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University of Toronto
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i
VOCABOLARIO
D !■: I, l A
LINGUA ITALIANA
GIÀ COMPILATO
DAGLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA
ED ORA BOVAMESTE CORRETTO ED ACCRESCIOTO
DALL' ABATE
GIUSEPPE MANUZ Z I
TOMO SECONDO PARTE SFCONDA
IN FIRENZE
APPRESSO DAVID PASSIGLI E SOCJ
HD C C ex L
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AW/IJATl >Lj^f.
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VOCABOLARIO
«ELLA
LINGUA ITALIANA
f S. Prema settima ietterà deìP .1 (fa-
telo itaitnnOf decimaterza delle conson 'rt'
II, ia quale si pronunzia Esse; ed è di
suono veemente, cerne la R. Posta ia com-
posisioiie ce* suoi primitivi j ha Jorza mol-
te vo'te dt privativo, come CALZARE,
SCALZARE, MONTARE, SMONTARE.
Alle volti- d'accrescitivo, come PORCO ,
SPORCO . MUNTO, SMUNTO. Jfle
voile di frequentativo t come BATTERE,
SBATTERE. J/fe volte non opera nulla,
valendo lo stesso CAMPARE e SCAM-
PARE. BANDITO e SBANDITO, BEF-
FARE e SBEFFARE. Afypo di noi ha
due tMriì suo/iìj il primo più gagliardo ,
t a noi piti familiare, come CASA , AS-
SE» SPIRITO. Valtro più soUile, 0 ri-
messo, usato più di rado, come SPOSA,
ROSA. ACCUSA. SDENTATO , SVE-
NATO, /n questo s< condo suono non si
raddoppia giammai, ne anche si pone in
principio dr-Ua parola^ se non quando im-
mediatamente ne se^ue una consonante,
c^fmc SMERALDO,' SDENTATO. Con-
tente dopo di sé nel principio della pa-
rola tutte le consonanti, salvo la Z. IVel
mecio della parola, e in diversa sillaba ,
riceve dopo dt se le medesime consonan-
ti, ma più malagevolmente , e per l? più
tn composizione, colla preposizione DÌS, o
MIS> <ome DISDETTA. MISLEALE;
ma col C. P, T s* accoppia frequente-
mente senza diffìcultà , come TASCA,
CESPUGLIO, PRESTO. Quando e po-
sta avanti a/ C , F , P , T , si dee pro-
nunziare nel primo modo, cioè col suono
più gagliardo, come SCALA, SFORZO ,
VESPA, STUDIO, CESTO; ma avanti
ni B, D, G,L, M , N, R, V si pronunzia
coi suono più sottile , 0 rimesso^ come
SBARRARE, SDEGNO . SGUARDO,
SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRA-
DICARE, SVENTURA. Jvanti di sé
ammttte la L, N, R in mezzo della dì-
itone, e in diversa sillaha, come F&.I.SO,
MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo
della parola, come l'altre consonanti, do-
ve lo ricerca il bisogno. * Salv. Jwert.
1- 3. 2. 2^. E Del libro de' Sagramenli si
serve della S per ìaterpooimeoio l'aulore
di queir opera, scrivendo come s'è case e
poderi, per con dir come è case, che s'
usa speiso pzi^ndio nel parbre; e legoesì
parimente ne\U predetta Storia di san
Giovambatista : vengono, e domandano chi
s'è questo Giesùj modo che oggi è pro-
prio del parlar viuizi.inn ; nu l'annoio eolia
S dolce, la (jual semplit-c Z è stata da noi
appellata, qual si pronuozid io r?sa , in
ispo^a , e sì fatte. (FJ Salvin. Disc. 3.
9^. La S è UDJ lettera dì suono cosi vi-
vace, e snello, che s'accompagna in prin-
cipio delle parole con tutte le lettere del-
l' alfabeto, fuori che cou se medesima;
sanità, sbarco, sdarsi d* una coso, sua-
morarsi, smammarsi ce (C)
S A B
SABAOT , che alcuni scrivono anche
SABAOTH. Foce ebrea. LaU sabaoth.
Gr. sajSoca'à . Darti. Par. j. Osanna ,
sanctus Deus sabjoib . But. Ivi : Sabaoth
s'interpetra : delle virtù , ovvero degli
eserciti. G. ì'. li. 76. ^. Lo onoipoleu-
te Iddio sabaoth dà vinto e perduto a cui
gli piace , soc.:iido i meriti e i peccali .
M. f. li- 3. Le quali sono nelle mani
del Signore Dio sabaoth, cbe interpetrato
è Dio degli eserciti . / arcli. E» col. 162.
Alleluia, che significa: lodato Dio; Osan-
na, che vuul dire: salva, li priego; e Sa-
baci, cioè: esercito; tulle e Ire usale da
Dante . Ar. sat. ty. Pochi sono gramma-
tici, e umanisti Senza il vizio , per cui
Dio sabaot Fece Gomorra, e i suoi vicini
tristi.
:? SABATICa Jg^-iunto dato dagli E-
hrei ad uno de* più nobili periodi annua-
li , ed era Quello che constava di sette
anni. (A)
aS SABATINA . Vicesi Far la sabati-
na, e vale Aspettar a cenate subito dopo
la mezza notte del sabato, per poter man'
gicir Ciirm-, 0 simile. (A)
# SABATINO. Add. Di Sabato j ed
anche ISato in giorno di sabato . Salvin.
Tane, fliion. O S.dndno, o Mone j nomi
proprii di conUdini . Sahatìno , nato in
giorno di Sabato; come /^aj^ui/iOj la Pa-
squa ; ec. fA)
SABATO . che talora da alcuni st «crij-
je SABBATO. Nome dd settimo dì della
settimana . Lai, sabbatam , dies Saturni.
Gr. ja35aT0v. Cavale. Frutt. lin^. Onde
in figur? di ciò dice san Gregorio , cbe
Iddio diede al popolo suo a guardare e
festeggiare il giorno del sabato, che vie-
ne a dire rquie. Hocc. g. ~-f. 8- Ed
S A B
il simigliante fscenamo del sabato susse-
guente -
g. L Non aver pan pe' sabati j prover-
bio, che si dice quando vogliamo descri-
vere uno, che abbia da vivere scarsamen-
te, Lat. trium dierum comnieatum ha-
bere.
§. II. Domeneddioj 0 Cristo non paga
il sabatoj dettato esprimente, che II ga-
stigo può differirsi, ma non si toglie. 'Lat.
da laneos pedes habent Gr. fxóXn tc-
3;tOV, i'JxlSi T910VT5V ^''Sctt. T'cd. Flos.
3i2. Fach Stor. ìo. 328. Ma Iddio,
il quale ( come dice il proveibio de* vol-
gari ) non paga il sabato , riserbò il suo
gasligo , e la meritata pena A signor
Chiappino Vitelli. E l6. 63g. I quali vi-
vono ancora, furse perchè Domeueddio (co-
me si dice per proverbio ) non paga il sa-
bato. Morg. 2.\. 34- Ma non sanza cagion
si dice un metto. Che 'I sabato non paga
sempre Cristo, E non vi fia poi in fine un
quattrin rotto. Lib. Son. 70. Chi vien di
folassù, giugne ben presto, Percb' e' non
paghi il sab.ito appuntino.
§. III. Sabato santo, diciamo per eccel-
lenza a quello avanti la Dcmeniea della
Besurrezione. Piai. S. Grcy. 1. io. Lo
sabato santo ìn sul vespro passò di questa
vita. 3Iaestrttzz i. ^j. La Chiesa ha due
tempi ordinati secondo l'antica usanza, cioè
il sabato santo, e lo sabato della Penteco-
ste. P'ra/ic. Sacch. nov. 160. Il quale uno dì
di sabato santo , quando la beccheria era
più fornita di carne ec, si mosse a volo. '
§. IV. Esser più lungo, o maggiore ,
che '/ snbato santo, si dice del Non venir»^
o infavellare, 0 in operare, mai alla fine.
Lai. orbita tardior. Pat.iff. 6. Più , che 'l
sabato santo tu se' maggio. Salv. C ranch.
1. 2. Tu se* più lunga che '1 sabato janto :
Assomma, se tu vuoi.
SABBIA. Sabbione. Lai. sabulam, sabu-
lo.Ov. ^du.Cf.'^o i. Ar. Fur. 7. 2^. Soave
fior qual non produce seme Indo, o Sabeo
neir odorata sabbia. Alam. Gir, 9. 1^0.
Quetl* altro in atto se gli raccomanda, £
SI fa *n volto di color di sabbia.
g. I. In provcrb. Seminare in sabbia, va-
le Operar senza frutto, Perdere il tem-
po, e la fatica. Lat. cìeum et operam
perdere. Ar. Far. 2$. 66. Tanto gli pr**-
me L' aver gran tempo seminalo 'n rab-
bia.
* g. IL Sabbia, vale anche Lido, mt
in questo senso è voce poetica. Ir. Far.
98o
S A B
8. 39. Stupida e fiwa nell' incprla «abbia,
Coi capelli disciolli e rabbuffati ec l
bo|;uidi occhi al cici tcoca Uvati. (Br)
* SABBIARE. Copriremo li il arare con
tabbia. Rea, Lrlt. Si »«" l'orioale col
•uo cappello ci«o. e »i "bbia bcoe le
congiunture , che dod possa svaporare
Dientr. fy4)
SABBIONCELI.O. Dim. di Sìbhione.
Tratl. secr. c»^- ft^nn. Nasce quest* erba
su* iiugri sabbioncclli, e mollo renosi.
•ìABBIONE. Renat 0 Terra arenosa.
Lai. sahulunt, sabato. Gr. t{»'//jt_aO;. Sfn.
Pisi. Quando M mare è lungamente in
pace, e' torna io polvere, o in sabbione.
O. V. 7. 29. 3. Ni'D sofferse il Re , che
Tossono soppclliti in luogo sacro , ma in
sul sabbione del mercato , perchè erano
scomunicati. Hant. tnf. l3. Mentre Che
tu Terrai nell* crribil sabbione. K 17. Co-
sì la 6era pessima si slava Sull' orlo, che
di pietra il sabbioo serra. liu(. Sjbbione
è f'-na grassa, e piena di |)ietrellc picco-
line. Cr. 2. 26. 1. Che non sia magro
sabbione sanza mischiamento di terreno.
Hed. Ins. 5. Fu dottrina d' Archelao ,
scolare d' Anassagora , che non ogni ter-
rencllo magro, ed arenoso, non ogni morto
sabbione fosse il caso.
SABBIONOSO. Adii. Di quaìità di
sabbione, o Pieno di sniibtnne. Lat. sahu-
lofus. Gr. ^'/.^y.(ìcÀSri^. G. /''. 7. 3/. 6.
La delta contrada è motto sabbionosa, e
quando è secco, fa molla polvere. Cr. 2.
l3. 2\. Ne' luoghi sabbionosi sì sparga
la creta, e l'argilla. E cnp. 16. 3. Di-
venta allora il campo polveroso, e sabbìo-
noso, e salso, e pessimo.
SABBIOSO . Ad'l. Sabhionoso. Lai.
s^ibulosiis. Gr. tj;aua3w'o*5;. Palina. Feb-
br. 33. Amano i luoghi caldi, sabbiosi, e
spiasse volle la maremma. Alani. Co't. 5.
118. Brama ìl seggio trovar profondo, e
grasso. Schiva il sabbioso.
■f- ^ SABINA. Pianti sempre verde,
le Ciii/oglii- sono di un sapore acre, di un
odor acuto , e le bacche di un tur-
chino alquanto ncm. Lai. sabina. Lih.
ciir. malntt. La sabina giova alla ritenzio-
ne de' mestrui, e giova alla slcrileiza. (')
SACCA, Sorta di sacco. Luì. pera. Gr.
ttrip'X. I>. lar. T. 2. 4- 5. Povertà balte
alla porta, E mm ha sacca, nò borsa. Gal.
Dial.mot. 570. Da (questi due chiodi penda
nna catenella srittile, e tanto lunga, che la
sua sacca si sleiid.i quanta è la lunghezza
del prisma (qui per simiHt., evale Cur-
vatura } .
•f* SACCACCIO. Peggiorativo di Sac-
e. Beni'. Celi. f'il. 2. 3()l. Quei muscoli
non son ritratti da un Uomo, ma sono
ritratti da un sacrarcio pieno di poponi che
diritto sia inesco, appi>ggi.i(o al muro .
Buon. Fier. 3. 1.9. Ci lu data una stanza
Mssai ben Ionia, Il cui letto era, involta in
un saccarcio , Certa che fu gi'a paglia, or
fatta è lis' a, Nidio ed alloggiamento re.
SACCAIA. Sorta di sicco. Lat. pera.
Gr. TTvj'pot. .Sfl/v. Granch. 2. .5. Ilo più
saccaie, e più bossoletti, V. più alborctli ,
che non ebbe mai Cantanìbanco.
g. I. Far latCnia, .ti dice delle ferite
infistolite , quand-* saldate e non guarite
rifanno marna, che non si vede. Lat. in
imo sinu iiihsidere, ex'i'um non habere.
§. II. Far saccaia, si dice anche per
metaf. delC Accumular nell'interno ira
sopra ira, 0 sdegno sopra sdegno. Lai.
tram trae addire.
SACCARDELLO. Dim. di Saccardo j
e si prende comunemente pt-r (/omo vile.
Lai. nihtli hcnio, vilis, ahiectns, homun-
CIO. Or. ^t.nf^.BeÌlinc. son. 33o. Però non
mi trattar da s.icrardcUo. ^ Beva. lett. ^j).
Quevto è quel che rovina voi altri pov« retti
ammarlellali , che v'immergete in coleste
S A C
magnificenze ec. senza ricordarvi de'povtrì
saccariielti amici e servitori vostri, (à)
SACCARDO. Quf^h ehe conduce die-
tro agli eserciti le vettovaglie, o gli ar-
nesi, e l^ baga^lie j Bagaifltone. Lat. ca-
io, Ilvi. Gr. CAtvooópo^. Af. V. 9. ({.
Molti uomini d'arme, ma più de'saccardi,
per lo brusco tempo, e per lo disagio, e
mala vita, ma i più de'saccardi non prove-
(luti, grande parte de'loro cavalli ti guasta-
rono per difetto di strame, eper lo mangiar
del grano, ch'altra biada noo avieno, che
dare loro. E cap. 37. Cominciò a fare bri-
gata di saccardi. e assai Inghilesi che si di-
lettavano di mal fare, e che attendìeno a
vivere di rapine. Frane. Sacch. nov. l3.').
Voglio dim'^slrare, come un buono uomo ,
servendo un vile saccardo con uno dono d'
una piccola cosa, fu meritato da lui dell' a-
vcrc, e della persona. E Op. div. i36. Si
contraffece con veste di manipolari, li quali
oggi chiamiamo saccardi, o saccomanni.
SACCARELLO. Dim. dt Sacco. Lai.
sacculuv. Gr. //«5?Jtiov. Fr. Zac. T. i.
2. 3. Venni rinrhiuso in un saccarello.
^- SACCATO. Term. de' Medici. Ag-
giunto per lo più d'idiopisia. Cocch. Bagn.
Idropisia saccata. (A)
t SACCENTE. Che sa. Sapiente. Lat.
pcrituf, scient, gnarut. Gr. €'iO»i'/XWV. f^al.
Maìs. P. S Acciocché non mancasse sa-
cerdolessa saccente degli antichi costumi a
quella Dea. Fav, E^op. Per questo esemplo
dobbijmo intendere , che gli uomini che
non sono sarrenli, rhefann'i dimoslrazion
di fare ec. Tesoretl. Br. ^. 26. Ma Ìo non
sono sacceole. Se non di quel, eh' e' suole.
* §. I. Ma p,'r lo più Si piglia in mala
pai t-'y dicendosi di Chi presume di sapere*
'< Lor. Me<l. Coni. i3l. Fuggendo un certo
vixio comune a donne, alle (juali parendo
d* intender)-' assai, divengono iuiopporlabili,
volendo giudicare ogni cosa, che volgar-
mente le chiamiamo saccenti. Bem. 1 im.
1. l. Un prete della villa , un ser saccente.
Fii-: Prip. 112. Da qualche hello spirito
degli antichi, o, come sogliamo dire, da
qujlche saccente ». (C)
t 3 §• I' P'-'' Astuto, Saf^ace, Accolto,
Lai. sagax, adulur, vafer. Gr. 7rojluu.»ÌTi5.
Bocc. nov. 88. 5. Con un saccente barattie-
re si convenne del prezzo. E nov. ()2. !\. Un
de'suoi, il più saccente, bene accompagnalo
mandoall*Abate.3/(rac Mad.M. Questi era
sì saccente e procacciante, ec. Fr. Giord.
Pred. S. Diventano le genti argute, e sac-
centi, e schernitori. Bem. Ori. i, 18 5o.
Tu se' troppo per me saccente, e sag-
gio.
•f SACCENTEMENTE. Awerb. Con
savi-zza j ma in qut-sto significato è voce
antica. Lat. saiiienter, Gr. noisCi. Alhert.
cap. ^7. La terza si è usare Icmpcratanicntc
e sacccnlemenle di rjuello, che noi abbiamo,
e guadagniamo.
g. Talora si prende per Prosontuosa-
niente. Arrogantemente, Astutamente* L»i.
v'frr, callide, petulanter, Gr. Travoui'/w;.
ir Dep. Decani, y^. Doverra pur sempre
dilettare più a'iellori di spirilo e d'ingegno
aver quello .ippunto che il Boccaccio ci la-
ccio scritto coti semplice e puro, che ciò
che quabhe animoso emeodalorc avesse
sacccnieineate mutato, ancorcbìr io me-
glio. (F)
SACCENTERI'A. Astratto di Saccente,
art secondo significato. Presunzione, Sfac-
fiiitrzza^ Presuntuosità, Arroganza, Sa-
pere affettatOy e semi fondamento. Lat. pe-
fiilantia. Gr. oìua^i'st. Capr. ftott. 7. l.^jj.
Io eleggerci piuttosto di morire, che \i\cre
con cotesle saccenlerie. Tac. Dav. Star. \.
343. Parendo ec. che Demetrio, ehe facca
professione dì filosofo Cinico, aveue difcio
con più sarceoleria, che oorslì, io tristo
manifesto (il testo litino ha.' ambilioiius »
S A C
quam hooestiui ). 5orgA. Col. if</i/. 438
Volere 10 questo caso saperne più del prio
«pale, mi pare ec. uoa troppa sotliglieua ,
o. » dirla più propriamente, saccenteria.
SACCENTINO. Dim di SaccenUj Pre
sunCuoietU, Arrogantuccio. Lat. ardelio ,
sciolus. Gr. oin,t,o'5>o^. tìelhn.. son. 161.
In ogm luogo pnbhlico si canta De'moJi
tuoi, dicendo : al wcceoliuo Esser gli p»ro
un Tullio. * Ge/l. Error. i. 2. |o ho quel-
la diavola di mogliama,e quel saccentioo
del mio 6gliaolo, che io li %o dir ch'e*
mi pongon beo mente alte roani. (B)
SACCENTONE. Accrrsctt. di Saccen-
t€j e si prende prr io più in mala partt^
cioè per Chi presume sapere assai, Lat.
magnus aedrlio. Alleg. |25. Mi fanno pure
smascellar delle risa ec certi sacceoloni a
credenza, i quali ec.
SACCENTUZZO. Saceentino. Lat. scio-
lus. Gr. òitiii-Jo'fo^. l'arch. Ercot. ^5.
Onde certi saccentuzzi. che vogliooo ri-
prendere ognuno, si chiamano s«r Appun-
tini.
SACCHEGGIAMENTO. Sacco, il sac-
cheggiare. Lat. direptio, depopulatio. Gr.
Qi'xpTtOL'/ri, ^zóphr^-n^. Liv, M. Dopo tale
saccheggiamento imbarcandosi, ec. Serd.
Star. 16. 621. Gli travagliasse cogl'iocendii
colle occitioni. e saccbeggiameoti.
* S- ^ r*"^ m<M/ Seaner. pred. 6. 3.
Con negarvi l'acqua a suo tempo, ovvero
con ispedire al saccheggiamento do* vostri
campi or minute gragouole , or leggiere
nebbie, ora piccioli animaluzzi. (Br)
SACCMEGGIANTE. Che saccheggia .
Lat, dfpopulator, d populans. Gr. tA^Of-
^rlrotp . Tac. Dav. Ann. 4- 97- ' nemici,
veduta lor Iracuta^gine, fanno due schie-
re, per assalire, una t saccbeggiantì, e Tal-
Ira il ratnpo romano.
5 SACCHEGGIARE, ^ore il spicco. Porre,
o Mettere a sarco. Fare il sacco. Far
preda. Lai. piaed>ri , depopulnri- Gr.
affC-juJàv. Ar. Fur. 29. 72. E lottavia
saccheggia ville, e case, Se bisogno di ci-
bo aver si sente.
* §. I. Per metaf. m Fr, tac. 2*. 3. A.
5 Quello che lo 'nganoalore N* avea lol>
lo e saccheggiato Questo giovine, ch'e
nato. L'ha ritolto intieramente . Boes.
Farch. |. 3. Onde essi si danno tutti a
saccheggiare bagaglie inutili » . (C} Car.
Long. Sof.f.2, Dond'è questa tua sicur-
l*a di cosi saccheggiare i giardini »\lTUÌÌ(Br)
t V ^. II. Saccheggiarr, gidtce anche di
Alcune cote ched^nno il sacco, portando-
ne via altre. Segn. Sior. !,h. 5. Rovinò
(il Tevere) molli ediScii pubblici e pri-
vali, saccheggio gran copia di vettovaglie
ce. (CP) Segner. Pred. 10. 2. Vedrete
com* ivi vengono a generarsi da principii
lutti diversi ec. e le oesi , le quali im-
biancano i gi<*ghi; e le grandini, le quali
sacchc^-giano i seminali. ( Bi)
SACCHEGGIATO. Add. da Sacckeg-
giare . Lat. dirrptus , depopulatus . Gr.
avaiTaro^ fìrm. Ori. 1. 14 66. Onda
veder si polca chiaramente La terra sac-
cheggiala, e quella gente.
* §. Saccheggiato, vate amcha Portato
via nel dare il sarco , Ghicc Sior. a.
46<). Non essendo anche appresso ai sol-
dati di tanta automa che f'^sse haslanla
a far muovere 1* esercito implicalo nel
dispensare, o mandare ìo luoghi sicuri le
robe saccheggidir (f.)
t SACCHEGGIATORE. J'trhal masc.
Che. o Chi saccheggia. Lai. depopulalor,
prtrd.it r, deprttdator. Gr. «KffO^&r.raif -
Fr. Gtard. PreK B. Ma 1 sarrbeggialon
fecero la pcnitcosa del loro peccalo Baon.
Fier. I. 4' 8. AssaltJn le botteghe, auo-
gian, beono Saccbe^gialori, t ciò cbt e'
e , starnaiiano.
* SACCHEGGIO Depredasion* tutte-
S A e
nt ài una città > fi' una terra , /ittt per
io più dii^entf armata j Sacchcggi'ìffiento,
Sacco. Saìvin. (A)
SACCHETTA . Dim. di Sncc<t Lat.
snccutttf. Gr ^a^starrtov . T-s. Poy. P*
S, cnp. 8. Anco le rose messe in una
saccfaetla, bollite, e poste in sull'occhio,
tolgono la tioglia, e 1' cii6.izione. l'S ccp-
19- A* dolori , e storsioni Ji ventre , che
haoDO gli dissenterici, logli i^ crusca, e
metti nella saccbrtla , e fjMioMire nel vi-
DO, e poni sopra l>i doglia, e iiicunlioi'nle
guarisce . ì'it. Pluf, Quando andavano
^orrendo per le contrade di Pompeo, po-
nevano questo pane nella sacchetta.
SACCHETTARE . Percuotere alcuno
con sacchetti pimi di rena. Lai. saccitiis
arena pienii contundere.
t * SACCIIl.Xri.NA . Ditii. di Sac-
chetta, i.asc. Cen. 2 nov. 8. pag. iS^»
Tutti gli usci e tutte te casse e i cassoni
gli apersero, e tra l'altre cose più care
in una c;issetla trovarono una saccbellina,
dove er.ino dugt'nto fiorini d'oro. (B)
SACCUETllNO . D>m- dt ò\jcc/ielto .
Lat. saccit/its . Gr. ^Kpsu'mstf . Frane,
Sacchi nov. i(jH. In uno saccheltino "di
cuoio da tenere spezie se l'appiccò allato,
Bor°h. Bip. 217 Come son secchi , si
mellano in saccheltino di cuoio di ca-
aioscio .
SACCHETTO . Pim di Sacco . Lat.
saccnltts. Gr. //scpsurrtov Bocc. nov. \!\,
10. Quivi parendogli esser sicuro, ringra-
ziando iddio, che Condotto ve l'aveva,
sciolse il suo sacchetto. G, /■', 8. 3y. 2.
Que' dell'una parie, e delTallra, ch'eran
degni d'essere priori, mettere in s;iLchetli
a sesto a sesto, e trarli di due mesi in
due mesi. Cr. 6. 94. 3. C.nlr'aDa fred
da reuma sì metta in sacchetti sopra il
capo della polveie fjlta della predeita
erba C pa»lin,ìca J Leo calda . Dait. In/
17» E un , che d" una scrofa azzurra , e
grossa Segnato avea Io suo sacchetto bian-
co, Mi disse.
SACCHETTONE . Accre^cit. di Sac-
chetto; Sacchetto grande. Lasc, Spir. 5.
5. Hagli quel faltore, che tu vedi, in que'
duoi sacchettoni.
t '*• SACCHIEL . .Vome osgi ignoto
d'una sorti d'erba. Tes. Br. 5. 34-
Questo nido mmjoo, e fas iano d'una
erba che ha nome sacihiel. (')
* SACCIUTELLO Dm., dì Sncciutoj
SaccrnfiizzG. Lat. scio/us. Cr r^^cityaQy;'^.
AUeg. 237. Ogni sacciuiello. duvVtrova
il terren leneio, vuol fare del letteralone
al buio. {•)
SACCIUTEZZA. Saccenteria. Lat. pe-
tulantia. Gr. yXuw^ia. Tac. Dav. Ann.
5. 108. Forse per .saciiulczza temendo il
male futuro, e non il presente ( il t sto
lat. ha: prava solerli.!).
SACCIUTO. AdJ Saputo, Che affetta
di sapere. Saccente. Lai. ardtlio, scio/us.
Gr. o'ir.'ji'ìdfo; . T.>c. Hav. Perd. eloq.
412. Proemii lunghi, narrazioni da lon-
tano, mille sacciuie di\isionì, e argomenti
ce , pareano il serento (il lesto lat. ha:
mullaruni divisiocum oslenlatio). E Scism.
71. Facean ciTrerc cortigiaui. mercatanti,
e femmine sacclute . / arch. Eicol. 96.
Questi tali foramelli . e lignoiuzzi , che
vogliono contrapporsi a ognuno , si cbia-
mano ser saccenti, scr sacciuti, ec.
3 SACCO, Stntmen'o per lo più fatto
di due pezzi di tela cuciti insieme da'due
lati , e da una di l'è teste . Atcpiasi co-
munemente per mettervi dentro cose da
trasportarsi dn luogo a luosoj quando si
piglia per misura, vale Tre staio Lat.
sacca s . Gr. sa/.xo? . Bocc. nov. i\, i5.
Di&se alla buona femmina , che più di
cassa non aveva bisogno , ma che , se le
pìaceue , un sacco gli donasse, ed av«s-
S A C
SCSI quella. E nov. 60. 17. Parlavano il
pan nelle mazic, e *1 vin nelle sacca.
# §. l. E fìguratnm. « Dant* Inf. G.
Ed egli a nìc : la tua cillk , eh' e piena
D* insidia si, che gi'j trabocca il sacco,
Seco mi tenne in la vita serena. A' Par.
11. Le cocolle Sacca soa piene di farina
ria ... (M)
S- II. Per simiìit. Dant. Inf. a8. La
corata pareva, e '1 trillo sacco. Che mer-
da ìa di quel, che si trangugia (cioè: il
ventre). Bed. Annot. Dnir. 71. Lo sto-
maco per similitudine fu dello sacco . E
Esp. nat. i3. Prima d' inghiottirli soglio-
no sconcia menle colmare il sacco dello
stomaco di maccheroni, e d'altri pastumi
condili con grandissima quantità di burro.
S A C
9?*
Man
Ip. l3o. Poi si cacciava
qu.
il che
penna in bocca, Per vomitar, quand' egl
ha pieno il sacco. E st. 1^2. Margulte ,
eh' avea ancor ben pieno il sacco.
§, III. Sacco, si dice nache una Spe-
zie di panno rozzo e grossolano, del quale
p:ù comuncmenle si fanno i sacchi, f'ìt.
SS. Pad. I. cji. Scrisse quasi un testa-
mento, lasci.inddgli luiie le sue ricchezze,
cioè Io libro de' Vangeli, e una tonica di
sacco, ec. i'S Cnr. Long. Sof, Bag 2. Una
tascoccta di sacco lutto rattoppato. ( FP)
*f Salvia, disc. 3. jì. Sacco e una paro-
la che si ritrova in ebraico, in greco , ed
in Ltiuo, e significa sempre tela, o pan-
naccio grosso. (Aj
f §. IV. .S'acco, si piglia anche per Con-
trassegno di prnitenza, o dolore . Vi(, S.
A'ess. i6> Onde la madre sua dal giorno
della
lila de! figliuolo stese il sacci
parrna uei ngliuolo slese il sacco sop
il njvimcnlo della camera sua ; nel qual
loco, piangendo, ec. (così spesso nella S.
ScritfuraJ. (f'J
§. V. SPICCO della ragna, si dice quel-
la Parte di l panno , dove rimane preso
r uccello.
§. VI. Sacco, per B..rsa. Frane. Sacch.
noi". 64. Va' , va', che ora sarai tu messo
nel sacco de' priori.
t §. VII, Far sacco, vale Empiere il
sacco, e figuratamente Accumulai e Lui.
coriaierc opes , Cvrmdere picuniam. Gr.
5uvK-/5tv ;i«VTaxrfàev . Ott. Coni, luf^
7» III. Rubano, predano, tolgono, e ogni
mal fanno, per far sacco di moneta
Q. Vili. Sacco, vale anche Sacchfgi;ia-
mento. Il saccheggiare. Lat. depopulatio,
diieplio. Gr s'/TTopOfl^i;. Capr. Bolt. 2.
33 Potrebbono certamente dire , come
quella donna da bene, che, essendo presa
nel sacco di Genova , disse ; ringrazialo
sia Dio , che io mi caverò un tratto le
mie voglie senza rimorso alcuno di co-
scienzia . 'A- farch. Err. Giov, 66- La
quale ( volontà ) era che in tulli i modi
s* ingegnassero d' aver Firenze , salva e
senza sacco, e non potendo altramente 1'
avrebbe lolla, arsa, o in cenere. (C)
f §. IX. Onde Fare il sacco. Mettere
0 3fnndare a sacco. Porre a sacco. Da-
re il s^cco a una città, o simili, vaglia-
no Far preda dì quel che v' è. Saccheg-
giare Lat, pradari, dep'pu'ari, diiipere.
Gr iìnoiUÀ^v. M. V. 10. 82. Dove spe-
ravano fare il sacco. Ar. Fur. 11, 53.
L'aver fu messo a sacco, e messo fuoco
Fu nelle case. Bucn, Fier. l^. 4- l8.
Alla mia casa il sarco Mal si può dar ,
eh' è poco men, che vola.
i" § X. Andare a sacco^ vale Esser sac-
cheggiato . Lat. diripi. Gr. ^lapTra^scDat.
Belc. J'it. Colomh. 56. Tulle le co-
se da mangiare sono ite a sacco. Belline,
son. 216. E però vada la cucina a sacco.
Vnrch. Slor. 12. '44'^' ^'^^ tema che Fi-
renze , partito lui, restando disarmala,
non andjsse a sacco . '"^ Lasc. JS'an. i.
I. Presero il cielo e lo mandaro a sac-
co . (Br) Gi.v. Geli, yu AIJ. 46. Fu
6na1mcnte preso il castello e la fortesza ,
e coir uccision di molte persone mandato
a sacco. (C)
§. XI. Far sìcco , 0 sacrata , si dice
anthc delle ferite , quando saltiate, e non
guarite rifa/in<i occultamente m^ircia.
§ XH. E fìguratani,, si dice dell* Ac-
cumular nell'interno ira sopra ira, o sde-
gno sopra sdegno. Lat. tram ira- Odde-
re.
§. XIII. Far sacco, o 1/ sacco, dicia-
mo del Fare qualche nolahilc errore , 0
dell' Jncnpparv in qualche a^natoj presa
la met"f>ra dall' uccello, che dando nella
rag'ta , rima'ie come in un sacco . Tac.
Dav. Ann. 4 lOl. Né Stiano aiutava sì
Diuso, ch'ei non tend*>sse rete anco luì,
alto a fai vi maggior sacco, come bestia-
le (il lesto lat. ha: iiisidiis magis onpor-
tunum). E S( >r. 2. 279, Vedendo ec. il
nemico armeggiare, saldi, e allenti lo
lasciavan ec. far sacco nella stoltizia ( il
lesto lat. ha: alieoam stuUitiam opperic-
bantur ) £"4.3^7. E poiché conobbe ,
che egli avea viduio farli fare il sacco
per ucciderlo, fece uccider lui (il testo
lai. ha: posiquam qufe^ilum sibi crimen
Cfedemque conipcrit).
t§. XIV. Tenere il sa, co ,figurntam., vale
Aiut'ìrc ad alcuno a rubare, 0 a fare qua-
lunque ali/ a rea opera j che altrimenti si
diCi; Tener di mano, 0 Tener mano, Lat.
tiaJere opems mutuas . OU. Com. Inf.
26. 45^. Diumedes per lo più tenne«il
sacco, e colui furòe , Geli. Sport. 2. i.
Io dubiio che cosini non sia anche egli
un tristo , e tengagli il sacco, J'arch.
Slor. E tenevano il sacco a chi rubava .
Malm. 8. 5o. E per via d' un , che le
teneva il sacco, Mcnlr' ei dormiva gli ta-
gliò i capelli.
g. XV. Onde in proverbio: Tanto na
va a chi ruba , che a chi tiene Ìl sacco.
Lat- agcntes et consenticntes p.iri poena
puninntur .
§, XVI. Sciorie, T'otare. 0 Scuotere il
sacco, Scior la bocca al sacco, Figliare,
0 Scnotirr il sacco pe* pellicini , 0 simi-
li j mnrrere flguiate , che vai;lÌono Dire
ad altrui senza rispetto, o ritegno , tutto
quel che l' uom sa j e talora Dire tutto
quel male che si può dire . Morg. iS.
1^2 E di' che 'I sacco non hai lutto
sciolto. Farch Ercol. 58- Di coloro, i
qu.ìli ec. dicono tutto quanto quello che
hanno dello , e fatto , a chi ne gli do-
manda ec. , si usano questi verbi : svet-
tare, sborrare ec, votare il sacco, e scuo-
tere il pellicino . E 5<). Perciò si dice
non solo votare, e scuotere il sacco, ma
ancora i pellicini del sacro. Ltb. Son. hg.
1 pigliero pe' pellicini il sacco, E scuote-
rò si le costure e 'I fondo, Ch* i' so che
n uscirà polvere un mondo . Cas. rint.
buri i, 3. E percir io voglio scior la
borea al sacco. Voi, che a questi signor
rodete il basto, Venilem' a aiutar, quand*
io mi stracco . Fìr, Lue. 4* 5. Pensali
eh' i' vo* pigliare il sacco pel pellicino .
Sali' Giainh 3. 8, Fi' conto che io ab-
bia sciolta La bocca al sacco , e presolo,
e scossolo Pel pellicino.
§. XVn, Essere alle pegs^iort del sac-
co, vale Esser nel colmo della discordiaj
e I eniie alle pe^^'^i ri del sacco , vale
J'enire in discordi,'. Lai. in discordiam ab'
ripi. Gr CjZif ^y:'^ìo-J 7 (lì ^ e'pt^iiv. Malm,
II. 6. IVIeulre la f.\ venir Marte vigliac-
co Col suo Baldone alle pcggior del sac-
co, lardi Fi col 5^. Essere alle peggiori
del sacco (vale) esser nel colmo del con-
tendere , •',' Cas. liti. 87- Sono 'sempre
tulio vostro, e sempre alle peggior del
sacco con Mcos. Illii>triss- vostro padrone
per collazione di beneficii. (C)
g. XVIII- Essere ni fondo del safc« .
>j82
S A C
Vfuch, Ercol. St). Ewcre al fonJu àiA
tacco (vaU) euerc al fine.
S. XIX. Eslt è. come J'irf i« «« '«C*
<o ro/(j y prove» fjto che significa Affati-
LHisi senza proj ed e io stesso, che Du-
rar /atiCa per impoverire. l.^X. frustra
Ltborare. oUitnt, et operam perdere. Gr.
g XX. C'ji"'f*''^ '^ sacco t Jiauratam.,
vate Fare ia checchessìa tutto il possibile
con ogni soprabhondanza, Tac. Dav. Ann.
|5' I9d> Sia CÌ4SCUQ tli Dui ba culriiu il
i^cco , tu di dare <|uaDlo puù priocipe a
uu amico, io di ricevere ipiaatu può ami-
co dd priucipe (il testo iat, ha : ineosu-
ram implevimu^). Petr. san. loG. L'avara
UiiLilooia ba colmo il sacco D'ira di Diu,
cj di villi empii e rei-
S- XXI. Traboccare il sacco » figura-
tani. Varch. Ercol. Sg. Traboccare il
AdCCa è quaado non ve ne cape più , cioè
aoo a puù avere più pazienza.
3. XXII. Tornare, Venire, 0 Andarne
cu/Ze trombe nel sacco , vale Tornar da
alcuna impresa senza projìtlo , o Andar-
iene senza eh' ella sui riu^cUu . Lai, m-
fcita re redire, lupus hiat. Gr. ).J/.qì
iy/xii* . Lusc. Sibili. (\- (\- AoJianne 1
colle Irumlje nel sa<co. Ambr. Beva. 4-
6. Se uè uudrà in dileguo Culle trombe
nel iaccu. Mvrg, %\. iJ. E eoa le trom-
l«c nel sacco ne venne.
* §. XXIIL Trovarsi in un sacco, ft-
giiratam t vale Essere impiglialo in ma-
niera da non pdeiòi distrigare . Buon.
Pier. \. 5. 22. Oli yuarda adesso, Ch'
io mi Uovu iu un sacco , se coloro M-
uè son per cavar. (N) \
g. XXIV. Non dir quattro, se tu non
l' hai nel sacco j proverbio che significa,
che l' Uomo non dee fare assegnamento dì
alcuna cosa , injinche e' non l' Ita in sua
halii . Lai. multa cadunl Inter caltceni ,
supremaque labra j tutitn ne dixeiis ,
ifnod manibus non lenes. Lasc. Sibili. 4-
4. Non bisogna dir quallro, s'allri non l'
ha nel sacco; non sapete voi il proverbio?
Eir. Trin. i. 2. Padrone, non dile quat-
tro, se voi non l'avete nel sacco.
f §. XXV. Xon ledete, 0 Riavere del
san.0 le corde, o simili, figuralam,, vagliano
Non avere della cosa, che gli s^ aspetta, il suo
dovere a un gr^ut pezzo. Crun. Mordi.
268. E se tu muori, nou riavranno i tuo*
figliuoli del sacco le cordicelle. Frane.
Sacch. nov. lii^. Così l'acconcerò io, se
ijon mi paghi} non ti bo ancor del sacco
le cordelle.
g. XXVI. Esser due volpi inun sacco, si
dice del Bisticciarsi dite osUnatamenU di
continuo.
%. Ji.\\ll.Dareadalcuno col sacco» vale
Far dimoilo male a uno j e mottrar di
fargliene pvco.
§. XX Vili, ^fanginr Col capo nel sac-
et», si dice di Chi ha tutto ciò che gli
bisogna, senza darsi venta pensiero, 0
briga. Geli. Sport. 3. 3. Noi fattori, seb-
bunu mangiamo, come il cavai della car-
rella, col rapo nel sacco, (juesto nostro
paue i: arcompagoalo da tanti guai, eh e
aare'megUo averselo a guadagnar con la
zappa.
t §. XXl.V. Mettere in sacco. figiinitam.,
vale Sl'ÌKnere, 0 Convincere altrui con
gli argomenti ut forma y t/iV non abbia j
o non sappia che risponderei modo basso.
Salvin. Disc. 2. atìi. Wel dialogo, a pa*so
a paìso procedendo, e punto per punto cc^
»i veniva a t'ar dire ^iravversario, ciò che
uou avrebbe voluto, fl così preso, e invi-
luppato, a metterlo in sacco, come vol-
^ainiuDio li ilicp.
~ §. XXX. fendere, 0 Comprar gatta m
lacco, r. GATTO, §. XI.
SACCOCCIA . Tiuca, Lat. manttca.
S X c
Buon. Fier. 4. 2. I. Ma queste noitre
scatole e vaselli. Di che piene ci avete le
saccocce, ce.
SACCOLO. Dim. di S->cco. Lai. sac-
cul'js. Gr. ju.apffu:T(Ov. Buon. Fier. 5. 2.
I. Onde il saccolo cmpiennc la man pia
Dell' lodo mercatante.
SACCOMANNO. Saccardo. Lai. caio,
lixa. Gr. cxiuoyo'po^. M. V. 6. 56. Gran
quantità di cavalieri, 0 di saccomanni io
ronzini. Slor. Aiolf Donò Aiotfo l'arme
e '1 cavallo a' saccomanni della stalla.
Frane. Sacch. Op. div. i36. Codro si
conlraSece in veste di manipolari, li quali
oggi chiamano saccardì, o saccomanni ^
Giov. Geli. Vit. Alf. iiq Trovò che ol-
ire al namero grande de venturieri, e de*
saccomanni, eran morti più che la metà de*
fraozesi. (C)
%. Per Sacco, Sacckeg^iamento. Lai.
dinptio, depopulalio. Gr. TTo'fàìist;. .V.
F. 4- Iv^'^'^ riguardando pero le biade
de' campi pe'loro cavagli, ni- dell* altre co-
se, che polcssono giugneie sanza fare gual-
dane. o saccomanno. E 7. 35. Si rasse-
gnarono iremda cinquecento cavalieri bene
armati, e bene a cavallo, santa l'altra ca-
valleria da saccomanno. Pataff. 6. E van-
no a saccomanno pedovando. Ar. Far.
3o. 9. Che, oltre eh 'e* ponesse a sacco-
manno llpopol si, che ne restò disfatto, ce.
Buon. Fier. 3. 5. 6. £ mettere or celalo,
ora palese Tutti i mercaati, e fiere a sac-
comanno.
* SACCOMAZZONE. Sorta di giuoco
usato per lo più da'contadini, che ' si fa
tra due che cogli occhi bendati, e tenen-
dosi vicini, cercano di percuotersi a vi-
cenda con un panno annodato, per dare al-
legrezza alla brigati. Baldin. Dee. (A)
SACCONACCIO. Peggiorai, di Sacco-
ne, Bern. Ori. I. 3. 1 5. Venga a sua po-
sta, cb'io lo slimo meno, Ch'un sacconac-
cio di letame pieno.
SACCONCELLO. Dim. di Saccone.
Fr. Giord. pred. li. Non avea altro, che
un vile sacconcellu di paglia. Fr. Jac. 7'.
3. 7- 8. Ni^ Una o sacconcello Non ci avea
il dolce fiore.
§. Per Guancialetto. Lai. pulvillus. J'it.
Crist. D. Giose[ipo fece lo sìmiglianle, e
tolse la sella dell'asino, e trassfoe un eo-
talt* sacconcello di Una, ovvero di borra, e
quella si pnosc a sedere in su quel saccon-
cello.
SACCONCINO. Sacconcello . Frane.
Sacch. Op. div. i34< Dormìa solameolc su
uno lacconcino di palma, o d'altra foglia.
SACCONE. .y/»err(' di sacco grande, cu-
cito per ogni parte, e pieno dì paf:lta. In
forma di materassa, e tiensi in sul letto
sotto le materaf>e. Lat. calcitra stramenti-
tia. Bocc. nov. 5o. 12. E gitlovvi suso un
pannacelo di saccone, che fatto aveva il di
votare. Frane. S'tcch. noi'. 28. Lasciata
la paglia, ch 'e' portò in senti, nel slcc<'re
di ser Tiuaccio. # ^''^g' ^- Umil. 72.
Avev.1 questa Santa per letto uno saccone
di paglia, sopra il quale poro %i giaceva,
o riposava. (C) Burch. 2. 28. Un topo,
eh* iu avea sotto l\orecchio, Forte rodea
la paglia del saccone.
♦f * SÀCCUtCIA. Saccocci.^. Salvtn.
disc. 3. 74- IJ'c*' P"' sacchetta, rbe cor-
risponde in certo modo a saccoccia , cio«
sacciiccii. E appresso : Io mi penso chea
principio dicessero saccuccia, e, parendo il
suono un poco smilso , venissero a dire
saccoccia, e dessero in nn altro, gruuo e
poco leggiadro. (A)
SACCUCCIO. Pim. di SactojSacchet
to. Lat. lacculus. Gr. /la^J-tow. Ltb.
Masc. Infondi orzo, e cuocibi nell' acqua,
calda, e mettilo in un saecnccio.
* SACCULO. /. L. Dtm. di Sacco;
SaaliHUi- Sa/imti- Art. Pt. tJ. Davano
SAC
il petto negli lesi iogaooi , ed 10 quelli
inviliippati, quasi in più sseeuli diveraa-
menic peodevioo/'^Mir/ii de^li uccelli). (N)
•r * SACELLO. /'. L. Cappelletta,
Oratorio. Teieid ltb. 12. Argom. Con
onore La fa sposare (Emilia) al Tel/iDu
amadore. Chiamando prima Imene nel
sacello. (Ai Ptttt. Adr. Op. mor. ». 485.
Sentendo urlare t cani a guisa di lopi, e
veduta germogliar la gramigna intorno al-
l' altare del sacello del suo palazzo ec.
si mancò d'animo che ec. s'ucctae da se
medesimo. (C)
SACERDOTALE. Add. Di sacerdote.
Lai. tacrrdjtalts. Gr. t'e&aTt/e';. AnnoU
Fang. Usaue 1* uficio del sacerdote dinao-
zi da Dto, secondo 1* uficio ucerdotalr.
Coli. SS. Pad. Per affetto di fraiernil^ ,
e per dignità sacerdotale. Maestruzz. |.
l5. Dicono quasi tutti i dottori, che ia
niuoo modo puote esaere veacovo. s« oon
e prete, imperocché 1' ordine sacerdotale ^
quasi fondamento suslanaiale dell* ordina
vescovalc. tt Tass, Ger. 11. l5. E u*
fronte alzando ai popoli guerrieri La oun
sacerdotal lì benedisse. ^.V;
# g. Benefzii sacerdotali, dtconst da'
Canonisti Que' brnefizli che non possono
estere legalmente posseduti se non da
chi e negli O'dmi sacri, f A)
SACERDOTALMENTE. Avverb. Du
sacerdote. Lai. nijre, *e/ rifu sacerdotsun.
Gr.i«p«Ti^w;. Fr. Oiord. pred. R. Maegb
volle operare sacerduialmente , come do-
vea. /:.' appresso : Comparve sacerduial-
menle vektito.
t SACERDOT.A.TICO. F. A. Sact'-
dozio. Lat. sactrJottum. Gr. ii^wsu'vi].
1 al. Mass. Colle insegne de'maesuati cbc
amministrati avcano , e colli sacerdotali-
chi, che avevano avuti, sedeanu.OfJ. Com.
inf. 19. Il detto Re dispuose lansooe del
sacerdulatico (la stampa pag. 35l. ha de-
pose Giasone del sacerdozio; mail MS-
legge C'irne qui, Sa'vo che in luogo di sa
cerdolalico. hn sacerdotatice).
SACERDOTE. QuegUtChe e dedicato a
Dio per amministrar le cose sacre. Lat.
sacerdos. Gr. UcexI^. Bocc. l'U. Dant.
245. E similmente avvisarono diversi mi-
nistri ec. per maturità, per eli, e per abìlo
più cbc gli altri uomini reverendi, li quali
appellarono sacerdoti. E*p. Fang. Sacer-
dote tanto è a dire, quanto inscgoatora. e
donatore di cosfr sante. G. F. 1. 25- 3.
Concepelle ocruUamente a un portalo dtat
figliuoli ec. del sacerdote di starti.
^ g. Sacerdote, per Sacerdctessa. Sai-
vin. Jùieid. li'-.ty. Quando ebbe cou dnio
l'attempata di Febo sacerdote. (F)
SACEliDOTESSA. ì erbai, femm. di
.'sacerdote. Lai. sacerd^^tisfu. Aneli. Gr.
liplxv.. Fi'oc. \. 18. Avvenne che ungior-
no, non so rome, la fortuna mi baJcsUo in
un santo tempio dal Principe deVtlesltali
urcrllì nominato, nel quale aacerdtitruc di
Diana ec t-fliitavano liepidì fucthi, e di-
votara«-nte laudavano il sommo Gii>«r . t'ml.
Mats. t*. S. Ac'ìocché oon maocaM« sa-
cerdoti isa sacreute drgli auUchi costumi «
quella Dea. ì ttt. Colt.%. Quella Mccrdu-
tessa non a|'pruvò ne Tuna, n' l'alita di
queste materu.
S.*CERDOTO. V A. Sa^oMe
Macsttu2z. I. 3j. Ma o(igiluite Ir peni-
lenzesuno posle nell'ari' *. . ' ' ' '
« Fr. Gì rd. iV^. Sa
che Uomo dì mruo,
nconcìliatorr tr* Dio e l'uomo. . / >
SACERDOZIO. f,%i.', .■ Dtgntù del
Stice'd-tr. Lat. tacerdotiuni. Gr.iipM9Uvq
Lab- 164. Il qoal coklume l'anlichità •.-Ib-
mamcDttf auror serva al mondo prcatntc
ne'Papati rr ., e grnrralmeole in tulli i ma-
fpilrati, e saccrduiii, e ot II* altre maggio
rame diwnc. Z7air /^ 11 CLi dicuo .>
S A e
ìura e chi atl aforismi Sen giva, r chi se-
guendo i;ifer»lt>iio. Pass. 3o5. Imperocché
tu non hai \c»Iulo avrre scipnzia, io ti cac-
cerò via ; che non abhi I' of6tio i\A mio
aarerdoaio, il cui u6rio è di reggere, e d'
ammaestrare altrui : che dod ìi puotc ben
fare sanz» srienxia.
* g. I. Sacrrdtzio, si piglift anche pert
Ordine ìni'ìrtìi de/qiin/vsi acffnista l'ufi-
cto, e la dig'iiln ,U-i sactrJolv. Seg'ter.
Crisi. in.Hr. 3. ?/|. 20. In ogni caso (loi ,
cheec. vi detcrminasle ad assumere ilsa-
c«rdoEÌo, ricordatevi dì disporvi anteceden-
temente con quelle preparationi che si con-
vengono, (C)
* g. II. Sacerdosio, trovasi usalo anche
per f esce vado, Bem-ficio. Vav. Svisni. t\^.
( Cofnin, 11^^' ) Morì ne'mcdcsimi giorni
<>ug1ielmo Uvarano, arcivescovo di Con-
luihia, gran favorilore della Reioa, Il Re
pensò sì gran sacerdozio dare a chi aiutasse
la sua lihidìne. (1')
* SACERDOZIO, /idd. Di sacerdote.
Dei sactrdoti, Eccfcsiastico . Lat. sacer-
dotalis-, ecclfsiaslicus, Pios. Fior, i, 3.
l54- Le quali (orazioni) avendo saputo lo-
dare la giustizia, la religione sacerdozia "e
la mililare, mostrano di poter comparir tra
cotante sì degne Iodi. (^S)
SACRA. 1', SAGRA.
SACRAMENTALE. Jdd. Di sacramen-
to. Attenente a iacranttntc. X>:i\* sacrante n'
talis. Gr. {ji'jts'ixo'i. Pass. iig. Gli ì; vale-
vole questa confessioDc. avvegnithì! non si
possa dire propriainenle sacramentale, pe-
rocehi; ci manca il propio ministro di tale
s.icramento. Maestruzz. \.^2. Quello, che
iignifii-ano questo c'sc sacramentali, che si
fanno innanzi al haltesiino nel catccismo,
si dirj dì sotto nel hatlesim'^. Esp. Sa/m.
Queste sono sette antifone sarramenlali, che
gridano l'ovveniraento di Cristo (cioè, mi-
steriose ) .
•V §. Grazia sacramentale , diccsi la
Grazia che si ottiene per mezzo del Sacra-
mento della Penitenza. V. GRAZIA, g.
XXV. (C)
SACRAMENTALMENTE. Mvetb. A
format o Per mezzo di sacramento. Lat.
*sacranienialiter.Gr.fiìjijrtA(Z^.Mnestritzs.
1.6. E da sapere, che due sono i modi di
manicare il Corpo di Cristo, ec. : l'uno
modo sacramentalmente ec, l'altro modo
spiritualmente. S. As^jst. C. P. Non sola-
mente maogiarono il Corpo di Cristo sa-
cramentalmente, ma virtualmente. Frane.
Sncch. Op. div. 1^0- Andiamo a vedeie il
Corpo di Cristo sacramentalmente, peroc-
ché sacramentalmente il Corpo suo umana-
to con tutte le membra è nell'ostia.
SACRAMENTARE. Amministrare i sa-
grementi. Lat. sacramenta impertiri, mi-
nistrare j sacramento muniVe; sacra my-
sleria tradere. Gr. Ispol fj.uaTfì'zta. Siio-
vac.
§. I. in signijìc.neutr. pass,, vale Bi-
cedere i sacramenti, e particolarmente /'
Eucaristia. * Baldìn. Pec* Non lasciò
mai di sacramentarsi ogni giorno di Do-
menica. (A)
§ il. Sacramentare, vale anche Far
giuramento. Giurare, Lat. iurare. Gr.
* SACRAMENTARIO. Term. degli
Ecclesiastici. Antico rituale^ contenente
le orazioni, e i riti appartenenti alla cele-
Itraziongy ed nmministrazione dt' sagra-
menti. (A)
* §. Sacramtntarii cg^iitì diconsì da*
Teolost gli Eretici che hanno pubblicato,
e sottenuto dottrine erronee circa l' Eu-
cartstia. Tali sono i Calvinisti» e i Lu-
terani. Pallav. Stor. Cone. (A)
SACRAMENTATO. Add, da Sacra-
mentare. Segner, Cnst. inslr. 3. 4. 12.
Tutta la gloria possibile a Dio se gli
S A C
rende da Gc^ii Cristo sacramentato (qui
i'afe: Cht i nefl' ostili consacrata). * E
3. 7. l5. M.I lo slrapaizo fatto da* per-
versi Cristiani a Cristo sacramentato , è
un attent.Uo mosso da essi contra la sua
divina Persona ec. (qui pure vale Che è
nell'ostici consacrata), (C)
•f SACRAMENTO. Ingenerale denota
Se^no d'una cosa tanta, o sn^rn. JS'ella
Cbies'i Cattolica Romana è un segno
sensibile dflìa grazia santificante , insti-
tuifa da Gesù Cristo. U^u sacrarne ntum.
Gr. [j.V'jTr!piov. ]\I"Cstriizz. I. 1. Sacra-
mento secondo il Maestro delle sentenze
e diversi Dottori, è di cosa sagro segno.
Ovvero Sacramento è visibile forma di
invisibile grazia . Ovvero : Sacramento
è quello , nel quale sotto Ìl compi-
mento delle rose visibili la divina virtù
segretamente aopera salute. Ovvero : Sa-
cramento è materiale elemento sottopo-
sto agii occhi di fuori, il quale per l'or-
dinamento segna, e per la similitudine
rappresenta , e per la sua santiiìrazione
dà invisibile grazia. Bocc. nov, i. j. A
Chiesa non usava giammai, e i sacramen
ti di quella tutti , come vii cosa , con
abominevoli pnrole scherniva. Enum. 12.
Egli non si vorrà confessare ne prendere
alcuno sacramento della Chiesa "^Tcsorett.
Br. 27. Altri per simonia Si getta in
mala via, E Dio e' Santi uCfendc, E ven-
de le prebende. E' santi sjcramenii, E
melton fra le genti Esemplo dì mal fa-
re. (B)
%. I. Per Giuramento, Saramento.'Lzt,
iminrnnlum, sncmmentnm. Cr. Opxoi ■
di/, V. I. ^5. Ricevette il sacramento e
r omaggio di lutti i baroni. Ar. Fur, 23.
78. Ho sacramento dì non cinger spada ,
Finch' io non tolgo Durindana al Conte.
V Bemb. Slor. Q 83- Ed acciocché que-
st.i cosa non si risapesse, a tutti i sena
lori fu dato sacramento di silenzio, e fu
da loro giurato. (F)
§. II. Sacramento, si dice oggi anche
per Velazione, 0 f elamento delle mona-
clte in occasione <iella loro profesiicne
nella religione.
§. Ili Per Eucaristia. Lat. sacruni
mysterium,eucharistia. Gr. Ispo'-J [àuitt,-
ptov, supfa^tTTt'o. ^* Pass. 134. Per re-
verenza del sacramento del corpn di Cri-
sto. (Nj Borgh. Rip. 86 La principale
è quella che vien sopra la tribuna del
sacramento (cioè dove si conserva C Eu-
caristi'ì).
^ §. IV. Sacramento, si trova anche
per Cosa segreta mostrala da Dio. Mira-
colo, o Altro sacro segno, Fit. SS. Pad.
4- 224- E P'*' si riteneva di manifestare
si alto sacramento, che Dìo in lui avea
dimostrato (parla 'ielle Slimate ricevale).
Fior. S. Frane. 119. Frate Francesco
sappi che non per te solo, ma eziandio
per gli altri, Iddio ti mostra alcuna vol-
ta i suoi sacramenti. E 12O. Con tutto
che egli studiasse di celare e nascondere
il sacramento delle sacre sante istimate
ec. (F)
SACRARE, y. L. Propriamente Dedi-
care a deità. Consacrare. Lat, sacrare.
Gr. Ispovv. Petr, canz. 49- IO. Vergine
i' sacro, e purgo Al tuo nome e pensie-
ri, e 'ngegno e stile.
^ §. I. Sacrare , vale anche Bender
snero. Borgh, f'esc. Fior. 3.18. Quantun-
que in alcun Santo s' intitolasse una chie-
sa , tuttavia ci si aggiugocva innanzi sa-
crandola : Ad onore dì Dio, e del nostro
Salvatore Gesù Cristo. (f'J
f *§. II Per Riconoscere, e Venerar
ppr santo. Canonizzare. Petr. Uom. ili.
24 Pietro fu crnci6sso in Valicano ec ,
A Paulo fu tagliata la testa ec , e a que-
sto modo furono martiri, e sacrati. ^/^^ Fior.
S A C
O8I
Ital. 12. Sacravano etiandro a Lui tutte
le porte delle case. ( C}
^ §, III. Per Consacrare , nel senso
del §. IV. P.,ss, 99 (Fir, J725) Per re-
verenza del sacramento de! (.'orpo di Cri-
sto, il quale egli h.ie a sacrare, (P)
t V §, IV, E tn stgnific. neutr patt.
Consacrarci, Dedicarsi. Chiobr. Rim. 3.
32. Cedro, Dandosi io dono alla diletta
Atene . Sacrossi a morte (.4)
t * §. V. Talora va'e Ricevere il
Sacerdozio, 0 *l Fescovado. Pel'-. Uom.
ili, 45. Nessuno Vescovo potessi essere
coosecrato da meno di tre Vescovi ce, E
quando r Arcivesco%'o si saer.i, che tutti i
vescovi della provincia vì debbino essere, ^/-'l
SACRARIO.^ /'. L. Sagrestia. Lat. sa-
crariunf Gr. ìsr5pu>aV(SV. Se^r. Fior,
Stcr. 8. 201, Lorenzo dall' altra parte
ec. nel sacrario del tempio si rinchiuse .
E oppresso.' Trovatolo nel sacrario rifug-
gito, non potette fjrlo.
§, Sacrario, si dice anche il Luogo ,
dove si buttanfj e versano le lavatore de'
v.isi ^ panni, o simili, che servono im-
mediatamente al sacrifizio . Lat. *sicra-
rium .
SACRATISSIMO. Saperi, di Sacrato.
Lat. sicratissimus. Gr. tEpojVaro;. Amet.
55. Nelle sacratissìme rocche di Palatino ,
sopra r onde del piacevole Tevero , fer-
mammo il lungo errare . E 102 E però
liberamente l'esaminazione, e la corretio-
ne d'essa commetto nella madre di tutti,
e maestra sacratissima Chiesa di Roma .
Stor. F'tr. I. 1. Carlo Magno in Roma
ec. unse, coronò, 0 benedisse il predetto
Re in Principe sacralissimo dc'Cristiani,
f V SACRATO. Susi. Luogo sacro.
Cattale. Frutt, ling. 362. La sotterrarono
in UD luogo \i!e, fuori dì sacrato. (Aj
3 SACRATO. Add. da Sacrare j Fatto
snero , Consagrato . Lai. sacratus . Gr.
li^wàst'^. Petr, canz. 49- 5. Santi pen-
sieri , atti pietosi , e casti Al vero Dio
sacrato, e vìvo tempio Fecero in tua vir-
ginità feconda,
§. I. Per lo stesso che Sacro . Lat.
sacer. Gr iipoq . Dani. Purg. 9. poi
pinse l'uscio alla porla sacrata. Rocc.
Fit. Dani. 2^5. Vollono, che dilungi ad
ogni plebeo, e pubblico stile di parlare
si trovassero parole degne da ragionare
dinanzi alla Divinità , nelle quali le si
porgessero sacrate lusinghe. ^'^ Tass. Ger.
i. 65. Ella (l'oste) giunga alla città sa-
crata Qaant'è possibii più meno aspetta-
ta (parla di Gerusalemme) (D)
§. II. Ostia sacrata , si dice l' Ostia
dopo le parole della consecrazione , per
essersi la sostanza del pane convertila in
quella del sacralissimo Corpo di Cristo.
Afaestruzz. i. 6. In ninno caso sì dee
dare 1' ostia non sacrata per la sacrata ,
acciocché noi facesse idolatra , adorando
quello che non è.
t*§. III. Prete sacrato, dicesi Quello
che è già prete , ed ha fatto professione
in alcuno istituto. Pass. 102 (Fir. 172 5)
Un monaco fu dell'ordine dì Cestella, che
essendo già prete sacralo, usci dell* ordi-
ne , e diventò malandrino e rubalore dì
strade. (E)
=1^ g. IV. Monaca sacrata, dicesi Quel-
la che ha fatto professione , tt G. V. 5.
iQ. 3. Non sanza cagione e giudicio di
Dio dovea riuscire si fatta ereda, essendo
nato di monaca sacrata. E 6. i. 4* F**"
rono operatori, ch'egli nascesse del/a mo-
naca sacrata Gostanza ». (?!} Pass l3g.
Questa fanciulla ec, crebbe; e falla donna,
mon.ica sacrata, si confessò ec, (F)
SACRESTIA . Sacrestia . Lat. sacra-
rium . Gr. tsao^uAaziov . G, V. 9. 21.
2 Lascìollo in Lucca nella sacrestia dì
santo Friano.
984
S A e
*f * SACRIFICAMENTO. VJtto di
sncrificnre, Sacnfìcaziunrg Sacrifizio. Sai-
i-in. Seno/. 5. 125, CL-lcbrava>Ì una certa
raagoifica suleoailj pubblica, che facevano
i Rudiaui al sole, e pruccikiooe, e sacrifi-
camento e mi^ltiluJiae di Citladiai fesleg-
gìanti. (Cj Udea. JVis 3. 49* Potea non-
dimeoo sortire la sua perfezione il furma-
le allo tragico , qual è il tacri&camenlo
di Oreile , aeaKa il progresso della Ielle-
ra. (Jj
SACRIFICANTE. Ch^ sacrifica» Sa-
ciificaUra. Lai- sacrijìcant. Gr, iiptJoi*,
dJwv ■ yémel. 86 fi'è io alcuna parte i
termìiii dati dalli primi sacrificanti, dÌ; 'I
luogo passu. Itemb. Asol. 1.54' ^"^^ mezzo
de'sacriGcanti sacerdoti il Te cadere.
SACRlFlCAnE. Offerire in sacrificio.
Lat. sacrificare, immolare. Gr tspiuuv.
JM\ M. Quelli che portano le insegne de'
CoDSulì, e hanno la scila dorata, sono de* I
tlinati a motte, siccnnie la bestia, che V I
uomo vuole sjciiGcafe , la quale 1' uomo
adorua di bìjiiche liste.
§. I. Per [)• dicaie. Consacrare, Lai.
sacrare . Gr. Itpov* . fai. Mass, Nega-
va , una cella putere essere sacrificata a
due Dii.
t § 11. fa signijìc. nfttir,, vale Far
sacrificio. Lai. sacrificare. Gr. tepsu'etv.
Oh. Com. Inf, 20 357. Li demonii baoDo
a tanto coodolto li ui>mini, che s* hanno
fatto adorare e sarrificare, siccome si con-
viene a solo I<ldio creatore . ì'al. Mass.
Non era usanza di saciificare insieme a
due Dii.
* §. III. E col ffuarto caso. Star. Bari.
74- Valli a profferire e a offerire a'nostri
Iddei, e sacriBcali (un altro lesto ha sa-
rrifìciali), e troverà' li poi perdunalori de'
luci peccati (P'j
* §. IV Assoluto. Mor. S. Grrg, j.
2.Z. Sacrificando il re Geroboam d'incenso
sopra l'altare. (F)
g. V. Per meta/ Mor, S. Greg, Ciò è
a dire, che fosse sacrificalo, e morto da
noi ogni appetito della carne nostra.
•>- g, VI Sacrificare, i-ale anche Cele-
hrare, Vir la messa. Pallav. Slor. Conc-
a. 2ÌÌ8. Sarrificò dunque la nrultina ap-
presso Fra Baldassarre Eredia Arcivescovo
di Caglieri. (li)
*t * S> VII Si dice anche Sacrificare
il sacrifizio dill* altare, e vale lo stesso.
Hicord, Malcsp. cap. 1 18. Uno prete della
chiesa di sanlo Ambruogio di Firenxe ,
che avea nome preie L'gurcione , aven-
do sacrificalo il sacrificio dell* altare ,
ce. (f)
SACRIFICATO. Jdd. da Sacrificare.
Lai. immotatus . Gr. eTricpaysi';. Amel.
•jX, Enea ce. , sacrificata la bianca troia
alla crucciala Giunone. Pass. "i'^o. Certe
figure, che appariscono nelle spalle d' al-
• uno aniniab- sacrificato agl'idoli.
t SACRIFICATOKE . J'erbal. masc.
Che, O Chi sacrifica. Lai. sacri/ìcus G>.
lepoTtoi^i. G. V. I. 23. 4- l'erocchc vi
furo i primi sacrificatori agl'lddii con fum-
mo d* incenso dello tuscio , Pctr, Uom.
ili. Dava speranza , quasi a modo di suo
avolo, di Ile sacrificatore, e non combat,
ilmre .
t 3 SACRIFICAZIONE.//j'»crj/7f(7re,
Sacrificio Lat. sacrificano , sticrifìcium .
<ÌT. Upilov. Star. Toh C. /">(,'■ ^3- (Li-
vorno 1799) Le nazioni verranno a te di
lunghi paesi con grandissimi doni , le
quali adoreranno il signore m le , e la
l>>rra tua averanno in sarrifir.-itionc.
SACRIFICIO. «SACRIFIZIO Culto,
o ì'eneiazione fatta a Dio con vfTrrirp/i
per mezzo de' sactidoli la vittima per
ftacarto, o riagraziarlOf 0 lod irlo, Lat.
sacr'ìficium* Gr. icpCtcv. Bocc. nov. \.
37. Miuoa cosa li coavìea leoer netta,
S A C
rome il tanto tempio, oel quale sì rea-
de sacrificio a Dio. Dant. Par, 8 Per-
chè non pure a lei faceano onore Di sa-
cjrificti e di votivu grido Le genti anti-
che Cavale. Fruit ling. L* orazione è
sacrifirio mentale, il quale a Dio 1' ani-
ma ofTifrisce delle sue viscere.
t.S- '• P^^ /« nttime di animali, o
altre cose, che si o/ferivano da* Gentili
a* demonìi . Maestruzz 2. 14. Anco-
ra sarebbe più grave . se si faccue sacri-
fizio , e rivercnzia al chiamalo demo-
DIO.
§ II. Per similit Dani, Par. 5. Duo
cose si convegnono all'essenza Di questo
sacrifirio (tratti del volo).
* SACRIFICO Aid. Che appartiene
al sacridiiy. Ang. met. l3. 2^0. Offerier
su l'aliar le lor persone Per ostia alle sa •
crificl-e facelle. (M)
•f * SACRIFICOLO, e SACRIFICU-
LO. Re dei sncrficii presso gli antichi
Pomani. Segr fi ,r. Disc I. 25. Crea-
rono un capo di detto sacrificio, il qua-
le essi chiamarono Re sacrificolo , e lo
soltomessnno al Sommo Sacerdote. SaU-in-
Cas. Un Satiro, e un garzone Orgiasta,
o Sarrificulo di Ba«co. (Aj
* SACRIFIZIO . y. SACRIFI.
CIO (C)
SACRILEGAMENTE . Avverò. Con
SacrilcQÌo. Lai, S'iCritt-ge. Gf. ^iO'Su'ì.ùi.
Fir. As 61. Allora la gentil moglie,
tutta divenuta altiera, sacrilegamente , e
con elicaci parole rispondendo alle accu-
se del marito, diceva che egli si partiva
dalla verilà.
t 3 SACRILEGIO. Lai. sacrilegium .
Gr. iE5U3<'3ii'a. Maestiiizz. 2. 3o. 2- Sa-
crilegio è una violazione della cosa sa-
grata, ovvero usurpazione , ed è delta
quasi sacri laedium, cioè che offende la
cosa sacra, ovvero furante la cosa sacra .
Tes. Br. 8. 6 Sacrilegio si è furar le
cose sagrante di luogo sagralo . S. Ant.
Confess. E sacrilegio quando per a*er
roba la perdona ruba le cose sacre; ma
nota, che sacrilegio si commette in tre
maniere, cioi? circa le persone sacre, cir-
ca t luoghi s^cri, e circa le cose sacre.
Bill. Inf. 20- I- Ed è sacrilegio, fura-
menlo del culto, che sì dee dare a Dio,
darlo
ci' idoli. E altro-
ve : Sacrilegio è di persone consecrate, D
pur che 1' una sia consecrala. G. V. 12.
Ili- 4 1' quale ha fallo come tu, con
frode, e sacrilegio sposata quella rea fem-
mina, ec.
•f 3 SACRILEGO. Add. Che com-
mette snctilegio. Lat* sacrtlrgut- Gr.
^ioyvyrl^.fliil. Sacrilego e qualunque to-
glie le cose date a Dio. Filoc. 5. 5l.
Che ho verso gli Iddìi commesso, che i
miei s<icrificii, puramente fatti non sieno
accettali? lo non sacrilego, io non invi-
dioso dei loro onori ec , ma fedelissimo
e divoto servidore di tulli ec.
§. Sacrilego, vale nncfie Fnipiof » di-
cesi delle cose, « Pass. 383. E simiglian-
temente è gravissimo peccato, e sacrilega
idolatria proccurare d' avere sogni, e loro
significazioni del Diavolo »• (.-^J
SACRISTIA . r. A. Sagrestia. Lat.
adytum. Gr. a^UTOV. Bfaestiuzs. 2- 4l-
Debbono riponere la pecunia io alcuna
sacrtsiia.
* SACRO. Siist. Sorta d'artiglieria.
Betiv. Crii. J'tt. I. i6o. Volsi certi pel-
ei di sacri, e falconetti dove io vedevo il
bisogno, e con essi ammazzai dimoili uo-
mini de' nemici K 173. Il qud pezzo (un
gelifalco) si è maggiore, e più lungo di
un sarro. quasi come una mezza colubri-
na. F. 179 Avendo preso un sacro, e ud
falconetto ec. io gli empievo di quei pu-
laloiieci. /'. SAGRO (Cj
S A C
•*■ % Soci I nel numero plurale , vale
Cerimonie , Piti di PfHgione LaU sa-
cra , Ang. Met. II. 18. A vendicar
contro le donne , Orfeo Non vuol il
Padre pio rivolger gli occhi; Che aveodo
offrii t sacri di Lieo Lascia che a lui que-
sta vendetu tocchi. (M)
*\ 3 SACRO, ^dd. Appaitenente alti
divinità. Dedicato •/ cullo divino. Santo,
Contenente cete dt rrligtone , ì'enerando
per religione , Augusto. Lai. tacer. Gr.
itsòi . Petr, canz. !\Q 7. Vergine sacra
ea alma. Non tardar, eh' i* son forse al-
l'ullim* anno. /:. son, 2o5 O sacro, av-
venturoso, e dolce loco, Dant. Pmrg. g.
Gli spigoli di quella regge sacra, £ Par.
3. E cosi le fu tolta Di capo V ombn
delle sacre bende. E xS. Se mai conliu-
ga che *1 poema sacro ec. Vinca la cru-
deltà che fuur mi serra Del bello ovile .
Bocc, nov. 2 i3 Giannotto il levò dal
sacro foote , e nomioulto Giovanni. Lèv.
M. Faccia ì prìncipii della città più u-
cri, e venerabili (il tetto lat. ha.- augu-
stiora facial) * S Ani. Confess, E s«-
cri1*>gio, quando per aver roba la persona
ruba le cute sacre; mj nota che sacrilegio
SI comm- Ile io ire maniere, cioè circa le
persone sacre, cirra i lunghi sacri, e circa
le rose sacre . Marsiru::, 2. 3o. 2. Sa-
crilegio quasi sacri lucdium , cioè che of-
fende la cosa sacra, ovvero furante la cosa
sacra f.Y;
* §. I. Ordini sacri, diconsi il Sacer-
dozio, il Dtaconaiy, il Soddiaconato, a dif-
ferenza dt-pii Ordini minori. - Dant. Inf.
27. Ni.- sommo uficio, né ordini sacri Guardò
in se M. (A)
* g. il. Le Sacre Carte , o le Carte
Sacre, dxonsi per eiC'-ll'nza i Libri delim
Santa Scrittura. 1 , CARTA, §. XII. (C)
* g. III. // Sacro Collegio, dicesi II
Collegio de* Card.nali (Aj
* g. IV. S.icra Maestà y è Titolo che ti
dà air Imperatore d'Austria} ed anche a
qualche Be, come persone che hanno riem»
villo, 0 che si crede che abbiano ricevuta
la sacra unzione. lied leti. 1. 2l3. La
somma bontà con la quale V. Sacra Ha«-
stà non ha sdegnala la mia servitù ec. mi
fa ardilo di inviarle un esemplare nuova-
menle tlamiuto de! mio Dtiirambo. (C)
§. V. Sicio.per Esrctahile. Lat. tacer,
execrandus . Gr. f-asaro;. Dani. Purg,
2% Perchè non reggi tu, o sacra fame
Dell'oio. Tappetilo de'mortali!
* § VI Sacro , vale anche Sagrato ,
C.nsawato. Car, En. lib. %. Tosto il
pietoso eroe col gregge lutto Ali* aliar la
condusse; e poi che sacra L* ebbe al gT»o
nume luo, massima Gmno. A le 1' uccs-
itfPrjFct 1 32. E come figlie Di quella
selva, a me*»on sacre, e care Si, ch'or M
temo. (Cj Cas. son, 48. Placido, inerme
entro un bel fiume Sacro ho mio nido, e
nuli' altro mi cale. (FPJ
* S- VII. .W^rfto saero, lo steste ike
Epite.'^ia. I . MORBO SACRO. M-*
* g. Vili. S'tC'o, aggiunto di Ossa,
dinota Quell'offe che sta nella parte M-
feriore della spina , e le 'fr%* tjmasijll
base, Lat, os sacrum. Gr. ii:o»orr»ù».
Bed. leti, I. 4(1. Si potrà parìmml* u
gnere tutta quanta la regione dell'oaso sa-
cro (•)
* § IX S.icro,*i usa anche in for»a
di sust. Sfgner. Pred. Pml. Ap, 6. Il -
Avviene che talora fin giungano ad avel
care le diuensioni che airadooo alla gior-
nala Ira Cri»lo e Cesare , tra 'l saero
e il profsoo, tra lo spirituale e il politi-
co. (C)
3 SACROSANTO . Add. Sagrcsamta ,
Sacro e santo . Lai. sacrosanctus . Gr.
«XTlOna^u/vOi Dant. Par, 6 Perchè
tu veggi con quanu ragione Si muove
S A e
conlra M sacrosanto segoo. Sui. ivi: Sa-
crosanto si dice, che è composto da sacro
e santo, ce. Sacro i quello, che s'appar-
tiene a Dio; sanlo i- quello, che e fermalo
e statuto ad alcuno line, ec. Fìr. As.
iSg. Ed io vece del tuo negato sacrosan-
to cospetto lasciami fruire la vista delle
mie sirocchie.
* §. Sacrosanto , si dice ancora delle
Persone coslituile in tal dignità che le
rende inviolabili . « £»■ M. La dignità
de' trihuni è sacrosanta , e questo non è
altro che harallcria e trecchcria .». (C)
* SADOISFARE, e SADISFARE. l-oci
poco usate. Lo stesso che Soddisfare, e
Sodii/are. Tratl. Car. 20. (Fir. 182,,)
Il desiderio dell' animo ardente in almno
modo nessuna cosa il può sadisfare . E
16. Quando nessuna cosa li può sadisfa-
re. Benv. Celi. In. 1. 394. 11 Cristo di
*"" "• "^oo molli liellissimi ornamenti ,
•addisfece grandemente al Papa. (CI
# SADDISFATTO. Md. da Saddi,
'fare. Beni: Celi. Fit. 2. ll3. Il car-
dinale molto benigno ascoltatore , e sad-
diifalto oltramodo dclli disegni ec dis-
"■ (C)
SAEPPOLARE. Tagliare alle eitì, per
'■•ngioianirle. il pedale Si^pra il saeppolo
Paltad. Febbr. 12. I,i il tondi, pw ca
gì 'ne di riparar poi la vite, e questo
'1 chiama saeppolare (il testa lat. ha
tueri ).
•t' SAEPPOLO. Arco da pallottole per
saettare gli uccelli. Lai. arciis . Gr
"ìov. Olt. Con,. Purg. 23. 432. Con
loro arco o saeppolo , vanno perdendo
tempo , d.leiio dietro agli uccellini. Cr.
10. 28. 3. Colui che vuol saettar con
"eppolo, o arco da pallottole, dee aver
le pallottole, d'ugual peso, e ben riton-
. ■ V "'.■; f "P- Ora ecco , che già si
"«■gl.e .1 lino, e rannosi le reti, e le
ncc-n^ "TPoI., e prende 1' uomo gli
uccelli. iVorg.,^. ,„. j,„u domandare,
™m ,0 m, colleppolo. Di farlo venir giù
•ama saeppolo. ' "
S- Saeppolo si dice anche ai Tralcio
"to W ped.le della lite. lasciatovi da-
£' ''f"=f'or, a fine di rinvigorirla, se-
ef"lo ;l pedale sopra detto tralcio,
fn« pia comunemente si dice Saetto-
SAETTA. Freccia. Lat. sagitla. Gr.
fiiioi Dani. Inf. 8. Corda non pinse
™ai da se saetta. Che si corresse via per
aer snella. E Par. 5. E siccome sact-
". che nel segno Percuote pria che sia
■a corda queu. Cosi corremmo nel se-
condo regno. E 17. cbè saetta previsa
'■en pm lenta. £ 29. Forma e materia
congiunte e puretle Uscirò ad alto che
"on avea fallo. Come d' arco tricorde
ire saette, i'e^r. ca«. 49. -.1 di miei ,
pio correna che saelta/^Tra miserie è
peccai, Sonsene andati. Bocc. noi: Ì2
13. La sottil corda riceverà otlimamcuto
la "ella che avrà larga cocca. Tes. Br.
o. 9. li lornisconsi di pietre e di man-
g",ed. saette, e d'ogni fornimento
"•' a guerra appartiene. * Tass. Ger.
"e. flvj ' '-'"S"'-"» il foro e 1'
^Te F, ^"'^r- ' *>"". P^r Fol.
S a r'Ts'/v "'"■''' '"^•°«"-
in„. ' ■ t- o. I. Venne con un CTan
nono una sae,ta„ella detta chiesa "^^
^rènT?'----'^---:
^r^^aa^.^s^d. ::;::£'
- "•-. W. da.a,e.vi.bi,m^"
S A E
te mandale, arse. Bicord. MaI.sp.cap. ,0
il quale r-emo; por l'alia ampieaaa, di
saelH di folgore si disfece. (/ )
tila d,,,. Lucr. Dan,, p^rg. 2. Da tutte
pan, saettava '1 giorno Lo Sol, ch'avea
colle saette conte Di nie«o '1 ciel cac-
cialo 'I Capricorno.
§ III. Saetta , chiamano i lennaiiioli
un Ferro col quale fanno il minor mem-
oro alte cornici.
lì.fi- '^- /■"■""' " *« anche Quel can-
del ere dove si pongono te qiiLicican.
di le nel tempo degli Uffici, delta setti-
mana santa.
dà\rt \/'""'''/", '"""' r"- J-'-""'"-
"" trar sangue. Lih. Maic. Abbia la
t'S'' 1 arteria. E appresso -• Quando vuo-
gli trar sangue da' membri dentro, dà
della saetta nelle mezze vene.
J^§.VI. Per Indice, ovvero quella
Freccia dell' orinolo, che mostra fé ore
ffS-er. Conf. instr. cap. „. Come fa
1 onuolo, a cui poco va'^e quel 0^0 ha
fuori „ T" "S»l'™ente ancora di
Bari. B.cr. i. „. l„conta„ente se n^
organ,„asse da se medesimo un orinolo
a ruota con tuli, dentro i suo'ineeeni
come 1 lavorati a mano; e il suon^ 'de 1=
ore a suo tempo, e di fuori la saetta e
. numeri da mostrarle. (BrJ
oZl^' /"• '^f ""■ ^'"■"'- de-Gecmetri.
Qulla linea che dal punto di mezzo
della corda si parte lasciandosi dalle
co.rV '"" '° "" ''"" ""■'"•■
nonJ'NÒ"'Ì"""'- ^"■'"- '''?'■• -'-"-o
Z ; ,"" '' """ "'"''"'ione deli-
emisfero boreale. (A)
sJ»"^**'^- Q'""'"'"''' saette. Lat.
^ar'eva ^J^"- '^'*- ''^°"- " 'oro sietlame
co s\e1 am ^^^ ^ ''"' '»P<""iieno loro
COI saettarne, e co' sassi.
SAETTAMENTO. Saetlame. Lai. mis-
s'iia, sagiltarum vis. Gr. toc Sei.,. Bore,
nov. 42. i3 Ove si trovasse'^modo, eh'
agU arcieri del vostro as versarlo mancasse
li saeltamenlo ec. io avviso, che la vo tra
battaglia s. vincerebbe. E num. li É
appresso far fare saeltamenlo, le co«ho
del quale non sieno buone se non a „ue-
Ger™ '°'"''- ''• ^-y-S. 2. In'san
Germano mise ec. tulli i Saracini di No-
cera con arcora, e balestra, e con molto
sael amento. £,2. ,6. 5. Ov'ebbe moli"
raorli ec. per lo mollo saeltamenlo e
pietre, che venivan del palagio. Stor
^'olf- A gran fatica fu levalo il non e
fa'ment^/-;'"" r^M";"^" "^'-
vu ifi. f . 2. là. Mandarono ar.
niadute, saeltamenlo, e balestra
■'■ g- Per i Atto del saettare. Sca-
gliamento di saette. (V)
<! ?■ * , S:^ETTARTE . Che saetta .
fP^'>n. Ihad. lib. u V. ^O. Venuto era
fCme; Jle „„e Navi de' Greci a ri
6ne, Per liberarla, e nella man lenendo
La ghirlanda d'Apollo ,1 sae.lanle. Con
aure^o^sceltro; e supplicava i Greci Tulli.
S SAETTARE . Ferire con ..anta .
Jlocc. ncv. 14. j. Del legnello niuna
persona, se saettalo esser non voleva p"!
Ouand'"?"'''^" f'ro./c/ie^. d' AniarÌs.
Quando Lepido vide Ottaviano , ordinò I
co la sua gente che 1' uccidessono, e fé!
celo saettare. . e le
• §■ l. E in forma ntutr pass , per '
S A E
989
^"j."' "'"•^;""-l'"""' con saetta .
ball I- ; 'a"' "*■ '^■""'■"■■"o tra loro
tatl.,gl,a cittadina ec. , saettandosi e
combattendosi di di e di notte ...fQ
anche ill^n '*''""'"'f "■ """^ > 'letto
alcnno di "?■„''" '""" •■"'-'"ora, e
aleno d, sua bellezza- Tass. Ger. S. ,5
Benché Armid. ,n lui saelti Men può
nel cor superbo amor di donna. Che avi
dita d onor che se ne i„J„„„; ^^; "'
§. 111. Per Gettare. „ .Scaglici, »
Tu 'ire saette; e si usa in siglar at'
e neutr. Lai. em,„ere . iaculari. Boec
"Ov. 42. 14. Poiché gli arcieri del vostro
nimico avranno il suo saetlameolo saella.„
"■.^""'.•^■"S- 3.. Ma dinanzi d!'h
occhi de pennuti Rete si spiega indarno
o SI saetta. '
=•• §■ IV. E col terzo caso. mi. ìf
Jol. 298. Un idolatro andava uccellando
ai pavoni ; e saett.mdo a uno pavone si
diede a S. Tommaso che noi vede-
§. V. Per siinitit. G. 7'. 12 65 5
Con bombarde «he saettavano pallottole
d. ferro. V Salvia. Eneid. lib. f. Disse.
e 1^ lace al giovan saetlonne. (F)
* 3. VI. Saettare, s, dice anche dello
Scagliare altre cose, come fuoco ec. Fior
Ji. 2J0. Quelli che slavano alla guardia
del porto, non lassarono lor pigliar terra
anzi SI procacciavano di saettare loro fuo-
••■ §. VII, Saettare saette, per Iscoo-
car saette. Mil. M. Poi. 364. Le saette
cominciarono ad andare per l'aria, tan-
te che tutta l'aria era piena di saette; e
tante ne saellarono che più non aveva-
no. (C)
§■ Viri. Per metaf. Cani. Inf. 16. E
se non fosse il fuoco che saetta La natu-
ra del luogo, i' dicerei Che meglio stesso
a le, che a lor, la fretta. E 2q. Lamenti
saeltaron me diversi. Che di p'iaà ferrali
avean gì. strali . E Purg. a. Da tutte
pam saettava il giorno Lo Sol. E Par
17. E questo è quello strale Che I' arco
dell esilio pria saetta. Anim. Ani. 16. 3.
a. Alquanti, quando vengono a dare i do-
ni , prima saettano le ingiuriose parole .
Vttv. Acc. ì!^o. Non correrete voi a ferir-
lo, a saettarlo subito di sentenza? * .. Menz.
rim. I 218. Buon poeta, or ci saetta D'
una dolce canzonella w. (]VJ
t* §■ IX. Saettare, vale andie Folso-
"Te f'"" °^'- '• "3- 8- Ma quando
pio^e, tempesta, saetta, Allor sta lieto eh.
1 Duon tempo aspetta. (\)
SAETTATA. Colpo d'i saetta. Ln. sa-
g.fto ictus ... Lasc. Rim. ,. 86. Ab s'io
potessi far 1 antiche prove. Che i Ricanti
ammazzar? che saettale ! So che elle" an-
drieno ad abitare alln ve. (Cj
§. Per la Lunghezza della via che fa
la saetta, ocli-etla può fare, quando eli'
•L '"''•,"'■ J-'^s.igiltee iactus. Gr. SVloMc
?oVn. M. r.ì. 50. Venuto a pie del
campanile di quella chiesa per ispazio d'
una saettala di balestro . Bui. Purg Z2
1. Forsi la saetta sfrenala va lauto in tre
saettale, quanto eramo rimossi ce
SAETTATO. Add. da Saettare^ Col-
pito. 0 Fe,ilo con saetta. Lat. saaitta i-
clus . sagitlis confossus . Gr. ^o-iir.rU
Borgh. Hip. 340. Dipinse in san Petro-
nio ec. una tavola a tempera, entrovi un
san Bastiano saettalo . Car. Iclt. z 20-
Esso con Diana recitino poi versola naru-
destra , e i saettali da loro siano Olo «
iLQalte .
§1. Per Iscagìiato , Gettato, Tirato.
Lai. emissus. Bocc. ncv. 42. io. Gli av-
versarli non potranno il saeltamenlo saet-
tato da' vostri adoperare.
J §. II. Per metaf. Buon. Ficr 2 I,
27. Saettale parole , alali detti Fian de'
i»4
g86 S A E
aoslrr deiir, Ji noilre brame lotcrpreli
naicosi. E 3- 4. 2. E (..Ip.i^r di cuori
Da scambievoli sgujrdi sj^tUH-
t SAETIATOKE. l^erhai. masc. Che,
n Chi bietta. Perita ili saettare. Lai. sa-
giltirius » UicitUtor . Gr. TOjOTJi; • ^'''-
ftut. lug. R- *^"» •^'"' v^*«o»it «^ «pL'ditc
rompagnie, e eoa rombolatori e sat-Ualori
eleni era ira i primi. M'ir. S. Greg. Ri-
ceve la pcrcosic di chi lo saelU, come il
segno, che è poslo incontro a' saeltat'jri.
/ìorg'i. hip- 349- Vi è uà saettjlore ,
che , appoggiatati U kilcstra al pclio si
china a terra por caricarla.
■j- SAETTATRICE . Si dice di Donna
che saetta , o che à perita di siettare .
Lai. iaatlalrix . Gr. n d^9J-:i^0Ji0L.
Okid. Pift. 208- Tulle queste cose rei
coniaodòc a me, dointfnd?, che io ti do-
vessi scrivere, la saeltatrice Dea. Be-nb.
At. 2. Ql- Chi non sa fare locoolanenle
ijUcUa, che egli ama, saetlatrice, fingendo
Àe gli occhi suoi feriscano di punguntis-
sime saette! Tnss. Cer. 17. 49. Che non
e degno un cor villano , o bella SaeUa-
trtce che tuo colpo il tocchi.
* g. f^ario uro. Sei^ficr. Mann. Mig^.
18. I. Sono innumcrabili quelli che il Si-
gnor guadagna con questa sorta di caccia
saettatrice. (ì'} '
t SAETTEVOLE . V. A. Add. Di
■saetta. Appartenente a saetta. Lai. sagit-
tarius, mtsutis. 0^'d. Pisi. l55. Già non
potessi tu lui ammaestrare della sacltevole
arte.
f SAETTI'A. Specie di navi/io velo-
cissimo ai corso. Lat. celox, na%'is cita,
cnrsoria navis . Gr. xi'iij; - Bocc. nov.
16. 40. E, olirla ciò, mandava per loro
una sacllia con alquanti gentiluomini. G.
y^ 7. 29. I. Fecero armare una saellia
per paisarc in Cicilia. la»*. Ger. \. 68.
Sovra una lieve saetlta tragitto Vo'chc tu
faccia nella greca terra.
* SAETTIERE. Saettatore. Che saet-
ta. Lat. iacitlator, sagittirins. Gr. T9^9-
T»i;. Silvia. Disc» I. 3.52. Occhi rideuii,
uettier d' amori , Colle grazie più liete
(qui Jì^uratam ). (')
SAETTOLARE . Saeppotare, Soder.
Colt. 42- Ecci chi usa, per tenerla a die-
tro, di saellolarla; il che a certe vili tra-
sandate fa molto bene, e a certe 00.
SAETTOLO. Saeppolo, Pallnd. Fchhr.
12. Riserba tutte 1' unghie secche delle
guardie, cioL* i saettoli secchi dell' aliro
anno. Dav. Colt. iS;. Per tenere addie-
tro una vile, meglio non ci ha, che la-
nciarle i snettoli. /S apprcsio: Non per
tanto da lodar sono que* che dicono , i
saelloli esser buoni prr appiccarvi il fia-
schetto, perchè 1' utile è di gran lunga del
danno maggiore.
* SAETTONE. Term. de* naturai i-
Hi, Sp-cie di serpent.-, detto coù perche
corre veloce come una snetta, l ed. A-
CONZI\.Lat. iaculum, Gr. oyi;. J/<i/m.
r*. 16. Vedrai che il Duca torna allotta
allotta Correndii a casa come un sacttonc.
Con quanta ciurnu eh* egli ha qua con-
dotta. Per voler ammanar bestie e par-
sone. (*)
SAETTUME. Saettarne. Lat. mitsilia
tela, Tacit. Gr. TO^ ^5>>). Liv. M. Con
ogni sorta di sacttume e di sassi ancora.
T.ic. Dav. Stor. 3. 3a3. Con tegoli , e
sassi oc caccuno i Vìtelliani « che altro
non aveano che spade, ni- tempo a man-
dar per mangani, o laettumc. Sfgr. Fior,
Art. guerr. 5. 121. Tanto che lutto Te-
sercito veniva ad essere comi? sotto un
tetto, e difeso dal sacUumo nimico. ^
Ciov. Geli. t'U. Alf. 34. CumballcnJoii
per i Vinixiani dalla più alla parlo ilct
forte, con infinito sacttume, sroppielti ec.
iBCcessc questo e*. ^(7 Salvia Odia
S A E
liù. 21. V. I2J. M.1 sedendtj mangiale
quctamente, O fuor, piangete , ascendo ,
qui Ijssjnlo 11 sa eli urne , a' Proci forte
giuoco, f/i)
SAETTUZZA. Dim. di Saetta. Lat.
parva .ia<;ttta.
'fi a- 1- ^<'' similit., vale Lancetta,
o fimile Strumi'nto, Frane. Sacch, nov.
26 Barlulino. come viJc la vescica : ora
VI convorrebbe avere la laelluua, e darri
entro.
# §. II. Saettane, si dicono anche le
Pant'i deUrtpanif Co'qaiU si /ara o pie-
tra, 0 melali-), o le^no de^ la^'ort genftU.
•' fìenv. Ceti- Qref. 1^1. Avendo messo le
saeliuzze nella sua ingorbiatura, fatta ap-
posta per tale effetto». ( A^ E VH. 3 25.
Al marmo trapani, sactlouc, subbie, scar-
pelli , scuffine d'ogni sorte, e altri rotali
ferri. ^6'> Hai Ha. l'oc. Dit. Cjsulleito si di-
ce anche a strumento Ji ft^rroron unj rui>ta
d'acciaio, che serve per 1« più per bucar
pietre, coll'aiuto d'altri strumenti, come
cannelli', saeltuzze, e simili. (B)
f SAFENA. Ramo interno d'-lla venit
della gamhn, d'ila di^fi Anitomici cru-
rale. Lat. siphte'ia. M. Aldohr, P. A'-
3o. Ne' piedi sono duo vene sotto a' tal-
loni dal lato di fuori, che la fisica appel-
la sciatiche, e altre duo vene dal lato di
dfrnlro, che la fisica appella safene. yol^.
Ras. La flobotomia si dee fare dalla sa-
fena, cioè dalla vena del tallone dentro
del piede.
•f ^ SAFFICO. Di Sa/fo, D^-lla poe-
tessa Saffoj ed è per lo più Asfiunto di
sorta di verso endecasillabo, di cui essi
Jn inventrice. Salvia. Pros. Tose. I. 5^7
Ora può affigur^ire il falcucio , ed ora il
saffico in certo modo far risonare. IC 2.
5i. Per vedere d'introdurre un più ar-
tificioso e maestrevole verso, che non è
il nostro endecasillabo, corrispondente al
faleucto ed al salUco. E 86. Il gravissi-
mo e linialissimo poeta franzese Malerba
nella sua canzone ec, fatta graziosamente
alla maniera de' versi saffici, dice (*)
•f * SAFFinO. Zf/?iVo. Stor. Toh. pag,
44" (Livorno 1799 ) Le porle di leru-
ulem saranno edificate di saffiri e di sme*
raldi, e tutte le mura sue di pietre pre-
ziose. (A)
V SAGA. r". L* Strega^ tncantatrice,
Ar, Fur. 3l. 5. Questa è la cruda av-
veleoata piaga, A cut non vai liquor, non
vale impiastro. Ne murmurc, né immagi*
ne di saga. (ìt)
f * g. E tu forta d*add. Varch. rim.
past. 254- Fedele Elpitlo mio. sema che
mandc A'Massili o per erbe, o donna sa-
ga ec. (I'}
SAGACE. Add. Attuto , Considerato ,
Avveduti). Lat, ia-'ax, asUtlus. Gr. rro-
Xw^urirt;. Bocc. nov, 71. g. E cosi il sa-
gace amante senza costo gode della sua
avara donna. E nov. 7Ì. 2. Uomini sol-
lazzevoli mollo, ma per altro avveduti e
sagaci. Coli. SS. Pad. Tutti i pensieri,
che vengono nel cuore , con sagace di-
scernimento disaminare. Dittam. i. 20.
A forza, e con sagaci tradimenlt Sesto il
figliuolo giacque con Lucrezia.
"ié- §. \.Sa£ac<^, diccst propriamente de-
gli Animali che hanno l'odorato, o tudì-
to acuto, come l'oche, e i cani special-
mente da caccili. OÙ, Com, Purg. i5.
Il cane è animale più sagace degli altri ,
e ba più senso che gli altri animali. Po-
lii. St. 1. 3i. L'astuto lupo vie più si
rinselva : E rinsclvjio lo sagaci nare Del
pìcciol bracco pur temo il meschino. San.
naz. Arcad. Prot. 8. La sagace oca , sol-
licita palesalrice delle notlurno (toAc,(Br)
# §. il. F. in/'jrza d' avverbio, vale Sa-
gacrmcnte premurato, e si trova seguito
dalli particella di Ott. Com. in/, 9.
S A O
x56. Il cui regno ritenne la natura saga-
ce di conservare le lerreae riccbeue. (C)
SAGACEMENTE. Avverò. Ccn saga-
cita. Lai. sagaciter, astute. Gr. ivfmx^-
vvi, :to3iJTiOTtM4. G. V. n. x33. 1. Il
Mastino non dormia, ma Mgacemrote pre-
se suo tempo. Mar. S, Greg. Quando ,
attendendo sagacemente a' mali della pre-
sente vita, dol-odosi , considera come e.
Frane. Sacch. nov. 179. L* oaa verso T
altra comiocii!), e come l'altra ugacemeo-
te rispose ■
SAGACEZZ\. r. A. Sasaettm, Lm.
saiacitas. caUtditat, Gr. cèyxt'yoifit. Fr.
Giord. Pred. R. Uomo «r« pieno d'av-
veduta sagarezza.
:;: SAGACIA. Avveduiezsa , Sagaeità.
Fine. Martell. rim. 2. 61. E *ovra ogni
sagacia approvo e lodo , Se bisogna , il
giurar, pcrch' altri *l creda ; E questo è
quel mirtei eh* ferma il chiodo. (B)
SAGACISSIMAMENTE. Suprrl. di Sa-
gacemente, Lat- sagacissime, cailiditsime.
Gr. «^olrxra- Bocc. nov. 34- 5. De*
quali sagacissimamente il fece. Mor. S.
Greg. Sagacissimamente guarda di non
passare i termini della giustizia. Jlf. F.
q. 65 Bene conosceva , che impossibile
era sua difesa conlra la forza di mester
Bernabò, non avendo altro aiuto, e però
sagacissimamente si sostcoea.
SAGACISSIMO . Superi, di Sagace.
Lat. sa^acitfimus , callidissimas . Gr.
■joowTaT55 Bocc. Vif. Dant. a3i- Era
al tempo di costui la fiorentina cittadi-
nanza in due parti perversissimamente di-
visa . e e oli 'operazioni di sagarissimi ed
avveduti Principi di quelle era assai cia-
scuna possente. Ftamm. 4- 80- lo io que-
gli iilti sagacissima per addietro, con oc-
chio perplesso ogni cosa mirava. jV. P^-
8. I03. Il quale, tuttoché fosse sagacissi-
mo e astuto signore ec, fé la via per Fi-
renze.
SAGÀCITA'. SAGACITADE.f SAGA-
CITATE Abito, 0 Ditposizione virtuosa.
colla quale st sa ditcernere ti vero dal
falso, e giudicar Aene, e con prudenza
delle umane operazioni, e operare altresi»
Lai. sasacitat, atUtUa. Gr. Qtyxi'wta.
Bocc. nov, 63 23- Colla sua wgaciià fog-
gi il pericolo soprastante. E f- 8. /. 1.
Commendato il consiglio di Pietro Cani-
giani) ec, e la sagaeità di Salabaetto. che
non fu minore a mandarlo ad esecouooe.
G. F. 8. 6. I. Avendo per suo senno e
sagaeità adoperato che Papa Celestino avea
rifiutato il Papato. D'Uam. 3. 18. La sna
sagaeità. lo 'ogegno e l'arte. ^ Seal.
Claustr. 433. E quando egli si parte, si
si parte a maestria, e a s^gaciUde , per
gelusia. ch'egli bae di te» (C^
SAGAPENO . Liquore gammos» , che
.traturi tee di una pianta tintile al JÌmoc-
chio, Seritpino. Lat. sai:np<num. Gr. €«-
■/«TI»ivov. Lih. cur. maiali Rammorhìda
il sagapcno. e stendilo in un cencio , e
fanne un cerollmo. Ricttt. Ftor, 65. Il
scrapino, chiamato da* Greci sagapcoo, i
un liquore di una ferula così detta.
* SAGENA. Sorta di rvt* grmm^s .
colla quale ti pesci rasente •' ' '"
Adr. Op mor. 4 186. La tn.
e il dragone si pigliano con alti
gripi e sagene, che soo fatte cimu« ti g*^^-
cbio. rO Salvili. Op. Pese l. 296. Par-
te s*adJimandan giacchi , E parte gripi 0
gangame. cil iporhr fonde e sagene. (.*)
* SAGGETTO Dimin. di Saggio
Car. Lett. I. 321. ivrcbi- n'abbioo pia-
cere ancor gli altri, e massimamente 1 si-
gnori camerieri, che n' hanno conoaccnaa
per famj. e per quel saggetlo die dette
in corto alli mesi pauatt della su« vinù.^^V
•| * SAGGEZZA. AstrmUodi Sèggio
Sevietz^. Lai. tapientia, prudenUa, Gr.
S A G
ofiyia, yco'vflfft^. Aìam. Gir. 2, 137.
Aaco c&a«r può, che gli amorosi tarli Ilo-
dia il cor a chi Ji lur &i litle ; E a chi no
'1 vorria, consiglio tlarli Opra ù che da
sjggeua si divide. (') imperf /'. Ttisc.
1). 9. J". a. 16. Con molla saggcxma a-
vele parlalo, sìf;. WagioUi. /■: /'. Tib. D.
\. T. II. 8ij. Ciò fra far la saggfira della
ragione. E Tini. J). 12. 7". 8- 4^5 Que-
lle operaiioni di saggezza quantunque man-
chevole non vi rasscnilirano scintille della
sapienza peilritistima di Dio? (f^J
SAGGIAMENTE. JiWrti, Saviarnent,'.
Lai. bene, iapientir. Gr. eu, co^w^. ^■
Alam. nm. J.385. Qui-llo uggì spende
saggiamente gli armi. Che col .suo trava-
gliar iraya^lia it muudo. Cercando l'uiil
suo negli altrui àanoi *(£) lied. Jnx. i]i.
TeoCrastoec. saggiamente lien per fermo,
che tal maligna invidia non si trovi mai
negli animali.
SÀGGIÀHE. (•'are ti J<ipeio, ia pruo-
*aj e si dice propriamente delibero f e d'al-
tri mttalli* Lat. pvricuium fitcn e, ad e-
Xanien revocare, ad truUnam tXit^ercGx.
e:rt tov sraSuo v «'-/Kyìt v. Dai-. Man, 1 12.
Portarlo conviene alla zecca . pubblica; ed
tlia it prende, e pesa, e saggia.
§. 1. Saggiarti per Assaggiare. Lai.
praegustare. Sen, l*i»t. 5o. E' uomo il dee
isforzare che cumiuci, peiofchè, poi ch'eoli
avrà saggiala la medicina, ella non gli par-
rà amara, anzi gli dileiier'a, sentcndusi mi-
gliorare, .^mf/i. ^/if. G. io4.]N'i>n saggia-
le lo misagìo iu vila sanza dottrina. *
Gaiit. Ulenì. e Lett 2- 339. Se voi ave-
ste cognizione della liugua toscana, avre-
sto, senza più oltre bgfjere nel mio libro,
inteso, come il nome saggiatore , senza
traslazione, significa 1' Ìsles.<^o che coUibi-
&la, e nou quello di praegustator vini ,
il quale noi chiameremmo assaggialore ,
perchè si dice assaggiare ti vino, e non
sa^aiare. (P*-)
5js g. II. Saggiare, talora vale anche
Misurare. Da/it. Conv. 5ti. Sicché il nu-
mero e la quantità e '1 peso del bene gli
pare più, che se con giunta misura fosse
.raggiato, e quello del male meno. (J)
SAGGIATORE. Caini che saggia l'o-
ro, o altri metal/i, Lat. p nderaior, exa-
minator. Gr. CTaàymjTr/c. Gal. S'tgg. 276.
lo ho voluto servirmi d'una bilancia da
saggiatori, che sono cosi esalte, che tira-
no a meno d* un sessantesimo di grano .
'•ifSegn.Jitft. pag. 5o (Vinegia l55i; li
giudice è simile al saggiator dell' oro ; che
e' debbe considerare il falso e il vero ,
oc. (B)
§» I. Per similit. Cant. Carn. Ott. 88.
Ma ora andiam facendo sperimento Degli
uomio, come d'uoroin saggiatori
§. ÌL Saggiatore , per le Bilance stes-
se^ colle quali si saggia. Lat. ann/ìcis
staterà. Gr. xo^u^ictoù Cu'/o';. Sngp.
nat. e.ip, 256. Posle in sulle bilance det-
te il saggiatore due vergbellc d' acciaio
di peso uguali, una infuocala, e una fred-
da, par che questa rimanga più grave
dell' altra.
t SAGGINA. Pianta il cui fusto so-
miglia quello della canna di zucchero j
ed ènne di due sorte : ièna che fa la .^paz -
woy C altra la pannocchia j e Saggina
chiamasi pure il suo seme. Lat. militim
ofundinaceum, milica, niilium Indicum ,
J lin. Af. Aldobr. Saggina si è una ma-
niera di biada, che cresce in Toscana, ed
Jii Proenia a maniera di canna. Cr. 3.
)". I. La saggina è connsriutissima , ed
enne di due latte: ènne una rossa, ed una
bianca. G V. 8. 82. 6. Tennonsi infino
■ tanto che vi rimase a mangiare, avendo
mangiati i cavalli, e pane dì saggina, e
di semola, nero come mora. 3/. /•'. 3. 56.
La saggina ( valeva ) soldi trenta ìd ireo-
S A G
tacin<iue. Alam* Colt. 1. 7. La vermiglia
saggina, il biani-o miglio. Burch. i. 7. E
S A G
^8?
se mm fusi
il
..go
■ 'I zafterano, Ncm
si irovcria m.ii saggina in piazza V.emU.
pros. I. l\^. Il pane del grano non si fa
miglior pane per mescol.irvi la saggina.
SAGGINALE. Gambo, o Fusto della
saggino, Lat. milicaf ctilniit.i . vvl cafa-
nius. Cr. 3, 17. 4- Tagliasi rasente ter-
ra, e poi appresso alle pannocchie se i
sagginali vorrai avere, /iocc. nov. 79 20
Per certo con voi perderieno le celere de'
sagginali, sì arlagolicameple slrarantale.
Frane. Satch. nov. ?.io. Quivi furono
recati s^igginali, dicendo; noi ardiamo po-
che altre legiie.
f g. Sagginale. Xerm. de^li Ornito-
logi, Uccello del genere de* Beccaccini j e
sonne di due specie , maggiore, e mino-
re. (A)
•f SAGGINATO, e SAGINATO. A'Id.
da Sof^inn; Mescolato con sagf;inn. Lib.
cur, malati. Come sarebbe il pane fallo
di gran sagginalo, o vecciato.
§ I. T'ilora è aggiunto d'un pelame
di be.stie, di color simile alla saggina .
Lai. bndiiis Burch. i. 66 Mule sbiada-
te, e asin sagginati. Bttn. Ori. 1, 18.
li- Il suo cavallo era il più smisurato
Che giammai producesse la natura ; Era
lutto lossigno e sagginato. Con g^mibe,
testa, e coda nera, e scora.
§. II Per Ingrassalo. Lai. sa^inatus.
Gr. ffirtflSEi'^. Palla.i. Marz. 28. Impe-
roccht; ( i bttoi } non sono ancora saggi-
nati, ne ingrassati per arte. ^ì- Jiocc.
Cotn, In/. Fece il pietoso padre uccidere
il vitello sagginalo, fece parare il convi-
to, fece chiamare gli amici, (.^j far. En.
lib. 8. V. 276. Co' suoi Teurri tulli E-
nea fu delle visrcre pasciuto Del sa-
gioato a Dio devolo bue. E Ij. J174-
Nelle sacre Foreste è dall' aruspice intu-
oalo. Che la vittima è grassa : itene tulli
Seco a goder del saginato bue A piena
pancia. (B) Srgner. Fred. 21. 7 Essi,
vestili di cilizio, sparsi di cenere, lico-
perti di lividure, temevano d'ogni prin-
cipio di colpe, come d'un principio di
dannazione; e non temerete voi, che pu-
re vivete ammanlati di bisso , aspersi di
odori, e sagginati nel lusso? (Pj
SAGGIJNELLA. Saggina seroline. Lat,
ntilium, Jndicìtm serctinum. Dav. Colt.
199. Di Giugno ec. semina panico , mi-
glio, sagginelia e cardani.
SAGGIO. Sust, Picciola parte, che si
Itva dallo intero., per farne pruoea, 0 mo-
stra. Lat. specimen. Gr. $ùyp.a. Dani.
Purg, 16. Ma qual Gherardo è quel che
tu per saggio Di' cb'é rimaso della genie
spenta? Bnt. ivi: Cicì; per esemplo. Lo
saggio è quello , che dimostra qual dee
essere la cosa. Pass, ^i- Rispose ec., eh'
egli gliene moslerrebbe alcuno saggio. /•,'
4 ì. Temendo di non andare a quelle or-
ribili pene, delle quali aveva il saggio.
Malm. IO. 22. A'vermini a tua posta
manda Ìl saggio. Bed. lett. 2. 76. La
memoria ec. mi rendono ardilo per sup-
plicarla a farmi ]' onore di non isdegnare
alcuni odori, e quintessenze che in una cas-
setta le invio , come per un saggio di
quello che potrei mandarle.
§. I. Per sin-iìit. Dani. Pnrg. 27. E
di pochi scaglion levammo i saggi, But,
ivi: Levammo 1 saggi: cioè di pochi sca-
glioni avemmo esperienzia , cioè pochi ne
montammo, perchè ne venne la notte,
Morg. 1^. 43. Perocché '1 luo valor non
m'è segreto, Ch'io n'ho veduto a que-
sta volta il saggio; E 1/4. 16. Questo es-
ser debbe ad ogni savio un saggio Di sua
potenza.
§. II. Saggio, vale anche il Saggiare ,
PAlto del saggiare. Prova, CmierTio,hal
experiwentnm , examen, cragium. Gr,
Jox Inasta, SiUTìiipu. Coli. SS. Pad.
Qui'lle, il cui peso, e pirzzo, rodendo la
ruj;j;iiie della \aiiiude. nun lasciano rag-
gu.iyUare al saggio de* Padri, scusiamo co-
me monete leggieii, e dannose (ti testo
lat. ha cx-.^ium). G. l. 6. 55. 1. Fe-
cene far saggio, e trovògli di finissimo
oro. Gal. .yagg. 276. ^o^ tralasciando
proposizione alcuna produlla da quello,
farò di tutte i lor sag^i. /•; 227 Sia il
piimo saggio intorno ad alcune parole del
^roenno. E appresso : Seguita appresso
( e sia il secondo s.igj^io ) ce.
t £. Ili Per Una certa quantità de-
terminnta. fr Mil. M. Poi. 181. E le
quattro venti di questi lati sei, che io v*
ho detto, vagliono un saggio d' oro fine-
e questa è Ij piccola numela, ch'egli ispen-
dot)o. (C) E 184* ^''S''^'"" 'e ottanta por-
cellane un saggio d' argento, che snno due
viniziani grossi, e gli otto saggi d'arienlo
fine viigliono un saggio d' oro fine.
§. I\'. Far saggio, vale Assaggiare ,
Far la credenza Lat. prnegustnre. Gr.
TTpoyeusiSrKc. G. /'. 8. 80 I. Sanza far-
ne fare saggio, perchè era presentalo da
fenmiina, uè manf;iò assai. Fronc. Sacch,
nov. 192 In queir ora i saggi erano fat-
ti, ed egli poteva molto bene soprassa-
lare.
§ V. Saggio, si dice anche un Picciol
faschetto , nel quale si porta altrui il
vino, perch' e' ne faccia il snggìojs che
anche si dice Sagginolo.
'"? §. VI. Siìggio, dicasi anche a Quel-
la bilance/te , con cui .ii pesano le mo-
nete , Borgh. Non. 228. Il tenere i pesi
dille monete, e quel eh' e' dicevano saggio
e sagginolo , fu già ofizìo proprio e solo
del pubblico, (yj
SAGGIO. Add. Savio. Lat. sapiens.
Gr. c5^or. il/. F. 11. 65. Molti antichi,
e cari cittadini, sapgi, e inieiidenti, era-
no schiusi dagli ufiui . J)ant. Purg. &.
Finche n' appaia alcuna scorta saggia .
Pelr. son. 20- Due rose fresche, e colle
in Paradiso ec., Bel dono, e d*un aman-
te antiquo e saggio. E canz. 49. 2. Ver-
gine saggia, e del bel numero una Delle
beate vergini prudenti.
g. I. Inforza di sust. Dani. In/, i.
Aiutami da lei , famoso saggio , Ch' ella
mi fa tremar le vene, e i polsi. E Purg.
27. Che '1 Sci corcar per 1' ombra , che
si spense. Sentimmo dietro, ed io, e gii
miei saggi . E Par. i^. Biancheggia Ira
i poli del mondo Galassia sì, che fa dub-
biar ben saggi.
g. II. Per Consapevole. Lat. certior ,
sciens . Dant, Purg. 5- Corsero incontra
noi , e dimandarne : Di vostra condizìon
fatene saggi. Bui ii-i : Fatene saggi, cioè
fateci saputi chi voi siete.
SAGGIUOLO. Picciol faschetto , mi
quale si porta il vino per farne il sag-
gio .
§. I. Diccsi anche Sagginolo a Quelle
bilancette , con cui si pesano le monete.
Lat. aurifìcis slaleta . Gr. y.oJiXuSiCToO
^uydi . Frane. Sacch, nov, j4^. 1 Ge-
novesi dall'altra parte col sagginolo, e
col granello del panico slesono una mau-
tellina, per ricoglicre questa piccola cosa.
Pav. Man- j 22. I quali per arnesi por-
tano in seno lor crsoie , e sagginolo « e
non hanno 3 combalterc che con la lega.
Borgh, Mon. 228. Il tenere i pesi delle
monete, e quel eh' e' dicevano saggio , e
sagginolo, fu già ofizìo proprio e solo del
pubblico.
* g. II. Sagginolo, V anche Quella
piccola parte di vino, olict 0 simile, che
si piglia, dà, o manda per mostra, e per
assaggio . Salvia. Annot, H/alm. 766. E
de'vini si dire sagginolo hit, gustus. (C)
^ S À G
SAGI5A . r. A. Possesso hti^pos-
iessio, dftentio, Gr- x«/?Tf«s'5 • t.. / .
6. 17. 3. Poi a »^^ "«'""'^ '** mctereb-
be io .ignori, e sagina d. K-rusalemme
taoza colpo di 'P**!*. „^,v4Tn e if ffìì
*SAGINATO./^AGGI>ATO,§.II.r^;
SAGIRE - /^' A. Dare il possesso,
Mettere in possesso. Occupare. Lzl. pos-
sesstonem (radere, *saisire. Ved. ti Da-
Fresnc. Gr. /rr/TOpa TTOietv. G. ì - 5.
l8. !• ii quando egli fu al tutto iagilo
Jcl reame , ». ^cgui Torme del padre, d*
ciiL-re ingrato a santa Chiesa. K 12. 112.
2. Per sagire i baroni, e i>aesc di Puglia
■ sua tigooria.
* SAGITTALE . Sutura del cranio ,
per cui si connettono fra se le due ossa
del sincipite. BalMn. l'oc. Dis. (A)
SAGITTARIO . Arder,-, Lai. sagUta-
rius ■ Gr. TOjor»]; • Ouid Li. Lo dello
re Epistropìo mcoòe seco un jagiUario .
E altrove : Adunque convenne per viva
fona , che Diomcdcs s' affrontasic col sa-
gittario. Petr. san 66. Sì tosto come a v-
vicn, cLe 1' arco i<:occbi, Buon sagillario
di lontdn disrcrnc Qujl colpo è da sprcz-
laic, ec. 'l* Vfljì. Oer. Ub. 12. 3. U'alto
lipchiusa oprai Tarmi lontane, Sagillaria,
noi nego, assai felice. ( P)
g. t'er Uno de* dodici Segni del Zo-
diaco. Lai. sa^ittarius , nrcilenens . Gr.
T5|5T/i;. G. / . H. 2. 5. La pi.nncla di
Mars alla venula de! diluvio si trovò nel
segno del sagitlurto.
SAGLIENTE. Che sagtie. Lat. ascen-
densj conscendens. Gr. ava^i^ca;. Pocc.
nov. 45. 12. La quale d*ela di due anni,
o in quel torno . lui saglientc su per le
scale chiamò padre.
SAGLIMENTO. J'. A. Salimento. L^t.
aicensui . Gr àva^ait; . LH». cur. ma-
lati. Nello saglimenlo delle scale, e delli
luoghi erti ingrossa il fìato-
SAGLlRE. /'. A Salire. Fr. Giord.
Prcd. H. Mentrcche su per la scala sa-
gliva. Guitt. Leti. Se voi a UmU allezza
wglirete. E rint. ant. F. H. Me dispero
saglirc a tanta altura-
« SAGO. /^. L. Add. Sagace. Pemb.
Asol. 2 110. O fortunalo, il velo in cui
** avvolse L" anima saga; e lei di' ogni
altra vesta Men le si convenia. (ÌV)
* SAGOLA. Tenti, di Marineria. Fu-
Htcella incatiamata , in capo alla quale
e attaccato un peso per iscnndagUare il
fondo dell' acqua j e dicest per lo più
Sagola da scandagho. (A)
*: § I. Sago'a da Incciare . Term, di
Marineria. JJicesi ad una fune annodata
a maglie , t-Ae serve ad allacciare 1 col-
tellacci. (A)
* g. II. Sagola della barchetta. Term.
di Marineria, dicest ad Una piccola corda
misurat.t, e segnata con nodi esprimenti
le diverse distanze , attaccata alla hai-
chelta per misurare il cammino dilla na-
PI. (A)
* §. III. In generale, per Canapo,
Cavo, Gomena. Lat. rudent, f'olg. Ovid.
met. Ub. 3. Uel qudc alcuno non era più
presto a satin ni-lle somme antenne , ne
di correre addietro per U presa sagola .
( prensoque rudente relabi). E lib. li.
Cerio gli uomini suonano colle grida , le
>agolc collo slridorc ( qttippc sonanl cla-
more viri, stridore rudenlcs. (ìvìd.). (P)
* SAGOMA. Il Contrappeso della sta-
dera, che scorre di qua e di fa dalla mi-
sura , e per cui si rag^ungltano i pesi ,
quando ita fermo, (A)
* S- Sng>ma. Term. degli Ar<.fiiUtti.
Lo stesto che Mudano, cioè II mìo pro-
filo d' ogni membro, o modanatura d'A'-
thitetUira. Alcuni lo prendono ancora per
la medestm-i modanatura, (A)
^ SAGORA, fune . Stor. Pist /ly
S A G
210. E lubito detto che l'ebbe Tua lai
gittata una sagora in collo, e con etti
strascinato per la sala in6ne alla fine*
sira, e cosi con la sagora in gola fue
messo fuori della finestra predella, e
la sagora Tue legala dentro , e quivi lo
lasciò slare impiccato tanto che vi morio,
e rome fue morto, la sagora Tue tagliata,
sicché il corpo cadde nel giardino. (C)
SAGHA, e SACRA. Dedicazione, o Con-
segrazione , Lai. dedicatio , coasecratio .
Gr. KO.'biipuati. Annoi. Vang. Cbe "c*
nis&cru , e fossero alla dedicazione e sagra
della statua.
g. I. Oggi Sagra, si dice la Festa dil-
la consacrazione delle chiese, Lat. • en-
caenia. Gr. eyzaivtx Bocc. nov. 20. 16.
Ansi mi paravate un baoditor di sacre e
di feste, sì ben losapavale./Vrt/ic. Sacch. Op-
div. 117. Sono molti che corrono allesagre^
e alle perdonante , per iscemarsi le pene
del Purgatorio. Dial. S. Greg. 1. 10. Ku
invitala colla sua predetta suocera allale-
sla della sacra di santo Sebastiano marti-
re, e la notte dinanzi al dì della sarra
quella giovane, vinta dalla volontà della
carne, non si potè astenere dal marito.
g. U. Onde Parere che in alcun luogo
sia la sagra. Aver la sagra, o simili, si
dicono per dinotare numeroso concorso di
gente, l'arch. Suoc. 2. i. Intorno all'u-
scio mio era si grande la serra , che pa-
reva che alla mia casa fusse la sagra.
Amhr Furi. 3. 5. La casa di nozze par
sempre una sagra, tanic persone entrano
ed escono sempre.
§. 111. Sagra, per Sagro, Spezied'ar-
me da fuoco, Ar. Fur. II. 26. Qualsa-
gra, qual falcon, qual colubrina Sento no-
mar, com'al suo autor più aggrada.
SAGRAMENTALE. Add. Sacramenta-
le. Lat. *sacramentalis. Gr. /uLUSftxo'^.
Esp- Vang. OperazioD di vita attiva , e
cristiana si è ogni mislerìo sagramenlalc,
comr il battesimo, e gli altri sagramcnli.
Pass. 119. A lui solo, come a ministro
della Chiesa , si dee fare la sagrameotale
confessione.
t SAGRAMENTALMENTE. Avverb.
Sacramentalmente. Lai. * sacramentali-
ter. Gr. /jl'jstuoj;. Med, Arb. Cr, 29.
Quando si dice , che Crìslo e nelT altare
sagramcntalmcnie, è a dicere , eh* egli è
ivi veracemente. Pass. io5. Per la qu^lc
confessione, segretamente, e sagramenlal-
menlc falla, il prete come giudice cugno-
scc, e discerne tulli i peccati.
SAGRAMENTAllE. Sacramentare.
g. Per Far sagmmrnto. Giurare. Lat.
ittrarc. Gr. o'juvu'stv Tac. Dav. Ann. ^.
qo. Sagramcntava Cornuto essere innocen-
\c (il testo lat, ha adscverabat ). lìem.
Ori. 1. 20. 59. Sagramentando di nuo-
vo a Macone , Che ne fai ebbe Ang'--lica
pentire. # Dnv. Sci^m pag. 8a ( Co-
min. 1754) I' barone Poggclto ec sa-
gramcniò che Bucero , se presenti', e iu-
lernretc appresto Dudieo ec. , domandalo
se ec, rispose: ce (P)
« SAGRAMENTATO. Add. da Sa-
gramentare. (C)
* §• Cristo sagramentato, vate l' Eu-
caristia. Ces. Vìi. Gonz. 106. Quivi eb-
be Luigi grande agio di sfogarsi con Ge-
sù Cristo sagramrnlaio. (C)
SAGRAMENTO. Sacramento. Lat. sa-
cramcntum. Gr. /jLvarn'piov. I^U. SS.
Pad. I. 139. Lo quale aveva questa gra-
tia, che conosceva le colpe, e i meriti di
quelli che ricevevano le sagramenta . V
ICsp. f iing. Ogni mislerio lagr^meniale.
come il Battesimo e gU altri sjgramen-
li. (IV)
§. I. Per Ehcaristia. Lai. euchanstia.
Gr. éwx«ft'oT»«- ^" SS. Pad. a. aa;.
Perdonagli secondi^ il comandi meato di
S A G
Crifto, e poi vieni, e degoamenle riceri
lo santissimo S.igrameDlo. E 268- Pregò
Iddio, che quel fanciullo dovesse ritorna-
re nella spezie di prima del Sagramenlo.
E appresso: Trovo lo corpo di Cristo
pure nella sua spezie del Sagramenlo.
g li. Per Giuramento. Lat. sacra.
mentum , iusìurandum. Gr. 5cs.o:,, Docc.
Vii. Dani 246. Cominciaron ad aumen-
tare le religioni, e colla fede di quelle ad
impaurire i suggelli, e astrignere con sa-
gramenlo alla loro obidienzia quelli li qua*
li non vi sarebbooo polulì eoo forza eo-
slrigncre. Sf^r. Fior. Art guerr. l. i^.
Né alcuno d' infima fortuna pensò di vio-
lare il sagramenlo.
§. Ili Per Cosa sagra de* GeniiH .
Oiid. Pisi. Eolo gliele fece torre, cl'io-
Cnte sagramt-ota rivelo« (il testo lat. ha :
raenlitaque lacra revelal).
SAGRARE. Sacrare. Lai. sacrare. Gr.
t'c^cù'. Fior. Jtat. Sagravano a lai tulle
le porle delle case , e de* templi. 3Sae-
struzt. 1. 36. Quando si sagra la chiesa,
non si può dare più the uno anno di
perdono. Dittam 3- l. Perocché qual s*
intendo in Simon m^go, Per sagrare il suo
libro lassù munta . "^ Tac. Dav. Germ.
375. Sagrano boschtlli , foreste , ove ap-
pellano per nomi divini quella incompreo*
sibilila che adorano. (TC)
-f- # §. I. Sagrare , parlandosi di fan-
ciulla , tale Spesarla. Cecch. incanì, a.
5. Or oltre, io son lisoluio: i' T arò, e la
sagrerò a suo dispello. (i\)
n* g. II. E per Con secrar il sangue di
G. C. Sig. Fiagg. Moni. Sin. 95. Costoro
non sagrano il corpo di Cristo al ooslro
modo, anzi fanno il sagramenlo col paoe
colto. (J\') Dav. Scism. 83 (Comin* 1764)
Il quarto articolo fu, che nella corouaio-
ne ri sagrasse ancora il vino di oeccssi-
tJ. (F)
•t * SAGRATINA. Detto per antìfr^-
si, per Grande, Solenne , Eccessivo j ed
è per lo più plebeismo usato per aggiun-
to di Fame. Salvia. Fier. fìuon, 3. 4*
II. Fame di quella sacrata; e la plebe
dice : di quella sagratina (e i plebeismi
non son da dispreizare del lutto in ma-
teria di lingua , pi-rrhè danno de' lumi
anche al parlar nobile). Dicono che quel
sacra ^ detto per antifrasi, ec. (A)
SAGRATISSLMO. Superi, di Sagralo.
Lat. .tacratissimus. Gr. iipWTaTo'?. Filoc.
5. 26Q. Non dubitò di contaminar le sa-
gratissime leggi ira lui e Progne, di Fi-
lumeoa surella, mairimonialmente roolral-
te . Croi. Morell. 34l- O santissimo, e
sagratissimo Padre , Figlinolo , e Spirilo
Santo ec. , concedi al tuo pìccolo ser-
vo ec.
t SAGRATO . Add. da Sngrarej Sa-
crato , Sacro. Lai- sacratus , sacer. Cr.
t'sooV Maestruzs. a. 3o. 2. Il sacrilegi.,
si commette togliendo la cosa sagrata del
luogo sagTJlo, ovvero la cosa non sagrata
del luogo sacralo, ovvero rosa sagrala del
luogo non sacralo. TV*. Br. i. 49* EHi
(Geremia) fu profeta Ìo Gtadea, e fa sa-
gralo, Oiid Pisi. 50- Si dice che tu an-
dasti ncir isola di Colchi, e che tu face-
sti arare li sagrali buoi dì Marie sansa
porvi la tua mano. A' 67. Poni giù gì*
Udii, e le sagrale cose, le quali lo U>c-
rando disagri . l>ant. Par. j3. E cosi ,
figurando il Paradiso , Convirn saltar lo
sagrala poema. Alam. (tir. 6. I"9. E
lauto più , che il vero ho proprio dello ,
Come iu luogo sjgialo mai si soglia .
# Borgh. f esc. Fior. 384' Ma non per
tanlo , aocorchò non sagrata , erano pur
come chiese tenute , chiamato ed adope*
rate. (F)
§. Sagrato, ostoluLim. detto in farsa
di sust. , come iUlirarsi , o Stari iC 1 1
5 A G
Mgratùj a in sul sagrato, vagliono Riti'
rarsi , o State, o simili , in chic su , ci-
miterio, luogo sacro, o sagralo, o ininm-
nt. i^r.i/ic. Sacch. nov. l\\- lo l'ho man-
dalo a soiierrare io sacralo. Lnsc. Sihili.
5, II. Se io uoii ne ìaccsiì patir turo la
peoilenzj, iu non mi soUorrerei in sagra-
lo, Alleg riin. 87. Inroiiiro u'bìrrì slare
in iul sagrato •'.' l'arc'i Err Gto\>. 2Z.
Disse a me fra mullc allrc cose, il Papa
avergli detto che non volea sotterrarsi in
sagrato, se n<in rìavea Firenze. (C)
# SAGRATONA. . Lo stesso che Sa-
gratina. Magaf. Leti. Bisogna veramenlo
dire che sia fame, anti sagralitoa , quella
de*ec. in materia di sentir lodi de* buc-
cheri. (.4)
SAGRÀZIONE. Sagra. Lat. consecra-
tio, dedicatio . Gr. xaOiSi'wii; . Borgh.
Rip. 3o6. Nella facciala di sani' Egidio
ec. dipinse )a istoria della sagraziooc di
detta chiesa .
SAGRESTANO . C/i' e preposto alla
cura deU:t sagrestia. Lat. atrditiitts , epdi'
timus0tierophYlax- Gr . ic^syu'Àa^, vsw-
*.ÒDOi . Bocc noe. g^. ^0- Il sagrestano
nella chiesa entrò eoa un lume in mano.
Pais. 1^9. Avresti in conosciuta una mo-
naca gì'j sagrestana di questo monistero ?
Ltb. Son 123. Paggetto sou ancor del
sagreslanj.
SAGRESTI'A . Lito^o nel quale si ri-
pongono, r guardano le cose sagre, e gli
arredi della chiesa. Lat. adytunt, sacra-
rium, Gr. aoyrov, cepopvXa'xiov. Dant.
/"/• 2^- (a giù son messo tanto , perch'
l'fui Ladro alla sagrestia de' beili arredi.
Maestruzz. 1. 2. Desi riporre colle reli-
\\M\e in sagrestia in luogo sicuro y e re-
ferente. Pass. Iji). Le chiavi della sa-
grestia tu ritroverai in sull'altare. Din.
Comp. 2. 54- Ruppono I.1 sagrestia , e
la tesoreria del Pupa , e toljOBgli mollo
tesoro .
§ I. Per similit. Teol. mi,t. Ha in
odio questa cosa così abhominevole , cioè
ifae la mente, eh* e sagrestia di tutta la
Trinità, ricc\a i libidinosi parlali.
* g- li. Figuratar.i., per Cose snere.
Santità. Menz. .%at. I. Rompcvan giova-
oacci alla osteri.i ec. i deschi e i pialli
Quei rh' oggi sptran lutti sagrestia. (l'J
§. III. lìntrarc in sagrestìa, si dice in
modo basso del Ragionare di cose sagre
in mezzo a' discorsi profani. Lat. nnsce-
re sacra projatrìs . Gr. Tip y^ oupavai»
ava/ir/vùvai. Lasc. Streg. proU Io non
voglio, che noi entriamo ora in sagrestia,
perchè De il luogo, né il tempo lo richieg-
gono.
•f * SAGRETAMENTE. T\ A. Av-
verb. Segretamente j Secretamente. J'it.
S. frane, 206. Quando egli tornava dall'
oraxione , spesialmente privata, cioè che
solo avea orato sagrelamente, ec, (VJ
•f SAGRETO. f\ A. Susi. Segreto .
Lai- arcanum, secntwn. Gr. oi'ixóppfiXGV.
Croniche ti . d' Amar. j3. Egli prese so-
spetto , e Dou gli dicea i suoi sagreti .
Buon. Tane- 3. l3. Non doveva saper
questo sagreto .
•f SAGRETO. ;'. A. Add. Segreto.
Lit. inlimus t secretus. Gr. 6i/.iiótixto^.
G. F". 6. ^2. 2- Concordandosi col suo
Mgrelo ciamberlaQO (in alcuni testi a pen-
na si legge segreto).
•t *SAGRIF1CAME>'T0. Sagnf.zio,
Salvia. Seno/, ltb. 5. pag. 92. ("Londra
1757Ì Celebravasi una certa magnifica so-
lennilà pubblica , che facevano i Rodiani
al Sole , e processione , e sagrìficamen-
10 , e mollitodioe di cittadini festeggian-
ti. (.4)
SAGRIFICARE. Sacrificare. Lat. sa-
erijtcare. Gr. Upt^iiv. Vu. SS. Pad. 2
395. Marivigliosseae molto, e ditegli che
S A G
sagrificasie; al quale rispuosc Eustagio, e
disse arditamente: io adoro Cristo, e a lui
solo sagrifico. Croitc^n-tf. d' Amai; 118.
Volle che tulli i cavalieri sagrifica^sono
agli Dei * Car. En. IO- 8 13. E per
onore all' ombra Dell' Amico , e per
vittima al grand'Orco Molti giovani uvea già
destinato Vivi sagriGcar sopra il suo rogo.fZ//
SAGIUFICATO Aid. da Sagrificare,
* SAGlUFlCAZlO\E. Lo stesso che
Sacrijtiazi.^ni: Ott. Coni, taf. 20. 3.>7.
Li dcmonii hanno a tanto condotto gli uo-
mioi, che s' hanno fatto adurare, e sagvi-
ficare, siccome si conviene a solo Iddio
Creatore; per la quale sagri6cazionc li detti
dcmonii non solo hanno fatto peccare ,
ma ce. (t')
SAGRIFICIO, e SAGRIFIZIO. Sacri-
fido. Lat. sacrifìcium. Gr. lepiìov. l'it,
SS. Pad. 2. 191. Una volfa andò dopo '1
padre occultamente, quando andava a fare
sagrificio all' idolo. È 2o!^- Andò lo 'ra-
peradore al tempio a fare sagrificio api'
Idoli, ec; e vedendo che Eust^igio ec. non
faceva sagrificio , maravigliossene . Croni-
cnett. d' Amir. 2. Mohipricò i preti e i
sagrifìcii. Stor. Eur. 6 142- Otterendoli
sopra lo altare scannati ed arsi in guisa
di pecore due figliuoli suoi, che aveva,
con orrore, e spavento grande di chiun-
que scuti conlare un sagrifizio si misera-
bile . Scgner. Pred. 17. 3o3. Vietò già
Dio nella legge vecchia agli Ebrei, che non
gli ofierissero pesci ne'sagnficii . ^ Lasc,
rini. pag, 5. (Livorno 1799 ) Almo, de-
stro, divino occhio del cielo (parla a Fé-
bojf Del nascere e nudrire alla cagione ,
Pei sagrìfizii urail, che 'n Delfi e *a Delo
T' olTerson già divote ie persone, Ti pre-
go ec. (B)
§ I. Per similit. Lise. Pinz, 5. 2.
Dall' una hy avuto sei lire, e dall'altra
questo anello , che proprio è stalo come
aver fatto un sagrifizio.
g. II, Sngrijìcio dell' altare, vale 3fes'
sa. f'it, SS. Pad. 2. 239. Dobbiamo te-
nere e credere che 1' anime dei defunti
ricevano grande reauìa per lo sacrificio
dell' aliar--. "
* SAGRILEGIO. Lo stesso che Sa-
crilegio. Oli. Coni. Par. 20 ^85. La
cosa de'poveri non darla a' poveri è peccato
disjgril gio. (C) Seg/nr. Pred 3. ',. Come
dunque volete voi sospettare che Dio non
prendasi a cuore l'offese vostre, mentre
voli' egli fare tanto più caso del primo
fallo operato a' danni del prossimo , che
non del primo sagrilegio commesso ad onta
dell* istessa Divinità ? (yj
* SAGRISTA . Quel PreiUo che so-
stii'ne le feci di Sigrestaao nel Palrzzo
pontificio. Pallav. (A)
f SAGRO. Sust, Nome d'una spezie di
falcone. Miì. M. Poi» i38. Porla bene eia-
quecento girfalrbi, e falconi pellegrini, e
falconi sagri, in grande abbondaoia (qui
in forza d' add. j. Tes. Br. 6. 12. Lo
•sesto lignaggio è Io sagro , e quelli sono
molto grandi, e somiglianti all'aquila, ma
degli occhi , e del becco , e dell' ale , e
dell* orgoglio aono simigliami al girfalco.
g. Sagro , diciamo anche a una Sor-
ta di pezzo d'artiglieria. Varch. Stor.
12. 4^4" ^® menò seco assaissimi muli
carichi di diverse robe , molte some di
vettovaglia, cinque carrate di munizione ,
due sagri, e sei mezzi cannoni.
3 SAGRO . Add. Sacro . Lai. sacer .
V Tac, Dav. Germ. 3/5. Il proprio di
questa genie è pigliare indovìnamenlo e
consìglio da certi cavalli bianchi nutriti
dal pubblico in sagri boschi. (TC)
'^ g. I, T'ir Consacrato . Pass. 87,
( Fir. 1726) Conviene che sia prete sa-
gro (cioè, sagrato) e ordinalo, secondo il
modo e *J rito della santa Chiesa . (V)
S A G
38S
t^ §. il. Sagro » vale anche Che con-
ciglia venerazio iC , rispetto , rex\-ren3a .
" Iteli Man, 18, Mirate ornai, per dio,
l'aNpctlo sagro, E il fronte, dove Ìl no-
stro Sol s'oscura»»- Salvia, Annot. it'j .*
L aspetto sagro, cioè che concilia ve-
nerazione , rispetto , reverenza , come le
cose realin.nite sacre E una casta belletia
ha questa virtù , te, (B)
t '■• §- l'I Sagro, presso i notomisti^
e aggiunto di MhscoIo, o di Osso e di-
nota (^htel muscolo, o Quell' osso che sia
nella parte inferiore della spina , e U
seri-e quisi di base. JmperJ. Anut. qi.
Questo paio di muscoli rircvono ì nervi
loro, e sì dalle spine d' U* osso sagro ,
che è quello che in comunal significato si
chiama codrione. E U2. Il terzo sotto-
posto a questo chiamasi il muscolo sagro
perchè nasce per di dietro dal codrione, e
termina con vari tendini nella spina della
vertebra dodicesima del tor.tre. E iSj, Ne
viene poi l'osso sagro, detto così perchè
nella spina e il maggiore di tulti; è lar-
go ed immobile e coslituìsue la base del
dorso ; ec- (Fj
* SACROSANTO . A:l'r S.tcrosanto ,
Sacro e sinto , Lat, sacrosanctus . Gr.
£:/.T£=t£tac^u£vo5 . F. alla foce SACRO-
SANTO. (')
SAIA. Specie di panno lano sottile , e
leggieri. Qnad. Cont, A messer Tomma-
so dei Mozzi e a' compagni portò Lapo per
una pezza di saia d' Irlanda , per vestir
della moglie d'Andrea. E appresso : Per
braccia nove e mezzo di saia di Como, pre-
sa per una gonnella della moglie d' An-
drea. Ditfam. 4- 26. Siniilemente passam-
mo in Irlanda , La qual fra noi è degna
di fama Per le nobili saie, che ci man-
da . Nov, ant. 5i. 3. Appresso gli calzò
brune calze di saia .
'I* §. Saia rovescia, è una Specie di pan-
nina, detta anche atsolutam . Rovescio .
Min. 3/(7/m. Panno col pelo annodato, com*
h la saia rovescia, o il rovescio. (A)
f ^ SAICA. Tcrm. di Marinerìa .
Sorta di b.tstiinento greco, o turco. Bellin,
Bucch. iSi, E '1 pensier gliel trasmise la
lamaica loveuzion d'un piloto d'una sai-
ca. (A)
t SAIETTO. Dim. di Saio, Lai. *.7-
giilum. Gr. layiov. Benv. Celi. Vii \.
363. Una bella vestetla di ermisino pure
azzurro, e un saietto del simile.
SAI'.ME. /'. A- Lardo, Grasso strut-
to . Lat. sumen . Gr, r,Tpo^ , Tratt. in-
tend. Come Io saìme , e la grascia , che
inforza , e nodrisce il fuoco , e accende .
Pallad. cap. 17,86 l'omore crepasse per
li sassi, logli pece, e saìme, ovvero sevo.
5 SAIO . Salone . Lat. sagum . Gr.
uayo; . Bern. rim. i. 69. Ch'io credo
eh' e' manchi Pora cosa d'un braccio a
fargli un saio. Galal. 16. Quando alcuno
gentiluomo Vinitiano andava per la loro
citta in saio.
. Saio, era anche Una veste mili-
tare di varii
popoli
ntichi , e singolar-
mente dei Romani j più lunga della to-
naca, aperta dinanzi, ove si congiungea
talora Cvn una fìbbia, di panno grosso, la
quale si scvrapponeva alle armi, e ad ogni
altra veste. « Hern. Ori. 2. i.\. 63. Chi
gelta r arme, e ehi si spoglia i sai ». Car.
En, 8. 1026. Avean le i hiome , Avean
le barbe d' uro : aveano i sai Di lucid*
ostri divisali a liste, E d'or monili a i
bianchi colli avvolti. (C)
* SAIO>ACClO. Peggiorai, di Saio-
ne . Segn. Stor, 9. 233. Correva tutto il
popolo per la Via larga alle case de'Me-
dici a vedere un miserandi) spettacolo ,
che era nel rimirar Baccio io sur un ca-
valluccio, con unsaionaccio sudicio in doi>
so, ec. (')
9S0
S A I
SA10>£. ì'esUmento dei busto Cj'tjuai'
ti lunghi , ma serve od uom solamente ,
Lai. santini. Gr cxyoi Cant. Cam. ^26.
In camicu la siate Sé giuuca, e 'J verao
io cullcLto . o ÌD giubliuoe , Benché certe
brigale Trovimi ancor , che Io fanno io
«aiooe . Buon. Tane, (\. 2. Creder po»o
Col saion di d^mmasco (chi Io sa T) Di
veuir aoch* i* a Fie&ol Potetlà.
SAÌOK>À. Spezie di veste lunfja. Buon.
Fier. ^. 2. 7. E de* giuvaai Domestiche
spog1iazz£, e sforDÌnieDtì Disaiorue, gior-
nee, guaroacche e robe. Tac. Dav. Herm.
377. Vanno tutti in saiorne cuu fjb1)ie ,
o y mancandone, appuntano con spine (il
testo Int. ha sagum).
SAIOTTO . Salone. "Lui. sapum. Gr.
GoCyoi- Lasc . Par. ^, 6. Apri la camera
terrena, e fa* torre a Spinello il mantello,
e quel mio saiotto da cavalcare.
SALA. Stanza prtncipnfe , la mag-jiore
della casa, e la più cimune, dove per lo
più s'apparecchiano /e mente. Lal> aulap
cotnacnlum , Gr. awi»; , Òet;rvi;7»;jiov .
Bacc. Introd. 52. E ciò che al servigio
della sala appartiene. E S'^. Entrati in
una saU terrena , quivi le tavole meste
videro. E nov. 4^- 8- Trovata la giova-
ne nella sala , la presono. Frane. Sacch.
nov. i52. Tolse gli a^iui, e mÌ&rgU nella
stalla, e quelle coverte mise in una sjU.
g. 1. Saia, V fl/ifAi? una Sorla d'erba,
della quale, secca che sia, s'tntessono le
seggiole , e Si Janno le veste a' Jiatclà .
Lai. cyperoides laiifohum . Buon, Fier.
L. I. il. Dalle cui teste assisi cran duo
naìchi Vestili di tabacco , e non di sala,
Sì cran neri^ e tulli sdruci, e toppe.
§. II. Sala, disse corrottamente, in vece
della, voce turca Allha , Rtcoid Mtitetp,
alcap, 126. Il Soldino gli rendù a cheto
Gerusalem , salvo che 'I tempio di Dio ,
che volle che rimanesse a guardia de'Sa*
ratini, acciocché vi si gridasse la sala , e
chiamasse Maunietto.
§. HI. S-ìU , si dice anche Quel legno
che entra ne* mozzi delle ruote di carri,
catTOZZC , o simili, intorno atV estremità
del finale esse gìr.mo . Lai. o.ns . Gr.
a;o>v. 't * Cr. 5 61. !■ L'olmo è ar-
bore noto ce. Del suo legno s\ (anno le
travi ec; anche se ne fa sale. {*) Satvin.
Georg, l. .'}. Vola la sala calda dalla for-
za. F Eneid. l. 5. Si abbassan 1* onde, e
il gonfio mar si stende Sotto la sala del
cocchio che tuona. (F)
* SALACCA . JSonte che i Pescato-
ri danno ad un pesce dt mare simile al
ragno , ma più compresso nella schie-
na. (.1)
* SALACE. Add. Che eccita libidine.
Alain. CV/I. 5. 1 19. Or la salace eruca, e
Tamil bietJ, E la morbida malva, ec. (B)
Cocch. fu. Pilt.pag.5l. (Venezia 17^4")
Itestìno escluse assolulanienle tutte le ma-
terie vegetabili più sode , e più salaci e
pungenti, e di maggior nutrimento. (Aj
* SALAIUOLO. Colui ihe vende, o
distrihitisce il sale. Instr. Cane, 72. 1 can-
cellieri consegneranno questi libri ai sala-
lUoli, o canovieri prcdcLli. F /B. 1 Cancel-
lieri co'salaiuoli e deputali vecchi c^lcule-
ranno tutto il sale che vcramcalc sarà
avanzai». (C)
•f * SALAMALECCHE , SALAME-
LECC11K, e SALAMALECUA . / oce
hatta , mata per lo ptù in ischerzo » e
formata dall' lìhraica « Aiaho, salcm le-
cha , che vile Pax libi. Salvin, Disc. 2.
^35. Siilamalechi presso i Turchi e lo
stesso r!iQ dire Pax liOi j donde abbi.im
fatto il nostro Salnmalecche , cioè cirimo-
uiuto '.aluto, e riverenza profonda. Maini.
IO. ^\. Le guarda dietro Calagnilo , e
grida : M' «vcisi detto almco salamelec-
• bel LuQn, Fter. 2. 5. 5. Io aringo salilo
S A L
Si vide il baccalare imbasciadore. Che già
per far le sue salameleccbe ec, Conipoocva
itembijoii, or (•)
t SALAMANDRA. Spi-eie di luce't^
la , siintU al ramarro , tutta pezzetta di
nero e di giallo , alta quale e stato er-
roneamente dagli antichi attrihuita la
proprietà di vivere in mezzo alle fiamme.
Lai. salamandra, Gr. exlv.ftylvòpv.. Petr.
canz. 35- 4 '-*' '*^i* morte mi pasco,
e vivo in fiamme; Stranio cibo, e mirabil
salamandra. Bim. ani. yot. tac. | IO. La
salamandra audìvi. Che dentro il fuoro vive,
stando sana . Bemh. A sol 1. 26. Quale
vive nel fuoco come salamandra , quale ,
figni caldo vital perdutone, si raffredda
come ghiaccio.
t ^ S- Salamandra acquatica, dtcesi Un'
altra specie di rettile che ha la coda
piatta , Compressa j una cresta membra-
nota lungo il dorso, la quale nel matchio \
e dfnteli'iita j il corpo bruno , varialo di
nero e cerulio j il ventre ginllo , o ros-
siccio . È comune nei luoghi paludosi.
Red. Oss, an. 7. Ho detto che non han-
no piedi, perrht; nelle lureriote ec , uelle
salamandre aquatiche , nclli stellioni ec.
la borsetta del fiele trtiv.isi piantala tra
i due lubi di-1 fegato, ed altamente radi-
cala in uno di essi. ^.V^
SAL\MA^DRATO. Add. da Salaman-
dra j Di salamandra . Fr. Jac. T. 3.6.
33 Ocuorsalamandrato.Di viver si infucato.
SALAME . Carne salata , come Pre-
sciutto , Salsictiotto , Muitiidella , e si-
mili. Lai. salsamentum . Gr. tcipt^Oi ■
Buon. Fier. 3.1. il. Tu porgi a me quel
resto del salame.
* SALAMELECCBE. F. SALAMA-
LECCHE. (A)
SALAMISTRA. Aggiunto di Donna,
vale Saccenti'. Lai. pra^e solcrs , osten-
tatrix* Celi. Sport. 3. 5. E chi fia stato?
quella salantiilia dì monna Ginevra, che
non mi volle nui bene? Tac, Dav. Post.
426. Impara, qualunque se*, moglie strcb-
bialricc, borbottooa, salamistra e gelosa ;
questa postilla tocca a te.
SALAMISTRAHE . Fare il saccente.
Lat. scitum se estendere , o.*tentare. Gr.
tv;; euouius ctTtooei^tv Tiotfioui . Buon.
Fier. 1. 2. 2. Oh quanli uomini ho io
veduti. Or maestri, or censori, or consi-
glieri , Salaniistrar negli cserciziì altrui !
E 4- ^' ^^- Questa dunna mi pare una
dì quelle Donne saccenti , che noi tro*
viam spesso Per queste . o quelle case
Far delle medichesse E delle faccendiere,
Salamiìtrando. e che s' odon dir cose Da
far muover a riso i pie del Ietto.
SALAMISTREKIA. SaccenL-ria. Buon.
Fier. Jnlr. 2. 3 Pormiam, dormiam pur
noi: tutte son baie Le tal amiilr erte Dì
quelle pestapepe.
•t # SALAMISTRO. Saccente, Pre-
suntuosello. Salvia. Fier. Buon. i. 2. 2.
Salamisirarc , fare il saccente, il sapulo;
da Salamistro, saccente. (A)
SALAMOIA. Aiqiia insalata, per uso
di conservarvi entro pesci, funghi, ulive,
e simili* Lat. murta . Gr. à)/AT). Cr. p.
86. 11. Lo quali (uova) ottimamente ser-
bar si possono lungo lempo, se si terran-
no tre ore nel sale trito, o nella salamo-
ia, ec. Pataff. 1. E' ne fa gran burbanta
e salamoia (qui Jiguratam.). Buon. Fier.
|. 2. 3. In acque, in olii, in acidi liquo-
ri. In salamoie, io ranni ec. Posson far
traritaie ogni materia. Maìm. 8. 26. Por-
gli fra sale, e uichìottro in salamoia.
't <: SALAMOIA. Salamistra, Dot-
toressa . Salvia. Fier Buon. 4- 5- )6-
Salamiitrando, tacendo \c sicrenti, le sa-
lainouc. Il* salamiitre Questi vrrbi . for-
mali, di nuovo de nomi noli, son biztarri
e comici (A)
S A L
*t # SAL.AMO.NCLN'A. Dim.di Salamo-
naj Salamistra . Salvin, Fier, Buon. In-
trod. 2. 3. S.ilamistrerie , voce comica-
mente furniaia d^ Sa/amatra , che vale
Donna saputa, quasi Salamoncina, (A)
SALAMOIE. Lo stesso clte Sermone.
Morg. i\. 66. Raggiata e rombo, occhiata
e pescecane , La triglia ^ il ragno , e '1
corcai salamone.
SALACE. Asperger checchessia di sah
per dargli sapore, o per consenario, Lat.
salire , sale condire, Gr. ouu'^fttv. Bocc.
nov, 76. 2. Tra 1* altre cose , che sa v
ricoglicva , n'aveva ogni auno un porco,
ed era tua Usanza sempre culà di Dicem-
bre d'andarsene la m.glie, ed egU in tilla.
ed ucciderlo, e quivi Urlo salare. PaBmd.
Magg. (j. E quando e rassodalo in quelle
strettoie , con sale irilo si sali non trop-
po ( il testo lat. ha aspergere ) . Frmitc,
Sacch. nov. 11)2- Avendo per così falla
forma salata la pentola , the quasi man-
giare non si potesse . E appresso : Se la
seconda vulla avea mollo più saUto, che
la prima , la terza salo beo tre |plaoli .
SALARIARE. Dar salano. LaL sola-
rium dare. Gr. ^atsà^v ^too'vai . Bocc»
nov. ù5. 5. li quale , dove bea salariato
fosse, |*er arte nigromaniica pruffrreva di
farlo- Frane. Sateh. nof, 202 Mi mossi,
come disperato , a taUriar quelle chiese
che hanno sonalo per 1* anima della ra*
gione , che è murta . Lab. 3lO. Forse
speravi , potendole nelle braccia venire
ec. , cosi essere salarialo , come fu già il
cavalir-rc, di ctii di sopra parlai ( qut fi-
guratam.).
SALARIATO . Add. Che ha Molmrio ,
0 provvisione. Lai. stipendio, vel mercéde
conductus . Gr. /j,»03WTSi'; . Cron. Veli.
85. Perocché in quel tempo , e poi assai
non a\ca il C'>muoe sa%ii salaiuti . S.
Agoàt. C. Dt All'opere dutribuile, e par-
tite tra loro , come couduiiori salariati a
vettura ^ Pallav. Pe*J. C'rist. 1.6. Inorai
sua minuta azione soggiace più d'ogni zoo
salariato famiglio alle ferree leggi dì quel-
la superba tiranna che ha nome usan-
za. (DJ
SALARIO, e SALARO. come talora si
legge presso gli antichi . ^Jercede pattui-
ta, che si dà a chi stTte» Lai. solarium.
Gr. /jitgào';. Bocc. introd 16. Li quali,
da grossi salarii e sconvcnevoli traiti, scr-
vieuo. E nei'. 84' 4' ^^1^^* essere e Cin-
te , e f.imtglio , ed o^nt cosa, e senza al-
cun salario sopra le spese. E Test, pag
I. Ancora voglio che essa di quello, che
avere dovesse di sao salario di reHo da
me, sia interantente pagala. Frane. Bari.
298. l4- E non guardar se grande Sala-
rio in lei sì spauiie. Cavale, FrutL lin^
Pigliano uficio e salano di pregare Iddiu
per altrui. Star. Ptst. ^l. Elli Uberò I
Comune di Pistoia dal salaro, che duvca
per r i-flì- 10 della capitaneria. # /'*. / lU
Fit. Tadd. 23. Ricrviudo pubblici lala-
rìi , luogo tempo Ìn»4-gnò medicina io
Bologna . (FP) Faich. Fir. Giov. ly.
Dice che a ninno iocresceva di Clementi,
pertbè avea oU'.-so tulli poncodo a* Preti
derime, lilenriuK) i dm^n Hrgli ofisii, t
levando il sal.111
« § i. 7V/- it pt'
l'uso dt una i - . /'ut- 7.
Sia licito di prestare de' pagli per U fé
sta di Santo Iacopo ■'Hrlton delle arti
li quali SODO usali di i'Qrrcir li pa^li net
la dicU Irsta col i-lan* usalo. Mi! M
PoL 3r»3. Le ua\i i> t<>glioao per lo sa
laro di roetcatanuc soluW, trenU p«K cen-
to. (C)
«S H Per Mi t cede in ' ' ' '
SS. Pad, 2. 3.^V Dielle .
quanta pecunia. ijOUi per (.«i
tato (l)
S A L
* SALASSARE. Ctvar sangue. Cavale.
Specch. Cf. 172 Cominciò a farsi salas-
Lire, t fecesi circonridere, e sparse il san-
gue suo per noi. (l )
*r §. 1. Salassar la vena , vii/e lìu-
caria a fin dt trarne del sangue. Iniperf.
Anat. 283. L3 vena poi assillare sì divide
Del suo princijtio , e uu) principio delle
braccia ili duu rami insigni; il supcriore
8 minore dicesi veii,i cefjlica ec. perchè
ne* mali di capo suolsi salassare. (F)
^ §. II. f;J in sig'iific. neiUr. pass, va-
ie Bucarsi la vena ajfine di trarne del
sangue . Segner. Prcd. 36. 6. Sì squar-
ciju le vesti, si 5lra[)pano i capelli, si
graffian le gote ; ed a fin di smorzare
quella graud' ira clie stimano accesa iu
ciclo, tutte salassansi acerbamente le vene
con acute spine di pe^ce , facendone pio-
vere largo sangue. (CP)
•f S'It-ASSO . // cavar sangue . Lat.
sangninis missio . Gr. oXE^OTOy-i'ot. . Cr.
2. 4' 8. Perchè son forate presso alta ra-
dice, imperoccbè quindi esce l'uniìdo su-
perfluo, siccome uscisse per salasso, v Jm-
perf. Anat. 281. Ciò si dee notare per lo
salasso, o cavamenlo dt sangue nella plcu-
rilide. (F)
*p §. Salasso » oggidì è anche termine
dai Alani scale hi, ed è il Nome d^llo S(ru-
mento con lancetta da cavar sangue ai ca-
vaili , ed altre bestie. (A)
SALATO. Susi* Salame t Camesecca ,
Lat. saisantenlttnt . Gr. T^pt^Oi . Agn.
Pand, 56 Se tu mauomellì il vino Ior-
io, o '1 salato guasto , o qualunque altra
cosa non buona a pascerne la famiglia ,
oiuDo sa farne riserbo , gettasi , versasi ,
niuQo se ne cura, cias<-uDO se ne duole.
SALATO. Add. di Salare. Lat. sali-
titi, Gr. aXisàst?. Jìocc. nov. ^O. 7. O
por cibo salato che mangiato avesse . F
nov. 5o. 10. D.Ualc un pezzo di carne
salata. Li m^mdo con Dio.
§. I. Per S.tlio. L.di. saLms, Gr. aXy.u- '
pòi. Tes. Br, 2. 3q. Io uu luogo è ella
dolce, ed in un altro è amara, o salala.
Alam, Colt. 2. 35. Quando niontaodo il
Sol si lascia indietro 11 cornuto animai ,
ch'addusse Europa Deutro all'onde sala-
te. Red. lett. 2. 93. I carnumi erano vi-
vi , e uno di essi mi ha avuto a cavare
un occhio , perchè schizzano ceri' acqua
salata che cuoce.
5 §. II. Costar salalo, si dice di cosa
che si compri a prezzo carissimo . Lat.
plurimi sibi emere, Gr. TtXet'ffTOU w'vsTff-
aae TI.
^ §. III. E Jtgurafam. di cosa che sia
ternata di grandissimo danno. « Maini.
7. 69. Ma quel, eh' hai tolto a me, la-
dro assassino, Sion dubitar, ti costerà sa-
lalo. (C)
# §. IV. Salato, dieesi anche di Con-
cetti, e vale Arguto. Set:n. Bell. Arist.
123. Egli è ben morire senza aver com-
messo nessuno errore ;cotaI detto non ha
il salato ec. Ma il detto ha del salato e
dell'urbano, quando ec. (qui inforza di
sust.)- (FP)
t SALAVO, r. A. Add. Sudicio, Bian-
co macchiato^ e sudiciccioj contrario del
Bianco candido. Lat. sordidus* Gr. p Jic/.-
po'^. Guitt. lett. 25 6q. Laido, non lai-
do già, ma bello laidìsse ; né reo si pare
io reo , ma in buono troppo, come non
pare in salavo drappo, ma in candido pa-
re , e disparc forte , e grande , e più il
laido.
SALAVOSO. V. A. Add. Sporco, Su-
dicio, Salavo. Lai. sordidus. Gr. pu-ti'j.pò^.
Fr. Zac. T. 2. 2. 35. Che siasi quanto
vuol r uom satavoso , Candido più , che
ueve il la parere.
SALCE. V. SALCIO.
SALCETO. Luogo pieno di salcio Lat.
S A L
salictum. Gr. itsoj». Cr. 2. a6. 7. Il ter-
zo è quel, dove sieno salceti ; il quarto,
ove sia uliveto . /'.' 7. 5. 2. Se *i luogo
sarà umido , e basso , e soluto , riceverà
più convenevolmente il salceto , 1* albere-
to , 1* ontano , e '1 pioppo . Tratt. ;^QV,
fam. Non per le vìe maestre , ma per ]Ì
spineti, pe' salceti, e pe' giuncheti voglio-
no cautminare.
§. Salceto, per meta/., vale Intrigo,
Viluppo, Ginepraio. ì'^arch. EreoU 8.
I quali si crcdeano, che voi ec. foste o
presuntuosamente entrato in questo salce-
to, o non senza temerità. ^I^ .!/.((/. /'Vnn:;.
rim. buri. Ma V umor che &' incapa ne'
poeti, Non vi par delle grazie oUin da-
te, Se non s' entrasse in mille bei salce-
ti. (Br)
* SALCIAIA. Term. degl'Idrati-
liei. Siepe assai bassa , formata per
10 più di piccoli salci intrecciati per
riparo degli argini , 0 delle ripe del
fiume j e per farvi deporre le torbi-
de. (A)
* SALCIGNO. Adi, Di salcio. «
Malm, 7. 23 E vede all' ombra di sal-
cigne frasche Fra le più brave musiche
acquaiole ec. '>. Minitcc . ivi: Salcigne
frasche. Frondi di salcio , albero nulo,
che nasce e vien più vigoroso in luoghi
paludosi. ( B) Salvia. Georg, l. ^. Guardigli
11 guardiano de* ladri e digli uccelli Colla
falce salcigna, il tutelare Nume, 1' El-
lesponliaco Priapo. (F)
*Ì' 5 §. F anche aggiunto di Lesnanie
di mala qualità, e non facile a esver
lavorato, e a pigliar pulimento, 'r Baldin,
Foc. Dis. 139. iS'ii/c/g'/io, yi(/'/. Una qualità
di alcuni legnami, come gatlice o gallerò,
che non facilmente si pulisce, perchè il suo
filo non cammina sempre per lo verso di-
ritto, che però inloppa il ferro in varii ri-
scontri, e invece di levarne pulita la super-
ficie, alza in esso alcune fila, che s' alza-
no e dividono dal pian-* a foggia del sal-
cio. Questa parola salcigno è presa da
alcuni per lo stesso che risconlroso ^ da
quegli intoppi e riscontri, che trova il
terrò per lutti i versi in esso le-
gno. (B)
t SALCIO , e SALCE. Albero, che
fa ne' luoghi timidi, e paludosi . Lat,
satix. Gr. t7t'«. Bocc. nov. 77. 3o. Col
suo fante Ira salci ed altri alberi presso
della torricella nascoso era. Tcs. Br, 3. 7
Secondo che dimostra il giunco, o salce
salvatico, e lutti arbori, che di umidore
nascono. Alani. Colt. i. 12- Dal robusto
castagno, e salcio acquoso. Dalla nodosa
quercia, e d' allri multi Prenda Ì rami,
dappoiché siau sfslegno Alle sue membra.
E lL^. Vedi il popolo altero, il lento sal-
cio. Seder. Colt, 35. Non è buono (a far
pali) ne r alloro, né *1 fico, né '1 salcio.
Tass. Ani. 1. I. L' orno per 1* orno , e
per la salce il salce , E 1' un per l'altro
faggio arde e sospira (qui ancht' in gen.
fentm,, considerato come maschio e fem-
mina).
'f §. I. Salcio da legare , o Salcio
giallo. Specie di salcio che st pianta
lungo le fofse vicino a/I' acqua, e si col-
tiva a capitozza, tagliando i virgulti che
produce, i qu ili si fendono, e servono
per legar le vite, i cerchii delle botti, ed
altro, e per farne ceste, graticci , oc.
Lat. salix vitellina. (A)
-\' § II. Salcio Davidico, Salcio di
Babilonia, e volg. Salcio che piove , 0
piangente. Specie di Salcio che prestissi-
mo cresce, i cui lunghi, e sottili rami
sono pendenti, e fragilissimi . Lat. salix
babilonica. (A)
g HI. Far mazzo de' suoi salci, ^gu-
ratam. vale Andar pe' fatti suoi. Badare
a se, 0 simili, Lat. rem suam ogere ,
SAI. ggl
sibi attendere, Gr. éaurw irpoos^^si-^ .
Morg. i3, 5^. Io feci presto mazzo de*
'mei salci, Che lo star quivi mi parve
disagio,
SALDA. Acqua in cui sìa stata di-
sfatta gomma, o altre materie viscose
e tenaci, con che sì bagnano i drappi .
e simili, per far-^li staro incartati, e di-
stesi, hai. ferrum^n, Gr. cuvaov)'.
§, Salda, è anche Acf/iia in cui sia
stato disfatto amido, e serve per tener
distesi, e incartati i panni lini fini, le
trine, e simili. Lor. Ned. canz. G3. 17.
E ben buona a dar la salda Qualche pò*
di gelosia (qui per nietaf),
u' SALDAMENTE . Awerb. Ferma-
mente, Sta'ul'ucnte. Lat. firme, fìrmiter,
Gr. xxpTspoii. Salvin, Disc. 3. 58. Ma
impressa tieula neir aoimo saldamente. (')
Maur. rim. i. J27, Nuovo vi parrà
cerio il mio suggello, Ma non, se mire-
rete saldamente Quel che scrìvendo altri
poeti han detto. (B)
SALDAMENTO . Il saldare . Lai.
contolidatio, femvìiinatio . Gr. cuvaoij* ,
Cr. 8. 6. 2. Con cera , e con loto si
turi il pertugio, acciocché '1 sole , o *I
vento, o la piova non impedisca il suo
saldamenlo . E ^. Si. i. Si tagli colla
rosetta tanto dell' unghia intorno alla fe-
rita, che l'unghia non calchi la carne
viva, né ancora la tocchi; imperocché,
se la toccasse , sarebbe impedito in tutto
il suo saldamento.
§. Per Saldo. Lat. exaeqiiaiio. Gr
e?t'5W5t5. D. Gio. Celi. lett. 16. Credo,
che per sua cortesia esso ha voluto indu-
giare il saldamento di vostre ragioni. ^
Cron. Stria, 118. Allora rimase a dare
Cambino ad Alfieri fiorini d' oro 80 , o
poco più, o poco meno j credo che fosse
questo saldamento nel 1297 , od io quel
tempo ; e ciascuno di loro ha la sua scrit-
ta per memoria. (J')
SALDARE. Riunire, Riappiccare , e
Bicongutgnere le aperture, e fessure } e
si dice più propriamente, che d'altro, di
cose di metallo, di ferite, e di piaghe j e
talora vale semplicemente Unire, e Ap-
piccare le coie che erano per lo innanzi
disgiunte, Lat. ferruminare, snlidnre. Gr.
cuvaTTTitv. Cr. 1. 9. 1. Se si menerà
( l' acqua ) por condotto murato , sì si
dee saldare il canale , acciocché V acqua
non possa scorrer per le fessure. E nvm,
3. Innanzichè vi si volga il corso dell'
acqua, vi si dee metter favilla mista, che
Con alcun liquor vi discorra , acciocché ,
saldi, e incolli i doccioni, se avessero al-
cun vizio. E 5. 20. 12. Avicenna dire
che le pere salvaliche secche hanno pro-
prietà di saldar le ferite Petr. canz. 36.
l^. Prima che medicine antiche o nove
Saldin le piaghe ch'i' presi 'n quel bo-
sco. Sen. Ben. Varch. 6. 27. Noi ci al-
legriamo bene che ella sia saldata ^/rt fe-
rita J ; ma vorremmo nondimeno non a-
verla avuta.
*r g. I. Talora si usa in signìfìc. neiitr.
J'it. S. Gio. Jìal. 227. Il ferro quanto
più si b.ilte, meglio salda, ed è più for-
te. (V) Red. Esp. nat. 99. Le ferite ec,
grandi non ho mai trovato, che saldino in
ventiquattro ore , e che perfettamente
rammargmiuo. (C)
J^ %.U. Saldar a calore. Ved. CALO-
RE, §. I. (D
g IH E figiiralam. Pass. 85 Quanto
il cuore è più rollo, e Irilo da questo
dolore, tanto Iddio più l'accetta, e più
il salda, a mettervi il tesoro e il dono
della grazia. Pclr. canz. lì. 3. Per te
spera saldare ogni suo vizio.
5§. IV. Saldare raqinni, o conti, vale
T'edt-re il debito, e credilo, e pareggiar-
le. Lat. subducere, exaequare raliones,
9iJ*
S A L
pulare rationem, paria/acrre, tramigere.
Gr, loyi'^isSai. Petr. son. 262. E per
saldar lo ragion nostro aoiicbe Meco e
col fiume ragiooanJo andavi- Ca/, Sist.
221, Mi quitterel>l>e, quando mi fosic
kaldjlj tjuclla partita del muoverli il mo-
bile por doppio spazio del passalo, ce
(aui f-r stotilU }. Tac. Dav. Vit. y^^r.
398. Saldale il conto delle imprese, sug-
cellate con questo giorno il ciaquanlcsi-
tno anno (il testo lai. Ad.* traosigite cam
expcdìlìoDÌbus).
# %. \. E /ì^uratam. <- D. Gio.
Celi. leu. 16. lo il piicgo, gli piaccia,
che al saldare de* vostri conti vi troviate
avaniaio. Doez. J'arch. 2. 3. Vuoi tu
dunque venire acconti colla fortuna , e
ftildar seco la tua ragione » ^ (C)
g. VI. Saldiìie , per Ultimare, Ter-
minare. Lat. rem conftcere , perjicere .
Gr. aTTOTeJeiv. Maini. 8- 5o. Cosi non
U saldò già Martinazza.
SALDATO. Md. da S-i'dare . Lat.
JerruminalHs. Gr. ouviO/A/zevo;. Zibald.
Andr, 93. Le piante e le stelle sono
dello fermamenlo, e lo fermamcnlo i; di
loro, e tutti imiemc sono legali , e sal-
dati (cioè, uniti). Bui, Inf. 28. I. Colla
spada, che tiene in mano, a ciascuno ri-
fende la sua piaga saldata. Lib. Asirot.
Guarda che non &* arcoslino molto al
fuoco li luogbi saldati; elio, se tu non le
guardassi , guastcrcbbotiìi le parli che
sono appresso delli luogbi della saldatu-
ra. Sag^. fiat. csp. 98- Dopo averlo in-
«erilo neir anello ce, saldato a un fcr-
ruzzo. Sen, Ben. f'arch. 6. (\. Onde tu
che cri come creditore venuto (saldato il
ooulo), le ne parti debitore (qui nel si-
gnifc. del § IH. Ji SALDARE).
g. Per Insaldato , Che ha avuto la
salda, Malm. 6. ^5. Fiorita è la tova-
glia, e le salviette ec. Saldate colla pece
e in pii-ga stielte, Infra le chiappe slate
de* demoni.
* SALDATOIO. Term. degli Jrtif ti.
Strumento per saldare- (A)
-J- SALDATURA. /,* azione del salda-
re, o l* Effetto di questa azione, ed an-
che V Luof^o sald'iio. Lat. Jeriumtnatio,
compaijes, cicatrix . Gr. rsovoif/i. Lib.
jislr. Quella saldatala sia con islagno, e
ben fatlu. E altrove: Guarda, cbe non s*
accostino multo al fuoco li luogbi salda-
lij che, se tu nou le guardassi , guaste-
rcbbonat le partì che sono appresso delli
luoghi della saldatura. =^ Bmv. Celi.
Ore/. ^^. Ogni volta cbe si ha da sal-
dare è necessario metti'te sopra la salda-
tura falla un poco della delta lega .
Magai, leti, scicnt. |38. (Fir. 1721) In-
uldata cuu esse una porcellana ce. in
iiiun luogo sono meno soltoposli a rom-
persi che nella saldatura. (C)
f g. 1, Saldatura, di(\-si anche delle
ferite, o pinghe. Mor, S. Greg. 9. Bg. Le
margini non sono altro, se non le salda-
ture delle ferite.
f §. II. Saldatura, si dice anche alla
Materia con che si saldino i metalli, che
è un Composto di sei corali d' 010 fine,
e un carato e mezzo tra rame, e argento.
Lai. Jerrumcn. Gr. ouvaj»»]' ^ Bcnv,
Celi. Ore/', ^3. Pigliasi sei carati d' oro
6ne e un citalo e mezzo tra rame e ar-
gento fine re. : la qual saldatura ce, fra
gli orefici è t-hi:ii)i:ila lega. (C) Sagg.
nat. esp. ì,\l. Lo squarcio principiato
nell'argento della saldatura tirò innanii
per r oro ancora
•f '^ §. in. saldatura di terso. Un
comporto di due once d'argento e una di
ra-ite. Setve per saldurr, sopra piastre d'
mrgent> , ogni sorta di Jìlo , e per ram-
marginare. Benv. Celi. Ore/. 27. E ne-
jECuario ancora di provvcdcro latdalura di
S A L
terzo , che cosi viea delta , perciocché li
piglia due once d' argento e uua di ra- |
me. (I')
^ g. IV. Saldatura di ottavo. Composto
d' un' oncia d'argento coli' ottava parte di
un' oncia di rame , con cui si saldano i j
pezzi delle figure, e i vasi d'argento, /atti
di cesello. Biildin. Voc. dis. (B)
"^ §. V. Saldatura di rame arso. Una
saldatura per figure di metalli, perù de-
bole assai, e di poca durata. E adoperata
a saldare in argento j guasta il lavoro ,
perchè vi lascia una certa qualità di non
ammettere, in quel luogo dove e stato il
rame arso, saldatura d'altra sorte. Bai-
din. Voc. dis. (B)
•f SALDEZZA. Astratto di SaldojSta-
biliià. Fermezza. Lat. stahilitas , solidi-
tas , Jìrmitas . Gr. oTK^ipÓrrsi . Pallad.
cap. 6. Per conservare la saldezza , e ma-
grezza della vite. Lor. Med. rim. 88. Non
colonne marmoree in altezza Reggon le
picciolette e bjsse mura Dello edificio ;
non gli dà bellezza Pietra di gran saldez-
za, chiara e dura.
g. I. Per metaf. Lai. Jìrmitas , con-
siantta. Gr. c'uoTctàeta . Mor. S- Greg.
Rimuove dall' atto virtuoso ogni saldezza
di temperanza. Cavale. Med. cuor. Il terxo
effetto della Iribulazione si è, cbe dà for-
tezza e saldezza , come il fuoco materiale
indura la terra, e cuoce, ^ Pallav. Stil.
5q Come Enea, bencbè ce. spargesse la-
crime ec. per le querele di Didone, tulta-
Tia ritenesse un* eroica saldezza dcU' ani-
mo. (FPJ
f * g, II. Rispondere , 0 cimili, in
saldezza, vale Risponder da senno, in sul
sodoj ma è maniera antica. Lat. *erto re-
spondere. Vit. S Eufrag, l63. Quantun-
que ella dicesse per giuoco , questa ri-
spondeva pure in venUdc , e in saldez-
za. (V)
•f * §■ \\\. Saldezza, per Massa d' un
pezzo di pietra, o simile, Benv. Celi. Ore/.
j^O. Ma sircome di quelle (pietre) si
trovano saldezze glandi, di questa il me-
desimo non interviene , perciocché picco-
li sono i pezzi cbe si ritrovano di e^*
SP. (l)
SALDISSIMAMENTE. Superi, d, Sai
demente. Lai. fìrmissime, constaatissime,
Gr. aTEpEajTaTK. Boez- f'arch. 5. 6. lo
ti confesserò una cosa , la quale è Lene
saldissimamente vera.
SALDISSIMO. i'M/jer/. A\y(iWo. Lat./r-
missimus, soUdissimus. Gr. oreptuTCtTO;.
Bocc. nov. 63. 4- Conciofosiccosachè ella
si fosse molle volte accorla, cbe Arriguc-
cio assai ad addormentare si penasse , ma
poi dormiva saldissimo , avvisò ec. ( qui
in forza d' avverbio , e vale Profondissi-
mamente). Sagg. nat. esp. S\. Sul quale,
oltre alla legatura saldissima, si possa in-
torno intorno stucrarsul braccio l'orlo della
vescica frioìsslabilissima, fortissima). //or^/i.
Fir. dis/. 256. Non fece già così il Sigo-
nio, uomo di saldissimo giudicio (cioh, ta-
oissimo, savissimo)
SALDO. Sust. si dice il Saldare del-
le ragioni, e de' conti. Lai. transactio.
Malm. 3. 61. Col fine, e saldo d*un Buon
prò vi faccia Ha dato un frego a tulli i
debitori. * Instr Cane. 66- E al saldo
delle ragioni dc'Camarlingbi e Reiteri ,
slicno mollo avveduti confarsi produrre,
per rivedergli e riscontrarli lutti gli ori-
ginali delle suddette licenze. (Cj
g Onde Par saldo, che vale Saldare
e Pareggiare i conti. Lai. consolidare ra-
tionrs, putare rationes, exaequttre, tran-
sigere. Cr. Xoyt%t9^»i. Buon, Fier. l\.
5 23. Min lutto quanto (il danno ), àt-
eo, mio, che feci II saldo mio col peg-
giorar la lira.
3 SALDO Add. Inter», Senta rottu
5 1 L
ra. Lat solidus, integer. Gr. QX6>ÙT,p6i.
Dani. in/. \\. Vide sovra lo sno stuolo
Fiamme cadere infioo a terra salde. Bocc.
nov. 60. 19. Cosi intero, e saldo, cometa
mai. E nov. 62. II. Il doglio mi par
ben saldo. Alam. Colt. 3. 57. Truove ì
saldi, odorati, e freschi t^ì. Ch'esser ri-
cello denno al suo liquore.
# g. L E figuratam. m Petr. «om.3ii.
Morte ha spento quel Sol eh' abbagliar
suolmi, E *n tenebre son gU occhi ioten
e saldi«. (C)
g. 11. S.ildo, per Palpabile^ Sodo. Lai.
compactut, soltdui. Or. srescV^. Dani.
Purg. 21. Trattando l'ombre come coi»
salda. Bui. ivit Come cosa salda, cioè co-
me cosa Solida e palpabile , come è la
corpo.
g. III. Saldo, per Massiccio Lai. soli-
dus. Gr. artppÓi, òtorg. \^. 19 Vogliam
per sempiterna tua memoria Un simulacro
farti d' oro saldo.
# g. IV. Saldo, vale anche Che resista
a'coipi. Bue. Ap. 2'Ì3. Alcuni ec. Tengo-
no ferma la candente massa, E la hvol-
gon su la salda incudc. (C)
g. V, Saldo, per Sano* Lat. tanus, Gr.
JyiKì';. Pecor. g. 25. nov. 2. 223. Per
alcuni si disse che egli giacque con una
donna, non essendo salda ; appresso ne
morì a'dì g di Novembre negli anni di
Cristo 1285.
g. VI. Saldo, per Fermo, Costante,
Stabile. Lat. stabilis, Constant , Jirmus.
Gr. ira^tpói. Dant. Par. 4- Ma cosi
salda voglia e troppo rada. E 22. Qui
soo li frali miei, che dentro a* cbiostri
Fermar li piedi, e tennero *l cuor saldo.
Petr. son. 232. Won seguir più pensier
vago fjUace, Ma saldo, e cerio, eh' a buon
fin ne guide, Bocc. nov. 57. t\. Domandò
con fermo viso, e con salda voce quello,
che 'egli a lei domandasse (cioè, ardila,
e s- nza paura ) . # Benv. CeU- Race. 44-
(fin. 1828 ; GìUasi al fuoco con salda
intenzione di non mai più scrivere. (C)
# g. VII. Saldo, detto di cosa, vale
anche Che dura. Che non si stanca. Cas.
son. 9. Correr veloce, e eoo beo salda
lena. (FP)
# §. Vili. Mettere in saldo una cesa,
vale Chiarirla, Trovar le prove che sta
tale quale altri la crede. Pros. Fior. Bar-
gh. Leti. 4- 4 ^^' ^* ^°° riaoluto di
mettere in saldo tutta questa parte della
nobiltà nostra, cosa che tra molli capi è
diflEcile. E 239. Se trovate la disceoaeo-
' za di quel Beucivcnoi dì Simone ec. are-
le messo in saldo la maggior parte. (C)
g. IX. Star saldo, vale Star fermo j
che talora si usa anche assofutam. Sal-
do, col verbo sottinteso. Lai. quicjcere*
Geli. Sport. 4. 3. Ma sia salda, non ser-
rar l'uscio, eh io veggo venir di qua Ghi-
rigoro, che torna a casa. Circ. Geli. a«
39. Ma sia saldo ; parlerai un poco cou
quella serpe, che viene allraversaodo U
strada inverso noi. Bern. Ori. 3. 5. ^7.
E con parlar discretamente altiero Giiuò
saldi, signori; io lon Ruggiero.
# g. X. Star saldo, vale anche EiSer
vero. Eiter fondato su solide ragioni. Se-
gnar, Pred, Pai. Ap. 5. l3. Pare che s<
sta saldo qit«^to si è da noi divisato fino
a quest'ora, sia cosa tcrribiliitìma il snt-
toporsi a qualtisia obbligaai'^oe di core
pubblicbf, sprcialmenla spirituali. (TC)
# g. XI. Saldo, in /orza di lust., ra-
le Fermezza, Costanza. Pass. 2^9 Ogni
uomo, che vive in questo mondo, k tolta
vanità ; chi' non ci ha Diente di taMe ,
o di stabilità. (D
» g. XII. Saldo, pure In /orsa rfl *«-
st., per Serietà. Giavità. proi. Ftor
Borgh Leti. 4 4* '75- E ^'^ primo, avrò
do aalls materia coDgiaoto il uldo. t U
S AL
scherio insieme, pare che di nccessili ab-
bia accoppialo la medesima qu.iliti nel
filo dell' oraiione. (C)
# g. XIII. Onite Hecarsi sui saldo,
vale Recarsi sul grave, sul .\erio,si<i nel
parlare, sia neW operare. Car. Bett.
jirist* lib. 3" e. l8. Bisognando, come
dice Gorgia, quando l'avversario si reca
ÌD sul saldo, knijcc;irlo col farsene beue;
« quando egli bclTt-gj^ij, col laido» e col
Tero fermirlo. (M)
# %.'ìi.i\. Sul saldo, posto avveri,, vale
Da senno. ò\tlv. Av^ert, I. 1- l5. Come
Ju mai, che par delio da beffe ce-, da fra
Giordano fu pure usato in sul saldo. {Vj
# §. XV. Sture in sul saldo, va'e
l'ondarsi in huone ragioni. Dtp. Decani.
5"^. Cbi ci volesse sopra solliliizare ec. ,
gli terrebbe per avveolura fallo d'imma-
ginare qualche sen&o cbe in apparenza
arcbbe onilira di verisimile, a slare pure
in sul saldo, ben considerato ec. (f)
§. XVI. Saldo. /ter Saldato. Pareggia-
to. Tac. Dav Anu. i8. l66. Vero è .
che egli aveva pattuito che, senza rivedere
i conti suoi pubblici, s* iolendess'ero saldi
e pari ( qni ti testo latino ha : paresque
ra^iones cum rcpublica haberet ).
SALDO. J^-v,rb. Solidamente, Con sal-
dezza. Lai. finniter, slafiififer. Gr. st£-
pEW^. Pctr. son. 83. Che *u nulla parte
si laido s'intaglia, Per far di marmo una
persona viva. E cap. i. Che mai più saldo
io marmo non si scrisse.
■J- SALE. Uno de'primi componenti di
tutti i misti, da' quali artificialmente si ca-
va, ed in particolare dalCacqua marina.per
contlimeato de^ cibi, e per preservar le co-
se dalla putrefazione. Lai. sai. Gr. à>;.
M. y* 8. 83. Sale, che trovarono alle sa-
line di Cervia insaccato ec, sanza alcuno
coDtasto levarono. Cr. ^. qi. io. Prendi
ooa pierla mano di sale bianco, e tre uova
fresche, Ott. Coni. Inf. i\, 268. Così de'
salì, così degli allumi, e de*metalli . pit.
SS. Pad. t. 67. Li primi tre anni non
mangiò altio, se non una certa misura di
lenticchie ec, e gli altri tre anni pane ari-
do, cou acqua e sale.
§. 1. Saper dt sale, v^ile Saper d'amaroj
e si usa anche figuratam. per Dispiacere.
Dant. Par. 17. Tu pr^overai si come sa
di sale Lo pane altrui. Ciriff". Calv. \. 28.
E tristo a quel che sua vivanda assaggia ,
Cbe la bocca quel giorno cuocerassi , E
uprà dir come ella sa di sale.
§. lì. Sale, 0 Sali, si dicono ancheQuel-
le particelle saporite, e acri, die si cava*
no in vai'ie guise da tutti i corpi. Lat. sai.
Gr. aX^. Sa^g. nat. esp. i'^- Anche il
zucchero fa qualche cosa, ma non molto in
comparazion del sai comune, del salnitro .
e del sale armoniaco. E 228- Nei lapilli de'
salì attraggono, come da alcuni è stato
scritto.
■j- §. IIL Sale, per metonimia, sipren-
de talora per lo Mare, dali*esser salso ,
siccome anche i Greci e i Latinijomle Vir-
gilio disse : spumas salis. Dant. Par. 2.
Heller potete beo per 1' allo sale Vostro
navigio. Jìut. l'i-i .-Per l'alto sale, cioè per
lo profondo mare della mia poesia.
"t §• IV, SaWt per metaf., vale spesso
arguzia, D^tto grazioso, e leggiadro, Lat.
saìes. Gr. a^sTìTy^us;. Albert, cap. 2.
Li tuoi sali, ovvero riprensioni, sieno sen-
ta denti. Maini, 8. 26. Perchè ognuno è
distinto in un sonetto , Che '1 poeta ha
ripien tutto di sali.
* §. V. Sa^e della discrezione, chia-
m-ino gli Ascetici Quella moderazione che
dettesi usare nel sacrifizio del proprio
corpo. Segner. Scnt, Oraz. 80. IMeglio è
che nel sacrificio de'nostri corpi , il sale
della discrezione ce. sia piuttosto poco
che mollo. (TC)
Vocabotaiio T IL
S A L
g. VI. Sale, p-r metaf., vale Senno, e
S-ìviezza; ed è d>'tto per lo più in ìscfirr.
zo : C"sl si trova presso l Latini sai m
sis:nljìc. di Sapienza j onde Marziale dis-
se: Nulla in tam magno corpore mica sa-
lis. lìocc. nov. 32. ip. Siccome colei che
poco sale aveva io zucca. Jìellinc. son.
167. Son tulle oppinioni I be' capei ; cer-
cate sale in zucca, Perch' Àssaloa morì
per la parrucca.
§, VII. Onde Pigliare il sale, che fi-
guratam. si dice deW Acquistar sapienza,
0 perizia di checche <sla,
%. Vili. Dolce di sale, vafe Sciocco,
Scimunito. Lai. insulsus. Gr.KVKi'jSfviTo;.
Bocc, tiov, 32. Il- Donna zucca al ven-
to, la quale era, anzi chn no , un poco
dolce di sale, godeva tutta, udendo que*
ste parole. Galat. 5o. Non sono dunque
da seguitare i volgari modi , e plebei di
Dioneo ec, né fingersi mallo , né dolce
dì sale, ma a suo tempo dire alcuna cosa
bella e nuova. Malm. 2 76. Ma non. fu,
quanto lui, dolce di sale.
§. IX. Manicarsi l* un l'altro col sale,
vale Volersi mal di morte. Odiarsi scam-
bievolmente. Tac. Dav. Ann. i^. i83.
E sarebbunsi egli, e Agrippina manicati col
sale (qui il testo lat. ha: mutuis odiis
Agrippinae iovisus ).
* g. X. Prestarsi il sale. V. PRE-
STAUE, §. X\\,(V)
§. XI. Apporre al sale , si dice del
Biasimare qualunque cosa, per ottima che
ella siaj cbe anche si dice Apporre al so-
le, 0 alle pandette. J'ed, APPORRE, g.
XI. Salvia Pros. Tose. l. ^<il. Se su
questi piccoli fuochi dì giovani ingegni ec.
vi soffia vento , per cosi dire, d'invidia,
0 spirilo non so quale d' apporre, come
si dice, al sale, cui Platone cbi.imò corpo
a Dio caro, quelle faville marciscono.
-J- §. XII. Jn questo paese ci farebbe
il sale., si dice per esprimere la ferii-
lilà del luoso di cui si parla.
5 §. XIII. Senza mettervi su né sai,
né olio, 0 sinulij modi bassi, che vaglia-
no Presto, Subito, Senza replica , o dif-
fìcullà. Lat. nulla interposita mora. Malm.
3. 28. Subito accetta, e siede in alto so-
liOy Senza mettervi su, ne sai, ne olio.
"^ §. XIV. Non ci bi.iogna su ne sai,
ne olio j dicesi proverbialm. di Cosa com-
piuta, alla quale non manchi nulla. »
Buon. Tane. ^. 4- La ci ha dato la man,
l'è obbrigata: Non ci bisogna su ne sai,
ne olio. (C)
f 'Il g. XV. Non ci metter su ne sai, né
aceto j dicesi in proverò, di Cosa della
quale non c^tmporti nulla, o per la qua-
le non daremmo un passo. Menz. Sat. 7.
O muse, o sommo Apollo, è questo il se-
gno Di nobiltà? or fa' per me un decre-
to, Cbe privo io sia di così illustre pe-
gno : E non ci metto su ne sai, né ace-
io. (V)
# §. XVI. Sali, si dissero anche dai
òTedici Certe affezioni morbose che per lo
più vengono alla cute, delle quali opina-
vasi essere cagione una sostanza salina
prevalente, sparsa nel sangue e mescola-
ta cogli umori animali. Red. leti. I. lO-'f-
Il rimedio dunque si è di procurare ec.
di temperare e raddolcire 1* acrimonia del
sale dell' urina, con la buona redola di vi-
vere. £" appresso : Primieramente tutti ì
moli di corpo violenti si debbono sfoggi-
re , perchè in questi ci svapora molto u-
mido fuor della corporatura, e per con-
seguenza ì fluidi nostri rimangono più
ricchi di sale. (C)
•f SALEGGIARE. Asperger di sale ,
Insalare. Lat- leviter sale asprrgere ,
Salire. Gr. TyT9òtf aAi^etv. Stor.^ Tob.
Arrosti I* altro rimanente del pesce , e
saleggiaronlo , perchè bastasse (T cdiz.
S 1 L
99J
di Livorno I799 a pag. 21- Ifgfie , e
saleggiarolo,sìcbc bastasse loro tanto che
giugnesscro in Rages, ce).
SALEiNTE. Saglirnte. Lat. ascendens.
Gr. àva^at'wwv. Cr. 4. 48- l4' '' '^"™*
mo (del vino) salente dello stomaco nuo-
ce al celabro, e la mente percuote. Fr.
lac, T. 7. jì. Contemplo in la mio
mente. Di sopra al ciel salente.
•f §. Nel numero del più e in forza
di sust., diconsi Salenti, f; li Antenati per
retta linea, che più Comunemente diconsi
Ascendenti. Maatiiizz. i. 75. Come si
conta il grado della consangiiinilade 7 Nel-
la linea do' salenti cias<4i<'dutia persona
a<;gìunta fa grado ; onde Ìl paJrc e '1
figliuolo sono nel primo grado. -l- £1.77;-
E da sapere che tre spezie di parentado
legale nascono dell'adozione: l'uoa è de'
salenti, e de' descendentì, ec. (C)
SALETTA. Dim. di Sala, Bocc. nov.
49. II. Il quale nella sua saletta vidde
sopra la stanga ec.
§. Saletta, è anche Una sorta di sale
inferiore, o di cattiva qualità. Slor, Pi-
si, i'}'ì. Pacca vendere la salelta per sale,
t SALGEMMA, e anticam. SALGEM-
MO. .Spezie di sale minerale lucido , e
trasparente . che si trova /otsile in varii
Inoohi, e serve di condimento negli ali-
menti come il Sai comune. Lat. sai fossi-
le, sai gemmeum. Gr. ai^o'-yxTo'^. M.
Aldohr. B. V, Si conviene che le loro
balie stropiccio la lor bocca di salgemma
e di mele. E P. N- 8p. Prendete uc»*
oncia di corno di cerbio ec, salgemma la
quarta parte di un'oncia. Cr. 9, 26. 2.
Si prenda osso dì seppia, tartaro, e sal-
gemmo con ugual mistura. Bed. Oss,an.
116. Il più possente è il salgemma, ed
ugualissimo al sai comune j dopo del sal-
gemma è il vitriuolo. i^fl^^. «(i(. ejp.266.
Tali sono il zucchero candito, il zucche-
ro io pani, ed il salgemma lapìllato.
•f u^ SALIARE. De' Salii, Saccrdou
di Marte j ed aggiunto dì Convito ,
o Pranzo, vaie ad imitazione de* Salii ,
secondo il costume de' Salii che solevano
banchettar lautamente, e che saltavano ,
danzavano ec. Car Pari, i. lett. lot). Perchè
il pranzo fosse Saliare affatto, avemmo poi
davanti al Duca moresche, forze d'Ercole,
gagliarde ec- (A)
•f '\' SALIBILE. Add. Che si può sa-
lire. Salvia. Odiss, lib. II. v. 4o6. Ed
Ossa sopra Olimpo porre, Sovr*Ossa Pa-
lio scoiitor di frondi Teotaro, acciocché
'1 Ciel salibii fusse, ec. (A)
V SALICA. Aggiunto di un'antica leg-
ge, la quale, tra le altre cose, escludeva le
donne dall' eredità di certe terre già com-
partite tra'guerrieri liberi dopo la con-
quista delle Gallie, e chiamate Saliche.
Oggi legge Salica s' intende più comune-
mente Q'iella che esclude dalla successio-
ne al trono le d^nne, e i loro discenden-
ti, Borgh. 7 'esc. Fior. Sip. Ligio ec.
dai vecchi Franchi è preso, nelle leggi
saliche antiche, e in altri loro scrittori si
dice lido, ovvero Leudo. (C)
SAUCALE. Luogo pieno di salici, hai.
salictum. Gr. l'rsw'v. Lor. Med. Nenc
3o. Nenciozza mia, vuo' tu un poco fare
Meco alla neve per quel salìcale 7
SALICASTRO. Salice salvatico. Liv.
Dee. 3. Il fiume più corrente con tra-
verso corso cacciò i dogli alle ripe tra 1
salicaslri.
SALICE. Lo stesso, che Salcio. Lat.
snlix. Gr. i"t-;'x. Tes. Pov. P. S. cap. 26
Item la cocitura di salice sana la doglia ec
e la durezza (della milza). Red, Ditir.
43. Né m'importa se un tal calice Sìa d'
avorio, o sia di salice.
t * ^LICETO . Luogo piantilo di
salici ■ Lat. salictum. Salvin. Geor^. lib,
125
(j^ S À L
2. La flarial canna a UgU e impiega La
cura ioSo d' inculto lalicelo . E Egl- l-
Quella liepc Jel vicino Confin, che sem-
pre ha il fior del mIìccIo. (F)
SALICO.NE. Spezie di salcio. Lai. «-
lix p.Ttica/ii. Lor Med NcnC. 2;). Vien-
lene su per quciti saliconi . Dav. Coft.
189. Dclli iillicri, onuni , saliconi , e si-
mili, puoi fare Ìl medesimo. £ appretto.-
E più il saliconc, che T alhcro delio al-
trimcnli oppio .
SALIERA. Vasetto nel quale si mette
ti sale, che fi pone in tavella* Lai. salt-
num. Gr. aXiooox"''"''- /'"''c''- i- 7 Al-
lora ebbou grao d"glia le saliere. Belline,
son. 160 Per te sou vote in questo \e sa-
liere . Fir. As. 2)7 Io misi sottosopra
ciò che ora su per le tavole, e su per la
credenza , bicchieri , guaslade , saliere ,
colltlli . ec. Lib. Son. 78 Piglia un lu-
pino ignudo a pinco rillo, Che abbia svcr-
gioalo una saliera.
g. Per Sahna. Lat. salina. Gr. d^OTHl'-
yiov. itfi/. M. Poi. Egli hanno molle sa-
liere, ove ai cava, e fa mollo sale. Frane.
Sacch.nov. 192 E'parchequi sieno le sa-
liere di Volterra , che io non ho potuto
due mattine assaggiar del cullo eh* eli*
abbia (atto, tanto sale v* ha messo den-
tro . Htceit. Fior. 58. Quello » che pro-
priamente si chiama fiore di sale si ritro-
va nelle miniere del sale , e ancora nelle
uliere, come farina, che circonda il sale
grosso. =? (jtov, GelL t it. Alf. 166 Aq-
tivedendo che l'unlrale della saliera, ven-
dutagli da Papa Leone, se questo accordo
Dveva eflclto , gli toroavan molto mino-
ri. (C)
SALIGASTRO. Salcio^ Salicone. Lat.
salix . Gr. iTs'a. Cr. \. 8- 4- '* saliga-
stro t il pioppo 1 la canna , l* ellera , e
moke altre cose , che di molto acquoso
umore si generano . liocc, nosf. 67. i6.
Mei giardino andatosene cou un pezzo di
Aaligastro in mano , ec ^ Sonnaz. Are.
pros. 9- D'intorno circondato di qut-rciole,
cerreiti , suberi « lentisrhi , saligastri , e
d' altre maDicrc di sai valichi arboscel-
li. (FP)
^ Saligno . Aggiunto dì una Sorta
di marmo, che ne* tempi umidi continua'
mente suda. / as. Op. Ftt- i. jS. E per-
che giudizios.imcutc considerò che i marmi
da quella parte della fabbrica dove a\eva
a lavorare erano volli verso la marina, e
che tutti essendo saligni per gli scilocchi,
sempre sono umidi e gettano una certa
salsedine ce. fece fare ec. un arricciato
oc. CO
SALlMlìACCA. Picciolo le^netto riton-
do, e ificavtto, dove st mette cera» e con
«sso si siigsella il sacco del sale, e altre
mercanzie.. Bttrch. 1. 85. Rame di trombe,
'! carne di salsiccia, E legname gentil da
salimbacche-
g. I. Per siftìilit. Salimltacca , si dice
Quell'arnese ritoudo a gitisi di scatolet-
ta, fatto di diverse materie, che si pone
pendente da una cordicella a'prtvi/egiif e
alle patenti , per conservarvi il suggello
'Colpito m erra di citi le concede.
§. n. Salimbaccn, è unn Sorta dì va-
so , forse simile al Lai. 'fiacca. Ved. il
Du'Fresnf . /iiirch. i. 18. Egli è un
gran filosofo in Baldracra , Che insegna
mollo ben bccrarc a* pulii. E da lor ber
ron una salimbacca . Morg. 2^. lo3. E
non parve ristucco Di pnrtar l'acqua col-
le satimbacchc. Orv/T Ca!v. 1 a5. Anzi
piuttosto d* Ormignacra il mosto Bevuto
• re' con una salimbaccj.
t SKUÌ/lEtirO. n salita. LaL aseen-
.110, ascenuts. Gr. ava'^Saffi; Off. Com.
Inf. IO 600 Lo quinto articolo è del
salimenlo di Cristo in ciclo, ^r 4' ^^•
3. E poi conirguenlenicnlc peff i rami in
S A L
quello medesimo modo della vite si proc-
curi il salimenlo , sempre un ramo alla
vetta deir arbore dirizzando.
g. Per metif Mor. S. GreQ. 1. 9. Si
dee ec. mondare i piedi del cuore da ogni
salimento di superbia . Maestruzz. 2. 9.
A. Siccume la contenzione impnrla alcuna
cootradizione nelle parole , così la rissa
dice alcuno salimento nei fatti ( tfui per
Assaliniento , Affronto . Lai. aggressio ,
insultus, Gr. tfopur,ti^).
SALINA. Luogo dove si cava, e raffina
il saie. Lai. sa/ina. Gr. Ta àXo~riyix.
G. y, 11. 49' 1* Avea gran quistione e
sdegno preso col Mastino da Verona per
le salice da Chioggia a Padova . .1/. /'.
8. 83 Sale che trovarono alte saline di
Cervia insaccato ce, senza alcuno conta-
sto levarono. Star. Pisi, 142. Li Fioren-
tini feciono lega col Comune di Vioegia,
al quale mcsser Mastino avea già comin-
ciato a iar gueira, ed avea già tolte loro
le saline.
g. Stlina, per Sale astolutam. Lat. sai.
Gr. OCA;, ^f. Aidobr. p. >'. 186. L'ai-
tro è quello, che si fae du* pozzi, e gran-
di stagni, lo quale si fae bolteudo io cal-
daie di slagno e di metallo , e cotal sale
lo appellano i Franceschi sai dulce. e noi
l'appelliamo salina. 3/. Aldohr. li. V,
Loro usanza sì è di mangiarle ( le qua-
glie) arrosto <-on salina Tes. Pov. P. S.
cap. 5tt. Togli olio laurino ec, sugoa di
porco beo fritta dramme cinque , salina
dramme otto . Frane. Sacch, nov. j52.
Fa* tagliare subilo una gonnella a le , e
una per uno a quelli altri che vanno con
gli asini portando le mie saline.
SALKNCERBIO, e SALINCERVIO .
Giuoco d'eserciJio, usalo dai nostri fan^
ciulli, Pataff. 4- E con rimbrotti a salin-
cervio alzommi . Belline son. 267. Non
e* è maggior diletto, Com *n un testo di
sul letto i* truovo Che fare a saliocerbio,
o a metti l'uovo.
* SALI.NO. Add. Sa/so . Che ha dei
sale. Hed, Cons, l. 126. Le parti saline
ec. si rendono più acute, piò salmastre, e
più lissiviali. (C) Bart. Ghiacc. 25. Spi-
riti salini e ritrosi. (Nj
•-f * SALIO . Nome che diedero i
liomani ai Sacerdoti di Marte j onde
dtcevansi Salii anche i versi che si c-m-
lavano in onore dt lui. Tac. Dav Ann.
2. 55. Fosse il nome suo da'Salii sal-
meggialo, ec. (A)
f SALIRE. ì erba che appo gli antichi
si disse anche fa/ora SAGLIRE. Andaie
ad atto, Atonlarej e ti usa nell'alt., nel
neutr., e nel neutr. pass. Lai. aicendere,
scandere , inscendere . Gr. àva^su'vst' .
Bocc- nov, 43- 6. Subitamente prese le
cose sue, e sali sopra il suo ronzino- IZ
nov. 46* 7- Ed in quello trovat.i una an-
lennetla, alla finestra dalla giovane inse-
gnatagli r appoggiò , e per quella assai
leggiermente se ne saglì. E nov, 0*5. ij.
Facendo sembiante di venire altr«5ud* w
ne salì in casa sua, e drsioò. IC nav. 61).
25. Se Dio mi salvi, se io fossi sana, come
io fu* già, che io vi sarrci su per vedere
che maraviglie siin queste. Vant. Inf. 1.
Ma lu perchè rilorni a lanla noia T Per-
chè non sali il dilettoso monte T E 17.
Trovai lo Duca mio , eh* era salilo Già
sulla groppa del fiero animale . E Par,
I. Non dèi più ammirar, se bene slimo.
Lo luo salir. E 20. Quel mormorar drll'
aquila salissi Su ptr lo rollo. E li. Ma
per salirla mo nessun diparte Da terra i
piedi . Pitr non. 2l3. Se per salire all'
eterno soggiorno Uscita è pur del beli* al-
bergo fuura. E son. 2t'<^, Trovuimi a 1*
opra via più lento, e Ir^le D' un picriol
ramo, cui gran lascio picgajE dissi: a cader
va chi troppo sale. E canz. 4o- 6 Duo*
S A L
ne ce. Di me \'t doglia, e vincavi pielate,
Non di lei, ch'i; salita Atanta pace Fr, lac.
T. 5. ?8. 4- A te, sposo diletto, Salisca
contemplando. E 6. 44' 7- Ailor mi sov-
viene Com* alto salisco . Fir. As. 17O.
Affrettando i passi per colai cagione , se
ne salse sull'esirenità del mustrato monte.
"^ g. I. Saltre, dicesi anche non di per-
sona, 0 d'altro che vada su, ma dt Cosa
che tiene da hatso in su, Bocc, g. 7. n.
8 . A poco a poco levò quella scala , che
saliva in sul battulo, dove la dooaa era
ec. (f) Bern. Ori 2- 4- >5. Ben mille
braccia verso il ciel saliva ( ti muro ) .
- Tae. Dav. Ann, 2. 34- Dietro sale una
selva eoa alte ramora , e suolo netto ( il
testo lat, ha iosurgebat) ». (Br)
5 S" II- P"" metaf. Jfaestruzs. a. 38.
Deesi intendere per lo padre , e per lo
figliuolo tutti coloro, che sutgooo, e Ucco-
dono per retta linea. lìant. inf. 26. E tu
in grande onranza non ne sali* Frmnc,
Sacch. nov 189. Ando Lorenzo a quello
da Ricasoli a provare, con quante ragioni
potesse, di farlo salire (eioe, offerire mag-
gior somma), f'arch, Lea. S'iO. L' latcl-
letlo nostro, non potendo intendere nolla
senza il senso , ha bisogno delle bellexae
terrene , mediante le quali desto , ed in-
citato, saglia alle celesti. Dav. Sdsm. 8*
Giovanni Dudieo , conte di Varvico ec. ,
ne salio in burbama.
* g. III. Pure per metaf , vale leni-
re in istato di grandezza. Lat- insurgrrr,
Tac, Dav. Ann. l. I. Guadagnatoti co'
donativi i soldati, col pane Ìl popolo, e
ognun col dolce riposo , incominciò pian
piano a salire, egli uffirii far del senato,
de* magistrali e delle leggi. (Br)
* g. IV. Salire in mitezza, vah Ve-
nire in erande slato . Din. Comp. Uh, |.
Veggendo i Cerchi salire io altezza, aven-
do murato e cretriuio il palagio , e te-
nendo gran vita, comiBctarono avere ì Do-
nali grande odio contra loro. (Br)
* g. V. Salire in ira, vale Adirarsi.
Chtabr. rim. Forse Ho sembianza di ean,
che lu ne vieni Col tuo vincastro? indi
salilo in ira Gridando et minaccio- (Br)
I * g. VI. Salire in piedi . vale Riz-
zarsi. Car. Long Sof. 62. loconlanentc
saLe io piedi , e presa la tua roatza , le
tenne dietro. E 92. Quando Dafni, sali-
lo subitamente in piedi, disse: ec. E lOO.
Dionisol'ane , alzalo un grido maggior che
Megaclr. salso in piedi. (M)
t g. VII. Salir già dal cavallo, 0 sl-
mile, vale Jìinender del cavallo » o si-
mile. Ar. Fur, 8. 6- Del palafreno ti c»c-
cÌ4lor giù sale.
g. Vili. Per Uscire, A r Tur, 19. 56.
Lo stare in dubbio era di gran periglio.
Che non salissrr genti della terra. ^ C^r.
Lcnu'. Sof, 99. E Dionisofane la mattina
di buon' ora salse fuur del letto. (Cj
* § IX. Salire il moseherin» . K HO-
SCHERLNO § I. (•)
SALIRE. Nome. Saliti. Lai. sistemnu.
Cr, avat,9a«i; D^nt Piug 19. Drìnate
nui verso gli alti laltri*
SALISCENDO, .• SALISCENDI. C/m
delle Merrrature deli' uicio , che è una
lima di ferro vrostettd , che impermata
da un capo nella 'mposta , e inforcando
i monachetti dall' altro , serra uscio , o
Jìnts tra j dello così dal taiirr. e scemdwre
eh' e' fa nel serrare, e meli' apeire. f^gme,
Sacch Hcv, x>7. Mritendo la chiave nel
srrtame, e volgendola per aprirlo, il fra-
te, protendo il saimcpdo. subilo si leva.
Salv. Spim. 5. Q Aitando madonna Ful-
via il saliscendo cosi un poco per trarla
dentro . fu da gente di fuori sbaltnta •
spalancala questa porta con usa spinta, ed
entrato in ca\a . BeJlinc. som. aSÌ. Co-
ti il proverbio dice: Non saranno più tuoi,
S A L
se tu gli spendi, Perche' fortuna fa de* sali-
scendi (tjui per tncUif', e vaie: delle mu-
taxioni).
SALITA, il saiirej e 'l Luogo per io
guai si sale. Lai. ascensus , cluits. Gr.
ysuXofOV . Dani. Purg, j. Vrendele iì
monte a più lieve salita . Jl 6- Cbe ne
mostrasse la ntìglìor salila . B^t. Pur^.
6. a. Quel!' animj gentile ec. fu così pre-
» ec. dà fare al ciiladia suo ec. quivi ,
cìoù Della salita al Turgatorio, festa, G.
y* 6. 4'>- 2. r*on lasciando per nevi, ne
per salila del poggio. M<'irn, 5- (j i . Per-
ch'io l'ho corsa a lar questa salita.
SALITO. J'til- da Salire, Lat. super-
^ressiis. Gr. a^a^a;. .V 7 . 3. 4i*Cerii
lillaoi del paese, pochi, e male armati ec,
salili in alcuna parte sopra Malacoda, gri-
davano contr^a' masnadieri. Frane. Sacch.
Op. dty, 6o. Per le discordie de* mort-li
saliti a cavallo, e fatti gente armigera, e
barbara. Cas. Uf. cotti. c)3. Coloro alle
dignità , e ricchezze saliti riveriscono , e
onorano (cioè: innalzati).
SALITOIO Strumento per salire. Lai.
scansorium i/i.ilriirìtenlunitas(tnsoria ma-
china. Gr. ì'rrijSit'àpa. Frane. Sucth, nov.
l6l. Veggendo, che '1 ponte e '1 salitolo
più non V* era^ conveoue, che attendesse
ad altro.
t SALITORE. ì'trbal. masc- Che, o
Chi saie. Lat. inscensor, ascensore Dant.
Purg, 25. Che per arteiza i salitor dispaia.
Dote. nov. 23. 2i^. E divenuto andator di
cotte, apritor di giardini, e salilor di al-
beri. Buon. Fier. 3. i^. 2. Sprezialori Di
porte, salilorì Di mura, e di pollai To-
ta tori .
SALIVA . Scialtva . Lat. saliva . Gr.
cia/ov, ct'gXo; . Amet. 53. Quasi come
se d' alcuna sentisse i dolci baci , cotale
gusla la saporita saliva Ked. J'ip. i. ^8.
Avendo letto nella storia degli animali di
Aristotile , che alle più delle bestie vcle-
DÌfere è nocevole la saliva umana, ec.
t SALITALE. Ad^i. CU ha relazione
alla saliva. Lat. salivarius. Gr. ota/ixo'^.
Red. Vip, 1. 4^. Quel liquore giallo non
per altra via mette capo nelle sopranno-
minate guaine de^denli. che per quei con-
dotti salivali nuovamente ritrovati. E 2.
38. Il liquor giallo sgorgasse in esse guai-
ne} dopo aver corso per i condotti salivali.
t * SALIVAZ10>E. Terni, de' Me-
dici. Flusso di saliva provocato da qual-
che rimedio, o Cagionato da qualche in-
comodo, Magai. Leti. Quella radice, che,
tenuta in bocca, operava quella strana sa*
livaxione, (A)
SALMA, fornii. Peso. Lat. sorcina, o-
nus, sagnia, Gr. ETrtoayya. Vani. Par.
Ss. Quando M Figliuol di Dio Carcar si
volse della nostra salma. Petr, canz. Sp.
4* Con faticosa, e dileltevol salma. £?cn^.
5- Mille e mille Tiniose e care salme Tor-
re gli vidi (cioèt sptglie ) . Frane. Sac-
ch* nov- 196. Che perchè non abbia coda,
e' porterà bene la salma. Varfh. Ltz.
.'102. Ogni altra salma, ogni altra soma,
verbo provenzale. Puon, Fier, /j- iatr. E
se por di Levante, O d'Olanda, 0 del
Cairo, o di Siviglia Salma talor mi viene
a gran derrata, ec.
•^ §• \* Saltila ferrea, fu detto per Ar-
matura grave dal Tass. Ger. l3. 61.
Vedi le membra de' guerrier robuste. Cui
ne cammin per aspra terra preso, Wè fer-
rea salma, onde gir sempre onuste ec.
giacciono ec. (D)
*? §. IL E Jiguratnm. per Quolsivo-
glia opgl-ito. Tass, Pim Ani. Son. 8.
Scavasi amor, quasi in suo regno , assiso
Nel scrcn di due luci ardenti ed alme.
Mille famose insegne, e mille palme Spie-
gando in un sereno, e chiaro viso : Quan-
do rivolto 2 me, che intento e fiso Mi-
S A L
rava le suo ricche, e care salme, Or cau-
ta disse ec, (P)
§ IH. È ancht termine marinaresco,
e vale Misura di quantità determina-
ta .
SALMASTRO. Add. Che tiene del sal-
so. Lai. sa!sux, *salmacidus. Gr. aAjtiupc's.
(V. 6. .^7. I. Coulr' alla stranguria ec.
si prenda della della erba ( cretano ) ec,
e M bulla in acqua salmastra , e in vino,
e olio. E 6. jf» 3. Contr* al vomito che
veof^a per debiliia di virtù contentiva , o
per caj^ion fredda, si cuoca la menta in
acqua 3jlmastra, e in aceto. Ped. Oss,
an. \^o La cavita, nella quale stanno
rncrhiusi Io stomaco, o \X intestini, 1' ho
trovata tutta piena d' acqua salmastra. ^
Salvin, Odiss. lib. |2. v, Zìl^. Ma quan-
do riiighiotliva la salmastra Acqua di mar
tutta sembrava dentro Rimescolarsi, ec (B)
^ g. /'.' tit forza di sust. Seijner. Mann.
Selt. 2". 5. Stellerò come pesci tra l'acque
salse senza punto attrar di salmastro, (F)
Sah'in. Pros. Tose. 366- Osservate che
le pietre, e la terra e tutto questo nostro
luo-;o, e ogni cosa e tarlata e guasta , e
mangiata come i luoghi intorno al mare,
che dal salmastro di quello son rosi. (JV)
SALMEGGIAMENTO. Il salmeggiare.
Lat. psalmodia. Gr. i|/a).jUWOi'«. Segncr.
Pred I. 4* Won sono le discipline, non
SODO i sileozii, non sono i salmeggiamene
li, non SODO i letti assai duri.
::: SALMEGGIANTE. Che salmeggia,
fìaldm. Dee. Dislinli in quattro ordini i
canonici salmeggianli. (A)
SALMEGGIARE. Leggere, o Contar
salmi. Lat. psallere. Gr. ij^aiieiv. Esp.
Saint. Nel salterio di dieci corde salmeg-
gerò a le. D. Gio. Celi. leti. 21. E ul-
timamente cheggendo V olio santissimo ,
salmeggiando sempre co'frali che gli era-
no appresso, [)azienlemente rendè l' ani-
ma a Dio. S. Bern. Leti, Io salmeggerò
collo spirito, e colla mente.
% Per siniilil. Tac Dav, Ann. 2. 55.
Fosse il nome suo da' Salii salmeggiato
( il te.ito lat. ha : Saliari Carmine cane-
retur ).
f SALMEGGIATORE. Vcrbal. ma^c
Che, o Chi salmeggia. Lat. psalfes. Gr.
'l'a'im;. Omel. S Ciu. Grts. 255. Pa-
revano più tosto cori di salmeggiatorì, che
eserciti di battaglia.
SALMEGGiATRICE. l'erbai. f,.mm.
Che salmeggia. Fr, Giord. Pred, P. Di-
spiace la raucedine alle femmine religio-
se, e salmeggiatrici.
SALMERI'A. Moltitudine di seme, Car^
riaggio. Lat. ini pv dimenta, satcinae. Gr.
a'-05>c£ur;'. Bocc g. 7. p. J. Con una
gran salmeria u* andò nella valle delle
donne. Snllusl. lug- P, Prima che l'osle
si potesse ordinare, o le salmene raccor-
re. G. r. 7. l3o. 5. E dietro tutta la
salmeria raunata per ritenere la schiera
grossa. 2'oòS, Gei. 18. l\6. Queste gran
salmerie d'orni, e di pini Vcdean dal bo-
sco esser condulle all' oste. Cir{ff\ Calv.
2. 63. Or rìlorniamo alla gran salmeria,
Ch* era tre miglia già presso alle mura.
SAL MI SIA. Posto avveibiatm. quasi
Salvo mi sia. Parole di buvno augurio ,
che si dicono nel ragionare di quo/che
mala avventura. Buon, Tane. l. 1. Basta
che, se di onesta tu bai fame. Tu ti mor-
rai digiuni', sai mi sia. Jlleg. \0. Come
sono, sai mi sia, i poeti, i quali per loro
buria ne portano il cordone alla berretta
dal di delle feste.
f SALMISTA, Ccnponitor di salmi, e
per eccellenza s'intende del prof età David,
Lat. *psalmista. Gr. ■^</.)~ri^, '^uyyoyfc/ì-
yo;. pass. 35. E *1 Salmista dice : ec.
Dant. Purg. 10. Li precedeva al bene-
detto vaso, Trescando a'za^o. l'umile SjI-
SAL
995
mista. Ott* Com. Par. 1. |. Il Salmista:
Beati coloio che abitano nclU casa tua ,
Signore.
Jj I. Dicesi anche Salmista il J ohimè
de' salmi, o Saltero. Lai. psalterium^ vo-
lumen p-.almorunt. Gr. ilfa^Ty/ptov.
g. II. Pvr S'iccentf, e, come oggi più
comunemente .w due, Salamislra. Lab.
175. Quando foUemerite il collo sotto lo
'ncomporlabile giogo di colei sottomelte-
sli. alla quale una gran salmista paro es-
sere Dit/.im. 2. 25, E fu nel cerchio
della Luna vista La pianeta di Venus tan-
to chiara. Ch'io ne vidi segnare il più
salmista.
SALMO. Canzone sacra^ come ì Com-
ponimenti di Vnvid, e simili Lai. psal-
mus. Gr. ij/K^uo^. Dant. Purg. 2. Con
quanto di quel salmo è poi scrìtto. E
Far, 24 Per Moisè, per profeti e per sal-
mi. Pnss. 23- Onde s.mio Agostino, spe-
gnendo il siilmo, dice : ec. liane. Sacch,
nov. iQi. Si raccomandava a Dio dicen-
do la 'ntemerata, e' salmi penitenziali.
Fit. SS. Pad. I. 10. Con molle lagrime
cantòe salmi, e fece or.TzÌore , secondo V
Uso della cristiana relìgiiijie. E 66. Ora-
va spesso, e cantava salmi per confor-
tarsi.
§. In proverbio •• Ogni salmo torna in
gli'ria j e si dice quando alcuno spesso
ripiglia il ragionamento di quelle cose
che gli premono j nel qua! senso dicia-
mo anche: La lingua halle dove il dente
duole. Ar. Len. 2. 3. Finalmente ogni
salmo torna in gloria.
SALMODIA. Canto di salmi. Lat.
psalnicdìa. Gr. ^c/.yp.ojSi(/.. Dant. Purg.
33. Dolce salmodia Le donne incomincìa-
ro, lagrimando. But i\'i : Salmodia, cioè
canto di salmo. Cavale. Pungil. E cosi
in coro per in dormire, e interrompere i
salmi; cioè la salmodia. E Med cuor.
Che *1 diavol fugga, e sgomenti per la
salmodia, e letizia spirituale, fu 6guratO
in ciò, che David, sonando la citara, cac-
ciava il diavolo da Saule, E Frutt. ling.
Cassiano dice: La dolcezza della salmodia
consola e conforta i cuori tristi e negli-
genti, e le fastidiose menti eccita, e di-
letta, e li peccatori crudi induce a com-
punzione. Ancora dice : La salmodia e
consolazion de'tristi , cura de'dolenlì, sa-
nila degli infermi, e rimedio dell'anima, e
suflragio d'ogni miseria.
^ SALMOiNE. Lo stesso che Salamo'
ne. Ar Fur. 6. 36. Mule salpe, salmoni
e coracini Kolano a schiera in più Iretla
che ponno. (I\')
SALNITRO Nitro. Lat. nitrum. Gr.
vi-Tf-Jv, àXÌ-JiTp-^'i. M Aldtjbr. P, i\% 18-
Quelle che non sono dolci, sono di molte
maniere, siccome sono acque, che hanno
natura di solfo ec. e altre , che hannu
natura di salnitro. E altrove: Prendete
galla muschiata ec , allume , salnitro, e
scorza di mele granate. Bern. Ori- 2. J7.
5. Chi crederà che ognun le sue miniere
Abbi.1 dclKoro e degli altri metalli, Fi-
no al salnitio? Sagg. naf. esp. 173. A
sperso il ghiaccio dell'uno col sale armo-
niaco, e Inalilo con ugual quantità di sal-
nitro.
f :;■ SALONE. Accrescit. di Sola, Sa-
la grande. Malm. 6- 78. Il Re, fatta con
lei la dipaitenza. Al salon del consiglio
se ne torna (*) Benv. Celi. Fit. 2. IjS.
Entrò nel mio s.done, e il pnmo che ved-
de, vedde me con una gran piastra d ar-
gento in n.ano- (C)
t * SALOTTIKO. Dint. di Salottcj
Picco/o salotto. Lasc. Ccn 3, nov, lO.
pag. 245, Poi dal frale furono ■menati por
la sua camera in una ai.licameretla, ed in-
di d'uno scrittoio in un salotlino, dove il
guardiano ec. (B)
996 S A L
f SALOTTO. Piccola sala. lasc. Pinz.
I ti. T'aocomodtTÒ dalla parte di lìi, che
v'L' UD salotto onorevole con luite Papparte-
neuzc. li>'nv Celi. Iti* i. 277. Mi passeg-
giavo per un salotto. Maini, I. II. Poi
dal s^ilotto in camera Irapaisa.
•■j- * SALPA. Terni, de' NaturaìisU,
Pesce ignobile <lt mare, dt colore tendente
al pavonnzzo , con alcune righette gialle
più vii-aci dt quelle dell* Orata, a cui nel
resto è molto inferiore. Ar. Far. 6. 36. '
Mule salpo, salmoni, e corarini Nolano a
.ihÌL-ru in più fretla che ponno. Sulvin.
i>{>p. Pise 3. 320 Dilellansi l« salpe
:>0(iini3nicDlc D'alghe- Lagnate, e cootjucU'
o6ca prcndonsi. (/4j
5ALPAHE. Tertriine marinaresco, e va-
le Levar V àncora dal mare t e tirarla nella
nave, Sarpire. l.ìi. tollere ancfioram, sol-
vere anclioram, solvere. Gr. ay/ jskv- oT-
piff*S<ri/. Stor. ind. 7- 27!^ Mi-ntrccbè
L-s&i salpavano, e si discostavano dallito. /:.'
1^. 58o- Con gran coufuNione salpavano, e
i\ discostavano da terra.
SALPATO. Add da Salpare. Sfrd,
Stor. Ind. g. 338. lUsoIuIo d'andare a
■ isalire i nimici in quille iiri-llc, salpale
r àacorc, s'inviò a t|ucltj volta.
•f * SALl'RUiNKLLA. Che anche scri-
vesi SAL PRUNELLA. SorLi di siile ar-
tificiato. Red lelt I. ^4^ ^'^^^ ^^ ^^'
vante dramme iii., salprunolla dramme i.,
noce moscad.1 polverizzata ce. E Cons. 2.
116. Sena di Levante dr. iii. e mcz., sai
pruoella dr. i. e mcz , ec. (*)
SALSA. Condimento di più maniere ,
die st fa al/e virande per ag'^iuaner loro
sapore. Lai. oxjporum. Gr. o^^Tiopo-J.
Bocc. nov. 20. 20- t>i cui, tulio premen-
dovi, non si farebbe uno scodelliti di sal-
sa. £,' nov. 72. lì. Desinava la mattina
con lui Binguccio dal Poggio, e Nulo Bu-
glietti, sicché egli voleva tar della salsa.
E num. 1-5. Vuì non pesterete mai più
salta in suo mortaio. Allc^. rim. )v8.
Uq altro accoccolato in sulla panca Sof-
fiarsi il naso un trailo nelle mani, Men-
trechè fa la salsa o verde o bianca.
§, Salsa, per meta/. J'ena, o Tormen-
to. Lat. crticintiis. Gr. a^'/vj^wv. Dant.
Inf. 18. Ma chi ti mena a sì pungenti
salse? lìttt* iV<; A sì pungenti salse ; cioè:
perqual colpa se' condannato a si latta pena?
•f SALSAMENTO . /'. A. Spezie
di salsa. Cr. 6. 3. 3. Ad aprire le vie
del fegato, e dell'orinare gli andamenti,
facciasi salsamcoto con viuo, e con sugo
il' erbe diuretiche, e diasi al paziente (co-
si ne' testi a pcnni ). '•' liocc. Coni. Dani,
inf. 5. E cosi, com' essi non iurono con-
lenti solamente alle delicate vivande , né
a' savorosi vini, né eziandio a' sahameoti
spesso eccitanti il pigro »■ addurmt'ntato
■ ppelito, ma gli vollono dalle indiane spe-
llo e dalle saUe odoriferi, vuole la divi-
ua giuitiiia ch'essi siano dal corrotto e
fetido piuzo della terra offesi (qui pare
che (.ahamcnto, essendo mes^o distinto da
salsa, val^a in generale SalMinie, 0 Sala-
m.;. (P)
f S\LSAPAR!GLIA. Pianta america-
na, la cui radice e molti usntt in medi-
cina come sudorifico. Lai. *snrsapaiiila,
Ricett. Fior. 60. La salsapariglia è una
radico di una pianta portala dall' Indie
orcidculali, lunga due o tre braccia in-
rirca, uguale, e grossa come la gramigna,
o la smilacc aspra. Red. lett. 2. io?. Lo-
do l'uso della s.ds-ipariglia. /•,' appresso:
Metto in convidrrazioiie , se in igurlla
pollastra, con la quale si die lar bollire
la salsapai-iglia, fosse bene il mctlervi nel
suo venire n dell' ono collo, o del riso
colto * Altet^r. rim. 8. Salsapariglia e
rìoa, O legno santo, po<'o Giova • chi
pnn li sta *n camera al fuuco (/f)
SAL
SALSEDINE. Sahrzza . Lai. salsedo.
Qt, cc'J/Jivoi';. Ltb. citr. matatt- Per tem-
perare la salse'line del sangue, f'o/g Afes.
Il siero lava, e mondifira per la sua ni-
trosita, e salsedine. Cai. Sist. l^ì5, Acqua
della medesima sorte, che era la prmia ,
della medesima talsediae, della medesima
dcnsilà .
s^SALSETTO. Dtm. di Saltoj Aùjuan-
to salto, l'allitn. (A)
SALSEZZA . Astratto di Salso . Lat.
saltitudo , salsedo. Gr. aìuupt';. Zthald.
Andr. ji3. I sentimenti dell* assaggia-
menlo della lingua son questi in ulLo
spezie , cioè dolcezza . amaritudine , sai-
sezja, ec. Pai/ad. Oltohr. i^ Infra quello
tempo dicono che perdono la sua saUezza.
SALSICCIA . Carne minutissimamente
battuta, e messii con .tale, e altri ingre-
dienti nelle budella del porco. Lai. luca-
nica, isiciiirn, insiciitm, suillum /'arcimen,
tmiacula , tormiciaa . Gr. a/ìac; . JJocc.
Conci. 4- Di'* lutto di foro, e caviglia, e
morlaio , e pestello, e salsiccia. Pataff.
8. Salse di quindi il sorcio alla saUìccia.
Frane. S'tcch. nov. 258. Delle busecchie
avea fatte salsicce d' asino. Lib. sun. 72
Salsiccia poi, che parca di verziao, Sotiil,
ben trita, netta, e cotta a puDto.
§. I. Far salsiccia dt checchessia, si
dice del Ridurlo in minutissimi pezzi .
Lat. minutim concidfre. Gr. uucti'AjIeiv,
Rem* Ori. i. 3. 28. We vogliou far sal-
siccia e notomia . Rtion, Tane. 5. 5. W
are* voluto al certo far salsiccia.
§. IL Legarsi le vitine culle salsicce in
alcun luogo, si dice del Viversi con gran
dovizia , e in ampia fortuna, lìocc, nov.
73. 4- ^^ una contrada, che si chiamava
Bengodi , nella quale si legano le vigne
colle salsicce. Cecch. Cvrr. I. 2. Andate
là: le vigne c^ si legano Colle salsicce.
l'arch. Suoc. 4* **■ Qucila sarebbe trop-
po gran ventura, e in (]uestJ paesi uon sì
truovano le vigne legate colle salsicce.
•f * SALSICCIAIO. Quegli che fa le
salsicce . Fir. rim. buri. 3. 3o6. Fassi
buona salsiccia d'ogni caine: Dicon l'i-
storie, che d'un bel torello Dedalo sal-
sicciaio già fece farla, E a monna Pa>i-
fé die a mangiarne (qui detto per simi-
lit.). (A)
SALSICCIONE. .$/7«iV di salsiccia.
Frane. Sacch. nov. 112. Avendo il dello
comperalo una 6lia di salsiccioni per mei-
terne su ogni tagliere uno lesso. Rem.
rim. I. II. E fausi le saUicce, Cervella-
te , venlresche , e safsiccioni .£27.
Quando io ti veggio in seti que' dui fia-
sconi. Oh mi viene una sete tanto grao-
de, Che par cb* abbia mangialo salsiccio-
ni. Rucn. Fier. 3. |. II. Rinfrescali, o
polmone, e succia questo, A cui strada il
sentiero il salsiccione.
SALSICCIOTTO. Spezie di salame.
Lasc. Sibili. 2. 5 Farem lesse le starne
o i capponi con un pczxo di came^ecca
di coscia, e un salsicciotto frescu, Ru<m.
Fier. 4. 5. 3. Capilo al piziicagnol, chieg-
go un pezzo Di salsicciullo , ed ci me 'I
taglia a sghembo.
SALSICCIUOLO. Pezso di salsiccia»
il quale si dice anche RocihioA.it. botiilu*,
botellns. Gr. /oaXe'vripov. Fianc. Sacch.
nov. 112. Signori, io mi vi scuso, che v'
aveva a dar sa'sicciuoli, che erano su ana
finestra a freddare; mm ve gli bo trovi-
ti. Rfircb. I. 87- Di lì dal conGlrmmi ,
Dove il Danese finse d'esser sordo Duo'
salsicriuoli accompagnano un lordo. Rern.
Ori. I. 20. 2. E con una vitalba ciula
slrella ArraDdetlarsi come un salsicciuolo.
•f # SALSISSIMO. Superi, di Salso.
Castigl. Corti^t 109 E se a questo è con-
gtuolo lo ambiguo, il motto diveaU sai-
sissimo Ci/hi fi^uralam }. (f }
SAL
* SALSO- Sust. Salsezza, Salsedine.
Lai. salsilago , salsugo . Pros. Fior. P.
l. voi. 3. Or, 5. pap. 16.3. Le sue im-
provvise risposte , come se veoissero dal
mar della sapienza, porgevano il salso «!-
Irui , senta punto amareggiare il gasto o
r udito (qui metafortc. per Facezia, Con-
cetto arguto). (IS'Sj
f SALSO . Add. Di qualità , e saper
di sale. Lat. salsut, Gr. oi^p-Mpé^, Bocc.
nov. 14. 12. Una povera femmioetla per
ventura suoi stovtglì colla rena e coU'ac-
qua salsa lavava, e facea belli. Ott, Cam.
Purff 2. 27. Mi volsi a quella terra, ove
Tevere entra in mare, e fassi salso, cica
Iloma ■ Pallad. Anche dee guardarsi da
ngoi acqua salsa , o in che regna alruna
ventosità. Petr, son. 51. Dìiol come per-
sona a cui ne calsc, E cbe 'I norai la so-
pra l'acque salse. Frane, Sacch. rim. i^.
Il tuo poder, che fu gii in acqua salsa ,
Perdesti per voler sigooreggianie Essere
al soprastante (cioè: nel mare). Ruon.
Fier. 2. 5. 4. Contro a quel che fu diansi
Con lingua troppo salsa proferito ( qui per
met-tf. C(OL>,mordace).
'»• §. Salso, vale anche Che ha sali, net
senso del §. XVI. ìolf;. Mes. La confeiio-
ned'Amecvale ad ogni passione falla da
collera e da Oemma salsa , come si e lo
fuoco salvalico. (ì\'}
SALSUGGINE, Salsesza, Lat. salsugo»
Gr. (x>/iU3i5. Cr, i. II. 3. Ma se è pur
di necessità che s* usi la rena del mare ,
sarà di grande utilità, che prima si tuffi
in acqua dolce acciocché si purghi t la-
sciando la sua salsuggine . F a. 17. 2.
Ciò che in tal terra si puo mettere . sì
converte in arsura , ed jo salsuggine , e
secchezza . f olg. H/es, Il brodo di gallo
vecchio per la nilrosità e salsuggine sua,
si è caldo mollo.
SALSUGGINOSO. Add, Salso, Che
ha salsuggine . Lai. *salsilagineus , Gr.
xXfX'jpOi. Foli:. Mes. Il brodo di gallo
vecchio é saUuggiooso , come abbiamo
detto. * Red. Cons. I. 12. Per noo ren-
dere il sangue e gli altri fluidi più acri ,
più mordaci, e salsugginosi. E 1. 77. lo
presuppongo per cosa verissima , che la
5ero>ilà del sangue del nobilissimo N. N-
sia una serosità salsugginosa, ec. (V)
SALSUME. Tutti I camangiari che Ji
con.t.rvano col salej che più comunemente
diciamo Salume. Lai. saltamentum . Gr.
xUpixot. M. Aldobr. Piimierameole siea
guardali da tutti i salsumi e agrumi, •
principalmente dall' usar della femmina.
§ Salsume, per Salsezza. Liì. salsedo.
Gr. a>/*u.5iff . Cr. 9. ai. 3. Gli sì dia
lardo, 0 carne di porco salala a sua to*
looià, la qnale per la fame, e per lo sal-
sume del lardo mangerà volentieri.
•f * SALTABECCA. Specie di caval-
li Ita, della dal volgo Crrt'a volante , o
Mangiapere , e dai Fiorentini Bucapere.
Belila. RiKch. 40. E in qua e in 111 sempr*
saltellano ec. Come grilli o saltabeccbe.
Che Dio ci guardi d-Ile lor cilecche. Da
Saltabecca st è fatta la i>ore Saltabecca-
re. (A)
SALTABECCARE. Saltahet/are. Buon.
Fier. 2. 4- 1- E quelle snelle Saltabec-
car, guardargh di st<ltecro tf Renv. Celi,
i'it. I. 8t>. Questo Luigi f/'ii/ciy andava
ogni giorno a saliahcrare con questo ca-
vallo mtorno a questa mcrclricc PanUaì*
Ica. (yj
SALTABELLARE . Fara spasti stUi ,
€ non mollo grandi ; che anche dittamo
St Iter eli -ire, e Salt.i beccare. Lai saltre .
aisitire , tuhsaltare , tir nr,Sàt . fiocc.
nov. ri'). ^(^. Come egli si fu accorto eh«
metser lo maestro v* era , cosi comincio
a sallabellara.
* S- F figurai am. OaltL Cóhs, Tau,
S A L
s. i6. Noo vi è ragion nessuDa* per
|j quale sì debba più ia questa che oell*
• lira parte saliabcMarc. (Pj
* SALTACCHIO.NE . /' A SALTAC-
CHlO.Nt:. (.4)
* SALTALEONE. Tenn. ./e* Battilo-
ri, ec. Sorla di filo sottilissimo d'ottone,
che ser\'e a divtrrst n^i, vd anche per corde
Ut iiì'indo'lino, chHarr.i,ec. (A)
•f SALTAMAKXIWO. Sorta d'artig/ie-
ria di una hhhra di palla incirca . Sci'^g.
nat. esp, 25o> Accomodalo sopra udj car<
retta a sci cavalli un saltamartino da una
libbra di palla di terrò, er. lìuon. t'ier.
2 4" *5. Argaoi , verrirelli , e taglie, e
comi, Sjltarnartioi assai, liiGniti piccuni.
i? 4- 3- 7 *^ ' torre a prestar lede Per
nostra sicurtà, per nostra guardia A simil
korta di sallamartioi (quijìguratam.).
•f SALTAMBARCO . f tittmcnlo ru-
stico da uomo, Sìntimh>ircOt forse simile
al Lat. barducucullus. Fir. rim. buri. ii6.
Fa capperucci di cento ragioui A questi
•altambarcbi da villani. Matt. Franz-
rim. hurl. a. 126. Gli osti, ch'ai prof-
ferir mai non soo parchi , Volean eh* io
scavalcassi a sì mal tempo, E ni'offeiivan
fuoco, e saltamharcbi . Menz. sat. 1. E
penhè a me non domandar piuttosto S*
i' ho converso la toga in saltambarco?
* SALTAMEiNTO. Salto. Lat. saltus.
Sah. i/if. se. 35. Eccovi che proprie
sono dell'eroico, e celebrale da Aristoti-
le, (juelle Unte e fila e tele e favole e
varianze e sallamenti , di che ed egli si
vanta e compiacesì, e dj voi si biasima 1'
Ariosto. E quanto ai saltamenti appartie-
ne ec. (qui per lo Lasciar di mezzo ,
Digressione. Lat. intermissut , digres-
'io), fys)
SALTAMIi\DOSSO . race fatta in i-
schetzo , per significare un Vestimento
misero, e scarso per ogni verso . Frane.
Sacch. nov Q2. La cappa da baroni si
couTeriì in un mantelliuo , che parca un
taltamiadosso .
SALTANSECCIA. Uccelletto Jt quel/i,
che fivono di bacherozzoli j appresso l'
Aldrovando detto Slopparola dalle stop-
pie. Come da noi Saltameccia dtille sec-
ce. Buon. Fier, 4. 2. 1. E cingallegre,
• taltansecce, e frasche,
§. Per meta/, si dice di Persona co-
lub'lr, 0 leggieri, Lat. levis , ìnco'istans.
Gr. a3s5at95, a^TaS*)';. Pataff. 7, M^
saltanseccia se', donna bugìana. hor. Med,
canz. 65. 2- Una certa saltaoseccia, Falla
come la castagaa. Buon. Fier. 3. 2. i5.
Che boccuzza ha quell'altra saltaoseccia!
•f * SALTANTE Che salta S-ilvin.
Fier. Buon. 3. 4* 9- Cavriole , dalle ca-
pre saltanti; donde un polio caprizzinle,
Gr. «tyc'Cwv, fu detto da Galeno nel libro
ec. fj4) E Snof. 5. II^. Allora appar-
▼emi uno saltante fuori della sepoltura,
e si provava di tenermi. (C)
•■j- * §. Punto saltante. Piccola macchia
rossa in cima all'uovo. Il punto della gene-
razione del pulcino. Salvia. Annot. Op.
Pese. 5. 400. li cuore è principal parte
dell' nomo , e da quel saoguìgoo punto
che si vede nel torlo dell' uovo, chiamalo
punto ialtantc , e originato i! moto , io
spirito, e la vita dell'animale. Magai.
tett. Quanti sieno (i giorni) che indugia
a Tedrrsi ( nell* uovo ) il punto saltan-
te. (.4)
SALTARE. Levarsi con tutta la vita
da ter'/i , ricadendo nel luogo stesso , 0
gettandosi di netto da una parte all'al-
tra senza toccare lo spazio di mezzo . Ljt.
exsilirr , saltare, tran sii ire . Gr aÌ>£-
c^ai. Bocc. noi'. 73. i3. Calaodrina an-
dava, siccome più volenteroso, avanti, e
prestamente , or qua or la saltando , do-
vunque alcuna pietra nera vedeva, si git-
S A L
lava Tes. Br. 4- 5. Dalfìno è un grande
pesce, e multo leggiere, che sulta di sopra
dell' acqua, e già sono slati di quelli che
son saltati di sopra delle iii\ì. F appres-
so r Adivenne cl»e questo garzone a pre-
ghiera d' uno signore si lo fece uscire
fuori, e saltare nella piazza, e quelli lo
uccisero . Petr. cip. 5. E quella Greca
che saltò nel mare , Ver morir netta , e
fuggir dura sorte.
§ l. Per met.jf. vale Bijlettersi. Dani.
Purg. i5. Come quando dall' acqua e
dallo specchio Salta lo raggio all' opposi-
la parte.
§. II. pur fìguratam. per Trapassa-
re , J agore . Bocc. nci\ 77. 53. E d'
UQ pensiero in altro saltando ec. s'addor-
mentò .
§. HI. S'tltare, vale anche Ballare. Lai.
saltare, tripudiare, pedibus chcrcoi plau-
dere, Gr. ^aiit';;iv. Mor. S. Gr,g Fu
messa in carcere dagli iniqui , e per Io
saltare d* una fanciulla gli fu tagliala la
lesta. Frane. Stcch, nov. 82. Poi fa loro
ripigliare il ballo; il Genovese salta, che
parca un beccarello.
§. IV. Per Trapassare d-t un lato a
un altro con gran prestezza . Lat. tran-
silire 0 Dant. Par. 6. Quel, che fé poi
eh' egli usci di Ravenna , E saltò *1 Ru-
bicon, fu di lai volo, Che noi seguiteria
lingua, ne penna. Guid. G. Le vele della
quale (nave) ripiene di prospero vento,
tantosto abbandonano li conoscenti lunghi
di Tessaglia , e a' luoghi non conosciuti
con tostano corso saltano. Bocc. nov. -^y,
iq. Tania fu la sua letizia, che d'Inferno
gli parve saltare in Paradiso.
*t §• V. Per simtlii., vale Lasciar di
mezzo. Omettere alcuna cosa in leggendo,
0 scrivendo. Lat. intermitlere, praeterire.
Gr ^taÀsc'-£iv. Dant. P.ir, 23. E cosi ,
figurando *1 Paradiso, Convien saltar lo
sagrato poema. J'arch, Star. 12. ^^S,
Usavano fare che messer Donalo, diiife-
rata e leda eh' ei V aveva, interlineasse
alcuni versi . secoodochè giudicavano a
proposilo, a fine che colali versi così in-
terlineali si dovessono saltare dal cancel-
liere, sanza leggerli altramenli in pub-
blico.
t * g. VI. Saltar la febbre addosso ,
o simili, vale Esser siprappreso dalla
fbbre,o limili. Lat. in jfebrem incidere.
Salvia, Pros. Tose, \. Per aversene cac
ciate in corpo due staia gli saltò addosso
un febbrone, (j^)
f * %.y il. Saltare, parlandosi di ven-
ti, vale Levarsi, Sorgere improvviso. .4r.
Far, i3. i5. Salta un maestro, ch*allra-
verso mena, E cresce ad ora ad ora . e
soprabbonda ; E cresce e soprabbonda con
tal fona, Cbe vai poco alternar poggia
con orza. (N)
§. Vili, Sa'tare a cavallo, 0 .fui Ca-
vallo, o destriere, vale lo staso, che Mon-
tare in sella. Salire a cavallo Lat. cquum
n scendere. Gr. ltctzov e-t^y.ivitv. Jr.
Fiir. 36. 17. Salta a cavallo, e vieu spro-
nando in fretta Ove nel campo la figlia
d'Amooe Con palpitante cuor Rug-iero
aspetta, Morg. ]5. 19. Come fu armato ,
saltò in sul destrieri.
g. IX. Sahare a cavallo, si dice an-
che del Far salti sopra certo legno Jt^w
mate un cavallo ; il quale esercizio da
Frgezio è detto in Lai. eqitr-rum salitio.
Gr. iTZTZcav etti'^xtij. Diac. Cai'c* (>. Que-
sta vostra ciUa ec. ufXi ha mancalo giam-
mai ec. d'occupar la gioventù io esercì-
zìi nobilissimi ec, la primavera nella pal-
la, e nel pome ec.« e.'l verno nel salta-
re a cavallo, ec.
g X. Saltare in collera, 0 simili, va-
gliano Entrare in collera, Adirarsi. Lai.
ira corripi. Gr. Òp'/Ì^i'i^y.t, Fir DiiC.
S A L
997
an. i3. Egli ec. salta in collera, quaodo
uu gli vuol favellare.
S- XI. Saltare U grillo. Saltar la mo-
sca. Saltare il moicherinn j modi bassi,
che parimente vogliono Entrare in col'e-
ra. Stizzirsi. Lai indignari, commoven ,
excande^ccre. Gr. ofuay^ETv. .ffer/i Ori.
I 3 8^ Salta la mosca subito a colui ,
E dice: dunque tu non vuoi partire? E
2. 14 30. Visto costui lo strazio che fa-
ceva Il crudel Saracin della *ua cenle
gì. sa la ,1 grillo, e di schiera si leva ,
E vagli addosso furiosamente,
g^ XII. Saltare di palo ,n frasca, 0
d Arno in Baccliillone. vale Passar d'u-
na cosa in un* altra Lat. de Calcaria ia
carbnnariam, praeter institutum senno-
nem vigari. J'arch. Ercol. 101. Quando
alcuno entra d* un ragionamento in un
altro ec, si dire , tu salii di palo in fra-
sca, o veramente d* Arno in BacchiHunc
Borgh. J'csc. Fior. 586. Donde anche
pensano sia uscito il tritissimo proverbio,
che vive ancora , ma messo oggi in uso
capo piedi, saltar di Bacchillone in Ar-
no, di chi esce ne' suoi r.-.gioaamenti del
primo, e principal proposito. Bed. An-
noi. Ditir. 53. Ilo saltato di palo in fra-
sca : ne doverci esser proverbiato.
§. XIII. Saliar la grm'Ha, modo bas-
.<o, vale U<cir di sotto la custodia del
pedante. Maini. 6. 66. Se e*saltan la gra-
nata, addìo creanza.
•t * SALTARIZZO. Term. ,le' Cas
ittllertzzi. Jgj..iunla di cavallo addestra-
to a sature. Forlig Ricci^rd. 22. ]q
Egli al cavallo, rh" erj sallarizzn, Feo far
lai salto, che usci fuor del cerchio (41
•t * SALTATO. Add. da Saltare.
Sali-in. Annot. Opp. Cacc. V l^a. Vi
trovai un genlilissimo verso di più ( nella
sopraddclla ediiioae saluto, come ancora
saltato io nn altro MS. più recente del-
l' islessa libreria ) , il quale aggiusta lut-
to ( qi:i JigHt alani, per Lascialo indie-
tro, Ommesso j. (A)
« SALTATOIA. Tcrm. de' Pescatori
Rete che si stende sopra l'acqua dietro
ad un' altra, dentro cui saltando restano
iiriltippali i ntii^aini. (A)
t j SALTATORE. Vcrhal.masc. Che,
0 Chi salti. Lat. snltalor. Gr. o'Dyt\'7zr,i.
Cron. Veli. /|9 Fu forte arditi, e atan-
te, e molto leggieri, e grande saltatore.
*g. l- Saltatole, dicesi anche Cllniche
fa siiti, e simili destrezze ginnastiche in
liioshi pulihlici. « Dicer. Div. Avve^na-
chi; da Jui li fossi parlilo, e da lui fug-
gito, come da saltatore non come da uo-
mo. Buon. Fier. l^. 2. j. Ai sallatori at-
tesi, e a' cavadenti •» . (C)
5 § II. Sill3tore, per Rallerino. Lat.
sillator. Sorgli. Orig. Fir. i;^. Come ben
sa chi ha punto veduto gli scrittori lati-
ni, che fra r altre cose chiamavan salta-
tore quello, che noi diremmo peravven-
tura ballerino
t •-• SALTATORIO. V. L. Add. Che
appartiene a saltatore. Sepn. Poet, 2'-8.
Queste medesime differenze ancora si pos-
sono scorgere nell'arte saltatoria , ed in
quella de' suoni. (FJ
SALT.4.TRICE . Ferbal. femm. C'ie
salta.
t §■ Per Ballerina. Lai. saltatrix.
Gr. ipyr.lTpia. Filoc. 7. 48.'> Che fu,
per servare il giuramento d* Erode, me-
rito della saltatrice giovane. Cabale. DI-
scipl. spir. Questo vizio, che e similmeo-
le assimigliato alla saltatrice, la quale fe-
ce dicollare S, Giovanni B.itista. Omel.
S. Gio. Gris. 223, 11 capo di lanlo pro-
feta, il quale è dato alla saltatrice in mer-
cede di libidine e di piacimento.
SALTAZIO>E. // saltare. Lai. talta.
tt'\ saltitaf. Gr. ^T/iOTJ^l;, TTyiVlitta. Bui.
9D8
S A L
Purg. g. i. VcQUs e pianetj fredJo ed
umido ce, e ligoiGca largbezxa ce. ; ul*
talloni, uso di cauto can caunc, e eoa leu-
io, ce. I{t:d. Jnrtìt. IJitìr. 197. Dove
racconta le varie ipciic di sjUjcìudì, co*
nomi loro, * Salvia, Pros. Toéc. I. 337-
La sallazione ti può dire che della mu'
sica partecipi e d.-lU ginnastica, (pi)
* SALTELLANTE. CUt sfittila. Lii.
subsiliens. Sadin. Pros. To:ìc, i. 17G.
FurmaDo il iuoao aspro, sjllullantc e
sconcertato ( qnt per sititi Ut. ) . {*)
SALTELLARE. Satlnre sp,ssamtnU ,
e a piccioli Siiti. Lat. siilmUrf, Gr.
VfCÀXy.t'ì^xi. Fitùc. 6. 2^8. Come i fu-
riosi tori, ricevuto il culpo dol pesante
maglio, <|ua e là senza ordine saltellano.
Dani. Ili/. 12. Che gir non sa, ma qua
e là saltella. Dui-cU 1. (^i. E vedrai sal-
tellar mille ranocchi. ^Vur;,'. 2. 5. 3^. Ma
egli in qua e 'u 1^ lanlo saltella, Cbe
giunse (love stava la donzella.
't SALTELLINO. Dim di S'tluHo.
Lai. saltatitincnlct. Mor-j;, 2:*. 2^5. Ma
questo all'uno ed all' nitro oav.iIlo Credo
cbe fosse un sallcllin da hallo.
* SALTELLO. Dim, ih sullo. OU.
Corri. In/. 3à, 55t. E quella (pietra)
giuQt.i al suo corso, e ripercossa dalla ri-
pa, un poco ritorna saltellando ; e questi
saltelli fanno un suono dello cicchi, (C)
SALTELLONE,.' SALTELLONI. A^v-
i-Crlf. A salii Lat. siUuaUm, Gr. TT'ìO»]-
n'tw;. Ucrn Ori. 1. l3. 63. Ila gij la
fiera in man |>reKo il bastone, E va in-
torno a Rinaldo saltellone. T\r. As. 317.
Costui, jvendo un pomo d'oro nella man
destra, il diede, correndo cosi un poco sal-
tellone, a quel pastore. Buon Fter. A.
.1. 23. Che tromlia t: quella , che si sal-
telloni Suona come campana cbe rintoc-
chi? (f]ut per sìiNilit.i,
* SALTERECCIO. Add. Spettante a
saito, litit. l'ij. Tresca si chiama un ballo
salterecciOf dove sia grande e veloce mo-
viment>> ; e a denotare lo veloce mo-
\inK-nlo delle mani di quelle misi-re anime
a scuotersi Tarsura, lo chiama tresca. (B)
SALTEHELLAUE . Fretjuentaiivo di
Salti'llan-, Saltahvilftrc,
SALTERELLO. Dtm. di Salto.
§. I. Salterello, si dice a'iclie Un pezzo
di carta ai'volla , e legata strettissima ,
denlrola quale sia rinchiusa polvere d'
nrchibusoj detto così, perche pii;lian</o
fuoco, e scoppiando saltella. Allc^. 226.
Il suo favor, siccome i salierolli, Sa ne
va in fumo, romorc, e baleno. Cecch.
Donz. 4- 7- Ilo vi>to tante maschere, ap-
piccato Più di rìnquant-i sallen-lli.
§. II. Silterellif dtConsi anche (Jue*ie-
inetti che ne^U strumenti di tasto fanno
sonare le cord<-.v iJurt. Suon. 4*4 ^"l^'
tosi a cercarlo ad una ad una (/e corde
del cembalo) , trovò mancare al salterel-
lo dell' ultima quel poculin di panno ,
che, riradendo in giù il sallcrello, tucca
la curda a ne ammorza il suono. Jifuf^if^
leti* Scient . Traltt-nendosi un;i m.ittina
allo slrumcDlo ce. giunse a far puiUic i
salterelli e le eoido iu una forma cbe /jo-
pulut i-idtb.it Viccs. (Br)
* §. in. Sallirello, per Sorta di bal-
lo, lied. Quartine (Lo star dì mezzo In-
verno intorno al fuoco ce J Dirò, rhe<|uau-
do ci suona la libera. In si dolce vi spic-
ca aita eccellenza 11 salterello, e l'aria dì
FioreDza, ce, (Jt)
* SALTEHETTO. Piccolo Salterio,
Libro de' salmi. Fr, Ciord. aS^- 1' boo
veduto cogli occbi-la Reina di P' rancia, e
le figliuole del Re, o i Ggliuolì, ce. tulli
cui belli libretti in mano, e leggeano ce.
Ciascuno avrà il suo libretto ce , e sono
in Santo coi bolli salterelli, cb* è una de
voiiouc. (}')
S A L
SALTERO, e SALTERIO. // Volu^
me, e l'Opera de'salmi di David. Lai»
ptaltertum. Gr. "^tt^niptov. G. V. 6.
3i. I. Ed era di volume come uno sal-
tero. lÙ 7. 5o. 2. Con mal animo dicen-
do il verso di-'l salterio. Te*. Br. \- 11 .
Il priifeta David nel comiaciamento del
salicro nomina Ire maniere di peccalo.
Cronichett. d' Amar. 2. Fece il salterò,
e recò 1* arca di Dio.
§. 1. Dite il salterio, vale fiecitare
i salmi contenuti nel saltero Davidico.
MaestruZi. 2, i8Se du-- giurano che an-
deranno olir' amare per Dio, ovvero, cbe
entreranno nella religione, ovvero, cbe di-
ranno duco Ire salierii l'uno per l'altro.
IC 2. 22 Aggiugne Innocenzio, cbe se
si bota (il rt/ii;ioiO) di dire un sjllcrio,
ovvero alcuna orazioue , dove nullo pre-
giudizio puolc iuiervenirc, dee osservare
il boto.
g. II. Per un Piccolo libretto^ su cui
i fanciulli imparano a tempere ^ il quale
contiene alcuni salmi . Cren . Morell.
33^. In sci (anni) seppe il Salterò, io ot-
to il Donadello. Malm. 8. S?. Fu Paride
persona letterata, CbÌ! già studiato avea
più d* un salterò.
*f §. III. Per Sorta di antico stru-
mento musicale di dieci corde , perciòdet-
to anche Decacordo, Il Salterio d'o-^cidi
e uno strumento piano in forma d'un
triangolo troncato in etnia, ed hn trenta
cordi- tV ottone , ordinate all' unitono , o
ottava. Lai, psalterium. Gr. t^aÌT>5'piov.
Frane. Sacch, Op. div. ||8. .\ola , che
1 sjltcro, il quale si caola nella chiesa
e lutti gli uficii che vi si canlano, aniica-
mcntc si cantavano con cembali, con trom-
be, eoo celere e ron salterii; e da questo
Salterò, che è stormciito di dieci corde
aifiguratc a'dieci cumandamenli di Dio,
ebbe nome. Ftp. Salm. Ed è ancora det-
to questo salterio decacordo, cioè di dieci
corde.
§. IV. Sellerò, per lo Felo, o Accon-
ciatura di veli che portano in capo le mo*
I nache Bocc. nov. 82. tit. Essendo lei con
un prete, credendosi il salterò do' veli aver
posto in capo, le brache del prete vi si
pose. F num. 6. Credendosi torre certi
veli piegati, li quali in capo portano , e
chiamangli il saltero, levcnner tolte le bra-
che del prete; e tanta fu la frelta , che
senza avvedersene, in luogo del salterò ,
le si gtttò in capo, ed usci fuori.
SALTETTO.Am di Salto. Piccolo sal-
to. Lai. saltatiuncula. Frane. Sacch. rim.
3o. L'una alla terra va co' piedi slrelli;
Danzando l'alti a fa valghi sallclli. i^ Ca-
stigl. Cortili, I. 35. Qual di voi è cbe
Don rìda, quando il nostro M. rifq>aulo
danza alla foggia sua, con que' snlletli, e
gambe stirale in punta di piede, ec. (F)
* SALTICCHIARE. F,equ,ntalivo di
Saltare, Soltellare. Bim. buri 3. 6.
Ond'elU (la ijatzuota ) e io siti f ';d sn
salticchia, e vola. (!\')
•f « SALTIMBARCA. SorU di veste
Vile, Saltuntbarcv. L»l. bardocucullus. Al-
leg. 101. Come di duo K'dzuu' far un
sacchetto. Come d' un lucro far un sal-
timbaica, Cb* è ijuasi far ec. (*)
. SALTO. Jt saltare. Lat. saltus. Or.
«Xjuia. Bo€c. nov. ^j). 6 Prese un sal-
to, e fussi gitlato dall* altra parie. />.
Ciò. Celi, lift. 4 Ma pure ti veggio
dato avere un salto fuori ilei maro, co-
rno fauno certi pesci.
§. I. Per metaf. Petr. son. 3l. E
gran tempo è , cbe io presi il prinucr
salto. E son. 116. Ondo convicn ch'ar-
malo viva La vita, che trapassa a sì gran
salti.
t g. II. Per similit. Te*. /?r. 1, 48.
Quando sono finiti quegli ocdiii d>l ri-
manenift, e uno di, secondixbè detto é
dinanzi, rbe sono appellati li salii della
Luna, allora tu dei prender quel di, e
gli ondici del rimaneolr. F Tesoretl.l^.
Il5. La faro il grau s^ili,.. Per dirle più
dislese Nella lingua franzose. Saga. nat.
esp i53. Salto dell'immersione e quel
primo balzo cbe si vede fare ali' aequa
in qufl the la palla tocca il ghiaccio.
E appresso : Abbaisameoto deoola il
grado , al quale dopo 1) suddetto salto
dell* immersione si riduce l'acqua nel
cominciare a pigliare il freddo. /< |64-
Salto drir agghiacciamento disegna il gn.
do, al quale viene scaglijta l'acqua con
massima velocità nel punto dell'agghiac-
ciarsi.
§. III. Ordinarsi per salto, dicono 1
Canonisti del t'enir promosso all' ordine
superiore, avanti di essere ammesso alC
ordine inferiore. Lai. per saltus promo-
veri, Maestrttzz. |. i5. Che sarà di co-
loro che si ordinano per salto T Se al-
cuno è promosso per salto, cioè che la-
sciando uno ordine si sal^ a quello cb*
è più su, costui riceve il caraliere, ma
per rigore dee essere disposto.
§. IV. Saltn, per Ballo, Lai. saìiatio.
Gr. ^oztici.. Dont. Par. 18. l'bo fermo
'I desjro Si a colui che volle *ivcr solo,
E che per salii fu Iralto a marliro, But.
ivi: Per salti fu trailo al marliro, impe-
rocché la 6gliola d'Erode, avendo saltalo
nel convito del suo natale, e ballato,
dimandò, per conforto della madre ec.,
lo capo di san Giovanni BalisU.
§. V. Per Bosco. Lai. saltus. Gr.
a>90^ Vant. Par. ji. Esser non paole
Che per diversi salti non si spanda, .^forg.
28. 85. Poiiht- i salti rivide Pirenei. *
Ar. Fur. 1. 62. Woo si vanno i leoni
o i tori in salto A dar di petto, ad ac-
costar sì crudi, Cornell duo guerrieri, al
fiero assalto. (P)
g. VI. Salto mortale, si dice dei Saiht-
re voltando la persona sottoiopra^ sema
toccar terra Colle mani , o Can altro .
Malm. 9. 25. Ondo più d'uno in giù
verso la* strada Fa pur di nuovo un bel
salto mortale ( qui per similit,).
+ 3 SALVA. Lo spato che si fa ad un
tempo di molti anhibufii, o pezzi d'arti-
glietia in segno di onore^ o dt gioia, o dt
feitaj ed anche Molu cofpi diarttgii<ria
fatti continuatamente nella medesima oc-
casione
* §. I. Salva, si dice anche la Scarica
di più fucili, 0 pezzi d'artiglieria fatta nel
medesim'ì tempo contro lo siesta ubbiettu.
•4 ìted. Esp. nat. i5 Si gloriava d' ciécr.
indurito, e ghiacciato, e cbe senza limurc
si sarebbe posto per hersagho a qudUi-
sia più brava, e più orribil salva di mo-
schettate •• . (C)
§. 11. Salva, per Credenze, nel signt-
fic. liei §. XIII. Lai. praegustmuo. Cr
ffpo'-/co5i«- ^cd, ì tp. a. 38. Diede .*
maugiarc alla giovane Ke{tÌDa quella par-
te dì esso uccello ihc era stata toccata dalla
banda del rollello avvelenato, e culi' al
ira p^rte il buon uomo ne fece la salva
SALVADANAIO, t asrUj di Urrà coi-
ta, nel quale i fanciulli mettono per un
piCCtol pertugio, ch'egli ha, 1 kiu tena-
ri, per salvargli, non me gli potendv pot
eavare, se non ronipemdolo. Ttail. gov.
fam. "". Non patire, .ibbi^uu salvadanaio
o ctsseliins, ne mai dicano: questo e mio.
infinrhè tu vivi. '•»//. Sp<rt. 5 1- Na-
scoiigli orila rapprlla de' Serragli, parto-
domigli avri messi nel salradiM>o- ^*"'''-
Fier 3 ]. II. Avrete cura allo creden-
■e. e a' Iclli, E a' salvadanai E Ì\, tntr.
Egli slan pur benin con quella bòitr Ui
raso al collo, e que* ssUadanai Dorali tu
mano.
S A L
SALVADORE. SaU-ntore . Lat. sal^'a^
tor. Gr. Gùì-zt'.p. />orgh. Hip. Cfi, AvjDti
vi SODO quattro Apitstuli , che eoo divo-
sioDc rigujnlaoo tu allo il S^tvjdore ri-
tusritato. V'.' qj. S.iu Domeuioo, itiipirato
dalla pietosa ISlailre del Salvador nostro
ec, ritrovò un niudu di inaiidur preghie-
re a Dio (in questi eti-nipit è nei sig'ujtc*
deÌ$. iti SALVATOKE) t- Se-^ner. Mann.
Die. 19. 2. E altro ciò che uo essere Sal-
vadore qual fu udo Oltoniello, o un Gio-
suè, o un Gedeone, o altri tali ec, questo
è UD essere Salvador similissinio a Gesù
Cristo ec. gli altri Salvadori stettero, per
così dire alle i'alde del monte Sion (^ )
* SALVAFIASCm . Custodia de' /la-
schi j e forse è Ceri* armatura di vimi-
nif o d'altro /rpno ^ che si fa intorno a'
fiaschi, bocce, e simifi vasi di vetro da
conscrv^ir liquori, per loro difesa. JMalt.
franz. rìm. buri. E sol si scrvcn de'vasi
che ho detto (de* rinfrescatoi) Per salva-
fiaschi e per un bel parere. (lir)
SALVAGGIAA. Carne dì animale sai-
valico, buona a mangiare^ e si dice an-
che dvgli animali slessij Sd/i'alicina. Lat.
ferina. Gr. Svjpt'oy. liocc. nov. 5. 7. il
luogo, !J dove era, dovere esser tale, che.
copìosaniente di diverse salvaggine aver vi
dovesse. Dittam. ^. 12. Assai v'ha pesce,
salvaggine e belve. Cron. MortJl 220. Per
essi boschi usa gran quantità di salvaggi-
na, come porci salvatichi, caprioli , orsi ,
ed altre fiere. * Mil. M. Poi. 56. Quivi
hae tutte salvaggine, e assai, e havvì niou-
toni saUalicbi assai e grandi, (C) Sa'vin.
fCnrid, /. I. E sdraiati per 1' erba si ri-
colmano Di vio vecchio, e di grassa sal-
vaggioa. (t)
t SALVAGGIO . Add, Lo stesso che
Selva^io, ma meno usato. Lat. .■i'flfester.
Gr.uioee;, aypio; . Lìb. cur. malati.
Nasce in paesi salv^ggì ed inofpiti. G. p^.
8. 55. 7. Questa salvaggia e grossa arma-
dura chiamano godendach.
* §. Salvagmo, metaf., yer Lontano ,
Diverso. G. /•'. lib. i. cap. 2 2-1 quali
per paura di loro, sì come gente stranie-
ra e da* loro costumi salvaggìa, per nìmici
li trattavano, (y)
SALVAGGIUME . Tntte le spezie d*
animali che si pigfiano in caceia j buone
a mangiar^. Lat. fera:, ferma. Gr. Stj^i'ov.
M. f. 7. 48. Il iirauuo , perchè avea co-
mandato che il salvaggiume non si piglias-
se con alcuno ingegno ec, incrudelì con-
iro al semplice. Cron. Morell. 222. Ap-
presso esce del Mugello gran quantità di
formaggio ec , e simile salvaggiume in
grande abbondanza. Tac. Dav. ann, 12.
l45.Trovavisi sparsi i salvaggiumi per ter*
ra. V? l5. 214 Eranvi uccellami , e salvag-
giumi di varii capi del mondo.
SALVAGIONE. Sanazione. Lai. ja/z/j,
tnco/umitatf sospifas, Gr. ctàTTtpiu, ocs-
foCXziu. Cai. cap too. 3. i83. Onde co-
lor che si pigliano impaccio Della mia
salvagione e del mìo bene , Bravano , e
dicon eh' io non no fo straccio.
* SALVAGUARDIA. Custodia, Sicu-
rama. Lai. custodia , sccuriias. Gr, «sya-
).«(«. Sfg'itT. Crist. instr. I. 27. 4- Que-
sta fa che il Signore ponga come una sal-
vaguardia a lutti i beni posseduti da noi,
affinchè ognuno gli rispetti . (*) Jmperf.
Prov. D. i3. T. 4. 3^0. È dunque 1*
esilio una salvaguardia che dalle corrut-
t<*le ne custodisce. (F)
SALVAMENTE. Avvtrb. Consah:zza,
Senza danno . Lai, tufo . Gr. affyaiw; .
J9occ. nov. 77. 66. Salvamente infin (uor
della torre la coodnsse. O. F. 10. 31. 5.
Si ricolsero salvamente, e parlironsi di
Roma, con danno e disonore. Pass. i5i.
Se *! confesserò ne fosse esaminato ec. ,
non le dee manifestare , e punte salva-
S A L
! mente giurare ec. the egli nonnesa neente.
SALVAMENTO. // salvarsi. Sah-vzz^.
Lai, sa/iis. Gr. ffWTyjpK. /iocc. g. (i. /.
! 3. Voglio , che domane si dica ec. dulie
I liell'e, le quali 0 per amore, o per -salva-
I mento di loro , le donne hanno già falle
a'Ior mariti. Dant. Par. 5 Questo vi ba-
sti a vostro salvamento . Cr. 1, 6. 10.
: Fuor di ragiono ìmp.)ccerebbon la corte ,
1 la quale per salvamento degli abitanti ri-
chiede sano aere per la bontà del sole, e
de' venti.
g,j^ salvamento, postoavverbinlm.^ vale
Senza d-inno, Simo e suLo. Lat. incolli-
I mis. Gr. (Àzzimi, j-/ir!i. O. /'. ti. 87.
j 2. Non poteano andare a nullo salvamen-
I to , ne riconoscere via, o cammino. Pass.
Il3. L'anima andò a salvamento (cioè,
1 si salvò), ymc. Mari. leti. 39. Io inien-
^ do per quella (Iftlcra) l'arrivo del signor
Marchese vostro padre a salvamento . IL
rini, 56. Lasciale spesso unii callaia aper-
ta Daputcr\i ritrarrea salvamento, Sela ra-
gia d'alcun \ieue scoperta lievn, Orl.^. 5.
28, La douna pur passaodu con buon ven-
to, A Reggio si ridusse a salvamento. Red.
Ivtl. 2. 83. La cassetta consegnata per
mandare a Genova ec. è arrivata a salva-
mento .
♦ SALVANTE. Che salva. Tac Dav.
Ann. I 10- Erano ancora per azzuOarsi
la legione ottava , chiedente Sirpico cen-
turione per amniazaariu , e la quindicesi-
ma , lui salvante , se la nona non vi si
frametteva co' preghi, (?iS) Sa/fin. Inn.
Orf, Ed ì tuoi supplici salvante. (A)
SALVAi\ZA. / . A. Salvezza , Salva-
mento. Lai. salai, inco^umitas. Gr. ow'ttJ-
^t'a, a^pxisia. Fr. Ine. T, 6. 40. 27.
lo sono 1) prezzo di voslra salvanza; Sulla
croce per voi fui chiavellalo.
f SALVARE . Conservare , Difendere,
Lat. servare, tueri , sal\are. Gr. coì^tiv.
Dant. Inf. l5. Siccbi; dal fuoco salva 1'
acqua e gli argini. Prtr. canz. 47- 6. Sal-
vando insieme tua salute e mia. ScaL
C^austr, 44^' Adunque, o anima, che hai
tanto onore ec, priegoti , che ti s.ilvi , e
guardi monda e pura . Bocc. Test. pag.
2. Ed essi operai gli debbano guardare e
salvare , mentre durano a' servigi della
detta chiesa.
§. i. Per Dar salate, Trar di peri-
cofo. Lat. servare, salutem afierre. Petr,
canz. 49. 3. Per te il tuo Figlio, e quel
del sommo Padre ec. Venne a salvarne in
su gli estremi giorni. £occ. nov. 5o. 16.
Se Dio mi salvi , di cosi falle femnìine
non si vorrebbe aver misericordia.
§. II. Salvar In capra e i cavoli, si
dice proverbialm, , in modo basso , del
Far bene a uno senza nocunienio dell'al-
tro. Lai. alteri prodesse, alteri non obes-
sej e talora si dice del/' Acconciare alcun
suo fatto, schivando più periccli, Cecch.
Spir. 2. I- Ma si può Far in mo'da sal-
var la capra e i cavoli. Salv. Granch. 2.
2. Parendomi eh' e* sia Proprio, come si
suol dire in proverbio , Un modo da sal-
var la capra e i cavoli . l'arch J\rcoL
223. Piacemi che voi andiate cercando di
salvare la capra e i cavoli.
g. IH. Sahare , neutr. pnss. , vale
Scampare. 8ed Ditir. 38. Ma se la ter-
ra comincia a tremare, E traballando mi-
naccia disastri, Lascio la terra , mi salvo
nel mare.
5? §. W, Salvare, per Conservare. Vii.
S. Frane. 209. Il fieno , che stelle in
quella mangiatoia , fue salvalo , e ri-
posto, e avea virtù, che sanava di molte
infermità. (C)
g. V. Ed in sì^nifc. pass, si usa co-
munementi' anche per /scampare dalle
pene infernali. Andarne " anime in lun-
go di eterna salute. Dani. tnf. 4- E vo*
S A L
9Ì)J
cbe sappi, che dinanzi ad essi Spirili u-
manì non eran salvali. S<rm. S» Ai;ost.
00. Acciocché voi siate salvati, e non giu-
dicati, non giudicale alcuno. ESG. Sare-
mo accompagnati dai Patriarchi , e dai
Profeti, e dagli Apostoli , e da Martori
e Confessori, e Vergini, i quali lutti si
salvano ) qui in ui^nìfic. neutr. pass.).
§. VI. lar a salvare, lo stesso che
Fare a salvoj tarmine del (giuoco. Ved
FARE A SALVO. lìem. rim. 1. 5i. Puoi
far con un compagno anche a salvare. Se
tu avessi paura del resto , E a tua n'osta
fuggire e cacciare.
§ VII. Dio li salvi. Dio vi salvi, 0 si-
mili j modo di sntuiare altrui. Spezie di
saluto. Lat .salve, vale , solvete, •••nlete .
Fir. Disc. an. 34» Dio ti salvi, santo ro-
mito.
* §. VIII. .S'è Din mi salvi, ti salvi, „
simile j modi deprecativi . Seal. Claustr.
447* O anima, dimmi, se Dio ti salvi, or
che ti vale, or che ti giova la continua
lezione, e che ti giova occupare lo tem-
po e perderlo, leggendo le Sante Scrit-
ture 7 A'occ. nov. 76. Se Dio mi salvi ,
questo è malfatto. (C)
* SALVAROnA. Susi. Guardaroba
Cas, Leu. ined, 16 Quando M. Tiziano
ara fatto il ritrailo, allora V. S. R'-v. a-
verà quello cbe è in salvaroba. (Bj
* SALVASTRELLA. Sorta di erba.
Pimptnelìa. Lat *piwpinclh. Lib. Cur. ma-
lati. Lo 'mpiastro della salvastrella giova
al mal del dilombato. (•) ^
•f SALVATELLA. Una delle vene del-
la mano, Lat *snLatelln, Tes. Pov. P.
S- cap. 26. Tolgasi sangue della vena sal-
valella del braccio manco. /? cap. 63.
La flobotomia della vena salvatella della
mano manca, fatta lo dì, quando la Lu-
na primamente è veduta.
SALVATICAMENTE.^ir^r^-. Alla sal-
vatica , Con modo, e costume sa/va tico ,
zoticair.entc . Lat. ruslice, inhumane. Gr.
a.ypaty.Òii. Bccc. nov. 20. t2. E tu non
pare cbe mi riconoschi, sì salvaticamenfc
mollo mi fai.
'V- SALVATICTIELLO. Add. Salvati-
chetfo. Penv. Celi f-'it. 2. 260. Era mol-
(o b'ila di forma di corpo , ed era ;il-
quanio brunetta; e per essere salvatichel-
la, e di pochissime parole, veloce nel suo
andare, accigliai!» negli occhi, queste tali
cose causorno, che io le posi nome Scor-
zone. (C)
5 SALVATICHETTO. Dim, di Sai-
vniico. Lai. rusticiilns , subrusticus. Gr.
U7TK7jOaxo5. Bocc. nov. 46. 7. La giova-
ne, parendole il suo onore avere ornai
perduto, per la guardia del quale ella gli
era alquanto nel passato stata salvatichel-
ta ec, seco aveva preso di piacerli in ogni
suo desiderio. E nov. 72. 5. Ed ella co-
tal salvatìcheita, farcendo vista di non av-
vedersene, andava pure oltre in conlegno.
SALVATICHEZZA. Astratto di Sal-
vatico. Lat- asperilas . Gr. a'y^otxiV..
Lnh. 67 Assai bene ora conosco ec. che
voglia dir la salvatichezza dfl luogo , e
gli altri nomi da te mostratimi della val-
le. Cr. 2. i3. 19. Ninna altra cosa è la
salvatichezza della pianta, se non negli-
gente coltivamento di quella. ^* Pros.
Fior. 4. 73. Le Città richiamano gli
u9mioi dalle salvalicbezze de' boschi e
dal commercio delle fiere alla civil-
tà. (TCJ
§ I. Per metaf, vale Rozzezza, Zoti-
chezza. Lat. rustie itas. Gr, cHypcii^ta.
G. V. 8- 38. 3. Per la conversazione
della loro invìdia colla bizzarra salvati-
chezza nacque il superbio sdegno Ira lo-
ro. Docc. ncv. 26 5 Catella lasciò una
salvatichwzj, cbe con lui avea. Amet.
5q. Egli m' incominciò a piacere, e già
iboo
S A L
S A L
S A t
m* er^oo cari i pusi &uoÌ , srgucDti le
mie petlafe^ e 1' usala talvalicbetza ab-
bandonò il pcllo e gli orrhi miei, disposti
ad amjrc, più che ad altro. /Of. SS.
Putì. 1. ^. (Quegli, il (juale con (aato
isludiu bai cercato di trovare ec, pule
di vecchiezza e di sulvaticbexza B^rn.
Ori. I. 24- 19- Parve che fusse gran
ulvatirhrzza A quella doooa, cb* era
mal avvezza.
^ §. II. Salvatickezza, per Mal ani-
mo t fiuggine. Cron. Fili. 8. Richiesti
da lui a fare U pace, non erano com-
parili : e ìd tanta salvaticbeua ktellono
che ec. E t). Da poi in qua siamo stati
fratelli senza niuna salvatichezza . (Mtn)
t SALVATICHISSIMO . Superi, di
Selvatico . Benv. Ct-ll Fit. i, 429.
Giugnemmo a quel salvaiicbiSìimo allug-
giamenlo, dove essendo noi molli, isirac-
cbi e affamati fummo piacevolissimamen-
te ricevuti.
SALVATICINA. Silvaggina. Ln. fe-
rina. Gr, &ij^i'ov. Ar, Lrn 2. 3. E in-
sieme dolgomi Che mai per alcun tempo
nou si Tendono Salvaticine qui come
si vendono In tutte altre citladi. Car.
leu. 2 Si. Per vanagloria di quel-
la sua gran caccia? delle salvalicine fila-
ria LcMie; ma quei capponi irnpa&lali, cbe
hanno a fare coi cacciatori ì
SALVATICO. Susi. Luogo pieno d'
alberi da far ombra. Lat. nemus. Gr.
Ó.X'70{. Cron. Morella 220. Di più fra'
poggi vedi il lalvalìco di gran boschi, e
k«lve di molli castagni, ec. l'ett. Colt,
21. lo gli risposi, che egli era pur co-
stume antico Ji fare ne' giardini de* sal-
vatirhi.
SALVATICO. AJ'l Di teha. Non do-
tnettico. Lai. sylve-tter, iylvattcus . Gr.
dypiOi . Bocc. noi\ 3o. 4- Dandole al-
quanto du mangiare radici d* erbe , e
pomi salvaticbi e datteri, e bcfe acqua,
le disse : ec, /? nnv. 43- 9. Per lo sal-
vatico luogo s'andò avvolgendo, l'ìt. S,
Già. Batt. 201. Alcuna volta trovava co-
tali fruiti salviticlii che sano per li bo-
schi, e parevangli bulli e coglievanc
assaggijvagli , e parevangli buoni,
nt.
SS. Pad. I. 67. Vivetlc d'erbe salvati
cbe, e di certe radici crude.
^ %■ ^* Aggiunto di Paese, Campo,
terreno f e simili, vale talora Aon coltivato.
Cron, Mordi, 220. Tengimo parte di
salvalico, e parte di domestico. (C)
fr §. II. Salvatico, e arnhe agt^iunto
di alcune piante e di alcuni frutti che
vengono n-tturalmente senza the all'i si
pi^li alcuna Cura d' i'incstitrfjli, e colti-
va'li. f^c'^ez. 177. Di cipressi ec, odi Cer-
ri salvatichi o domcsticbi o di assi
falli d' abete nave Liburtina si tesse. Cr.
6. 7. ». Dell' oppij altro t; domestico,
• altro è salvatico. A" cnp. j5. 1. La
malva è fredda e umida nel secondo gra-
do, 1j quale ì* di due maniere» cioè di-
mestica e salvatica. (C) ^
■f §. III. Salvatico, aggiunto m^via, 0
simile , vaU .'tspra. San frequentala .
Bocc, nov. <)3. II. Non per quelli via,
donde tu qui venisti, m.i per quella che
tu vedi a sinistra ec, n' andrai , percioc-
ché, ancoraché un poco più salvatica sia,
«Ila è più vicin.1 a rasa tua (cévè , più
aspra» e meno frequentata).
•f * g IV. Sabatico, vale anche So-
/ttario, Homito, Difnhitato. Bocc. nov,
4)8. 43. 5cnz.i S3p< re dove b* andasse ,
più che d' altro, di morir disideroso , s'
avTcnnc in un luogo molto salvatico del-
la ciliìi, dove ce. (I')
S- V. Per metif. O. V. 8 38. 2.
L una si mos^e per invidia, t* l' altra per
salvatica ingraliludinc {ci^tt, tcorter , roua
iuumauj).
'<! g. VI. Kiser salvatiCQ ad alcuna co-
sa, vate /esserne alieno , Xon portarle
affezione. Stor. Bari. 121. Bene veggo
e conosco cbe tu se' salvatico al mondo,
e alle cose cbe ci sono, e seti dato a
Gesù Cristo. (Fj
g. VII. Aggiunto a Ftera, Bestia, o
simiU, vale Che vive in selva, o alla fo-
resta. Lai. ferua. Gr. a'//:to;* Amm,
Ani. 3o. l. 12. Schiumasi la bocca a'
porci salvatichi, e aginzaosi i denti .
Bocc, nov. 77. 4i> La fine della peoi-
tenzia nelle salvaiicfae fiere. com>' tu se'
ec , vuol esser la morte. A it. SS. Pad.
2. 11. Una fiera salvatica per certi segni
gì' insegnò un* erba , della quale egli
mangiando, fu guarito subito. Fit. S.
Gio. fìat, 202. Queste sono delle cose
che ha fatte Dumeneddio , che diceva
messere e madonna cb* erano fiere
salvaliche. E 203 Ora se* tu colle be-
alie ìalvaticbe ? R s'elte li faranno male,
come viveró io ? £ 2o8 Co»i s'abbrac-
ciava Co' lioni e culle lieslie grandi sat-
vaticbc, cbe trovava per lo diserto, come
facesse colla famiglia di casa.
§ Vili. A.'ginato a Uomo, vate Zo-
liC'i, Bozzo; contrario tt' Aff''ttitle , e di
Gentile. Lai. dwus, a<per, rusiiiuf. Gr.
ói'/ptOy. Bocc, nov. 48- 2- Tanto cruda
e dura, e salvatica gli si mostrava la
giovanelta amata. Da/it. Purg. 26. Non
altriin<-nli stupido si turb^ Lo rauntanaro
e rimirando ammuta, Quando rozzo e
salvatico s' inurba. Petr. cnp, 4 '". tl>*
era più salvatico cb'e' cervi, Kailo do-
mesticato fui con tutti. PtfiJ.tó^- Ma e'sono
molli e molle cbe vanno cercando colali
confessori salvalicbi , mentecatti, e rozzi,
G. V, 8. 3'. 2. Uomini erano morbidi,
innocenti, salvatichi, e ingrati, v Buon,
Tane. 2. 3. Tancia, tu se* salvatica e
maléa. (S)
* SALVATICDME. Lo sUsso che
SalvaUchczza. hìtperf. V. Tib. D, 4.
T. 12. 182. Divengon frutti domestici
quei cbe da per se pel soverchio rigoglio
aviian dato in salvaticume. E Tini. D.
12. T. 8. 4' (* ^^' mondo cbe ì campi
più fertili senza la dimestica semenza e
il lavoro se ne vanno tulli io rigoglio d*
erbe inutili e di salvaticume re. (F)
3 SALVATO. A<ld, da S-tlvnre Lat
servatus. Gr. ^udei'^. Semi. S. Ag 88,
Colla tua anima è salvata la nostra ani-
ma. Alam. Gir. 16. llS. Salvata dal
passaggio ogni ragione. Buon. Fier. ^
4> 4- ^^*^ combattuta la salvata oave ,
Fur sovr' essa veduti aerei mostri.
^ %, E in forza di Sust- è opposto di
Dannato. <« Frane. Saich. Op. div.
Io3. Passi quistione ae la faccia di Dio
SI muterà al die iudicio, conciossicosachè
secondo l'Evangelio, parri lieta a* sal-
vali, e crucciosa a' dannali Bui. Purf>.
21. I. Non puj compren-brc della dot-
trina di Virgilio, se nou la puniiiune dei
dannati, e la purgazione dei salvati ••■ F
Par. 20. E perchè 1' autore parla qui
de' salvali, perù dice piedeitinaaionc , e
non prescienzia. (B)
SALVATORE Che salva. Lat. salva-
tor, servator , liheiator . Gr. a^xrlp.
Fu. Plut. Diccodo che con voleano
che il lor salvatore andasse alti traditori
infedeli.
§. Stivatore, posto atsolutam , s' in-
tende pri^priantónte Gesucristo . Boic,
not!; 1. 17. La quale il mio Salvatore
ricomperò col suo prezioso sangue. Colt.
Ah. Isaac, cap. 17. E però il Salvatore
coinandòo al suo seguilatore , eh' egli si
spogliasse, e usciuc del mondo. Semi.
S. .Ig ^)^. Diceva il nostro Salvatore:
beati coloro che piaogoDo. E appresso ;
I Fui dice il Salvatore: fodele r rtll'^ra-
levi, cbè la vostra mercede è molto gno'
de io cielo.
* SALVATORIO. Sacrario, Luogo do-
ve alcu-ii , fuggendo la corte, per tema
di essrr presi. Si ritiravano e \islavanoi
quasi F'aichigia. Borgh. Fesc. Fior.
4)3. lo DOQ so se fusse per avventura
questa parto quella cbe bea Gregorio
Turonense chiama nella sua storia Salva-
torio. (Fi
SALVATRICE. FerOal. ftmm, Cf»
salva . Lai. servatrix. Gr sutci^k .
Fior. S. Frane. Soavissima Vergine be-
nedetta , t salvatrice dell' anima mia.
# Salvin. Staof. Uh. l.pa^'. t). (Londra
l'^^) E presso all'onde Del fiun-e Milo,
a Iti reverenda. Salvatrice, io futuro rio*
chi doni PresenteraoDo. (B)
^ SALVAVOCE. Echeo, Lat. echta.
Gr.j^t*^* S'ilvin. Pros. Tote. 1. 3o8.
In somma, è un ecbeo, un ulvavoce. uo
serbatoio, oaa dispeosa, aoa conserva del
cauto. (*)
t SALVAZIONE. Sthamento. Salate.
Lai. salus. Gr, 9wr»i(5i'ot. Dant. Jnf, 3.
eh' e principio alla via di salvatiooe.
E^p' Sal'u. Dimostra ooo osere salva-
zione, e salute Med. Arò. Cr. t^. Aves-
sirno salute e salvazione, e sempitcraalc
giustizia. Colt. SS. Pai, Vengono a sal-
vatiooe per toslana medicina. Pass. l8o*
Se Don danno impedimento alla loro
salvazione. Fit. S. Margh. i56. Dio a
lui dia tal duDO Che vegnano tutti a
salvazione.
* §. Salvazione, vate anche Libera'
zione. Guicc. Stor. 4 374- Nella quale
litubatione di animo stimando sopra ogoi
cosa la salvazione di quelle genti ec.
promesse Oraoges stare fermo con 1' eser-
cito due giorni. (L)
SALUBERRIMAMENTE . Suptrl. di
Satubrentente . Lat. saluberrime. Gr
9(ttrr,£iÙTa.za., Tratt. Segr. cos. donn.
Il riohjrbaro si è loro medicina saluber-
rima, e di vero se ne vaglioau saluber-
rimamente*
t SALUBERRIMO. Superi, di Sala-
tre. Lat. salubeinmiis. Gr. ootXTipi^ •
Tac;;. Tratt. segr. cot. donn. Il rio-
barbaro sì è loro medicina saluberrima ,
e di vero 'se oc vaglioDO saluberrima-
mente. Lib. cur. m-ìlaU Ne* malori dello
stomaco freddo il vino e rimedio salu-
berrimo./7(-/c. ì it. Cohmb, ao- I «eni
adunque di Cristo al saluberrimo consiglio
degli spirituali amici tanto più coofidco*
temente si accostarono.
SALUBRE Jdd. Che ha, apporta» o
indica salubrità. Lai. s>ituber, Gr. S6i-
•ztipKQi, Cr. 5. 8 8- Mcditina ir salubre
(il seme dtl cederno), e diuoUe le po-
steme Buon. Fier, |. 2. 3. E riacalia-
to la malvagia veltra Con salubri argo-
racnli e tutta pruuva. E l- 3. 3. Pcrcbr
lo scemar cibo Con 1* accrescer fatica sia
salubre. $ Tais Ger. li. 88 Rifiuti
dunque, (ahi sconuKentcI) ìt dono Del
ciel salubic, e 'oeoulra a lai l* adi-
ri T (\)
SALUBREMKNTE. Avverh. Con j.i-
titbrità. Lai, .ialuhriler . Gr. uyilivwf.
Lib. cur malati, Dioiorano salubremenie
in quella aria di collina tanto matchi. cbe
femmine.
f SALUBRITÀ*. SALUBBITADB . .
SALUBlllTATE . Qualit'i di c.ò clu
e ta.'ubre, Lat. taUbmas. Gr. uyi'u«
Cr. 11. 3 3 La salubrità dell'aria
dicbiarano t lu.igbi liberi dalU basse
valli, e libcti nelle Outli d^llt nebbie.
Eir, Bag. i35. Ma vero è, «b« noi *i
avaniiamo l'.clla salubril'a dell* aria*
*X * SALVE . J oce prttU latina ,
usata net numero del meno par In pm
pceVcnmente, per h tftio cha Oto ii
S A L
5 A. L
S A L
1001
saivit Tu sii il hen venuto , Fatti con
Dio, Ben po.tia sture, o Bene stia il tale,
Snondìt Buongiorno, Buona sera , Ti
saluto , Addio. SiU'in, Inn. Om. ( O
Vesta, cbe ec<.} Sulvi-, 6gliuolj di Salur-
00, e con leco ce. IC (Muse, tlile acciò
canti ec ) Salve, reiua Dea di bìancht'
braccia, Divina Luna , beniyna , crini-
U. (A)
SALVEREGINA. Orazione che st re-
cita, alla nostra Donna, cosi detta dalle
parole con cui comincia. Vani, Purg. 7.
SaUcrrgina iu sul verde e *u su* fioii
Quindi seder cantando anime vidi. Bui.
ivi: Salverecina: nufsta oraziune cauta la
santa Chiesa la sera a compieta.
•f * SALVETE. Lo stesso che Sal-
ve, ma nel numero del più. Sah-in* Inn.
Om, (De' DinSLori dito ec.) Tiudaridi ,
salvcte, montatori Di veloci destrieri, eh'
io di voi ec. (J)
SALVEZZA. Salvazione, Salute, Scam-
po. Lat. saliis* Gr. otuTi^it'a . Bocc>
ROV* l\\. 14 In quella guisa puoi e la
mia pace e la tua salvezza acquistare. K
nov. iòZ. 2. E adunque mia iutenzione
di dirvi ciò che una giovane ec. quasi
in un momento di loinpo per salvezza di
eè al marito l'accsse.
f SALVIA. Pi-Miia aromatica, che si
msa assai nella cucina j ed anche in medi-
cina . Lat salvia. Gr. g'isit'oya/o; -
£occ. nov 37. 7- Pasquino al gran cesto
della salvia rivolto, di quella colse una
foglia. Cr, 6, Ii6 ta salvia si pianta
colle piante e co' rami giovani del misp
d'Ottobre, e di Novembre, e niej^lio dt-l
mese di Marzo. La salvia è calda nel
primo grado, e secca nel secoudo, ed e
salvia dimestica, e salvatica. Bern. Ori.
I. 7. 3tì. Messevi salvia, cicuta, e finoc-
chio .
SALVIATICO. r. J. Add. Salvialo.
Lat. salvia comlitus- Cr. 4- 22. 5. Se
r uve nere a bollir si pongano nel fon-
do del lino, il vino sarà più rosso , ec. j
e se mele, più dolce; e se' salvia, salvia-
ttco.
SALVIATO. Add. Fatto con salvia ,
Che ha odore, 0 sapore di salvia. Lai,
salvia condilus. M. Aldobr. Ma noi vi
diremmo ancora del vino salviate, e ro-
sato.
SALVIETTA. Tovnglioìino. Lat. mnp-
pula. '^- lied. Cons. 1. 191. Si cuopre
col suo coperchio, ed il vaso s'ìnvoUa iu
una salvietta bi.inca . Pros. Fior. 6 Sy.
Non sarebbe ba^talo in quel cambio un
lenzuolo, non che una salvietta. (*) Malm.
6. 45. Fiorita è la tovaglia, e le salviette
Di verdi pugnitopi e di stoppioni , Sal-
piega strette ,
. Che salva ,
Dant. 1. »3t).
o voglìani dire
date con la pece
ec. (BJ
t * SALVIFICANTE
Che Ja salvo. Boic. Coni.
Qui la grazia saUifìcanle,
beati6cante, se alla salute del pregante s;
dispone. (A)
SALVIGIA. Asilo, Bifugio, Franchi-
gia, Borgh Vesc. Fivr. 507. Qual sole-
vano giìi i servi , da' padroni strani , e
fantastichi maltrattati, in salvigia a' tem-
pii , e sotto le statue de' Principi rifug-
gire .
SÀLUME. Salsumc, Lat. salsamenium,
Gt. ràpiy^O^. Cas . nm. buri. l. 8. Mas-
Mme col salume in compagnia . Buon.
Fier. 3. I. IO. Che vegg' io? Piatti di
frastagliami, Frutte, paue , salun^i : ove
vjnn* eglino?
SALVO. Sust. Convenzione colla qua-
le altri ntt vendere, concedere, o simili,
una cota ad uno, si riserba checchessioj
Bestrizione , Riserva. Lat. pactum con-
vcntum . Gr. cuv&vf/.ir]. ♦ G. f^. io. 2. I.
I grandi e potenti er. si raunarono insie-
Vocahohrio T. II.
me, e vollono dar la signoria Ubera al Du-
ca, e senza termine, v niun salvu. (C) IC
12. 22. 5. I patii e .salvi l'uroii <|Uei,ti.
g. 1. Mettete, 0 Porre in snlvo , vale
Mettere, o Porre in sicuro. Lat. in tii-
tum redigere . Gr. si; aooa^siav xa&i-
CTa'vat . Bocc. nov. ()2. 5. I cavalli , e
tutto r arnese messo in salvo , senza al-
cuna cosa toccarne. IC nov. ()(). i^t)- Fat-
to le ricche gioie porre in salvo , ciò
che avvenuto gli fosse ce. raccontò all'
Abate .
§. U. Fare a salvo, F. FARE A
SALVO.
3 SALVO. Add. Fuor di pericolo. Si'
curo , Salvato . Lai. salvus , incolumis .
Gr. aùOi, , Bocc. nov. 61. 9. Io per me
non mi terrò mai salva, ne sicura, se noi
non la 'ncantiamo.
V g. 1. Arrivare, Fssere,e simili, sa-
no e salvo, vale Arrivare, Essere, e si-
mili, in ottima saluti' j e dicesi di Chi ab-
Ifia corso, o poteva correre qua/che peri-
colo . « Ovid. fist. 3. S. B. Troia è
tornala in cenere, e 'l mio marito e sano,
e salvo.». (C)
'\' g. U. Non Esser salvo checcheisia,
vale Non esser sicuro , Correr pericolo .
Cince. Slor. 3. 26. Dall' avarizia, libidi-
ne e crudeltà dei quali non sarebbe stata
salva cosa alcuna. (L)
V g. IH. Salvo, aggiunto di Luogo,
vale Dove non è pencolo. Sicuro da pe-
ncolo . « il/. Aldohr. Per meglio guar-
darlo , sì lo mise natura nel più salvo
luogo I». Fior, II. 249- Confortate ch'io
spero in loco salvo esser venuto. (C)
'? g. IV. Salvo, talora vale anche Sen-
za pregiudicare , Senza nuocere , A con-
dizione che non si rechi danno, o simile.
u Bocc g. 2. f. 5. Sopra che ciascun
pensi di dire akuiia cosa ce, saKo sem-
pre il privilegio di Dioneo. G. V. 9.
189. 1. Renduta la citta del Poggio col-
la rocca a patti, se ne uscirono salve le
persone (così nel testo I)av. } ». Giiicc.
Slor. 18. 84- Furono quegli di dmlro
costretti ad arrendeisl, salvo l'avere, e le
persone. (C)
§. V. Salvo il vero, si dice nel rac-
contar checchessia, quando si può dubita-
re che il fallo possa star altramente j e
vale : Il vero stia sempre in piede , 0
abbia sempre il suo luogo. Lat. sit veti-
tali Lcus, nisi fallar. Frane, Succh. nov.
l5. Avendo una sua siroccbìa da marito,
che, salvo il \ero , ebbe nome madonna
Alda, ec. Cren. Morell. 277. Abbi a men-
te questi versi, insegnati da* nostri autori
per ammaestramento di noi, come trove-
rete nello istudio, credo notabili d* Eso-
po, salvo il vero.
# g. VI. Fu detto ancora salvo il con-
veniente, per significare Abbia sempre la
convenienza il suo luogo . Bart. Op. I.
6^q Non però è da credersi cosa d' o-
gnuno il saper far bene questi due tanto
fra sé lontani , e dissimili personaggi ;
massimamente il giucbevule , salvo il
conveniente al decoro. (D)
* g. VII. Per salvo modo , quasi in
vece d' avverb., vale Con sicurezza. Lat.
tute. Car. leti. 1. 78. Mandovi con que-
sta certe .scritture , che mi lasciò in Ro-
magna M. Luca Martini j vi prego che
glie ne inviale per salvo modo, ed a me
diciate una parola di ricevuto. (P)
f SALVO. Preposizione, e vale Eccet-
tuato , Fuorché, Se non. Si usa anche
colle particelle CHE, o SE talvolta espres-
se , e tali olla soUintfW, e si unisce co'
nomi d* ogni genere , e d' ogni numero .
ha\..pra:tcr, prirtcquam. Gr. TiXr/v. Bocc.
nov. 7^. 8. E perciò esser non vi si po-
trebbe, salvo chi non volesse starvi a mo-
do di mutcjo E nov. lOO l5. ?Jon la
lasciar per modo, che le bestie e gli uc-
celli la divorino, salvo se egli noi IÌ co-
mandasse, ì: Leti. Pm. Boss. 279. INiuno
vecchio (i (salvo se Quinto Metello non
eccettuassi ) , il quale per vane avversili
non abbia pianto molle volti
multe do-
lutosi, iiiolip la morte desiderata, G, F.
1, 57. 2. Salvo che un solo ponto avea
sopra r Arno. /•; 3. 5. |. Rend»-gli la si-
gnoria di Lombardia, salvo la Marca Trì-
vigiana . E 6. 4"- 3. L' arme cbe egli
prese, e portò, Iu quella dello 'rapcrioi
salvo dove lo 'mperador suo j.adrc portò
il campo ad oro, e 1' agugli.i nera , egli
portò il campo d' argento , e V aguglia
nera. E 9 317. 4- Fecero ordine e di-
creto, che ciascuno potesse uscire di ban-
do , salvo quelli delle case ecceltate per
Gbibelliui , E U. l3o 4 Feciuno lega
con tutti i conti Guidi , salvo col conte
Simone e 'l nipote. l'elr. san. 20. Che '1
mio d' ogni liior sostene inopia, Salvo di
quel che Jagrimando stillo. Vani. iiif. 3l.
Ed i; legato, e fatto come questo , Salvo
che più feroce par nel volto, il/. /'. 4*
29. Ancora considerò, cbe, stando egli a
Mantova, niuoo Signore o Comune d'Ita-
lia , salvo che Ì collegati , era venuto , o
avca mandato a lui. Cronichett. d'Amar.
34» Erano tulli a legge pagana, salvochè
Gerusalem , la quale tenea la legge di
Moisè .
§. Salvo che , vale anche talvolta lo
stesso che Purché . Lat dummodo , M.
Alduhr. P. N. 99. Le cose dolci , che
sono più amabili e meglio gli fanno, sal-
vo cbe il fegato non sia troppo ripieno
di caldezza . E HI. Aidobr. B. V. Le
carni del porco di più tempo vagUono as-
sai meglio, salvo che siano castrati.
SALVOCOINDOTTO. Sicutià che dan-
no i Pimcipi, o le Bepubbliche , peiche
altri ne'loro Stali non sia molestato^ o
nella persona , 0 nella roba . Lat. /ìdt^
publica. Gr. aioai-Eta. G. V. 10- 2i3.
1. Il re Giovanni venne di Francia ec.
per farsi fare salvocoodotto . E li. l3o.
2. Per sicurl'a di suo salvocondotto il Co-
mune di Pisa gli niandaro una lor galèa
armala passeggicra . Frane. Sacch. nov ■
107- E se ma' tu mangerai più meco, k>
vorrò'il salvocondotto per gli occhi. Bern.
Ori. I. 27. 45- Ci si andò per quel sal-
vocondotto , E mai non ebbe la miglior
novella. Cas. lett. 28. Se non che V. E.
ha fatto un salvocondotto ne'Leui e nella
persona ,
•■{- * SALlITA^TE. Che saluta. Tac,
Dav. Perd. elvq. 409. Non nii rompa '1
sonno strepilo di salutanti , ne messaggio
ansante. Salvia, Fiir. Buon. 3. 2. 18. 1
Romani, a voler avere il codazzo, davano
ai loro aderenti e salutanti la sportula :
oggi in luogo della sportula è succeduty
la cioccolata . (A)
* §. E in forza di sust. Tac. Dav.
Slor. 2. 296. Le male biette, e la citlà,
feconda madre di nìmicizie li rattizzò , e
mise ambo in gaia d' onori , di codazzi ,
e tuibe di salutanti. f^O '''"'*''"• Ceorg.l. 2.
Oh troppo fortunati Agricoltori ec. Se al-
ta magion, dalle superbe porle, E da tutte
le stanze non ributta De' salutanti la mat-
tina un mare. (I<')
t 3 SALUTARE. Eerbo. Fare qual-
che atto di civiltà, di ossequio, o si'uile,
ad alcuno in presentar glisi, incontrando-
lo, o in qualihe alti a occasione, h^t, salti-
lare, conipelliire. Gr. ccGTra'i^ecSat, TTpo-
ooLyopiktv. Bocc, nov. 49- 9. Avendola già
Federigo reverenlemente salutala , disse :
ec. E nov. 77. 26. Verranno a voi due
damigelle ec. , e sì vi saluteranno . Eit.
SS, Pad. I. 76- Poiihè gli ebbe saluta-
ti, di po' alquanto gli benedisse.
-|- V §. I- £ informa di neulr. pass.
126
IQ03
S A L
l'arane. Sacch. nov. i^S. Qualunque Irò*
viiva suo domestico, talutdodosi cun lui,
diceva; Bea l'bo. (ì'j
§. II. /Vr umi/tt. Petr. son. i83. Così
mi svoglio a salutar l'aurora.
# §. III. /iIUio ti saluti j maniera cfie
vale /lidio ti st/i'i, Iddio ti dia .lalnte,
yit. SS. l'ad 2. iìf)'}. Si Io saluto, o
diiscgli: Si;;nor mio, Iddio (i saluti, (y)
# §. IV. Salutari', talora vate Fare i
tuoi complimenti per lettera . Vit. SS.
Pad. 2- 1 1^. E partendosi disse loro
quello primo romito, salulatelori, e dite-
gli da mìa parie, che non innacqui la cu-
cina dell'orlo. « Pflr. son. 2^6- Ma ben
ti prego che 'n la terza spera Guitton sa-
luti, e mcsscr Gino, e Ujiito. Cas, l>-tt*
58. lo saluto il P. Borgliino , e gli altri
amici di V. S. e miei w. (C)
^ §. V. Salitt'tre , talora vale anche
Visitare , Andtr a trovare alcuno . Lat.
salutare, visitare, Ces. liti. Cic. 5. ^7. Es-
sendo Fitogene tuo liberto venutone a Lao-
dicca a salutarmi ce, gli consegnai que-
sta Icllera, clic è in risposta iilla tua avuta
dal messo di Bruto. K 8. 259- Egli era
venuto per salutarmi; ma lìd. me iavitato
rcilò. (C)
*f § VI Salutare alcuno in lie , 0
slmile, l'ale Acclamarlo per Ile, o stmi'
le . Lat. consalutare . Gr. a^TK^sflÌTKc .
Petr. Uom. ili. La più parte de* sacerdo*
li, e del clero ec. si voUono a questo Co-
non, e salutiironlo Pontefice (qnoito esem^
pio è trailo dalle / ile degli Imprradori
e Pontefici romani , e riicontrasi neW
tdtz. del 1625 a pag. l58.). /'Vr. Puc.
an. 58. Consigliava per bene e utile lo-
ro , e per esaltazione del regno , che lo
dovcssoQo salutare per Uc ^ Tac. I)av.
Stor. 2. 292. Ali* uscir di camera Vospa-
siano, pocbi soldati gli si fanno incontro
quasi per salularlo Legato , e *1 salutare
Imperadure. (Cj
# §. VII Salutare uno padre , bene-
fattore ec , vale Cliiamarlo , Appellarlo
padre , bene Jaliore ce Scgr. Fior.Stjr.lib. 4.
in fin. Egli (ornando dallo esigtio ec. da
ciascuno volontariamcule fu salutato be-
nefattore del popolo , e padre della pa-
tria. (CJ
t *** §■ Vili. Salutare, prr Proi-ocnre
alla pugna. Car. ìùi. II. JJ7 1 - E con le
lance in resta. Con saette e con dardi in-
cuminciaro Primamente da lunge a sa-
lutarsi (qui in forma di neutr. pass.}. (M)
t^ §. IX. Salutare alcuno con un ba-
stone, con un sasso, 0 simili, vale Dargli
d'un bastone, d'un sa.tso, o simili. Geli,
l'j-r. A. 3. Io li saluterò ben io con una
di queste pietre, se tu non mi ti levi di-
uanu, inipicratiiccio. (C)
^ $. X. Salutare , si dice anche de*
Segni di rispetto clic .ti danno ad alcune
cose . Car. Knrid. 3. 82^- Italia Acalo
Gridò primieramente : Italia , Italia Da
ciascun legno riloroaudu allegri Tutti la
salutammo. (C)
SALUTARE . Susi. L' Atto del salu-
tare. Saluto. Lai. satutntio . Gr. aarcx
apói . Dant. Purg. 8. Nullo bel salutar
ira ooi si tacque. E ì it. I\'iiov. 9. Pas*
sando per alcuna parte , mi negò il silo
dolcissimo salutare, nel quile slavj tutta
la mia beatitudine. E appresso: Uscendo
alquanto del pruposito presente , voglio
dare ad intendere quello che *1 suo salu-
tarn in me virtuosamente operava.
^ g. Significa anche Sili'alore, Medi-
co. Cavale. Spetch. Cr. 175. Visitaci noi
tuo ululare, cioè mandaci il tuo l-'ìgliuolo
nostro Salvatore . Mor. S. tireg. ij. 39.
Era venuta mono 1' anima del Profeta ,
Tcsficndo in amore del salutar*- di Dio ,
/*-' 8. 17. L' anmia mìi venne meno «Ifl
tuo salularv (l'j
S A L
SALUTARE. Add. Salutijero, Sazie-
vole, htl salutaris, Gr. 'SùiTrJptOi. Pass.
127. Possono la confessione u>iire, e pro-
sciogliere , e imporre penilenxa salutare .
Fir. As. l5o. Adorata prima la sua sa-
lutare deii'a , setua sapere dove ti gisse,
seguitò suo viaggio.
SALUTATO. Add. da Salutare, Lat.
salutaUis . Gr. Tjsjry.T/tis'voi . Amet- 69.
In terra ferma posarono i patti loro , o
salutati i viciai monti, ne. frane. Sacch,
Op. div. 92. Priego la 1i>>ali>simi Vergi-
ne Maria, salutata dall' Aogrlo, piena d*
ogni grazia, ce.
t SALUTATORE. Nerbai, masc. Che,
o Chi .itlut.i. Lat. salutator. Or. npoiv.-
yop!UTif>. /fga, Pand. ^7. Salutatori, lo-
datori, assentatoci, profferitori si trovano
assai, amici iiiuno Fanh. Jùcol. 33. Io
ho in casa di colali salutatori pure astai.
Segr. Fior, Stor. 7. 173. Quelli che so-
levano vedere le case loro piene di salu-
tatori , e di presenti , vote di sostanze e
d' uomini le vedevano.
SALUTAZIONE. // salutare. Saluta.
Lat. salutatio. Gr. v.'srzy.rsp'ì'i» G. /'. 6.
26. 2. La quale (lettera) comincia, della
la salutazione, ce. Annot. ì'ang. Come
Elisabetta udì la salulazion di Maria , il
fanciullo, che avea nel suo ventre, si ral-
legtò . Vii. Plnt. P. S. 9 Alessandro,
quando egli scriveva sue lettere, giammai
non iscriveva salutazione a niuno. Frane.
Sacch. nov. 181. La risposta, ch'io v'ho
fatta , è stata secondo la vostra saluta-
zione .
3 SALUTE. Assicuramento, o Libera-
zione da ogni danno, e pericolo! Salvez-
za. Lat. salut , incolumifas. Gr. aoìvrìpiy:.
f/occ. nov. ^7. 9. Con grandissimo pianto
un dì il manifestò alla madre, lei per la
sua salute pregando. Petr. canz. 39. 3.
Durò molt* anni in aspettando un giorno,
Che per nostra salute unqua non viene .
Dant. Inf. j. Di quell'umile Italia fia
salute, Per cui muno la vergine Camilla.
E Purg 17. Mai non può dalla salute
Amor del .suo soggetto volger viso . /:.*
Par. 8. K non pur le nature provvedute
Son nella niente , eh* è da sé peifclta ,
Ma esse ÌnsÌetiic colla lur salute.
V §. I. Salute, vale anche Salvazione,
Felicità eterna . « Oli. Com. Purg. 10.
334- Seneca dice ; principio della salute è
cognosciniento del peccato. Cavale. Frati.
ling. Speranza di saluto e quando dopo il
peccato seguita la vergogna ». Segner.
Crist instr. j. 6. 2. Couvien ricorrere
continuamente al Signore, e chiedergli la
salute . F num. 3. Raccomandatevi sem-
pre senza internieitere un esercizio si ne-
cessario per la salute (C)
^ £. II. Ultima salute, in sìtinific. di
Dio, il disse . » Dant» Par. 33- Tanto
eh* e* possa cogli occhi levarsi Più altn
verso r ultima salute lìut. ivi: Verso 1*
ultima salute, cioL' ec. inverso Dio, che e
r ullima nostra salute ». (C)
I * § III. Salute, talora vale Reden-
zione, /ìorgh. Orig Fir, i jo. Egli scris-
se in veisi Latini assai vaghi secondo il
secolo, nel quale egli visse, che fu intor-
no al ecce, della salute nostra. E l3:'».
L* aooo dodiresimo di Lioprautlo Re de*
Longobardi , che venne ad essere intorno
al DCCXXIl. della S. F Fasi. 473. I
nostri Cristiani er. vollero annoverare gli
anni dal principio della comune S. (/')
Stor. Jinr. i. 5, Sino a tanto che l'anno
7.44- della salute, al Irmpo di Costan-
tino V e di Papa /acihena eoo af» mila
combattenti non tornarono a rioccupar-
1". (C)
^ S- *^- Salili* , vaie anche Sanità .
Itocc. nov. 27. 3V Voi udirete novello
che vi piar*|-,nuo . sì veramente »c 10 1'
S A L
ho buone ce. della soa lalolc . /^ g. 3.
n. 2. Vi priegoche voi guardialealla vostra
salute. Cr. 9. 3. 1. Ma se potesse sLar
seou la madre (il puledro) uclle pa>tur«,
e santa altre cavalle, iofino a' tre anni,
molto gioverebbe alla salute dvile tuo
gambe, e di tutta U persona. J/. F. lib,
1. cap, 34. E per aiuto dì grandi e tD-
liiti argomenti (pelato de* tuoi peli) rico-
verò la salute del suo corpo* (f) m Cas.
leti. i5. Pregando nostro Signore Dio per
la salute sua >*. ((^)
# 3. V. Allt salute d'alcuno. Alla vo-
stra salute I o simile j maaiera di dire «
di cui ci serviamo quando beviamo a omo-
re di qualcuno. (Cf)
# J. VI. Salute, per mftaf. aitrifmito
alle piante, Cr. 5. I 16. La cui putrefa-
zione ingenera vermini , i quali malva-
giamente perseguitano la salute dell' ar-
bore. (F)
9 S VII. Per SJuto. Lat. salutatio.
Gr. asTTXT/xo*;. Petr. cap. 2. Ch' a pena
g'i potei render saluto.
^ §. Vili. Salute , è anche voce che
si usa nei preamboli delle bolle Papali ,
negli Editti de* Vescovi, nelle lettere ec.
verso coloro a cui sono dirette, m G. F,
7. 66. 2- A* pcrIìJi e crudeli dell* Ìsola dì
Cicilia, ciarlino papa quarto, quelle sa-
lute, delle quali degni sete. Filoc. 3. I96.
Per questa, quella salute, che per me d^
tidero, ti mando •». (C) \ Tass. Ger. 18.
5l. AI Signor di Giudea, dicea lo scritto.
Invia salute il capitan d' Egitto, (y)
s? SALUTEVILE. F. A Add, Salu-
tevole. Guitt tett. 21. 5p. Sia maggior-
mente lui (a lui ì gloriato, e salutevtle
voi (a voi) in tutte cot». (F)
SALUTEVOLE. Add. Salutifero. Lat.
saluher , salutaris , saliitifer. Gr. c«TT]'-
piQ^. G. F. II. 3. 8. Ne dalla peniten-
za , nù da adorare non sieno di lungi I0
limosinr, loro salutevoli compagne. Filoc.
|. 119. Incominciamo la salutevole fuga.
Coli. 'ss. Pad. Si ne gasltga colla sala-
tcvol compunzii>ne . n= Salvia. Disc. a.
401. Da sette giranti stelle gl'inQuviì&a-
lutevoli, o mali, se si ha da crederò 41*
genetliaci, a noi ne scendono. (]Vj
§. Salutevole , tnlora vale Di saluto.
Dant, Inf 4- Volsersi a me con aalutevoi
cenno. But. ivi: A me con salutevol cen-
no ec; cioè Virgilio, che quelli poeti m*
ehbono salutato.
SALUTEVOLISSIMO. Superi, di Sa-
lutevole. Lat. saluherrimus. Gf. aaiTTjpiay-
raro^. Petr. Uom. ili. La repubblica di-
fesa per lo lodalissimo e saintevolìisimo
aintorio del consiglio di Nasica. S. Agotl.
C. D. Li suo* prccati son cassi eoo tanta
piel^, per la salutevolissima umiltà della
penitenza .
SALUTEVOLJIENTE . Avverò, Con
silute. Lat. salubriter . Gr. owTv;ptOi( .
f*. /'. 11. 3. 16. Anfora queste alBiiioni
alcuna volta salutevolmente ne sono niao-
d.iTr. /■; la. 108. 2. Ctoie allo stato de*
SUOI divoti si possa talulrvolmente prov-
vedere . Cr, j) 55. 2 Se *1 luello tari
infino al fondo dannificato, t^luierulmen-
te si cura col diiolaniento dell* anghia
{così ne'biioni tetti a pemm»)
# %. Per SaU-amentr , Gntd G, ||.
1. Entrarono salutevolmente nel porto d'
un castello. E appresta t E poiché elli sa-
lulevolmcnle \i furono giunti. (C)
SALUTIFERAMENTE. Avveri., Com
apportgmento di salute. Lai. salubriter.
G(. 7WT>;ci w(. tìniel S, f.'/rc II volto©
del peccato salulireramentr s'apre, il qua
le niortir«ramcntr s'ocrullava nella men-
to . S. Agost, C, />. Ove comanda »alu
tiferameoli* , dicendo. 0 Car. Ser. Opr.
161. Peniorrbc Cristo netl* evangelio di-
ipuland* d<<ir elemosine , ed esorlandont
S A L
S A M
SAN
I0o3
fedelmente , o salutiferameDle , che per
meno ec. (Cj Cince. Sior. 2. 3-7 Per-
riò aTere i PaJrì antichi nel Concilio di
Costanza salutiternmente stabilito, che per
V av%enirc di dieci in dieci anni si cele-
brasse il concilio. (L)
t SALUTIFERO. A<ii!, Che è vantag-
gioso alla salute del corpo, o dell'anima.
Che è utile al manlgnìniento della i-ita ,
della roba , della /anta . Lat. saluttjer »
saìnlaris. Gr.owT>i';5to«. Bore, Vit. Dant.
224* Wacquo questo singulaie splendore
italico ec. negli anni della saluttlera in-
carnazione, del Re dell'universo 1265. E
nov. 4- 5. Seco molle cose rivolse , cer-
cando se a lai alcuna salutifera trovar ne
potesse. Cron. Morell. 2"^^. Sarai franco»
«saputo a'rimcdii salutiferi, e buoni. Ci-
riff. Cali', 1. 36. Il mio venir quanto fia
salutifero. Sfn. Jien. ì'arch. f\. 5. Donde
tanti albuscelli, die producono diversi frut-
ti? tante erbe salutifere?
*? § IC in forza di iust.jper Cosa sa-
luti/era, Sali-ezzii. Oli Com. Inf, 7. 119.
Oh a quanti lu utile, e salutifero la po-
Tertà, il non essere conosciuto , e 1' esse-
re privalo, e senza dignilade. (^')
SALUTO // salutare. Lat. saintatio.
Gr. oiy:txsfiói. Tes. Br. i. 18. Egli av-
venne nello antico tempo, che qoando alcuno
uomo salutava I' Angelo, egli non gli ren-
dea il suo saluto , anzi il dispregiava .
Tac. Rit. Lo Re disse : io ricevo lo sa-
luto sopra di me . Petr. son. 87. Come
col balenar tuona in un punto, Co<>ì fu*
io da* begli occhi lucenti E d* un dolce
saluto insieme aggiunto.
* SALUTO V. A. Jdd. Salilo. Jìmn.
Favol. 2. 22. Mi disse , e ho '1 credulo.
Che se 'a cima saluto ( qui per la ri-
ma}, (X)
SAMBRA, r. A. Zamùra. Guitt. leti.
1^. Doveano dimorare in nelle sale, e in
la sambre vostre tra i domestichi loro.
*-J- SA^nìUCA. Strumento musicale da
corda degli antichi Greci, che niolli cre-
dono essere lo stesso Barbiton. Lat. sam-
buca. Gr. eoLfi^xixri . Car. Matt. son. 2.
O naccheri, o sambuche Sparate; e tu ,
che 1' Ubi di piume brollo , Va*, gli apri
il capo , e cavane il midollo . j4r. tur.
17- 47* ^<^6 Id sera il suon della sam-
buca .
* §, Sambuca, è anche una Macchina
colla quale dalle torri sì abbassava il fra-
te sulle mura della città combattuta, l'e-
ff«. pag. 166. ( Fir. iSl5) La sambuca
è dett.t a similitudine dilla cetera, perchè,
secondochè nella celerà sono corde , cosi
nelle travi che per Io lungo allato alla
torre si pongono , sono funi cb' il ponte
ec, fanno chinare, acciocché ec. (B)
SAMBUCATO. Add A^gmnto di Co-
sa, dove sieno mescolati Jiori di samhu-
co . Lab. ipi. Le frittellette sambucate ,
i migliarci bianchi, i bramangieri, ec.
SAMBUCHIINO. ^t/rf. £>i irtm////co.Lat.
sambuceus. Gr. a'/Tafo^. Cr. 5. ^S. 12 A
questo medesimo modo si fa il violato (olio),
il sambuchino. il mirtino.
t SAMBUCO. Sorta d'albero, i cui ra-
mi sono ripieni d* una midolla tenera e
copiosa, ed i cui Jiori bianchi hanno vir-
tù diuretica, ed attrattiva. Lat. sambueus.
Gr. ttxxri. Cr. 2 t\, i5. Sono ancora al-
cune piante, le quali hanno quasi lutta la
sQslanxia piena di midolla siccome il sam-
iuco, l'ebbio, e simigliami. E .5. 53, i.
