



Negli esperimenti che ci accingiamo a riferire, la cura 
non venne, in verun caso intrapresa prima di avere con- 
statata la preseiiza dei bacilli del Koch negli escreati. In 
molti ammalati in cui il risultato dell'esame fisico del torace 
e le condizioni generali dell'individuo davano sufficiente ap- 
^poggio alla diagnosi della tubercolosi polmonare, per lo più 
degli apici, non si ricorse mai all'applicazione del metodo di 



DKLL\ TUBERCOLOSI POLMONARE 55 

cura da noi esposto nel capitolo precedente se il micro- 
scopio non dimostrava i bacilli tabercolari negli sputi, anche 
se questi contenevano qualche fibra elastica, indizio sicuro 
di un processo distruttivo, e fosse evidentemente accertata 
la disposizione ereditaria alle affezioni di natura tuberco- 
lare. 

£d a questo proposito è importante il fatto che questi 
infermi sottoposti a cura semplicemente dietetica ed igie- 
nica, vennero completamente liberati da ogni disturbo su- 
biettivo e da ogni sintomo morboso, accertabile coli'esame 
obiettivo. Non è improbabile che a questa categoria deb- 
bansi ascrivere alcune delle molte pretese guarigioni di 
tubercolosi polmonare. 

Eccettuati i primi casi, di cui non si potè tenere esatto 
conto, il giorno in cui viene intrapresa la cura, si regi- 
strano i segni fisici che l'ammalato presenta^ la quantità e 
la qualità degli espettorati, la temperatura ed il peso del 
corpo. 

Ogni 8 giorni vengono accuratamente registrate su ap- 
posito diario le variazioni nei fenomeni morbosi sopradetli 
e si ripete Tesarne degli sputi, e quando questi non con- 
tengono più bacilli, Tesarne batterioscopico viene ripetuto 
almeno per tre giorni di seguito, facendone più preparati al 
giorno, per accertare la loro reale scomparsa. In seguito 
Tesarne degli sputi di massima, si rinnovo ancora ogni otto 
giorni. 

Quando speciali circostanze non si oppongono, non si 
desiste dalla continuazione della cura subito dopo consta- 
tata la scomparsa dei bacilli de^'li escreati, ma viene pro- 
tratta non solo fino al completo ristabilimento del murmure 
vescicolare in ogni parte del polmone, ma per lo meno 



56 NUOVO METODO DI CURA 

per un «jlro mese ancora. RichiDmjajno l'attenzione dei col- 
leghi 30 questa nFverlenza, di capitale importanza. 

Sarebbe utile che g)i individui affetti di questa malattia 
fossero tenuti in locale appartato e che si usasse la mas* 
sima precauzione per la sterilizzazione e la distruzione degli 
sputi infetti. Come pure sarebbe conveniente che gli indi- 
vidui, i cui es^pettorati non contengono più bacilli venis- 
sero passati in apposite sale ove non esistesse più alevui 
oggetto cbe per avventura potesse essere stato previameoia 
infettato. Dell'Importanza di quest'ultima avvertenza ci coa^ 
vinsero non solo ragioni teoriche ma eziandio una osservu- 
z*one che più sotto riporteremo. 

La massima vigilanza personale può soltanto rendere sì- 
curi che la cura prescritta venga scrupolosamente eseguita 
negli ospedali, specie per quanto riguarda la continuità delle 
inalazioni delTassenza di menta. Sono molti i sotterù^i a 
cui ammalati impiudenti ricorrono per liberarsi delfinala^ 
tore, cosi poco incomodo, ed in tal modo l'esito della cura 
pojtrà venir compromesso, senza un'attenta sorveglianza che 
noi raccomandiaou) per poter garantire i buoni risultati. 



QridìDario decorso della malattia nei curati. 



L'ordinario decorso della malattia quando essa è limitata 
al polmone, e la cura può essere applicata nella sua in- 
tegrità è il seguente: 

In primo luogo la scomparsa, in tutti i casi, dei bacilli 
del Koch dagli espettorati, la quale si completa in un pe- 
riodo di tempo compreso tra un minimum di 10 giorni 



DKULA TUB£HCOLOì(l POLMONARE S7 

(ottenuto dopo la pubblicazione della nota preventiva) (1) 
ed un massimo di 60 giornj. In seguito, diminuzione no 
tevole della tosse e degli sputì, scomparsa del sudore not- 
turno, e la nutrizione si riattiva energicamente a segno che 
si ottiene un notevole dumento di peso. Alquanto più tardi 
viene a ripristinarsi il sopno di percussione normale nelle 
parii prima affette, e per altimo si tieae auevamente a 
percepire A murmure vescicolare. 

Quando il processo tubercolare è accompagnato da febbre, 
questa scompare sempre dopo pochi giorni. Se persiste, o 
più tardi ritorna è indizio di qualche complicazione mor- 
bosa. 



J I » t I mm II I I r~^T^'^^>^-^»— ^^y**»» *" 



(!) V. GazfeUa degli Ofp^dali, N. ÌM, 4893. ~ GiormOe medico da IL Bsar- 
•etto e della R. Marina, dicembre 1893. — Deut. medie. Wochen., N. 49. — 
Centralblait fiir Batcter. und Parai., N. 31 ~ Rcusegna medica, N. ii. — Se- 
^alme medicale, N. 66. -^ Prager medie. Wochens., N. 51. — Lyon IHédieal, N. t 



'». 



58 NUOVU METODO DI CURA 



Oasi olinioL 

Oggetto dei primi esperimenti furono due soldati ricove- 
rati neir ospedale militare di Udine, ambedue già riformati 
per tubercolosi polmonare al 2* stadio. 

Essi erano febbrìcitànti e tossicolosi da qualche mese, ave- 
vano abbondanti sudori notturni ed erano notevolmente de- 
nutriti 

L*esame fisico rilevava numerosi rantoli soltocrepitanti a 
tnedie bolle agli apici polmonari ed ipofonesi nelle parli alte 
dei due polmoni. L'espettorato era copioso, mucopurulento, 
nummulato e conteneva numerosi bacilli del Koch. 

In tali condizioni venne intrapresa la cura delle inalazioni 
continuate di ess*^nza di menta e della somministrazione in- 
terna di creosoto. Le inalazioni furono fatte senza praticare 
le profonde inspirazioni, ora consigliate, e la soluzione di 
creosoto per uso interno non conteneva essenza di menta. 

In capo ad 8-10 giorni incominciò a diminuire T intensità 
della febbre vespertina che prima raggiungeva i 38^,5 e 39* C, 
ed al quindicesimo giorno non ve ne era più traccia. I su- 
dori notturni e mattinali diminuirono e cessarono contempo- 
raneamente alla febbre. I bacilli del Koch si riscontrarono 
sempre più scarsi negli escreati, i quali scemarono in quan- 
tità e diventarono più mucosi. Aumentarono gradatamente 
le forze e fece ritorno l'appetito. Alcuni giorni dopo gli am- 
malati incominciarono a lasciare il letto per qualche ora della 
giornata. Dopo un mese di trattamento curativo, il peso del 
corpo era notevolmente aumentato, era quasi totalmente ces- 
sata la tosse e T escreato si era fatto scarsissimo. In nu- 
merosi preparati microscopici non si riscontrò più verun 
bacillo tubercolare. I fenomeni statici intanto si erano mo- 
dificati, in un malato erano completamente scomparsi i ran- 
toli delle parti superiori del polmone ed in tutto l'ambito 
toracico il murmure vescicolare si percepiva normale, e 
nell'altro si avvertiva ancora la presenza di pochi rantoli 
umidi nella fossa sopraspinosa destra, ma dopo alcuni giorni 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 59 

finirono pur essi per scomparire affatto. In enlrambi gli in- 
fermi allora alla ascoltazione ed alla percussione nulla di 
anormale si poteva rilevare ai due polmoni, la nutrizione 
era lodevole e le forze ristabilite. 

In seguito a loro ripetute istanze i due soldati vennero di- 
messa dall'ospedale ed inviati in congedo non senza aver loro 
consigliato di continuare la cura, per misura precauzionale, 
ancora per qualche tempo. 

Dei medesimi non ebbi più veruna notizia. 

Nel frattempo altri 6 o 7 individui della clientela privata 
ebbimo occasione di curare in Udine e dintorni collo stesso 
metodo Essi erano affetti da tubercolosi polmonare al primo 
stadio. In alcuni era preceduta ricorrente emottisi, tosse stiz- 
zosa con pochi escreati, infìitramento agli apici, in alcuni si 
notava qualche rantolo srchricchiante nelle fosse sopraspi- 
nose, con lieve aumento della temperatura alla sera e su- 
dori al mattino. Nessuno però di tali individui era obbligato 
a tenere il letto lungo il. giorno, potendo ognuno ancora at- 
tendere alle proprie occupazioni. 

La diagnosi di tubercolosi polmonare era in tutti accer- 
tala dall'esame microscopico degli espettorati, che vi dimo- 
strava la presenza dei bacilli del Koch. 

Dopo vario tempo, al massimo due mesi, di assidua cura, 
la guarigione si ottenne completa in tutti* colla scomparsa 
di ogni sintomo morboso e col ripristinamento della nor- 
male funziono respiratoria. 

Si ebbe occasione di vedere alcuni di essi un anno e mezzo 
dopo ultimata la cura, e si ebbe la fortuna di trovarli in ot- 
time condizioni di salute, senza alcun segno patologico né 
al torace, né in altre regioni. 

I risultati ottenuti nei casi sopraesposti erano veramente 
mollo incoraggianti, ma si riferivano a 6 o 7 infermi di tu- 
bercolosi polmonare incipiente e a 2 ammanti di tuberco- 
losi al 2' stadio. 

Restava ad esperimentarsi il valore del metodo in amma- 
lati più gravi, giunti ad uno stadio più avanzato della ma- 
lattia. L'occasione non tardò a manifestarsi. 

1. N. 'era individuo delFeté di ^nni 27, di costituzione fìsica 



60 rtUOYO IKXODO DI tVSUL 

originariaiinente robusta, di regolare «viluppo scheletrico, 
figlio di padre vivente e sano e di madre morta in giovane 
età di malattia di petto. Non aveva che un fratello minore 
di qualche anno, robusto e sano. Era impiegato airuflScio di 
Posta, e, a tempo perso, corista di teatro. 

In sullo scorcio dell'anno 1868 fumino iavìtati a visitarlo 
perché era stato abbandonato dal suo <^ttrante pei* motivi suoi 
particolari. 

Lo trovammo a letto con (fiebbre a 38,8* C, la quale da 
tempo insorgeva ogni sera. I suoi neri oapelli appiccicati 
alla fronte, gocciolavano sulle scarne gote abbondante su- 
dore. Due aloni nerastri circondavano le aperture orbitali, 
dentro cui stavano ii»nicchi«ti due occhi, ormai semispeifti. 
Con vece rauca egli riusciva stentatamente ad articolare 
qualche parola, quasi continuamente 'interrotta da accessi di 
tosse con abbondanti escreati mucopurulenti, mimmulati. Vi 
era diDQagramenrto eccessivo, inappetenzi*, mentre le funzioni 
dell'alvo erano poco disturbate. 

L'esame statico del torace dimostrava : diminuita la escur- 
sione respiratoria alla parte superiore destra ; rinlorzato il 
fremito pettorale, oitus^iCà alla percussione, numerosi rantoli 
umidi alla sommità del torace a medie e grosse bolle specie 
nella fossa sopraspinosa destra ; suono di pentola fessa, re- 
f^ira;eioi»e anforioa, rumore cavernoso e pettoriloquia fona*- 
tica del Baeoelii alla regione anteriore e superiore dello 
stesso lato. 

All'esame microscopico dello sputo si trovò una quantità 
ver»n»ente atragrande di bacilli del Koch, tanto da enume- 
rarne parecchie centinaia in un sol campo ed alcune ^bre 
elastiche. 

Si trattava di un caso molto ^*ave in cui la malattia era 
pervenuta al suo ultiiBo «iadio, e Tefificacia della nuova cura 
era «aeesa a dura prova. 

Sebbene con poche speranze, tuttavia si incominciò subito 
la cura delle inalazioni di «ssenza di «aenta e si preswsse 
la soluzione di cr^eòseito per uso interno. Quelle vennero fatte 
con respirazioni normali e questa non conteneva m^enta ; 
per alimento zabaglioni e marsala. 



DELLA TOBBRCOIOSI POUfOIfARB &4 

Dopo 10 giorni dì cura non si rilevava verun migliora- 
mento apprezzabile nella sintomatologia. Al lo*' giorno di 
cura rindividuo avvertiva indolito benessere, erano quasi 
scomparsi i sudori, era diminuita la febbre vespei^tina e ri- 
dolia a 38^ C, la tosse moderata^ scarso l'escreato^ ridestato 
Tappetilo a segno che si poteva soddisfare il suo desiderio 
concedendogli qualche po' di polio e di bistecche. L'esame 
de^li sputi svelava ailcora la presenza dei bacilli, però in 
scarsa quantitèw Foco modificati i fatti locali. 