Il sambuco è albero nolo , il qual nasce
nelle siepi, e agevolmente s' appiglia pian-
tato co' rami fitti nella terra. Alam, Colf.
5. 109. In essa spanda Ora i suoi rotii
fior r ebbio, e '1 sambuco.
t SAMPIERO. Sorta di fico, e di su-
sino s e SI dice tanto dell'albero, quanto
del frutto . Burch, \. 49- E venti buchi
di fichi sampieri . ^fcrg. 18. 137. Mi
sdrucriolan giù propio per Ij boera, Co-
me i fichi sanipi.i, quei ben maturi. //<■/-
litic. .foti, 258- Che non si mangi più fi-
chi sarnpieri . Dav* Colt. l85. L* altra
turba de' (susini) perniroui ec, calelani ,
amorosi, sain[iieri ec. non se ne cura.
'f SAMPOGINA . Sfnimenio rusttcann
musicale di fiato, hit. fìstula. Gr. aùpty^.
Dant. Par. 20- Siccome al pertugio Della
sampogna vento che penetra . Sen. Pist.
Cantando a suon di sampogna , goduti ,
guduti siamo ogyi Arrtiib. 7,1. Colla sam-
pogna dolcemente canta ruccell.»lore. Tnss.
Ani, prol. E questa e pure Suprema glo-
ria , e gran niìracol mio , Render simili
alle più dotte cetre Le rustiche sam-
pogne.
* SAMPOGNARE. Zampognare. Sen,
Pisi. Ivi con sommo studio si giudica
chi è buono violatore, e chi ben sa sam-
poguare, e chi ha buona boce. (f )
* SAMPOGNETTA. Dim. di Sawpo-
gna . Oh Ccm, Par. 1. 1^ Marsia per
arroganza prese il parlilo , e tolse una
sampognetta , e fece dilicatissimo suono
con quelle note che per umana scienza si
possano produrre in atto. (X)
•f SAN. Tronco ffa San:aj modo an-
tico. Lai. sine. Gr. a v£u . Tesontt. Br.
8. Sq E l'uom, se Dio mi vaglia. Crea-
to fu san faglia , La più nobile cosa , E
degna , e preziosa DÌ tutte creature . E
12. f)6. Non ti paia travaglia. Che tu ve-
draisaa faglia Tutte le gran sentenze.
Bim ant. /•'. B. Guid. Gitiniz. Però san
dimorare , Canzonetta piacente , Va', di*
a Madonna esto molto vertiero . E Ar.
Bald. E vorrei pur provare, S' io potes-
si campare San travagli d' amore , e san
tormenti.
g. Son , è anche voce accorciata da San-
to, r. SANTO.
SAN.VBILE. Add, Atto a sanarsi. "Lsi.
sanabtlis . Gr. l'a-^i/JLO; . Albert cap. 2,
E sia la Ina caduta non sanabile dalla
morte. But, Inf 3i. I. Se un'altra vol-
ta si metlea nella ferita , la facea sana-
bile .
SANAMENTE. A^veib. Con sanità.
Lai, salubriter. Gr. uyitù;.
g. I. Per Bene, Perfettamente, e Sen-
za passione. Lat. recte. Gr. uytw;. Bocc.
nov. 5o. 23. Intendi sanamente Pietro,
che io son femmina come 1' altre . e ho
voglia di quel che l'altre. E nov. 62. 8.
Intendi sanamente , marito mio , che se
io volessi lar male , io troverei ben con
cui ,
§. II. Per Sog£;iamente, Con giudizio.
Lat. sapienter . Gr coycJ? . Ci'C. Celi.
5. 11^- lo dubito che tu non abbi ren-
dalo il poter discorrere sanamente, come
tu hai fatto il favellare, a coloro, con chi
i' ho parlalo, come tu premettesti.
* g. III. Per Certamente, Di sicuro.
Lai. sane. Med. Arb, Cr. 26 Sanamente
dopo Lazzaro risuscitato da Cristo, ec. sap-
picndo Gesù come la turba gli dovea ve-
nire incontro, si sali in sull' asino. (C)
SANARE . Far sano , Pender sanità .
Lai. sanare, sanitati restiluere. Gr.i'às^ai.
G. V. 7. i54- I- Sanando infermi, e rizzan-
do attratti, e sgombrando imperversati.
Serm. S Asost. 5o. Tu facesti inferma-
re colui eh* è sanatorc di tutti ì mali, ac-
ciocché e' sanasse le nostre infrrmiladi .
Vani. Inf. 11. O Sol, che sani ogni vi-
sta turbata. Tu mi conlenti, l'etr. sen.
126. Non sa come Amor sana , e come
ancìde .
f g. I. In S'gnifìc.ncutr,, per Risana-
re , Guarire , e dicesi di persona , e di
cofa. Lat convalescere, crnsaneseere. Gr.
I «■TTo T"^; a^Ssvsi'a; patCetv. Peir. son.
I ^q. Piaga per allentar d' arco non sana .
* jTr. Cìvrd. 73. Entrato in un bagno
d' olio lavorato, il quale i medici l'aver
nu fallo, acciocché sanasse, uscendone fu
bene dicci cotanti peggio poscia che pri-
lla • (F) Cas. Son. l'j. Cangiai con mio
gran duol contrade e parte , Coni' egro
suol che 'n sua magion non sana. (FP)
g. IL Sanare, l'usiamo anche in signi-
fic. di Castrare. Lat. castrare, evirare,
eisrcare . Gr. iyjioxìyf^ni . Cani, Cara.
157. Non gli fate per nulla mai sanare,
Perrbi' mogi diventano , Ni- gli potete a
nulla adoperare. Fir. jls. ?.io. Noi po-
tremmo col sanarlo trargli il ruzzo del
capo .
■f 'S g. III. Sanar la doglia , la squi-
nnnzia , e simili , dicesi dei medicamenti
e delle erbe che hanno vntìi di sanare
altrui della doglia , dilla squmanzia , e
simili, Tfs. l'ov. P. S. 18. La scabbio-
sa gargarizzala, bevuta ed impiastrata, sa*
na la squinanzia disperala. E cap. 26. La
corilura dì salice sana la doglia ec. e la
durezza (della milza). (A)
SANATIVO- Add. Che ha virtù di sa-
nare. Lat sannndi vim habens. Gr, ^spoi-
TTEWTtxo;. Cr. 5. 2. i4- La corteccia , e
le foglie (del mandorlo) $on mondificati-
ve, e sanative.
SANATO. F. A. Susi. Senato. Lat* st-
natus. Gr. -j -.pOM'iCfj.. Ditlam. 1. 23. Per
la vendetta il Sanato disciulse. Sen, Pisf.
97. I giudici ec. richiesero il Sanato à*
aiuto. Cronichett. d' Amar. 69. Lo Sanalo
di Roma non volea. ^
SANATO. Add. da Sanare. X.iìU sana-
tus. Gr. l'acSit';. Mor. S. Greg. 5. li.
I quali ben furouo signi6cati nell* Evan-
gelio per que* dieci lebbrosi sanati . E 6.
28- Ma la somma verità ci rimanda cosi
sanati a casa.
SANATORE . V. A. Senatore . Lat.
senator . Gr. /SojJeutv]'; . C. V. 1. 26.
3. Chiamò cento migliori uomini della
città, e più antichi, per suoi consiglieri,
i quali fece chiamare Padri coscritti , e
Sanatori. E cnp. 29 1- Si resse, e go-
vernò la Repubblica di Roma 4^0 anni
per Consoli , e Sanatori . Ditlam, \. 19.
E che '1 numer dei Sanatori accrebbe .
Cronichett. d' Amar. 69. I Consoli colli
Sanatori non se ne sapeano diliberare se
fosse il meglio, o no.
t SANATORE. Verbah mase. Che, o
Chi sana. Lat. citrator, Gr. ìarpo'^. Serm.
5. Ag. 5o. Tu facesti infermare colui ,
eh' è sonatore di tutti i mali, acciocchì;
e* sanasse le nostre infermiladi. Tes, Br.
6. 36. Lo sanalore, lo quale sana H modi
delli falli, che sono intra gli uomini, si
è colui , che fece la legge ( qui per me-
taf). Dant Purg. aS. Ed io lui chia-
mo , e prego Che sia or sanator delie lue
piaghe .
* SANATORIO. V. .-/. Add. Appar-
tenente al Sanotoj Senatorio. S. Ag, C-
D. I. 3i. Per le sue parole commossa la
provideoza sanatoria , vietò da quella in
poi che non si ponessero le sedie. (F)
SANAZIONE. Gìinrigicne , Guarimen-
to. Sanità. Lat. curotio. Gr. t'a^c; , 3e-
py.Ttiìv. . Lih, cur. malati. Con questa
maniera di vivere truovano facilmente la
sanazione . Tratt. segr. cos. dcnn. Ma
vanamente , e senza proBlto cercano la
sanazione desiderata . Fr. Ciord- Pred.
Chiaro per la sanazione di tanti malori .
e per la Idierazione di tanti energumeni .
* Bed Leti. 102. Sia premuroso VS.
Eccell. in esagerarle questa verità , nella
quale consiste la principale parie della di
lei sanazione. (C)
* SANCIRE. Statuire, Determinare .
Decretare. J nrch. son. past. (A)
SANCOLOMBANO,e SANCOLOMBA-
NA. Sorta d' uva ^ ed anche il Vitigno
iioo4
SAN
che la produce. Soder. Colt. II7. Ne fan-
no poco (dell'ino), ma in rflVtto qui-Ilo
eh' elle r^nno ì- buonissimo, selibt-tie sicno
rn paesi e luoghi fallivi : cosi ho speri*
mcnialo iu, e masiìmamenlc dell' uve tao-
rolomhane, le quali fanno un vino simi-
gliantis&imo, ec. K 1 iq. La sanrolombana
tiene il primo grado, la quale, annestala
in sulta vite mosc.idella, diventa all'odore
più preciosa e delicata. K 125. Conviene
eleggere vitigni che facciano uve da du-
rare, come pergolcie, saocolombana , Ireb*
liiano, paradisa, ec.
SANCTIO. Voce composta per ìtcfirr-
zo, per C'^nttnjfnre un Sanese^ dal lìocc.
noi'. 63. II. Quando '1 bercio sanctio udi
questo, tutto svenne.
SANDALO. Let;no duro, odorato, e di
differenti colori, che a noi e parlato dnl-
r indie. Lai. santalum. M. j4ldohr. lì.
^^ Sia atìumirala di ranfuracdi sandali
e 'ntorniala <ti di appi raniiidì Imi M.
Aldobr, P. A'. 54' Sia jHummala la ma-
gione di canfora e di sandalo, e inviro-
nata di drappi dì lino molli. Ziha/d. /in-
de. l^^. Alle volte ti farai suflumìcameoli
ni celabro di cose prezitise, cioJ- al tempo
di caldo di cose frigide, cioL- di rose, san-
dali, ve.
•f §. l- Per /spezie di barca che serve
al trasporto d'uomini, o di e^ettij pesca
poco, ond* e di xrrvizio ne' bassi Jbndi .
Dillam. A II. In Affrica ancora Entròc
con Davi, con galee, e sandali.
g. II. Per Sorta dt calzare che usano
I Vescovi, e altri Prelatij quando por-
tano ali abiti pontificali. Lat. sandalia,
SANDARACA, e SANDRACCA. Com-
posizione minerale delta anche lUsagal-
lo. Lai. sandaracha. Gr. Ofj.-i5updyri. Ki-
cett. Fior. 5j). La sandaraca Jj un mine-
rale che nasce nelle miniere de' metalli «
il più delle volle insieme coli' orpimenlo,
di coliir rosso run>u cinabro.
g. Sandaraca, è anche una Spezie di
gomma che scaturisce dal pedali- dt' gi-
nepri, e serve a far vernici lufuide , e
secche. Lat. pumma iuniperi, sandamclia.
aoLv3a:.fx-xu. iiicett- Fior. 59. E da yv-
^crlire che questo nome di sandaraca ap-
presso agli Aralti sigi\i6r3 I:i vernice da
scrivere, la quale è gomma di n'icpro, e
non la detta pii'tr.'. /l'cir^A. Hip. 221.
Prendasi per lo primo un'oncia d' olio di
spigo, e un'oncia di sandracca in pol\e-
rc. E appresso : Chi volesse la vernice di
più Uislro, vi mella più sandracca,
SAWÈA. V. A. Pary che significhi
Costa, 0 Sptac^ia , presso G, i. 10.
io4- 1- K poi sopra Gaeta, seguendo la
sanèa della marina, facendo danno ( nel
lesta Davanz. ed in alcuno altro si leg-
f >' stinea ) .
* SANGniNENTE.r. .LSaneuinenle.
Lega- IhUinil. |22.Che ri fai Ut qiii.rrudrlc
bestia, e malvagio nimico 7 Che ci appelli
ru, bestia sangbinenle 7 ( qui par che va-
glia Ingordo di 5.inf;«o ). (C)
•f * SANGIACCO. Term. decli Stu-
rici moderni. 'l'itolo di dif;nit'ì pretso 1
l'urchi, e vale Governatore» Tolom. l.ett.
Sta col Sangiaccu di Belgrado, il quale
ÌQ&ieme col Sangiarco di Vidin ec. ; e que-
sti due Sangiacchi vanno innanxi con cir-
ca mille cavalli per acconciar li passi .
Sega. Slor. y. in'^, SiTpraggiuntu dagl*
inimici, sì forliGcu il meglio che potette
in sì stretto tempo, e chiamò soccorso dal
re Giovanni, e da' Sangiacchi di Belgra-
do. (A)
# SANGIMINIANO. Sorta di vino,
Afalt. Franz, lim. buri 2. ì'jlì. Grechi.
^angiroìniaui e moscatelli. Ch'appetto a
le, con lor sopporlaiionc. l'aioo lutti ran-
nato e acquerelli. (*)
SAN
SANGIOCHETO- V. SA.NCIOVETO.
SANGIOVA.NMTA. Dr/la s^fia e del-
l'ordine equestre di S, Giovanni. Lai- *
hospitnliirius S. ioannis. Lib . f'iagj;. V
ò il grande spedale dell' ordine di S. Gio-
vanni, donde li Sangiovanniti hanno il
lor principio, e cominciamento.
SANGIOVETO,cSANGIt^GFIETO Di-
ceti una Sorta d'uva, ed anche il Vitrjno
che la produce. Soder. Colt. I18. Il treb-
biano d' ogni torte, il raOune, il morgia-
no, la barbarossa er. il sjngiogbelo a-
spro a mangiare, ma sugoso , e pienissi-
mo di vino. F 120 L* oriesc. e *l san-
gioghftn son vitigni lodati per far del
vino assai.
•f * SANGOACCIO. Peggiorai, di
Sangue j Sangue di pessima qualità .
Late, rim . 2. 83> Mellonvi dentro (nel-
la salsiccia ) ogni gagliolTeria, Peverada,
uova, sanguacciu e cervella , K colta e
cruda, ec. Salvia, Opp. Pese. 2. 280.
Come allor che ingegnoso mcdicanle ec.
una razza Umida , negre di palude
serpi ( cioè, micnatte ) Sopra la cute
travagliata ;i(figge, ec. E traggono il san-
guaccio, né mai lasciano, Finche di sangue
cariche ec, (/l)
SANGUE. (Juell* umor vermiglio che
scorre nelle vene, e ne/i' arterie degli ani-
mali, che dagli antichi Ju talora usato
in genere fimniiniao. Lai. .»n/i?wrj, cri/or.
Gr. tttyx. Quist, Fths. C. S, Sangue è
un umore che ha qualità e convenienza
coir aere, che è elemento; colla primave*
ra, che è tempo; e coH'infanzia , eh' è
cladc. l'es. lir, 2. .^2. Lo sangue è cal-
do, e umido, ed ha '1 suo sedio nel fe-
gato, e cresce nella primavera. Vant. Par.
q. Troppo sarebbe larga la bigoncia. Che
ricevesse il sangue ferrarese. lìocc. 1 it.
Dant. 2^1. Comechè Ravenna già quasi
tutta del prezioso sangue di molti marli-
ri si bagnasse, ec. IC nov. 16. ij). A
bruttarsi le mani del sangue d'un suo
fante, fil. SS Pad. l. l5. Acciocché si
vergognasse vedendosi vincere da un gio-
vanetto ce., e fosse vintt> in sua vergogna
dall' uomo , che ave carne e sangue. !r
Ar. Fur. 43. 122. E che d'ambedue i
sangui ( dil manto e della moi;lieJ il fer-
ro tinto Levasse lei di biasmo , e se di
doglie. fV)
g, I. Sangue, pti V Emissione, o Ca-
vata del sangue. Lai. sanguini t missio ,
phiehcloniia. Gr. ^Xc^orO/jit'a. lied, lett, 2.
pò. Stimo neccssariu il continuare dopo
il sangue i solutivi. /.' Cons, I. 225. Ne
si tema del sangue, perchè questo si ri-
genercià prestamente, e si rigenererà più
dolce , e mcn viscuso j nlircchè 1' essere
spesso sua signoria illiutrissima suggello
a patire inGammaxione alle f.iuci, è moti-
vo sulGcicnIe, senza gli altri, a cavare
una buona quantità di sangue.
3 g. II. Sangue, pi r metti f., vale Stir-
pe, J'rogrnie. Lai. sanguis, sùboles. ,Gr.
oTjua, yevea- Uvee, nov. i3- 22 Quan-
tunque forse la nobiltà del suo sangue
non sia così chiara , come è la reale. F
nov l^c^. 2. l'er costumi, e per virtù mollo
più, che per nobiltà di sangue, chiarissi-
mo. Petr. son. 226 Gentileiia di sangue
e r altre care Cose tra noi, perle, e ru-
liini ed uro, Quasi vii soma, egualmente
dispregi.
# g 111.5'i'n^ir, Vile talora ]\'obillà di
sangue, i''ior. It. 2iiu- Lo qua) forestiero
farà collo suo sangue lo nostro nome an-
dare in fino allo stello >• Jlaigh. Arm.
l'am. 83. Ancorché ne possati qualche
volta avere alcune più proprie cagioni ,
ed esservi nuche diversilà di sangue ■•. (l''.)
# g. IV. Sangue, per Ferite Dant
Inf, 28. r Se t* adunasse ancor tutta la
genie , Cbt giii in sulla fortunata terra
SAN
Di Puglia fu del suo sangue dulea<
le. (Min)
g. V. Sangui, per Mestrui. Lat. me«-
Strua. Gr. xaroruir^yia. Troll, segr. COS.
dona, lu alcune fcnimice sgorgano questi
sangui aalicipatissimi. E altrove .• Ma le
femmine d' ogni piccola anticipazioncella
de' sangui si conturbano. E altrove : At-
ciocché i sangui vengano l><ro agguaglia-
tamente 1* un mese con 1' alcro.
§. VI. Figu rata m. Sangue prendesi per
lo Avere. G. /'. 11. 121. i. Si parti di
Firenze ec. ricco delle sangui de'Fioreo-
lioi ( nei testi Kiccardi si legi^e dello
sangue). M. / '. li. l^r. Erano per Ir
apese premuti dal Comune fino alle san-
gui (cosi ne'mss. ìticci e Cowni, guati'
tunqite lo statrpato n/'Arn al sangue ) Seti,
Jten- Farch. 7. IO. Ma colesti libri gran-
di che sono ? ec. che cotesto tempo che
voi vendete, e i dodici per cento che,
qu:isi bevendovi 1* allrui sangue, riKUO-
Icte? "S? Piicc, Cenliloq, C. 3q. st. gì,
p 120 S* alcuno ha sete, e al here oou
s* abbatte. Ferisce un de' cavalli, e tanto
succia. Che delle sangui a suo piacer gli
ha tratte, (/f) Segner. l'red. i3. 6. Per
lanciar ricca dote non dubitasti di sue-
chi;ir il «angue dei poveri, e di scberoire
i sudori de' giornalieri. fA^
g. VII, (tnde in prm'erbic: t danari so-
no il secondo sanguej che si dice per
mostrare che il danaro è necessarissimo
per li comedi della vita. Lai. vita et
sanguis hominilnts est pecunia. -
g. Vili. Sangue, per similit. Bed, Dltir.
2. Se dell' uve il sangue amabile Noti
rinfranca ognor le vene. Questa vita e
troppo labile. Troppo breve, e sempre io
pene ; SI bel sangue e un raggio acceso
Di quel Sol che in ciel vedete.
g. IX. Far sangue, vale Gettar san-
gue, Lat. sanguinea! fundere, sanguinem
emiiiere Gr. viuopsoiìv . 7 olg. ilfr/.
Nel capitolo decimo si tratta, quandol'no-
mo fae sangue di sotto. Cr. c). 12. 2. Ma
se dopo la (a;:lialura, ovvero scarnameolo
alcuna vena faccia sangue, si dee coslrì-
gnrre in questo modo. E cap. |5. 2. Se
per lo svellinienlo, ovvero scaroamenlo
suo, s* apra «cua alcuna e faccia sangue,
allora incontanente si prenda , e stretta
con le mani, con filo di seta slrcttamenie
si leghi.
§ X. Far sangue, tale anche Otci-
dere. ì ed. FARE SANGUE.
f >!* g XI. Sparger sangue, 0 torre nim
di sangue, vale Far uccisione, o grande
uccisione d'uomini. Dm. Camp, lib. a.
Fino a quel di non era sparto sangue .
Tass. Ger. Lib 10 5o lo^ che sparsi di
sangue ampio torrente. (P)
f §. XII. /testar senta sangue,. Per-
dere il sangue, 0 simili, vagliano Mima-
nere esangue j e Jìguraiam. Perdere t
sentimenti. Abbattersi , Accerarsi. Lat.
exsanguem Jieri, rxaninian. Gr. ffai/tev
yt'.'S'jsai. Din. Camp. 3. 63. I Caval-
canti perderono quel di il cuore e il san-
gue, M-deudu ardere le loro <ase, e pa- ■
lagi. e botteghe, le quali per le gran pi-
gioni, per lo stretto luogo , gli trnrano
ricchi. Ovid. Piti. 122. Allora si pirli la
luce dagli occhi miei^ e rimasi santa san-
gue.
g Xin. Agghiacciare il sangue nelle
vene, vale Arrestarlo, Fermarlo , RmJ-
freddarlo; e in sientbc. neulr. pa<r. vie
l'isletso che Pestare etangue. Lai. idji«
guinem htbere, ì irgil. Petr. cani. 18* 3-
Dunque, eh' i' non mi sfaccia ec. Non è
proprio valor, che me ne scampi. Ma la
Itaura un poco. Che *1 sangue vago per
e vene aggbiaccii.
g. XIV. IS'on rtmaner sangue m*klotto,
SI dtcf dt Chi ha grandissima paura. Lai.
SAN
«xsonguem Jìtri. Malm. II. la. E per
naura a chi non fu perrcsso Non rimase
io quel punto snngue addosso.
^ §. XV £"oeT latte e sangue, dicesi di
Chi è dt bri colere, l'ir. Js. 3!p Qut'
^rgli Amorini non frano se non latte e
lingue. (^) Sttfi'in. Annoi. Jìiton. Tonc
i). ^. Noi diciamo d'una prrscn^i vistala ,
di I)cl rolore : Klla ì- lattr e sangue. Cj
5^ §. X\ 1, ji {Tarsi, 0 yon affarsi i san-
gui, dicesi a'iorchr tra due persone vi e
simpatìa , o antipatia . Ktr. Bell, donn
33p. Son iV'Fse i sangui che si affanno, o
che non $i alTanno. o qualche altra ormila
cagione; ma una bella unìver^jlmeote,
come se'lu sat\ lorxa che piaccia n ognuno
uuiversaimenfe, come l'ai tu. (C)
g. XVII. A'tdiire a sanetie j tale Pia-
cere, pentirsi V uomo iiichnnto a poire
amore a quello di the si tratta. X.a\, pia-
cere^ arridere, cengmerc, pergrnlum tsse.
Gr. acecKEiv, Ftr. Trin. i. ?. Quando
ella non mi piacesse, e non mi andasse a
sanguf . e ntn mi parere Lelia , the mi
pare l»eUisjim;t cr, ^ io la veglio per di-
.«pcllo di Giovanni. Cecch. Pom 3. i.
Posto fh'c' sia lutto Buono, e bello, però
non mi va a sangue. Tac. ììav. Ann. l3.
162. l'ero molto gli andava a sangue ( il
testo liit, ha : mire ctogruplui )
g. XVIil. Ai'ire a sangue, vaU Avere
a cuore , o in ccnsiderazwne , Gradire.
Lat. cordi esse, turae e.f.ie. Gr aùnv,
Car. hit. I 62. Gridano d'essere ab-
bandonati, e che MoDsiguore non gli ha
a sangue.
§. XIX, Trarre, .0 Cavare della rapa
sangue, o simili, proverb. che si dice
quando si vuol da uno quel eh' e* ncn La,
o eh* et faccia quel ch'e'non /jnò.'Lat.
aquam e pnmice postulare* Gr. ovoutto-
xa\- trr.sXv. Fir. Tua. 2. 3. Mal si può
trar della rapa sangue. La^c. Spir. 5. 7.
Mai non si caverebbe della rapa sangue.
Malm. 8- 75. Di rapa sangue non si
puu cavare, Né lar due cose ^ perdere, e
pagare.
§. XXa BoUtre il sangue j locuzione
colla quale dinotinmo Avere l' istinto del
concupiscibile, o dell* irnsc'biìe appetito.
Lat. effervesccre, Gr, KTZoCi^tvrò ai'ua.
Cron. 3fore/l. 25^. Pogoamo, che li
sangui li bollano, e che tu disideri essere
i.^ciolto, e darli vita, e buon lenipc; non-
dimeno ec.
§. XXI. Jìuon vino fa buon sangue j
proverbio che valr. Che 7 buon vino ap-
porta anzi giovamento, che nocumento.
Red. Annot Vitir. 5. In Toscana so-
gliamo dire per proTerbio : il buon vino
fa buon sangue.
g. XXII. Andarne il sangue a cati-
nelle. J'ed. ANDARE.
§. XXIII. A <angue caldo, A sangue
freddo, vagliono I\el calore della passio-
ne, o lupo che la passione e calmata.
Segner. Mann. Lugl. 2.!\. 2 Chiunque
pecca . pecca pert bè vuol peccare ; chi
noi sa ? Con tutto ciò alcuni peccano a
sangue caldo, altri peccano a sangue fred-
do. Sai l'in. Pros. Tose. I. 67. È ben
vero che non si può condurre poi a san-
gue freddo a limare o ritoccare alcuna
cosa.
§ XXIV, Sangue di dragone, e Sangue
dì drago. Sugo gommoso congelato , ma
facile a stritolarsi,- di coler rosso, che si
trae per via d' incisione da un albero del-
l' Indie chiamato Braco. Lai. sar.^uis
draconis. .V. Aldobr. P. A*. ^9. Ovelar'a
colto gomma arabica, e gomma dragante,
koromacco, bolarmenicbi, sangue di dra-
gone. Tes. Pov. p. S. Aniimonio, e
sangue di dragone . dato io qualunque
modo, guarisce. Ricelt. Fior. 61. Con-
cordano quelli c'banno visto, e scrittole
SAN
rose naturati appartenenti all' uso della
medicina ec , che il s;ingue di drago .sia
gomma di un albi ro che nasce nell'isble
Canarie, t'sisì quello che è di color rosso
acceso, IrasparcDle, e frangibile, ihiiimato
Sangue di drago in l;igtime , lasciando
quello che è in pani > o fattizio. IJinv.
Celi. ()f/. 6 Al quale d.n uno di questi
lalsi6catorÌ rr;i stato tinto il fondu con
un poco di sjngue dì drago , il quale è
uno slucro fallo di gomme, che si liquc-
fanno al fuoco.
^' §. XXV. Sansiift n-.efaforicnm. per
la f'ivrzza colorita dilla eloqutnza e del
dire, pai, Prrd. ehq. fap, 26. Negare
non saprei che Cassio Severo non sia ve-
ro oratore; benché I.1 m.iggìor parte del-
l' opere sue abbia più sforzo, che sangue
(se già rti/i vat'es^e vigor naturale. //
lat. ha: satì^uiuh), (f'J
=►• g. XXV i Uomo di snngue, vale
Sangifiuolento. Ricord. Ulalc.tp cap. (.13. E
tuttoché fosse iumo di s.ingue ( Chiri-
grrio settimo), fece buono fine con la
sanla contrizione. Dont. Jnf. a^- E di-
manda qua) colpa quaggiù *l pinse; Cb*
io 'I vidi ui ni già di sangue, e di cor-
rucci, (ì )
'*• %. XXVII. Causa di sangue, dicesi
dai Giuridici, Quella nella quale si 'ratti
d^omìiidio, Sefnir. Pr< d l'ai. Ap 3. 8,
Si arriva net tribunali a comporre cause
gravissime, quali sono specialmente quelle
di sangue, per via di multe non perso-
nali, ma pecuniarie. (CP)
* g. XXVIII. Ì?(0 di sangue, dicesi
Colui che ha commesso qualche omicìdio.
Srgner. Pred. Pai, Ap. 3. 8. Ntn so
però io vedere, come negli omicidii (per
altro pari di circostanze aggravanti ) chi
è pingue di facoltà sia men reo di san-
gue, che chi o"è smunto. (CP)
^ §. XXIX. Tor srnstie, vale Cavar
sangue. G. / . "VjV'. 2. E là morìo, aven-
dosi tolto sangue di suo braccio (J )
t- § XXX. Morire in f angue, vale
Esser aniniazzato. G. /'. lib. i. cap. 1.
Srilvo un picciolo fanciullo, che ebbe no-
me Guido, soprannomaio Sangue per li
juoi, che furono tulli in sangue morti, f/^^
^ g. XXXI . Scemarsi sangue, vale
Farsi cavar sangue . Fit. S. Frane.
24^- H sangue gU usciva sì forte per gli
occhi, che parea una vena aperta cbegit-
lasse, come si scema sangue di braccio, c/'^
Cose. S. prrn. Egli mi confortano ch*io
mi scemi sangue, acciocché mi possa po-
sare. (Br)
* SANGUIFICANTE. Che sanguinea.
Che forma il sansue, Baldin, Foc. J)is.
in VENA. (A)
SANGUIPICARE. Generar sangue. *
imperf. Anni. 265- Il Barlolino dunque
mostra d' aver veduto manifestamente per
vene Idllee toraciche portarsi il chilo nel
modo sopradetlo a $angui6care nel co-
re.jF;
^ §. £" neutr, pass, per Farsi sangue,
Imperf. Aiiat, 2^9. Lascio giudicare a voi
se niuna parte può star mai senza il
continuato Ùusso del sangue abmcntoso, o
il sangue senza il debito risarcimento per
lo chilo sopravveniente che via via si sangui-
fica. E ivi: 266. Il Barlolino reputa che ec.
il chilo più tenue se ne vada a sanguifi-
carsi nel cuore e il chilo più crasso si tra-
sporti al fegato per ivi sanguificarsi. (F)
S.\Nq^lFlCAZ10NE. // sanguificare.
Rtd. Oss. an. 39. Tulti gli canali, e tulli
gli strumenti appartenenti alla nutrizione,
e alla sanguificazione, e alla generazione
appariscono ec. figurali nello slesso model-
lo. ^ Imperf. Anat 2l6. Tuttoché il Pec-
quetlo animella sola questa via dì sangui-
ficazione, negando del tuUo la sanguifica-
zione del fegato. (F)
SAN
ioo5
SANGt'IGNO. Add. Di sangue. Lat.
snncuimut. Gr. atjuaTw'OTjS. Jied. Cons.
1. i.^i3- L'universale fermentazione me-
struale della mas.*a sanguigna non ha ogni
mese per dì\erse ragioni il medesimo e^l
Uguale m( niPiHo d'impelo, e d'agitazione.
E 154 Ea di mestirre procurare ec, di
tor via le ostruzioni di quei vasi sangui-
gni che metlun capo nell* utero. E ^
33. Onde gli alm, e gli elHuvii della
massa sanguigna possano laciimcnie volar
via insieme con le sulfuree fuliggini in
forma di vapori.
§. I. Sanguigno, vale anche Che ab-
honda di sangue. But. Purg. 7. 1. Quìiv-
di si dire complessione sanguigna, colle-
rica, ilrmmalìra, ce. # Tran. Fquit. As-
sale piultoi-to e più sovente d* ira e di
discoidia Io rolbrìro, lo sanguigno di
giulività, e di lussuria (qui in forza dì
sust.J, (I\')
g. Il Per Asperso eh sanf:ue. San-'
giirnoto. Lat cmentus. Gr. «ijuampo? .
Pcir. conz 2< . ^. Cesare l.^ccio.cbe per
ogni piaggia Fece 1' erbe sanguigne. Tass.
Cer 19 27. Ma lasciato di lorze ba quasi
voto La sanguigna vitloria il vincitore.
g. III. Per Cupido di Sangue, San.
guiiiolente. Lat. sanguinarius, Gr, Oi)ai-
ptxrcc. Toc. Dav Sur. 3. 324- In que-
5t' ultimo il tenne chi d.ippoco, chi mo-
deralo, e non sanguigno ( il testo lat.
ìia : civium sarguinis parcuni ) .
f 3 g. IV Snngu gno, talora è aggiunto >
di Co/ere simile al sangue. G. V, IO-
ifS 3. L* altro (palio) fu dipannosan-
guigno, rbe Io corsone i fdUli a pie. Ott,
Ccm. Inf. 5. 84- Questo sanguigno di-
nomina il sangue, cioè il colore cardina-
lesco, che noi cbìamianio sanguigno. Petr.
cnnz. ('. 1. Verdi panni, sanguigni, oscu-
ri . e persi Non vesti donna unquanco,
Arriih. 65 Intra l'aspre spine sta na-
scosa la Leila rosa, tìnta di rossezza san-
guigna, Poliz st 2. 34. Parea sanguigna
in ciel farsi la Luna. Bed. Annoi. Ditir,
28. Questo forse è quel colore di vino,
che Plinio, lib. i4- cap, 9., chiama san-
guigno.
=r §. \. E in forza di sust. vale Color
ressa, « Dant Jnf. 5. Che visitando vai
per l'aer perso Noi che tignemmo il mon-
do di sanguigno»!, (Cj
SANGUINACCIO. Vivanda fatta dt
sangue di anima/e. Lat. sanguiculus, Gr.
SANGUINANTE. Che sanguina. Sai-
vin. Pros. Tese. 1. l35. Abbandono il
tutto alla vostra considerazione, quonlo s*
incrudisse allora la piaga ancor fresca , e
sanguinante.
SANGUINARE . T'ersare il sangue.
Lat. sangiiinem emitlere, sanguinare. Gr.
OiìyopcoÉtv. ^ Morg. 19. 33. Col braccio
destro strascinava un orso E san£;uin3va
pe'gralfi e pel morso. (]\) Bid. Oss.
an. i5. La ferita cominciò fortemente a
sanguinare.
§. Per Imbrattar di sangue, hat. cruen-
tare. Gr. a.ìnv-TOÌJj. Urh. Il suo fresco,
e candido viso, già pallido divenuto, colle
proprie unghie sanguinando rigava. Cavale.
Speccb. Cr. cap. i'j. Di lutto il corpo
volle essere sanguinato, per guarire noi
e tutto il corpo della Chiesa. ^ Dant.
Purg. 5. Fuggendo a piede, e sangui-
nando il piano. (31)
•j- SANGUINARIA, Piccola pianta, oggi
comunemente detta Sanguinella, il Cui
fusto e picn dt nodi. Lai. polygonurn ,
sanguinaria Gr TToJu'/ovov. Cr. 6-C)I.3.
Contra '1 flusso del sangue del naso vale
quel medesimo impiastro ec. , essendo
fatto della sua polvere (del p stilo) , o del
sugo della sanguinaria. Tes. Pov. P. S.
cap. 16 Item ti guarda, che la ciotola ,
Jco6
SAN
SAN
o «lira coia, non li siringa .1 corpo , e
licni la mano P''"-^ ^'' sanguinaria.
«SANGUINARIO. AM SangiiiMlcntr,
UliciàiaU. Lai. sangumf>rÌHt.Gt. yovio;.
Seencr. Crisi, intlr. I. 22. ig- Sono or-
dinarijnicnlc persone di mala vila, o su-
perbiosi, o saoguinarii o sensuali. [ i l^■
Con/, instr. cip. II. Io non ragiono ([Ui
di ceni uomini sanguinarli, cbc medilano
ad ogni ora ammaiiamenli.assassinamenli,
rovine. <!') , . „ ,
•+ * g. K in forza il Kilt. I''"^-
Uom. ili. 22',. Pirla iiual cosa, non Papa,
ma sanguinario, cioè che si dilotlava di
sangue, era chiamalo. (^ )
•f SANGUINE Arboscello che premi»
il slo nome dnt color rosso eli.' ncqui-
siano i rami d.Ma pnrle che i hauala
dal Sole. Il suo U--no f dnro, e huono pel
lornioj le sue vermene si a.lop.rano per
gM.e. «r;,//-, e canestri. Le bncch
Ungono di cJor porporino. -L^l.v.rgn san-
guinea, cr. 5. 55 I. Il '■;"8'»";- "'"■•
glianlcmenle fe arbore piccolo il quale
nasce mollo nelle siepi, e quelle fa spesse
e folle mollo, ma non ha spine , e pro-
duce bellis.ime, e sode verghe delle qua!
«fanno vergelli, ec. ZJ... to/(. 1.0. In
Wmezai por lullo rpo-'; sanguine, pio-
ripal fondimeoto e ripieno della mac-
" SANGUINELLA. Lo slesso che San-
guinorin. Lai. polr^onum. sa..gulnana.
•''irsSlN.CNTE.r.^.^.W.^-
.«i'iojo, Imbrallalo di sangue.^ Lai. san-
guinolenins . crwnlus. Gr «lyar^fi.; .
nani. Inf. l3. E uienommi al crspugl o,
che piangea. Per 1= roUure sanguinenl, .
in vano Oli./. /'"'■ -i^- !""^"" ""
fosse levalo il capo colla sanguinenle spa-
da. * rcse,d. ',. 34. E cogh aguli ferri 1
.. ..-1 -- T ; i->ii<-ftrilij Sedeva.
Tradimenti Videec. Li Discordia sedeva
e ,an^uineDli Ferri avie in mano, ec (lì)
* S I Per Cupido di sangue. San-
guinario. '■■ Lcgg. S. t/mi/. Appressando,.
V ora della morie sua , fu presente il
diavolo ce ; la quale, vedendolo istare
dinanzi da se, cuniinciollo forlenienle a
riprendere e conta,tare , dicendo : che e,
fai lu qui, crudele bestia e malvagio n.-
inioo ? che ci aspetti lu , bestia sangui-
nenie? " (N) . .,.
* S II /t""iunlo di guerra, 0 simile,
vale Guerra in cui .<i ì sparso mollo
,ansue. .. M. V. 8. 106. Con guerre
sanguintnti e mortali" . rt'J
* S. III. /•; per melaf. « Tr. Ciord.
S. Fred. 11. I peccali sanguinenli saranno
isbiancali" . (li) _, , .., „
+ s SANGUINEO. V. L. /Idd. S,>n-
cui'-no, m san-iue. Lai. sanguincus. Oe.
•a;;-XTWO-.i;. Lab. 262. Io mi lacero de
Gumi singninei , e crocei, che di quella
I vicenda discendono.
* g I. Sanguineo, vale anclie the
abbonda di sangue. « Te. Br. 2. 3a. L'
una natura i: di complessione sanguinea,
l'altra m..linconica, o Oemmatica , o col-
lerica, secondochL- gli ''mori soperchiano
più ,1 . (C) --, , , I
* g. 11. F. inforza disusi. Colui che
abbonda di songue... Capr. lìotl. 1. 16.
Per la quale ,c<»»;./e.>.io»f; '• suo calore
è più temperalo, e Tumido manco allo a
disseccarsi, e a corrompersi, come avviene
ai sanguinei, che hanno l'umido loro man-
co acqueo, e più aereo " . (( )
+ §. 111. Saasuineo, vate anche Cu-
pido di sangue. S.nguinolenU. Lat san
gmneus. Oli. Com. taf. 20. 31.0. Puossi
predire, secondo la nalura degli uomini ,
la loro compressione per coslellaiione , o
sanguinea, o coUerira, oc.
* g IV. Singninro, aggiunto di pugna, o
■umiìc, vale l'ugna in cui sia sparso mollo
sangue, che e costala mollo sangue, /inceli.
Ap. 225. Ma poi che tu dalla sanguinea
pugna Rivocalo averai gli ardenti regi ,
Farai morir .lUel cheli par peggiore. f.l/;
g, V. Per Consanguìneo . Lai- coi-
sannuineus, afnis. Cr. ó^ai>M», suyyE-
■,r,l Mieslru-.z. \. Ì\. 1 consanguinei
miei sono affini della donna mia in quello
medesimo grado, nel quale e' sono miei
sanguinei. K appretto. ■ Non sono impediti
i consansuinei dell' uomo di torre costei
per m.iglie, né i sanguinei della donna di
torre iiuello uomo.
S SANGUINITA', SANGUISITADE.
e SANGOINITATE. Parentela. Lat. con-
saa-uimtat, cognalio, affinllas. Gr. =uy-
yt'vtia. Docc. Inlrod. lyi. La quale ad
ilcuno di loro per sanguinila era con-
eiunla. E Ut nani. 26. Di lei non si
curo perciocchi: di sanguinila la sapeva
ad alcuno de'principi della parie avversa
eongiunla ( la moderna edizione ha con-
sanguinita). Dani. IH. Xuov. 26. La
quale era meco di propinquissima sangui-
nila congiunta
* 8 I- Sanguinila, ì anche tarmine col-
lenivo, che abbraccia Tulli i sanguinei ,
o consanguinei d'alcuno, a Slor. Aiolf.
Se tu non rendi il nipote al Re. egli te e
tutta Ina sanguinil'a mrtler'a a morte ». fO
g.ll Per ò'a'igiie, o Complessione. Cron.
Morell. 25 1. Non fu di forte natura, d
piccolo paslo, e di gentile sanguinila.
5 SANGUI.NOLENTE. Add. P ago di
far sangue. Crudele. Lai. sanguinolenlus
Gr. <fi\-J.U%roi. Tran. gov. fam. David
ebbe ec. sanguinolenti figlinoli.
* §. Sanguìaoltnle ,figurnlam. per
Muidu.le .. I-ir Js. 3l3 Allora la per-
fida donna, avendo gran maleria da lab-
bricare gran male , in grande opera mise
le sue sansuinobnli m.ini" . (t)
SXNGUINOLENTEMENTE. AvV. Con
ispargimenlo di sangue. Lai. crueale. Gr.
+ « SANGUINOLENTO. Add.S'agui
nolale. . Oli Com. Inf 11 2l3. E san
Ruinolenlo, acciocchì- veruno presumisca
contro a lui ...rW*f""- ■'''■'■''■ ^ *^ f'
dira ec. che fuste egualmenleun uomorab
hioso, bestiale, sanguinolento. (A)
+ * g. Efigural.im.Salvin. Pros. Tose
, 203 Non potevi, o Immaturo , scam
pire In fiera accasa , che , risparmiata al
S.istcnnlo , avrei con sanguinolenta usura
contro di le se.gliata. (A)
SANGUINOSAMENTE. Avverb. San-
,uinolenlemente. Lai. """'"■ ^'^':'^.'^;.
UlZi. Sa, rten. Varch. 5. lt>. Ci. altri
adoperarono l'armi più sanguinosanienle;
ma , sa.iati . nondimeno qualche volta le
celiarono via. ... e
SANGUINOSISSIMO. Superi di San-
guinato. Cuicc.Slor. ,. 2. 1 Viscoot. .
tenliluomini di Milano . nelle p..r«ial>ta
1 sanguinosissime che ebbe Italia de Ghi-
bellini ec , diventarono ec.
J SANGUINOSO. Add Imbrattalo di
sanmie . Lat. cruenlus . Gr. alp.^TT,zó'S.
U.cc nov. 17. 3l. Colle mani ancor sao-
Kuinose, allato le si colico. Dani. Inf 27.
E di Franceschi sanguinoso mucchio . fi
34. E per tre menti Gocciava 'I punto ,
e sanguinosa bava.
# e I Aggiiuiliy l'i battaglia, vittoria,
o simili, vale Battaglia . l iHor>a , dove
e stato sparso molto "•,"?;" 'f'^ V /"'
stalo molto sangue. - Colt. SA^ad. Vo-
gliemlo matgiormente per la indiscreta m..
lericordia temperare la sanguinosa vitloria
con essola piai:. ... ^r. Pur. l5. I. GÌ.
;. ver che la vittoria sanguinosa Spesso
far suole il capitan men degno. rW
* e. II. l'er Sfnguinano S. Afosi.
C. n. a a3 Mario uomo vile e di bassi
gente, crudele e sanguinoso ( il lai. hn
SAN
crueo(l/J.««"i;. Dav. Scism. 77. l Co-
min. 175;. ) Avanti al repudio non la
sanguinoso: pochi plebei, e due soli no-
bili fece morire. (ì ì
* g. Ili Per nel colore umile al san-
gue. ìeiTnigho. Ch,ab-. rim. E di foglia
sanguinosa Germogliò la prima rosa. (Br)
SANGUISUGA . Mignalla . Lai. san-
I ei.i.iign , birudo. Gr. fiòMa. ■ il- -•"•
1 dobr B y. Prima conviene, che le san-
guisughe , poi che son prese , stieno nn
dì in acqua chiara per purgarsi . k .".
Aldol.r. I' A- 37. Voi dovete sapere
che una maniera di sanguisughe »no, lo
quali tengono veleno , siccome dicono,
filo.afi. Pallnd. cap. ì'.- Con foglie del-
lera peste , e mischiale con olio , e co le
mignatte .anguisugherfl... ." J''-" << "'/>■
ned. O... an. 8». Q"cl , che dico delle
"nguUughe d'acqua dolce, lo d.co altresì
delle sanguisughe di mare.
SANILAMENTO. I. A. Il samcare
Lai. «-...I.». Gr. .-«l.S Cap. Impr. pr.
Perciocchi. ammiraiionc genera nelle meni,
de' fedeli vedere i singulari miracoli, e sa-
nicamen.i , e Coggimenli di demoni. , ec
F. cap. 7. E così si perseveri infino a
sanicamenlo , secondo la comodila . ed il
potere della compagnia. . di ciascuno.
SANICABE. /•- A In s.guifc. neulr.
vale Ricuperar la sanità. Lai san.Ialem
recuperare . sanescere . ""/''"";%%.,
proccura di lor da te ogni medic.na.e ogn.
argomento, acciocché lu non san.ch..
% 8. I K in tignifir. neutr. ?«'■«••
le U stesso . Fior. S. Frane. 46. Do e
santo Francesco toccava colle •«"■"'
mani. SI pania la lebbra ec; e comesi
incomincio la carne ' ."■"•""• Tdl „,-
cominciò . sanicaro l'anima: onde «^
gendosi il lebbroso cominciare . gnan
\i"?n si^nific. .,1. vale Renderla
sanili, Ridurre a """-• "^^-r"^/;: !
samtalem reslituere. snaare.Ot.^ilMl^y
Cavale. Mrd cuor A significare , che .
'e"ere la mente a Cristo in »-l° P'»
della croce, lo l"''^ r^'".!-'".»" •/.
non era . ci sanica d. ogn. ;»''"''" ^•
di tenta.ione. * Salverei:. 01
pena
lo
Tu medichi noi delle nostre fed ile ,
sanicbì le nostre inferm.ladi. (C)
S 111. Per metnf. Cron. l eli. ÌOg.
Proponendo, che intendeano san.ear F.ren-
^c e trarla di fedeli'» e tirannia Dav.
còli 170 Poni il fico i. lerren fresco e
éras o. in gran formella, o fossa non falla
Psamcare'il campo, che presto guasleri
con le barbe la f.goa. c.le^e ■
S\NICATO. F.^ ^■'■'■'"^'""Zia
Ubero d.l male . Che hn '"'"'"<■'''
rt»Vn:""8;^.;-»^'^";
trovo sanicata . (l) 1 rany ^
i. Lasciò si sanic.ta e s. gueril. la 00-
ilra Cini . che si riposò mollo bene per
' assai lemiK) (qui p'r melaf).
SAMF. r. L. .Marca. Lai. sanie s .
pe, f.^elente Mime . # Car. En.I.bJ.
Sempre intriso fc di »-'«,'''"«
avieri Br) Salvia. En,U /,»^2. D ..ro
„nen di sanie macchialo. (H
SANIFICARE, r. .■/. Saniccre. Lai
,.n,la,i reslituere. Gr. uy'«?"«; ''^
Cord. Pied. S. 67. Pero l. a.ssi che
„ri sanificala, che .ara ?»'«•'" ."^'fi"*
"rrn.ion. . Zibald Andr. .^4. Il finm.
.-.Ilarsò ec. , e sanifico luti. I. provo
eia ch^^livenne fertile » (raltirera. .?«'
Fior. Stor. 2. .34. I pa"'.'"!! "?.'„'■
ventano sani per una moltitudine di no-
mini, eh. .a un ir-vtto gli occupi. . quali
con la cultura sanificano 1. urrà.
SA:«I0S0 . r. Z. JtU. Pieno di sa-
nie. Marcioso. L.al>S<tniOfus. Gt* S^TTUO^.
Bemb, Stor. 3. 38. Quel crudel morbo,
che mal fniDCosc ti cbìanu , itvcva ueWa
citlà fritto priucipiu , il quale primiera-
mentt* le parli geDiUlì Ìl più delle vulte
viziavj ec, di yui bulle ec, eofijlurs , e
comt- fìgnoli, prima uo puco duri, e po-
sci;i ezidodio «Jiiiosi oiscejDu.
SAMSSIMO. ^'»/u-r/. di Sano. Bocc.
Intrcil. 2-j. Li quali , non che allri , ma
Galicoo, ippocralc , o EscuUpio, avrtvnp
giudicati i^toiisimi , ^ntfjr. Co/. J. 3. E
10 ca^j min vivo, e sanissimo. lied, iett,
2. ii)6 I frutti maogiatì con muoo amo-
revole , e discreta suno sauis&imi , tauto
crudi, quanto cotti.
SAMTA'. SANiTADE, f SAMTATE.
CostHuziont dì corpo senza doionr^ e Jtrt-
Zit impedimento d' operazione. Lat. sani-
tà.!. Gr. u -/l'ila . Jlocc nov- l8. 23. La
saoilk del vostro 6glìuolo uun è nell'aiu-
to de' mrdici . Jì nov. q\. i3. Con gran
sollecitudine e eoo isposa il torna nella
prima sanila . Ainet- ^\. Le nostre in
Tuoti chiare, dirivale Di viva pietra, be-
von con &.ipore Tal, che le serva in lieta
saoìlale. Cr. (). 36. i. Alcuna volta si dà
( /'i scalapuzza ) a' sani , a cooservazion
della sanilade ; alcuna volta agi* infermi ,
3 rimuover la 'nfcrmitade. / tt, SS. Pad,
t. 70. Conoscendo la loro sanità da' me*
riti, e dall'oraziun d' Ilarione. Cas.fe(t.6o.
Il che sia perciò con commoJo della tua
sanila. V /r. lac. T. 4 >4 *P- D'^'pe-
rar segni son sì dt&iosi , Far miracoli , e
render sanitati > Dì ratti e profezie sono
golosi (così lefge il J'ocabol. in RATTO
SUSI. §. IIL).r/?;
^' § I. in sanità, posto avverbiaìm.
rai<.- JVei tempo dflla sanità . Fit. SS.
Pad* 2. 6t>. Kon voleva che poi gli fos-
se rimproverato da' compagni suoi, dicen*
do che per paura di morte avesse fatto
quello che non aveva voluto fare in sa-
nitade. fi )
5? §. II. Snnità dell'arili, 'teli' acqua
ec. , i'a/e Salubrità . Cr. La sanila dell'
aere dichiarano i luoghi che sono liberi
da profonde valli, ec. (Jj
t # §. III. /?«Tc irt sanità dt alcuno,
dicesi Quando si bt-ve a onore di alcuno,
Red, Ditir. 18- lo bevo in sanità , To-
scano Re di te. (Ti)
SSyyK, che anche si dice ZANNA.
Dente grande j e più propriamenit- quel
Dente curvo , una parte del quale esce
fuori delle labbra d* alcuni animali , co-
me del porco, del t eh fante, e simili. Lai.
sannn. Gr. y\iMT,^ c'ooi/^. Dani. Inf. Q,
Le bocche aperse, e mostrucci le sanne .
E 22. E Ciriallo , a cui di bocca uscia
D* ogni parte una sanna , come a porco,
Gli fé sentir come 1' una sdruria. l'ranc.
Sacch. nOi'. 22O. Nella 6oe tirandolo per
Io mantello , e* si volse , che pareva un
diavolo , con gli occhi rossi , e con le
saune grandissime;
* SANMTRIO. Lo stesso che Salni-
troj ma assai meno usalo. Lasc, Cen, 2.
nov. 2, pa^. 5i, Tosto che 1' ebbe tocca,
così s* avvampò, ed accese, come da fuoco,
sannitrio, o zolfo, slato torco fosse. (C)
SA.NNUTO. Jdd. Che ha sanne, Zan-
'.uto. Lat. dentaius. Gr. o'oovrw'ovj;. Fr.
/ac. T. 1. 3. 6. Come i porci sanhuli ,
Ha gli suoi denti acuii. Cron. 1 eli, 22.
Ebbe aofo il dello Matteo uno figliuolo
maschio bastardo, il quale avea nome Gio-
vanni, che fu grande della persona, e ar
dito, e gagliardo, e saonuto. E 67. Luigi
fu saonuto, e di grossa forma, e pasta (m
questi esempli è prr similit., e iole: con
grossi denti;. CiriJT. Calv. \, 3i. Che
avea, come il cinghiai, sannutì denti (qui
"-'- - fatti a guisa dì sanne),
fole :
sa:*
t 3 SANO. yJdd. Che ha sanità. Sta
za malattia , Lai. sunus . Gr. uyt'ivo^ .
Hocc. rti.1'. 63. 5. Credonsi che ce. il vi-
ver subriaiiiente faccia gli uomini magri
e sottili, ed il più sani. E num. \2. In-
nanzi che io mi parla di qui, voi vedre-
te il fanriul sano, come voi %cdesie mai.
Dant. /\ir. ^. E santa chieda con aspet-
to umano Galibriell' e Michel vi rappre-
senta, E l'altro che Tohbia rifece sano.
^ Cron. Morelt. 2.'>6. Appresso togli fan-
ciulla che tu li coutenti, eh* ella sia sana,
e intera. (C) liid, leit. 2. lyS. A que-
sta buona regola del vivere si attenga V.
S. Illustriss., se vuol vivere vita lunga e
vita sana.
vS § I E in forza di sust. Colui che
i sano. Cr. 6* 36. I. Alcuna volta si dà
a' sani ec. alcuna volta agi' infermi. " Oe/l,
Ivtt . 1. léz. 4' E fi^ i medici e in pro-
verbio , che a' sani tutte le cose son sa-
ne », (K)
§. II. Esser più sano che pesce ,
Sano come una lasca, o simili, si dicono
di Chi ^ode sanità perfetta . Lat. pt^cc
sanior. y PESCE, §. IV. LASCA, §.
V g. III. Sano, vale anche Siiuro, E-
sente da pericolo . S'-ener. Sent. Graz.
I ^1 Slima meglio di andare con passo più
moderalo, ma ancor più sano. (TC)
t §- IV. Sano e salvo , volt' Libero ,
■ o E*trntc da o^/ii danno, o pericolo. Lat.
incolumis, sali'iis - Gr. CWO;. fìcee, nov.
II. l5. Di cosi gran pericolo usciti, sani
e salvi se ne tornarono a casa loro . K
nov. 66. II. Io li porrò a casa tua sano,
e salvo . Ovid. Pist. S. B. 3, Troia è
tornala in cenere, e '1 mio marito è sano
e salvo.
§. V. Per Salutifero , Che conferisce
alla sanità. Lat. salndfer , snluber, Gr.
ff&jTr;|0t05 . Lofi. 23g. Se quello è vero ,
che questi fisici dicono, che quello mem-
bro, il quale l'animai bruto, e l'uccello,
e '1 pesce più esercita , sia più piacevole
al gusto , e più sano allo stomaco . Tes.
lir. 3. 5. Koi dovemo guardare 1' aere ,
che sìa sano , e nello , e dolce , ec. Il
sano , e netto aere d.-e essere conosciuto
in questa maniera . ^ Sf^r. Fior. Stor.
2- 34- I paesi mal sani diventano sani
per una moltitudine di uomini , che ad
un tratto gli occupi , i quali con la cul-
tura sanificano la terra . (A'J Geli. Itti.
1. lez. 4 E fra i medici è in proverbio,
che a'sani tulle le cose son sane. (C)
t 3 §. VI. Per metnf vale Intero,
Senza mai^ngnn . Lai. intff^er . Gr. 0/0-
Te)-/,'^. Dani. Inf. 21. Bolle 1' inverno la
tenace pece, A rimpalmar li bgoi lor non
sani. Esp. f'nng. Io non addimando pane
sano, ne pezzo di pane, ma le brice del
pane ec. Sodt-r. Coli, 7. L' importanza è
non ìspircare dalle viti i magliuoli ec ,
osservando ec. che sien sani dì tronco.
f § VII. Pir Bello , Giusto . Dant.
por. 3l. Al divino dall'umano, All'eter-
no dal tempo era vennlo, £ di Fiorenza
in popol giusto e sano.
g. Vili. Pur per melaf vale Giovevole,
Utile. Lai. convenienti utilis. Gr, zk).5';.
Cuid. Gt Veggendo che non era sano di
abbandonarsi all' onde, e al profondo del
mare, innanzi eleggevano di spf'gner le lor
vile in terra, che atlufljrsi ne'marosi con
cieca profondiude ( qui si sottintende il
sust , cioè, Sino consiglio). Pass, i^ Tra
*ì dubbio , e '1 possibile è da seguire il
sano consìglio di sani' Agostino.
§. IX. Sano di mente, per melaf.
vale Savio , SaoQio , Giudizioso . Stor.
Eur. 1. I, Trovandosi mal disposto del-
la persona , e della mente non mollo
sano .
f §. X. Sano, aggiunto di Numero,
vale ette non ha rotti. « Tes. Jir. \.
S A ^
1007
3. Arismetiica , ec. e" insegna a conlace
ec, , e partire 1" uoo per i* altro , e nu-
mero sano. • numero rollo. {Br}
*'• j;. XI Siìno , 'Ingiunto a nome di
Tempo, i-a!e Compiuto, Intiero. Segner .
Cri^t. instr. \. 33. |5. può dirsi che ne-
i^-i altri vizii il demonio peschi con ramo,
ni.ntre lalvolu starà egli altorno ad una
piccola preda ì giuroi anche sani; ma
quanto alla disonestà ce. (CPj E J. 33
17. Potrete facilmente conoscere se io di^
cj il vero, con interrogarne la vostra co-
scienza medesima , mentre è chiaro che
lavorando voi tutta la settimana ro'voslri
di casa , vi passano i giorni sani senza
jteccato ; laddove andando il di di fesu
in rt,mp.ngni.f di questo e di quello vi
empite l'anima di pensieri malvagi. (C)
* g. XII. Sano, si dice anche dell'In-
telletto, dilla Mente, e tielU loro conce-
zioni , e operazioni . m Dani. Inf. g. Q
voi, ch'avete gì' intelletti sani, Mira'te la
dottrina ec. »., ( Cj
y g. XML Sano, si dice anche Degli
offerti. .. Dant, Par. 3.Ì. Ancor ti prego,
Higina , che puoi Ciò che tu vaoli , che
conservi sani , Dopo tanto veder , gU af-
fetti suoi. (Cj
g. XIV. Mandar sano altrui, si dic€
del Licenziarlo. Abbandonarlo, Non isti'
mai lo , Mandarlo con Dio , Mandarlo a
spasso. Lat. vale dicere, vale iubere. Gr.
X5'.:>£iv £KV. Tac. Dav. Perd. eloq. A04.
Mi comanderà che, mandate sane le gret-
te Muse liiigatrici, ove io ho sudato da- '
vanzo, mi consagri a quesla più santa, ed
eroica eloquenza. Malm. 2. 4^. Onde ogoi
altro ne fu mandalo sano.
g. XV. Sta* sano, e State sano. Modo
di salutare altrui, licenziandosi. Lat. va-
le, valete. Gr. Ep'cotzo . Tolom. Lett.
Slate sano, e saluiate il nostro M. Erco-
le . E altrove : State sano ; e se vi vico
mai comodo , raccomandatemi ec. a quel
vostro e mio signore . p: altrove : State
sano, e amatemi, c'rtr lett. 73. Sta' sano ,
e scrivimi spesso. E 76. Sta' sano, e, se
lu mi ami. studia. E 79. Raccomandami
a tuo padre, e sta* sano.
SAKSA. Ulive infrante^ trattone P olio.
Lat. sansa, sontpsa, fi aces. Cr. 5. jg.
3. Pullula (rullio) e nasce dal oocciob
della sansa, uscita del suo olio (il testo
lat. ha.- ex nucleo suie amurcae). Ricelt.
L^ior.'^g. Supphscesi ancora col soiierrarle
(/e medicine) sollo a! letame, o nella vinac-
cia, o nella sansa d'ulive riscaldata.
* g. Sansa , chiamasi anche da' Ca-
stagnai i frantumi delle scorze delle casta-
gne ripulite. (A)
SAWSENA. V. A, Sansa. Lat. sansa ,
sampta. Li''. Cur. malati. Si dee tenere
per otto giorni nella sansena dell'olive,
quando ha piglialo il caldo.
* SANSL'CINO. Add. Di sansucoj
Ti alto dai snnsuco. Bicett. Fior. ant.
Olio sansucino. (A)
SANSUCO. Erba notissima, detta al-
trimenti Persa, o Maiorana. Lat. sam-
psuchnm, amaracus, Gr. eoLjj.'b\iyo'J. 31.
A'dubr. Recipe fior di camaniìlb , aneto,
mentastro, foglied'alloro, sjlvia, raraerino,
e sansuco, dicatuna due manipoli,
•t SANTA", SANTADE, e SANTATE.
T'. A. Sanità. Lat. sanitas^ bona valetu-
de, va /eludo, Gr. óyi'eta.- Frane. Barb.
II. ig Se con medici sarai. Tratta con
lor del conservar santade. Bocc. ncv. gS.
l5. Lascia il pensiero, caccia la malinconia,
rirbiama la perduta sanlà. S. Bem.Lctt.
Infino .ti termine della p>*rfeIl.T santa usa
il rmiedio della mf-dìcìn:ile obbedienzia .
Cr. 2. 27. 2. KcJlc calde provincie si
dee più tosto desiderare quella parie del
Settentrione, la quale risponda con ugual
bonlade all' utilità , e al diletto, e alla
too8
S A N
SAN
SAN
saoià. G, y. IO- 56. 3. Se Dio gli
renilesse saolaJe , tempre sarebbe ubbi*
diente a «anta Chiesa. Sen. Pisi. Per
cbeolc maniera tu puoi L tua buona
saotadc guardare e migliorare. Fit. S.
Gio, li^t. La Donna nostra il rende alla
madre sua , e prende commiato e sanl'j,
(nelle Vite de" SS. Pad. Frrona i ;.)').
voi* 3» p. 193. leffsesi qaetlo esempio
così : La nostra Donna lo rende alla
madre sua, e prende commiato* e ma-
donna santa Lisabetla dice: Va'in pace.ec).
Fallati, cap. S. La santa d^-U'arij si
dimostra, se i luoghi sono liberi d.U«.
profondissime valli- Vit. Cnti. Puirai
considerare, e vedere che dalla pianta
del piede infino al capo non e santade
in lui. Marstruzz, 2 12. 3- Nondimeno
per cagione di salila, e di ricrcazi'ine
tarclibe licita ( a' chierici la caccia J^
$e Dun fosse troppo ispesseggiala. E 2.
^2. ^. La temperanza procura b sautà,
e rallegretza.
§.L Fare santa, J'ed. FARE SANTA'.
§. IL Farneticare a sanlà, vale Fare,
o Dire pazzie, senza avere offeso il
cervello. Lab. i47- Tu farnelicbi a san-
ta, e anfani a secco.
* SANTAGIO. J'oce hnstn , che si
dice a persona affiata e tarda neW ape-
rare. Malm. IO. 21. Qu^nd* il nimico,
cb*ivi sta a diiagio A lai pigriiia. grida
ad alta voce : Vieni, asinaccia ; movili ,
santagio. (*)
SANTAMARl'A. Sorta d' erha nota,
amara, e odorosa. Lai. menta tory mhijera.
Cr. 6. 76 I. Enne un'altra ( m>nta ) , la
quale b.i [-ili lunghe e più lalc, e più
«cute le foglie, e fiucsta e la menta ro-
mana, ovvero saracinesca, e volgarmente
s'appella erba Santamaria, e questa e più
diuretica che l'altra.
*t ''' §■ Ucifllo Santamaria, chiamati
volgarmente un (/icelletto di penne verdi
che sta per lo più nell'acque. Morf:. \t\.
56. La gallinella con variate piume, L'
accel sanLimaria, v'era il piombino. (•)
SANTAMBARCO . Sorla di teste da
contadino j lo stesso che Saharnharco;
Forse simile all.3\,bardocucttlliis. Buon
Fier. 4. 5. 3. Vii-ne, e sì mi lira Pel
santambarco, e dice: Che fa'tu quelli
tpjgbcri? E Tane. 2. 8 E ti faro, fur-
fante, il più scontento Che porti san-
lambiirco. Maìm i. .'(Q Man certi san-
tamharrhi fino a' pitdi. Che chiamano il
zimbi'l di là da* monti.
SANTAMKNTE. J^verb . Con santi-
tà, A guisa di santo. Lat. sonde. Gr.
a^iu^. G. /'. II. 47- 2- y^ determina-
la, e data fine, e silenzio santamente alla
della quistiune. Maestrnz^. |, 1^. Impe-
rocchi: è de iure naturali che l uomo
santamente traili le cose sante.
SANTARELLO. ì'ed. SANTERELLO.
* SANTASSANCTORUM. Quella par-
ie dei tahernacolo della Legge antica nella
quale non entrava altri che il s^mmo
Sacerdote una volta sola all'anno. (J)
*r g. Selle t'hiese cattoliche così chia-
masi il sito dell* aitar maggiore , cinto
ordinariamente di balaustrata, che anche
dicesi Preshiti-rin. (A)
SANTATE. Vrd. SANTA'.
SANTERELLO,rSANTARELLO./>)m.
di Santo, Lat. sanctulus , Frasm. Fir.
nov. 7. 261. Era tenuto per un cotalsan-
tercllo. Farch. Sitoc. 2. 1. Benché non
pensi a mal nessuno ne di lui, ne di lei «
che ù come una santarella. Segr. Fior.
Cliz. 2. 3. E* non si può ire a altri, che
a fra Timoteo, eh* e nostro coofessoro di
casa, ed è un sanlarello.
t SANTESE. y. A. Che ha cura del
Santo, cioè della chiesa. Lai. aedituus ,
*niati\ionarius. Or. vcuxopoj. Sen. Pist.
Non ti bisogna lefar le mani a cielo , e
pregare il sjnieie delh chiesa, che li la-
sci passare. Fr. Ciord. Pred. S. Area
nome Gu^tanzo, ed era m;instunariu, cioè
sanlcse nella d''tta chiesa /// /'ocaholano
alla v/yce .MANSIONARIO porta quetto
esempio comr fratto d-ii Dtal. S. Greg.
M. I. 5., e l--g^e Costantino. L* edizione
di Roma ha Costanzio ).
* SANTESSA. Graf/tasanti, Ipocrita .
liocc. *;. 3. n, 6. Perciu a Napoli tra-
passando, dirò come una di queste san-
tesse, che coiì d'amore schife si mostra-
no, ec, (così leuge la ventisettana j quel'
la dei Deputati ha saolesi ) . (F) f^arch,
Suoc. 2. I. Queste spigolislre , queste
sanlesse, queste picebiapelii, ec. (*)
SANTIFICAMENTO. // sa^tijieare .
Lat. sanctijicatio. Gr- àyc'a^/ia - .tnnot.
Fani:. Secondo lo spirito del sanlifira-
mento della resurression de' morti. Ftt.
Bari. 17. La piicienza da fede a sanlifi-
cameDto d'anima, e di corpo.
* SANTIFICANTE. Che santifica} e
suol esicrr aggiunto d-^lla grazia divina.
Segner. Crist. instr. 3. 22- 3. In tutti i
sjgramenli, ultre la grazia abilu-ilc san-
tificante che noi riceviamo io essi , rice-
viamo ancora V attuale, ovvero l'aiutante,
la qujle ec. (*) E Parr, instr. 7. |. Se
voi direte al popolo che la grazia Santi'
ficante è una qujlila divina, la quale ab-
bellisce l'anima a maiavjglia , gli direte
il vero; ma egli poco ancora ne inteo-
di^rà. E Mann. Selt. ^. 2. Dio abita in
essi mediante la sua grazia santificante. ^K^
SANTIFICAHE. Far smto,^ o cosa
sintn. Lat. snntifira'e . Gr. ocyta^eiv.
pass. 18). Esser mondato e sautid alo
innanzi che nato. E opprefso : Sia data
maggiore grazia, e maggiore gloria , che
a qitelli che fossero, o che furono concc-
puli, e nati col peccalo originale, e poi
per battesimo santificati e mondati. /'/(.
S. Gio. Bat. 2f)3. Di quale allro si b-gge
che fosse, come Giovauoi, nel ventre dt-lla
sua madre sanlìGcat». edetlo Spirilo San-
to ripieno T Late. Sibili. 1. X Non ìj-
pele voi eh' egli e meglio ubbidire , che
santificare ?
g. L Per Canonizzare. Lat. in San-
ctorum numernm adscribere. Gr. arro-
'stoZ'i. e. ì'. I . t>2. I. £ simile santifi-
carono con lui santo Eugenio.
g. II. Per Divenir santo. Vend. Crist.
Op. div. Andr. H3- Molli si convertirono
alla fede di Cristo, e ricevettero il batte-
simo, e poi santificarontt. Tes. Br. 3. 25.
E però santificaro molti appostolici di-
nanzi a lui, perche soQerirono marlirii, e
tormenti per mantenere la diritta fede.
Dittam. o, 3. Allor mi piacque Trovarmi
dove giace, e si santifica.
•f SANTIFICATO. Add. da Saniifi.
C'ire. Pass. 3o. Santo leremia profeta ,
santificato nel ventre della madre sua ,
dtcea in persona di Dio. C<^/1. .-Ih. Isaac,
5i. Per lo peccato irragiooabile, iL.. fue
nelli suoi speziali sacerdoti, e giudici , e
principi, e santificati suoi (qui inforza
di suitantivo ) .
t SANTIFICATORE. Ferbal. masc
Che, o Chi santifica. Lat . saactificator.
Gr. àycaaT/;';. C. ^.7. 37. 5. Sii, Si-
gnore Iddio, del popolo tuo santificalore
V guardiano.
SANTIFICAZIONE, /l santificare. Lat.
sanctificatio.Gr. aytRa/j.o'{. Annoi. Fang.
Date le membra vostre alla giustizia, e in
santificazione. Cavale. Discipl. fpir. Avrete
in questa vita frullo in santificaiiooe, cioè
in puritli.
SANTIFICO. /'. A. Uom^ di santa
vita. G. F. 1 2. 35. 5. Il dello anno ,
addi 12. di Mano, pauò di questa vita
il santifico, uno Iacopo Fiorentino, re.
SANTIMONIA. Santità. Lat. sancu-
tat, tanctimonia. Gr. àyiSTfl;. 3/«jre. 26.
118- Cb'ei sapeva anche simulare, e finge-
re Castità, saniiroonia.e divozione. Belline.
san. 201. Che »ol per santimonia vive d'erba.
*f « SANTINFIZZA. F^ce poco usa-
ta. Graffiasantt , Ipocrilo. Lai. pietatts
simulator. Gr. uTiOz^tT*;'?- Malm. 7. 68-
O lec<*j pcverada . Carne stantia, barba
putlolosa. Ribaldo, sanliofizu, gabbadei.
Che a quel d' altri poa* cinque, e levi
sei. (•) Mtnucc. ivi: Ver santinfizza s'in-
tendono certi torcicolli , che aUono tutte
il giorno davanti a una immagine d* un
Santo, perchè si creda che essi facciano
orazione. (B)
*\ * SANTINO. Immiginettadi Saatv
stampata in leeno, 0 in rame, e per lo
più miniata. Forti::. BicciarJ. 3. 23. Io
questo beo sapra ch'era tantino, E '1 no-
merò dicca delle peccata , Onde il mae-
stro davami il santino. 3tagal. Lelt. Non
mi dimentico de* santini che vi ho pro-
messi ; ma giacché ì miei pittori ec non
ci hanno ancor messo mano, ec. fA)
SANTISSIMAMENTE . Superht. di
Santamente. Lai. s.incli$.fime. Or. eéyi-
ùJTarx. Bocc. Leit. Pr. S. Ap. 39^* Òt-
liinamente di' , aoiÌ santissimamente, ed
amichevolmente. Farch. Ercol. 297. L'al-
tro solo quelle dell'animo santissimameolc
ditidrri.
SANTISSIMO. Superi, di Santo. LaL
sanctisiimus. Gr. ocyt^iTaTO;. Bocc. nov,
i. 20. Ad ogni uomo addiviene, quan-
tunque santissimo sia. il parergli* dopo
lungo digiuno, buono Ìl mjiiicare. Emum.
3o. Diedegli la sua benediuone, avendolo
per santissimo uomo. Petr. canj. ^\. 6-
Cosa nuova a vederla. Già santissima, e
dolce, ancor acerba; Parca chiusa in or
fio candida perla. D'nl. Purg. 33- lo
ritornai dalla santitsim* onda Rifatto si,
come piante novelle. / it. S. Gio. Dal.
188. Zacrberia, uomo fedeIts*imo e santo,
e che conoscea la donna sua santissima, ec.
§. 1. Santissimo, e anche Titolo che si
dà al S-mnio Pontefice. Lai. tanctissi-
nius Bui Parg. 19. 2. Volea dire forse
santissimo Padre ec, che cosi 1' usa dire
al Pana.
f i g. II. Santissimo , in forza di
sust. vale Uomo di gran santità. ì'it* SS.
Pad. 1. l38- Ed era questo untissimo di
tanta virtù, ec, (ì )
SANTITÀ*. SANTITADE e SANTI-
TATE. Astratto di Sinto , SafUimotita.
Lai. sanctitas. Gr. dytozrii. Bocc, nov.
60. 7. Avrebbe forxa di guastare ogni lor
virtù, ogni lor senno, ogni lor santilà .
Nov. ani. 100. H). La lena addivieoe o
per santitade. o per peccato. Fit. S. Gio.
Bat. Tornando a cau dicevano sì grandi
novelle della sua santilà, che non sì po-
trebbe dire. Fit. SS. Pad. i. ì^. Awe-
gnacbè lutti quasi avanzasse in fama e in
verità di santità, a tutti non però di mo-
no era caro, e graziovo, E 69. Udendo la
fama della sua sanliUde una donna ec.
E 70. Stette con Harione aggiuralo.
anzi sforzato da lui per la sua sanlitada.
Bern tiri. 1. 20. !^. La saniilk comio-
cia dalle mani, Moa dalla boera, o daWi-
so, o da* panni.
§. I. Per Titta che si dà al Sommo
Pontefice. Lat. beatitudò. sanctitas. Bocc.
no**. |3. 21. Acciocché la voUra Santità
mi marilaue. E nnm. 22. Per visitare gli
santi luoghi e reverendi, de' quali qursta
città è piena, e 1j vostra Sanliià.
* %. II Santità, per tirtà im cernere-
to. Iit S. Domil 274- Ogni sautità,
quando si perde per alcuno peccato, si può
ritornare allo stalo di prima per la pc
nitrnza: ma sola la virginità al suo staU
ritornare doo li può. (/')
A Pfi^^
SANTO- Susi. Cfiiesa. Lat. aeJes sa-
cra, tcniplum. Gr to t'fi^o'v. Docc. nov.
•jz. Q. Che viJelc che non ci poiso an-
dare a saotu, né in niiin liuun luogo. E
mtm. 12. Po5ci.i [ijilitosi in gonnella (rhe
parcvj che venisse Ja servire a nozze ) ,
se ne tornò al sjoto. f'tt,SS. Pod. Quan-
do uscivaou di ijntti, addimaudava loro
perdono. J3org/t. lese. Fior- 4^7* "
qual Dome di »jiito ec. si diede allora per
suo proprio alle chiese, che lungamente
durò. lor. Miti, yenc. 43- 'o '* \cddi
tornar, Nem-ia, dal sanio : Eli sì bella,
che tu ni'ablugli<tsli.
§. 1 Entrare in s<into, o .-indiire in
santo, o Menare it santo , si dice delV
Andart, o Eaer condotte U pattorienli
la prinui l'oUn dopo i7 parto in cìiiesa
per la beneduione del sacerdote i e Met-
tere in santo, l'Atto che fa ti sacerdote
di benedirle i ed in questa sola occasione
si usa oggi In voce Scinto per Chiesa.
Segr. Fior* Mandr, 5. 2. Farò levare, e
Javare la donna, e farolla venire alla chie-
sa, ed entrare in santo. E se, 5. Egli è
lienCj ch'io vada innanzi a pjrlare al
frale, e dirgli che ti &ì faccia incontro in
itjW uscio di-llj chiesa per menarti in
santo, perchè e^Ii è proprio stamane come
se tu rinascessi. E se. ult. Tu, Lucrezia,
•juanti grossont bai a dare al frate per
entrare in santo? (in questi tre esempli
si accenna una somigliante funzione , wa
per altro motivo J. Jtorgh. Tese. Fior.
à2'J. Mettendosi, come è l'usanza, dopo
il parto la donna in chiesa, si dice anco
r.i. ritenendo eoa 1* antica usanza il vec-
chio nomo, mettere in santo.
§. II. Santo, o Santi, si dicono le Pit-
turCt 0 Stampe in cui sia effigialo alcun
santo, o altro. Lai. imagines sacrae. Gr.
«i'/OV£; a/i'wv. B^rgh, Orig. Fir. 203.
Come ancor oggi i t'anciulU soglion chia-
mar santi tutte te pitture.
SA^TO. Add. Quegli il quale è elette
da Dio del numero de' Beati, e dalla Chiesti
tenuto, 0 canonizzale per tale. Lat. sanclus.
Gr. ayto^. Pass. 3. Come dice il Maestro
ifelle seolensie disamo Agostino, e santo
Isidero, e santo Gregorio, e alcuni altri.
Dant. Par. l6. Ditemi, dell' ovil di san
Giovanni. Petr. canz, 22. 2. I' die'in
guardia a san Pietro, or non più, no.
§. 1 Dassi tale epitelo amhe a Dio
stesso. Dant. Par. 26. Dicea cogli altri:
santo, santo, santo.
§. II. Si dà questo epiteto anche a
quelle cose, che riguaiduno Dio, o che
da lui derivano, f'it. SS. Pad. i. I. Co-
me scrive messer san Gregorio , nobile
dottore di santa Chiesa, alquanti si muo-
vono più a ben fare per assempri , che
per parole, p'ii. S. Gir. 9. Quest' uomo
ec. ora priega per la Chiesa santa , per
la quale tanto s' allalicu. Bed. leti. 2.
IQ2> Il buono Dio le assisterà con la sua
santa grazia in questa virtuosa , e carita-
tiva fatica- E 207. Non lasciò mai pas-
sar congiuntura alcuna di dir qualche
parola in servizio di quel buon amico ve-
nuto alla santa Fede.
* §. Ili. Per Bati/tcat), Confermalo,
Approvato, Statuito. But. Par, 6. Sacru è
quello che s' appartiene a Dio j santo è
quello che è fermato, e statuto ad alcu-
no fine ( lat. sancitum ). (f'J Bemb, Star,
lib. 3. Questa lega in ogni modo volle
il Papa pe* suoi brievi scritti al Seoalo ,
rhe rata e santa fosse. (Br)
% IV. Santo Padre, maniera con cui
comunemente *' appella il Papa. Bocc.
nov. i3. 11. Andiam noi con esso lui a
Roma ad impetrare dal santo Padre ,
che ec.
§. V. Santa, si dice anche alV Anima
eh* è in luogo di salvatone, presso Dant.
J'o:abolano T lì.
SAN
Par, itì. Al parto, io che mia madre,
eh' è or canta, S' alleviò di me, ond* era
grave.
g. Vi. Santo , si chiama anche Cv.'ni
che in questo mondo . vive srintantr/Uv.
Bocc. nov. 43. 16. Per ventura v' era una
sua donna, Li qual buonissima , e santa
dunoa eia. Peir. so'i. 2O9. Santa, saggia,
leggiadra, onesta, e bella.
g. VII. Talora si dà questo aggiunto
a membra, a luo-^o, e simili co<e, clic
attengono a santo. Dant. Inf. 2. Fur sta-
biliti per lo loco santo, U* siede il succes-
sor del maggior Piero. E Par, 3. Che
sorridendo ardea negli occhi santi. Amet.
3g. Le sante vuci, udite da me con ani-
mo attento, mi fecero pietoso.
* g. Vili. Santo, è anche aggiunto dì
pane, e vale Pane che si fa di piccole
fttte, tubate nel brodo, rinvo/te nelle uo-
va sbattute , e di poi fritte nel lardo .
r. PANE, g. XIX. (C)
* §. IX. Santo, talora vale Perjello,
Buono. Malm. e. 2. st. 52. E gli passo ,
fuggendo, allor davanti Per traviarlo ,
solo con speranza D' avere a far di luì
più boccou s.mli. Minucc. ivi: Più hoc-
con santi. Più Iiuun bocconi. La voce
santi in casi simili significa perfezione in
generale. (B)
g. X. Sunto, sì prende anche per Pio,
Religioso. Lat. pius, sanctus, f'it. SS.
Pad. I. 14. Tutte le vatudi ec. si ridu-
cea a memoria, e quasi per santa consi-
derazione masticandole. E appresso: In-
fiammato di mirabile fervore e d'uoa
santa superbia, studiava che nullo s'avan-
zasse, ne eccedesse. E appresso: Brigava
molto, tentandolo, di ritrarnelo da quel
santo proponimento. E 35. Tutti con san-
to studio, e con mirabile fervore isforza-
vansi d'avanzare l'uno l'allro in carità.
Segner. PreJ. S. I. Credo però, che quel
che tanto poti? nella Cananea, fosse, a dir
vero, una sfacciataggine santa , cagionala
in lei dalla fede.
g. m. Di santrt ragione, 0 D*una santa
ragione, posti aeverbialm. vogliono Gran-
demente, Copiosamenti: , In abbondanza.
Lat. acriler, vehenientcr, mognopere. Gr.
'Sfo'òpx. Bocc. nov. 68. 10. Battutala
adunque di santa ragione, e tagliatile i
capelli ec, disse : ec. Malnu li. 20. Ei
suoi, che di tal arme ban la licenza. Glie-
ne daran d' una santa ragione.
§. XII. Avere una santa pazienza, vale
Acquietarsi, Soffrir con pazienza. Red,
lett. 2. 78. Se poi non avrò tanto fiato
da poterlo servire , bisognerà che ancor
esso abbia una santa pazienza.
g. XIII. Aver qualche Santo , 0 buon
Santo in Paradiso, vale Aver buoni aiu-
ti, 0 gagliardi protettori, per Cvnseguir
checchessia. Lat. validis inniti praesidiis.
Gr. ^uvarous s^^'^ cuvaywvtffTtf's.
§. XIV. Dicesi a chi vuol pensare in
un negozio da first a troppe sottigliezze:
Qualche snnto ci aiuterà, o simili j ed è
lo stesso che dire: Il tempo ci darà con-
siglio, o Cosa fatta capo ha. Lat. Deus
providebit. Geli. Sport, i^. I. Poi qualche
santo ci aiuterebbe.^ Ambr. Furt. 1.3.
Facendogliene una, gliene potrei Far ben
anco dua: qualche Santo in questo mez-
zo ci aiuterà. (ì'}
§. XV'. Rivolere i santi suoi quando
è guasta la festa j proverbio che si di-
ce d' l Rivolere alcuna Cosa donala. Fir.
Lue. 4. 3. Per dirne il vero, ell'ba mille
ragioni ; che questo rivolere i suoi santi
com£ si guasta la festa , è cosa da fan-
ciulli.
§. XVI. Scherza .co' fanti, e lascia stare
i Santi. Ved. SCHERZARE, g. IV.
* §. XVil. Olio Santo, r. OLIO, §.
vili (Cj
S A >'
>oog
SANTOCCniEnrA. Simulata pietà ,
/pjcrisia. Sfid. Slor. 1. ^8. Ingannano
le credule nienli degli uomini con gran
bugie, e con vaiìi* santocchierie.
=1* SANTOCCHIO. Dedito alla santoc-
chieria, l'ortig. cap. 8. La corte e un
ampio mare, uve si nuota Da tutlÌ noi ,
e atfoganvt parecchi ; E mm vai di moli'
anni esser pilota , Cbè aflondanvi i saa-
locchi asciutli e scerbi, (li)
SANTOCCIO. ì'oce usata dal Bocc.
in significato di Sciocco, o dt Scimunito.
Lat. bardus,faiuus,siitplex.Gv. i'u/.'&t];.
Bocc. r.ov. 6j. 12. Il santoCii<» credendo
queste cose , tanto 1* afiezion del figliuol
lo strinse, che egli non pose 1* animo al-
l' inganno fattogli dalla moglie.
•f -:• SANTOLO. Con tal nome chia-
masi dal figlioccio Colui che l'ha levalo
al sacro fonte , 0 presentato alla cresi-
ma. Pecor. g, 4" "• *• Voglio , com' io
son morto, che tu te ne vada a Vinegia
a un tuo santolo , che ha uouic messere
Ansaldo, ec. (Aj Reg, Matr. 37. Nessuna
femmina può pigliare per mariio il suo
compare, oè il suo 6gli'»ccìo, ne il suo
santolo. Similmente il figliurcio non può
pigliar pLT mnglie la figliuo'a carnale né
legittima, ni; bastarda del suo nonno , o
nonna, ovver santoli. (C)
Sk^TO^lGO.Erba simileaW Assenzio.
Lai. t.bsynthium sanlonicum. J'el. Dio-
scor. Cr. 10. 6. 4- Dagli sopra'l pasto su-
go di foglie di pesco, ovvero polvere di
santonico, e sarà liberato. Ricett. Fior.
38. Quel (eupatorio) di Mesue è quoiP
erba amara, chiamata da alcuni canforata,
e da altri erba giuba , della volgarmente
santonico, che sì tiene che ella sia l'age-
rato di Dioscoride.
f SANTOREGGIA. Erba odorifera, ed
appetitosa, la quale agevola la digestione,
e però molto usala negl' intingoli. Lat.
satureia. Gr. '^Ùfi^coc. Pallnd.cap, 38. H
primo grado de' buoni fiori si è il limo
ec, il terzo è ramerino, e santoreggia. Cr.
6. 121. 1. La santoreggia i.- calda e secca
in secondo grado, e seminasi del mese di
Dicembre ec mescolatamente con l'altre
erbe. Dav. Colt. 198. Di Febbraio semi-
na cavoli ce, santoreggia, invidia , smi-
naci.
SANTUARIA, e SANTUARIO. Reli-
quia dt Santi, o Arnese sacro. Lat. San-
ctoruni reliquiae. Gr. ayt'wv /ìt>^«va.
G, V. 6.85- 2. La sua mantellina fode-
rata di vaio ec. mostravasi in san Fnano
di Lucca, come una sanluaria. E 10- 9p-
2. Spogliò san Fortunato di tutti i gioielli
e saniuarie , infino alle lampane. Lib.
Viagg. E in quello teneano i Giudei i
loro saniuarii, ovvero reliquie.
g. I. Santuario, si dice anche la Chie-
sa, o il Luogo dove si conservano le re-
liquie, o simili, Lat." sanctuarium. Gr.
«•/lasTvj'ptov. Sen. Pisi. gS-Come que\
che sono sacrati, solamente sanno i secreti
de' sacrificii; cosi in filosofia son mostrali
a coloro che son ricevuti a'suoi saniuani
(qui per similit.). Segner. Pred. 23, 4-
Rispelterano'j Dio su i circoli delle stra-
de quei che l'onorano cosi poco nel cuore
de' santuari! ?
g. II. Inforza d'add. per Santo, ma
niera antica. Gap. Impr. prol. ì-.^ qual
compagnia fu creata per la della chiesa
repararc, e conservare, e molte saniuarie
osservanzie in onore di Dio , e della sua
beata Madre. E nppresso : Le singulari
grazie che Iddio ha fatte sotto la mezza-
nità delle saniuarie dipinte, e non dipinte
immagini.
SANTUARIAMENTE. /'. A. Avverh.
SanVimenle. Lat. sancte , Gr. aytw; .
Cap. Impr. prol. La della ecclesia nesa-
ràe santuariamente coltivala , e esaltata,
127
lOlO
S A 5
«SANTUARIO. ;Vrf. SANTUARU.(')
* SANTOLA. Matrin". Cimare. Lat.
*>ommaier. Gr. r, a'/y.Oix*'^.'^-'"]' ■^"'-
Purf. 12. 1. Ld sanluli , o vero mairi*
na, che lo presento al haUrjimo. (*) Eap-
presso : 1.3 iaolula , o vi-ro malrina, che
lo tenne al liallesimo , suguò ec. (li)
•f SANTUKIA. F. A. Cosa santa ,
Santuaria. Lat. res sancta, sacra. Gr.
ayto'v Tt. Bicord. MaUsp. 172. Moitra-
▼ast ia santo Fridiano, come una sanlu-
ria (la stampa de Gitinti ha: io santo
Frìano, com' una sanlura ).
•f * Sk^TXSSSV..! ocr schcrzevoU, ed
antica. Parere il santiis^e, s* dicr di Chi
mostra dt fuori gran pirtii. Cecch. At-
siuol. I. 2. E matlonna Vi-rJiana, che pa-
re il sanlasse , parv' egli però che la fac-
cia tiene a tener mano ec. (/')
SA>ZA. l'ed. SENZA.
# SANZIARE. r. A. Stniuire, Stan-
ilare. Ott. Com. In/. I9. 355l E saniiò
(Costantino ) che la Chie&.i di Ruma fosse
madre dì tutte le (^bìe&c del mondo. (ìVj
•f * SX^ZXOyE. f<atificnzione , Con-
fermazione. Tt-rm . c/tr' Legisti , i quali
per lo più chiamano Sanzione Quella
pnrt^ fltlla l<'g^e, c/te contiene fa minac-
cia della penn ai trnsgrrsiori, o la pro-
messa dt riccmpemn aglt osservatori di
e4sa leggff ovvero il henet o il male che
conseguono (per effetto della legt^e ) dalla
osservanza, o trasc;ressione dell-i mtdest-
ma. Mn^al. pait. 2. leti. 7. Circa il ve-
nire o il non venire la logge mosaica da
Dio ec.f o ella si consideri nella suj ori-
gine, o si consideri nelle sue sanzioni,
tutte conformi ai dettami della ragione ec,
Teniva a essere ec (Aj Cvs. leti, Cic, 2.
109. Ma tu vedi delle leggi abrogate non
essersi mai osservate le sanzioni. (C)
SAPA. yfosto cotto, e alquanto con-
densato nel bollire, che serve per condi-
mento. Lat- sapa. Gr. st^Kiov. Pallad.
Cenn. i5. Le sorbe si possano lungo tem-
po serbare nella sapa. Cr. ij. 19. 3. Cato
dice , r uve nelle pentole comodissima-
rnente riporsi, e in sapa , e in mosto be-
oe. ♦ fi 4- 26. 3. La sapa, quando ^/<o/-
iendo) è tornata la terza parie, la quale
tnigliore fanno le mele, ce. (F) Buon.
Fier. 4- 4- ^^' Quanta bau venduta ri-
goTeroatura, Quanta s^pa per racle gli spe-
ziali.
* SAPERDE. Sorta di pesce fluviale.
Salvin. DiiC. 3. 193. Messogli in mano
un pesce detto saperde, se lo conduceva
dietro. E appresso : Diogene ec. incontra-
tolo, rideoilo gli disse, la tua e mia ami-
citia un saperde ha disciulla. (N)
5 SAPERE. Verho che anche presso
gli antichi (j disse SAVERE, e in duerni
suoi modi fu usato con varie terminazio-
ni. Aver certa cognizione d' alcuna cota
per via di ragione, o di esperienza, 0
ff altrui niazionr j e si usa , non the
nella sìgnijicazione att., ma nella neutr.,
e nella neutr. pass, ancora. Lai. scire ,
sapere. Gr. ei'cs'vct. Sm, Pi<t. 33. Po-
ruech' altra cosa e ricordare, allra è sape-
re. E ricordare si ì* quando la cosa l- data
a guardare alla memoria ; sapere si è di-
re, e fare del suo proprio, sjnta stillo-
mettersi all'altrui maestria, e agli esem-
pli, e non dir sempre secondo eh' è detto
di sopra : questo disse costui , e questo
disse quell'altro; ma sia alcuna diBVrcn-
la intra te, e l'altro. T. //. Ah. Isnac.
Non e di lungi dui sapere quegli che ha
inconiiociato ad intendere quello, ehe egli
non sa. Dani. Pnrj;. 5. SuUi colui che
inoaneilala pria, Disposandn. in' avea colla
sua gemma. L 3i. Non fura men nota La
Culpa tua , da lai giudice sassi. E ap
presso : Salsi miei the la cagion mi por
se. E Par. 3. Siccbt' poi sappi sol tener
SAP
lo guado. E 3. Dio \o SI sa qual poi mia
vita fusi. E 23. T*M» più grande, di se
slessa uscio; E che si f<fMe hnipnibrar nuo
sape. Petr. ton. 216. Nir so che me ne
pensi, o che mi dica. E canz 33- 5. E
gli aspidi incantar tanno in lor note Bocc.
nov. Zcf. 11. La mattina seguente fu sa-
pulo per tutta la contrada come questa
cosa era stata (qui Lat. rescire . Gr.
/lavàa'v!!'). E nov. ^2. 9. E dod sap-
piendo ella stessa che cagione a ciò la si
movesse, io se stessa prese buono augu-
rio d' aver quello nome udito, e comio-
ciù a sperare, senza saper che. E nov. 79.
47. Voi tremavate come verga, e non sa-
pavate dove voi vi foste. E nov. 07. 8.
Temo morire , e pia non saccio V ora.
Guitt. leti. 19. Non saccio vero consiglio
alcuno, che il vostro. E lett 34< Qaesto
è mio giuoco , e ad altro giuncare noo
sappo. E appresso: lo più non sappo,
che tu oggi ni>l sappia. Eranc. Baih. Jij6.
3. £ sacci, che è maggiore Villa , se no
l'onore, Ptm. ont. Dani. Maian. 83.
Ogne plager, sacriate. Avanza sofTorema.
E 84> Ne cosa altra gradita Alla vostra
beltate Manca, donna, sacciate. Che pietà.
g. I. Esser saputo , in signìfic. pass.,
vale Es<er nominato , lodato, 0 riputato
savio. Pass. 323. Sono alcuni altri, che
vogliono sapere per esser sapuli, cioè per
esser conosciuti, e tenuti savii. Cavale.
Fritti, ling. Sono alcuni, che studiano per
sapere, e questo studio è curiosità ; alcuni
per esser s.tputi, cioì: nominali e laudali,
e questa è vaniia.
§. II. Saper di lihro , vaie Esser
dotto assolutamente i modo basso.
§. III. Saper di geometri'i, di grama-
tica, e simili, vale Esser dotto in quelle
scienze, 0 facoltà. * Ar. Fur. 35. 36.
Possa io trovare un eh' a colui resista, E
sappia tanto d'arme e di battaglia. Che '1
fiume e '1 ponte al Pjgan poco vaglia. (Pe)
§. IV. Sapere a mente, vale Avere im-
pressa alcuna cosa nella memoria in ma-
niera che si possa ridire. Lat. memoria
tenere. Gr. :r«^a/aT£);£iv t») /jtv/j'uv] .
Bocc. nov. 70. 10. Si fu UDO, il qual pa-
reva che tulli i miei peccati sapesse a
meate. Cat. lelt. 5l. Manderò i sonetti
con le prime, che il libro è a Murano^ e
io non gli so bene a mente.
§. V. Saper per lo senno a mente
checchessia, vale Averne intera scienza,
minutissima notista. Lat. exploi atum ,
peritpectuniqiie fiabe re j prcbe caliere, Gt.
tÀxpi^d yivwVxeiv, e/ji-£t'36j; exetv./ rt*--
ch. Slor. 12. 449' *** Firenze vivono an-
cora, se non più . diecimila persone , le
quali le sanno ec. per lo senno a mente.
E Ercol. 97. Non e sì tristo artigiano
dentro a quelle mur.i che voi vedete ce ,
il quale noo sappia di questi motti, e ri-
boboli i^er lo senno .1 mente le centinaia.
Gal. Sist. 27* Ci »on molli che sanno |>er
lo senno a mente tutta la poetica, e son
noi infelici nel comporre quattro versi.
§. VL Saper alcuna Cosa di buon Imo-
gi>, vale Averne certa e chiara notizia.
Fir. Trin. prof. Questa sera si fa la scrii-
la, ed io lo so di buon luogo.
§. VII, Saper vivere, vale Aver pru-
denia.
g. Vin. Saperdi barca menare s modo
basso, ihe vale Avere astuzie per arri-
vare a'suoi_fini. # Salvin. disc. 2. 101.
La fortuna, soggiugoc , dli i suoi beoi a
chi S.I di barca menare, come da noi in
modo basso si dice. (C) E Opp. 20a Ih
nota. Noi dichiamo d' uomo aemrtu e de-
stro nel condurre i ncgozii : Sa di barca
menare, s.i navigar secondo 1 venti, irati*
la similitudine dalla nautica. (J\')
^ g. I\. Saper navigai* ad ogni ven-
to , diceti provctbialm. di Chi sa adat-
SAP
tarsi alle circostanze , e fare dtlia neces-
sità virtù. 'LaU ser*ife temporihas. Cecch.
Sti.v. 5* 8. lo ioteodo; e so che la
sei uomo che hai ingegno, e sai essere io
ogni lato, e navigare a ogni veoto. ((-)
t g. X. Sapere a* quanti di e sai
Biagio, proverbialmente, e in modo basso,
vale Etser accorto , o pratico dt chec-
chessia. Farch. Ercbl. 57. Quando alcu-
no fa, o dice alcuna cosa sciocca, o bia-
simevole, e da uoa dovergli per dappo-
caggine, e tardità, o più tosto tardezia
sua, riuscire, per mostrargli L scioccfaezaa
e mentecattaggine sua, »e gli dice : ec. »
tu perdi il tempo, tu non sai a quanti di
è san Uiagio, tu f^rai .a metà di oooool-
la, tu non sai mezze te messe, ec. Segr.
Fior, Cliz. 2 3. Ognuno di noi sa a
quauti di è tao Biagio. # Ambr. Furt.
4. l3. Eh , Guicciardo . Don accade far
tante maraviglie ; noi sappiamo aucbe noi
a quanti di e san Biagio. (F)
•f g. XI. Saper dove il dtavol tten
la Coda, in modo basto, v/ile Avere espe-
rienza, e notizia anche delle cote meno
note, e non avvertite comunemente j Co-
noscere gP inganni s Essere astuto, sa-
gace. Lat. cnlùdum , vrleratortm esse.
Gr. Travou^ysT*. /ed. Flos. 25i. Bocc.
nov* 77. 70. La maggior parte (degli
SCO 'ari) sanno dove ildiavol lieo la co-
da. Salv. Grandi. 3- 9. So dove il dia-
Voi lieo la coda, Quand* io non upeu*al-
Iro. Ciriff". Calv, \. 27. Perocch* egli o
malvagio e pien di froda. E sa ben dove
il diavol lieD la coda. Varch. Ercol. 78.
Generalmente d'uno , che conosca il pel
nell'uovo, e non gli chiocci il ferro, e
sappia do«c il diavol tien la coda, si di-
ce: egli ha il diavolo nell'ampolla.
f * § XH. Sapere del momio, o delle
cose del mondo, vale A^tre molta espe-
rienza degli a/fari o delle cose del m^^ndo.
Bocc. g. 7. n. 2. Tu, che se' uomo, e vai
attorno , e dovresti sapere delle cose del
mondo, hai venduto un doglio cinque gi-
gliati, il quale io femminella ce. 1' ho veo-
dolo sette. (V)Danl. Pur^. 21 Del mondo
seppi, e quel valore amai , Al quale ha
or ciascun disteso V %xeo.{Br)
%. XIII. Saper fare, si dice deWCfor
modi industriosi per arrivare a' suoi finL
Lai. catltditale uli, catlidum esse , aslit
contendere. Gr. ittnvovsyùv. Sen, Ben,
Farch. 2. 28. Colui non è pari a me nò
di virtù, ne di meriti, ma ha saputo f^rv.
2' yiiy ■ Saper t'intofare, % ale lo stesso
che Fare in ntanierm. Adoperarsi, o in-
gegnarsi tn guisa j modo basso. Lai. ef-
ficrre, p*rfìcere. Gr èffi?K3i!c*, JtaTfaT-
T«»v Bocc. nov, 77. 4^' l*» **PP' l*"'<*
fare, che io costassù ti feci salire ; sappi
tu ora tanto f<ire, che tu »• scenda.
§. XV. .Vo'i saper fare altro, o yon
sapere altro, che gridare, o simili , vw-
gliono Man fur mm altro, che gridare,
o simili. Lat. nihil atiud velie, ani pese.
Gr. oucìva^ìo ^ov/ìi^rsti. r, ouvotsOai.
Petr. son. 3o8. Ne 1» orecchie, che udir*
altro non sanno, Scnia 1' oneste soe dolci
parole.
g, XVI. Tion taprr che 0i/mrr» Aon
S'iper che si dire, %'iìghone Et0trt irri-
soluto. Lat incertum animi etse, ni ex>-
tum non tavenire, quid quis agat mesei'
re. Gr. «TOJiìv. Bocc. nov. 34- t). Sap-
pitndo che il re Gutlielmo tao avolo da-
la avea la sicDrli al Be di Tunisi , non
sapeva che (arsi.
\ g. XVII. Pion saper mezze l* mei-
se L«t. multa ignorare. Gr ?roA^ otyvo-
cTv. / arxh. Ucci. 57. Quando alcano
fa, o dice alcuna cosa sciocca, o biasime-
vole, e da ni<n dovergli per dappocaggi-
ne, e lardila , o più tosto lardeata sua .
riuscire, per mostrargli U leìocfheua e
SAP
SAP
SAP
1011
menlecatlaggine sua, «e gli dice : ce, m
pcriii il tempo, tu noo sai a quanti ili è
san Bidgio, tu farai la metà Ji nounulla,
tu non sai mi'izt' le messe. l'C. r'ir. Lue.
A. 6. Voi noD sapete mrize le messe; egli
ò iunamoralo Iradicio Ji questa c;inlonie
ra, clip sia qui vicina. Jìern. nm. l. 43.
£ se fosse qualcun che gli cocesse, E vo-
lesse maogiarli in varii mudi. Ditegli che
DOD sa meixe temeste (paria de' cnrdi).
* §. XVIII. -Vo/i ne sipere straccio,
Òuccicata^e stntili,i/icesi Quando d'alcuna
cosa no'i se nf sa niente, f. BUCCICATA,
« STHACCIO. (O
§. XIX. Non snper più Ai, i-ale Saper
poche cose, Jppos^rsi della prima appa-
renza . Cìrc. Geli. 8 ipy. I.a eloquenia
tua è tale, e'I hj tanta forza, che chi fus-
se stalo a udirti , e ooo sapesse più là ,
rrederehhc, che tutto quello che bai dello
fusse il vero.
# §. XX. Senza saper più là, vale
Senza esstrv hene in/ormato delle cose .
Varch. Krr. Gtcv. 58- Taddeo Guiducci
non er.i più onorato rittadino.clie il Co-
nODC, e Bartolo Ted:tldi, ma egli senza
saper più là , perchè era dalla parte de*
Medici, il loda. (C)
f 5*: §. XXI. Non voler saper più
niente dtr'/ntti d'alcuno, vale Non voler
aver che/are più con alcuno. Se^ner. Pted,
3. IO. Air ultimo Don vogliamo più saper
niente de 'fatti suoi, non lo vogliamo ve-
dere, non Io vogliamo udire, gli vogliamo
per lulto villanamente voltar le spalle. (!')
# §. XXII. Non sapere accozzar trv
pallottole in un ha>.in<.ì , vale Non saper
fare anche le cose JaciUssime , J'. PAL-
LOTTOLA, §. II. (N)
*é §. XXilIa Non sapere accozzare in un
anno tre mani di noccioli, vale Fsser da
poco. Non esser buono a niente. V. NOC-
CIOLO, S. VI. (N)
■f tf §.XXIV. Non saper che siaunaco-
sa t vale Non conoscere. Non sapete per
esperienza che sta una cosa, e dicesi co-
sì delle persone, come delle cose. Dani.
Purg. 3o. Quando 'l Seitenirion del pri-
mo cielo , Che né occaso mai seppe uè
l'Ito, Ne d'altra nebliia che di colpa ve-
Io ec. (cioè .• non Ju mai sogj^ctto ad oc-
caso). (V)
* g. XXV. Non saper /' abbini, fi-
guratam. , vale Mancar dell' inV lligetiza
dei principii. V. ABBICCI', g. (N)
# §. XXVI. Non Sapere quel eh* ticm
Hpejcchi r. PESCARE, g. VII. (•)
5r § XXVU. Non sapere quante dita si
ha nelle mani. /'. DITO. g. VII. {*)
^ §. XXVIII. Non sapere quanti piedi s'
entrino in uno stivale. J . STIVALE. (')
tf §.XXIX. Sa meglio il pazzo ijalti
suoi , che ^l savio quelli degli altri , e
vale Che ne* fatti proprii c^nun ne sa più
degli altri. V. PAZZO, g. XI. (VJ
^ %. XXX. Saperne pota, o molta >
i'ale Non esserv , o Kssere valente in
• checchessia. Non Sapere, o Sapere mol-
te cose. Salvi/I. J'u. f>to^. 206. Veden-
do un giuocatore di bracria o lottatore ,
che ne sapeva poca, fare il medico, per-
chè questoT disse: forse il fai per battere
> terra coloro , che una volta li vìnse-
* g. XXXI. Sapersela , vale Saper il
fatto suo. Essere accorto, f'arch. Ercol.
78 Quando alruno, per esser pratico del
mondo, non è uomo da essere aggirato ,
né fallo fare, $i dice : egli se la sa. (C)
Jmbr. Cof. 4. 2. Egli ha cfra d* uom
pratico, e d'un che se la sappia bene. fF;
f g. XXXII. Venire a non si sapere,
vale ì'enrre in dimenticanza. Borgh. Vesc.
Fior, ^^2. Le cose inlanlu 6t mutano, o
mancano , e cosi vengono per difetto di
scrittori ■ non si s^prre (F)
* g. XXXIII. Dovete sapete, Dob-
btam-> sapere , e stilili j miniere tUtlo
stil familiare, co'i cui s'introduce qual-
che parte del discorso, e per lo ptù una
narrazione , o dicliiaratione . Cavale.
Specch. Cr. 4. Veggiarno adunque come
questo modo fu più convenevole e più
efficace, rhe nìuuo altro iikkIo. Dubbi-'ino
sapere, come dice santo Anselmo, che Id-
dio fece r uomo per dargli bealiiudine
perfetta. (P)
* g. XXXIV. Sai che è? Sai com'è?
Motti familiari iisnti quasi per riempi-
mento, o conclusione di discorso. « lìocc.
nov. y-. iQ. Ma sai che è? portatelo io
pace; che quello the sranotle non è po-
tuto essere, sarà un'altra volta». Pe-
cor. g. ^. n. l. Disse M An*.ildi>, quan-
do ebbe inteso lulto: Sai com'è, Gian-
netto T Non ti dare punto di rniininconia;
poich'io t'ho naviiip, io sun contento. f/-';
t * §. XXXV. E sai the , o E sai
se, maniere d' affermare, che valgono j4l
certo che, e simih. Lasc. Celos. 5. 3.
Quante volle gli dissi eh' egli slesse alla
posta, e in orecchi! ec. o sai ch'io non
gli ho dato l'agio. (V) Jìert, Ginnip. 225.
E sai se voi siete venuto fuora col ve-
stito del di delle feste I (C)
t '\'%. XXXVI. Sappi, yosto così asso-
lulamente senza altra caso, significa / e-
ritmenle. Al certo, Prr mia fede Bocc.
nov, 8. l3. Sappi, chi sarebbe stato che
avesse credulo the in Mugnone si doves
se truvare una così virtuosa pietra altri
che noi? (A)
§. XXXVII. Et sn molto. Io so molto.
Che so io ? Che sai tu ? Maniere parti-
colari del popolo nostro , che vagliano .*
Io non so. Et non sa* Lai. bene novil ,
sat scio , qui scìam ? nescio, Bocc. nov.
IO 9. Che so io, madiiuna, se nello eleg.
gere degli amanti voi vi faceste il simi-
gliante? Eir. Lue. 5. 3. Ei sa molto do-
ve s'è colai. V Bor^h. l'ir.lib. 33b*. Cavil-
lar eh' ei fusse subretlizio. e finalmente
(che so io7 ) negar che l'avesse mai fai-
lo. (J)
g- XXXVIII. Se tu sai. soggiunto a mo-
do di Confermazione all' antecedente det-
toj V g. Fa', se tu sat j Fate pur , se
sapere ecj va/e lo stesso che Qwinto tu
puoi , Per qitant' è dulia vostra parte ,
dal canto vostro. Lat. quantum vis Bocc.
nov. ^q. 21. Sie pur infermo, se tu sai,
che mai di mio mestiere io non ti torrò
un dcnaio.
f §. XXXIX. Sapavamcelo, disson quel
da Capraia, Sapavamcelo , assolutam. si
dice Quando alcuno et narra cosa nota .
Sa(v, Granchi 1. j. Sapavamcelo, Disson
quei da Capraia "^ Toc. Dav, Post. ^32.
Quel Muzio ec. farebbe ceffo a questa
Fiorentinaria ( che così le proprietà no
sire appella con barbarismo goffo e suo)
censurerebbe così , conjortavanlo che si
ferisse. Sapavamcelo. (Cj
g. XL. In proverh. T)ep. Deciim.
pi. Onde è il proverbio: chi di venti
non sa , di irenla non ha (' e vale , che
Quando ncn si è acquistato il senno a
una certa età , è impossibile ncquistarlo
in avvenire ).
g. XLI. Pure in proverb. Frane.
1 Sacch. nov. <)2. E così avviene spesse
T«Ue , che tanto sa altri , quanl' altri
(detto che accenna, 'cf.e l'alerà rimane in-
gannato chi vuole ingannare altruiJ.^BvCC.
g. 8> n. 10. £ così rìmasasi col danno e
con le beffe , trovò che tanto seppe altri
quanto altri. iF)
I ^ g. XLII* Pure in proverb. Lasc. Gc-
I los 4' 4- ^'^ ^^^ ^ ^^^ '" '^^ ^ (cioè
I rhe dei fare ? E tiiccsi quando si vuol
[ fare avvertilo uno della cosa che gli si
, vuol comandare) (V)
* S' XLIII. Ti so dire. Fi so due
e siniifij modi di asseverare. 1'. DIRE,
3. XXXIX. (N)
* g. XLI V. Non so che. Non sapea che,
in fjrza d'agtiittnlo, 0 Un non so che ,
Un non japea che, in furza di sust, di*
cesi d' Cina qualità, o d' Un sintìmento
non possibile a drfinirM. .. Dant. Purg.
2. Poi d'ogni pane jd esso in' apparìo
Un non sapea che bianco». Ces. Pros.
I 53. Al certo la cosa \uut e).si-r come voi
dite, e al tulio ri mnverrà esser conienti
di conoscere 1* cleganta per quel Non so
che. I: appresso: Que^lu è pure il Non
so che. / . ftON SO. §. I. (C)
* g. XLV. Far sapere, per liiferire ,
Annunziare, informare. Dant. Inf 10.
E s'io fui dianzi alla risposta muti),
Fate saper che il fei perchè pensava ec.^P^
-ì« §. XLVI. Sapere, per Conoscere.
Cecch. Vitiiin. ì. 1. lo non so grandez-
za, colla quale facessi baralto. (F)
^- g. XLVII. Sapere addentro, i>ale Co-
noscere profondamente. Vant. lnf.7.. Dac-
ché tu viiui siiper colanlo addentro, Di-
rotti brevemente , mi ii>pose , Percb' io
non temo di venir qua entro. ( D) TasK.
Ani. 1. 2. Fa' eh' io sappia più addentro
dilla tua Dura coudiuoo, e dell' amo-
re. (TC)
* g. XLVIII. Sapere, talora vale Pro-
varsi, Federmodo, Tentare. Sfor. Bari. ^3.
Arachino disse , che amabilmente e con
dolci parole sapesse se egli lo potesse con-
vertire. TU. S. M. Madd <)4. Racco^-
dossi ch'ella s' aveva messo allato un bos-
soletto di prezioso unguento la sera ,
quando andarono a sapore (per vedere)
se lo potessono adoperare in lui. E ap-
presso: Venite, Angeli santi, e sappiate
se potete riconoscere la faccia del nostro
Re f Cristo crocifìsso) . (J~)
■j- :!= g. XLIX. Sapere, talora vale Infor-
mai sì d'una Cosa, Far di sapere una cosa.
Bocc. g. 3. nov. I. Sappi se egli sa la-
vorare, ed ingegnali di ritenertelo. T it.
SS, Pad. 2. 25. Andate a lui, e sappiate
come sta. Frane. Sacch. nov, li.Vallenu
al Vescovo, e di' ec, e sappi quello che
lìvuol dire ( oJi, senti). E nov. 221.
Mandò il cavaliero all' albergo della Co-
rona, sappiendo se era suo famiglio ( h
mandò ad informarsi ) . (F)
g. L. Sapere , per Aver sapore ■
Lat. sapere . Or. pfj^i'^etv . Dant. Por.
17. Tu proverai sì come sa di sale Lo
pane altrui. But. ivi: Siccome sa di sa-
le , cioè come è amaro . Mcr, S* Greg.
1. li- Sapere è aver sapore delle cose.
Ora molli hanno sapore delle cose eter'
ne, e nientedimeno non le intendono.
g. LI. Per Avere odore j onde
Saper di mw^chio , Soper di rose , o si-
mili ■ Lat. redolcre , olere . Or. 0 Cstv .
Mor^. iQ i3i. E sapeva di vin come un
arlotto .^ Lor. Med. canz. 71. 3. Ella sa
proprio di cuoio, Quand' è in concia , o
di can morto.
g. LIl. E per simiiit. Lib. Son, 117.
Si eh' io so , Peggio mio , troppo di
povero. * F. P'tlL Fil. Zan. Strad, 7.
L'aspetto suo era allegro ec, e il visu e
il parlare sapevano d' una modesta adula-
zione. (FP) Buon. Fier.l^. 3. 3. Tu se'
punto ben bene, E sai d' innamorato che
tu ammorbi. (N)
%. LUI. Sapere, per metaf. Lat- sa-
pere , olere, redolere. Gr. JTOTo'ofJtiv ,
Teccr. But. Purg. 16. 2. È in loro al-
cuna cosa dì virtù , perchè sanno ancora
dell'antico. Snlv, Spin. 2. 2. Tant' è, non
mi dìle a me, che a ogni modo ella non
sappia «n poco di nrn so com* io debba
chiamarmela.
g. LIV. Saper di mille odori , m
modo proverbiale, «i dice di Checcheitin
1012
SAP
spiri gian J'tagranza. Lai. lotam spi-
j4rabiam , Gr. tr.-* oìrtV 'ApOL^ittf
■che spi'
rare
àjrOTTvSÌv. Frd. i'ioi. 2()J.
§. LV. Saper hncno , vale Ji'cr
buon odore j e figurainm. Parer Suono -
Lat. piacere , prt placet . Gr. àpé'7*li-» .
# Guitt. leu. 1. 4 Ma ce lullo il beo
loro Doa sj lor quusi kuooo > sa loro lo
mal ti grare , che raiuoa rota dì noia
par r uccida , uode ben seolon poro , e
male ass;.ii ; cbè a picciuleilo uomo hrae
fiicciu) sa grande , e male grande t\UAì.\
nienle . (f) Introd. t ìrr. 278. Quesio
pensiero gli sa si buoni» eh*; uon ic w:
sasia , ma dì , e nolic \i ponsa , perchè
si seD(e per quello pensamento lulii i suoi
desideri! compiere. fC. Fi. Ctotd. Prtd.
S. Nondimeno sono drll' anima , che gli
ama , e vuole , e sannole buoni . Ctint.
Carti. 271. Il dolce nostro suono Vi sa-
pr& lanlo buono, Che non ci parrà invano
t^>S3er venuti.
* §. LVI. P'^ale anche Aver huon sa-
pore. Fior. S. Frane. 55. La vera asli-
aenzia è temperarsi da quelle cose cbc
saDQO buone allj bocca, ff-'j
§. LVII. Aon saper di httono t vale
Aver cattivo odore j e Jìguratam Dare
indizio di mnlvaguà. Lai. pravitatem rC'
dolere. Gr. //s;fGȓpiav o^S'V.
§. LVHL Super bene, vale Esser gra-
dilo . Lai. piacere . Gr. cìpìoxstv . Car.
tett, I. 100. Al ritorno ci sapranno me-
gliii te nostre camere , e i nostri let-
tini .
%. LIX. Saper male , Saper reo , e
^imilt , vagfiono Parere strano , Dìspia*
cere. Lai. ditplicere . Gr. a;r«f Bazsiv .
!Vov. iint. 55, 1. Messrr Brancadoria il
vide; seppegli reo. s»' Fav. £sop. lO'j.
(Fir. i8iH.) Quando lo Villano udì che
pure gli convenia partorire , spppegliene
molto male. Lnsc. leti. Ma<ac. Ma sopra-
tutto r .'iflligge , e preme , u li sa mate
degli amici di Febo. lied. Iftt 35 Me-
ne sa malf , perchè darà quest' uomo da
dire a coloro che non gli vogliono be-
ne. (Cj Fortig. tiiccinrd. 1. 48. Per I'
■icerbo dolor divenne tuie . Che a tutta
Spagna ne sapeva male. (B)
§. LX. Saper gratto di checchessia, vale
Averne obbligazione . Lai. habcre graliam,
Gr. £ioVv«t ydpt-t, Gr. S. Gir. 17. Egli
non ti saperrebbe grado dclli tuoi doui ,
Bocc. nov. ^9. 12 Signori , di ciò che
ierserk' vi fu fatto, so io grado alla for-
tuna. Sen. Ben. Varih. 3. 5. Così ci sa
migliurc il dono , e ne sapemo maggior
grado , quanto meno ol- siircmo stati in
pendeate.
5. LXI. Non ne saper grodo^ che anche
si diie JVon ne soper ne grado , ne gra-
zia t vale il contrario , cioè JS'on si rico-
nosce'e obb/ipato , iVo/i atxrne gtatitudi
ne Lat. prffirif» non hafierr. (■•¥. oi'/v.ct-
flTSÌv. Liv. M. Non n»* seppuno né gradai,
né grazi» alto 'mppradore. Fu. Pini. Se
essi non passarono Gange, non ne sapeva
loro ne grado dò gr;itia. Fir. Lue. 5. 3.
lo ho fallo bene, alla H*: ella non mene ta
grado né grazt». Morf-. 18- 182. Qut-I che
si ruba, non s*faa u super grado.
* §. LXII. iìiceKÌ anche in tento ftff'i-r-
niatifO . Lnsc. Ictf. Masac. Pcrocbè io ti
disgracierei, se tu me ne sapessi grado né
gratia. (C)
* g. LXlll. Oicesi anche nello stesto
signific. Sapere il malgrado , e la mala
crazin. Lasc. lett. ilAiinr. Ma n'hai uputo
( sa'ne il malgrado e la mala grasia a rbi
(e r ha donalo. (Cj
SAPKRE. Pfome. tVoUtia» Sdenta, Lat.
ropnitiP , .ycientia. Gr. yy(jj9t( , «VonJti.
Coli. Ah lujrtc. Non è di lungi dal sa-
pore quegli rheha incomioriato ad inteoilTf
niiBll'» , «"h^ egli non sa Frane. \Sacr'
SAP
nov. 222* Un bello inganno, o piò sape-
re , voglio raccontare nella preioule no-
vella. Farch. Freol. 18. La diversità de*
giuditit nasce datila diversità de'saperi.
*è %. in pro\'eth : E' vai piìt^o F me-
glio un* oncia df fortuna, che una Itbhra
di sapere j e 1 aU che La fortuna talora
f,inva più che il senno . F. 0.>CIA , 5.
V. (Aj
SAVEVOt.Z. Add. C/ieM. Lat. tci.ns,
conacint, gnarus. Gr. S*~l9T>5'/ia»v. Ftawm.
\. iS.?. Ne' vani affanni d* ornar la mia
giovanezza , più che *l dr-biln ornata daU
la natura, te 000 sjpevole offendendo, er.
l'tr^ Kneid. .M. E tu. o santissima indo-
vina, sapcvolc di quello rbe ha a venire.
F oppresso : Dido non sapevole quanto
Amore a lei misera sopra*) ea . Sallutt.
Catell. Essendo l'uno all'altro costanti,
e sapevoli di tanto male.
-.- SAPIDO. F. L. Add. Saporoso.
Lai. snpidus. Fall.id. Cenn. \^. Ancora
la lattuca sapida , e condita di sapori di
molli semi, ec. ()')
SAPIENTE, Add. Che ha sapienza,
Chesaj Supplente. l.it. Si'pirns Gr. zc^d^.
Fr. Jac. r. 2. 3l. 48. Quello, rbe e sa-
piente , Con ragion si difende. Fir. As.
S'ìX Quel vecchione, di tanta prudeniia
dotalo , che 1* oracolo Delfico il giudico
sapiente sopra lutti gli altri mortali? F
fii'K- l55. Così è da credere adunque che
abbia fatto quel grande artefice , e sa*
piente .
t * §■ Pf Sapido . Car. Long. Sof.
87. Fero con le labbra e col naso un cer-
to nifiulino , rome mostrando d* aver a
schifo quel Imo raprino , e quel fortore
cosi sapiente di' becchi, (^fin)
SAPIENTEMENTE. Awtrh. Con ca-
pienza , Suv'uitnente . Lat- fopienlcr . Gr.
50OW5 . Fsp. Sa^m. Beoignamcnlc crea ,
e per benignità s:)pieo temente crea . Al
beri. Clip. 4'). Procura d'avere, e d'usare
r utililadc loro , e di reggerla sapiente-
mente .
SAPIENTISSIMAMENTE. Superi, di
Sapìfnttimnti- . Lai. Aa/'iintissime . Gr.
cofjiTKTy.. Fr. Gìord. Fred. B. It gran-
de Dio , rbe sapicnliuìmaracDte govcrn.i
1' ■juiverso . Tratt. seg': COf. dom. Se
danno in fisico, che sapicntìssimameote le
governi alla venuta dì quel malore tanto
acridentoso.
t SAPIENTISSIMO. Superi, di S.'pien
te. Savissimo. Lat. sapìenlìssimi.s. Gr. 10-
ywrcro;. (•. F 12 108. 5. Del sapieoiis-
simode'savii re Itubrito tuo tio , ce. Ott.
Coni. Inf 4 . f>a Tale, questi fue al Icmpu di
losia re d*I»dracl; fur l'uno de'selle sapien-
tissimi, dc'quali è detto di sopra. FmikC
Socch. nov. ?. O sapirnlissimo Re. bene-
detto sia il vi'iitre ' b'- portò tanta pro-
denz.!, quanta iu tr regna.
SAPIENZA, e S.\PIENZIA. Scienza ,
che contempla la ca^^ity/ir di tutte le tose.
Lai. snpimtia Gr lasi'a. Albert, cap,
t8. Negli antichi «e la iapi< ma, e iu (U(i-
go tempo s* accatta s<-nn<i. F cap. 5o. È«
la sapienza , srìrnia «onditi di savore di
virtude. /:,' npp'ejfo : L.i .vjpienia è per-
f Ito ben dell.i iin-ntf , ed !• lavere delle
uniane, e delle disine «titr /:,' appresso:
Possiedi la s.ipirnia. pfrrinrrbè ella Jr me-
glio rhc l'oro. F npfcsto : L'animo sen-
za k.ipicoza é detl>> uif^rmo. 7*eol. ^tist.
La sapienza è dignis^tmu rcgniiion di Dio,
la quale é per ignoranza ronosriuta , se*
cnntlo r unione sopra la mente , quando
la mente da tulle l'altro -ose spiirlendo-
si, poscia anche se medesima Uttiando, i-
unita .igli splendieoti r.iggiuolì, illuminata
nello investigaliii profindo della sapirnu.
^/oi . S. Orep. la sapienza si trae dalle
palli uctulle. itr. S. tlìr. Sapiente é fug-
gir lo mali , i far lo bene , E rhe è Io
SAP
male? tutto ciò che Dio vieta. E che è
lo bene? lutto quello che Dio comanda.
C'ivafe. Fruii, ling. Ogni sapienza è da
Dio . Fr. Giord. Sapienza è una virtù *
che diriixa torte le cose. Dant. Par il.
L'altro per sapìenzia in terra foe Di cheru-
bica luce UDO splendore.
£. I. Figuralam. Dani. Inf. 3. Frcemi
la divina Potestate, La somma Sapirniia,
e *I primo Amore . F Par. 23. Qui é \a
Sapienza e la Possanza , Cb' apri le strade
tra '1 cielo e la terra {in questi due esempli
vale Iddio).
*;. 11. Per Luogo dove pubblicamente
si leggono le nienze. J'arch. Frcof. 291 .
Messer Agostino da Sesta , essendo una
mattina, quando leggeva filosofia in Pisa,
uscito della Sapienza, er.
* g. III. Sapienza, è anche Acme d'
uno de'lihfi drltn sacra Scrittura. ì'. SA-
PIENZIALE. 'A)
•f * SAPIENZIALE Add. Aggiunto
proprio di quei libi i della tacra Scrittura,
che sono intitolati Sapienza. 3fagal. pari.
1. leit. «). Se voi altri, scartabellando i
salmi , o i libri sapienziali , o quello di
Giijb ec. trovate qualche pauo che paia
adattarsi a' vostri concetti filosofici , per
poro non fate ec. (Aj
•f * SAPIO. /'. A. Savio , Sapiente.
Frane. Sacch. nov. 127. EscaDoe fuori lì
sapii. il)
*t * SAPONACEO. Add. Cht parte
cipa della notata, e pC'- prie tà del sapone.
Cocch. Vit. Pitng. pa^. il- (Feneziai'jW)^
Sugo acqueo, oleoso, e salino, rbe gli artisti
chiamano saponaceo , e del quale ec. E
pa^. 41. Queste materie sono oleose in-
sieme e saline, e di meravigliosa virtù sa-
ponacea, attenuante e deirni\a, massùn*-
in mesrotanza con altri cibi, ec. fA)
•f SAPONAIA. Saprnaria. Lat. radicu-
la, erfi't lanaria . Gr. OT^Ov^iOv Folg.
Diosc. La sapooaia è nota a tutti , e s'
adopera da' purgatori per purgartela,
ne.
SAPONAIO. Che fabbrica, a vende sa-
pone. Lat. *sapcnnrius. Gr. ffaTtwwaTTOto;-
Biion. Fier. 4. 4- Tintori saponai, di ma-
cellari Srniuirfioi, edìfizii da trar seta.
V SAPONARIA, .^oria d'erba, deiU
anche S.^pO"aia . Brd. Coitt. |. 63- Sog
giunsero , che era oeceisario riegrrer di
nuovo ad uu terzo decotto di legno san-
to, di salsapariglia, di cbioa, e di sapo
naria , ec. F appresso: Ottimo pensa
mento sarebbe stato il far cuocere ec
una vipera intera nel soprammentovato de
colto di legno santo , di china , dì salsa
pariglia, e di saponaria. (*)
SAPONATA . (^infila schiuma che fm
/' acqui dove wa disfitto il sapone. C«nt.
Cam. 160. Noi abbiamo un buoD sapone.
Che fa saponata assai : Fruga un [«etio
ove si pom* ; Se più meni , più o* arai
J.or. Mtd. Beon. cap. 8. >>• pria le sliene
alli nostri occhi lolse, Ch* e' ci parevj
al calo un cavriolo. Per la gran taptmata
ehe vi accolse (qui per similit.). ♦ Red.
O1S. an. 38. In questi moli •' imbrodo-
lano d'una spuma. <• l>ava simile ad um
saponata bianchissima, f II)
t SAPONE . Un ccmposto fatto an
olio , 0 altre materie gr'HStt , ed un al'
cali , rAr s' udcpera per tavwrt e pur-
gtirt I panni, e per bagnar la barba in-
nanzi di raderla. Lat. sapo. Gr. euT^y/sot.
Cr. (). a5. 4' S* unga cou sapone saraci-
nesco . I* quanto si può più aitcolameDtc
si metta leggieri nelle nari del cavallo .
ffocc. nov. Sirs. IO. C*>n sapone moscolea-
to e eoa garofanato maraviglioMmeole «-
Itene lutto lavò Salabaello . Buon. Firr
4. 5. 3. Vorrò veder se sa vendar pw sa
|ia Sapon da set' stemperalo in ranno
Pern. O'I 2 IO. ao. Poi gli ha sfn»*
SAP
sapone il memo raso ; La barba giù nel
pelto gli Inborra.
g. I. t'imitate il saficne^o simili } fi f in at.
vale La^cinrsi corromfce con donntiii ; lo
sifS-ìo , chi' Pi'j,liaie il boccone, / . BOC-
CONE, g. IV. ìtln'm. 6. 20. Ea v^K chc
•la essa «l>bc il «Ji>onc ce, Meotr'ella
saltò iu l>arca rltiuip rorchio.
* g. 11. Vnr ilei snpvne, o simile, nd
tìlcttnoy vnlc Lodarlo adulandolo j modo
basso, leop. rini. il- Danle »he volle
dar tanto sapone A Ser Vergilio. arriva-
to in Parnaso, Ne cavò dalla musa un
liuoD musone. (C)
Sàl'ONETTO. Dini. di Sapone s e si
yrende comtincnunle per Sapvne più f^en-
lile, e vrhroso. Buon. /Ver. 2. 2- 6. Pa-
Uiccbi, kapcncltì, Ji-licate Conce di guan-
ti, e di srarjiini adorni.
* SAPORARE. Susi. Gusto, hai. gu-
stus . " Dic/om. Quuili/. C. L'odora
re, il saporarc, il toccare, e l'udire ».
inirod. l'irt. 6. Il capo ni'avea orna-
to di (juattro scntimenli principali, ciol' di
Tcdcre , e di udire , e di odtir.ire , e di
saporaro : e rosi a ciascun membro avea
dato compiutamente la sua virtut'*. (C)
5 S.APORAHE. assaporare. Assaggiare.
Lat. gustare , degustare» libare. Gr. Tipo-
ysu£5?at. S. Agost C. V. Che non voglia
dire del suporar le vivande, del diletto car-
nale, assai lo mostra dove dice ec.
* g. E per meta/, Eelc. 1 it. Eg. cap.
5.5. O signor mio, quanto preziosa è la
santa castità) come ti piace, e quanto
ami quell' anima che la possedè I Conte
I* accompa-^oi rai co* santi angeli ! Come
la preiiiicrai in vita eterna! È soffiando,
e saporando diceva ec.fCj
SAPORATO. Add. da Saporire. Lat.
^uttatiis, lih^tus. Gr. TT^ayswési^.
*f SAPORE . Sensazione chc producono
rulla lingua fé cose che si gustano j e più
spesso p, r Quella virtù che e nelle cose di
produrr»- in/e sensazione. Lai. sapor. Gr.
XWJ»S?. Bocc. net: io. 9. Non solamente
aoD sono da rosa alcuna, ma sono di mal'
vagio sapore. Cr. ^, ^3. 3. Se troppo vi
sieise , dì mj| sapore il gnasterelibe . E
^^. 2. In qut'Sto nirdo si dire lil>erare il
T»40, e *l vino; ma il vino ba mal sapo-
re, lìicrtf. Fit-r. 41. EWg^csi quella (•^om-
ino eltmij che e ragìosa, leggiera, e di odo-
re buono, e di sapore potente.
g. 1. Dt mezzo sapore , v"le C/ie non è
né agro , ne dolce . Cccth. Esali. Cr. 5. 1.
Queste tante melarance Oh fussoo clltrn dì
meno sapore !
g. II. E Sapore , per Gusto. Lat. t 0-
luptas , g'tstiis , iucunditas . Gr. ■f,òovri.
Amet. 2^. Le nostre in fouii chiare, di-
rivate Di viva pietra , Levon con sapore
Tal , che le serva ìn lieta sanilate. Dani.
Conv. 55 L* una ragione e 1* altra darà
sapore a coloro chc a questa cena sono
convititi . !? Pnllav. sul. 229. Leggnnsi
eiiandio dagl' ingegni di fino gusto cuu
più sapore che ec. (FP)
g. III. Per metof. Dani. Purg. 16. Di
piccicl bene in pria sente sapore. E 20. Vi-
linoamenlc ci si grida: Crasso, Dicci, che '1
sai, dì che sapore è l'oro? Tes. Dr. 8. 29.
Sicché Don paia cosa pensata malizio^ameo-
te. e non di troppe paruie di giuoco, uè di
vanìt'a, anzi ferme, e di buon sapore ( cioè,
di sustanxìa. e concludenti).
SAPORETTO. Dim. di Sapore. Lat.
tcilus sapor.
g. Per Salsa. Lai. conàimerdum . Gr.
£p.^xpux. Bern. Ori. i. 25. 4. E pare
anche, chc gusto e grazia accoglia A vi-
vande , che sian per altro buone , E le
faccia più care e più gradite Un sapo-
retto, con che sien condite.
•* * SAPORIFICO. Add. Che ha sa-
pore. Coceh. T'it. Pi:t. pa^. 63. (1 ene-
SAP
zia l-!k\). Corpuscoli saporifici , onde le
cdrni , t* gli aromi , e k materie dure ed
oleose abbondano. {A}
SAPORITAMENTE. Avverb. Con sa-
pore. Lat. .copule. Gr. \€pT:-iùii. * fìart.
Uom. piint. Introd. pag. 9. Guardatevi
ec. da que' cibi, che per l'arte che vi ha
di saporitamente coudirli, lusingano il pa-
lato. (TCJ
g. Per Gustosamente, Con gusto, Lat.
quadam gustus iucuaditate. Gr. /*£&' t]00-
vtÌ^. Bocc. nov. 52. 6. Cominciava a ber
si saporitamente queslu suo vino, ch'egli
n' arebbe latto venir voglia a' morti. Bed.
f tp- l. 17. Fu veduto saporitamente più,
e più volte lambirne. Caini. 27. Mae-
stro, questi rhi è? e per qual cagione sì
saporitamente 1* acqua della guastadetta
bevve egli tutta , la quale tutti gli altri
aveano rifiutata 7
SAP0R1TI>0. Dim. dt Saporito. Lat.
scitufui. Eìr. Ai. ^l. E più tosto stimola
con ogni sollecitudine quella sua fanticeU
la , peiciocch' ella è galantina , e tutta sa-
poririna (qui /ì^iiratant., e nei signijìc. del
g. III. di SA'pÒKITO).
SAPORITISSIMAMENTE. Superi, di
'Snporilanienle.
"j" g. Per Gustosissimamente . Bemb.
Iftt. a. 11. 1^7. Io ho riso saporitissima-
mente, e più di una volta sono tornato a
legger la istoria vostra, lied. Jns. 5g. Se gli
trangugiò saporitissimamente.
SAPORITISSIMO. Superi, di Sapori-
to. B,d. Itti. 2. 177. Grande sarebbe slata
la mia gloria , se nello stesso tempo non
fosse stata fatta un' altra saporitissima
nuova sropfrla nella regione australe in-
cognita de' daini . SoJer. Colt. 5. Buona
ed eligibile positura per le vigne è la qua-
lità delle spiagge ce, dove si raccolgono
saporitissimi (1 vint), ed odorali. E 120.
In monte fa oUra modo bene, e nell'asprez-
za d'esso è saporitissima.
§. Per Gustosissimo Sodtr. Colt. 121.
Ond'è, eh' e' vini che sono raccolti alla
vista del mare sono di forza , e di suporiiis-
simo sapore.
SAPOR lTO.//rfrf. r/*c //a ffl/>ore,D/Z/HO^
sapore. Lat. snpi,lus Gr. s^X"'"'- I**^f^^-
nov, 77. ^H. Di gran lunj^a è da eleggere il
poco e saporito, che il mollo ed insipido. /'>.
Ciord. Pred. D. l pesci arrostiti sono mi-
gliori, e più saporiti , che quelli che sono
lessi neir acqua. Bid.lett. 2. 176. Il cer
vello di daino è una gentil cosa, molto sa-
porita, e molto sana.
g. I. Per Gttstoso j Che dà gusto , Che
si/a con gusto. Lat. gustata iucundus. Gr.
rsp'Tt'Jo'i . Bccc, ncv. 52. 6. Al quale ec. il
saporito bere, che a Cisti vedeva fare, sete
avea generala.
g. il. Eiguratam. vale Che arreca di-
letto , Bcrn. Ori. I. 25. 2. Le cose bel-
le e preziose e care , Saporite , soavi e
dilicale , Scoperte in man non si debbon
portare , Perchè da' porci con sieno im-
brattate.
g. Ili Dicesi Uomo saporito , di Perso-
na graziosa e dt spirito , e per ironici di
Persona maliziosa. Lai. cal.'idus, emuucta;
naris. Gr. Tlo/u/xi^Ti^. Salvin. Pros Tose.
2. log. Come si vede giudiciosamente fatto
dal saporito Kcdi nel suo vago e famoso
Ditirambo.
^ SAPORITO. ^tverA. Sapori: amente.
Dilettevolmente j Squisitamente. Lat. sopi-
de , deleclabtliter , lucunde , exquisittm .
Toc. Dav. Perd. Eloq. j^itì. Onde e nato
quel travolto ma spesso dettato, die i no-
stri oratori parlano sciocco , e gì* istrioni
ballano saporito. (ìSS)
SAPOROSAMENTE, avverò. Con sa-
pore , Saporitamente. Lai. sapide. Gr.
T£p:rv&j;.
g- I Pi-r C'tstosim nte. Lat. iucunde
SAP
ioi3
Gr. TipTTvij?. "^ Belc. ì'it. Eg. cap. 5H.
Volse la faccia sua e la mente verso il
Cielo , quasi volendo parlare con Dio ,
udendolo quel cavaliere, e firvenlementc,
e saporosamente disse. E appre.^so .• E
dicendo: pu . pu , saporosamente soffiava
come prinij, (i'j
t g. II. Per metnf. Med. Arb. Cr. 3.
Fu cotto saporosamente di merigge per
lo caldo del sole spiritu.iIo . /'// P/ut.
Bruto se ne rise saporosamente (cioè , dì
cuore ).
SAPOROSISSIMO. Supeil. di Saporo-
so. Sesm-r. Pred. 6. 4. Poco rileverebbe
dunque che Dio vi lasciasse ed ì v- siri
alberi carichi di saporosissime fruite ec, se
dall' altro canto m alterasse il palato in
modo, che tali cibi più vi fosser noiosi,
che dilettevoli.
SAPOROSlT.\' , SAPOROSITADE, e
SAPOROSITATE. A.stra>to di Saporoso.
Lat. saper. Gr. yy}J.D\. Cr. 3. 19. 2. La
sua secchezza perde, e saporosità, e buon
nutrimento acquista. •? E 5. 6 q. La loro
saporositade { >UlU C'istngne } e pontici-
lade dimostra la lor secchezza, ec. (B)
SAPOROSO. Add. Saporito. Lai. sa-
pidw. Gr. z'v'xuXoi. Fiamm. ^. iig. Le
nuove erbette ec. gU ministrano saporosi
riLi. Cr. 6. 3;). 1. La polvere del suo
&eme (di'l cnnando.'oj, gittata sopra la car-
ne , la fa saporosa. J{<d. lelt. 2. 177. 11
lampredotlo del daino *-■ vie più gentile ,
tenL-ruccio , e saporoso di quello di qual-
sivoglia altra Jiestiarcìa. *
g. Per mi-ta/. Lat. dulcis , mellilus ,
iucun'ius. Gr. -/)'jx.-j'^ , p-zU^pòi , Tsp-
TTvo;. Co/l. Ab. /Jane, 27.Conciofosseco-
sach' egli fussino saporosi di sale divino .
Bemb. Asci. 2. 8.!. Della quale (sahinct-
ta ) la giovanetta età, e la vaga bellezza
facevano le parole più saporose, e più care
( lioè , dilettevoli ).
SAPPIENTE. Add. Che *rt.Lat. sciens.
Gr. 3't(?/;'^wv. Cr, 4. 18 6. Avvegnaché
alcuni, cosi maschi, come femmine, non
sappienti la natura , e generazioni delle
graguuuie, imprudentemente, o fallace-
mente affermino , alla gragnuola , e alle
folgori alcuna cosa far si possa.
§■ E Sappìente, diciamo anche l'Olio, e
il tacio.quando hanno troppo acuto sapore.
I^at.sapidus. A/lvg. 82. Acciocché non dia
cattivo here affatto, aggiuguetcvi cacio sap-
pìente di forma.
3 SAPUTA. // sapere t Polizia. Lat
scientia , consiliitm . Gr. yvwst; . Tes.
Br. 7. 20. L' uno è , che noi impren-
diamo le cose , che noi non sapemo, per
diritta saputa.
^* g- L Essere una cosa in saputa d'
alcuno, vale Essergli nota. « Sallast. Ca
tclf. (Brun. Catell. i.) Non senti che la
tua congiurazione è già strettamente in
saputa iM tutti costoro »? (C)
f g. II. Di saputa d' alcuno, locuziO'
ne avvrrbiii/c. Sapendolo alcuno. Con sa-
puta d'alcuno. Lat. scienter. .< G. K. 8-
18. I. Il dello re Giacomo si scusò della
'mpresa ec. , e come era suia di sua sa-
puta ». fC;
# g. 111. Senza saputa d'alcuno, n
mia, vostra, e simili, locuzione nvverbia-
Ic , Non sopendolo alcuno , 0 io , voi, e
simili . u Bocc. nov. 36. 19. Perdono vi
domando ec. d' avere senza vostra saputa
chi più mi piacque marito preso, E nov.
7.Ì. 8. Diliberò di non volerlo fare senza
sapula di Bruno, e di Buftjlmaoco "-(C)
SAPUTAMENTE . As verb. Con sape-
re. Scientemente. Lat. scienter, consulto.
Gr. e'^sai'moic. Cavale. Pungil. PerchL-
quelli lo fecero ignorantemente, ma que-
sti ciò fanno saputamente. Sen. Declam.
Convenirsi con una femmina, e saputa-
mente obbedirla in simiglìaoti atti vani ,
lOl'i
SAP
rome tu facesti , dichiarano la dUoneslJ
d' ealro . Maestruz:. l. 78. Il icltimo è
colai che sj|)Ulanieotc piglia per moglie
una monaca . # Te^oreft. Br. 7. E chi
saputamente Un grave punto tenie la
Citto e 'n ditto e 'n cenno , Quello è
chiamalo senno. (lì)
•■{- ^ SAPUTELLO. Saccente. Se^ner.
Paneij. SS. Ntin:, §. l. Quand'uo ceri*
uoran, più saputello degli altri, ditte che
Fidia avca mollo errato nell' arte, perchè
* SAPUTISSIMO. SuprrK di Saputo.
Alleg.pT^. 2,2'i. (Anst.r.tarno 175^). lo
m' addormentcrù, con suppt>rlazion vostra,
oeile venerande liracria delle prelibate sa-
potittimc loro magni6caggini, liastaadomi
ec. (li) Bari. Vit. Bfllarm. hb. i. cap.
8. Ho più fedel teslimooio a sicurarmene
il Cardinal di Peorune , sapulissimo in
quella lingua { Green), che non rerarlo
in dubbio quel mal grammatico , e peg-
giore eretico che fu il Casaubooo (CPj
f * SAPUTO, r. J. S'ifl. Lo stesso
che Saputa. Snh: j4itert. 2. I* 16. No-
mi e avverbii, i quali hanno Icrminaiione
e genere di maschio e di femmina, e tan-
to Tagliono ec. saputa, saputo, ec. (/')
i" * §■ S^n:n saputo iV alcuio , locu-
zione avvertitale. Non sapendo/o alcuno.
Lii'. M. 2. Elli vuole primamente passare
a'n»^mìcÌ sanza saputo d'alcuno, (f'j
SAPUTO. JdJ. da Sapere, L»t. cogni-
ttts. Gr. yiiw'si/io?, yvùUTo?. Dant. Purg.
12. Aliar fec* io come color che vanno ,
Coa cosa in capu non da lor saputa .
Bocc. noi'. 44" 9* ^* giovane, saputo que-
sto, pr»!St3mente vi fece fare un Ietto.
5 5. I. Per Sivio, .1ccorto.i.ìì., sapiens,
rauttis. Gr. 355)95. -Vff. ant. 2. 2. Mae-
stro , avvisa questo destriere , che mi è
falto conto che tu se* molto sapulo . 31.
f. II. 3o. Il capitan delle galei-, saputo
iruerrierc, fece a due galee It-vare alto gli
alberi. Amm. Ant. li. 1 6. Lo parlare ra-
gioncTule e adorno mostra disagguaglian-
za da' non saputi. Dani. Pur;;. 16. Onde
la srorta mia saputa e 6(la Mi s'accostò.
^ §. JL E-fseie imputo in una cosa ,
va/e Aver praltca , conoscenza di quella.
- Stor. Pist. 82. Castruccio, come colui,
ch'era savio, e sapulo in guerra, mosse
con tutta la gente sua ». Cren, Mortll.
2^6. Era saputa nella masserizia della casa,
e non con punto d* avarizia, o di miseria;
ma traeva il sottile dal sottile. (C)
^ §. 111. Eaer saputo di una cosa ,
%'ttU Ksscrne istruito, ammaestrato. Sen.
Pist. 45. Non e alcun uomo , che Unto
grossamente conosca la virtù del bene, e
la sua dignità, e tanto ne sia poro sapu-
to, eh' egli 1' abbassi infino alle cose nù-
nule, f]\J
f # §. IV. Far saputo alcuno, vale Far-
pli sapere. Renderlo mjormato, fìut. Pur^,
5. Fatene saggi, cioè falrci sapuli chi voi
siele. Bemb. Stor. i. ig8. Fra queste cose
Federico Re di Napoli per lo suo amba-
sciatore fece ai padri sapulo , se volere
5oo cavalli mandare ce. fA^
SARÀ. Lai. .ferra piscis. Te*- Br. l^.
1. Sara e uno pesce e* ha una cresta
eh' è alla maniera di serre , onde rompe
le navi di sotto, e le sue alo sono sì gran<
di , che clli ne fa \i-1a , e va bene otto
leghe cootra alle navi; ma alla fine, che
•gli non ptiote più soiferirc , sì ne va in
profondo di mare.
't * SARACINARE. Dicesi dell' uva
quando , maturando , comincia ad anne
rire j presa la tutta fo* a dai Mori
vero Saracìni. Salvia. Annot. Opp. l'esc.
.^. 3o/(. Uve le quali maturando anneri
scono, p, come dicono i contadini, s.ira
cinano. F Odiss Altre ora ne vendem
miann, Altre pigiao; eoU loa esso •groslo,
S A R
Buttando il fiore; ed altre saracioano. E
Ann-)l. Tane. Buon. 4. j. L'uva, quando
di agresta sì la malora e aera, i contadi*
ni la dirooi) saracioare , dai Saracioi e
Mori. (A)
t SARACINESCA, e SERACLNESCA.
Sust. Sorti di toppa, la quii'' non ti può
aprire ni di fuori, ne di dentro senza la
chiave. Salv. Granch. 3. 5. La Clarice %*
è chiusa con Fortunio Disavvedalamen-
te nella camera Della sararioesca . Buon.
Fier. I. 4. 4. Chiavi di serratura Nuova,
e fuor d' ugni usanta Strane saracinesche.
Atlee;. 167. L'oro, e l'argruio di questi
se ne sta raccolto nei casson di noce im-
liullftlali , e gravi , serralo a ceDlomila
saracinesche.
f §. Saracinesca, si dice anrhe Quel-
la serratura di legname, o simile , che
ti fa calare d'i alt) a basto, per imprdire
il pastagaio alle acque, agli animnit , o
simili. Lih. Son. 146. Sicché, levata la
saracinesca, AfiTjgò forse venti , e non
migliaia. Segr. Fior. Art. guerr. | ,
l5|. Air>rliGcaosi ancora le porle eoo
le saracinesche, per poter mettr-r dentro
i suoi uomini, quando sono usciti fuora
a combattere, e occorrendo che i nemici
li caccino ovviare che alla mescolata non
entrino deniro eoo loro. E p-rò sono
trovate queste , le quali gli antichi
chiamavano cateratte, le quali calandosi
fsrludooo i nemici, e salvano gli amici .
K appresso: Io ho vedute di qU'Ste sa-
racinesche', che voi dite, fatte nella Ma-
gna di travelte. in forma di una grati-
cola di ferro, e queste nostre sono falle
di panconi tulle massicce.
3 SAKACINESCO. Adi. Di Saracino,
Da Saracino . Lat sarncenicus. lìocc.
uov. 00. 37. Com.iodó che a messer
Torello ce. fosse messa io dosso una ro-
ba alta guisa saracinesca. Cr. 9. 25- 3-
.S' unga con sapone saracinesco.
# §. I. Saracinesco, inforza di sust.
vale Lingua df' Saracint. « G. /'. 6. I.
3. Seppe la lìngua Ialina , e la nostra
vo]g.ire, tedesco, francesco, greco, saraci-
nesco. £"12. 101. 1. Tanto b a dire
Mule in saracinesco, come Re in nostro
Uùno».(N)
g. II. Toppa saracinesca, vale lo stesso
che Saracinesca, net primo sÌ:;nifca(o .
Late. P.irent. 5. 7. Voi sapevate pure
della toppa saracinesca, che non si può
aprire ne di dentro, ne di Inori sema
la chiave. Antbr. Furt. 3. II. Il quale
(uscio), avendo una buona toppa saraci-
n-'sea, si viene a serrar di lorle, che ne
di dentro ne di fuori si può senta la
chiave aprire.
SARACINO Sust Statua di le^no a
similitudine di uomo Saracino nella qua-
le i cavalii-ri correndo romprin la lancia.
Lat. palus. Onde correte al Saracino .
Lai. ad palum se exercire. Lab. 233.
Questi così fatti, se egli avessono già il
viso fatto come il saracìn drlla pì«u2 ,
ama ella sopra ogni altra cosa . Frane.
Saech. nov. |5q. E cesi si fermò l'a do-
ve si pone il Saracino. Buon. Fier.
•eli'
è una quintana. Ch' un Saracino fll* è.
Malm. 4 ^7* E come cavatier , che al
Saracino Corre per carnovale , o altra
festa.
# §. I- Ftsere il Saracino di piatta .
Farcii, F.rcol. l3a. D'uno che sia in
'voce del popdo, e del quale cgnuno ar-
disca di dire quello che vuole, e ancora
fargli delle bisrhenche, e de' soprusi, si
dice ; tf-ti i il Sirarino rfj piassa, (C)
§. lì, Snracini , diciamo ani he gli Acini
deir uva , quando c<*niinciano a divenir
vai. Bell'ine, son. X|9. Si fuggoo nella
vigna i saracinì
S A R
3 SARACINO. Seguace d* setta pa^a-
na, e infedele Lai. SjracenuS . Boco.
nov. Az, 10. Gostanxa, io ti menerò in
casa d' una bonissima donna saracioa ■
Dantt Inf. 27. Avendo guerra presso a
Lalerano, E non con Saracìn , oe con
Giudei. K Pu'K, 33. Quai barbare fur
mai, quai saraciorT Petr. cap. q Vidi
verso la fine il Saracino , Che fece a*
nostri assai vergogna e danno. J/anfr»».
2- 2^>. ^. Eziandio che egli uccìda uoo
Pagano, uvvero Saracino. K 2 3o I.
E li' ito al distiano, che è tenuto dal
Saracino, d* involargli alcuna cosa?
0 %. E drtto di cosa in luogo di Sara-
cinesco. - Ar. Fur. 2;). 22. E , ripren-
dendo il rilo Saracino, Gran taue e pieni
fiaschi ne tracanna ". I y')
* SARAGO /'.SARGO (A)
SARAMENTARE. F. A Ot>bli-arr, o
Coitrit^nere con giuramento , Giurare .
Lai. iusiurandum adisere . Gr. cyxatoc-
Xxu^aviiv xa.7' aiv%-/Kr,v tm; 0 p^Oti •
Albert. 2 47- Conciossiacosacbì: tu puoi
aver pace con sarameoto , e sarameatarli
al tuo comandamento. Fir. At. 31^. Il
poverello , gridando e raccomandandosi .
giurava, e sarameotava, che egli non ave-
va veduto fanciullo alcuno.
t SARAUEMTO . /'. A. Giuramento.
Lat. iusiuranditm , sacramentwn . Gr.
Op'to; . Bocc. nov. |. 6. Daodusi a qne*
tempi io Francia a'saramenti grandiuima
fede. E n^v. 73. |3. Con saraincntì affer
mando che cosi era . E nov. 84- 5- ^^^
molti saramenti gliele affermo. G. V- 7
85 I. Si prese concordia sotto saramen-
lo, presente il detto P.<pa, di fare la delta
battaglia F il. 5^. 3. Diponeodo ìt suo
saramenlo , e impromesta del santo pai-
saggio d' oltremare . 1 it. SS. P^d. Po-
gnamo che io in sogno abbia giuralo; pur
mi pare d' essere obbligato a questo sara-
menlo. Stat. Mere. Sia tenulo, e debba
per legame di saramenlo a lui dato, ogni
negligenza lasciata , far fare ec. un bello
e sofiìcienle armario . Re Bub. 48- Al
saggio non convìrn far saramenlo . Ovid.
Puf. i;)7. Più non farai saramenlo ad
altro amante,
* SARCASMO. Term. da' BeUorict
Specie di amara troni t ^ Derisione f^tta
motteggi. indo. (A)
SAKCHIAGIONE . Il sarchiare . Lai.
samliOf sarculaiio, sarritur», Gr. 9xa-
>(JSt^ Cr. 3. 8. 5. Della quai sarchia-
eione non si affligge ( la Java ) . ami
fa prò .
SARCHIAMENTO. // sarchiarr . Lai
narri t io , sarculmio , Gr. Qxa'Xcustf. Cr.
6. 2. |3. Fassi ancora sarchiamento, qaan-
do per lo peso della terra ce. la terra
sarli troppo dissodala.
SARCHIARE . Ripulire dnlP erhe sai-
tatti.be. t'tcltando/e ed sarchio. Lai. tar-
cularr , strrirt . Gr. ffKailJH» . Cr
3 14. 3. I lupini da sarchiar non sono.
e sarchiali si spengono. F. 6 2* 1>. Quel
le che troppo s;'es«e naie saranno , cosi
rade si pongantt, che sarchiar si posuno.
E num. i3. Sarchiansi quante M'Ite l'er-
be nocive nascon tra loro. Lab 2£)3 Do-
mine, dligli il malanno: tornì ■ sarchiare
le cipolle , e lasci slare le gratddoone .
Tnìtt. tiov. fam 31- Se ìt grano non ca
desse iD terra , non morrebbe ; se rion
morisse , non nascereblM? ; se non naares-
se , non sarebbe sarchialo ; se non fosse
sarchiato, non crescerebbe. "^ Bari Ben.
tini pag. 8. (/,i»cr«io 1799) Non doman-
dar coni' io semini ri ari, E come Ìo p »-
lo ben V anno le vili : Neil* ano«sUro «I
mondo ncn ho pari , -E nel urehiare e
nel tener pulite Le fosse e le senienie
ec, (ìi)
SARCHIATO Add. da SareMlm-e. Lat
S A R
S A R
S A U
sarcu/fittit . Gr. cxa^su-et^ . Cr, 3. i4-
3. I lupini dj sarchiar non sodo , e s;ir-
chiati SI >pengonu.
SAIUIIUTURA. ti santiiare. Lìl.sar-
ntiira . Gr. ixaJs'jjc;. Palind, Selt, i^.
At qujlr lifvt'mente l'aiu iiilk^rno sarchia-
tura, Tortifica la leutTezza della piatila.
SARCHIELLA. / . SARCHIELLO.
SAnCHIF.LLARE . Lfiigte>menU sar-
chiarci chf anc/ie CLmunetuente t no»t/i
Contatltni il d<Ccno Radere, o Chisctare.
Lat. sarcufare . Gr. axa.Xi\!&tTt . pai/ad.
Giiifjn. I. Di questo mese s'apparecchi
l'a
pò..
aveadola sarchiellata lieve-
mente , ** accooci eoo pula e eoo mor-
chia .
SARCHIELLINO. Dim. di Sarchiello.
Paiiitd. Marz. i5. Vuoisi seminare spar-
grndu e gitiandolo , e ricoprire col sar-
cbiellioo, o rastrellino.
SAKCHIELLO, <- SARCHIELLA. Dhv.
dt Sarchio. Lai. sarculiim. Gr. oaolXi'ì .
Pallad. cnp. ^i. Sarchielli semplici, o sar-
chielli con due corna , con manichi ivi
entro. Alani, Colt, z, 36. E mentre egli
opra tal , la sua t'<imig1ia Con semplici
«archielle aUoruo maode . E 4* 99 Put
le tappe, i marron, le vanghe, i coltri.
Le sarchielle y i Lideotì ec. Sìan oies^e
tutte iasieme.
SARCHIETTO. Sarchiello, Lat. snr-
ailtit. Gr. cxaJi'^. Cr. 6. 2. i^- L'erbe
nientedimeno ccl sarchietto si ricidano.
SARCHIO . Piccola marra per uso di
sarchiare. Lat. sarcuinm. Gr. 5/aÌi^. Cr.
6. 3- i3. Così col sarchio, come con mano,
olliraamenle si tolgono.
SARCHIOLINO./J/m. di Sarchioj Sar-
chiello. Lat. sarcutus . Lib, cnr. maiali.
L* erbe con le radiche si cavano di sotterra
con un sarchiolino.
SARCHIONCELLO. Dim. dì Sarchio.
Lai. satcìt/iis . Gr. oxot/i ; . Cr. 6 102.
I' Appresso si roncano, quandunque rina-
scano r erl>« in essa, con le mani, e col
urchioDcello.
•f * SARCOCELE. r. G. Term.de'
Chiru' ght. Malattia in cui uno, o ambi'
due I testicoli sono divenuti sirrosi , sinvi
o no tumefazione dello scroto. Lai *sar-
cocele. Gr. sa^xozr/i*]. Bed. Cons. 1. 278.
Olire lo scirro, %enj;on produtie le scro-
fole ec, un tumore dello scroto, chiama-
to ramire , ed un altro pur dello scroto,
chiamalo àarcocele, cioè a dire ernia car-
nosa. (•)
t SARCOCOLLA. Materia vegetale re-
sinosa che stilla da una pianta esotica di
questo nome j la quat materia si usava
una volta come aitringcnte , e detersivo .
Lat. sarcocol'a. Gr. ffasxsxflUJa. M. Al-
dobr. P. i\', 69. Porre di sopra polvere
dì sangue di dragone, e sarcocolla. Bicett.
Fior. tio. La sarcocolla è una lagrima di
no arbore di Persia , simile all' incenso
micuio, di colore o gialliccio, o rossigno.
* SARCOFAGO. Teim. degli Storici
antichi. Sepolcro in cui gli antichi ripo-
nevano i cadaveri che non si volevano ab-
bruciare. (A)
« SARCULA. Specie d'uva del Bolo-
f:nese . Cr. 4 4- ^* ^^ ^ "°' ^''^a ma-
niera , che da alcuni Malixia , e da alcu-
ni altri Sarcula è chiamala , la quale ha
il granello bianco e ntondo e torbido ,
con soltil corteccia , che in maravigliosn
modo pesa, o in terra assai magra si di-
fende, f/'j
SARDA . Sorta di pietra dura . Lat.
sarda ^'carneofa. Ditttim. 4. 8. La sarda
pietra quivi ancor si trova.
* g. Sarda, per Sardella » 0 Sardi-
na , dicesi oggi comunemente da' Pesca^
lori. (A)
•f « SARDANAPALESCO. Add. Pa-
rassitico, Fpulonesco. Buon. Fier. 1. 1.
2. Vostra la cura 6a, ... Che '1 mio da-
naio . . . Non si scialaiqui. per nutrir fa-
miglia Indiscreti, o briaca, o disleale, O
sardaniipalesca. Salvin. Annoi, ivi.' O sar-
d.inapa/esca, dal re Sardanapalo, gran cra-
pulune , abbandonalo ai piaceri e al lus-
so . Buon. Fitr. g. 5. Intr. se. 3. E '1
bisrazzier , 1* uom della gola , E '1 sar-
danapalesco , e quel eh' aspetta L* inipu-
bere alla svolta , ec . Andarne a sticne
rotte. ìA)
I SARDELLA. Piccolo pesce di mare,
del quale si fa grande uso saluto . Lat,
.tariiinea , lieroald. Frane, Sacdt. nov.
87. Levata questa vivanda , vennono sar-
delle in tocchetto. Bcrn. rini. i, g8. Ha
presso un Kigo . ihe mena carpioni , E
trote , e granchi , e sardelle , e frittura .
Burch. I, Q, Giurando alle guagnel del-
le sardelle . Bti.-n. Fier. 4 •'>• 4- Quelle
Forme sardesche in mare Ebber geliate a
ingrassar le sardelle . Malm. 1. 62. Ser-
ransi ìn barca come b- sardelle.
SARDINA. Sbudella. Lat. sordn minor,
sardine^. Gr. oa^ot'va. Bed. Oss.an. iy5.
Ho rinvenuto ec. averla altresì la murena
ec. , la sardina, l'ago primo del Ronde-
lezio .
SARDONICO. Lai sardon^x. Gr. jap-
^d'vuf. Mor. S. Orrg Ben sappiamo noi
che lo sardonico e lo zaffiro son j-ietre
preziose; ma conciossiachè molle altre pie-
tre sicno più nobili di queste, e di mag-
gior prezzo , come è che lo sardonico , e
lo zaffiro ha color d' acre , ec. Frane.
Sacih Op. div. q3. Sardonico è bella
gemma , e di rosso colore , e ha nome
Sardonico , perchè intra' Sardi fu Irovata
in prima.
^' §. Sardonico , per Aggiunto di Biso.
Specie di convulsione , che contrae dall'
una e dall' altra parte i muscoli delle
labbra J . RISO, g. IV. (')
*t * SAREPOt.LARE. Lo stesso, che
Saetlolare. P.illad. Feblir. 12. Sarà otti-
ma cosa se 'l potatore guarderà sempre
al tralce, eh' e iilcuua volta ben nato ab-
basso laggiù della vite, e ad una gemma
o due il vi tondi, per cagione di riparar
poi la vite : e questo si chiama sare-
pollare ( così legge l' ediz. di J'erona
1810). r/v
SARGANO, e SARGINA . Spezie di
p'ìnno da coverte. G. F. 12. 66. 3. Sotto
i carri alla coverta dì sargani, e di drappi,
che si guarenticno di quadrelli , ec Liv.
Dee. 3. Queste cose li Duchi disprezze-
volmente riprendevano , ma ne trapassa-
re, oè disrompere la salmeria opposta, ne
a far far lungo alle costipate barde, e alle
sargiae sopra lor poste era leggiere.
*f SARGIA. Specie di panno Imo ^ o
lano di vani colori, e e munalmente di-
pinto, che era già in uso per cortinaggi,
e simili. Lat. lodix. Gr. orpùua. Boic.
ncv, 44- 8 Faccialevisi un letto tale ,
quale egli vi cape , e fallo fasciar d' at-
torno d' alcuna sargia. F g, '. p. {\. Es-
sendo in più luoghi per la piccola valle
fatti Klli . e lutti dal discreto siniscalco
di sarge francesche , e di capolclti intor-
niali e chiusi. Dtttam. 4» 26. Similmente
passammo in Irlanda , La qual fra noi è
degna dì fama Per le nobili sarge (Cediz.
di f e ne zia 1820 leg^e saie, e gli Atia-
demici pcrlano questo slesso esimpio al-
la voce SAIA ) che ci manda . Petor. g.
2. nov. 2. Il quale era ec. fascialo d' en-
tro con un lenzuolo , e di fuori con una
sargia .
* SARGIAIO. IS'ome che si dava nn-
ticnmente a Colui che dipignea le sarge
da letto. fSnld. DeC (A)
SARGINA. r. SARGANO.
* SARGO. Pesce nel mare di Egitto,
motto simile al Melamiro. Flut. Adi. Op.
. mor. 4. 186. I monnilli, i sirgi, i ghioi-
; zi, e lupi er. si pigliano con altre leti. (C)
I S'ìlvm. Op. Pese. 4- -^t)!. I sarghi impau-
■ riti in frotta in fondu Del mare , ranoo-
I dandosi, stan quatti. (A)
: * SARISSA. Term. de* M Hit. Specie
I d asta antica , lun'^a quattordici cubiti ,
I "*nta particolarmente dai Macedoni. Tass.
Pros. ili. i3o. Se non raoslrcrà le ric-
chissime spoglie e le prede, le sarisse. 1«
faretre, ec. (/ì) Segr. f-ior. Jrt. Guerr,
pig. 38. (l55o) Le falangi di Macedonia,
le quali portavano aste, che chiamavano
sarisse, lunghe bene dieci braccia, (A)
SARMENTO . Lo stcs.w che Sermen-
to. Sedurr. Colt. 27. il tempo velo dello
spiccargli dalle viti è quando coniinci.ino
i sarmenti ad aver piagati un pò* gli oe-
thi. E 32. Si fanno su per le pergole e
per le vili degli arbori co' sarmenti delle
viti proprie . F 3;. Acconciandogli , che
stieno rilevali ugualmente per tutto, sic-
ché crescendo , resti aggravala la vile di
sarmenti traversali, con contrappeso pari
da ogni lato F L^6. Quanto si può 51 ca-
richi il sarmento sopra la vite , affinchè
non si marcisca, e sì regga meglio.
SAR>ACCHIO. V, A. Quella quanti-
tà dì catarro che in una volta si spula j
che oggi più comunemente diciamo Sor-
n'icchio . M ALlohr. Gli abbonderà sar-
nacchii secondo il savor della maniera
della (lemma.
SARNACCHIOSO . F. A. Add. Che
ha sarnacchi , Lai. pituitosus. Gr, yJ-E""
yaxToi^fìi. Fr. lac T i. 3. 6. La sar-
naccbiosa tossa ec , Con Io sputo fcleole,
Che conturba la gente.
* SARPA. Term. de' Pe.'^catori. Pesce
Itttorale, che si prende colla rerzitolaj il
suo corpo è alquanto piano e grigiolato, o
righettato di nero per lungo. (A)
SARPARE. Term. marinaresco. Scio-
glier l* àncora, Silpnre. Lat. tollere nn-
choram , solvere anchornm , solvere. Gr,
ayxu;;av aVpetv . =;; Ar. Fur. 17. 36. I
nocchieri suoi vede in disparte , Sarnar
lor ferri, e in opra por le sarte, F 18.
1^0. L' ancore sarpa, e fa girar la proda
Verso ponente. ( FPj Buon. Fier. 3. 2.
l3 Sarpa tu 'I ferro olà. Menz. rim. \.
12. E pure in lieto giorno Sarjió l'anco-
re sue r altera nave. Malm. i|. 33. Si
lancia fuora , e via sarpa , fratello ( qui
per similit., cioè: scappa, o fugge presta-
mente)
SARROCCHINO , Sorta di vcstinrento
di cuoio , che si porta da' pellegrini per
coprir le spalle . Malm. i, 2I. Va col
sarrocchino , £ col bordone , e un bel
barbon posticcio, Sembrando un venerabil
pelici; rino.
3 SARTE , Corde della vela del navi-
lio, legate all*antetinn Lat. rudentts. Gr.
■rzpÓTOvoi. Fitoc. 5. 4^- L' albero, le ve-
le, i temoni e le sarle da' venti , e dall'
onde ci sono .stale lolle. Pctr. canz. l\2.
2. Indi per allo mar vidi una nave Colle
sarle di seta, e d'or la vela. * ylr. Fur.
17. .^6.1 nocchieri suoi vede in disparte,
Sarpar lor ferri, e in opra por le sar-
le. (Cj
* g. I. Eftsuratam, « Dant. Inf, 2;.
Dove ciascun dovrebbe Calar le vele, o
raccoglier le sarte. Pt:tr. son» 23l. Veg-
gio fortuna in porto , e stanco ornai II
mio nocchiero , e rotte arbore e sar-
te «. (B)
^ §. IL Sarie , si dissero anche le
Alzaie , che servono per far risalire 1
fumi ai nnvigli. Mil. M, Col. 23 1. Xot-
le le navi hanno sarte di caojpe . cioè
legami, per legare le navi, e per tintile
su per questo fiume. (Cj
SARTIAME. Term. marinaresco. No-
me generico di tutte le funi che st adv-
ioi6
S A S
S X s
parano nelle navi . * Jccut. Cr. Mass,
Volle che li facesse venire dalla Vera j
CrUi sartiami e Icrramctili , con tulli gli .
■illri altrfizi sjIvjIì da quei vascelli che
s.* frano fatti aa.ljrc j fondo. (A)
Sauto. Q'ifg^' che li^Ha ì vetUmen-
ti, e gli cuce, Lat- sarcinttor, vestiariiis,
Erasm. IStcc. nov. 38. 3. Coo una fan-
ciulla del tempo suo, figliuola d'un sarto,
si dinicUicò. Diliam, \, 4 Pt^rch-; laoto
uii stringe a quello punto La lunga letna,
rh'i'fo come il sarto. Che per frclla tra-
passa spcsio il punto. Frane, lìnrb. 3o2.
4. Gii.irdj(i dal harbiirc ec. , Dal sarto.
che Ugliarc 3ion vuol che- '1 vcggia. o Ti-
re, /-r.i/if. HtC'h. Oi>- titv- »io Per tre
modi puolc .ipparare chi in questo modo
vive: per natura, ec; per arto meccanica,
fahhro, arie di lana, sartu, ce.
*t * §• ^'"" ''' ■"*'■''» **'*'* Fantoccio,
i'atc'i. Snoc- 4- 6. Colei e trincala, the
farebbe fare un uom da sarli. Lasc- Oc-
los. .\, M. lo ho paura che tu non abbia
vestito un uom da sarli. (t'J
SAUTORE Sarto. Lai. sarcinator, ve-
ttidnui. Or. «/£7r:^';, l^i'xro^pyii. .*/•
r. 9 3;. In (jucsli tempi della slate uni
sartore Ii)ghile*c ec. cominciò a fare brigata
di saccjfiii Dant. htf. l5 E li ver noi
aguzzavjH le ciglia, Come vecchio sarlor
fa nellj cruuj . E Par 32 Qui farem
punto, comò buon sartore, Che. com'egli
ha liei paun.i , fa la gonna . Tratt. go^-.
fam. Richiedcii appresso alla comunità
univers.ilc diverbi eserciiii, come ec. sar-
tori, armaiuoli, ec Mor'^. ig. 53. Uicea
Margutie : quel can traditore Per modo
le cuslurc m'ha trovale. Che non sarcb-
he cattivo sartore. E a5. 258 Perde Ìl
punto il s.irlor. the non fa il nodo.
^: SAllTOUIO. Termine de^li Anato-
mici, Uno de muscoli flessori della gam-
ha, che serve principnhnentc ad incrocic-
chiare le eoscie. Impeif. /inai. i3i. Due
..Uri (mnxcoli) dentro arcoslano; il primo
.lice.-ii Congo , ovvero fasciale , o sarto-
rio i è messo tra quelli che piegano. (F)
* SASSACCIO. Peggiorai, di Sasso.
Lat. iilif lapis. Pros. Fior. 4* 3. 86-
Inlervienc :i questa genie bestiale quello
«he avverrebbe a un muratore senza più,
fh^ trovala una pietra fine e rilucenle ,
se ne servisse a tirar su un pczio di muro,
..-ome di qualunque altro sassaccio e mat-
tone . (.\S) /ìif/in. DiS'. 2. 182. E
come li gaaslerelibc quella colonna ec. se
ec. sema alcuna regola ne ricavassimo un
^a$SJccio tulio rialti, e tulio gobbi ec. (Fj
SASSAFRAS, «r SASSAFRASSO. /rf-/io
giallicci» odorifero f di sapore alquanto
nere, e aromatico, ti-ndente n quello dfl
fì'iocchio, che siene a noi in pezzi grossi
dalla Florida, e l' a/biro da cui e tolto,
è chiamalo dngP Indiani Piìvame . Lai.
*sasso/ras. litrett. Fior. 5^. H sassa-
fras e un arbore . <hc nasce nell' In-
die nccTdrnlali, di fusto assai grande , di
somiglianza al pino, ed ha le foglie con tre
punte, come quello del Cico. Rtd. Esp.
nat. r)7. Racconta, «he il legno del sassa-
frasso, tenui" in molle per otto giorni nel-
l'acqua di mare, la fa divenire dolce , e
buona a bere. E 98. Ancorché ec. in al-
tre prove raddoppiassi la quantità del
sassafrasso. E Conf. l. liS- Cicderei che
fosse necessario venire ali uso di un de-
collo di rina e di vipere, con la giunta
di qualche porj di saU.ipariglia, e di sas
».ifras. pr(*paraia secuudu l' arte, con altre
erbe, r.idiche, ec.
SASSAIA. Riparo di sassi fatto ne' /itt-
mi, a similitudine di pignone. Lai. ri(ni«-
Ihs lapidum. riv. Di^c. Arn. (\2.. I quali
servissero c»nie di guida a quei pignoni ,
■ I sassaie che in forma d'argini putenti m
tnlendcrt'i di fare E ^^ lo coostruire a
seconda, e a traverso pignoni che sod chia-
male sassaie. E ^^5 Nel fiume d' Arno ec.
sono state messe in opera più sassaie coo
quello della Verucola.
SASSAIUOLA. lìattaJiafuttJ co'tatsi.
Lat. lithomachi'i. Gr. le&o/iaxi'at. * «y*)?-
l'ia-jg. ^fan. Sin. 55. Corue noi colram-
mo in uno de'borghi della città, ci si levò
una sassaiuola addosso grande e grossa, a
modo che se noi fossimo istalì cani. (S)
Cfcch, Mo:L 3. 4 t:hc se i ciiti s'ac-
corgessero Di questo vostro umore, e* vi
fjrehbono La sassaiuola dietro. fìuoa, Firr.
3 1- Q. O qualcb' altro, ch'armeggi Ca-
valcando di Pinilo Sul cavjl Pegateo le
sassaiuole l qui Jigurntam.).
SASSAI UOLO. Aggiunto, che si dà a
u'ia tpeiic di colom'ti. Lai. saxntilit. Gr.
nirp'AlOi Cr. 9. 8S. 1. E di quelli ( co-
lomhi } che vi si mettono, migliori sono
i sassatuoli, e dopo quelli soau i ligrani.
f SASSATA. Cjlpj di sasso. l.il. taxi,
vel ìaptdit ictus. Gr. ÀiàOjSoÀ*]*. Farch.
Stor. IO. 280 11 Marchese siess'>, mentre
brigava di salire sopra i basti'^oi. per una
percossa d'una sassata, ch'egli ebbe ec.,
cadde in terra tramortito. Morg. j. 44*
Chi dà percosse di masse e di scure. Chi 'l
petto p.ir rhi le gambe gli spilli; Chi dà
sassale, che parevjn dure, lìi-rn. rim. |.
io5. Ha del labbro un gheron di sopra
manco ; Una sjssata gliele portò via ,
Quando si combatteva Caslclftanco. /?»o/i.
Fier. 5. inlr. 3. La lealtà le trasse una
sassata. O fosse di diaspro, 0 d'alberese.
::: SASSATKLLO. S<tssoli-to. Lat Li-
pilhis Gr. itSascov. Soder. C^lt. i\. Cosi
le torre sparse ui minuti sassatclli ec. gio-
vano alle viti. (")
SASSEFRICA. Erlfì noti, di gr.m-
detta, e colore non molto dissimile dolila
pastinaca, le cui barbe colte s' uutno
il verno per insalala. Lai. trasopo-jon.
Gr. TayyoTTw'ywv. Cr. 6. 9^ 3. Contra
stranguria . e dissuria si dia il vino della
dccotion del suo seme, e di sassefrica.
Dav. Colt. 200. D'Agosto fa' V agresto,
semina rape , radici, sassefrica , navoni ,
carote, e pastinache.
SASSELLO. Diciamo a una Spezie di
tórdo <tlqunn(o più piccolo. Morg. l4'58.
Il marin ti>rdo, il bottaccio, il sassi-Uo .
Malm. 7. 76. Dagli pur. rispondca, ch'e-
gli ('• sassello ( qui Jigivatam.).
•f SASSELLO. Sassuolo. Soder. Colt,
l4- Le terre sparse di minuti sasselli.
( l* cdit. qui Citata legge sassatelli ^ e
mesticale di scaglio o pietre ec., giovano
alle vili.
*f * SA'SSEO. AdJ. Di sasso. Sahin,
Omer. Inn. ( Sowerrommì, ni? me pren-
derà ce. ) Cosi detto, dispoie i fond.imen-
tt ec., e sopra lor Trofonio pose Ed Aga-
mcle un sasseo pavimento, ce. E Annot.
Fier. /ftion, 4- l- 5. Per più enfasi disse
il poeta elegiaco, non tasseo , ma sasso,
cioè uomo crudo, insensato, crudele. (A)
* §. I, Per Convertito in sasf: ff^ec.
Cam. Dant.K cosi come se veduto areui-
mo il Gorgone, sassri diventiamo. (A)
Ang. Mei. 4* -^52. L'altra che si svellea
le liionde chiome ce Fermò nel sasseo crin
la sassea mano, (y)
* §. II. Sasseo, per Simile a sasso,
Salvm. Opi*- Cacc. Un uovo immenso
parloriscoD (gli i^ruisi ^, quanto Capisca
un tanto augello, io giro armalo Di sas-
sei gusci. (A)
^ §. 111. Figuratam. Mem. rim. 4*
101 Siavao rigidi il pie, ussci le ciglia.
Tronchi insensali in solitaria arena. (ì\'Sj
* SASSETO. Tratto dt terreno co-
perto di sassi rotolati dall'acqua- (A)
SASSETTO. Pim. di Susro. Liti, la-
pilltts, Gr. Xt&i'ijK54 Gal. Sut. 126.
Queste e assai minori resistente dì sasictli,
di rena , di foglie, vediamo quietissima-
mente riposarti io terra. E l85. Dicami
il signor Simpli'io qual sia il moto che
fa quel «assetto stretto nella corca della
cjnna, mentre il fanciullo la muove per
tirarlo looiano ?
*X ^ 5ASS1CELLO. Sa t Molino , Sas-
fuoh. Segner. Miser, verseli. 18. La
contrizione ha questo di proprio ec., di
abbattere r alleata dello spirito già ri-
belle all' isiesso Dio, anxt di slrilolarla
più che quel sassicello svello dalla moo-
lagna non stritolò qu<i' gran Colosso fa-
moto, comparso ec. (Al
* SASSIFlCARE. Cingiare in satto.
Menz lìmi. E può novella e assai mi-
glior Meduta ec. Ai mostri rei sassificar
le ciglia. (F) Chiahr. canz. Quinci gran
meraviglia. Nel gorgon di Perseo, Ab-
liominato, e reo , Sassificò le ciglia. (A)
* SASSIFICO. Add Che hi virUt
di cinsi ire in sasso. Ang. Met. 5 5|.
Il sasMfìco mostro avea ogoor seco. E
s(. 57. Deh I non mi fate I* orrido
spavento Veder della sassifica Gorgo-
ne. f.\}
SASSIFRAGA, e SASSIFRAGU. Erba
nota, che nasce tra i sassi, e in tuo-
frhi aridissimi; e secondo 'l èfmtHuoh,
ce n'è di pia spesie. Lat. saxi/ragum,
sirifragt. Gr. ff^rft'scayov. 9f. Aldobr.
V. se vien per freddo, recipe gengiofo,
pilalro. sassifragia, ed isa^o. Cr. ». iS-
q. Adunque in que' colali luoghi o al
lutto pianta non vi natre, o, se vi na-
sce, sì è rara, e debole, siccome è la
sassifraga, e certe altre piccole gramigne,
ovvero erbe.
•f « SASSFNATO. r. A. Astaaina-
lo. Mors. 20. 7. Perch'cran sauinati
rome cani f il vol^o t'usa ancora in
alcuni luoghi }. (A)
SASSO. Pietra comunemente di eri"-
dezza da poterla trarre , e maneggiar con
mano. Lai. saxnm , hpis Gr. Tzirpet..
(;. F. II. 39. 5. Co* sassi cacciati fuori
e fediti. E 12 20. 8. Si mise dentro al
serraglio della piaua al ponte a gran
pericolo, ricevendo di molli sassi e qua-
drella, Cronichett. d'Amar 33. Come lo
lìone gli venne addosso, e' prese un sasso
e lo mantello, e difesesi vigorosamente
Soder. Colt. 3. Gli antichi lasciarono per
rirordo delle viti, che si lasciassero,
presso a'fianrhi delle (osse piantale di
viti, sassi non più di cinque libbr» l'uno.
# § I. Sa^si X Oriente , per Pietr.
preziose il disse f! - Fir Diat. beli,
dona. 406. Non tulle le nostre pan
hanno il mod.i d' ahhigliarsi co' sani d'
Orii-nie. o colle arene del Tago - - (O
3 §. II. Sassn, pigiasi eziandio per
Ogni sorta dì pietra, e siasi quanto ei
vuol erande. Lai. saxiim . rupes. Gr.
aifp^TOuo; r:sTp%. Petr. eam. 3i. ?•
-Sotto un gran sasso In una chiu« val-
le, ond'esce Sorga, Si Ha. IMnt. Inf
34. Poi usci fuor per lo foro d' un
sasso. E pose me in sull' orlo ■ sedere.
E par. II, Nel crudo sasso mlt» Te
vere ed Amo Da Cristo pres^ K ultimo
sigillo. lìut. ivi: Nel crudo sasso ec.
ciiM- nel monte dell* Avereia. Dnat. Pnr,
71. Tra duo liti d'Italia sargon sassi.
F non mollo distanti alla ina patria
ì'it SS pad l. 4. Ebbe trovala una
bella spelonca , rhitisa rnn una lapida,
ippi<> d'uno bellissimo monte , lo quale
era quasi tulio tatso. \falm. 8. a3- Sta-
tue ecrellrnti di que'PraisilelH , ^be •*
sassi danno il moto io Seittgnano.
§, III. Sasso, per Sepolcro dt ptetraj
maniera poetica Lai. lapis stpulc'-ah*.
Gr. )i So; CTTiTayio;. Peir. can:. !ii.
1. 0<T chiusa in un sasio Vinse m'tli.-i
bellrxza acerba morte. E scn. 387* Ile.
viQie doleoti, A duro sauo. Che '1 mio
caro tesoro in terra ascoudc.
* §. IV. Sasso, talora sì figlia per
Jifontagna. Fior. Jt. 3o4- Won molto
di lunge da iiuo^to ano di tk dal fiume
è uoa cilt^ antica (C)
§. V. Diciamo in proverbio, Trarrf, o
Gettare il Sttsso, e nascoiuter la mano j
che vale Fare il male, e mostrar di non
esserne stato l* autore. Varck. Stor, 12.
478. Arelibe voluto, iecoodo il costume
suo, il quale era di giUare il sasso, come
si dice, e uasrondere la mano, rbe un al-
tro avesse, u dod r|^li. levalo questo dado.
* §. VI. Dicesi anche Rimanere di
sasso, vale Esser compreso da eccessiva
maraviglia, 0 paura. Ces Ncv. 2^. Alla
ÌDaspettata proposta tulli rimaser di sasso,
e il ladro meglio che gli altri , che il
cuore gli cumiaciò Latlere l'urtemeD-
ie.(Cj
* § VII. Conoscere il pan da' sassi.
V. PAKE, §. XXVn. (C)
g. vili. Fare a* sassi pe* Jorni. Ved,
FORNO, §. VII!.
§. IX. hss.te alla porta co* sassi. V,
PORTA, §. 111.
SASSOFRASSO. Sassofras, Lat. sas-
sa/ras. Buon. Fier. 2. 3. 4' '^ *^*'
soCtasso, Siccoaie il legno, vi si dà pel
capo.
SASSOLIJiF.TTO. Dtm. di Sassolino.
Se^ner. Pted. 2. 6. La colpa dell* uno
fu, che il Re avea trovato Del bicchiere
UD mosciao; dell' altro fu , che aveva
trovato nel pane un sassolinelio.
SASSOH^O. Dim. di Sasso. Lat.
ìapilltis. Gr. iiSoc'ptOV. Serd. Stor. 1 .
27. Senza punto fermare il corso de'
cavalli, di subito sì ponevano a sedere,
e quindi ricoglicvano per terra i sassoli-
ni, e in un momento ancora smonlava-
DO e rimontavano , correndo sempre i
cavalli quanto più potevano. Bern. nm.
1. 102. Avere un sassulin 'n una scarpet-
ta, E una pulce drento a una calza ,
Che vadia io giù e 'n su per istaffetta.
Jied. Esp. nat. 66. Che le gru ingozzino
questi sassolini, lo accennò Eliano. Sfi^^.
nat, esp. 268. C* hanno ne* lor ventrìgli
maggior copia di sassolini ingbioiiiti.
SASSOSISSIMO. Superi, dt Sassoso .
Hed, DiUr. 34- Or questo , che slillj
deiruve brune Di vigne sassosissime To-
scane, Bevi, Arianna.
SASSOSO. Jdd. Pieno di sassi Lat.
saxosus, lapidosus. Gr. ÀtSw'ov;;. Pailad.
Febbr. 2.5. Si semina il finocchio in ter-
ra aperta, e poco sassosa. Mor, S. Greg.
Cristo roppe le fonti, e i sassosi foìsì ,
quando aperse i fiumi della verità ne'
cuori de'suoi appostoli. J it. SS. Pad. 1.
6. E andando cosi pensando, pervenne ad
una valle mollo sassosa - Alani. Colt* (1.
(j3. E per sassosi colli 11 lucente cristallo
e '1 freddo affina.
* §. I. Per Dt sasso. Satvin, Op. Pese.
Tosto i polpi quai pesci oe compaiono ,
Saltando fuor della sassosa forma (A)
*t ^ §■ J'- ^"' Somigliante a sasso.
Che ha forma di sasso . Alam, Colt. 5.
l36. Molti modi al frenar già mise in
uso La rozza antichità , V aspre procelle,
E le sassose grandini, che spesso Readon
vane io un di d' un anno 1' opre. (J)
* §• III. «$"1 usa anche a modo di sust.
Ciriff. Calv. 3. 86. Ella sare' maitezza A
V uler camminar per la sassosa, Putend* ir
per )a piana con dolcezza , E gir per la
moDUta scropolosa (forse, e ne^iio.icte-
pelosa). (B)
SASSrOLO . Dim, di Sasso. Lat. la-
piìlus. Gr. itSaptcv. Buon. Fier. 2. 5.
7. Arena diventar, sassuoli e brecce. So-
drr. Colt. 26. Si faccia fare un ferro
sodo a uso di succhiello in punta , the
Focahohrio T. Il
SAX
discosteià ì sassuoli, in che egli iuloppi
sotto .
SATAN,* SATANA. JSome del princi-
pe del dtmonii' ; oggi più comunemente
Satana.t.to. Lat. sattnas, adver^^arius, Gr.
oaravàs. Dant, Inf. 7 Pape Satan, pa-
pe Satan aleppe . Coli. SS. Pad. Allora
entrò in lui S.iiaua, e san Pirro disse ad
Anania: peichè tentò Satana il cuor tuo,
che lu mentissi allo Spiritossanlo ? Mor,
S. Ciegt 1. 2. Ecco che ra* è dato lo sti-
molo della carne mia , 1* angelo di Sa-
tana .
SATANASSO . Lo stesso che Satana .
Lat. satanas. Gr. oaravà^. Frane. Sacch.
nov. ]53. Come se andasse a combattere
con Satanasso. Serd, Stor. 1^. 558. Con
aoimo di prendere quella sedia della guer*
ra contro a Satanasso. £ 571. Ficcu pa-
lesemente nel Coran le insegne vincitrici
della morte, e di Satanasso.
§- Per Diavolo semplicemente . Ciriff'.
Calv. 2 t\0. Poi se n* andò coti tanti Sa-
tanassi, Ch'io credo che Tinferno più non
n'ebbe. lìern. Ori. 1. 4- l3. E<;IÌ è venuto
in Spagna un Satanasso, Una furia , una
fiera orntnda e strana , Che dicon che
si chiama il re Gradasso ( qui fìgura-
tam. ).
* SATANICO. Add, Di satanasso.
Diabolico. Segner, Crisi, inslr. 3. 29. 2.
Chiamando il ballo un giuoco satanico, e
negando avvenire in esso che si sfuggano
i lacci tesivi dal nimico , e che si resista
.il le suggestioni risvegliale dal senso. (*)
SATELLITE. /. X. Soldato che ac-
compagna altrui. Lat. satelles. Gr. Sop\>-
fo'fa^. l'arch. Stor. 12. 44^- ^^ man-
carono de'suoi soldati e satelliti, chiamati
'^gg* cagnotti , i quali pubblicarono per
tulle le città cartegli ec. , facendogli ec.
appiccare ne' lunghi pubblici , e più fre-
quentali . Cuicc Stor. g. ^5^. O perche
ne fossero autori i satelliti de' Bentivogli,
0 pure, perchè ec,
* g. I. Satellite, per Birra, Zaffo,
Il J'ocabol. alla V. ZAFFO. (A)
* g. II. Satellile. Te r m. degli A 5 Irò-
nomi. I\ome che si dà ad alcuni pianeti
minori, che girano attorno a un maggio-
re. Gal. Leit. voi. 2. 409 ( Ediz, Pa-
àov. }, Tutti gì* indussi ec. son derivati
non più da Giove , che da' suoi satelliti.
E appresso : Distinguere più particolar-
mente i loro effetti non saprei io, se pri-
ma qualcuno non gli rimovesse ì suoi sa-
telliti dal fianco. (Mj
SATIRA. Poesia mordace, e riprendi-
trice de'iizii. Lat. satyra. Gr. oarupix?;'.
Bui. Purg 22. 2. Satira è materia in in-
fimo siilo, e riprensione de'vizii; e dicesi
satira , che era una tafferia , ovvero sco-
della , che s* offeriva agli Dii , piena d'
Ogni cosa, come è la satira, che ripren-
de ogni vizio, e mischia i grandi e i mez-
zani e i piccoli insieme. Ovvero sì chiama
satira da' Satiri , che erano Iddìi delle
selve, cornuti, co' pie caprini, nudi, le
quali condizioni si convengono alla satira,
che con parole nude a niun perdona, ed
entra in ogni vii materia . Red. Annoi,
Ditir, 11. Fra lacopone da Todi ec. in
una sua satira , che tra le stampale è la
decimascsta. .t' j36. Ma ne'bisogni l'han-
no usala ancora i moderni, tra'qualì mon-
signor Àzzolini nella sua famosa satira.
SATIRACCIO . Peggiorai, di Salirò.
JHenz. sat, IO. Si sraastella di risa, e fa
una cera D'un Satìraccio . 'i? Red. Op.
voi. 2. p'ig. 107. ( ediz. Class }. E per
maggior disgrazia ec. lo prego il ciel ,
che tu PoskÌ aver per marito un Salirac-
cio. Sgherro, vecchio, squarquoio, e gio-
catore, ec. (B}
•f !? SATIRALE. Add. Di satiro.
Bocc Jmcr. J'is. 18 Soletta appress"
.SAT
1017
Antiopa scguia , Con la qual Giove in
forma saltrale Parlava, ed ella lui pietosa
udia. (A)
•f * SATIREGGIASTE. Che satirep-
gli. Cden. Ms. 5 16. Il fine della satira
e la emendazione de* costumi , degni di
penna satinggiante. (A)
SATIREGGIAHE. Far salire j e figu-
ratam. Riprendere. Btnstmnie Lei. satj-
ram scrihere. Alleg. 63 Io non vo* per-
tanto inferir quel chi- par che , satireg-
giando, accennasse un galantuomo. Car.
kit. I. 35 Se la tintazione, che mostra-
V.I aver di satireggiare, è ita innanzi. Sal-
iin. Disc. 2. iHy. Noi diciamo dare il
giambo ad uno , e i Greci lay^i ^stv ,
per satireggiare:
't * SATIREGGIATO. Add. da Sa-
tireggtare . Uden. I\'ts. 5. 16 La forma
della satira e la inaledicenza satirica, e la
materia della satira è il vizio satireggia
to. (A)
t SATIRELLO. Dim. di- Satiro. Lat.
saljnscus. Gr CKTypt'cxo^ . Ovid. Pist.
(\']. Li Salirelli che sono Iddii delli bo-
schi, e li Fauni che sono Iddii de' cam-
pi , già mi perseguitarono per boschi , c-
per riviere , e per colli , e per foreste .
Red. DUir. 43. Satirelli, Ricciulelli, Sa-
tirelli, or chi di voi Porgerà ec.
SATIKESCAME^TE. Avverb. A ma-
niera di satira. Lai, satynce. Gr. sktu-
pi/ùJ5 . Salvin. Disc. 1. 323 Titolo ec.
d* occhi cernili diede satirescamente l'A-
teniese Aristofane in una sua commedid^,
intitolata la Pace , a' Lacedemoni.
SATIRESCO. Jdd. Satirico. Lat sa-
tyricus . Gr. ffarupezo'; . Menz. sat, 3.
Pur tenterò con satiresca avena , Menlr'
io bagno nel fiele il labbro secco , Far
sentire una zolfa orrenda e piena.
SATIRETTO . Salirello . Lai. satyri-
scits.GT. zy.-Z'jpiz/.O^.Cant. Cam. 1. Que-
sti lieti Saliretli, Delle Ninfe innamorati,
Per caverne e per boschetti Han lor posto
cenlo aguati . E l\0. Vedete questo lieto
Salìretlo , Da dolce amor legato . Red.
Ditir. 25. Da un insolente Salirello osce-
no Con infame flagcl venga percosso.
•f * SATIRIASl . Tensione morbosa
del mtmbio virile, accompagnala da ar-
dente incitamento all' atto venereo , Lai.
*satyriasis. Gr. aocTupioisti. Red. Cons.
I. 280. Insinuandosi questa flatuosità nel
concavo del ventre inferiore , produce 1'
idropisia limpanilidc, ec.j se nel membro
genitale, ce deriva la saliriasi, o priapi-
smo. (")
•f * SATIRICAMENTE. Avverò: In
modo satirico. Per via di satira. Uden.
Ai\r. 3. 65. Luciano in Saturnalia ferisce
satiricaiCente Omero ed Esiodo , o pur
dissimulatamente gli Dei slessi, per conio
delle disorbitanze attribuite loro. (A)
SATIRICO. Sust. Compositore di sa-
tire. Lat. satyrarum scriptor, Gr. CKtu-
pÓ'/pOLOOi. Buon Fier. 5. 4- 6. Dicbia
raudo, fra questi I suUazzevol ^ersìficatorl
E i satirici buon non dover porsi.
t SATIRICO. Add. Che appartiene
a satira. Che tiene della salirà . Lat.
satyrictts. Gr. OKTUpixc'^. Red. Ditir, \G.
Di satirico fiele atra bevanda Mi porga-
Buon. Fier. Inlr. 5 3. E i satirici colpi
inloruo meni ■
■j- §. Satirico, vale anche Che e dato
alla satira. Che pugne e offende altrui,
0 in parole , 0 in iscritlura. Bui. io tut-
te sue opere fu satirico, perchè tiaitòdella
rìprension de' vizii.
SATIRINO. Dim. di Satiro. Lai. sn
tjrisciis . Gr. soLTVpt'a/.Oi ■ Borgh. Rip.
^^8. Dipinse ce. un Polifemo ijraDdissimo
con molli fanciulli e Satiriui, che gli gÌuo-
cano intorno. E 5l2. Uà una tazza nella
niau deìtrn , e nella sinistra una pelle ^i
128
ioi3
S A T
tigre e un grappolo d* uva , la quale od
Salirino crrca di manjj'af*
SATIHIU I.o ste.-ixo ihe Salinone, 1.^\.
satjrion. Hicett. Fior. 62. Il salino ap-
presto gli Artfl'i t Donie comune a luUe
le »orlc de' tfUiioli cf. , inlendeodo per
testicoli di g<>lpe (|Ut-lli tbe appresso a'
Greci si cfaìjnianu propriamcote sJtirii.
5 SATIRIUWE. S'ome gmertco de' U-
sticolt di cane, {li volpe, e di becco, ben-
ché ila alcuni \ia slato erroneamente cre-
duto il m^fte^imo f/ic l' ^pftio salvatico.
Lat. satyrion , satynum , orthii , lesti'
cuttis, Gr. stKxJpiOii . Cr. 6. 106 l- Il
salirioDe sì (iene cbc lìj 1' ai
ppio
co , ed ù cjldu e secco nel terzo gr-ido ,
ed ba virtù allratliva dalle parli remule.
Tes poi: P. S. cap 8 Ugnili col sugo
del satìrionf, rhc na&('e ne* munii*
tr %. Satirione, è anche unii Specie di
tattovo'o , II* cui base era il salirio .
»• Srgr. Fior. CUz. ^. z Io piglirrò pri-
ma una presa d* un laltovaro che si chia-
ma saliriune ». il^)
* SATIRISTA . Colui che nelle ami-
che danze sairt rapprrsenl'iva un Siitiro.
Sali-iit. Cas. Dopo 1 Cori del Jiallo ar-
malo . venivano i Curi de* Satiri!>ti , che
figuravano Ij grecbcsca daasa delta Sicin-
nidc. (A)
•f SATIRO . Sust Dio boschereccio f
Jinto da' poeti in figura d'uomo, colle
cosate e le f^amhe di capro . Lai. satjr-
rus. Gr ooÌtj^o^. l'nss. 36l. Dicendo,
eh* è uno animale a modo d'uno Satiro,
o come UD gatto mammone , che va la
ootlc , e fa questa molestia alle genti .
Guid- fi. E perciò si dice, cUe vi abbon-
dano molli Satiri, e Fauni bicorni. jJlam.
Colt. 1. 2. Il cornuto paslur cu'suoi Sci-
vani. Co' suoi Satiri, e Fauni a lui com-
pagni , Vengan colle zampegne a schiera
a schiera. lìuon, Fier. Inir. \. Dunque
eli' avea del Satiro cortei ? L. Appunto :
io non s.iprci dirla altrimenti. Ch'una Sa-
tira vera.
§. I. Per meta/, si dice di Persona
rozza, e salvalicn, Lat> rudis. Gr. a.'/piOi.
.'ìmel* 67. Tra' quali molti , un giovane
dì grazioso aipctlo , b( nchc agreste, e sa-
tiro di povero cuure. A" Sg. Io il rendei,
di rozio satiro dnUo giovaue; e di pu-
sitlanimot niagnjnimo il feci.
§. II. Pvr Coniposilor di satire. Lat.
tatyrarum siriptor, Gr aoi.T\jpoypttfo~.
fìànt. Inf. t\' Quegli è Omero, poeta so-
vrano; L'.iUroc Orazio satiro. /j«/. Purg.
l5 2. Onde Persio satiro nella terza satira
dice. Cant Cam ^^0. Questi p<r altre
vie Compongono elegie, F, però tanto ma-
cilenti e mesti Son nel serobiaole, e satiri
SCO questi .
•f * SATIROGRAFO . Striilore di
satire. Salvia. Cas. Accostiamoti ora alla
raisegna de' poeti satirografi. C'dea. !\i.s 5.
6. Gioveoalo , a cui luila la (ritira per
aatonomasia prctcìive il nome di Satiru-
grafo. fJj
SATISDAZIONE. /'■ L. Jssicuramem-
to. Lat. satisdatio. Gr. ;ta?eyy\jT)9i;. St>ìt.
Mere* Alconu buon uumo, il quale sopra-
stea alla guardia degli atti della corte del
dello ufinale, v del suo uCcìo, promissione
e ulisdaiione
« SATISFACIMENTO. Satisfazione .
Lat. satisf.ìctio . Datti. Conv, l^^ Ve-
rocchi: una virinanta se non può in lutto
%atisfare, conviene a salitfacimento di quel-
la essere la ciuìi (') Fr Gioid. Pted. a.
35q. Onde 1.1 pena de' dannati non è al>
tro che uno latisfacimcntu alla giuslitia
di Dio rA>
SATISFARE. J"drfif/flre. Lai sntii/a-
cer* , alicuins voluntatem expltrg . I il,
SS- Pad I. <in. E poiché sopra questa
materia ec. ebbe assai, e mollo bene par-
salvali-
S A T
lato , volendo satisfare al prego del frate
predetto, benedisse dell'olio A" lOO. Al-
lora certo va 1* anima per la via lata ,
quando salirla a' suoi desiderìi ; e allora
va per la tia itretta, quando repugna al*
le sue volonladi. E 228. Era la sua cella
a tre ordini, cine di\iia in tre parti; nrll'
una lavorava e mangiava, nell' alira ora-
va . e nella terza satisfaceva alle Decessi-
ladi d'I corpo * lior^h. Fiet. 2ii.Trf>-
vaiidosi stretto dal bisogno di pagare , e
satisfare a' koldali suoi vittoriosi de' pre-
mii e promesse fjtle loro . Prp. Decam.
99. Tempo è di satisfare del resto della
promessa al lettore, e mostrare ce. (1)
Ar, Fur. I. <>3. Ed egli a lui: Di quel
che tu mi chiedi lo ti saliiCtrò senta di-
mora . K ivi 7-^ Che un sol ronzio per
dui sana mal atto ; E oc vico egli a sa-
tisfarei ratto. (P)
^ %. PI in signific neutr. pasx BcAV,
Celi. Race. IO (/'en, 1IJ28). Ancora co-
stui mio si salisfrce del suo intaglio per
niellare. PS 30 Satisfallo eh' Ìo mi fui ,
io mandai a chiamare li tre vecchi gio-
iellieri. (C)
SATISFATTISSIMO. .ywpT/. dì Sati-
sfatto Borph. Ori':, Fir. Ii)5. Restando-
ne satiìfaltisìima la cin'a tutta gli fu alla
partita per pubtdico derreln donalo un
pennone. Car. leti. 2 67. Resto satisf.*t-
lissimo dello scrivere , e delle promesse
che mi fai.
•f * SATISFATTIVO. Add. Atto a
satisfare . Sfgner. Pred* 32. IO La li-
mosina ha uua virtù satisfatliva ammira-
bile (A)
SATISFATTO . y^rfrf. da Satitfa'e .
Benv. Celi. Ore/, 57. Mostrando di par-
tirsi da me satisfatto. ^ F J it 2. 5o3.
lo mi chiamerei conlento , e satisfatto ,
purché S. E. non mi privassi della sua
buona grazia. (C)
•f * SATISFATTORIO. Add, Scd-
disfattnrio. Allenente a salisf azione. Lat.
snUs/aciendi vim habens . Cavale. Ftult.
lina. Cap. 33. pag, 3l2 Dee e*sere ( /a
confessione ) satisfatloria ed umile, senza
eJaziooe. (*) /:.' 3(>0> Ecco adunque come
la cunfessioDC , acciocché abbia tlTetto ,
debbe e.<;serc intera, e salisfalloria intera-
mente Sef:ncr Mann. Febbr.2'j.\. Adem-
pir quelle penitenze e salìsfatturie e salu-
tari, le quali ci sono ingiunte. (f'J F
Pvnit. instr. cap. J2. L* opere imporle
per penitenza, e cosi eseguite, sono assai
più salisfatlorie, e più merilorie, che non
sono quelle, che si fanno per propria ele-
zione. (C)
SATISFAZIONE Soddisfazione. Lat.
saii*faciio, Gr. Tiìr,pOfGùitt.. Bui. Purg,
17. 1. Purgato dal peccato dell'ira, colla
satisfazione dell* opera s* apparecchiava ec.
a moDiarc a purgarsi degli altri ^ i'.uicc-
Slxr tom. 2- /•t»f 20 (ediz, del i8l;()-
O pure lo muvejse ec la mjla satisfa-
zione che aveva de' Prineipi ronfederali ,
per avergli mancato delle promesse falle-
gli (Pe)
# g. I j4 mia , A tua ec. s.ilii/'tio-
ne, vale A mìo, A tuo ec. m(*d,K Guicc.
Star. 1. 4''? 1^ popolo ( era ) pieno di
gelosia chAicitiadini poienii non avevsrro
procurata la sua venuta per ordinare un
governo a loro satisfasiooe. (L)
$ §. Il- Sali 'fazione , è anche Una
delle tre parli della Penttenta. Sfftnrr.
Sent Graz. I. Nella quale (cr^nfessionet
un'altra finezza ancora apparisce della
divina bonla . ed e the voglia aicnverci
a merito 1* islessa saliifazi<ine. (TCj
f SATIVO Add. Che si semina, e tot-
tiv.i. Lai. sattvus. Gr. 4Ts',-iw9(. Cr, 2.
1.^. Q Quattro geuerazi'>ni erano ne*ram>
pi. nc'quali lo piante per ctiltìvamenlo ti
dimesticano, ciiì- il salivo, idest acrnoM'i
S A T
a teme , ec. F appresto : Ma di questi
quattro solameole li due collimarono a-
randu e cavando , cioè il (ativo e '1 no-
vale. E c-p. 18. 6. Però allora la pianta
diventa dimestica . quando si tempera il
salivo rampo secoiidameolc eh' e dello.
SATOLLA. Tanta quanUta di cibo che
satolli Br^cc. nóv. 73 6. Io vi verrei
una volta eoo esso leco pur per veder
fare il tomo a quei maccheroni , e tor-
mene una satolla . Amai, Ant, g> 227.
Quegli procaccia • sé lame con saloUa >
lo quale quanto più hae , più vuole di
quello che non ba . Fir. As. g/Q, Aven-
do veduto appresso della stalla uno urto,
e morendomi di fame . io me ae aodai
dentro alla libera; e ancorché quegli er-
baggi fussero crudi , ne presi una buona
satolla .
S- Per similit. Lib Son. 35. E '1 ve-
loce desirier sprona e disserra , Per ve-
niitene a dare una satolla.
SATOLLAMENTO. // satoliarsi. lat.
sniwitat. Gr ^^Tt-sfiQt^. Fr lac» Ceit.
Maraviglia Tue, che con sì cortese scusa
di troppo satoltameoio, e eoo si semplice
confessamealo di verilade I* ira del Be %i
converletle io ri»o (tjai (Ì::uralam.).
t §• ''•''■ Fcceden-a nr/ nmngiare. Amm.
Ani. .^4 ^ ^- " salullanicDtu easlità gua-
sta, e vanità nutrica. A bert cnp 51. A*
vrai adunqne il censo della salute del cor-
po, e aggiugoeraii la vita, se tu con la
temperanza e c«n astinenza schiferai eom-
messazioni, e salullameoto, ed rbbressa, e
troppi spessi e diliratì mangiari. Coli, SS.
P.ìd. Non lasciandogli cadére per fatica
di digiono , né gravar la mente per sa-
lolIan>eolo
SATOLLANZA. Sat Itamento, Sazietà.
Lai <aiurilat , satieiat, Gr. ff/iis^yv;' ,
it-ófo^- Amm, Ani. 24. 3. 3 Sempre al-
la satuUanza è coogiuota vanesia di lai-
dura . Toc. lìav, Ann, 3. 73. Riformi
noi la modestia, ì poveri la oicìst'a, i ric-
chi la >alollanza. F. 6 I2f. Non mitiga,
van Tiberio, d'ipo Ire anni che Sciano fu
morto, le cose che pur sogliono gli aliti,
tempo , preghi , satollanxa.
3 SATOLLARE. Saziar col cibo. Ca-
var la fante . Lai. saturare , tafuPare .
Gr. xosiTv , Pats. 3o^. Chi non si reca
le m.tni a bocca, tardi si saloUerà, e ri-
marra aflamaio. salollaodu altrui.
*^ § I- E neutr. e neutr. pass. , vale
Saziarsi col cibo - Anmot. l'amit. l^Ian-
giando e usando questo, salolletctevi , e
luderelr il oom^ del nostro Signore •• (C)
Albert t. 5\. IVmperanza e astinenza e
ri\parmiameni>t dei ordinare coDir'alle go*
losilà e allo diluvio. ri«tè lo troppo satol-
lare. (Bri S. Acoit. e. D. 2 20. Li po-
veri S''rvano alti ricchi pure per potersi
satollare <li p.ine (TC)
§. il Per met'f. Lai Maturare, expte-
re. Gr ;(9,rrcr^'.iv , «v«TÌn/9y». .Vor
S t'-rrg. Dopo la |>ercossa drlla mascel-
la, soggiunse. saloUarnnsi delle pene mie.
*f %-\\\, Pnrr mrtafo^cmm. deità àtl t€r-
r-no, vale J.etimiaarl^ Alam Cmlt. 1.
I poi quinci e quindi, ove mancar si veg-
gia II notriiivti umor, non prenda a sde-
gno Con le sue pruprie man di lordo 6nio
Satollar si , che vive fono prenda. (Dì
§ IV. Dicitnto in proverbio.' Chi mar
man d'altri s' imbecca, tardi si mtotlmi
e fale, {he A ehi non fa 1 fatti suoi da
se stesso , rare volte gli suicedom batta .
/ . IMDOCCARE. § VI.
SATOLLATO Adi da Satollare Lai.
salur. salfiratns Cr I J-ilOj, jtOM«3ai>
F'p l nng. Intendi tu , rhe leggi, eilt il
numero dei laiollaii fu cinquemila
t SATOLLEZZA. /'. A S
Lai. tiiurily» . Gr xózo:
iHl Tot; Pnrp. lì ',3^. '
SAX
ile r animo allento alle sue cure, e la sa-
tollrxza Ha sopore uWì tnemltri.
SATOLLirV, SATOLLtTADF.f SA-
TOLLITATE. /' ^. Salo!/ 1 meni y . Lat
sntuntas, Gr. xOfOi^ 7r^»j7U9v»3'. Pedani,
Qni'itiL P. La >taiicala fame colla satol-
liudtf slriDgoliamo. Pisi, S Oir F. R.
La gola e la satollila ci caccio di Para-
diso .
SATOLLO. j4ild. Satollai»» Sosio. Lai.
satttr . Gr. £jui;r>cw; . Tes. lìr, 5. ^i.
Quando elli (il Itone) ba multo mangia-
to, e fli>-' 'I suo venire è ben satoHn , e
li cacciatori Io cacciano , elli giUa Inori
tutto il suo pasto, per lilierarsi tblla grj-
^rtt.'ì del suo corpo . /ìocc, Intrcd. 26
Senta alcuno correggimonlo di pastore sì
tornavano satulli. OiU'i. ti. Il suo stoma-
co, ripìen di cibi, è SJtollo l^ant, Purg.
25. Ricordivi, dicea, de' maladetti Ne'iiu-
volì formali, die satolli Teseo combatlèr
co'doppii pelli E Par 2. Del quale Vi-
yeti qui, ma non sou vieu saluUo
§. I Per mei^f, ì it. Pliit. Quando
egli fu saloli»» di piagnere. iNoi-. ant. 5.
1. Di tulle le cose del mondo era stato
satollo , salvo clic di donare . ^*<>^^. nat.
esp, ìS6 Siano dunque (gU anelli) pre-
giti, e bea satolli d' umore , acciocché la
loro dilatazione si paia più manifesta.
§. II. In proferb. Il satollo non cre-
de al digiuno j e vale, che Chi pode , o
^ in buono stato, non crede U miserie di
chi stenta. Fir. Lue. 3. 2. Costui che è
satollo, non crede a me, che sono digiu-
no. Sali: (irancli. 1. 3. Ma '1 satollo non
crede al digiuno.
* SATURO, y. L. Saturo , Satollo ,
Sazio . Lai. satnr . Sannaz Arcad. est.
IO. Ilenc, vaccherelle, in quelle praiora.
Acciocché quando i boschi, e i monti im-
brunano , Ciascona a casa ne rilorne sa
(ora. (F)
•f t:- SATRAPI'.^. Term. degli Stori-
ci . La dignità di Sotropo . Serd. Stor.
3. 108. Tutta r isola si divide in nove
ulrapie. ovvero regni, e per frequcnia de'
porti e per silo del paese è malto acco-
modala ad ogni sorla di commercio. (A)
SATRAPO, (iovernator di prci-inc/a ,
o di eserciti. Lai. sairapes, satrapn. Gr.
•JOL^p^Tlti^. Tac. Dav. Ann. 6. 122. D'
altra banda Farasmane ingrossa di Alba-
ni, solda Sarmali, i cui Satrapi, delti
Sceplrorhi, presero a loro usanza presen-
tì, e parte da ogni banda. Ar tur. 26.
32. Anii nuocer parea molto più f.ric A
Re, e Signori, e a Principi, e a Sa-
trapi .
§. Satrapo , Jìguratnm, si prende per
Saccente f Dottore, Che presume di se j
rnde Fare il satrapo, che vaie fare del
grande , dell* autorevole , del saccente .
Tac, Dav Stor. 4- 332. Gli darebbe un
boon consiglio, di non fare il satrapo co'
principi (li testo iat ha: ne supra prin-
cipcm scanderet). Buon. Fier. i. 2. i-
Litterali a dozzine , e ucmìn gravi , Sa-
trapi e baccalari io «luantità. l'arch JFr-
col. 225. Come colui rlie voglia fare della
lingua Fiorentina e dell'altre il gonfalo-
niere, il satrapo , il Macrobio , I* Aristar-
'O. Bern. rim 1. 66- Farò lacere al-
lor certe cicale , Certi capocchi , satrapi
Ignoranti.
•f * SATRAPO>E Accnscìt. di Sa-
trapo , in signijic. di Saccente, e per lo
più detto ironicamente . Bellin- Bucck.
zi\. Dunque dove il giudizio Ebber que'
tanto saviisatraponi Per distinguere i gigan-
ti Dagli alir'uumin tulli quanti, ec. (A)
«SATLRARE. F L. Saziare. (C)
té §. Saturare, è nache termine de' Chi-
mici , e vale Far sciogliere in un liquido
M/11 tal quantità di checchessia , eh- più
non vi se ne possa disdogfiere (A)
S A T
:'.: SATURATO. Ad<l. da Saturare.
Bel,, ./ci,'. /V. Spir. Ed 10 s.iluratu ri- 1
.«guardai la sporti-Ila con le co^e da man-
gi.trf, e vìdila sirrome era in prima. (C)
* SATURAZIONE. Term. de' Chimici.
Il saturare , e Lo stato d' un liquido safu-
nil<i. (A)
•| SATUREIA, r. L, Santoreggia.
Alani, Colt. 5. ilc). E I* anicio e 'I fi-
nocchio e 'I coriandro E i' anelo con lor .
sotterra senta La sementa mi};lior, la sa- ,
tureia Negli aprici terrea vicino ai ma-
re , cr.
SATURITA',SATURITAUE, e SATU-
lìiTATK. /'. /.. Lo stesso che Sazietà.
I-at. satnritas . Or. 7r).i55/JlOVȓ' Albert.
v-ip 6- Li tuoi granai s' empiranno di
saturilade . Cas. leti. 76. Di dieci scudi
il mese vi sarebbe a saturitìi.
'^- SATURNALE. Aggiunto de' giorni
e delle Jeste che ne' medesimi si facevano
in onore di Saturno, Lai. siìturnnlis, Gt.
xpo'vto^- Bed Cons |. 292. Gli novera
tra quei donativi che scanibievolniente far
si suleano ne' giorni saturnali. Salvia.
Disc 2. 5i6. I nostri anliihi, seguendo
l'uso de' saturnali, ne* quali giorni I* au
rea semplicità del r^gno di Saturno con
una innocente liberta si rìnnoveliava, una
particella dell'anno ec. al passatempo,
per cosi dir, consecrarono. E Pioi, Tose.
1. 1 2g. Contasi degli antichi una molto
buona e bolla usanza nei giorni cortissimi
del Dicembre, dedicati a Saturno, e per-
ciò saturnali chiamati. (*)
* § Saturnale, vale anche Saturnino,
Maligno 3/. /. 3 II. (ediz. i562. )
Altri albilrarono che questo procedesse
dalla inlluenza della comi ta che apparve
in questo anno, e quella fu Saturnina, si
che ciascheduno trasse alli efleiti satur-
nali. (B)
SATURNALIZIO. Salurnafe. Salvin
Pros. Tose. 1. 129. Le antiche feste sa-
turnalizie dir si poteano rinoovellale al
tempo del Redi , anzi falle perpetue di
lutto Tanno.
t SATURNINO . Add. Di Saturno .
Lat. saturninus. Gr. xpovtxo'^. M. T',
2. ^^. Una conieta , la quale per lo più
fu giudicata nigra, la quale e di natura
saturnina (cioè, maligna).
g. Oggi prendiamo Saturnino in signif.
di yinninconico, o fantastico. Tao. Dav.
Ann. I. 27. Per non far paragone con
quel suo viso saturnino a quel gioviale
che vi portava Aguslo.
*f SATURNO. Uno dfgli undui
Pianeti principali , sinora scoperti , il
nunle, dopo Uranf, è il più lontano dal
Sole. Attorno a Saturno girano sette Lu-
ne, o Satelliti. A Saturno è dato falera
i* aggiunto di tricorporeo, per ce' la sua
forma , prodetta qualche volta da quel
maraviglìoso Ant ilo, da cui è circondato.
Lai. Saliirnus. Gr. /fn'vo:. Dant. Pnrg.
IO, Neil' ora che non può *l ralor diurno
Intiepidar più 'I freddo della Luna, Vin-
to da Terra , 0 lalor da Saturno. Pelr.
san. 33. Allor riprende ardir Saturno e
Marte, Crudeli stelle. Arrigh. l^'j. L'em-
pia turba de' sette pianeti mi nuoce , ec.
Saturno porta la falce.
SATURO, r. L. Add. Satollo, Lat.
satur. Gr.s'u7r)à*w;. ^' Sannaz. Anad.
pros. 3 Ciascuno parimente levatosi, co-
minciò ad ornare la sua macdra di rami
ec, poi con fumo di puro solfo andò di-
votamenle attiirniaodo ì saturi greggi (B)
Taxs. Cer. 5. 62 Che qual saturo au
gel, che non si cali Ove il cibo mostrando
alili r invita ; Tal ei ec.
SAVERE. T' A. Sust. Sapere. Lat.
scìentia , sapientia. Gr. ocyi'a. Dani.
Inf 7. Colui, lo cui saver lutto trascen-
de. Fece li cieli. G. ! . 864 ^^^ *" s"*^
S A V
10l>)
«avere e potere fu mollo ridottalo. Al-
bert, eap. 5o. Adunque è da vedere, che
Cosa ì- il comincianienlo di-I savrre, e cosa
Sta il savere. E appresso : Comiiiciamcnlo
del savrre e \a paura d* Iddio.
t 5 S AVERE /'. A. l er/,0 S.'pere.
Lat. scire, Gr. ei'JsvK-.^: Tesorett. Br.
O .'2 Si conte di-i savere, Quando degnò
venire La mursià sovrana A prender car
ne umana N.IU virg(t M^ria ec., Che da-
vanti e dipoi , Sì rome saven noi. Fu
nella e casta tutta. Vergine non corrot-
ta. (C) Guilt Leu, l'i 39 Dovete sa-
vere, che PC. E 22. 59 Se io s.ivcssi al-
cuna cosa, Alam. Colt 4 8^. -Né m dee
non saver come ciascuno Aibor che in
quella parie i rami stese Che guarda al
mezzodi, miglior si trova. (F)
SAVIAMENTE. Avverò. Con saviez-
za, Cnutamvnie, Lai. caule, prudenter ^
.sapienter. Gr. 5oywc. Bocc. nov 64- *3.
Ogni suo piacer facesse, ma sì saviamen
te, che egli non se ne a\'vedesse. E nov.
77. f^'g. Da iodi innanzi e di bpffare, e
d* amare si guardo savi.imenle. G, /'. 8.
120 1. Saviamente sì spuosono loro am-
basrìala.
* SAVIEGGIARE. Addottrinare. In-
stntire, Siìlvin Teogn, Or mentre io sa-
vieggio , o Cimo , posto sia suggello a
questi carmi, (A)
SXWEZZA Accortezza, Prudenza, Av-
vedimento. Lai S'fpientta, prudentui. Gr.
70f!'a, ijJ_c&vr,3t;. Ftt Bari. E tu fai si,
eh* io abbia saviezza e agguaglianza. ^r
I^c T. 5. 35. 59. Il suo sguardo d'a sa-
viezza. * Med Aib, Cr. 5 Eleggerà il
legno sauto della Croce di Cristo Gesù
sopra tutte le saviezze, e le scienze mon-
dane. (C) Dnv. Tac. Cerni. 36. E la
fortuna de* Catti, che gli hanno vinti, «
passata in saviezza. (TC)
SAVINA. Ail'Cro noto, simile al ci-
pre<:^o, una spezie del quale è sterile ,
un* altra Jeconda_; Sabina. Lat. sabina.
Gr. ^jaSu Cr. 5. 52. 1. La savina è
arbore assai piccolo, la quale ha sempre
le foglie verdi, e quasi simigliante al ci-
presso. Lab, i3i. Per questo la misera
Savina, più che gli altri alberi , si trova,
sempre pelala. G. V. 7 l53. I Taglia-
rnnvi un grande albero di savina. Alam.
Colt. 4 86 Altri melton nel vino olio e
marrobbio, Altri mirra , altri porri, altri
Savina.
3 SAVIO. Add. Che ha saviezza. Que-
gli che ordina bene tutte le cose al fine.
Lat. sapiens , prudcns , cautus, Gr. 95-
00': * tfpo-Jifj.oc, ivìv^r'^. Bocc. nov, 42.
l5. Al Re, il quale savio signore era ,
piacque il con.'iiglio di IMarluccio. E nov.
50- 14 Conobbe ch'egli erano dell* altre
così savie, come ella fosse. IC nov, 61 3.
Fu figliuola di Mannuccio dalla Cuculia,
s.ivia e avveduta mollo. Albert- Colui
eh' è savio non dice : non pensai rhe cosi
andasse. Cas. lett. ^!\. Qu.into all'abba-
zia, mi pare (he sia un negozio da farlo
bene e diligeutcmeole, e da consigliarse-
ne con Giovanni Ginori, e altri amici sa
vii. * Gwv. Geli. J it Alf, 184. Non
essendo da credere che Cesare savio nel-
r interesso suo sempre, e tenacissimo delle
iurisdizioni imperiali, fusse mai per dimi-
nuire. (C)
g. I. Savia donna,' vale Levatrice. Lai.
obstetrix. il/, Aldobr, P. xV. 223. Si trn
va poche savie donne che levano i fan-
ciulli, che perfeltamente il sappiano.
g li. Savio, in forza di sust. vale
Umo detto , e snpi'nte lat. magister ,
doctorj sapieni. Gr. otoVc/a>05 Dant,
inf i3. S'egli avesse potuto creder pri-
ma, Rispuose 'l savio mio ec , Non ave-
rebbe in te la man distesa. E 2^. Così
per lì gran savii si confessa Che la fé-
S A V
5 A V
S A Z
oice muore, e poi rinasce. C'Onichett. d*
Amar. i6. E' savii, eh' erano a suo cod-
siglio, maDdaroDo per tulle le provjocie,
cercando per helte fanciolle pulcellc , e
fecerle veairc allo Re.
ir §. Ili- /' col sfcondo caio. Dial.
S. Greg, .V- Per ulililale almeao d' al-
quaotiiadotli, e non taviì di scrittura. fC>
*S-*V. Savio, vale anche Che ha molta
•httrina. Dotto. Calai 9. Ho leolito mol-
le volle dire ai savii letterati, rbe lauto
viene a dire ia Utioo sbadigliaote, quauio
neghittoso, e trascarato. (C)
■J- §. V. Far savio alcuno di ckeC'
chessLx, vale Farlo accorto, sciente di
checchessia. Li''. Am. Sjvìo te ne farò
in altra parie per traiialo maggiore.
f %.\\. Savio, talora vale l'crito. G.
V. 11. 65. 3. l-gli era il più' sofBcieDle
rapilano, e savi" di guerra, e prode di sua
persona, che nullo altro di' a suo tempo
fosse, "if- E \. 27 Elessero (i Romani)
a Re e loro Signore Numa Pompilio.
Questo fu savio di sripuza e di costumi,
ed ammendo mollo lo leggi. (CP) f'il.
S. Anast. 3o!>- La madre era cristianis-
sima, e savia nella legge di Dio. (J')
# § VII. .S'aero, ti dice anche delle A -
zioni, delle Parole, esimili, dove appari-
sce la p'udenza e la saviezza. ** Bocc.
nov. 63. 8. Chi sjprehbe rispondere alle
vostre savie parole ti Segr. Fior. Art.
gurrr. 7. |5l. E adunque savio partilo ce.
(ortiBcar 1* entrate delle terre, e coprir le
porte di quelle con rivellini. (Cj
§. Vili. Savio di ragione, e Savio as-
solutam., vagfiono Giureconsulto, Lfgisia,
Avvocato. Lai iurisconsullas, Gr. voai-
/o'i- Star. Pisi. 206. Sopra questo elite
più e più savii dì ragione, per sapere, se
ragìoDCvolmente lo potesse racquistarc.
Cron. VeU %\. Fu per essa cagione, e
per mio procaccio savio quasi del conti-
Qtto de* fondachi de' Bardi, peruizi ec. ^
con buoni salarti e provvisioni , e *\ si-
mile di molti uficii di Comune, che avea-
no savii a salaro, perorcbi; in quel tem-
po . e poi assai non avea il Comune sa-
vii salariali , e ciascheduno u6cÌo potea
rbiamarc savii.
SA VIGNE. Accrcscit.di Savio, * Lasc,
rim. 2. 5i). Somigliando uno di que* mi-
nistri antichi della Dea Minerva , o uno
de' sacerdoti di Diana, o veramente ao di
que*Saviooi di Grecia. (C) fìucn. Fier. 3.
^* I. Tu dove vai, savione 7
SAVISSIMAMENTE. Superi, di Sa-
viamente. Lat- cauttsstme, sapientissinie.
Gr. copw'raTX. /iocc. nov. 26. 25. Sa-
Tissimamcnle operando, molte volte gode-
rono del loro amore. Tratt. gov. fam.
Però disse savissimamente la somm^ Ve-
rità ; beati i poveri ec
SAVISSIMO. Superi, di Savio Lai.
sapienfissinius Gr. ooywTotTO; . ffocc.
nov. 79 25 lo n' ho tanto del senno ,
che io ne potieì fornire una città , e ri-
marrei savissimo. F nov, c^g. q. Savissima
era, e di grandissimo animo. O. f . 8.
6^ I. Fu savissimo di scrittura, e di
senno naturale. Cronichrtt. d'Amar. 3.
Fo il più savissimo uomo, e fece tre libri.
E 34. Questi fu savissimo signore, e sep-
pesi passare lutti gli ultraggi, lied. Int.
2. Dvllatu da quelli antichi savissimi uo-
mini, che ec.
SAVONEA. Afelicamento di consisten-
za simile al mele, solito utarsi nella tos-
se, nei catarri, e in altre infermità He*
polmoni, r deli'afpera arteria. Lai, ecle-
f:ma Gr. cx>cty/xa. Lib, cur. malati. Vi
adoperano la savonèa , e U decoiione di
regolisia.
SAVOHARE. V A. Assaporare, At-
sageiarr. Lat. f>itttarf , degustare. Gr.
'/cucff^xt Giiitt. leti. 20 Quelli che sa-
voraro dei suoi savori, aveano tutto «sto
mondo per men che fango, i? Fsp Pmt.
ÌVott, 8. Sapienza si è detta da sapere e
da lavorare , che quando 1' uomo riceve
questo dono, egli gusla ed assavora ti sa-
pore del buon vino al gusto meglio che
a vederlo, fy)
* SAVORATO. r. A. Add da Savo-
rare. Guitt. lelt 9. 26. Esso (frutta) «
che rende ai cicchi \'no ec. , gustato e
savorato in mente bene. E 2^, 62. El cui
fruito , gustalu prnulamente e savorato
bene, adilolcisce ogni senno, e pasce co-
re, ec. (y)
•f SAVORE, r. A, Sapore. I.»|. sa-
por. Gr yy}i^ói. Fr. Ciord. Pred. S.
Sdpienza non i.* a dire altro, se non una
rosa savorosa, che dà savore. Guiit. leti.
20. Quelli che savoraro dei snoi savori,
aveano tutto esto mondo per men che
fango. Dani. Par, 17. A molti Ha savor di
forte agrume. .4mm. Ani. 6. 2 5. .Ma
per diversità di carne e dilelto di savori
si genera lo eoBamento. Lib. Son. 1 20.
Oh dissoluta, enorme. e vii carogna, Anzi
ser tinca mia senza savore I
§. I. Savore, è anche una Salsa fatta
di noci peste, pane rinvenuto, agresto pre
muto, e altri iaeredienti. "L^l. embamma.
Gr. e/t^au^o. lìelttnc. son. 267. E fun-
ghi, che affogavan nel savore. K son. 3.3o.
Picn di savor te *1 chiede il Fiorentino.
§. II. Si prende talora semplicemente
per Salsa, 0 Condimento assolutam. Lat.
embamma. Gr e/ji^a/jt/ia. Cr. 5. ^\. 1.
Preso (il comma) con cibi , e ne' beve-
raggi e ne* savori, conforta la digestione,
i»/. Aldobr. P. y. 121. Carne di fjgia-
no si vuole mangiare con savore di pe-
vero nero, o con salsa camellina.
§. III. Per similit. Èlatm. 5 38. Un
par d' occhiacci orlati di savore, Cosi ad-
dosso ad un tratto gli squaderna (cioè,
cispa). Benv. Celi. Oref. 121. Cuoprasi
il detto 6I0 sottilmente con un savore al-
quanto più liquido del primo.
t SWOREVOLE. r. .'/. Add. Sapo-
roso. Lat. sapidtts. Gr. iC^MÌ-o^. Cuitt.
lett. i4- Ofa che dolci, e dilettosi, e savo-
revoli frulli gustali avete già nel giardino
di pace ! ec, ( la stampa ha : savorevili).
^- SAVORNARE. Mettere la savorm
nella sentina della barca, Fr. Bvb. 260.
II. Falla ben savornare. (l )
•f SAVOROSO ì 'A Add. Sapori.
in, Lat. sapidus. Gr. eux^Jo» Fr. Giord.
Pred. S. Cosa savorosa, che da savore.
TV/, /ir. 5. 26. Quando ella (la fenice )
e colanlo vivuta, ed ella cognoscc la suu
natura, che la AUa morie s' appressa , ed
ella, per avere vita, si so oe vaea'buoni
arbori savorosi , e di buono odore, ec.
Dani. Purg 22. Fé savorose con fame
le ghiande.
* SAVORRA. Zavf,rra. Lat. saburra.
Gr. CcfiOi, Sfgner. Mann. JVov. 17. 3. In
quelle sono permesse, come a navi , che
volano al par degli austri e degU*afrrirbi
per savorra ; in le sono permesse anche
fier gastigo. (•) E Conf. instr, cap. i.Se
e può levare anche il peso della savorra.
e questo i.- disporta ad un evidente nau-
fragio. (-\)
* SAVORRARE. Term di Marineria.
Mettere la sa^'ona 1/1 un vascello. (A)
SAURO. Aggiunto che SI dà a man-
tello di cavallo, di colore tra bigio, e ta-
n'r. Ar. Fur. 6. 76. Quivi a Ruggiero
un gran corsier lu dato. Forte e gagliar-
do, e tutto di pel sauro
§. Sauro chiaro. Sauro abbrucialo , e
simili, accennano diverse specie, in che
si divide il folor Sauro.
SAZIAUILE. Add. Atto a sasianì ,
Che SI sazia. Lai. talinbiUt. Gr. xo^i*
oTo'{. J'ratt. J'-£r. coM. donn. Non Simo-
slraoa mai saziabili delle medicine eva-
ciunli. E appresso : Non saziabili sono,
anzi sono insatiabiliuime
* SAZIABILITA". Attratto d, Sa-
ziabìiej .Sazievolezza. Il f'ocabel. ^Ua
voce SAZIABILMENTE (')
SAZIABILME.NTE. Avverbio Ctm Jtf*
siabilità , Coi saziamento. Lat. saliate.
Gr. utrV. xÓpOiJ. Tratt. segr. eos. dona..
In questo non è possibile trattare sazia-
bitmenle. Lif* cur. malati. Il fisico pensa
offi-rire saztabilmeole li evacuanti.
I SAZIAMENTO. // foziare Lat. w-
turitas. Gr Tr)r(7U0Vi;'. Fr. Giord. Pred.
S, Che vi si iruova tutto saziamento e
pasto. M. ì^* 6 |. La loro sfrenata libi-
dine non prende satìameoto de) fatto. Ott.
Cam. InJ. 5. ^. L'appetito della forni-
catione è fatica d' animo, e '1 saùameoto
d' essa è pentimento.
§. Per Soiievoletza, iS'oia, Tedio, Ria'
crescimento. Lat. salietax. Gr. ffi»;9,uo-
v<;' . Petr. Uom. ili. Tanta stancbecza.
e tanto saziamento di sconfitta soprav-
venne ai nimiri.
I 9 SAZIARE. Dar sujfficiemtemenU
da mangiare per acquetar la fame, o per
sodisfire l* appetito- Lat. satiare, expie-
re Gr. jjo&TK^ecv. av5t?ri»)poy». Soce.
nov. 3). i.|. Prima coMenti e coU'iiDgbìe
la sua ira sazia, che la fame.
^ %, l. E in Sfgnifìc. neulr. pats. Fr.
Giord. Pred, 4?* Que'**» iime e uno
grande difelto : ed a cacciar questo difet-
to però addinuodi i cibi per saziarti, per
empierli. Segner. Pred. 36. 2. Del corpo
quel sangue, di cui s* ionebria il terreno;
del corpo quelle membra, onde saiiaui i
Leopardi. (C)
* §. II. Dicesi figttratam. anche delU
Passioni, e dei Desidera, che si acqmie-
tino in sodisfarli. « Bocc. nov. 21 2-
Li quali la piena licenza di poter far quel
che vogliono non può saziare. E nov. ^2.
16. Acciocché gli occhi saziasse di ciò
che gli orecchi colle ricevute voci fatti
gli avraoo desiderosi. E nov. 85. 20. La-
sciami saziar gli occhi di questo tuo viso
dolce. Vii. SS. Pad. I. 108. Queste e
molte altre belle cose per tre giorni con-
tinovi dicendoci lo santissimo Giovanni .
saziò e consolòe mollo l'anime noslre, e
le accese a gran fervore ■ . (C)
* §. III. F in signifie. neulr. pass.
m Diint Par. ij. I» »fg6»<* ben. che giam-
mai non si sazia Nostro 'ntelletto, se il
ver non lo illustra- /.' 3o< Ma di quest'
acqua convicn che tu bei. Prima che tan-
ta sete in le si sani •. (C)
* §. IV. Per simi'it, Dani. Purg \\.
Si spazia Un fiumirel che nasce io Falle-
rona , E cento miglia di corso noi sazia
(eioir, non basta, perchè spaziasi via più
miglia) (1)
tf g. V. Saziare, neulr. assai. Dami.
Purg. 21 l*a zete naturai che mai non
sazia ec. Mi travagliava. fBrJ Sen, Pisi.
2^ Giammai la sua crudeli^ riposò, né
4atiò. secondo che avviene delle bestie
salvatiche f il lat ha .- nec subsistit ouo-
quam Usa rrudelitas ). iS)
3 SAZIATO Add dt Saùmre.Lal.
saiuratiiS. Gr. y9:;i«^ir; C^U. Ab. ismmc,
tap, 16. L'altro assaggiando di tutte que-
ste cose, e saziatene, e tornalo addietro.
* g E fieuratam. - G, /'. 13. 16
l8. Saziati i loro ivvenarii. non lo do-
mandaro. Vii, SS, Pad |. loV Poiché
ftc'zaziato d'ogne immondizia, e inreccbii-
to op'mali, Li vuogli mostrare casto e buo-
no -. (C)
t 3 SAZIETÀ, SAZIETADE. « SA-
ZIETATE. // mangiate, o ber lamio da
sodisfare interamente l'appelito. Lat sa^
iieliis. Gr, TTinBuoit*;'. Amm. Ani. xj.
y \ Quando il vrnire per sazietk si stende.
S A Z
S B A
i puugigltoni della lussuria 5>^no Ìs\eg1ta1i.
Annct. / nni:. Mangi,ivam> il ni>slio pane
eoo satipt'i./ i/.ó'.V Voti. I. i53. Ammonivi
li Irjli, cbeso voicsMTO viuccrt' e donure la
carne, e rarciare iIj se le Tanlasie del demo-
nio, ciiaTulio dell'acqua, non bevessono iusi-
no a saiirliulc. Il l5,>. C<iminciullt);id ani-
maf:)trare er., che una fì<iU lo di man-
giale, e non più. ma non m;ii si pasccssc,
o bevesse insino a sazietjde.
* § /•; fitittrnlam. » Mor. S. tìrrf^.
La saxicià di questi diletti Iraositohi al
tempo di quella ultima retribuzione si
convertirà in «raariludine. Cavnk. Meit.
cuor II terzo si è saxielà sema fastidio.
ESpetcfi. Cr Troverremnvi più saiìelà ,
rlie in quelle coso, nelle quali siamo teo-
tati «. fC;
f # SAZIEVOLAGGINE. A&lratto di
Sazievolt; J-'astitiiosacgin^- Cfcch. Proi;
pag. 60 Le t'a c^e^ce^ l'ambascia Con tante
e tante sue saiievolaggini. (If)
f SAZIEVOLE. Af/d. Che sazia. Lat,
satifint Gr. xOrTK^wv. Scai.Chustr, ^i6.
Perocché ivi si vede Iddio nel suo trono,
e sentevisi Io glorioso diletto ec. , e la
5aiievole dolcezza del giocondevole e lu-
minoso splendore dello radiante sole della
Triniti.
§. I. Per- Saziabile, Che si sazia. Amet.
49" Venne chi trovò mille modi con nuo-
ve vivande da lusingare la non s^izievole
gola. * Ciiard, Con<. ì6g. L'avarizia
è disonesta, e non sazievole cupidezza di
cose altrui, e di suo onore. (Cj
§. II. Talora vale Fastidioso, Hincre-
•iCcvoU , Importuno , Stucchevole. Lat.
i'tiportunus, gravìs, molestusm Gr. aopri-
xo'^, ^vp\Ji, niviapo'^. Bocc. nov. 58. 3.
Era tanto più spiacevole, sazievole e stiz-
zosa, che alcuna altr^. E nov. €i6 3. Per-
cioccbc spiacevole uomo, e sazievole le
parea. 5^ Lare, Cen. i. nov. 5. Senza
essergli rotto la testa daU*iniportuDa, e sa-
zievole mugUe allegrissimo badava a ca>
varsi le sue voglie, (TC)
SAZIEVOLEZZA. Astratto di Snzif-
tv/f. hil. satiet<JS GT.7zXri<jpov/i. i'anh.
E'tol. 278. Il fine fu per ddeitare gli
ascoltatori, e tor %ia colla varietà e soavi-
tà de'numeri il tedio e il fjslidio della
sazievolezza (qui nel significdct g. uit,
di SAZIEVOLE).
•f ^- SAZIEVOLMENTE. Avveib.
Con sazievolezza. In modo sazievole Sal-
via. Buon. Pier. 3. ^. p. Virgilio più so-
briamente osò questo arcaismo : Aulai in
medio j e no '1 fece come Lucrezio sazie-
volmente , col far seguire due di questi
dittonghi, ec. (A)
5 SAZIO. Add. Che ha contento l'ap-
petito. Lai. satur. Gr. è/xTrXs'wg. Dani.
/n/,S. Ed egli a me: avanti che la pro-
da Ti si lasci veder, tu sarai sazio. E iq.
Se' tu si tosto di quell'aver sazio, Perlo
qual non temesti torre a inganno La bella
donna? E Pur. i5. Perchè mi farci del
IQO nome saiio. Petr. canz. ^-z. a. Le
(rist'onde Del pianto, dì che mai tu non
se* sazio.
* §. I. Sazio, è anche sincope di Sa-
ziato. Dani. Purg. 33. Lo dolce ber che
mai non m* avna sazio, tt E Par 28. Sa-
zio m'avrebbe cìocbe m' è proposto .». (/i)
4! §. II. Per JS'oiato. Fr. Oiord. 247.
Gli omini santi , che mangiano di questo
pane, sono sazii di tulle le cose del mon-
do ec, e non le appetiscono (l'J
§. III. Per meta/. Dant. Purg. 20
Trassi dell'acqua non sarta la spugna.
fìat, ivi: Non sazia la spugna , cioè ca-
vai la spugna fuor dell'arqua . non piena
d'acqua quanto o'arebbe preso.
S B
SUACCANEGGIARE. Fare il baccano,
liiiou. Iter. 3 3. 2 Ogni altra cosa cre-
derò gran gusto, Fuor che sbaccaneggian-
do torsi il suuno IC 5. 1. I. Sbaccaoeg-
giaie , strepitare infesti, Quando la città
tutta Trav..glia.
SBACCELLATO . Add. Cavato dal
baccello. Sbranato, Lai. e siliijuis edu-
ctus. /.or. Med. canz. I18. l3. A chi
piacesser le fave sgranale, O fuor del gu-
scio tutte sbaccellate, A casa mia n' aia
buone derrate.
* SBACCHETTATURA. Term d.gU
Archibusteri. Canafe della cassa dell' ar.
chihuso, pistola, 0 simile, in cut si cac-
eia la biìcchetia. (A)
* SBACCIIIAKE. Ùncchiare, e figw
ratam. lìaitce. Percuotere con checche
sia come stj" irebbe col bacchio. (A)
* SBACCO. / . A SBACCO. (C)
* SBAUATAGGINE Spensierataggine,
Disattenzione. Lat. inconsidcrantia, incu'
ria. Gr. a/jLs'i&ta. à^povrisTiV.. Bed.lett.
2 286. Per far dispetto a V. S. Eccellenliss.
voglio scriverle qui un altro sonetto, nel
q.uule con la mia solila sbadataggine mi è
venuto fitta la rima iu ore. (')
' « SBADATAMENTE. Avvcrb. Incon-
siderata'nente. Con disattenzione. Lat. iVi-
considerate, inciiriose.Gr. auxeTrTw;, cf.pg-
itj;. lìtd. leti, I. (,6. Guarda un po'co*
me tu tieni sbadatamente le mani nel ma-
nicotto. (•)
* SBADATELLO. Dim. di Sbadato
Pros, Fior. 6. 220. Mi lasciai tentare a
ciò credere dal conoscere alcuni di loro
ipocondriaci marci, e verisimilmente al-
quanto stilici, sbadatelli e irresoluti, ec (•)
* SBADATO Ad<i. Disattento, Spen-
sierato. Lat. nci^ligcns , incuriosits. Gr.
àpsXrii. ^ied. fjp voi. 2. pag. io-j. ( ediz.
de' Classici J. Ah tu, Nisa , non corri, e
nej;hittosa Forse di me ti ridi, E sbadata,
melensa e sonnacchiosa Già per dormir
t'assidi. (BJ
SBADIGLIAMENTO, e SBAVIGLIA-
MENTO. Lo sbndii^liaic. Lat. oscitalio.
Gr- '/^d-ìp-rì Lift. tur. malati. Sono in-
festati da frequcnli sl)adiglìamenti. Car.
leti. 2. 112. Languido parrà forse, dove
per Io contrailo s'accozzano tre, o quat-
tro vocali, che fanno un certo sbadiglia-
mento, ovvero iato, che lo chiamino i La-
lini, di mal suono (qui per simiht. ).
SBADIGLlANTE,c SBAVIGLIANTE.
Che sbadiglia. Lat. oscitans Gr. vccii/oj''
pvio^. Galot. p. Ho sentito molte volte
dire a'savii lelleiali, che tanto viene adi-
re in latino sbadigliante, quanto neghit-
toso e trascuralo.
SBADIGLIARE, e SBAVIGLIARE, ^-
pnr la bocca racco-^liendo il fiato, e po-
scia mandando l /uora j ed è effetto cagio-
nato da sonno, da rincresciinento, 0 da
negghienza- halosfitarr. Gr ;^a3/jtà'35at.
Bui. Inf. 25. 2. Lo sbavigliare è uno scia-
lare d'increscimenlo indotto da fame, 0 da
sonno, o da Iravagliamento, che l'uomo
sente dentro , o da pensieri di irisiizia.
Dnnt. Inf. 25 Lo lra6tto il miro , ma
nulla disse ; Anzi , co'piè fermati, sbadi-
gliava. Bocc noi». i5. 25. Come se del
letto o da atto sonno si levasse , sbadi-
gliava, e stropictiavasi gli occhi, Diil.S.
t^reg. M. 3 17. Incontanente entrò in
quel corpo l'anima, e sbavigliò, e aperse
gli occhi- Sen. Pist. Una lassezza senza
fatica sorprende i nerbi, e uno sbadigliar
di gola, che er. Fir Lue. 4- 6- Vedete
come egli sbaviglia E ncv. 7. 26^. Co-
minriò a prostender le gambe, e aprire le
braccia , come fa uno, quando egli sba-
SBADIGLIO, r SBAVIGLIO. L'alto
dello .tbadifiiiare. Lai. cscitntio. Gr. -jcx-
ipyi. Ltf'. son. 58. Era ancor Febo colla
cispa agli orchi, E gli sbavigli uscian di
colombaia. liuon. Fier. 3. 4* 9* Ogni
i'ura. ogni sbaviglio , ogni nonnulla ce.
Zelanti tan parer caso di sialo.
SBADIIU;. Ta,„ d.-gU Artisll.
mpcre. n Disjnie /„ i.l.nMlura. (A)
SBAGLIAME.NTO, Lo sbasU-re' tiu
errar. Gr. 5yaJ//K,
* SBAGLIASTE. ylM, „„ sh„glia.
Sahin. hneid. Iib. 2. Quando dj„li ,|,jjj
Fugge toro ferito, il quale scosse Dalla
cervice la shagliante scure. (J^j
SBAGLIARE. Errare, Scarnhiare Lat.
f<ìlli , afierrarf , allucinnri. Gr. larjiW..
l'sa.i Sagir. nnt. rsp. If. E chi »• ha
fallo la pratica, suole sbagliar di poco
.SnAiV,. Pros. Tose. i. i83. Porta seco
(blla nascita.
Ilon
come necessario corredo, lo
sbagliare e sfallire.
SBAGLIO. Lo sbagliare. Lai error.
Gr. 5j,a),a«. a,aKpT>j//«. lied. Annoi.
Vaglia
Dilir.
ri
07. vagirà ri vero, parmi che
egli prendesse uno sbaglio, quando disse
che ec. Sal,;„. Uisr. 1 . 3g^. iy„„ j.
poggiare tanto sulla lede d' accreditato
scrillore, perciocchò pure è uomo, e por
conseguente
* SBA Tre
l've
rlr sbael
Lat. cbstnpe.
soggetto.
A. JIaìre .
AUib-
. .■escerr, slupore percel-
Il ■ Gr. sxTiJay^vKi. M. j: ,0 33
Trovò il fanciullo morto : il perchl; e'
venne meno, e forte sbai , e perde la
favella Lucan. 82. Cesare medesimo fi,,
tutto sballo, e non si movea, ce (ti
SBALDANZIRE. In .ugn.fi^ . „„„,.
Ferd,r la baldanza , Sbigottirsi . Lat.
despondere animimi, exaiiimari, conster-
nari. Gr. ZKTajr)r,TT£(i3ai. Ricoid. Ma-
lesp. cap. 129. Erano si isbaldaniiti .
che non ardrvano a fjre più che Fe-
Jerigo volesse. Tac. Dat: ì it. Agr. 3qa.
Shaldanziro i nimici, e gli atterri Pilrlio
Gerirle.
t SBALDANZITO Add daShaldan-
•ire. Lat. exaninialus, Irepidus. Gr za-
Ta-iayet',-. Oli. Com. l„f. S. 1:^4.0;
che Virgilio, CI me pensoso, turbato e
sbaldanzito divenne. Tue. Vao. Ann. ù.
106. Tornaronsi a Ruma sbaldanzili.
*t * SBALDEGGIARE Fare .-ba!do-
re, Imbald.mziie. Salvia. Fier. Jìncn.
^■ I- II Esbaudeiar, cioè sf-aldes^iare,
dice degli augelli che ckI canto si"'r.ille-
grano, un poeta provenzale. ( I)
t * SBALDORE. V. A. Baldoria ,
Allegrezza . Rmi. Ani. Rin d'Aqiiin.
^'O'^. ledi Gain. lelt. noi. 81. Li auzei
fanno sbaldore Dentro della frondura (Ì'I
SBALESTRAMENTO. Lo sbalesirare.
Cai. S,sl. i83. Tal rovina e sbalestra-
mento non si può fare di edifizii e di
animali, che prima non sieno in terra
t =c SBALESTRANTE. Cbe sbalestra.
Bellin. Disc. I. 164. Gli ossi del femore
ec sfiancano all' infuora obbliquanieule in
una forma cosi sbalestrante e quasi fuor
d' architettura eh' ella par mostruosa a ve-
derla. (A)
SBALESTRARE . Tirare fuor del se-
gno colla balestra per errore, o per igno-
lanza. Lat. iaciilando non collimare. Gr.
§. I. Figiiralam. v.ile Kon dar net se
gio proposto in favellando di cbrcchessia.
Dilungarsi dal vero. Lai. aberrare . Gr.
K'yt<,iiapTav£tv. Farcii. Ercol. 54. Quan-
do alcuno in favellando dice cose grandi,
impossìbili , o non verisimiti ec. , se fa
ciò senza cattivo fine , si usa dire ; egli
lancia , 0 scaglia , o sbalestra , 0 strafal-
cia .
V § II. Per Mandir via. Allontana-
re Farcb. Suor. 5. 3. Costei m' ha per
gonzo: crede che io non conosca che <1-
Ì021 S B A
la mi vuole sbaleilrartr in qujlche luogo,
perchè io non le dmuodi di quella col-
lana (prima ^ti avea d.-tto : mcltili la ria
fra le gjmbe, e va rjlto). (f'J
g. III. Prr Seitiplicenientf Tirare, o
Scagliare. Lai- emcitlart. Gr. «/5aA>!t/.
lìurdi» I. |3. $corl;<mi quesU slaflj ,
compagnone , E sbalestragli no pelo ne)
boccone (qui per simifit.J.
g. IV. Per metaf. lìuon. Fier. 4. i.
II. E &)ialestraa dal len bestemmiatori
l'iù di tei sporche Uidezze in 6Ij.
JS JJ, V. ShaL-ilrar- /,- ^amhf . Terni,
'lei Cavìllerizzi. Dicesi d<i lavtl/o quan-
do Va mancino, e manda t/t Juori le gam-
be dinanzi. (À)
SBALESTllATAMENTE. /t%verb , dt
Sbalestrarej ma si uta per lo più in sen-
so Ji^trato , e vale /nconsidiratamente ^
Scompo%tamente , e Sema nmno ordine,
o ccn^i-lt-r-izione , Lai. ìnConfiderute , in-
condite, inconsulto. Gr. «7/2';rTw;.
SBALESTRATO. /Idi. d-i Sba/ntr^-
re, Salvi/I. DifC. 2 iSj Quante follie
entrarono mai in capo ad alcune bestie
coronale degl'Impcradori Romani e d'ai-
trì Monarchi, che vedendosi dalla fortuna
sbalestrati al trono, cominrìargao a polire
vertigini sì stravaganti , che nnn li rin-
vennero piii d' esit-rr uomini. B Pios
Tose, 2. 2'|6. Molte avventure si narra-
no di due bi-lliuimi e fedelissimi sposi ,
che dopo le nozze sbalestrati dalla fortu-
na . ec. (q»i pir meìaf.).
5. !• Occ'-i sbaie tt'ati , va/e Sfossi
senza o'dine, e senza modo. Lai. crmns,
circumt nga'ts . Gr. 7T/«va»^aeva; . Cote.
S. lìern. Pilon attendo al seulimcnto de*
«almi, ma colia mente ^.^gab(^nda, e col-
1* abito disso!utn,e cngh orchi sbalestrati
ragguardo iu ijua e 'n là; veggi-», e sol-
tilmeule ragguardo ciò che quivi SÌ fa.
%. II. Sb.ileittnto , .ir -lice a ,che Co-
lui ihc fa le cose s'ia/istratamente Lai.
inconditut, incomp'--sitiiS, inconsutlus, Gr.
Fitr. 2. 2. .1- A te, che se' di guardia,
fa mestieri D* assistere :jIIj porta , Bale-
stro mio , che co.sì sbalestrati» T' avventi
qua. E ?>, 5. 3. M.1 sbalestrato Tu ave
vi gi^ corso una giornjta ^ Quand' ei 'I
fini di dire.
SBALLARE Aprtre, e Disfar te hat-
lej contro- io d* /m''a Ilare. Lat. e sarci-
nis rxplicare, Gr. sTi^ay/xar* Jtaiu'ìiv.
Ltb, son, 53. Tultavia »b.illo arazzi, e fo
festoni. ^«01. Fter. a, 3. :J Oh che ri-
balde lane e sciagurate Si soo da certo
tempo in qua sballate I
§. I. /T Sba/l'irr, in modo basso , si
dice II racc-intar co^e lonttne dui vero.
Maini. 3* 63 Culi sballando simil ciao
ce , e fole , Si tira dietro un ougol di
persone .
* g. \\. SfKillnre,per Dimetter? i! bal-
lo, foce inusitata. Mulni, II. 4- Si sballò
il ballo, andar da canto i canti, V. le chi-
tarre, e i mtisiri strumenti, ec, ^fln'^rc.
ivi: Il verbo Sbillnre ec . qui Mgnifita
dismettere il ballo. In buon Toscano non
sì direbbe ce. , quantunque la forza della
Icllera, s, aggiunta al piincìpìo di vt-rbo
n Dome, sìa dì dar signiBcat» contrario ,
si come la particella tn appresso ì Lati-
ni . . . .: ma il Poeta se ne serve per far
nascer lo srheri», ee. (/})
* SBALLONE. Colui che sballa , nel
signific, di Raccontare cote lontant d-il
vero, (j-1)
SBALORDIMENTO . lo sbalordire
Lai. animi confusi^, stiipor. Gr. i*.r:'ir,-
$(; i'* Red. leu. i 33.5. Che fari il
merruiio, solito a produrre anco ne* sani
gli sbalordimenti , e le oHuiilàT (*) Sai'
vin. Senof 3. "fi. Fu assai il bisbìglio ,
e il tumulto di quei di casa , e passioni
S B A
rimescolale , urla , paura , sbalordimen-
to fC)
* g. Prr Ammirazione, Stupore. Ufi-
rni-i-;fii. /fr/lin. Pire. g. 2^, Wnute al-
la luce, ed esposte al giudizio di'! mondo
sono stale lo sbalordimento de' Letterali,
lo stupore . e il trionfo delle mallemati-
che racoilà. fCj
•f SBALORDIRE. Nrutr. Perdere il
sentimento. Lat. co'fwtdi a-iinto, externa-
li Gr, xy.T9iTrl»)'Tr?33at. /ìem Ori. 1 .
16 34 Volta ad Uldaoo. e fello sbalor.
dire Con un roveseio a traverso alla fac-
cia. Che dall' arcion per l'irza in terra il
caccia. More, io l '|6. Lascia ch'io suo-
ni col battaglio a doppio: Al primo colpo
il farò sbalordire.
t S Tilorn ti uta O'icbe in signific-
ati,, e vnte Far perdere il s'-nltmenlo Lai.
t'xlernire. Gr. XKTaTr/Tj'rreiv. Tac. Dav.
Ann. 3. 159 Onde per sospetto levare,
o perchè la paura sbalordisce , fattosi da
Narni portare pf-r la >era nel Tevere ,
raccese 1' ira del p >polo (d testo lat. ha:
pavidis cunsilia in incerto sunl)
t * SBALORDITIVAMENTE . Av
verfi in modo da .ibitordire, fìrllin. Di^c.
a. III. Dico che ciascuna di quelle parti
d'arqua iovensibili, e si sbalorditivamente
miiiuiL*. .iltbia ì suoi biscanti, e te sue facce
anch' essa, (fi)
t * SBALORDITIVO . Add Alto a
sfmlordire, Cbe tbtilorditee. fìr/lin. Disc.
I. 87 E in questa condizione quanto ci
e di maraviglie e dì stupori sbalorditi-
vi! (A)
SBALORDITO. Add. da Sbalordire j
Stordito. Lat. anìm^ confa sii t , externa-
tiis Gr. /VTxr.luytii G. ì^. 10 219.
3. Quasi come sbalorditi, per quelli del-
l'oste male fu difeso. F. V. II. 73. H
popolo sbalordito correa in qua e in là
sanza ordine, e sanza capo Vii. SS Pad.
I. 125. Quasi lutto per vergogna sbalor-
dirò, non le rispuo^e altro, se non che la
pregòe che gli mostrasse l'ecclesìa. Afor.
S. Gr,g, Gli uomini giusti si lìevaon tan*
lo in contemplazione dell'alte cose, che
quasi la biro fjccta di fuori pare sbalor-
dita. Dittnm. I. 4' ('li occhi smarriti, in
qua e in là moventi, Avea la Irìsla, e cosi
sbalordita BurbolUndo parlò: percbì; con-
sentì ?
SBAL7.ARE Far safinre , Gettare ,
L'inriare , Lai. elicere, proiicere . Gr.
g'eBvXXtiv. Dein. Ori. 2. 1^ So- Ri-
naldo e dietro, e gli spezza, e gli slrac-
eia , Sbalzando ìn aria busti , e teste , e
bracria. Srn, Rea. f'arcb. 6. 2- La ma-
teria del benefìzio può sbalzarsi in qua e
in là , e muLire padrone (qui fignralam,
il tcito lat. lia iactatur).
§. In siffni/ìr. neulr. vale Siltare, Lan-
ciarsi Tac. Dai: Star 3. 30(). Vedendo
i Vitelliani non poter reggere a lanla ser-
ra, e fuor della tesluj^gìne. ciò che di so-
pra piombava, sbalzare (il testo Int. ha:
superiecla tela testudìue l«ben^nlo»'J ffrrn.
Ori. 2 27. i4- Rirn.i*e quella personaceia
cionca Del braccio, e spalla destra, e della
testa. Che vìa.sbalzaro, e 'I busto in ter-
ra resta. Riion. Fier. 3 4* 2. Meo d'un
paio Grancili, qu.1l pc* Gjnchi e qual pel
ilosso , Non ne fea ruvesrion giù per la
valle Sballar dal baluardo
# SBALZATA Sbalzo. .ÌF.Ut Franz,
rtm. hiirl. Si fermi sema darvi una sbal-
zala. (i:r}
SBALZATO. Add. dt Sbahnrr. Lai.
rirrtuf , dei'Clut. Gr cx^Xvi^ci; Rnon.
Firr. 4- *• 7* Or coii *l mondo del tuo
perno uirito. Eccol tutto intronato, eccol
per terra Sbalzato, e delle terre, e delle
torri . E d* ogni altra eminenza sua sca-
vezzo . <t Oat. Sist, i54- Quando dun-
que la ruzzola ibaltata in allo ricade in
S D A
giù . perchè non può ella abbattersi .
ee f/t)
SBALZO, fo tba'zire . Lai. eiectio .
Cr. i/fioirl. ìfalm i 65. Un eerto dia-
vol d' una mona Cionna ec. He renne
presto a farle dar lo slutio.
:? SBANDAMENTO, lo Sbnndtre .
Piilhv. Sv^r. Cane. 2 80. E un tal bre-
ve quantunque esprimeste la predetta ca-
gione di condurre il concilio altrove, eio^
il pericolo dello sbandamento per lìfflore
drlla guerra, si itendeva ee. (Mf
=? g Sbandimento, per Bandn. Relltm.
Di'-c 1 1 P-'ghi di tanti e si gravi ollng-
gi. e delle sue tante barbarie, e delle sue
laute irreligiosil'a, con un perpetuo sban-
'jamenln |.i pena (JtfinJ
SBANDARE. Disperice, Pttsipare ,
/htrifg/iere. Scomporre j e si ttta in si-
gni/ic. alt. e neutr. pass j tnlora anche
colle parficel/e lotilitese . Lat dititce-
re , ditfif.are , ditt-'Uere , Gr &IX9XI-
oy'^civ, ji«> JCiv. Tmc Dav Ann, 2 3i.
Ne Cesare combattè gli assedianti, perchè
al grido del suo venire sbandarono. E l'it,
^S^- I96 Degli errori de' nìmiei fa sua
gloria il loro esercito di genti diversissi-
me. appiccato insieme colla cera d' no
po' di fortuna , ehe mutata lo sbanderà.
l'arch. Stor. Ed essi, parte inufli , par
te presi . e parte malati , si sbandaro-
no. Bargh Arm fant. 9 Fn fona che
il popolo si sbandasi , e se ne toma*-
se a rasa . Serd. Stor. II. 45o. Sendosi
sbandata gran parte de' suoi, se ne tornò
addietro •
SBANDATO. Add da Sf'nndare. Lai.
vagus, diniectn^, dit*ipatui, pa/ans Gr
nhJrci, ci'/?/tca9^«';, òtioTiapfUnci -
Tac. Dao. Sior. 3. 31.'» Il quale, assa-
lilo il nimiio sroniposlo, e sbandato per
vaghezza di preda , lo rispinse a* na-
vilii. K Stor. 4. 35 1. I più bravi in
sol luogo, milii furono moni sbandati .
gli altri fuggirono indietro nel campo
fìern. Or/. 2 2S 7^ Fuggendo vanne
il pnpiilo sbandalo.
SBANDEGGIAMESTO. Lo sbandeg-
giare, Edilio Lat. exifiunt , relc^aùo
Gr. fj'/tì, i^opiQ;*ói . Pocc. nov, 27
27. Se mai «vviene che Tedaldo dal suo
lungo sbandepgiamento qui tomi . fìat.
Inf, 2^. I. Allora vide Danio meravi-
gliare Virgilio s'pra colui che era diste-
so in croce tanto vilmente nell' eterno
sbandepgiamento Mae%truzs, 2- 3o 5
Ma se coir arme fece foraa. è panilo di
sbandeggi amen lo, e mandato in alcona
isola a* confini, e perde (ut'Ì Ì beni taoi.
* Plut. Adr. t^p. mcr. 2. 479 Ma
quanto più grave e pesante stimate tui
la servitù provala da quelli, che non pos-
sono fuggire né scampare, d^ rieovrarsi
dal suo t-olontario sband eggiaroenlo ? <0
SBANDEGGIARE. Sbandire. Lai. 1*
exilnim mitterr, reU^^re . Gr. OV'/a-
StìJtiV, i^optmZiV M-ìtstrvzz 2- 3o I- Ma
dee essere altrimenti punito, cioè sìa \\»
stonato e tiliandeggìalo Pa^s. 209- Sban-
deggiand.ili di iuit< *1 SUO reame, sansa
mai potervi ritornare. Prece, p. a3. nov
•2. Alla donna ec. fu perdonala la vita ,
ma fu per tempre sbandeggiala Din
Conip 2. 'ifi. Molti nelle ne opere di-
veno'^ro grandi, i qnalì avinii nominati
non erano, e nelle crudeli opere rrgntn
do. cacciarono molti ciuadini. e fecinngli
rubelli, e sbandeggiarono nell* avere, •
nella f>ersnna
SBANDEGGI \TO .4dd. da Sbandef-
fiitfe, Lat relrftiut, in exi/imm miinw
Gr. t^t'pttroi iV. /'. 3. 59. Che '1
Comune dì Firenze debbi trarre di ban-
dii lutti cnloro che fossono sbandeggiati
Dant rtm. 3l. E questa, sbandeggiala dì
(US corte, Signor, non cura colpo di tuo
S B A
ilraU-. ntt(^n. Fii'i. \. 4- 23. Sbandeg-
guli Da <)ui>stu e quella lena.
* SUAISDELLAKE A. .'.i;- /■• h.imLl-
U. /ìf/t'in. Disc. a. 3l4- Noi siamo sonali
chiavi; passar si vuoIp; che s'iu iIj fard
Spevzarc. nutlcre a lieva , sliaudellare,
sLjrl).irf aipuiiii, ec. mandar le iotposle
ìd nulle pi-zzi, (c. (/l)
•f* SllAi\DELLATO. Jitft. di Sban-
d'iìarej Che j- tcnza b-muei'/f, Jieilm.
Cicaf. g. Piaotaodoti a quel ruo' storpialo
colla mascella fuoii dfgli arpioni, comò
$e ella l'osse uno sporU-lio sbundollato
d'imposta di Gm-.trj «l*un' osteria dismessa
iu .aiiip.j-nj iJ)
« SBA.%Dfc;\GLE. r. j4. Àdd. Che
die sbandirsi J>us. \\^- Almeno di ca-
varli del Paese per i>bandevule rsamea-
to (C)
SBAJJDIGIONE . Sb.mdimento. Lai.
fxi/iiim. 'Ir. s'Io^i'a. Fr. Zac. T. J.l5.
12* Che 'I suo talso intendimento Sopra
b;i latto sbandi^ione.
•f SlìANDIMLINTO < Lo sbandite ,
KsHio» Lat. vxdxutii. Gr. s^oJi'at. Sen.
Pistm Se n" andu tutto di grado in is-
baodimmlo, e sciavo la città di Roma.
Amm, Ant 2. tì. \\ rSi'O troverai is-
bandimento o confini in luogo, duve al-
cuno non aititi pT sua vulontà. Bocc.
yit. l^anl» 220. In luogo di Cjuelli (al-
tissimi menti), iDgiu^ta e furiosa dau-
ci aiione, perpetuo sliandimt nto , aliena-
lione de* paterni beoi ec. gli furon do-
nale.
J SBANDIRE. Dar bando. Mandare
l'I esifto. Lat. ia rxi/itim mittere . Or.
'^ Z-l E mctof u Lab. ^|0. Poiché dalla
vostra mortai vita sbjndito fui, ho lamia
ira in carità trasmutata ( cioèt poiché fui
tolto dal numero ile' %iventi)- l^anl.Par.
7- Ma per se stessa pur fu ella sbjndi-
fj Di parailiso (cioè, laciiata). Petr. son.
'•^0- Tornami a meole. anzi v' è dentro
|uel!a Ch' indi per Leie esser non può
sbrodila (cioè, non può pi*r dimfntican-
u essermi tolta dalla mente). F canz.
48> 5. E le mie notti il sonno Sbandirò,
e più non ponno Per erbe, o per incanti
j se riirarlo fcior, mi tolsero il soduo ) .
Ca%vfc. Friitt. /ifig. Come cggi questa
povertà sia sbandita e odiata , troppo
arremo che dire (cioè, non sia più fra gli
uomini) ». (Uj
^ g. IL Sbandire, vaie anche Coiifi-
nare. Mandare in esilio in un dito /uoso.
Lat. relegare, deportare. « ì'it SS. Pad.
I. %7-. Pervenne ;id un castello ec. per
vedere Dragonzio vescovo. Io quale quivi
era cacrimo e sbandilo da Gostanzio im-
peradore. E appresso: E partendosi quin-
di, di po' tre altri giorni ron glande
tatica pervenne a Babiloni.! per vedere
Filone ^csfo^o, lo quale simigliantemente
«lai predetto Costanzo era nel predetto
lungo sbandilo ». (C)
* g. III. Sbandire, vai- anche Pub-
/dira> per bando 'LH.i-^icto iuòvre. Ilenw.
CeiL Fit 3. 277 La città aveva per
nuova legge sbandilo che e' non si por-
lassi per i contadini, né per altri, più tali
cinture (C)
* g- IV. S'-andire uno in avere, vale
Confiscargli i beni. G. ì'. lib. 7. cnp.
"S. E fece sbandire i Fiorentini in avere
ed in p<»rsona. (F)
§. V. Sbandire, si prende talora per
la Contrario dì Bandire, cioè Levare il
bando. Lat. exilii gratiam/actre,piitriae
restituer^.
SBANDITA. Contrario di Bandita.
SBANDITO. Siist. Quegli, che è sta-
lo mandato in esilio, o che è in bando,
Lat. exul, extofiit. Gr. ©uyac, ì^o'pL-
CTff?» Bocc. aov. 81. ij. Aspettando di
S B A
dover pigliare uno sbandito. C. F. 8.
2. 3 l'er lo Comune di Fircnte fu man-
dato al Comune di Piato, che limandas-
souo Io ibaiiililo. Lefjf;. S* P. S. Era
ribanditu <>gnì nutriittore, e ogni sbandi-
to- Din. Coiirp I. 17. Delle quali coso
dovea avere corona , perthè avca puniti
gli sbanditi, e malfattori /■,' 2. 38- Ave-
ano invitati multi villani d' attorno , e
tutti gli sbandili dì Firenie. Bcrn. Ori.
3- I. i5 A casa sua giurò mai non tor-
nare, IVIa per ribellii aversi e per sbandito
Fioche 6nitu sia di vendicare.
g Lo shandilo corre ilten o al condennatoj
provc'bio che .u dice di Chi cvndann-i in
aldi I SUI i f/i/elti nifdcsiiri . Lai. Clo-
diiis aCiusot maicho.'!, C.aU'tna Cetigum.
Cioveii. I''r,inc. Saich. iiov. 37. l'er
questo nacque quel proveibio; Lo sban-
dito corre dii''to al condennato. /:." nov.
l6u Dice uno l.tiuiuolo : oh buono, oh
buono 1 lo sbandilo corre drielo al con-
dennato.
SBAKDITO. Jdd. da Sbandire. Lat. in
cxi/ium n'i.isut , relegntiis . Gr.à'^opUTO;
Bocc. Jit.Dant. 223. Questi Tu quel Dante,
il qual prin>o doveu al riloino delle Muse
sbandile d'Italia aprir la via Frane. Sacch.
n^iv. 1(^0- Li marinai, come gente scheraoa,
o sbandita giungono pcrcotendo le porle.
Bi-o/t. J^icr. I. 5. 11. Astica del mondo
parte Sbandita; ira tvionfa, e regna Mar-
te /■.' 3- 2. 12. li), di r,Tsa sb.iniiitii S'io
volli al 6ne non morir di fame. Mi convcn-
ne approdare in questo lito.
^ SBAINDO L' Azione dei mandare
alle case loro 1 soldati che compongono
un eseicilo. Segn Stvr. lib ^, Le genti
nemiche erano ridotte a molto minor nu-
mero ce. considerale le morti, gli sbandi,
e i cattivi pagamenti che seguivano soveule
in quel campo (Fi')
•f * SBAJNDOiNARE. F. A. Abhan-
donare. Cavale» Friift. lino. 53. Ecro che,
o signore, abbiamo isbandonalo ogni cosa,
ed alibiamo seguitato te ( ro^ì lifgr una
Variante .- il tt.'-lo ha abbandonato ) E
218. Era lecito al figliuolo di sbandonare
il padre fi osi /egi;f una vattanti: li testo
ha abbandonare) f F)
=:- SBARAGLIAMENTO. Lo sbaraglia-
re, Pisiinionc Lai. dispei siOffttga. Cecch,
j'ì.i.tiuol. pr. Ki? sia chi cr< d.i »he questa
commedia si cnniinci o dj| sacco di Roma
ec. , o da sbandimenti di persone , o da
sbaragliamento di t'amigiìe, o da altro così
fatto accideole. (F)
SBARAGLIARE. Sbarnttare, Disperde-
re, DuMpare, che, olire al signi/ìc. alt ,
si usa anche nel neiitr. e nel netitr. pass.
Lat. disperdere , dissipare , Ji-nde> e. Gr.
Cta5~£i'^4tv, Cron. ì eli, 28. Ma isbara-
gliati gli altri , che presono mala via , si
sbaragliarono questi. Poe. Dnv Ann \.
2^. Massimamente i cavalli er. sprangavan
calci, sravalcavan l'uomo, sbaingliavano
i circostanti. Ll appresso: Un cavallo, rolla
la cavezza, spaurito dalle grida , correndo
si avvenne in certi , e sbaragliolli . E 2.
36 E dal gelalo vicino Setlenlrione in-
crudelito, ra|)i e sbaragliò le navi in alto
mare . E Stor ^, 355. 1 plebei , gittate
giù r armi , si sbaragliarono per la ram-
pagna.iVirrf. Sfar Jnd» 10. ^08. Poiché furo-
no sbaragliati, gli seguitò gagliaidamenle
colla cavalleria. Ar. Pur. 18. l^t). Quivi
Rinaldo assale, apre, e sbaraglia Le schiere
avverse, e le bandiere atterra. Buon. Fir.
^. Intr E quaod'io non potrò più sotto-
mano Farmi la mia fortuna alla scoperta
Sbaragliando farollami.
SBARAGLIATO. ^Idd. da Sbaragliare.
l.al. /asus, ftigalus. Gr. 6(5 yuyrlvT^a
TTit';. Liv, M- Cosi quella si sparse, e tutti
sbaragliati se ne andarono, E aUrove :
Quei di Traria ec, sbaragliali si lornaro-
S B A
1023
no a rasa . M. 1\ li 5o* Parendo .t
inesser Piero da Farnese avere doppia
vergogna , si per le castella perdute , si
per la griile sbaragliala Ìii Carr.igoana .
Bern. i)il. 1. 16, ^1. lo veggo la mia
gente sbaragliata Dal marlel di colui spie-
tato e duro
SBARAGLINO. Giuoco di tavole, cLc
si fa con itile doitt j e chiamasi anche
Shara'^lino lo strumento sul quale si
giiioia . Brrn, riou I. 5l S' io perdessi
a primiera il sangue e gli occhi. Non me
ne curo, dove a sbaraglino Rinnego Dio,
s' io perdo tre b.iincchi.
SBARAGLIO. Lo sbaragliare » Disu-
nione , Confusione. Lai dispersio , fusa.
^r, yuyo. Btion- L\cr. j. 3. 3. Molti
slioppi D' oidigtio tal . che col non far
rimbtmibo , I\è buttar fuoco , fan le lor
passale Con islorpio, e sbaraglio «dirami-
surj Terribili. /' :(. I. l. N^ nien , chn
gli animosi, avvezzi a risso, Pralirbi alli
sbaragli - E appri-sso : Ed eecogli 'nler-
delto , Mentre im[iortuiio ardisce un lai
sbaraglio ec, Quella sera, e per sempre 1'
Usciolino.
§. I. Mei tire a sharagfi^y^ i-ale Esporre
a certo, e niouifisto pericolo, Lat. peri-
culo obiirere. Gr. £t^ /t'vouvov xaStcToc-
vai Tivoc. Pera. Ori i. 23 52. A sba-
raglio mettendo la persona Sopra Aquilanle
tutta s'abbandona. 7'ac. Dav. Ann» 23.
Sa Onde si mise a sbaraglio maggiore
( il testo 1:1 Ita : ad maiora prxcipilia
coDversus ).
•'.* §. II Mandare a sbaraglio , vr.fe
Mandare in precipizio , Mettere in crm-
fusione . Se<^iier. Mann. Luul. ^. ^. In
un tale slato non solo non darai all' ani-
ma tua queir oncire ch* ella si merita ,
ma glielo toglierai: anzi la manderai, se
bisrgni , ancora a sbaraglio con sommo
suo vitupero, (J')
§. III. E Sbaraglio , chiamaci ancora
un Giuoco di tnvo/e simile allo Sbaragli-
no, che si fa con tre dadi,
SBAFATTA. F. A. Lo sharattnrv ,
dnfiisione. /'> /ac. 2" I. 1. 9 Mcttc-
rnnimi a gran sbaratta Tra gente grosso-
lana e matta.
SBARATTARE. Disunire, mettendo in
confiisir-ne , in fuga , in rotta j e si usa
in signfic. alt- e n>'utr. pass, Lat. di'
.<pcid'n; dissipare, fttndtre, fugare, Gr.
it; j?uyy;v TpÌTlZni , GV/aSiUHV. (7, /'.
8. 77. 3. La maggior parte furon prese
e sbaraltale. E Cf- Il 2. 3. Cosi detta ar-
mata ec tutta si bbaratlò, e venne a nien-
te. Ti? 1 1 . 63 3. Si sbaraltò la nostra oste ,
e della lega, e villjnamenle si dipartirono.
Gtiid. G. Mescolandosi tra le schiere , le
sbaratta mortalmente, ferendo molti Greci.
Birn. Ori. 2. 6 44- Come dal foco la
p3j;Iia è disfatta , In no tratto gli rompe
e gli sbaralla .
SBARATTATO. Add. da S^arattare
pecor. s 25. nov. 2 2o4 Vedendo la
sua gente sbaratlala, prima la sua scfaie.
ra e poi l'altra, e venire io fuga, moriva
di dolore.
SBARAZZARE . Toglier via gì' imba-
razzi, gì' irtipcilimeuti. Lai. impcilimenta
tollere. Buon- Pier, i.^ 6. lo vo innanzi
A sbarazzare, ove bisogni, il passo. PS 2.
4 !■'>• Mentreché la dogana si sbarazza .
Per dar luogo alle vostre mercanzie. E
4' 4- 1'- ^^ '"be sgombrar di mostre e
di sportelli. Che serrar di botteghe. Stac-
car disegni, e sbarazzar di mura!^.* Bed.
Conf, 1. 166. Fa di mestiere altresì sce-
marne la quantità, e sbarazzare e render
libere le strade sanguigne dell' utero, ac-
ciocché essi sangui al dovuto tempo pos-
sano naturalmente scaturirne, (F)
SBARBARE. S^eslnr dalle barbe, "L^ì,
cvellere, rxtirpare, eradicare. Or àizoppi-
1024
S D A
^Siv. Cirtff Cal^. 2 Ò4 E di toU 1j sua ^
corona Leila Si Ujì^c c i Itiaochi cria di- 1
velie e &barl>.i. Sodrr. Colt. 2O- Puaeodo ■
a lutli uaa cjnajcci.i u paletto, e lappao-
doglt, u vaogaotiuli ciakchcduu mese, ethìT-
baodo l'erba, sicché siano conguagUati al
terreno. Dai\ Colt. 170. Trova I' aoae
statura delle marze, e quivi taglia, e lutto
il suìia vecchio sbarba e leva. $ Car JCn.
3. 63- RiteniaDdo ancora, Vengo al terzo
virgulto, e con più forza Mt.-atre lo scerpo,
e i piedi al suolu appunto, E lo scuoto e lo
sbarbo, ec. (Bj
§. I. Per mela/. Teol* mist. Coslrigoe
iasioo dai fondamento di sbarbar la crea
tura da sé ( cuc , staccar eoo violenza ).
Tac. Dav. Aa'i, 2. 38. GcrmanÌLo nou
aspello più , benché conoscesse questi es-
ser trovati d' invidia per isbarbarlo djl
già acquistalo splendore* (cioè, privamelo
a forza ; il testo tal. hi : parlo ìam de-
cori abslrahi ioielligerel ) . /loez. Vaich.
X. 6. Ma questo e il costume delle per-
turbazioni , le quali possono bene colle
foree loro muovere un uumo, ma sbarbar-
lo affatto, e diradiculo non possono f'cioè,
abballerlo, avvilirlo ). * JlUt:r. loo. io
vorrei et . se fosse possibile, sbarbare dalla
sterile maggiatica degli idioti cervellacci
della rainuta gente mudcroa qurstj gol-
jiata, anzi lo^I|osJ opinione. fS) Setiner.
Mann. Ag- 27. Aflìuihè tali affetti non
alzino i loro germogli , almeno troppo
dcDìi . dentro il cuor tuo , avvezzati a
risecarli frequenlemenle , giacche non è
mai pos!>ibile di sbarbarli dalle tMAxci^V)
§. II. Sbarhare , si dice anche dell'
Otteiwre da chicchi-.ssia alcunn cosa o per
arUiii per forza j che anche diciamo S/jurt-
tarla .
SBARBATELLO . Dim. di Sbarbato .
1-at. imOerhts. Gr. a*/ì'y£io;. Buon. Fier,
3. 2. 12. U so, che sbarbatt:llo( il primo
pelo Nun messo ancora, ec.
SBARBATO. Jdd. da Sba/bire. Lai.
Ciiitsus, avulsiis. Gr. ez5i^&iì:et'^. Bem.
riiii. 1. 35- Qucrcie sbarbate, salci, al-
beri, e Cerri, Case spianate, e pooli ro-
vinali .
t g. I. Per nittnf Tnc. Dav. S(or. 3.
323. JVoo potelttTO t'Dlrare, perchè Sabino
la turò, in ve<'c- di muro, con le statue .
.•splendori degli antichi, di qualunque luo-
^o sbarbate i il testo lai. ha: revulsas).
;;: G(oc. Cfll. Vit Jlf. \l. Si abbia poi
» tener per fermo il Pa)>.i ec. , sbarbala
con infelice crudel movimento la riputa-
zione del nome Italiano; aver dato la pa-
tria sua, già signora del mundo, ad abitare
agli strani ed a' barbari. (C)
g. II. Sbarbato, per Mancante, o P$ ivo
di barba . Lat. imbc'bis . Gr. ays'vEto? .
Tac. Dav. Ann. |5. 2I4. Remavano ibar-
liali giovani, collocati secondo l'età e mae-
stria di libidini. JMatt. Franz, rim. buri,
p. 102. E Dioltc genti, che si son pelate,
PossOn 'o un tratto aver barba e capelli,
K si meltOD le barbe alle sbarbale- Bor^k,
Hip. 4^4' ^^^^ po' sopra la porta di san
Bastiano de' Servi . essendo ancora sbar-
balo , r arme de* Pucci eoo due figure ,
che fu tenuta bfllistima.
f SBAllBAZZARE . Bravare , Ripren-
dere. Lat. increpare , verbis tad^re. Gr.
t;TtTi/iccv , ioiJopjraSac . Car. lett, I.
61. Intanto vedendo certo guardie di Pa-
ladini; certi rivedimrnii di rocche; certi
sbraDcamenti di cjpiparte; uno sbarbauare
di questi signoretli. un giugner d'improv-
viso per tutto , ec. Stavano in un cerio
modo forsennati, appellando una maggior
rosa che governo.
SBAUBAZ7.ATA Sbrigliata. Sbriplia-
tura . Lai frani adduetto . Gr X''^^' '
vwo-; ■
f% Onde Dare, 0 Farr una sbarbai-
S B A
zala, \'aleFare una buona riprensione j tolta
la metef dal dare strappute di briglia
ai cavalli , quando s' amat lestraao . Lai.
gravit*-r r^prehenJere. Gr. p9^T(/u{ £ Tt-
Ttjuoci* . Benv. Celi. J'ii. \. 279. Beatis-
simo padre ec. , datemi auiorilà clie io
gtit-ne possa dare ana sharbazzala a mio
modo .
SBARBAZZATO. Add. da Sbatbazza-
re. Tac. Dav. Ann. ^. 93. I Greci pote-
vano parlare non pur libero, ma sbarbaz-
zatu (qui inforza d' awerb., e vale Con
grnadtiMmi libertà , o arroganza . Lat.
Uberrime. Gr e'>eu9epwT«Ta).
« SB.\HBICAME:ì(TO. Sradicamento,
Kitirpanicnlo. t allisn. 3 328. (Min)
SBARBICARE. Sbarbare, Sradicare.
Lai evellere , evertere , eradicare . Gr.
e/pt^ojv B'd. Ditir. 2i. Che per ischeno
baldanzusamente Sbarbica i denti, e le ma-
icelle sganghera.
§. Per metaf. Fir. As. 7 1 . La cosa è
stabilita in questo, che per sua esamina
egli ci confessi chi furono i compagni , a
cagione che egli si sbarbichi sino ai fon-
damenti questa brulla fazione . Menz.
sai, 4 ^^^ V' sbarbichi Apollo , e che
vi sfroozi.
SBARCARE. Cavar dtlla btrca Lai.
navi efferrr , fdncere, Gr. ~lat'«w E/VS-
p£iv. ^r Serd. Stvr. 2. 67. Passò a
Mclindc ec. e sbarcato io terra il suo
oratore , che il Gami avea portato in
Portogallo , se ne passò con felice navi-
gazione ali' isola Anchediva. K Itb. i3.
>el cospetto de* nemici ed al dispello
loro sbarcò i snidali e le vettovaglie, e
tulli gli slromcnli da guerra, (tir)
§. Jn st^nifti.. neutr. e nentr. pass
vale UiCir deità barca. Lai exsetndere,
appellere . Gr. ifopai^zi^ui , «ara-
TTÀfiìv. f arch. Sltir. Lj fant*^ria sbarrò
in una villcita quattro migHa quindi vi-
cina. E altrove.' Si era dipulalo in I-
spagna dove sua Macslk duvesse sbar-
carsi Buon. Fier, ^. 3. i. O 'I lio-
fante sbarca Certo, o ch'egli ì: sbarcato.
F 4 4* '^' Inibarcarc , sbarcare, urlarsi
insieme. Investirsi, slargarsi, ec.
SBARCATO, .-/c/rf. da Sb.trcare. Ine
Sol,!, sat. 5. Sbarrala la vedremo anche
a'feslini, Ove treschi, saltelli, e coccovfg-
gì, Chiamando a' suoi panìoo ceulo zer-
bini (qui per similit. , e vale Scesa,
Smontata }.
SBARCO. Lo sbarcare, * Serd. St^r,
l3. 532. 11 giorno d' avanti erano stale
mandate tre caravelle a bailer'a, come se
di la si cercasse di far lo sbarco. (Cj
SBARDELLARE. Cavalcare i pulrdri
col bardinone, Lib. Son. ^g. Una lavan-
daia scalza, co* pìè bianchi ec. Senza man-
darsi il ccrcia giù da' fianchi, Tutii sbar-
della i suoi secrclì sili (qui fi-.-uratam }.
SBARDELLATAME^TE . \4we>bio .
Fuor di misura. Smisuratamente j voce
bassa. Lai. immense, immodice, immani'
ter. Gr. urrsi/iìTf w;.
•f * SBARlìELLATISSIMO. Aud.
Supirl. dt Sbardellnt^. Alleg. 2-l\,( Am.
sttrdamo ì'^^ ) Domandalo una volta ec.
chi per sua fede egli avesse per i prosoo-
tuosi maggiori dell' universo del tempo
nostro ec , rispose : li malematirhi e pe-
danti; ma questi con uno sbardellalissimo
torlo presumono , e quelli con una sfog-
giatissima ragione. (A) Lerp. rim. ab.
Standomi un giorno solo , alla finesira ,
Vidi, fra Tallre cose legnalale. Una sbar*
dfllalissima minrslra (C)
SBARDELLATO Foce bassa Ad.l.
da Sbardtllate
•f g. I. Ver Discrbitanlt, Grandissimo.
I Immenso- Lat. tmmrnsus ■ Gr* orulT^O;.
Morg. 33. 101. Rispose Gan : iu bai '1
rapo pi^n di grilli, E fusii si*tr|>re pattu
S B A
sbardelblo. ì'arch. /ìim. buri, 1. 35. lo
sto cioqa* ore del giorno in mercato A pa-
scer gli occhi di si beli' oggetto. E ne ca-
vo un piacere khardellatu. Cant. Cam.
169 Certi manlacbi grossi e shardcUati
Son male atti al gonfiare Buon- Fier. \.
3. 1- Inarcando le ciglia. Simular mara-
viglia , Quasi avvisando io loro Fortune
sbardellaie Sbracarsi la natura. Malm. 1.
25. E gli messe una voglia sbardellata Di
far battaglia, e mille belle imprese.
* g. U Per Scapestrato. Benv.C-rll-
Ftt. 3. 778. Egli slava vicino a una bot-
tega di fundaci>, dove stava un cerio gio
vanaccio sbardellalo. (Cj
^ SBARDELLATURA. Ihrozxameito,
o Primi rudimenti dt un'arte, o scienza
Macai. Leu Ci siamo messi a pigliare
una sbardellatura da questo Turco nella
lingua arabica. (A)
SBARRA. Tramezze, che si mette per
separare, o per impedire il passo j e an-
che si prende per Qualunque ritegno mes-
so attraverso, acciocché una Cosa non ro
vini, 0 non si richiugga. Lai. septum, re-
populum. Gr. isnoi- O. F, 7. 68. X- 1
nostri Fiorentini aveano già le sbarre vin-
te, ed acquanti entrali dentro E il, 3^-
2* Gran battaglie ebbooo alle sbarre della
via. Lasc, Streg, 2. 1. Tulle le pene .
tulle le catene, e tulle le sbarre del mon-
do non mi tcrrebbooo che io non andassi
via oggi.
§. I. Per mela/, Lib. Seni, Are. Lo
cuor del savio è sbarra di virtù, altresi
come di muro e di fortezza. Buon. Fier.
4- 3 2. A tal che gli occhi miri, non
ben satolli , Bisogno han pur ancora Di
sbarra che me gli apra.
g. Il Sbarra , si dice ani.hr Quello
strumento che si pane altrui in bocca
ad fffelto d' impedirgli la Javella. Buon.
Fier. t> 5. 9. Uno sgraziato incatenato e
stretto , Co' pie nei ceppi , e le manette
a' polsi, E le sbarre alla bocca, e in capo
un sasso*
* g. III. Per Quell' uscetto , o impo-
sta cJie serra t'oviie. Poltz stani, i- lu
Or delle pecorelle il rozzo mastro Sì vede
alla sua torma aprir la sbarra. (P)
* §. IV Sbarra, Term. degli Grimo-
lai. I\'ome che si dà a diversi pezzi del-
oriuolo. Tale è quello che regge la molla
del tamburo. (A) .
* § Y. Sbarra d' un carro . Term,
de* Mrccanid , Pezzi di le^no posti ai
fianchi dei ca-ri, per farecbeil ca/téu ne:
imptdisca il pirar delle ructe. (A)
* g. VI. Sbarra. Term. atnldico. Vi
cesi di Un pezzo dell'arme, che dalla si-
ni>lra drllo icudo vm M basso a termi-
narsi verso la destra. Onde Divìse sbar-
rale spie^<i la Crusca Divise a sbarra .
Pear. nov Un drago verde nel campo
vermiglio , cun una sbarra azzurra in
meaao . (A) Ar. Pur, io 85 Port-
in azzurro una dorata sharia 11 conte d'
Ollonlci nello stendardo. (Pj
ir §. VII. St'oma Term dt' L^natue
ti. Pezzo di legno mss-u forte, sitstilu sul
davanti del teiato, e spaccato in tutta fa
sua lunghezza , perche vi possa postare
la parte già tessuta dit panno. (A)
^ 2* Vili òbaira. Term. dt' B^cmi.
Pezzo di legno the si mette p*r traverso
a'castiKti , pir accomt^dar la r<le. (A)
^- % W. Sbarra doppia . Term* dt
3/ujuu . I\'ome delle due tinte vtttiealt
che atlrrnversamo il Bigo, ed mdiemsto per
lo più il fine del ptzz4> musicate. (Bf
SBARRARE Tean ezzar c.n ishmr,m
Lat. sepire, occludere Gr. tiiocf p«TT(tv
Bern, Ori. I. 6. ^t. Aveva un piede r
metao di gioisrua. E con due gran catene
si sbarrava tiuicc. Star. 3. 90- Attendeva
a sbarrare e fortificarr le bocche delU v»c.
S B A
S B A
S B A
1025
5 §. I. Sbarrare, per Largamente apri-
re j che anche dietimo Spalancare . Lat.
palefaccre , aperire, dissecare . Or. avoi-
yciv . Dant. l'i/- 8. Pcrch' i' avanti in-
tento l'occhio sbarro. Frane. Sacch. rim.
26. Altre velate vanno, Purtamlo bruno,
e sbarrua gli occbi a retro. ^' liciti'. Celi.
Ore/. 44. Vi adattai un Ercole che facc-
Ta U fatica del leone &barraadogli la boc-
* g. II. Sbarrare» per Spartire, ten-
dere la pancia per cai-urne gi' ini, nari .
m G. r\ 12. iti. l5. Fu morto ec , poi
in sulla piana dei priori impeso per li
piedi, e sparato, e sbarralo cmc porco ,
Dav. Scisrru 68. Due uè dicoUò-, la lena
nel parlo sbarrò ■». (J)
f §. III. Sbarrar le braccia^ o Sbar-
rarsi nelle braccia, vale ^lUatiiarle, Di-
stenderle . Lai. brachici pandi-re . Gr.
X£ì"^je« -STavJJEiv. Morg. 19 73. Mor-
gante allor uelle braccia si sbarra , E 1'
«rbor sotto alla bestia taglioe . * ^r.
Fur. 29. 55. Ma quel ne* piedi, cbe non
TUol che viva, lo piglia ce. E quanto più
sbarrar puote le bracci-i. Le sbarra si cbe
io duo pezzi lo straccia f a'ciine edisioni
hanno Io sbarra si). (FI*)
* SBARRATA . Lavoro , o Ripara di
sbarre. S<gr. Fior. Star. Uh. 5. Con ogni
industria d' aver nelle mani i luogbi forli
l'ingegnarono; e quelli che non poterono
avere, con l'ossi e sbarrate d^lla terra se-
paravano. (CP)
t 3 SBARRATO. JdU da Sbarrare;
Chiuso con isb<irra . Lai, septiit , occiii-
su$ . Gr. JtaTTsypayai'va^ . T<ìc. D-n'.
Sbarrate le porle, si vi>lio coulrn a' viu-
dlori. * Ar. Fur. 17. S'i.Quei rispondean
nella sbarrata piana Per un di , ad uno
ad uno, a tulio '1 mondo; ec. Per gioco
«n somma qui faceao, secondo Fan li ni-
niici capitali, ec. (li)
f §. I. Sbarrato, parlandosi di Eser-
citi si trova anche per Posto in rotta ,
Sbara^iato, Disperso, G, V. 9 21 2. 4-
Si possente, e vittoriosa uste , come era
quella delta Chieda ec , si parli sbarrata
dal detto assedio di Melano . Stor. Ptst,
5q. Vedendo Ufiuìcrioiie venire la gente
del Prince molto sbarrala, e senz* ordi-
ni §. ìì. Di%>iSL' sbarrate, diconsi Quel-
le che hanno sbarre, che dalla sinistra
dello scado vanno in basso a tt-rminarsi
verso h destra. «< Mvrg. 7, 8. Mostrava
le divise sue sbarrale (cioè, divise a sbar-
ra )«.^AV
SBARRO . Lo stesso che Sbarra; Im-
pedimento, Ritegno. Lat. obex. Gr. ip-T^ó-
Siov .
§, I. FiS'irntam Dant. Pttrg. 33- Si*
coro d'ogn* intoppo, e ti* ogni sbarro. Bnt
ivi.' D* ogni sbarro , cioè d* ogni riteni-
nieoto, cioè che uon araano impaccio ve-
runo.
f # g. II. Sbarro, per Frastuono. Sagg
rim. Saccb, Batt. (\. ÒO. Allor le don-
ne tulle ec . Apersun gli occhi a lo Dio
rilucente , E d' allegrezza fanno grande
isbarro Con molti suoni , e poi benigna-
mente Davanti alla rcina tutte van-
no. (B)
* SBASIRE . Lo stesso che Basire .
Cor. Com. 20. Sentì tanta dolcezza, che
parendogli di veder la gloria ec avanti
file sbasisse, chiamò il suo Barba, e ec.
gli disse. (Fp)
SBASOFFIARE. T'oce bassa. Mangia-
le smoderatamente. Malm. 3. S^. Il se
condo è il Vecchina , il gran barbiere ,
Che vuol che ognor si trinchi, e si sbasoffi.
* SBASSAMEJiTO. Bassamento, Sca-
dimento. Lat. deprestio , imminutio, Gr.
TaTfii'vwsc;. ^■iw?!^. V. alla voce BAS-
SAMENTO. f)
yocabolario T II.
SBASSANZA . V. A. Bassezza . Lat.
humilttas . Gr. TaTu'vwii; . Bini. nnt.
P. .V. Salad. C\\ Amor non guarda al-
terezza, ne slia<>saDza.
i? SBASSARE. Abhassaiv, Scemar /'
altezza (C)
i^' § IC figttratam. Segr. Fior. Pr. 3.
Né le persuasioni di Filippo gì' indussero
mai ad essergli amici senza sbassarlo. (C)
Se^n* Polii, lib. I, dichiar. cap. 1. Né
qui vo' dirne altro, per non parer ch'io
voglia sbassare questo suggello, ch'io ho
al presente tra mano, con dirne <"c. (f)
F Slor. 3. 72- Volendo quei cittadini ec.
sbassare assai la potenza di Cosimo, leva-
rono via la bali». (FP)
* SBASSATO. Jdd. da Sbassare. S.
Cr. Per lo stesso fine vedesi sbjssato quel
tetto che a foggia di piramide s' alza per
di fuori, (A)
^ §. E Jìguratam. Segn. Stor, Itb, 3.
71. Favoriva la parte del popolo, ed i
nien polenti , sbassali e conBnali nmUi di
quei grandi che prima reggevano. (C)
* SBASSO. Diminuzione che si fa nel
saldire un conto, 0 nel prezzo dt ciò che
SÌ Compra j liifiasso . Cocch. Lett- sp.
-Noi faremo uno sbasso sempre di qualche
scudo per braccio nel broccato. (A)
SBASTARE. Cavnn- U ba^to . X.aI.
clilelUs exuere. Gr. e'ntiayaa ajJicc^ssi
SBATACCHIARE. Battere altrui, vio-
lentemente in terra , 0 contra 'l muro .
. Lat. nllidere, afjligere . Gr. 7:poi/.fO'J-
=iv. Tac. Dav. Ann. 1. 12. Con le spade
ignude , come pjzzi, s'avventano a* cen-
luriuui ec, e per terra te gii sbalacchia-
Qo (il testo iìt. ka : proslratos verberibus
niultaDt). E altrove : Disarmati, o cjr-
renli per 1' arme gli sbatacchia • Buon.
Ficr 2. 2 3. Cliiappole per le code, le
sbatacchio Per quegli scogli, e sbatacchiale
scortico.
SBATACCHIATO Add. da Sbuiac-
rhinre. Lat. alltsits, afflic'Ms. Gr. xxTa-
S:^Ìj]//à'vo^. liii-n. FiiT. 2. 2. 3 Chiap-
pole per le code, le sbatacchio Per quegli
scogli, e sbatacchiale scortico. E Tiìnc.
5. 5. Si arrainpicnnno su, e noi balocrhi
Trovonno sb.itacchiati e catli\elli.
* SBATACCHIO. Lo sbatacchiare. Bcl-
lin. Bucch. E furon messi, di subito nj-
•t, d'una guerra allo sbatacchio. (Aj
•f SBATTERE. Spessamente battere.
Scuotere, Ai^'tare- Lat. concutere, agita-
re, iactare, Gr. ffoy/couciv. 'Tes. Br,
5, 21. Puolc I* uomo conoscere quando
de* piovere , eh' elle gridano molto (le
cornacchie ) , e fanno un grande sbatter
à* jW. Sodcr . Colt. 10.^. Volendo fare il
vin bianco limpido , e trasparente , piglia
l'albume di Ire uova, e gettale nella bot-
te, avendole sbattute prima sinché faccia-
no tutte la schiuma, ec. Poliz, st. |. 87.
Sbatton ie code, e cogli occhi locosi, Rug-
gendo, i fier lion di petto dansi. Buon.
Fier. 5. I. .^. Quant'cra me' morirmi Di
fame, ch'agognando all' alliui roba. Sa-
lir un carro su per una ruota, Che mos-
sasi mi sballa e mi strascini, E mi stiacci
una noce.
§. I. E neutr. ^s$. * Ott Com.
Purg i3. 232. S' accigliano gli uccelli
di rapina, quando dj prima sono presi
acciocché sieno più umili, e per sua sai-
valichezza non si isbaltano di soperchio.fA'J
Soder. Cult. 63 Fermerai bene que'lralci
a canne, o pali, che non si sbattano.
§. II. Pure in signt/ic. neutr. pass,
vale Abitarsi, o Coni muoversi veemente'
mente per passion d^ animo, o per dolore
di corpo. Lai. concuti, iactari. Mtnz. Sai
3. E pur Curculion suda , e si sbatte. ^* Se-
gner, Mann. Lugl. 7. I. Santo Agostino
voleva un tempo aprire ornai la sua por-
la ; si sbatloj, si a6fjnnava , si affaticava;
e pur dopo tanto sforzo non ritrovava
ancora il iiu/do di aprirla (ì'}
* § III. Per Declinare, Sviare, Svol'
tare un'arme, od un colpo. Cor. En. lib.
10. *•. 5o8. E sette dardi Gli avventare
in un tempo ; altri de* quali Dall' elmo e
dallo -scudo risùspinti. Altri furon da Ve-
nere sbattuti Si, ch'o vani, o leggieri, il
corpo a pena Leccar passando. E v. Il43*
Ed ei fremendo Slava intri-pido e saldo,
e con lo scudo Sbattea dell' aste il tem-
pestoso nembo. E v. larr*") Stridendo an-
dò per 1" aura il telo ; Ma giunt<\ e dallo
scudo in altra parte Sbattuto, di loDtan
percosse Autore, ec. (^[)
§ IV Sbattere , per meta/. Boez.
J'arch, 4- 6 Certi rimorde e sbatte (Id-
dio ) , acciocché per la lunga felicita non
divengano rig')<jliosi troppo (cioè, afQigge).
§. V. Sbattere , per Detrarre, Dilf'al-
care. Lai. deniere, dctrahere, deducere.
Gr. «y«tc€Ì5'^«i. G. V. 11. 89- 8. Non
volieno isbattere la parie nostra del con-
quisto di Meslri, e del ponte di Praga.
Cren. Morell. 262. Ma sballine il quar-
to, farcii. Ercol. 77. Quando ci pare ,
che alcuno abbia troppo largheggiato di
parole, e detto assai più di quello che è,
solemo dire: bisogna sbalterno, o tararne,
cioè farne la tara , come si fa de' conti
degli spezi.tli.
g, VI. Sbattere, si dice, in modo bas-
so, del Muovere della bocca per mangia-
re j the anche si dice Sbattere il denie.
Lat. manducare. Gr. £53l'civ Belline.
son- 106. E che piacere è stare io un pa-
lazzo, E Qun vi sia da sbatter poi d* un
uovo Mahìi. 7. 5. Chi dal compagno a
ufo il dente sbatte.
V § VII. Sbattere, per Diminuire,
Scemare, in senso morule. Guicc. Stor.
t. 11. ficc. lo\ ( ediz 1819.). Non si
curando gli uomini, come accade nelle
cìtlà divise , d' impedire il bene comune
per sbattere la riputazione degli avversa-
rli- (Pe)
§. VIII. Per Ribattere, Confutare. 'LaU
repellere. Qr. ocTwQe'v. Buon. Fier. 4-
5. 2. E il mio detto ec. Insultatori sbat-
tono. ^ Segn. Bett. Arisi. 99. Usando
r amplificazioni in conlerraare, 0 sbattere
una cosa. (FP)
* g. IX. Sbattere la malinconia, o sh
niilc, vale Cacciarla via. Liberarsene.
Pros. Fior. Sahin Lett. 4. 2. 261. Ma
mi rallegro, che poi la sbattiate (la ma-
linconìa), e non le lasciate pigliar posses-
so. (C)
SBATTEZZARE. Costrìgnere altri a
lasciare la religione Cristiana, .l/orj,*. j^
25. E sbattezzar vuol lutti i battezzati.
g. I. In signifìC. neutr. pass, vale Mu-
tar religionr. Lai. baptismo 1 enunciare.
Morg. 16. 48- Che questo è poco men ,
cbe sbattezzarti. E 25. 3o. Ma che più
oltre non saie'ragione , Cbe chi è battez-
zato si sbattezzi. J'arch. Eico', 55- S«
continova nella stizza, e mostra segni di
non volete, o non potere star furie, e aver
pazienza, si dice: egl
dice: egli arrabbia; e' vuol
"dar del capo, o batter il capo nel muro;
egli è disperalo; e' si vuol*; sbattezzare.
g. IL Per similit. vale Mutare il no-
me. Lasc. madr,}^. Perchè TalLoli poi,
se ben si stima, Mal si può dire in pro-
sa, e peggio in rima, ec. Meliete tutti i
mezzi, Perchè '1 Bonanni Greco la sbat-
tezzi. Cas. rim. buri. l. 12. S'io avessi
manco quindici, o vent'annì Messer Gan-
dolfo, io mi sballezzerei. Per non aver mai
più nome Giovanni
;;; SBATTIMENTATO. Add. Aggiunto
che si dà al corpo che riceve la Iute ri-
flessa e ombreggiata, e anche alla mede-
sima luce. Buon. Fkr. z. ^. \5. Tra gli
129
1026
S B A
orrori SbjUiincnUto, scorge un baccalare
Coa un lung-» barbon, ec. Salvia, Disc.
1. .Hi4. U nero è ulto, perchè non Hceo-
cia da se, coinu fjn {j'i i*Uri colori, ma
porge agli occhi nosih in varie guiie
ibjUÌm<-nula la Iure. (')
SBATTIMENI'O Lo shaltere. Perco-
timento. Lai. coiiCii.ìsio, quasfatto, affli-
etia. Or. lu'yXjSOUii;. fler'aiu Quinti/,
C, Non può r al&tto d'alcuno dal &uo
luogo esser caccialo , »e nuQ con imbatti-
mento di lu'le le 'nleriora- Cr. 5. i. in-
contro la rabbi! e sl)Jltimeiilo de' venti
oc. si dee convcn^rvolc soslcnlamcnlo a
ciascuno arbutcello eoa ispessi legami
legarc-
g. Sbaltimcnio » dicono nnche i pittori
AlVomhra» che gettano i corpi ptrcosù
Ual lume. I-al- umbra: proic tny. lird.
Osi. an. l88. Alcuna volta rasseml>ra
velalo di verde, secondo gli sLaiiiiiienli
della Iure.
SBATTITO. Shatlimeulo. Lai. convus-
tio, (junsinlio. Gr. cy/x5ou»t5.
V g, 1. ò'bnUito, vdle nuche Sottratto'
«e. Diffalco. ììoss A\-cL l'tc. Ces. Or-
dinò ec. cbe ec. della somma principale
si avesse a sbatlrre luUo (jucllo che per
i rredtiuri si tosse numerato, u messo a
conio per l'usura: per lo «pule sluttito
veniva ad andare a terra quasi la quarta
parie del debito. (FP)
§. II. Per nntqf. Travaglio, Passione.
Lat. fiffliclio. Gr. /a'xwii; Par, Uom,
il/, Cbed eglino con universale sbattilo
d' animo lasciabS-ro sì falla patria.
^ SBATTUTA. Sbntiiwento, ^fgiUizio-
'4<. MagAl. Lult. E quivi dato ftlgaihj
eoo una ab^ttuta d'ali una chic(.biriata ,
cascargli morlo a piedi. (//)
SBATTUTO, yldd. da Sbattere. Lat.
eoncus-ius. agilottis, iactatiis. Gr. /.ara-
^Ì^//i;/£'vo;. 7'.v. Pov. P. S. cap. 1^=,.
A golia fredda, ed umida toyli sugna vec-
cbiii, albume di uovo bene sbattuta <:ru-
ica, ce. /■'(>. nov.\. 179. La sbattuta ua-
re, lasciata a discreiìoue de* venti ec , se
ne andava cercando d' uno scoglio cbc
desse fine alle fatiche degli sf.irtunati m;i-
rmari. SoJrr. Coh. 127 Inlridfindo una
poltiglia cwl lolo di-Ila fornace ben prslo
e sbattuto, dandovi co' giappoli un tutfu
dentro, e poi appiccandola in lu' go asciut-
to, vi ti (louser^erà l'uva lungo tempo.
g. I. per mela/. Lai. afflictus. Gr.
Ta>cci'7Tw'^5;. l'ir. y/i. 286. La diffirmc
pallidezta degli occhi sbattuti, le ginoc-
chia slrarcbe te. febbrosa la mostravano
in ogni offetlo (Cioè, languidi). Farch.
Stor. 1 cittadini popolaui , vegj-endusi
sbatluli ec, non ardivano ec. (do'et ab-
bittuti , perduti d'animo), T"C. J)av.
./fin. (i §y. Vedersi iu Roma gli amlia
sriadori de" Garamaali . cosa rarj, murlo
Tacfarinata , sbaltuli scolparsi col popol
UiMiiam)|'aO(^, impaurili; 1/ testo lai. ha :
pcrcuUa gens). *.' Ang* Mei. 1. 211. Fe-
luntc allor cosi sbaUuto e morso Subito
mosse i suoi veloci piedi (D)
§. II. Per Diffalcato^ Detratto. Lai.
dtduciui. Gr- ìÌv.ipK'3i<i- Cron. Morell.
Sballulinc lullì 1 danari cbc ba spesi ec.
cqmo tocca loro per rata de' detti ire
quarti, e sbattutone ogni altro d«naio che
per altre cagioni necessarie, o uliU avesse
spesi
SBAVAGLlAllE. Contrario d^ Imbava-
glinic. Lai. caput oln-olntuoi drtegere
SbAVAGLlATO. //</'/. 'M Sbnvnii/iare.
Mora ai. H5. E sriobi que' rumiti , e
sbjvagliati , K* domando donde e' preson
la via dolor che gli bannu così mal trat-
tali.
* &\ÌK\ k\\^. Mandar bava. A ng. Mei
6 118. E vltava per superbia, e rude il
freno. ìMj
S B A
* §. Sbavare, è anche termine de* fon-
ditori, e vate Levar via le bave, ctoè
(jufgll orli, 0 profili che risaltano in
fuori ne' metalli cai^att dalhi fornace . lìurt.
La quale { stuttia J poi passata per i^U
scarpelli, le lime , e gli strumenti suoi
proprii, cbe tutta la ricercano, la sbavano,
la rinettaoo, le danno pulimento e pelle,
rimine cosa eterna al durare , ed allrel-
tanto meravigliosa al vedere. (IVj
I * SBAVATO. Jdd. da Sbavare j ed
usasi sempre nel sit;nifir. del g., e vale
Senza hn^a. Jìenv. Celi Uref. |33. Da
pjrte del dello buco, eh' è di fuur^ drlla
t'ornare, si det>be fare larga pfr sei volte
qnjDl* è quella parie sopraddetta che si
appoggia al dt-tlo mattone , e cxt%\ debliC
venire pulitamente shavala in fuora.C)
SnAVATUUA Jìavn. lih. cur. wnlnlt.
Impiastra colla sbavatura delle lumache
g. Per siiniUi si dice di Filo S't-
fi/iftinio di seta. lied. Ins. 1 38. Fece il
suo bozzolo lutto di seta bianca , con
molta sbavatura di seta all'intorno del
bozzolo, E i32. >on avea pero esterna-
mente quella sbavjiurj di seij. IC Ots.
an. 18S. Coporlu d' un' ammaccata [clu-
ria gialliccia , simile a quella sbav,)tura
che circund^ eslernamenlc i bozzoli de*
vermi d.i seta.
f u- SBAVAZXATURA Bagnamento di
ba\-n. Bert. Giamp. l55. Altrimenti in
camliio di slimaile noi sudori d'un lei-
leralo cbc scriva, le diremo sbavazzalurc
di una donna cbe 6ti. (A)
SDAVIGLIAllLNTO. / .SBADIGLIA-
MENTO.
SBAVIGLI ANTE. /'. SBAOl«;LIANTE.
SBAVIGLIARL. /'. SfìADlGLIAUE.
SBAVIGLIO. /'. SBADIGLIO.
* SBAULARE. Cavar fuori del baule.
Disfare il baule, (A)
SBEFFARE. Beffare. Lat. irridere, fu-
dificari, ludibrio h.ibere. Gr. CXW~r6iv.
Cnpr, lìott. IO. 199 N<ii allri vecchi non
siamo solamente stimali poco , ma siamo
quasi sbctTati e tcouli a giuoco da ognu-
no, l'arch ErcoF. 55, Ma so fa ciò por
vilipendere, n pigliarsi giuoco , ridendosi
d' alcuno, s'usa dire bcllare, e sheffjre.
SBEFFATO. Add. da Sbiffare. Lai.
irrisus, ludibrio Imbìtu^, Cant. Carn, i.ì.
Noi fummo al mondo giovani galanti ,
Ricchi di pnss(.-s$Ìoni, e di conlautì. Ma
soiioposli aj;Ii amorosi pianti, Sempre da
Anioie sbetfjti e sc^jernili
* SBEFFEGGIAME.NTO. Peffeggia-
mento. Magai. Letf, Quanto per l'addie-
tro sono slato irritalo per ragione de* vo-
stri sbcffeggiamenli. (j-ÌJ
SBEFFEGGIARE. Sbeffarc , Beflare .
Lai. traditetre, irridere. Gr zKTaysÀ^v,
Xiauc'^ctv- Fir. L'ic. 4- 4- Sicchi) io ho
a essere sbelfeggi.ila a questa foggia 7
t * SBEFFEGGIATORE. f'erhal.
masc. Che sbeffrggia , Beffatore. Il / o-
cabol. alta F. DERISORE, f^;
SBELLICARE. A'eutr. pass. Rompersi,
o S-ioidiersi il bellico.
g S'tellicarsi drPe ritai modo basio ,
vale liidfre smoderatamente , o eccessiva'
mente i che anche diciamo Smascellarti
delle risa, n simile.^ de' quali ved, RISO,
g V. LjI. inpra modtim ridere, cachin-
nari, Gr xx-/x*4'*** »S'''""- Pr»'- To-
se. I, 112 Avrò più d'uu argomento a
parie per questo cQViio , che non fark
sbellicare delle risa, ì.* vero, ma dai^ pa-
scolo alla virtuosa vohira curiosità.
f SBENDARE. Togliere la hendu j ed
if.\asi così al propii-y , iO'«e al fìt:urat<->.
Lat. viltam deirahere. Cuitt. leti. i^.
Itbendate ormai, i^bendate vostro heodalu
viso. E 20' Isbeudale gli orchi della nirn*
te vostra, e guardate bene, rcitù da falsu
discernendo.
S B £
•f * SBERCIA. Foce derivala di Iter-
saglio, o da Jmbentaete, e dtcest di Culai
che è poco prntico del aiitoco, che prende
degli sbagli. Salvia. Fi'r. Buon, l- 4-
y. A unu cbe nel giuoco non dà nel se-
gno, e prende degli sbagli, dicumo Sber*
eia. (A)
SBEBGA. V, A. Sbergo, Uebereo. Lai.
thorai, Gr. B^pa^, C. F. S. 58- 4.
Ciascuna terra e villa per sé si soprasse-
pnassefo di sber^he e arme, ciascDuo me-
ili*Te per ù: Buon Fier. \. 3. 3. Il
peneli .iliibssinii verdu>:bi , E laipe dell*
lupa. Da sfondar qual ss siao abergk* •
twricbr.
SUKRGO F, A. Usbergo Lat. tha-
rax. J.iv. M, l-j;Ii erano carichi di kber«
go, e d'allre anni. Diilani. \. 21. Più
tlifrsono allora il mio albergo Le femmi-
ne vestii'- denlro a' panni. Che gli uomi-
ni armali nello »b*-rgo. ì\'inf. Fies. I. E
legato lo lien con lo splendore , E eoa
quei raui, a ruì non vaUc isbergu. FrOMC.
Sact/i. rim. 46. Del frullo di "Suc s*armA
ogni sbtirgo.
SBKRLEFFARE. Dare degli sberleffi.
Lat- caderr. Gr. oipuv.
g, Prr Burlare , u Scherairtf o Fare
sberleffi , net sigr.fìcaio del %, Coppet.
rim bwl, 2. 49 ^ ^^^ v"^^ sberleffiir a
sberli-flì in vano.
SBKtiLEt'FE, o SBERLEFFO- Ta-
glio,.^fegio.hìK ictus, iic. t:/»!/»*/. MaJm.
2. 3. Che s'egli udia iraltarne , avria
piutloslu Voluto sul moslaccio uno sber-
Ielle. liu n. Ficr. 2 3. Il Bello sber-
leffo i.h' egli ha *D sul mo^Uccio.
g. Sber/rffy, si d'Ce an<,he un certi
Att.ì, o Ge.tto che si f\ per ischeraire al-
trui. C'ppet. rim. buri. 2. ^S. Dietro
gli fa iberirifi ■ bocca piena. E 2. 47*
E s* io s>^n tale. Cerne in vero io sono .
>*on dovete a' sberleffi di veruno Star a
rider di me
SBKRLINGACCIARE. Andarsi sellat-
Landò, e partiO'larmenie il giorno di ber -
lini:nccio. Farch. I^oL 6J. Sono alcu-
ni, i quali credono cbe da questo verbo ,
e non dal nome borgo, sia della berght-
nelli^ e'xo'e fanciulla che vada therliogac-
ciando, e si Iruovi volentieri a goiioviglie,
e a tambasciV
SBERMA, ho stesto che II ernia s drt-
lo in isrherzo. Buon. Fier. 3. 5. 3. Chi
è 1 Giudeo che l'ha data a pigione Co-
testa sbernia Turcbesra?
* SBERNOCCOLUTO. Add. Lo stes-
so che /ierncccoluto. Magai. Leti. M' i:
venuto il nicchio ce; il convesso esterno
è tulio sbernoccoluto, come potrebb* es-
sere un peno di scoglio. (A)
SBERRETTARE, Salutare alimi eoi
trarsi ia berretta j e si usa aacJie in si-
gnific. neutr. pass. Lat en/mt honorts
causa dettgere. Gr- xijjaÀri» otsoxci-
ÀjTrss^at. Allei:, l6u. Al qnale ì' fu
l'inchino, e mi sberretto. Buon Ft€r. i.
I. a E i' possa, lui 'nconlrando, sberrct-
Urlo A posta mia con 1* una e I* allra
mano. /*.' q- 4' 7* Ch'io me gli scanso.
Scoia rh* 10 lo sberreiii.
•f SBERRETTATA, il cavarsi per n-
vermza la berretta di capo a ehi che Sta.
Mali. Frani, rim, buri. a. 108. Cbe prs-
viti'gio u *|uel degli slarnuti, Cbe voglio-
no aucor lur la sberrettala T Non basta
cb' e'si dica ; Dio v' aiuli f /.' a. Ili) Era
puro una vita brnedrtla . Priva di cers-
raoQir e sberrrtiBle. Che fan eh' altri le
braccia si scommcila Lth. Son. iB^. Con
tatst* sberrvllatc r tanti inchini. Buon.
Fier. 7. 5. lic. Cttii rikparmirrannosi Ir
mane Del gun favlidio delle sberrellaiv.
SBEHTAHE Sbeffare, Brffart, Bue-
/iirtf. Lat.(/criitf#rr. Gr.x^ti>a^l<v * Bert
Cin'np S'). P«rchii aTcìe vui slcftato di
S B E
S B I
5 B 1
sopra al num. 26. quella formula Aiffr
CQfrtnt'i 7 (C)
SBEVAZZAMICNTO. Lo sbfi',i^zare .
I<at> pfitatio, tompotalio.