Dopo un mese e mezzo di cura si ebbe miglioramento nelle 
sue condizioni locali e generali e T infermo incominciava a 
lasciare il letto per qualche ora del giorno. Pe«o kg. 52. 
Accurate analisi micro^^copiche degli escreati, ripetutamente 
eseguite, furono affatto negative. L'esame del torace dava 
unicamente la presenza di rantoli all'apice destro. 

Dopo altri quindici giorni di cura, un minuzioso esame de) 
torace fece rilevare la totale scomparsa di ogni sintomo mor* 
boso, poiché la sonorità alla percussione era eguale in ambo 
i lati, il murmure vescicolare aveva rimpiazzato in totalità 
i rantoli prima esistenti, né più si rilevava differenza alcuna 
nella funzionalità del polmone destro dal sinistro, che sempre 
si era conservato nel suo stato fisiologico. Peso del corpo 
kg. 54. 

Gli fu prescritto che la cura venisse ancora continuata per 
qualche tempo, fu sconsigliato temporanea > ente il vagheg* 
giato matrimonio, raccomandandogli molti riguardi per l'av- 
venire. 

Ma l'individuo sentendosi bene in salute e credendosi ora- 
mai al sicuro di ogni pericolo, (abbandonata ogni cura, si la- 
sciò indurre a frequentare di bel nuovo la compagnia degli < 
amici, abbandonandosi alle gozzoviglie ed a disordini di ogni 
genere. 

In capo ad una quindicina di giorni ricomparve la tosse 
con qualche escreato, contemporaneamente ad un lieve do- 
lore alla spalla destra. L'esame statico fece rilevare la com- 
parsa di alcuni, rantoli scricchianti nella fossa sopraspinosa 
destra per l'estensione di una moneta di 5 centesimi. Negli 
escreat' però non si rinvennero bacilli. Peso del corpo 5ó kg* 



62 NUOVO METODO DI CURA 

Dopo un altro mese di cura scomparve ogni sintomo tìsico 
morDoso. Peso kg. 59 Vi 

Alla fine dello stesso anno 1889 1* I. godeva ottima salute 
e pesava kg. 64. In buone condizioni si trovava ancora in 
sul fìnire del 1890. Da informazioni avute si seppe che il me- 
desimo aveva contratto matrimonio, e già era padre di un 
figlio robusto e sano. Nel novembre del 1893 le suo condi- 
zioni di salute, dopo 5 anni dalla cura, erano ottime, ed e^^li 
attendeva come attende tuttora al suo impiego sìdi.piomo 
che di notte ; come da documenti ufficiali recentemente avuti 
dal suo capo ufficio. 

Nel mese di marzo dell'anno 1889 ebbimo occasione di vi- 
sitare una ragazza, la quale il giorno antecedente era slata 
dimessa da un educandato ed inviata in seno alla famiglia, 
perché da mollo tempo ammalata con tosse, vietando il Re- 
golamento dell' istituto di trattenere e curare uell* interno le 
croniche malattie di petto. 

La ragazza C. S. deiretà di anni 15 era figlia di padre tos- 
sicoloso e malaticcio e di madre sana, aveva un solo fra- 
tellino di 8 anni sano e robusto. Fu menstruata per la 1* e 
l'unica volta 4 o 5 mesi prima del suo ritorno in famiglia. 

L'ammalata giaceva a letto, febbricitante (39,2 C. al mat- 
tino) grondante sudore, pallida, ipoemica ed a-fona. La tosse 
era insistente e gli espettorati abbondanti e mucopurulentì 
erano nummulati. In causa delle elevazioni termiche, della 
inappetenza, del sudore e della diarrea, Temaciazione era 
molto pronunciata in guisa che la pelle s'informava alle ossa. 

All'esame statico f^i riscontrarono normali i duo lobi in- 
feriori del polmone destro e tutto il polmone sinistro. In 
quanto al lobo superiore destro la percussione dava suono 
ottuso alla fossa sopraspinosa, timpanico alla fossa sotto* 
clavicolare, in quella si percepivano numerosi rantoli sotto- 
crepitanti, in questa, respirazione anforica, rumore caver- 
noso, pettoriloquia fonetica. 

L'esame microscopico degli sputi dimostrò la presenza di 
numerosi bacilli del Koch e di qualche fibra elastica colle 
sue divisioni dicotome. 

Furono tosto prescritte le inalazioni continuate di essenza 



DELLA TUBERCOLOSI 'TOLUONARE 63 

di menta ed iniemamente la ^oluzÌQ&« creosotaia. Quelle 
erano falle con ispirazioni normali, e questa non conteneva 
menta. In se^iruilo, per ragioni economiche, Taicool della so- 
luzione creosotata fu limitato alla quantità strettamente ne- 
cessaria per sciogliere il medicinale. 

Dopo 8 giorni di cura, nessuna modificazione si osservava 
noi sintomi si locali che generali deirammalata. 

Al 20* giorno la temperatura .«eralp» era ridotta a 38* G, 
erano scomparsi i sudori, diminuiti la tosse e V espettorato, 
le forze rinascenti e l'appetito discreto. La mestruazione, 
non più presentatasi da parecchi mesi, aveva fatto ritorno. 
L*esame microscopico degli sputi, più volte ripetuto, di- 
mostrò la scomparsa dei bacilli specifici. 

Verso il 28*» giorno T ammalata incominciò a lasciare il 
letto; la tosse era quasi totalmente scomparsa, il murmure 
vescicolare si era ripristinato in tutta la parte anteriore e 
superiore del polmone affetto. Persisteva un piccolo focolaio 
nella fossa sopraspinosa destra, ove ancora si percepivano 
rantaletti umidi. Il peso era di kg. 42. 

Continuando la detta cura, colla contemporanea sommini- 
strazione di uova e latte in abbondanza, in capo ad un altro 
mese e mezzo era scomparso ogni sintomo delia malattia 
sofferta, Tappetito quasi vorace, il peso kg. 46. 

Qualche giorno dopo la ragazza, in buone condizioni di 
salute, si recò presso alcuni suoi parenti in campagna, nei 
pressi di Pordenone. Pesava allora (mese di settembre) chi- 
logrammi 48. 

Per due mesi essa ci diede qualche volta notizia della sua 
salute, la quale migliorava giornalmente in modo- sensibile, 
mentre il peso del suo corpo veniva a raggiungere i kg. 50. 

Nei primi giorni del novembre, al suo ritorno in Udine, 
€ra quasi irriconoscibile. La faccia, il tronco, le membra si 
erano rivestite di un abbondante substrato cellulo-adiposo 
sottocutaneo, il quale produceva ovunque quella regolare e 
moderata rotondità di forme, che, oltre a costituire una delle 
migliori attrattive del sesso, indica un rigoglioso stato di sa- 
lute. Il suo peso aveva raggiunto kii. 52 Vr ^i succedeva 



64 miOVO MtTODO di CtJRA 

spesso dMncontrarla per via, tutta giuliva e eontenla della 
sua floridissima salute. 

Persa di vista, a motivo del nostro trasloco avvenuto in 
sul finire dei novembre, assumemmo informazioni sul suo 
conto nel mese di luglio del 18^1 ; da esse risultò che la 
C. S. soccombeva in sul finire dell'autunno dell'anno 1890, 
cioè circa 16 mesi dopo la guarigione della prima malattia. 

Al ritorno dalla campagna la ragazza era rientrata nella 
sua famiglia, la quale si trovava in condizioni finanziarie 
molto ristrette, e non poteva concedersi che una scarsa e 
poco nutriente alimentazione, il suo alloggio si componeva 
di una cucina e di una sola camera da letto, dove erano ri- 
coverati alla notte, madre, figlia e bambino. 

Non ostante le raccomandazioni, dopo la malattia della C. 
non venne eseguita veruna disinfezione né del pavimento, 
né del lettino, nò molto meno si addivenne alia distruzione di 
alcuni effetti infettati, e di poco valore. Contrariamente ai ri- 
petuti divieti, gli escreati venivano non di rado cacciati sul 
pavimento, al massimo poi raccolti in una pezzuola, nò mai 
fu possibile persuadere la famiglia della necessità delTac- 
quisto di una sputacchiera. 

Dopo lo stato floridissimo di salute che la G. aveva rag- 
giunto, l'aumento di peso di oltre 10 kg«, la perfetta funzio- 
nalità dei due polmoni, non ò probabile che in essa sia av- 
venuto un risveglio spontaneo delia malattia. La disposizione 
ereditaria alla tubercolosi non era però certamente distrutta, 
per cui una nuova infezione poteva sempre aver luogo. L'am- 
biente infetto può averla determinata e la insufficiente ali- 
mentazione averla fovorita. 

In modo ben diverso si svolsero i fatti per L. 1. N. di cui 
più sopra fu riferita la storia clinica. Esso dotato di suffi- 
cienti me^zi di fortuna, dopo la malattia, sottopose ad accu- 
rata disinfezione tutti gli oggetti che potevano essere infetti, 
distruggendone alcuni, e curò che la sua alimentazione fosse 
abbondante e riparatrice. 

Questo caso disgraziato non infirma quindi T efficacia del 
rimedio, trattandosi di una reinfezione e non già di ricaduta. 



DELLA TDBEHCOLOSI POLHOXARB 



A. P. soldato del 10* reggimento fanterìa, il 10 luglio 1891 
entrava nell'ospedale militare di Ravenna. Individuo di me- 
diocre costituzione fisica, non aveva precedenti morbosi né- 
eredilari. Era tossicoloso, accusava dtdori al torace destro, 
ed alla sera aveva legger grado di febbre, 9«gulto da su- 
dori notturni. 

L'esame statico rilevò, nei giorni seguenti, la presenza di 
piccoli e scarsi rantolettì nella regione infraclavicolare de- 
stra, e di rantoli a piccole bolle nella fossa sopraspinosa 
dello stesso lato. In tali località la sonoriUt alla percussione 
era leggermente attutita. Gli escreati drano muco-purulenti 
ed in essi l'esame nQicro'copico fece rilevare la presenza dei 
bacilli del Koch in discreta quantità. 

S'Intraprese la cura come nei casi precedenti. Dopo 8 
giorni la febbre era scomparsa ed incominciava il migliora- 
mento, poiché la tosse e la quantità dell'escreato era-no m 
diminuzione, persisteva ancora un certo grado di ottusità e 
la presenza di rantoli nelle regioni sopranominate. I bacilli 
sebbene diminuiti di numero, persistevano ancora nell'espet- 
torato. 

Al 13* giorno di cura l'ammalato abbandonava il letto, pe- 
sava 50 kg., ancora qualche piccolo rantolo sì avvertiva nella 
zona polmonare affetta, ed i bacilli erano totalmente scom- 
parsi dagli escreati, non essendosi più riscontrati nei pre- 
parali microscopici più volte ripetuti. 

In tali condizioni l'A. F. usci dall'ospedale, ove non Ui 
possibile trattenerlo oltre, desiderando ardentemente di rim- 
patriare perciió congedato in seguito a sorteggio. Prima 
della partenza ha promesso di continuare la cura come gli 
venne caldamente raccomandato, nonché di dar notizie sul de- 
corso della sua malattia. 

Non avendo pero più dato sue notizie, fummo obbligati 
ad assumere informazioni dal sindaco del suo paese, il 
quale ci fece conoscere che l'individuo in sul Unire del 1891 



66 NUOVO METODO DI CURA 

(cioè già dopo trascorsi 6 mesi della sua uscita dell'ospe- 
dale) : 

« Attendeva ai pesanti e faticosi lavori del suo mestiere 
a di contadino, mangiando con grande appetito ed assimi- 
« landò qualunque cibo con molta facilità, senza soffrire in- 
« digestione alcuna. Il peso del suo corpo si era aumentato 
<K di altri 5 kg. ed il miglioramento della sua salute e la 
« guarigione completa era da attribuirsi alle virtù terapeu- 
« tiche del medicinale ed alla continua e diligente cura che 
a aveva fatto e che gli era stata prescritta dall'ospedale di 
e Ravenna ». 

I buoni risultati ottenuti nei casi precedenti erano certa- 
mente superiori a quelli che si potessero sperare da qual- 
siasi altro metodo di cura ed incoraggiavano a proseguire 
Tapplicazione del nuovo metodo nella cura della tubercolosi 
polmonare. 

Trattandosi di prime prove, alcune delle quali si riferivano 
inoltre ad individui della clientela privata, non si era potuto 
attuare tutte quelle particolarità di osservazione che i pro- 
grediti metodi di ricerca clinica esigono al di oggi. Nelle 
successive prove che furono per la maggior parte praticate 
nell'ospedale militare di Genova, si cercò per quanto era 
possibile, di soddisfare a tali esigenze, tenendo esatto conto 
in apposito diario delle variazioni di peso e di temperatura, 
delle modificazioni nei segni fisici, e dei reperti microscopici 
degli escreati, notandone tutte le particolarità che vi si ri- 
levano. 

Allo scopo di avvalorare maggiormente refficacia dell'es- 
senza di menta nella cura delle tubercolosi polmonare, fu 
apportata qualche modificazione al metodo prima adottato 
in modo da ottenere quello che più sopra fu minutamente 
descritto. In primo luogo furono ordinate le profonde inspi- 
razioni seguite da prolungata pausa inspiratone allo scopo 
di trattenere i vapori delle essenze di menta a contatto di- 
retto per qualche tempo colla mucosa e col contenuto dei 
canali aerei. In secondo luogo fu aggiunta l'essenza di menta 
alla soluzione di creosoto allo scopo di ottenere la disinfe- 
zione, nelle prime vie del canale alimentare, degli espetto- 



DKLLÀ TUBERCOLOSI POLMONARE 67 

rati che per avventura potessero venire inghiottiti, e di far 
penetrare in circolo Tessenza di menta anche per la via 
dello stomaco. 

È d*uopo notare che la cura praticata in questo modo in- 
tensivo, non fu possibile prescriverla in tutte le sue parli in 
ogni infermo, poiché in alcuni casi, le profond*^ inspirazioni 
«rano rese impossibili dal progredito marasrno dell'individuo 
« da intolleranza assoluta. 



R. G. soldato nel 26 regg. artiglieria, entrava il 3 maggio 
1892 nell'ospedale mil. di Genova. 

Individuo di apparente costituzione fisica buona, di nutri- 
zione generale discreta, senza precedenti morbosi. 

Da 2 giorni era affetto da febbre forte (39,5 G ) tosse con 
espettorazione abbondante muco-sanguigna schiumosa. 

All'esame fisico si constatò ipofonesi marcata su quasi 
tutto l'ambito polmonare sinistro, murmurc vescicolare af- 
fievolito, numerosi rantoli sotlocrepitanti all'apice. L'esame 
dell'espettorato rivelò al microscopio, qualche cellula mucosa 
e purulenta, numerosi corpuscoli sanguigni ; nessun ba- 
<5Ìilo. 

Dal 3 maggio al 6 luglio l'infermo fu sempre febbricitante, 
«bbe numerose ed abbondanti btoncorragie. In quest'ultima 
epoca si rileva dal diario clinico : denutrizione proforida, su- 
dori notturni, tosse insistente, espettorato abbondante muco- 
purulento, voce rauca, diarrea profusa. All'apice del pol- 
mone sinistro rantoli metallici, numerosi ronchi e rantoli in 
tutto il resto dell'ambito polmonare. L'esame microscopico 
dimostrò negli sputi i bacilli del Koch. 

In tali condizioni si iniziò la cura il 17 luglio. Pochi giorni 
dopo si manifestò una vomica,- dando esito ad una grande 
quantità di liquido purulento, in cui vennero riscontrati i ba- 
cilli del Koch, successivamente la temperatura si mantenne 
elevata, si accentuò progressivamente la debolezza generale, 
la diarrea si fece profusissima ed infrenabile, con dolori 
ventrali, si ripeterono spesso le broncorragie, di cui una 



68 NUOVO METODO DI CURA 

molto abbondante colse Tinfermo nel giorno 8 settembre^ 
ed un'altra verificatasi nel giorno dieci, lo conduceva a mort^ 
in poche ore. 

11 reperto necroscopico constatò: aderenze pleuriche e- 
pleuropericardiche, tubercolosi polmonare diffusa a tutto il 
polmone sinistro, con numerose ed ampie caverne e a tutta 
il lobo superiore e medio del polmone destro con caverna 
airapice, tubercolosi pericardica, e molti tubercoli dissemi^ 
nati sul peritoneo, ulceri intestinali tubercolari, ghiandole 
mesenteriche e retroperitoneali caseifìcate, ulcerazioni la- 
ringee. 
È necessario prendere in considerazione i fatti seguenti r 

l® La tubercolosi polmonare provocava frequenti emot- 
tisi; 

2* Preesisteva già airinizio della cura tubercolosi inle— 
stinaie; 

3» L'autopsia dimostrò trattarsi di tubercolosi genera- 
lizzata ; 

4* La cura durata appena 53 giorni non aveva ancora 
potuto fare scomparire i bacilli dagli escreati. 

Ora le conclusioni che da questi fatti si possono dedurre- 
sono : 

1® Nei casi di ft'equenli broncorragle la distruzione dei- 
bacilli del Koch, per effetto dell'essenza di menta, resta 
ostacolata. Di ciò è ovvia la spiegazione: gli alveoli polmo^ 
nari essendo riempiti di sangue stravasato, in essi non av 
viene la penetrazione deiraria inspirata, impregnata di es- 
senze di menta; 

2» Quando la tubercolosi non è limitata al polmone 1& 
inalazioni di menta diffìcilmente arrestano il processo tuber- 
colare: Vedremo in seguito le conferme di questa proposi- 
zione. 

Le emottisi inoltre aggravano le condizioni del pazienta 
non solo per effetto della perdita di sangue, ma eziandio 
per la possibile insorgenza della polmonite settica. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 69 

C. C. soldato nel 25® regg. fanteria entrava il 15 febbraio 
1893 nell'ospedale militare di Genova. 

Era di qostituzione fìsica originariamente buona, ora molto 
<ienutrito ed ipoemico. Nel novembre 1892 ammalava di 
òronchite, in seguito fu sempre tossicoloso. 

Nei due apici polmonari, specie in quello di sinistra vi 
era ipofonesi alla percussióne e si percepivano numerosi 
^rantoli a piccole bolle e qualche sìbilo. L'espettorato in di- 
screte quantità era muco-purulento. Peso del corpo kg. 52. 
Apiressia, bacilli del Koch nell'espettorato. ' 

Il ì^ marzo 1892 si inizia la cura. 

Dopo otto giorni l'espettorato era più scarso, più mucoso 
•e meno purutento, la tosse diminuita, i fatti fìsici poco mi- 
gliorati, verificandosi appena una lieve diminuzione nell'esten- 
sione dei rantoli. Persistono tuttora i bacilli negli espet- 
torali. 

Dal detto giorno 8 al 22<> comparve leggiera tinta emor- 
ragica nell'espettorato, la quale però si dileguò presto, ed 
al 22* giorno si potò constatare la scomparsa dei bacilli spe- 
cifici e dei rantoli, ed in tutto l'ambito polmonare il respiro 
èva vescicolare normale, la risonanza fisiologica, la nutri- 
zione lodevole, il peso del corpo 60 kg. 

La cura venne continuata fino al 1^ maggio, epoca in cui 
l'ammalato usci completamente guarito. 



B. G. carabiniere, entrava il 10 agosto in questo ospedale 
fnilitare. Di buona costituzione fìsica, ma denutrito. 

Da circa un mese tossicoloso, aveva avuto circa 15 giorni 
prima una emottisi. 

' All'apice polmonare sinistro i! murmure vescicolare era 
«iffievolito, si percepivano ronchi e sibili alla regione sotto- 
•clavicolare e rantoli nella fossa sopraspinosa, ove la percus- 
sione dava risonanza ottusa. L'ammalato emetteva colla tosse 
moderata, scarso espettorato muco -purulento. Apiressia. 
Peso del corpo kg. 60. 

L'esame microscopico degli sputi vi dimostrò i bacilli del 
Koch. 



70 NUOVO METODO DI CURA 

11 giorno 17 agosto fu iDiziata la cura mentre i suddetti 
fenomeni fìsici delPammalato erano invariati. 

Al giorno 8 settembre la tosse era diminuita e Tespetlo-^ 
rato scarsissimo. I fatti locali erano invariali. Peso del corpo 
kg. 61,800. I bacilli furono ancora riscontrati in piccolo nu- 
mero nei pochi escreati. 

Il 23 settembre era cessata la tosse, scomparso ogni sin* 
tomo patologico al torace, Tespettorato era mucoso al pari 
di quello di ogni individuo sano e più non conteneva bacilli 
specìfici. La nutrizione lodevole, buone le forze. Peso 
kg. 63,500. 

Fu continuata la cura fino al !<> ottobre giorno in cui il B. 
usciva dall'ospedale completamente guarito. Peso kg. 64,900. 



A. G. soldato nel T regg. fanteria entrava neirospedale 
il giorno 7 marzo 1893. Di costituzione' fisica discretamente 
tuttora buona asseriva di non aver avuto precedenti mor- 
bosi di entità. 

Accusava dolore al costato destro, ove si avvertiva sfre- 
gamento pleurico. Non presentava sino allora alcun altro 
sintomo morboso. 

Si fece una cura sintomatica, ma Tindividuo andava gra- 
datamente deperendo, con febbre vespertina e profusi sudori 
notturni. 

11 28 aprile l'ammalato era afono e febbricitante, nella mat- 
tina aveva avuto un accesso emottoico. L'esame statico fece 
rilevare la presenza di numerosi rantoli a pìccole bolle, con- 
sonanti, alPapice polmonare di destra, ove la risonanza era 
ottuso-timpanica. Nelle parti medie ed inferiori del polmone 
destro si percepivano rantoli a grosse bolle. Il polmone si- 
nistro appariva in condizioni fisiologiche. L'espettorato muco- 
purulento, nummulato conteneva bacilli in discreta quantità. 

Il giorno 3 maggio fu iniziata la cura. Peso del corpo 
kg. 50. Dopo 8 giorni di trattame)ito la febbre era scom- 
parsa, la tosse si era fatta più rara, e meno stizzosa, Tap- 
j>etito era migliorato. Nelle parti inferiori del polmone destro 
il respiro era vescicolare, fisiologico. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE « 71 

In alto persistevano ancora rantoli in discreto numero. 
Peso kp: 51,800. 

r bacilli persistevano ancora negli escreati muco-purulenti. 

Il 20 maggio i rantoli erano limitati ad una piccola zona 
della parte esterna della fossa sopraspinosa destra. Dimi- 
nuiti i bacilli. Peso del corpo kg. 52,500.- Miglioramento ge- 
nerale. 

Il 30 maggio scomparsa di ogni sintomo morboso sì sub- 
biettivo che obbiettivo, gli sputi erano mucosi ed affatto privi 
di bacilli ; il peso dei corpo kg. 53,600. Valide le forze. 

Dopo altri 15 giorni di cura Tammalato usciva dairospe- 
dale completamente guarito, dopoché ripetuti esami degli 
sputi non avevano più fatto riscontrare verun bbcilio speci- 
fico. Peso kg. 56. 

L'A. G. venne proposto e quindi inviato in licenza straor- 
dinaria di convalescenza di giorni 90. Dopo riprese il suo 
servizio, godendo sempre ottima salute. Nel dicembre egli 
lavorava coi genio milita]*e per la costruzione di strada sul- 
Tappennino ligure nelle fredde regioni di Triora. 



M. G. soldato nel 29® regg. fanteria, classe 1872 entrava 
all'ospedale il 23 marzo 1893. Individuo di costituzione fìsica 
molto deperita, di nutrizione generale scadente. 

Un anno addietro era stato colto da emottisi, e da quel- 
l'epoca fu sempre piuttosto cagionevole di salute e tossi- 
coloso. 

Da 15 giorni soffriva tosse con scarsa espettorazione mu- 
co-purulenta, febbre oltre i 39® C. nelle ote vespertine e 
che declinava verso il mattino con sudori, non mai però 
sotto i 38». 

All'esame statico dell'apparecchio respiratorio non si ri- 
scontrò che respirazione aspra, diffusa però a tutto l'ambito 
polmonare. 

Dall'epoca del suo ingresso all'ospedale fino al 14 aprile 
fu sempre febbricitante con sudori notturni, tosse poca, 
escreati scarsi. Il giorno 9 vennero constatati ronchi sibi- 
lanti all'apice polmonare destro, respirazione aspra in quello 



72 ^ NUOVO METODO DI CURA 

di sinistra con qaalche rantoletto sottocrepitaixte. Il giorno 14 
furono constatati, dopo alcune inutili ricerche precedenti, i 
bacilli del Koch nell'espettorato. 

La cura fu iniziata il 15 aprile. I Datti degli apici erano 
allora più spiccati, ed i rantoli si percepivano in entrambi 
i lati. La febbre si n^nteneva elevata nelle ore vespertine. 
L'emaciazione era avanzata. 

11 17 comparve una scarica alvina mista a sangue: eTeà- 
teroragia si ripetè spesso nei giorni seguenti, nei quali 
comparvero marcati fenomeni di marasmo. 

Le diarree sanguinolenti, i sudori pro&isi, Testremo ab- 
battimento delle forze aumentarono dal 25 del mese in poi, 
la temperatura al mattino cadeva sotto i 37® C. e la cinesi 
cardiaca era molto affievolita. 

Il 28 aprile, dopo soli 13 giorni di cura, si presentarono 
gravi fenomeni di collasso, le iniezioni di calfeina e di etere 
non risvegliarono l'impulso cardiaco e Tammalato soccom- 
bette con fenomeni di paralisi cardiaca. 

Autopsia. — Tubercolosi al 2^ stadio a tutti due i polmoni, 
pleurite e pericardite tubercolari, tubercolosi deirintestino e 
delle ghiandole mesenteriche e retroperiloneali, ulceri tuber- 
colari nelFintestino. 