SBEVA^ZARK . fiere spesso, ma
non in cran quantità prr volta. Lat. /»<>•
Ulart. Strn, AVf. I otck, 6. ^\ Era ila
la notte per tutta Ruma sÌ>evj2ian<]u. A'mo/i.
Fier. 2. 1. 8. Sotto i frascati di quclTo-
steria E slievaitan», e gìuorano, e consu-
naasi* /:.' 3. 2. S- E qu.tnd' udo sbe-
vaita, E che abbocca la liona Del fi.i^co
o della taxaa.
* SDEVERE . C'ndiware br^rnJo , o
atrahevtntlo , Salvin, Odiss. Tulio ciò»
cfae a te ìd casa i'c «bevuto E mangialo
«e. , rcntlrrem (j^J
SBEZZICATO. /fdd. Bezzicato. Buon.
Fier, 4- -'•• *^- Dicon quelle parole sbez-
cicate. Che ctscr voglion pregale. Lusin-
gate, ligi»te.
* SBIADATELLO. Dim. di Sbiadato.
Alq'ianto sfnnrlato, Magni. Leti. (A)
SBIADATO. Aggtìinto di Co/or Cile
Siro, o azzurro^ e , secomt-i altri, azztto-
lo . Lat. coeruleus . Gr. xvk'vso^ . Quad.
Coni. Diede in braccia quattro e mezzo
saia sbiadata per Biado. Saltin. Disc. i.
335. Il lurcbìoo ce. sbiadato, e il ceru-
leo , rbe dj nel bianco, è ancora di non
bella vista.
§. Sbindat---f in equìvoco, parlandosi di
bestie, vale Tenute senza binda, fìem.
rim. i. loq. Uaa mula sbiadata dama-
seli ina . Jìurch. I. 6(5. Mute sbiadate, e
asin sagginali . Belline, son» 325 Io li
hmando il tuo carretton baie , Ansi prò
prio sbiadato, e da V<»lseDa.
* SBIADITO. Add.Di colore che ha
perduto molto di'lla sua prima vivacità ,
Bott. Di.1l, 5. ff, 18. li»-ggio 1826.). Le
uliille di lUilaello ec. forse la più beli*
opera di quel pennello divino , bcnrbè
sbiadite e mezze stinte , dopoché sono
state rilocrate, nessuno le guarda. (CP)
SBIANCARE . Divenir dt colore c'ie
tenda al bianco. Lat. albesccre. Gr. ).vj-
xat'vssàKU Flit. l'tf. 25. i. Quando ar-
de la candela , dinanzi che arda lu luci-
gnolo, sbianca, e poi si stende nclT an-
nerato il biauco. lìortih. Rip. 211. Tan-
toché, a strignerc colle dita la cimatura,
&*esca ti colore, e la cimatura sbianchi.
SBIANCATO. Add, dn Sbiancare. Lai.
albens,pallens. Gr. ut^^ìuxs^. Fr. Giord
S, Prcd. II. I peccati sanguineoli saranno
isbiancaii. Tac. Da*', Ann. 11. i3o Al
tri dicono di pampani sbiancali . E iS.
223- Col viso smorto, e le carni sbian-
cale per lo molto spirilo vitale uscitole
(il tetto lat, Zia,' mcmbris in pallorem
albentibus ) . Jioez ì arci.-. 2 lini. ^,
Quando Febo dal ciel col carro d' oro
Muove a sparger la luce Dolce , cU' al
mondo l'opre e 'l color rende. Tutto 1'
ardente coro Delle stelle sbiancato appe-
na luce.
* SBIANCIDO Add. Sbiancato. Car.
i om. 28- Sono Ì ficlii più cari che sono
più sodi, più lisci, e più coloriti: o tali
aono i brogiotti ce. ; dove gli altri ec.
sono vizzi, e grinzj, e sbiancidì. (FP)
* SBIASCIATURA. Terni, d.-' Cima-
tori. Difetto di cimatura allorché le for-
hici , in camino tli laglinre il pelo , lo
stringono tra i due coltelli. (A)
SBIAVATO. Add. Sbiadato. Lat. c^-
TuUtiS. Gr. xyavio;. Jìocc. noi. 72 11
Jo lì lascerò pegno questo mio tabarro di
sbiavato (ctoè,ài panno sbiavato). E num.
i- J*" quello che mi dice Buglielto, che
sai che si conosce cosi bene di questi panni
•bìavati. /tnon. t'ter, 3. i. 8. Non potei
Altro veder , che no abitìn lascivo Scar-
natino . e sbiavato.
* SBIFXAMENTE. Avvi,rb In ìsbie-
COf Stortamente, J'asar II quale (ponti-)
fece fare sbiecando anch' egli l'arco, se-
condo elle sbiecamente imboccava Ìl fiu-
me, ec. (A)
* SBIECARE. Storcere, Fnre in mo-
do che checchesst't si trovi patto in Ìsbie-
co. ì'as. PerchJ' il fiume attraversava la
strada in isbieco, foci fare (il ponte) ihic-
cando an<h* egli 1' arco re. (A)
* §. I. Sbiecare, v.ile talvolta Pareg-
^are, Hender dirittn , e e^^uafe una cosa
bieca. Min, Malm. La voce bieca è usala
as^ai da' legnaiuoli , per intender l'ine-
gualità d' un legno ; e dicono sbiecare
quando lo pareggiano , e fanno ugua-
le. (A)
■f- §. n. Sbiecare , in signijìc, neutr ,
vale Storcere, Stravolgere, A'idare a sbie-
co. Lat. obliquare, Gr. xu^toùi". T'anh.
Star, n. 249' ^® *"^ mura, torcendosi io
alcuni luoghi e facendo gomito , ovvero
angolo, sbiecano molte volte, e vanno a
schimbesci.
f '>' §. III. E ncutr. pass., parlando de-
f;li occhi , vale Divenir loscc, Chiabr
Rim. 2 122. Sbiecarsi i r.iggi impari-
no Del tuo sguardo seren . Perfida Fille,
e s'arino Le nevi del tuo sen (cioèj possa
tu divfnt-r losca, e grinza). (A)
* SBIECATO. Add, da Sbiecarej Stor-
to, Stravo.'to, (N)
ir g. Per Pareggiato , fienduto dirit-
to, ed igitnle. ì'asnr, Fat-icndo massima-
mente congiugnere Varco di pietra sbie-
calo in modo da tulle le bande che riusci
forte, ed ha molta grazia. (A)
SBIECO. Add. Storto , Stravolto, tzi.
cbliq'tus. Gr. Ttia'yio;.
S- A siliceo , o In isbieco , pO'.ti av-
verbial., vagliano Stortamente. Lat. obli-
qtic, Gr TrXayt'w;. ^ Borgh. fl/on. 179.
E questa (cinquina) segnarono, piegando a
sbieco quel frego, f f'')
t 5 SBIESCIO. Add. Lo stesso^ che
Sbieco. Gali. Sia. ì5^. Perchè non può
ella aliballersi a dare sullo slue^cio di
qualche sasso fitto in terra , e che abbia
il pendio verso dov'è Ìl moto? (qui in
forza di sust.}.
'I* § A sbiexcio, lo stesso che A sbie-
co. •• Gal, Sist. i54- Se noi non lascias-
simo cadere (la ruzzola) su qualche pietra
che avesse pendio ec, e cbe, battendo a
sbiescio sulla pietra pendente, acquistasse
movimeulo ec. , non saprei io qual altra
maniera ec. (B)
SBIETOLARE. Imbietolire, Intenerir-
si, Piagnere j voce bassa. Ma'ni, 7. 93.
Trovan Nardino ancor di male oppresso,
E sliielolar lo veggono ancor lui. ^ Mi-
nucc, pag. IQ7. Come noi da Bietola ca-
riamo il verbo Sbielolnre , cbe vuol dire
scioccamenie piangere ec. , così gli antichi
avevano Bcfizare,ec. (B)
SBIETTARE. Contrario d'Imbiettare^
Cavar Iti bii-tta. Lat. cuneum evellere Gr.
§. I. Sbiettare, in sicnijlc* neutr-, xi dice
del Partirsi con prestezza e nascosamen-
te, quasi fuggendo, e scappando vìa. Lib,
Son. 55. Arranca, sbietta, spulczza , cal-
cagna • E i3o. Isbiella lùor di nostra
colombaia. Ciriff, Calv. ^. Ii3. A qucslo
modo la brigata sbietta Verso la porta .
Salv. Granch. 3.5. Eccoti ch'egli sbiellan
di qua.
* §. II. Dicesi iu provcrb Mentre pi-
scia il cane, la h'pre sbirtta s e vnle che
Chi njn sollecita qumdo e* può , ; erde
l^ occauonc. Malm. '] . 87. E mal per chi
ba tempo, e tempo aspetta; Che mentre
piscia il can, la lepre sbietta. (C)
SBIGOTTIMENTO. Lo sbigottire. Lai.
animi consterna'io , pavor . trrpiditas. Gr.
ex7r/n|(^. C. 7'. 7. 26. 4- Sentito ciò uel-
l'osle del Re. n'ebbe grande sbigottimento,
Pass. pr. Non ostante la paura, lo sbigot-
timento, il dibattito, r ansietà ec, e gli
altri gravi arridenti die hanno a sostenere
Coloro a' quali tal fortuna scontra. Cron.
Mordi 3-'Ì8. Fu questa presa gran rotta,
e grande iil.igottimento a luUi i Fioren-
tini. Pist. S. Gir. Appo Dio non jiossìa-
mo esser frlìci , se non siamo combat-
tuti dalle sventure, e dal terreno sbigot-
timento .
SBIGOTTIRE. Atterrire. Metter pan-
rn Lat pertirri-fai ere, ttmcrcm incutere,
crinslantiani exiniere , e:rtirrerf. Gr, xa-
T«:T>kri'T7;tv Pass. 11. Dicendo con pre-
giudirio delle 1 irò anime, che non voglio-
no Io 'nfermo iibigotlire. E z'.'o La paura
delle salvalicbe fiere la sbigottiva lorte ,
Tac. Dav. Ann. 12. ij2. Fatta la cosa
maggiore , per isbigotlire il nuovo ca-
pitano .
3 §. I. ZT ncutr. pass. , benché talora
colle partici Ile MI, TI ec. non espresse,
vale Perdersi d'animo , Impaurire. Lai.
animo cadere, pnverc, Gr. X!'T?.Suy,;Tv ,
TTSpifc^-L's'^ui. Bocc. nov. 43 18. Pie-
tro, al qual pareva del ronzino avere una
compagnia e un sostegno delle sue fatiche,
forte sbigotti . E nov, 67. 6. La donna .
senza sbigoiilre punto , con voce assai
piacevole rispose . Peir. son- 236- Onde
si sbigottisce e si sconforta Mia vita in
tutto. E cap 5. Coni' uom rh'é sano, e
in un momento ammorba , Che sbigottì
scc. Dnni. Ii'f. 8. Perdi' io m' adiri ìVon
sbigottir, eh' i.' vincerò la pruova, E ai-
Cosi mi fece sbigottir lo mastro, Quand*
i'gli vidi si turbar la fronte.^ Cas. son.
ig. E sbigottisce del passalo risco. (FP)
# §. II. tS"/ trova anche in senso di Sba-
lordire , Stordire . « Stor. Pist. 3 Da
una finestra gli gettò nna pietra , e con
essa gli perro.^se sulla testa sì grande il
colpo, cbe tutto il fece sbigottire ». (C)
SBIGOTTITAMENTE. Avverb, Con
isbigottiinento. Lai. pavide , trepide, an-
Tie. Gr. Ttepi^iw;. Bim, ant Inc. 126.
Questi sono in figura D'un cbe si niuor«
sbigottitamente .
SBIGOTTITO. Add. da Sbigottire.
Lat. pertcrr-Jactus j trppidas , paviduì ,
exterritus. Gr "rZi^l^EOr';. Dani, Inf. 28.
Oh quanto mi pareva sbigottito I Pttr.
canz. 3o. ]■ Ivi s'acqueta l'alma sbigot-
tita . Bocc. nov. 54. 7. Cbicbibio quasi
sbigottito, non sappiendo egli stesso don-
de si venisse, rispose, J'it- SS, Pad, i.
123. Stibitemente \edendo questi dragoni,
furono sì sbigottiti, che caddero iu terra
per morti, avendo perduto ogni sentimento
e conoscimento. Guid G. Dionigio Areo-
pagita ec, , reggendo nella passione di
Cristo oscurare il Sole , sbigotlilo, rosi
disse. Tass. Ger. 2. II. E *1 volgo delle
donne sbigottite, Che non sanno ferir, ne
fare schermi,
f :;• SBIGOTTITUCCIO . Dim. di
Sbigottito; Alquanto sbigottito, LasC. Cen.
Z. nov. 3- pog- 72, A madonna L.ildomine
pareva già essere nelle mani di Malcbrau
che, e stava mezza islìigottitnccia. (A)
SBILANCIAMENTO , Lo sbilanciare.
Lai. aquilibrii sublatio. Gr. t'soppCTTi'as
Ufi/x'pizU.
SBILANCIARE Tirar giù la bilancia.
Levar d'equilibrio. Lai. acquilibrium tot-
lere. Gr. l'copp'oTt'av ùfa.ip-Zv . Sagg.
nnt. esp. 181 . Quella vera rarefazione
ec. è d' avanzo per isbilanciare anche ap-
parentemente air occhio il primo equili-
brio tra essa, e le jialle.
'^ §■ E figuralam, Viv. hit. La sera
poi che a mio conto pensavo d'aver finito,
prima cbe ad un' ora di notte , mi sbi-
lanciò r arrivo dello Stenone , e appresso
qcello del Sìg, Molara. (A)
SBILANCIO- Lo sbilanciar» Lai- .ir-
toaS
S B I
ijttiìibri amotiOt suhlath. Gr. i-sappOTiixi
«pxt'pe-Tt;. Sil'-ifi pro-i. To.Kc. I. ^07.
Quel che ancorj fj maggiore tlnlancio ,
per così Jirc, diiegujlilli, u cunfasìune, si
e, che cullo sle^sa nome si aomina la
viriti, e 'I villo.
SBILE.VCO . ^tli. Hiienco , Storto,
3fif/<fll'>. Lai, flislortilt , varnt , vafgtiij
ditlortit criirihut. Gr. ÓoUf^o'i.
# SBILLACCO Lo fletto che IJitlac-
co . /iettiti. Disc I. igtt. Non vi lerrò
con pjroI<? , e vi dirò s'*nti esagrraxioae
una ipertiolc si stran;*, che voi non ve 1'
imina^incrcstc giammai per sognaUilc dai
cervelli più faniaslicalori di qualsista ro-
manziirr piii sliillacco. (C)
SBIRDATO. Ad.l. /nginnii.t. Truffato
con hirhttj voce basta. Lai. dotis circitnt'
ventits . Pir. nov. 8. 3o5. Che lem-ndusi
più &birhat<> di FallaII>accbio , gli pareva
metlervi più del suo.
SDIKCIARK. Soccttiudere pfi occhi per
vedere con più Jaci/ità te cose minute ;
proptiù di chi hn l.t vìxti corta, Lat.
hirqiiit ociilit iniueri Mafni. i. g. Sbir-
cia di qua, di là per le ciltidì. K 6. 76.
SLirciaudula un pò* mi>glÌD . e più da pres-
to. ^ 7> W Sbirciando sempre in qua
e in 1^ , se vede Donna di viso bianco,
e chermisi nn.
SBIRRAGLIA. Tatto il corpo insieme
de* birri, o /amig'i. hai. h'ctoriim, i-el sa-
letlitum muOitu'lo . Gr- ol pv.^iòo\J-j(ot .
jir, l'^itr. 23. 63. L* aiutava a rìpur 1'
arme sue intorno , Che al capitan della
sbirraglia tolse. Jìnon. Fier, ^. 1. 21.
Non s<-'ppi si fare Col volermi celar, che
la sbirraglia Non mi scopriste.
SBIRRERTA. Shirra^tnì.'Lìì, /ictorum,
vel sat^ti'itiim mutlitmlo. Gr. oi cx-Sooj-
3(0C. Bern. Ori 2. 3. H"] . Ecco addosso
gli fu la sbirreria, liuon. Ficr 4 i 12.
La sbirrcria non ha la maggior voglia ,
Che di raffardi'llarnii qualcbi; golfo.
SBIRRO. Hirro Lai. lictor , sttletles.
Gr, i'A^SoZyji ., Tojorvj; , u.Tz-.ce'm^ .
Fir. ^<. 284- Allori fu il romor grande
non solo tra il padron della casa, e i soU
dati, ma con gli sbirri ancora . Bern.
Ori, 2. 21. 33. Appena aveva ciò Bru-
nello inteso, Che dagli sbirri fu tulio di
peso.
§, \. Dir le xiie rngioni agli sbirri,
vale Dir li' sue ragioni a chi espressa-
mente l' e contrario, e non può aiutarti,
Lat. apu'i noverc'tm quiui, /'. BIUKO,
g. II. Cccch. lue, 2. 2. Doletevi i)i voi
•tesso, cho andaste ( semplice 1} A dire i
fatti vostri e (come dicesi Per proverbio)
le vostro ragioni a Gli sbirri.
K' §. 11. SItirro, dicesi d'i' Pescatori e
31arinni, a un Pezzo di canapo impiom-
bato nelle due vtlreniilà , che serve ad
imbracare, qualunque co fa per traspor-
tanti altróve , r> lcv>irla in alto. (.'/}
SBISACCIARE. Ca^ar le rohe della
bisaccia . Lai. i- pera evincere , Matt.
Franz. Jìini. buri, 2. l38. Inibìtacciare,
e sbis.icrturc spesso.
SHIZZARRIHE. Seapticcirej e si usa
nel signific. ntl., nel neutr, e nel neulr.
pass. Lai. genio indulgere^ geniunt exple-
re. Gr, x«V ■ftO'ì-ii)'* TTSteiv . jVof, ant.
g. 2, 34. Noi abbiamo sbiuarrìto , e il
Duca di Trillano . e dt'gli altri, rhc -tono
un gran pezzo maggior barba, cbi> i Nor-
cini. Matt Frani, fììm. buri. 2 ì5^.
Ver vostra Te , non è la poesia Un pro-
prio andare in p'>stc co* raprirci, E sbii-
xarrirsi della fant.isiaT 4 Fnrch. Star, 2,
3l> Gridando un vetturale, e volendo
uno du* suoi muli sbiiiarrire correndogli
dietro, e cuo^uiia maiza percuoLcndulo ,
fu cagline che nudtl si levassero, e cor-
ressero fu'^ra foli* arme. (C)
S U O C C A M EM O Le Sboccare . Serti.
5 B O
Star. 1. 5i. Vi sono, olire a questo,
lanli sboccameutì di strade che entrano
una n*-ir altra, che. a guisa di laberintu,
f.tnno tni;irrire e aggirarti ì non pratichi
(qui vale imboccature. Lat. capila via-
rum ).
* SBOCCANTE. Che s'>occa. Salvin,
Senof. lih. i pag. 5. Con iipalao<'ali oc-
chi Ij bella di Abrocomr in loro sboccao*
te ricevendo , e le maniere ornai ec. ( B)
Bellin. Dite. I. 123. Vi entra aria per
certi ejnalt fatti a polla , sboccanti nella
nostra aria cfirrna dalla superficie esterna
del gusrio. (C)
•r •^. Per la Cosa sboccata. Plut. Adr.
Op. mor. 4. 104- Nel verno scaturisce
(l' acqui) nuova e r'^ceote , di cui i ne-
cessario che partecipi ancora Ìl mare agi-
tato, oltre il rirevcre gli sboccamenti de*
fiumi . F aoS. La terra per gli oltraggi
di sboccumenii diioidtnali ili fiumi, e per
le paludi era per lo più sformata. (C)
3 SBOCCARE . Oiced propriamente
d 7 Fnr capo, o Sfetter JoCe i fiumi, od
altre acque simili , in mar,' , o in altro
fiu-nr , Lat. se egerere, egeri, maria su-
bire , se esonerare . Gr. ti; 5a).X7oav
IX^ipiy^OCt, 2*«5^x7/!iv. Slor. Far. 5.
107. Il primo è Vcncr, o Venero, donde
sbocca il fiume Trolletla, lungo la costa
de* monti asprisslnii che dividono quasi la
Scondla . E 119. Sino all'ultima cnnra-
viii del Carnaro , dove 1' Arsia sbocca
nel mare. Sj'Ier. Colt, 22. Pur rettifi-
cargli conviene talvolta fare grandissimi
fossi aperti , che ìsboccbiao in laghi e
fiumi vicini.
#3* '• '" ^"^ senso ti usa anche at-
tivamente . Lat. devoti'e'C . Plut, Adr.
Op* mor. \ 98 Oli albuscclli e le pian*
te che si dice gennioare nel mar nero
non producono frutto abuno , e son nu-
trite djir acqua de' Gumi che vi sboccano
molta belletta (D) Se^r. Fior. Star. Uh.
12. Cornelio riferisce esser venuti oratori
FlurL'niini aU'impiTjlorc a pregare , che
i l'acque delle Chiane non fossero sopra il
paese loro sboccale. (CP)
* §. n. Per l' Uscire che fanno ifiu-
! mi, 0 simili. d<:l hro letto. Trafioccare.
I M (r. /-'. 11. 1. Il- L'Arno sboccò al
I lusso Arnoiiico, e al borgo dello Campa-
ne nello stagno ••. C^J C-f. Fn. lib, 5.
E Xanio . da' cadaveri impedito , sboccò
ne* campi, e deviò dal mare. (Br)
g. Ili Pi-r simtltt. Lat. irrurrr, vio-
Icnier egiedi , evaderf , Gr. e'^ui/^a'ÀJietv ,
ifop<sv.'t . Ciriff. Calv 3 io3. Eccoti
gli Arbi ili uu tratto, ibe sboccano Fuor
d'una valle per uni-i costiera.
■f 2- IV- Shoccare, vate anche Svolta-
re t o Svoltando riuscire . Anihr. Furt.
4. 1. Voltale a man manca re, sboccate
poi a man destra. ♦ Late. Gelos. 3 6.
Vennero a sboccir qua lutt* e due , o 1*
UDO venne alla vulta mia ce. (F)
§. V. Shoccare i vasi, ò il Gettar via,
0 Trarre, quando e'soa pi'ni, un po' po'
di quel liquore eh' è iti sopra, Malm.
7, IO. Sbocconnllandn , intanto il fiasco
sbocca . JJav Colt. iG'ì. Me' Dischi del
trebbiano , p<-rcbò non inforti , si iiirite
un dito d' ulto alla boera; ma quando si
vuol bere bisogna, sboccalo 1' olio vìa, al
fiasco romperò il collo.
g VI Sh turca re , <i dice anche del
liotnpere la bocca to' vasi . I..al. vasis
crt/ìcium /tangere • Gr. %,'f/t\04 oro/uc
^laxXvv.
^ ^*. VII. Sboccare , parlandosi di Ar-
tiglierìe . vale Itomper loro la bocca .
Guicc. Star. 4* >ll- Contro al quale
(pastnvolanle detto il bufolo) benchì) Pa-
gul» voltasse alruoi pasvavotanti da' quali
fu sboccato, non cessando però di trarre,
Ijcerò di maniera in più dì \é torre, cbo
S B O
Paffolo fu alla fine coslrello «Ti IcTame V
arliglrerij, e abbandonarla. (C)
* §. Vili. Shoccar la trincea, vale
Aprirla per procedere innanU cogli ap-
procci, o per an-tare all' tu tatto di qual-
che opera di fortificazione, Guiec. Stor.
lih. 17. Euend<t»i battuto quasi tutto il
giorno, fece sboccare la trincea, con spe-
ranza di pigliare la notte medesima il ba-
stione . /:.' tvi .' Essendosi al diciannove
tbocrate due trincee nelle fosse loro , si
ritiravano con altre trincee, delle quali il
Duca d* Urbino teneva poco conto. (Br)
§. IX. S'tcccare , fi^uratam. Mor. S.
Gr.-t:, l buoni uomini col freno del eoo*
sigilo si ritengono d^llo sboccar del par-
lare (cioè, dal parlare sboccatamente).
* £. X. Prr Proromprre . Mor, S*
Greff. 2. IO- Tanto più ardilo , quanto
più disperato sboccasse in alcuna viilaiua.
E 2, 2J. A<-ciocelic venendo alcuna ten-
tazione egli f il nostro animo ) pertanto
non si sbocchi di fuori in alcun parla-
mento illecito. F 5 3l. Essendo l'animo
turbato, uieotedlmmo si pon*r silenzio di
non iiboccare di fuori io parole . e cosi
tiene silfnxio al prossimo suo. (F)
SBOCCATAMENTE. Awerh. Dicesi
Parlate shoccatatnmle , del Parlare con
diTotifstiuhtt. o'/scene loqui. Gr. àiv^po-
Xo'/d* . * Seg'ier C'ist. instr. i. aS-
2. Se una ved ivj ec. parla sboccatameote
cogli uiMiiioi che a b'ì vengono ec. é dif-
ficile il riputarla una tortorella scompa-
gnata che pianga la perdita dolorosa del
SUI consorte. (C)
*1" ^ §■ SIjoccatamente , vale anche
Sfrenntatnente , Senz.i verun rtlegn'i, jé
guisa di cavallo shorcnto. Segner. Parr.
instr. cap. 18. a. Chi poirà mai correre
tanto sboccatamenlc in braccio alla di-
sonesià , che nou sì raKvcnperi alfine «
ec. (^)
SBOCCATO. Add. d.t Shoccare.
f §. I. Per nielaf vale Ditonesto , o
Soi'e'chinmentr triterò, 0 incauto nel par-
lare. Lat. obtcene loquens, ore infrieni .
Gr. at7X»o/oy3; . Pass, tì^. Non sia
ebbriaco, non taverniere, non giucatore ,
non masnadiere . non isboccalo . Cant.
f'nrn. Qit. 27. E or non si vede uomini
in vecchiezza Piùiupeibldi loro, r più sboc-
cati , Farch. Stor, 7. 176. Cominciò a
dire apertamente per tolto, come leggiera,
e sboccato rh' egli era , che chi vincessa
quella prowiiione non pulrcbl>e essere so
non un tristo . E F.rcoL t«2. Questi tali
maldicenti si chiamano » Fircoae ec. eoa
meno infame vocaltolo, sboccati, lioguac-
ciuii. mordaci.
§. II. Shccealo, si dier anche al Ct*
valfn, che n-m cura il mono; che aiu/tm
il diciamo Duro dt hocco. Lai. liuri ori».
Gr, «TT9_UL0fi- Frane, Jìnrh. 36l. j>. Il
cavai discoverlo nel tenere Feci sboccato
sema ferri, o freno. J/irc- la. %%. Caval-
cava un'alfana snii«arala. Di pel morrl-
In, e stella aveva in Irontoj Solo no di-
fetto atea, ch'era sboccata, E pel Its-
ror le par piano ogni Tnontf . ^ Gi.v.
Geli. Fit All'. .34. Ercole Canlelmo
giovane di aobilissinK> sangue, trasporta-
to da uu ravallo sboccato io nwtao de*
ncrairi, ron grandissima crudeli^ schiavo-
na, rimase estinto. ^O
g. Ili S'-occtto, Si dtc» ancora de*
Cani, che per itlanchesza , o per mttnf
non addentane. Pise, t'alc. al. Come
cacciatori, rhe avessero i vollri shocrati,
e non potessero io sul giugoero la fiera
aasannare
S IV. .WtvC'Tf* . «cciunio m ^maeo ,
vate AfanO'uesio. o talora anche RoHo
ne/in ttocca ; contrario d' Abbocca-
to .
I 5 SBOCCATURA. Lo j'/occarr. ed
S B O
mneha 1/ Luogo H^n'e un finmf, una itm*
da, o stniilf, shoccn; Shocco. Lat. faitcet.
Bar^h. Ong. t'ir. 1 23 Poco meno che
io sulla prima sl>ncc,itiir.i del Btime ce.
nceve tulio il ptirno empito e furia dell*
•equa. Gè//, ie't. 2. /«. 4- ^^ Vuole
che sia ricoperta da una faldj di terra
a uso dì volta la sua sboccatura.
* §. I. Sftocciìmra , dicesi anche l'
^zioHf dello sboccir^ un fìnsco. Fcrtig,
Rice. A tue serabianxe belle (Picele) io
sacro questa sboccatura. (.-0)
* §. 11. Onle ISssere alla prima, al-
la seconda te. sboccatura , vate Aver
manomes-fO il primo, il secondo l'C, fia-
tea, Avert sboccalo uno, due ec. Jiaschi.
» Ma/'/t. 12. 5. Qui per alquanto a Pa-
ride riturno, Gli" e nell* oste alla quarta
sbocrulura »■ (A)
SBOCCIARE. iVe«/ro. Si dice dell'
Uscire ti fiore fuor de/li sua boccia .
* Sa/vin. Disc. 3. 7I. Perchè le cose nella
primavera muovono e sbocciano, ma non
maturano, ec. (*)
* ^'. Pr similit. dicesi de/le Aeque
sotterranee, cbe s' aprono una via , ed
ffcno fuor de/la terra. P'iv. /eli. La
sorgente ec. sia ridotta a sbocciare, e
rompere nel più debole della campa-
gna. (A)
SBOCCIATO. Add. dì Sbocciare.
Sa/vin. fìisc. 7. 265. Narciso poi, con-
verso in fiore, ci mostra quel che è in
realtà no»trj vita, che scappa fuori a mo-
do che fa il fioie, il quale appena sboc-
cialo rade, ed è pesto.
t SBOCCO. Lo sbeccare, 0 anche il
twy^o dovi' sbocca un /tii'nt', una strada,
0 simili-. Lat. effluinuni, Jaticet. Gr. ix-
psu»;. 7ac. I)av, Ann. 12. i53. Appa-
recchiò un convito allo sbocco dell'acqua.
SBOCCO'CliLL.VRE . Man^iinr /^^.
giermente. Lal.irro'/fr?. Gr./a7a-:;w''/=tv.
/Vr. Lnr. 3. 1. Domine, eh' e* non vi
sia rimasto qualcosa da sboccoDcellare
qualcun di quei rilievi? E 4- ^- Las iami
andare a vedere s* i' truovo da sboccon-
rellare in qualche Iato. * Ma'm. 7. JO.
SboccbDcellaodo intanto il Basco sbocca,
ec. Minucc ivt .• Diciamo sboiconceUarc,
quando UDO, mentre aspetta che veoga-
uo i compagni a mensa, o che sia por-
lata la roba in tavola, piglia de' pezsetti
di pane, e mangia. (Bj
* SBOGGETTAUE. Dicesi Sbog^ett.ir
sentenze, e vale lo st*-ssi chi- Sputar
sentenze. Al/eg ^'i'j. Se quelli ( i let-
terati) sboggett:>Q le sentenze ammirabili,
• questi (gì* idioti) ne fanno lo schiamaz-
zo maggiore, (f)
SBOGLIENTAMENTO T A. Quasi
Bollimento, Lo fbogfienlare. Lat. ntofur,
accatto, fervor , aestttf. Gr. /.itri'ìi:, ,
^s'ii^, XKUffWV.. Cr. 4. I- 2. Le foglie
della vile ec., in acqua cotte, il ealor
febbrile refrigerano, e lo sb'>j;lìeniamen-
lo e l'enfiamento delU» stomaco maravi-
gliosamente cessano. Ovid. Metfim, Sic-
come la n.ivc, I4 quale piglia lo vento
o lo sboglientamento contr.)rio al vento.
firt^. Kneid. M. Sentendo Enea tempesta
nell* animo per grande sbogli^'utamento
di sollecitudini. M* V. 2. 5g. Avendo in
parte raccontato lo sboglientamento delle
guerre.
SBOGLIENTARE T. A. Qunsi Boi.
h'-e; e ptr metaj. Agitare. Perturbare ,
Contmuoxert. Lat. n*;itare , iommoverCt
incender r,ferve/acere,GT. xtti.X-J.'b-puw.'-
ȣiv . Va/, Hfass. Ciascuna somma cru-
deltà sht>glientava nel cieco furore. M.
V. a. 3ìi. Tanto imbrigamcDto di guer-
ra sUoglìenlava gli animi degl* lia-
liaut.
§. I. P r simi/it, Zibald Andr. 121,
Quandi) e^li non fosse ben disposto , ne
S B O
ben temperalo, si *1 conoscerai per questi
segni, cioè spesso sboglienlare, ruti^ire di
sripido e puzzolente savore (ci'?i. Cargo-
gltare il corpo per /o vento c'ie si raggi'
ra entro le budella).
f g. II. In sipni^cnto neutr. patt.
va/e Accendersi, S/ogani. Lai g/i^cere .
exard-re, inflammari. Gr. !/ j>) sysTàDtt.
Guid. G. II. 1. Per la qual cosa tra li
Greci e li Troiani del detto castello cru-
delmente si sbogltcntòe battaglia. I-^ altro.
ve: Innanzi che si apprrs&i il duro col-
tello, 0 che la tagliente spada si sboglieoli
ntl vostro sangue.
SBOGLIENTATO. /'. A. Add. da
S/w^lienfare, M. /'. 8. 106. Là quale
quasi del lutto divisa, e piena di scan-
dali, di rioltc in conlinue guerre sbo-
gliontate, ec.
SBOLZONARE. Pare delle bolzonate,
BolciO'irtrc. Lsl. arietai-e. Gr. xopyTTTsiv.
V S'ilvin. Otiist. 167. Altro altrove
cantò r alta cìitade Sbottonar. (N)
g, I. Ar simi/il, Lib. Son. 5p- Pur
lì giovò a sbi^Uonar ragazzi. Mn/m. t\.
7,'). Cupidi' Amor, che tanti ha sbolzonato,
Berzaglio qui si giace della Morie.
■ §. 11. Per Guastare il cranio delle
monete. G. /'. 12. 96. i. La moneta da
soldi quattro di Firenze ec. e la mon"la
di quattrini si sbolzonavano. e portavano
via. D'ìv, Man. 119 Peggiorandola (la
monetn) \ viriiii e '1 tempo, e le male
arti, la >ua buona fia sbulzonala inconta-
nente, e tr.ftigat;!.
SBO:\IDARUARE. Scaricar le bom-
barde.
§. Per metnf. vaie Tirar Coregge,
Lai. pedi-re^ errpiium ventris emiltere.
Gr. Trs'jSCa'V Burch. I. 127. Entravamì
per bocca nella pecria, Ch'io non po-
teva le labbra serrare; Onde mi bisogna-
va sbombjrdare Per la taverna eh' esce io
vacchereci*i.i-
SBOMBARDVTO. Ad-Ì, da Shombar-
dare. Buon, l-'ier. 3 2 . 1 2. E iperbolo-
iii. e fiabe sbombardatc (<jui per metaf.
cioè sballate).
SBOMBETTARE. Bombettire . Sl>e-
vazzare. I.al. se vino ingurgila'-e . Gr.
KaTOtvjy^rat . Infar. Sec. 142. Lo
sbombettare, e l'addormentare che fanno
insieme Giunone, e Giove-
* SBO-NDOLATO. f^. A. Ada. Po-
vero, Sci 'gtinito . Cavnlc. Pun^il. ^S.
Hanno a vìIp ed in orrore gì* infermi e
poveri , ed altri sbondolati, e sciagura-
ti- (y)
SBONTADIATO. F. A. Add Inutile,
Che non è qumi pia buono a nulla- Lat.
inutilis - Gr. -xpyùoi . Zibald. Andr.
Ii5. Guardatevi di non avere a fare
con uomini sbonladiatì, e sventurati* Vtt.
SS, Pad. Come a persona che parca ìor
vecchio e sbonladiatu, si gli commison la
cura dell'orto.
•f * SBOiVZOLAìVTE. Che sbonzola.
Che pende , C'ie 'e cascante per abbon-
danza di umore . Sitlvin. Nic. Al. Di
Ijtte colma sbonzolanlc poppa . E de/.
Eitrip. 6. Le sbonzolanli mamme Cala ,
e porgi a ricever Da'capczzoU i semi. Che
ai talami tu lasci degli agnelli ec. (A)
* SBOZZOLARE. IS'èutr. Penzolare,
Ester p:ndeiite, e come cascante per ab-
bond.inzn di untore . Sa/vin. ì\'ìc. Ter,
Trae giù le poppe ec. di lalic sbonzo-
laudo. (A) E Odist. 189 E per le man-
dre Le femmine lielarano non munte, Che
le poppe scoppiavan sbonzolando. (?>')
SBONZOLARE . Xeuir. Jl cadere in-
ternm-'ntc gì' intestini nella coglia ■ Lat.
intestina in scrotunt decidere, Burch. 2-
2 Ed ella va dicendit: va, che sbonzuli.
^ §- S. E in signific att, per Far
cader? ,id a/t'uat iitrramente el*intestini
S B O
1029
nella coglia. Late. Cen. i. ncv. 8. pag.
149 Ed egli artatamente lascialosegli ca-
der<* addosso, fu quasi per isbouzolarlo. (C)
%■ II. Per ni. taf. PaViff. 2 E sbon-
Zola dom.in , eh' è Berlingaccio ( eio'e ,
empiti tanto, che tu Corra risico di sbon.
zolnr» , o scoppiare . Lai. alvum disten-
dere, ventreni disrumpere . Gr yxsTl^pa
(J(aT5lV2tV ).
§. HI Per similit. Aprirsi le muraglia,
o timi/i j Bovinare . Dav, Oraz. Gen.
deltb ii8. Se noi le carichiamo (ir mu-
raglie) del nuovo pondo di que«ti ferra-
menti e pietroni , elleno primieramenta
faran pelo, poi corpo, in ultimo sbonzo-
leranno , e fracasserà « gni cosa.
* §. IV. Per Abbondare Sahin. Geor.
I. z. Ne mai rifina l'anno che o di po-
ma Non slonzoli, o di parto di bestiami,
O di covon di cerenle spiga. (JS')
SBONZOLATO. Add da Sbonzolare
•f *SBORACIARE, e SBORRACURE.
Purgare dalli bor'race . Lat, chrysacol-
Ifi purgare. Gr. XP'^<'OKO>.).'Xv tÀv'xipZtv.
Beno. Celi. Orcf. 28. Saldato che sari
il lavoro la prima volta , se 1' opera sia
d' argento si firi bollire ce., e tanto vi
bollir!:, cbe il lavoro sia sboracialo; la
qual cosa si conseguila per termine d'un
terzo d' ora. (*)
'^' SBORBOTTARE Btn.-broftnre. Lat.
increpitnre. Gr. iTZiTifiàv. Red. ictt. i.
[ 6. Ella mi ha sborboltato, rampognalo, e
sgridato a torto (•)
SBORCHIARE. Levarle borchie. Buotft
Fier 4 4- *2. Le scatenan, le sborchiano,
svcspiiano.
* SBORDELLAMENTO. Lo shordeU
lare, Piittanec^lo. Lai. corruptela _, me-
retricium.Gr. C'.stjsàocx Erat'^Tj^i;. Segn.
\ Stor. 11. 281. Senza raccontare gli sbor-
dellamenti delle matrone ni-bilì, la vergi-
nità perduta dalle fanciulle sacre, e pro-
fane , ec, (*)
SBORDELLARE. i?orrfe//3re Lat. /cor-
Tiri. Gr. TZOpviTjzi-j.
§. Sbordeli'nre, vale ancora Fare il bor-
dello. Far il chiasso. Buon. Fier i. 5.
II. Mentr' e«si sbordcltandn Si rivolgevan
fegatelli vivi per entro M fieno , e facean
capilondoli,
* SBORRACIARE F. SBORACIA-
RE. (AJ
SBORUAiìE. Ca.ar fa borra. Lat. fo-
mfnt'ii'ì editcerc .
g. Per Dar/tw!, o Dir checchessìa libc'
ramrnte.'L^ì.. promere. Ter. Gr. SK/.p'oéì'j.
Fare, Ercol. 58- Di coloro, i quali re. di-
cono tutto quanto quello che hanno detto, o
fatto a chi ne gli dimanda ec , s'usano que-
sti verbi: svenare, sborrare, ec. l^nc, Vav.
L' essersi trovato uno che sborrò il ratlenu-
to da tutti. Alleg 104. Ricevendosi con fe-
sta , e sborrandosi eoo soddisfazione Buon.
Fier. 4. I. 2. E poi quel che la lingua sbor-
ra e mesce.
* SBORRATO . Add. da Sborrare,
Baldin. /?cc.^ Cavalli e ciucci con lor ba-
sii, e sborrate barclelle. (A)
SBORSARE. Cavar della borsa e co-
m'uiemxinte pagar di contanti. "L^X.pecu-
niam num.^rare. G-r.xcKTV.^V.yitv Ùpyjp'jo v.
j1/i«. Franz. Bim, buri. 2 67. Man-
dando lo sborsar per la più lunga. Ar.
Cass. I. 5. Poi quando aspetto che i
danari sborsino. Non ri hanno '1 modo,
mi domaodan termine. Bern. rim.i- il8.
n' iotratlenerti, pur cbe non si sborsi ;
Con audienze, rispusie. ec.
SBORSATO /^./rf. da Sborsare.l^at. so-
lutus , narr^rratus . Gr, /«T«.5>»;-El'5 .
Guìcc, Star. Con fjcolii di ricomperare
i beni alienati dal fisco, ma rendendo il
prezzo sborsato. Fir. As 2^0. Sborsato
il pregio della mia compra, che fu ben se^
dici lire Ec , mi cnn^egnò a Filebo.
io3o
S B O
SBORSO. Lo sbortirf, P-iginieiti.
Lai solatio, Gr. xair^olo'. Occ'i. Esait
Cr, 2. 2 E' mi bi*o;;nj Fjtc uuo sb-ir- I
so, che coitui oi>n h Per <iir di al , i' io j
non pjgo i suoi tlt^-ltiti A»-. Cim'i. 91,
DjI primo iborio vostri al prewnlc ri- ì
torno ce. avrete gujitjgnatu scudi uno e
mc»o. '
# g. Sborso, dicesi talor/t ancfie il
Jìantro iborsato Sfaner. Prel. Pai Ap. '
2. |3 Quando il priqcipal (debU>re) ooa !
gli c&liagua (i Urbili J con pieno sbirso,
■ I mallrvidurcc tenuto al pari d'estinguerli
ad uno ari uno fCj j
* SBOTTARE Sembra lo stesso che '
/■'otarf. Sgonfiarsi. Car. Matt. 2. Schia-
Diaxia. e si dibatte, e sbuffj. e sbotta. (*)
•f SBOTTONARE. SJihhiare i boti >. 1
nij coHlrrtrio d'jihbottontre Lai. globii-
tot lax.irf, vel rcsoh-erf. Fit. Pini, So-
pra queste parole sbottonò te sue r->be, e
mostrò dA sU'I pellu tanti forati» che nul-
lo uomo lo potea credere.
§. Sfi-fttonare f figwal-fm. , si Ota per
Dire a'cun mollo contro a chlcchefsit /
che anche didimo Sbotion 'pigiare . Lat.
convicia ingerire, co ttumrlins in/erre , di-
cieria ia'er.*, diclfriir. seu aculeatis vrr-
bii lace*'lre, Gr. yniopììv, 63pt^Uf,
t SBOTTONATO ffU.'fiS'jAtonire.
Feo fiele. J'it Colomb. 25 Quegli po-
ciiì panai cbe portara, teneva sbottonati,
al petto.
SBOTTONEGOI\RE Di» e alcun mot-
to cont'O a chicchesùa. Lit. convicia in-
gfrtre, dicterit iucer^', dìcleriis iicesu-
re. Or ioiòopiì'*, u^S^si^su. Varch. Er-
eoi. 6j Sbotloneggiarc, ci )C dire astuta-
mente alcun motto contro cbìccbcsiia per
lorgli credito e riputazione, e dargli bia-
simo, e m.ila voce. Sul*'. Gtanch. 3. 9.
Per isdegao dovè contro questi asini Sbol-
tòncgglare non so cbe Dav. Scism. Sfì
Due preti. Un loro famiglio, e nn frate,
cbo sbottoneggiaronn di questa podestà sa-
cra del Re, furono impirrati, e squartali.
SBOZZACCHIRE. Ctcir del lisicitme.
Uscir di stento s prcp-Ì3 delle piante e
degli anìmjH, che dopo esseie slati al-
guanto sitll* t'ubozzacchiic, si son riavuH,
Lai rcviretcrre, reviviscere , vires reci-
pere. Or. c^vK/o/juCs^sat.
« SBOZZARE. 'Terni. d.-j;li /Irtisii .
che signijìca in generale Dar una prima
forma a ciò che si fiul mettete in op<^ra,
come limare un puzzo di metallo , e ri-
durlo pretio a p.^co ai/'i grossezza e Ina-
ghezzt che dee avere (A)
* SBOZZATO- Add. d\ Shozza-
re . lìnrt. Uom. punt. I 4- P'^^' '^^■
Ma vinto ancb'egli d.l troppo m-ilagevo-
le argomento, lasciò l'opera poco più cbe
sbowata. (TC)
* SBOZZATURA. Sbozzo, Abbozza^
mento, imperf. Tim. D. 12. T 8 3*)^.
He possono csscic in vcrun modo piccole,
o minime ibixuturc dt quv'gli ultimi edi-
fici! invisibili (!•*)
SBOZZIMARE. Cavar la hozzimi. Lat.
emphilriim Jur/arrun exculerc.
SBOZZO. Abbozzo. S.ilvin, Prot. To-
se, 2. ìO^y. La prima sl.impa serve qujsi
di primo sbozzo ^ Imperf. T. Ttb, !), \ . T
1 1 . 73. Ne tal cosa si può comporre, e nict
tAru insieme in un attimo a fotta di vi-
vezza e ingegno , come i primi sbozzi si
fjnno. (!'}
SBOZZOLARE. Pigliar col bozzolo
ptrtc della molenda, ostia materia maci-
nala j lo che Ja il mugnaio, per mercedi-
di-lla sua optia. Frane. Sacch. nov. l<)t)
Vedendo Bozzolo, cbe non poteva tbotco-
lare come volea ec. , cbiamo la saccente,
che cosi avca nome la moglie. E pia sot-
to: Una cosa (arò. cbe Douolo mai non
mi sltntznjera mio grano.
S B R
§. Dicia-no aichir Sbozzolare, il ì^evj'
re i bozzoli della seta di lull-i frat-n.
SBRVCARE. Seuir, patt. Cwarti le
bnche j r /l'urila-n, S/trzarti, Fire o^ni
dilioi-nza pT cfiecrheitt^. L.1Ì oh titi, eni-
ti. Gr. dfzt otxiiiv Alhs- l»i- <^'»< '•*
si lien paotaecia e ti ticn loggia D-^'fatti
d' altri , e qu'-II' è più valente. Che nel
dir mal d* ognun ti sbraca , e sf<>ggia.
fliioa, Fier. ^.2 I Quasi avvisando in
loro Furlune sbardellate Sbracarsi la na-
tura.
SBRACATAMENTE . Avverò. Spen-
sieratamenlf Lat. otioit. Car. lett, 2.
li). Ffderigj sta b^'np. e si gode dell^
villa sbr.tcj|ament(r. ^r /:.' Lelt, Tornii. 3-
Rivolgetevi poi addosso al contin''nte con-
tro a que'tanli Re che nell' Appamond>>
avete veduti, come sbraratamvote stanno
sotto quei lor padiglioni. (C)
SBR.ACATISSIMO. Superi, di Sbra
CatO.
§. Figurata-ri. per Grandissimo, Sbar-
dellato. Lit- immeatue. Gr oe.airp»;. Al-
/f?. l(>6. Mi sprona ad aver de* fatti loro
una sbracatissima compassiin*-.
SBRACATO. v^/t/.5e/i=iArarfte Frane.
Sacch. no^. 116. Questi eberici Marchi-
giani, andando sbracati, sono si fieri, che
ogni piTsona fjnno venire a ubbidienza . t
Alt. Alnn tja, 17. Ma mi pare un bir |
rone scioperato. Ciuco, sbracato , e senza
panni in dosso.
g Figuratam. A/feff,Sg Perche io non
ho cosi sbracato mobile in casa, ee. (cioè,
cosi grande, cosi magnifico; ma./o bino).
C'ir, l it. i. 74 Coniidt-rate per vostra
Te, cbe sbracala vita saria la ooitra , se
non sapessimo ec. (cioì, (elice, spensiera-
ta, senza briglie ) .
* SBRACtiKTA. Aziote di largheg-
giare o in fttdy o in pa'fle. Lise Rim,
I. a.iS. lo ho creduto sempremii ,
Cbe mignanimn fusi e , e liitcrale , Ed
arevi per tale, Veggend 1 farci tante sbra-
cerie. (Ci
SBRACCIARE . Civav del braccio.
Frane. Sacch. no^. l32. Non polendo
sbracciar lo palveie , non sì potea le-
vare.
§. I* In signific. neatr. p-iss. vale Sco-
prir le braccìij nudandole d' ogni vesta.
Lat hrachia nud'ire. Gr- f-ZfX'no'»%^ «TT»-
y\ìp.'iQri. ho'-. Med, cjnz. ì!^6. 3. Poi si
sbraccia, e si lava il suo bel viso Matm.
7. 67. Arriva a casa, e sbracciasi, e si
melie ec. Sopra quel sacco a far le sue
vendette. Buon. Fier. Inir. 7. 2 Sbrac-
ciatevi, alleolatevi, La veste al fianco al-
r.alevi , Il seno spettoratevi '-* fiucell.
Diil. 3. Se vedeste con rb' garbo, con
che lestezza du9 di lorf». Uiciic di schiera,
si son vedale sbracciarsi quasi fino al go-
mito. fUIin)
§. II. FigM atam. vale Adoperare in
checchessia og"i Jorz-i , e saperej modo
b'itso. Lai. omncs ner*-os intendere , ma-
nibut pedibusqur contendere Of- Otf'.Tn'-
ve?&ai lìitnn. Fier. 3. I T». Ma rb#
noi prima Ci doviamo sbracciare, ed ogni
nostra Fona adoptare io lor , per beo
curargli.
SBRACCIATO. Adi da Sbracciarti
Chr ha timh'-'CCrtto le maniche fino al
gam'to, r nud ilo (furila parte del br.iccio.
Lai. nndalus brachici, l'iamm. .'j. | IQ
Vaghissime gi>*vani, in giublte di zendado
spogliale, scalze, e sbracciate nell'acque
arulanti Ltb, Astrai. Le \e»timenla corte
infino alle ginocchia, e cinto sopr' esse, •
altresì sbra'-rialo il braccio infinti alle
gombila. lìuon. Fitr, 3 I. 10 A quei
gan»n puliti in grembiul bianco. Sbrac-
ciali , scollacciati , fti ramicÌDoU, E in
calion di gnarnelto
•f « SBRACIAMENTO ShraciaUt.
5 B R
Salvia. Tane. Buon. 4- 2- Sbraci! , rioè
sbmctanienti, tbraciate ; tante pompose
mostre, e apparenze (A)
SBRACIARE. Allargar la brace acce-
sa,pe-ch'elln renda mn^^i^ior caldo. Mmlm.
II. 44 E 1* altro una palella da caldani,
E con essa a lai cerea e sbracia il muto
(fini f».:itra'am ) . ^ HJinuec. ivi j Sbra-
ciar- Tuol dire stnzzirar la hrare perchè
s'accenda, o fa'^ceta spandere alquanto; e
qui dicendo gli sbracia il muio, intenda
lo p'*rcuote con la paletta nel vito, •
glielo scortira. (A}
)(. I per ntetnf vale Lar^beigitrt o
in/ntli, o in parole, Scalarq'tare prodi-
ea mente . Lai. largire, prodize'e. Gr
Otaps^a*. t'arch. Ercol. rf) A coloro
cbe troppo si millanlano, e dicono di vo-
ler fare e dire cose di fuoco , s* om,
rompendo loro la parola io boera , dire :
non itbrariale. Toc. Dav. Ann, I. 1^
Ma r esserli Germanico , sbraciando da-
nari e licenza, procaccialo il favor de' sol-
dati ec, e la cotanta sua gloria d'arme
lo Irafìggevann . Malm 2 IO. Ond'io,
sbrariar vedendo a bel diletto. Mi rìsr>l*
vei levar quel via da* fiaschi»
§. II. Sbraciare a uiciia, vale Censi*-
mare lenfi risparmio, o riteri-o.
SBRACIATA. Lo alla-gimento delia
brace accesi, perchè renda Cfld-t maggio-
re. *f ^ Salvia. Odiss. 2,^5 Ma poichi^ fu
bruciato il fuoco , e morta La fiamma ,
fatta allor buoni sbraciata, Per di sopra
distese gli srbidi<^ni. (3fin)
§. /•- per metaC. vale Mostra di valer
far cran cose. ^ Salvia, lìuon. Tane. 4
2 Difesi fare sbraciale, cioè vanterìe, e
-ostentazioni della propria persona. (B)
•f SBRACl'O. Sbraciata, Sbraciameit
U>, Pomposa mostrai, 0 Apparenza di vo-
ler ftre, o dire g an Cote. Detto dallo
shr.tcìa'e che co*la paletta si fa del fuo-
co, cin t'ir venir fnora, e scintillare la
brace, tnfa''. prim, 485. Fu vanita . e ,
come si dice, sbrario, e sroprimento di
troppo sforzalo artififio. CÀirl. Fior. 128
St- mai pure i titoli aveste letti degrìn-
se;;namenli A'Wà poetica, t degli ammae-
stramenti della reiloriea, vi sareste mes
io per ogni guisa a fame qualche sbra-
cio, come avete fatto delle parole. Buon.
Tane. 4- *- Che le padrone per nulla
non sooci. Che faDn<> pur tanti sbrarii
e sfuggi.
SBHACUUTO Add S'nza brache. 0
calzoni. Ma'm 7 25. Il quale, cosi molle
e sLracutato , Il caduvero par di monoa
Checca. Jtfraz sai, 3- Megli» era dargli
un S3SS0 Nel capo, o una pedala arriso-
lenne In qu^l corpaccio sbraciilato e grasso
SBRAMALE. Ca.ar la brama. Sosia-
rej e si usa in stgnific. att. e mamtr,
patf. Lai. saliare, explere . Gr. iJt:r)Q-
poj». Fihc 3 9 Avend'» ancora gli oc-
chi alquanto della lunga sete sbramali, e
prendendo riposo del rirevutn affanno, io-
cominciò a menar lieia sita. Bemh. nm.
q3. Cerco sbramar piangendo, an»i ch'io
maoia, Le luci , rbc desio d* altro non
hanno. Soea f mrch 3. pros. 3. Sei bi-
sogni, che stanno sempre ■ boera aperta.
e sempre cbirggìono àlcnns rosa, non si
sbramano, n<> si empiono colle rircheaae,
egli è gìuocofnrza che e*-,
«SBRANAMENTO hi shranart, Girne
Ora: 70 E l'oro alranìt-ro lariiamenia
comincio feddnmeslirarsi per la Franeis ,
e pertuadere lo sbrananieoio di quel po-
tentissimo rrgno (\S)
t * SBRANANTE, Chr sfirama» Bel-
lin. Dite <)8 Se dunque stcìs^ volalo Dio
cbe la testuggine si pascette di lolhgtni ,
a dispetto di tulli i tlagelb loro shraosnii
ori loro strì:ciaTe, non er* rgU necessari*
armare cotesto canalvT (Jtm)
SBnA^'ARE. Rompere in brani j che,
par/uiti/uM di panni , tlicianio anche
Strarnhfiì.i'e. Ljt. Ji/atii-ire, discetpere,
lacerare.^ Or. ^lasTiàcsai. Jiocc. nov.
43. 13. £ inullu inen nule e&ìcre dagli
uuiniiii sirazt-ita, che sbranata per li liu-
scili dAìti fitTL*. lìiion. 2\inc. 5. 5. Clio
Io sbiaiiinu i cani j duo* palmeDÙ- Jiofgh,
Orig, f-'ir. HO. QujM passo coli' aratro
te. |>t'r mv' ta jiorla di vm Capuj, sltra-
oandooc una In-Mj partila di territorio .
( ^itt fiaiitatum., cioè separaodone, to*
gliendiiiK- ).
SBHANATO. Jt/d. da Sbranare. Lut.
tlil.tnittius, iltscerpiui, iacir. Gr. oiai-
TTacàsi'i. Fianc.Sticch. nov. i6i. raccen-
do un Gito, c gran Icone addosso a una
•braiiata »gugli.i. I''ir, As. 2I4- Avendo
ritrovate i|ui.m pasturi tutte le m^mlira
dello iliranaio corpo , messole insicnic ,
ratto al medesimi^ Ijosco, iaceodo^Ii il se*
poicro, le renderono alla terra. *!■ Car,
En. <). j(ì3. Figlio, dove ti cerco? Ove
li tri'vo Si di%iso da le? Come raccozzo
Le tue co-i shtaiKitc e sparse mcnilira? (M)
* SBHA.NATORt:. / eibal. masc. Che
sbratta, Laciratoie. Ptetlìn. Due. l. 96.
Cascan per aria gli uccelli di tapina bul-
inili gin dallo stento e dall' inedia, se la
mala lortuna loro non gli fji incontrare
in qua'iiie innocenie colomba nelle carni
della quale eì faccian prova della forza dei
loro aitigli , e del loro rostro sbraujio-
rc. (Fj
SBr.A.\CAMEiNTO. Lo sbrancar^; Lai.
srgrrgatio. Gr. aTro;;w'pr)Si5. Car. leti,
i. 61. Vedendo certe guardie di paladi-
ni, certi livcdimcnti di rocche, certi sbrau-
cameoli di rapìparte ec. , stavano iu un
cerio modo fur^ennali.
SBKANCAUE. Cavar di branco j ed è
proprio delle batic, cerne di pecore , ca-
pre, vacche, cavai'Ct e simili, che vanno
u braacht. Lui seg'-rgare , abìgere, di •
siicete. Gr. Kyosi^-iv. =? C'tir, Lon^. SlJ:
EglÌQu si the »»>ao niaìi cacciatori, ed 1 loro
*;aoi malissin>o avvizzì, perciocché ab-
baiando, e kbraDcandomi tutta la greggia,
me r banoo perscguiialaf (^fitlJ
■f §. L £,' IH signijio. neutr., e neiitr.
pass, vaU (J^cir di branco, Lat, duerle-
rt. Gr :rst35trpsT:£53K'. * C'tr, Lons.
So/. 4- Si diede a por mente alle gilè di
ijaesU be.vliuola; ec, veggendola dall'altre
sbrancare, e per 1' orme .seguendola, vide
prima che «e. (lì) /•' 8. Quando ipialcbe
randagia pecora si sbrancava, Dafni ta ri-
metteva. (Br)
%■ il. J'er metaf, Tac, Dav. nnn, 4*
<)0. 11 quale pose la g'-nle di quelle ga-
U-e iu vani luoghi, e sbrancò la congiura
ia sul cominciare (cioè, dissipo i il testo
Ì<\l. ha disiicit). K SLr. 1. 24^' Cli
alabardieri sbrancarono ( cic'v , fuggirono
alL rinfusa ; li lesto .'at. ha .- dilapsis
rpeculaioribus ) . * Si^r. Fior, Legoz,
Due. I al. lòy. E chi pure si determina
*rede , che <|ueslo Signore sbrancherà
<]Ualruno di questi confederati (cioè, ca-
verrà di leg.). (Pe)
2- iU Sb' lineare, i'a^e anche Troncare^
Homptrc, Potare , Toghar via le brn/i-
the» o i lami. Lat. amputare, Gr. tte-
ftAOniZii, Peir. son, 162 Ne però smor-
so i dolce inescati ami, CSè sbranco i
Tcrdi ed invescati rami Dell' arbor, che
né sol cura , nò gielo.
SBRANCATO. JJU. da Sbraucare. Lat.
*tgrcgntut, disiectut, Gr. a'^opiaàst'i .
Tur, Jìav. Ann. lij. J75. Tiridale s'ag-
girava iuttirno, lontano più d'un tiro d'
arco, or miciacciando, or mostrando teme-
re, per allargare, e sbrancati seguiUre i
nostri t P testo lat. ha : laiare ordiues,
el diverscs consertari )« Buon. Ftet, 2 4-
37 Si, si, vidi beo io là tra quegli ul
SUR
mi Àlirggiarc una pecora sbrancala ^Sul-
vin. ni.' Sdrancnla, ciuè levatasi di bran-
co, e in conseguenza, fuori di custodia e
d' occhio del pastore. (A)
SBRANDELLARE. Spiccare un bran-
d'Ilo. Lat. friistum dveerpere. Gr. T&fXK-
Xtov ùno^piniv. JJuv. Lez mon. 120-
D'ugni vidima portata loro ad immolare
sbrandellavano un gherone, per lormani*
care.
SBRANDELCATO. Add. da Shran-
detiare. Sa!v. Avveri I. I j,'|. Questo
pei ludo ce, non pur difficile e duro, ma
o so>pcso, o con un membro sbrandellato
del tutlo diventa senza alcun fallo ( (jtii
figli lalam. J, u- Jìarl, U<m pnnt. i.
1. pag. jo. So sopra qucstp aride spal-
le posasse un manto di porpora , o un
cencerello dimesso, e sbrandellalo. (TCj
t SBRANO, //azione dello sbranare ,
e lo Sta:o della cosa sbranata. L^l- lace-
r<i/i\', cadrs. Gr. OTTK/sst '///«, oaa'/iov.
Diltam. 3. 20. E vidi ancor dalla sini-
stra mano Dove accesi di vino e dì lus-
suria Fu dementami fatto il grande sbra-
no Maini. 6. 5). Addosso ha sbrani , e
buche come valle.
SBRATTARE. JScltare j ed olire al
senfim, alt. si usa anche nel neutr. pass.
Lat purgare, perpolire. Gr. /.oc^v-pi^stv.
Cr. g ql). 1. Le quali (pecchie), se
spesso contr' a se combattono, imbagnare
si vogliono coirarqud niulsa : il (|ual fat-
to, non solamente si riiimngonu dalla bat-
taglia, ma isbrattansi, leccandosi (* coj(ì ne/ 1
lesto di Cini, de^/iicci j il testo lai. ha
consortiunl ).
§. L Per metaf. vale Levare gl'inipe-
dimenìi. Sbrigare, Spedire. Lat. expedi-
re, exlricare. Gr. arros/zàv. Ir, Giord.
1^1 ed D- I carnali son quelli che son |
presi da questo visco, cioè da'diletti della I
carne, che non par che se ne possane mai ,
sbrattare. * AVr/i. Ictt. 43. Sbrattatevi
quanto più presio potete, e non v' avvi-
luppate tanto in coleste signorie. (C)
§. II. Sbrattare il paese, o del paese ,
o simili, vogliono, in modo basso^ Andar-
sene. Lai. solimi vertere. Gr. //.travt'c-
rac^ax. IUafm, 6. 77. Dice che ormai
sbrattar vun! la rampagna, E tornare a
dar nuove a Beitinella. Salvia. Disc, i.
365* Uscì un decreto del Senato contro
ai filosofi e relori ce. ch'egli sbrattassero
di Roma.
•f * SBRAVAZZONE, /bravaccio,
Cospeilone, Mascilz- ne, Tagliacanlone ,
Sgherro. Salvin. l'iter. Piion. 5. l. J.
Smargiasso, bravazzo, sbravazzone; quasi
Mar/osse, da Marie dio della guerra. Cor-
sia. Tcrraccb. 12. 21 Oh quanti allor
di quegli sbravazzoni. Che alle parole oh
chi sembran pel mezzo Voler tagliar a
un colpo ì torrioni, £ ai fatti poi son di
viltade il lezzu! (A)
* SBRICCO . Masnadiere , Cagnot-
to, Brictone. Lat. sicanus, pcrdilu.\. Gr.
Itjs/iys'fo;, po-jC^fipo'c,, Bcrn. rim. i.
K.'j. Sbricchi, sgherri, barboni, bravi, sbi-
sai- (')
5^ §. Di qui Alla sbricca, vale lo stesso
che Alla sgherra. Lasc Arzis- 3. 2. Su-
bito lo spogliò, e rivestillo alla sbricca di
certi panni del suo 6gliUolu, da cavalca-
re, ff ì
SBRICCONEGGlARE, Faie il bricco-
ne, I iver aa briccone. Lat. mqnissimc
vivere. Gr. Trjvy.jSOTWTOv ^t'ov ^loìjv.
Buon. Fier. {^. 2 7. Sbriiconcggiar co*
6aschi, e culle zolfo.
SBRICIO. J ore ba^sa Add. Ahbivl-
to. Meschino, l ile. Malm. 11, itì. E
pi-^lia quella ciurma abbietta e sbricia A
menate, com'anici in camicia.
f * SBRICIOLAMENTO. Lo Sbricio-
lare. Bellin. DiìC. 2. 2^0. Ed io posso
S B R
io3i
dirvi di vantaggio, che in un simde sbri-
riulameiiio si disfarebbero tutte le cos«
duic. (Min)
SRRICIOLARE. Ridurre tn bricioli.
Lai. conterete, coiinninuete, Gr. ouvroi'-
^tvi. Miilm. 6 6i. Credeva il mio fan-
toccio con un sguardo Di sbriciolar tulio
il teinineu sesso ( fini fi^nralam.).
SBlilCIOLATO. Add, da Sbriciolare.
Lai. co'itrilus , coinminuius. Gr. cvVTg-
3 SBRIGAMENTO. Lo sbrigare Lat.
fe\tinatio, expcditio, celvritas. Gr. cJTOU-
ÒÓ. Anitn. Aal. 3l. j. 4 Ninna cosa
è. che possa aver loda di diligenzia insie*
me con grazia di molto isbrigamenlo.
*►* §. Sbri^antento, e anche una Sorlit
di ornamento retlonco. •< Bell, Tuli. 8t).
E un altro ornaniento, che s'appella isbri-
gamenlo •• . (C)
•j-' SBRIGARE. Dar fine con pre.itezza,
e .speditamente ad operazicne che s' abbia
Jra mano j e non the neW alt., si usa
anche nel netttr. pass* Lat. maturare, sin-
dere, e.rp,;lire, .\e liberare, transigere,
Gr. Ta^u-'siv. Jit, C/iit. i35. Disse
Messcr Ge^ù a Giuda : Isbrigati di far
tosto quello che tu dei fare. Gr. S. Gir.
3o. Per questa santa ìscala iabrighiamocì
di montar al glorioso Signore. Fr. Giord.
Pred, S. 3()- Troponemmo quattro ragio-
ni, delle qu.ili sbrigammo la prima , e le
Ire rimasono. Pallad. Giiign. 2. Quello
che si porrebbe ( !a stampa di f nona
1810. a pag. 2o4' l'^Sge penerebbe) a^^
mietere uno mese per uomo , ìn uno di
ne sbriga un'opera di bue. Ar. Fur. 20.
4. Sbrigossi tosto del suo debito ella ,
Tanto il nome dì lui saper disia. Tac.
Dav. Stor. 3. 3l|. Favorinne, come spes-
so, la fortuna romana , che condusse là
Muciano, eie forze d'Oriente, e ci sbrigò
di Cremona (ciac, fece che ci sbrigassi-
mo ; il testo lat. ha: Crcmouae Iraose-
gimus),
SBRIGATAMENTE. Avverb, Spaccia-
lamentc , Con prestezza. Lai, ccleriier ,
ocytis, expedite, Gr. t&jjsw?. Salitisi.
lag. B, Allora, conosciuto il lallo , sbri-
gatamenle presero loro armi. E Sallust.
Cateti. E poiché il consiglio e preso , sì
è sbrigatamente mestieri il fallo (qui il
lesto lat. ha: mature fatto opus est).
7\'s. Br, S' alcuno ti domanda d'alcuna
cosa, tu dei rispondere sbrigatamente. ,
SBRIGATIVO Add. CheJacUmentesi
sbriga, I-at. rxpe-iitus. Gr. zuT^opo;, f'iv.
Disc. Arn. 5i. Sono (questi lavori) i
più sbrigativi, i più durabili, i meno di-
spendiosi, ed ì meno soggetti a danni, ed
a fraudi.
^ g. Sbrigativo, dicesi anche delle per-
sone, e vale Speditivo, Che si ibri<ia. Ba!~
din. Dee, Si in conoscere per un uomo
sbrigativo nelF operare suo, (A)
SBRIGATO Add. da Sbrigare, v Ciov.
Celi. T'it. Alj. 35. il Travisano commis-
sario generale, sbrigaiusi con non poche
fatiche da tale assalto . la dette giù pel
fiume alla seconda,' salva a gran pena ta
capitana. ( C)
t §. I. Per Spedilo, Faci/e, hit e.rpe-
ditus, celer,fucilis. Gr. iJ-iZO^Oi. Pallad.
Marz. 24 La più sbrigata via è aggiu-
gnere il bue eh' è più Ibrte e feroce, con
bue mansueto, frgiz, I quali pedoni gli
antichi chiamavano sbrigati. G. /'. 7. 65.
3. Ma a cui Dio vuol male, ell'è sbri-
gata (cioè, finita, spedita i Lai. actura
est).
V §. II. S'irigato , d,'tto di persona,
vale Pronto, Slittilo, F-^peditno. Tes.
Br. 7. 17. Salamoile dice: quelli che è.
ìshrigalo in tutte le sue opere, dimora di-
nanzi al re, e non Ira '1 niinuto popolo.
icsu Sirac dice ; sia isbrig^to in tulle I2
Xo3s
S B R
S B R
SBC
ini Ir, 2.
air ordioe
I , sempre
lue opere (D) Se^ner, Crisi.
10. 12 1 coltivi sono sempre
per operar male , st-mpre saclii
sbrigali, senzJ stjncarii. (IV)
SBKKiLIARIi. Contrario d* imhri^lia-
re, Ciivare, o Levare la /triglia. Lai. /rae-
nurn toUere* Gr. X'^' tvò v oi-i%t.piZ-i.
§. I\r si'iiiUt. Sciorre , Slegare. Lat.
Mherc. Gr. avxXujti'.
SBRIGLIATA.. Strappala di briglia,
Shrigliulura, Sbarbazzttta. LìX./raenl ve-
hemem adductio.
§. PtT niet-if. vaU Ripassata, Riprei'
sione t Ranimanzina j onde Dare una
sbrigliata. Lat- a 'itjuem repreUenJere ,
of/iurgare. Gr. i-:itzip.'2j tivi. yarcfu
Krcot. 88 Ujfo uuj sbriglidia, ovvero
sbrigliatura, è dare atcnnj bunoa ripreo-
sioDC jd ulcuDO per rjffrcadrlu; il cbc si
dice ancora fare un rovcjrio.
f SBRIGLIATELLA. Dim. di Sbri-
f^liata. Gal. Sift. 443- Alcune bbrigliatelle,
che si sou date nc'giorni pa^s^li al signor
Simplicio , l'bauno reio mansueto , e di
saUatore cangialo in una cbinea (t/ui fi-
gitrattim .).
SBRIGLIATISSIMO Superi, di Sbri-
gliato. Jìuon. Fier. 3. 2. ly. E farsi ogni
qua1uni|U0 temeraria. Folle, sozza, inooe-
;iusta impresa, SbrìgliaiiSìimo le-
sta
cita
SDIUGLIATO Add. da Shriglian-j
Che non ìia briglia. Che e senza briglia.
Scio/lo, Libero. Lat. in/raenis j solutus.
Gr. «/aXtvo;.
§ Pt-r mrtaf Buon. Fier. \. 5. II.
Non si crcd.i m-ssuna esser sicura U.igli
assalti sbrigliali e lempestosi. £ 3. 4- 2.
V. susurri, e parole iroiicbc e basse , E
&bri^1iate quercb-, e labbri aperti.
SBRIGLI ATURA. .Strappata di bri-
glia, clic si d'i ni cavalli quando s* ani-
maestran )j Sbirb.izzaia. Lat frasai vC'
hemens adductio.
§. E per melaf. vale Ripassata, S'iar-
balzata. L.il. obiurgalio. Gr. etiti '/Jir,7t;.
p'arch. Slor, 10 32(). Forse per la sbri-
gliatur.i, che gli aveva l'aiiuo passalo data
Anton Lchéì, disse tulio M contrario. Kd
Krcùl. 88. Dan: una sbrigliala, ovvero
&1)rig1iatura, è dare ab una buona ripn-n-
tione ad alcuno , per raifrenarlo ; il cbe
si dice ancora fare un rovescio, -r Da\>*
leti. 10. QiuUro furono liberali, e Giu-
liano e un altro riU>uutÌ al largo. Pensai
prr un pnco di sbiigUalura, come più vi-
vi; ma vedendo continuare le mandai una
supplica a mio nome (C)
SUIU/,/.ARE Sprizzare.
§. PcT meta/, vate Spezzare in mimi'
tissimi pi'zzi. Lat. contcrere, diicinderr ,
comminiwre. Gr. 0'jVTpl'^£iv. Tav. Rit.
Vengonsi a fcdìrir due grandissimi colpi ,
(• sbriLzano te lance in ptrtzi.
•■;- * SBROBUIARE. Va B rabbia j
Voce popolare e batsa, che valf Dir vil-
lania, S\>illatieggiare, Salvia. Jliad. lib.
20. f. 3J8. Ma perchè ri*se e brobbi è
forza ati ambi Sbrobbiar, quai femminrl-
ie, un C'«ntra l'aliro, ec. (A)
* SBHOCCAUE. Lo stesso che Sbru-
care, Srrd Stor. Capra vecchia bene
sbrocca. (A)
* §. Sbroccare. Term, d.gU Arti-
sti della veta. Ripulir la seta con ago, o
altro frrruzzo appuntato , dagli sbrocchi
e su liciunii ch(. nel filarli vi si sono at-
taccati. (A)
^ SBROCCATURA. rerf/irnc rfi-y/i Ar-
tisti drilli seta. IJ* Operazione dello sbroc-
care la seta sul guindolo , ed anche lo
Sbrocco"'che se ne cai'a (A)
SBROCCO, yed SPROCCO.
=* g Sbr'KCO. Tarmine degli Artisti
della seta. Quella seta che si cava dal
gnindilo nel ripuhrU dopo ehcitrattì.{A)
* SBROCCOLARE. Shroccarc, Shra-
care, Rodtr U f<}^lie de'ratnt. Allei;. 299.
Chi vi mena il c;ivjl, vi può r<--care An*
che la biada; e lo far'j piii forte, Se lo
manda alle macchie a sbroccolare, (f^)
SBKOGLIARE. Levare gl'imbrogli j
contrario d' Imbrogliare. Lai. expedire.
•f g. Eia signifìc. neutr. ptss.fVale
Strigarsi , Scapecilitarsi , Levarsi dalC
imbroglio . Lat. se expedire . ^ Ma»al.
Lett. Di come poi tutta qjvtla grande e
poco concepibile manifattura potesse sor-
tire il suo iotento, aoo finisce S. A. di ricor*
darsi come chi glie la disM M do ftbro*
gliasse. (.É)
SBROGLIATO. Add. da Sbroshart .
LiLexpei/itus, purqatiis. Gr. a— K>/«yei'i»
za&ajisOit'i .ia/Wn. Due, i. 379. Fin-
gete un erto, ed aspro, e spinoso cacn>
mino, pieno di balie e di dirupi, ee.: se
questo viene sbrogliato dalle spine cbe 1'
impacciavano ce, la difficoltà e l'asprezza,
mutata faccia, riuscirà io allrcltanta d<jl-
cciza, e farilitìl.
SBRUCARE. Levar via le foglie a'
rami , Brucare • Lai. folia detrahere t
pampiaare, /rondare, collucare. Gr. oui-
Xo/.iKÌlv. iironl. Rim. buri. 2. 25j. E
sbrucale e dìbucciale in un trailo. Morg.
23. 6. Dettegli un pugfio, e sbrucagli 1*
orecchio , E fé dì sangue un lago di Fu-
ceccbio (qui per similtt.).
SBRUFFARE. Spruzzar colla bocca .
Lat. liquorem insufflare, insp.-rgere. Tes.
Pov. P. S. cap. i8- Ad uno cbe non può
tenere lo capo saldo , falli uno sacchetto
ec , e sbruUiilo ben di vino, e così caldo
ponlo in sul capo.
♦ §. I. St dice anche dello Spruzzare
per le nari. Car. En. lib y. v. ^zi- Al
Troian duce assente un carro invia. Con
due corjier ch'erau di <|uci del Sole Ge-
nerosi bastardi, e vampa e foco Shruffa-
van per le nari. (R) Salt-in. Geor. l. i.
E quando co'cavalli ansauli SbrulTu a ool
la luce. (F)
♦ §. 11. Sbruffare, per Aspcrt:ere..Soìd,
sai. h. Or qui I' appella , da ch*r *1 Sole
allufl'i I suoi dfstrieri in mar alla mani-
na , Cbc al nuovo corso d'ambrosia gli
sbruffa. (R)
SBRUFFO. Lo sbruffare. Lat, fff'uùo.
Gr. e/p!U5t^. Malm 11. 35. Sbruffile*
lenti scaricando e rulli. In uu tempo spa-
venta, e ammorba tutti.
3 .SBRUTTARE . Tor via , e Levare
il bruito, Nrttare. Lat. purgare, nitida-
re. Gr. xadotjoi^etv, ya^^ìlJvscv.
♦ §. £ i/i signifìc. neutr, pass. , vale
Torsi via, e levarsi il brutto ^ ^'ettarst.
41 Malt. Franz. Rim. buri. 3. 96. Men-
tre i demi si stuzzica, e si sbrutla**. (\}
SBUCARE. In signific. neutr. vale (/•
scir della biict j cont> aria d' Imbucare;
e anche scmpficemente Uscir fu>ri. Lai.
ad auras evadere. Gr. iTOOìBiOn v e't^ tÒ
oijyon^v. Aforg a. 37 Che noi potremo
or nt'ir Inferno andare , E faVne *utti i
diavoli sbucare. E 7 32 Le pcc4-bie so-
glion pel fuoco sbucare. E 22. 17^ Dun-
que convtrn che I' Arpalisla sbuchi. Cecch.
Dot, ij. .1. S' io lo fo .vliucare ( rem* io
credo) di casa ce, io vo' cercar le volle,
E veder se e' vi son da cavar fuori Que*
poveri prigioni . Tasi, Am. 3- 2- Ecco
di non so donde un lupo sbuca.
g. E in signific. alt. vale Cavar della
buca j e talea anche sempluentenle Ca-
var fuori . Lat. «ducere . Gr. c'tgc'yciv .
Moni. 2\- X^y). E se vi fosse restato al-
cun tarlo . Ognun con carila lo sbuchi
fuore. Burch. 1. A.*». E sbucò 'I capo, e
guardò giù la tomba . Lib, Son. 7.
sbura fuor quel luo sonetto trito.
SBUCCIIIARE. Shucciare, Lat. decor- \
Or
Lo fé lavare sette volle, e immanlenenle
fa libero dalla malatua, t Uscio via quel
mal cu->io, e sbucchiossi tulio, e diventò
la carne sua brlla , Fr. Gtord, S. Pred.
36. Eniru nel Oiordano . e lavossi sette
volle, e immanteoeale fa libero dalla ma-
ladelta lebbra, e lascio via quel mal cuo-
io, e sbucchiossi tulio, e divento la carne
puriBcata come di fanciullo. Paiaff. 5. La
tigna con |i;;namica mi thucchio.
SBUCCIIIATO . Adì, di Sbucchiare
Lat. Jrcorticatus. Gr. arroJerrnOet'i. Lib.
Son, 102- Tu se* d* ogni bontà sbucchialo,
e nello ftpii per metaf.),
9 SBUCCIARE. Levar la buccia. Lat.
decorticare, cofticem detrahere. Gr. v.no-
i^TSiv. Cr. 5. 37 I. Si colgono (le ver-
che del brillo) del mese d* Aprile, quando
il sugo si muove in quelle, e si sbaccia-
Do , e se ne fanno corbe , e gabbie da
accelli . Lor, 3Ied, cans, 77. ^. Non sì
monda, e non si schiaccia, Sol si sbuccia
un pocolino.
^ %. \. E in signi/ic. neutr. pass., *>ale
Deporre, o Lasciar la buccia, o la pelle*
« Red. Oss. an, 106. la questo leoipo
uno di essi quattro (lombrichi) comiociò
a sbu:cijrst della cuticola m. (jt)
§ 1! Per metaf, Pata^. \. Isbucciati, e
Don far di-Ilo sliztoso.
SBUCCIATO. Adi. da S'>ucciare. Lat.
excoriatus , decorticatus . Gr. datpro^ -
Ricttt. Fior. 3o. La copia inGnila delle
selve di questo albero, che s{K>niaaeameo-
te oasc* senza coltura alcuna, persuade,
che se ne sbucci non puche delle perfette,
ne più kbuccìat<p. Ruoa. Tane, 5 4- ^-
E* deona aver le gote icoluhte . C E Iv
mani sbucciale. Sodar, Colt. 93. Fatti
minuti col piallctio, ovvero raschiando il
legno sbaceiato prima col colteUo tagUec»-
te , ec.
* SBUDELLAMENTO Lo sbudella-
re, n Vccabol. alla V. SF0>*DAK£21
TO . §. (•)
SBUDELLARE. Ferire in guisa, che
escano te budella. Lai. exenterare. Gr.
£|evT£j5t'?scv. G, F. 8. 55. i5. Non ta-
teniteano ad altro.che ammazzare i cavalieri,
e i loro cavalli isfondare. e sbudellare (cosi
ha il te^t-y Davanz }, Dm. Comp, i. 9.
I pedoni d^gli Aretini si metteauo carpo-
ne sotto i ventri dr* cavalli colle coltella
ia mano, e sbudvllavangli . CirifT. Calv.
2. 45* E sotto mano una punta crivella.
Che r elefante in un punto sbudella.
SBUDELLATO . Add. da Sbudella-
re. Lai. exenteratus Or. c^cvre^aàct;.
Guid G. Quando vni vedrete li voslri
parli sbudellali. Frane. Sacch. nov. a58-
Chinando il lume, vede l'asino morto e
sbudellato . Heinb. Stor. 2- 36. Qoalfl
dalle feiile e da' cavalli sbudellati c«du-
to, e dagli altri soldati abbandonalo.
SBUFFANTE. Che sbufìa. Lai. anhe-
lans, ti-rmrns Gr. asduai'vwv, yuftdv.
Tac, Dav Ann 4-83 Temeva di Droso.
nimico già scoperto e ibutTjale, che dov*
era il figliuolo si chiamasse all' Imperio
altro aiuto (qui ti tetto lat. ha querens).
# Salvia. Odiss. lib. 5. %: 56^ Temo
non me di nuovo la procella Involando,
non porti al mar pescoso, Gratemeoto
sbuifante e sospirante. (R) E Georg. Uh.
I. E . o lu a cui la prima uno sbufianle
Deslrirr versola terra ec. E Enetd. lib.r.
Alto crinito Elmo sottien Chimera dalle
fauci Fuochi d' Etna sbutFante. (F)
SBUFFARE. Susi, Lo shuffmro , Sof'
fiamento , Fremito. Lat. fremitus- Gr.
^fiifiOi . Tac Dav Germ. 375. Osser-
vano gli tnilriri e gli sbuQàri , e a que-
sti hanno più fede , che ad altro indovi-
namente .
SBUFFARE . Tfeutr. Mtaméar /bora /•
(ictrr. Gr. k:toàÌ;ciiv /-V. Giord. Paad ' alito rj/i unpeto , # a scosse per to piA
S B U
« cagione d'ira. Lai. anìtelare , fremcrv.
Gr. aa0,a«tv£tv , yuaioùw . Dant. In/.
]8- QuÌQili seottiiiinu ^i-ale che si nicchia
Neil' ahrj bulgt^, o che cui muso ibutTi,
E se tnedesma colle palme picchia. />V/vi.
Ori. I. 16. 24* Mi* tio" b'avvfiilj il fuo-
co sì alla stoppa, Nù d* uiu fit>ru ud ran
salta alla pelle , Come levato si rivolta
Orlando , Di sdegno acceso sofiìaDdo e
■bu£&ndo. l'arch. lùcol. 55. Se v* ag-
giugne parole, o alti che moslrino lui a-
Tcr preso il grillo, essere saltato in sulla
bica, cioè essere adiralo, e avere ciò per
male , si dice : e'manaa , egli sbuQj , o
soflfia. Tac, Dit%>. Ann, 3. 61. Fatto cuo-
re, rieolra in senato, e trova rinforzale
1* accuse , ì Padri iliufiare , contrario e
terrìbile oj-ni cosa , K \1 l38. Nnn più
Lisbìgliando, ma sbuffando alla scoperta,
dicevano: ec.
g. I. Sbuffare , in sionijìc. alt, , vaie
Proferire, 0 Dire con isdesno.^Serd.Stvr.
a. 79. Come a Cochin venne la nuova d*
un tanto preparuniento , la plebe comin-
ciò a sbufilirc, che per amore de'forestìeri
era messa ìa pericolo della vita , e della
roba. (CPJ E i3. 528. Incomiocìarono
gioroalmeole a sbufljre le medesime cose
se* cerchi, e nelle tende.
^ g. II. E pure in signifìc, att, Man-
dar plori. Ang. Met» 2. 4^- Ti pensi tu
gli alipedi destrieri, Fatti ardili dal fuo-
co , e dal veneno Che &bu£in fuor iodo-
mìli ed altieri Poter ben governar sotto
il tuo freno? E 58. Sbuffjn Bamme, an-
DÌtriscoD , come quelli , Clie tutto hanno
al volar l'animo intento, fi?^
*§. III. Sbuffare. T d,^' Cavallerizzi.
Dicesi del ioffiare che fa il cavallo quan-
ào se gli para davanti alcuna cosa che lo
spaventi. (J)
•f * SBUFFO . Aspergine» Spruzzo
particolarmente gettato per bocca , op-
pure dall' armeggiamento di chi nuota .
Più volgarmente dicfi Sbruffo . Salvia.
Op. Pese. 5. 4i4- ^ niolto sopra '1 mar
spala sanguigna Spuma, bollendo pe'do*
lori , e mugghia Di lei infuriata sotto V
acqua Lo sbuffo. (A)
* §. Sbuffo . r. de' Cavallerizzi Lo
sbuffare del cavallo nel veder iosa che lo
spaventi. (A)
SBUGIARDARE. Convincere di bugii.
I«lt. mendacii ccarguere. Gr. s^sis'yX-'^
Tcva '('SUooXoyi'a^. Dnv. Scism. 79. Con
loro dispulare e confondergli, scoprirli,
sbugiardarli , conBggerli.
* SBULLETTARE . Gettar fuori le
bullette j e dicpsi propriamente nd Un
certo gettar che fanno gì' intonachi di
calcina d' una porzioncvlla di lor super-
fìcie per lo più di figura tonda , simile
alla testa, 0 cnppello di una bulletia , la-
sciando un buco simile a quello che fa
la bulletta, 0 chio.lo nella muraglia nel
cavamelo fuori. Baldin. J'oc. Dis. (A)
* SBULLETTATURA. Lo sbullettare,
detto propriamente degl'intonaclii. (A)
SBUSARE . Vincere altrui tutti i suu'
danari. Pataff. 2. Rivela, sbusa, rabbufla,
eeroeccbia . Lib. Son. 54- ^'on bai più
giuoco, e straccerai le carie: Bendi a tua
posta ornai la spada a Marte, Ch'Ìot*ho
sbasato, e poi se' mastro vecchio. Burch.
3. 14. Io li debbo sliusare a poco a poco,
E non giuoco più oggi con Cristiano.
SBUSATO. Add. da Shusare- Pataff. 2.
EgU è sbasato, e vassi infrancescando.
•f SCABBIA. Rogna. Secondo i Medici
€ una Malattia cutanea, pruriginosa e con'
tagiosa , che differisce dalla rogna nell*
avere le pustole più piccole , e alquanto
steche* Lat. scabies. Gr. ^&t^9c, \{iwft'a-
Focabotario T. II.
S C A
ot; . Diint. Jnf. 29. E si traevan giù 1*
unghie la scabbia , Come coUel di scar-
dova lo scaglie . E Pnrj'. 23. Dih nun
conteudt-re all' asciutta scabbia Che mi
scolora . Pitr. canz. 29. 3. Cb' al corpo
s.ino ha procuralo scabbia. Cr. 3. 16. 6.
Ancora se si (a iinguenlo di quello (orzo)
con acelo forte, e punsi a modo d'impia-
stro sopra la !>caljbia ulcerata, sanala. E
6 IO 2. La sua polvere (delC anstolofrin),
con aceto mischiala , da puzsa e scabbia
ottimamente mondiBca la cotenna . Esp.
Salm, Questo Lasserò era pien di scab-
bia. Alnm. Colt. l. 25. Rimedio e scher-
mo Alla ijfda podjgra e all' aspra scabbia.
SCABBIARE . Nettare dalla scahbia .
Lat. scnbie purgare . Gr. "fw'pa^ a;to-
§. Per metaf. vale Piallare, Ripulire.
hai. lacvìgare » Gr- iàiat'vatv . Pallad.
cop, 26. Fia il luogo mondo , e d* ogni
lato scabbiatn, e piallato.
•f SCABBIOSA, Pianta perenne , €0.1}
della perche credula buona per la scab-
bia . Coltivasi ne' giardini , e nasce ne*
Cfimpi , e trovasi fiorila fra le biade nel
mese di Giuiino. Il fiore, volg. dello Ve-
dovine, o Vedovina salvatica.è pure una
specie di Scabbiosa . Lai. scabiosa . Cr»
6- 35. 3. CoDtra le scrofole secche si fac-
cia impiastri di due parli di cicuta , e
terza di scabbiosa . E &• 11 7. La scab-
biosa è calda e secca nel secondo grddo,
la quale, quando è secca , è di nulla ef-
6cacia . Paiaff. 4- Della scabbiosa tram-
iKisciando pacchio. Xtbnld. Andr. 46. To-
gli barbe di sparagi , barbe di fioocchio,
barbe di scabbiosa, e fanne siroppo. Ta.
Pov. P. S. cap. 3. La scabbiosa , trita
con la sugna, leva la Gemma salsa che fa
la scabbia, ovvero rogna.
SCABBIOSO . Add. Che ha scabbia.
Lat. scabiosiis . Gr. t|;cijpwO>i4 . Pallad.
Magg. 8. Questo tutto 1' anno è medica-
mento da fare alle pecore , per non la-
sciarle diventare scabbiose . Bui. Purg.
23. 1. Finge l'autore, come li golosi
erano scabbiosi.
§. Per sinnlit. si dice delle piante, e di
auro , e valf talora lo slesso , che Sca-
braso . Cr. 2. 24« I- Sappiamo che le
piante salvalicbe sono spinose e srabbiose
nella su^taozia della corteccia. E 4- 1* 1
La vile ec. è un arbuscello umile molto,
torta, nodosa e scabbiosa (cosi in alcuni
testi a penna j lo stampato , e il testo
Ricci hanno scabrosa ). Alam. Colt. 1.
22. Me dì scabbiosa ruggine empia ì
ferri .
* SGABELLO. Sgabello, Med. Ari.
Cr, 73. Porrà i suoi nemici sotto lo sca-
beilo de' suoi piedi . Cor. Apol. 2z\. E
non voler far del grande e stare in sulle
competenze con luì ; che non ha scabello,
che oou intenda questa lingua, e che noo
le ne potesse esser maeslro. (C)
SCABRO. Add. Che ha la scorza im-
brattala, Ronchioso, Ruvido, Di superfi-
cie rezza . Lai. scaber , scabrosus . Gr.
do ì rami sun troppo spessi, o scabri, o
aspri , o che non nascono in convenevoli
luoghi, sì taglino dall* arbore con taglienti
e duri ferri. Poliz. .•:l. i. io4- Nello e-
slremo se slesso it di^io fabro Formò ,
felice di si dolce palma. Ancor della fu-
cina irsuto e scabro. Buon. Fier.lnlr. 2. 8.
Più d* un monte Ìl fa scabro, e più d'
un rivo .
SCABROSISSIMO, ^uper/. di Scabro-
so. Lat. asperrimiis , maxime scafirosus,
Gr. zfKy^UfJTO:; . Red, Oss. an. Sq. Le-
vata loro la prima durissima e scabrosis-
sima pelle. Gal. Sisi. 61. Questa (su-
perficie) della terra tocchiamo con mano
essere scabroiissima ed aspra.
SCA
1033
SCABROSITÀ', SCABROSITADR, «
SCABROSITATE. Astratto di Scabroso.
Lat. scabricies, sCabricia , scabndo. Gr.
TjaaxuTTJi . Sagg. nat. esp. 2.]. Mercè
dtlla scabrosità, e irregolarità delle lor
parti. Gal. Sisl. i52. Quelle di terra
vengono impedite dall' asprezza del toc-
cameuio. cioè dall' ijicssa scabrosità della
terra. -> fu p.it. 68. Una certa liscia-
tura e ultimo riuetlamenlo , che raggua-
gli , e tolga via ogui scabrosiià del lavo-
ro. (N)
•t SCABROSO. >^d,^ Jcn&ro. Lat.««-
brosus. Gr T^aX"'^' <>• 5. 47. 2. fi piop-
po ha questa proprietà, che se si pota nel
tempo della stale ec, agevolmente si sec-
ca , e diventa infermo , debile, scabroso,
e aspro. Aìam. Colt. 5. 125. Di quest'al-
tro ìl venire Largo e scabroso , e sopra
picciol ramo Viene a grandezza tal , ee.
Gal. Sisl. 432. La superficie di questo
nostro globo noo è lutla scabrosa ed
aspera •
g. I. Per mela/. Diffìcile , Intriga-
to . Lat. asper , durtis . Gr. Tpot-vJ^ ,
X«Xe-o; .
t * §. II. E pure per metaf. vale
Pieno di difficoltà. Imperf . Tim. lì. 3,
T. 6. 175. Se queste cose difl5cili lì pa-
iono, danne la colpa a Platone, e non a
me; e avvrrlisci eh' e' non ci ha sottiglies-
za, la quale non abbia dello scabroso (qui
inforza dì sust.). (E)
SCACAZZAMEIVTO. Lo scacazzare.
SCACAZZARE. Jn signific alt, e neutr.
pass. Mandar fuora ^li cscrcmenli, che 3Ì
avrebbero a mandare in un tratto, e in
un luogo , in più tratti , e in parecchi
luoghi. Burch. 1, 5. Tal» eh' ancor dì
paura sì scacazza .
§. Scacazzare, per meta/ , si dice dello
Spendere t e Giltar via 1 danari in coS9
frivole, e vane Lai. pecuniam in res mi-
nutas prodigere. Eir. nov. 7. 2^2. Il Vi-
cario ordinò che la vecchia fusse scopata,
e che Menicuccio desse quaranta lire al
Giannella , che la vecchia si aveva sca-
cazzale, per supplire alle cento.
SCACAZZl'O. Scacazzamento.
* SCACCAFAVA. /. A SCACCA-
FAVA. {')
'\'SCACCkT A.. Colpo,o Percossa di scac-
co. Cast-gLCcrtig. 2 175.11 geoliluom turba-
to, come soglion esser tutti quelli che perdo-
no a quel giuoco ^r/c'g/i5<:accA(^, prese in roa-
no il re. che era assai grande, come usano
i Portoghesi, e diede in su la lesta alla sci-
mia una grande scaccata. (?>S)
SCACCATO . Add. Fatto a scacchi .
Lat. tessellatus.Gr. Tìsjioixti^evc?. Erane.
Sacch. nov- 80. Morto sia a ghiado il di-
pintore che gli dipinse, che dovett' esser
forse Calandrino, che fece loro le calze,
vergate e scaccate . E appresso : Quelln
che intervenne a lui, interverrebbe a moli'
altri , e spezialmente veggeodoglì con !•
calze vergate e scaccale. Alam. Gir. 23,
70. Porta quel scudo, che degn' è d' im-
pero, Poiché lutto è scaccato a bianco, t
nero Borsh. Arm. Jam. 61. Trovandosi
r aquila dì Moravia scaccata dì bianco
e rosso . E 62. La Ca da Mosto io Ve-
nezia ha il cane scaccato a rete azzurro •
d* oro .
SCACCHIARE . Morire j modo basso.
Lai. abire ad plures . Gr. SvyjflXerv ,
a7to3v/;ff/Etv . Cecch. Spir. 1. i. Cre-
dendo io eh' egli scacchiasse. M'appiccai
al peggiore. Losc. Pinz. i. 6. Ma tener»
segreto ìl maritaggio tanto, che mio pa-
dre scacchi ^ JSert. Giamp. 84. E cosi
in burla in burla scaccbiale, e Tacciate
piagnere il mondo davvero. (C)
^- g. Scacchiare . Term. degli Agri-
coltori . Levare tutti i nuovi capi d' un
magliuolo seni' uve , a riserva di quilh
x3o
io34
S e A
venuto dall' occhio lasciato su aito vicino
all' estremi tàj e dtcrsi anche Sbastarda-
SCACCHIERE, e SCACCHIERO. Quel-
la tivoln scaciata e qu<nlra, cioè compo-
sta di SfSS'Jiita'juafl'O f/nadrettì chiamati
scacciti , sopra la qu<ìU SÌ giuoca colle
figure dette scacciti. Lai. abacus, alveus,
atveolui Gr. oT/Sx^. * Qtt. C-m. In/. 12
s33- CoQOiciulo tlj alcuno che giucav;i a
scacchi , coD lo scacchiere in &u 'I cjpo
percosso fu niorto. (Cj /iocc. Introd. 56.
Qui è beilo e fresco stare, ed barri, ro
me voi vedete , e tavolieri e scacchieri .
G. /'. 7. 12. 3. Giucò ad un* ora a Ire
tcaccbieri co* migliori maestri di scacchi
ÌD Firenze , giucjndo eoa due a meatc ,
e col terzo a veduta; i due giuochi %ÌQ-
M , e il terio fece uvola . Dtse. Cale,
t6. Poi cominci.iuo a venire gì' lonanzi
più giovani, presi per mano di maniera,
che a ^oisa di scaccbiero nella prima
copia j man dritta sjrU l'iDDauzi bianco»
nella seconda verr^ il rosso , e così nella
terza il bianco.
g. Per simiUt. Fir. Trin. 4- I- Non
Tonc'però entrare in luogo, che '1 Sole
mi facesse lo scacchiere ( cioè , in pri*
gioDe ).
SCACCIAGIONE . io scacciare. Lat.
expuliio, e.ractio.Cr e'^eXa-ìt^.s^w'jri?»;.
Cuid. G. Per la scjccijgione di Pelco, suo
■ volo paternale.
SCACCIAMENTO, lo scacciare. Lat.
expuhio^ exilium. Gr. è^Ax^i; , elo^t-
ojuo;. G. y.^. 19.5. Lui fio dolente mente
pigliaodo ce, in Soavia colla scrocchia in
iscacciamento tiKindò (cioè > in esilio). E
12. 111. 6- Tale fu la fine del Duca di
Durazzo , la presura degli altri Reali , e
scact'ìjmento dì loro donne . Coli. SS.
Pad. Nello scacciamento loro sono poste
sanza dilcrminato numero. |
*SCACCIANTE- Che scaccia. Espul-
sivo. Gal. Cali z3S. Trova (il corpuscolo)
particelle di acqua più piccole, e di resi-
stenza minore all' esser mosse e scacciate,
che nou è la forza sua propria premente
e scActiante, ond* e*>i luffa , e ne muove
quella porzione «e. (NS)
* §. Per rnetnf. Cic Tusc- 112 Per-
che i moti lurbolcnli , e le fatiche degli
animi incitale, e per lo inconsiderato im-
pelo inoalzalu scaccìjuti ogni ragion»; non
lasciano parie alcuna d<;l1a vita beata. (C)
*\ * SCACCIAPENSIERI. Strumento
da fanciulli, che si suona applicandolo Jra
le lebbra , e percotendo la linguetta , o
firilli-tto , che molleggiando rende mono .
Magai. Lett. scient. pag. 80. N«n solo
noD piglierò m;ii una tromba marina per
UDO scacciapensieri , ma ne un* arpa per
un liuto, ec. liellin. fìucch. 50- Chi so-
nare udì mai bestia, o persona DÌ con-
trappunto lo scacciapensieri? F. Ij)2. V*è
chi sta cantando Snr un ruscello airum-
hra degli alteri ce. , Chi sta sonando Io
scacciapensieri. (A)
* §■ Stacciapensieri, dicesi anche di
Cosa che diverta, e svaghi. Lasc. Jìim.
3. 38. La caccia è proprio uno searcia-
pensif ri : Che l'aria, i bo%chÌ , i monti,
• la sfogata Pianura ce. molto svagando
vjDuo Gli afUitli e pensierosi animi urna-
ni. (C)
SCACCIARE. Discacciare. Lat. expel-
lerc, fiepelUie, repellere Gr. KX^c^)letv,
i^aACiv, fìocc. nov. I. 3- Tale dinanzi olla
sua maestà facciamo proccuratore. che da
quella con eterno esilio è scaccialo PeU .
son» 37. Per cuusiglio di lui, Donna, m*
avete Scaccialo del mio di>1rc alhergo fo-
ra, lì 145* Amor mi sprona in un tempo,
<d aQVena ec, Gradisce e sdegna, a sé mi
ehiima e scaccia E 2^3. Sracci.iudo dcl>
l'oiruru e grave core Culli ffontc serena
S C A
i pensier trilli. Boez. Varch- 3. pros. 3-
Gli uomini facultosi hjono onde postano
Sdziar la fame, onde trarsi la sete, onde
srarciare il freddo . Soder. Colt- 66. Le
nebUie cbc vengono alcuna volta sopra ,
e tra le vili , si scacciano col fummo , e
fiamma di pigliacela.
3 SCACCIATA. Scacciamento, Lat. ex-
puhio, eieciio Gr. E/,?»).!]'. e^w6>)7(«-
* §■ I. P'"^ siniiht. Dire uti scaC'
data, vale l'are una rivista con tolleci-
titdine. M Buon. l'ie'-. 2. i. i4' Data la
mia scacciata, io n* ho levati Multi che ,
disperati d* aver luogo , Tcneau le mani
a ciotola ... (Hi
* 3- "■ Scacciata. Term. de* Battìi >ri.
Cartapecora , in cui si mette C oro per
batterlo, (J)
* SCACCIATELLA. Dim. di Scaccia-
ta, fìaldov. Dr. (A)
SCACCIATO. Aild.dt Scaceiir€. Lai.
expulsus. Gr. e's&isOii';. Dani. inf. 28.
Questi, scacciato, il dubitar sommerse In
Cesare , ec. Petr, son. ^3. La scacciata
j parte , Da se slessa fuggendo , arriva in
{ parte Che fa vendetta, e il suo esilio gio-
condo, .ffocc. l'it, Dant. 222. Raccoglien-
dovi nondimeno dentro quelle poche reli-
quie, che vi si trovarono, de* discendenti
degli antichi scacciati.
t SCACCIATORE. Fer6«/.ma*c. CAr,
o Chi \caccia. Lat. expultor, depuhor.Gt.
e).aT/;'j, eiw'/.ms- Bo'-t. Varch. ^ pros.
6 Chi altri il cooservjdore dc'heni, e lu
scaccijlore de' mali , che il rettore e medi-
cature delle menti Dio?
* SCACCIATRICE . Femm. di Scac-
ciatore . Palm, ì'tt. Civ. 19. Filosofia
h ec . guida degli uomini , maestra della
virtù, scacciatrìce de'vizii, amica del hen
vivere, ec. (//) Segn. Rett, Arisi, ri. ha
cosa acerba y e crudele e differente da quel-
la che ci fa misericordiosi, ed è scaccia*
irice d'essa misericordia. (FP)
SCACCO. Uno >U ijiie' fjuadrrtti che
per lo più ,«/ vedono dipinti l'uno atcanto
all' altro nelle insegne , nelle divise , e
negli scacchieri , con differenti colori .
Lat. ti'stera, tetsella. Gr. 2/<^ii;//aTC5V.
Dant. Par, 28. Il numero loro Più che
'I doppiar degli scacchi s'immilla. G. V.
10> 38. 2. Fccclo armare a cavallo co-
vertalo, e lundiere a modo di Duca col
campo ad oro, e attraverso una banda a
scacchi pendenti azzurri e argento, siccome
1* arme {iroprìa al tutto con delti scacchi
del Ducato di Baviera . Pera Ori. 2.
23. 19. Con la bandiera a scacchi neri e
, bianchi Di Normjndia Rìccardu accanto
gli era.
§ I . Scacchi, nel numero del più, pren-
donsi pili comunemente per lo Giuoco, che
si Ja sullo .scacchiere , e per le Piccole
figure 'li esso 'giuoco, fatte per lo più di
legno , rnppresentanti pia cose diverse ,
divise in drtm parti, sedici per parte , V
una d' un colore , e /' altra d' un altro
Lat. latrunculiy *scacchia, G., f . 7. 12.
3. Giucò ad un* ora a tre scacchieri cu'
migliori maestri di scacchi in Firenze ,
giucaodo con due a mente, e col terzo a
veduta: i due giuochi \inse , e il teno
fece tavola. Dm. Camp. 3> i)0 Un gior-
no giocando a scacchi , due gio\ani de*
Donati con altri loro compagni vennono
a lui da casa stia , e fcdironlo di molte
ferite. Bocc. g. 6* p 3- Chi andò a dor-
mire, e chi a giurare a scacchi, e chi a
tavole. E g. 6. /. 2. Io diro dclli re di
s'cacchi, Iroppo più cari, che Ìo non so*
no. 3taestru:t a. II. 6. L peccalo nel
canto, e stomienti de* secolari, e nel giuo-
co degli isCBcchi? Cr. 5. 3^*. I Del suo
legno (del bosso) sì fa ottimi pettini, r
cucchiai, e manichi di culleinni . e srac-
chi , u lavolrllo.
S C A
§■ II. Scacco malto, che anthe si die*:
Siacfomatto , tt-rm. del Giuoco di scac-
chi j etti è Quando si vince il giuoco, chiù-
di-ndo l' andata al re. Lat. calculus ina -
tut . Filoc 6. 86. Per dare scaccomatlo
al re ec. mosse il tuo rocco . Frane.
Sacch. nov. ig^ Itt. Uno piovano glu-
cando a scacchi ee. suona a martello »
per mnstrare a chi trae come ha dato
scaccomatto .
g. III. Avere, Ricevere, 0 Dai^ scac-
co, o lo scacco , 0 scacco malto , per si-
militiidine vafliono Levare, o Esser levato
di posto; e Jì'urat. Avere ^ Ricevere, o
C't'^t'.^nare rovina, danno, o perdita. Lai.
perniciem, iti damnum aberri. Or. ^ij-
20- 26. Infra la virtù e 1' atto Molli ci
hanno scaccomalto. Cavale. Discipl. spir.
Scaccomatlo rircvoo coloro, a' qaali pa-
rendo loro aver fatte molte buone opere»
e non guardando che con poca, ovvero
nulla carità l'hanno fatte, truovacsi alt*
ultimo periodo. Tac. Dav. Ann. 4 92.
Accuuvanlo Latrio Secondo , e Pinario
Natta , lance di Sciano : qoesli g'i dava
lo ÌC2CC0. E Stor, 3. 3ia. Quando quelli
che speculano i cuori de* principi veggoa
Vilcllio tinto bene, da poter dare a Bleso
lo scacco, oc lascian la cur^ a L. Vileltia
(il testo lat, ho! posse Blasom perrerli)*
Buon, Fier. \, 1. 2- O abhia scacco, o
muli sede un nonne. E 3. X. 9. Io ti la-
sciava far, per darti pei Scaccomatlo 'a
sull'opra in qualche modo. Jilatm. t. 36.
Destino muover guerra a Bertinella, Che
a lei gii dato atea lo scaccomatto.
§. IV. J'tdere il sole a scacchi , in
proverbio vale Essere ia prigione* MaOn.
t>. i)3. Operando io maniera , eh* egli
insjcrhi Io luogo, ove si vede il tote a
scacrhi.
* SCACCOLO . Brano , Pezzuola .
Pallav. Siil. 5. 34- Basterà qoi abboz-
zare in picciolo ed in iscorcìo sopra uno
scaccolo di carta quello che se si dipin-
gesse di ^usta misnra. ed in prospetti-
va occuperebbe una grao facciata di
muro (Cj
* SCACCOROCCO. Così dicesi nel
giuoco degli scacchi Lo scacco dato al
rocco. Jlforg. 12. 4*- Che wlea dare a
tulli scaccorocco. f.\j
8CACIATO. Add. Diciamo ccmmne-
mente Rimanere scattato, e vate Rimit-
nere eicluto da ciò che altri si credeva
ottenere infullibilmente. Lat. spe/rustari^
re, qiiam tjuis spe detorn-rrat, excìdere.
Gr. aTorv//aysiv Tr,^ e/:n'05;. Varch.
ErCot. 5^. Quando chicchessia ha violo
la pruova. cìlk; sgaraio un altro, e fatto-
Io rimanere o om danno, o con vergo-
gna, dicono a Firenze : il tale è rimaso
ec. smaccato, o scaciato. Malrm 4* ^-
Ma pcrrhi.- dietro al masso era fuggila.
Il ribalda riman quivi selcialo. E X|.
IO Cosi scaciata atlassera la cresta. Io
veder che de' suoi non campa teita-
SCADENTE. Che seade.\.*X,iaferior,
dcterior, minor, Gr. cvOf t'aT(,:o(. Tm£.
Dav Ann. 2 ^9. D' ogni sorta arnesi,
che porgerà cuscuna naiiune . nieni«
scadenti da' qoe' che oggi la viulront
de* Parti, o la Romana grandena ri-
scuote.
•f SCADERE. Declinare, ì'enirt tn
peggiore stato, Lat decrescere, imminui^
I/i peiut lahi, sublmhi , retro rtfirri.
Gr. iÀaTToiÌ5&«e, x/iut^JvC9&ai. Liw.
Pec. 3. Tanto e cresmiia la sua gran-
desta, rhe non puoie più durare, e gi^
comincia ad iscadere, / arch. Esxol. yo-
Dar giù ec. in Firenze si dice non solo
de' mercatanti, quando hanno tratto am-
baui io fondo, cior quando sono fallili ,
• di quelli citladiai o graliluemini . 1
5 G A
quali, come si dice ìa Vinegìa, tono sra-
iiuli, cioè baoDO perduto il credito orU*
uoiversule; ma ec Car. Itti. 2. 8i). Non
avt'te a pt-risaro che ec. possiate esser
punto scaduto dall' opinioDe rbe di voi
avete Usciata appresso di me.
§ I. Pt-r Occorrerv, Accadere. Din,
Comp. I. 6. Era prima sradula una dif-
ferenza tra lui, e i Sauesi per un suo ca-
stello gli avean tollo. * Pttr. Uonu HI.
5. Essendo Questore in Ispagua , scadde
che, capitato a Gadi, vide nel tempio di
Ercole una im.igine d* Alessandro Mjgno.
K 46- E questo lece , per cessare molti
perìcoli che nel matrimonio sradev.uio. (ì'}
* §. II- Per Aver occasione, oppotlu-
nìtà. Car. leti. 3. 55. Kmmi p.irso far-
lovi intendere , perchè se vi scadesse dì
farvi altro, passiate. E appresso : Racco-
niandalemi a M. Lorenzo ec, e agli al-
tjì, secondo che vi scade. (C)
§. III. Scadere^ per Ricadere, o ì'enir
per via d' eredità. Lai- lese venire , de-
*folvit cadere. Bocc. noe. i8- 33. Di tulio
ciò, che a lei per eredita scaduto era , il
fece signore. G. V, 7. 70. 3. Egli si
parta di sua terra, la quale gli scadde per
retaggio di sua mogliera. DtUam. \. j6.
Duo 6glÌuoli ebbe, e 1' ud fu Numitorc ,
Amulu l'ultro; ed al primo scadrà La
signoria, perocch* era Ìl maggiore.
* §. IV. Per Provenire, Derivare.
Dittarti. 4- t5. Di qui ci mena in Pie-
cardia la strada ce. Da Piceo Castro
par che *1 nome scada. (B)
§. V. Scadere, sì dice anche de /l' Es-
sere scarse le monete.
* §. VI. Scadere, tì/ora vale Essere
inferiore. Tao. Dav. Ann. hb. 2. Post.
Il primo grado di dìgntt'i avevano i se-
natori ; ìl secondo ì cavalieri ron)3ni ; e
questi quando risplendevaoo per viriù, o
riccheaza, entravano io senato, rendevano
il voto, e poco scadevano da'senatorì (BrJ
S- VII. Per Passare , J'enir meno.
Sa/vin. Pros. Tese. j. cj6. Kcn avendo
voi mai fatto Gne di beDtficaimi, non è
scaduta, ne scorsa l'ora del ringraziamento.
SCADIilENTO. Lo scadere. Lai. de-
cremenlnm, imminutio Gr. £X«T7W:(:,
fltiùicti G. l'. 9. 2lj5. I. La citlà non
era in bisogno, nù* in ìjigidimento, che bi-
sognasse ribandiro i mafatlori.
SCADUTO. JJJ. da Scad.re. Li*t de-
pressus, iacens, afnectus. Gr. t£t«— ìt-
y&)/iSVO{. Lab. 3o8. Parli egli cesi e.isc-
re da nulla? se'iu così pusillunìmo , cosi
scadalo? C. V. fi. 67. 2, E più altre ca-
se e schialte dì popolari, e grandi scaduti.
Dictr. Div. Questo è v ero, che ìl re Dio-
taro la lua famiglia scaduta, e vile di le-
oebre trasse. Cani. C"rn. 277. Ma quan-
do son maggiori, e snn scaduti, Con qual-
che mela il gusto lor rendiamo.
# §. l.Per Infelice, Disgraziato. Cor.
Voiff» Omei S. Greg, Perciocché né le
medesime cagioni, né li medesimi appc-
tili sono della femmina, e del masrbìo ec.
degriracondi e de* mansueti, de'forlunati,
e degli scaduti. (TC)
K * §• li. Per Malcondotlo di salute.
Car. tett. intd. 2. 1^0. Ma inlìn qui
Ita gagliardo, e non so perchè se lo fac-
cino così estenuato e cosi scaduto, come
scrìvono. (C)
\ SCAFA. Specie di naviglio piccolo
pel servizio di un bnsiiniento maggiore.
L»i. scapha. Gr. exc/ifti. Cuid. G. Colle
scafe loro con sicuri passi scendono in
terra. I.ib. Op div. Quivi per la gran
terope^tade aipeoa potcroo campar la sca-
fa, l'efn:. Ancora de'portare scafi- d'un
solo albero, cavate eoo funi molto lunghe.
Ciriff. Caìv. ^ 122 Burchi, maranj, sra-
fe e palandree Grosse e sottil, carovane,
tf calce.
S C A
* SCAFAlUOLO. Tetm. di Mann.
Colui cìic f:uida la sc^fa col remo Segn*
Venietr. Fat. ■^6. Dennsi f..bbiicar parile
ec, faccendole derivare dalle parole di
prima, come scaf-iiuolo, colui cbe col re-
mo guida la scafa. (C)
•f SCAFFALE. Strun.enio per lo più
dt legno, che lii varie Cipaciliì, e sparti-
menti, nc'quali si pongono scritture, o
libri, detti) altriweatt Scansia. Lat. plu-
tcus, scrimunì, locu/amentuni. Buon. Tier,
2. 4 18. Osservai bene Sovra certi scaf-
fali, Diversi dì natura, e anche d'arie ,
Bizzarre stravaganze. /:,' 3- 2. g. Ed io
mi vo aggirando C:on questo mio carretto,
che vedete, Fatto a sraOali, e pien dì va-
nì libri. Ma/m. 8. 24- Uno scaffale v' e
di libri varìi, Ch* eran la libreria di Si-
mon mago.
SCAFFARE. Termine del giuoco di
Sbatagiio, e di Sbaraglino, e vale Farla
di Coffa pari j contrario di Caffare .
§. Per Traboccare, Cadere. Morf^. 22.
iSl. E quasi di cader la messe in forse •
Pur si sostenne, e d* arcion non iscaffa,
•f * SCAFIGLIO, 0 SCAFILO. Sor-
ta di misura aulica di forano. Borgìi. /"e
se. Eior. 65i. La composizione sì fece
per lo più a scafigli di grano, voce a me
nuova , e i|ual non saprei iuduvinare a
quale oggi di queste nostre misure si ri-
spondesse ; né si maravigli alcuno , che
questa misura o nome uun sì ritruovi ,
poiché non si rilruova anche interamen-
te quel dello staio, (Ì'J
f SCAFO. In Urniine di Matineriae
il Corpo d'un vascello senza armamen-
to di veruna sorta, l Murinai il dicono
anche Guscio.
* SCAFOIDE. Jl terzo delle sette
ossa del tarso. Imperf. Anat, l83. Il
terzo ( OS.SQ del tarso) e l'osso navicu-
lare, ovvt'ro srafoìde er. (F)
SCAGGIALE. /'. A. Scheggiale, Cin-
tuia. Lat, cinguluni. Gr, ^6J5T>o'p Bocc,
nov. 72. Q. Io ricoglierò dall'usuraio la
gonnella mia del perso , e lo scaggiale
dai dì delle feste, G. l\ IO. l5^. 2.
r»è poter penare più di due anella in
dito, ne nullo scaggiaie , ne cintura di
più di dodici spranfjhe d'argento. Tav.
Bit. Io ve ne menerei lo scaggiaie del-
la Reina incontro a quello di mia dama.
E altrove: Era lo corno d'ariento tuito
fornito a ver^hctte d'oro, e lo scaggiaie,
là ove gli era appiccato lo corno, sì era
luUo d'oro
3 SCAGIONARE. Scolpare, Scusare j
contrario d'Accagionare. Lat. purgare,
excusare, Gr. a::oio'/£raSrai, Dant. Jnf
32. Sappi ch* i' fui il Camìclon de'
Pazzi. E aspello Carlin, che mi scagio-
ni. Fatch. Slor. II. l^\8 Quella (ca-
gione) che s'allegava in difesa del si-
gnor Marziii ec, nonio scagiona , né gli
toglie la macchia dell* infamia-
V §. ^ in signific. neutr. pass, vale
Scolpai si. "Liv. M. Lamentandosi de*
Romani, e scagionandosi di ciò che ì
Romani apponevan loro « . (N)
•f SCAGLIA. Chiamnnsi scaglie Quel-
le piastre tte dure, per lo pia lisce e tra-
sparenti, -le quali quasi a modo di em-
brici , coprono la pelle della più pane dei
rettili, e dei pesci. Lat. .iquamac. Gr.
t'x-u^.««> yoii';- Dant. Inf. 29-
traevan giù 1' unghie la scabbia
coltel di scardova le scaglie.
§. I. Scaglia, per similil G. V-
7. Sono con sottili briglie, senza
e povera sella d* una bardella, con picco-
le scaglie incamutaia- Sodrr Colt. io3.
Attaccale lame di piombo, o di rame al
fondo del cocchiume, lunghe e larghe tre
dita, e poste che tocchino il vino , se
resteranno asciutte e pure, è segno dì du-
S C A
103:^
rare; se Lagnate, il conlrarìo; e massimo-
niente se averanno le scaglie falle a »o-
niiglianzd di biacca
3 ^^ 11. Sia-ili,i ,diiiamo anche a Quel
piccolo pezzuola che 4i lirva da' marmi
o da altre
pu-t,.
in lavorando collo
E si
, Come
8.37.
freno.
scarpello. Lai as.udae. Gr. oxtvJa^/jtot'.
Tiati Umil Di pietre e di scaglie 10
egli succiare l'olio, o i\ mde.
* g. III. F. figuratam. <. Jr. Fur.
3. 4. Levando inlanlo queste prime rudi
Scaglie n' andrò con lo scarp. Ilo inci-
to ». (B)
^' § IV. Scaglia , per TeHug^ine ,
Fav Fs. i3, T. B. Un* .igugli.i volava
lungo il mare, perché volca di.'*pcsci; sic-
ché trovò una scaglia Siina. Quando l'agu-
glìa l'ebbe trovata, brigavasi di romperla,
e non polca; p- r<ic< bé il pesce iscaglia sì
e molto duro a rompere. (P)
§. V. Scaglia, per Fromba colla qua-
le si tirano i sassi. l.at. funda. Gr. opev-
oo-jT.. Buon. Fier, 2. i. i5. Archi e ba-
lestre quello, e quello ha scaglie.
g. VI. Scaglia dc'mtialli. Lat. squa-
ma. Bici ti. Fior, 62. La scaglia de' me-
talli, chiamala da'Lalinì stjunmma, è quel-
la che casca da'metaili quando cui mar-
tello si percuoion'i mcnlre sono affocati.
Casca b scaglia solamente dal rame e dal
ferro e dall' acciaio, quando si spegne nel-
l'acqua per temperarlo, o peraltro. ^ F.
Fili. J it. Bvcc, 8. Come dalla materia
del boglienlc ferro dalle martella fabbrili
balluta sogliono scintillare alcune scaglie
affocate. (FP)
^- §. VII. Scaglia di ferro. Una certa
superfìcie del fero, che insieme con una
ruggine, la quale .si trova al/e cave di
esso ferro, serve per far colore da velif
re le finestre, 0 vetriate di vetri colorati.
Baldin. ice. Dis. (B)
^ SCAGLIABILE. Jdd. Che si può
scagliare. Atto a lanciarsi , Laudabile ■
Bellin. Lett. follisn. Ella sa eh' erano
in uso ì dardi scagliabìli. (A) ,
SCAGLIAMEM'O. Lo scagliare. Lat.
iactus. Gal. Sist. l83.' La confuluzìooa
del quale consiste nella demolizion delle
fabbriche, e nello scaglianiento delle pie-
tre. E 2o5. Quanto poi allo scioglimento
dfir ultima instanza, presa dallo scaglia-
mento della vertigine diurna ec* , basta-
va er,
SCAGLIARE. Levar le scaglie n'pesci.
Lat. desquamare, Gr, s'/isTit^stv.
g. \, Scagliare, per Tirare, Lanciare,
Gettar via. Lai prciìcerr, escutere. Gr.
/.ùLTV.zftTZTifK s/^a'D-Eiv. Disc. Cale,
zi. Sopra lutto si guardi dal fallo , il
quale si commette ogni volta chela palla
si fj di posta passar lo sleccato della fos-
sa, ed ogni volta eh' ella è scagliala Ar.
Fur. 2p. 6. E poi ch'una e due volte
raggirollo. Da sé per forza inverso '1 mar
lo sraglìa. Bern. Oil. 2 3. 28. Se pel
ciuffetlo, vecchiaccio, ti piglio, Cbe qui
ci tieni, e non ci lasci andare. Ti scaglìe-
rò di là da Francia un miglio, E la vet-
tura li farò avanzare. Calat. 79. Né le
mani si vogliano tenere spenzelate , né
scagliar le braccia , né gittarle , sicché
paia cbe l'uomo semini le biade nel cam-
po (cioè, agitarle, vibrarle) .
§- II. Ef^uratam. Tnc. Daf. Ann, 2.
53. Plaociua insolentisce , scaglia via il
bruno per la sorella , ammantasi drappi
gai (il testo lat, ha : lucium amissae sn-
roris laelo cultu muiavii ) E Vit. Àgr.
3pi- Le Germanie aver pure scagliato via
si'mil giogo, ec, (qui vale scosso; il testo
lat ha eifussisse ).
g. III. Scagliare, per Dire d' aver ve-
duto, udito, o fatto co.(e non vere, ne ve-
risimili.l.iìt,vana fund:tare. Gr. /i«TaiO-
X:y;tv. Farch, Frcoì. S^. Quando al-
lo36
S C A
•ODO in faTellanJo dice cose grandi, im-
possìliili, o non veriiimiU , e in somma
quellfi cose che si chiamano, non bugiaz-
■c, o buRie, ma bugioni , se fa ciò scoia
«attivo fine, s* usa dire: egli lancia, o
scaglia, o jbaleslra, T<ic. Dav. Ann 6.
IIQ. Tiberi'i scagliò di lei cose bruttissi*
me ( it Usti he. ha: fijedisjirais crimi-
oatoribus rxarsit ).
§. IV. Sciffjiiar fé parole al vento, va-
ie Parlare inconsideraliincnte , o iantil-
mente. Lai. verba effatite. Gr y>j«/?»rv.
Mor-fj. 27. 78 Tutti degni auto'* moder-
ni e piaui. Che nuD iscagliaa It parole
al vcDtn,
g. V. Sra^fiarf, nfutr. piss, vale Sbat-
tersi^ IJibaHersi. Apuani. Lat. concuti ,
ComffiOien. C,t. Si'A7v: -^TTttìsrm, JiO/i-
VEiiOai. Tac. I)av Jnn. 235. Nerone,
Marcello t.ili co*c dicendo, si scagliava con
*oce, volto, orchi, minacce, iotuocalo. Circ.
Geli. 6. 1^5. Per fuggire il dolore del
male, ••gli si scaglia |mt lo letto,
g Vi. Scapitarsi atithsso nd alcuno,
vale Avt't'nlirifg/i , G'tUrsegh addosso.
hit. l'I atìffn^rn invoim't aggredì. Gr.
acffpailfiv ìi; riva'. Mf^rg »5. 35 Or-
lando allor se gli scagliava addoiso. * T'ir.
En. 2. 667. A si fero spettacolo C-rebo
Infurialo, e di morir disposto ec. A quella
Kchicra sraglio^ii in mezzo, (FP)
* g. VII. Scig^iarsi coatra alcuno, ta-
lora vale Inveire , Fare invettiva. Salv.
Avveri. I 2 *>- Non pos^iam noi avverti-
re come da Tullio si scriva a Pompeo ec ,
come si rompa, come si scagli coalra di
Catilina ? (l)
3^ g. Vili. Scasli^re,in senso neulr. paxs.
vale iscappar via, Scuizzire , Potiz.canz.
Alcuna 6ala iscaglia Da me, non per fug-
gire, Ma per farmi languire, E poi ritor-
na, (nr)
§. IX. Scagliarsi, fi^nratam. dicia-
mo dfll* Impegnarsi oltre al convenevole
ad alcuna cosa . o di Chi volendo appari-
re d' offerirli gran cose, V offerisce poco,
0 nulla. Salv, Granch. X. 2. lo ti pro-
metto. Come prima i' avrò questi <!anari,
Di darti senza manco fino in quattro Du-
cati. F, Si, tone ben pochi, guarda Pur
di non ti .scagliare.
SCAGLIATO. Add da Scagliare.Vn.
eiacnlalus. Gal. Sist, 189. Io non ho dub-
bio alcuno , che supposto quello che non
è ec, cioù che I' iurlinazione di quei cor-
pi gravi fusse di andare al centro di quel-
la ruota , e* non verrebbero estrusi , ne
trsgliati. E appresso : Perchè non voglio
negare che ì sassi vengano scagliati.
* SCAGLIATOKK . l'erhal. wmrc
Che, 0 Chi scaglia. Che (ancin. Lancia-
tore. Bellin. Disc, l- 29. 1 frombolatori,
e gli scagliatori de* sassi a mano pur per
ccolinaia di passi scagliano i sassi toro. (C)
SCAGLIETTA. Dim. di Scaglia. Lai.
squamala, Gr. isrtc'oiov- Art. Veir. JS'er.
5. 74« Sopra alle polveri metti scagliette,
e peizctti piccoli di cristallo. Benv. Celi,
Ore/ 70. Massimamente che n'I tempe-
rarle gettano una scaglietta, la quale gna-
stercbbe il lavoro, so non vi si ponesse
gran cura.
t * SCAGLIOLA . Piccola scaglia .
Magai. Lett. /ani. 1. 21- Un» di quelle
scagliole d' agata, nella quale fosse rima-
sta spiccata di netto una di quelle mac-
chio da voi tanto ilimato. (A)
* SCAGLIONCINO. Piccolo scaglione,
Jtaldin. Voc. lìis. (A)
SCAGLIONE. Grado , Scalino. Lai.
gradiis. Gr. avajSaS^ov. fìant. Purg.
g. L'a no venimmo , e lo scaglion pri-
maio Bianco marmo era. E 12- Gì^ mon-
tavam su pi^r gli scaglion santi. Liv. Jtf.
Egli cadn giù per gli scaglioni. KrAnr.tS'nrrA.
nov. l5i« Quante volte il di hai salito e
S C k
sceso la scala (uà ? ec. Or mi di*, quanti
scaglioni ha ella 7
5 I Figuratam. Frane. Snceh. rim.
58 Che per altrui non scenda lai scaglio-
ne. Sen. Rea. Varch. 3, 3o L' essere
nato e il primo grado, e scaglione a tutte
le cose ; mj non è gi*a il maggiore di lui-
te, sebbene è il primo-
•f et- II E Si aghoni, chiamanti anche
1 tjnattro denti canini del cavallo, i quali
sporgono uni per mascella, e uno per ia-
to, in quello spazio che è tra gfi inciti-
vi, e i masiellart. Cr, g I, 3. Appresso
hanno gli scaglioni , e appresso a questi
hanno gli mascellari, e può esser che certi
cavalli n'hanno più, e allora i denti son
duppii.
^ g. III. Scaglione, dicesi Una specie
di pesce d' acqua dolce. Ar. Fur. Quale
o lr«ta , o scaglion va giù pel &ume-{A)
SCAGLIOSO. Add the ha scaglia.
Lat. squimosiit. Gr. XsTi^WT^';. Ar,
Fur, 16. 21. Quando fu noto il Saracino
atroce All'armi strane, e alla scaglio»
pelle , ec. Morg. 5. Bf). La lingua tutta
scagliosa e le canncj Un occhio avca nel
petto a mpzzo il torso. Ch'era di fuoco,
e largo ben duo spanne.
*t * ^* Siaahoso, vale anche Che si
scagli I. lìaldin. Voc. Dis. in EMBRICI.
Le lastre di piflre scagliose de* Genovesi,
e d'alcuni luoghi della Toscana, non ar-
rivano ec (A)
SCAGLIUOLA. e SCAGLIUOLO.^;»?-
zie di Pietro tenera simile al talco, ni-
trimenti ditta Specchio d' asino , della
quale si fa il gesso da doratori, ed an-
che Una composizione, 0 matura con cui
si ricu-^prono le tavole, o simili. Lai.
lapis specularis, alumcn Kcaliolae. M. Al-
dohr. Recipe radici di ginestra , allume
scagliuolo, e galle. Riceti. Fior. 1^. I
faltizii (allumi) ancora sono molti , cioè
lo scagliuolo fatto della pielra speculare ,
che è piuttosto gpsso, che allume.
g. I. £■ Sc-igltuohi , Spezie di grami-
gna, che fa la spiga in cui si racchiude
il seme, dello parimente Scngltuola , del
quale si nutrisrono ie passere di Canaria.
Lai. phalaris. Gr. oy.Xv-pi^.
g. II. Scaglinola, i anche dim, di Sca-
glia, Lat. squamuln, scnndulae . S-igg.
nat. esp, 172. Mentre in esso pareva che
fossero mosse in gr.in copia scaglinole di
talco 50lti!issim.imfnlc sminuzzato.
•f SCAGNARDO. / ree poco usata
Add. Aggiunto dato a'trui per villania,
Morg, 27. qo, E non pareva ni* sorda,
né cieca Certo quel di quella vecchia
scagnarda. Lor. Med. canz, 5p 5. L'ha
ancora un' altra cosa. Ch' cU' è ghiotta
ed è bugiarda Questa vecchia brodolosa ,
E una falsa scagnarda.
SCALA. Strumento per salire, compo-
sto di scaglioni, o di gradi : uhuna è sta-
bile, che è di pietra, o di leiino; alcuna
portatile , che e di legno, e chiamasi «
piuoli, 0 veramente di ccrda, o di seta.
Lat. scala. Gr. y^ifiv.^. D-mt, inj. 34-
E questi, che ne f»? scala col pelo. Filt'b
ancora, siccom'era prima. ììut. ivi : Cioè
Lucifero, al cui pelo attenendomi , io di-
scesi, e così feci scala al mio discendere.
Dani. Par. io Che ti conduce su per
quella scala. /* 17- E com'è duro calle
Lo scendere e '1 salir per I' altrui scale
/iocc. uov. 4V p- Coir aiuto d*una scala
salj sopra un muro. E nov. 65 l5. Per-
ciò serrerai ben l'asrio da via , e quello
da mezza scala Frane. ,Sacch. nov. -y
Giugnendo costui dove era il signore, tro-
vò che era in su una scala per salire a
cavallo (qui lo slesso che montatoio) .
Diti. S Grrg, I. 5* Costaoltno slava sur
una scala a pinoli ad accendere le lam
pane della chiesa- Smlv. Granch, ^. 1 E'
S C A
mi sar^ agevole ec. a persuader loro Chfl
la cosa sia grave, essendoci iti Massima-
mente attorno scalamenti . Scale di seta,
Ijtrocìnii, ed iltre Simil cose. Morg. 18.
l3.'). E succbii d'ogni fatta, e grimaldel-
li, E scale, o vuoi di legno, o vuoi di
corde.
# §. I. Scala a chiocciola , o a luma^
ca, diceli Quella che rigirando sopra se
stetsi , si voice attorno a un cilindro, o
simili. V. CHIOCCIOLA. %. VU. (C)
* §. Il Sdì d fpia, diceii a (^uel'
la, che contlurrndo a un mritesimo piano
si divide in due I" accia conformi di gran-
dezza e di architetura Tass. Piai. Pad,
Fa-n. Vi si saliva per ona scala doppia ,
la quale era fu<>ri della porla, e dava due
salile assai comorfe per venticinque gradi
larghi e piacevoli ila ciascuna parte (D)
g. III. Scala, per similH, vale Ordine
di checchessia, che va'la gradatamente cre-
scendo, o seemand-}, S»g^, nal. esp. 9.
Vero è, che ei non entra nella medesi-
ma scala di proporzione. E II. Onde si
h.iranno prese s>-i palle a scala di oguali
differenze, cioè di gradi dieci in dieci.
•f g. IV. Onde Scala de'colori, si dice
il Dijradamento dr'colori dal più chiaro
al più scuro , procedendo tempre per It
più ùmili l'it Pift. ?k^. Quelli ( tre co-
lori ) non fanno diversità, se non neU es-
ser. V. g., il rosso, o il giallo più o meno
Fiieoo, restando p'TÒ nrlla medesima sca-
a dei rosso, o del giallo. Sah-iu. Pros.
Tote. I. 426. NclISsleua scala, per esem-
pio , del verde, o più pieno o più sbia-
dato, o, come i Latini dÌc«-ano , più an-
nac(|Uaio, o più satollo, o con allri colori
scherzevolmente mischiato, più e più gra-
di di verdi si trovano.
g. V. Scala , nrlle carte, o iihrl di
Geografia, e simili, s'intende Una deter-
minala misura quivi arrennata, corrispon-
dente a miglia, o leghe , 0 simili , per
comprender con essa la disianza de' luo-
ghi,
g. VI. Per meta/, si dice scala Tutto
quello che da una cosa ne conduce ad
un' altra Lat. gradus. Gr. ava^a&^ov.
Pelr. cnnz 48. IO Per le cose mortali.
Che son scala al Fattor, chi ben l'estima. •
Tac. Dnv fit.-^gr. 3Sg Tornato dal i^
carico drlla legione, il divino Vespasiano A
il ftce patrizio; indi il mandò a regger
la provincia di Aquilaoia, dignità di prin-
cipale splendore , e scala al destinatogli
consolato # Segr. Fior. Legnz. Frane.
Giudicanlo anche scala all' impresa di Na
poli, qu-indo si avesse a fare. (TC)
g. VII Sca^a^per Porle, termine ma^
nnaresco. Serd, Stor. 5. I;|6. La ciiti ,
che è la scala de* mercatanti, è posta do-
ve it golfo si rilira indentro, E 7. aSo.
Gi^ scala nobilissima, ed ora ec. frequen-
tala solamente da pochi negozianti.
g Vili. Onde Fare scala, t'ale Pig/iar
porto Lat. portiim capere, mppellere. Gr.
"ro^osur^iiv et; Xtfxtvx. Pera. Ori. 1
5. 5o*' La nave ad nn giardin va scala a
fare. Ar. Fur. p. <(3. Né scala in Inghil-
terra, nò in Irlanda Mai lasciò far. oè sul *
contrario lilo. Cecch, Mogi. 1. |. Toccò
(la n-ne } a Raugia, dove fatto scala, Gli
corsari venderon la fanciulla.
g. IX. Fare scala ad alcuna cosa, JS-
guralam. vale Guidare, Lai. ducere, rf#-
ducere Gr. efxyciv. Pui^n. Fier, 1. 5. l.
Noi vi farem la scala. Belle diavola no-
stre, al nostro allargo.
g. X. Scala franca, vale Franchigia,
Liherià d'andare, o stire. Patso Ithere
Jtfalm, 5. 33. Talché libero il passo •
scala (ranca Avrai, per dar effetto al tuo
disegno.
*f « SCALABRINO. Uomo scaltro,
scaltrito i detto da Calahrino , della Cm-
5 e A
MHm , che produce uomini ingegnosi^ td
meecrtt , Safyin» Fier. Buon. ^. i. 12.
Dice»! ScaUbrÌQo ud uomo scaltro , scaU
trito. (JJ
SCALACCIA . Pf^gtorat, di Scala,
Lasc. Orhs. 3. 3. Quella di su h uoa
mala scatarci.1 .
SCALAMATI . Nome di malatlia de'
cavala. Lflt. SCnl.imatus . Cr, g. 22. t
Del morbo scaljinati. e sua cura. Questa
infermila asciuga e disecca le 'oleriora
del cavjJLi , e macera il corpo , e 'l suo
sterro i* jiulire più rbc quel dell* uomo;
e ciò yli avvieav |ht lunga iiiagiczza ,
che procede per poco cibo a lui dato , e
por molla laiirj , la qua! riscalda e di-
secca le membra , in tanto che doq può
diveuiar grasso , uè far caruc , uè ancora
si cura di mangiare.
SCALAiMEMO. Lo scalare, 'Lti. sca-
iae appulsus , ttscensiis. Gr. avXjSaoiS.
òo/t*. Granch. ^. i. E' mi sarìi agevole
ce. a pcrsuadi-r loro Che la cosa sia gra-
re t est&endoo ni Massimamente allumo
scalameli, Scale iJi seta, latrorioii . ed
altre Similcoic 'A' Cromili e tt. 264. Ed a-
veudo il dello Papi bando per uiaiiGcio
da lui commesso personjlmeule, eia slato
a servire nel campo , e mi dello scala-
meulo era stato il primo a scalare in su
le mura, h' o/<preifO : Nel detto scala-
mentu m trovò Vieri Guadagni. (Cj
SCALAPPIARE. Usctr dd calappio.
Lai. fffiigere, Gr. éf/'y =u/EiV. Bant. Purg.
21. Ornai veggio la relè Che qui vi pi-
glia , e come si scalappia . liut. ivi : E
come si scalappia, cioè, e come si scioglie,
e spaccia d.i questa relè.
§ Per met.if. vale Uscir dalle insidie
nelle tjuaii l* uomo è incorso.
SCALARE. Salire^ Montare con iscale.
Lat. scalis admotis a<cvn</ere, .tcatit ag-
gredì . Gr. ava^at'*j-[v . 6V0/1. Morell.
290 Gli fece iscaUre di notte alla pri-
gione. E 2j)9. Vi sl<ritoDo più di, e sca-
larono il castello Salv. Spia. 4. 12. Un.
per mia fé, che scala la casa di Bernabò.
Citiff'. Calv. I. 23. Che si poteva Ascalona
scalare Da quellj parteche dod vede il mare.
SCALATA . Scalfimento . Lai. scnlae
nppulius. asiensiis Gr. «va'^Saci;. * Bel-
Itn. Dite. I. 196 Ed ecco che la vi è una
scalata a quella piazza, più là fulmina la
batteria, la va in aria un baluardo perchè
vola uoa mina . (C) lìart. Simh. Ub. 3.
pag. ')0\. Il suono delle trombe Romane,
che ad ora ad ora davano il segno della
scalata. (D)
§. Dar la scaìMa, ierm. militare^ che
vafe Salir sulla muraglia del lue-go asse-
diato o colte scale» 0 sulle rovine fatte dal-
la breccia. Lai. scalis aogressioncmfacere.
Gr, $t.d Twv a'vy.paSrpwv ifopfiùv.
SCALATO. Jdd. da Scalare. Lat. con-
scemus, inscensus. Buon. Fier. ^. 5. 3
Scalata una torre, S'avean ripreso libertà
comune.
* §. Scalato, per Bipartito, Diviso .
fardi. Stor. (lì)
t SCALATORE. T'crhal. mise. Che ,
o Chi sale j 0 monta con iscale . Tac,
Dav. ^nn. 2. 35. Gli scalatori dell' argi-
ne, come sotto muraglia , erano di sopra
percussaii duramente . Buon. Fier. 4- 2.
7 Mi sembraro scalatori Già già dover
entrar per le finestre.
SCALCAGNARE. Pestare, o Calcare
altrui il calcagno della scarpa, andando-
gli appresso. Lai. calcem calce premere,
Painff\ S. Del Vescovo la mula ti scal-
cagna .
SCALCAGNATO. Jdd, da Scalcagna-
re. Buon, Firr. [\. 5- 6. Chi colle scarpe
Va scalcagnato , e non può ire , e resta
Addietro, e grida (qui vale: Che ha per-
duti t caliagnt delle scarpe).
SCA
•f SCAtCARE. J'occ fuori d'uso Cai-
care. Lai. calcari', lonculcare. Gr.xara-
nv.re.iv. But. inj. ti. I Poi passamm' ol-
irà, scalcando l'anime de'golosi. F appres-
so : Per essere scalcati, sì risponde a loro
vilipensione .
SCALCHEGGIARE Tirar calci. Lai,
ca/iitrarc. Gr. iarrt^etv. Pallad. Marz.
27. Se lu cavalla scaU'heggiaue, o impaz-
zasse , aflalicfaisi un poco culle morse , e
starà cheta . Mor. S. Greg. Duro è sral-
cheggiarc centra lo sprone, l'it. SS, Pad.
1- 60- Asinelio, io furo che lu non iscal-
cheggerai; io li farò st;ire magro, non ti
pascerò d'orso, ma darotti della paglia.
3 §. I Per meinf. vale Contrastare ,
Pii-pug'iare. Lat obstaif , advet inri , re-
c-fcilrnre. Gr. £ vavTcoÙ303.t. F.--p, f an^.
Si fa per rcfretidre il corpo bcsli.ite, tbc
non iscabbeggi allo spìiito, e alla ragio-
ne, o e'si la per soddisfare, e correggere
il mal fatto. Cron. leti. Ii3. Sempre
sogliono, quando sono forti, scalcbeggiare
la Chiesa . Ftanc, Sntch. rim. t). Sicch'
ogni viJlanel te non scalcbeggt.
^ g. IL Per Mdltratlarv , Conculcare,
u Bocc. Lett. /'/-. S. ylp. 3o'-\ Debbonsi
cosi fasiidiosamcnte acalchrgjjiare i mino-
ri »? (Br)
SCALCHEr.I'A. VJrte, e Uficio dello
sca/co . Lat. architricltni offlctnm . Fr.
Giord. Fred. lì. Si era gran maestro nel-
la scabherij.
* SCALCIARE. Filar calci, Scal-
cheggiare. Silvia. j4rat. pr. Q quando 1'
un r altro co* pie ribaltane scalciando ,
gli scarichi con quattro, ed i cornuti con
due. Magli. Leti E addentando loro una
gamba, scalciate pur se sapete, non la-
sciava la presa (Jéj
SCALCINARE . Lei'nr la calcina da'
muri, guastando lo ''atonico. Lat. fedo-
rnim dernd,re. Frane. Sacch. nov. 5. Con
una lancia , cbe parea che avesse a fare
una sua vcndella, lulla la scalcinò.
V SCALC1^ATU . Add. da Scalcina
re j e dicesi propriamente di muro a, cu^
sia stata tolta via la Copertura ili calci-
na. Lise. Rim. 2. 253. Le mura per
dilello Son fesse e scalcinale pure assai.
Piene di ragoateli. e di vespai. (C)
SCALCO. Quegli che ordina il convt-
to y e mt tic in tavola la vitanda j e an-
che Quegli che la trincia. Lat arcliìtri-
clintts j stritctcr . Gr. vpy_KZLir.').vJO- .
Morg. 25. 28S. E d' ogni cosa che lo
scalco manda, £' faceva la parte sua re-
carsi . Jr. Fur, 33. 124. E con cenni
allo scalco poi comanda Che riponga la
mensa, e la vivanda. E sai. 2. Io non
ho multo gusto di vivande , Che scalco
6a ec. Bfd. Tip. 2. 27. Quindi tengo
forse per favola ec. , Cbe la vecchia Pa-
risatide, regina de' Persiani, potesse, co-
me lo scrivono , far avvelenar la sua
nuora dal trinciante, o dallo scalco. Buon.
Fier. 2. 4- *• ^^ come volentier farei da
scalco I
SCALDALETTO. Vtiso di rame, 0 si-
mi/e, in forma di padella, con coperchio
trajorato, dentro al quale si mette fuoco,
e con e.\so si scalda il lètto . Lai, ther-
niocUnium. Gr. &s^(zcz).i'vcov, Bern. rim.
I. 123. Ma non loglio pero questi sug-
gelli Per quel caldo d' amor cbe presto
presto Fan le fantesche con li scalda-
letti .
•f SCALDAMANE . Scria di giuoco
puerile , che si fa accordandosi più a
porre le mani a vicenda una sopra l'al-
tra , posata la prima sopra un piano , e
traendo di poi quella di sotto, posta so-
pra tulle le altre , battendo forte per ri-
scaldarsele. Malm, 2. 45. Faceva con gli
sposi a scaldamane.
SCALDAMENTO . Le scaldare . Lat.
SCA
1037
caìefactio, Gr. &e,o^uavct;. Zibald. Andr.
100. La seconda cosa si è lo scaldamen-
to, che egli si scalda e infiamma in quella
volontà.
* SCALDANTE. Che .scalda. S. Jgost.
C. D. l'l>. 12. cap. r^. Qual cosa è più ut^
le, che II fuoco s. fidante e cocente , posto
che ec. (I\S} * *^
SCALDARE. Indurre il caldo in ch,4-
Chessiaj e si usa nelC att. . nel ntutr. ,
enei neutr. pass. Lai. caUfacere . Qt.
;W«iV6tv. Dant. inf 29. ,„ .jji j^,
sedere a se app, ggut. , Come a scaldar
s appoggia tPgghia a tegghia. E Par 21
Le pule insieme ai cominciar del giorno
Si muovono a scaldar I- fredde piume
A 24. Wun scaldo ferro mai, né balle an-
cude Bocc. nov 77. 5l. Se il Sole ti
cum.ncia a scaldare, riardili del freddo
che tu a me facesti palire. Lab ,70.^0
che troi'po abbia il furno la fornaia scal-
dato re.. /?.. 3. 5. Se ne del.be gnar-
dare d acque salse e nitrose, pnciocch*
elle scaldano e seccano. <.- peggiorano il
cuv^o . Nov. ani 100. 2. Quando egli
era scaldato di vino, o di vivanda , ed
ella disse.
§. Per mel.f Lei. acc.ndcrt , u,flan,.
5"IJo I peno. E Pnrg. ,,. Al mio ar-
Jelb d„,na fiamma. E cpprc,,o : Or
può, U quanl.u.e Comprender dell'amo?
eh a le m.scalda Per son. 336. Non è si
duro cor che iagrimondo , Pregando,
amando, talor non si smova. Kè si fred-
do voler, che non si sralde. E son 3ii
INon e eh, faccia e paventosi , e Laidi ì
m.e, pens,er, ne chi gli agghiacci, e scal-
di • .^o^'. ani. Slan,,, a„t. (il. 2. Farà
bene quel giorno del lorneamenlo, e scal-
derass, d allegrezz., . E appresso: Il ca-
vahere ebbe il pregio deU" arme, scaldossi
a allegrezza ,
SCALDATO. Jdd da Scaldare. Lat.
calefaaus. Gr. ?S2./av;!i'; . £).,„,, J„J_
17. Ne quando Icaro misero le reni Senti
spennar per la scaldala cera. Sodcr. Colt.
81. Tu porrai dell' uva buona sopra i
gralicr, o asse ne! forno tanto scaldato ,
che ella rigonfi , e rigonfiala la caverai .
£■101. Per vielare ch'e'nou diventi ace-
lo piglia una dozzina di noci acciaccale;
e bene scaldale in un lorno , gettale ro-
ventate nella bolle, ec.
t SCALDATORE Jerhal. wasc. Ch„,
o Clu scalda. Lat cah-factor. Gr. ?jpu-
a>vw,, J<a;S|:^a,-vo,v . But. Purg 20.
1. Nascendo nella stalla delle bestie, e
dove la mangiatoia gli fu letto, e lo Lue
e 1 asino scaldatoricon lo loro fiato
SCiLDA VIVANDE. Vasello per io pia
traforato, dentro al quale s, mette fuoco
per tener calde le t-h-ande ne'piallellij e
rassene di p,,', fogge. Lat, focu/us, ienec.
Gr. icyxcK. * lasc. Cen. 3. nov. io.
Intanto comparsono, portali da' servitori,
tre grandissimi pialli di stagno sopra tre
scaldavivande, pieni di freschi, e bene ac-
conci tartufi. (J}J Pros. Fior. 6. igS.
Uno scaldale! lo pieno di diaccio, una "ge-
latina su lo scaldavivande, ec (*)
SCALEA . Oidini dt gradi avanti a
chiese , o altro edificio . Lat. scalarum
^radus. Gr. rà. à.iu.ZaXf-i G. y. 1. 5;.
5. Si fecero le scalee de' macigni giù per
la costa. Dant Par. 32. Queste sono il
muro , A che si parton le sacre scalee ,
Frane. Saccli. nov, 22 1. Partironsi, e fa-
rendo la via verso le scalee della Badia
di Firenze , giunti a quelle , dice colui :
ec. Lib. J'ioeig. Di sopra al muramento ,
e sopra alle scalee v' è certo traversa-
mcnlo , ovvero ordinamento acconcio con
beilo, e finissimo marmo, dove ba da
ìojS
S e A
S C A
ilare lo 'mporaJorc a sedere. Buon. Fur.
3. I. 11. E 'usino ieri pjrccchi scrocca-
tori, A furur Ji tlafEli , di furcine, Sal-
tando le sralee della &|M.>dd[e, l'retcser quj
rìurrcsrainetito, i ghiotti.
V g. Far le sca/te Ut S, Ambrogio .
V. FAKK. (^1)
SCALELLA . Cr. io. 23- I. Anche
nelle fave, e ocT^giuoIi «emioali si pren-
dono colombi e torlolc eoa piccoli Ijc-
ciu.>li, che volgarmenle li rhuinano scj-
Ielle. Di questi lacciuoli il modo è 4UC1I0:
<!C. (il testo iit. ha scapellic).
SCALENO . Aggiunto ili tria/i'^olo , i
tati del quale sono disugita/i tra loro, Lat.
scaleniis. Gr. ezairivo;. Si^g, nit. etp.
18. Qujod' anche nella sua prima vihra-
tione Io furmasse (ti triang-to } scaleno ,
in virtù del peto scorre buhito al più in-
6ino punro, al quali^ ridurci possa, ed in
esso poi si maoliune.
SCALEO. Scala.t.3,\..tcafa. Gr xXi'^aa;.
Dant. Par, 21. Di color d'oro, in che
raggio iraluce, Vid' io uno scalè^j eretto
in suso, flut ii'i.' Uno scalèo, cioè uniscala
di colore d' oro.
*f* * SCALERE. Nel numero del più
diconti Quei Irradi che sono ai'anti a cilie-
ge, o altro edifìcio. Benv. Celi. f'it. pag.
236 (Milano ìHz])- Scontrato un acqua-
ruolo, ec. chiamatolo a me, lo pregai che
■ni levassi dì peso , e mi portassi io sul
Tialto delle scalcre di S. Pietro , ec. Su-
bito costui mi prese, ec. e porlommi in
sul detto rialto delle scatere di S. Pie-
tro. r/»v
SCALETTA. Dim, di Scala. Lat. brc-
l'iJ se ila . Gr. xit/jLOiì/isv . Dunt. Fur^.
21. Non rugiadaj non hrina più su cade.
Che la scaletta de' tre gradi hreve . f'it.
Crisi. Posta anche un' altra scaletta pic-
cola tl.d lato dinanzi. È'Vanc. Sacch. n)f*
19^. La donna sccmlc d'una scalcila co-
me una gatta levala . IC nov. 220 Con
(jDcsta soma ne va a uno usr(.*iiu , dal
quale scondi->a un.i scaletta in una stalla.
Fallad. E da ogni lato della scaletta ab-
liiano i canali i loro doccioni.
f * SCALFICCAHE. Staccare a poco
a poco (Jttalchc parli- di checche sinj quasi
10 stesso cfic Sca/Jiri'. fìellui. Disc. 1. 10.
11 suo consumarsi egli ij un roderli con 1
ftuot di'itli, cioè con essi scalficcandu e
strappando , staccarne assai piccole par-
ti. (.1)
SCALFIRE. Levare alquanto di pelle,
ftcnetr.tnd) leggiermente nel vivo . Lat.
tcaO^'ve, leviter incidere, scarificare. Gr.
5X«>£7£tv. Dcclam, (Juinttl. Acciocché i
tuoi vecchi membri i miei gravi abbrac-
ciamenti non iscaIBscanu.
t SC.VLFITTO. Suit. Scalfittura. Lai.
Ici'it inasto, Ifvis iclut, scanjicntio. Gr.
5/a/suuy.. Benv. Celi. lic. 2 307. Mo-
strandoci I* un I' altro gli scaletti e le
percosse .
SCALFITTO . .'i.td dì Scalfire Lat.
leviter ictus. Gr. sì^aXsijOìi'^. TtiC. Vav.
.4nn, 3. 109 Vilellio re, sralfittosi Icg-
giermeote la ven.i,mort d'aiiguscia. ^ Car.
Long, S»f. i. Era lutto quel loco scom-
pigliato, scalnlto, e divenuto fangoso (qui
meta/.}. (Min)
SCALFITTURA. Li lesione eh,' fa lo
tcalfire . Lat, levis incitio , scarifcatio .
Gr. ax-x}.£fJ;i'A - jìA Aldobr. Le vene ,
che sou nelle labbra d* coirò , è buono
segnare a scalfittura . Vit. C'ist, D. Ag-
giungono lividori sopra lividori , e una
scalfittura sopra 1* allra.
'.' SCALINA. Pìccola scala , Scaletta
/tildin. ree. Vis, (J}
^' SCALLNATA. Ordine di gradi, Sca-
lcre. fi.ildtn, roc. Dis. (A)
SCALINO .Scaglione, Grado. Lat. ^ra»
dui. Gr. ^«5p5V Dellinr. san. 171 Uno
icatioo bo arso d' ooa scala Buon Fi r,
^. I. c). Fra r un scjlin» e l'altro, io *n
quel, tu 'a questo, E quelTaliro in qU'-ll'
altro, e lutti in tutti Ditlribativameule .
Otl. Si*i. 352- Questa pel primo scalino
fa un grjn calare.
SCALMANA, r. SCAUMANA.
SCALMANARE. /'. SCAKMAN'ARE.
« SCAL.MA.NATO . T. SCAHMANA-
To. n
•| * SCALMATO . Scarmnnito . Se-
gnet. pred. i) 6. Negarono un poco d*
acqua, quelle ad Ercole sitibondo, questi
a Latuna scalinata. Forlig. Rirciard. 3o-
91 E per quanto ei con lo scalinata volto
Uetla fiamma del cor facesse fede, E mo-
strasse ec. ( .4}
SCALOG?{0. Specie di cipolla che na-
sce a cespi , e produce le ra'tici sottili .
Lai. cnepa ascalonua . Gr. a'ixuXuvtov.
Hocc. nov. 72 5. Quando le mandava
un m.nzzuol d'agli fretrbi ce, e talora un
mauuol di cipolle mali^e , o di scalo-
gni- Cr. 6 123 I. Gli scalogni si pian-
tano nel mese di Febbraio , siccome gli
agli. F appresso: Gli scalogni soD della
natura delle cipolle, ma son meno umidi.
Hit'ch. I. III. Sangue di more e latte
di scab'gni Fecer si grande e sterminato
Ami; ) . Altm CJt. A 8rt. Altri mnton
nel vino olio e marrobbio ce, Altri delta
vitalba, altri scalogni. JZ 5. 119. La pian-
gente cipolla, r aglio oleate, U mordente
scalogno, il fragil porro.
♦ §. Scalogna, per Sorta di fico. Sal-
via. Pros. Tose. I. 5l||. Infìnu i fichi
scalogni da Ascatona , 1 itlà di Soria. F
appn-Mo: lo il primo fui quello che nel-
le medaglie di questa città ec. scopersi
essere pretti e sputati scalogni. (•)
SCALONA. Scalt gr.md-. Tratt segr.
Cos. do'in. S.diva e scinb-va ogni mjtti-
na a digiuno molte volte una lunga sca-
lona .
SCALONE, V. A. Scaglione , Grado .
Lat. grada s , Gr. x).i;/a/Tvi'_3 . Fr. ìac.
T. 5. 3. i3. Uomo posto in altura, E 'n
^cvole scalone . Lih. Cur. nialatt. Venne
a rompersi uno degli scaloni di quella
S'-ala . But. Inf, 33. I. Furono ec. sot-
terrati nel monimento eh' è allato alli
scaloni nel montare in chiesa.
SCALPEDRA. Aome i-ano, e finto per
baia d'I ììoec. nov. 79, 12. La Semi-
stanlc di Bcrlinzone , e la Scalpedra di
Marsia .
•f * SCALPELLETTO. Ptccolo scal-
pello . Salvia Fier. lìuon. 2. 4- ^ '^
porfido prima con un scalpellciio ec. si
prepara, e si condiziona con altri ferri a
più forte lavoro. (A)
•f ^ SCALPELLO . Lo stesso che
Scarpello. Bern. Ori. 2. 8. l6. E dalla
parte, donde viene il giorno. Era taglia-
ta a punta di scalpello Una purla p.ileate,
alta e reale, ce. (A) S'-gnC. iiitp. {)utet.
3 j. E chi son qutri che manef*giann bena
scalpello tale nel p;iso nostro T (PC)
SCALPICCIAMENTO. Lo sc-itpiccìa-
re , Lai. prduni strepitus , conculcalio *
Gr xaraTo^Tn.ua Cr. 2. i5. !■ La sal-
dezza della corteccia di sopra * fatta per
lo peso della terra tu •desini a , e per lo
scalpicciauienlo di'gli Uomini e delle be-
stie re, quella itupcdisce.
SCALPICCIARE. Calpestare , ma con
i stropicci'» di pii-di i'ifra'^nendo . Agn.
Pumi. 28. Porrcgli dove meno «uggias-
sono 1 seminati, meno mugnoiuno i cafn*
pi, e nel corre i frutti meno si sralpìc-
ciassono t lavorìi.
§. I. Per Semplicememtt calpestare .
Lai. conculcare. Gr xoCTa~«r<Ty . Cr,
3. l3. 2()- Quando vi sar^ stato quiodici
di. e sarà scalpicciato v mollo dalla piog-
gia , si rauoj . <* a uà monte di letamo
d-ipo alquanti di ti ridace . F. ^- 24 3*
Si dc-e difendere solamente dalle bestie ,
mt;nire c^,K tenera e debuie, che non la
rodano e sralpicrmu. /Ìul , Inf. \\. \.
Scalpicciare lo suolo dt-IU terra colle sue
schiere, facendole andare attorno.
* %. IL /: figurai, vale Maltrattare.
S. (ito. Chiosi 210. Vedendo colui che è
protervo e malvagio er. essere fatto ter-
ribile agli uomini , e in modi senza no-
merò rruriare ed atUiggere , e per modo
di dirr scalpicciare e tritare co' piedi i
buoni ed ones'.ì uomini. (Cj
SCALPiCCl'O. Stropicciamento di pt»-
di in andiitd'. Lat. ptduin strepitai. Bocc.
nov. 81. 4- Senlcodo lo scalpiccio che Bi-
nuccio fac>-a.
SCALPITAMENTO. Lo scalpitare.
Lat. eo'iculcatio , Gr. x%7a.7Cxz f,yM. M.
/'. I. 56. Quando due, quando quattro,
quando sci , e talora fu che dodici vi si
trovarono morti dalla stretta e dallo scal-
pitaniento della gente. F lì- SI Quivi
fu il grand*.- scalpitamenlo, e ivi gli scorri-
dori mocolaii coi nemici quasi ù melUe- ,
DO Della porta- JÌ
•f * SCALPITANTE . CA» nafptta . i|
S. Agost. C O. IO. 3i. Però dicono,
che siccome il piede fosse stalo ab elerao
nella polvere, sempre sarebbe sialo il ve-
sligi'i, il quale nondimeno vestigio ddUo
dubiterebbe che fosse fallo dallo iscalpi-
taole essa polvere, e non sarebbe però 1'
uno prima che 1' altro, ce. Salvia. lùad,
lift. 5. V. 353. E cuntra noi prendeodo
il tempo allora II figliuol dt-1 magnaoimo
Tideo. Noi due uccida, e porli via i ca-
valli Scalpitanti la terra ad uoghia iole-
ra. (A)
SCALPITARE Pestare, e Calcar co'
piedi in andan-lo. Lai. conculcare, calca-
re . Gr. xatT«~3'.TSÌv . Bocc. g- 2. p. i
Le rugiadose erbe con lento pasao scalpi-
tando ec , per lungo spazio diportaodo
s'andarono. F nov. 77 38. Me sentendo
per la tua corte andare, i denti battendo, «
e scalpitando la neve. Sen. Pisi. A lanla ■
dilicatcìza siamo venuti, che noi non vo- ^
gliamo scalpitar se non gemme . Pallad.
La pianterctta nata si vuol guardar dalK.
scalpitar delle bestie Uant. inf. \\. Per
eh' e' provvide a scalpitar lu suolo Colle
sue schiere.
§ Ffivratam. Lab ì^\. Arislolile ,
Tullio, Virgilio ec. erano, come fango,
da loro sr^jlpilati , scherniti e annullati.
Amm. Ant. 4. 3. 3 Sono alquanti, che
con sollirito studio cercano e iruovano li
spiiituati comandamenti; ma quelle cose,
alle quali collo 'otcndiinento trapassano ,
culla vita le scalpitano. Mar. S. Oreg.
i4 9. Quota tale morte ^i può dire che
scalpili gli uomini rei, siccome Re, quan-
do già li possiede senza coniraily alcoli-*.
3 SCjVLPITA ro. Ad.t. da Scalpitare j
Pestato, Citato Lai ca/catus , concul-
catus. Gr. xarxTraiTTj^tt';. Fr^nc, Sacch.
nov. i5t). Senteudo il fomore , ed essen
do sospmii e scalpitati , meoavano loro
bastoni ^ t tt S. 6 ir ^2. Arrivarono in
un bosco, e non vedeodovt via scalpitala
uè di uomini (lè di bestie, temendo, rao-
comaiidàrsi a santo Girolamo ( qut vale
Signata di orme). (Ì )
^ ^ E figurai tm » Scn. PiSt. 85.
Non rri-dere che sia scalpitato e soppres-
salo dall' avversiladi. /: 9|. Ella ci ba
dato a if jlpitare e sopraffare tulle que»^
cose, jier le quali noi siamo scalpitati r
soppressali - (li)
a SCALPI no. Scalpiinmemlo. j'it
S Gir, 108. Odono quello grida d* un
graode scalpitio, e di voci di rammari
chio, come di persona forte iormenl»1a.( / *
SCALPORE. Bammarichio . Risenti
ment> grande cA.- si fa d' alcf^na cesa
S e A
Lat. queslus, rumor. Gr //s/i'l'is. xpi-
•/■*]' i'aUiff. -. Di ri' in buon non f-icen-
àii scjlpuri. Vrvn. JUcrclt. api. Aiilonio
di Brfe s^nti questo , coniinciù a fure
iscalpure. Croir. fili. Facemmo fare co-
mauJamenio di dis<;ontbrare: Tt^'cioniic un
gr.inilc scalpore. Tue. J)ai\ Ann. i. 7.
Il popolo di I.1I prrntincnza levatagli non
r«c die un po' di scalpore.
SCALPKO. /. L. Scarpello, hit. scal.
prum. Buon l'ier. 5. 4 2. Esquisito Di-
s^aator ne insegna quanto vjgiia In gen-
tiluomo la matita, e il gesso. £ lu scal-
pro, e 'I peooel.
t St ALTERIME.NTO V*.^. .ycn//r/w/i-
to. Lai . calliiiitas, snffacilas.Gr, TTavoupyi'a,
$uvìrr,i. Bea. Tuli. Sì la per vìa dì
scalterimento, e fassi ìd due mudi. Din,
Compé 3. t)o. Vedendo che la terra si
teoca con molli scallerimenli , perde la
ìperania d'averla f.il». Amor. ^5. Vìa
di scallerimento e di malizia pieno, volle
la semplice femnima tentare. M. V. 7.
62. Oltre a questo, usarono un allro scal-
terimenio.
* SCALTEniTA', SCALTERITADE,
*• SCALTER1TAT£. / . A. Scallrvzza.
Tuli. Amie. lOij. Quelli che sodo più
fermi e costanti ncH* amistà, sì sono da
ammonire eh* elli si guardino da essere
ingannati dalla scallerilà e coverta IusÌd-
g». (O
t SCALTERITAMENTE. V, A. Av-
vi rb. SeaUntamcnU'. Lai, callide. Gr.
Tavflu'syw;. Tratt. pece. mori. Questi
fanno scalterilamenle ciò cbe i santi, e
onesti uomini Tojjlion fare. A'righ. 5'.
Dunijue più scalteritamenle, o nemica de-
gì* Iddii, mescola le tue riprensioni. M.
Aldohr. P. ,V. \iS\. Posta nelle mediiiue
vomitive, dee essere trita scalteritamenle.
t SCALTERITO. f. A. Add. Scaltri,
to. Lai. callidns, sngax. Gr. TZV.voupyo^ì
cii*T^y'X.vOi. Pataff". 6. Benché sia scalle-
rilo, e* fu arcato. Coli. Ab. /sane, cnp. 5.
Non avere tcco le parole degli scalteritì ,
falsi, e di coloro che vendono le paiole
divine. Zibald /Sndr. 118. Clii ha il col-
lo corto, fia ratto al parlare , e di calda
natura, frodolente,scaItcrito, e ingannatore.
^ %. \. Scaf lento, vale anclìf Pratico ,
Esperto. Iniiod. J tri. 6q El«*ssero do
diei uomini che tiovaro fortissimi e aavii
« iscaltcriii di guerra. (f'J
^ §. II. Per Limato, Ridotto a perfe-
zione. Dial. S. Greg. 5. l5. Veggiamo
alcuni suggelli che non sono ancora per-
fettameote scalteriii, e sì gli lodiamo co-
me se fossero 6nitì. (f)
•f * SCALTR.VMENTE. Avverb. In
modo scaltro , Scaltritamente. Car. En.
2. 2l5. Pur ei ( Calcante) tacque ancora
Per dieci giorni, e scaltramente al Diego
Si mise, di voler che per suo dello Fosse
alcun destinato e spinto a morte, ,1/iir-
cheff. Lucr, HO. 5. v. 657. Che certo è
hcn che i genitali corpi Con sagace consi-
glio e scaltramente Mou s' allogjr per or-
dine. Gè ec. (A) Segner. Jii^p. Qmet. 7,
fi. Benché (|ui 1' impugoatore ec. abbia
scaltramente formalo d'un testo, due. fTTj
* SCALTREZZA. Astratto di Scal-
tro. Accortezza, Salacità. Lai. sa^acitttf.
asiutia. Or. ayjjÓ3!«. S-ihin. Vìfc. 2.
477. La santità conviene colla sapienza ,
mentre questa non sia disgiunta dalla giù-
fcliiia. e piuttosto sia scaltrezza , e solti-
lilà. td astuzia, e sagarilà umana {') Se-
gner. Prcd Pai, Ap 9. 14 Anzi mirisi
la scaltrez2a l Conoscendo la femmina a
chiari segni, che quegli con cui trattava,
era uo gran Prcfrta. che dovea fare? (TC)
SCAiTRIME»TO. Scatlerimento, A
siuzta, Siigacità, Accortezza. Lai. calli-
Hitas, S'igacitas, prntia. Gr. TTavsoijyi'a.
(Jgiv^TTi; , ìaTits^r. Tes. Dr. G'. 30.
S C A
Abtuiia, cioè scaltrimento è di prudeota,
col quale l'uomo viene a 6ne cen {jran
sotligliczj.i dc'suoi intendimenti nelle ro-
se buone. Genes. P. A'. Per lo suo sen-
no e jcallrimenlo. J'vi;ez. Nel pensameu-
lo di giuoco quello scaltrimenlo s*ap|)a-
ravj. i,' appresso : Lo scaltrimenlo di lan-
ciare per usanza s* appara. Mtti. Tu'/.
qO* Questo ornamenlo sì l'^ in due mo-
di : ec, l'altro ec. si fa per ijcaUrimento.
* Cirijf. Cah: cani. 3. st Mi. ( I\r.
1672 ) Or qui Falcon mostrò suo scal-
trimenlo, E divise in due parti le soc na-
vi, ec. {/ij
t ^ ^■. Scnltrimrnti , nel numero del
più, per le Cose che servono agli scaflri-
mcnfi miltltiri , il disse Ciriff". Cah. 4-
3. (Fir. iSja). E la novella v' avea ar-
recata ec, E come un certo Falcon ma-
ladello Giltali avea alle navi setpenli, E
fuochi, e |>iombo, e mille scallrinicnli.C/y^
SCALTniRE. Di rozzo, e inesperto,
fare altrui asUtt), e sagace. Lat. calli'
dnm ndilcre. Gr. ^qisq-ì TTOtiìv. Dant,
Purg. 26. Spesso il buon Maestro Dice-
va : guarda ; giovi ch'io ti scaltro. Fvtr.
ca/t:, 26. 2- L'uno a me nuoi'e, e 1* .al-
tro Altrui, eh' io non lo scaltro. Pcmb.
pros. I. ip. La loro lingua ancora , e
rozza e povera, iscaltrirono . ed arricchi-
rono dell'altrui. Ar. Pur. 3?. .17. Il pa-
rer di quel Re vo' che mi scaltri. I are fi.
l^rcoL 57. Dicesi ancora ec, con voce più
gentile, e usata da' compositori nobili ,
scaltrire , onde viene scaltro, e scaltri-
to, cioè accorto, e sagace.
SCALTRISSIMO. Superi, di Scaltro .
Lat. callidissimus, peritissimus. Gr. TTK-
vojp75T>3tTO;,e_a-ei^OT«,TO;. Petr, Uom.
ili. Costiignendolo la sua fortuna, ch'elio
morisse nella terra d'Italia per insidie dello
scaltrissimo nemico.
t SCALTRITAMENTE. Awerh. Con
iscaltriminto, e accortezza. Lat. callide.
Gr. TTavij'ryw;. Lil'. Am. In questo la
tua prodezza si mostra, che si scaltrila-
meote 6.11 usar tue parole. Ott. Coni. ìnf.
t). l'[ti. La qu,t! domanda srallriUmcnle
ia l'autore, per certìGcarsi di quelle pa-
role che Virgilio avea dette nel 6ne del
precedente capitolo,
SCALTRITISSIMO, ^y/z/jcr/. di Seal-
trito* Lat calli Jisstmiii, sagicissimiis.
Gr. ;rxvoupy3'T«70;, s'/ATtstsoTaTo;. Coli.
SS. Pad. Kella qual cosa lo scaltrilìssi-
mo diavolo lenlò di porre re. Tac. Pai\
Ann. 16. 23l. Pareva sempre vedersi quel
gran bravo alla vita ec, robustissimo,
scaltritissimo in arme ( il testo lat. ha :
ingenti curporìs robore, armorumque scien-
lia ) .
t SCALTRITO. Add. da Scaltrirej
Astuto, Siig.ice, Av^'ednto, Hene instruilo.
Lat. CalliduSf sagax, cautus, e.rcrcitatus,
iCiens. Gr. r:aJO\tpyoi, KiJrlyy.-joi , £V-
Ts^va;, ooXofpovui-j, ^o^A- /'"• /'■ 11.
101. Giovanni dell* Agnello ec, piuttosto
srahrito, e astuto, che saggio. L'ut. Pura,
26 1. Suole dirsi dell' uomo pratico e
scorto del mondo: egli è uno scaltrito
uomo. Seal. C/nustr. ^23. Perchè egli,
non ìscaltrito in guardarsene, non vedesse
quello , che poscia non vogliunte deside-
rasse. E ~\'\2 Gli spirili e gli Angeli, che
sono mollo savie scaltrite spie f tu questo
secondo esempio la stampa ligge se alte-
rile ) Din. Comp. I. l5. Fu tanto sial-
iritu con suoi seguaci, che egli speizò^li
armarli, e straccio gli alti per modo, che
mai non si trovarono. 'l'ac. Dai-. Dell'ar-
ti paesane scaltrito, e di chiara fama tra
quelle genti, Morg. 28. 21 . Acciocché
riuscisse netto il giuoco-, Sendo cotanto
mascagno e scallrilu. Bern, Ori. i. 12.
l3. Trovò uoa scaltrita messaggiera , Ch*
avea erand 'amicìzia con Tisbiod.
S C A
io3')
SCALTRO. Add. Scallriio.L:ì\. calli-
diis, sagax-, prttdrns, l'nutus. Gr. Tixvdìip-
■/O; , os'j'vtuo^ . Tir. lìav. Star. 2.
278 Parve a Suetooio Paolino, tenuto lo
più scaltra guerriero dei suoi tempi, ap-
parlenerglisi di^corrtre di tutta la guer-
ra /luou. Pier. 2 4. 18. Le scaltre ci-
rimonie coriigijup. Malm. 3- 40. Ed il
restante non si astuto e scaltro Compari-
sce, perch'ei non può fjr allro. fardi.
Ercol. 57. Dicevi ancora ec. con voce più
gentile, e usala da' compositori nobili
sc.iltrire, onde viene scaltro, e scaltiito
cioè accorto, e sagace.
•r SCALZACANE. Mascalzone , Scal-
zrtgatlo. Magai. leU. Se la sìg. M,, che
e chi eli' è, ne chiedesse uno a me, sono
un povero scalzacani , io le darei un 00
tanto fatto, (.f)
ì:^scalzagatti,<! scalzagatto.
Guidone, Uomo vile. Lai. verhero, masti-
già, Gr. ;/Ksrt/c'a?. Malm. 5. 5!^. Tor-
na, e rispondi n questo scalzagatto. Che si
crede ingoiar cou le parole. Ch'io non s»
quel ch'ei dica, ec (•) Bellin. L'ucch.
Che se per altro Ei fos^e o scalzagalli o
uno sgraziato. Come per verbi giazia uno
scartato. (Aj
SCALZAMENTO. Lo scalzare Tratt.
segr. COS. donn. E necessario che il medi-
co faccia un diligente scalzamento alla loro
taciturnità ( qui nel sienifìc, del ^. IV
di SCALZARE ). * ^ ^
SCALZARE. Trarre i calzari di gam-
ba, o di piede j e st usa in signi/ic. alC
e neutr. pns^. Lai. discalceare , caUeos
deiralicre. Gr z^v7zoÒsi-j. Pece. nov. aq.
8. Dove gli fece scalzare, e rinfrescare" al-
quanto. Dant. Par. ,,. Tanlo che*! ve-
nerabile Bernardo Sì scalzò prima E ap-
presso : Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
( in questi ese^»pi vale Abbracciare la
vita religiosa J. E,. y„r. T. 5. 3o. 2t>.
Non aggi ardire Qua più presso dì veni-
re, Se_ non scalzi prima i piedi. 3forg.
19 2J Esser dovevo scalzata ogni sera.
g. I. ISon essere atto a scalzare chic-
chessia, modo proverbiale, cbe xale Es-
sergli di g,an luiisa inferiore. J'arch Et-
eoi. 3oi. Nel qual caso io vi dissidi so-
pri, che la greca (lingua )^xx^n sarebbe
alla a scalzare la volgare, ma mollo me-
no la latina. £7. Se io mi ricordo bene .
VOI non diceste scalzare, ma portarle die-
tro 1 libri, e esserle fattorina.
t- II, Per levar la lena intorno alle
barbe degli alberi, e delle piante j contra-
rto di Hiaeahare. Lai. ahlnqueare. Gr-
pt,0T0/x£tv, Pallad. Genn. 1, Del mese di
Gennaio le viti si vogliono scalzare ne'
luoghi temperati. Dav. Colt. i5g. Lavo-
rali, scalzali, tagliali fra le due' terre. E
18», Scalzando il frutto, e un agulo ben
addentro conficcando. Soder. Colt. 27
Ma ponendolo torto da quivi in su, s'of-
fende poi troppo a scalzare e zappare ,
urtaodovisi dentro. E .39. Ne' freddi si
bruscbiDo di Febbraio; e quando non
sirva questo, sì scalzino. E ^0. Se soa
sane ec , scalzandole, e tirandole cosi al
principio di Marzo.
§. III. E per similit. si dice levar d"
attorno mat<-na ad ogni altra qualunque
cosa. Morg. 20. 32. La nave è vecchia ,
e pur l'onda la scalza. Talché comincia a
uscirne la stoppa.
Q. IV, Lat, rem sermocinando expisca-
ri. Gr. zltzij-iy.-j -zo Tw otaioyts.aw.
l'arcb. Ercol. 71. Scalzare, metaforica-
mente, il cbe sì dice ancora cavare i cal-
cetti, significa quello che volgarmente si
dice sottrarre e cavare di bocca, cioè en-
trare artatamente in ^jIcudo ragionamento»
e dare d' intorno alle buche per fare che
colui esca, ciuc dica, non se ne accorgen-
do, quello cbe [u cerchi di sap«re. JVov.
»o4o s e A.
.,(. ai. 4. Ma Uolo U scJri . eh' ella
T,U:\,%» '"- boi cavaliere, e pa-
go^™! 6oem.o.e. Gal. S,.<. .Sg. Vo.
dLvicoM per unum.., = (come., d.c.
dal volgo ) per iscaliarmi
SCALZATO. -Wrf J- *.ta«. La .
3o. ScaliaUM. co'biaDcl..«.nì. p.eJ, leQ-
r;,a le friside ""d"- ^•""'^- ^'"-•. '^■
D. quc.lo mese ver.0 Caleoai Aprile ..
semioaDO pU sparagi io luogo gravo
umido, s.al.alo ( qu, mI -en'fic. dd S-
Il di SCALZARE)- naon. Iter. .1. i.
4 IlaTvi per lerio Uq allro, che, .cal-
ino. Par che .oglia guadare.
* SCALZATOIO. Terni, de Chirurgi.
Strumento clururgico da scalzare 1 dea-
Èi (Ai
't SCALZATORE. rerbal. masc. Che.
o Chi scalza. Buon, firr 3. I. ->• j»
giudico a couui dover» dare Per a« ■
Loie UD di ,ueul .o.lili, t.perU >cal.
talor, che bau Uale secchie. *■ l- ^•
'. Scalxalor di oego... e d. .egrel. (.n
quesU tsemfii è «el signijic. del S- "•
di SCALZARE ). ,
SCALZATURA. Scalzamealo. Lo ical-
.i*.
SCI
ipebuare. Donne, noi divelliamo, E tal
meuier facciamo , PercLi: ci piace piii lo
ftcamalare .
* S. K nulaf per Corrr^iert, t.nien-
dare. All'g- 276. Ricevetelo (il oipHoti-
na) aduoque. e lellolo. icamatalelo a un
dipreuo , non conforme al luo hiwgno ,
che e' vi darel.be Uoppo che (are. (I )
# SCAMATATO - Jdd. da Scamata-
i Per Buca, o Lu^,o scalzato. Soder^
Coft. 39. Si .caLioo iUM, e la »cal
«tura si riempia di salita d, fiume, e
veramente di cenere. ,
5 SCALZO. AdJ. Senza eaUari. Sci
" . ,5 Ed ella in trecce e n guiina
^^&^:^^^^^^.
^"■p"";'iu Che nel capestro a Dio s.
tos maniera JamiUare colla 'ì'"-^' " ";_
di dolersi. « X-'"- f,„„oi uannomi-
bamlolin mio : e die ''■"""'„"„.,,.,
Chi? Quel Franco mahdel lo. Fraocacc o,
^„ ■! mandr,i,.io scalro a '"to" " f^^ ,
e II Per sinlUit. Morg. 22- ISI- "•
r^r'\Tx;:nir^;.^;
ni e meno tribuni» ie/:"- •'""^- ^- °
Che g-iliba seco condotte, -non fi»..
colletri.i.. scaUa, . >'"°8»''."-caUi 5
r,i K loillc sollevare infami scalii. '■
% Oso" soalxo vuol far del mercatan-
,i ì,a per denoUu-c. do^-ersi ,n quella lai
>ri I al nana, oai'Ct» ^T- ti»'*-**» /
"• l'»'-f "''""'^ , , w . :■ vo' pian piano
Kiinn Tane. J* *!• *'■' ' •" r »
f^*;"o-t:n len guardare. S-iovcgsoo ■
,r. I,ni Pietro, o s .0 lo «°'°- •;";°°i
rosse I e'mi fu per ingoiare «■ Oh "«■
.calzo! so eh- e- m' are' concio, ec_ Menz
/„< .■■.. Oh vacci SC.I.0I e- non ha Unii
un gUelto Ladri costumi. „,,„„
SCAMATARE. Percuotere, 0 Ballcre
con carnato lana. 0 pinni , per trarne la
polvere. Lai. rudiruti. curare I r, ne.
Sacch. n...6\. Va', scamatai, lana, co-
me.use-uso,*elasc,ar.r...rVhe
la sanno lare. Lor. Med. canz. j8. -l- K
'ii ha da scamatar.. Lasca «ar' ogni
faccenda- Buon. Fier. .. /,. iS- •'*"™"
la Ris.iicqua panni, canta, suona, gnda.
re. Lai. virgulis excussus. Gr. p»ji:no
isnoi. Il yccahol. a//« .Mce VERGHEG.
CIATO, §. (•) , , , ,
* SCAMATINO. QuegU che scamata la
lana, o i pam,i , per trarne la pohert.
Bronlm. Lett. Sarellero da lodarsi per
arti belle inBnite, che sono tenute a vi e,
come gli scarpcllini , eh. lavorane alle
cave , o che scalpellano le strade ee. , o
scamatini. o maniscalchi, o simili. (.1)
«SCAMATO y. A. nacchrlla,! er-
,„. fai: Esop. 106. Intendere rordinalo
modo del vivere con freno di temperao
la . e collo scamato di degna corresio-
oe. <y) , , r ,.
SCAMBIAMENTO. Lo scambiare. Lai.
„ici.. conversi., mutaUo. Gr^!Ta**«7'i .
prùfiaUiucMopatomio, .ntroalquale
si di.pongòno le leggi degli elemcnU, e gì.
scambiamenti delle .steli., e con più, e più
colpi l.ri.o. e assai sovcole macchialo
eJcirc. Geli. 9. 20i. Per temere d.
non si me.lere in quello '""-J"-"""""
pericolo di perderlo, yarch. ■^'>r.J,^''
Ltaiioni di regni. Uni. scambiamenU di
^"TsCAMEIARE. Dare, o Pigliare una j
c„„ m cambio S un' altra. Lai p<rn,u.
tare . immut ire , ..'~um prò altero a,.u-
mere, l'cl dare. Gr a.acTeiv . Bou.
7o"n6. tt. Per non .smarrirle, o scam-
biati.: fec.lor fare un certo segnaluixo.
sùon. Fier. ,- .. 2 Ne che, ignoran te
delle cose note. Uella sua terra la . ori.
.rovesci, E spesso scambi .1 capo pel vi-
"Ì°°S I Scambiare, vile anche Piglia-
re una cosa ponendone altra in sua .ece
„ Bocc. nov. 80- 32. Acciocché ninna co-
sa gli pole.se esser tocca, o tramutala o
scan.h.al.. FraiC Sacch. no... 17-- "'^
1 piovano dell' Aniella d. Firenze senle
he messer Vieri de' Bardi fa venire ma-
;»„oh da Coroislia,ec.= gli fa scambia-
re, e togli per lui».fC>
' + * S- "• Scambiare una cosa ad un ^
altra, .'ale l'orre una cosi in luoso J un
altra. Sostituire una cosa ad un altra -
Dep- D.cam. 9.. Non farelle altro ..
non che scamlicrclle un modo di pa a^
re più raro e più leggiadro ad un a ro
più comune e più Inviale. Toc Ha,.
W 2. Bacc. lai. Sulla e più agevole
che scambiarle (alcune proprietà della fa-
,.el!a fiorentini) a voci e maniere più co-
°"i"'i 8 III. 5ci.mi>i<i>-« d.x una cosa ad
un- altra, .ale Errare P'S''^"'". "V. "J
sa m luogo d- un- altra . liorgh f"'-
Fior. 459. lo credo «e. che chi copio
scambiasse dalla N alla V. e che egli ab-
bla a dire anU voi. (' ) ,
# K IV. Scambiare, dieeil anche del
l,varé ad alcuno la dignità . coafiren-
dola ad un altro. Guicc. Slor- l- 29J.
Scambiandosi di due indù, mesi il supre-
mo magistrato, al quale si r.feriv. la s..nn..
dell, cose più ardue, si governava la re-
pubblica eoo molla confusione. (I.)
q V Per Tramutare . Cronictiett. d
Amar. »6. Ave. seco da qual.ro mila ca-
valieri d. MacedonU ec_ .Un '•"'";"•''
Turchia . dì Sona e d'Egitto egli n ....
quanti ne vole. . m. li Kumbiava d un
§ VI, S<amb,art I dadi. »'■>'«*• £-«'
S C A
, 71. Ricoprire ec. i; quando alcuno, il qo»l«
' ha dello e fallo alcuna cosa, la quale egU
non vorrebbe avere ne della oi latta, OS
dice alcune «lire diverse da quella, e qua»
inlerpetra a rovescio, o almeno in un al-
tro modo, se medesimo, ec : la qoal co»
si dice ancora rivolgere e rivolUre. e lai-
Tolu scambiar, i dadi . £ 327. .MMser
Lodovico Martelli uso coteslo argomenlo
ec, affermando che le donne di Lombar-
dia inteodeao) meglio il Petrarca, che U
Fioreoline . Che rispondete »oi J T. Ch«
egli scambiò i dadi,
S VII. .S'camliiare le Carte in mano ,
vale lo Slesia che Scambiare * dadi . K.
CARTA, S- ^iXI., e D.VDO. 3 VIL
-»-:?§ Vili. .Scambiare in mano, va- ,_
le figurai. Far v,dere il contrario dt di ^
che SI crede, e che si propone; ma iM »
si dice che in mala pane . Inperf. y.
Tusc. D. I. r. I. 3i. Da di. e aoD
possono aliarsi .ani' oltre, ed .nteroim
nel vero . te lo «ambiano in MOO con
la bugia. (F)
§ IX. Scambiare alcuno, vale l-Mlrare
in luogo suo. Succedergli Lai. succedere
a'icu, . aliquem m officio eicipere . Gr.
o\aO!Z"Sa. .V. r. 4. 12 La dovesso-
00 stare quindici di . tanto ck< gli alln
due ouarlieri gli aodassooo . scambiare.
Tac^'lJav. ru. A,r. y. Varan.o lo
scambiò, e mori in quell anno. * fc ò«>r.
1 21 i E Cilla in cui rimise il Senato
lo elegger. gU aml.asciadori . con gran
leggerezaa ne nomino, scuso, scambio,
secondo che si raccomandavano d anda-
re , o rimanere per timore, o iperan-
SCAMBIATO . Add. da Scambiare
Lai. commutatus, permutatus. Gr. «J*»"
y-=a«. òiaoaiti's. G. T. 10- l?^- »
Presono a loro soldo messer Beltramon.
del Balio . che tornava di pregione di
Lomlardia ec. . scambialo per lo Legalo
con Orlando Bosso di Parma . frane.
Sacch no.: 2o6. Chiodio san« costo eh-
be di quella farina scambiata, rh. era di
Farinello. Bwn. Fier. 4. 4- >»• ^""T.
pretendente Sopra '«^ ■""""'• ° "a
condiiionalr, e fuor d. tempo. O Urd.
consegnate. Scambiale, menomate.
SCAMBIETTARE. Fare scambull, .
Lai. salutare. Gr. n5>*«"« »fX""«'-
Lor. Mcd. .\,nc. 2.. Quand ella compie
il bailo, .Ila s' inchina -, Poi torna indie-
tro , e duo salti scambietta . Burch. 2-
,5. Cosi li prego della scala oggi Ucam-
bietlando . _
S. E per Ispciso mutare. lac. I>av
Sto-: 2. 270. Piacendo a' soldati questo
.camb.eiur" capitani (il lesto lat. ha:
\Kla milite ad mulationem ducum ).
SCAMBIETTO- Salto che si fa la fal-
lando. Lat. saHu, . Frane f''''\"'':
82. Fa seantbielli. lanciandosi io allo pm
destro, che se fosse •'."».-■' ..IXùo
Morg. 6. 20- Or oltre .' vo col battaglio
sooafe. PerVh- e' non facc..o gli seambie».
in fallo. /...e. .ver,-. 4. 3. yo vo fart um.
sc.mbietlo per r alWgr.-iia ,^-„,..
e. Per hpes,a mutazian,. Lai. /Wl^ncy
mutaUo. Malm. !.. .8. Per» '1 «'S"'' '"
I ceni ►rambietti. Che te ne svisa quattro, o
set per volu. _. , .
' scambievoli;. AdJ luenda^-ote,
Kccprnco. Lat. mutuiis . .«.fP "•- "P
:,3o Ma questa k un' .none .camb...« e.
e nienle ,..ù propri, dell .mbta, che de
m.de.imi corpi, da' quali •<"^""' ''
rata. =» .*>.«'- S .< Prtnc. lU" 2 3
Spiegando il Santo .,ue..o aiuto Kambie-
vote! che s. danno il cono.cim.nto . • 1
amore seguita . dire ec. iTC)
SCAMBIKVOLEZZA. .//lr.«^*;<""^
hievole. Lat. vic.Kitudo Salvia. D,^>_
,35. Non Mpr« .om' «»• »' r»"»" """
S e A
ÌD pie »enia questi ilue appoggi e sostegni
dellj vigilia e iIl-1 soiiuo , e si-iiu <|ut:st-j
necessarie scji«l>ii.'Vu!exze e \ n:l»^llu^liai .
* Imperf. y, fuse, />. i5. T. 2. 3^3.
Può dirsi che ec. cou uaa scjnibivvolexza
di luce, e la luna e la lerra Ir^i loro fjc-
ciaa riverbero E l'. Tth. D. 3. T. 12.
38. Offici giovevoli poi, e alti virluosi
cbi;iciiar si possono quelli rbe per iscjni-
Ltcvolexza J' amiciiij, o di bcnemertrtue,
o per servigi ricevuti voleolieri si Ìai\-
no. (F)
SCAMUHCVOLMENTE. Av^erb. Vi-
cendcvolmenle . Lai. mutitOj vicissim. Gr.
a^uoi^aJav , i'va/ix; . Ftr, Dial. beli,
fhnn. 372. Quivi e la sede degli amoro-
si luci, atti a ljr pjssar le amine scam-
Lievolnieote ne' corpi l'uno dell'altro.
Red. Ots. an, 38. V^uei membri, riundo-
landò fuor del corpo, scambievolmeote si
(lÌTÌoco)jno, ii scontorcono, ec.
SCAMBIO . Cambio , Soifub.a'ncnlo .
htU pernìiitatio , mttlatio. Gr. ocAia.//] .
* Se^n. Ette. hb. 5. cap. 5. Biso-u,i ci'.
che quella proporzione che ha l'edifii-jlt»
re col calzolaio , U medesima abbiano le
scarpette con la casa , e col nutrimento;
perchè alitimeoti non si può fare lo scam-
bio . (CP) ìmperf. Ttm. lì. T. ti. 23;,
Oh che bollo scambio DoÌ abbiamo tatto
dipartendoci da quel viale , e venendo
qui nel giardino, perchè là s'andava in-
cootru al caldo, e qui si va verso la fre-
scura. (F)
g. l. Cogliere, o Pigliare in iscanibio ,
vaie Pigliare una persona, o una cosu P''r
un'altra. Lat. aberrare. Gr. ay-apTiìv.
Socc. nov. 27. ^5. Voi m' avete colto in
iscambio . Ftr, Lue. 3. 2. Ridevasene in
modo, che io mi accorsi eh* ella nii avea
culto m iscambio.
§. II. In iscambio, postò av\erbialm ,
cMe ant,hc si dice assoi'utam. Scambio ,
va/e io stesto che In vece. Lat. prò. Gr.
a'vTi'. C. ì\ 12. 78. 3. Altri Guelfi fu*
roQO messi in quello scambio. Burch, i.
68- Che Tullio fu trovalo in Camerata
Con sugo di bambagia in una cesta, Che
lo vendeva in scambio di giuncata . Fir.
As. IO. Toltone il cbiaru giorno , e la
scialonc U oscura notte in quello scint-
bio.
§. IH. Scambio, si dice anche la Pi-r
sona, o la Cosa presa, o messa in iscam-
bio. yi^v. ant, Qg. 12 Lo scambio che
ella ha preso di me , m' ha re<:aio albi
morte. Frane. Siedi. /loi'. 227 Le don-
oe talvolta son ite cercando di metlere
ano scambio in luogo del marito. '^ Instr.
Cane, 3. A tali adunanze e pubbliche f'un*
tioui non si ammeUiino in modo alcuno
scambi, o sostituti. (C)
^%. \W. Scambio, dicesi anche Colui che
dee scambiare alcuno cosddnto m carica;
Successore. Tac. Dav, J^^r, 391 . Ebbe per
■scambio Petronit» Turpigliano, conìe più
placabile, e agevole a perdonare ai ripen»
liti i peccati non fatti a tempo suo. Se-^r.
Fior, Disc. I. tap. 4- Fecero una legge,
che lutti i magistrali che sono, o fussero
dentro e fuori della Cilld, mai vacasspro,
se non quando fossero fatti gli scambi, e
i successori loro. (C)
SCAMERAKE. Levar dalla camera,
cioi: dall'erario pubblico. V, CAMERA,
S- IV. Lat. cerario auferre . Tac. Dav,
Ann. 6. Ut. Che i beni di Sciano si
scjDierassero , e mettessero nel fisco.
SCAMERITA. Quella patte della schie-
na del porco , che è più vicina alla co-
scia .
SCAMICIATO. Jdd. Spoglialo di ca-
micia, o in camicia. Frane. Sacch. noi-.
239. E giunto a Carrara cosi sramiciato,
domandando molto più che la prima volta
•P», tristo tristo si tornò a Paima v Fr.
Vocabolario T II,
S C A
Giord. 219. Vedete altresì i barattieri :
staranno Culàe miseri, scamiciati in latito
vilqu-rio, (Fj
SCAMOIARE. /'. A. Fuggir via con
prestezza, Lat. soliim vertere Gr. y.&7tx.-
vt'araaOai. P'itiff'. i. Tromba da vico,
il bisiarro scamoia.
\ 3 .SCAMONÈA. Pianta medicinale,
iad'fjena dilla Sf ia Lat. scammomitm sy-
riacum, et antiochenum, Gr. o/.ajauw^ict.
Ce. 2. 21. 12. Noi vediamo che la pianta
posta allato ali* elbboro, ovvero alla sca-
monèa, trae a se le sue proprieladi.
'^ g. E Scamonea, dicesi anche il Suc-
co d. Ila detta pianta , e serve a pui-^ar
ga-^ltardameate la bile, e le sierosità per
d' abbasso . « Htectt, Fior. tÌ3. La sca-
monèa è il sugo che stilla dal capo della
radice d' una pianta chiamata da' Greci
scanimonio ••. (li)
SCAMONEATO . Add Aggiunto di
que' medicamenti , dove entra kt scamo-
nea . Tes. Pov. P, S. cap. i3. Netta le
interiora dalla sutlilita delle mediciac sca-
monrale .
SCAMOSCIARE. Dar la concia al ca-
moscio .
SCAMOSCIATO . Add, da Scamo-
sciare .
-\i SCAMOSCIATORE . Term, degli
Artisti. Conciatore di peli in olio, (A)
SCAMPA. /*. A. Scampo. Lat e^fn-
gium. Gr. e'/yyyr]'. Stor. Pisi. 23. Pen-
sarono alquanti di, e non poteano vedere
loro scaiDpa . ^ Rim, Ant. dì Ferrara .
E ultimo rifugio di mia scampa. (V)
* SCAMPAFORCA. Furfmtune, Sca-
presto, l^ai, furci/vr, dierectus. Gr. ttk/x-
Ijx'upo;,, Buon. Fier. i. 3. 6. E' fan bro-
glio ira lor di scampaforche. Fingbiam non
por lor meote, e stiamo allenti. (*}.A'iiA'//i.
ivi: Scampa/orche t detto quasi a simili-
tudine del lai. Jwcifer , cioè degno di
portare le forche sulle spalle , per quivi
essere appeso. (A)
SCAMPAMENTO. Lo scampare. Lat.
efT'igittm , ^alus Gr. à/yu'//]', a(*iT'f}pt.'c/,.
iXov. ant, 3(). 3. Le donne risposero: vo-
lentieri, salvo che tu non domandi tuo
scanipamenlo . Ce. 5* 1. 12. Acciocché
quello che si fa per riparo, e scampa-
meolo , non faccia ad esso veneno , JJiif.
Inf. 22. 2. M'dla quinta si pone lo scam-
pamento del Navarrese . E altrove: Lo
consigliasse di quel eh* era bisogno al suo
scampjmeato.
SCAMPANARE . Fare un gran sonar
di campane.
SCAMPANATA. L'alto dello scampa-
nare,
•f * SCAMPANELLARE. Sonare ti
campmel/o . Sn/vin. Buon. Tane. 2- 5.
Senti coni* elle squillanoj quasi dica scam-
panellano, suonano a guisa di campanelli,
o squille, {.-f}
SCAMPANIO. Scampanata.
'\' SCAMPANTE . Che scampa , Che
si libera . Lat. evadens , e^ugiens . Sen.
Prowid. 42.'j« Perchè non volentieri rag-
guarderebbero (gì' Iddii il loro nudrllo,
scampante per uscita così chiara, e memo-
revole 7 (ISS)
SCAMPARE. Verbo. Difendere, Sal-
vare, e Liberar dal pericolo. Lat. libera-
re, servare , defentere , tatari. Gr. oia-
Oùj'^-iv, Oict3u)>aTTe'.v, «^uv£iv. G. F.
8. Cj6. 7. Promettendo loro molta mone-
ta , se lo scampassero Pelr, cnnz. ^p. 6.
Ricordili che fece il peccar nostro Pren-
der Dio , per scamparne , Umana carne .
Din. Conip, 2. 35. Avea messer P.izzÌno
de' Pazzi in casa sua, che era confinato,
confidandosi in lui, che lo scampasse quan-
do fusse tornato in istato. Sen. Ben. Vatch.
6. 9. Quanti furono quelli che T aver male
scampo T
SCA
io4i
* S* I- C'ill' ablativo. Petr. son, AUro
schermo non trovo , che mi scampi Dal
iiMuilcìto accorger delle genti . E cani.
Que;>ti iu vecchiezza la scampò da mor-
te. P.iss. 3 1. Si facesse beile di colui
che avesse saputo scampar la vita e le
cose dalla fortuna e da' pericoli de! ma-
re. (Mia)
§. II. Per liimuuvere , Bisparmiare •
Lat. parcere , auferre . Gr. Ofit j£5?ai .
G V. 5. 4 3. La madre, per iscampare
verg-'gna alla figliuola , uovòe una bella
damigella povera.
V %. III. Scimpare, vale anche Sebi*
Jare, Fu-^gire . Cavale. Fruit. ling cap.
2. Avevano in tanto orrore i Santi Padri
la oziosità che eziandio , benché non in-
tendessuuo di vendere i loro lavori, pure
lavoravano certa parte del tempo, per po-
tere scampare l' accidia. (CPJ
5? g, IV. Scamparla , vale Liberarsi
dalla morte , Mttornare in salute . lied,
op. 3. 61. (Mapoli Ij68). Di cinque co-
nigli (feriti da una vipera) ne rimasero
morti tre , e di tre aguelli i due ultimi
la scamparono. (^J
§. V, In si^nific. ncutr. vale Liberarsi
di pencolo, S^ilvaròi. Lat. evadere, effu-
l'ere . Gr. «.'ttoo^kv , ì/.fzuynv . Bocc,
nov. ^4- I^' ^^ paura del morire, e il
disiderio dello scam[)arc ec. gli fecer di-
re, se essere apparecchiato (({i»i inforza
dt nome, in vece di scampo). E nov. l^'J.
1. Udendogli scampare, lodando Iddio,
lulte si rallegrarono. E nov. b6. 11. Dq-
ve, mercè di Dio e dì questa gcniildoQDa,
scampato sono. Petr. canz. l\l. 5. Che
spezzò il nodo , ond' io tcmea scampare .
È san. 8^. Non veggio ove scampar mi
possa omai. E 23o. lai eh* a gran pena
indi scampato fora. il/. /'. 7. ) 2. La pie-
na vittoria, che Iddio v'ha apparecchiala,
non vi scampi per tardamente de' voslri
trattati ^cioc, vi scappi, ed esca di mano).
* §. VI. la pruverb. Chi scampa d'
un punto, scampa di mille ^ o simili,
va!e Che il male diJJIcìito molte volte per
benefizio del Itnipo si iCampa . F. PUN-
TO . §. XLIII. (CJ
SCAMPATO . Add. da Scampare. G.
F g. 73. 3. Castruccio scampato, a grido
fu (allo signore di Lucca (cioè, liberato,
salvato). Alain, Gir. \li. 79. Venga il dì
dello di Ciprigna al lemjno , A ringra-
ziarla del Stampato scempio (cioè, eviti*-
lo, scansato).
f SCAMPATORE. Verhal. masc. Che,
o Chi scampa. Tac. Dav. Post. ^5o. Lo
scampato dallo aifogarc non può vedere lo
scampatore per pruno moto e Ìmpeto, di
natura .
•f SCAMPO. Salute, Salvezza da pe-
ricolo incorso, 0 che minacciava Lat. sa-
lii s , ejfugium . Gr. cwTvjpca , szauyr)'.
Dani, hif 22. I* vidi già ca\aUer muo-
ver campo ec, E talvolta partir per loro
scampo . Petr, son. 299. Non si presta
Fosse al mio scampo là verso 1' aurora .
Botc. nov. 44- 4 ^ '® *^* '' trovar mo-
do allo scampo della tua vita, e della mia-
G. /'. 8- 75. 5. Feciono un bello e subi-
to argomento al loro scampo. Din. Camp.
2. 35. E a loro umilmente parlai con
gran tenerezza dello scampo della citta .
Sen, Ben. ì'arch. 5 l5. Né al sangue si
perdona di coloro, in iscampo e per aiuto
di-i quali semo a sp^rgti're il proprio sangue
tenuti. •!' Ped. J ip, 1. 64. Non sapendo
trovare altro s<ampo o sutterfugio , licor-
rtmo alle cavillazioni , ai sofismi, ed in
ultimo luogo alle strida. (C)
SCAMPOLETTO Dim. di Scampolo.
Scampolino . Lai. frusiulum, reliquia .
Gr. T£//axtov.
g. Pi.r metaf vale Pcchettù. Cuid G.
Quello icampolelto del sole del die , eh'
l3i
10,3
S C A
era io meno ira la luce e le tenebre ,
cerimi ma meo te pareva a lei che avesse
traila di due di.
SCAMPOLINO- Scampofetta. haU/ru-
stulum , reliquice. Gr. Tcua^^ov. Tran.
segr. COS. donn. Del drappo ce porlaoo
UQo scampoliou sopra la parie offesa del
male ■
f SCAMPOLO. Pesto di panno di due,
o tre braccia al più» Avanzo della pezza,
nuon. Far. 2. 4- II. Abliiale pronti e
ftjggi e mostre e scampoli , Paragoni, ri-
prove, esperienre. M<ìltrt il- 22. Va ol
manlel , ci»' egli ha di cento scampoli
( cioè , lutto rattoppalo ) . /i 12. 36- Dì
certe loppe , scampoli e soppanni Torsi
d* impaccio volle.
§. Per melaf. vale A^'inzo, lìimasu-
gho. Lat. reliquia. Gr. Àti^-xva. f'aUr.
Mass. Con quelli piccioli seampoli della
«oa vita fece si . che la repubhlica ooo
peri. Liv. M- F»*»»» '' co<i*^l^> *' ^om-
batte a Perugia contro allo scampolo
degli Elrurii Coli- Ab. Jsaic, cap, 25.
Secondo l'ordine della solitudine guidi
lo scampolo dei suoi dì. Cuttt. leti. i6.
Dimandandovi in prezio di quello scam-
pol d' amore, che mi dovete ancora, che
sovente mi sigoifichlale ec.
SCAMUZZOLO. ^tinima parU di chec-
chessia , quasi Minuzzolo ; voce bassa.
Lit. frustum. Gr. Te>«xo;. Pita/f. 1- Io
non ho 6or, ne punto, ne calia, Minui-
sol, né scamuzzolo.
SCANA. /'. A. Zanna, 0 Sanna, Dani,
Inf. 33. E coir agutc scane Mi parca lor
veder fender li Banchi, lini, ivi: Scane
tono li demi puntenti del cane, ch'e-
gli hae da ogoi lato, co* quali egli af-
ferra.
SCANALARE. Incavare lefjno , o pie-
tra, o simil co fa, per ridurla a guita
di piccolo canale. L;il. striare.
SCANALATO. AJd. da Scanalare.
Lui. striata s. lied. I»s. .'Ì2. L* allre cin-
que vertebre nella parte supcriore sono
scanalate. K i5o. Quella eslrcmila ce.
ò scanalala per traverso.
SCANALATURA. Veff'etto dello scana-
lare. Lat. Sina. Gr. -rTT^.'//^*- ^<^''- ^"'■
l50 La scanalatura è marcala di due mac-
chie nere. .
* SCANCELLAMENTO. Canc^llauo-
ne. Lat. delrtio. ohlileratio. Gr. z^aUi-
4»i5 . Il yocaboL alla voce REMISSIO-
NE, n
SCANCELLARE. Cascare lascittura
fregandola. Cancellare. Lai. deUre, vbli-
ttr.ire. Or. e^x>£t>£»v apavi'^'.iv. Boez.
rarch. 2. -. QujDli uomini grandi e
famosi ne* l'empi loro crediamo noi che
abbiano scancellati , e come tolti del
mondo la dimenticanza, e carestia degli
icrillori? ffj'o ft^uratam. ) * Gu,cc.
Stor. 4. 28. Perché- chi non può e non
vuole scancellargli ri bintfizii } cou la
rimuneraiione , cerca spesso di scancel-
largli o col dimeolicarsegti» o col per
suaderc a se medesimo che non sieno
slati SI grandi ( qui pure fxr metaf. ). (L)
* §. Scancellare , dicesi ancU delle
Pitture, l'arch. Stor. 5. I17. Onde
nacque per avventura il bando ec. che
lolle le armi de' Medici, che dal dodici
al vcotiseltc erano stale o dipiote » o
scolpito, o nelle chiese . o per le case
cosi dentro come fuori della cìtlà , si
scancellassero e levassero. (Cj
•f * SCANCELLATICCIO. AdJ. Che
si può stancellare , Che facilmente si
scancella» o Che à alquanto scancella-
to. Laic. CV/i. 2. no**. 4- P'^P- *^^'
AcconciidU con un suggello *cancella-
liccio che uon vi si scorgeva quello
«he VI fusse impresso. Allega pag IM.
( AmsUrdamo 1754.)- Come diavoi »a-
S C A
praoaVglioo mai insegnar lettere latine
ec, eh' e' non oe appreson per lor me-
desimi se non certe poclic tcancellalìc-
ce . e salratiche, pelle pelle imparale ?
ec. (A)
SCANCELLATO. Add. da Scancella-
re.1.^1, deletus, obtitrratui. Gr. e'^r/zuft.-
fit'yoi , apav(«3et'^. Alleg. Se non cer-
te parole scancellala.
^ SCANCKLLAZIONE. .Sc/fntre//ame/i-
to, Cancell-izione, Srgner. Mi ter. De!
rimanente ( che e la scancellazioa del
peccato ) lasciane interamente la cura a
Dio. (A)
SCANCERi'A. St dice ad Alcuni pai
chetti d* asse, che per lo più si taagono
nelle cucine. Frane. Sarch. nov. 70.
Caccia di qua , caccia di là ; e quello
ferito d*a in una scanceria tra' bicchieri
e orciuoli per forma e per modo, che
pochi ve ne rimasooo saldi. Morg. i8.
1^0. Come una scanceria son netto e
mondo.
* §. E Jtsuralam. Lasc. Him. 2. 53.
Per esser voi bugnola, arca, armadio, e
scanceria delle poesie. (Cj
SCANCl'A. Palchetto, Scaffale, Scan-
sia. Lat. pluteus. Buon. Fier. 4- 2. 7.
Scancie dì spezierie , Vati di proforoier,
bacheche d*orafi.
3 SCANCrO Schianrio.^ Belltn. Disc.
1. 162. L'ossa del braccio, e della
mano fra loro sono così stranamente le-
gati insieme , che non e* è scancii . oè
sghimbesci che possano spiegare 1' obli,
quità delle loro scambievoli posizioni- (C)
^ %. A scancio, o Per tscancio , po-
sti avverò. Io stesso che A schtancio .
m Suder. Colt. 59. Si dee fjrc il foro
per iscancio a schimbesrio pendente at-
traverso allo *ngiù M . C,V; (ialil. Fort.
Ferendo 1* artiglieria a angolo obliquo ,
0, come si suol dire . a scancio. (Min)
Salvin. Enetd. lih. 5 Pit;lia il vento a
scancio. e cosi dice. (F)
SCANDAGLIARE. Propriamente Get-
tar la scandag'io.
g. Per metaf. Calcolare esattamente.
Esaminar per la minuta. Fare lo scan-
daglio. Lai. exacte aestimare. Gr. «/^i-
P'jj; avaio'/i'^s^Sat. Sa^g. nat. esp. iq^-
Non es!.eado ej^li altro che una filiera
d'acciaio, forala con diverse misure di
cerchi . per iscaodagliare in es5Ì i v-arii
ricrcsrimenli, che operano difierenli gra-
dì di calore. Gal. Sisl. 12^. Il quale le
ha prodotte, e sicuramente esaminate, e
scandagliale puntualissimamcnle.
f 3 SCANDAGLIO, Strumento consi-
sti-nte in un piombo appiccato ad una
corda , del quale altri si ser%-r per cono-
scere in mare, ne'Jiumi , e simili, la
profondità dell* acqua , o la qualità del
fondo j detti} altrimenti Piombino. Lai.
holis, catapiratet, Isidor. Fed. Flos. 23.
Gr. ^o'n'it r.KT'X-Jtiprìriip. Frane* Rarb.
258. 21. Scandagli, ed orce. 0 funi, £
canapi comuni Morg. 25. 57. E si po-
teva gettar lo scandaglio Per tutto , ìn
modo nel sangue si guizza .
# §. l. E fìgurntam. m Mens. sat.
IO. Ma se non giugni col tuo scanda-
glio A trovar fondo alle terrene cose,
Vuoi r eterne cribrar dentro al tuo va-
glio N l (C)
S. II. Per meUf. Caleulo , Riprova,
Esperimento j onde Far lo scandaglio,
v.fte Esaminar per la minuta, CalcoLire
esattamente, Scandaglinre. Lai. trami-
aare, erplorare , aestimare. Rem. rim.
1. 17. La pelle è una pruova. uno scan-
daglio. Che fa tornar gli imici a uo per
cento.
*f <( SCANDALEGGIARE. Foce poco
uinta Scandali tiare . Lat. exrmplo of-
/end<'t,*scindn'zare. Gr. s/avcaii'^tt».
S C A
Cavale. F'utt. ling- ^\. L* altro popolo
con i lor mali consigli ec. fanno cadere e
tcaod.«|r-ggiare. (*)
SCANDALEZZANTE. F. SCANDA-
LIZZANTE.
SCANDALEZZARE, SCANDALIZZA-
RE, e SCANDOLEZZARE. Dare scanda-
lo . Lai. • scandaliiare , offendert . Gr.
oxavJoùi'^ssrai. Pats. .366. Muovesì il
diavolo a fare sognare , o da se medesi-
mo, per la sua malìzia, per conturbare, e
scandalizzare le persone , ec. Maestruzz,
2 Q. 8. L' altro è lo scatidolo attivo ,
cìiic quello che è ìn cului che iicandale»-
ca . E appresso : Quando alcuno induce
alcuno con parole o con fatto a peccare,
costui, io quanto e di sé, iscaodalìzxa. E
appresto.' Lo scandalo passivo, cioè quel-
lo eh' è io colui eh' è iscandalizzalo» ooD
puote esser peccato ispniale . Rem. Ori.
I. 20' 3. Questo mosirar di non sì con-
tentare Della vita comunemente buona, E
voler far tra gli altri il singolare, Subito
scandalczia la persona.
t § 1. In signific. nrutr, pass, vale Pi-
gliare scandalo. Lat. offèndi, *scandalt£a-
ri. Gr. a/jiv^oir^e^Sac. G. V* 12. ll4-
2 1 Provenzali s' erano molto scandalexzali.
Pait. 35. Ridicendogli i discepoli suoi,
come i Farisei s* erano scandalexxati , e
mormoravano dì certe parole che Gesù
Cristo avea dette , rispose : ec. Tes. Rr.
7. ~5. Iddìo comandò, che quando il de-
stro ocrhio si scandalixzasse, fosse cavalo,
e giltaio fuori. S. Ciò. Grisost. l84- Dì
tanti debili e imperfetti, lì quali per le si
scaodalrziano. Maettruzi. 2. 9. 8. Due sono
gli srandali : 1' ano e passivo» cioè colui
che si tcandaleiza; e questo e sempre pec-
cato , imperocch' egli non si scaodalexxa .
se none alquanto rovioaue di spirituale
rovina, la quale è peccato. Fit. SS. Pad.
I. 77. Dicea che nullo sì dovea perciò
scandalìztare .
§. Il, Per Impazientirsi, Adirarsi,
Lai. excandesccre. Gr. oCuSw^ei». Morg.
25. 3o. Non sare* ragione. Che chi è bal-
lezzalo si sbattezzi. Acciocché Cristo Doo si
scandalezzi l'end. Critt Op. dtv, Andr.
45. Sorelle mie benedette da Dìo , non
piangete più, che voì mi fareste ìscaoda-
lizzare . Fior. S. Frane 8- Dice a frale
Elia, che vada a quello giovane; ed egli
se ne scandalìzza , e non vuole andare .
Malm. I. 56. E non avendo ancor toc-
calo un bezzo . Sì scandolezxa , ed entra
io grande smania E 11* 23. E i con Ma -
cone allor si scandolezza.
SCANDALE7.ZAT0. SCANDALIZZA-
TO, e SCANDOLEZZATO. Add. da* lo-
ro verbi. Lai. *scandilizatut , scandal$uM
patsus . Gr. e'5Z3tvoxiiia!*voj . Fit, S*
M. yiadd 23. A lei rimase la veritadc
sanza mormorio , e coloro ne rimasooo
icaodaliziali. Red, leti. 2 202. V. S Ec-
cellentiss. o rimarrà scandoleuata di me,
oppure se oe riderà.
f §. Per Incollerito Fior. S. Frane.
]6. Se noi pur, eostietli dalla fame, e dal
freddo, e dalla notte, più picchieremo e
chiameremo ec., e quegli più tcandalem-
zalo dirà: costoro sono gaglioffi importu-
ni; io gli pagherò bene come sono de-
gni,
SCANDALEZZATORE. /'. SCANDA-
LIZZATORE.
SCANDALEZZO. Scandalo. Lat.'/CNA-
dalum, cjjensa. Gr. exxvoaìov. hah.
300* Se |>er ì»cisgura le si pooea uoa
mosca in «ul viso, questo era si grande scao-
datezio e si grande lurbazione, che a rispello
fu a'Crìstiani perdere Acri un diletto. Fr.
Giord. Pi ed. S. Quanto tcandalecso avrà 1'
uomo nel »rrvìrc agi* infermi. Rutck. |.
117. Onde il Preior rìmrdió al scaoda-
lezso Ch'era nato fra' bufoli a Quaracchi.
sex
# SCANDALITICO. Md. Di scanda-
lo. Generativo di scandalo. OlL Com.
Inf. 29. 4i)7' ^^^^ '^^^ piangi^ il suo
acaudalitiro peccalo. (Ti)
SCANDALIZIOSO. /'. A, Add. Che
commetta e dà scandalo j che oggi più
oomunemcnte ilicinnio Sc-tndaloso. Lai.
facttosus , /acinorofus , sctlestus . Gr.
Esp. Salm. Qucilo mezzo adopera il
Diavolo mediante gli nomini scandali-
siCMÌ.
SCANDALIZZANTE, SCANDALEZ-
ZANTE, t SCAKDOLEZZANTE . Che
scandnlissa. ColL SS. P«d, Siccome quo
necessario, ma scandalizzante.
SCANDALlZZAliE. / . SCANDALEZ-
ZARE.
SCANDALIZZATO - P'. SCAJSDA-
LEZZATO.
t SCANDALIZZATOBE . SCANDA-
LEZZATORE, e SCANDOLEZZATO-
RE, Che dà scindalo. Ott. Com. Inf.
28. 48t)- Poi il dichiara per U terza eh'
egli tiene, la quale meiilovando, induce
un «Ilio scandalezzatore. E poco sotto:
Qui il pjìesj il nome e '1 fatto di questo
Kaudaliztatorc.
15 SCANDALO, ff SCANDOLO. Lat.
scandal um, o (fendici lum Gr. a/&:'ve)a).ov.
Hfaestruzz. Z- 9- 8 Che è scanddlo ?
Dice santo Girolimo; quello che i Greci
chiamano scandalo , noi possiamo dire
che in nostra lingua sia V uffensione ,
ovvero ingiuria, ovvero percotimento di
piede, quando si pone nella via alcuna
cosa, per la quale vi si percuote e c^ide,
e quella così fatta cosa è detta scandalo.
Così interviene nella vi,i spirituale , che
alcuna cosa vi si pone alcuna volta , per
far rovinare spiritualmente o con parole,
o con l'alto altrui, in quanto alcuuo per
sua ammonizione, o inducimento, ovvero
con esemplo, trae l'altro a peccare; e
questo e detto propriamente scandalo. S.
j4nt^ Confess. Scandalo è un parlare o
operare men che bene, cioè il quale
dà ad altri cagione di cadimento spiri-
tuale, cioè in peccato, C<.walc. Speccli
Cr. Questo Cristo crociBsso è alli Giudei
scandalo, alli Gentili pare stidtizia. E
Mcd cuor* A niuuo vuUi mai fare scan-
dalo.
§. X. Per Qualsisia impcdimcnlu .
Maeslruzz. 2. Q 8. E alcuna volta scan-
dalo si piglia largamente per ogni impe-
dimento # Fr. Giord- 125. Qui vanno
le Davi (ne* mari alti) sicure sanza dub-
bio, e non ci si rompe mai nave, e non
ci si trova alcuno scandalo (l' autore il
dice per simiolianza di'i^d umili). E ap-
presso: Ma. . , i mari terragnoli, pieni
di scogli e di sassi e di colli, ogne nave
ci si spezza ..... imperocché ci trova
molti contasti e molti scandali. (I')
■f -r §. II, Scandalo , si dice anche
dell' Jndignizione che altri prende delle
altrui cattive azioni ; onde Recai e in i-
scandalo, vale Fare adirare. Scandalizzare
neisigni/ìc. de/$. II. Fav Esop. 19. Priva i
tuoi compagni minori del merito delle loro
buone operazioni, recandoli in scandalo e
in furore. (V)
%■ UI. Per Danno, Infamia, Dìsono'
re, Lat. dadecitt. Gr. o'vìtiJo;. Bocc.nov.
86. 2 In essa vedrete un subito avvedi-
mento d' una buona donna avere un
grande scandalo tolto via. Z.*°^. S. Umil.
JO7. Temendo che non venisse agli orec-
cbi de* parenti, e tornasse in iscandolo
della fante. Fir, As. 238. Ingannando
quelli buoni omiciatti, e semplici donnic-
ciuole, danno lor fra le mani in iscandolo
e disoDor grande de' veri religiosi e della
nostra religione , ec.
§. IV. Per Discordia, Disunion", Lat.
S C A
dissidium , discidium , offensio. Gr. Jtx-
a^mti, Sivfopol. G. /'. 7- to. 4- On-
de nacque poi grande scandolo tra luro .
Diuit. Inf. 28. SemiiKTtor di scandalo e
di scisma . Frane- Sncch. nov. l(ìo. Cosi
ha fatto qut sto niatadetto corvo . eh' è
venuto a mettere scandolo tra quelle due
arti . /loci: nnv 98. '^O. Se io andassi
or.» a dire che io per moglie mm la vo-
lessi , grandissimo scandalo ne nascereb-
be. Din. Comp. 2. 29. I seminatori dej-li j
scandoli li dtceauo : Signore, non entrare .
in Pistoia . E niipresso : LÌ confermava
quello che pe" seminatori degli sranduli
gli rra detto. A' u Pass. 348. Ciò fanno
i dcmonii ppr seminar questo errore , e
per mettere scandalo, e per infamare quelle
cotati persone, la cui similitudine prendo-
no». CO
* §. V. Piflriì di scandalo, /ìgitratam.,
vale Catjion di scandalo. V. PIETRA, §.
XIII. (Ai
* SCANDALOSAMENTE . Avverò.
Con iscandalo , Scandolosnmente . Gtticc*
Stor. 3. Ily. Il quale, essendo molto
prima stato accusato al Puntefire . che
scandalosamente predicasse contro a' co-
stumi del Clero , e della corte Romana ,
ec. era finalmente l'anno precedente stato
dal Pontefice separato con le censure dal
consorzio della Chiesa, (C)
•f ♦ SCANDALOSISSIMO. Superi,
di Scandaloso . Ciiarin. Idiopic- I. 3.
Che giova egli a' poveri padri 1' allevar
con buoni costumi i figliuoli, se essi poi
per le piazze , e ne' trebbii trovano ec .
compagni scandalosissimi d' ogni male e
d' ogni licenzia ? (A)
SCANDALOSO, e SCANDOLOSO .
A'Id. Chi' commette, e dà scandalo. Lat.
factiosus . Gr. oraoiKOTtxo'^. Fir. Disc,
a/u 98. Cosi il più tristo che savio padre
si andò a nasconder la notte in quella
scorza dell' arbore dello scaodoloso teso-
ro. Tac. Dnv. Scandalosi in pubblico , e
disonesti per le case.
SCANDELLA . Spezie di biada. Lat.
hordeum dtsticnm, zea. Pallad. Genn. 4-
Se '1 verno va buono , vuoisi da dodici
di fra Gennaio l' orzo di Gallazia, cioè la
scaudella, la quale è grave e Iiianca , se-
minare . E Fehbr. 8. In fino a Calendi
Marzo si semina 1' orzo GaUtico, ciuè la
scandella , ne* luoghi freddi, la quale è
grave e bianca-
■j- §. Scaudelle, diciamo anche a minu-
tissime gocciole d'olio, 0 di grasso , gal-
legginnti in forma di piccala maglia so-
pr'acqiia,o altro liquore. Ott. Com. Inf. 17.
Bevero ec. è di tanta grassezza, che stan-
do alla riva , e percotendo colla coda l*
acqua, scandelle, e gocciole come d' olio,
nell'acqua rimangono ( (jui li stampa
alla pag. 3 16. conforme al Ms. legge
Scaodelli in genere ninscolino).
* SCANDENTE. l'oce latina. Che sa-
le j e dicesi per lo più da' Botanici di
Tronco, o Hama che sale , attaccandosi
con viticci, uncini e barbe, come la fi-
te , l' Ellera , ec. Dicesi anche Rampi-
cante. (A)
SCANDERE. V. L. Salire. Lat. scan-
dire. Gr. ^ai'vsiv. Dant. Par. 8. Lo Ben
che lutto '1 regno, che tu scandi , Volge
e contenta. Put. ivi: Lo quale tu scandi,
cioè tu , Dante , monti.
^ §. I. E in signific. neutr. Salvia.
Odiss. 83. Poiché al mate scandemmo ed
alla nave, E la cena apparammo ec. (IV)
§ II. Scandere,Si dice anche de\ersi,
e vale Misurargli. Lai. numt-ros carmi-
num mfliri . Gr. TOC '£ ttt) yara/iSTpeiv .
Ciriff. Calv. I. 2 E non invoco voi, sa-
cre , che al monte Scaodele i versi . ^
Tasi. lez. son. Cas 187. Una delle due
se ne butta o nel numerar le sillabe , 0
S C A
1043
nello scindere i piedi. Inf. Sec. 93. E
quando imparava a scanderc lo agmtna
ciniim^pexit , che parinieotc gli ricorda-
te. (C)
''? SCANDESCENZIA. Escandescenza,
Stizza, Sdegno. Lat excandescentia. Gr.
3y/AWjt; . Car. Ltt. \. 23. Il capitano,
che si trovava aver fatto tanto schìamas-
zo a Ruma di questa sua vigna, venuto ÌD
iscandescenzìa ec , disse: ce. (*)
* SCANDIHE. Lo ^tvsso che Scandi-
re, nel signific.del%. II Lat. /inmc/oj car*
mintim metiri. Gr. Ta iTifi xara^ucrpeTy.
Salvia. Pros. Tose. 2. 9.Cì. Per me sospetto
che ec. il verso, in dicendo tulle intere
le parole , che nello scandire necessaria-
mente si srbiacriano, ne saria venato ec,
soprabbondante. (*)
SCANDOLEZZANTE . F. SCANDA-
LIZZANTE .
SCANDOLEZZARE. f. SCANDALEZ-
ZARE.
:? SCANDOLEZZATISSIMO. Superi,
di Scando/ezzato . Accad Cr. Mess. Ve-
duta questa esecuzione , il P- ec. , senza
altra risposta , se ne tornò scandolezzatìs-
simo. (A)
SCANDOLEZZATO . V. SCANDA-
LEZZATO.
SGANDOLEZZATORE. F. SCANDA-
LIZZATORE.
SCANDOLO, r. SCANDALO.
'\- SCANDOLOSAMENTE. Avveri. In
maniera scandalosa . Lat. cffendiculo, mqjo
exemplo. Gr. TrpoffXOTrvi". Fr. Gtord. Fred.
R Ne' tempi delle feste solenni scandolo-
samente tripudiano, e dVsser tripudiatori
si gloriano. (*)
'Y- SCANDOLOSISSIMO . Superi, di
Scandoloso. Cas. Leti. Perciò Sua Beati-
tudine, non volendo per niente comportar
questa indegi.ilà, né alcun' altra, ier mat-
tina fece pigliare pubblicamente Lottino,
e metterlo in Castello, siccome quello,
per mano del quale si è trattata pessima
e scandolosissima opera, e molle altre si-
mili. (A)
SCANDOLOSO. V. SCANDALOSO.
SCANFARDO. Epiteto dato altrui per
ingiuria. Lor. Med Arid. (\. 5. O porta
i fiaschi da te, scantarda, *«* j'arch. SuOC.
4. 6. Quando vidi pure che la scanfarda
non la voleva pigliare (la collana) da se,
gliela gettai in grembo. (V)
SCANICARE . /'. J. Si dice propria-
mente dello Spiccarsi dalle mura, e cadere
a terra gì' intonicati. Pallad cap. 10. Per
la sua saldezza fa scauicare gV inlODicali
delle camere.
t g. Per metnf, Pallad. cnp, 6- Solle-
vare 1' uve acerbe si vuole fare quando
non si teme di scanicare , 0 di rompere
1' acino .
SCANNAFOSSO. Sorta di fortificazione
militare. Ar. Pur. l!^. lofi. Dovunque
intorno il gran muro circonda, Gran mu-
nizioni avea già Carlo falle , Fortificando
d' argine ogni sponda , Con scannalossi
dentro, e case matte.
:;: SCANNAPAGNOTTE. Uomo disu-
tile, e buono solo a mangiate, Parasito.
Benv. Celi. J'il. 2. l5o. Certi di quei sua
cortigiani scannapagnotte dicevano. (C)
s^ SCANNAPANE . Scannapagnotte .
Benv. Cill. f il. I. 169 Conosciuto cer
ti di loro dissi: o scannapane, se voi non
vi levate di costi ec, io farò polvere di
voi. (Cj
SCANNARE . Tagliare la canna della
gola. Lat. iugulare. Gr. a^aTTSiv. Bocc.
nov. 81. II. Parevagii tratto tratto che
Scannadio si dovesse levar ritto, e quivi
scannar lui. IJoez. tarch, \. 4- Se iu
avessi empiamente voluto ardere 1 tempii
sagri , se scelleralamente scannare i preti
ec. non perciò arebbono ne senicnziarmi
S'
\o\\ sex
pototo , De pODÌrmi ragionefolmente . se
prima non m'avessero rilato, poi udito,
• finalmente convinto. Ii<rn. Ori. ì. 8.
Li, KaiiriuHi e vetrchi presero e sraonaro.
§, I. Prr nietnf. T'<c. Dai'. Ann. t\.
q6. Crede») facessero ammaziar Pisone i
Ttfrmeslini , perchè gli scannava colle
;ravezze . E 6. 123. Che volete voi fare
uo Re che nella pace vi scanna, e nella
guerra vi ruviiu? Mahn. ^. 2^. E tale V
appetito che mi scanna , Che un diavoi
collo ancor mi p^rra manna . E st, if).
Mio padre, che '] hisognu ne lo S'-anna ,
Con un mio zio, che n'andava pezieote,
ce. E 6. 25. Perchè la fame quivi ne lo
scanna .
§. M, Per Lei'nr d* in sulla cinna .
Buon. Eier, A. 2. 3. Zingana, quella seta
Che '1 Dond»Ia tintor posta avea al sole.
Chi la levò d' in sulla cauoa? chi? Chi la
■cannò? su , di'.
SCANNATO. j4J(I. da Scannare Lai.
iu^uintui, Gr. VTZyifViyH;. Segaci , Mann.
Die. 28- !• Questi ujiiiliiiii innocenti per
conseguirlo elduTO , appena nati, a sofiV-
rire una crudelissim.i tn-'rie, scannati e sfra-
cassati sugli occhi di-lIe loro madri.
SCANNATOIO. L'io-jo ,l.<ve si scanna-
no gli animali pi-r In l/cciheria. /tnon.
Fn-r. t\. 4« !!• Tintori, s^pomi, di ma-
cellari Scannalo!, edlfizii da trjr seta.
Maini. 1 0. f{0. Vici no al boschereccio
scaunatoio, Mentre fuoco di stipa vi ri-
luca.
§. E per similit. si dice di Luogo of*-
£i usino disoneità^ o s-pvrchierie. -é Sal-
via* Fifr. lìiion. ij. ^, 11. E scannatoi
ti dimandanti quelle ca^c e stanze, dove
ti giuoca di vantaggio, e si fa il colto a'
poveri giovani, e perciò si dicono polb-
itrolli. Mnaal. Leti. Neil* elezione di-1
lito voi rafli^urale suliito un ripostiglio,
o, come suoi dirsi, uno scjnnJtnio, lasria-
lo tra qiiattrn mura in fondo a una torre. f','/^
t SCANN\T()UE l'erhal. nuisc. Cfi.-.
o Chi sconn'i. Lat. iiipulator ,viciimnriut.
Gr. opa/£j;. Buon, l'ir. \ 2. 2. Ah,
ah, jribaldo Sroiticalor del pan caldo,
Scannator delle cantine, Sgombrator del-
le cucine ( tjuiji^uratani. ).
te SCANNATHICE. rcbal. fcm. (ti
Scannato'-e. C/iiabr. ritn. Ha di prnvar
diletto Tra gregge il dente e 1" ungliia
scannatrice. (tìr) Ces. Fit. Cr 5. ^7;i. A
non rcsliluire il mal tolto , e* frutti di
quelle scannalrici usure, la perdiziun lo-
ro è sicura (qui fi-^uralant. ). (C)
•f * SCANNKLLAMKNTO, SKanala-
tura. Salvia. Op. Pese. 2. 2'|6 L' in-
gannosa seppia t:c. in preda tragge i pe-
sci Bocconi sulla arena, sotto un nicchi»
Serrata; e ancor con quei scann<ltjnienti,
Qitandu Tonde s'infuriano l'inverno Al>
le pietre «jual nave ella s'allacra. (/1)
SCANNELLARE D^j Cannello, vadr
Si-oh^vre il filo ili sul cannef/o.
g. I. /r Scinneflare, d'i Cannella, va-
le Versare, e Schizzare lontano a f^uisa
d'una cannella sturala, che sia nies\a ad
un vaso bi'n pieno. Lat. eiaculavi, evo-
mere,
* §. I[. Scannellare, T. d gli Argen-
tieri. Ottonai, e simili. Fare lo scan-
nell'ilo, civè sranalalura, o incavi toltili
per Iliaco, cl-e j'h»<i /fi'r per ornamento
de*lavori d' oro, argento, o a'tro metal-
lo. (A)
* %. III. Scannellare Terni, degli
Agricoltori. Dirndtre i canneti, tatuando
le cannucce sotiilt, che non ptofittereh-
hern, r sarettbero di pregiudizio all'ai-
tre. (A)
«SCANNELLATO. Termìn.' degli Ot-
t.'nai, Argentieri, e simili. Lavoro che
st f't sui metalli , scannell-mdngli col
pianatolo. (A)
sex
# SCANNELLATURA. Scanalatura,
Scannellami-nto. Magai. Operett. 3o5.
Hanno n qualrbe riga io giro, o un pu*
di scannellatura. £ 328- Le scannellatu-
re ec. sono quello che vi è di piò re-
golare. (/{)
SCANNELLO. Diminutivo di Scanno.
Lat. scamnelluni. Gr.v:roTo'diov. Lih. Op,
div. Lo cielo è mia sedia . e la terra è
scaonrllu de'miei piedi ^ tac Sold, sai 5.
Tempo verrà, oè fia lun^^i da questa Età,
che noi vedrem nel tuo scaoncDo , Ch'
ora ec. (/ì)
§. L Scannello, più comunemente si
prend,- per una creta Cassetta quadra, da
capo più alta ck- da pie, per u%o di scri-
vervi t'apra comodamente , e per riporvi
entro U scritture. Lat. scrinium. Gr-
xtf3wTi5V. Lasc. Gelo*. ^ g. Dove di'm
ch'egli ha dello ch'c'son rimasti? B,
Nello icriltoiu in sullo scannello, smemo-
rata l'arih. Eroi. l6c). L* ho in quello
scannello che voi (|UÌ vedete. E Lrz, Z^.
Come un tegolo ed uno embrice, o noa
credenziera ed uno sc:innelln.
^ % IL Scannello, Trnn. de' Carroz-
zieri, Nome di due pezzi di legno d' li-
mo, situati l' uno al di sopra della sala,
e l'altro sotto. (A)
V g HI. Scannello. Terni, de' Macel-
lai. Quel taiiUo del culaccio., che è più.
vicino alla coscia. (A)
SCANNO. Seggio, Panca da sedere.
Lat. scaniniim , seites. Gr. Soibpov ,
àw/o;. Amet 72. Le pnsie mente, nulla
altro espetlaoli, si riempierouo d* uomini
e di donne , e ciascuna tenne secondo il
suo grado lo scanno. Cr. 5. |3- 6. Del
suo legno f de/ noce > si fanno ottimi scan-
ni, e belli soppidiani, e durabili , e tulli
altri vaselli da riporvi gli arnesi, Dani.
Par, ^. Non hanno in altro cielo i loro
scanni. E 3o. Vedi li nostri scanni si ri-
pieni. Che poca gente omai ci si disira .
E \2. E come quinci il glorioso scanno
Della Donna del cielo, e gli altri scan*
ni Di sotto lui cotanta cerna fanno.
§. Per similit. vale Banco dt rena. De-
posizione di rena fatta ne' Jiunii , o in ri-
va al mare. Viv. Disc. Arn, 2j. E per-
ciò prolungando *1 letto dentro quelli
scanni, baix'hi , dune, o cavalli dì rena
che vi si creano, questo accrescimento di
causa sarebbe inevitabile.
# SCANNONEZZARE . Scagliar coi
cannone, Abhaltere col cannone. Lai. tor-
mento bellico diruere. Gr /aàaicirv. Car.
Iftt. I. liti. Vi scanni nezzo quel Saodi-
sir subilo eh' arrivo ^ (yu» /ìguratmi. }. {*)
SCANONIZZARE. Togliere dal nume-
ro dei Santi j contrario di Canonizzare.
Lai e numero .Sanctorum espungere. Dav,
Scism. S.'). Questo Santo, adunque, psr
tanti miracoli illustralo, e più di ^00 ^o-
ni prima canonizzato, sranuni/zò.
* Sc:ANSAMENTO.A'c/«/<im.v;r., Sjug-
gimento. Lai. declinntio. Gr. txrpom!.
Salvia. Di*r, 3. I2> La virtù ed il vizio,
e il seguimento di ()uel1a , e lo scansa-
mrnlu di questo, ec. (*)
SCANSARE. In alt. signi/ìc. vale Di-
S'0*lare alquanto l.i eota del tuo luogo.
Ltl. amrivere. Gr. arro^'tveìv.
g, I Per /scarnare. Sfuggire Lat.^Ti'-
lare, declinare, vitare. Gr. Ota^lJyity.
j Fr, Ine. T, (\. li. g. Non pntiam morte
scansare, E vediamola venire. Fir. nov.
' 1.' l8(). Mi parrebbe ec. che noi sranns-
Simo quei pericolosi passi, a* quali ci guì-
! da questo nostio amoie. Tac, Dai.: Ann.
' &. 88. O pur possiamo , alcuna cosa noi
j (leslreggiando , e senta ne sempre adula-
' re, né sempre dir contro, scansare prri-
I culi e viltà, lenendo mezzana via. /,' Star.
a. 288. (.omaiido alla legione, che tenesse
il romniino per 1* alpi Graie, |>rr iscansar
S C A
Vienna, sospettando de* Viennesi -.' Pw
ceti. Irti. 5. VS Hima. s'accorgerà «he
nel conto d«-lle materie ci sarà ouervala 11
grammaii's, p scamati tntii i solecbmi in
che gl'Italiani non badano. (C)
§- "• '« sign'fie neutr. pass, vale Dl-
scoslarsi. Allontanarsi, l^t. recedere. Gr.
aT!^€T&ai. Fior. Itat. D. Io non vo-
glio che nullo Italiano si scansi p«r noi.
«SCANSATO A. i.L da Scansare, y.
alla voce SCAMPATO. fB)
t SCANSATORE. J erbai, masc. Che,
o Chi scansa. Lat- evitalor. Jìiion. Fier,
7. I. I^- lo bevvi. Scansalor di pericolo,
e bevendo Mi lei lor si domesUco, ch'io
presi re.
SCANSI'A. Strumento per lo più di
lei-no , ad itfO di tenere scritture , O si-
mili, detto altrimenti Scffale. Lat. più-
teus, scrinium. Gr. xf^wriov. tr Bari.
(j'om. Leil. 1. pa:. 7J. Come se il senno
de' filosofi ne' libri loro, quasi in ampolle
serrato ec. potesse col solo fiutarlo , ti-
rarsi tulio al cervello; e con ciò farsi in
capo una libreria di tanti autori, di quanti
se ne hanno ì libri nelle scansie. (TCj
•f * SCANSIONE. Misura di versi.
Spi-r. Dìal. 12^. Non vo' pero che creg-
giate che la volgire scansione sia paro
numero, tanto che sole undici sillabe,
comunque insieme si adunino, facciano il
verso toscano ; ma è mestieri ec. Uden.
ìVis. I. 20. I medesimi effetti si possoo
considerare dalla scansione dattilica in
questi versi virgiliani, ec. (Aj
SCANTONARE In alt. signifc. La-
vare I canU a cfiecchrtsìa. Lat- 11 angu-
I lot exsrcare. B'nv, Celi. Orrf, 85. Presa
{ la piastra . e pulitala dalle bave, e srao*
tonatala alquanto, la radei da tutte e due
1 le bande nel modo che di sopra dicemmo.
!^, I. E Jigiiratam, vale S/ugcire. Tac.
Dav Ann, i'\. ipS. Scantonandolo Cesa-
re ogni di più. gli cki>-de audienza (qui
' ti testo lai. ha : familiariialem aspernan-
Ir). * Buon. Fier. ^. 1. i. E vie non
men die al ladro Gli sono infesti i cani ec.
. Onde gli è forra gobbo gobbo e quatto
Scantonar ad ogn' ora. (B)
§. II. Scantonare, in sigmjìc neutro e
neutro pasf. , vale Andarsene nascosta-
I mente, e alla .tfusvita. Lat. declinare, de-
vitarr , suli'er/iigere, Gr. otTopey'yeiv.
Bocc. nov. •jn . i6. lu mi snn leste con
gran fatica scantonala da lui. Patmff. ^.
Egli e nuovo cinlunchin a scantonarsi.
Bern, Ori. |. IH. 60. Se disarmato al-
cun vede per sorte. O che punto scanto-
ni dalla schiera. Noi ramperebbe Apollo
dalla morte. Oolat. ^^. Deeti lasciare che
ciò si faccia da' maestri e da* padri , da*
quali pure perciò i figliuoli e i discepoli
si scantiHuno tanto volentieri , qoaolo ta
sai eh' f' fanno. Maini ^. 27. Onde min-
cliioii minchinn, facendo il mallo. Se ne
scantona, rhr non par suo fatto.
SCANTONATO. Add. da Scantonare.
Lai. in angui ^s eTJ.ectuf, L^r. Med. And.
^, 5 Un rubino io lavula ce. legalo al-
l'aulica, stanlonalo un poco da una ban-
da. Benv. Celi. Orrf. 8^. La della pen-
na drilli* essere scantonala e luada.
* SCANTONATURA. // tuog^, o La
pirte iCinton-ita. B'idin. Dee. Tra te
scantonalure ddla sala ce gli angoli che
lascia l'ovato del vrsliliulo. Mozz. S Crs-
se. Scalino ec, con vaghe scanlonature
nelle sue eslrrmiià (A)
i:t SCAPARE. Termine de' Pescatori.
Levar /a tetta ali' acciughe prima di
salarle. (A)
# SCAPATO. AdJ. Che e senza capo,
nel significai ^ di CAPO. § XXX Vili. /^C;
SCAPECCHIARE. ÌS'ettars ti lino dal
C-'peCchia.
$. E Stapecchtarsl, per ««/«/ir«, vaia
S e A
Sviluppani, Spastoiarsi. Lih. Son- l37.
Pulrifi, chp per le ville li scapecchi.
SCAPECC!lIATOIO . Strumento col
qiia/f SI sepiirt il lino dal capecchio
SCAPESTRARE, e SCAPRESI'ARE.
Tifutr. piìis. LfV'ìrsi il cnpesfro, Sciorio}
« Jt'^ttratnm. jAhera^si da qualunque im-
paccio. Lai. solvere. Or. otaiwstv. Pvir.
son, 65. E più mi diiol , cht- 6en meco
Immortali, Poiiliè V alma dal cor non si
«capeslrj. J anh. les. 482 Alcuna vol-
ta, si trova la S sola, come smorsarc,
sbrancare, scaricare, scapestrare, formati
da qufsti Domi: morso, branca, carico,
capestro.
§. I. /'i sipnifìc. neutr, assol. valf Vi-
vere scnpestratamente. Tnc. Dav. Ann. 3.
71. Di>JireDdo-'.Ì a principe, se questa cit-
tJ, o quella scipestra, uscir del centro di
lutto il governo (qui il testo Int. Ita
lurbet ).
§. Il In signific. attivo vale Guasta'
re. Disordinare, Corrompere, Indurre li-
cenza, 0 disxohitezzn Tac. Dnv. Ann. 2
47. Scapestrò sì ogni cosa, cbe il volgo il
Jicea pjdre delle legioni (il tnto lat.
fin eo usque rnrrupiionis provectus est ).
SCAPESTRATAMENTE. //wtrè. Dti-
soìutamente, Sfrenat-imente , Licenziosa-
mente. Lai. rff'raennte. Gr. a;f xiivwVw;.
Lnb 27V La valente donna , disiderosa
di più scapestratamente la sua vecchiezza
menare, che nvn le era paruto potere la
giovanexza. l\loitr. Forse più senno ti
sarìi ti tacere. Che favellare scapcilrata-
mente. licmb. Asci. 3. iQj. La ragione
guida il sen&o, il quale , dal caldo della
voglievole giovanezza portato, non l'ascul
la, qua e là, dove esso vuole, scapestrata-
mente Iraliorcando.
•f SCAPESTRATO, e SCAPRESTA-
TO. Ad'I. da Scapestrare . e Scapreslare,
Lat. efì'raenatus. Gr. aj/a'livo^. Fior,
Ital. D. Andava con quel vigore e con
quella gagliaidia. cbe vae il cavallo sca-
pestralo e sfrenato.
5 §. l. Per metnf. vale Dissoluto ^
Sfrenato, Licenzioso- Lat. .tòìutus,rffiae-
ni<. Gr- «xyit'O^. T<ìc. Dav. Ann* 4-
8<). D'Affrica a questa guerra ogni ma-
landato e scapestrato più rurrrva ( il le-
sto lat, ha moribus lurbidus) . Buon.
Fier. 4. 5. 3. E ar.iprestata a suo talen-
to ha fatto II peggio eh* ella può sempre
per tutto.
# §. II. E detto di cosa, tale Scom-
pigliato, Disordinato, i Bocc. nov, 2g.
12. Quivi trovando ella, per lo lungo tem-
po cbe senza Conte stato v* era, ogni co-
sa guasta e scapestrata ec, ogni cosa ri-
mise in ordine». (IV)
§. IH. Alla scapestrata, posto avverò.
y. ALLA SCAPESTRATA.
•f * SCAPEZZAMENTO. L.o Kcnpez-
snre, Ud,n. I\'is. i. ip. Qui si noti ec.
lo scapetznmento sillalnro in sermonem j
e lutto per servire ec. (A) Bel/in. Di^c
2. 3oo- A furia di punte si fanno quegli
•capeizamenti, e quei mozzamenti d'ugni
mucrfaii'tto, o moniicelto, o risalto di
marmo. fF)
t SCAPEZZARE. Tagliare i rami agli
alberi insino in sul tromo j die a Uri-
meati dici ^mo Tagliare a corona. Lat
amputare. Gr. aTTOzo'TiTiiv. Pallnd. cnp.
^1. Coltellacci, e pennati da laf-Iiare i
rami secchi tra i verdi in sull' albero, e
da scapezzare. Dav, Colt 169. Scapezza
il oesto col pennato, e non con la sega.
Soder. Colt. 37. Convìen potarle presso
al tronco, cioè scapezzare ì sermenti a
quattro e sei dita vicino a esso, in capo al
primo nrcbio. F 39 Taglisi sopra a dove
(ler ultimo versoi rapi siriiruovi ìl magliuo-
lo mantenuto verde, scapezzando affatto a
dove si conosca possa rimetter la vite.
S C A
§. Per similir, vale Tatjlia'e il capo ,
o la sommità di checchfs^ii. Lat cnpUc
truncat e , detrumare. Or- aTTOjfjpaJi'Cstv.
Dav. SiiS"i. 61. Buon per noi, che il He
ce r ha scapezzato. Ciri/J. Calv. 4 lo/i
Che diavul la costui? che arme è quella,
Che tanta gente a un colpo scape/za ?
farcii. Star. (). 261. Ne si contano le
torri de' cittadini privati, le quali antica-
mente erano più che molle, ma di già
erano slate qu-tsi tutte scapezzate, e ri-
dotte o in case, o al pari delle case.
SCAPEZZATO. Add. da Scapezzare,
Lat. nmpftiì^tus, <.r. «TroxOTTst'; . (V. 2.
2^. 26. Colai»! arbore si si dt-e lasciar ta-
glialo, ovvero scapezzato, infioo al seguen-
te anno . Pallad. Mellerai sopra il letto
della p.iglia due parli di pieire scapezza-
le. Una parie di calcina leiiiperalaj e quan-
do tu avrai tallo questo a grossezza di sei
dita, melteraivi regoti uguali. Sodfr. Colt.
2. Questa jtregiatissinia pianta, pìù d'ngoi
altra feconda e fruttifera, dal suo-scapez-
zato e reriso tronco , e mozzi rami ec. ,
pullula e manda fuori ec. E 56. Metten-
do sotto qualrhe difesa di cuoio, o cen-
cio, o sl'ippa legala forte, sei dita sotto
al taglio del tronco scapezzato.
* SCAPKZZONATA . Term^de' Ca-
vallerizzi . Botta di ninno con tutta la
frza del cnva^c^lore , e con tutto quel
moto elle può /'tre il braccio. (A)
SCAPEZZONE. Propriamente Colpo
che si dà nrl capo a mano aperta . Lat.
colaplins. Or. xo'^ccso^. Pccor. g. 6. nov.
1. L'abate alzò la mano, e die{;li un
grande scapfzzone . Lih. son 5j. Poich'
io ti ho morto cogli scapczzoni . Ciriff.
Ciilv. 3 8t. Sicché la gente si lue allar-
gata , Per non aver di quelli scapezzoni.
liitrch. \. t>6. E pan buffetto, e cacio
scapezzooe {qui detto per contrapposto di
Budello, in equivoco scherzoso), E 2. ^6
S C A
inVI
Giunse mio
diemmi un
gran
buffetto , E scapezzoni e lirommi il ciuf-
felto.
t SCAPIGLIARE . Scompigliare i ca-
pelli sparptìfiliiindogli. Lat. copillos con-
turbare . Gr. otc-T«£arT£[v . Ott, Coni.
Inf. 27- 4*58 I! giovane fu a lei ; costei
per nullo modo volle consentire : scapi-
gliulla , grafGolla e morsecchiolla . e ogni
oltraggio le fece. Pntnff (^. Madre del
diavolo, io la scapigliai.
^ g. I. K neuti , pns-v. Ang. met. 2.
109 Ogoì sorella di Fetonte e figlia Del
Sol uon men di Climene , si dole , Si
giaffia, si peicote e si sca[iiglia Ed empie
il Ciel di pianto, e di parole. (DJ
§. 11. //( sisnifìc neulr. pass, figura-
tnm. Vale Darti alla scapighntura , li-
vere sC'ipcitrataiiie/ìti' , o dissolutamente
Lat. nepotari Gr a^'jJTSj'ìsàai.
SCAPIGLIATO. Add. da Scapigliare.
Lat pas.ii( crinihiis . lìocc. nov. ^8. 6
Vide venire ppr un !)oschetto ec una bel-
[ lissinia giovane ignuda, scapigliata, e lutla
graffiata dalle frasche e da' pruni . Lìin.
C'.'mp. 2. 5l. Con abbondanza di lagri-
me scapigliata in mezzo della via ginoc-
chione si gettò in terra innanzi a messer
Andrea da Cerreto giudice, ec. Dnnt Inf,
18. Sicchi; la farcia ben con gli occhi at-
tinghe Di quella sozza scapigliala tante ,
Che là si graffia. E li'. I^uov. 25. Ap-
parvero a me certi visi di donne scapi
gliale, che mi diceano; lu pur morrai. IC
appresso : Veder mi parea donne andare
scapigliale.
§. Scapigliato, vale anche Che s'è dato
alla scapioliatitia; e talora si usa infor-
za di siist. Lat. nepo'f. Gr. aiwTO? Tac.
Dav. Po^t. !\\\. Ma Tiberio solanienie
tolse la degnila seoaloria a questi quattro
scapigliali. Alleg. rini. 178. Io non son
torcici-llo, o slropiccione; Adunque io so-
no un grande Kapjgliato? Buon. Fier. 3.
^ (). Ditelo voi, scapigliala gente.
SCAPIGLIATUUA. L' atto dello scapi-
plinrsi, neir ultimo sienifìc. Vita, O Ma-
niira di iii-eie dissoluta, e scapestrata .
Lai. la\civia , 'icrntia . Gr àcs/ysia ,
«lOJTi'a Bium. Fi<r. 3. i. 9. E 'I lan-
ternino amiro arreso. Che sempre ho in
tasca pe'casi opportuni Delle scapigliature
mie notturne. /■; Tane 5. 6. E 'l danno
della sua scapigliatura S' ha a ristorar or
con un Luiin dotune.
SCAPITAME.-VTO. Le scapitare. La».
dimnum, dttrìnientum , inctura. Gr. C?].
y.i'a. Cavolr. Spccih, Cr. Questo adduirne
eggi a molta genie, perocché tanto regna
questa invidia . che pare che 1' uomo sia
itolenle della fama e dell.i gloria e dell*
ulililade allrui , reputando l'altrui me-
rito suo scapitamenlo - •\' Pullnv. Sfor,
Conc, j. 428. E sentisse ancora lo scapi-
tamenlo della riputazione cbe ivi patia la
sede apostolica. (IV)
SCAPITARE . Perdere, e Metter del
c-ipitale , Metterci del suo. Andarne col
peggio. Lai. summam iniminuere , iacfu-
rani faccre . Gr. C>l/Jit'av iiv/r.-ì^ . Tes.
lir, 7. 16. Amerei più Ì-scapitare, che lai-
damente guadagnare. Inlrod, Virt. Ne si
metta con lui ad altra quistione , impe-
rocché ne potrebbe scapitare. Puon. Fier.
4. 4* 12. E scapitalo aver di lai manie-
ra ec. , Che forza gli è 1' andarsene in
dileguo . .»
Si g. I. Scnpitnr di credilo, 0 simile,
vale Binictterci di credilo, o simili. Se-
pner. j\lnnn. Apr. 26. 3. E non e que-
sto uno scapitar di saviezza quando più
ne dovresti aver guad.ignato? E Fred. 3.
6- Credete voi cbe se perdonando scapi-
terete di credito presso molli degli uo-
mini noti a voi, non dobbiate presso al-
trettanti scapitare ancor di credilo ven-
dicandovi? ( V)
*t *^ §■ ^(- Scapitare, vale anche Per.
dere di sua virtù, o efficacia. Red Tett.
voi. 5. p'g. 60. fediz. de'Clns.s.). A tutte
le singolari doli di quest'acqua (del Tfl-
tnccio J D* e accoppiata un' allra singola-
rissima, che ella può tramandarsi in tulle
le più lontane regioni del mondo, senza
eh' ella scapiti ne poco né punto di sua
virlù. (A)
SCAPITATO. Add di Scapitare.
SCAPITO, Lo siapit'.rr, Scapilamen-
to. Lat. dimniim , ditrimentum , indura.
Gr. ^riuta. Fr, Gìord. Pred Jì Esage-
rava il timore di fare uno scapilo grande.
L'^ appresso: T^on si accorse del fallo gran-
dissimo scapili^.
SCAPITOZZARE. Far capitozze. Ta-
gliare gli alberi a corona . Lat. amputa-
le. Gr. aTro/o'TTTEtv, Dav, Colt 188. -Se
vuoi farne molti (de* mori) , scapitozzane
di Marzo uno che sia iu luogo umido e
grasso .
•f SCAPOLARE . Feibo antiquato.
Liberare. Lai liberare. Gr. è^.iuQ-po'jV.
O, V. 7. IO. 3. Poco tempo appresso i
baroni Pugliesi , Ì quali il Re jvea presi
alla balli-glia , fece scapol.ire , e a molti
di loro rendere le loro terre. E 12. 16
7. Ogni allo e scrillure vi furono prese
e arse, e rotta la carcere della Vologna-
na , e scapolali 1 prigioni.
§. I In signijìc, neutr. vale Fue^ire,
Scappate . Lai. effiiL-ere , evadere . Gr.
£zp;J-/aiv . Buon. Fier. i. 4- ^- Prima
uscirà da quel minor pertugio , Fallo di
pirrol ago un elef.mle, <-he possa scapo-
lar, da noi guardato. Dalle carceri nostre
un brusco, un pelo. F Tane, 5- l.Ecco
che in un i»tanle l' accerchiare. Che tem-
po nou vi fu da scapolare. Fir. As. 67.
Anziché egli d' indi se ne scapolasse per
alcuna segreta strada, aspettala la malli-
io46
S e A
Da, io provvidi che egli fosse menalo di>
n.iDzi al vostro illustrissimo cospetto.
§■ II. Scapotare p per Uscire, o f'enir
fuori . ìiuon. Fier, 3. 5. 6- Piova via
Manilla e Napoli, Piova gran Danzica e
Tripoli , Gran di qua , via di là sca-
poli .
SCAPOLARE. Sust. Quei cappuccio
che tengonf} in capo ì frati. Lai. *scapu-
tare , 'cuculio , Vives. V. ti Du-Fretne.
Baca nov, 6l. 3. Quaì calie, e qujl rap-
pa, e quale scapolare ne traevano sposso.
Pteor, ^, 3. ii-)w 1. Si cominciò a vesti-
re, e a mettersi io capo lo scapolare. D.
Già. Celi. ìi'tt i^. Si turò il volto collo
scapolare, e diegli d'uno collcllino per lo '
corpo. JJurcfi. i. ^-j Erano tulli senza
scapolari lii-rn. Ori. 2. 22. 58. Aggrjffa
i frati per gli scapolari.
SCAPOLATO. .'/(/(/. ila Scapolare,
Lai. tjui evasit. Or. jxyuyw'v , Fr. /ac,
T*. 4- *4" ^ L* antiriuo serpe pare sca-
polalo. Fir. As. ijrt. Cupidij ec. , non
potendo più supportar 1' as^rOEia drlla sua
Leila Psiche, scapolato per una strettissi-
ma finestra di quella camera , dove egli
era ristretto ec, se ne venne là dove ella
dormiva .
SCAPOLO . Add. Lihcro , Senza so-
praccapy. Libero da su^p-ztone. Lat so-
iutu^, liher. Gr auTi?oy5io;. Vtt, liarl,
25, Bello figliuolo, ora si parrà come tu
ti guarderai di lor lacci , donde tu set
scjpulo. /Jurih 2. 75. Sifcli' abbi Ì tuoi
pensieri sciolti e scapoli Dalla fornicazion
ver luì diabolica.
§. Per limogli'tto . Lat. catli-hs. Gr.
aya^o;. Tac, D<w. Ann- 3. 65. Metten-
do più conto r essere scapolo ( ti testo
lat. ha: prsevalid.i orbitale). Sull'in, Disc.
2. 4^3- ^*^^' g'i uofiiini scapoli e senza
moglie riconoscliiaiiio andare di 6eru co-
raggio adorni , e di brio fornili, e di spi-
rito.
SCAPONIKE, l'incer l'altrui ostina-
zione. Lai. alienine pertinaciam injringe-
re . Gr. au^a^£iy'v Ttvo; xxzocp'prìyjZ-
vai. V Salfin, Annot. Fter. Buon, 3. 3
2. Scaponire , Levar di capo 1' ostinazio-
ne , la caponeria , come si dico scaponire
un ragazzo, che s'è' intestato di qualche
cosa, (]S)
t §. Per metaf Buon. Fier. 3. 3- 2-
E pur sappiamo Anche noi torre a sca-
ponire un libro. '•' Red. lett. 1. 89. Ma
sia coni* esser si voglia , sarà forse detto
che r c-nergta d<'ir unlimoain sapra molto
bene scaponire la n.aura. (J')
# SCAPPANTE. Che scippa. Lat eva-
dens, exten.<. Gr. Jiy.tJj'wv. Sthin. Disc.
2. q5. Ulisse, che prepose alla veduta del
fumino , scappante dai fuinm.iiuoli della
sua Itaca , 1' iminorlalila eìibilagli dal-
la Ninfa innamorala di lui , dice della
tiicdcsinia sua patria , eh' era uno sco-
SCAPPABE. Fuggire. Uicire, o Andar
via Con velocità, con astuzia, o con vio-
lenza j e si dice propriamente di cova che
sia ritenuta . Lai. erutnpere , efftisìere ,
evadere, excidere. Gr. fi/yeu'yiiv. Bocc»
nov, 77. 63. Ma fermamonle lu non mi
scapperai dalle mani. Tito. Dav. Star. 4-
342. L'appiccavano anche a Vocula , se
travestito da sihi.ivo di noUe ilielo nou
iscappava. Sa^\i. nnl. eip. no. Ma cssen*
do, non so comi', 5r,ippat<i di mano a
chi r immergeva ec, si vcdde che in quel
solo alto d'immergerlo 1' urge n lo n' avea
mangiata una gran pirlo
g. 1 Scappate a dire, o a fare alcuna
cosa , vaie Lasciarsi andare a farL», o a
dirla qnasi non volendo, 0 dopo esserse*
ne ritenuto. Tac. Dav. Ann. a. 55. Della
qual ciisa rara , e lieta eziandio a' povcr
uomini Tiberio foce Unto giubbilo , che
S C A
in senato scappò a vantarsi , niuno altro
Romano di sua grandezza aver avuto due
nipotini a un corpo (il tetto lat, ha. ut
non lemperaverìt quin iactarel).
§. II. Scappare alcuna cosa ad alcuno,
per stmiltt. vale Hiescirglt di farla. Ve-
air^li fìtta. Lat. excidere atiquid . Car,
lett. 1. 106. Quando mi scappasse qual-
che coletta , sarà di più favore a me
venendo alle sue mani , che di piacere
a lei.
§. III. Scappar la pazienza , la rab-
bia, o simili , vagliano Uscir di flemma.
Entrar in collera , in furia , r simili .
Lat. patifutiam abrumprrr , Tacit, Gr.
■TTa'/f/VTac s//a_av!iv , Tic. Dav. Ann.
12. i56. Ad i-ssi, bench>- usati a servire,
scappa la pacienza , e 1* assediano armati
in pjlagio. ff Forti^ liicciard t. 76. A
Rinaldo la (lemma a un tratto scappa. ^A'V
SCAPPATA. Z' alto dello scappare; e
dicesi propriamente della prima Afotsa
con furia nel correre del enne, e del ca-
vallo , liberati dal ritegno che gt* impe-
diva .
g. I. P.r metaf. Salvia. Disc. l. 3l4.
Abbnndevolitsimo è 1' ingfgno dell' Ario -
slo, e fecondissimo, fervido, ed amoroso;
onJe dove vede Ìl bello da sfogare solto
fiyura d'altri la propria passiun<-, da certe
scappale non può tenersi. A' |. 349. La
stagione ec, invii-i me , per ristoro delle
passate estive fatiche e recitazioni arcade-
miche , a prendere dal presente dubbio
acconcia e comoda congiuniura dì gincoa-
da scappata . E 2. 299 Sono bei luoghi
poetici, e scaj'pate d'ingegno,
§. n. Stappata, pur per metaf, si dice
di Errar grave , e poco consideralo in
fatto, 0 in detto Tac. Dav, Ann. i. 27
Ravvedutosi di-Ila scappata, chinò le sputile
ad assolvere il reo djlla querela (il testo
lai, ha: quantoque inrautìus eflerbucrat ,
poenìtentia patiens] . Alleg. 123. Delibe-
rando di fare una scappata marchiana per
uscir de'pupdli davvero. Buon. Fier. \.
Ci. II. Penso pur nonJimen rinvenir casi
Delle scappale lor.
* SCAPPATELLA. Dim. di Scappata.
Pros. Fior. 6. 204 Questo sgraziato ve-
dendo che Venere t'acevj qualche scappa-
tella, non volle lasciar correre, come tant'
altri . ec. (')
SCAPPATO. Add. di Scappare. Lat.
qui ffluf^it, qui excessit, vcl elapsus èst.
Gr e'xpuywv . Tac. Dav. Stc<r. 3- 3lo.
Scappali di pacienza , gli rinfacciavano 1*
orgoglio e la crudeltà, e infino al tra-
dimento (il lesto lat. ha cxarsere). Buon.
Fier. I. 3. 2 Uscito il Podestà, scappato
voi. ^3. I. 9. Oh che gole, oh che
menlo , oh che ganasce Scappate de' lor
gangheri t E 3. 2. l5. I barberi scappati
Si 5on rimessi a segno. Cecch. Esalt. Cr.
1. 5. E venuto un Cristian di verso Susa,
Scappalo da quei barbari. ,
•f ^- SCAPPATOIA. Sutterfufiio, Scusa
affettata. Salvia. Tane. Buon, ^. 6, Que-
ste 1,'retole ec, queste scuse .iQetlate, questi
rifugii, sutlerfugii, scappatoie. (Aj
•^ SCAPPATURA. foce poco usata j
Scappata. Car, lett. med. a. II7. Il car-
dinal Salviali sta con grandissima dispia-
cere della scappatura <Iel nipote, e m' è
slato detto che già aveva per concluso un
parentado eoa una figliuola del Sig. Vin-
cenzo (y)
Scappellare. Cavar0 n cappa!-
/.> . Lat. pileum detrahere . Gr. TTtXi'i^iov
OtfOttpttv . l.ib. ^fotf. Se gli accostò ab-
bracciandolo , e trassegli il cappello , di-
cendo che un Re poteva bene scappellare
un altro.
■j- §. Talora vate Salutare alcuno , o
Cavarsi il cappello per salutare alcuno j
e si usa oltre alCatt. anche nel tìgnìfic.
S C A
neutr. pass. Lat. aperire caput . Gr.
xepaìiìv a:Tozx>uTTW3at . Buon. Fier,
4- 3. 5. Che ritrose Mi faccìao muso ,
qujad' io le scapp«dli.
SCAPPELLATO . Add da Scappel-
lare .
SCAPPELLOTTO . Colpo dato nella
pirte deretana del capo colla mano aper^
ta, Lat. capitis ictus, alapa. Gr. xavov^ko;.
Buon Fier. 1. 4- 6 Perchè a queste pe-
lando La Conocchia , e a quelli Scappellot-
ti e frugoQi e punzon dando , Non v' era
più nessun che non volasse Di dove egli
appana .
SCAPPERUCCIO. Capperuccio . Lat.
cuculio. Gr. T9 7:^^ r.ifxXÀi xv.ì^ju.fi{i .
Car. lett. 1, 28 Fermatosi dunque, e
sbracciatosi in uo tempo , si lascio calar
lo scipperuccio sulle spalle.
SCAPPINARE. Fare lo scappino, cioè
il pedule j e dicasi più degli stivali, che
d' altro .
SCAPPINO. Pedule. LaL pedule, Gr.
:roo£toy . Sov. ani, 75. 4- Certo , dìue
niesser Rioieri , si sono ; ma sono torna-
to per gli scappini delle calze. $ Cecch.
Prov. 24 Tu hai le cervella a rimpedu-
lare, cioè a racciabattare , come si fanno
le calze quando si rifa loro, o rattoppano
li peduli, cioè gli scappini. (D)
SCAPPONATA . ì\sU de' contadini ,
fatta per la nascita de* lor figliuoli, detta
dal mancarsi in essa de' capponi Buon,
Tane. l. 1. Qiiand' e* si fece un di la
scappon^ta, In pi.'n Mugnone il vidi stra-
lunare .
•f * SCAPPONEARE Voce basM, e
poco utata . Fare uito scapponeo , una
ramuiaaziaa . Sa'vin. Fter, Buon. 3. 4-
11. Il Tasso fj una stupenda Canzonet*
ta cunlra la Luna , scopritrice de' suoi
amorosi rigiri , e , per cosi dire , scappo-
neala. (A)
SCAPPONEO Banpognamento , lì
rampognare , Hiprenstone , Hnnimanztna y
voce basta. Lat. convicium , obiurgatio .
Gr. infzCp.tiìii ■ Salvin. Pros, Tose. I.
356 Ln fa fare a un notturno amante ec.
un nobilissimo rampognaniento, o, come
volgarmente noi Fiorentini diciamo, scap-
poneo .
SCAPPUCCIARE. In signt/lc. neutr,
pass, vale Cavarsi il cappuccio . Lai. a-
perire caput. Gr. /.«soirjv aSOxaiwTTTJ-
83ai , A<f:n. Pand. |3. Servi costui» di-
spetta a un altro , compiaci , gare|;gia ,
ingiuria, inchinati, scappucciati, e tutto 'I
tempo dare a simili operazioni saoza dìu-
na ferma amicizia, anzi più tosto infioite
nimistà. Frane. Sacch. nov. 87. Mandate
le brache ^iù a un tratto, gli scappuccia
il culo, e il capo.
§ I Scappucciare , in signifc. neutr.,
diciamo anch<- per Errare , ma in modo
basso. Salv Cranch. a 2 Ognuno ha a
scappucciare una Volta, e sciorre uo trat-
to i bracchi Car. Utt. | |3 Nello scri-
vere con quelle terze persone mi «iene
spesso scappuccialo , e dato del voi alla
signoria vostra, con altre discordanze.
§. II. Per inciampare. Lai. cespltart.
Gr. TZoccoifOpQ-* ^x^i'^ci». }fatt. Frana,
rim buri, a 1 56. Scappucciò quella, que-
sta assai ben corse.
#5 III. Per Impazzare. Ao-tf. rim.
3. q'i II l'opau dura da due a tre mesi.
Proprio nel t^mpo dello scappucciare, Che
nome eterno ba donato ai Sauesi. (C)
SCAPPUCCIATO. Add. da Scappuc-
ciare. Frate. Such. rim, 5o l'udi'gìà.
non molli anni passati. Gridare: alla paz-
na, alla pazzia. E quel che non è pauu.
I pazzo sia , A quc" che si chiamavan scsp-
I pucciali. E nov. x55. E 'I medico scap-
pucciato col Cavallo , che pel romore de'
■ fcrrameali caduti molto più correva , ec
S e A
SCAPPUCCIO- Lo scappucciiìre ; e Jì-
curalam. , ma in mcdo biisso , I:rrore ,
h' errarti Sbaglio, Svista, hai. rrrntum,
delicltim. Gr. ayalua. l'arch. Sion. io.
32Q. Perchè 1' universale Ji Firenic ha
questo, che chi doq fj scappucci d'erro-
ri , è piuttosto lutUto da lui , che biasi-
mato, /i ErcoL p5. Chi io favellando ha
fatto qualche scappuccio , e gli è uscito
alcuna cosa di bocca , della quale vieu
ripreso , suole a colui , che lo riprende ,
rispondere: ec. K 29^. Bisogna che sia o
nato, o stalo a Fircnie; altramente (a di
grandi scappucci .
SCAPRESTARE. J\ SCAPESTRARE.
SCAHRESTATO. V- SCAPESTRATO.
SCAPRICCIARE, r. SCAPRiCCIRE.
SCAPRICCIATO. /'. SCAPRICCITO.
SCAPRICCIRE, e SCAPRICCIARE. Ca-
fare altrui di testa i capricci j quasi Sca-
ponire, I.al. alterius pertinaciam vincere .
Gr. !x9a'osiav tcvo^ xaTarp'Tj'/vuvat.
§. In signijìc. neittr. pass, vale Cavarsi
I capricci . Lat. cnpiJitatem , lihidinem
rrplfre , licentia- indulgere. AUe^, iqp.
Voleodonii scaprtccire a tutti i patti, sfugo
la mia rozza vena col mantenermi '1 me*
eh* i* posso terra terra Buon, Fier.i^. 2.
7. Da scapriccirmi il di parecchie volte
Col ballerlo nel muro ■ È ^ 5- 3. Sca-
pricciati a tua posta ; eccol qaa pruolo .
Segner, Mann. Marz. 16 I Aveva qua-
lunque comodità mai volesse dì darsi dU*
ozio, di banchettare, di bere, di scapric-
ciarsi. E Apr. 18. 1. Perchè attendiamo
a pigliarci i nostri piaceri, a scapricciar-
ci, a sfogarci?
SCAPRICCITO, e SCAPRICCIATO .
Add. da' loro verbi.
f * SCAPULA. foce latina, che vale
Omero, Spalla. Gli Anatomici però dan-
no questo nome alla paletta della spalla,
la quale con V omero, 0 spalla, è legata.
Bellin. Disc. I. 161 Questa palletta, che
scapala s' appella, non ha altro sostegno,
che quello di questi due ossi, che hanno
nome clavicole- (A) Imperf. /Inai. 1^0.
L* osso della scaputa che paletta in vul-
Sare si chiama , cusliluisce la latitudine
ella spalla. (F)
SCAPULARE . Scapolare , Susi. Lat.
cuculio, cuciilluf . Gr zo xc* )(£5«Xyi';
xa'Au/ijLtsc. Frane. Sacdi. nov. i32. L' un-
cino s'appiccò allo scapulare.
* SCAPULARO- Scapolare, Caslig/.
Cortig. 2. 211. E calatosi indietro Io sca-
pularo, mostrò una gran zazz<iTa. (IS'Sj
SCARABATTOLA. Lat. *cimelium, Gr.
Ktifir'XiOv. Red Diltr. ■^!^, Son minuzie,
che raccattole Per fregiarne in grjn do-
vìzia Le moderne scarabaltole Delle don-
ne Fiorentine. 1C Annoi. Diiir. 212. Scara-
battole, fogge di stipi, o sludioli trasparenti
da una, o più parti, dove a guardia dì cri-
stalli si conservano tutti i generi di mi-
nute mìscee , cui la rarità, la ricchezza,
o il lavoro rende care , preziose , o sti-
mabili .
•f * SCARABATTOLO. Lo stesso die
Scarabattota. Bed. Annot. Ditir. 2I2. Oi-
CQim io Castigliano Escaparrales , dalla
qual Toce ebbe orìgine tra noi Scarabat-
tola, e Scarabatto.'o Magai, Zeff. Desidere-
rei sapere a un di presso quanto converrebbe
pagare uno scarahattolo di ebano liscio con
trt palchetti, e col suo telaio davanti per
cristalli fA)
* § E figurai. BeVin. Disc 2. 212.
S ei fosse tempo adesso di condurvi ec.
dove io tengo li scarabattoli delle bazze-
gole Pittagorirhe. (F)
^ SCARABEO . Scarabone, Lat. sca-
rabaus. Gr. xa'v^asoj. Car. Irti, 2. 71.
Ancora io pensava che fosse dì quelli che
romaoo» e non di quelli che fanno pallottaj
come lo scarabeo, 0 lo scarafaggio. (*)
S C A
SCARABILLARE . Sminuire , Arpeg-
giare. Lat. stridiifum instrumentum pul-
sare . J'arth. Ercol. 24;)- E chi non
eleggerebbe dì toccare piuttosto mezzana-
mente uno violone , che perfettamente
scarabillare un ribechino T
SCARABOCCHIARE. Jc/iicc/ie/arf. Lat,
conscrihtiinre.
SCARABOCCHIATO. Add. da Scara-
bocchiare. Pataff, 7. Alma scarabocchiata
alle carole (qui per meta/.}.
SCARABOCCHIO. Dicesi II segno che
rimane nello scarabocchiare . ^ Rtd. leti.
1. 128. lo vi farei quella beltà comparsa,
che farebbe ec. uno di quei rozzi scara-
bocchi che schiccherava co' suoi pennelli
l'antico Margheritone d'Arezzo. (*) lìellin.
Disc 2. 26. Che cosa vedeste voi mai più
straniamente ioforme, e più lontana da ogni
ben praticata legge di ben caratterizzare
quanto le cifre da scrivere lettere? Non
paion elleno veri girigogoli , e veri scara-
bocchi, e veri sfregdccioli tirati giù alla
peggio? (F)
SCARABONE. Scarafaggio. Lai. sca-
rabcetis- Gr. cxapaSaro?. Pattad. Agost.
7. Dì questo mese li scaraboni molto mo-
lestano r api.
SCARACCHIARE . Belare. Lat. irri-
siones ingerere, irridere. Gr. ^fiéuy'^eiv.
SCARACCHIATO. Add da Scaracchia-
re . l'arch. Ercol. 5^. Quando chicches-
sia ha vinto la pruova , cioè sgarato un
altro , e fattolo rimaner o con danno, o
con vergogna , dicono a Firenze : il tale
è rimaso scornato ec, o scaracchiato, ec.
* SCARACCHIO. Foce dell' uso. Spulo
catarroso (A)
* SCARAFAGGETTO. Dim, dì Sca-
rafaggio, l'allisn. I. 375 (MinJ
:> SCARAFAGGIiNO. Dim, di Scara-
f'gsio . Bed. lett. Ho ricevuto un vaset-
to cogli scarafaggini nati dai vermi delle
ooccìuole. (A)
t SCARAFAGGIO . Animaletto nero
simile alla piattola , che depone V uova
nello sterco di cavaVo, o di vacca , e h
riduce m /orma di palla, rotolandolo per
terra, e conUicendolo dove vuol tenere, o
conservare le sue uova . Lat. scarabeeus.
Gr. e/.r,p%^inoi. Omel. S. GÌo. Grisost.
232- Come scarafaggi rivoltare e rimestare
Io sterco suo. Ftanc. Sacch rim. ^7. A'
scarafaggi tu verrai in ira. E nov. i36
E* nascerà motte volte una fanciulla , e
forse le più. che paiono srarafaggi. Burch.
!• HO- Jl Sol già era nello scarafaggio
( qui in ischerzo , per un segno cele-
ste ).
*t * §- Scarafaggio , per Pesce vols.
dello Tenuta . Salvm. Op. Pese, 3l5.
Tosto r odor lo scarafaggio desta , Ood*
eì verrà drento alla tonda rete. (Aj
SCARAFALDONE. F. A. Lat. satel-
les , miles. l'end, Cr. Vennono gli scara-
fatdoni , cioè la f.«miglia della sinagoga
ec- E questi scarafalduni andarono dietro
all' odore , ed ebbonu trovata questa cal-
daia .
* SCARAFFARE . Arraffare, Rapire
a ruffa ruffa, Levar con Jui'ta, e affolla-
tamente . Lat abrìpere . Gr. aaTrc/^stv .
Malm. q So- Se vien frittala ognun sta-
va accivito , Che per aria chi può se la
scaraffa . (*)
SCARAMAZZO. Add. Che non è ben
tondo, Bernoccolitioj e si dice delie perle.
Lat. male rotundus, ^ihhosus. Gr xy^CTO?.
Bed. Esp. nal 78 Quattro perle scara-
mazze, che tutte insieme pesavano dodici
grani, nel ventriglio d* un piccion grosso
scem^ron dì peso qual)ro grani in 30 ore.
SCARAMUCCIA. Scaramuccio. Lat. ve-
litatio. Gr. aViJsSoiijuì;. 3/. /'. il. 7q.
Lasciando le forestiere storie , e tornando
allv scaramucce, e badalucchi della tediosa
S C A
10^7
guerra intra ì Fiorentini e* Pisani, ci oc*
corre ec Cron. More l. 3l2. I nostri trae-
vano motto piò forte alla scaramuccia , e
spezialmente il Tartaglia (co.ù ne' testi a
penna j la moderna ediz. ief:g€ : i nostri
teneano). E appresso : Bernardone s' ap-
parecrhiò il meglio che si potè: la scara-
muccia si cominciò: il Tartaglia non si
poli.- tenere , ed esci alla scaramuccia .
I arch. Stor, li. ^3o, La carne del ca-
vallo ec, quando ne erano ammazzati
nelle scaramucce , ( si comperava ) due
grossoni , e non era cattiva . Di^c. Cale,
i5. Negli eserciti antichi de" Romani i
fundilori , ed oggidì ne' moderni gli ar-
rbibusieri attaccano le scaramucce.
•'• SCARAMUCCI ANTE. r//^ffrtr/7mt/c-
cia. Lat velitans, procursms, levi prcelio
lacessens, Pros. Fior. ]. 3.7. s^S- I "lu-
sici, se io non sono errato, quei loro con-
cetti musicali , dove le note in un certo
modo si van seguendo, e si raggiungono
r une I* altre , a modo di persone che ,
scaramuccianii, queste fuggono, e altre ad
esse corrun dietro , che è cpcra spesse
volte e avvenimento militare , costumano
di addomanilary/rgAej con metaforica pro-
porzione. (NSj
SCARAMUCCIARE. Combattere chefa
una parte dell' esercito, o dtll'armata can-
tra una parte de'nemid che siano a fron-
/«-.Lat. velitari.GT.ii/tpoSoll^i'z'ba.i.. f'it.
Pluf. Alcune volte scaramucciavano , e
sempre vincevano quelli di Cesare. Cron.
Mcrell. 3ii. Que'del Duca erano accaTn-
pati, e scaramucciavano lutto giorno co*
nostri. Buf. Quelle quattro (galee) di Ci-
cilia si Irassono fuor del porlo, e scara-
mucciando mandarono ec.
^ %. E neuti o passivo, vale Difendersi,
Schermirsi da quali he pericolo. Benv,
Celi. Fit. I. 118. Seguitando appresso la
peste molti mesi, Ìo mi ero scaramucciato,
perchè mi eran morti di molti compagni,
ed ero restalo sano, e libero. (C)
SCARAMUCCIO, e SCARAMUGIO -
Comb itti mento. Zuffa da piccola parla
degli es<-TCiti fatta Jìtor d' ordinanza Lat.
velitatio, velitaris pugna. Gr. ix.AOo5oyi-
a^ao; G. 7'. 9. ^y, 2. I Fiorenlini non
usiiron fuori a battaglia , se non in cor-
rerie e scaramugi. E 10. 89 3. Quivi
stettero più giuroi sanza assalire una oste
r altra, se non di scaramugi e badaluc-
chi. E 11. 3. I. E in su quello di Gri-
gnano più scaramugi ebbono la nostra
gente. E 12. 38. 3. Sovente uscivano
fuori agli scaramucci e biidalucchi. E
cap. 58 4. Cosi vi continuò 1' oste ec.
al continuo uscendo fuori a badalucchi e
scaramucci.
* SCARAMUZZA. Lo stesw che Sca-
ramuccia,hai. velitafio. Cortig. Castigl. 2.
107 Riirovandosi il cortegiano nella Sca-
ramuzza. 0 fatto d'arme, o hatlaglie di
terra, o in altre cose tali, dee discreta-
mente procurar d'appartarsi dalla molti-
tudine. (NS)
5 SCARAVENTARE. Scagliar con vio-
lenza. Lanciare. Lai. magna vi vibrare.
Gr. piTX^'oL^ ajypptm^=iv. * Fortig.
Biccinrd. 2. I9. V. quando (la helva }
apre la sua terribil bocca. E tu la sca-
raventa (quella radice) nel palato, E sa-
bito vedrai ec. (B) Buon. Fier. 2. 3.
7. Scaraventa '1 cappel eh* egli ha dì
treccia. (N)
^ §. /:.' in signijìc. neufr. pas.i. vale
Scaqliarsi con violenza, Avventarsi.fTac.
Dav. Post, 4ì6. Lanciatevi: avrei detto
scaraventatevi, ma , rappita t il Muzio ci
grida» . Buon. Fier- !^. ^. 12. L' uoni
malvagio, Che per timor tenne al suo
vizio il morso. Non avendo chi 'I freni.
Colle sue iniquità si scaraventa. (Bj
SCARAVENTATO. Add. da Scaraverf
io)8
sci
tire. Lil. milita vi einculaius. Gr. /ieTiX
/^caj a*£pi(^juii*»5;. Buon. Fier. 3. 5.
2- E la scarjventJtc e giubhe e brache.
^ SCARCAHE. l'oce poet. Sincop. di
Scaricare. A'', t'ur. 7. 12 Sullo due
oegn e soUiliisiini arolu Soa duo negri
occhi, anzi due chiari Soli, Hìuloii a ri-
tardare, a muvcr parchi, lotorno a cui
[»jr ch'Amor schermi e Tuli. £ cti' iiiJì
tulli la faretra scarcbi- E 28 87. Nod
fugge il suo peiiìier, ne se oe scarta
RodomuDle per terra, né per onda. (SS)
E 3:3. II. la quel fiume che Lete &i
aoma Scarcava, anzi perdea la ricca su-
ma. (FPj
SCARCERARE Levar di carcere. Lai.
e vinculis educer^, carcere Uherare. Gr.
efa*/3t'/-cy e/ toJ os5juiwr»;,3i'ou. ^ Serti
Vit» ini. l'Ili. Il Re ai nmir in punto
per mare, e por lerra , e scarcerò il
conte di Munlorin, perchè gli ricuperasse
l'Aquila. (CPj Dnv. ^cii/n. 86. S<jrcero
e rimise ne'loro onori 1 condannali per la
Fede. Sa'vin. Seno/\^ 2 5l Sembratagli
di vedere il padre Licomcdc in veste ae-
gra, errante per terra e per mare, e ve-
nuto alla carcere, scioglierlo, e scarcerar-
lo. fC)
fi.' g. I E /iguratam, per Trarre fuori.
Salvin, Gcor. lib. \. E dalla »elce scar
cerasse il fuoco, (l'j
* g. II. E per SI tiilif. Buoi. Fier. 3,
5. 2. Scalzarli a forzj d'argani , murale
Loro le calie 'n gamba , e scarcerarle
Delle tenaci ritirale invoglie (Bj
f SCAUCO. f''vce per lo più poet.
Sflit. Lit. e.vmt-ratio. Gr. a'-opa'pTi^i;.
Da/il. Inf, 12. Coii prendemmo via giù
per lo scarco Di quelle pietre . Bui. i^i:
Per quello scarco, ciuè per quello scarica-
mento di quelle pietre che si scaricarono e
rovinarono giuso , e riinasonne ismosic
assai per lo luogo. * Ces. Pros. 23o.
E quasi allo scarro delle colline che ivi
soavemente detliiuno ^71/1 nel sii^nijìc.
del §. II. '/( SCARICO). (C)
SCORGO, f'occ poeu /tdd. Scarico ,
Scaricalo, Pi iva di carico. Lai. exonem-
IH.X, onere lexhUus. Gr. a,-r3Tsji05rt5fi£-
90;. Pctr. so't. 112. Niì cosi bello il S»\
giammai levarsi, Quando 'I ciel fosse più
ìli nebbia scarco. Dwil. Purg. 26. Ma
poiché furon di stupore scarche ec , Ri-
cominciò colei che pria ne chiese: ec.
'^ g. SCiirc», parlandosi di tempo, eie-
lo^ ec.p vale RnsserenaiOf Chi' non mi-
naccia più P'og'^in. Car. Tlrt. lih. 8. E
vider là ve* il ciclo era più scarro E più
tranquillo, una dorata nube (Pr)
•j- •:: SCAUDA. Term. de' /iotanici.
Sorta d' ethi. Lo .ìie^fO che Ulva. Cir,
ìCneid* 1. 22(). Di buia notte io un pan-
I,ui m'ascosi. Ove net tango infra le scardy,
e i giunchi Sl-tva qual mi vedete. (À)
V SCARDAFONt;. Sorta d' inietto
nero , e sozza. Car. Jpoh I»)9 Si vide
in alto un nuvolo grandiisimo di mu-
scbLjini. di zanzare, di ljf.tni, di ve*pe ,
ili scardafoni, e di simili. (FP)
* SCARDAKE. Termine degli J.^ri-
coltori, Ettrarre le cattagne dal card.) ,
o riccio j che anche diiCfi Diricciare^f .4)
SCARDASSAKlì. lii/finar Ai lana co-
gli scardtsiì. Lai. carminare Gr. jtTCVt'-
£ìcv. Lib. Son 127. Sento che M ma-
trassaio ha buona cera, Perchè scardassa.
Cani. Cam. 1$!}. E sr- pur acardatsjre Ci
bisogna lalor Lina e' ha viiio , F.i '1 ra-
malo il servizio. /'.' 2t>5. Ognun ([umiche
nieslier, qualrh'arle piglia , (MiÌ più alla
n più bassa. Chi purga, o tigne, chi la-
va, o tcarinig'ia, Chi pettina, o scardassa
Maini. 3. 60 Noi non abbiamo a scar-
dassar più l.ma. /tuoi. Fier. 2 1. 16.
E si scardassi, s'abburatti e vagliai, Morg.
22. 174* t^* fare'mrgliu oiicr con quelle
se h
dame, Che, con questo Pagan crudele e
rio. Che cosi scardassato t'ha lo stame.
driff". Calv. I. 2^. Se non che a scar-
dassar s'aveva lana, Che gli parrà più
dura, che sardesca.
%. Pi-r metaf^ Vorg. 28. l3l. Adat-
terà il battaglio ancor dal cielo In qual-
che modo a scardassargli il pelo. ì'arch .
ErcoL 55. D'uno che dica male di un
alito, quando colui non è presente , si
u^ano questi verbi : cardare, «cardassare ,
traili da'cardalori, e dagli scardassiefi.
SCAItDASSIKRE. Che scardassa. Che
esercita l'arte drllo tcardaaare. Lai.
carminitor. Gr. ^'jivrri^. Bocc. nov. 37
11. La cai innocenzia non pali la f»rtuaa,
che tolto la testimonianza cadesse dello
Stramba e drirAltirciato e del Malage-
vole, forse scardassieri, o più «ìli uomi-
ni G. l'. 12- 3. 6. l'er certi scardassie-
ri, e popolazzo minuto. Stor. Piit. 172-
Con loro erano molli del popolo minuto,
scardassieri, e altra gente di piccola con-
dizione. Ci onichett . </' Amar, z\o Che i
peilinatori , scardassieri , vergbeggialori ,
lavatori di lana ec. avessero Consoli da
loro, e non (ossooo più sottoposti all'Ar-
te della lana. * Plul. AUr. Op. mor. 3.
2^2. E Sardanapalo ancora scardastiere a
cui donasti la corona p la porpora reale.
Fiirch. Err Giov. 18. Ed è pur da ri-
dere quando dice che non si vergognaro*
DO d'actettarc il giogo d'un vilisiimo
artefice, intendendo di Michele di Laodo
scardassiere. (C)
SCARDASSO . Strumento noto , eoa
tlenti di fii di ferro anncimtti , detto an-
cUe Cardo , col quale si raffina la lana,
acciocché si possa filare. Lat. pecten la-
narins. Bocc. nov, 23. 26* Biasiinaudo i
lucignoli e' pettini e gU scardassi, insieme
con gran dileltu si sollazzarono Buon.
Fier, 2- l. iT). Cb' è carico di pettini da
lino. Di s<'ard.issi, e di setola.
•f SCARDINE Sp-zte di piccai pesce
d' acqit" dolce. Cr. io. 3t). 7 Alcuna vol-
ta truuva lauti pesci, e massimamvule ao*
guille. che sono aggomitolate, conrìossia-
roiarlié d'amore ardano, ovvero scardini ,
the adunali vanno, che appena la navi-
cella tener gli può (il tCito lat, ha ic*v-
dinias ).
•f SCARDONE. Spezie di pìccol pesce
d' acqua dolce, forse lo stesso die Scar-
doi-a. Cr. <). 81. 2. Se 1* acqua fia di
fontana, ovvero di fiumi , in quella po-
tranno ben vivere di que' pesci che son
nellf parli di Lombardia, cioè cavedini ,
srardoui, barbi, e alcuni altri piccoli pe-
sci , e forse trote (così ti U-f^ge in al*
cuni testi a penna ).
SCAKDOVA. Spezie di pe<ce. Dant.
In/. 2<). E si traevan giù 1' unghie la
scabbia. Come colici di scarduva le sca-
glie, Biit. iifi : Così r unghie faccano ca-
dere le grosse croste della lebbra , come
lo coltello, con che si diliscami li pesci,
fa cadere da qUcl pesce che si chiama
scarduva, che ha molto grandi squame
SC\RFEKOME Arnese da tfe^tire la
flamba. Stivaletto. Lat. ocrea. Or. xyiT/At;.
Buon. Fier. ^. 2. 7. E con eue uose ,
usatli e scarfcroni.
*f ^ SCAltlCA Spirata di pii\ arme
da fuoco ad un tempo Salvia. Fier. Buon*
2. 5. 7. Se iricuzioni enfiate , ec. cioè
scariche , spaiale , dalla scarica e dallo
»paro df' cannoni. Magai. I.rtt. Presen-
tatisi loro per attaccargli ce. , nel punto
di far la prima acarica fosse rrdula. A*:-
cad. Cr. Mest. Fece gran danno questa
prima scarica, e maggiore tarebbe alalo,
se ce, (A)
*t SCARICABARILI. Giuoco fanciulle-
sco, che si fa da due so!i, che ti i-olfono
le spalle r un l'altro, e intngìte tcim
5 C A
bievolme-'te le braccia, t'aliano a vtcen'
d>i r un Coltro.
SCARICALASINO. SorU di giuoco ,
che .«i fa fui ItvoHere.
SCARICAMENTO. Lo scaricare. Lai-
rx'neralio. Gr V.-K^fopU'Si.i. Lib. l'tazg.
Quelli colali porti sono chiamati riposi »
ovvero luoghi di «caricamento. But. Inf.
12, 1. Per quello scaricamento di quelle
pietre che si acaricarouo, e rovinarono
giuso.
•f SCARICARE Lfvare, o Posare il
carico da dofso. Sgravare j e si Hja an-
che nel nrutr pass. L*l, exonerare, exo-
ncan. Gr. aizofopzi^m, xrtofop'i't^t-
aàxt. Bocc. nov. a6. 18. Tu aspcIUn
scaricar U some altrove (qui in senso
dttoneito ). E ncv, 63- 2. Gran pe»o mi
resta ec., del quale, colf aiuto di Dìo, to
spero assai bene scaricarmi (qui è detto
meta/ortc.J. E nov. 80 2- Facendole aca-
ricare , tutte in un fondaco , Ìl quale io
molli luoghi è chiamato Dogana ec. , le
portano. ^ Buon. Fier. 3. 1.7. Che lan-
ternoni, e che gibbion son questi, Diche
voi vi siete ora scaricali? (]S')
# S I Detto delle navi, che lasciano
ove che sia il loro carico. Frane. Sacch,
n-ìv. l5'.^. Uno padrone d' una nave , 1»
quale pochi di nel porto di Genova ec.
avea acaricato ec. ( può anche esser at-
tivo, prendendo in quarto caso la qua-
\e).(ì-)
§ II. Scaricare, per metaf, Guid. G.
Gente infinita d'infinite parli vennero in
queir isola, femmine e uomini, per isca-
ricarsi de* lor b»LÌ fcioè. soddisfare, e sgra-
var la coscienza), yit. Bari, 1^. Que-
ste cose non potremo noi conoscere cer-
tamente di qui a che noi non aiano sca-
ricati di questa m<~<rtal carne (ctoi, aciol-
ti, separati ). Buon. Fier. \. 2. 7. Delle
passale fiere dir carole, E scaricar mira-
coli (cioè, riferire, vantare, o scagliare, net
si^rJ/ic. del % \\\). ^' S. Cat. leti. T.
a. /. 22 Volentieri l'avrei dello alla vo-
stra propria persona per acaricare a pieoo
la coscienza mia. (l )
I ^1= %, 111. Scaiicare checchessia addos-
so ad lino, Jìgnratiim. ya'e Btmettere ad
' uno la eu'tt di checchessia. Guicc. Stor.
16 71^8 Combattendo in lui da uo canto
l'utilità propria, dall'altro la sua molli-
aie. scarico, come spesso era usato di fare,
addosso a altri quello che a lui non ba-
stava non so se la fronte, o l'animo di
sostenere, pf-os. Fior. ^. 3- 223. In cosi
fatta pellegrinazione , come questa, io ho
bisogno d'aiuto , e non che mi si scari-
chino addosso i soprossì di casa. (Cj
§. IV. Scaricare archibuso, artiglieria,
e simili, vale F-ire uscirne la canea col
dar loro fuoco. Lat. explodce, displode*
re. Gr. i/(/.so'Jut. t^ant. Cam. 37. Chi
lo sroppielto maneggiare ogni ora Può
con faol deslrezx?. Scarica quattro o aei
volle per ora. * Pari. A*. !• 2- 81
Ma quegli, o per inganno del fiume, o
per troppa baldanza fretlulusi, piima d'es-
sere a tiro, acaricarono 1* «rùglieria, e
perderooo i miglior colpi. E appresso :
Né poterono rimettersi in qualche ordi-
nanza, prima che i nostri, acarirata a
grande a^Ìo quattro volle tutta l'artiglie-
ria, uè affondassero nove, er. (P) Segner.
Crist. inttr, 2, 20 16. Al barlume della
Dotte credutolo l'inimico, gli scaiicarono
addosso lutti i loro archibusi. (C)
* g. V Scarita'e, vale Scagliare . ì'i
brare- Bern, O'I. l, ^. 7. E nondiroeoo
attende a scaricare ( colpi ) . E 20 29
Colui la niaua scarica • furore ; CcmIui
gli rispondeva ben col brando, ffir^ Bart
6^'m Punt Introd. Minrridt ec scon-
tratosi a vedere in campagna un suo ga-
gliardo lavoratore levare a due roani al-
S e A
lo la tappa, e scaricar grao colpi io atto
di feDdt^re t-d aprir h lerra, e slritoUr-
□e le lollc . tutto raccapricriossi. (O)
Segnar. Pred. Pul. Jp. 2. 6. CLi poli;
però scaricare sopra eroe si magnaoirou
colpo tale, che lo atterrasse T (TC)
* §. VI. a; per metaf. Segner. Pn-
nit. istr. i5 Sebbene dou deve 1' uomo
tralasciare allora però le sue devoziuiii, i
suoi di^iuui, ed altre opere buone, per le
quali il Signore viene molto a suspendcre
quei gastighi che, tolte quelle, scariche-
rebbe con luna (P)
§. VII. Scaricar Carco, o la balestra,
SI dice del Farla scoccare. Gaf, SisC. i6^.
Nello scaricare il boliooe verso il corso
della carroua , l'arco imprime i suoi (re
Irradi di velocità iu uo bolione, che ne
ba già un grado.
§. Vili. Scaricarsi, parlandosi dì fiumi,
si dice del Mettere^ o Shoccare l' acque
/oro in altro fiume t o sì vero nel m'ire.
Lat. exonerari, egeri. Gr. s/p^ps^àai.
Stor. Eur, 5. 107. Di questo esce Molala
fiume, che si scarica in mare a Levante poi
che ha trascorso il lago Roseno.
ir §. IX. E in si^'ufic, alt. vale lo
stesso Galli, Sist. ;^35 Si potrebbe dire
che r acqui lutta del Mediterraneo cali
perpetuamente verso Io stretto, come quella
rbe deve andare a scaricare neU* Oceano
r acque de* tanti fiumi» che dentro vi
sgorgcno Bellm. Disc. 1 . 6. Sempre si
mantiene l' istesso , oè mai si secca quel
fiome che quaato di acque scarica, e smar-
risce nel mare , altrettanto ne ritrova e
De riceve dalla sorgente. (C)
§. X. Scaricate il ventre, vale Cacare,
Lat. cacare, ve n treni exonerare,Gr.y^iCs.tv,
Sagg, nat. esp. 11 5. Come se veleno avesse
preso, scaricò il ventre, e abbandonatasi
aOatto, cadde morta sul vetro.
^ §. XI. E Scaricare, neutr. pass,
vale il medesimo. Bellin. Disc, i. 117.
Dalla parte opposta vi è un foro per lo
quale ec. si scarica degli escrementi del
venire. (C)
* §. XII. Scaricare t parlandosi di
Colerti vale Fargli perdere alquanto deìla
tua vivacità. jS'er. Art, l'etr. Se fosse
troppo carico (di colore) dagli un poco
di manganese, che lo fa scaricare. (J)
%. Xìll. Scaricar la testa, vale Trarne
per le narici^ 0 altronde, i soverchi umori,
^ §. XIV. Scaricare invensìoiii, buffic ,
scuse, e simili, vale Dir hu^ie , Allegar
scuse, e simili. Buon. Fier. 3. 2. 16. E
dopo questo il terzo , ch'dllor fi;i Cbe
questi ritornati Dopo a palazzo, le belle
inveosioni. Gli scarichi, le scuse, le bu-
gie. Egli scaricheranno per difesa Del loro
andare a ionio (C)
SCARICATO. Add. da Scaricare. Lat.
exoneratus. Gr. arzofopitcùit'i . Car,
lett. 2 2i5. La fo cosi scaricala (la molla),
per dinotare che non sia conosciula , né
adoperata a quel che potrebbe fare (fjui
vale Scattala ).
SCARICATOIO. Luoiìo dove si scari-
ca, ì'iv. Disc. Arn. 35. Per tenerlo sem-
pre arginato all' intorno , accio serva di
scaricatoio , dentro al quale esse materie
pouaoo comodamente deporsi.
SCARICAZIONE. Scaricamene. Lai
exoneratio, onerix levatio. Buon. Fier.
2. 3. 7. Tu terresti ben noi per gonfia-
nogoli. Se noi preslassim fede A queste
lue scaricaiioni enfiale (qui per meta/,
e vale Sparate).
t 5 SCARICO. Sua. razione del le-
vare da una harca, da un carro, o simili,
le merci, o gli altri opgetti che aveva ca-
ricati,; Scaricameato. l.it, exoneratio. Gr.
ttltofoprtai:. * Buon, Fier. Seguile pur,
oiealre la nave vostra Lo scarico ritar-
da. (AJ
Vocabolario T II
S C A
Sr 5. I. Scarica, dicesi anche II luogo
destinato a partirvi le some della ti'rra
Acavata dal snnlo in occorrenza di scavar
fosse per fomiamenli, e di calcinacci dalle
fnhbiiche, Baldin Joc. Dis. (X)
il? g. 11. Scarico , SI dicoho anche Le
materie stesse, che si portano fuori nel
fare uno scavo. (A)
'\' g. III. Scarico , per similit. dicevi
anche dogli Scrittori naturali di tutte
quelle Materie che rovinano giù da*inon,
ti. (A)
^ §. IV. Scarico, vale anche Scolo di
umori, o Evacuazione di escrementi .
« BeJ. lett. 2. 110. Sari di mestiere
cavar sangue dalle parti inferiori , e par*
ticolarmenie se l'utero non facesse motivo
veruno di scarico »». (Cj
3 §■ V. Scarico, per metaf. Giustifica-
zione, Scusa. Lat. piirgatio, Gr. aTTo'Jio-
yta. Filoc, 2. 2^. Per mio scarico il me-
glio è di dirlo al Re. Buon. Fier. 3. 2.
16 Gli scarichi, le scuse, le bugie. Tac.
Dav. Ann. 1. 21. Ora che lume ne dai
prima il potere, ripiglio l'antica fede, e
voglia di quiete, non per mio prò , ma
per ìscarico dì tradigioae.
V g. VI. Scarico, pive per metaf. ta-
lora vale Quiete, Tranquillità, f Car.
leti. I. 78. La qual cosa torna non meno
in OTa<in)ento, e comodità della terra vo-
stra, cbe in salisfazione, e scarico dell'a-
nimo mio ". (C)
SCARICO. Add. da Scaricare; Scari-
caio. Lai. exonvratus, onere levatus. Gr,
oiTf^fop-zizìiU- Fir. As. 208. Scarico
della soma, scansai tanto manifesto peri-
colo.
§. I. Per metaf. Lat. solutus, hiliiris,
Gr. tXocpo'g, fcciSpói, Geli. Sport. 1. 2.
Oh io sono tutto scarico, che io ho tro-
vato la sporta dove Ìo la nascosi. Fir.
Disc. an. 39. Parendogli aver fatto una
bella prova, se ne tornò tutto scarico a
dormire. Tac. Vav. Stor. t. aSl. Comin-
ciando allora, scarico d'ogni pensiero , a
perdersi nelT allegrezza.
^ §. H- Talora vale Libero da 0!:ni
dubbio. Sicuro. Bor^h. Orig, Fir, 287.
Or ben potremo noi con Tanimo alquanto
piò scarico, per l'autorità di molte (pie-
tre), credere e per poco tener certa que-
sta opinione, fi )
^ g. III. Talora vale Libero da pas-
sione, ^on prevenuto. Borgh, Orig, Fir.
126. E veramente, e' non parrà pia loro
cosa dura , quando attentamente, e con
animo scarico considereranno , che a fare
una rocca ne potesse bene invitare il bi-
sogno. (V)
# §. IV. Talora vale Libero da cure.
Disoccupalo. Alleg. Leggetela ad animo
scarico, e tempo avanzato. (C)
§. V. Scarico di colore, e Scarico as-
solulam, , parlandosi di liquori, vogliono
Chiaro, Limpido, LaU dilutus,clarus. Gr.
Xv-fj-izzói* Soder. Colt. 75. Questo stabi-
lità il vino, e lo farà scarico di colore .
V g. VI. Scarico, aggiunto d'occhio,
vale r^itdo, jYon armato di lente, Lasc.
Ccn. 2. nov, 3. pag. 67. Quanto 1* occhio
mio scarico poteva vedere intorno, tanto
durava, e forse più assai, la lietissima pia-
nura, senza esservi iilberi di sorta alcu-
na. (C)
§. VII. Scarico di collo, o di gamba,
o simili, parlandosi di cavallo, o d'altri
nnimali , vale Che abbia il collo, o la
gamba ec. sottile, svelta, Lat. asirictus.
g. Vili. Scarico, parlandosi di tempo,
vale Bavserenalo, Che non minaccia più
pioggia. Lat Iranqitillus, sine nube. Gr.
ìJ^io^f ctìQpioq. Car. lett. i. ig. Cavan-
do il capo fuori : di qua (disse) il tempo
è scarico ; domani di certo dod pioverà.
^ g IX Aggiunto d'arco, vale Di-
S C A id^Q
steso. Allentato. Lat. laxus. Car. En.
lift. II. Se ne van con gli archi Scarichi
in su le iTga e spenzolooi. ( Br)
t SCARIFICARE. F L, Scarnare,
intaccare leg:; ti- 1 mente affinchè esca più
facilmente cheichesùa. Lai. scarificare ,
Gr 27re|irv. M Aldobr. Sia fatta la si -
gneia della vena cefalica, e poi sia scari-
filata la gengi.!. ec. ; e se fosse per ca-
gion di postema, rnnviensi scarificare , e
poi lavar la borea cun sugo di cavolo .
Cr. 5. IO. 8 Deesi il suo pedale (del
fico) scarificare nel luogo dove gunfia e
ingrossa, accioccbi; 1' umor ne possa sco-
lare , sicch(> non generi vermini. ;;; Bcd.
l'ip. 1 27. E di qui io raccolgo quan-
to possa giovare a quelli cbe sono
slati morsicali dalle vipere, lo scarificare
secondo lo 'nsegnameuto degli antichi, il
luogo eh' è stato morso. (C)
* SCARIFICATO. Add. da Scarifica-
re. Lat. scanficatus. Gr. tj/K^o'jUiEVC^.
Red. Cons. 2. 10. Con poco buon sac-
cesso usò i bagni di Napoli ec, e poscia
in processo di tempo le ventose tagliale
e scarificale, ed un vessicatorio al collo (•)
SCARIFICAZIOINE. f. L. Lo scari-
ficare. Lat s<ic' ific'Uio . Gr. o>ta).£ujjLa .
M. Aid. br. T>vm.iaòi che due (entose si
pongano sotto le mammelle, senza scari-
ficazione. ♦ lied Ins. 71. Ebbe di buono
a poter guarirne, dopo molte scaiificazio-
ni fatte sopra la ferita, e dopo ec. (B)
^ SCARIOLA. Lo sti'sso che Jndi^ia
minore. Ricett. Fior, ani. Sappi che il
seme della scariola e il seme dell'invidia
salvaiica. (B)
* SCARLATTINA. Term. de* Medici.
Malittia esantematica , contagiosa , con
macchie rosse alla pelle, accompagnata da
febbre. (A)
SCARLATTINO. Scarlatto. Lat. coc-
cinum.OT.-Kop^'Jp^. Ricord. Malcsp. 161.
Passarono la maggior parte d'una gonnel-
la stretta, e di grosso iscarlattino. 3L ì .
3. 85. Per la rinnovazione di questa me-
moria il Comune 1' ordinò (il palio )
di braccia dodici di scarlalliuo fino, e che
si corresse a cavallo.
t SCARLATTO. Color rosso, e molto
vivo. Lai. pttrpura, coccinum. Gr. Tiop-
fJp^- Red. Óss. an. 27. Conservava un
colore di scarlatto \ivissimo.
t g. 1. Scarlatto, dicesi altresì il Fanno
lano tinto di questo colore. Lat. pannus
purpureus, Bccc. nov. 79. 2- Co' panni
lungbi e larghi, e cogli scarlatti, e co'vai.
E num 3. > estito di scarlatto, e con un
gran baialo. G, J'. 8. i3. 2. In sua com-
pagnia 200 cavalieri ec, tutti giovani»
vestiti col Re d'una partita di scarlatto
verdebruno. Fr, Giord. Pnd. S. 67. Fu
spogliala da' demoni! del più nobile ve-
stimento che giammai fosse , e più che
ogni scarlatto o sciamilo di questo mon-
do. E appresso : Chi desse una fine roba
di scarlatto per una di foglie di fico, mal
cambio avrebbe fatto.
§ II. Scarlatto, inforza d'add. Lai. c^t
cineiis. Gr. yo'/xtvo^. Quad. Cont, Porlo
Lotto Manetti per i^5 pance di vaio per
la guarnacca scarlatta della moglie dì Bin-
dg. e per due ermellini, e per meitiiur.i
sotto la guarnacca. v Ltgg. B. Umil. Ò'
La gonnella ìscarlatta nuova, cbe le avea
comperata il roarilo, la strinse dalle lato-
ra, (C) Bern. rim. 1. 62. Che quel van-
taggio sia fra loro appunto . Ch'c fr^i 'I
panno scarlatto, e i panni bui.
SCARMANA, e SCALM.\NA. Infami-
tà cagionala dal raffreddarsi inmediata-
mente dopo J^eisersi riscaldato. Lat. pleu-
ritii Gr. :ṛU|^Ttc, ^- Minuec. Mnhn.
88 Scarmana è una specie d'inferniii:!
che viene a coloro che, dopo essersi so-
vercbiaraeni<' riscaldati ec-, si raffreddane
i3.-.
io5o
S C A
o col bere, ec. ; e si dice: Pigliare una
scarmana, o Scarntaaare. (tì)
SCARMANARE. e SCALMANARE. In-
correre nel/a infermità della scarmana j
e si usa per lo più in stgntftc. netitr,
pass. Lat. plfuriUih corrtpi. Gr. Trieuj&t'-
xiii voserv . ^ Minucc. Malm, 88.
Scarmaoa è uoa specie U* tofermiUi che
vieae a coloro che , dopo essersi sover*
chiamente riscaldati ec , si raffiteddaao o
col bere, ec. ; e si dice : Pigliare una
scarmana , o Scarmannre . lied, lett.
I- 197. Chi ami di durar fatica io que-
sto mondo, e di scalmaoarìi a vaoTera ,
corre risico di perdere la saoitlt, e , quel
che più imporla, di andarseoe prim- del
«ao tempo a baltburiveggoli, o, come dice
il vecchio proverbio^ a patrasso, (fì)
SCARMANATO, e SCALMANATO .
Addiett. da' loro verbi. Che ha presa la
scarmana. X,,kU pleuritide corrrptiis. Maini.
l. 2^ Che i suoi lacchè spedali, e conci
male , Si rimasero I' uqo all'usleria, £ l*
altro scarniaaalo allu spedale.
t SCARMIGLIARE. Scompigliare» Av-
viluppare s e per lo più dicesi de'capelli.
Lat. turbare . Gr. oiotra^aTTSiv. Cani.
Cam 2t)5. OgauD qualche meslier, qual-
che arte piglia, Chi |iiù alla, o più bassa:
Chi purga, o tigne, chi Ijva, o scarmiglia.
Chi pettioa.o scardassa. Car. lett 2. ii3.
Ferdooale a me, se vi pare che ve 1' ab-
bia troppo scarmigliato (qui per metaj, ).
g. In signijìc- neutr. pass* vale Rab-
banijfarsi, Azzu^arsi, quasi graffiandosi »
guastandosi gli abiti, e diiordinandosi i
capelli. Lat. comam turbare» cinrs velie-
re* Gr. iikoY^}XO\Ji tujs3k^51v. Pataff. 8.
£ poi ci scarmigliammo iosiemc alquaoto.
Morg. 32. 6J. Rioaldo si scarmiglia col
liooe.
* SCARMIGLIATA. Picchiata, Ut-
frusto. Car. Stracc, 1. 5. Uoa buooa
scarmigliala bai tu tocca. (J)r)
SCARMIGLIATO. Jdd. da Scarmi-
gliarej Scompigliato, /inviluppato, Lat,
turbatns. Gr. oiaTapax^ei'^- ^occ. nov,
100- 10- Sopra i suoi capelli così scarmi-
gliati, com'egli erano, le fece mettere una
coroua. Frane. Sacch. nov. 2. Lo Re,
veggendolo cosi scarmigliato , disse : er.
f il testo stampato ha scbermigliato) .
# Ped. Quartin. ( Lo star di mcrzo In-
verno ec. ) Poi scarmigliato e rabbuffato
il crine. Gelide bave dalia bocca spruz-
sola Fortig. Picciard 1. 5o. Le bionde
trecce scarmigliate, e mozze ec. E qucìte
Testi ec. Odiano d'Imeneo l'alma facel-
la {Bì
t SCARMO. Caviglia di lesino, o di
ferro, piantala a bordo di un battello a
reità, che serve a tener fermo» e fìsso il
remo che vi e legalo. L.it. sca/mus. Dit-
lani, 1. ^. Presi a pensar Aopra i dubbiosi
scarmi Al gran cammio dall' tmo all'altro
polo. Ciriff'. Calv. 3. 90 Chi scaglia ri-
oodelle, e chi barili. Chi banchi, u ba-
lestriere . o remi, o scarmi.
SCARNAMENTO. Lo scarnare, Lat.
scanfkatio. Gr. oxa/sujma. Cr, 9. 12. 2.
Se ^opo la tagliatura, ovvero tcarnamen-
lo, alcuna vena faccia sangue, si dee co-
strigncre in questo modo. l'I cap. i5. 2.
Se per lo svellimento, ovvero scamamenlo
suo, s'apra vena ;ilcuna , e farcia sangue,
allora incontanente si prenda, e slrt-Ka
con le mani, con Elo di seta streltameolc
si leghi.
SCARNARE. Levare alquanto di carne
superficialmente, Lat. scarificare . Gr.
crti^tì*- Cr. 9 12. 1. Se ne cavino con
mano, scarnandole prima (le scrofole)
con r unghia, ovvero che i\ fenda il cuoio,
e vi SI pulveriixi il risagallo pesto Morg.
28. IO* Chi con la mau, chi col pit* lo
percuote. Chi (ruga, « chi sospignc ; e
S C A
chi punzeccfaij. Chi gli ha con l'unghie
scarnate le gote.
§■ I. DiCesi per timilit. di qualunque
altra cosa » cui si Irvi alquanto della su-
perfide. Dav. Colt. 169. Auizale (U
marze ) e scarnale con taglieotissimo ferro.
Soder. Colt. .^8- ScìTuiic\e ( alla vtU )
tutto quel secco e tristo impiagato sin al
vivo , levando via ogni particella maga*
gnala.
§. II. In signifie. neutr. pass, pur
per simtltt. vale Dimagrare , Consumarsi.
Lat. tabescere » conlabescere. Gr. ixccpcu-
vssdoi . Petr. son. 267- Volse in amaro
sue sante iolcezxe, Ond* io già vissi, or
me ne struggo, e scarno. J'arch. Bitn.
post 219 Mentre, seguendo lei mi strug-
go e scarno. F 266. Ma quella, ond' io
mi struggo e scarno , Degna prepara già
doppia corona .
SCARNASCiALARE . Darti alfa cra-
pula, e a'passalempi dfl cirnasciale.hil.
bacchanalibus induhere, bacchanalia vive-
re. Gr. a/eiv ot5vu5ia.
SCARNATINO . Incarnatino , Lai. ex
albo rubeus, albo rubeoque mixtus. Buon.
Fier. 3. I. 8. Sicfh* io noo potei Altre
veder, che un ahitin lascivo Scamatino, e
sbiavato . E se. 9. E veggo al fine Un
QOD so che di scaroattoOf e verde.
SCARNATO. Jdd. da Scarnare. Lat.
scarifìcatus. Gr. c^aXfi'jQsc.'^ liuon. Fier.
2. !\. 1 1. E qut-' bozzoli sdossati, e le pelli
Scarnate cambia in cere belle, e fresche.
'è Imperf. Anat 37. Sono vene come si
è dello , arterie , e nervi da tre cadaveri
veri scarnati con puntuale esatieixa, e tratti
dalle viscere. (F)
§. I. Per similit. Borgh, Ong. Fir.
l64- Tolte via le colonne , scarnala la
grossezxa del vestibulo . Dav. Colt, i56.
Vi s' incastra la maria auuala, e scarnata
con diligenza*
§. II. Per Incarnato, Scamatino. Buon.
Fier. 3. 1- q. lo veggo entro le 'n voglie
Scarnate e verdi star vestito un corpo.
SCARNIFICARE. Levare altrui la car-
ne. Lai. e jcaral/fcirc.Gr. zara/^soopytìv.
Seg'ier. ÒJann Febhr 9. 3 Lasciò che o-
gnUDO se lo potesse mettere sotto t piedi,
ec.: lo lasciò squarciare, sbranare, scar-
nificare . ~
SCARNIFICATO..^^*/, da Scarnificare.
Lat. dilamatus , excarntficatus ■ Segner,
Mann. Febbr. 5. 3 Considera essere quel-
le membra tutte trattale sì rrudelnienle ,
sbranate , scarni6cate , grondanti di vivo
sangue . LI Giu^n. 8. 3. Sopra tutto do-
vrassi allor ricordare d'essere morto per le
io croce fra due ladroni, nudo, derelitto,
deriso, scarnificalo.
SCARMRE. Scarnificare.
§. Per metaf. valf Diminuite , Impic
coltre» Scemare Salvin. Pros, Tose. 1,
46;^. Non i; arie lo scaroirc e lo scemare
una parte, per far che più ricca ne ven-
ga l'altra T
SCARNITO. Add. da Scarntre. Salvin.
Pros. TcsC- |. 28 ^ Non isdei^oarono di
farlo ( il verso ) , ove uopo il chicdea ,
smilzo ancora, per dir cosi, e smunto, e
scarnito ( qui pvr melif. j,
SCARNO . Add. Scarnalo , A/filalo ,
Magro, Che ha poca camt. Lat. macer,
gracilts, Gr. »*0Z^5» . ifTTTs';. Ar. Fur,
28. 37. Par che gli occhi s'ascondan nella
testa. Crriciuto '1 naso par nel viso scar-
Ilo . ì'arch. Rim. post. 219 Nape è sol
la cagìon, ch'esangue e scirnu Tutti ri-
cerco ognot quelli, e quei liili.
^ 3. /'-" per sinuhl. Sfgnt-r. Intrrd.
I. Il* 7 lo mi riporto alla coniidcraaiou
delle foglie ec, altre ncrie come felpa,
altre sode, altre scarne (C)
tf SCARNOVALARE Corna u inlart ,
Lai. baccHannlibns indulgere. Gr oyciv
S C A
Ò19W91X . Pros. Fior. 6. 43 Ognuno,
qiuodo gli si porge 1' occasione, s* allenta
un p^* del rigore , e si diletta di scaroo-
valar volentieri (')
*t $ SCARO. Sorta di p€àC€ dt mar€
assai buono, che ti pasce d'erbe. Ha la
testa grande . declinante in pendio , *
tutta coperta dt scaglia. Lat. scaru* cr*-
tensis. Silvia, Op. Pese. 2. 284- H »ol«
scaro delicato , mai , Dicono 1 pescatori ,
per lo scuro , Cb* egli noo cada a pre-
da. (A)
SCARPA. Il calzar del piede» fatto per
lo più di cuoio , alla parte di S0pra del
quale diciam Tomaio, e a quella che sta
sotto la pianta Suolo. Lai. calceus , cai-
ceamentum. Gr. -jffo'^i^aa, JnoJTj^aTiov.
Ditiam. 2 28 Quandu in Proveoaa ven-
ne il buon Ramundu Col mulo, col bor-
done, e scarpe grosse. Ftr. Disc, an, 22.