Questo caso clinico viene a confermare quanto più sopra 
fu esposto intorno alla efficacia del metodo curativo nella 
tubercolosi generalizzata. Qui pure la diarrea sanguigna era 
comparsa già fin dairinizio della cura, per cui già esisteva 
ia tubercolosi intestinale in atto, rilevata dall'autopsia. 

Il trattamento curativo, attuato per pochi giorni, era stato 
di troppo breve durata, perchè la benefica influenza della 
menta si potesse esercitare sui polmoni, col determinare 
la scomparsa dei bacilli dagli escreati. La tubercolosi inte- 
stinale ed il progredito marasma furono del resto le cause 
della morte, essendo ancora i polmoni, benché in piccola 
parte atti alla respirazione. 



DELLA TUmtBCOLOSI POLMONARE 73 

C. A. sottufficiale nelle guardie della R. finanza, entrava 
nell'ospedale il 12 marzo 1893. Di costituzione fisica mediocre 
e senza precedenti morbosi di entità. Era tossicoloso con 
sputi rugginosi, accusava dolore puntorio nella linea ascel- 
lare destra, temperatura 40> C. 

All'esame statico si riscontrava alla parte inferiore e po- 
steriore del torace destro marcata ipofonesi, soffio bron- 
chiale, rantoli inspiratori fìni, crepitanti, rinforzg del fremito 
toraco- vocile. 

Il 15 marzo fu pure riscontrato un altro focolaio di pol- 
monite in corrispondenza del lobo inferiore del polmone si- 
nistro. 

Il 12 aprile si constatò un versamento nel cavo pleurico 
destro, mentre a »inìstra il focolaio pneumonico si era com- 
pletamente risolto. La febbre pure era scomparsa. 

In seguito continuò la tosse, l'espettorato si fece muco^ 
purulento, agli apici polmonari d'ambo i lati comparvero 
rantoli e la risonanza alla percussione diventò ipofbnetica* 

11 9 maggio persisteva l'ipofonesi alle fosse sopraspinose, 
sopra e sotto clavicolari. In queste regioni si percepivano 
numerosi rantoli sottocrepitantì a medie bolle. L'espettorato 
era sempre muco-purulento, ed all'esame microscopico fu» 
rono in esso riscontrati i bacilli specifici. 

Stante la gravità dei fatti locali e le deplorevoli sue con- 
dizioni generali per l'estremo grado di prostrazione delle 
forze, si rimase in forse se si avesse a sottoporlo alla cura 
speciale, sempre per la tema di uu'imminente catàstrofe. 

Nel successivo giorno, 10 maggio, fu però iniziato il trat- 
tamento curativo, a dir vero con poca speranza di successo. 
La temperatura serale 38» ,5. 

12 maggio. Nella notte subdelirio e sudori profusi. 

6 giugno. Scomparsa della febbre, diminuzione del sudore, 
tosse, espettorato e fatti locali invariati. Esame degli sputi 
positivo; leggiero miglioramento nelle condizioni generali. 
Ritornato l'appetito dopo parecchi giorni di assoluta inap- 
petenza. Dieta lattea, zabaglioni e marsala. 

19 giugno. La febbre non è più comparsa, cessati i sudori, 
la tosse è meno molesta, l'espettorato più scarso e più mu- 



74 NUOVO METODO 01 CURA 

COSO. Alle fesse ^Uoclavicolari si ha risonanza normale 
alla percussione, ritorno del marmure vescicolare. 

Persiste un certo grado di ipofonesi alle fosse sopracia- 
vicolari e sopraspinose, ove si percepiscono ancora rantoli 
in discreto numero. L'esame degli sputi non rivela più le 
presenze dei bacilli tubercolari. 

20, 21, 22, 25, 26 giugno. Esame degli sputi sempre ne- 
gativo. 

Il giorno 26 la tosse era completamente cessata, le con- 
dizioni generali molto migliorate. Si aggiunge dieta carnea. 
Peso del corpo kg. 53,300. 

I rantoli si percepivano, in numero assai scarso, solo alle 
fosse sopraspinose. 

7, 9 luglio. Esame degli sputi jsempre negativo. L'ap- 
parecchio respiratorio rivela normalità completa di funziona 
all'esame statico, ripristinato ovunque il murmure vescicolare, 
ritornata la risonanza fisiologica.' Condizioni generali eccel- 
lenti. Peso kg. 55,500. 

10 luglio. Il C. A. esce completamente guarito per re- 
carsi in famiglia in licenza di convalescenza di giorni 60. 

Ultimata la sua licenza rientrò al proprio corpo per ripren- 
dere il suo servizio. 

Nel 24 del successivo novembre il C. A. invitato a pre- 
sentarsi, fu da noi visitato in presenza di vari colleghi, e 
nessuno riusci a riscontrare alcun segno patologico nel suo 
apparato respiratorio Lo stato di nutrizione era lodevole e 
valide le forze. 

L'individuo comunicò le seguenti variazioni del peso del 
suo corpo, di cui aveva tenuto esatto conto durante la sua 
licenza. 

24 luglio" kg. 57,500 

3 agosto » 59,200 

13 » » 60,500 

24 » » 61,500 

4 settembre » 63 — 

10 • » 63,100 

Pesato nuovamente il 24 novembre kg. 63,200. 



¥ 



DBLLA TUBERCOLOSI POLMONAKB IO 

Riprese, come si dice, il suo servizio nel corpo della 
R, Finanza sopportando bene anche le più gravi fatiche. 

Nel successivo dicembre fu ricoverato nuovamente nello 
ospedale perché ammalato d'influenza. Presentò febbre ele- 
vala con sintomi ftastro-reu malici, senza verun fatto bron- 
cliiale di enlità. Guari perfettamente e non presentò mai, al- 
l'esame, i bacilli del Koch negli escreali che d'altronde erano 
scarsi e semplicemente r 



M. O. soldato nel K* reggimento fanteria, entrò all'ospe- 
dale 18 aprile 1893. 

Era individuo di costituzione fisica orì|ZÌnariamente buona, 
ora alquanto deperita. Racconta che due anni addietro fu 
colto da emottisi, e dopo di allora fu sempre tossicoloso, 
specie negli ultimi giorni, con scarso espettorato, segnato 
spesso di strie sanguigne. 

All'esame si riscontrò ipofonesi e respiro aspro alle due 
fosse sopraspinose, ipofonesi e rantoli acricchianti alte fosse 
sopra e sottoclavicolari. 

Appetito buono. Normali le funzioni del corpo. Peso 
kg. 60,700. 

19 aprile. L'esame svela la presenza dei bacilli negli 
sputi. 

20 aprile. Si inizia la cura. Dopo 8 giorni persistono in- 
variati i ranteii umidi di destra, a sinistra invece sono più 
scarsi, 

' Esame degli sputi positivo. Peso del ca|^o 61. Condizioni 
generali buone. 

8 maggio. Dieta lattea e carnea con marsala e vino n 
generoso. 

Scomparsa dell'ipofonesi e del respiro aspro alle f 
sopraspinose. Poco modificati gli altri sintomi fisici. Es 
dejtli sputi positivo. Peso kg. 61,900. 

13 maggio. Diminuzione della tosse, espettoralo sc£ 



76 NUOVO METODO DI CURA 

con qualche raro bacillo, scomparsa di rantoli e destra. 
Peso kg. 62,100. 

27 maggio. Totale scomparsa della tosse e deirespettorato 
Ripristinato in ogni parte li murmure vescicolare e la riso- 
nanza normale. 

Esame degli sputi negativo. Peso kg. 63,300. 

27-30 maggio. Esame degli sputi sempre negativo. 

i^ giugno. Esce completamente guarito. 



Di G. F. guardia di finanza. Era degente neirospedale fin 
dal 21 settembre 1892 per fatti bronco-polmonari. 

Era individuo discretamente nutrito, di mediocre costitu- 
zione fisica, senza precedenti morbosi. 

Da circa un anno aveva tosse con espettorato commisto 
e scarsa quantità di sangue. 

L'esame statieo faceva rilevare: respiro aspro e ronchi 
sibilanti airapice polmonare sinistro, senza apprezzabile mo- 
dificazione della risonanza alla percussione. Ronchi e rantoli 
nelle rimanenti porzioni dello stesso polmone con leggiera 
ottusità in una piccola zona della parte media posteriore del 
torace corrispondente. Ronchi e rantoli in tutto l'ambito del 
polmone destro. 

7 ottobre. Leggieira emottisi. 

20 ottobre. Nella fossa sottoclavicolare sinistra, risonanza 
timpanica, respirazione anforioa, rantoli sonori metallici. 
Espettorato purulento. 

30 novembre. Iniziasi la cura, avendo rivelato l'esame degli 
sputi numerosi l^acilli del Koch. Peso kg. 58,900. 

17 dicembre. Tosse frequente, espettorato muco-purulento, 
fatti fisici invariati, leggiero miglioramento subbietti vo. Aumen- 
tato l'appetito. Dieta nutriente. Peso kg. 60,500 Esame degli 
sputi positivo. 

12 gennaio 1893. Tosse meno molesta, espettorato muco- 
purulento, scomparsa della zona ottusa e dei rantoli dal lobo 
inferiore del polmone sinistro. Nessun sintomo patologico 
al polmone destro. Miglioramento nella nutrizione generale. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMOIfARB 77 

Seguita la dieta riparatrice. Peso kg. 62,300. Persistono i 
bacilli negli escreati. 

25 gennaio. Scomparsa dei rantoli anche in tutto il lobo 
superiore del polmone sinistro. Nella fossa sotkoclavicolare 
di questo lato, la respirazione ó alquanto soffiante, la percus- 
sione dà risonanza quasi normale. Bspettorato muooso. Esame 
degli sputi negativo. Peso kg. 63,800. 

1* febbraio. Peso del corpo kg. 64. Esame degli sputi ne- 
gativo. 

11 febbraio. Peso del corpo kg. 65. Eame degli sputi ne- 
gativo. 

18 febbraio. Peso del corpo kg. 65,250. Esame degli sputi 
negativo. 

15 marzo. Scomparsa di ogni sintomo morboso. In tutto 
l'ambito toracico il murmurc vescicolare si percepisce nella 
sua integrità fisiologica. La risonanza pure è dappertutto 
normale. Condizioni generali ottime. Peso kg. 67. Esame 
degli sputi sempre negativo. 

19 marzo. Esce completamente guarito. 

Ulteriori notizie del Di G. F. provarono che Tindividuo nei 
dicembre 1893 si conservava sempre in ottime condizioni di 
salute ed attendeva ai lavori di contadino presso la sua fa- 
miglia. 

Questo individuo ricavò poco o nessun vantaggio dalie 
cure antecedenti, mentre riacquistò le forze e la salute dal 
nostro metodo di cura, non ostante che già esistessero fatti 
cavitari al lobo polmonare sinistro. 



G. U. appartenente all'arma dei RR. carabinieri, entrò allo 
ospedale il 10 gennaio 1893. 

Era indivìduo di costituzione fìsica originariamente buona. 
Aveva sofferto ripetutamente di affezioni bronchiali. Da pa- 
recchi giorni la tosse, inasprita, era divenuta abituale, con 
abbondante escreato. 

Àiresame statico si riscontrava affìevolimento del murmure 
vescicolare ad entrambi gli apici polmonari, specie a sinistra, 
ipofonesi alle fosse sopraspioose e, ivi, rantoli a piccole bolle» 



78 NUOVO MfiTODO DI CUBA 

Espettorato muco-purulento abbondante e contenente nume- 
rosi bacilli del Koch. Apiressia. Peso kg. 60,500. 

11 gennaio. In tali condizioni si iniziava la cura. 

1* febbraio. Diminuita ]*ipofonesi alle fosse sopraspinose; 
vi persistevano i rantoli in discreto numero. Il rimanente 
del lobo superiore appariva in condizioni fisiologiche. Tosse 
più rara, espettorato meno copioso, ancora muco-purulento 
e contenente bacilli tubercolosi. Peso kg. 60,600. 

24 febbraio. Risonanza normale alla percussione in tutto 
Tambito toracico. Persistenza di qualche rantoletto alle fosse 
sopraspinose. Espettorato scarso, quasi in totalitÀ- mucoso, 
ma contenente ancora vari bacilli. Peso 61,500. 

7 marzo. L'esame statico non faceva rilevare che la pre- 
senza di qualche rantolo alla fossa sopraspinosa sinistra. 
Tosse ed espettorati scarst. Scomparsa assoluta dei bacilli. 
Peso kg. 62. Appetito ottimo. 

21 marzo. Scomparsa di o^ni benché minimo sintomo pa- 
tologico polmonare. Respirazione affatto normale, cessata la 
tosse. Espettorato prettamente mucoso, senza bacilli; con- 
tinua Tappetito. Peso kg. 62,500. 

25 marzo. Esame degli sputi negativo. Peso kg. 62,700. 
28 » » » » » » » 62,800. 
30 » » » > D » » 62^70. 
18 aprile. Usciva completamente guarito. Peso kg. 64,200. 
L'individuo riprese il suo servizio, e molto tempo dopo andò 

in congedo in floride condizioni di salute. 



G. G. guardia della R. finanza. Entrava neirospedale il 
20 febbraio 1893. 

Era individuo di buona costituzione fìsica, ma molto de- 
nutrito. 

Nell'anno 1892 aveva sofferto di polmonite destra. 

Egli avvertiva da qualche tempo dolori al torace destro, 
aveva tosse e nella notte profusi sudori. 

Airesame si riscontrò una zona ipofonetica alla regione 
sopraspinosa destra, la quale ottusità scendeva, maggior- 
mente accentuata, fino all'angolo della scapola corrispon- 



DSLLA TUBERCOLOSI POLMOlfARI 79 

dente. In questa zona ipofonetica si percepivano rantoli a 
piccole e medie bolle con soffio bronchiale, e nella parte più 
bassa il murmurc vescicolare del tutto abolito ed il fremito 
toraco-vocale rinforzato. Espettorato mucoso. Apiressia. 
Poco appetito. Peso kg. 55. 

30 febbraio. Espettorato muco-purulento. Tosse più insi* 
stente. Esame degli escreati negativo. 

10 marzo. L'esame microscopico degli sputi svela la pre^ 
senza dei bacilli. 

11 marzo. Si inizia il solito trattamento curativo. 

21 marzo. Sintomi locali invariati. Alquanto migliorate le 
condizioni generali. Aumenta Tappetlto. Peso kg. 55)300. 
Esame degli spuli positivo. 

6 aprile. Diminuita l'ipofonesi e si percepiscono più di- 
stintamente i rantoli umidi. Espettorato muco-purulento, 
colla persistenza dei bacilli. Peso kg. 56,500. Discrete le con- 
dizioni generali. Aumentato Tappetilo. Dieta mista lattea e 
carnea. Marsala e vini generosi. 

13 aprile. Murmurc vescicolare e risonanza normali in 
tutlo il polmone, meno cbe nella fossa sopraspinosa ove 
ancora si percepisce qualche rantolo. Espettorato scarso, 
mucoso. Scomparsa dei bacilli. Peso k<r. 57,800. 

17, 18, 19 aprile. Esame degli sputi sempre negativo. 

20 aprile. Esce guarito. Peso kg. 58. 

Il C. G. continua attualmente il suo servizio nelle guardie 
di finanza. 



B. Q. guardia di finanza. Entrato il 16 giugno 1893. 

È individuo di buona costituzione fìsica. Aveva sofferto il 
vainolo nella sua infanzia, e circa un anno addietro crestato 
affetto per qualche tempo da catarro bronchiale. 

All'esame ^i riscontrarono i sintomi di un catarro bron- 
chiale diffuso ad ambedue i polmoni. Agli apici polmonari, 
specie in quello di destra, oltreché rantoli numerosi vi era 
leggiera ottusità di percussione. 

Tosse frequente, espettorato abbondante muco-purulento; 



4 



80 NUOVO METODO DI CURA 

inappetenza, temperatura 8erale38^5. Peso del corpo kg. 49,100. 

20 giugno. Esame degii sputi positivo. 

21 giugno. Si iniria la cura. 

30 giugno. Cessata la febbre. Aumentato l'appetita; inva- 
riati 1 fatti fisici polmonari. 

10 luglio. Scomparsa dei rantoli dalle parti inferiori dei 
due polmoni, diminuiti, in alto. Tosse meno frequente, espet- 
torato più scarso, ancora muco-purulento e contenente ba- 
cilli. Miglioramento dell'appetito e delle condizioni generali. 
Peso k^. 49,800. 

20 luglio. Murmurc vescicolare e sonorità normali in tutto 
Tambito toracico, eccetto che nella fossa sopreclavicolare 
destra, ove si percepisce ancora qualche rantolo. Diminu- 
zione della tosse e scomparsa dei bacilli. Peso kg. 50,200. 

25 luglio.. Scomparsa di ogni sintomo patologico polmonare , 
sonorità ovunque normale. Murmure vescicolare fisiolo- 
gico. Peso kg. 50,900. 

26, 27, 28 luglio. Esame degli sputi sempre negativo. 

31 luglio. Esce completamente guarito; riprende il suo 
servizio al quale attende tuttora. 



M. .0. soldato nel 29 regg. fanteria. Entrava nell'ospedale 
militare di Genova il ;;^iorno 6 marzo 1983. 

Individuo di buona costituzione fisica, senza precedenti 
morbosi. 

All'apice polmonare destro si percepivano rantoli sotto- 
crepitanti e soffio bronchiale. La percussione dava sonorità 
ipofonetica. Alla base dello stesso polmone ottusità marcata, 
soffio bronchiale e rinforzo del fremito pettorale. Tosse insi- 
stente, espettorato rugginoso. T. serale 39*,5. 

11 marzo. La febbre cade per crisi. 

20 marzo. Il focolaio pneumonico delia base del torace 
destro si risolve. 

Persistono i fatti deirapice corrispondente. 

6 aprile. Totale risoluzione del focolaio pneumonico, inva- 
riati i segni fisici delFapice. 

16 aprile. Leggiero essudato pleurico alla base del torace 




DILLA TUBERCOLOSI POLHONABB 81 

sinistro. Apice destro nelle precedenti condizioni. Esame delio 
sputo negativo. 

26 aprile. Espettorato muco-purulento, ove vengono con- 
statati i bacilli del Koch. L'essudato pleurico sinistro arriva 
alFangolo della scapola. 

2 maggio. Esame dello sputo positivo. 

3 maggio. Si inizia la cura speciale. Stato oligoemico mar* 
cato. Peso kg. 57,800, 

13 maggio. Il liquido essudato va riassorbendosi. — Qual- 
che miglioramento nelle condizioni generali. Aumentato Tap- 
petilo. Esame degli sputi positivo. Peso del corpo kg. 58. 

27 maggio. Completo riassorbimento dell'essudato. All'apice 
destro si senta ancora qualche rantolo. Condizioni generali 
in progressivo miglioramento. Peso kg. 60,300. Esame degli 
sputi negativo. 

7 giugno. Nessun segno patologico nei polmoni. Ricom- 
parso ovunque il murmure vescicolare. Esame degli sputi 
negativo. 

10-12 15 giugno. Esame degli sputi negativo. 

18 giugno. Esce completamente guarito. Peso kg. 61,100. 



M. F. soldato nel 30* regg. fanteria, entrava nell'ospedale 
1*8 maggio 1893. Era individuo di discreta costituzione fisica 
senza precedenti morbosi. 

All'esame si riscontrarono rantoli a medie bolle alla base 
e ronchi russanti alle parti alte del polmone destro. Tosse 
moderata, espettorato di apparenza mucosa, leggera eleva- 
zione termica alla sera. Peso kg. 54. 

12 maggio. Esame batterioscopico degli sputi positivo ri- 
guardo ai bacilli del Koch. 

13 maggio. Si inizia la cura. — Debolezza generale. — 
Inappetenza. 

15 maggio. Tosse scarsa, espettorato modico, di aspetto 
mucoso. Scomparsa dell'elevazione termica serale. Euforia 
Migliora l'appetito e si aumenta la vittitazione. Esame degli 
sputi positivo. Peso kg. 54,300. 

20 maggio. Scomparsa dei rantoli alle parti basse del poi- 

6 — Carasso. 



S2 NUOVO HKTODO DI CUBA 

mone destro. Respiro aspro e qualche ronco nelle patii alle. 
Esame degli sputi positivo. Rinàscono le Torze e l'appetito 
aumenta. Peso kg. 5i,900. 
23 maggio. Esame degli sputi positivo. 
26 maggio. Esame degli sputi positivo. Peso kg, i&. 
2S maggio, Murmure vescicolare e risonanza normale in 
tutto l'ambito toracico. Cessala la tosse. Espettoralo mucoso 
' ;li individui in istato di salute. Scomparsa dei bacìlH. 
!9, 30 maggio. Esame degli spuli negativo. Peso al giorno 
; kg. ^,800. 

IL maggio. Esce guarito, e viene proposto per la rivedi- 
ità alla prossima ventura leva perchè ancora non presen- 
ra sufficiente resistenza per le TaUcIie inerenti al servizio 
lilare. 



V. S. soldato nel 26° regg. fanteria, entrava all'ospedale 
ì maggio 1893. Era individuo di costituzione fisica molto 
perita e nello inverno andava soggetto a riacutizza zio ne 
un catarro bronciiiale esistente da circa tre anni. 
Da quattro giorni aveva tosse più insistente e Tebbre. Al- 
iarne sì riscontrarono rantoli al lobo polmonare medio 
destra, ipofonesi e rantoli numerosi alle fosse sopraspi- 
S0 e sopraclavicole ri delio stesso lato, respiro aspro in 
to il polmone sinistro. Tosse insistente, espettorato muco- 
rulento. Temperstura serale 39,5. C. 

15 maggio. Condizioni invariate. Esame sputi negativo. 
Ì6 maggio. Persiste la febbre. Compaiono sudori notturni 
!i accentuata la depressione delle forze, specie in causa 
Ila diarrea e della dispepsia 

6 giugno. Fenomeni cavitari alla fossa sotloclavicolare dj 
stra. Continua la diarrea divenuta sanguigna. Inappetenza, 
uperatura serale 39,8. E;>ame degli sputi negativo. 

16 giugno. Esame degli sputi positivo. 

18 giugno. Si inizia la cura nelle suddette con lizioni. 
29 giugno. Si svuota una vomica. La diarrea è infrenabile 
rsìsle la febbre. Non si riesce ad impedire che l'ammalato 
oi g li sputi. 



DELLA TUBERCOLOSI POLVOSIARI 88 

9 luglio. Ccndizioai generali sempre più gravi. Raucedine, 
«diarrea sanguigna. Ipocine^l cardiaca. Vengono sempre in- 
.goiati gli escreati. 

li luglio. Stante le gravissime condizioni deirinfermo si 
sospende la cura. 

13 luglio. Aggravamento considerevole. Diarrea sanguigna 
^profusa. Ipocinesi del cuore. Morte. 

Reperto necroscopico. Tre caverne voluminose al lobo su- 
^periore destro. Caverne più piccole al lobo medio. Perìbron* 
-chite tubercolare a tutto il resto dei polmoni. Pleurite tuber* 
•colare. Ulcerazioni intestinali multiple nellin testino. Tuber- 
•cc'losi peritoneale. Ghiandole mesenteriche e relroperitoneali 
caseifìcate. 

Deducesi dalla storia clinica del caso precedente che la 
^tubercolosi era generalizzata fin dal principio della cura, che 
-durò solo pochi giorni perché il decorso fu rapidamente fatale. 



M. N soldato nel 25o vegg, fanteria, entrò airospedale il 
17 giugno 1893. Era individuo di discreta costituzione fisica e 
«nella sua famiglia qualche membro era deceduto per tuber- 
colosi polmonare. 

Da circa cinque mesi aveva tosse con espettorato abbou- 
-dante, da qualche giorno poi era febbricitante. Sudori notturni. 

Presentava all'apice polmonare destro ronchi e rantoli nu- 

«morosi. A sinistra la respirazione era aspra e si percepiva 

-qualche ronco. Espettorazione muco-purulenta, emacìazione 

pronunciata. Peso kg. 53. Numerosi bacilli neirespettorato. 

Temperatura serale 39o C 

9 giugno. Si inizia la cura. 

16 giugno. Cessa la febbre, scompaiono i sudori notturni. 
Idiglioramento deirappetlto. Segni fisici invariati. Espettorato 
ìiDuco purulento con bacilli in discreto numero. Pesokg.5i,100. 

20 giugno. Scomparsa di ronchi e del rumore aspro in 
^utto il torace sinistro. Persistono i rantoli a destra. Tosse 
•meno insistente. Espettorato più scarso sempre muco-puru- 
iento e contenente bacilli in minor copia. Miglioramento gè- 
jierale. Aumentato Tappetito. Peso kg. 54,300. 



8i MUOVO METODO DI CUHA 

30 luglio. I rantoli sono limitati alla fossa sopraspinosa 
destra. Poca tosse, espettorato mucoso. Scomparsa dei ba- 
cilli di Kocb. Continua il miglioramento progressivo. Peso 
kg. 54,600. 

10 agosto. Scomparsa di ogni sintomo morboso. In tutto 
l'ambito toracico il respiro é vescicolare puro, la risonanza 
alla percussione perfettamente normale. L'individuo asserisce 
di sentirsi in forze, ottimo Tappetilo. Vorrebbe abbandonare 
la cura, ciò che, per prudenza, non gli viene ancora concesso. 
Esame degli spuli negativo. Peso kg. 55. 

20 agosto. Continua Taumenio delle forze. Esame degli 
sputi negativo. Peso kg. 55,700. 

1, 2, 3 settembre. Esame degli sputi negativo. Continua 
sempre la cura. 