Niuoo si mette la berretta a' piedi, o sol
capo le scarpe. Cant. Cam. |3 A queste
belle scarpe , alle pianelle Veoite a compe-
rar, donne e donzelle.
^ §. L Scarpe a cncaiuola , diconsi
Quelle che non sono ^nile di calzare, IVon
tirate su y. CACAIL'OLA g III.^O
# § 11. Scarpj, dicesi anche Quei fer-
ro incurvalo , che Si adatta sotto le ruote
di una (arrazza » o simile , perchè nùn
girino precipitosamente alta discesa. (A)
g. Ili Scalpa, diciamo a quel Pendio
delle mura che le fa sp:trgrre im fuori
pia da pie che da capo, tìiucc. Stor. Ac-
costandosi alla scarpa del maro del tm»
stello . Buon. Fier, Intr. |. Precipitati
giù sulto la scarpa Della muraglia.
§ IV. yt scarpa , posto avverbia'm. ,
vale A ftendio j e si dice propriamente
delle muroi^lie, che non si tirano in piom-
bo, ma che sono più larghe nella pianta,
che nell' estremità, Soder. Colt, 21. S'ha
ad avvertire ec , f^re un muro a secco ,
grosso, a scarpa, che soitcoga il terreno.
# §. V. ./4 scarpa, dicono varii artefi-
ci, di qurgli strumenti , ortLgni^ o opere .
che sono tagliale a sdrucciolo , cioè che ■
da una base alquanto larf^a vanno diml- ~
nuendo da una banda fino in cima. (A}
§. VI. Scarpa, è anche una Specie di
pace vilissimo di Ioga, che dtcesi ancora
Scarprttaccta Lit, 'ballenii. Bed.Ots, am.
175. Ho no\rnuto averla (la vescica del-
l'aria J il grongo ec. , la scarpa, il car-
pione, la (rota . er.
SCARPACCIA . Pff:gìcrat. di Starpa .
Lai. calceus dissutus, malus Gr. xoudv
ùn65r,{i.v. . Ar. Lea 2 1 Qoalcbe par
di scar|>acce. o di pantofole , Poi che 1*
avete ben pelate e logre, mi Donate al-
cuna volta .
SCARPELLARE. PropriameaU Lave^-
rar le pietre collo scarpello. Boryh. Bip
l5o Ora fate conto cb* io comioci a scar-
pellare il marmo.
§. I. Per Intagliire Lat. ealarw, in-
cidere Gr. y/ot^ity Lib. l'iagg Dì foori
di quisti granai è sr^rpellalo lettere di
molle ragion linguaggi.
# §. 11. Scarpellare, vate anche Inta-
gliar semplicemente collo scarpello alcuna
pietra per luhecciar/a , B'Onz. Irti, Sa-
rebbero da ludarsi per arti b^lle, in6nitr
che sono tenute a vile, come gli scarpel -
lini che la\orano alle cave , o cbe scar-
pellano le strade. (A)
# § III. Siarf>ellart, \ale anche Cma
ilare , Ter vie tolto scarpello scmttmrr ,
e simili . I as IH, A Pis. La quale
arnie , sebbrne fu falla scarpellare dal
nugitlrato dr' Doilioi , rbe ebb^ cura dt
spegnere ogoi memoria di quel Duca, ri-
mane nondimeno ec. (S)
t §• l*'- /*"■ similiU vale Levarsi 1
przsuoti dette pelle celi* magkie, e gaisa
che della piet'-a fa lo scarpello Lat sca-
S e A
bere . Gr. xH^etv . Ott. Coni. /nf. zq.
507- ^ quando I' ù falla una bella , gli
occhi cutlu hrancbc si scarpella.
# SCAHPELLATO. Jdd. ila Scarpet-
(arti Lavorato con lo starpello . Jìelltn.
deal. 11. Hj Ja venire il grillo gd UD
uumo d' ÌDventare uo mudo di fabbrica-
re, che sia il pili rutto ec. , scota oroa-
meoto, fallu di p«tti dì pielracce scarpel*
late alla riDluia, ce. (fì)
t SCARPELLATORE Verbal. mnsc.
Colui che lai-ora pietre coUo scarpello Lat.
lapicida, *latoniu.s, laptdanus, Gr. ^aro-
flOi . * Dtli, Agi;* lir. Spir Ha nome
Eulogio, ed è per arie scjrpelljlorc di
pietre. E appresso.' Ed eserctu l'arie
dello scaipciirftore datila sua giovenlù in-
•ioo ad ora. (C) Jlern Rim i, 2() Co-
si, modcroi voi scarpelljiori , E ancbe
aolicbi , andate tulli al Sole.
f 5 SCARPELLETTO. Dim di Scar-
pello . Lai- icatpi-llum . Gr. /ciaTTT^i'p .
Benv. Celi* 1 it, 2. ^OO. Io mi acconcìjvo
certi scarpelletli per lavorarlo.
# §. Scarpelletto augnalo Term. dell'
Arte di hi'ornr di filo. Scarpello piccolo,
simile a quello che adoperano i Legna'
luolt , ma la sua asta è simile a quella
de* bulini, e sen-e n tagliare ijih. « Jìem\
Celi, Ore/, 27. Con queste iroverassi in-
sieme uno scarpellello augnalo io gui-
sa di quelli che adoperano i legnaiuo-
li .. (B)
* SCARPELLINACCIO . Pe^g. di
Scarpellino. Car, Coni, 47- Scarpellinac-
cì ignorami e trascurati della vera arte di
far 6gure. (FP)
SCARPELLINO. Quegli che lavora le
pietre collo scarpello. Lat. lapicida, la-
pidarius. Gr. iaTC'juo? ■ Buon. Tane. 5
5. Cbè per far retto giù certe brigale Di
•rarpellini ve l'avevan tesa
SCARPELLO ■ Strumenta di /erro ta-
gliente in cima, col quote si lavorano le
pietre, e t legni. Lat. ctelum, scalprum .
Gr. €"9'*l'p » xv^i^TTip. G. /'. 1. 4-^- 7-
La detta pietra Golfulina per maestii con
picconi e scarpelli per forza fu Ugliala, e
dibassala. J% 8. 78. 4- Leggieri d* arme,
eoa balestri, e dardi, e giavellolti a fu-
sone , e con pietre pugncrecre conce a
scarpello. Cr. 2. 23. 27- Sia la corteccia
levata sotlilmeote con tagUeniisiimo scar-
pello in tal modo, cbe la gemma non ri-
ceva lesione. Soder. Colt, .'»6. S'impniiiii
DD colpo con Io scarpello a ditillo della
Tite sul suo legno . E appresso : Allora
eoo lo irarpello a pieno dandosi sopra un
colpo con on maztapiccbio di legno sodo,
farai tal fenditura, che arrivi ec,
•f §. Scarpello, è anche uno Strumento
da pigliare uccelli presso Cr. 10 28. 6.
Anche con iscarpello si ptglt.tno le porza-
ne, ec. E lo scarpello uno strumento fatto
con due archi molto pieg<iti. poco dilungi
V uno dall' altro , intra i qu^li un poco
poi si pone fruito d'erba coca, simile alle
ciriege, il quale quando prender vogliono,
per lo collo si stringono*
SCARPELLOr^E . Accrescit. di Scar-
pe Ilo j Scarpello grande. £enf. Celi, Ore/,
i3l. Si debbe con asce, e scarpelluni falli
H posta per tal necessità, lavorargli puli-
tamente.
SCARPETTA. Ptm, di Scarpa . Lat.
calceolus. Gr. ùnocrip-ariov Bocc. not;
60. IO. Senta riguardare ec. alle sue scar-
pette tulle rotte, e alle calze sdrucite. E
mev. 72. 9. lo non so: chiedi pur tu, o
vDogli un paio di scarpette, o vuogli un
frenello. ^Ileg. 119 Le scarpette, i cai-
no, la cappa, e '1 saio . Frane. Sacch,
rim. 17. Se niuno avaro è in questo bal-
lo , Le sue scarpette rompe senta fallo .
Galat. i8. Guata qui , come tu nettasti
ben questa icarpetta . Bern. Ori. 1. 2'j.
S C A
53. Pur tutte 1* armi guarda per sonile,
E le scarpette, e l'uno e 1' altro guanto.
Buon. Tane. 5. 7. Con le scarpette Ges-
sale e nette.
SCARPETTACCIA. Peggiorai, di Scar-
pclta. Lib Son. c)0. Tu pari un can, con
una scarpet taccia ce. Che scuole il capo,
e poi le dà di ciuffo , Poi la ripon , noi
la ripiglia, e straccia. Cinff. Calv. 1 27.
E certe scarpettacce vecchie e rotte Parule
sonn un zuccber di sei colle. Cant. Cam.
106. Donne, non tenete addosso Scarpet-
tacce, o vetriuoli.
SCARPETTACCIA, Spezie di pesce vi-
lissimo di lago, che dicesi ancora Scarpa.
Lat. *hallerus,
SCARPETTINA . Dim. di Scarpetta .
Lat. calceolus Gr. uTro^T5jUaTiOV. Tralt.
sepr. COS. donn. Il buon viso cbe fanno
alle scarpetline nuove. Buon. Fier. 2. 3.
12. Vengono snelle e pronte In bianca,
in gialla, e in rossa scarpeilina.
SCARPETTINO. Scarpetlina. Lat. cal-
ceolus, Gr. u:ioo»ija«Tiov. Ltb. Son. 73.
Rossi dì monloncio gli scarpettinì.
« SCARPETTO. Lo stesio che Scar-
petto j ma meno usato . Car. Cam, 60.
Quando si va al calzolaio ec. se un paio
di scarpelli sono troppo larghi , tu le ne
provi un altro. (FP)
t SCARPETTONE. v^rfrp.jfi(. di Scar-
petta. Buon. Fier. 2. 3. 7. Scaraventa il
cappel , eh' egli ha di treccia ; Trasi gli
scarpelloni.
SCARPINO. Dim di Scarpa. Lat. cnl.
ceolus . Gr. u7TO(Jt3ju-c'tiov . Buon. Fier,
2 2.6. Pastlcchi, saponelli , delicate Con-
ce di guanti, e di scarpini adorni.
* SCARPIONCELLO. Dim. di Scorpio-
ne Benv Celi, J'it. 3. 321. Imburiassalo da
quel primo scarpioncello , non volse mai
venire alle cose del dovere (qui per metaf,
vale Ignorantclìo , e mal pratico del me-
slicrej. (C)
f SCARPIONE . Lo stesso che Scor-
pione j ma molto meno usalo, Lat. scor-
pius . Gr. GXOfTZi'o^ . ì it. SS. Pad. \.
25o. Questi, cantando una nolle ru6cio,
fu punto da uno scarpionej la qual pun-
tura egli sentendo, non si mosse pero del
suo luogo, ne lasciò di cantare, ma uccise
lo scarpiooe , e perseverò orando e can-
tando , e la puntura n<m gli fece male .
E altrot-e: Avvegnaché temessimo d' en-
trare per gli spiriti, sfarpioni e serpi che
sogliono entrare in queste colali caverne.
Tes. Br. 5. ^i. Anche lo scarpione gli
fa gran male, se il fiede. Fior. J irt. A
M. Lo scarpiooe lusinga colla faccia , e
colla coda morde . Toc, Dav. Ann. l^.
loi- Le cose ancor senza lingua e senz'
anima, tetta, e mura, e lastre eran guar-
dale intorno, se vi dormisse lo scarpione
(cioè, se vi fosse nascoso inganno)
*f §• Scorpione, si dice anche una Spe-
zia di pesce di mare mollo spinoso. Lai.
scarpio piscis . Tes. Br. ^. i. Scarpione
e appellala i<na gcnerazion di pesce , Ii
quali sì magagnano altrui le mani.
Sp SCARPONE. Accrescit. di Scarpa.
Cor. Long. So/. HO. 2 pag. 28. ( Fir.
181I ) Eccoli comparir loro avanti un
vecchione con un vestilo di pelle indosso,
con scarponi di corde in piedi, ec. (M)
Lasc. rim. 2. 296. Scarpon , pianelle ,
stivai son niente. (C) Salvia. Fneid. Iib.
7. Hanno nudo il pie sinistro , L' altro
cunpre scarpon di cuoio crudo. (Fj
SCARRIERA. Gente dt scarnerà, e si-
miliy si due d* Uomini vagabondi, e prC'
sii a ogni mal fare Fir. nev. (\. 23o.
Che dolenti vi faccia Iddio , gente di
scarrieia. Burih. i. t>. Perocché vi eran
genti di scarriera . l'arch. Ercol. 55- 1
quali, perché il più delle volte sono per-
sone rigattate, e uomini di irarriera, nio-
S C A
io5i
strano altrui la luna nel porto ìV E Su oc.
.'>. 3. Da un canto costoro hanno il dia-
volo addosso, e son persone di srarriera,
che si ddellano di veder male, e non isti-
«nano se non 1* utile : onde dubito che
questo non sin uno inganno , ec. (E)
§. Comperare, e J'endeie per iscarhe-
rn , si dice del Comperare, e ì'endere
Juoti del trajjico comune, e quasi occul-
tamente .
't * SCARRUCOLAME^TO. Tratto
di carrucola , Tratto preso colla carri^
cola. Minucc- Maini, pag 21. Un tratto,
L^ voce tratto ha molli sìgniGcatt, diceu-
dosi tratti di fune (juello scarruculamento
che si dà ai delinquenti nel martìrio della
corda, ec. (A)
•f SCARRUCOLANTE. Che scarruco-
la. Buon. Fier. 5. 3. 8 Stravaganti sensi,
Stolti e scipiti s'ascoltaron molti, Com'uso
è della plebe, e de* cervelli Scarrucolanti
(qui per melaf. , e vale senza freno, l«-
merarii ).
SCARRUCOLARE. Lo Scorrer del ca-
napo sulla girella della carrucola libera-
mente, e con violenza, f ♦ Bellin. Disc,
l- 191. Perché nel salir di lui la fune
cavalca la taglia , e tanto di essa scarru-
cola dalla parie di là, quanto sale il sasso
dalla parte di qua. (Min)
SCARRUCOLATO . Add. da Scarru-
colare ■ Buon, Fier. 4* 4' 2^' Come al-
legri si fanno Con quella voce lor scar-
rucolala (qui per simiUt ). -f *S Bellin.
Disc. \. 191. Lasciando poi ricalare'* il
sasso a terra , ritorna la fune scarrucola-
ta a ricavalcar la taglia, e ritornar di
qua. (Min)
SCARSAMENTE- Avverb. Con iscar-
sita. La!, pnrce. Gr. y£((?o/ji£'vw5 . Sen.
Pisi. Si lo dovrem noi temperatamente ,
e scarsamente dispensare. /•'*(. Plut. Giam-
mai non s'appoggiò , se non iscarsaniente,
quando egli dorniia . 3/cnz. rtm. i. 180.
E se diran che scarsamente adempio Ciò
che nel cuor disegno, Colpa fia dell' in-
gegno .
•f SCARSAPEPE. Sorta d'erba che
fa il fiore simile all' Origano. Lo Scar-
sopepe sahatico da' Fisici è detto Ori-
gano . Jl Mattiuolo la disse in Lat. ma-
rum . J olg. Diosc. Lo scarsapepe è un*
erba col fiore simile all' origano . E al-
trove : Lo scarsapepe salvalico , che per
altro nome da' fisici è dello origano , e
simile nelle foglie all'isopo.
SCARSEGGIARE. £"were, o Avere scar-
sità d" alcuna coia.
% In signific. att, vale Andare a ri-
lento collo spendere, o col donare, o con
simili cose Lai. parce erogare, Gr. agi-
(JecrSat . T/alt. gov fam. 1 divini tesori
non si debbono scialacquare , i quali son
de'mìg'iori e più bisognosi, a' tristi scar-
seggiando.
SCARSELLA . Specie di tnschetta, 0
borsa di cuoio, cucila a una imboccatura
di ferro, o d'altro metallo, per portarvi
dentro danari . Lai. ascopera , montica .
Gr. Ti/fW. Bocc. nov. 73. 10 Che avrem
noi a fare altro, se non mettercela nella
scarsella? Pass, i3l. De' romei, e de'pe-
regrini si dice che basta , se presono il
bordone, e la scarsella , com' é usanza ,
dal proprio prete . forane. Sacch Op.
div, ii^4 La prima cosa che fa Io pelle-
grino quando si parte, si veste di schia-
vina, appiccasi la scarsella, e mettevi ago
e refe , e moneta d' arieoto , e d' oro -
* Buon. Fier. Intr. 2. 5. Chi sa? sotto
una veste Lacera e rappeizala anche tal-
volta Una grande scarsella sta nascosa ,
Cb* è piena di danari. (B)
§. I. Per similU. Borgh. Ong. Fir.
ìScf. Né dell' aggiunta fatta della scar-
sella dalla parte di dietro , fuor del tuo
1052
S e A
vero modello. E l6o. Allora si creile che
ftts»e fatto il coro (tlei tempio di S. Gio-
vannij accomoJalo alla captiella, che nella
icarsetla si fece.
* §. II. Scarsella, dicesi anche Quello
spazio cliiiiso Ira <itte lineet dove gli scrii-
turali , e r-if^ionieri dichiarano lo storno
d* una partita. Salvia, Annoi. Cas- 167.
Distornare è termine degli scritturali . e
ragionieri ; dicendo essi fare uno storno,
e stornare una parlila j quando in una
scarsella , o postilla, la diihiarano errata
V mal posta. (C)
g. III. Per simitit. diciamo anche Scnr
setta Quetl' apertura che ha il granchio
nella p'tncia . nettine, son. l55. E non
vi paian favole, o novelle. Che i granchi,
per paura de' fornai , Non porlin mai
danar nelle scarselle. E son. 2-^5. E s'io
piglio de' granchi di Gennaio, Nelle scar-
selle lor non ho hona<-cij.
§. IV. Aver il granchio alla scarsella.
f. GRANCHIO, §. VI.
* SCARSELLETTA . Dim. di Scar-
sella; ScarsclUna. Cas. Leti Guatt. 181.
E Tovvi dire, che se una scarselletla, eh'
io porlo più per le scritture, che per al-
tro Lisogoo , non fosse sempre assai leg-
gieri di danari , arci alle volle dubiUto
de' casi suoi, (f}
SCARSELLINA. Dim. di Scarsella .
Lat. loculus . Gr. (9aiavTiOiov . ZibaU,
Andr. Non leng.mo se non pochi soldi
oella scarsellina mollo bene occultata.
SCARSELLONA . Scarsella grande.
Lat. crumena maior , marsupium . Gr.
HKpcùmo*. Lasc. Geloi. 3. 1. Egli ha
quella scarsellona. che pare una bisaccia.
SCARSELLONE. Accrescit. di Scar-
sella. Buon, Ftcr. 2. i. 10. Che tal mi
dà inditio Quel grande scarsellon, che di
velluto Gli pende sopra *l Banco . E 2.
2. 7. Oh lo' bei scarselloni I e come
gonfi Riseggon lor sul fianco, e 'n sulla
trippa 1
SCARSETTO. Dim. di Scarso . Lat.
parcus, parcior. Gr. y£iòw)o?, y/t^xpo'i-
Fir. Dia!, Iteli, do-ìn. ^24- La gamba ci
darà Selvaggia lunga, scarsella, e schiena
nelle parli da basso (cioè, non troppo
grossa , scarza ).
5 SCARSEZZA. Scarsità^ Lai. parci-
tas . parcintonia , Gr. ysiòwXt'a. Rim.
ant. GuiU. 94. Scarsella face lo uomo
arricchire ; Troppa scarsella fa talor dan-
oaggio . * Car. lieti. Arisi, i. 9. La
liberalUà (e) quella di sovvenir coi da
nari, e la scarscxra il suo contrario. (TCj
# §. Scarsezza, vale anche Un certo
che di mancanza. Pochezza. Sef:ner, Seni.
Orat. 43. Vede in me la scarsewa di
quelle mie lagrime. (TC)
# SCARSISSIMAMENTE. Superi, di
Scarsamente. Lai. p<rcissime, Gr yit-
cjf^STiXTa. // ì'ocahol. alla /'. STRET-
TISSIMAMENTE, g. I. (•)
SCARSISSIMO. Superi, di Scarso .
Lai. parcissimus , Gr. yeiowìcTaro;.
/Voi- ant. 94. I. Era si scarsissimo
1: s6dalo , che faceva i mawi del ca-
man^iare con le sue mani (cioè, lena-
cissimo , avarissimo ) . /ìed Oss, an. cp.
Queste tre ultime rane d' animali soglio-
no per Io più naturalmente noli' inverno
o non cibarsi , o prendere scarsissimo o
fidissimo il nuttimento (cioè, pochissimo,
o in pochissima quantità).
SCARSITÀ", SCARSITADE. e SCAR
SITATE. Astratto di Scarto; Miseria,
Tenacità , Strettezza. Lai, p'ircitas, Gr.
oetòuÀi'a. Lib. Amor, Se ricco e. teme
che gli oucria la preterita icariiti Rtm.
ani P. .V. Rinnld.tt Ai}nin Che è d n-
na e' ha bellexse . Ed i; sema piotade ,
Com' uomo e' hj ricchexie, Ed usa sfar-
siUde .
S C A
§. Per Un certo che di mancanza, Po-
chetza. Lat. Inopia, defeclut. lìocc. Intr.
16. Essere abbandonati gl'infermi da*vi-
cini . da' parenti e dagli amici , e avere
scarsil'i di serventi 7Vj. Jìr. 9. 45 Scar-
sità di pene currompe la città , e T ab-
bondanza di peccatori mena l' uso dì pec-
care./ me. M<trt. Leti [^o, Sebbeo l'animo
si doleva della scartila della f>enna ec. ,
il debito rispetto lì dulea non meno della
sua prodigalità, Rr>i teli. 2^ 28. Se V. S.
Illustri^, vien qui da sé, resterà appagala
della scarsilà .
f SCARSO Susi. Scarsità nel signific.
del g. Lat. inopia, de/eclus, Gr. ftiSot-
JLt'a G- r, 10 100 2. Allora era in sul
tempo della ricolta, ed era carestia e scarso
di viltuaglia.
SCARSO. Add, Alquanto manchtvole.
Lai. parcus , inops , mancus , exiguus .
Gr, tvSirlit óiisopoi. TiripOi. Dani, Par.
\5. Chi; (ulte simigliaoie sono scarse. E
33. Tutti i miei prieghi Ti porgo, e prego
che non sicno scarsi. Petr, son. 263. Ma
l'ingegno e le rime erano scarse Io quel-
la etale a'pensier nuovi e 'nfermi. liocc.
Leti. Pin. Ross. 278. Voi dovete essere
contento di avere piuttosto stretta e scarsa
fortuna. G, f. li. HI. 5. Al Re d'In-
ghilterra fatila moneta, che i suoi uficia-
li di là il ne tenieno a dieta, e scarso .
^ f'iv. Disc. Arn. 38- E' si riduce
(Arno) talvolta Dell* Estate con si scarsa
acqua, ch'ella non basta alla corsa di ben
piccoli navicelli* (C)
* §. I Per Privo , Mancante . Se^r.
Fior, Stor. lib. A. Messer Rinaldo aven-
do vedula la freddezza di Messer Palla ,
e la K-ggerezza dì Ridolfo Peruizi, scarso
di miglior partilo, si rimise nelle braccia
sue. (CP)
3 %. II. Per Tenace» Misero, Che span-
de a rilento. Lat. parcus, avarus, misrr,
andus , reslriclus. Gr. psiowio^. Rvcc.
noi: 72. 8. Siete tutti quanti più scarsi
che 'l fistolo. Petr- son, 279 Ho servilo
a signor crudele e scarso. Quitt. fitos. G.
C. L'avaro ec. è dell'altrui largo, e del
proprio scarso. Rim. ant. P. A'. Riionag.
Urliicc. eh' Amore ha in sé virtute, Che
'i vile uom face prode , S' egli e villano
in cortesia lo muta, Di scarso largo a di-
venir l'aiuta.
* 5. lil- Scarso, per Circospetto ,
Cauto, Non Cai rivo, u Dani. Par 17.
Quei che ancor fa fi padri a' figli scarsi ».
Ar. Fur. IO- 6 Siate a' prieghi ed a'
pianti che vi fanno ( i vostri amanti ) ,
Per questo esempio , a credere più scar-
se. (MJ
§. IV. Figuralam. Dani Purg. ì^. Mi
da che Dio io te vuul che iraluca Tanta
sua grazia, non li sarò scarso. Rut. it-i .*
Non sarò scarso , cioè , eh' io non mi ti
manifesti .
§. V. Moneta scarsi , diciamo Quella
che non è di giusto peso. '
* 3. VI. Misura scarsn, dtceti Quefla
che e minore del giusto . Segnrr. Penit.
inslr. inttrrog. Se avete inganoalu nel
giuoco, o nel vendere con misure scarse,
o con peso ingiusto. (C)
* g. VII. Colpo scarso, diersi Quello
che è dato obliquami nte , o colla parte
più debole dell* arme . Ar, Fur. 2. 9.
Fanno or con lunghi , ora con finti e
scarsi Colpi veder che mastri son del
giuoco. E 24. 65. E se non che fu scar-
so il colpo alquanto. Per merco lo fen-
dea come una canna. Tass, Cer. 12.
55. Non danno i ci>Ipi or finti, or pieni,
or scarsi: Toglie l'ombra, e '1 furor l'uso
dell' arie. (?i)
%. Vili. Cogliere scarso, si dice Qmam-
do colpn, o stmite. ferisce chtiquamtnte ,
0 colla parte pia d- baie dell* arme
s e A
* S IX. Colpir scarso, vale lo stesso,
lìellin. Disc li. Svelte, o sradica, dirò
così, queir eminenza, o quell'asprezza, o
quei risalti, e via gli porta per la sua di-
rittura, secondo che gli colpisce scar>o, o
in piano (Min)
SCARTABELLARE . Legger presto .
per lo più con poca apptìeasione . La!.
libros versare. Gr. ra €iS)u'a •S'ùi^ttf.
Allrg, 332. Son andato pertanto mille
vulte chimerizzando, e a' ho scartabellalo
tulio lo Scopa, e il Seponlioo. Gal, Sist.
179 Si ritirano io istudio a scarUbellar
gl'indici e' repertorii, per trovar se Ari-
stotile ne ha detto niente.
S? § Scartalietìare , per Passar sol'
lo si'enzio. Preti rmettere . Lasc, Non. i.
68. Gallo. Tozze! to . Idiimo, e '1 baca
.Slrambucro, Ed infiniti assai ch'io scar-
tabello. (Rr)
t * SCARTABELLATORE. f'erbal.
masc. Che, o Chi scartahetla. (A)
SCARTABELLO Si dice di Libro, di
L'-::gen'la, o Se iitura di poco pregio. Lat.
libellus. Gr. ^ijSiiov. Patajf. l. Iste-
verare striscia, e scartabello. Cari. Fior.
5|. Quando gli Accademici ve l'avranno
a produrre a banco, il vi rooslerranoo
autentiro d' altra maniera, che quei mi-
seri scartabelli che voi impiastrate al vo-
stro civile. Fir. Trin, ^. 3. Beo sai che
quel tuo scartabello, che lu giltasti alla
Manetta, capitò in mano alla madre.
Buon. Tane 5. 5. Non vorrei aver pò*
a venir all' armi In vescovado collo scar-
tabello. Malm. 8 56. Ricerca nel suo
mastro scartabello Di quei paesi la geo-
grafia.
^ %■ E dello di libro anche di pregio.
Red Ditir. E il mio dello vo' che ap-
provi Ne' suoi dotti Kartabelli L'erudito
P.gnalelli. < Br)
SCARTAFACCIO. Scartabello. Lat.
libellut. Gr. ^i^yt'ov. Fir. As. 341 E
preso lor privilegi e scarlafacci, si mite-
ro in viaggio. / ine. Mari leti. 38. Noo
avendo fursc letto fra i vostri scartafacci.
rhe già in Egitto nacque un bue tanto
savio , che si fece adorar dalle genti .
Buon. Fier. 3 4-9 ^*^' * ^*'" "''Ioni
Tutti i suoi scartalacci.
* SCARTAMENTO. Lo scartare.
Chiappolo. Lai- reiectio. Gr. «Ta^ci»)'.
n yoc^^b rtZ/a voce CHI 4PP0L0.C)
SCARTARE. Gettare in giiicando a
monte te carte che altri non vuole , e
che si hanno di più. Malm. 8- 61. Sen-
do scoperto a\er di più una carta, Per-
chè dì rado, quando ruba, scarta- Lasc.
Sibili. 2. 2. lo me no posso andare a
monte a mia posta , che voi m' avete
scartato in tutto • per tulio ( qui in
senlim. allegorico).
§. per mttaf. vale Ricusare , Rìgfl'
lare. Lat. reiicere , Gr. «rfo^lii»».
Tae. Dav. Ann. 3 68- Cosi fu scartata
la senlcnsa di Cecina fil tetto Imt Ma
elusa). Meni. s^t. 7. Già tu non fai per
me. Sgorbia; ìo li scarto # lac. Sold-
Sat. 5. Pensa a' suggelli, e sceglierai
quei putti Che sian di piano e moderalo
ingegno: Quei che lalì non son, scartagli
tutti. (Ri
f SCARTATO Add. da ScarUro ,
Così nel proprie*, reme nel fisurato. Lai.
reiectus. Gr. aTtO|3>»;3«i'« . Rem, rim.
1. 70 £ tulli i Paladio farcbbon me-
glio, Poich' e' sono scartati , andare a
monte.
g Dar nelle scartate , ti dice d*t
f'aler/t di quel che è eia stato ricmsmto, t*
Dire cote già dette, o sapute da afin;
metafora tolta dal giuoco delle emrte. K
SI prende anche per Dar nelle furio.
Entrar grandemente in collera , Uscir
ifna<i ftioi di se. Farch. Ercol. 89.
S e A
Dare fjvelldnJo nelle scartale, è dire
i|Urllc cose che si erano delle prima, e
eh'- ogniHiu si sapevj. Cur. leti. 2. 2;0.
Se non v* avessi pt-r iutrìnseco amico ,
non ve '1 direi, per paura di non dare
nelle scartale. '^' Cccch. Prov. \0. Dicesi
ancora, tu li.ii dato nelle scartale, quan-
lio uno i' abbaile in cosa che non vor-
rebbe, o trisla. (C) Huon. Fier !^. 3 a.
Intenti noi Al sovvenir la barca, Demmo
nelle scartale. E Tane 4- >• E io appe-
na me ne innamorai, Ch'io ho dato così
nelle scartale
t * SCARTO. Terni, tfei Giuoco .
L' azione dello scartare j td anche Le car-
te stesse scartate. (J)
f * g. Scarto, per simiìit. , si dice di
Qualunque cosa che si sin rig. tinta dopo
sceltone ti meglio tra varie della stessa spe-
cie. (j4)
* SCARTOCCIO. Lo st^-fSo che Car-
toccinj ma meno usato . Bollar. Dinl.
p. i6o. Dopo aver fallo uno scarloccio
piegato per un verso, ne fanno uno che
piega per l'altro (qui è un Ornamento di
Archtlettura che si fa ai capitelli com-
posti, e ionici). (N)
* SCAHZA. -^orla di pesce, Mor^. i^.
66- Gambero, e nicchio, e calcinello, e
seppia, E sgombero, e morena, e scarza,
e cheppia. (*)
SCARZO. Add. Di membra leggiadre,
e at;ili, Anzi magro che no j contrario
di Atticciato , Traversato , ìilassiccio .
Lai agiiis. Gr. i}.ot.fpó<;. Se^r. Fior.
Mandr. 4 8. lo sto pur bene ; chi mi
conoscerebbe ? Io paio maggiore , più
giovane, più stano. Hed. Ins. iSj. An-
corché sieno un poco minori, e più scar-
si di corpo.
SCASARE. Obbligare altrui a lasciar
la rasa dove abita. Salvìn. Di-^c. 2. 8i.
Dall'astinenza delle rami degli animali
fomento più che mai questa opinione
Pittagora , sdegnando, ptT così dire , di
scasare, uciidendogti, anime per avventura
sue parenti (qui per similit.). ^ Bcuv. Celi.
Vit. 2. i88. Quel secondo abitante che
io avevo carciato del mio casli'lto , avea-
mi mosio una lite , dicendomi che io gli
avevo rubalo gran quaniiià della sua roba
quando r avevo iscasato. (S)
SCASIMODEO . S<]uasimodeo. f'arch.
Ercot cfi. Alcuni (sogliono wari' ) sca-
simodeo, e chi ancora chiaccbi bicbiacchi.
Lasc. Streg. 3. l. Io debbo forse esser
qoasi scasimodeo, o qualrfae nuovo pesce .
SCASSARE. Si dice propriamente del
Cavar della catsa le mercanzie, e similij
contrario d' Incassare. Lat. ex arca de-
promere. Gr. i'x j(t€oiTOÙ Tzpo'.^ipii^.
* g. I. Scassare , vaie anche Aprire
sfonando, e rompendo per lo più a ca-
gione di furto. Sa'vin, Sencf. 3 8i- Ma
avendo l'intesa delle robe con lei seppel-
lite, i ladroni, scas.iando la sepoltura, tol-
sero lutto il prezioso , e il corpo fecero
sparire. (A)
§. II, Per Conquas.fare, o Sconquas-
sare, che più comunemente diciamo Sras*
stnare, Lat agitare, cmcntere. Gr. ^la-
9«i'etv , Fr. lac. T. Questo foco passa
sopr* ogni altru pena , E lutto mi scassa
in ciaKuna vena.
g. HI. Scasiare^ trattandosi di terra,
vote Divegtiere. Lai. pastinare. Gr Scuio*
azpOfÙv . ^ Sodfr. Colt, 4'- Meglio è
sradicare le vili vecchie ec , e dopo due
anni ec. ripiantarle di nuovo, scassando il
terreno. (F)
§. IV. Per simitit. Tac. Dav. Ann. i.
34- Air alba scassano i fossi , riempionli
di fascine fcoèt guastano, o rovinano te
«ponde de' fossi : ti testo lat ha pro-
raunt ).
SCASSATO Add. da Scassare.
S C A
* SCASSATORE. J'erbaL mosc Colui
che scassa. (A)
* SCASSATUIlA. L'azione di cav.ite
dalle casse la m^rc.mzia , o altra cosa
incassata, liald- Dee Per ritrovarsi pre-
sente alla «cassatura delle medesime, già
stale inviale per mare. (A)
SCASSKNARE . Rompere, Guastare,
Sconquassare . Lai fron'^eie , evertere ,
co'rumpere, Gr. TTopàstv. Tì/xv-iv. Dav.
Colt. l53 Nelle quali fosse non mescolar
mai 6chi, perchè le barbe loro scassinano
la fogna. Silv. C.ranch.'ì 12 EgU aveva
gi'a mezzo Scassinalo quell'uscio.
SCASSINATO. Add. da Scassinare.
Lai fractus , ruptns , corrnptus . Gr,
xixXafl//avo;, avK-yTKTO;, Stif^xpfiivoi.
Bern. rim. l. 97. Una barcaccia par vec-
chia , dismessa , Scassinala e scommessa.
Tnc. Dav, Ann. 2- 4i) Druso arquislò
non poca gloria col nicller tra' Gemini-
ci discordie , e far Mjr;iboduo già scassi-
nato cadere (qui fìgurntam.). K Slor. 2
zSq. Pericoloso era l'assedio dentro a mu-
ra vecchie e scassinate ( il testo lat. ha
dilapsis velustale moenibus). Fir. nov. \.
a32. Per essere la serratura tutta scassi-
nata .
SCASSO. Divelto. Lat. pastinum y pa-
stinano. * Salvin. Geor. lih. 2. E tagliar
per gli scassi i grandi pogi;i (F)
^ §. Scasso, vaie anche A pei tura fatta
con islrnmento, e propriamente La frattura
di cassa t o cassetta per un furto. Salvin
Senof. 3 79. Perilao poi, inteso lo scasso
del sepolcro , e la perdila del corpo, era
in una adizione, e in una smanta gran-
de. (C)
* SCASTAGNARE Tergiversare, Sfug-
gire la difficoltà Magni. Lett, Voi non ave-
te allora a pretendere di cominciare a sca-
stagnare, col revocare in dublio o il dello
del profeta, o il fatto di Cristo. ^..^^
* SCATALUFFO - Sembra lo stesso
che Scapezzane , o altra simile percossa.
Alleg. 90. Altramenti n' avrei mille rab-
buffi Da Apollo, e voi solenni goccioloni.
Da lui n'avreste ancor sei scataluffi. (*)
SCATAPOCCmO Chiamò per ischer-
zo il Burcbie/lo il membro virile . Lat.
muto. Gr. /&i>r)' . Burch, 2. 5. Sicrh' io
vedeva il fiero scatapocchio, 11 quale era
dell* online maggiore.
* SCATAPUZZA . Sorta di erba. Lo
sfesso che Catapuzza. Lat lathj'i.s:. Gr.
iaàu^ct? . Cr 6, 36. I La scalapuzza è
calda nel terzo grado , e umida nel se-
condo . E appresso : La scat.ipuzza ha
virtù di purgare principalmente la flem-
ma , appresso la collera e la malinco-
nia (B) E niim. 3 La scalapuzza è mol-
to lassativa, e purga di sopra, e di sotto
fatico'.amenle e con angoscia {')
SCATELLATO. Add. Lai piobro no-
tatus , Gr eTTcv^t'tì'njTO; . Farch. Ercol.
54 Quando chicchessia ha vinto la pruo-
va, cioè sgarato un altro, e fattolo rima-
nere o con danno o con vergogna . dico-
no a Firenze : il tale e rimasto scornato
ec. , scaracchialo , o scalellato , 0 smac-
cato , ec.
SCATENARE, Trnr di catena, Scior-
re altrui la catena . Lat ex catenis sol-
vere. Gr. ktt' aXj'^Ewv a~o)u-:tv Bore,
nov. 3)2. 26. Facendo sembianti di volere
scatenare il suo uom satvatiro . E num.
27 E gittatagli una cappa in dosso , e
scatmaiolo ec. , in6no a casa loro ne *1
menarono.
•f V §. I Scntrnare, vale ambe Tor~
re. Spogliare altrui dille catene che por-
ta per ornamento, fìuo/ì, Fier. 4. 4 ^^'
Alle donne impoirnti e non difese. Tro-
vandole sparlale dan la caccia ec. Le sca-
tenan. le sborchiano, svespaiano. (A)
§. II. In signijìc. neutr. pass. Sdorsi,
S C A
io53
o Uscire della calma. G. J'. j) 237. 3-
Le galee di don Amfus , eh' erano nel
porlo di Castello incatenate per conlra-
dìjre il porto e la scesa a' Pisani, si sca-
tenarono, e vtnnero contro all'armata
de' Pisani.
§ III. Per mela/, vale Scappar fuori.
Sollevarsi con furia, ed impeto.Lai. ertini-
pe>e. in^rurrr. Gr. i^opuv.v. Bet Ditir.
41. Or qual nera con frem'iii orriÌ)ili Sca-
tenossi tempesta Gcrìssima T
5 SCATENATO. Add. da Scatenarcj
Libero, e Sciolto dalla catena. Lat. t'M-
culis liberatns. Gr. «TTs 0£9ju&JV aoeSst'^.
But. Coii erano correnti, come veltri sca-
tenati .
* §. Diavolo scatenato, dicesi di Per-
sona bestiole, perverso. « Bocc. nov. 23.
22 Se io posso rafirenare questo diavolo
scatenato » (A)
SCATOLA . Arnese a siml^lìanza di
vaso fatto dì legno sottile, o anche d* al-
tre materie, per uso di riporvi entro chec-
che si sia . Lat. pjwis , capsula , thcca .
Gr, TTL'I't'?, xiSwTtov, S/)'/v5, Bocc. nov.
63 4- Lasciamo stare d'aver le lor celle
piene d' alberelli ec. , di scatole di varii
confetti pien- . E nov. 76. 12. Vennono
con una scatola di galle, e col fiasco del
vino. Buon. Fier. 2. 2. 10. E *n quesle
grandi scatole 7 T. I disegni Qui tengo,
come avvien , poco finiti. 3falm. 12. U.
Chi ha scatole, chi sacchi, chi involture
Di gioie, di miscee, di biancheria, ,.
§. E perchè nelle scatole degli speziali
è scritto a lettere grandi quel che v* è
dentro, diciamo proverbialm. Dire a let-
tere di scotola, o di speziale, e vale Di-
re ad alcuno il suo parere chiaramente ,
alla li/'Cra , e, come altramente si dice,
fuori de' denti . Lai. libere Icqui , nudo
capite dicere Gr. Tzapprini.d^zr*. Farch.
EtcoL 99. Dire a lettere di scatola, o di
speziale, è dire la bisogna chiaramente, p
di maniera che ognuno senza troppa spe-
culazione intendere la possa . Bern. Òri.
2. i4- 55. Il peggio che so far, fo al mio
nimico ; A ledere di scatola le *l dico .
Bed. Fip I. 12. Plinio lo avea detto a
Idtcre di sralola .
SCATOLETTA. Dim.dì Scatoìaj Sca-
tola piccola Lat. niella. Gr. x tSwTtov.
Sag£. nat, esp, 98. Cominciammo a vo-
tar l'aria della scatoletta con uno schiz-
zatoio inserito a vile nella bocchetta . E
appresso ' Acciocché ec. non potesse la
medesima rìenlrar nella scatoletta . Bed.
lett 2. l55. Mando a V. S. iHustriss. la
scaioleiia per trasmettere al sig. Marcello
Malpighi a Bologna.
SCATOLINO . Piccola scatola . Lat.
arcella , capsula . Gr. xtSw'nov . Bed.
I"s. io4- De' quali ci serviamo in vece
di scatolini. Buon. Fier, 4- 4' **-*■ Schiu-
do Lo scalolino, e trovomi i sonagli Ave-
re in mano. E 4- 5. 27. Occhiali , sca-
tolini e alberelli .
SCATOLONE, e SCATOLONA. Ac-
cresctt. di Scatola. Lat. magna capsula ,
thfca . Gr. j^Ey^yt] 'àr^xri . Buon. Fier.
2. 2. 3- Ma chi è costui con questi sca-
toloni ? E 3. I. 7. Sfibbiane! queste ci-
gne , E sgravianci le spalle DÌ queste
casse , o stipi , o scatoloni.
SCATTARE . Lo scappare che fanno
le cose tese di quelle che le ritengono ,
come archi , e simili . Salvin, Disc. 2.
322- A un tratto, rimosso l'oslacolo, scap-
pa e scatta, qual malinconica molla.
§. I. Per Passare, Scorrere. Lat. ela-
bi. Gr St-^Uy-tJ Farch. Slor. io 3l7.
Tutti volevano essere, ed erano, senza la-
sciare scattare pur un giorno, pagati.
§. IL Per similit. Malm. 8. 54- Per-
che, scattando un pel , tu avresti fritto
(cioè, sgarrando, 0 uscendo un minimo che
iu5ì
5 C A
dell* iilnizioQe avoU ) . # Imperf. Tim.
D. 4- T. 6. zSy. Giudicaroa I* aniverso
ec- preadere il filo oriiinaituimo del pro-
prio ine jm mio a menta alle sue varie e sì
Iiene aggiustate opcrasioni , né da quello
scattar punto giammai. (F) Sfogai. Leti,
seient. pa^. i3i. (f'caezia IjSi.) Se voi
aveste un orìuolo ec. per modo cbe io
dieci anni non v* abbia mai tcaltato d^ì
veri punti del mezzodì e della mezza not-
te quanto è un minuto secondo, voi ec. (I^j
^ g. HI. Scattar moUo, o pìco , o Ji-
mi/et da una cosa, o persona ad un'altra,
vale Estervi molto, o poco divario. (C)
* §. IV. Pi:r Ci-ssare, Schivare, S/ug.
gire. fav. Etop ^5 (Padova iSii) Ac-
ciocché Doo facestooo (gli /fleniesi pri-
ma liberi) a loro senno , poseglì legge,
e soUoposcgU a Re ; e cootrappaiiarono
a* comandamenli y i quali potevano scat-
tare, (.iftn)
SCATTATO. j4dd da Scattare.
SCATTATOIO. Quello strumento adun-
co, per lo più di ferro, dove s' atlacca la
cordai dt'ir arco, o similij Scoccatolo.
* SCATTINO, Ttrm. degli Qriuolai.
Piccolo tcatti delle repetizioni , H quale
r messo in libertà dalla stella del suo-
no. (/I)
SCATTO. Lo scattare. Sagg nat esp.
zSo. S' intende sempre dallo scatto al ri-
toroo. # Salvia, fiuon. Fier. i. ^. ^.
Scatto si dice della motta , quando ella
scalta, cioè scappa dalla sua tenitura e
pressione, cbe si leva a gran distanza. (B)
§ I. P^r Discrepanza , Divario, che an-
che in .^ens) figurato diremmo Salto. Buon.
Fier. I. 4- 4* Registrata oe vidi una al
seccnto. Che dovev'ire al decimo (odi
scatto t ) ec.
^ ■^. II. Scallo, chiamano gli Oriuolai
Quel pezzo dei^li oriuoli , che libera il
meccanismo della soneria. (J)
* SCATURIENTE. Che scaturisce.
Lat. exstlienv , scafuriens. Gr avK^iJ*
^fijy. Buon, Fier. ^. 4- l8 In mezzo a
cui par rider scintillante Limpido fonte ,
che r aere irriga Scaturlcnle, e poi l'erbe
p i fior bagna. E 5 2. l. Poi dove fon-
ie, cb* è d' uà masso inciso Scalurivote ,
a confortar la sete Ci esponga il chiaro e
gelido liquore. (*)
SCATURIGINE SorgeaU propriamen-
te dell' acque. Lat. scaturito. Gr. avoc-
piuct;. Red. Ditir. 35. E 1* ondose sca-
turigiai ec. Di rovina sono origini. San-
naz. j4rcad. pros. 12 Ove molti laghi si
vedeano» molte scaturigini, molte spelon-
che, che rifondevano acque, dalle quali i
Bumi, che sopra la terra corrono , pren-
dono le loro origini.
'r g. Scaturigine, figuratam. vale Ori-
gine. Sqner. Pred. Pai. Jp. 5. 7. Eli'
ebbe tutta la sua scaturigine in quella pri-
ma debolezza del Vescovo. (Nj
•r SCATURIGlONE..y<:fl/«r/g7/ie. Bellm.
Disc. 12. Non altro sarete ciascun di voi,
che fabbriche e sraturigioni non mai man-
rhcToli e sempiterne, traboccanli in fiumi
di lutto fuoco, (Min)
* SCATURIMENTO Lo scaturire »
Scorrimento* Lat. effluxus Gr. a'va^iu-
ot;. Il J'ocabof. alla voce AVVENIMEN-
TO, g. III. (•)
SCATURIRE. Propriamente 11 primo
scoppiare , 0 uscir dell'acque dalla terra,
o dai nio-tti. Lat. scatere, scaturire, flue-
re. Gr. ^ilU^eiv. Fiamm. 2. C) Abboo-
<lanti lagrime da* suoi occhi, come da due
fontane , cominciarono a scaturire ( qui
per .ùmilit.). Tac. Dav. Star. 4 365
Quindi (del monte Libano) oe scaturisce
il fiume Giordano.
^ 5 '' *'' signific, att. vale Mandar
fuori. Cbiabr, nm. Torbido scaturisce II
beli* occhio terco lucidi 6umi. (fìr)
S C k
5 SCAVALCARE. In signfìc. neutr.
vale Scender da cavallo, SmonOtrt, Lat.
ex equo descen-iere, equum demtttere.
Gr. itxra^xtvftv atro tjj t*TTOy. Fi-
loc. 2. 201 • Addestreremo il vostro ca-
vallo, e voi serviremo , con debita rive-
renza e onore, inGno a tanto che voi , ri-
cevuta nella nuova casa , scavalcherete.
Tac. Dav Vit. Agr. 398. Scavalcò, e sì
pose dinanzi all'insegne.
# 5. I. Scivalcare in un luogo, parlan-
dìsi di chi viaggia, vale Fermarviii a
fine di prendervi riposo, o di soggiornar-
vi, m Cron. Moreli. 35j,Fu fatto loro gran-
de onore; iscavalcarono in santa Croce.
Fir. Ai. 3;. Quando mi accaderà di ca-
pitare in questi paesi , io non mancherò
di venire a scavalcare in casa vostra*. ^O
§. II. Scavalcare, in signific. att, vale
Fare .scendere, o Gittare da caiaUo ,
Lai, equo deiicere. Gr. a'rrò raJ tTTOu
aTu^stv. G. V. II. 96 .'i. Alla fine fu
scavalcato, e fedito meiser Luchino. 7V-
seid 2. 65 E per lo campo le genti or-
gogliose Uccidendo, ferendo e scavalcan-
do, ec. lìem. Ori. 1. I. 3i. Ma chi po-
trà Uberto scavalcare, Abbia per premio
la persona mia.
§. III. Scavalcare, per similit. vale
Levare una cota di sopra C altra Sa-jc,
nat. esp. l^5. Avendo l'energia del fred-
do , nel rarefare, scava'<:ato d'insieme le
viti.
§. IV. Scavalcare altrui, fì<^itratam. va-
le Farlo cader di grazia, o di grado tt al-
cuno, soiten'rando in suo luogo. ^ Car.
leti, in-d 2- 9j, Fino a ora ho scaval-
cato Mignanello del tutto, e batto S. Vi-
tale che per vìa dei suoi intrinsechi in-
tendo che se ne duole a cielo. (X) Se-
gner, Pred 33. 10 Le vostre politiche
non si stendano se non il più a scavalca-
re un vostro emolo nella corte, (CP)
* g. V. Scavalcare. Term. de' Calzet-
tai. Far che una maglia entri neW al-
tra (A)
SCAVALCATO. Add. da Scavalcare .
M. f, 5. 2. Lo eletto Carlo sopraddet-
to, giugoeodo a san Piero ec. , iscavalca-
lo colla sua donna , furono ricevuti nella
chiesa con grande tumulto di stormeoli.
Tac. Dav. Ann. i5. 218. Fenìo Rofo
prefetto ec-, scavalcalo di grazia al Princi-
pe per crudeltà e sporcizie da Tigellino.
(qui nel signific. del g. IV. di SCAVAL-
CARE ; il testo lat. ha quem in animo
Principis anteibat ).
I SCAVALCATORE- Ferbal. masc
Che, o Chi scavalca. Fr, Giord. Pred.
R. Godono di essere scavalcatori nelle
corti (qui nel signific. del §. IV. di
SCAVALCARE ).
SCAVALLARE. Scaivleare. Lat. equo
dfiicere, equo deturhare. Gr. oCtto Toy
Ttttsu TTOcpoiSeìv. Guid. G. E similmente
Pari fue scavallato. Teseul. X 75. Così
Teseo, 6eramente andando Co'iuoi mm-
pagni infra le donne ardite. Multe oc ^a
per terra scavallando. G. /*. 7. i3o. 7.
Fu si forte la percossa, che i più de* fe-
dilori de'Fiorcniìni furono scavallali. Bui,
inf* 22- I. Dove non si cerca vittoria, se
non dello scavallare. Tav, Bit. Ed era si
grande la tempesta, e lo scavallare dc*ca-
valieri, «e. ( qui in farsa di nome )
§. I Scavallar» alcuno, figuratam. df
damo del Farlo cadere iti gratta, o di
grado altrui, sottetttrandù in suo luogo .
Lat. afiquem apud aliquem cnminando ,
ipsum in il/iut animo antrire. Tac. Dav,
Sior. I. 366, Maligno e astuto, scavallava
i buoni r modesti,
g 11. Scavallare, tn signtfic. mmlr, ,
per i scapigliarsi, S^'0''dfllare. Lat. Imsci'
vtre. Gr. a'iiiyìit. Tae. Dav. Ann. i3.
178 Nerone vi veniva, per andar megbo
S C A
scaralbodo fuori della città Malm.6. i3.
Di quanto ha fatto, scavallato e scorso ,
Ci fa sentire al raor qualche rimorso.
SCAVALLATO Add da Scavallare.
Lat. ei7uo deturbatus , dtiectus. Gr.
«Td Toù trzTtoM )taTa^i»53a'5. G. V.
12- 16. 4 Chi fu preso ec , e chi per
le vie fediti , morti e scavallati. Dav,
Scism |5. Vedendosi da Anna sua mi-
nor sorella scavallata, e da lei. e dal Re
dispreizala, n* andò alla Reina, e dissele.
(qui nel tigmfc. del § I. di SCAVAL-
LARE).
•f SCAVAMENTO. Lo sravart.t^X
effossio, excavatio, Gr. e'xxi'Xusi;. Vìv.
Disc. Arn. 1. Non sì replichercbbooo di
tempo in tempo gli scavameoli de* loro
alvei.
SCAVARE. Cavar sotto. Affondare,
Far buca . Lai. cavare, eff'odere Gr.
xaTS(7<a7rTetv Cr. 2. 29. i. Spesse voi-
' te avviene cbe i fiumi col loro impelo
! scavino e scalaaoo le ripe delle possessio-
ni, e faooole rovinare. Pallad, Il casta-
gneto spesso si vuole scavare e lavorare.
Red. Ins. 89 Quando le locaste pastn-
' rano di primavera , cercano uo lerreoo
I grasso e umido, sopra di cui si gellaoo,
e colte code scavano certe fossette.
'!' § Scavare, figuratam. vale Cavar
di bocca. Scalzare. Salviti. Fier. Buon,
4- 2. 7 Scalzalori, che scalzano, che sca-
vano gli altrui senlimeoti eoo bella e w>t-
lile maniera. ^.Y^
5 SCAVATO. Add. da Scavare. LaU
excavatus. Gr. /.aT£««/jiju.evoi. * Ruceti.
Ap. 220< E foggi l* acque putride e cor-
rotte U dove spiri grave odor di
fango, O dove dalle rupi alte • icjvatc
Il suon rimbombi della voce d'Eco, ec. (B)
•f # g I. Scavato, detto di Cadavere ca-
vato dalla terra, dove era sepolto. Vit
SS* Pad I. 116 Sotterrandolo sotto V
arena, la mattina seguente lo trovarono
scavato dalle bestie, e lutto quasi dilaoiato
e roso da loro. (A)
* %. II. Per Incavato, -Cr. ^ ',. 3
Abbia ( il camallo ) le falci cbioate come
il cerbio, l'unghie de* piedi ampie, dure
e scavale quanto si conviene. Fir. Dial.
beli, donn, Ò'Q, Servono eziandio quelle
vie lortuoif, e come cavernelle scavale,
acciocchì; il suono della voce entro vi cre-
sca - . (A)
* SCAVATORE l'erbai, mate, Che.
0 Chi scava. Salvia. Disc 3. 8o. Qoeftlo
uccello i Greri dicono j^oxo^octinif.cioé
scavatore di quercia. (*)
* SCAVATURA. Scavazione, Scava-
mento. B'irt. Lapide trovata nella scava-
tura sotto terra in Montagnooe. (A)
* §. £ per incavatura. Bart Rie.
Sav. l. i. 14 23[. Eotraodo le ioferiorì
prominenze dell'una oelle superiori sca-
vature drll' altra. (C)
* SCAVAZIONE. Lo scat-are. Ca%a,
Lat. fossio, Gr. )rst7av9i(. /l FocaJ'cl.
alla voce CAVA. g. V. {•)
SCAVEZZACOLLO. Caduta a rt-mpt-
collo. Ben, rim. I. lOO. A sostrocre i
tuoi Scavcztacolli dinaosì e di drelo , Bi-
sogna acciaio tempralo io aceto Cfcch
Esali. Cr 7.6 ChequesloFuituccio da galea
sempre gli metta Nuo\i scavezzacolli? f^i
figurai., e vale imbrogli, pencoli).
§ 1. j^ scavttimcolh, prsto av\>er*tialm .
vale Precipitosamente , (Vn ptrieolù di
scaveszarsi H collo. Lat- in praectp*. Gr
?I;30TfTw;. Tac. A>m-. Slot. 3- 325. Gli
altri ti giliavano a scavetiacollo alle navi
(il tetto lat Ajiruebaot). Serd.^or, m
389- Parre si giilarooo a seaveiaacoUo
fuori delle mura e delle fiorstre.
« g II. Scaveizacolh, in feria di awrerh.,
SI usa anche sema la particella A da-
I lanti Lasc, Nam. 3 4* '4- ^ '** mando
e A
S C E
S C E
I0!i5
con uo colpo di lancia Si'avcMacoUo ro-
toloni in Francìj. (lìr)
8. IH* Scavezzacollo, diciamo anchr a
(Ji-mo di sca'id>tlosa vita. Lat. in cmne
facintisproifctus. Gr. :t3vr)poT«To; * Car.
Reti. Àrist. 219. A. uno ailiralo si com-
porta facilmente che eoo parole doppie
dica che cului di chi parla fosse uno sca-
veuacullo. o uno squj.^bat'orcbe. (C) E
Apol. 239. Credevo che voi foste, come
dire un timone ec. ma non già che foste
uno scavcMJCoUo, e uno scherano. (F P)
SCAVEZZARE. Siapezzart, Rompere ,
Spezzare m tronco. Lat. discindere, di-
sritnipfre , truncare. Gr. Jiaxs'TTrsiv.
Frane. Sacch. nov. I17 Io scavezzerò
loro le braccia sulla colla Bern. Ori, i.
l5. a.^. Colale Orlando attraversa, sca-
vezza. Urta, getta sossopra, strugge, ucci-
de. Buon. Fier ^. 3- 6, Va', che tu cre-
pi, e che lu rompa il collo. E quel ti
61 sca?<'KÌ (qui nfutr. p^ss ).
g, J. per mftaf. Lat. prcvcpìtare. Gr.
xaraparTSiv. Tac. Dnv. Ann. 3. 63.
L'avverti a non iscavezzar la retlorica ,
per troppo volerne,
g. II. In prove» bioi Chi troppo s'as-
sottiglia^ si scavezza j e vale , che Chi
troppo s^Jìsticn non conchiude » e non
conduce niente a fine, Lat. ahrampetur
tensus Junictilus. Petr canz. 22. 4- ^
chi troppo assottiglia si scavezza. ì'arch.
Ktcol. 187. Non voglio gi*a niaocjre di
dirvi, qui'l proverl'io parermi verissinto ;
chi troppo s'assottiglia , si scavezza. Buon.
Fier. I, 2- \. Venir dall' aria , La cui
troppa acutezza Assottigli indo più sempre
ì cervelli ( E qui vale il proverliio) , gli
sca velia.
SCAVEZZATO, e SCAVEZZO. Add.
da Scavezzare. Lai amputatus, ditrun-
catu*. Gr. :t5j5ira,u£t*5, octìvotsi; Buon.
Fier. 4 2. 7. E d'ogni altra eminenza
iOa sca*c«o Rotolar qua e là. Car lelt.
2. a35. Farei che un sol monte restasse
in pie , e quellkj anco scavezzalo da' ful-
mioi.
SCAVO. Ln Parte scavata di qual-
che cosa. Lat cavum, part excavala,
Gr. to' xoDov, zot'iwaa. Ftr. Dia/, beli.
donn. àiS. Quello scavo che è tra l'in-
dice e 1 dito grosso, sia bene assettato^
teosa crespe, e di vìvo colore.
SCAZZELLARE. Trastullarsi j voce
bassa. Lat. colludere. Gr, co^wTrai'^stv.
Cant. Cam 5l. Qualcb'allro e' è, e' ha
assai del nuovo pesce. Che con noi scaz-
zellar non gli rincresce. Lasc» Madr. 18.
Quando per passar ozio E per piacer
eoo le Muse scazzello.
SCAZZONTE. J'erso usato da'Greci
e da* Latini , simile alt lanifnco, fuori
che nf ir ultimo piede, che è Spondeo.
Lai scazon. Gr. sza'Cwv. Btd. Annoi.
Ditir. S\. fpponatte ec. conta in certi
iuoi versi, che forse sono scazzonti, che ec.
•f SCEBRAN. La Scebmn ma^^iore
di Mesue e QueW erba che altrimenti
vien detta Esula maggiore, e da Dio-
scoride Piliusn. Lat. tiihymalu.i . Gr.
TtSu/zot/s;. Ricett. Fior. 37. Per 1' e-
"ula maggiore s'intende la piliusa di Dio-
tcoride. e la scebran maggiore di Mesue.
SCEDA. Beffe, Scherno. Lat. irrisio ,
lujuì. Inditi. Or. );)£y«<iuo'$ Bant. Par.
39 Ora si va con molti e con iscede A
predicare. But. ivi: Con iscede, cioi? detti
beffevoli, che strazieggiano e contraffanno
lo pLtrlare altrui. Sceda è la prima scrit-
tura, en anco sìmulaiione e conlraffaci-
menio, come quando l'uomo straiieggiando
contraffa altrui. Dtttam 2. ip. Quanto
è folle colui che Si^a scede Della voce
d* Iddio, e quanto a lui Danno tornò ,
beffando delb fede 1 Arrigh. 44- Egli
canta di me infamia , e con molle beffe
l'empia lurba di me fa scede. Tralt.
pece, niorf. Ancora la pp^G"^ > *^''*-' "g^'
si gabba e fa sceda de'riccbi, e de' buoni,
e de'siinti, e giusti uomini.
g. I. Per Lezio, Smorfia, Lat. deli-
cine. Gr. rp^f*ì. Bolc. nov. 7^. ^. Con
suoi modi e costumi pieni dì scede e di
spiacevolezze.
* §. II. E per Scrittura abbozzata ,
Prima scrittura j e per lo più si dice a
quelle </e' A'ofai. Lai. sc^ieda. Gr. lyi^fi.
But. Par. 20. Sceda è la prima scriliura,
ed anco simulazione e contraffaciuieulo ,
come i[uando t' uomo sUatieggiando con-
traff"j altrui. (*)
SCEOATO. Addiett. Dato alle scede.
But. in/ |5. 2 Come bestiali e scedali,
dicono che vogliono esser nominati almcn
per lo vizio.
SCEDEHI'A. Sceda. Lai. sctirrilis io-
cus. Gr. (j/w/ji/jia, j3ùJuo>o^t*a. But Inf.
29 2. Tra r.illre scuderie, faceano frig-
gere li Gorìni f qux forse, per delicatezza
eccessiva e matta ), E Par. 2_i). 2. Basta
pure ai predicatori del tempo presente ,
che dal popolo, che sta a udire, si rìda
bene per li motti, e per le scederie ch'e'
dicono.
* SCEDONE. Figura schernevole, che
suole servire da men.sof<t, o da capitello.
But. Purg. IO 2. Mensola : questo voca-
bolo significa lo piumacciuolo, o lo capi-
tello, o Io scedone , 0 leoncello che si
chiami, che sostiene qualche trave. (*)
SCEGLIMENTO. Lo scegliere. Lat.
delectus. Gr. :TjS5:tt'pi7t;. -li Bellm. Disc.
I. 134. Tulle questi: belle parole, ch'io
v'ho delle, vogliono po'dire Ìl medesimo
a capello ec, per l'uso dello sceglimenlo
del cibo nostro, ec. (B)
SCEGLIERE, e SCERBE. Cernere,
Separare , o Mettere di per se cose di
qualità dner.ta , per dt^lingnerle, o per
eleggerne la migliore j e talvolta Elegger
semplicemente. Lai eligere, seligere, se-
cernere. Gr. iTiJsysiv. xaTa)ì'/£tv, v'no-
xpi'vetv. Da.it. Inf. 1^. Rea la scelse già
per cuna fida Del suo Byliuolo. ìì. Purg.
1. Quale ei;li scelse L' umile pianta, colai
si rinacque, E 28 Una donna soletta, che
si già Cantando, ed iscegliendo fior da
fiore. Ti Par. 28 Le parli sue vivissime
ed eccelse Si uniformi son, ch'io non so
dire Qual Beatrice per luogo mi scelse.
Petr. son. 277. Vidi un'altra, ch'Amore
obbietlo scelse. Amm. Ant.H- 3. 8 Com-
mettiti all'arbitrio di Dio , il quale leg-
giermente suol dar lo bene, e avvedutis-
simamente lo sa scegliere. Pallad. cnp. 7.
Allo scegliere del campo e del sitosi vuole
porre mente. G. V. '■ 85. 2. I migliori
che sapessero scegliere a Bordella in Gua-
scogna, uno, che ebbe nome Otto, fu il
primo scello e coronato per li Romani .
Ricetta Fior. 11, Di quelli (semi) che
vengono di fuori, e di paesi lontani, bi-
sogna ec. srerre quelli che sono più pieni.
^ §- Scegliere , vale anche Distingue-
re. Tes. Br. I. i5. Ragione è un movi-
mento dell' anim.i , che assottiglia l'inten-
dimento , e sceglie il vero dal falso, fi?r^
SCEGLITICCIO, ia Parte peggiore, e
più vile delle cose scelte. Lai. purgamen-
tum. Gr. y.rJ.^'JLpp.v., 7r£|5c'^r;'j.«.
t SCEGLITORE. Inerbai, mmc. Che,
0 Chi sceglie. Lat. selector. Gr. ixìoyiui.
S. Agost. C. D. La Dea , del cui dono
questi sceglitori ood posano tra gì' Iddìi
scelti
SCELERAGGINE V SCELLERAG-
GINE.
* SCELERARE. Commettere scelenig-
gini Bccz 6q. A* vizii sottomette il no-
bil cuore. Libidinosamente scelerando. E
108. Il non punire dello scelerare repu-
tano esser felice, (f)
* SCELERATAGCINE. V. SCELLE-
RATAG(;l\E {•)
SCELERATAMENTE V. SCELLE-
RATAMENTE.
SCELERATEZZA. F. SCELLERA-
TEZZA.
SCELERATISSIMO. /'. SCELLERA-
TISSIMO.
SCELERATO. V, SCELLERATO.
* SCELEUEZZA. /'. A. Scelerità,
Scelleruggine. Fr. lac. Cest. 2. 5. 5l.
Il maestro che avea fatta cotale sccleret-
za, disse sccleratc parole. (N)
SCELERITA'.SCELERITADE, eSCE-
LERITATE. F. SCELLERITA'.
SCELLERAGGI>'E, e SCELERAGGI-
NE. Scelleratezza. Lai. scelus , factnus.
Gr. /At'aff^uK, ro'^rìpioc.. Albert, cap l^!^.
Siccome quel ladrone degnamente per sue
srelleraggini 5 ' uccidea. Wor. S. Greg. lA.
l5. Il popolo di Isdrael era infiammalo a
far vendetta di questa sceleragcine.
SCELLERANZA. /'. A. ScePeratezza.
Lat scelu.<, Gr. ::ovnpt'a. S, Agost. C.
D. Giudicando esser grande scelleranza ,
se 1* uomo uccide se medesimo, /'jl. S.
M. Madd 6. Ricorsono a Dio, farcendo
fare molle orazioni e molle limosine, pre-
gando Iddio , ponesse fine a tanta scelle.
ranza. ^ Car. Fn. 8 3i3 Caco ladron
feroce e furioso, D' ogni misfatto e d'ogni
scelleranza Ardito e frodolente esecutore.
E y^S- A «he di lui (Mesenzio) contar
le scelleranze 7 A che la ferità? (B)
* SCELLERARE. Contaminare, 3fac^
chiare. Render colpevole. Lai. scelerare.
Fior. It. 7.y^. O Enea , abbi pietà del
misero , che qui è sotterralo ; guardati ,
o Enea , di non scellerare le lue pietose
mani (C)
* SCELLERATAGGINE, e SCELE-
RATAGGINE. Astratto di Scellerato.
Scelleratezza. Lai. scelus, improbilat. Gr.
Trov/jpi'a, fj.'sx'^'^p'-'o!.. Giuv Geli. Vit. Alf.
20. Era consapevole e incitatore dì così
brutta e empia scelerataggìne. fT I23- Ma
questa sì empia sceieralagginc, concepufa
si brullamente ec. non si potette coprire
sì a lungo , eh' ella non venisse ec. agli
orecchi de'CoIonnesi. (C) Segner. Crivt.
instr. 1. 8. 21. Si eslermini da tulli voi
la bestemmia , peccato che va congiunto
con ogni altra scellerataggine. £"1. n,
14 Dopo aver quasi dormito tutta la set-
timana, nella domenica sì scatena, ed em-
pie di scellerataggini il Cristianesimr». (*)
SCELLERATAMENTE, e SCELERA-
TAMENTE. Avvi-rb. Con i^celleratezza.
Lat. scehrate, sceleste. Gr. Trovyjcw;,
p.OX^ripÒii. G. r. 6. 67 3. Scellerata-
mente, e a grida di popolo gli feciono ta-
gliare la lesta. Petr. Uom i7/. Con gran-
dissima crudeltà scelleratamente aveva
morto il Senato. F/r. Disc, nn l\\. Quella
donna a Pistoia non sarebbe morta , s'ella
così scelerala mente non si fusse voluta
contrapporre agli amori della sua criata .
J ardi, Lez, 68. Che bisogna per provare
che le cose o iniquamente, o scellerata-
mente fatte punire sì debbano , allegare
gli autori Cristiani 7
3 SCELLERATEZZA, e SCELERA-
TEZZA. Fatto pieno d' eccessiva malva'
gita, e bruttura, Scelleraggìne. Lat. sce-
lus, fncinus, improbitas. Gr. piuiixa ,
TTOVijptK. /zo^fSvijCi'a. Fiamni. 4- 162. In
brieve ninna grave scelleratezza fu senza
esemplo. Fir. As. 120. Commette senza
tema e senza danno scelleratezze , e non
fa niai altro che male.
^ §. Scelleratezza, vale anche Inclina.
zione al malfare. « Tac. Dav. Ann 2- 52.
Ma essendo rapito dalla sceleratezza di
Pisone e di Plancina, Ijs^ìo questi ultimi
preghi ne' vostri pelli ». . Car. En 2 179,
Non ben sapendo ancor ec. Quanta sce-
io56
S e E
S C E
S C E
leratczzz e (juaala aUuzia Fosse ne' Gre- .
CI. (C)
SCELLERATISSIMAMENTE. Superi,
di Scelleratamente. L-il sceUttitsime ■
Gr. rtovYipo'TXTV.. S Jgott. C. D. il
qu^le ODO può se non iscelieralissimamea* i
\e dire : urcidili. 1
t SCKLLEKATISSIMO, e SGELERÀ-
TISSIMO. Superi di Scellerato. Lai. set- \
let'atissintui, scelestisstmtis. Gr. TtO'/ripó- \
TaT35, /jt3;^à>j^3TaT05. S. dìo. Grtsost. i
I2A- Per impiclà delle cose scelleralisiime
«-■ccedelte ogni memoria d* uomo. liut .
Fisgiori ec, che non furono u imini scel-
leratissimi. /'((. SS. Pai. I, i83. Era
uomo scelcralissimo, e furo, e micidule.
JBoez. Varch. 3- 4- Conoscendo ia lui
mcnle di malvagissimo bu&oap, e dì ice-
leraii&sima spia.
t 1 SCELLERATO, e SCELERÀTO.
Add. Colpevole, o Capace di ^ran deUtll.
Lai. sccleratuf , scc/estut. Gr ttwtjpo^ ,
u.ox^flpo''f Petr. c<tp. 3. Procri. Artemi-
sia con Deidamia, Ed altrellanle ardite e
scclerale. D<tnt. Inf. 20 Chi è più sctrlle-
rato di colui Ch* -1 giudicio divin passion
porla? E 3o- Ed c;;li a me: quella è 1*
unima antica Di Mirra scellerata. /'/(.
SS. Pad. i- 184. Questi cosi disperato e
sccleralo, come piac«]uc alla divitM mise-
ricordia, essendo una fiata in pericolo del-
la vita per li suoi nialeficii, fuggine ad uu
nionasterio.
^ §- l. Scelìer.tto, si dice anche di co^a,
e vale Iniquo, Miilva-^io, At'oce, ** Bocc.
novt l- 38 Comeccbé la sua vita fosse
scelerata e malvagia » . (C) Ch'ale. Frutt.
lini;. ^^^' Confissoli suoi grandi e scele-
rali peccali. E 372. Cbe mi gioverebbe:
la confessione dopo tanti , e sì scellerati
mali che io ho fatti? G ì' lib 9 tnp,
102. La quale fu una scolerata crudel-
tà. (D Ar. Fur. 45. 59. Quale il ca-
nuto ligco rimase, quando Si fu a la men-
sa scelerata accorto. Che quello era il suo
figlio. (!Vj Mcnz Sat IO. E per quant'
anni egli ravvolga al subbio. Mai non fia,
che sì muti, e nuova massa Uiu fia che
aggiunga al scellerato rubbio- (Cj
V § II. Per Infamissimo, Malaugurato
•grandemente. Oli. C^m, Inf. 7. I23. E
tosi nonostante cbe per alcuni scellerati
movimcnli di stelle , o per influenza rea
d'alcuno corpo di pianeta, o per disposi-
zione, qualilade ec. nicntenieno ce. (N)
*SCELLERE. V L.edA. S^eUera^f^ine.
Tìittam. 1. 27. Non piace alli Roman, disse
il gran viro, Che tavalieri uccidano il lor
Duca , Nò preinio dar di scellcrc e mar-
tiro. (C)
SCELLERITA\.SCELERITA',SCEL-
LEUITADE, e SCELLERITATE, SCE-
LERITAUE, e SCELERITATE- Scelle-
ratezza. Lat. scelu.t, sceleritas. Gr. fti'oc-
apuL, p.Qx^fif^'-^- ^f*^''- -S' C«g. 2. 10.
Ma non crediamo pertaalo cbe i figliuoli
di sì fatto uomo per l'uso de' conviti sì
dessoQo a s<elleritadi. Jl 2- l5. Il mio
diletto nella casa mia fece molle scelcrì-
tadì. E 11. 22 Mostrami quante, ovvero
come grandi iniquità e pcccili io abbia ,
e le icelcrità e i falli mici. Capr. iSotl,
1. 10. Da che nascono il più delle volte
1 iradiiucoti delle patrie ce, ed ogni al-
tra scelerilà, se noa dalla voluttà e dal
diletto T Fir. Ajc 2^)3 Con tante simu-
lazioni di paura e semplicità di parole
aveva quella scellcnlà ordita.
t SCKLLEROSO. T- A. Add. Scell,-
rato. Li\. nef ari,, <t sceleslus. Gr. po^^A-
pòi % Tiovijco'i. Seal- Claustr. 461. lUn-
nu ricevuta tn se la scrllcrosa, putaolenle^
e malfattrice ainislade dei peccatori.
t SCKLO./'. A. ed A.ScellrrafmineLal.
scelus. Gr ptxopoi.. Morg. 27. 260- E dis-
»c: o tradilor Marsilio, or ceco Dove tu
commetlesli il grande jcelo. E 28. 35.
Nuo si dice egli aoror del Vangelista ,
Benché rio comparar par forse scclo?
SCELTA. Lo sceghrrr, EUzime. Lai.
eleciio, delectuf. Gr. ÌK'*oy{- Bocc. nov.
77. 3- Esseadosi ella d'un giovanetto bel-
lo e leggiadro a sua scelta innamorata.
Paol. Oros. I suoi parenti e proskimani ,
non facceodo scella oiuna, mise a morte.
Ala n Gir. 7. 144, Già de' miglior ca-
vai fanno la scelta. SoHer, Colt. 07- Fa-
rai a tutte le viti elette» di che tu vuoi
1* uve, questa scelta.
g. (fiiamo anche Scelta prr la Parte
più squisiti, e più eccelfeate dt clifccfies-
iìa. Lai. flot, rohur. Ar, Fur, 26 ly.
Malfida av'-ndo in compagnia e Ruggiero,
Cb' eran la scelta, e '1 6or d'ogni guer-
riero.
* SCELTEZZA. Astratto di Scelto.
Lat. delectus. (ir. i/.\o'/r,. Stlvtn. Pros.
Tute. 1- 1^1. Alla sodezza, alla dignità,
alla maestà della prosa , la sccltezsa , la
leggiadria, la sublimità della poesia con-
giunse. (*) /Sellia. littcch. 100- Quel sa-
per li volesti procacciare , Che solo alla
sceltezza non dispiacque, E da le quinci
ce. (lì)
SCELTISSIMO Superi, di Scelto Lat.
li-ctiisiiftus. Gr. «/Àt/TOTocTd;. Salvia.
Disc. \. 324- Farei gran tui'to al bel
paese dov'io son nato, e ad una gcDlilis
sima schiera d'autori sceltissimi. Segner.
Mann. Gena. 3|. 2. Uua dilexiuoe scel*
tissìma, subliinissirna, sovrumana, e tale,
che non possa ui^ pur venire imitala sì
agevolmente.
t SCELTO. Add. da Scegliere, Lai.
selectus, rlectus- Gr. e/).e}.S'/us'vd^. Scoi-
Clanstr. ^Sz Dio alcuna volta suscita li
figliujli d' Abraam dello pietre, ce. ; ciois
a dire, ch* egli trae i suoi scelti, 0 lì suoi
amici indurati, e cbe non vogliono obbe-
dire, delle durezze del cuore. J'arch. Stur,
Tencvasi a parte la borsa de* più confi-
denti e stimali, che sì dicevan gli scelti .
3 §. I. Per /Suono, Squiiilo. Pai/ad. Tra
tutte rac(|uc la piovana è la più scelta.
# ù» II. Dei scelti, c/iianiarono i Romani
Quelle oli) Divinità che dettero a Giove
siccome con<ii:lieri, in Ofigiunla ai dodici
Dei Consenti, Lat. Dd selccti, ** S. A^ost.
C, D. La Dea, del cui dono questi scegli-
tori non posano tra gì* Iddìi scelti " . ^.V^
SCELTCME. V avanzo delle cose cai-
tive separate dalle buone. Marame. Lat.
purgamentum , purgamcn. Gr. xaSot^/za,
':zipC<^rìp'x.
f SCEMAMENTO. Loscemare. Lat. im-
minutio , delractio, decrementum, detri-
mentum, drfectio. Gr. eiàrTwatj. G. V.
9. 3(>4 I- Con grande speadin, e scema -
mento dell'oste de'Fìorcntìnì. Teol. Misi.
Sanza scemamento e votamento prolferer
foglie dì par<jle, non attìgnendo dell' ari-
dità de' mondani, se uoD se dispregian-
doli. Med. Arb. Cr. 2Q Non*dicu oìuno
scemamealo del su» essere, roa nuovo modo
d* eiscre. Coli. SS. Pad. Non sentendo
danno dello scemamento delle bìadora che
debbon venire. Lih. Jitr, Quando questa
tavola sottile si porràf nella cavatura, si
la empieràe tutta da ogni parto con suoi
frastagliamenti , senza aggiugnìmento, o
scemamento.
SCEMANTE. Che scema. Lat. minttens^
decrescens. Pallad. cap. 36 Ciò cbe se-
ipìni, poni, o pianti, fallo a luna crescen-
te ; e ciu cbe cogli per serbare , fallo a
luna scemante. ^ ìtcllin. Disc. i. 160.
Si termina tutta questa lunghezza cuti
una serie dì verlebrctle sempre ordinata-
mente icemanli di grossezza. (C)
# SCEMENZA, y. A. Di'mnutmenlo,
Scemamento . /'arih. /ìoet. 3. pms. io.
Imperciocrbè tulio quello cb>* si dice es-
sere imperfelto , si dire essere imperfetto
per dìmtouimrnlo e scemaoza del perfet-
to. (V)
SCEMARE. Ridurre ameno. Diminui-
re ì ed in signific. neutr e neutr. pass.
vale Ridursi a meno , Diminuirsi . Lat.
minuere, decrctrere , imminttere , minai,
Gr. e/aTTOjv, eiaTToJffàai. Pace. nov.
ikS. 4 Perciocché, cosi laccendo, sceme-
rebbe r amore e le ii>ese. E nov, Go- 21.
AfTermando. che tanto quanto essi scema-
vano a far quelle croci , poi ricrescevano
nella cassetta. Dani. Inf. 4 La sesta com-
pagnia in duo si scema . A* 12. Sì come
tu da queste parti vedi Lo bulicame, cbe
sempre si scema. E, Par. 4 La violeua
altrui per qual ragione Di meritar mi
scema la misura? Petr. canz. 45. 2. Sce-
mando la virtù , che '1 'ie^ gir presto. E
son, 204 ■ Tempo sarebbe Da scemar no-
stro duol , cbe 'nfin qui crebbe . # Car.
Lo/i:;. Sof. 61 lo le ne prego non tanto
per lo scemo novero del mio branco, quanto
perchi: non scemi del vostro. (C)
g. 1. Scemare per bollire, vale Scema-
re a poco a poco. Malm li- ^3. Cbe U
nel mezzo a* suoi nimi^i zomba Di modo,
eh' essi sceman per bollire.
* §. li E col genitivo . Alam. Colt,
lib. 2. 51. E gli scemi dell' esca , acciò
che manche E la forza e l'orgoglio. (Br)
* § III Scem tre, p,r Scontare. Dant.
Pnrg i3. Pace volli con Dio io tu lo stre-
mo Della mia vita: ed ancor non sarebbe
Lo mio dover per peaitcnzia scemo , Se
ec. (Cio'e, scemalo), (l')
SCEMATO. Aid. da Scemare. Lat.
imminutiis . Gr £*/«TTwàii'; . G. ì'. 7.
lo3. 2. Sentendo cbe il uavìlio del Re di
Francia era assai scemato e straccato , sì
r assalto ( cioè, consumato , indebolito ) .
Frane Saccb. mv, il3. Credendo eh" e*
danari fossono cresciuti, gli trova scema-
ti . Buon. Ficr, 1. 3. 3 Se dalle cose
eguali Egualmente si scema, esse scemale
Rimangon pure eguali .
SCEMATORE C/te scema. Lat immi
niiens. Gr. 0 e'/arrwi».
* SCE.MISSIMO, Superi, di Scemoj
Sciocchi istmo. Di pochissimo senno. Se-
gner. Incr. I. 12 16. Venga, non il suo
capo scemissìmo, ma la sapienza di tutte
le mentì umane ec, 0 si cimenti in tanta
«■arìeià di creature ec. a riformare , non
dico una specie intera ec. , ma il guscio
d'una lamaca. (B)
J SCEMO. Sust. Diminuimento , Sce-
mamento. Lat. dimtnutio , imminutio, de-
crementum . Gr. s'ìaTT0i9i« . G, f. Il
Il3 a. Con tutto Io scemo de' morti,
valse lo staio del grano più di soldi 3o-
But. Ptirg 18. 2, Li Luna , che era
passata già la quintadecima ec, sicché lo
suo scemo era in%erso Occidente . E al-
trove : Pauato questo termine , lo lato
lucido (della Luna) sta inverso Levante ,
e lo scemo inverso Ponente ; e per mo-
strar qursto dice: Io scemo della Luna .
che andava innanzi.
* §. Per Di/etto, i-onoranza, - Dani.
Per 20 Non conosciamo ancor tulli gli
eleni ; Ed cane dolce così fatto sce-
mo, l^)
SCE.MO. Add Che manca tn gnakhe
parte della ptenezza» e grandiSza di pri-
ma . Lai imniinutus ■ Gr. l)kKTTwdct'{ ■
Fr. Gtoid. Prtd. S. Gli richiamo a mi-
sura non piena , ma srema . Pass. SSp
La Luna scema « piena , qaando cala e
quando cresce, come altera gli omori ne'
corpi, cosi fa mutazione ne' »i>gni Dani
IhJ. 17. Poco più olire veggio io sutU
rena Genie seder proaiinqua al luogo sce-
mo. B.tt. ni .' Al luogo scemo , ckh all'
orlo dello di sopra. Dant. Purg. 7 Quand'
' i' m* accorsi che 'I raonf era scemo Bui.
S e E
iVi ; Era scemo , cioè aveva coocavìla e
Talle, sicché non girava tomìo. Dant. Purg.
12. Avvegnaché i pensieri Mi rimanessero
e chinali e scemi /?«(. ivi : Scemi, cioè
ec. non dichiarali. Pani. Par, i3. Ma la
natura la dli sempre scemj . Pett\ cani.
43. 2. !>' un liei diamante quadro, e mai
non scemo , Vi si vcdca nel mezzo un
seggio allìero . Bo€C. nov. 77. a5. Con-
verrà che voi , essendo U Luna molto
scema , ignuda io un 6ume vivo ec. vi
bagniate •
§. I. Ptr isciocco , Di poco senno,
Lat. simplex , fatuttf . ntfntecaplus ^ im-
mimtta menti- . Gr S J»:'à*]; , i'^^f.^WV ,
^ia?. Tue Dav. Ann. 6. 126. Penso a
Claudio , di acconcia eia , e studioso di
buone arti, ma era scemo. /Arn Ori 2.
1. 68. Perche '1 cervello scemo e '1 trop-
po Tino Ti fa parlar da parie d' Apol-
fìno •
§, II. Sentire^, o Aver dello scemò,
che vogliono ^vere poco senno , Dar a
divedere di non esser molto savio. BocC*
nov. 32 8. Conobbe ioconlanenle, che co-
stei seuliva dello scemo . E nov, 90. 2.
Io , il qu.il sento anzi dello scemo , che
no ec, più vi debbo esser caro /'rr, I.uc.
&. i. Io ebbi beo dello scemo slamattioa,
<]uando io rendei la borsa a Bello.
# S. III. Scemo t talora vale anche
Privo. Dint. Pur^, 3o Ma Virgilio n*
avea lasciati scemi DÌ sé. Ar. Far. 3i.
loS. Ed anco volcolìer vi portta mano ,
Per fjrla rimaner d'effetto scema ( cw'e,
al luUo vola d'cffelto). Alani. Gir. 19.
16. L* un di noi resterà di vita scemo ,
O per nostre arme , o per la cruda ec.
E At-arch. 19. |33 Di voi sempre fi-
glinoi s' appelleranno Quei che '1 spino
non ban del corpo scemo. (Mj
# 5. IV. Per Troncato. Petr cap \.
E quel Guglielmo, Che per cantar ha il
fior de* suoi di scemo. (M)
# §. V. Scemo, aggiunto a l'ino, vale
Guasto, dlam. Colt. lib. 3. Chi noi cu-
ra (il vino) , Sol si doglia di se; che
onlla C05a Può medicare il vin che resta
tcemo. (fìr)
SCEMPIAGGINE, Scimunitaggine, /?<7-
tordaggine , Betiaggìnr . Lai. simplicitas ,
fatiiitat. Gr. eur;'d£ta, /lupt'a.
SCEMPIARE Sdoppiare* Contrario d*
Addoppiare. 5
§. Per /straziare con iscempio , Tor^
mentore aspramente . Lai. discruciare .
Gr. 5T^s6ìoùv. petr. son. 63. Non temo
gii, che più mi slrazii e scempie. Ne mi
ritenga . Cavale. Med. cuor. Essere im-
piccali , arsì , attanagliali , dimembrati, e
per diversi modi scempiati . Lod. Mart.
rim, 37. Or, che ne può far peggio Ko-
ctra fortuna. Amore, Che scempiarne ad
ogni or, come la fai ? J'arch. Lez. 5oo.
Il medesimo signì6ca straziare e scempiare
nella nostra lingua.
SCEMPIATAGGINE . Scemjjìaggine .
Z^t. simpticitas , fatttitas. Gr. s''jv;àEia>
^iwct'ot. * Magai, part. I. lett. 26 Gìo •
vao Trulla ce. si rideva della scempialag-
gine di costui; e volendonelo ec.(B)
# §. Scempiatnggine, vale anche Cosa
fatta, o detta con scempiaggine . Bellin,
Disc* I- 178- Non vi rinvenite ancor be-
ne ec. ch'io v'abbia condotto a lant* al-
tezza di contemplazione per la via dì quelle
scrmpialaggini, e di quei taccoli, ec.(BJ
* SCEMPIATAMENTE. Avverò. Sgan-
gheratamente, In maniera scempiata. Lai.
perperam, stolide, incondite. Gr. 7t>*)jiiju£-
io7;. #:'Xi5i'w;, octoi/tw;. Bed.leti.i. 285.
I miei dolori forse mi fan parlare cosi scem-
piatamente (*)
» SCEMPI ATEZZ A Scempi, zza. Lasc.
Cen. 2. n-yv, 2. St\. Pure la maggior parte
degli uomini ti accordava, che dalla sua
Vocabolario T, ti.
S C E
1057
scenipialrzza e pazzia incomparabile fosse
derivjto il lutto. (B)
•f « SCEMPIATISSIMO. Superi, di
Stempialo. Magni, part. I. /ett 1 3. Vi
so dire che essi si rideranno forse ben
bene della n'islra scempiai ìssima dappo-
cag^ine , in esservi noi forse stati talora
cosi vicini, e pure non ci aver dato den-
tro ec. (A)
SCEMPIATO. Add. Sdoppiato, Fatto
scempio.
§. Per Semplice , Sciocco , Scimunito ,
Sgangherato. Lat. insipidus , fatuus. Gì .
avat'sài^TO; , [loipói- Fi, lac. T. Come
natura formala. Sarà una scempiala. ^/{e<i.
lett. 1. |S5. Oli. sig. Vincenzo mio caro,
si son lette le scempiate cosel (V)
^- SCEMPIETÀ'. SCEMPIETADE, e
SCEMPIETATE. Scempiezzi , Scemping-
gìnp, (Min)
* §. Scempietà, vale anche Cosa fatta,
o detta Con scempietà . Car. Apol. 76.
Invece di una scempietà ne venite a dir
molte. (FP)
5 SCEMPIEZZA. Astratto .li Scempioj
Scempiaggine . Lai siniplicitat , ineptia ,
stotiditns. Gr a'uTj'Oéia , afiiXrtjSt'a , t£-
pKTtiix. . Lasc. Parent. 5. 6. Onde ora
per la sua scempiezza son libero,
^ § Scempiezza.vale anche Cosafaitn,
0 detta con scempiczza . Lat. res inepta.
" Tac» Davm Ann. 2. ?>S. Lesse come Li-
bone aveva fallo gettar 1' arte , s* egli a-
vrebbe m.ii tanti danari, che coprissero la
via Appia fino a Brìndisi: e colali scem-
piezze, e vanità da increscer buonameiile
«li lui. " ì'arch. Ercol ^7. lo non ere
derò mai che di bocca di Dante fossero
uscite colali scempiezze ». (C)
SCEMPIO Sttst. Ct tidel tormento. Lat,
cruciatns . Dani. ìnf. 10. Ond' io a lui:
lo strazio e *l grande scempio , Che fe<"e
r Atbia colorala in rosso, T.il orazìon fa
far nel nostro tempio. E Purg. 12. Mo-
strava la ruiua e *1 crudo scempio Cbe fé
Tomiri. G. /". 12. 49 3. Lasceremo al-
quanto de' nt'Slri falli dì Firenze, e rac-
conteremo d* uno scempio e scellerato pec-
cato (così ne' tetti a pennaj lo stampalo
per errore ha screpio). Petr. canz. ^ I-
Benchè *l mìo crudo scempio Sia scritto
allrovc . Ar. Fur. 25. 36. In terra , in
aria, in mar sola son io, Cbe patisco da
te sì duro scempio.
^ §. Scempio , è anche term. di Bal-
lo , ed e Una specie di passo . Fir, As.
3i6. Quelle capriolctte minute, quelle ri-
prese nelle, quegli scempii lardelli, quei
doppiì fugaci , quelle gravi continenze ,
quelle umili reverenze , e così a tempo ,
che e' pareva cbe ogni lor movimento
fusse degli strumenti medesimi. (*)
SCEMPIO. Add. Contrario di Doppio.
Lat. siniplix . Dani. ìnf. 25- Uscir gli
orecchi delle gole scempie . Bnt. ivi :
Scempie , cioè semplici , cioè pur dalle
gole, e non da altro. Dani, Purg. J2
£ colle dita della destra scempie Trovai
pur sei le lettere. E 16. Prima era scem-
pio, e ora è fallo doppio E Par 17. E
quel che più ti graveià le spalle. Sarà
la compagnia malvagia e scempia , Colla
qual tu cadrai ìn questa valle. But. ivi:
Scempia . cioè divìsa . Omel. S Greg.
Veggendoci non poter resistere col nostro
scempio esercito contro il suo doppio.
^ g I. Per T'alo, privo Segr. Fior.
Capit. dell' Ambizione. Quando gli Qomin
viveano o nudi , o scempi D' ogni fortu-
na (Min)
# §. Il- Fiore scempio, presso ì bota-
nici , dicesi (Quello the non ha che quel
numero di f^slie che deve avere natural-
mente j a differenza de* Fiori doppi che
per la cu/tura ne hanno un numero mag-
giore . (C)
§. IH Scempio, ìo prendiamo anche in
signific. di S< empialo , cioè Sciocco, Sci'
munito. Pi poco senno* Lat, simplex, fa-
tuus , .itolidus . Gr. àvai'«0»jTO5 p.(iìpQi.
Sp<r. Graz. Sono iosicme si scempii, che
a se medfAÌmì si contradtticono . benché
sieno scempii con una doppia malignità .
Bcrn, rim. i. 7. E non vorrei però pa-
rere un scempio. Cari. Fior. ^5. Le cose
cbe si fanno 6n dagli scempii, solamente
alle insensate persone si convengono snoc-
ciolare .
* g. IV. Scempio, dicesi anrhe Pelle
cose fati e senza senno. B.irt. <ìp. 1. i56.
Ne fu altro che scempia, e felle 1' adula-
zione de' vanissimi Ateniesi. (P)
f # SCENA. La parte del teatro dove
gli attoi i agiscono dinanzi al pubblico .
Ar Fur. 32. 80. Quale al cader delle
cortine suole Parer fra mille lampade la
scena, D' archi , e di più d' una superba
mole D' oro e di statue e di pitture pie-
na. (Pe)
g. I. Sci-na, pel Paese, e Lticgofnto sul
palco da* Comici. Lat. scena. Òr. cxtì'vtj.
Lnsc. Spir prof. La scena è Firenze, dove
si finge che intervenisse il caso.
§. II- Scene, più particolarmente dicia-
mo Le fe'e confìtte sopra telai di legno,
e dipinte per rappresentare il luogo fato
da' Comici.
g. III. Scena, per lo Teatro. Tac. Dav.
Perd. elotf. ^08. Ora dalle accademie e
dalle scene li richiamo a' giudiziì , alle
cause, e alle vere battaglie (il testo lat.
ha ab auditoriis et Ibeatris).
g. IV. Scena, per la Commedia, 0 Tra-
sedia rappresenfata d l'Comici. Tac. Dav.
Ann. ì!^. l85 Gli ordì subilamenlc un atto
da scena, mentre spoucva ec,
f § V. Scena, si dice anche Una del-
le parti , in cui sono divisi gli atti della
commedia, 0 della tragedia.
^ g, VI. Scena, si trova anche nel significa
primitivo de*Latini di Capanna di frasche
fatta per Jare cmhra . Car- Ea. i. 272.
V'ha d'alberi sopra Tale una scena, che
la luna e '1 sole Vi raggia e non pene-
tra. (FP)
%. VII. Scena , figuratam. Sen. Ben,
Farcii. 6. 29. Ne si accorsero che in
quella scena risplendente di beni vani, e cbe
tosto spariscono, non è cosa alruna tanto
avversa e contraria, che essi non dovesse-
ro aspettarla da quel tempo che cominciaro
a non udire nulla che ver fusse f e iOt", ap-
parenza poco durevole),
* g. Vili. Per Aspetto, 7'istn. Tass.
Ger. i5 43- Tacciono sotto ì mar securi
in pace ; Sovra ha dì negre selve opaca
scena. (D)
V g. IX. Scena, vale anche Mutazio-
ne, l'icenda. Pros, Fior. Salvia, lett. /^.
2. 285. Quando io giovanelto era a sto
dio a Pisa, ancor egli era giovanetto, e
fiero, e avveneule, e ora è colla zazzera
canuta e vecchio. Io fo ì miei conti cbe
ancor ìo sarò a quel modo, e gli sarò
parso com'egli a me. Così va il mondo.
Cosi voi vi troverete col tempo a simili
scene. fC)
g X. Mutarsi la scena, fguratamin-
te vale Mutarsi la faida delle cose, o
degli offiri. Malm. 3. 2 Non pensa the
patirne dee la pena, E che fra poco s'
ba a mutare scena.
§. XI. Venire, o Comparire in isce-
na, vagliano Venire al pubblico. Apparì-
re. Maini. 1. 2. Volto a Febo, con le
vengo in iscena. E f\. 6. Né per ancora
le Ugnanesi genti Hanno veduto compa-
rire in scena La materia che dà il por-
tante a' denti.
* SCENACCIA . Peggiorai di Sce-
na. (A)
t SCENARIO . Foglio in cui son»
i33
io58
S G E
S e E
s c r
della e
verifica
tieicriUi i rtcit/tnli, le scene, e i /neghi
pe' quali volta per volta tieono uscire in
palco i eunuci, e altre simili cote con-
cernenti le comme'lie, If tra-^edif te. Lat.
tumma co'uaedi-te , Gr. StiitO/*/] 7^4
xwuuòta; . Malin. i. 5o. Collo tccnaiio
IO mjno, e il inanJjfuora, Va ioiunzi a*
nobii suoi commitiiooi.
*t * §• * Scenario , si dice anche
sovente il Mandafuora, Min Utalm. pag,
42- Il Manil t/iiora e a'qajoio difTi-reate
dallo Scfnnrio ec , ma tullavia ce . »'
intende e si piglia spesso 1' uno per Tal-
iro. (^)
*t * §■ II- Scenario, dìceii anche
T'aito lo ipizio occupilo dalle S.cne,e le
Scene slesse dipinte, e rappresentanti cose
relative alla commedia, 0 simile t che si
recita. (A)
* SCENDENTK. Che scende. Guid.
0. |3 I. Lo jctndc'Dtc colpo nel suo
scudo. (Cj 't ^^l Siti. l5. Arde voi dif-
Sculta nei concedere tbe due mabiU egua-
li, aocorcbù sccndcnli per diverse linee ,
tenia veruno impedimento facciano ac-
quisto d' impeli eguali , te E Parer.
r/i Op. voi. i. p<Jg- 4o- Se l'andata del
pendolo non i; per un grand' arco . V
impelo del pendolo sceiidetite non acfjuisla
gran momenlo.e per breve spazio trapassa,
«-e- (^) ,. . .,
i? %. E in forza di siiti, dicesi il
Corpo che scinde. Gal, Sisl. I7. Ditemi ■
perchè vi pare che la velocita del ca-
dente per C B sia maggiore della velo-
cita dello scendente per la C A. Simp.
Farmi percbi: nel tempo cbe M cadente
passerà tutta la C B, Io sccndenlc passe-
rà nella C A una parte min
B. Sali'. Cosi sia, e cosi
ec. (NS)
SCENDERE. Andare in bnsso , Ca-
lare j conlrario di Svilire , e si usa in
signific. alt,, nvutr. e nnttr. pass. Lat,
descendere, Gr. /aTaf5aiv;iv. /iocc. nov.
60. 5. Come a tavola il senlironn , cosi
se ne scesero alla strada. E nov. ^S. 8.
Volendo su salire, vide messer Lambertuccio
scendere. E nov. 77. i3. Aperta la ca-
mera, chelamenle se ne scesero all'uscio.
Dant. Inf. 20. Come 'l visj mi scc^c in
iur più basso. E Par. 1. Se d'alto mon-
te scende giuso ad imo. E 9. Si leva un
collo, e non surf-e raoU' alto, L'a ondo
scese gi'a una fairella, E 17. E come e
duro calle Lo scendere e 'l salir per V
altrui scale. Pflr. san. 228. Alma rcal
dignissima d' impero. Se n^n fosse tra
noi scesa sì lardo. E son. aSo. Quand'
io veggio dal cicl scender 1' aurora ce. ,
Amor m* assale. O. V. 9 3o5. 9. Co-
minciò a scendere il poggio, e tenere a
badalucco i Fionnlini, jT-c A)f. Ann.
1. 17. Cesare adunque mette a ordine j
arme, legni, aiuti, por Isrendcro per lo
Reno a combalterle (cioè, andare a s-conda
del Reno: il testo lat. hcn\emi\.\Qxe Reno).
Hemh, Star. 1 . 3. Ed olire a ciò. di
grand 'animo anch' egli essendo, scese del
cavalla.
§. I. Scender sopra, vale Andare ad-
dosso, Assalire. Lat. Ofigredi. Gr. iz€'p-
3C(oà»t. liocc. nov. 17. 4*" ^"'' q^^i'l"
potè, allo scendere sopra Osbech suUe-
citó.
-j- §. II. Per Di.tcendere , cioè J'enir
per generazione . Lit- orii-inem ducere ,
de.tcrndere. Ott. Com. Inf-I- l6. Heroc-
chè di lui dovcano scendere li fundatori
del Romano imperio. ^ Tn^s, Cer, .t.
16. Scoio Gernandu e da' gran Re Nor»
vegi Che di molto provincic ebber 1' im-
pero. CO
§, tu. Ar lìtnviliart. Frane. S'cch.
rim. 21. E r "lio iceode. siatene avvisato.
Jr g. IV. Per Terminare, Finire, Safv.
jivvert. I. 3. 2. 37. Di quelli (nomi)
cbe caggìoiio in ero, di que' che scendono
in irò , e di que* che Guisn-no in oro,
quasi lo sless'i è da dir*.', cbe d>-gli uscenti
in aro pur testé .ibbiam't dello. (Tj
^ Jj'. V. Sieuderr, fijiuraia'tt. per In-
ditrii, Piegarti. Ar. Fur. i. ^y- Ma, dura
e fredda più d' una colonna , Ad averne
picl'a non però scende. (M)
*f S- VL Scriidere , va'e nmhe Acco-
modarsi a un prrzzo minore nrlle vendile,
o Simile, l)tp<if tirsi dal prtmn proposto.
Frane. Sacch. nov. iSg. 6i.«gio stette pur
fermo a mille (fiorini per la d>ie}, e mai
non itcc&e E appresso: Tu ti ponesti su
mille fiorini, e mai non ne scendr»liY^V
'I' § VII. Stendere , dicett anche di
l'osa che lien ti' alto in basso j come per
lo contrario Salire, di co*a che tiene da
basso in su, D >nt. t'J. 7.\ Cb<» l* una
costa surge e l'altra scende. (Ur)
f ^ 2, Vili, Scendere una cosa, o
una persona, vale Porla dall' alto d->ve e
al b.isso. fu, S. Gio Pati. 2l5, Giù
scppo poneva Giesù suU' asino , e fallo
andare un pezzo, e poi lo scende, e po>
nevi su la Donna nostra. (/')
•f * SCE.NDIBILE. Add, Che può
srrndrrsi , Agevole alla scesa. Sali in.
Oditi, lih. I.t. V. l4)« E dentro acque
perenni, e due son purle : Queste a Bo-
rea scendibili dagli uomini; Qucll' altre
a Noto sono, le divine. (A)
SCENDIMENTO. Sfeto, Lo scendere.
Lai. deiceisus . Gr. /y.Ta^«5i^ . i olg.
Met I] catarro è sccndimen'.o dt umore
dal rapo alle membra per di dentro. i'ir f^r.
Ciord. 12^. Non i; questo (venire ad 7/-
cuno slato) salimeato , ma sceadimeoto ;
pcrocrhi; ec. (P)
*f ♦ SCENICAMENTE . Avverò, Jn
modo scenico , Cm rappretent inza in /•
scena» Uden. ?iit. \. 8. A ciascuno è
manifestissimo, cbe qualunque azione tra-
gica i: motto prima storicamente interve-
nuta , e che poi si rappresenta scenica-
mente, ec. (A)
'è SCENICO , Susi. Giuoco/ntore ,
Giullare, f'egez. Art. eiierr, 71. Kè i
scenici , cioè coloro che giuocano uelle
piazze, per mostrare ch'abbiano grande
forza e virtude e b-;;gerezza, dall' operare
non si partono. (Min)
SCENICO. Add. Di scena , Lai. see-
nicits. Gr- oxi^vizo;. * S. Agosl. C. D.
Della instituzione de' giuochi scenici ne*
teatri (C) lìoet. G. G. Cbi ha permesso
venire queste sceniche puttanelle a questo
infermo? Por^h, Orii^. Eir. 178. Di To-
scana certamente cavarono i Romani il
modo de' ludi scenici, e gl'istrioni. Ar.
Fur, 4ì* ^-^- Trovano archi, e trofei su-
bito fuiii ec- Altrove palchi con diversi
giuochi, E spettacoli, e mimi, e scenici
atti.
* SCENOGRAFIA. Arte che Intesna
a disegnate le cose come appaiono tifa
vitttt. Paldin. Foc, Dis. Prospettiva delta
da* Greci Sceno^ralìa, parte esseniialissi-
ma della Pittura, l A)
* SCENOGRAFICO. Add, Apparte-
nente alla Scenogia/ia. (A)
SCENTRE. /'. A Saputaj onde A tuo
scentre , A mio scentre , e timi/i , posti avver-
htalni., che vacliono.Con tua, o miti saputa,
0 cognizione. hai le, vel me conscio, 'Frati,
pece. mori. Tu il ricevevi (il santìssimo
Sagr.miento ) in peccato mortale a tao
sceoire, eh' è troppo ^ran diiprtio. E af»-
presso : Lo stesso è guerreggiare verità
a suo scentre , e sprii.ilmenle la vrril'a
della f' de Cristiana. Guitt, l.rtl Quello
che (.'e più abominoso si èe , che lo liae
fallo a suo iccntre . E alnxne: Non Io
fece ignorantemenlr. ma a scentre .
I SCERNERE Discerncrt, UisUngue-
re, DisUntamente conoscr-re. Lai. diseer-
nere, diitmcte. cosnoscrre. Gr. (Jiayiv&i-
SA'.vé. O >nt. inf, |5. E quanto io Tab-
bo in gr.4do, meoir* io vivo, Ctmvien cbe
nella mia lingua si scerna. E Purg. 26.
O frale, di*^e, questi cb' io ti scemo Col
diiu ( e additò uno spirto innanzi ) Fu
miglior fabbro del parlar materno ( cioè,
rnu«tro). Oli. Com. Pitrg, a. I9. Per la
parole d[ I testo si due ^cernere la dispo*
lition del ciclo nell' ora che fa suo aa*
to. Petr son. 148. In tal goisa %' aperse
Quel pieiuìo pensier, cb' altri oon scerse.
Ma vidiTio. /: S'n. 117. Che Ca di Doi,
non so; ma, in quel cb' io scerna. A* suoi
begli orchi il nial nostro non piace Tass,
Cer. 14. 4 Onde siccome entro uno
speglio ci scerM Ciò che lassuso è vera-
mente in elle.
S Per Itcegliere, El-sgere, Lai. «-
cerneie, tehgere. Gr ocT6/S/uv, ZAXpt-
v»(v. Segr. Fior. Art. guerr. Lo tcerne-
re in questo ca»o pochi per avergli mi-
gliori, è al tutto falso.
SCERNIMENTO. £0 scernere, LaL
discretto, separili > Gr. òtoie.pm^. Albert,
cap. 60 La soiligliaoza è sceroimenlo de*
vizii e delle virtudì.
SCERNI'RE F. A. Scernere, Lai.
ditccnere, dittinctf cognoscere. Gr, ^la-
y(vw7/ctv Fr. Giord. Pred, S. ^O. Cri-
sto ili qurtu mondizia si fece Keniire .
trPoez. S^. Cosili 1 coperti volli e dub-
biosi de' compai:QÌ t' ha scernili ( lat,
secrevit. cioè, distinti, fatti conoscer chia-
ro ). (FJ
5 SCERPARE. Rompere , Guastare ,
Schiantare Lat. divellere, exstirparé.Gx.
ot*op'pi^3Ù» Dnni. Jn/, i3 Ricominciò
a gfiilar: perche mi scerpìT Put. ivi:
Scerpi, cioè mi stracci e schianti. Di/end,
Pac. Non può alirimeoti etsere scerpato
e guaito perf^tlanienle ne' frutti si dau-
najigjosi. ^ Car. En. 3. 62. Ritcotando
ancora Vengo al terzo virgulto, e eoo più
forza Mentre lo sccrpo, e i piedi al suolo
appunto, E lo scuoto e lo sbarbo, ee (B)
^ %, E neutr. pass. » Morg. I9. |5.
Oime 1 cb' e' par cbe *1 cuor da me si
scerpi -. (B)
SCERPASOLEA. Tei Br. 5. S?.
Quando viene il tempo di fare le «uè
Uova, elli (1/ cuculo) va al nido d* uno
picciolo uccello cbe ha nome scerpasolea.
che de' maggiori ha paura, e bee uno de*
suoi uovi, e favvi eolio uno de* suoi in
quel Cambio.
SCERPELLATO, éggiunto d'occhio
che a'dna anovesciale le palpebre.
SCERPELLINO Addirti Serpetlato.
Fir, /Is, 258. Perrincch' e^U eraoo a»-
vezsi a star tra 'I fummo, egli avevano
quegli ueclii scerpellioi. sicché e' vederan
poco, o niente di lume. Lor. 3fed Beon,
Cip, g. Tra lor ve o* en alcun soppo, e
sciancalo, E gamberacce, e occhi tcerpelli-
ni / arch. Siioc. 4- *> Q"'* ***' **■ S"*"^
labbro en6ato con gli occhi scerpel-
lioi.
SCERPELLONE. Erretr solenne com
mess'f nel parUr,-, o nell' operare- Lat
allucinaitì. Gr — «ao'sxwa. Patn/f. 2.
Saldi alla peltinella srrrpeDnni ì'arch.
E'C'd. .}S. Dire farfalloni, scerpelloni e
strafalcioni, si dice di coloro che Uocsa*
no, raccontando, bugir e falsila maaifeilr.
Alleg. 325 Laddove per oeuun, ch'io
sappia, si dice ec rnsì fatto acerpellone .
Lasc. Spir. 3. !\, Oli cUtr ir«rp«Uoai di-
CODO alle volle qurili ritladini I
SCERRE / . SCEGLIEIIE.
SCERVELLA IO. Adi {itegli a cuti
uscitoli CTvel'o, Ihcrrs'e litio , Fin:-
Eneid. Quello inconlaaeote scervellato ab-
balte, dicendo: ec.
*t * %■ E Jigurotsm. ptr Pmiusco,
S e E
StoUdo . Rfd ìett. 2, 177. Per atlutire
la min scervellala superbia, niu ne do-
DÒ CP. (A)
SCESA. China. Vin, o I.uo^o, per lo
qual si cala da alto a b.isioj contrario
diSalita.e<i'i:rt<ì L;il. rffiC-rtiKC, declive,
declivitas. Or, xò Karavr;? H y. 11-
5|. 7. Per r avvaiUjygio della scesa , e
per la vìitortj avuta, cm grand' empito
percouono i nostri I>ant hif. iti. Rim-
bomba là sovra ^.ln lìeiudcllo Dall'alpe,
per cadere ad una sres;». Vetr. cop. \.
Ratte scfie all' entrare . all' uscir erte.
Cr, 2 18. 2. La qiialf (pto,-a) discende
con impelo dalla scesa, ovvero pmdio del
moDle. * /;<■»./>. Stvr. 1.17 Perciocché
da Rovere venendo, per la srcs.i ripida
della montagna, andare alla Pietra non si
potei, (y)
§. I. Per P Atto dello scendere , Sten-
dimento. Lai. de-!cvnsiis Gr. xccra^ait;.
Cai. Stst. 221 Inalirettanlo tempo, quanto
« slato quello della sua scesa, pa-iscrebhe
spaiio doppio del passato nellj linea d</l
precedente moto io giii 7'^ 22j. Il tem-
po che si cousumerelihe in questo secondo
moto ascendente, credo che sarehbe eguale
al tempo della scesa.
§. II. Scesa, diciamo al catarro che,
secondo l' opinione degN antichi medici,
discende dal capo nelle membra* Lat.
distillatio, rheumiì. Gr. pzOtxa.. /Ui'c/i.
son. 1. 122. Signor mio caro, se tu hai
la scesa, O se'inlredJ.ilo, o senti di catarro.
Stilla un pertuiiio d' un rbiovo da carro.
Mon Io Iter tutto,
P'.;
liane
S C E
•f '\i SCETEUARE. Sonar la estera .
Stì/xin. Ifin. ()•>'. ( So\v«Tronitni , nh
me ec). Va sceleraado il figlio di Latuna
Largamente famosa colla cava E vaga ce-
tra alla petrosa Pilo ec. (A)
t^ SCETP.O- Scettro, per la rima Lat.
sceptrnm. l'ihc nm, 175. (Son Ma lu,
tc )■ Ma tu, Signor, sotto il cui santo e
giusto Regno vila non pur, ma trono e
scetro ILin le belTarti. e per cui torna
indietro Più che mai Lello il setolo vetu-
sto. (XS)
* SCETTICISMO Term. didascalico.
Setta , e Dottrina d<i;li Scetlici. (A)
•f' -'• SCETTICO /idd. D tee si d'una
setta di nnlicl'i fitosofi, che stabilivano
per principio, che non v'i nulla di cet to,
e che si ha da dubitar d'ogni cosa. Magai. .
part. I, leti 5 Come dunque voi , che 1
siete in tutte l'altre cose Scenico famoso j
tanto, che ec, se poi vi si propone la qne-
stione ni Deus sit , questo e il solo punto,
al quale non regge la vostra scettica filosofia,
questa è la sda bagattella ec. (.'ij
f * §. K inforza di siist. Sfgner.
Incr. 2. 2. 8. I maestri della terra ci
pongono tutto in lite, fino se ci moviamo,
come Zenone; e fino se vegliamo, o se va-
neggiamo . come gli Sceltici. (lìf Magni,
part. 1- leti. 5. Ulte che ra>sioma non è
punto certo, adducendone per riprova l'a-
verne dubitato gli Sceltici , le sofistiche
S C E
io5tj
Capr. JiOtt. I. 12. Potrebbe essere qual-
che poco di scesa, che fj parere sentire
aUrui di questi zufolamenti nel cervello .
Amhr. Cof. 3. 3. Una scesa pare a me
che dicano I medici, e per sees.i meiJicata
la Hanno. Malm i. i5 Percb' alla lesta
ooo gli muova scesa.
# §. Wi.Sce-ia^ vaL- anche una Flussione
calata agli occhi, fìrm'. Celi. ì it. 1. 260
Mi si scoperse una scesa con (anio affjuno
agli occhi, che por il dolore io non potevo
quasi vivere. K^.f'i'-. O". fH.l\. ;'0i. Ca-
dendogli un trabocco discesa negli oecbi,
il misero ne divenne ec. cicco del lutto
Cas, Utt. i4> Agostino ha una scesa ne-
gli occhi mollo ben molesta (C)
§. IV. Prendt'rf, o simili, checchessia
a sctio di testa, vale impegnarsi ostina-
tamente in alcuna co^a. Mettervi c^ni
forza, studio, applicnzionCff diiii;''iiza , od
oggetto di conseguirne l' intento. Lai lot'S
viribus inniti, omnibus nervis inlend.re,
Gr, JiaTitv'Ec^ai Car. Ictt. 2. dq. Gli
sarebbe bastalo ancora far le prime oppu*
sizioni, senza pigliare per iscesa di testa a
mandare ogni di fuori un suo trattato
conira le cose mie. # E leti. invd. 3. I^I.
Messer Giovanni Francesco Ridolfi 1' ba
presa per iscesa di testa, e non vale che
^li sia fallo intendere che pregiudica a
lei. ("A'; liert. Giamp 223. Siccome egli
Qsaodole ha mostralo la sua perizia, cosi
voi nel passargliene, quando vi siete messo
a scesa di lesta a volergli ritrovare quel
che non è degli antichi, avete moslrata la
vostra ignorauta. (C)
SCESO* Add. da Scendere. Disceso.
Segr. Fior. Stor. 5. 203. Di quindi scese
le sue gemi nella terra, la porla di sani*
Aotonio ruppero.
"t §■ Per Originario, Discendente. Lat.
prvgnatus. Gr. VEyovtu';. Oiirf. Pisf. 86
La tua vaga donna volendosi adornare si
mise le lue beli' armi, guadagnate dalle
lue prodezze sopra la gente scesa di Dar-
dano.
* SCESOSO. Add. Caccoloso, Cisposo.
Segr. Fior. Cam. in versi. Att 2. se. 4. Chi
sente di renella, e chi di tìsico ; Chi ba il
c4po aperto, ech' gli occhi ha scesosi.fjfm^
ragioni de'quali mettete in campo, ec. (A)
*f ^' SCETTRATO. Add. Munito di
scettro, Che imbrandiste lo scettro Cbinbr.
canz. maral. \\. SceltratD Re sull'odorale
lele Non trova sonno; i suoi peiisier tra-
vaglia Or periglio d'assedio, or di batta-
glia, ec. Salvia. Odisi, lib 5. v. 1 1 .
(iiove Padre, e voi altri Iddii besti. Che
sempre sete, più oiun benigno, Piacevole
e clemente sìa , scettralo Re. ne sensi in
cuore abbia diritti , Ma duro sempre
sia. (A)
't * SCETTRIFERO, Add. Scettrato.
Safvin. Op Ai-C. 5. 4''3- Queste imparai,
scellrifero di Giove Allievo, opre di ma-
re . Ora a te sempre ec. (J)
SCETTRO. Sacchetta reale, segn<^ d'
autorità, e dominio, Lat. scepirum. Gr.
5>:-ȓ"7tTpov. Bocc. nov. p^- ^l. Estime-
rete, l'aver donato un Re lo scettro e la
corona ec, essere stalo da ag-uagliare al
fatto di messer Gentile? Pelr. cop. 6
U'sono or le ricchezze, u' son gli onori ,
E le gemme, e gli sc-llri , e le corone?
n= §. I. Scettro, per metonimia, vale
Regno , Impero . Ar. Fur. 3. 3^- Ter-
rà costui con più felice scettro La bella
terra. Car, En- lib. \. Qui di porre avca
già disegno e cura ( Se tale era il suo
fato) il maggior seggio, E lo scettro aaco
universal del mondo. (Br)
V §. II. Per Dominio, Signorìa» Tass-
Ger. 17. 68. Mosira che Aurelio io li-
berta conserva La gente sotto al suo scet-
tro ridutta. Car. En. lib. 7 Io credo che
ogni terra, che al tuo scettro Non è sog-
getta, sia straniera a noi. Sesner. Pred.
3o 1. Assuero, quel re sì illustre dell'
Asia, che sopra 127. provincie slendè
Io scettro (Br)
i'? §. III. E per meta/. Ar. Fur. 6.
62. Avrai d' Àlcina scettro e signoria (Br)
^ §. IV. Per Comando, Superiorità ,
Dignità militare dt comandante. Tass.
Ger 2 48. Sopra i nostri guerrieri a
te conredo Lo scettro, e legge sia quel
che comandi (Br)
* g. V. Per Chi è munito di .scettro.
Tnss. Ger. 17. 77. Che può la saggia e
valorosa donna Sopra corone e scettri al-
zar la gonna (cioè, può superare i re-
gnanti ) , E st. 80 Quel ne' suoi Guelfi
rinnovar vedresti Scettri e corone d'or ,
I più che mai lieto (Br)
SCEVERAMENTO. lo sceverare. Se-
parazione. Lai, discreiio , separatio . Gr.
0(a/pi3t;. Coli* SS. Pad. Lo scevera-
mciito da questa carne sì confidava con
tutu credenza , che fosse una presenza a
Cristo. /■>. Giord Pred. S. 12. Que-
sto fia il più crudele scevcramenlo che
mai possa essere in questo mondo. Bett.
Tuli. 8.(. E un altro ornamento, che
s'appella scevi-ramenlo, il quale ha luogo
quando abbiendo cei te com' delle di sopra,
quelle o ciascuna per si-, ovvero tulle
insieme ronrhiudiarno er. ( q„i per la
figura reltorita ditta dui Latini disino-
Clio ).
* SCEVERANTE. Che scevera. Se-
parante, Dividente. Coli. Ab. Isaac.
Avendo a schifo con tulio orrore il di*
moro della presente vila , che noi abi-
tiamo questa terra come peregrini, e
sceverante noi lontanamente dal uosiro
padre. (A)
f 3 SCEVERARE , che per sincope
.ù dice anche talora SCEVRARE. Sepa-
rare, Fare .*ì che delle persone , o cose
non istiino più con altre. l^A. secemere, se-
parare, dissociare . Gr. oiK/pi'véiv, X^F'^'
Ptiv , c'oo^rCesSiai. ì'egez. Clienti sieno,
cui lu dei dalla tua oste sceverare . Liv- M.
L'una parte era sceverata dall' altra per
li Roniani, th'erano arranipali nel mez-
zo. Petr. canz. 37 2. Ui di in di spero
omai l'ullìma sera, Che scevri in me dal
vivo terven l'onde. Albeit. cap. 23. Cui
Dio congiunse , uomo non gli sceveri .
Tac. Dav. Sceverano i vecchi da* nuovi.
# g l, E Jìgtiratam. •■ Albert cap. ^8.
Lo cominciamento della superbia dell'uomo
fa sceverare l'uomo da Dio, perciocché '1
cuor suo si scevera da colui che '1 f&-
ce».(C)
^ g. II. Sceteiare, si dice anche di
Ciò che fa che una persona ni n istia con
altre. « T'av. Dicer. La sua malizia lo sce-
verava spesso da'buoni". (Cj
V g III. Sceverar gli amici, per Far
cessar la loro amicizia. S. Ag. C. D.
Altro è il mezzano reo, il quale scevera
gli amici, altro il mezzano buono, il quale
riconcilia i nemici. (C)
^§ W. Sceverare, in signi fìC. neutr.pass.
per Andar disgiunto. Separarsi* « Boez»
T'arth. 4- pros. 3. Non può un savio du-
bitare della pena de* rei, la quale da lon*
mai non si scevera >• . (A)
SCEVERATA. Scevci amento. Lai. di-
scrctio, separa'io. Gr. Jiaz^m;, ^^WySr.stj.
Pool. Oros, Mario, di po' la sceverala de'
nimici, mosse il campo, e pigliò un colle.
SCEVERATAMENTE. Avveib. Sepa-
ratamente. Lai. separadm , scorsimi, Gr .
y_fjipi\. Pool. O/OS. Acciocché le battaglie
citladine, insieme con quelle che colle
genti straniere son fatte, per volumi di
libri sceveraiamenle si dicano.
SCEVERATO, e SCE\R\TO. Add. da
Sceverare, e Scevrarej Separalo. Lai. se-
paratiis. Gr x^piz'^st'^;. Coli. SS. Pad.
La ove abitano in solitudine disertissima,
sceverali dalla compagnia di lutti gli uo-
mini. J'egez. Perchè maggiormente è me-
stiere che calcalamentc combattano , che
più dalla lunga sceverali. Buon. Tane. 4-
I . E *l beccaio non volesse darli orec-
chio, Perchè quivi scevrata la serbassi, ec.
* §. Per Diradato , Fatto raro. Sce-
mato. C. V. 7. 37. E r oste de' Cristia-
ni fue tutta sceverata e venula al niente,
senza colpo de' nimici (per la morla'i-
tà). (Min)
SCEVERATORE. Che scevera. Lat.
separane. S. Ag. C. D. Altro è il mez-
zano reo, il quale scevera gli amici, al-
tro il mezzano buono, il quale riconcilia
i nemici ; e però son molli li mezzani sce-
veratori.
io6o
S e E
SCEVICKO, e per sincope SCEVRO.
Ad'I. Scevcalo. Lat. Sf para taf . Gr.
XOJ^iT&tt'^. Dtnt. Par. iQ. Onde Bei-
iricf, eh' era uà poco scevra, Ridendo par-
ve quL'Iia che Ionio. Petr. canz. 21. I*
Scevro da morie eoo uti picciol legoo.
Cr. 5 7. 5 Allri &ouo che le toUerrano
(le colog/iej in miglio, ovvero scevero le
oieltono iolra la paglia. Fr. GiorJ» Pred.
S. 44* ''^'' 4^*-'^^a ragione dunque è mi-
Iteri the l'anima , che vuule imprendere
tapienzia, sia tutta SL-evera e partita dalle
occupazioni del mondo ^ Car. F.n. q. 1.
McDlrc cosi da'suoi icevro e lontano, E-
nea fa d'armi e di sussidi! acquisto. (FP)
SCKVRARE /.SCEVERAKE.
•f * SCEVRATAMENTE . Avveth.
Sincope di SClvVKliATAMENTE.4yaA//i
Opp. Pftc. I. 218 Cbè lur (itU Jemmine de'
granch'j, non rome agli aliri, sallan fuora
L' uova scovralamenle , ma commesse A
6gura di grappolo. Ira loro. fAj
SCEVRATO. r. SCEVEUATO.
SCEVRO, r SCEVERO.
* SCHEDA. Sc-da, Carta scritti. Lai,
teeda»Gr. tjy/S^n. Menz.sat. 12. Ad Apollo
chiede Àncb'ei d'esicr pjcta, e meglio fo-
ra Gettar 'n un cesso le l'ierie schede. (•)
* SCIIEDONE. ;'. /l. SchtdioriL-. Fr.
Giord 28y. Credono le persone che sia
alloro : fannone Lelli schedoni , avvelena
la carne, e sonne già morte molte perso-
ne. Cavale. Speccìt. Cr, 1^6. La sua carne
fece arrostire al fuoco delle molle Irìbu-
laziont sullo schedooe della croce ( gai
/ìgiiratam.}. (/')
* SCIIEDULA. Dim, di Scfu-daj Car-
tuccia. Lai. schedala Gr, l'/iSio/. Ca-
vale, Frult. Itng, 363. Cosi fece, e portò
la scbcdula, dove erano scritti quilli pec-
cati, e poscia in mano dello Aliate, che
gli leggesse. F. ^i-j'i. Il prete portò al Ve-
scovo la schedala scritta della vita di co-
lui ; la quale il Vescovo leggendo, pianse
mollo, e disse: ce. (l') lied. leit. 2. 5^.
Perchè il sig Mongivoto nel fio-' della '
scheduta ce. scriva che cerca occasione di
mandarmi il suo libro , questa sera ne
scrivo io costì, ec. (*)
SCHEGGIA Pezzetto di legno, che nel
tagliare i leg/ict'ni si viene a spiccare
Lat. a<isula, schidia, scandula. Gr.z'/il^'X^
O^i^l'ov. Dant. Inf. l3. Cosi di quella
scheggia usriva insieme Parole e sangue,
(cioè, da quel tronro di pianta ) . E l'ttrg,
26. Il nume di colei C'ie s* ioil>e>tÌo nelle
'mhestiale schegge foof, nel toro fatto di
più pezri di legno). Lib. San* i38. Che
messa sia la quercia a ciocca a ciocca In
sul fuoco co' porci, e trita a schegge.
.Morg. 7. 5o Balzano i peni di piastra
e di maglia Come le schegge d* intorno a
chi taglia.
§. \. Scheggia, per similit., si dice lii-i
Pezzetti che si spiccano nel rompere qual-
sivoglia nitro corpo. S'igg. nat, esp. i^i.
Che a romperlo poi (il ghiaccio) soli'
acqua in minutissime schegge, si veggono
scapparne fuori in gran novero.
§. II. Schegaia, per /scoglio Si fiegijiato,
o scoscso. Lai. riipes praeriipta Gr.
O^TtÓTOp-Oi '::Ì-pV., Pini. Inf. 18 E volli
a destra «ipra la sua scheggia. Da quelle
cerchie eterne ci partimmo, liut. Inf. 18.
2. Però finge che convenisse volgersi a
man ritta sopra la sua scheggia, cioi.' su
per l'ascension dello scoglio. Dant Inf,
2^. Avvisava un'altra scheggia. Dicendo:
sovra r[U(-lIa p li t'aggr,ippa.
§. Ili Scheggia, duiam-ì anche a Sot-
tile striscia di legname, per uio tH far
corbelli, panuri, e altri vasi simili. Lai.
scandula.
§. IV. Chi ha de' ceppi, può far delle
schrggv j pi overhio vnfgato che viUt che
Pali' aiS'ii può trarsene il poco. Lat. cut
s c u
multum est piperà , etiam oleribns im-
miscet.
%. V. Lii scheggia ritrae dal ceppo, ti
dice Jìfiiirata'n. di Chi non traligna da'
suoi progenitori. Lai. palris est Jilius ,
forles et candir /ortihiis.
SCHEGfìlALE Sorla di cinto di cuoio
con fibbia Lat. cmgulum. Gr. ^^vtov.
Ricord, ^faleip. 161. Passavano la mag-
gior parte d'una gonnella stretta ce , e
ernie d* uno scheggiale all' antica. Lor.
Meil. canz, ii(^ 4- PiTcli' i*J n**n gli voUì
aprire. Questo scheggiai mi gettò eoo la
horsa. Fir. nov. 4- 226. Che le facesse
rimettere una 61diia allo scheggiale.
•^ %. Sch''ggiale , SI disse anche per
Cintura di nobile or-iamento. Fur. it. 3l2.
Allora Curiato, henclii:n*aveisemolloargtn-
to,e molle arme, e moltcgioie, nulla cosa pre-
se se non le coverte, e lo scheggiale (qui vale
Balto). (C) Tav. Bit, r;. S. E appresso
le dona uno iscbeggiate , nel quale era
coricate (collocale ) da ottanta pietre pre-
ziose. Cavale. Pitngil, 26}- ( qui tocca gli
ornamenli delle donne) ^lel lungo del
soave oroamento de' loro uuguenli ver-
ranno in fetore, e per gli scheggiali sa-
ranno cinte di funi ( ved. alla voce
SCAGGIALE, dove la cosa si pir me-
gituj Fu. ss Pad 2. 23. Trovarono
due tribuni con molla pompa e ornamen-
to d' oro ec, cinti di scheggiali d* oro .
Buon. Tane. i. |. Uno scheggiale, un
chiavacuore, un vezzo Sarebbe '1 fatto, o
qualcosa di prezzo, (f^)
t * SCHEGGIA.MENTO. Lo scheg-
giare. Belila. Disc, 2. 264- Sebbene nel
fendimenlo e nello scheggtamento il col-
tello, o ascie che scheggia e fende, solo s'
adatta alla sommità della materia che vuol
fendersi, o scheggiarsi (Min)
SCHEGGIARE. Fare schegge. Levare
le schegge j e si usa in signi/ic, alt.
netttr. e neutr. pass. Lat. scindere, dif-
Jìndv-re Gr. c^i^'iv. Dant Par. il. Per-
chi: vedrai la pianta , onde si scheggia.
Ditt, ivi! Oode si scheggia, cioè onde si
deriva , come la scheggia dalla pianta.
Dittam. I. 6. E però, quel eh' io dico,
nota e leggi. Accioccbi.> sappi si guidar lo
remo. Che la tua barca non rompi, ne
scheggi. ^' Jìellin. disc. 2. 265. l'er
imo mi piace avvertire anco qui che se
il fendere e lo scheggiare sjn tagliamen-
ti, e lo strumento che sch -ggia , o fende
per la lunghezza intera della materia da
fendersi , o da scheggiarsi mai s' insi-
nuò, mai si distese, di qui anco si dedu-
ce riconferma che vi è taglio che si fa
senza insinuazione di strumento. (C)
g- Per /scoscendete, o l'.s^ere scosce-
so. Biit, Inf. 18 2. Pero finge che con-
venisse volgersi a man ritta sopra la sua
scheggia, cioi; su per l'ascensioo ilcllo
scoglio che schegì;i.iva dalla ripa , ovvero
la banda ritta del ponte.
SCHEGGIATO - Add. da Schfggtare,
Lat. scissus , discisius,
SCHEGGIO. Scheugia. nel tigni/ic. del
§. II. Lai. riipii segmentum, rupes. Gr.
TrérpoL; ocTTo'/su^uia . Dant. Inf. 21. Giù
l'acquatta Dopo uno scheggio, che alcun
schermo l' aia . Dillani, Ci. l^. Preso la
strada Sotto un grau monte poi di scheg-
gio in scheggio.
SCHEGGIONE. Adrescit. di Scheggio.
Dant. Inf 21. E *1 Duca mio a me: O
tu, chs siedi Tra gli schegginn del ponte
quatto quatto. Sicuramente ornai a meli
riedi.
SCHEGGIOSO. Add. Partito, o Ta-
gliìto a schgge. Lai. prceruptus . Gr,
a:roTO«o;. Fior. S, Frane. Sassi spezzali
e scheggiosi, e scogli disuf^ualì, che usci-
vano fuora (qui vale mal pari, disuguali),
tf Car. En» 0. 35a< Era un' atra speluo
S C H
ca , la cui bocca Fin nel baratro aperta,
ampia vorago Facea di rozza e di scheggio-
sa ruccU.fBj F Long. Sf rag. i. L'aure
rinfrescando ricreano, 1' acqae mormoran-
do dilettano ec. queste per le scheggioso
cadute romoreggiaudo, e quelle per i fron-
zuti pini llscbiando. (FPj
SCHEGGIUOLA. Dim. di Sc/ieggia .
Lai. panuin segmentum , Gr. :tÌTptX.i
aVo/o/i/jLaTiav . Hed, Vip. 1. 5o. Si
fendono per lo lungo d^lla radice alU
punta in tre, o quattro mioutissime scheg-
ginole .
t SCDEGGIUZZA. Schegginola. Lai.
parvuni segme tinti, Gr. a'TO*(*/x/i.'XT»ov.
.Matt. Franz. rini. buri, 2. lAo. Wel
mezzo stava un quadro focolare, Sutti
qualche schrggiuxza e cepperello . Benv,
Celi. Vit, 2. 69. Co* denti tanto feci,
che io De spiccai un poco di scheg-
giuzza .
t * SCDELETRAME. Masta, e Quan-
tità di scheletri. Bel/m. Disc, a. 27 Sa-
pete voi quel che sono questi scbeletiami,
con si mostruosa stravaganza arcbiletla-
ti? (Min)
•f SCHELETRO. Tutte l'ossa d un
animai morto, tenute insieme dai ligamen-
ti naturali > o artificialmente da fili di
ottone, e scusse di Carne; Carcame. Lai.
sce-etitt . Gr. axùtro'i. Bed. Int. 18.
Parevano tanti S'beletrì usciti dalla mano
del più diligente ootoniisla . E "ÌQ, Moo
era più, per rosi dire, uu cadavere , ma
uno scheletro d' ossa senza carne . Buon.
Fier. 3. 1. ~ E che marzocchi e bab-
buini e scheletri Di fuor tì son dìpioti Y
# §. Scheletro , per similit. , dictsi
anche delle piante, o simili. Cocch* Disc.
Scheletri delle piante . Magd. Lett. Vi
scrissi de' due tartufi, uno di 40, e uno
di 80 libbre, gli scheletri de* quali s'as-
serisce essere stati conservati per lungo
tempo dal cardinale Chigi. (Aj
SCUENCIRE. r. A. Andare a schian-
cio »
t §■ J*^'' ""'V- *'<"'<' Scantare. Lat.
evitare, devitare, cavere. Gr. ix^eu'/civ.
Fr, Giotd. Fred. S. In quella via aresse
uno scoglio, ed egli il vedcue, e noi ces-
sasse, e noi volesse schencìre . Giambo»,
Mis. Uoni. fi. Delle lue awcrsiià debbi
tosto consolare, e non m debbi porre il
tuo pensamento, se non in quanto le ere-
desM potere schcncire, o schifare.
3r SCHEDO. Srt'ì dt rnnura persiana
di sessanta slndi , cioè di s«tte miglia e
mezzo. Plut. Adr. Op. mor. 2. 3a3. Ci
sembra che non mal parlasse Callimaco
direndo non convenirsi misurar la aapienia
con lo schenij persiano. (Cj
SCIIEKAGGIO. /'. A G. V. 3. a.
4. Seguendo poi dietro alla chiesa di sao
Piero scheraggio, che cosi >i chiamò per
un fossato , ovvero fogna , che ricoglieva
quati tutta l* acqua piovana della citlade.
e andava in Arno, e chiamasi lo scherag-
gio, Patafl. 6. Ed ha più tempo, che ooo
ha scheraggio.
SCHEIlANO. Uomo facinoroso. Assas-
sino. Lai. latro. Gr. ìv^oTi'f, xx/c^^yo;.
Bocc. nov. i. 23. Coleste soD Ci>fte da
farle gli scherani, e i rei uomini. G. /'.
4. 3|. |. Kiducevansi molli sbanditi •
scherani r mala gente , che alcuna «olla
l'accano danno alle strade. .\ùv. ani. 8a.
iCoireado cosi questo romito, s'ÌB<oppu
in tre grandi scherani, li quali stavano in
f|uell4 loresla per rubare chiunque vi pas-
sava. F iium, ^. RimasiTo questi scbcla-
ui tutti e Ire insieme a guardare questo
a%ere . 0%id. Metam. Strad. La figliuola
tua non e degna d'aver marito scherano.
Cavali. Med cuor. Chi ben considera ,
peggio fa una femmina vana , che uno
•cbetaDo ; perchè lo schciaou uccida il
S e H
corpo, e quella V anima. Pant. rim. 2^.
Cbc luDto od irI Sul , qujiilo nel rezzo
Questa sclierana mitidialf e Lira . Stn.
Itrn. l'atch. (\, 28. Le mura Jella cillJ
^lOcuM gli M.bei<<ni e ntasii^Jicii da* nemici
tlifi-odouo .
g. Scherano , in forza tf adJ. Lai. /a-
cmon JU5. i'^/anc. ò*<ic< A. 10*'. 150. Li ma-
rinai, come gente telici aua e iliaudiu »
giuDgunu peri'uleuJo le forte.
SCHEHA>ZrÀ. Sq ut nan zia . hai. aa-
j;irt«. Gr. /uvayjfni.
•f SCIIEULTKO. f. A. Scheletro.
Lat. sceiettis* Gr. cwiiaro'^. Mahi 6.
5|. Spjtgou le rame in varia architellu-
ra Schertlrì bianchi, e ros>e ;inatomie.
* SCIIERICAKE. A.«f'-. pass, vaie
Lfi-arst tt collare, UiCire dal numero de'
chetici. (C)
* §. Scfiericare, in signific. alt. dice-
si del l'or via la sommila de' diamanti,
e simili, fìtnv. Celi. J if. 2. 3^6. Li pa-
droni di esso diainanle avevano iìchericuto
quelli delta puuta. £"348. Questa dello
diamante era d' un'acqua ec lorbidiccia ,
e per quella causa avevano iscbericalo
quella punta. (C)
SCHKRICATO. ^dd Quasi degradato,
e privato dell* ordine del cluricaloj e si
dice talora per ignominia n' cherici. Lib.
Son. 6 Prete, lu loccberai di schericalo.
J^ 3Q. £ se' lu quel pvelaccio schuricaio .
l'ir, nov 4- 23o. Ahi , prelaccio , ribaldo
schencalo , vedi vedi , che io ti bo pur
giunto .
t §■ Per similit. sì dice delle Piante
scapezziite,dei diamanti, esimili. * Benv.
Celi. J'il, 2. 370. Dica quel che la spese
Qcl diamaulc grande, punta schericala. {C)
SCHERMA. Schtrmoj e dicesi propria-
mente deli' jirte dello schermite . Lat.
gladiatura. Gr. jtiovsyat/ia. Buon. Fier.
1. 3. 3 E cento alir' arrat strane da fe-
rire ec. , Secondo *l tempo e '1 luogo ,
cb' alla scherma Può lar più giuoco , e
apportar vantaggio. E 3 2. 19. Hanno
incontro agli empii Nei essila d'aver pron-
ta la spalla Sempre y e sempre tenersi in
sulla scherma, v Salvin. Senof. lib. l,
F'^S '• Questo Abrocome sempre e di dì
io dì cresceva in bellezza , ec: la celerà,
la cavallerizta e la scherma erano i con-
sueti suoi esercizii (lì)
§. I Onde Maestro di scherma vale
Scherntit<.>re. I^t. lanista» g'adiator. Gr.
■/uuvasTi;';.
§. II. Perder la scherma , Uscir di
scherma , e simili , /ìguratam, vogliono
Ao/i saper quel ih' un si faccia , Perder
la rrgofa, e *l modo dell' cperare. Lai. ab
instituto , a regala aberrate. Bcrn, rim.
1-66 £ le composizioni escon sovente,
Che fan perder la scherma a chi com-
pone. Buon. Fier. 3. 3 i4- Tu vai per
sei. Se la tua lìngua non perda la scherma.
§. IH. Cavare altrui di scherma , fi-
guratami \-ale Far pe'dere il filo del di-
scorso, e ddl'cperare ad alcuno. Lai ab
instituto , a regala aberranteni Jacere .
Malm. 5. ^9. Ma quando innanzi a lei
costui sì ferma Così tremante, ta cavò di
scherma .
SCHERMAGLIA . Zuffa. Lai. pugna ,
nxa , certanien . Gr. fJ-dy^r^ . Lab. 202.
Per ct rio ella sì sarebbe messa con lei
alla schermaglia. 3/o/g i5. 4 Che a cor-
po 4 corpo per campai battaglia Subilo
fuor ne vrnga alla schermaglia . Galat.
42. Per non essere ognora con esso noi
alla schermaglia.
a SCHERMARE. Schermire. Lai. de-
fendere, sitare. Gr. eu>ao-ìs6at. Dani.
Purg 6. Vedrai le sìmiglìante a quella
'oferma. Che non può trovar posa in sul-
le piume . Ma ci>n dar volta suo dolore
icberma .
S C n
# g. Scheirum e una cvsu ad un* altra,
vale lìijeiidere una cosa da un'ulna.
« Daiit /'"'g. l5. Che è quel , duUe
Padre, a che uun possu Schermar lu viso
tanto , che mi vaglia, Diss' io, e par iu-
ver noi esser mossuT (Cj
t 5 SCHERMIDORE, e SCHERMITO-
RE, / et bai. ma^c. C.'ie sthertuisce, Che/.t,
oinsigna l'arte della schcriua Lai lanista,
gladiator. Gr yuuvajTiOi. Petr,Ci>p.5. Che
giammai scbeinudor non fu sì accurlo A
schifar colpo F 6'om. ///. Fece giuochi mur-
lorii, e giuochi di schermitori, a memoria
di &UO padre . I\'vv. ani. 20- 1* Uomini
d' arti, giostratori, schermitori, d' ogni
maniera genii. Fianc. Sacch nov. j6. Era
stalo il dello Malteu di CrtUlìiiu ne'suu'dì
e giostratore e schermitore.
^ § Talora è amhe verbal. finm.
« Cani* Cam. 5t). Per voi, donne, uuov'
arte caviam fuure, Che siam fanciulle luUe
schermidore »< . (Cj
f ^- SCHERMIGLIARE. Scutr. pass.
finire a zuffa, 0 alle prese, Benv. Celi.
ì il. 2. 357. Dipoi giunto a Venezia , e
cou>ideralu con quauli diversi mudi la
mia crudel fortuna mi straziava , niente-
dimeno Iru^andumì sano e gagliardo, mi
risolsì di scbermigliarmi con essa ul mìo
solilo. (A)
SCHIÌRMIGLIATO. Add. Scarmìi^liaio,
Lai incomptus t lurbatus. Gr. et/Ojunl'O?,
Tiza.puyp.èvoi. Frane. Sacch. nov. i- Lo
Re, veggendolo così scbermiglialo, disse.
Buon. Iter. 5. 5. 6. Che a beli* arie ne-
gletta e scbermiglìata. Porta sì alta brava
Quel cjppelliu di paglia.
SCHERMIRE. òJuJare, e Riparare con
arte il colpo che tira il nemico, e cercar
di vf/tnderlo nello stesso tempo; tìtitcar
di spada. Lai. ladere ense , digladtari .
Gr. <Jfa;jia;^i53ai. A^n. PandolJ. 3o. Sìa
vostra opera , come di colui che vuole
stbermire , imprima conoscere e impren-
dere per meglio saper fuggire la punta ,
e difendersi dal taglio . Cron. f'cil. 2j.
Dopo certo tempo mutarono condizione
in contendere , a darsi buon tempo , a
schermire , e far delle cose da spendere .
Cron, HJorell. 270. Usa alle scuole del
sonare, del cantare o danzare, dello scher-
mire , ec. Bcin. Ori. i. 18. 22. Ma e*,
che di schermire ha la dottrina, Cou gli
occhi aperti multo ben 1' allende , E ben
da luì si guarda e si difende,
§. In stotiific. neutr pass vale Difen-
dersi. Lai. se lucri. Pttr. son. 11. Se la
mia vita dall' aspro tormento Si può lan
lo schermire, e dagli aSanni. Burch. z-
57. Che appena può siberrnìrsi da' pi-
docchi. * I\liz. rim. Iflt. 207. Dal qua-
le (rozzore) ne il divino Dante, per altro
mirabilissimo, si e potuto pt^r ogni parte
schermire. (C)
SCHERMITA. /*. A. Siherrna. Fr.
Jac. T. 1. 6. 5. Serventi del diavolo.
Sollecite il servile j Con le vostre scher-
mite Molte alme a lui mandate.
SCHERMITORE. ;'. SCHERMIDORE.
* SCHERMITRICE. F,mm. di Scher-
mitore. Btllin. Disc. 1- 177. Perch' egli
intenda che forza e' vuole , e che gli fa
bisogno dì qut'lla che fa schermire , il
pUDtual minislro sospenditore e ben inte-
so delle sue forze si riUra d-ll' esercizio
della prima ch'età minore, e prende la
srbermitrice , che al suo signore abbiso-
gna. (Bj
3 SCHERMO. Piparo, Difesa Lai. de-
fensio , propugnano. Gr. UTe^a5:iiff/i9^.
G. /'. 7. 6. 2- Chi migliore <cbermo non
poteva avere, smontando de* ca\alli e le-
vando loro le selle, con'esse in capo an-
davano sotto le mur.i. Dant. inj. 21. Giù
t'acquatta Dopo uno scheggio, che alcun
scbermo t' bau . Velr cu/:. 29. 3. Ben
S C u
lofff
provvide natura al nostro slatn , Quando
dell'alpi sLheiriio Pose tra noi e la tcde-
sci rabbia. /:, son, :^8 Aluo scbermo non
trovo , che mi scanipi , Seu. Pisi. Ogni
altro scbeimo è dubbioso. Tass- Gcr. 3.
11. E 'I volgo delle donne sbigottite. Che
non sanno lerii, ne fare schermi, Xracan
supplici e iiiesle alle nu-sibile.
^ g Schermo , vale anche Arme con
che SI schcriuisce. « Dnnt. Inf. ai. Cre-
di tu , Malacuda , qui vedermi Esser Te-
nulo . disse il mio Maestro . Securo già
da tulli i Vostri schermi. Senza voler di-
vino e fato destro m? (Br)
SCHERMUGIO. V. A. Scaramuccia,
BaditluciO. Lai velilatio. G. f . 8. 55.
12. Gli assaliremo da più parti, e ter-
remgli in badalucchi e scbermugi grau
parte del die. E cap. 58. 4 Sovente a-
veano insieme schermugio e badalucco.
SCHEUJSA, e SCIJERINIA J \J Scher-
no. Lai. ludihrium , contumelia. Gr. Tica'.
yvtov, tsKcZpixa.. Pass. 33. Le quali gU uo-
mini del inondo biasimano , e I.muoiie
scherne . Mcr. S. Gicg. Questa s^beina
non fece in loro uliliià di virtudc alcuna
ec: quelli s'approssima per queste scher-
ne umane a Dio, il quale è conservato
mondo dalle iniquità G. J'. 6 76. 2.
Tornali a Siena con sì pìcrolo aiuto ,
grande schema ne feciouo ì Sauesi. E 7.
91. 2. I Pisani sì partirono, facendo gran
grida dì rìmprocci, e scherne de'Gcuuvesi
(il testò D.ivanz. ed altri tesli a penna
hanno stbernle). Fr. Giord. l'red, S. Lfi
cattive cose non sì mostrano se non per
tarne sthernie . Bib. Am. 10. Se al po-
stutto mi troverai non degno, fa scbcinie
di me, e fammi schernire a chi lu vuoli.
Albert, cap, 2. L'altrui dello non ripren-
derai, acciocché a quello assenjplu un al-
tro non faccia ischemie di te . Frane.
Sacch. Op div. i3g. Questa corona gli
la puosouo per ischerne . E nov. 33. Il
Irate predicatore nella passLila novella fe-
ce scherne di un gran popolo.
•f ''• SCHERINAMEiNTO. /'. A. Scher-
no . Cavale. Syecih. Cr, 8t). Delle deri-
sioni, e ischernamenti dì Cristo (co.ù le^ge
una variante al titolo dil capitolo xix. ,
ma il testo ha schernimento , e così vien
ripetuto al principio del capitolo), (f'^}
fa SCHERNEVOLE Add. Che fa, o
contiene scherno. Lai. contumeliosus, iniu-
'isus. Gr C^pf^z-rii . Lab. 2y5 Coa
queste parole, e con simili , e con molle
altre schernevoli lunga pezza della notte
passarono . 31or. S. Greg Continuando
colali parole schtruevoli, odi come soggiu-
gne appresso.
-^ §. Schernevole, vale anche Degno di
scherno. uDant. f it, I\'uov. i5. Pusciacbè
tu pervieni a cosi schernevole vista quando
lu se' presso di questa donna, perchè pur
cerchi di veder l'I "? iCj
•f SCHERNEVOLMENTE . Avverb.
Coti isiherno . Lat contumeliose , iiiiu-
riose . Gr. STTOveioi'oTeos . Pit. S. Ciò.
Batt 258. Ponevano mente (le detnonia)
se vedessono in lui niuiio peccato, che vi
polessono attaccare il loro uncino , per
poterlo menare più iscbernevolmente , fa-
cendo beffe di lui.
SCHERMA /.^ ;. SCHERMA.
t SCHERJVIAKO l'.A. Coluiche scher-
nisce,1.31. irrtsor, coiilunìrliosiis. Gr. ;^Ì£-
uxorv]'?- Albert, cap. 25 I^Jon g.isligaro lo
s<-berniano , ne l'empio; che, come disse
quel medesimo, ibi gaslìga lo scherniaDO,
egli fa ingiuria a se.
t * SCHERMDORE . re/bai. masc.
Sihetnitoie. Dav TaC. lett 2. BoCC. Val.
A 6ne the a veggente occhio si chiarisca
lo sihernidore. ( l }
* SCHERNIE . V. A. Lo stesso f/«
Scherno Fr. Curd. 19^. Chi dicesse: si
ìoSa.
S C H
liae fede, p egli non facesse l'opera che
richiedi* Ìj f.-dc, parribbe unj schu-rnic (l'J
K I. 25. Se considerasse che cosa è la
signoria del niuiidu, el)j è una schernie.
l'^ 28. Non cff-donu che oraieiooc si<i uti-
le, e pare loro una schcroie. (y)
SCHEHNIME.NTO. Scherno. 1.^1. con-
tarne Iti , Gr. T^t'yvcov , ug^i; . Satlitst.
luq. /{. Già è ijuinditi anni tu questo
scheriiimrnlo siate essuti. I'\u; JCsyp. La
volpe , ahlncndo il cacio , disse al corbo
con grandi schcroimcoti: std cheto per 1'
amor d* Iddio j4met. 58. Le mie scfaer-
nilc Bjrmne dj lei «on vicendevole scber-
nimenio sicno da me vendicate . Amm
Ani. 28. 2. 7. Sozza cosa è di se predi*
«-are, e spezialmente il falso, e eoo istbcr-
nimcato degli uditori volersi fare cavalie-
re glorioso.
SCHEKNIRE. Fare scherno a dtUlto ,
Dispre::iare alla scoptrta. Lat. irridere ,
contumelia a fftcerc , sub\aiinaie. Gr. '/ì.i'Joi-
^ivi . Galat. ^5. Sappi che niuna dìf-
Icrenza è da schernire a licitare ^ se non
fosse il proponimento e la intenzione che
r uno ha diversa dall' altro, concÌossÌachè
le heifc si fanno per sollazzo, e gli scher-
ni per istr.iziu, come che nel comune fa-
vellare e nel dettare si prenda assai spesso
V un vocabolo per 1' altro ; ma chi scherni-
sce, sente conlento della vergogna altrui;
echi beffa, prende dell' altrui errore non
conlento, ma sollazzo. lìocc. nov. 60 2Ì-
Fece coloro rimanere scberniti , che lui ,
togliendogli la penna , avevan creduto
schernire. E nov. 77. 2- Spesse volte av-
viene che r arte è dall' arte schernita , e
perciò è poco senno it dilellarsi di scher-
nire altrui. Dati. inj. 23. Questi per noi
Sono scherniti e con danno, e con beffa.
lÌHon. riiiì. 26. Mani a schernir cìii per
voi muor si pronte , Occhi volli a beiTir
chi più s* allacci . ^ Ar. Far. 20» l38.
Odi ec. tu che sei Cotanto altier che sì
mi scherni, e sprezzi ({fui per licenza poe-
tica invece <U schernisci) (FP)
§. / 'ale anche talora Non curare. Di-
sprezzare. Lat. coiiteninere t rid-re. Gr,
■nzpt^povziv. f'inc> Mari, rim. 37. Driz-
ziu pur gli occhi della mente dove Salda
colonna scherne il caldo, e 'I gelo,
•f * SCHEHNITIVO, Aihl. Atto a scher-
nire. Uilcn. JVis. I. )8. Qu'-ir altro adi-
rato, con alterazione scherniliva gli replica
ridevolmente. (A)
SGUERNITO. Add da Schernire. Lat.
irrisus, Itttlihrio ìialiittis. Gr. jfisuot'jTEi';.
Jiocc. nov. 6o- 23. Fece coloro rimane-
re scherniti, che lui ec avean credulo
Achcrnire . IC nov, tSg. 3l. Così il misero
marito schernito con lei insieme, e col suo
amante nel palagi» se ne tornò . Petr.
cap. 3. Volgi in qua gli occhi al gran
padre schernito . Cali . SS* Pad. Questi
adunque con qual patto, o con qual ra*
gione, ilopo t.inte fatiche , schernito dall'
insidiator diavolo , rovinjnd>i di gra-
vissima caduta , percosse di lamenlevol
dolore (ulti quelli che abitano in questo
diserto . ì'it. S. M. Madd 5l. Quando
voi mi vedrete pia appenato, e più avvi*
lito, e più conculraio, e più schernito e
bcflato, allora sarò vincitore.
tSCm:RNlTORE. rerha/,masc. Che,
o Chi schernisce . Lai. irritor « derisor ,
eontemptor . Gr. yfXtJtx.iTfìi . '''"■ Giord.
Pred. S, Diventano però le genti argute,
o saccenti, e srhernilori Filoc i . 17 J.
Dispregiando gli schernitori della tua po-
tenzia lungamente, e di questi sempre più
tardi , che degli altri , ti vendichi. Mor.
S. GrC"^. Non voler riprendere lo scher-
nitore, acciocché esso non l' abbia a noia.
Lib. Seni, Chi biasima lo schernitore, d
noia a se medesimo; e chi biasima lo mal*
vagio , acquista delle sue tacche . Pass.
S c n
38 Parlando in persona di eoloro che fu-
rono derisori, cioè schernitori de*giusli.
SCHER.MTRICE /'erbai, femm Che
schernisce. .Lit. contrmptrix Or. I) /Jz-
ua^9U?a. Amrt 76. O giovani scberni-
trici de* danni dali, e di chi eoa sommo
studio per addietro v'ha onorate, levatevi
di qui. E 77. Le gli dette di me scher-
nitrici mi furono davanti , ma eoo vista
gabbevole meno . * Tatt- Grr. 16. ^7.
Ed air altre tue ludi aggiunta questa ,
Che la tua scheruitrico abbia schernì-
lo. iP)
3 SCHERNO, ho schernire. Dispregio.
Lat. irriùo , contumelia. Gr. ufi^ij. Ga-
tal. 45. E lo scherno un prendere la ver-
gogna, che noi facciamo altrui, a diletto,
senza prò alcuno di noi. F af>pri-sso: Le
beffe si fanno per sollazzo , e gli .scherni
per istrazio, comcchc nel comune favellare,
e nel dettare si prenda assai spesso 1* un
vocabolo per l'altro. Pocc. nov. ^l. 3.
Quasi per ischcrno da tutti era chiamato
Cimone.
'1* §. Avere a scherno, vale I\^on curare,
Disprezzare- « Petr. son, i56 A ciascun
remo un pensier pronto e rio, Che la tem-
pesta e '1 fin par eh' abbia a scherno ì'tic.
Alart, rim. 12. Avrei lutt' altre mie fati-
che a scherno. Buon. rim. 33 E i venti,
e le lenij)c'sle par che schive , E che di
Giove i folgori abbia a scherno »• . (C)
SCIIEKUOLA . Specie d' erbt che si
coltiva per io più nei;li orti . Amet. 46.
Il suolo era ripieno di fronzuti cavoli, e
di ccstute lallughe , e d' ampie bietole «
e d'aspre b<<rragìni, e di sottili schcruo*
le, e di molti* altre civaie,
* SCHERZACCIO. Pegsior. di Scher-
zo. Cecch. Jncaat ^. ^. Hanno fattovi For-
se qualche scherzacelo li mie* diavoli? f!'^)
SCIIERZAMENTO. Lo scherzare, Se fier-
zo. Lat. /(ft«v. Gr. n^Kiyvtoy. Pa*s. 212 I
giuochi, i toccumcnti, ì ruzzi, e gli scher-
zjmenii delle mani, f ^ Cnr. Lon^. Sof.
lo5 Stati alc|uanto i giovanetti a mirar
la bellezza del lago, gli S' hercamenti de'
pesci, ed i lampeggiamenti del sole, (fiìin)
SCHERZANTE. Che schtrza. "Lzl in-
den.t, alhidens. Gr. 0 Tiai^wv. -? Silvin,
Pro.^. Tose. i^I. Queir islcsso che ne'
dialoghi filosofante ammiravamo , nelle
cicalate . proprii insigni componimenti di
nostra accademia, tra ì bicchieri scherzan-
te ce. applaudivamo. F Senof. \. 22. E
sopra il letto, baldacchino storiato, scher-
zanti Amorini, parie corteggiando Venere,
parte ce. (C)
t g. ^ per metaf. Fir. As. iSp. Per
questi iu<>i d'ugni intorno odoriferi, e scher-
zanti capelli .
SCHKRZXRE. ì: proprio lo Scorrazza-
re, Sultiìhellare, Gridare > 0 Percuotersi
/c^ff/er/nfn/tf, cAr per fiiiioco Janna i fan-
citiiti , e f;Ìi animali (giovani j Far delle
baie, fìittlare , Razzare • Lat. iusHare ,
nugis agere , ia.tcivire . Gp. ^oXXUAti
Tiai'^etv. Dant. Purg, |5- Che sempre a
guisa di fanciullo scherza Prir, canz. 29.
5. Che alzando il dito, colla Morte scher-
za ? (qui fi'^nratam,). Fit. SS, Pad. I.
2o8. Scherzando co' compagni e giocan-
do, per isciagura, e per caso n'uccise uno.
Frane, Sacch. nov. 33. Nelle cose sacre
non si vuole scherzare . Boez, ì arch. 2.
I. Non t* impacciar con lei ( colla /or Ut-
na), la quale sempre scherza, che cuoce.
^ g I, /'-' per similit. Fir. rim. 5l-
Scberzano i finr coli' aura per qurì col-
li. Tast. Ger. 7, .^. Non si desiò, finche
garrir gli augelli Non sentì lieti, e salutar
gli albori, E mormorare il fiume e gli ar-
boscelli, E con l'onda schcrear l'aura e
co' fiori (D)
f §. II. ESchertart, per Trastullarsi
amorosamente. Hocc, n<>v. ^4 IO Riacal
s c n
dati e si dal tempo, e si dallo scherzare,
senza alcuna cosa addosso s' addormenta-
rono. E nov. 78. 5 Li quali ^iv/i^ scher-
zando Spinelloccio fatti le aveva cadere .
(hid. Pisi. i58. Solamente quelli tro^o
ardito mi loUe scherzando e combattendo
alquanti baci: altro da me non ebbe.
=5^ §■ III. Scherzare, neutr, pass , vale
Spdssa'si, Galat, 3lO. Non si raccon-
tino dunque le Prediche di frate Ma-
slasio alle giovani donne , qaando elle
hanno voglia di scherzarsi. (C)
£. IV. Scherzare, lo usiamo anche per
I\'on far da senno. Lat. lo^ari Gr. »ca'*
§. V. Scherzare in briglia. Varch, Er-
cot. 72. D'uno cb' è bene stante, cioè
agiato delle cose del mondo ec , e nondi-
meno, o per pigliarsi piacere d* altrui , o
per sua natura, pigola sempre e si duole
dello stato suo , e fa alcuna cosa da po-
veri , si suol dire come delle gatte : egli
Uccella per grassezza ; e* si rammarica di
gamba sana ; egli ruzza , o veramente
scherza in brìglia . Matm. 7. 7'". Così
scherzando, coiu* io dico , in brìglia , Ne
vanno senza mai sentirsi stanchi.
§ VI. Scherza co'/anii, e lascia stare
i saatij maniera proverbiale, colla quale
si Oi-verte a non porrr in Ì.tcherio , o in
derisione le cose sacre . Fninc. Sacch
nov. 1 10. Sant* Antonio fece questo mi-
racolo , e però dice ; scherza co' fanti , e
lascia slare i santi.
§ V n . iV O/I ischerzar coli* orso , se
non vuogli erser mirso j pur maniera
proverbiale t con cui si avicrtisce altri a
non metterti a imprese troppo pericolose.
Fraac, Sacch nov. i5o. Non ischerure
coir orso, se non vuogli esser morso.
fSCHERZATORE. l erbai, mate. Che.
o Chi scherza. Lat. tUusor , iocator. Gr.
^Taiyviyj'uwv . I.th. cur. malati. Con la
continuazione di questi modi ti fanno co-
noscere che son 1 uomini per lo più scher-
ralori . Buon. Fi'-r. i. 5. 1. In questa
valle Spiriti forse stanno scbercalorì . E
3. 2. II. Ironici e amari schertatori.
* SCHEUZETTO . Dim di Scherzo.
Lai. iocnlus , Plaut, Gr. Troi'yisv. Sai
vtn. Pras. Tose. 2 20.4. Qui. come s' è
dello, nave, e nocchiero ha particolare e
distinta significanti, e non è nudo giuoco
di parole, u scherzetto di suoni. (*)
t 3 SCHEllZEVOLE Add, Che ama.
Che SI piace di schrizirej Burlevole- Lai.
iùcosut , argutus , faceius , lepidas . Gr.
^ §. Scherzefole, sì dice anche delle
Azioni, dellf Maniere^ dello Stile, e si-
mili, « Fir. At.f^q. Avanlichè io atetsi
finito dì mandar giù tutto il vino , ella
con ìschericvul modo presemi il hicchi»-
re di mano , e messoselo a bocca . u
riguardandomi così per irtverio , dolce-
mente centcllava quel poco che m' era
avaniato •• . ft^)
SCHERZEVOLMENTE. Avxerh Com
ischerzo, Dfì tchetzo. Lat. iucundr, ver-
niliier , argute ■ Gr. ti^tvnJ, i)d< tti( ,
«jTiJsft'w; Bemb Atot. 3. 83. A queste
rosi i.iile parole molte altre dalle donne
e da' giovani delle ne furono. 1* uno all'
altro SI lierzevolnienic rittirnando le vaghe
rimesse de' vezzosi parlari E ia8. Tulle
insieme ne ragionavano schmevolmtoto.
SCHERZO. Trastullo, Btia, LaL 10
cus , lusus , lutto. Gr. rtxiymov . Petr.
cap. 11. Ingiuria da corruccio, e non da
sclieno. l.ib. Mott, Al padrone non pia-
cquero gli scherzi , perch* erano asinini
Car. Irtt. a. 253. Cosa cominciata per
ischerzo , e solo per ana pruova »!' un
poema che mi cadde neU' animo di fare.
Ar, Itir. 37. 66. Ed atlaccossi I» l-'ti*
glia in Icrto. Ed era per uscirne un stri
5 e II
S C il
S C II
1063
no schcrio qtti per ironia , e vaie Cattivo
giuoco, 0^'i-sa, Danno).
^. I. D'I st/ierzo, l'osto twvifrbìnf., va-
ie Da buil.t. Lai. ioco, per locimi , Gr.
JT«ttfi-<Ui. Sag^. nut. csp. 100. Ailuni|Uo
(dissero alruiii, come d.i acliCKn) o \'*IÌA
OOD hu che fjr cui suuiio, u clU vale in
qualunque hl.Uo aJ ug«.ilmrntc produrlo.
§. II. Diciamo m pioi'ertt. tìecarsi in
eattività in is</ie/jo, cioè t oler ricoprire
tu maiviigità col'* of-bra dello scherzo.
Metterla m hnffom-ti.t.
SCIlEKZOSAMk.NTE. Avverb. Con
ischerzo , Ver iJiAenot Lai. ioculanler.
Gr. :r«tOixw4. «<«/. Os. an. 14;*. Certi
medici niisterioti, e loiie della slcsi-i scuola
di certuni inirodotii siherxoàJiiuuU" nelle
commedie rranzc^i del tjui.-iissinio M. liè-
re. Salvm. Di>c l zti Arcs. che (ale e
il acme greco di MarlCt lo «lesso Platone
nello slesso luo^o it.liLrzos.uiieulc la ve-
nire da upl^iv j che vuol dire maschio,
e fi»uralanit-nte preiuk-ii per forte e ga-
(jliardo .
•f * SCHEKZOSlvTTO . Dir», dì
Scherzoso j Alquanto scherzoso, /irllin.
Disc, i. 235. I^oii vi par egli una ga-
laoteri.1 da star bene sul . . . polso d*
ogni più scherxoSL-tla lanciulla? (A)
SCUERZOSO. Add. Che sJurza. 1,^1.
iccosns, facttus. Gr. •:z:~yòi, Tiaiowo/;;,
8uVpa:CiXo5 . Fr. Oiord. Fred. li. Sono
gente scberiose e facete <li ultimo gusto.
# § Schi-rtoio, SI dice nnclte tifile
Azioni, dello Stile , v simili. Hutell.
Dial. 1. Por darne dì sé con più libertà
dtlettanxa merce de'Ioro scherzosi Irastul-
li. (C)
SCUIACCIA. Ordigno per pigliare gii
anim'ilij ed è C'ii pietra, o sinttle cosa
grave, sostenuta rf.i certi Jascvl/eld posti
ia bilico, tra i quali si mette ti Cibo per
allettargli j tocchi scoccano , e la pietra
cade, e schiactii chi •■' è sono. Onde sì
dice per similit, iiiu'^mre, e Rimanere
alta schiaccili, per CogUi-re, 0 per lianp-
pare nelle insidie. LjI. nas'^im incuUre.
Sera. Ori. a- 12. 3y. Ciimbiossi tutto
Astolfo nella faccia, t più Del cor, sen-
tendo racconlare Ch* Orlando ancora era
giunto alla schiaccia / aich Krcol. g2.
Parlare e rispondere in guisa , che egli
non abbia onde appiccarti it ferro addos-
so, e pigliarli, come si dice, a raazzac-
cbera, o giugnerlì alla schiaccia.
§. Schiaccia, si dice anche a Quell*
istrumento che Sfrvf in vece di gamba
a coloro che C hnnno mancai 0 stroppiata.
SCHIACCIAMENTO. Lo schiaccmre .
Lai. cotlisto, conttisto. Gr. 5UVTf)i'|'i5 ,
^ Bellin Disc I. 53. Il dover noi mo-
rire di subito sotto .1 lanlo peso del no-
stro corpo,
oppi
L'ssi e schìaccì;ili da
esso, è lo sritiglirnento del nostro pro-
blema; ma che quel guastarci del tutto
1' universo è 1' ultima necessità, lo schiac-
ciamento e il subilo morir nostro, ec. (Ji)
5 SCHIACCIARE, lionipere, e infran-
gere j ed è pia propi io , che d' altro,
delle cose che hanno guscio, hai. frange-
re, /rendere, conjlrin^cre , conliindvre ,
sujffrinsvr,- , collidere . Or. 5U'J7pi'3itv .
Bocc. nos^. 60 l8. Il quale gran mer-
catante io (rovai Pa, che schiacciava noci,
e vendeva i gusci a ritaglio . il/or. S,
Greg. lo schiacciava ì denti mascellari
dell' iniquo, e toglieva la preda de'denti
SUOI. Pallnd. Febbr. i3. I palmiti non
si vogliono legare ali* albero cnn vinco
duro, imperocché gli potrebbe riciderc o
schiantare, ovvero schiacciare.
* g. I. iv/n signijic. neutr post. « Sno^.
nat. rJp. g. Dion può far di meno ,
quando la pasta del cristallo è rinvenuta
per infuocamenlo, di non ischiacciarsi in
alcuni luoghi m. (N)
g II. Schiacciare , per simifit. Dani.
InJ. l8- D.<1 vecchio ponte guardavam
la Iractia, Che venia virso noi dall' allra
banda, E che la ferza similmente schiac-
cia (cioè, percuote). Frane. Sacch. nov.
07. Scliiacciaudo (la civetta) col becco,
Iacea ec.
f §. IH. Schiacciare, per metaf. vale
Hiatiizz'ire, Keprtniere. Lai. tbtundvre.
Gr. o\ìVTp{SivJ. S. Gio. Grisu>t. 12.
Onde stguita, che quasi licitatneuie pec-
chiamo, e sehiacciaud<) Io slimulo della
coscienza ce. non solamente ci ciucciamo
ec. ma ec.
^ § iV. Schiacciare, in modo basso,
per liodere il /reno, Avere grnnd' ira ,
e non potere sfogarla a mo modo. Lai.
Jt vnnm nioidtre - Gr. t« X^'-'^*i ^'
lU-Zfi . Fcd. alla voce RODEHÌÙ y g.
IX. (•)
V §, V. Schiacciare un .tonno , vaie
Fare un sonno. Dormile un sonno j modo
basso. Sali-in Georg. Uh. 3 Oh non mi
giovi allor morbido sonno Al sereooschiac-
ciar, (F)
SCHIACCIATA. Focaccia. Lai. pla-
centa. Gr. ■:xXy.AOJ^. Lor. Mtd, i\enC.
3:1. Doman t' arrecherò un.i schiacciala.
Fir. As. l~'i. In ci.iscuna delle mani
egli ti fa mesiiero portare una sihiuccia-
(a , e dentro alla bi.cca due quatlrini .
Soder. Colt. 117. Ripara all' imbiiachez-
za il mangiare schiacciale falle cai mele.
Ih-ilinc. SO". 26^). Faccvan di due noci
una schiacciala (qui in sentim, equivoco,
in isiheizo).
SCHIACGIATINA. Dim. dì Schiaccia-
ta. / aich. Ercol. 5'j. Tu saresti tardi
alla fi.'ra a Lanciano, tu ti nioircsli di
fame in un forno di schiacciaiine.
SCHIACCIATO. Jdd, di Schiacciare.
Lai. contusiis, collisus. Gr. ffuvrpij'àii'.;.
Ptillad. Febbr. '^^. Mettono olio once d'
orbacche di mortina bfn ni.iture e secche,
e bene schiacciate. Sigg. nat. esp. 2^y.
Se la palla venuta da alto si troverà me-
no sirbiacciata dell' altra, sarà segno che
r aria ec.
g. 1. Per Fiuto , e Quasi come se
Joss-- schiaccialo. Lat. pressus, sìmus. Gr.
at/xo'^. flocc. nov. 7^^ 9. Ella aveva il
naso schiacciato. Bnt. Far. i. 2 E pero
(la Luna) pare a noi schiacciala come
una focaccia, quando la vergiamo tonJa
in allo. Jìern. Ori, 2- II. 49- G"" denti
rari, e col naso schiaccialo.
* g. II. Detto del'n pronuncia. Salv.
Avveri. 1. 3. I. 3 Le pronunzie son
queste: ec, ch rotondo, (h schiacciato ec
gh rotondo, sh schiaccialo . ^/^
SCHIACCIATURA . Schiacciamento ,
Infrn^niiìicnlo. Lat contusio . Gr. ffu'v-
'f^'y
/;. Cr.
3. La cenere della vite
inconianente la 6siola purga, e cura il
dolor de' nervi, e le schiacciature loro
mitiga. Tes. Pov. P. S. cap. 1^(5. Gam-
beri crudi di 6ume, triti con latte d'asina,
guariscono ogni rottura, e ogni schiacciatura.
* SCUIADICA. yonie di due dira-
mazioni dil tronco inferiore della vena
cnva, altra delia maggiore, ed altra mi-
nore. Paldin. l'oc. Dis. (A)
SCinAFFEGGIARE. Dare schiaffi.
Lai. alapis cadere, colnphos impingire.
Gr xoiajjt'^àiv , py:Ti?eiv riva. Fr.
Giord. Pred. S Allotta gli schiaffeggiano
e danno lor le gelate. S^ihin. Disc i.
253. Racconta d* aver veduto ec, una
certa per nome Apeme concubina d' un
Re, sedere a man ritta accanto al Re ,
torgli il diadema dal capo , e porlarlo
nella sua lesta , e colla sinistra scbiall''g-
giarlo. * Scfner, Fred. 35 l3. Se gli
all'oliarono slrellamente d' intorno ( i
manigoldi a Cristo), chi a spulargli sul
viso, chi a schiaffeggiarli le gote (CP)
* SCHIAFFEGGIATO . Add. Da
schiaffeggiare. Segner. Mann. A-^ost. |5»
4- Usii deriso, s> hiafleggiato , sleizalo, e
quale a^saNvino di strada, 3trascinalo. (V)
SCIIIAI-FO . Colpo dato nel viso con
mano afuria, Lat alopa, colaphitt . Gr.
/.o'Aayo;. P.U'lf'. 3 Un malo schiaffo, a
una ((ffal.i ebbe ^mm. Jnt. 30. 7. 5.
Dicesi di Socrate, che avendo ricevuto un
grande schiaffo , non ri>puose altro , so
non che disse : molesta rosa è, che uo-
mo non sa quando debbia portare l'elmo
o quando no, Ó'erf/ Stur. ili, b.;5 Eleonora
ec. s'aiutò fino all'ullimo, faceva gagliarda
difesa e con le pugna e con gli schiaffi .
•-;: SCHIAMAZZA-STE. Che schiamaz-
za. Che fa schiamizzo. Salvia. Odiss.
itb. 12. V, 333. Cosi costoro palpitanti
Alle pietre levati erano; e quivi Sulle
porle mangiava scluamazzanti. (F)
SCHIAMAZZARE. Ptopri,tn,et,te il
Cri. tur delle galline quando hanno fitto
Innovo, e de'polli^ e d* altri uccelli quando
e-iU hanno paura. Lat. exclantire, per-
strepere, crocilare. Gr. v.vx^oò^v , d'ta-
^Ofàv, -o).Xx/.t; zpw'?£(v. Filine Sacch.
n V. i3tì. Tutti erano a modo delle
galline quando schiamazzano. Dani Conv.
123. Lo tuo riso si.i "i-inza cachinno, cioè
sanza schiamazzare, come gallina Pataff.
IO. E dove hai fallo Tuo^o, là schia-
mazza, larih. Sfar. 6. i52. \ quali gli
dissero fra 1' allre cose , esser gran diffe-
renza tra shideic che la fuggir gli uc-
celli, e schiamazzar che gli alletta. Liì>.
son. 5t). Galletlin , se tu schiamazzi ,
Franco ti scolerà i pollinda dosso Varch.
Ercol. 62. Schiamazzare (dicesi) delle
galline, quando hanno fallo 1' uovo.
Mcnz. sai. 3. Et odio ancora entro il
vii cuor n' avea Usato al schiamazzar di
certi nibbi, Oguun de' quali intoruo gli
slridea. Dep. Decam, q'^. Il che sarebbe
secondo la natura di cuta' %oci finte, e
da cosa noia e dimestica e donde la
lingua ancora ha cavalo schiamazzare e
galloria. ^ Car. En. li. 1 ijj8. Come
neir aria insieme avviticchiati Si son visti
talor l'aquila e '1 serpe Pugnar volando
ec, E questo con la testa alto fischiando
E quella schiamazzando e dibattendo, ec.
(B)
g. I. In proverbio: La gallina che
schiamazza, è quella e' ha fatto l' aoi-oj
e vale, che Chi troppo s' affatica per
iscusarsi, per lo più si scuopre colpevole
Lat. qui se ingerii prò su^pecto habe-
tur.
g. II. Schiamazzare , fguratam. vale
Fare strepito , Gridare. Frane. Sacch.
nov, 32. Chi schiamazza di qua, e chi di
là: più giorni per la terra non sì disse
altro. Ciriff'. Calv. 2. 67. Dicendo: to-
sto darà nella rete Quest* uccellacelo ,
che tanto schiamazza E t\. 112. Il po-
pol grande, eh' era li di fuori, Islupefat-
lo ognun grida e schiamazza. Mcnz. sat.
2. E puoi ben schiamazzare e alzar la
voce. Che tulto è nulla.
'1^ §. III E in signiJìc. neutr. pass,
vale Gittarsi con isiìnamazzo . Lat. se
clamitan'lo proiicere . Gcmb. Asot. 2.
126. L'altra (colomba) per la p.Tura
(dell* Aquila) schiamazzatasi nella fonie,
e quasi dentro perdutane, pure alla fine
riavutasi ec, It ntamentc s' andò con
Dio. fiXS)
t SCHIAMAZZATORE. /VrAfl/.mdjc.
Che schiamazza ■ Lai. perstrepens .
Gr. Ota-^s^rJiv. Ltb. Fred. Proccura- .
va di rappacificare il popolo schiamazza*
tore
SCHIAMAZZIO Schiamazzo . Lai.
strepitus, (uniultiis. Gr. i^ocso^, hopu^o^.
Bocc. nov. 4- 4 Pi-inamenle passando
davanti alla cella di costui , sentì lo
Jo64
s c n
schiamazzio cLe costoro insieme facevano.
E hot; 75. 9. Il podestà lì' altra parie
SL-Dlilol'i, ff-rc un grande scbiamaizio.
SCHIAMAZZO. Honìore , Strepito,
Fracasso. Lai. stn-pitm . Gr. i^c'po;.
Sen. Piit. Mj io ti «lieo veramente, rhe
io non pregio quc&to schiamazzo e romo-
rc e liollore neenle più, eh' io farei ro-
morc d' un fiotto <li mare. Bern. rim.
I. 2. Avendo udito far tanto schiamazzo.
Varch. Star. l5. 60^) Comcchè Salviali
facesse più romore e maggiore srtiiamazzo
di tulli ce, nientedimeno ec Jifa/m. 8.
66. E cosi finiraa tanti schijmazii Di
chiamar la forluaa e i giuochi iagiu-
ftlt .
§. I. Schiamazzo, diciamo anche a
Quel tordo che fi tìen ned' ucceliarf in
gabbia, e si Ja gruiarc, mostrandogli la
civetti, 0 facendogli paura , acciocché
quei che s^n nclVnria si calino n quella
voce. Lai. turdiis ob'Hrepent '^forg 2\.
97, La frasca naturai, la pania, e '1 vi-
»chio, E la clvetra, e gli schiamazzi, e '1
fischio. * Car. IfU. 3. 106. H) ec fatto
incetta ce. Di visco, dì paniuzze, di civet-
ta, Di due merli, d'un tordo cantaiuolo,
Di Ire schiamazzi, e d' un altro che allet-
ta. (N)
§. II. Schi'im^zzot per similit. Tac.
Va^'. Ann. 4. Io3. Convennero che La-
ziare.hazzjca di SaLìno. f.sse lo schiamazzo
»■ gli altri il vischio (il testo laf. ha sir il-
rret dnlum).
SCIIIANCIANA . La linea diagonale
del quadrilatero.
SCniANCIO, cSTIANCrO. Che par-
tecipa del lun'^o, e del tarsio, siccome fa
Ja dindonile d.Ì quadro, altramcnti detta
Schinnciannm
%. A schiancio. Di <chiancio, e Per
ischiatich, posti avverbialmente, vagHcno
A sghembo, A sghimbescio^ A srhi.fa ,
Di travL-rfO. Lai. tranfiversim. Gr. Ttly.-
yt'w;. P^illnJ. Ftb'.r. 16. Tagliandolo a
schiancio io giù dall' una parte, salvo il
midollo. Cr. 5 5|. 3. Le sue pertiche
(del salcio) ec. si ricidano rilopdamente,
o almeno non molto a schiancio . Fir.
rim. l5. Se di lei solo uno sguardo Di
sollecchi 0 per stiancio Fan, eh' i' mi
consumo ed ardo, -f BeUin. Disc. 1.
24.5. Questi pezzi o tagliali per filo, o a
rhiancio voi gli attaccate poi insieme con
mille generi di cuciture. (C)
SCniANClRE . Dare , o Percuoter
di schiancio. Frane. Such. nov. 110.
Non gli die di sodo, che la scure schian-
ti.
SCHIANTARE. Rompere con violenza,
Fendenj ed è proprio drgli alberi, de*
panni
e di cose similij e si usa anche
nel neutr, pass. Lat. diffndere, scinde
re, scindi. Gr. Jtasx^?**^ o^^'Z^'^s-
c9'/t. /M/i/. /'</. 9. Gli rami schianta ,
ahhalle, e porla i fiori. T'^lS. E '1 tronco
kuo gridò : perch!; mi schiante ? Bocc.
nov. 16. 22. El pare che M cuore mi si
.•.chianti, rirurdandomi di ciò che già mio
p.idrc v' rl.W" a faro. E nov. 77. 5\.
Parve nel muoversi che tutta la colta
pelle le s' aprisse ed ischiantasse . òVn.
Pili. Forza di continua tossa , che ti
faccia schi.intare parte delle budella .
PalLtd.Sctt. I I. Perorrhè (la cera) umilia
1.1 pece, e non si schianta poi al tempo
del freddo
J). I Pef Cog'iere,o Pigliare con vio-
lenza. Strappare. Lai. carpere, dererpe.
re. Gr. arroX^yuv. Daat. Pwg 20.
Sicché buon fruito rado se ne trhianla .
/'." 28. E fruito lu in s'c, che di là non
ti ichiant.i. /?»/. ii'/." S.hianlare. cioi: Imn-
rare, corno si tronca lo frullo dall' arl»o.
re. (]Uindo si coglie Petr. son. 276 Ahi
morie ria, come a schianUr se' presta
s c n
Il fratto di moli* anni in si poche ore I
g. II. Per metaf. Diitam. i. 28 Se
la memoria mia da) ver non schianta.
# Pass. 22 ComanJandu quelli che pa-
reva il maggiore (d-'monio) di loro, che
r anima gli foue schiantata di corpo, co-
minciò a gridare ad atta voce ; ec. (V)
SCHIANTATO. Add da Schiantare.
Lat. discissus. Gr, Jtax*!^!»';- Pallad.
Gena. i^. In quelli gradi, che sono ra-
denti le congiunture delle foglie già
schiantate ec, mettono tutti questi semi.
* SCHIANTATURA, e STIANTATU-
RA. Stinnln, /{ottura. (A)
SCHIANTO. Apertura, Fessura, Rot-
tura Lai. fractura. Gr. xlw'ft;.
§ I. Per Subito, e improvviso scoppio,
rumore, o fracasso} e ti dice comune-
mente de'tuoni. Salvia. Prot. Tosc> 1>
290* Duro tuono dvl tuon del fulmine ,
che fa schianto, disse con bella novttìi E-
siodo.
§. II. Per metaf. vale Passione, e Tor-
mento Lai. cniciatuSt dolor, dividia. Gr.
a>yo;, T5V0;, >jt/i. /-./''. Amor, Che se
sapeste li sospiri , i pianti e gli srhianti
che sente il cuore ogni fiata, non la la-
sceres'i partir del ctirpo si tormentala.
SCHIANZA. Quella pelle che si secca
sopra la carne ulcerata. Lai criisla. Or.
Ttìa'^. Pool. Oros. Corrompendu il cor-
po, face'no srhlanze Dant. InJ. 29. Dal
capo a* pie di schianze maculali. Fr.
Giord. Pred. II moscado è una srhianza,
o postema d'una bestia. Car, Matt, 5. Fa'
che a schianto, a biiorzi. a ve»ciconi Gli
si fregi la cherica e la cotta. Bern. rim.
I. 10^ Con poni e schianze, e suvi qual-
che callo.
SCHIAPPA . Voce antica , e bassa .
Sorta di veste antica usata di' giovani ,
stretta alla vita, Morg. 27. 2^8. E parea
più rubizzo e più gagliardo, Che quc' che
aveao le schiappe e le divise.
* g. Per Arnese da rimenar la pasta.
Salvia. Pros. Tose l. lOI. Egli fa una
massa di pasta, <; vero, ma di pasta fine,
con una piccola schiappa, che e l'arnese
per rimenarla. (*)
SCHIAPPARE. Pare schegge di alcun
le^nù- Lat. in atiulas dividere. Gr. ft;
oztvoaXjULOys /lept'^stv.
g, Quanfio vogliamo mostrare, alcuno
esser grasso, e dt Intonis^ima fatta, dicia-
mo : É':li è grasiO, ditegli schiappa, ci-^è
quasi s'apre, e crepa , e non cape nella
pelle; modo fiasso.
SCHIARARE. Far chiaro. Lai. illu-
strare, clarum reddere. Gr. ).aa:rp'jvetv.
Dani. Inf 26. Nel tempo che colui, che
'1 mondo schiara. La faccia tua a noi
tien meno ascosa.
g. I. Per metaf. va/e Manijestarr, Di-
chiarare. Lai. illuilrare, declarare Gr.
ò>])oJv, cxpirivi^ttv. Oenes, Altro non se
ne schiara. Tcs.B'. 9- M. Ma per me-
glio schiarare ciò ch'egli ha dello . di.
rà dello circostanze . F p. 4* Mandargli
brevemente la somma di tulio suo uficio,
e schiarare, sicché nullo errore vi potesse
surgere. V Z,enon Pisi 9. Ma poiché
nostri piedi ci portaro Tanto vicin, che
chiaramente scorsi Quel che per tema di
bugiardo schiaro. (C)
3 g. II. Schiarare, in signific. neuir. e
neutr. pass, vale Divenir chiaro- Lat
sptendescere, lucesccre, illucescerc. Gr.
Jta^-'Jpt'^ei». Dant, Par. 21. Ma quell'
alma nel cici, che più si «chiara ce., Alla
dimanda tua non soddisfarà G. V. lO.
59. 6. Schiarando il giorno, la genie co
minciò ad andare al Prato. Guid G Es-
sendo schiarata la mattina . e fall'- le
schiere. F altrove: Sicchò. innanzi che si
schiarasse il giorno, più di TeolimiU uo-
mini uccisero a ghìjdo-
S C H
* §. III. Schiarare, si dice anche pot-
landò de* liquidi, e vale Divenir chiaro j
contrario d' Intorhidare. - ?iov. ant. 43 3
L'acqua schiarando , vide l'ombra che
piangea com' elli •• . (Cj
g. IV. Schiarare , fignratam. , per
Uscir di duh'>io. h»t. cerliorem feri Gr.
£y EiÒs'vai. Dant, Par. 26 E disse: cerio
a più angusto vaglio Ti conviene schia-
rar .
SCHIARATO Add.da Schiarare; Fat-
ti chiaro. Lat illuttratut Gr. TreywTi-
5uev5;. Dant, Par. 2*». Cosi viJ" io Io
schiaralo splendore. />, /ac. T. 6. ^5. 7.
O Iure bramata, Come in casa se'eolratà.
Tutta schiarala La fai diventare. 3f. V.
2. L\2 Schiarato il di, vedendo aperta e
presa la porta per i Ghibellini ec. , DOn
vedt-vano da potere riparare.
t SCHIARATORE./Vr&a/. mase. Che,
o Chi schiara. Lai. collustrator. Bui.
Stihiaralor del mondo, e illuminator delU
tenebre.
SCHIARATRICE. rerbal. fem. Che
schiarn. Lai illuminatrix.
SCHIAREA. Silvia talvatica La tea-
rea. Cr 6. 122 1. La scbiarea ti semina
del mese di Dicembre ec., e desidera tal
terreno, quale desiderano 1' altre erbe co-
muni. Quetta erba è ottima, ed è perpe-
tua, ce. .1/. Aldobr. 210. Togli seme del-
l'infrascritte erbe: ec , centroDgalli, cioè
seme di schiarea, balsamite, squinanti, ec.
* SCHIARIMENTO. Lo schiarire. Il
divenir chiaro Rei. leti i. i27.DoTeho
parlato a longo de'medesimi ÌDlorbidameo-
ti e schiarimenti. (*)
* §• Per Chiiriià, Dichiarazione. Sal-
via. Pros Tose. 2 21. Ne' luoghi ec. si
ommeltono le virgole, riserbandole ne* passi
più opportuni, e liisognevoli di distinuone
e di schiarimento. (')
SCHIARIRE. Farsi chiaro s e ti usa
in sig'iific neutr. e neutr. pass. Lai. i/-
lucescere.Gr, l5t/ATu^i*?siv. Bocc. Inlrod.
46. Il mercoli'di in sullo »rhiarir del gior-
no ec. usciti della città, si misero in via
Dant. Par. 25. Poscia tra esse un lume
si schiarì (cioè, apparve).
§. I. Per Divenir chiaro. Contrario d'
Intorbidare. Dav, Colt. 160. Svina e im-
botta un po' giovane, acciocché nella hotlc
alquanto grilli, e perciò si risenta e schia-
risca Sod-r, Colt. 76 Potrai ec. un pò-
chetto in sul primo lasciarlo bollire e schia-
rire. E 116. Lascùi un po' riposare «
schiarire.
§ II. Per Diradare, Slmrgare. G. V.
7. 27 8. Il re Carlo reggendo ftcbiarire
e aprir la schiera delli Spagnuoli oc-, si
ricoUc e tornò a schiera.
4 SCHIARITO. Add. da Schimrirej
Schiaiato, Posto in chiaro, Mtt$o al
chiaro. Salvin. (A}
SCHIATTA. Stirpe, Progenie. Lat.
sobolet , pr.-'gt-niet , stirps. Gr. yiyta'.
Bocc, tntrod, 27 Oh quante memorabili
scbialte ec. si videro senta successor div
bito rimanere! E g* "■/' ' '*> "**** *"*
glio mostrare d'essere di schialU di caa
botoli, che incontanente sì *uol vendica-
re, Dant. Pjr. |6. Udir come le icbiatte
si disfanno. Non ti parrà nuova cosa, nr
forle. 1-' appresso: L' oliracotala schiatta,
che s'indraca ec., GiV venia ad Fit, S,
}L Madd. 2. A quel tempo le arti • i
lavorìi non avvitivano le genlileue , e }»
nobiltà della schialta F appresto: Coloro
che fanno l'arti di guadagnare, sono spret-
«ati e avviliti, contultochì? sieno stali di
gentile schiatta. F 120 Maria Maddalena
Tue nata di schiatta reale. Cromichett, d'
Amar 35. E in lui finì la schiatta di
Cesare.
§. Per similit. Pallad. Fehhr. ip A
eatuna schiatU di pomi dipulerai il suo
s e u
onlioe, F. tugL 2. Se vuogli avere seme
di grande iscbulta di rape, ec.
SCHIATTIRK. Squittire. Lai. ululare,
latrare. Gr. u^k/teÌv. Ar. Far. 3c). lo-
Come levrier. «he la fugare feri Correre
ialomo e aggirarsi mira ec , Si tormeoti,
a'afìligge e si dtspiTa, Schiattisce indarno,
• si dibatte e lira.
SCHIATTONA Accrescit. di Schiat
Vi; e si dice di persona rigogliosa, e ai-
ttcciata, fìern. r,m. 3. 7. Credo che chi
cercasse lutto 'I mondo. Non irovcria la
[>iu grande
idc schiallona.
/,„
di Schiavo. V.
« SCHIAVA.
SCHIAVO. (.4)
# § Hchiiu-a , pfr Specie d'm-n. Cre
te 4- 12- ^- ^ massimamente nelle sot-
tili terre, e nt-tle speiie delle vili che si
chiamano albano, e sch\iYe.(Fj
SCHIAVACCIO. Pi-gsiorativo di Schia-
vo. Lai. servus viti^si-nus. Gr. àyòf%-
Wfl^ov panioTarsv. l'ac. Dav. Perd
etoq. ^ly. Oj^gidi , come il fìgliuolo e
nato, si raccomanda a una servacela gre-
/ ea, e uno o due schiavacci, che loro fa-
vole e pazzie imprimono nella tenera ce-
ra di quc'nobili animi. Mcnz* snl i. Pur
Sinceragli un giorno Anche un schiavaccio
i più rea catasta. E sat. 7. E nel tuo
cuor vedrai Berline e forche, e di schia
Tacci On bagno.
•f # SCHIAVAGGIO Voce poco usa-
ta. Schiavitù, Slato, e Condizione di schia-
vo. Siih-in. Seno/, Itb. 2 pag. 32. Era
lo spettacolo compassionevole, cunciossia-
chè i tormenti lutto il corpo deformava-
DO, che non era avvezzo allo srhiavaggìo;
il sangue colava lutto, e dileguavasi la
bellezza. (.4)
SCHIAVARE Sconficcare. \.i\.. refigere.
Gr. «rr^xa^Tjioyv. liocc. nov. 80. 33
Fece che M sensale fece schiavare ì ma-
gaiiinL Vii. Crisi. E schiavaro lo chiovo
de'piedi. Sior. Pijt. i6t. Schiavòe le
toppe, e mise dentro da trecento fanti.
SCHIAVATO y*'/J. di Schiavare. Buon
t\er. 1. 5. Il> Schiavato l'uscio che cola
risponde ec. Fummo tulli alla preda.
SCUIAVELLARE. Schiavar^. Lat. re-
figtre. Gr. «Troxa^j^ioùv. Vend. Crisi.
Poich'io ebbi la parola da Pilato , lo
ichiavellai della croce. E appresso : Lo
qual fu meco a schiavelUr Cristo della
croce.
SCHIAVESCO. Jdd. Di schiavo. Da
schiavo. Lai. servilis. Gr. Joyiixo'4. Tac.
Dav. Sior. 2. 296. Vana per I' astuzia
tchiavesca, che la moneta trafugava in ri- '
potigli.
SCHIAVETTO Dim. di Schiavo, L.it.
servulus Gr. è-*'j\tlQio-i, Stor. Eur. 5.
104 Così arricchiti fuor di misura, atte-
sero a finire a' mercanti gli schiavetti che
aveano presi, e tutto quello (he aveva ri-
capito. Fir. As. i55. lo voglio adotlare
un di quei miei schiavelli, e a lui donar
le penne, le fiamme, 1* arco, le saette, e
tutta la mia masserizia.
5 SCHIAVINA. Veste lunga di panno
grosso» propriamente da schiavi, e la por-
tano anche i pelh-^rini, e i romiti. Lat
centOf centttnculus. Gr. Tuppa^aua. liocc.
n.Qv. 37. 28- Prestamente la schiavina git-
tatasi da dosso, e di capo il cappello, e
Fiorentino parlando, disse. Frane. Sacch.
Op div. 144. La prima cosa che fa Io
pellegrino quando si parie, si veste dì
schiavina, appiccavi la scarsella , e met-
tevi ago e refe, e monete d'ari^oto e d*
oro. E rtm. 2. E con mante*, eh' a noia
Sono a veder di sì brulla schiavina. Vtt.
Bari. 28. Portava una schiavina tutta pie-
na d'orlique di corpi santi.
* S L E figuratnm, » Sem. Ori. 1. 27.
8. E poi saltarsi alla pelle alla fìne . E
Carsi le pellicce e le schiaTÌoe *> . (If)
Vocabolario T- II.
S C H
§, II. Schiavine, si dicono anche Aldine
coperte da letto, che si fanno di panno
della sfasa qti.ìlttà,
^ g. Ili Schiavina, vale anche Pri-
gione da schiavi. Ergastolo, Car. Apol.
5^. Ancor con questi voleti- esser villano,
ai quali da "goi altro che voi si cavereb-
be la berretta? Vi prometto che se vi sco-
tono, vi fauno balzare in una schiavi-
na. (Br)
SCHIAVINO. /'. A. T^omedi dignità,
o magtitralo. ti V. 8. 54» 2 Combat-
terono il castello, ove stanno gW schiavini
e rettori della terra. Frane. Sacrh. nm.
119. Ov'è *l Colile di Fiandra, E la gen-
ie malandrà, e lor schiavini.
schiavitù' . e SCHIAVITUDINE
V.aiX.. servUuSfCapttviias. Gr. at'j;_uaiw7i'a.
Red, I ip. I. 24. In altro modo |iiii evi-
dente non poteva mo&iiare al popolo qual
maniera di morte quella Reina si era elet-
ta, per fuggire la scbiaviludiiie dt-l vinci-
lore Augusto. ^ Salvia- disc. 2. Sty.
Quelli the dalla srhi.ivitìi della Giudaica
perfidia, o della Maomettana super>tizione
alla franchigia vengono del Cristianesi-
mo, (Nj
t SCHIAVO. Quegli che è in intera
podestà alitai, avendo perduta la liberta.
Lai. .serviis , caplìvii.t , mancipium, Gr.
cx.-^Spci~oiov. S. Gio. G'isost. i(.)6. Ri-
tornando miglioralo, e più fervente, e più
umile lo ricevessi non come servo, e schia-
vo , ma come fralel carissimo iu Cristo .
Bocc. nov. 80. 8. Dove egli non istelle
guari, che due schiave venner cariche.
Dant. Purg. 20- Veggio vender sua figlia,
e patteggiarne, Come fan li corsar dell'al-
tre schiave. Tac. Dav. Sior. 2. 297. Pose
a' liberti de* passati Imperadori un bal-
zello di tanto per ischiavo.
f 3 §. I. Schiavo, fìguratam. per Oh-
bligaio. Lat. oh-ioxius, Gr. t'ioyo^. Dav.
Scism. 10. VuuUeo ec. slimolava il Re a
soccorrere il Pontefice ec. , e fartosi giu-
dice favorevole nella causa del ripudio, e
schiavo il Re di Francia.
*p §■ II. Schiavo , pur fìguratam, vale
anche Dependente dai voleri d' alcuno.
Lìgio ad uno. "Bern. Ori. 1. i3. I. lo
voglio essere schiavo in vita mia A que-
sta doona per questa novella * . (C) Car.
leti. ined. 3- 266. Quando fu qui, sì vi-
yamente lasciò impresse ncU* animo la
bellezza e grazia del suo corpo, e le regie
sue virtù, che mi fece desiderare d'esserle
schiavo eoo ogni nmilta. (y}
SCHIAVOLINO. Dim. di Schiavo. L^l.
servulus. Gr. SovX^piov. Fir. As. 166.
Tu mi par così brutta schiavolina, che io
non so pensare ìn che altro modo tu ti
possi guadagnar la grazia d'alcuno ama*
dorè, se non con una diligente servitù.
SCHIAVONE. Accrescit. dt Schiavo j
Schiavo grande. Morg, 27. 262. Aveva
Carlo un suo certo schiavone Lungo tem-
po tenuto, detto l'Orco.
SCHIAZZAMAGLIA. Gente vile, e ab-
bietta. Lat. populi /ex. Gt. ntpirpi^ip-st.
Patnff. 4- La schiazzamaglia non ha de'
fiorini.
SCHICCHERAMENTO . Lo schicche-
rare, e anche la Cosa schiccherala. Salvia.
Pros. Tose. 1. 67. Ben quattro volumi
ha pieni di questi suoi scbiccheramenli.
SCHICCHERARE. Propriamente Im-
brattar fogli nello 'mparare ascrivere, o
disegnare , che anche diciamo Scaraboc-
chiare. Lai. conscribillare, Bocc. nov. 73.
10. Senza avere lutto *1 di a schiccherare
le mura a modo che U la lumaca (qui
per similif. }. Car. 3fatt. 6. Su, che 1
cui gli si turi e si suggelli, Che più carte
non schiccheri, o 'mpacchiuche. E leti. 2.
48. Arò piacere che vi mandi a vedere le
sue novelle, te n'avrà schiccherate più di
S C H
io65
quelle che averà di già vedute Mens.
sat 8- Retloricuzzo schiccherar prrsuni*
Le carie intorno a'viiii. '/:,' sat. \\. Che al
MuDlrmagni potria fare scorno In schic-
cherar paieiiii in stil soave.
SCHICCHERATO. Add. da Schicche-
rare . Fr. Ciord Fred, D. Oh che pazzia
è questa? lare un mestilo schiccheralo,
pieno di farfalloni, che coiter*a 3oo lire,
o più. che se egli il volesse rivendere a
mano a mano, non ne trarrebbe il lerxO.
e se la donna si muore, non vai più nat-
ia (q'ii per similit.). Allcfi. 89. Mi si
leverà dinanzi f^rse questa serca^-;ÌDe del
fiatar tutto '1 giorno cartucce schicchera-
te al buio.
* SCHiCCHERATORE. 7Vrtfl/. ma«.
Che schicchera. Che scarabcichia Cuarin.
Un. ì.(B)
•f * SCHICCHERATURA Schicchi-
ranientOj Scarabocchio, Sgoibto. Stgner.
Concord. pati. 2. cap. 7. Anzi io conce-
do che ec. sian più ec. che le dipin-
ture di Apelle , rispetto alle schicche -
rature, o agli scarabocchi de'suoi garzoni
più infimi di bottega. (A)
't * SCUIDIOWARE. Inflzare i car-
naggi nello schidione per cuocergli ar-
rosto . Salvia. Odiss. Indi due recò
( porcelli ) , e mise Alla fiamma , •
trinciò, e ischidionò ( l' e.sempto e trat-
to dal lib. i\. V. io5. ma i' edi», dei
Man/re legze inschidionò). (A)
SCHIDIO.NE, e SCBIDONE . Stru-
mento lungo, e sottile, nel quale s' in fa"
zano i carnaggi per ctiocerglt arrosto, ed
è per lo più di ferro. Lat. veru. Gr.
GplXo'^. Bocc, nov, 4p» 12 Tiratogli il
collo, ad una sua fanticella il fé presta-
mente pelato e acconcio mettere in uno
scbìdone , e arrostir diligentemente. Cr»
5. 29. 3- Il suo legno f del ginepro) è
rosso e bello , e alquanto vaio e odorìfe-
ro , ed è buono per ischidioni. Frane.
Sacch. nov, 34 Trovò io cucina un gian-
dissimo fuoco con due pentole piene , e
con uno schidone di capponi e di starne.
Ar. Sat. 3. Unga il suo schidon pure, o
'1 suo tegame, Sino ali* orecchio a ser Vo-
rano il muso. ^ Car, Eneid. i. 348. Lun-
ghi schidioni, e gran caldaie appresta-
no. (FP)
SCHIENA. Neil* uomo la Parie dere^
tana dalle spalle alla cintura j nel qua-
drupede Dalle spalle alla groppa j e ne'
pesci, e simili. Tutta la parte di sopra
tra 'l capo, e la coda.'Lìt. dorsum. Gr.
vwTtsv. Ì)ant. Jnf. 22. Come i delfini ,
quando fanno segno A* marinar coli* arco
della schiena , Che s' argonientin di cam-
par lor legno. E 3\. Che talvolta U
schiena Rimanea della pelle tutta brulla.
Bocc. nov. 90- 9. E così fece alla schio-
na e al ventre. Frane. Sacch. nov. iSg.
Fra gli altri quasi nell' ultimo della sua
vita n'ebbe uno (cavallo) che parea uno
cammello , con una schiena che parea
Pìnzadìmonte. Bern. Ori. 2. 12 4- ^^
colui privo al luito di cervello, E debil
molto, e tenero di schiene , Ch* ad una
donna (sia chi vuol) gli dica, perchì; a
tener le duran gran fatica (parla de' se-
greti ) . Farch. Sior. iQ 3lO. Tulle le
grasce dovevano venire per ischiena di
mulo, o d' asini fcioi., portate sulla schie-
na).
§. I. Per similit. Bemb. Asci, 2. I27.
Il vedere la sua donna , spaziando con
altre vergini, premere le liele erbe de*
verdi prati, o de' puri fiumicelli le fre-
schissime ripe, o la consenziente schiena
de' marini liti , incontro a' soavi zefi-
ri camminando, ec. Tac. Dav. Ann.
4. 97. Quivi s'accampò, e con ottima
gente prese la schiena d' un monte. Lib.
Son. 60. Per ischiena un mattone Scara-
.34
io66
S e li
bio di alar, di molle non Lì caglia. E 1^3.
Le schiene «li due treipoU erjn meoM .
Gai. Sist. 382 Siccliir la scUieoa del SUO
coperto può ieg;»re ad cingoli rcUi il roe-
riifiano di qualche aUilaziooe posU aelU
pianura.
f !r S- **■ Schitna» Jiguratam. par/aado
di vino, per Forza. JiU-g. 179. Di piano
lo pigliavano, pcnhé egli ( ii vino) di
manco fumo , e più colore j e quelli di
poggio lo tolgono , perche egli ha manco
tiola, e più schiena. (V)
* §. \\\. Schiena-, chiamano i Marina-
ri Quei petit di legno disposti come tra-
viCctU» cfte attraversano il fondo dei hat-
uUi» e sopra i quali si attaccano le swla,
le tavole, e le bordature del /ondo. (A)
» SCUIENACCIA. /Vc^. ài Schiena.
Fir, rim. buri. i. 28;1 Che quejlì cola-
lon lo possan fare. Oh' hanno schienacce,
che ulle voUl- ho visto Le campane, e le
funi lur ipeiiare. (C)
SCUlENALt:. SJ'iena. Li.t. dormm.
Gr. vwTov. Cr. 9. 8- i- Il miglior caval-
lo che sia. e quello ec. che ha forte guar-
datura e forti orecchie, lunghe chojrae, e
ampio peno, e schienale curi... liut. Inf.
25. I. U due pie dinanzi s aggvunsono
colle braccia ec. e li due di mc^zo col
y^Q\xty e 'l capo col capo, e la coda s ag-
giunse allo schienale.
* g. I. Schtewile, Termine de Macel-
lai. V unione delle vertebre che compon-
gono le schiene delle bestie da macello.^ (A)
* g. li. Sthienale, dicono pure a-l A-
nlmella che e contenuta ndU vertebre
medesime , che nf^U uomini si dice Mi-
dolla spinale. (A)
SCUIENANZI'A. Infiammazione delle
fauci, V della laringe, che rende dipiale
a respirare, e rtn^ihioltircj che anche in-
differentemente si dice Schinanzm, Squi-
aanzia, Schcmnzia, e Sprcmanzi». hil-
angina. Gr. a\JjU/xri Fr. Jac. T.J\.i2.
2. A me vegna mal di dente, Mal di capo
e mal di vunlic, A stomaco duolpungen-
tC , Ed in canoa schienaniia. * '^l''"7*
Stor. hb. 4. Avendo avolo il male della
schicnanzia, che i Ialini chiamano angina,
ai condusse ec. in termine, che si dubito
assai della vita. (FP)
SCHlENCntE. Ì'.A. Schcncire, Ve-
^>Z. Lo scudo ben reggere, e 1 colpi bene
schieucire, e arditamcule i colpi fi-dire
0/ testo lai. lux veulcntia tela defle-
"ciÌlENELLA,e SCUlNELLA. Malore
die viene m-Ue gambe dinanzi a'civalh
tra '/ pinocchio, e la giuntura del pie.
Lib. Molt. Volendo vendere un suo cavallo
mollo bello e leggiadro, fu rifiutato, per-
chè aveva una schicnella.
§. Per simtlii. Frnnc. Sacch. rim. 21.
Libero fojlc di irhinella, o rappa. Car. lett.
2. 87. Qujudo la rilazion comparse , noi
trovò nel letti. 'colla febbre j or. Dio lau-
dilo, sim rimaso senza, ma non già senza
altre srhienelle the mi trovo addosso.
f SCUli->UTO. Add. Che ha grande
schiena. liurch 2. 87. E fa, stu puoi,
che sia ben fazionato te. Largo nel pelto,
• sia bene schicnulo (parla d'un cane).
SCniEHA. Numero di soldati in ordì-
aansa. Lai. ncies, vxercitus, Gr. Tty^ccC'
TOt^i; <*. /'■ IO. 86. 4 ^^^^ tulla Tosto
de' I-'ioreuliiii di l»r.Uo con ordinala ichie-
ra« IC 11. 2. 20. Sthierc di cavalieri ar-
matit che cavalcasiono u furnre. Croni-
cheti, d' Amar. 53. Tito Quinzio dilla-
lore muisc le schiere, e cumbaii;- con lu-
ro. /■-' appresso : Lo dittatore, eh' era Cara-
millo , mosie le schiere , e combaiiè, e
»ioic. /i94 ^*" ^^^^ l"fo l""'?'""" ""*
ischicr.i lunghissima , credendo lare per-
cuoterò la roda della ichiera colla testa
addosso a Cesare j ma Cci.ue s'avvide, e
5 C H
fece le sue schiere per modo, ch'egli scon-
fisse e ruppe i Barberi.
g I. /Vr tnet'f n dire d' Os'ti ordì'
nata moltitudine. Lui. acfS , muliitudo .
Triif^Oi, o^.uoj Dant. Inf 2- Ch'uscio
per te della vulgare schiera. E Fa-, l8.
E come augelli surti di riviera ec. Fau-
no di &è or tond.1, ur lunga schiera. Petr»
son. 24t>- Guitlon saluti , e mctscr Cino
e Dante, Franceschin nostro , e lutla quel-
la schiera (cioè, compagnia, conversaxìo
ne, brigala). Cr. 8. 2. i. Piantanti in
esso schiere, ovvero ordini di peri e <)i
meli, ce; ancora vì si piantano schiere
di muri e di cihegi (cioè, fiUri ).
'fi g. n. Similmente per metaf detto
ili Mo/tiliidine di vocaholi, o simili. Pal-
lav Tratt. stil. cip. 21. Per tantu la re-
gola inlornoa questo si è, che i vocaboU
si Viigliono separare in tre schiere. (lì)
§. \\\. A schiera, posto avverbialm,
vale In compagnia, in truppa. Lai. C'itev
vatim. Gr. 0».$6-i. Gmd. G. Ailunque
andare a schiera a* tempii degl'Iddìi, e
onorare ec. Sen, licn. / nrrA. ti. 32. Kun
si chiamano amici colesti , che a grande
schiera picchiano la porta.
§. IV. A ichu-ra a schiara , vale In
ischieia, A una schiera per volti. Lai,
agniinatim. Alani. Colt. i. 2. Il cornuto
paslor co* suoi Sei vani , Co' suoi Satiri e
Fauni a lui compagni, Veogao colle xam-
pogne a schiera a schiera*
t 3 SCIIItRA-MENTO. Vazione dello
schierare i soldati in ordine di batta-
g'ia . LaL instrucfio . Gr. TTa^aTK^i;.
Zibald, Andr. Mostrò perizia grande
nello schieramento delle sue genti.
^ §. Schieramento, si dice anche fi-
gitralani. per Cosa qualunque posta in
ordine. " Salvin. Pros, ^i>sc. I. 566.
Non sono mica le lingue un giochetto di
varii suoni, ma un arlifieiuso scbieramcu*
lo di pentirri in parlar ridotti >> ■ (C)
SCUIEHAUE. Mettere in i^chiernj e si
usa in sisai/ic. att, e netitr. pass. Lat.
aciem instmere , explìrore^, instrnere e-
xertitum. Gr. :ra^TOCTTetv òwvaatv. <i.
V. 8. 12. 2. Sctiieraronsi parto di loro
nella piazza dì san Giovanni. £ 12. 95. 5.
Lo Ile d'Inghilterra fece armare, e schie-
rar sua peate. Cronichett. d'Amar. 79.
Mario co* Romani si schierò, e comballc-
ro. Cirì/f. Cali'. 3. 72. E preson jier
parlilo d* assaltare 11 campo sema dovcr&i
schierare. Tass. Cer. 20 2^. Cosi Einiren
gli schiera, e corre anch' esso Per le parli
di mezzo, e per gli estremi.
SCHIERATO. Add. da Schierare, Mes-
so in ordinanza. hM. i'istrurtus, rxplica-
tus. Gr ■nupcit.TiT'jtyiiiv:)^ C /". ii.8tì.
1. Il Re d' Inghilterra venne con sua
gente schierato nel luogo ordinalo. M, F,
i. 3q. 1 quali, schierali in sul campo, fa-
ccano vergogna al Re. Cronichett. d' A-
mar. l36. E' Pisani sì puoiono a campo
presso a' Fiorentini , e' Fiorentini tulli
schierati andarono verso loro. Tnc. Dav
Ann. 4* 8i)> 1 nostri fanti e cavalloggieri
bene schierali, disposti, e provveduti ^l'ar.
En. II. y56. Pir-na d'.irmi, d'insegne,
di cavalli, E di schierati fanti e di squa-
droni Si vcdea la campagna: cran per tulio
Gualdanc, ce. (/i)
# SCHIERICATO. Add. Schericato.
Bern. rim. \. 77.. Ladri Cardioalacci
schiericali. (F)
3 SCHIETTAMENTE. Avveib. Con
isdiirttezza. Lat. \impliciter, libere, in-
genue. Gr. cÀcuàc'^wc , a:T).ù{. Se^n.
helt. Dove sono quo'heni che schìellA-
mente soo beni. Tac. Dav. Perd. ehq,
4o5. Sapere csier ciò non per cavarli da-
nari, o per redarli , o iniiwlrar qu.drbr
uficio, ma schiettamente per amor luu ^
SiUm. Odiss. lib. 8. *• 756. Or \tt .
S C II
ciò dimmi, E per ordiuo cuoia schietla-
mente U'ti smarristi, e a quai giugoesti
luoghi, ce (li)
SCHlETTEiZA. Astratto di Schietto.
Lat. iinctritas, simplicitas, libertas., con-
dor, in^ennitas* Gr. «TtiaTr,;, Kj>s7cta.
# Salvin. pros. sacr. Oraz. S. Jiened.
Mjravi(;lia dunque non l-, se tanta foise
la veemi'oza delle sue predicazioni ec. ,
tanta t'autoril'j e la scbiellessa nel par-
Lre de' suoi pensieri, ec. (H) Hellin. Utt.
Uom.i'l. 1-2^5. Prendo qualcheconsolauonc
ceonfurio d^lla mia c>jscÌcoxa« dalla bontà
e schiettezza del presente governo, sulto
il di CUI patrocinio mi fido. (C) E Disc.
2. 7. Quanti souo gli animali ec. che sono
r est- m più e 1' amure delle donzelle con
la ftchittlezza del lor candure ec. (F}
\^ % Schiettezza, dicesi amche la Qua-
lità di CIÒ che è schietto, che non i me-
scolato con altra cosa . lìellin. Bucch.
211. E quesiu peso jggiunlo alla figura
E alla schirllczza di quel gran perlune ,
Fa che stimala eli* è senza misura. (B)
SCHIETTISSIMAMENTE . Superi,
di Schtett-imente. tf Srgner. Prtd. 6. 5.
Schielli»simameiile ve lo confesso: quanto
più mi stanco a pensarvi, tanto meno la
su trovare (li)
SCHIETTISSIMO. Superi, di Schietto.
•? Segner. Mann. JS'ov. 5. 3. Ti basti di
sajHrr questo, per voler esser al cootrario
schieltissirao { tincerissimo ) e candidiui-
mo in ogni affare . (B) Bet/in. Disc 3.
33. Terminiamo adunque questa schiettis-
sima e purissima verità. (Min)
f 3 SCHIETTO. Add. Puro, A'm mi-
schiato. Lat. pu'its, mer US, simcerus. Or.
t.'j.^(g.z6:„ ei'>x,S(vr;';. Ott. Com.lnf.^ i6jj.
tnfiuo a qui sono schirlle parole di Boe-
zio. Sa^g. nìt. esp. 128- Quelli (vasi) A*
oro più schietto soiiìglia e dislcode, e fi-
nalmente strappa . Buon. Fier. 2- 3. 4-
Chi si compiace di color miftlìali , Avrà
da soddisfarsi, Perchi* gli schietti ci «odo
in disuso.
* § L F. accompagnalo dalla parfi-
crlli da . Pnilav, Ptrf. Crist. procm.
Nelle passale mie opere il sacro è come
1' oro nelle monete , il qual non è mai
schietto da qu.ilche lega di rame . (D)
§. II. ScJtiitto, per PiJito, Uniforme,
Seni/ilice. Liit. simple.r, purus. Dant. Inf.
l3a Non rami irhirtii , ma nodosi e 'o-
volii . E Pi"^- I. Va' dunque, e fa* che
tu coìtui ricinga D* un giuoco srhi.;l(o .
Petr. canz. 2). 3. lo un boschetto nuo-
vo i rami santi Fiorian d' un lauro gio-
vinetto V schioilo. E son. 166 E sol nelle
mìe piaghe arerUi e crudi , Uìti schietti ,
soavi . ^< E son. l5o lur come donna
in un vestire schietto Celi un uoro viro,
o sotto un picciol velo. (C)
^ g. 111. ScbieUo, %-ale uUorm Aon
corrotto, iVit/i puatto. Btlc, FiU Célomb,
2S3. Sconficcarono il coperchio della cas-
sa, e trovarono quel corpo in quella caMa
intero senza ninna macula; e la gonnella
e il cappuccio, e la (:rÌllaoda lolli sani .
e schietti, come quando glieli misuoo in-
dosso. (C)
tf %. IV. Schietto, riferito « vino, tWc
JS'on niischiitto con acqui. Puro. Ar, Sat.
2 E il vili fumuso a me mj più inter-
dello. Che '1 losco, costi a inviti sì tra-
canna , E sacrilegio « oon b«r molto , e
sclticltu. (C)
3 §• V. Uomo schietto, snUe Di mem-
bra leggiadre, t agili j contrario dt Attic-
ctaio, Tra^trsato, o Massiccio j ckt «is-
che diremmo Scarto. Lat. agiUs. (r. /'.
10 87. 4* Questo Caslruceio fu« della
persona mollo destro, grande auji, d*a«-
vrnanlc fiirma , ischieiio , e non gratin.
Cron. Morell. 2^2. Fu costai di poriona
più che comunale, cioè di grandeiza, se-
S e II
condo i\ tempo suo. schietto, e oon però
magro, ffern. Ori. 3. 7. !^^. Di persona
cri grande, m^gro e schieltu.
# §, Vr Sc/iietlo, e anche a^^itmto d'
alcuniì parte del corpo , e vale Afille ,
Anzi magro che no , Sotli.'e . <• Lasc
Spir, 2. 5. I*on mente gjmba scbiella !
guarda cosce mcmlirulf »! Stor. Eiir. 1.
6. Il reslo nitfOlcdimapco dellj persona,
lutto era bello e Ijtn fatto veramente; gli
omeri larghi, le Ixaccia grosse, e* fianchi
schietti, il venite raccolto ec. Ftr, Dial.
Bill donn. ?>\\. A UD dito si ricerca es-
sere schietto e bianco, /l 423. I fianchi
Toglion rilevar* ass^i. e gittar su il busto
schietto e gentile (Cj
§. \\\. Uomo schietto, ^'j;urntam. vale
Sincero . Lat. simplex » purus , integer ,
sincertis, ca/ididus, liOer , ingeanus. Gr.
xxìxpo'i , affici , iihxpi'Jr,^ ■ * '^'r?''-
I^ior. nnt. l6o- Uomini ec. in che il nuo-
vo stato assai confidava, per aver renduto
all'uno la patria, all'altro lo ìtalo, e di
ichiello cauiìtlico averla chijmalo a quel
governo che in un viver Ubero per le sue
virtù non gli poteva esser negato. (C)
* §. VUI. Onde Andare scfiietty, mie
Procedere con sincintà , ingenuamente .
Sert. Giamp, 225. Può essere che aven-
do voi udito raccontare a qualcuno ec.
cora* ella voleva che chi avea a parlar
co* principi usasse parole di bisso, cioè
andasse candido e schietto ; voi per mo-
strar che il vostro parlare sia più che da
principi , può essere, dico, che siate an-
dato apposta a cercar di questa paro-
la- (C)
* g. IX. Arme schietta, Term. arai-
dicoj e dicesi Quella che è intera, sema
rastrello , o altro j che anche dicesi Ar-
me pura. - Riccrd. Mtlexp. X78. Per lo
detto Doca il sopraddetto cavaliere, e la
casa de' Pazzi portano e portavano Tarme
•chiclla del Duca di Bari ». (/>}
•| * SCHIFA. F. A. Noia. Vit. S. Gir.
4". Affrettati , dolcissimo sposo dell' ani-
ma mia , e non 1' avere a schifa , perch'
ella sie nera de'peccaii. (Vj
SCHIFA 'L POCO, (fiato a modo d'
aggiunto . Dìcesi di Persona che artata-
mente/accia la modesta, e la contegnosa.
/Vr. Lue, 1. 3. Cosi si vuol fare a que-
lle schifa '1 poco: non ne lasciar lor vìn-
cere ooa per nulla. Late. Spir. 2. 5. Se
io fussi so ben io chi, tu non faresti co^ì,
monna schifa '1 poco. ^S Cccch. Asiiuol.
1. 2. E voi , monna schifa '1 poco , che
fareste? Giù. Il medesimo, o meglio. (1)
SCHIFAMENTE . Avveri,. Con ischi-
fezs't . Lai. sordide. Gr. 5.»"apw5» -^'^-
SSoit. Diue che M pigliava con due dita,
e fece 'l segno molto scbifamente ( qui
vale: In maniera schiva. Lai. parce ,
mcde^ie ),
SCHIFAMENTO . lo schifare . Lai.
tvitatio t fuga , declinatio . Gr. éi<z)i5t?.
Albert, cap. 60. Lo liguardamento è
scbifamento de' viiii contrarli ( così nel-
/' ottimo lesto dell' Accnd. Lo stampalo
ha Circospczione e guardia de' viiii con-
trarii ).
§. Per Dispregio , Vilipendio . Lat.
opprobrium , ahìrclio. Gr. ovsi^o; . f'it.
Crist. D. lo soo verme, e nun uomo,
vituperio degli uomini, e schifamento del-
la gente .
* SCHIFANOIA. Fuggifatica , Pigro.
Lai. iners, suis inservims commodis. Gr.
orpyo'^, vw^sir'^. Mail, Franz, rini. buri.
2. 100- Ma chi trovasse il modo a bilìcallo.
Sarebbe an schitanoia. (*)
•f * SCHIFANTE. Che schifa. Che
ha a schifo , Sen, Prcv, ^26- Che dun-
que? Sarebbe più felice ( Fabbrizto } se
Del suo ventre atlaffasse pesci di loogin-
quo marct e pellegrine uccellagioni, e se
S C II
di calcinelli del mare, di sopra e di sot-
to, la pigriii.! dello stomaco schifante ri-
lev.isse...7 (.lì
SCniFANZA. P\ A. Lo schifare, Schi-
fmienio. Lai. evitati^, Gr. ^xxiioc Frane.
/Jarlt. 179. 16. Ma non prendessi csem -
nUi in securanza, S' hai a far col minore;
Che tal fiata onore Tolgon a quei, che
00 fanno schifanza.
SCHIFARE. Schivare, Scansare, Sfug-
gire . Lat. evitare , effugere , declinare ,
dejlectere, fastidire. Gr. Éxx.VtvEiv, a:To-
n'-T^ì-^-.'yiKf.*. s :r«p5;rT!9àai . Jiocc. nov,
(\\. 4. La giovane, senza schifar punto il
colpo, lui similmente cominciò ad amare.
K no.' 60. 17. Li quali tulli il disagio
andavan per 1' amor d' Iddio schifando .
E nov. 8f>. 3. Se l'iouccìo ec. non aves-
se schifato il biasimo della giovane e *1
suo . E Lab. 169. Dalle quali cosi belle
tu non se' schifalo oè schernito, ma è loro
a grado il potere slare , sudare , e usar
leco . Albert, cap. i\. Non ischifa fatica
chi disidera gloria di virtude, e di bonla-
de. Tes. Br. 3. 6. L' uomo dee ischifjre
mala acqua e paduli e slaj;ni , massima-
meole se sono contro a Occidente, e con-
tro a Mezzodie. Pelr. cap. 5. Che giam-
mai sfherroidor non fu si accorto A schi-
far colpo ((/III Lat. delle» tcre ). ^ Poliz.
rim. leti. 1O7. U quale (Ci/io da Pistoia)
primo, al mio parere, cominciò I* antico
rozzore in tutto a schifare. (Cj
5? §. I, £ in signifìc, neutr. pnss. Med,
Arh, Cr, 32. Neil' ora del tradimento la
bocca che abbondava in malizia non si
schifò di lasciarsi porre alla sua. (€} IH.
SS, Pad. I. 26^1. Sovveneli di quel che
potè, non curandosi , ne schifandosi della
villade e bruttura, che suole avvenire al-
le donne nel tempo del parto. (CP)
§. II. Per Dispregiare . Lai. speme-
re. Gr. xataypovsTv. Petr. canz. 2p. 3.
Quel poco che m' avanza , Fia eh* 1' noi
schifi , s* i' *1 vo' dare a lui. Guiit. leti.
20. Nullo è grande, for quello che quanto
ci è schifa, e a cielo bada.
§. HI. Per Avere a schifo, 0 a stoma-
co. Lai. aspernari, ahhorrere. Gr. juioaT-
TEsScti. Cavale Fruii, ling. Non si sde-
gnano d' esser nostri ministri, e non ischi-
fano ne il lebbroso, ne 'I peccatore. Cas.
leti. 35. Se il precettore lusse di qualche
condizione, non sarebbe astretto a fare al-
cuni officii che si sogliono schifare, d'ac-
compagnare il putto fuori , e simili altre
cose.
g. IV. Per Ricusare. Lat. recusare .
Gr. a'vavsy'siv. Din. Comp. i. 17. Tanta
baldanza pre5e, che palesemente egli e la
sua famiglia vendevano la giustizia, e non
ne schifavano prezzo, per picciolo o grande
che egli fusse . Bocc. introd, {^Z. Se di
prenderli a questo ofirio non iscbiferemo.
SCHIFATO. Adii, da Schifare. Lat.
evitatus , Jastidio habitus. Gr. fii'sfixó^.
Cron. Morefl. 271. Scaccia paura, timi-
1 dezza ec., e altre simili, le quali ti fanno
tristo e Egraziato, e fannoli essere non re-
putato, da niente, e schifato (cioè, disprez-
zato). Calai. 27. Figliuolo, questi è mes-
ser Domeneddio , e 1' acqua da lui solo
bevuta , e da ciascun altro, come tu vedesti,
schifata e rifiutala, fu la discrezione.
t SCHIFATORE. ì'erhal. masc. Che,
o Chi schija. Lai. osor. Gr. ò [Xitriiv.-;.
Lib. Prcd. Si mostrano scbifatori di quel
brutto peccato .
SCHIFETTO. Dim. di Schifo sust.
Lat. phaseìus . Gr. ya'jriXs;. But. Par.
II. 1. Sì mise a voler passare di colte
quel mare con piccolo schifetto, che avea
Amiclate pescatore poverissimo. E appres-
so: Misonsi amburo in mare per volere
passare col suo schifetto, ma non poterò,
per la grande fortuna che era io mare.
SCI!
1067
SCniFEYOLE. Add. Che schifa. Lai.
fìiltdiens . Gr. Tta^OTTTo'asvo; . Bemh.
Afol. Esso interrompendoli soverchio, delle
sue lodi scbifevole , volea , seguitando ,
alle prime proposte ritornare -
^ §. Se hfevole, per i schifoso , Schifo,
Che fa stomaco. Segner. Crist. instr. 3.
2.^. 21. Appena slam nati, che egli (di-
sto) ci appresta un bagno , entro cui la-
varci dalla lebbra schilevole del pecca-
lo, (ys)
t * SCHIFEVOLMENTE . Avveri.
Con ischfimcnlo. Lat. incvitabiliier. Boez.
i^?>. Che se non ischirevolmentc esser ad
avvenire giudica le cose, le quali eziandio
è possibile non avvenire, è inganoato: la
qual cosa ec (f'J
SCHIFEZZA. Lnidezza, Sporcizia. Lat.
sordes, spurcilia, immunditia. Cavale. Di-
serpi, spir. Il cibo itgettato è di più schi-
fezza, e più abbomiuabile, che qualunque
altro cibo freddo e spiacevole.
§. I. Per Istomaeoggine. Vit. SS. Pad,
2. 76. Egli avea sete, e non volea bere,
per ischifezza di quel lebbroso.
g. II. Per Soverchia squisitezza di gu-
sto , 0 per Lo recarsi a schifo ogni co-
sa . Schifila . Lat. deliciec , fnsUdium .
Sen. Pisi. La fame richiede piccolo costo j
la schifezza e la ghioltorcia lo richiedo
grande .
* g. in. Essere a schifezza una cesa,
vale Averla a schifo . S. Ciò. Grisost,
238. Cooluttochc gli sieno posti ionaosi
soavi e dilicati cibi , piultoslo gli sooc^
orrore e schifezza, che a diletto. (TC)
SCHIFILTÀ', SCHIFILTADE,eSCHI-
FILTATE. Astratto di Schifo, in si^nific»
di Guardingo , o Ritiralo. Lat. ntod^Uia.
Gr. KOafiiÒTri^. Bemh. Asol. 2. 1^8. Ora
il pregio della schifiltà onerando, ora i
fruiti della dimestichezza procacciando,
J §. ). Per Rilrosìa, Ripugnanza. Lat-
refractnrii animi vitìum , ruslicitas . Gr.
dypiòzT,^ . Sen. Pisi. 78. Egli è tanto
grande la loro schifiltà e segnoria, che si
fanno portar dietro la cucina . Bocc. In-
trod. 36. Acciocché noi per ischifillà o per
Irascuralaggine non cadessimo in quello, di
che noi peravvenlura per alcuna maniera
volendo non potremmo scampare.
* g. II. Schifiltà, talora vale anche
Azione da schi^ltoso , ritroso , « Segr.
Fior. Slandr. 4- 8 Ma io non la lodo
già , che innanzi che ella ne sia voluta
ire a letto , eli' abbia fatto tante scbifil-
l*a ». (N)
§. in. Per Istcmacaggine . Z.^i. fasti ■
dium , nausea. Gr. avo^^^i'a, vaUTt'st .
Sen. Pisi. Che ha malo stomaco e cor-
rotto , e pieno di schifiltà.
§■ IV. Per Lo avere a schifo, Sausea.
Mor. S. Greg. Dispregiano quelli che so-
no entro nella chiesa, per iscbifiltà della
lor vita.
SCHIFILTOSO - Add. Che schifa ,
Schivo, Ritroso. Lat. diffìcilis , rusticus,
diirus, Gr. dypio^. Dav. Sctsm. 12. Quan-
to più il Re la sollecitava, tanto più con>
legnosa e stbifillosa gli si mostrava, giu-
rando non esser mai per dare a persona,
che suo manto non fosse, la sua vergi-
nrtade .
SCHIFISSIMAMENTE. Snperl. di Schi-
famenle. Loidissimnmente , Sporchissima'
mente. Lai, spurcissime. Gr. àifj)(pdrcc7CC.
SCHIFO. Sust. Paliscalmo. Lai. sca-
pha. Gr. (ixa'fj). Serd. Leti. Ind. 3. 81O.
I mercatanti vollero andare alla terra co-
gli schifi . Ciri£. Caìv. t^. 122. Liuii e
schifi sull'acqua leggieri . v^r. Fur, il.
37. Tosto che 1' orca s' accostò , e sco-
perse Lui nello schifo con poco ìolerval-
lo , ec.
g. Per simrlit. si dice di Volta di slama
falla a guisa di schifo a rovescio.
io63
s e n
?o
SCHIFO . j4dd. Sporco , Lordo . Lai.
jpurcut , lutufentus . Gr. à^ix'ìa.pTOi ,
^opBopoìSm. Gatat. 7. Non sodo du fare
io presenzj Hegli uomioi le cose Uide, o
fetide , o schife.
f §. I. Per lìitroso t Fastidioso, Che
V"ff?** Che sdef^na ogni cosa. Lai. indi-
gnans , /astiilienf , dr/icatus . Gr. clrzo-
nrpiyóp.fi'ìi » Tzctponro'fitvoi , aS^a'; .
Bocc. no^'. 17. l5. Moilrjndo di Don a-
vff cura dì ciò . che ella ti moìlrava
■chifa . Lab. 263. Nelle Chiaoi di mci-
sa state con multa meo noia dimorreLbe
ogni schifo, che vicino a quello. C y,
l3.'». 5. Fu alquanto pr^suoluoio, schi-
e sdegnoso . Òlt. Com, Inf. 3. 32 A
dare ad miendcre, che ancora e schifo di
passare uomini vivi , por la rimembranza
di quello che fece a* demonii Ercule e Te-
leo . Dani. Purg 26 Queste d.l gicl ,
quelle del Sole schife.
§ li. Per Gifirihn^o , Ritirato. Lat.
motfsfut. Gr. zonato;. Pflr. son. 189
E Laura mia con suoi santi alli schi6 Se-
dersi in parie, e cantar dolcemente. Trat',
puv. /am. Chi è schifo sano, conviene che
stenti infermo (lat. mollis, delicatus ).
* Tass. Him. Krmc, Son. 21. Spirto im-
morlal , eh; saggio e insieme ardilo Nel
mortai campo alte vittorie aveiii, Di %o-
glie schife armato, e d' alti onesti ec. Deh !
risguarda ec. (D)
§. MI. Schifo, inforzi di sust, , per
ischifiUà , Schifezza i onde f'enire schi-
fo, A^ere a schifo» vale Venire a noia.
Essere schifato , Avfre a noia , Lai. fa-
tttdire . Gr. aT0?r^s'p£53at- Dant. Inf.
3l. E o -n Icn venga schifo. Peir. son.
aSO- Che non ha a schifo le tue bianche
chiome, Bocc. nov. 18. 3;. Il quale a
schifo avea la Gi-nuetla. Guitl* Utt. zS.
E come per rssìone ec. avrebbe avuto
alcun hu mo a schifo.
SCHIFOSISSIMO. S»pej-K di Schifoso.
Lat, inini'indisiimus. Gr. Jy^xaSasTOTa-
TO5. Sfi:ner. Mann. Giugn. 2. 3. Son dati
ÌQ predii a schifosissimi vermi, che gli di-
moiano, fu 22. I. Se qu.in.lu uno cade in
qual'he vituperosa carnalità, restasse an
eh* rgli di subilo tutto oppresso da sebi-
fosìssima lebbra , credi tu che sarebb^^no
taali al mondo ec. i Uscivi?
5 SCHIFOSO. //(/'/. Schifo. Lat. iuri-
dits, imTinndiii.GT. ccAUicAproq.
ilr- §. I. Schifoso , v^ìle anche Che in-
duce nausea , stomacaggine . " S>sner.
Pred. 3. 3. Si bevve il sangue d' una
fetida caprj , sangue non meno pestìfero
che schifoso, e cosi da se slesso s' avve-
lenò.». rO
* §, II. E ftg'tratam. m Sesner. Cnst.
lastr. 2. 21. 9. Chi potrà mai spie-
gare quanto fu acerbo questo cordoglio
nel cuore dtl Rcdenlore , in considerarsi
coperto e carico della feccia più che schi-
fosa di tutti i peccali - 7 (C)
SCniMBESCIO,e SCIIIMDECIO.Tor-
to, Traierso. Lat. obliquns, traas\ersus .
Gr, :rÀa/io;
§. A schtmbescio, A schimhesd» e A
schimheci, posti avverhiit. , vagfiono A
schianch, A sghembo, A traverso. Lai.
oblique, tranSiursint. Gr. TTÌa/t*M;. So-
der. Colt. '\\. S* hanno a tagliare 3 tra-
verso allo 'ngiù, facendo a srhimbesci il
tjglio augnalo. E Sp. Si dee fare il foro
per iicancio, a scbìmhescio , pendente, a
traverso allo 'ngiù, 1/. Bin. rim buri. i.
20 1. Ma se per caso l' adocthi», o l'an-
nasa Mciscr Latin, perch' ella sia a scbim-
beci, La Ti'ggi'> un di tanquam tatuila ri-
ga. Burch. 2. U, Campi si e in peduli.
• po^to al f' zzo, E per noo m* infangar
vo a schìmbeei.
SCHINANZl'A. Squlnaniia. L«t. angi-
na. Gr ouvayj(>i.
S C H
SCHlNCniMUnRA. Nome fato per
burla, e per- inditr niiravt^ha, dal Bocc,
nov. 70 12. InBno alla schincbimutra del
Presto Giuvanni, che ha per me' *1 culo
le corna.
* SGUINCIO. Add. Ohhliquo, Tra-
verso. Lai. tran*versus. Gr. "Iria-zta?.
Dìttam, I. 8- Da) Nilo è bello che qui mi
comince , Cht- vien dal Mexzodi per molte
lingue , E per istr^de disviate e schin*
ce. (•)
SCHINELLA. r. SCHIENELLA.
SCKINIERA, e SCHINIERE. Arnese
per lo più dt ferro, che difende le gam-
be de* cava.'ten. Lai. tibtn/e. Gr. Tttpi-
y.jrifiti. Alam. A^arch. 16. 5. Il pesante
schinier, che lutto abbraccia. Quanto Tos-
so primiero in allo ascende. Di ben si-
curi chiodi intorno allaccia. E 20. 6 II
suol di ferro , e l'argentato sprone , Lo
srhiaier sopra , e *l coscial dopo assìede.
Bern. Ori. 1. 7. 34- La scbiniera iocao*
tata grossa e piena Pur si piegò dì den-
tro, e gìtlò foco,
SCUIODARE. Sconffcare, Cacare il
chiodo confitto. Lai. refigere. Gr. a~o.<a-
3tiìo3v Ar. Fur. 12 5o- Ogni colpo d'
Orlando o piastra, o maglia E schiuda, e
rumpe, ed apre, e a strazio mena. ^ E
3i. 21. Ora levando i canti ai grossi scu
di Schiodando or piastre, e quando ma-
glie aprendo. (C)
g. Per metcìf. Dtttam. 3. 12. Io ho sì
ben legato a nodo a nodo Nella mia men-
te ciò che detto avete , Ch' a pena una
parola non ne schiodo. Varch. Ercol. 58.
Di coloro, i quali ec dicono tutto quanto
quello che hanno detto, e fallo a chi ne
gli dimanda ec, s'usano questi verbi: sver-
tare, sburrare, schiodare, ec
•^ SCHIODATO. Add, da Schioda-
re. (A)
•r SCHIODATURA. Voce dfll' uko. V
aito dello schiodare^ e La cota schioda-
ia. (A)
SCHIOMARE. Di sf are, o Scompigliar U
chioma. Lat. crtnes solvere, Gr. rptjja^
exluitv. Frane. S<tcch. rim. 6p. Perché
tal moto va in terra di Ronu, Dovel'au»
rea chioma Si schioma e si doma Coo
portar trista soma,
<• SCHIOPPETTERI'A. Quantità di
schic-ppelti, ed anch'! SoUaiesca armala
di schioppetto. Giticc. Slor. Battendogli
anche con la schiopppi feria distesa per
questo io su le mura della t«-rra. (yj
* SCHIOPPETTIERE. Soldato nr.
mata di schioppetto. Guicc. Star. Tra'
quali erano quattrocento cavalli, la rorlà
schioppetlierì. (IV)
SCHIOPPETTO . Dim. di Schioppo s
e vale ancora lo sV-sso che Schioppo .
Guicc. Styr, lib. It. Benché dentro ap-
presso al muro fosse uno squadrone di fanti
con gli schioppetti, e con le picche.
SCHIOPPO, Sorta d'arme da fuoco ,
Archihitso , Scoppio , Scoppietto, Lat.
*sclopus. Serd. leti. ^. 879. Verfoerr ar-
mali d* archi e di schioppi Buon Fier.
I. Jntrofi. E fummo ogaor bcraaglio Do-
gli archi e degli schioppi
't * SCHIOSTRARE. jYe«lr. post. ,
vale Uscire del chiottro, e i>er metaf.
Liberarsi. D.int, rim. ( Io credo io Dio
Padre, che può fare ec.) E che noi per-
duniam tu ti dimostri Esempio a noi per
la tua gran virlule, Onde dal rio nemico
ognun si schiostri (f)
SCHIPPIRE r. A. Scappare c.^n nstu-
zia, con ingrj:no, e con da^t'Ciia Pataff".
4. Srbìppa tosto infardato \co|>erto.
SCHIPPITO. Jdd di Schippirt. Tac,
Pav. Ann. ^. 89 Ricordandosi delle fa-
tiche durale per vnire a queila bramata
e tante vulic loro scbippìla pugna, si sa
tiavano di veiuldla e di sangue ( il testo
s c n
Ut. ha adveniu eludeott-s optata* totìes
pugnae ).
*t * SCHIRAGDAITO. /'. A. Sen-
tine/in, ovvero /,'! schiera che sti in agua*
to. Lucan. y. 66. La notte era oscura ,
il primo iscltiraguaito dell' oste dormia ;
già il secondo avea cominciato a veg-
ghiare. E 76. Quando egli giunse alta ri-
va, credette passare lo scbtragoaito, ma fu
niente, sua genie il conobbe, (l')
::: SCHIRIBIZZO. Lo slesso che Ghi-
ribizzo. (A)
•f * Si:.\\ÌK\Z\ZZOSO. Add. Lo sUsso
che GhinbitzOiO. Magai. Lelt. scient. pag.
101. Neil' cKlorato ad usc^ del punto si
dà in delle scene più schiribìuose •«•
sai, (A)
SCHISA. Diciamo Per ischisa, o la
ischisa, e vale A schiancio. I,at. in Iran-
sversum. Gr. Triayi'w?. Tav. Bit. Tri-
stano ha nell'insegna il campo azzorro ,
con una banda d' argenlo per ischisa.
Cron. Morelt. 337- *' l'fao di portò Tuo»
verde, e rosso in ischisa.
SCHISARE. Termina aritmetico, t vale
il Bidurre il numero rotto ad altro nu-
mero minore, ma di valore eguale. J'ed.
F.'os. a 23. ì'arch. Ercol. |55. Di greca
origine sono ec, slradiollo, schisare, ave.
nirsi, ec. E 227. Averebbe sentito iuiaa
a* fanciulli che non sono ancora ili all*al>-
haco, e non sanno schisare , dire tempre
cinque oliavi, e Don mai le cinque parti
dell' oliavo.
SCHISO. L'aUo dello schisare. Ter-
mine aritmetico.
•| * SCHITARRARE. Sonar la chi- ^
titrra, o simili. Salvia. Om. Inn. ( Cao-
la. o Musa, a Mercurio inno, ec.) Ei
scbilarraodo Amabitmeole colla lira, fran-
co Stava il 6glio di Maia, ec. (A)
3 SCHIVARE. Scansare , Sfuggire ,
Schifare. Lat. evitare, fffitgere. Gr. e*«-
psu'/eiv. Sa^c- nat, e<p. 65- Non sodo
però questi talmente inevitabili, che dal-
l'accortezza del diligente osservatore aoo
sì possano leggiermente schivare. Fir. As.
109 E' fece tanto, eh* e* s* osci di casa,
ma DOQ potè per questo schivar 1* uUi-
mo colpo della fortuna.
* g. I. Per Dispregiart. ■ Buon,
rim, 26. Pregia me, pregia il mondo ,
a cui se' bella. Ne schivar, beocbè 1^>-
si, ì merli nostri ■• . (C)
* g. II. per Guardare, Difendere. Ar,
Fur. 6. .^O. Se da grandine il ciel sem<
pre ti schivi. fP)
* S- III. Schivare, per Togliere, Im-
pedire. Ar, Fur. 11. 56. Non so, dis-
s'ella, s'io V* ho, che la morie Voi mi
schivaste, grazie a riferire . E Hy. Io
v'ho da ringraziar ch'una maniera Dì
morir mi schivaste troppo enorme. (D)
^ §. IV. Per Bimovere^ AUontama*
re. Cessare. Ar. Fur. 9. 49- Dopo il
qual ne la forza, oè il tesoro Poti^
giungfr più a tempo, sì che morte E
strazio schivi al mio caro Coosorle. (Brf
* Si WWKTO. Add. da S(hivart.(J}
SCHIUDERE Contrario di Otiudere,
Aprire Lat. «perire, recludera, resera,
re, Gr. •(^9«'*/uv. Dant. Inf. 3o. Che
mordendo correvaa di quel modo, Cba
'1 porco, quando del porcil si schiude.
* Buon. Fier 3. 19. Lasciale ec. Le
scarpe anzi alta soglia, e pian pianissi-
mo Vo innanzi , sempre più un Uolio
schiudendo La lanterna a mirart ; •
v<TK" '' '*"^ ''^* (^^
t 5 §. I Schiudere, per Eselmdere^ Ut-
gettar^-; c^ntf-n'io di Ammettere. Lat-
excludrre. G. /'. il. 16. 2. Certi po-
polani, ch* erano degni d* euer* al dello
uficio , per selle a* erano scbìiui. àf. F,
IO- 75 I quali quasi del tutto «rtno
scbiuii (I>1li ufficii.
s e u
t §. II. Schiudere, vate anch' Rl-
Tnuoi't-re , Ailontanare . Pass. f>6. La
peaiteoxa schìfii l' av^iiriziii ce, s> biude \i
'oTÌdia. Dani. Conv. 112. P«r ischiu-
»Ìerc ogni fjlia opinione da me, per la
4Uj1o Toasp sospicjt't. lo mio amore cs-
icre per sensibili- dilellaiione.
* g. III. /><T me/<i/. insegnare. Ma-
ni/estare. Jr. Fiir. 25. 63. Non le
domando a questa offerU unire Tesor ,
uè dominar popoli e terre ee. Ma sol
che qualche via donde il desire Vostro
l'adempia, mi srhiuda e diiserre. (£r)
*f * SCIIIVEZZA. Stomacaggine,
Nausea. Ar* su. 5. Sì che quei che le
barìjiio, ben ponno Con meo scbivezza
t stomachi più saldi Baciar loranco ce. (.4)
SCHIUMA. Jt^i^rt^ato d' infinite bot-
te, Sonagli, o pallottoline ripiene di aria,
che si producono nelle cose liquide o
per forza di calore, o quando con /or-
sa, e veentenZ'i si abitano, e si dibatto^
no. Lat. spuma. Gr. ajppo';. Cr. i. io.
3. Si mctl.i a cuocere in una pentola
in6no a tanto cbe Ut-vino la schiuma, e
poi le rimoveriii dal fuoco. Lìaat, Inf.
a^. Colai vestigio io terr? di si; lascia,
Qual fumo io aere » ed in acqua la
schiuma. Serm. S. Bem. NulU altra
cosa è la carne , colla quale tu h.ii sì
grande amìst^de, se non isrhiunt.i fitta
carne, restila di fragil bellezza. Annoi,
yang. Cadde, e volgevasi per terra , e
faceva schiuma per la bocca (qui per
Bava )m Frane. Sacch. rim, 24. Ciò che
fiotè, dal nascer all' occaso Mise in le
ira le manne schiume. l'J 65. Io non
mi sarei stantio oc riniaso Tra le Tir-
rene e r Adrìaoe schiume ( in questi
due esempii Schiuma ti prende per l'
Acqua dfl mare ). Soder. Colt, lo'j.
Piglia r albume di tre uova, e gettale
nella botte, avendole sbattute prima fin-
che facciano tutte l'i schiuma. E loS.
Levagli ria la schiuma e riliaMeria che
getta pel cucchìumo.
§. I. Per mrtnf. Da-it. Purg i3. Se
tosto grjzia risolva le schiunie Di vo-
stra coscienza. But- i^'i : Hisotva le schìu-
nie Di vostra cosrienz.i Come Ij schiu-
ma significa la impurità dcira''qua, cosi
la pone qui per la impurità della co
«cieota ; cioè: se tosto la grazia di Dio
rùolva e distaccia la macchia del pec-
cato cimasa nella coscieozia.
§. If. Schiuma degli sciagurati^ de'
ribaUi, 0 simili, il diciamo per /scia-
guralissimo, e Ribaldissi'no. Lai. impro-
borum fttr, Gr. 'X-J^p.7ZOtf\po^. Mor^. ip.
97- Io era capo degli sriagurati. Anzi b
schiuma di tutti i nlialdi. Lib. Son. iii.
Ch' egli è caso da ghioHi E parassiti > e tu
ne se' la schiuma. Varth. Séor. 12. 472.
Costoro, t quali ordìn-iriamente sono la
schiuma de* ribaldi, nou sulo entravano in
qualunche casa veniva lor bene, ec.
^ § III. Schiuma di cucina, cornea
dire f Ulano, Ribaldo. Bern. Or/. 2
17. 53. Come, rispose, schiuma dì cu-
eina? ec. (F)
8« IV. Venir fa schiuma alla bocca j
modo hasso , vale Adirarsi. Lat- ira a-
bripi. corripi. Bern. Ori. 1. itì. 5S- A
Galafron vien la schiuma alla bocca, Ve-
dendo il popol suo così fuggire.
* SCHIUMANTE. Che schiuma. Che
fa schiuma. Lat. spumans. Gr. aspiVsiv.
Salvia. Disc. a. ^36. Dove il tremito
e lo scotimento e la convulsione succe-
de, e la bocca si fa schiumante. (•) E
Teoer. Idi/. 20. Ella il palpava, e la
scfaiamanle bocca Colla man gentilmente
gli asciugava. (B) E Ceor. /i'». 4. Adun-
que questo stesso uomo abbondava ||
primo d'api ec. e da* favi lo schiuman-
te MJe sprcmea. (FJ
s c n
lOfSj)
f SCHIUMARE. ì.evarf,e Tor via la
SchiU'H'ì. L-it. spiimnm adimert-^Gr, vypòv
àsaipi'v. P'ìUad. Febhr. 27. Alcuni sO'
no, chf fanno bollire l'acqua saUa , e
ischiumano /:," altrove.' Togli pece e su-
gna , ovvero sevo per igual parte, e la'
bollire, e schiumala bene. Af^^i- Pon l-
li- L'esercÌzii> conserva la vita, accende
ti caldo e '1 vigore naturale, schiuma le
superchie , e cattive materie, e umori.
§. /a si°ni/ic. neulr. e neutr. pass,
vate FarCfO Generare schiuma. l,3U Spu-
mare. Gr appt'?£tv. Tes. Br, 3. 8. Fa-
ra'li bollire insieme, tantoché si schiu-
mino, e poi li leverai dal fuoco. G, y.
ì it, Maotì. \ve3i Maometto la malattia di
morbi) caduco ; che spasso cadeva in terra
e dibatteva , e sthiumava colla bocca
sanza sentimento. Amm. Ant. 2^. 4- li.
Il ventre, che bolle dì vino, tosto srhiu-
m.i in lussuria. E 3o. I- 12. Schiumasi
la bocca a* porci sulvaticbi, e aguzzansi i
denti.
SCHIUMATO. /^J(/. da Schiumare.
Tt's. Po,'. P. S cnp. 8. La chiara dell*
uovo menata e scbiuinata. messa negli oc-
chi lacrimosi e quasi arsi , sana . E ap-
prèsso : Item lo succo di ruta mischiato
con mele schiumato a poco a poco, mes-
so negli occhi, toglie la caligine (in que-
sti esempii irh'iuinilo è nel signi/ìc, del §,
di SCHIUMARE )- Tac. Dav. Star. 2.
269. Le virtù d' ambi congiunte , schiu-
mate de' vizii, fatto avrieiio al principato
ottimo temperamento ( qui figuratam. il
testo Int. lia deniptis viliis).
f SCHIUMOSO. Add. Pieno di schiuma.
Lat. spumoutf. Gr. «opw'oic; - Ftloc. 6".
255. Come 'l porco, poich' e' scote l'agu-
le saune de* c.iccianli cani, schiumoso cuo
furia si rivolge tra essi, magagnando con
la sanoa quale in prima giugne. i/ib 5. Av-
venne cbe uno iiddenlato cinghiale tut'.o
schiumoso, e con rabbuffalo pelo davanti
a lui correndo trapassava. But. Pwg. |3.
2. La coscienza rimane brutta e schiumo-
sa, e questa sthiuma si;;nìfìca la colpa del
peccato che rim.ioe nolla cosci-nza. Bern.
Ori. 3. 8- 27. Guarda le torri e spregia
quL'ir altezza Colli denti schiumosi , com'
UQ verro.
SCHIVO Add. Schifa, in sentimento H
. Ritroso. Dant. I"f 26. E' sarebbero schi-
vi, Perch' e' fur Greci, forse del tuo detto.
Bui. iti.- Sarcbbono schivi, cioè schifercb-
bono,- Dant Purg. 2 E di calcar nessun
si mostra schivo.
* g. \. E in forza di vust. Trtjr. Gcr.
I. 3. Il vero condito io molli versi I più
schivi allcttando ha persuaso. (DJ
5 g. II Pfr Guardin^c', Ritenuto, Mo-
desto. Lat. mod'Stits , pudicus f vcecua-
dus . Gr. at^vi'/xwv . Petr. canz, ^8. q
Giovane schivo e vergognoso in atto, v E
Cnp. 6. Adendo violu il gran nemico ec.
Non con ;ilira arme, cbe col cor pudico
E col bel viso, e ro' pensieri schivi. (P)
Ar. Fur. 29. 43* Io ^iso bella , E noi
sembianti accortamente schiva. (FPj
* §. IH. Per Fa^tìdito, Noiato. « Tasi
Gcr. 12 71 E ben la vita sua sdegnosa e
schiva , Spezzando a forza il suo ritegno
frale. La bella anima sciolta al fin segui-
va , Che poco innanzi a lei spiegava I'
ale ». (M)
g. IV. Per IschifiltQso, Lezioso. Red .
Vip. I. 61. Per levare una certa ubbia a
quelle volgari donnicciuole , che doveano
lavarlo dopo morto, le qiiiili, comr troppo
casose, schive e guardinghe, erano solite
forse di fare grand' atti e gran lezii.
§ V. Per gioioso. Malinconico. Lat,
trisiis. Gr. ffxuSawTTo's . -Petr. son. \t^\.
Quasi senza goviTOo e senza antenna Le-
gno in mar > pien di pensìer gravi e
schivi ,
t # §.VI. Schivo, talora vate anche Scf
vro , Non macchiato Ar. Fur. 43. ig5.
t'ra quei guerrieri il veccbiarel devoto
Sta dolcemente , e li conforta ed ora A
Voler Schivi di perniano e loto. Mondi
passar per questa morta gora. ( P,)
-•* 5 Vii Jn sgniftc. di Schifo, infor-
za di sua Ar. tur 7. 71, E dove amarlo
e caro aver solia. L" odia, sprezza, n* h»
schivo, e 'Igeila via. Se^ner. Parroc. instr.
6. 2. In caso poi che qualche uditore IQ-
pprbo avesse a schivo un dire umile cb«
rileva? (V)
* § VIII. Scfiivo,in forza di sust. i^
le ani /te Rip'czzo. Ar, Fur. ^2. Si. Ma
tanto onor ne sente e tanto schivo . Che
stride e geme e duulsi ch'egli è \'\\o.(Pe)
SCHIUSO . Add. da Schiudere. Lat.
apertuv , reclu^us , reseratus . Gr. avat-
X^ii';. Dni.t. Pur<r. 25. Onde ir ne con-
venia dal lato schiuso , G. 7\ q. iq. I.
La citta era tutta sdiiusa, e le mura vec>
chic qiusi gran parte disfatte, p'. u. gfi,
-'|. Non provveduti per l'assalto della not-
te, e la detta villa schiusa, furono scon-
fitti,
t §. Per Escludo . Lat. exc/iisus . «5*.
Ciò. Grisoft. Li maldicenti, come è detto,
secondo la senieozia di san Paolo, ne so-
no schiusi (qui la stampa pag. 11, /egg'
ne siano esclusi). Frane. Sicch- rim, 36.
Se non che come fu già spento e schiuso
Tra gli altri del catalogo Lione . Cron,
Morell, 2.Jj). Avendo ischiuso quello che
gli doveva essere padre, :'.i Vit. SS. Pad. '
2. l38. Rimangono di fuori, e sono schiusi
del regno di Cristo (f)
•f :;: SCniZZAMI.NTO. Lo schizzare.
Belila. Biicih. iqo. E dalle gemme dello
schizzamento Nacque di più quest* altro
gran portento. (A)
SCHIZZANTE. Che schizza Lat. exi-
lienf, proMliens, eniergens. Gr. e/7rj]i?wv,
Red. Annoi. Ditir, i\(^. Quel chiaro, lim-
pido , brillante , pien di rollini , gustoso,
odorifero, saporito e schizzante negli oc-
chi, il quale li faccia , bevendolo , lagri-
niiire per dtilcezza.
SCHIZZARE. Saltar fuora , proprio de*
/ìquori , quando scajuriscoiio per piccoli
zampilli con impeto , o quando percossi
sai tan fuori con violenza. E si usa anche
nel tentim. ali. Lat. exitire , prosi/ire .
Gr. £/Ti5^y.v . S.der. Co/t. 97, Volendo
fare un vin buono in eccedente sovranità
di perfezione, e die schizzi in aria , non
che brilli ne! bicchiere er. , oserai quest*
accuratezza. Sag^. nat esp. 78. Le quali,
o schizzino, o piovano per lo mezzo dell*
aria, o posino so;<ra un corpo asciutto,
tirano sempre al rotondo . Fir, As. q3.
Il ventre pien di bietole e di altri erbag-
gi, assaltato la merci? di quelle bastonate
da una sdrucciolevole soccorrenza , schiz-
zando come un uìbbio. di loro una parte
ne ricoperse, e un' altra n' ammorbo con
quello odore.
g. I. Per similit. si dice di Qualunque
altra cosa che salii, o scappi fiioii presta-
mente. Fi/oc. 2. 209 J suoi ocelli, infiam-
mati di lucida rossezza, pareva cbe della
testa schizzare si volessero . Lib Son. 6.
Del capo gli occhi, 0 invidi, vi schizzi .
E ehi non vuol restare in secco, guizzi;
Morg. 4 62. La vipera crudel tosto si
rizza, E fuoco e tosco per bocca gli schiz-
za . Frane. Sacch, nov. 83. Tommaso a-
prendo la cassa, dov* era il cappone e la
galla schizza fuori , e dagli nel petto. Ji
nov. 84 Colui avvedutoci, schizza con uà
salto dicendo; non {scherzar coll'asce. E
ncv. 168. Del mese di Luglio battendo
fave, gliene venne schizzalo una nell'o-
recchia, Siìga- nat. e<p. Ii5. Quindi a
poco ritornarono fal.'a lucertola) i primi
accidenti , eco ìtcooci slravolgitoioti di
. io?o s e li
bocca, ed coBjracnto d'occhi, quasi vo-
lessero schizzarle fuori di tcsla.
^ g. II. Per Sgniofnrsi . fìcnv. Celi.
Ore/. I06. Qurslu f Vtfrnicc J poni a jcal-
Jarc dolccmcDlL' , facendo slruggcre con
essa un pocu di cera, la qual fa che, di-
sogoando poi sopra la delta vernice, non
schizzi fnon vada in ischfp'^e}. Questa di!i-
genia si fa perché olire alU vaghezza, finito
che sia di smaltane, lu trnallM non iscbizzi
(non mnlti in fuori). (TJ
g. III. Schizzare, in signijic. alt., è
anche li-rmine di Pittura , e vale Dise-
gnare alla grossa. Lai. UiiU.-r defonfin-
re, prima ducere lineamcnta, adumbmrc.
Ot. «TTHJtia^etv. Matt. Franz, rim. buri.
2. Iq5. Schizzo in risposta (picsto mio di-
segno. Bronz. rim. buri, 3. ^O- Quando
VOI schizzale O donna o uom , per dipi-
gnerlo poi. Che cattiva maniera non fac
ciatc. E l\z. Mettiam per caso, una dunna |
si muore , S'ella si fa dipignerc e schiz-
tare, Laicia pure quel bene e quell'ono-
re.^- Vasar. Op. ÌU. 3. (>5o. Disegnan-
do alcuna volta Ilaffjello» e schizzando a
modo suo r invenzioni , le faceva poi ti-
rar misurale e grandi ^ Giulio per ser-
virsene nelle cose d* aichiletUua. (C)
•f •'? SCHIZZATA, ho schizzare; ed j
anche La cosa schizzata . Car. Com. jp.
A quest* ultima schizzala cominciando 1'
argomento a fare operazione, il pedante a
brache calate se ne va a gesto. (A)
t -r %. Persimilit* Car. Apol. 2o8. Gli
ornamenti , che ec. parevano ec. , riusci-
rono schiccheramenli di lumache ec, schiz-
zate d' urccjii, e raunatc di brutture. (A)
SCHIZZATO. Add. da Schizzare, l'olg.
Mes. Si moudifìchi con acqua melala ec. ,
schizzata dentro colla calza. Car. Ictt. 2.
1. L'altro (disegno) schizzato d'acquerel-
la è d' un uomo dabbene, che non si cura
d' esser nominalo. E 2. pi- La voglio ve-
der prima disegnata, o almeno schizzata,
che intagliata (questi due esfnipii sono net
sigmfic. del g. m. di SCHIZZARE).
* SCHIZZATOIA. Una gola, o Con-
dotto che è nelle fumaci da Jondere me-
*alli sopra la braciitntola , per la qttaU
esce la fiamma, per portarsi nel forno
del nu-tallo , per fondalo . /ìaldin. l'oc.
SCHIZZATOIO. Strumento perlopiù
di sto'^no, 0 d'ottone, coi quale s'attrae,
o schizza aria, o liquore per diverse ope-
razioni. Lai. clyster. Or. y.loiznp. Cani.
Cam. 4^0. Ch'ebisogna sapere Lo schiz-
zatui.» con arte maneggiare. Sigg- nat. esp.
38. Applicarono a quella una borea di srhir-
zaloio con sua madrevite corrispondente.
3ral>n. 3. 1^. Ov* egli ha per lanterna ,
essendo sera , L' orinai fitto sopra a un
schizzaloio . E IO 4f*- P-il'on grosso .
bracciali e schizzaloio Co' giocatori a pal-
leggiar conduca.
* §. E per similit. vale òlembro viri-
le . J.asc. Cen. I. nov. 2. png. 70. Per
un fesso che era al cominciar dello spor-
tello , come se stato fosse fatto a posta ,
messe lo schizzaloio, e forse fece la vista
di pisciare. (C)
SCHIZZETTARE . Umettare con lo
schizzetto. Lai. elysteriarg, ì'tgcz.
SCHIZZETTO. Piccolo schizzatolo.
§. I. Per lo Schizzettare . lUd. lelt.
2. 77. Allo schliictlo d'acqua d' orzo,
che V. S. lo U fare, aggiunga sempre un
poco di mei rosato.
g. II. E Schizzetto, si dice un Archi-
buso piccolo .
* §. HI. Schizzetto. ^ indie diminuti-
vo di Schizzo, nel signijic. del %. II- '^»"*
IH. Cons. TaiS. l. l^a. Così in materia
di pittura qualche sibizzctlo di Baccio
Bandinelli, o del Parmigiano. ^/Vr^
•f ^ SCUIZZIGNOSO. Add. Schifi-
S C il
toso. Piagai. Leti, scient. pag. 100- Aoii
direi di più , che il punto degli occhi
fosse meno rig'^roso di quello del nasone
che in conseguenza il godibile dell' odo-
rato fosso pili limita'o , o diibiamo più
srhizzigtioio del godibile delta vista (qui
fgnrat.) (A)
SCHIZZINOSAMENTE . Avieri. In
m'tniera schizzinosa . Tratt segr. cos.
donn. Talvolta iroppo scbizzinosameote ri-
cusano il rimedio.
SCHIZZINOSISSIMO Superi, di Schiz-
zinoso. Lat. vtrecundia nddtctiisimntf stu-
diosissimus. TraV, u-gr. coi. dona. Si truo-
va che sono schizzinosissime cod soverchia
di Iczti.
SCHIZZINOSO. Add, Ritroso, Lezio-
sa. Lat. rusticus, fastidiens. Gr. «'/pio;*
Pataff". I. S' aggravò screzio a gara , e
tcbitzinoto . J arch. Suoc. 3. 2. Eli* e
troppo schizzinosa. Sfgr. Eior. Mandr.^.
8 Io vorrei ben vedere le donne schizzi-
nose , ma non tanto . farcii. Lez. 63tì.
Dalie quali (licenze) i Latini, come se-
veri, e forse troppo schifi, per non dire
schizzinosi, si guardarono.
SCHIZZO. Lo ichizz'ìrej e anche Quel-
la macchia di fango, d'acqua, o d'altro
liquore, che viene dallo schizzare* Lai,
a.tpcrgo , nota, vel lafies lutea , coenota ,
Pocc. noi-. 55. 6. Tutti molli veggeodo-
si , e per gli schizzi, che i ronzini fanno
co* piedi in quantità, zaccherosi, -fi Cecch.
Prov. 3o. Schizzo, . e zacchera e quella
terra molle che andando ci salta su per
le calze, e su pe*panui. (C) Imperf. Tim.
n, 2. 7'. 6- l^O. Dove un alcuno schiz-
zo casuale, o d* inchiostro, o d' altra tin-
tura, il quale da presso non è salvo che
scarabocchio sformalo , un ben ordinato
disegno di regolali lineamenti talvolta da
discosto ci sembra. (E)
§. I. Schizzo , il diciamo, anche per
Minirntssima particella di checchessia j
come : io non f j' questo schizzo-
%. II. St/nzxo , term. di Pittura, e
vale Spezie di ditrgno .icnz' ombra , e
non terminato. Lat. (jraphis. Gr. y^a-
yt; . Bern. rim, i. 67. Serbato que-
sto schizzo per un pegno , Fin eh' io lo
colorisca e Io riscuota . Copp. rim. buri.
2. 3l. Quest* è un esempio, uo schizzo,
un' ombra , un zero ( qui per similit. ) .
Tac, Dav. Perd. eloq. (\\Q- Finito no ce,
ma cominciato pare a me , e fattone un
po' di schizzo ( il testo lat. ha vesti-
gia ac lineamcnta quacdam oìlendisse vi>
dearis ].
* g. in. Schizzo, si dice anche pei*
Frego, Tratto. lìert. Giamp. 221. Far,
dico , tanto roniore per avere il signor
Dertiui in ((uel suo libretto adoperalo al-
cune parole, e formo di dir moderne*
e poi voi in due schizzi di penna lasciar-
vcnc scappar tante 1 (C)
s? §. IV. Schiz:o , si usa anche per
Schizsatoio. Ar. AV^r. Prol. Non a spel-
lale argomento né prologo , Chd firlo
sempre dinanzi fastidia. Il variare, e qual-
che volta metterlo Di dietro giovar suol:
nella commedia Dico, s' alcun i; che pur
lo desideri Aver or ora, può in un tratto
correre Al speziai qui di corte , e farsrl
melterc , Che sempre ba schizzi, e deco-
zioni in ordine, (l^ì
* g. V. Schizzo . Term. di Giuoco .
iYome che si dà a quelle quattro pietre
che sono peste nel pallottoUio . ad uso
di rijltttr le palli, 0 di far mattonel-
le. (A)
SCIABICA. Sorta di rete. Buon. Fier.
a. 4- -''- Com« se *1 giacchio qui trar si
dovcuc , £ le sciabiche tendere , o la
ragne .
SCIABLA. e SCIABOLA. Sorta d' ar*
me simile alla Scimilarm. LaU tnsitfal-
S C I
catus Gr. ft'yo;. Red. leti. 2. 12O Sua
Maestà mando il suo Silillar a portar una
veste di zibellini, e una sctabU al Gno
Visir in dono.
* SCIACQUADENTI . Voce bassa .
Colrzione j e propriamente IÌ mangiare
qualche piccola cosa per bere con gusto.
Lat. silatnm, ienlaculum Gr. OiavTjjTi*
ffu.3*;. Maini. 1. 35. A lei fece Baldooe
Quivi portar un po' di scìacquadeDli , O
volete chiamarla colcxiooe. (*)
SCIACQUARE. Risciacquare, Lat.
ablnere, eluere, Gr. e/7T>.Jvct-j. Rim.nnt,
Eaz. Uberi. IO.'. Di lagrime convien
che gli occhi adacqui , E che 'l viso ne
sciacqui .
f * SCIACQUATORIO . Voce poco
usala, rd antica. Ruma , Disfacimento .
Car. lelt. inrd. 3. 127. Fino adetso tu
hai fatto per modo che la casa tolta se
ne va in sciarquatorio: tanto in pochi di
hai versato, e buttato ria (M)
•f * SCIAGUATTAMENTO Dibat-
timento di acqua, o dì altro liquOrej Di-
guazzamento . Magai. Lelt. tcier.t. pag.
5 ì. Ninna cosa impedisce dal potersi dire-
che queir umore che g«>nrse e distilla pe-
rennemente nel granel dell* uva dalle ve-.
ne materne del tralcio , si mescoli con
questa tal polvere di luce, e per lo scia-
guatlamentn che riceve esso amore per lo
continuo molo, e*-. (A)
* g Fu detto anche della luce. Im-
perf V. Tuic n. 14. r.2. 288 La lu-
ce quante più riflessioni patisce più debole
ne diviene ec. perchè della gran copia
che dalla prima superficie oella seconda .
e dalla seconda nella terza si fillelle , io
cosi fallo sci.iguatlamento sempre qualche
po' ne va male. (E)
SCIAGUATTARE. Dieesi propriamente
quel Diguazzare che si fa de* liquori ne*
vasi non intieramente pieni; ' anche ta-
lora del Travasarli senza ordine d' uno
in altro vaso.
§. Sciaguattare, si dice ancora per i-
sciacquare. Battere, e Diguazzare alcuna
cosa nelC aequa per pulirla. Lat. eluerc
coagitando, Malm. 7. 19. Giunto al mu-
lin, dal mezzo in giù sbraccialo. Si scia
guaita i calzoni in quella gora. # tìelUn.
Disc. I. l4V Schijnii egli con la sua mano
Sualcbe pianta innocente, mentre ella vive,
alla sua terra, e sciaguattando oell* ac-
qua pura le sue radici, ec. mi dica quel
eh* egli vede. Pros. fior, Salvin. lelt, ^.
a. 2bi. Le cose che si pur^no , dod u
possono purgare, purificare, e chiarire,
se prima non si s« laguatlano. (C)
't * SCIAGUATTATO. Add. da Scia-
guattare, e Jìguratam. Dibattuto. Magai,
part, I. leti. 18- Se ec. il nostro discorso
non fosse altro che un nome dato da co-
lui all' effetto risuluntc da quella tale
agitazione, diciamo della luce sciaguattala
nei vasi del nostro cervello, co. (A)
SCIAGURA, e SCIAURA . Malawen-
tura. Disavventura, Disgrazia . Lat. in-
fortunium, res adve'sar. Gr. oy«Tu'x»]/'-at-
Rocc. nov. ^^ 9. Della sua sciagura do-
lendosi , per lo salvatico loogu >* andò
avvolgendo. E nov. 48- 9. Per la sua fie-
rezxa e crudeltà andò sì la mia sciagura,
che io un di con questo stocco ec* m* ao
cisi. E nov. 5o. tu. Uno asian per iscia-
gura pon piede io sulle dita di colui eh'
era sotto la cevta. E num. 17. Quantun-
que talvoll.) sciagura ne cogliesM ad al-
cuna. E nov. -9. 4;)- ^1 mèiliro si vole-
va scusare, 0 dir delle su'* sciagure. /'//.
SS. Pad |. 210. Fra bisogno che io
giugneui >à lui domattina per tempo, ed
ora m* e a% venula questa sciagura, che
1* asino cidia soina it caduto , e non vi
fiosso giugnere , se tu oon m' aia'i • "•
evare. Frane. Saeett. nov. ai5. Sonj d«
s e I
quelli che nascono con le sciagure in ma-
no. Maini. I. 20. Concliiudi, e dille, che
tu te presago, Cbf presto fioìrau le sue
&cijcure. ^' Car. Jiett. An.^t. i. l3. Scia-
gure SI chiamano quegli arcideuti che
vengono falli iinpeosatamenle , e sema
malitia. (TC)
SCIAGUnANZA, *• SCIAURANZA. V,
A' Sciiguratagginc. Lai. iniprodìtas. Gr.
HOvvipiOi. S. Ag, C. /). Non si pensi nella
■uà vacatiune, pigritia , tristaggine, né
sciagurania.
SCIAGURATAGGINE, e SCIADRA-
TAGGINE. Astratto di Sciagttrato, e di
Sdauratc^ Lai. i^a^n'ia, scelus,JIagiUum*
Gr. ^ox^'Jf i'« • .f''"- Otord. Prcd, Ji.
Fuggire la loro conversuziune , e detesta-
re le loro sciagurataggini . Lor. Mt.d.
Arid, 5* 6. Non ha altra paura, se non
che la sciaarataggine di suo padre non
voglia che la tolga, ^1= Segncr. Pred. 28.
^. Ove morisse iu quella sciuguraljggine,
della quale a sorte egli è reo, tanle au-
toiilà non gli giovtfibhero oieote. fN)
SCIAGURATAMENTE, e SCIAURA-
TAMENTE . Avv^ib. Disavvenlurata-
mentCt Con disavventura. Con iscin^nra.
Lat. misere, infeliciter , infortunate. Gr.
a'àii'w; . Ben^b. Asoi. i. 5q. Senlesi
sciaguratamente, quasi un altro Tantalo,
nel metto delle sue molte voglie consu-
mare.
§. Sciagìirataniente , vaU anche tal-
voita Con tjciaguratag^inef Con viltà, o
poltroneria. Lat. sedeste, flagiiiose, igna-
viter, Gr. — ovu^aw^ . Pctr. Uom. tU.
Onde noi dicemmo che imprudentemente,
e sdaguratamenle egliuo sì partirono.
SCIAGURATELLO, e SCIAURATEL-
LO. Dimm. di Siingnral-}, e di Sciaurn-
10. Lat. misellut Gr. TaiaiTtwro;. Liù,
Son, 37. E se* sciaguratello a tal eoo*
dotto, che a me, non eh* altri, del tuo
stato cale. Lasc, Gvlos, 2. 2 Dove sarà
fuggila or questa isciaguratella?
t * SCIAGVRATF.ZZA . Astratto di
Scìasu'iito, nel signijìc. del g. V. Sciau-
ratezza.SceUera^ginf. T'i^l. Leti. Quella
compauionc che un malvagio uomo nelle
uie sciaguratezze notturne usava. (A)
SCIAGLKATISSIMAMENTE^e SCIAU-
RATISS1MA.MENTE. Superi, di Scia-
guraùjmenfe, e ScinnraLìtnentc.
SCIAGLRATISSIMO, eSCIADRATIS-
S1M0> Superi, di Sciagurato, e ili Sciau-
rato. Lat. sce/estissinitts. Gr. 7ZO/YìporoL-
TOi. Amm. Ant. z5, 2. 8. lo costui non
lolameote serro, ma scìaguralissimo servo
reputo.
5 SCIAGURATO, ^SCIAURATO.^rfrf.
Infelice, Sgraziato. Lai, in/elix , infor-
tunatus, miser. Gr. céàiio; , 'novrtpó^ .
Dani. In/. 22. Che tu sappi chi e lo scia-
gurato Venuto a man degli avversarli suoi.
Bemb. Asol. 1. ^6. Nel Li felicità son
miseri, e nelle ricchezze mendicì, e nelle
loro venture sciagurati.
^ §. I. Sciagurato me, 0 a me^escla'
mozione di dolore. Geli. Sport. 5. 2. Oh
sciagurata a me ! e che ne sapete
«it (C)
* §. n. Sciagurato, si dice anche dtille
Dost, e vale Che cff^iona dolore, Dtgno
di pietù. Deplorabile . » Amet. ^i. La
fTentorata giovane dal primo per isciagu-
rata morte, e dal secondo per falsissima
Tifa abbandonata «. (Cj
* §. IIL Talora vale Calamitoso .
- Tass, Am. 1. 2- Che ì sciauratt prono-
stichi Lofelici, Ch*ei vende a* mal accorti
con quel grave Suo supcrcilio , non haa
mai effetto », (C)
* §. IV. Talora vale Inìquo, Malvagio.
•• Arrigh. 47- Niuoo ìn questo sciagurato
mondo fu cosi misero, come io». (C)
5 § V Sciagurato , vale ancora lo
S C I
! stesso che Scellerato. Lat. scelestus, fla-
giiiosus, improhus. Gr. /xo^Syjfo; . /'V.
I (iiord. Pred. li. Uomini sciagurati , e
I pieni d'ogni vizio più brutto, f ti. SS.
Pad. Che tue pur st'lo sci-iguralo, e mi-
sero peccatore ne sii copeilu. Menz, sai.
1. Sciagurato che se', piglia un* accetta.
* g. VL E in forza di sust. vale Uo-
mo scelUrato. « Moro, jg, jj-. |* non
fu* appena uscito fuor dell' uova Ch'
i* era il capo degli sciagurati . Bern.
rint, I. 07. Poss' io morir com* uno scia-
uralo ». (C)
§. VII, Sciagurato, si dice anche per
Vile, Abbietto, Dappoco. Lat. ignavus ,
\ vilts. Gr. Ò'ei>o'5. Dant. Inf. 3. Questi
sciaurali, che mai non fur vivi, Erano
ignudi.
* SCIAGURATONE . Accresctt. di
Sciagurato, Lai. ncquissimus. Gr. TTSpt-
7:ovriCù\. Red. leti. 2. 82. Stia sana V.
S. , e proccuri di vivere, perchJ.' , morti
che siamo, questi sciaguraloni che resta-
no, subito ci seppelliscono, e non ci dan-
no da mangiare (qui in ischerzn), (•)
*t * SCIAGUROSO. Add. Lo stesso
che Sciagurato. Snlvin. Ont . Inn. ( Sov-
vcrrommi. né me prenderà ec). Uomini
folli, sciugurosi e tristi, Che pensieri vo-
lete, e forti pene E angosce al cuore ,
ce. (A}
t SCIALACQUAMENTO. J^cce^^o nello
spendere, o nel donare. Abitudine di chi
scialacqua. Lat. prodigmda, prodigitaf.Gr.
adCJTt'a. Ott. Coni. Inf. 7. lol ^*ro-
dtgalitade è uno scialacquamealo, o spen-
dio delle proprie faeulladi. /•>. Ine. Ces.
Grande vìzio è lo scialacquamej^to , il
quale, avvegnaché alquanta utilità parto-
risca ad altri, pure alla per fine è di dan-
no al prossimo.
g. Per meta/- Mor. S. Greg. Alcuno
rìstiingendosi già dall' oziose parole , ha
vìntolo scialacquamento della lingua (cioèj
il troppo parlari-).
SCIALACQUANTE. Che scialacqua.
Scialacquatore. Lat. proj'nndens , dtlopi-
dans, male ulens . Gr. t/'stOTO^. Tac.
Dav. Ann, ^. 102. Che costui, morto
gran tempo di fame, e testé di quest'arte
arricchito, e scialacquante la seguitasse ,
non fu miracolo
t SCIALACQUARE. Prodigalizzare ,
Spender profusamente. Dissipar le sue
faculliidi. Lat. prodigere, profundere, di-
lapidare.Gt a5wrsu'£5&«t. r(ov. ant. 2.Q.
I. Dispendeudo e scialacquando il suo ,
gli anni sopravvennero , e sopercbiògli
tempo, e rimase povero, cbè avea lutto
dispeso. Mirac. Mad. M. Costui , per
iscialacquare il suo, venne io povertà, Fr.
Giord. Pred. S. Si chiama prodigalità ,
cioè scialacquare, cioè dar troppo. Giambon.
A/is. Uom. 62. Le ricchezze tostamente
guadagnate subitamente si scialacquano, e
vengon meno.
*§.!.£ neutr. pasf. per Rilassar-
si, Discostarsi dalla onestà . Cose. S.
Bern. 5. Se pure gli addiverrà alcuna
cosa, cioè tentazione, o altra baltiiglia ,
non si scialacqua , né diventa dissoluta
nella volontà della carne. (C)
§. II. Figuratam. Ditlam. (\. 5 Per
lungo corso gran terreno adacqua, E ba-
gna di Pompeo la radice. Poi corre al
mare, dove si scialacqua. Fir. Trin. 3.
I. Non bisogna adesso scialacquare tanta
filosofia.
SCIALACQUATAMENTE . Avverò.
Con iscinlacquo. "Lat, prodiga , profuse.
Gr. aTWTW?. Gnid. G. Scialacquatamente
abbiamo fatte tante gravi spese. Frane.
Sacch. nov. 188. Quello'ec. che ragione-
volmente spender sì dovea, per altrui ,
scialacquatamente sarà speso e gitlato.
g. Per meta/. Sen. Pist. Sa che V
S C i
1071
uomo non due usare scialacquatamente 1*
uomo. Co.ic. S. y^rr/i. Mi porlo disordinata-
mente e si'ialacquatamenlc quantunque
% ohe io parlo.
SCIALACQUATO. Add. da Scialacqua-
re. Lat. dilnpidatus. S. Ag- C. D. Che
bastino sempre a fare le scialacquale
spese. Srgncr Conf. mttr. Come se il Si-
gnore nel suo giudizio avesse solo da
chieder conto al servo negligente del la-
lento scialacquato.
g. I. Per I scialacquatore senza ritegno.
Disordinato nello .^pendere . Lat. prodi-
gut , profit-fus . Gt aswro^ . Gnid. G.
Fu disioso di combattere, largo io <lonare,
e scialacqualo nello spendere,
§. II. Per Disordinato, Soperchio. Lal-
incornposiius, dissolulus. Omel. S. Greg.
Composto e pulito ne* vestimenti , sciala-
cquato negli alti. /: nZ/roi-c* Era leggieri
di parole, perverso ncU' opere, ornato in
reste, scialacqualo in costumi.
t SCIALACQUATORE. J erbai masc.
Che, o Chi scialacqua. 'Lat.profusus, prò-
digus. Gr. «5CJT05 . Fr. lac. Cess, Agli
scialacquatori e guastatori debbono esser
dati curatori, acciocché, poich'eglì aves-
sono consumato ogni cosa, non sien costretti
d'imbolare. Ros. ì il. F. Pand.cap.Z2- Non
sì debbeappellargtusto né liberale uno scia-
lacquatore e donatore senz'ordine e misura.
Galiìt. 38 Ma chi fosse in ciò soprabboD-
dante e scialacquatore, sarebbe biasimato,
siccome vano e leggiere.
SCIALACQUATRICE. Verbal. femm."
Che scialacqua. Lai. predica. Gr. 75 acw-
TSUOjmi'vjj. Lab. 220. Dove tesoriera aver
mi credea , donalrire , scialarquatrire, e
guastatrice avea. Cren. Mordi. 268. Se
tu conosci la donna tua poco savia, poco
amorevole, vana, lussuriosa, ìscialacqua-
trice ec, sii contento ìn questo caso ch'ella
si rimariti.
SCIALACQUATURA.5'ci(T/nc7/i(Tf77rnro,
Scialacquio, Scialacquo. L.it. prodigcntia ,
profiisio. Gr. a^WTi'a. Lib. Pred. Si con-
sumano nelle soverchie e continuate scia*
lacquature.
t SCIALACQUI'© , Scialacquo. Lat.
prodigenfia, profusio, luxus. Gr. UtOi'ioc.
Tac. Dav. Ann. 3. 72. Anno fuori quie-
to , in Roma sospetto dì severa riforma
alle pompe e scialacquìi di danari a dismi-
sura trascorsi.
■f- 3 SCIALACQUO. Eccesso nello spen-
dere, o nel donare. LM. prodigcntia, pro-
fusio. Gr. «ffiiTia. Tratt. gov. fam. 52.
Non volendo, alcuno non avesse suo do-
vere, non volevi perciò sì facesse scialacquo.
^ §. E figura tam. Pro's. Fior. Salvi:i.
leti. ^. 2. 255. A me parve propria-
mente un muto rimprovero della gio-
ventù ec. perduta dietro agli abiti, e
alle mode, e perpetuamente con tsciala-
cquo lacrimevole del prezioso tempo in
frivole conversazioni dimorante, (Cj
t SCIALAMENTO. Lo scialare, o
la Cosa scialata . Lat. exhalntio . Gr.
aV^o'?. But. Purg. i6. 1. Lo sospiro viene
dal polmone, che isfiata forte, per dare
scialameolo al cuore. £" 28. 2. La terra
e r acqua producono certi vapori, li quali
r autore chidma scialameoti.
'fi SCI ALAPPA. Lo stesso che Scia-
tnppa. Lai, *ialappa Red. Cons. l. ^i.
£ cosa certissima, che il sale di zucca
ec. ha la stessa slessissìma natura del
sale di salvia ec. , di scìalappa, o di qual-
sisia altro legno, o erba. (')
t 3 SCIALARE. Sfogare, Esalare, Man-
dar fuori di sé dei vapori, degli odori , e
simili. Lat, exhalare. Gr e'^ar/AtCeiv.
* g. I. Scialare , dicesi fsuralam.
delle passioni, degli affetti, e simili, e
vale Mandar fuori. Dar esito , Sfoga-
re, Sminuire f Cavale* Pitngil. Co-
1073
S C 1
li quetli tali, di mal amore feriti) dicono
e proITeriscono, per i^ciabr l' amor del
cuore, pjtule disune*te". (C)
ì;s j il e in siffnifìc. neutr. e nriitr.
paìs. i/sctr fuora. Sfogarsi, Alleggerirsi.
m But. liif. i3. 2. Kieace una piaoU vAsi\!\'
ca, delle luglie della quale l*jrpie ti paicoao,
e fjuDogli dulure. e apertura a dolore,
onde si sciali lu dulure, e lo Umeolo. K
33. 2 K 'I duolo, noQ polendo scialare,
»i toroavrf deolro. S Gio. Grisost. Se par-
lano spesio, acciocché almeno pt-r lo mollo
parlar di quello che amano , si scialino un
poco , e truovino kolIa*xo e rifrigerio del
ferverne amore cbe hanno dcnlro (qui ia
stampa alla pa.;. 4'| '«"P?* •» sfoghino)"- (Cj
f i? §, HI. Scia/are, pure in si-Jinific.
nciitr. pass, vate anche Sfibbiarsi i panni.
Sciorinarsi. Segner. Fred. Pai. Ap. Q- 4'
Non fece Cristo come usano i viandanti,
i quali io arrivare ad una fonie slraccbi,
e ^calmati, la prima cosa che facciano n
io scialarsi, cioè jfil»l>iare i panni, sgom-
brar il petto, lra.aouar sorsi, per dir co-
ti, d'aria nujva che U refrigeri. (CPj
•f * §• IV- Scialare, dicesi eziandio
per Darsi bel tempo, ed anche per Dissi-
pare. Salvin. Fter. IJuon. 3. 2 l'i. Far e-
teci esalare. Di qui è venula la popolesca
Toce Scialare, darsi bel tempo. (A)
* §. V. Sci ilare, vaie anche Sfo^siiare.
Salvia. Disc. 3. l8ì. Se in qualche luo-
go vedeva qualche femminella adorna , e
ben assetta, andava alla casa di quella, e
pregava il marito the cacciasse fuora il
cavallo, e l' arme; perciocché *e egli que-
ste cose aveìsc avute, poteva scialale ej^li,
e la donna, perchè con queste egli sem-
pre si sarebbe difeso. (N)
SCIA.LBA.RE. /'. A» ìntonicare, o Im-
biancare le muraslìe. Lai. tectorinrn tn-
ducere. Gr. aTo).£J/ai'v£tv, X3vià>. Cr.
I. IO- I. Colui che non avrà acqua , si
dee fare la citeroa di quella grandezza
eh' a lui diletta, e che gli basii, alla qual
si possa conducer lulla l* acqua de* letti ,
e deesi scialbare di smalto. ^ Pallad. l4«
HI. Come la camera dee essere scialbata,
e quale è il buono scialbo. (C)
g. Per metif. Mor. S. Greg. Questi
tali diventano dentro ottenebrati per la
volontaria malizia, e col dimostrar d'es-
sere operatori di giustizia si scialbano dal-
la parte di fuori (cioè, ricuoprono con bel-
le apparenze i lor raaocamenli , a guisa
che fa lo 'ntonico al muro) .
SCIALBATO, r. A. Ad.l, da Scial-
bare. Lai, dealhatus , tectoho induciits.
Gr. aTOÀsyxxvSii*;. Lif». Op. div. Disse
pjolo al principe de' sacerdoti ; Dio ti
percolerà, parete scialbata. Mor. S Grrij.
Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che
siete simili a* sepolcri scialbati, che di fuo-
ra paiono belli agli uomini, e dentro son
pieni d'ossa di morti, e d'ogni bruitura.
s!e S. Gio. Grisoit. itìB. Son è altro se
non un sepolcro scialbalo, piono dentro di
puzta, e d'immondizia. ( TC}
f SCIALBATURA, f- A. Lo scialba-
re, ed anche 1 atonico . IntoniCato , siist.
Lat tectorittm, Gr. xovt'aijux. Lib. cur.
malati. Quando la scialbatura ì: ancor fre-
sca nel!a camera.
•f * SCIALBO. T'. A. Susi. Intoni-
co. Scialbatura. Pallad i^- tit. Come la
camera dee essere scialbala , e quale è il
buono scialilo. ff'J
SCIALBO. /'- J. Add. Scialbato.
§. Tiihra e aggiunto del color dello
'atonico, e vate Pallido. Lat. pallidus ,
exalbidas. Gr. tiìj(pò-,. Dani, l'uri; ly.
Mi venne io sogno una femmina baiha ec,
Colle man monche, e ili colore scialba.
5U /4r. Kgl. Tirs. e Meiib. Qual campestre
papavero alla rosa, Qu.il scialbo salce al
sempre verde alloro (P)
S C l
•f SCIALIVA. Untore che si separa
dalle sei glandule detti.' perciò Saativali,
e che viene entro la bocca, e StTve pria-
Cipaimeate alla mattìcaztone, e di^fsiione
de' Cibi. Lat. sjlii'a. Gr. at'xlov. Reti.
Tuli. 103. Appena potè* riGatare , si for-
temeole sospirava, e gilUva la scialiva per
bocca, e torceva le braccia, e non trovava
Itiogo, dove iitesie. Amm. Ant. 36. 5.
l4- Accostaosegli le labbra , e seccasi la
scialiva. Esp. f^an^. Lo spulo discende
dal capo ; la scialiva, ovvero lo sputo di
Cristo e la sapienza.
g SCIALO. Lo tcialare. h*l. exhalatio.
Gr. ÙTtofopx. Sut. Inf. 25. 1- Il cas-
so, ciot* U parie pettorale, ove e nel-
r animale del voto per dare spazio e scialo
al cuore. E Par, 12. 1 Lo rimbomba
nasce del parlare, che è dentro nel luo-
go chiuso all'aire, che e oell'estreoiOt che
richiede suo scialo.
^%.\.EJÌ4uratam.uBut,Inf. 3. I. In
g;uai alti e fiochi, che significano lo scialo
della impazienza, e delle passioni». (C)
*t * S- IL Sci-iloy per Pumpa, Magni-
ficenza, Sfjggto, lìellin. Gucch. 12^. Quel-
la è la stura. Lo sciupiot'o, lo scialo .
sfarzacciu Di qualsivogl
taccio (A)
* SCIALONE
Dissipatore. ( .4}
SCIA.MANNATO. Add. Sciatto, Scom-
posto, Sconcio negli abiti, e nella persona,
hil. inconcinniis. Gr. a'va's^oaTo;. Menz.
stt 11. Sire, Gli è là un poeta scìamau*
nato e brullo.
f §■ Alla sci tmannata, m.iniera awerb.
In modo sciantannntoj e figuratam. Alla
buona. Senza tUtdio , Senza eleganza.
C'ir. lett. X. io4> M^> diletta olire modo
quel vostro scrivere alla sciamannata.
SCIAME, e SCIAMO. Quella quantità
e moltitudine di pecchie che abitano, e vi*
fono insieme, Lat- examn. Gr ea/jtj;.
Mirac. Mad. M. Mi>elo in uno sciarne
qualsivoglia gran siguoraz-
Che sciala di mollo
Cr.
9. 97. 1. I legni della sanila
( delie p'-cchiej sono, s* elle son frequenti
nello sciame. A" 9, lOi. 1 . Lo sciame uscir
suole, siccome dice Varrone, quando l'api '
nate son molto prospercvoti. Bocc Lett.
Pr. S. Ap. 317. Fanciullesca cosa e toc-
care il baiile delle pecchie, e non aspet-
tare nel viso le punture di tutto lo scia-
me, yit. SS. Pad. 1. i5t. Uscirono tutti
come uno .sciame d* api, ciascuno di loro
monasterii. v Car. Ea. 12. 960 Qual è
di pecchie entro una cava rupe Accolto
sciamo allor che dal pastore D' amaro fu-
mocla caverna offesa; Che trepide ec.(B)
%. L Per siniiitt. vale Moltitudine adu-
nata imieme. Lat. eximen , multitndo ,
populus. Gr. Ì3[xoi, ^Xriìoj, ÀOLo'i. Tac,
Dav> Ann, 4- 99* Cresciuti di nuovo i
lidi, mandarono uno sciamo in Grecia dal
nome di Tebipc appellato. E Ann. II.
l36. Non bastare l'essere in senato bai-
tali gt' Insubri e i Veneti , se gli sciami
do* forestieri non vi corrono , come a presa
ciltà. Buon. Fier. 3. 1. 5. Pensate voi ;
ce ne sono Uno sciame. Che slan sempre
là dentru Affatturali da diverbi Umori. E
4- 4* *^- ^^° *^*^ greto del fiume e dello
macchie ec. Uscito era uno sciame DÌ
lio^ani, e di tali altri scherani.
# § II. A' detto per Moltitudine di
cose inanimate. Match. Lucr, iib. 5. Tu
poi delle semente e dcgl' innesti Piicno
saggio «d origine la slessa Creatrice del
tutto alma Naturi, Coiirió sia che le bac-
cbe, e le caduche Ghiande sotto a'Ior al-
beri naiccndo Tenipesltvi porgean sciami
di figli (cioè, di polloni, virgulti ce ). (Br)
t <t SCIAMINTLNO. Sorta di drap-
po di co'or di porpora. Car. Loaf. Sof.
Siippl. io5. L'altre (parti) coverte erano
di un VIVO candor di latte misto eoo una
S C I
porpora di sciamiotioo oaiiv^meote car-
nale. fMin)
SCIAMITO. Spezie di d- appo di varie .
sorte, e colon. l,n. hexantitus. Bocc.nov,
6q. 1^. Vestita d'uno scumito verde. G»
y. 1. 60. 2. lo quello di si corresse un
palio di sciamilo, Telluto vermiglio. E \\.
76. I. Feciuno correre un palio di scia-
mito dinanzi alla porta di Verona. Fior.
Cron. Avendo egli una porpora di scia-
mito in dosso. T^ov. ant, 81. 1. Comando
che quando sua anima fosse partita dal
corpo, cbe fosse arredata una ricca oavi-
cella coperta d'un vermiglio sciamilo, con
ricco letto ivi entro. Ovid. Pìst, Stea lie-
ta, e altamente giaccia nel vermiglio scia-
milo di Tiria. fìrit. Tuli 97. E d'un
bello sciamilo, e d' un bello drappo ad oro
vestito. Bern. Ori. 3. 6. IO. Come stara
questa canaglia fresca, Cb' armati son di
sciamilo e di tela T Alam. Gir, 12. 90.
Un sciamilo vermiglio fascia e stringe Le
bianche membra.
SCIAMITO. Fiore dt co!or rosso scu-
ro, fatto in forma di pina, Lat. nmaran-
thus, Gr. a/xap»»334- Luig. Pule. fìec.
7. E sempre fior di sciamilo eli* ha io te-
sta, E par con esso ana cou fiorita.
SCIAMO, r. SCIAME.
t SCIAMVIARE. y. A. Aprire^ Sun-
dcre , Allargare , Dilatare, Ampliare j
ed oltre alla signijic. attiva si usa anche
nella neutr. e nrutr. pats. LaL au-
pHare, dilatare. Gr. T/arurst» . Fr.
Giord. S. Ma per virtù del vino si
fanno compiute secondo tutta la materia
sua, imperocché sciampia le vene, e i po-
ri. E Pred. 44- L'a poco il cuor suo si
sciampiò ad amarle (le ricchezze) . E
Pred. 8u. Il corpo non si può distendere
ah sciampiare se non alle cose presenti .
# E l33. L'aquila, quando vuole inse-
gnare volare agli aqudini, sì sciampia 1'
alie, e tievasi in alto, per ammaestrarli di
volare. (F) G. V, 11- 3. 16. Iddio la
nostra citlade nobilitò, sciampiòe , e so-
pra tutte le vicine anzi remote ciltadi
saoxa cumparaiione esaltò. Albert, cap, 26.
Moo sono da hsirigoere i beneficii, ma da
sciampiare per parole, e per uperaoza di
quel cbe ancora fia. f'e^ez. Secondo il
novero de' cavalieri e de* pedoni si dee
pigliare, o guarnire il campo, accìoccbè
grau molliiudioe troppo non ristringa. n«
i pochi in ispazioso luogo, più cbe sia ba-
stevole, si convenga sciampiare (' il testo
lat, ba cogalur extendi ) . Ott. Com.
Purg. II. i85. Hanno, ed avranno quasi
sempre guerra colli Saoeii ; e la cagione
è, perche li Conti vugtiuuo mantener*
loro giuridiziooe, e li Sanesi la vogliooo
sciampiare.
t * SCIAMl'IATORE. f'erbal masc
0ie , o Chi sciampia j Ampliatorr. Fr.
Giord. Pn-d. a. 19. Ma il maggiore fu
santo Agotlioo ec. Prima non era nulla
religione, erano i preti secolari ed i ve-
scovi ; questi fu il primo che trovò , •
fece , ed ordinò la religione. Or vedela
se fu bene sciam|-ialorc di questa casa. (S)
SClKSCkTO. Add. Che ha roil.t, ogm^
sia /' anca , Troppo. Lai. c'audus, Gr.
X«io*>- Boce mo%'. 7^ io Olir' a lotto
questo, da sciancata, e un poco monca
dal lato destro. Li%: M- Fue fedito io
uno de* piedi, siccb* egli ne divenne scian-
cato. O. ì'. 7. I. 4> Il p'irao ebbe noma
Carlo secondo, e fu alquanto sciancalo.
Dani. Inf, si. Non poliir quei fuggirsi
tanto chiuti, Cb' io non scdrgeui beo Fuc*
CIO sciancato.
§ Fii:ur,tt.im. per Imprrfttto, Mancan-
te, Difett^sy. B»ic, Ili. limai. ìUj. Sen
sa niun dubbio quella repubblica . rbe 1
faceva, conveniva andare sciancala Cas.
lett. 72 Sodo stalo impedito dalle poda-
à
s e I
gre ec.t le quali noa turbano sùhmeiiLc il t
corpo e i DtTvi, ma legano Jiico in parie
l'aaimo, e rcuduulo quasi dt-ltulc e sciaa-
cato.
SCIAPIDIRE. Divenire sciapìHo, S-.i-
pire, Scipifiirr. Lai. imipiditm fieri. Gr.
ava^uov yf/vs^^yi. Fr. l.ic. T. 6. 3. 2.
Se a<in gusto il suo sapore, Tutu quanta
tctapidisco.
* SCIAIMDO. Lo stesso che Scipido .
Lat. insipi'lut Gr. a;ifu,uo;. 1/ f'oC'iho/.
alla f. SCIAPIDIRE. (')
* SCIAVITO. J'/il. Scipito. Cavate.
Med, luor. 139. Molli SODO gli altri ef-
fetli tU-l fuoco , rioè che cuoce le cose
crudi?, e dì sapore alle sctapite. /? Kipos,
Stmb. 2. 6r> Ma oimèl che 1 s^le è di-
veotalo sciapito, e la prudenza è pi-rdula.
E Frutl. fi'ig. ig'ì* Ogni carne gU pare
sciapila. (J'J
SCIARAPPA. Rt dice medicinale di er-
be, sìmi/f a* ec'somini della notte , che
viene dalle Indie occidt'nlali . Lat. * Ji-
lappa t • qialappa. Rtcetf, Fi"r. ij | . Si
ritrova ancora un* altra pianta ec. , ma
quelli della nuova Spagna 1' hanno chia-
mala sciarappa. E \z. La sciarappa ha
la Korca Li^ia e assai oscura, e nella so-
staDU cenerognola . Hed. Vip. i. 77.
Questi sali delle ceneri nel purgare han-
no tulli Ira di loro ugual possanza , co-
me ec. quel di rabarbaro ec. , di sciarap-
pa. di raecioacau, e degli altri simili.
*t §• K Jig»'-»^'^"*- ^tenz. sa'. 2. Iq
somma diede lor questa sciarappa.
* SCIAKDA. Ma/a saaidn si dice
forse a persona trista, come Miln zeppa.
Mala lanuiza , e simili. Pataff, 7. La
mala sriarda fu giunta nel chiostro , E
spopolato fu, l'aria grattando (*)
* SCIARPA. Ciarpa, lìandrt , Menz.
sat. 7. Certo che la oaslriera e 1* aurea
iciarpa ec. Già m* abbarbaglia, e '1 buon
veder mi tarpa. (*)
SCIARPELLARE. Tirare forzatamente
eolle dita le palpebre dfgli occhi per te-
nerli bene aperti. Lai, palpfhras didncc-
re. Gr. t:^ ^JeP^.^ct oiv.t.siìv. Lib. Moti,
Uno speziale area posta una scimia a guar-
dia d' una bottega, e uno che voleva im-
bolare , acciocché la scimia facesse come
esso, com'è di loro natura , si chiudeva
1' uno occhio. La scimia fu savia : come
colui lo si chiudeva , ella se 1' apriva , e
sciarpcilava Frane. Saah. nov, 107. Ai-
tando le mani agli occhi, e avendo sciar
pellaligli, fu tuli* uno, dicendo a questo
Pratese : deh mangidri anche questi ( lo
stampato ha sriarpalili ).
SCIàRPELLATO. Àdd. da Sciirpel-
tartj aggiunto d'occhio che abìna le pal-
pebre arrovesciate . Lib. Mott. Messer
Guiglieiroo Borsiere aveva un occhio sciar-
pollato. Pataff. 3. Gnaffe! tu se* un nuo-
vo Pagolioo , A vederli i lucciaoti sciar-
pellati.
SCIARPELLINO . Che ha gì, occhi
sciarpe'lati j che oggi si dice più comu-
nemente Scerpetliao . Lat. lippus . Gr.
t SCIARRA. Pissa> Contesa. Lat- >•■
xa. Gt ÉS(; S .4nt. C'-'nfc^s Rissa è una
contesa di falli, quando si percuulono in-
sieme r un coir altro, o alcuni, ma po-
chi, con alcuni altri solamente per movi-
mento d' ira, o mala volont'a , e chiamasi
volgarmente luffa, o mischia, o veramen-
te sciarra. E altrove: Facendo ingiuria a
esso luogo sagro , come spezzando uscio
o muro, o spargendovi sangue per isci.ir-
ra , o facendovi ribalderie. Dep, Decam,
106. Già sì disse anche sciarra , onde è
il verbo sciarrare negli scritti più vecchi
assai frequente. Morg, jg, jiq. Un dì,
eh' i' fei nella moschea poi sciarra, E eh'
io uccisi il mi» vecchio papasso^ Mi posi
Vocabolario T. !l.
S C I
allato questa scimitarra, fìern. Ori. i. 5.
^A Or ecco Dragbinazxo a fare sciarra.
SCIARRAMENTO. Lo snti'r.irr. Lat.
dissipino, proJliii.it io . Gr. Oia^xs'oait; .
G. /'. 11. 2 17. Pir la persecuzione e
sciarramcnld de* Giudei fallo per Tito.
SCIARUARE. Dividere, j4prire , Sba-
rattari' , Sl'aniglinre , Mettere in rotta .
Lat. diisiparf , pn filmare , fundcre . Gr.
<?i«-jX!(?«vv:vxi. G. r. 7-83. ^. Si Irvò
una fortuna con vento Agherbino sì forte
e impetuoso, che sciarrò tutta la della ar-
mala, E IO 104 *>• Tulio suo navilio
sri.irru in più pirli. E 11. 8- 3* Onde
l'oste fti tutta M-iarrata . /•,' li. C)f>. 6. I
quali creilenduìi aver vinto il campo, era-
no sriarrati, cacciand'i gli sconfini. Frane,
Sacch. rim* 4^' E Carlo non si sciarra,
Che Conte della Marcia fu il terzo.
SCIARRATA. Snst. Sciarra. Lat nxa.
Gr. ipi;.
SCLVKRATO. Jdd. di Sciarrare. Lai.
di.iriipiiis, prcfligatus. Gr. ^isp5aa,aì'vo;.
Bnf. Srìarrali, ciué scoppiali, e aver fuor
del venire le puzzolenti inleslina . G. V.
7. io4- !• Si partirono in calen d* Olio*
bre, recandone lo Re malato in bara con
poco ordine , sciarrati ; chi meglio e più
tosto poteva , camminava . Dorgh. Arm,
fam, \^. Enea, dopo quella crudel fortu-
na della sua armala, se ne andò verso il
lilo, se forse vedesse alcuna delle sciar-
rate navi.
•f SCIATICA, Infiammazione di qual-
che parte dfl nervo, o della membrana
che cucpre il nervo ischiatico, e che prò-
duce a-prissimo dolore . Lat. coxendi.r ,
ischias , ischiadiciis dolor . Gr. i3;^tx; .
Tet. Pov. P. S. cap. 4^. Nasturzio mi-
schiato con fjrina ed acelo, ed impiastra-
to , vale alla sciatica . Red. J'ip. 1. 53.
Guariva gli acorbissimì dolori della sciatica.
SCIATICO. Susi. Infermo di sciatica.
Lat. ischiade laboranSj ischincus, ischia-
dicust Gr, l's^fia^ixo'^ . Cr. 6. t^o. 2. E
utile agli sriaticbi , artelici , e podagrici.
Tes. Pov. P. S. cnp. 45. Il sugo della
buglossa bevuto giova agli sciatici. E ap-
presso.' La radice e l'erba del finocchio,
colta con olio , giova alla doglia degli
scialici, paralitici e contratti.
SCIATICO. Add. Di sciatica. Lat.
ischiadicus. Gr. l'^X'^^^^^Os* ^L Jldobr.
Passione sciatica, cioè dolor della coscia.
Tes. Pov. P. S. cap. 45* La cenere del-
la testa di luccio, o di muggine toglie la
doglia sciatica . lìurch. 2. 3i. Ma se tu
hai catarro, o gotta sciatica» ec,
§. Sciatica, e anche Nome di una vena.
M. Aldobr. P. .Y. 3o. Ne* piedi sono due
vene sotto a' talloni dal lato dì fuori, che
la fisica appella sciatiche.
•f::: SCIATTAGGINE. Disadaftagr;ine,
Insii/lìcienzi. Bellin. Cic i^- Per ovviare
a quella gran vergogna, che sarebbe sta-
ta ec. se , a conto dello mia scìaltaggine,
vo* rimanevi senza cicalata stasera. (.,ij
^ §. Sciatiagqine , per Soverchia negli-
genza nei^li abili . Baldin. Dee. Forzalo
ec. a rinfronzirsi un tantino , lo faceva
con tanta avversione del suo naturale ,
che anche fra' migliori panni faceva com-
parire la sua sciallaggine. (J)
•■{- ;:: SCIATTARE. Rovinare, Mandar
mate un lavoro, una persona. Bellin, Disc.
2, 385 Io vi dico di più , che se a voi
piace di ristringer V anatomia ancor di
vantaggio ec, e giudicarla solamente buo-
na ec. a sciattar quattro cadaveri dì po-
chi strangolati, o qualche morto, ec.(j4)
•f * SCIATTATO. Add. da Sciatta-
re. Maaal, leti. 8- L'ultima esperienza
è stata /atta sopra un ladro condannato a
morte , il quale Bo'udei pretende che i
cerusici abbiano sciattato per render la
piaga incurabile. (AJ
S C I
1073
•f *SCUTTKRI'A. Temi, collettivo.
Persene, o Cote sciatte . Bvlltn. ììiicch,
87. E che M far razza sia cosa da sciat-
ti, E srijtti veri ec. Guarda che la sao
f.trp iafino i gatti, E ogni altra sciatteria
della natura , I ciechi , ì sordi , ec. E
i\^. Srnti che rob.i l vera sciatteria, Ve-
ra roba dj [lovcre famìglie. Dì greppi o
cncci , e simili sloviglif. (A) E Disc. i.
235. Non avreste m.ii credulo che fra !•
sciatterie de* notomisli si trovasse queste
lindtire. E 3. 34. V.ii stimaste sempre 1*
Anatomia una cosa abietta e meschina, una
miseria, una sciatteria ec. (F)
•f A- SCIATTE/ZA. Aitrattn dt Sciat-
to. Minuce. Malm. 45o- Questo fu un tale
nominato Giovanni , che si diceva Nan-
naccio per la sua sciatlczza e spensiera-
taggine , poiché questo nome è peggiora-
tivo del vero nome Giovanni, ec. (A)
SCIATTO. Add. Colui che ma negli
atti, nelle parole, e negli abili soverchia
negligenza, e che va sc'mpostoj Sciaman-
nato . Lat i'icultiis . Gr avst'p^^STOs .
Toc. Dav. Perd. eloq* 4*4" Appena li
patisce la parte , sì sono mesti , sciatti ,
smunti e sani per dieta . Buon, Fier. 3,
2. l5. Bandiera che tu sei. Sciatta, svi-
vagnataccia. 3falm. g. 5. Acciocch'ei non
la vegga sconcia e sciatta > Manda giù 1'
impannata , e si rimpiatta.
* SCIAVERO. Term. de' Legnaiuoli.
Quella porzione rozza del legname , che
si cava colla sega da un pezzo di legna-
me che si riquadra j onde diconsi Scia'
veri Le quattro porzioni di cerchio che si
cavano da una trave nel riquadrarla colla
sega. (A)
SCIAURA. V. SCIAGURA,
SCIAURANZA. J'. SCIAGURANZA .
SCIAURATAGGINE. /'. SCIAGURA-
TAGGINE.
SCIAURATAMENTE. V. SCIAGURA-
TAMENTE.
SCIAURATELLO . 1'. SCIAGUKA-
TELLO.
* SCIAURATEZZA.^jfrdWo di Sciau-
ratoj Sciauratag^ine. Lai. improbitas, ne-
quitia. Gr. juo);S*5.*Jt «» 7Z0Tir,pia. Segner.
Crisi, insfr. 3. g. 8. Tante impudicizie,
tanti scandali, tante sciauratezze, che fanno
pianger la santa Chiesa a lagrime inconso-
labili, sì toglìerebbono tosto, se ec. {*)
SCIAURATISSIMAMENTE. V. SCIA-
GURATISSIMAMENTE.
SCIAURATISSIMO . V. SCIAGURA-
TISSIMO.
SCIAURATO. V. SCIAGURATO.
SCIBILE. V. L. Add. Che si puh sa-
perci e in forza di susl. vale Ciò che può
sapersi . Lat. scibihs . Gr. eTtsTTjTC, .
Pass. 326 E bnevemenie tutte le cose
che sono scìbili , cioè che si possono sa-
pere, o che si fanno naturalmente. Dani.
Conv. 172. Deesi fine attendere dalla par-
te dfl suo scibile desiderato . Gal. Sist.
102- Questo è un modo di contener tut-
ti gli scibili assai simile a quello , col
quale ec.
•f * SCIENA . Quel pesce che anche
dicesi Ombrina. Salvia. Opp. Pese, 4- 391.
E '1 sargo tremolante di paura, E V im-
belle scieoa , ovvero ombrina. (A)
t SCIENTE. ;-. L. Add. Che sa. Che
Ita notizia d'una cosa. Lat. scicns. Tac.
Dav, Ann. 12. i44 Espongono, venir bene
scienti dì nostra colleganza
f g. I. Sciente, vale anche Scientifco,
Sapiente , Lat. sapiens , lileralus . Gr.
ÌTnrsTfìtj.oìv. GiiUl, leti. 9. Oh quanto es-
ser dee dolce piaga di correzione a sciente
uomo I E altrove : Mi conviene conver-
sare con Uomini scienti , e veramente
scienti mollo. Buon. Fier. i. 2. 4* *'*
quando pur non sian molto scienti, l'ho
spcranja ch'egli impareranno.
i35
io7Ì SCI
# §. II. Si trova unito anche aììa pre-
posizione In Oli. Com In/. 4 62. Que-
cti (Orfeo) fu sffi'-rit'' i" 'nu>it!a, r; seri
TOPO li poeti . eh* pili fu 6gIiuolo di Cai
liope , e eh' cìU ebhc pt^r moglie Euridi-
ce. (C)
g. Iir. y4 sciente. F. A SCIENTE.
SCIKNTKMENTE . A^verb. Con sa-
puta , Con pieni cognizione. Lat. scìen-
ter, consitlto . Gr. 65 JTtTflO!? . Lih.
Afn. 26. Quella che id-iDPatnente e con-
giunta air amore di alcuno , tu non la
dei sottrarre da quello srieoteinetile . A"
62. Dee pjxieotementc portare che quella
Uìi putl.nii.1, djppuichL', conijiccndola put
taa:i. siienlcni'-nte a lai amore ki congiua-
te. Tei. lir. 8. t). Sjhw culpa è. quando
egli dice che noi lece scicnleincnlc , ami
per Don sapere, ec. * Sahin OJift.Uh.
21. V. (io. Al pavimento Sali di quercia,
cui gi'j r architetto Pi.illò scieoleineote, e
drizzo a squadra, ec. (U)
SCIENTIFICAMENTE. Awerb, Con
modo scientìfico . Lai. *.u:ifntifice , ììnt.
Di colai che argomenta scientificamente.
Sega Hi't. 5 E' non si può ancor per-
suadere a certi le cose» hi*nchè tu le di-
chi scieiitiGcamentc. l'arch. /,f5. 5. Tutte
le rose che si sanno scii^otificamenlo si
sanno mcdijulf: la dimoslraiione.
t SCIENTIFICO. A'id. Di scienza.
Appartenente a scienza . Ott. Com. Inf.
6. qo. La quali; ditrae lo 'nlelletto dell*
nomo dalie speculazioni e scientifiche co-
le, e reiidelo solamente alteuto e sollecito
alte corporali.
■\ §. Parlandosi di persona vale Scien-
ziato j e si iiiij anche in /orza di sust
Lat. prudeif , literatus . Gr. ypo'vt^j; ,
TTSTatocu/jLjvo;. Vit, Plut. Non conviene
ad uomo prudente e scieniifico porsi in
pericolo per pazzi. But, In/, i. 2. Ce-
sare mollo onorò li uomini scienlificbi, e
letterali , E Òl^. 2. Così si tiene per li
«cicutt6cbi .
SCIENTISSIMO. Superi, di Sciente.
Lat. peritissimus.CMt.Zfj.TtiipóxvLTOi- Dav.
Scism. 17. L* altro vi fu Legalo di Lion
X., e delle cose dell'isola scientissìmo.
SCIENTRE . F. A. Sciente . Lat.
sciens. Gr. 2'7rt(J7*]jUo;. FU. Bari. zi. Non
allumina ninno, e '1 suo scientre lascia la
lumiera.
SCIENTKEMENTE. F. A. Avveri.
Scientemente. Lat. scienter. Gr. ÈiH'srn-
/ULOvixù;. Fr, GiorU. Pred. S. l3. Ma di
verità chi scienlrcmento sapesse che ciò
eh* avesse non fosse altro che usura, non
]a dee torre il servo dì Dio. Lih. Ant.
47. Alcuno scicntremente non dee sov-
vertire f'-mmina che ad amore d'altri sia
congiunta duhiiamenle.
t SCIENZA . e SCIENZIA . Notista
certa, ed evidente di cfwcchessi't , dipen-
dente da vera cognizione de' sttfìì princi-
pii . Lat. scie-itin. Gr. «TUT/j^aTj . Dant.
Conv. I. Scienza è ultima perfezione del*
la nostra aoim.i, nella (|uale sta la nostra
ultima fflicità lu Pur. 5. Non fa srienzj
Senza lo ritenere avere inteso S A^ost,
C D. La scicnzia allora fa prode, quan-
do cjn essa è la carità. Ott. Coni. Pur^.
21. 38i. L;i scienia è perfezione dell'a-
oima infìno rh* è col murtal corpo.
§. 1. Per Qualunque co<;ni:ione, o no-
tizia. Dani. In/. 33. Ed egli a me : come
'I mìo corpo stea Nel mondo su , uulla
seienzia porto.
§. 11. Per Ofjni sorta di dottrina, e
It'tterafunj , Lai, doctrina , /itera. Gr.
Ttatoet'a, y.aa'auxTa. /locc. noe. 60 3.
E, nllre a questo, niuoa scicDiia avendo,
ti ottimo parlatore e pronto era, che ce.
E nov* 'j'j. 3. Avendo luneamente stu-
diato o Parigi, non per vender poi la sua
scieuij a minuto, corno molli fanno , ma
noi-. 5q 6. Noi, e gli altri uomini idioti
terati , siamo a comparazioue di
S C I
per sapere la ragion drllr cose. IVov, ant,
36. I- Uno, !■( qinle ehbe nome Mileu-
siuv Tale, fuf> grandissimo savio in molle
scieniie.
* SCIENZIALE. Add. Appartenente a
scienza. PiUav. Tratl. sfil. cap, 3 Que-
sta Controversia vuoisi distinguere per mio
avvito in tre Ìnvestit;aEÌonì. La prima ì: ,
se a' trattati scienxiali convengono gli or-
namfn'i (li-ll'eloqurnia , ec. f Itj
SCIENZlATISSI\lO..V'*/»e/-/. di Sciea-
ziito. Liit. d'CiiiSi'nus. Gr cofiirv.r^i,
Firff. IÙ'i:id Conrios*iacoi3ch'' Virgilio ,
uomo scienziatis^imu e potala ottimo , di
nazione Mantovano , ec. Perno, Asol. 3.
181. Ptrrciocchè io avea inteso che egli
era scienzialissimo.
■J- T* § ^ nccompagnat) afli particella
In. Ott. Com, Inf. 4. (J6. Questi (To-
lomeo) fu scienziatisiimo in astronomia ,
cumpUQse r Almagesto ce. e più altri li*
bri (Ci
J SCIE>ZIAT0. Add Che ha seienzia
Lat. literatus. Gr. 7t5:r3tiÒ£V'ie'>o; liocc
I-. 5q
non liti
lui, e degli altri uomini scientiati, peggio
che uomini morti. Frane. Satch. Op div,
121 Adunque chi ha a giudicare e reg-
gerf, può iiialc CMcre giusto e far<' insti*
zia , se non è scienziato Galat. 26 Sun
mica idiota, nò materiale, ma scienziato
p d'acuto ingpgno . F ^Q. Ho voluto il
parere di più uomini scienziaii . fìemh.
Asol. 3. l6t. Mossa dal chiaro grido,
che i Ire giovani aveano , di valenti e di
scienziati.
-^ ^ ^' . I . F accompagnata alla particel'
la di. Ott. Com. Inf |. 8. Dice che fu
poeta, cioè scienziato della scienza di poe-
sia, e scrìsse in versi come Enea ec. (C)
* %. II. E in forza di sust. « fìocc.
Intro'1.6. O chela ignoranza de' medicanti
( de' qudli. oltre al numero degli scienziati
ce., era il numero divenuto grandissimo)
non conoscesse da che si movesse » . (Cj
SCIEN7.IU0LA. Dimin. di Scienza ,
Lai. *scienlio{a, Arnoh. S. Agoit. C- D.
Per questa colai cagione vogliamo più to-
sto vanamente, che utilmenle, mostrare la
nostra scienziuola.
SCIFIC\RE. r. A.Prono-^ticare.\.^X.
prcenunciitrc. Gf. TZpoxyyOXiiv. G. F.
12. 98. 1. Ciascuno, che *1 teppe, ne
sriGco e disse che sarebbe con mala usci-
ta (alcuni testi a penna hanno signi-
ficò).
•f * SCIFRARE. Dictfrnre s r Jigu-
rat. Spiegare ciò che v' r d'oscuro, di
rf'i.tteriiìso in checchessia Forti;.;, Ricciard.