21 settembre. Esce completamente guarito. Peso kg. 57,100 



N. G. guardia della R. finanza, entrava all'ospedale il 
giorno 11 luglio 1893. Egli era di costituzione fisica origina- 
riamente buona, ora molto deperita. Asserì che nella sua 
famiglia non vi era stato alcun caso di malattie dì petto né 
di scrofola. Non aveva precedenti morbosi degni di nota. 

Da tre mesi era tossicoloso, con sudori notturni, frequenti 
cefalalgie e sofiriva dlnappetonza. 

All'esame si riscontrarono rantoli numerosi a medie e pic^ 
cole bolle all'apice polmonare destro, senza alterazione apprez- 
zabile della rìsonanza alla percussione nelle partialte del torace 
destro. Anche alla fossa sopraspinosa sinistra si percepiva 
qualche rantoletto e respirazione marcatamente aspra. L'e- 
spettoralo era abbondante, di aspetto mucoso. Esame degli 
sputi positivo. Peso kil. 52. 

15 luglio. Si inizia la cura. Temperatura alle ore 3 pom. 
38»,5 a 

25 luglio. Sono scomparsi i sudori notturni e da due giorni 
la temperatura è normale. È aumentato l'appetito e si può 
prescrivere la dieta carnea. L'espettorato non è modificato 
e contiene ancora i bacilli del Koch. Segni fisici stazionari. 

5 agosto. Si nota aumento delle forze, Tespettorato ò meno 



DBLLA TUBEBCOLOSt POLMONABK 85 

abbondante e la tosse poco molesta. Esame batterioscopico 
positivo. Peso del corpo kg. 52^800. Scomparsi ì rantoli alla 
fossa sopraspinosa sinistra, ma la respirazione è tuttora 
aspra. Persistono i rantoli alJ*apice destro. 

15 agosto. Àiresame del torace si rileva solo qualche ronco 
alla fossa sopraspinosa destra. Euforìa. Espettorato mucoso. 
Scon}parsi i bacilli. Peso kg. 53,200. 

20 agosto. Non si riesce più a rilevare alcun sintomo pa- 
tologico toracico. Scomparsa totale dei rantoli, ritornato ovun- 
que il murmurc vescicolare. L'esame degli sputi continua a 
dimostrarsi negativo Peso kg. 53,500. 

27, 28, 29 agosto. Esame degli sputi negativo. 

1 settembre. Esce completamente guarito, e continua an- 
cora attualmente a prestare il suo servizio nelle guardie di 
finanza. 

M. G. guardia di finanza, entrava airospedale il 12 marzo 
1893. Era individuo di buona costituzione fisica originaria, 
alquanto cachettico in seguito ad infezione malarica. Non 
aveva precedenti gentilizi riferibili alle affezioni tubercolari, 
o ad altre malattie di petto. 

Da 6 giorni tossicoloso, aveva febbre vespertina con sudorj 
notturni. 

AlFesame si rìscontrò discreto grado di oligoemia, con 
tumore di milza. In tutto Tambito polmonare sinistro si per- 
cepivano ronchi russanti, nella fossa sopraclavicolare e so- 
praspinosa sinistra vi era ipofonesi con rantoli sottocrepi- 
tanti. Esame degli sputi negativo. 

Fu curato coi sali di chinina e cogli espettorati sino al 
14 maggio. A quest'epoca la febbre era scomparsa ed il tu- 
more di milza ridotto. Persisteva lo stato oligoemico, ed 
anche al lobo superiore del torace destro erano comparsi dei 
rantoli a piccole bolle. Espettorato scarso, muco purulento.. 

15 maggio. L'esame degli sputi dimostrò la presenza dei*, 
bacilli. Peso kg. 53. 

16 maggio. Inizio della cura. 

26 maggio. La tosse ò meno insistente. Diminuzione del 
rantolo all'apice polmonare destro. Esame degli sputi posi* 
tivo. Peso kg. 53,500. 



86 NUOVO METODO DI CURA 

6 giugno. Scomparsa dei rantoli all'apice polmonare destro^ 
persistono al sinistro. Aumento delFappetito é delle fòrze. 
Esame degli sputi positivo. Aumentato il peso. Kg. 5i,10O. 

16 giugno. Persistono i rantoli alla fossa sopraspinosa si- 
nistra. L'espettorato è scarso e di apparenza mucosa, con— 
tiene ancora qualche bacillo del Koch. Peso kg. 54,600. 

26 giugno. Nell'ascella sinistra si percepisce leggiero sfre- 
gamento pleurico, dove l'ammalato avverte dolore nelle pro- 
fonde inspirazioni. Esame degli sputi positivo. Peso kg. 54,900. 

6 luglio. Lo sfregamento pleurico ò scomparso. Alla fossa< 
sopraspinosa destra si avverte ancora respirazione aspra. 
Scomparsa dei bacilli dagli sputi. Peso kg. 55,300. 

16 luglio. Normalità di funzione in tutto l'ambito polntio— 
nare. Appetito molto accentuato. Esame dell'espettorato sem- 
pre negativo. Peso del corpo k^:. 66. 

26 luglio. Peso del corpo kg. 57. Esame degli sputi ne- 
gativo. 

6 agosto. Peso del corpo kg. 57,500. Esame degli sputi ne- 
gativo. 

16 agosto. Peso del corpo kg. 5S,300. Esame degli sputi 
negativo. 

17 agosto. Esce completamente guarito. 



M. F. guardia carceraria. Entrava all'ospedale il 15 lu- 
glio 1893. Erià individuo di medioci e costituzione fìsica, e ri- 
petutamente aveva sofferto di catarro bronchiale. Nessun 
precedente gentilizio è a conoscenza dell'individuo, che però^ 
da molto tempo ha trascurato i rapporti colla sua famiglia 

All'esame statico si riscontrano fìni rantoli airapice poi— 
monare sinistro. Temperatura normale. Esame degli sputi 
positivo, t^eso kg. 54. 

18 luglio. Si inizia la cura. 

8 agosto. Qualche rantoletto si percepisce ancora alfapice 
polmonare sinistro. Peso kg. 55,800. 

18 agosto. Scomparsa di ogni sintomo naorboso. Scomparsa 
dei bacilU. 

24 agosto. L'infermo tu congedato per fine di ferma dal 



f 



» - • - 

DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 87 

corpo delle guardie carcerarie e non si riesce a trattenerlo 
s ali^ospedale, volendo esso espatriare. Un suo fratello all'uopo 

\ interrogato nel dicembre scorso, asserisce non averne più 

notizie 



j N. A. soldato nel 25* regg. fanteria, entrava all'ospedale 

I il 21 giugno 1893. Individuo di costituzione fìsica originaria- 

I mente buona, ora alquanto deperita. La sua madre era morta 

di malattia cronica di petto. 

Airesame si riscontrarono rantoli a piccole bolle al lobo 
superiore ed alla parte alta del lobo inferiore del polmone 
sinistro. Tosse insistente, espettorato muco -purulento. Tem- 
peratura serale 38«,5 C. Sudori notturni. Esame dell'espet- 
torato positivo. 

27 giugno. Si inizia la cura. Peso del corpo kg. 56. 

7 luglio. Scomparsa la febbre ed i sudori notturni sono 
cessati. Fatti fisici invariati. Peso kg. 56,400. Esan^ del- 
Tespettorato positivo. 

17 luglio. Scomparsa dei bacilli dair espettorato. Qualche 
rantoletto rimane ancora alla fossa sopraspinosa sinistra. 
Ricomparso il murmure vescicolare nel rimanente del pol- 
mone affetto. Peso kg. 57. 

3 agosto. Sintomi locali invariati. Esame degli sputi ne- 
gativo, 

4, 5, 6 agosto. Esame degli sputi negativo. Viene riformato 
in seguito a rassegna speciale, come inscritto di leva. Lo si 
consigliaa rimanere ancora all'ospedale per ultimare la cura. 
Egli però insiste per ui^cire. 

7 agosto. Aderendo alle continue istanze dei parenti lo si 
dimette dall'ospedale, consigliandolo a continuare la cura in 
famiglia. 



M. M. guardia di città. Entrato all'ospedale il 9 settem- 
bre 1893. E individuo di costituzione fìsica buona originaria- 
mente, maora molto deterioratajper sofferta infezione malarica. 



88 NUOVO METODO DI CUR\ 

Riferi che da due mesi aveva tosse, febbre serotiaa, sudori 
notturni e debolezza generale. 

Esame statico. Ronchi russanti e sibilanti alle parti basse 
e medie del polmone sinistro, rantoli sottocrepitanti airapice. 
Al polmone destro si percepivano anche scarsi ronchi nel 
lobo medio ed alcuni fini rantoletti nel lobo superiore. Espet- 
torato muco-purulento. Peso kg. 56,400. 

15 settembre. Nello sputo si riscontrano numerosissimi i 
bacilli del Koch. 

16 settembre. Si inizia la cura. Temperatura 38<^,7 alle ore 
3 pom. 

26 settembre. Miglioramento delle condizioni generali, la 
tosse è scarsa, ed a preferenza si verifica al mattino. È di- 
minuita la quantità dell'espettorato, che si conserva muco- 
purulento. Scomparsi i sudori e la febbre. Aumentato Tap- 
petito. I fatti fisici sono invariati. Esame degli sputi positivo. 
Peso kg. 56,500. 

6 ottobre. Respirazione normale nei due polmoni dalla base 
alle spine delle scapole. La tosse ò scarsissima e l'espetto- 
rato quasi mucoso non contiene più bacilli. Pesokg. 56,800. 

10 ottobre. Si constata che l'ammalato non fa più la cura 
scrupolosamente, e che fuma molto, togliendosi il cuscinetto 
per molte ore della giornata. Si esercita quindi, al suo ri- 
guardo, speciale sorveglianza. Fatti locali invariati. Esame 
degli sputi negativo. Peso kg. 57,100. 

16 ottobre. Dietro accurato esame del torace non si riscon- 
trano più rantoli alle fosse sopraspinose. Esame degli sputi 
negativo. Peso kg. 58. 

29, 30 ottobre. Esame degli escreati negativo. Continua 
normale il respiro. 

6 novembre. la tutto Tambito toracico la respirazione è 
vescicolare e la percussione dà risonanza normale. Esame 
degli sputi negativo. Peso kg. 58,600. 

16 novembre. L'individuo completamente guarito, esprime 
il desiderio di uscire dalPospedale. 

24 novembre. Lo si dimette dall'ospedale consigliandolo a 
continuare ancora per qualche tempo la cura. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONABB 89 

D. F. soldato della 4* compagnia di sanità. Dì costituzione 
fisica sufficientemente robusta, asseriva che nella sua famiglia 
non si erano verificati casi di malattie croniche di petto. 

Neirautunno del 1891 aveva sofferto di catarro bronchiale, 
per cui veniva per qualche tempo ricoverato all'ospedale mi* 
litare di Genova. Da quell'epoca le sue condizioni di salute 
erano meno floride, la tosse non scomparve completamente 
e l'ammalato deperiva lentamente nella nutrizione generale. 

Nell'estate del 1892 fu sottoposto ad accurato esame e si 
riscontrò infiltrazione dei due apid polmonari con rantoli 
sottocrepitanti alle fosse sopraspinose e sottoclavicolari di 
ambo i lati. Si fece un preparato microscopico delio sputo 
muco-purulento e si rinvennero in esso in discreta quantità 
i bacilli. 

Sottoposto alla cura speciale, in capo a 10 giorni incominciò 
a ridestarsi l'appetito, prima scarso, e la tosse si fece meno 
molesta. 

Al 19* giorno di cura scomparvero i bacilli del Koch dello 
espettorato. I rantoli erano scomparsi dal polmone destro e 
persistevano in piccolo numero nel sinistro. Forze progres- 
sivamente crescenti. Peso aumentato di kg. 1,800. 

Al 25 giorno di cura non esisteva più verun sintomo né ob- 
biettivo né subbiettivo di affezione polmonare. Per tre giorni 
successivi si fece l'esame dello sputo con risultato sempre 
negativo. La cura venne ancora continuata per altri 15 giorni^ 
e rindividuo riprendeva il suo servizio militare dopo di 
aver goduto uria licenza di convalescenza di giorni 60. 

All'atto della sua uscita il suo peso era aumentato di 3 kg. 
Godette in seguito sempre buona salute e parti in congedo 
colla sua classe nell'autunno del 1893. 



P. F. soldato nel 29 regg. fanteria, entrava il 7 maggio 
1893 in questo ospedale militare 

Di costituzione fìsica molto deperita non aveva precedenti 
morbosi. Da 8 giorni era affetto da tosse. Presentava ran- 
toli finissimi espiratori al polmone destro nelle fosse sopra- 
spinosa ed intraclavicolare, e nel sinistro nella sopraspinosa. 



90 NUOVO KBTODO DI CURA 

Gli sputi muco-purulenli contenevano bacilli del Koch. 

8 maggio. Si inizia la cura. Peso kg. 52. 

10 maggio. La tosse è più scarsa, l'espettorato muco-pu- 
rulento. 

12 maggio. Esame degli sputi positivo. 