3. 20. Deh sciframi per dio que5tu se-
greto ; Ch'io nuu so se mi sia in mOule
o in piano, ec. (Aì
SCIGAERE, r scìngere. Contrario
di Cigtetej Scìorre 1 legt'tii che ein'ono.
Lat. discingfrr, dis>ofv.re. Gr. ano^wv-
vytfai, JtxXu'stv. ^ofc. nv. 2.*i. i^Fat-
lolo siigncre, e latta recare acqba f>^dda
PC, tutti per costante ebbero eh' e' fosse
mr.rto. Petr. .ron. 227. Quindici Tana, e
r nitro dicìolto anni Portalo ho in seno,
e giammai non mi scìnsi. Pnt, Ptirg. 33.
I. Partitevi del tempio , e copritevi lo
capo, e scingetevi, e gillale le ossa drlb
grande madre. 7^ats. Ger. 12. .^17. Tre
volte il cavdiicr la donna stringe Colle
robuste braccia , ed altrettante Da que*
nodi tenaci ella sì scinge (qui meutr.
pa^j ). ^ lìenth. si>n. .'Ì7. Chiamo chi del
mortai mi scinga e sloglii (FP)
* §. L F fii:uratam. Tat<. lett. ifì^.
(Cornino 1751.) Però assai fj> ilmenlc po-
trà impietrarla Monsignor tlluslrìuìmo, il
quale già molli anni ho portato in sano,
e giammai uon mi scinsi. (Cf
§. II. In proverbio : Chi t ha per mal.
S C I
si scinga s e ti dice quando non ci dà
pernierò che altri abbia per male afeu/ut
Cora. Pataff. 6. E se In Thai per mal.
sì le ne srigni. Segr. Fior. Mandr. 2.1.
Se e' l'ha per mali*, scingasi
SCIGRIGNATA. F. a. Colpo di in-
g/iot e la Ferita che /a il taglio j oggi
più comunemente Scingnata. Frane. Saù-
eh, nov. t'ì^. S* io avctsi avuto un buon
cavallo, io avrei dalo a colui una grande
scìgrigriata (qui pare che significhi Col-
po dato rolli lantia ).
•t * SCI LECCA. Beffa. Malm. 10.
3{. Volta faccia vigliacca, ch'io t' ucci-
da, E ch'io l'insegni farmi le scileccbe.
Afiniicc. ivi: Può essere che siccome da
illicia sì fece Lezzi, sorta di delicatezxe,
così Scilecche il contrario . che si fanno
coli* allettare, e poi burlare. F pag. 336.
Fare una cilecca, o scilecca: far Dna
burla ; c'io'k Bogvr di voler fare una cosa,
e poi non la fare (A)
scilinga f. sciringa.
SCILINGUAGNOLO. Filetto, o Lega-
mento valido, e memhraaoto , posto nel
mezzo della pai te di sotto della lin:;ua, che
coacilia alla meilerima forza, o /ermezza,
e che si taglia, perchè alle volte impe-
disce il parlare Lai fraennlum , anrylo-
glosium, fimi. Gr. i///u)i5yiw«0v.
■f- S« !• Romper, 0 Scioglier lo scilingua-
gnolo, per Cominciare a parlare. lìOCC.
nov. 21. iB. Rotto lo scilinguagnolo, co-
mìncio a dire: ec. Silvia. Pros. Tose.
\, 319. Quando segue alcuna cosa contro
alle leggi, allora che si dovrebbe parlare
si sU cheti ec e poi sì scioglie , come
volgarmente sì dice, lo scilinguagnolo,
quando non occorre.
g. II. A^'cr rotto , o sciolto lo seilin*
giiarnolo. Farch, Frcol. 60 D* uno che
favella assai, s* usa dire : egli ha rotto, o
tagliato lo scilinguagnolo, il quale ai cbìa>
ma ancora filetto, che è quel mascolino
che tagliano le più volte le balie di sotto
la lingua a* bambini. Bemb. Asol. 2. I2Q.
Den vi dico io, madonna, che egli na
oggi rotto lo scilinguagnolo.
t SCILINGUARE. Balbettare, Lai.
balbutire. Gr. "^iììi^uv, Farch. Frcol.
60. Di coloro ì quali per vizio naturale
ec. non possono proffrrire la lettera r ce,
si dice non solamente b.itbolire, o balbn*
tire, come i Latini, ma balbeitare anco-
ra ec , e il verbo proprio dì questo, e al-
tri colali difelli è srilinguare . F rim.
past. 2l3- Oiid' è, (dicra Carìn) che *n tua
fireicnza Nim so , Nape gentil , scioglier
a lingua. E sci<ilia |h>ì non parla, ma
scilingua ? yf, Aldobr. Quasi non puule
parlare, anzi comiocìj a scilinguare. OAd.
Piit, 7t) O madre mia. d* te non rice-
vetti io tenere lusinghe nelli mìei primi
anni : e io fanciullina scilingaando pian*
geva.e non potei acquistate il tuo tcncio
amore
SCILINGUATELLO. Dim. dt SciUn-
euato. Lib cur. maiatt. Favellano scilin-
guatelli, comr se fossero t«'oeri (anciul*
letti.
t SCILINGUATO. Ad t, da Scilin-
guare, Genrs. P. iV. In tulio 'I Irnipo
della vita sua balbcllirò. e lu scilinguato.
Oit. C.>m, Purg. if), j^o. Una fcinmina
scilinguata, e fosca, iiuid. G. Fuc unpn*
co scilinguato. Ftp. Fan:;, Cmlo cbe
sieoo quelle persone, le quali bannn maln
lo mio scilingualo parlare. Gm^at. ^5.
ConirafTacrndo gU scilinguali, o toppi , o
quaKhe gobbo.
* SCILINGUATORE. Feròal, mast.
Che scilin'^Ma, Bttc. Matm. (A)
SCILIVA. Sialiva. Lai. saliva. Gr.
Bi'ct>5y. 3/wr. S. Greg. 8. 21. Allora la-
scerai tu trangbioUire pcrfctlamente la
sciliva all'uomo, quaudo tu il satterai ci ■
s e 1
Lor. Meii, cant* 71. 2. Sempre hùscia
fichiseccbi. Perchè f.ui óeU-à sciliva. T'ac,
J)av. Stor. !^. 35y Un povero cicco tli
AlcsModru (.-e, ^iLt^itoii 4lle ^inoccliij di
VetpasiaQO , pii^iicnilo Ìl prcgn volcrlu
■Uuminare, le gote e gli occhi iinmolldo-
dofili colla 9UJ sctlivu. iVc/i:. sat. 6. t
fa *\ ciglio affiljr ciilU ^cilivj.
SCILLA. StfuiHa. Spezie </i cipo/.'a. LjI.
«i7/a Gr. 9xi>ia. /ine/t Kor. 168. Loc
di «Ugo di Scilla di Asclepi.ide. Sfcondu
Galeno. Recipe sugo di sciUa cruda ce. ,
cuoci, e fa' lue. A" 169. Loc di polpa di
Scilla del niedf&imo Kccipe Scilla cbe ri-
maoe, trattooc il mgo ec. , cuoci , e fa'
loc.
SCILLITICO. Jd'/- S>/uiÌiitico* Lat.
tciiiUcus. Gr. ffxJltrixa». Rtcett, Fior.
li?' L'oiiimele scillilico coinp*»ito si fa
come i' Disimele composto, pigliaudu per
aceto semplice lo scillilico.
•f * SCILLORIA.. l'oce bassa. Intel-
letto, Capttcità. BelUn. Bucch. 21O- Io
to' meglio pensar, che a peso d'oro, Con
^anta io n'ho adùprar\t scilloria; E per-
chè il peso sìa più puntuale, Vo' accattar
lo bilance allo spellale. (A)
SclLOtXO. -Yome di vento tra Le-
vante, e Mezzodì^ Scirocco. Lai. notus.
Gr. vÓTOi. Tes Br. 2. 3;. Dall' altra
part^' di verso Mezxodt sì n' è un altro,
che iiigeoera nuvoli , e ha nome Euro ,
ma li marinari lo chiamano Scilocco; ma
IO non so ragione, perch* elli lo chiamano
così. Bocc. noìf, i4- 6- Levandosi la sera
ano Scìlocco, ìl quale non solamente era
contrario al suo cammino, ma ancora fa
ceva grossissimo ìl mare. G. V. 12. 26.
X. Fu in mare una grandissima tempesta
per lo vento Scilocco in ogni porlo.
SCILOMA. Hagionamento lun^o^ e ta-
lora inutile, Varch. Ercol . 82. Fare una
predica, ovvero uno sciluma, o ciloma ad
alcuno, è parlargli lungamente o per av*
venirlo d' alcuno errore , o persuaderlo a
dover dire, o non dire, fare, o non fare
alcuna cosa. SaU: Sptn, 1. 3. Or Goisci
ora quel tuo sciloma, che tu avevi co-
miaci^to di colui là. G. Lo sciloma è bel-
lo e 6nilo. Lift. Son, 29. Ma tosto n'an-
drai tu senia sciloma.
S- A' talora fu usato anche in genere
femm. Tac Da\> Perà. eloq. ^24- Che
bisogna scilome in senato, se i migliori
klla prinu acconsentono? 1 il testo lat.
ha muUis sententiis ) . CeccU. Correa. \ .
3. O pur fornì quella sciloma.
* SCILOPO. I oce umia per la rima
in vece di Sciroppo. Burch. 2. 83. Car-
retton, veiturìo bolio e rappreso. Or sen-
ta cascia , pillole e scilopi Cacar ti farò
ttroDzoli seoopi, E dori sì, che ìl cui Li
parrà acceso . Ar. Fur. 21. Sp. Un me-
dico trovò d'inganni pieno ec. Che sapea
mejìo uccider di veneno. Che risauor gli
infermi di scilopo. (^tS)
SCILOPPARE. Dargli sciìoppuCecch.
Donz. 4- 7- Che è carnovale. Altro che
no valente medicone ec-, che ce. ci se il op-
pa Con mille passatempi, con che smuove
Gli umor cattivi? Belline, son. 23;. Slu
m' bai , Lorenzi» . sempre scìloppaio > A
questa volta da' la medicina.
3. Per meta/. .Morg. zS. 60. Pefò il
venne co' baci sciloppando. Car. leti, l.
Ii4« Ho bisogno che voi mi scìloppiale
di cosià della paura che m* hanno messo
addogo.
SCILOPPO. Sciroppo. Lat. s^rupiis ,
eatapoUtfii, Gr. xaTx^aTtav- 3/. Aldohr.
B. V» Prenda ciascun mattino e ciascuna
•era scìloppo acetoso. E P. JS. 44- Lor
conviene prendere la mattina e la sera
scìloppo acetoso. Capr. Boti 4* 70> Co-
me se lo spìrito d' Aristotile e di Plato-
ne ec. fosse rinchiuso nello alfabeto Gre-
S G 1
co, come in un'ampolla» 6 the V uomo
se lo bee^sc in un tratto, corno sì fa uno
sciloppo.
* SCIMA. e SIMA. Quel membro de-
gli ornttinriiti in A' chi lettura , che anche
diccsi Golii. Bnlthi, l'oc. Pis. (A)
jSClMlA.e .SCIMMIA, llertuccia. Lat.
siniia. Gr. 7ii0/]/o;. ìVoì'. 0/1/ ;j6. i.
Uno im-icilanle, che recava bcrrelle , se
gli bjgn.iro ; e avendole tese, sì vi appa-
rirò molle scimmie, e catuna se ne mise
una in capo. S'rnt. S. A^* D. Sono sì
migliaolì jlla srìmìa, che ha viso d'uomo,
e le menitira di bestia. Ftt. SS Pad. l.
11 3. Adoravano le bestie, come cani, scim-
mie, e buoi.
# §. I. Scimia , figttrtìtant vale Che
contrafàt Che imita le produzioni, le ina-
ntere, o sinuli, di un altro. « Oant, Inf.
29. Com'i'fui di natura Iiuona scimia
Bui. ivi : Buona scimia ; questo si può
inleodere: com* io fui buono contraffalore
di natura» . (C) Car. lett. i. 71. Così
fa medesìinaineote l'urte, la quale in ogni
cosa è scimia della natura, (l^j
§. il DiCimmo in proverò. Dir l'orazion
della scimia j e vale Borbottar bestent'
miando senza essere inteso, V. ORAZiO-
>E, g. XII.
SCIMIATICO. Add. Che tiene di sci*
mia. Che ha della scimia. Cavale. FrutL
ling E un' altra orazione slolla , la qual
sì chiama scimi.ilìca , cioè di quelli che
pur muovon le labbra come una scimia,
e Don ìnlendoQ quello che dicono.
•f * SCIMIO . /'. A. Scimia, Fav.
Esop. 112. Avendo il lupo accusala la
volpe di furto dinanzi allo scimìo, scu^a-
vasi la volpe a potere, alla quale lo giu-
dice messere scimìo era favorevole, £ n/)-
p/cjjn; Possiamo ec. per lo scimio giudice
ÌDtendere chi s' inchina alla volunià del
corpo . E appresso .* Possiamo intendere
per lo scimìo i falsi giudici, ec. (^)
3 SCIMIOTTO, e SCIMMIOTTO.
Scìmiir, Sitmia gióvane. Salvin. Disc. 1.
32.Ì. Appigliandogli però non lìoni, come
pareva che quel!' epiteto ec, richiedesse ,
ma babbuini, e scimmiotti.
* §. Fare il scimiotlo , vale Contraf-
fare , Imitare. • Menz. sat» ii. A far
forse il scimìotto Lì d' iotoruo a più d*
un bigio animale -■ (C)
SCIMITARRA. Spada corta con taglio,
e costo/a a guisa di coltello , ma rivolta
la punta verso la coslolaj e dicesi anche
Storta. Lat. ensiì falcatus, acinaces, ma-
chcra . Gr. tt/iva/.)J4 . Tac. Dav. Ann.
12. i56 Sguainala la scimitarra, lei fie-
de, e strascica alla riva, e gìita in Arasse-
Mor^. it). {^l. Saltato avrìu per fuggire,
ogni sbarra ; Pur s* arrostava con la sci-
mitarra. Ar. Far. 16. 72. E scudo, arco
e faretra Avere in odio , e scimitarra e
lancia. E 3o. Sfl. E spada io non avea ,
De sctmilarra . * J? 27. 58. La mia ra-
gion dita mia snmitaira , E faremo il
giudizio nella sbarra. (FPj
* SCIMITARRATA . Colpo di Scimi-
ta'-ra. Car. Nas. Se non era questo (gnar-
dnnaso ) , reslava senza naso per una
scimìtarrata cbe gli trasse un Giannizze-
ro. (N)
SCIJDIIA. V. SCIMIA.
SCOtMlOXE Scimia gratde. Bertuc-
cione ■ Lat simius ■ Gr. ni'6»j»!35 . Nov.
ani. q5. 2. Allora, per sentenza d* Iddìo,
apparve in quella nave un grande scim-
mione: prese il tascbello di quella mone-
ta, e andonne in cima dell' albero.
g. Per similit, favellando di maestro
Simone , medico sciocco , e scherzando
col suo nome , P ufo il Bocc. nov. 83.
q. Ma il maestro scimmione rìdeva sì
squ a e eh e ratamente , che tulli i denti gli
si sarebber polulì trarre
S C 1
1075
SCIMMIOTTO. J . SCIMIOTTO.
t 3 SCIMUiNITAGGIWK . Mancnnaa
't' indegno, e di fiiiJizioj Scempiaggine ,
Bai .rita.:giii^. Lat. /ituitat, ineptiae. Gr.
s'ui»]'rii-y.. Alle:;. 123. Incontratosi nella
srimunitaggiiK-, publilica femmina di mon-
do, ec, ittldoiiicìiìcaiidosi con essa, ven-
ner a' ferri .
^i §. Si dice anche de/.'e Azioni , e
delle l'a'ole che manì/estnno difi ito d'
ins'gno, e di giudizio . u A/leg, 63. Per
ricoprir la sua prima sriraunìlaggìne , ad
of^ni poco d'occasion t ho glitne fosse da-
1.1 ec. , rammenterebbe la Uenedrli' joinu
àMi sua colei- E 123. Egb, s;iillando,
faceva lare agi' innamorati sciniunilaggìui
a iosa .. . (C)
f SCIMUNITAMENTE . Avveib. In
una mnniera scimunita. Lat. inepte, stulle.
Gr. avo*i'TW5- Alle^. 123. Ond'egli allo
'ncontro, scrìvendomi scimunitamente , la
biasima a tulio transito.
SCI.MUNITELLO. Z?/m. di Scimunito,
Lat. ineptits, fatuus. Gr. i'uy;'Gr;;, /jLupo'4.
Lasc. Gel. 5. 10. Eh eh , scimunitella ,
egli t' ara detto un altro nome . Alleg,
Qu. Quando scimunìtello a credenza mi
persuadeva che quell* omacciou da be-
ne ec.
SCIMUNITO . Add. Sciocco , Scemo .
Lat. msulsus, insipidus, stiiltus, nebulo.
Gr. ^Xa|, xai Yi'Ji'OtOi. Fdoc. 4- 22,11
tuo diletto è dimorar ne' vani occhi delle
scimunite femmine. Pass, 122. Se la per-
sona sa, o crede che quello confessore sta*
per vecchiezza rimbambito , o per infer-
mità, o per naturale condizione smemora-
lo, o scimunito. Bern. Ori. 2, 21 l\0.
Pazzo, senza giudicìo, scimunito. Poiché
i servigi ricordava in corte. Fir. Lue. 3.
3. Scimunita eh' i' sono ! i' m* er^ sdimea-
licala il più e '1 meglio.
SCINDERE, V. Ln Separare, Lat. scin-
dere , dividere , separare . Gr. o^''^*'^ '
Dant. Piirg. 11- Che fama avrai tu più,
se vecchia scindi Da le la carne ? Petr,
cap. 9. Quanto del vero onor. Fortuna,
scindi I
SCINGERE. V. SCIGNERE,
SCINTILLA . Favilla, Lat. scinUlla .
Gr. oTivflij'p. Dant. Par. 28. Lo 'ncen-
dìo lor seguiva ogni scintilla . Fir. Dial.
beli. donn. 369. Pose loro in mezzo , co-
me due scÌDtille dì fuoco, le pupille, che
volgarmente si chiamano luci, culle quali
la virtù visiva, che quivi è propriamente
locata , rapisce gli obbietti cbe se le pa-
rano innanzi.
\ SCINTILLAMENTO. Lo scintilla-
re. Lat. scintillatio . Gr, cTrivSajSiy/o; .
Ott. Coni. Inf. 26. 44^* *-•**" ^''"' scin-
tillamenti vedea io splendere nell' ottava
bolgia .
SCINTILLANTE . Che scintila . Lat.
ScintiUans, micans . Gr. oniv^yjpt'^wv .
Fir. As, i56. La presero a domandare
qual fusse la cagione , che con sì brutto
piglio ella adombrasse la venustà de'suoi
occhi scintillanti. Buon, Fier, 4* 4- '^"
la mezzo a cui par rider sciatillanle Lim-
pido fonte.
* SCINTILLANTISSIMO. Superi, di
Scintillante Bemh. Lett. (A)
SCINTILLARE. Sfavillare, Traman-
dare scintille. Lat. scintillare. Gr. cttiv-
^tìpL^zvt . But, Nella sua rotondità vidi
gìltar raggi d' intorno e scintillare, come
scintilla il ferro rovente, qiundo è balinio
dal fabbro col martello,
g. 1. E comunemente si usa per Ri-
splendere tremolando , quasiché nel tre-
molare paia che escano scintille . Lat.
scintillare , micare . Gr. a::tvdr.pii;£tv .
Dant. Par, 9. Tu vuoi saper chi è 'n
questa lumiera. Che qui appresso me co-
ti «cinlilla. E l^- Di corno ìu corno, e
1076
s e I
tra li cima e '1 Lasso Si move'n lami ,
sciolinando forle . /: 20. Quelli , onde 1*
occhio in lesta mi scinlillj . E 2'\. Que-
sto è '1 priocipio, quusla è la favilla, Che
«i dilaU in 6jrTima poi vivace , E come
«Iella in ciflo IO nip iciotilla. /''i/oc. I. I7.
I luceoti occhi della {iella donna, scinlil-
lando, guardarono i miei con acuta luce,
per la «jujle focoia iaclU d'oro , al mio
parere, vidi venire.
* à'. II. SctntiUnre » fu detto anche
del Vivace colore dei Jtori. Ftr. As. 9I.
Fra le riposte omhre scintillava lo splen-
dore de'ljmpeggianli 6ori (C)
SU g. HI. In si^mfie, alt. P usò ii Ca-
ro , Art Uh. 5 f. J29. E, quasi un' Iri
A Sole avverso, sciulillo d'intorno Mille
varii color di luce e d* oro. £ Uh. li.
V. 129^. E gU occhi, che pur dianzi
Scintillavano ardor . grazia e fiereiia , Si
fer Inrliidi e gravi. (M)
t SCI.NTILLAZIONE. Lo scintiilare ,
Splendore. Lat. MintiHutio . Gr. 5:rivea-
pf/yoi. Ott. Com. Par. 21. ^7^. Per gli
scontri che si facevano , e per li luoghi
dove si trovavano . molta luce , scinlilla-
«ìone e chiarella ivi apparta.
* §. Scintillazione, ivrm. degli Astro-
njmi, per Quella lras'iiii.uone tU/ulgore,
e replicata vibrazione propria degli astri,
per citi semhra che tramandino certe
scintilie , e per cui insieme gli occhi de*
ri.iirtiardanti sono dilettati, e in un certo
modo nhhugliati (A)
SGINTILLETTA . Dim, di Scintilla,
Lat. sciiiltllitta . Gr. amt^'X.piy^ . Lab.
07. Ma pure alcuna sciiitilletta di ragione
dimustrandomi che mollo maggiore ver-
gogna a me, ciò facondo, acquisterei, che
a lei, da tale impresa ce. mi ritenne ( qui
per meUt/.}.
•f * SCINTILLUZZA . Piccola scin-
tilla, Scmtìlletta. Boez. Farch. i. pros.
0. Di qui a poco di questa menomissima
sciotilluzz.) li s'accenderà lutto il calor
naturale. (A)
SCINTO. Add da Scignerej S.-nza cin-
tura , o Coli,! cintura sciolta , Sfibbiato.
Laì* itiscinctiis, Gr. ocrrè^wja! V5;. Bocc.
noi'. 73. 20 D' altra parie Calandrino
sciuto , e ansando , a guisa d* uom las-
so, sedersi. Nov. ant* SUimp. ant. Sg. 2.
Giunto alla badia la notte medesima , si
vi Uovo una donna in pianto, scapigliala
e scinta, furie lanienlando. Pelr. sq/i. 22.
Vcggendo quella spada scinta, Che fece al
signor mio si lunga guerra (cio^, spiccata
dalla cintura , lolla dal fianco ) Doez
f'nrch. 2 rim. 2. Tante ricchezie ogno-
ra Sparga Duvizia, e versi II corno, aperta
il grembo , e scinla il seno > Tass. Ger,
l3. 6. E sciuto e nudu un pie, nel cerchio
accolto, Mormorò potentissime parole.
•f * SCIO. Lo stesio che Ischio.
Red, Lett. (Op 3. 182). Il signor Soria
e stalo ass.ilit'i dalla gotta prima nel pie
de ec, poi alla volta dell'osso scio. Sal-
vili, lliad. Uh. 5. V. \5l. Con questo
(sasso) colpì Enea nell'osso suo. Dove
la coscia nello scio si volge , E ciottola
però viene appellato. (A) Imperf. Anat,
160. L'osso ischio detto anche cosscndico,
e scio, e la terza parte ec. (dell' osso inno-
minato ). (T)
^ §. And ire a Scio, vale Perd.rsi
interamente ; presa la figura da un'ar-
mata , che andando all' impresa di Scio
vi si perdi-, Salvin, Annot. Fier, lìtton.
l\. 3. ì\. Noi ditbiamo andare a Patrasso,
a morte, a Scio, in rovina, in distruzio-
ne; per lo sconBlte quivi state. (S)
SCIOCCACCIO . Scioccone. Lat. insi-
pidus , injicems. Gr. cévoTjTO?. But, In/
zq. a. Vedendo maestro GriSolioo , che
questo Albero era cotale scioccaccio , fe-
cogli a credere, vantandosi ec.
S C I
SCIOCCAGGINE . Sciocchezza . Lat.
ineptia, fatuità ì , stultìtia Gr- ^uvj'Oeix ,
fioìptu., fitfiOOTrìi Ar. IVegr. 2. 3. Cre-
di tu eh* i' non abbia piò d' un tralTi o la
questa terra piena di sciocraggine? lieUinc,
sO'ì* l3r). Merita il segno del puelirjiu,
E per miglior mercato, E manifesto esem-
pio di scioccaggine , D«bb* esser coronato
di Carlaggine .
SCIOCCAMENTE. Awerb. Con iseioc
chfzta. Senza giudicio , Senza Considera-
zi'jne . Lat. insipienter , Gr. ayoijVw; .
Bocc. nov. 68. 2. Il quale scioccamente
ec. pensò di volere iogeniilire per moglie.
K nov. 77. g. Del quale Scioccamente bai
gelosia presa. Gmd O, Onde egli scioc-
camente si avventarono addosso a' Greci.
Alatn. Gir. 16. 17. E ricercato come no-
me avesse, Parea che scioccamente si ri-
desse .
SCIOCCHEGGIARE. Fare scioccherà',
fanegìjiare , Far cote da sciocchi . Lat.
insipienter agere , detipere. Gr. TTaoat-
^pOviìv. M^r. S. Gret;. 23. 6. Dimostra
egli bene quanto egli puerilmente scioc-
cheggi . Morg. 22. 2o5. E di' eh' io vo'
venir cou la coreggia Al collo e ginoccbion
chieder meni-, Come faociut talvolta che
scioccheggia.
SCIOCCHERELLO. Dim. di Sciocco.
Lat. insipid.is , tnsultas • Gr. ooJLOtxs'^ .
Ftr. Lue. 2. 4 lo ni' >ono bene avvisto
che costei e una sriocrherella , e si pre-
sume savia. E 2. 5. E' dice ch'eli' è una
sciocrherella; mi Iddio '1 voglia eh* e* non
la insali alte sue spese. liuon, Fier à. 2.
1. Se sempre ride, e non si vede a che
Proposito ella fa, fra se favella, Ch'eli' è
una scioccherella .
t SCIOCCHEHl'A. Azione , o Paro-
la sciocca , Sciocchezza . Lat. dementia,
siuliitiiì . Gr. a'vjia, p.vptoc . Fir,
Lue. 3. I. Non feci mai più la maggiore
scioccheria, ne la maggiore poltroneria dì
quella che io ho fatta st.imattinj . Buon.
Fier. 2. 4 18. Tulli i Iczii e le scedo e
scioccherie Eranvi espressi delle donne tutte.
t SCIOCCHEZZA. Qualità di ciò che
è Sciocco in signi/ìc d' ìntcipido j Scipi-
tezza. Lat, insiiiivitas. Frane, Sacch, nov.
192. Bonamicu lasciò quella pentola nella
sua sciocchezza.
f 3 §. I Sciocchezza, fgurntam, vale
anche Mancanza di saviezza , di pru-
denza . Lat. stult'tia , ins'pientia . Gr.
/i.w,5i'a , oìfpoaJvr,. ììocc. nov. 70. il.
Cominriò a far beffe della sua sciocchezia.
F nov. 80. 21. Dolente oltre modo, seco
medesimo la sua sciocchezza piagnra .
Cion. Aforell. 253. Si dichiarerà i gran
danni e prrsecusioui a noi avvenute o per
dislioo di fortuna , o per malizia di chi
ci ha avuto a ministrare , o per nostra
sciocchezsa .
* §. 11. Sciocchezza , si dice anche
delle Azioni, e delle Parole che mam/e-
staiio mancanza di saviisza, di*priidfnza.
" Cromchetf. d* .-Intar. 73. Tu fai scioc-
cbezia a fìrlarlì di lui •» . (C)
« SCIOCCHINO. Pim. di .Vnnfco. Lat.
stulliilus. Gr, oì^i^TtpOi . Buon. Tane.
l^. 5. Non mancherà chi gli torrìi, scioc-
china, (') Ped, in M,»g<ìl. Lrlt. voi. i.
pai:. 203. (Fu: 1761)). Co»J cominciava il
capitolo, con cui io doveva risponderò
ec. ; ma quelle sciocrhine delle Muse ,
quando hanno sentilo intonare er , non ì-
mai stalo possibile che vngliano ec. (P)
SCIOCCIIISSIMAMENTE. Superi di
Scioccamente. Lai. stultisiime . Gr. iV*
fpovi9Ta.rv.. S. Aff' C. P. Disputano, che
non si può comporre un* arca di tanta
grandezta . e scioccfaiisimamente calun-
niano .
SCIOCCHISSIMO. Superi, di Sciocco.
Lat stullifsimut . Gr ^jrf>pe«i7Taro;
S C I
Trati. pece. mori. Qarslo ramo si divi-
de in tre parti: una ipocrisia lorda.eoaa
sciocca, e un' altra sciocchissima. E ap-
presso: Quelli suno ipocriti sciocchiuimi,
che ec. * Boez. 32. Tu li sforzi di ritene-
re il forte movimento della rigirante
ruota. Oh scioccbissimo s'-pra tutti >
mortali 1 S' ella comincia di star fcrou ,
ella manca d* esser fortuna (P)
SCIOCCO. Add, Scipit., , Senza sa-
pore . Lat. insipidus , insulsut . Gr-
«Z'-'MO?- oi*9.lfJ.0i. Cr. 4 ^8. u. La
diversità del vino è per lo sapore, imperoc-
ché altro <; dolce ec, altro sciocco, FranCm
Sacch. nov. 1 c)2.Turoato il marito a desinare,
e assaggiando la sciocca vivanda, comin-
cia a mormorare. # Bed. Cont. 2. |5.
Tra* brodi umettativi loderei il prendere
ogni mattina sei, o sette, o otto once di
brodo sciocco. (Cj
5 3. 1. Sciocco, parlando d* uomo, o J*
azion d' uomo, vale Che manca di sa-
viezza, di prudenza. Lai. stiiltus , insi-
pieni Gr. uùtpoi, l/ffpùiv, Bocc, nov.
10. 6 Quasi credessero questa passione
piacevolissima d' amore solamente nelle
sciocche anime de* giovani, e non in al-
tra parte, capere e dimorare. E nov. si.
i5. Egli, facendo colali risa sciocche, il
menò nel capannello . F! nov. Ag. tg.
Sciocca, che i: ciò che tu di'T £ nov. 63.
7. Voi siete una sciocca , se per questo
lasciate. Dant. Inf. Zi. E '1 Dnca mio
ver lui: anima sciocca, Tieoli col corno.
Petr. son. ^2. Pregialo poi dal rolgo a-
varo e sciocco. E 20^. Misero, e pien dà
pcnsier vani e sriorcbi. /: cani aQ- 2-
O refrigerio al cieco ardor cb* avvampa
Qui fra i mortali sciocchi .
* § II. Rimanere sciocco, vale Restar
Confino, e ammutolito per qualche heffx
che ti sia fatta. Car. Apol, 207. Le
bietole ne rimasero sciocche, e 1' altre
erbe se ne risero (si narra una favola
della zucca, delle bietole, e della pnt-
maj. fPr)
* §. Ili Sciocco, talora è sust. mFir.
Disc, an. 28 Tcnnesi per isciocca, aven-
do ingiuslameote dato luogo a lanU pau-
ra .. (C)
P SCIOCCO. Avverh. Scioccamente.
Lat, insipientrr, insulse. Tac. Dav, Perd.
elo/f. 416. Onde è nato quel travolto, ma
spesso dettalo, che i nostri oratori parla-
no sciocco, e gli istrioni ballano sapori-
to. ^A'.V;
SCIOCCONACCIO - Pe-^ptorat, di
Scioccone. Lat. mentecaptus, fttuus. Or.
fxppuv, iiupói- Fir. Trin. 5. 2- An-
datevene a casa, scìocconarcio : vo* mì
parete uscito di voi, alle patate che vo*
dite, e che vo* fate,
SCIOCCONE. Pili che tcioeco» Sab-
bione. Lat. intulsut, fatnus. Gr.x*»9ttadf:-
TO;, /Jtwpo'; . Boec, nov. 69. 9, Là dove
io per molto savio t' area , io t* avrò
per uno scioccone E mcv. 71). 27. Come
molli sciocconi vogtion fare Lab gS. Vedi
tu quello scii>econe T rgli t *1 mio vago.
9 SCIOGLIENTK . C'ie scicglie .
Prltin, Pi^r. 3, 3a|. Sono adunque que-
ste (ante urne non altro che vasi d'acque,
ma d'acque dikfaccitrici , d' acque scio-
gWenli, ec. eh' elle vi ridurranno in pol-
vere i diamanti, ed ogni gemma. (F/
scio»;liere. r. sciorre.
SCIOGLIMENTO Lo scios-llerr. Lat.
dissolittio . Gr fiocìv9i{ . Coti. Ah.
/taae, cap. hg La chiave de* pensieri
del cuore si da nella carila del prossimo.
e secondo ch'è la misura dello scioglimento
del cu «re da'lrgimt drl corpo. Setter. Critt.
inttr I. 2. [. Sono tornato qui a replican 1
ciò che vi dimostrai nel passato ragi»
namrnio, per inlrodurmi allo scioglin;rn
to d' una grande oppositione.
s e I
§. I. Per Sedizioso commovimento .
Lai. seditio. licentia Gr. a:roT«iTa«'a .
O. /. 12. i6. 8. AUrj ruberia od of-
l'caHune corporult- noa lu fjlU iu tanto
fcìosliniento «li citla.
§. 11. Per DisUmperamento, Li/fUff<f
ttone, LaU diisotutio. Gr. ota'i'JSi;- ''*''^^o-
fiat. esp. III. CoDsiiif in uu fioiiiimo
kctoglimcnto di bollÌMlIe rainulissinic.
* §. 111. Scioglimento, dtcfst da' Pit-
tori , Scultori ec. l' AgevoleziM con cui
le memhra dipinte, o scolpite ec. sembrano
muovc^vt ccnte nel naturale, Jt"ldin. Dee.
DÙMni ec. atliluJioati con disinvoltura e
•cioglimento dì parti. (.4)
t * SCIOGLITORE. yerbal. masc.
Che, o Chi scioglie. Ir Gtord. Gen.
89. Questi è Cristo, il quale è solo egli
il sciogliiore, e il liberatore. (N). Salvm.
Opp. Pese. Avendo il cuore Sospeso, 611-
chè d'entro oda lo strido Scioglilor della
pena, (.-t) E O.iiss, Uh. 20. »'■ 7^ EHa
toslo air Olimpo la divina Se n* andò
delle Dee, quando chiappoUo 11 sonno,
che del cor le cure scioglie, Di membra
Kioglitore. (B)
t#SC10GLlTRICE. Cfie scioglie. Sai-
W/1. tnn. Orf, Profana scioglitrice di cin-
tare ec . Amica di furore, cacciairice Co*
cani, e de' pensieri scìogliirice (e detto
Hi Diana) (A) Belhn, Di<c. 1. 322. E
quest'acque cosi pregne di sali, e in que*
•la maniera scioglitrici e scomponenti, sa-
pete voi con qnal nome si nominano! (Min)
* SCXOVO S'^putello, Siccentino, Dot-
torino. (.4)
SCIOLTAME>'TE . A^verb. In ma-
niera sci'yita. Con iscioltezzi, Lat. expe-
dite. Gr. eu^w'jw;. S'-^ner. Mmn /Ipr.
l5. 1. Qoal è '1 parlar de* bambini ? un
parlar balbeitante, tronco, tardo, stentalo,
che però si slima un miracolo, se mai
parlano scioltamente.
f SCIOLTEZZ-V. .U'rnHa di Sciolto.
Sah'in. Disc. 2. ^t>7 Nelle bestie non
dome, e che libere errano per li campì,
veggiamo essere colai compiacimento di
loro scioltezza.
f § Scioltezza, diceti anche deli* Agi-
lità, e Destrezza deile mtmbra del corpo.
Lai. mobilitas , agiUtas Gr. £ jxtyTjai'y. ,
èlfltupj'rT;; Gal. Sist. 167. Questi scrit-
tori più leggiadri ec, per mostrar la
scioltezza della mano, senza staccar la
penna dal foglio, io un sol irjtlo segnano
con mille e mille lawolgiraenii unj vaga
iotrecciatnra. "^ Sannazz. Arcati. Pros.
II. Di velocità e scioltezza di piedi avan-
zano tutti gli altri pastori. (Br)
SCIOLTO AJd. da Sciorre.X.^X. sola-
tas. Gr. ènltl-JjiÙOi.D'int. Inf. 21. Non fu
mastino sciolto Con tanta fretta a segui-
tar lo furo. Pttr- son. 218. Dj me si
parte, e di tal nodo sciolta Vassene pure
a lei. Bccc.nov, \\, i^- Trovò io quella
molte preziose pietre e legale, e sci. .Ile.
E noi-. Qfi. 6. Co'rapelli talli innanellj-
li, e sopr'essi sciolti una leggicr gbirlan-
delta di provinca.
f § I. Sciolto, fignrntam. vale Libe-
ro. Lat. so'utus, iibrr. Gr. I-Ìu^uì'vo; ,
cÀiu6!,J0;. G. /'. 8. 68- 3. Siccome in
ciit^ rotta e sciolta , e sanza ordine di
signoria. Dant. Purg. 12- Che non sti-
mava r aoimo non acii ho. E Par. 10.
Donne mi parver non da ballo srioUe ,
Ma die s' arresiìn tacile ascoltando. E
27. Tale ba\buzÌendo ancor digiuna. Che
poi divora colla lingua sciolta Qualunque
cibo. Ott. Com, inf. l^. 262. Dice che
li ioddomiti erano piti , e quelli altri
rocoo , ma più sciuUi a piangere ( cioè,
che maggiormente piangevano).
J? §. II. Per Infrenato , Senzn rite-
gno» Guicc. Stor. 4* 29. Voi medesimo
eoo una dissoluta bontà sarete quello
S C I
cb0 gli farete sciolti, e ardili. (L) Ar.
Eur. 3o. 2. Manca il dolor , oè 1* im-
pelo sta fermo , Che la lingua al dir
mal faeeasi sciolta. (P)
g. III. Per DiscioUù. Lat. dissolutus.
Gr. Oi«>uOst',- S.igg. nat. rsp. 128. Il
fuoco scioUo in velociisime faville, cac-
ciandosi per le commessure più fitte delle
pietre e de' metalli midesimi , gli apre »
liqutffil, e riducegli in acqua.
* §. IV. Per Dissoluto. Stor. Eur,
1. 8. La gente, che ci vieu contro, e
di chi suona tanto la fama, non e gente
disciplinata , non avvezza nella milizia ,
non capitan;it.i da uomini singulari , ma
sciolta, e scorretta tutta. (C)
g. V. Sciolto dì membra, ti diciamo per
Agile, Destro.
* g. VI. Sciolto nel sonno, vale Eor-
temente addormentato. Ott. Com. Purg.
23. 4^4" Abliracciò colui sciolto uell* al-
to sonno, perocché era il tempo della not-
te. (C)
g. VII A b'ig/ia sciolta, posto avver-
btalm. vale Precipitosamente , Senza ri-
tegno, Lat. prcccipitanter. Gr. tt/jotìETW?.
Bern. Ori. I. II. 11. Già Sacripante a
lui s'era voltato, E ne venia volando a
briglia sciolta.
§. Vili, terso sciolto, vale Verso non
legato dalla rima. Varch. Ercol. 258. Voi
forse vorreste piuttosto il verso sciolto d*
undici sillabe, che lo sdrucciolo. Car. leti.
2. 253. Ho fallo una traduzione de' libri
di Vergilio, non in ottava rima, come di-
te, ma io versi sciolti.
g. IX. Parole sciolte, 0 Parlare sciol-
to, vogliono Parole non obbligate alla ri-
ma, o al verso, Prosi. Lat. soluta ora-
tio. Gr. aveu twv [xÌTpoiv ie^t^. Dant.
inf. 28- Cbt pona mai pur con parole
sciolte Dicer del sangue e delle piaghe
appieno, Ch' i' ora vidi ? lìuon. Fier. 5.
4- 3. lo quella guisa, che '1 parlare sciol-
to, Ch' io "ulendo per la prosa , Riceve
da' periodi ni.tggiori Maggior lo stile.
SClOLVEKE Asciolvere. Lai. icnta-
Culum. Gr àrfjCaTCì/jw'?. Lib. Son. l'^'ì.
Deb! serbiamo a domani Qualche relì-
quia a desinare, o sciolvere. Lor. Med.
cani. 28- 3. Non si saziar bene a sciol-
vere ; Vollon anco desinare.
SCIONATA. Lai. ecnephint, prcce'ln ,
turbo, Gr. t'/vsot'a;, TyjJw'v. Serd. Stor,
ll^ S!\5. Oltre a questo, le fortune, e'
nodi, o gruppi di venli detti ecnephias e
lyphon dagli antichi , e dj* nostri tcionata
u remolino, principale spavento de' mari-
nari .
SCIONE. Scionala, Buon. Fier. 4. 4.
5. Unirsi in un istante E scioni, e drago-
ni, e tuoni, e lampi.
SCIOPERAGGIiNE . Scioperio, Lat.
otium, Sah'in. Pros. Tose. \, 3o:^. La
scioperaggine , e il non fare nulla, che
prima s'a\ea io odio, alla fine si viene
ad abbracciale volentieri.
•f * SCiOPERAMENTO. Scioperio ,
Scioperatezza. tJiten. Aif. 4 *02. Astol-
fo, Aquilanle ec. si svagano, consumando
moltissimo tempo in mille inutili sciope-
ramenli , prima che si rasseguino a Pari*
•f SCIOPERARE , e SCIOPRARE .
Levare cbiccìiessia dalle sue faccende ,
facendogli perder tempo. Frane Sacch.
nov. 102. Un'altra brigata, che vi dava-
no poco, d'essere stali scioperati , ridea-
no il meglio che poteano. Cecck. Esalt.
Cr. 3. 4 A voler che Paian saccenti, bi-
sogna far fare Le cose quando sciopraoo i
CrÌ!>tiani. Maini . j. 29. Perocché chi mi
d'j che far mi sciopra.
g. In signifìc. neutr. pass. vaU Le-
varsi dall' op<ra. Fir. Dtal. beli. donn.
1^94- Acciocché poi noi non ci abbiamo a
S C I
1077
scioperare, quando saremo in sul 'avoro.
Car. lett. I. II. Woo occorre che si
scioperi a rispondermi, perchè mi baila
che mi Uii^a in bua buona grazia.
SClOPIiKATAOGLNE. Scioperio, Lat.
otium. SiiUin. Pros, Tose, I. 37^. Non
amava lu ciance, e le scioperataggini del
parlare , e multo menu le malediceo-
ze .
:? SCIOPERATAMENTE . Avvtrb.
In m^do scioperato. Oziosamente (A)
^ SCIOPERATEZZA. Scioperataggine,
Spensierataggine^ , Slraicuraiaggine. Lat.
incuria , Gr. ÙfXtXztcx. . Segtter. i'red,
21. 7. Maggior pericolo corrono di pe-
rire quei eh' ogni leggiera culpa gastigano
con lauta severità, di quii che raniiiietlono
cou tanta sciopeiatezza. ^*j
SCIOPKRATISSIMO. Saper/, di Scio-
perato, Lat, nia.vime feriatus, Gr. evo.
/:<o'TaTOi . Lib. Pred. Se ne stanno
giurilo e notte sciopcralissimt , e senza
pensier veruno.
SCIOPERATIVO. Add. Scioperato.
Lat feriatus, Gr. axo^MOi, Huon. Fier.
\. 2. 7. Di quesli ed altri sì fatti tra-
stulli Passai scioperativo, e donzellone,
SCIOPERATO. AdJ. da Scioperare/
Senza faccenda , Sfaccendato , Ozioso .
Lat. *cxoptratus, cciosus. Gt.isxoXmqì.
Bocc. nov. 1. IO- Ser Ciappelletto, che
scioperatosi vedea, e malagiato delle cose
del mondo ec, disse che volea volentie-
ri. Coli. SS. Pad Stando sempre in
pensar di lui, e chiamarlo, non diven'
tasse scioperato. G. l. 12. 78. 3. E se
fosse r accusato iscioperalo , Ì delti sei
testtmonii {fossero) approvati per li prio-
ri. D. Gio. Celi. iti. II. Pareami es-
sere a ragionare con voi, e non m'av-
vedeva che la lettera cresceva; ma leg-
getela, quando sete scioperato.
:;: SCIOPERATO-NACCIO. Pegg. di
Scioperattme. lied. Lett. (A)
'•^ SCIOPERA lONACCISSIMO. Sti-
peti, di Scì-prrntonaccio. Bcd. Leti. (A)
t SCIOPLUATO^E. Sust. Accrescit.
dt Scioperalo j Colui die è senza fac-
cc'ide , Lai. male ferialus. Gr. Tovyjaws
^X^^otro,. Cecck. Spir. 2. I. Acciocché
ec. non uscisse fuori La voce d'una spi-
ritala, e si Volgesse qua una schiera di
certi Scioperatoni.
SCIOPERIO. Lo scioperarsi. Perdio
mento di tempo. Lat. otinm. Gr. a'j^oXr^.
Frane. SacLh. nov. IO2. >oi t'accusep mo
al podestà, e converrà che tu ci ristori
dello scioperio nostro. Coli. SS. Pad.
Siamo provocali a rilevarci dal sonno
dello scioperio. Cecck. Esalt. Cr. 3. L.
Acciocché '1 verno col patire assai, E poi
la siale con gli scioperìi Le cose nostre
Vacano in malora.
* g. Per Ozio. Car. Apol. l65. Dirò
cosi di passata, che io mi vorrei trovar
più fornito di srìopcno , che non mi
irovo, per dare una rimescolata anche a
loro. (FP)
f SCIOPERONE . Colui che è senza
faccende j ScÌop,ra'o . Lat. J^-riatus ,
ocio»f> . Gr. 'S'/o'/xìai . Car. leu. 1.
61. Voi direte ch'io sono uno sciopero-
ne a scrivervi queste pappolate . More.
28- 42* ^ certi scioperon pinzocberaii
Rapportano: il tal disse, il tal non cre-
de .
§. Scioperone , vale ancora lo stesso
che Scimunito , 0 Merendone. Lai. nebu-
lo, vappa. Gr. à/a^, ou7tca.J0 4.^ Bart.
Ben. rim, pag. 2-j.{LuorfiO l'jCtCi). Sovente
Sì dà 'n qualche sgraziato bottegaio , O
scioperon da lavar ceci. o lente. ( B)
•f * SCI0PI>O. Caso, Avvenimento
fortunoso. Buon. Tane. 5. 5. Perchè con
esso lor dandoci bere , Mentre noi gli
contammo Io sciopino , Da morie a vita
1078
s e 1
ci fé riavere Un yr.indc insaljtone. e uà
po' di vino. (A)
* SCIOPRARE . ^. SCIOPERA-
RE. (A)
•f * SCrOPRO. Oc.'O, Riposo, Ces-
sazione liti lavo'o; L* dicasi tperiatmente
da'conla.lint Dì, o Giorn<} di sciopro, per
SCI
, pan* Lit. tolverct dinoherf. Gr, ÀJ'tv,
' Jiaiy'scv. /iocc. nov \fi. ly. P-jrchc io-
conUnfrnie misd-i, c\\f*. i due ^invjni Tis-
iero dal pilo sci'ilii, IC nov 8<» 3|. Soio-
I gliendo le lulle. tutte, fu'it rbe da**, che
' ptoni crJQo, picae le Irovà di capf echio.
1 lù ca.iz ti. ^. Se quuslo far Don vu'>gli
dire Gioaj lU/isdì, o Giorno in cui non I almeno sciogli I tegami annodati da »pc
*( lavora. Buon, Tane. 1. x. Io era an- " . - -
dato a portar certi cpppi Un dì di scio-
prò al sere a Setlignano. Salvin.ivi: Un
dì di xciopro j un giorao non di lavo-
ro. (Jj
SCIORINAMENTO . Lo sciorinare.
Matt. t'ranz. rtm. buri. 3. loi. Questo
b quel modo proprio d' ire aione , Uno
KÌorinamcoLo delle imprese , Uno spasso
da bestie, e da persone.
SCXOKiSKK^.Spienixre all'aria j e si dice
pir lo pui tic' panni, hii, e xoji rare, exauri
rjnza. Pi^tr. canz. /ji. 5. Dal laccio d'or
Don sia m.ii cbi mi sciogtia.
§. I. Fi;uratam. Dmt Jnf, 22. Fer-
mò le piante a t'>rra , ed 10 uo punto
Saltò , e dal proposto lor si MrinUu (cioè,
si liberò ). E Purg. 5. E quel »oipias«
Ncir Arno, e sciolse al mio petto la cro-
ce ( cioè, levò) . E Par. ^. Csi 1* avria
ripinte per la strada , Ond' craa tratte ,
come furo sriolte fcioè, liberal^ ). T^s.
Br. 5. ^y Quando l'oomo, o altra bestia
lo caccì.i , egli scioglie lo SQu ventre
/lartf. .Vor^. 20. 62. E fece un suo stendardo | giitasi da dietro una feccia una grande
sciorinare. Dove il lion, eh' io dissi, può I pezza di lungi da lui si putente, che ar-
mirarsi. Buon. Fier. 3. I. li. Camere
riveder, sciorinar letta.
g. I. Per similit. AUeg. l3o. Non son
cosi solleciti i dottori, O gU scolar di leg-
ge, o medicina, À sciutinare i Baldi, u gli
Almansori. Tac. Oa^'. Post. ^.ìg. Ma e*
m* e piaciuto non per ubarla , ma per i-
sciorinarla un tratto, e trarre questa voce
del suppediano dell' anlirbità.
§. II. Sciorinare t par melaf, Tac. Dav,
Slor. 2. 295. Lo di seguente al senato e
popolo , come fussero d' un' altra città ,
con mjgDi6ca diceria sciorinò le laudi di
se stesso (il testo lai. ha magni6cam ora-
tioucm de semetipso prompsil).
§. III. Sciorinare, neutr. pass, vale
Aprirsi , Allargarsi , Sfibbiarti i panni.
Cominci tre a nudarsi. Cron. Mordi 282.
Esercita la persona con fjlica, che tu non
sudi, e non abbi a ansare, o isciorinarti
de' panni. Alfieri, cap. 65. Non ti srio-
rioare ad ogni vento. J^. F. Il- Q~. Qua-
le 61 bagnava in Arno, quale si sciorinava
al meriggio, e chi, disarmandosi, in altro
■nodo preadea ri ul rosea mento.
§, I V. Per si'iii/it. vale Procurarsi
sollievo, o refrigerio , Prender ristoro.
Cessare alquanto dalli fatica. I-at. (/«ie-
scere , intenniiterc . Gr. av«:t«'j;i3ici .
Dmt* l'if. 21. l'manrlo verso Ik di que-
sti mici A riguardar s* alcun se ne scio-
rina ( cioè , per sollevarsi dalla pena , si
moslia fuori della pegola), liut. Perchè
gli altri si vengono a srionnare un poco.
y?»io/). Pier. 3. 1. 5. E gli sciorini angu-
stiato il core (qui in si-'nific. alt. ).
§. V. Sciorinan', in tigai/ic. di fibra-
re, o Vi'>rar colpi, vai- Dare, o Percuoter
forti'. Lat. acriter verherarc. Gr. syóSp'X.
TUTlTStv. Morg, 3. 6. E comincio a scio- |
rinarc ii battaglio , E fa veiler più luc-
ciole eh* Agosto . E 2t). 137. E Ricciar-
detto col brando non crocchia , E molte
volle a traverso iciorina. Ciri/f. C'iv. 2.
57. E tanto spessi i suoi colpi sciorina ,
Che d'intorno a Sansone bi fatto un Ia-
go. E 3. 101* E sciorinava col braiulo un
fendente A SiueGdo, Da^: Acc. i^O. Co.
m' io lo n*aviò rinfacciati dui, o tre , 0
quasi colpi mortati sriurtnatì a traverso •
hfalin. f). 53 E r U^iiautse , al quale Ìl
ballo tocca , Sciorina a Ucrtiuclla in sulle
nocca .
SCIORINATO. Add da Sciorinare.
Cant. Cam. lOI. Ecci cbi fra le roto
spicciolate Lo lime a riafreicarc , Chi le
maneggia , e tieale sciorinalo. L'fP. Mcd.
Arid. 3. 2. Voi avete fatto bene per non
vi riscaldare, cho voi siete a roti-5i» mo-
do sciorinalo (qui nel signifìcm del §. III.
di SCIORINARE).
SCIORRK, r SCIOCLIERB. Lfvare t
legami. Disfare U legature^ contrario di
l.egarej e si ufa in signific alt. e neiUr.
de rome bragia ciò che tocca (cioè, maO'
da fuori gli escrementi del ventre ). Mae'
strnzz. 1.26. Chiunque VOI iicioglierete so-
pra terra , sita isciolto io cielo ( cioè,
assolverete). Guid. G O lo Dio della
natura sosiien pena, o l'ordigno del mon-
do si sciogli' (cioè, si dissolve ). Ta$s.
Ger, 16. 73. Esso mi fé donna vagante ,
ed esso Spronò 1' ardire , e la vergogna
sciolse (ci-iè, I'jUc via ) Alam. Gir, i3.
56. Con altra sapienza, e in altri modi
Aperti sieno i nobili volumi , E sciolti i
dubbii, e inestricati i nodi, Che riserrano
in sé leggi 0 costumi (cioè, sìcno dichia-
rati ) .
g. II. Sciórre la linentt. Sciar parola,
e simili, vagliano Incominciare, o Parco-
minciare a parlare . Lat. linguani solve-
re. Gr- Xj'you otp^^iaSau Pttr. son. 268-
Amor, che 'n prima la mia lingua sciol-
se, pareli. ErcoL 52. Aprir le labbra, e
scioglier la lingua . 0 rompere il silenzio,
snno locuzioni topiche cavate dal luogo
do' couseguenti, o piuttosto degli anlccc-
denli. pcrcbi; nluiio può favellare, se pri-
ma non ivcioglie la lingua , noa apre la
bocca, non rompe il silenzio. Buon. Pier.
3. 1.5. GeliJo e fredJo, senza scior pa-
rola, Le mi soffrcgai *utornt> ripeniilo.
3. III. Scior la bocca al sacco , prò-
vei-b. che vale Cominciare a dir libera-
menU quello che si ha nelC interno . V.
SACCO, 3 XVI,
§. IV. Sciogliere il volo , vate SodJi'
sfare al volo . Lat. %'Otum solvere . Gr.
ijxdi «TOOi^ovac. Tass, Ger. 20. i44-
E «jui r arme sospende , e qui devolo II
gran sepolcro adora , e scioglie il voto .
Alan, Colt 2. 4* *^'' conip'1-o •• C""»-
miu Ira mille e mille E di scogli, C di
mar perìgli estremi , Lieto in porto si
Iruova, e i voli scioglie A Glauco e Pa-
DOpea . T.ic. Da>; Ann. 2 5l. Quando
seppe eh* ci migliorava, e se ne scioglie-
ratio i boti, f'cc mand.ir da* Itilnri ^ouo-
pra le vitliin.>, e gli apparali della plebe
fusteggianle . Bern Ori. 3. 17. 52 Di-
ceva : iUvalier , lasciami andare , Che al
tempio d' Ap»llino ho a sciorre un volo.
§. V. Avere sciolto , vale Essere l'/i-
p '1 zzalo j modo fiosso. Buon. Pier. 2. ^,
3o. Che ba sciolto costui? che è briaco?
g. VI, Sciane i bracchi. V, BRACCO ,
§S. VII. vili e X.
%. VII. fìocchin da sciorre aghetti, si
/tue in ischerzo di B-fCCa stratta, e for-
zatamente serrala , come per lo più so-
fjliono tenerla , per parer belle , le fem-
minti l sto te . J.t'u Son* 33. Saporito
liocchin da sciorre agbetii. .\f.ilm, 7. 72.
E con un suo bocibiu da sciorre aghetti
Chiede da ber, ma non già se l'aspetti.
* §. Vili. Scioglier l' obbliga . sm/.* So-
disfarlo , idempirto, .-ir. fur l8. I68
S C I
Mi par cbe quando ancor qoesl' anima
ei''3 lo ODor di sua fama , io non com-
pensi Nìf Siriolga Verso lui gli obblighi im*
measi. (C) E rtm. cap. 8. Kestorai qui ,
ne qu<-I cbe Amor vorrebbe Posso a Ma-
donna suddihCar, oè a voi L* obbligo SCior,
che la mia f« vi debbe. (M)
* §, IX. ,9ciogliere, parlando di stra-
nienti, vale Cominciare a sonarli. Cbiabr,
rim, E lusingato da' peosier , ei scioglie
La bellissima cetra. (Br)
ff %. X- Sctorre, posto assolutnm vale
Salpare. Cor. En. Uh. 4. v. 8*>0 Quao-
do già di partir fermo e parato Eo«a ,
per riposar pria cbe sciogliesse , S' era ■
dormir sopra la poppa agiato. (M) Bari.
Star. Il lib. 3. Sopra un brigaotino pu-
ieggrro sciolse da Genova verso la Coni-
ca. (Br)
* §. XI. Sciogliersi da alcuno , vale
Licenziarsi , Spacciarsi da alcuno. DamL
Pure:. 6- '^at era io in quella turba spessa
Volgendo a loro e qua e là la faccia, E
promettendo mi scioglila da essa. (P)
tf g. XII. Scioglier la vita, Vale Mo-
rire. Lat. vitam solvere. Bus- 73. Quelli
che per fuga non si poterono goarrotire,
per ferro furono morii, e con morLe acer-
ba sciolsono la vita. (C)
SCIOVERSO . Sovescio. Dav. ColL
157. Ricuopri la buca non aSaito per po-
ter nascere, e farsi scioverso. /:,* appres-
so: Il secondo (anno), in luogo di questo
Ili
scioverso, dà loppa e pagliaccio,
SCIPA . riome Jinto per ischerno dal
Bocc. nov. 7p. 25. A Buffalmacco parea
mille anni di dovere essere a far quel-
lo cbe questo maetlro scipa andava cer-
cando .
SCIPARE . Lacerare > Conciar male ,
GuasVirej e si adopera, oltre al sen-
tim, alt. , anche nel neutr. pass. Lat-
ditiipare . Gr. (JiaTX€oav»t/v*i . Dani.
Inf. 7. E perchè D'Stra colpa sì ne scipaì
E 2Ì. Che la memoria ìl sangue ancor
mi scipa. Bui- ivi: Ancor mi scipa, cioè
la ricordanza di que* serpenti ancor mi
diville il sangue dai luoghi suoi , e fallo
tornare al cuore, cunie fa la paura. Pass.
35. Iddio ha scipaie e distrutte l'ossa di
coloro che piacciono agli uomini. E 3oo.
Una febbre di tre di tutti i beni del cor-
po scipa e guasta . fu. S, Margh. Io
bo distrutte, e scipale le fatiche di molti
giusti .
§. Per Abnrtare , cbe anche diciamo
Sconciare , Sciupare, e Aorlare . LaU
aftortum facere . Gr. ùtp.070KtZit , Cr» \.
5 S. All'* femmine vien molto tiscimeoto
di .angue inpslruo, e oon si coslrigne m
non cou malagevolezza , e ipessamentc si
scipano, ovvero sconciano , per la moUt*
tuJinc delle loro infermiiadi . .£9-77-
10. Convi-nsi fare il porcile alto d' at-
torno di tre piedi , e poco più ampio «li
queir altezza da terra , acciocché quando
la troia pregna vorrà uscirne, non si sci-
pi. Mor. S. Grc^. Lo bue conc«pelte,e
non si scipòe ; la vacca parlorie , e uoo
fu privata del parto suo . Frane- Sacch.
nov. ni/& La f|iiale ne cadde in terra per
forma, cbe ù scipòe.
SCIPATO. Add. dm Seipare. D. Glo.
Celi, leti, i4> Seminano il seme celestia-
le dflle parule d* Iddio nella terra, e nel
campo dfl cuore, del quale e iscipalo ogni
tìzìi c passione.
t SCll'ATOKE. f erbai. m«JC.,C&«,
: o CM scipa . Lai. dittipator. T^c- Ottv.
I Ann. 3. 73. Acci creili.' quri vergognosi
I scipatori , che voi vedute arrossare e tc-
I mere , an<.^^b* io non vegga, e quasi colga
I in poLcalo *
I SCIPA/IO.NE Lo sctpare. Lai. prò-
I lutto , disiipatto , pmdemdms luXu* . Gr.
I ot9(kinx . Fr Gtord» Pred. D. Or non
s e I
credete voi che Iddio ve ne addomandì
ragiuDc di questi scipaxionc? gramlL' giù-
dioio ne f^ir'i.
SCIPIDEZZA . Astratto di ScipiJi}.
Lat. insuai itiis, Gr. oifìòiv..
tS S' l- Scipidczza, /igttrnt, voL- anche
Jfiincan:<i i{i xavtfzzit, di prudcnz'ij ò'cioc~
thfzza. Lat stuUitia, fatttttas <ir. civaia,
fiotfioc* t>. e lord ò\ Pred. 27. Truo-
vaosì di quello 'Jfnminf) cho se ne faooo
kj'UQÌtori, ec. graude follia è la loro, trop-
pa è U luro Acipideisa.
* g li Sctptdfzza, dicesi anche delle
Parole, e dell» Azioni che manifestano
mancanza dt saviezza , di prudenza ,
• AW. ant. 7^. 1. t' 00 s'era messo u scri-
Tere tulle Iv lollie, e le scijtideize che si
fareutTo. ffor^h. Man. iSi. E colali al-
tre sripideiac. chi* egli vi adduce ■». (0)
SCIPIDIRE. Oii'entre scipido. Sciapi-
dire. Lat* insipidum fieri. Gr. ai(o'»]T3V
yt viggat
/■>. tiiordt Pred. R. Come i
Tini più generosi possono scipidire, cosi
ancora per lo peccato uomini dottissimi
KÌpidiscono .
* §. Per lìfndeir. Fare divenire sci-
ptdo I e hnfjuido . Giambon. Mis- Lìom.
37. La vecchiezsa t'c. iofrìgidiìce il cuore,
• languire fa lo spirito, e il capo crolla-
re, e Hi la l'accia rigata, e la boera 6a<
Iota, e i denti fracidi, e il dosso chinato,
e meuoma il vedere, v V udire, 0 1* odo-
rare, e il saporare, v scìpidisce il tocca-
re. (C)
SCI FIDO. Add. Scipito. Lat. insipi-
dus. Gr. cexw.tJ^o»- Fr. Giord, Pred. Non
può mangiare i buoni cibi savorosi , né
bere i bu'toi viai eh* egli ha, anzi si pa-
sce pur di latte, eh' è cosa scipidj, e che
non ha ».ipi>re . E di sotto : Anzi averau
latte sripida ■ Pai/ad. At;, 8- Nei luughi
del piano sono gravi, salse-, tiepide, e sci-
pide (il testo lui. ha in&uaves).
■}• S- £ /iguratnm . per Iscimunito ,
Sciocco. Lai. *nsipirnv p desipicns , Gr.
av^wv. Fr. Giord. Pred. S. Matti sono,
e scipidi.
SCIPIRE. Scipìdire. Lat insipidnmjie-
rt ■ Gr. a»9'i]Tov -/l'vsc^ai . Tratl. jc^r,
eos. donn. Vino bianco che abbia comin-
cialo a sei|)ire.
f * SCIPITAGGINE. Mancanza di
gaviezzfi, it priidenziij Scipitezza, Scioc-
chezza . AlUs- p<ig- 166. (.fmst. l'S^).
Il porger di quelli adunque in tanto sal-
Talica semplicità , argomenta la mera
faoolà loro, e quelle cou tante e cosi fat-
te sicumere, per conchiuder, la loro sbar*
dellatiuiroa scipitaggine . (A)
f # §. Scipitaggine , si dice anche
delle Azioni, delie Parole che manifeiìta-
no mancanza di saviezza, di prudenza.
Uden. yis 3- 101. Bel decoro di poeta,
prorompere in siflfalte scipitaggini, compur-
tevuli ap[>ena allo storico. (Aj
» SCIPITAMENTE. Aiverh. Insipida-
mente i e per meta/. Sci-Kcamente. Lat.
ùtsultc, insipienter. Gr. «voj'tw^. Il ''o-
cabot.alla f. INSIPIDAMKNTE. (')
SCIPITEZZA. As!rallj di Scipito. Lai.
tnsu.ivitat. Gr. avjòi'x.
t' S* Per Insipienza. Ignoranza. Palìav,
Ptrf. Crist, i. i\. Fra tante naiioDÌ ,
taulte delle quali non avean consorzio dm
r altre, e vivean sepolte in una sìolida
scipitezza . appena se n* ir trovata veru-
na PC (D)
SCIPITO. Add, Sensi sapore. Sciocco.
Lat insipidtts j intnlsus. Gr. «j;uuo;,
a»aÀTO;. Cnvt/c. Med. cuor. Molli sono
f;li alti effetti del fuoco , cioè che cuoce
e cose crude, e dà sapore al)*; scipite.
Burck. 2. 32. Scipito ù più che pastinaca,
o bieltda.
g. Per metaf. vale Scimunito , Senza
xtmnot Sctocco. Lat. instpiens, Jesìpiens.
S C I
Gr. oii^put, oivon'o;- /ift. tyon. 44- Spa-
rato, malvoluto, uomo scipito. Tac. Dav,
A-in. 12. l4^- Ogni cosa era agevole con
quel Prìni'ipe buono, scipito, da essere
imboccato e coiuandato
f ^*: SCmii f^. L. ed A. Sapere. Cuitt.
leti. I. b*. li dessi srirc tantoslo quullo che
ad amore adduca. l'Y. Jar. T. |. I |. 6.
Non l' L- in amore chi vuol di-ntro scirc. (V)
■j- V §. Per Utcìrej ma e V. A. Cr.
S. Gir, ^. logli farò scire fiume d'acqua
viva do! suo corpo. Rim. ant F. li. Notaro
Giacomo da Lentino,canz. 7. Vorria eh' or
avvenisse Che lo meo cor scisse. Ivi : Retto
Mettìjuoco, canz. 23. Ne lo meo pensa-
mento Non può scir di tormento, (f)
SCIKIGNATA. Sci'^rignata.
SCIRINGA , e corrottamente SCILIN
GA. Sifone, o Cannella rotonda, liscia ,
eguale per tutto, e concava a similitudine
di una penna, che s' introduce dml-^o la
vescica per cavar fuori l' orina, 0 per ve-
nire in chiaro se nvlia vescica sia pie-
tra , 0 altro impedimento- Lat. Jìstula ,
.Kj-rinx* Gr, ou'piy^.
SCIRINGAHE. Introdurre altrui la sci-
rin^a nella ve':cica.
* SCIROCCALE. Add. App.^rtencnte
a scirocco . f allisn, (A)
SCIROCCO. Scilocco. Lat. notus, Gr.
vo'to^ Dani. fHr;,'. 28. Quand* Eolo Sci-
rocco fuor discioglie. tìcrn. Ori. 1. iS.
32. Siccome, poiché V impeto e '1 furore
Di Garbia, di Scirorco, o d' altro vento,
Da mez^o di soffiando, Io splendore Del
Sol con spessi nugoli hanno spento.
SCIROPPO. Bevand.t mcUcinnìe, fitta
con decozioni, o tii^/ii d' erbe conditi con
zucchero. Lat. *syrupus. Gr. /araTisrov.
Cr. I. 4- 16. L'acqua salsa sì dee bere
con aceto e con isciroppo acetoso, nella
quale ghiande e granella di mortìua e sor-
be si deono mettere. E (\. 47- I- Lo sci-
roppo acetoso, che si fa d'aceto, è buono
alla semplice terzana. Frane. Sacch. nov.
210. Nili re ne avvedremo a* medici e agli
sciroppi. Malm. 3. 2. E pur chi vive ,
sta sempre soggetto A ber quali he scirop-
po che dispiace f qui fgnratam.).
*f ^ SCIRPO. Lo stesso che Giunco.
S'ilvin. Disc. 3. l33. Conoscere il pel
nell'uovo, er ; simile a quello : TCodum
in scirpo tfucei ere j dove non sono scru-
poli, difficoltà , trovarvelc , perchè nello
scirpo non v* è nodi. (A)
SCIRRO. Appresso i Medici è un Tu-
more duro, che non du.le. Lat. scirrhus.
Gr. axippo'f;. Lib. cnr. malati. E utile per
sanare lo scirro del figgalo e della milza.
* Rid. Gens. 1. 278- FioalmenleseC(7«u'-
sta pituita) viene ad essere d'una molto
ma';giore consistenza, produce quel turno-
re che è chìanjalo durezza, e per allro no-
me scino. Va liAe scirro più facilnjenle
vien prodotto dalP umore melanconico,
cioè da quella parte della massa del san.
gue.di temperamento fredda e secca, ve. (fi)
Imperf. An.it. 2'!^t>. h' atrofia , o ma-
credine derivante dalle glandulc assediate
e turate da qualche scirro, o tumor duro
nel mesenterio. (Fj
* SCIRUOSO. Add. Term. de' Chi-
rurgi* Appartenente, a scirro. Che ha del-
lo scirro. Cocch. Bagn. Tumore scirro-
so (A)
f SCISAL^. Divisione, e Separazione
dal corpo, e dalla comunione d' una re-
li[ion--j ma noi il prendiamo quaii sem-
pre per Divisione, e Separazione dal cor-
po, e comunione della Chiesa cattolica .
Lat. schisma. Gr. c'/icpuL Dant. Inf. 2S.
Semiuator di schiudalo e di scism;* But. Ed
è scisma divisione c-svparameuto dal'.' unità
della fede e della carila. S. Ant. Confess.
Scisma è quando*! Ciìstiaao si parte dall'a-
uità della Chiesa, la quale consiste e nella
S C 1 1079
congiunzion de' fedeli insieme io carità. •?
in un'ordinaiioue de' fedeli cou Cristo,
come suo capo. Pasf. 224* Della super-
bia nascono le reste, lo scìsme, ce Bor^h.
ì e<c, l'tor. 5S2. Forse è alquanta diffe-
renza fra qiicMi nomi eresia e scisma: cho
la prima pare che per uso generate ini -
piarti sentire male de* niihtcrii e sacramenti
dilla (-hiosa ce, qu.'tl' altro propriamcnt''
per divisiouo e separazione dal comuD cor-
po si pigli.
g. Per Qualunque divisione , .tepara-
zione, 0 discordia. Lat. dissidium, ilisci-
dium. Gr. ^lacrast?. G. V. Vit. Maom.
Beno ebbe ira loro al cominciameoio, per
la 'nvidia dL-lla signoria , grande scisma.
(V. pr. lìum 3. Disideroso del parifico •
tranquillo stalo, dopo la divisione e sci-
sma di quella nolul ciltatle.
t SCISMATICO. Add. Di scisma, mi
primo signific. Lat. schi.%maticus. Gr.
oXt5Uxrixo?. Fsp* Silm. Prendere au-
clie l'umano aiuto, non d'infedeli e sci-
smatirì, nta di coloro er. Ott. Com. Purt'.
32. 572.Quesia volpe hac a significare uno
frodolenlc scismatico, ovvero eretico. Mae-
struzz. 2. 34 2. Il nono è contro a co-
loro che s' appoggiano all' ordinazioni ,
ovvero alienazioni fatte dagli scismatiet .
yit ss. Pad I. 247- Quattrocento mo.
naci, li quali per certa dissensione ec. s'e-
rano partiti dalla Ecclesia, e diventati sci-
smaiiri ec. , ricoverò all' unitade della
santa Ecclesia Appostolica. •
g. Scismatico, vale anche Brigoso. Lat.
seditiotus, faciiosus. Gr. cTac*a57i/o'^.
'? SCISSILE. A;jsiunto di una specie
di allume, Lat. schiston. Gr. ojjt'sTOV.
liicett. Fior, i4 Gli allumi naturali sono
più; cioè l'allume scissile, il rotondo, \o
slrongile, l' astragalole, il liquido, il pia-
cile, e il piinlite {*)
SCISSO- V. L Add. da Scindere. Lai.
scissns. Gr. ^i-:5X'^,"^£*vo5. Dant. Pur^,
6- In lutto dall' armrgcr nostro scisso. E
Par. 21 Che da ogni creata vista è scis-
so =!= Car. l'n. lib. /j. 7S1. Falla la pita
E d'ilici e di tede ;uidc o scisse Alta-
mente composta. (ììr)
SCISSURA. F. L. I crbale. Fessura.
Lo sfendere. Lat. scissura. Gr. ayiiuvi,
Fr. Jac, T, Le pietre mostran scissura ,
E i inonumeuli apritura. Cr, 4- I»- li.
Xìa allro inncslameoto ui vile spesso pro-
vai, e quello trovai infallibile . e sicuro
dalla pullulazione , e dall' offensione e
scissura de' cavatori.
'•'' g. E figurai am. Discordia, Disunione.
Pallav. Stor. Cono. i. 583. Non sospira
egli io quel medesimo aureo libretto le
miserabili scissure di coloro che maneggia-
\au la Chiesa ? (]^)
SCIUGARE. Rasciugare. Lat. sicca'c,
absiergere. Gr. l'vjpat'vecv , aTTOTpt'/Sstv.
Nov, ant. 63. I. Slavasi in una grolla al
sole a sciugare. Bireii. Fior, 75. li nu-
trire è simile all'inumidire; ma è diffe-
rente in questo, che egli si fa con meno
umore, e subito che è inzuppato si mette
a sciugare, o al sole, o nelle stufe. E al-
trove : Acciaccale colie mani V infilano, e
le mettono 0 sciugare. ^- Rem. Rim. afi .
Ma 'I sollion s* ba messo la giornea, E par
rbc gli osti r abbian salarialo A sciug;<r
bocche perche il vin si bea. (K)
*r g. E figuratam. Ar. Fur. 12. 82. Nes-
sun TÌ si mirò, se non un veglio , A cui
*\ sangue V età , non 1' ardir sciuga. (M t
SCIUGATOIO. Un pezzo di panno li-
no, lungo ci'Ca due braccia , per uso dt
rasciugarsi. Lat. .fudarium. Gr. aouOK-
pio-J. liùcc. nov, 2;>. i3. Quel giorno, il
quale tu vedrai due sciugaioi icai alla fi-
nestra della camera mia ce, fa* che per
1' Uicio del giardìuo a me te ne venglii
Tratt. gov. fam. 29. Corra presta per Io
lodo
S C I
SCO
sciogaloio, gli «iropicci il cipa lutto mol-
le. Lor. Med. canz. 12 5. Le si veggono
in qae' panni Con soggoli e «ciugitoi. Dati.
Scinti. .Io- Vide Anna gitlare dalla 6oe-
»tra uno S'iugaloioa uno do' suoi amido-
ri lutto sudato.
* SCIU.NO. y. A. Adi Sprovvtditta,
S'nternit'3. Lat. impalatiti. Gr. «Tasa-
OXiUOi. />. toc. T. 2. 8. 'S La carne fa
sembiaglia, E conlra la ragione Muove
grande liallaglia , E suo voler non sma-
glia Con la voglia importuna ; Se trova
l'alma sciuna, Fallasi consentire. (*)
SCIUPARE. SJpire. Lai. dissipare,
perdere. Gr. oi-/5/.eia»vùvai , t.jo.ix.ii'.n-
S«i. Meii:. sai 4. Vi par. canaglia , di
dover siuparc II bel Parnaso , e quella
sacra fronde, Ch'i; degno premio all'al-
me illustri e chiare ?
§ In siiinific. imilr. pass, per Iscoa-
ciani. Lat a'iorlum facert. Gr. ejafl-
aXoù-< Maeslruz: 2. 29- k *' '' "calura
già era formata , e la donna per la per-
cossa si sriupò, fu micidio.
+ SCIUPATORE. Verbal. masc. Che,
n Chi sciupi. Lai. ilissipator.
SCIUPINARE. Frequentali^ ài Sciu-
pare. C'cch Esali. Cr. 3. 4. Avventano
que' fruscoli e quei sassi Per sciupinar le
genti.
SCIUPINI'O. Lo sciupìnare. Lai. dis-
■ lìpatio. Gr. 0t5HZ50V.5i?. * Tìellia. Bucci,.
2^0 La sperpetua, il satanasso, O s'altro
e' i; , che spiegar possa io terra Lo sciupi-
nio d' ogni più dura guerra. (B)
SCIUPI'O. Lo sciupare. Lat dissipa-
no Gr. Sfji.iy.ioa.iii.
■'f SCIUTTO Add. da Sciugare; A-
sciullo. Fr. lac. T- 2. 32 26. Se tu ca-
di nel pelago. Non te ne levi sciullo. (V)
I J SCLAMARE. Keiitr. Gridare ad al-
ili voce per ammirazione, o prr dolore, 0
„er ira. Lai. exclamare. Gr. ezjiwver».
a y g lìS. 4. Bene si dilettò in quella
commèdia di garrire e sclamare a guisa di
poeta. Tac. Dai: Anu. 12. 160. Per si
fatte cagioni fu dannala a morie ; stla-
mand.me molto Narciso , il quale ogni
ora teoienJo più d' Agrippina, dicono che
tra gli amici, disse, ec.
* g. Jii'i sig'ii/ic. ali. vale lo slesso.
..Mora 26. 107. Forse quel sangue inno-
cente, si darò , Vendetta delilie or nel
.-ielo sciamare -(qui figuralamentc }■ (C)
3 SCLAMAZIONE, Esclamazione, Lo
sclamare ■ Lat. exclamalio. Or. s/jJM-
* §. Sclamatione, e anche Una figura
rcllorici , delta più comunemenle Escla-
mazione . « Tac. Dav. Peni. eloq. 4l8.
Potri anche dall' Epicuro, e da Metrodoro
qualche onesta sclamaiione a proposito pi-
gliar r oratore •■ . (C)
SCOCCA 'L FUSO. £>ii(c(o c'ie si da
in (scherzo a donna da poco, o mal vaga
di lavorare, e sempre vi s' agsiugne Mon-
na. Palaff'. 4 E monna scocca 'I fuso ha
tre c&rnclte. Frane. S'icch. rim. 17. Se
o' ci lussc monna scocca 'I fuso , Voi la
conoscerete pure al muso.
* SCOCCANTE. Che scocca . nellin.
Disc. I. 32. Tanti archi scoccanti son le
memhraue quando contraggonsi ( qui per
similil. I. (C)
# §. K per Che scappa. Salvia, lliad.
Per reggere agli slrai spesso scoccanti. (Ai
J SCOCCARE . Lo Scappare che /an-
no le cose lese, 0 ritenute, da l'ielle che
le ritengono , come archi , strali , e si-
mili! l' che anche diciamo Scattare. Lat.
vibrari.r,t.civai.j>pi^i%'-l'^i>-^.Dant.Purg.
^l. Come halcslro frange, quando scorca
Da troppa lesa la sua corda e 1' arco .
/•>. lac T. Nulla saetta vola si torte .
Quando "l Iialestro, scocca, quanto Corre
l'ora dolU morie Cr. 10. 35. I. Quan-
Fare scap-
. Gr. KJV.p-
Ma disse :
do 'I topo la piglia , scocca , e cade ad-
dosso al lopo.
§. I. Iit alt. sigai/ic. vale
pare cosa teta. Lat- vihrare
piTl'^ei» . nani. Piirg. l'i.
scocca L' arco del dir, che 'usino al ferro
hai tratto. E Par. I. Cen porta la virtù
di quella corda. Che ciò che scocca, dnaia
in segno lieto. Pelr canz. 35. 7. Aipetl
io pur che scocchi V ultimo colpo chi mi
diede il primo . E canz. Ji. 7. lodamo
tendi r arco, a volo scocchi.
* §. II. Talora vale Tirare, Scagliare
coir arco. Segarr. Seat Or.is. iS. Quan-
do un cacciatore vuol raggiungere qualche
6era fuggiasca ec. che fa7 le scocca rarie
saette. (TCj
§. III. Per meta/. Dani. In/. 25. E
attenda a udir quel eh' or si scocca (cioè,
si palesa). * u £ Purg. 6. Molti han giu-
stizia in cuor ; ma tardi scocca. Per non
venir sania consiglio all' arco . Dut. ivi :
Scocca, cioi; esce, come lo strale, ovvero
il verrettone , del balestro , essa giusliiia
fuor della bocca loro. Fir Ai. l3o La
crudel fortuna ec. li tende una pericolo-
sa trappola , la quale con grandissima
cautela ti fa mestiero cercar ch'ella non
iscocchi ... (C) Bern. Ori. I. 5. 43. Gii
comincia apparire innanii il sole La bella
aurora, che da' monti scocca Ccioè, scappa
fuori, spunta). Salv Spia. l. 1 Io era
appunto alla porla , quando scoccaron le
venlun' ora fcioi-, ballcrono , sonarono ).
Lasc. Gelos. 3. 6. Vennero a scoccar di
quaggiù tuli' e due (tioe, uscirono fuori
imitrovvisamentc ) .
* SCOCCATO . Add. da Scoccare.
Segaer. Parroc. inslr. 7. 2. Siccome la
saette scoccate all' allo, nel tornar giù fé--
riscono il nimico mollo più al vivo , di
quello che il lerlrebliero se fossero di pri-
mo lancio avventale contro di lui ; così
ce. E Mann. Magg. iS I. Iddio eoo le
saette <ii varie Iriliolailoni . intimategli
prima, e di poi scoccategli, lo fé rimaner
dalla fuga. (!')
SCOCCATOIO. Scallatoio.
'f * SCOCCATORE. Eerhal. masc.
Che . 0 Chi SCOCCI . Salvia. Odiss. Uh.
18. V. 347 Che dicono i Troiani esser
gueri'ieri Uomin, dardieri, e scoccator di
frecce. (A) Dellin. disc. 1. 265. Con il
quale ( scorrere ) urta , e si porta tra i
fili di lei quel ricamo d'arco scoccalore,
quel ricamo di mina che vola, quel rica-
mo di vento che si scatena ( tini per si-
milil.). (C)
SCOCCO . yerbal. Lo scoccare . Lat.
vihratio, ptilsatlo.
§. Per meta/. Salv. Spia. 2. 5. Quivi
potrete ragionar seco a vostro grande agio
fino allo scocco delle due ore. Lasc. Oe-
los. I. 3. Non rimanemmo noi per le sci
ore? ce Vedi, elle sono in casa in sullo
scocco Tac lìav. Ann. 16. 229. I quali
iu sullo scocco della icntenu contro s'ap-
pellarono al Principe (qui il tr"o lat. ha
iuslantem damnalionem frustrati).
SC0CC0BRI.no. /'. SCONCOBRINO.
SCOCCOLARE. Corre, 0 Levar le coc-
cole .
§. Figaralam. .^coccolare barbarismi ,
o simili, vale Rrplicarli ia abhoadaitza, e
diviato. Buon. Fier. 3. 2. »8 E scocco-
lare barbarismi a isonne.
SCOCCOLATO Add. da .tcoccolart.
j § I. Per B a chiaro. Bea conto "
SCO
SCOCCOVEGGIARE. In si-^-nificnealr.
Civettare j e ia tignific. alt. Burlare, Be/-
fare. Lat. illudere, deridere. Gr. x*"">'-
;ei(. Pataf. 7. Scoccoveggiato e egli seni
pre in casa, p'arch. Ercol. 64 Se fa ciò
per vilipendere, o pigliarsi giuoco, ridea-
dosi d'alcuno, s'usa dire: ec. , galeSsfe
e scoccoveggiare, benché questo sia piut-
tosto Saocse , che Fiorentino.
* SCODARE r<rni. de' Cavalleriui.
Tagliar la coda a un cavallo. (A)
SCODATO AJd.^ Privo di coda. Lat.
cauda mutilut. Gr. iiipMi- ffCar. Apol.
200. Un cerio animale eoo due piedi, eoa
due ali ec. scodalo, gonfio, pettoruto. (FP)
§ Putta scodata, si dice proverbtalm.,
in modj haiso, d, Persona accorta, e ma-
liziosa. Earch Ercol. 78 Quando alco-
00 , per esser pratico del mondo , noo e
uomo da essere aggirato , ni; fallo fare ,
si dice : ec. , .gli ha scopato più d' uà
cero , egli è putta se
rodata . AUeg. 226.
d'Siinlo, Prett.^. Pataff. 3. Si dice: e g
_ ... , >
ebbe netti, e scoccolati Eir. Trin. 3.6.
Allrimenli e una scoccolata bugia.
* §. II. Per .4rdito, ì aniaggiato nella
durata. ...Vii» Franz, rim k'irl. i 96.
Sarebbe in vcril'a niriaa impanala, Poi-
ch' e' salia la gente sema questo. Che la
trattiene un' ora scoccolala" . (C)
cero , rgii e |ju..> ■ — -p- —
Ditelo a me , che son putU scodaU . F-
PUTTA . §. 11.
j SCODELLA, l'aselto cupo, che fer-
ve per lo pia a mettervi eatro minestre.
Lai. sculella Gr. :iiva<c5«05. Din Comp.
3. 79 Per loro amore a gran festa mao-
giò io iscodella d' oro. Bocc. nov. 3q. 7.
Quando a tavola sarò, me la maoiTa in
una scodella d'argento. E nov. 5o 8. Ci
cacciano in cucina a dir delle favole colla
I catta , e annoverare le pentole e le sco-
i delle, tu. S M. Madd. J7. Ed ecco ve-
I Dire Marta co' taglieri e colle scodelle. «
Maria prende una scodella , • ponla in-
nanzi a messere Giesù. Bern. rim. l. 4.
La credenza facea nel necessano , Inten-
detemi bene, e le scodelle Teneva in or-
dinanza in suir armario. E 1. 9. Cna
minestra , Che non la può capire ogni
scodella . .,
» §. I. .Scodella di minestra, 0 slmile,
vale Scodella piena di minestra, o Tanta
quantità di min'stra , o simile , quanta
se ne contiene in una scodella . • Morg.
22 45. Mangiava una scodella di tar-
tufi Rinaldo ben acconcia in un giuuet-
to ... (C)
§.11. Per la Minestra sUtta, che <i
mancia in iscodrlla. Lat. iusculum, puh.
Gr. ?Muo'i Laic. Spir. J. 1. E stamani
che desineremo? T. Mancheri ec. : ierseri
v'avanzò quasi tutto quel oppone. G. Se
io non mangio scodella, non mi par mas
01! desinare, oè cenare.
SCODELLARE . Metter la minestra ,
0 altra vivandi, nelle scodelle . Buon.
Tane. 3. 3. Vienne, mia ma la micce ha
scodellala . * Leop. Bim. 29 Solamente
a vederla scodellale, Quell'odorio, ti t»
di sorte a pelo Che tu ti senti tolto con-
fortare. (C)
§. E per similit. vai» Rovesciare, o La-
sciare an.tar ch.-cchrssia . I-al. d-iieere ,
eJTund.re. Gt xXT«^a»nv. ik^uxo»-
Buon. Fier. l. 5. 11. E '1 lastron capo-
levando , Scodella sotto terra quelle be-
stie. E 3. 2. l3. La barca ci scodella lo
bocca a una balena, o a un delfino.
SCODELLATO. Add. da .Scodellare
SCODELLETTA . Pim. di Scodella .
Piccola icde'l'. Lat. parva s.utella. Fit.
SS. Pad. 1. 68 Ogne di si faccTa fare
una scodellella di farinata liquida con al-
quante etbelle colte e peste mescolate con
essa , e questo era suo cibo e tuo bere .
Benv. Celi, t^rrf 52 Mettasi ogni cosa
io una scndeltclla invelriaia.
SCODELLISA. .VrorfeKcfM. Lat pan-i
tciiteila . Fr'nc. Sach nov. 99. Venoeli
innanzi piccola scodellina di szlsa
SCODELLINO. Pim. di Scodella. Lai.
pana scutera. fìcee, nei. ao. IO. Di cui
tutto premendovi, Bon si farebbe uno ico-
dellin di salsa. Mr. As. 3o3. Noo min-
SCO
rò cbi mi porUss* nn quarto di capre: to
con aoo soodellioo di sjUj. lìeìimc, fOn
33o* Se t* avantasse qualche scodeltiao ,
DàHn i me, non di que* che ti dà il Du>
oa, Pien di sature.
§. I. Scodellino , Parte dt W archibuio ,
dove è il focone
J> § il. Scotlrllmi, dtconsi Quelle due
fossette che nel ridere dolcemente venivo-
ao a farsi ad alcfini nelle ^te . Snlvìn.
Annota F. /i". r>. :>. 6 Prr altro .'• belici-
la quando uel ridere dulcenu-nlc vengono
« far»i due rosset|«> , o scodrllini . e chu
Saìono sigilli del dito piccolin di Cupi-
•f V SCOFACCIARK . Schincciare a
similitudine dt cofìcca. Foriit:* Bicciard.
4. ^5. Chf >'? mille di lor (mosche) con
«nano arri%i E lor scoricci la testa e la
•cbiena , Son tante 1' altre ec. E 6. l^.
Che cento almt-no prende di coloro Cuo
la sua relè oon afTilto ;ipcrtj . E poi li
gira con le forti braccia E gli abbacchia
aul suolo, e gli scofaccìj. f^^^
SCOFACtlATO. Jdd, Schiacciato a
Mmilttudine di cofacia ■ Cinff. Cnlf. i.
3i. Un volto giallo e tondo e scofaccijto,
Che pare io quinta decima la luna.
* §. Efiauratam. JUeg, lO^. Non vi
fate però sì scofaicijle niarjvif;liacce, che
in quel sonetto ec. si trovi una paroli-
na eh* abbia amiche no dello sporcheL-
to. (F)
SCOFFINA. Scuffina* Lat. Itma, Ri-
celi. Fior, L' agarico si riduce in polve-
re , fregandolo sopra uua lima di ferro
Wga, detta scoffioa.
SCOFFIiNATO. jéJd, Fregato sopra
la lima, proprio dfW ascari co. Lat. com-
minutns, friattii. Hicett. Fior, Alle quali
<''6B*U''g' 1' 'c^'^^'^ scoffinalo, o fregjto
sopra lo staccio.
#SCOFFONE. Patnff, p. Toccami lo
•coSboe UQ tal ciibinu (il Commentatore
atee che Scoffuoe in Lomhnrdia vale CA-
serone, Calseroito, e per lo capitolo an-
tecedente si rimette , se qui vot^lin dire
altro di paggio . Fi-rse ScoHbne vale lo
gtesio che Ischio; onde Torcar lo scoffo-
00 dinoterebbe atto osceno j a cui corri-
sponde il Lat- siphniassare, e il Gr. ffi-
•f SCOGLIA. La pelle che getta o^ni
anno la serpe. Lat. spolmm. Gr. «xu'jtov.
Pai/ad. Tiovemb. 7. Se 'I pesco per lo sr-le
a* abbronu , recbilisi della terra a' piedi,
e poi dopo vespero s' innacqui , e faccia-
seli ombra. Aiutasi ancora sospendendovi
■uso la scoglia della serpe.
g. I. Ptr stmilit. Pat'ìff". p. Troppo
Oli se* riuscito del guscio. Disse, veggen-
ào mutatomi scoglie. Mors;. 1. 83. Se e'
e armatara , o cosa che tu voglia , Vat-
tene in lambra , e pigliane tu stessi , E
caopri a questo gigante la scoglia. E 26.
7^. Egli aveva una scoglia di tesiudo
Questo gbiotton adattato a suo modo.
*t §• ^'' '■'*''' l^fOglio f SiìSSo grande-
tti, scopuliii, Gr. ey.o'rOoi. Ai-t/. Fiet.
79- Onde io più presso, Mi feci alquanto
dietro a certe scoglie ec. ( l' ediz. di Pa-
rtii 1778 lesse: E io appresso Mi feci
avanti , e dietro a certe scoglie , Tacita*
mente per veder fui messo).
•f * SCOGLIACCIO. Accrescit. e
Peggiorai, di Scoglio . Bellin. JSucch,
2^2. Posato (r elefante) in SU que' qual*
tre pilastracci Più ruspi e brulli di quat-
tro seogUacci , ec. (A)
SCOGLl.\TO. Co'CO stretto. S^nza
coglioni. Castrato. Lat. spatSo. Gr. c:ta'-
i^-t * Liv, 3f. Il quale menava appresso
di lè gran compagnia di femmine, e di
scogliati . Sen. Pist. 87 Catone Censori-
00 ec. cavalcava un cavallo scoglialo, eolla
taligia sempre dietro.
Focabolrio T. Il
SCO
«SCOGLlEnA. Quìntilà , Mucchio
di SCngll nudi. (.4)
^' 2- Sc-giere, chiamanti dngl* Idnm-
liei le Cascate, o Cattratte naiurali de'
fiumi. (Ai
* SCOGLIETTA. Dim. di Scoglia j
e qui pt'r S.a^liiiota, nel signific. del g.
II. Lat. ■it/ua/nii/n . Gr. iìTl'JtOv. Ifi-nv,
Celi. Ore/'. 7. Altuni ;irle6'i , spioli da
avarizia ec. , hanno preso una scoglietta
di rubino ec, ed il restante della pietra,
che mira nel castone dell'anello, hanno
fatta di cristallo. (*)
SCOGLIETTO. Dim di Scoi^'lio.Fiamm.
4. 1 17. Delle quali ogni piccolo scaglici lo o
lito, sulii che d' alcun.) ombra di munte da'
solari r.iggi difeso fusse, ei^oo piene. Car.
leti. 1.3). Quindi Uscendo luuri, Iruova
intoppo di certi stoglìetli,
SCOGLIO. M'tsso in ripa al mare, o
d.-ntro nel mare. Lai. scopulus. Gr. 3/9-
Titkoi. * Dani. Inf. 18 E come a tai
fortezze da* lor sogli Alla ripa di fuor soo
ponticelli ; Co^ì da imo della roccia scia-
gli Movieu , che rìcidean gli argini e i
lossi Infino al pozzo che Ì Ironra e rac-
cogli . (M) liocc. nov* 46. 3. Di scoglio
io (scoglio andando , marine conche con
Un coltello dal'e pietie spiccando , s' av-
venne in un luogo fra gli scogli riposto.
Pass prol. Per percossa di scogli dcgl'
intraversati sassi ec. si rompe e fiacca.
Peir. cinz. 3u. 5. Che giova dunque ,
perchè tutta spalnie La mia barchetta ,
poiché infra gli scogli E ritenuta, f can2.
42. 2. Che la nave percosse ad uno sco-
glio . f'it, SS, Pad. I. pò. Trovòe ec.
infra mare un monte , quasi uno scoglio
occulto ed aspro . Fir, Disc. an. 69.
Chiunque si mette nel mare, potendo an-
dare per terra, tollia fa lamentarsi, se dà
in iscoglio.
*t § I. Per Bupe, BoccLj» Qualunque
masso eminente. L.At. rupcs, saxum. Gr.
ct.7Zoxpriij.fOi ziirpoi. Dani* Inf, 2q. Che
dello scoglio l'altra valle mostra. £ut.
ivi : Dello scoglio, cioè del ponte. ^ Fior.
5, Frane, 5o. GilloHo gìuso per quella
ripa (dirupo) il quale trabalzando e pcr-
cotendo di scoglio in iscoglio ec. (e pri-
ma aveva detto : era una ripa profundis-
sima , e di qua e di ì'ì sassi spezzati , e
ischepgiati, e i scogli disuguali ec). (f'J
5 §. II. Per /scorza. Lat. cortex, Gr.
yioio'^ . Cr. 5. 3. I. Le lunghe ( noe-
duole ) nono più saporose, e più tosto si
maturano, e tutte manifestano la loro ma-
turitade , quando da^ loro scogli si par-
tono. Alam. Colt. 3. 7I- Qui l'aliissimo
più nel ciel dimostra 11 durissimo fruito
esser perfetto ec. Questo cor si conviene
innanzi alquanto Che i legnosi suoi sco-
gli, aprendo il seno, Lassio gire i figHuoi
per r erba errando.
§ III. per J scoglia. t.3l. spol^tm. Gr.
6Z'J/0V. ^ Poliz. St. I. l5. Giovane don-
na sembra veramente Quasi sotto un bel
mare acuto scoglio , Ovver tra fiori un
giovincel serpente Uscito pur mo' fuor del
vecchio scoglio. (D) Ar. Ftir. 17, 11,
Come uscito di tenebre serpente , Poi eh'
ha lasciato ogni squallor vetusto Del novo
scoglio altero, e che si sente Ringiovani-
to e più che mai robusto. (M) Capr. Boti,
7. l35. La serpe getta ogni anno lo sco-
glio vecchio, come ella mangia del finoc-
chio. Ciriff, Calv . 2. 67. Un paio di cai
te avea di fina maglia Sotto uno scoglio
di serpente cotto, fiuon. Fier. 2- 2. 3. E
il loro scoglio Rallorco in uno invoglio .
* g. IV. Efgurat. •' Pani. Purg. 2. Cor-
rete al monte a spogliarvi lo scoglio, Ch'
I esser non lascia a voi Dio manifesto » Y3/J
SCOGLIOSO. Add. Pieno di scogli.
I Lat. seopulosus. Gr. cxOTsXw'o*)?. Vit.
1 SS. Pad. Venimmo in luogo mollo pro-
S C 0
1081
fondo e orribile e scoj;IÌoso e aipro. Frane.
Sacch. ri/;». 7. Rinchiuso è 'I cor Ira due
scogliosi monti, v Fr. Giord, 125- E la
nave che si abbattesse in mare scoglioso ,
il è in pericolo di peiire. (/')
•f * SCOGLIUZZO. Scofflictlo Chia-
hr. tini, i-rt/ 2./»rt-. x.'i:^. ( Geremia ì'-2o).
Ben so quale scogliuizo Di superbo orgo*
gliuzzo Vi si nasconde in seno. (A)
t * SCOO>OSCENTE . F. A. Add,
Scono tcentà, In'^ralo. Cava'c. Espos. simb.
1. .^tì8 Delli benefiiii è isctgnoscente e
delle pene e delli Ungelli indura. (ì)
f'^' %. Vet Zotica f Hoiio. Cav-ìe Espos.
sim/'. i 278- Questo medesimo \ noi dare
ad intendere e cognoscere <t certe vergini
trepide e scognosrpnti (F)
^ SCOGJHOSCENZA. lo .tte^so eh.-
SiOnoscenza, In^ralitiidine. J il.SS. Pad.
2. 3r»4 Dopo queste cose tornando 10
nella spelonca, reode'mi in colpa a Dio
della mia nigri';enza, e scogooscenza. (*)
SCUOIARE. Levare il cuoio , Scortica-
re Lai cortum detiahvre. Or. iy.Sipuv.
Dant. Inf. 6. Graffia gli spirti, gli scuoia
e gli squalra. E 22. O Rubicanle, fa' che
tu gli metti Gli anghtoni addosso, sì che
tu lo scuoi. Ar Fur.iS (\'^. Ch' altri il
crudel ne scanna, altri ne scuoia. Molti
ne squarta, e vivo alcun ne 'ngoia.
* SCOIATTO. Scoiattolo. Lat. sciu-
rus. Gr. uitt'ou^o;. Morg. i^. 7p. Seve-
ro, e '1 ghir sonnolente e perduto , E
puzzola, e faina, e Io scoiatto, (*)
t SCOIATTOLO. Piccolo quadrupede
della film iglia dei rodenti: ha la coda vei-
lutaj ahita nelle, selve j ed è dotato di
tale agilità che salta di /amo in ramo a
modo d'uccello. Lat sciurus. Gr. n/.i'oM-
pOi. Lib. / iagg. Quivi è un bello giar-
dino, entrovi delle molte fiere grosse e
minute, ciò sono lepri, conigli, ermellini,
scoiattoli, e altri animali. Serd, Stor. 2-
63. Questa fiera ha la coda come In
scoiatlilo, mollo lunga e setolosa. Cani.
Cara. 276. Questi gentili e negri anima-
letti. Scoiattoli chiamati ec. Per voi gli
abbiam portati. Bed. J'ip, 2. 16. La vi-
pera ammazza più facilmente ec. uno
scoiattolo, un ghiro, ed altri ec. anima-
letti piccoli, che un animale grande.
SCOLAGIOWE. V. SCOLAZIOKE.
SCOLAIO. y. SCOLARE.
SCOLAMENTO. Lo scolare, Soder.
Colt. |3. Nelle valli, dove concorre sco-
lamento di (erren buono, stanno benissimo
le vigne,
SCOLARE, e SCOLAIO. Aijf. Che va
a scuola. Che va ad imparare. Lat. di-
scipuliis. Gt. pv.B-mr,^. Bocc. nov, 77-6.
Il savio scolare, lasciali i pensier filosofi-
ci da una parte, tutto 1* animo rivolse a
costei. Fr. Giord, Fred. S. 44* Noi veg-
giamo che lo scoiaio, quando il maestro
insegna, se egli baderà allora neente io
alcuna altra parte, non imprenderà neente
di qnella dotuioa, e rimarrà voto. G. F.
8. 85. 2. ScomL*aìcò qualunque scoiaio
andasse a Bologna a studio. Pass, Lt.
Questo scoiaio morto gli apparì. Tesorett.
Br, 2 Trovai uno scoiaio Sur (il Foca-
boi, alla voce SOR legge: Incontrai uno
scoiaio Sor ec, ed alla voce SUR Vidi...
Sor ec, L^ ediz. Fir. 1824. ha: Incon-
trai ec. Sovr' ec) un muletto baio.
Cas. leti, 52. Anzi ha fallo maggior nu-
mero di dotti scolari ella sola , che forse
non hanno fatto lolle le città d' Italia.
# Buon. Fier, 3- 4 ^- Cli scolari ISon
cessan mai dall' insultar; né capo S'ele^
gon quei, se non se per far male. Tumul-
tuando o contro ai cittadini, ec. (B)
SCOLARE. Si dice dell' Andare aie in-
giù, o Cadere abbasso a poco a poco 1 li-
quori, o altre materie liquide, o il resi-
duo loro j e st usa nel senttm. neutr. «
l36
loSa
SCO
nei nentr. pass. Lai. chUatim .fflutrt^
tfferi, excola'i. Gr. CTaXa^sr-,*, 0i>]jsrv.
Cr. I. 6. 2. Cbe 1" piove, che vi caglio-
DO, agevolmeotc se m- diriviuo e «rulioo
Fuori, r 2. 17.2. Allora quella lerra tao- '
lo dura alibondevole, qu^Dlo sta cbe per
allagamentn di pioggia noo »e oe i<-oli
fuori I* argilla. K nunt. 3, St cava eoa i
fossali per traverso, a' quali prima aceode |
il coperchio umore, e poi scola e va fuo-
ri del campo. Guià. G. Scolandosi li ou*
▼oli, smisurjle piove ti rovesciano. So>/er,
Colt, 2I< Si riempia Ìl (ondo di sasit aon-
moDlati in colmo, afiìncbè I* acqua scoli ,
e 000 covi, e st>igDÌ.
5. in tigntjtc. alt. vale Fare scolare »
Tenrrf alcuna coAa in modo che scoli .
Frane. SaccU. nov 92. La roatlioa lo sco-
la alquanto djll' acqua , e mandalo al ci-
mator'* , che t'asciughi ticlla irn)prcisa .
if Cr. 11. 2. Si possano accnoru mente
arare i rampi ec. e scolar 1' acquj Jc'lo-
ro luoghi. /;.' 2. 17 Per li foswli nelle
stremila, e termini de' rampi aperti met-
tano faorì , e scolino quelU umidità che
già vi sia discorsa , o per piove venu-
ta. (N)
t SCOLAREGGlARF.rare da scolare .
Buon. Fifr. 3 2 12. Il so, che sbarba-
tello il primo peto Nnn messo ancora, un
gaogher dato al banco Per pormi id li-
bertà, lodano al vecchio. Anch' 10 scola-
rpggiai .
•f * SCOLARESCA.,Vo/(iYurf(/iedi «o-
larx, Untversttà di scolari, Segner. Parr.
instr. fi. 2. Sarebbevi condannato ancor
^li qualsivoglia Lettore di Uoiverbità, il
quale salariato per dare alla scolaresca le-
noni pubbliche di MoraU-, 0 di Melafiiica
ai gicrni debili, non le Jl-sso per noia di
tanto peso. (j4)
* SCOLARESCAMENTE. Jw. In mo-
do .scolaresco, l'allav. stil. gS. Questo
vuol dire profittarsi degli autori 8cienii6-
camcntc e non scolarescamente. (FP)
•f * SCOLARESCO. j4dd. hi scola-
re, appartenente a scolare. Cori Long,
sez. 3. Spesse fiale alcuni, corno ebbri, si
lasciano trasportare a reni affetti lontani
dal fatto, proprii però di loro, e scolare-
schi. (À)
f SCOLARETTO. Dim. di Scola'ej
per lo più detto per dispregi^. Lat. Ij'ro
'^r vz'oc, fj.y.-3fi~r'i. Oli. Com. Por. 2.
36. Tornale dunque, scolaretti, a quelle
cose pTosse , che sono conformi a vostra
srìeniu. Fir As l\\* Allora scossa un
pochetto la fronte, e rivolgisi verso di me
con certi occhi ladri, mi disse : o scola*
retto, tu ti pasci d' una dolce e amara
viranda.
* SCOLABINO. Dim. di Scolar,; j
lo stesso che Scolaretto. Sannm. Lasc.
flim. 2.268 love ne prego pc*mici scolari-
ai. Che sanno Greco,Laiinu, e Toacaoo.f^O
* SCOLASTICA. Sufi. Chiamati così
tfnella Teologia che procede secondo il
metodo d' Aristotile, conciliando la fedf
con la ragione» Srgner. Sett» Pnnc il-
tus. 5. 3 Ed ecco una sferrata data a
coloro che d^nno opera alla scolasti-
ca (TC)
SCOLASTICO. Add. Di scuola. Ap-
partenente a scuola j e più comunemente
i*intende delle scuole di Ftlosojìa, e Teo-
l^gia, che procedono secondo il metodo d*
Artitotite. Lai. • tchotastlcus, Gr c^o-
AaffTixcf;. Guid. G. E di queste e scrìtto
oel libro delle storie scolastiche. Zihald.
Andr. 1^0. Secondo che scrìve il nnestro
delle storie scolastiche ( in quesit esem-
pii è aggiunto di un libro particolare ce-
^ì detto).
%. \. Scolastico, inforna disusi, vale
Seguace della scuola Peripatetica. Jìed,
int \Q. Ln quale si abbassi a formare gli
SCO
scorpioni , le mosche, i vermi, i lombri-
chi, ed altri somiglianti , che imperfetti
dagli Scolastici sono appellali.
§. IL Alla tcolafttia, posto avve'bial-
ntr/ile, vale Ha scolare, /Uh fofiMta d<--
gh scolari. Ar. Supp. 1. i, E alla sco-
lastica Con lunghe robe del padroa ve-
steodusi. re.
SCOLATIVO. Add. Che ha virtù di
fare tcol'tre. Lat. excolamdt vtm habens.
Gr. ^iigsifTtxCf. Cr, 3. 16 3.L*or»oec.
è freddo e «ecco nel primo grado, ed ba
virtù mondiGcativa e scolativa.
SCOLATO. Adi da Scolare. Lai.
exculatui. Gr. JiJiJn^fii's. Pai/ad. cap. 17.
Un;>aki spesso per più volle con grasso
di lardo scolalo f H Lat ffice dtcocius ).
Ouid. G, Alla perfine scolale le lagrime
con piova di pianto (Lat. o\iOTtMX ) , So-
der. Coli. <,0 II vino che si addoniand,i
di lagrima, si fa ancora in questo modo,
ma lascianilulo bollire, subito scolato dal-
l' uve non pigiate, ec. E 128. S'assetti-
no 5U* graticci, sircbè elle non »* urtino
r una l'altra, r dopo tre ore si rivfiluno
in modo, che i grappoli non sì rimetlano
al lato meJe*imo, che l'umore scolatooe
non II* corrompa.
SCOLATOIO. Luogo pendente , per lo
: quale scolano le C-^se /ii/ui-le. Jint. Purg
j 5. 2. Come l'acque de* fossati, e degli
I scolatoi delle niuQiagne sì raunaron nelli
l rivi della valle. Mmz. sai- 9. Tanta fec-
I eia non ban gli scolatoi D' ogni più ìm-
I monda e letida cloaca , Quanta, o buon
e. iove, cui sodali tuoi. Soder. Colt, 22.
Per dare lo sfof;amento ali* acque, e con
fare nei lu»gbi da smaltirne buoni acqui-
docci, con i suoi scolatoi beo fognali.
SCOLATURA . La materia scolata .
Lat. eltqu'tmen. Soder. Colt. 5o. La sco-
latura delle fogue, la fogliacela avansata
a' bachi della seta , la polvere della lana
battuta, e quella d/ prati al>brbci.iti ec. ,
tutto fa pi!i tipcrjzi"ne allo novelle viti ,
cbe ylle vecchia- e falle. Sagg. nat. erp.
186. Messavi della scolatura di ghiaccio
salato, vi si ritornò a metter su la croce.
# §. Scolatura, lu-'e anche Scolazione.
Vasar. Fit. Gherard. Mori per una cru-
dele scolatura di rene. (.4}
•f SCOLAZIONE. e SCOLÀGIONE.
Temi, di' flledici, v de'Chirurgt, i quali
cosi denominano qualsn'Oglin itillicidio
involontario if eli' uretra dell'uomo. Le
varie specie di tal malattia si distinguo-
no poi Con nomi particolari Lat conor-
rhiC'i. fcn.ùtls floxus. Gr, 'fOtòplfìKt.
* SCOLETTA Dim. di Scuola. Se^ner.
Panr-r Pigliar leaioni puerili in una sco
Iella pubblica di grammalira. (At
* SCOLIA. Lo stessn che Scolii Car.
leti. 2. ifx). Giudico che sia necessario
acrumpagnarl.1 (la traduzione d'-lla Ret-
lori>a) «on alcune scolie per Tt nder qual
che r.igione deirinlerpielaiione di quei
luoghi cho SODO oscuri, o dubbii*, e da al-
tri inlesi allramcnlo. (C)
SCOLIASTE. Cluosotore. Lai scho-
liastes. Gr <ixo^»««T»:';. Hed. Ins 63.
Sircomc fu creduìiuìmo il Gn-co Scoliaste
di Teocrito, quando scrisse che dal corpo
della morta lucertola oascrr lulevaoo le
vipere. P: Fip. 1^6. K Micandro aderi
io lutto e p4*r lutto il <li lui Greco stam-
pato Scoliaste.
* SCOLIO. Term. didascaliro. A^ta
grtfntmalicale, o crit*ca, per servire atC in-
telligenza, o spieghitene d'un autor clas-
sico. Gon Long. Pise prelim. Il primo
a darlo in Iure colla (radutione latina fu
ec- ; avendolo illutlrato olir*» di ciò, con
unj sua dotta prefaiione eoo scolti e com-
mentarli. (A)
SCOLLACCIATO. Add. Col collo sea-
pertoj ed è proprio delle donne, quando
SCO
il tengono senza fazioletXo , e er-l'e vpstt
poco accollale. Dai'. Sciti». II. Essa e le
sue damigelle, che prima scollacciale a'
andavano, vestirono accollalo, ftu'-n. Fier.
3 1. 10* A quei garsuo puliti io greiD-
liiul bianco , Sbrarriati, scollacciati , io
camiriuola, E in ralzon di guarnello
SCOLLARE . Contrario tf Incollare .
Slaccare d'insieme le cote incollaU. LaL
compiges diisolvrre, disiicere. Gr. diat-
iu'civ. fìuon. Pier. z. ^. IX. Si fpnnU-
00. si scollao, si scoscendono.
£. Scollare, e anche contrario di Ac-
collar r.
* SCOLLATA, r. A. Lo stesso efm
Collata. CavaU. Specch. Cr. lOO- Noo
ebbe letto né riposo ; anzi molle scollate
e guanciale £" 106 11 collo e la gola to-
sipone la rateoa , ovvero la fame e U
scollate, fi )
* SCOLLATO. Sust, Quelt apertura
dell* a f -ito delle donne, che la tcia scoperta
il colle. Infer. App. L'abito di queaCe
donne, di raso er. , a superbi e lasciti ri-
cami d' oro , eoo ornamento , ìntoroo al
loro scollato, d' oro. e ricco di gioie. (A)
SCOLLATO. Add da Scollare.
§■ 1. Scollato, è anche aggiunto di cosa
che lasci il collo scyterto. G, V- IO.
ì5\. 3. Nulla doooa potesse portar paoni
luoghi dietro più di due braccia, oè iscol-
lato più di braccia udd , e quarto il ca-
pcizjle
%. II. Per Lteol/acciato. Ptit. Pmrg,23.
7, Le donne Fiorentine andavano taolo
sgolale, e scollate gli panni, che mostra-
vano ec
SCOLLATURA. Sfemità superiore del
vestimento .tcollnto . Filoc. 3. 74* ■Alcoo'
altra vo'ta s' ingegnava di mettere le dila
tra la scollatura del vestimento e te mam-
melle. Amet. 21. Mosirava il candì-
do p^tio, del quale, mercè del vestimento
cor'rse nella sua scuUaiura, gran parte sa
n* apriva a* riguardanti.
# g. Scollatura, per Scollegamento .
fìaldin. Dee. Non ebbe da quel naufra-
gio altra lesione . che qualche scollatura
delle tavole (A^
« SCOLLEGAMENTO. Disunione,
Separazione di due, o più cose che do-
vrebbero rsser Collegate insieme j contra-
rio di Collegamento. (A)
SCOLLEGARE. Contrario di Collega-
re, Lai. eisofvrre. Gr. t'uìCni.
SCOLLEGATO . Add, di ScotUaare.
Lai e.rsoltttus Gr. oix*>UTC;. Fiv. Due.
Ara. 47. Confrfila , dico, a' solidi com-
ponenti il riparo , benché scollegati e
sciolii, ed i quali sicno di furma non ro-
tonda .
SCOLLINARE Travalicar le cottine.
Lai. niontium iuga Irantccndere. Gr. Toc
Sp-n ctocfjetv.
SCOLMARK. Tor Wn h colmatura dt
checchesiia. Pav. Man. 1 20. Quello sium-
miar l'altrui melali» che «iene a monetarsi,
scand-dozza, come scemare il piattello del-
l' uova che vengono 1 benedirsi.
SCOLt». Lo icolar^, Fsito drlte rwe
liquide. Lai. rxcolalio, efftnyns Gr, oii;*-
&»;'3i;. S'tgg. nat. e<p 12 L'acqua, del
quale aveib ìl suo scolo per un ciDalelto
fjlto nella paile più alla del cristallo .
Porgh. Orif Fir,Xn\. Ritenendo l'acqu-t
cui chiuderle la lia, e gli sroli oalorali.
SCOLOPENDRA. Speue d'insetto
tet-rrttre, e mcquatiee. Lat. scolopemérm .
Gr. ^iroìCTTCvi^pa , 9Mc)oTi'a. Red. Oss.
an. 61. Tra questi veri arboscelli abitano
re. 4rob>pendre. lombnchcUi, e vermie-
rioolutii , ogn'.ino de' quali sta lotaoto
nella propri*! e particolar soa casa. A' Il 3.
In pochi momenti ancora muoiono col
iQccbero pfdverìntato qucgl* insetti di ma.
re, che ii-nlupendrc marine s'appellaoc
SCO
SCO
SCO
los::
* SCOLORAMENTO. ScohriménU ,
ni.ico/orami'itl-'. /'n//av. Slf>r. Cane, (/i)
SCOLOHAlìE. Torri- il colore . Lai.
di-cohrarf. Gr, a;/«upoùv. Dant. tnf. 5
Per [liù fiiiie f-li ocelli ci sos|iìd>« <^iiellu
Icttu», o sct'Iornrct il viiO. /•. P»rg. aS.
Deh ooo ciinti-iult^rfì ali* u^ciulM scjbhia,
Ch« nù scolora , pre^^ava , la |>eUe.
§. in sf^ntlk-, nrHtr. f.jss. vnlfi Per-
liere ti cohre. Lai. tiecolorn't. Gr. a'yau-
foOiàat . /V(r. jrt/i. 3 Lra il giorno,
eh* al Sol SI »color»ro Per la pieiìà del
suo Fattore t r;ti.
SCOLOltlMENTO . Lo scoìorirc. Se-
^iier, l'red. IO. 10. In lui vedrete can-
«luiti , m* OOD liuto dd mjcrbia ; ÌD lui
Imlù . ma unii sitjjjjfUa a si-olorimenlo.
SCOLUniRE. Pinttr. f nfutr. pnss.
PenU- re it colore . Lat. ùecolomii . Gr.
àfxctijpovvìxt. , Petr. Si^/t. II. E M viio
scolorir, che oc' mici d.tnui A Umentar
011 fa ('auroso e lenlo. Tnv. fìft Lo Ke
tutto sruluri uel viso, vcdi-ndusi tale douo
■ddòm^ndarc .
SCOLOBI rO. .'/•M. rf.i 6Vo/onrc j ly^rt-
sa colore, Lat. tteco/or. (ir. a;fpo05 P<tr.
san, 2^ Fia U viita dt-l Sole scolorilii .
Fiioc. ^. 211). La vecthia abitatrice di
cotal luogo era nu^ri^sima e vizza , nel
viso scolorita . P'int, rim* 31- E mostra
poi la l'accia scolorita, Tati: Ger. 12.
8l. E quasi un riel DOlturno anco sereno.
Senza spleador. la farcia scolorila. E i3
2' Qui aAV ora , che '1 Sol più chiaro
splende , E luce inrerla , scolorila e me-
sta . lìern. Ori, 1. I. J3. Mostrando in
visr> or rosso, or scolorito. Che p.isàione
slranu 1' ba assniilo.
* SCOLPAMENTO. Giu^iUficnzione ,
Scusa . Lai. txcnsaiio , purj^atio . Gr.
atffoioyia. Il f onthol. alla r> GlUSTl-
F4CAZI0NE (•)
SCOLPARE . Tor via la colpa , Di-
ftadt -r. Scusare, IC si usa così nelfall.
si^nifii: , come nel neutr. pass. Lat. cui-
p.xm diinoefre , se purgate , vrimen tli-
fucre. Gr. «ToiovitiSrai . G. V. l- 17-
1. Ma Vergilio jl lutto di ciò lo scolpa.
Ditnf. Pur^. z\. Verso la valle, ove mai
OOQ si scolpa . Frane. Sacch. Op dU\
Spess.) io Colpa si truova il grande, e su-
bilo si scolpa. J'inc. Mari. leti. I. 6. Io
noa ho luogo da scolparmi eoa voi, s? la
rqaità vostra non vioce la mia pigrizia ,
e non perdona alla mia negligeuzj.
SCOLPIRE . Fabfiricare immagini , o
Formar figure in materia sofidii per vit
d' i.itn^fto- Lai. exculpere, scutpere, cte-
larf. Gr. oiay>yy'iv. * f it. SS. Pad. j.
^5- Etd)e una piastra di nit^tuUo dì Cipri
e scuUevi eniro certi raratteri . fi'} Ar.
Fur. \S, 2. Duo Dessi e quel che appar
sculpe e colora Mtcfaf^l più che mortale Angel
divino. E 4-^- 3f Mi la bella ili lei che
ancor vi sculse er. (Pe) Frane Si'cch.
« 'i'. i83 Fu Cosini orafn in Porla santa
Maria, e continuo, come faimo, scolpiva
niui intagli dentro atto &poitelIo. Buon.
rim. 22. Ma non giammai saprei Altro
tfolpir, che le mie atttille membra.
g. I. Per ntctrif. Lai. imciilpcre, infì-
nere, Gr. éy/iv^st-J , e^u.~iT/vJvat . Peir.
jo#i. 122. Quei dolce pianto mi dipinse
Amore, Ami siolpio. E cnnz. g 5. Quan-
do primìer si fiso Gli tenni nel bel viso.
Per ii<^<dpirlo immaginando in parie. Buon.
28. La memoria l' un prima i
liptn-
ge, L* altro vivo scolpisce in mezzo al seno .
* §* II. K neutre pan. Scolpirsi di
mia cotn, vale Impressionarsene, twpri-
mersene /ortemenU , Tass. Rim. E»oic.
Soa. 16. Sotto il giogo, ove amor tecu
mi strinse. D' amicizia solcai campo fe-
condo ; E d* ogni affetto tuo mesto , o
giok'ondo Si scolpi Talma dentro , « fuor
mi pinse. (DJ
f -^ §. HI. Scolpire, SI trov.ì amile
per Federe . .iVo'ei'r,-. Ufori;. 3 7. Era
a cavallo Orlando ricalilo, E già di Li<>.
nello ricercava; Ma Lionello come e' 1' ha
scolpito , Inverno la città &t rtloruuva , E
per paura 1' avca fuggito, t /V)
g. IV. Siolfurr , va/e anche Proìiunzinr
bene, Lat. projiire, e(f'eire, pivnnncurre.
Gr. Tp'ì^ipsi-J* Cnpr. lìolt. 1. 12. Oi-
nifi ella scolpisce le parole, ed è uel mio
capo .
SCOLPITAMENTE . Awcrb, Distia-
tament<-j e dicevi del fien profferir -'e pa-
raie. Lat. ex/ìÌKate, di\tincte, Gr o»;').'ji;-
* S.tlv, Jvvert. I. 3 3. 5 Incontraiidoii
nella r la della /, uon si firii-ot* di prof-
ferire, ma soldineiit'_' s' avvirina la linj;ua
a quella paiti* che dovrebbe pcrrUntere ,
se SI duvess»* la del'a r srolpitumenle pi o-
nunziare . (f) Car. Lon<^t ,\.>/. pn^. 58.
(l'ir. iSll) Questo fallo. p<'Scro boera
alle sampogne er. , ed iti , primo sotto
voce , pi>scia più sC(d[>Ìtanicnle pn-nun-
ciando, rispondevano, {/i)
§. Per si'nilif. vale Chiai amcnle. Sa'v,
Oraz. Veti, Ne* quali e felicissimo inge-
gno e soprumano giudtcio riluceva scolpi-
ìainente,
t SCOLPITO. A-ld. da Scolpire. Lai.
scitìpius, av'niitv. Gr. yi-/Xujja£'vo?. 3f.
/. 7. gì. Cosi diceano le lettere icolpile
nella sua sepoltura ( qui vale Incise con
lo scarpello ), PU't. ri. Dove era 1* im-
niagioe della Vergine Maria cui Figliuolo
in braccio, dì legname scolpila, l'ctr. canz.
7. 5. Che con vera pietà mì mostri gli oc-
chi L' idolo miti scolpito in vivo lauro .
Red, Leti, Occh, La scolpila nel marmo
dì Sulmona, da me già comunicala ul si-
gnor Carlo Dati.
§, Per AV/t pronunziato . Dav. Acc.
i44- Ii^ sentii la parola scolpita , quando
die i\ nome nell' orecchio al cancelliere ,
e disse: ce, '^ Salv. Avveri, i. 3. 3. 7-
La m ec. appo i Latini ba due suoni: l
uno imperfello, e l'altro stolpìlo : lo scol-
pilo ricerca il chiudere e l'aprir delle lab-
bra , allo 'mperfetlo il chiuderle solo è
bastante, (V)
SCOLPITURA. Scultura. Lat. sculplu-
ra, ceelatura. Gr. yiuyr]'.
§. Per Effìgie, Impronta, Lat. imago,
^Jigifs . Gr. Etxw'v . D. Gio. Cvll. leti.
12. Come la scolpitura del P.e , che dà
forma alla moneta . Tlut, Purg. 10. 1-
Imperocché più proprie erano le scolpi-
ture, che non arebbe saputo fare Poìicre-
lo, ne la natura potuto produccre.
SCOLTA. Ascolta, Sentinvlla. Lat. ex-
cubia! , vtgi/es . Gr, 'jpoMpoi ■ l'oc, Dav,
Ann. i3, 173. Vidersi in quello esercito
soldati vecchi, che non avevano fatto mai
guardia , ne scolta . E Stor, i. 252. S*
elessero i prefetti del pretorio a lor modo,
cioè Plozio Firmo già sitlJatello , allora
capo di scolte. GuiC', Stor, li. 55'(. Al
primo tumaUo, quando dalle scolte fu si-
gnificala la venula de' nemici.
f SCOLTARE. Lo stesso che Ascoltare s
ma poco usato Lat. atidtre. Gr. axoystv.
Gr. S. Gir. 3o. Ora iscoltalc quali sono le
due pareli
* SCOLT O.Add. Sco/pifo. Pelr.l/om.ill.
187. La seconda (memn d'argento) dov*
era scolla Roma, alla Chiesa di Ravenna
donò. (T')
f * SCOLTURA- Lo stesso che Scul-
tura j ma meno usato. Fr. Earb. 266.
I. Faccian sepoltura Con suo nome in
scoltura. (J )
:;- SCOLIURESCO . Add. Di scoùu-
ra , Attenente a scoltura . {*)
"ì" V g. Alla scolt'urescas maniera av-
verbiale, A modo di scultore. Car, lett 1.
38. Soa tutto vostro alla scoUuresca , e
Doa alla cortigiana. (*)
SCOMBaVARK . Imbrattiir di bava.
Lai. saliva /otdare , conspurcore . Or.
^Tu-//w ^i/oXw'vitv Amtt. 63. Poìcb* egli
ha UKil'te volte rolla li-tidb bocca , non
bariuia , ma ìcombuvalii la mia . Trait.
iffiiif. QoL'si' asino ec. giUolli i pit-di al
coli'», e li-icavalu, e scombavava , e rag-
ghiava foru-nirnle . Se-^r. Fior CliZ- i\*
2. Come non ti vergogni (u ad avere or-
dinalo che si delicato viso sii da si fetida
boc'M scombavalo ?
•f * SCO.MBERKLLO. Strmuento a
w-o di mpxigere. Car. pori. 1. lett. H.
Queir libro a uso di scorabcrellu è l'au-
storio. (A)
SCOMBICCHERARE. Scriver mate, e
non pit/ttit'urnle. Vìi Consci ibillare. Car.
lett. 1. 7T, Di star tuttavia accigliali, per
non far :dlru che scombircherar fogli, e
vers.trsi all' ultimo Ìl ciTvello per le maoi.
/•■ yj. Vi diro il vero , che »picslo tanto
scombiccherare m' è venuto a noia.
SCOMKICCHERA'l O. Add. da Scom-
hicchcrare. Frane. Saich. Op. div. Leit.
Don. Acciaiuof, 56 Scritta di propria
mano , ovvero direi più proprio scombic-
cheralo il foglio. .Illrgt i64- Riempitn-
domi , cortese , 1' orecchie di leggiadre
canzoncine, e le mani di scorabiccberHtc
carlucre .
* SCOMBINARE. S!;oiiii'<are , Scom-
porre . Lat. dissolvere ■ Gr. ota>weiv .
Salvia- Disc. 2. 216 II timore d'alcuni,
che spendono luU- la materia in un svi
mondo, acciocché niente restando fnoti ,
non venga con urti a p;rcuoterIo e scom-
binarlo, si mostra esser vano. (*)
U SCOlvrBINAZIONE. Sgominio, Dìt-
ordinamento. Lat. disso/uiio. Gr. Jia>u-
ot;- ■/' ì'ocahol. alla V. SGOMIiNI'O. (')
•f 'c- SCOMBRO. Pesce marino di cor-
po demo, tondo e carnoso, e di pelle li-
scia , Cerulea e r ispfendente, a tol che ha
del fosforo , Saliin. Opp. Pese. 3. 333.
Stoltezza scombro uccide, e grasso Ioddo,
ec. (A)
SCOMBUGLIO . /'. A. Scompiglio .
Lat. tumitlUts , sedilio . Gr. Bòpxifoi ,
SiXOezot.cix. G. /'. 6. 86 I. In Firenze
ebbe gran remore e scombuglio (il testo
Dnv, ha sonibuglio)' * Bart. Stcr. It. l,
3. cap. 18. Il Vicario Laylez non v'ebbe
arte , né diligenza possibile cui non ado-
perasse io «cconcio del sicurarsi , che 1^
chiamata de' Padri per lo seguente Mag-
gio , si farebbe seulir nella Spagna , al>
lora in qualche scombuglio, e perciò non
cosi agevole a passai vi lettere e rispo-
ste. (CP)
•^ SCOMBUIAMENTO . Scompiglio .
Disperdimento, "Lsil. perturbatìo. Ces. lett.
Cic. Q. 177- Del resto la repubblica tutta-
via giace in quegli scombuiamenlì ne' quali
egli r ha traboccata. (C)
SCOMBUIARE. Dispergere , Dissipa-
re, Disordinare, Porre in disordine. Lat.
dissipare , perturbare . Gr. Ta^«7T£tv .
Tao. Dav. Vii. Agric. 3p7. Son coloro
che 1* aoDo passato , coperlì dalla notte ,
assalsero quella legione, e voi con le gri-
da gli scombuiaste (il testo lat. ha cla-
more debellaslis ).
SCOMBUIATO. Add. da Scombuiare.
Salvin, Pras. Tose. 2. 211. La cicala ec.
ha quel suo cannellino sul petto, col qua-
le ella succia ìl celeste stillato , il quale
ella scombuiala, svolazzando, per la paura
sotto pisciandosi, rende per aria, e dà lo
spruzzo (qui vale Iidimidita, Cui sia slato
fatto spavento).
§. Per Divenuto buio. Rabbuiato. L»t.
caliginosus, cbscurus, Gr. cxoTstvo'^. Ce-
nes. Immantenente la terra ne venne ste-
rile, l'aria scombuiata, il fuoco turbo.
SCOMBUSSOLARE. Scvmbuiarej voce
bussa. Salvia. Pros* Tose. i. 118. Di cui
lod
SCO
( di Giove ) koUmenle la (esla. qua odo si
muove, scomhusiob mf'tzo mondo.
•f -'t SCOMBUSSOLATO, jidd. da
Sconthui^Ottrf. Silvin. Atnot. Fter. Huon.
3. 4 4- Venne un m.irrÌo ipocondriaco ,
tullu iifililto e sombussolato , a casa un
vatente medici* , clic , secundu la buona
scuola , ec. f A)
SCOMMESSA. Pitto che si debba
vincere, o perdere sotto alcuna determi-
nala condizione. Lui. /•ig/iits. Gr. evi;fij-
pov. Lasc- Strrg. fi, 3. Lucjntunio, l'ha
guadagnaln la scommessa . Serd. Stor.
Ind. \'i. 57.1. Finalmmle vcoissero alla
scommossa, e fjfessero sjieriwiie quanto
u voglij a*pre, e malagevoli. Hed. SUsp.
nat. 17. Fece scomrne.'>ta di veolicinque
doppie, e iT'ivo subito il riscontro. Cat.
tctt. 6). K allora, se la signora Duchessa
degnerà di acrellarmi al suo giuoco .
proveremo come andrà la scommessa d'
Annibale. * Husp. ton. i. 200- Vo'Iare
una scommessa , Che , sempre eh' egli
strippa j11' altrui spese, Rece poi roba ,
cb* ei ne ramp.i un mes»*. (O)
SCOMMESSO, /iild. da Scomm.tieie.
Lai. disieclus.fatisccm. Gr. Sttpptfj.ij.s-
V03. x**'W'- ^*'"'- '"'"'• ^* 97- ^°^
barcaccia p.ir ve< cbia dismeisa. Scassinala
e sr(»mmes*;i. JìiiOti i'ter. Inlr. i. Noi,
<:b*abl»iam lutto trapanato il dosso, Scom-
messe le giunture, /i" 4 2. 7. CiscraoDc
assai scommesse, e Ijryhe vecchie. E ap-
pressa : Ma c'.r era guasta. Dico questa
mia lira, e sì scommessa. Che ec.
3 SCOMMETTEHE. Contrario di ccii-
mcltere ; e vale prop' iamente Disfare
opere di legname, 0 ti* altro, che /"ossero
commesse insigne* -E si adopera nelC
alt» sif>nific. e nel neiitr. pass. Lat. di-
s^IuttnarCf S. Gir. Gr. ^laXi/etv. Tass.
Cer, 18. 44 ^' sf^ommctle la mole e ri-
compone, Con sottili giunture in un con-
giunta. Serd. Stor. 16. 627. Il violento
baltcr del mare scommesse di maniera le
bande, che vi entrava dentro tanta gran
quaotiL'i d'acqua, che i marìoaii ec, non
sopperivano a volarla.
# g. I. Scommettere , dicesi anche
delle ossa, e simili^ ed è lo stesso che
Slogarsi. " Malt, Franz, rim. buri. 2.
Iiq. Era pure una vita benedella. Priva
di cerimonie e sberreHate , Che fan eh'
altri le braccia si scommetta ». (C)
♦ g. II. Scommettere, in significati
vafe Sommuovere , Suscitar contro. Ott.
Coni, l'ar.6. 157. Nel palagio realfr dalli
tesorieri era schernito, t quali scommeitcano
contro a Cesare il popolo della terra. (Cj
g. III. Scommettere, per simtlit. Semi-
nar discordie, 0 scandali. Lat. discordiam
concitare, Gr. vsr/o; cysìpiiv . Vant.
inf. 27. In che si paga il fio A quei
die scommettendo acquislan carco, fìat.
>»'f .• Che scommettendo ec, cioè ai se
minatori degli scandali e dello discordie.
t'arch. F.rcùl, 7(). Non hanno i Toscani
verbo proprio, che significhi eoa una
voce sola quello che i Latini dicevano
Committere f V. Lo possono avere ec.
anzi r IiauDo, e mo ne avete fatto ri-
cordare ora voi, ed è scommettere,
g. IV. Scommettere, vale anche Gin-
care per mantenimento di sua opinione ,
pattuito quel che si debba vincere, o per-
dere, L»t. sponsionem Jacere, pifinorihus
datis contendere . Gr. :ra^tyyu«i3at.
uìtt^X*"'^"'* ^'^^- ^'P '■ *'* ^" "•*'
mo dottissimo ce. scommesso avrebbe tut-
to il suo. die ogni minima gocciola di
fiel di vipera bevuta ammanalo avrebbe
uu uomo de* più robusti.
*SCOMMETTIMENTO. lo tcommet-
tere. Hellin. Disc. II. Lo scommettìmenio
« l'iasÌDUazione del nostro slrumoolo nella
mMieria «hNgli scommette (Min)
SCO
I SCOMMETTITORE . Ch» tcom-
j mette.
\ t S ^^'' Semlnator di scandali, e di-
I scordte, M'ilfatiire. Lai. sttitiosus. Gr.
I orana^Ttita';. Ditt->m, 2. l3. Cristiano
I lu, e fuggi etnie fuoci Ogni scommetti-
I tore e ogni disrurdia , E pace diiiava
Ott. Com, l-tf. 29. 4*^*7- ^^*'- Geri del
Bello scommelliiore, e falsificatore di reo-
I neta.
I "^ SCOMMETTITURA. L'aziOnr dello
I scommelterejo l.a partr sco-nmesi'i. fìeilin.
I)t*c 1 1 . Lo strumento calcato scommetta e
sluoghi e penetri u s' iusaoui fra le parti
che tenevano coniinuala insieme tutta eoe-
rf*ate essa mali'riit; questa soLi scummel-
litura e iminuazioue sarà ella un foro, o
un taglio ? (Min)
SCOMJVIEZZARE. Divider per lo mez-
zo. Partire per e^ual parte. Lai. divide-
re, Gr. oiauep'^aiv.
SCOMMI AT ARE Jccommiatare, Lai.
deducete Gr, aTOTs'jUTrsiv.
§. E ncutr.pass. vile Pigliar licenzia,
0 commiato Lai. abeitndi veni'im petere,
vale dicere. Gr. -j^-Mplf* eoe./. Nov. ani
78. 3. Ti>raandu al signore, per iscom*
miatarsi da lui, il signore disse . / it.
C'tit. Alla per fine, ringraziandule cisi ,
si srun)mÌ.itaroiiu da tulli quaali. E al-
trove: Abbracciò slrultamente la madre, e
SCO in mi a tossi da loro e da lei.
SCOMMIATATA. Verhal. Lo scom-
miatire. Ruord. M<ile^p. cap. iS E fallo
questo, sì fece aprire la porla, e fece
grande iscominiatata dalla Keioa.
t SCOMMIATATO. j4dd. da Scom-
miata'C. Introd, f'itl. 276. E scommia.
tati dalla fede, ci partimmo, per compier
nostro vijggio ( qui fi::uratam. ).
SCO.MMODAHE. V. SCO.MODARE.
:;-• SCOMMODITA'. Lo s lesso che Sco-
modità. Lai. incommoditat. Gr. ow5;(i'-
psia. Pros. Fior. 3. 190. Per non recar
disturbo colà dove onesta brigala si ri-
trovava, egli Cflasse la propria scommo-
dita y e s' iofiugesòc di avervi pieuissinid
consolazione. (•)
SCOMMODO. r. SCOMODO.
SCOMMOSSO. Add da Scommuove-
re. Lat. coninioius. Gr. syyxivioàsi's ì it,
Jìarl. 5, Quand» il sunto uomo ebbe tutte
queste cose delle, si fu il Ile mollo scom-
mosso io ÌTi\, e in mal talento. G. V. 9.
6o. I. 1 Fiorentini, veggendo la perdita
di Lucca, furono mollo crucrio.si e scom.
mossi. E la. 19. 6. La città era tutta
io arme, e eoo molti forestieri e contadi-
ni, e tutta scommossa in gelosia e paura.
* SCOM.MOVIMKNTO . Scommovi-
zione, Lat. lommotio. Gr avitzi'vijsi^
Snlvtn. Dite 3 34 ■• Di fallo il nome
di pazzia, che non sf-nza l>uon.i verisimi-
gliaiiza prot'cde dal greco enipalfiìn , the
vale interno sriMiimovimcnto e lufermilà
di mente, rende il //* per r. (*)
•f** SCOM.MOVITOliE. fefhal.ma-
SC. Che, o Chi scommuove. Silvia. Uiad.
lib 20. V. 114 Enea addirittura Apoll'i
mosse, Scommovitor di genti, incontra il fi-
glio Di Peleo, e gì' infuse uu buon valo-
re fA)
•f SCOMMOVIZIONE. l'o<e poiO
usala. Lo scommuovere. Lai. eommotio ,
motits, lunmltus. Gr suy/.t'vijst;, xi'vtj^ì;.
Ta^«x*Ì - G. V. 12. 19. .1. Per la scom-
movizione della città per li malvagi cit-
ladini, che la volevano guastare ( alcuni
tetti a penna hanno scomiiiosione ).
* SCOMM07-10NE. /'. SCOMMO-
VI7J0NE (A)
SCOMMUOVERE Commuovere, Sol-
levare. Lat. perturbare^ commcvrre. Gr.
TapotTrciv. G, ì . 9 31. 2. Li Hìviera
di Genova , cosi per Icfra come per mare,
era lulla scommossa * guerra. /:' 11. 6.
SCO
4< Alle quali grida e roinorv il popoTo ar-
mato fue scommosso. ^ Am^n. Ant. 3o.
]■ 9. li cuore acceso per gli slimoli della
sua ira si scommuove, il curp'> t>ema, la
lingua s'impaccia , la faccia s'iufiamm»,
inaspriscono gli occhi. (D) E 3o. 2.9- La
parte sovrana del mondo più ordinala, «
prossimaoa al cielo, oon si turba di oeb'
bia, non sì scommuove di tempesta.
* SCOMODAMENTE. Awerb. Com
scomO'tità Lai incommode. lialdin. Dee,
75^. tic si faccia alcuno maraviglia di
e >me ei pote»i4i così dittrallamenle , e
scumodamenie operare in cosa Unto mi-
nuta, e g'Iosa. iC)
SCOMODARE, e SCOMMODARE. In-
comodare j e si usa in signific. atL e
neuir. pass. Lai. incommod.ìre, molestiatn
ttffrrre . Gr. o'/iov TasE'jfsi.! . Buon.
Tane. 4 9 Oh I mi sa mal che tu gli
tcomodassi. florali. Orii:. Fir. ii3. Chi
lo mettesse di qua da Signa io suU' Ar-
no, scomoderebbe Tolomeo. Lmse. Sibili.
5 7. Faceva per accomodarvi. M. E Ut
m' aresti scommodata. Car. Ittt I. 133.
Non voglio però che vi scomodiate per
me più che tanto.
ic SCOMODATO. Add. da Scomoda-
re. (A)
SCOMODEZZA Scomodità, Scomodo.
Lat. incommodum, molestia. Gr. a'vi'a ,
^'xp^Xféi. Dav. Camh. 95. Per agevolar
ancor più, e srtiif,ir la scomodezza e ìl
pericola del ii.<gi;io ec., %\ trovò modo
d' avere i suoi danari dove altri gli vo-
lesse.'^r J^n/c. niad'tgìl. (Che giova aver
rifallo ec J. N^n si potea pensare Loogo
pia fuor di squadra e impcrlineatc, B
eh' alla oobii gente Reeatse più disagio e
scomodezzj. fff)
* SCOMUDISSIMO. 5";wr/<if. </i\$-co-
modo. Sahin. Di^e, 2. 274. Scomodissi-
ma adunque stagione v la state, come con-
traria alle fatiche particolarmente d' ioge-
eoo (•)
SCOMODITA' . SCOMODITABE, «
SCOMODITATE, tncomo.ittà. Lai. i>-
comm-jdiv'i, incommoditas, molestia, dif-
ftcultas. Gr. ^apJxTti, avtK, oy7)(!'peia-
lìo'gh, Ong. F-*r. III. Alla quale si ag-
giungeva davvantaggiolasromodità.4 Far-
eh. Slor. 10 3i)2. Si propose ec. che i
borghi della Città SÌ duvetiero iocooU-
iituie rovinare lutti da'l'ondamenti ec. cb«
potessero recare o comodità alcuna a quei
di fuori, o scomodità a quri di dentro. fCj
SCOMODO. Sust. Incomodo, Scorno-
dilli Lai- iactìmmodumt detrfmemtum. Gr.
^ijot'ot, ^'k'x^fi Tratt. segr. cos. domi.
Si assuelacciano digiune prr esercixio ad
alcuni pesi portabili, e >enza scomodo .
•"r Jìellin. Disc. 2. l35. Dio buono, cbr
patimento, che sentimento di lormeotoso
scomodo I (F)
SCOMODO, eSCOMMOUO.^./J. Con-
trailo di Comodo} Disadatto , Dicitile,
Lai. iacomntodus, ineptus. Gr. ava'^^o-
ffTOf. l'iirch. Lei, 291} Il quale (luogo)
può essere sacro e prof4no, luogi e d'ap-
presso, chiuso e aperto, coraniudo e sooni-
modo.
* SCOMPAGINARE. Turbare la sim-
mtì'ir, Conf^mder l'ordì le. iìeliin, 2. SaO-
La forza sola dell'impelo d'una ruota,
benché ne tagliaole, ne molto salda nelle
sue parli, scompagina il diamaole. (Min)
Ce.*. Fit Cr. 4- ^77- Un uoivfrsaU ri-
mesrolameulo della terra e del marv scom-
pagina il mondo. (Cj
f SCOMPAGINATO. Add da Sc^^m-
paginate j Che t fuori della dovuta eom
P^e- (A)
« SCOMPAGINAZIONE . Scmvo^ì
meni. Del Papa. I\'at cald. fredd. (A)
9 SCOMPAGNARE Vunmirt, o Sa.
pi*r.ìf ila, compov'ti Lai. difstcior», te*
SCO
luitSire, tfparare, Gr. JiaiuSni, otiOTa*
t%i, otjt^iuyvùvai. Frane Sacch, no%>.
j^(i. lo mi scompagno ib te.
J> §. I. E fifjurainm » Fai. l'jop.
63. Parte fi/ c<i«tfj il nostro amore col
suo abb4Ìan:ento, e domaaJa scompsgaaFe
il ben dellj pace •>■ (C)
* g. Il F I/I sisni^c. nfutr. pass.
• Petr, cani. !\\. 6. Con »oci ancor
non preile Di lingua che dal Une ii
«compagne E son. \\o- Dal cor l'ani
ma Slanca »i scompagna. Per gir nel Pa<
railìio suo lefreuo - (m questi esempli /igw-
raUm.J (C)
SCOMl'AC.NATO. .-/</./. rf« Scompa-
finart. Lai. <y/**ofi.ilM.f, disiunctus, se-
pmraUts. Gr. (Jia^fiwx^'*'- ' "'^^^' 'ì"'"'^*'^'
a36. Nui le potremmo per avventura
chiamare spicciolale, o scompagnale. Buon.
Fur, 2. 3. q. Elle oneste Ostavano al
favore, scorop-ignatc Djgli uomm loro.
Jhrgh. O'ii:, Fir, 22G. Vorranno che
non resti così privo J* appoggi , ne cosi
scompagnalo Plinio, come io mi credo.
5 §. f'aU anche Che sia senza com-
pag/iia. Che non ha compagnia Chiabr.
canj. 3. Scompagnata e soletta Tutta
tua gioviueua ^on dei oieoar « beo
ui. (B)
* SCOMPAOATURA. Lo stato del-
ia cosa tcontpapnati , L* essere scompa-
gnato. Cor. Apoi* 49 ^^'^ dottrina io
aere è questa, trovata nuovamente da voi,
dell' accompagnatura , e scompagnjtura
di queste voci co* sustantivi? £" 69 ^'e
seguila per questo, che l'accompagaalura,
u sconijiagnjtura delle parole faccia si-
gnificar questo nome di Dio altro che
bene? (B)
SCOMPARIRE. Si dice del Perderai
presto, 0 di bellezza alcuna cosa posta a
con^rontOt o a paragone con un* altra .
Sa/vtn. Pros, 7o<c. 1. 181. Vedete ora
come il sonetto, che a prima vista facea
quaKhe compaisa» e scomparito, e quasi
ridotto al niente.
* SCOMPARITO. Àdd. da Scompatt-
re. (A)
5 SCOMPARTIMENTO, tosompar-
tilt. Lat. divtfio, patitilo. Gr- ótc/.vofj.ri ■
Soder. Colt. 21. Nello scompartimento
de* campi si riempia il fondo di sas^i
ammoulalì in colmo. Saf^i;. nnt. esp. ^.
Questo scompartimento si potrà fare a
occhio. Serti. Sior. 6 219. Lo scompar-
timento poi di tutta la città è fallo in
questa maniera.
* S- ' Scompartimento , vale an-
che La parie della cosa scomparti'
ta « Beav. Celi. Ore/. ^7 lo ^ra ol>-
bligato ad alcune gioie, che nello scom-
partimento di detto bottone si avevano a
terra ro ». (B)
t S- li. Scompartimento, dieesi anche
Una delle sei partt necessarie ali* eàiji-
;/", ed e quella che divisa tutto il sito
tt*esio tn sitimincri, Baldin- 1 oc. Dis,(Aj
SCOMPARTIRE. Compartire. Divide-
re , Distribuire. Lai. distnbuere * Gr.
SiXviuLUv. Tac. Dav, Ann 2. 32. Giun-
ta l'armata, avviò i viveri, scomparti per
\k navi le legioni e gli aiuti Sasg. nal.
esp. 4« E però bisogna scompartirlo lutto
colle teste diligentemente in dieci parli
ugnali. Buon. Fitr. 2. 3. 7. Scomparti
re '1 nonnulla. E quando d'una cosa as-
sMi piccina, O d'una poca roba, o un pie
col piatto , Si fa più parti per soddisfar
(nulli.
t * § In tisnific, neutr, pass. Scom-
partirsi una cosa, vale Dividersela fra
due , o più persone. Benv, Celi, l it.
Acconcia tutte le figliuole; il restante sì
scompartirono i figliuoli. (A)
SCOMPARTITO Add. da Scompar-
tire, Lai. diiisus , dissectus t dittri-
SCO
butui. Gr. ftccaeotoàstV T-ie. Dav Sior.
3 309. Pose ;>Ile trincee e porte le le-
gioni scompartite. Bed. Oss* an, 22. La
parte che posa nel lato destro trovasi per
io più «compartita in tre lobi.
* SCOMPEWSARE. Pen^■^r qwi, età.
Girar colla mente ruguniumlo. Lat* .iccum
voh-ere, Liv, Gr. /*ejtaviy. Buon. Tane.
2. 4- * ""^^ saperre' ìrt- scompensando
Quel eh' ella s* abbia cosi ad un tratto (*)
SCOMPIGLIAMENTO . Lo scompi-
gliare . L.1I. pertiirbntio, Koninictio, Gr.
Taoa^r/, ouyxt'vrjjc; Segner, Crisi, instr.
3. i3. ^. Il paragonare le opere somme
de' gran mon.trchi nella condotta degli e-
stTciti, nel soggiogamento dell»- città, Dello
scompigliamento de' congiurati, ec.
SCOMPIGLIARE, Disordinare , Con-
fondere, e Pei turbar l' ordine, proprio
delle malatsej contrario di Compig/iarej
e si usa neli' ntt,, e anche nel ncuir
pass. Lai. perturbare, coiifund-rv. Gr.
oiaTKjSc'TTEiv. G. F. 12. 5i. 3. Per la
morte del di-lto ro Andreas si scompigliò
tutto il regno di Puglia. F cnp. 5(f 3.
Onde tutta la corte ne fu scompigliala.
Morg 6. 2 Quell* amorosa stella liful-
genie, Che spesso troppo gli amanli scom-
piglia. Bem. Ori. |. 4. 82. Tutta la
gente sbaraglia e scompiglia. £"3 5 33.
Distese le sue genti ìusin io Puglia, E
tutta Italia scompiglia e *ngarbug1ij. Sa/v.
Granch. I. 3. lufin che tu non guasti, e
Don fornisci Di scompigliar tutta questa
matassa. Tu non se'per rei>tar.
§, Per mtta/.A- G. / . 8. 65). 4 Ordi-
naro sottìlemente, per iscompigliare il trat-
tato,di maodareuna lettera contraffalla f^'^
Sa.Uin. F.neid. /ih. 4 Questo pensier scom-
piglia il lor riposo. (Fj Gal. Sist. 161.
Questi uccelli, che ad aibitrio loro vola-
no inoanzi e 'ndietro, e rigirano in mille
modi ec., mi scompigliano la fantasia.
SCOMPlGLlATAMLNTE.^t-ve/fr Al-
l' aivi/uppata, lìisrrd-.nataiiicnte Lat per-
turbale, c<-njii te. Gr. '5uyz;xu/*ì''''5'>4' Car.
teli 1. ili. U che fa , che scompiglia-
tjnienle vi scrivo questa A' Bellin. Disc. I.
1^5. Ogni parte del corpo nostro ce. non
è altro che uu iotessimenio scompìgliata-
menie ordinato di canali portatori di quella
materia alle parli che è rifacilrice di es-
se. (Fj
SCOMPIGLIATO. Add. da Scempi-
gliare. Lat. pertitrbitus , confusili. Gr.
5iy.Ta^a;c3£i*;, aìjyxzyfxtus-JO^. G. F. 11.
4 I- Lj città scompigliata e tutta schiu-
sa, e le genti tutte sbigottite. /Vr. JVm.
4< 5. Ogni cosa è confuso, intricato, av-
viluppalo e scompiglialo. Sa^g. nat. esp-
169- Fanno , per mudo di dire , un ri-
pieno scompigliato e confuso. Bed. Oss,
an 171. S'iotiiga a foggia d'una scom-
pigliata maiassa di rete aggroviglialo .
!? Car, En. 3. 397. Co' fieri denti e con
le bocche impure Ghermir la preda , e
ne lasciar di novo Vote le mense , e scom-
pigliate e sozie. (B)
SCOMPIGLIO. Confusione , Pertur-
fianienio . Lat- perlitrbatio , oioluf , tu-
niu/lus. Gr. roLpaxó G- / '. 11. 61. 1.
Per la qual novità fu grande scompiglio
alla nostra oste. Dicer. Div. Qui s;jreLLe
potuto star distretto con essi in sì grande
scompiglio della guerra. Morg. y. 20.
Subito il campo è tutto in iscompiglio, £
corron tutti come genie pazza. Bern. Ori,
I. 24. 26. Ed a quel suono ancor qualche
altra cosa Uscir vedrete piena di scompiglio.
SCOMPIGLIUME. Scompiglio, Massa
di cose scompigliate. Lai dtssipntio, per
tiirbatio Gr. OiaTXioac^j'; , Tapa^r'-
Buon. Tane. 5. 5. Tante zizzanie e tanti
srompigliumi ec. Fanno che dill' amore
esca de' fiumi , E \aòj un trailo a ra
sciugarmi al sule-
S c o
108J
SCOMPISCIARE. Ptictnrt addosso^ a
Bagnar di piscio checchessìa j e si uaa
in ,1'i.vii/ft-, ntt e neutr. pass. Lat. com-
imngtre. Te Br. 5. 4 1. Se 'I lione ^
puoie porre mano, per niuno modo non
I Uccide p'TÒ, ma rompogli le gambe, 0
srompijcialo per fargli più onta Frane.
Sa<\h, noi'. 82. Mette mano alle brache,
e scompiscio l'ulibriaro con più orina ,
che non avea bevuto malvagia , che n' *-
vea bevuto 3o bicchieri ; o scompisciato
che l'ebbe, ec. Cirijf Calv, 3. »,(. g
per paura v* è chi si scompiscia. * For-
iti;. Bicciard. 6. 61. La donna si con-
torce come biscia, per la paura , e inita
si scompiscia (IS)
g. I. Scompisciarsi^ neutr. pass, si dio»
anche per Aver ^ran xou'ito, e slimolo
d urinare. "Luì. mi,. tiirtre. Gr OUpYisEi'giv.
§. II. Sco'hpi.sctarsi delle risa», o per
le risa , vale Ridere smoderatamente j
modo bns.in. Lui. ri^tt difflutre , disrunu
pi. Fir. Trin. 5. I . Oh voi ci avete fallo
proprio scompisciar per le risa a contarci
quelle vostie sciagure. Mrm. sai. 2. Ed
io so ben che argomentavi io guisa, Cho
*l Concesso confuio col quesito Facea lo
panche scompisciar di risa (qui detto en-
faticament'-f e per ipeibole ) .
* SCOMPOMMENTO. Lo scomporre,
Scompouzione. Beilii. Disc. 2. 3^8. Quan-
do adunque fa i ^um scomponimenli l' A-
nalomia , ella non fa suo lavoro impen-
s.itamenle, e all.i cirrj. (Min)
SCO. M PORRE. Ciiasfarc il composto ,'
Disordinare j e si u.^a in significalo alt.
e neutr. pass. Lai. re.-^ohere, destruere ,
Gr. «vaiy'stv. Copp. rim. burf. 2. 27.
Tantd più quel si scema e si scompone ,
E dispar come ne^e a poco a poco.
t g. I. Per metnf. Turbarsi, Alterar-
si. Salvia. Disc, 2. HO. Quante in-
degne cose conviene che faccia 1" irato 1
come sì scomponga nel volto e ne* moti I
*-'.= Segner. Fred. Pai Ap. 3. 2. Col non
snpei' correggere mai veruno senza scom-
porsi di volto. (TCj
''• ^. II. Scomporre, dicono gli Stam-
patoti il Di.fare unn fi ma, separandone
le lettere, di.^ponendclc di nuovo nelle
casse , ciascuna nel suo proprio nic-
chio. (A)
i^^SCO^VOSlTiyO. Add Atto a scom-
porre- Beliin Disc, 2. 322. L' acqua
dunque presa io quante di\crse misure o
quantità, o quante diverse partile abbiso-
gni ec. imbevute ciascune dì difièrcnti
sali diviene scompositiva di tutte te co-
se. (F)
* SCOMPOSITORE. Verbal. mote.
Che, 0 Chi scompone. (Cj
t*SCOMPOSiTBICE. l'erbai, femm.
di Scompcsitofe, Belhn. Disc. 2. 376.
Che pretend' ella ( l' Anatomia ) giam-
mai di ricavarne da questo suo tanto
scomporre ec. , e scomporre con tanta e
sì varia ingegneria di macchine scompo-
silrici ? (Min)
* SCOMPOSIZIONE. Perturbazione.
Lat. periui balio. Gr. i'/Ta^agi? . Segner.
Mojìn, Ottobr. 3l. 3. Rdre volte avviene
che un suddito resti in religione emen-
dato da quel gasligo eh' egli si vede dar
dal suo superiore con ira d* uomo, ciot
Con tale scomposizione, e con tale severi-
tà, che dinotino in lui passione. (*)
^ §. Scomposizione- Term. degli Stam-
patori. Lo sc<.mpo re, nel signif calo del %.
II. (A)
* SCOMPOSTAMENTE. Avverb. Con
iscompostezza. pros Fior, 3. 2. i. 3i.
L' allra (donna si doveva intendere) per
la parentela, o*ver collegamento dille pa>
role, 1* una con 1' altra fatto opporluna-
menle ; della qual parentela par che oggi
si siano smarriti i liuoni sensali, e che
xo8$
SCO
SCO
SCO
eilc »d v.'Lilrio »i metculiao scompokU-
ìueale * guisa di femmuie iiceoziose.e id<iiI
coUuniiie. fySj
*t =*•= SCOMPOSTEZZA Immodestia,
Diii-jltiUzia. Segrter. P/rii. 23. 4- ^*'**
(jual niuJestia egli sederà alle commedie,
se OSSI»!'-' atlj predica cuu Uotu di tcom-
SCOMPOSrO. JiU. ila Scomporrei
Dìso'tim ito. Confuso. Lìit. incompositut.
Gr. «T«/7a;. /». /?ifc. /e«. 326. Come
potrà mai leg;;erc il Fiureolioo composto
cun queir o di meu'i aperto. chi> «gli non
•iiven^j nel visj lullo scomposto? Tac.
Dai'. Sti^r, 3. 3l5. II qujle , asulilu il
oiinico ìcorupoitu e sbandato per vaghez*
u,i di prtrdj, lo ripiuse a'aavilii. E i\* 3^1.
Seou ^spellar d' ordinarli, cummciaao a
comlial^ere straccbi e scomposti. ^ 9f'ir-
cftftt I.ucr. lib. 2. v. i3.i5. Poicbè si
«ciolgon de* principii primi Le politure ,
ed impediti affatto Sono i moti vitali, lO-
fino * taalo Che squassata, e scomposta
ogni materi.i. ec (B)
*X SCOMPUZZAIlE. Empierf di ffuzzo.
1.31. fatore iiip/ere, Gr. JjsMÙ'a ?rX»)'-
ÌJEt>. i'V, Oiord. Prel. li Co' loro fetidi
aliti di parole maldicenti srumpuzzano ogni
aiiembléj f ifii figurai unente ).
SCOMPUZZÒLAnE . T. A. Levar via
la ntusea eoa alcuna cosa che ri-trcendu
r appetito. Pataff". 3. Deb non far grot-
te, cb* io me ne scompuzzjlo (qui neutr.
pai i.}.
SCOMU:^AKE. F. A. Guastar la co-
muiiansa , Disunire , Dtvihre j e si usa
in sig'ijic, alt. t neuir, past. Lai. co>n'
mttnìjaem dinmere. Gr. /jivMVt'av O'-k-
X^ivt. Dm. Cimp. I. i^- Ma vinciamli
jnrimj eoo ingegno, e scomuniimli colle
p.irolc piatose , dicendo ec. E appresso :
Ordinarono due per contrada , che avoj-
sono a corrompere e sconiunarc il popolo.
ti. V. ti. 34. 3. La città sì citminciò a
sconiunarii , e pai tirsi i nobili e tulio d
popolo.
SCOMUNATO. /'. A. Adì. da Sco-
otunarc. G. K 12. 19. 3. Allora lo sco-
iiiunatJ e disarmato populazzo col loro
pazzo caporale si partirò. Oin Comp. i.
l\. E così scomanati e mciamyli per mo-
Ùj, cbe più non ai rilievino. Lucan. 3l.
Or scie a Roma, e si l> altresì scomuaata
battaglia, come s' Annibale re d'Afirica
Tosso resuscitato.
SCOMUNICA . Pena Imposta dalla
Citiftu per correzione , c'*k prit^a della
pa'tecipazioiie de' sa^rnnienti » e del com-
mt-rcio de' Fedeli. Lat. i-xcommunicalio.
Gr. rj\,'i^»p.f., G. P", 12. 57. 2. Alla
'(ualc scomuaici e interdetto s' appello al
Papi,
SCOMUNICAGIONE. f\ SCOMUNI-
GAZ IO. NE.
SCOMUNICAMENTO . Scomunica ,
Scomunicazione. Lat. excommunicntio. Gr.
aivaJiua. Tmtt. Consigl Questo sco-
niunicameoto sarà sopra tutti quelli che
MraDno a sinistra.
•f SCOMONICARE. Imporre scomuni-
ca. Lat. a Chrisli'inonon communione se-
ptrare. Gr. avaSr/jiaTt'?» tv. G. F. la.
42. 3. Issofatto fu scomunicato. Pass.
\\'l. Da coloro che fu«s<mo scomunicati dì
maggiore scomunicazìnnc ee. , dee il con-
feuore domandare saramento, ch'egli sta-
ranno a* coinandamenli della Chieia IC
iW- Poi gì* impinza la penitenza ce, co-
mandandule che li guardi di non rìcide*
re io simile fallo, pi-r lo qualt* fuise sci..
raunicato. Maestruzi. 2. 3^- !■ Lo sro-
muoicato non puote iicnniunicarc. K 2.
3^ Quando il giudice dice: io iiromuni-
co C'jIuÌ, e siniiglianli parole, t'intendo
della iscomunicaijone maggiore. E pia
sott.> : Cbe «ara di due, a quali (u com-
metto cbe i-gliuo iscomunicbirio alcuno ,
e ciaf-bedano di ioru 10 uno montento
medesimo dice: io ti scomunico, te co-
lui noa li iicomuoica ? Risponde sani* U-
gone. Ciascbfduno di que' giudici i>con)a-
Dica. imperocché U loro initrozion^ è, cbe
costui ii« is<'i>miini''atn. Din, Comp 3,
7^' Scomunico gli uSciati, e interduse la
terra.
^ SCOMl/NlCATISSlMO. Superi, dt
Scom-inictf» All'-ff >Af
3 SCOMUNICATO. AdL Da Sromuni-
ctt-e Lai. ihstentus.S. Cipr,GrT. oìvx9tisv.-
nt^'.Ci G F.t2. 105 1 Della delta cadu-
ta subitamente morio saaza penitenza, sco-
munii-ato e dannato da santa Chiesa, Pass.
143 Imprima il peccatore scomonicato si
dee omiimentc inginocchiare. Di'lant, 2.
25 Or questo Imperador fu il primo, il
qua*e Fosse sromooicato per la Chiesa.
# §. L E in forza dt Must. - Mne-
stmzs- 2. 4 3- ^* *'E'** scomunicazione o
maggiore, o minore data dalla ragione
puute lo scomunicalo essere assoluto dal
Vescovo. P.iss. -Mentrechè dice il salmo,
batte le reni dello sc'tmanicato eoo 4lcaaa
ver^i. o bastone». f^J
g. II. Per simUit. vale Iniquo, Pessi-
mo, Lai. execranduf, sacrilenus. SfQner,
Conf. insfr I rimedii son di due sorte t
altri vagliono a punire queste lingue sco-
municate, ec,
t SCOMUNICATORE. Ferhil. masc.
Colui che seomtinicn,l.il. exommnniCdtor,
Gr, ò a'vxOs/jiaTi'Cwv. Mnrstrnzs. 2. 4o.
Essi isromunicjtori metterebbouo motti in
pericolosi lacciuoli ; la qual cosa sopra '1
capo loro si rivolterebbe. E 2. \^. Dalla
sentenzia del giudice non puoie essere as-
soluto ninno, se non so dallo scomuuica-
tore , ovvero dal suo superiore , se non
s' appella, ovvero se lo scomunicatore ne-
gligentemente, ovvero maliziosamente in-
dugi l'assoluzione.
SCOMU.MC\ZiONE,c SCO>IUMCA-
GIONE . Scomunica. Lat. sacoriini ia-
terdictio, excommuaicatio. Gr. ava Js;iM£.
^^fiifStraz:; 2. 34- 2. Scomunicazione è
ispartiinenio da ciascheduna legittima co-
muriione, e alto legittimo. G. F. 7. 23.
5 E pTÒ cade in sentenza di scomuni-
cigìoae di santa Chiesa. E 12. 106 6.
Sotto pena di scomunicazione. Pass. 12G.
Sono mjlagc%'oli casi quelli de'matrimonii
ec, delle ripresaglie, de* pegni, delle sco-
municazioni , delle irregularitadi , ec. E
lfì\. Dalla scomunicazione minore, la qua-
le t' unmo iuccrre participando con alcuno
scomunicato nel favellare, o nel mangiare,
puole prosciogliere il prete, f'it. SS. Pad,
L' altro, come malizioso, volentieri rimase
ne'.Ia scomunicazione. Din. Camp. 3. 76.
La Chiesa di Hoina richiese ì Fiorcnlini,
e formo processo di scomuoìcazione , e
sentenza die contro a loro.
SCOMUZZOLO , rarefi. Ercol. 98.
Quando i maestri vuj;lì.>ii significare che
i fanciulli non se le sono sapute , e non
ne hanno detto straccio, usano queste vo-
ci : boccata, boccicita ec. briciolo, capel-
lo, pelo, scomuziolo.
SCO.NCACADORE . f. SCONCACA-
TORE
SCONCACAriE . In signlf^r. nti. vale
Bruttar di mrr.la , Lai. merda foeda^e ,
t-ynsperf^ere . Gr. noriso^opixv , xo'itpov
jrXiJ^a^v . Frane. Saich. noi'. 1^4- V**'
. dite che io ▼* ho sconcacato; lo scoacaca-
to pare estere a me.
§ /'i signific. nfutr. pass, vale fìnti'
tirsi dt merda j e talora A^'er sjrandis-
Simo ttimolo et andar del corpo, Pian la
poter ritenere ■ Palaff. ^. Per voglia dì
giurar nii sconcaeai.
SCONCACATO . Add, d.t Scomeacari:
Fi fine SaccH. noi'. 8a. Tu r hai fatto
cavalier piscialo , e io lo laro cav^iere
sconcaeado (qui atti maniera l-ntimr'
da, /accado parlar^ messer Bermmrito Ft-
àComtt }.
SCONCACATORE, e SCONCACADO-
RE. Che teoneac*. Frane. Sacch. no 1.'. IJ^-
Va, reca a Stecchi la tal roba ec. . dap-
poiché mi convieo vestire Io sconcagadoo;
e gli sconca^di ( qui olla maniera lom-
barda ).
# SCONCARE. Trarre fuori deila eo»-
(a. fine. M f'm. Sconeare il bucalo, f A)
« SCONCATENARE Scto^irre.o Rom-
pere le ca'^ne ; e figura'. Distio^liert. Im~
prrf. F. Tih. D. 3. T. 12. 40. Subilo cbe
da chi che sia »i brama e si vuole più di
quello gli to<*ca. e cbe è di «i<>Tere, sì vio-
lano da luì le U^gi d<rlla società umana,
la qu^Ic se tutti t acurdassero io rio, fi
sconvolgerebbe, e scoDcjienerebbesi totla,
e 000 p'irrie più sussistere. (Fi
« SCO-NCATENATO. Add. da Sivn-
catennrf ; Sonnesso, Che mm ha conca-
tenazione. (A)
SCO.NCENNATAMENTE. F. A A*
vere. nisacC'^nciamrnte . Lai. tiHoncinnt .
Gr. »ra/rw;. I it Cnst. E menjto in-
verso Gerusalemme «e., e ansando, r colle
mani legate di dietro, spogliato in ma»'
teìlo, cinto in gonnella scoDcenoatameoir,
e col capo scoperto. ^ Fr. Giord. Pred.
2. 267. Sai come audresti male, e sfoii-
cenoatamente che parrebbe una giulLe-
ha, (N)
SCONCERTAMENTO. Seonctrto. Lai.
turbutio. Gr. rup-^xr>' Tratt. se»', coi.
I Jon/T. Provano alquaiiiune gli scoQceriameoii
prodotti dal sudore.
SCONCERTARE. Cavar di cotte erto .
Lat. concinentiam perturbare . Gr. VMp-
puvt'av TxraTTeiv.
g. I. Per metaf. Disordinare. Lat. de-
struerr, perturbare. Gr. atTOffitiwaiJit* ,
^iaTxp«TT£iv . Safig, nat, esp. 72. La
quale (aria) poscia, in qualunque modo
alterandosi, sconcerti e guatii la retta o-
peratione dello strumento. Red. Ditir. j|.
Lo sconcerti quanto sa, Voglio berne al-
nien due ciotole.
# §. II. Eia sigiìfic. neutr. pass. Se-
gner Mann. PÌ^'V. i3. 1 Tornando ogni
poco I* ordine a scoocerlarsi per la ribel-
lione frequente delle passioni, f-l apprrs^ot
Una tale subordinazione non è faciU a
sconcertarti . (1)
« SCONCERTATAMENTE. Av^erh.
fn modo sconcertilo , Disordinatamemte .
Accad. Cr. Mess. (A)
# SCONCERTATISSIMO. Saperi, di
Sconeeitat •. Se^-ier. Conf. inslr. cap. ^
Questo è propriamente alteroar le note
con una sconcertalìsiima coiuonansa. (F)
f SCONCERTATO,*- SCONSERTATO.
Add. da Sconcertare, e Sconsertare, coti al
proprio, come a/ fìs^irat^. l^U perturbat'ss,
' Gr. 0(arx^3(;fàct; fJuon. Fier. 4- a- 7*
- Da rimetter in forma, dicev* egli, I capi
scoDsertali e fuor di setto. E appretto :
Fiaccati poTÌ . e zone scnnieriate, S^l^un,
Dire. I. 92. Quando le pauiooi , qual
popolo sconcertat'i e tumultuoso . nella
città dell* anima si solleva ce. , tutto Ì
confusione, tutto è disordine. O Cor. £h.
2. 620 Noi che impjuhti e sroasertati A
la s]>rovivta gli assatimmu ce. in brew
spazio Li circondammo, e gli occidemmu
alfine. (l'P> Srgntr. Pred. a8. 6 Noo
maoravano in tante solennità e le trom-
be, e le cett-re loro amiche; non però pia
gioconde. «>d arni miose, come una voUa,
ma queruli', e sconcertale, fy)
t«SCONCEHTATORE. l'eihal. ma>e.
Che, o Chi tc^ncrrta. (A)
SCONCERTO. L-.^ fccnerriaresctmtrarto
di Concetto. Lit. concentms pertmrÒAréu,
ttt'batì^. Gr. 7v,uj»w»ix; rrpxx^ .
SCO
§. Se^nceiIOp si prende anchi- per Di'
9or,Um- . Si'f:'ìer. Mann. ]\ot', ri. 1. E*-
scoilo il Uno intiTnu pienissimo di scon-
certo, nieiilrt' alla parit- iiitVriiTC loria di
comjnJjre. alla sufu-riiTe d*iil»Li»liie. ^^ E
Prtd. Ptil, .'tp I. I. La natura non prova
mai sroorerli più ttr.ini , rite qaantio rbi
dovrclibo star s<>prj ili luogo, &ia necessi-
tato star sono, i Ti'i
SCONCEZZA . Jstratlo ili Sconcioj
Dtsordiaamento . Lai. laconcintiittis . Gr.
atjxorjisia. Amm. Ant. ì!\, 3. 2. >è deside-
rate scunceixf , né composte ad^rneize si
coDven(;oQo a nomo CriMiano, /:," i,|. ò.
4- Non s»lanif>nlc nella bellezza e ut-lla
pompa di'lltf cose temporali, ma eziandio
nella iconiczsa puote csst-r vanità. / aler,
Mass. Non lianno scoa<cua , e sod da
scrìvere tra i miracoli.
SCOSCI KME^TV.. A vi'i-rh. Con ifcon-
do. Lat. inconcinne. Gr. a/o,ui^(u?. '*• Salv.
Ai-verf, I. 2. 5. Con le voti del mif-lior se-
colo, il più» scrivono il sconcianunie oc.,
»he troppo misera cosa, tioppo compassio-
nevole semltni \a lor fatica, (y)
g. I. Ptr I emognosonienle. Con onta.
Lai. Itirpitcr , inf-oncKte . Gr. uinyptZii ,
O. V. II. 108. 2. 1 Fiamminghi, eh' e-
rano a oste sopra Tornai , se ne partirò
sconciamente . »> Guid. G. Prol. Multe
parlicolarila le qiuli mollo possono allet-
tare gli animi degli uomini per lrop|iu
abbreviare sconriamente lascio stare. (C)
§. IL Per Grandemente t o Sopiammo-
dùj e si dice in mala parte Lat. fot de ^
foedtim in modum, ìmrnnniter . Gr. ùi-
9XpÒìi, avatodij;. /Jocc. noo. 1. 8- Golosis-
simo, e bevitore grande, tanto che alcuna
volta sconciamente gli facea noia. H noi:
69. 21- Presone un altro (dfnt<-), il qua-
le sconciamente magaj^nato Lidia avea in
mano, a lui doloroso, <• quasi meno mor-
to il mostrarono. /■," nov. 88. tit. Si Ten-
dica facendo lui sct»nciamenle battere .
ffern. OfK 2. Q. 12. Percbf? . accostala
con la sleru in mano , Sconciamcule di
dietro lo batteva.
§ 111. Per lstrax'a»antemente,Maìamen'
te. Lai. malf, Gr. Xa/w^. Taw lìit. Li
cavalieri trapalano quella sera il meglio
possono (.un frutte silvaiitbe, e erbe scoa-
ciaroeote condite. Tl oppresso : Io, secondo
peccatore , sconciamente l'ho usate.
:!PSCOtiCl\MEViTO. Sconcio, Lo scon-
ciare,Scomodo.'Lit.incommcdatio.Gr.^^y.fx-
aa Sa/yin. Disc. 3. 1^2. Gli sconciamcnli e
gli urti e gli afifronlì della persona in que-
sto esercizio iniervengono (*)
ir g. E Jigurot. per PiattSi-a , Ahomi-
nazione. Ces. Prof. 252. Mi feriscono al
primo, ma tosto mi nauseano, e lasriano
neir animo un cotale sconriamenlo e di-
sdegno. (C)
SCONClATtE. Guastare , Disordinare.
Ed oltre agli altri seniim , */ usa nel si-
gnifie. neutr, pats. Lat. perturbare , cor-
rtitppere. Gr. oiaracx'TTEiv, SixfBii'ptvj.
G. V. \\. 24- 3 Per questa mutazione mol-
lo sì sconciò li buono stalo di Genova. E
12. 49* 3' ^oQ ^'^ò di piovrre quasi del
continuo, onde motto sconciò le rirolle ,
« guasto motto grano. ÌScv- ani. l^\. 1.
Mesier, per cortesia acconciate li fatti vo-
stri , e non isconciatc gli altrui . Valer.
Mass. Affermando che niuna parola usci-
rebbi.' della sua bocca, per la quale la sua
cauu se ne sconciasse-
g I. Sconciare , per fseomodare. Lat.
incenimodare, incommcditatcm ofì'fiTe. Gr,
*5"iK^ctv . Lab. 260. Non fu giammai ,
rh' io uon avessi, senza sconciarmi di nul-
la, ad un compagno, che con non minore
albero di me navigalo (osse, fatto luogo.
Pecor. ^. 6- nor. 2. Quel ptidere era la
dote sua , e con la voleva scemare , ni;
teoDciar •« per acconciare altri . frane.
SCO
Saccli, Op. Jn: l3l. Se pagassi , e non
le ne sconci , se* tenuto sovvenire il Co-
mune tuo san7.l interessfk. Geli. Sport. 1.
3. Compara , e' bisogna sconciarsi a que-
ste cose.
§. II. Scf^nciare , terni, del (jiiioco Jtl
cateto, si dice del Tratti-nere, e incomo-
dare gì* innanzi m Lui. iufnlis dcfiulsnrr ,
r/n'iani rurrentts pericrtere. Gr. rrvxvov
artwàiìv. Ci cefi. Do/. 2 5. Chi non può
Dare alla palla, sconci. L'ir. Dinl. beli.
donn. 3.ì8. Al calcio noi non serviamo
per isconciare , ma sì bene per d.irc alla
palla talora , s' ella ci balza . Vav. Acc.
\^t. Quivi dandi> alla palla, e rimbeccan-
do e sroni'iando , e scorrendo ec. , si
deSiro e sì prò* di sua persona si dimo-
strò , ec.
g. IIL Sconciarsi, diciamo del Disper-
der che Janna le femmine prc<*ne fa crea-
tura. Lat abortire. Gr. £?«^6ioùv. Cion.
Marcii. 350- Hanne avuti iufino a oggi
otto o nove figliuoli , ed èssi sconcia cir-
ca di tre volte. La prima volta sì sconciò,
eredo, dal di \.\ menò a due anni in circa,
in una fanciulla femmina. L'ranc. Sici/i.
rim. 26. Che tal si sconcia grossa, e tal
si sface, E tal , se "1 porta , un pitcinaco
face . Sper. Orvz. Anzi , accorgendosi d'
esser gravida, usa ogni arte a gran rischio
per isfomiarsi e disgravidare.
g. IV. Sconciarsi una gamba, o un
piede, Homperselo , o Slogarselo * Cron,
i eli. 53. Sì mosse il civallo, e corse un
pezzo, e gittolla in Icrra, dì che si sconcio
la gamba . M. 7'. g. 'il- Il capitano ec.
sronciossi il piede in forma, che non po-
teva più stare in su* piedi.
SCONCIATAMENTE . AvK-erh. Scoi-
ciamenle , In maniera sioncia. Lat. ma- -.
le, incondtte , indecore . Gr. acc^ptù; .
Dorgh. Vesc. Fior. 5j^. Troppo scon-
ciatamenle s* allontanò nella parte prin-
cipale del santo e costumato vivere Cri-
stiano.
fSCONCIÀTORE. f erbai, maitc. Che,
o Chi sconcia. Cant. C'trn. Oli. (^\. E perchè
sconciatori Ci è rggi più che mjì , ma
senza ingegno, Chi ba poco disegno Non
lo chiamale a scuncur nulla mai Disc.
Cale i3. Il calcio richiede quattro sorte
di giocatori. <:inè ec gli sconciatorì, i qua-
li raltengono i detti innanzi , quando la
palla accompagnano , e dallo sct.<n<'io che
e' danno loro , s: no così delti. ^ Viv,
lift. Ucm. ili. 2. l4' Non polli mai
penetrare chi fusse quello così zebnle
per non dir invidioso degli altrui av.tn-
zanit'nli che facesse da sconciatore de'miei
studii. (C)
3 SCONCIATURA. Aborto, la Creatura
dispersasi nel pirlo. Lat. nbortivitm. Gr.
TcI ÌKTpùìp.Kroùov . f'arcb. Surc. 3. 3,
E se pure s' avvedesse alcuno eh* ella a-
vesse partorito, dire eh' ella sia stata una
sconciatura .
* §. I. Dare in isconciatura , fnle
Abortire^ Sconciarsi. « Menz. sat . 5. E
già più d' una donna sì scnngiur.i, Per-
chù costor l'han falla spiritare, O almcn
per questo ba dato in sconciatura . fC)
S- II. Persimitit. Sodcr. Colt. 68. E
non è dubbio, in quello della Miglia sul
Genovese, accanto alle Magra, essersi ve.
dutu un susino vivere sopra un ulivo j
ma sono sconciature e abortivi , rhe non
I>.istaDO , ne possono bastar più che tan-
to ec.
§. III. Per meta/, si dice di Cosa m:per.
fetta, o malfatta. Gi.lat. 6|. Tu non
de' giammai favellare , che tu ijon abbi
prima formalo nelT anin^o quello che tu
dri dire; che così saranno ì luoi ragiona-
menti parlo, e non ìsronrialura.
•f * SCONCIATURELLA . Dim. di
Sconciatura^ Sconcìaturina. Segner. Incr.
SCO
ÌO^'
I. 8 2. Che se pure ec. quelle lame
leoncìaturelle, cui diamo il nome di .ito-
mi, con accozzarsi ciecamente fra loro in-
finite volte, ec. (Af
sconcìaturina. Dim. di Sconcta-
t"ra. /tlicrr, ,/^(i Vi nasrevan dentro le
centinaia tbllt-
sroniuiuniie senta misura.
3 SCONCIO .V„,,. Scomodo, Danno Lai,
mC'^n,modnm,ìnrtura Gr. ?>l//i'«, ^Jafi»:.
hocc. nov. 35. 4. Senza danno 0 sconcio
d, loro questa vergogna ec. si potessero
torre dal VISO. G l . 8 3;. 3. I Fioren-
tini, per tema che le drlte pjrtì non fa-
cesson ribellar la terra, a sconcio di parla
Guelfa, sì si iramisono d'acconciarli in-
sieme . Agn. Pand 36 Del danno luo ,
del tuo sconcio poco si cura , dove a luì
ne risulii beop. Calai. 17. Eglino sempro
sono 1* indugio, Io sconcio e 'I disagio di
tutta la compagnia.
* g. L Per Impedimento. .. Caiat 3;. Le
cerimonie si.no di grande sconcia alle fac-
(cnde, e di mollo tedio »». {C}
'? g. IL Sì: ondo , nel giuoco del cal-
cio , vale ImpediminiOj o Incomodo dato
agli innanzi. Dtsc. Cole. i3. Il calcio
richiede quattro sorte di giocatori, cioè ce.
gli sconciatorì, i quali rallengono i detti
innanzi quando la palla accompagnano, e
dallo sconcio che e'danno loro, sono così
d-^ti. (C)
^ g IH. Per L'ende Ita. /Jocc. Fiamm. png,
114. ( L^ir. 1723.) Né altro sconcio di-
maDdi di lui, se non che se egli ajna I»>
nuova donna, in quella vita lo lasci in
che egli ha me lasciata. (C)
SCONCIO. Aild. Contraiiio di Accon-
cio. Lat. incnci/iritis, inornninv. Gr. a/ou-
ijjo; . Lor. Med (anz 6. 2. Quando agli
uomin vi mosfrale , F.;le d'esser sempre
accooce , Benché rerle son più grate ,
Quando altri le vede sconce. Malm, q. 5.
Acciocch' ei non la veggia sconcia e sciat-
ta, Manda giù la *mpannala , e sì rim-
piatta.
g. L Per Disordinato , Srnz' ardine.
Lat- pertiirb'it'is, incontpositiis, Gr. ot«-
Tapy-xQei*?- Sior. Pist. go. Andavano
molto sconri, come coloro che non credeano
che la gente di Cashurcio \ì fosse
§. II. Per Mal fatto, Deform.-. Lat.
dr/oimis. Gr- uì-^Xf^'^- Pern, Qrl. i,
l3. 9. Di corpo sconcio, 0 di viso sì fiero»
Cb* aria smarrito ogni anima sicura.
* g, ili. Per Brutta. Dì-.cnesto, Vii.
go^noso.u Pass. Ci\. Fu in Parigi uno 3CO-
laio, il quale per gli sconci e gravi pec.
cali ch'avca, si vergognava di venire alla
confessione » . (^!)
'.' g. IV. Per Schifoso, m Dani. Inf.
2Q. La vostra sconcia e fastidiosa pena Di
palesarvi a me non vi spaventi >' . (M)
f 3 g. V. Per Spropoizionafo, Defor-
me, Dani. Inf- 3o. Issarci messo già per
lo sentiero, Cercando lui tra questa gente
sconcia.
t 3 g- VI. Ver Isnusiiralu , Cmndis'
Simo. Lat. immensus, immodemtiis , im*
manist Gr. uT:spp;eye5rj^. Doic. nov. i3.
7. Avendo dimenticalo a qual parlilo gli
avesse lo sconcio spendere allia volta re-
cati.
>'? g VII. Per Smodato , Discom; na-
tole. « Hhestri'zz. 2. 5 Della gola ne
nascono cinque, cioè isconcìa Iclizia, srur-
rìlìlade, immondizia, il mollo parlare , e
iscurità de' sensi » . (Mj
g. VIII. J^er /stiOiagontc. O 7'. 12-
8. 19 All' uscita dì Giugno fece f<ire ua.a
sconcia giustizia.
§. IX. Per /sconi'rnetole. Lat. tiirpis,
indeconis. Gr. cf-^0po-i Dani. tnf. jg.
I* fui colei che la (ihisola bella Condussi
a far le voglie del Marchese , Come che
suoni la sconcia novella Docc. ncv 5o.
4 Se ne ccmiociò lorle a turbare , e ad
lo83
SCO
SCO
SCO
averne cui marito ài scooo* parole. E g.
6. f ^, Non per cli>ver'' nel!.; np^re mai
alcuna cosa troncia teguirr. E nov, 82.
7. La quale la saniti^, 1* onetia e la buo-
na fain.1 del mooiìlero rolV sue sconce e
TÌlupereruli opere, se «lì fuor si sapesse ,
coQtamioJtc avea.
§. X. P.r lic-lltratì. Dtnt. Par. Q.
Piangt-rà F< Uro ancora la diSalta Dell'em-
pio sun pastor, ohe sarà scuacia. But l't'/.*
Sconcia, cioè scellerata.
§. XI. Per Aspro, Scosceso. Lai. dtf-
Jicilts, nsper^ incommoiiut Dnnt. inf. |(j.
Quivi soavemente spose il carco Soave
per lo scoglio scoiicio ed erto.
§. XII. Pt Guasto, S'osato Lai. tu-
xatus. Gr. ef i}^à^w/Jiev05 Civile. Di-
acipl. spir. Come duaqae sarebbe stolto
chi volesse iuoanxi sempre tenere il brac-
cio sconria , e vivere in continua pena ,
die sentir solo il duolo del racconciarlo 7
* SCONCISSIMO S'tpriL di Sconcio.
Salvia Oi'P- Pese Qui ten vcrru pieii
dello sconciiiimo Fato. (^) Itart f^it.
Beltarm. lib 1- cip 8 Fece quel no-
vembre una stagione sconcissima a viag-
giare , per le dirollc, e contìnue piogge
che caddero. (CP)
* SCONCLUDERE. Contrario di Con-
cluderr; Diffnre, pitciorre. Lai. dissol-
vere. Gr. Jiaiy'stv. fìed. leti 2. |3|.
Quanto più io mi mostrassi infervoralo di
voler concludere l' affjre , tjnlo più mi
rredcrci di sconcluderlo. (*)
SCONCOBRLNO. e SCOCCOBRINO .
Gioco'are. forse simile a Mattaccino. G.
V. 12. ({• 3. K '1 cappuccio vestilo a
modo di scoocohrini, col baialo 6ao alla
cintola (cosi in alcuni testi a pennn ).
T^Sor^. 25. 23. Buffjni e scoccolirin fanno
moresche , E getlan da' balcon 6or Lian*
riii e gialli. fieUtnc. son- \!\\ Elia sa-
pea di rulli di radice, Come de' scocco-
l)rin la sonagliera.
SCONCOKDANZ\ Contrario di Con-
mrdanzi, nel st-^niftc^to del §. I Salvin.
Proi, Tose. \. 29;). Quel secolo del l3oo.
in cui correttameuic da chicchessia senza
le odierne sconcordanze parlavasi , fu la
base e M fnnd^mento di ooslra lingua.
* SCONCORDE. Contrario iti Con
corde' Bart. Mi*^, j^/"^- ^- Disuniti e
sconcordi, in questo solo d'impugnarla
(la le::^e di Cristo ) , s' univano, ed erano
ktrcltaiiicnte conrordi. (fi)
f SCONCORDIA. Contrario di Con-
cordia. Lai. discordia. Gr Stufopx. Fior.
Cron Era abbassala per le sconcordie e
divisioni. Oli. Coni. /«/. 9 I.'>3. La cru-
dele scoacurdia che conducova 1* anime
Homane. G. i\ 8 86 i- Ma tulio era
invano, te non che gli Ubaldini tra loro
vennero a s<-oncordia,
•| * SCO.NCORPORARE. Jtorporrtre,
Tof;lier dal corpo, e Jìguratam. Levar da
un fondo , da un capit<iU. ^tagat. Leti,
scient. pag. 2o5. Il di cui inSnilo esclude
ì1 potergli dar fuora , e , per cosi dire ,
tcoDcorporargli ne in lutto né in parie da
te medesimo , non lasriando egli voto di
ah alcun luogo, dove ec. (j4)
* SCONDERE. r. J. N'iscondere .
lii'n. An(, ^q!5. Onf'tto da Uotof^na ( f.
Aof. lOo. Guilt. leit* ) . E diri *1 pecca-
tor : dove mi scondoT Him. A-it. Pier.
Delle Jlgne. Ancor m' a;;gia s<-ondulo
E odinggto altro motto che disdire. (!')
*SCON»ESCESO.<^rf</.,Vcojce.o, /Jirii-
pato. lied, Lett Per le scondoccse stra-
rupcvoli balie di Pindo, (.4)
SCONDITO Add ÌSon condito. Altee.
120 A suo Cullo mjuiar poche scondite
Vivande in fretta, e B^con esse vino Che
•Il canapo sia più, che di vite.
§. Per metaf. vnle Sciocco , Senti giù ■
dttio. Lat. in^ii'idus, inconditut, fatuus
Gr. ayeu'7d>)794, /l'upi';. V. y. 5 36
Pjrrndo al Patriarca vhtc in vergognoso
e non strur» pAtiilo tra le mani dello
srondito popul^tto , cui eg'i mattamente
avea esaltato. /C eap, \(ì. Menarne a Siena
gli uimint e le femmine e<v in gran glo-
riJ e gicurra di qu'llo scandito popolat-
fit fi II. -'>^ Aliai ve ne furon) m><rii
di quelli del bildanaoso e scondito po-
pjl... Toc. Pav, P.rd. r/of. ^|3. Ma
quelle parole roste, que' cancelli sconditi
sanno dell'antico ( tjui il testa lat. ha
ìnconditì sensu* )
•f n: SCO.NFHRMA. Riirattnione di |
una nuova che si è sparta ; contrario I
di Conferma. Sjlvin. Buon. Fier. 3. 4* '
I^. Dicesi aspettar io zoppo , cioè il se- i
condu corriere . e' ha più indugiato a ve- 1
nife a udire la conl'erma, o scunfcrma 1
della primj nuova. (A)
^ SCONFERMARE, foce bassa, usa- ■
ta per eneraii di lingua ; e vale lo stes-
so che Confermare in tutto , siccome si
dice Sprojondtre per Profondare , S-nun'
to per Munto, ed altri. Lai. firmistimum
reddere. Gr. T^o9f^:r<0oJy. Buon. Tane.
2. 2. r vu' che questa pace con un ballo
Qui fra noi Ire si venga a sconfermare. (*)
SCONFESSARE. Contrario di Confes-
sirej Segare. Lat. negare. Gr. àp-tìl*
oàat. Bocc. Leti. Pr. S Ap. 3og. So
nondimeno essere di quelli che vogliono,
ed egli non lo sconfessa , lui avere scritto
molte epistole volgari. Frane* Sicch. rim.
22 Chi niega e chi sconfevsa scrille, 0 cjrte.
t * SCONFICCABILE. Add. Che può
sconficcarsi. Bel/in. Disc. 2- 91. Per lutto
il dintorno delta materia sconficcahi-
le. (Min)
t * SCONFICCAMENTO. Lo scon-
ficcare. Bellin, Disc. 2 4)2 Come sona
gli sconBccameoti de' rubatori. (Min)
SCOSFlCCKRE.Scommeiter le cose con-
fitte f ScliioJare* Lat. refig'-re , perfringe-
re- Gr. «TT0>r«^T;)0JV. /iorr. HOV. 1^.
1^. Nondimeno, n<m esseudo Ij buona
femmina in casa, la sconGcrò per vedere
che dentro vi fosse. ì'it. S. M. 3Iadd.
Q2. Io voglio andare alla città, e cerche*
ro di miei amici , che vengano a aiutar-
mi sconficcare il mio Signore della cro-
ce. K q3. Nicodemo pose la mano a* pie-
di , e 'ocominciò a sconficcare , ce. E la
Maddalena, vedendo sconficcare que' pre-
ziosi piedi , peosomi che con doloroso pian-
to diceva. Tac. Dav, Ann. 2. .^1. Quasi
sconficcar la tesoreria , la qualu se noi
voteremo per vanità , 1' avremo a riem-
piere per ingiustiiie. Ltb. Son. 85. Ed
ì^cci un Fiorentin , ehe '1 Salvatore Di
croce sconficco con le tue mani.
SCONFICCATO. Add, da Sconficcare}
Schiodato , Scommesso . Lat. fefixus ,
perfractui. Gr. aToxxdo^^wOtM- Serd.
Stor. 16 6)3. Dimorarono quivi sei gior-
ni, e davano chiodi sconficcali per lo più
dalle tavole del naufragio , pc^ jvrr car-
ne, e altre c/ise da mangiare.
SCO.NFIDANZA Diffi-tema j contra-
rlo di C-onfidama. LaL dtfiidrntia. Gr.
an«7Tix. G. /'. io> l3i. 4* Mostrando
con belle ragioni e culorale la sconfidan-
ta di inesser Marco. M. f. 2 55. Onde
ira* terrauani e* forestieri era sronfidania
S rande. F S. 9. Mrnrr MafB.do, veggro-
o che messer Giovanni era tornato in
gratta di roeisrr Galeatto , incomincio a
prendere sronfidanta di lui.
SCONFIDAHE. Di/ft tire, L*t d,fKde-
re. Gr. aTiariiv. Pl^^. S. Gir. Accioc-
cbi; per lo comune T<islro conienlimenio
lu possi il debito, che to promettesti ,
rendere al Signore, della cui cotcicuia
Don ci sconfidiamo.
« SCONFIDATO Add. Che KaptrduLyU
fìtitCia. Bart ì'it. Kott. tib, 2. cu/i. 5
Queste voci sembrano non venute il al u-
cerdoie agli orecchi , ma da Dio .«1 cuore
di quegli sconfidali, e inuliimcote dolen-
lui (CP)
SCONFIGGERE. Rompere il nimico
in battn,;lia. Lai. dtnipare , profligare ,
cladfm afferri, Gr >jTT5t». G. /'. II.
72. 3. Per amore, che con Castruccto ci
fu a sconfiggere ad Allopascio. BocC- nov.
17. 44* ^" nella battaglia morto, e il suo
esercito sconfiitu. .Yov. aat. 20. 3. Il
Conte gli scuafisse, e franco lo paese. Liv^
M. Bolo a Giove, che se egli sconfig-
gesse ì Sanniti, farebbe ec. i'ii,SS* Pad-
1.94 Culai di esci loro a dkjsso nel no-
me di Dio, e (li certo che tn gli scoo-
Gggerai Jlam. Gir. 10. 1.^9. Opra poi
fé maravigliosa e nuova , £ ci tcuo&ue
tulli in un momento.
* §. I. Prr Jscotjiccare. Borgh. Col.
milit. l\!\%, Eksendo tornato Cicerone da
quel cosi inpiuilo, e mal da lui mertlalo
esilio , ed avendo per Torta Koafitta tls
Campidoglio la legge per la quale era
stato cacciato, ne fu da' più severi a>wi
biasimato. (V}
g. II. Sconfi sgere t per meta/, vale
Abbattere. Lat nffiigere , profligare. Gr.
KX-:tpyv^tì3'At, òtxysiipttv, Sen. Pisi.
■ 4 Quello medesimo avvifne delle cote
che sconfiggono i nostri animi.
SCONFiGGIMENTO. Lo sconfiggere.
Lai. cladrs, Gr. ^rra. yn, Ptut. Allora
fece parere si gr^o roiu e tcoofiggimeolu
a quelli , ec-
t * SCONFIGGITORE. Ferba!. mate-
Che, O Chi sc>nfigge Salvin. Pros. SùCT.
Della carne rubellc sconfiggitore. (A)
SCONFIGGlTRICE . f'erbal. Jèmm,
Che fCopfig-:e. Lai. profiigaU-ix. Amm.
Jnt 3. 7. 5. Elia (la vergogna) e ver-
ga di disciplina , tcoofiggilrìce de' mali,
difendilrice di naturale purìU. * Rucefl.
Dtat. 87. Dove questa (la ragione) alle
virtù ci consiglia, la povertà ne sfona ;
essa è sroofiggitrice de' vixii. perchè h i^
vera maestra della continenta. della Lem-
peraota, drlla jiarsimonia (Min)
* SCONFISCARE /'. A. Mettert al
fisco. Cron .Morell, l47- E scoufiscaHyio
i loro beni al Comune, (l )
SCONFITTA, f erbai. ^da Sconfiggerti
Rotta. Lat. cfades. Gr. y.rtv.. Bocc, nov.
I7. 5 lo una grande scooCtU, la quale
aveva data ad una gran moltitudine di
Arabi. G F. S. 55 x8 Di questa scod-
fitta abbasso mollo 1' onore ec. de' Fran-
ceschi /-' II. 5i. 7. La gente di mester
Mastino furon messi in isconfitla. Dìttam.
1. 22- Ora ti vengo a dir le cose slraoc
Che furo in terra e 'o mare . e le scod
fitte Galliche e Spagnole ed Affhcaoe.
Peir. Uont. ili. Non campando meuo che
portasse la nocella della sconfitta. FiL
SS. Pad. I. 6. Udendo Anlonio , inco-
minciò a piangere di grande letiaia, gao^
dendo della gloria di Crì*lo , della sooa-
fitta del nimico.
# §. Sconjitta , pe'- Cuastamemta ,
Devaitasiane t Ro*'ina. Car Long, S '/
p^g 80. (Fir. 1811) Dafni, caccialesi le
capre inoanù , con gran fretta rimontò
l'erta, e veduta tanta sconfitta f CJO^ it
gi-trdino disertalo ) , lutti insieme grida-
vano , e gridando dolorosamente piange-
vano. (M) Benv. Celi. Pit. 1. iSa. kC
menu in casa re. do^e erao tulli qUià
soldati che si erano trovati a quella iscoo-
' fitta. E 2* 338. Quoto fu il primo gTao
travaglio che io ebbi in Firrote , restar
padre, e guida dì una tale iscoofitla (C)
t SCONFITTO. Ade. da Sconfiggere.
Ftnl'y. o Rotto tn battaglia. Lat. p'ojliga-
tms. Gr. riTTr^Oii'i. X Gk'. Giisost, lo5.
Migliore dunque eri la inoanti che cadesti.
I che la moltitudine di Giudei iconGlli. Dtt-
I
SCO
tam. 3. I?' Che in Persia er* ilo. loroan-
doK0D6lto, E che [«raulo aveva auai
del mio . 6Wa/c. Mrd cuor. Un «Uro
Santo dice, ihe di oluna tosa lo uimico
« il scODfillo, come per la mikericordia.
§. I. Per Isconfucato . LjI. rtjixns .
fatiscens. Gr. «jrojtae>l>w65ii ■ //occ.
nOi'. |5. 19. Gli venne jitr vtniura posto
il pi^ sopra una t.ivalj , la qu^le djlla
contrapposta parie sron6lta dal irjvuLllo,
eoo lui insieme se n' andò «luiodi giuso .
Burch. I. 45. Nel digesto . t>ye iralta
dei loccoli sci.n6ili. * fu. S. M Ma.lJ.
q3. e quando ebbono sconBlle le mani
(M Crtslo), e GioM-p piglio quel corpo
ia stUIe braccia, ec. (D
* §. Il .Vr/-/. per Gnistato , Hvi-
nato. Car. Lon;,'. Sof. pn,. Si. (F.r. ,81 .)•
Ob rosaio 8coo6Uo ! oh gurdio mio de-
lertol (^f) Oo:z. Strm. 18. Su salta e
godi. Irsuto ballerin , 6iiche d^yli aooi
SconSlto il corpo, appena avrai bastanti
Lacchi' per trarli xoppicuni (l^J
SCOiNFITTURA.. f^. 4 Sconfida Lat.
elades Gr. ìTTTa liv. M, Doad' eli. mi-
te ftì gran paura a' oimici , eh' elli torna-
ro a scoofittura .
SCONFONDERE. Confondere con vio-
lenza , Mettete in grin disordine . Lai.
turbare. Gr. Tup€3c';5tv. Pat'j: 6- Ma
quello Dio. che morte ricevelie. Gì* ipo
criti sconfonda, e i traditori . Tic. Dav.
Jnn, 12. l50. Rompe i bastioni, e colo-
ro scoofonde presi nella lor gabbia . E
Stor. 3. Boi.Scoofonderanno.rintroneran-
oo quanti cavalli e cavalieri dive^zi dalla
guerra vi avrà (qui il testo hi. ha ope-
rieot , ac superfundent ) . Morg. 3. 1^
Per mille volte Io dio Macoraetlo Ti
sconfonda. Appollonio, e Triviganle.
■if %. E in sisnific. nfutr, p>ì<!S. S<iÌ-
vtn disc. 3. 168 Se egli li dice villanie,
ù turbi quello, e «oufondasi, non ti ver-
gogni? (N)
SCONFORTAMENTO. // dissuadere.
Lo sconfortare. Sconforto. Lat. deborla-
iio. Gr. a;roTpOT7i*. Lib. Op. div. Il Ve-
icovo lo sconfortò, e lo cavalier valente
allo sconfortamento non consentì.
SCONFORTARE. Dissuadere, Distor-
re. Lai. dehortari, dissuadere. Gr. arro-
Tpé-:ietv . Lift. Mott. Sconfortandolo che
non pigli moglie. Stor. Pist. l3o. Quan-
to più ne lo sconfortavano, tanto più gli
accendevano l' animo a farlo. Fr. Giord.
Fred. R. Con empie persuasioni sconfor-
tavano questa santa impresa . J it. SS
Pad. I. 123. Ci venne incontro, e scon-
forlocci d' andarvi . Capr. Bott. 4- 61.
Dimmi un poco . donde viene che questi
dotti «confortano così gli altri dallo stu-
diare T Bern. Ori. 2. 21- 21. Forse che
l'odio, che a Rinaldo porla, A slare in
iua pre&eniia la sconforta . Borgh. Col,
Lat. 398 Pare che per questa conside-
ratione fieramente gli sconforti dall'accet-
urle.
# §. I. Per Disfjpprovare. Guicc. Stor.
4. i83 Sconfortava il Re di Francia l'an-
data del Pontefice ai Principi, come cosa
che per la importanza sua meritava molla
eoo side ratio ne. (L)
§. il. In signifc. neutr. pass, vale Shi-
fottirsi . Lat. animuni despondere , con-
sternari . Gr. xaTa:rX»fTT£j&ai . Bocc.
nov. 17. 5ì^ Madonna , non vi sconfor-
tale pnraachè vi bisogni Pelr. san. 236
Onde si sbigottisce e sì sconforla Mia vi-
ta in lutto . Ovid. Pìst. ^8. O siroccbia
mia, io ti prego che tu non ti sconforti;
aiutati valentemente.
SCONFORTATO Jdd da Sconfor-
Uu"e.
§. P^r Abbattuto , Mesto , Sbisotiì'o,
Lat. afflictus , moerens . Gr. xaTKjyi;';,
XjTttO^i . yov. ani. 99. 7. E come sete
Vocabolario T II.
SCO
voi così sconfortato malamente? G. 7^ 9.
208. 2. Per lo quale Iradimenlo e parti
ta i Fiorentini nniasen» mollo sronfurtali.
* Oli, Con». Dant. bf. () 14(1 Era mol-
to sconfortalo, pure udendo le prime pa-
role da'drmonii dette verso lui. {C)
f SCONFORTO. Avvtlimrnto d'ani-
mo, Scvra-i.gttto. Bocr nov. .^^. IO. Ma
per non esser cagione d' ab uno sconforto
a Gabriollo, quanto più potè, I.1 sua paura
nascose. Olt. Com. l'if. Q ì^^i- Ma die-
tro lo sconforto venne la paura, proce-
dente dal f.ilto de' demonii in rio che rhiu*
sero le porte mi peli'" di Virgilio. Mess.
Cin, Bi'U. Non credo fosse cuore Sotto
tua K'gge, Amore, Che non pigliasse mar-
tiro, e sconforlo. Crvn. Morali. 28.V Non
islare ec. con chi venisse dall'aria corrot-
ta ec, se non il meno che tu puoi , non
dìmostr.indo iscbilarlo per modos'avvcg-
gia, accio non isdegnabsc, o non pigliasse
isconfurto. Bern. Ori. 3. 4- ^l. Chi con-
terebbe i piiinli e gli scontorti Che s'odon
per le caso e per le strade Di Parigi?
SCONGIUGNIMENTO . Contiano di
Congiugnimento j Dis^fiugnimento, Lai a-
Uenatio, disiunctio, separalio. Gr, aiXo-
Tp['«5t5, Jia?su?t; , Jcaxu/>T07i5- Bui.
Inf. 22. 2 Draghinazzo significa implica-
zione, e scongiugnimento d' dfft'zione.
t * SCON'^IUNGERE. Disgiungere j
contrario di Con'^iungere . Bel'in. Vì'^c.
2. 4- Il t.iglio poi egli è un dividere, egli
è un separare, uno scongiungere (Min)
SCONGIUNTURA . Scongingnimrnto .
Iiitrod l'irt. Per la scongiuntura di tulli
li membri, che tulli mi lurono disgiunti.
SCONGIURAMENTO. Lo scont^iurare.
Declam. Quintil. C. 11 munimento è in-
torniato con ìscongiuramenlo Tac* Dav.
Ann. 2. 5i. Trovandosi sotto il suolo e
nelle mura ossa di morti, versi, scongiu-
ramenti f il testo lat. ha devotiones ) .
Serdi Stor. 2. 87 Ne gli scongiurameuli
e prieghi dell* otlimo e costantissimo Re
poterono piegare 1' animo di Francesco
{ f/ui nfl siiinific. del §. 11. di SCON-
GIURARE. Lai. obtestatto. Gr. t'xsct'a).
SCONGIURARE Constrignerecon mez-
zi per lo più leciti, e violentare i demo-
nii E Scongiurare alcuno vale Procurare
di costrignerc i demonii ad uscirgli d*ad-
dosso. Lat. adiurarc , S. Ag e Lattant,
Gr. «^ojxt'^ìiv . Pa'!s. 347- Truovausi
certe alire persone, e uomini e femmine,
che non sanno l'arte magica, ne invo-
care né scongiurare demonii 1 G. V ■ 9.
234» I- Con più de' suoi frati e con più
di cento buoni uomini della terra il venne
a disaminare, e a scongiurare. Maestruzz.
2. 20. Ma i demonii possiamo iscongiu-
rare per virtù del nome d' Iddio. E ap-
presso: Non è però licito di scongiurarli
per imparare alcuna cosa da loro.
§. 1. Per Costringere, o Provocare a
fare alcuna cosa con giuramento esecra-
torio . Maestruzz. 2. 20 H principe de*
sacerdoti presumetle di scongiurare il no-
stro Signore Gesù Cristo.
§. IL Per Ricercare alcuno stretta-
mente di checchi-ssia, per amor di qual-
che cosa eh' egli abbia airaj Strettamen-
te predare Lat. obttstari, obsecrare. Gr.
l'xsTEUci,». Dant. Purg. 21. L'una mi fa
tacer, 1' altra scongiura Ch' i' dica ; ond'
io sospiro, e sono inteso. Bocc. nov. 26.
25. Tanto disse . e tanto pregò , e tanto
scongiurò, che ella viola, con lui si pace-
fico. E nov. 67. 7. Anichino si senti scon-
giurare per quanto ben tu mi vuogli./ arch.
Etcol. i3. E cosi vi conforto e prego e
scongiuro che facciate . Bern. rim. I. 8.
Io vi scongiuro, se voi mai venite Chia-
mato a medicar quest'oste nostro. Date-
gli bere a pasto acqua di vile.
SCONGIURATO. Add, da Scongiura-
SCO
1089
re. "Lai, adiuralus Gr. «^opxcaOct?. />il-
tani. I. 18. Magico tu, e oelli scongiurali
dimon credette.
t SCONGIURATORE. Vrrba/. masc
Colui che scongiura . Lat. exorcista ,
adìiirator , obte statar . Gr. ÌXopVi9Ty)i m
Maestruzz. 2. 20. Lo scongiuratore delle
creature sunza r^igione si può intendere
in due modi -f Stor. flnr/. 8»(. Si era
d^lla pJite del Re ntcltu grande gente,
ciò erano gli coltivatoli delle idole, e lì
scongiuratori de' demonii , e li sterlob-
bi (FP)
f SCONGIURAZIONE Sconpiuramen-
lOf Esorcismo, Scongiuro. Lat. odiuratio,
exorcismnt Gr. e^ofzic.ac; . t>it. Cim.
inf. 20. 358. per modo di scongiurazione
li demonii fanno noto agli uomini quello
che e a venire in più modi . Moesti uzz.
\. 11. Imperocché a lui s' appartiene d*
imparare a mente ec le scongiurazioni
de' mali spiriti, Ar. Fitr. 26. 128. Pur
la scongiurazione , onde solia Comandaro
a' demonii , aveva a mente.
g. Per Giuramento esecratorio . Lat.
CTecratio . Gr xarapa - Maestruzz. 2.
20. Nondimeno per alcuna neccssilade i
superiori possono coslrignere i sudditi con
tale generazione di scongiurazione . TaC*
Dav Stor, 4- 334. Udito con grande ap-
provan/a di tutti , gli fece con loro bar-
bare scongiurazioni obbligare.
SCONGICRO. Lo scongiurare , Scon-
giuramento , Costrignimento , o Violenta-
mento dei demonii. Lat- exorci.^mus. Gr.
à'^opxtsjuo^ . pass. 335. Quando per in-
vocazione, o per lo scongiuro ec. il demo-
nio si chiama a rispondere ec. , spesse
volle mostra d' esser costretto per la 'n-
vocazione, o per lo scongiuro. E 342. A
fare queste cose usano ì malefici alcuna
fiata invocazioni e scongiuri a' demonii
espressamente . Borgh. Orig. Fir. 237.
Perché non venisse a notìzia de' nemici ,
e polesser con certi scongiuri per questa
via far danno.
* §. I. Per Giuramento , Ar, Fur.
43. l36. Ma con scongiuri il Negro ad
afiermare , Che sua è la casa ec. ( co-
strutto lat at ille peierare). (V)
g. II. Scongiuro, è anche il Provocare
altri a fare alcuna cosa invocando il nome
di Dio. Maestruzz, 2. 20. S? alcuno per
invocazione del nome d' Iddio, o vero di
qualunque cosa sacra , ad alcuno uomo
non suggello a se intenda d* imporre ne-
cessitai di fare alcuna cosa , siccome im-
pone a se medesimo giurando, tale scon-
giuro non è licito.
§ Ili. Per Priego caldissimo , effica-
cissimo, o instantissimo. Lat. obtestatlo ,
obsecratio . Gr. iX65i'a . Petr. Uom. ili.
Non fece mai fine a' preghi e agli scoi>-
giuri, infino eh' ella non armò colle pro-
prie mani lo 'ofelice e mal credalo ma-
rito . Serd. Stor. Ifid. i5. 6ob". Con av-
vertimenti, scongiuri, e con aulorilà ottenne
che facessero inconlanenle abbassare il Irin-
chello .
* SCONNESSO - Add. Incongruente .
Disunito . Lat. disiunctus , incongruus .
Gr. Jia>u9Et'5 , oi)iOLpp.oazoi . Segner.
Mann. Dicemb. 7. 3 Vedi però che con-
nessione strettissima passa tra queste pa-
role ec. e tra queste altre, che sembrano
si sconnesse. Salvia. Pros- Tose, z- '4
Il sonetto , per dir tutti Ì difetti io un
mazzo , è gretlo , sterile e sconnesso , ee.
E 89. Le quali , a chi più olire non
mira, sembrino disunite e sconnesse. (')
SCONOCCHIARE. Trarre d* in sulla
rocca il pennecchio telandolo. Lat. pf/i-
sum conficere, pensurn ahsolvere. Gr. to
CTaS/j:r]3£i' oietTi>£tv. Belline, son \\^.
Sai ben dove un pennecchio si seonoe>
chia ■
137
ÌOQO
SCO
t^ S* Sctmoeohiaref per simtfit. Conn^
mare , Finire tjualche rosa mangiandola.
Lat. consumere , exeden- . Gr. c'^e'^ciy .
Red. ieit, 2. 175. Camparsami calda cal-
da e beo rosolala in tavola , me la sco-
ooccbiai francamnntc quati tutta (*)
SCOSOCCniKTO. J hi. da Scon^cc'iin-
re. Zifiald. ^nilr. 100 H lino che si 61a
eloto, e lo sconorchialo . quaoilo noD ve
o* è più, Alropos* BtUinc. san. 26:4. Un
mulin colla rocca scnnoccbìala.
SCO.NOCCIIIATORA . // rfsiduo del
pcnnect/iio sulla conocchin . Lat. pensi
pan residua
SCONOSCKNTE. Add. Ingrato. JSon
ricordevolf de* hmefiCit . Lat. ingratus .
Gr. x/vtJfj.oiJ . /ìocc. nov. ^9 7- E co-
me sarò iu sì sronnsrenic , che ad uo
centiluomo , al quale niuno altro diletto
e più rimalo, io questo ylt voglia torre ?
E nov* 68 20 Ami si vorrebbe uccidere
questo f^n fasiidioso e fronoscenle- Him.
ttnt. Gitid. Cabale. 62 Tu di' eh' io sodo
■conoscente e vile E disperato, e pìen di
Tanilatc. Tats, Cer. 12 88 Rifiuti adun-
que, ahi scoDuscente» il dono Del CÌel sa
lubre, e 'nconira a lui l'ailiri?
^ §. I. E col tvrzn ca^o Cavale* Kvpos.
Slmh I. 85 Le male opere lo mostreran-
no pfg^io che pagano , e sconoscente a
T>io, (V)
g. 11. Per Zotico, Rozso. Lat. rudfs,
inhitmaniis . Gr. aypio; . Tav. Hit. Es-
sendo giunti , trovarono al mulino Ire
mulinar!, i quali erano assai villani e sco-
noscenti .
§. III. Sconoscente, t Jti detto ancora
Colui che non si è einmmat fatto cono-
scere per opera alcuna lodevole $ Scono
xciuto. Lat. it:nobi/is, vbscurus. Gr. ^ui-
yswn*;. oi'fsrìfj.0^. Dant. Inf, 7. Ed egli a
me; vano pensiero aduni: La sconoscente
vita, che i fc* soni , Ad ogni conoscenza
or gli fa bruni . Slor. lur. 2. 3g. Per-
chè la seuaosconte vil.i <b' e' vissero, non
merita m;igglor memoria per lo avvenire,
rhe ella si abbia fino a' di nostri.
SCONOSCENTEMENTE, /twerb. Sen-
so cononcenza, JgnornnU-mente. LjI. tenie
re. imperite. Gr. a69uiw^ . ««stttw? .
Arrigh. 62. Isconoscentemcnte usa le cose
dotci colui che non ha usato T amare.
SC0NOSCENTlSSlMO.*y«;jer/ rfi.yco-
iioscente. Fr. Ciord Pred. R. Vivono vita
sconoscentissima a Dio.
SCONOSCENZA . Ingratitudine . Lat.
inpratns animus. Gr. ayvw/xoavvij. Ca-
vale. Ftutt. ling. La coscienia riprende
ciascun della sconosceva; ogni uomo sco-
oosccQtc comunemente e odioso , e '1 co-
noicenle è amabile, /; altrove; Grande in
verità e la nostra scono&cenza . rosi sfac-
ciatamente (iffeodere il nostro pietoso pa-
dre Iddio. ;•: Spfcch. Cr. Ma oggi è tan-
ta la nostra ingratil odine e viltade e sco-
noscenaa, che ec. /.(''. Pred, La seconda
■i è per la sua sronoscenca.
ir %. Per Js^nomnza, Pi/etto di cono-
scenza . Fior, f irt. i32. E si è super-
bia di sconoscenza, cioè a voler più stato
che non si conviene (così afferma il
Bottart avere alcuni testi )• (C) Ated^
Arh. Cr. 9. Acciocché tanta dolcezza, e
msnsuetudine, e condescendimcnto di Dio
inverso di noi non ri '.ornasse in perico-
lo, e non fosse valevole alla nostra salute
per isconoscenza, e per non sapere quan-
do venisse , volle Iddio cominciare infino
dal principio del mondo di farcelo a sa-
pere. (CP)
SCONOSCERE. Essere sconoscente,
ingrato. Lat. ingratum esse . Gr. oc'yvu-
^ovirv. M. V. 1. 16. Per la soperchia
abbondanza, in che ti scoaoicevano a Dio
(qui n*-utr. pans*).
iCONOSCIMENTO . invralUudtne .
SCO
Lat ingrati animi vitium, Gr. ayvùìfi.c-
9i/vii. M. /'. 6. 63. Per vendetta dello
iconoscimeoto di-U* onore, eh' elli aveva
fatto.
SCONOSCIUTAMENTE. Afverb- Sen-
za etsT conoSiiuto, Occultamente, Na-
jcoianienle . Lat. c!ani , occulte . Gr.
Kyvw^rw^. lìocc nov. 17. Itj. Scono-
sciuumeotc se n* andò con alcuni suoi
fidatisiimi compagni. S. Agott. C- D.
Codro re d* A'ene sconosciulamenie si
mise trj li Peb'pp'^'uesi, nimiri della soa
cillà, prr esser morti»; e coji fu.
^ SCONOSCIUTISSIMO. Superi di
Scont'ACiutO* Sfgner. Ct tsl. tnstr. 3 7. 8.
Cambiò il vino in sangue, ed in sangue
proprio, con un cambiamento sconusda-
titsimo. (•)
SCONOSCIUTO. Add. IS'on conosciu-
te, Jncounito.'Lti incognitut. Gr. ayvw-
OT04. /ìocc. /loi'. 27. 7. Eraci tornalo sco-
nosciuto prr esser eoo lei. Ptir, ton.
5 t. M' andava sconosciuto e pellegrino.
Pa^s. 26 Si levò , e andava dit-tro a
questo sconoscioto cavaliere, lìtrn. O'L
2- 5. 67. Scooosciuto siccome peregrino
Per mezzo V oste prese U «no cam-
mino.
g. Per Oscuro, Ignobile, Sema fama .
Lai. igaohifis, Gr. «fli^uo?. Pas*. 79^-
Tulto il mondo parlò di lui, e scrissesi
nt-lle cronache e nelle storie colui che
[ prima era oscuro e srooosriulo.
I 't '.■ SCONQUASSAMENTO.Xo JM-
to della cosa sccnquassatn* Signer. l^Jonn.
Aggiunt. Vener. Smt. [^. Bi-n sai tu che
la rrocc, siccome era già tra* supplizii da-
ti a' delinquenti in que' tempi il più do-
lorifero , atteso li» s»onquasvamento totale
di tutte Tossa, così era senta dubbio il
più verpcpnr.so. (V)
SCONQUASSABE . Scnsùnare , Con-
quassare j e si ma in signi/ìc. att. e
in neiilr pa-s* Lat. quntere , quatsare.
Gr. òt7.g£t'etv . Pecor. g. j6. Jtnllat
Tempera ornai i tuoi venti crudeli, E
non ìsconquatsar più la mia barca, Tac.
Dav Ann 12. l56. Poi sconquassando-
sele il venire, e le viscere dij^uazzando-
sele, lo prega rbe, per non lasciarla pre-
da e strazio a' neniìri, le dea m«rle one-
sta. Huon. Firr. 5.1.2. Chi pictbia, orbe,
chi pirrhiaT chi sconquassa A questo mo'
le 'mpo-'.le?
SCONQUASSATO. Add. da Sconquas-
sate Lat. dinectus, iactnlus, corruptus,
quatsalus. tJr. OiaiEiaSet'^ . Serd. Stor.
ind, 8. 28q Perche ne i marinari ne le
funi, ne le vele eiano bastanti a tre navi,
ne abbruciarono una che era più sconquas-
sala. lìucn. Fier. 3- 2- 9 Qual fowe
già I* ,-iIieiza Della torre del capo de'
superbi re, < he sconquassala giace là
per terra. E 4. 5, 6. Vedete quel pe-
dante sconquassala. Muìm. il. 56. 1 pae-
sani sbigoUili, E dal disagio scwnquassatt e
frolli.
•]• * SCONQUASSATORE. 1 erbai,
niasc. Clic, o Chi sconquaisn j Conquns-
salare. Siil*in. Odiss. lt'> $. t- 4<>2. Non
comandar ciò a me , Nettun , di terra
Sconqaassatur; che triste son pe'tristi Lo
sicnrtadi a sìrurarsi. Poti. Lez. Accad.
Quei nostri pesanlissinii carri, sconquas-
satori con vergogna comune delle bellis-
sime contrade di questa città. (A)
SCONQUASSO. Lo sconquassare.l^at.
quassatiOt tutbaiio. Gr. aii9//o;. Puon.
Fier. L. 5 L. Che imbroglio, che rigiro.
che scunquasio I Salvin. t>i*c- I. y^. L'
uua e r altra disordina notabìlmeote 1'
anima , e mette consegurniemenle in
confusione e iu isconquasso anche il
corpo.
* SCONSACRARE. Piofanare, Ridur-
re a U.10 privano. Dartof. M$. pnrt |
SCO
/. 3. p. 17. Egli poi si ha per «oia si
rererenda, e sacrosanta, rbe tanto sol ebe
tocchi terra co* piedi, si scunsatra, e peràe
la digott'a. (FJ
*ft? SCONSENSO. ì'oeeccntadmerca,
per Consento. L'uon. Tane. 5. 3. l'ercbé
poi lo scontenso a Pietro dia, S' ba auto
I a str-is^inarla per la gola, (.f)
SCO.NSENTIMENTO. Contra.io di
Comenttmento. Lat. dissentus. Gr. itat-
I 90p%. ttu,d. G.5. Conciofossecosaché piò
r aiiab-niasse il consentimento, che lo
SConveiilinirnlo.
St.O.NSENTIRE. Contrario <t Accon-
sentne Lat. dissentire, Gr. dta^e'^civ.
Pui. Purg 18. 1- Quella naturale liberta
rbe ba 1' anima di consentire ec. o scon-
sentire.
SCONSERTATO, r. SCONCERTA-
TO.
t SCO^SIDEBANZA. / . A. Sconside-
ratezza Lat. intipientia , inCOnstderon-
ti''. Gr. Kflj.i^ta. S Agost. C, D. Non
I ebbono sapienza, e perirono culla sconsi-
deranza.
SCONSIDERATAMENTE . Awerb.
Con isconsiderntezza, Lat temere , in-
consulto. Gr. un-ìi , oi^oùXù*i > Salvi.i.
P'*r, I. i49- Qui\i dunqne seonsidera-
tamenle giunto Cupido . e dalle Ninfe
ec. riconusciulo, gti furono tutte addos-
so ^ Imp^tJ. ì . Tib. D. 3. r. 12.
13^. Verissima rosa è che agevolmente,
e presto presto decadono nel dispregio, o
incontrano mali termini, e creanze villa-
1 ne, o da chi n^^n ne sa più, o da cui
scousidrraianirnie sospinge la troppa pre-
sun'ioDc e l'ardire l F)
i SCONSIDERATEZZA. 3fancania dt
con sidertf Sione, Quafcbe po*d*imprudensa
nri discorsi, o ne/ùt condotta. Lat. temeri-
tas, tnsipienlia. Gr. flC^CVÌt'x. TTpOTZÌTtlSL.
SaliiHm Pi.tc. I. 70 La verecondia ec. è da*
tj jier freno alla scoosidrratezza della gio-
ventù. E !^z5. 11 pensare che tutti, ciò che
h^nrio nel cuore, abbiano sulla lingua, iogc-
nererel'be una dannosa simplicilà, ona scon-
sideratezza, e farebbe gli uuminì poco guar-
dinghi.
•f * SCONSIDEnATlSSIMO. Sitpert.
di Sconsiderato Uden, I\'is. 4- 54 Scon-
sideralissimo assurdo forse per ('pinìone
universale si è questa presente proposi-
zione, ec. (A)
SCONSIDERATO, ^rf/rf. CAerv© CAe
si Ja senza ce niidc razione Lat. inconsul-
tus, inconsiderans, temerarius, praeeeps.
Gr, aiittrtroi • Tac. Pav. Ann, ia-
|58, Il Senato, perchè il -detto non pa-
resse sronsidvrato, ne fece decreto ancor
più ampio ,'// lesto 'at hi prolapsus).
/'.' Stor. 3. 325. Ma ogni cosa guastò la
fretta, e poi la dappocaggine di Sabino
che prese 1* armi sconsiderato ( qui im
forza d* ai-x'erbio, per t sconsideratamen*
le; il lesto lai. ha temete ) . Buon.
Fier, 3. 5. Air. Raffrenili il desio delle
■ icrbccze. Né vogli.ite imbarcar sconsi-
derati.
I SCONSIDERAZIONE . Lo stesso
che Sconsideratezza. Ltl- insifientia . im-
consiiirmatia, Gr. a'^^LS^i'a. Snlvin, Disc.
3. 4^- Dalla banda della loquacità Ìo >'eg-
gio slare l'arroganza. la vanità, lal^gereB-
za, 1* orgoglio, la disonestà, la «considera-
zione
SCONSIGLIARE. Consi^ttart a non
f4rr. Dissuadere Lai. dehorlari , dis-
suadete Gr. a:roT^c:tftv- Bocc. nov.
57. 4- Ancoraché >consigltat« da mol-
ti su<>i amici e parenti ne fosse, drl
iiitlo dispose di comparire- Buon. Fier.
3. ?. 14. Come dissuadendo E come
sconsigliando Fiirem 1' isicuo noi. Stgn.
Peti. 18 Ancora chiunque loda o bia<
sinu, chiunque coniig'ia o sconsiglia.
SCO
SCO
SCO
logi
,
« SCONSIGLIATAMENTE. J.^crb.
Scc,sid,r.lan,tnte. Senza consiglio. L^l.
Srentr. Crisi, inslr. 3. 29- 'O Ditcn
tiZ eoo più d. '.-aio M- cl.^ 'coa«-
5. 25. Non voglia sconi.gluum'nl., e
più eh. mesùer non f-,"' "-"""f"-
.i pro.ar. 1' «Ur. virtù (*) B 0</.«-
c«slcr«... E 1» voc. udir., dell. S.r<!-
%"SC0ÌS1GL1ATEZZA. JsW>"> -"
cV d.f.Li d •• c.lìiv.m .,.,..».oo.U . . , !
".d;rn«""ù"ócb-c venuto per colp.
di loro icon>iglial>"» ^ ' „ .. ; j
* SC0NSI*GL. ^T.SSiMa S.per^^a.
Scon„slia,o ÒVS" r. Pr^i. 33. 8. l-n
«.si pur p.r >è il l"'" « i quesl. od.er.
S . on"iKl'.i"in.i coosigLen che no.
« (Bl E 36. 5 Ferma. gU d.r.sle; eh.
fai ' sconsigliaiisimo eeon..mo d. luo.
'^SCONSIGLIATO . Àld. da Sconsi-
*Ts. P" P"'"' '" consiglio. Lit. "■■
consuUus. conùtu «p.r,. Gr a^<iu)o; .
Ot'irf P"' 95- I» sconsigliala sempre
immagino che ora qu.nci, or., qo.ndi ve
.nano . lupi a slraeciar. .1 m,o corpo
°ol bramoso deole . /'."•• canz. 49- 2
Vergine , que' begli ocehi ec. Volgi al
mio dubbio stato, Che scon.igl.ato > le
»ien p.r consiglio. f!:ioi. Firr. I. J. O.
Or dove 1.IC , Vedove sconsigliate , e
dove sete Voi, mogli de' manU dorma!
fuoco? , .
SCONSOLAMENTO . Sconsolazione.
L.t. «m.ciio /•<'. i-A-. Po-I V »■*• O't-
tarooglisi ai piedi, e pregaronlo che non
si tosto si partisse, e desse loro tanlo
sconsolamento. * A""n. Ani. png. .^^J.
iF.diz. Sresc ). Piangiamo con molle la-
grime r universale danno 0 il ■"amfeslo
"consolamento dello studio di Par.».. , D)
* SCONSOLAKZA. /'. A. Sconsola-
iiont. Rim. Ani M. Cin. (nella racco/,a
MI' Allacci r-?. 269) Perche radice d
,ujni sconsoìan.a E lusinganxa. (C)
SCONSOLAIIE. Contrario di tomo-
lare 1 R'Car ira^ogl.o. Lat. pertarhnl.o.
nen, afferre. Gr. J.KT^paTTS.v . F.loc.
5 IÌQ. Ora ci ha la fortuna, e amore
di quelli (siccome io ti diro) sconsolale.
Rim. ani. F. R. Ch'abbia virtù d. scon
solarla inai. „
Si:0SSOLATAMENTE .-/.ver/,. .Sci-
la consolazione. Tra,astinU>menle . Lat.
incon,olabililer.Gr.oilZ'/.pr,y:>prirai.R:"--
ani. M. Cin. S!,. Perche ne vivo scon-
solatament..
* SCONSOLATISSIMO. Superi, di
Sconsolalo. Tass. l.ell. fain. 53. La ve-
onta di V. S. a Firenze m avrebbe oL
tramodo potuto consolare, perche .0 sono,
rome sempre, tconsolalissimo. h Uii.ij,^-
La sua morte mi ha lasciato ec. sconso-
lalissimo. (V) ,
SCONSOLATO. Add. fin Sccniolarf ;
Privo di con<oloz,,ne. TramsHalo ■ Lat.
miser, afflici'". Gr. aS)io;, Taiw-Wr'i
Rocc. nof. 60. 19. .Ma pure, per non
lasciarvi sconsolate, ve ne diro d'alquante.
E nov. 77 5l. La sconsolata donna,
vegg.ndo che pure a criid-l fine riusci-
vano le parole dello scolare , ricomincio
a piagnere. Dani. In/ 8. Noi pur giù
gn.mmo dentro all' alle fosse Che vallan
quella terra sonsolata. Pelr. canz qO.
8. Non fa per le di star fra gente
allegra. Vedo».! sconsolala in vesta ne-
gra * Cor. leu. 2. i;3. Quanto a me,
non m. affido di poterven. dare consola-
ùon. alcuna ; tanto no sono stala scouso-
lata . scontentala io medesima^ (i)
* S. l'er D.rotlo, St.ahocchet'oU. In-
I, I al immodiciis , \ehem,n < ,
'cZ:Z.^ros:F.or.l,.^^-^2-^;^^^^
.erra d' Etiopi, getta una calma, un aria
lr„?sa vermiglia : un caldo travaglioso,
^[°;g.. sconsola,., e un faslid.o che non
lascia vivere altrui. (■.^ A'(
+ SCO.NSOLAZIONE Tri.i'.V"'.^/
/7,r.<»ieLal.mù,M.,,n/?I.C(.o.Gr.xax=T,l:,
U-zo,. G. r. 12- 83. 7 P" '' ''"•''
rconsolaaione .1 Papa fece dicrelo , .e.
Me.l Ari, Cr. .15. Qual lingua può di
cere, o quale inleudimenlo "'"""«•"
pensare quel gravissimo peso dell. tu.
' scoiisula.ioni ? /.•"■".- F.er. 2. J. 2. Or
eh. sconsolaiion di nasi e queslaj
SCONTAKE. ZJiMiiiiiirf, o l:s"ng"er'
ildAnlo, compitando, ccntrappoilnvi
CO<n d, .alma r^na'e Lai. compensa, f,
a.s ah,n,.m dissolse.,, ex sorte ahquid
deducere. Gr x?-"'''""' ' l"- ^-u
ancora i soldi .7 P" l'W'" >>=' ^"^^^l
d.l Comune. Ca.nlc Mei. cuor. Anx.
grande gra.ia ci fa Iddio, quando ci la-
ida lar danno e ingiuria, poiché per
questo possiamo scontar con In. .1 nostro
debito. Frane Sacci,. Op rf". lo>. ".
Sienore riceve queste opere, e sconl a a costui
della somma di cento; e se luti. 1 avesse,
tutte le sconta. _
* §. Sconl,re, neulro pass, v^le Con-
tar male, o Tion sape,e d, conto, leso-
teli Br \'i 112. Così s'io non mi sconto,
Eran venti per conto Queste donne rea-
' SCONTENTAMENTO . Dispiacere .
Tia.ael,.. Lit. r«o/esIi<i, Gr. àvi'a. ^gn.
Pa„d ,è. E però i buoni non possono
ben conducere le cose, bene d.sporle bene
ammin.5trarle nella republ.ra, onde n
hanno più dispiaceri e scontenlamenli .
Cron. Veli iV Della qual cosa . folte da
temere , c.nsiderati gli scontcntam.nt. e
divisioni ri sono.
SCONTENTARE. Rendere scontento.
Lat. trislilia afJScere. Gr. lultsr». Bui.
Par. 1 l. Non consentendomi la con
scienria di scontemar. gli auditori, eoe 1.
miei maegiori venerab.lissimi, ec.
8. In signific. neulr. pass, vale tion
contentarsi i\o« sodd,..fars,. yittr.stars,.
Lat non acquiescere, molestia ajfici_ Gr.
>u:l£r55a., Sapuvs^Sai. Lab. 170 "'
coi io mollo meno mi poteva sconten-.
tare, che di questa. Fr^nc. Saceh. nov
2,2. Il Gonnella udendo eloR. e baro
Di ec . non se ne scontentò pero mollo.
* <CO.NTENTATO. Addiell. da òcon-
tentare. Lai IrisMia affectus . contrisla-
lus. Gr. >uTnS£i';. (•-'•■ '"'■ =^- '7'-
Quanto a me, non mi affido d. poterven.
dare consolazione alcuna ; tanto ne sono
restala sconsolala e scontentala .0 mede-
sima. (') » . j
SCONTENTEZZA, ^con/f/ilo- Lai. do
/or. meestitia. cegritwio Gr. i Jjrri. / a,cl,.
Star. l3. 48^. Era in tutto 1 uoiversale
una tacita mestizia . sconlentezza. &,Iì:
Grand,. I. I. D' ogni mio travaglio, a o
coi mia Scootentcìza n.una altra cosa ,
Fuor che soverchio amore, e che «over-
chia Gelosia, n' è cagione.
SCONTENTISSIMO. Superi, di Scon-
tento. Lai. mastissimus. Gr. «uSfW_;TO-
xaTO;. Lasc. Gelos. 1. 2. Ma la Cas-
sandra è quella che n' t trista e sconten-
tissima. Saanaz. Arcad. prò,. 6. Mi era
gittato a pib d'un albero, doloroso e
scontenlissimo oltramodo.
SCONTENTO Susi. Mula contentez-
za. Dispiacere, Disgusto Lai. maliim ,
dolor , ees'itudo . molestia. Gr. luTni-
. Mail. Franz, rim. buri. 3. 88 Ponendo
a sommo ben nelle ricche.... E 'n qM-
sta miti quanti gli scontenti. ^"P- ^""j
3 4i Acciocché almanco questo poco del
tempo, che noi abbiamo a star. in.;..»..
io non ti dia più sconlento nessuno, -e Se-
ga. I.lic. 2. q3. Chi Kpporla le cose
terr.bil. e dentro vi si diletta , 0 vera-
mente non se n. duol. , e uomo forte :
. chi n. piglia sconlento, i; Umido. (C)
SCO^Tl..UTO. Add Malcontento. LaU
masUis animo , icger, 11//Ì di'pineiis. Gr .
xaTOffl?. ^un»i£5'5, ^Oa/xi'TW'. Star.
Pi\t. l30. Li Bolognesi furono troppo
sconieiili. e cosili F.orentini. f-o-i. Veli.
110 Piesiudo i signoii. che volendo rac-
conciare Vii' nie, l'acronciassono .multo
e non i.i parte, potendo ae.ouc,.,re e con-
tentar, tutto , rammentando degli altri
sconienti. Morg. IO 'A- Erniin.oi. rima,
se assai sront.l.lo. Malm 8. 67. b. i ma
I intanlo per lui vivo scontento.
* SCONTESSITDRA. Scombinazione.
Dis,rd,namenta. l.i\. dissolutio. Gr.ii-J-
\ rj„- S.iMn. Disc 2. .53. Nella stessa
' guisa appunto che ai febbricit.inti scnbra
il dolce amaro per la sconlessitura delle
parti, nella quale si dee quella sensa.ion.
ricevere. ( ) .. „..
* SCONTINUARE. Non continuare.
Pros. Fior. pari. 1. voi. 3. Or. b. pog-
,52 Ditel poi voi, se saviamente elegge-
ste e se le lellur. nella vostra Accade-
mia fiorirono, e se, per non sofferir eh
elle giammai si scoolinuassono , alcun.
volte egli stesso fece ufficio di chiaro Con-
solo, e di leggente maraviglioso. (^.i)
* SCONTINUATO Add. Contrario di
Coniinuato. Uden. Nis. 1.7. Perche non
rimanga scootiooala e imperfetta la pre-
sente materia, le concederemo pm spaam
di camminare avanti. (B)
SCO.NTO Susi. Lo uon-^,e. Diminuzio-
ne di .Ub,to che/a il cre,IUorc al debitore
per anticipato pag.imenlo, o per alt,,, ca-
gione Lai. co„,pensalio , ex sorte dedu-
cilo. Gr a^.o.|3r,'. =? Frane Sacci,, nov.
,70. Bartolo Gioggl a lungo andare fece
un buono sconto, se volle esser pagato, f/ ;
Buon Fi-r 2. 1 1. Faransi più fattut.
Nun trar di penna piantar più partite ,
N- un breve digrumar raccor p.u coni. ,
Aggiustare e fermar ragion di sconti. r<;
•t «. E fi'-n,aiam. Buon. Fier. 3. 4.
' o n ,■ ri- r_i... ^nn \n «conto
i, Dar fede a fede falsa con lo 5Con,o
D' averne un ,ratto la buona ventura.
* SCONTO. Add. da Scontare, òtat.
Sunt. Pisi. 16. Insin da ora /' i"l"'°"
sconta , e basti allo scontar, della dota
predetta. (C) ^ , 1.
if % Per Espialo. Belc. TU. Coicmb.
16 E non crediate però, che sieno sconti
i peccati e i rei desiderii che io ho avuto
in queste contrade. (Cj
SCONTORCENTE, r/ie ironforccf ic.
Dav. Ann. 2. 5l. Fiacco si Irasferi in
Tra'i.i, e bellamenle con parole amplissi-
me lui si; riconoscente e scontorcente rar-
tucolò nelle forze Romane.
+ SCONTORCERE. Travolgere, Stor-
cere. Lat. ccniorquero . torquere. Gr.
(5TCeO£iy.
f J S. 1. ^'contorcere , in signifc. neulr e
neutr. pass. .parlandosi di cose animate, va-
le Travolger le p,-oprie membra , o per
.ìolore che s, senta, o per vedere, o ave-
re a fare co<a che dispiaccia . La,.
commover,, lorqueri. Gr. i.aT«P"T.»5-
3=,.. ra,cl.. Ercol. 55. Ogni vo 1^ che
ad al.ono pare aver ricevuto piccolo pre
mio d' alcuna sua fatica o non vorrebbe
fare alcuna cosa', o dubita se a vuo
fare o no, mostrando che egl. I. fareb-
be so maggior 1'-"°, ''^'V° J "T
gli fosse, si dice: e' nicchia "., s. d,
^mena nel manico , s. sconlo.c.. Fr,«.
.s-,cc/.. i"'- i;-^' ^ """ '■•'" '° "
ID9>
SCO
torcere , che messer Dolribeoe p«r lire
IrcDta Ira ameadue ebbe fìorìoì otto. E
nov. 2a5. Di che 1' asiDo per lo cardo
tcoDtor<'eDdosi e saltando , Dell* andare
facea sonare il cembalo. Bern. rim. i.
3. Mentr' io mi grallo il capo , e mi
ftcoDlurco. (ialiìt. |5. Sono ancora di
quelli obe cosi li dimenano e scontor-
consi ec; die pare cbe gli pi^i la feb-
bre in r|Uelt'ora. Ctriff, Calv. 3. Q^-
Co&> r un l'altro si forbotta e pirrhia ,
L' un si scontorce, e l'altro si ranoir-
rhia. E 4 >06. Talché Cirifia tolto si
scontorte. Sen. lìen. Varch. 3- 2^ Ver-
gendo che egli si scontorceva, oè arebbe
voluto dargliele ec, diue : ee*
# § 11- E in signi/ic. att. vaU h stesso.
mCatit. Cam. 5i. Allur quanto più una ti
dimena, Scontorce *l viso, e rannicrbia la
schiena >» . (C) Morg. 17. 124 E ritrovava
costui la corazta T^nlo che spesso scon-
torceva il grifo. (N)
SCONTORCIMENTO. Lo scontorcere.
Lat. conlortio» dulortio Gr. òtoLirpoor^.
Lift* cur. malntt. Di qui nasce il riso
sardonico, e lo acooturcimento della boc-
ca. Hed. fii). I. 5^. Quel cane ec. con
urli e scontorcimenti orribili &Ì mori.
SCONTOnCIO. Srofilùrcimenlo, Lai-
Commotio. Gr. (J*/«'vT]5t5. Buon, Ftfr, 'a.
1* 7. Ob cbe distender d'ossa, e scon-
torcio Di membra bieco e strano I
•f SCONTOKTO. Add. da Scontorce-
re. Lai. contortns , dislortus. Gr. Jia's-
rpofOi Frane. Saceh, nov. i36. Comec-
ché oaturalmeole siano e diritti e torti e
■contorti, da turo con molli ìngf^goi e arti
•uno slati ridotti a bella proporzione. E
rim. 2 Or chi volesse qui d'amor ini-
tio , Tosto veder potrebbe Femmina che
sarebbe A par col diavoi eoo suo' alti cor-
ni. Mere, scontorte, fuor di bello indizio.
Benv. Ceti. FU. a. 364 La quale /'il/e-
dusa ) si è quella femmina scontorta, cbe
è sotto i piedi del Perseo. ^ Car. En.
Ilo. U.c. 840. Ha nell'imo una semita
per mezzo Angusta , malagevole e scon-
torta, Cbe d'ognintorno è dalle ripe of-
fesa, (/i)
* SCONTRAFFARE. Guastare, De-
liirpare. Jniperf. /'. Tiisc. Preamb. T.
I. 10. La caligine delle corporali passio-
ni, le quali sconliaffanno di lai rngionc la
sua bella forma ch'elU vie più a* bruti
che a Dio si fa somigliante. (F)
SCONTRAFFATTO . Ad.iiett, Con-
traffatto , Brutto, Deforme, Lat. defor-
wnis, turpit . Gr. Ui-fj^pÒ^ D'ttam. 5. 8.
Solin, diss'io, dì vedere av^a brama Que-
sto animale , e parmi scoulraQ*.itto Assai
vie più, che noi porla la fama. Frane.
Sacch. nov. 22S. Citi avr^ la 6gliuola
guercia, sciancata, o scontraffatta , dice :
Jo la voglio dare a Dio. Buon. Fier,
]. 3. 2. Lammie e grif.igDi varii, ed al-
tri mostri Deformi e scontraffatli, e di
gran pasto.
SCONTRAMENTO Lo scontrare. Lat.
occursits, conjlicius, coHisus. Gr. a'-a'v-
T>)ot; . Tes. Rr. a. 37 Quando e quel
forte scoDlramento de' nuvoli e de' venti,
e dello spesseggiar de* tuoni, natura ne fa
nascere fuoco, il quale getta grandissima
chiarezza, serondo cbe voi vedete quando
li baleni gettano loro lume.
•f * SCONTRAPPESARE . T^eutr,
pass, It' att'ì de/i' andar giù la bilancia ,
oisia del perdere /' equilibrio. lìi'Utn.
Bucch. loH. In manco assai che 10 un
punto di luna, O in un scontrappcsarsi
una bilancia, Un quadro ci ti squailerna
n una sonala. Come scodellar giusto una
frittala. (.4)
5CON THARP.. Incontrare, Fìtncoilrarej
ed e usato anche nel neutr. pass, Lat.
occurrers, oiiviint procedere , nancisci.
SCO
Gr dnoLtTS.'*. Bocc. nov. 58- 3. Altro
che torcere il muso non faceva, quasi
puxxo le venisse di chiunque vedesse, o
sconlrasse. E nnv. 72. 6 Scont/ó Beotive-
gna del Mazzo con un asino pien di cose
innanzi. Fifoc 1. 1.?^. Quando a loro il
nimico esercito si scontrò mollo vicino,
ec. Dani, in/ i8- Menti* io andata, gli
occIjÌ miei in uno Furo scontrali. Petr.
.*on. 27^. Preiso era '1 tempo. dov'Amor
si scontra Con Caslilale Patt. 69. L'ai*
tro ginrno s^^n Domenico si scontrò in
tanto Francesco E i6o. La quale dee
slare in lai modo, che '1 viso e gli oc-
chi suoi non si possano iscootrare con
quelli del confruore.
§. I. Scontrar male, vale A^'venir ma-
le, /ibbai tersi male. Lai. male coitin^e-
re. Gr. OWbtuX'**- '' "■• '"'"'• 8 Quel
dolore Che suol mostrar chi mal scontra
in amore.
§. II. Scontrare, per Bìscontrare, Bi-
ved-re il conto. Lai. rationrs expendere,
con/erre. Gr. ).oyO> ^tìtùi. D. dio. Celi.
Irtt. IO Ma avendo io le mie ragioni non
salde al mio quaderno, fino cbe non scon-
tro con lui , cui è la vigna , non so la
certezza dellii ricolta
SCONTRATA Ìncoi.l,o, Scontro, Lat.
occiirsus. Gr. tx:Tavr»)flt;. Teseid 8. 20.
Chi pasto innanzi, chi rimase appresso
D(^* [Tinripi primat nella scontrala. ^ E !>,
71. Feci la scontrata Su la persona piena
di valore- (N)
SCONTRATO. Add. da Scontrare. Fr,
iac. T. 2. I. 2. Fanno grande remore
D'està cosa scontrala.
SCONTRAZZO. 1. A. Spezie di com-
hnttitnento fatto nel riscontrarsi. Lai.
congressus , conflictus. Gr. ouvOcvsi^ ,
a?r3tvT*]9t;. G. /'. 11. 70. 1. C.valcan.
dogli addosso l'oste del re Pietro, subi
tamente per isconlraizo presero due suoi
Cgliuoli. E 12. 67. 4- Ove ebbe più as-
salii e bad.i1ucrbi 0 scooiraszi. M. V. ^.
81 ■ Trovandosi insieme parte dell' una
grnle e di'ir atira per isconlraizo si com-
batterono Ira loro.
§. Per Amichei-olt' incontro. Lat, oc-
Cursus Gr. aTx'vT»)?!;. Frane. Sacch.
nov. 178. Giugncndo a uno srontrazzo di
donne, e Giovanni, the lussurioso era
molto , andamlo e guardando le donne ,
percosse ìn una pietra.
* SCONTHINELLO Dim. di Scon-
tro Piccolo scontro, /'afa^. 5. Che mug-
gioli per uno sconlrinello (*)
t j SCONTRO Incontro, Lo scontrare,
Binconlro. Lat occursus. Gr. t/'rtdfxtltf.%.
Amm. Ant, 2-^. 2. 1 2 Nello scontro del-
l'altre bestie lo leone però, non teme,
perocch* egli sa e\iC tulle le vince. Oit.
Com. Inf, 8. 142. Nuoce il demonio al-
l' uomo violenlemrnic, siccome quando rgli
lo percuote in corpo , come sono scontri
di notte, folgori, inoiìmenli d' alcuni cor-
pi, ec. Guiit. G. Sa. Mintreche e' riguar-
davano la detta nave, videro chr ella si
parilo dallo scontro loro, piegando li remi
in altra parte.
f 't §. I. Scontro, vaie anche Com-
hnitimento di due persone, 0 di due schie-
re nemiche net riscontrarsi all' improvvi-
so, Fortip. lìiteiarit. a. 30- Rinaldo , al
quale è ignoto lo spavento. Lascia la don-
na, ed a color va incontro, E domanda
cbì sieno al primo scontro. (IfJ
g. 11. Per Avversario in cui altri si
sco'ìtri eomtiattendo Filoc |. iSj. Ma
tulli valorosamente combattendo , abbai-
tuii i loro scontri, cavalcarono avanti.
'^ §. III. Scontro . vate anche Disgra-
zia , Ditavverilura. <- Tav, Bit. Per mio
forte scontro 1' altro giorno mi scontrai
in lui-. fC)
* §. IV. Scotte», talora -*i ptgtìa an-
SCO
che per AiÉgnrio. Tes. Br 5. i5. Quan-
do li marinftit lo irovaao, dicono cbe è
buono isroiiiro. (}'}
SCO.NTURBARE . Conturbare j • st
usa in signi/tc. aU. e nruir. pass. Lai.
commovrre, ionturbate , turbare Gr. Ì*o-
Xieiv Buon, Tonc. 2. 5. Ma 1' noi vo'
sroniorbar ; vo'star discosto. Tac Dav.
Ann, 2. 40 Tiberio se ne sconturbò.
* SCONTURBATO. AdJ, da Scon^
tur/tare fA)
3 SCONVENENZA, e SCONVENIEN-
ZA. Centrano di Convenienza ; Inconve-
niente Lat. dis'enrus t ditconvenientla.
Gr. Oi^OATaata. C.V. 1 1. 137. 2. Nacqoo*
no molte sconvenenze e pericoli e danni.
* §. I. Sconvenienza, vate anche Dispa-
rità, Disuguaglianza. ■ Gal. Sist a60-
Ma nella posuionr del Copernico corpi cbe
convengono in grnere, e tra di loro si.
milissimi , arebbono, Ìo quanto al moto #
una somma sconvenienza j ami una dia-
merralr repugnanza. (Cj
^ g. 11. Stonventema , vale anche
Sproporzione. - S Ag. C. D, Nulla dif-
formità sarà che faccia la scoovenienxa
delle parli •• . (A)
^ g. MI. Sconvenienza, talora vate an-
che Tracotanza. Salfust. Giug. 1j8- I
poprilari per loro prosperilìi erano da
iicunvenenta e oltraggio presi, e occupa,
li. W
SCONVENEVOLE. Add, Contraria di
Convenevole s Disdicevole. Lai. indecens,
turpis Gr. aiff;f_co;. Bocc. nov. 98. 8.
Lascerai lo sconvenevole amore, se quello
vorrai fare , che si conviene. E Introd.
16. Li quali , da grossi salarii e sconve-
nevoli tratti, servieno. Amm. Ant. 4- !•
5. Quale e al mondo più sconvenevole
cosa , che nel diritto corpo portare lo
piegato ed inchinato animo T l'av. Esop.
PromeiicDdogli la morte, dargli pace, e
trarla di tanta sconvenevole signoria, l'it.
SS. Pad, i. 200. Sconvenevole cosa le
parca eh' egli per lei occultasse tanta
virtù.
SCONVENEVOLEMENTE. V. SCON-
VENEVOLMENTK.
SCONVENEVOLEZZA. Contrario di
Co/ivenevotezza j Co^a che non conviene.
Lai. indecentia , turpiiudo , disconventem-
tia , Tert Gr. acijj^OT»);. Hocc. nov.
98. 16. Quauio più era di Gisippo la li-
beralità , tanto di lui , ad usarla pareva
la sconvenevolezza maggiore . Lab 3ai.
S' ella noi fece, tuo* tu perciò per la sua
scon#enevoletia consumarti 7 Ella a buona
ragione ha più da rammaricarsi, che non
hai tu , perciocché della sua sconvenevo-
lezsa ella perde, dove tu ne guadagni
( cicè, d' avrr mancato a quello che con-
veniva ). Pi.si, Cic. Quitti. La loro ava-
rizia e le loro sconvenevolezze . Calaf,
76. Gli animi temperati e composti sen-
tono della loro sconvmL-tolesza dispiacere
e noia.
^ SCONVENEVOLISSIMO. ^Mper/. (/i
Sconvenevole . Lat indecentissimms . Gr.
anfifffvretTo; . // f'ocmbol. mlU /'.
SCROCCHIO. (•)
SCONVENEVOLMFNTE, e SCONVE-
NEVOLEMENTE. Avi'ert». Centrano <*
Convenevot niente j Fuor del eonvenevolt .
Lat. indecenter , indecore , turpiter . Gr.
oÌt.9Xpt^i • Amen. Ant. 4 I- 8. S« tu ,
non essendo scoov< oevolmente terreno,
conosci il «ero, ceriamenle A'ei vedere
che ec E Sc^ |. 4 Lo lungo di sopra
ec. sconvroevobnente è domandato . Ca-
vale .Med. cunr. Pognamo che si leoes*
se . rome dire ; nientemeno scoovenevol*
mentr si desidera. Cr. p. 37. i- Questa
infermità incontra quan'lo il cavallo molto
giovane si cavalca multo sconveoevolmeole.
Matitru^t I. 27 La prelaiicioe. s' eli' e
SCO
l»oo .mmlnislrau t iiconvcnMolfmenl..
iDpclita . inlfrvipiie che »c
« SCONVENIENTE. Sasl. Cosa dir
Mia «,".-•."..»:<. .• l.non.en,r.,^. « O.
r 10. IgS. I. IUrhi.ao,>.l,. U Chiosa p. r
,cnli«.le%>pitu:i gr.n.li ,u>*id.. e era.».
, ..„i>6KÌ. in.r/ qu.l. cU,« d. muli, scon-
venienti, e i.llrapgio i Q
J SCONVENIINTE. yi<l<l. Cc„lr„r,o
d, Convfnontc i Scomencvclr, Che scon-
Gr. a.»ypOi. r^- '■"• >• ■4^ <3""'°
nome è Iroppo ingiurioso e Ircppo scon-
«niente non solo alle tante e s. onor. e
,o.tre a.ioni p»"»" ■ >"> »■>" " V"^'
•""sToNVENIENTEMENTE . ^.-"*.
&o„.r-e.o/me»(e . La.. ,«co„.vm.»(er .
.Al„^e. i-dec^re, l„rpiur. Gr. «TG^IW,.
a.aypùc. ii»- "-■• ""■''"" *°"° ""P"'
toni e sconvenienlemenlc cb.rp gooo i n-
inedii. E.llro'e, Ma non lauto vogliono
i riraeJii Konveoientemente . quanto an- ,
cor. eli voRliono sroovenientissiniamenle.
SCONVENIENTISSIMAMENTE, iu
perì, di Sccn,rn„-nl<-mtnle. l.ih.cur. ma.
Utt. Ma non tanto vogliuno . nme.li.
.convenientemente, quanto ancora gì' ""■
•liono scoo»enienli«imamcnte. E ai'prts-
io: Sono medicine sconvenientissimamente
proposte dacli i.pt-rari.
•+ « SCONVENIENTI.SSIMO. Superi.
di Sconvenirne. U.lm. A». 3. 96 Cosa
(il pungere) vile e iconvenient.s.inia ad
uom forte, e a capitano """"'"^^'t/
SCONVENIENZA . T. SCONVt-
NENZA . . ,
SCONVENIRE. IZssere scom-emenle ,
Disdirsi, nel signific. rlrì g. SUI. Lai de-
decrre. Gr. o'u Tifiizuv . Bore. no». flS.
II. Conoscendo egli quanto questo gli si
«ronvenisse. per penitenza n' avea preso il
Toler morire. Ilim. air. Guid. G. HI.
Troppa «Itereaia i quella che sconvene .
Cent. Cam. OH- 29. Ma tanto si scon
•iene Indosso a un uomo vile oro o ar-
gento , Che le paocacce è fona vi dien
ofrento .
SCONVENUTO- /idd. da Sconvrnire.
* SCONVERTIRE Far rn-ohrre la
mrnlf dal hrnt al male J conlrario d>
Converlirr. Cas. 'eli. Cali. I90. Scrivo al
cardinal Farnese che sarebbe necessario che
io avessi commissione per breve di proce-
dere contro ad un Irate Ambrogio milane
>e Eremitano, che ha sconvcrtito mezzo
Cipro. (Ci , T . •
SCONVOLGERE. Trai'o/grrr. Lai. m-
.erlere , distorquert Gr. xaTasT^epsiv
Frane. Sacch no.-. 87. Dino sconvolge
il suo gorgozzule. SaUin. lise. I. 396.
Quella bella Greca ec. fu cagione, per la
ina bellezza , che 1' Asia e l Europa s.
JcooTolgessero fqui fauratam.).
e Per isvolgerr. cioè Prrsiiadere.^ Lai.
ezorare.persuadirr , /ledere. Gr. ejizs-
T5v«iv. Tao Dicer. Non li lasciare scon-
volgere ad altrui soggezione.
« SCONVOLGIMENTO. Scompiglio.
Perliirbamrnlo . Lai. perlurbalio , confii-
tio Gr. 5Uvxivr,a<4- Sesner. Crisi, inslr.
I. ,S. 18 Ancoraché nella coscienza si af-
faccino per breve ora . cagionano sempre
un grave sconvolgimento e un grave scon-
certo, n f"^- '«"• 2- 2'"' °'"^ """'^
letterarie ec. non uprei cosa dirmele , in
(anta confoaione di guerre e di futuri
leonvolgimenti, a' quali si prepara il mon-
do, (l'i tmper/. Tim. D. 7. T. 7. l65.
Il Ficino favellando dello sconvolgimento
dell' universo . e del cesjamento di qua-
lunque delle sue operazioni a fine poi
di rinnovellarii più bello e pila perfetto
te (F)
•a-' « SCONVOLGITORE. T'rrl.al.
masc Clic, o Clii sconvolge. Segn'r. ln<r
SCO
1 1-. \J Vi par bella gloria stare dalla
banda degli sconvolgitori dell' Universo ,
pii, tosto che arrolarsi tra quei che tanto
bene lo riduronoa legge con dargli DwHJJ
SCONVOLTO. J'Ii'. 'la Sconvolgere;
Tr.,vollo J rd è proprio drlle bracca e
de-pirdi. quamlo l'osso e liscilo del Ino
go <«o. Lai. iiiv.rsus, liixalus. Gr. ta.-.f
§ Per Pllcrlo. Lai. inlorliis. Lab. j/jb.
Ouesle parole così dette sono 1 ronconi e
1^ securi, con le quali si tagliano 1 vele-
SCO
I09J
nosi sterpi, le spine e i pruni, e g
sconvolti bronchi, che, a non lasciarti
la via da uscirci vedere, davanti li sono
assiepati. _
* SCONVOLVERE. Sconvolgere, ieon-
Iwbare. Lai. lurbare , inverUre . Filic.
Rim. pag. Jl6. ( Con:. O tu, ec. J. Ma
che non ponno i earmi ? eterno impero
Hanno, e pon far che gli ordini sconvol-
va , E tolga Clio le sue ragioni a Mor-
ie. '(fiS) . .
SCOI'A . Lai. scopa . Gr. sa.fui'ìfo-i .
Cr. 5. 5q. 1 La scopa è arbucello molto
piccolo . "qu^" simigliarne al ginepro , la
eui radice i ritonda, e si dura e nodosa,
che di quella si fanno ottimi nappi, quan-
do si Ituova ben soda. G. / . 10- II».
1. Le quali si IroTalono allogate a pigio-
ne, e stipate di scope. CM. SS P^d. E
vegnendovi, sì la truova vacante, purgata
con iscope , e ornata ( cioè , spazzala ) .
Al.^m. Coli. 1. 14. Vedi la scopa umile,
il faggio alpestre.
§. òcopo, è anche Sorta di gasligo che
si dà a' malfatlori, e consiste in perciio
lereli con le scope. 1.1Ì. fnslignlio . Gr.
|uf»x(,m'a. D.itom. 1. 23. Che per tema
ciascun della sua scopa. Seguiva e onora-
va la .'ua immagine. Morg. 28. 7. E nu-
tera, e berlina, e scopa, e gogna. Lasc
Pinz 4. 2. Cosi sarete liberale dalle scope
e dalla mitera, ed egli dal remo.
* SCOPAMESTIERI. Quegli che co-
mincia, e cambia in peeo lempo vane ar-
li, 0 meslieci , non piaeendegli • primi .
Valm II. 43. Nannirussa ba più la pien
di ferite. Pericolo, che fu scopameslieri.
Fu pallaio, sensale, attor di lite. (')
-j- SCOPARE . Percuolere con iscope j
il die quando doUa giustizia si fa a'mal-
Jallori, l Specie di gasligo infume . ed e
quasi il medesimo che Frustare. Lai. JCO-
pis caldere. Gr. aoLpùìpa Stpti-'. Bocc.
g 6. ;■. 7 Cornandone che più parole ne
romor lacesse , se esser non volesse sco-
pata . Frane. Sacch. rim. 69. Scopare e
suegellar, mozzar 1' orecchio La legge li
dimostra, e fatti specchio. Bel,. Vii Co-
lomb 4o. Così menandolo scopando per
tutti i borghi, tirandolo col canapello
scorsoio in modo, che ec. Buon. Iier.
4. 5 3 Ti possa condannare, Milerare,
scopare . * Tac. Dav. Cerm. 378. La
pena è conceduta subito al marno , ta-
"lidle i capelli: traila di casa ignuda in
presenza de' parenti , e scopala per ogni
villaggio. ( TC)
§ 1. Scopare , per Frustare , 0 Per-
cuolrre assolulamente. Lai. caedere , fla-
gellare. Gr 6ipii-i. l^'ov ont. 93. I. Gli
altri discepoli furo intenti colle corregge,
e scoparlo per tutta la cootrada.
8.11. i'ei- /.rp>r:nre . Lai verrere ,
scopis purgare . Gr. 5ac>E.v. Fr. Ciorcl.
Fred S Ove dice che si scopava , cioè
che si ricercava , spazzava , e mondavasi
(allude a quel dello del salmo: scopebam
spiritum meom). Cas. Uf Com. ll3.Ne
si faccia, come alcuni di perversa natura
fanno che i nobili scopino la casa , e le
lordure fuori delle camere portino.
* § HI. Scopare, feuratam. Bubare.
Slorg. 18. 13.1. Io ho scopalo già forse
un pollaio. (Cj
§. IV Scopare . il diciamo anche, in
modo basso, dell' Andar cacando minu-
lameole alcun paese. Lai. peragrare. Gr.
o"i!>x!36ai. « Fr. Giurd. Pred. 2. l53.
Viene y usuraio, o '1 mercatante e scopa
lutto '1 mondo , e bussasi 20 e 40 <
5o anni pieni di fatiche e di amaritudi-
ne . (!\') llrrn. Oil. 2. 9. 47- *• ^i"*
lor, eh* aveva cerche tante Provincie, eh'
erano una compassione; Scopato tutto avea
quasi il Levante.
§. V. Scopare , a simitiiudine del ga-
sligo de' malfatlori, il diciamo per Isver-
gogiiare alcuno , pubblicando i suoi man-
camenti. Lai. traitucere. Gr. Jiaou^aiy,
Tra^aosr/^aTi'^iiv.
g. VI. Avere scopalo piti d* un cere,
ftgiiralam. Lai. nulla fraude , aul dolo
circunivenin posse. J arch, F.rcol. 78.
Quando alcuno . per esser pratico dei
mondo , non è uomo da essere aggirato ,
ne fallo fare , si dice : egli se le sa ec. ,
egli ha scopato più d' un cero , egli i: putU
scodai^
SCOPATO . Add, da Scopare . Lai.
fusligotiis Gr. ?u>oX57rouyevo5. # Legg-
B. Umil. 86. Per nome di Cristo grave-
mente m' affliggesse di molle ingiurie e lor-
mentt, e alta per6ne iscopala per tutta la
cittade, poi mi facesse tagliare il capo. (C)
Buon, l'ier. 3. I. 5. Le mi voltai col dille
tanto male, Che non udì mai tanto uomo
scopato Passando per mercato.
* §. Per Selolalo, Keltato con la se-
tola. Mail Fianz. rim. buri. E la cappa
altillata e ben guernita. Scopata si che un
pel non sia veduto. (Br)
SCOPATORE. Colui che scopa , 0 a
cui appartiene lo serpai e , in signific. di
Spazzare. Lai. verrens. Gr. a oai'pMV.
g. Scopatori, SI dissero anche una Specie
d' uomini dati alla dive zione, al riliramen-
lo, e similij Disciplinati, nel signific. del
% IV I.3\. sodales,qui se relìgionis caussa
sCopis caedunl. Bocc. nov. ìl\. 2. Buci-
navasi eh' egli era degli scopatori Cron.
l'eli 16 Vivetle da cinquanta anni, e con
buona fama, e sotterrossi coli' abito degli
scopatori di Firenze. Frane. Sacch. nov.
ni. Ut Da uno della brigata degli sco-
patori con la bocca è tolta 1" offerta che
avea sull'altare E appresso: Quando li
scopatori ebbono dinanzi a quello altare
orato in ginoccbione quanto vollono , ec.
SCOPATURA . L' alto del percuotere
colla scopa. Lo scopare . Lai- /usligatio.
Gr. ^u^o/onta.
g. I. Per Correzione pubb'ica, e Btn-
facciamento degli altrui mancamenti , a
fine di far vergognare alcuno] che dicesi
acche Bravata. Rabbuffo. Lai. iurginm,
obiurpalio. Gr. olloVEixi'a , ETtiTl///:!!!.:-
* Salvia. 1 II. Piog 193. Cosi gli pose
in cerio modo alla berlina, e fere loro
avere per lutto una solennissima scopatu-
ra. (Cj ,
§ II. Onde Pare una scopatura , cne
vale Sversognare, Rabbuffare, Bravare.
Lai. obiurgare. Gr. yilovEixeìv.
g. III. E Toccare una scopatura, che
vale Essere svergognato, rabbuffato, bra-
'"sCOPERCHIARE, e SCOVERCHIA-
RE. Levare il copri chio , Scoprire. Lai
del e- ere , opercu/um adimere . Gr. a"»-
xaiJTtTiiv. Bocc. nov. 3l. 24 Con forte
viso la coppa prese, e quella avendo sco-
perchiata , come il cuor vide ec. , ebbe
per certissimo quello essere il cuor di Gui-
'"scoperchiato, e SCOVERCHIA-
TO. Add. da ScepercMare, e da òcover-
cWc.Lat. </encr„r. Gr ««'"«i«{|-
usvo; . Dani. l.f '0- Al'"^ '""' '"'
Tista scoperchiala Vnoenli..Bocc.ncv.
gg 5o. Seopercbiatal», se la mise a boera.
1094
SCO
e vide raDello. Buon» Fkr, 3. 5. 2. E
scoperchiati quei sepolli vivi Uscir di quel- I
la tornila.
SCOPERTA, e SCOVERTA. Scopri-
mento. Lai. ditectio. Or. KTroxof).yt|iii; .
Sagg. nat, esp. 265. In modo, che alla
ficoncrti (lelt* uno ri^poadd immcdialami-n-
(e la scopt-rta dell' altro.
g, l. l'ar la scoperta, /ìt;uralam. ridi-
ce del' Ct-rcare di conoscere^ o di sapere
checchfssii . Lai. explorai^e , gp^-cularì ,
Gr. xarai/OTcttf . T'tc. Da^, Slor. 3.
3o5. Più lontano era, come &' usa, gente
a far 1j 4cop.?rlj (il testo Int. ha expto-
ralores ). Cccch. K^alu Cr. 2 5. Tu ,
Fausto, Fa '1 simìi de' cavalle^gier, quali
lianno A farci U scoperta per le strade.
4" §. 1! Fare una scoperta, y. FA-
RE. (C)
*t * §■ *^'' Scoperta, dicesi anche del
Pf unterò che scoprono i dadi a ciatcun ti-
ro. Galtl, Conùd, Did- t'o/. ^. pag. I19.
Essendo un dado terminato da se-i fjrcie,
sopra riasouiia delle quali gettato , egli
può ìniliffereolemente fermarsi , sei veo-
gODo ad essere le sue scuperte, e non più,
r una differente dall'altra. (^)
§. IV. /4/ia scopi-rt-i , posto avverhiat.
r, ALLA SCOPERTA.
SCOPERTAMENTE, e SCOVERTA-
MENTE. A^verb. Contririo di Coperta-
mente j Alla scoperti, P^tle^emente. Lai.
pafam Gr, ystvip&J;. M. /'. 3 \'ì. Co-
stui, fatto Pitpa, non restò di fare quanto
il dello Re seppe dom.iod.ire , e mollo
scopertamente. Tac, Dav Stor. 1. 2gi.
Teneva scopertamente Seleuco maiemalì-
co per sua guida e initovioo.
*\ '^ SCOPERTISSIMAMENTE. ^«.
per!, di Scopcrtnncntc . Ud--n. IVìi. 3.
i!Ì8< Fra molti concelti gravi dì fuiirì, e
ridicolusi di dentro , si manifesta scoper-
tissimamente sul fine, ec. (A)
SCOPERTO, e SCOVEKTO . Sutt.
Parte, o Luoro scoperto. Lai. locn^ sub
dio Gr. e'v àtS^t'a:. Dmt. ìnf. 3i. Sic-
ché *n sullo scitpcrto SÌ ravvolgeva infino
al giro quinto. Cron. Morell. 22O. Più di
presso seguente i sopraddetti vedi grandi
scoperti adorni di odorifìchc erl>c.
g. 1. AUd scoperto , posti a\iverh. vale
Si opcrla mente Lai. pila-n. Gr. o'A'Jtpòi;.
Filoct 2. 28'^. Non voglio che tu però
meni molti colpi; mji'strevolmenle si bene,
«pl.'indi) luogo e tempo ti parrà di fare al-
lo scoperto, cop'Tlainente fieri. Srn. fìcn.
f^nrch 7. I. Tutto quello che può farci
fi migliori o beati, fu da lei posto o allo
scoperto, o poro a fmido
g il. liiiiìaneie allo scoperto, dicesi
di Chi non può esser ptgato , o per non
•■' essere il pieno , 0 per esservi crediti
privi h'QÌ iti, o anteriori.
SCOPERTO. * SCOVERTO. Add da'
lor verbi . jVort coperto . Ljlt, inlectiis ,
nperttts, nndus. Gr :r,r'y'iJi)).o;, a'voixro';,
yu^vó;. Dani. Inf. 20 lo era già dispo-
sto tulio quanto A risguardar nello seo-
verto f'indo. K Par. l'i. E vidi quel do'
Nerli e quel del Vecchio Esser contenti
alla pelle scoverta. K 22. Ti veggia con
Ìmm.if;ine scoverla . flocc. nov 21. 1 5.
Avendogli il vi-nto i panni davanti levati
indieiro, tutto slava sroperlo. K nov. ^7.
7. A me si ronvien guardar l'onrstà mia.
licche io possa andare Culle altre donne a
fronte scoperta (cioè, senta temer di ver-
gogna). ^ licrn. Ori. \. 25. 7. Le cose
belle , preaiose e care , Saporite , soavi e
delicate, Scoperte in man non si debhon
portare, ce. (B)
§. I. Per niettìf. vale Palese. Lai. a-
prrtut , manifestiis. Gr. avot/TO^ , T-0-
^17X9;. ('. /'. II. 68- 1. 1 Viniiiani non
** ardirono di cominciar guerra srnperia
co* G*'novesi.
SCO
* §. ri. Per Ifoto . Gttiee. Stor. 4.
236. Perchè scoperta a tatti la posillaat-
miti del PooleGcc tenevano per certo che
ec. (L)
^ §. III. Scoperto, parlandoti di per-
sonj va'e Schietto, Candido. Benv. Celi.
Hìcc, 38 (Te'i. 1828 ). E come persona
srmpre libera e scoperta, io la lodai , di-
cenilo non .iver mai veduta la più bella. (C)
SCOPERTURA, ^ SCOVERTURA. lo
Scoperto, e talora anche /* Alto d^Uo scO'
pnre , /' Essere scoperto . Lat. detertio.
Cr. I. 5. II. Dee conoscere ce, in che
modo giace la sua dispositiooe , secoodo
l'allezia, la hassciza, e scopertura.
f ^ %■ E fi^urattm, ìfini/st'izione.
Palesamento. Cnr, Lett. Fara, 3. I^V
Per supplicarla che sia contenta d' ado-
perarsi a dispor Sua Maestà , che restì
servila di non astringere il Duca mio
fratello a venir per orj a questa scopertura
conira al Duf-a di Ferrara. (Min)
SCOPETINO. Boscì dt sc^pe. Scope-
ti Lai. scopetum . Cron Morell, 220.
Vedrai scopetini e ginestreti dove usano
lepri in quantità grande.
SCOPETO. BoìCQ dt scopi: Lat. -teo-
pt'tiim. Ttthafd. Ande, La serpe SÌ asconde ,
nello scopeto , e nello scopeto più folto
alleva i »uoi figtiu<)li.
SCOPETTA. Spinola. Lat. icopnla. !
Gr. y.i/pò-i voipuòpo-*. Bern. rim. I. II. i
Adoprasi io quel tempo più la teglia ec, ,
Che la scopetta a Napoli . o la sireglia . |
Soder. Co't. r»t). Lcghera'gb forte con salci
sfes&i , o giuochi sodi , come una sco- |
pelta. I
SCOPO ^f^ra , Berzagfio j e Jìi.'wa- '
tam. Intenzione . Lai fcoput , finiv. Gr. 1
«otto; . Malm. 2. 63. Ed io , eh' ebbi
mai sempre un tale scopo D' accaretzarc ;
ognun, benché nimico, ec. * Serd. Ga-
leott. Ma'-z dcdic. Seguili di vivere in
questi suoi bei pensieri . e virtuosi con-
cetti , che questa sola e la vìa di farla
contenta e felice in vìu, e dopa di quella
ancora operare che la resti per molli se-
dili viva nella memoria di>gli uomini che
è lo scopo e'I Bue degli animi veramente
nobili. (C)
'? ^, Scopo, chiamnnì t Geometri Quel
pezzuola di C'irla, o simile, che si inette
in cimi a* paletti per cogliere la mira nel
livellare, Gnid. Gr. Paletti conficcali ucl
terreno nel livellare, su* quali sia Io sco-
po. (A)
SCOPOLO. e SCOPULO V. L, Sco-
glia . Boez G S. 129 Tra gli scopoli
eccelsi della pielr.i Della grande Erminia,
dove fuggendo I Partì armati d'arco e di
faretra, er. :l- Sannaz. Arcad. e»!. 12.
Non veggio i tuoi recessi, e i divcriìculi
Tutti cangiati . e freddi quelli scopuli ,
Dove temprava Amor suo* ardenti spicu-
liT (B) Menz. tal 8. Oh piaccia al ciel,
ch'elle (le barche} ujn dienq in scopo-
li (D
* SCOPPETTIERE Armalo dt schiop-
petto. Lat balista i^nen instructus. Matt.
Franz rim. buri. .3. q) E dìvenlio piul-
toslo scoppettìeri, O imlu-rcialor. che voi
vogliate dire, (') Ghicc. Stor. ly . iq.
Appresenlatisi adunque gli scoppciticri alle
due porte ec (C)
•f * SCOPPIABILE . Add, Che può
dare uno sc-ppio. Che e atto a scoppiare.
Salvia. Iliad, lib. 20 i*. ali. <^ui Nel-
tlinno s' assise, a gli altri Iddìi. E una ser-
rata e non scoppiabii nube Vestirò iotoroo
agli omeri. (A)
SCOPPIAMENTO. Lo scoppiare. Lat.
crepituf, ruptio, Gr. •^ifOi, /Jn'f»; ^^flfC-
nat. etp. l33. Nù si può dire che Ule
scoppi cimento poteue procedere non altri-
menti dal r.irefarii. nia piuttosto dal con-
densarsi dell* acqua neir agt^hiacciire.
SCO
•t*SCOPPIANTE. Che scoppia. Uden.
Nit.l. 29 Rimbombo di parole ec, a guisa
di scoppianti vesciche e di grandeggianlt
sonagli . Cor. Long, sez 3^- Pio facil-
mente potrebbe 1* uomo tenere aperte le
luci alle scoppianti folgori , che fiuaric
negli affetti , ec. (A)
SCOPPIARE. Spiccarsi, 0 Aprirsi j e
si dice di quelle cose che per la troppa
pienezza , 0 altra violenza , s' aprono t
SI rompono , per l-> più facendo tlrepito.
Lai rampi , ditrumpi . Gr. òiXpprlyitM-
969U . Oin. Comp. 3. 71 Tal citladioo
vi fu, che per fame palila mangiò tanto,
che egli scoppiò- Pass 83 Taoto pianto
sopr^libondò . che la natura noi potè ao-
steoere, ausi le scoppio il cuore, e cadde
morta . Oaat. Pure. 20 E quella ponta
Si , eh* a Fiorenza fa scoppiar la pancia.
Bocc, nov, 73. 24- Avevano sì gran vo-
glia di ridare , che quasi scoppiavano .
Fit. S. M. Midt. i3. Alcuna volta get-
tava fuori un grido , che pareva che '1
cuore le scoppi^ue.
§. I. Scoppiare, per meta/. Lat. rampi.
Dant. Pitrg. 16. Ikla io scoppio Deolro •
un dubbio, s' io non me ne spiego fcioi,
ho grandissimo desiderio d* esser chiarito
d* uà dubbio) JC 3l. Si scoppia' io soli'
esso grave carco . Fuori sgirgaodo lagri-
me e sospiri ( cioè, non mi potetti più
contenere ) . Petr. Frott, So ben eh' io
parlo a sordo ; ma io scoppio Taceudo, e
male accoppio Questo detto con quello
( ci->è, peno, duro fatica).
f §. Il, Scoppi.ire . per fascere, Pe-
rivare , Pullulare . Lai. oriri , surgere .
Gr. a*aT£ÌÌ£fv. Dant. Inf. 23. E come
r un |>ensier dell' altro scoppia. Cosi na-
cque di quello un altro poi. F Pifg- 3r.
Ma quando scoppia dalla propria gola L'
accusa del peccalo in noslra corte. Rivol-
ge sé conira 'I taglio la ruota. Dav. Colt*
177. Conciossiachè il calor naturale ec.
vien fuori nel pedale e nelle ramora , e
tiravi r umore che l' impregna, e scoppia
per quelle in mes\e e fiori e frulli.
f § HI. Scoppi ire, vale anche Usci-
re. Lat. rrttmpere . Dant Inf, 17. Per
gli occhi fuori scoppiava lor duolo. Dern.
Ori. 3 7. 76. Si gran pena asuliUo , e
dolor tanto , Che fuor degli occhi gli
K0|>piava il pianto. Sagg. nat. esp. 128.
Non altrimenti che nelle sotterranee e
profonde mine il rabbioso fuoco «coppia
con empito , e s' apre furiosamenle ogni
via .
§. IV. Scoppiare , diciamo anche per
Far romore , come quello degli nrehibu-
si, e di simili strumenti, quandi si sca-
ricano , che sono anche detti Sceppi, e
SioppietU , Lat. displodi. Gr. ^tx<p«Ti»-
ffJoti. # Mil. V, Poi. I. i;^. Le canoe
itcoppiano , perchè si mettono verdi nel
fuoco, e quelle si lorcooo e fmdoao per
meaao , e per questo fend<*rf fanno laoto
romore , che s' odono dalla lunga presso
a cinque miglia . (CP) Ar Fur. 9. 76.
Dietro lampeggia a guisa di halcoo , Di-
nanii scoppia, e manda in aria il tuono.
§, V. Scoppiare t parlandosi d'archi'
busi , e simili , si dice anche del ìtom-
persi, e Aprirsi la canna nell' atto dello
scaricarti .
§. VI. Scoppiare, in alt. signific. , e
talora anche mei meutr, pats., vale Bom-
pere, o Cuattar la ce>ppia . Lasc, rim
Scoppierannosi i frali , Correndo a furia
in quriie parli e m quelle Por l' influen-
aa delle pappardelle ■ Buon. Tane. 5. 7-
Qualcun si scoppi . Chi si raddomi , Poi
ciascun pigli |>er mano La sua dama » e
andiam pian piano.
§ VII . .V, oppiare delle risa, o dalle rua
%alf Ridere t •moderatamente. Lai. rttu dt-
\ sruinpt. Fr.incSacch aev.(^!^. Tulli quelli
SCO
d'at(orao icoppiaTaoo àeìU risa. E nof . 87.
Li compagni icoppiavaDO Jelle risa. Boet.
Parch, 2 pros. O. Se lu vedessi che Ira i
topi alcuno Ji loro »* appropriasse ragiooe
e polesik sopra gli altri, non iscoppiaresU
tn dalle risa? Burch. 1. 2 Tal ch'i fichi
ceoppiavao dalle risa (qin tn sentim. equi-
voco ) iMnInt. 9. 65. II tuito osserra, e
scoppia djlle risa.
g. VMI. Scoppiare di rabbia, d'invi-
dia , di fitlt , o simili, vale Esser /or-
temente agitato dalla rabbia , dati* invi-
dia, re. * .1/0.^ Ili- Gao per invidia
scoppia . E ì6. E scoppia e mpaita di
sdegno e di duolo, (^'i Mmz. snt. 3. Che
le Muse romane io Elifona Mi consacra-
re, e tra gì' ingegni rari (Scoppia di fiele)
il nome niìo ri>uuoa.
g IX. Scoppiare il cuore a uno di chec-
chessia. SI dite dell' ylverne gran dispia-
cere , 0 conip^ssicne . Lat. moerore labe-
scere. Gr >t'«v >u:retaS;«i Car. Un, 1.
90. dire a infiniti rispetti, che mi fanno
affligger dilla sua m, rie per conto mio ,
me ne sccppia il cuore per amor vostro.
* Tac. Di'V Jpr. ^02 Ma a me, e alla
figliuola tua, oltre all' acerbezza di a^cr
perduto un tanto padre, scoppia il cuore,
che non ci sia toccalo ad assistere nella
tua malattia. (Cj
*t * §- X Scoppiare, detto anche del-
la frusta, o sfetza Chiabr. Fir. 5. 6^.
E sema sproni al piede Ha sferza nella
man , che scoppia e 6ede. (A)
't * §• XI. Scoppiare, per Aforire .
Geli Sport, 3. 2. E io ti so dire che ella
lo torri, o io |j carcerò in un munìslero,
e farov%ela stare s'ella scoppiasse. (J)
t SCOPPIAT.A.. Stist. lerha/. Lo
scrppio j che più coniiinenienfe diremmo
Scoppiettata, e Stoppieitio. Lat, sirepitus,
fragor, crepitus, Gr. -^ófOi. 3/j'. 3/. Poi.
174. l'reodono di qutUe canne la notte,
e faooole ardere nel fuoco; peichè laono
si grande iscoppiata, che tutti gli leoni e
orsi e altre bestie fiere hanno paura , e
fuggono, e ui n si accosterebbero al fuoco
per cosa del mondo.
SCOPPIATO JdJ. da Scoppiare Lat.
ritptu<, disruptns, disp/csus Or. GiUpoti-
XOit'-; . Le!>. 201. Ella sarebbe di stizza
e di veleno scoppiata icioe. avrebbe djto
ÌD ùroanìe , sarebbesi ^iolentemel^te adi-
rata ). E 3o8. Se' iu così pusillanimo ,
cosi scaduto, così nelle fitte rimaso , cosi
tcoppiato di Cerro, o di grolla ? Fiamm.
5. 98. EgU non è dì quercia, o di grot-
ta, o di dura pietra scoppiato (in questi
esempli vale Nato, Prodotto). /ìurth. 1,
3o. Labbra scoppiate, e risa di bertuccia
(cioì , spaccale ).
£. I. Scoppiato , e anche contrario d*
JcCfppiato, Ani. Jlam. rim. scn. x5. E
DD frate accoppiato, e poi scoppiato, Po-
Irebbon bene osar colla badessa, v Segr.
Fior. Comm. senza tit 2. 1- Frate Al-
berigo, voi siete così scoppialo: dove ne
andate rot ȓ furioso? (Bj
* § Il E in fona di siist. Geli. Err.
a 3. Da frate non le è paruto in modo
alcuno, non andando quei che stanno nella
regola, se non a coppie; ed essendo gli
scoppiati di non troppo buon no ree . (C)
^ §. Ili Scoppialo , vale anche Jhs-
pinnto fomecchesìia. Segn, Beft. Arist.
8o. L' eia virile ha tutti quei beni che
nella giovioeua, e nella vecchiezza stanno
srcppiati (FP)
SCOPPIATURA, to scoppiare. Scop-
piamente, o l' Apertura che lascia lo scop-
piamenlo. Lai. n-ptura, Gr. p^^i;. Tes.
Pov. p. S L'olio di pesce cane, ugnen-
do sopra lo antrace , rompelo tosto , e
manda fuora per iscoppiatura.
* SCOPPIETTANTE Addirli. Cht
sccppielta* Lai- crtpitans. Strd. Caleott
SCO
tOyS
Mart. |8a. Perciocché quando e* non re-
spira (il fuoco) è spento . e sempre si
muove, e doppietta, onde disse il poeta;
E come scoppiettanti fiamme abbruciano
La lieve stoppia. (C) Salvin. Georg, lib. 1.
Bruciar le lievi stoppie Con scoppitltanti
^^mnw. E Eneiil lib 7. Kd arder dal-
la fiamrua scoppiellante Tutto l' orna-
to. (E)
SCOPPIETTARE . Fare scoppietti ,
Fare remote je st dice proprirmmte delle
legne, che Janno tal effetto abhiuttando .
Lat. crepate, ircpitare. Gr «|)oy«v. Hf
cett. Fior, S\. Il sale ed il nitro s* ardono
nel medesimo modo, e si conoscono quando
sono arsi, che eglino non iscoppieilano,
ni- fanno strepilo. ^ Srtd, GaUoii. Mnrz
182. Perciocché quando e' non respira ( il
Juoco ) è spento, e sempre si muove, e
scoppietta , onde disse il poeta , E come
scoppiettanti fmmme nbbtuiiano La line
sl'ppia. (C) Sìlvia Ceor^. lib. 1. Tanto
sui Itili Scoppiettando saltella orrida gran-
dine. (F)
# R. Scoppiettare, si dice ancora drl
rumore che si Ja (O.'le dito percuvtendole
in qualche lucf:o. Plut. Adr. Op. mor.
3. ab'j Gli rizzarono una statua in alto
di ballare seco stesso alla maniera barba
resca, e di scoppiettar colle dita sopra il
capo. (Cj
SCOPPIETTATA. Scoppiala, Scop-
pietlioj e talora anche Colpo fatto collo
scoppietto. Lat. strepiius, crepitus, explo-
sio. Gr. 4'0?o<-
SCOPPIETTERI'A. Soldatesca armata
di sccppielto, Cuicc Stor. 12. 608. Bat-
tendogli anthe con la scoppiellena distesa
per questo in sulle mura della terra.
SCOPPIETTIERE Tiralor di scop-
• pietto. Armalo di scoppietto, Cant. Carn.
36. Donne , 1* ubilo e *I fuoco Mostran
che siam perfetti scoppietlieri. Cirtff. Calv.
2. 62 £ poi gli scoppietlieri Parati da
dar fuoco a ogni p.isso. E 6.3- Cominciò
a gridare a quegli arcieri : Iscatioale al-
l' erta nelle pance ; E similmente a quegli
scoppieltieri : ?p.irale in sulle vostre me-
larance Scgr. Ftor. Art. ^uerr. 2. 34-
Hanno fra loro scoppieirieri, i quali coli'
impeto del fuoco fanno quell' ufficio che
facevano ahlicaniente i ftndilcri e i bale-
strieri. 1 orth. Stor. 2. 10. E fra ^li al-
tri fu da uno scoppiettiere ferito e
morto.
SCOPPIETTI'O. Lo scoppiettare, Bo-
more , Scoppio. Lat. /^agor , crepilus,
expfoiio, Gr. i^dfO^.
SCOPPIETTO. Scoppio piccolo. Lai.
pta-vus sirepiiiis Gr. ptxpòi ^o'fOc, Bitr-
eh. I. i6 Cogli scoppietti delle fave fre-
sche. E I. 1^9- E alquanti scoppietti di
pianelle.
g. I. Scoppietto, è anche Una sorta rf'
arme dajiioco, detta coi dallo scoppio e
remore che fa nello scaricarsi j che an-
che si dice A'chibuso, Scoppio, e Schiop-
po. Lat. • sclopiis. Cirijf. Cnlp. I. 33. E
preslògli Luigi un ricco elmetto, Cb'avea
provato ad ogni spada dura. Alla lapria ,
al balestro, allo scoppietto. Sv<^r. Fior.
Art. guerr 2. ^3, Fargli trarre colia
balestra e coli' arco, a che aggiugncreì lo
sconpietlo, instruraenlo nuovo , c^me voi
sapete, e necessario. Cani. Carn. 36, Rari
usar irassinar già gli scoppietti Oggi ognon
vuole usargli.
* §. II. Scoppielia, per Balestra. Morg,
5. 58. Colui eh* è drento asselta lo scop-
pietto , E slava al bucolin quivi alla pò
sta ; Trasse uuo strale a Rmaldo nel pet-
to, ec. (B)
SCOPPIO Bomore, 1-^rnCnsso che na-
sce dallo scoppiar delle cose. "LzX^fragor,
strepiitis. Gr. ^'JfOi Prtr. son 32. In-
finu a Roma n* udirai lo scoppio. Bed-
Esp. nat. 17. Quando dava fuoco, faceva
la pistola un grandiuimo scoppio.
■f §. 1. Sentirsi prima lo scopfio. cii€
vedersi il baleno f . BALEWO. §. II.
§■ li. Scoppio, e anche Una sorta d*
arme da jiwco, delta così dal fare scop-
pio, cioè strepilo, tuono e rimbombo nello
scoricarsi j la quale si dice ancora Scop-
pietto, Archibuso, e da alcuni Stioppo, e
Schioppo, Lai. • sclopus, Ar. Far. il.
24- E qual bombarda , e qua! nomina
scoppio. Qual semplitiT cannon, qual can-
non doppio. Guìcc. Stor. jg. I-'q ferito
neLl' assalto in una cosrij d* uno scoppio
Pietro da Birago. E appre.iiO : Fu ferito
anche di scoppio Piero Botticella.
§. IH Fare scoppio . Jìguratam.
va'e SvCiilinre maraviglia. Far pompa 0
comparìa. Sul* in. Disc l. Boi. Ci do-
nano a conoscere , il pregio della vtr'ù
non essere così a prima vista palese , ne
fare quello scoppio che fa una sfulgorante
belltz^a E Bros, Tose. i. 84. Il mede-
simo pensiero e discorso, uscendo più da
una bocca che da un' allra, fa più scop-
pio, ed ba maggior forza e valore.
3 SCOPRlMtCSTO, e SCOVRIMENTO.
Lo scoprire. Lat. deieitio, invetifum Gr.
iijpr,[xcx.. V Seii/icr. Fred. Pai. Ap. a.
p. In pochi colpi arrivarono gli empii
cu* loro tlagelli allo scoprimento dell'os-
sa. (TC)
!? g. I. Scoprimento, vale anche Òf(t-
nifestczione di ciò che era tenuto cecili'
to, S'gner Leti Princ. Conci, Op. E qui
mi piace di terminale lo scoprimento
delle selle illusii/ni da me pronìcsse (TC)
^' §- li* Scoprimento, vale anche T'ro-
vamcnto di ciò che non era conosciuto ,
Che s' ignoiava. « Sayg. nat esp, 181.
Won dee già lo scoprimento di questo ef-
fetto renderci ec, punto dubbia la fedo
de' nostri termometri. Gal. Gali. 228. Gli
ullimi scoprimenti di Saturno tricorpo-
reo ec. hanno cagionato tal dilazione ». (C)
■f- SCOPRHIE, e SCOVRIRE. 2W via
ciò che copriva una cesa, o una personaj
contrario di Coprire, e si usa in sign, att.
e neutr. pass. Lat d>tegei e, Gr. c/TTO/a-
iu~TEtv. Bocc. nov ij. 3i Tutta b don-
na, la quale fisamente dormiva, scoperse.
E nov. ig. i5. Pianamente scopertola
tutta, vide che cosi era bella ignuda, co-
me vestita. Soder. Colt, 4- Sì ricut'prono
tutte (le viti) di terra smossa, scopren-
dosi poi nella stagione temperata. Eq-Dì
poi si scuoprooo (le piante) a primavera,
e vengono molto bene.
5 g. I. Per Federe , o Far vedere
quello che non si vedeva prima. Dant.
InJ. ip Indi un altro valb^n mi fu sco-
verto E Par. 16. E come il- volger del
cìel della Luna Cuopre ed iscuopre i liti
sanza posa , Cosi fa di Fiorenza la for-
tuna.
^ §, IL Uno seuopre la lepre . e nn
altro la pigliaj maniera proverbiale che
si dice (Quando alcuno dura fotica in
qualche cosa, e un altro ne ha il meri-
to. uMalm 4- 33. Scopro la lepre, e un
altro poi la piglia ». (Cj
■J- g. 111. Scoprire, figuratatìì. vale anele
Arrivare a conoscere. Intendere , Sapete
ciò che era tenuto occulto, secreto . Lat-
resiire , deprehendere , eietegere . Gr.
lxcf.vBv.vevf , ytvùj'szetv , a'vKyvwci'^etv.
Farck. Stor. 12. 44*" Accordatosi con
frate AJesso SUozzi , il quale sapeva e
aveva scoperta questa pratica.
f 3 g. IV. Scoprire, vale anche Mani/e-
slare , Palesare, Bivelire ciò che era
Unuio occulto, secreto, Lat detegere. pa-
lam facete, exprcmere, aperire, prodere.
Gr. E/i-j^avi^tiv. òr.XoJ-^ Dant. Purg.
IO Cosi scopersi la vita bugiarda. Dece,
nov. 47. 8 La tua gravidezza scopri-
iogfi
SCO
ri il fjllo nostro. E nov. So. 8- To
noo poteri a periona del moailn sco-
prir r anima tuo, che più utile li fosic
ìli me. E nov t)^. 1 3. Io noo l'oso sco-
vrir, se DOn a voi. Pelr. son. \'^'J. l'ag-
gio Di scovrirle Ìl mio mal preso consi-
glio. E cap. I* Le sue parole e '1 ragio*
Dare antico Scoperioa quel che 'I viso mi
celava. M^rg. n. ^^. Qu''slo (acca, per-
che Doo ahlita aiuto, Ni.' per la via sco-
perto r hj a persona. # Taf». Ger. 2.
22. Poi la richiede: io vu* che tu mi
scopra Chi dii; consiglio, e chi fu insie-
me ali* opra fCj Gnicc, Stor. ^. 3^1-
Ma si scopriva ogni dì più l' animi) del
Pontefice intento a cose nuove. (L)
^ %- V. E in si';nific. nfitlr. pars.
m Dani. In/. |6. Ciò eh' io allendu. e che
'I tuo pensier sogna, Tosto conviea ch'ai
tuo viso si scuopra » . (Cj
# § VI. Scaltrirsi , vale anche Darti
a conoscere. Par/are, o Procedrre in mo-
di che aftrì t'accorga con thi tieni, del
come la pensi, l'arch. Stor. ^. yz. Ed
alcuni ec. noo ostante avessero il medesi'
mo fine, tuttavia se non come m^no ap-
passionati, cerio come più prudenti non
Ù scoprivano, come il Carducci faceva. (Cj
Guicc. Stor. '\t i8tì. Commesse al luogo-
tenente suo ec. acconsentire di reintegrar
il Duca di Modana. e di Iteggio, con ri-
cevere da lui in brevi tempi dug»ntoiuila
ducati, obbligarlo a scoprirsi, e cavalcare
oome capiLjDo della lega all' esercito. fL)
§. VII. Scoprirsi ad alcuno, vale Ma-
mfeslargU interamente a/cuna cosa tenuta
prima occulta. Lai animwn siium dete-
Bere, apurire, Consilia sua comm.tn icari'.
Frane. Sacch. nov. 7J. Pensò di scoprir-
glisi. ed andare a lui, e raccomandaudosi
perchè lo manleoeuc, e favellasse nelle sue
ragioni, ec.
s? §. Vili. Vale anche Parsegli in-
contro. Benv. CrlL Vit. 2- 35 Posalo la
mia fascia, mi si sroperie addosso una di
quelle sentinelle, che facevano la guar-
dia. (C)
§. IX. Scoprir palese , o terra , vale
Veder nuova terra, 0 nuovo pne^e. Lat.
itovas regioufs invisere. Gr. v-'a; yoipXi
CTrta/oTTiisSjat. E per meiaf. Ceruficar-
si. Prender notizia, Lat. anirrtum alicitfus
tentare t detenere, cxplorare , pervcstiga-
re. Gr. xaraTsipy v, yv&.'ju*)v tivs*^ yi-
vw«£iv, Stor. Èiir. 6. 127. Eberardo ec.
cominciò sotto Hnla bciiivulensia, per isuo-
prir paese il più ebe e' poteva , a ragio-
nare alle volle con esso Arrigo. Ftr, R<tg.
65. Tentano altrui per iscoprir paese.
Cecch. Corr. ^ (). E vo , come chi va
facendo Per iscoprir paese, e si diguazza
Per parer vivo. Buon. Eitr. 2 i 27.
Abhiam scoperto lerra Coli' aura della no-
itra corlesta.
§. X Scoprire un attare, per ricoprir'
ne un aÌtro j proverbio che. significa Fare
u/i debito nuovo, per pioarne un vecchioj
presa la metafora ddlo Sparecchiare un
altare per apparecchiarne un altro , per
mancamento di tovaglie. Lat. versuram
factre, Penelopes tetam relexere . Gr.
§. XI. Scoprir gli altari, vale anche
Dir cose che altri voirebba che si taces-
sero, per non esser di suo servigio che
il pubblico le sappia. Lat. lafentta aperi-
re, evutgare. Gr v.SrìXa. (fscTrety. Hfens.
sat. 3. E quel ch'i; Paggio, Ìo so sco-
prir gli altari, ^r, sai. O Ma so degli
altri io vo* scoprir gli altari. Tu dirai
che rubato e del Pistoia E di Pietro Are-
lino abbia gli armari.
s? §. XII. Scoprirti . Termine digli
Scnltiri ì e dicesi del Levar terra, 0 al'
tra materia , in Supfrjicie delle Cave de*
marmi, e pietre, Jincliè 1' arrivi al masso
SCO
sahlo i lo che si fa fare a'ii searpellini.
Raldin Voc DI*. (À)
* §. XIII. Scoprire, si dice anche di
ciò che fa lo scultore sopra una statua
abbonata all' interesso in un masso , la-
vorando collo scarprUo finche compari-
senno le membra della figura. Baldin.
roc, Dit. (Ai
t SCOPRITORE. Vefòal. mate. Che,
o Chi scopre. Lai. detector. Gr. oÌ7to-
mxXjTTotv, Buon. Fi>-r ^, I. i. Scopri-
tor di turati nella cappa Ti s' arcoslan
non pochi. Gal. Sist, 3i'j. Fu il primo
scopritore ed osservatore delle macchie
solari. $ Red. leti, ^5. Il volgo e la pie
be de' medicontoli grida , stride , e lo
vorrebbe lapidare , come scopritore della
medicinale nurmcria, fCj
•J- * SCOPRITKICK. rerb. Femm di
Scopritore. Salvia. Buon. Fier, 3. i. 1 1 .
Il Tasto fa una stupenda canzonetta con
tra la Luna , scopritrice de' suoi amorosi
rigiri, e, per cosi dire. scap|ioneala (A)
SCOPRITURA, e SCOVRITURA. Lo
scoprire. Lat. detectio. Gr. aTO/aijii:.
Cr. 5. I. 2 Si conviene la terra cavar
fi' intorno ad essi infino alla scopritura
delle radici.
SCOPULO. F. SCOPOLO.
SCOPULOSO. F. L. Jdd. Pieno di
scogli. Lai. sc.jpulostit . scopulis p/eniis .
Gr. «07rc/6J0<i;. M. V. 3, 87. Fece
lutto il cammino per da Nizza a Genova,
eh' «ra scopuloso, e pieuo di molti stretti
e mali passi, appianare e allargare.
SCOKAGGURE. Togliere altrui il
coraggio j contrario d' Incoraggiare.
% In signific. neutr. patt, vale Per-
dere il coraggio. Sbigottirsi , Sgomentar-
si. Lat. animo cadere, vel concidere, con-
sternari, exanimari, languescere. Gr. /a-
T«TX»i*rT!93at. Bim. a'it. P. /V. 3/. Bi-
nild. d' Aquin. Però non mi scoraggio
D' Amor, che m' ha distretto.
SCORAGGIATO. Adjiett, da Scorag-
[;iari\ Lat. co'isternatus, cxnnimatus. Gr.
/arK:r>»)y;i'5 Liv. M. I Ycienli sbigot-
titi e scoraggiali
*f * SCORAMENTO. Avvilimento d*
animo. Costernazione, Pros. Fior, P. A,
voi. 2 pag. 276. Questa svogliatura, que-
sto fastidio, questo disprezzo di lutto ciò
che non è-o che non pare perfetto; que-
sto non ammirare , questo non lodare ,
questo criticar tutto, questo sfatare, oltre-
ché è cosa forlemenic odiosa e poco uma-
na, e uno scoramento de' giovani, e una
tirannia d' un cerio buon gusto alla mo-
da sopra le professioni, ce. (IVS) Accad.
Cr. Mess. Quegli istessi vinli , in oggi
cosi spaventati e fuggiaschi , si rifaraanu
cuore del vovtro scoramento (A)
SCORARE. Scorazi;iare. Nov. ant. q2.
7. Di questa battaglia furono li Galli f*ar-
temenle impaurili, e sì scorati, che la noi*
le seguente si partirono quiudi, oomc gente
ricreduta e vint.i. Liv. yf. Per questa
misavventura furono sì scorali, ec. 4 Se-
gner. Mann. Lugl. 28. 2 Questo precello
non si adempie mai su la terra perfetla-
mcnie ; si adempie in cielo : ma ciò non
ha da scorarti, (f-')
SCORATO. Adi. da Scorare. Dep.
Decam. 5- Dissono scorata gli antichi, e
discorato, che i* l'intero, di chi si perde
d'animo, che i Latini exanimatus Toc.
Dav. Stor. 3. 309. Tanto che t VitcUia-
ni a poco a poro scorati redono alla for-
tuna. Scrd. Stor. I. 5l. Sono di maniera
viti e scorali , che non ardiscono pur di
guardare con diritti occhi gli uomini tlc-
gli ordini a loro superiori.
•f * SCORBACCHIAMENTO . Lo
scorbacchiare j Scornacchiamentt. Sylvia.
Tane. Buon, a 3. Il Corbaccio del Boc-
cacci, detto ne* mts. Satira . non ì altro
SCO
che noo «corba echi a mento delle femmi-
De. fA)
SCORBACCHIARE. Ridire 1 fatti di
questo, e di quello per titr apattar lo, Bo-
dare, e Palesare gli altrui errori e ma-
lefatte Lat. alicuius facta divulgare, oblò*
qui, alicuius famae detrahere , tradncere-
Gr. J(«»upn», :iot.pKÌtiyfj.%TÌì^uv. * Ma-
gli, leu ì. pag. 81. ( Ftrente 1769. ) O
questo dice il vero, e non occorre altro ;
o tace, e Ìl sig Principe non vorrà scor-
bacrhiario. e avrà ragione. (Bj
SCORBACCHIATO. A Id. da Scorbac-
chiare. Scornato, Scornacchiato. Lat. Ini-
ductut. Gr. otaiJTwpusvo;. l'arch, Ereol.
5). Quando chicchessia ha vinto la pmo*
va, cioè igarato un altro, e fattolo rima-
j nere o con danno, o con vergogna, dicono
a Firenze: il tale è nmaso scornato, o
tcornacrhialo, o scorbacchiato. E Stor. il.
I 347. Onde egli se ne ritornò scorbacchia-
; to a Bologna. Lasc. Par. 3. 6 Dal quale
a certo tempo conosciuto e scorbacchialo
I uscirò da canto io. e ricordandogli la vii-
I lanta fattami, gli dirò che della moglie
I non è ver nulla. Segr. Fior, Clit, 5- ^.
I Che dire Nicomaco ? S. E tulio scorbac-
I chialo il pover uomo.
SCORDIARE. Lasciar cadere lo 'nchio-
I stro sulla carta per macchiarla, 0 sia a
caso, o sia apposta; Fa'C scorbn. ^ Plui.
[ Adr, Op. mor. 2. 2o3. I loqua-ri vera-
mente affliggono gli orecchi con le repe-
I licioni in guisa di quelli, che scorbiano le
ì tavolette da abbaco. (C)
1 SCORBIO . .Macchia d* inchiostro «-
I ditto sopra la carti . Tac. Dav Post.
I 427. Ma senza dubbio come le parole
deooo esser rilratti , e non scorbìi de*
concelti dell' animo , così le lettere delle
parole (qui per meta/".). Buon. F'er. i-
I. a Fate pur, che le carte kiui ben
nelle E da macchie e da scorbii.
•f * SCORBUTICO . Add, Jppartc
nente a scorbuto. Coc^h. ì'it. Pitt. pag.
61 (Ven. 174^) Dalla natura scorbutica
dell* elefantiasi si dedu''e ancora ec. (A)
•f SCORBUTO. Malaltii che olendo
principalmente le parti membranose, e che
nel suo crescere producendo grande C in-
gorgamento sanguigno nei vasi di quelle,
fa sì che essi nelle estremità loro si ••
p^ano , e producano macchie livide alia
pelle, e che si generi emorragia nei fOji
pia debili , e segnatamente alle gengive .
Bed, lett. 2. 117. Seriamente abbiamo
discorso intorno a' mali dvlla signora, ed
ec. intorno allo »corbuto , e che lo vor-
rebkoo medicare eoo gli antivenerei me-
dicamenti , ce E li8. Tuli' i medici
concludono , che ci vuole gli anlivcnerci
in questa foggia di scorbuto.
SCORCARE. Contrario di Corcare j
Levarsi . E si usa in sigtific» neutr. é
neutr. pass. Lai- surgerr . Gr ot'wffTOt-
aOxt . Bitrch. 3. 5o. Quando *l mattino
vien. con\ien eh* i' scorchi; Mi lievo pieo
d* affanni e di difetti , Con gran peoueri
e con ouotì rimorchi.
t SCORCIAMENTO. Lo seorciart ,
Diminuzione di estensione , o di durata .
Lat. diminntio , immintttio. Gr. l'XxrrCi-
Oli. M. Aldobr. P. JV. 191. È scorcia-
mento di vita , e corrompimenlo di vir»
tude . Gal. Sist Jrji. Accrescimcnli e
scorciamenti de' giorni , mutazioni delle
stagioni, er. ^ Betlin. Disc. 1. !()'>. Nfc
qui finirebbero le proprìel'a maravtgliote
di questo scorciamento , • altungameolo
delle rigor degli os.i . E Iq) Intanto
fermiamo rhe gli strumenti sospendilori
dell* ossa devono essere arrendevoli, ec. e
di più mobili con moto di altungameolo ,
e scorciamento scota strapparsi. (C)
t 3 SCORCIARE. Render più corto;
Contrario di .^llungtra Lai mtnuert, de-
SCO
e urtare . Gr. cì^arTOÙv , xdXoSoJv. Sagg*
nat. tsp. 20« Per potere con facililà scor-
ciare ed alluog^re il Iriaogulo. ^ Ar. Fur.
37. 36. Che fino all'ombiltco ba lor Io goD-
oe Scorciale doq so chi poco corlese. (N)
# §. 1. E fipiratam. « Ou. Com. Par.
16. 365. Chi vuote euerc vero ookite, noa
«i dee lasciar scorciare il titolo delle vir-
^tuose opere de' suoi maggiori » ma dee
quelle coDtinujre. (C)
* §. II. IC in signific. neutr. passivale
Divenir più corto. Betlin. Disc. J. 3l.
Le quali (cor.tej si stirano Dell' accordar-
li , e poi alleolaDdule si vedono rientrar
da te stesse in se stesse, cioè scorciarsi,
o coDiraersi . (C)
f # §. 111. Scorciar la via, o simile ^
vale prendere qualche via traversa , che
renda più breve la via, o simile. Forti-^.
Ricciardi 2. 34* Ritornatevi tutti a casa
vostra ; ec- E eoo la man la strada lor
dimostra , Perchè scorciare possano la
Tia. (ffj
f # §. IV. Scorciarsi i capelli, 0 si-
vttli, vale Tagliarseli, Henderli più corti.
Ar. Fur. 25* 26. Ferita da uno stuol di
Saracioif Che senza l' elmo la trovar per
ria, Fu di scorciarsi astretta i lunghi crini,
S« sanar volse d* una piaga ria (H)
§. V. Scorciare, e anche term. di Pro-
■ipettiva, e vale Apparire in iscorcio Varch.
Lez. 2l5. La pittura fa scorciare una figu-
ra, ec. Gal. Stst. ^7. Doveché Io scorciare
tanto , e mostrarsi così sottili verso tale
estremiti ec ci rende sicuri, quelle esser
falde di poca profondila o grossezza , ri-
spetto alla lunghezza e larghezza loro.
SCORCIATO. Jdd. da Scorciare, Lai.
imminutu.t, decurtutus. Gr. a;ioxOT£t5-
# §. Scorciato. Term. araldico Dicesi
de* pezzi scorciati nella loro estremità in
gmsit, che non tuCC<ino gli orli dello scu-
do, (A)
SCORCIATOIA. Tragetto, J'ia più
corta Lai vitB compcndium, semita. Gr.
aTj3a::35. Fr, Giord. Pnd. R. Entraro-
no in viaggio per la scorciatoia più facile.
K appresso: La scorciatoia noa riuscì ta-
le , quale se la erano creduta.
* § I EJgurat. Bellin. Disc, \. 182.
Ella è Lece (li vii delle Scienze) una via
stretta , e stretta talmente che un non si
può volgere oè in qua, uè in là, né vie
cantonale che conducano a scorciatoie. (C)
# § U. fin forziìdiadil. Segner. Mann.
Marz. 3l. 4 Sai tu perchè i consigli si
ilicoQo vie scorciatoie di andare al cieloT
Perche sono vie di lor natura più rette .
F num, 5. Questi fentierì , cioè queste
vie più strette, più solioghe, più scorcia-
toie ve, si chiamano di equità. (J'J
* SCORClATORE.r^/i'a/.maic. Cne,
o Chi scorcia. Bellin, Disc, i. 192. Non la-
«estero ce. né come i canapi sollevatori
ilei pesi , ne come i cannoni sluogalorì ,
«r scorciatori dei canocchiali. (C)
SCORCIO. Susi. Approssimamento afjì-
i< J come Scorcio di fu ra. Scorcio d<l gioì-
nojt simili. * Car. Long. So/. 2^ . Era nello
Korcio della primavera, e nel principio
dell* estate. (TCj Salv. Granch. i. 3.
La cosa e condotta alto scorcio . Tac.
Dav. Stor. 5, 371. Il fiume nello scorcio
deH autunno, d'assai piogge ingrossato,
coperse la Wssa e paludosa isola in forma
di stagno 0/ («jto lat. ha fleio autumni).
Ruon. Fter. i. 1.4 Non furo a tempo,
o furo Sullo scorcio del tempo,
§. I. ^Scorcio , va/e anche Positura ,
0 Attitudine stravagante. Mor^. zì. n^.
Socpeso avendo la sinistra gamba . Di
scorcio strana , orribil , torta e stramba .
fìuon. Fier. 2 2. io. Quel che tende le
reti Al vcnloj tb hello scorcio! Malm. \.
38 E fa scorri di bocca, e voci strane.
't S *'• Scorcio, e anche term, di
Vocabolario T- li.
SCO
Pittura, o Ut Prospettiva , ed è Quella
operazione che mostra la superficie esser
rendiita capace della terza dimensione del
corpo mediante essa prospettiva, la quale
fa apparire le Ji gare di più quantità eh'
elle non sono, tioè una cosa disegnata in
faccia corta, che non ha Valtezza, o lun-
ghezza eh' ella dimostra . # Dav, Tac.
Leti- La (lingua) Fiorentina propria, che
si favella, è ricca di partiti, voci, e modi
spiritosi d^ abbreviare, che, quasi iragetti
di strada, o scorci di pittura , esprimono
accennando. (J)
V § 111. Onde Essere , o Stare in
iscorcio , si dice a Figura dipinta in tal
modo. Jialdm f'oc. Dis, (A)
§. IV. Filiere, e simili, in iscorcio j
Contrario di l'edere in facci a j ed è quan-
do si vede alcuna cosa per banda . Gal.
Sist. 47- Tra tulle le figure, sola la sfera
non si vede mai io iscorcio.
* SCORCIO. AdJ. Scorciato. Ar. Fur.
25. 26- Fu di scorciarsi astretta Ì lunghi
crini , Se sanar volse d' una piaga ria ,
Cb' avea con gran periglio nella lesta ; E
così scorcia errò per la foresta. (Ts'S)
SCORDAMENTO. Dimenticanza Lat.
oblivio . Gr. à/iv»55Ti*a. Fr. lac. T. Il
nono grado sì è scordameoto, E del mal
fatto non curare.
SCORDANTE. /?(JCorrfa/)/e. Lai. di-
screpans. Gr. a'ffUjUyuvo;. G. /'. 8. 101.
5- Ivi , sansa nullo scordante , elessero a
Re de* Romani Arrigo conte dì Luzim-
borgo. Cuid. G. Per la maggior parte si
sono trovali in concordia, e in poche cose
sono trovali scordanti . Stor. Pist. i58.
Li trentacinque furono scordanti.
SCORDANZA . V, A. Discordanza ,
Diversità rf"* opinione, Lat. discrepantia ,
dissensio. Gr. (Jiaywvt'a. Fr. lac. Ccss.
Quando tra i cavalieri nasce scordanza di
voloniade, rade volte se n' aspetta vittoria
della battaglia.
t 5^ §. Scordanza, e anche term. gram-
maticale , ma pochissimo mato , e vale
Sconcordanza - A'/. Pgzz. rim. buri. 3.
33i. E lasciate ire oramai le scordanze
Che fa la lingua nostra ne' plurali. Che
soQ piuttosto regole, che usanze, (f')
SCORDARE. Tor la consonanza; con-
trario d'Accordarej e si dice di strumenti
di corde, e simili, Lat. discordem redde-
re. Gr. «cw/JL^oavov TTOtsIv. Ft , lac. T.
4. 6. t>. Bello fu lo stormento ; Non l'a-
vesse scordato,
§. I. In signific. neutr. assol. vale Dis-
sonare , Non accordare ^ come : Il liuto
scorda col violino . Lat. discordare . Gr.
OiaywViTv. ^ Fr. Giord. Pred. 39. In
qaella vita beata di paradiso se ci avesse
pur uno peccato, pur uno, tutta quella
corle, tutta quella celerà scorderebbe. (CP)
^ g. II. Talora si usa anche in si-
gnific. neutr. pass, nello stesso tignificnto,
Corsin. Torracch. i. 5l. S' odon di qua,
di là singultì e pianti , Si sgonfiano e si
scordan gli strumenti ; Circa il fuggir ,
beato chi è più innanli , ec. (£)
*§. III. EJìguratam. Fr, Giord. 20.
In questo s'accurdaro tutti i filosofi e tulli
i santi; ma in questo si scordato, che ec.
f'it. S. Gir. ;o. La sua santa vita non
si scorda dalla loro. (FJ
* g, IV. Scordare, vale anche Discor-
dare. Esser di diverso parere. Sen. Pist.
QQ. r mi scordo anche da lui in quel
eh' e' disse, che i savii trovaro il ferro
ec. (TC)
g. V. In signific. neutr. pass, vale
Dimenticarsi . Lat oblivisci . Gr. olfiVYi-
/JLOVcWEiv . ^ Ar, Fur. 27. 137. Che il
nome suo non mi s' è mai scordato. (C)
Morg. 24" 86. Uo' altra cosa fa*, che non
ti scordi. Che con Gan nulla non ne ra-
giooaut . Capr. Boi'. 2. 3l 0 cb' ei te
SCO
109;
lo scordasse , 0 che non sìa lecito parlar
delle cose di là a chi vi è stato . Gal.
Sist. 406. Intanto , pfr non me lo scor-
dare, voglio dirvi certo particolare.
«SCOP.DATISSIMO. Superi, di Scor-
dato. Baldìn. Dee. VÌTeva scordatissìmo
de' proprii loieresii e facullà. (A)
SCORDATO. Add. da Scordare. Lat.
oblitus , imnumor . Fir. As. 1 4o. Non
iscordatosi Zoffiro del regale comanda-
mento, presele nel grembo della >.pirant«
aura ec, le pose a pie del bellissimo pa-
lagio .
§. L Scordato, contrario d'Accordato.
Che scorda. Lat. dissonus, Gr. kou/jlow-
voi ■ Cas. lett. 78- Come un istrumcniu
scordalo non si può usare ad alcuna mu
sica, così gli animi impetuosi ec*
1 5ì^ g. II. Scordato, e anche term. della
pittura, t della scultura, e vale Che non
ha accordo, Benv. Celi. Vit. 3. 317. Av-
viene che molle volte Io scultore manco
amorevole a tale arte si contenta d' una
bella veduta , ìnsino in dua, e per non
durare fatica di limare di quella bella
parie, e porlo in su quelle sei non tanto
belle, gli vien fatto motto scordata la sua
statua. (A)
SCORDEO. Lat. scordiitm. Gr. a/.op-
ot'ov. Ricett. Fior. 64- Lo scordeo è un'
eiba che ha la foglia simile a quella del-
la querciuola, ma maggiore, e dod tanto
inlaglìata, con un poco di lanuggine , ed
ha odore di aglio , e sapore amaro ed
astringente, e i fusti quadri, sopra i quali
nasce il fiore rossigno , e uasce negli ac-
quitrini de' monti.
t SCORDEVOLE. Add, Che si scorda
facilmente , Dimentichevoie . Lat. imme-
mor, obliviosus. Gr. oifivr}'fj.ùìv . ^ Segn.
Etic.lib.g.cap. 7. La più parte fd^^/i uomi-
ni^ è scordevole de* benefiziì , e piuttosto
desidera d* essere beneficata che dì fare
benefizio ad allri. (CP)
V g, I. Scordevole , si dice anche de-
gli affetti dell' animo. « Fir. Lett, donn.
Prat. 333. Mostrano di tenere tanto conio
di questo infelice mio libretto , eh' elle
mi minacciano d* ono non iscordevole o-
dio, perchè io non ce le bo inserite den-
tro n . (C)
5 g. li. Per Discorde. Lat. discors. Gr.
cLii\jp.f(avoi J'aler. Mass, Egli aveva
intanto pacificati gli scordevoli tencioua-
menti .
SCORDIA. r. A. Discordia, Lat. di-
scordia. Gr. Jiaywvt'a. Liv. M. In-
tra i padri e *1 popol minuto fu grande
scordia .
SCORDO. V. A. Discordia. Lai. dis-
stdium . Gr. ^i^oOTast'a. 31. V. i. 76.
E i Sanesi non fossono cagione di questo
scordo .
SCOREGGIA. Striscia di cuoio, o si-
mile, colla quale si percuote altrui. Lai.
scutica. Gr. ar.VTKXri. Frane. Sacch. nov.
80. Passando uno, che era vestito mezzo
bianco e mezzo neio tutto da capo infitto
a piede, eziandio scoreggia e scarpelt«
(qui vale Striscia da legare t vestimenti,
o simili), Tac, Dav. Pei d. elcq. 414.
Fugga le buffonerie da scoreggia, le clau-
sule tulle a un modo ( il testo lat. ha
foedam et insulsam scurrilitatem ).