18 maggio. Tosse ed espettorato in continua diminuzione. 
L'infermo asserisce che le sue forze migliorano, si rialza il 
morale, cresce l'appetito. All'esame si nota la scomparsa 
dei rantoli all'apice polmonare destro, sostituiti dal murmure 
vescicolare. 

20 maggio. Scomparsa la tosse, l'espettorato mucoso sa- 
livare non contiene più bacilli. Ovunque si percepisce il mur- 
mure vescicolare fisiologico. Peso kg. 52,200. 

21, 22 maggio. E-^ame degli sputi negativo. 

23 maggio. Potendo un*uIleriore degenza all'ospedale rie* 
scirgli dannosa, e non presentando d'altra parte sufficiente 
resistenza fìsica per sostenere le fatiche del servizio mili- 
tare, viene riformato e messo in uscita, consigliandolo a 
continuare ancora per un certo tempo, nell'ambiente bene- 
fico dell'aria nativa, lo stesso trattamento curativo. 



P. G. Entrava in questo ospedale il 14 maggio 1893. Gapor. 
màgg. nel 26* regg. artiglieria. Dopo qualche teitapo tra- 
scorso nel ri{)arÌo venerei, esso venivi» colto da abbondante 
broncòrragia per cui il giorno 20 giugno faceva passaggio 
liei riparto medicina. 

Di costituzione fìsica originariamente robusta, ora noté- 
volmente deperita, non aveva precèdenti morbosi La bron- 
còrragia si ripetè profusa nei gioì ni seguenti, finché grada- 
tamente andò scemando per cessare il i^ luglio per non più 
ripetersi. 

1 luglio. L'infermo ha tosse frequente con scarso espet- 
torato, di aspetto mucoso senza tràcce di sangue. Presenta 
risonanza ipófònetica nelle due mete superiori dei polmoni 
ed in tali zone, numerosi rantoli a piccole e medie bolle. La 
ricerca batterioscopicà degli sputi dà risultato negativo. 



DELLA TUBERCOLÒSI POI^MONARE 91 

8 luglio. I fatti fisici sono invariati. Nell'espettorato si ri- 
scontrano in discreto numero i bacilli del Koch. 

9 luglio. Si inizia la ciira. Peso kg. 60,100. 

19 luglio. Si nota una leggera diminuzione nel numero dei 
rantoli; Tappelito è molto migliòi^àto. Il morale risollevato 
alquanto, la tosse è arlcoia frequente, l'espettorato alquanto 
diminuito. Peso kg. 60,200. 

Ss luglio. Lo sputo apparis(5e solcato da sottili striscie san- 
guigne, e ciò impressiona tristamente Tammalato, che teme 
il ripetersi delle broncòrragie. 

29 luglio. Le strie sanguigne sono scomparse dagli espet- 
torati. Airesame del torace si nota che la risonanza alla 
percussione ò normale alle parti anteriore e posteriore del 
torace al di sotto delle spine scapolari. Nella fossa sopra- 
spinosa destra la risonanza é leggermente) attutita, non si 
percepiscono più rantoli. Alla fossa sopraspinosà sinistra 
persistono Tottusità ed i rantoli. Appetito ottano, forzò in 
progressivo aumento. Peso del corpo kg. 61,100. Neiresjièt- 
torato si riscontrano àncora dei rari bacilli. 

1 agosto. Esame degli sputi negativo. 

9 agosto. Nulla di patologico può rilevarsi con un accu- 
rato esame in tutto il polmóne destro. Alla fossa sopraspi- 
nosa sinistra la risonanza apparisce fisiologica ma vi si per- 
cepisce ancora qualche rantoletto. Appetito sempre gagliardo. 
Esame degli sputi negativo. Peso 62,300. 

15 agosto. Scomparsa dei rantoli anche alPapice del poi- 
mone sinistro. In tutto Tambito toracico il murmure vesci- 
colare si percepisce in tutta la sua pienezza fisiologica. Con- 
dizioni generali soddisfacenti. Esame degli sputi negativo. 
Peso del corpo kg. 62,800. 

24 agosto. Continua il miglioramento. Esame degli sputi 
negativo. Peso kg. G3,200. 

25 e 26 agosto. Esame degli sputi negativo. 

27 agosto. Appartenendo Tindividuo alla classe anziana, lo 
si invia, completamente guarito, in licenza di convalescenz, 
in attesa del congedo. 



92 NUOVO METODO DI CURA 

S. S. soldato nel 26<> regg. artiglieria, entrava airospedale 
il 30 luglio 1893. 

All'atto della 1* visita lo si trova deperito nel suo fìsico 
ed oligoemico. 

Da parecchio tempo soiferente di affezioni dell'albero re- 
spiratorio, racconta di essere stato affetto per due volte da 
polmonite. 

Da circa un mese ha tosse con febbre e sudori notturni. 
Inappetenza. 

All'esame si riscontrano rantoli a piccole bolle alfapice 
polmonare destro. Espettorato muco-purulento. Tosse fre- 
quente. Bacilli nell'espettorato. 

1 agosto. Si inizia la cura. Peso kg. 53. 

8 agosto. Tosse più rara, espettorato sempre muco-puru- 
lento. Esame degli sputi positivo. Persistono i rantoli al pol- 
mone destro. 

15 agosto. Miglioramento generale. Esame degli sputi ne* 
gativo. 

16 agosto. Esame degli sputi negativo. Peso kg. 54. 

20 agosto. Ovunque si sente il murmure vescicolare, scona- 
parsi i rantoli. Esame degli sputi negativo. 

21 agosto. Esce completamente guarito, e riprende il suo 
servizio. Peso kg. 54,400. 



P. L. guardia di finanza. Entrava alFospedale il 6 set- 
tembre 1893, denutrito ed oligoemico. Soffri 4 mesi prima 
reumatismo articolare. Da circa 2 mesi ha tosse, febbre sero- 
tina, sudori notturni, scarso appetito, sputo sanguinolento. 

Presenta rantoli a piccole e medie bolle all'apice polmonare 
sinistro. A destra respiro aspro, ronchi all'apice. Tosse fi^- 
quente, espettorato muco-purulento. Temperatura 37* 2, C. 
Esame degli sputi positivo. 

7 settembre. Si inizia la cura. Peso del corpo kg. 54. 

12 settembre. Scomparsi i sudori. Espettorato invariato. 
Fatti fisici id. Sputi con bacilli. Peso kg. 54,200. 

15 settembre. Scomparso il respiro aspro ed i ronchi da 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARB 93 

tutto il polmone destro. Sputo mucoso con bacilli. Peso 
kg. 54,700. 

19 settembre. Scomparsa di ogni sìntomo patologico in 
tutti due i polmoni. Scomparsa dei bacilli. 

20 settembre. Esame sputi negativo. Peso 55 kg. 

21 settembre. Esame sputi negativo. Consigliandogli di con- 
tinuare la cura per qualche tempo lo si dimette dell'ospe- 
dale guarito. 



C. A. guardia di finanza. Entrato all'ospedale il 12 ottobre. 
Tossicoloso da qualche tempo. Presenta rantoli all'apice del 
polmone destro. Escreato muco purulento con molti bacilli. 
Peso kg. 53,200. 

14 ottobre. Inizio della cura. 

23 ottobre. Solo alcuni bacilli neirescreato. Anche airapice 
sinistro si percepiscono alcuni rantoli. 

29 ottobre. Esame degli sputi negative. 

9 novembre. Scomparsi quasi del tutto i rantoli a sinistra. 
Esame degli sputi negativo. Peso kg. 56,500. 

15 novembre. Fatti fisici invariati nelle fosse sopraspinose. 
Esame degli spuli negativo. Peso kg. 57,200. 

25 novembre. Persistono i rantoli. Sfregamento pleurico 
e dolore alla base del torace sinistro. Peso kg. 59. 

3 dicembre. Invariati i fatti deirapice, e pleurici a sinistra. 
Esame degli sputi negativo. Peso kg. 59,900. 

15 dicembre. Persistono piccoli rantoli alla fossa sopra- 
spinosa. Peso kg. 62. Esame degli sputi negativo. 

18 dicembre. Sebbene non guarito, contrariamente al no- 
stro avviso, ha voluto assolutamente uscire dalfospedalè. 

9 gennaio 1894. In seguito a disordini d'ogni genere e col- 
pito dairinfluenza rientra alPospedale, presentando numerosi 
rantoli a piccole bolle diffusi in tutto Talbero bronchiale, 
specie in alto dove pure si percepisce sonoritÀ ipofonntica. 
Tosse insistente, escreato muco-purulento abbondante, schiu- 
moso, con numerosi bacilli. 

11 gennaio. Ricomincia la cura. Febbre vespertina. Re* 
spiro affannoso, tosse insistente. 



94 NUOVO MSTOOp DI CURA 

19 gennaio. Condizioni locali e generali sempre più gr^vi 
per la diffìcollè del respiro. 

23 gennaio. Bacilli scomparsi dagli sputi. Ma la resp|r/a- 
zione si fa sempre, più difficile per il diffondersi della brpn- 
cliite capillare, pol?JO debole, irregolare tajora filiforme. Si 
sospende la cura. Ini^ziorii di caffeina. 

26 gennaio. Espettorazione penosifssima, dispnea, polso fili- 
forme, cianosi alla faccia. 

27 gennaio. Espettorazione nulla. Po^so mancante. Cia- 
nosi al volto ed alla estremilo. Muore alle ore 7 Vi ani. (!)• 



F. V. soldato nel 73o regg. fanteria entrava alFospeidale il 
15 oltobre 1893, deperito ed anemico. Proveniva dall'ospedale 
civile d'Ivrea. All'esame si percepiscono rantoli upaidi egli 
apici polmonari con ipofonesi, ronchi e sibili in tutto il pol- 
mone sinistro. Temperatura vespertina 39,5. Escreati nupa- 
mulali con bacilli. Peso 47,600. 

16 ottobre. Continua la diarrea che già soffre da qualche 
tempo. Si iniz'a la cura. 

20 ottobre. Continua la febbre. Inappetenza, 4o 5 scariche 
diarroiche sanguigne con dolori ventrali. 

25 ottobre. Esame degli sputi negativo. Scompare dei ba* 
cilli dall'espettorato dopo solo 10 giorni di cura. 

30 ottobre. Esami sputi negativo. Miglipramento dei fatti 
polmonari. Si aggravano le condizioni generali, diarrea in* 
frenabile sempre sanguigna, dolori ventrali, febbre continua, 
ipocinesi cardiaca. 

10 novembre. Continua l'enterorragìa. Estrema debolezza^ 
Inappetenza. Sempre negativo l'esame degli sputi. 

15 novembre. Scomparsa di ogni sintomo morboso dal 
polmone sinistro. Continuano le diarree sanguinolenti. 

20 novembre. Continua il depeirimento. Per l'estrema de- 
bolezza non è possibile l'esame del torace. 

(1) Versamento pleirieo sinistro si riscontrò all'autopsia. Piccole caverne 
sparse in tutu due i polmoni a pareti liscie contenenti poco pus, congestionata 
le basi dei polmoni. Uuco schiumoso al taglio, misto a pus. 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 95 

25 novembre. Muore quasi improvvisamente per paralisi 
cardiaca con perdita involontaria di feci sanguigne. 

Reperto necroscopico. Il polmone sinistro non offre al- 
cuna alterazione patologica. Nel polmone destro si ha infil- 
trazione tubercolare. Tubercolosi inlestinale, ove si riscon- 
trano parecchie vaste ulcerazioni, ^intestino contiene molto 
sangue. Ghiandole mesenteriche e retroperitoneali casei- 
fìcate. Tubercoli miliari al rene destro. 

In quésto individuo Tautopsia confi^rmò che TalTezione tu- 
bercolare non era limitala ai polmoni, poiché si rilevò die 
i fatti polmonari presentavano un certo miglioramento, e che 
la causa della morte fu la tubercolosi intestinale. 



A. G. Non militare, dell'età di anni 35 all'incirca, di co- 
stituzione fisica deperita. Da circa tre anni tossicoloso con 
deperiménto progressivo delle forze. 

Nel 1891 sofferse di pleurite essudativa sinistra, che guarì 
in capo a qualche mese. Continuò però ad essere tossicc^oso 
e spesso febbricitante alla sera. Per due volte ebbe copiosa 
broncorragia. 

Nell'autunno del 1893 l'esame statico del torace fece rile- 
vare marcata ottusità nelle fosse sopra e sotlospinose del 
lato sinistro e timpanitica nella sottoclaveare corrispondente. 
Nelle suddette regioni si percepivano numerosi rantoli a 
piccole e medie bolle. Appetito scarso, dimaj^ramento no- 
tevole. Peso kg. 51. Esame degli sputi muco-purulenti e 
nummulati positivo. Perciò lo si assoggetta alla cura spe- 
ciale. 