* SCOREGGIALE . F. A, Cintola ,
Salvia. Tane. Buon. i. 1. Scheggiale -•
cintura femminile j cintola , credo io , di
cuoio , quasi scoreggiale. (B)
SCOREGGIARE. Percuotere colta sco-
reggia. Lai. scutica ccedere. Gr. czvTaiij
TrXriTTEtv. Morg. II. 109. E farlo tanto
a Gano scoreggiare. Che sìa segnalo dal
capo a' talloni . Alleg. i5. Quel bastar-
dello impiccatuzzo dì Cupido m' ha dì
maniera scoreggiato il cervello, eh' e' m'
ha , non so in che modo , fatto mettere
l38
JOj"? SCO
ODI IO. f"ol. io MMona ( iu, ptr mt-
SCOREGGUTA . Colpo d, scortW":
I,.t. iculico! iclu: Gr. «UT«Xr,5 Itiiyl
But. /nj. l8. I. A.hi COR.. f«"" lof 1'-
«rlebecxe, ciò. le gami...-""";
quelli peccatori con le ^cor-gg'»"' Y" I
i»«/,.no.v 195- Il ■•)'"><>''•« "" ""t^'"^'
voi e, che mi facciale dare coquaola o ha-
clonale , o .corcggiale. C..»<. t-/.. 4'^,
Ma troppo gii d. lor noi v. 6dale , Che
tulli son huSm da .coreggiate
CDdo .1 vetturale in sulla su,, .nula e
tenendo il fr-no dill' una mano , e dal
•lira mano la scoreggiata, >'g'">"68>"' '
con lecoscie, e con le man., « fa««U
andare in un forte amb.o.
•t * SCOREGGIATO. Su.: Coregg,'lo
da balUrc. Sah.n. Tane. '""<'""■'*"
rc-smlo, o <ore.g.»(». stru.nenlo da bai-
uJergraoo disteso sull" a.a . dello ec.
d"la coreggi,. n,ol,.le altaccaU alla por-
tica, che Ta in volta (.1)
SCORGERE. l'à,rc. /J.!«rner^. La .
crxer., w./.«, fcrspicrre. Gr. ^c^^oc-j.'- ,
Vani. „./. 6. Quando e. scorse Cerbero
il eran vermo. Le bocche aperse. C .4.
Co!a non fu dagli .a- occh. scoria Nota-
lille. E 33. Ed .0 scors. Per quattro v.s. 1
SCO
Il mio aspetto Slesso. •«''"■"'"•''.' „\.^
E simiLninle avea scorto Al"'"'»'»";
ter ve.r.10 de- panni di Scannad.o. Peir
son Tòì- Suh.lo scors.il buon g.ud.c.o
(nUroFralanlicslbeivolliilpiuper.etlo
File. S.cch. ««.. 78. Esl' "' "J"
tempo, che noi non lo poteo..no «"rgere •
(5 1 6Vorgeef, per <;....'■<", -I^.lr^re
acan.m.nc.W le <cor,a.l.A. .lucere
deductrc, ducem .<e prahcr.. prac'-e. Gr.
, " . ' „,„, i„r « Tu qui rimarrai.
Che gli hai scorta si buia contrada. /.
P°r" 21. Chiv- ha per la sua scala
/'«r„. .il. ^ < . Quella che
tanto scortei Peir. son. 2;J v
g,a co- begli occhi mi scorse. Ed or con-
ven che col pensier la segua. A. SoH-.
Ouella m, scorge, onde bene imparo, h \
E preidiin grado ' ""B-"" '''"'^ '' f " "
26. Alcuno baleno mi scorgeva onoslret- j
to sentiero. (C) .,,.;„.
•t :? S- "• Scorgere, m senso assolu-
to per Maurare. Manifestare Ch.al.r^
cLrr. Gol. 2, tì. Voi, lodati 6n qui U
nobil fede, Non vi macchiate d. novello
errore ;QÙ's<i <>•'"• »"° ?■= " .""'«V n
voi Vin«r dovete con gl'imperi suoi. r^/^
Iv F.a. I, 128. Eolo a rincontro: a
te regina, disse, Con.iensi che tu scorga
i ,uoi^e;iri. Ed a me ch'io gli adem-
*"'p '^Ml'' Per Guidare altrui con sinr-
re G r.ìX^ iàoniuo^»> USCI, poi
gli scoconó e eondussono per la Lom-
bardia a Bob.gna. K cap. 2^ 1 «a
F.orentini furono scorti e accompagnai,
insino a Montegu.irch.. M I . i- "O?-
Sicurava i comperalori, e f"""»» «"•
-ere lealmente, per dare corso .Ila sua
Lrcal.mna. 5<»c. P,rr62.Lofece.co.
g„e fuori di Lucca sano e salvo con tolta
"l'Ti'y'. P'r Condurre. Essere enpltn.
nato Ta„. Ger. t;. 22.V, S,f»cc\e p,.-
s. V .Scor«r, la voce, '■ale DUtin-
gue,U. Conoscerla. Ira^feriU l opera„on
dell- occhio air orecchio, f "'"«..'''''V
„„ talora Sentire in cambio ./. f edere
Lai. rf...e"..re. Or. *.«xp.vl... Bocc.
no... 26. 16. Senta favillare in gui...
<b< iscorg.r s. potessi la voto.
» g. VI, Scorgere, parlandoti di pule-
dri, 0 simili, l'ale Ammaestrare. Domare.
Frane. Sacch. no... l55. Se torcete un pol-
iracchiello, in che spendiate otto in diec.Bo-
rini raddoppierele i danari in meno d no
anno, perocché i vostri pari gli scorgono be-
ne, che tulio di II menano in qua e .n la, e
poi riescono i migliori cavalli, e . più 51
curi che li scorgano, fi app'O.o.- Gliene
fu menalo uno, ch'era d'Ormann-eco del
Bianco Deli, il quale sempre il dilettava
di scorgere puledri, fi )
§. VII. F.irsi scorgere «« balordo, 0
per balordo, isn.'rante. tristo, e simili,
vale farsi conoscrr per tale. Lai. se
improhum etc. osleadere . praeseferre
suamlmpro'dlalem Gr xa/t'«vejyaiv!cv.
Morp. 19 95 Margone gli faceva oo
viso arcigno, Dicendo : tu fai scorgerti
un briccone. Lih S.n 121. Per farli he-
ne scorgere un arloKo.
€ Vili. F'rsi scorgere, assolutam.,
vale Farsi burlare, o beffare. Lai. se
irnd,nlun, praebere, spectaciilo "«./"■
Imlan, feri. Gr. p.Z°'Ol ■/iicl^'^'- Toc.
D,v. Ano. l3. I<i5. Per non farsi Ira
que' forestieri scorgere, la rimisero nelli
statichi, e ne' loro conducenti ( il testo
lat. ha ne diulius cilernis speclacolo es-
set) Fir. Tnn. 3. 5. Vuo' tu ch'i m.
faccia scorgere sec" ?
* SCORGIMENTO. »i<C"-(iime#.ei>.
B/llin. Disc. II Del suo grossolano scor-
gimento rimproverandolo, t }fin}
t SCORGITORE, l'erbai, masc. Che.
0 Chi scorge. Lat. spectator. Gr f f Of»;;
* Sega. Elie. lib. 3 cap. l^ commi. L
inlelletlo ora le mostra ^n//a volontà) .1
vero bene, ed ora il bene apparenle, se- |
condo eh' egli i? o mediante le aiioni vi- ,
liose corrotto, o mediante 1 buoni costa-
mi fatto dalla virtù morale prrf.tlo , e
scorgitore di quello che veramente sia .
bene, (CP)
g. p,r Guida. Lai. Alt, Gr. nys/JMV |
lini. Purg. 33. 2. Lo quale va d.nanti
a geote per iscorta, ci„ù per guidatore
della genie, e scorgitore della via. E
P.ir. Il, 1. Fussono alla della sposa gui-
datori e tcorgilori per 1' una e per 1' al-
j tra via virtuosa in P.radiso.
SCORIA. Materia che si separa da
melala nelle /ornaci quando si fondono,
e che Insieme con es<0 loro scorre fuori
di esse; e si dice nache Scoria Quella
' matteria che « separa dal ferro gin fon-
liuto ne- forni allorché si ribo'le nelle fu-^
Cine; e C" altro nome comunemente s
appella Rosticci. Lat. scoria, recremen-
liim. Gr 5<w5ia. Fr. lac. T. 2. 2. ^8.
E sia spoglialo d' ogni mala scoria. Pi-
ceti Fior. 63 La scoria do' metalli ,
chiamata da' Latini rccrrmenro, i^ diffe-
rente dalla scaglia detta di sopra, impe- ,
rocchi: si chiama scoria quello che si separa
d .1 niellilo, quando nello fornaci si e col-
lo insieme eolla sua vena, e poi si fonde
io allro vaso, e quello che si trae fuori
quando i: cosi fuso.
SCOBNACCUIAMENTO. Lo scornac-
chiare. „ , ,,
SCORNACCHIARE . Scorbacchiare -
Lai. iraducere. ir.idere.Gr.-xxpaiayua-
TiSriv. vU\ixi.:n.
t SCORNACCHIATA , Scornacchia-
mento. Benv. Celi. fit. I. Io3, Ancora
multava di fare quella .cornacchi.li.
SCORNACCHIATO. Add. da Acor-
nocchiare. Sc.rbaich.ato . Lai. irrir.,,.
derisus. Gr. irafaOc.r.u.T.dìci;. x>«»«-
oìtii. ìa'ch Ercol. 54 Q"'^-'" <•'"'-
chessia ha vinlo la pruov., noe sgarato
nn allro . e fattolo rimanere o eon dan-
no , o con vergogna , dicono . F.ren-
le : il HU • rimaio iconlilo, o icornie
cbiato.
SCO
SCORNARE. In att. tignlfie Romper
l, eorna. Lat. c«r«i.« Iruncare. mutdart. ^
Gr. à.eift.-.ot 3».iTv.
e 1. Per metaj. Svergognare, SbeJ/a-
re Lai. /u*'.rio habere . Gr tuTtO-poi-
ve'y Tivi. Lib. Moti. La brigala 11 puoK
insieme, per farlo scornare, di non allea-
Jjre • sue parole, e di non riderne ,
come solcano. Frane. Sacch <>p. div-
' 122 La matrigna, vedendo molti che 1
veniano a velare per la sua scien.ia. gli
parca essere .cornata per le parole che
Si Ini avea delle. E nov. 187. Messe,
Dolcibene, un buon pexio dicendo que la
novella per la terra, scornava f»"' "•'»-
,„. M.nz .at. 1. Quel che vi sembra
Idoraaion viscorna, Evifanell.propna
infjntii noli. .
e II. In iignific. neulr. pass, vale
Prendere, o Ricever verecgna^ I-»l- P»"
dere, pudore ajfci. Gr. «.ot.arai, xar«-
LLLx, Peir. son 48- S.ccl.e aven-
do le reti indarno tese. Il m.« duro av-
versarlo se ne scorni. Frane. Sacch. nov^
143, Si .cornò in forma, che «mpr» la
i?mico di chi gliele di.se, E n»^ >8'l^
I contadini si cominciano a scoraaie e
dolere, dicendo: ee. „ i -,
SCORNATO, Add. di Scornare. L>t.
eornibu, mulilus. Gr. «, !/=«"«■ '^'J^-
Calv. 2 il. Dicendo: Macomello pale- .
rino ec. O e.n malfosso. beccacelo .«or-
nalo. To se'cagi.n che il Po.er m b.
la.cialo. i.» T «f
8 Per l,hr(f^lo , Svergognato. Lat,
ludibrio haMus Gr X^e"'''?»'- ^^T '
/„/ IO Tal mi fec' io. qua' .on e^or
che sùnno. Per non inteuder co eh e
lor risposto. Quasi scornati, . risponder
non .anno Rocc nov. 32, 23, D>. '»'
qua.i scornali, grandU.ima v.llama dusero
alla donna E nov. 6\- 9 Tofano, uden-
do costei, si tenne scornato, G. » . ;• I»-
2 Toruaronsi tristi e scornali a Prato.
Pass. 23l, Rimase costui confuso e .cor-
I nalo. l'orcA. I>c.l. -^ Q""''" '"■■ccbe.-
I sia ha vinti la prucva, cioè sg.ralo on
altro, e fattolo rimanere o eoo danno, o
con vergogna, dicono a Fireoae: il tale e
rimaso belfato , scornato , o seornaccbia.
°'+ * SCORNATORA - Lo scormarr .
Hollnra delle corni. C.r. Long. Sof. 9.
Due becchi ee. prima alle cornale , e di
poi agli urli venendo, nell' ultimo cono
.1 tempestosamente si scontrar.., che .11
uno di «si un corno si svelse ; per che
ec. Dafni della seornalura dell' uno cruc
ciato , e della traeolanaa dell' altro mal
jofTerente, ee. (H)
SCORNEGGIARE Tirile per late una
cornalella , scolendo il Capo L.t_ fornn
pelere. Gr XJS«Tl'Jtl» * Esop. Fav. I .
Rice 28. Lo hue con le coro, lo fcor-
neggiava I il lione ) . lo oioolone gli ..
cìtlava addosso. (Ci
# SCORNICIAMENTO. Lai-ore di cor-
nice, e la Cornice si Si> »'»<. Op FU.
5. ItiO Di largherà e lungh,.« t.nto
minore d, qoel di sotto; quanto era 1 .g-
• elio e sc.roiciamenlo. dove posavano le
delle figure fO .Bahlin. ì'oc. D.s. la
OREFICERI'A . E s..rla un altra bella
in.eniione di lavoro , che chiamano di fi-
lo di grana, irol quale si fanno ee. orna-
menti di spere e di c.s.elte . che paiono
quelli seoniieiamenti lavorìi. » punU d
ac... eon .nimali e fiori, ec. (Bj
SCORNICIARE, ^'.ir rornic*, Ttn».
di ArehiletUira . Lai. coronas struera .
Gr. «risa» ;i>c»rì» ^„ . e
* Si ORNICIATO , Add. da Scorni-
ciare. Bocc. Com. Inf Nelle .1.11. e ne
cell.cri fare mangiatoie intaniate, . sedili
icornici.li , f A)
'■ J SCORNO Vergogna . Ignominia.
5 e 0
Lat. ignominia, oppr^-hritim. Gr. ari/it'o,
s^(«X'''*"l> tfV*tJoi. Bocc. g, 5./. 3 COD
prooU risposta o avveJiaìeoto fuggi per-
dila , pericolo o seuroo . E n^v. Dì- 3*
Come la malizia d' uuu il seano soper-
cbiuae d* un altro , cuti gr^^e daooo e
scoroo del soperchiato . Fetr, son. i68>
Pieo di vergogna e di amurotu scoruo .
DnnU Purg. IO. Ch<? ooQ pur Policreto,
Ma la natura gli avereblie >coroo v l'arih,
Err. Gio^'. 5l Move i- da uoljre <[uaDdo
il GiuTÌo accresci; e si distende ia tu *)Uc-
kU cosa, biatinijudo gli Oratori, i ijuaU
Dun v'avejoo colpa, e non diceado oulla
dello scoruo che leciooo loro a fargli cer-
care contro "gai UiJoaa. (C)
# §. I. J-^tit 1 scarno una cosa, vale
Averla in odio. Recn> scU ad o^ta. - J ine.
Man. rini. So Oh f-'lici animai, ch'avete
1 scorno La chureaa del giorno , Ecco
OQ cuQipagiio fido. Che auu prima di vui
lucia il suo nido «. (C)
Xe §. ti. ^J dice che u'ta cosa porterebbe
scoC'to ad un' altra, allorché la Supera Ji hel-
lesia, bontà, o iimiU. Hed. Ins. 20- Hanno
lo stesso colore, anxi più vivo, e coiì rosso,
che porterebbe scorno al cinabro. (C)
SCORONARE . Tacitare gli a'beri a
corona, Lat antfìuiiire, Gr. cctoxo'ttsu.
SCORPACCIATA Corpacciata. SaUnn.
Pros. Tose. \. 5i3. QuesU è Una mate-
ria pe* toiei denti, se ci fossero, sebbene
Doo ce o* è bisogno , e se ne può fare
una scorpacciata .
SCORPARE. Mangiar bene, e assai.
Lat. cibit se ingitrgitire. Gr. yxsrp'^stv
Varch. Ercol, 65. Con lutto che i fur-
fanti nou siano troppo usi a sguazzare, e
tiare co' pie pari » il che si chiama scol-
pare, e stare a panciolle
SCOPPIO, r. SCORPIONE.
SCORPiONCINO. Dtm. di Scorpione.
Lat. scorpiotus . Gr. a/op:r;'^iov . Red.
ins. 47- Partorì, non undici scorploncini
ec., ma bensì trentotto, benissimo forma-
ti, e di colore bianco lattato. E 48- Non
Tì ho mai trovato altro, che quella bianca
filza (Il scorpioncini , tulli quasi di ugual
grandetta .
t SCORPIONE. fSCORPIO Insetto ve-
lenoso simile a uà piccolo gambero, che ha
otto occhi , otto piedi , due bocche , e la
coda articolata ; detto altrimenti Scarpione.
h»l. scorpio , scorpius . Gr. 9/op:rto; .
Dani. In/, f] . Cb' a guisa di scorpiun la
pnoU armava . Mtesiruzz. 2. 20- Ecco ,
■o vi bo dato pode.<ti^ di calcare i serpenti
e gli scorpioni , e sopra ogni virtù del
nimico, e ninna cosa vi nocera. Vit. SS.
Pad \. 123 Da podestà, secoadocbè dice
il Vangelìo, di calcare sopra i s-erpenli e
scorpioni. Jlam. Colt. 5. x35. Il frigido
scorpioo, r audace serpe.
§. 1. Per Uno ile' dodici segni del Zo-
diaco. Lai. scorpius. Gr. SMpiZtOi- Dani.
Purg. 25. Che '1 Sole avea lo cerchio dì
merigge Lasciato al Tauro, e la notte allo
Scorpìo. G. /'. 12- Il3. 5. Il suo ascen-
dente pare che fosse il segno dello Scor-
pione. Alam. Colt, 3- 62. Indi che il Sol
la vencnata coda Tocca dello Scorpioo >
già trova posa II bollente vapor.
§. II. Scorpione, e anche Una sorti di
pesce di mare. Rei. Oss. on. 176. Tutte
le sorte de* cani mariai, Io scoipiooe mag-
giore, il gbiotzo d'acqua dolce, ed altri.
Mofg. i4- 6f>. Lo scorpìo colle punte
aipre e villane, Ltgosla e soglia, orata e
ttorìone .
S- HI, Scorpione marmo, è anche Una
torta <t insetto di mare. Red. Ins. i54-
Tra* congiugo ime oli dell* arm,adara d'una
locusta di mare trovai appiattato un altro
insetto . che scorpioo marino dtoesi dal
volgo de' pescatori.
"^ %• IV. Scorpione. Term. de* Mtlit.
SCO
Strumento antico miliUire, cosi detto d ti
sottili e mortiferi quadrelli che scagliava.
f^efez. pag. 167. ( Fir. |8l5 ). Gli scor-
pioni sono detti quegli che mauubalestri
sono uggì cbÌJinali. e però così nominati
perchè per ^li suoi sottili quadrelli agli
uomini danno la morte (lij Scgr. Fior.
Art. gnerr. 7. i6j. Gli strumenti co*
quali ^li aulicbi dil'eotlevan^) le terre,
erano molli , rome bj|u(e , onagri , scor-
pioni . arcubalisle , fusliUali. (Nj
SCORPORARE. Cavar dal corpo, o
dalli massa della ru^^ione, dell* eredita, o
simili. Lat- s'rteni inimimiere Gr Oa-
v£i9v s'/arToJv. Cton. Morell. 261. Con-
siderato cbe di necessità e' s* hanno a scor-
porare pe' bisogni sopraddetti. Tac. Otw.
A'in. 3. 77. Giieo Leutulo avverti, cbe
per es&er Sitano nato d* altra madre, i
beni iiiJterui si s< orporassero pel 6gliuo-
lo (il testo lat. h.i sepjfanda materna
bona)- Jioriih. Vesc. Fior. .^07. Col tem-
po entrand'.i Ìl pubblico ne* beni de* cac*
ciati, molli con questo titolo gli scorpo-
rarono.
* SCORPORAZIONE. Contrario d'
Incorporazione. Baml. ant. Chi in detti
casi sarà giudice di tali confiscazioni ed
incorporazioni , e delle scorporazìoni per
tali conti da farsene? (A)
SCORPORO Suit. Lo scorporare. Lai.
sortts imnii'itttio. Gr. Ostvjiou tAocr-rw^t^.
M.ilm. 1. 67. Bramar dice una grazia, e
cbe in essa Non si tratta di scorporo di
borsa (qui per similtt. , e vale: non si
tratta di spendere ).
* SCORRAZZAMENTO. Lo Scorraz-
zare. Salvia. Cas. ^5. L' orazione licen-
zia il convito, quindi uno sì parte non in
brrgate, di ferimenti , e d* uccisioni , ne
in classi di scorrazzamenti, E 171. Ciò
cbe gli uomini fan desio, paura, Ira, pia-
cer, gioie, scorrazzamenti, Tutto è farra-
gin del libretto nostro (N)
SCORRAZZANTE, Che scorrazza. Lat.
Cursaas, va-^ns. Gr. avaTpi'x"'» TtÀa'vo?.
Tac. Dav. A'in. 1 5. 17^. Esortò i sol-
dati a snidiar con preda e gloria quel
nimico scorrazzante , che non vuol balta-
glia, ne pace. E i5. 206. Cosi sparpagliò
le forze, che unite avrien sostenuto me-
glio il nimico scorrazzante.
SCORRAZZARE. Correre in qua e'n
là interrottamente , e talora per giuoco.
Lat. cursare. Gr. KVXrpz'x^^v. Tac. Dav.
Ann. i.'>..2l8- Dìssesi che venne pensiero
a Subiio d* assalirlo quando canlava in
sulla scena, o quando, ardendo la sua ca-
sa, la notte scorrazzava qua e là senza
guardia. AlUg. 1 16, Argomento è di ciò,
che la canaglia Ne' palaui de' più grandi
ìl cortile Come suo gode, scorrazza e tra-
vaglia. ^ Salvin. O"'. f. 529. Scorrazaa-
van con piedi ammaestrati. (Min)
§. Per Far correrie, o scorrerìe. Scor-
rere, Depredare. Lat. depraedari , depo-
putari. Gr. xara^uià-ii , lapu^af/w/al».
Tac. Dìv. Star. 3. 3i4> Arse 1" armata ,
e scorrazzava tulio quel mare (il testo
lat. ha vacuo mari eludens ) .
* SGORREGGERE. Contrario di Cor-
reggere. Sali-. Avveri, i. i. 11. Allri
luoghi simili nella medesima opera ( del
Decamerone) sono slati corretti, per non
dire scorretti. (V) Car. Rett. Aiist. i.
l5. Cleofonte contro Critia citò alcuni
versi d'un' elegia di Solonc, per mostrar
cbe il suo casato era anticamente slato
scorretto. (TC)
^ §. Scorreggere, vale anche Rendere
licentioso , scorretto , sregolato. Frane.
Sacch, rim. Perocché lo rettor sostiene e
regge, E lo ratlore rapisce e scorregge. (A)
SCORRENTE. Che scorre. Labile. Lat.
fJuens. Gr. pi'wv. Coli, SS. Pad. Perla
scoiTente possanza dell' arbitrio. E ap~
SCO
»099
presse: Quando per sollecito ingegno fis
turala la fonte e le scorrenti vene. Cr. S,
1. 16. Se t' accorgerai cbe la corteccia si
magagni per gli umori indigenti e scorren-
ti, leoderà'la in certi luoghi dall' alttz&a
del ptrdalr io6oo al basso , acciocchì: la
putrescenza M-oga meno.
^ %■ Lingua scorrente, vale Lingua
Jactle a tia<correie in C'ilive parole. Fr,
Ine. Cess. 3. 7. no. R. Suole esaere la
lingua scorrente. (C}
SCORRENZA. Flusso. LaU ahijluxus.
Gr. òi'xp'^oiu. Cr. .'>. u. 2. Il suo olio
( d^li' >itloro ) ec. giov.i a lutti i dulori
de' nervi, e risolve la ^correoxa. i"? Tes.
Pov. P. S. cap. i3. Lo feltro Lajjoato ,
tinto in vino caldo, p>>sto in sul poslione,
ritiene la scorrenza (lì)
'\i %. Per Flui.lità. lìellin. Disc. 2. 60.
L' acqua per lo mescolamento del sale
non ricresce e n<jn gooBa, e non sì stende
ad occupare maggiore spazio dì prima, ne
dì nuova coerenza diviene nelle sue parli,
ne di nuova Lrattabi'ita, ne dì scorrenza,
o tucidanza nuova . E 2. 6^. Sì è anco
detto di più che per 1' incorporarsi ella
(l'acqua) de' sali, non cangia, o perde
di sua natura, ne acquista durezza, o fer-
mezza nelle sue parli, ma si rimane nella
sua liquidlla, e scorrenaa primiera. (F)
SCORRERE. Si dice propriamente il
Correre, 0 Muoversi di quelle cose che ,
scappando dal loro ritegno, camminano
troppo più velocemente di quel che biso-
gnerebbe i come ruote, carrucole, e simi-
li. Lat. dclabi, praterfluere. Gr. TTa^xa*-
piX* . Cr. 2. 27. 1. Il sito delle terre
non sia si piano , che faccia stagno ; ns
alto, ne dirupalo , sicché rovini e scorra
giù.
§. I. Per siinilit. Scorrer col cervello,
vale Impazzare. Maini. ^. 18. Che avreb-
be caro esser tenuto D*aver piuttosto col
cervello scorso.
n^ § II- E per meta/. Pensare, Me-
ditare. Ar. Far. i^. 79. Seco pensa Ira
via, dove sì cale U celeste corsier per fal-
lir meno ec. Vien scorrendo ov' egli abiti,
ov* egli usi ; E si accordare in 6n lutti i
pensieri ec. (Rr)
^ g. III. Scorrere, vale anche semplice-
mente Correre. Bus. 26. Io mi trovai una
fiata a una caccia in una fonda foresta
ed essendo scorso sopra un cerbio per
tanto spazio eh' io perdei la vista de*
compagni ec. (C) f it. S- Aless. 265.
Mollo più con maggiore impeto scorrea
per toccare il saoio corpo, (l')
§. IV. Scorrere , per Trapassar con
prestezza, e velocità. Lat. percurrerr. Gr.
oiarps^ìiv, Dant. In/, ip. Se dì saper
eh* io sia ti cai cotanto. Che tu abbi però
la ripa scorsa.
'.1 g. V. Scorrere, vale anche Passar
oltre. Trapassare. Car. En. IO. 529.
Del grande Àcate Graffio la coscia (L'a-
sta ) lievemente, e scorse. (N)
§. VI. Scorrere , per Andare , 0 Fé-
nire alla 'ngiìi. Cadere con agevolezza in
basso. Lat. defìuere. Gr. xara^'^'erv. Cr.
2. 27. I. Di tutti questi sili si dee cercar
sempre l'utile e l'ugual mezzo, cioè che
*1 campo sia aperto, e che T umor delle
piove ne scorra fuori per la china, o colle
dulcemenle didotto e chinalo per li lati ,
o valle. Soder, Coli 8. Ne' poggi, ove la
terra scorre, sì posson far più giusti (par-
la de* magliuoli ) , E appresso: Altri di-
cono che ne' lati, dove scorra acqua, sia
meglio piantargli d'Autunno.
§. VII. Per meta/. Petr. Can:. 6. 7.
Quando '1 bel parto giù nel mondo scor-
se. E 26. 3 Lasso l così m' è scorso Lo
mio dolce soccorso (cioè, mancato).
3 g. VIII. Scorrere, per T-rascorrere ,
Lasciarsi trasportare. Lìt. prosilìre, prò-
s;
iioo SCO
gretti. Gr. iKimiàv, 7rpo/3ou'veiv. >/. J".
6- 74* R'^elt^'i da'baroni, che erano »cor»i
a mal fare. * Sen. Di'ti, ^X Così tu eri
lutto rotto e «corso nel peccalo della luj-
luria. (C) Mar. S, Grea. 7. 25. Qu;iluo-
qoe è quello che si lascia scorrere in pa-
role ingiuriose, si cade da ogni «lato di
dirillura (1)
5{e § \X. Scorrer la penna, Jiguratam.
vale Errare scrivendo. Scrivere quel che
non si vorrebbe. « Nov. Ant. Z^- 2- Lo
tesoriere dia.ioti a lui $1 srrirea in esci-
ta ; scorseli la pcoua , e scrisse tremi-
la » . (C)
Sr § X. Scorrere , parlandosi di fiti-
mi, 0 simili, va/e Straripare, Dar fuori.
Segner. Mann. Apr. 2^. i. Nella prospc-
rilìt guardati di non far come i &Limi ,
che quando abbondano scurrono tosto
gon6 del loro letto, e cominciano a de-
viare. (1)
§. XI. Scorrere , per Saccheggiare,
Dare il guasto j che anche diciamo Fare
scorrerie. Lat. dcpopnlarì. Gr. cxTropà^rv.
G. V* 6. 2(). 2. Guasti i Tartari quelli
aesì, scorsero infino in Atamagna. E il.
_i. 4' Si parlirono di su la piazza, scor-
rendo per la terra. * Guicc. Star. 4. IJ)-^.
Passò ec. e condotto al l'olisene, ancorché
si desiderasse non partisse di quivi per
infestare 1' alloggiamento di Firenzuola
dove anche spesso scorreva il Luzzasco si
ridusse per più sicurtà a Torricella. (L)
§. XIE. Scorrere, per Lecgere, l'edere,
0 Narrar con prestezza, h^t. percurr ere -
Gr. <Jcar(3£;<£tv . Star. Eur. 6. i3i.
Imperocché, per mostrare più aperto la sua
grandezza, ci bisogna succintamt-nle scor-
rere in prima l'origine e il fondamento
primiero della stirpe di questo Conte.
§. XIII. Scorrer la cavallina, 0 Upaesc,
Il diciamo di-li* Andar liberamente dove
si vuole, come fa il cavallo quando è in
libertà j e si dice per lo più d<-' giovani.
Lat. ad omne pratum luxuriae pertransi-
re, aninmm licenter explcre. Gr.aiWTsJ*
csSat, a5e).ye"v. /?er/i. r;m. i.3i.Che
voi mandaste via quell' uom da bene, Per
poter meglio scorrere il paese. Malm. \.
66. Scorse in Firenze ognnr la cavallina
Ne' lupanari con gran pompa e fasto.
§. XIV. Scorrere il ventre ad alcuno,
tale Aver la scorrenza. Pallad Mari.
28. Fanno loro scorrere il ventre, se to-
sto non si soccorrono (il lesto lat. ha so-
lutionem \cntris incurruDt).
SCORRERI'A. Quel/o scorrere, che
fan gli eserciU ad oggetto per lo più di
dare il guasto al paese nimico. Lai. ex-
cursiii, discursus. Gr. AOCTOiS^oarì. Petr.
Uom. ili. Per la qual cosa Carlo, coll'e-
sercito andulovi, i confederali suoi dalle
scorrerie liberò. Tac. Dav. l'it. Agric.
398. Carcellieri e cavalim piano Io em-
pievano di scorrerie 0 fracasso. Guicc
Slor. Tumultuando già tulio il paese di
Roma per le scorrerie che i Colonaesi fa-
cevano.
f ^ §. Scorreria, per Semplice scorri-
mento di un corpo sopra d* un altro. Bel-
lin. Disc. 1. i5. Perchè dunque la ruota
flira , cioè scorre al contallo del ferro ec,
da uh scorrerie di ruota ne segue l'affila-
mento del ferro. (A)
t SCORnETTACCIO. Peggiorat. di
Scorretto, nel senso del §. II. Malm. 6.
10^. E che sì, scorrctlaccio, cb* io li zom-
bo T
t SCORRETTAMENTE. As>verb . In
maniera scorretta ■ Lat. mendose . Gr.
nXfifiiJ.tXSi- Uh. Pred. Viveano molto
se (inetta me me.
« SCORRETTISSIMAMENTE Su-
perlai, di Scorretlimente. lUp. Decam. $0.
Fu manco maltrattata della prima, stam-
pila irorretlissimamcnte Tn/r.reff /am.S
SCO
8. Deliberando di fare stampare l'uno e
r altro trattato, awertisca che questo te-
coado non sia stampalo scorrettissimamen-
te, come sono slate tutte le allre mie
cose. (D
* SCORRETTISSIMO . Superi, di
Scorretto S'i/v. Avvert. |. 2. 12 Ma la
copia stampala t; scorrottissima in ciascuna
sua parte, e non se ne può T U'imu qua)i
punto fidare. Dep, Decam. 5o. In quel
libro , che è per lutto scorrettissimo , si
Irggc cr. (J)
t §- Scorrettissimo , figuratam. vale
Depravali! iinio. Lai depravai iisimui. Gr.
tw/>iffT« Jtey&K^ye'vo;. Dav. Scitm. 6.
£rano Arrigo e Caterina diSerentissimi ,
non tanto d'età ec, quanto di vita , io
lei saniìsiima, in lui scorrettissima.
* SCORRETTI VO..^t/rf A Iterativo, In-
fctln'Q ì conlrnrio di Ctrretlivo. Lat de-
pravans, corrunipenx. Gr. (ftaosii'cuv.
lied leti, I. io5. Senza mescolanza ve-
runa di quegli iiigredienii che da' medici
son chiamali correttivi, ma da me con
proprio vocabolo scorrctlivi sono appel-
lati. (•)
5 SCORRETTO. Add. Che ha scorre-
zione, Mancante di correxionej e si dice
più propriamente dì scrittura. Lai. dfpra-
vatns , mendosus . Gr. OitoOasue'vo^ .
* §. I. Opera, Disegno, o simile, scor
retti, vale Opera, Disegno, o simile^ in
cui non sono osservate le regole , né e-
spressc le forme degli oggetti come conviene .
« Dcnv Celi. Ort-f ii5. Debhesi ancora
ogni volta che sia fallo uno de' delti przxi,
e rappreso il gesso bene, provarlo ec. acciò
non vi resti qualche vacuo , perciocché
verrebbe l'opera scorretta. (C)
t §. II. Figuratam- per Dissoluto , Vi-
zioso j contrario di Disciplinalo. Lai l'/i-
cnstigatus- Slor. Eur. 1. 8- La gente che
ci vico contro, e di chi suona tanto la
fjma , non è gente disciplinala , non av-
vezza nella milizia, non capitanata da uo-
mini singulari, ma sciolta e scorretta tut-
ta, Tac. Dav. Ann. i5. 217. Il che pia-
ceva a molti , che io secolo si scorretto
non amano Impcradorc scarso e austero,
(il testo lat. ha in tanta vitiorum dui
cedine ) . E Perd. eloq 417. Né gli stessi
padre e madre gli avvezzano a bontà, o
modestia , ma scorretti. ì'arch. Slor. io.
29*). Quei giovani discoli , per dir cosi,
e scorretti , de' quali si favellò di sopra ,
gli andavano diccnd>j ce. v Car. Lon<'
S f. Rag. I. La Cloe ce. non usciva ec.
finché non era ben allo il giorno, temendo
non qualche scorretto pastore oltraggio le
facesse (F'P)
* §. III. Scorretto, si dice anche delle
co<e, in un senso consimile. Segner. Crìst.
instr. 3- 3| I. E questo é quello, di che
mi voglio io valere per mettervi in ab-
homiuazionc le commedie scorrette. (C)
SCORREVOLE. Add. Che scorre. La-
bile. Lat. fluxus, ciducus. Grr acuari-
xòiy o^iyjxpo'vto; f^it. SS. Pad. Fra-
gile é la nostra natura e scorrevole, (ì<
gtiuuia mia. Fr. Giord. Pred. S. ^5. Se
r uomo dunque abbraccerà queste cose
scorrevoli, e spanderavvicisì entro, è me-
stieri di necessità che ec. # Lih. Sen.
l'trl. 20. Non sia lo tuo riso scorrevo-
le. (Cj
SCORREZIONE. Propriamtntt &ror
di scrittura. Lai. erratum. Gr, ff»t/)/iK,
Car. Leit. 2. 54* Sono inavvertenze e
scorrciioni nella lingua, piuttosto che er-
rori nella dotlrina. Cari. Fior. jjjj. Do-
vcssono incorrere essi in aperta accusa di
negligonia, o di scorrctiono il libretto loro
Borgn. Fast, Rom. l^Q^. Una sorla di
seorretionì sempre chiara , e spesso ridi-
cola.
SCORRIBANDA, e SCORRIBANDOLA.
SCO
Diciamo Darr, 0 Fate u.a tC'jrnbanda ,
0 scorrihandola, che vogliono Dare, 0 Fare
una giravolta, o uni corsa, Lat. excursiun-
cala. Gr fllXpV. X«Ta^j59Un' J nrch. Star.
, IO* 33o. R mai non era dì , rhf non fa-
cessero co' loro cavalli alcuna srorrìban.
dola. Ciriff", Calv. 3 75. Ed una scorri-
banda Pel campo dà dall'una all' altra
banda * Cnr. F.n. Uh. \\. y58. Eran
per lutto Gualdane, giramenti , scorribande
Di cavalieri. (H)
SCORRIDORE. Soldato che scorrt .
Termine militare. Lai. excuts'yr. Gr.
ÌK.$poy.Oi. G. V. 8 60. 2. Rimasonvi
de' morti e presi dei migliori , per certi
scorridori iti innanzi. E 11. 5|. 5. Mali
nostri scorridori e fedilori , in quaoUtà di
i5o cavalieri, it detto passo comhatlerono.
Favm Esop L'afjuila, siccome savia e
provveduta, ammaestra le schiere; e cosi
fu il leone : e urdmalu gli scorridori, co-
m'inciossi la battaglia. ^ Giov Celi. ì'it.
Alf. 1 09- I ntendevasi gik per rrjation
degli scorridor Franzeii che le genti Pa-
pali , e Spagnuole s* avvicinavano. (C)
■ SCORRIMENTO. Lo scorrere. Lat.
flu.iio, effluxus. Gr. ^cÙ9i$, s/psvsc;.
Pallad. Novemb, 7. Il lu<'go fia volto a
scorrimento d' omore e d' acqua, Zibald.
Andr. 77. In anni 22 e ^O sosterrà do-
lore, ara grande infermità di scorrimento
di sangue.
§. I. Per lo Sdrucciolare , Cadimento
Lat. lapsus. Gr- o'jLi7diì/i,a. Rut, Pttrg.
l3 1. Alla purgazione del peccato si
richiede due cose, cioè 1' una che raffreni
lo scorrimento nel peccalo, ec. (qui fi-
guratam,) .
§ II. Per /scorreria. LaU eratrsut.
excursio» Gr. xatao^ouri* Jl/. F. 9 8.
Veggendo i signori di Milano gli scorri-
menti delle campagna ce. , feciono fare
fossi ampìi e profondi. Rorgh. Orig. Fir.
123. Specialmente nell'occasioni di tanti
scorrimenti di barbare nazioni.
* § III Scorrimento, per Scaturimen-
to , Emaiazioiie . // Focah. alla voce
AVVENIMENTO, g. IH. (A)
SCORRITOIO Add. Scorsoio. Frane.
Sacch. nov. 166 Addoppia quello spa-
ghetto, e fa* nel capo lu slesso un nodo
scorritoio , e mettivi piaoamenle il daote
dentro,
t * SCORRITORE. Verbal. masc Che,
0 Chi scorre. Belhn. Disc, 12- lidi lai
fuoco e il di lui lume re. è scorriture di
spazii immensi in un momento. (Min)
t SCORRUBBIARE. I^'eutr. piss. Adi-
rarsi, Crucciarsi Lai. irasci. Gr- o'p'/i-
5t5&ac, Morg, 19. 64 Ma con Morganle
assai si scorrubbiava. Ì'arch. Ercol. 55.
Ogni volta che ad alcuno pare aver ri-
cevulo piccolo premio d' alcuna sua fatica
ec. se alza la voce, e si duole, che ognun
senta, si dice scorrubbiarsi , arrangolarti ,
ec. E 291. Cominciò fortemente tatto
alterato a scorrubbiarsi , e bestemmiare
SCORRUBBIATO . Adi. da Scorruh-
bianr. Lai. iracundus. Cr. eìpyt'ic?. Buon.
Tane. 4- 9 Oi queste lor sporcizie scor-
rubhiala. Si voltò dreto a Cecco e a Cia-
pino. Cecch Dot. 3. 5 Tu se'si scorrub
Liala ; che sarà >
SCOURUBBIOSO. Add. Adiroso, Cruc-
cioso I Che si seorrubhia. Lai. morbus .
iracundus. Gr. òpyììof. Buon. Tane. |.
I. Perché mi ti fai lu si scorrubbiosoT
* SCORRUCCIANTE . Che mastra
crucciar , sdegno , ira , Salvia, sc. Ere.
Occhi scorruccianli fcio^, occhi pieni d*
ira e di siizsa ). (A)
* SCORRUCCIARE. Pfeutr. pass, A
dirarsi Leep. Rim. C\ Ora si vedt ogni
f«llinbelluccio Portar le brache di lata
frapate ; Quandn io gli ▼•ggo tutto mi
scornicelo. (C)
SCO
SCOt(Sk. Seorrimento. Lìl. Jliixio. Gr.
ptvait.
§. 1. Dare una scorsa a un libro , a
una scriltur,t , o simili , vie Leggerlo ,
Buedcrlo con prestezza, I . SLORUERE .
§. Xil. Car. leti. 2. !^8. Vorrei pur dar-
le UQj scorsa avaoti che la pubblica»! y
rimaocudomì a tlìr molla ciarpa.
« § 11. Scorsa di penna. V. PENNA,
§. XIX. (C)
* §. IH. Scorsa dt lingua, vale Pi-
rota , Dello imprudente . Sfgner. Pred.
12. 4 Solo una scorsa di lingua incoa-
tidcrala ec. fu punita lanlo aspramen
le. (Br)
SCOHSERELLA. Dim. di Sborsa. Se-
gricr. Pred. i6 4- Giiidilt.! fece una di-
mora posata; Dica sol diede una scorse-
retla fug{;iasca.
* SCURSIVO. ^dd. Scorsoio^ Cheti
dilata . Zi/'ald. Jndr, 77. Ara infprinità
iscorsiva. sarà laidila da fuoco, ovvero da
ferro- (*)
SCORSO . Sust. i-ale SregolaUzza ,
Licenzi, Trascorso. Lat. licentia, Lìpsus,
Gr. XKpxTHot , &ii53*],aa . Tac. Dav.
.Inn. 1.39 Tiberio disse non esser teai-
po allora di riforme, ne mancherebbe chi
le facesse , se scorso di costumi vi fosse
( il testo hit, ha si quid in monbus U-
barol ).
f §. Scorso di lingua, o di penna, vale
inavvertenza nel favellare, o nello scrive-
re. Lai. lingtiae, vel calami lapsus. Mot.
S. Greg Spesse fiate il parlar la menzo-
gna può procedere da scorso di lìngua .
è Dep. Decani. 5i. Bisogna pensare di
darne la colpa a ogni altra cosa , che o
a errore di copista , 0 a scorso di pea-
SCORSO. JdJ. da S^orrert. Trascor-
so, Uscito di regota. Lai. vitiatus , cor-
raptus . Gr. digjjSar^s'vj? . G. V. 10
160- 4 ^' P^** '*' icorso e corrotto vol-
gare è mutato il nume di Calellino io
Catino. Pallmd. Seti. 17. L'uve che ^uo-
gli serbare , coglieremo salde e uon ma-
culate- , uè troppo scorse di maturezca .
Ovul. Pist. 4/ Incontanente costringo il
dolore e Io scorse parole.
* §. i. Per Debilitai-*, Fiacco. Pallad
Ott, il. Il TÌn bianco è slilico , che si
coavieoe allo stomaco scorso (i7 testo lat.
ha stomaco laxiori )■ (f'J
5. II. Scorso, per Saccheggialo. L.3t. de-
pepulatus» Gr. sxTOj3a*]S£i'5- Stor, Pist.
x3. Stette la città più dì scorsa, e molli
de' Neri , eh' erano rimasi, furono dentro
morti , fediti e presi.
f SCORSOIO. Add. Che scorre sonde
diciamo Cappio, o yodo scorsoio, 0 simili,
cioè Che scorre agevjlm nte, e che quanto
pia si tira, pia serra. Lat. nodusjaxus,
iaqueus currax . Gr. y/x^vov v.p.p.% .
Btlc. Vii. Co'o'nb. 40. Cosi menandolo
scopando per tulli i borghi, tirandolo col
caoapello scorsoio in modo, che con gran-
dissima fatica poteva respirare, dicendogli
le predette ingiuriose parole , fecero , e
dissono come, e quanto per obbedienza fu
lor comandato. Ftr. As. iS. Presa la fune
ec. , e dair tliro acconcia con un cappio
scorsoio , lasciatala pentuloni, salii io sul
letto .
SCORTA. Sust, Ftrbal. da Scorger^',
CuiJa. Condueitore, Compignia Lai. dux.
Gì ijyiuw'v. C. V. II. l36. 3. Andaru
per iscorla con loro in Lucca. Dant. Inf.
ao. Sicché la mia scorta ^ti disse: ancur
se'ta degli altri sciocchi? Ì? Purg \. Lo
bel pianeta, che ad amar conforta. Faceva
tutto rider 1' Oriente , Velando i Pesci ,
cb' erano in sua icoru. £ 16. K 4ue pa-
role 6en le nostre scorte. Petr. canz 20.
I. Amor . eh* a ciò m* invoglia , Sia la
aia icona , e 'oseguimi il cammino . E
SCO
canz. 4l- 3- Riponi entro '1 bel vàio il
vivo lume , Cb' era mia scorta . K son.
3o8. Che bisogna a morir ben altre scorte T
§. I. Far la scorta , vale Guidare, Scor-
tare . Lat. ducere , praeire , vium mon-
strare . Gr. TpOTj'/eìa^cct * Dant. Purg.
23. E chi sun quelle Du* anime che là li
fanno scortaT
§. II. Talora vale Custodire, Guarda -
rr. Far la guardia. Lat. excubias agere.
Bern. Ori. 2. 4- 9l Solo a difesa stan
di qurllj port.1 , E fanno al 6ume ed al
ponte h scorta. # Buon. Tane. 3. il.
Cre'ch'e'ti sia qui presso a far la scor-
ta? (Cj
^. ili. Per Accompagnatura che altrui
si faccia per sua sicurezza j lo stesso che
Convolo; e si dice anche della Gente che
fa detta accompagnatura. Lat. prasidium.
Gr. fpovpoi G. /'. 9, 70. 2, Già avca-
no folta la scorta e la strada, onde venia
la vìiiuaglia . Demb. Stor, 3. .^16. E ciò
con grandi scorie facendosi, il Coutariuo,
venuto alle mani co' nimìci , dissipò le
scorte, Tac. l'av. Ann. 1. i5. We ri-
mandò gli ambasciatori con iscorla di ca-
valli slraDÌPri,
§. IV. Per la ^funizione de^ viveri con-
dotti colle scorte ali' esercito . Lat. com-
meatus. Gr. tec iitik. Stor. Pist. 18. I
Lucchesi rinfortarcoo lo campo loro ec,
e presono il passo, donde la scorta venia
a* Pistoiesi. È 5p. Se la gente del Pren-
te non vi fosse levata di sa' colli, coo-
venia che il campo d' Uguiccione perisse
-di fame, perché già erano stali due dì
senza avere avuta scorta. E 18^. Lo caro
era grande ec; per che dod poteano ave-
re la scorta.
SCORTAMENTE. Avverb. Avieduta-
mente , Accortamente . Lat. prudenter ,
snpienter. Gr. coyu?. G. V. 9. 234 *■
Apparve in Proeoza , io una terra e* ha
nome Alesla , uno spirilo d' un uomo di
quella terra « ìl quale avea nome Guìliel-
mo dal Corno , e di poco era morto , e
con sentore , quando vepi'.) , scortamente
parlava . "^
* SCORTAMENTO . Scorciamento ,
Accorciamento . Balata. J'oc. Dis. in
TESTA. Nei luoghi eminenti pigliano le
figure viste da basso lanlo scortameoio,
che è necessario crescere la loro lunghez-
za. (D)
t 3 SCORTARE. Coìl* O stretto. Ah-
breviare , Accorciale, Pender più corta C
estensione, o la duralaj contrario di Al-
lungare. Lat. decurtare. Gr. «oJsÉaùv.
Fav, Esop. Ciascun ferro col mio pìccolo
dente è morso , appianando qualunque è
più aspro, e scortando.
t * §. L .£ neutr. pasf, « Olt. Cam.
Putg. 5. 61. Acciocché fusse pregato per
loro , sicché loro esilio si scortasse. Urb,
Li miei anni, li quali sperava con te-
co graziosamente allungare , si scorleran-
co ... (B)
* §. II. E neutr. ass. Baldin. Dee.
Il salame contattociò scortava a più non
posso. (A)
^ g. IW. Scortare, neutr. ass. è an-
che term. di prospettiva, e vale Apparire
in iscorcio . ras. Vit. Ra(f. Urb. Sono
6gurati que' santi a sedere , che nel vero
olire al parer vivi di colori, scortano di
maniera e sfuggono , che non altrimenti
fdrebbooo se fossero di rilievo . E ivi :
Negli spìcchi della volta sopra gli archi
fra peduccio e peduccio sono molti putti
che scortano, bellissimi. (Brj Cortig, Ca-
stigl. voi. I. pag. 91. (ediz. Class. ). Ed
a questo bisogna un altro artificio mag-
giore in far quelle memìira che scortano
e diminuiscono a proporzioo della vista
con ragion di prospettiva. (B)
SCORTARE. Coirò largo Far la
SCO
Ito!
scorta. Accompagnare per sicurezza. Lat.
dediicere , prteire , viam monsirare . Gr.
nporiyiTtbat .
SCORTATO Coli' O stretto. Add, da
Scortare. LjI. decurtatus. Gr.xoXoGùt^cii.
* Bus. i 24. Per le quali tutta 1' umana car-
ne avevj scortata la %ia. (Cj Buon. Fier. 2.
I. I. A quelle che scortale di misura, A
quelle che smontate di colore , A quelU
che svanite di sapore Venisscr dilettate, H
però screditale, Proweggasi argomento cbe
r aiuti.
SCORTATO. Co.'^'O largo. Add. Oa
Scortare. Accompagnalo , Difeso, Guar-
dato da scorte.
* SCORTECCIAMENTO. Lo scortec-
ciare. Lat. decotticalio . Gr. qXoìsuÓì
Gal. Sagg 3;8. Per fare una notabile
corrosione, o scortecciamento negli scogli
e nelle torri, ci vuole il ferir di ducecio
e trecento anni dell* acqua e del vento
((/ui per similtt ). {')
SCORTECCIARE. Levar la corteccia.
Lat. decorticale, corticem dttrah-re. Gr.
d-oU-nivi . Cr. 5. 7. 8. Gittate via le
granella , sì metta mele io quelle conca-
vitadi, e si scorteccino. M<.r. S. Greg.
Egli ha scortecciato ìl fico mio, ed hallo
spogliato, e li suo' rami son falli bianchi
AUcg. 117 Finché l'estremo freddo vi
scortecci . Soder. Colt. 56. Fatto questo
taglio ec. , levale d' attorno al tronco la
buccia, che da sé si slacca, e scorleccia.
* g. Per siniilit. vale Scalcinare .
ì'it. S. Gir. 100. Costui ebbe podere di
percuotere e scortecciare quel muro ( era
un eretico , che scalcinava un' immagine
di S Girolamo sul muro). (}') T'as. P'it.
L* umidità rìnteoerì il gesso e scortecciò
la stanza. (A)
SCORTECCIATO . Add. da ScorUc-
dare. Lat. decorticatus. Gr. a7T0Ìs~igS£['s.
Paìlad. Marz i E mettono nel tronco ,
che Ij pdrte scortecciata si congiugne alla
corteccia. Btcett. Fior. 5g. Eleggcsi quel-
la ( saìsnparig'ia) er, the piegandoji non
si rompe, D'-n tarl.Ua, non nera, non scor-
tecciata . Sodrr. Colt. 55. NoU Ogni VÌlf
è buona a essere annestata , come le tar-
mate, bucale e rose, e le tempestale dalle
formiche , e le scortecciate . ^ Car. En.
7- Il 33. Mezze picche avean questi alla
tedesca Per avventarle . e per celate in
capo Suveri scortecciali , e di metallo
Brocchieri alla sinistra , e stocchi a Ia-
to. (B)
* SCORTEGIANTE. Guida , Scorta.
Fr, lac. T. 3. 25. 3o. Qual sera la scor-
tegiaoie, Che si voglia trarre innante Cen-
tra le mie forze lanle? ec. (f^J
j 5 SCORTESE. Add Che manca, ceden-
za cortesia j contrario di Cortese.Z.H, inhtt-
manuSfinurbanus Gr. a'/cco;. ^ Bern. Ori.
3. 4- 6t. Lo riprese Dicendo: esser non
può che non mi doglia, Trovando un gen-
liluom cbe sia scortese. Perocché ec. (B)
Segner. Pred. Pai. Ap. 9 7. Invece di
ricevere refrigerio nella sua gravissima ar-
sura , che ritrae Cristo dalla donna scor-
tese? (TC)
"^ §. I. Si usa anche inforza dt sust.
" Fi r. Lue. 5. ite. Quelli scortesi ec. nou
usarono alcuna di queste gentilezze w. (C/
^ §. II. Scortese, si dice anch<2 delle
Azioni, delle Maniere, e simili^ che sono
contrarie alla cortesia, a G. V. 12. 56-
I- Questo fu scortese titolo dato per Io
Re ... (C)
SCORTESEMENTE . Avveri. Con
iscorteiia , Lat. inhumaniter , inurbane.
Gr. ayptw?.
t 3 SCORTESl'A. Mancanzadt cortesia .
Lai. ìnhnmanitat, inurbanitas. Gr. à'/poi-
♦ §. l'ale anche Azione , o Parola
contraria alla cortesia. » Fir, Pise. ttn.
SCO
338 Se Don cbt scosaod>,si Celso ili "er l
fallo laro qoell» icorlei.a, come benigne ri-
sposero , che ..evano avula cara 1. loro
venula. lìMn. Tane (J. 9- Ol""' » """'•
che lu eli scomodassi : Le sono scortesie.
Lor. M.:l. canz. l^O. 3. Né gi»n.n.a. V.
feci l'U-to : GuarJa mo che scortesia .. I (Cj
SCORTlGiME.NTO . Lo scorticare ,
ScorUcalara. Lai. ilfCorUcalio , exukcra-
I/o. Or. Xj':Tt7;*a, «ixMU«. Cr. 5. 7 9.
Cooloilaoo lo stomaco (le cotoni') ec. ,
e giovan.) allo scorlicaraenlo (ii-lle Imdel-
la B 6 l3. I La radice stia (d''' acf-
tosa) coir aceto fa prò alla srahbia ulce-
r .sa, e allo scorticamenlo dell' anguinaia.
E a. 3o. 3. Ancora si fanno rollure. o»-
Tero scoilicamenti nel d.,sso del cavallo
per gravamenli di peso. * .1/- "'"• /■""•
I. 210. Quanti scorlicameoli. e iinpuga-
ture. Se per disgrazia T uoms. gratta
un poco Ove rodono 1 lacci, e le costa-
re. (B) , ,,
I SCORTICARE . Tor vi.t It pel" ■
Lai. pellem .letrah.re . '•■■g'"''"-'. ^'z
scorticalo per la grande invidia delli l.ar-
liari . Om Co.,,,. 3. 82, Quando ne pi
.liavano uno , lo pooieno in su merli ,
acciò fosse vedalo, . ivi lo scorticavano.
S I. Per ùmiliì. Sbucciare. Lai. cor-
ticVm detraherc . Pall-d. No,,c.„b. 7. Se
•1 pesco fa le pesche noccliioros- e Iraci-
de , scorticalo un poco lungo la terra
e. II. Fi^uralam . per Ca^'ir d, !oHo
altrui astutimentc danari} che ancl,e di-
ciamo Pelare . * « Bocc. nov. iO- 4
Essendo , non a radere , ma a scorticare
nomini dati del tutto •• (>l) Ar. Le
1 2. Or vad,m tutti li liecca. , e impic
chiosi ; Chb nessun ben , come la Lena
""Tm. Per melaf. . In >ignifc. neulr.
pass., vale iforire. Lai. ;.or(em opprle--
-o li. lo mi S'»"" "" """ ■"
i,are, egiaCHuivilaulo.che .0 me ne
'""tiy.Scoriicre. per Torre „hrui
r.pac<->m-nle le sostanze . 0 O-strussrre
colle troppe gramezze. !-»>•, " '""■"; "™
*r,>cre' nl.r.pere . Or ra toiv aXW
ivlzizdtit.-'. Beru. Ori. 1 7- 3y° R-^'
\l vuol il suo debito fare, Non e Re ve^
?^onLignore, E niinpeicl.. attenda
«r:;:riofwe^rN::nguaEiuuro
stolidi? Gli scortico indolentil
R V. T.,nlo ne im a chi tiene, quanto
a chi scortica, o simiU. Modo d, dire
;,.otV/„M/e, cl.e sign.fica. che Nello stesso
,„olo pecca.edè pun.tocl,./, . 'naie
che chi lo ccnsigha. e .•. co'iJcnre, Lat-
agentes et coasentienle, par, poeaa pu
ni.mtur. Cacate. Med. cuor. Come
dice in proverbio, che tanto ne va ah
lieue, quanto a chi scortica. -.- l: P"ns<-
260 C?.me dice 11 proveibio: tale menu
chi tiene, come chi scortica. (I )
R VI. /'■ proverbio: Chi n.m sa scor
ticare intacca A. pelle 1 e si d.ce del
Mettersi altri a far quel che noa
onde gliene incoglie male. Lai. quam
quisque nont arten,.ja hac se evcrceat^
Ór. ipòoi n;, >iv t-cMTOj eiOiiD ri
yvtiv Afii^- , . t ■ I
S. VII. Scorticar sì , p^cM olir, In
gra.si. m ntodo p.o.'erhia'e. <• d.cedi Chi
J/O.M altrui con proprio pregiudizio , o
,1.imio. Lai. malo suo alionim bona con-
sulere. lìuon. Her. I. Intr. Ben son quei
babbuassi , Cb' usan scorticar se , perch
allri ingrassi. K appresso: Ben son d
senno cassi Quei cb. icortic.n se , per
ch'altri iograui.
SCO
S. vili. Pelle che non puoi l'elidere ,
non la scarlicar, . Il l'ocabol. alla F.
PELLE, S- X'- . . j-
S. IX. Scoiticare il pidocchio, ti dice
di Chi è vranrf'me/i(e ai-ido di guadagna-
re. Mal.n. 6. 60. Q»" . -li" N'P" • " '.'
d.-li u>urai. Che pel guadagno scorlico
il pidocchio. „
* K X. Alta prona si scortica l asi-
„,, pro.er*,o che „.Ae Al "mento 'i Co-
Jje ru.mo. e. ASINO, § XXVI. r.<;
SCORTICARIA S,,ezie di rtte da pe-
scare. Cr. 11. 52. 3- I P"'^ " ("bI-""
con reti di diverse geoeraiiooi, cioè con
iscorticaria io mare, e con traversaria
ne' luoghi di 6umi fi' testo lai. ha
scorticarla ) .
SCORTICATIVO AdJ. Atto a scor-
ticare, Che scortica. Tran. Segr^ COS.
dona. Pruovano nel ventricolo liquori
acetosissimi , e quasi scorticativi.
J SCORTICATO. AJd. da Scorticare.
Lai. exutceratus , decorticatili. Gr. «*-
/w^'.i;. iVov. ant. 5^. ',. Si tosto come e
gemi sapeano che era il cavallo scorticalo
ec , chi 1' avea veduto noi roba più
vedere. Buon. Fier. 2. 2 3. Le sbatac-
chio Per quegli scogli, e sbalaccbiale
scortico, E scorticate vaglio, e ,\ loro
scoglio Raltorco in uno invoglio. P. 2. 1-
18. Quell' eran ec. Le miserabil teste
scorlicale. E 3. I. 7- ^ '^' ""^ )'" .P"'
lisca. Disfatti, scorlicati, afllitti e Irnti.
# g Per similit. vile Shuccialo , e
.orlandoli di mandorle , o simile, vale
Mondo dal mallo. ., Palla.l. Genn. 16.
Le maod.irle ce. se ec. .[Uando sono scor-
ticate, si lavino con acqua di mare, e con
altra acqua salsa , divenlano bianche , e
molto più durano. (C)
SCORTICATOIO Coltello tagliente da
scorticare , 0 Luogo dove si scortica.
«. Per licorlicamenlo. Il raschiare con
eran forza, levando quasi la pelle. Lab.
,0-. Ermo sommo suo desiderio e recrea
.ione certe femminelle ec , che fanno gli
scorticatoi alle femmine.
+ SCORTICATORE . Nerbai, masc.
Che, o Chi scortico. Lai. dccorlicfllor.
Gr 0 «TO^iptov. .4rrigh. 60. Appo de-
gli frigidi Goti i! molto caro aspro
m.,nlello foderato di pelle grigia, la quale
I la aera mano dello scorticatore spoglia
""+ ìTu Per melar * Cavale. Specch.
pel. L E come oggi si faccia il contrario
non mi par da dire, ma parmi piuttosto da
piagnere, perocché non pastori ma furi
e scorticatori si trovano molli. ( C) Olt.
Con, Pnr. 22. 4^6. Diventano ec. op-
pressori de' poveri, e .cortic.tor. de sud-
diti. Buon. F,er. 1. I. 2. Concerti cit-
ladin pclamaolello, Cioi^ scorticatori.
* 8 II. .yror(,c-t(orr, si trova anche 1/1
significato di Chi leva la corteccia. ■• n„on
Pier, ila 2 Scorticator del pan caldo,
Scannator dello cantine Sgombralo! delle
cucine ". (C) . /> ,rt
SCORTICATORI A.&o'-'"''""''- (■'-.IO.
3H 1. Nel mare appresso del piano lido
;pe.ialissimamenle si prendono di molli
pesci con la rete, la quale molli scortic.-
ioria chiamano Questa rete e mollo lunga,
e assai ampia e 6lla, avente corda dati
un lato piombala , e dall' altro suverata .
sicché possa nell'acqua stesa e dirilla stare
{ ,1 testo lai. ha scorticariam ) ,
SCORTICATURA. P"ii."> leggi"^ '"
parte, o« sia levata In pelle. Lai. ex..f-
„„l,o. Gr. a«».a»- f>- .■'«■»58. Quanti
Kuidalescbi. quante seorlicature gli ave-
van falli certi forrnmenlu..! eh egli aveaoo
di quelle funi di giunchi I
S I. Per s,niil,l,i.line. Patlad Novmb.
n Scorticalo un poco lungo Icrri l <
quando un poco à' umore n. fia uKilo .
SCO
■mbiau 1» scorticatura eoa lerra bU«e>
(cioè, la parte sbucciala).
•+«.11 Per la Pelle sussa scorticata.
Buon Fier. 4. \. IO I coiai Qu.oU.
scorticature Di lebbrosi pellami e di ca.
rogne 1 Raceolli per le fogne E ndolU >
coiami I
if SCORTICAVILLANI . Segavene ,
Scorticai, re. Angariatore de'viltani.Ceceh
F.sa't. Cr. 3. 4. Coleilo scortica viEani t
un riccaccio grosso (')
t SCORTIi: AZIONE. Scorticamento,
Scortica,ura.L>i. excoriaUo, decortu:aUo.
Gr. ir.io?:i Zibald. Indr. 121. AH.
lscorlica.i..ie e rosore de' teslico I. Ug^.
della terra, che sta sotto il Uuogolo della
rota del fabbro
« SCORTICHINO. Term. de Beccai.
Coltello per buttar giù le cuoia e lavorar
le liestie all' ammazzatoio. 1.1)
i, SCORTIFICARE. I-. A. Scorticare.
Ott. C,m. Inf. 12. a 18. Questi fece
scortiGcare una vacca , che il Toro q»."
amava, e fece una vacca di legno, e co-
persela di quel cuoio. (Jf)
^ if SCORTINARE. Term. di Forila-
sione. Di.Jare la corUna. Gal. Tratt.
Fort. cap. 70. La Bgura ec. ne mosUa
una terra' laV'^.l-bi. vicino un luogo
1 rilevato, non gi'a '-'^.''« .'"P"',.'' " ^i
Id'alleaaa. ma che ^/-"J"" .'' ""••!'
qualche cavaliero faci mente vi dom «.
ebbero dentro ; e princ.palmenl. polreb^
bero scorlin.re la cortina .4 ^ dal pMU.
Cela /•; F dal punto D. (C)
■* SCORTISSIMO. Superi, di Scorto,
I *:.. .11 Àctorto. Accortissimo,
nel sismjic. di ne, or" "
i Scaltrissimo. Mail Franz. (A)
' •^'scorto. 5,„< Con-0'ir.tlo.Scorc'O^
nel . iga.Jlc del %. li. ""^g''- ."'Pj,^
Dieonf ^h. colui ^>"/^^:^;'jr:òt
Tbe^niunaluo eh. fosse sialo avaoU a
* e /^ («orlo, vale In positura pro-
pria degli Scorci. Borgh. Rip. 310. Da
^ui gli uccelli si veggono "«•;/"''"
volando in iscorlo in più modi. fU
SCORTO Ad.l. da Scorgere, l eduto
Lai. in.peetii,, visus. Or. '^""I^l";'^
Sega. Slor. I. 3. Ma la principale f «-
giL) fu la paura della sua troppa p.o.
de.» e voglia scori, in 1". d' »»•>'« "
ampliando signoria ed imperio.
§ 1. Per Accorto, Avveduto. Lai. catti-
,/„.. ver.ulus, ciulus. periti,: Gr. SO-
Jijuflru. P"r. son. 2 ',3. Trema qu.ndo
fa tede'in sulla porta DcU' .Im. , ov.
m'andd. ancor si scoria, S. dolce in
vista. Bocc. Intr. 23. E.iandio I semplici
far di ciò scorti e non curanti. O. / . o-
10 2. Fu comincialore e maesuo in
digrossare i Fiorentini , e farli »"'" '»
bel. parlar.. M. F. 8 »« ^'"'r" '"^^
cavalieri ec. con alquanti roasnadier. «orti
e destri. . , .^/.^
+ # e. II. Scorto, si due anche delta
cose, e vate Che manifesta •««'"'«i? "
chi le ha fatte . dette, o s1n.1l.. Tass.
Ger. 2 58 A'"''>'''"''''.'f;''",Vbrv
indegno Tra le brutture della plebe *
.orto ; Ma 1' inn.l-ro ai primi onor del
[ regno Parlar facondo e lu.inghiero .
*"s'"l'il' Figuratam. Dani. Purg. 19. Cosi
lo sguardo mio le face, scort. La boga..
Bui. ivi.- Scorta, cioè parbvol. e lotellr
gibile. Frane, iacch -o... 7»; E""^»
costui cosi serto. l> gente 1»"""'/''"
. predicioni, e corre.ao .U. .0. (qui per
'"TlV. Jfoclo, per Gi.i<*o«o. ImUritiato.
L.?.' ductu,. deductus. or. «Xl)»(. "«J'-
a9..-,. <■ Tasi. Ger. M^O.^»^ •"'"
à. m. tiiuw r iBCMlo. ID) Buon. Fier.
SCO
3. I. 4- E da voi scorti Vi uguirem
fedeli , Opereremo accorti.
* S- V- -^^^ significato ili Guardato
da scorta, da sentiniVe. Lat excubits
stipntus. Rtnt. a^it. Urli. 3tiin. S^nnitcc.
/irti. Io piti dolor lopra dolor ripiange
La sconsolala ( l'crgtne ) , com' più mira
scorlo P«fndere in croce Cristo , suo di-
porto (ysj
* g. VI. K in /orza d' avverh. vale
Chiaramente. AVijr, Fior. Cftp. Fori. Da
questo esenipÌL» ijuaDto a costei piaccia ,
Quanto grato le sia, si «de scorlo , Chi
l'urla chi la (igne, echi la caccia. (Ti)
SCORZA. Jiucrij dfg/i alberi, o delle
/filiti. Lai. co'trx. Or. y>0*9^. pJoo;.
HidU Fior, A. La pianta ha di fuori una
coperta alla a spiccarsi,- chiamala scorza
e hocria. Dani. Purg. 32 Ronipcntlo
della scorza , Non che dei fi>^iri e delle
foglie nuove. Pelr. cnnz 26. 2 Ma non
compre ali» scoria Ramo, ne 'n Sor, uè
*D foglia Mostra di fuor sua naturai vir.
tude. Paìliid cap, ^0. Fior di calcìaa ,
scorsa di farro , pesta iosieme, e fanne
cerotto B^rn. Ori. 2. 2. 72. Fu quel
beli* animai senza mag3<;n;), £ sì rompilo,
che nulla gli manra : Era il mantel di
scoria di castagna, Ma sin al naso avea
la fronte bianca fcioe, del colore della
scorza della castagna ) . Sagg. nat. esp.
l3.|. Nel mezao aveva una cavita capace
d* una grossa mandorla senza la scorza.
•f § I. Per simiìit, vale il Corpo j
maniera poetica. Peir, son. 1^7. Po' ben
tu puoi portarieoe la scorza Di me con
toc possenti e ripid* onde ( le migliori
edis. leccono rapiti* onde ). E son. 237.
Lasciando in terra la tt-rrena scorza , E
Laura mia viial da me partila. Cas. son.
4i^* E per ornar la «.corza anch' io di fore
Mollo contesi. Bemb. rim. 38> Ond'auai
temo di Lisciar tra via Quest* ancor verde
e gi^ lacera scorza. * jfng. Met. 2. l5;^.
Ha sano il suo di dentro, ma la srorta
Non y che il tuo genìtor te ba fatto fer-
ia. (D)
§. IL Pfr metaf. Lat. cortex. Pa.ts.
3|^. Non gli spongono secondo 1* intimo
e spiriluale inteodimenio. ma solamente la
scorza di fuori della It-ilera seondo la
gramatica recano in volgare . Amct ^,
E più addentro alquanto, che la scorza.
Possa mostrar della tua deilate.
SCORZARE. Levar la scorza; e in
sif^nifc. neutr. pats. Perder In scorza.
Sbucciarsi . Lat. corticent detrahere ,
decortuarCf pellem exuere. Gr. ai~o).i-
:r!tv. Cr, S. Gir, La terza virtù che ha
il serpente si è , che quando è vfcrbìo e
vuole ringiovanire, mollo digiuna e diventa
magro, e va e truova una entrala stretta,
ed cntrandoTi slrellamente, tulio si scorza
e rmnuovdsi, Tass. Ger. l3. ^9 ^o, no,
più Ol-o potrei , vinto mi chiamo , Né
cortec<-iJ scorzar, né sveller ramo. Bem,
Ori. \. 24" 12. Come in un tempo
tempestoso e strano. Che vico con tuoni
« veolo furioso, Grandiue e pioggia ab-
batte e sfronda e sB'Ta L'erbe, e gli
alberi scorza e disonora , F 2. q. 5.
L' erbe e gli arbori spianta , non pur
irnrta.
*t S" '*'''* meta/. Spcgfiare, Deporre.
Lai. spofiare , exuere. Gr. «TTooVctv
Petr. son. 237. Deh ! perchè me del mio
mortai non scorza L'ultimo di? Gr. S.
Gir. S. Paolo disse: scorzatevi del vec-
chio pec' alo , e vestitevi di Ge&ucristo.
(<fui neutr, patj. ) .
•f SCORZONE. Spezie dì s.rpe di
color nero. Pass. 277. Di certe membra
deiroomn, come dicono i savii esperti,
ossee uno scorzone serpentino , velenoso
• nero. Cant. Cam. 67. Se tarantola o
scorzone. Donne belle, vi pungessi , Fa-
SCO
tevi ugncr tutti i fessi. Buon. Fitr. 2.
lo, quanti acorzooi !
§. Scorzone, st dice anche d' Uomo
rozzo. Lai. ntdis, pnrum humanus. Gr.
dfj.0LQrìi * Benv. (eli, J tt 2. 260. Per
essere salvaticbella, e di pochissime parole,
veloce nel suo andare, accigliata negli
occhi, queste tali cose causorno, che io
le posi nome scorzone. /Tj I-osC. Cen. \.
n. I. pas. 5*) Ella era di Casentino ec.
ne' vcniidue anni , bassa, ma grossa delta
persona ec. ; uno scorzone da maiioare
a raccolta, e un cavallotto, vi so dire ,
da cavare altrui d' ogni fango. (TC)
♦ SCORZONERA Term.de/ Bolmici,
Pinnin the ha ti fusto SitrtpUce Con un sol
fore; le foglie a lancetta, pi.uic e nrrt-ose.
Red. Cons. i. 3/. SÌ beva ron larga mano
r acqua di scorzonera. /',"87. Non è imma-
ginabile l'utile cheapporla la bollilura delle
suddette radirbe di scorzonera fn-sche F
191^). Preparerei con brodi, bollilovi radiche
di radicchio, di prezzemolo, di gramigna,
di Lorrana, di «scorzonera ce. (*)
SCOSCENDERE. Rompere, o Spaccarej
e propriamen/e dicesi di rami rf' alberi,
o simili. Liil. excinttere. Gr. oi'ttots uvsiv.
Dnnt. Par. 21. Che 'I tuo mortai podere,
al suo fulgore. Parrebbe fronda che trono
scoscende- B<mb. pros. i. 21. Ne queste
voci sole furò Dante da' Provenzali, ma
dell'altre ancora, siccome è drudo ec,
e scoscendere, che è rompere. Dav. Colt.
l83. Il villanzone, quando pota , tira a
terra quo* tralci alla bestiale, e scoscende
ì rami di lui (del pesco ) , che patisce
più de^li altri, come più tenero e gen-
tile. /ile^. 10. Mi persuasi ec. rbe la
pazzia f'sse veramente un colai albero-
naccio, rbe per Io meno arrezzasse i
quattro terzi della terra, sicché ognuno
agevolmente ne potesse scoscendere la
sua frasca.
§. Per similit. in sìgni/ìc. neutr, e
neutr. pass. Fendersi. Aprirsi, Spaccarsi.
Lai. scindi, /iodi, ptaciumpi, Gr. ÙTZo-
ti'yvsjOat , o;^i'5£cOwi. Pant. Inf, 2^.
Noi pur venimmo io fine io suMa punta.
Onde r nlitma pietra si scoscende. F,
Purg, 1^. E fuggia come luon che sì
dilegua. Se subilo la nuvola scoscende.
G /'. )i. 26. ]. Una laida della mon-
tagna di Falterona ec. per tremuoio e
rovina scoscese più di quattro miglia.
Buon. Fifr. 3. 5. 5. A torre che rovina
e si scoscende. Non ba poter suuidio d*
architetto.
SCOSCENDIMENTO . Lo scoscende-
re; e dicesi ancora dellfi Cosa, e del Luogo
scosceso, Lat. scissura, rupes. locus prce-
riiptus. Gr. aTTtTcyo; Tiirftx.
SCOSCESO Jdd. da Scoscendere. Di-
rupato. Lai. scitsiis, excìsus, prnerupfiis.
Gr. T/xvjàet; , aVoryio-ti's. ùnoToy-Qi .
Bem. Ori. \, 2^. 16. Fra l'aspre spine
e le rocche scoscese Cavalcando ne va per
quel boschetto. Buon. Fier. 4- 2. 7. Città
disfatte, villaggi scoscesi (ctov, rovinali).
Molm. ^. ^6. Scosceso è il monte in som-
ma , e dirupato.
SCOSCIARE. Guastar le co^ce, o slo-
garle . Lat. co.rtis luxare . Gr l'^y^ùa
i^v.p'spoùv .
■|- ^- § I* Figuratnm. Car. Long. Scf.
q6. Dafni se n* andò con molla allegrezza
a dormire, e Gnaione con un buon appe-
lilo à scosciar dei polli. (Min)
g. II. In signi/ìc.yifutr. pass, vale /4l-
largrìre smisuratamente le cosce in giii.^n,
ch'elle si sloghfno. Biit. InJ I7. Perchè
1* uomo si scoscia, cioè'cfae più teme di
cadere , che prima.
* %CO%Z\kTO. Add. da Scosciare. Batt.
Stor. Jt. f. 3. fo;;. 7. Altresì ( contavasi )
d* una donna d.i povera condizione . la qua-
S C 0
lio3
le caduta d' alto , e scosciatasi, fu portala
allo spedale, e quivi ec. (CP)
SCOSCIO. Scoscendimento. Preeipi'
zio. Lat praecipitium. Gr. arrsV^ij^uvov .
Dani, inf, 17. Ailor fu' io più timido al-
lo sroscm. Fi„mm. (). 8. Acciocché essi.
più abbandonandosi a lei, caggiono io mag-
giore scoscio.
f SCOSSA. Scotimento , Lo scuotere.
Lat. concussus. Gr. -rt'vay/ia. Dani.
Inf 27. Qui-sla fiamma stana senia
più scosse . Fior. Ita!, p . Questa
favola reca Dante in figura d*una scossa
che semi nel Purgatorio, dicendo, ec.
Frane. Sacch. now. 7,(. Costui s' andava
con le gambucci- spenzolale a mezze le
barde romballendo e di.sgnazzando, e quel-
lo cotanto che dicev.i, Io diceva eoo molte
noie, comL' se dicesse uno madriale , se-
condo le scosse che avea, che non erano
poche ;
§. I. Scossa, diciamo anche a Pioggia
di poca durala, ma gagliarda. Lat. imber
ripenliniis , ac velieniens . Gr. ó}j.Qpo^
a'iyvtotoc Ts, /at i^fC/òpo':. 1 orch. F.rcol.
291. Spiovulo eh' e' fu una grossa acqua,
non andò molli passi, cb' e' ne venni- un*
altra scossa delle buone. E Stor. n. 358.
Se non che il tempo si rabbuiò in un su-
bito, e ne venne repentinamente una gran-
dissima scossa di acqua , era agevol cosa
che quf 1 di si facesse una zuffa campale.
Lasc, Modr. 7. Per le gian scosse d'ac-
que, e gran rovesci *
* §. II. J arch. Frcol. 72. Di uno il
quale non possa , o non voglia favellare
se non adagio , e qlusi a scosse , e per
dire la parola propria do* volgari , caca-
tamenle. si dire; e' ponza. (C)
'•' §. IH. J o'are a scosse . dicesi del
J olare , che fanno alcuni uccelli ora
adagio, ed ora velocenienle, aUantlosi. o
abbassandosi , M^r;:, ìf^. 53. It picchio
v'era, e va volando a scosse. (C)
^ § IV. Scossa Term. de^ Cavalle-
rizzi, Trinciata di briglia, o di cavezza-
tte. (A)
•f * SCOSSARE. Fare seos.ta. Scuo-
tere . Poltz. fjrf. att. 1. ( Fir. l8l4 ).
Come vidi sua %ista più che umana, Su-
bito mi scossò sì '1 core in petto , Che
mia menie d'amor divenne insana. (Aj
SCOSSETTA. Dim. di Scossa; Pie
cola siossa Mnlm. 10. 8. E data una
scossetta, come i cani. La lancia chiede,
brando, piastra e maglia.
-»• SCOSSl'O . Quel/o strumento, con
cui si rompe il lino. Maciulla. Cavale.
Specch. Cr, 179. Questo lino fu macera-
to nell'acqua delle molte tribolazioni, fu
rotto allo scossio della colonna (un altro
testo legge scossoio). (Fj
SCOSSO. Add. da Scacterc. Lat. «rare
sus, spoliatns. Gr. 5/TcTcvKyu£vo:, «tto-
óuSst^, S. Gir Pist. Il fortissimo cava-
liere dee seinpre slare nella schiera , e
cercare cagione, perché la sua virtù sros-
sa risplenda. A!am. Gir. i5, 17, Ivi un
buon cavatier , che plora e geme ec. ,
Truovano a pie forilo, e d'arme scosso
(cioè, \iri\o). Buon, Fur, 3. 4 4" Tener
con gli siaiouli il naso scosso.
*t * § L''''' ^oio . Diserto , come a
dire che ne fu scosso fuori ogni cosa ;
ma e %oce antica. Fr Giord. 89. Or tu
se' voto' com' una bolgia scossa ; che né
b'itera sai , né scicnzia né dottrina nulla
non studiasti mai. E ?Oì. lesù Cristo,
parlendcsi di questo mrndo òa noi , voi-
Icci lasciare non così srossi, non cosi or-
fani ; e però ordinòe questo sacramento
nella cena allato a!)a passione ( l' anno-
tatore spiega : scossi forse lo stesso che
scussi, cioè, privi di qualsisìa cosa, senza
niente). iF)
::-■ SCOSTAMENTO - Ditcostammto .
1104
SCO
SCO
AUonUnamenlo . Lai. ihicistio .'■""■'"'■
.ir. a)t»«v,,.5 . Fr. Cord. rr,d. 1
125. Non b ncuna co>.i .!""""'"• " "
gionc nulla d. scosumeolo , che »e «o
iamcnto ri avesse, quello sarà pur da le
per luo difelto. (IS)
ì SCOSTARE . Piicostarr j e '• ""•
„ell-«u.cnd neutr. p.s,. Lai. ««rf^re.
Gr. av-x/M^ETv. Amtl. 44 L. qual. la-
to dal muro colla loro ampiena s. icoslano,
che , Doo loslieodo luogo a chi .edesse
largo spazio concedono ad erbe d. mille
ragioni. Frane. .Ucch. no., b;. Messer
Valore guata costui , e scostagli la mano
*#'é l E fi-uralam. '■ Bocc. nov.iì.
2. Se io dalla verili •i'^' f""? "■' f""'
«ostare tolula . ^il- S. M. ihdd. H,
Sr fu mai gnuno che si scostasse dal
mondo, e voLse incominciare a fare pe-
nilenria, che al primo passo non gli eoo-
.eoisse rappresentare sotto questo gonfalo-
ne» Gniaì. 32. Nondimeno, per non isco-
"urei dal costume degli alui diciamo loro :
"Vs '\l. Scostarsi dal fianco d'alcuno,
liaurìlam. ^ale Essere di cosU.m, d.^rrsi
TalLo...Va.i.rar.l<,.C^^'i'^6.uco
dell' altre non si scosta ... I.V
+ * e III. Scostare uno da un altro,
filralam. .al. Fare che uno non segua
:Ln,enU la parte, le opin.on. e^tmU.
di un altro. Din. Camp. M- 1- Ordina
rono due per contrada che avessono a
corrompere e scomuoare il popolo e a
'ofamare Giano, e tulli > polenti del pò-
nolo scostaisono da lui. (IJ
"^ J SCOSTATO. Ad.l. da Scostare. Al-
lontanato. Lai. '■cccdens,semotu,_G^^
t^r";^ntf:^r;a.^^nt^^
QLndo la g'enle tue P""" • "= '5-" '
la D«Da nostra ec , veunono appiè della
"Ts. Per Lontano, Distante. » 3/. V-
8 ,q Si raccolsono nel castello che era
rilaLrina, alquanto scostato dalla terra.
Cr 6. 26 I. le cipolle malige si pian
tanoec. una per perlus.o. scostata per
nn piede V una dall altra ». (CJ
* SCOSTO. Prcp. Lo sU-sso eh. D,sco.
sto Lor. Med. Poes. Slroaao dietro a coslor
«me maestro D. questa gente , andava
^rnsto un poco. (Min)
* SCOSTUMATAGGINE . Scostuma-
leiZ". Bocc. Com. Inf. (.p
SCOSTUMATAMENTE, rh^erb. S^n-
Cenevolmenle , S.-nza creanza . C""'" «
Ln costun,e. Lai. indecentcr, ..lu,n,an^;
„r, immoderate. Gr. a:ti."T«5, «/r'".
"r.^osùroalame^te, facendo maggior.
"""SCOSTUMATEZZA . Scostume . Lai.
malu, mOM, immodestia . imn,od,rat,o ,
ru, ietta, . Calai. 82. Cosi lo av»e..ars.
a- pericoU della .costum.teixa rende altrui
Icmpcrato e costumalo. „ „ , ,.
* SCOSTUMATISSIMO ./..p»--'- ''■
sJst..mato. Pro.. F,or. 3. V Oh lem-
pil oh costumi l tempi dico inlemperan-
lissimi, e costumi scostumatissimi. )
+ SC0STUM.1TO. JdJ. Pri.od,buon
coJlume. ìlalcreato. Lai. inìunejtus, ma.
le moratus , inurbanus. Gr. «»°'f f ?..
yKj;»;, i-lfoUoi. B,cc. no.^ 8. J. Co-
lui 1- più caro avuto , e più da miseri e
scostumati signori onoralo ec^ . che p.u
..bhominevoli parole dice , o la alli . /-
„oi.. 60. 7. Egli i lardo ec. .ra.ruj. o
.memorato e sco.tumato ; .enia .he e^ .
ha alcune altre teccherelle con qursle che
li taccion per lo migliore. L no,'. »). ■•
Lo .co.lumalo giudice Marchigiano di
cui ieri vi novellai, mi trasse d. boM»
una novella di Calandrino. Calai, b. Cb.
di piacere , 0 di dispiacere altrui non >.
da alcuno pensiero, e lotico e KoUumato
e disavvcnenle . « 1 „-
SCOSTUME. J/a' costumi. Mata crc-
ansa , Seoitumatexza . Lai. malus mos.
Gr. xa/dOs^/ia . But Queslo_ finge 1
autore, a dimostrare che nello nferno e
ogni iramondiiia , e ogni scherno e .co-
stume e dirisiooe. Frane. Sacci,, no.. 107.
Grande .costume i , stando a un tagliere
con un altro, che uno non ha unta tem-
peranta, che li possa un poco aspettare,
e non fa la ragion del compagno.
SCOTENNARE. Levar via la coUnna.
Lai. culem deirahere. Gr. aHOCtpttt .
Cani. Cam. ^34. Questi a forar, quest.
a tagliar son buoni , Questi allr. a «co-
tennare. Dav. Colt. l65. Scotenna un
peito d. carnesecca . Bern. Ori. 2 24^
45 'Jru per meno alla nimica gente, E
quello «vena, e quell'altro .cotenna Morg.
1;. 73. E questo, e I' altro, e poi quello
scotenna . « ,, ,
SCOTENNATO . Susi. Quella parte
del graiso che si spicca dal porco colta
cjlenna.
SCOTENNATO. JdJ. da Scotennare
Lat. cui cuUs dtiracta est. Gr. «nooa-
SCOTIMENTO . lo scuotere . Lai
coucussus , molus , tremar. Gr. CWSjsOi
Tivy/^a, T/=0>Ov M. r. 3. 4». Nel cu.
scoliraenlo per la notte e per le rov.ne
d' ocni parte pochi ne poterono campare
* ùcg. B. Vmil. 116. Per le manifeste
cose è manifesto io quanta allis>ima esUs.
si riposane , che i dolori dello stomaco ,
e le grandi grida, e i molli scol.menl. del
suo corpo non sentiva. (C)
SCOTITOIO. Reticino, o Vaso buche
rato , nfl quale si me».- l' insalala, o
altro , per iscuolersi dall' acqua . Ani
Alam. r,m. son. .8. Io porto indosso un
cosi stran mantello , Ch.- mai barbier v
affiler.a rasoio, E servirebbe per iscotiloio;
Sicch' io slo involto come un fegatello .
IlelUnc. sm. 265. Mantello Che vale ogni
danaio per burattello , O farne scotitoio
per la 'nsalala.
f SCOTITORE. T'erbal. mase. Che,
0 Chi scuote. Lai. excussor. Esp. Salm.
Scotete la polvere de' vostri piedi; e cosi
possono esser delti scotilori. Salv.n^ D,SC.
l 2Ì Neltunno scolilor della terra. >f i ai».
Àminl prol. Che (Amorej fa spesso cader
di mano a Marte La sanguinosa spada , ed
a Netlunno . Scolitor della terra , il gran
tridente (B)
*SC0TiTR1CE rerbal./emm.diàco
litcrc . Sahin. Balr. Ma prc.tisslmo Mi
nerva. Di guerra scolilrice , manderemo,
E Marte, che da pugna il ratlcrranuo ,
Benché gagliardo ei sia. (J)
+ SCOTOLA. Sl'um.nto di legno, 0 ai
ferro a guisa d, coltello, ma sema laflio,
,1 quale si scuote, e balle il lino , 0 la
canapa avanti che si pettini , per fame
cader la hsca. Lai. 'spathula. Gr. ola-
3a).ov . Cr. 3. l5 9. Se 'I tempo sarà
umido, con molli pan.ii scaldato al fuoco
(il Imo), si prepara alla gramola, e con
iscolole la mondiBcaiione s. comp.e.
+ SCOTOLARE. Battere colla scotola
il lino. 0 la canore. ^''■f"""".J'\
.'«r.vca.e.v. Malm ,1.55. E co colei
da Pedrolin d. l.gno Su pel capo gb scuo
loia i capelli ( qui p-r similit. ).
SCOTOLATO. -Idd. da Scot.'Iart. l-at.
rrcussut . Gr. «/TCTivayfsivo; . Buon.
Tane 5. --. Sono . capelli della Tancia
mia Morbidi come un lino scotolalo.
# SCOTOLATURA. Ltsca cadala dal
lino , e dalla canapa par V azione della
scotola. Ca'. Fo.f. face. 69. E .e tra l.
SCO
terra .' impaturi pula di grano , o alire
biade, «eoo trito, paglia balluu, resi. d.
.cope , .cotolatura d. lino, o canape , Mr»
boniasimo. (Pe)
t SCOTOMATICO. Colui che paiutc
di scotomla. Tes. Pov. P. S cap. 7. Il»»
allo scotomalico da' a bere ec., rad. J e»-
'"'sCOTOMl'A. Vertigine Unebroia, con
diffcoltà di reggersi in piedi . Lai. Jco-
,om...Gr. «,T«^«. lotg. «a.. Tosto
avrà scolomia , o vertigine , eoe cuUle
tenebrosil'a ed avvolgimento , com. .e .1
mondo .' aggirasse inlorDO •■"»"»•*';
Aldobr. 209. Vale ancora qoe.la polvere
[ conlra digito di vi.o, e contro .colom.a.
SCOTTA. // Jic» non rappreso , cne
avania alla ricotta.
e E Scelta, in lerm. d, Varinerui. e
Quella fune principale atlaccata alla vela,
la quale allentai,, o tirata secondo! veni,,
regoU d cammino del naviglio. /•- J"^
18. 143. E chi a mainare, e ch. alla KOtU
è buono. r
# SCOTTAMENTO . Scottatura . Lo
scottare . Lai. adusilo . Gr. t:t.«aa«.s ■
Red. Cons. I. 280. Siccome per .scotta-
memo di ferro infocalo , o di "equa boi-
lente, .on prodotte alcune ''««.'>;' .'°'"'
.cripien,ed'a^quanominat.^da.id.n
rr{deril1uoc° e dello scotlam.0,0
eh' e- ci fa, eziandio che da DOi non s. senta
l'arsura e il dolore, ma per averlo prc
lato. £2.8 Dalla ■);'"»'' -l'I'T
dove il fuoco .• accende ne deriva la di-
ver.it'a dello .pUndore. e dello .coiumento
'"'* SCOTTANTE . Ch, scoua Lat.
exurens. Gr. «aT«a.-o.v . SaUm. Pros
Tose I 36 1. Ma che possono sentire
dT«;sn. gole la.tric.te,^da' cibi scotunt.
mortificate e incallite T ( ) , /-„,
SCOTTARE . Far cottura col fuoco
nel eo.po dell- animale. Lai. adurere
exurere, uitularc. Gr ttli^^uli'. -Venz.
Sai. 4 Pian , eh' ei mi scolta ; e_ qne.
;omintia:adoro. Filli, la tua belli. *ym.
perf. r. Tii.c D. 4. T. 1. 121. Udiie
mi ec. percbò 6-» •' f»°" ,«'*"• "■'•■
divampi dove egl. tocca, (tj
+ * S 1 Sbottare, laLra vale Essere
eccessivLenle caldo . Imperf V. Tusc
D 4. T. 6. 237. Avv.ene alcuna volt,
che i muri e i sa.>i sellano, ancorché .1
sole non ci sia piii. perche ee. (t)
S II £ per similit. si dice del li»-
care altrui nocumento gagliardo, travaglio,
0 dispiacere e.ces-ivo. Tae. D^v. I^U.
A-r. 3q3. Alleggerì ^' '"""""'''J'*;^
ni ed allri tributi , tolto via quelle cke
più scollavano, inventate per mera barai,
lena. * Imperf Pro,: D- li- ' > //•
Ma alle povere donne .0 che avete uo
a,al animo loro addosso; con. un creder,
che voi ne .iate stato .coluto, tanto naie
nedite r/Oflc"'-''" 53..MVT"V.V:"
baie: quel che mi .colla più. «1 e 1 aser
Xto che vi è un mal.de.lo Inglese.
c^e ha fatto un libro dell. cb»cc.o.
''S.^ln I. 'Ogl.a scotta, o ";"•"'.''
din di Coloro chi stanno ritirati per de.
bill, 0 per delitli onde non possono uscire
..enta manifesta lor pencolo ."«'"•- •'■ 4 f_
Da selle volle 10 su .' i^ g'^ W^'»" ^"'
alla .ogiia. ma quel sauo «colla.
e IV Chi si sente scottir tiri a te •
plìdi,ole gambe, o simili; '"■"''?'/~:
ierbiale . cM. quale si «'""" '*' / ".
seuno dee peasa.r alla pr.pri. à'f''-l*
„ u.a anco.a quando •' "»^""''' ? **:
nerale al.iin vizia ,.irh.,aluno. che n.
s.a niacehialc . ,' tmend, . /»«* "l'- »^
-,. Chi poi si «nlir-a .eoiur. . Urefi le
gambe a wr.
SCO
SCOTTATO. j4dd. da Scottare . Lai.
ustulattis, exustus. <ir. «xTTupaaei'^. Car.
teli. 2 3o. E^li è tanto scottato <lagli
obblighi passati ec. , che malvolenlieri i\
laicerk ridurre a questo aito ( qui Ji^n-
mtam. nei signijic. dei §. II. di SCOT-
TARE ).
SCOTTATURA . Lo scottarsi , e la
Parte scottata. Lai. exit stia. Gr. cxxku-
ffiS- Segner. ^fln'l■ .Vi>f. 28. I- Non Jice
distintamente nr veleni , ne squarci , né
MOtlalure , né qualunque altro di que'
nipplizii cbe danno ai rei sulla terra i
tormentalon .
SCOTTO- // Desinarti o ia Cena che
si mangia pt'r io più nelìe taverna . Lai.
eoetfj, prandium. Gr. SiiTtvo-j^ a^scsrov.
Af. V. I. 5tì. I Roinci volendo seguire
loro cammino, lasciarono ì danari de' loro
scolli sopra le meose. Frane. Sacch nof.
69. In tutte le terre passate noD guada*
gnò soltli venti , cbe gli scotti gli erano
costali più di cenlo novanta . Croi:. Mo-
re//. 2^ì . Dove prima , standone a scotto
i fratelli, egli scialacquava; partito da loro
«., e* diventò il più assegnalo uomo del
moodo (tjui vale .* stando alla stessa mensa,
a comune). Buon, Fier. 2. 1. 1^ Tu sa-
rai quel che a te medesmo Sottrarrai la
propina dallo scotto. E appresto: Davao
coolì di scotti, Cbe parean fornaciai.
5 §. L £ per lo Pagamento che si Ja
della stessa cfaa, o altro mangiamento .
Lai. symhola. i\t. (iv_u6o>r;'. Bnt. Pur^,
3o> Alcuna volta scotto si piglia per la
vivanda, e alcuna volta per lo pagamen-
to . Biton. Fier. ^. 3. 2. E poslo man
suir un de' piatti D'argento, or questo
fia, mi volsi e dissi, Lo scolto di stasera.
^ §. IL E figuratnm. tt Dani. Piirg
.^O. E tal vivandi Fosse gustata senta al-
cono scolto Di pentimeotQ . Galat 6".
Perciocché il tacersi colà , dove gli altii
parlano a vicenda , pare un ouo votor
metter su la sua parte dello scotto •* . (M)
# §. III. Scotto, per Pagamento, in
modo assoluto, Pucc. Centi/ e. 83. st.
9. E inGoo a questo giorno per iscollo
Dugeuto mila fìorin d* oro avoli Avie di
Pisa e Lucca. (^fJ
* §. IV. Scotto, vale anche Prezzo. Fior,
ital. 3o8. K, se lu questo onore, cbe vai
cercando , ruoli tu comparare con la lua
vita, qual è la ragione che tu noD metti
a questo scollo la mia? (C)
# §. V. Tenffre a scotto uno, va.'e Spe-
dargli il vitto . Matt. Franz, rini. buri.
Quegli offerisce di tenermi a scotto , Se
mi dispongo di tornar in corte. (Br)
%. VI. in prM-erb. Pacar lo scotto ,
vale F.ìr la penitenzi d--l fallo. Lat. lue-
re poenns Gr. Tt_«w2i'av ooÙvai. T'att.
Jnl^nd. Man:;ianne ì morselli grassi, onde
pagheranno molto duro scolto nell' altro
secolo. Frane. Sacch. Op. div. l!\y. Chi
non vuole combattere con queste, e vuole
slare con loro in pace ne* diletti, conviene
a mal suo grado ch'egli paghi lo scolto.
E più sotto : kòfxx\<nìxc lugurta del diletto
del moodo pagò lo scolto . E più scatto :
Adunque costui, volendo col Demonto
menare sua vita , pagò lo scotio . Morg.
II. ^3. E pagherai lo scollo. Di quel e'
hai fatto , eoo affanni e pene . Malm.
5. 55. Quella sua landra ha da pagar lo
scotto .
# SCOTTOBRUNZO. V. A. Forse lo
stesso che Scoccohrino, Figuraccia. Bocc
Com. In/. Ne vo' dir de' cappurcioi , co'
quali o a' babbuini, o a* scoltobrunzi si-
migliaoti si fanno. fA)
t * SCOVACCIARE. Uscir del covo.
Malt. Franz, rim. buri, 2. 123. Girsene
ionaoii agli altri cento braccia Gbiribix-
«oso , e con la montanara Stare a veder
st fiera si scovaccia. (Br-i
Vocabolario T. ÌI.
SCO
SCOVARE, Cai.ar del covo j e si dice
di fiere. Lat. e cubili, vel lustro educere.
Gr. in. xoi'ti),', ex «Tio^aif^u e^a'ysiv.
§. 1. E per simili/, va/e Scopri rt". Buon.
Tane. 3. a Eb, Cosa, oiamai tu se'sco-
vata .
•f §. IL Fip*ratam. Scovare gli anda-
menti, i fatti d* alcuno , vale Bicercare,
e Bitrovare le sue operazioni j ed e tuo
do bttt^o . Lat. naliiram a/icuius sut'odo-
riiri . * Sìlvia. Iliad. /tb i. r. 82^. lo
nulla cerco D'intendere da te, uè ritrar
nulla ; y'e scovo i fatti tuoi : onde assai
queto Tutte le cose, cbe tu vuoglì, ordi-
sci. (B)
SCOVERCniARE. T. SCOPERCHIA-
RE .
SCOVERCHIATO, /'. SCOPERCHIA-
TO .
SCOVERTA, r. SCOPERTA.
SCOVERTAMENTE. F. SCOPERTA-
MENTE
SCOVERTO. K. SCOPERTO.
SCOVERTURA. A" SCOPERTURA.
SCOVRIMENTO. /'.SCOPRIMENTO.
SCOVRIRE, y. SCOPRIRE.
SCOVRITURA. r. SCOPRITURA.
« SCOZIA. Term. degli Architetti .
Membro incavalo come un mezzo canale,
e perciò si chiama anche Navicella. E^li
e pirticolarmenie affisso alle basi , ove
si mette tra i Tori e gli Astragali . Si
pene ancora talvolta al di sotto del f^oc-
ciotatoio della cornice dell' ordine Veri-
co. (A)
SCOZZARE. Contrario d' Accozzare ì
e si dice per lo più delle carte da giù-
carej quando si mcscoluno, levandole dal-
r ordine loro. Lai, seiungere . Gr. dizo-
SCOZZONARE. Domare, e Ammae-
strare i cavalli, e l* altre bestie di caval-
care. Lat. domare. Gr, 6u.fAXV.
§. /:.' prr metaf. Dirozzare alcuno non
pratico , Scaltrire . Lat. informare , iw-
buire. Gr. TratoEu'etv. Varch. Ercol. 5"].
Dicesi -incora , con vocabolo cavato da'
cozzoni de* cavalli, scozzonare , e con %'o-
re più gentile , e usata da* compositori
nobili , scaltrire , onde viene scaltro e
scaltrito, cioè accorto e sagace. ^ Lasc.
Bini. 2. 265. Questo luo barberesco Bi-
sogno ha della brìglia , e degli sproni ,
OvviT . che l'accademia Io scozzoni. (Cj
SCOZZONATO. Add. da Scozzonare.
g. Ptr metaf, vale Scaltro , Accorto,
Avvfduio . Lat. cautut , versultis . Gr.
6uiaj3>i'? , opo'vtfio: . Ztbald. Andr, 67.
Chi nasce in Iscorpio , Ga ardito e scoz-
zonato in tutti i suo' falli. Morg, 17 g.
Era il Soldano uom mr-lio scozzonato. E
22. 125. E 'ndovinossi ch'era scozzonato,
E le malizie conosce dì Gano.
•f':^ SCOZZONATORE. Verbal. masc.
Che, o Chi scozzona. Più comunemente si
dire Scozzone. Signvr. fncr. 1. l^. 10
L* idea di quel!" opera artificiale non è
ne' cavalli stessi: è nel cavallerizzo, è ne-
gli scozzonatori e sonatori, ec. (Aj
* SCOZZONE. Term. de' Cavalleriz-
zi . Nome che si dà a coloro i quali co-
minciano a civclcare un cavallo non an-
cora avvezzo al freno , per domarlo. (A)
* SCRàLLA. Specie di ciuoco antico.
Cavale. Espos. Simh. 2. 26. Si pongono
per prelati e per rettori tali fanciulli per
rispetto di parentado e di pecunia « che
più volentieri giocherebbero nella piazza
con altri fanciulli alla scralla , cbe non
stanno nella chiesa ali* uffizio. (V)
SCRAMARE, F. A. Esclamare. Lat.
pxclamare . Gr. i^^oiv. G. F. 12 18.
6- E '1 nostro poeta D«nte Alighieri, scra-
raando contro al vizio dell' incostanza de'
Fiorentini ec, disse tra V altre parole.
I 3 SCRANNA. Ciscmnna , Sedia. Lat.
s c n
iio3
scamnum. Tass. Am. 1. 2. Le scranne ,
le lettiere e le cortine , E gli arnesi di
camera e di sala , Han tutti lìngua e
voce .
'^ §- 1. Sedere a scranna, figuratam.
vale Far tì<i giudice. Sentenziare. <• Dant.
Par. ig Or tu chi se', che vuoi sedere
a scranna. Per giudicar da lungi mille
miglia Con la veduta rorta d* una span-
na »? (MJ ^
* §. IL E fgnratam .. Gr. S. Gir,
22. Davit disse: bcnavvcnlurato è quegli
che non andrà al consiglio de' felloni e
non isl;irìi nella vi.i de* peccatori , e non
si'detà uella scranna di pistolenzz >• ( nui'
lat. cathedra; lo stampato ha cattedra in
vece di scranna ). (M)
* §. III. Sedere a scranna, pur figu-
ratam. vale talora Comandare . « l\la/m.
6 "- Ed oprar che Baldon resli chi:irito.
Che ambisce in Malniuntil sedere a scran-
na ». fMj
SCREATO /'. SCRIATO.
SCREDENTE. Add. Non credente. Di-
scredente. Lat. infidelis , incrcdulus. Gr,
ofTriJTij. Tcs. Br. 2. 25. Sicché l'uno
era in paura e io dubbio , e l'aliro era
iscredenle. Mor. S* Grec;. Ora se questi
colali sono tanto scredenti , che non vo-
gliano tenere ec. ^' ì'il. SS. Pad. 2.
|3. Tu conosci eh' io non per malìzia
sono {scredente di questo sagramento. (F)
Salvia. Odiss. 3iO. Ed udendo, non scre-
dente Fue , e discese nel fragrante tala-
mo. (N) *
§. Per Contumace, Disubbidiente. Lai.
contumax, Gr. aTTcìQyj';. Tac. Dav. Ann.
I. I^. I soldati d'insegna delle due le-
gioni scredenti, stanziati ne' Cauri , co-
minciarono a levare in capo (qui il testo
lat. ha discordium).
SCREDENTISSIMO. Superi, dì Scre-
dente . Lib. Pred. L' Ebreo si raanliene
uo popolo scredenlissimo.
SCREDERE, Non creder più quel che
s* è creduto una vofta, Lat non credere,
fidem amplius non kabere, Gr. «TrtcTSt/st*
Ftloc. 5. 212. Cominciò ad ingegnare dì
farmi scredere ciò che io per lo sospirare
aveva pensato . Guid. G. Ulisse con sue
parole ornale pacificòe con lui il popolo ,
e fece loro scredere le predette cose. But
Purg. 7. I. Ne bene crede , ne bene
screde .
1 SCREDITARE , Levar il credito ;
contrario d' Accreditare. Lat. alieni detra
here, nomen ìmminuere. Gr. òia.r-JStz^v.i
Ttva. Buon. Fier. 4- 2. 7. Quivi barbas-
sori Battersi i fianchi, e screditando que-
sta. Delle passale fiere dir carote, E sca-
ricar miracoli . ^ Segner, Selt, Princ.
iìlus- 6. 2. Hanno scritto, quasi senz'al-
tro prò , che di sconsigliar tante belle
pratiche ec, o di screditarle. (TC)
* §. In signifc. neutr. pass, vale Per-
der di eredito . « Viv, Disc. Arn. 5^.
Air incontro si screditeranno sempre più.
quanto più ec. avranno spog'iale e sprov-
viste le medesime spalle d'Arno ". (C)
SCREDITATO - Add. da Screditare
hit. fama imminutus. Buon. Fier. 2. !•
I. A quelle che scortate di misura . A
quelle che smontate di colore , A quelle
che svanite dì sapore Venisscr difellale ,
E però screditale, Provveggasi argomento
che l'aiuti. E 3- 2. 8. Donde ha e'fatto
venir di sotterra Così straccione e frusto
e screditato *N un punto il pollo freddo.
E 3. 2. 12. Gira e rigira, in somma scre-
ditato . * Set:ner. Pred Pai. Ap. 6. i.
Perche questi (gli odii ) tra gli Ecclesia-
slici sono già troppo screditali (TC)
SCREDITO. Susi. Contrario di Cre-
dito . Lat. fama imminutio , malum no-
men .
* SCREMENTIZIO . Add. Di sere
xio6
s e n
mento. Rucell. Dial. Jtios. HO Per lo
turboleolo acceodìmenlo di fuoco sere-
Dieatixio delle più violenti passiooi (Mia)
SCREMENTO. E^cre'nMto. Lat. ex-
cremenittm. Gr. Tte^i'rTW^a*. Varck. Lez.
24> Si serve ulvulta in6ao degli scremeati
e vilissime superQuilJ in qualche uso o
ntile, o oecrs^ario.
•f «SCREVIENZI'ii. Scheranzia, Squc
nanzia. hit. angina Gr. vuvo^/xi- Sahin,
Disc- I. 4^4' O"*'^' comparito ei^li in pub-
blico coIIj goU faiciaU, oon ditse verbo,
accagion^adone uoa »cremt^niia, o inGam-
■Qaiioae di fjuci; ma i suoi emuli, beffan-
do , disseru non ossero quella angina ,
ma ec. (*)
•f * SCREPARE, r. A. Screpolare.
Pallad. cap, (^0, tit. Come si soccorra
alle stufe e malie, se elle scrcpaoo (f'^j
# SCREPA-ZZARE. Sembra Io stesso
che Scoppiare, Crepare Lai crepare .
disrumpi Gr. JiwXxxjrv. Pataff. 8. Il
goxzo volsi indietro , e screpazaai , ( n<.-l
testo del Chigi si Itg^e qufsio etempio
nel cap j), e il comento ^pie^a ' Scre-
paizare, sghignazzare } . {*)
SCREPOLARE . iVr«(r. Crepolare ,
l'^endcrsi, Aprirti, Co'tiincare a crcpare.
I.at fin'li , f.itiscere , hmlcari , rimai
a^^erf. Gr. c^^ca'vetv. Buon. Tane. i. 5.
Che la terra bj perduto ogni alimento,
E screpolali S'>n siuo a' pantani. Red.
Ins 83. I marzolini, prima che bdchino,
in molti luoghi screpolano e si fendono.
# JJ. Scr.p .Itre, dicono ì Piltori e gli
Architetti d un yizio di certa calcina ,
con li quale si /anno inionaclti per di-
pi-^nere a fresco » o per coprire facce e
mura d* eJi/ìzii, poichc cotale intonaco s'
opre e fende in ilivtrse porti j il che fanno
anche le me^tiche, o imprimiture di tele
o tavole, 0 mura per dipifjnere, a cagione
de* composti non ad'ttati a tile effetto.
BiUin. foc. Hit. (A)
SCREPOLATO. Add. rfi Screpolare.
Lai y7.((uf, rimosus . Gr. Jce5;^i?^sv5; ,
x'Xtiépt(*ìÒYi<i. Sah'in. Disc. i. ^ig Sieno
corno sgraffijii e screpolati, che abbiano
la pelle slracciata.
SCREPOLATURA. Crcp*i(«ra, Fessura,
Pelo, nel significato del §. XIU. Lai.
limiila, fis-^ura, Gr. r;-j(t3o^.
SCREPOLO ScrepolaUtra. l^^i. rimu-
ia, fissura, Gr. v}(jiSoi. Rid. Ins. 83
Su quegli screpoli, e su quelle aperture
( de' marZ'Jini ) dalle mosche, e da* mo-
scfaeriai son partorite 1* uova ed i bachi.
t * SCREPOLOSO. AdJ. Che hi
screpolature X.»{, rimosus. Sahin Georg.
Uh. l\. Tu però i cubili Screpoloìi di
lìscio fango intorno Ungi scaldando- (F)
SCRESGERE. Contrario di Crescere
Scemare, Lat. Jec eicrrc. Gr. ^etouiàKi
Frane. Rfirb laS. 20. E tanlo iscresce
r oDor di costei, QujoIo per lei Esso e
teautu di picciol valere
'r SCRESPARE. Ptt/ar le crespe di
una co^a increspata j contrario d' /nere-
tpare. f.-fj
# §. £■ neutr, pass. Vallisn. Sr si
torna a tirare ali* infuora rinteslinetto
ec, qu.into più s' alUiaga e si screspa ,
tanto più r osso resta indietro. (A)
SCREZIA. F. A Screzio. Lat discor.
dia, dissidittm. Gr. ipt;. Dittani. 2. 24.
E percbù col marito prese screzia. Dep.
Decam 106 Per tor la fatica del cer-
carne in Fazio Uberti', che screzio e
screzia ancora disse , all' usanza antica.
# SCREZIARE. Macchiare cn pia
colon , Fare scretiato, Lat. vatirgarr.
Gr TTOtxt'Jlìctv, puTTou'vitv. // Vocabol.
alla r. SGORBIARE. (•)
SCREZIATO, e SCRIZIATO. Di pili
co/ori. Lai. variut, vtrstcolor, Gr. TtoiJ-
X^OU( R'cc noy. 10 4. Colei, la quale
S C n
SI vede indosso ti panni più acrexiati e '
più vergati , e eoo più fregi, si crede
dover essere da m<'Uo più tenuta, e più
che r altre onorata. E num. 3. Queste
cosi fregiate, così dipiote , così screziate,
o, come statue di marmo, mutole ed ia-
sr-mibili stanno, o si risponduno, se sono
aJdomandaie , che mollo sarebbir meglio
r avi-rc taciuto. Dep. Decam. 1O7. E in-
tese, come noi crediamo, Pampinea donne
screziate^ e panni screziati, fat'i eoo fregi,
odi pezzi, e litte di più colorì, Tac. Dav.
Ann. 6. 120. Tutti scrivono esaer quest*
uccello sagrato al Sole; nel becco e penne
scriziate diverso dagli altri ( il testo lat.
ha diitincta pinnarum ) . E Stor, 5. 3;0'
Vele fatte di sopravveste scriziale dì bei
colori . a veder vaghe ( il irtto tal. ha
versicoloribus ).
•f SCREZIO. V. A. Cruccio. Di-
scordia, Scisma. l.»i. discordia, contrntio,
dissidium. Gr. €pii , T9 iia.^i^ttBoc.1.
Bocc, nov. 72. 16. La Belcolore venne in
iscrezio col sere, Fr. Jac 7*. Qujndo
nelle contrade Aggiacc alcun castello . 'H
istante metti screzio Intra frate e fratello.
Dittam. I. "j. Spento ogni mio pensìer ,
che movea screzio E dubbio al mio an-
dar, subito presi Consiglio tal , del qual
ancor m* è prctio.
§. Per Varietà di colori, o di fre:,i .
Buon. Fier 4- 2. I. Se '1 vestir pur*»,
u tutto scrfzii e tresche. S'ali* usanza , o
fuor d' uso. ce.
* SCRIATELLO. Dim. di Scriato.
Alleg, 223. Dall' jltra banda se ve ne
capitasse un altro m^ilo assettato, scriatello,
affamatuzzo, dì magra presenza, ec. (F)
3 SCRIATO, e SCREATO. Add. Ve-
nuto su , o Cretcìulo a stento , Di poca
carne , Debole. Lat. minnlut , gracilìt .
Gr. i5X*05' ie^'^V Cron. Mor.tl. 3oi.
Nacque a Giovanni il secondo 6gliuolu
maschio ec; e percht; era mollo minuto e
ìscriatn, credendo non vivesse, il feci bat<
tezzare il dì medesimo in santo Giovanni.
Buon- Fier. 4. 2 7 Gli screati lìbricoli
a sentenza, E saggi detti in .ibbrcvialure
Ristretti, anzi raitratli a mo' di punti,
* g. Scriato, detto delle cose, vale
Scemiito, Indebolito, Diminuirò nel suo
essere. " l>ni'. Mon 1 20. La villanella,
usata a vendere la sua Sf-rqua dell* uova
Un asse di dodici once , vedendolsi in
mano si scriato, e ridotto a un'oncia,
ec -..(B)
SCRIBA. ì'. L Seri^-ano , Scrittore .
Lat scriba, seriptor. Gr. */ìK9IU{. Dant
Par. 10. eh' a ti; riiorce tutta la mia
cura Quella materia , ond' io soo fallo
scriba.
§. Scribi, si dissero anche 1 Dottori
della legge giudaica. Lat Scribae. Fr.
lac. T. 3. 16. 3. Or non sai lu di qu-sli
cao ludei, Ed ancor degli Scribi e Farisei,
Che ci hanno m>>rto Gesù Naxareo, E 'n
sulla croce 1" hanno conficcalo? Sf^ner,
Con/, instr. Dicevano quegli Scribi calun-
niatori, e dicevano bene , ancorché oon
intendessero ciò che dicevano.
* SCRICCHIARE. Scricchiolare, Far
quel piccolo crepito di cosa secca e dura,
che voglia rompersi. Salvin- Tri/ E la
gravosa Terra scricchiò , Aquauato dalla
punta Di Netlunno a tre denti. (A)
SCRICCHIOLARE. Si dice di Qualsi-
voglia cosa dwa, o consistente, la quale
rendi suono acuto nelT essere tfors^tn, o
nello schiantarsi. Lai. crepitare . Malm.
1. 73. Scricchiola sempre li più irìsla
ruota (qui i detto proverbiale , di cui
vedi RUOTA, §. Ut ) .
SCRICCniOLATA. Suono, o Rumore
che fa alcuna cosa nello scricchiolare .
tf Leop. rim. 57. E m* tccoslai pitn pian
com* uom cbr Jgguatj . T^l che mi parve
S C R
di «eolir che *1 letto Faeeue una solenne
scrìcchiulaia. (C)
t SCRICCIO. Lo stesso che Scricciolo.
Lat. patstr trcglodyles. Gr. TpW/Xo^W-
TTis» Morg. 25. 3oa Perocchir lieoe aperta
per natura La bocca, quando di sono* hi
capriccio , £ lascia audormtntartì dallo
scrìcrio. Lor. Med. cani 18. ^» ForO
macchie come Krìcci, Mangio pampaoi e
viticci.
t SCRICCIOLO. Piccolissimo nccti-
letti solitario, che liem sempre im coda
ritta, e frequmla le siepi, e U huehs
desìi alberi j detto altrimenti Forasiooe.
Lat. passer troglodylef, Gr. T^ùiyio-
du'ei;; Cinf. CoU. 2. 68. Vedendo per-
cosso Esser da quel che non preaaava on
picciolo , Perocché allato gli pare uno
scricciolo. Ricett. Fior. 85. Ardontì molti
animali, come gli spinoti, gli tcrìccioli, e
le rondini. Buon. Fter. 4. 2 7. E far iì
che non passi, e dod alieggi Scrìcciol ira
siepe e ùepe.
*t ^ §• Essere Ulto scricciolo , dicest
per similitudine, d'una Persona gtovane,
e piccola. Salvia. Fier. Buon. !i. a. 7.
Una p^rtona giovane, piccola, si dice ewer
unu scricciolo. (A)
SGRIGNA. V. A, Scrigno Lat. seri-
niiim, Gr. xi^wTiov. Fr. lac T. 2. g.
1 0. E serrati nelle icrìgoe Auro, argenlo,
e gemme care.
SCRIG.NETTO Dim, di Scrigno,
SCRIGNO. Quel rilevato che hanno im
sulla schiena i cammelli , e gli ttomini
gobbi. Lai. gi'ibus. Gr. x\ipzo\. Volg.
Ras, Quando lo scrigno ti comincia a
fare, si debbono dare le maggiori pillore
degli ermodattili. Tes. Br. .'». 46. E molto
temono (1 cammelli) neve, e grande
freddo; e '1 grande scrigno, ch'egli hanno
sul dosso , gli Arabi , che gli tengono ,
fendono la pelle per mezzo la schiena, e
scorliranlo infino al terzo delle custe * e
cavano quello scrigno, rb'è tulio grUM,
e quello insalano, e serbanlo molto* e
coudiscono biro vivande. Morg. jq. g3,
Morg;iote die di morso nello scrigno, E
tutto lo spiccò con un boccuoe. Bemb.
Àsol. 2. i>8. Quando avviene per alcun
caso, che sopra lo scrigno dell* uno ^ Cam •
mello) le sorae di due pongono i loro
padroni
f §. Scrigno, SI dice anche Una spetie
di/o'Zicre. Lai. scrmium. Gr. xiSbiTiov.
Nov ant. 74 3. Gli fece dire a lin altro,
che gli voleva accomandare uo gran letoro
in molli scrigni. Cr. 5. 27. 4 H If^no del
sorbo ec. molto e convenevole a lavorì ec.
degli scrigni, e d.^lt'assì, e tavole Hftl.
iV. Poi. i3i. Più ili cinquemila liofaoli ,
tutti coperti di panni ad oro e a seta, e
ciascuno faae addosso uno scrigno pieno di
vasellamenlo d'oro e d'arienlo. # E ap-
presto: L'I scrìgno vuol dire in nostra lin-
gua on fonieretto (CP)
SCRIGNUTO C'ie ha h scrigno. Gob-
bo. Lai. giì'her, gifihus. Gr. XUCTO*< Llb.
Mòtt. Entrando uno scrignulo in una cittì,
nella quale era uuo statuì», ec, Marttruu.
I. iH. Se alcuno avesse avuta grande, o
piccolo, o torto naso, se scrignulo, ritpo
degli orchi, continua rngna. e molte altre
cose. Mitrg i8. 18). E intanto un e* ha
veduta Quella cammella. diceva: perdio.
Ch*eirè del Dormi ostier quella tcrignu-
la. Lo-. 3trd cani. 71. 4- Più icri^ala
e d'una chiocrioU. Ciriff", Cmfv. 3. 71.
Resta impedito Di quella spalla, e divcolò
scrignulo , Che '1 diavol non 1* are* rico<
nosciuto Buon. Fier. 4. I. q. Guardisi
r uom sol d'estere tcrigouto.
§. Scrignuto, vale anche per similitud
C-onvetsc, Arcato. Lat. concavus, gibbus,
gihhosu*. Gr xufo'f, xoTìoi. f'olg- Rat
Tulle le ««ne nascono dalla parte scrìgonta
S e R
e colma del fegato, imperocché il fogalo
è deatro cavo, e <li fuori colmo e scri-
goato. Frane. Sacch, no*: 87. Questo fu
dipiuto, già fa più tempo, per lo re Carlo
Primo, che fu mj{;ro , lungo, e col naio
«crigDUlo. yu. iiarl 3^. Vulcaous , che
fu uo f illaoo isrrignutu, mollo disleale ,
e alla fioe diveoDe fabbro per bisogao di
Tirer«.
t 3 SCRIMA. y. A. Scherma. Lat.
gtadtalura . Gr. ,U9voua;(t'«. Morg, 37.
31. Mj quctu vultj U scrima kua erra.
E st. 109. lo t'bu più volte, adopr.iDdo
ogoi iciima, Per dod saper quanta virtù
io te regna, Riguardala, o mia spada,
Unto degoa.
<= §. I. SUirt in tutta scrimt.va'f Sinre
4 tu per tu, M fìuon. Tane. 5. 7. Ma or
meco Tu non dovresti stare io sulla
scrima - . (tV)
§ Il Per meta/. Perder ti scrima^ vale
Perder la remota dell'operare , F.scir di
se. Non saper quel e fi* un rifaccia. Lat.
a reguta aberrare. Bem. Ori. |. i5. 3.
Io nessun' altra cosa 1* uom più erra ec.
Certo, che nelle cose della guerra : Quivi
perduQ la scrima le ragioni.
SC^\yiKOU\K Scrima, Sckernhi,Scher-
maqfia. Lat. propugnatio , dffensio. Gr.
dTij?aiTtto/Arf? Fr. Giord. pred R. Fu
inutile ogni scrimaglia adoperata dal va-
leatuumo. Zabiild, 'Andr. Vi oppose la
scrimaglia della sua spada.
•f * SCRIMINATURA. Quel Solco in
sul cranio, onda in due parti dividonsi i
empelli . Bemb. Asol. s. i33. La quale
(treccia) luogo il soave gi->^0 della testa
dalle radici egualmente partendosi, e nel
sommo segnandolo con diritta scrimina-
tura , per le deretaoe parti s' avvolge in
più cerchi. (J)
* SCRiMIRE. y. A. Ferho neutro
pass. Difenderti- Lat. 'e lueri. Rìm.
Amt. B, M. Sennac. Ben. Messere , io
modo che questa camene Vi manifesta, e
000 so eh* IO mi prenda, O di scrìmirmi,
o tacito morire. (XS*
t SCRINARE. SL-iorre, e Distendersi
empefli. Lat ciitet solvere. Gr. ttÌoV-x-
/i0» CxXiiiy. Bocc, Com. Dant, i. 33o.
Mi piace di lasciare stare la sollecitudine,
la qual pongono , gran parte del tempo
perdendo appresso il barbiere , in farsi
pettinare la barba ec, ed in ispcccbiarsi,
usimarsi, allicbìsarsi, scrinarsi i capelli ,
ora in forma barbarica lasciandogli cre-
scere, atlreccijndogli, avvolgendosegli alla
testa, e talora soluti su per gli omeri
tToUuare, ed ora io allo cbericile raccor-
ciandogli.
SCRINATO. Add. da Scrinare j Cfte
ha I crini sciolii , e distesi Lat passis
criiiihus . Gr. Trìs/auoj s'/ìjSsvto^. G.
r. 4 20. 6 Tutta ipogliata di vesiimenla,
(•' crini del capo diligt-ntcmcnte scrinali ,
(Questa, disse. Ptcor.g, tS-n^f. 2. Chiamato
Guelfo suo marito, e tutta spogliata de* suoi
Testìmeoti, e i crini del capo diligentemente
scrinati, disse: uiune malie possono essere ;
vieni, e usa Ìl nostro congiugoimeutu .
* *Scrt. Peci. 76. Il padre loro slava c<illa
barba grami:, e il capo iscrinalo, e vestilo
di nero al sepolcro, (Cj
SCRITTA. Scrittura . Lat. scriptus ,
icripliim, scriptura. Gr. ypXfJ.u.v.. Bocc.
nov 85. 16. Sappi, che se tu la toccherai
ooQ questa scritta, ella li verrà inconta-
nente dietro. Sfaettruzz. 2. 8. 3. Il ter-
so . quando l' occulto revch con parole
eomaoi , C'^n cantoni , o segni , ovvero
bcrilU. che è chiamala libello f.imo&o. E
2. 33. 6. Non fa forza, quantochè al pec-
cato, i« alcuno o colla parola, o culla
scritta. Ovvero cenno, ovvero con qualun-
que fatto si meni a.
§. I. Per insc'izicnr . Lat. insciptio.
Gr. STiyjCay»!', ssr/p«jx/ta. Da>ìt. taf, 8.
Sovr* esso vedestù la scritta morta? E \x.
Ci raccostammo dietro ad un coperchio
D* un grande avello, ov' io vidi una scrit-
ta Che diceva: Anastagio papa guardo.
* ytt. SS. Pad. 2. 2^9. Sopra alla porla
era scritto cosi ec. E pareoilogli vedere
cassare la scritta, che diceva a Giovanni,
svegliossi, e torno in sé. (yj
g. II. Per Obfdiso in iscritto . Lat.
syafjrapfia . Gr, ffuyypapi]'. Bocc. nov.
80. 31. Siccome colui che di ciò non avea
oi^ scritta, ne testimonio. fC num, 32> Fat-
tesi loro scritte e contrasrritte insieme, e
in concordia rimasi, attesero a* loro altri
fatti Frnnc. Sacch. rim. 33. Carta , ah
scritta non gli valse teco.
§. HI. Per Contratto dì matrimonio
disteso in iscritto. Amhr, Cof. \. 2. Per
concluder la scritta, e *I parentado. E 2.
j. Squadernaronmi La scritta del paren-
tado. Malm. 4. \o* Fu voleatier la scrit-
ta slabiìita.
* SCHITTACCIO . Peggiorativo di
Scritto. Allegr. l(^'\. V'intesi, padron
mio, per discrezione. Più che per lo scrii-
taccio, o pel sonetto, (f J
f 3 SCRITTO Susi. Ciò che è scrìtto
su d'una carta, su di un muro, o si'
mile jScrittura. Lat. icriptum, scriptus. Gr.
ypda.p.v.. Dant. In/, ig. DÌ parecchi anni
mi menti lo scritto. G. /'■ 12- 4^ 2 Se-
condo il detto e scritto de* libri degli an-
tichi.
n* §. I. Scritto, dicesi anche del Carat-
tere scritto s come .• Questo è uno scritto
chiaro^ rotondo. (C)
* §. II. .yi dice anche della Maniera
di/ormare i caratteri ; Come : Questo è uno
scritto bello, o brutto. (C)
f # § ili. Scritto, si dice anche d' un*
Opera letteraria per lo più di piccola
mole. Bo-gh. Orig. Fir. 2&'\ Servendo gli
scritti loro alle decisioni delle liti partico-
lari, (ì'}
* §. IV. Scritto, si dice anche, ma
solamente nel numero del più, delle Ope-
re letterarie qualunque d'un autore. D'iv.
leti. Accad. Alt. Nondimeno i loro scritti
(di Dante, e del Boccaccio) , e del Pe-
trarca piacquer sì , che ogouno è corso a
volergli imitare . (C)
* g. V. Il iscritto, 0 Per iscritto,
po^ti av^erbialm. valgono Per mezzo di
uno scritto j contrario di A bocca» <• G.
y. g. ig'ì, 2. Domandò loro per iscritto
e con suggello il mandato che aveano dal
loro Signore. Bocc. nov. 80. 3. Dando a
coloro, che «opra ciò sono, per iscritto
tutta la mercataozia. Ar. Fur. 5. 33.
Ch'ella <;li avej giurato, e a bocca e in
scritto , Che mai non saria ad altri, che
a Ini, sposa >». (C)
V £. VI. Per iscritto, è anche locu-
zione avverhinle accennante Evidenzi di
cosa, come fosse scritti . m Dant. Furg.
2- Talché parea beato per iscritto ». (C)
5 SCRITTO . Add. da Scrivere. Lat.
scripms. Gr. ■^v/p^fJ^ì'^o^. Amet. 70.
A* versi scritti nello antico avello. Frane.
Sacch. nov. 217. F^ce una cedola scritta,
e piegatala, la legò tra più zendadi.
# §. I. Scritto a penna, vaie lo stesso
che Manoscritto; contrario di Stampato.
« Red. lett. Occh. Tra' miei libri an-
tichi, scritti a penna, ve n'è uno intito-
lato : Trattato di governo della famìglia ».
Bert Giamp 160. Non ce l'ha fallo en-
trar dì soppiatto, di notte e per qualche
buco; voglio dir io, io qualche cperìc-
cioola che si trovi di suo scritta a peana;
ma ce l'ha fatto entrar, di bel mexxo del
giorno, e a porte aperte, cioè l' ha stam-
pato io un libro. (C)
* §. II. Scritto, per simifil. , si dice
a Cose in cui si scorge qualche lavorio
fatto dall'aite, 0 dalla natura. Pallad'
Gena, |6 Dicono i Greci, che le mao-
dorle nascerebbono scritte, le t* aprisse il
nocciolo, quando ella sì none, e cosi lano
si togliesse il midullo. (*)
3 SCRITTOIO. Picco/a starna appar-
tata per uxo di leggere, scrivere, e con-
servare scritture Bocc f.rtt. Pr. S. Ap.
30jj Comporre nello scrilloio. Calat 86.
Ora che debbo io dire di quelli che esco-
no dello scrittoio fra la gente colla penna
nell'orecchio? Segr. Fior. Clìz. A. 2.
Si ritirava in casa nello sninoio , dove
egli ragguagliava sue scritture, riordinava
suoi conti. Copr. Bott. 7. i4o. Deh dim-
mi la ragione, perchè Ì più fanno dipin-
gere a verde gli scrittoi, e simili stanze?
Burch. 2. I. Per cbe cagioni Mi cavi il
tuo Burcbiel dello scrittoio T J'arch. Lei.
2|t) Come si può ancora vedere nello
scrittoio di Sua Eccellenza.
^^ §. E /guratani. u Lasc. Mostr. 22.
Ouazzaletlo, che fa poche parole E molli
fatti, ma nello scrittoio Vien dopo, e della
guerra ba poca pratica, Tenendo scuula ai
mostri di gramjtica. (C)
t SCRITTORE. Colui che scrive, che
compone libri , o simile j Autore. Lat.
scriptor, auctor. Gr. wy/pxftJi. Bocc.
Conci, g. Ma se pure presupporre si vo-
lesse che io fossi stato di quelle e lo inven-
tore e Io scrittore , che non fui, dico rhs
io non mi vergognerei. Dant. Par. ag^^
Ma questo vero è scritto in molti lati
Dagli scrittor dello Spirito Saato . But.
Purg. 22. 1. Però dice: lo cantor , cioè
lo scrittore del buccolici carmi . E altro-
ve : Benché la mano sia strumento dello
scrittore , la mente è quella che detta e
ordina. Ar. Fur. 29. 2.Q. Onde materia
agli scrittori caggia Di celebrare il nome
inclito e degno.
f §. Per Copista, Scrivano, nel signi-
f.c. del %. I. Lat. scriba , notarius ,
lihrarius. Bocc. Com. Dant. In/ ^, i,
-Ma perchè questo poco resulta , il la-
sceremo nell'arbitrio degli scrittori. Mae-
struzz. 2. 34. 2 Tutti coloro , che fan-
no statuti contro alla liberta della Chie-
sa, sono i scomunicati, e i loro iscrittori.
* SCRITTORELLO. Dim. di Scrit-
tore, nel primo sisni/ìc. , ma detto per
dispregio, yiv. lett, Uom. ili. i. ig3. È
troppo alta presunsione proporre il para-
gone tra un autore di sì gran fama, ed
un incognito scriitorello. (C)
* SCRITTORETTO . Disprezzativo
di Scrittore. Car. Lett. Ton.it. I, Ove
dice , che Luigetto , uscirà un tratto di
Etto, corligianelto. scrittoretto. (C)
V SCRITTORI'A Lo stesso che Seri-
vaneria, Bemb. Lett. Mi bisognò trovarne
ad imprestilo per pagare la scrittoria, va-
cata e promessa a mia istanza, ec. (A)
* SCRITTORIO Lo stesso che Scril-
loio j ma meno usato. Alam. Leti. Farcfi.
Restami, credo, a giustificarmi con voi, e
scusarmi di essere troppo ardito, e poco
discreto a trarre uno dall' altissimo inge-
gno de' suoi onorati studii, e del sacro
scriltorio, per condurlo ad udire, anzi a
dir parole sopra liti indegne. (C)
* SCRITTURA . L'arte di scrivere,
di /ormar le parole mediante de* segni
convenuti, y. SCRITTCRAXE, Add. (C)
\ §. I. Scrittura , vale anclie Ciò
che e scritto sulla carta , sul muro,
o simile. Lai. scriptum , scriptura Gr.
■/pafJLfiot.. Cronichetl. d* Amar. 3 Venne
Daniello, e rifiutò ciò che lo Re gli pro-
meltea, ispooendo questa scrittura. Lesse
la icrittura in questa forma : a peso, Da-
merò e divisione.
f # §. II. Scrittura, vale anche Opera
letteraria così in prosa , come in versi,
Silv. Avveri. I 3. 3. So le scrìttorc a-
ItO^ S e R
daoque che parto furuno dello »pa»o di
quei ceoto anpi delle predella regole il
foadatneato sarà da porre, (p')
* g. ni. Scrittura , iticesi anche del
Modo di scrivere U voci rispetto aif or-
tografia. J'arch. ErcoL l5o. Ma io affio-
cbò meglio tn* ioteDdiatc, l'userò, come
fci fd orlogrjfia, cioè reità icrittara, e al-
tre voci greche, otlla sua forma primie-
ra. (C)
t * §• 'V- Scrittura, diciamo anche a
Quello che si truova scriilo m tate, o tal
modo in aìcun lihro, o testo, che altri leg-
ge, o consulta. Dep Decam. 12. I^ se noi
abbinTii voluto che in Andreuccio si scri-
va ce . , e io iVlatiil ec. , E in altri luoghi
di questo autore, abliiamo seguilo Ìo ciò
e la scrittura dì questo libro, e quella di
.litri, the sono molli e buoni. K appres-
so: Si pronunzia per A sonnacchioso e
camarlingo j ìi quale scritlura, trovata io
alcuni lesti, può eiser buiino indizio, er.
/^ l8. Abbiamo voluto più presto seguir-?
quella, che al sicuro sì vede esser scrillura
del Mannello, che questa, la qual si co-
nosce esser opera di chi non conobbe la
dependenzia di tutte queste parole dal
verbo che era di sopra, /i 23. La qual
diversità di scrittura troviamo ancora in
Pietro da Perugia (cioè, la qual diversilìi
di lezione troviamo nella novella di Pietro
da Perugia). JS 5q. Dopo molte conside-
razioni prò e cootra avute, abbiam preso
di ritenere la scrittura comune. (F't
Sr g. V. Scrillura, o Scrillura pubblica,
o privala, vale Alto contenente una pro-
messa, un patio Ira due, o più persone Lat.
syn^rapha , chirographum. I.emm, Tesi.
3o. Per qualunque ragione, modo, ovvero
cagione, con scrittura, ovvero senza scrittura
pubblica, ovvero privala. CO Otticc. Stor. 4-
l5. Alla quale ( Icfia ) furono aggiunti
ire articoli non roncessi nella capitola-
zione, ma posti in scrittura separala, coo-
fcrmali per giuramento ec. (h)
§. VI. Mettere, o Dare in iscriltnra,
n simili, i'rtt,'/ìono Scrivere. Lat. scrtbere,
in scripturam redigere. G. /'. 7. 5o. 5. I
compngui misono in iscriltura le parole e
la notte. JJemb. Stor. 8. Il3. Ancoraché
avc&souo la fede in iscriltura data , che
lascerebbono via portarne le artiglierie, e
ì prigioni libercrebbono,
3r g. VII. Recare in iscrittura, vale lo
stesso, Salv. Avvert. \. 2. 3. Le lingue
si arrecano in iscrittura, e in iscrittura si
recano principalmente a fio di perpetuare
i pensieri. (ì ')
>|i g. Vili. Commellere alla scrittura una
cosa, vale Scriverla, Metterla in iscritto
affìncìt'e ne riminga memoria, fìcmb. Stor.
2. Le quali cose ragunare, e alla scrittura
commettere, non è opera di ehi ama ì' ozio,
ni' di piccola industria. (IS'J
g. IX. Scrittura, assolutamente detta,
per eccellenza s* intende la S-icia fìibbta.
Lat. Sacri Codices, Scriptiira. Gr. ypafn-
pass. 322 La Scrittura v un 6ume alto
»• basso, nel quale il leofante vi nuota, e
l'agnello il guada, Dant. Par. ^. Per
■ lueslo la Scrittura condcsceiide A vostra
facullate. £." 12- Laonde vegnon tali alla
Scrittura, Oh* uno la fugge, o altro la
roana. Cavafc, Specch. Cr. Se tu fussi
occupato, e non potessi attendere a leg-
gere tutta la Scrillura. Cw. f. 8. 5. 3.
Uno era messer Benedetto Gualaoi d'A-
lagoa, molto savio di Scrittura. Fit S.
ilio. fìat. 189. ItagioDando ancora insie-
me delle profeiie e delle parole della
Scrittura.
'^ §. X . libato in ptur, Segner.
Mann. Magg. 7. 4- ^*"^ '**" ^^ ambulare
nelle divine Scritture, qualor e tolto in
4enso più metaforico, che realeT i: 21. !■
'^ucsl*i- l'acqua loro, coti chiamata io roti-
S C R
le luoghi dalle sacre Scritture. H 2!^. a.
Troverai tu pero nelle divine Scritture,
che Iddio nella giosliiia sia detto ricco?
E Giugn. 6. 5. Non è nuovo, aoii usato
nelle Scritture, the talor l'astratto sigai-
fichi il suo concreto. (Vj
g. XI. Per lo Libro slesto, in cui si
contiene la sacra Scrittura. Segner. Mann.
Die. 3 3, Senza pigliare altro seco, che
una sottana, una Scrittura , un breviario
ec , andò da Roma a Lisbona.
* g. XII. Per Passo, Testodella Scrit-
tura. Civaie. Att, Apott. 5^- Prendendo
materia per la della iscrittura si li predicòe
|j lede (parla d'un pass-t d' /saia), Segner,
Mann, Gtugn, i3. 3- Quetta pare che sia
quella scrittura, che qui il Signore allegò
senza ricordare più oltre qual' essa fos-
se. (D
§. XIII. Scrittura, par ticclarmente si dice
per Ciò che SI scrive ne' libri, e quaderni
de* conti. Lat. raliones, codex dati et acce-
pti A^n Pund, ^2. Solo i libri , e le
mie scritture, e de' miei passali, jllora e
poi le tenni occulte e rinchiuse. Alleg.
Quasi certo de'buoni effetti della scrittu-
ra del suo celebre quaderno.
* SCRITTURABILh:.>rf(/(/. Term. de*
Computisti, ec. Che dee estere scritto a
libro. (A)
* SCRITTURACCIA. Peggiorai, di
Scrittura j Scrittarcio. (A)
SCRITTURALE. Susi. Scrivano. Lai.
scriba. * Salvin. Annoi. Cas, 167. Di-
stornare è termine delli scritturali e ra-
gionieri; dicendo esìi f^rc uno sturno,
e sioruarc una partita . qujndo in uoa
scarsella, o postilla, la dichiarano errata ,
e mal posta. (C)
§. Per Intendente di scrittura. Maestro
in iscrittura, nel signijic. del §. IX. Menz.
sai. 2 Leggete, o scritturali e babbuassi,
Colk de' Regi più d'un libro intero.
SCRITTURALE. AdJ. Di scritta a .
Appai tenente a scrillura. Salvia. l'rot.
Tose. 2. 2^. Anche di questo scritturai
segno nella loro gramalica furo gl'inge-
gnosi ritrovatori.
5? SCRITTURETTA. Dim, di Scrit-
tura. Galli. Leti. voi. 3. pag. i3t). Avrà
forse V. E. ricevuto sin ora un poco di
scritturella , che repeulioamento mandai
all' Illustriss. ec. f/JJ
* SCRITTURISTA. Teim. de' Teolo-
gi. Interprete della sacra Scrittura. (.-1)
* SCRIVACCHIARE. Scrivere mala-
mente. (A)
y'f SCniVANEaiA. E^ercitio , e Im-
piego dello scrivano. (A)
* SCRIVANI'A. Pece dell'uso. Tavo-
la , o Tavolino fatto in diverse maniere
ad uso di scrivere. (A)
f SCRIVANO. 5ujr che talora si usa
anche in forza d'add. Cohti che tiene
scrittura, nel sii:nifcatJ del g.^XHI. Pit.
Plut. P. S. aS. Égli riprendeva gii ai.:-
vani, che non facevano ben l' uficio. Frane,
fìarb. 260- 23 Fa la uavc altomare ce,
Allo scrivan db loco, lo galea tulle queste
Cose stanno ben presto, ec.
"■j- §. I. E per C-opiatore, Copista. Lai.
amanitfnsis, lihrarius, scriba. Gr. ^t^Xto-
ypKoo;. Borgh. Orig. Fir. 222. Mentre
lo cercano liberare da un piccolo errore,
se fu pur suo, e Don del suo scrivaoo ec.,
lo precipitano in un griodiisimo.
f §. II. Per Scrivente, Che scrive.
Lat scribens. Gr. ypàjjw». Fr. lac. T.
3. 3. 5- E Dio è lo scrivano. Ch'aperta
ha la mano. Ovid. Pnt. 8<) Conciosia
cosa che mentre che dittando la presente
lettera, a me scrivaoa sia pervenuta ma-
niteila novella, che 'I mio marito sia mor-
to per l'avvelenata camicia che ec.
SCRIVENTE. CAr/ciVe. Lai scnbens.
Or. ypd9tit'*. Lab. 3. AUj presente operj
S C R
della ina luce si fattameaie illumini il olio
intelletto, e la mano scrivente "^g$*t c^c
ec. * Gaiat* 36. Affermando che couU
era il principio delle lettere de'Lalioi
nomini, scriventi al Comooe di Roma;
alla ragìuo de* quali chi aodasu die-
tro, ec. (ff)
# §. Ts in forza di tutt. Colui che
scrive. Instr, Cane. 72. Coaliouaodo Del
medesimo verso ec. con lasciar bianche lo
facciate di contro a mao deatra dello scri-
vente. (C)
•f 3 SCRIVERE. Significare, ed Espri-
mere le parole co* caratteri deiC alfabeU.
Lat. srnbere , eiarare . Gr. yptiifttt .
Bui. Purg, 26. 1. Scrivere è lovergaro
le carte , imperocché si fanno nella carta.
le lettere a riga a riga, come si fanno le
verghe nel pano^j. E altrove: Mal fa chi
scrive, se nun iscrive aperto, siccb'e'i' in-
tenda. Dani, Par, 5. Si cominciò Beatrice
questo caoto ec. Lo maggior don, cbe Dio
per sua larghezza ec. Ccuì Beatrice a me,
com' io scrivo. E i8. Ma tu. cbe sol per
cancellare scrivi. Pensa ce. Petr. san. 221.
Alla mano , ond' ìo scrivo , i; falla amica
A questa volta. Bocc. nov. 77. 8- Lo sco-
lar lieto procedette a più caldi prìeghi, e
a scriver lettere.
f g. I. Per Isolare , Rappresentare
per metto dello scritto . M. V . 3. I08.
Assai in pruova si facevano cauare per
essere con lui, e egli gli faceva scrìvere.
<= Car. Leti. 20. Ferrante ec trasse d'
ambedue cose troppo belle; ma non u
possono scrivere . E 75. Non si direbbe
a pena con la lingua , ne sì scriverebbe
in un foglio intero le cose che negotiò
di loDiano a questi giorni coi gesti ee. (C)
^ g. II. Scrivere , si dice anche del
Modo di scrivere une parola rispetto alC
ortegrafia. Salvtn. Pros. Tose. joi. Do-
vea essere trasferita (la parola Age) Del-
l' idioma Toscano eoo doppio ^g profferita,
e scritta fC}
f §. 111. Per Registrare, Ascrivere.
Bocc. nov. 6o> 4' Q*>^6'' ^^* *''' nostra
compagnia scritti sono.
# g. IV. Per Annoverare, Ascriver*,
nel signific. dei §. II. Borgh. Fies. 210.
Con prudeotissìmo consiglio gli scrissa Ira*
fuoi, e se ne servi. (f'J
g. V. Per Attribuire, Ascriveft. Cas
lett 5l. Signor si , cbe son troppi ceoto
scudi di patto fatto, perchè non si scrive
parte di essi a cortesia, ma tutto a vttio
e lussuria .
t * g. VI. Scrivere a uscita, o in escila,
vale Scriver* tra le spase, yov. ant. 2^.
2. Lo tesoriere dinanzi da hii si scriTra
in escita. (Br)
4 g. VII. Scrivere a ragione €Ì* tuto .
vate Notare sul libro a conto 4' uno ■
Bocc g. 8. n. IO. Scrivono in sul libro
della dogana a ragione del roercataote
tutta la sua mercalanzia. E appresso: E
fatto pgoi cosa scrivere a ma ragione ,
ec. (P)
tf %- Vili. Scrivere in alcune, o in mo-
nte di alcuno Ulta cosa , vale Dargliene
credito. Bocc. g. 8. n, 10. Egli il sico<
rerebbe (il prestatore) della (colla) mer-
cataniia , la quale aveva in dogana , fa*
cendola scriver in colui cbe ì denar gli
prestasse ( dandogliene credito sopra In
mercalanzia ec). E appresso .* E fece in
suo Dome scrivere ec. ciò cbe «r, v'ave-
" (n
\ ^ %. IX. Fare scrivtre ^ vah Far
noi ire a debito. I.asc. Sibili. 2. 6 Vo-
lete voi darmi danari , o fare scrìvere ì
(parla il servo, cbe dovea andsr Im pimsia
per la spesa }. (V)
%. X. Per Comporr* , Far composi-
tioni . Lat. scribere , componere . But.
Pure. 23. I. Tu Don fosti fedele, quan-
S e R
ao In JcrivesU la TeUide . Pass. 378.
De* quali Uccio, per iscrivere brieve .
# Sa/vtn. l'fos. Tose. 576. Scrivendo
rgli (Pltmo) \^ »toria naturale »Q quel
modo ch'egli la scrìjsc, cioè non di ve-
duta, ma ili udiU ce. doveva per buon
gOTcroo a oyni tratto citare gli autori da
cai cavava. (C)
* §. XI S<.rivtrt ad uno» vale Seri-
Vtrfii una, O più /i-ttere. - Cas. ìftt. 38. Io
KrittÌMbbaloaV.S.Illujtrii* sopra il nego-
tio di MoDiiynor luitiiiiano ec. ; ed or^ non
iKrivo per -Uro erfctto , se non perchè
la conosca quanto questa pratica mi e a
core. Carpirli. I. 17. Vi scriverò dunque
così per mio passatempo . come per dar
materia a Monsiguore di ridere. (Cj
>> § XII. Strtverf qualche cosa ad uno,
vale J'ar sapere ad uno qualche cosa, In-
/. rmarh di qualche cosa per lettera. Cas.
leu. Q. Mons. d'Avanrooe scrive a V. M.
Cristianiss. tutto quello che è seguito di
qua, e! medoimo in conformità le dirà
il sig. Annibule Rucellai. al quale io ne
ho scritto a pieno. E 22. Io so che Mons.
d' Avaotone scrive a V. S. lUustriss. quan-
to s'è fatto; e perciò al presente non le
replico altro ec. (C)
* g, XIII. Scrivere di buono inchio-
ftrt>tfis:fi'<i'^"'- '"'•• Scrivere il partr suo
liberamente, e senza riguardo j modo /a-
miliare, r. KNCUIOSTRO, §. I. (C)
* g. XIV. Sc'ivere ad uno che /accia
checchessia, vale Dargli orbine. Commet'
tergli per lettera, che faccia checchessia.
Cas. Leti. 20. Io bo scrino a Don An-
tooio mio fratello, che conferisca a V. S.
lllustriss. e Reverendiss. la commissione,
cbe ba da N. Sig. e che si ccD&igli con
esso lei. ec. (Cj
* §. XV. Scrivere, vale anche Copiare.
Cas. lett Guali. 197. Non mando la can-
aona che si sono scordati di scriverla. (C)
* §. XVI. Pt-r Descrivere. Fr. Barò.
99. IO. Quelle donne belle. Di cb' io l' ho
scritto Talor e polenta . Cavate Specch.
Cr. 88. Se colpa ^00 fusse volere stare
troppo delìcilamente, Cristo non avrebbe
lodato Giovanni Battista dell' aspro vesti-
mento, ed il ricco dannalo non sarebbe
icriltc oct S. Vangelio con vestimento dì
porpora e dì bitso. (J^J
* §. XVII. Scriicrr, si dice anche del-
la Qualità dello stile. Fr. Giord. Pred,
Il quale fae scrino dal Baron Mes.*er santo
Agostino elegantemente. Bem. Rim. i. 65.
Provai un tratto a scriver elegante lo prosa
e'n versi, e fecine parecchi. Dav. leti.
Jccad. Alt. Lo scrivere semplice, proprio,
e naturale, quasi coin« si favella, m*è
sempre piaciuto. (C)
* §. XVIII. Scrivere, parlandosi di voci,
o modi di dire, vale Usarli scrivendo.
Dav. Ivtt. Aecad. Alt, A me è stato più
agevole il distendere, e molto piacevole il
far vive alcune di esse propriet'a ; cbe si
perdono per non essere chi le ardisca
scrivere per paura della bassezza. (C)
* §. XIX. Scrivere , si dice anche f-
guralam. del Manifeflare alcuna opinione,
dell* Inscenare quaLhe dottrina in iscritto.
Red. E^p. nat 36. E questa vostra istan-
ma mi sembra che sia fondala su quello
cbe intorno a ciò a&ermativamente scrìsse
un valentuomo franxese in un suo curio-
so ed elegantissimo trattato del tabacco. (C)
tf. SCRIVIBILE. Add. Che può seri-
tersi. Salvin. Plot. En. ZÒQ* Ogni bello
«dopo lui. e da lui ; siccome ogni diurna
luce, dal Sole ; per ciò uè dicibile, dice,
egli è, oè scrivibile. (C)
t*SCRlVITORE. fermai, masc. Che,
o Chi scrive j ma è voce pochissimo usata.
Beflin. Disc. ìi. Scrivitori dì storie, e
cantatori verseggiami delle gesta de'grandi
*roi . (Min)
SOR
SCRIZIATO. /'.SCREZIATO.
•^ SCmZìO^E. foce poco usata. Scrit-
tura. B<rmb Irtt. (Op- 3. aS?). Per an-
cora non bo potuto badare a ciò , occu-
patissimo nella mia usata scriiione . (L)
Salvia. Cas. 78. Questi son quelli, con
Frinico tragico , cbe 1' mcorainciala da
Tespide scnxione di tragedia, quasi a tut-
ta perfeiionc ridussero. (Ì^J
* SCROBA. / . L. Fossa. Lai. scrchs,
Gr. opo'/fj-a.. Pai/ad. Febbr. 10- La
scroba non si vuole il primo anno riem-
pire affatto, ma poi l'altro anno raggua-
gliarla. (•)
* g. ?<,el plurale trovasi presso gli
antÌLhi in genere mascolino. Pallad. Genn.
IO- Quegli medesimi spatii, che diremmo
di sopra , che si vogliono di sodo lassare
tra' solchi, si vogliono lasciare tra li scro-
bi. E appres.iQ : Sieno li scrobì , ovvero
fosse, o solchi cavati egualmente da bocca
infino al fondo dalle Ut^ra. fi\7
SCROCCARE. Fare checchessia alle
spese alti iti j e per lo più si dice del
mangiare, e bere. Lat. immunem abire ,
parasitari . Or. TTapaciT^rv . Mmz. sai.
9. O dammi almeno Tanto, che dopo me
qualcuno scroctbi. Car. lett. i. i8. Se ne
va sempre aliando intorno a quest'osteria,
come il nibbio al macello, per iscroccare
alle volte qualche pastello da quelli che
passano, tr Cecch. Prov. 3l. Dicesi ancora
scroccare, e mangiare a scrocco, chi man-
gia a spese d* altri , o chi gode a spese
d* altri senza pagarle. (C)
* g 1. £ anche termine proprio del
mercantegoiare. Cccch. Prov. 3l. Si chia-
ma fare uno scrocchio , o pigliare uno
scrocchio chi compera , o vende robe , o
mercanzie a tempo per più preizo cbe
non vagliano , e poi sì rivendano a con-
tanti per manco : per chi le dà sì chiama
scroccare (C)
'.' g. II. Per licattare . lìut. Par. 2.
Dalla croce si discbiava. Ecco «he a volere
dimostrare la sua >elofilà nel suo salire
arreca la comparazione del tempo, nel
qudle lo quadrello sì posa tosto in sul ba-
lestro e scroccato e volato dicendo cbe in
tanto tempo quanto pena lo quadrello
poi che è scroccato dal balestro a volare
e posarsi dove sì 6cca , in tanto tempo
vide se giunto suso nel globo lunare ( il
Testo ha scr care ). (Cj
SCROCCATORE Scroccone. Lat. pran-
dipela, asymbotus , parasitus, Gr. oii'JfiSo-
lo; , Trapa'fftTo?. Buon. Fier. 3. i. ii.
E 'ufino ieri Parecchi scroccatori A furor
di staffiU e dì forcine. Saltando le scalee
dello spedale, Preteser qua rinfrescamen-
to ì ghiotti. E 4- 2. 5- Anche tu, scroc-
catore, spulcia letti. Car. Ittt. i. 21. Gli
davano i nomi appropriali : essa di vec-
chio , dì guercio , di lordo j ed egli di
furbo , di mariuoto , di scroccatore.
* SCROCCHETTO. Dim. di Scroceo.
Car. lett. i. 2i. Con un ciantelIÌDo ed
uno scrocchetto : oh buon vino 1 disse ;
voi dovete, o capitano, avere questa vi-
gna da sole ( qui forse per quel suono
che si fa in gola dopo assaggialo qualche
liquore che piaccia). (*)
* SCROCCHIETTO. Dim. di Scroc-
chio. Lasc. Cen.2.nov. ^. pag. 89. Egli
faceva parentadi , egli appigionava case ,
dava a maschio e femmina , e averebbe
anco a un bisogno fatto qualche scroc-
chiello. (B)
SCROCCHINO. Che scrocca volentie-
ri , dello per ischerzo.
SCROCCHIO. Sorta d' usura, che con-
siste in Dare, e torre robe per grande ,
e isconvenevoUssimo prezzo , con iscapito
notabile di chi le riceve Cani. Carn. 33.
Soccorrete i sensali , Necessitali a far tra-
balli e scrocchii. E 222. Come iscroccbii,
SCR
:oa
barocchi, e siinil trame. £ Oli- 3o. Quanti
di lor , per trarsi troppe voglie. In tanti
scrocchi) stanno 1 Buon. Tane. ^. 6- lo ìio
fatto a'mifi di ben cento scrocchii. Ma!m.
6. 60 Un servìzio ad alcun non fece mai.
Se non col pegao , e dandogli lo scroc-
chio .
"f g. \m Si chiama Fate uno scrocchio,
0 Pigliare uno ic/ofr//io Chi compera, o
vende robe, o mercanzie a tempo per pili
preszo che non vagliano , e poi si riven-
dono a contanti per manco. Cecch. Prov.
3i. (C)
§. II. Pigliar lo scrocchio, fì^uralam.
vale Incannarsi, Malm. 3. 74- A tal che
nel veder quello scompiglio, l'ho bea
preso, dice, qui Io scioccbio.
SCROCCHIONE. Chi dà gli scroc
eh il .
SCROCCO. Lo scroccare. * Farch.
rini. buri. Che ba posto il sommo ben
tutto in iscrocchì. (Br)
^ g. I. Dicesi ancora Scroccare , e
mangiare a scrocco. Chi mangia a spese
d' altri , o chi gcde cose d' altri senza
pacarle, Crcch. Prov. 3l. (C)
g. II. Vale talora anche Scrocchio.
SCROCCOiNE. Che scrocea volentieri.
Lat. prandip^ta, parasilus, Gr. k^u'/jlSq-
Jo?, TiapoCtsizoi . Buon. Fier. I. 3. 6.
Ve' ve* quanti gjluppi , Quanta canaglia
di scroccon ne scappa A furia dì ha-
Sion .
SCROFA . Tioia . Lat. scrofa , sus ,
porca . Gr. x°'p^i • Pallad. Febbr. 38.*
Le scrofe , cioè le femmine , si vogliono
scegliere che abbiano ì fianchi Iati e lun-
ghi, sìcchi; '1 venire sì possa ben sostenere
grande peso di figliuoli. Vani. Inf. 17.
E un, che d* una scrofa azzurra e grossa
Segnato avea lo suo saccfaetlo bianco. Mi
disse: ec. Ai^n. Pand. 26. Verranno pri-
ma si comperì loro il bue , le pecore, le
capre , la scrofa.
'^ g. I. Scrofa , talora fìguratam, di-
cesi per ingiuria a Femmina di cattivi
costumi. Pelc. Vii Cc/om^. 3o8. Falli in
là , scrofa vituperosa : Come se' ardita dì
tentare lo servo di Cristo? <« Ar. Len. 2.
3. Mi debbo dunque esser con tale studio
Affaticalo a comperarle e a cuocerle, Per-
chè uoa scrofa e un becco se le mangi-
no "? (C)
5 § II. Talora si piglia anche per
Concubina . Lat. scortum . Gr. Tis'pvTj .
Ar. sat. 6. O cbe quel mastro in teolo-
gia, che al Tosco Mesce il parlar facchin,
si tien la scroffa, E già n' ba duo bastar-
di, eh' io conosco (qui scroffa in vtce di
scrofa, per la rima).
g. III. Per lo stesso che Scrofola. Lai.
struma . Gr. jjot^a'^ . Tes. Pov. P. S.
eap, 5|. Anco cenere di penne di colom-
bo, e di iusquìamo arso confello con pane,
posto in sulle scrofe del collo , rompe le
scrofe. Cani. Cam. 85. Abbiam certe me-
dicine. Lime e ingegni da curare Natte ,
nei , scrofe e gavine . Boez. Farch. 3.
pros. 4* Chiamandolo da una scrofa, che
egli aveva in sul collo, Struma.
SCROFACCIA . Peggiorai, di Scrofa .
Bern. rim. I. lo5. S* eli' andasse car-
pone , Parrebbe uoa scrofaccìa , o una
mìccia .
g. Talora e detto a donna per ingiu-
ria. Buon. Fier. l^. 2. 5. Sì scrofaccìa,
sì mummia, si befana. Cecch. Esali, tr,
3. IO- Vanne in casa, scrofaccìa, vanne,
e fila.
* SCROFANO. Pesce di mare di co-
lore scuro , che sta netl* alghe . Il suo
capo è rosso, e '/ busto piccolo, tutti
pieno di eobbi , di lische e di pungiglio-
ni. (A)
*\ SCROFOLA. Foce che si usa quasi
sempre nel numero del più, per si^rùficp.-
Ilio
S e R
S C R
S C R
re Certi ingrossamenti delle ghiandole fin-
fatiche, o cong^obite della ptrie inferiore
della /accia , e della snpi-rtore del collo.
Sono Iffìtissi'ni nel lo-o p' agresto , per
lungi tempo non dolenti, e ven.;onQ asiai
tardi a suppnrazìo'ie , dopo la (f'iale si
aprono piaghe pettinaci, che si chiudono
tardif e con cicatrice de/ormi', Lat. itru-
ma. Or. yJ/ist. Cr. 6 |V i. Di quella
(radice dctr acetora) si fa ifn(Mailr« alle
icrofule , sicché si dice , cb»; se U raJire
sua s' appicchi al collo di quello che ha
le scrofole, che gli vjle. Cim-^. ^f. Gitigl.
Id ud luogo coniuoe molle ai-TuFoIi.' divise
ira IO nascono > Red. Coni, i. 278. 01
tre lo scirro, ven|joa prodotte le scrofole,
o strame .
* SCROFOLOSO. Add. Tfrm. de'
Siedici Ag'^iunto desìi wnori , da* (Juati
son prodotte le scrofole. (A)
* SCnOFUL\. Lo stesso che Scro-
fola. Red. leti. I. (\\^. Dico eoo essi,
che questo è quel male che cumunemenle
sì chiama le scrofole, o le ilrume (*)
* SGROGIOLAHE. Dicesi del Sana-
re che fanno certi cihi a masticarli. Ma-
gai. Operett.Qì Olire all'esser tenera (la
scorza della palata), scrogiola sotto il
dente. (12)
f SCROLLAMENTO . Lo scrollare.
Lat. qttastatto , nmtitto . Gr. rivu-yu-'x .
3for. S, Ore^. L* allìero . lo quale non
ferma in terra la sua radice , è fallo ca-
dere dallo scroUamenlo d' ogni piccol
Tento. Reni; Celi. ì'it. 2 128 Queste
parole, che costui dii-eva con certi scrol-
ìameoti di lesta, davano ec. grande occa>
sione di ridere.
* SCROLLANTE. Che scrolla. Oli.
Com, Purg 7. 88. DopoiI peccalo del primo
uomo collocò Dio il cherubino , avente
spada di fuoco scrollante j guardare la
via del legno della vita (C)
f SCROLLARE. Crollare. Lat. quji-
sare, agitare. Gr. tivx'stsiv. Rorc. g. \.
p. 2. Ne per tutto ciò 1' essere da colai
vento fierameiile scrollalo ec, non ho po-
tuto ctisare Cr 2 7 6 Nel dello se-
gare lullo *1 corpo dflla pianta si per-
cuote e scrolla. O^id. Pist. itì. Io pure
raguardo quale vento scrolli le marine
onde. E 33. Qujndo ti vidi 6ero e ar-
dito scrollare Ìl guizzante dardo.
§. Per metaf. Tue. Div. Ann. ». 4^-
Questi fratelli erano forti* unili , ni.' da
tempestare di lor brigate scrulhiii.
SCROLLATO. Ad.l. da Scrollare. Lat.
concussus, agitatut. Coli. Ab. Isa-ic, cap,
9 E lu forsi; scrollalo dalla 'nvidia. Per-
che t' afTreili d'impugnare il sonno? ^f/ui
per metaf. ).
f SCROLLO. Scrollamento, Lai. quas-
satio t concussio . Gr. ri'v«y,ua. Mor, S.
Oreg. I grandi cdiGcii crescono a poco a
poco, e per un piccolo scrollo subitamente
caggiooo a terra. Cuid. G. 11. i. Ora
eoa gittamenli di pietre gli uccidono, ora
con isrrolli dì lance gli passano (qui per
Vibrazione ) .
SCUOPOLO. Peso che vale la vigesi-
magnarla parte tir II' oncia j Danaro, nel
signific. del %. X Lai. scrupulus . Gr.
•/ptf.[Xfioipio-* . PallaiL F. R. Un mcxio
scropolo di zafferano ed uno screpolo di
folio vi menerai. Ricett. Fior. Ii3. Lo
scropolo posa grani ventiquattro, e comu*
nemrntc vrnli del saggio mercantili».
* SCrtOI'OLOSO. Add. inei.-u.tte, o
ùmile. Cin/T-Cali: 3. 8'J. Ella sare* mal-
lena A. voler camminar per la sassosa, Po-
tond* ir per la pijna con dolcexia, E gir per
la montata srro[>olota ^co.(//c^^c i7 / ocab.d,
alUxoce MONTATA sust. s ma noi ce-
diamo cbe si debita leggere montal.i scre-
poluia, cioh, piena di screpoli) . (R)
SCROFULOSO. /'. L Add. Ineguale,
R.ivido, Aspro, Zotico. Lat. scruposus ,
silebrosHt, asper, Gr. ^ttppbi'/uit tpx-
X'Ji' Amet. ^7 E oltre a ciò, t luoghi
melloni, e i gialli poponi, co* riloodi co-
comeri, colli tcropuloii cedrinoli ec.
SCROSCIARE . Si dice del Formar
quel iu 'no che esce del pan fresco, o d'
altra cara secca frangibile nel ma iUcarlnj
e quello c/te fa la terra, o stmil cosa ,
che Sia in vii'and 1 no 1 ben lai>-ata ; e si
usa in sifinifir. a't, e neutr. Pataff", 5.
E delle grinze e secche fave scroscio.
Ricett. Fior. 8*1 Messo in bocca ( ti ve-
tro bruciato ) , non iscrosci punto fra* den-
ti. E 8it. Macinansi ancora , e meglio (le
pfrU ec. ) , sopra una pietra di porfido ec,
rimcnandole con macinell'i pT lungo spa-
zio, tantochif pigliandone tra le due prime
dita, e stropicciandole insieme, non vi sì
senta inegualità alcuna, e mettendone tra'
denti non iscruscino.
§, Scrosciare, si dice ancora del Bollire
che fi Va.qna smoderatamente.
SCROSCIATA . Lo .tcrosciare. Fr.
Sacch mv. i^"^. Che ha'lu sotto, che
fece si grande scrosciala? sia* un po' su
SCROSCIO Croscio, Il romor che fa
r acqui , o altro liquore , quando bolle j
0 la pioggia, quando cade roxinotamente.
* 5. I. Per Stroscio. Giamhall. Disc.
Ifif. Dnnt. Sente il picela lo scroscio dell'
acqua da la mano destra (Br)
g. II. Per similit vale Romore, e Fra-
catso semplicemente. Lai. strepitus. Gr.
tfio'ss; . Gui'l. G, Udirono il grande
scroscio deKe navi , che si percotevano
insieme a* detti scogli.
5. III. Diciano Scroscio di risa a Riso
smoderato, e strepitoso. Lai. cachinnits.
Gr. xayx'^'.'^'S' * Bellin. Dite. a. i4»'>
Non potetti far di meno di non dare in
uno igjngherjlifcsimu scroscio di risa. (F)
SCROSTARK. Levar la crosta. Lai.
decorticare. Gr. artoicTti'^iiW- Filoc. 7.
22. Un pezzo delia dura corteccia scrostò
dall'antico pedjle. Rnt Inf, 32 I . Non
che fusse rolla la ghi;iccia , ni.i dod sa-
reblte pure scrostala dalle sponde.
si* §. Trovati anche usato in signific.
n'utr. pass. Vasar. S' è in molli luoghi
r opera scrostala. (A)
-^ SCROTO. Borsa de testicoli. Lat.
scrotum. Gr. Zuy^lo-^. Red. Cons. |. 278.
Oltre lo scirro, vengon prodotte ec. , un
tumore dello scroto, chiamato ramicc, ed
un altro pur dello scroto, chiamalo sar-
cocele E 279 Raccolto (il stero J ntllo
scroto, nasce 1* ernia umorale delht scroto,
chiamata da' Greci idrocele. E 280. Insi-
nuandosi questa llaluosità ec. nello scroto,
fa nascere 1' croia ventosa del medesimo
scroto E leti, 2. iSz. Non mi p.ire di
aver mai dello che con lo smagnmento
possa guarire di quella sua rottura, per la
quale scende l'intestino nello v^rolo. (')
SCRUNARE, Romper la cruna. Lai.
acus for.imen rump-'re.
SCRUNATO. Add. da Scrunare. Car.
lett. I. 4^. L' ago del Dernia non si
trova se non rosi spuntato e scrunato,
come avete veduto.
SCRUPOLEGGIARE. Avere scrupoli,
Lat. in rebus ad religionem pertinentihus
torqiiere se, sollicitttm esse. Fr. Ciord.
Pred. R. Non sono così facili a scrupo-
leggiare. ^ Segner. Penit, instr. cap. 11.
Non accade a chi poco sa, che voglia in
questo punto scrnpoleggiare sovcrchiameo-
le. (P)
* SCRUPOLETTDCCIACCIO. Scrw
pah irragionevole, e di niun momento. Lat.
futilii scrupulus , vana duhitaiio. Gr.
nìp:itpot a-3;i3t. Red. Un. 1. 97. Or
mi porduni dunque V. S.. se le lio icO*
perto I mi«-i irru|Kilrtlucriacci. (')
t « SCRUrOLIZZARE. Scrupoleg-
giare, Baldìn. Lei Accad. pag. g. Se
alcuno, soverchiamente scrupoliuando. pr«>
tendesse, eh' io dovcui sottoporre all'esame
medesimo la già da me sopposta grandissima
belleiza delle pitture moderne ec. deponga
paresi fatto scrupolo. jl/<i^/. Leti. Per quie-
te poi della vostra coscienis, che scrupoliaao
tanto a riceverne anticipato il pagamento.
Vi contenlerelc ec. (A)
SCRUPOLO . e SCRUPULO. Dubbio
che perturba la mente ; ed è pia proprio
delle cote attenenti alla coscienma, che d'
altro Lai . scrupulu f . Gr. ò^vx^iptut.
Srd. Stor. Ind, 16, 652. Fece scrupolo
di coscienza al Re, perchè aveSM avoto
ardimento di legger gli scritti empii. Se-
gnrr. Co'f. instr. Non e altro lo scrupolo,
che una vana apprensione, e un ansio ti-
more, che sia peccato dove non è # Buon.
Fier. 3. 4* 4* Q^^i ^' ^'Q ^' coscienza al
tolto rasa Di scrupoli, le donne che
ec. (B)
t § L Per Dubbio, 0 Sotpetto, asso-
lutamente. Lat. dubilatto. Gr. airtopìa..
Olt, Coni. Inf. tO. 191. Dimorò molto
tempo scomuoirato. e in conlumelia di
santa Chiesa ; di che non fu sanza scru>
polo di rcsia Fir. As. 71. Della scelle-
ratezza ec. noi 000 avemo dubitanza ve-
runa ec. ; un solo scrupolo ne rimane.
Lib. Son. tl6. Che non cì fusse scrupol
ne' vocaboli. Red. lett. 2. 86. In questo
poteva soddi^re al suo genio ed al suti
desiderio, senza scrupolo veruno.
* 5. II. Scrupolo, vale anche Dis-
colia, Osinolo. Guicc. Stor. 4. io5. So-
lamente faceva scrupolo in contrario il
timore che il Re per riavere i Sgliuoli doo
abbandonasse gli altri collegati. (Li Sal-
via, disc. 3. i3j. Conoscere il pel nell*
uovo ec. simile a quello : Sodum in
scirpo qitaerere j dove non sodo scrupoli,
dilBcollk, Irovarvele, perchè Dello scirpo
non v'è nodi. (C)
§. Ili Per IfCropolo, Lai. * sCrypu-
lus. Gr. ysoLa.a.ixpiov. Borg'i. Mon. ^^X-
E così veniva a essere iniorno ad uno
scrupolo più grave del nostro , che i; la
lerzj parte della dramma. E 222. Rìdo-
cendosi il peso di questo scrupolo e da-
naio alla valuta dì soldi sei, e danari otto
per uno di quella sorte che noi chiamia-
mo soldi ad oro. Gal. Siit, 2i4- Me
contento del minuto, lo ritrova sino a
uno scrupolo secondo.
SCRUPOLOSAMENTE . e SCRUPU-
LOSAMENTE Awerb, Con iurtipoh.
Lat. scrupuìose , anxie , subtiliter. Cr.
JT8;»a/j5i^w,-. S, Rem. lett. Nel corpo
molto e scrupolosamente s' affaticherebbe
il novizio, e pericolosamente il terrebbe.
Sen. Ben. Varch. 7.9. lo veggo uoa cu-
pola lavorala , e distinta scrupolosamente
con nicchi di bruttissimi, e pigrissimi ani-
mali (cioè, con troppa puntualità).
SCRUPOLOSISSIMAMENTE.cSCRU-
PtJLOS!SSIMAME>TE. Snperl. d, Scru-
polotamente, e Scrupuhiamentr. Lai sub-
tiltssime.Gr. JTicojtrtSiflraTat. S. Agost
C. D. Quello che scrupolosissimamente si
saole iddimandare delle minutissime be-
stinole.
SCRUPOLOSISSIMO. Superi, di Scru-
p.ì/oso. Gal. Cali. 233. La somma velo-
ciik delle loro reilÌlaiÌoni richiede ona
precisione scrupolosissima (cioè, esail»-
sima ) .
SCRUPOLOSITÀ'. Scrupolo, Lo tau-
pole»:timre . Salvia. Pise. |. 297 Ciò si
dee fare srnsa srrupnlosit^ , seota affetta-
■ione, e sensa impegno*
3 SCRUPOLOSO, e SCRUPOLOSO
.•tdd. Che ti fi scrupolo Afev.^tmenie.
Lai. • scrupulosut , atucius, sollicitus.
Gr. Tnpttpyo^. HUestruu. a ag. 3. Io
tulle cola' cose, dove si facciaoo a bueoa
i
SOR
S C V
s e u
fcdf, ooD lì dee a»ere agevolm<fnle icru-
pillola coacienn. E 2- 4^ ^*-' ^' S"'*'°
ha coi<^i#aia troppo scrupolosa, dipoogala
per roofiglio d'uno buono uomo. Bttn.
rim. I. do Stiamo ec Incontro a certe
mooarhe di Dio, Cbe fan la patqua rome
il aarnoTale , Idesl cbe uno »ud troppo
acrupolose.
Xf §. Scrupoloso , vale anche Premu-
rotOt Tenero t So/ItCìto. « Fir. ^s. 3ll.
Sapete che ad una buona e piatoM mo-
gitera è lecito fut-r sollecita e scrupolosa
circa la salute del suo marito». (Ci
SCnUPULO. / . SCRUPOLO.
SCBUPULOSAMENTE. / . SCRUPO-
LOSAMENTE
SCRCHOLOSISSIMAMENTE . f\
SjJRUPOLOSiSSIMAMEWTE.
SCKDPULOSO. /•- SCRUPOLOSO.
SCRUT&BILE. r. i. jéUd. Che può
r$strt ricercato, o esaniinato. L«t scru-
tmhi/it. Fr. Gtord. Pred. R. I cuori
umani souji sempre serutabili ali* occhio
del grande Dio ^ Sr^ner, Crixt. instr.
|. s8. 11. Benrhè peraltro tcmirsse lauto
quei giudiai di lui, più adorabili che seru-
tabili. (C)
* SCRUTARE. /'. Z. Investigare.
Fior, S. Frane, lOp. Da quell' ora iii-
Dinti il detto frale Lione er, rominriò
ad isL-ruiare e considerare la vita di santo
Francetco. (/')
t SCRUTATORE. VerbaLmase. Che,
o Cfii Scruta, Btc.rcalore, Esaminatore.
Lai. scrutìtor. Guicc. Stor, io. 607. Id
dio. scrutatore de' cuori degli uomini ,
000 mancherebbe d'aiutare il santLuimo
propo&ito suo.
SCRUTINARE, e SCRUTTINARE .
Fare scrutinio. Lai. scnttiu-i. Gr. i^t T«-
?!tv. SaUii. Disc. I 422. Questa scien-
u a Dio solo è riserrata, ec. ; egli è, che
coir acume di suo conoscimento scrutina
i cuori, penetra ogni nascondiglio di quegli
S- Per isquitUnire Cron. 1 eli. lo3.
Che si facesse una recata di Guelfi pe* ca-
pitani Guelfi, ì quali s* avessono a scrul-
. tinare per priori , coUt^gii , e capitani di
! parte.
# SCRUTLNATO. A.U, da Scrutina-
re, inslr. Cane %*>. Questi cosi rarrolti
Del bossolo, e Tolatì dipoi nel bacino a
vista del rettore predetto e de* testimonii,
I l'includano in cartocci separati, con la
poliua di ciascuno srrulinalo. (C)
t * SCRUTINATORE. ì'rrbal mate.
Che , o Chi scrutina , Scrutatore. Lat.
scrutalor. Gr. 8f£r«9Ti]; Sahin. Pros.
Tote, I. ^i. La medesima natura ec.
ridersi de' mortali , che , troppo curiosi
icrminatori e iodaijatori di quella ec , si
affannano, e si presumono di rintracciar-
1> (')
SCRUTINIO, e SCRDTTINO. Ricer.
camento. Esame. Lat. scrutinium , e.va-
f^rn. Gr s'fsrait;, Maatruzz. i. io. Il
mercoledì, che è ìnoanti al sabato, si dee
fare lo scrutinio per 1' arcidiacono, e esa-
minare coloro . che si debbono ordinare ,
della vita, della generazione, dt-l paese,
dell' elade. del titolo al quale egli s'or-
dina. Gal. Sist. 205. Poliemo passare allo
•cnitinio delle cose che lono io prò» e
cnotro al movimento annuo.
§• ^"" tsquittinio. Lat. • scrutinium,
eomtiim, Gr. opxa*P£"'a- Gmd, G. E
però, celebrato per scrutinio la delta ele-
liooe, elessero ec. Cron. ì'elL 7$. Fecesi
uno scruttino di popolari soli . E appres-
so: Al quale scrotttno io fui, e rimanem
mo Piero, Matteo ed io.
SCRCTTINAJ^E. T. SCRUTINARE.
SCRUTTINO. /' SCRUTINIO.
SCUCCOMEDRA. e SCUCCUMEDRA.
Ifome formalo pir ttchtrzo , per sisni/i'
ftrt 111 cavallaccio , da Frane SaCi.h.
nov. 6\. Mosse la scuccumedra, con Agnol
suvvi : sentendo il cardo, comincia a lan-
ciare. E nov. ì5q. Con queste mischie
Uìciruoo fuori d* Orto san Michele le
scuccomedre.
SCUCIRE, e SCUSCIRE. Contrario d,
Cucire j Sdrucire. Lai. dissucre. Frane.
Sacch. Op. div. \(^!^. La prima cosa che
fa lo p«-llegrino quando si parte, si veste
di schiavina, appiccasi la scarsella, e met-
tevi ago e refe ec, per cuscire i panni
quando si srusctono. E nov 2t8- li quale
scuocendo, ed aprendo il bricve, lesse le
parole, le quali furono queste : ec>
SCUCITO, e SCUSCITO. j4dd. da'
lor verht i contrario di Cucito j Sdì ucito.
"LìX. dissutus. Gr. OLTZOppiKOtli. Lth. Pred,
Il lebbroso , cioè il peccatore , avràe le
veslimenta scucite . perciocch* egli è scu-
cilo ne' beni DaMvali.
SCUDAIO Co/ui che fa gli scudi. Lai.
scutorum faher. Gr. OTTÌOìTEIO'?. Pani.
Cenv. i55. Al cavaliere debbe credere lo
spadaio, il frenato, e '1 sellaio, e lo scu-
daio.
* SCUDALE. Adii, Di scudo, .4ppar-
tenente a scudo. Pros. Fior. 6. 84. Il
color rosso ec. e la forma scudale molto
bene Io persuadono. (•)
3 SCUDARE. 7'. .4. Da Scudo. Di-
Jfnderc , quasi Coprir collo scudo. Lat
dypearr, clypeo munire, jirotegerr, Gr.
UTi^aim'^SfV. Dittam. 6. 6. Su per Io
monte mi trasse alla cima, Che da Levante
lerusalem scuda.
V g. jE" ntuir, pass, ujmet. 52. La
graziosa e bella mia Pomena , Fuggente
r acque frigide Peligne, Da ìor si scuda,
e dal pian cbe la mena » . (N)
SCUDATO. Al<l. da Scudare. Lat.
protectus. Fr. lac. T. 1. 16. 29 Sta il
mio campione armato Del mio odio scu-
dato.
§. Scudato, vale anche Che ha scudo ,
Che porta lo scudo. Lai. sculalus. Gr.
a^TtiJiw'rii^. Se^r. Fior. Art. guerr. 2.
^■'i. L' armi gravi sieno lr<.-ceDlo scudi con
le spade, e chiaminsi scudati. E 5r. Cam-
mini su pel Ranco destro delle quindici
file ultime degli scudati.
* SCUDELLINA. Scodellina, Rim.
ant. Nic. da Sten, nella Tav, Barò alla
voce DOZI. Ducenlo srudelline dì dia-
manti Di bella quadra 1' an vorrìa eh* a-
vesse. (f)
SCUDERESCO. JdJ Di scudiere, Jp.
parlenente a scudiere. Te^eid. 7. 67. Sic-
come forse in quel tempo era io uso A
chi dovea fare mutazione D' abito scude-
resco io cavaliere. Come dovea, però eh'
era scudiere (così nel miglior testo della
Ltbi'vria di S Lor.},
* SCUDERl'A. Foce dell' uso. Nome
dato alle stalle magnificamente architetta
le, ed ove lengonsi numerosi cavalli, e
propriamente Stalle ne' palazzi de* Prin-
ctpi. (Ai
•f SCUDETTO. Dim. di Scudo, Lat.
pelta, cljpeus Gr. tte'Ìt>7. G. F. 12.8
A. Die loro un gonfalone ec. ; ciò fu: di
costa all'asta I' arme del Comune, il cam-
po bianco er. , e al colto del leone uno
scudetto dell' arme del popolo ( qui nel
signi/ic, del g. I. di SCUDO ). -'^ Filcc.
2. 27g. E cosi armato, il sinistro omero
gli adornò d'un bello e forte scudetto, e
ben fatto, tutto risplendiente di fino oro,
ne! quale sei rosette vermiglie campeggia-
vano. (HJ
§. Per Iscudicciuolo nel significato del
§. IV. Soder. Colt. 62. E Ì nesli a occhio
vogliono esser tatti come quelli a scudic-
cìuolo , o scudetto che vogliamo dire, ma
che combaci in quel medesimo luogo, ed
entri a punto .
SCUDICCIUOLO. Piccolo scudy. Lat.
cl-)-peolns. scutulum. Gr aiTTi'^cov. Lab.
182 Ogni povero lavoratore leggìermen
le potrebbe avere e ud per«o di panno ,
e uno trudicciuolo da lare alla sua fine
nelU chifsa appiccare. Lih, Maccab 31.
Ornarono la faccia del tempio con corone,
e srud.cciuoli. Col/. SS. Pad. In coUli
piccioli scudicciuoli. ne' quali sono dipinli
i lor guiderdoni.
§. I. Scudicciuolo, chiamavano h nostre
donne Certe stnsce di tela fine bianca ,
che elle si mettevano al busto nero, quan-
do portavan bruno.
* § II. E per similit. Cavale. Pun-
gii. 22. Subitamente venne noa saetta a
modo e forma d'uno scudicciuolo di fuo-
co, ed entrolli in bocca, ed ucciselo. (Fi
§. III. Scudicciuolo, SI dice anche Una
delle parti della briglia.
g. IV. Scudicciuolo, diciamo anche al-
V Occhio che s* incastra nella tagliatura
del nfslo, detto così dalla forma che gli
si d.i, Dav. Colt. 172. A scudicciuolo è
agevole annestare , e i nesli vengon su ,
e fruttan presto. E 17I. E su v* infilza
parecchi foglie di vite , le quali fermate
due dita sopra lo scudimuolo , gli sieuo
cappello all'acqua, ombrello al sole. So-
de'. Coli. 62. E i nesti a occhio vogliono
esser fjtli come quelli a scudicciuolo , o
scudetto «he vogliara dire.
't SCUDIERE. Propriamente Quegli
che .fen-e il cavaliere nelle bisogne dell^
arme. Lat. armiger , scutigeiulus, Plnut.
Gr. 67:)ofo'f-0(;. M. F. i. 20. I baroni
ec. , con loro scudieri vestiti d'assise ec,
con molla festa si misono ad andare al
Calmino. Ar. Fur. 26. 80. Datemi Tar-
me, disse, e il destrier mio. Agli scudier,
che l'ubbidtron tosto. 7*.'/^. Ger. 12. "jA. l
pietosi scudier gìj sono intorno Con varii
uffici at cavalìer giacente.
g. I. Scudiere, si dice anche di Per-
sona nobile , che serve in corte a Prìn-
cipi , 0 a signori grandi in vani iijficii
onorevoli .
§ II. Per Famigliare , 0 Servidore
semplicemente. Bocc. nov. jg. 5. Oltr' a
questo, ninno scudiere, o famigliare che
dir vogliamo . diceva trovarsi , il quale
meglio De più accortamente servisse ad
una tavola d' un signore che serviva ella.
E nov, pi. 5. Stando sempre lo scudiere
attento alle parole del cavaliere, vennero
ad un fiume. Mnestruzz. 2. ^I* Poote lo
scudiere, ovvero il servidore, participare
con quegli iscomunicali, co' quali partici-
pano i loro signori?
g. III. Scudiere, fu detto ancora Que-
gli che dovea passare alV ordine cavalle-
resco. G. F 12 92. 2. Il signore di Ra.
sadirasi , e più altri cavalieri e scudieri .
che non sapemmo il nome , Tescid. 7.
67. Siccome forse in quel tempo era in
uso A chi dovea fare mutazione D' abito
scuderesco io cavaliere. Come dovea, però
eh' era scudiere.
* SCUDIERO . Add. Armato di
scudo. Lat. cljrpeatus. Salvia. Eneid. lib.
7. E le squadre scudiere per gli interi
Campi s' addensdn. (F)
SCUDISCIARE, e SCURISCIARE Per-
cuoter collo scudiscio. Lat. virgis caedere
Gr. paSoi^itv. Lib. Son 87. Ma perch'io
gli scudisci un poco e sferti. Non è opera
umana, ma di santi. Morg. 28. i^- Co-
minciano i fanciulli a scudisciargli. Buon
Fier, 2. I. 16. Si slafiUi, e scurisci. Si
pettini e si lìsci.
g. Per similit, Lat. caedere, percutere
Gr, Tj-T£tv . Cirif. Calv. 3. 71. Soli'
elmo si gran colpo g)i scudiscia , Che il
brando gli levò netta una strìscia.
f * SCUDISCIATA . Colpo di scu-
discio . Cor. Long, ó»/- 39. E talora ,
perche s* arrestava . e faceva loro indù-
1111
s e u
Rio e fatica, le Javano Ira via delle
»cudi.ciale , perchè luo malgrado a aa-
■•"sCUdÌsCUTO. e SCURISCIATO .
AdJ. da' lor '■crl'i . , „ , ,
SCUDISCIO, r SCURISCtO. SMtl IM-
china. Lai. wrg.. Gr. f-i^ioi. Cr. p.
6 6 Se lemewe di passare per li predelli
luofii". non si dee coslricnere a.prameal..-
con gli sproni, o con lo scudiscio, ma
li meni lusingando con leggicr percossa
Da^t. rim. 2\. S- io avessi le Lit-nde
trecce prese , Che falle son ,.er me srn-
discio e fcrta r qui ptr !,;nhl. ). J o<^
Dav. -Ina. 1. 1? E credeva correggerli
con duo scurisci teneri di due fanciulli.
(ani fiS'fatnm. Il testo lot. ha duonira
adolescenlium nnndum adulta auctorita-
te) reti. Coli. ^6 Columella avverliscc.
che si ficchi loro dal lalo in lerra duo
come scudisci, i quali mostrino dov elle sono,
t SCUDO /Irmi di/.-nìi^a , die tenti'a-
no net braccio manco i guerrieri. Nel
plurale fa Scudi, e presso g/. anticlunnche
Scudora. Lat. scnUim, clypeui Gr. a5T. ;.
3u,<.t5'«, rrs)T»l. n.,cc. nov. 97. 12. Del gior-
no eh' io il vidi a scudo e lama Con altri
cavalieri arme portare . Lab. 180. Credo
che spesso vada gli scudi . che per le
chiese sono appiccati , annoverando . Sai
tuli. tug. H.
Do
'1 dosso aveano le
spade e le scudora. Paol. Oros. Coperto-
si colle scudora il capo. * Bern- Ori. 2.
j3 3q. e come in terra si vede caduto.
Non e da dir s' egli ebbe scorno e pena:
Tosto lo scudo imbraccia, e s' e riavuto.
Tira un gran colpo, ec. (B)
§. I. E perche in tali Scudi per h più
tolevaao dipigaere le insegne della /ami.
glia. Scudo signi/ca anche quello /tonalo
o Tonde, dùire son dipinte colali insegne,
che a quella siTiililudine anche si dicono
Arme. Lat. imignia, eriili/ilia. Gr. ore/*-
oara. lìnnt. Par. 12. Sotto la proteaion
del Brande scud... In che soggiace il leo-
ne, e soggioga. Amet. 89. Per villorioso
seguale il mio scudo voglio a quella la-
sciare ; ed acciocché quello col nome sia
uniformo , uno di questi gigl' hianch,s.si-
mo voglio aggiugncre a quello vermiglio.
Frane. Sacch. Op. di,: 97. «no fa una
dipintura in una chiesa , e adornala con
molli scudi della sua arma. E appresso:
Non si fa una pianeta nel mondo, cbo 1
nrelc , quando dice messa con essa , non
sia segnato con lo scudo dinana, e di die-
tro. -^ Jìorgh. Aro,, l-aui. 68. Gli Spa-
enuoli molto usano ornare inlurno gli scu-
,li loro di quelle bandiere, eh egli hanno
per foraa d' arme io campo sopra 1 Mori
lor nimici acquistale. (C)
§. 11. Scudo , per metnf. ''ale Difesa,
lilparo. Lai. liilamen . salus , proteclio ,
tutela. Gr. » jaX?.,-, "^.^/'«""S'''' .■
can- 50- 2- O saldo scudo dell afllitte genti
Conlra' colpi di Marte e di Fortuna. M.
l5o. Quasi vogliano che lo scudo della
loro difensione nelle braccia di quella n-
manga . Cu.'alc. M.d. cuor Ogni parola
di Dio i; uno scudo a quelli che in lui
sperano. Anim. Ant. n. 3. 3. Noi più
«gevolmento soslegnamo i mail, «e contro
.loro collo scudo della providenta siamo
§. III. Scudo, per lo Guscio della te-
stuggine. Lai, cljpeus. limbo. Gr. intpx-
xo° Tes. Po». I'. S. cap. I. Lo sangue
della testuggine terrena unto genera ca-
pelli ec. , e quel medesimo la lo scudo
'"" ■ 1 rr .
fi. IV. Scudo, diclamo anche Una aorta
di moneta. Lat. sculaliim. G.V. \\.J\.
1 Fece fare nuova muueta d' oro. che si
chiamavano scudi M. V. 1. 33. Diagli,
come era il patio , scimila scudi d oro .
E appresso : 1 Fraocoschi ec. s affrelti-
SCU
rono a fare sul ponte il pagamento del
rimanente fino in venlimila scudi di oro
al cailellano. Cas. leti. 27. lo son credi-
tore di Pagolo Serragli di quattromda
scudi. Dti: Camb. 100. Non s'usa più
marcili, ma fassi a scudi di sole. E 19I.
Dasii qui scudi lo5 , per aver là scudi
100 di mircbi, che sono di contanti scu-
di 09 d'oro in oro d'intero peso. .W.i/m 1
12." '41. In un gli scudi d' oro, in un d
argento .
SCUDONE. Accrescit di Scudo ; Scudo
gr.,nde. F,. lac. T l. l« 29. Non può
esser vulnerato, Mentre a collo ha lo sco-
donc .
SCUFFIA. Cur/a. Lai. 'cuphia. Cant.
Cara. 201. N Ili facciam calie, borse, e hcr-
rellini. Scuffie, scuffiitti. e rete D' oro e |
di scia e lana, grossi e fini. In ogni mo- 1
do che voi chiederete. * Lasc. Cen. I. |
„■,!>. 5. Dicendogli che la fanciulla per ,
1 cucire, tagliare, e lavorar camice e scuffi-; |
I era il proposito appunto, ed il bisogno 1
' della casa. (TCl
q Per simtlit. si dice d Una specie 1
di ripari, del capo, che si portava sotto
l'elmo. Ciriff. Cali: 4 121. E scudo ed
elmo e scuffi.i e carne ed osso Gli ruppe.
jllim. Gir. 8. 119- Fende l'elmo, la
scuffia, e la visiera, Arriva al teschio , e
tutto r osso smaglia.
, J SCUFFIARE Mangiar con prestez-
za, con ingordigia , e astai ) modo Lasso.
' Lat. lisurire, dei'orare. Gr. li)[n-JIi» ,
lu^at'v'-.v. M:rg. 3. /i2. Ved„, come
egli scuffia quel sbiotlonc. Ch e dcbbe ,
come il can, rodere ogni osso. M.lm. I.
35 Or mentre ch'ella scuffia a due pal-
mcnti, Pigliando un pan di sedici
cone , ec. , , i n 1
* §. Scuffiare, dicesi anche del Man- |
dar fuori quel certo suono della bocca,
che Janno gl'ingordi n-l mangiare occ.m- |
pugnato con un soffiare qiiau simile ad
uno che russi. .. Morg . 1- «>7- E ferno
a scoppia corpo per no tratto, E scuffiao,
eh' e' parcan dell'acqua usciu ». (CI
SCUFFINA. Raspa, 0 Lima .li legno .
Benv. Celi. Oief 1^2. Col dello scar-
pello si conduce la statua sino alla lin«,
la quale si domanda lima raspa, o scuffi
na * £ I II. 3. 2,1. Trapani, saclluiic,
subbie, scarpelli, scuffine d' ogni sorte , e
altri colali ferri. (C) „ 1. I
SCUFFINARE. Limare, o Kaicliiaie
colla scuffina. Ricett. Fior. 43. Il quale
(legno giiaiaco) , poichL- i- taglialo, o scuf-
finalo, stretto con mano si attiene insieme.
SCUFFIONE. C-flhi. Cuffione. Paiaff.
8 Del diavol gli scuffion tornò la buffa . |
i.or Med. Xenc 22 Che non mi chiedi .
qualche tacchcrella ec. O ciotolin per legar
gli scuffiooi ì
* §. Far calze, e scu/fioni d'alcuno ,
vate Mormorarne assat. Ceech. Prov. 68.
E facevan di voi calie » scuffiooi. (C)
SCUFFIOTTO. Cuffollo. Cant. Cam.
201. Noi facciam calie, bone, e Lerretli-
1 ni, Scuffie, scuffiolti, e rete D'oro e di
seta e lana , grossi e fini , In ogni modo
die voi chiederete.
SCULACCIARE. Dar dette niani in sul^
culo : e perchè per lo piti ciò si fa a'
bambini, per metaf. Smlacciare uno. vale
Trattarlo da bambina.
+ SCULACCIATA. Percossa che si dà
■sculacciando. Burch. 1- 67. Le sculacciale
che i loccoli danno Allo calcagni, quando
l- sole o piove (qui per simitil.). F. 2.
.'.6. Giunse mio padre, e diemmi un gran
buffelto ce E calci e pugni piò d' uncenli-
naio, E trenta sculacciale, e più al danaio.
;•; appresso : Tirossi dentro e rise più d
un'ora, Veggcndomi fornir di sculaccute.
# §. E/gnralam. Beri l.iamp. 221.
Ora non è ella questa una brutta tculac-
S C t
ciata per »oi T (C)
« SCULACCI ATINA. DIm. di Sculae-
cinta . Lasc. Rim. 2 12. 8 Egli vi bi
levato insioo da piceol bambino, e datovi
più sculacciatine, e piò baci, che io non
ho peli nella barba. (C)
SCULACCIONE. SaiUcclala.
SCULETTARE. Dimenare il Culo. Lai.
nates crispare, vibrare.
§. Per Fuggire , Scappar via ; modo
basso. Lai. ileùtire,prosilire. Red Cons.
I. 232- Tosto che mi sentì dire quella
possente parola, vesricalorii, sculettò fuo-
ri di-l letto con capriole cosi snelle e spie-
cale, che ec. ,,. , .
SCOLMATO. Malore de' cavalli. Lai.
•scalamitut, Cresc. Cr. jj. 32. I. Qowta
infermit'a, che volgarmente sculmatat ap.
pella, muove e spartisce il capo dell anca
del luogo dove naturalmente dee sUrc nel
mOTimeolo, o nel corso del cavallo, quan-
do 'I piede scorre più eh' e' non vorreb-
! be , o quando verso la terra non diruto
si posa. Avviene ancora alcuna volli,
I quando i pie di dietro del ciTallo s'inea.
I peslrano .
# SCULPERE. T'oce lai., e della poe-
sia Scolpire. III. .W Pad 1- 75 Elsb.
1 una piastra di melallo di Cipri, e «nlsevi
' entro certi caratteri . Ar. Fur. 33. 2. t
I quei che furo ai nosui di, o son ora. Leo-
nardo , Andrea Manlegna , Gian Bellino,
1 Duo Dossi, e quel eh' a par sculpe e co-
I lora. Michel , più che mortai . Angel di-
vino . Pitie, nm pa'. 279. I Cam. Alla
ec. A Parte in bromi gillonne, e parie in
marmi Ne sculse (delle virtù). (-'^S)
•f SCUl TARE. Foce poco usata. Scol-
pire. Lat. exculpere . Gr, iiayVJyci»
Morg. i5. >f[. Questo servigio 10 lo verfo
jcullando Nel cor per sempre ( qm per
metaf.). E 28 lO^. E nel «pelerò suo
fece scullarlo.
•+ SCULT ATO yoce poco usala. Add.
da Scii'lare. Lai. eiculrtus. Gr ^layl-
..Xuauiva?- Morg. 22. 258. Ed . perpetuo
di questa memoria L' immagiae sua qui
I vedi scullala
I * SCULTILE. r. r. Cavale. Espos
I Simh. l. l35. Maladeito sia quell uomo,
I lo quale fa scultile. o confiatile. cioc idolo
I srulto per atte, o fuso a fuoco. fH
SCULTO . Aid. Scolpila. Lai. scul-
plus Gr. -/tio^osvo;. Dial. S Oreg.
ir. Alcuni suggelli, che non sono ancora
1 bene perfcllamenle scolli. Buon fier. 1.
I I. J Mirale in quelli scodi Mistiche n-
I levar le imprese sculle.
I # § Per Slahitita, Decretato, tisss.
Ar. Fur. l8- l6»- Quando in Ciel Bi
iculto Ch' io vi debba morir , potrai nar-
rarlo. (D) . , , „
SCULTORE. Quegli che scolpisce , o
che esercita V arte detta scutlara. Lai.
:,c,Wp(or. Gr. -jìslTtrii. Calai. 67. Ejli
fu gii nelle parti della More, un boono
„.l scultore, t'"-- n--'!'f'"",l^^,
La sua belleiia compose delle multe bel-
leue che egli ritrasse dalle più eccellenli
statue de' più celebrati scullori che tol-
sero siali sino al lempo suo. / areli. Lei.
ao5. Chiese un marmo a papa Clemente
per lavorarlo, dicendo che infino allora
non s' era avveduto mai d' essere scollo-
re E 206. Né si creda alcuno che Pe-
rillo si possa chiamare v.rlin.ole sclUlo-
re, non avendo avuto quel fine che deb-
boDO avere gli scultori.
* SCULTORIO. Add. Di scu.lura .
1 Scolliirese.^. Sega. Polli. 1- 33. Come
r arte eflcttiire del bromo con I «ri»
scultoria. (•) ;■: Elie I. ;.i». 5S. f ' «"•
l5!il ). Com'è, vetbigraiii, odi arie del
sonate il liuto, o nelVarle •culloni. "
pinloni , dove oell' una >• piò b«lla opc-
ratione, ec. (R)
5 e U
# SCULTfllCE VerhaL feni, (ti Seul-
tort» ras. Op. Vii. 3. 353. E questo sia il
6oe àtW* viu di Properxìa scuìirice Bolo-
gD»«. (C)
SCOLTURA. V Arte dello scolpire, e
ta Cosa scolpita, Lat. sculptura. Gr.
y]lU0y]'. Cr. I. 11. 6 L'uno e l'altro
mMo e 'I ligHo sono nccessarii alle scul-
lare ed ìnNglì. l'arck. Lez. 198. Deirarli
ftlcaoe pigliano il subbielto dalla natura .
come la scultura. E 216. Dice che 1* arte
della sruUura, che ì Lalioi cbiamano mar-
m-ìrariiì, fu molto ionanzi della pittura e
della statuaria, cioè del gitlare le statue
di bromo, fìuon. rim. 2!^- Io 'I so, ch'a-
mica ho s) Talm» scultura.
SCUOLA Luogo dove s'insegna, e s*
impara arte, 0 scienza. Lat. ludus , g^--
mnaiium,s€hola. Gr. JcJauxaieìov. Cint.
Par. 39. Per le voslre^ scuole Si legge
che l'aogelica natura E tal, che 'ntvnde
e si ricorda e vuole. Petr. canz. 48- 8.
l'I* esalto e divulgo. Per quel ch'egli
imparò nella mia scuola. Bocc. nov. 75.
s. Paiono uomini levati più tosto datl'a*
ratro , o tratti dalla caliolcria , che dalle
KQole delle leggi. E Conci. 5. Ne ancora
aelle sraole de* Slosofanti, dove 1* onesta
Bon meno, che in altra parte, è richiesta.
Bern» Ori, 2- A. 3o. Ch' or mi ricordo
cbe TO alla scuola, E sento ch'io ho 'a
seno il niio libretto-
§. t. Per Adunanza di scolari , o d*
aomini ^clensiatim Dant. Inf. l^. Così vidi
adunar la bella scuola Di quel signor del-
l' altìsiimo canto, ec.
§. II. Ptr Confraternita, o Compngnì:t
tpirituale. Lat. sodalitium. Gr. yparpi'a.
Bocc, tot'. 61. 3. Era nulto spesso fatto
capitaDO de*Laudesi dì santa Maria No-
vella, e aveva a ritenere la scuola loro.
Borgh. Rip. 430. Nella scuola di santa
Maria della Cartt<i (è) la Vergine glorio-
sa, che sale i gradi del tempio.
§. III. Scuola, si dice anche Uta spe-
cie di pane mescolato con anici, di Jìgura
timtU alla tpnola. Malm. 10. I- Quanti
ci SOQ, che TcstoDO armatura. Dottor dì
scherr.ie, e iogoiator di scuole 1
SCUOTERE. J/uo»'cre, e Agitare una
cesa violentemente, e con moto interrotto,
sicché eilj brandisca » e si muova in se
titssa j e si usa anche in significa neutr.
e neutr. pass. Lai, coneutere, conculi.
Pass. 42- Lo scoiaio scosse il dito della
saa mano, che ardea, io sulla palma del
maestro. Dant. Inf. 3l. Non fu tremuoto
gii tanto rubesto. Che scolesse una torre
così forte. Come Fialte a scuotersi fu
presto. Bocc. Intr. g. Prima molto col
grifo , e poi co* deoti presigli, e scossigUsi
alla guance. Soder. Colt. izS* Accomau-
dalo ad un palo, sì che, venendo vento ,
Doo lo possa scuotere e fracassare. £'127.
Taglisi il sermento pieo d* uva da serbare,
n si attacchi steso io luogo asciutto, senza
•caoterlo.
S- I. Per Le^'orsi da dos<o. Rimuover
dm s«t Allontanare. Lat. t'xcutere, Gr
c<9«Ctv. Dant. Purg. 28. Che della sua
virtttte r aura impregna, E quella poi gi-
raudo intorno scuote. Amm, Ant, 22. 2.
7. I villi nostri , perocché noi gli amia-
mo, gU difendiamo , e pììi tosto gli vo-
gliamo scasare, che scuotere. Sen. Ben.
yarch. 6. 3a. Parti egli che tu debbi
dargli poco, e fargli picciolo benefìzio,
w tu gli scolerai da dosso la slolla Bdao-
la, che egli ha , di dover sempre essere
possente ?
* %. H. Talora vale Opporsi. Belc.
ViU Coiomò. 62. Tanto pregò Giovanni
che per $00 figliuolo lo ricevesse , che
GioTaaoi non si potè si scuotere, che non
lo accettasse. fC)
t §• IH Per Libtrarsi , Purgarci.
^Vocabolario T il.
s c u
Fnmc. Rati. iSg. a. E conoscer noi
puote Chi sé del fallo ben prima doo
scuote. '^ Petr. canz. 22- Sciolse 1' alma,
e scossa 1* ave Da catena si grave. Cat.
son. ^5. Or di lui f dell' i'no terreno )
si scosse in tutto e scinse Sua candid' al-
ma. (FP)
g, IV. Per Privare. Lai. spoliare ,
privare. Gr. auXein . apat^cerv, Petr.
son. 181. Che quand* io sia dì questa
carne scosso. Sappia *l mondo cbe dolce
e la mia morie. E son. 282. Or hai spo-
gliata nostra vita, e scoss.i D* ogni orna-
mento. ^ Tass. Amint. \. 2. Ed altret-
tante ( volte ) il verno ha scossi i boschi
Delle lor verdi chiome. (N)
* §. V. Scuotere^ /tquratam. per Al-
terare. Segner. Pred. Pai. Ap. 6. 2.
Nessuno di tali turbini valse punto a
scuotere nella Chiesa la sua concordia. fTO
g. VI. Tu puoi scuotere ec, vale Tu
puoi dire e far ciò che tu vuoi. Tu puoi
fxre ogni sforzo. Lat per me indigneris
licet, hnud muto sententiani j vana ientas,
incttssum a^i^ . IVov- anf. 6. 5. Non era
neente , cb* elli lo dicesse loro, e così li
proffersero moneta : e' potevano scuotere
{cosi in alcun lesto a penna- nello stam-
pato mancino le parole -* e' potevano
scuotere ). T'arch. Ercol, 76. Se alcuno
chiama un altro, e il chiamato o non ode,
o non vuole udire ec, si dice al rhìa-
mante ec. : tu puoi scuotere, che è in
su buon ramo.
g. Vn, Scuotere, neutr. pass*, vale Ri-
scuotersi, cioè Commuoversi per subita
paura. Lai. commovcri , concuti, Gr.
ouyxiveis^at, JiocroesaTTe^^ai . Dant.
Purg. g. Non allrìmenti Achille si ri-
scosse. Gli occhi svegliali rivolgendo io
giro , Che mi scoss"* io. Maeslruzz, 2.
36. S*Ìo il tengo ( il cherico ) poco tem-
po per forza, eziandio che egli si scuota
e turbisi, ma santa percuoterlo, credo eh'
io non sìa ìscomunicato.
* g. Vili. Per Far forza contro, Mo-
slraròi scontento. Frane. Sacch. nov. 1^7.
Dicono : questo che è T noi vogliamo ve*
dere le brache , ec. Quelli sì scuote un
po^u } uQ altro alza subito, e dice : egli
ha piene le calte d' uova. Cecch. Dot.
2. 5. Ha detto, che gli ha parlato, e cbe
e* si scuote perchè la gli par poca do*
u. (V)
* §. IX. Vario. Petr. Uom, ili. 244.
Il mare quivi presso in modo si scosse ,
che più che cinquemila uomini v' anne-
garono (cioè, sì alzò, si commosse, ed uscì
dai limiti ) . (V)
§. X. ScuHere la testa , vale Negare
di fare checchessia. Lai. abnuere, re-
nuere. Gr. avKvsysiv. Buon. Fier. i. i.
2- In grazia io non dirò ne dell' amico ,
Ne del parente, ch'io scolea la testa.
§. XI. Scuoter le busse , le bastonate,
e simili, vagliano Non curarle , Non far-
ne caso. Lat. verbcra parvipendere. Malm.
10. 36. Le bastonate non gli fanno fiato,
Ch' e' non 1' ha a briga tocche , eh' e' 1' ha
scosse. £"11. 44- ^^* perchè quei le
scuole come i cani , Gli scarica il suo so-
lito arcbibuso.
§. SII Scuotere il pelliccione, figura-
ta^, si dice, per ricuoprir la disonestà ,
dell' Usar l'atto venereo. Lai. subagita-
re , permolere. Bocc. nov. 77. ^8. Io
confesso rhe essi con maggior forza scuo-
tono i pilliccioni. E nov, loo. 3^. S* a-
vesse si ad un altro fatto scuotere il pel-
liccione , che riuscita ne fosse una bella
roba. Lnsc Pia:. ^.-2. Scossole una volta
il pelliccione, le conterete questa mara-
viglia.
§ XIH. Scuotere i' sncco, o Scuotere
il sacco pe' pellicini K. SACCO. § XVI.
e PELLICINO g. I
s e u
iii3
* g. XIV. Scuoter la polveri ad al-
cuno, per metttf. vale Bastonarlo, 0 Stra-
pazzarlo con fatti e con parole. V. POL-
VERE, g. IX. (N)
^ %■ XV. Farsi scuotere, vale talora
Farsi batter /' nhito , e Toglierne la pol-
vere, 0 altra bruttura. Frane* Sacch. nov.
iSt). Andate a farvi scuotere, e poi tor-
nate; che voi siete pi.no di ragoateli. (N)
* SCUOTIMENTO. Concussione, Lo
scuotere. Lai. co/icuisio, Gr. Sta.azi'Spc't.
il f'ocabol, alla 7'. CONCUSSIO.NE, §. (•)
« SCUOTITORE. Cerbal. masc- Ch*
scuote. Il J'ocabol. alla V, CONCUSSA-
TORE, (')
SCURA. V. SCURE.
SCURAMENTO, Scurazione . Lat. ob-
SCiiratio. Gr. cy.OTV.ip.Qi. Zibald. Andr,
t>0. Questo scuramento (addiviene di ra-
do , imperocché l'ombra della Terra è co-
lassù molto piccola. E appresso: Lo scu-
ramento del Sole non tiene 25 giornale
in ogni parte.
SCURARE. Divenir scuro. Oscurare j
e si usa in signi/ìc. neutr. e neutr pass*
Lat. obscnrum fieri, ohxcurari, deficere ,
obsolescere. Gr. rÀp.uSpo^'S^r/.i. G- T'.
II. 69. 3. Poco dinanzi scurò !a Luna
nel segno del Tauro, Petr. cnnM, ^o. 2.
Ed in un punto n* è scuralo il Sole. Vit.
Plut. Tremò tutta la sua persona, e scu-
rògli la vista ^cioè, abbagliò ). Tac. Dav.
Ann ^ 8()- Dolabella domandò le icse-
gne trionfali; Tiberio, pi^rchè non iscn-
rasse la gloria di Bleso zio di Sciano , le
li negò. Alani, Gir. 2^. lOi. Non fan
verso l' at:tunno per le stoppie Tanto
danno e romor gli accesi fuochi. Che, dì
suon crepitando, empiano il cielo. Scu-
rando al fumo il bel signur dì Delo.
SCURATO. A't'/. da Scnrare. Lai. oA-
scuratus- Gr. c'n^xiKsSst;. G. V. 12,
^O. I. La Luna scurata tutta a' dì 18.
del mese di Marzo. Coli. Ab, Isaac, eap.
22. Gli occhi loro diveolano scurali per
la molla vacuazìone corporale. D. Gio.
Celi. leti. 25. Comincia a nascere il Sole
della Cristiana vita, già scurata ( f/ui Jt-
guratam. ) ,
^ §. Figuratam. per Attristato, Vit. S.
M. Madd. 108. Andiamo ec. a vedere la
madre del Signor mio, cosi scurata. (F)
SCURAZIONE. Lo scurare. Lai. ob-
scuralio. Gr. zj'-ZTV.7po'q, G, V* 6- 28.
1 Dissesi per gli astrologhi, che la delta
scurazione annunziò la morie di papa
Gregorio. E" 11. gp. i. Ogni scurazione
del Sole nel Cancro , cbe viene quasi dì
cento anni una volta , è di grande signi-
ficazione di mali avvenire al secolo.
SCURE, e SCURA. Strumento nolo di
ferro , per lo più da tngliare legname.
Lat. securis. Gr. TréXexus. Bocc. nov. 69.
29. Va', e reca una scure, ed a un'ora
le e me vendica, tagliandolo. Tes. Er. i.
67. Elli fece notar le scure del ferro per
lo fiume Giordano (gli stampati hanno
secure ). Trait. gov. fam. Cade V uomo,
e fjssi danno alla mano : non piglia per-
ciò la mano il pie per ferirlo, o tagliarlo
colla scura. Sen. Pist. Io moslerrò molle
rose da ricidere colle scuri. Aniet. 79.
Bruto con forza a nessun' altra eguale
Uccise ì figli aderenti a Tarquino Con
scure giusta. Bocc. Vis i3 Ivi di die-
tro un poco a lui seguia Con una scura
in man Polinestorc. Alani. Colt i- 29*
Or la scure , or 1' aratro , or falce, or
marra ec, , Quand* è il tempo miglior ,
soletto adopri.
g. I. Dicesi in prr.'tb. Gittnre il
manico dietro alla sdire , che vale Sprez-
zare il meno, perduto il più. Lat. l'orom
cnm vihia proiicere. Amhr Rern 1 ^.
l'temo che non «ìn un giltare il manico
Dietro alla scure.
iii4
s cu
di
e It Darsi Mia icurt m tul pi^. pur
prterbio che ^aU Operare a proprio
'^ ,\,„„ Lai a<ci"" crurthus lllidcre.
^rf:-' 5. 3. Mi sooo DUa,„d.
i \ 3. Perriocche aveoJo fallo .cai-
' ^i sarei laslialo le Irgne aJJ"»» •
Sriom. "-si dice, della .cure io. ulp,.
Scuretto. n,m. .u scuro j jiqu<,„,o
„„ro Lai. suhohsa.ru.. Gr. «:«.«!.«.■
Z.norgh. lUp. .68 Non e nurav.gh.
che exl. vi sembn alquanto seutcUo.
SCUnEZZA. Adirano HiSc.o U.cu-
reL» Oscuriti. Lai. obscunta . Ox.
T-Vc rir D,..l. brìi. Jcn. 4o3. H
""o moralo non e da lodar mollo, per-
doccb- e' genera .corca, .guardalo,, un
"^T^T Scure-.za. .ncrsi figura,, di
Scrutra. o fa^olr diffidi, nd Mendcrc.
X A- '-Ed aUrovc affoga nella SCO.
rezu un seuti.nenlod'uu :...one o.cena.M;
" * o li. S.urcz:a.r--ural. per Cosa
..celila. Ck.abr. 6«err. ce. 9. 16. D.-
'". ó ben nalo , eh. i secr.u .sco«
sUrgi del tempo, ed ogni sua score.»
^^^^KÓx!rSCmlKT^.S/^r.am
cuoio, colla quair si Jn.slano per lo p.u
i cabali.. LÌl. scuLca . fi-^r...,. G .
..ural.,-. B..t. H-^^- »•*"".""•
riada i. una medesima eos., , ed e slru-
mento con cho si balle lo cava o , ov-
landò il percosse un demonio Della sua
Icuriad n<. ^^•P^''-'9«-"'""'l''f.
\ono ire alberi d. palma .n "ascuno de
quali ci è una scuriada durissima, clic s.
Tama llagra, con 1' una delle quali s.
Laltono i monaci, quando peccano 3/»".
Franz, rim. b,.rl. 2- .^7 Lasciamoli
1; di selle e cusrinelli, U. fcUri, d, sii-
vi), di scuriate. K2. »5i.Sefor.aopur
montar qualche carogna. Gran fallo e, se
"Uspron, la .^curiata Non la fanno con-
dor sema vergogna.
SCIJRICELLA. Dim. d- ■^'^^•.'■J'''^
,cur.cula. Gr. «!)i'.M*'0'- Tese,d.9- 35.
E da liti era a ciascuno porlala E spa-
da u scudo e malia e s.uncella.
a SCURIKE. Bcu.Urr oscuro, mala.
S':mrr;;>^=';-
''tcUn/sClAUE. rSCUBISCURE.
SCURISCIO. /'. SCUDISCIO.
* SCUllISCIONE. McrcKil. di Scu-
risciò. />/"•. •i""'"' (^{ r . „»u
.+ * ? Fii;urala„.. Lnsc. Cen. 1. no...
,. L. 66. L"a diede p" ""-gl-e " ""»
Llfaslro di un suo lavoratore ee„ uno
scorUciooe. viso dire, che le scosse 1.
.„Tv.re, e le ritrovò le congiunture. (A)
' SCuklSSlMO. S..rrrl d. Scuro. La .
.,bsc,.r,s.f.n,us. <:r. «/0T£.V3t7.T0i. / .(.
S mrgh. l35. Un demonio nero, e cru-
dele a federe, che sedeva a modo d u».
™„ .«urissimo" f c/o;. .paventevolissimo
ìaUr. Mass. Entro la prigione si con-
ole di scurissima generation d infera
d,f cioè, crudelissima, .M'""'"';^ -^^^^^
r^f I 3. E per questo fu con molla
uL D. lui cirrato con band, .cormimi
f„Vi, «verissimi ).»•«"/.. /.r.-..8V .Co-"
m°..ró il Pelrarc. in quel suo dot iss.mo
■ impelile ma aeevolissiroo
e s.uri.s.mo .ornilo r noe, malag
luce. Lai.
... 5. A',
dopo il meriggi
SCU
obscuritas . Cr. 8M-
To«. c. r. II.' 99- '• »" r,"c'i'
■ re al dicrinare del aoie
noi si mostro di scorili , come f.,sic nel-
le /' r.ia... P'ol. Per i.curili di tenebrosa
none (in alene rd,l. sì /efi-e oscurila) .
§ \. Per ralhdrsza l^it pallcr , squnl-
lor. Gr. wx/>i«"5. f'JT'i- Cr. 5. 2. >3.
Aggravano il capo ( le mandorle ) , e ou-
Iricanola scurità del viso.
« II. Per Difficoltà d' intendere. Lai.
obscuritas, d.fuultas. Gr. «/«T05, ala-
cela. C. V. II. I;). 3- Tossano negli
orecchi de' fedeli dubbio o iscnritade gè.
nerarc. ilaestrusi. 2- 5. Della gola ne
nascono cinque, cioè iscoocia lelma. scor-
rililade, immondili», il mollo parlare , e
iscurili de- sensi. Coli. ÀI: Isaac, cap.
ijp. Scuritadi sopra scuriladi sono li li-
vellari secolareschi.
HI. Per J£cces$ivo sterminio, o ca-
lamità, quasi Cosa scwa, e orribile a ve-
dere. Lai. calamitas , clades , lues. Gr.
o>.S»05. G. y- 6. 28. I Uisscsi P'r li
astrologhi, .he la della .curaiiooe annun-
ziò ce" r abbassamento e irurilade cho
ebbe la Chiesa di Roma da Federigo im-
peradore. Toc. Dai.. Ann. 2. 45. Ne
SarJiani fu la maggiore scorili r '' '"';'
Ialino Ila asperrima in Sardijnos lues).
§. IV. iv una scarità, vale K una cosa
malagevolissima, e wlrigalLisima. Salvin.
Disc 2. 75. Quindi gli uomini, come al
buio brancolando, il unsero chi una cosa
e chi l'allra. o di unico e solo, tanti Id-
dii secondo il loro capriccio ne formaro-
no, che <-• una scurili a pensarvi.
•i # g, V. E', 0 L' i una scurila, vale
anclie F.'uaa cesa che miioie a pietà,
che fa compassione , paura. Magni, leti.
I. la neve ce. ha ridotto il paese a tale,
cii' e una scurili il vederlo. Baldov.
Jìramm. È diventata Tanto malescia e
tanto tribolala Che l'è una scuriti. (A)
* SCURITO. Add. Scuro , Seiiralo ,
Lai. fliscuru.t. obsciiratus. Col. Siti. ^29.
Guardiamo questa sera, quando 1' «ria sia
bene scurila, la stella di Giove. fiViV
SCURO. Susi. Scurità. Lai. o^.tcuri-
las ohsciiriim. Gr. a'iniov. M- /'• »■
18. Per diverse parli, per lo scuro della
nulle, prcsono la fuga. Belline, rim. Co-
me intra nube appare il Sole , O lume
che allo scuro alli 01 conforti.
» fi. Scuro, dicesi .lai Pittori Quella
parte, che nella pittura è ombreggiata ; ed
ì contrario di Chiaro. Rari. Hicr. Sav.
2. 4. 338. Toglietene gli scuri, oc «on
tolti i chiari ; toglietene le ombre , n' e
tolta la luce ; perduta la luce, la pitlora
e cieca 1 «mi a dir meglio e morta. (C)
SCURO. Add. Oscuro, Tenebroso, Pri-
vo di luce. Lat. obscurus, opacus , aler.
Gr. ij/isprf«. I^^at. Ir'f 3»- «"-orae noi
fummo giù nel polio scuro Sollo 1 pie
d,l gigante. Tes. lìr. 3. 6. Lo tuo «1
liere dee essere contro a Seltenlrionc ,
freddo e scuro, e lungi da bagno,
t S. l ■ Per ^1 "« .tiinerito . Frane . Sacch.
Op div. 15;. Io non ebbi mai simile
paura, perocché più scuro corpo non vidi
mii. « l'irg. Eneid. E vidi quand culi
SCU
€. IV Per IHatugevole a intendersi.
Lai. i,b,curi,s, d.Jficilii. Cr. oxSTeivsj .
a«a?»l'5 Post. Jl5. Collo scuro lingnig-
glu r offuscano, c.me i Tedes.hi, Uog*ri
e logbiir.i. Daal. Pi.rg. 1|. Pio non df
ró ; e scuro so che )r.irlo < qui m jorUl
d'avverbio, cioè, oscoramenle ) * > """'
Fred. 2:<) Il »>"> •"'• « piuttosto poro,
ec che nimeroso , e piattole, ami mi
pare per lo più tanto stretto, scuro, e B-
icoio qoanlo quello di M. Annibale l.r-
J„,chiaro. fiorito, e liberale. E Quest-
Aleh. 32. In fin qoi, dice S. Tomm«o,
ni: paia ad alcono f»"" /' ''''^B'" '
considerare bene le parole d on oomo
tanto dutlo. e tanto santo .opra on. ma-
teria lanlo Olile, e tanto •'"»• t^^
# e V. Per Travaglioso. Vii. •''• rM
cesi. 37'J. Abbiamo passato con i.coro sto-
dio i .il.gismi de'filosoB, ordinai, con
„D. lalica' gli "gomenU d' Arutoul. .
"e VI. Per lenoto , Privo di^ fama.
lat ' o'...coru. , ignobilis. Gr. «».)/«>«.
Dani. Par. 6. DivenU in appareo.. poco
e scuro. E .1. Mille e cento anni, e pi*,
diM'Clta « "ura K.oo a cosini n .tettó •
ilìestriizz. 2. 32. .. Ne- "•'■■"»■•' """i
alcune cose da considerare ee. U.» gl«
„„r. e non eogoosciol. non '«■'»""""•
ovvero solamente wno ncetol. , m» con
J. Gr. zaXen»*, ce..»;. C"", ."'',';:^
180 Furono minacciati d. getlargU • lerr.
delle finestre, e di menar, le loro fM.^
glie io pi...a. « squartargli .0 lor pw-
b'i.%'::/i:"''-.r3^"Q«"u
?"*" che sono gravi, fanno «.goar. .0..
travi, torlK:, .cor. e paoros*.
^ * SCURBA. V. L. huffone. Cavale
Pungil. 253. Questi .curri, '•"'^ »"•""'•
sono asslmigliati aU. eapra, ed Jla .om-
mia in ciò, che ec. (ì )
# SCURRILE. Add. Ch, contiene scur.
rilili. Castigl. Corlig. voi. »■ P'J' '^^
(edi^. de- Class. ).S' non sono ■"'P'"i''^«
(le donne ) , con quei ris. dmoluli, con
U loqoac.ti, in.olen«, e la. co.tuini «cor-
1.. anno segno d' «•".■, W^'»"''^
Fred. Pier. Non legg. V occh.o tot .
di eoo dilello ciò che .i rappresenta .n
tante scene o scorriU, 0 Mtii.che . o roae-
intendersi )
Fir. As. li P.issanib. per
i:r::«::;in:.^^i."Vo \ crudelissimi
ladroni ...alito ( ciiA, profondissima, e om-
'''■::^ù"uTV.scuRmDE..scuRr
TATE Astratto di Scuro, ha 'Usso
eh. O.u.rità . Priva-.ion di splender.
manicava i membri gocciolanti con iscura
marcia (il testo Lai. ha Vidi atro cum
membra nuentia tabu Manderei). (M
# § lì, A notte scura, posto avveiù.
vale A notte inoltrala. Tf. Dav. Star.
3. 32.1. A nolte scora, con gente «penila,
taglie il monte in capo ai nimici f i/iil.
ha multa nocle ) . (C)
S IH. /Vr Pullulo , Priiv di colore.
Ut. pallidus. Gr. «XC»«- Petr.son. 197.
Mirandol di dolor turbato e scuro. /«.
lìr 5. Q. Lo meu.no h. ali rouetle , e
piedi .corpo « onghi. piccole e mavag';.
egli occhi gro.si 0 .cori (cioè, torbidi)
"T 'scurrilità-, SCURRILITADE,
e SCURRILITATE. loquacità disonesta.
Lai. scuriilitas. Gr. ^«,aolox'«- •*<■"'■
Claiistr. ^42. Se non li goardi d. peco-
re oueslc spie li accusano ec. i ogni U-
sciviiade e scorribtade ch. lo ...«.com-
messa. Maeslrutl. 2. 5. De l. gol. ■»
nascono cioqoe, cioè isconci. ^'^'•"^■^
rilitade, immondi«a, ec. Piit. Da qo»u
incon.idcra.ion. proe.de ch. la p.r»n»
dice parole leggieri e «","»""'';"";
dalose. le quali santo Isidoro chi.m. VI-
,in di .comliti , il coi volgare propio e
g.glioff.ri.. * liellin. Disc l. 5,JU
quali rcon«,r..ei:.; J« P"""»"° P*"^
hono degne di ri.o, e qu«i maten. «
icurrililJ, . di gioco. fO
•t J SCUSA. Lo scusarsi, e It tifo-
ni che Si recano per iscwarsi . oper
I, eusare alcuna. Lat. .a «""». (""*■"»
,0 Fineo ricvetle le KOS. vol.ol..n. .
^ . r .0.. 5a l5. S.nw «Icon.
rispose. E nov. ao. »-;•
.cosa fare. d. lavol. .1 fuggi /'"'■• ""•
3l Dunque .' a veder voi tardo m. voUi.
Per non ravvicinarmi • chi mi ••"'M' ■
Fallir for.. non fo di .cu- Indegno.
itant Purg. 10. Qo.l fora st.l. .1 fa»»
degna icusaS E Conv. 125 Pnm. « p-.-
pone a che la .cosa f. mesUer. 1 P<« •'
proced. colla «co...
s e u
s e u
s e u
iiiS
^' §. Per Pretesto, « Fifoc. 4- '7^-
Sotto scusa (li iniind<irmi a slu<ti.)re, man-
dandomi a Monturio, da lei mi dilun-
gò «» . (j4f Cecch. Mo^l 1. 1. Crtsi dopo
vi son ilo assji volte, eoo U srusa &pm-
pre dtfir avviso da Raugia. E 3. I. Che
ti sia dato iu mano quaich* altro partito
migliore , e voglia, per ritrarli, allegare
ora la scusa della Kaugca. (l'J S't:i Stor.
I. 4* Avevano molli giovaui nobili preso
aoimo ec. di chieder 1* armi al magisira*
to , sotto scusa di voler difendersi da si
imniinenli prriroli. (Cj
SCUSABILE. Jt<f- Da essere scuda-
ta. Lai. exciisabths* Gr. luyyvwGro';. M.
l' . q. 58- Bello p.iro e scusabile d'alcuni
farne memoria. K c<ip. j^5. Esso , preso
scusabili cagioni, per farlo conoscente ri-
tardava r andai'e. /''(«. SS, Pad. La tur-
bazion del Patriarca t?ra assai giusta e
scusabile, perocché procedeva dal buon
telo. * Gali*, leu. £/cm, ///. ;o. Tali
dica contradiiìoni e opposizioni non pare
che mi si rappresentino ^.cusabili e da cs-
s«r lasciate sotto sileniio. (C)
# SCUSABILMENTE. Avverò. In mo-
do che si dia luogo alfa scusi. Accad.
Cr, ^fess. Tu, seguitato da B. L. de Ar-
SODZola, incorrendo nella confusione me-
esiiDa, e meno scusabilmente. (A)
fSCUSAMENTO. P'oc^poco usata Scu-
sa, ScHsanSft, L;it. excusaito. Gr. (XKo\0'
7i'«. Fr. Giord. Pred. R. Fanno subito
lo scusamenlo della colpa.
SCUSANZA. r.A. Scusa. Lat. ejfc«-
satio, pitr^atio. Gr. «-o).o-/i'«. Fr. lac.
T. 4. 12* l3. Su, ri'^[>ondi, o malvagione,
.S'hai per te nulla scusanza.
SCUSARE Coltrano d' Accusare. Proc-
curur^ di scolpare con addurre r.igioni fa-
vorevoli j e si usa in sìgniffc- alt. e neutr,
pass. Lat. excnsfirf, purgare. Gr. Jtpo-
<pxT(^£ty , a'ToXoyu-ì^acc . Gore. nov.
^7* 1^* Come seppe il meglio, di ciò che
intervenuto era si scusò. Dant. Inf. 3o.
Che disiava scusarmi, e scusava Me ttit*
tavia, e no! mi crcdea fare. E Par. ^.
Non fur tjuesi' alme per essa scusate. E
appre<s> .* Che la forza al voler si mi-
schia, e fanno Sì, che scusar non si pos-
son r ofiense. Petr. son, 202. 1' ho pre-
galo Amore, e ne *l riprego» Che mi scusi
appo voi. Vit. SS. Pad. 2. 261. Il pre-
detto uomo santissimo, poiché si fu iscu-
salo per lo predetto modo, rendè Io spi-
rito a Dio in pace. Frane, Sacck. nov.
112- Signori, io mi vi scuso, che vi avevo
a dar salsirriuoli, ec. f'arch» Stor. Lo-
renzo Segni SCU1Ò appresso le persone me-
no appassionate le azioni di Niccolò Cap-
poni suo cognato.
5 §. I. Scuttjrc, per Hìsp^mi.ire chec-
chessia, servertdt in sua vece. Bern, rim.
I. 109. Che gli scusa cavallo e concubi-
na. Cani. Cam. \^0. Sono al portare
idatli. E scasan lo stivale e 'I borzac-
chino.
* §. II. Per Etentare. « Cr. 9. 82.
5. Se l* uova de' pavoni alle galline si
pongano, srusa le madri dal covare».
Pallad. cap. 28- E se porrai 1' uova della
paonessa sotto la gallina, sicché la pao-
nessa sia scusata del covare, farà tre volte
r anno l'uova. (C)
-<■ §. IH. Scittare, per Hicusarc, Ri-
fiutare. Palhd. Fe>>h. p. \ primai ser-
menti e magliooli, che fa la vite, scuse-
r.-mo (il Lu. ha rcpuiliemus ). E No-
wmh, 7, Ama V acre freddo . e non scusa
ti temperato fi7 /.«(. f,a non recusat ) .
Din, Comp. 3. 56. Messcr Corso Donali
non ne scusava moneta, ognuno chi per
daura, chi per minacce gli dava del suo. ^/^;
Damt, Pure. \ 5. Ciò che vedesti, fu per-
chè non scuse D' aprir lo cuore alt' acque
4«lla p»ee. (Br) Amm. .4nt. 21. 1.6. Chi
lusingando nutricò il dolce male, tardi
iscusa di snstencrc il giogo, soiloil qu.ile
egli si misi) (ill.it. ha sero recusjl) (D)
"*'? %, IV. Per Riconipcmare , l'ah're.
Ptìllad. Marz. af». Tulti gli altri doviamo
sprezzare, se la molta booiìi non scusasse
forse la colpa del pelo. (C)
# §. V. Scusare, col sesto casOt vale
Esentare, Giustificare, 0 meglio Cottitui-
re incnpacr di. Ott. Com. Inf. 33 S^l,
Dice l'autore che la tenera etade nella
quale elli erano li scusava da dolo, e t.itc
peccato pT lo quale dovessono morire. (C)
SCUSATA /'. A. Scu^a, Scusnzicnc.
Lat. ptirgaHo, fx-cutatio Or. a:ro3ioyi'a.
Fr, lac. T. I. 6- 7. Ne ti vai diceria
Che facci in lue scusate.
SCUSATO . Add. da Scusare. Lai.
excnsattis, purgaius. Gr. Tr^aaiTviSìt'?.
Mar. S. Greg. 5. )Ì2. Considerando noi
la propria inBrmita nostra, aremo per
iscusati li peccali altrui. Cron, Mordi. 3iJ;)'
Ultimamenie malato a morte non cono-
scesti dovea murire , per non ti fare con-
lento di farlo acconciare con Domencd-
dio , comecché picciolo e iscusato fosse.
Ambr, Cof, prol. Non hanno avuta tanta
pazirnzia , Ch' io sìa venuto al complimen-
to : abbiatemi Per isrusato.
t SCUSATORE. Verbal. masc. Che ,
o Chi scusa. Lat. excusator, Gr. «tto^o-
yiffTl'5. Dant. Conv. 57. Acciocché sotto
pretesto di consolazione scusasse la per-
petuale infamia del suo esilio , mostrando
quello essere ingiusto , poiché altro scu-
satore non si levava. S. Ag. C. D. Or
che diranno li loro difensori e srusatori ,
e che risponderanno I Buon. Fier. 2. 3.
II. E , goSo scusator dell' error suo ,
Sempre *l pon più in valigia.
SCUSiZIONE. Scu<:a. Lat. excusatio.
Gr. (XTZoXoyia, nrpdpaai^, Sen, Declam.
P. Questa sensazione è una accusazìon*!,
che non si richiede se non dove è la col-
pa. Amm. Ani. 22. 2. 2. Questo è gran-
dissimo vizio dell' umana generazione, che
dopo il peccato più tosto alla scusazione
fugga, che per pentimento non si adumi-
lii. Serm. S. Ag. D. Sanza dìlungamen-
to di tempo , e sanz3 alcuna scusazione .
Dant. C.-'nv. 6(). La prima è cecbìtà dì
discrezione, la seconda maliziata scusazio-
ne. 5? Guicc. Stor. ^. 256 I quali (car-
dinali J per non si metter tutti in mano
di Principi tanto potenti ricusarono, ben-
ché con diverse sensazioni , dt andar-
'ì- (L)
SCUSCIRE. r. SCUCIRE.
SCUSCITO r. SCUCITO.
•f * SCUSEVOLE . Add, Voce poco
usata. Scusabile, Uden. Nis. 3. 126.
Quest'altro simigliante disavvenimento d*
Euripide in Elettra pare alquanto più
scusevole . E 5. 2q. Però tanti e tanti
valent' uomini d' Italia ec. , avendo pie-
toso riguardo a simili scusevoli inavver-
tenze , ec (A)
SCUSSISSIMO . Superi, di Scusso .
Lat. maxime casius, inops, egenlìssimiis,
Gr. KTOjSWTKTo;. Lib. Pred. Lasciarono
il viandante d* ogni sua moneta, che por-
tava, scusso scussissimo, e addoloralo.
SCUSSO . Add. Quegli a cui non è
rimase niente . Lai. excussus , omni re
cassus , Gr. fpoùòo^. Morg. 18. 182.
Disse Margutle : in questo sta il guada-
gno , Quando tu lasci più il brigante
scusso . Ciriff. Calv. 2. 58. Poi disse ,
come gli facea mestieri Di prender soldo,
se in piacer gli fussi. Che S'm due cava-
lier d'argento scussi'. Cant. Cam, 43l.
Sudici, scussi, brulli ed affamati.
=ft g. Scusso, parlandosi di cosa, vale
PritO j 0 Spogliato d* altra cosa, colla
quale potrebhe essere accompagnato. Rip.
I /mpr. 232. Presi dunque le furnie, e feci
prudentemente non le formo scusse , ma
piene di tanta paìla , che serve alla mia
capacità. fCV
•+ * SCUTICA. r. L. che si usa per
ischetzo. Sferza , Staile. Guarin. Jdrop.
3. l^. Ai giovanetti , com* egli è ancora
tencio , non conviene il bastone: il suo
vero g.istigo sarebbe la mia srulìca ( è
un pedani,' die parla ) (.-t) Uden. TiiS.
I. ^0. Alcuno grammalicuxzo con la icu-
lica in mano, con severità Catoniana , mi
pro\erbi'Tà , cbe ce. (^)
'•? SCUTIFERO. /'. L,Add. Che por.
lascudK Pule. Driad, Donne e donzell*
e scutifeiì, e questi Gi>ano iona::zi a loro
assai pedestri. (A)
S D
SDARE. JVeutr. pass. Contrario di Ad-
dare. Annighittirsi , Impigrirsi , Cessar
d^ìll* operazione per injini:ardai:gine. Lat.
pigrescere, animtim despondere. Gr. xa-
TO/vsTv , xaTa-iTrrsiv . ^J Bnldin, Dee.
Mal volentieri ormai s' ioducea a maneg-
giare scarpello, dal qualu 5* era, come noi
sogliamo dire, sdato affollo. (A)
^ SDATO. Add, da Sdare; Disappli-
cato ^ Impigrito. Lat. aìienatus , elio de-
ditus. Gr. K7:o7pET:dp.i-Jo^, xaTOXvvjJu'?.
Salvia. Disc. 2. /jjiS. Benibc dì lunga ma-
no sdato dal compor checchessia, pure di
buona voglia mi riconduco, allettato daWa
giocondità dell' argomento. {')
SDEBITARE. y^ufr. pass. Uscir di
def'iij. Lat. defilo se liberare. Gr. ktzxI-
iaTTStv Toy Xr^^t^? • * Bart. Stcr. It.
l. 4* <:^p- 5. Famiglie intere, o lor capi
ec. già impoveriti, e arsi d' ogni lor bene
ec. nuQ si veggendo possibile lo sdebitar-
si, altri si erano fuggili da se, altri
ec. (CPJ
§. I. Per similit. Dant. Ptirg. l!^. E
1* ombra , che di ciò dimandala era , Si
sdebitò così. Filoc. i. 6\, Quivi o vin-
ciamo, o, sdebitandoci di tal vergogna,
mandiamo le nostre anime all' infernali
sedie, l'arch. Ercol. 201. Ma io. essen-
domi sdebitato di quanto vi promisi ec,
seguiterò gli altri affissi.
^ §. II. In signijìc. att. vale Fare u-
ff(> di debito . Bart. FU, Jiellarm. lib.
3. cip, 5. A' carcerati per debili con gran-
dissimo scoccio delle misere lor famiglie,
somministrare il bisognevole a sdebitar-
li. (CPJ
SDEGNAMEiNTO . Sdet^nosilà . Lat.
iracundia. Gr. o'pyrf. Lih. Pred, Portava
occulto nel segreto del cuore uno aulico
sdegnamento . Vit, S Ani. Questo mi-
scredente provòe lo sdegnameuto di mes-
sere Domeneddio , perchè nello gire a
zambra uscittero a lui le minuj:ia.
SDEGNANTE. Che sdegna. Lat. indi-
gnarti. Gr. ayaya:rr/i'o«:. Amet, 56. Ac-
ciocché Cupido con giu>ta ira non apra
r arco suo , come le contro a Febo , le
sue forze sdegnante.
t SDEGNARE. Non des'iaie, Disprez-
zarc. Avere a schifo. Schifare. Lat. de-
spicari, conteninere, non curare, graviter
ferre- Gr. ayava/rstv, oxizy^zp^hio'^v.t^'
petr. son, 1^5 Amor mi sprona in un
tempo , e affrena ec. Gradisce e sdegna ;
a se mi cbiama e scaccia . Dani. Inf, 3-
Miscricordia e giustizia gli sdegna . E
Purg, 2. Vedi che sdegna gli argomenti
umani. Bocc. nov. i'). l5 Sdegnando la
viltà della servii condizione ec. , dal ser-
vigio di messcr Guasparrino si partì-
§. I. Sdegnare, in stgmjìc. ncutr, pass,
vale lo slesso . Lai. re/mere . dedignari ,
Gr. aVavat'vsTSai . Dant. Par. 33. Tu
se' colei che l* umana natura Mobilitasti
sì ,. che il suo Fattore Non si sdegnò di
farsi sua fattura . S. AkoH C D. Gli
iii6
S D E
oomioi rei più si adegoaao le baooo qaei
mali, che se banoo la mala vita; comete
ciò fosse il bene dell' uomo , avere ogoi
cosa buona, fuor che te sleuo.
g. II. Sdegnare , per adirarsi, Aver
per male , Pigliare sdegno j e si usa in
signific. neutr. e neutr. pass. Lat. i/i</i-
gnari , dolere , trasci , stomachari . Gr.
ayavaxTCtw . Bocc. nov. 3p. 4- A»*tone
che il marito se n' accorse . e forte ne
sdegnò. G. V. (\. j. 4. La qual cosa
■appicodo Otto , molto sdcgoó , e forte
crocciato ritoroò a Roma. E li. 58. 5.
Onde i Fiorentini sdegnarono molto. Htm.
ani. V. Cin. 58 Onde Xadonoa sdegna,
K sdegnando mi cela sua 6gura . Pais.
17. Avvengacbè si vfgga da noi spregia-
re , non isdegna , ne rìmansi di richia-
marci, e d' aspettarci ancora più innanci.
Petr. son^ 222. Mi sdegno Veder nel
fango il bel tesoro mìo . # Late- Sibili.
1. I. Egli sdegnerà forse, e non vorrà
mai più moglie . (FP) Guicc . Sior, 2.
43l. Prospero Colonna , sdegnandosi di
avere a stare sottoposto nella goerra ai
comandamenti del Viceré , aveva rictuato
di andarvi. (L)
§. III. Sdegiare f per meta/, si dice
delle piante , quando per qualche offesa
0 si seccano t 0 non otieahiscono . Dav.
Colt, 187. L'abete, e '1 cipresso rimondi
sdegnano, e non vanno innaosi.
'^ §. IV. Sdegnate, in signific. alt.
vale anche Provocare a sdegno , Mettere
sdegno fra le persone. Fare che altri si
adiri, ^r. Fur, 18. 3i. D' inimicar con
Rodomonte il 6glio Del re Agrìcan le
pare aver suggello ; Troverà a sdegnar
gli altri altro consiglio: A sdegnar questi
due, questo è perfetto. E 37. i5. lo po-
trei 1* altre offendere e sdegnarle . (M)
Cuiec. Slor. I. 23r. Ma il Duca, ben-
ché ne ardesse di desiderio era stalo so-
speso ad accettarla, per non sdegnare gli
altri ronrcderati. (Lj Signer, Mann. Seti.
26- 3. Se tu lo sdegni, non si partirà da
te forse lutto in un tempo ■ Ma ciò che
proT Si allontanerà forse a poco a poco,
finché li lasci . (F)
* SDEG-NATISSIMO. Superi, di Sde-
gnato . Xass. lett. 14. E se le paresse
cosa da prudente non irritare il detto Si-
gnore, il quale è contro me sdegoatissimo
io non posso se non lodare il suo consi-
glio. (Fj
SDEGNATO. Jdd. da Sdegnare. Lat.
indignanj, indignatus. Gr. a*/avKXT»;'5«5.
Bocc. nov, 52. 8. 11 famigliare, forse sde-
gnato perche niuna volta bere avea potuto
del vino , tolse un grjn fiasco. $ Scf^ner.
Fred. Pai. Jp. I. 6 Formi di tutto ih
quasi un argine alla gran piena, che Ira-
liocca dal petto d'un Dio s<lrgnato. (TC)
f # §. I. Sdegnalo, vale anche A%-uto
n sdtgnty , Schi/iito . Fir. As. \t^'}. Se
n'entrò nella sdegnata strada ( d* Aver-
to). (V)
3JS 3. II. Dìcesi anche ài Chi pruova
ambascia di stom'idi . Fit. SS. Pad. 1.
234- Pensavano che forse non mangiasse,
perchè fosse isdcgnato per lo mare (F)
* SDEGNATORE. Ferlml, mate. Che,
" Chi sdegna. (C)
SDEGNATRICE . Ferhal. femm. Che
sdegna . Lai. *d.-dif;nalrix . # lìim. ant,
M. Cin. pn^^ 345 (edix. dello Znne I731).
Se mai leggenti gli scritti d' Ovidi, So e'
hai trovato ciò che si disdico, E che sde-
gnoso rontra sdrgnatrice Convìen eh' a-
more di mercede sGdi . (B) fìuon. Fier.
3- 4 P- ^^ sdrgnalrici Volubil Grasie ,
volto altrove il passo , Le si lolgon da-
vanti.
t SDEGNO . Sentimento d'ira , e
di disprezzo eccitato da un oltraggio, da
una rea Ingiustizia, 0 simile j Indigataion».
5 D E
Lat indignaiicGr o'o'/r^, o'^v^jfU% Boce.
nuv. 64 3. Di che la donna at vtdf ndosi,
prese sdegno. Peir. stn 202 Dovete dir
pietosa, e santa sdegno: Che può questi
altro T E 248. Che col bel \\*o e co' soavi
sdegni Feccmi . ardendo , pensar mia sa-
late . Fir, JJtic. an. 60. lo non credo ,
che per parere al Biondo d' essere si^to
bistrattalo da vostra Altezsa , o per isde-
goo rhe ragionevolmenic «-gli abbia con
quella , egli si sia messo a tentare cusì
oefaria impresa, e cosi difficile.
§. I. Avere a jitrgno , Tenere a sde-
f:no , o Slmili , vogliono Scinfare . Lai.
dedignan, aspernari. Gr. Suz^t.p'xivizdaH:
Petr. cani. 4- t* Mentre Amor nel mio
albergo a sdegno s* ebbe . Frane. Sacch.
rim. 8. Che se pietosi versi tiene a sde-
gno, ec. Alam. Colt, 1. 4* Non prenda a
sdegno, Con le sue proprie man di lordo
fimo Satollar sì , che vive forze prenda.
t * g. [I. Sdegno» si trova anche per
Affronto, Oltraggio cosi di parole, come
di fatti. Din. Camp. 1. 21. 1 cittadini per
rimediare allo sdegno avea ricevuto ( il
cardinale) , gli presentarono fiorini mccc
nuovi; e io gliel* portai in uaa coppa d'
arieolo. (P)
* §. III. Sdegno, vale anche Abomi-
nazione , Nausea di stomaco . fìelc, Fu.
Colomb. 235. Rimanendo Nanni solo , e
con gran difficoltà e fatica pvr lo sdegno
del gusto ec. nettò la piaga da ogni piu-
S3 , e souura. (C)
SDEGNOSAGGINE . Sdegnosità. LaL
indignano. Gr. ayavaxTijat^. Tratt. scgr.
cos. donn. Ascoltano la repulsa con occnlla
sdegnosaggine , che manifestano poi col
tempo .
SDEGNOSAMENTE . Awerb. Con i-
sdegno . Lat. indignanter . Gr. TStxpùiq ,
Tau^»;Cov . Mar. S. Greg. Avendo così
parlato, quasi sdegnosamente. Lib. Mott.
Sdegnosamente lo lasciò fuggire, dicendo
che volca che vivesse. Bern. Ori, 1. 4-
78 Sorrise il Scriran sdegnosamente.#(^/-.
En. 12. i548* Allor da mortai gelo il corpo
appreso Abbandooossi , e l'anima di vita
Sdegnosamente sospirando uscio. (Bj
SDEGNOSETTO . Dim. di Sdegnoso.
Lai. indignabuadus. Gr. xo^^O'ii- Bocc,
nov. ^8. 24. La qual, poiché 1* uno e 1'
altro un puco sdognosetta ebbe guatato ,
dirottamente cominciò a piangere.
SDEGNOSISSIMAMENTE. Superi, di
Sdegnosamente. Fr. Ciord. Fred. R. Egli
rispondeva sdegnosissimamente cgnì volta
che gli parlavano di qael fatto.
SDEGNOSISSIMO. Superi, di Sde-
gnoso. Segner. Fred 34- 2' Sdegnosissi-
ma di sua natura è la donna.
SDEGNOSITÀ', SDEGNOSITADE, <
SDEGNOSITATE . Astratto di Sdegno-
so. Lat. iracundia, niorositas. Gr. òsyrl.
But. ìnf, 7. Sdegnosità , offcnsionc del
prossimo, e di se medesimo.
•f 3 SDEGNOSO. Add. Pieno di sde-
gno. Cruccio 10. Lat. indignans , indigna-
bundiis, iracundus, moroms, Gr. opyi'ìo;,
5u^w'o»7; , )(5>.wd'T]i. Bocc. nov. 77. ip.
Lo scolare sdegnoso , siccome savio ec. ,
serrò dentro al petto suo ciò, che la non
temperata vulontà s' ingegnava di mandar
fuori . Dant. Inf. 8. Bjciommì 'I volto ,
e disse : alma sdegnosa , Benedetta colei
che *a le s* incìnse . E IO. Guardommi
un poco , e poi quasi sdegnoso Mi do-
mandò . Tass. Grr, i!^. 11. Così 1* un
disse , e 1* altro in giuio i lumi Volse
quasi sdegnoso (le migliori ediz. leggono
sdegnando ), e oe sorrise.
4: §. I. Sdegnoso, vate anche Inclinato
allo sdegno , Che facilmente si sdegna .
- Bocc- nov. 88. 6. Dom grande, e ner-
boruto e forte, sdegnoso, iracundo e bn-
xarro più che altro. (C)
S D E
t %• II- Sde^noiO, figura tam, dicett di
Cesa che tperi con etatUziaj che alt/a-
mmii diciumo Celato, Sagg. nat. rtp, q.
Si avcrà un termometro talmeuie sdegni^
so , e , {^>er cosi due , d un senso ro4
squisito, clic la fiammella d' un^ candela,
che gli asoli punto d'-itor£o . sarà abìU
a mettere in fnga I' acquaiz^mic ìd etto
racchiusa.
SDEGNtZZO. D.m. di Sde;:no, Ltb. som.
45 E' non si tuoi pigliare ogni sdegnas-
10 . * Sold. .'al. 5. Uno sdegcnaxo , un
parlare un poc' alto . Con quatuo lacji-
melle , una duglienaa A tempo espressa .
fece f^r gran salto. (B)
« SDELINQUITO. Add. Lo stesse
che Sdilinquite, Pros. Fior. 6. ai4. Ma
col burro, come sdelìnquito e stucchevole.
non è ben friggere certe linguacce fracide
e sena^ sale, ma ec. (*)
# SDENTARE. Term. di vam Arti-
sti . Rompere qualche dente rf* un istrn-
mento , o ordegno , come se^a , mota , o
simile. (A)
SDENTATO. Add. Senza denU. Lat.
edenlulus. Gt. OL7:ocoì-rtotiJ.ivOi. Lab. i38.
Nl- si vergognano le membra, 1 capeUi e
'I viso ec. lasciar trattare alle mani par*
leliche , alla bocca sdtouu e bavosa e
fetida. Buon, Fier. l^. 4. 3. Gli s' acco-
stan le pecore e le lepri, E sdentale anche
il mordono.
§. Per similit. Burch. 1. 30. E tre
pescaie giovani sdentate. E I. 101- E s'
una tega vecchia e iidentala MeUe pia
lattaiuoli, o mcn di un bue.
•| * SDETTA. ; . A, Sedativa amo-
revo/e net farsi I complimenti. Frane, Barb,
26. 6. E sia soffendore Con corte tsdette
ricevern' alqoanlo (cioè, un poco di queU'
onore che voglion fargli) . (f')
« SDIACCIARE . Contrario di Diae-
dare. (A)
:$: SDIACCIATO. Add, da Sdiacciare.
Del Papa Cons. Cosi fatte bevande non
convengono mai fredde del tutto , ma o
calde attualmente, o almeno sdiacciate al-
quanto. (À)
SDICEVOLE. Add. Disdicevole, Non
conveniente. Lat. dedecens Gr. «TtpcTrr/j.
Pass. 172. Ma come al medico non ti
cela la 'nfermitì e la piaga , quantunque
sia sdicevole, o in luogo di vergogna, ac*
ciocche la possa curare ; cosi si dr« fartt
della piaga del peccata al confessore, eh* à
medico dell'anime. Amhr. Bern. 3.4- ^OD
quella gammurraccia , che sdicevole Sa-
rebbe ad una lanle.
# SDlGIt'NARE . yeutr. pass. Rom-
pere il digiuno. Min. Malm. (A)
t 3 SDILACCIARE. Sciorre i lacct ,
Dilacciare. Lat. solvere. Gr. luciv* Ovid.
Pisi. Ella , venendoli incontro , gli leve-
r^e lo scudo dal collo , e sdilaccerà^ li 1*
elmo .
# g. E in iignific. neutr, pass, \-ate
Sciorsi i lacci , Sfibbiarsi m Bern. rim,
X. 18. Non 1U0I che r uom di lei la mo-
stra faccia : Guarda san Rucro com' egli
<■ dipinto , Che per mostrar U peste si
sdilaccia -, (Cj LaìC. Cen. |. nov. 3. Il
pedante , veggiendo 1* animo suo . disse
rhe si sformerebbe ; e pomato alquanto ,
sdilacciandosi la brachetta , cacciò mano
ec. (B)
*t SDILACCIATO . Add. da Sdilmo-
dare. Lai. exsolutns. Gr. sxiuàti'(. Cani.
C*irn, 191. Sdilaccialo a far l'arte ognuD
s' assetti . Lasc. Pins. 5- 2. Non vcNdwì
tu, ch'egli era isdìlacciatoT Buon. Fier.
5. I. 3. Tasuite tutti: in enUo , Ch'io
veggo comparir più servigial ec. Chi scal-
to, chi 10 pedul. chi sdilaccialo.
SDILINQUIMENTO. i>«/ii7iiio. Sveni-
mento. Lat. deliquium . Gr. t xìfii^if .
Buon Fier. 1. 2 4- Oimt I dall' alcn
>?
S D 1
S D I
S D O
partr Qut-ì di sapa e di mei idiliDqui-
meuli ( gui figuratam ).
SDILiNQUIHE. Jntinenre, o Dnenìr
troppo liifuido. Lai. liquesccre. Gr. Clio-
§. I. Per similit. Infiacchire , e quosi
Venir meno. Lai. deficvie , ttnimt dtli-
qmium pati . Gr. ^acTO^'UX^^v • ^toil■
Franz, rini, iufl. a lao l'ercbè ul ci-
rimoDia, aoxi ripioDo Di zavurra, di fum*
mo e d'allcmia, Sdilinquir ti la tulio, u
venir ineao.
§. II. In signi/ìc. att. vale Rènder fiac-
co, Jndrbo/ire. Hed. Cons. 1. y6. Quesli
sì falli Lrudi puri e semplici gli sdilio-
quiranou. « dilaveranno lo slomaro.
* SDILINQUITAMENTE. J^vcrh.
Con isdifinquiniento. Spossatamente. (A)
't « SDILI>Qi;iTISSIMAMENTE .
Superi, di Sdilinquitaittenìt ì Con sontnto
sdilinquimento, t'ios- Fior, port, A. \oL
I. pai-. a63* E quella sua (parla della
tuniaca ) suiJicÌ.i e nauseala foggia di ec.
Strascicarsi sdilinquitissimanicnte dietro ,
roD attaccarsi ;■! terreno con quella sua
slomarota Lava , ce. (A)
SDILI^Q^JlTO. Add, da Sdilinquire.
Suon. Fier. 3. 2- i-j. Mi quel suo fi-
gliuol iBolo alUllato, Tenero, altettuoso e
«dilioquito In volere strafar conaplimen*
taodo , ec.
SDIMEiNTICANZA. Dimenticanza. Lat.
ohUvto. Gr. XriOr. , Seri. Ben. Fnrc/i. 5.
25. Sopportare pazientemente gli errori
e «dimenticanze della memoria . £oez.
farcii, 1. 2. Il mal suo è letargo, cioè
grave *■ profondissima sonnolenza e sdi-
meniiranza.
SDIMENTICARE . Dimenticare j e si
usa nel sentim. att. neutr, e aeutr. pass.
Lai. cbUi'isci. Gr. i":rtìavOav£o0at. Fir.
Triti, a. I. Io me ne vo* ire a casa a dir-
gliene , innanzi eh' i' me lo sdimentichi .
Ambr. Furi. 5. l^. Così mi piace, e che
ogni cosa si sdimentichì. Sen. Ben, J ardi.
7- 33. Quegli il quale die il keae6uo. lo
si sdimeniicbi. Tac. Dav. ìit. Agr.^Sj.
Auche la memoria ne sarebbe ila , se lo
sdimenticTire fosse in poter nostro , come
il tacere.
SDIMENTICATO. Add. da SdimerHi.
care. La)., oblittts , obliteralus . Gr. oc-
fAV7llJ.ovn*^siÌ, àfoLVtfjOu'i. Fir, As ^y.
Sdimenlicaiosi della faccenda del calzola-
io » ch'fgti aveva, disse. Tac. Dav,
Ann. 3. 68- Appena si campano con eli
occhi addosso: che farebbero, sdimentica-
le gli anni, e quasi rimandate 7 7 arcfi.
Stor. 3. 54. Licenziato it consiglio ec, fu
di lanla letizia Firenze ripieno, che niu-
00 V* era, al quale non paresse , i djoni,
le noie, e le paure preterite sdimenticate,
d* esser quasi risuscilalo.
SDIMEKTICO. Add. Dimentico. Lat.
immenicr , ohlivicsus . Gr. £7rt/»]'<?u&)y .
Sen. Ben, Varch. 3 1. Volendo tu che
questi colali non ingrati si dovessero chia-
mare, ma sdimenlicbi. Bergli. Orig. Fir.
65. Un autore negligerne, 0, come dà la
natura nostra, talora sdimenlico.
SDIPIGNERE. Spigncre, Lat. picfuram
àflefe.GT.7r,vypx(^r)vi^aXetfuv.JJorgh.
Aim. ^. Se cosi fosse stato agevole cancel-
lare le scritture, come si scn potute sdipi-
gnere l' insegne, o col bianco di sopra, o
collo scarpello lor via.
* §. Per Cancellare ciò che e scritto.
Sert. Giamp. 85. Aprite il primo volu-
me , e cercate dove e' dice Indice de'
prevtrbii latini. Poi leggete le parole che
ne vengono. Avvertiscasi , eccolte tonde
tonde , e fatele sdipignere se voi potete ,
che dove non e citato l* autore, o si son
giudicali comunemente noti, o ci riferia-
mo al hirn degli Adagi. (C)
•f >> SDIRE . Disdire , Ritrattare la
parola data. Bccc. Am. f ìs. 18. Abito-
ìììv a Giove dolse , ma non sdisse Quel
che 'mproniise, ec. (A)
SDlltlCCIARE. Caiar le castagne del
riccio ■ l'ani. Cam. 297. E chi del bat-
ter sol non è conlento, Gli sdiricciamo e
smalliam le easlagne.
« SDIRIDITO. Add. Estenuato, Quasi
consunto per n>a^tez:a. Fr. Gicrd. Fred.
Quelli aniiifai patlri santi del disello, ma-
grì, secchi, sdiriditi, consumali dal lungo
digiuno, dalle penitenze, ec. (A)
*SDISOCCHURE. Jcce scherzevole.
Cavar fli occhi. lìelhn. Lucch. (A)
•f SDOGANARE . Cavar di dogana ,
Liberai di dogana gli effetti, le mei con-
zie, pagando la dovuta gnliclla.
SDOGATO. Add. Senza doghe. Car.
hit. 1. 6y. Siamo dentro una botte sfon-
data di sopra, e sdogata da un canto.
* SDOLCIATO. Add. Sdolcinato.
Dip. Decani. y6. Come sugo di limone
ne* cibi, aguzzi un poco quel suono Irtp-
po morto e sdolciato. (J )
SDOLCINATO. Add. Che ha dolcezza
senza spirito, Rtd. Ditir. 5. Quel cotanto
sdolcmalo, Si smarcato. Scolorito, Sner-
\atello risciarello dì Bracciano Non è sano,
E Annot. 17. Di questo sapore sdolcinato
può essere che intendesse Plinio . Ilnon.
Fier. 4. 3. 4- IJel dolce egli ha 'o buon
dato, O, per dir meglio, dello sdolcinato
( qui Jìi^uratom. }, Seder. Colt, 71. Per
la truppa nialurezza resta il vino lorbi-
diccio , e naturalmente non rischiara af-
fatto, e lo fa troppo sdolcinato.
SDOLERE, i ,A. Cessare di dolersi.
Restar piiio del dolore, Lat. doloris e-
xpertem esse. Gr. kÌ'/ou^ cVai/aTTS-
«S«i. Frane. Sacch. nov. 168. Come fu
sdoluto , portò i paperi al maestro Gab-
badeo .
•f >;-' SDONDOLARE. Lo stesso che
Dondolarr. Sahin. Buon» Fier. 3. 2. 12.
Sdondolandomela per diporto , dal moto
del dondolo, (A)
SDONNÀRE. Contrario d* Indonnare.
Mettere in libertà. Lai. in libertalem asse-
rcre. Gr. £),£o5£^oJv riva.
§. In signific. neutr. pass, vale Porsi
in libata. Lat, abdicare se dommntione.
Bocc. ì is. cnp. alt. Alandomi la possa-,
che s indonna In ciascun cor gentil, che
dà virlute , Che mai per alcun caso non
si sdonna.
■f SDONNEARE. V. A. Snaworarsi.
Lat. dominio amore liberali, foeminarum
coeius et amores relinquere ■ Doni. rim.
i. E di' a colui, eh' è d'ogni piel'a chia-
ve , Avanti che sdonnei , Che le saprà
coniar mia ragion buona (in questo esem-
pio vale Levarsi dal ragionare colla don-
na ) .
'? SDONZELLARE. Neutr. pass. Don-
zellarsi, Baloccarsi , Dondolarsela . Lat.
otiiiri. Gr. i3;^o)a^£iv . // focabol. alla
r. DONZELLARE. (*)
SDOPPIARE, Contrario di Addop-
piare j Scempiare. Lat. cxplicare . Gr.
S/tTTTUfj^ctv. * Salv. Avveri. 1. 3. 2.41.
tit. La lingua nostra allo 'nconlro talora
sdoppia le consonanti- E appresso: Pare
alcuna volta allo 'nconlro , che '1 volgar
nostro sludiosameule sdoppi la consonan-
le. (J')
* SDORATO. Add. Contrario di Bo-
rato. Bori. 1 it. Bellarm. lib. 2. cap. 7.
11 divin Sacramento vi si conserva in cu-
stodia di legno; i calici poi, di rame,
sdorali già da gran tempo. (CPj
SDORMENTARE Contrario d'Addor-
mentare j Destare . Lai. expergejacere ,
excitare , suscitnre . Gr. tytipnv. De-
clani. Quintil. P. Alla per6ne il sangue
caldo , ch'uscia della rarità , l' avrebbe
sdormentata.
f §. In signific neutr pass. iole Destar-
si . Lat. expvrgisct, expe/gefien, excitt^
ri. Gr. e'yet'peoSai Oit. C'vm. Purg. 9.
l36. Compilo il viaggio, egli per lo *d-
cendio ai sdornicntò , e irovossi all'en-
trala del Purgatorio.
t SDORMENTATO . Add. da Sdor-
meniate. Lat. a sonino rxcHalus, exper-
gr/acius. Gr. iytp^ti^. Ott. Com. Inf.
29. joi. La mattina sdurmcntalo , udì
boci e mormorii.* p/m, ^j^, ^f^^ ^^^^
2. 476- Ma sdormentati che sono, noD
dispregiaro mica i sogni. (C)
* SIiOhìdY.NrinE, Sdormenime, De-
stare, Eccitare. Lat- excitare. Gr. Eyet-
fEiv. Eros. Fior 3. 3oo. L'amore di
essa virlù ec. non finì mai di sdormenti-
re nell' animo suo nuovi toncelli di per-
fezione. (•)
* SDORMIRE. JVeutr. pass. Sdor.
menlnrsi , Destarsi , Rim. ant, B. M.
Senniicc. Ben. i25. Onde io gridai ad
Amore in quell'ora: Per dio, che l'oc-
chio di colui si sdorma, Che il Sol levan-
do seco si sconfornia. (NS)
3 SDOSSARE. Contrario d'Addossarej
Cavar di dosso. Posare. Lat. levare. Gr.
xcvfiC^ztv. Buon. Fier. 2. 4. il. E qua*
bozzoli sdossali.
^ i- E neutr. pass. Cavarsi di dossoj
e per meta/. Liberarsi dall* obbligo della
cura , e briga di ihecche sia . » Buon,
lier. I, 2. 3. Se de* falsi ve n'han, no-
strali o strani, Doversene sdossare in qùal- *
che modo ». (C) Salvia. Disc. Sdossan-
dosi del peso del governo, ad altri quasi
in tulio il ccmmellesse. (Br)
SDOTTORARE. Contrario di Addot-
tarare j Privare della dignità, 0 de'' privi'
li-gii (li dottore . Lat. doctoris privilegia
irrita facere, Fir. Trin. 2. 4. Meritere-
sti di essere sdottorato . E appresso : I*
non vo' già celesta nespola dietro, d'es-
sere un altro, ne d' essere sdottorato.
SDOTTORATO Add. da Sdottorare.
Buca. Fier. 2. 4. iS. Quel!' eran . signor
mio , di più monete Le raiserabil testa
scorticale, Sfaldale, tose, stronze . sdot-
torale , E di lettere prive ( qui per me-
ta/. ),
SDRAIARE. A'etitr. pass. Porsi a gia-
cere . Lat. stenti. Gr. /aTaTEt'v£c3ai .
Red, Ditir. (^6. Si sdraiaron sull'erbetta
Tutti colti come monne. Buon, Fier. 2.
3. Intr. Sdraiatevi, e diacele,
SDRAIATO . Add. da Sdraiare . Lat.
stratus. Gr. zaTareivo'/iiSvo^. Buon. Fier.
4. 2. 7. Guidoni Vagabondando sdraiati
suir erba , 3/rt/m. 3- 32. E gjà sdraiato
ognun lasso e maturo. In grembo al son-
no gli occhi aveva posti . E 6. 26. Ve-
dendo che la bestia come morta Sdraiata
dorme, e russa com* un orso.
SDRAIONE. Avverb. A giacere. Buon.
Tane. 3. II. Poi ritornando, t'ho vista
sdraione .
* SDRUCCEVOLE. Add. Sdrucciolevo-
le. Amm. Ant, 21. 1. 4. li Demonio è uno
serpente mollo isdruccevole , e se al suo
capo, cioè alla prima tentazione non si
contasla, lutto quanto dentro del cuore ,
non esseudo sentito, trapassa ( qui /gu-
ratam.). (DJ
SDRUCCIOLAMENTO. Lo sdruccio-
lare. Lai. lapsus, Gr. o).i'aS>5/Aa. Segner.
Mann. Sett. 23. I. Hanno a sapere par-
tare senza scandalo e senza sdrucciola-
mento , che forse ancora è più difficile ,
che il lacere (qui per meta/.).
SDRUCCIOLANTE . F. SDRUCCIO-
LENTE.
SDRUCCIOLARE. Scorrerej e si dice
propriamente dui piede dell' animale, quan*
do, posto sopra cosa lubrica, scorre senza
ritegno j e generalmente si dice d* Ogni
altra cosa che n quella similitudine scor-
11x8
s D n
SDR
SDR
raj ed e usato in si^tijic, neuir, e neulf.
pass Lai. labi, diUibi, iapiare. Gr /aros-
Mor, S. Gri'g. Nel tempo, quando sdruc-
ciolurà i lor piedi . J'ass. Jo5. Il quale
(ptta^o) Don ogni genie ec. dee guadir ,
che e' vi si sdrucciola , e spesse volle vi
s'aaoiega. S. Agost. C, D. Che ordine è
dito, come sdrucciolaodu si corre al 6ne .
Frane. Sacch. nov. 20;). Credendola più
volte avere presa ( i* atgitii{<i J, ella m' è
schizzala dì mano, che kapeie com' elle
tJruccioIano. Sig:;. nat. e^p. i\. Il sotlt-
lissimo umido ec, giù per lo dusto sfug-
gevole del cristjllo sdrucciolando, a nuno
a mano dislilla. ìiern. Ori. a. ^, 6j Per
l'erba come hiicia sdrucciuljva. Sin. Ben.
[■^arch. '^. 2'^. Gujrdj le stelle , com'- ,
sdrucrioLimloscnc rliotam.'^Dte per )u ciclo,
ascondano la loro velocità , mostrando di
ferme ed immote staro. j4r, l'ur. 2\. 8.
Già poleitic sentir C'>ine rimliornhf.* L'alto
rumor nelle propinque ville ce. , E ci>u
spuQtoni ed archi e spiedi e fromlic Ve-
der da* mrinli sdruccioUrne mdlo ( ctoe ,
scender velorcmcolc ).
§. Sdrucciolare, figitratant. per Tra-
passare. Incorrere con Jact/itàj e per lo più
si prc'tdc. in caltt\.-a parte. Lai. Infti, er-
rare. Gr. TTCTreiv , 5y«).>£53xi. F'-.
Giord. prcd. S. Ma aoi in questa vita
morule polemoci m'iUo hen sdrucciolare.
Gnid. G. l8S. Ma questo è naturale vizio
(ra ìc femmiae, che quando elle si sdruc-
ciolano a concedere li segreti diletti del
corpo loro* mai non desiderano di al>
hracciar&i con alcuno che sia migliore del
marito toro , o pur suo pari , peroccfa';
quasi sempre s' incliinano a* più vili. K
altrove : Onde ancora molte oneste fem-
mine si sdrucciulavann ad aiiominevoli
tradimenti di uomini. Fir. Thn. .'?. i. Se
io noQ sapessi di quanta fona sia lo
umore, e come bene spi^sso e'faccia sdrue-
riolarc altrui a p,irole meno che conve-
nienli , io ti ri^poud-rci come merita la
tua proposta. Sen. /h't. f^arch. y. l8.
Perchè lo sdrucciolare dalle cose ottime
nelle pessime ù necessario che ancora nel
male ritenga alcun vestigio del bene. Uoez.
Rarefi. 3. 10 l'ii natura nm piglia co-
minciamcnto dalle cose sceme e non com-
piute, ma, proced'?ndo dalle intere e per-
felle, sdrucciola qua;^giù in queste ulti-
m*', e vote d* Ogni buon frutto.
# SOnUCCIOLATIVO ÀUd Atto a
.fJrticciolare,Si/racciolePote, Car. Corti. SS-
I fichi, perchè sono un borcon solo e
•grande e sdrucciolativo, bisogna ingoiarlo
tulio in una volta, (t^P)
5 SDKUCCIOLICNTIC, e SDRUCCIO-
LAMTE. A^^i'tiilo di co^a. S'apra la qual
si sdrucciola; Stlnicciolofo, Lnhrico, Li'
scio. Lai. liihricut. Gr. oXiffBrjpo;. Li^'.
Dee» 3. Tultaquanta la via era straboc-
chevole, stretta e sdrucciolcnte. IC nppret-
so t Quivi loxzo e ornbil combattimento,
siccome d« gbiacrin sdruccinlente , e non
ricevente la 'mpression del piede. Fit.
SS. Pad, Vide eh' egli duvevu pattar per
un ponte molto stri-llo e sdrucciolente.
Mor. S. Greg. L' uno di costoro per In
luofjo ìdruccioleote zoppica nel far bene,
(T r altro per le tenebre non vede il ben
rh* egli avrebbe a fyro. Tic. Oav. /fnn.
I. 23< Ogni cota contro a' Romani : fango
profondo , terreno tenero , e sdrucciolan-
te, oc.
* §. I. E por meta/, u Col/. SS. Pad,
Tanto più fnrteinento era rapii.! per
isdrufciolrnl-* cidimento. .SV/r, Puf. f)2.
La virtù, rb* h divina, si finisce in rona
kdrucciolante e folleggiaotp •» . C ■f. S.
Jìi'rn. Grande forza t> quella, la quale tlcl
raore fa si f.ilia operazione, e ritiene il
cuore sJrucciolente e vano, ch'egli non
iidruceioli ncll' abisio dell' esterminio. E
ivi.' Il quale (cuore) ec. è più sdruccio-
lente ■!' ogni cosa sdrucciolente. (Br)
§.11. Pure per nt-tif. Late, rim Quanti
mai fere ver*i interi h rotti , Tutti soo
belli e sdrucciolanti e dotti (pirla de'versi
del lìernt, e ifile naturali ) .
§. 111. Per Veloe. Lat. vefoi, ftigax,
Inhricui, Sen. Pi%(. La natura ci ha messi
in potiessionu di qu'>sta sola cota sdruc-
ciolent'.- e foggiliva * .S* A^. C. D. 5. rg.
Certo ^ran difT-'renta è Ira la cupidità
<lulla umana gloria, e la cupidità della si-
grioria : però che , posto che ita assai
i>itrurri<)l(;nle cosa, che chi troppo li di-
letta della umana gloria, eziandio desidera
drd-nic-nfnle di signoreggiare ; nondime-
no ce. (B)
5 SDRUCCIOLEVOLE. Aid. Lu'>n.
co, SUrucCio/oro , Che sdrucctota , Che
scorra- L»\, fuhricus. Gr. ó)^fj^rìpo'i* Ftr.
.4s, 33 Tenendo le sdrucciolrvuli piante '
coti sospese. K g'I. Il ventre pien di bie- I
tole e d' altri erbaggi, assaltato er. da una |
sdrucciolevole soccorrensa. $ ffeffin. Dite.
I. iS.'). Quelle cose che noi chiamiamo
nici del piede sono 1* estremità di que-
sl* ossi, con le quali essi abbracciano, e si
cullegano con 1* osso del calcagno pari-
mente coti io falso sdrucciolevoli, e obli-
qui. (C)
^ g. [• Sdrucciolevole , parlandoti di
luogo, satso, 0 simile, viU Che fa sdritc-
cìolnre, Doife f-icil"ii'nte si sdrucciola.
March. Lucr, SdrucciolevoI s.isso. (A)
f J). II. IC fiauratirn. "^ " Fir. Af.l^t
Or se* tu così ignorante d?lle sdrucciole-
voli rivotture ddlla fortuna , de' stt>>i in-
stabili discorrimenti >» ì (A) K 2S8. Ap-
presso de* quale egli aveva utilmente con-
sumala la stia fanciullezza , ed ora soste-
neva la sdrucciolevole ad>tlcscenza.
SDRUCCIOLEVOLMENTE. Awerh.
In ntanti-ra sdruciolevolc. Lat- luhrice.
Grto'Xi.ìOr,p'Zi. St-gni-r. Crisi, instr. 3. 22.
•j . Il fine che fanno questi recidivi, i
((mli si spi'ssi, e si sdrucciolevolmente ri-
tornano d.ilia grazia al peccato, e simile
ai^iunto al funi chr fanno coloro, i quali
freqticntemcnlc vengono meno, e si tra-
inorliscono (qui fiatrratam,) ,
SDRUCCIOLO. .S'(5«. Sentiero che va
alla china, dove con dilatila si può an-
dar senza sintrciofarc. Lat. luhricnm, li-
cut Inhricut. Pftst. 27.5. Dovunque si ri-
volge, iruova S'Irticciolì e impjvile. Mor.
S. Greg. Sieno falle le !ori> vie tenebre
f sdrucciolo. Ror^h. Rif. ^17. Fece poi
di maniera pìccola quelli Nunziata in (Ve
SCO, che è dillo sdrucciolo d' Orsammi-
cbeli>.
§. I. Per l* Atto detto fdraec talare .
Lat. lapsut. Gr. o'ii'55>jaa. Patiff- 8.
Che fjfanno allo sdrucciolo amendui ■
lìemh. Star, j), ij^. Per isd/'Ucciolo del
cavallo, sopra il quale egli era, caduto,
fu da* galeotti ucciso.
§. ti. Per Inciampo. Lat. off'fndicn-
lum,periclitaUo,periculum. Gr. TTpoy/Oii'
lAUt . Col/. Ah. Itaic, cip. II. Porrò lo
sdrucciolo dinanzi da lui, e morr'a nella :
scurità delle sue opere. K cap. i5. Non ti I
fia la moltitudine della scienza sdrucciolo
dell* anima.
* 5- "' Tenerti nello tdntrcinh, fìgtt'
ratam. vale Viver,- nelle occisioni prrÌr-->-
tote. Albert. \. iR. Perciò li terrai nello
sdrucciolo, e sUr.ii fermo, e non li darai
tri>ppa li'iertà , e .«aprai per qusl parie
delibi andare, e in6n ilnve. (Dr)
* §. IV. Sdrucciolo. Term, d^tfi Ar.
ehitetti . La pendenza del fé impot tata-
re. (A)
SDRUCCIOLO. Aid Sdracetohto.LàX.
labrirut. Gr. dìtiòrtpói.
^ $ l. Pxr^/t, o y.ce tdrticciott , dieeri
Quella che ha P accento tuli' antipenul-
tima sillaha. Silv, Awert. I. 3. 3. 32.
E tanto più se voce sdrucciola, cbf 1* ac-
cento abbia sulla primiera sillaba, seguili
appresto a li>ro : conciosiacosacbè le pa-
role sdrucciole, a proScrirsi ec sieoo ol-
ire all' altre, acconce massimamente. (V)
§. II. Rime, o Fersi sdruccioli dicia-
mo Quelli, che dopo C ultimo accento han-
no più sillabe brevi, Bemb. pros. %. 80.
Quelli versi, che noi sdruccioli per que-
sto rispetto chiamiamo, l'arch, Kreol iHf.
Messer Iacopo Sannazaro ec. si lasciò al-
cuna volta , o sforzalo dalle rime sdruc-
ciole ec. trasportare troppo nella sua Ar-
cadia, F. 258. Forse vorreste piuttosto il
verso sciolto d' undici sillabe , che lo
sdrucciolo. H'-d. Dttir. 20 CantercUan
dovi Con rime sdrucciole, Monelli e cob-
bole. Sonetti e cantici.
SDRUCCIOLOSO A^. Che sdruc-
ciola. Facile a sdrucciolare. Lai. lubn-
cut. Gr. oÀtT^ip?'; •
* 5- I. Per Atto a far sdrucciolare
il pi,'de dell' animale, u fìrmh. Star, 2.
25. E per esser le pi'^ggie state grandit-
time e copfosisiime, era il suolo fallo con
sdruccioloso, che malagevole fuor di mo-
do era il passarvi- (%f)
5 S- II- Per metaf. vale Veloce, FadU
a trapassare, 0 scorrere. Lai. velox,fn-
gix. Gr. w'/u?; ffj/nriKo'i. Bemb. pros,
2 78. Onde la voce di necessita ne di-
viene sdru'-ciolosa.
* g. IH. Per Ffllace. C'ir manca con
facilità- u Remh Stor, 3. 32. Tali sono
i costumi di qursli tempi , e la fede in
moltissimi uomini lubrica e sdrucciolo-
sa .. . (C)
§. IV. Sdm^ciohso , per hdrtiCcioh ,
nel signiJSc. rfe/§.II, f'arch, Ercol. 210.
evano le rim^
Al Bembo ec. non gli piace-
sdrucciole, o (come egli dice alcuna volta)
sdrucciolose E Lez 638. Il verso viene
ad essere di dodici sillabe, e si chiama
sdrnccio'oso. o sdrucciolo.
S SDRUCIO. L' Atto dello sdrucire . e
il Luo^o sdrucito.
§. I. Per Apertura, Sparcamentó» Hot-
tura. J'iv. OifC- .■^r/i. 2^. Mediante queir
ampio sdrucio di callone laltovi nel meno
da imo a sommo, tf m Buon. Fier. ^. i.
11. Dalle cui teste assisi cran duo fiaschi
Vestili di tabacco, e non di sala , SI
eran neri , e tulli sdruci e toppe • fCj
fmprrf Pr^v D.^. T, 3. 168. Nelle
viscere più cnpe del Vestilo, del monte
lura . e dell* altre Alpi frontiere d* Italia
infra gli sdrurì. infra le fessure, e si in-
fra gli squarci, e infra le eavila di qne*
massi . (FJ
# §. II. Per Ferita fatta con orm^
tanliente. Corsia. Torrncch. 17. 5l; Col
vibrar, col rotar or asi*. or braoJì A farli
fori e sdnici ■miserandi. (S)
SDRUCIRE, e SDRUSCIRE. Propria-
mente Dl*f*re il cucito , Scucire. Lrt.
ditsuere. Gr. k::o5",5»'::tiiv. Ff. nov. j.
2rtvj. Comincio a cercare di idruscir li
camicia. Cani. Cam. itì. Tanlo tpet^O li
ricure. Ogni dì si straccia e sdrurc Una
cosa trassinala Buca Fier. 3. 3. 2. F mi
ricordo come a rasciugarci Volendoci spo-
gli ir . s'ebbe a sdrucire I panni, ec
5 5. X.Per similit. vale Aprire, Fèndere.
Spaccare j e timist il signì/!c, neutr. e
nentr, pass Lai. diffinàtre , rimis fati
srere. Òr Ji«T;p*?nv. Dant. fnf. 22. E
Cirìallo. a cui di bocca uscii D* ogni
parie una sanoa , come a porco, Gli fé
lenllr come I' una sdrucia. Boce. nov. 17.
7. Essendo essi non «nari tepra Maiolira,
sentirono la nave sdracifc . F. f. Il
80 Caddono in Firenie più saeile, fra le
quali una ne pereoise nel campanile d*"'
frati Prcdirainri , e quello in p'ù parti
SDR
idruri. Sfril. Sfcr» Jnd. 2. ^&. Le navi
>i pcrcotcTano quasi iosiemc, con estremo
pericolo di sdrucirsi. K 5 190 Si levò
di notte una gran Cortuna, la quale fece
cbe la sua nave percosse tu una secca,
t si sdruci, e andò in fondo, Bern. Ori.
2, 6. 36. Altro nun si ode, che navi
idniscire , Ed alle grida , e pianti da
morire. Tar, Vav Jnn l- 2^- Cosi
dttto, co) fiur de' suui sdiucì ne* nostri
( U Ualo lai. Aa snodil agmen ) .
* §. IL Per Tagliare . • £uon.
Fitr. 1. 5. 7. Io nin tengo casi fuor
di cast : Wè per me 'I grt caiuol batte
polpette. Ni r oste frigge lampe ne mi-
gliacci, 2tjè ftdrace di prosciutto le gran
felle. (C)
SOliUl.ITO. Suxt. Spaccamtnto, Spnc-
caiitra. Taglio grande. Lat. rima, fis'
sura t ftnestra. Gr, a;£"co>, xisi^ft'a.
Jiuon Fitr. a. I. i5 Agora da cucir.
da riniendare Stracci e sdruciti quanto
si vuol gr.iodi. Mtìtt, Franz, rim. buri.
a. i^a- Un ch'ubbia anella iu dito. Ne
tuo) vettosameutc far la mostra Sullo un
galante taglio, ovver sdruriiu. Car. leti,
\. 116. Con loro pensa non sotatnentc di
condurmi sicuro, ma di fare aoc« un gran-
de sdrucito nella Franria loui fìi:urtHam,}.
SDRUCITO , e SDBUSCITO. Add,
dm'tor verbi- Lat. dissutus. Or. oirtop'pct.-
pa'j Jiacc. ncv. 60. 11. Senta riguarda-
re ec. alle sue scarpette tutte rotte , e alle
calie sdrucite, le di«e . Her/t. Ori. 2.
19. 4T' *'• voglio an-he cambiar tcco
il rarselio. Perchè questo , eh* io ho, lutto
i' sdrucito.
* %. I. per similit. Ferito, Piagato.
3fmt. Arò. tv. 45- P*"" *« sanare fu tutto
isdrucito, e squarcialo, e aperio tedila so-
pra fedita , e piaga sopra piaga, e livi-
dore sopra lividore (palla di Cristo nelia
saa passione). (C)
§. U. Per Aperto, Fesso, Spaccato .
Lat. difjStns, rimis fatuccr.s. G. xìsi-
d^tu'Jf:; Bocc. nov. 17 7. Sopra la sdru-
cita D^ve si gittarono i padroni. Cas.
rim. san. L^6. E chi >druscita navicella io
uno Vede ulor muover governo e sarte,
Juaì, MaroiiUa, il porto. 2'ac. Dov. Ann.
3. 37. Rivolto al 6ne il flusso e 'I vento,
cominciarono !e navi a tornare sdrucite, o
toppe
•f * SDRUCITURA. Bottura . Spac-
cattm. Maur. rim. buri, 1. 68, Egli
(Primpo) ha tra V altre ìnfin questa bra-
var», Ch'entra ne' corpi altrui, come di-
vino, E vi li Seca in ogni sdrucitura. (A)
SDRUSCIRE. / . SDRUCIRE.
SDRUSCITO. y. SDRUCITO.
^ SDUCARE. Spos'iare della qualità
di Duca. Bem: Celi, f tt. 1. 392. Mi
daTa la baia di questi duchi, dicendomi :
noi gli abbiamo tsducati.e non aremo più
Dacbi , e tu ce li voteti fare immorta-
li. (C)
» SDL'CERE. r. A. f SDURRE. (B)
SDURARE, y. A. Toglier la durez-
M, Intenenrc. But, Purg. 3o. 2. Tra-
passa dentro da se, e iìdura quella (neve)
cb' è iodur.t|a dentro, e falla risolverr.
* §. F figiiritam. Fr. Gtord. Fred. .
t3l. Con tutte le* nostre prediche, e eoo I
tutte le cose, non gli potemo (ni pecca-
Utrt \ sdorare il cuore; tanto è serrato. (CP)
•f * SDURRE , e SDUCERE. K A.
Deviare, Cavar di strada. Cavate, rim.
IH Dial. S. Crtp, pag. 446. Or dunque
"I leguitiam, eh' è nostro duce : Chi po'
lai va, aiutai cbe non sduce, £ portalo a
sue spese, e il 'I conduce Al suo regno, (yj
SE
SS Particti/a conditionale in genere, e
j'e Cat3 che. Dato chf. Posto che, Po-
S £
sta, o feriscala la condizicne che. Lat,
si. Or. et . Bocc. ncv. 2. 7. Io son drl
lutto, se tu vuogli che iu farcia quello di
che tu m' hai cotanto preg-lo, di>pojlo ad
andarvi. E 'ior. 36. ]6. Àiuno di voi sia
ardito di toccarmi , se io obbediente vi
sono, ne da qui-ìto corpo alcuna cosa ri-
muovere, se da me ncn vuote essere ac-
cusato. Petr. canz. ^O- 7> Ami la voce
al suo nome rischiari, Se gli occhi suoi
ti fur dolci ne cari. Dant. Inf. 3o. S* io
dissi falso, e tu falsasti il conio {lioe, io
concedo, e non niego d' aver dello falso).
F Puìg. I. Grazie riporterò di te a lei,
Se d'esser mrntovato laggiù degni.
§. I. Se, talora è Coni^iunzimc dubita'
tii'a. Lat. nurn, an, utrtim. Bocc. Jntr.
07. Non so se a voi quello se ne partii
che a me ne parrebbe. F nov. "i^. 8. Ora
si parrehbfì se cosi fosse valente uomo ,
come si diceva, e se cot.into 1* amasse ,
quanto più volte signiGoalo le avrà, i'etr.
son, i5/|. A cui non so se al mondo mai
par \issc. Dani. In/, c-^. E s'io divrnuì
allora travagliato. La gente grossa il peiiìi.
g. II. Se, per Così, in pnnciyio di lo-
cuzione pre^ativa, o desiderativa. Lat. sics
come l* adopc'ò Orazio: Sic te diva pò-
tens Cypri. Gr. óvtw; , ovtoj . Bocc.
nov. 39 8- Se m'aiti Iddio, disse il ca-
valiere, io il vi credo. /■," «or. 76. 7. Se
io non sia impiccato per hi gola, cbe egli
m' è stato imbolato. E nw. co- il* Se
m* aiuii Iddio, tu se'povcro; ma egli
sarebbe mercè, che tu fossi mollo più. F
canz- 10. 5. Se Ìo non sia svisala , Pian-
ger farolle amara tal follia. Vant. Inf.
29. Se 1* unghia ti basti Elernatmente a
cotesto lavoro. F appresso : Se la vostra
memoria non s' imboli !>'el primo mondo
dall' umane menti ec. Ditemi chi voi
siete. E 3o. Se V altro non ti ficchi Li
denti addosso, non li sia fatica A dir ibi
è. Pttr, cop. 2. Or dimmi, se colu' in pace
vi guide. (E mostrai '1 duca lor ) che
coppia è questa ?
* §. IH. Talora per bella proprietà di
linguaf:oio , innanzi al Se si lascia per
sotiinliso il verbo necessario . Fior. S.
Frane. JI2* Viene il demonio ce. per
sospignerlo quindi giuso. Di che Santo
Francesco non avendo dove fuggire ec. di
subito si rivolse con le mani, e col viso
e con tulio il ccrpo al sasso ec. branco-
lando colle m?aì, se a cosa nessuna si po-
tesse appagliare (cioè, cercando se ec. ) .
F 147- Corse ec. per tutta la città, se per
ventura la potesse trovare. Bocc, g, 2. a.
4- A quella (tavola) s'appiccò, se forse
Iddio, indagiando egli 1' affogare, gli man-
dasse qualche aiuto allo scampo suo. / it.
SS. Pad. 2. 60. lo pensai una fiata di
entrare via dentro nell'eremo, se forse Iddio
mi facesse trovare alcuni santi Padri oc*
culli. 7'tt. S. M. Madd. 77. Pcnsomi che
toroassouo un poro dentro alla porla ce.
in luogo più oneslo. che si poteva, tutta-
via se si potesse vedere 0 udire alcuna cosa.
lit. S. Gir, 4- Aodavasi (il leone) discor-
rendo per la foresta , forse se per ventu-
ra potesse rinvenire lo suo compagno asi-
no, cr^
* g. IV. Se, per Come , avverbio di
similit. C'ìvalc. Med. cuor. i5o. Se han-
no perseguitato me, cosi perseguiteranno
voi; e come hanno osservale le mie parole,
così faranno le vostre, e se''! mondo v'ha
in odio, sappiate cbe egli ebbe io prima
me in odio, che voi. È Espos. Simb. i.
74- Se noi siamo compagni di Cristo nelle
tribolazioni , cosi sarer^o nelle conso-
lazioni. E 3i6. Se noi siamo consorti
delle tribolazioni , così saremo delle con-
solazioni . E 336. Se ti par che basti
creder col cuore, senza confessar eon la
bocca dinanii agli nomini, dunque cosi pos-
S E
11(9
siamo dire che basii allo infedele confessar
con la bocca, sema fedo di cuore. (F)
§. V. Se, per Ben\:hè, Ancorché , Quan-
tunque Lai quamvis, etiamsi. Gr. xeniittp.
Bocc* nov, 38. 8. Si dispose, se morir dc
dovesse, di parlarle esso stesso. E nov. 65.
22. Se voglia me ne vcuiise di porli le
corna, se tu avessi ceni* occhi , come to
n'hai due, e' mi darebbe il cuore. Frane.
Bnrb. 299. 3. Leva chi f..lla adesso, E
|.uuisci ancor quegli , Se li fusser frt*
tegli.
§. VI. Se, per Poiché. Lat. quandoqui-
dem, quoniam, si. Gr. eVEttìr;'. Petr, san,
232 Che mal per noi quella beltà si vide.
Se viva e morta ne duvca lor pace.
g. VII. Se, in vece di Quanto. * Bocc.
g. 8. n. 9. Sìe pure infermo, se tu sai;
che mai di mio mestiere io non ti torrò
un denaro. (N) Dav, Colt. 160. E quel
forzore che la vinaccia piglia di sopra
(stuoimiala, se tu sai) fa pigliare il fuoco
al vino.
§. VIII. Sed, /u talora usato, in eon-
corso di vocale in vece di Se, Dani, rim,
2. Seà ella non ti crede, Di'che doman-
di Amor, sed egli è vero. Cronichett, d* A-
niar. io3. Ordinò cbe a lui nou venisse
persona, sed egli non mandasse per lui.
f it. S. 31. Madd. i3. Ecco, sed io me
n'andassi allo 'nfcruo, questa sarebbe la
più bella giustizia e la maggiore ragione
cbe mii fosse. F 39, Aspelliamo il Mae---
slro, e sappiamo sed egli vuole che coste
5Ì faccia.
* g. IS. Se, alle volle si sottintende.
Fu. S* Frane. 225. A un buono uomo
venne in visione, che avendo dell'acqua,
dove B. FraD'"esco s'avesse lavato le ma-
ni e i piedi, e spargessela addosso alle sue
bestie, di presente le liberrebbc (cioè, e
so spargessela ec. ) . Bemb. Pros. 3.
2i5. Ala tornando alla SE condizionale,
dico che ella, posta col verbo Fosse , si
lasciò alcuna volta . e Iscquesì dagli anii-
rlii io un colai modo di parlare , nel
quale ella nondimeno vi s* intende, ec. II
qual modo appo noi non solamente ne*
poeti si legge; siccome furono Rona-
giunia da Lucca , clic parlando alla
sua donna del cuore di lui , che con lei
slava, disse: E tanto gli aggradisce il vo-
stro regno. Che mai da voi partir non pò-
trebb' elio, Non fosse dalla morte a voi
furato; cioè. Se nou l'osse. E Lapo Gian-
ni , che disse : Amor , poiché tu se' del
tutto ignudo, Non fossi alato, morresti di
freddo : cioè. Se non fossi ■ O come fa
Francesco Ismera , che disse : Non fosse
colpa, non saria perdono, ec. Ma, oltre
a ciò , si legge eziandio nell' Istoria di
Gio\an Villani-, il qual disse: £ poco vi
fosse più durato all' assedio, era stancato; in
vece di dire: E se poco più duralo vi
fosse. (F)
§. X. Se, si trova talora presso gh an-
udii tronco, e unito al pronome Tu, di-
cendosi Sdì in vece di Se fu. Dant. rim-
19 E stu mi dici, come 'J sai? che '1
sento . Bim. ant, SI. Ci/i, Guarii d' A-
raor , se tu piangi, e sto ridi . Frane.
Sacch, rim. 19. Ma guarda , stu farai
Com* io , eh' amando ho fallo più sonet-
ti , Tu troverai in amar pochi diletti -
Frane. Barb. J70. 4- ^^^ ^^" savessi
bene La donna chi eli' cne , ec.
§. XI. S& , segnato d'apostrofo, vali-
Se i , Se li , Se gli. Bccc nov. 99. 16
Se* voslri prìeghi a ciò non ci strìgnes-
sero^.
SE. Prenome primitivo singolare e plu-
rale , e di tutti t generi, che ci* antichi
talora dissero anche SENE . T^on ha se
non quattro casi.' secondo, terzo, quarto
e sesliy . Lat fut ^ tsbi , se , a te . Gr,
1»M)
S K
S E
e. 1. ^eJ ««■"■«fj c«o. Bice no^- I».
g E qiii.. ad i.lao.u di sb la f«ei .U-
?c. £«».. 17 35 '"?""•.,''''"':"'■
..nl.ndo. a difesa d. .e ..«..Imeul. ogo
.ao trono apparecchio. Pelr. son. 4 D.
,i nascendo, a Roma Qoo fc grana,
fi II II secando casa nce>'e , li"-'
iionl: FUORI . VERSO . APPRESSO .
SOPRA , CO.NTRA . noce. no». 1. 2
Manifesta cosa è, siccome le cose tempo-
rali tutte sono transitorie e moruli. cosi
in sé e fuor di se essere piene di noia e
d- angoscia. E Inlrol. ì?; Cuscuoa «r.o
di.il.ellis.ima. Enw 3. 8. In grande
e onore.ule stato appresso <! • "-' ' ■"."
tenne. E Leu. P.n. R^«. 269. Chi e .1
fuor di si che non cooo.ca invano darsi
conforti alla misera madre , mentre ella
daranli da .1- .1 corpo vede del morto ti ■
gliaolo? Fior. S. Frane. 6. Perciocché
?gU era si f-ori di si- che delle toc pa-
role non isdiva nulla Fr. lac T. 5 24.
,3. Accorta vede l.cne La h.lle«a che
tiene . Che la trae fuor di sene ./!.">■
ani. Gutlt. R Le ««"l)" ""°" '^ "'"
(uor di sene. ^
e III. Ve/ ler:o cai:). Bocc. net: 13.
16 E a se medesimo dispiacendo per lo
PO..0 ec , su per »aa via ^^"'"',0
ruga Catalana si mise. E S- V.P- '"■
Era sì abituato al servigio di Dio , che
malagevolmente le cose del mondo a se
il dovrehbono ornai poter trarre . Pi(r^
eanz. U 6- Orsi , lupi , Icon. , aqmle e
.erpi Ad una g"" marmorea colono.
Fanno noia sovente, ed a se danno.
R IV. E sema segno pure nel ter
caso . Bocc. no.. 65. «. Quando la ge-
losia gli bisognava , del tutto ".'" «P»
gliò. K «V. V 9- S» -l fece chumare
e .1 gli disse-
c V // terzo eato riceve te p'-epo-
sJoni RI.NCO.NTRO , DlRIMl'ETrO,
CONTRO, e senili, noce. noi/. 30. 7.
Dirimncllo a se fece star lei.
R VI. Hel quarto caso . Bocc. n^v
i3 12. E se ad ogni suo servigio ce. ol
■•'■ _ __ IO A».>ri^mpnte con
ferse
E no.'. 27- -^8 Aperlamenle coo-
lerse. e no.: i./. .— - 1 -
feisarono , sb essere stali coloro che Te
daldo Elisci ucciso aveano . ii noi>. 3J.
2, A cosi fatto partilo il folle amor, di
Restagaone, e V ira della Ninetta se con
dussero e altrui.
8 VII. /' nnarlo caso riceve « P«-
•• i^PRA INTRA, FRA, TRA,
posizioni I.NFRA, l.-N > ha , . 'p„„s.
rke valliO'io lo sleaoi e l.N, APPKIiS
SO. PER, VERSO, e SOPRA. «.«
Jnlr. 40. Avien gii più particol.rmeote
tra sb cominciato i> trattar del modo . L
noi: 13- !■ Sopra sb recatasi , d,.,. : ec.
(Cioè, in atto di pensare). E "Of- 2?; 3»-
Ma nascuno per .b , e poi talli insieme
.perlamento confeuarono ec. fc.oe. d. per
X\ E nov.il.. IO. Tinta K>V"" '^
cortina ec. , quivi s" .ddorm.nl... I: no,:
/, in. Dando loro licen.a di fate intra
ik quello che più fosse a grado a c.asch.
dano. E noi: 75. 5. Fr. sb ordinato che
dovessero fare 0 dire, la .egoeole manina
Ti ritornarono . E no,: 77. 48 Cpo le
barbe più oer. gli vedele . «"P" "• "•
a.r. . carolar, e giostrar, fc*»*. colla
per.ona diritta . e in sulla vi. , che si
airebhe anche .opra di se). E cani. 7
a Ciascun per sb accese novo foco. Hast.
58. Santo Anlonio. tornando in se, lutto
conformo cognobU. la presenta di Dio in
quella lo« . Petr cop. 2. Coslui certo
per sb gii non mi «piace . E cap. h. Ma
liascuna per si par., ben degna Di poe-
ma chiarissimo . d' istoria (dot, oe\ >ixo
«sere, di sua o.lura). lìant. Int. 3. Non
furon ribelli, Nb for fedeli a Dio, ma per
ù foro.
§. Vili. Nei •"<« '"" ■ "°"^ '"
tfi Non d" «lira maniera , che se timil-
meate tutU ■ tuoi aveste da .e cacciali .
Enov. 5l. 4 Cimine,,, una sua n-volla
la quale oef vero da se era bellissima
tene, di .uà natura) Petr. cai,. IS. 1.
A cui rivolgo il mio debile stile , Pigro
da sb. ma il gran piacer lo sprona (cioè.
naturalmente). F. F. 11. 87 Bmlo .
andò , e da sb a lui aperto gli mostro
tutti i suoi errori (cioè, a .olo a solo)
1 SIS// "Ito caso rieive le p^epou-
noni IS. e COM; ma la pr,po,iiìone CON
molte volte gli 'l pO" '''•■'"> ' g' ' V-
figg: facendosene una sola ■"■"•"'■ 'r-
rispetto del suino g'i toglie la S. Boce.
noi: 26 19. Ricciardo in se mede.imo
g,)dcva di queste parole . E nov. 60- 5
Seco proposero di fargli di questa penna
alcun. beBs. Frane. Sacch. nov. 16O. L
amico appena era ancora in se , che co-
minciò a dire: ec. fci,è. appena era rin-
venuto dallo sbalordimento ). Rim. ant.
1 Guitl. R. E discorre con .eoe entro 1
suo cor?. Dani In/. 30. Sostenne ec.
Fa!si6care in k Booso Donati.
e X Si pone avanti alle particelle
IL ; LO , LI , GLI , LA , LE . seriven-
doli talora , in veci di Se il. Se I . 0
anche Sei. Bocc. niv. 29. 9. Sei fece
chiamare . . si gli disse E nov. 3l. 2S.
Appressatoselo alla bocca, il baco. E nov.
65 22. Quando la gelosia gli bisognava,
del tutto se la spogliò
§ XI. Se, usilo Inforzi ii siisi.. Il-
snifica r Interno. Salvin. Disc. |. 171
Parmi che nel suo >■! cosi dicesse Platone.
SE Quando ì posto dnvanti alla par-
Ucella NE o affisa, o non affissa al
verbo, e lo stesso che 'l SI che ac-
compagna il verbo , e f"' "«'•"■• P""'
Bocc. nov. 72 5- Sapeva si fare, che
Bentiveoga del Ma..o n .n w ne avvede-
va E nurn. 6. Facendo vista di non
avvedersene , andava pur olu. io con-
tegno . ,, „_
* §. Anche senza la particella NE, e
si adipera in liiogi della pirtlcella SI ,
che aggiunto al verbo davanti 0 dopo, lo
fi di iignific. pass , o neutr. pass Frane,
narb. 126. 2 E molto ha vita acerba
Colui che pur coovicn continuare Con
quel che non fa che se lamentare. .4lam.
Colt. 5. 107 Cosi polras.e Or la vaia
goderte, or 1" aria amena (V) ^
SE . Particella riempitiva , che • ac-
compagna nella sUssa guisa II più delle
volte colla particella NE. BoCC Intr. 56
Li tre giovani «He lor camere, da quelle
dell, donne .eparatc , se n' andarono . E
nov. 2. tJ. A nostra Dama di Pangi con
lui insieme andatosene, richiese i chertcì
di li entro , che ad Abr««m dovessero
dare il baltesimo . E nov. 44 16. Da
rapo sposò la giovane, e con' gr" fesH se
j ne la menò a casa. E nov. 83. 12. Bru-
no comperali i capponi, ed altre cose ne-
ceuarie al godere, insieme col medico e
co' compagni suoi se gli mangio.
SE BENE, e SEBBENE. Lo sUsso chf
ììench'ei e serva all' indieaUvo . e al sog-
giuntivo. Lai. rUi, ijuamvis. Gr tMtttp.
Cavale. Fruii llng. Se ben pare eh' e
rienopran.i il loro errore, pilliandosi con
«Icuoe autorila dell' Evangelio . Sodtr.
Colt. »5. Abbiasi ancor cura , che .' non
abbia rimetlilicci su pel tronco d' allri
tralci ; . avendogli, lasciosi slare, .ebb.n
fossero rigoglioii olirà modo E 66. Seb-
l..ne r odore e la meslora di questo .oc
rhio offende , non perciò anci,le la vile .
/•; 3 (. Fassi ancora /./ vino moscatello ì
,V uvJ moscadella nera , che sebbene fa
poca uva , il liquore b Unto buono , che
merita il pregio dell' o|«r« • inl.ressar-
f isi . . _
1» SECANTE Term de' Gtomttn Di-
SEC
ersi Sec-tU i' un angolo II maggior* de
due lati iT elio, supponenlo che rantolo
sia terminalo da uni base perpendicolare
ad uno dei l<iti. (A)
SECARE. /'. L. Segare. Lai. »««^-
Gr. :Tl;>iT!>»ti». Pelr cap. 6. Colla Oli»
spada, la qual punge e seca.
# 5. .Secare, si dice anche per cirnini.
de I Camminare delle navt sopra /' acque,
del Folar degli uccelli nell' aria, e simili.
Cir En. 12. 45». Ando stridendo e dot-
to L' aura Kcando il fulminato dardo. (C)
•4- * SECATO. -■*,'''- da Secare. .Van-
nnz.Arcad. pr. .0. «'«-"to^»" '* "'^
nove volte in q-"',"'!"'"',^""^', ""
e di erbe un novo aliar., ed 10 qa.llo«
raccenderò la ca.u '"'"".•.« ""J^'!!
erbe non divelle dalle radici , m> Kc.le
con acuta falce , ec. (A)
SECCA Luogo infra mire, che p€T U
poca acqua e pericoloso a naviganti. Bocc
^v l4 8. Sopra all'isola d. Cef.lon.a
percosse in una secca E nov. 99^ 32. 5.
levò una tr.montaoa pencolo», eh. ne".
secche di Barberi, la percosse PalaJT.t). r.
stringo in sulle .ceche in B.rbena. /?er«i.
Or/ 2 8. 62 S.vvid. in OD intr\a
essere entrato , Che le s«:ch. non son di
Barberia Si strane. ^ . , r ti
o I Secca, per simillt. Dani Inf.i'y
F. se' or sotto V emisnerio giunto, Ch«l b
opposto . quel che la gran Mcc. Cover-
chia. But. iv,= La gran sere, csoe a quel-
l'emisferio che cuopre 1. lerr».
8 II. Rimanere sulle .ecche. Tremarti
sulle secche. 0 sulle secche *.«"*'~-
e simili, diciamo dell' F.iscre "-P»*'» '»
,„/ pia bel del f.r checches,^ .* ""
noter procedere pùi avanU , lolU la «.-
taf da- navignnti . quand, "-""""'
legno nelle secche. Lai. aquam *««« •
k!,rere. Gr. c^T^p.r.. Cron. Morell. 283^
Fa' d' «vere de'd.nari, e non gsocre. cht
potresti rimaner in ^^es.ec^ie.tra^
.Sacch. nov. 80 Ogni piccola co., eb.
viene alla mente fuori dell. .u. diew.. ,
lo impedisce per furm. . eh. .p«« "Ite
rimane in sulle .ecch.. C«r. te«. 1.77
Mi iruovo oell. secche a gola ..&■/.(•_■
Pros. Tose. 1. 104. On. ">"•/>•. .ol
.bbi. a fare da vero, . non da borii.
non mi trovi sulle .«che d. Barberi^
+ S. III. Lasciare in sulle secche, «/.
Abbandonare altrui, lasciandolo in atea-
.iti. 0 1, pricoh. L.I. in "«<■ ""'^'T'
Gr.'T.' {-e^poii «aV?.... F.. Ft>' «9
Itell.nc. sin. 280. Stu m. I.sci.u. in ar-
no e 'o sulle secche, *"""'"";.'"*
cb'on balestro il torto. Silv Grandi. S.
l3 Ve' per quel eh' e' m ha cavai. Di
casa, per nonnulla, per lasciarmi Poi <r..
in sulle secche flalm. 10 2). C0.1 lo.
che inlim.sli la d,s6d.. Mi Im" ■ pnm.
giunta io sulle secche. . _ ,^
SECCABILE Add Alto ad esser lec-
cato. L.t. siccando aptas. Gr. f"f «""»«.
Cr. 2 l3. 5. Ha bisogno di la csbo (il
corpo della pianta), eh, aia iodurabil.. e
..rc.bil. per la lerrMtnii.
SECCAGGINE . Secehew. I.au •;•
dilas , siccilas , Gr. {nfMTflf, ?^p«««-
Com. Purt 24. Benché la seccaggso. nel-
la sete. I. qu.l. av.ue in Purgatorio , fo...
macniore di quella che avesse nel mondo.
To'^^^o sa J mai. Coli. SS. Pad fc,
venire a noi uomim rustici . 'Ì"«:' ' '"'
abitiamo in que,U ..ccggm. dell eremo
fciob, in luogo sterile ed .ndo , in cui ►
posto r eremo) r • ..i„,,
t S S- ' '*'■'■ "•"■'^ '■'
del s.rcire in senso d' Importunare ; Impor^
tnnità Lai. impartunltas , moU.tia. Or.
ri oopuxo's. Bcc. nov. 81. 3. L. ven-
ne, acciocchb la loro .eecagg.oe .. lev...-
d' addouo, un p«nsi«o- E num. n b e -
quul. .«raggio, lorró »«»•
SEC
# §. 11 SeccnagÌKe, v(ìlt <vtcfie C^sa, o
Persona cfie rechi noia, fastidio. « IJocc.
no*-. 84 10 Per le?arii quella seccaggi-
ne digli oreccbi. Frane. Sacch. nov. l^z,
Baooamico potè dormire ieai es^ei desto
di cosi grjode seccaggine, cura' egli era
il (il sto io . Lise. Spir. 2 5 Lascijmi a-
prue, e entrare io casa, per liberjniii di
quetU seccaggine ■•. (C)
SECCAGGIWOSO. ^'id. Agginnlo cU
ti dà agli alberi , ouan.io hanno addosso
rami , o (ro'tcottce/Ii secchi . Duv. Colt.
181. Sdegnano il pennato ; però leva loro
il seccagginoio coìl<- mani (qui inforza
di SUSI. , e vait i rami seccjijgmosi , 0
lecchi). E 196. Fa mala mwcchu (U ro-
vitUco), e col tempo secfjgginosa.
SECCAGNA.. Secca. Lat. sjrtis . Gr.
•u>Tt>.A«rrf.ytór.M'/-4"'5a.Si naviga con
piacevoli legnetli , rispetto .tlle seccagne.
£* q. 363- Luogo ec. dalla parte di mare
fortificalo da lagune e sercague . /: 16.
6a8. Le l'artUe , poìcbó furon andate e
riloroate una o due volle, percossero io
tlcaoe seccagne, e quivi si >liiloIaroQo .
jtr. Fur. 19. 4**- *^^" *'''^®' ^"P'^* Lunissò
venuti Si,imo, per quel che io trovo alle
taccagne.
# SECCAMENTE . Avverò. In modo
seccoj e si riferisce per lo più al /mei-
lare, o allo scrivete , Brevemente . Lat.
siccc. Gr. ?nj5w;- Serd. Galeotl. Mmz.
ài. Ma per non passare così seccamen-
te questo» che è di qualche momento ,
addurremo alcuoe cose lulte dall' auto-
rità di Avicenoa. (C) Jl/egr, 196. <^uel
mio signor piovano arcimcssere , Che
fé del fatto mio tanto schiamazzo ec. ,
Seccamente mi disse : vuo' tu bere ? E
aa3- Se ve De capitasse un aliro (cerre-
tano) malassellalo. scriatello, allamatuzzo,
di magherà presenza e poca ciarla , il
quale seccamealc promettesse di sbar-
bar calli , o imbiancar denti 1 ce. (V)
imperf. Titn. D, 6. T. 7. 16 A dire
il vero voi ve la passale troppo secca-
DMote. (F)
SECCA>rENTO. Il seccare» Secchezza,
Siccità. Lat. siccttas. Gr. |>j/;oti)5. Cr. 1.
8* 6. It mudo, per lo quale la pianta -di-
mestica diventa salvatica , e per mauca-
meoto di cultivare, e per induramento e
Mccamcnto del luogo.
3 SECCARE, privar deW umore, Tor
via l'umido. Lai. siccare, siccum redde-
re, arefacerc. Gr. g*ipac'v£tv. Tes. Br.
$. 5. Oode se ne debbe guardare di acque
taUe e nitrose , perciocch* elle scaldano e
leccano e peggiorano il corpo.
# §. I. EJìi;uratam m Lah. I. Il cui
malvagio fuoco il fonie secca della pie-
ti .. (C)
f §. li. Sin signific. neutr. pass, vale
Perder t* umore , Divenir secco. Peir. smt.
46. Ed al Sci venga io ira , Talché si
secchi ogni sua foglia verde . Malm. 7.
39. Replica quello : seccasi la goh.
# §. 111. Seccare, si usa anche in si-
gmific, ntutr.f e vale Divenir secco. - M.f^.
6. S4> Come eir è ben cotta e salata ,
la fanno dividere dall'ossa, e appresso la
fanno seccare ne' forni ••■ lìenv* Celi.
()ref. 11 3. Dipoi lasciatala seccare le ne
delti oh' altra volta , sempre lasciandola
teccare. (C)
« §, IV. EJìguralam. - Dant. Purg.
•a. E sappi che la colpa che rimbecca
Per dritta opposizione alcun peccato. Con
C4SO insieme qui suo verde secca, (C)
Xf §. V. Seccarsi, parlandosi di qual-
che membro del corpo, vale Restar privo
delie sue facoltà . « Jìant. Inf 32. Se
quella» con eh' i* parlo, non si secca » . (C)
Sig. ytagg. Mon. Sin. -j^. 1 Giudei vol-
lono torre il corpo della Vergine Maria
di mano agli Apostoli ec. e inconlanen-
l'ocabolariò T. lì.
SEC
te si seccarono loro le braccia, e le ma-
ni. (NJ
* §. VI. Seccare , vale anche Nuotare,
S' gn Slor. p. 247. Seccò lutti i granai
del Dominio. (Cj
§. VII. Seccare, tcrm, mercantile, par.
landosi di cambio , vale Divenir secco .
y. CAMBIO, §. IX. Dav. Camb. io\.
E quello di Bisenzone, perchè non serve al
comodo della mercanzia, ma solamente al-
l'ulil del danaio, se non è secco intera-
mente, mi pare a ogni poco vederlo sec-
care , e che un Papa lo lievi via , e lo
discacci della Cristiana repuliblica.
§. Vili. Seccare, fìgurutam. per Man-
dar male. Distruggere, Jlbcrt, cap. fiS.
0 Scc\o\ì, tu se' tenace a lutti, e ninno
a te ; e secchi ì beni altrui , e utuno
secca i tuoi.
§. IX. Seccare, in s.mo d* Importu-
nare. Lat. obtundere, enecare. Gr. Tt'-zo-
i-ioyXil'i , xìj'ttsiv. yìgn. Pand. 68. l'cr
poterci v,ilere coniro questi chieditori , i
quali tulio il dì ci seccano e importuna-
no . Frane, Barb. 61. il. E colui che,
cantando , Scherzando colle mani , e con
romore, Ci secca tutle 1' ore. Bern. rim.
1. 3o* r^lou vo* che voi diciate: tu mi
secchi .
§. X Seccare una pescaia. V. il %*di
PESCAIA, e il Varch. Ercol, gS.
SECCATICCIA. Legna secca, che fa-
cilmente arde. Bern. rim. II. E fassi il
Giiirgio colle seccaticce.
t SECCATIVO . j4dd. Che ha vtrtà
di seccare. Lai. exiiccandi vim habi-ns .
Gr. f TjaavTcxo'^ . t)tt. Com. Pur^. 21.
386- 11 granello del grano si currompe
per r umido della terra, e per Io calure
del Sole , e lassi prima erba , e poi per
lu processo del tempo, e per la forza del-
l'umido nutritivo, e del calor seccativo si
matura, e grano perviene. ^ fas. Op.
P'it. 2. 267. Alla fine trovò , che 1' olio
di seme di lino, e quello delle noci ec. erano
più seccativi di tutti gli allri, (Cj
SECCATO. j4dd. da Seccare. Lat. sic-
catus, siccns, arefactus . Gr. ^ijpavSei'^.
Filoc- i. 2. S'ingegnava di rinverdire le
seccate radici del suo pedale, ylmet. iq.
1 soppravveouti sudori seccati con bianca
benda (qui vale asciugati). Soder. Colt.
82. Vi si (tengano dei fiori di salvia sec-
cati air ombra quell'anno. E Sq. Alcuni
fanno vino odoralo di qualunque uva dol-
ce seccala al Sole.
SECCATOIO, e SECCATOIA . Luo-
go fatto ad uso di seccarvi frutte, 0 si-
mili ,
t '':- SECCATORE, rerfrrt/. wfljc Co-
lui che secca nel signifc. del §. JX. Snl-
vin. Buon. Fier 2. 5. 7. I complimen-
tosi, che non la finiscono mai , si posso-
no a buona equità chiamare seccatori, e
i medesimi complimenti seccaggini. (A)
SECCATRICE. Verbal. femm. Che
secca .
*t §• P^^ metaf. vale Che infastidi
sce , Importuna , Noiosa j e si dice per
lo più di donna che favelli soverchio , e
male. Lat. loquacissima. Gr. iaiturary).
Lab. 1^2. 2iou favellatricì, ma seccatricì
sono . Galat, 67. In tale peccalo cadono
non pure molti uomini, ma molte nazio-
ni favellatrici e seccatrìci sì , che guai a
quella orecchia che elle assannano.
SECCAZIONE. r. A. Il seccare. Lat.
*exsiccatio. Cr. 2 5. j. Colali cose pro-
priamente si chiamano nelle piante partì
semplici e materiali, imperocché «'sse ven-
gono per nutrimento, e partonsi per sec-
caziott delle piante.
SECCHERECCIO. Susi. Siccità. Lat.
siccitudo, ariditas. Qt. ^fipo'rr):, Sripotcta.-
Maeslruzz. 2. i^* Se alcuno usi la conside-
racione delle stelle per cognoscere le cose
sec-
aggine .
SEC 1121
future, le quali hanno cagione da'celestiali
corpi, come s'è i seccherecci e le piove,
o cola* cose, non sarà illirìlo.
SECCHERECCIO. Ad.l. Quasi secco.
Lai. *senii,iridus. Gr -/[px^tico:,.
•t * SECCHERTA. Seccaggine, Co-
sa secca e da nulla . Lat. futilitas . Gr.
y>U5c^t'a. Cecch. Esali. Cr. 2. 4. Oh
questa è la più secca seccheria Ch* io
sentissi giammai ,' qui vale Spilorceria ,
Strettezza nello spendere) f\ MISERIA,
§. H. n
SECCHERICCIO. Add. Lo stesso ehm
Secchereccio, Quosi secco. "Lui. *seniìari'
dus. Gì. ripi^Vipoq. Dav. Colt. 178. Ve-
dendolo stentato , o scccherìrrio , o poco
vegnente, poco bene verri ; però lascialo.
E i83. Da tre anni in là nou si tocchi col
pennato , ma con le mani si dibruchi e
levi il sccchericcio (qui in forza di uisf.,
e vale i rami SLccbericcì, 0 seccagginosi).
t SECCHEZZA . Qualità di ciò
che è secco . Lat. stccitas , aritu-
do . Gr. ^rtpoTtti , ^»ipy.«'a . Pallad.
Magg. \. Nelle maremme si seghino i fie-
ni anzi eh' egli s'abbronzino di secchezza.
Cr. 1. ^. 10. Ne' vecchi s'ingenerano
febbri ardenti, per la -M'othezza delle loro
nature. E 3. 7. 9. Nell'ore della molto
secchezza le spighe, e i lpg:imi si rompo-
no . Dant. Purg 2\. Vedi mcss* r Mar>
chesc, eh' ebbe spazio Gi'i di bere a Forlì
con meo s'jcch'zza, E sì fu tal, che non
si senti sazio . //ut. ivi : Con
chezza , cioè con minore ascitig
che non avea ora quando io Io vidi.
§ I Per meta/. Coli. SS, Pad Biso-
gno fa che la mente ripiena dalla sec-
chezza de* vizii s' inchini ìnuranliii'-nte in
parte carnale, e raggia. I arch. Ltz 6^C).
Per fuggire la troppa licenza e libertà de*
versi srioUi , e si-hifarc la secchezza ce. ,
e U slreilezza delle terac ricie ce, ritro-
vò ec,
§. II. Secchezza, dicesi nelle pittare^ e
scoltnre, o ne' componimenti , Quella trop-
po affettata dili'^tnza che vi apparisce u-
S'ita dall' artefice, o dall' autore , che 'l
fa dare ne.'la maniera secca e sofistica .
Lat. pin^cndi eie, forma sirca. Tac, D'iv.
Perd. eloq. t^lt. E tutte quelle secchezze
d' Ermagora e d' Apoltodoro parevano il
st»(enlo (il tc^t.' lat. ha quicquìd aridis-
simis libris pracipilur). E Post. 45!^. Sic-
come la somma diligenza nel finir le statue,
o pitture che ^cder si deono da lontano,
riesco slento, e secchezza.
'fi g. III. Secchezza, fìgurat, si dice
dai mistici per Aridità di <pirìfo, Segner.
Concord. Né men può dirsi che egli si
diluiigbi mai punto dal proprio stato,
perchi-* nlle secchezze egli medili (A)
SECCHIA. J'aso cupo di rame, ferro,
le^no, 0 altro, col quale s' attigne l* f^c-
qua. Lai. sitala, sitii/us. Gr. xa)TTt'5.
Bocc. nov. 62. 5. Si faceva davanti all'
uscio suo recare una secchia nuova. E
nov. 64- p« Perchè, presa la spcchia colla
fune, subitamenle sì giltò di casa per
aiutarla, e corse al pozzo. Frane. Sacch.
nov. 64- lo non provai mai p' ggior be-
stia : quando io v'era su, nti parea es-
ser la secchia de' vagellai. Cr* 5. 3l. 2-
Larice è buono spezialmente da farn'^ le
secchie, nelle quali sì reca l'acqua.
g. I. Far come le secchie, diciamo in
proverbio dell' Andare continuamente at-
torno, 0 in già, e in su. Ciriff'. Cnlv. 3
90. E vanno in giù e 'o su come le sec-
chie. Malm. 5. 10 E lui. eh" ormai ha
dato nelle vecchie. Fa ire in giù e in so
come le secchie.
g. II, Ripescar le secchie, figuratam.
si dice del Raccenciare con fatica gli al-
trui errori.
§. III. In mcdo prave rb. ]i/a-!m. 'J.Gq.
.4.
SEC
SBC
SEC
Cbè uole volle al pouo va U secchia ,
Cb' ella »i laicU il manico, a V orecchia
(fit fu lo strtso sig'iific-ito, e fie tfuetl' ni-
tro .• Tanto \'t t^^ pfitta al fardo , eh' ella
vi lasci.i la zampa . /'*. GATTO , §.
XXIX. Lai. cxitus l-gem saepe vio'nn-
tium malut est } •
§. IV. iV.-'/i dar bcit a secchia, in
modo proverhiahf vale lo st sto che Non
dnr fuoco a cencio^ Non Jarc un niinémo
servigio, g che aon costi nictti-, Lat.
ignis ftcc^ndt-ndi polestatcn nm ficere.
f g. V v4 secchie , posto nwerliiìlni.
vale Dirottarti 'ttte, fa gran copia. Car.
leti. i. 18. A. (litpctlo d'Ila pioggia, che
veniva giù a secchie, si calò subito alla
volu nustra.
SECCfllATA. Quanto tiene una SfC-
efiia. Buon. t\<r. \. 3. 5. Oh che sec-
chiata di cose per arii I Guarda a aoa le
versar (qui per similit } .
SECCQIELLO. Dim di Secchia. Lìl.
liinla. Gr. jtaJiTi'j. Gii. Sist. 181. So
spendasi anco iu allo qualche seccliiello,
che a goccia a goccia vada versando del-
l'acqua in un altro vaso d'angusta bocca.
SECCniO. Propriamente Quel vato ,
entro tf quale si raccoglie il latte nel
mugneri'. * Car Lcn«, Sf* 7j Mise
mano a faticarsi insieme cou U'i ,a mun-
ger nel secchio , n rassodar le pizze , e
radJurrc 1 capn-lit, e ^ìi ugaclli sutlo le
madri E 93. ^e voli-; prima dare ì sec-
chii che Dun vi ntiingcssc, ne la pelle che
DOQ se ne vestisse . ni; la sampogna che
OOD la sonasse. (CJ Menz. rìni. i. 290.
Men vago allor , clic dentro al secchio
inonda, È il puro latte , onde la neve e
vinta, fu 3o3. Baiti quel secchio : ecco che
in gruppo or sono (parta dell'api) .
« SECCHIOLINA. Di n. di Secchia j e
comunemente s'intende Quella, entro la
quale si reca l'acqua Sitnla. (A)
SECCHIONE. Accrescit. di Secchio, e
anche Secchia f;rande. Lat- sitala magna,
sinus, Plaut. Bocc. nov. i5. 30- Noi siam
qui presso ad un poxzo , al quale suole
essere sempre la carrucnla e un gran sec-
chione. Dant. Pur^. 18 Fatta come un
seccbiun che tutto arda. Menz, sai. 6.
Ed UD secchione elle empicrian di latte.
SECCHISSIMO Suprrl. di S:-CCO. L2I,
ttridissimui. Or. ^ijaaraTOv Coli. Ab.
Isaac, cip. 19 II nostro Signore, quando
comiaciòe a pugnare col Diavolo » sì lo
sconfisse in luogo diserto secchissimo.
•f SECCHITA' , SECCHITADE , e
SECCUITATE. r. A. Secchezza, Secco-
re, Aridi'à. Siccità, Min'anza di umore.
Lat. stcciiudo, siccitas. Gr- ^tìpÓTtii ,
(libali a. Cr. 2i 4* i3 Quando i legni
« fendoni) per secchila , spesse volte la
fessura si proftuda infìuo allj midolla. E
num. \l\. In processo d'eiadu declinano a
secchila, e a giallexia. E i>. %. l5. Si la-
vori (l'orto) alto due piedi, imperocché
così coltivato abbandona la secchila. MiU
Sf. Poi. ^2. Nel quale bae grande sec-
chitade, V non v* hae frutli, né aci(Ua, so
non amara S. G/'>. Gns^sr, 193 Avven-
ne , che dopo n»ii mollo tempo tutta
quella contrada era in granfie sterilità a
tecchitaile, perche non era piovuto gran
tompo.
SECCUITUDINE . r. A. Secchità ,
Secchtiza. Lai. sicciiat Gr {«ipo'm^.
Cap. Jmp. prol. Avvenendo soprabbon-
dante seccbtiuilinc nella terra per sopra-
stanza d'ordinati piova.
SECCIA. Quel/a paglia che riman nei
eampo sulte barite dette biade segate j e
'I Campo stesso, net quale eli' è j Stop-
pia. Lat. stipula. Gr- fx\%;xiì- Cr. a l3.
a5. Nelle parti di Toscana gli esperii
coliivjtori seminano i lupini ntl tempo
che SI srminaao le rape ec nelle terre
culiivate , o vUe itoppìe ovvero leee e .
due volle arate. /'.' 6. 9S. 3. Anrhe si
se.-nina n>.>'campi nudi, e anc>>Ta oelle
secce accoociamenle , se ottimamente sa*
ranno arate, f^arch. rim. past. 217- Lo
fei, di voce privo e di vita orbo. Roto-
lando cader ilentro una seccia.
SECCO S'tMt Siccità, Anditi, Lat.
sircilas , siCC'é'n. Gr. f»)_37». G. /'. g.
x85 |. Io Pug ia fu si gran secco, che
più d'ulto mesi stette, che non vi piov-
ve. Past, 369. Pugnamo che sia un ^an
secco, come già is issuto t'r. St'ch . rim,
:^6 Se dicon venir pioggia, allor vieo sec*
co, Bocz. Varclu 3. rim. c^ Tu con prò-
porzioo certa, e misura Debita gli elementi
insieme leghi. Perche il freddo col caldo,
e 'l secco dura Col molle.
§ I. A seccj , po<to a^^verbiatm va-
le Sema l'aiuto , e conìpai^nia dall'u-
mido. Lat sine aqua, Gr. avuVpu{.
Bt-ra. Ori. i. 16. 45, A Verona . a
MoQlorio, dove il rame S' acconcia a forca
di acqua, e noe a tecco.
§. II. Per mela/, Car. leti, X. 164.
Troppo larga usura m* avete psgita d'
un saluto cosi a secco, come qurllo che
tì portò da mia parie il nostro messer
Giuseppa.
§. 111. Maro a sreco, vale ^furofìlto
senza calcina j e Murare a secco, vale
Par le miir^t senza caiina. Slor. Pist.
5i. Uguccione giunte alla postierla delle
mura di san Friliano, che era murata a
secco, e smurulla Buon. Tane, \, 9. Io
vo* stasera valicare Sin di là d'Arno, per
finir quel muro, Quel muro a secco, che
tu sai, compare.
§. IV. E/i^uralani. st dice di Chi Ja
le cose con poca stabilità, e sussistenza.
3/. V. 9. 70. E per questa simigliante
fortuna avemo coasideralo che i tiranni
murano a secco (cioè:, non confermano
mai bene lo stato loro). Buon. Tane- ■•
4- A quello mo* 1' arebbe paglia in bec-
co, E i* murerei la mia fabbrica a secco.
§. V. Diciamo in ischerzo : Murare a
secc^, del Mangiare senza bere. Matm.Q.
7 Dove, per aver meglio il suo dovere.
Fece al principio un bel murare a secco;
Quando fu pieno, al fin chiese da bere.
§. VI. Rimanere a .xecco , vate Ha-
sciugani, e Rimaner sent' acqua le cose
che ne hanno bisogno , e san use ad
averne.
%. VII. Rimanere, o Restare in sec-
co, ri dice anche del Mancar l' acqua
sotto alle nai-i, o ad altra simit cosi che
galleggi. Lai. m.i'ic brevia pati. Gr. n'j
Bsxxi^ «/jiTi'Trrsti* Tet. Br. 4- 3. La
balena è di maravigliosa grandezza ec, e
molte volte rimane iu secro per basso di
fondo ) e questo i- , perchè '1 mare cresce
e scema trenta piedi, siccome Dr>i nvemo
detto di sopra Lib son, t>5. Guauando
sjI per non rL-stare in secco.
§. Vili. Rimanere in secco, fìgnratam.
vile anche Essere abbandonato Lat de-
stituì. Gr. aT9).si':7i9àoti. Dav. Scism.
8^. Alla qual nuova corse a Maria ognuno,
ed egli rimasi* in secco.
*t S* '^* Ri'nanere, o Restare in sec-
co, si dice anche del Ma-itare altrui, in
favellando e le parole, e 1 cofirerii j e si
■dice anche di qualunque altro impedi-
mento che s' incontri in far checchessia.
Lai. aquim harerr. Gr. attoaiì». Snh-,
GranCh. 3. 9 Non vi sollevate in ispe-
tanta, Che qui comincian le dolenti noie,
B ch'io rimango io secco t Car. htt. i.
li'|. Voi avete a sapere la prima cosa,
eh' ìj sono restalo a questi giorni in sec-
co: rioi che non ho potuto né pauare
innauii, ne tornare indietro, or mandare,
nò ricever mai lettere, or imbainalr
' <t E lett ined. % 186 La sua vrnuu
dark, dicono, il tratto a molte cose , «
specialmrule a quella del Cardinal d* la-
gbilierra.d quale ancor retta io secco (Pe)
t S- X. Lasciare in secco , vale Ah-
bandonare altrui, LtsciandoU m neeesei-
ià, 0 in pericolo Salv. Spm. 3. I Fa
gran renlura che la fante non si «de-
gnasse , trovandosi a quel modo lasóata
in secco.
3 XI. Anfanare a secco , maniera
proverbiale , che vale Affaticarti seazm
profilo. Lat. ignem cadere. Or. «'; ;rùe
^at'vKV. Lab. 1)7, Tu faroeticbi a saDI^,
e anfani a secco.
§. XII Saper di secce. Mi dice del
Vino che nelle botti sceme ha preso t e-
dorè detta parte del legno che resta
asciutto. Soder Colt* 90. Se egli sappia
di secco (il vino), o abbia odor cattivo,
caccinviti dentro fiaccole accese, e tì ti
spengano
§. XIII. Annestare in sul secto , e
Dire di secco in secco, l'arch, Ercol. 80.
Annestare in sul lecco , o dire di secco
io secco , si dice d* ano, il quale man-
candogli materia , entra ìn ragioaameDli
diversi da' primi, e fuori di proposito.
* §. XIV. Balenare a secco, dicesi
quando al baleno non seguiUa il tueno.
/'. BALENARE. §. III. (Cj
§ XV. Dire, e Fare checchessia di
secco in secco j modo basso , che vale
Dire, o Fare checchessia inaspettatamen-
te, 0 improvvisamente, o per lo più sema
cagione. Fir. nov. 4- A>v. E' le comia-
ciò di secco io secco a dir qoeste belle
parole. E Diaf. beli. dona. ^2$. Allora
«□a certa vecchia, che era venula per ac-
compagnar a casa non so chi di quelle
donne, di secco in secco disse. Cecch.
Donz. 4 8. Vorrei che Di »«cca in s«eco
egli arrivasse in sn. ^ Car. lett. isieé. a.
Ii5. Venne di secco ìn secco a deplorare
lo stato dei padroni. (N)
SECCO Add. Prit-o d'umore. Lat.
siccut, andus. Gr. fìjpa*;. Bocc. Intr. 7.
S' avventaTa a' sani non altrimenti che
faccia il fuoco allo cose secche. Dant.
Purg. 9. Cenere o terra che secca ti ca-
vi, D* UD color fora col suo vestiineoto.
E 21- Secco vapor non surge più aviate,
Ch* al sommo de* Ire gradi, f'ii. SS, Pad.
1 . 83. Venne grandUsima piova , per la
quale quella terra serra e arenosa, poiché
fu bea bagnata e inrigala, generò e pro-
dusse tanti serpenti releaosi, che ec. 4 Car,
En. 6. 3)1. Giunti Nel secco lìlo in w
r arena steso Vider Miseoo. (C)
§. I Per similit vale Mancato, Ces-
sato Petr. son. a5l. Secca ^ la vena
dell' osato ingegoo.
§. II. Secco, in for%m di tmsU , pof
Seccume. Pal'ad. Mar%. i|. Togliontì
potare, lagliaodone il fracido , e *1 secco.
* §. III. Secco, talora ì contrario di
ì'erde. Atam. Colt. 1. 8. Ove il tristo
lupino, o l'umil vecria Fero a* venti Icoor
coi rami secchi. (C)
tf § IV. Secce, si dice anche per op-
posto a Umido, a Motte. Red. Cons. |.
i^t. Sono poi cagione che il P. N. N. si
senta pur incora spesse volte amara la
bocca, e singolarmcale la mattina dopo
il tonno, colla lingua arida e aecra. (C)
4> g. V Secco, aggiunto di vento, di-
cesi di Quel vento che porta seccóre.
Sagg yat. Ftp. l4- Potremmo ancora
re. quando traggono venti venire in co-
gniaione quali di essi sìeno più pregni d*
umido, e quali più degli allrt secchi ed
atriulli (C)
§ VI. Per Magro. Ljt. grdeilit. ari-
dus. macilentut. Gr. tVx*0{> ìinro'{ ,
Ì«iT0itptM5. P.st. S. Gir. F. R. Pe' di-
giuni e pe' disordinali raldi era diventato
secco , « nero a modo di Saracino , di
\'
SEC
quelli J' Etiopia. Bocc. nov 20. 5. Sic- j
come colui che era magro e secco» e Ji
poco ipirilo- Amet. 63. Coo tulio il capo
muore le vi"e parti, e coiì le braccia
deboli e il socco pello. Pant. Pwg. a3. |
Non credo che cosi * buc»ij strema Eri- [
uloQ si fuMe latto secco Per digiunar. |
S- VII. Secco, si dice anche dt C ̻i
che i tro/tpo mìsero, o gretto, o sofisti*, o
nelle OfteratLnij e si trasporta anche alle
CpenuiOHi meieii'iie. Lai. artduy , punì-
eeus Ctcch. E^'K Cr, z. 4- Oh q.-esta
è la più secca seccheria Ch* i» sentissi
giammai. * Car, lett. i/k-i/. 2, 333. Da»a
di pensare di strane cose a questi cer-
velli secchi. { Pe)
%. Vili. Rogna secca, ^'ab Rogna mi-
nutat che fa pochissimi marcia Lai. jci-
bies. Or. 4»w^«. Fr. Jae. T. Rogna secca
serrala. Che pare incotìcata.
# § IX. Tosxe ircc-i, dicesi Quella che
non è accompagnata da spur^^o R<'d.
Cóns. I. 24». E queste slesse particelle
par biliose ec. prodocono quella tosse che
talora è affiiUo secca, e talora col gettilo
di un poco dì flemma calorosa. (Cj
%. X. Cambio secco, Term, mercantile.
r. C\MBIO, §. IX.
§. XL Secco, diceti anche d' Opera
stentata, a in cui apparisca soverchia e
minuta diligenza nello siile, o nella ma-
nieraj e si dice di componimenti, pitta-
re, sculture, 0 simili. Lai. siccas. Tac.
Da*'. Peni. ehq. ^i^. Pare Pacuvio ed
Axio maniaU, non pure nelle tragedie ,
ma nelle sae oraaioni sì duro e secco è •
# §. XII. Maniera secca, dicesi da'
Pittori, e Scultori Quella per cui si fa
Vigere pia di quello che li natura è so-
tita di far vedere nella figura rappre-
eentalaj e si dice pure di colui che din-
torna seccamente, cioè senza aLuna mor-
btdezsa, le opere sue, Baldm J'oc,nts.(.1)
# §. XIII. Dinari secchi, figuratani. val-
gono Danari effettivi s Contanti, tase. cen.
X. nov. 5. pag. lOO U quale, secondo la
pubblica ^ama, pensava essere ricchissimo,
e sopra tulio di danari secchi. (C)
* §. XIV. Per Seccato. Bocc. Fiamm.
ùb. 5. lo ho gij veduti molti alberi ec.
da non conosciuto accidente essere secchi.
Cron . Morell. Vino non area gocciola ,
oè acqua, perocché poggi t* ba pochi, e*
fioni gli furono secchi. Lasc Nan, i.
Go. Era il ironcone un fil d' erba di
prato , Ma quando il sol 1* ha secco e
fatto 6eno. {Br)
if g, XV, Secco, vaie anche Annoiato.
Varch. Ercol. 88- Dar seccaggiRe, signi-
fica infastidire, o torre il capo altrui col
gracchiare ec. dicesi anche ec. tu m' hai
secco, lu m'hai stracco. (C)
* §. XVI. Con pie secco , posto ai-ver-
bistlm. vale Seccamente, Asciuttament. j e
per metaf. Senza considera sto ne. Senza
osarne. F. PIEDE, g SXXVII. (C)
§. XVII. Secco , inforza d' avverbio, in
vtce di Seccamente. Lai. sine lenocinlo.
Or. fluto'ja^w;. Tac Div Stor. i. 2^^.
Corì lecco, e senza prometter donativo ,
parlò ( (fui figura tam. ) .
•f SECCOMORO. Sicomoro. Lat. .y-
•^omorus. Gr. c^JXOjJiOpov. Cr. 5. 5^. i.
il seccomoro è un piccolo arbore, simi-
glìante quasi al sanguine , quanto è alla
torma del legno, il quale produce bellis-
sime verghe, e la sua buccia è bellissima.
D. Gio. Celi. lett. i^. Zaccheo ricchissi-
mo, non potendo vedere Cristo nella tur-
l»a, salie in sul seccomoro per vederlo. E
appresso: Seccomoro è interpretato ar-
bore della santa pania.
SECCORE. Secchitade. Lat. ticcitas.
Gr. Xrtpo'-fìi. Buon. Tan". z 5 5ì gran
seccore, e sempre tirar vento, Smugne le
btrlw pe* poggi e pe' piani * Soder. Colt.
SEC
Rescindo offesa dai geli aggbl.irciati , dai
soli bollenti, dai seccori straordinari. (Br)
Segner. Prcd. Io vorrei prima sapere ce.
se gii alberi si lascino di rinoLiffi.trc per-
ché riiiiiaCR.iti ritornino ai loro scccnn.fC)
tmpe'f. /'. Aih. lì. i. T. \j. 35. E ciò
per via di quel momentaneo temperamen-
to, che risulta dal percuotere cb*elle^/c
/gocciole d'acqua) fanno .«ulla polvere ari-
da quando egli è stalo un poco seccore. (F)
SECCUMt:. Tutto quelh che ha dt sec-
co su'^U arbori, e sulle pianta. Cr, 5. 5.
4 Deesi potare il seccume, ed il fraci-
dume che in esso (ciricf^ioj fosse.
§. Sec' unti, si dicono ont he Li' frutte
che SI seccano, coni? fichi, uve, ec.
SECENTO, e SEICENTO. Nome nu-
meia.'e, che contiene sei centinaia, LjI.
seicenti. Gr. i^axo'iiot. M. V 6 35.
Seicento de' loro fanti a pie, forniti di
seghe ec. , furono mandati per acquai al
navilio . Cronichett d'Amar. 23. Dietro
a Ini si vennoiio altii suoi oavilii, con se-
ceato uomini i' con assai tesoro. F i3q.
Raguiùrsi a casa Soldauicri ec. con se-
cento cavalieri Tedeschi.
§. parere il secenio , o stmiH , di-
consi di Persona che in fatti , o in
parole si Stimi oltre al C'^nvcnevoL-, 0 che
ab'tia ^rfi'ide app irvnza Lib. Son. 55.
Tien , tien, pon rena, largo, ecco il se-,
cento. AUeg. loo Sì l'^goneggian tutta.
via per le pancacce, ch'e'paiDoo il se-
ceolo. Tac. D.iv. Pctd. eli<q ^^12. E (Ulte
quelle secchezze d*Ermagi)ra e di Apollo-
doro parevano il secfnto ( il testo ha in
bonore eral). Bor^h. Mon. t6^. Ne tenne
uno ( ca<-'allo) la famiglia de' Benri per
correre, di questi che si chiainauo barbe-
ri , che per essere stato pagalo fiorini
6oO d* oro si chiamò il secento; dal quale
nacque quel proverbio ancora in uso, di
chi per betlexza di veste, o di ricchi drap-
pi, che egli abbia intorno, si pagoneggia:
e* gli par esser il secento. Farch, Ercol.
67- Fo tratto da quelli che, parendo loro
essere il seicento, hanno sempre in bocca
mille.
ì? SECESPITA, e SECISPITA. F. i.
Sorla di coltello che ser^-iva ne' sacrifizii
degfi antichi. Lat. secespita , Cor. lelt.
1. 13. Quella di mezzo èia secure , o M
malico, o la secespita , cb'; se la chia-
massero, con che ammazzavano le vittime.
{') E 2 168. Ali* ara farei di sopra il
fuoco, e d' intorno T insigne de* pontefici,
e degli altri sacerdoti , come Lituo , Pa-
tera , Secìspila , Atbogalero, e simili altri
istrumenti, ed ornamenti sacri. (C)
* SECESSIONE. F. L. Partenza ,
Ritirala. Lat. secessìo. Tir. Liv. Dee. l.
2. c. 20. Allora furo fatti consoli per la
secession della plebe. Spurio Cassio e
Poslumio Cominio. fjV)
^ §. S'-ce^sione , si piglia anche per
Ammutinamento, Ribellione. Varch. Stor.
II. :427 Piacque stranamente quest'impen-
sato ammotinamenlo, e secessione di tanti, e
t^nto qualificati giovani al signor Malate -
sta, a* Palleschi , e a tutti quelli i quali
slimavano piìi il vivere, che il viver li-
bero. (C)
SECESSO r. L. Recesso. Lai. • se-
c'sius. Gr. avaxw'pi^t;. Fir. As. 5i.
Finalmente ella è un piacevole secesso di
tutta Italia.
^ §. I. Secesso, vale anche Luogo como-
do. Petr. Uom. III. ii^- Da divino giu-
dicìo fu percosso, conciDssiacbè andando
al secesso , giltasse fuori le intestine, mi-
seramente si morì. (F)
^ § II. Evacuare, 0 Ributtare per
secesso , o simili , vale Scaricare per
la parte del sedere. Lat. per secessum
exonerare , exccrnere , Cels Gr, aTO-
TiaTav , ttTtosxEOK^stv . Red. Cons.
SEC
113.^
I. 3^. Quelli umori biliosi e pituitoii ,
quali per sej-esso e p<T vomito si sogliono
ributtare, non sono casione della colica,
ma ec. (•)
SECO. Vate Con si. Si usa con lutti
i (jeneri e numeri, e significa, oltre a
quello che si esprimeret-be celle dette par-
ttce'le Con se, anche Con lei. Con loro.
Con fui. Lat. secum. Gr. fit^' eauTOÙ.
Bocc. Proem. 5. Esse ec. quasi oziose se-
dendosi , volendo e nou volendo , in una
medesima ora seco rivolgono diversi pen-
sieri E nov. l^S. g. Perchè i-gli cospiran-
do e piagnendo , e seco la sili disavven-
tura nial.idiccndo, veggliiava /.' nov. 60.
5. St'cu prop'iscro di f-iigli di questa pen-
na alcuna beffa. E nOr. 100 20. Fece
veduto a' suoi sudditi, il P,ipj per quelle
.iver seco dispensato di poter lorrc altra
moglie Petr. sn. 204- Tu le n'anda-
sti . e' si rimase seco. E son. 212.
Quel giorno , eh' i' lasriai grave e pen- -
sosa Madonna , e '1 mio cor seco. E
son 256 Due gran nemiche insieme
erano aggiunte, Bellezza ed onestà, con
pace tanta. Che mai ribcllion 1' anima
santa Non sentì poi che a star seco fnr
giunte. Dante Par. 28. Dunque costui,
che tulloquanto rape L'alto universo se-
co, corrisponde Al cerchio che più ama,
e che più sape. -^
g. I. S*acconip-!gna rn' nomi MEDE-
SIMO , e STESSO i" qualunque gemre
e numero, e vt'e lo stes'io. Lat. secum
ipse , secum ip<a, eie Gr avrà; p.t-
ÌJ* eaUTOù. etc. Bocc noi\ i. io. Assai
vicini della camera, nella quale ser Ciap-
pelletto giaceva int'crmo, seco medesimi
cuminciarono a ragionare. E n r. 3-j. 3-
Essa seco stessa immaginando come fallo
esser dovesse, fi-rvenlemente dì lui s'in-
namorò. E nov. 49' 17 La grandezza
dell'animo suo, la qua!.' la povertà non
avea potuto , ne potea rintuzzare , molto
seco medesimo commendò. E nov. ^5.
10. La quale questo vedendo, disse seco
medesimo ec E nov, 68. 6. E trova-
tolo al dito della donna legato , disse
seco stesso: ec. D.nt. Inf, 2% Le gam-
be colle cosce seco slesse S'appiccar sì,
che *n poco la giuntura Non facra se-
gno alcun che sì pjresse. E Par. ">. E
semplice e lascivo Seco medesmo a suo
piacer comball^".
§ II Se pV pone taira davanti la
particella C0>'. Bocc. nor. 42. 9. Ca-
rapresa ce. a lei ritornò, e tutta nel suo
mantello stesso chiusala, in Susa con seco
la menò. Lab ''8. Parvemi allora , nel
viso rignardandulo , che egli alquanto
delle mie parole ridesse '•■tn seco stesso.
l'it S. Gio. B'-t. 197. Ponevasi da un
lato , ec. e trastullavasi con esso seco me-
desimo.
§. HI. Sego, per Seco disse una volta so-
la, per l'I rima, Dant. Pnrg. 1". SI fa
con noi, come 1* uom si fa Sego.
SECOLARE. Sust. Quegli che vive al
secolo, e non milita sotto religion clau-
strale j Laico. Lat. laicus, steculnrìs. Gr.
xoisjxtxoi, Bocc. nov. 2^. 3. Ne mai fal-
liva che alle laude, che cantavano i se-
colari, esso non fosse. Maestruzz. 1. 36.
Vagliono (le indulgenze) a' religiosi, sic-
come a' secolari J'it. SS. Pad. I. 86.
loDumerabile moltitudine d' infermi , e
d' altri assai religiosi e secolari, trassero
a lui. * Stor. Fur. 1 17. Sollecitava
pure i maggiori si Ecclesiastici, come se-
colari , con promesse, e con ambasciale
che volessioo acconsentirgli. (C)
SECOLARE . Add Vi secolo , Atte-
nente a secolo. Laico. Lai. sacularis ,
S. Gir. e S. Ag, Pass 127. Si può
confessare ogni persona laica e secolare,
nomo o femmina che sia. Bocc. nov. 0. .
1134
SEC
1- Ne io alli<--si taccrij uo miiso dito dj
uà valenliiomo socoljre aJ un avaro rclìgio*
»o. Maeslrnzz. I 6 Sceglie chiericij kc-
colare , ooo pun il Vescovo dispensare cod
lui senza comatitlauienlQ del Papa. K \. 33.
I higaiiii 5UQU privati d' ogni brivilegio
chericile , e legali a (oro incoiare.
# 3. i. Sfco/are t sì troi'a an- he in
stgntfic. di JVo'i irUfralo, M. V. 3. 60.
II comuoe di Firenze io questo fatto de-
gli «baudili fu in;{3nnato dai suoi mede-
simi amLjsciadori, de' quali nÌuao si put':
iacolpdrc , cbe eraa<> serol-tri , e U'>inini
che nou sapictio quello die' titoli de' giu-
dici portastoao ce. ma incolpato ne fu
UD savio giudice di l"?gge. (CP)
# §. il. E in forza di sust. Idiota ,
ignorante. Fit, SS. Pad. 1. 1. Quel li-
bro divutissimo , cbn si chiama ì'itì Pa-
trutt ec. tulio, come sotto si mostra* re-
cato ìli V'jigjre , acciocché non solamente
t letterali, m* «liaudio li secolari, e senza
grainmalira, lo possane intendere, e trarne
utilità, fi')
# §. III. Secolari, vale anche Che si
fa di si'colo in secolo , di cento in cento
anni. Guicc Stor. ^. 233. Instituilo (ii
giuUnlrO ) Don per dilt'Ilaziune, o per
pompa, come erano presso a* Romani i
giuochi secolari, ma pi.*r salute deli* ani*
me. rO
g. IV. S'-co'are, prr Mo'idano, Profa-
no j contrari} dì Sacro. Lat, profanus
Gr. xo^uifói. Pas.i. 34^- Non solamente
Della santa Scrittura si truova, li superbi
da Dio ess(?r distrutti e giudicali , ma
eziandio nelle scritture secolari. M. V.
9. .55. Ponendo fine alle tempeste seco-
lari cbe colla liagua sua ornata di bea
parlare avera commesse. Amm. Ant. ^<y.
3. 3. Non è m?tzano pi-ccato, conciossia*
cosachè 1* uomo abbia tanti belli parla
mentì di Dio e delle sue opere, se, la-
sciando quelle?, r uomo p;irli secolari cose.
Cattate. Fnttt. lin». Certo è, che lontano
ì- da Dio queir animo, il quale nel tempo
dell'orazioni: e occupato di cure e di sol-
lecitudini secolari.
SECOLAKESG.\MENTE. ^wer&. Co-i
modf iec>iire;co. Lat. p'of.me. Gr. xo7-
fj-ixcHi. S. Ber?. Lctt. Questa necessita
del manicare non si faccia carnalmente nì'
sccolarcscamentc, ma come si conviene al
monaco e servo di Dio. *^ S Caler. Leti.
] 4^. Di calerò che vivono secolarc&ca-
taente si fa amico. (IV)
SECOLA.RKSGO. Add. Di secolo. Ai-
te/ienld a secolo, Ltic-y. Cavale. Fruii.
Une!, Altro frutto d«1>bc fare chi è cbìa-
mato e posto in tstato di religione e di
vita spirituale, cbe chi ò chiamato e posto
io iitato di matrimonio e d'impedimenti
secolareschi.
■(•#§. \, Secolare f co , vale anche Chi
vtve af sccoloj contiarit di Reiifjioso, di
Monaco, fu. S. Cwir. loi. Questo dico
per esemplo delle altre femmine religiose
e i€colarc$chc. (VJ
# §. il. St'Cjlaresco , dicesì anche di
Cosa attenente a chi fù*c nel tecolo, pro-
pria di chi l'iVt- nel sccofo. Pallai'. Siti.
l43- Li* vista d' una tog-t di porpora ci
fa più nobil mostra nell'animo, che una
roba secolaresca di maggior valuta. (FP)
g. III. Secoliircsco , per Mondana, o
Profanai contrario dt Sacro, hit, pn-ifa-
nus. Gf. X5fl/jii/o;. Mirac M.td. M. La
qualo era mollo s'.xolaresra e varia. Pnss.
l33. Non buffone, non cortigiano, non
secolaresco. Coti. SS. Pad. Non sono ob'
bligati da VAruoì ufTctlt di parenti carna-
li, DÌ: a veruni ledami d' opere secolare-
sche. Cfll. Ah. Isaac I co/» 16. Coloro
che inebriano di sperania , diventano ac-
cesi, e non lirevuno tribolatione. e nulla
cosa seculare.Ma.
SEC
•tSECOLETTO. Dim. di Secolo, in
Si-^nific. d' Eia prrifntr-j e fu coti d Ito
pfr difprf:;io, M'-nz. sat. I. Ij qur>s(i> se
coletto miierinu ila converso io sassate
il berlingozzo.
f SECOLO. Spazio di tempo co'np^sto
di cento anni, Lat. s^eculum. Or. atciv.
Bui. Pnrg. 21 a. Secolo propriamente si
dice trmpo di cento anni. Dant. Par, ^.
Onde r umana spezie inferma giacque
Giù per secoli malti io crande errore.
Tes Ifr. I, ig. Si, lorae.a egli a quflla
parto il suo cuoio, secondo 1' ordine del-
l' ctade del secolo , per più apertamente
mostrare lo slato, e M cominciamento «Ielle
genti infìno al nostro tcmp-i. ^ S,-f;ner.
Mann. Marx, 33. I. Considera cbe se-
colo è una misura di ciò, che passa, e
misura massima. Prima e 1* ora, ptà il
giorno , poi la .settimana , poi il mese,
poi r anno , poi viene il secolo. Però
quel luo^o , dove si attende a cercare i
beni che passano , si e io progress» di
tempo chiamato secolo perclii: questo è
il più , cbe da veruno si godono t^li
beni, un secolo solo. ( l^)
''f- % I. Sfcolo , si dice anche delle
Qiattro differènti età del mondo singì-
larment/ dai poeti, che le distinguono in
secolo d' oro, in secolo d' argento, in se-
colo dì rame, e in secolo di /erro. (C)
t § II- Secolo, prendesi anche per
grande lipazio di tempo indeterminato.
Dant. Pit'g . 16- Ma qoal Gherardo è
quel che lu per saggio Di' eh' e' rimaso
della gente speoLa Io rimproverio d<I
secol selvaggio. Pelr. son. 2l3. La dolce
vista del bel vìso adorno. Che me man-
tiene, e '1 secol nostro onora. Bocc. nov.
Si, 2. Qual si sia la cagione o la malra-
git'j del nostro iogcgno, o inimicizia sin-
golarcj che a' noslri srtcoli sia portata da'
cieli. lied. ictl. 2. iSg. Questo costume
del ber caldo dura ancora ai secoli no*
stri nel Giappone.
^ g in. Secolo, si dice singolarmente
d' Un tempo famoso 0 pel governo di un
qualche gran principe, o per le opere di
chi e vissuto in efso. Benv, Celi- Ori/ìc.
l IO E perché i nostri tempi non
hanno inestier.i di proccurarc gli esempi
antichi, diciamo, come nel secolo di Co-
simo primo de* Medici ce. fiorirono molte
nubili arti, ma particolarmente quella dt-d
disegno. Ces. Diis.rt. g. Ora i•^ dico,
quello essere appunto 1' aureo secolo della
lingua Toscana. E 32- Dunque il fatto
parla da lè : e *| secolo del Boccaccio t:
il «eroi d' oro della lingua Toscana. (Cj
•Ifi §. IV. Sicolo, si dice anche rispetto al
grado di civìUum alle buone, 0 cattive Doti
degli uomini che vivono, o son vissuti nel
te-npo del ifual si parla. Cor. En. l. ^ll.
L' a^pro secolo allor, l'armi dcp'>«le, Si
farà mite. (Cj
*f * 3- ^' Secolo, fu usato anche per
Tutto il processo del tempo. G /'. Itb.
1. cap. 2. E fu cominciata la detta torre
ovvero mura di Babilonia 700 anni ap-
presso che lue il diluvio, e 3354 anni
dal cominciamento del secolo infioo alla
confusione della torre di Babcl. E cap.
10 E ciò fu 3200 auoi dal coraiaciamenlo
del secolo. (f^J
' 4e § VI. Secolo, per Stmto di vita.
Dant. inf, a. Tu dici che di Silvio lo
parente , Corrultibilr ancora , ad immor-
tale Secolo andò, •> fu sensibilmente ^cioc*
aie Inferno, do^e Enea andò ) . (f'J
§. VII. Secoli*, per h Mondo, « le Cose
mondane. Lat. S(wcutum , mundus , pra-
sensvita. Gr.at'wv, y.Qi{j.Oi,ò To^wv^'o,-.
Civaie. Fruii, lin^. La mala vita , e lo
ipargimenlo delti spiiiimrntì e sollecilu
dini d«l leroKt impediscono le nostre ora-
zioni . Cj!/. SS Pad. Lasciòc Mar Ter
SEC
mo, e turnòe all.i vana filosofia di qUtslo
mondu, e alla vjnilà del secolo. G V. 5.
16 3. La fere uscire del inboislero, e di*
speosu in lei , eh* ella potesse essere ai
secolo, e osare il matrimonio. M. V. 8-
2. Entrò netta via della peoitr-nza , e, ab-
bandonato il secolo, teneva vita solitaria.
•*• Tnss. Rim, Eroic. Son. 2. L' opre iiiit
che sperai eh' illustri e conte Fossero io o-
gni elato al s^col lutto. Chi consuma e som-
merge "ifDj Borgh, l'esc. Fior. 468. Para
il proprio segno dato da Nastro Signore a'
suoi delta fine del secolo. (!')
^ §. Vili, Passare, o Uscire di gue-
sto secolo, valr M<rtre. Brun. Tes. i.
4^. David regnò ^o anni, e passò di que-
sto secolo in età compiuta. E i- 29. Quan-
do passò di questo secolo , come a Dio
piacque, r imperio vacò lungamente senza
Re Stor, S. Onnfr, i |5. Padre , io vo-
gtio , uscito che sarai di questo secolo ,
rìmaoere io qoeslo luogo. {V)
f § IX. Cavar del secolo, vale C^var
dì cervello , Confondere. Lai. animum
percellere , confund,re. Fir. Trin. 2. 4*
Oh diavoi, tu mi cavi del secolo.
§. X. Esser fuor del secolo, o simili,
figuratam. vagliano Aver perduto l' in-
telletto. Lil, siupidu-n, vel dementem es-
.te. Gr. otvat?3<7T«i s;f£tv. Ftr. As. ^y.
Alla qual dimanda rispose quel valente ia.
devino senza intelletto, .f fuor del secolo.
Am'-r. C'f, 3* 6. Ch* io per me soo ({uasi
uscito del secolo.
SECONDA.^Mff. Membrane, nelle quali
st.i rinvolto il feto nelP utero, e che esco'
no di corpo alle partorienti dopo l' uscita
di-l fet->, quasi un secondo parto j che an-
che si dicono Secondina. Lai. s-cunda ,
secundartim. Gr. ra' ùffTiaa. Cr. 6. il.
1. L' abruolina ec. caccia fuori la seconda
o '1 feto, e fa prò al raguoameoto della
bocca della matrice.
SECONDA. // secondare.
S- l. Onde diciamo Andare a seconda
de' fiumi , e simili, che vale Seguitar la
corrente, 0 yavi^are secondo la corrente
dell* ac] Ite. Lat. secando flumine navi-
care . Gr. xxtk poXtt Tcistv . Dant.
Purij. 4 Tanto cbe il su andar ti sia
leggiero, Come a seconda giù l'andar per
nave . Bern. Ori, i. 5. H3. E lungo '1
fiume se ne va a seconda.
g. II. .Jndare a seconda ad alcuno ,
figuralam. lale Andargli a' versi , Com-
piacerlo. Lat. alicui obsequi, obsecundare.
Gr. jjaai'^cjOai rivt.
$ §• III. Alla seconda , maniera avver-
biale che significa Secondo la corrente del-
l' acque. Gio'v, Geli. Vii. Alf 35. Fra'
quali il Travisano commiuaiio general*
sbrigatosi con non poca fatica da tale as>
salto . la dette giù pel fiume alla lecoo
da. salva a gran pena la capitana. {C)
SECONDAMENTE . Avverb. Tiel se-
condo luogo. Lat. secando, secundo loco.
Gr. ^JuVe/»5* . Colt*. 65. Primamente ,
perocché la virtù dee essere lieta, e ood
trista, in alcuna sua operazione, ec. ; se-
condamente , perocché la virtù dee man.
vere lo cose sempre al migliore . Dant.
Purg. i3. Noi eravamo al sommo della
scala , Os'o secondamente si risega Lo
monte. Difend. Pac. Elli s' appoggiano a
riposo, e secondamente a verilli. ^ Zenon.
Pisi. 72 Ueiratto oli\o che porta velto-
ria, lacorooò costui secondamente. (C)
•f' SECONDAMENTECnÈ. e SECON-
DAMENTE CHE. Avverb. Come , Se-
rondochè . Lat. proni , sicut. Gr. uva*.
t? Paliad. iìenn. i5. Ancora delle sorbe,
socoodamento che delle pere , si fa vino
ed acelo (tt Lat. ha licui ex pyri»}. ^f^
l\ Fcbbr. 27. Voglionsi piantare due io-
sieinr, o tre, secondamcntr-cbè gli ulivi. Cr.
2 7- I. L' una pianta ali* allra s' uaÌK«i
1
SEC
S(.-(OD()jmeolechl' '1 petUle s' unisce alU
radice, e si<-Conie il r.iino al pedale, i:
8. 4' 5« Se delle dftle colonoe verdi si
faccia verde tello sopra 'I tetto della ca
sa d'altrixa d'un uomo, e di buone vili
piactale inl>.'rno si cuopra, secondanieote-
ch* io già feci. l'tt. Cri-tt. I) Secoodamentf-
cb'io ebbi dj un fr^lc che M vide. £V/i.
Pai, ^jst. Egli è maggior peccato io
persona ordiii.it.ì, o prcie, o dijiono, iv-
condamentechè l'Ordine è più grande (gui
la stampa atla pag. 52. ifg^ii secundamenic
che). Col. Ab. Isaiìc, cap. 45. L'anima
bae due occbi^ siccome Ìl corpo, secouda-
mcQlecbì; dicono li Padri.
•f SECONDANA.MENTE. T. A- A<'
tfcrb. Secondantente , P^iHaA, cap, 4- L*
acqua V fredda ed umida , e perciò da
nuUo nutrimento a' corpi degli uomini ,
oc accrescimento , se non compo>ta con
cibi secundanamcnltf ( l' edti. di Fe'-O'ia
/r^ge secondariamente) composti di com*
P'isizione dì quattro elementi.
^^ SECONDANTE CU secmda. P/ul.
Adi. Op, mor. i. 2|4' Avendo U ragio-
ne spenti gli altri furiasi e rjbliioìi on-
deggiamenti dell* .ippelilo, e d' altra parte
aieudo quelli, di che natura ha bis igno,
»i rcuduti agguagliati . obbedienti, amici
o sacoudauti la volontà operativa della
ragiine <c. (C)
3 SECONDARE. Seguilare , Andar
li.eti-rsl imi pfnsare, sì nel parlare, co-
me ni moto. Lat. prO'i'qui. Gr. oyvaxo-
Aojùfitv. Bocc. noi'. 67. 1. Ala quale il
Re imposto aveva che secondasse • Dani.
Pw^. I. Peroccbi.' alle percorse non se-
conda. y?u(. jiv.* Non sccond.! ec.: perchè
000 consente, quando Tonda la percuo-
te; e non consentendo l'unda, la rompe,
o la spoglia delle sue fionde, e così perde
la vita, Dinl, Pwg. itì. M.iraviglia udi
fai , se mi secondi . E Par. 25. Come
discente eh* a dottor seconda Pronte e li-
beDl«.
* §. I. Stcondare, col terzo caso, vale
Amdare a seconda Agn. Pand A ciascu-
no quando le cose gli secondano, fa me
slieri peDìare ec. (TC)
5? § il. Secondare, pfr Venire in se-
condo luogo n Pttr. c'i-, 8- Ed un gran
vecchio ìl secondava appresso ». Tats.
Ger. 17. 16. Secondan quei che, posti
invcr r aurora, Nella costa Asiatica alber-
gare: E li guida Arooteo. (Mi
S- III. Per meta/. Lat. ohstffui , ab
tecundare . Gr. urroup-/:!,; , u:r>)j3£r!'v .
FlnrcA. Ercol. 56. Quello che essi (La-
tini) dicono ohseqm, noi diciamo andare
a* versi , o veramente , con una paro-
la soia , secondare ■ E 63. Come direste
voi nella vostra lingua quello che Te-
renzio disse nella latina sttbservtre ora-
tioni ? V. Secondare o andar secondando
ìl parlare altrui, e accomodarsi al parla-
re. Bocc. noi*. iS- Q. A secondare li pia-
ceri d* amore e a divenire innamorala mi
SODO lasciata trascorrere S'igg nnl esp.
J9J. Benché per loro stessi non possano
cootaoùnare la purità delle tcoiicbc spe-
culaatoni. nondimeno per colpa della ma-
teru non sempre si adattano a secondarle.
Borgh. Orig. Fir. i56. Egli è troppo ma-
oifesto quanto i popoli, o per vero amore
o per timore , o per isperaoza , volentieri
imitino i fatti e secondino le voglie dei
signori ,
SECONDARIAMENTE . Avverh. Nel
secondo luogo. Lat. secando, secando loco.
Gr. osuTSpo-*. Pass. I. Imprima diremo
che cosa ;? penitenze ec.. secondariamente
qoali sono quelle cose che alla penitenza
e* inducono. E 3l2. A voler avere e tro-
vtfe questa scientia necessaria, ci conviene
osservare tre cose. In prima il luogo dove
si truova, secondarianjeote il modo come
SBC
si truova, e appresso il fine per Io quale
1' uomo la dee trovare . Coli SS. Pad.
Secondariamente dice del parentado tuo .
.innot. Vang, Anche un' ultra volta egli
m'ingannò, inicerocchè mi tolse l'essere
il primogenito, e ora secondariamente ni*
ha tolta la mìa benedizione . Maestrazz.
2- 32. I. Puote essere alcuno ricevuto
nel pianto suo per te.«-iimotiio 7 No ; nò
principalmente, no second.irìamente . Cr
IO. proeni. 2. Trattando in che modo si
pigliano gli uccelli, e secondariamente le
bestie satvatiche, e poi de' pesci,
t SECONDARIO. K A. Avvab. Nel
secondo liiof^o, Secondariamente. Lat. se-
cundo, deindt', *s^cundario. Gr, S&^7tfOt,
rfs'JTi'jSw;. CiU'aic. Specoli. C*. Seconda-
rio gU comincierà a dispiacere. Maestruzi.
2. ip. Non perciò in uno medesimo ordi-
ne, ma io prima, e principalmente quan-
do manca la verità , e secondario quando
manca la giustizia.
SECONDARIO. Adi. C/te succede dopo
il primo . Lat. xi'cundiis , secundaritts .
Gr. SvJTipoi . Maestrazz. I. 7. In due
modi è da considerare la messa: il primo
si è quanto a quello che è essenziale in
essa, cioè il corpo di Cristo ec. , ovvero
quanto a quello che è legato col sacra-
mento , e quasi secondario . Gut. Pitr^.
3o. 2. Si mette ad csecusione ec. per
molte altre cagioni secondarie. Red. Ins.
109. Non per un fine primario e princi-
pale , ma bensì per un ufizio secondario.
V §. Secondario . Term. degli Astro-
nomi, Aggi^into di quei pianeti che girano
intorno ad a'tro pinncla j che anche di-
consi Pianeti del secondo ordine. (A)
t SECONDINA, e SECONDINE .
Lo steiSQ che Seconda. Lat. seciindce.
Or. Toì aijTzpx.* Tes P.v. P. S. cap.
43. Il prezzemolo pesto, messo nella na-
tura , fa uscire la creatura morta e le
secondine . E appresso .* Trita il zaffera-
no , e fanne come una noce , e appiccala
alla coscia, e farà uscire la creatura e \;ì
secondina . Cr, 6. 33. 2. La sua cenere
(del c-tpelvenere ) ec. provoca l'orina, e
rompe la pietra, e fa venire i mestrui, e
mena fuori la secondina . * P/ut. Adr.
Op. mor, ^. 8j. Democrito ed Epicuro
furono di parere che il bambino nel ven
tre si nulrì^iSf? per la bocca ec j gli Stoi-
ci dalle secondine e dal bellico. (Cj
3 SECONDO. Add. Quello che segui-
ta in ordine immediatam.ntc dopo il pri-
mo. Lai. seciiidris. Gr. $'.^tzso^. Dant
Par, 3. Che de! secondo vento di Soave
Generò 't terzo , e 1' ultima possanza .
Bocc. Introd, 3o. Delle quali la prima ,
e quella che di piii età era , Pampinea
chiameremo, e la seconda Fiammetta,
Filomena la terza ec. E nov. Gì. 7. E ,
stando un poco , Federigo picchiò la se-
conda volta . Petr. canz. ^C). 5. Vergine
sola al mondo sema esempio, Che '1 ciel
di tue bellezze innamorasti , Cui ne pri-
ma fu simil. ne seconda (cioè , ne mag-
giore, ne prossima ). Tac- Dav. Ann. 4*
84 A.tla memoria di Druse s* ordinarono
gli onori di Germanico, e più altri, come
vuole adulazìoo seconda (il testo lat. ha
posterior ).
V § I. Cause, o Cagioni seconde, di-
consi gli Esseri creati considerati come
aventi da Dìo , causa prima , la facoltà
di frodar degli effetti- Segner. Pred. Pai.
Ap. 2. 8- I difetti nelle opere che si
fanno, tutti provengono dalle cagioni se
conde. (TC)
§, II. Minuti secondi, si dicono Quel-
li , ognuno de' quali è la sessantesima
parte del primo j e si dicono talora as-
solutam. Secondi , smz* altro sust. Lib
Astrai. Quei gradi debbono esser partiti
per minuti e per secondi. •'? BelUn, Disc-
SEC
1125
1. 70. Si divide, come sapete, ogni minuto
primo io sessanta secondi , ogni secondo
in sessanta minuti leni ec. (C)
'>' S- IIL Le seconde mense , diconsi
Le vivantie che si portano nella seconda
mandata, cioè Le frutte, m Jtanu Colt, 3.
'>7. Per Ut più adorne le seconde men-
se . (C)
t § IV. Non aver secondo, vale Non
avvr pari. ÌU,n. />ar. i3. Che non ebbe
secondo Lo beo che nella quinta luce &
chiuso .
f ^. y. A nuli' altro secondo , 0 Se-
condo a ne.isano, 0 .limile, vale Inferiore.
Pilr. canz. ^2 2. Poco spazio ascende
L* alte ricchezze , a nuli' altre st-coode
(cioè, inferiori). * Benv. Celi. yit. 2.
332. Io non volevo esser fatto secondo a
nessuno di quelli che lui teneva della mia
proffessione. (C)
g. VI Per Fnvorcvolc. Lai. secundus,
prosper, Gr. c'uYiys^o;. pttr. cap. 5. Tal
venia contro amore, e 'n sì secondo Fa-
vor del Cielo . Bocc. nov. 36. 4- Quan-
tunque i sogni a quelle paiono favorevo-
li , e con seconde dimostrazioni chi gli
^ede confortino. Fiamm. 4. )o6. iM^a es-
se non vennero mai al tuo intendimento
seconde.
SECONDO. Avverò. Nel secondo luo-
go, Sccondi-srinmentc . Lat. sccundo . Gr.^
SvJTi'pùii. Petr. son. 2^c^. Quando Amor
porse, quasi a dir, che pensi ? Quell' ono-
rata ra.-iii, che secondo amo.
g. Per Secondoche. G. V. n. 129. 3.
Bene ve n* ebbe alcuni tra loro innocenti,
secondo si disse. E 12. .5?. 7. Si trovò,
secondo si dice, che *l dcTto frate Pietro
inquisitore avea data licenza di portarla
(Parme) a più di 25o cittadini. ^? Ar,
Far. 17, 85 Per gioco insomma qui fa-
cean secondo Fan li uìmici capitali, ec-
cetto Che potea il Re partirgli a suo di-
letto, (N)
SECONDO. Preposizione che serve al
quarto caso , e va'e Con/orme. Lai. se-
ctindum , ex, iuocln , Gr. xara. Dant.
Par. 4. Secondo la sentenza di Platone.
Bocc. nov. 42. 19. Aggiugnendo, che con
soa licenza intendeva secondo la nostra
legge di sposarla . E nov. 46. 11. Essi
furono, secondo il comandamento del Re,
menati in Palerm.i . Amet. 5y. Consenti
a questo la lieta madre; e trovato un gio-
vine secondo il suo cuore , il cui nome
grazioso mi piacque, a lui per isposa mi
diede . Cas- lett. 28. Permetta che detto
mandato abbia sua esecuzione secondo gli
ordini della città, v Segr. Fior. Mandr.
4. 9 Vuoisi mandare innanzi ano esplo-
ratore a scoprire cbi egli è; e secondo ci
riferirà , secondo faremo, (C)
f %^ 3. I. Talora accenna Cagione, Di-
pendenza , Gr. S- Gir. 9. Tolti uomini
sono fratelli, e secondo il primo padre ; e
tutti i Cristiani sono fratelli dì Cristo, se-
condo ìl battesimo. (J"^)
* §. II. Per Dopo. Giambon Mis.
Uom. III. Dopo Santa Maria ama più
gli agnoli , perchè secondo lei sono più
amati da Dio . (C) G. V. 7. 36. Nelli
anni di Cristo ]300 secondo la DalÌTÌtà
di Cristo. (V)
f n^ g. III. Secondo, in corri tpondcnza di
Quanto, vale Per quello che spetta a ,
Quanto a. l'it. SS. Pad, \. 196. Quanto
alla vista, parea molto umile; ma secon-
do la verità, era molto superba. (F)
%. IV. Vale anche Per, tn sìgnijìc di
Per quanto comporta l'essere^ o la qua-
lità di checchessia* Bocc. nov. i5. 16. Io ti
saprò bene, secondo donna, fare on poco
d' onore. E nov, 85. 4. Era ben vestiU ,
e, secondo sua pari, assai costumala e ben
parlante. E nov. 99. 9 E quivi, secondo
cena sprovveduta, furono assai bene e or-
Il 20
SEC
SEC
SEC
dioatameote serviti. Cron. MoreU, 219
E. Mconfto contadini . sodo orrevuli per-
sone , asiell.iti tf puliti oel Kiru mestiero.
K 256. Avrji lìguardo eh' clli sia donna
pacifica, e non altera o superba, e ch'ella
sia, secondo donna, ragionevole e inten-
dente. G. /'. 9. 65. I. Buua uomo era,
secondo laico.
^ §- V» Secondo che, per Rrspcttiva'
mentej net qual senso diqU Scoladici si
diceva : Sccuodum quid . Ott. Coni.
Par. i^ 322. E se guardi respellivj-
rneote, perchè egli loisc smgularo in sen-
no più privilegialo d'Aduoio. o m fu ma-
glio d A.darTi n^lli altri privilegi a luì
dati da Dio nella perfezioae della umani-
Ude ; e coit parla secondo che , e non
assolutameotc. (C)
SECONDOCHÈ. ^vy.rU. Vale h stetto
che Co 'forme a che . Lat. pr^ut , iicut.
Gr« W7£i*. Bìcr^ n3%'. 5o. lO. Sefundorbi;
alla giovane donna ne V'-nivan piacendo.
E nov. 56. 3. Secouduchc neir animo gli
capea . /? ^. 6- /l 8. Secondochè alcuna
di loro poi mi ridisse . Dint. Par. 1^.
Secondoch* e percossa fuori o deatro .
CronicheU , d' A'nar. 6(. Poca gente vi
mori , forsff tremila uomini , secondochè
racconta Fabio, il quale vi fu in persona.
K no. A catana diede oficio , secondo-
ch* egli era degno.
SECONDOGENITO . Figliuolo nato
immedi ita-nente dopo 'l primo j e si dice
•iegfi uomini. Lat. secundo loco genitus .
Gr. SeUTtp'JTOAOi. C F. 12. 98. i. Fi-
gliuolo f che fu d<rl Preme di Taranto ,
secoodjgenito. ^ Dav. Scism 5 Coman-
dò a Oaan suo secondogenito, che spo-
sasse Tam.ir moglie stata del primo, ce. (/ì)
* SECRETA . Lo stesto che Segreta
nel signi fic. dr-l §. H. Petr. Uom, ili.
167- Coitut aggiunse questo alla secreta
della Messa. fCj
SEGRETAMENTE . Àvverb. Segreta-
mente . Lat. secreto , clam. Gr. xp-jovì ■
Frane Sacch. nov. 202 Mon ardiva quasi
dirne alruna cosa , se non che con certi
suoi amici secretameote si doleva*
SECRETANO. /'. A. Intrinseco, Con-
fidente. "Ldi. Jamiliaris t intimus , neces-
snrius. Gr. o't/sTo;, avayxaTo;, Tzpoi^'-
/.ùjtf. Fit. S. Gio. fìat* E alcun altro di
quegli più secret3ni.
t SEGRETARIO. F. SEGRETARIO.
SEGRETISSIMO. Saperi, di Secre-
tjj Segretissimo, Lat. srcretissinius . Gr.
x.5"Jj>i&/raT3;. l'arch Le:* ^So. Sanhbe
il migliore tacitamente e con secretisstmo
f santissimo silenzio adorarla.
SECRETO. Susi. Si'greto. Lat. arra-
num , secretum. Gr. oi'JÓp'p^TO* - Bnt.
Pitrg. ao. 1. Lo re Carlo maoiresiò lo sua
secreto a uno de'suoi medici , lo più secrc-
t.irio 0 confidenti' che egli avcs»e.
* 3- P''f l'Interno deH' animi, Fit.
S. Frane. 86. E 'I frale disse (a S Fran-
cesco) r forte mi pare rhe cosi vi legnale
nel secreto, come parUio (cioè, sentiate
così male di voi stesso), (f) T-isi. Ger,
1- 8. E con quel guardo sua che addentro
spia Nel più secreto lor gli afielli uma-
ni. (P)
t 5 SECRETO. Aid Segreti, Ap-
partato. Lai. secretuf, arcannt. Gr. xpj-
yi©;. Paltnd. cap. 38. La cella, o U sta-
eionc dcir api ti farcia ec. in alruna se-
.reta parte dell'orlo. ì'it SS. Ptl. \.
yO. Prcgollo che in quella isola medesimi
ia alcun luogo più tocreto rimanesse.
# §. I. P.r Occulto; contrari y di P.tle-
se, Lil- arcanut. - Fr. lac. T. 1. 5 5.
E questo è lo Verbo in rjrne abbreviato
Per modo secreto del voler divino . /'ir.
SS, Pad. I. 100. Li secreti mtsterii di
Dio gli fieno a lui rcvelali per lo merito
della itia puri|.ide ■ (C)
f * 5. 11. Ore secrete, dicon si Quelle i
ore nelle tjuali la chiesa non è nficiata; '
ma è maniera antica . Coli, Atf. Isaac ,
Prcl. 38. Efiiròe in una cbieta e d'jman-
dòe «e che quanto vuleue gli de»soao li-
ceniia di orare ; e che nelle scerete ore
non lo rokiri;;nessero d' uscire (!')
« SECRETORIO. Te^m. de' Medici,
A^giuato d( qne* vati che tert-ono alln
secrezione. Cocch. B'ign. Tubuli secrelo-
rii, di cui è fi^bbricatj la vitcera t\A rC'
n'-', p<-r cui l'orina passa dentro all'ure-
tere, che è il suo condono escretori»», (Ai
* SECREZIONE. Coti chiamisi da'
Medici La separazione di un nuovo umore
dal sangif , la quale si fa per opera o
d<:lle glnnJole, o delle estremità dei vasi
sanguigni. (A)
*f « SECULARE. F. A, Suit, Secy-
lare l'it, S, Frane. 223 Vennero al luo-
go de* frali molli tecalari, e altri religio-
si , per v'-derc . I£ sotto : Toccò e move
i chiovi colle sue mani , in presenta di
molti seculari (F)
•f * SECULARE. r. A Add. Seco-
lare Citiit. lett. I. 2 nicchezxa di terra
o d' auro, e caluna grandeisa seculare ec.
stimerera malvagia. (F)
*SECULO. F. A. Lo stesso che Se-
colo, Lat. stgcitlunt . Gr. «tw'v. Fit, S.
Gir. 1^8- Certamente tu se* colui, il quale
fotti e se' Iddio col tuo Pjdre eternale
innanzi a tutti i secali . E 62. Egli h
giunto al palio , per lo quale avrrc ha
tanto corso in questo presente seculo. (*}
SECURAMENTE. Avvrh. Sicuramen-
te . Lat- secure , tuta. Gr. a'ipaìcJ;.
Petr. canz, 3l. 3. Purché gli occhi non
miri , L* altro puossi veder securamente.
# S Agost. C. D. 2. 25 Vedendo pur
che gli Dii le vogliono ( tante scellera-
tfzzej sì volentieri, le seguila securameo-
le. (TCj
^ §. Securamente chi', per Certo che,
T'it. S. Gir. 89. Securamente che nell*
altra vita mi troverò discordevole da'loro
premii. (F)
V SECURAMENTO. Sicurezza. Teso-
reit. fìr. i3. 102. Si ra* assicurai . Quan-
do mi ricordai Del sicuro segnale, Che
cootra lutto male Mi «là securamento. (B)
t SEGURANZA. V, A. Baldanza, Ar
dire. Lat. securiias, Gr ce99aXeta. Frane,
Barh. 161. 3. Che sccuranza nel cor noccia
ad ella . Fr, lac T. 3. i^ 9. A tal pena ti
cunJuce La tua troppa securansa.
SECUUARE /'. A Assicurare} e si
usa in tignile, alt. neutr. e neutr. pas*.
Lat. securun redd^re . Gr. ccifxXuv.t
TlXpiXtf-V. Fr.mc. Birh. 1^8 17. Como
prodezza non e dell* uom forte Al debile
dar morte ; Cosi non ù sovra colui vco-
della, C' bai securalo. e offesa non atpetla.
Guitt. lett. 10. Multe, securando, loo già
perite.
t SECURE . /'. L. r poco usata. Lo
stesso che Scure . Lat. srcuris . Gr.
TTiìsxu;. # Lah. 2^6. Queste parole, così
dette, sono i ronconi e le securi, con le quali
si tagliano ec. (F) Ar Pur. a3. 121.
Questa concluùon fu la secare Che 't
capo a un colpo glì levò dal collo.
SECURISSIMAMENTE Superi. Hi Se-
caramente. Lat. tuttssime. Sta. Pist. lo4-
M quale va caendo ove viva oneslissima-
inentc, non securistimamente.
SECURITA", e SECURTA' Sicurt.) ,
Sicurezza Lat. srcuritas, Gr. aspxlfijt.
^ Fior. Ilal. a6t. Drmmoli securtìi rhe
pienamente dicesse quello che volesse. (C)
Ctr, Lett. 2. 65. Con chi m' i* maggior*
mente amico piglio maggior srcuri^ in que-
sto caio. Sahin, Dite. l. 176. Kffctii d-lla
forlrita sono Ij magnanimilJ, la fiducia, la
teruriià, la magnificenia.
SECURd. .4JJ Sicuro Lai se^urut^
tntiif Gr. a'vpaXfi'f . Petr, emnz ^\. 6.
(3on quest' arme vincevi ogni cor darò :
Or se' tu ditarmato, i' son securo. Data.
Inf. 21- Securo già da lutti i TOSlri
s>'hermi.
SECORTA'. F. SECURITA'.
* SECDTORE . y. L. SeguUatore .
Ott. Com Parg |5. «44 Q««"» ch'es-
sere solevano uoraioi , oggi sudo bestie ,
cioè pieni di visii, e secutori di vita be-
stiale non umana. (l^Ij
SECUZIONE F. 4, Esecuxitme lat.
cxecutio. Gr. TeÌ£i'«5i?. G. /'. 5. |5. j.
Ma poi papa Chimento di Roma il mise
a secuttooe . Cron. Morell. 36l. E cosi
fu messo a secozione-
SEU /'. SE , partieeila cottdtMonale
ec, S Vili
t SEDANO Pi'ìntt che si colUva me-
gli orli, e si mangia cotti, 0 in insalata.
Bfd, Coni 2, 100 Si potson bollire le ra-
diche di et<i sparagi ec-, foglie di preuemo-
lo, di borraoa, di rrescione, di sedani, ec.
4 S Sidano di montagna. Pianta eh»
nisce nrgli Apprnntni, ed ha F odore dal
sedano, Lat li-^usticum levisttcum (A)
* SEDANTE. Term. de' Medici. Ag-
giunto di rimedio detto anche Calmante.
Cocch. B'ign (A)
SEDARE. J\ L Quietare. Lai. seda-
re. Gr. Ti'X'Sti*, Maestruzz a. 9. 8. In
altro modo è da sedare lo scaodolo, cioì;
per all'Una ammonitione. But. Pmrg. 17.
1 . Li pacifici hanno sedalo la pastione dell*
ìTi. Fir, Pise, an, 22. Mandò un fornaio
Tedetco ec. commessario nella Marca, a se-
dare un tumulto popolare.
SEDATAMENTE K. Z. Awerb. Quie-
tamente. Lai. sedau. Gr. irPa'w^. Bemb.
Star, 6. 87. Dovendo egli di ciò più mo-
dcralamenle e più sedatamenle dargli coa-
tecza .
* SEDATISSIMO. Superi, di Sedalo
Guicc. Star. lib. 20- pog- 36. Ed •* «loi
familiari affermava con V animo sedatis-
simo dovere in breve spatio di lem^K» suc-
cedere la sua morie. (TC)
* SEDATIVO. Add.Term. de' Medici,
Calmante, SedanU. (A)
SEDATO V. L. Add, da Sedare. Lai.
seditus. Fir. As, 176. Ella dandola volu
addietro. S'*dalo il canino abbaiare, come
r altra volta , e dato al noecbiere il re-
stante quattrino, ec. Bor^h. Fesc. Fior.
455. Sedata la scisma, e acchetali i pre-
senti romori , lo lascio paceficamenle nel
seggio di san Pioto. ^ Car. Fn. 12. 34
A cui Latino Col cor sedato in Ul guisa
rispose : er. (li)
* SEDATORE. Verbal, masc. Che»
o Chi sedi. (C)
* SEDATRICE Ferhal, femm. Cote*
che a^iffiieta. Pros. Fi<^r. pt't. l voi, t.
pag. 2.32. A queste (scienza) dunque,
degli affetti umani veriuìme sedalrici, ri-
volse egli tulio *1 pensiero ; e dob wto
ec (fi)
SEDE. S'dia Lai. sedes . Gr. topOL.
Petr. san 3o3 Assisa io alla e gloriosa
sede. Ftr As. 178. Sedendo Giove sopra
ad un* eminente sede, imposto tìlenuo ad
ognuno, fece questa orasione.
§. I. Per metaf. Lai. se-les , f^gio ■
Sagg. n.tt, etp. 20S. Le innaba pia in to
nella sode del fuoco.
<c g. II. Sede, si dice anche figuratam
del Luogo, d've certe cote principalmente
riseggono , 0 dove dominanu . Pel Ptp.i
Cont. I. 177. Mi do a cr«lere certa-
mente di aver potuto anco da lontano ae.
concepire con la mente la vera idea della
prefala infermiti , delta sua eisenta r na-
tura , della sua sede , e delle sue cireo-
stante. (C)
« §. III. Sede, et>lt* aggiunto di ctle
ti'- . superna , e simtla , ♦>j/« Paradiso .
S £ D
Tasi. Cer, a. 35- SoSrì in suo nome, e
6aQ ilolci i tormf oli ; E lido aspira alta
laperaa sede. (C)
♦ S '^ •y*''' *^*S^^ argomenti , di
tona I Retori Quei fonti da* qmtU gti ora-
tori possono trarre gti argomenti pe'!oró
discorsi. S'ìfvin. Disc, \. 35t). QucUj
Sarte di «ssa DialctticJ , che iI,iUe srdì
egli argomenti , e ili* lu<ighi , donde si
cavjRo le rjgioni pmluliìti, lorate ovvero
topica k' aildimamb mitilo alla bella rel-
loriea rontrìliuisce. (C)
SEDECIMO. /'. A. Sestodecimo. No-
me nu'iier't/e ordinativo. Lai. sexttisdi'CÌ-
mus. Gr. cxTOSxac^ixaro^ . Quad Or.
.S\ M. Somma la Jodecima, la Iredecìma,
la quaUnrderima, la quindecima, e \a se-
decim;i fjc'ij.
SEDENTARIO. Jdd. Si dice proprin-
niente ì'tta sedentaria di chi siede mol-
to , e poco s' adopera negli eicrcizii del
corpo . Salvin, Disc. 2, 5o. Più per gli
«ludiosì e per gli uomini dì lettere essere
stata trovata l'arte della medicina, affer-
ma Celso, de* quali la testa è affjtirjta,
« lu stomaco debole , in riguardo della
loro vita sedentaria e meditativa. # Hed
Cons. pag. <)5. (ediz. de' Class.). A quelle
l'cr&one studiose , alle quali per necessità
' onvicne talvolta far vita sedentaria , i
•~'ivli>ri SODO di grandissimo aiuto ( /tj
SEDENTE. Oie xiede . Lat. sed,;ns .
<ir xxìr!fitJOi . Bocc. g. 3. _/". \. Lor
sedenti,^ forse cento volte, per mezzo lor
■jltando , cran venuti a dar noia. /ìmct.
5" Tra le ninfe Sicanie sedenti io esso
raccolta fui. /,|V. Dee. 3. Disarmati, o in
terra sedeniisi, o giacentJsì.
t 3 SCDERE l'erbo, in aktine delle
*oci del quali' si usano ancora le desi-
nenze dell'antico, ora disusalo, SEG
GERE. Proprio degli uomini, e d'alcuni
animati quadrupedi , e vale Biposarsi ,
posando te natiche su quatcìic cosa. Lai.
ttdfrt. Cr. xa^TjaSai . Dant. Inf 2^.
Che , sp^gendo in piuma , In fama Don
« vien , afe sotto coltre , E Purg. z. E
più di cento spirli entro sediero . E Par.
a» E dicean eh* ei sedette in grembo a
Dido. Bore. nov. ^\. i3. Levatosi a se-
dere in sul letto, disse: ec. Vit, Crist.
Poi seggendo ambodue insieme ella lo
guardava diligentemente e curiosamente
nel volto . Mar. S. Greg Sedere e atto
ai persona che si riposi; ma levarsi ritto
ù fe atiii di persona che sia acconcia a
combattere. Petr. canz. ^i. 6. E M se-
aere e lo star , che spesso altrui Posero
io dubbio a cui Dovesse il pregio di più
laude darsi . E son. 2o5. Fresco , om-
broso, Borito e verde colle, Ov* or pon-
undo ed or cantando siede ec. Quella
cb* a tulio 'I mondo fama lolle . E son.
a7tj. Ed agli amanti è dato Sedersi in-
sieme. Cayafc. Frutt. ling. Per lo sedere
» intende la quiete della mente , come
per lo dbcorrere s'intende la 'nquieludi-
ne . Ovid. Pisi. q\ E cotale sono io
cfaente èe la pietra , ov* io seggio . Oh
me abbandonata ! ispesso ricerco il letto
«be ci tenne amenduoe.
t y §■ * Per semplicemente Stare ,
Dimorare. Lat. manere t residere . Gr.
flivtrt. Frane. Barb. 88. 7. E vai.
»« tu beo segge Con ogni gente , ed
IO ogni tao atto . JVj. Br. 2. 36.
E se ciò è vero , che 1* acqua seggia in
salla terra , dunque è ella più alla che
la terra .
* g IL K figuratim. « Petr conz.
39 q. On pensier dolce ed agro er., Se-
dendosi entro l'alma) Preme *l cor di
de»io -. (Cj
f § III. Sedere, si dice anche di Cit-
tà, e simili, e *•»/(• Esser coUocat-), fab-
bricato, situato * ili. 3/ L'isola di Pon-
S E D
eia fu abitata dai Davolcì , prrocrhfe ella
siede coatra Io loro rivaggio (Cj ^ì. f'.ìQ.
7S. La qual siede tra Costantinopoli e
Salontcbi . j4r. Fur. \\ lo^. Siede Pa
rtgi io una gran pianura.
*1" §■ IV. Porsi a srdcre. /iguralam,
vale Prender quiete. Lat. quiescere. Gr.
:raJsj3ai Fìocc nov ()6. i5. Voi anco-
ra siete con l* arme indosso nel regno
nuovatnente actiuistato ec , e lutto occu-
pato di grandissime sollecitudini e d'alto
affare , ne ancora vi siete potuto porr« a
sedere . ec. ( il Cesiri spiega il senso di
questo esempio così •• Voi non avete an-
cora acquistato quieta e ferma signoria).
t §• V. Stdere a mensa, vale Slare
a tavola. Lai, mensne nssidi're. Gr. rpa-
T.ì^ri /a3t'^£s3ai. Tescrett. Br. i5. i32
E quando stedi a mensa, Noa fare un lai-
do piglio*
=1= §. Vr. E fìguratam. n Dant. P.ir.
5. Tu sei ornai del maggior punto certo:
Ma perchè santa Chiesa in ciò dispensa ,
Che par contra lo ver eh' io lì ho sco-
verto j Convi-^oti ancor seiìer un poco a
mensa (Cj
§. VII Seder prò trihunoli, o simili ,
vale Star-- in luogo eminente ^ ed e. prò
prio de' Giudici , quando rendono ragio-
ne . Lat. sedere prò tribunali . Gr. iizt
Tou ^ri^xcczoi X5c5t'?;iy. Bocc c- 5 p.
3. Ed essendosi la Reina a seder posta
prò tribunali , ec. l'end. Crist Op. div.
^indr, 102 Erode , vestendosi di vesti-
menta reali , sedette per tribunale, e ra-
gionava con loro.
§- Vili. Sedere a scranna, vale Sedere
in luogo eminente, e superiore agli altri,
quasi per giudicare, decidere, o comanda-
re . Dani, Par, i(). Or tu chi se* , che
vuoi sedere a scranna , Per giudicar da
lungi mille miglia Con la veduta corta d'
una spanna ? Maini. 6. 7. Ed oprar che
Baldon resti chiarito, Ch' ambisce in Mal-
mantil sedere a scranna.
* g. IX. Dicesi anche Sedere a ban-
ca Frane. ììarh. 325. 18. Nnn solTerir
eh' air orecchie li tenga. Sedendo a banca,
chi per queslion venga (V)
t §. X. Sedere j per Regnare j e si
dice pili Comun>'menle de* Papi, Lai. se-
dere . Gr, zaSt'^uv. Ott. Coni. In/. 3.
3o. Vuole alcun dire che 1' autore inten-
da qui , che costui sia frate Piero del
Murrone, il quale fu eletto Papa nel I283,
e sedette Papa mesi cinque , dì otto , ed
ebbe nome Celestino . Bocc. J'it. Dani.
234' Arrigo conte di Luzzimborgo , con
volontà e mandato di Clemente papa
Quinto , il quale allora sedea , fu eletto
io Re de' Romani , ed appresso corona-
to Imperadore. Cronichetl. d* Amar. 3^.
Santo Piero sedette Papa anni 36 , me>i
7 , dì 16. E appresso: Lino di Roma
sedette Papa anni l5.
§. XI. Sedere, per Risedere, Esser
di magistrato . Tac. Dav. Ann. 3. GQ.
Tiberio pregò i Padri, che facessero Ne-
rone . 6gIiuolo maggiore di Germanico ,
già fatto garzone , abile alla questura ,
senza esser seduto de' venti (il lesto lu.
ha munere capessendi vigintiviralus sol-
veretur ).
* §. XII Sedere in su la ruota, fìgura-
t 'm. vale Essere nel maggior colmo del-
la fortuna. Ar. Fur. 19 1. Alcun non
può saper da chi sia amalo , Quando
felice in su la ruota siede; Però eh* ha i
veri e finti amici a lato , Che inostran
tutti una medesma fede. (Br)
* S- XIII. Mettere a sedere alcuno, Jì-
guratam vale Deporlo di canea, o simi-
le. F. METTERE. (C)
^' §. XIV- Sedere a gambe larghe, fi-
gtiralam. dicasi di Citi vive spensierato,
e in pigrizia. Matm 5. 32. E mentre
S E D
112;
ognun s' a«'anza a gloria intento, Eì sie-
de a gambe larghe e si fa vento. (C)
§ XV. Chi ben siede , mal pensa j
P'ovrb. che vale, die La troppa como-
dila induce altrui a male Cogitaznni. Lai.
/eliciler agenti f, male Cogitant. Morg. 2^,
9. Proverbio h: eh. ben siede, al fin mal
pensa Salv Cianch. i 1 Io fatti speuo
chi ben Siede, mal pensa,
g. XVI. Porre aliu„o a sedere. F.
PORRE, g LI.
* g. XVn. Nota moao. Nov. anL .Ì8.
Aveavi Ire cavalieri molto leggiadri, ai
quali non parea che in tutta Roma'gna
avesse uomo che potesse stdere con loro
in quarto. (Min)
t SEDERE. Nome. Lo stesso che Sedia.
Lai. sessio, sedes. Gr. iSpzuoii. Amm.
Ant. 3o. 8. 5. Puoieti fare più onesto ,
o meno un solo sedere? Sior. Fur. 6.
123, Finita cosi la coronazione, menaro-
no i <Iue Arcivescovi il nuovo Cesare a
sedere in un seggio ricco e mollo emi-
nente, accompagnalo da più altri sederi,
ma più bassi, e di manco pregio, v Rip.
Strav. 2^7. Di materia simile erao co-
perte le bottiglierie , e la stessa tavola ;
intorno alla quale si vedevan tanti sederi,
quanti esser dovevano i coovilali. (C)
g. Per Culo, o Natiche. Lat. nates ,
sedes, Plin Gr, yiouTO»' . ttu'/ki'. Franc.^
Sacch. nov. i3o. Avea un ciccione nel se-
dere, appunto dove si tiene il brachiere.
E nov. 1^7. Tanto erano le torla con gli
albumi e con li gusti incrosticale e ap.
piccate nel sedere. Varch. Ercol. 291.
Io ho paura che non facciano come un
nostro, a cui non vo'dar nome, il quale
SI rammaricava , ne poteva sopportare d*
avere (con reverenza vostra) il sedere di
due pexzi, perchè cosi l'avevano Ì fornai.
* SEDERINO. Term. de' Carrozzieri,
ec. Terzo posto di dentro alla cassa de'
legni a due lunghi, il quale è mastietta-
(o, per poterlo alzare, ed oùbassare. (A)
SEDIA, Arnese da sedei vi sopra. Lat.
sedes. Gr, eo^K. Vu. SS, Pad. i. 2o5.
Fu bisogno che fusse allogato e posto in
una sedia Llissìma, perciocché non potea
patire il letto . Petr. canz. !^5. 5. Potea
innanzi lei andarne A veder preparar sua
sedia in cielo. ìii. S. M. Madd. lao.
Vedeva 1* allogrczza degli Angeli, che s'
aspettavano di vedere le sedie ripiene di
vita eterna ( in questi due esempii s' in-
tende per lo Luogo di beatitudine nel
cielo ).
3 §- I. Per Residenza de' principi , 0
Possesso del principato. Lat. sedes, thro-
nus, Gr Bpovo^. G V. l. Sg. 2. Se n'
andò ( Costantino ) in Costantinopoli ec,,
e di là fece sua sedia. E 4* 33- 4* E
rimise in lìoma in sedia e signoria il dello
papa Innorenzio.
* g. II. Sedia, si dice anche la Residenza
dei magistrali, o il Luogo dove e* tengon
ragione, a J it. S. Margh i3l. E *1 se-
condo die il Prefetto venne nella sua se-
dia ». (N)
-•• g. Ili Sedia, vale anche J'escovado,
o sua Giurisdizione j e pet lo più si dice
del l'escovado di Roma , e li si aggiu-
gne r aggettivo Apostolico. .. Dani. Par.
12. E alla Sedia, che fu già benigno Più
a' poveri giusti. G, V. 8. 80. 10. Era
stata vacante la Sedia apostolica dieci
mesi » . (C) Cuicc. Stor, 2. 27. Spa-
ventali ec. dalla considerazione degli ac-
cidenti che in tempi tanto difficili soprav-
venire per la vacazione della Sedia pote-
vano E 2. 37S Chiamavano questa con-
gregazione non Concilio , ma materia dì
divisione della unità della Sedia apostoli-
ca. (L)
* §. IV. Sedia Apostolica, vale anche
Curia Romana , o Corte Pontifìcia ,
1128
S E D
Petr. Uom. IH. 3. Molle consuetudini
dalla Sedia Apostolica ordinate. E ^5.
NoD debbino estere a piatire se non di-
nanzi alla Sedia Apostolica. ^D
V 3- V. Selìn, fignr.Hatfi, si dice a/i-
che di Ottilunque Itto^o dove uno dimora,
abita, o simile, come della Patria , del
Soggiorni ec « Bocc. Leti. Pm. Ro<s.
271. Chi potrebbe dire quanti già a di-
letto lasciarono le proprie srdie ? Amet
70. Onde i mobili popoli pochi ri*
masi . pensano di nuove sedie (ci>e,
di mutar paese ) •» • (Cj
fS 3 Vl.Scdi.i,sittÌceanch^ il tw^gidive
principalmente risiedono, 0 domin-mo certe
cose. L.it. tedet Gr.iSpx Tar, Dur Sior.
3. 3lO. Accrebbe l'odio T avervi fallo
Cecina Io spettacolo delli arcoltclUiUi .
r essere stala due volte sedia della guer-
ra, aver pori) vivande all' esercito Vilel-
liano in battaglia, ec. * Gittcc. Slor. 2.
41:4- Temendo che se le armi del re di
Francia venivano a Pisi, non ne nasces-
se ec. che la Toscana diventasse la sedia
della guerra. (L)
SEDICESIMO. N^me numerile or-
dinaliiì Sedecimo. Lat. sex(nS'l''Cimut
Gr. 2/ro7/sc(tì^£xaTo; R't. Ins 82. Quel
Greco pocU. che le Muse latlàr più ch'ai*
irò mii. nel sedicelimo libro dell* Iliade
ec. paragona i Greci e i Troiani ce. alle
mosche rtnianti inlorno alle secchi-' piene
di latte munto E ì^ip, 2. 2^. Ebbero
r occhio non solo a questo luogo di So-
focle, ma ancpra a quello che prima disse
Omero nel sedicesimo dell' Iliade.
SEDICI. Nome, numerale, composto di
sei e dicci. Lat. sexilecìm, sed.cini. Gr.
fìtxat^i/a. Tìocc nji-, 86. 3. L'uno ^/Z*
fi''liuo'i ) era una giov.uictla bella e leg-
giadra, d'el* di quìndici o di sedici an-
ni. Cron. Mordi. 3i8- Nacque a Morello
di Vagolo Morelli un fanciullo maschio,
ec, bjtlczzossì addì sedici in santo Gio-
vanni. Cronichctt. d* Amar, i^I H re
Carlo vi stette colla sua genie sedici die.
Fir, As* 2|0 Sbnrsato il pregio dulia
mia compra , che fu ben sedici lire ce. ,
subtlo mi consegnò a Ftlcbo.
mi g. Sedici, si trota anche per Dcc\'
mosesto. Gr. S- Gir, 42. Lo sedici grado
di questa issala si è misericordia. (!'}
m^ SEDICIANGOLARE. JdJ. Di se-
dici angoli. Che ha sedici angoU. /Juan.
Fier. 2. 3. i. Voi sapete, signor, come
la piazza È di figura scdiriaogolarc» E 'n
consequenza e' ha sedici facce, (*)
SEDILE. Sedia rozza e senz' artificio.
Lai. sedile. Gr X'>fàe^3a. Virg. Eneid.
M. Pervengono .»1 prim > lido , al quale
erano acque dolci, e sedili di pietra Coli,
SS. P^id. L^ finde Ì frali fanno sedili per
sedere, e talolta gli tengono per guancia-
li^ quando dormc*no. lìoce. Leit. Pr. S.
Ap. 207» Tulle le masserìzie furono por-
late vìa, iofino ad uno sedile di legno ,
ed uno orciualo di terra . # dir. E'i*
1. 2jtì. D' intorno è di gran massi e di
peadenti Scogli un antro muscoso er, e
v'ha jcdili e sponde Di vivo sasso. (FPj
g. 1. Sedili, fg:;i didimo Quei soste-
gni, sopra I ^aali si posano le bolli Sj-
Hcr. Colt, 73. E* sedili delle bolli, e une
sono ancora da potersi mutare e accon-
ciare a suo modo, r migliori fatti di
buon rocchi di travi all' alleata che biio-
goa, cbe non murati.
# §. II. Sedili , diconsi anche Quei
luoghi dove f;li Architetti fanno posare
le teste, e gli spigoli degli archi. fSaldia.
l'oc. Dti. (R)
SEDIMENTO. V. h* Fondata. Posa.
tura. Lat. sedlmenìum. Gr. ùffOiTai».;
X16- dir. malati. Colalo che lo a vr.ti. la-
sciato stare in riposo, •acciocché faccia il
dovuto sedimento^ e venga ben chiaro.
* SEDIMENTOSO. Add. Che fa se-
dimento Lat. suhtid'.-ns. Gr. 'j^tCuv. I
Red. C>nt. I. 123. Con »|Ualche' sollievo
alloraquaodo ec. la natura ha tramandjto
fuora gran copia d' orine grosse e sedi-
mentose. (•)
t SEDIO V. A. Seggio. Netphtrale
fa Seud, e Sediora. Lat. sedes. Gr. iÌp%
l'ir'^. Ent'd. iV. Acciocché almeno alla
morie io mi riposi in piacevoli sedii. Dani.
Par. 32 Nell'ordine che fanno i tergi
sedii Siede Rachel. Liv, .V. Si pose a se-
dere nel scdio reale. ì'it. Dnrl. i5. Al-
lora sedcr'j in sul si-dìo di maesi'a, e tuila
gente sar^ .issembi^U dinanzi da lui. Gtam
bjn, ^fis. Uom ì3g E allogata io una
delle tcdiora vole degli Angeli cbe cadde-
ro di cielo, Paol. Oros. Per una fedita
che gli fue data d* un pezzo delle delle
icdiora , cadde egli. Inlrod, Vtrt. 2^0,
Furono falli da Dio , acciocché rìcmpis-
sono le sediora.
§. Per metif. vale Resid.nsi.o Luogo
dove princip'ilmente risiede, o dimora
checchessia Lai- je*/e*. Gr. tòpx. Tei.
Br. 2. 32. Questa e la complessione che
più appartiene a' vecchi, che a altre gen-
ti, ed ha 'I suo sedio al polmone. K ap-
presso : Lo sangue e caldo e umido , ed
ba '1 suo sedio nel figgalo, e cresce nella
primavera. Gr, S, Gir. i5 L* animo del
diritto uomo è sedio di sapienza.
SEDITORE Colui che siede. L»t. ses'
so'-f assessor. Gr. zx3i»j',u.i>35. Annoi,
ran^. Prese Gesù il pane, e benedisselo,
dando a Dio grazie, e dislribuillo a' sedi-
lori. Guid. G. E cosi da ciascun lato il
disteso ordine delle tavole donava a'se-
dìtori agiate sedie.
* SEDITDftA. Parte con che l* uom
siede j IS'atiche. Lasc. Rim. 2. 36. Perche
3 seder se ben ponele cura , Il più del
tempo stanno allegramenle; Ed hanno an-
che una buona sedilura. (Cj
f SEDIZIONE . Sollevazione di una
parte del popolo contro l' altra, o dei sud-
diti contro il sovrano . Lat, seilitio- Gr.
oTa'ji; . S. Ani, Con/css. Sedizione e
quando una parie d'una ciita, o d'una
signoria s'apparecchia a combattere con-
tro all'altra. Maestruzz. 2. 9. 8. La se-
dizione propriamenie 'a contraria all'uni
tade del popol della citli , ovvero del
regno , e cosi è contraria alla giiulìsia,
e al comune bene.
•f* '*' S' Sedizione , si i anche usata
fìgur.it.im da alcuni Medici per Affatica-
mento, Sconvolgimento, Scompi-^ho. Red.
Cons. I. log. Cose irrit.»live, e mettenli
in sedizione gli spirili abitatori de' liqui-
di Del P'pa Conf. Nel delicato e lan-
guido stomaco di N. N. può facilmente
indurre non conforto e ristorj), ma afta-
licamcDlo e tumulto , chiamato d* Ippo-
crale sedizione, f.f)
* SEDIZIOSAMENTE Awerb. C<n
sedizione. Tumultuosamente. Bemb, Stor.
6. 80. Il Minio, per avere sediiiosamente
nel consiglio parlato , fu da' signor Diece
ad esilio perpetuo re. condeunato. f /^
SEDIZIOSISSIMO. SuDcrlat, di Se-
dizioso. Guicc. Stor. IO 4^5. Cercarono
d' iufìanimarlo con sedìiiosiuime parole.
SEDIZIOSO . Add, Che induce sedi-
zione , Che cagiona trdisiJnt , foco dt
sedizione , ScandaliS^ . Lat. sditiotus ,
Gr. STOtitw'oin . /iccc. Cam. Dani. La
maggior parte dì loro furono morii di
mala morte , p<*r<-h' erano sediiioki . I.ib,
Op. dtv. Abbiend.ì trovalo questo Paolo
nomo pestifero f scdinoso Marttrittz
2. i). 8 Ma coloro che difrnduno coloro
che ^esi^lono li>ro. non tono d^ esser dfllì
srditiosi.
SEDOTTO . Add dm Sedurre . Lat.
stdiict'is . Gr Àxort'kxvti'rs ti\ , Segner
S E D
Pred, 3. 9. Per verità . siete coIomLe
sedotte.
SEDUCENTE. Che seduce, Lat. »<lu-
cens , deciptent. But. L* uomo paò esser
sedutlo o a utilità del seducente, 0 a uli-
lita d' altrui.
*f * SEDUCERE . I'. L. ed A. Se-
durre. Fav. Esop, 74* ^*f sedncere ì sim-
plicì a fidarsi io loro, (y)
SEUUCIMENTO. // sedurre, Lat. se-
ducilo , predino Gr. a:ro~).avf]ft; . 3f,
y. 2. 17. Quelli dell' oste , per seduci-
menlo di traditori del castello , e per
conforto de' soldati eh' erano stali in
qufUa cavalcata , si pensarono vincere la
forlezxa * Plui. Aitr, Op. mor. 3. iia.
Solone ec. volle che le donazioni dopo
morte tenessero, se gii non fi'isero falle
per fona * o per seducimeolo di don-
na. fC)
•f * SEDOCITORE Seduttore, Fav.
Esop. 87. Possiamo intendere ec. per lo
lupo ogni seduciture de* giovani a mal fa*
re. (D
* SEDCLITA*. r. l. Diligenta,
Accuratezza , Esattezza . Cattigl. Cor-
lig (.h
SEDURRE. Dittorre altrui con ingan-
no dal bene, e tirarlo al mate. Lai. «-
ducere, in fraudem inducere. Gr. a Ta-
ra- Dsnt. Par. 5. E s' altra cosa vostro
amor seduce. Non e se non di quella al-
cun vestigio. E 22 Cb' io ritrassi le ville
circostanti Dall' empio colli, che 'I mondo
sedusse. But. Inf, 32. 1. Conlra colui che
l'uomo ba sedutlo a darsi fede. * .S'cgic-
Sent. Graz, 9. Sedurre e incitare al male
con finte ragioni, che quello sia bene , e
che non sia male. ( TCj
SEDUTTORE. Che seduca. Lat- se-
ductor . Gr :r>av9^ ■ Roct. tett. Pin.
Ross. a85. Manifestissima cosa i- , che
lui maeslr>] veracissimo alcuni chiamarono
seduttore. Cabale. Med. cur. E quanto
alle ptrole, dicevano ch'era seduttore. E
Frutt, ling. Leggiamo di Cristo, che al-
cuni dicevano eh' egli era buono, alcans
dicevano ch'egli era rio, e ledullor delle
turbe .
t * SEDUTTOniO Adi. Che sedu-
ce, Seiueentf. S. Ajost. C D io- la-
Prudenreraenle s* intendono schemimenti di
demoniì, e seduttorii impedimenlì, U quali
si vogliono schifare, ec- (NS)
* SEDUTTRICE. Verhal fem. Che
seduce. h*t teditcens. Gr. airasyaiXowsa.
Segner. Crisi i'tstr. 3. 3o. X4 P'" 10*1°
potremo credere che la loro non sia va-
ghezza di serpe iiduttrice, ma di colom-
ba sedotta. (•) E Incr. 2 29- 4" ^°" ^
giusto abbandonare la cura mai di veru-
no, massimamente dove la cura ba da venir
d.illa grazia , niù che dall' arte , la .(ual
da sé poco vale con simil gente , sedut-
trice avveduta di se medesima. (B)
SEDUZIONE. // sedurre. Lai. tedMCtio.
Gr. fltTOT)o<,'»i;3(; But. In/. 18 l. Se-
duzione è inducimeoto del prouìmo a mal
fare o con veri beni, o apparenti. G. f ,
i). II. 3. Incontanente per le delle sedu-
zioni li rubello allo imperadore It città di
Chermona. S. Agost. i . D Guardale cbe
niuno v' inganni per vana filosofia e 10*
duzione, M'condo gli elementi del mondo.
SEGA. Strumento per lo pia di farro
dentalo, col ijuiIé si dividono i l«cni , «
simili. Lai. sena. Gr. T^iw*. Cata'c.
Med cuor. Or può la sega segare , so
non v' è chi la tiri T Tu dunque non t»>
ncr mano a' ma' pensieri , a non lì [K)*
tnnoo nuocere. M. /'. 6. 35. Seiri'nto
dei loro fanti a pii-, forniti di segha , •
d' aliri argomenti da tagliare. /*«//«?'. «/».
41. Seghe piccole, e vanghe, e ronconi.
per p'ivernar le siepi. Critnieheit. d' A-
m\r 16 Fu segalo con sega di legno, e
S E G
CO&Ì morì martire. Ma/m. io> 5o- Mentre
la sega il) metto ai duoi grt>ppoDi Scorre
oost, T4 il raoDilo sottosopra.
# §. I. Stga tia pietre. Strumento si'
miìe itila sega da Ugno, »m senza dt-nli ,
fmtto di laniitra ili ferro, grossa, sottilr,
lunga e corta, a proporziome delle pit'lre
che debbono segarsi. Alle pietre dure s*
«doperà con itmrrigltJ, e «Ile tenere con
rena, Baldin» Vcc. Dis. (S)
§. II. Sign , per Scria d'imposizione
presto G. V. 8- 82- 5. Pagajsero ans im-
{toUa, comò era lavato, per capo d'uomo,
t qual si nominava la sega. "^ E presso
3f. l\ 4. 83. Commise toro che abbal-
tessoao il quarto di quello che moolava
la loro »ega. (ì)
SEGABILE. Add, Atto ad esser segalo.
Lat sectUis Gr, T^piirói Guid. G. 94.
£(racciaodog1ì la lorica, 1* aguta e sega-
bile laocìa di Ulisse le vcdc organati
gì' iulercise (gui ì^nle Atta a segare).
V Pros. Fior. a. 3- 2* E se aspri sarao-
DO (gli atomi) e UDcìnati , acciocché pos-
uno teoere Tuo l'altro , saranno ancora
«e^abilì, e divisibili. (C) Bellin- Due. 1 1.
Ciò che da esso {'fffgo/o^ cade non può dare
allrore, che nel solco incavato, o arginato
HI marmi segabili. (Min)
SEGACE. /'. A. Add. Sagace. Lat.
s«gax t astuUis. Gr. :roiu/«iÌT*5- G, V,
8. 5. 3. Messer Benedetto Guaiani d' A-
lagua , molto savio di scrittura , e delle
cose del mondo pratico e segacc. E 9.
3o5. 6. Coooscendo il mal sito , dove i
Fioreoiini erano accampali, con segace in-
ganoo fece teoere in falsi trattati messer
fiamondo, e *1 suo consiglio * Lesg. B.
Umil. 43 II segjce Diavolo sappìeodo il
tuo desiderio , si le mo>lrò ioDanzi la fi-
gura della nostra Donna (C)
SEGACEMENTE. /'. A, A*>i-erb, Sa-
gacememte. Lat sa^.icHer , astute. Gr,
C*u/iii;i(xvbì{, TToXuTaoTTw;. G. V. 8. 72-
S. Il detto Cardioale segaceraenle si pensò
OD grao tradimento sopra i Fiorentini. E
10. 7. 8. Il capitano di quella gente se -
gacemeote richiese il Re di parlargli in
•egreto per suo gran bene.
t SEGACITA', SEGACITADE, e SE-
GACITATE. r,A. Sai:acuà.'L^usngaci
Us. Gr. a'/X^'^oto. G F. 8. 6.1. Messer
Beoedetto Guataoi cardinale , avendo per
MIO senoo e segacit^ adoperato che papa
Celestino avea rifiutato il papato, ec. E IO.
MI . I . Per procaccio e segacita del Legato
di Lombardia , che dimorava in Bologna,
ec. OU Co'n. In/ 2^. Nota qui segacitade
ebe debbono usare gli uomini appo li loro
maggiori, per non parere che essi infingano
(CoA ha il codice^ sebbene la slampa a/la
pmgina ^l\. legga sagacitade ) ■
•f SEGALE, e SEGOLA. Spezie di
biada più minuta , più lunga, e di color
pia /osco che il grano. Lai. seca/e. Gr.
scjca^lq. Pallad. cap. 6. Ogni grano nella
aligioosa terra, se tre anni vi si semina,
nel quarto anno si converte in segale.
Crtsc. 2. 19. 9. Ogni grano nella uligi-
nou terra, *do*po le Ire seminature, si
mata io gcneraaiou di segale. E 3. 22.
1. La segale è conosciuta , e le sue ma-
niere non lon che uoa , ed aere comune
desidera col frumento. E nnm. 3. La se-
gale sola non s* usa se non rade volte.
Cant. Cam. 30. Non ci mandate segola,
uè Tena ; Qui entran biade grosse.
SEGALIGNO. AJd. Di complessione
adusta, fion atto a ingrassare. Lai. ma-
iTr. Or. ìeTTTo'?. Red. Ditir. 38. Come
ogDor vi s* imbacncca Dalla linda sua
parrucca Per inGno a lutti i piedi II se-
galigno e freddoloso Redi.
•f SEGALONE. Ttrm. degli Ornito-
logi, Sorta di Mergo, o Marangone. I.H.
mergus longiroster. ^ed. Oss- an i5\.
Vocabolario T II.
S E G
Mergbi, o marangoni, che ce. in Toscana
dall' avere il rostro fatlo a foggiii di sega
son detti segaloni, e seroluni.
SEGAMENTO. // seguire. Lat sectio.
Gr. Tyiìjuia. Arrigh, Sz. Il mio capo do-
vea essere con segamento di vene tagliato.
'■f ^ §. Segamento, per Interseztone ,
Intersecazione Galli. Par. in Op. voi. 3.
png. 3. Se, stando ferma la D E , inten-
deremo la segante A B girarsi sopra il
punto del segamento C, sicché dallo stato
A B cilando, ec (A)
SEGANTE. Che sega.'L^.i. secans» Ot.
Ttfj.vùiv. Gal. Stst. 191. Bisogna che il
muto per la tangente sia maggiore di
quell'altro per U ie^ànle ( qui è ('gt:iunto
(li Linea, ed è usato in /orza di sust ) ,
SEGARE. Propriamente Ricider con
sega. Lat. secare, serrare. Gr. T£,</V6iv,
TT^i'fiiV. Nov. ant. 38. 4- Morio 1' uno
de' ire cavalieri , e quelli due segare la
sua terza parte della panra. Sen, Pi<it. 90.
Ancora fu travato per soperchio e per lus-
suria it segare del legname diritto a linea
e quadrello. Frane, Sncch nov. i35. Io
ti recherò domattina una lima sorda, con
che lu segherai cotesti l'erti (qui per st-
milit.) .
^ §. I Segare, dicesi da' Geometri per
Incrociare, Intersecare j ed usasi anche
neutr. pass. Viv, Trait. Resisi. Quella
curva adunque, che, p;irtcndusi da B verso
G, segherà le rette A F in T. ec , sarà
quella ec. (A)
f 3 §11. Segare, parlandosi di biade,
vale Mietere. Lat. messem melere, se-
^etetn resecare. Gr. ^zpi^iiv, Bocc In-
trod. 26- Le biade abb.intlunjtc erano ,
seaxa essere, non che raccolte, ma pur se-
gale . Gr. S. Gir. Andate a segare , che
le biade son mature, f'ìt. SS. Pad. i.
1^7. Andando al tempo , che ti sega il
grano , a segare a prezzo ec, tanto è Io
grano che danno ai poveri di questo lor
guadagno, ec. Buon. Tane, interm. 4 Su
via seghiamo , Doman batti.imo, L' altro
al mulin. Poi '1 pan facciamo.
V g. IH, S\'gar;, parlandosi di prati ,
o simili, vale Tagliare colla /alce fiena-
ia r erba che hanno prodotta. « Alani,
Gir, 2^. 127. Come sovente SÌ vede il
buon villano al lungo giorno, Segando i
prati all'alio Sole ardente, Dell'abbat-
tuto fien ghirlande avere » . (C)
§. IV. Per Tagliare semplicemente, Lat.
secare, ctedere, amputare, Bocc. nov. 65.
19. E' convien del tutto che io sappia cbi
è il prete ec. : io ti segherò le veni. Pass,
82. Dormendo il padre, una notte gli se-
gò le veni. Dant. Inf. 32. Tu hai dallato
quel di Beccheria , Dì cui segò Fiorenza
la gorgiera. Cavale. Specch. Cr. Furono
tentati, segati, morti di coltello.
f § V. Per simiìit. si dice del Cam-
minar delle navi sopra l' acqua. Solcare.
Lat. secare. Or. xÌfJ-V£iV. Dant. In/. 8.
Tosto che '1 Duca, ed io nel legno fui ,
Segando se ne va 1* antica prora Dell'
acqua più che non suol con altrui. Fianim.
4. i58. Essi con ardita nave non segava-
no il mare; solamente ciascuno conosceva
i liti suoi. Ovid, Ptst. 126. Traile mille
navi la tua sia la millesima, e la tua nave
sia I' uliìma , che seghi Tacque stanche
dall' altre navi, * Car. En, 8. 1^9. E via
volando Segan l'onde, e le selve, fCj
* §. VI- Si dice anche degli Uccelli
che volando /endono l'aria. Lat. secare.
Alam. Colt. 6. iS\, Pur con Tali tre-
manti il ciel segando Va quinci e quin-
di. (C)
SEGATICCIO. Add. Buono, e Accon-
cio per esser segato, Lat. sectivus, sedi*
Us, Gr. TrpioTs'?. Cr, i. 11. 6.11 salcio,
o^Tero il larice segaticcio , tecondocbè
1 scrÌTC Palladio^ è ulilusimo.
S E G
1129
•f SEGATO. Add. da Segare, ne* suoi
ttnersi significati. Lai. sectus. Gr. «ox*'
a/*jv05. M. /'. 3. 16. 1 maeilri la tro-
varono di legno e di gesso, e segatala per
mezzo, furono certi che oiuaa reliquia v*
era nascosa. Tac Dav, Perd. eloq. (^0^J.
E recitato eh' egli è. quando egli gli va-
da bene, lutta quella lude dura un di o
due, come erba segata, o fiore che non
allega. Buon. Fier. 4. 2 3. Vuol dir
gola segata. Dir gola arrandeila*, Anno-
data, soppressa. Gal. Sist. 21 Quel grado
di veUicil'a, che si trova avete il radenlo
per la perpendicolare nel punto segato da
una parallela all' orizoiite.
t SEGATORE. ì erbai, masc. Chr,o
Chi sega, Lat. sedar. Esp. l'ant;. Dirò
a' segatori: cogliete prima il loglio, e le-
gatelo in fastellina. Gr, S. Gir. 20. An-
date a segare, che le biade sono mature,
e pochi sono de' segatori, 0 pregale Io si-
gnore della biada, che metta più segato-
ri. Alam. Colt. 2. 35. Pur quando av-
vampa il di, quando è più chiaro. Che
sospetto non sia di pioggia o nebbia. Con-
forto il segator, ec.
SEGATUR.\. Quella parte ilei legno,
che, ridotta quasi in polvere, casca in
terra in segando. 1^31 . scobs, Gr. oc'v»;ua.
Buon. Fier. 4. 5. 12 Aspetta, aspetta
pur i vo* che tu impari Vender per pan la
segatura intrisa Colla farina. So</er. Colt.
5o. La segatura delle tavole d* albero, ec.
E appresso.- La limatura, o segatura di
peltinagnoli. Cant. Cara 192. Il legno
molle infracida e non dura, Correvi al
primo la sega per tutto , E getta, men-
tre meni, segatura , Ch'i; brutta all' oc-
chio, e non se ne fa frutto.
g. I. Per la Fessura, e Divisione che.
fa la segr, e per quel/a Parte ove la cosa
è segata. Lat. sermlitra, l'allad. Fehbr.
16. Puoi quella segatura ripulire collo
coltello molto bene.
§. II. Per Mieliltira. Lat. messis. Gr.
'^Zptap.tSi- Palliid Liigl. I. Di questo
mese gli alberi eh' erano svelli , fatta la
segatura delle biade , e le viti novelle si
vogliono aguale polverire , cioè scalzare.
§. III. Per lo Tempo nel qual si sega,
0 si miete, come Serbare il vino alla se~
palura. Lat. messis, tenipiis messis. Gr.
SEGAVE.NE, eSEGAVENI, Dicesi di
Persona che tiranneggia altrui a proprio
interesse, e cerca sempre il suo vantag-
gio. Lat. hirudo. Gr. ^$i\).o:. Pataff. 5.
E patrignomo fu un segaveoi.
* SEGGETTE. Che siede. Sedente.
Fr. Jac. Cess. 3. 7. lOC). Fecelo ap-
piccare sopra il capo del fratello, seggenle .
luì ec. (JV) Liv. M. De' raunamenti che
la plebe facea nella casa di Manlio , la
quale era seggentc su allo nella' rocca.
Safvin. Iliad, lib. 8. v. j6o Ed i cavai
rodendo inoltre L'orzo bianco e la vena,
allato ai cocchi Stando, altendean la ben
seggente Aurora. (B)
•f * SEGGENZA, Foce poco usata.
Segsio. Sedia. Sahin. Iliad. lih. 8. v. 216.
Tidide, t' onoraron sopra mano I Danai,
cbe veloci hanno puledri. Con seggenza ,
con carni, e piene coppe. Or non faranti
ec. (A)
SEGGETTA. Seggiola portatile con due
stanghe. Lat. sella gestatoria , Gr. fO-
pÉtov. Buon. Fier. ^. 4- 2. Se un tesor
ti si scopre verbigrazia Neil' orto, e te ne
vien presto novella, Fornisci ÌI sonno, e
poi va là *n seggeila. E 4- 5. i5. Stale;
ecco qua ìn seggetta Uoa non so qual don-
na. E se. 16. Che, perchè l'aria non le
faccia male. Chiusa abbiam la seggetta.
Malm. 7. 37. Tien per la prima un'ot-
tima ricelta , Per rimandarlo a casa, una
seggetta.
i4a
li3o
S E G
5 l. Seggetta, dicesl '•"Cora ^ una SorU
éi sedia pi „.o rf. andar d.l «rpo.
•+ * « Il Per Piccola sedia Sem-
.e^elPa d, legno, da >. sury gì. oon."»
.a ODO ad aoo, p« fona d'una mola,
che quei dilla rocchclla rivulgouo , looo
lU collali {P) „ , . L ....
•+ * SEGGETTIERE. Colui che porta
la seg-etla, Porlanliao. Sali-a. lìuoa.
Fier.X 5 l5. Qu"U cbc porlano le
gemi io seggetta .i domandano porf»-!.-
7,i, o septtuteri. Belila. Bicch. .66^ E
'1 lignor, che nel mei.o si vedea , Oli t:
a Come ec, Che il letvjan di Jeggeiu e
SEGGETTINA. Seg-etla piccola. Lai.
stìtula. Gr. O.S=i'«»5- i-'- "''■■ ""'""■
Abbiamo preparala a' bambini 1 -ro una
..ggellin. che abbia il f»»'»' "'1 1"°^"
(qlinclsisnific. del §. I. A SEGGET-
^V S SEGGIA. r. .<. J'<'"'. ;" '"'"
i «oi significali Lai. ..edf*, J'''" • Gr
é-/pa. /<.; .Wa... Con.andi, che co oro
che venivano alla su. wggi» giud.ciale a
domandar ragione, ec. Frane. •>-"'- ;^"-
6 Siccb'ella lania sonno pensi e reggia.
Che per dormir n..n monte.a sua srgg.a.
egli sapea che a quella saula seggia ec.
ciammai non erano mancali, f/ J
* S. /; fisiiralam. - /•"""<;■ ^'■'^*.
-, 17 E lu più d- altri ecolo Fora, di
iuesli. per simil avere: Che •"•""t'IT.
lere D" ogni ciancella far qui lunga seg
già f beffar lunga dimora, Uallenercisi
mollo). (Cj „ , e.j^^ip
* SEGGIENTE . S,fgenle . Sedente
Sahin. Ina. Orf. Seggienle in Irono , <
deena d' onor. (.4) ,
\ 5 SEGGIO. Sedia, Jrne<e scpra al
Jalesi siede} ed è .".« f " "}"""'• '
lello.lil,M.. Cli antirhi nel name.o
del pia di -sera Sepal. ' Seggiora- Lai.
sJdLor.lSp». Dan,. Par. 30. I" 1-'
gran seggio, a che lu gU occhi tieni ec.
Sederà I-alma, ec. Pelr. c.nz. 26. 6. E
Ulcr farsi un seggio Fresco fior. lo e
verde. Tai: RH- «»"" ""« *'°' "
Arlù era principalmente quauro ma-
uro d"sesV-'ec., er"'"rr„
maniere di teggiora erano in un. gran
..la . * Tac. Day. /Ina. 12 1^2
Essi sciolti ne renderono riverenze , g«-
..e, e laudi .1 Principe eie medesime
ad Agrippioa, che ti sedeva m «Uro vi
cino seggio. (C) , -
* «.1. Are.o. si dice anche delLao-
.,„ dote allri dimora, abita - Bor^h.
Orig. Fir. 14-). Era quello il seggio pro-
prio Episcopale ". (C) „ . , /•
* e II Kfigaralam. • Dani. In/.
,. Qiiviè la sua rillade , • >'»"<>««;
ciò. Pelr. san. J06. Di noi pur 6a Quel
eh' ordinato ì- gii nel sommo seggio - fcioè,
'" * Vm. Seggio, yolt anche Vescovado,
e sua giurisdizione Horgh. Vtsc Fior.
55q. FU persona di valore, e ""»"; 7"
per quello seggio egrepiamente opero. fC^
^ 4.\ § IV. .VegsM .li S. Piero o sim.U.
,Je rapaio. Porsi,, lese. Fior 36o.
Reggendo il seggio di S. P'"°.'"°"- *;
nroeurando quesl' adunai... di Vescovi
rMetchiadeVapa. f/0 E 455 Sedala
la scisma, e .cchelali i presenU romori
lo lasciò pacificmcnle nel seggio di S.
Piero. (Ci ,.
«6 V. Seggio figiirnlim. parlandosi ai
piani.-, 0 simili, di.»'* <"' ''"OfO. o Coa-
rf,:(o« del arreno di' esse amano , o ri-
cullino Alani. ('»" 5. . .8 Dr.m. C
camola ì .1 seggio trovar profondo e gr..-
„, Schiva il sabbioso. (^J I: appreso:
SEC
Poi 1. molle lalloga e "nnanii ancora, A
ciò eh' al nuovo Aprd cangiando seggio
D.mro a miglior lerren colonia induca.
Tempo i: di seinioar. (C)
SEGGIOLA. Sedia, net primo sieai/iC.
Lai. sedes, selluU , selU . Gj. t6f:s,
0-.y(X«o,. Caialc. Si^ch.Cr. S empie^
lono a. loro le nome seggiole. Cr.j.;,!.
I il faggio è .rbore grande, il quale na-
sce oeir alpi , del quale si fanno ottime
lance, e assi di seggiole, e di libri
e. I Per Srsgtlla, nel primo sigaijic.
Tac lìnv Ann. |5. »2l. Pollala ( l-.pl-
cari ) il seguente ( di ) i' tormenti mede-
simi in seggiola , ec.
§. I! Seggiola, diciamo anche a l^uei
legno die si conficca a Iraver.o sopra l
estremila de' correnti . per cvllgarli. e
resgere gli ultimi embrici del letto. ile(«i
Gronde. . „ ,
# g. III. Seggiola. Term.de Scarpel-
Hai. Il covo che SI fa nella pietra che
dee soilenere una lapida di sepoltura, ti
chiù 'ino d" una fosna, e simili. (A)
if SEl.GIOL\CCIA. Peggiorai, di Seg-
ala . Pios. Fior. pari. I^. voi. 3 pag-
107 Lo trovammo [il R'ì come dire in
1 una eapannacla, assiso in una sepg.olac-
I ci., che da' ferravecchi se n' avrebbe per
I quattro eraaie. (TiSì
# SEGGIOLETTA. Dim. di Seggiola.
Bari. Stor. It. l. 4. cap. 16. Ne' poveri
alberghi ec. passar egli I il P. hamez )
i la none vestilo, e sedendo so una misera
scegioblla, sepnr v'avea. fCf> .
SEGGIOLINO, e SEGGIOLINA. Dirri-
di Srugiolaj Piccola segf.iola. Lai. se//«/«.
Gr. il ??!-«; • ifalm. 2. 17. Di qua 1
armadio fece uno slipello, La seggiola di
là un seegiolino-
SEGGIOLO, f. A. Seggiola. Lai. sel-
la. Gr. I«V« '•■■'- ^S- P"' >•"<"••■ "^'"
secEioli, e feceli sedere in sor uno da mano
diritta, fit. S. Ani. Non avea allro, che
un seggiolo di legno tessuto di palma.
SEGGIOLONE. Seggiola grande. Lai.
sella m.i,r. Cecch D.ssim. 5. 5. Pigliai,
un seggiolone, e poslavela su, e lalloyi
sopra un padiglione di panni, sicché I aria
non r offenda , ec.
SEGHETTA. Vim. di Sega. Lai. serra
minor. Pallad. F R. cap. 4l. Questi su-
no li ferramenli, li qoali sono oecessarii
alla villa ec. , falci da mietere, o fienaie,
•appe, lupi, cioè m»rroni e segoni con
miniche , seghelle mioori . v.nghe , ron-
coni .
g I. Seghetta, dicevasi ancora antica-
mente ad un Modo di acconciarsi i ca-
pelli delle donne. Tr„!l. Fort. In lor ca-
pelli ben peltinare . e condueere a fona,
acciocehi^ elli abbiano belle lariere, 0 belle
seghelle, o belli ciuffelli. ,
f §. II. Seghetta , i anche «no Stru-
mento dentalo di ferro a guisa di semi-
cerchio che SI pme sul anso a cavalli
per domarli, e mi-glio m-inrggiar.i.
* SEGMENTO. / . SEMMENTO.M;
SEGNACASO. Terni, de' C.ramma-
liei, e vale Parola monosillatia indeclina-^
bile , ritrovata per supplire al dfetto d
alcuni casi, 't * Bnomnintt. Troll. 9. cap.
I II supplire al difetto de' casi e parti-
colar ufficio del segnacaso . E appresso .•
II segnacaso i; il medesimo , che da altri
vicecaso è chiamalo. (A)
•+ # SEGNACCENTO. Picce'» frep
che segna t'accento BuommatU Tratl. 6.
cap ■}. !•• qual linea, perchè serve come si
vede , per segnar 1' accento non si do-
vrebbe chian.are aecento, ma segnaccento .
o not.ccento, o cosa t.le. (Ai
« SEGNACCHIO . y. A Sega-, In-
segna. Med. Arb. Cr. 46. Nel metto d.
ladroni fu menalo , e in .Ilo in .ria le-
vato, e posto come . segoscthio (C)
E E O
SEGNACOLO. Segno, Contrassegno
L.l. signacutum . C'pian . Gr. Ifpa-fi-
Dani. Par. 17. Né che le ch..vi,cbeim
fur concesse, Divenisser segnacolo 10 ve»-
lillo Che cODlra i ballexiali corobatieue.
Elp. l'ang O anima, sposa mia, poni ■»
come tuo segnacolo, ovvero suggello , so-
pra '1 ruor tuo per fervente amore, e
sopra '1 braccio tao per cserciiu d ope-
rauooe. III. SS Pad. Venite, e dumo
gloria a Dio, lo quale hae allnmioali gU
„„hi della merte vostra, che possiate co-
noscere, e ricevere lo segnacolo dell, viu,
cioi: ballesimo. . . .. j, ,
SEGNALANZA . K. A. A,tr.UO di
Segnahtoj Eeclienta . Lai strernslU, ,
Ja.u,niia. Gr. «voVavaBia, a(>HTtt«. )
Rim. ani. Guitt. F. B. E noto per .mia
tMna'anKa. —
S SEGNALARE. Rendere famoso, far
segnalato. La.. ceUbrare . Gr. eil.fll("-
* e I. Segnalar uno per checchessia,
vale "Riconoscerlo. Dichiararlo soUuu-
mete per checehesiia . • Car. leti. 2.
aSl. Egli v' ha segnalato per ule ( per
amico) nella ina morte- (C)
§. II. In signific. neutr. pass, vale
Rendersi iiluili-e , o segnalato. L.t. glo-
1 r(cm, velfamam adipiici. Gr. iuxJoa?
TU/Y«ve.v. Salvia. Due. I. 103. A que-
I ,10 dominio arrivarono qoegli che, sopra
sii altri uomini segnalandoli, vennero aa
.vere in sé, e mostrare agli altri on non
,0 che di superiore e divino. * Palla.-.
Stor. Cone. 1- 234. Ed 1 medesimi ofB-
cii furono continuati ee. > quelli ec. ette
s'erano più segnalati in favor delU fede
cattolica. IK) . n
SEGNALATAMENTE. Avverò. Pnn-
cipotmenle. Particolarmente, Propnamen-
te Lai potissifiium . praecipue. Cr. pa-
JuT», ilTipirai Lib. Astrol. SicMme
lisavii, che fecero le leggi, e segnaUl.-
menle li profeti. Farcii. Ereol. »4x non
vi par egli , come . Cicerone , che fuM
meglio posto e pi& segoalalamenle dai
Latini, che da' Greci , simposio!
* §. Per S'snatamenle. Borgh. Tose.
33 1. Vi aggiunse legn.lalameote : Allor.
che fu intorno .11' anno di Bora. 45o «
460 . Dep. Decam. 45 Segn.laUmenl.
disse che quivi er.no. (F)
SEGNALATISSIMO Superi, di Se-
gnalalo. Red. leu. 2. 57. L- assicuro che
mi fari un favore segnalalissimo. Salvia.
Disc. 1. l3l. Vantaggi legnal.lissimi re-
cano all' uomo.
3 SEGNALATO . .1d,l. da Segnalare.
* Pep. Decam. 120. Si mutano (U in-
dizioni ) li di settembre ed a mnxo il
mese, cioè in tempo non segoal.lo d. po-
terlo tenere a mente, come se fosse verbi
erasia in capo d' anno. (F)
* S- ' .fegaalat.^. vate anche Degmo Chd
vi Si ponga mente. IS'otobile. » Fir. Dite,
an. (k) Per molte segnalale cose che egli
operi 'in servigio di lui ec , e fon. eb.
egli incorra in molti affjnni. Bem. Uri.
l! 1 1. 3 E allor gode 1.. fortuna e sguana.
Quando fa qualche prova segnalata - (C)
* § II. Ji'ri;ito'«f.', .-«Ir ""'"'" Egregio.
Fxcelltnle nel <iio genere. - Rieett. Fior.
7 Le terre segnalate, che vengono in oso
dell, medicina, sono forestiere •. fO
X> ? Ili Sei:nalato, parlandosi di prr-
sona,''vale Egregio, Illustre , \obife. Caspi-
fuo.Lat n/.f nìa, e.rfmmi Cr. ItniTuo*
r.ie.A Slcr. 1 1 . 3.'>9 E di vero parevi ver-
gogna chiunque faceva professioned'.rme il
ioo trovarsi in on. t.nla e t.l guerr., o di
dentro . o di fuori, dove milil.v.no tolti
gli uomini più legnalati d' Italia. fO
« «• IV E In forza di tuli vale Uomo
segnalato ', illustre . Tac. Dav. Germ.
379 Io esseqoic niun. premor. ; sola-
5 E O
mente eoa cena speiie di I«gne ardono i
corpi de* segaaljti; a'e ve&U, Qt-* odori gel-
Uno ÌD sulla catasta. (C)
SEGNALE . Sei;no , Conlrassfgno .
Lat. si^ntim , nota . Gr. <srìttitov . Sen.
Pist, Acciocché tu possi di colpo trovar
\t buone parole, io vi metterò segnali che
le ti mosterranno iuconlancnie. Bocc. nov,
19. l5* Ma niuuo segnale da potere rap-
portare le vide, l'uort che uno rh* ella d'
•vea sotto la sinistra p>>ppa ì ciò era uà
oeo. E num. iS- Tutto Del viso camLia-
to , exiaadio se parola non avesse detta ,
diede assai maoifesio segnale » ciò cs^er
vero . E nov. 3a. 18. lo diedi uo gran-
diuimo bacio ali* Agnolo, tale che egli vi
si parrSi il segnai» parecchi di . /: nùv.
45. li. Perciò raniiiiemorjiti se ad alcun
segnale riconoscer la credessi.
f §. I. Sf anale , si tlice anche Cia-
scuna costeltiìzìont che ai trova ntllo
zodiaco, 0 vicino ad esso, ed anche Cia-
scuna deile dodici parti , nelle quali si
divide l* Eclittica . Ott, Com. Inf. il.
aio. CoDciosjiacosa dunque che *1 segua-
le del Pesce preceda immediatamenle 1*
Ariete .
+ §. II. Segnale» si dice anche l'Ori-
ma degli ammalati che si mostra al me-
dico . Bocc» nov. 83. 6. A me pare che
to te ne torni a casa , e vaditeoe in sul
Ietto, e Taccili ben coprire, e che tu man-
di il segnai tuo al maestro signore.
f §. III. Segnale , trovasi anche per
insegni, Amet. 89. Per vittorioso segna-
la il mio scudo voglio a quella lasciare.
f *§. IV. Segnale, vale anche Aspetto.
Sembianza. Ninf Fii-s. 211. E comechè
per gli aOanni passati Nel viso ancora
avesse pallidezza . Nondimen quel color
pareva tale. Che più gli dava femmiail
Mgoale. (B)
f §. V. Segnale, trovasi anche per Au-
gurio , G. y. 8. 121. I. Non gli lascia-
vano entrare in loro terre , ma scaccia-
vangli , dicendo eh* era mal segnale alle
Csrrc, ove entravano.
SEG>ALETTO. Dim. di Segnale, Lat.
*M><u/a. Gr.3>)/iartov. ia/t'in Pros. Tose.
M- 24. Poscia alla fi. ec. apponeva il sopra-
•critto segnalelto.
SEG:NALUZZ0. mm. di Segnale. Lat.
^Mtlula. Bocc. nov. 76. II. Fece lor fa-
re un certo segnalutzo, per lo quale egli
molto bene le conoscea . lìorgh. Arm.
Pam. 86. Quasi sempre bastando loro con
ogni piccolo segnaluzzo contrassegnarlo.
SEGNARE. Contrassegnare, Far qual-
che sesno , Notare . Lat. signare . Gr.
9fp%yi^tKV. Bocc. nov. c)9. ^O» Sopra il
qoale esso una grande e bella corona po-
M di gran valore, e sì la segnò, che
apertamente Tu poi compreso y quella dal
Saladino alla donna di messer Torello
esser mandata . E l'it, Dant. 2.5^. Ac-
ciocché insieme andassero a cercare nel
luogo mostrato a lui , il quale egli otti-
mameote nella memoria avea segnato .
Amet, 96. Acciocché Ìo bene i loro pia-
ceri operando , possa con bianca pietra
segnare i pochi giorni . Dani. Inf. 26.
Quando venimmo a quella foce stretta ,
Ov' Ercole segnò li suoi riguardi . But.
ivi: Segnò li tuoi riguardi, cioè pose le
me colonne in segno , che nessuno passi
più oltra. ì'inc. 3fart. rim, 21. E di ve-
stigia eternamente sole Lo smarrito sen-
tiero ognor segnate.
§. I. Fìguratam. Dant, Par. i3. Però
»« il caldo amor la chiara vista Della pri-
ma virtù dispone e segna. Tutta la per-
fexìon qnivi s'acquista. Bat, ivi: E però
dice segna, cioè imprime to suo suggello.
E Dant. Pnr. 16. Quai fargli anni Che
si segnato in vostra pnerizia ? (cioè, che
oùUefimo era , 0 qu^e anno correva ? ) .
5 E G
E l8. Io vidi in quella giovial facella
Lo sfavillar dell' amor » che 11 era , Se-
gnare agli occhi miei nostra favella .
But. ivi : Segnare , cioè per segno dimo>
strare .
§. II. Per Notare le misure di qua-
lunque sorta, contrassegnandole per giù-
ste con piombo , fuoco , o simili. Lat. .*/-
gnare, notare. Gr. afpx-/i^tt\t. Lib. Son,
XI2. Però si segnan gli orciolin co' piombi.
§. III. Per Far segno di croce. Dar
la benedizione. Lat. benedicerc , benedic-
tionem impt-rtiri , Gr. 8u3^5'/Erv . G. V.
5. I. 5. Il Papa ec. palesossi al Re e al
popolo, e cominciò a segnare. M, V. 3.
l5. U Vescovo di Firenie, ricevuto colle
sue mani il detto braccio , rolla mano se-
gnando la gente , ec. Dmt. Inf. 20. Luogo
è nel mezio là, dove il Treiiiioo Pastore,
e quel di Brescia , e *1 Veronese Segnar
poria, se fesse quel cammino.
g. IV. in signific, neulr. pass, per Farsi
il se^no delia croce . Frane. Barb. 82.
11* Vedi un, che al Sol si segna, e leva
su, e falli certo onore. ì'it, SS. Pad. i.
27. Veggiamo che , segnandosi 1' uomo e
raccomandandosi a Dio, iocontaaente dis-
pare (il Demonio). ì'it. S. Mar'^U. i5i.
Quando ella vi venne ad entrare , Sì si
comincia a segnare. Ciriff. Ca/v. 3. Io3.
Aspetta purj che se tu gli vedrai. Ti segne-
rai con più di cento croci. Cj/jt. IJott.
1. 12 Ancoraché il segnarsi, come ora
tu fai , sia bene ec. , egli è ora fuor di
proposito.
■f 5? §. V. In proverb. Odi il vange-
lo , e poi ti segna , dicesi ad accennare j
che prima di giudicare si dee ascoltare.
Cccch. Dot, 1. I. Bin. A' segni e' mi par
che tu facci poco I' uno, e manco l'altro.
Ma. Odi'l vangelo, e poi ti segnaC^^
g. VI. Per Maravigliarsi, o Farsi
il segno della croce per maraviglia, Dit-
tam. 1, 18 Quando vi penso. Ancor per
maraviglia me ne segno . ^ a. 8. Qui
pensa, se di tale onor fue degno, Oh' io
il vidi al dimandar tanto discreto , £ li-
berale al dar, eh' 10 me ne segno. ^^ Frane.
Sacch. nov. l63. Ogni cosa veduta, si co-
minciò a segnar per forma che quasi fu
per uscire della memoria. (F)
* §. VII. Segnare, talora vale Pren-
der la mira. Lat. collineare. Bern. Ori.
3. I. 64* Giunselo appunto ove 1' avea
segnato, Sotto al ginocchio, al fondo del-
r arnese. (N)
* g. VIII. Per Cogliere, Ferire . Ar,
Fur, 21. IO. Ermonide d* Olanda segnò
basso , Che per passare il destro fianco
attese: Ma la sua debil lancia andò in
fracasso, E poco il cavalier di Scozia of-
fese. (Br)
f ^ §. IX. Segnare, vale anche Scri-
vere il proprio nome sotto un Contratto ,
una lettera, una supplica, o simile, affine
di confermare, e rendere valevole, o simile,
ciò che vi si contiene . Benv. Celi. Vii.
Date qua quel motuproprio: e presolo, di
sua mano subito lo segnò. (A)
g. X, Per Cavar sangue. Lat. sangui-
nem mittere . Gì. y).ej3oro/jiertf . Cr. 9.
5. 6. Per guardare la sanità del cavallo,
sì dee quattro volte segnare della vena
usata. È cap. 19. 2. Se '1 cavallo è gras-
so, e di perfetta ctade , gli sì dia a bere
a sua volontà, e poi d' araendae le tem-
pie, e di ciascuna gamba delle vene usate
sì segni. M, Aldobr. B. V- Chi si fa se-
gnare , sed e* non puole aver lo sangue
al primo colpo, non si faccia più fedire,
se gran raestier nun gli fa. E P. N- 3i.
Le due vene delle tempie, che la 6sica
appella arterie, perciocché elle dibattono,
alcuna volta le fa il savio 6sico segnare
e incendere > G. V. 5. 7. 3. La prima
pietra che si fondò , la calcina s* intrìse
S £ G
u3i
di sangue , che si segnaroQ delle braccia
i sindachi a ciò mandatù
5^ §. XI. Ses,nare. Termine de' Pittori^
Scultori e Architetti . È propriamente
Fare quel disegno, o segno, o tineamenlo
col gesso in su la teia^ 0 tavola , accen-
nando la figura che 'l Pittore vuol dipi-
gnere j e quello che (a io Scultore eoa
carbone o matita sul marmo, per dimo-
strare la quantità che ne dee levare J 9
P Architetto per esprimere il suo pen-
siero confaLtlità e brevità, e quasi ao-
cennanilolo. Baldin . toc. Dis, (B)
SEGNATAMENTE. Avverh. Con se-
gno.
g. I. Per Espressamente. Lat. exprcsse,
manifeste, signanter. Gr. oiaovj'^jiw;. Mor .
S. Oreg. 1. 8. Vedi che la somma Ve-
rità segnatamente dice, che nella lingua
più ardeva quegli che sì splendidamente
era vivulo. E altrove: Quivi non si di-
ce, se non quando noi dimostriamo alcun
luogo segnatamente. Varch. KrcoL I79.
Ciò avviene ogni voIt.i che egli si debbe
rispondere segnatamente ad alcun pro-
nome.
'.' §. II. Per Appositamente, A posta. Ott.
Coni. Inf. ^, 35. La prima (patte) al*
luoga in parte tenebrosa j la seconda in
luogo, dove è alcuno lume procedente da
una lumiera segoatamcnte posta ijuivi. (C)^
t SEGNATO. Add. da Segnare. Lat.
signatiis, insigtiitus, inscipUts , notatus ,
impressus. Gr. "Jior'jij/jio;. Bocc. Conci.
IO' Tutte nella fronte piTtan segnato
quello che esse dentro dal loro seno na-
scoso tengono ( cioè, aperto, 0 manifesto).
Fiamm. 2- 18. La tua vita e la mia
cacciate non sicno dal tristo mondo prì-
raachè venga il disegnalo f'cioèj prescrìt-
to ) . Dant. Purg. 12. O Niobe, con che
occhi dolenti Vedev' Ìo te segnata in sulla
strada 1 (cioè , effigiata , scolpita , ritratta ).
E Par. 17. Siedi 'ella esca Segnata bene
della 'nterna stampa { cioè, impressa, scol-
pita, improntata). Petr. conz. 3o. 1. Ch*
ogni segnato calle Provo contrario alla
tranquilla vita ( cioh, battuto, calpesto,
usiiato ) . Cr. 2. l5. II. Il sativo e no-
vale campo sono da cavare e da srare,
perocché in altro modo ì semi non ben
s* appigliano in loro per le segnate cagio-
ni. Pailad. Ottob. 12. Si vogliono riporre
i frutti da serbare secondo ì modi segnati
di sopra (in q-.-esli due esempii vale as-
segnalo , addotto), Ott, Coni, inf, 23.
395. Gl'ippocrili paiono santi e buoni, e
dentro è nulla di bontade e di santitade,
sicché il segno di fuori non hac alcun se-
gnato dentro (qui in forza di sust, , e
vale la Cosa segnala).
=l< g. I. Per Sottoscritto. Car. leti,
ined. 3. 78. Secondo la convenzione e la
supplicazione, che avemo fatta lor vedern
segnata dì man del Papa. (C) Bern. Ori.
I. 27. 46* £ fattogli gratissima risposta.
La patente segnata in man gli porge. (N)
* g. II. Per Distinto. Bemb, AsoL
4>'>> Le quali passioni, perciocché si come
venti contrarii turbano la tranquillità dell'
animo ec, sono per più segnato vocabolo
perturbazioni chiamate dagli scrittori. (V)
g. III. Segnalo, e benedetto. Aggiunti
che si danno ad alcuna cosa, ihe^ si vo-
glia rilasciar liberamente , e senza ecce-
zione alcuna , e con animo di non rivo-
lerla. Pecor. g, 4- ""^^ '• ^ '^''" *?°
fermo di fare, e voi v' abbiate 1' eredita
segnata e benedetta. Frane. Sdcch. nov.
88. S* egli è andazzo di tor vigne, che il
vostro consono s' abbia la mia vigna se-
gnata e benedetta. Malm. 5. 55. Prenda
Cupido allor, ch'io gli prometto Lasciar-
glielo segnato e benedetto. Menz. sat, 4-
Per queUo io non ho lor la laurea lolla;
La lascio lor segnata e benedetta.
Il32
S E G
# SEGNATOIO. Term. d,glt Artisti.
Strumento di varie Jornit, che serve per
imprimere sulte materie, che si adopi-ra-
no, qualche segno che dia norma neU'o-
perare. (A)
# §. St-Qnnloio. Term. de* Fali^iai.
Strumento di ferro a ruota con gruccei-
la, per far rif*hi diritti al cuoio. (A)
SEGJNATORE. Che segna , Che indi-
ca. Che accenna. Lai. index, ostensor.
Gr. sijjLtavTig'p. Lih. Astrai. Ilivolgi Ij
rete ia modo, che ix ritolga il capo Caa-
cer di sotLo dall' orizzone, e Ìl capo del
segaatore eoa 1' uno , ioGacbè s* aggiua*
gaoo ameoiluDÌ all' orìstonc orcìdeotate.
SEGNATRICE. Verbal. fem. di Se-
gnalare, Liit. signatrix, notatrtx. l-tb.
Pred F. li Ke prendono sempre la ri-
cordanza eoa la propria peQoa tegaatrice.
SEGNATURA. Segno. Cosi dicono t
Medici III Somiglianza che hit una pianta
con qualche altra cosa. Lat. * stgnatio ,
signatura. Red ì'ip. I ({Q. Favoloio e
ancora tutto ciò che d<ir astrale ec. e ma-
gica virtù della legoatara dell' erbe hanno
kogaato alcuni autori K appresso: Per
aver le spine del cappero la segnalur^^de*
denti della vipera, per questa ragione il
cappero sia per ciser sommo e possente
medicameulo da guarire i morsi vipe-
rioi.
■J- ^r §. Segnatura, è anche un Tribunale
supremo di Roma , composto di sette Pre-
iati, e (li un Cardinale, che coi nome di
prefetto ne è (/ c.ipo. Si cfiiama Segna-
tura dì giustizia e di grazia, perche non
so^o rende ra<^ione cnmc gli altri tribù-
nali, ma con facoltà sovrana fa grazie.
Segner. Mann. Scttcmh. l3. 2. Volle
che un tale aSjrc passasse, per dir cosi,
non in segnatura di grazia ^ ma di giù-
iti»ia. (D
SEGNETTO. Dim. di Segnoj Piccol
■legno. Lai * notula. Gr. cni/AaTtov. Borgh.
Arm. ()3. Potrebbe questo segnetlo della
croce del popolo tenersi comuoemeole per
buono indizio di questa popolarità.
SEGNO, si dice Quella che, all' offe-
rir se medesimo a* seitù , dà indizio d'
un' altra cosa Lat. signum , nota , in-
dicium. Gr. cijye'ov. Tes. Dr* 8. 53.
Segno si i; una dimos'.raaza, che dà pre-
sunzione che la cosa fu, o sarU secondo la
signifìcanza di colui. Race. nov. i. 12.
Sarebbe gran biasimo, e segno manifesto
di poco senno. E nov. 18. 21. Avendo un
ugno e altro guardato di lui , e non po-
lendo la sua infermità tanto conoscere ,
tutti comunemente si di^peravan della sua
salute. IC nov. 58. I. Con onesto rossore,
ne* lor visi apparito, ne dieder segno.
Pass. i:ao. Ne mostrando segno di so-
spetto veruno, un dì pregò il prete, che
r accompagnasse a cerio luogo. Dant.
Par. 0- E al mio Ddlisar commendai
l'armi. Cui la destra do! Ciel fu si con*
giunta. Che segno fu ch'io dovessi po-
sarmi. Petr. cap. 7. Questi è corso A
morte, non T aitando: i* veggio i segni.
§. l. Segno , per Contrasu'gna, Lat.
signitm, symbalum. Gr. arip-dav, c\JfJ.^o-
iov. Rocc. noi\ 27. ^17. Tra per questo
e per gli altri segni riconosciuto fu colui,
eh era stato ucciso, essere stato Fatinolo.
E nov. So. 9. Del quale tutti i segni le
diue.
§. II. Per Figura impressa , Stili-
lo. Lat. signum. Gr. ctiptìo-/. Pas^. 3lÌ2.
Involgono scritte di nomi di demonii , a
di segni, 0 tli figure, o di caraiieri da'
demonii trovati e segnali. ^ Dant. Purg,
iH. Ma non ciascun segno E buono, an>
corchi) buona sia la cera Rut. ivi : Lo
Cattivo suggello, che fa lo ■•■gno nella ce-
ra, fa citiìvo segno orila cera, beoch'ella
}ln hnont,
S E G
§. III. Per Miracolo. Lat. signum,
pjrtentum. Gr. oij/e'ov Dant Par. 18.
Dentro al tempio , Ch" si murò di se-
gni e di martiri. Amm. Ani. IQ- X. 3.
lo reputo che la virtù della paxieoiia sia
maggiore, che segni o miracoli. Coli Ah.
liaac, cap. 3. Non agguagliare coloro che
fjnno i segni e le maraviglie e le virtndi
nel secolo, a coloro che sono saviamente
io suliludioe. * Fior. H. 376 lo »tupe-
fatlo di questo segno domandai li sacer-
doti e r interpreti delU segni che volea
esser quL'sto. (C)
g. IV. Segno, Segno celeste, 0 Segno
dei Zodiaco, ti dicanole CosteltaMÌoni che
in esso, o vicino ad esso si trovano ; e an-
che le dodici Parti, nelle quali si divide
l'eclittica. Lat. gi^^num, dodec aie monta .
Frane* S-iCch. rim, 16. Passalo ha '1 Sol
tatti i celesti segni Già 1' undecima rotta.
G. V. 12. ^0- 4- '' piaaeto di Marti
entrò nel segno del Cancro addi la. di
Settembre. Quid. G. Poichl' furono rice-
vuti in cielo, fecero il segno dfl cerchio
del Zodiaco, il qudle fino al dld' oggi si
chiama il segno di Gemini. Rorgh, Rip.
70. Quai s-gni sod quelli che dal mare
dipendono t ec. Il Montone, il Toro , il
Granchio, lo Scorpione, il Capricoroo , l*
Ar|uarìo, ed i Pesci.
§. V. Per Cenno. Lat. signum, si^ni-
fìcatio , indicium. Gr. on^sTov, sriftasta,
iii^a-ti^, lìocc. nov, \l\. 7. Tanto attese,
che ella vide Ricciardo, e fecegli un se-
gno posto tra loro. E nov. ^5. 7. Sic-
ché, quando vedesse un segno, ch'ella
fartrbbe, egli venisse. K num. 8 E fatto
il segno posto, andò ad aprir l'uscio. E
nov. Q5. i5. Se n' andò alla buca, e fece
il segno usato. Amet. 89. Perciocché essi
sono allo mie battaglie disposti , e senza
segno centra ì nimicì si affrontano , per
vittorioso segnale il mio scudo voglio a
quella lasciare. M. V . 1. 11. A uno segno
dato, ordinate le guardie de* sergenti so-
pra il carriaggio, corsono i cavalieri a' loro
cavalli. Fir. A-u l38. Già hanno mosso
il campo, ordinate le squadre, dato il se-
gno. ,4lam. Gir, 22. 4^* ^'' ^* segno
Giron, che non gU grcva Cb* altra nuova
battaglia seco prenda.
g. VI. Per Falere , Arbitrio, Liì. nu-
lus. Gr. vcJai;. M. 7'. 2. 20. I Gam-
harorli , a cui segno Pisa si governava ,
non vollooo rompere la pace. A' ^. 17.
Mostrò di voler l'are dell* aquila la vo-
lontà del Re ; ma con astuzia e segno ,
dissimulando col Re, tenea l'aquila con-
tinuamente at suo segno,
§. VII. Per l'Orina degli ammalati,
che si mostra ni medico. Rocc. nov. 83.
7. Bruno, andatosene al maestro Simone,
vi fu prima che la fanticella, che il segno
portava. E num. 8- Il maestVo, veduto il
segno, disse : ec. Frane. Sacch. nov. 167.
(Costui porta non il segno, ma un diluvio
d' orina al medico /:.' appresso : Aveagli
recato un segno maraviglioso , e sforma-
to, di uno orinale pieno , e d* uno or-
ciuolo. Rurch. 2. 63. Mandagli il segno
tuo neir orinate.
§. VIM. Per insegna. Lat. signum, in-
signe. Gr. o*]U(Tov , TtaLpoiayìtjiOV. Dant.
Par. Q, Perche tu veggi con quanta ra-
gione Sì muove conlra *1 sacrosanto segno.
1\ più sotto i Ma ciò che *I segno , che
parlar mi face. Fatto avrà prima , e poi
era fatturo, ec. P Tesetd I. 64- Entri
neir armi dunque chi n* è degno ec.j Ed
a chi piare più con disonore Vita che
pregio , non segua mio segno | Vivasi
quanto vuol seoaa valore. (R) Tasi. Gtr.
1. I. Sotto ai santi Segni nduua ì suoi
compagni erranti. Rorgn. Rip. 6o5 Fece
il srgnn della compagnia degli uomini
di qu«I paese. tDj
S E G
g. IX Per Vestigio, Orma. Lai vesii-
gium. Gr ly^vo^. Pe'r son- 171. Or eoo
si chiara luce e con lai segni Errar dod
dessi in quel breve viaggio.
§. X. Per Bersafflio. Lai- stgnmm ,
scopus, termiaus ■ Gr. oroitòi- Bocc,
nov. 7. I. Bella cosa è ec. il ferire 00
segno che «ai ooo si muti. Petr. som.
I03. Amor m* ha posto come segno a
strale. Dant. Purg. 3i. E con meo foga
l'asta il segno tocca. E Par. i. Che ciò
che scocca, dritta io segno lieto. Rem»
Ori. l. 19. I. Forse chi t'insegnò di trar-
re a segno Coo quel tuo arco, a aoo vo-
lere errare. Ti disse che la vera maesliia
Era dar nella testa tnlUTia. f 3. 8. 5.
Certi strumenti da tirare a segno, Qoal
s'apre con romore, e qoal si serra.
§. XI, Per Termine prefisso. I.at.
terminut. Gr. 0035. Dant, Par, al. Sic-
ché non presuma A tanto segno più muo-
ver li piedi. Petr, son. ^6. 1' rivolsi i pen-
sier tutti ad un segno. E san, 3t6. Dam-
mi, Signor, che '1 mio dir giunga al se-
gno Delle sue lode. E cap. 10 Volsimì
da man destra, e vidi Plato, Che in quel-
la schiera andò più presso al segno , Al
quale aggiunge a chi dal Cielo e dato.
Rocc. Intr. 37. Sema trapassare in al-
cuno atto il segno della ragione. J/. F,
9 8;. Cominciai' hanno cosi aspra gin.
stizia, che passano i segni per troppa rì-
gidetza.
g. XII. Per Macchia, Livido, Rotso'
re. Cicatrice > 0 aitra simil sorta di ve-
sligii. Lat. nota, macula, vibex . Gr.
p<ày<a^. Rocc. nov. 68. 17. Mi ponete
mente , se io ho seguo alcuno per tnlU
la persona di batiitura. Dant. Jnf. aS.
La giuntura Non facea segno alcun che
si paresse. E Par. a. Ma ditemi, che son
li segni bui Di questo corpo?
* g. Xlll. S'-gno, per Statua, 0 Altro
lavoro di scultura. Dant. Purg. la. O
Roboam, già non par che minacci Qnivi
il tuo segno (cioè, l'immagine scolpita).
E appresso: O llion , come te basso e
vile Mo.%trava Ìl segno che lì si discer-
ne. (D Ar. Fur. 43- 8'- Fermava il piò
ciascun di questi segni Sopra due belle
immagini più baste. E st. 95. Djlee quan-
tunque e pien di grazia tanto Fas*e il suo
bello e ben formato segno. Tass. Ger.
x6. 7. Di colai segni variato e scolto Era
il metallo delle regìe porte. (3fj
* g. XIV. ì'ale anche Pittura, o Di'
segno. Fir. rim. 5. Potre'si amar d' Apelle
anche un bel segno . E As. I bicchieri
grandi di varie foggie , ma lutti d' no
pregio : quella era di vetro ornato dì hel-
lissimi segni; quell* altro di cristallo tulio
dipinto. (B)
^ g. XV. Segno , chiamano i Sarti
Una st'cca semplice di tutte le hirgheisr,
che serve per segnare gli uccktelti di tut'
te ie i;randfMze. (.4)
* g. XVI. Condurre m segno, valt Mamdi^
re ad efetto. Ar, Ctnq. Cant. 3. 58. Quel
che avverria a ciascun , che già rredesse
D'aver condotto uu suo desire a se-
gno. (Tir)
g. XVII. Fare il segto della croce,
vaie Segnare nel signific. del §. III. Lai.
munire si^no crucis. Gr. oxi.uotrt'^ii*
tJ:tov roJ ataw^ou. Dant. Purg a. Poi
fece il segno lor dì santa croce.
g. XVIII. E in signific. nemtr. pata.
%'ale Sfgn.ìrsi, 0 sia per divosiene, o per
maraviglia, Rocc. no^•. 99. 44' Falioei
il segno della croce, andò a lui. f^mme^
Sacch. nov. a3o- Fanno vista di maravi-
gliarsi , facendosi ìl segno della croce.
Bern. Ori. I. 6. ao. Fecesi Ìl segno del-
a croce il frate, Di qualcba mala cosa
1
dubitando.
^. XIX. Fare s(dr« « *egi»o, 0 T^naro
« sefii'y , ¥aU Costrìgnere a ubbidire.
Lat. in officio coniincre. Gr. ti tw TTOO*
ff*l'xovri xaTs'jj*»»- Pi^f»'- co;», i. Pur Fau-
«tioa il fj qui stare a spgno. Sen, Een.
yarcK 3. 36. A nessun altro fu lecito
f<re iure uo tril)uno del popolo a ìcgno,
seozj essproe gastigato. Mcnz» sai. 8. Se
Qoo che gli occhi straluDÙ il padrone» E
tenne quelli scimuniti a segno, f imperf.
S*im. D. g, T. 8. 22. Le bcsiic non
banoo dentro dì loro, ma fuori di loro il
coDtradittorc che le tiene a segno. (F)
t * g. XX. Ridurre al segno t vale Ri-
durre ali* ubhidiema, alt' es ter di prima.
Borgh yese. Fior. Sao. Gli riuscì con
mìoor fatica di ridurre ai mano in roano,
or questi or quelli, al segno, (f'}
§. XXI. Tornare a sfgno , v.jle Ri-
dursi mi luogo, o edl'esìer di prima; e
pigliasi in buonn pitrte. Lat. rfsipiscere.
Gr àA^/ifztv. Tac. Dav. Star. 1. 244-
Le legioni quarta e diciottesima, soHdolte
da pochi, non esser passate oltre alle pa-
role e le grida, e tosto sarteno tornate a
t^goo (il testo lai, ha in ufficio fore ] .
3torg. 31, 100. Come fjicon che s* è le-
vaio a gioco. Ed ha disposto paese vagare,
E non tornare al suo signor più a segno.
§. XXII. DarCfO Trar nel segno, va'
le Colpire nel bersaglio ^ che anche di-
ciamo imberciare. Lat. sc^ptim attingere.
Cr. T9ÌJ «JtOTOÙ TU7X«i'8(V. Frane. Barh,
36o. \ Io noi fo cieco, eh* e' dà ben nel
segno.
§. XXIII. £ per meta/. Trar nel je-
gKOj vale Porre la mira addosso ad alca-
rto. Giudicarlo otto a checchessìa. Frane.
Sacch. nov. i^g. Tutti traevano nel segno
con le voci a questo abaie, per lo più
santo uomo che fosse in Francia.
§. XXIV. Pure per mela/. Dare, o
Trar net segno, vagliano. Apparsi, Piglia-
re il nerbo delta cosa. Lat. rem acu tan-
gere, scopum attingere. Gr. toù exoizoQ
TU'/x*''"*- Farch. Ercol, 87. Dare in
brocco, cioè nel segno, o%'vero bersaglio ,
ragionaoJo, è apporsi, e trovare le con-
^Dturc, o toccare il tasto, e pigliare il
Derbo della cosa. Sacg* nut. esp. 7 Pro-
vando, e riprovando, scemando, e crescen-
do ec , finché si dia nel segno.
§. XXV. Per filo e per segno. 7',
FILO. §. XXXIV.
§. XXVI. Segno per segno, posto av-
verbiatm. vale Punto per punto , A un
puntino. Minutamente, È.iatinmentr, Pun-
tuatmente. Lai. ad atìusiim Gr. ztiT ora-
3/<i]y. Fir. Di.<c, an. 90. La putta, che
aveva osservato ciò che vi si era fatto i!
di filo per filo, e segno per segnu gliele
raccontava- E As. i33. ^e reslava nna
di dimandare Psiche punto per punto, fi-
lo per filo, e segno per segno, chi fusse
il padrone di quelle maravigliose ricchez
te.
nr §. XXVII A segno che , locuzione
congiuntila , che significa Di modo che,
Talmentechè. Rucell. Leti. 32 Godo ec.
ch'ella si conservi con la slessa felicità in
QDa stagione caldissima, che non è stJta
ùmile da molli anni in qua, a segno che
il Gran Duca Ser. che tien conto col
termometro esattamente di queste misure,
ri trova il caldo aver superato di quattro
gradi quello degli altri anni. (Cj Stgner.
Pred. Pai, Ap. LI. L'interesse ec. u-
avrpatosi il primo loogo, sovrasta a segno
che condanna star Dio nell* ultimo. (TC)
t *§• XXVIII. ^orfln jro/10, poj/o flf-
verbialmenU, vale Sommamente. Segner.
31ann. Ittgl IO. 2. Tu, cercando cose
sulla terra difficili a conseguirsi ec , con-
vien di necessìlà che trascuri a gran segno
quello che importa , per quello che non
imporla. (T'j
Jr §. XXIX. Air ultimo segno, posto av-
S E G
veibtalm. vale Estremamente. Red, Leti.
I. l^O- Vi erano come in un covac<-iulo
due lombrichetti bianchi, lunghi lunghi,
ed air ultimo segno sottili. (C)
SEGNORAGGIO / SIGNORAGGIO.
* SEGNORAWZA. /' A Signoria.
Rim. Ant. Dani. Miiian. (san. Ahi gen-
til donna, ec), Ghed eo servendo a voi
di buon coraggio, Ali pur disdegna voslra
segnoranza. (f)
SEGNORE. r. SIGNORE.
* SEGNOUEGGIARE. T. A Signo-
reggiare. Fr. Giord. 80. Troppo è gran-
de briga e rischio a segnoreggiare gentp,
e a correggerli : no '1 sa oRo'uomo? (l'}
Introd. 1 irt. 12. E li desiderai della car-
ne, i quali non potevano in voi luogo a-
vere, vi debbiano mai sempre segnoreg-
giare. (C)
t * SEGNORI'A. l\ A. lo stesso che
Signorii . Sen. Pisi, j8 Egli è tanto
grande la loro schifiltà e segnoria, che si
Ijduo portar dietro la cucina. (*)
5EGNUZZ0. Dim. di Segno. Lat. m-
dicium, i-esiigiitm, Gr. rsx/jiyj'piov. Galat.
l3. Le deono tenere in palese (le mani),
e fuori d'ogni sospetto, e averle con ogni
diligenia lavate e nelle, senta avervi su
pure un segnuzto di bruttura Fir. As.
|34- Egli era un certo h:] giovane, nel
cui bel Vi. Ito appena appariva alcun se-
gnuzzo di barba.
f SEGO. Grasso d'alcuni animali,
che serve per far candele j Sevo. Lai.
sevum, Gr. ureap Buon. Fier. ^. i, n.
Sopra due roccbetii Pillottati di sego antico
e nuovo. Sagg, nat. esp. \[\^- Vi cacciam-
mo dentro un cilindro di legno di bossolo
ec, benissimo imbevuto d'olio, e di sego,
perchè non avesse a inzupparsi.
g. Sego, in vece di Seco. V, SECO,
§. III.
SEGOLA. r. SEGALE.
SEGOLO. Pennato. Lat. serra. Gr.
Tlpi'wv Pallad. Febb. 12. Il segolo, con
che poti, non in giù ec, ma io su sem-
pre SI vuole menare. Fr. lac. Cess, Alla
cinta aveva uo segolo, ovvero pennato,
con che si polan le vigne e gii alberi, ta-
gliandone il soperchio . T'ett. Colt. 3^.
Deesi ec, levar via col segolo quel poco
che ha roso e quasi abbruciato la sega .
Buon Fier. 2. 4 i5. E potatoi, e segoli
da nesli. E 3. 5. 5- Buon vtUan qua giri
segolo. Piantatore or corvi l'omero.
■j- SEGO>E. Sega grande j ed ènne con
telaio, e senza, in luogo del quale hanno
due manichetli . Lat. lupus. Gr. 70'poi ,
Spi-:iCf.vov . Pallad. cap. ^i. Falci da
mietere , falci fienali , marroni e segoni
per ricidere , lunghi d' un braccio , o
così .
§. Segone , in vece di Pennato, o di
Segolo. Lat. serra. Gr. TTpu'oiV . Pal'ad.
cap. 3;. Alcuni serbano il grasso dell*
orso pesto coli' olio, e uogoone i segoni,
co' quali potano.
SEGREGARE . Separare. Lat. segre-
gare, separare. Gr. aj/O^t'^aiv. 3hr, S.
Greg, Segregale da' loro corpi , come si
segregano le mature biade dalla terra .
l'end. Crisi. Qp. div. Andr. 102. Se-
gregatemi Barnaba e Paolo io quella o-
pera, cioè dell' Apostolato, al quale io gli
ho assunti.
SEGREGATO . Add. da Segregare .
Lat. segregatus , sepomtus » Gr Xt^pi-
c&ei\ . Mor. S. Greg Segregate da' loro
corpi, come sì segregano le mature biade
dalla terra. Scrm. S. Agost. 56. Ma voi,
che siete segregati dal secolo , e siete al
tutto fuori del mondo ce, dovete amare
giustizia in ogni vostra operazione.
SEGREJJMA. // diciamo, in modo bas-
so, a Persona magra, sparuta, e di non
buon colore. Fir. Lue \. 2. Così bìso-
S E G
1153
gna fare a queste segrenne, che ti hanno
cura alle m^ni , Buon. Fter. Intr. a, 8.
Io non vo' più caccia Di queste salami-
stre. Di queste ^pigolistre, Di queste tue
segrenne Aìleg. 167. Fingon la fama sol-
lazzante , vergine ce. , e 1' Avarizia una
segrenoa. Milm. 2. 6^. E veduto ch'egli
era una segrenna , Idest asciutto , e beo
condiziunalo , ec.
t * SEGRENNUCCIACCIA. Peggiorai,
insieme, ed avvihtivo di Si-grenna , dette
quali forme la lingua Toscana i fertilis-
sima produttrice j e dicevi Ut Donna ma-
gra , accidiosa* Red. Dilir. Jrtan. Vat-
tene in precipizio, Brulla, segreonucciaccia
sabmislra, Dottoressa indiscreta, e sniiio.*
listra. (A) ^ ^
SEGRETA. Sust, Luogo segreto. Lai.
sccretum, locus secrelus. Gr. aTToV^wpoy
yùìpi'cv . / irg, i:„,id. M. E per la Jpi-
luQca paurosa, dove sono le segrete della
Sibilla.
§. I Per Quella prigione, netta quale
i ministri della giustizia non concedono
che si fivetU a* rei che vi sono ritenuti.
Lai. career sccretus . Gr. à7:oxp\Jfov
Ss.i}i<4rr,pi.Qt. J'arch. Stor. 6. J32. Tro-
vavasi in questo tempo nelle segrete, per
dovere essere dalla Quarantia giudicato ,
il capitan Pandolfo Puccini. Salv. Spia.
4. 5. Bernabò a quell' ora, e così la Rosa,
saranno menali nelle segrete. Buon, Fier.
4 I. I- Provai qual fosse più Nero, o '1
buio notturno, O quel delle segrete, Ov*
io rinchiuso fui.
g. U. Per Quella parte detta messa ,
che il sacerdote dice sotto voce. Lat. se-
creta. Gr, fj.vnriy.a\ Maestruzz, 1. 4- Se
inoanzi alla consecrazione tu t' avvedi che
l'ostia è corrotta, ovvero che non fosse
di grano, levala, e Ione un* altra, e rico-
mincia la segreta. E I. 7. Nola , che se
'I prete si ricorda, diceodo la segreta, che
commise alcuno mortale peccato, dolga-
sene , e propongasi di confessare il piò
tosto che potrà, e cosi sacriBchi, e pigli
il Sacramento .
't §. Jll. Segreta . Term. de* Mitit.
]\ome particolare d"" una cu^a d* acciaio,
che si portava sotto T elmo a maggior di-
fesa del capo . Cecch. Sert-ig. 3^ 3. Fu
fatto una sera correr tutta Via Ghibelli-
na , ed aveva la spada , Il giaco , la se-
greta , la rotella , I guanti , gli stiniert ,
^ Lnsc. Rim. 2. 157. Mduiche , giaco,
segreta, e rotella Aver ti converria per ri-
parare I molti colpi (C)
SEGRETAMENTE. Awerb. Con se-
gretezza. Lat. secreto, clnm, occulte. Gr.
x^ysTj. Bocc, rto*-. 42. l4< E questo con-
viene che sia sì segretamente fallo , che
il voslro avversario noi sappia . E nov.
77. 29. E appresso segretamente con uà
suo fante se n* andò a casa d' un suo a-
mico Dani. Inf. 8. E '1 savio mìo mas-
siio fece segno Di voler lor parlar segre-
tamente . Maestruzz, 2- 3\. 2. Quando
alcuno parla segretamente , 0 manda al-
cuna scrittura , ovvero messo ad alcuno
Cardinale, quando sono rinchiusi per ca-
gione della elezinne del Pupa . Vii. S.
Gio. Bai. 25S. Tolse questa testa, e in-
volsela in qualche panno, e segrelamenlo
la sotterrò.
•f * SEGRETANO . T. A. Segre-
tatio, Dep. Decam, 76. In certi testi an-
tichi si truova scgreiano in cambio di
segretario , perchè può anche esser det-
to. (F)
SEGRETARIATO. Sust. Carica, o Uf-
fizio di segretario . Cas. leti. 38. Io ho
avuto in animo di risegnare il segreta-
riato a uno di questi miei nipoti. E y3.
Tuo padre mì ba liberato il segretariato,
cioè rimborsato del costo dì esso di avan-
zi falli in quella ragione per mio coQto .
n34
s E G
SEC
Buon. Fier. 1. 3. 4- Or torneremo a d.-
erumjr la budj D.l segreUrulo.
SEGRETARIESCO. AM. Di «?'■«(«•
rio, ApparleneM a sc«relario. Sah. A»-
vere. l. 2. 5. Tra que' \or nuovi Icrmini
corligiani, che esii appelbn scgreurie.chi.
s paion loro si leggiadri, non n' ha ninno
che e<:. non possa esprimersi nella pura
favella . ^
f J SEGRETARIO, SEGRETARO. e
SECrtETARIO. Sali. Cj'iii eh,' s'ahpera
negli iiff^ri se^rtli, e scrive /elitre del si>o
tignare. Lai- a secrrlir. ab epiiColis, in-
timiis alicuiits a MaiiUis . Gr. o TOiv
«sos'a'l'TM» y|5aa,uXTSj; . Ar. sat. 3-
Camc'rier, scalco, e secretano trova 11 si-
gnor, degni al i,rado. Rrmli. Slor ^. 53.
Parimente fu preso dal signor Gasparo di
Sanscverino il secretarlo del provveditor
Marcello. ri i ■
# g. 1. Segretario, dicesi anche Colui
che mene in caria le deliberazioni d,
qualche adunanti , o accademia . « Red.
Dillr. 17. Ed il Segni segretario Scriva
gli alti al calendario » . iO
§ 11. Per Colai che tiene segrete le
cose che gli s^n conferite . L.>1_ arca.io-
rum ce'anlissimus. Gr. TJ. 'xmfptra M«
uàXnT'X aTOJt/5UJCTO>£V05 . /lui. Puta.
20. I. Lo re Carlo manifeslò lo suo secreto
a uno do' suoi medici, lo più iecrelario e
confidente che egli avesse. Bocc. 'lO'' 79-
23. Perchè mi trovava cosi liuon segreta-
ro . Lib. Amor. 61. All' amatrice conce-
duto e a* aver simile segretaria . Frane.
Sacch. Op. div. li3. Le l'eramino non
sono segretarie, chi- per la fragilità loilo
dicono il segreto . Petr. san. l36. Amor
mi manda quel dolce pensiero , Che se-
cretario antico è fra noi due . C. T. 9.
162 I. La cagione nullo sapea , se non
certi segretaria * Tass Ger. 6. lo3. E
segretari! del suo amoro antico Fea 1 muli
campi , e quel silenzio amico. (D)
§. III. Per Lungo segreto, Ripasli.:Uo.
Lai. secreluni , locus secrelus , candito-
rìum. Gr. aTOzpo-^ov xoip'S»- l^";' ■*•
Grez. Dee sollecilamenle attendere di vo-
lere appresso di so stesso nel segretario
della sua mente sedere nella cattedra del-
r umillade.
f * §. IV. Per Sacrario, o Sagre-
sliaj ma In quella senso i: Ì'.A. Borgh
Vesc. Fior, t^!^^. Se n' aggiugneva Un
altra per quarta (parie delle Chiese) ec.
che e" chiamavano Segr<l..rio, e altri Sa-
crario , e noi , come credo. Sagrestia (di
Qui per similit. par tolta questa voce qui
sopra, §.ll).(r)
# SEGRETARIO. Add. fu dello dagli
antichi per Domestico , Familiare . FU.
SS. Pai. Occullamcnlo con alquanti suoi
secretarli donielli e donne se n' andò in
Alessandria. (A) III. S. Ciò Hai. 228.
Scontrò Pietro e Andrea , e alcuni degli
altri piii segretarii, e partironsi dalle tur-
ile. (V) Bus. 34. Elegge duo de'più suo'
scErelarii sergenti. fO
SEGRETARIONE Accreicit.di Segre-
tario. Alleg. l63. Quelli antichi segrelario-
ni della natura , del celo, e della terra ec.
insegnavano agi" idioti dell' eti loro la re-
col» vera del viver mondano.
SEGRETERIA . Un'ago dove .stanno i
SC'-relarii a scrìver le letlere, e dove la-
li scrillure ti conservano, l'arch. Slor,
proem. Non rilrnvandosi nella segreteria
alcuni libri puhUici ec , fui costretto ec.
# §. I. K per mela/. Imperf K. Tib.
D. l. T. 11» 66. La memoria conserva
neir archivio, e nella segreteria, di' ella
lia in custodia 0 sotto sua chiave, la niag.
gior parte dogli oggelli varii , che le so-
no colà coirò iramaodati da' cinque sen-
si. (F) , , ^
§. li. E per le Persone che s Impie-
gane in lai luogo. Bern. rial. l. 120. Se
mi vedesse la segreteria ec. Com' 10 m
adatto a bollire un bucalo, ce.
+ * 3. III. Segreteria, dicesi anche Una
cassilla d.l riporvi lell're e SCriHure,
d-tta altrimenti .Scannello . Sega. Stor.
3. 70. Nelle mani de' quali consegnale
tulle le letlere, e la segreteria di Niccolo
Capponi, dettono loro la cura, che avver-
visiono con gran dili^enta, se e" Irovasso.
no in quella, onde e' poleuono di nuovo
nuocergli. (FP)
•f SEGRETESSA. Segretaria , Fem-
mina cui si confi.lano i segreU, o che tiene
segrete le cose, l'irg. ICneid. Grande se-
grclossa aspetta le segreto camere de' vo-
stri regni (il Monti pensa che questo luago
del volgari::amenlo dell' Fneide sia gna-
ulo dii' capisti, e per consegwnU la voce
segreles.a sia filsa. Fgli opina che il ci-
talo luogo debba leggerti così: Te anco-
ra , grande sacerdotessa, aspellano lo se-
grete camere de' nostri regni. /'. Propo-
sta, voi. 3. p. 2. p. 282.)-
SEGRETEZZV. Astratto di Segreto.
Lai. fidelilas, fides. Gr. TJ nuTO', :ti-
,roT1i. Segne'r. Fred. 2. 5. Lasciamo slare
ec, che calò le portiere, che chiuse le por-
le, che dimandò segrcleiaa.
SEGRETIERE. K. A. Segretario, Uo-
mo segreto , che non manifesta i segni, .
Lai. arcanorum celandorum tenax , taci.
\ lus , fidelis , fidut . Gr. ra alM^jsnrx
àTo/pJTTToVsvo?. Pass. l35. Dee essere
ec. n.i.ienle, fedele segretiere, tacilo , paci-
fico. Giiisl G. Udendo egli la risposta del
suo scgreliere, ne' suoi dolori alquanto re-
spirò. E appresso .- Per la mia segretiera
addoniandalo, alla mia camera segrelaraen-
'° SEGRETISSIMAMENTE . Superi, di
Segretamente. Lai. occultissime. Gr. «3U-
oiuTKTa. Bocc nov. 1-. 28. Scgreiisii-
mamcnte tulli i saoi cavalli 0 lo sue cose
fece mellere in assetto, l'aich. Stor. l5
5q'|. Venuta la sera , fecero «egretissima-
nienle aprir la camera.
+ SEGRETISSIMO. Superi, di Segreti,
nel sigaific. del tema « /'. V. V>t. Tadd.
Dimostrò le segrelissimc coso dello arti na-
scoste sotto i delti degli autori, f .T;
:;: g. I. Enel si.gnilic. del%\U. GillCC.
Stor. 2. t5i). Perchè, segretissimo di na-
tura, non comunicava ad altri i suoi pen-
sieri. IL) „
f §. H. Segretissimo, vale anclie l,on-
ridenlissimo . FiJalissimo. Lai. mlimiis,
fidissimus . Gr. miTi'raro; . Bocc. nov.
17 28 Con un segretissimo cameriere del
Preme , il quale aveva nome Ciurlaci ,
scgretisiiraamenle lutti i suoi cavalli, e le
suo cose fece mclterc in assetto. F nov.
3l. 2I. Per un suo segrcUssimo famigliare
il mandò alla figliuola.
SEGRETO. Sast. Cosa oceulta.o lenula
occulta. Lai. arcijiam,secretam. Gr^airo-
X3U90V, aTS/spUTOv. /yoic. nee. 27. -o. Un
segreto mi vi convien dimostrare. E nov.
6j. 21. Se tu fussi savio, come esser ti
pare , non avresti per quel modo tentalo
di sapere i segreti della tua buona donna.
E nov. 7.). 7. Egli è troppo gr.n segreto
quello che voi volete saliere. Lab. 79. Al
qoale , posciach' io aiiileo divenm.ogm
.mio segreto fu palese, lì.int. /.■/■.l3.Cb.
dal seRCClo suo quasi ogni uoni tolsi /lui
ivi: Tanto gli venni in grana , e lauta
fedo mi dava, che ec. quasi a neasuno fi-
dava suo segreto, se ntm a me. ^
§. I. Tenere il segreto, vale ^0^ ma-
nifedare le cose occullr, o canfi.latt. Lai.
promisto secreto slare. Maeslrssu 2 32.
3. Imperocché tenero il segreto e di ragio.
ne naturale.
§. II. Per 1.1 Parte Intima del cuor
t noalro , Lo 'nlriatuo M' animo . Lai.
S E G
animi latebrae , sinut , secrelum . Dani.
Purg 20. Fa dolce l'ira ma nel Ino »e-
greto. Lab. Il5. Nel segreto loro haoim
per beslia ciascuno uomo che 1' ama. Post.
97 II peccatore è risucilalo da Dio dall»
morie del peccato alla vita della graiia od
segreto della coscieaaa.
§ HI. Per Ricetta, » Modo saputo da
pochi di ''far checchessia . Lai. arcanum
inventum. Mvrg. 18. 123. Qui si coovia-
ne aver gran discretione, Saper tutti i s«-
greti a quante carte Del fagian. della sUr-
na, e del cappone. £18. 128. Quanti segreti
infioo a doraaltiaa Ti polrei di quest'aru
rivelare 1
§. IV. Ing.rirsi ne' segreti ai tanta
} f art ij modo proverbiale, che si dice di
Chi s'ingerì ice, o vuole inframmeUersi nelle
ose che non gli appartengono. Fir. Due.
an. 14 E pero non è bene ingerirsi ne se-
greti di santa Marta, né pigliarsi fastidio di
quello che poco c'importa.
§. V. .il «geel» , Di segreto , In se-
greto, e simili, posu awerbiatm. vogliono
'la tiessi che Segrelamenle. Lai. secreto,
clam, occulte. Gr «pJ?f. G !■'■ 8.63.
2. Ivi stellano più tempo ec. , facendo a
loro venire le genti di segreto. E. 9. 9).
I. Rifecero la lega ec. co' Pisani ancora
al segreto. Bocc. nov. 16. 35. Si foce 10
segreto chiamar la balia . Maeslruii. a.
32. 3. È lecito all'uomo di testimoniare
di quelle cose che gli sono poste in segre-
to ! Risponde san Tommnso ; Di quelle
rose che sono commesse all' uomo per
confessione in segreto, in ninno modo ne
dee testim joiare. .Sei. Ben. l'arch. 2. 9.
Dicono dunque tulli i savii , che de' he-
ncfiaii alcuni si debbono dare palescmeo-
le , ed alcuni di segreto . Fir. Disc. an.
24. Con questo bel discorso espeditou il
Re dagli altri dell» corte , si ritirò col
Carpigna nella camera sua al segreto.
S SEGRETO. Add. Contrario di Pa-
lese; Occulto Lai. secretus. occultut, «r-
caiiui. Gr. xsuyio;. Bocc. nov. 17. 21.
Di ciò ebbero insieme segreto ragiooamen-
lo. E nov. h;. 7. Con assai disctelo or-
dine e segreto, con gran coosolaiiooe in-
sieme si ritrovarono. E nov. 79. 14- Q"'"'
lo questo voglia esser segreto, voi il vi
potete vedere.
* §. I. Segreto, vate anche Appartato.
Lai. tecreUst - - Bocc. nov. 65. 6. Vide
per avventura in una parte assai segreta
di quella il muro alquanto da una feasur»
estere aperto. Dani. Par. 23. Poiché p«
graiia vuol che tu l' affronti Lo noiuo
Imperadore ami la motto Neil' aula più
segreta co' suoi Conti ••■ (Ci
'.V S. II. .Segreto, vale Che tiene se-
grete le cose che gli lon confidate , « di
cui è testimonio. F.loc. 5. 157. O ooU.
fidalissinia segreta delle alte cose , e voi
o slelle ec e ciascun Dio de boschi , e
della segreta notte ec. siale presenU. e I
l vostro aiuto mi (lorgele. (C)
* § HI. Segreto, diceti anche a Uomo
che tiene in si le cose che ta , o <*i osi
di/ficilmenle si può penetrar t' inlrrno
.'larch. Ercol. 72. Tali persone . che
non si vogliono lasciare inteodere, «1 chi»
mano coperte , segrete . e talvolla cupe ,
e dalla plebe soppiallooi , o golpuot , o
lumaconi " . (C)
^%.\S. E in forte di IMI. per CelM
al qiin'e si coalidana 1 segreU . Lai. «r-
canonrn celandorum lenaT. Tesevi. 4. J^-
Che egli in lullo suo segreto il feo. Amando
lui più eh' altro servitore.
SEGRETtt .ivveib. Occultamente, Se-
gretamente. Lai. secreto , clam , occulte.
Gr. x^oyfi. Bocc. »«.■. 60 8. Pert.occho
mai niuno non mi vuol si segreto parla-
re, che egli non voglia la sua parie udire.
' * flu.< 290. Ma al segreto non scppoiw
SEC
SEC
SEC
li3J
loio partita fare, cbe il maliscalco il md-
ti. (C) Pecor. p. 4. n. 2. Tornò in trenta
dì da Parigi mollo segreto, (f')
SEGUACE . Jdd. Che segue , Che va
dietro, hit. seqn.jx. Gr. axo3lou3>',T(Xo'f .
♦ Scoi, Claustr. pag. 29. E si s'abliiio-
goa V uno dvir altro , che quelli , cbe
vanno innjnsi , ini|ierriocchè raramente
potsooo valere, non fanno alcuno giova-
neoto sauta )i irguaci, clou sansa quelli,
«b« seguono. (C) Vant. In/. II. Per se
Datura e per la sua srguare Dispregia. E
Purg. 18 Lo lue parole e 'I mio seguace
iogegoo, flùpost lui, m'hanno amor di
tcoverlo . É." 31. Chi? riso e pianto son
tanto seguaci ADj passiun, da che ciascun
si spicca. Che rocii segu<.n voler da' più
*crjci . 7«..*, Ger, 3. i3. La generosa i
suoi seguaci ìnctla Co* detti e coti* intre-
pido sembiante.
* § L Per Stixtrgiienlf. Ar. Fur. 10.
1o5. Simil battaglia fa la mosca audace
Gootra il ma»tin nel polveroso Ag<)slo, O
nel mese dinanii, o nel seguace, L'uno di
spìcbe. I' altro pien di mosto. (lìr)
f # §. \\, Seguace , o^^iiinio di Edera,
iHlle Che s*ai'picCT alle pareti, o a^ii rt^
beri j e li segue. AUm. Colt 5- 12D. Kon
aggìa il lauro ec. Non più l'edra segua-
ce. (V) Ar. Fur. i^. 9I. Una capace E spa-
aìoia grotta ec. DÌ cui la froule 1' edera se-
guaceTulta fraudo va eoo storto passo /F/*^
§. HI. Pfr Aderente. Lai. sccinior .
Gr. aVo'XovSo; . G. ì' 11. 7. 2 II 6-
gHuolo di Romeo de' Peppoli , e Goggia-
dioi , e loro seguaci. Pass, 235 Per la
superbia cadde il primo Angelo, e ruvinò
di cielo con tutti i suoi seguaci . Vnnt.
tnf. ip O Simon mago, o miseri segua-
i. Petr. scn. MI QuanJ* io v*(do par-
■ir sì dolcrmente , Come Amor proprio
o' suoi seguaci instilla.
SEQUELA. /'. SEQUELA.
SEGUEWTE. Che segue. Che viene dopo
immediat.tmente.l*a\,proximitSt sequens ,
mbtequens. Gr. ó bcje^igì . ó kVo/ouQo;.
JBocc. nov. ^^. 5. Il di seguente, essendo
gtt %'icino alla 6ne di Maggio, la giovane
cominciò davanti alla madre a rammari-
carsi. Dn.ìl. Par, 2. Lo eie! seguente e*
ha tante vedute, Quell' esser parie per di-
verse esieoze. E 5- Mi rispose Nel modo
cbe *l seguente canto canta. F. 6. Dì quel
die Te col baiulo segneule, Bruto con Cassio
nello 'nferno latra.
^ §■ l. Essere segue'ite ad uno, vale
Siguirh. Ott. Cam. In/ 16 304- Tra
li quali (Jiunìi } quello altro , che è se-
guente a lui , )n6no alla marina , senza
mettere in Po col suo nome corre > si è
Montone. (C)
■J" ^ §. II. Seguenti, sustantivamente nel
numero del più, diconsi i Posteri . S-
Agost C- V. I. 32. Esiandio saia forse
incredibile , se fia inleso dalli n'astri se-
guenti ( il Lat ha a aostris postcris au<
dietur). (Vj
Xc §. irt. Seguente, in Jjrsfi di pn-py-
stzion^ vale Vcpo , Appnsso. Amm. Ant.
i5. 3. 8. Comandametito di Pitlagora fu,
be seguente a Dio. è da venerare la verità,
i quile sola fa gli uomini a Dio prossi-
nuni. (D)
5 SEGUENTEMENTE . Awerb. Con-
seguentenienie. Lat. ex cotsequenti, ccn-
seqneiter , (Jlpian. Gr. axo).ou3eJ5. Fi-
/•-e. I. 3o- E seguentemente essi con tutti
i loro discendenli rivolse alte sue case .
Coli. SS. Pad. E poi seguentemente
^ello cbe. dice che fa posto iu umoroso
« sotlerrato in terra. Difend. f'ac. A cui
aia 1* antorìtk dell' eleggere , e segueu-
temeute d' instituire 1* altre parti della
•ini .
nt §. I. Per Potcia, Appresso, Lat. prò-
lime , subirde . u J?(»nt. Purg 20 Se-
guentemente intesi: o buon Fabbriiio ,
Con povertà volesti ami virtute , Che
grao ricc bette posseder con viiio •• (Br)
Sper. Graz. 4- Spagn. i3i. Trattarono
in Roma la cosa pubblica Bruto e Vale-
rio in principio ; seguentemente Cammil-
lo, e gli altri. (L)
* §. II. Per Succes sitamente . Fior.
S. Frane. Sq Venne san Francesco a
porgere il calice delta vita alli suoi tVdti,
e ccmiDció a porgerlo a frate Giovanni
ec. E dopo lui seguentemente santo Fran-
cesco il porgea a tutti gli altri, che con
debita revercntia ec (Pj Bart, Slor. It.
ab. 3. cap. i3. Movendo verso dove i
padri sedevano in atto di udir le ct<nfes-
sioni, gli andò, senza essi nulla avveder-
sene , cercando tutti seguentemente V un
dopo l'altro. (CP)
SEGUENZA . Quel che seguita , Con-
tinuazione . Lat. liìslo'ine tenor , sertes .
Gr. luropi'a; ètv.òoyv)' . M. 7". (), 5o.
tit. Seguita la seg'jenza della compaj^na .
Frane, Barb. jph. 21. Come dimostra
ben la sua spguenia .
g. Sequenza, ('usiamo anche per Gran
numero dì cose, come Sequenza d* uccel-
li» di topif e Simili, Lat. copia, vis Gr.
e u;rO;;i a .
t ''^' SEGUESTRO. Lo stesso che Se-
questro j ma treno usato. Salv. Av%-ert.
1. 3. 3. ip. Seguente e seguente , segue-
stro e sequestro » frequentare e frequen-
tare , e qualunque altri del medesimo
genere. (ì')
SEGUGIO . Spezie di bracco , detto
così dal seguitar eh* e' fa lungamente la
traccia delle fiere. Lat, canis odorus, ir/
sagax . Gr. xv'wv pivriarr^^ . Cr. io.
29. X. Le lepri spezialmente si prendono
con cani j ma per trovarle bisogna cani
chiamali segugi, ovvero braccbetli, i quali
quanto più sollite odoralo hanno , tanto
migliori sono. Lib. f iagg A Cana sono
molli lioni, i qudli sono si grandi razze,
come di segugi . l.or, Med. canz. y5. 2.
Co* miei segugi ed io la seguitai.^ Dart.
Ben. rim. po^, 3. ( Lii-. 1799). Quaod'
io la veggo , ec. Di>:tro le vo com* a le-
pre il segugio ; Chi; tener non mi può
siepe ne fosso. (B)
§. Per similit. Fir. Ttin. 1. 2. Il
traditore si credeva tormi la preda , la
quale tanto tempo fa io ho seguitata co'
segugi de' miei pensieri.
^ SEGUIMENTO . // seguire ,
Seguitamento . Salvin. Disc. 3. 12.
La virtù ed il vizio , e il seguimento di
quella , e lo scansamenlo di quello. (*)
Imperf. Tim. D. 8 T. 7. 191. M* è
venuto in umore di ragionare parimente
co' sentimenti Platonici sopra amore, il
qudle sia esso veramente, o 1* anima del
Mondo, o la porzione più nobile, e più
sovrana di essa , e ciò in seguimento Jcl
proposilo tenuto sin qui. (F) Bucell.
leti, 28. Non tralasciTÒ ec. di far copiare
i dialoghi di An;issiniene ec, mentre io
ne vo ineltetido insieme alcuni altri so-
pra l'animo universale in seguimento di
quelli eh' ella si è compiaciuta di legge-
re. fCj
SEGUIRE. Andare^o Venir dietro j e
dicesi tanto del corpo, quanto d>.'li' ani-
mo , e d'altre cose. Lai. sequi, Gr.
axo^.ouSsTv. Bocc. nov. 43. 6. Comincia-
rono a fuggire, e costoro a seguirgli. Pe-
tr. son. 265. Ed or conyien che col pen-
sier la segua. Vant. Inf. j. Ond' io per
lo tuo me* penso e disceroo Che tu mi
segui, ed io sarò tua guida. Frane, Barò,
223. i3. Perocché chi seguisse ben co-
stei, Àveria già per le: Stalo tra i buoni,
e campana da* rei.
* g. I. Per Pers?£;uiUire. Segr. Fior.
Ari guerr. Quanto alle giornale sonori
cavalli ) più utili a seguire il nerotoo
rotto eh* egli è , che a fare alcuna altra
cosa (CP)
g. II. Per Continuare. Lai, continuare,
pergere, prosegui. Gr. ^(«^(svat. Boee.
nov, 2. 1. Le comandò la Reina, che uaa
diccnduuc , r ordine dello incominciati»
sollazzo seguisse. E nov, Hi. 6. Quella
che cominciata avea, e mal seguila, senta
finita, lasciò slare. Vant. Par. Q. Del suo
profondo, ond' ella pria cantava, Seguetle,
come a cui di ben far giova.
* §. III. Per Continuare, costruito
colla particella Di Car. Long, SoJ. /ift.
4. Seguirono poi per molli giorni di sa-
crificare, di festeggiare, e di fjr pa-
sti. (Br)
* §. IV. Seguir di fare una cosa , per
Esser tempo di far/a, 3for. S. Greg. T.
1. 152 Ora segue di parlare ec. (cioè,
è tempo the si proceda a parlare ) . (f)
^ §. V. Seguire, tale anche Continuar
a raccontare. Pecor. g. li. n. 1. Mi con-
viene dire 1' origine e la cagione, perchè
Fiesole fu disfatta , e poi seguire la edi-
ficazione di Fiorenza . (f) Ar. Fur. 5,
92. Si levò r elmo, e fé' palese certo Quel
che neir altro canto bo da seguire, (lìr)
^ §• VI. E nel medesimo senso, col
terzo caso, Ar. Fur 2. 76. Giacque slor-
dila la donzella alquanto, Com' io vi se-^
guirò neir altro canto, (iir)
^ §. VII. Per Bipigliare il ragiona-
mento. Bo^c. g. 6. n, 7. Adunque, seguì
prestamente la donna, dimando io, ce. (P')
*•* §■ Vili, Per Venire in conseguenza.
Borgh. J esc. Fior. 366. Da tulio que-
sto ne segue -conseguentemente , che ec.
quello non sia il legiitimo titolo ec. (V)
Varch. Qitest. Alch. 23. Se uno mi do-
mandasse qual medicina purga la collera,
o che cose giovano alla milza, e io noi sa-
prei, non essendo inedicoj per questo non
seguirebbe, che la, medicina non fosse
vera. (C)
^' g. IX. P.r Restare, Rimanere.
liorgh. Fir. Disf. 3i3. Segue dì consi-
derare la voce Gallos, (V) Bart. Ginp.
Itb. 2. Per più chiara notizia delle cose
che seguono a dire, mi fa bisogno met-
tere qui avanli la figura. (Br)
* g. X. Per Passare. Bergli, Orig.
Fir. 277. Or seguendo all' altre conside-
razioni cbe ci sono, resta a parlare della
tribù. (V)
V g. XI. Seguire i passi, o l'orma d*
alcuno, vale Andar dietro ad alcuno. Pe-
tr. canz. 9 3, Ahi crudo Amor , ma tu
allor più m' informe, A seguir d' una fera
che mi strugge, La tocc , e i passi, e- V
orme . (Cj
* §. Xil. Seguire, vale anche Ridon-
dare, Tornare. Sloral. S, Crcg. T. I.
260 Ciò gli segue in gravissima pena. (V)
* §. XIII. E per Avere efctto. Vit.
5. Gir. 95. Se ci siamo colpevoli , siamo
contente che tu lasci seguire la giusti-
zia. (V)
t g. SIV. Per Secondare. Lat. obse-
cundare, vbsequi. Gr. ■i^r\0ZTiì'i. Bocc.
Intr. 5l. Disposta sono in ciò di seguire
il piacer vostro. E nov. 47. 20. Rispose»
che se ella il suo disidero di ciò seguisse,
Dìuna cosa più lieta le poteva avvenire.
Tesorett, Br. 16. 141. Che la buona na-
tura Si rischiara e pulisce , Se il buon
uso seguisce.
§. XV. Per Eseguire, Appigliarsi ad
alcuna cosa. Metterla in esecuzione, in
effetto, Lat. exeqni, pergere. Gr. Jiare-
liì-i. Bocc. Introd. 3g. Kiuna riprensio-
ne auunque può cadere in colai cunsiglio
seguire ; dolore e noia , e forse morie ,
non seguendolo, potrebbe avvenire. E nov.
25. IO. Quantunque, per seguire il co-
mandamento fattole dal marito, tacesse E
Ii36
80.
S E G
nov. 80. 23 Al quale pijcendo il fallo ,
li mise in avvenlura di volerlo seguire.
§ XVI. Per Succe.lire, Accatltre, Av-
venire. Lai. srfjui, acci'lere, conlin^ere ,
evenire. Or. au^^«i'v!c». Bocc. Intr. 17.
Olire a questo , ne seguio la morie di
molli. E nov 29. 7. Se voi noo ci gue-
rile, facendoci rompere il notlro proponi-
mento, che volete voi che ve ne segua ?
/i nitm 8. Se io vi guerisco, che merito
me ne seguirà 7 K nov. ^5. 10. Cono-
scendo il male che a* presi giovani ne pò.
leva seguire. Cr. 1. 1. 2 Innaniiché '1
non isperato pentimento con danno di per-
ione, o il' altra familiar cosa , poi tosta*
mente seguisca . C'a<. ì.ll g. .Mon.ignor
d' Avanzooe scrive a V. M Crisiianissi-
ma lu'lo quello che i; seguito di qua. /■;
55. Ringraiio la sua divina bontà di
quello che e seguito, e seguirà di me.
g XVII. Sc'^ui-e uniistritdi, vjU Dal-
terU, Ciim'ninir per rssa. Petr. cinz
3g. 6. Che la strada d" onore Mai noi
lassa seguir chi troppo il crede Fr Jac.
T.5. I. II. Correndo va allo 'oferoo Chi
colai via seguisce f in giusti csinipii è
detto figiiritlam.}.
* §. XVIII. Seguire ni nome il fatto,
vale Oivenir tale ili nome e di fallo. G.
V. Uh. 7. cap. l3 Ma poco durò, che
seguirono al nome il fatto ( 1 frati Co-
dina ) . (IO
f * SEGUITA, y. A. Seguila nento .
Dep. Diclini. loj. Quanto al trovarsi ta-
lora e 1/ verbo Potere ) senza .eguita di
tllro verbo, noo può aver djbbio. (f^)
f SEGUITABILE. AJL Va esser st-
gilito. Lai. iligniis, quem qii.s ttqualiir.
Oli. Coni. /'.ir. |3. 3l6. Iddio conosce
r essenza tua, siccome seguitabile dall'uo-
mo ; cognosce quella, siccome propria idea
dell' uomo.
SEGUITAMENTE. Avveri. Di Sfi;ui-
lo, Continualamenlc. Lai. iu^ter , assi-
due. Gr. Siri-ilAÙi, «òiaXii.TTUS i^i:-
gner . Mann. Aiost. 11. 3. Non solo al
principio della vita spirituale hai bisogno
d'una tal grazia, ma successivamenti-, ma
seguitamcole, ma sempre. *i'i/i'ìi. Odiss.
12. l'i. Poichi; queste i compagni avran
passate, Non pili dirotti allor seguilamento
Quale a le degli due sari il cammino. (Il)
\ SEGUITAMENTO. // segitdare. Lai.
sequela. Gr. a-toX«u3ia. Sen. Pisi. Che
cosa è ragione 1 Seguilamento della na-
tura. Oli. Com. Inf. 8. l3.S. Ragione i;
«eguitamenlo di natura, ovvero una po-
tenzia che discerné il bene dal male. Al-
bert, cap. 4.'). La ragione della natura
che è dunque ? E seguilamento della na-
tura. * S. Agosl. C. D. 2 9. Sic. hi gli
Dii pareano degni di riso , e non di se
cuitaioento alli loro cultori. (TC)
SEGUITANTE. C'Ite seguila. Seguace.
Lat. secUtor. Gr oi/.Ò'I.OJ'^o^. i'ranc.
Barh, 19- 11- Se con mudici sarai, Traila
con lor del conservar sanlade, E di mo-
ralitado Colli EI0S06 , e lor seguitanti.
tf Tac. DclV. Pird. i:loq. l^^0. Lo giovane
discepolo aiutante, e li giudiiii loguitante,
dirozzato e avvezzo alle spese altrui ec.
da se solo subilo Iratlare ogni
S E G
* g. I. Srguilare, per Continuare, uni-
to col Di Borgh. (Jrig Fir. 128 Segui,
tarono di mano iu mano gli altri ponte-
fici di hallerla ( qutHa maurla )■ (l'I S,n.
Ben. l-arch. 1- 3. Quanlo 1; piii conve-
nevole che siano cusUDli nel seguitare di
far bi-uefizii 1 (C)
* §. Il Seguitar di fare una cosa, per
Farla in seguilo d'altri die l' hanno fat-
ta prima. GuiCC. Slor. 4. 27. Ila poichij
stalo alquanto tacito ft'etnT; ebbe accen-
nalo che gli altri siguilassero di parlare,
Federigo duca di Alba ec. disse. (Lj
* § 111. Seguitare, In iignific. ntulro
vale Venir dietro. M Hoec. /loi*. ^3. 1. Ad essa
seguitarono molli lieli giorni. Dani. Par.
2. E quei , fuor ch'uno, Seguiterieno a
Ina ragion disirulti .. .l.S)Slor Barl.\\.
Conviene eh.' tu ec. seguiti a colui che
l' ha chiamato. {!'}
■f % IV. Per l'enre in consegiunza.
Risultare. ,. Bocc. nov. 60 17. Poco del-
l'altrui fatiche curandosi, dove la loro
utilità vedessi ro seguitare .. . fiV; Ciivalc.
Speccli. Cr. cap. \. Pognaino che altro uo.
mo, o angiolo avesse potuto satisfare, e ri-
comperare r uomo , SI ne seguitava questa
inconveuienza, che l' uomo sarebbe rimaso
servo di quello uamo , o di quello angelo
che r ave>se ricomperalo. (P)
§. V. Per PersrgutLire. Lat. persequi,
inscctail. Gr. òiùtlii. Ricord, il ilesp.
lOI. E però non lasciò di seguitare la
Chiesa. * iVoi'. ani, 19 Li venne un qua-
drello per la fronte disavventuratamente,
che la contraria fortuna, che '1 seguitava,
r uc. ise. (I )
■f %. VI. Per Avvenire, Accadere.
Dani. l'if, 23 lo non gli conoscoa ; ma
e* seguetti-. Come suol s.-guilar per alcun
caso, Che 1' un nomare all' altro convc-
uette. (V) Fr. lac. Cess. 2. 1. 11. E pe-
rò per questo temp.-raioeoto e pleiade gli
seguilo questo , che ec. Morg. T.\.
potei
causa. (N)
+ J SEGUlTAdE Lo stesto che
Seguire. Lat. «.7111, perteqiil, tectari,
inseclari . pergere . Gr. axolouitry
tiùttii ■ iicJuvKi . Bocc. nov. ^3 4;
Non avendo s|iazio di far n.izie, perci.icchli
lemevano d' esser seguitali. F n«v. .'iti. I.
La Reina impose il seguitare alla Fiam-
metta. Petr. canz. !^0. d- S' altri mi ser-
ra Lungo tempo il cammin da seguitaila
(7i.il/. Pist. 122- Colli miei occhi sempre
ti seguitai ; e quando 10 non li polei piii
disccrnere, e io cogli occhi mici teguilai
le tue vele.
39. Quanto mal, quante guerre , quante
risse Son per te seguitate , orrendo mo-
stro. (Ni Guicc. Slor. 1. 480. Seguito
appresso a questi un altro accidente, che
diminuì assai 1' ardir de' Franzesi. (l)
# g. VII. P.r Continuare ad avere,
Conservire. Fior. S. Frane. 177 L'uomo
non dehbe mai cessare di combattere per
piitere seguitare la grazia, che ba ricevuta
da Dio. (I )
ìT- g. Vili. P.r Conseguire. Cavate.
Fruii- lins' 137. Considerando lo smisu-
rato beneficio e frullo die ne seguitiamo.
IC Espos. Simbol. 1. 169. Poco e breve
è '1 dilello, per rispetto del fastidio e vi.
luperio e danno che l' uomo ne seguila in
presente ed in futuro. (!■') Oiard. Cons.
11)6. Se siamo buoni, seguiteremo la bea-
titudine di vita eterna. (i'J ^
i? §. IX- J*cr Fare, Secondare. Guiec.
Stor. ^. 201. Promessero (1 fanti tpagniio-
li) finalmente di seguitare la voloolà del
Duca. (I.)
•| SEGUITATO. A.ld da Seguitare.
Lat. qiiein quii tequilur. Amel. 3o Qual
selva fu, o qual lieia speranza Col segui-
talo ben , mi desse mai Tanto di gioia ,
ec, H. /'. 3 33. In questa conlcniiooc
messer Rinaldo Orsini , eh' era senatore ,
prese 1' arme, e seguitalo dal popolo cac-
ciò di Roma Luca Savelli co* suoi seguaci.
* § 1 Per Pcrsrgullalo. Galal Edi-
po essendo sialo caccialo di sua terra ,
andò già ad Alene al He Teseo per cam-
pare la persona, che cri irguiUU d*'tuoi
nemici. (CP)
* §. II. Per .'fecondato, C'nlenttlJ.
Fav. Eiep. l6(. Si può intendere per la
scure i cinque sentimenti del c.<rpo, i quali
ec., seguitati ne' loro appetiti ec., levansi
in superbia. (V)
f SEGl'lTATORE Vtrbal. Biase,
S E G
Che, 0 Chi jeguitaj Sfgaace. Lai. /ecM.
tor. Gr dtó'j.O'SÌOi. .-Imm. Ani. 28. I. I.
La mondana gloria fugge i suoi segaila-
tori, e seguita 1 fuggitori. Filoc. 5. 267.
Come adunque diremo che tal signore si
deggia seguir per bene proprio del aegu».
latore 1 C'valc, Med, cuor, Suoo dunque
questi tali figliuoli e segoilalori del Dia-
volo. Mor. S. Greg. Come si pensano
molli seguilatori d' errori. Coli. Ab. Isaac,
cap. 17. E però il Salvatore comandò*
al suo seguitalore , ch'egli si spogliasse,
e uscisse dal mondo.
SEGUITATRICE. Verbat. fem Cile
seguila. Lai. seclatrix, conseclatrix. Gr.
n' a/.iiouio; / ii. SS. Pad Di colesti
fue discepola e seguilalrice la sanliaiima
Candida , figliuola di Troiano maestro
delle milizie dello 'mperadore. Teol. UiJt,
Cosi la gente disposta espressamenle è se-
guilalrice degli alti eterni. Fav. Esop.
L' anima non possente di virtù seguila,
trice la volontà del corpo, Dani. Conv.
16^ Altre leggi sono, che sono quasi tc-
guitatrici di natura.
SEGUITO. Susi, (un'accento sulla pri-
ma sillaba. Seguilamentoj e comunemente
s'intende d* uomini. Compagnia, Accompa-
gnamento. Lat. caUrva, comitatui, famu-
laliis. Gr. oTifOi, etiupa, a«olou3i'a.
Bocc. nov. 41. 14. Senza akro seguilo d'
alcuno, sopra la nave de' Kodiani saltò.
M. t '. 9. 8. Ciascuno de' handeresi ha il
seguilo di miUe cinquecento popolari bene
armali, e in punto a seguirgli a ogni loro
posta.
\ §. I. Seguito, vale anche Aderenza, O,
V. 1. 2. I. Per la sua forza C seguito
signoreggio tulle le schiatte de' figliooli
di Noe. •■* Cron. Morell. .3o3 11 petchi;
segui che uno giovane Beotivoglio, di
fraoco animo e savio, ma pieno di bai.
danza , e di seguilo di certi Beccheroni
uomini bassi, a un punto preso, e a certa
disc .rdia consiglio che non era possibile
la terra istesse ferma. Segr, Fior. Pr. 7. E
benchl- i Daglioni, Vitelli, e Orsini se
nissero in Koma, non ebbero seguila con-
tro di lui. (Cj Car. Apol. 9 Avverleo-
dovi che avete da fare con BaiKhi , il
quale è uno di quei ciarloni, e di quel
credilo, e di quel seguito che potete sa-
pere. fC; Cuiic. Slor. I. 280. Sperando
nella parte che v" aveva Battistiao Fre-
goso, stato già Doge di quella cilli, e nel
seguito che aveva il Cardinale di S. Pie-
Ito in Vincola in Savona sua pallia, e in
quelle riviere. (L)
g. II. Per Esito. L«U progretsui.
Gr iiai^JtJi;. A'bert. cap. 60. 1 co
minciamenli sono in nostra balla , ma lo
seguito, e la fine giudica ventura.
SEGUITO. Coir accento tulio penulti-
ma. AJd. da Seguire, Che è seguilo , e
succeduto j Prcleriio. Lat. piaterilus .
Gr. irfJOiXr.XuiMj. D.int. Par. i\. La
pruova , che '1 ver mi dischiude , Son
1" opere seguile . Slor. Pisi. 52. Banduc
ciò de' Bonconli ec. , uno de' più seguili
citladioi di Pisa (eoe, riputali, avcredi.
tali). P>ed, leti. Uich. Duro poscia a
sciiserc fino alla sua morte, seguila nel
mese di Dicembre dell'anno l^oS.
■f §. F in forza di Susi. Ciò ch» è
avvenuto, successo. Fir, Due. an. 3o Di
poi avuto il Re in disparte, gli domando
del seguilo, tf Geli. S/>orl. 5. C. Di' loro
da mia parte il seguilo, e pregagli
s* accordino ancor loro alla voloulà
Dio Ceccfc Mogi. 2. 4- "a che il vec
chio non lorna, e sari buono eh' io vada
a cercare d'Alfonso, e lo ragguagli iWI se-
guilo. ((')
t « SEGUITRICE. lo slesso che Se-
ni. SS. Pad. I. 2.13- Di c„.
la saDliuiua
che
di
g lilatrice.
siti fu discepola e scguiUice
S E O
e nubiltssinia Canilùlj, fi^liu<>b ili Tr^ii*
no maeslro dt-tU niilitu ilfU* Inipeixdure
(qui ia Crujcit /■■,i:;'i' ifgiiiUlriff. f'eili
questa vocvj. (f) l.fi:s. li. Umil. 62 0
vertuJiota e lirjU Umiliane, i^luiliusa >e-
guilrice (li tuit'i ptfilckiuuc. (C)
SEGUIZIONE. /. A. Esecuzione.
Lai. extquittio . Or. oixT£/ett^ . G.
f. n, 37. !■ E coti ron gr^ude rffctto e
opere mise a srgui«iuae Oviit. Pisi. ^y.
Cbc dinanzi a* suui ocvhi il «no coinauja-
ueolo si niptlote a >eguizione.
SEI. yonie nu'ueittltt Lai. srx. Gr.
f^ Dantm far. (>. Cbr di sri ale fjimosi
cuculia. Fir, Bag |3S Ma a cjgionc che
voi OOD vi marav-gliate che io v^da di-
stxibueadj così ogni ciisj per sei » e' mi
par coQvenevuIc il m«'Strjrvi che cosa me
ne porga cagione. }foÌm, 6. 1 . La guer-
ra, cbo in Ialino è detta beiio. Par bruita
a me in Tolgar per sei bt-fjne.
* §• /'•"' cinque e lfv<ir sei s maniera
bassa dt dire, che vaie Rubare. V . POR-
RE, g. LXII. (A)
SEICENTO, r. SECENTO.
SEINO. Si dice ue\ltdi. quando due
hanno scoperto setj o^igi pia comunemente
Sino. But, Pura. 6. 1. Cioè terno ed as-
sOf cinque e ambj^^i, duino e ire, e cosi
quattordici, spino e due.
SELBASTHELLA. f^. SELVASTREL-
LA.
•f SELCE, * SELICE. Pietra j ma per
lo più si dice di una pietra dura, liscia,
simile al corno, che tacita il vetro, 0 al-
meno lo solca, e percossa coli' acciaio
scintilla. Lai. silex\ Gr. ttugi'tiic. Petr.
san. 164. Può quvllo in me, che nel gran
vecchio Mauro Medusa , quando in selce
tnsformollo. Cr. 1. 8. 3. Ancora sotto le
radici de* monti e nelle dure selci si truo-
vano Tacque <il>bondcvo1i. ficdde e sane.
^ S-ttnaz Arcad. rg/, \q, gìj mi rimem-
bra che dj cima uit* elice La sinistra cor-
oice, oimè, jiredisselo. Che '1 pttio mi si
tt quasi una selice, (ffj
§. P:r una Sjie-ie di pietra naturale
più dura, f'r. Ci-rd. S. l ^, Ancora si
scrÌTe eoa penna di ferro in pietra di se-
lice, accivicibi; sieno lettere cav.tle in pie-
tra forti&simj, che non ne vanno.
* SELCIARE. Lastricare. Lai. girici-
bus sternere. Gr. ll&01T^5»vu£tV // l'o-
cabol.alU f. CIOTTOLARE. § I. (•)
=v SELCIATA. Lo f tesso che Selicialo,
Lastrico. B'tlihn. DrC. Dipinse due fac-
ciate d* una casi di cantonata verso la
selciala di S. Francesco. (A)
* SELCIATO. Add. di Selciare. Lit.
silictbus straiits. Gr. iiào'iTpWTo; //
Focabo!. alla /'.CIOTTOLATO suU. (•)
* SELCIOSO. Add. Cile è della /m-
tura della seìd', (A)
* SELETTO. ì\ L.Add, Scello, Bai-
din. Dee. Cbe il dottissimo Possevìoo nella
sua biblii'lccj selella parlasse dì lui . (A)
* §. Dei Seletti , lo stesso che Dei
Scelti, S. ALiost. r. D 3. 7. Tra li se-
letti Dìi dovetlooo essere posti multo più
Vitaoio vivificatore, e Sentino sentifica-
lore, che lano ec. (C) T>iss, Irit. fimil.
8* Uà il Petrarca nel trionfo di Amore
la comprende (Minerva} sotto quello uni-
versale: Tutti son qui prigion gli Dei di
farro. Perciocché ella non solo è fra gli
Dei di Varron^. ma Ha' seleni. (Fj
* SELICE. ;■. SELCE (A)
SELltllATO. Sust, Pavimento, o Strji-
da coperti, 0 lastricati di se/ici. Lai. si-
Itceum ilratum. Gr. :rjoiT37Tpù»TOv. fiv.
Disc. Ara. 17. Compresivi ec. lastrichi e
seliciaii per nuova strada, ed altro, /luon.
JTi^r. 2. 1 . 7- Per le medesme piogge Rolle
le strade, e i seliciaii sconci, A schivarne
lo 'ociampo all' ore oscure Le lanterne as-
Ui gioTSDO.
Vocabolario T. lì.
S E L
* SELINOGRAFI'A. Descrizione d..'le
cose lun.tii. Lai. selino^raphta. Cai. Sist.
^l. Io nnii so cbo ci sieno sLiti in terra
se1iuogr.ifi curiosi , cbe \h.t luttghi!>:>iiiia
sene di anni ci abbt.ino tenuti provvÌ!.ii
di s<-lin»gra6e cosi esalto, che ci possjuo
render sicuri nissuna t.*! mutaziDne esser
già mai seguila nella faccia della Lu-
na. (NS)
* SELINOGR&FO . Descrittore delle
cose lunari hìl., -ielinographus, Gaf,Si>t.
^1. ìij non so che vi sieuo stali io terra
&e]in»gr.i(ì curiosi, che ec, (I^Sj
* 6ELI(^UA. /'. L. Siliqua. Pallad-
lì. lì. Pie, 3i. Le selique sì serbjno
lungo tempo, se si spandono sulle gr.ili ,
o grjlicri. (J')
f SELLA. Arnese che si pone sopr* alla
schiena d* un cavallo, d' un mulo, o simile,
per parerlo acconciamente cavalcare. LjI.
ephippium. Gr ej3t:rTiov. Tav. Bit Lo più
alto e lo più pro'cavjliere che mai sia mun-
talo in sella. Bocc. nov. !\?i, l3. Trovalo
il ronzino di'tla giovane ancora con tutta
la sella, domandarono chi vi fosse, f/anc.
Sacch. nov. 225. Si mise un asino innan-
zi, il quale aveva appiccalo uno cembalo
alla sella. ^ Alnm. elee;, I- li. Non avea
M.trte ancor qua giù ripieno Del suo fero
Voler, né posto a\ea Al feroce corsier la
sella e '1 freno. (Bj
* §. I. Conosccei cavalli alle scl'e.vale
^•^uratam. Far giudizio defili uomini dal-
C esterno. 1'. CAVALLO, §. XXMV. (C)
§. II. ì'otar la scila , vale Cader da
cavallo, propriamente nel giostrare, ^ov.
ant. 3c). 1. Guilielmo si vantò, che non
a\ea cavaliere in Proeoza , che non gli
avesse fallo volare la sella» e giaciuto con
sua niogliera.
^ § III. Per similit. Lai. sedes , Gr.
iòpoc, Dani. Purg. 6. Cbe vai, perchè li
racconciasse il freno Giustiniano , se la
sella è vota? Petr. canz. 34- 6. Vinca '1
ver dunque, e si rimanga in sella, E vin-
ta a terra caggia la bugia. J'arch. Ercol,
21. il vero non vince egli sempre alla
fine, e si rimane in sella? (in questi due
esempii vnU star di sopra , rimaner vin-
cente ). Tac Dav, Ann. II. i38. Di
questo dire ella non fa capitale, non per
amor del marito, ma perchè Silio, mon-
tato in sella , non la spregiasse ( il testo
lat, ha somma adeptus ) . E Stor. 3.
321. Come Vespasiano fosse in scila, non
terrebbe sicuro sé, ne gli amici, ne gli
eserciti, sino a che non vedesse spento il
tuo seme emolo (il testo lat. ha cum
imperium invaserìt).
P. IV. Per Scdii. Lat. sedes. Gr. t^soc.
Dant Purg. 6. Ahi gente , cbe dovresti
esser ditola , E lasciar seder Cesar nella
sella .
g. V. Per Predella, nel signi fic. del %,
Ill.j onde si dice Andare a sella, per
Cacare. Lat. cacare , ventris onus depo-
nete , Pgererc . Gr. ^S^ElV . ^f, Aldohr.
Dicono gli auiori di fisica , cbc I' acelo
ha questa natura , che se egli truova Io
stomaco pieno , sì il fa bene andare a
sella . Tes. Pov. F. S. Acqua fredda ,
data in quantità a quelli che vanno troppo
a sella, ec. Mil. M. Poi, Sì gli danno da
bere i tamarindi, per farlo andare a sella.
^- SELLACCIA . Peggiorai, di Sella .
Lasc, Bim. I. 222. Non può spirto gen-
tile Senza sdegno vedere Briglie, staffili,
martelli, e tanaglie, Sellacce vecchie, e
miir altre bagaglie. (C}
SELL.MO, Che fa le selle. Lat. ephip-
piinus. Gr. Epinrrio-oio; . Conv. i55.
AI cavaliere dee credere lo spadaio , il
frcnaio, e '1 sellaio, e lo scudaio. Frane.
Sacch. Op. div. 187. Il fienaio e M sel-
laio serve al maggiore : a cui serve ? alla
cavalleria.
S E L
Xi37
[ SELLARE. Metter la sella. Lat. ephip-
pium imponere. Bocc. nov. 39. IO. Fatti
I sellare i cavalli, andò via. Pass. 61. Co-
. mandò, cbc i cavalli losto fossero sellati,
e iiiiiiiaDlanL-iite ogni uomo si partisse ,
I Piìtoff". 1. Or (,Qn Sellar, ma leva lo ca-
; nijto . A'aiu Ci,: 17. 3o. Fa sellare i
cavji; l'arme si \esle Con U frella mag-
gior, cbe \o\ vedeste.
SELLATO. Jdd. da Sellarej Che ha
la sella in desso. Lai. i'tstmtus, *ephip-
piatus. Gr.Ì7ti'.i9»yHÌé0i. A'oc. ani. 3g,
1. Fece venire suo deìtriere sfilato, e cin-
ghialo bene. Stor, P.st. 7. Lo cavallo di
inesser Zarino, ch'era sellato, e covertalo.
Serd. Sfor, Jiid. II. 4 i 3' Fece condurre
mule sellale, e addobbate.
§. I. Seli'ato, ancKe si d,ce il Cavallo,
quando ha la schiena che piega troppo
verso la puniia.
V §. II. Sciato, figuratnm. per Pron-
to , Appnrrecchiato . Morg. 22. 3. Or-
lando disse: io son sempre selbto, Parmi
miir anni Rinaldo vt-ggiamo. fiV^
SELVA. Boscaglia, Bosco, Lai. sylva.
Gr. uÀr,, Bocc. noi. 4^- 5. E come sep-
pe , verso una selva grandissima volse il
suo ronzino. Dant. inf \. E quanto a
dir qual era è cosa dura Està selva sel-
vaggia, ed aspra e ftilc, F 20. Ben len
dee ricordar , che non ti uocque Alcuna
volta per la selva fonda. Petr. canz. ^2.
5. Una strania fenice ec. Vedendo per la
selva altera e sola , ec.
't * g. l. Per Arb.ri. Pai/ad. Cap.
6. Se *l canTpo è pieno dt selva disutile ,
dividilo in lai nn.dn, ic. (T'J E appres-
so: 1 luoghi sieri i lascia stare, e coprire
di selve, imperocrbc naturalmente rispon-
deranno pi in abbondanza. f.^r^
^ §. II- Selva , per nutommia , vale
lo stesso che Bestie che abitano nella
selva. March, Lncr. lib. 5. E co'bracchi
e co' veltri e coi mastini Desiar le selve
(salluiri canibut cifre, ha il testo). (Br)
V g III Stiva, fìguratont. per Quan-
tità , Mcllitiidine (li cheichcs^ia . Dint.
inf, 4- Non lascia%am 1' andar perchè e'
dicessi ; Ma passavam la selva tuttavia ,
La selva dico di &piiiti spessi. Bui. i\iz
E perchè non s* intenda che fosse di vir-
gulti e d* arbori, dice: io dico la selva di
spiriti spessi : imperocché quegli spiriti sla-
van fermi, come se fosiono virgulti. (Br)
Ar. Fitr. i8- 22. Da strana circondato e
iìera selva D* aste e di spade, e di volanti
dardi. (B)
^ %. IV, Selva, si dice anche aduna Spe-
cie di raccolta di brani di opere per valerse-
ne a compor chtcchts-ii . Magai. Leti.
Ecco roba per la vostra istoria de* dia-
manti intagliati : mettete da banda per ar-
ricchire la vostra selva. (A)
SELVAGGIA. Peggiorai, di Selva, Lai.
sallus . Gr. o-y^xw'v , Pera. Ori. i. i3.
5g. Or in quella selvao ìa disadatta Abi-
tava un centauro orrendo e fiero.
^ g. P'r Baccolta di brani d' opere .
Magai, Leti. In una selvaccia, cbe aveva
fallo, Ji luoglii d' autori e di poeti sti-
raccbiabili a diritto, o a traverso ai bue*
cheri, non ci aveva questi due, ec, (A)
•f '^- SELVAGGIAMI NTE , Awerb.
In maniera scUncsi^ • Bim, ant. 3f.
da, png. 14O- ( Zine ì'jAt ). Insin che
morte ec. Non entrerà nel loco dov* et
siede. Vita no avrò se non siUaggiamen-
le. Salvia. Op. Caca. 2. 4<) Guatando!*
un neir altro, con bollente Selvaggiamente
collera sen vanno Precipitosi. (A)
SELVAGGINA. Salvngginn. Lat. /cri-
na. Gr. STTiptcv. Sen. Pist. Tu ti diletti
veder messe per ordine dinanzi da te le
venagioni e le selvaggine.
f 5 SELVAGGIO . Jdd. Che vive in
Silva, o a Uà foresta, Sn/vatico. Lat. sii-
143
ii38
S E I.
S E »I
SEM
vesler , M'alictit , agrcsiis , f'rus . Cr.
àypiH Doni. /'./ i3. Noti han SI aspri
•lerpi.tip si folli. Quelle fi'T.- stlvjgg» che
•n odio hanno Tra Ccnna f Comete i Lio-
chi colli. /■■ /'■"■? l3. CI.' a lune un 61
Si ferro il eifili» f°" ^ •="" "' """. '
iparvi^r selvJgBio Si fa. Peir. sor,. ì!yj .
Va 6crc bjn questi Ijoirhi si sel.agije,
Che non sappian quanl' i- mia pena acer-
ba . M. Aldobr Citai 'li porco selvag-
della dimestica è calda
Pelr, son
53. Quel
memo in un lu.igo sel...so,' e allo a""Da- I fiore amico di .irluli e d' arn
sTndere gente, trasse da ogni leg.nne tre pk..n.e «ella el.l.e con questo Nuoto
- ■ firmare in quel lu..go . fior d' one.l.le . e di LeUeiie I E 2Ì-.
5. 120. Avendo fatto Cesare nn alloggia, ximl/;/. Gr ouoio;
allo a Da- t fiore antico di «irluli e d armi Come
coorti, e fi-cela -. , _
Jìuon. ti.r Intr. 3. Dell' Apcnnio sel-
»ojo Invano orlando il varco
+ .SEMBIABILE, e SEMBIABOI.h .
AJ,I. I'. A. S«milfHonlc l.ih. IM. Ar-
ile. Dee r uomo intendere e credete che
I e
gio a cotnparaEioD
o secca.
5",: §. I. /fgì^iunlo di tuof;o. vate Aitf-
nenie a si-lva. - Dani Inf. I. A te convien
lecere altro viaggio ec. Se vuoi campar
d'esto lungo selvaggio". (C)
§. Il risnrala'ii. Doni. Inf. 6. V«
ranno al s;ingiie. e la parte selvjgHÌa Cac-
ccr!i r altra. HtU. •'■' ■■ Cioi; la p.irte de
Bianrh; , la quale egli chiama silv..ggia ,
perchÌ! di quella parte erano li Cerchi ,
li quali erano venuti di contado . Oant
Pino. 2. La lurha, che rimase li, selvag-
gia Parca di--l loco, rimirando intorno (ijni
vali nuova, str.ioirra mal pratica) Aiuti.
n5. losino a tanto che di dosso gittalili i
panili selvaggi, nella chiara font..- il tuBb
(eioi, rOMi). a. /'. 7- 85. 5. Egli e sua
gente Catalana erano ancora con loro sel-
vaggi, come nuovo signore e nuova gente
(lioi, non trattavano insieme, non erano
confidenti).* G'"-'- <'•""'• "'"■ -''''";•
S*^- E s' esser può, quel freddo cor sel-
vaggio Di Ili, che sta ver me si ferma e
«alda Al vento acceso dei sospir miei, scal-
da. Che lacrimando notte e giorno io trag-
gio (qui per Duro, Criiilele I. (Bj
# tj. III Selva.;:^to, ng-;ìnnlo a nomo,
vile Tiilico, llmzoj contrario il' AfTnbilr ,
e ili Cernili', •• Pelr. .'fn. 207 Con si
dolce parlar, e con un riso Da far inna-
morare un uom selvaggio .». (Cj
* SELV.XGGIUME. ó i/.'^f;i'ime. Dil
lam. 4. 12. Assai v' i; pesce, selvaggiume
e helve. Onde ban la vita lor. (IIJ Slor.
Kur. lih. 1. La Scandinavia cesi h.i gua
dagnato questo nome dalla comodità de'
poni, dalla ferlililii del paese, e dalla
somma aldiondjnia non solamente de' pe-
lei , e de' selv..ggiumi , ma delle ricche
miniere ec (Pi
SELVANO. y. SILVANO.
SELVARECCIO- Adi. Di seha. Lat.
.ùliesler . Or. O/n'ji; . TUinli. Atol. 3.
l8,1. Dalla vaghezza drllo hello ombre, 0
del selvarercio silenzio invitato, mi preso
disiderio di passar tra loro.
•SELVASTllKLLA, e SELDASTREL-
LA. Krh'i ehi' è delta aftnnienli Pìmpi-
nflla. ed iLirui wda imnlala , e tnli'oUa
la siile nel fino. Lat. 'pimpinella , san-
fuisirhn. M. Ilin rm hnrl. I. 207. lo
potrei bene oderirvi due torsi Di lattuga,
id un po' di selvastrella Dai: Coli. 1(1«
Di Febbraio semina cavoli oc, prezzemo-
lo , jelbasirella , ec. .foiler. Colt. 81 Se
(u tnelterai nel fondo loro (de' (ini^ a
bollire ec. mughello. lelbiilrella, e simi-
ileranno l' odor medesimo , che
tutte
erano
/lari.
sembiabilo ed igoale al padre in
cose Troll, pece mo-l Li piedi
•emhiabili u' piedi d' orso . l'it
li , preo
hanno delte erbe.
«SELVATICO Add. Lo stesso che. Sii
valico. .Siina;. pror.1 Appena mi «i lascia
credere, che le ,elvali he belile »i posso-
no con diletto dimorare. (N)
SELVKTTA. lìini. di Selv'i, Lai. ri/-
.•.i/,i', ncmui . Gr. ùXctpto» . Mur. Hai.
n. In mi-if di quel terreno, che Didone
prese per far la eill'a, era una mollo beli..
..Ivell» nemh //<o/. I. li- Facevano gli
allori senza legge, ed io maggior quaulll'i
cresciuti , du« solvette pan , e nere per
l'ombra. '
SELVOSO. Atld Pie';" di se've. Lai.
ti/i'o»iii./ie™oro«iii.GT. «XomÌi;, uiiKOt-
P,.lr. Uom. ili. >l quale si ril nova dol pia-
no a'Iiioghi selvosi S.;;r. Fhr. /trt.gurrr.
Queste cose sono semliialioli a
due uomini, che tanto erano poveramente
vestili. E 12. Quello uomo istabilio in
terra, e di lui medesimo fece feniina sem-
biahole a lui-
* SEMBIAGLIA r.SEMBRAGLIA.n
•■t- *SEMBI AMENTO. Semlrinnze, Fai-
tezze; Quello per cui una C">a somiglia ad
un- olirà . fìellia. Rucd,. /|8. Parve all'
Indian ce. Di arieggiar mollo alla mani-
fattura . E alla polpa , e al colore , e a
sembianti Cho aveva dati la madre natu-
ra , ec. (A)
f SEMBIANTE. Susi. A spello , toc-
eia, /'.ìlio. Lai atpecliK, forma, viillus.
Gr uj/, TpoJMTOV, 31(115. Doni. Purg.
1\. Perché l'ombra si tacque, o riguar-
dommi Negli occhi, ove '1 sembiaole più
si ficca ( cioè, r aspetto dell' animo ). E
Por. 3. Quelle stimando specchiali sem-
bianti, lini, ivi ! Specchiati sembianti, cioè
immagini che si r.ippres.Dtassono nella Lu-
na, come nello specchio si rappresentano
le cose poste dinanzi a lui. Poni. Por. 5.
Lo suo piacere e 'l tramutar sembiante
Voser silenzio al mio cupido ingegno . E
32. Né mi mostrò di Dio tanto sembian-
te (cioi, cosa che tanto S" assomigli..sse a
Dio). Pelr. soo. 201. Gli occhi, e la fronte
con seminante umano Baciolle si, .-he ral-
legrò ciascuna. Bore. BW. 100. 16. Con
sembiante turbato un di le disse. Aoi'. ant.
100 II. Dico, che se io laglieròc a
questo mio cane il piede, che s' io il chia-
merò poi, e moslerroUi belli sembianti ,
eh' elli mi seguir'a volentieri con amore
-(■ §- 1- Per Apparenza . Lal^ sprcies,
forma , imigo. Gr. l'osa, ei ifo; , Ei-
jtw'j- O. V. 2 I. 5. Con falsi sembianti
msslrava amore a' cittadini lìanl. Inf.
32 Avea di vetro, e non d'acqua, sem-
biante. E Par. 22 Vidi questo globo Tal,
eh' io sorrisi del suo vii sembiante. Bui.
ivi : Del suo vii sembian'e , cioè si vile
vidi la terra, che io Dante mi feci beffe
della sua apparenzia vilissima.
§. II In temhianti. Per sembiante , «
.limili, pii<U ovterliiilm vasHonn In ap-
porenzo. Lai. ficu. simulale. Gr. si'^MVi.
XM5. Nov. o'nt. i\. 5 Cosi pare che voi
amiate vostro Dio in iemlii»lili di paro-
le, ma non in opera. Liv M. E cosi
fu la cosa per sembiante indugiata. Becc.
noe. 100 1 finita la lunga novella del
Re, molto a tutti nel sembiante piaciuta,
Dioneo ridendo disse . Pelr. conz. 47.
» Se tu m' amasti Quanto in sembianti
e nel tuo dir mostrasti-
€. III. Fare , o Mostrar senihianie ,
vote far sej;nn. ttimoilrazione, viilo. Lai.
.sisoum facere, fineere . simulare. Gr.
• irpoaTtoìi'aaKi. jTO«,oi'vi»àa<. Dani. Por.
Q Qui si lacfllto. e leromi lembianto Che
ì!.»se ad altro vedi- Bocc. nev. 61. 7-
Acciocché Giaoni nulla inlpicar poleijo
di lei, di dormire fere sembiante. E nov.
73. IO Fecer sembianti di maravigliarsi
forte, e lodarono il consiglio di Calandri
00. /•; nov. 1,8. 6 Senza alcun sembiante
ili lei s' accese. Pinv. ani. 33.
o a fare strano sembiante , e
n'amico too (dot . a
moslramo,
I. Cominci
ingrosso contro a
moiliBrsi adirato).
5 SEMBIANTE Add Sìntiglitnte Lai
Di beltade e di lumi si sembianti, Che
anco 'I ciel della terra s* innamora. ! il.
Bari. 1 1 Questi sono sembianti a' ricebi
e a' possenti uomini di questo mondo.
* r>.tj. Cer. l5 34. E il vedran poscia
(un monte) Alle acuto piramidi sembian-
te , Sottile ioTor la cima , 0 ia motto
grosso. (Dì
if § l E in forta di sust. • Llv. M.
Subitamente tornò tutta la sua inteotiooo
a religione e a sacrificare j lutto 'I popolo
ne foce il sembiante - . (Cj Cor. Eri. I.
75t). Come a quei che a Troia il lutto
ride oc. Col lembianto riscontro oT vivo,
e'I vero. (FP)
* p. II. Per Veniale. Tats. Cer. 11.
59 E da sembiante colpo al tempo stesso
Colto ò Raimondo. E 12. l3. Sempro ec.
li mostrasti a te slesso lombianlc. EBim.
Ani. ìon. 12. Or chi sia mai eh* arresti
il mio desiro. Se egualmente Io spìngo, e
pronto il rende Con sembiante virtù lo
sprono, e il freno ? (O)
SEMBIANZA. .SemhianU SUSI., net pri-
mo significalo. Lai. vulUis, aspeetus. Gr.
tZ-lf. ~^37UT3V Pani. Por. 18- Che la
sua sembianza Vinceva gli altri. E 32. E
la buona sembianza Ch' 10 veggio e noto
in lutti gli ardor vostri. Pelr. conz. ^l.
6. L' angelica sembianza, umile e piana.
t * S. I- Per Immagine, Ritratto.
Pelr. son. l^. E viene a Roma scgoecdo
'1 desio. Per mirar le sembianze di colui,
Che ancor lassù nel Ciel vedere spera.
m E conz. ^p. p. Vergine ec. Non guardar
me. ma chi degnò crearme: No *1 mio
valor, ma 1* alla sua sembianza, Ch* e in me,
li mova a curar d' uom sì basso, (y)
§. II. Per Cenno, Dimosirazione, Vi-
lla Bocc. nov. 9;. II. Ch'a messer far
tavcssi lo mio core. Lasso, per messo mai,
o per sembianza Dani. Par. 7^, Poi mi
volsi a Beatrice, 0 quella pronte Sem-
bianze fonimi. Bill, ivi: Pronto sembian-
ze femmi. cioè fece a me Dante manìfe-
sii e apparecchiati cenni e viste-
5 3. III. Per Simiglionza, Apparenza.
Lai. simriitudo, species, formi Or. gpoio-
T»;. Aorr. niui. 28. 2 A me si par»
(Wvanti a doversi far raccontare una ve-
rit'a. che ha troppo più. che di quello che
ella fu. di menzogna sembianza C. V.
II. 3. 20. Visibilmente udì un fraeauo di
deroooia. e di sembianza di schiere di cavalie-
ri armali. Sen. Pisi. Siccome avviene di duo
edifìcii alti igualmenle e d' uua sembiao-
11. 1= To«<- Cer. i3. 35, Forse l'incen-
dio che qui sorto i' vedo Fia d' effetto mi-
nor che di sembianza. (P) Borfh. Orìg.
Fir. .300. Rendono la vera sembianza d*
una Croce, ed 10 questo lanlo f te Chiese)
sono difTereoli dalle amiche. (P)
SEMBIARE. r. A. Parere Lat vi-
deri, apporere Gr. ^jyi'vnSai. Tlont.
lof. 1 E una lupa , che di tutte bramo
Sembiava care» eoo la ina magrezza. E
Por. 20. Tal mi lembio 1* imago della
•mprcnla Dell' eterno piacere. Pelr. rant.
28 3. Ch'ogni allro piacer vile Seminar
mi fa •
SEMBIEVOLE. l'. A. Aid. Simiflie^-
i-ole, .Kimifliinte. Lai. simitts. Gr. 0-
aotoi. M .4ilehr. Hanno sembievole oaln-
ra in lutto opere ch'elle fanno nel corpo
drir uomo.
si:mblabilr, « sembrabile. r
.4 Add. .Wniile, .Vi nif lievole. Lai. »imi-
lii. Gr. ó.oeio;. Liv. W. Enea . il qual
per somblablle cagione ora fuggilo di suo
paoie. * 7"o<. Br. 8. 23. Per quello al-
ire trmbrabili eoio, e propiietidi di noi.
e de* noli ri l'aequiita benevolenza (Cj
SEM
i jj. Or sappiate che questi argomouti,
e altri seinbrubili, soqu aecc»saru in que-
tU maoicrj.
SEMULANTE. F. J. Sembiante. Lat.
vuUus t asprctus. Cr. U'^}', Trps'sfijTsv.
Frane* Barb. 376. ti. U ben purUrc , e
1* oockto sviubLuie. ^= litit. A'iit. Ms.
Corbmelli nella Tu^'. Barb. H^ppreseota-
Taoo li sentbUutì Ji coloro, dclli qu^li par-
lavano. (V)
f SEMBLANZA. /'. A. Sembianza, in
tutti i iiioì significhiti. Tesoreit. Br, 5.
£ fu quv>la icdiliLnu I.0 mondo io simi-
glitfuza f (/'Il /<! stampa di Firenze. l$24-
C«/). i. pai;. 29 ^egge scmbijiiaa). Bi/u.
ant. Guùi Cition ili. Ì* allumo eolro ,
e fono a far temblaoza Di duo nio&lrir
ciù che lo meo cor sente. V'ranc. Baib,
l57* 1. Prima (i lauJa con fina sem<
Lia osa.
* §. In tignijìc. iti Sentbia^iia. Bim.
amt. jj/. Cifi. 375. Al meo parer nou è
chi CD Pisa porti La si uglieote spada
d' Amor cinta, Come il bel cavalier, e' ha
oggi viola Tutta questa sembianza ( vedi
ia nota iS- Guitt. Lett). (l'J
SEMBLARE. T. ,■/. Sembrare, Parere.
Lai. viJeri. Gr. oai'vjsiat. Frane. Barb.
la. l8. Veogon vizii da lato. Che seni-
blaa aoi alcun' ora vertuti. E 3o. i4- E
color che digiuni Più senihlaa alla fin ,
ch'ai cominciare.
SEMBLEA. Sembraglia. Lab. 282. Ella
1*8S' ^^ LiQcelollo , e di Gìocvra , e di
TriiUDO, e d'Isotta, e le loro prodezze, e
i loro amori, e le giostre, e i toruiaiueo-
ti, e le semblèe.
sembrabile. r sembiabile.
1 5 sembuaglia,.* sembiaglia-T.
A- Adunanza iti cavaiieru Lat. vquitum
Cittut > colUctio , coiclio. Gr. liZTnxti
iùvxfj.ii, a^jÀ^O'/rit 5Uv3tywy*i'. Tav. Bit.
C* S. Tantosto s'urina, e monta a ca-
vallo, e tutto solo si mette al cammino ,
dove la sembraglìa esser duvea. K altro-
ve : Io vi dono cotesto elmo tanto leggia*
dro per tal conveaentc , che voi lo por-
tiate a questa sembraglia. Fr. iac, T. 2.
17. IO- E fugar fa le scmbraglie De' pò*
leali suoi nemici.
* §. £ f.:uratam. u Fr. Iac. T. 2. 8.
3> Udita la novella La carne fa sembia-
gUa; E centra la ragiono Muove grande
ballaglia ( cioèt apparecchio d' aiuti) . (Cj
* SEMBRANTE. V. A. Sembiante,
Aspetto. Trati. Firt. 3for. 2. Fa sem-
brante che li piaccia. E 3. Lo savio
oomo Vede Io cuore dell' altro per gli
sembranti del viso di fuori. (Cj
* SEMBRAMZA. /'. A. Sembianza,
immagine. Med. Arb. Cr. 49> Raccordati
dunque tu, anima , che se* immagine, e
sembransa di Dio. (C)
* §■ Per Stmif^/ianza , Apparenza ,
Tratt. J'irt. Mor. 8. Elli hanno sembran-
sa di bene. (C)
t 5 SEMBRARE, Parere^ Aver sem-
bianta d'avere una certa i/ualità, o un
Ctrto modo d' essere j e dtcesi delle per-
tone, e delle cose. Lat. \'iderig apparere.
Gr. Epsu'vsT^ai. Bocc. nofr*. 22. io. Donna,
non vi sembro io uomir* da poterci altra
volta essere stalo? Dant. Jnf. 16. Sostati
lo, che ali* abito ne sembri Essere alcun
di nostra terra prava. E 33. Fioreutino
Mi sembri veramente, quaod'io t' odo. £
•P*""?- '9- *-*** piuma sembran lulle^r al-
tre some.
# §. 1. Sembrare, talora equivale a
Credere, Aver opinione. - Bocc, Inlrod.
^. E qui, e fuor di qui, e in casa mi
sembra star male •>. (C)
# §. II. Per Somigliare, col dat. Sen.
Pisi. ms. '\o. (Fedi la nota 189. Guitt,
Itelt.}, Meglio è che tu sembri nel par-
lare a Viniato, il quale sempre parlava a
SEM
tratti, che a Texio f il Focahot. alle voci
A TRATTI, e ARRINGATORE cita que-
sto passa diversamente). (F)
V g. HI. S mitrare, p<-r Atiiniigliaie,
Ritrarte, Far simile. Silvia. Et. L» G.
E r iminurtali Di-e sembrar nel viso Di
fanciulla amorosa almo sembiante. (A)
f 9 SEME. Sustanzia, nella quale è
virtù di generare, e the genera cosa si-
mile al suo suhhietto. Lat. semai. Gr.
Qnipfix. But. Puig. 16. Ogni erba si
conosce per Io seme ; cioè per lo frutto
che fa, che è poi seme, di che nasce 1'
erba, quando 1' uomo lo semina. Dant.
Pur. lo. Le cose generate, che produce
Con seme e senza senio il ciel, movendo.
Bocc. nov. 79. 3l. Iliaca mia da sem« ,
ella è una troppo gran donna ( cioi ,
sciocco, scempio, ne buono ad altro, che
a razza. Lai. caudex, stipes, futigus. Gr.
xopfj.oi ) . Petr, Cinz. l\S. O. Di buon
seme mal fruito Mieto. Cr. 6. 48> l* H
sepie { del finocchio ) si coglie uel prin-
cipio dcir autunno, e serbati per tre anni.
E /tutu. 2* Quel medesimo fa la polvere
del suo seme. Bem, Ori. \. 2^. Sg. E
ben misero è quello, e pazzo io tutto ,
Che di mal seme miete peggior frullo.
^ § I. Ogni erba si conosce al seme,
o per lo seme j proverbio che vale che
Dall' opere si conosce quel che uomo va-
le. « Dant. Purg. itì Se non mi credi ,
pon menie alla spiga , Cb* ogni erba si
couoice per lo seme. (C)
^ §. II. S<rni Jreddi , diconsi dagli
speziali , i Senti del cocomero , del ce-
trtuolo, del mellone, e della zucca. Pxed.
lett. 2. 240. Le lallale fatte co' semi ired-
di, le orzate, e le panatelle saranno a prò*
posilo. (Pi)
j- §. III. Seme, particolarmente si dice
QuclV umore bianco, e viscoso che serve
alla generazione de^li animali. Lat. sper-
ma, Maestruzz. 1. 84. Se l' uomo per-
venne al gittamento del seme, eziandio
che la donna noi mandi fuori, è da dire
che, secondo Ostiense, si contrae affinità.
Red. Cons. 1. 2t)3. Poscia son fecondate
dall' aura ec. del seme maschile.
§. IV. Figuratanu Dant. In/. 3. Be-
stemmiavano Iddio e i lor parenti, L'u*
mana spezie, Ìl luogo, il tempo e *1 seme
Di lor semenza, e di lor nascimenti. E
Par. 7. Vostra natura, quando peccò tota
Nel seme suo, da queste digoitaJi, Come
di Paradiso, fu remola. But. ivi: Nel
seme suo, cioè ne' primi parenti, che fu*
rooo seme di tulla la natura umana.
Dont. Par. 12. Addimandò, ma conira *1
mondo errante. Licenzia di combatter per
lo seme, Del qual ti f^scian ventiquattro
piante. But. ivt : Cioè per la fede, che è
seme che produce miglior frutto, che mai
producesse alcuno altro seme , cioè vita
eterna.
§. V. Per Principio, Origine, Cagio-
ne. Dani, Inf. 33. Se le mie parole esser
dea seme Che frutti infamia al traditor ,
ch'i' rodo , ec. E Pur^. 3l. Pon giù '1
seme del piangere, ed ascolta, ^- Tac.
Dav. Sior. 2. 291. Ora sparpaglia le le-
gioni, disarma le compagnie, sparge ogni
dì nuovi semi di guerra. (C)
3 g. VI. Per Istirpe, Discendtnza, Maz-
za. Lat. stirps, progenies. Gr. ytyfx.
Cron. 3Iorell. 23i. Col suo aiuto certo
seme di Ub^Idini , rimaso ancora nel
mondo, vennooo nell'Alpe. E 2\y. Il dì
dopo si mori il fanciullo, sicché di lei
non rimase seme* 'r F. Fili. J'it. Ace.
19. Accorso, chiosalore, e illuminatore di
ragione civile nacque di seme rustica-
no. (FP)
# §. VII. Seme, si dice anche d'Una
moltitudine d* uomini nati in una medesima
città , in un medesimo regno . « Stor.
S E M
n39
Eur. 1. 8. E' cercava con quella «guerra
annullare per sempre la guerra, ed estin-
guere sì Ijitaiiienle quel sepie pessimo,
che e* non potesse mai gt-rniogliare. Tac.
Dav. Ann. 12 l52. Ma de* Siluri bi-
sognava spegnere il seme (il testo lat.
ha nomeii ) « . f: stor. 3 321. Come
\eipaìiiauo fo>s« in jella non sarebbe si-
curo sé, né gli amiti, né gli eserciti, sino
a che non vedesse spento il tuo lenu
emolo. (C)
# §. Vili. Seme, in sionijicato corre'
spondente a Bazza, si dice anche di cose
ina-tim.ile. uBiion. Fier. i. 3. 3. Che le-
zioni io questo Vostro studio si leggono?
D' umanità, di Legge ? ec. CI. Quanto
all' umanità, questa è dismessa : E si può
dire, che delle buone lingue Se ne sia
spento il seme, (C)
§. IX. Semi, si dicono anche le Quat-
tro diverse sorte, nelle quali sono divist
le carte da gtucare. Buon. l'ier. 2. 4*
i3. Doman rassembra Non pure il fante,
e nou pur quel di coppe, Ma di mattoni,
e mula seme, e slampj.
t SEMENTA, e SEMENTE. Seme.
Lat. semen. Gr. ij~éo[XK. Bocc. nov. 72.
7. Cominciò a nettar sementa dica^ulini
che il marito avea poco innanzi trebbiati.
Dant. Par. 8. Sempre natura, se furtun^
Uuova Discorde a sé, come ogni allra se-
mente. Fuor di iua region fa mala pruo-
va. T'-sorett. Br. 7. 55. Facea la terra
frutto Senza nulla semente , O briga d*
uom vivente. DiW. Colt. i8j. Perché non
pure il susino, ma ogni altra semente
fuor di sua regione fa mala pruova. Alani.
Colt. 1. 7. Già commetta al tcrren la sua
semente.
g. I. Sementa, per mela/, vale Cagio-
ne, Origine. Lat. causa , origo , semen.
Gr. dpx'^' I^o'^t- li'/- 23. E gli altri de!
concilio , Che fu per li Giudei mala se-
menta. E Pui g. 17. Quinci comprender
puoi, ch'esser conviene Amor sementa in
vui d' ogni virtuie. E 25. Ed ivi impren-
de Ad organar le posse, ond' è semente .
g, II. Sementa, per lo Seminare. Lai.
salio. Gr. o:io;«. G, F. 12. 72. X. Al
tempo dt-lld seiueiila furono soperchìc pio-
ve, sicché conuppoDo la sementa. Cr. 12.
72. I. Ma nel caldo campo e grasso sì
dee indugiar la sementa, quanto si può,
innanzi il freddo del verno. 31. l . 6. 12.
Da mezzo Ottobre a caien di Gennaio
furono acque coutmove con gran diluvii,
e perdesseue il terzo della sementa ; ma
il gennaio vegnente fu si bel tempo, chtt
la sementa perduta si racquisio (cioè, sì
seminò manco il terzo),
g. HI. Sementa, per lo Tempo della
sementa. Lai. sementis, tempus sementis.
Gr. oTZOpc^' Segner. Fred, 19. Se uu
agricoltore arrischia molte moggia di grano
nella sementa.
§. IV. Sementa, per Bazza. Lat. sobo-
les, progenies, semen. Gr. ysvsK. Stor.
Eur. 5. 118 Per estirpar Bnalmenle quella
sementa perniziosa , che già Unti anoi
guastava Italia.
SEMENTARE. Seminare, Lat. serere ,
seminare, semcntem facere. Gr- oTfipeiv.
Guitt. lett. 9. U Maggio sementatore be-
nigno Dio ha sementato nel campo del vo-
stro cuore la carissima sua magna mer-
cede. E appresso : Non già solo semen-
tando grano , grano prezioso e sommo
rende.
* SEMENTARIO. Semenzaio. Lat. se-
minarium. Soder. Colt. 26. Avvertendo ,
che se s"ha a piantare in collina, dei far-
ne il scmeotario in collina; se io poggio,
in poggio, (f)
SEMENTATO . Add. da Sementare .
Lat. seminatus , semintbus sparsus . Gr.
£3:r3Cfj.u£V35 . Alam. Colt. 5- 110. Poi
ii4o
SEM
drilte e lunghe Le jerneoUtc corde io e»-
si stendi
SEMFNTATORK . Seminntorf . Lat.
sator , \emitiior . Gr. 9T9^iu; . Cititt. j
li-tl. q. Il Miggio jcrn-nlature benigno j
Dio ha -si-mriitJtu nel campo del vostro
caore U cjritiima sua magnii mercede. K I
appretsot E se tale e tanlo è M lemen-
talore e 'I seme , ec. |
SEMENTE, r. SEMENTA. |
* SEMENTILO. J-^gii>nfo che ti dà |
'jj una Sorta di pere Lasc Cen. 3 nov.
10. 267. Ora Teneodooe le fruite, che
furono prre kfmonrinp. (C)
5 SEMKNZA. Seme. LaC. semen. Gr.
^ItipilTL . Cr. 2. 22. I. Altri (arbori)
tono, che non menano frullo alcuno. De
quali si Iruuvi alcune ^L'menze, di che si
pO!iU generar siiui;;liJDle pianlJ . Tes.
Br, 3. 5. Secondo le sue maniere, che
ella è , cosi divengono le sue semeoie
e 'I SUD frutto. E 5. 22- E sappiate che
le loro TÌTao(Ic sono velenose semenze.
* g. I. /; fi-^umfam. « I)ant. Pitrp.
1j. Di mia semenza coUl paglia mieto.
E Par. i3 E disse: quando 1' una
paglia e trita, Quando la sua sementa e
già riposta , A lulter V altra dolce amor
m'invila. Prlr. cap. 8. A purgar vcn-
oe Di ria semenza il buon campo Ro-
mano " (C)
f § II. Stmenza, tafora vale Frutto del-
ia semenza, Misse. G. /'. p. 78. 2. L'
■equa soperchiò il terreno^ e guastò ogni
sementa.
§. III. Per Caf;ione. Lat. semen, cau-
ta, principttini , ori-'o, Gr. a.p'/r). Dani.
Par. 2. Le dislinziuQ , che dentro da se
baoDO, Dispongono a lor fini, e lor se*
mente
§. IV. Per Discendenza, Stirpe. Lai.
semen , sti'pt , prosenies . Gr. '/Evea .
Dant, Par. q. Mi narrò gì' inganni Che ri-
cever dovea la sua semenza. ^ /■' Inf. IO.
Deb se riposi mai vostra semenza , Prega'
io lui, solvclrmi quel nodo. Che qui ha
inviluppata mij sentenza (TC)
f SEMENZAIO. Luo^o dve si semi-
na, e dove nascono le piante che si deh*
bono trapiantare . Lai. seminanum . Gr.
oMTtUTrl ùiQ'i . Pai/ad. cap. 6. Il semen-
saio si vuol fare in terra mexznlana, sic-
ché quello che vi nasce si possa iraspian-
tare. /•,' Cerni. 16. La terra del semenzaio
de' avere let.ime serro mescolato . Cr. 2.
ai. 18. Ancora si fanno sementai, ne*
qaali si crescono e nutriscono cosi semi ,
come arhucrlli . E cap. 22. (\. Tulli i
semi e rami e piante due piedi di lungi,
od uno, net semenzai') si piantino.
SEMENZINA . S.nie d' un* erba che
nasce nel regno di lìantan, e a noi viene
di' Persia; h minuti, bislungo, di odore
ingrato, di sapore amaro, e atsat aroma-
tico . Lat, semen c-ntra vermes , semrn
santonieum. Red, Oss. an, 108. Di quel
seme che sem<-nzinj, o seme santo appel-
Lisi nelle speiiene , ne r<-ci una buona e
piena infutionr nell'acqua comune calda.
E appresso: Vi è dunque qualche ragio-
ne, che la semenzina confettata con tue-
chero sia frequcntemenic usala oelle spe-
sierie .
SEMENZIRE Far teme, Produr seme,
hnt. semen produr ere. Gr. OTiìpflV. Ti'xTItV.
Cr. 6 98 3. Cidgon%i le rape del mese d'
Ottobre, e quelle che saranno più belle ,
levate via le foglie , ti pisnMno, aceioccbè
lemenziscano la slate seguente,
* SEMESTKALK. y/dit. appartenente
.1 semestre» l'ros. Fior, (y4)
SEMESTRE. Spizio ^1 <ei meti. Lai.
semestre spatium. Gr. T& Ì%'y'}ir{tvv\o-* .
Mafm. 8 8. Quando quell* imolente del
padrone Ti picchia • casi, e con si poca
l^tia ( hiede il »rmrslre , che non v* e
S E il
una crazia (t/ni vnìe. Il d-tnero della pi-
gioie doi-uto o^ni semestre).
•f * SEML Particelia che af:giunta
ad altre v. ei , tignifica il lor congelo
noto per metà , come Semicapro , Semi-
cavaf.'o , Semifiw p ec. Buon. Fier. 3. 1.
9 la "gni arte un t^l po' mi fo far lato.
SoD, verbigrazia. il semi. Il seroiaddulio*
rato, il seinimusico, Semipoeij, semi s<in
6lo8or.>. (A)
SEMIADDOTTORATO. .^./J Mezzo
addottorato. iSuon. Fier. 3. j. 9. Son ,
verbigrazia» il semi, Il semiaddotioraio,
il semimusico , Semipoeta , semi suo 6-
losofo .
f # SEMIBECCO . Becco per metà,
Mezzo becco . l'ros Fior. P. 3- vot. 1.
Oc. 8 p'^g' 16^. Onde a B.«cco si sacri
fica il becco, e da molti era dipinta cor*
nulo « e becco intero ; fra 1 semibeccbi
si levi, (Ai
* SEMIBREVE . Nota musicale che
vale una battuta , cioè due minime , o
quattro s^niiminime, (A)
SEMICANUTO. Add. Mezzo canuto.
Lat. semicanui . Gr. r|^i:i9Ìi'o; ■ Buon.
Fier. 3. ^ 9- Krami accanto un certo
tal di tale ec, Semicaauto, e à* un saìi>ii
vestito.
•f * SEMICAPRO. Mezso capro. Ca-
pro per metà, ed è aggiunto che si dà a'
Fauni, ed a' Satiri , i quafi sono dipinti
dil mezzo in giù simiti al/e capre. Snn-
naz, Arcad. prot, 8- Se, entrando per gli
inviolabili boschi , avesse con la sua ve-
nula turbale le sjnte Driade e i semica-
pri Dii dai sollazzi loro, ec. E fgl. 9. E
'1 semicapro Pan alza le corna Alla sam-
pogna mia sonora, ec. Sold. sai. 5. Gon-
fio farsi veder per quel coccbiaoi, Ove il
gran Semideo solo imbarcava 11 semicapro,
ec (.4)
« SEMICAVALLO . Add. Mezio ca-
vallo . Ang. met. 2. 22^- Gravida lasciò
poi la ninfa bella , Onde nacque Chiron
semicaviillo. (M)
SEMICERCHIO. Semicirco/o Lai. se-
niicirctilus Gr. T)/jii'/uy.Ì04 . Gal. Sist.
343. Il diametro del cerchio massimo
sarà FOG , ed Ìl semicerchio apparente
FNG.
SEMICIRCOLARE, e SE.MICIRCU-
LARE. Add. Di metto cerchio. Lat. *se-
micircularts, Gr. Tri^i/wxitxo?. Fir. DiaL
beli, d nn. 366. Sulla quarta parte della
quale ce. si muove una linea quasi semi-
circulare . Pnl. Oss. an. 192. Alla base
della qu^le in uno de' suoi Ijti si stende
un' ala semicircolare membranosa.
SEMICIUCOLO. Mezzo cerchio, Lat.
semicircu'us Gr. v;_uiVux3lo5. f'ed i'Ios.
8. Dant, Par. 32. DdH' altra parte, onde
sono intercisi Di volo i s'-m^icirc-ìli , si
stanno Quei eh' a Cristo venuto cbber li
visi. Cr. 6- 73. 1. E anche s'appella Co.
rona rrgis, imperocché è latta a modo d'
un semicircolo .
SEMICIRCLXARE. /'. SEMICIRCO-
LARE.
SEMICROMA. Una delle figure , 0 note
mufic ìli, Mftà della croma.
* SEMICUPIO. St dice del Sederti nel
b igno, in cui t'acqua piuni;a fino all'om-
belico. Lat. *senticupium. Gr. C'/X9tdc7ua.
lied, Cjons. I. 36. Il bagno non sia di
tutta la persona, ma sia in foggia di se-
micupio. (•)
SEMIDEO. Quasi Iddio , Che ha del
divino. Lai. seniideus Gr. Tjui'dco;. Petr.
son. i53. Di che sarebbe Enea lurltjlo e
liitto. Achille, L'iisse, e gli altri semidei.
Fir, At. I 2*>. Si poteva giudicare che uo-
mo cert.imrnle inge);nuso e grande , inii
un semideo , ami uno Iddio fusse sialo
quegli che con si sottile intaglio avesse
lavoralo quello argento. A^am Gir. 12
S E M
i3o Rìde in suo cuor quel Re de* se-
mi lei .
SEMIDIAMETftO . Mnzo d>ametro .
Gaf, Sist 201. Cuolf^nendii tanto quelli,
quanto quetti, due semidiametri fC 363.
' lolendendosi p<>i il tuo semidiametro pro-
I )ungal<) tini> .«Ila dittanta del Sole.
i * SEMIDIAPENTE. Term. musicale,
che si di. e altrimenti dtt* mniici Qusnt-*
impeif-tti , o diminuita. Gal. Dial, nov.
sciea. 5'fV Dissonanza simile al tritono,
o semidiapenle. (*)
* SEMIDITONO. Term. musica/*,
che dino'i un tuono e mezzo, o piiitlotto
un 'titano impeijt-tlo, e da* musici si dice
anche Terty minore. J'arch. Giuoc. Pttt .
Dico seni['lici , perchè se oe trorauo (de/te
consoiiinze muficnli) molle composte, co-
me il ditoou , cioè di due tuoni, semidi*
tono. Iritono. ec. (*)
* SEMID0PPIO.//J-/ Term.de* Ruhri-
ehiiti , ttppartrnmte al fìreviario J e di'
Cesi di Qur/I' uffìzio nel qntle non SÌ du-
plica In rfrila d- Ile antifone. (A)
SEMIDOTTO. Add. Blezzanamente
dotto. Lai. .temiloctut, sciolus. Gr. r'ut-
poLÒrii . Tac Dav. Post 4'7" ^' scor-
' rezioo sua, patt.ila io uso, s'è convertita
in sua naturale essenza, contro alla quale
il semidotto, rhe troppo vuole ortograSi-
«are, rarografizxa (qui in fìrza di tutt ,
e riV; U pTiona semidotta).
* SEMIELLISSE Term. de' Geome-
tri . Mrzza ellisse. ì'ivian Tr- Besist.
Con una semielliue , o con due semìellisii
ec , si possono avere solidi , che essendo
sostenuti ne* biro termini, ec. (A)
* SEMIELLITICO. Add Term. de'
Geometri, fu semie'Usse. (A)
« SKMIESPOSITO. A/d. Meno espo-
sto , Mezzo tlichiaralo . Lat. iemie.rport-
tus, semiexplinatns. Pros. Fior. 3. |. 2-
28. Ne s'intese, se non tardi, che luogo
egli (il perfonngrio) vi potette avere; ma
si comprese come per romentatore , do-
vendo pure finire it simiespostlo Teren-
«io. (NS)
•f * SEMIFILOSOFO. Mezze filoso-
fo . BuO't. Fier. 3. I- 9. Son, verbigra-
zia, ec, il semimusico, Semtpoeta, semi
soD filojofo, ec. (A)
SEMIGIGANTE. Mezzo gigante. Lai.
semìgigat . Buon. Fier. 5. 3 8. Che di
rep«-nte Andriti semigigaole ce , Fatta mo-
stra di se fra la cran turba, ec.
SKMIGNORANTE Add, Mezzo igno-
rante . Lat. semidoctus , Gr iJuiua&Tj'^ .
AP'-g l52. Diceva adunque ee. il mio
semignorante pedagogo della (erta clas-
se , ee,
SEMILA . Nome mttmerafe , che ronr-
P'Cnde sei niigUnin. Lai sr.T millia, Cr,
e5X/i9Z')t5i Pant. Par 3o Forse se-
mila miglia di lontano Ci ferve 1* ora sesta
•f * SEMILIANZA f A. Simi-
glia'iza , Bim, ant. Da-it M^imn 8l. A
semilianza come audi nomare Del parpa-
lione, che il foco fede. E appresto: Voi,
che semilianis Avete di ciaveuna, ec (V)
SEMILUNARE. Ad l. C'-e A« figura di
mezsa luna . Lat 'semilunaris , arcua-
tut. n.'d Oss an ^2. In Tiriaanta dello
stretto paskj{:gio che va dal gotto alto st<V'
mac», sta piaulato da una delle Lande qd
oisello krmiliinare assai tagliente.
SEMIMIMMA Una delle figurerò note
muticeli, .^trl.i della minima j e ne %m
quattro a l^attiiia . Varch Lez* 636. Se
era breve, la pronuniiavano brevemente,
e con Un tempo solo , rome si fa nella
musica, lerliifirazia, una semiminìma.
SKMIMUSICO. Mezzo mutifc Lai.
semiferitiis musici». Buon. Fier. 3. 1 . 9.
.<on, verbigratia, il semi. Il semiaddolto-
raio, il lemimustro . Semipoela, semi soo
filosofo
SEM
•f # SEMINA. 7'. J* Seme. Fr. lac.
T. 3. 6. IQ. O prrgna senza semina,
MoQ fu mai fatto in l'emioa (parìa di Ma-
ria Veminf), (i)
SEMKNAGlONn. V. SEMINAZIONE.
t SEMINALE. AMi. Di sfmr . Lar.
ttmiitiìlìs Ct i:tòpi[iOi. Ott. Coni. Par.
7. l84« Perocché ooi fummo in Ati^m sc-
COaHo (eminalf ra|;i'ine , e secondo coa-
giugniinrnlo dì siislniiia. Ai^rf. ^2!^c^■ Co-
ne sia ItuUj e \i\e la malrria seminale
del padre e Ji-lla madre, di che V uomo
»* ingenera , non e bisogno di dire , eh*
egli fe mauifeilo. * Heil. Cont. i. l\S.
Uà quello imbrattamento si solleva un'
•ora seminale, o uno spirilo fecondatore,
il «juale penetrando per li c;inali drllt- tu-
be fj|lnppi.<ne , trapassa 1' ovaia e quivi
feconda e galla un uovo. (IV)
§. Seniina/f, i-a/e anche Da seme. Da
poti-r estere scniinalù. Lat. salioni npiits.
Gr. oiypoi 'j-xdsifj.oi . Cr. 5. 6. 4* ^^*
huichi più 5pes>i, e ne' semÌDuli campi
più radi si pL>iig.ino.
SEMINAME^TO . // seminare . Lai.
atminatio » tatto. Gr. tfrzopol. . ='.' Hellin.
Disc. 3- 4^' Tanlo quel solo e unirò e
primo nomo di mia mano fabbricato ,
quanto t ulto il suo innumer.ibi1e semin^imen
lo, mollipitcalo senza mia opera, deve, fatto
cb'ei sia. rifarsi roniinuamente (Mmì
S- Per meta/. Bnt. ìnf. 18. 1. Ipo-
crisia, ladroneccio, fraudulente consiglio ,
teminamenlo di scnodol», falsità.
* SEMINANTE. VM st-minn . Lai.
ttrens . Cr. ^jttCcbìt . Paiit. Conv 188.
La complessione del seme può essere mi-
gliore e meo buona, e la disposizione del
Mmioanlc poò essere migliore e mcn buo-
SEMINARE . Celiare , e Spargere i!
'ime sopra la materia atta a produrre .
Lat. Aeniinart.; serene. Gr a7T:i'jP£tv Cr.
6. 2. ^^, Quelle clie nella prìmaviTa semi-
neremo, uel tempo dell' autunno dubbiam
cavare. Cm. 7'. 11. i. 12. E simile di
graDo e biada , eh' erano per le case ,
taou la perdita di quello ch'era semina-
to, /i la. 4i)' 3. Le terre sì poterono
maV lavorare e seminjre. Si n Pisi. Per-
ciocché s'era da semin.tre menato al con-
solato di Roma . Dt'it. Par, 2\. Che tu
entrasti povero e digiuno In campo a se*
minar la buona pianta . Ctie fu già vile,
e ora è fatta pruno. Soder, Colt. li. Di
qni viene certifìca'i'-simo il proverbio: chi
aemiiM e non custode, assai tribola e poco
gode.
* §■ I. Si dice in prùverhio : Chi ha
paura di passere non semini panico ^ ^
vale Che ehi ha pitira ili pericoli non si
metta a fare imprese , ovvero si i^nardi
da quelli' che eli cagionano, f. PANI-
CO g. II (NJ
§. il. Per metaf, vale Spargere t Di-
fù'gare . Lai. seminare , disseminare ,
spargere , divulgire . Gr. òiapvjui'Citv .
Maestriisz, 2. 7. 12. S' infif^ne dì essere
saolo, acciocché semini falsa dottrin.i .
Panf. Far. 29. Non vi si peos-i quanto
tangue costa Seminarla nel mondo. l'ine.
Mari. Un 5o Ma qual fu mai più bella
KOltilil^ , che dopo aver seminale le mie
calunnie per tulle le parli d' Italia, ec
Galat, 43. Chi va proferendo e seminan-
do il luo consiglio, mostra di portar ope-
niooe , che il senno a lui avanzi , e ad
altri manchi. J'arch. Star, io JÌ27. Onde
i Pancialidiì erano iti seminando , che
|*istoia »* aveva a sp giure di tutte le
grasce e veitovaglìe , insmo a cavare gli
taffi de' tini, e le cannelle delle botti .
♦ Tass. Ger. i5. 3'. E quandu appunto
ì ra^i e le rugiade La bella aurora se
minaTa intoroo , Lor »* cifri di lontano
OKoro un monte. (V)
SEM
5r §. III. Seminare in sabhia , in re-
na, e simi/ij modi proverbiali , che vai-
gì no Operare intorno una cosa senza
/rullo . Set:r. Fior. cap. In-^rat. E come
del servir gli anni sirn persi. Come infra
rena si -.eniinì ed acqua, Sar'a or la ma-
teria de' mìei virii . /. SABBIA, g.
1. (PC)
SEMINARIO. Sust. Semenzaio. Lai.
seminanttm, Cr. 2- 28. 1 1 . Si riculgano i
frulli nel tempo che si malurano , e *1
seme si secchi al sole , ed in seminario
seminale ec. , si nulrìscano.
g. I. Per r:;et<i/. Snh'in. Disc. I. IQI.
Tcriulliano non dubitò di dire, non so
quale antica 61oso6a essere stala semina-
rio d' eresie.
§. II. Seminario, si dice anche II luo-
go dove si ten<iono in educazione i giova-
netti. Lai, scininarium, Gr. opovTtiTo'-
piov . Scrd. Stor, Jnd. |A. 544' Pi'ov-
veddc alla cura e di>cìplina dumeslica
del collegio e del seminano di Goa. -'.' Ini-
per/. Prcw D. l\. T. 5. 22 Quasi ab-
bian fallo scuola costoro ne* seminari di
Sparta, dove i fanciulli che rubando tro-
vavansi in fallo, severamente come raltori
gasligati, quegli che avvedutamente il fa*
ce vano n' erano come industriosi loda-
ti. (F) Si-uncr. Pred. Pai. Ap. 8. IO.
Son pronti a dirglielo tanli seminar iì di
chierici in.(riditi sul più bel fiore . (TC)
SnUin. disc. 1. 27.'ì. Non senza ragione
i luoghi dedicali all' educazione d<II.i gio-
ventù nella pietà e nelle lettere si dicono
semin.irii. (C)
SKMKNAKIO. Jdd. Da ^eme. Lat. jc-
iTtnarius , J arch, Lez- 38. Sono ( i te-
sticoli J, secondo lui, come due piombi,
o pesi, che tengono aperti i vasi sperma-
tici, ovvero seminaiii. E 3g. Ancoraché
la femmina abbia Ì vasi seminarii poco
differenti da quelli dell' uomo.
* SEMINARISTA . Foce dell' uso .
Colui cl-e e in educazione in un semina-
rio. (J)
* SEMINATAMENTE . Avv. Lo
stess'} che Sparsami nii-. Pluf. Adr. Op.
^'or. I, 2l5. Il divino Platone, nel trat-
tar dell'anima, molto discorse dell' eler-
nità di lei, <■ n;:>n poco ne' libri della re-
pubblica, nel Meninone, e nel Gorgia , e
seminatamente negli altri Dialoghi. (C)
5 SEMINATO . Snst. Luogo dove e
Spirso Su il seme, Lat sititni. Gr. flTTO-
poi- M. F* 10. 101. Pand.vi il guasto,
arando i seminati eoa più di cento paia
di buoi.
V g. I. Pel Frutto della semenza. Mes-
se, 0 simile. " Toc Dnv nnn. 16 2 5o.
In terra di lavoro nodi di venti abbatte-
rono ville, e arbori e seminali sin presso
a Roma. Serd. Stor. i3. 538. Abbruciò
i seminati e le ville n. (B)
g. Il, Jn proverbio: Uscir del semina-
lo, /uor di l setninito, 0 simili, vagliono
Impazzare. Lat. delirare. Gr. 'TZypi/.^co-
viìi». Morg. i5 3o. Non n' avrebbe però
voluti tre, eh' usrito sare* funr del semi-
n.ilo . Fir. As. 36. Anzi per la stempe-
rala voglia mezzo fuor del seminalo ec.
me ne andava ogni cosa circuoiido Buon.
Fier. 4 V ^- '^^ ^^* "^' fanatico, E
mi rasseml>ri uscito Del seminalo. Malm.
l. 28- Non cosi tosto al campo si con-
duce ce., eh* eir esce affatto fuor del se
minalo.
g. III. Cavare, o Trar. del seminalo j
vale Fare impazzare j e talora L''arr u-
scir di tema, o del soi^getto che si ha /ra
man'T. Lat. in errorem aliqneni inducere,
nifnt-nr alieni adimere . Gr. e'^uràv ,
/jLwrai'vttV , La%c. Pnrent 2. 3. Tu m'
hai quasi cavato del seminalo : oh stam-
mi a udire. Cecch. Dot. proÌ. Acciocché
i recitanti , tratti Da voi del seminato ,
SEM
i.4t
non facessero Cb' ella paresse ancor più
brulla .
SEMINATO. Add. da Seminare. Lat.
coutitus. Gr TTCpUTEUWS'vo;. Amm. Ant.
'7 3. 3. Kicmplu ci da la terra, la quale
rende i (rulli non seminati. M. V. 3. 14.
Eiacndo ne' campì seminati cresciute le
biidc, c'graui d* aspello d' ubertosa ricolla
vicino alla falce,
g. Per met.J. ^nU- Scarso. Lat. dis.te-
minnfus, conspcrsus . Gr. /aTKSTrasSit's.
liocc. g. 6. p 2. E quivi, essendo gi^ 1«
tavole messe, e ogni cosa d'erbucce odo-
rose e di bei 6ari seminala ce, si niise-
ro a mangiare, Fi'oc. 2, 289. Prejc du«
grosse lance, con duo peiumnct'lli d'oro
lavorati , e seminali di vermiglie rose .
Aniet. 21. Vestita di suttilissimo drappo
sanguigno, seminato di piccioli uccelletti
d'oro, F gì. Tesifonc con seminate ziz-
zanie, V Giunone con lurbanienli conlrarii
più volte si sieoo gravemente opposti alla
sua salute .
•f -:= SEMINATOIO, y A. Ad/. Che
semini . S. Agosl. C. D. 4- 8. Gli for-
nienli seminati vollono , mentre stavano
sotterra , che avcssonq la dea Scia , cioè
Dea seminatoia. (F)
fSE.MLNATOnE. J'erbal. majic. Che,
o Chi semina. Lat seminat'^r, snio<'. Gr.^
fsiopvj^. Cr. 2, 21. 19 Le salvatiche
piaule, alle quali il seminatore non sarà
andato, ne cullivatolc, così ne 'nsegnano
M.^r. S. Grcg. I. 7. Nell'Evangelio ben
fu dichiaralo in quella parabola del semi-
natore.
g Per' metaf. Spargitore, Che spanar.
Che cagiona, Lat. si-minatov , disseniìna-
lor. sator. Gr. cTloptxj^. Dani, Inf. 28,
Seminator di scandalo e di scisma . Lih.
Op. div. Acciocché '1 seminatore per Io
suo seme medesimo flesse morto ( cioè ,
commeilitor del male). Catalc F'utt.
ling, SiccbJ-, come dice santo Agostino,
Cristo e *l principal seminatore.
f SEMINATRICE J rrbal.femm Che
semina; e per nuta/. Spai gitrice. Che ca-
giona. Lat. seni natrix. Introd, Fìrt. 358.
O superbia, capo e seminatrice di quanti
mali al nnindo si fanno . Coli. SS. Pad
Per la grazia di Dio esser liberi di corruzio-
ne seminatrice. Tratl. i^ov. fa ni. Vi nn sii ec.
adulaliire , non scminatii'-e di discordia.
Coli. Ab. Isaac, cp, "il Sia ancora la
detta orazione seminatrice continua nell'
anima sua della divina memoria, e della
via dei Santi.
SEMINATURA. // seminare. Semina-
mento. Lai. sntio, Siminnlio. Gr. '^rtopoì.
Cr. 2 19. 9. Ogni grano nella uliginosa
terra dopo le tre seminature si mula in
gcnerazion di segale. F ti. IQ. 3, Il
giunco , gramigna e felci , e tutte alire
erbe nocive , del mese di Luglio si vin-
conn per ispessa aralura , o per semina-
tura di lupini. F II. II. 3. Ogni semi-
natura, la quale e fatta quando il sole da
Ariel'' v:( in Cancro, è pcrfcl'a.
SEMINAZIONE, e SEMINAGIONE.
Seminatura . Lai. scminalio , satio . Gr,
czop« . Cr. 2. 17. 8. C'itali campi di-
ventano abbondanti per semtnazion di fa-
va o di lino, se alcuna volta fossono s'te-
rili E 3. 17. 2. Ma per la troppa gras-
sezza di colai luogo il grano, e la fava
perirebbe in ([uello . s'ella non è consn
mala prima per semìnazion di saggina. E
cap. 22. 1. Allora quell.i medesima semi-
nagione da capo si nfà.
SEMIPAftABOLA . 3fe::a parabofa ,
Sezivne ionica. Lat. .lemiparabola . Gr.
r,// 1 Trapalo /r,'. Gal. Dia!, mot. toc 567.
Si fa manifesto perche' la semiparabola ec.
e il rettangolo ec son basi di due solidi
compreNÌ tra due piani paralleli.
^ SEMIPAKALISI . P-irifitia impera
Il
42
S li M
^elta . LaL puratysis imperfecta » 'pare- i
sis. Gr. *j/xt;ra^£«i?. ^c'. C^^hs. 2. I25.
NoQ LUoguj (lunqui* perdersi d' unimo , |
ma heuiì iaiootrjre il mule con auovi .
rimedii adcgujti e A\jt at:mì|>jriilisi e alb
Qcfrilica . {*)
* SKMlPERlFEKi'A. Ln metà M wia '
peri/erìu. Gutd. Gr. Tr. mot. Perche il j
rulUngulo del diametro ET oelU ieinì-
periferiJ AOT uguaglia il (fuadruplu del '
itìctzo ccrcbio AOMT. (j4) '
SEMlPOlìTA. Af.izo !,,.-l,i. Lat. se-
mipoeia . (iv. rj iiTotir/); . /Jit-m. Fic;
3. I. 9 Sju, verbìgrazia , il sl-iiii, Il »e- I
laiaddoltufalo, il se 10 tm usi cu, Suiiiipueta, '
temi fcua filoiofu.
*t 'c semiretto. ^>id Mttzo ret-
to. Gai. Diai. r/iW. /jc. tì5l. Gajdagiiala
per la di&corsu diin<-)SLrjiivu la cerlt'zia
dell' e&scrc il massimo di tuiti i Itri di
volala quello dell' elfvaiione dell' angolo \
setnireltu, ci dimostva 1' autore quello e be \
ec. IC appresso : Le ilevaiioni Jet quali 1
superarli), o maucauo pur angoli eguali
della seiniiella. (*) j
* SEMlRiTOSDO. /UJiVezzorilontlo, ,
Alquanto ntoitdo. Lai. suhrotandus . Gr. i
uìTOTp5;^x)-o;- Hed. Osi. an. 17^ Dove
questo cjuale suddetto esce dalla vescica,
si veggono in essa vescica due corpi ro>si
quati ìemiritondi , i quali con le loro e-
Atrcinilà tendinoie vanno a formare le due
tuniche proprie della vescica. {')
::: SEMISFEKOIDE. Timi, de* Geome-
tru La metà d'nn<i sJerofU'- (A)
i'f- SEMISPINATO. (Ino dr-'ntitsco/ì dil-
la sctip'tU, e proprio Quello che afzi 1/ to-
race. Imperf. Anni. 112 II quarto paio
(di muscoli) ch'egli appellano semi^pinalo,
nasce dove 1* antecedente fioi>t-e. e abbrac-
cia tutte le spine delle vertebre del tora-
semistante . Nome della qualità
che ahOiamo detto a Sc^tlpedra . JJocc.
novt 79. 12. La semistanle di Berlinsune,
e la Scalpédra di Narsia.
t semisvolto. --/t^J. Afezzo svolto.
Buon. Fier. f\. 2. 7. Vasi di prorumier.
bachccbe d' orafi Drapperie suntuose se-
miìvohe. Da' cilindri indorali ec.
# SEMITA, y. L. Stradetta.luzl.se-
miCa. Gr.ffT£v»j ó^o'i. But. Purg. 7.2.
E sentiero sincopato da semitiero , dimi-
nutivo della semita, che è piccola via po-
sta allato alle fini de* campi , cioè secus
tnetas , vel st-f^rrt^iins metas . f'tt. SS\
Pud. I. i3S. Andava»! a lui per una se-
mita mollo stretta e occulta e difficile. IC
|53. A questo luogo nulla via né semita
propriamente mena, né non vi si può an-
dare se non per segni di stelle. {') Car.
En, li. 8.^y. ^\.-t nell'imo una semita
per mezio Angusta , malagevole e scon-
torta, Che d' ogn' intorno « dalle ripe of-
feia. (B)
SEMITUONO. Mezzo tuono. Lai. lie-
initoninm, diesit. Gr. rl/jttrs'vtov, (Jt'i^t;.
Car, Mattacc. 7. Avea que»t' ucretlaccio
ornai ridotta La musica in falsellì, e 'n
semituooi . Matt. Franz, rim. hurl. 3.
l58. Dir non potrei quanto mi parvo
buono II gracchiare e M russar, cbo si
sentiva Più d* alta voce , che di semi-
tuono .
SEMIVIVO. AML Mezzo vivo. Lai-
semiviVHSf st-mianimiif semimortuus. Or.
ìQjUtl^vr]'?. Fiamm. 5. :^3. E me vrggendo
ce. quasi semi%tva ancora giacere, nm pa*
rolc diverse si cominciò ad ingigliare di
mitigare ì furiosi mali. Stor. Eur, 6* laS.
Chi morto afTatto, e cbi semìvivn , in sì
diverse e strane iltiludini, cbe non è pos-
sibile il dirle. Belline. lO'i. 60 Ma qii.in-
do io penso a te si virtuoso, Di maravi-
glia i' resto semivivo. Ciriff, C>itv. 3. 8o-
CirÌ0o si puj dir qual semivivo.
SEM
# SEMIVOCALE. A^^iunlo che ti dà
dai Granitnalici ad alcune lett-rm co/ito-
amati c^tc hanno il principio delle vocali,
e *l fine delle mute ec, e s-no F, L, M,
N. R, S, e tra queste potrebbe firte en-
trar l'H. Di queste S'-mii-ocali qu'itlro
si diiouo liquide, cioè L, M, N, K . ce,
Lat. senttvocafit. Salv. Avvert. I. 3. I.
6. Vocale i; quella cbe Senza percotimento,
abbia voce cbu possa udirsi ; semivocale
i|uella cbe udir si possa, ma con perco-
limeotu. E piirl. 8- Si chiamano semivo-
cali , pc:o>-(bì; il liru niovimeiilo sentia-
mo espressamente cbe comincia dall* ugo-
la , che è quasi la madre delle vocali , e
ìi finisce nelle labbra, o ne* denti (f^)
Sali-in. Pi OS. Tose. 2. 102. -Ne nelle voci
CO'poreo e frale si sente basieita, ni* nelle
Voci in quest-j basto ostello si lente asprez-
za della S'*mivocaIe S- (*)
# SEMIUOMO, ^h^zzo uomo. Lat. «-
mitiomo, Gr. /j^tAtavapwffo^. Buon Fier.
3. f 9. Son, verbigrazii, il semi. Il se-
miaddottorato, il setnioiusico. Semipoeta,
semi sun filosofo, E scmiuuin di disegno,
E semi bo, e semi non ho 'ngegno, (*)
't SEMMANA. F. A Srttimnna. Lai.
liebdjrnas Gr, I^Jj^aa; . Tetorett. Br.
Guardi nel gran cammino, Non torni alla
semmana ( l* edtz. di Fir. 1824. *>/ ctp.
12. lefjee : Guarda che 'I gran cammino
Non torni està semmana ). Lib. Am. Tut-
ta la semmana intende con tutta la mente
a* guadagni. Frane. B'trb, 7). 3* Una
cosa ben nota . Che non si dea lr.)ppo
l'isto allargare la lui troppo onorare, ('he
soo famiglia di semmana, o mese. Patxff.
IO. Borcapecriola fece in tre semmane.
# SEMME.NTO , e SEGMENTO .
Terni, dei Geometri. Patte d* un cerchio
composto tra qualsivoglia arco e la sua
corda. (A/
SEMOLA. Crusca. Lai. furfur. Gr.
7riTU;30t. G. V. 8. 82. 6. Avendo man-
giali lutti i cavalli e pane di saggina, e
di semola nero comi mora. Cr. 9. 18. 4-
Vi si giunga melo, sala « olio , e semola
di grano.
j;ì SEMOLAIO. Add. Di semola ,
Compost) di semola. Benib. Stor, 97. E
multi di farina corrotta, e di pane semo-
lato pascendosi ec. si morivano. (N)
# SEMOLELLA. Sorta di pasta che
si usa per farne minestre. Fr. Giord.
82. Vi solevano andare le vergini, e por-
lavanli da mangiare semulella , e colali
buone cose. (V) Red. Irtt. 1 6o- Una
volta la settimana pigliasse la sera per
cena una minestra o di lasagne, o di ri-
so , o di scmolella , cotte io brodo. E
Cons. 2. 19. Non si facesse scrupolo di
servirsi in quando in quando di qualche
gentil minestra, e assai brodosa, di patte
non lievite. come sarebbono le lasagne ,
la semoli'lla, il farro pass.it'i, e simili. (*)
SEMOLINO Piccai seme. Hicett. Fior.
67. Fa il gambo sortile (il tlaspi } , alto
due spannu , con pochi rami, pieno lutto
di frutti lar(;;belti in punta , ne' quali è
un semolino simile al oasluraio, di figura
simile alla lente.
§. Semolino, per simiHt, diciamo anche
ad una Sorta di p.tita ridotta in JormM
di piccolissimi Kcanelhni , eh» cotta Si
mnrtyii 11 minettr.tt
SEMOLOSO. Add Di semola. Simile
alla semolt. Lai. furfarosus, Gr. TUTU*
ptàifìi* Ricett* Fior. 63- Vituperasi la
' uera (storace), fragile, e semolosa.
I 5 SEMOVENTE.^././. Che ù miunt per
proprio moto. Lai. se mévens. Gr.
aiJtofxy^TO-*. Buon. Fier, 2. l^. 3o- Figu-
rette e fantocci semoventi /ted Ins. 26.
I Parloristero poi i vermi vivi e semovea-
li. F. (tt>. Quei bachi non son altro, cbe
I uova scmovcnli . E Ots- «n. i33. Come
SEM
se fuuer animali semoveoti, stavano libere
e sciolte nella gran cavila del veotre io*
feriore.
^ §■ Beni semoventi , diconsi dA* X><>
li'ili Quei beai, che coasitiono in bestia-
me grotso e minuto ; ed e una suddivi-
sione dei beni mobili, la cui sono com-
presi Così i semoventi, come le masseri-
zie. - Farch. Stor, IO. 3i6. All' ufficio
loro s' aspettava incorporare talli i beni
mollili o immobili e semoveuii * . (Cj
* SEMIMCE. f. A. Semplice, M.
Ald-br. p. j\. Ossimelo sempice e cocn-
pos'o, Liv. M. La moliitudioe sempica e
composta, ff'/
* SEMPICEMESTE. /'. A, Avverb.
Semplice nen'e. Liv, M. Egli parlo loro
sempicem<?nie Brun. Etic. Adunque non
ir sempircncnle r<*o, ma e meuo reo. (l')
* SE.MPICIACCIO. r. A. Semp/ictac-
ciò. Buon. Taac 4- 4* '^^ '^ '^ dissi, e
'I confermo, e me ne grolio : L'ètempi-
ciaecia. (C)
SEMPITERNALE. Add. Sempiterna,
Lat. sempilernus, aternut. Gr. ai otO£.
Tes. Br. i. 14. L* alire soao sempiler-
nall, cbe non comÌDciaou. ni^ non fioixo-
oo, cioi.' Iddio e la sua divini(ad«. Mar.
S, Gre^. Vedendo morire i fedeli , per-
dono ogni speranza della vita sempiter-
nale. Coli. SS» pad. Non tramonterà più
il sole tuo. ne la luna tua non iscemer^,
ma sark a te il .Signore luce sempileroa-
le. Fit. Bari. Ma guardami alla Ioa glo-
riosa vila sempiternale. ^ Fr, iac, T. 6.
'-\0. 79. lerusalem, città celestiale. Ornata
se* dei rrgno imperiale : In te la vita è
sempiternale, (fi)
SEMPITEIINALMENTE. Avverò. Con
durazion^ sempiterna. Eternamente, Lat.
esterne, tempiterm. G. aìo'tca;, eij oa-
clivx Mor. S. Greg. Ed allora ivi sem-
pilernalmente per quello , cbe ella ha
3cquisU1.i L perpetua lermezxa . S. A-^.
C, n. Virtù, che sempiternalmente dura,
e temporalmente adopera. But, Purg. 3o.
2. Dei cieli, che girano sempiteroalmeote,
Comp Dio gli fa girare. Fr. Giord. Pred.
S. 35. E però senipiternaliuenU , e così
DDche li giusti.
SEMPITERNAMENTE. Avverb.Sem-
piternalmenle. Lai* aierne , sempiterne .
Gr. àiòttii. Bocc. Amar, Fis, 13. Pa-
revami nel creder veramente Cbe loro ec-
relia fama gloriosi Far li dovesse sempi-
tcrnamrnle. Benib Aiol. 2 '^. L'ani-
mo sempiterno scmpìlernamente riniaoe.
SEMPITERNARE. Far sempiterno.
Lai (tteinare. Gr. a~x3fiivaTri^eiy. Dant,
Par, 1. Quando la ruota, cbe tu sempi-
terni Desiderato , a se mi fece atleao.
* Ott, Coni. Par, 3o. Il qual fiore ridole di
quello odor sempiterno eh' è degno di lo-
de a questo Signore , che euo sempiter-
na (B)
« SEMPITERNITÀ'. Eternità, Bel-
Un, Disc. 3. 87 Quivi sta quasi in
uo piccolo seggio la sua polenta , la
sua bontà, re. 1' incor|>ora)ita , la sem-
piternila, la sua disinità. (Min) Imperf,
Ttm. D. 4. T, 6. 269. II che fé' dire
ad Ocello Lucano, e argomentar* in si
falla mauirra sopra la sempileroiià dell*
universo. (F)
SEMPITERNO. Add. Cbe iioa ìka
nvnto or:s:ine, o Che non può avar fine ;
Etern. , Lai. sempiternut. Gr. dì^Jto;.
Dani. Par. 12. Cosi dì quelle sempiiefoe
rose Volgènii circa noi le duo ghirlande.
I /;' l4> Per li padri, e per gli altri che
I Tur rari. Ami che fosser sempiterne fiam-
i me. E 28. In questa primavera sempiler*
I na. E 3o Nel giallo della rosa sempiter-
t na. Petr, son. 2l4* Renda a quest'occhi
! le lor luci prime ec^ O li coodanoi a sero-
pitcroo pianto. Coli. SS. Pad. Faro con
SEM
loro OQ patto sempiieroo , e dod ceisetò
di far lor bene.
# g. I. A" in forza d' avverti. Pin.
Comp. lite. Quelli Tuitri feiteti , e qurlb
comunità di Kirraze. U quale del tutto e
TOKn, e »arà lempiterno ec., se et oeoi
sua possa e vìrtute otlera. (^J
§. 11. In sempitfrnOf posto avverttin/m
iMl/c Sempiterna/mrnte , Ktcrnament- , Per
sempre. LaU aeUrne , semptteme. Gr.
ctifiwc, ài'; a'i'jjva Fr, Inc. T. 2. 25
A. Del carcere d' inrerno Moa esce io sem-
piterno, h' 4 9 5. Gite al fuoro dttl'io-
lerno, Maladeiii iu sempiterno.
SLMPLICE. //rf./. Furo, Senta mì-
sUone. Lat. pun.s, simpiex* Gr xv^ocpo^,
a;TÌa'o;. Dani. Par. 33. Che ciò eh' io
ilico è uo semplice lume. # Hed. Cons.
l. a^l. Questo Lrodo 000 sìa rjild hito
con ittccbero ne con gìulrlibi di sorta
veruna, ma sia brodo puro, e semplice. (C)
* g. I. Semplice, vale anche Che non
è composto, f ardi. Giurie. PiU. Diro
semplici, perchè se oe trovjoo (dellec^nso-
noJUfffwiuiC'i/r^ molle composte GnL Sist.
g. looUrc ei pone, come è dello, moti sem-
plici , e moto ratsio, chiamando semplici
il cirtolaru « il retto, e misto il cnrnno-
ilo di questi; dei corpi naiur^tli chiama
alui semplici ce. e altri comporti; e i
moti semplici gli atlnhulsce ai cnrpi sem-
(>hci, e ai composti il c«.n>poMo. (t')
*§.II.4>Vm/V<ci', vaie anc^^e L'n-co.Sofo.
m ffocc nov, So» 20. Le porlo cinquecento be*
Sono d'oro, li quali ella ec. prese, alte-
ncnd^seoe Salabaeiio alla sua semplice
prome.wooe » . (,V; Jisp, Pat. ^ost.
i»iccome V usuriere s' aiHene al
gaSB"
più clic alla semplice parola. (I j Gukc.
Star. j8. 3j, Come il Vicerb aveva pro-
messo al PunUfice nun nei cipìtoli della
tregua, ma sotlo semplici parole Pios.
/'ior. 3. I. iGi. Il semplice tepore natu-
rale della galliuj serve in vece di cotru-
n.(C) Segner. Pred. Pai. Jp 1. 6. Si ar-
rogano di sapere con due semplici dita
13krare uo mondo. (TC)
* §. III. SftnpHce , agsitmto di btnt'
/ne. iw/- pr'SfO I Canonisti, Che non ha
t»ir» d'anime. Che non richivde re<idenLit.
/mstf, C"nc. H7, Alle volte avviene che
per c-igione delle suddette vacanze dè*be-
neSzii semplici, o curali nasce litigio. (Cj
* § IV. l oto semplice, dicesi Quel-
lo che non è Jatto in faccia alla Chiesa,
e secondo la prescrizione de* Canoni j con-
tfario di f oto so/enn-, .. Ma^struzz 2.
ai. Quante sono l** spezie de' boti? H. Duej
imperocché egli è alcuno bolo semplice ,
e alcuno bolo soIeoDe» , (C)
^ §. V. Semplice, talora vale Sènsa
carica, o t>io!i. Galat. 3H. Per lo più so-
no mercatanti , e semplici gentiluomini
«rota aver fra loru ne Principi, né Mar-
chesi, né Barone alcuno. (C)
§■ VI. Per {scempio j contrario di
Doppio. Lat. simplex. Gr. cctìo'o? f'ed.
Fios. ^2. .ir. I'. 8. 59. Furono nel verno
malattie di freddo, e nellii state molle feb
bri terzane e semplirì e doppie.
* S VII Semplice, vale anche Che è
senza ornamento, u-nza rici-rcau-zza, sen-
za caricatura. Pav. lelt A<.cad. AH.
1.0 scrìver semplice, proprio, e naturale,
quasi come si favella, m' è sempre pia-
ciuto. (C)
1 §■ Vili. p,r IschiillQ, Senza artificio.
Lat. nwltts. Gr yu^vo;. Prir. cap. 8.
Quel ch'i'vo* dire in semplici parole.
1 §. IX. Per Inesperto, Soro , Senz-i
malizia. Lai. rudis, simplex^ idiota , im-
-^■ptntus Gr. « '/«fin'?. Dant. Purg. 16. Che
me ti noma Francese a mente il semplice
Lombardr^. F Per. 5. Non fate cerne a-
gne), che lascia il lalie De'.U sua madre,
• lemplice e lascivo Seco inedcsroo a suo
SEM
piacer comballe. Pocc. ncv. 60. l3. Gli
uomini e le femmine semplici, che nella
thirsa erano ec, si lornaruno a casa.
# §, X Semplice, SI dite anche delle
azioni, dei costumi, e simili , e i-afe lioz-
zo. M tiv, M. Senta fallo egli era rozzo,
e di semplice maniera*». {C)
g, XI. Semptiit, diciamo anche all' Fr-
he che più ccmiincmcnte s* usano per me-
dicina, lìiicn. Ftcr. 1, 3 3. C' é lettura
de* semplici T F appresso : Ma fra ì sem-
plici grasi e dì più slima Havvi chi, due
dì sono. Ci espresse la virlù del reobar-
baro. Cicch. Spir. 2. 1. Sjpete ch'io fo
fuori Professioo di stillare e di semplici.
!(* §. XI l. Semplice, in forza di sust., per
Uomo semplice. " Pocc. nov. 61. 2- Te-
nendo egli del semplice, era mollo spesso
fatto capitano de' Laudesi •» ■ fiV^ /ni*.
hsop. II. Per lo topo ( s' intendx^ ) lo
semplice, che si fido e non pon mente, (l )
^- §. Xm, Finforzn d'avveri/, vaie Sem-
piiceinente. Sol imente. St-gnvr. Fred. Pai,
Ap. 2. 7. Cripto non era uomo semplice,
come noi. era insieme Dio. (Cj
V g. XIV. .-Jl'a semplice, posto avver.
hialm. vale Stmpl,ceni< nte. Soder. Colt.
'Ò1. Ficcinito d.T capo alla semplire pinoli
0 rjndilli di stt'pa, corniolo, ec (l )
Sì;.MPLICElLO. Dim. dt Semplice.
L.Tt. simplex- Or. arciao;. S. Ag. (\ IJ.
Mun iiccid.tno se oiedesiini colle sciucche
coDtiadie liugue, e non ìuganniDO^i sem-
plirt'Ui. I'\r Ai. 1J^7. E cosi la senipli-
ceila, SL-nza saper come, da sé a sés' ac-
cese dello amore di esso Amore. E Diat.
beli, don/i. 407- CreduD furse queste sem-
plicellc che gli uomini, a' quali elle cer-
cjD piacere , non conoscano quegl* im-
bratti?
3 SEMPLICEMEiNTE. Avverò. Con
semplicità. Lai. simpiiciter. Gr. aTriw;.
/Socc. nov. (i6. I. Molti sono, li quali,
>emplicemenie parlando, dicono che amore
trae altrui del senno. Fr. Giord. Fred.
S. Un di si gitto in orazione semplice-
mente.
* §. !• Per Rtnlmenle, feracemente.
Car. leti, 2. 2:|ó. Ma un semplicemente
buono, e virtuoso, in ogni altemzione
mostra la sua pura, intrinseca qualità. (C)
^- §. II. Per /ÌSSo(u!amcnle. « Mae-
striizz. X. 26. Questa autorità ec. non è
da inteudere semplicemenle , ma quando
il prete giustamente lega o scioglie». fj.V^
Salv. Aivert 1. 3. 1- I . Alla regola della
teriii'oazione in (T, i nomi che l'accento
abbi;iao sopra 1' ultima sillaba, o che d'
una sola sìllaba sien composti y non sog-
giacciono sempljremente. Lat. simpliciter
et absolute. (IJ Car. Bett. Arist. l. 7
E quello è anco meglio a eoe s'atter-
rebbe un migliore , o semplicemenle » 0
in quanto miglior fosse, (VC)
'"? % IU. Pvr Solamcntf. Scgner. Mann
ISov. 21. I. Ké anche vien rassomigliata
semplicemente (cioè, senza aggioiiTÌ ) all'
aurora, ma all'aurora sorgente. (P)
SEMPLICETTO. Dim, di Semplice.
Dant, Purg, 1(5. Esce di mano a lui ,
che la vagheggia ec, L* anima semplicet-
ta, che sa nulla Pctr. scn. HO- Sempli-
cetta farfalla, al lume avvezza. Bocc. nov.
64- 2- Io una D* aggiugnerò da una sem-
plicetta donna adoperala. Tass. Ger. ^.
90. E con quesl' ani a lagrimare inlanio
Seco miir alme .■^empiicene astringe.
t SEMPLICEZZA. F. A. Simplicilà.
Lai, simp'icitas. Gr. «TT/aTì);. Sin. Pist.
Nod ci tegnamo appagali di neuna rìcrhez-
za, ne di fol'e se.-nplicezza. Olt. Coni. Inf.
7. lai E anche non dovesse loro giovare
la semplicezza della virtù , e della buona
op«ratiooe.
* SEMPLICIACClO. Pegg. di X.-n-
p/ice. Car. Coin. a^ Serhaudo solamente
SEM ,,43
ec. due scmpliciacct , che furono Deura-
Itone e Pìrra, mandò il diluvio. (FPj
SLMPLICIAKIO. Liùro che tratta de'
semplici. Buon. Pier. j. 2. 2. Leggi i
sempliciarii. Studia gli antìdourìi ; ècci il
VecUcro; Fa d* aver oel cervello il Mal
tiolo
SEMPLICIONE. ^ccre,ci.. Ji Sem.
/a,c Ap.r S ,. su „,„Uo Lene: odi
semplicioni 1 -^ - woi
SLMPL CIOTTO . XM,o semplice.
Lai s.mpì.x , slultus, impn;iu/ Gr
ciulto in basso scende ; All„r la volpe -I
Ira miliiu prende. Cinff. Cah. 3 g5 q
semplicioni, specchialevi in l^j y gg
Ah seiuplicioLlo, credevi m ch'io Fussi
lanlo crudele, o tanto slnlia }
StMPLIClSSlMAMENTE. Sup„l ,,.
lien.r.uenn.„c Trr.,,. „^,. ^j^ ^„
OoMmano , piccol, fif;liu„li sempl.cissi-
n.ar,„.,ue, e se.ua le solite vanità. / «,rf.
Le.. 420 Sebbene rgl, ^/;,„; ^ „„„
Jamente uno, ma uno semplicissimamente
e in intera e perlritissiraa unità Cai SU,'
41^. Col f.r muovere .! vaso sema arlifi'
.10 nessuno, ami semplicissimamente
+ SEMPLICISSIMO. Super,, aìs.n,
p.ice. ì-ai.simpl,cis<<mus. Gr. aT)ojo-ot,
Tcj /;<,f... n„ ?o 3. La giovane, ;Be
semplicssin.a era ec. , ad andar verso il
deserto di Tebaida nascosamente (ulta so-
la SI mise f doc , sema malizia) Oli
^""'r e'/ l' "^.- Costretto dalli princi'-
pii di Elosoha, che di nocessilade vuole
uno primo mobile semplicissimo ( ci^e
sentj nessuna composizione, purissimo l'
J'^rgl.. Orig. 1-ir. 8.^. E altri tali sem-
plicissimi errori fecero Cffcf, derivami da
grandissima ignoranza e semplicità)
SEMPLICISTA. Q,.esU che conosce la
q'ia.ila, e le p,ri,', dell' erbe dnie Sem.
plici . e te custodisce j Botanica . Lat
Tj""^"f, ,'^-- ^"=""«;- JIed Ins.
im. Delle lor nascenze non è siala fatta
mai men^ione . eh' io sappia , da' sempli-
cisti Cecch Spir. 2. t. l-gli era ottimo
semplicista.
g. Semp'icisto, Jicesi anche il Luo-o
dove son piantoti i semplici. Buon. Fier.
5. 4 2, Io dir Don risaprei Quanto mi
sia quel gentiluom sembralo Felice nel
goder degli crii suoi , Sui sc.TipIicisti ,
suoi boschetti e prati,
SEMPLICITÀ', SEMPLICITADE e
SEMPLICITATE ^,lr„.'to di Se.nplice.
Gal. Sist. 8. Se il molo rollo è semplice
per la semplicità della linea retta e.-., do-
xrà convenire a qualche corpo naturale
semplice . E 9 Sicché la semplicità del
molo non si attende più dalla semplicità
della linea solamente.
5 § I. Per /uefpcrienzaj e ntrario d*
Accortezza. Lai. simpitcitns , faruitas ,
imperitia. Gr. ani» 7»;;. Bocc. nov. 61
3. La quale conoscendo la semplicità del
marito ec, ordinò con una sua fante, che
Federigo le venisse a parlare. E nei-. -3.
2 Della sua semplicità sovente gran festa
prendevano. E num. 3. lì quale, Uilendo
alcune cose della semplicità di Calandri-
no , propose di voler prender diletto de'
falli suoi . * Red. leti. Ij. Che poi ora
scrivino di nuovo, che con essa pietra sa-
nino le spine vi-nlose , io non I' bo pro-
vato, ma ho per grau semplicità il creder-
lo. (C)
? §. II. Talora vale anche jézicne, o
Parola, che motlra semplicità in chi la
fi, o dice. « Foce. nov. ;3. 4- ^'<^ P^*'
aliro la sua dimesticLcsia piaceva all'aba-
te, se r%o per alcune rccreazìoni, le qua-
li talvolta pigliava delle sue scmplict-
la .'. (C)
§. Ili Per lina Sprzit di virtù con-
Ili
4+
SEM
traria alia nializii. Fr. Giord. PreU S.
Era uomo ti* ud^ buona sempliriiìi . S.
Bern. Leti. Scmj»liciià e propriamente
Uoa volontà cuoverlita a Dìo , la quale
rhicilu una con at Signore , e qucsU va
cercaDito, b qiulc ulil>rjcrid piuiioilo la
virtù ' be la r.iiiu, riuè <!' essere piullosto
virtuosa che famosa. Fior. S. PVinC. 17.
Frate Lione con semplicitaJe columl>ina
rispu(.se: ec, v S-gut-r. }/a'in. Ma-^ij 7.
3. Quantu il signore abbomiaa i doppii,
tanlu ama per contrario quei, rbe pruce-
ilono ron santa SL'mplicilà. (Cj
§, IV. Per IViifura'ezia j nnfrario di
Affettazione, Antm. A'H. 1 1. 3. 3. La sem-
plicità delle non composte parole suole tul-
Icre scspcrci'iiie di bugia. '*• S'ihtit* Disc.
2. Z'/2* Sì vuole avere ci^nsiderazionf alle
parole ce. onde riluca per tutto e ns'srn
tiracnli, e nell<* voci una o.tturale aria di
maestà e di bellczzi ; e djlla medesima
templicira e pruprietJ, non so come, scap-
pi fuora il garbo ed il decoro. (C)
SEMPRi:. Jnf.rh. di lenip^. Tuttavia,
Senza ieitfi missione, Conù-ittamentc, Lai.
seinper. Gr. dti. Dani. Par. l Del suo
lume fa 'I ciel sempre quieto. Petr. son.
210 Ma, se più tarda . avji da pijnger
sempre. Bocc. no^'. 48- 12- H q"»! colpo
come b giovane eblie ricevuto, così cadde
boccone, sempre piaj;nendo.
f § l. S'-'iipre , per O^ni volta. Lat.
toties qiioties Gr. ósot'/i; av. /ìocc, nov.
83. 3* Con quanti sensali aveva in Fi*
renzc ec. teneva mercato, Ìl quale sempre
guastava, quando al prezzo del poder do>
mandato si perveniva . Ctf. Irti 10. Il
medesimo in conformit'a le dira il sig
Annibale Rucellai, e l'avrà conferito con
V. Ecc. che così ha corameìsionc da me
di fare sempre.
# §. IL Sempre, talora vale Nel caso
che oi'i'i'ngi una data cosi, Ca»', ielt. 2.
66. Se cosi sia; non vi diro altro se non
che desidero vì farcialc qu,i1<-he officio ,
eoo quella discrceion però the si convie-
ne; ed ìnteudeodosi sempre 1' iudenuità
di chi l'ha. (C)
§, III. Si-mpre. che , per Ofjni vv/fa
che. Lai. qttotie^cuwqm. Gr. óaM.'zii; av.
Bocc nov. i\. 10. Sempre che pressa gli
veniva , quanto potea con mano ec. U
lontanava. Car. leU. l. 79. Me li sono
offerto, e me li darò prontissimamente, e
sempre cbf? sì vorrà ser\ir dì me.
§. IV. P>r Mentrecfie , Ftmhh, Lat.
quainliu , donec . Gr. ew? , fj-zxpti ou .
Bocc. nov, 54. 5. Ma il) ti giuri» ec. che
io ti farò conciare in maniera, die tu con
tuo danno ti ricorderai, sempre che In ci
viverai , del nome mio . Dant. rim. 33.
Pcrch' io son fermo di portarla S''mpre
Cb* io s.irò in vita, s* io vivessi sempre.
§. V. Srinpre mai » die si scive an-
che Senipremai , e si dice anche tifai
sempre . Sempre . E la pariicella MAI
affermatii'it vi è potla per con/< rmar più
ili continuazione f qiftsi etjiiivaglia a Sem-
pre sC'upre Lat. srntper , in:<iter , per-
petuo. Gr. a«'. /ìocc. nu', 7 a. 7, Deoo.
Belcolore, de'mì tu far sempre mai mori-
re a questo mollo ? A." nn «. () Ed io
sempre mai poscia farò ciò cbc voi vor-
rete . Hint, ani. Cin. Pitt. 53. Quella
donna gentil , che sempremai » FuicUi: io
la vidi, disilegnu pietanza.
^ §. VI /; prei ''ditto dalla particella
Per. f'it. .V. ,1/ Madd. 17. Ciò che li
dispiace in me , tu il levi vìa per ora e
per sempremai . IC lOI. Questo voglio
clic sìa nella memoria mia per sempre-
nifti. F X06 Oh trùt* a me per sempre-
mai I (T)
SEMPREVIVA. Sptcie d' erha che di-
gli antichi fu cr,-duta la medetima die
la bxrba di Giove, Lai* temptrvivum .
S £ At
Cr- 6. lOJ. 1. Li sempreviva, cioè bar-
ba lovis , è un* erba co>i nominata , pe-
rocrhè sempre sì truova verde . M. Al'
dtÙr. B. y. Recipe sugo di porcellana e
di zuccj e di cavolo, sempreviva, e virga
paitorit . F M. Allohr, p. .V Sempre-
vivj e barba lovii ki e una metlesima co-
sa , ed e erba così detta , perocché sem-
pre ti trovala verde, e volgarmente Ì: detta
sopravvivolo.
* SEMPREVIVO Lo .ttesti che Sem-
previva. So/ira^'vi^ofo. Afam. Colf, 3. 77.
Altri ec. L' ban tenuto (il frumerity) fra
l'onde, ove sia infuso Del gi-hlo liquor
del semprevivo. O del torto cociimer (P)
SEMPRICE. /'. A. Adi. Semplice.
Lat. simplex; Gr. aTtXov;. D. Gtj. Celi,
leti, IC). O sempririsstina sopra tutte le
semprici, non dice egli nel Vangelo: dove
saranno raunati due o Ire nel nome mio,
io sarò nel mezzo di loro 7 t? Mtl. M.
Po/. 1$. L'una gente sono Turcomanoi,
e adorano Malcometto ; e sono semprice
genti, e hanno suzzo lingua;<gìo. (C)
*f t? SEMPRICEMEMTE. F A. Av-
verò. S-mp'iCeinrnle J'it. SS. Pad. 2.
2i\. Cessa, misera nnima> di tentare Id-
dio, e servirgli S'-mpricemenle. (Fj
*t SEMPRICISSIMO. /'. A. Superi,
di Semprice . Lai. simplicissimut . Gr.
«TrXsJjTxro;. /?. Gio. Celi. lett. 19. O
sempricissima sopra tutte !e semprici, non
dice egli nel Vangelo: dove sarann'> rau-
nati àìif 0 tre nel nome mio, io sarò nel
mezzo di loro?
^^ sempricita', SEMPRICITADE,
e SEMPRICITATE. V. A. Semplicità.
J'it. SS Pid 2- 357. Ubbidiva con ogni
sempriciiade e riverenza. Gr. S, Gir, 21.
Lo sesto grado di questa santa ìscdila sì è
bontà e scrnpricilà. { F)
* SEMUXO . Add. Fornito di semi.
Cavale. Espos Simt>. |. ^29. Incontinente
produsse erba verde e semuta , e arbori
trultiffri con li frulli p'-rfeiti. (P)
f SENA. Arboscello che fa nel Levan-
te, e le cui foghe, pur dette Sean, sono
molto purgative. Lat. senni Alexandrina.
Cr. 6. I 3. Siccome quello che con al-
cuna virtù purga la collera ^ siccome la
scamonea; e che per alcuna virtù purga
la flemma, siccome l'ebbio; e altra la
malinronia , siccome la sena.
•\' SEXALE. Terni. Marinaresca. Quel-
la Fiinf con CUI si carica, e serve anche
nlC albero . Frane. Bar',. 258. 17 Qui-
nal porta e ternate , Senale e quaderna-
le. (P)
t3 SENAPE,* SENAPA. Ptanta.Ucui
seme minutissimo, e di acutissimo sapo-
re ha lo stesso nobile , e srrve ajar la mo-
stardi, e ad altri usi. Lai. siuapis, Gr.
ffJvijTt. Cr. 3. 10. a La scilapa eesia il
n<ieiniento loro, e similmente l'aceto con
sale, pepe e orìg.ino . E ^. ili. 1. La
senape si semina innauzi A verno e dopo,
e desidera terra graua. E num, 2. Con-
tro aW asma antica per umor viscoso li
dia il vino, dove sìa cotla senape e fichi
secchi, Amrt. \\. lo uno canto si trove-
rebbe niull.i della frigida ruta e d* alla
senape , del naso nemica , e utile a pur-
garsi la lesta .
§ Fenir la senapa al nito , »•«/.• lo
sletso che fenir l.i inuffu at n^so . F.
NASO, §. X. t'ir. Irti. I. 7. Oh come
vi sarebbe venuta la senapa al naso!
SENAPISMO. Sorta rf* impiasf * fitta
di polpi di fichi se'c''i, e di senipe. Lat.
sinapismut. Gr oivriTtMio';. Bicett. Fi<}r.
376. Fichi secchi grassi libbre una, sena-
pa pesta di frrsco once Q: fa' senapismo,
come di sopra.
« SENAHIO. Aid. Che e In ragione
di sei numeri. S. Ag^^st. C, D. II. 3o.
Queste cose sotto narrato esser fitlc e
S E >'
compiute io sei dì per la perfezione del
numero senario , repeirndo sei volte esso
di. ec, E appresso.' Però che il numero
senario i: il primo che si compone di
tulle le sue parli, sanza avjnz^re né man-
rare, ci té uno due tre, che tanno sei. ^^>
"t •iV;*'! Ette, l,h- 5. pag \\5. ( Fen.
ìS'ìi), Ma 1* eccewo del 6 col 1 •'- in
proporzione tripla, eoaleneodo il numero
senjrio ìl 2 tre *oUe. Onde nella propor-
zione med'-sima sta reccesso, ec. (A}
SENATI) . Adunimi d' uomini eletti
dalle Bepti/thficbe, e da' Principi per eon-
.f'»/iirr, o eo^ernare ne' casi di miggiore
intp^yrlania Lat. srnatuf. BoCC nov. ^\.
22. Siccome Pa^muoda ec. avea col Se-
nato di Rodi dolendosi , ordinato. Amet.
90 Per la qujl cosa gli animi egregi
disp >sero ad alle cose, ed ampliato il lo-
ro Senato, e Ìl numero dc'Padri cresciu-
to , e tulli armigeri divenuti ec., sì fìo-
luzzarono le lur» f -ne . Ifittam. i. 26.
Che il suo ben dir piacque a tutto il Se-
nato . Bicorti, Ulalesp. cap. 16. La tri-
clizia e 'I dolore fue grande per tutto 't
S''nato, e r altra buona gente dì Roma.
Cronichelt, d* Aainr. 56. Il padre pregò
il Senalf, che ciò uon facesse.
V g. I. E accordato col plurale a mo-
do di Collettivo. Fr. lac. Cets. 2. a. 18.
Le femmine di Roma ec. sì ragunaro tutte
al Senato , pregandoli che faceuero aoii
che ec. fCj
•? §. U. Figuratali, Pit. S. Fufr. 182.
La quale meritò il celestiale senato, perchè
questo dispregile (V)
%, III Tenere il senato, vale Adunar-
lo. Lai. teuatum hibere. Tac. Dav. Ann.
3. ^1. Venne adunque in senato, che si
tenne in palagio, con quattro figliuoli alla
porta .
^ iì- IV. Per Ufizio dt senatore . G.
F, 7. 5\. In tulle cose al segreto «U fa
contrario, e del palese gli fece rifiutare
il senato dì Roma , e il vicarialo dello
*mperio fi\')
*f * SENATOCONSOLTO . V. L.
Deliberazione d.l Senato . Borgh. Fesc-
Fior. 3^3. Si truova una dtliberasioue
del Consiglio pubblico . che si direbbe
alla roinjua senaioronsulto , per la Chie-
sa, e suoi beni, e ministri favoritissima. E
Oria. Ftr. l9\. Alcuni senaticonsullì che
si truovano nel volume delle sue lettele.
E Col. Boni. 379- Oltre alle leggi, e se-
ualiconsullì, ec. ( F)
SENATORE. Persona del numxro di
quelli che componsono il smato, Lat. re-
nitjr. Cr ^^suleurv/;. DuUim. I. 17.
Che contro ai senatori era sdegnalo. Lah.
3i3 N>>n è da' vostri senatori orecchia
ptirta a* rapaci lupi dell' alto legnaggio e
del nobile, d'I quale ella è discesa.
* §. Sfnal.ri dilla Chiesa^ per C^ir
dina.'i fi detto dil Pallav. Peif Crisi.
1. 3. Fu niente minore avanti oe* minori
pulpiti ragionando al popolo de* fedeli .
che indi uei »ommo predicando al Prin-
cipe, e ai S<-natori d.lla (Chiesa. ( D)
« SENATORES-^A. Moglie dt senato-
re. Pa,: Tac. Pestili. \\; . 38 Non po-
teva più anticamente ec. andare ia Cam-
riìdoglio in carretta se non i sacerdoti e
e cose sante Agrippina madre di Nerone
per gran superbia v* andò. Le donne no-
stre i>gi;i son più che Agrippioe e sroalo-
resse (Pt
SENATORIO. Aid. m senatore Lat
senitori'H Gr. |9auì(UTiX^{. # T-iC. Dav.
post !^\\. Tiberio solamente tolse la dì-
gnit'j senatoria • questi quattro iiapi-
gllati. (Si Mem. sat. il. Guarda questo
villan, che sol ri^pooJe Col stropicciar la
lenaloria setola.
•f * SENATORISTA. Libro ove tono
scruti i senatori. Magai. LeU, tfitnt.
S E N
P't§. 36l< Nel SeDatorista Fiorentino Jel '
tigDor conte Capponi ella ha di gììi ve-
dalo che ce. (.'tj
*f * SENATRICE. Senitoressa Vit.
S. Eu/r. 182. Questa è la vita ec della
vera senatrice Eufragia (cosi In chiama,
perchè in vece ili ■i/tosarci ad un \enito-
rt, si rendè nionara, e itn'enne sant'i ). (V)
* SEDAZIONE. Sorta di erba, d.ita
anche Crescione I-at. sem-cio Gr. rlpi-
yc'puv. Cr. 6. 118 I. Le scnaBÌoni, cioò
crescioni, che por -illro vocabolo i' appel-
lan natlurciu acquatico, son caldi e secchi
io secondo grado. (*)
SENE /'. SE. prononf,
SESE. Sitst y. L. I eC'hio^l^iX. senex.
Or. '/tov», Dani. Par. 3i. Credea veder
Beatrice , e vidi uo sene Ventilo colle
genti gloriose.
« SENE. J td. J'rcchio, Senile. Lat.
senilis. Bim. ant. /ì, ^T. Senmic. Sin.
Punsemi il fianco Amor con nuovi sproni
Cinque anni son di questa sene t-late. (^S)
f * SENEPA. Lo stesso che Senapi;
ma meno usato. Atam. Colt* 5> 13^. Il
forte seme Della piangente senepa or si
asconda. (ì'}
t * SENESTRO. r. A. S'ist. Sioi-
tiro. Accidente in/austo. Frane, fìarli. 84-
7. Che s' ci i' avvit-n senestro, Disval ver-
gogna più, che vai diletto, (f)
t « SENESTRO . V. A. Add,
Sinittro, Che è dal/a parte sinistra. Frane.
Sarò. 5. 5 Gujrdate Lassù da parte
destra, Che l'altra è da senesira. PeCr.
cap. 2. E quella che , la penna da man
destra, Come dogliosa e disperata scriva ,
E '1 ferro ignudo lieo dalla seuestra f'i/iii
sust.). (V)
SENETTA. V. L. Senetlà. Lat sene-
età. Dittam 3- i^ Siccome un vecchio
fuor di sua senetta. Dant. rim. 39. Fui
nella sua senetta Prudente e giusta, e lar-
ghexma se n'ode.
•f SENETTU', SENETTUDE, e SE-
NETTUTE. r. A Astratto d, Sene j
ì'ecchiesza. Lat- senecius. Gr. yfipxi.
Frane. Barh. i35. 12. Paino vertuti
vecchio, e gioven vizii. Non gioventù no-
TÌiii, O senettuie vegli. Ztbnfd. Andr.
Il4- Presero t Piiniaoi gli uomini da' 5o
anni in su per sanatori , perchè è in se-
oeitulc quell'età. Morg 2.'». 3i;.E Chi-
te, uccello ignoralo djl vulgo . La m.^dre
e 'I padre in seneituie imbecca. E 27.
129. Abbi pietà della mia senettuie, Non
mi negare il porto di salute. ♦ Cant
Cara. 25. Quel primo eterno amor, som-
ma gitt^iìzia , Fiorenza , a te n'ailduce
Queste tre Parche, in cui la puerizia^ La
gioventù, la seneliù riluce, (f!)
SENICI. Tumore, o%fvero Enjialn nelle
parti gangol ose della gola. Post. 34?. Al-
tri dicono che sanno incantare il mal de-
gli occhi, il duolo dc'denti, la mngrana,
le seoici, e 'I dolore lìA corpo. Buon.
Fitr. (4- 2. I. Annunziale lor cancheri.
Predile lor gavoccioli. Giovine, e io gola
noccioli. Natte, e perpetue seoici.
SENILE. Add- IH vecchia età. Da
vecchio. Lat. senitis. Gr. y-:povT^/o;.
Pttr. fon irp. Frutto senile in sul gio-
veoil fiore. Fiamm. i. 89 Vestila la
splendida forma lale quale quella si vcsii
la senile , cosi mi si fece vedere , come
e»»a a Semele. 3/. /'. 1. 32- Sforzando
la natura gii senile nella bellezza della
damigella, raccorciò il tempo della sua vi-
ta. Ped Zip I. ;3. Se alla senile etade
il perduto MI.» rcslituisca, io non ne so-
no ancora venuto in chiaro.
« SENIO, r. L. Decrepità. Lat. se-
nium. Gr. uaraTOV y^poL;. Dnnt. Com:
192. Partesi questa purte in quattro ec. ,
nceome per 1* adoleseeoia, per la gioven-
tule, per la senetture, e per lo scoio. E
f'ocabolario T, il.
bella
pii
S E N
194- ^3 quarta si e seuìo, che s' jppro-
pia al freddo e ali* umido E nppre.iso :
La terza si chiama senettuie , la <{uart3
sì chiama senio, siccome di sopra è det-
to. F 206. Per lo quale vcdov.iggio si
significa lu senio. (*) /•>. C.iord. Ij5. Son
Sri i tempi dell* omo : infanzia , puerizia,
adolesrenzia, gioveiitudine , vecchiezza e
senio. E appressi} .• L' ultima etade , il
senio, è da" selljiila in su. (/'}
t * SHNIOKE. y. L. Il più f'ecchioj
ma per lo più SI ptgl'O per Uomo prin-
cipale. Magnale. Lat. senior. Pist. S
Gir. 437. Migliata di Vergini ec, che vi-
de nel colpetto di-Ila divina Mae-ità, e de-
gli seniiTi, e santi Padri, ce. Cavale .-ìtt.
A post. 91. Giunti cbe furono in Gerusa-
lem, furono ricevuti dagli Apostoli e da'
seniori, e da tutta la Ecclesia con grande
gaudio. (!'}
fSHMSCALCO. Siniscalco. Tesorelt,
P'\ Non chiamare a consiglio seniscalco,
ne sergente (qui la stampa dt Firenze
1824. cap. i5. pag. l32. Ic-jge Siniscal-
co, o Sergente ).
*f * SK.NNATO . r. A. Assennato.
Guitt. Leti li. 3i. Vostro sennato e
retto e car savere (1'}
* SENNEGGIARE. Far P asicnnato ,
il siputo* Rim nnt. Bind. Fìcnichi. Pac-
(olt. Ali. 95. Vuol seoneggiare, e sccn-
dene schernito. (J'J
SENNI>0. foce che si dice per vezzo
a pi-rsona giovane, grazi<ysa, ed as'iennala.
V ilm. 7. 72. Che gÌJ l'ha traila fuor
gjljiile , Che non si vide mai *1
bel st-nnino.
3 SENNO. Sapienza, Prudenza, Sapere.
Lat. sapicntia, prudentia. Gr. tjOoC^ ,
^so'vifjjt;. Albert, cap. 49* ^^^ mundo
(sono) due cose, che ascose non fanno
prode: avere sotterra posto, e senno in
peìto chiuso. Dant. Inf. 7. Olire la di-
fension de' senni umani. K 8. Ed io, ri-
volto al mar di tulio '1 senno. Dissi: ec.
E Par. i3> Non ho parlato sì , che tu
non posse Ben veder eh' ei fu Re che
chiese senno. Petr. son. 258. Ov* è '1 va-
lor, la conoscenxa, e '1 senno? i?ùcc. not^.
58. 5. A cui di senno pareva pareggiar
Salamone. Tes. Br, 3. 5. E perciò è beo
senno a mostrare che campi T uomo dee
iscegliere. E 8. 32. Senno non vale là
ove r uomo vuol seguire io tutto suo vo-
lere, Amm. Ant. 1. I. i5. Di rado fa
meschianza bellezza con senno* E \. 2*
6. Senno e consiglio spesso si truova in
colui, al quale natura non ha dato forza.
Cavale. Med. cuor Dunque senno è amar
lo nimico, e rendergli ben per male. Dit-
tam. I. 25. Oh quanto è senno, quando
cosa alcuna Buona innanzi t' appar, pren-
derla tosto, Che poi passala liguardar la
luna I Cren. Morell. 288. H domandare
e senno a chi sa più di se.
^ g. I. Per Uomo assennato. Salvin.
Di<c. I. 35o Non si vergognò tanto sen-
no, quale era Catone, far vedere i fichi
in senato. (C)
^ ^. II. E per Compagnia di sapienti.
Unione di savii. " Dant. Inf. 4. Sicch'io
fui sesto tra cotanto senno». (N)
§. HI Per /nt.lletto. Cervello, Giu-
dizio. Lai intellicliis , mens. Gr. vou;.
Bocc, nov. 64. Il- Ben potete a quello
conoscere Ìl senno suo. E nov. 77. 5. Hai
veduto dove costui e venuto a perdere il
senno? ytfr. A'iir. 34 82. -Poi giunse a quel
cbe par si averlo a nui. Che mai per esso a Dìo
voti non fesse: lo dico il senno ; e n'era
quivi un monte. Solo assai più (h* altre
cose conte. E 83. Quella è maggior di
(ulte, in che del folle Signor d' Aoglanle
era il gran senno infuso ; E fu tra l'al-
tre conosciuta, quando Avea scritto di fuor:
seoDO d* Orlando.
S E N
1145
I S- IV. Per Senso, Sentimento corpora-
le; maniera antica. Lat- sensus. Gr»
ài3à>55i;. Albert, cap. lO. Li primi nio-
vinienli. li quali nascono dalli cinque sen-
ni, ciot: dal viso, dall' udito, dall'odorato,
, dal gusto, dal toccamenio, in noi non so-
. no, ma da Domeneddìo , lo quale n' ap-
■ parecchia quelli senni, perchè S'do per ve-
, dere, o udire cosa piacevole ti muovi ad
I amarla Tes. /.V. |. i5. Noi avanziamo
gli altri anim,ili , non per forza né per
. senno , ma per ragione : e la ragione è
nell'anima; ma senno e forza sono nel
I corpo : e alle corporali cose basta bene lo
senno della carne ; ma alle cose non cor-
f porali (■ mestiere la ragione dell' anima.
f olg. Bns. Il cerebro fece Iddio, accioc-
ché egli fosse origine e radice de* senoi e
, de' movimenti vo!onlarii.
nJ 2. V. Senno naturale , per Discor-
I so naturale. Belc, Vit* Coloniò. 3l2. l
quali V avevano in grande riverenza, per-
chè pareva loro uomo di gran senno na-
turale, e sapienz.i spirituale. (C)
§. VI. Per Sentimento , Signifeato.
Lat. sensus, senientia. Gr ^tavota- Amm.
Ant, 9. 4. 7- Pregoti the non metti pa-
rola per parola, ma senno per senno, pe-
roccbi; spesso , quando s' altende la pro-
priei'j delle parole, si perde il verace iir-
tendìmento.
'•' §- VII- Per Saggio consiglio. Cetvale-
Med. cu r. i^g. Ci amniini'ce la Scrit-
tura, e dice : N.n djr tri.sviiia all' animo
tuo (per la morte d'alcuno) er. A que-
sto senno si tenne Davide santissimo, che
essendogli morto un suo figliuolo ec. non
ne pianse, anzi mutò miglior vestire , e
tenne corte, e fece convito. (V)
t g Vili. Per Parere, l^^t. scntentia.
Gr. yjcJaf}. Cas- leti. 60. La pistola al
Cardinal Furnese e copi' sa e pura, e bella»
e prudente, come 1* altr^' scritture di V.