Dopo 26 giorni di trattamento i fatti fisici erano invariati, 
diminuiti alquanto i bacilli. L'infermo però confessa di non 
aver fatto la cura scrupolosamente, poiché le inalazioni della 
menta venivano interrotte durante la notte, venendo in tal 
modo a perdere 9 ore di inalazioni su 24. Lo si consiglia 
perciò a continuare le inalazioni a permanenza, anche du- 
rante la nottp. 

Dopo altri 6 giorni si rilevò un miglioramento molto ac- 
centuato nelle sue condizioni locali e generali. Aumento del- 



96 Nuovo METODO DI CURA 

l'appetito e del poso kg. 52. Le escursioni toraciche si ese- 
guiscono in modo completo, ciò che più non succedeva da 
oltre due anni. Scomparsa Tipofonesi dalla parte superiora 
del torace sinistro; ripristinato il murmure vescicolare quasi 
in totalità nelle regioni prima affette. Si percepiscono a ma- 
lapena alcuni rantoli a piccole bolle limitate ad una piccola 
zona della regione infraclavicolare e della sopraspinosa si- 
nistra. Scomparsi affatto i bacilli dagli escreati. Ripetulo 
Tesame per altri tre giorni consecutivi in numerosi prepa- 
rati, Pesame fu sempre negativo. 

10 giorno dopo (42o di cura) si ripete i'eeame dello sputo, 
fu trovato negativo, ed il peso del corpo fu riscontrato di 
kg. 52,900. 

Al 46« giorno di cura il peso è invariato, diminuita la tosse, 
e gli escreati più mucosi e meno purulenti. Reperto micro- 
scopico negativo. Rantoli scomparsi alia regione soprani- 
nosa, persistono in piccolo numero nella iCossa sottoclaveare. 

Al 68® giorno. Miglioramento progressivo nelle condizioni 
locali e generali. Esame degli sputi sempre negativo. Peso 
kg. 53,900. 

Dopo altri 16 giorni il murmure vescicolare ripristinato 
in tutto l'ambito toracico, cessata la tosse, scomparsi i ran- 
toli; esame degli sputi negatìv9. Appetito molto accentuato. 
Morale rialzato. Peso kg. 54,800. 

Per precauzione lo si consiglia a continuare la cura per 
un certo tempo. 



Altri quattro individui non militari, di cui, per brevità, si 
tralascia la storia dettagliata, vennero assoggettati qui in 
Genova allo stesso trattamento curativo perchè affetti da tu* 
bercolosi polmonare, confermata dalPesame batterioscopico 
degli sputi. 

Uno di questi, certo R. M. dell'età di 52 anni circa, ani- 
malo di polmonite sinistra nell'anno 1881, della quale dice 
essere guarito incompletamente. 

Da un anno è tossicoloso. Talora ha febbre vespertina con 



DELLl TLBCmCOLOSI P0IJKI5AU 97 

sudori notturni. Forte emaciazìoiie, inappetenza. Ipofonesi 
a sinistra ed in basso e posteriormente. Rantoli umidi a 
medie bolle sparsi in ambedue ì lobi del polmone sinistro. 
Polmone destro sano. Escreato muco-purulento contenente 
bacilli del Koch in numero piuttosto scarso. Peso del corpo 
kg. 42. 

Iniziata la cura, questa si limita alle inalazioni di menta, 
perché dice non poter assolutamente tollerare la soluzione 
creosotata. 

Dopo 7 giorni l'esame dello sputo fa rilevare ancora in 
esso la presenza dei bacilli. 

Al 18^ giorno di cura Pesame dello sputo riesce negativo. 
Scomparsa dei bacilli in ripetuti preparati. 

Al 3tì9 e 229 giorno Tesame dello sputo è sempre negativo. 
^Persistono i rantoli diffusi in tutto il polmone sinistro. Per 
l'intolleranza della mistura creosotata tralascia la cura e si 
limita alla dieta mista, lattea e carnea. Peso kg. 42,200. 

Negli altri tre individui la sintomatologia fu molto più 
semplice. Rantoli a piccole bolle, scricchianti agli apici, con 
ipofonesi alla fossa sopraspinosa. Tosse con espettorato 
muco-purulento contenente bacilli, febbre Yespertina con su- 
dori notturni in un caso, assenze negli altri due. Migliora- 
mento progressivo. Scomparsa dei bacilli in un periodo che 
variò da 27 a 43 giorni dopo le inalazioni. Guarigione com- 
pleta in tutti e tre i casi colla scomparsa dei rantoli, e col 
ritorno del murmurc vescicolare fisiologico in un periodo di 
tempo fra il 55^ ed il 72* giorno di cura (I). 



(1) L'A. si risenra dì ccomanieare altri caa occorsigli dopo la compilazione 
del la presente memoria. 



7 — Canuto. 



98 NUOVO METODO DI CURA 



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ti 



Conclusioni. 



Le storie cliniche ci autorizzano a trarre le seguenti con- 
clusioni intorno alTefficacia del nuovo metodo di cura della 
tubercolosi polmonare da noi proposto: 

1" I bacilli del Koch scompaiono dagli espettorati in 
un perjodo che finora ha variato dai 10 (1) ai 60 giorni. 
Questa scomparsa avviene costantemente, a meno che Tarn- 
malato venga a soccombere poco dopo iniziato il trattamento 
curativo speciale. 

Il potere battericida dell'essenza di menta, dimostrato in 
Titro^ si esercita quindi anche nel polmone, quando venga 
inalala. 

A nessuno può sfuggire l'importanza di questo fatto. 
2® Tutti gli affetti da tubercolosi polmonare, non com- 
plicata ad affezioni della stessa natura in altri organi, i 
quali furono sottoposti al nostro metodo di cura, eccetto che 
nel caso in cui la penetrazione delTessenza di menta nell'al- 
bero respiratorio era difficoltata da sangue in questo strava- 
sato, guarirono perfettamente. 

La guarigione completa si ottenne non solo nei casi di ta- 
bercolosi polmonare al primo stadio, ma eziandio in quelli 
degli stadi più avanzati, anche quando i segni fisici delle ca- 
verne erano evidenti. 

Tutti i guariti non presentarono più alcun segno fisico 
morboso nel polmone e l'esame del loro espettorato si man- 
tenne sempre negativo per i bacilli del Koch. 

Per molti si ebbe occasione di avere informazioni attendi- 



li) Questo minimo si ottenne dopo la pubblicazione della Nota preventiva. 



DELLA TUBERCOLOSI POLHONAIIG 91) 

bili sul florido stalo attuale della loro salute, e per alcuni la 
guarìgioDe già rimonta ad epoca remota, di quattro ed ancite 
di cinque anni. 

In quali condizioni anatomiche si trovino le pnrti del pol- 
mone, prima infiltrate di tubercoli, ed a volte escavale da 
ampie caverne, e, dopo h cura, perfettamente funzionanti, 
non si ebbe ancora l'occasione di constatare de visu, non 
avendo avuto l'opportunità di praticare alcuna autopsia in 
simili individui. 

Il professore Loomis (1) ha studiato i processi dì arresto 
e di guarigione della tubercolosi polmonare, facendo tesoro 
del materiale abbondantissimo n sua disposizione nell'ospe- 
dale Bellevne a New-York, 

Egli avrebbe trovato macroscopicamente: 

a) Noduli di consistenza fibrocartilaginea e nel loro 
centro uoa massa cretacea talvolta molle, più spesso are 
nosa, o con frammenti di consistenza durissima, a margini 
taglienti. Intorno a questi noduli, deposili connettivali attra- 
versati da bronchi o relratti od obliterali o dilatati. Gli al 
veoli polmonari più prossimi a questi depositi furono riscon- 
trati solo parzialmenle permeabili nll'uria, ovvero enfise 
tosi. In pochi casi, invece di rivestire la forma nodulare, 
indurimenti del polmone furono riscontrati estesi in superlice 
e-senza traccia di parenchima polmonare; 

b) Caverne cicatrizzate, cioè: o un^i cavità vuota, co- 
municante con un bronco, isolata da una spessa membrana 
e mantenuta aperta da aderenze colle pareli toraciche, op- 
pure una cìcati'ice lineare per l'obliterazione della cavila da 
sviluppo di connellivo. Attorno alla cavità vuota, od alla 

{I) Medual Rteord, 9 gennaio 1802. Rljiorlato dalla Riforma medica, ti. U 



i 



400 NUOVO METODO DI CURA 

cicalrice lineare furono osservate le alterazioni descrilte at- 
torno ai noduli; 

e) Tulio il lobo superiore trasformato in una massa 
compatta ed omoj2;enea, di tessuto fibroso, senza vestigia di 
parenchima polmonare, ed attraversato da bronchi dilatati, 
alcuni dei quali riempiti di sostanza calcarea. 

iMicroscopicamente il Loomis avrebbe constato che gli in- 
durimenti nodulati o diffusi traggono origine da accumulo 
di tessuto connettivo, derivante dal connettivo intralobulare, 
da quello delle pareti filveolarì, da quello che circonda i 
vasi sanguigni ed i bronchi. La neoformazione di tessuto 
connettivo sarebbe quindi Punico modo di guarigione della 
tubercolosi polmonare, ed avverrebbe per un'attiva ed in- 
tensa iperemia attorno al tessuto tubercoloso. Questa iperemìa 
sarebbe provocata forse da agenti terapeutici, come la tu- ' 
bercolina, la vita sulle alte montagne, e le cure pneuma- 
tiche, ed anche senza di essi potrebbe originarsi dal fatto 
che per effetto della malattia il tessuto connettivo risente 
una irritazione stimolatrice della sua attività formativa, 
mentre il tessuto polmonare è attaccato e distrutto prima, 
analogamente a quanto succede sempre nelle perdite di ele- 
menti parenchimatosi. Intanto il tessuto parenchimatoso in 
tale guisa va perduto, e viene sostituito da tessuto con- 
nettivo. 

Riferendoci alle alterazioni analomo-patologiche macro- 
scopiche descritte dal Loomis e mettendole in rapporto colle 
nozioni di propedeutica medica risulla il fallo che i processi 
di arresto o di guarigione della tubercolosi polmonare con- 
ducono ad una modificazione tale nello stato fisico delle 
parti affette che non può sfuggire ad un accurato esame 
statico. 

È ovvio inratti accettare che i noduli connettivali ed i 



DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 101 

piccoli indurimenti estesi in superficie e di poco spessore 
possono non dar luogo a sintomi fisici. Ma le cavità vuote, le 
cicatrici che si sono sostituite a vaste zone di parenchima 
polmonare, con consecutiva diminuzione notevole del volume 
di questo, e più ancora le masse compatte che hanno rim- 
piazzato un lobo intero, devono pur essere rilevabili con i 
metodi clinici di esame. 

Il ritorno della sonorità normale ed il ristabilimento in 
toto del murmure vescicolare anche nei polmoni che furono 
affetti da ampie caverne, come si ottenne in alcuni casi col 
nostro metodo di cura, non possono ricevere sufficiente spie- 
gazione delie osservazioni del Loomis. 

In quanto ai reperti microscopici &i deve osservare che 
il Klebs (1) ammette che la cellula tubercolosa non sempre 
perisce, ma possa, dopo essere stata paralizzala nelle sue 
funzioni, ricuperarle. Egli crede che le cellule epilelioidi 
possono ritornare alle condizioni normali. 

Così, per il Klebs, la tubercolosi può guarire per una 
riduzione del tessuto tubercoloso e non unicamente per una 
cicatrizzazione. Inoltre in certi punti fu constatato da alcun 
osservatori (Petrone (2) ed altri) un conato di rigenerazione, 
che si manifesta in forma di sottile palizzata di elementi 
epiteliali giovani, i quali si colorano fortemente col car- 
minio. 

Attendiamo che le osservazioni microscopiche facciano 
conoscere lo stato anatomico dei polmoni di infermi guariti 
col nostro metodo di cura, anche per osservare se in essi 
riscontrinsi dei bacilli tubercolari incapsulati fra il tessuto 
connettivo e capaci di riprodurre la malattia. Intanto la 



(1) Riforma medica, voi. II, N. i07, 1892. 

(3) Vedi Nota del Paolucci allo StraempeU, articolo TubereoloH dei polmoni. 



102 NUOVO METODO DI CURA DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 

completa funzionalità di cotali polmoni c'induce per le ra- 
gioni sopraesposte, ad ammettere per essi un ristabilimento 
di struttura che^ dai più creduto impossibile, ha qualche os- 
servazione in suo appoggio. 

3** Questo semplice ed efficace metodo curativo si ad- 
dimostrò assolutamente innocuo; 

4® Non si fecero ancora, per mancanza di adatti mezzi» 
degli esperimenti per constatare se l'essenza di menta, ina- 
lata, possa conferire agli animali Timmanità per la tuber- 
colosi sperimentale. 



Nota. — Sono lieto di poter pubblicamente attestare la 
mia più sentita riconoscenza all'egregio collega ed amico 
sig. Nieddu dott. Antonio, tenente medico, aiutante mag- 
giore in questo ospedale, per la sua intelligente ed efficace 
collaborazione nel redigere la presente memoria. 



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4 M62 Nuovo metodo di cura 
j lR9i- della tubercolosi