S. e se io debbo dire interamente Ìl mìo
senno, ancora, non so come, più bella delle
altre sue epistole, cbe sempre mì sodo
parule bellissimi*.
* g. IX. Esser di senno suo , o si-
mile, vale Esier di suo capo, Coajìdar
troppe nel prpno farere. ì it. SS. Pad.
2. 364. Cadde miserabilmente, percioc-
ché Don ebbe discrezione, e fu di proprio
senno. (CP)
%. X, Per Astuzia, o Inganno Lat.
Caliiditas, callidui sensus. Gr. OEIU^TTJ^.
Stor. Pist. 129. Credette con seuno in-
gannare lo re Giovanni. E i3o. Temero-
no che Io Re non lo ingannasse , e per
senno li togliesse Bologna.
g. XI. Trofre chi senno, vale Fare
impazzare. Lat. exttrnare , mentem adi-
mere. Gr. £i<->ri'TT£iv, So^ujSsTv. Bocc.
nov. 66. 1. Tflolti sono, li quali, sempli-
cemente parlando, dicono che amore trae
altrui del senno.
g XII. Uscir di senno, vale impazzare.
hai, d. lirire, insanire Gr. TtapOL-fpOVttJ.
I\'ov. ant. 99 10. E così uscirete voi di sen-
no , e farete veigogna a lulla cavalleria.
Amet. 26. Laonde Ameto riguardandole,
in sé multiplicjodo le ammirazioni, quasi
di senno esce.
5? g. XIII. Uscir fuori del sennotvale
lo stesso. Fit. S. Domitill. 291. Ora di-
cono che tu se' uscita fuori del senno. Ca-
vale. Alt. Apo.it. i58 Tu se' fuori del
senno, o Paolo, e parmi cbe la molta
lettera ti fi* uscire del senno. Allora Pao-
lo rispuose : Non sono pazzo, e non sono
fuori del senno. (F)
g. XIV. Essere in buon senno, vale Es"
sere in cervello. Lat. npud se esse. Gr.
acovErv. Boic, n.v. 66. IO. Io credo fer-
mamente ch'egli non sia io buon seoDO.
g. XV. Senno, col verbo Fare ha
fot za d* avverbio, e vale Saviamente. Lat.
11^6
S E N
sapienfer Gr. 90701$. Petr. son. 206 II
mio cor, che per loi lasciar mi volle, E
fc gran senno, e più »e mai non riede.
Va or ronlJixIo ec. /{ncc. nov, 77. 2.
Perciorchi- m-'glìo di biffari; alirui vi guar-
derete, e farete yrjii senno. A'oi' a/»/ 100.
2. Voi volete credere ad altrui più cb' j
ine ; e di ciò non fate oe bene, oè senno
g. XVI Senno, cof /e prr posizioni A, e
PER dai.anti, vale f'ofontà. Arbitrio,
Modo , l'iacerir, Lat. arbttrium , vofiint^is,
placilttm. Gr. 3i7/]/ia. Dani Inf. 21 .
Lasci;ili digrignar pure a lor seon». IC
Purg. 27. Libero, dritto, saao è tuo ar-
bitrio, E fallo fora nun fare a suo senno
Bocc. nov. 4*- 9- R'*""-»"»» e oda Cintar
l'usignuolo a s'io senno K noi, 8( 8.
Non ne vorrà nicno di trentotto , come
egli mfi ne preitò , e fammetn: questo
piacere, perrhè io gli miai a suo senno.
G. V. I 38. 6. Nessuni di loro ebbe
acquistata la gratta di numin.irc la ritlli
per Io suo senno e sua volontà. P'tss.
2I7. Io voglio dare a costui, che venne
lardi, dfrl mio a mio s'Nino, avvcguacliù
ooD l'abbia meritalo. Ta<s Am. 2. 3
S* a mio senno farai, sarai felice.
•f * g. XVII Pi senno mio, tuo, e si-
miìi, i-ale A mi-', yf tuo xenno, e cimili.
Segnvr, Mann. Cingi 1 5 3. Non i- ve.
verisimile ce. che sta miglior per te quellf>
stato iti cui Dio ti ha posto, che non
fjueir altro, a cut tu inleudi inoalzarli di
senno tuo. (V)
5 §. XVni. Srnno, col segno del sesto
caso , si usa •avvcrhi'jlmrnte , e vale la
sul solo, Serioxam.-ntf. Lat. vehcnt'-ntcr,
serio, ex corde , rx animo, (ir. (jTflu-
5ai'«;, z/. tn; j^a^òi'a;.
■'>• §. XIX. Talora per maggior emenda
l'I si aggiunge la voce /tuono. « Scn. Ben.
ì'arch. I /[ Ma quegli che vogliono sa-
nare gli animi ce , favellino daddovero ,
dicano da buon senno » . (C)
"^ §. XX. Talora fi fi agtiiu^ne pu-
re la voce Mtt/a<letio , e sì prende sem-
pre in cattiva pule. »< Cavale Discipl.
spir. Anzi alcuna volta scoprendo che il
loro confessarsi peccatori non veniva da
umilt:i, ma da superbia, se n'adira da
maladetto senno •• . (Cj
§. XXI. Saper per lo senno a mente ,
vale /fver pii-na, e indubitata contezza ,
Saper benissimo , minutamente , Avere
esatt'tnienie a memoria. Lat. probe scire,
caliere, tenere. Gr. eu e'ioe'vai. farcii.
Star. X2. /|4j)- In Firenie vivono ancora.
se non più, diecimila persone, le quali
le sanno ce. per lo senno a mente. Gal,
Sist* 27. Ci sono molti . che sanno per
lo senno a mente tutta la Poetica, e sono
poi infelici nel compur quattro versi so-
lamente.
g. XXII. Ognun va col suo senno al
rtiercatoj pfoverb. trito, e vuol dire, che
Ognun sa la-ito, 0 quon'o, ovvero gli par
saperej o veramente A ognuno pire avrr
senno a Sufficienza.
§. XXIII. Del senno di poi ne son ri'
piene le /otse j proverli. che si dice a co-
loro cbe dopo *l fitto dicono quet che si
doveva, o si poteva /ar f>' ima , Lai poit
facta ProitietheiiS , srro sapiunt l'iir^'^rf.
hasc. Sibili, 5. S Del senno di poi oc
•OD piene le fotte.
« SENNUrxiO. Dim. di Senno. Sen-
nino j e st dice per vezzo Salvia. Disc.
I. 3^9' Il Nasica ce. fu srrlin . come il
più santo « il migliore cittadini) a rice
verta (la Dea Frigia), e per la pruden*
za fu soprannominata corculum, cioi'sen-
nuccio. {*)
S SENO. Quella pnrie del co'po uma-
no, che i' tra la fontanella della gola, e */
hfllico Lai. tinnì . Gr. xo'ÌTTO; . fìoec.
n"»' 16. {}. Mi par^'va che ella mi mei-
SBN
I lesse il muso io seno nel sioislro lato , e
I quello tanto rodesse , che al cuor pervc*
I niva. Prtr. fon 200 Ma fo sì com'uom
: eh* arde, e 'I fuoco ha 'n seno. Fir. Ai.
49- Ecco 1.1 mia Luna , che già aveva
' meno al letto ta sua padrona , tutta di
rose inghirlandata , fiorita ta fronte , e
avendone ripieno ti seno di spicciolale ,
allegra se ne venne da me
g. I. Per stmilit. Dant, Par. 25. Den-
tro al vivo seno Di quello *oceodio tre-
molava un lampo.
^ §. II. Seno , in signijìc, di Utero .
Segner* Crisi, instr. 3. 3:J. 6 Non vo-
lete voi ec. che la divina provvidenta ab-
bia fatto altrettanto nel formare un lenu.
dentro cui aveva da nascere il R<: dei
Re? (B) E Pred. Pai. Ap. ^. 1, Iddio
si fece ucmo nel seno di lei (cioè di Ma-
rio). (TC)
§. III Mettere in seno, e simili, vo-
gliono Mettere checcheislii nella parlr dfl
vrstim. nto che cuopre il snoj e Trarre
di seno , o simiU , ti contrario . Lat. in
stali ponere , e sinu extrahere . Gr, 5*5
xoJ.:rov Ti^ivat, ktto' xc-'Xttou s|ì')xciv .
Bocc. nov. 7. IO- Si trasse di seno 1' un
d.*' Ire pani. F. n u*, 73. |3. Dovunque
alcuna pietra nera vedeva , si gitlava j e
quella ricogliendo , si metteva in seno .
Dav. Camb. lo^- Ma te le tenesse in se-
no (le lettere) , facendosene poi rimbor-
sare ec., costui certamente non giltcrekbe
io terra il formeoto, e non sarebbe utile
se n«n a sé.
^ §. IV. In seno ad un», vale Fra le
braccia d'uno. A'* Fur, 18. 17^. Pre-
detto egli s'avea, che d'anni pieno Do-
vea morire alla sua moglie in seno (C)
* §. V. Seno d' Abramo, Terni, della
Sacra Scrittura , il Luogo di riposo, dov*
erano /' anime degli eletti prima della
venuta di nostro Signor Gesù Cristo. S.
Agost. C l). I. 12. Ami il sollevavano
e portavano nel grembo e nel seno d* A-
bramo (TC)
* §. VI. In seno a Dio, vale Nel re-
gno di Dio, la piradiio» (C)
^ g- VII F così In seno a Macomrt-
to, vale Nel regno promesto da MacomrttO
a' suoi fedeli , " Bern. Ori. 1 . 20* 8. Per
Macomeiio facea penitenia , Con animo
di andarli a stare in seno ". (C)
5 g. Vili, Seno, Jìgurntam. Animo, o
Cuore cbe ha il seggio nel seno . Lat.
cor , animus , sinus . Gr, xoLpÒi'v.. Bocc.
Leti, pia, Bots. 275. Considerando, che
se alcuno trovale al presente, che vostro
amico sia , sapete nel cui seno i vostri
consigli e la vostra anima 6dare pos-
siate.
* g. IX Onde Pvrtare in sena, figif
ratanu vale Tener dentro di sé , Burlar
ncll' animo . Peir. son. 228. Un lauro
verde, una gentil colonna Quindici l'una,
l'altro dicioito anni Portato ho in seno,
e gìaiiimai non mi scinsi (N)
* g. X. Per Patria . Città . m Da.it.
Inf, 18. Recali a mente il nostro avaro
seno u, (P)
%. XI. Seno, pur figuratam , per Ca-
pacità . Dant. Inf 38. C* hanno a tanto
comprender poco seno. Tais. Ger, 2 8<).
Ibdi il suo manto per lo lembo prese ,
Curvollo . e fenne un seno ; e N seno
sporto. Così pur anco a ragionar riprete,
er.i O spreuator delle più dubbie impre-
se, E guerra e pare in questo scn I* ap-
porto ( tjui espunte una piefia'ura della
veste atta a Ci^ntener chrcchesfia ).
g. XII. Seno , diciamo a Porzione di
mare che s'insinua dentro terra j Golfo
Lat. stnus. Bocc. nov. t^. li. In uno se-
no di mare, il quale uom piccioli isuletta
heevé. da quel renio coperto si raccolse.
M, f 11. 3o Temendo che l'armala
S E N
de' Fioreolioì non gli daoneggiaue oel
scQo del porlo loro 'ci^'e, dentro del por-
lo) Frani. SfCch. Op. div. 112. Un »e-
no , come un seno di mare , uno porlo .
che a tempo di fortuna v' entrano i navi-
lii per islare sicuri.
g. XIII F Arno, ai dice di qualunque
Curvità Lai. sinui, cavitas, spatium. Gr.
xoCX'apjx.. Dcnt, Po'-. 23. Trivia ride Ira
le Ninfe eterne, Che dipìngon il nel per
lutti i seni. l!ut, ivi: Per tutti ì scoi ec .
cioè per tulle le sue piegature, imperoc-
ché lo ciel- e curvo e piegato. Veg^z. E
cosi fa nel meno alcun seno, ovver pie-
gatura . Pallad. Febbr, l^%. Si VDol fare
uno seno cavando.
3 SE NON, e SE NO. ParUceUn ec
cetiuativa. e vale Fuorché. Lai. nisi, pra-
ter. Or. sV (i.-^, T)r rf. Bocc, nov. a5. 3.
D* ogni cosa opp'triuna a dovere onore-
volmente andare fornito s'era, se non d*
nn palafreno E nov. 43. 5. Che oe dob-
biam fare altro, se non torgli que' panni
e quel ronzino . e impiccarlo T Dant. Par.
1 Non dei più ammirar , se bene stimo. Lo
tuo salir , se oon rome d' un rivo, Se d' alto
monte scend.; giuso ad imo . Pttr, ton-
22|. Né di Lurrexia mi maravigliai. Se
non cnme a «lorir le bi»ognas»e Ferro, e
non !e bastaste il dolor silo . E
22<}. Ma se consenlimeoto è di destino,
Che pnss' io più, se no aver 1' alma tri-
sia? lit. Ilari 8 f. Or l'ho divisate tutte
maniere di credenze; or puoi vedere che
sono tutte ree , te non la legge de* Crì-
sliani.
§. I. Talora si trova presse gli amti-
chi congiunto col verbo JCstere, il quale
vi .tta a maniera di ripirno , e vale lo
stesso . Stor. Pisi. 38* Li lerraisani, se
non furono quelli eh' aveauo fallo guerra
ce,, rimasono nella terra. F ^Cf. Sgom-
berarono luna la città, se non fue le mas-
serizie grosse. F i^S. Quando ebbe avuta
la rocca, lasciò andare f<gni pTsona, cbe
V* era dentro , sano e salvo , te non fue
due conestabnli.
* § II. Talora tale Altrimenti. Dant.
Inf 12. E r un gridò da lungi: a qnal
martiro Venite voi che scendete la cotta*
Ditel rosiioci. se non. Parco tiro. Bocc.
nov. 47> E dicendulo essa, potrebbe la tua
graxia racquislare; se non, |>ensatte sesta
alcuna misericordia di morire . F g 5.
fn Dionèa lascia stare il motteggiare, e
dione una bella; e se non, lu potresti pro-
vare come io ec (S)
g. III. .5V non che, lo stergo cha Se
non , Fu'^rché , Eccrttocbé . Lat prm~
terqitiniquod , nisi quoii . Gr. tXìÌv ri,
* '. Bocc Introd. 26. Che più ti può
dire, lasciando slare il contado , e alla cilik
ritornando, le non che tanta e lai fu la cm-
delii del cielo, ec." (.Xf Enov. ^5. 5. Vedi,
in questo io non potrei per le altro adope-
rare, se non che. quando Oiaenmino an-
dasse in alcuna parte a rena, metterti la
dove ella foste.
§. IV. Fole anche Se non fotte che, o
Se. n"n fftte stillo che. Lai. nf <r . Gr.
(*t ^>i' . Boec. nov. 3.3. 31. E avrei gri-
dalo; se non eh* egli, che ancor dentro
non era. nn rbtesr mercè per Dio e per
voi* Petr. so-i. 6\ E, se non ch'ai desio
cresce la speme, I' cadrei morto ove più
viver bramo E cap 7 Che *n tutto quel
mio pasto er' io più lieta. Che quaFd*
esilio al doire albergo rirde. Se non cbe
mi sirignea sol di te pietà . E ctn:, 18
a. Luci beale e Itele. Se non che 'I ve-
«ler voi tte^*e v' è tolto. Cns leti. a8 E
1.1 causa mia non ha alcun dubbio, te non
che V. E. ha fatto UQ lahocoodolto ne*
beni, e nella persona.
g. V. Ihcesi esimndio p0r Altrimenti.
Cis' che no Lai nn , »/rii* . t/Ze/^ufi.
S E N
Socc. no\-. 20> 32. Come ptullosto pote-
te, v'andate eoa Dio, se duu che io gri-
derò, che voi mi vogliitc sfurxaie. E nov.
76 l8- Noi ioteoilunio che lu ci dooi
due paia di cappuai , &e nou che noi dì-
remo a muDoa Tossa ugni cosa.
* §. Vi. Se non Juise perciò, vale
Eccetto , S'ili'o . Jv<.erh. Slor. Vari. 4?-
D' UDO Re udio iudii) dire, che seppe Io
suo regno molto bene governare ce, se
OOD fusse perciò eh* etti dimorava nello
«rrore dell' Idole. (I )
§. Vii. Si noi jf, lo stesso che Ss
non j e tnlora ti seconio SE pare che
abbia forza tii Forse. LjI. praeter, prae-
Urtjuam, nui, nist fotte. Gr. ei urj' ap«.
C. /'. 12. 73. 2 E nota s* egli ha tra*
Cristiani al suo tempo nullo He , se iioa
■e quello di Francia e quello d'ioghiltL-r-
ra e d' Ungheria, di tauio podere, quanto
me»»er Luchino. A num. i. Messer Ma-
itino , sigoure d' undici cilladi , le perde
tDlle, se non se Verona e Vi>-enza, e io
quelle fu osteggialo. Pass. ioi< Non di-
ce: dicale il confessore, o altri per te, se
nou se in caso, dove tu non potessi, o
non sapessi. Petr» cani. 3. 1* A qualun-
que animale alberga io terra , Se non se
alquanti e* hanno in odio Ìl sole. Tempo
da travagliare è quanto è '1 giorno. Fr.
Giona. Fred. I regnami tutti son novel-
li , se Don se un poco il Re di Francia .
Ftamm, 1. m. Il sommo colmo della
beatitudine a tenere reputava , se non se
solamente io aperto poter dimostrare la
cagione della mia gioia. Tac. Vai-. Stor.
4 353. Perché noi non cì possiamo ra-
guoare e parlare, se non se disarmati e
come ignudi.
^ §. Vili. Se non solamente , lo stesso
che Se non che. Fuorché. Lat. p re ter qua m-
tjucd. Fior. iUìU 47. E non portarono con
loro veruna cosa di \ittovaglia, se non so-
lameote farina, (C)
* §. IX. Se non solo , lo slesso che
Fuorché^ Ecce Ho . Pass. 226. i superbi
offendono la divina mai-sta , e la sua si-
gnoria, alla quale tulle le cose obbidisco-
■o, e sono soggL-ttc , se uon solo il pec-
catore superbo , il quale non vuole essere
suggetto a Dio. (C)
* §. X. .Se non altro, Borgh. Orig,
Fir. 126. Per rìnovar la memoria del
lor Simoente , e del Xaoto , e rendere
la iutera e compila imagine della lor
Troia, che, se non altro, bastava a inse-
gnarla a* nostri Romani, nati di quel san-
gue Saiv. .^vvirt. 2. 2. 22- 2. Che , se
non altro, sono in costume del domestico
favellare (Fj
* §. XI. Se non per altro . Sorgh.
Orig . Fir. i83. Ne invila a ragio-
nare delle statue trovate , e che talvolta
aocura si iruovano, per queste colonie ec,
se non per altro , perche non si credano
d'altronde portateci, (f )
* SEiNOPE , 0 SI:N0PI0 . Jdd. Di
color rcsso j detto così da Scriopia ,
terra di tal colori'. Lai, riibor , nibnis .
Barch. 2- S3. Carrelton, v.tturin, bolso
e rappreso , Or , senza cassia , pillole e
scilo pi , Cacar ti farò stronzoli seoo-
pi , E duri si , che il cui li parrà acce-
so. (NS)
SENOPIA. /-. SINOPIA.
SENSALE . Quegli che s' intromette
tra I conttaentt per la conclusion del nC'
gesto, e particolarmente tra 7 vendUnre,
e '/ comperatorif . Lai, proxenela , para-
rius. Gr. Tj=o5tvTiTfli. Hocc. nov. 2. 9.
Le divine cose ec comperavano, maggior
mercatanzie facendone, e più sensali aven-
done, che a Parigi di drappi, o d* aleno*
altra cosa non erano. F no^\ 80. 3, Da
questo libro della dogana assai volte s'
informan i sensali e della qualità e del-
S E N
la qujutilj dello mercatanzie. F num. 32.
E perciò come il di fu vcoulo, *.-lla man-
do per un scus.ilc. Quad. Co/it. Dcmmune
per lui 6orino uno d' oru a l'uccio da
Barberino , sensjl ili niogliazzi ; ebbe in
sua mano . perche si inibiigo in diltu
matrimonio. Ma<-slruzz. 2. il. 2. Nota
qui che 'l compralure, che ha buona fe-
de t Don è tenuto dello inganno del sen-
sale che fa vendt-re, ma piuttosto il sen-
sale . Lab. 108- Le donne sono ottime
sensali a fare che int-sser Mazza rientri
in valle bruna { qui ft^u» atun p'-r ruf-
fiaue ) Lmc Streg. i. 2 Tu hai più
intrighi e imbrogli alle mani, che un sensal
di scrocchi.
SEìSSALUZZO./Jmi.rfi^fnfrt/e. Cecch.
Fnì.t. Cr. 3. 2. iu vu' far anco Uu po' di
giarda a questo sen&aluzzo
SE-NSATAMENTE . J<,-verb. SensUnl-
mente , Per vin de' Sfnst Lai. sensii.nn
dtictu. Gr. Otx Twv ai'3àyi'5£ùjv. Gal. Stst.
!\0. Àocorchc iu oou abbia vedute queste
aUerazioni sen&jlamciite iu quei luoghi ,
ce ne sono pero le relazioni sicure . F
I2. Non avrebbe almeno, daLnon si ve-
dere sensatamente mutazione alcuna , ar-
gumentata 1' immutabilità
2» Sensatamente , vale anche Con ghf
dieta , Con aggiustatezza , Con serietà ,
Seriosaiiienle, Sul sodo. Lat. sertOt pru-
denter . Gr, y3uvi;^Q'vrw5 , ypavc'yw; .
Car. lett. 2. l44* Coobideraudo 10 quali
cose, e quanto sensatamente mi scrivete,
mt fa parere che siate pure il mede<.imo.
^' E iiett. Ariit. ì. 4- Per non essere
questo ufBtio della reltorica, ma d'uii'aU
Ir' arie , che più seusatamentc, e più ve-
ramente ne traila. (TCj
SE.SSATEZZA. Saviezza, Senno. Lai,
sensui , prudeniia Gr. yo'T)/AOC, epov>j5t;.
Fr. Gtord. Pred. R. il venerando vecchio
con molta sensatezza rispose: ec.
SENSATISSIMAMENTE . Superi, di
Sensatamente . Gal, Sist. 2,6!^. Siccome
veggìamo nei pianeti, e sensatissimamente
nelle stelle medicee.
SENSATISSIMO. Superi, di Sensato.
ì'arch. Lez. 125. Plinio scrittore sensa-
tissimo, e di grandissimo giudizio { cue ,
savissimo). Gal. Si^t. So. Uno che ec.
noD restasse capace di questa sensatissima
verità, si potrebbe beo sentenziare per privo
del tutto di gtudicio (cioè, e%tdeutis,NÌma).
£* 81. Io v' ho per uomo sensatissimo, e
fo la domanda sul saldo (cioè, assennatisi
Simo, giudiziosissimo).
5 SENSATO . yédd. Sensibile . Lat.
sensili.t . Gr. aiaQijTo's . But. Par. ^.
Cioè lo 'ogegno piglia dalle cuse sensate
lo cognoscimcnlu della cosa , sopra la
quale lo 'ntelU-lto fa poi la sua operazio-
ne dello 'nlenderc. Pini, ani Guid. Cd'
vale, 70 Egli è creato , ed ha sensato
nome. Gal. Sist. :^2. Arerebbe ec. ante-
posto , come conviene , la sensata espe-
rienza al natura! discorso . E ^3. li me-
desimo Arislv'tile antepone ec. l'esperienze
sensate a tulli 1 discorsi.
V g. I. Sensale, per Fornito di sensi.
Tass. Dial messagg. Dagli animali che
hanno lutti i sensi, s'inalza (la nntum )
a quelli che hanno perfetto movimento ;
perciocché alcuni degli intieramente sen-
sali non perfettamente si muovono (CP)
# §. II. E inforza di suìt. vale Og-
getto sensato. « Dani, Par. ^, Perocché
solo da sensato apprende Ciò che fa po-
scia d' intelletto degno ». Otl. Cam. Par.
33. 733. Nelle cose visibili qua giù, cotanto
quanto il sensato più vivifica, cotanto raag
gior danno riceve il senso , come appare
3 chi guata 6sso nel Sole , però che la
eccellenza del sensato corrompe il sen-
io. (Pj
5 §- IH- Sensato , /' usiamo anche in
S E N 1147
sigtiifìc. di Saggio , Giudizioso , Piuden-
te, Lat. piudeas . Gr. ffovipiOi. Stor.
Enr, 4> Ho Lo Arcivescuvo , come per-
sona sensata, fece capitale dello avviso.
*§. IV, Si 'Hi e anche delle Passioni,
delle Jziom , delle P.trole . e vale Chù
procede da saggezza j Che mostra sag-
gezza , prudenza in chi le fa , q dice .
" Safvin. /)/rr. i 1;. Un sensato limo-
re della Divinila, impr.sso neVuori degli
uomini, preparo a qut-Jlj cognizione che
per loro stessi non sarebbero giunti a pos-
sedere w. (Cj
t SENSAZIONE. J'K-pressionc che ri-
ceve r anima dagli og-ctli per mezzo de'
sensi. Circ. C-li. 7. 177. Tulli gli or-
gani ed i membri , i.ci quali si fanno le
sensazioni , bisogna eh' e' sienu al tutto
privi e spogliali de' luro ubidii. E Leti,
2. Lez 9. l83. Hagguarda e considera
quali sien le cose . dalle quali e mosso
primieramente esso senso, e fa la sensa-
zione e il giudiciu . E 186. Non si può
fare il giudicio di sensazione alcuna nell*
organo , e nello strumento stesso del suo
senso . J'arch. Lez. t^^S. Ogni senso ha
bisogno nella seusazione , cioè operazione
sua, d' alcuno mezzo.
t SENSERl'A . La mercede dovuta af.
Slamale per le sue fatiche. Lai. pioxene-
tae merces . Gr, ':ifoXvir,-:oZ ^cj^o',; .
Penv. Celi. J il, 2. 457. f.gli ii guada-
gnava la grazia della Duihessa, e di più
la sua senseria , la quale niunlava a pa-
recchie centinaia di scudi.
§. Sensciii, vale an^.ora V Opera dello
stesso sensale nel trattare. 0 concludere il
p'iriilo Miìlin. 6. 67. Ma la glosa Uom
di fandonie dice e di bugie , Perchè in
esse lundò le senserie.
•f 3 SENSIBILE. Jdd. Allo a com-
prendersi dall' nnim'i C' l mezzo dei sensi.
Lat. si'nsilis, sensibilts . Gr. atjjijTo'^,
atsirjrtxo'^. Dnnt. Par. 10. Ringrazia il
Sol degli Angeli, eh' a questo Sensibil t*
ha levato. Bui. ivi: Ila levato le Dante
a questo Sole sensibile, cioè che si com-
prende col sentimento del vedere , Dani.
Pili, 28. Ma nel mondo sensibile si puo-
te Veder le vulle . L'ut- Purg. 32. 1.
Sensibile è ciò che per li sensi si com-
prende . Macstiuzz. 2, 6. 4- Lo studio
del cognosccre intorno alle c^se sensibili
in due modi [lUole essere vizioso . Pass.
81. Si puote iuleudere e considerare il
dolore , in quanto è sen->ibile , cioè nella
patte sensitiva .
"t" §• I. £" in forza di sust. ■"? Dani,
Ccnv, l32. Nullo sensibile in lutto '1
mondo è più
cno di farsi asem
prò
Dio , che '] Sole , lo quale di sensibile
luce se prima, e poi tulle le corpora ce-
lestiali, e elementali allumina. (Min) Ciré.
Geli. IO. 239. Nessun senso può essere
ingannato nella cognizione de' suoi pro-
pri! sensibili. E appnsso: Può essere fa-
cilmente ingannato dai sensibili comuni.
v §. II. Sensibile, vale anche Che ha
senso. Che riceve facilmente V impressione
che fanno gli og^^etti. « Bui. Purg. 19,
X- Conforta le fredde membra, cioè degli
animali sensibili . Petr. canz. 3. 3. Miro
pensoso le crudeli stelle , Che m* hauno
fatto di sensibil terra » . Med. Jrb,
Cr. 55. Ola questo visibile che dà lume
alla terra , come sensibile e ragionevole
creatura mostrando compassione al fattore
suo ec. S. Jgost. CD. il- 16. Alcune
cose insensibili si soprappongooo ad al-
cune sensibili (il lat. ha quadam sensu
careotia , quibusdam senticolibus prEEpo-
namus). (C) Pxncell. Dtal. 5. Non
a torlo d-.sse quel savio: infra lo stremo
peggiore delle nature r.igionevoli, e il me-
glio delle sensibili , la natura donnesca
essere stala locala . E 9. Muovegli co-
ii43
s E ^
sì a un tralto a dar godimento alle parti
corporali, e seniiI)iU A" 6^. li morire per
gravezza d' iiircrmiladi , e di doglie che
quelle jccoinp.i(jnaQO , e di Dcceuil'a allo
icìoglimetilo '-lie ti fa di tutte te parli
sensibili a poco a poco . (Mia}
SENSIBILEMEINTE . /'. SENSIBIL-
MENTE.
* SENSIBILISSIMAMENTE, Siip-rì
di Sem ibi /mente. Cai. Mmi. e leti, ined
3. l5. Se la sola altezza del m<>Dte Cau-
caso può esser causa cbc 1* orìtzoDte di-
viila la sfi'ra io partì scosiliilissimjineote
diseguali (C)
:? SENSIBILISSIMO. Stiprrl. di S-n-
sibile. Sf^ncr. Prfd prol. Mullisìime io-
Lerprelaziuoi di Scriilurc, curiose sì , ma
sregolate o strjvidtc, che di là passano a
trioof^r poi su* pprg^mi, eoo applauso sca-
sil)ilissim<t. Ifciicbì: ingiusto, ce. (I')
t SENSIBILITÀ', SKNSIBILITADE,
e SENSIBILITATIi . Jslrallo dt .SV/iii-
bifi' . Lat. ^lensiiltos , scntibt.'itas , sen-
SUf, Gr. oi'iàij^ts. Ott. Coni, Purg, j6.
38S. Voi, secondo scn^ibililade , dite che
*I moto del ciclo , e le congiunzioni ed
aspetti causano negli uumiui di essere
virtuosi n viziosi , felici o infelici . [iid
Jnt. 116. Per pruva p.iriinente della sud-
detta sensibilità delle piante, non 6a che
vi rammenti i virgulti di Tracia, animati
dello spirilo i\v\ morto Puliduro
SENSIBILMENTE , e SENSIBILE-
MENTE. Jivrrb. Col senso t Ccn com
pn-ndiniento del .s»/i.fo . Lai. *jensililer ,
sensibi/iter. Gr. at3ài]TW4, «isS'Jti/.&j;-
Cavale, Med. cuor. Neuna cosa addiviene
in questa vita visibilmente e sensiliilmeo-
te , che in prima non si detti nella can-
celleria del Giudice eterno. Conv. 7^. Se
l'amistà s'accresce per ta consuetudine,
siccome sensilnlniente appare, manifesto è
eh* essa e in me massimamenie cresciuta.
E 79. Nello eclissi del Sole appare scn-
sibilcmente la Luna essere sotto *l Sole ,
Dani. Inf. 2. Ad immortale Secolo andò,
e fu scnsibiltneote. !int. /*•(.' Sensibilmen-
te, citie sccoiulo il corpo, dove sono gì'
instrumenti de' sensi, acciocché non s'in-
tenda che v' andasse spiritualmente.
•f :■.! SENSIFERO. Jgi^iunto degli or-
gani ministri dei sensi , e Singolarmente
Aggiunto de' nervi .•.pettonti ai sensi e-
sterni . M.irchctt. Lticr. lib. 3 v lijS.
E pur dell' alma i primi semi allora Non
vanno per le membra errando lungi Dai
sensiferi moti. (/I) E fib. 3 Risiteiti in-
sieme Creano i moli scns>feri, che poscia
Dopo morte a crear non son bastan-
ti. (Sr)
SENSITIVA. Sii^t Facoltà de' senti ,
Facoltà di comprendere per mezzo dei
seniti. /ìut. Alcuni sono, che participano
della speculativa r sensilivj, sircbè sono in
mezzo grado Ira' d -Ili due estremi. Frane.
Sdcch» Op. div- (.j8. L questo t: la nostia
»eniitiva, con la <[uj1c vogliamo cerli6carci
di Dio, e d-ir altra vita.
SENSITIVA. Pi.itita simife aduna
piccola Go^sia , che \'ifne a /lOi d.ill'A-
merica e dal lUitsile . Il.i coiai proprie-
tà , che ail OCA' semplice l-ccamento , o
soffio t tosto riicrrn /e foglie » e rtttr.i a
sèi r.imij ntii tlopi ttrci-e .spazio nel p't-
miero stato ritorna: onde v detta anche
Vergognosa, Lai. minosa , f'uttx sensi*
bilis , aeichynomene . * Bari, Stmb. 3
]3 Io ho veduta e curtosaincnle toccata
qui
dia , a cut una sua meravigliosa pro-
prietà ha dato il nume d' E'ba stasiti-
i'«. (C)
SENSITIVISSIMO. S-.prrl. di Sensi-
tivo. 7*ratt srgr. los. donn Sooo donne
sen»itivi>simf e implacabili.
t SENSITIVO. Add, Chr ha senio,
pi frase. Lai. senfunt Gr •/tjictvo'/jLi-
S E N
voi. lÌHt. Purg. 8. I* Oiini nostra virtù
sensitiva richiede l' ubieito coniemper.>lo
a sì:, altr.iiiiriite viene meno, come vcg*
giorno delU virtù %i)ivj, ihe non soffeii-
ftCe di vedere la ruota del sole . Bvcc.
nov. 16. .^1. Ansi ii ogni virtù sensitiva
le chiusero, die quasi morta nelle braccia
del figliuolo cidde . Olt Com In/ ìì.
236. (^ujndo Uomo e nel mondo , si è
animale razion.tIc e sensitivo e vegetati-
vo* Pass. 21. L.I loro r.<gione è si offu-
scala, e suttome»>a all' appetito sensitivo,
e il libero arbitrio è si legato , che non
si puote recare al bene, se speuaU grazia
non l'aiuta.
g. Sensitivo , vale anche Che agevol-
mente è commosso da alcuna passione .
Tac. Dav. Ann. 1. i3 Er^nci poi l'izze
donnesche; Livia sì sarebbe rosa Agrip-
pina ; questa era sensitiva ( il testo lat
ha paullo conimutiur ). Alnf»- Gir, 21-
Ut. Il cavaliere, Ch' è sdegnoso oltra
modo e Sensitivo, Sentendo Ìl colpo al-
trui poco leggiero . Anth* ei di carità sì
fece privo. lìoez. ì'arch. 3. !\* Aggiugni
a queste cose , che tutti coloro che sono
felici, sono ancora seniitivi Car. leti. 2
46 Si mostra molto sensitivo d'una per-
dita d' un tal suo servitore.
t SENSIVAMENTE. V. A. Jv-
vcrb. Con senio. Lat. sensUitert senubi-
liter. Gr. ou'sSujt'jT;, ttt?3v)Ttxù; G. l\
li. 4/- ^ Cupo il giudìcio la detta glo-
ria sarebbe stensiva nell'anima e nel cor-
po , ma però non crescerebbe all' anima
sensivamente più che si fosse prima nell*
anime beate.
SKNSIVO r. A.Add. Sensitivo. -L2l.
sentiens Gr. atffèavo/jicvo;. Frane. Sacch.
rim» 20- Che la forza d* amor in te sen-
siva Non foste giunta allor quando s' u-
di va Cantar le donne, e ballar seoxa sde-
gno.
t SENSO. Potenzia, o Facoltà per la
quale '.si comprendono le cose co'-poree
presinti. Gli antichi nel plurale dissero
Sensi, e S^-nsor<ì. Lat. sensus , sensnm.
Gr. a'iflSìict; , vo'yj^aa . lìocc. nov, qO.
i3. Comechè rutto fosse il sonno, e' sen-
si avessero la loro virtù ricuperata , pur
gli rimase net cercbro una siupefazione .
J? /lOi'. 55. 3. Si iruova che il visivo
senso degli uomini vi prese errore, quel-
lo credendo ess< r vero , eh' era dipinto .
Jntrod. Firl Pero se n' ungono tulle le
seusura, colle qujli spesso si pecca veniaU
mente. /•>. /^c. T 5. 29 7. Che 'I di-
vino Amor pio Si 'I Iragge tanto furie ,
Che fa serrar le porte A' mensola di fuo-
re. Dani. Pnrg \~. Chi muove le, se 'I
senso non ti porge? F. Pur 2. Dove
chiave di senso non disserra . F appres-
so! Voi dietro a* sensi Vedi che 1^ r<tgioDe
ha corte 1* ali . Peir, sci aitj. Al ver
non volse gli occupati sensi ^ Gal. Sisl.
2^8- Con\ien dire che'l senso del tatto non
senta '1 proprio obietiu congiunto, né la
sua impressione nel sensorio. ((^J
g. I Per sfnilil, h*lt sensus. Gr. «n-
Bi]3ti. Siìgf{. nat. Cip. g. S'averà un ter-
nioinclro taliiieole sxlegnoso , e, per cosi
dire , d' un wumì co»Ì squisito , che la
fuminclla d' una caudela , che gli asidi
pduto d' attorno, sarà abile a mettere io
fuga l'acquarsente io esso racchiusa.
§. II. Per Appetito f Sensua'Utì, Lat.
appetitui » sensus, Gr. ops^c;, ais^viii;.
/V/r. son. i;6. Regnano i sensi, e la ra-
gione è morta Hant. Conv 5«) La mag-
gior parte degli uomini tìiooo tccondo
senso, e non secondo ragione, a guisa di
pargoli.
g. III. Per inlellige/isa , intelletto .
Lat. inttlleCtitS. Gr, V9I1/XV. Petr. f-t/ii,
4p< 8< Vergine d* alti sensi , Tu vedi il
lult'i. Al. Fur I. S6 Forse rm ver, ina
S E N
non però credibile A chi del scuso lOO
foste signore.
* §. IV. Sento, vale anche Facoltà
di comprcn-fer le cote, e di madicarne *€*
cond» la r.-tta raeione . He'x. l'il. Co-
lomb, 2^^. Era di buon senso naturale,
e intelligente persona. (Cj
^ g V. Sento comune, dictti alla Fa*
colta per la quale 1 più degli uomini giu-
dicano r^igionevolmenie dette cose . Sen.
fìen Varch. 1. 12 Chi non manca del
senso Comune, OìSeivi nel dare il tempo,
il luogo e la qualità delle persone . Sml-
vin. Dite, 1. 186 Ottimamente i Latini,
chiamarono le lettere Umanità, e del titolo
di umiine le fregijrono; come quelle che
i naturali talenti dell'uomo perfetionano;
e il senso comune, per altro debole e roz-
zo, riogaglìardiscoDo, e ripuliscono. (C)
* g. VI. Uscire del sento, vale Uscir
de' sentimenti, dt senno. Cavale. Pungit.
74. Venendo a morte uscì del senso , e
non poteva dire altro, f F)
^ g. VII. Sento , talora vale anche
Opinione , Parere . Calti. Leti Uom.
lU. 71. Ella mi comanda, che io Ubera-
mente le debba aprire e comunicare ìl
mio senso circa le dette oppottaiooi . (C)
Sef:ner. Porr, instr. 6. I. Così almeno
S Giovanni Grisostomo fu di senso, che
succedesse. (F)
* g. Vili. Per Desiderio, Volontà.
C'if. lett. GuaU. 221. E quanto per mie
fdccendc l'ho assoluto del venir qua, an-
corché abbia detto conlra il mio senso, che
desidero sempre dì vederlo. (Cj
f g IX. Sento, si dice anche del Si-
pnifìc. d* una voce, d'un modo di dire,
d" un ditcorio , d' lino scrit'o , e timilt .
Lat- senìus , sententta , D-tnt. I<if. 3.
Queste paiole di colore oscuro Vid' io
scritte al sommo d'una porla; Perch'io:
maestro, il senso lor m' i: duro. ^ /'//.
4^. Ciò. Gttalb. 2q7. Avendo dunque il
servo di Dio pigliato 1' u6tio e il titolo
dello abate , incominciò diligentemente a
riguardare il senso della regola , e dare
rpera con luttc le sue virtù ad osservar-
1« (C)
* g. X. Per Clausula, Formala, Gutec.
Stor. 2 4<^^* Solto il qual senso si com-
prendeva Ferrara. (L)
* g. XI. Sens^, si dice anche, per lo
più al plurale, degli Affetti, delle Pas-
ti ni, e di tutti t Movimenti dell' animo.
Tats. Amint. prol. Spirerò nohil sensi
a* rozzi petti; Raddolcirò delle lor lingue Ìl
suono. (C)
* g. XII. Far sento, vale yfuoverfi,
0 l'iir parola, /.ASC. Cen. 2- not; 3. pag.
43. biechi.- non fiivellare , e non far mai
senso alcuno, perocché nello star cheto s*
acquista tutto *l merito. (C)
^ g. Xlll. Di certo senso , %'ale Con
esperienza. Per p'ova. Pallav, Perf Crist,
1 3 Resijvan varii creduti e non esperì-
mentali beni per chiarirmi di questa uoì-
versalilà, e jH-r alTrrmare di certo senso
CIO che atT'-rmò indubitatamente quel re
sfodunjto (D)
SENSORIO. Senlimemto, Senso j e più
pr.priitmente lo Strumento del tento. Lai.
.^^^.tum . Gr. vsV.uot . Lih. cur. maiali.
Pruovano gravissimo il sensorio dell* udì-
to . Gal Sisi. 3^8. CoDiirn dire che *t
senso del tatto non senta *l proprio obietto
congiunto, né la sua impreuione nel sen-
S'irio . Salvia. Disc. 1. 1^3 Per questo
nel capo, metropoli degli spinti ec , ven-
gono ad esser dalla pruvida arcltiletlnce
ualuia nelh più alla parte collocali 1 loro
senso,-ii. o Vogliamo dire strumeoli di loro
rrcclleoti funzioni .
a SKNSUALE . Add. Pi senso , Se-
c->ndo 1/ senso , Lai. *iim$Malu . Post.
pnl, V r vjghrtsa di rana diUdsou . o
S E N
per s«Dsualo e viziosa concupisceaiia. Z)'in/.
Conv. 128* E Sfconilo (]u<■^to cotale seD-
auiile giuilicio parlò quella ballaletta • K
16O' Quaodi> il filosofo tlice quello cbe
pare •Ili più impossibile , e del tulio es
ser falso, noD s' inleode dire de) parere di
foori, cioè sensuale, ma di quello J'enlro,
cioè ratioDale.
# g. St-nxnale , vale anchf Che ha sen-
so, n Bel/ine. -ion. 233. Se 1* uom , qual
limo frale e sensu;jle , Nel rjmmio suo
commrtla qualche errore». (Cj
SE>SUALiTA\ SElNSUALITADE , e
SE^SUALITATE. Forza, e Stimoìo dei
tensn, e dell* appetito. Lai. appetititi, sen-
stt$. Gr Spiati t «Vs&Jjac^. jnnot. Salm.
Combatteado la ragione contro la seusua-
litadr. Se>ni» S* Ag. D. Contristi lo spi-
rilo Id coirne , e la ragione la sensualità .
Maestruss. 3. 3* La concupisceiizia nella
grnerastooe dell' avolierio , la quale i^tk
lolamenic nella sensualità, è peccato ve-
niale. K 2. 10* !• Se il cominriamento
del peccato sia in sola la sensualiiade , e
BOn pervenga infino al senso della ragione,
allora per la imperfezione dell* atto e pec-
calo veniale. Pass. 81 La carne sica sog
gclU allo spìrito, e la seosualitìi alla ra-
gione.
* §. f. Per la Parte sensitiva. Cavafc.
Specch. C'r, I03- In quest'angoscia fu
confortato dall'Angelo, perthè la seusua-
litade era molto impaurita. (/')
§. II. Per Compreiit/imento per via
de* sensi. But. Purg. 9 I. La sua sen
inalila dubitava di potere bastare all'ai-
texza della materia. £ 17. i- Dimostra
come nostra sensualità non può compren-
dere la natura angelica. E altrove: IMè la
seosualità, ab la ragione sa la via cbe dee
iCBerc nella persevera zio ne dt'Ila peuiten-
lia, s'ella non e lor mostrata dalla grafia
di Dìo.
§. IH. Per Senso, assùltttam. Cavale.
Mod. cuor. Pognamu che 1* uomo sì ri*
doglia Si-coodo la sensualità.
SENSUALMENTE. Awerh, Om sen-
sualità. Secondo '/ senso Lai. *seniH<ili-
ter. Mor. S t'reg. Siccome di minor
colpa e quando la mente è rapita seosual-
BBeulc ÌD diletto del peccato. Co/1. Ah-
Isaac, cop, 35. Va via la scienza , e 'I
aoo vedere naturale, e non ìnltnde sen-
sualmente il movimento eh' è nelle sue
cose.
SENTACCHIO. V. A. Add. Sent.c
chiose. D'acuto sentire. L.il. sagrìx, vdo-
rem p'tesentiens Gr. ^iv>;)ar»5;. Mcrg.
l4- 7S. Molto teotaccbio pareva il cin-
ghiale.
SENTACCHIOSO. l'. A. Add. D'a-
cuto sentire. Lat. odoms- Gr fltvn^iar'/ij.
i'tg^z. Agri e seotacchiosì cani nelle ber-
tesche sì tengano, ì quali la venula de'
oìmìci all' odore seotadb, e con latramento
gli mustrìoo ( 1/ t^'Sto lat. ha sagacissì-
mus) .
t * SENTIRE, r A Neutr. Porsi
a sedere . Bocc- Fi/ostr. pari. 7. st. ^8.
Dopo cbe faro ia casa ritornati. Dentro
una sala s^tì se ne andaro ; Quìulì in
faccia dell'un l'altro seatatt. Della bella
Griselda ragionare. (B) Cvrtig. Castii^l.
3. i85. E tobiio esso mrdesimn si levò ,
e fece levar tutti gli altri , e far loco a
quei dui, e disse : lasciate scolare a man-
giar questi signori. (NS)
SENTENTE. Cho sente. Lat, sentìens.
Gr, xi'c&ai^ouivo;. Amet. \'i. Egli . gìj
sentente il terzo fuoco, rivocò gli occhi
ilair angelico viso dì lei. E 58- lo stetti
tu quella alquanto non altrameote che la
tìmida pecora d* intorno a* chiusi ovili
sentente 1 frementi lupi. E ^5 I citali, le
■tuurc cose sententi, parte delle fiamme
he si doveaou acquistare nel luogo mai
SEN
non veduto , mi vollono aprire (qui Jì-
^urninm ).
t 3 SENTENZA, e anticam. SENTEN-
ZIA. Giudizio pronunziato da uno, 0 più
giudici. Lat. sententia , iudicium . Gr.
•/ywa>]. Jìocc. nov. 47- l3. Data dal
ficTO padre questa crudel sentenzia con-
tro alla 6gliuola e il nipote, il famiglia-
re, più a male che a lime disposto, andò
via. G. /'. 8. 54. 3. Il popolo minuto eb-
be la sentenzia inconiro.
§. I. /'( proverf'io : E meglio un ma-
f;ro accordo, che una grassa sentenza j e
vale, che Ìl disastro, e la .ipesa dilla lite
supera bene spesso il pregio della cosa
litigata. La.KC. Streg. ^. ì - E però sì di-
ce, eh* egli è meglio assai un magro ac-
cordo, che una grassa sentenza.
* §. II. Sentenia, diccst anche talora
del Giudizio pronunziato da uno qualun-
que. - Bocc. g G p. G. Dioneo, questa è
quistioQ da te , e perciò farai ec. che lu
sopr*essa dei sentenzia finale, ec. Madon-
na , la sentenzia è data, senza udirne al-
tro, e dico cbe la Licisra )ia ragione ec,
e Tindaru è una bestia >• . (Cj
^' §. III. S-ntcnza, talora vale Decreto,
Aito per cui Iddio, secondo il nostro mo-
do d* intendere , determina qualche cosa
futura, u Petr. canz. (^\. 7. Qual senten-
zia divina Me legò innanzi , e te prima
disciolse »?CCV
* g. IV. Sentenza , si dice anche del
Giudizio di Dìo contro i pei calori . « Dani.
Inf. 6. Esti tormenti Cresceranu'ei dopo
la gran sentenzia »? (C)
%. V. Per Condanna. Lat- damnatio,
p<rna, iudicium. Fr. Zac. T. Eli' è la san-
ta pace, Cbe '1 mondo Uberò d'ogni sen-
tenza.
^' § VI. O'ide Cadere in sentenza ,
vale Incorrere nella condanna, Nov. Ant.
7. Leggesi di Saldinone che fece un altro
dispijCLTe a Dio, onde cadde in sentenzia
di perdere lo reame suo. (Mai)
§. VII. p.-r similit. Decisione, o Solu-
zione di dubbio- Dant. Par. 7. Le mie
parole Di gran st-ateuzia ti faran presi-nie.
§. Vili Sentenza, per Opinione, Parere.
L.it. sinteatia, opimo Gr. yvoj'/A>j. G. /'.
II. 2. z\. £ù io autore sono di questa
sentenza sopra questo diluvio. Bocc. nov
Q^. l3. Tutti in una sentenzia concor-
.^-ndo, a Niccoluccio Caccianimico ec. com-
miscro la risposta. Dant. Inf. 7. Or vo'
che tu mia sentenza ne 'inbocche. E Par,
4. Secondo la sentenza di Platone. 5fr/].
Ori. 2. 1. l\G. Magnanimo signor, tre
modi pone L*arle da dispulare una sen-
tenzia , Anzi oi-oi cosa : il primo è I2
ragiune, Esemplo l'altro, e il terzo espe-
rirozia * GiiilC. Slor. 4. 28. Ne sarei
finse in questa sentenza, se io mi persua-
dessi che il Re liberato al presente rico-
noscesse tanto beocfìzio con la debita gra-
titudine. (L)
^ §. IX. In proverbio : Tanti capì,
tante sentenze, e vale, che Qunnti sono
gli uomini, t'inte sono le diversità dei pa-
S E N
"ly
reri. Fr, Giord. Ci'n,
Onde
per
si dice ; tanti capi tante Sf.'ntenze. (Nj
# S' X* Sentenza , vale anche Deli-
berazione , Partito. Onice. Stur. i. 4l"'
Sebbene ec. avesse lardato a dargli aiuto
ec. nondimeno 1' iudusse finalmente in al-
tra sentenza il desiderio di conservarsi be-
nevolo ìl Pontefice. E 2. 363- Alle quali
cose Gurgense, poiché con molle ragioni
ebbe replicato , n*e potendo rimuoverlo
dalla sua sentenza > gli significò volersi
partire. (L)
f * §. XI Per Si-nso, Signijicato d' un
discorso, d'uno scntto. o simile. J'it. SS.
Pud, 2. l33 Avvegoarhi; non intendano
la Sentenzia delle cose cbe dicono, non la-
sciano pure d' iiirantargli, ec. E appresso:
Pognamj che noi non intendiamo la sen-
tenza delle parole che diciamo, nondirae-
iiu non dobbiamo però lasciare di dirle,
ce. Fior. S. Frane 180. Santo Bernardo
una volta disse li sette salmi penitenziali
ce., che non penso e non cogitò in nes-
suna altra c.sa, se non in nella propria
sentenzia delti predelli salmi, (fj Varch.
Stor. 5. 124. Favellarono dipoi gli ora-
tori Inglesi, e di mano in mano gli altri
quasi nella medesima sentenza (CjGutcc
Stor, 4. 112. La quale /A-ffa; si conchìusè
in Cugnacb tra gli Unmini del consiglio
Proruralori del He da una parie, e gli
agenti del Pontefice, e de' Veneziani dal-
r altra, in questa sentenza, che ce. (Lì
§ XII. Sentenzia, si prende anche in
sinnijìcato di Metto hreve e arguto, ap-
pi ovat.i comunemente per vero. Lat. di'
ctttm , verf'um, sentcnfia. Gr. •/'/(^p.-fi, But.
Spesse volle dice 1' uomo una vera sen-
tenzia; e poiché viene a' fatti e alla pra-
tica, non osserva la sua vera sentenzia.
§ XIII. Sputar sentenze, vale Proffe-
rir sentenze , o detti sent'-nziod per io
p'ù con affettazione, e dove non ccccrre.
Tar, Dav- Slor, 3. 32G Ingerissi tra gli
ambasciadorì Musonio Rufo ec., e sputava
sentenze de' beni della pace e mali della
guerra fra le squadre dei soldati ( il te-*
.sto lat ha dissereos ) La.ic. Slreg. 4. i.
Voi mi parete una dottoressa : oh voi spu-
tate tuite sentenze I Buon Fier. 4.5.16.
S' alcun di noi talor conferma Quelle, eh*
elle spular, preste sentenze.
•'.' g. XIV. Sentenzia, per Figura retlo-
rica. Lai. sententia. Peti. Tuli. 9!. È
un'altra sentenzia che s'appella spessa-
m.enlo , la quale ha luogo quando molte
cose, cbe sparlamentc son delle in una
diceria , si raccolgon ài sezzo in un luo-
go, acciocché si renda più grave quel che
si dice. (•)
g. XV. In sentenzia, posto avverbialm,
vale In tonchisione , In sustanzia. Lai.
in summa, in se 'lentia. Gr. i'v xspa-
Akccj. cAyrÌ^òr,v, Pass. lOO. In sentenzia
dicono quel medesimo , e comprendono
lutto ciò che si richiede a fare la buona e
legittima conlessione. E 285- Per tutti
questi detti, cbe in sentenzia dicono una
medesima cosa , si dà ad intendere ec.
•!* ì'a'ch. Star, 5. I2'|. Monsignore di
Tarbes oratore del Cristianissimo fu ìl
primo che favellò, e in nome di tutti gli
altri parlando , disse in sentenza , che
ec. (C)
* SENTENZUCCIA. Peggiorai, dì
Sentenzia. Dal. Lepid. i33. Sìg. Andrea,
come si danno belle sentenziacele al suo
Magistrato 7 (Min)
SENTENZIALMENTE. Avverbio Sen-
tenziosamente. Lat, argute , priidenter.
Gr. yv&j'i[/6J5, ayact9ri/w5 Hul Quan*
do s* odi* senlenzidlmenle parlare, gli uo-
mini maravigliandosi guardan 1' un l*allro.
* SENTLNZIANTE. Che sentenzia.
S. Agost. C. D. ig, 23. Dicono essere
slato morto dalli giudici direltamenle
credenti, e giuslamente s<'nlenzìanti. fX)
SENTENZIARE. Dar sentenzia. Giu-
dicare. Lat S'ntentiam fi'rre, definire ,
statucre. Gr. y^oip.ti'^ 5\Sò'*%i, G. 1
II. Cì2.. 3. I quali sentenziarono addì 22-
di Novembre , che le delle terre fossono
del Comune di Firenze. Boez. l'ardi. 5.
pros. 2. Ma io non sentenzio già, ne di-
termino che questa libertà sia in tutti e-
gUale. V Segner. Crtst. instr. I.28- 12.
Non vogliate giudicare prima del tempo.
sentenziando
sopr.
novimenti del cuore
umano , che sarao sempre occulti, finche
Dio ec. (CP)
g. 1. Per Condennare per sentenzia, hit.
damiate. Gr /.arxrpt'vEtv. Pass. nO- Tra
per l' omicidio e per lo furio furono atnen-
)i^o
SBN
tluc seatenziati al fuoco. Diltum. 6. 6. A
scDlcoxiar li rei, <t farne srcdi-, /''//. S.
Mar^U. |55. E M.irf;ln.TÌta fui; scnteoita-
ta, Ch' a Ipì fo.'.SL' fjUo il siniigli^nlo. Cro'
nicheli, d' A'iìnr. ^tj. I nuinani scntcti-
siarouo rb' egli fosse giltulu del Campiilu-
glio in terra, e così fu fdlto.
•.' g. II. Sentenziare, vale anche Fram-
mettere senti-nze nei discorso , Parlar
sentenziosamente- Se,:». Jìett. Afitt. 87.
Quanto al senU-nzìare , poicbé noi aremo
dcBnito cbe cosa sta sentenza, fii mani'
fettu di che cose e quando e a chi stia
bene nel parLtie questo modo di senlcn-
tiare. E 88. Su ancor bene sentenziate
di cose cbe sieno contra sentenic vulga-
te. (FP)
SENTENZIATO. Jdd. da Scntnztare,
Gal, Sift. 9^. U sj|)ieuti>iÌmo della Gre-
cia, e per tate sentenziato d.igli oracoli ,
diceva ìipcrlamente conoscer di uun saper
nulla.
5 §. I. Per Comknnato per sentenzia.
Lai. (lamnatits. Gr. xxTKOJ'it/K'j/is V05.
Rim* an'. Gititi. 92. Credimi cbe 5' aria
per sentenzialo Come omicida , qujl uom
m' offendesse.
* g. II. E in forza di sttst. vale Uo-
mo sentenzialo « Vii, Plut. Qujndo si
disfere la congregazione , menavjosi li
sentenziati nella carcere. lìorgh. O/if;.
Fir. 176. C'j'quali (anintìU) faceano per
lo più combattere i sentenziati a morte
per loro misfatti >* . (C)
f SENTENZIATORE. f'erbaf. masc.
Che f o Chi sentenzia , Giudice . Lat.
iudex , qucesitor . Gr. i^pKirl^ , Si^x-
ar/]'; . Mor. S. Clreg. Allora si vedrìi
il peccatore apertamente nella prespniia
del seolenzialore . Stjr. Put, 173. Mes-
scr Guiglielmo d' Assisi, lo quale era sta-
to scntenzìatore di coloro ch* erano slati
guasti, /^occ. Cont. Dant. InJ. |. 12. Di-
coDo, oltre a ciò, sedere in questo infer-
no Minos, Eaco e Radamunlo giudici e
sentenziatori delle colpe dell' anime iiie in
quello inferno vanno. Fr Ciord. Pred,
S, 25. Avracci altri giudici, o altri sea-
teniiatori ? Si.
•f :;: SEiNTENZIATIilCE. Fem, di
Sentenzialore. U'Icn. Nts. ^. 91. La dif-
finizione qui segnata sarà senlenzialrice
del vero, (/i)
•f * SENTENZIEGGIARE Recare
scrivendo molti; sentenze. Slare sulle sen-
tenze. Uden. Nix» ^.6.1. Dell' ccteiso del
sentenzieggiare , per non vaneggiare in
cose vane, tacerò. (J)
SENTENZI EVOLMENTE. Avverbio.
Per Si'ntenzia. L.èi. iiidicm , sententia.
Gr. /ary/pi'rwi» òt/K'jrtKw^ Lttt. Com.
Fir. 6". S. Avvegna cerlu cbe dj nostra
potcstade seotcnzicvolmentc non fosse uc-
ciso
SENTENZIOSAMENTE . Avverbio .
Siviamcntef Giudizio tanu-nte Lat. hrevi-
ter, acute, prudente-, pr,u'j'(fr. Gr. ^p«-
Xs'w;. o'^i'w;, ypwv(^a>;, ^xpita^. Colt.
SS. Piid. Cene avete dolio iciitenxioia-
monto del 6uc. /?Mf. Per si fatto modo
pjrli a tua posta, cioè si bene, si senten-
liosamciilc e severamente.
* SENTENZIOSISSIMAMENTE. Su^
peri, dt S<-ntrnsio>-an,.-nt<: [/d<-n. IKis, (A)
SENTENZIOSISSIMO . Superi, di
Sentenzioso. Lat- tnnxinic .M-nlcntiosus .
Gr. '/vwuaXoyi/wTKT»; l'arch. ì.ez. .-i^g.
Essendo slato ultra ogni credere i< qii.isi
umano potere numernsissimo , leggiajris-
Simo . scoteotiosìsiimo (parla del Pe-
trarca) .
SENTENZIOSO. Ad.l. Pieno di $en.
trnzie. net si^nific del §. Xli. di SEN-
TENZA. Lat. uTflci», senti-nliis scilras.
Gr. yvoi,ud)oytxg'{ Tratl. gov./afu. Tutto
«■«presso nel breve « scn(*>niÌoso parlate.
S E N
lìos. Fit. F. P. cap. 77. Oltimo parla-
tore è quello cbe dice lu p'tcbe parole
molle cuic seDlenciose. -^ Poliz. rtm, l.-tt.
20'\. L* uno e r altro di filosofìa ornatii-
simi , gravi e sentenziosi. E 206 L* uno
e r altro grave e seulenztuso. (C)
* SENTERO. y. A Sentiero. Frane,
fìarh i:^u. 18 Pare cbe '1 SUO seotero
Vogli.i seguir errando- (f)
t * SENTIERI. Lo stesso ette Sentie-
ro, ma meno uiato. But. Inf. t3> !■ En-
trati per un Ijoicu, che non avea oesiuno
sentieri. (F)
t 5 SENTIERO. Strada. F>a an.,'usta
lun-jo, ù a traverso I campi, 1 boschi, e
simili. Lai, semita. Gr. arpa";'?, fiocc.
nov, ^3. 7. Non vedendo per la scUa ni;
via nò sentiero. Tav. Hit. Niuoa persona
vi polea andare, se uon per uu pirciul sen-
tiero./?"/. Pur'T. 7. 2. E J'*/t(ffr0S10C0pal0
da seminerò, diminutivo della senut-i, che
ì; piccola via posta allato alle fini de* cam-
pì, cioè secus metas, vel tegregnns me-
tas.
f §. I. ^ per metnf. Tei, Fir 8- IO.
Ma lo sentiero di rima è più stretto e più
forte, siccome quello cb' è chiuso e fer-
mato di muri e di palagi, cioè a dire di pe-
so e di misura e di numero cerio. # w Dant.
Par. 2;). Voi non andate giù per un sen-
tiero Filosofando. Petr. son. 203* Se con
piena Fede dal dritto mio senlier mi pie-
go-. . (C)
^" §• II Tornare in sentiero, Jii;iiratam.
vale Tornare a bomba. Ritornar sull' ar-
gomento. Sei; ler. Risp, Quiet. 7. 7. Po-
sto ciò, ripìglio or ìo , tornando ia sen-
tiero ; questi ti-rmint di fede pura se sono
termini proprii fra' mistici sono però tali
cbe ancor essi non possano circoscriver-
si T (TCj
SENTIERUOLO. Dim. di SenUero.
fiocc. nov. !^'\. 10. S' aldiatlc ad un sen-
licruolo, per lo quale messasi ce, di lon-
tano si vide una casella. A- Pini. Adr.
Op. mor. V i6i. Uen dicono rlie la scesa
in essi (J'-rmicìi) non è tutt.i a diritto, ne
agevole da entrarvi altra bestiuola ; ma
ha torti seolieruoli e andari e fori a tra-
verso. (C)
t SENTIMENTO. // cui plurale esce
Così m 1 , Come in A j ma questa usci-
ta è poco usata . Lo stesso che SenS'* Lat.
sensiis. Gr. aVirà^jii^. Rocc. nov, 17.9.
Poche ve ne trovò, cbe avessero scattmcuto.
Lab. 2^. Con tanta pio forza sì mise ne'niiei
sentimenti il sonno, quanto più gli a^ea
il dulce pensier trapassai» di tempo tulio.
Da'ti. Inf. 3. Cbe baleno una luce ver-
miglia , La qua! mi \Ìnse ciascun semi-
mento. /::,' 33. Per la freddura ciascun sen-
timento Cessato avesse del mio viso stal-
lo. Rutm Li sentimenti apprendono e mi*
nislrano alla ragione , ed ella giudica se-
condo le cose apprese, secondo cbe li sen-
timenti ah'una volta niini%lraiio . alcuna
volta secondo che ell.i gì' intende. A" /'«'%'.
22. 2. Lo intelletto passibile , che opera
sopra quello cbe gli tr miiiìslrato , e ap-
p.irecoliialo da' sentimmli l'arctt. Lez.
ÒyV Av'-r dunque liuon giudizio quanto
alle cose sensibili , non i; altro che avere
, buone sQntimenla. Roez. f'arch. 5. rim.
5. (Mie Ik faccia iocbiuata ver la terra Le
scntimenla rintuzz.'le atterra E proi. 6.
Tutto quello cbe è alle sentinienta pale-
se ec , e universale ; ma so verso te »let»o
Io riiguardi, è particolare. Remò. As^'t. 3.
172 Se alla bellezza altro di noi e delle
nostro scntimenla non ci scorge, r\ìf I' oc-
chio e r iirecchio ed il pen>iero, ce. ^ fìet-
tin. Dite. I. 90. Furono necessarie nel
corpo nostro tutte le diveriiia di materie
che vi si trovano, tutte le furie cbe vi si
riercitano, lutti i seotìraeotì cbe vi si a>
di'peraoo. (C)
■ì
j di
S E N
t S. I. Sentimento t può anche valere
Diligenza, Allenznne . Lai. sotlicitudo ,
solertia, cura, Gr. op^vn'; ■ Ro€C. nof.
()|. i'ì. Poiché ogni paura ebbe caccia-
la A^ sé , con più scotimento cercando ,
trovò rosici per certo non esser morta.
'^ §. IL Per Dol-re , Pulimento. Se-
pn<r, Pied. fai. Ap. 2. IO. Qual foSM
il sentimento di quella testa (di Cristo),
argomentatelo alquanto dal risapere, cbe
una sola di tali spine ficcala in un piede
incauto ha talora fallo urlar le fiere* fA^
't §. Ili Per intelletto, ^m no Lai.
inteltectns , sapi-ntii Gr. vajj. cOfix.
fìocc. Inlr. \ji. Avvedendomi, ciasciiua di
vui v\er sentimento di donna. E nov. 55.
2. Fu di lanlo MDiiineolo nelle leggi, che
da molli valenti uomini uno armario dì
ragione civile Tu riputato. E nov, 65. A
Estimava re cbe ella s'ingegnasse cosi
piacere altrui, come a lui (argomento di
cattivo uomo, e con poco sentimento era).
Lab. 3'». Se tu bai sentimento quanto so-
levi , non discerni lu che questo è luogo
di corporat morte ? Pecor. g. ^. nov. 2>
Uomo di molto Talora e senlimeolo.
%, IV. C/fCir del sentimento, ed Es*er
fuor d,l sentimento , vagliano Perdere il
<enn->. Impazzare, Ktser pazzo. Lat. de»
tirare , dciipere. Gr. Taiotypaver» , *a-
)<u> O0ovctv. Lah, 39. Veramente mi fa
il qui vederli e le lue parole assai mani*
festo, se allrimeoti noi conoscessi . te del
vero sentimento essere uscito. E tll.
Se da te , uscito forse del diritto senti-
monlo , noi vidi . ^ E 293. Egli ^ di
vero uscito del sentimento, e vaole euer
Icnulo savio: Domine dagli il malanno. (D)
A'. Fitr. 23. 112 Fu allora per uscir
del sentimento, Sì tatto in preda del do-
lor si lassa.
# g V. Sentimento comune « lo
stesso che Senso comune. 1 arch, Ertot,
235. Per desiderio di non essere giudicato
troppo presuntuoso, e arrogante ( e quel-
lo che peggio sarebbe) o maligno, o sema
il sentimento comune. Satvin, Disc* \2^. Il
comun sentimento, giudice di tutlì i parti-
colari senlimeolì. /:.' 3i>i. Il comuD seo-
timenlo, cbe aldamente senno e |[iudicio
si chiama (C)
% VI. Per Signijtcama, Etce/tentm, e
Rei'ezzn di Concetto. Lai. sensi prasUmlia,
excellentia. Gr. yywui); t?ox']'' Ri^cc,
nov, 5(> 2. Nella cunclusione della qaale
si contiene an si fatto mollo , che forse
uon ci se n' è alcuno di tanto seDlimeoto
contato.
# g. VII Sentimento, vate anche Con-
cetto, Cosa immaginati da'l' ìnte/tetto.
Imperf. Tini. D, 8 T. 7. ICJl. M'eve-
nuto in umore di ragionare pirinseote co'
sentimenii Platonici sopra amore. (C)
g. Vili, r.r Concetto, Pensiero. Opi-
nione. Lai. sentenlia, opinio. Gr. yvu/Xì},
So'^a.. Rijcc, Inlr. i3. Alcuni erano di più
crudel seoiimento. E nov, 70. 28 Chi
avrebbe tosto ogni particularita compresa
del mio sentimcDlo, come ha questo va-
leni* Uiimo f
# g. IX. Sentimento , vate anche Si-
gnificato d* un discorso . d' uno scritto ,
d' una voce , o d' un modo di dire. Satv.
Avve't. 1. ^, 7, 6. Il che vale oltre mu-
do a Iurte i duldtii *\r\ doppio senlimenlo,
e d* ogni parte render chiaro il coocel-
lo. (C) Pemh. pros. 3. 205. Lontana da
cui più di si'nlimento , cbe di scrittura ,
è da canili, riuc du p<ìrle. Ed t verso che
usò il Dorcacrio , e vale oltre il proprio
sentimento suo quanto it compermsione. E
ivi .• La voce Cheiite vale non solamcnie
quello cbe vai Quanto re , ma ancoia
quello che vai {)ua/e ec. Aoii la presero
i più aniirbi quasi sempre » questo s^n-
linicoto. (f'J C'r. Rrt. Antt. l- l5. Si
S E .N
deve avvertire «e la Ugge parlasse dubbio
per modo che U potPSiiino rivot^^ere a do-
Kro proposito; e vedere a qujii >legli due
lenlimeali si potesse meglio ailjture il
giusto e rulliti, e di ([uello valersi (TCj
# S X Cavare il sentiitìffito tt* uno
tCritlOt o simile , vale intenderlo. Coni'
prtMthrlo- I.aic, Parriit. Prof, Vi dico ,
■ vi replico die se voi bramale inleoderla
« cavarne il senlimenlo, cbe voi slìaic cno
l'orecchia vigibnle , e coli' occhio de-
•ITO (C)
* § XI. Seni imeni 0 , per Affido.
Fior. S Frane i8tt. Che giova all' uo
mo il molto digiunare ed orare ec. con
grande seDlÌmrnt<> delle cose celestiali 7 (ì }
Belc. l'tt. Colomh. 62. GridavaDo
Cristo cou lauto fervore, e eoa taalo sea*
limrato di Dio. (Min)
"t ^ %. \ìl. Ktser uomo di buon sen-
timenfn, vale Ksser uom if<ì brne, 'ti l'it^--n
Cuo'-e. Ji'occ. g, 5 n. 5. GÌJromÌDo il
quale de' suoi dj assai cose vedute avea,
ed era di buon s*-Dliineuio, rispose brie
vemeoie. ff'j
# §. Xlll. Sentimento, per Sentore, nei
tento del § I. JA T. /;*. 5- cnp. iX II
Doge annullò midlo il fiitto, e dicea per
alcuno sentimento ch'e'n' avea avuto , e
avea tatto spiare, e trovalo avca che la
cosa era nulla (fu il Doge Faliere di-
eoUato ) . (l )
# §. XIV. far sentimento, vale Muo-
¥9rsif o Far parola, e i' inn per lo più
in siìtnifìc. negativo J.a->c. Cen. 2. nov.
%. p'ig- ifS. Me per cosa che tu odi. o che
ti sia fatta, bai a favellare , o far senti-
mento alcuno. E pas» ^5- l-^ra sempre mai
Palananna, senza far molo, o sentimento
■leano, staio ferniistìmo. (C)
SE.NTIMKNTUZZO. Dim. di Snfi-
tmento. Lih. Son, i^5. O sermollino, o buon
«eolimenlueto.
SENTILA. Propriamente Fognn delln
..li'-. Lai. sentina. Or. dt vt)ov . Frane.
Harb. 3JP. 2:J Al navigar reddìjmo , E
qui ci ri^-ordiamo , Che sovente gujrtlare
E quasi (i^nor cercare Tu facci Ij seori-
Da. Bocc Leu, Pr. S Jp. 291. La
qttale io spessissime volte leco, quasi d* uno
crande DaviUo la più bassa parte d* ogni
amttara rccellacolo, sotina chiamai.
§. f Pt-r Fogn'i assofutiim. Lat. clo-i-
M . Gr. oifeSpùiv. Satlu.ft. Catell. li.
Brano venuii a Roma , siccome acqua in
vestina .
§.11 Per meta/, ti dice d'O-^ni ricct-
icolo, sì di brutture materinlì , come di
tcellerfitfzza, Cnvalc* ^/cd. cuor. L' ozio
« semina e cagione d* ogni mala tenta -
none e cogitatione . C f^. 10. 55- 5.
Nota che col detto Bavero vennero in Ro-
ma molli cherici e preljti e frati di lutii
gli ordini, i quali erano rubrlli e sisma-
tici di santa Chiesa, e tutta la scolina de-
gli eretici cristiani . Fmnc. Sacch Op.
div. Qae! lale eice della terrena sentina,
ovvero stalla , e vanne al sommo cielo .
Jr. Fur. I-, -6 O d'ogni vtiio fetida
teatina. Dormi. Italia imbriaci, ec
SE-NTINEI.LA. S l.hto chef, h guar-
dia. Lai. figHiaf excu'>iir. Gr. fpoupU.
Fir. J$. gfi. In guisa di senlìnelle face-
van buona guardia . Toc. Da^; Stor. 4.
33i. Tenere arredo, sentinelle, ogni co^a
da Principe, dal nome in fuori Fir rim.
8 Già tante e tante Volte andò sentinella
del mio cuore (qui fr^nrat^im. }. * C<ir.
Em. g 237. Indi a Messjpo iocarco Sì
di , che seotinelle e guardie e fochi Dis-
ponga ami alle porte e 'ntorno al ma-
ro. (B)
§. Fare la sentinella , vate Fare la
.uardia, Stir dì guardia. Lai. exctihare,
yrubta^ facere Gr pròussì». APfg. 5,
baori soldati in <-a»ipo. o io cittadella
S E N
Si sUnno tittì in far la sentioclla. Alam
Gir. H. 21. Dalla finestra fa la seutioella,
5 E N
xi5i
la da
ella . /iuvn.
KinchJ
Fier. 3. I. 5. Vn di colur, che fan sera
e mattina La sentinella a pie d' una fi
neslra (in questi due esempli è detto per
simìlit. ).
•f SENTIRE . Term. generico , col
qu.ile si esprime comunemente il So^riie,
o Ricevere tutte quelle impre.'isioin cfie
si producono neW animo per mezzo de*
sensi dall' esterne cose sensibili, 0 dn in-
terne cagioni. Lai. sentire , scnsu perei-
pere. Gr. ai73«va5à«i. Dant. Purg. 12.
Che non pur non fatica sentiranno , Ma
fia diletta loro esser su pinti. K 2^. I^b-
be spazia Già di bere a Forlì con men
secchezza , £ si fu tal , che non si senti
sazio, E Par. 4. Per sentir più e men
r eterno spiro. K 18. E come per sentir più
dilettanza, Bene operando 1' uom di giorno
in giorno S' accorge cbe la sua virtute
avìfnza . Bocc. nov. ij. l^'^. Grave m' è
ec , e più sarebbe grave ancora > se io
qui non sentirsi le. K n<.H'. 18- 21. O so
spiri per risposta dava , o cbe tulio si
senda consumare. K nitm. 2z. 5<'nti con
più firza nel cuore t* amoroso ardore. Jl
nov. ^o 18. La donna sentiva si fatto
dolore , die qua^i n' era per impazzate .
E canz. 8- 1* Tanto è Amore, il bene
Cb' i' per te senio. Petr. son. i8i. Ch'
un fuoco ui pict^ fessi senlire Al duro
cuor, eh' a mezz.» slate gela. J-J son. 2ly.
L* alma tra 1' una e 1' altra gloria mia
Qual ceb-ste non so nuovo diletto E qual
strania dolcezz.i si senita> E cniiz» 3i) 6.
Esento ad ora ad or venirmi al core Un
liisd.
gno.
cap.
2. Ella il ere-
U
de, £ tu, se tanto o quanto d' amor senti.
Oxid. Mciam. E s niiesì arder le 'nteriora
dalle cieche fijmme.
*t 3 §• *■ ^^entire, si dice pia pnrttco-
ente d' alcuni sensi j e pnnia e più.
larn.
Jrequeniemente dell' udire . Lai. autltre ,
svntite, accipvre , percipere , inlel/>gi-re ,
Gr. xxoJ-fj^ at7ààv-s3ai, 7rpoi>aa€a-
V;iv > xaraiaafix'vsiv , suviì'vac IJant.
In/, 23. Io gì' immagino sì , cbe già gli
senio. E Purg. 2^. E ben sentì' muover
la piuma ec . E senti' dir: Beati, cui al-
luma Tanto di grazia, ec. Pttr, cnnz 38.
6. Esser non può c\xe quell' angelic' alma
Non senta *l suon delle amorose note .
Bocc. nov. :^3 i3. Ed essendo gi'a virino
al mattutino, ella senti un gran calpestìo
di gente andare . E nov. 60. 9. (.uccio
Imbratta , il quale era più vago dì slare
in cucina , che sopra ì verdi rami V usi-
gnuolo, e massimamente se fante vi sen
tia ninna , avendone in quella dell' tsle
una veduta grassa e grossa e pìccolj e
mal fatta ec. , là si calò. E nov. 68 8.
St-nieHdo Airiguccio esser corso dietio a
Ruberto, prestamente levatasi ec, chiamò
la fante sua. E num 12. E quivi tanto
picchiò , che fu sentilo . Amel, !l. Metti
nel peito mio la voce lale ec , Sicché il
mio dire al sentir sìa eguale .
§ li. Veli' O'iot aio. Lat. sentire, na-
rihus perciprre. Gr. óivjcci'vtzSca Dmt.
Purg, 2^. E ben senti' muover la piuma,
Cbe fé sentir d'ambrosia l'orezia. Bocc.
nr^v. i5 27. Io sento il maggior puzzo ,
cbe mai mi paresse sentire. Lab. ia6. E
meglio col naso quella biuta . che cogli
occhi sentendo ec, appena gli spiriti rile-
oea nel petto.
§. III. Del Gusto. Lat sentire, gu-
stare. Gr ysj'ssàai. ì^ant. Pure. 16 Di
piccol bene in pria S'unte sapore. Bocc.
nov. ^3. 21. E quivi i primi Irutti del
loro amore dolcissimamente sentirono (qm
fifiuratnm. ), ^ » E nov, '■q 26. Sentendo
gli bonissimi vini, e dì grassi capponi , e
d' altre bnonc <rose assai, e* w . (Cj
^ %. IV. Del Tatto, Lat. sentire. Gr
arrrsj^at. Dmt. Puri;. 1. Di cui le Pi-
che misere scntiru Lo colpo tal, che di-
sperar perdono /:; Purg 2]. Tal mi sen-
ti un vento dar per mezza La fronte.
Bocc- nav. 43. 5, Il ronzino, »enl»Rdosì
pugnere. correndo per quella selva uè la
portava. E nuv. 60. 21 Chiunque di que
su carboni .n segno di croce i- tocco, litio
quello anno può viver sicuro che fuoco
noi toccherà, che non si senta. E nov 77
10^ EgU commco a sentir piò freddo, cfie
voluto Don avrebbe.
t 5 §. \. Sentire, per Conoscere, Inten
d. re. Accorgersi Lat. smti.e. inteligere
Gr. suv..'v«u Pam. Purg 27. E d. pò-
chi scaghon levammo i saggi , Che '1 Sol
corcar per 1" ombra, cbe si spense , Sen-
timmo dietro ed io e lì miei saggi. E Par
15. Oud'io. che son mprtal , mi sento in
quo.ta Disagguaglianza /; 33 La forma
UNiversal di questo nodo Credo rh' Ìo vidi
perchè più di largo . Dicendo questo '
mi sento eh' ìo g. do, Petr. canz. 28.
5. Sento il lume apparir, che m'in-
I namora. E canz, 3.5. 4 Si ricca donna
deve es^er conlent.-i. S" alt.i tì>c del suo
ch'ella noi st-nta. E t^i. 1. Quel che tu
vati e puoi. Credo che '1 senta ogni cen-
Ili persona. Lione, nov. 43. 3 E per in-'
tciposiia persona senliio cbe a grado V
era, con lei si convenne dì doversi con
lui d. Roma fuggire E nov. 53. 4. Co-
me savio, s' infinse di qu.ste cose niente
seolire. LC nov. 71. 5. ^è che mai di que-
sta cosa alcun sentirebbe, se con uno suo
compagno.
V § VI Per Essere consapevole a se
medesimo. « Bocc nov. 3o. 20. Come li
softeriva I' animo di dir di lei, sentendoli
quel medesimo aver fallo . che ella fallo
avea? ii /IO.-. 65. 5. Ed essa tanto più
impazienlcmenle sosteneva questa noia ,
quanto meno si mentiva nocente » . Sen.
Veci. 190. Tu hai paura di venire dinan-
zi al giudice, e temine; adunque li senti
colpevole. (C) F> nnc. S.^ccfi. nov. 177.
JMesser Niccoloso, come colui che si senlia
avere beo servilo l'amico suo, subito si
turbòe, ec. Fr Giord Pred 281. Tu
se* tenuto di confessarti incontanente cbe
tu li senti in peccalo moiia'e. ff'J
* §. VII. Sentire, ifl'e anthe A^er
sentore d' una cosa. Subodorare una cosa
« Din Comp. I. 16. Ma Uno, il quale sa-
pea il segreto, il palesò per leggiep zza ec.j
onde gli Aretini lo sentirono, e al cava-
liere dieron licenza . (C)
'^ §.VIII. Sf^tire, per Sapere, Aver no-
tizia Dani. Purg. 16. O tuo parlar m' in-
ganna, o e' mi tenta, Rispose a mecche,
parlandomi Tosco. Par the delbuon Ghe-
rardo nulla senta (cioè, cbe cerio dei
conoscerlo, essendo tu dì Toscana) , (f^ì
* §. IX Sentire , talora vale Infor-
marsi j td in questo senso è Siìupre pre-
ceduto dal verho yfiudaie. » P. ce, nov.
t\2, 16 La mandò a senlire quello che di
Martuccio tr var potesse. E nov 47. 20
Maodossi adunque tlla giovane a sentire
del suo volere » . (C)
* § X. Sentire, talora vale Esser fatto
certo d'una cosa « Cas. lett. 16. Non
potrei sentir cosa alcuna, che mi fusse più
graia, che l'esser nella sua buona gra-
zia » . (C)
§ XI. Per Credere, Pìputare, A<.ere
opinione. Giudicare, Stimare, Essere di
parere. Lat. sentire, opinarì, existtmare,
Gr. vo^t'^nv. Bice ncv. ip. 7. Non ti
sento di si grossn ingegno, che ce. E
nnv. p8. 3o. Della providenza degl' iddi;
nienle mi pare che voi sentiate. Amet. 5,
E prega si, che possa il tuo suggello Dell^
tua gran bellezza appi<-n parlare Ciò che
ne sente nel ferito petto Dant Par 24.
Il52
S E N
Allora udi- : a.r.iumenle seni. , Se beo. ,
G y. \o. 230. 3. Cusano .mdu»e .0.
,,ra la qai.liuae ck-ll •■ vi.,oae de Sani, .
face»eul. a lui relazione, .econdo che eu-
r„„".e„ù>se,odelpr.o de c^nro.
Tr O -. 2- D'I ""^ P''" ''''' """'""
d.v'ersi iomini diverse cose ?-"'»°'y; ""^
narea'pii. che haiu scuro e d. loda so-
pra luU.. ;1/..'. Fi(. (:'•• Q""'" •""'",'■
i^o pare che seo.a saolo A6.;s..,.o. ..uando
parla della resurrezione d. Cristo. Frane.
Tìarh. 3i3. !')• Traiur nemici e amici e
paren.i Neil' iJdicar ira lor come tu sen^
i. ^.nm. .Ut. \. 4- 5- «-" r^Zl
iracoli (■•'« . f"*
della s^nl.là non e m-ra^u.. .-^ . > ^
prossimo come se medes.mo -.'"^^*^> f Vf '^^ '^\. §.
r . . ^ .. A.À nrotsimo slimare •* 3'
S E N
Loro capo si fee. ano """•"/{■'!,'." 1
nome messer Andrea delti Siro»,, Io quale |
era mollo ricco e P"". »"°V.' '"0 .ce.
quanlo della lesla T eoe - •""■"l'"." '"
mo). F.«nc. lUrh. 82 3. Questo e gran
^li e inganno. E quei J'' P;""" "^°"^
1 1 n %f /' 4 lì. Salvo messer
l;'at;;'.-aU.,;"u'.c.?perocch>«. traode.
! „ li alcun,, p-rlt ,lcl corpo. ^aU A^'>rU
\ \.r qualche .nf-rn.i'i ^!":'"' ' '"■"•/"
I che senlouo della miUa D'rn nm^ I.
,2 Di- che tu hai Doglie d. tesU, «che
! li seni al braccio: Colui va via sema voi-
sentire lo vero
meglio che d
Virtù, dice.
^ AA pros.simo stimare
l-. C^iilc Ih'Cipl. •P''-^
dirittamente di Dio senti
d.rittàmente ira gli «omini vivere
e operare. * fir„». /.o< Cai. '9 * 'I"
.le santissime voci del comune e allo
•ntendimento di coloro .che .'="">"» ^
questo med.sim.>, risponderò .0 P-^he p
?ole (Ci Co,. Ult- 9- Conferiscagli tulio
quello ci,- ella seote. conse farebbe a me
'"Te.' XII. f- -"•'•'"- """'T'
„/e A^^,.ar uno d'uà. co<a D^rghenc
scnUr,. .. Bocc.g.a.Jl .Sen.a farne
""""rr^rCrEV'^''-"»: senz'altro
LV ad ilLna persona sentire, bseguen-
le mall.oa ad andar verso il diserto m
Te™, da, nascosamente tutta sola SI mise.
F^ 5 n. 2. Fattolo senùre a Gunao-
le.fomposeconlui, chc.,ua„do uocerlocen-
„; facesse, egli venisse. E "PP^^^'^^ ,
fante dall' altra parte mente d questo
lappiendo, fece sentire a M.nghil.no , che
yò.l^/e^';r»3-nl.r.FAK SENTIRE,
*' •-• XIV. Farsi aetiUre, si dice an-
che digli animali, quando slridonj. cf.n-
no rumore, ed anche del cMo e del
freddo, quando sono in grado ecces',^0
V. FAU SE.NTlr.E, §. Il, e IH- fQ
■■- S XV Per Conoscere , Ammirare
Fior n. 379 Quivi l- aspetta di posare
delle tue diverse fatiche, d ove lo
-■ s. XSL Si dice anche per melaf.
.li Cora inanimala. Cecch. A<siuol. 2. b.
Io me ne sentirò alla borsa parecchie set-
limane (come a dire: E me ""''"'^ '
borsa; per. hi: a^'a diruto spendere), (t I
« XXII. S'utir Une , o male alcuni
cosa . oale Averne piacere , 0 d,<p,acere.
Lai leriter. graviUr (erre. Or. xaAWi i
yai'tcì; otpii'^' , ..
.^ a XXIII. J.n/iVii.oA'o/i ««'<"''''
fare checcl.esda. ^ale Essere, o .V»" esser
disp^slo, acconcio a far checchessia; che
I anche dicesi Senlirsela. o Son.enUrseln.^
■ Red ln<. 64 Che vi si vedessero de
m'iVe": ! picc;,li serpenlelli naù, so quella corrotta
■ ' fracidca, uh questo non mi sento d
crederlo (Ci ir,..,,
* S. XXIV. Sentir grada, vale bssert
ohbligit,,S.per grado. Aver grat.tud.ne
Bocc. Filoc. 7. Niuna ragion vuole che
grado si senta del noQ ricevuto benefi
I * g. XXV. Sentir ohbligo, vale Sen-
\ tir gratitudine. Credersi obbligato. Benv.
Celi. Or.f. 43. Non prima hanno ricevuto
benefizio , che in cambio di sentirne ob-
! blig" al beneficatore, ec. (V)
I * § XXVI .Sentire molta avanU in
checchcJa, vale Sapere, Intendere assai
checchesiia. Essere assai versato in cliec-
\ chesùa. .. noce. no... 3. 4. Tu se savi.-
! Simo, e nelle cose d' Iddio senti mollo
avanti (cioè . penetri) - . (C)
* §. XXVII. .Sividre mollo di se, va-
le Avere grande opinione di se • 0"'«;
Star, lom.8 face. 52. ( ediz. l8lq). Il
delle tue diverse fatiche, d o,e lo tuo ^^^^ ^^^^^.^^ ^^,^^ ji ^, j„,
sangue si fari sentire da lolle le geot. del q^_^ ;„ji„„ conveniente che quello suo
mondo. (D) , a , appelilo ec. fosse anteposto ad ogni altro
# 3 XVI. .fenlire, vale talora Avere. | ^pi_^, _.__^,.^^j_^ , rispetto. I Pe)
Bemb lett. Nt voglio che ^i di ciò scu-
date spesa alcuna , anzi piuttosto corno-
■"§■ x'I'll Sentire.perAversapore.-L,^
tanere Gr. yJ'nZu'. Sen. Ptst. 6i.
Cr".l sapone dei sino v,.ch^.,c^.e per
vecchiezza scie .V amaro. E Q^- L altre
cose piene di fraciduine , eh e ghiottoni
ingoiino incontaoenle che elle sentono di
R XVIII. Per //ccon lenliVe. Lai. ajjen-
tiri, ralitm habere. Gr. it/Tj» rr/Ciiìnt.
C V. 4- 26. 4- Il detto Arrigo non senti
la «uà lezione, ni: vi fu presente. I: g
ilQ l3 Confessarono che sentirono il
Trall'alo. St«r. Pni. 31. Pacano ragio-
naro a qu.-lli che sentiano lo trattalo
g XIX. Sentir d'alcuna cosa . vale
Parteciparn.. n.ssomiiiltarla. Lai. par-
ticipem e„e. re.lole.e. vergere Gr. a.-
«■«.V. Ber. g. 6,/. 11. N-.- -1' -'»
tipa era chiuso, dio dal suolo del pratn,
Unlo d- intorno a quel più bello, quanlo
più dell' um.do sentiva di quello /l -lO.'.
,1 0 Ella aveva il uaso schiaccialo for-
ie e la bocca torta, e le labbra grosse,
e 'i denti mal comp..»li e grandi , e sen-
liva del goercio F. nov. yO. 2. Io, il
quale sento anzi dello scemo che no
' . . . . , . .^ C#n« Piti.
benrhÌ3 giustissimo rispello. I Pe)
if § XXVIII. S ntire umilmente di si,
vale Essere umile. Belc. t'it. E^-cap.
26. Conciossiachl- tu non sia in Cielo ,
puoi nienlidimeno dalle cose terrene e».
ser levalo , e nelle virtuosi; opere di le
umilmente sentire. (C)
f * §. XXIX. Sentire per alcuno , o
con alcuno vale Favorirlo col proprio
sentimento . o AeCfnunare il proprio al
sentimento di Ini , o Se.;uilirne la ere- j
d,nia . la parte , e ainn'i Oon. I eli. ,
120. Intervenne che "1 popolo si senli col |
dello Messer Piero. Borgh. lese. Fior.
4oO. Facendo forza il Be a Gilulfo di
d"are a quella Chiesa un Vescovo doUa
ietta Ariana, con I» quale e' sentiva, (fi \
Car.En. II. ;33. E chi per Turno ben-
tendo e chi per Drance , avean uà loro
1 Varii bisbigli . (Mi Se^ner. R.sp (Jniet.
! 1. 2. Ilo Santa Teresa dalla mia: zegno
I lei, sento con lei. (TC)
S. XXX. Sentirsi . ntulr. pass . vale
I la/ora Hisentirs, , Pestarsi. Lai. exper.
\gi<cl. experge/ìerl . Gr aviyii.ss'^a. .
1 llocc. nov. 40. tu Questi .1 zente , «
I preso por ladro E nov. 68. 6. Tiratolo
: spago, come usalo era. Arriguccio .1 senti .
' « «. XXXI. Sentirsi obbhfnlo ad aUu-
" . . . /'-- /*•* n. AA.
SEN
Della qual gentilezza. » 'J' 'l""? '^ »Ì
amate, mi offerite; e "», «''^"'•' " ■"
,i sento infioilamenle obbligalo. (C)
e. XXXll Sentirsi, >i riferisce ancut
alla saniti, co-porale , e eorri.p,nde al
Lai. valere. P.lr. son 284 Quale ha ^
eia i nervi e i polsi e i pensier egri. Ooi
domestica febbre assalir deve; tal mi «n-
"%"XXXIII Onde Sentirsi berne, vale
Ester san,; Son si senUr ben, , o Sen-
tirsi male . vale Estere infer,no . E an-
che si USI ostolulamenle 1 come , per e-
^ empi.qu'i'lo .1, mandando dell' lUlrui
"Za:., letamo: Come <..'"■' "oh X
nov 36. 11 O signor mio dolce, oh che
Uzenlilul £""'■ 46-9-S'»"-»°">;^
ne della persona ec. , delibero d. andare
a starsi alquanto con lei. E nov. 92. ».
M«,cr., p'oiche VOI ben vi .entile lem-
PO è d'uscire d- iof.rmeria * Car. leU.
Tom. 122 Per l'ultima vostra DOD »»-
«irate di lenlirvi mollo bene, (t^)
* § XXXIV Jenlirri grave, vaia Lt-
„re gravemente ammalato. Cavale. FruU.
lin^ 3jl. E r.spoodendo quegli che non
si sentiva grave, e che ben "-f '""";•
pare , sicché non .1 voleva ""'"»;« V^
lura, subitamente poi raggravo, e «enU.U
ostinalo. (C) i,..j,,,i
* S XXXV. Sentirti sano, parlandosi
di chieramilato. vale E<"rsiri.ana>o
Aver riacqnislato la ";',''' l„!an
Colomk. 83 Com- ebbe addo!.» quel man-
lello si senli sano. (C)
* § XXXVI. .yenurli aggravato, ot-
te Essere . 0 Stimarsi ag-mvato . Inslr.
Cane. 17. Dell" q-^l' '' ??°;'r«'„*'
«pena solo al magistrato àe SS^So».
dove tali debitori che si «entuseto aggra-
vati potranno ricorrere. iC)
S XXXVll Sentirsi d'alcunacosa^ 0
,l^il,. vale A.ere occasione di ricordar^
sene, per danno, 0 dispiacere r,ceviiU,ne
s"o.E..r.i. •>'•£•""""'. '"!"':
questa rolla , che lungamente «tenero a
1 "^'s XXXVIII. Sentirsi, o Sentir di se,
vale Aver, en.o.l-^l sealire. sensi, prae-
di.um esse Gr «f.,Wv.»a.. Pa.s. 2^^.
' San.o Bernardo dice che ".r^ '',"": ,
pi,|„, e che non si sente, e pm di lungi
S.lla salute, lìccc.nav. 77. I?' '" "'■'
luilo divenuto si freddo, che appena sen-
'"i's" XXXIX late anche Esser in sì.
in J„:rr.nc. Saech. nov. 19'- C»^'-
avea Unla ira sopra la donna, eh. qua.i
non si senlio. (I )
if -S XL. Chi SI tenie tcolUrt , li-
\ ri a te I piedi , » '' ««"■*' • » '""'" '
I ler,. proverl.., colla quale ..accenna
1 Che ciascuno dee pensare ali. P"*^^"''
fesa, e SI u.a ancora Quando '•"prt'i-
, -Sé /„ generale alcun viùo , perche talu-
no che ne sia macchiato s emendi . I .
i SCOTTARE, S IV (C)
I SENTITA . /' «mire . M < '".• >■""■
' 31. Ah Signor mio, non «offerir eh amau-
I doD' me si pana r anima mia Insta,
1 r-k.. f.i i.1 lieta "ì quclU senliU.
"; t l Tfu ,/i..o anche Sentita *■
„^p,r t;.Ma. imperf T.m D. IO. T.
8 'q6. Colesli sono gli anlicipaU g>u<>''>
per sentila dire di mano in mano , che
£. i vogo più cumunale di c«li filo-B
1«I
!l
piìl
•a:i:i:t;ltrrs^/r-;;:.;^l--'-'--''- '- ""-''■
di primo pelo (F) j„„. .
l II. .Vrnl.M , per AstuMa, AccorL.-
J.Sagacilà.L». callidità'. ^^'-••-
Gr. s=Lvi)o;y.«, o.ivot.;;. O. I ■ /• "•
4 Disses. , e fu manifesto . chela maj-
1 It cagione, pe, che lo B. d' Ara.na 10-
i;;'i*la delti battagli., f»f""'r"'";
J, ""gran senno . e e,™ grand, seni la d.
I guer» , per far partir, lo re Cario d
Italia .
S E N
SENTITAMENTE. Ai^verb. Cautiìmen-
t«, AccorUitnentf . Lat. caute. Gr. TSpu-
ìa*/jui^y&){ • ZibaLl A'utr. \\~. pjrUtite
eoo baldjQia , ma ouu ^enlitameutc , oc
J SENTITO . Ada da Sentire . Lat.
mudttus. Gr. r.nojifitvsi . Frane, Barb
394- 21. Mj io peooa noo li lasso Colai
sealito pauo.
•f * §■ ' ''''• P'tttt^ , Soffèrto. Fr.
Ìmc. T. ^ 33 l3. Caduta m*è la reuma
Per lo fredda) sentilo (così Itggis il Vo-
cmbol. aih voce REUMA , ec). (B)
g. II. Per Accorto, Cauto, Giudizio-
so^ Lai. caiitus > prudens. Gr. su^x€y]'^ ,
fpdvifiOi- Cron f'tlL i5. Il detto Tom-
maio era multo 4uliÌto e nuovo pesce ,
(|uaa(ocbó foue beoe savio, e contilo pui.
Jiocc. noi', 6jj. aS. Sia eoo lii mula ven-
tura, %e tu m' b.ii persi poco sentita, che
se io Tolesii altendore a ijufsle Iri&lezze,
cbe tu di* che vedevi, io te venissi j lare
diuauxi agli occhi tuoi. .1/. f. g. J2. Il
quale fu messcr Ciappo da NjtiiÌ, uomo
d' arme valoroso, e seniito jss.ii. '"? fìorgh.
Orig Fir. 20^ lo non credo già che sia,
DOD pur CrisliaDo oessuno ec. ma né uo
mo grave , e seutilo , che noo se ne ri
i'- (C)
* §. III. Sentito, si dice anche di Ciò
che e fatto , o detto con accortezza , con
f'iudizio. m Bocc. nov. 6o. I. Imposto si-
cDiiu a qu<>gli che ti seniiiu mxtto (ti Guido
lodjvaao , iocominciò: er. »» , (Cj lìor^h.
Arm. Jam, li 5, Mjudo futiri un discorso
sopra r ammuoire molto grave . e senti-
to. Drp. Dccam, ^5. OUlc al sentito giu-
dìiio di così pratichi , e lauto ìoleudeo-
li. (F)
* §. IV. Per Saputo. Bus 2|3. Sen-
tilo il tradimento suliito , e non pennato,
ispaurilo , e con p.uira di m-irle, vestilo
ni panni d* uno suu servo , u^cì dell* as-
salilo palagio (Cj
* S- V. Per BiconoiC'Ufo, Dani. Par.
»7. Tale era io, e tale era sentilo E da
Beatrice e dalla sjuta lampa Che pria per
me area mutato sito, (yj
t * S VI. Per Scoperto. Fi/. SS.
Pad. z. 300. La Icouessa vedendo.^! sen-
tila, e temendo ce. prese un suo leoncioo
ec e fuggi. Pecor. ^. ii. n. i Egli -ra-
ti/i n.i J si parti da Fiesole e arrivò nel
piaoo di Pistoia , ma seodo seoiito , di
trailo gli fu gito dietro (cioè, ma essen-
do egli stato seulito, ovvero aveudosi della
cosa avulo seniore) (F)
t * SENTOHE Faco/tà che ha l* a^
nima di ricer-re C impressione deijli og-
getti per mezzo de' smsi j Srnti'fie'i(o .
fiele l'it, Colomb. \'ìi Cadde io terra
come morto, e così stelle tre di e tre notti
MDEa alruao sentore, o movimento. (Min)
§ I- Seniore, prr Odore. l.al, odor. Gr.
03_un . Ahm, Co't. 3. lìti. II doralo co-
lor che lunge splende, E *l soave senior
che largo sparge. La sua nialurità pjlese
fanno .
f -^ § II. Stntore, si trova anche f^er
Intcfigenza , Guiit. leti 3l. 76. Vi do-
mando che sìa brunito Io mio rugginoso
sentore dclU qu-ttione di sollo (F)
§■ III. Sentore, per Romore, LjI stre-
pitus Gr J-9j)o;. Bocc. ncv. gfi 6. I vini
VI furono ottimi e preziosi , e 1' ordine
hello e laudevolc molto, senza alcun sen-
iore, e sema noia Stor- Aio//,Le girelle
onle non fjr^vano sentore.
§. IV, Senf'rr, per huiizio, o Avviso
dt qumfcfe Cora, ovulo quasi di nascoso,
o non f-en certo. Lai. rumor , indiciuni .
Or. pr'ttiJ, x/or;. M, F. ;. 6^ Avendo
alcun sentore . cbe sanza sua saputa 1*
antico amiro del capitano ec. trattava al-
runo accordo rei Legalo ec, il fece pren-
dete Fir, T'in. 3. 3. Se egli avviene che
F*.iabQkric T. li.
SEM
Alessandro ne abbia sentore. Ciiijf. Cafv.
3. q8. Avendo avuto sentore e notizia
Cbe 'il Tunisi bandito è 'I l<<rniami'nlo .
Farch. Stor. ^, lOl. Avendo il Marchese
ec. avuto prima seutore , e poi certezza ,
cbe ec.
§. V. Slare in sentore , vile Stare
aspettando con attenzione qualunque noti-
sia. Lat. animiim attendere Gr. Tipoui-
;fjiv rs'v voZv. G. /'. 7 i3o 10 Tutti
i Fiorentini sì amnjiraro, onde rio fosse
avvenuto, e tulli stavano in sentore.
•f SENZA, ed nll'ant. SA^ZA. Pre-
posizione separativa. Lat. sine, nhsque.
Gr. avìi. Bvcc n-H'. 5i. .1. Mise mano
in altre novelle, e <)Ul-IL rbe cominciata
avea , e mal seguila , senza {ìniu lasciò
stare, r. /iDi* 56. I- Sinza dal nostro
proponilo deviare. Aniet. 5. T'cco eh' io
vaglio poco , e molto meno Sjnza di le
ispero di valere. F 55. Gli amorosi <lardi
da me allora non conosciuti sentendo nel
battente petto, sanza pru hidava le mie
bellezze. Vani, Par. 5. Che non Fj scien-
za , Senza lo ritenere , avere inteso F
rim. 2.1. C.inioo , lo vedi ben rome è
sottile Quel filo a cui i' atlien la mia spe-
r.iQza, E quel che senza questa donna io
posso. Ar. Fnr. 32. r)C). Alla donna d' I-
slanda, che non sanzj Molta suspizion sta-
va di questo. Il signor disse : clie serviara
1* usanza ?Jon v* ha, Donna, a parer se
non onesto Cns. Iftt. 67 Non volere
stare in nionla^na in tanta solitudine san-
za frutto, e sanza profìtlo alcuno.
•f §. I. TaLra vale Oltn-. Lat, pra-
ter. Dani. Inf, 3l. E venimmo ad Anteo,
che ben ciof{>j' alle Senza Id testa, uscia
fuor deljj gioita. G, F. 6. 5o. 2. Legali
ne vennono in Firenze più di tre mila ,
sanza quelli che niessono i Lucchesi. Bocc,
nov. 60. 9. Aveva de* fiorini più di mil-
lantanove, stoza quelli che egli aveva a
dare altrui.
^ 3. II. È proprio di questa particella
unita che sia al presente dell' infinito at-
tivo , di dare ad es^o la ftrza passiva.
Med. Arh. Qr. 2. Acciocché in noi s'ac-
cenda r amore, e 1* affetto, e informisi in
uso il peosiere nostro, e pianlisi (erma-
mente sancì dimenticare nella memoria
nostra, si mi sono studialo di raccogliere
questo fastello della mirra (cioè, xenzn es-
sere dimenlirnlo). Dani, Pur^. 6. Molti
rifiutan lo comune incarco ; Ma il popol
tuo sollecito risponde, Senza chiamare , e
grida i* mi sobbarco (cioè, sema essere
chiamalo). (C)
V g. III. Questa preposizione ta-
lora è seguila da un verbo infinito, come
negli esempii di sopra} talora da un CHE
col soggiuntivo, come al ^. Vili.; e talora
in un medesimo costruito e periodo si uni-
sce prima in un modo, e poi nell' altro.
Fior. S. Fronc, 64. Corre alla porla , e
sanza altro addìmandare, o che mai eglino
s' avessioo veduti ec , s'abbracciarono in-
sieme, fj')
§ IV. Sem' aUro, posto avverbialm. ,
vale Certamente, Senza diibhio , Assola-
tamenle . Lat sine, procu/dubio. Gr.
/iì'vroi, «.'vaujJiSo'lu; Ma!m. 7. 2. Que-
sto ha '1 vantaggio, al mìo parer , senz*
altro.
* §. V Senza /orve, posta awerbialm.,
vale Certamente, Guid. G. li. |. Senza
forse lo ìscendere ci sarebbe stalo più
agevole. (C)
§. VI. Senza modo, posto awerhialm . ,
vale Smisuratamente, Fuor di mrdOt'Lit.
extra modum , immodice. Bocc. nov. 3.5.
2. Uomo molto ricco e savio, ed avveduto
per altro, ma avarissimo senza modo.
t? 3. VII Senza stima, posto awerbialm.,
vale Smisuraiam^'Ute, Senza modo. Bocc.
g. 5. n. S. Per la morte del padre di lui.
S E N
ii53
e dì un suo zio senza stima rimase ric-
chissimo. (C)
§■ Vili. Senza che, che anche si scrive
Stnsachè, vaie lo .ttesso che Oltreché.
Lai, praeterquamquod. Gr. ;iÌt;'v ori'.
Bocc nov. 5t. i^, Si-nzacbè egli pessima-
mente, secondo la qualità delle persone, e
gli alti che accadevano. pr,.ffereva. If/io^».
60. 7. Senzache egli ha alcune altre tac-
cberelle con queste, che si t-ccion per lo
migliore Calai. 6. Senza cbe V altre virtù
hanno mislìero di più arredi, i quali man-
cando, esse nulla, o poco adoppiano. /£ 8|.
Senza rlie mostra che il convito non sìa
abbondevole d* intromessi.
§. IX. Senz.ic.hè , si usa eziandìo in
/orza di nrgire , 0 di csiludere . Bocc.
nov. 16. 5. Senzacbe alcuno, o manoaio,
o altri , se ne accrrgesse , una galea di
corsari sopravvenne. F uov. i,8 23. Lun-
go, e aniuroso piacere prese di lei , seo-
zacbè ella , o altri mai s' accnrgesse che
altri, cbe Gisippo, giacesse con lei Petr.
son. 7^|. Basii dunque il desio, senza eh*
io dira.
■}■ §. X. Senza pia , po<to avverbial., va-
le Solamenre, Senz'altro. Lai s^lum ,ditm-
ta.ral Gr p^jvov. Bvcc. nov. 88. '\ Pri-
mieramente ebbero del ecce e dilla sorra,
e appresso ÒlÌ pesce d' Arno fililo scov
za più.
t § XI- F parlandosi di persona ,
l'Ole Solo , Senz' altra compagnia. Bccc.
Introd. 5t) Le vivande dilic.ilamenle falle
vennero, e finissimi vini fur presti, e sen-
za più cbelamonte gli Ire laiingliari ser-
virono le Uvole . F nov, l"». 20. L*
abaie con gli due cavalieri , e con Ales-
sandro senza più , entrarono al Papa . E
Leti Pia. Boss. 2'5. Se la guerra de'
Lapiti non fosse suta a l'erjtoo , sempre
avert-bbe estimalo d' avere molli amici ,
dove in quella solo Teseo si Irovò sanza
più . * Cecch. Assiuol 5. 2. Conferii il
tutto col mio Giorgetlo ec. , e senza più
mi stavo travestito a uso di serva ec, ,
aspettando er. (f)
■\- SENZIENTE. Che e dotato di sen-
so . S, Ag-rst. C. D, li. nS Ancora se
noi fossimo arbori , non poteremmo ama-
re alcuna cosa con movimento senziente ;
n.ndimeno ec, E l3. 2. Può parere ma-
raviglioso come il corpo si dica essere uc-
ciso per quella, per la quale non essa a-
nima abbandona il corpo , ma 1" anima
senziente nondimeno è tormentata . (B)
d-'perf. Anni ipi. Dico adunque come
I nervi danno al!e partì, o il senso, o il
molo, secondo che in quelle , o in quell*
altre parli si spargano, non essendo egli-
no per sé ne senzienti, ne motori, ec. {F)
•f SEPAIUOLA. So>ta d'uccello men-
t'-'vnto dal Pulci nel suo Morgnntr, forse
così detto dallo star fra le siepi j onde
forse è lo stesso ihe Be di siepe. Morg.
l'i- 58. Avelia e capilorza e sepaiuola.
SEPALE. F. A. Siepe, Siepa;:lia. Pe-
cor. g. i), nov. 2. Essf-ndo ordinate , e
fatte le schiere dall' una parte e dall' al-
tra, venuti innanzi gU spianalori tagliando
sepali e arbori, e riempiendo fosse.
SEPARABILE . Add, Alto a potersi
.separare. Lai. si'parahilis. Gr. ;^wpilToV
farcii Ltz. 2^5, Trovandosene delle se-
parabili, e di quelle che non si possono
separare .
* SEPARABILITÀ*. Astratto di Sepa
ralnle. lmpe»f. Tim. D. IO. T. 8. 265.
II credere che senza i sensi anticipali si
possa giungere alle cose ictelligibili. e ali
esistenza di Dio; e dalla separajjiblà del-
la mente dal corpo nell' iolima natura d*
ambedue , io 1' ho per impossibi'e , ne V
idee innate da per se l'ho per veie. (F)
SEPARAMENTO. Il separare. Di-
s<*iuSnimento , Lai separatio , dissolutio.
il54
SEP
Gr. ^i«xot7i;. òi«>05t;. ^it. Crist, D,
Desideriamo adunque noi qiiestu tepara* ,
meato del corpo nuslro ec. Ed io quello '.
niexxo , menlrechè noi ppniamo ad a»ere
questo separamento, stiamo morti al mon- i
do . Pav. .SVnrn. 29. Avverliucro mollo ^
e mollo quanti mjli questo leparamento .
apporterehlie .
SEPARANTE. Che separa. h»i. segrt-
gans , teparaas Gr. Siax^'vuv . Viv
Disc. Arn. 7. Quanto le case ec co' lor
piani terreni scendano soilo 'I piano de
predcllì lastrichi, sep.iraniile da Arno. \
SEPAHANZA V. A. Separamento Lat.
divisto. Gr. x"P*'>^i' ^''■' '''^* ■''* ^' ,
l4* 16- Giunta m' è la coltellata Di lì
grande sep.iranza.
t 5 SEPARARE. Di ^aia^nere. Sparti-
re , Disunir.- tIeUi- persone, degli a»t-
mali f o dffle cose che erano inueme .
Lai- scprirar.-, tesregar,-, ahulienare, Gr.
JcKxwsc'^scv . ^ Rrd Cons. t. 22^. Fa
di me&ticre prorcurar rhe il feyato come
f;1andula scparatoria, separi pcrfeliamente
a bile dal s-ingue. (Cj
t g. I. E in sii:ni/ic. nentr. pa^s.
Sagg. nat. esp. S'j. Rompendo quel
velo sottilissimo che L circonda, verri a
lìberirsi e interamente separarsi dall' ac-
qua. * lied. Co'ts. I. 220. Suppongo in
primo luoga , eh'? nel fegato ec. , rome
gianduia separaloria della ìu\f. o<m sì se-
pari beuo essa bile dal $;ingue. (Cj
* §. li. Separare, Jt*;nratam, per Fnr
cessare. « lìocc. n<v. 36. r>. Acciocché
niuna cagione mai, se non morte, potesse
questo lur dilettevole amor separare, ma-
rito e moglie scgrciamenle divennero, E
nOi'. 98- 4. Uoa amicizia sì grande ne
nacque ira loro, che mai poi da altro ca-
so, rhe da morie, non fu separala •». (C)
^ §. Ili /•' pur figli rftiam. e in .ft?ii-
fic. nrtitr, p-it!, per Jl/ontannru. - lìfiCC,
nov 60. 2. Oggi io non intornio di vole-
re da quella m.iteria scpar-^rmi, di-lh qual
voi tutte avete assai iicconciamcule par-
lalo ". (C)
SEPAnATAMENTE Àvverh Con se-
parazione . Lat. scparatini _, distinctim ,
seorsim . Gr. X^.'''^ * ^''' ^' "* ^' ^''**
sonsi accomodeviilmente seminar 1* erbe
separatamente e mescolatamente Bemb.
Stor. 5. 58 Conveniva separatamente
mandar denari e ali* arnuUi e ali* eserci-
to ili terr.i -.' .ir. Sat. 2 Se separatamente
cucuinarme Vorrà mastro Pasquino una o
due volle , Quattro o sci mi fari T viso
dell'arme, (ffj
t 'A' SEPARATIVAMK.NTE. Awerb.
in m)do separato . /te/ltn. Disc. 3. I^I
Abbia una cordicella distinta e separativa-
mente da liiHe l'altre (Min)
SEPARATIVO, .fdi. C/i separa, hit.
separnns , segrega/ii Gr. ^lax^t'vwv ,
SEPAItATO. Jdd, da Separare. Lat.
separata K Gr. x^',-^'- "'» BoCC. nov.
^3. 4 Trovò per ventura alquanto sepa-
rata d.tll' altre navi una navicella di pe-
scatori . E l'it. Dant 22^ Con assiduo
studio pervenne a conoscere della divina
essenzia, e delle altre separale intelligen-
lie quello . rhe per umano ingegno (|ui
se De può comprendere. jV. f, 2* 33 I
quali bene armali, separali dall' altra gen-
te, con le srale a rio dtputale ec. si di-
risxarono verso quella parte della terra ,
ovo r ombra gli copriva. ^ Itorgh. Rip.
25l> Tla 1.1 rapace gioita ec appresso di
tè , iu una ilanxa separata , più terbatui
di pesri. (C)
# SEPARATORIO Adi Separativo
Lat. sepnrans , Gr. Jiat^wp* ?"* • ""^
Cons* I 320> Suppongo in primo luo-
go . rhe nel fegato ce. , come gianduia
separatoria della bile, non ^i *epjr> bene
S E P
essa bile dal sangue. E 224- F' ^i ^^'
sliere prorrurar chi" il fegato, come gian-
duia separatoria . separi pcrfellamenlc la
bile ddl sangue, ec. (*)
t SEPARAZIONE L'azione di sepn-
rare^ o l* Kjjeiin ài questa azione. Lai. $e-
paratio . Gr. ei'/x^iTi; . Cape. Jiott. \.
|3 Conriouiache dalla mia separazione ,
nascerebbe la morte tua E |. 22. Di |
grazia ricordati di quello che ti dissi. A»
Di che? G. Che di questa separazione, |
che tu vuoi fare da me. non ne nascesse '
la morie mia. Sag^. nat. esp. |5o Que-
sta separazione non cominciava se non
dopo che r acqua avea comincialo a pi-
gliare il freddo gagliardo . # Segner,
Pred. Pai Ap. 2. 1 2. Un tale al.haii
donameoto non fu per certo ona separa-
zione reale della divinili dalla umanì-
ti (TCj
* § Per Morte, l'it. S. Gir. 56. Ao-
nuntia loro quello e* hai veduto, accioc-
ché da loro si parta ogni tristizia della
mia separazione (cioè, della mia morte.
È l'anima di San Girolamo, che parli in
visione ni vescovo (^irillo ), (f)
« SEPARI, r. L. Add. Dispari. "Lit.
sepnr , dt^par . Cor. Reti. Ansi. Zl^.
Come quelli che giuncano alla mora t'
abbattono a dir il vero più farilmeole a
dir pari, e separi, che a spcciScar quanti
sono. (C)
* SEPE . Specie di lucertola , il cui
dono è Vfrgolalf^ di Cotor hrontino. Sn'-
vin. Ntc. Ter. E ancor la sepe. all'amili
lucerle somigliante, schiferai, f.'^^
* SEPELLIRE. Lo stetso che Seppel-
lirei ma meno usalo, Mcd. Arh Cr 58.
lovolserlo in un prezioso zendado, e con
la sua beala madre presente il sepelliro-
no in un nai>vo monimento. (C)
* SKPELLITO . Add da Sepetlirr .
^for. S, Greg. 6. 25 Per 1' una Tila fat'
tivt). e per 1' altra (contemplativa) si può
dire che 1' anima sia nascosa e sepellita
dalle concupiscenze carnali. Il')
SEPOLCRALE , e SEPULCRALE .
.■idd. Di sepolcro . Lat. .lepulcralis. Gr.
STIiTayixrf? . Dant Puro, 21. Gli sur-
to fuor della se[>ulcral buca . Red, leti.
Occh. Ne mi e ignoto ì\ Jab r oculanu*
et ocalariariiis de'marmi sepolcrali.^ Se-
•finer. Pred Pil Ap. IO- 9. Fece Icv.ir
via la lapide sepolcrale. (TC)
* SEPOLCRETO. Term. d,-g.'i Anti-
(fìtarii Luogo dOi'C si trovano molti an-
ticlii fep.y/cri (J)
SEPOLCRO . Luogo dove si seppelli-
scono i morti j Avell-^t S-poltura . Lat.
sepiilcrum . Gr. Tas>5; . Prtr.^cnnz. 39.
(\. E temo eh' un sepolcro ambeduo chia
da Pocc. nov. 3i 32. Onorevolmente
amenduni in un medesimo sepolcro gli fé
seppellire Frane. Sicch, nov. 229 Volle
il suo consiglio , dunde ne potesse aver
uno , che *l dello sepolcro ^li facesse ■
l'it S. Gio. Rat. 2-47, Feciono fare il
sepolcro bellissimo , e portarono questo
venerabile corpo al sepolcro , e muonlo
entro. Innaosi che '1 sepolcro si richiu-
desse, i discepoli suoi add <loravjno.
§ I. Dicendosi Sepolcro assotutnm.f s'in-
tenda tfuello di Gesù Cristo per eccellen-
za. Lai. tanciiim f-pnhmm. Gr ó dcy^o;
Tx'po;. fio(c nov. 6*. 3. Li quali tornati
erano dal Sepolcro. Dani P.tr. ij Sic*
chi? tu vincesti Ver lo Sepolcro più gio-
vani piedi. Fi fine Sacch tip. dtv. qc).
Imponendo a chi ha fatta la ingiuria ,
vada ec. chi al S-'polcfu , e chi « san Ia-
copo , ce.
* § U. Dar sepolcro, \'ti!e Seppelli-
re .4r. Fiir. IO. 28 Di ditagìo morrò; ne
chi mi copra Gli occhi sari , oè chi se-
polcro dia. (P)
1 SEPOLTO, « SEPOLTO .4dl d.t
SEP
Seppellire j S>-ppelltto, Lat. sepultus, ha-
matui Gr. rixfu'i. Dant. Purg. 3- Ve-
spero 4^ gii culi, dove è sepolto Lo cor*
pò E 3i. Muover doveati mia carne se-
polta . Pit. SS. pud I, II. Paolo, se-
pulto vilroeote in terra , risusciteri con
gloria.
!|r §. l. E in /orza di sust. • Dani.
Pnrg 12 Sovr' a' sepolti le tcmbe ter-
ragne Porian segnato qael eh' egli era
pria -. Ott. Com. ivi: Sopra le sepoIlD-
re molte fiale è figurala 1' immagine del
sepullo. (Prj
* § Il E /ij^urat. per Immerso, Cor.
En. 2. 44^' A^^'*'' I* <it^* <^' S*'* "*''
l'ozio E ne) sonno e nel vino era sepoK
U . (FP) Segner. Pred, -. 2. Vi pensa
il giorno , vi ripensa la notte , 1' ha fio
presente nell' animo allor eh* ei giace se-
polto in nn alto sonno (Rr)
g. 111. Per meta/ vale Occulto, Pia-
scosto. Perduto. Sionoiciuto. Lat. seput-
ttts. Gr aTTO/cx^u/x/Alv^;. Dani» Par. 7.
Questo secreto , frate , sta sepolto A^
occhi di ciascuno . Cocc. nov. 55 3. A-
vendo egli quell' arte ritornata in loce ,
che molti secoli ec. era stala sepolta.
* SEPOLTUARIO , e SEPULTUA-
RIO. Chi possiede propria sepoltura j e
diersi riipetto al luogo dov* ella si trova.
f'asar. l'it. Secondo che erano tassati
sepulluarìi, e chi ci aveva cappelle. (A)
SEPOLTURA , e SEPCLTORA - Se-
polcro , e /' Alto Alesto del seppellire ■
' Lai. fnneratiù , hiimalio , sepaltura , se-
i pulcriim Gr- Tst'y»;. Pocc. n-v. 81- 6
. Ti debba piacere d' andare stadera io sul
primo sonno, ed entrare in quella sepol-
tura dove Scannadio è scppeIJiln. E Hum.
8. Che non che in ona sepoltura, ma in
j Inferno andrebWr , quando le piacesse .
Dnnl Pure, 5. Che non ti seppe mai
tua sepoltura. E Pur, |5. E ciascuna
era certa Della sua sepoltura. Pett . cap.
I 9. .\ tutti fu crudi'tmente interdetta La
j patria sepr)ltura Mae^lruzz. 2. 9 11. E
' nella m>Ttc dee essere privato della ec-
' clesiaslica sepultnra
! g. Prr simi/it Soder. Coli. 9. Il lor
I vero deposito (de' magliuoli) , anzi sepol-
' tura perpetua, ha a essere la terra.
I * SEPPELLIMENTO. Softerramentoj
' e figurai y.ìsrondimenl}. Segner. S^tt,-
I Princ lllns. .5. 3. E chi sari che oon
ami piuttosto on tal seppellimento pro-
' prio Solamente di chi sia gii niorlo al-
[ r Olio, rhe sollevarsi da qoeslo alla fede
; puraTrrO
5 SEPPELLIRE. Meitere i corpi moHi
j nella frpoltwn. Sotterrare Lai S'petirt,
tumulare , humnre . Gr. S«TTen» . Rut.
Seppellire e appiallare i corpi morti nel
I sepolcro. Ree. nov. Si 6. A lei dee ec.
' questa notte essere da on suo parante
recato a rasa il corpo dì Scannadìo, rhe
! slamane fu seppellito. Fior l'irt. Vestire
I gì' ignudi, albergar i pellegrini, e seppe]-
I lire ì morii. / ir S. t,i». R.tl 355 Ec-
co che se ne portano il c>'rpo a seppellirlo.
*§. I. EJÌgurit.i >i,m Prlr svi 271. Né
altro sari mai eh' al cunf m* aggiunga j
Si seco il seppe quella srppeltire Cbc so*
la agli occhi miei fu lume e speglio (C)
t § Il Seppellire , per meta/, l'.iftr
anche Nasfotdere , Occultare . Lai ah-
scondere, ocrultare. srpetire C.t iì-Xc*pS-
:rT<iv. lìocc nov. 52. 3. Le loro più cara
cote ne* più vili luoghi de!le li>r case, sic-
come meno sospetti, seppelliscono.
^ S II!. A* nrutr pas(. SaMn Eneid,
Itb. 7. Ed il gelato Per le profonde valli v«
cercando Sentiero, e in mar si sep|>rllisce
Ufente (Fj
* S IV. E per immergersi, Fir. At.
227- In rosi pnfoodo sonno si se|tpcni .
che egli, non alirunenti che le morto fos-
SEP
se , 1* espoce a ricevere lutti yli ultraggi
del mondo, (y)
SEPPELLITO . ^<tJ. dit SeppeUire .
Lat. Sfpultus , tiimul'tUi» » Gr. Txpsi'; .
Dial. S. Gr^;i* Inconlim-ule che fu giun-
to a quel luogo, Jove era st-pi^ellilu quel
prete, fu sloggilo p^r virtù di Dio, e non
li potc muovere /iiion. l'ier. 4 5 ! Un
altro lujscbio, seppellita quella, NjcqUegU
desiato.
•f SEPPIA.. Specie di pesce , il ma-
schio ite/ia fpittU specie si chiama Cà!a
maio, ita wi certi unio'- nero a gitila d*
inchio-iti-o , che in sé racchiu^h , Ha le
hranche guati simili <i ijiieffe del polpo ,
ed u/i certo os*o liìiinco , che i'ieric ado
pernio itagli Orefici pf gfttar.' le minu-
terie de' lor hwori. Lat. sepia. Gr irjTt'a.
M. Aidohr. P. N. 90 Togli nurmo bian-
co, corallo bianco, osso di seppia, inrensn
e mailiee . tanto dell' uno , quanto drll'
«Itro . Cr. ji 26 2- M'i se tosse pauuo
sopra gli occhi generato di uuovo, o in-
vecchiain, si prende osso di seppia , tar-
taro e sjlgemmo, con igual misura, ec.
SBPULCRALE. /'. SEPOLCRALE
•f » SEPULCRO . r. ^. Lo Slesso
che Sepotcm, La.1- scpu'crum. Gr Tayj;.
/'it. SS. Pad. X. 17 Ando ec. Ìd uno
diserto, dove erano certi sepulcri anti-
chi. (•) Gttttt. iitl. 14 ^3. Deno nlmtare
a padre voi , e nel sepulcro ispogliarsi .
Dani. Inf. 7. Questi risorgeranno del
sepulcro Col pugno chiuso, (lìr)
SEPULTO. r. SEPOLTO.
* SEPULTOARIO. K. SEPOLTUA-
RIO. (A)
SEPOLTURA. V. SEPOLTURA.
SEQUELA, e SEGUELA. Sncccsso ,
Conseguente. Lai. successus, eventus, se-
quela. Gr. Tuxn. G. r. 8. I. 5 Ed eb
be poi molte e diver^te sequele in bene ed
io male del nostro Comune E c^. 3o5
l4« Laveremo alquanto delle seguele . e
afversìtà che per U detta sconfitta avvea-
neru. E il- 6a ut. Ancora delle sequele
de' fatti d'Areno da noi a' Perugini. E
cap- ÌI7. 10- La detta congiura ebbe ap
presso di male sequele a djnnn delia no-
stra città. Idp. Sa/m. Onde non solo il
Signore da' peccatori lieva il peccato, m^
la scguela e t* u.-^o del peccato ( ciocj quel
che seguila il peccalo } .
* g. I. Per lo Seguitare. Segner. }f!ttin.
Agoit. Òkì 3. Come fanao coloro che,
abbandonalo il secolo, vogliono darsi alla
sua sequela perfetta (a xn^tut^r G- C
perfettamente } eoa 1* osservanza da* tre
coQsigti evangelici. (V/
* §. II. Sefjuch, vilf anche Sc^uit).
Ritcell. leti 81. Talmeuicrhè la sequela
si strellameolc concatenata insieme di
questi vani imp'--dimeDti ne ha trasportali
sin oggi a poter ;>oddi%farc a' vivissimi dc-
siderii di que'ili no^ln Accademici. (C)
•f SEQUEXTE. r. L. Add. Se^uea
te, Lat. Si'qufns. Gr. a/oXo;(7àiv. Mie-
Mtruzs, 2. 37. Ancora non si crede che
pecchino mortalmente i beccari , t quali
apparecchiano la vittuaglia, acciocché nel
leqaente di h vendano. Guicì:. Stor. il.
552. Le cose sequcnti tirano ~i se le pre-
cedeati.
SEQOESTRAMENTO // sequestrare.
Sequestro. Lat. * sequestrano Segner.
Mann. Giuc«. 27. 6. il sequestramenlo dalle
creature si r> quello che può far si , che
da vero oell'oiasione ti sposi colla sapien-
sa (qui figuratam. per Àlloilantmcnto).
SEQUESTRARE. AHontmar.- , Sepa
rare. Lai. separa' e, tegrf gare, srqneslra'
re. Gr. Stxx^oi^ti.*. Dant. Pur^. 25.
E la cornice spira fiato io siuo, Che la
rinetle. e via da Iri sequestra. Caf, Sist.
261. Seque>irar 1 puri dagl'impuri, ì mor-
tali dagl* iminortalt. E ^^4 ^OQOSco d' es<
S E Q
scrmi alquanto sequestrata dalle strade
trite e popolari.
§. \. Sequestrare, e anche termini- le-
gale , e vai-' Stag::ire. Lat. sequestrale .
:;: GuiCC. Stor. |. ti;. Fece prendere la
po>sessione e S'-questraro 1* entrate del Du-
cato di Bari, stato posseduto da Lodovico
molti anni per donazione fallagli da Fer-
dioand... (C)
g. IL Sequestrare alcuno, vale Obbli-
garlo a non uscire d' alcun luo^o.
* § HI. IC p-r meta/. Impcrf Pro\>,
D. 9. T. 4' 32- A noi S'tli riesce di se-
questrare i secoli passati che non ne por-
tino eon esso sero le cu*e loro. ( F)
SEQUESTRATO. Ad.U da Sequestrare.
Lai. srgr,-^atu\-, vecrtlu.ì. Gr. ^ta;fwpi-
ffà»l.-. Fior, S. Frinc. l'i!). Abitav.i seque
strato in un tugurio di somma umilitade.
Fir. ,/*-, i53. Amore per li monti colle
meretri'i , ed ella per le onde marine di-
purtandosiilfedal consorzio umano si stava*
no sequestrali E 167. E cosi sotto un
medesimo tetto sequestrati , di^giuoli in
due ferventissimi amanti . si passarono
quella arrenda notte. Fine. Mari, lett,
é\, L' E<-c. del Duca ha fattomi pigliare
i beni de' miei fratelli ec, e la mia terza
parte sequestrata per la gabella della dole
di mia figlia ( don: . staggila ) ,
SEQUESTRAZIONE. // sequestrare .
Lai. sesrc:>atio.seqtiestraiio. Gr. Exxaisi;.
g. Talora è termine giuridico , e i'a/e
Staggimento. Lai sequestrum, sequestra'
tio. Strani. Pacial. Ovvero per istaggi-
menli , o sequestrazioni di cose , e pigno-
ramenti. e rivocagìoni di esse, o per al-
cuna richiesta.
SEQUESTRO . Staggimenti^ Lat se-
qnestru'ii, seifuestratio, Siat. Mere. Nes-
sun berroviere possa andare ad alcuno
staggimento o sequestro fare d' alcuno di-
tenuto , ovvero preso.
* SER. Foce accorciata da Sere, che
suole preporsi divisa, o unita ad altri
vocaboli, co' quali nondintcnj dinoti per
l'i pia disprc-^to o di-risioac J Come souo
Ser contrapponi , Serpalta , SersacCente ,
Ser saccinto, Ser vincìguen a, Str tutte
salle j che vagliano lo slesso che Pre-
sitntttoscllo , Saccentino, Fjramello. Lai.
aiidaculus, sciolus, i-upud<ntiusculus. Gr.
^pocìJTìpOi, oii(]/jtaTtot;. Ser mesta, Fac-
cendiere. Lai. ardelio. Gr. TO^UTTJayawv.
Serniesiola , o Ser mestol-i , e simili j
Baccellone- . Scimunito. Lat. blìteiis, vncer-
ra. Gr. /;'Jit5io;, avoniTO; Varch. Erco',
j:*». Appuntare alcuno vuol dire ripren-
derlo, e massimamente nel favellare; onde
reni sacc -nluzzi, che vogliono riprendere
ognuno, si chiamano ser appuntini. £96.
Questi tali forametli e ligoosuzzì, che vo-
gliono contrapporsi a ognuno, si chiamano
ser saccenti, ser sacciuli, set contrapponi,
ser Vinciguerra, ser tulle salle, dottori
sottili , nuovi Salamoni , Aristarchi , o
Quinliliani salvatichi. Buon. Fier. 2 5 5.
Dicea risposto aver come adirato A lui
(eh' era un sazievol sersaccenle, ec). Mmz.
sai. 7. E vi sarà qualche dottor serpotla,
Che ardisca dir eh' elle non sien vìrludi
Bastanti a metter le disgrazie in rolla ?
Buon, Fier. 2. Intr. 3. Vadia , vadia a
sudar colle faccende, Vadia , e crepi con
esse Questo nostro ser mesta Lab. 2^1
E le or gocciolone , or mellone , or ser-
mestola. e talor cenato chiamando. (*)
SERA /,' estrema parte del gionu-' L.it.
vesper, ffspera, seius vesper. Gr dii'J»!.
lìocc. nov qV 7. Quivi in sul far della
sera pervenuto, e solo riuiaso, non guari
lontano al bel palagio trovò Natan tulio
solo. Dant. Par. 27. Di quel color . che
per lo Sole avverso Nube «lipinge da sera
e da mane , Vid' io allora tutto M civl co<
sperso. Petr. san, 2X2 Non ti sowiea di
SER
Il 55
quell'ultima sera, Die* ella , ch'i* lasciai
gli occhi tuoi mullìT E 217. La sera de-
siare, odiar r aurora Soglion questi trau-
quilli e lieti amanti- Boez. Farch. ^.rim.
(>. Sempre con volte eguai di tempo ad-
duce Veuer la sera ombrosa. Dav. Scism.
.'io. Giunto a sera in Londra cinque mi-
glia loutano, euirò nel palagio di Vest-
monaster.
* 3. I. Prima sera, vale la Sera ap-
pena cominciata , durando il crepuscolo.
Dant. Par, i^. E si cme al salir di pri-
ma sera Comincijo per lo riel nuove par-
venze, Si che la cosa pare e non par ve-
ra. (Fi
§. II. Ultima sera, fii^uratam. vale
Morte. Dant. Purg. 1. Questi non vide
mai l'ultima sera But. ivi : I:iuii vide mai
r ultima sera, cioè non morì ancora.
§. III. Per Aotte. Lai. nox. Gr. vu|.
Bocc. noi'. 4?. II- Giovane, che tu con
noi ti rimanga per questa sera, n*è caro.
Ar. Fur, 2. 2!^. Non cessa cavalcar sera
e dimane. Che .si vede app.irir la terra
avante.
SERACINESCA. F. SARACINESCA.
SERAFICO Addiett Di .serafino. Si-
mile a serafino. Lat. ardcus , /ervens, Ji-
raphicus. Gr. TTì^^t/ail'i. T:rptyÀ;yv;; , oe-
pv.^i/.Óv. Dant. Par. il. L' uu fu tulio
serafico in ardore. Fio.-. S. Frane, l3l.
Dove si crede che fu quella apparizione
serafica. Mori:, 27 i53. Cosi tulio sera-
fico, al ciel fisso. Una cusa parea trasfi-
gurala.
•f SERAFINO. Lat. semphim. Gr.
'sepxft'tx. Cavale, Fiutt. li'ig. 119. Se-
rafini son quelli, li quali, per più siogu-
lare propioquitade d'Iddio, del sno amoro
più sono accesi, e piii noi accendono; on-
de serafino viene a dire ardeol»' , incen-
dente. Ze,-'. S. Gì'. Bai. S, B. Prima
ebbe officio de' serafini; tanto è a dicere
serafino, quanio ardente spirilo nel divino
amore, imperciocché li serafini più , che
tulli gli altri , sono accesi dell' amor di
Dìo D.int, Par. 4 D. ' serafio colui che
più s'india. F. ai Quel seiafiu> che *u
Dio più r orehio ha fiaso. Alla dimanda
tua non soddisfarà
SERAFO. / .-/. Serafino. Lai. sera-
pliim. Gr, i£py.fi[i. Dant, Par. 28. I
cerchi primi T' hanno mostrato i serafi e
i cherubi.
* SERALAMANNA. Alamanna. Sorta
di KI-.7 bianca 11 FocaboL alla /'. ALA-
MANNA. (F)
•f SERAFINO Sagapeno. Lai. sagape-
nnm. Gr. tsa.yd~fi'*o-i Ruetl. Fior. 65.
Il serapino, chiarn..lo da' Greci sagapen o,
è un liquore di una ferula cosi detta. Tes.
Pov. P. S cap. l5. Lo serapino, messo
nel cavalo del dente, toglie la doglia. M.
JlJobr. Recipe armuniaco, serapino, bdel-
li, oppoponaco , aloè, sercocoUa (forse
qui va letto sarcocoUa).
f SERATA. Lo spazia della sera , in
cui si veglia. Benv. Celi. Fit. 2. \y3-
Continuai con queste medesime dilBcultà
parecchi serale.
SEKBkniLE, Add. Serbevote. hit, ser-
vibilis. Gr ^uioxTo';. Cr. 4- 4- ^* ^^
vino fa di mezzana potenzia e bontà , e
non mollo sottile , ne molto serbabile , e
questo è molto commendato a Bologna.
Ed è un'altra maniera, che garganega è
delta ec , serbabile oltre a tutte l'altre.
SERfiANZA. Il serharc. Serbo, l'atto
del serbar-. Lat- dep situm Gr. Tapa-
xaTa^/)'/^. Tnv. Bit. Strad. Dicendo che
di cosi poca cosa non voKa far serbanxa.
Pass, 126 Chi gì ricuopre o scusa con
nome di cambio, chi d'interesso, altri di
diposilo e di serbanza Maestrusz. 2. II.
2. Lo 'ngaono è una insidiosa malitia ,
quando alcuno si fa involare la cosa che
ìi56
S E R
bH è sUla data io lerliania. Sen Ben
Varch. 6. 5. Se alcuno m' ara dato in
■erbania alcuna innma di djnan. poi m'
ar^ rubalo, io acruscrò lui per ladro, ed
egli SI ricLiamera di me d* avermi dato
daoan in dipojilo
SERBARE Conservare. Lai. servare,
custodire. Uteri. Gr. xriplXfy yu>«TTCl'A
§. I, Per Ritenere. Lat. retìnere, re-
servare. Gr. Jiayu)arTeiv. Tef. lìr. i.
8- lo gli dirò che natura Dcn La che fjre
nelle cose che Dio si serbo in juj podc-
ftale.
§. II. Per /ndti^iire^ Diff'ri-e j e si
usa anch,- in sig-ìtfic. nriitr. pus. Lai.
differre, rfitcerip reservare. Gr. dv/.^i-xX-
>e35a(. fìocc. nov. 20 17. Ci'n lui io
tendo di sljrnii e di Ijvocjfc, nienlrc s<m
giovane, e le fesle e le pcrd-injiiic ei di
giuni serbarmi a far qujiido sarò vecrhia.
^ Eg I. n, 2. E perciò (juesta fjtira per |
mio consiglio li serberai in allra volta. (V) j
§ III Per Conservare , Aver cura. ]
Bocc. no^-. 61 3 E tulli per la salute .
dcir anima sua se gli serbava mollo dili-
genlemenf. G l'. 11. 3. 17. Perch* iu |
viva, quelli muoiono; perch* io iia serba*
tn. quelli son perduti.
•f g. IV. Serbare in vita» vaie Rendere
immortale. Petr. cap. 8. Vi.H dall' allra
parie giunger quella. Che trae 1' uom del
aepotcro, e io vita il serba. (C)
tr g. \. Serbar fuori, v.tt^ Eccettuare.
Ar. Fur. 28. 78. Non biasmar lutte, ma
serbarne fuore La bontà d* infiaite sì do-
vrebbe. (Br)
* § VI Seibarla al uno, vaie Tener
bene a mente nn' i-i°iuna ricevuta, per
farne la vendetta a ju.j tempo. Mo'g- 24.
49. Gao bisognò che avesse pjztenza, E
disse : va pur la, rh' io te la serbo. (BrJ
# §. VII. Strharsi a checcbessh , vale 1
Aspettare che avvenf^n. Bcrn. Ori. I. 23. |
32. Non rispondeva il piovane valente Al
ragionar dì Rinaldo superbo ; Ma stro-
picciando 1' un con 1' .il Ini denle Fra se
diceva : agli (fTi-lli mi serbo. Ta:<s. Gcr»
5. qi. Or durale, magnanimi, e voi slessi
Serbale, iirrgo. ai prosperi succcsvi. (Br)
Car. En. I. 338. Soffrite, manteoelevi ,
serbatevi A questo ec. Si glorioso e si
felice stalo, (C)
g. Vili Serbar in tal cos-i . vale Por-
re, 0 Tenere n po' te» 0 in ctisìodia chec-
chcs'.ia, perche sin d* uso ai tempo op-
portuno. Bocc, nov. 3l. l3. Di che io in
queslo poni di rimanente di vita, che la
mia vecchieiia mi seiba, sempre starò
dolente, Dant. Inf i5. La tua fortuna
tanto oDor ti si-rba, Che 1' una parie e
r allra avrannit fame Di te. Petr. son. il3.
Ponmi ov*é 'I carro suo temprato e leve.
Ed ov' e chi ce 'I rende, o chi re '1 ser-
ba. Varch, Ercol. c^\. Volendo che si
chetino (si suol dì'e). ùr punto, far
pausa, soprassedere, indugiare, serbare il
resto a un'altra volta. ^ Menz sai 6.
Un tempo a voi serbò manteca e paste
Apollo. (C)
SEUBASTHELLA. Lo stesso che Sei-
vastreita. Lib. Son. 72. E 'l pre«pmnl
cantar vi si sentia, Ruchetta e serbastrtlla
tutta in quilo.
SERBATO. Add da Strbare Lai.
.tervatus. Gr. TieyuJayyivo;. Lab. 177.
Ella non vide prim.i tempo ali* occulte in-
lidte, e forse lungamenle serbate . poter
discoprire. Tratt. s gr. cof. donn. Pren-
dono i rimrdii terbati per molti mesi , e
ne sono segretissime serbatiirì
SERBATOIO. Sntt. Luo,:o c/nuxo, dove
si tendono ut'celtinti, o nitri nnimali , a
inurnstnre. Lai. vn'arium Gr ^tJOtpo-
fùov.Serd. Stor.6 aiy Vi sono ancora
lerbxloi di uccelli, e biechi di fiere Bor-
S E R
p//. R'p. 25i. Ha la capace grolla ec
appresso di se, in una stanza separata
più serbatoi di di\rr%i pese
SERBATOIO. Add dt Seb^re , Ser-
baltiU. Lat. serxabiiii. Gr. pv>a/ro;.
Cr. 4. 4. 5. La trebbiana C/ii-rt^ orila gio-
Tcniù è slenb* , e procedendo io tempo
divenU feconda , faccenle nobile vino , e
ben serbatoio.
f SERBATORE f erbai, masc. Ch^, o
Chi serbi. Lat. serv^tor , d-positarius .
Gr eyv"rT)/5 5>'>«?. Mae^trun 2. II- ^>
Qu.indij il scrbjlore mise la cosa nella
camera sua, e lascio l'uscio aperto, par-
tendosi.
SERBATRICF. Verl*al fem. Chejer.
ita. Lai. servami, Gr. r, yj>aTTOÙsa.
frati se^^ Cos. dmn Prcoduoo i rime-
dii serbali per molti mesi, e oe sono se-
gretissime serbalrici-
SERBEVOLE. A-ld Da serbare , Ser-
babiie. Lai. ^e-vabilts Gr, y'.^atTO^. Cr.
L. 4. 4. Il vino suo è mollo potente e
di nolul sapore, beo serbevole , e mezza-
namente sottile.
SERBO. Seri.anza. Lat. depoùtum. Gr.
Diciamo: Dar c'iecheé-
.terbot e più comunemente in serb
per Dare in citsiodii. 0 in cura per qunl-
die tempo, con pnito di riaverlo . Ftr,
Disc an. 104 Un mer«-al.inte ec. , acca-
dcodoli per sue faccende aodare io loo-
tano paese, diede a serbo que*to ferro, a
un suo compagno quivi della terra. Sen.
Ben. t nrch 3 26. Quello jrhiavo, aper-
ta la mano e mostrato l'anello, disse < he
prima se 1* era cavato, e datolo a serbo a lui.
^. I. /;," Tenere, 0 Avere in serbo,
vn^iiono Custodire alcuna cosa co'n patto
di resliliiir/a,
't * §• '*■ Consegnare in se'bo, vale
Dare a custodire alcuna cof» per poi far-
ne uso. Vep. Decam. proem. 17. Le ri-
pone (certe parole) e condegna in serbo,
come a'suo' guardarob*-, agli scrillori an-
tichi (i)
•f * SERCATTIVO 1'. A. Uomo no.
Cavale Frutt iing. I90. Oggi molli, sotto
questo titolo d'essere coolemplativi, sr»no
sercallivi, ed oziosi, e g.
Rliof-
serlrisli,
6 (l'J
SERE. Lo stesso che Sire, Signore.
Lat. dominuK. Gr. xJpiOi. Gr. S. Gir.
i^. Siccome disse Davit: O sere, gran pa-
ce hanno coloro che amano la tua legge
E q. Tulli quelli clic dicono sere sere,
nuli avranno mai lo regno del cielo.
5 g. I. Per Titolo iti .lentplice prete, e di
notaio. Lat, doitUnus, *domnu\. BocC noV,
72 6 Gnaffe, sere, in buoni vent'a io
vo inGoo a ciltìà per alcuna mia viicoda,
e porlo queste cose a sep Bonaccorri da
Ginestreto. K num, I^. Dunque lui tu
ricordanza ^1 sere? M /'. 3 61. A ser
Francesco di ser Rosso, notaio di grande
autorità ec, fu portata carta d'una di-
chiarazione, ec. Veilergli dentro al consi-
glio divino. Menz s t. 8- Voi. che qu.is-
susn iolroduccstc un sere, the. collo in
chiasso, venne po' a dir mes*a .
* g n. Sere . era and.e Titolo che
si dava a ta\;icn d'onO'e a chi non era
Ili- prete, n^ notaio. •• l^ant- In/ l5. Ri-
sposi : siete voi qui , ser Brunello' /'■ Z''*'^-
l3 Non creda donna Berta e ser Marti
no ec. Vedergli deatro al consiglio divi-
no m, (C)
•f SERENA r. A, Serena Lai. siren.
Gr. ittpiiv. Trs. Br 4 7- Serene furo-
no tre, secondot-ht? le storie antiche con-
tano, e areau'i sembiante di f<-mmioe ilal
capo infili'» alla coscia , e dalle cosre in
giù aseano sembianza di pesce, e avrano
ale e unghie, onde l'una cantava molte
ben con la bocca, e 1* allra sonava di tlau.
to,c l'altra di calerà; e per loro dolce c»n.
SER
lo, e suono facevano perire le navi Aé
andavano p-T mare, udendole. Fior. Firt,
A, M Puotesi appropiare il vizio della
lusinga alla serena, che è un animale cbfl
dal mexzo io su è una meiza donna , e
dal m-az ' io giù due begli pesci colle
C'kIc rivolte in su. Dani. Pur^. ig Io
I' iun. cantava, io son dolce screda. Che ■
marinari io mezzo 'l mar dismago Ciriff,
Ca'v. 2 67. E per ìscudo un teschio ha
i di baleni!. Covertalo di scaglie di s rena.
\ SERENARE. Far ter e no j et in signi-
ficato neutr. pass. Divenir sereno; ed
è proprio d--! cielù. Lai. serenare , fan-
efuti'are. Gt. ■/«)iiv5yv. yaliQvoTToteTi*.
Menz rini, 1. 122 E 6ammeggio d'in-
torno Più lieto il Sole , e serenossi il
giorno.
§. Ptr metaf, vate Quietare, Tran-
quillare Petr eanz. ^t. 3. La quale era
possente ec. Di serenar la tempestosa
mente Buon Fier. 2- 5. 5 Poi serenalo
si?, serenò gli altri, Altamente ridendo.
f SERENATA Lo ttrsso die Serenoj
ma in queslo senio è /'. A Lai. sudum,
serenum. Gr. •/«JiQi'OTr^. -V. Aldbr.
Sono grandi sereoate di chiarezze oelT ae-
re, t'olg. Viosc La barba dell* allea, te-
nuta per una ootle alla s'-reoata.
§. Serennta, si dice anche II coniare, e
ti sonare die fanno sii amanti la notte
al sr reno davanti alla casa delln dama, Luig.
Pule, Bec. 22. Questi altri ga\eggini stan-
no in bilico Per farli serenale a mio di-
spello. Buon Eier, 4- l- 7 Che uscir
dianzi sgridando e minacciando Quc* tcn-
tennnni della serenala.
SERENATO. Aid. da Serenare Lai.
serenatuf, tranquiltatus, Gr. yaiiìvto^fi*;.
* Buon. Fier. 2 .5. 5. Poi serenalo st,
serenò gli altri Altamente ridendo, e dis-
se : re. (IO
* SERENATORE. 7'erfial. mese. Che
serena T'ist. Lettere, (A)
SERENATRICE. l'erbai, f mm. Che
serena, liemb Asol. 3 160. Delle «ne
paure discarciatrice (la natura) , e delle
novi re mentì ne* suoi dolori serenaliice. e
d' ogni male nemica e guerriera ( qut
nd sisi-^i ficaio dd g. di SERENARE)
SERENISSIMO Superi di Sereno Lai.
sereuis^imiis .Gr. '/aiiivaTaro;. J*/. /'*-
6 13. Vedemmo continovamenle in6no a
mezzo Aprile sereniisimo cielo. Guar
Post. fi-l. peci. Se dal vostro Serenissimo
ciel d' aura cortese Qualche spirto non
manca*
§, I. Per metaf. Leti. Bom, Stai, di
Cerner. La fronte piccina e serenissima,
colla faccia sanza alruna crespa o maco-
la (qui vaie tranquillissima).
§. Il Serenit<imo, è anche Titolo che
si dà a* gran principi. Lat. seitnissi-
mut Gr ya>r,y3TaT0;. G. J' la io8.
1. Serenissimo Principe, il quale a lutti
ci' Italiani , siccome splendida e chiara
siella . giiti raaii. Cr. til tnrominria il
libro dell' agriei.Itura di Pietro Creieen-
tio, cittadino di Bob ^na, a ooor d' Iddio,
e del sereoi^imo re Carlo F'anc. SactM.
nov. 3. DapfMiìrbè io sono mnanii a quella
s-rroissima Ccr^ oa, ec.
SERKMTA', SEMKNITADE, e SERE-
NITATE. Astratto di Sereno, CkiartiS*,
/\'ellezMfj e ti dir* pii) propriamente del-
l'aria, e del cielo liberi da' nuvoli , •
dalle ne'-bie. Lai, seremiias Gr. yotìqvo-
T*];. cJoVa. /'*.»/. S Grrg. .U. 2. 36.
La serenità dell' aere muto in piova, fi"
Mor. Quel misero, che ha perduta l' eter-
na serenità della Iure. Petr. Uom. ili.
Tornato il tempo a sabila e a mafavi-
gliosa serenità
§. I. Pr meteif vale Quiete , Tran-
quiliità, Lat. ttamqmlhtas . qnits Gr.
'fSÙTtr,, liiuxtot Cm^alr, Werf cuor.
S E R
Qaeclt btilnia sia in cariti, e io sereoilJ
e pirnrua di co»cÌenza.
§. II. Serenila , e nnihe aUnitto del
titolo di Serentfsinio. Lat serrmlis. Gr
yatinvoTi;^. Lib. A*^* Imprenda duQ<|ue
fa Sereniti di di»pr«-giar Io vano parlar
de' malvagi. Cat. ieti. 58 !> fuf ricercato
a Venesia di f^re una dpdicaxiuoe delle
Storie di mooiìgnor Brml>o , 1*? quali s
ìotitolavano al Doge ; e perchè sua Sere-
nila è molto buono, e niult" mio amico e
sigoure. io la pre»i volentieri a fare.
3 SERENO. Susi. Chiaretzn ; contro-
no Ut Oscurità, e rfi Torbidezza j ma si
dice dgl cielo e dflC ari.i pura, chinr-T, e
tetZ'ì nuvoli. Lai. sef-um. Gr SJCt'a.
Dant. Par. i3. Lo cielo avvivao dilanio
sereno, Che sover. hia dell* aere ogni cura
pagf. E Ì5. Quale per H seren tran-
quilli e puri Diicorre ad ora ad or su-
bito Tuoro. Bocc. iiof. 5i. 1. Ne* lucidi
sereni sono le stelle ornani^alo del cielo.
§. 1. t'iguratam. Pani. Par. |^ Lu
me non è, se non vìen dal sereno , Che
non si itvba mai. But. ivi .* Se non vien
dj <>«reoo , cioè da chiarii^ , che ec. non
ti turba mai; e questo è Io splendore di-
vino , che mai non si turba, ma sempre
sta chiaro. Prir. caaz. ^g. 5 E M lume
de* begli occhi , che mi strugge Soave-
mente al suo caldo sereno. Mi rilien con
un fr»'no * E Son. i 27 Dal b 1 sere» del-
le tranquille ci-^Vi2.( FP) - Eca>z.^o.S.
Fuggi il sereno, e 'I verde ; Non i' ap-
pressare OTC sia riso, o caoto Sen. Ben.
Varch -. I. Se, toltosi dalle mondane
tempeste, s' è ritornato a! sereno, e al si-
coro » . (M)
§. II. Sereno, per lo Cielo e ji ria sco-
petta Lai. sudittn , dum» Gr. cìi^st'a.
Bo-c. noi*, -j 12. Ne aveva dove porsi
a sedere, qc dove fuggire il sereno. Sen.
Plst. NoQ aveano guardarobe uè camere
incianibfflale , ansi giacevano al sereno .
Soder, t\'lt- 128. S* assetlino su* graticci
(l'uve), d:r<-ndrodolc la n»lle dal sereno.
* 2- 111 In proverbio si dice.' Seren
di verno, nugolo di st-'te, e vrcchì'ì pro-
jpei Hate j perchè s' annoverano tra le co-
se, di cui r uom si deb fé poco fidare,
perciocché per Oritint'io SOi:llOnO dur.ir
poco r. prosperità', s hi. (')
5 SERENO Md. Chiaro, (fu- ft.i in
se serenità Lat. ■•erenui, tranquillus. Gr.
aVO^^o;, -/ainvo';. P>tr, *on 260. Aria
de* miei so\pir calda e serena. So-!er. Cilt.
|6. Però e di necessità eleggere gi<.itnale
serene e asciul'e. # Tatt. (irr. 18. 38
Tornò sereno il cielo, e l'aura cheta. (Cj
* §. I r. figurat. detto de/lo Stile, o
simile, vale Cfiifirn/Lìl pertpicuiis Ferine.
Saccht rim. L* alto slil sereno Delta let-
tura che mostrale appieno. (C) j-lr. Fur.
33. 117. Chieder ne vuol, poi li' n le
labbra chete, Che teme non si far troppo
serena , Troppo chiara la cosa, cbe di
nebbia, Orca ofiu&rar perchè rocn nuocer
debbia. (FP)
§. Il Se'cno, per mettf., vale Lieto ,
Tranquillo, JlUgio. Lai. tmnqtiil'us ,
tmcumdus. Ut. ziv.iòzo :* V'tnt, /</. 6. S> ro
mi tenne in la vita serena. * - /i" P,ir. 6.
Poi presso *1 tempo, che lutto '( ciel v. Ile
Ridur lo mondo a suo modo sereno». (Mi
F. Par. 3a- Sì eh* rgni vinta sen fé più
sereiu La*>, 70 Della mia camera con
faccia assai, secondo la malvagia disposi-
tioo trapassata, serena uscii. Brtn OrL
2. 33 3a. Quivi si stanoo allegri ad ar-
meggiare Con balli e canti, e fan serena
vita . * Fir. At. lO-ì. Con serena fronte
dentro a quella pelfe già falla molle e
trattabile, si nascose. CCj
•f §. III. Piftra terena , dìcinmo ad
urna particola' Sorta di pietra che pende
ia ti£ifrrigno, 0 bigio j la gitale stando
S E R
al caperlo, e di moltissima durala j ma
esposta all' acque, st ionsuma e ^i sfn'da
ficilmente. Gal. Sist. 3yH. Quando il Gli-
berle avesse scritto che questo globo è
inleriurmente (allo di pielia serena, o di
ralcidonio, il paradosso \\ sarebbe p.irso
manco esoibitanic? Benv. Celi. Onf. 1 3g.
Nelle montagne di Fiesole, ed a Seltignauo
si ritrovano pietre di colore azzurro, chia-
male serene.
:? SEREZZANA. Sereno, Cielo scoper-
to. Sah'in. Buon. Tane. 4- 4- ^"° *"**
casa, ne tetlo: modo proverbiale, quasi
sia na|o accinto a un pagliaio, e abili in
una cap.mna, oppure dorma alla serezzana,
cioè al sereno. ( Xj
SERFEDOCCO. Scioccone. Lai. stul-
tus. insipidus. C.T p.'J.l. Sa'v. Granch.
4 I- Facendo *1 babbione E 'l serfcdocco,
far vista di avere Pensato che ec. Buon.
Tane. ^ c> Fa un p"co il serfcdocco.
t SERGENTE Ministro, S rveute.
Lat. ministi-r, accensus, servai. Gr. UTt»]-
pirr;. 5£^a~&iv, SoZ^o^- Bocc. noi'. 79
32. Ben vanno penió de'suoi sergenti
spesso datlorno. Lili. Soerarti, La terza
mjni'Ta d'usura è in qut-lli rhe non vo-
glion prestar di lor mano, ma fanno prestare
a' lor sergenti Te<. Br,S. t^Q. L' ufRcio del
sergente è co ni or ma re se parimente a]!a
manier.i del signore. S Gio, Grisost. 64
Vedend.jiÌ aver bisogno a ciò di molti
ministri, sollii ila le sue sergi-nli . /'//.
Bar/ 32. Fa di me la tua vulonta. eh* ì'
son sergente di Gesù Crulo '.' Salvin.
Fneid /ib i Acqua alle maui Dauno i
sergenti. (F)
^, I. Sergente, per Birra. Lai. lictor,
satelles. Gr. qc:-joo:qì B-.cc. noi-. l^5.
9. Ne prima si parli la mischia , cbe i
sergenti dtl capitan della terra vi soprag-
giunsero.
^. II. Scr£:ente, per Soldato a pìè. Lat.
ped.y, Gr Tilo';. C ì'. ii- loy. 2 Fece
armare ì suoi cavalieri e sergenti. E cop.
111. 2. In Tornai era il conestabole dì
Francia con bene 400O cavalieri, e lOLOO
sergenti a pie.
f S II*- Srgente, oggi dicesi Un sot-
to uffìziale n,-' reggimenti d' infinterùj, e
talvolta anhe in qui-lli di cavallerii.
Buon, Ficr, 2. 2. q. lo credo aver mo-
stralo che r ufizio Di sergente a propo
sito Nell'ultima rassegna ?kon mi los^e a
sproposito commesso. E appresso ; Virlz-
gli tu, domandai tu, sergente, Gli'oggi
se* riusrito cosi jccorlo.
* §. IV. S'-ri^eiiti" maggiore , dicevi il
Prima sotto vjpz-ale d' una compagnia
Gtiicc Stor. 18. 21. Si ammutinarono
i fanti Spagnuuii, ec. e ammazzarono il
sergente mjggiore. {Cj
I 1 SF.RGLNTINA. Serto d'arme in asta
o /o-jgia di spuntone, della quale onda
vono armati gli ufjiziali dilla f^mt-rìa, e
' quindi i sergmti . Buon. Fier, i. 3. 3.
E mazze, e ajze , e sergenline , e dardi,
E siorrhi , e daghe, accette e coslolicri.
^* Saf\-in, in: S-rgenlin/1 , arme io asta
I a guisa di labaida . d'-ll.i quale si servo-
I no i siTgrnli nella miliiia (BJ
' SERGIERE. r. A. SirLeafe. S>gr.
Fior. Mandr, pr.\l. Ancorché farcia il
sergiere a colui Che può portar miglior
mante] di lui.
SERGONCELLO . C'^rconcello . Lat.
naiturtium hcrtcnse. Gr xa'jSOKUOV /»)-
~£UtÓv .
SERGOZZONE. che anche si dice
SORGOZZONE . Term. degli Jrc/iitel
ti. e \a'e Mensola, Lat. mensula.
§. Sergi zzcne , è anche Co'po che si
da ntlla uola a man chiusa olio 'nsu .
Bocc nov. 72. i4» ^^i 'i^n voglia dì darli
Un gran sergnzx'inc. Pnttff. \. Punzone,
e sergozzooe, e la reccbiata, Ciriff" Caf^-
S E R
ii57
2 57. Col sorbo crivella Ispesso al reffo
qoalche sergozione (qui per similit.). Sai-
vm Disc. 2. 187. Dalle parli che si fe-
riscono Col colpo delta mano sortirono
questi colpi varii nomi , come ec. dal
darsi sor , cioè sopra , il gotto , torgox-
zt'ui e sergoisoni.
SERIAMENTE. ^Uverb. Con serietà.
Sericeamente. Lat. serio. Gr CTTOuJou'w;.
Signer. Con/, instr. Uq nobile oltramon-
tano dimandò seriamente ad un uom
dotto, se ec.
SERICO. Jdd. Di seta. Lat serìcus .
Gr. 3y)pt/o;. Fiamm. 4. 139. Vestito di
drappi joHilissimi serici. Peir son 168-
yiui ventura ed Amor m* avean si attorno
D* un beir aurato e serico Irapunto. Tasi.
Gcr. 3. 7. Serico fregio d' or , piuma o
cimiero Superbo dal suo capo ognun ri-
muove .
SERIE. Ordine, e Disposizione dì cose
fia loro correlative . ^ Segner. Mann
Fehhr. ig. 3. Rimira un poco , come il
Signore ha disposto dalla sua parte la se-
rie delle tue cose sin al di d'oggi, la co-
modità cbe ti ha data di far del bene ,
V ispirazioni . ec. (•)
"^ § Serie. Term. de' Matematici. Se
guito di grandtzze che crescono, o sce-
mano , secondo alcune regole determina-
te. (J)
t 3 SERIETÀ', SERIETADE, e SE-
RIETATE. Astratto di Seno s Gravità
nell'aria, nelle maniere . Lai. *serittas .
Gr. G—ouSri-
^ §- Strictà , vale anche Premurosa
soUeciliidinc , Ardore in far checchessìa .
- Segner. 3finn. Apr. 5 2. Pensavi no
poco con serielà , perchè è punto che
imporla troppo •». (Cj
f SERIO. jidJt Che usa ne* suoi modi
gravità, e circospezione. Lat. gravis, se-
rius, Gr. 'jTTouJy.rcj.
g. t. Diccsi anche di Discorso, e dì al-
tre cose, e i-a'e Gra^e, Considerata. Lal-
grawis, seriiit. Gr. urrs j^aro;. ^ Pallav,
Siti. 5. 38. Ma vuol esser grave e pia-
cevole insieme , qual si conviene a scrii
discorsi d* amici nobili e costumali . che
parlino premeditatamente . Segner. Pred.
P'ef. Ho io sempre amalo ec. cbe non
fusse la prima { parte ) seria, la «.eronda
giocosa. E Mnnn. Apr, 2.'). 4» ^'^ è un
ditetto prof-indo , un diletto serio, un dj-
leito sodo (C)
^. II. Inforza di su<t. per Serie'à .
Lat •jt'rteMf. Gr. crrO'JCr' Salvia Disc
l. 43o Essendo la nostra vit.i Ira *1 serio
e 1 divertimento neressariamenle partita.
E appresso: Col vero e col serio, e colle
gravi e sode persuasioni intendono a muo-
ver l' intelletto,
§ III In sul serio, o Sul serio, porto
aivei bia^m, vale In sul soda , Da senno,
Ct n s-rietà, Seriamente. Lat. serio, Gr.
CTOUI^KIW.-.
'? SERÌOGIOCOSO. Add. Misto di
serio, e i;iocoso. S'ilvin. ProK. T^sc, \.
Ili Del reslo , un certo Filippo, arti-
giano di riso , fu allonlanato d.il cnnvilo
te. , e dato luogo a* r-igii^namenli piace-
voli , seriogiocosi, filoso6ci , ma da con-
Tito. (•)
t SER10SAMENTE Avverb In moto
serio. Da vt'rr'i ed e contrario a Scher-
zosanienie . Lat. serio. Gr. uTZO'jSoci'otì .
Tratt. pece mot t. Non lo credendo, di
cend'1 seriosamente, è peccato mortale.
SERIOSO. Add, lr»ppr tante , Grave,
Lai. se-ios. Gr ^<xpJ; I-'b. 22S. Dopo
lunga e seriosa dispulazione fu nel ct-nci-
lio delle donne discrete e per roocluMpJÌ
posto, che ce S-lvin Disc 1 4^0- La
rettorica è una faccenda . e faccenda se-
riosa . * E Prot. Tose, 140. Male altri
si può dispogliare d' una certa aria lene-
ii^è
S E R
S E R
bro» t pesame, della quale Ulora faKi.o j
l'uomo i seriusi sludii CO i
« SERMENTE S.r,n-nl.>: <icccmeju
cnche ,1,-Uo Traìc; per Tralao. PalM-
Feblir a. Nulla ingiuria ne lorlura u ]
vuole fare m quella parie del serme,ile
li oude si spera ce. E appretto : Sia la
misura del serracnlo , die si pone, lun-
go uno cubilo , li ov- è grassa la Icr-
SERMENTO Prapriain.-nt,- Rtmo sec-
co d.lh v.C l.al- <.<•'" II.". Gr. y.sa
■J%>OI A"-. .1/. lUgun;. grande jbl.oi.d..nia
di fasulli e di . rmeuu. e f.ce '■."P'."= '
fossi . Fr.nc S.cch. r,«. 47. f'^ '
taco"hi , e bilie d. s-rmeoli Cerca.an
J-%°ocrate 6l. argomeiili .Per me lere
in m.,l>ic..o ir-nU frali.^ .". C./'. 1.
IO TJBliail..rliserm.:nU.il-irglil squil-
li Ch.' ronlia ogni .lover e 'ndaruo veg-
■ria Cri-..er nel Ironeo. , t ,,
"f §. P.r Tralcio seiiplicemenle L.al.
sarmenium , pa'm.s . Cr. \ M. l5. Si
potranno i .erme.l. nuovi mi ■>"»'••""-•;
'memo , e nel vecchio per r usa orni,,
con6ÌUiin.rsi. Eop. >2. 2. " "r""'";
che e "..ira due bracca nato ,'s. dee la-
•Ilare. Paìla.l. cap. 0. Si governi 1 luogo
fi cb-e«liconservierlte,ig. aselavie
S; po..r"ai avacciu. molu ^"-''••'''"l '
di, molla frullo .spella, '^. ''''^:- > ,M
primal sermenti e magliuoli , che fa^ la
«ile scuseremo . 1
sÈr"iENTOSO JII. Che h.,<>rmml,.
è P,T..io.,/if. Cht h, ram, ngu.,a
4is^rm.„ti. Wrelt Fhr. .7. L aspalalo
eé ;• un arbuscelU sermenloso , e sp.no
Z !■: 67. 11 li"". 1""'' ( 'T"
.Liicì'sermeiilosa fa le fogli. I..CC01-.
Sf'^aMOCIN.^LE. J^l App.r,.
nente a sermo:, . Sper. Jp'l- ^"
nelb paròle che n ,n pon menle a le Ire
- "sermocinali ec. Quelle Ire ar,i se ^
mocinali son la p .elica, la oratoria, . 1.
.. „.iiii-i1>> siireb»!.' "■' essi re i»?
ninnando Sah-tn. i tis l^^ ■^' ....
Jormata di s,rmo.in.,.ione , eoe del ree,
tare racùxi-indo. (!\} , ^ j; 1
,J,„orf,r,..Lal«^,...W..Gr.=p^uU ■
mollino colla foglia leoera. F'''"'',- f'"^. \
ria,. .5. Vico ,,ua, vl-o ,pia ,..• fungh. ,
Costà, coslàpel s,-r.noll..... <— ^"^'^ . |
„0 Pii di presso seguenie ""P"''''""; ',
"d° grandi scoponi adorm.1. ol.nf..b-
Irbè .erpiUo, .er.nollino. l.gn.mica e g,
erbe. scrp... , U ler.noMin
ncpri. Alam. Co-. 5 H.>
ve«oso. E -1 basili;., accanto. S.r ri ol.
«■« Metterai nel fondo loro ( ile lini ) a
"•li«.c" menu. «"-"-»■ "-''
'"T{'sern..ltlno.t!,..ra,a.,.rr r...
/mi,-, revoco e Ce»..'., eoe .Ji .../e. /
r.&. 5o... .',5. O scmollin.., o b>n„_,..n^
limenlu.so, So Dio m ..u'i. Cg'. i non
Cioè boccili., mio saporito^ MJ
,„«r,noa.. r..//. ^."ic. JO S..c..ndocb
io feci ocl libro , il quale io scrii.i i le
della «en.llutc, pognendo Calo maggiore
io sua persona serm .nani» , e disputao-
'SEKM0N\RE. Parlare a linea, Fjr
sermone, l're licore . Orru-e. nel sign.fic
del ^. Vi t-al orali >nen hall re, sermoci-
nar,, conciona' i Gr ó,a.).erv G. /'- 10.
2l0. .1. La q'al-' opinione sermonand .la
a Pa.i'i il Ministro generale de' frali Mi-
nori ce , fu r;prov..lo per tulli i maeflri
di divinila di Parigi. E 11. 19 A- ^'
alcuoe altre cose, serioooando , disputan-
do ec. dicemmo. Eia..'? 8 E '1 nostro
Vescovo, sermonando, m dio il lo.lo e ma-
gnificò . /-•". reJer. Imp. G. S Non
»offer.-ndo suo messo, o legato venir nelle
vo tre terre a lerin .nare, o a conver'jr la
gente ch'I- S'Ito voi. nnrch. I. 107. E
sermonand.. Ovidio alle gaiiuol.,, Gr.davao
tulli: va. uccella in corle, Ch- vi s. pi-
gl.an e di., vangaiuole. To-c/. ErcolM-
Sermooare ec. vuole propriamente sign.h-
care parlare a lungo, e , come n..i dicia-
' mo. fare un ser.iion.!.
* § /1 fo-Z', li nome, per ijitella Jt-
' g„ra li,' Reltorici d.lti ,l>lin. sermoci-
nolio. Rei!. Tnll lo',. E uo' altra sen-
teniia , che s' appella sermonare , ed ha
luogo quando il d.cilorc favella in luogo
d' un' altra persona. (Ft
SKRMONATO A'1,1. da Sermonire
* G. K G. s.S. ![. E ciò dello e sermo-
nalo , fece piuvicar.,- il processo c.ntra '1
dello Imperadore. (fi) li 7- 5)- 4 E m
quello , por lo dello Legato o .bdomeole
sermonalo ec., si fece baciare in bocca l
sindachi.
f SERMON\TORE . l'erhal mate.
Che, 0 Chi sermona. Lai. oralor, sermo-
cinator, c.,ncirtnalor, Gr. s'/i j»l-i«'- 'li .
«,^,l-/,>; .yen. Pi'l. Ami lascerei tal
le qu»ste coso a" sermonalori . UH. to'"
Par. 33 732 E .]ui l.cca tutto quello
che bisogna a serm malore
SERMONATRICE . Ve'hal . femm. da
S'rmon.re Lai oralrix CniU lell-'i^.
I Dicendo lei . poicbó ripreso spinto ebbi :
0 sermonalrice . ec. „ L
I * SERMONCELLO. J«-mo.iCmc. B.-mft.
.flir. ti. l6'(. Quslosermon-ello dello da
Loredano, moli, a lui e a' .n-igistrali dissero
' si- essere apparecchiati ec (yi
SERMO.NCISO Ol", d, S rm./i-. Lai.
perhr^wii s-rmo. Gr. W/d-P^O). ^ren: sii.
\ Ed ceco Schincbimurra. che mi d.c- Un
serm mcino ed anco un madrigale.
SERMONE, c'ie i podi 111 rm accor-
ci.,n.lolo li.siero anJie SERMO Rathna-
mento in «*...«..:-> , e ,,ropriamenl - <pi- ,
riUinle. Lai. o.-or.o . corio , irnno. Or
),-/,- nani. Pnr.S Ma voi to.celc alla ;
r.dlgionc fai che fu nato a cingersi la
spadi. E fale ile .li tal eh" e da sermone. |
rai-i'c. Sprech. Cr So tu fu>si occupato,
e non puoi atlcn.lere a l-ggofe tutta la
Scrittura, e li molli sermoni.
fi 1 P,-r S-mpli e rn-ien i/uc-.l"- Lat.
\seL,. Gr. JVv't. "•■■' '"' ;■'•"'
' fu>li che per tante pumc Soffi col sanju.-
i doloroso sermoT K al- Ma q.iol demonio.
1 ih« tenne lermon- Col Dura mio, si ..Ise
tulio pr.-.lo /■.•»;) Passo , «ISO anf.va...
,onia sermone. Guardando e as. ollaodo gli
.mmdati I- 3a. E pe,-cbi non "..molli
' in pi.i sermoni. Sappi eh' i fu. I Carni
cion de' Pasti /•: Par. I.J. Sema pecc4ti
invita, od in sermoni. f;ai. <-">l "'■-
mioc.mm, '1 terso scrm.. Il e: n>v »J.
I, Vedendo che da tulle veduto cr.. ne
aveva ricoperta , muL. scrm me . Ci.-» e.
Fiuti, ti--. Dice san Grog .no. che cibo
della mente l il sermone d' Iddio il quale
i predicatori, e .me dispensalor. di Iddio,
distribuiscono alli poveri spininali. C. /
II. »1. I. Le dolio sue pred.ch- o 11 era-
00 però di sollili s-rmoui, no di profonda
S E R
. • -.- j- P.jr II 5t. E venne eoo
iscienza. -e /ir. far. ji. ji. *-
Grifon. con Aquilaote «:. A ebeti paisi .
e senta alcun sermone. (Pe)
S II Prr Idioma Ltl. sermo, lingua.
Gr i.al5/To;. •/!««« Peir. san. 3a.
Tra lo slil do' moderni e '1 sermoo prt-
sro- -Vor S Gres 4 It La quale m
nostra lingua t traslata dell' ebreo ed a-
rabico sermone. Pml- Conn. 61. Lo la-
lino molte cose manifesta concepule nella
mente, che '1 volgare far non può sicco-
me sanno qu-Hi che hanno 1 uno e l alito
sermone
SERMONE. .?■»"■ 'li P""^'""r':
aa alcun, delta anche SALAMO.NE. L. -
.olmo. * Rin. rim h-.rl ,. 2.4 Chi le
vuole spasnuole e chi fiammghe , E chi
lo fa venir sin d' Inshilierr. . Come M
' fossin sormoni e anuahe /B>
Sl-RMONEGGURE. Sermonare. Ut.
,ermoc,»n.|, e MÌO lari. Gr. *r,an-/<l/>" »■
Tae. Di.-. Am 1. \o. Sermoneggiava .
grave esse, e alla modoslia sua tanlt eleg-
gorno. tanli mandarne in luD.;o (d lesto
lai A. disseruil).
SERMONEGGIATO. Add. ila iermo-
nessiare.
* SERMONETTO Oi."- di iermone ,
.Sermonrin. Iloe: 5l. Lasciala 1 ecce -
lenta della coscien.a e della virlude, aspel-
Ute -nid,rdono d.' sermooelli allrui- (V)
sÈnocr.niA. r sirocchia.
if SEltOLO.NE. Sorti it uccello, dello
nnrhe S-g'lonc. lied. Oss- an. ^^A-*^'''.
M. o marangoni, che ec. 10 Toscana dall
.vere il rostro fallo a foggia d. «ga son
detti sei;ab.ni. oseroloni- ( )
* SF^ROSITA. Li iC so <•*■• ^•"^''•'■
ti. Red Con.. 1. 7; lo presuppongo per
"sa ".-rissima, che 'la ..rosili del sangue
del n d.ili.simo ec •» "" "'.g'poi'chi
sugginnsa. acre e mordace. « -». ''°"°'
coìr urina si purga ij ...ngue d.ll. .<«•
titk soma perìcolo (*)
t* SERDSO. Add. Lo Steno che iic-
ro.o. md. Con,. I. .0. Ma benu con.
giunta con umori piloitosi. freddi, umidi
e ser..si. /■; 1 ,'- ES>' ' •"- '""' "=■" ''
necessari,, ec. addolcire quelle ^'S^t«'-
seros-, livide e mordaci escr.-woni. I. UH-
-Si' Con esso orcio che il pollo u sia
un puro scaricato dalle mateno sero« .
lo quali ca^ionan.. ,,ueir affanno che lai
volta tonte la signora- O
SEllOriNAMENTE. .<»»«* lardi.
Quii. /nord, t.-upn. L«» «"'""• '■'"
,1. Se vuoi faro che '1 Beo maiun «ro-
tinamento. scuotilo quando "•
SEUOTINE. e SEROrlNO Aifiuna
proni, an,- me di-- /rutti che ,-cngo,u alio
'corei., de la loro ,„..;o«. Lai. «o<.(.n«s
I Gr c-l.u»;. Cr. 5 .;)- i3- Q-'"- '^.
si fai-a .ioli' ulive .orolini , ncomp.nsera
la sua lardoxia in abbondala /: n. "L
, p.ssoa.i otiandio .ce .nciamenie semi
I „.re (, ninon,) intra M ns.glio « 1 pan<.»
„..,imao,ento sor..tino. qoan. o s. sarch^
,i U socmda ..dia. Ann..t •"•^'^"^
V erba serotin... che nasce «olla terra. 0«i.
Colt itw P>.r.ver viodolcovermiglso.poni
vigno e non pancate io terre ca.l.gnino
ec non colomb.ne 0 .Iberesi . eh. .on
fresche e fondato, e gittao serolsn. f.pi
M /..;a d- a.:e.h,o . « vi' la SI"" «'"
torotin imonte ). y. , j _.
e I. Por metaf. Tardo, Con Indugio
Lai serotini,', lerus Gr O^M"!- ^?»
Ut Pai, li. L. penilcnaa toa non Ma
.orolina e tarda, ac. oocchò sia fiultuosa
5 II Per Promuo a lera Ifaul
Pifrg ,V Noi .odav.m per lo vespero
allenii Olire, quanto polou gli «echi al-
lu.narsi. Conlr. i raggi seroli.i '_ lu 'ni-
/;«( i.-i- Contea i raggi sor .tini. coocontra
i raggi del sole, che si clava inveì 1. sera.
5 E R
* SERPAIO. LiiofO pieno tìi serpi, o
ÌMOgo molto umido, mispato. (A)
•f* # SERPATA. Colpo doto con una
serpe, O cori un mazZ'-' dt srrpi Ln*C* Ceri,
2- noi: 8 pof!. 'JJO. Qu«ta nolle, inen
tr« io orava, venììrro ve, ire nemici dì
IDio , «. con un niatzo di lerpì yer uno
in mano , e a prima giunta , fattomi una
paura grandissima, mi dfilero forse cento
«erpatc, ibe luti*- mi Barrarono 1* ossa di
iort*, che io non m-do mai ec. (j4j
SERPATO Pi ptn cohri n gui'.a della
Jj 9trpt . Lai. tarifcatiis, Gr -jzotxOoi-
I Cant, Cmm. l'^g. Dolci popon serpalì ,
! Bianchi e vermigli c't d' ogni ragione.
SFRPE Pf-o/in.i niente Serpmtc senza
pii'.li, come I iprra. Àspide, e simili, L;tt.
.1 i^uij. serpens Gr.oft^, Hocc. nw. 77.
4 I . Te non co!oml)a , ma velenosa serpe
coooKeodo ec., con tutl^ la fona di per-
seguire intendo. E nitm. 5p. Tu, da que-
sto caldo scorticala, non allramenti rimar-
rai bella, che faccia U serpe lasciiitid<> il
vtTcbio cui'io. Finmnt. 7 5o Vcngonmi
ancora nella mente talvolta le pietose la-
grime di Licurgo e della sua rasa, meri*
Umenic avute del morto Archemnro dal
serpe. Vant. -inf. i3 Ben dovrebh' esser
la tua man più pij, Sf stale fossimo ani-
me di serpi. £ 25. Da iodi in qua mi fur
le serpi amichf. Pittnm. 2 12 ^ od cre-
do un ".erpe, che ha '1 cor cotanto Acer-
bo. Bcfl. Man lìiuit. C'^nt. loi. Se il
serpe, che guardava il mio tesoro. Fosse
djl sonno sialo allor più desto, frane.
Sacch. no*r 10^. Deb dimmi, buona fem-
mina, che ti par euere santa Verdiana ,
cbo dava mangiare alle serpi?
§. I Ogni terpe ha l suo veleno j
prcv^rhio vulgato che volt- 1 che Ognuno
hn la sua ira, Lat. i'wst et formiche hi-
tis. Gr. tifs-z*. xoLi titjpfifixi X'^^'-
Va'ih Siioc. 5. 3. Non guardale cb* io
Il stia con altri, che ogni serpe ha M suo
I veleno
§. II. Allevarsi la serpe in seno, vale
Benejicare uno, che poi heni-ficatj nhhia
a nuocerti. Lat. coluf.rum in stnn Jlrerc.
à\ Cr, 3 y«v 5v Tw xo'3t:rw 6aÌTetv lìuyn.
\\ Fìer. 3. a 10^ Vegg'i'quel che s'alleva
in 4?n la serpe Siìl^'in Disc, t 36'ì. Co-
noscendo quanto gli uomini sieno ingrati
e sconosrcnii, e quanto s' awanlaggìoo
delle altrui fatiche, per non allevarsi, ro-
me si dice, la serpe in ieoo , non fa al-
lievi.
§ 1(1. Mettere, o Mescolare la serpe
Ira l* ansittHle, o simili, si dice dell' Ac-
compagnare un astuto con hri^nfa sa-
rà, e semplice Pataff'- ^ La serpe è me-
scolata cnll* anguilla. Buon. Fier- 2. 3 9
Come s"è mescolala (Or me n'avveggii.)
qne'ta serpe bigia Tra quelle belle anguil-
le T
* g. IV. r.siere t o Far la serpe tra
le an^niUe, dicesi di Chi essendo accorto
tratti co' semplici, f. ANGUILLA
% II. (C)
§. V. y-i proverbio : Come di^te lo
spinoio alla <:erpe. / . SPINOSO, g
* §. VI Se'pe,Term d' Rizzai Sorta
di salterello che si spicca coTe ondeg-
fiianir^ da' fuochi nrli/iztiti. (A)
•f * §. VII. Serpe. Termine de* Di
ìtttlotori, C^nna serpiculata con più ri-
torta ad ft<o di ditiif/are. Ma-^aL Lctf,
ictent. pyg. 83. Una campana di piombo
dori .1 iiìllare dicci anni , non imp.irerà
mai à frirmi quelle separazioni che mi fa-
ri un bagon, che mi fari un tamburlano,
che mi farà una serpe. (A)
SERPEGGIAMENTO. U serpeggiare .
L4t fT-:rus, niaeander, Gr, xajULXO . i'a
ITi^wv. Red O.-'. an. 173 Delle due
tuniche proprie V esterna riceve molti e
molti scrpeggi.imcnii di vasi sanguigni.
S E R
SERPEGGIANTE. Che serpeggia. Lai.
serpens, Jlexuoitts. Gr. Ì^ttsto*;, xa/ji-
TTy'Jo;. Red. Oss. an 33. Ne* canali san-
guigni, serpeggianti per essi polmoni, non
ne ho mai veduto pur uno.
* § /:.' per meta/. Segner. seti. Pnuc.
lìich. Oper. Qualche indialo di semipe-
lagianismo allor s-rpeggiaoie. (TCJ
SERPEGGIARE. Strpere, Andar torto
n ffutsa di s-rpe. Lat serpere Gr. epai'-
5«tv . Tac. Day. Ann. 2. 34 Cosi ri-
scaldali, e chiedenti battaglia , li condu-
cono nel piano d* Idistavìso, che Ira 'I
Visurgo e i colli serpeggia (il testo lat.
Ita inaequaliier sioujtur) Disc. Cale. 22.
Quando punto punto ella usciva , ei la
carpiva, e serpeggiando correva. Poliz.
st. 1. I tg. lutorno al bel lavor serpeg-
gia acanto Di rose e inirli e lieti 6or
contesto, Rfd Ins, 108. Questi (bachi)
de' funghi non vanno strascicando il loro
corpo per terra, ne vanno serpeggiando
come quelli.
SERPEGGIATO . Add. da Serpeg-
giare.
t §• Pigur.itamente vale Sparso di co-
se tortuose a guita di serpe. Red, Oss. an
57 Con una larga membrana tutta ser-
peggiala di minutissimi cinaletti. ^* Chia-
hr pomi. Era sua gonna di cerulee sete
Serpeggiata d' arfjeolo. (A)
* ìEHPELLINO Add. Scerpellino.
Sali'iii Disc. 2. di/ Occhi serpellini ,
quasi di Serpe, rossi e arrovesciati, delti
da noi perriò scerpellini (C)
SERPENTACCIO Peggiorai, di Ser-
pente Se-jner C'i^t, instr. 3. 2y. 2. 11
demonio fu, che co' suoi giri da serpeo-
taccio tortuoso mostrò tal arte. Menz. sat.
3 Fur seipcntacci intorno della culla D'
Ercole.
SERPENTARE. Importunare, Tempe-
stare f'arch. Ercol. 73. Si dice ancora
serpentare e tempestare, quando colui non
lo lascia vivere, né tencie i piedi in ter-
ra ; il che i Latini dicevano propriamen-
te sol'icitare. Tac. Pfiv Ann. 6. I17
Cosi si serpfotava, tranquillava . alla ra-
gion sì grillava (il testo Int. ha ila pri-
mo mncursatio et preces ) .
SERPENTARIA. Sorta d' e'Òa medi
cinale Lat. dracunculus. Gr, ^aaxo'vTiov.
Cr. 6. 119. 1- La serpeniarij, la colum-
)>aria, e Ij dragontea sono una medesima
C'isa, e chiamasi serpenlaria, ovvero dra -
gODtea , percioi che 'I suo gambo è pieno
di maculi; a modo dì serpente.
SF.RPENTARIO. Costellazione celeste,
furiala in un uomo con un strpe ut ma-
no. Lat. serpt'ntarins. 7.il>. cur. ma'att.
In un pezzo di cart.i pergamena, tagliala
in settagono, descrivi la figura del ser-
pentiirio releste.
SERPENTE. Propria olente Serpi t:nin
dej e t-tlora sì prende per Serpe sempli.
cementi: Lat t/raco, serpena Gr Gp'X-
/wv, oaij. llocc. Conci 4- Lasciamo stare
che egli (il dipintore) faccia a san Mi*
chele ferirt; il icrpente culla spjda, o colla
\jincìà Dani. Inf. 2J. E un serpente con
sci pie si laurta Dinanzi ali* uno Petr,
soa. 7.>. Questa vita terrena è quasi un
prato. Che *1 serpente tra' fiori e 1' erba
giace Star. Aio'], Il Saracino ripercisse
Àiolfo di si gran forza , che si divincolò
come serpente Bemb. Stor. 6. '^^. Qui-
vi i serpenti nuova generazione e forma
di tutto il corp'> hanno. Ciriff", Cilv, 1.
34. E nr.o si vidf mai, serpenti in caldo
Combattere, o leon pelosi in cruccio
* SERPENTE Che serpe, codini pro-
prio, C'.-me al figurato, PaliìV Stor, Conc.
1. i53 Slimolò il Papa, che andasse in-
contro a quella serpentf eresia con 1* au
tonta delle sue difinizinni . flV)
t SrRPENTELLO . Piccol serpente.
S E R
nOg
Lai. brevis coluber, anguiculus. Gr. o«i-
oiov. r>ant. Inf, 9. Serpentelli e ceraste
avean per trine. À" 25. Cosi parea , ve-
nendo verso l'epe Degli altri due, un ser*
pentello acceso Ovid. Pisi. i6. Quivi lo
presente Alt-tlo la Dea infernale, allorli-
gliata con corti serpentelli Red Ins. ÒA.
Che vi si vedessero de" piccoli serpeolelli
nati su quella corrotta fracidezza, oh que-
sto non mi sento dj crederlo
SEHPENTIFERO. Add. Che produce
serpenti. Lat. atig„i/vr , serpcnti/cr. Gf
OfiOÙxo^. Red. Vip, I 3/^. Me ne ri-
metto al prud.-ntiisimo giudizio di quegli
autori che di questa grotta serpentifera
accuratissimamente hanno scritto
•f * SERPENTILE. Add. Di ser-
pente, Serpentino. Ar, Fur. ^'\, 103, Per-
chè quei giorni, che per terra il peltu
Traenio, awolle in scrpentile scorza . Il
Ciel, ch'in aliri tempi è a noi soggetto,
Nega ubbidii ci . e prive siam di forza, fj)
* SERPEKTK^A. Sotti di vaso di ve-
tro, yirt l e'r. A. r. proem Di questo
(vetro) si fanno tante sorli di vasi e islro-
menti, come bozze, cappelli, recipienti ec ,
serproline, fiale, ec. (J'^j
* §■ ."serpentina, è anche termine de^i
Oriuolai j ed è Qnrlia ruota che sdt-c i
divi.lvre il tempo. Bart Stni 2. l3. 617. E
l'uguagliar con essi fpmd-li) gli andamenti
degli oriuoli a ruota; sicché l'un passo,
che danno sul volgrre della serpentina
non riesca più lungo, e tardo, 0 più cor-
to, e frettoloso tiell' altro j lutto ciò si è
dovuto all'ingegno, allo studio, alla fe-
licità di questi ullimi anni. (Cj
SEhPENTIKO. Siist. Spezie di marmo
Jinissinio, di colar nero, e vrrde, Lat. o-
phites. Gr. o'jji'tvj;. Morg. •2.']. ^\. E una
punta per modo disserra, Ch' egli arcbbe
foralo il serpentino. * Benv. Celi. Orrj
34. Hanno avuto in costume di pestargli
in sulle pietre di poiGdo, o dì serppnti-
no, (F) Ar. Fur. 42. 74. Di serpentin ,
di porfido le dure Pietre fan della porta
il ricco volto. (Pe)
t SERPENTINO. Add. Di serpente,
A guisa di .serpente, Lat. serpentmus ,
angiiineus. Gr. «si&]'?t;;. Amet. 88. Ne'
Colcbidi campi, arati dal Tessalico giova-
ne, subito di serpentini denti si videro
surgero armigeri, Otl. Coni, Inf. I7.IÌ15.
Dopo la prima parte che è uinan.i, e la
seconda serpentina, pone la terza bestia-
le. Sopra la quale si ferma, e dice: ec,
Tes- Rr. 5. 10 II suo colloY-^f/Z'ai/orc;
sia lungo e serpentino, e '1 petto grosso
e rifondo, come colombo. 3/ /. 5. '4
Ove il vapore mosse simigliante a c;ip'.
serpentino. Pass. 277. Di certe membra
dell'uomo, come dicono i savii esperti ,
nasce uno scoizone serpentino, velenoso e
nero Guid. G Erano li detti capelli co-
slrclli con fila d" om, ed erano avvolli con
legge serpentina sotto certo ooJo. Bern.
Ori. 2.. 19 10. Quando Marfisa 1' occhio
serpentino Di doglia volse, e di superbia
piena.
g I. Serpenlinfy, aggiunto di pirtra, o
di marmo, vale Pi v.arii col ri. Lat. ver-
sicolor, Virieg'itnS Caat. Cara. 24'- Noi
abbiani plasme, amatislc e lurrline. ec. K
cose ancor più fine. DÌ color giaUe. bian-
che e serpentine, firrt^h. Orig Ftr. j56
Si scoperse molte braccia sotterra un bel-
lissimo pavimento di musaico di porfidi
serpentini. Buon. Fier. 2 4- ^0- E sotto
questo marmo serpentino ?
f §. II. Lin''iia serp nfini, fisuralam.
vale Lint:ua maidica, mordace _LaK nmr-
dax, viperina Gr. Jj;/Tt/s'; , tytànTo;.
Ambr. Flirt. 3. '\.\oi non sapete che Imgue
serpentine ci va attorno, eh? farcii. Suoe.
3. 3. Sai chi noi siamo a Firenze, e che
perfide lìngue e serpentine ci si ritraevano.
li6o
s E n
S E R
* S. in. Lingua strprntina. Erba a-
munfmnU d>Ua Erh- '■"'''''■ ''^ ''
cabol. alla V. LliNGUA, §. XL. (Ai
SERPENTOSO. J'I'I Che ha serpenti.
Che produce serprnli. Lai angw/er. Gr.
OVloivOi L.h. cur. maiali. Con qu«lo
viaggiava licuro per li deserU serpeolo»
dell Affrica.
* §. Per meta/, vale Colleroso. Sitz-
lOio, Che faalmeate s'a.lira. Cor. Stracc.
2. 3. Kilt Non mi toccare. Mar. Uh, >er-
uentosa, lassali almen p.irlare. (Br)
SERPERE . Alitar torio a ginn <li
serpe, l'ollefgiari-} che più eominemente
diciamo Serpeggiare . Lai. serpere . Gr.
io,i?...v. l'etr. so...^-n Q-alperlroD.
co, o per muro cJcra serpe. Tas<. Oer.
12. 45. Clii può dir come serpa, o come
cresca Gii da più laU ■' f»" ' , , r
K. Figi.ralam Sea. Rei,. I ardi. J. .
IQ. Oueslo ù uno di quelli argomenti fai- |
lua1 ing-innevoli , al quale non s. può
imporre fine, perché egl, serpe > p.KO a '
pocu, e non finisce mai * Car. En. 13
3Qq. Da questo dir la gioventù commossa [
VU più s' accende, e M mormorio serpen-
do Vili cresce per le squadre (")
■? SERPETTA. l'ici.ola serpe, òerpl-
cella Lai. se, pala. Gr. if<SlO' Segner.
Fred. IQ. 2. Il far cosi non e allro che ;
imiure le lalpe , imitare i top. , . qual. |
inordooosi, ma sol di nascoslo; o e più
tosto far come T Ecclesiaste affermo di al-
cune serpelte, le quali ce. (')
SERPICELLA. Dim. di Serpe. Lai.
serpilli or. òifCSio^- Eranc. S.,cch.no.
"I Andata .'ila cassa, e aperta che
tbiie. tra quello lino Uovo e »ide avvolte
certe serpicelle . . „ ,- nANNA-
g. Dannare a serpicella. J . DA«aA
RE , § 111- e
SERPICINO. Tlim. di Serpe , Serpi-
cella. Lai. serpula. Gr. ojjlO.ov. Frane.
Sancii, nov. 219. Sicché I. serpicim, cor-
rendo al latte, D- uscissouo. E "IV""-
Li serpicini per la bocca uscirono foora
SERPIGINE. Macchia, 0 Infiammazione
della p^lle , ihe con d,ver.<e piiitiileUe,
e scorticature l'H serpe-^giindo per lame-
de<,mi pelle. Impetigine Lat, impetigo.
GT.l'.iX^:^- Cr .V4 3. Sec.,1 brodo
.uo (deleceì li la>i. monda la serpigine
, 1. •mpeligine. Te, Poi,. P- -S; <•■?• 3.
Medicina a ogni scabbia e serpigine, logli
il litarcirio , ce. . ' t ,
# SERPIGNO. Aid. Serpentino. Lai.
angulfr. An,i,ill. Metani. !^.^&^■ Gia la
.erpigna squama ascnJe .1 suo ; 1. se
vuol (avclbre, il sibil rende, (lì)
SERPILLO. Sermollino. Lat serpai-
lum. Gr. épTuUov. Amet. !i\. Quivi an-
cora abbonda il serpillo, occu|..,nte la lerra
eoo lollilissime braccia. Cr ». S. J se
ai quel seme. cioL- del bassilico, si semi-
„a, ipesso si muta, quaiid. io serpillo, e
quando in sisimbrio. Iron. Morill. 22O.
Più di presso seguenl.- i sopraddetti ve.li
eraodi scoperti a.loini di olorificbe erbe,
«rpiUo e sermollino, tiRnamica e ginc
uri Ilurih. I. 40. La saK. ,,/m/ vai senta
serpillo. Alam. Colt. !\ 80 AUr. inetton
nel vino olio e niarrobbio ec , Chi il mi-
nuto serpillo e chi la squilla, E chi d or
rida serpe il trito scoglio.
# SERVIRE, (.'infere, e yiii'iaitlnar
checche.sii alla g«.<" che finn- • »■•'•,.,.
Anmiill. Metam 3 =71. L edera sacra al
sran Signor di Dia .Serpi . come voli ei
Ijuel legno in modo. Che talli ■ rami in
Ilo legati aviia. (N)
SERPOLLO . Seyillo , Serniollino
Car. Matlacc. son. O K '"■>, "» '"""'
rampollo Gli empia il leichio di menta, e
,1, irrpnllo. _
SERPOSO. .4dd Serpentosa, Da ser-
pi. Lat. anguifer. Gr. o'yioax»; ^"'"';
Pier. 2. 2- 3. Scorrendo un giorno L
erta , eh' è tutta sassi e tutta sterpi . Di
Monsomman serposo. ec.
* SERPOTTA. t'ocaholo iagiurioio .
Mea: sai. 7 E vi sarà .lualcbe dotlor
serpotta. Ch'ardisca dir ch'elle non sieo
virtudi ec. (quasi ter Fotta), (f)
SERQUA. .Sumero di dodici! e dicesi
propriamente d' iioira , di pere , di pili ,
0 altre co,e slmili. G. /'. 12. 72. 8_Se
oe facea per istaio da nove serque. Dan.
Man. 120. La vdlanella usala a vender
la sua serqua dell' uova un as.e di dodici
once, vcdendolsi in mano si senato, e ri-
dotto a un' oncia, avrebbe dello ec Buon.
Pier. 4. I !■ Di vino e d'olio un fiasco,
0 uo prosciullo , O d' uova un par di ser-
que , o pane , o altro.
SERQUF.TTINA. Dim. di Serqua. Fa-
taf 5. E delle frotl le una serqueltina.
SERRA /'. X. Sega. Lat. < r,a. Tes.
/ir. 4. I. Sara é uno pesce e' ha una cre-
sta cbe t alla maniera di serre, onde rom-
pe le navi di sotto . e le sue ali sono si j
! grandi, cl.'elli ne fa vela, e va bene otto
1 leghe contro alle navi Bim. ant. P. N-
ser Pace noi. Agg.a umilia chi vuol, cbe
1 io pur lasso. Che lo cuor m' ha segato,
i come serra.
1 §. I Per Luogo stretto , o serralo .
! Lai. c/<7HJin lociis , valli, angu.la . Gr.
!irevi) p-tri/ttiOi Bim. ar.t. P .^. ser
Face noi Di gran rirrheiie giunto sono
al basso, E d'alta rocca sono in bassa
I seira. Ditlnm 5. 8. Cosi passando noi di
serra in serra , Giungemmo nel pa«e di
Risami, Cbe da Levarne Tripoli s' afferra
g 11. Per Riparo di maio, o simili
fatto per reggere il Unea.i . e impedire
lo scorrer dell' acque. I ii: l'i'C Ara .1
Simigliami ripari di serre, di piantale, .li
bosrhi utilissimi sema dubbio si farebbero
conoscere, ec. ,
5. III. Per Tamallo, Impeto, o furia
netl' azzuffarsi. Lat. imprtuu Gr.Ofjl.n .
Frane. Soccli. rim. li). O che e' vegoan
a sì ralla serra . Che tra le spade ognun
suo sangue spande . Ta Da.: Stor. ò.
■.U'q Vedendo i ViliUiani non poter reg-
gere a tanta s.rra ec. , dicdonu al man
ganonela pinta. Morg. li. 41. Penso di
far con sua gente tal serra Al ''■■]•"''''.
ch'egli n'elidesse quello. E l5. 8> Cile
spesse v<lle si trova a gran serra. Farcii.
1. 75. Quattro cornacchie con tulle lor
posse A quattro nibbii volloo far gran
guerra, E già gli avcvan messi a sì gran
srra. Glie di fatica eran sudale e ros.e
M.ilm. 9. l3 Non prima slabdi l'andare
in guerra, Che vedesti, piil presto eh io
noi dico , Un leva leva a un tratto , uo
serra serra.
4. * g IV Serra, dicesi an he a Cia-
scuna delle due parli siipei iori dei cai zo-
ili,che siriano per serrarli alla 1 il 1 Val-
din Dee Uno de" birri, abbrancala al
contadino la serra de' calioni , lo fa pri-
gione. (.4)
§. V. Serra, per Pressa. Cilci. I arch.
Suoc. 2. 1. Inloroo all' uscio mio era «i
grande la serra, cbe pareva che alla mia
casa fusso la sagra.
g. VI. Per Imp riunita. Inllania pre-
murosa . Buon. /Ver 2 I 1- Quest' e
una grande istanaa . Quesl' i' una gran
serra , t'o' amor«tol sena , Una benigna
istanaa . t-nn t
+ SERRAGLIO, 0 «.ilir«»' SERRA-
GLIA. Sleccalo, 0 Chiusura falla per
riparo, e difeia. Lai lallum , seplam. Gr.
ipxoi O r. II. 4». > QU'" » 'f''-
aarono con barre e con serragli / . (r.
Vom ili Rotle le terraglia de carri, per
le quali il Re sperava aver fatto fermo
Toste « liiiicc Star i;. 2^6 Essendo
SER
il Duca di Urbino, seguitandogli, entralo
nel serraglio di Mantova, nel quale erano
ancora loro, corsa »c. Giovanni de Me-
dici. (C) .1
* g. I. Per Qualsivoglia chiusura ,
Luogo serralo. Tasi. Oer. 7. 46 ColM
il pesce coVa dove impaluda .>e seni di
Comacchio il noalro mare re. E vien cLa
da se stesso ei si rinchiuda Io paluslra
pricion, oé poi. tornare ; Che quel serra-
gli J i; con mirabii u.o Sempre all' entrar,
iperlo, all' uscir chiuso (Br)
« II Fer similit I.-21. teptum, valium,
mLL G,. '.p.O,Petr- Uo-" i''-^'''
Levante le s .rraglie deli' alpi dispaitODO gli
Elveiii dall' Italiani.
S 111 Ver metaf Pelr. Uom. ,11-
Ouesto per lutto 1 tempo del luo regno
«eie serralo co- serragli della sua prove-
dcDU- /
t 5. IV Serraglio , oggi *""';''*
ligi dove i P'incpi orientai, Infedeli
le.igono serrale le loro femmine.t.M. tur-
carum Imperalons palalium. -e Imper/.
Pro... D 12 r. 4- »;9- ,*'«r- j 1
Assiri ira le delicalce e gli odori d A-
rabia, e le lascivi, de' serragli donnesca-
mente vissuti. (T; li,,-,,
P V Serr„gln,diciamoanC.<ra al LuafO
muralo, dove si tengano Serrate l' fi'"-
r gli animali venuti da paesi "'"' t."'
Jaeium. Gr. ;<-''-."'t""»' .«."'•./;'''„
amico e real costume si manleogono ne
serrasti del serenissimo Granduca , yi t.
vede un uccello di rapina, che ce. e si-
milissimo al boatagro
S VI Serraglio, si dice anche a Quelle
ipedir che ricavano gii ' f'"'/'' "'Ta
la, Ioana nn.rlla, «o- ''•"""'''' P"''-
re, qu.ndo la prilla ma.tinn ■"^'"•>.°;«
sposa, l-ir. nov- 8. 291 Sapendo cb uo
lamico menava moglie, penso subito
com'è usanaa di queste ""'"^ "-^f
farle un serraglio, per aver-ie qualche cosa
dalla spesa , e darne poi la bai. al ma-
'""sERRAME. Sliumenlo. che Uen, ser-^
rati me; ca.,e. e simili . e per tojiu
,- apre colla chiave, .SeriaUira . Toppa.
Lai sera. Gì n) Clìpei- Dani M. 9
Quesla lor iracol.n.a non i nuova Cbe
p,-a 1' usaro a men segreta porla. La q.ial
scoia sename ancor si iruova. E I urg
q Chiedi Umdemen.e che '1 serrarne SCIO
•lia. M. r. S 88- ^""^ bslierinnovella-
i
Non dici se sono ufic.ati , e cantate 1 ore.
m. se hanno Ivtlo. u.cia, o serrarne. Pa,-.
-8. Aprendo il suggellalo serrarne della
'cella , la domando quello cb ella avea
fallo in questi tre anni.
* g I. /'.-.■ l.uog. lerialo. taita. ..
similf C.vaU: Med Tu.r. »Ì9 l\ «-'■-
memo r.n.hiuso in alcun serrarne s ^.fra-
rida, se non se ne Ir.e. E .HI- Apo.l
l65. Gli allri si miiono m su celle la. u
Ideassi deUa nave, e .lire mas.eri.ie e
serrami eh' erana nella nave, e mison
mare, iì'ì ^ tj 1
« e. Il Per Arca, Serigao. Gutd. <-
3. I. Medea ap. rse i suoi serrams de le-
sori, e molli ne trasse. (C)
g III. Per melf Lai. thex. Gmd '■
Prego disolameote, cbe tu ni' apra 1 ser
rami del Ino consiglio. Maestruti 2. i;
In questo caso pecca giurando , imperoc
chi pone al.uno serrarne alUi Spir.lo.
santo.
SERR.tME.NTO. /' serrare. Lai. fo-
clusio. Gr «Urrfov. Bill l'I 9- F'»S'
che gli seriass.m le porle -, il quale Krra-
menio significa d.fficullk e osUcolo.
SERRARE. Impedire che per F apertu-
re non entri, 0 esca cosa akii,.a. oppam'n-
do a ciascheduna lo ttrumanla suo pi»
s E n
pno, come ti coperchio alle casse j le 'm •
poste, « gli sportelli aflt usci < al/e fìne-
jtrt j e dicesi ancora Serrare, di tutte le
cote che t'aprono, come bórsa , libri, ec.
Chiudere. E si usa in sifinific. att. e
neutr. pass. Lai daudere. Gr. x).si'ety.
Dani. inj. i3. 1' son colui che leoni am-
bo le cbi.ivi Del cuor di Federigo, e rhe
le volsi, Serrando e disìfrr^udo, »ì soavi.
E Par. 6 CoQ costui pose il moodo in
Uota pace, Cbe fu serrato a Giano il suo
delubro. Duce nov. i5. 25. E toroalo&i
dentro , serrò ta Ooestra. E nov. 78. 9.
Accostatoti alU cassa, dove serrjlo era il
marito di lei, e tcneudola bene, disse.
Petr. son. 10^. Tal m' ba io prigioo ,
cbe non m' apre, ne serra.
§. I. Serrare, figaraVìm. Tes. Br. \.
16. La memoria è si lenente, cbe se al-
cuna cosa si leva dinanxi del corpo , ella
serra in se la similitudine di quella colai
cosa.
%. W Per Tenere ascoso. Occulta'
re, Lit . abscondere , celare. Gr. ttrroxpu-
iTTIiv. Dant. Purg, 8. Mi non si , che
tra gli occhi suoi, e* miei Non dichiarasse
ciò che pria serrava. But. ivi .■ Pria ser-
rava, cÌM icDeva ascoso.
•f §■ IH. Per Contenere. l.^\.. daudere,
campiteti, continere. Gr. )(aT£xe»v. Frane.
Barb. a3a. 7. Le iofrascrilte cautele H^n
pnncipal tre vele: La prima, che la gente
Ci fa schifar Docente; Sotto se l'altra
serra Pericoli di terra ; La teria ec.
§. IV. Per Terminare. Lai. daudere.
terminare. Gr. «fftT!Ì«Tv, opi^èiv. Pi-tr.
cani. 3o- 7. Ne posso il giorno, cbe la
vita serra , Antiveder per Io corporeo
velo.
§. V. Per Incalzare, Qtasi violenta-
re. Far serra. Lat. instare, fatigare. Gr.
«na'yiiv. Tac. Dav. ann. i^. 20O. E una,
serrando'» TigcUino, gli disse: piìi casta
ha la satura Ollavia , cbe tu \i bocca.
(il testo lat. ha insUnti Tigcllino ) . E
Stor. 4. 34V Ma voltatosi a Vibio Ciispr»,
che lo serrava colle domande ec. , mitigò
l'odio (il testo lai. ha cuìus inlerroga-
tioDibas fatigabatur) . l'arch. Ercol. 217.
Io %o molto io, voi mi serrate troppo.
3falm. I. 16. Sai che la morte ne mole-
sta e serra.
g. VI. Per Istrignere , Comprimere.
Lat. stringere, constringere, arctare. Gr.
/iioùv. Dant. Inf. 3i. Dove Cocilo la fred-
dura serra. Tes. Br. 2. 37. Se egli (il sole)
truova alcuno vapore gelato, egli il serra e
indura , fanne gragoaola mollo grossa , e
cacciala per lo suo calore iofiao entro la
terra. Bocc. nov. 5o. l4- Gli avea già il
solfo si il petto serrato, cbe poco a stare
avea, cbe ne starnutito, ne altro non avreb-
be mai. Sagg. nat. 9sp. ]33. Essa (acqua),
per paura di lasciar voto il luogo, di cui
andava a mano a mano ritirandosi , era
sempre venuta serrandosi addosso il co-
perchio. E 139. Lo stagno, e l'argento,
e r oro stesso si serrano raaggiormeote io
latta la sostanxa loro.
%. VII. Per Accostare, Unire, Con^iu-
gitere. Frane. Sacch. nov. 5l. Ser Ciolo
sì serrò sì con gli altri, rbe, come furono
per andare a tavola, si ficcò tra loro.
§. Vili. Serrarsi addosso, o attorno a
checchessia , 0 simili , vale Accostarsi a
checchessia con forza, 0 con violenza. Lat.
adoriri , aggredì , impetum factre . Gr.
€ir«px"^*i ' sioGia^siv . Morg. 2. 71.
Parca quando alte pecore si serra 11 lu-
po . Alam. Gir. 3. 67. Né qui 1' ardito
ne resta conicoto , Ma si serra con lui
di mal talento. * Frane. Sacch nov. 'O.
Questi porci mi fanno ricordare d'alcun'
altra novella, per lo serrarsi insieme quan-
do sono olìesi . la quale ec. E nov, 71.
Voi percotesli 1' altro dì li Viniaiaoi: e'si
J'ocabolario T IL
SER
sono serrali verso voi a lor difesa, ed a
vostra offesa. (V)
3 §. IX. Serrar fuora, vale Mandar fuo-
ra. Cacciar via. Lat. excludere, expelle-
re. Gr. a'xSa'lieiv.
# §. X. Serrar fuora , vale anche
Impedire, Opporsi che altri entri dentro,
« Dant. Par, 25. Vinca la crudelt'a, che
fuor mi serra Del beli* ovile >« ( cioè ,
che non mi lascia tornare a Firenze). (C)
■J- §. XI. Serrare il basto , i basti, o
I panni addosso altrui , Jìguratam, vale
Strignrre , e quasi l'io/entare alcuno a far
la tua volontà, Lat. premere, urgere. Gr.
TTtS^-f.", iniCytf*. Fir. nov- 1. l85. Co-
stei, cbe altro volea cbe parole, gli ser-
rava , come si dice , i basti addosso :
egli ec.
g. XU. In proverb. Saìv. Granch, 3.
2, Chi ben serra, ben trova (e vaie, che
Le cose ben chiuse sono sicure).
§. XIII. Serrar le lettere, vale Sigil-
larle, Lat. litteris obù^nare. Gr. e:tt-
ffToXy;'v -':rc5j?^K'yi'^etv. Sen. Pìst. 22. Io
volea qui serrare la mia pistola , ma la
sostenni ec. (qui vale finirla, terminarla).
§. W\ . Serrar C u-tcio sulle calcagna,
vale Serrar alcuno fuori della porla ,
Mandarlo via. Mafm 3. 5o. E mentre ei
pur volea 'mbrogliar la Spagna, Gli fa 1*
uscio serrar sulle calcagna.
§. XV. Serrare alla vita , si dice delle
ì'esti strette, che comba<^iano alla perso-
na. Sìlvia. Disc. l. 193. Dove prima gli
oratori farevano coli* ampie pieghe della
loro maestosa Ioga fracasso, poi gli avvo-
'-3lì e i patrocinatori di cause, cbe a quelli
succederono, si servirono d*una veste men
nobile e ristretta , cbe gli serrava alla
vita .
•j- iì* §. XVr. S-^rrar^ un calcio, un man
rovescio , o simile , vale Tirarlo , Darlo
altrui. Bern. Ori. 1.7. 16. Senza cbe Cario
lo governi o guide. Volta la groppa (d ca-
vallo), e un par di calci serra: Appunto
dove 1* osso si divide Della spalla lo giù-
gne , e getta in terra, (f) E 33. 53 II
conte ad esso un manrovescio serra. (N)
f*§. XVII.*yfrrrtrii coda, dicesi dei
cavalli, ed altre bestie, allorché la strin-
gono al ventre, o alle coscie. Morg, i5.
107. Serra la coda e anitrisce e raspa. fAV
* §. XVIII. Serrar e, vale anche Asse-
diare . Guìcc. Stor. lib. 17. Essendo già
arrivato io campo il numero intero tanto
desiderato degli Svizzeri, si poteva faciN
meote , serrando Alitano , secondo cbe
sempre si era disegnato, con due eserciti
impedire la copia grande delle veltova
glie. (Br)
'r g. XIX. Serrare, si dice anche
delle Truppe schierate, e vale Accosta-
re, Avvicinare in guisa che lo spazio tra
fila e fila sia minore j ed usasi per lo più
in signific. neutr. pass. Accad. Cr. Uless.
Erano tanto oslioati , cbe passata cbe era
la palla, tornavano a serrarsi. (C)
* §. XX, Serrar le pugna, Jìguratam.
vale Morire. Cccch. Esalt. Cr, 4. ji.
Non volle ^.si fa *l grasso) venir con noi
duo' passi; Ma ci serrò 'i mostaccio io su
la porta Cbe gli possa io veder serrar le
pugna. (C)
* g. XXI. Serrar gli occhi , figura-
tam. vale Morire . Malm. 2 9. E non
batterà la mia fine altrbve , Che ad aver
prima eh* io serrassi gli occhi ec. Della
mia donna quattro o sei marmocchi. (C)
* §. XXII. Serrar la bocca ad uno
figuratam. vale Farlo tacere . Gr,!. lelt,
Uom. ili. 5o. Quello che io ci abbia ope-
rato, si può sempre vedere dalle mie Scrit-
tore , le quali per tal rispetto conservo ,
per poter sempre serrar la bocca alla ma-
Ugnità. (C)
* §. XXIII Serrare in minte una tosa.
SER
liOl
ligniti
vale Ricordarsela. Ang, Mei, 2. lai. la
mente ancor quanto già nocque serra A
Fetonte 3 spiegar troppo alto l'alo. (D)
* §. XXIV. Serrare la mente in una
cosa , vale Porsi fortemente a conside-
rarla . Petr. Canz. Ciunt. E quanto più
e più serro La mente uell' usato immagi-
nare. Più conoscer mi pare Che per con-
cordia il basso stalo avanza; L'alto nian-
liensi. (D)
* g. XXV. Serrare, si dice anche
del Concludere, del Recaie a fine un'af'
fare, un negozio, o simile. Ceccìi. Donz.
5. 2. Faie buon cuore, Serrale il paren-
tado di Forese. (C)
^ §. XXVI. Serrare fra l'uscio, e il
muro j lo stesso che Str inibire fra l'u-
scio , e il muro . Ceceh. Prov. 72. S' i*
io posso serrar tra l'uscio e '1 muro, Mio
danno poi s' i' infreddo. (C)
^ g. XXVll. In proverb. Serrar la
stalla , perduti i buoi , o simili , vale
Cerctr de' rimedii seguito il danno . f .
STALLA. (C)
* SERRATA. Cateratta. Sig, Viagg.
Mon, Sin, 16. Poi giungemmo a una ser-
rata di questo canale; rbe sono cateratta
le quali si serrano e aprono quando vo-
gliono. (N)
SERRATAMENTE. Avveri. Con mO'
do serrato. Strettamente. Lat. arde. Gr.
g. Pdr metaf. M, Aldo'-r, Avrà *! viso
pallido, dormirà serr'ildinente , e sognerà
spesso (qui vale, profondamente) Salvin,
Pros. Tose. 2- z\- Al primo dell* Iliade
dicendo serratamenle ; ec. ( qui vale , in
maniera concisa ).
3 SERRATO. Adi, da Serrare. Lat.
claitsus. Gr. x^£i5T35. Bocc. nov. 77. 9.
Messo dalla fante in una corte, e deatro
serratovi , quivi la donna cominciò ad
aspettare. Dani. Purg. g. Da Pier le ten-
go , e dissemi eh' i' erri Anzi ad aprir ,
eh* a tenerla serrata. ^ Instr. Cane, li-
E tutte queste scritture stieno sempre sot-
to la custodia e cura de'mcJesimi cancel-
lieri negli archivi, e armari serrati a chia-
ve. (C)
g. I. Per Stretto, Sagg. nat. esp. 84-
Sia il luogo, dove s* ha a fare la legatu-
ra , armato d' un braccialetto di cuoio
fortissimamenie serralo alla carne. E 202.
SÌj un vaso di vetro ec, capace nella sua
bocca d' una canoa di cristallo, rinfonata
esteriormente eoo una fasciatura di piom-
bo serratale squisitamente all' intorno.
g. II. Per Fitto j contrario di Rado.
Lat. densus. Gr. ttukvo';. Bocc nov. 79.
l3. Or cbe menar di calcolo e di tirar le
casse a se , per fare il panno serrato ,
faccian le tessitrici, lascerò io pensar pu-
re a voi. Disc. Cale. l5. Noi troviamo
che va più serrato il giuoco a partire gì*
innanzi in tre squadre (dot;, più unito).
'.' g. IH. Serralo , si dice anche de'
fiumi che sono chiusi dal ghiaccio. « M-
V. lib. 4- cap. 65. Tutti i grandi fiumi
steltono serrati di ghiaccio lungamente
per modo , cbe ninno ci potea navicare ;
e il nostro fiume d* Arno ec. stelle fermo
e serralo di ghiaccio , che lungameote
sanza pericolo in ogni parte sì poteva so-
pra il ghiaccio valicare. (J)
* g. IV. Per Unito, Aggiunto, come
al g. VII. del verbo SERRARE . Cron.
Strìa. 106. Quando il palagio nostro di
Mercato vecchio, ch'era lunghesso la torre
de* Toroaquinci, fu disfatto, fecero Uarre
quei da casa una carta, come il muro del
detto palagio era serrato lungo la della
torre, e accostato, (f)
* g. V. Serrato, parlandosi di linguag-
gio, modo di dire, e simili, vale Breve ,
Stringato, Che dice molto in pcco. f'arch.
Stor I 2 L'oscurila nasce ec. da certi
1(^6
it6s
s E n
moJi di dire slorli . e stravaganti, ora
troppo brevi . B scrrjli , ora troppo lua-
ghi, e confusi. (C)
!!* 6. VI. Serrato , dicefi ancfte della
Pronunzia j eJ è contrario d'Aperto. Fir.
disc. Ult. (■: aperto , e »errato ; o aper-
to, o serralo. (^)
# *^. VII. Aver serratOt dicesi dfl Ca-
vallo quando non si può conoscere quanti
anni abbia. Ma^at. lelt. Sarebbe coil dif-
ficile il rinvenirgli i »ui' ^otii ec. poiché
il cavallo avrfbl>e serralo ti' un pruo. (A)
A' §. Vili. Serralo. Terni, depli //nato-
mici, JS^ome di alcuni muscoli del toru'
ce. che si difti'tgiiono in serrali aniici, e
«errati ponici. Imperf. Anat. lOi. lima
«colo serrato poetico superiore minore ha
suo sito nel dors^j sotto 1' osso romboide
Ira runa o l'altra palella. (F)
•f* :*.: SKURATORE. ìerbal.mnsc. CAe,
o Chi serra. Sahin. OMss, II. 355. E
quella sceso A rasa Dito, sorralor di porte
Robusto, allo legando da suMimeec. (A)
SERRATURA. Serrarne. Lat. .lera .
clausura. Gr. /^eìàpav Fair, Esop Serrò
la casa dentro con buona serratura, ^cr/i.
Ori, 2. 9. 26. Vanno alla porta , e sì
destro lavora , Che tu non rompa quella
serratura.
§. I. Per metaf. Mar. S. Gn-g Id-
dio chiude il mar colle porti, quando op-
pone a* perversi niovimenli del cuore la
serratura della sua f .rtczza.
§. II. Per S'tpgelfo , Termine. Lat.
coronis. Gr. /©sWi'i';. /'ìt Crisi. D. Qae-
sta solennìladc gloriosa è fine e compi-
mento di tutte r.iltre solmnitadt. e lie-
navvcnlurata serratura di lutto 'I viaggio
di Cristo figliuol di Dio.
V g. III. Serratura a sJrucciofo , o
Serratura a colpo , dicono i Magnani ad
Una piccala serratura, la cui stanghetta
a mezza mandala è smussa in puisa, che
l* uscio xpingenHolo si chiude da se s e
dicci partico'artftente di quelle piccole
serrature che non sì chiudono a chiave^ e
t* aprono girando un pallino. (A)
SERTO. V. L. Ghirlantis, Cerchio.
Lat. sertuni. Gr. ffTe53^tvo^ Dant. Par.
IO. Direlro al mio parlar tea vien col viso
Girando su per Io liralo serto. lied. Di'
tir. 19. Gli esperti Fauni Al crin ra' io-
treccitio Seni di pampano.
# SERTRISTO. Uomo rio. Cavale.
Frult. ling. 190. Oggi molti «otto questo
titolo d'essere contcniplalivi sono sertri-
sti, sercflllivi, ed oiioìi e gaglioffi. (F)
SERTULA CAMPANA. F.rha simile al
Trifoglio, che produca spighe di fiori gial'
li. Lat. sertiila campana, mrttlolus. Rì-
cett. Fior h'^. Intorno al quale «odo le
foglie simili a quelle della sortala cam-
pana.
# SERVA. Femm.di Strvo. Vedi que-
sta voce. fC)
SERVABILE. Add. Da eisfr sen-ato .
Lat. servabili.t, servando aptus. Gr. 0W9t-
[XOi.
SERVACCIO. Peftgi'^ral di Strvo. Tae.
Dav. Perd. eloq. l\\',. Oggidì rome il
figliuolo è nulo , si raccomanda a una »er-
vaccia grera (il testo lat. ha graecube
alicui anrìllar ).
SERVAGGIO. Servita, Lit. servi tu t ,
ttrvitium. Or. JouXiiot. G. /*. 8.79. 3.
Meglio amav.ino di morire all.i battaglia,
che vivere in servaggio, F 12. 3. 9 DÌ
liberta rerati a tirannica signoria e ser-
vaggio. Tes. /ir. 9. 1, L* un desiderava
le cose dell'altro, per suo orcnglio si sol-
tomelteva il menipoiM-nio d<'I servaggio ,
« conveniva prr fona che colorn, che vo-
Icano vivrrc di loro diritto ee., si ridurrs-
sono insieme in ano ordine, l'rtr. cap,
^. E vidi a qual servaggio e a qusl morte
E « che strasio va chi s' iooamora ( cO'
S E R
sì si lecge ne' migliori t<'sti a penna $ e
non STvigio, conte hnnno gli stampati) .
* 7'iiss, Ger. I. 5i. Or, se tu se' vii
serva , e '1 tuo servaggio ( Non li lagnar )
giustizia, e non oltraggio (I^J
SERVAMENTO . // servare. Lat.
conter%atio, obse-vitio. Cr. yy>yjtT)'. /?u^
Pur. 9. I. Venui ee. tigoifica ec. serva-
mento di fed*^, e di iusiizia.
.SERVANTE. Che serva. Che confer-
va, mantiene e osserva. Lat. servane. Gr.
obVejv. Fiamm. ^ i55. Oimè , che
chiunque è colui i primi riti servante, non
e nelL mente infi.tmmato djl tieco furore
della non sana Venere , siccome io sono.
# SERVANTISSIMO. Superi di Ser-
vante. Boez. 117. Colui, il quale tu giu-
stissimo e servantissimo riputi d«-l diritto,
alla providenta, che sa tutto , pare lutto
allr.imente diverso (V)
SERVARE. Serbare. Lai. servare, re-
sen'are. Gr. o&i^etv. Pelr. son. lOi. Mi
glorio D' esser servalo alla stagion più
tarda. E 278. E poche ore serene , Ch*
amare e dolci nella men'.c servo. Bocc.
non. 52. 3 Quindi ne* maggiori bisogni
le traggono , avendole il vii luogo più
sieuranienlc servale.
^. 1. Servare, per Guardare, Custodi-
re. Lai. custodire , tueri , se'^nre. Gr.
yuXKTTSiv fìocc. nov. 17. 5. Dubitando
oon ella confessasse cosa, per la quale a
lui convenisse, volendo il suo onor serva-
re, f.irla morire. F nov. 65. 1^. Forse
assai Sun di quegli che a capital pena soa
dannati, che non sono da* prigionieri con
tanta guardia servali, f'it S. M.trgh. l3i.
Lo quale ha servala la mia virginità ÌD-
fino ad ora senxa corrompimciito.
t g II. Seua't. per Jiiurvare. Lai.
rrseri-urf, Gr 0»af uX'/TTeiv. Tesortlt.
Br. Clic pUdlc a compimento Aver cono-
scimento Di ciò che i; ordinato , Sol te
non fu servalo lo divina polenaa (la
stampa di Firenze iSz'i- cap ',pag.6i.
Ifg^e ch'liae ordinalo (se '1 senno fue
servato ) In ec. secondo questa Itzimc e
V interpretazione dell'editore, che par la
vera, il significato di servare, per Riser-
vare non avrebbe luogo) .
f 5 3. III. Servare, p r Osservare, Por
mente. 'Lzt. cbtervare,servare,Gr. it^où'Xi,
Dant Par. 2. Mcller poit-le ben per 1" allo
sale Vostro navigio, servando min solco Di-
naoii all' acqua che ritorna eguale. Paltad.
cap. 29. Nel «ottopoile (l'uoi^i) ti tenri
la Luna.
# § IV. Servftre, vale ancht Attenere,
o Osservare quel che uom promette, m lìocc.
nov. 17. !\S, Vrggendola cosi beMa, «*nia
servare al suo ainicn 0 signor fede, di lei
s'innamorò. F nov. 97. 22. Secondorhè
molti affermano, il Re molto bene servo
all.i giovane il convrnrnie. Ar. Fw. 21.
18. Elesse, per servar SU4 fede a pieno. Di
molli mal quel che gli parve meno » . (C)
# §. V. Servare , p>irlandost di pr0-
celti, leggi, coititiitioni , o simili, vale
Obbedire, Pton ti-asaredtre. »• lìocc. nov,
17. 6f. E avsai volle ìn avsai eose , |>rr
tema di peggio, servai i lor costumi. Dant.
Pnrg. 26. Non servammo umana legge ,
Seguendo come bestie 1' appetito « . tìelc.
ytl. A'c- ^ip 55. O signore, come ti pia-
ce la obbedienta . e colui che srrva a* luoi
comandamenti. (C) Pass. 188. Se vunli
enirare a vita etema , serva i comanda-
memi (f ) S. Gio. Grit-^st. fti. Onde
non solamente li eomindameoli della legge
servòe , ma eiiandio li consigli di Cri-
sto. (TC)
t * §. VI. Sen-are, vale anehs Os-
sen-are, 7V«»n «icir da certi limiti. Ar.
Ftir \\ I. Qual (s'esser può ) catena
di 4li.imanle Far!) che 1' ira «ervi ordine e
modo t (P)
SER
t5 §. VII. Per 3fanl*aere, Conserva-
re in un cr^o stato, ed in questo senso
Si accompagna ad un. nggettivo che tspri*
me questo stato. Lai. servare. Gr. tfu-
ixTTSiv. lìern. Ori. I. 23 2- Che M
cavala, miseri, tn efiètlol Favvì l'oro ser~
var più s'jni e grassi?
SEIiVATO. Add. da Serbare. t^\. ter'
vatus, r'servntus. Cr. ^tx:rc9w) 3t7U€'v05.
Aniet. 77. Ma sedici volte tonda, ed al*
treltante bicorne et si mostrò la Luna ,
avanti che la servata immagine io »•
avesse a cui somigliarsi tra molte in qnalls
mezzo da me vedute. Pallad. Gena, ih.
Tutti gli altri semi insieme nascono e
vengono su colla latlDga, servato in se la
lattuga il sapore di tutti.
t SERVATORE. /'erta/, masc. Che,
o Chi sf-rva. Lai. servat/^r.
%. Per Osservatore. Lai. ohservmtar,
servator. Or. ifopoi JSocc. nov, 70. I.
Ogni giusto Re primo servalore dee ei-
sere delle leggi falle da lui.
SERVATRICE Verbal.femm. Chi ser -
va. Lat. ser\'atrix. Gr. euTCì^a. Filoe.
7 77. Che colpa hanno le kuone , e di
chiara fede ser>alriri, le a le una malva-
gia persona ec. nocque , non osservando
la promessa T * P.^cc, Lelt, Pim. Ross.
233. E perciocché la fama è servatrica
delle antiche virlà e predicairice de*vi-
sii, sanza restare, sommamente si guarda-
no i savìi di non contaminarla, o di fama
trasmutarla in infamia. (Pi
SERVENTE Sust. Ser*o. Lat- servus.
Gr. 09Ù/9;. Pocc. Introd. i6 Ninno al-
tro sussidio rimase, che ec. I' avaritia de*
serventi, li quali da grossi salatii e soon-
ven'voli traili servieno. F nov. 3|. 5.
Fara'ne questa sera un soffione alla tua
servante, col quale riti raccenda il fnoco.
Mae^trnzz 2. 4'- ^^ servente è leoato di
servire come 'gli promise. Dant. rim. 36>
Io son servente ; e quando penso a cut ,
Qurl che ella sìa. di tutto snn contento.
* Plul Adr Op. mor. 3. 3o3. Arche-
lao cenava: fogli chiesto nna taua d*oro
da un suo domestico, ma di p:>ca bnniì,
comandò al servente che la desse ad Eu-
ripide. (C)
•f §. Per Amante , Amatore . X.at.
amasius. Gr. iptaftito;. Pecor. g, %\.
Ball. Va', baMata amorosa, al mio serven-
te. Il qual mi porta laolo vero amore ;
Digli che sopra 'I latto i' l'avrò a meo-
le, Percb' egli è bono e leal serviiore.
SERVENTE. Add. Che tervt. LaL «er.
viens, ofrcff/enf. Gr. jouìsj'wv, u^oxouVv.
Bocc nov. 2. 9 Al venire serventi a
guisa d'animali bruti. E no\'. lOO. II.
Era tanto obliedier.te al marito, e tanto
servente , che egli si teneva il p{« con-
tento e il più appagato uomo del mondo.
Cr. 1 12 ^^. Procacci, che sia a* bifol-
chi in alcuna cosa serTcnle, acciocché pia
volentieri abbiano corade'buoi. Te», fir.
3. 5. Noi dovrmo guardare V aere , ebc
sta sano e nello e dolce, e che l'acqua
sia buona, e leggieri, e la terra friMlifo-
ra, e bene servf-nte ( eio^ , corri spondeo le
ali* industria del lavoratore). >!* Rip /m-
pr. ziS. Il quale a'-cennamcnto può ftrti
o con corpi , e figure simili a quel della
generale, o con eose ■ quella dtuifsilii o
a quella serventi. (C)
>> §, .fer^'fnle , vale anche Pronta
acli ufitii di beneficenza , e di cortesia.
Din, Comp. lib. I. Erano ben vedati, il
perche uomini dì buona condiiìone e u>
mani , e lì perchè erano mollo serventi ,
per modo che da loro aveètto quello cfao
voleano. (P)
•f SERVENTESE. Spesie di fo^sim
li' tea. ed ^ (ìiirlla maniera di %*trsi chìa-
fM.iff ora tertetli , ora leroarii , e qnand»
tersine, i qmali non reno altro ch* rrrtt
s E a
di undici sitile rinUrzati^ onde si dicono
volgarmente Ione rime. Civaie. Mcd, cuor.
Mello 'ufratcrilto servenleie si contieiif U
staleoiia ilei prect-dentc tialiato delU pa-
tteoxa. Ott. Com. Par, 9. 2Z0. Costui ec.
troTÒe io Provemale coh/e, servenlest , e
■Uri diri per rimj Dant. / /(. riuov. 5i>.
Coropoii una pisluU sotto forma di ser-
Teolese. Bed. .^nnot. Ditir 68 Gìuffredi
di Tolow . nel lorveniese eh* ei fece per
amore d' Alisa. / nrch. Les. 6^3. Que»(a
maDiera di tefAÌ , rbiamati ora terzetti,
or» lermarii^ e quando terzine, i quali uod
tono altro cbe versi d* undici sillabe rio-
teruti, onde si dirooo vulgarmente terze
rime ec. , e da mexser Aatooio da Tempo
^rvrntfii,
« SERVETTA. Dim. di Serva j S<r-
vìcciuola. Buon. Fier. e Sulvin. (A)
SERVICCJUOLA. Dim. e Àv^ilUivo di
Sen-a. Buon. Fier, a. 4 *7« S' ^* °°°
V* era una gobba sen'iccìuola , Cbe guar*
dava ik i polli appo ^ stalla, E iotaoto
M spulciava soaaacchioDÌ.
t SERVICELLA. Dim. di Servai. Lat.
serx'ula. Gr. 0du)x^9v. Benv. CeH. l'it.
I. 1)8. Seco avea uoa servtcella di tre-
dici io quattordici aDoi.
SERVICINA. Dim, di Serva. Lat.jer-
vaia. Gr. òoìj\ffl:tOf. Lib. Pred. R. Te-
nera io casa quella sua aerviciaa giova-
aeila e faQciulta.
SERVIDORAMC Massa, yumcro , o
Qatntità .ti servidori. Lai. se^wiiiitm ,
serviiia . Gr. èoAiioc . Tac. Dav. ann,
a. 54. Aveodo tra di irulfitori, e genta-
me dianzi sorpresa, e servid>ir^mi; di Plaa-
cìaa e suo ce, racimolato il novero d* una
legiooe.
t3 SI:RVID0RE. Colm che serve qual-
cuno per mercede j Servo, Familiare. Lat.
servHtt servu^us, famulus. Gr. (?oJÌ95 ,
ooula'oiov. Bocc. /!0f. ^S- *7- Martuccio,
in ca>a mia e capitato un tuo servidore ,
cbe vien da Lipari. K no*f. '|6. 9. E con
alcano d^'suoi servidori chetamente se n'
lodò alla Cuba. Maenrus:, 2 ^1. Sono
scasati i servi, le fanti, i lavoratori, !>er-
TÌdori, e gli altri sudditi, che non sono
da tanto, che per loro consiglio i peccali
iicellerali si faceiaiio.
* §. I. Servidore, si dice anche di Colni
che 0 dipendente dai voleri dì alcuno j
Ligio, Schiavo. "Bocc. nov, 80. 19- Per
moclrarsi bene libéralissimo suo servidore.
E C€UiZ, 4* 3- Ch'allora cb'i'piii esser
mi pensava Nella sua gr^xia , e servidore
a lei ce. Mi accorsi ec n . (C) Dav. Sci-
*m. 5o. (Camino \'^S\.). Due Duchi di
seguito grande, Carlo ec, e Tommaso Ila-
wardo di rSurfolc, gran soldato, cattolico,
ma troppo servidore al Re. (F)
* g. II. Servidore, ò anche termine di
cerimonia, e vale Affezionato , Disposto a
render si-rvì^to . « Caj. lett. 23- Come
qacUa eh* è senza Sne, e che non inganna
mai le speranze dei suoi servidori » . F
SI- no avuto avviso ec. e inteso il buon
•DÌmo di V. Maestà verso N. 5ig. e verso
qneila S. Sede , e me, e lì miei rratelU
lervidori umilissimi e deditissimi. (C)
"^ %' lU. Vostro, SUO, o simile , servi-
dore i maniera di cerimonia , colla quale
SI suole terminare le httere. (Cj
* SERVIENTE. Lo stesso ci « Serven-
te. Sa Ag. C. D. 12. 16. Se io risponde-
rò questo a colora che domandano come
il Creatore fu sempre Signore, se la ser-
viente creatura non fu sempre, ovvero co-
me è crejia. er. fyS)
SERVIGETTO. Dim. dt Servigio. l.ìi.
recula , negotioltun . Gr. -rrpoty/jwtTiov.
Bocc. nov. 21* 5. Attigneva acqua, e fa-
caa colali altri servigeiii. Frane. Barb.
68- II- Colui forte mi spiace. Che lì roi-
owli servigctli sdegna. Fir. nov, ^. aj6.
S E R
Egli pascendosi come il cavai del CioUe,
ed ella cavandone colai servjgeiti, e' non
andavan più oltre.
SERVIGIALE. Servidore. Lai. /ama-
lux, servus, Janinliì, serva. Gt àsrarrwv,
&£i5aTaiViX Bocc. nov. l5. 21. Una delle
servtgialì della donna, Ìu vi^ia tutta son-
nacchiosa, fattasi alla fìneslra , pruvc-rbio-
samenle disse : ec. F nov 85- Q. Tu le
dirji ec. che io son suo servigi. ili> , e se
ella vuoi nulla. 7ni'. /fit Seixigul di Dio,
in che parie di questo diserto si Iruovano
più avveolurel ìir^:. Eneuì. M. E lei
caduta, le servigiali la portano nella camera.
§. Os^i questo nome di Servigia'e è
rimaso a* Servi de^li spedati, e alle Mo-
nache non ve/ale , e a* Torzoni, o Con-
versi. ì'enJ. Criit Of>. i/ii'. ./n'ir. ^H.
Suora Iddea rimase sola nella cella, e fa-
sciossi e velo^ìi, e poi cbijino la servigia-
le. S'ilvin* Disc. 2. 325. Lo che udendo
il priore , cbo in refettorio ii)angiav.i, co-
mandò che uon si mettessero iu foreste-
ria, ma disse al servigi.t|e: va', e appa-
rect-bia a quei Lombardi nell' ultimo del-
la tavola.
-r SERVIGIARE. Far Sen'igii. Lrmm.
Tesiam. 82. Debbino ec. a* poveri infer-
mi maschi e femmine sovvenire e servi-
giare. (C) '~~
SERVIGIO, e SERVIZIO. // servire.
Servitù. Lai. serVitium , servilits, Jamii-
latiis . Gr. Jsuiii'a , u~»J2£«'k . Dnnt.
P"rg. 12. Vedi che torna Dal servigio
del dì r ancella sesta. Bocr. nov. ^2. 10.
Alla qaale io fo mollo spesso servìgio di
sue bisognp. E nov, 67. 2. L' avea messo
ad essere con altri geuiiluomini al servi-
gio del Re di Francia. E nov. 72. 3. Ga-
gliardo della persona ne' se.'vigii delle
donne. G. F. 7. 1:^8. 2. Fu con sua
gente al loro servigio . Cavale, Med .
cuor. Stolta cosa è servire al Demonio ,
Io quale mai si riconcilia per alcun servi-
gio . Cas. leti. IO. V. M. Cristianissima
potrà ioiendcre ec. tulio quello cbe si e
fatto per servigio del Cristianìssimo Re.
^ §. I. Sertigic, vale anch.- li forni'
mento, e vasellame da tavola. L'art. Simh»
3. 3. Tanta era I.1 nausea e la schifezza
che la prendeva delle vivande postele da-
vanti in que* poveri piatti, cbe non altri-
menti cbe se io essi perdessero ogni buon
sapore , stomacatane , alla fìne si mandò
formar tulio d' oro e d' arg'^nto il gran
servigio della sua tavola , (Br) Magai.
Lett. O si voglia tra il servìzio de* buc-
cheri , o tra quello delle porcellane , vi
vuol pure in sulla credenza qualche pezzo
dì murrina. (A)
g. II. Scriigio , per Operazione. Lat.
opus. CtT. if/O'f. Dant, Par. 5. Tu vuoi
saper se con altro servigio Per manco voto
si può render tanto, Cbe l'anima si curi
di litigio . Biit. ivi : Con altro servigio ,
cioè con altra buona operazione.
§. HI. Servigio, per Beneficio, Prode,
Comodo. Lat. beneficium, comoditas, Gr.
eu£5y£3i'a, tàfi^lkO., Petr. canz. 48. 9.
E per dire all' estremo il gran servigio ,
Da mdle atti inonesti 1' ho ritratto. Bocc.
nov. A2. I0> Ringraziatala di ciò cbe ìd
servigio di lei aveva adoperato . E nov.
85. XO- Alquanto in servigio di Calan-
drino ivi si posero a stare . Bern. Ori.
2. 21* ^1. Ch' un servigio vai più, che
s* abbia a fjie , Cbe centomila milion
de' fatti . # Cecch. Dissim. 1. 1. ISon
6na mai dì gridarmi ec . rhe ìo l'avvezto
male, che io lo rovino, e simili sue fole
tanto scì''>cche . e con si poco discorso ,
cbe in servigio di luì io me ne vergogno.
E Stiav 4. 3. Che ci è di nuovo? è tor-
nata mìa madre? Ser. Oh cosi non fus»'
ella I in suo servigio (cioè, che era meglio
per lei). (C)
SER
u63
g IV. Servigio, per J)fe/;otìo, Faccen-
da . Lat. res , neiiocium . Gr. TZpiyfix .
Bocc. nov. Sa. 7. Compagni, tiratevi in-
dietro, e lasciate questo servìgio fare a
me. /; nov. 63. 12. Altri, cbe la madre
del fanciullo non può essere a così fatto
servif;io . ::: ,v. /'. 3. loi. Costoro non
avendo altra vìa , sì misono a notare co'
cavalli per lo Adige ce. e io queito no-
tare il Tedesca poco destro del servìgio
dell' arqua, vi rimase affogato. (CPJ
g V Per Uopo, Bisogno, jjocc. n09,
\\. S Comperò un legneiio sottile da
corseggiare, e quello d* ogni cosa oppor-
tuna a tal servigio armò, e guernì.
§. VI. Offe' tre. Esibire, e simili, sh,
o le sue cose al servigio aitruij maniera
di cirimonia , e vale Esser pronto, e ap'
piirecchìa'O a prò, e comodo altrui, Bocc.
nov. |3 12- Se ad ogni suo servigio,
quantunque poco potesse, offerse. E 7I.
5. E appresso sempre sarebbe al suo ser-
vigio . Dant. Purg. 26. Tutto n»' offersi
pronto al suo servìgio.
•\' §. Vii. Cavar servigio, vale Ri'
trarre , Ricnvar utile , comodo. Lat. ali-
cuitis opera uti . Cecch. Stiav. 2. 2. Al
proposito nostro sarà una ( serva ) ^iù
brutta, che costi m.iuro ce , e ne cavia-
mo più servigio (f)
•f §. Vili. Servigio, per Esequie, Fu^
nerale j ma in questo senso è /'. j4. Lai.
in<ta . Gr. ra T^^ rxfT^i oiioc . Vtt.
Bari. ^2- Quando Giiisjffa vide il suo
padre morto , sì conTÌncìò mollo dura-
mente a piantele, e fece fare il suo ser-
vigio mollo altamente.
§. W. Fare U'i viaggio e due servigli.
7: FARE VIAGGIO, §.
* SERVIGIUOLO Dim. di Servigio,
Seri-igelfo . Lat. ncf;olioÌ.i>n . Ces. Nov.
286. Nondimeno , perocché egli era oq*
anima di Mcsser Domeneddio, e fedele co-
me il credo , e mollo sollecito a* pìccoli
setvigiuoli dell.» chiesa , il Pievano leg-
germente pasiavasi di que' suoi fastidiosi
modi. fCj
•f * SERVIGIUZZO. Dim. di Servi-
gio. Cecch. Assiuol. 1.2. Se ella facesse
a un giovane par vostro un servigiuzzo
di quattro paroline a una giovane , que-
sto, secondo me, non sarebbe male ne*-
SUno. (J)
5 SERVILE . Add. Di servo , o Da
servo. Lat. ser^ifis. Gr. cou/ii<&$. Bocc.
nov. i3. 12. Lui seco estimando, come-
chc il suo mestiere fosse slato servile, es-
sere gentile nomo , più del piacer di lui
s'accese. E nov. 16. 16. Sdegnandola
viltà della servii condizione ec, dal ser-
vigio di messer Guasparrino si parli. Petr,
cap, 3- In Ponto fu reina , Ora io atto
servii se stessa doma.
V g. I. Opera servile, dicesi dai Teo-
logi Quell* opera manuale, che è vietata
nei giorni festivi dalla Chiesa . « Mae-
struzz. 3. 27. Debhonsi astener le perso-
le , acciocché
divi-
Cnvalc. Pungil. 27 1 . È peccato
lavorare le feste opere serbili, e monda-
ne. (C)
t' g. II. Timore servile , dicesi dai
Teolcgi (^•'ellò , che nasce dilla sola
paura del castigoj ed e opposto a Timor
filiale, che è. quello, che nasce dalCamo-
re , e dal rispetto. « Pass 80. Concios-
siacosaché ec. questo dolore debbia pro-
cedere e nascere non da s'ertile timor di
tormento e di pena, ma dall' amore della
caritade , che s' ba a Dio - (C)
SERVILEME.NTE. e SERVILRtEN-
TE . Avvetb . A maniera di serva, Lat.
serviliter. Gr. oouXfxw?. Bemb. pros, I.
14. Deh voglia Iddìo ce. che ella ec. a
più che mai scnilcmente ragionare non
ne da ogni operazioo servile ,
possano meglio vacare nelle rose
Ii64
s E n
« rilorni. Red Vip. I. 63. Non 6a pe-
rò eh* io voglia servilmeole legarmi a
giurar per rero tutto quello , che baono
dello, o scritto ec. Farcii, Star. 2. 5.
Come comaodjno innperiosam'»Die a* mi-
nori di loro, così dx miggiori servilmeote
akbidiscono.
f * SERVILISSIMO. Superi, di Ser-
vile * BeUin. Disc. 1. l3l. Gli uomiai
non nati a quel duro e servilitsimo tuo ,
■1 quale son nate le pi:iole. (Jifin)
* SERVILITÀ". Jzione, 0 Inciimhenza
Spettanti: ni servo , Intperf. ì'. Tilt. D-
a. Argom. T, lì. l33. Uscindo ec. pre-
ito presto si sdrucciola nell* avvitimcoto
della propTÌ-i candizionc, e nella servilità.
E ivi: D. ?.. T. 11. 2^7. Perciocché do-
ve manca il decoro , si dù suMto in uno
avvilimento , e in una soverchia servili*
li- (F)
* SERVILMENTE. V. SERVILE-
MENTE. (J)
SERVIMENTO. V. A. Il servire.
Lat. servitut . Gr. 5ou>«i'a . Rim. ani.
P. N. Re L'nzo. Per lealla coovicn che
ai roantegna , E per bel scrvimenlo. Fr.
lac. T. 4- *2. 6. Del tuo comandameo-
lo A, chi fece il servimcnto Lo oe dee
meritare .
3 SERVIRE , col terzo , o col quarto
caso dopo, vale Far servitù, e Ministrare
ad altrui. Adoperarsi a suo prò. Lat. ser-
vire , famutari , ministrare. Gr. oo\j-
Aeu'aiv, uTTiQ^STcìv , àefJaTTBueiv . Socc.
Introd. 26. Per Tesser molti infermi mal
aerviii e abbandonati ne' lor bisogni . E
nov. 17. 16. Ordinò cdi colui, che a lei
serviva, che di varii vini mescolati le desse
bere. E nov. ^2, g. E quivi serviva certi
pescatori Cristiani. Dant. Pur^. 27. Guar-
dale dal pastor , che 'n sulta verga Pog-
giato s*è, e lor poggiato serve. Cronichelt,
d' Amar. 81. Per questo servia a tulli i
Re volentieri. * Poliz. Stanz. i. Ii^.
Colui ch« 'I mondo da grave cordoglio
Avea Bcamputo, ed or serve una don-
na. (L) Cas. Itti. Guati. 222 E poiché
questo pellegrino serve bene S. S. Re-
verendissima io mi chiamo servitissimo
anche da questo. (F)
§. I. Servire, col quarto, e col secon-
do caso , come Servire alcuno di danari,
o Simili, vale Prestargliene, Accomodiir-
neh, Pfovvedi-'melo . Bocc. nov. 3- 3.
Pensossi, co:>tui avere da poterlo servire ,
quando volesse. E nov. 57. 8. Non è egli
mollo meglio servirne un gentiluomo, che
più che se m*ama7 E nov. 80- 17- Madon-
na, io non vi potrei servire di mille , ma
di cinquecento fiorìn d* oro sì bene. Ar.
Lea. \. I. Mi fc intendere, Che non me
gli dava egli , ma servirmene Facea da
un suo, senta pagargliene utile, Per quat-
tro mesi. # Rucell leti. 5(). lo non man-
cherò di servire V. S. Illustriss. del mio
dialogo di Eraclito, ma ce. non potrò ser-
virla fino al mìo ritorno. (C)
"ff §. 11. Servire col terzo caso , vale
anche Prestar culto. Cavale. Alt. Apost.
It6. Quasi si rodea tutto (Paolo) à\ santo
lelo, udendo che cosi nubili- citt^ di tanti
■avii uomini servivano agi* Iduli, e spes-
so dispulava co* giudei ( il lat, ha vìdens
idolatrìoc dedìtam rivitalcm ). (C)
t * §. III. Servir Dio, 0 a Dio. vale
Rendere a Dio il culto che gli > dovuto,
ed adempiere tutti ì doveri della Reli-
gione. Pit. SS. pad. 2. ia3. Magnificai
Iddio , e il benedissi , il auale onora , e
difende , e magnifica quelli , lì quali io
virlù , e in sincero cuore il servono. Ca-
talc* Pungtì. a. 18. Debbono servire a
Dio o di lacero o di ben parlare. (P)
# §. IV. Servire, usato assolutani. vate
Esser utile , Recar giovamento . Soder.
^oU. Quando non serva questo , si scal-
S E R
sino (te viti) e la scalzatara si riempia
di sabbia dì fiume, o varamente di cene-
re, (fìr)
t * §• V, Servire , si dice anche dei
Senti, e delle Facoltà dell'anima. Borgh.
Ftr, Lib* 3l^. Non voUta Aiioìo Pollio-
nc , che ne* commentsrii di Cesare fusser
tutte le cose vere , e ne dava la colpa
parte alla memoria di lui . che non gli
avesse sempre servito di quel ch'egli avea
per se operato; parte nelle cose fatte per
meno d* altri alla relazione di essi. E
3l5. Il che tuttavia è da fare modeila-
menie, e ricordandosi che la memoria non
serve sempre, ni; tocca tuttavia ad un solo
di poter vedere ogui cosa ; e talora ec.
Ceccli. Assiuol. 2. 2. E questa qua ma-
donna Verdiana? Ella mi pare; mai no;
ansi sì : infdltu la vista non mi serve
più. (FJ
§. VI. Servire, assolutam,, vale Stare
in servitù. Essere schiavo. Lai, servire,
in servitute esse . Gr. Jouiiuciv . Petr.
cap. 2. Che , vedendosi giunta in forza
altrui , Morire innanzi , che servir , so-
stenne .
^ §. VII. Servire, ironicamente, per
Isconciare, Rovinare. Cecch. Dot. A. 3.
se. 6. Quel furfante asino m* ha seivi-
lo. (F)
•f §. Vili. Servire, per Meritare, Gua-
dagnarci "*a 1" questo senso i F. A Lai
merere . Gr. /xtadof opttvdott. O. F. 7.
67. ^. I nostri sudditi, cbe contro a noi
hanno servita morte , domandan patti .
Nov. ant. 60. 3. Perchè menale voi a
impendere questo cavaliere? ec. Ed el|i
risposero : Messere, perocch* egli ha bene
morte servita. M. F. il. 28. Avendo dal
Comune di Firenze le paglie che avea ser-
vile. TiU'. Dicer. Non ti voglìon rendere
il trionfo che tu bai servito nelle lontane
battaglie .
§. IX. Servire , per Rimeritare , Ri*
starare . Lat. referre . Gr. a VTiJiOOvai.
Bocc. nof. 8^. 9 Deb t perchè non mi
vuo* tu migliorar qui tre soldi T non cre-
di tu eh* io te gli possa ancor servire T
Er, Giord Pred. S. Che perchè egli venga
per aver del tuo, noi dei però cacciare,
che egli il lì serve molto bene.
§. X. Servir di coppa, o di coltel-
lo, vale Fare altrui da scalco, o da cop-
piere , servendolo alla mensa. Lat. mini-
strare . Filoc. 2- 204- Il giorno , cbe
novella sposa sarete , e appresso tanto
quanto la vostra festa durerà , di mia
mano della coppa vi sei virò. E 208. Il
quale quel giorno il serviva dovami del
coltello. G. F. 4- 2- 6> Il He di Uuem-
me, che *1 serve della coppa. Diltnm. 2.
23. De' quattro 1' un gli sei ve di taglieri,
L'altro gli porta davanti la spada. Pecor.
g. 3. nov. 2. Sì pose per donzello con
questo Lapo , marito di questa madonna
Isabella , e servivalo di cidletlo . Morg,
16. 34* ^ simpre di sua man seni 'I
Marchese ec. Di coppa, di coltello, e di
credenza .
§. XI. Servir di coppa, e di coltello,
fi^uratam. si dice del Fare a uno ogni
sorta di setvitù, Servirlo di tutto punto.
ì^aX, ad nutum omnia percgere. Gr. a'xpi-
^•9TaTa douWu'ctv . Lasc. Spir. 1. 3.
Andìanne , eh' iu credo avere a essere
nella mia beva, e servirollo di coppa, e
di coltello.
§. XII. Questa cosa ser%e a questo ,
cioè S' usa e s* adopera a questo , e ha
facoltà di queftoj come il fuoco serve a
scaldare . Lai. conducere , prodesse , ho-
num , vel utilem esse . Gr. ÌU3(T()i(Ìv .
« Dav. Colt. 173. ( Comin, l"54 ). L*
uve delle pergole e degli orli >■ bene che
siano grasse, avendo ■ ser\ire prr man-
giare , e non per vino . GtU Sport. 5.
5 E R
4. Se io fo opera cbe e' servino per iBs
dola. (Min)
§. XIII. Servirsi d'alcuna cosa, i^aia
Adoperarla, Usarla. Lat. uti , adhibera.
Gr. xp^sOai • Circ. Geli. i. 20. Se ve'
volete servirvi delle nostre pelli, e'vi bì*
sogna conciarle: i nostri peli \i bisogna
filargli , tessergli , e far loro mille altr*
cose, innanzi cbe voi gli riduciate di ma-
niera, cbe voi possiate servirvene. # Red.
Cons. 2- 18 Una cosa sola voltniieri pro-
porrei; che non si facesse scrupolo di servir-
si di quando in quando di qualche gentil
minestra. (C)
# g. XIV. Servirsi d* una persona ,
vale Disporne a proprio utile , Coman-
darla. Cor. tett. 1 79. Me li sono of-
ferto , e me li darò prontissimamente , e
sempre che sì vorrà servir di me. (C)
^ §. XV. Servir la metsa, vale Servire
il prete die dice la messa , standogli vi-
cino per rispondere secondo il rito , vol-
tare il messale, pusentargli il vino, Pae-
qua ec (C)
tf %, XVI. Servire, assolutam., talora
vale presentare di ciò che è su 'la tavo-
la. Fior. S Frane. 3^. E beato si ripu-
tava chi più cose potesse portare , o più
soilcciumente servire. fC) Fit. SS. Pad.
2. 371. Vedemmo anche ec. nn giovane
di mirabile pazienza , intantocbè servendo
egli un giorno a molli SS> Padri ec. per-
chè non recò lo frrgolo coti tosto . 1'
Abate Paolo per mostrare a tulli la sua
pazienza , si gli die si forte guanciata ,
che s' udì mollo dalla lunga. (F)
f * g. XVII. Servire innanst ad alcu-
no, vale Strvirlo a tavola , P^rf^erglì la
lii-anda che ■■ sulla tavola. Ficr. S. Frane.
3^. Eziandio i cavalieri, e li baroni, e al-
tri gentili nomini cbe veniano a vedere ,
con grande umillade , e divozione servi-
rono loro innanzi . (J')
# g. XVIII Servir le tavole , dicesi
de' famigliari che servono t padroni a
mjnsa . - Bocc. introd. .^4- ^* vivando
ec. vennero, e finìuimi vini fur presti, e
senza più , chetamente gli tre famigliari
servirono le tavole «. (F)
# § XIX. Servire, parlandoti di mili-
tari, %ale Esercitar C arte delta miliiia.
l'arch. Stcr. Con patto che non potesse-
ro in quella guerra servire Ccotro Cesare,
die loro licenza. (C)
*f %. XX. Servire, seguito da una dì
queste preposizioni I**r , Di , Da , vale
Far le ^■ecl di. Tener luogo di , o timi-
le. (C)
« §. XXI. Onde Setvire di zimbello,
o per limbello, dtcesi Jiguratam. di Per-
sona che Serve altrui dt trastullo , di
fpasso. Matm. <). 66. A tulli questi ser-
ve per zimbello, Senza cbe mai vi badi ,
o se n' avTpggìa. (C)
# §. XXII. Servir per luce mi ere, JS-
guratam. vafe Intervenire in alcun fatto
senza utile, o interesse proprio. F. W-
CEHMERE. CO
# SERVISO. /', A. Servizio. Lai. tar^
vitium. Gr. So\iXt\jpa. Frane. Barb.CS*
7. Pon cara , rbe in ogni opra Ch« fa*
davanti a luì, ovver smise. Ti convicD
pensar fiso A quel cbe fai . (*) E aSl.
a4' Far^e sul per te lo serviso. (F)
3> SEHVlTIbSIMO. Superi, di Servi-
to. C^s. Lett. Gualt. 222. E poiché
qnel M. pelIcgrÌDo serve bene S. 5. R*-
verendiss. 10 nìi chiamo servitissimo aiH
co da questo. (ì')
SERVITO^ Sust. Muta di tit*ende. Lat.
missus. Gr. fpt9t;. Buon. Fior. 5 4*5.
Ci portò gli antipasti De* berliogosiì colla
inelaraoce er , Ver darci poi *1 servilo a
soliiDAto Coudito e 'nsuccheralo. E 5. 5.
I. Che confriioni e paste e cologoali Ac-
couipagnin servito per servito.
s E n
§. Per Servitio , Servitìi. Lai. servì-
cium , fantuliitits ■ Tac. D(*v» Allogando
Urola anni di servilo, e più. ^ Scgr. ftor.
Legttz. S/orz. 2. E se paressiao segoi con-
trari oon r aver salisfatta del servilo suo, e
COM ec. £ 4- E 1"*'"" che fussi per l'a-
re cooteota quesU Madonna credo sa-
rebbe sirurarla prima dal servilo vec-
chio. (TC)
SEnvITO jidJ, da Servire. Eocc.
Vii. Dani* 2a5. Servile le prime mense
di ciò che la tua pic^ìola eia poteva ope-
rare, puerilmente si diede cogli aliri a
Irailullare. 31, !'. i. 66. DbsoDO che di
quel luogo ooo sì partircbbuno, se prima
oon fossooo p>)g-iU de' Iure soldi servili
(cioè , guadjguati, merilati) . Buon. Fier.
3. 1. 5* O di donna, o d'amico, o di si-
gnore, O luogamcDte amala, O gran tem-
po servita (cioè, corteggiata) .
t? §. L'sser, o Restar servito dì fare,
o a fare una cosa , vale Compiacersi ,
Favorire, Far grazia. Esser contento di
farla. Bern. Ori. 6(\ l^'i. E poi eh' eh-
ber pregato che servito Fosse a tor(,'Ii con
euo, il giovanello Rugger acceila il lor
cortese ioviio. Salvia. Pros. Tose, i 198.
Sì compiacessero , o per dirla alla Spa-
gDuola, fussero serviti di ritlettere ec
Oalil, leti. Uom. HI. i. 71. Rciii fral-
taoto l'A. V. S. tervila di condonare al
mio compassioDevole slato la dilazione di
qualche giorno nel porre ad efietto il suo
comandamento. (C)
J SERVITORE. Lo stesso che Servi-
dore. Lat. servus, Jamiilu.v. Gr. tìoùJio;.
* §. I. Servitore, ì anche termine di
ceritnonicì, e vale Affezionato, Dispost<ì a
render servigio, 1* Cas. Ittt ^0. Lo alle-
verò servitore di V. S- Illustrisi, insieme
con i miei. E 56. Riceverò per molto fa.
vor dì lei, che le piaccia fare alcuna men-
■ioDQ di me alla Slaesla delta Regina , e
farle conoscere uno ìuutile, ma dedito suo
servitore. Bed. telt. a. 36. Mi rìcoidi
servitore a tutti cotesti mìei sìgaurì e pa-
droni ». (C)
* §. II. l'ostro, suo, o simile, ser\i-
tore i mantern di cirimonia colla quale
ti suol terminare le littore, Cas. leti. 5^
Servitore di V Sig. L' Aicivescovo di Be-
neveolo. Bed. feti. lO.i. Tiri dunque in-
oaoti VS. lUustriss. e continui il suo af
fclto al ?uo vero serviiure, (C)
* § III. Servitore^ talora vale Ser-
vente, Amatore. Pecor, g, 2|. Ball. Va,
ballata amorosa, al mio servente, ti qual
mi porta tanto vcio amore : Digli che
sovr'al tutto i' I* avrò a mente, Peich'e-
gli è bono e leal servitore (BJ
i SERVITORINO. Dim di Servito-
re. Lai. servulus. Gr. Ocuiapiov. Benv.
Celi. yit. I. 363. Lo facevano contare a
quel Cencio mio servitorioo. -'? Jlfigal.
irtt. Uom. Jll. 1. 329. Non so quanto
uoiformità avrà potuto servare in questa
(scena) dove mi ha veduto passeggiar le
lastre a piedi con due servitorinì le^li
lesti. (C)
SERVITRICE, l'erbai, fem. Che ser-
ve. Lat. Jimula, anciìla , cullrix, mini-
stra. Gr. &£p5t~octv«. Amet. 33. Io sono
di nobili parenti discesa, sr^rvitrice dì Fal-
lacie , a tutto '1 mondo reverenda Dea.
Fir. As, 128. Noi, delle quali tu sola
ascolti le voci, preste servitrici a' tuoi bi-
sogni , con gran diligenzìa ti ammini-
streremo tutto quello che ti sarà di rae-
sUero.
t J SERVITÙ". SERVITUDE, SER-
VITUTE , e SEivyiTUDlNE . Servag-
gio , Lo stalo di coTui che serve . Lai.
Mtrvitus . Gr. <?Ou)!t'a . Petr, cap. 6.
rieuoD di servitù giammai si duUe, Medi
morte, quanl' io di liberiate. Oti. Com.
Jnf. 5 8O' Consigliò di veodicare la morte
SER
dì Lanmedoote e dì tre suoi figliuoli, e
il canivaggio e servitudine d' Esiona. lìocc.
Lett, }'in. B^'SS 25^. Hanno in miseria
tirata, e tirano in serviludiuif la cttlà.
Frane. Sacch, noi-. I93. La signonia vie-
ne in 6ne in servitule. Maestrtizz. 2. 3o.
6 I^Ia non è così, se ella e serva , o li-
berala da servitudine. '^ Car. h'n. 12.
.196. La patria perderemo? e da stranieri
£ da superbi in servìtute addoUi , Preda
e scherno d* altrui sempre saremo ? (Bj
si* g. I E ili senso mtralc. u J'nss. 23g
Quel che sì dovrebbe levare in Dìo , le-
vaIldo^ì in superbia, cade, ed i? sollomcs-
so alla misera servitù del vizio. Tcs. Br.
2. 2^. Qui dice il conto , che M nostro
Signor Ge&ù Cristo venne in questo se*
colo per ricomperare r umana generazione
delia servitudine , in che ella era , dellì
dcnionii dell* inferno. S Gio. Orisost
170. Uscire della servitudine vilìssinia
della l'.'ssuria ». (C)
t §- II. Servitù , vale anche Siiggez
sione. Lab. ^i. Da questo innanzi sem-
pre una redazione in servitudine l' essere
obbedienti si credono.
^ §. Ili Servitù, è anche termine dì
cerimonia, e vale Affezione. « Cas. lett,
10 Nel che io nou mancherò di usare
ogni fatica e diligenza come soa debitore
di fare per la servitù ch^ le porlo. Plut.
Adr. Op. Ufor, 2- 23g. E forza che spen-
dano in conviti, facciano servitù, dL<nìno,
trattengano soldati e comprino gladiato-
ri. (Cj
§. IV. E Jì^uratam. per Obbligo, Le-
game. Fine. JUart, lett. 3. Ne sperate
che io tenti colla risposta del sonetto il
mar delle vostre Iodi, perchè soo tali, che
spaventano H libertà della prosa , non
che la servitù della rima.
§. V. Servitù, vale anche lo stesso che
Famiglia, nel signijic. del %. IV.
S VI. ^ Servitù, termine le.:ale, è un
Diritto fondato sopra luogo stabile a prò
di alcuna persona, o d'altro luogo stabi-
le. Lat. servitiis. Gr. coulsi'a. Maestruzz.
2. 3o. I. Ne anche nelle incorporali, co-
me si è azioni, e servitudini.
•f '^- SERVIZU. r. A. Servizio. Fr,
lac. T. 1. i3. 2^. L'altro capo è I' ava-
rizia. Che '1 cor tiene io sua serviiìa. ^^''^
t SERVIZI.\LE. Medicamento liquido
composto di vnrii ingre'licnti, che s' in
traduce in corpo per la porte posteriore
mediante un istrumenlo detto Canna da
lavativi. Lai. clyster, clyslerium. Gr.
xijffTrj'p, x)uijT';'ptov. Bern, rim. 1. 8
Io vi scongiuro, se voi mai venite Cbia-
mato a medicar quest'oste nostro, Date-
gli bere a pasto acqua di vite , Fategli
fare un serviiial d'inc^ostro. Buon. Fier.
3. 2 6 Che medicine ognora e servìzia-
li, Mudali e mili e cataletti sogno. E 3
^. 4- Percb* ei non v'abbia a gettar ora
in farcia Quei serviiìalì e quelle medici-
ne. 3fenz. sat. 4- Che sì, ch'io aspetto
ancor che lo speziale Meco contenda del
Pierio alloro In quel eh' ei mette 'o caldo
il srrvtziale.
SEKVIZIALE. Servìgiale. Lat. famn-
lus, Jamiila, Gr. Sspa~6jv, àspst'iTacva.
Dani, t'it. IVuov. 20. La terza è quasi
una servizì;i]e delle precedenti parole .
Bui. Purg. 3|. 2. Per sue ancelle, cioè
per sue servìzia:i.
* SERVIZIARIO. Uomo di servizio.
Borgh. Fesc. Fior. 525. Tutti questi
vassalli, fedeli, 6itaiuoIi, e, dirò così, ser-
viziarìi, restassou liberi. (P'J
SERVIZIATO. Add, Che volentieri/a
servizio. Lai. ojfìciosut. # Dati Lrpid.
84> Incontrò un terrazzano, che li pro-
pose L. Bart. uomo serviziato, ma dal gio-
vane non conosciuto. (Min)
SERVIZIO. V. SERVIGIO.
SER
nG5
* SERVIZIOLO. Dim. di Serviti 0 j
Piccolo servizio Fìott.Dial.i./acc. l'J.fBeg-
Q'o 18^6 ). Baccio er. fu sempre ec. portalo
di peso datlj Duchessa, alla quale, ed alla
sua corte faceva regali, e rendeva mille
servizioli, (CP)
•f * SERVIZIONE. Accresci!, di Ser-
vizio, o Benrfizio di (grande importanza.
Forfig. Bifciard. 3. 66. Ma mi faresti il
bel servizione A non mi porre nell'ocra-
sione. (A)
* SERVIZIUCCIO. Dim, di Servi-
zio. Lai. ppel/a. Orai. Gr. TTpayjuaTtov.
Segner. Fred. 2. 5. Cortesie minime, ser-
viziucci da niente non sì possoo oggi da
veruno ricevere (')
SERVO. Sust. Colui che serve, o sitt
per forza, o sia per volontà. Lat. servua,
famuliis. Gr Jjù^o^. Dant. Inf. 22. Mi A
madre a servo d'un signor mi pose. E
Pnr. 21. Ma l'alta carità che ci fa serve
Pronte al consiglio che 'I mondo governa
Sorteggia qui. E 2\. Come *] signor, eh*
ascolta quel che piace. Da indi abbraccia
'I servo gratulando. Bocc. nov. 16. i4.
Vide le lagrime niente giovare, e sé eiser
serva con loro insieme. E nov. An. 3,
Come che egli a guisa di servo trattalo
fosse. E nov. 94. J7. Signori, questa
donna è quello leale e fedel servo, del
quale io poco avanti vi le* la dimanda.
Cr. S, Gir. Quelli che tieue li suoi pec-
cati di qui alla morte, non lascia unque
mai lo peccalo, ma Io peccato lascia lui,
che non lo vuol più a servo. Tratt. segr.
COS. donn. Tengono in casa molti servi e
molte serve.
SERVO. Add. Di servitù. Servile. I.2t.
servus, Gr. JouJ-l/o'^. Petr. son. 267.
Quella , per cui con Sorga ho cangiato
Arno, Con franca povertà serve ricchezze.
^ Tass. Ger. 5. ig Signor che nella
serva Italia è nato I (N)
SESAMO. 7'. SISAMO.
•f SESAMOIDE. Sorta d* erba che
nasce nei paesi caldi , e sabbìonosi , ed
ènne di due sorte, la maggiore, e la mi-
nore. Lat. sesamoides, Volg. Diosc. Que*
d'Anticira chiamarono elleboro la sesa-
moide maggiore. E appresso : La sesa-
moìde minore ba il gambo alto una spanna.
*t ^' §• SesamoiUe . Termine degli A-
nntomìci, Diconsi Sesamoidi , o Sesamoi-
dei, certi piccoli Ossicelli di varie fgure,
e particolarmente quelli che si trovano
involti ne* ligamenti di alcune articola'
zioni. (A)
* SESAMO IDEO . Sesamoide, nel sta-
so del g. Imperf Anat. i85. Nelle nocca
delle mani e de' piedi sono alcuni ossi-
rellì piccolissimi detti sesaraoideì, perché
s* assomigliano nella forma e nella picco-
lezza al seme del sesamo. (F)
* SESCALCO . /'. A. Siniscalco .
Frane. Batb. 68- 21. Sescalco che ram-
pogna Palesemente E 69. 3. Sescalco
vantatore Dispiace. Tesar, Br. Egli è detto
celatamcnte per lo spsralco del Re d'In-
ghilterra ; sì come vi sì pensava d' usar
tradimento. (F)
•? SESCUPLO. Add, Sei volte mag-
giore. Cai. Meccnn, 6i3. Se vorremo cre-
scer la forza in proporzione sescupla, bi-
sognerà, ec. (J }
SESELI, e SESELIO. Sorta d* erba.
Lat. saili. Gr- eiseXt, osisio'?. Bicett.
Fior. 65. Il seseli ba le foglie simili al
finocchio, ed il fusto più grosso, e l'om-
brella simile air aneto. E appresso: Que-
sti segni attribuisce Dioscotide al seseli
Massiliense. Soder. Colt, ll5. Once noa
e mezzo di seselio.
f * SE SOLAMENTE . Congiunzione
congiuntiva, che vale Purché. Slor, Bari,
86. Voglio addomandare penitenzia de*
miei peccali ch'io abbo falli, i« solaisen-
U66
S E 5
S E S
S E S
te la misericordia di Dio mi degni rice-
vere. (V)
■ * SESQUIALTERO. À:f;iunlo di pro-
porzione, (Iella E niotia Lai. sesquialtir.
Gr. T-aialio;. l'arck. Giuoc. Pili Ag-
guagliaDdj sei a nove, e otto a dodici, sì
fa la proporzione sesquialtera, cioè la Jìj-
peote. Gal. Di<iL tmt. he. 5^5. Le moli
di'! qujli sono Ìq sesquiittera proporzione
delle lor super6cie /? 5'|i. Quesia ragio-
ne, dico, nnQ mi [Kireva concludente per
poter assegnare iuridicamente la dupla e
la sesquiallera per (orme naturali della
diapason e della diapente. E appresso .*
Non mi pareva scorger ragione alcuna ,
per la quale avessero i xagjcì lìlotufi a
stabilir la forma dell'ottava esser più la
dapla che la quadrupla , e della quinta
più la sesqu altera, che la dupla sesifuì*
quarta. E 5\^ I tempi delle quali sono
io proporzion sesquialtera. (*)
!? SESQUIDO»*PIO. T-rr-n. tU'MaU-
niatici, T^iCTf Ragion sesqjid'>i'pÌ3, Qu^ìn-
do it ma-^^ior termine contiene d'ie volle
e mezzo il minore: tale è fa ragione di
Cinque a due» e di quindici a sei, (J)
* SESQUIOTTAVO. Trrm di Pro-
pontone j e si adoperai anche da' }f usi-
ci. Gal. Vial. mot. Ìjc. 5J3. Nel taono
lesquiuttavo per ogni nove pulsazioni una
sola arriva concordemente a percuotere
coli' altra della corda più grave; tulle 1'
altre sono discordi. {*)
:;: SESQUIPEDALE. F. C. Di un
piede e mezzo. Lat sesqitiprdiHs. Gr.
fiì/'Xi. farcii. ìez. 60|. La poesia de'
quali era piena di parulp composte e lun-
ghe chiamale da' Latini sesquipedali, ciot:
d* un piede e mezzo. (*)
* §. E ftt:nratmi, Smimrati. Cff, /eli,
I. 11. Uno di qu--sli He è sialo M. GÌo.
Francesco Lione, il quale si trova ( come
sapete) un naso sesquipedale. (")
* SESQUIQUAKTO. Ttrot. di Pro-
porzione. Di una volta, e un qitirto. Lat.
sesquiquartur . Gr. eTttTs'rasTo;. Gaf.
Vial, mot. he. 5'|i. Dis')j;na duplicar la
proporzione scsquiallera pigliando la du-
pla scsquiquarla , ce E appresso: Non
rai pareva scorger ragione alcuna, per la
quale avessero i wgaci filosofi a stabilir
la forma dell* ottava esier più la dupla
che la quadrupla , e della quinta più la
aesquialtera , che la dupla sesquiquar*
ti. (•)
5? SESQUISESTO. Ttrm. di Propor-
zione* Dt una volta, e di un .testo. Gal,
iett. Cosi si fa manifesto cbc la velocita
per A. C non sarà più doppia della velo-
riià per k. B ma sesquìsesta, cioè la setta
—parte solamente di |iiù. (Ai
* SESQUISETTIMO. T>rm. di Pro-
porzione. Di uni volta, e un srttimo,\.z\.
sftqitiseptiutut . Gr. trzufi^opto;. Gal.
Macch. sol. l6t. Po*to cbc una macchia
traversasse il diametro del Sole in uà
tempo scsquisettimo al tempo di-1 passag*
gio di un'altra, ce. (/t) E appresso : Su
tirala la D L E parallela alla A C, e di
una sfera che, rivolgendosi intorno al So-
le, porli le macchie, che traversino la ti-
nca B A e la L D , e quella io tentpn
sesquiscttimo al tempo dt questa , ec. {*)
•f # SESQUITEII/O . Termine di
Proporzione, Hi una volta, e un IrrZ'). Lai.
setquiterlius.Gr.irtÌTJiTOi, farcii. Giuoc.
Pitt, Agguagliando otto a tei, e novo a
dodici, si fa la proporzione sesquilerza ,
rioc la rnnsonanza dialeuaroii. /'.' Ercof.
itì'l. l! tempo d' un movimento al tempo
d* un altro movimento ba neressanamen*
te alcuna proporzione, o doppialo se-
squialiera, o sesquitena* er. (*)
SESSAGENARIO. Jdd. Che hn ses-
santa anni. Lai. scxagenarint. Gr. tfij-
xovraiTTi';. Car. lelt. a. 2^!\* Lo slato
mio non solo è scusabile . ma eompaisio-
nevole, essendo ormai sessagenario-
$ SESSAGESIMA. La domenica che
precede la Quinqua-^esima. f/4)
* SESSAGESIMO. Atd. Lo ttesto che
Setsantesinio. Pisi. S. Gir. ^8l. Non è
simile lo suo fratto, cioè sessagr'simu. (fj
SESSAGO.no. Figura gemtncn di
sei fati, 0 sei ansoti. Lai. sexmgnlunt,
Gr. c^atywyov. Ltb. cur. malati. Nella
carta bianca, alluminala di verde, scrtri
il seisagono, e entro il sessagooo segna la
stella di Mercurio.
<: SESSANDUESIMO. Md. Some nu-
merale ordinalivn di sessanta e due. Jìocc.
Com. Dant. Inf. (Ai
* SESSANGOLAKE. Aid. Di sri an-
goli. Bari. Pov. Coni. c. 8 Elle ee. in-
tendono per Datura, che delle figure iso-
perimetre ch'empiono spazio, niuoa ve
D* ba più capevole della sessangolare. (Sj
* SESSANGOLO figura geimetric^i
di sei liti, o sei angoli; S-'rta^jiu Sii-
i'irt. Mal-n, La sesia, oil fare il cerchio,
apre tanto quanto il lato dt-1 sess^ngolo
inscritto nel cerchio; e perciò ec (fi)
SESSANTA, yomenunterale, chf co.tie-
nesei diecine. Lii. sexasinta Gr. i^tì aO'^tu.
G. f. 8. 5\. 2 Questo Piero era testitor di
panni, povero Uomo, e piccolo di perso-
na, e isparuto, e cieco dell* uno occhio, e
d* elk di più di lessaoia anni. E num. t).
V'era dentro il balio di Bruggia , e da
sessanta sorgpnti del Re. Crontchett d'A-
mar. 5j. L* altro Consolo apparecchiò il
suo navilio, ch'erano trenta navi, e andò
a combattere con ìot<ì, cb' erano sessanta.
^ %, Sessa-'itj, o Retto, diceti al giuo-
co delle minchiate il Sumero di sestanfa
punti, che si se^na al!' avversario con al-
tnttnnti punti, quanti sono i tessantit che
si contano (A)
SESSANTAMILA. Some numerate, che
contiene srssanti mii^liaia. Lat srxaginta
milliot Guicc. Stjr. 5- Si accordò subito
con condizione di pagare sessaoiainila du>
cali a* vincitori.
* SESSANTAQUATTRESIMO. Some
numerale ordintti^o. L'ultimo, a Uno di
svssantaquaUro, Lai. texagìsimus qunr-
tus, Gr. i^r.xoiTQ^ tì'tksto;. Gal. DiaK
mot* toc. 535. La sna mole è solamente
la sessanlaquattresìma. (*}
* SESSANTESIMO , e SESSAGESI-
MG. Some nn-tterali" ortlinati^'O. L'ulti-
mo, o Uno di sei.ttntn. L.it. tcragesimut.
Gr. ì^fìAOtTo'i. fìeml. Star, i, i. Neil'
anno della mia vita sestantcsiipo. ^/'^ Se-
gner. l'iccd. I. IO. 6. in qualuu.rie
minuto secondo , che e la sessantesima
parte di un minuto primo. (S)
^ ^ E in forza di sust. vn'e la Ses-
santesima parte. Gii. Sacg. ^'(ì. lo ho
voluto servirmi d* una biLiniia ài sag»ia-
tori, rbi' sono così esattr*, the tirano a me-
DO d* un sessantesimo di grano. (*)
SESSANTINA. ^)«iHM/à di srsrnnta.
Lih. Son. 8t. Poi per mttlo ti getti. Se
non li [;iova la mia nu>diciua. Che 6i di-
fetto della sessanliua (cioè, dell'eia di
sessanta anni).
SESSENNIO. Ln spmsìo di sei anni.
Lai. sexmnium. Gr ifxSTi'a LHi. cur.
fef'hf. Si osserva che la t|uar(ana taltolta
arriva cootiauaudo al quinqueanio, e al
irtsennio.
SESSIONE. Congresso. Lat. ronrrff
sut, Gr. 4uvi>>iist; . Gal Sisl. 5^. Se
vogliamo dilfenr questo discorto tra gli
altri ch'> siam convenuti rimaner*» ad una
p.trticolar sessione , sar^ Tirsr ben fallo .
/'.' 217. O dilcmrle al pretenle, o almeno
datemi ferma parida di farne meco una
parlirtdare lession'* * 4 Gtiic,; Sior. a
J2a. In un'altra seuionr, che fu tenuta
il vigesimo settimo gioruo di SeItcmbrc
intimarono il concilio per il principio di
Marzo prossimo a Lione (L)
SESSITURA. Pifcatura che si fa per
lo più da pie alle vrtti , fermandola col
Cucilo, per itcorciarle, o allungarle a mi-
sura del hiso«no , Lai- lactnite. Gr. Tcx-
pVfì- Er. Giord. Pred. S. 27. Porta-
vano altresi le grandi fimbrie , noè gli
orli alle toniche loro a modo di sessiture.
S- As^rr poca sessitura, e iimili, figu-
ratam. si dice di Pfrsona inconsiderata ,
e dt poco sen-io. Lai. mconctnnum , ine-
ptum , inconditum efse , Gr. ajAOVSSV ,
oi/v.pixo'STOJ etvxc . Malin. \o, 34- Vn
gran villano, un uom d' el'a matura ce..
Che , perrh' ei non ha troppa seuitnra
ec , Innanzi se gli fece addirittura.
SESSO. L* esser proprio del maschio,
e della femmina , che distinsue t' uno ,
dill* alo-o. Lat. srxus. Gr. ys'vs; . Lab.
i32. E quetto csecr^bil sesso feoamineo
oltre ad ogni altra comparazione sospet-
toso e iracondo. Cr. 5. 23- \. La palma
d'una virtù e potenzia non viene a per-
fezione , si per lo sesso , ovvero natura ,
che in esso è più distinto ebe negli altri
arbori , e al per la dehititj del legno .
Frane. Sacch. nov. l3. E qui li puote
vedere da quanto preno è Ìl sesso ama*
no, che d* ognt animale è fatto slima di
valuta, eccetto che dell' uomo.
§. 1. Seisy, d'Ciamj anche ad .4men-
d'ie le parti vercognote sì del maschio ,
s\ dell i f.mmina • Pata^. 7, Quando la
galla impregna per to sesso (così in al-
cuni tettij altri leg:;ono fe»so). ^ March.
Lucr, lih. 6. Altri temendo Gravemenle
la morte il viril %tao Troncar col fer-
ro, (fjr)
# §. II Sesso , fu detto anche per
Cenere nel senso del j* V. Salv. Avfert.
3. X 12. Non pur quanto è il senso ec.
ma nella voce ancora il genere Df>ulrale,
tuttoché speziale ariico!o non abbia per
questo sesso , si truova pur non poche
volt** nel toscano idioma. <C)
# §. III. Sesto, per Ano. Benv. C^ll.
fit* 2. 56i. lo sentendomi ardere il «es-
so. Tolsi veder*» che cosa la fussi. E 56^.
Qo«-l silimiio mi aveva di sorte arso il
budetli> del sessD , che io non rileoevo
punto lo sterco. (Ci Red, Iett. Si faccia
non di rado qualche piccolo scbinello
nel %*-iso ce. per corrugare le emoroi-
Ai.J.d)
V SESSOLA Strumento da raccoglir-
re acqua . Ang. Metnm (). 201. E con
sessole e spugne empì^in le secchie (B)
•f SESTA . e SESTE - Strumento di
misurare , così detlj perchè l' apertura
delle sue due gambe misura in rei volte
con poco ditcrio lì circonferenza d ti Cir-
colo che si df'sc'ive; Compasso Lat. ci'r*
cinus Gr. oix6/;'Tf)i. Introd. firt. Tie-
ne un freno in bocca , ed ba nell* Dna
mano un paio di seste , e orli' altra un
paio di firci. E più sotto: La seste del.
la mano significano , che chi ba questa
virtù, fa tutte le cose eoo miiura e con
senno, e discretamente. /■>. Gi^rJ, Pred.
S- 34< Siccome ti dieeisi del punto cbe
sì fa colla iniA io meno de* rireati, che
s«Q delle linee . Pittam, 1.5 Uo libro
avrà nella sinistra maoo , E leoet oflla
diritta una sesta, /.i'-. ^on 18. Fa scriva
con la lesta 0 con la iquadra Cos. rim.
hurl. |. 22. Oh fortunata vcii . che la
natura Fé' con le seste , e le bilance io
mano I
§. I. A sesia , posto avverhiel. , vaU
C'>ltr sestrj e fi g arata m. Per C appunto .
.Misuratamente . Lat. adamnrsim , ff . f . .
g. 6. /*, 8 II piano cbe oella valle era ,
Così era ritoodo , come se a sola foue
sl.>to fatto. HL f. 9. 8. Sicché quasi 10
teno a sesta fermarono V assedio.
S E S
§. II. P'irfar colf e trste, o simili , fi-
guratam. vag'iono Parl'ir con cautela .
Tmc. Dav. Sior, i. 2fi5. A mali parlili
erano io innato i PaJri , convcopnJo ta
cere, e parljr colle seste fii testo lai. ha
ne rontumai silenlium , ne tu^pccla li-
berlas ). Buon. Fier. i. ]. 7. Con le
molletle andate, e con le seste Parole, e
lorusioni or;;aniisaiido.
§. III. FHf'iar le se^tf , Jì^tirotam. t
waìe Ciìmmtmir t-ehcrniente . Lat. veloci
frtsstt tncetlere. Mafm. io 25. Così me-
na le seste , E intana di ritorno nel ca-
■lello .
SESTA. T^ome d* una lìeW Ore cano-
niche . Lai. serta. Gr. txrrj . Dinl. S.
Crei;. 3. |5. Va', e mena queste pecore
a pascere, e torna all' ora della sesta.
fit. SS. Pad. 1. 2(1. Giunse .i loro in
sall'ora della sesta Io predetto saDlissimo
Piore veilito di pelli. /Ifin. Ori. i. 16,
20. Gii è durala la balla^^lij, e dura In-
tino a sesia, dal levar del sole (qui vale
insino all'ora di sesta).
* .SESTAftO Acme dì un' antica le-
zione Komana . Borgh. Col. Mtlit, ^32.
n<'1l(> sue furono i S^slaoi , ed ì Decumani
..'oduiii. (D
SESTANTE . Strumento astronomico ,
che contiene la sesia p-irte ileUa circort'
ferenza del cerchio , come il Quadrante
.10 contiene la qumta patte . dal, Sist
3i4> Non potendo coslìiuirc il centro
della pupilla dell* occhio nel centro del
sestante (strumento adoperato netl* osser-
vare gì' intenralli tra due stelle), ma ec.
K appresso : Si viene a formar nrll' oc-
chio un angolo più acuto di quello che
si furm.) dai lati del sestante, tu appres-
to: >cì lati del sestante ce si accomo-
dano due traguardi, uno nel centro, e
r altro Dell' estrcmil!! opposta, ec.
SESTARE. Jiigtustare, Bilicare, As-
sestare . Lai. librare, acgunre » Gr. ra-
lavTi;,;iv, aTa3/iàsàori. il/. V. li. 5.
Prese una macinctia da savore ec. , e
presola a dtie mani, la sesto sopra il ca-
po di Leggieri , e lo battè in terra mor-
to, che non fé' parola. J/. Aldol-r, P. X.
189. Cxmpassó e sesto le sue parli alle
parti d* Ipocrjle. $ Z'-non. Pift. ^2. O
qual pili Tolomeo sesto del centro Geo-
metrico dico . che fé' 1' arte Ui questo ,
che cercò di fuori, e dentro. (Cj
t * SESTARiO Sortadi misura antica,
che era la sesta pari,- del co-i^io, e jer-
viva cosi a misurare le cose liquide , co-
nte le sode. Lat. sextnnus, Bortih. Ori;;.
Fir. |3". Ma quanto alle misure gene-
ralmente e* si son I>en manlcnuli spesso i
medesimi nomi romani Modio , Seslario,
Mina . Passo , Piede , Brjccio , se questo
risponde a quello che e' dicono Cubito, e
molti altri ; ma non sia però chi creda
che la cosa sia la medesima . E Vesc»
Fior. ^()5. L\. mila seslarii di vino da
distribnire. (l')
# SESTE. V. SESTA- (•)
t^ SESTERZIO . Sorta di moneta a/i.
tica romana. Se^ner. Crisi, instr. i, 26.
13. Con la sua compagna fu ^ipprezzata
f mna perla ) da centomila sesterzi , cioè
dire dugento cinquantamila de' nostri scu-
di. (•) Baldin. Lez. png. 6. (Fir. i6q2).
Qaaodo V occhio dello 'mpcradore dal
concetto, che nel quadro appariva espres
»o. ec. il Tolesse recusare, allora fusser-
gli dati io contraccambio mille grandi se-
steraìi, che, secondo il comunemente ac-
cettato computo, fanno il numero di ven-
(iciaquemila romani ^scudì. (Bj
•f SESTIERE , e SESTIERO . Sorta
di mi'ura di vino . Lat. sextarius . Gr.
{/«tv;;- Cr, 4- 4'* ^' " ^*°<* ''i quel di
di*ealerà chiaro e buono , se dieci gra-
nelli di pepe ec. metterai in sei sestieri
S E S
di vino . E 5. l3. g» In ciascun sestiere
mettono una libbra di mele , e nel pre-
detto vaso Io conservano.
§. Sestiero, si dice anche in Fiienze
Ciascuna delle sei parti, nelle quali per
comodo di gOi'ernO e divisa alcuna città.
Lai. sex regiones ut bis . Pin. Comp. j.
5 II detto uficio fu crealo per due mesi,
ec ; il quale finito , se ne errò sei , uno
per sestiero per due mesi . Buon. Fur.
|. 2 5 Sei son l'insegne, e sei voi ca-
pitani, Cbè divìsa in sestieri è que.sta ter-
ra ;E siccdme ha ciascun sestiere un pro-
prio Suo capitano, ha tilul proprio.
5 SESTILE. Sesta parie della Circon-
ferenza ilei ccchioj e .fi dice propriamente
quando le distanze delle stelle tra ili lo-
ro seno 60 gradi , 0 due scf^ni del Zo-
diaco, cioè la Si'sta parte di tutta la cir-
con/iTenzn, Lat. seTiilis. Lih, AstioL E
se volessi sapere il ritto sestile Ira il ser-
bato del luogo della stella, e dove verrà
il conio, esso sarjt lo luogo del gilla-
mento del suo raggio rìllo sestile.
* §. I. ^ in J.rza di Add. .. 6". V.
II. 2 4' '' Sule in lai congiunzione si
trovò assediato infra le due infortunate ,
cioè Saturno e Mars , congiunte insieme
per sestile aspello ». (C)
* g. IL Vi sestile, posto avierbial.
vale In modo Sestile . •« Buon, Fier. A .
4> 2. E lo guarda a traverso e di sestile
(qui per similit,) i, (C)
§ HI. Ststile , voce lat,, è anche il
Mese detto aftrimenti Agosto, ha^i. sexii-
lit , A<'!jii5iHs . Gr. auysu^ro;, Ar. sat.
5. Erano allora gli anni miei fra Aprile
E Maggio belli, ch'or V Ottobre dietro
Si lasciano, e non pur Luglio, e Sestile.
t' %. IV. KaniUirada Borgh. Fast.l^'^l.
Il giorno delie calende sestili. (J)
SESTINA, Canzone lirica, per lo più
di sei stanze, e di sei versi d'undici sil-
labe per istanza, l'ultime parole de' quali
sono in cinscheduna stanza le medesime,
col ritornello , o coda di soli tre versi ,
che tutte le sei parole finali comprendo-
no , ed oy/il primo verso di ciascheduna
stanza termina coda parola medi'Sima ,
colla quale termina l' ultimo verso della
stanza antecedente- Fir, Bag. i^V f u .
rispose la Reioa , una di quelle canzoni
che i poeti chiainan sestine, in così basso
suggello tanto elegantemente composta ,
che io non posso non me ne mara\igli.ire.
Berti// pros. I. 18 SJcrome si può dire
delle sestine, delle quali mostra cbe fos-
se il ritrovalore Arnaldo Daniello . E 2.
70. Sono medesimamente regolale le se-
stine . ingegnoso rilrovamenlo dei Pro-
venzali compositori. Cant. Cam, 429. Di
compor madrigali, Canzoni, stanze, sestine
e sonelli , Nun hanno par , benché sten
giovinetti.
t 3 SESTO. Sust. misura. 1^2t. mensura,
modus. Gr. pzTfOv, Buon. Fier, 3. J . Q
Oh che fronte 1 t^b che occhi fuor di se-
sto ! Car. lett. 1. loft. Intendo che la
borea torna al suo sesto, e l'oieccbio fa
r u6zio suo . V Be/lin. Disr. 1, i.^5. lo
veddi che era possibile cbe 1' ossa stesse-
ro fuori di sesto fra di loro, e col terre-
no. (Cj
t § I. Sesto, vale tinche Ordine. Lat.
ordo. Gr. Ta'ft? * I)av. Scism. 6.3. Per
dare qualche ordine alla religione , gì'
Imperiali fecero dieta in Ralìsbona . (Cj
Buon. Fier |, [^, 6. Giacché quel tanto.
Che di seslo può darsi Alla ronfusion di
questo lungo ec. , Per me >' è messo in
ordine .
# §. IL A sesto, o In seslo, locuzioni
avverbiali, che si usano co' verbi Mette-
re, Pcrre, e simili, e valgono In ordine,
In assetto, o simile. Car, leti. ined. 1
80. Si pratica di porre a serto la casa .
S E S
1167
Maini. I. i5. Ma quanto aveva tolto Di
t|uella cassa , ei rende , e mette in se-
slo (C)
* §. III. A setto, vale anche Oppor-
lunanunte. Car. leti. Farn 3 7, Vostra
Signoria ha due 6gliuoli , un maschio e
una femmina: ec. e alfine mi SOD risolu-
lo, che maritandoli con due altri, che si
ha messer lacomo lacobacci, non potrebbe
far cosa elle tornasse più a seslo . (Min)
'^' g. IV. Sesto , irt/fl anche Biparo ,
Bimedio , fia. Modo, m Sali: Cranih.
2, ì. Granchio , eli* ba mille Diffirulti !
Gr. Noi le mozzerem tulle. Non dubitar -
noi ci troverrem sesto, «i Lasch, G*!os, 2.
4- Se voi m'aveste da principio conferito
questa vostra pratica, ci piglierei io qual-
che sesto « (C) Ar, Fur. 23- 85 Coro*
può il Sararin ritrovar sesto Di finir con
su' onore il fiero invito? (FP)
'\' g. V. Sesto, si trova anche in senso
di Compasso, di Seste. Dittom. i. 6.
Più e più luoghi alpestri , oscuri e cavi
Poi mi mostrò , formando col suo sesto ,
Cbe al mondo son pericolosi e gravi. Ca-
si quel padre e lume d'Almagesto. (]ff)
t §- VI E Jìgutatam. Dant. Par. ip.
Poi cominciò: colui cbe volse il seslo Allo
siremo del mondo, e dentro ad esso Di-
stinse tanto occulto, e manìfeslo.
§. VII. Sesto, teim. d* Architettura ,
per la Curvità, 0 Botondìtà degli archi,
e delle volte.
'.' g. Vili, Archi di grande, e di pie-
col sesto , dicon.fi yli Ardii grandi, o pic-
co/i, cioè di lungo, 0 corto semidiametro j
e dicesi Sesto dal distendersi sei volle
sulla circonferenze!. Quindi è, che alcuni
archi si chiamano A tutto sesto, cioè, d'
un solo arco di circonferenza, e per con-
.fequenza con un sol centro. Alcuni si di-
cono A sesto acnlo, cioè, di due archi che
s' incontrano, fatti in due centi i. (A)
§ IX. Sesto, per S. stiere, nel signific.
del §. Dant, Par. 16. Gli antichi miei, ed
io nacqui nel loco , Dove si Iruova pria
r ultimo sesto . G. /'. 3. 2. 5. Era la
delia cillà partila a quartieri, ciò sono le
dette quattro parti; ma poi quando si creb-
be la cittade, si recò a sei seslora, come
numero perfetto, perocché vi s'aggiunse
il seslo d' oltr' Arno quando s* abitò . E
IO. 16 1. Si trasse in Firenze un nuovo
estimo oidinalo per lo Dura, e fatto con
ordine per un giudice forestiere per se-
sto. £' 11. 16. I. In ogni seslo della città
Destava uno, e nel seslo d' olir* Arno due.
Cren. J'ell 74- Si mossone grande parte
di que' de! quartiere di santo Spirito, che
allotta era sesto , ed era divisa la rjtl'a
per sesti: 1' uno sesto di qua da Arno, e
chiamavasi sesto d* Oltrarno; ec,
§. X. Sesto di braccio, o simili, vai*
La sesta parte . Ar. Lea. 3 7. Appun-
to mancano Due sesti, che tre pi'-di non
ponno essere.
V § XI. Sesto , è anche Term. degli
Stampatori , e Librai , e vale La dimen-
sione di un libro in altezza , e in lar-
ghezza , la quale si desume dal nume-
IO delle pagine che ciascun foglio con-
tiene^ Brd. lett. 111. Il vocabolario fi-
nalmente si è cominciato a stampare, e
viene bellissimo di carattere, di sesto, e
di fogli . (Cj Magai. Lett. Non sarebbe
egli bene che voi mi mandaste in un fo-
glio il sesto del libro, ove vanno inseriti
ec. (AJ
SESTO. Add. IS'ome numerale ordina-
tivo. Lat. sextiis Gr. exTO?. Pftr. son.
291. Il dì seslo d'Aprile, io 1' ora pri-
ma. Del corpo uscio quell' anima beata.
Dani, Par. j8. Per lo candor della tem-
prala stella Sesia, che dentro a se m' a-
Tea ricolto. Cron. Veli. 74- Aveano i
detti due sesti (d'Oltrarno, e di San Pier»
Ii6«
S E S
Schrraggio) pii. r""»' '•" P" •""
pane , e gli ificU.oUn.eaK per «.U p.r-
# e Sesto, asiutla di compagnia, o si-
miU.^ale Di sri Dmt. J-Ml-' «.!>
comp^gnij in duo li »cem> fcioe. la compa-
gnia di «', che eravamo, ». <«ma <■ r'-
.la in due, essendo parliti Dante t ì.r-
eilio, lasciando ivi II quattro poeti )- ti ;
* SESTO. Afv- 'a '"" '""■ V' I
«„o loco.X.al. Sigi. 39- *'"»''''• ''°„
„v. mo.l»r che ec, Icr.o '!■' "■ »"'»
che ei noD è nn farle ngoofi^re r;« 't'ti').
onde ingraodile divengano pia 'i»l"-
SESTODECIMO. Sedecimo. Lai. «-
Itusdecimiis. Gr. JzT0/.«i<l"»-9;- '^"'";
«n. q5. Rimaci adJ.elro il .«lodec.m
inno De- miei sospiri. Pass. i;7- La se-
«Udecinaa condixione, che .1 richiede alla
eonfessione.sii. ec. Red. Ann.t. DiUr
ll5. Tra'poeli di monsignor Allacci ec.
"sono ancora .onellidiGm.oLell. colla
coda, aTcnli diciasselle versi, che hanno
il «eslodecimu di selle sillabe.
•+ * SESTULTIMO. Add. Sesto, ed
ultimo. Buommat. Tran. Accent. cp-
V accento nella ooslra lingua e compor-
Uto .ino alla .esluU.ma . E appresso--
Potrebbe dire alcooo , che sulla quiola
e sulla sestultima .e ne Irovm di ra-
"* SESTUPLO. Adi. Clic contiene sei
volle. Tagl. Leu. Essendo il cubo ali ot-
Uedro in proporiione sestupla. (A)
+ SETA. Spe:ie di filo prezioso, pro-
dallo da alcuni vermi chiamali vilgar-
mente Bachi da seta o FilugeUi.Ltl.
.ericum. Gr. <!r,:i«v. Bocc.nov. 36. li.
Presumente per una pe». d, drappo di
,eu, la quale ave., in un suo forziere,
I, mando^. E .ov. ^2- «V T"""^ ''' "^ "
,erse cose lavoravano di lor mano, di .e
U, di palma, .li cuoio diversi 1"°'" ';
„ndo. Ol(. Com. Par. l- 2^. Alcune
"o,. sono ordinaU>.\ vestire, come cuoio
pelle, lana, lino, bambagia, seta Petr. con
\ì ,. Un laccio, che di seta ordiva. Tose
fra l'erba, end' è verde 'l cammino. E
cani 42. 2. Indi per alto mar vidi una
Bave. Colle sarte di seU, e d' or la vela.
Dani. Par. 8. E mi nasconde. Quasi ani-
mal di sua .età fasciato.
S I Per lo Drappo medesimo fatto di
.eia. Ì..I. "•"" "'■'• Gr. ^1?"»" "?«•
"a« r,<. SS. Pad. ,. 11. or non POS.
'iÌ,o infracidirc i corpi de' ricchi, se non
l'involgono in .eUl
# CU. Seta da cucire. Term. de
Ccmmercianti. Seta fiata e torta ad uso
di cucire. (A}
SETAIUOLO. Mercalanle di drappi ,
ehi di fa lavorare, e conducegli intera-
mente per vendergli. L.t. sericorumpan^
norumvenditor. mercator. Gr. TOjv aj-
p««v rj/w?»?. G. r. 7. 13.5. L arie
5è' .etaiuoli e mereiai il campo bianco,
i,' entro una porta roi... I"™». a"'-
rum Richiedeii appresso alla comuniti
iniver.alo diversi eserci.ii, come ec. la-
naiuoli, cambiatori. .eUiuoli. ec.rr.ir
Barb. 302 21 Guarda dal .«Umolo. (.he
l'invita a l.ccinolo. O- M'ur. rim.burl.
, 1,8. Ma vanti pur Vinegia 1 suoi B-
«liuoli , E Fiorenu «li suoi . che alBn
iranno Quei marinari . e que.ti .euiuo-
'"' •+ ''sETANASSO. r. A. S^tanasso.
Lat. Salanai Gr. o«ra»ai. /'" S. M<ir.
ah. Oh is.orgogoalo cane sema senno .
Vu fai 1- opere del tuo padre Selana.io.
lìern.riÀ. ,. 3^ E eh' egli era .1 de-
monio, e '1 Setan...o. E ' ■'•'"l" • « '
nemico, e la versi.... -«•''". IO. 3b. Ma
egli è un Sclana.so .cateoalo ( qmi per
Itmilit. }.
SET
SET ATA. F. A. i.ran sete, e conti-
nua. Lai. sitis vel.ement. Gr. *:i'<l "•
J,x. Zibald. Ande. 121 Con riscaldameli.
lo delle piante de' piedi, delle P/-"'^']''
mani, e con grand, .etale. UT. Aldohr-
P iV'. l3<>. Mangiale a digiuno (le mo-
ri-) nell'acqua fredda, si tolgoni) la seta-
la e raffreddano la forcella e 1 fegato.
't SETE. l'ogUa, Bisogio , Deuterio
A Arre. Lau sitis. Gr. oV).«. Bocc.nov.
5o. 17. L'un degli asini, che grandiiiima
.eie aveva, tratto il capo del capestro, era
oscilo della sUlla. Amet. 48. Nifate Sl-
milmente era nella sua chiarella con di-
li.-eniia dagli Ermioi servato a mitigare .
le° seti. Petr. cani.. 22. 1. Chi non ha 1
auro, o '1 perde, Spenga la sete sua con I
un bel vetro. Cabale. Discipl- tpir. Co-
me r acqua, che altri ha in mano , non
ispegne la .eie della bocca ; cosi 1 oro in
borsa non può lor la sete del cuore. Med.
Jrh. Cr. 2\. Fatiche, e lasse.^.. e fan,.,
e seti lorm-nlose e crudeli Alam Colt.
5 106. Ne .1 lucente cristallo e 1 puro
ari;enlo Per gli erbosi cammin con arte
spinti A liar l' esl.va .eie ai fior, e >U
erbe (qui p<r similit )■
J § I. Permetaf. vale Ardente deside-
rio. Avidità di checchessia, l-tl- silis ,
cnpiditas. desiderium. Gr. 0. >», opi^'i.
tVr.ìuui'a. Dani. Purg. 18 Ed .0, cu.
nuova sete ancor frugava. D. fuor taceva.
E Par. 2. La concreala e perpetua .eie
Del deiforme regno cen portava. U> I.
SS. Pad. Acciocché per questo vegg.a ma-
nifestamente . che vo. in venta abbia..
„,e di adire. * Car. En. l- 562. Sicheo
da questo avaro e crudo (P<g'"f'"')J''l
.et. d'oro ec. Fu Ira gli all"i occ.-
(F Pi
ss II- E •'e"o assobitam. per Ava-
ri-.ia -nern. Ori. ,. 23. L O eieca 'e-
le. che non sai tu fare Coo quei tuoi .cr.-
gni e con quelle tue casse, E colla chiave
eh. 'I tesoro .erra .. 1 (CJ
* «, 111. Sete e acqua, proverb., clic
vale che Qualsivoglia bevanda e si.ffioen-
te a chi ha fran «'- VInp"» sT rcj
nuam bibere silienli. f. PANCA. §.l.ft;
' - IV. nhrir di sei,; Affogar di lete,
e simili . significano Avere intensissimo
desiderio, o grandissimo bisogno di bere
Lat. r.li P'rire . vel emori. Gr. JsiVO.,
Lat. siti pi-rire . ve* t-...^...
r"crìi-iL Morg. 10. 77. Disse Rinaldo.
io affogo di .eie. S^n. Ben. f ""'•■ J ,
,1 E cerio mi .arci morto d. sete ec ,
.e uno de' mie, soldati ec. non m. .vcs.e
portalo dell' acqua nella ...a celai. Boe.^
Vnrch. 3. rim. 12. Tant-l. morto di .e-
le, L' acque non pur rimiri.
« SETERI'A. rermi.e collellivo, che
abbraccia tulle le mercinlie di seta. {Ai
* SETINO. Suit. Paramento di seta,
raso, dammasco, velluto , e simili. I ras.
For. p 4. voi. 2 p^g. 251. S. abborr..
.„ ancora dalle genti di buon gusto .1
nascondere le colonne sotto . sel.ns e pa-
rali. benché sontuosi, in occasione d" le-
.1, ; perché la più bella festa e 1 più
vacò apparato lo fanno esse colla loro ou-
diti, mostrando cosi piii 1' ."cn.n.. di
loro pr..por.ione. (NS) ,1.1.,
SETOLA. Propriamente il Pelo che ha
in sul filo della schiena il porco; ma SI
..^.ferisce anche a, peli lunghi, „.irUco.
Armenie della cola dei cavalli, e d atri
animali. L.t. seta. Cr. X'^ ■'>■''"-'
Mar% 11. Altri .ono. eh. ne loro in-
droni fanno lacciuoli di .elol. pendenti .
Cr 10 38. 2. A una funicella di pel.
bianchi di .etol. di cavallo . .nnoda un
amo. Vii. Pl"t. ^>^<^' ■" r«'' ° '"
celi la.cic. il cavillo KU.a setole Iranc.
Sacch. nov. -jS Ho guadagnato . miei
di coo 1. ..iole loro (dei porti )m,g\i.i.
di li/e rc'«. co'p.oo<Jli falli coli. .elo.
SET
le ) . Poli:, si. i3o Gii le .elol. arric-
cia. . amiot. i denti 11 porco entro il
burroo. ,
§. I Setola , dice.i anche la Spaziala
fatta di .etole di porco per nettare 1 pan-
ni. Buon. Fier. 2. I. l5 Voi «n ba-
date A quel che »' e ali. .palle , C* »
carico di pettini da lino , Di .eardaui «
di Ktola. ,
fi li Setole, ti dicono Alcune piccola
.coppiaiure . 0 fessure che si producono
nelle mani, nelle labbra, nelle paJptbre .
e ,pe:lalmrnle ne' capezioli delle poppe
delle dinne, e che cagionano una dolorosa
lacerazione. Lai. scissura, teu Jissura pa.
pillar um, rie. .. . j-
e 111. Selola. ì anche una Sorla di
malore che viene ne piedi i/"-'>>\f\-
Q 5o I Resta a dir. ec. della .etola. la
qual si fa neir ungh.a del cavallo. ovvCTO
Sei pie. E num. 2. Con la "«l^ J'
.oora .i Ucli la «loia. E num. 3. S un-
gano le ra'dici delle setole da. volt. .1
*'°SETOLACCIA. Peggiorai, di Sttala.
Lai. ingen, seta. Gr. «-aionj Z»^"
Fir As 2J0. Ed eransel. rute in .ul fi
della schiena certe selol.cce, eh. non pa-
revan altro eh. .piedi.
SETOLARE. TIeltare 1 panni »'"'«•
lala. Lat. selis polire. Segr. Fior. Cliz.
■ 3 Va' al barbiere, lavai. .1 viw, «10-
la'li "cotc.ii panni, acciocché Cl.i.a BOB X
abbia a ri6utar. per porco.
* R Setolare, dicesi anche del tref-
re. Stropicciare i lavori àoraU , o dado,
rar.i cól martello, a prnaello d, setole
di porco Baldin. Voe. Die. (A)
SETOLATO. AdJ da Setolare, llet-
,^(0 colla selcia j e talora anche vale Che
ha setola. Cani. Cam p'v Spago .hh..ai
perfetto e buono , Da duo. eap. ..lolalo
SETOLETTA. SeloUna. Benv. teli.
Ore/. 52. Si debbe per colai Ti. nrture
colle setolelte di porco.
SETOLINA. Dim. di Setola) Spettali-
no. Benv. Celi. Ore/. 4» Pr»""»"'^
con una seloUna infusa .n OB poco d
acqua spruiiav. sopra il dello .voro. E
52. Ollieché li sarebbe diffide pò. lo
spiccarlo colle setoline. ^. . _ _
SETOLOSE . Spezie d eH». V- t-
OUISETO. , , , e
SETOLOSO. Add. Pieno di setole. Se-
toluto. Lai selosus, hirsutut. Cr. X""
Tn!<4. Pallad. Mar:. 23. Vogl.oos. .ce-
gliere f. buoi) novelli, colle membra qu.-
dr.te, e grandi « , unghi. lungi.., • cod.
I grandi , e setolose. E al troie : La coda
del bu. sia .eloloia Ar. Fur. 12. 77-
Con qual romor la .etolos. frolla Correr
da roooli suole, o da campagne. «.«>.
Fier. 3. 2. 13. E quegli o<chi di fuoco,
Sofforn.li in <,ueRli archi delle agi» 1-
.pide e selolove ( qui per similit.) ■
SETOLUTO. Add Setolosa. L.I. »'■
tosui, hirsulus Cr. X»'"";- *'^- 5
io Le braccia lunghe, setolut. e strane.
E 'I peno e 'I eorpo p.loso er. luUo^
Cl'ifr. Ca'v. 2 67 Coperto di l.na. Oc*
della sua barba sciolu'a . I>. v.n.ll co-
lor, crespa e canal. Hed. 0<.. «. 187.
la .Un però d. que.li animalelU ho eoo.
■ ali i suddetti penncllioi fino .1 numero
di quaranta per banda, «vendo qMgl.
delle eilremitl molto mioon. . meno *»■
Ululi d. quegli demeui.
SETO.NE Laccio, « forrfa /.«• *
tet.'le. per uso di medicare alcun melar,
declinili Lai. /i'"i» ex selis. Cr. g I».
2. S. metta nel peim . nelle eo.ee eoo
vcmenl. leloni. i quali coolino.menl. .1-
trag.ano gli umori per convwe.ol. .
•peJo freg.meolo d'ru. .elooi. h cap.
,6 ,. Quando le delle gangole paiono
lubiumeale crocr. ec., iBcool.on>l« »
SET
nicitaiio convenevoli selonì sodo la gola
dtfl camallo , e iuffi. ieiilemcnte si menino
la sera e la matiina. A' c^i'. aS. a. An-
cora gli si nicHiino solla la gola selonì ,
• cciocrbè per loro gli «muri aliliiano via
d'andar fuori (ti «'**<' Ai'. '"< seioors ).
* Red. Coiis. 1. i44" ^e questo (mafe)
più oatiaalo d.'|;Ii ^llii non vi>lesse cede-
re te, rtUora liisugtierHlibc l'ar dclKi neccs-
sil^ virlù , t'd accomodarsi al cmlrrio
oella nuca, aii^ì pitilluslo ad un laccio,
o aetone che si chiami. (Cj
SKTOSO. i4«/</. Stto/os^^. Lai. setosns.
Gr. ;(«iT/.'i(;. Cr. <)■ 64- 2. Abbiano
(i buoi) il peli'» granile ec, le code lun-
ghe e setoii'. Jliim. Colt. 2. 54- Sia ri-
tondo il ginocchiu, e sia la coda Larya ,
crespa, selota, e giunta all' anche. Minz.
sat. 8. D' un seioso cinghiai 1* ispida le-
sta. * Sannnz A' end. pros. 8- Off-ren-
dole ora la fiera testa del setoso cinghia-
le, ed ora le arboree corna del vivace
cervo. (O
* §. Per Siiihondo. Beni: Celi. T it.
3. I. Non fu mai lupo, lioo » tigre od
orso Più srlo&o di quel del sangue uma-
no. (Min) Alarti. Gir. 18 iVot discen-
demmo al bel crtstallo vivo Per riafre-
«carci, con seioso afiVlto. (?!)
SETTA. Qnanliià di pe>sonf, che ade-
riscono a qiiii/cfiediino, 0 seguitano qual-
che particolare opinione , o dottrina , 0
regola di vila religiosa. Lai discip/ina ,
faclio. seda. Gr. atcsjt?- G, ?'. 4* "'•
I. Il dello Impt-radore ec. sì mise p.trte
e dissensione nella Chiesa, lenendo sella
eooir* al Papa. £7. 58. 2 1 qujli erano
capo della toro setta. EU 8. 3. I quali
grandi , veg{;eaJoȓ ci. si Irallare , s-* acco-
ftaro in setta cui collegio de' jjiudici , e
OOlaì. Dmtt, Piop. 22- E i lor drilli
costumi Fer dispregiare a me tuitc alire
selle. E Par. 3. E promisi la via della
tua .iella. Pelr. cip* 9 Temistocle e Te-
seo ton questa sella. Lab. ^.3. Ha que-
llo nome preso U nuova setta da una
gran valente donna ec. che fu chiamata
madonoa Ciaiighella. Tass. Ger. 17.93.
Quale ei giusta fina grave vendetta Sul
gran tiranno e sull' iniqua sella.
* §. I. Talora si pi^lit per Compagnia
seiuplicenit-ntet Mu/litudme, Tiirbnj ma
quafi stniprf in mala parti: Vant. Inf. \
3. Incuntanente intesi e certo fui Che j
qutsl'era la sella de' callivì. {^ì Ar.
Fiir. 17. ii5. Poiché fu desio ec. Uici
di camera con fretta , Dove '1 falso co-
gnato e la bugiarda Origlile lasciò con
l'altra sella. (l-'P)
§. 11. Per Fazione, Congiara. Lai. con-
spirati) . Mnestriizs. 2. 2. Conlenziooi ,
risse, dissensioni, selle ^ invidie, omicidii,
ec. Tac. Dav. Perd, eloq. 4 10- Ben sa-
pete , disse Apro , che io non patirò che
il nostro secolo per questa setta, cbe voi
gli fate contro, si cuudauni senza ragione
udita, e difesa.
•f SETTAGONO. Figura di selle an-
eoli, e .fitte Intt . Lai. heptagoniim. Gr.
STTa'/Uvo». Lib. cur. malati. In un pcz-
<o di carta pergamena, tagUata ìn sella-
^ono, descrivi Id figura del serpentario ce-
leste.
* SETTANGOLO. Add. Di sette an-
^o'i . Lat. septangulus . Gr. éTTTa'/wvo:.
Segn. Antm. \. 17 Al quale .aggiunto il
secondo pari, che è quattro, risulla sette,
che è figura settangola e diversa. (')
SETTAJiTA. iVomt' numerale, che con-
itene setif dtCtne . Lat. septua^inta . Gr.
i^òofiii^otra. Jìocc. nov. io. 5. Essendo
gii rercbio di presso a settanta anni ec,
io se non ischifo di ricevere 1* amorose
fiamme . liid. Jnt, i02. In un solo ani-
male ne coniammo fino a settanta.
•f « SETTANTACINQUE, Add. nu-
Vocabolario T. II.
SET
lucrale, che contiene sette drime e cinque
unità. Ftt. SS, Pad. 1 l8(J Essendo in
el'a di seltant.innque iiniii, morì in Iscili,
dove ora ordinalo prrle, ce. liemb. Stor.
12. lfi5. Di rentu cavalli grossi ec , srt-
tanlacinquc al conte tiuul.» di H.inf;i>ne ,
gli altri a Matteo della Volpe si distribui-
rono, (ì)
•f ;;: SETTANTADUE . Add. nume-
rale , che contiene sette decine e due «-
ni/rt. ì It, S. M. M.idd. 67. Si racconta
nella Pa^siinie, che vi and.tv.ino de' servi-
dori di qu<-Ui setlanljclue discepoli. (V)
« SET'^A^TA^OVI■.SIMO. Add. nu-
merale ordinativo di nove sopra settanta.
Pros. Fiur. P. 1. voi. 1. Or. 7. /JflC-
220. Essendo al setlanlaiiovesimu anno di ,
sua età porvenulo , fu da infermità so-
prappreso. (NSj
•f * SETTANTASEI. AdJ. numera-
le, che contiene sette decine e sei unità.
ìiemb Stor, p, 127. Come cosloio furo
ìn Padova, si fece il conio di quanti gen-
liluomiiii a S'Stener l'assedio v'erano, che ,
furono cento settanlasei. ( P)
::- SETTANTESIMO . Add. numera/e \
ordinativo. Uno, 0 l'Ultimo di settanta. A
similitudine di questi voce si formano le
voci SETTANTUNE.'ilMO . e Va/tre.
Lat. st'pfii'igtsimui . Gr. i^coiirìAoiTÓ^ .
S'ìlvin. Pi.tc. i. 2u8- Del resto, quello
che alcuni di sopra ilcscriltì d.il Naiian-
Zeno ec. adducono dal salmo settantesimo
ce., in piimo luo^o è TaUo- (*)
A- SETTANTOTTESIMO . AdJ. nu-
merale ordinativo di otto S'~'f'ra settanta .
Ott- Corti. Inf. 29. 49'>' Puossi lale me-
tallo vendere per vero, e giusto, siccome
prova santo Tommaso nella scct^nda que-
stione setlaiiloltesima, articolo primo. {C}
SETTARIO . Seguace di setta j e per
lo più si prende in calli\a parte . Lat.
seda oddiclus , factio.^us . Ped. Vip. I.
fi3. Come lo fa giornalmente la piiì mi-
nuta plebe di molti prutervissinii setlarii.
^/mper/.Tim. D. j3. T 8 4^7 Egli.
(Pittag.ra) era uno dì que'savii di gran-
dissima politica , valeuduìì delle scienze
per mettere il pie con 1' autorità , e con
esso il comando per lutto , insieme co'
suoi settari ibbcdientìssinii alle sue leg-
gi. (F)
SETTATORE. Seguace. Lat. sectcB
addidus , fìdiosus . '^ Cuicc. Stor. Uh.
13. cap. 5. Non solo furono accresciute
le persecuzioni contro a lui , e contro a-
gli altri suoi senatori , chiamati volgar-
mente ì Luterani, ma ec. (TC) lied.
Annot. J)itir jcj. I Platonici, settatori del-
la leulogi.i d'Orfeo, stimavano l'anime
più pure degli eroi pigliare corpi celesti.
SETTE. Piome numerale che segue al
sei. Lat. septem, Gr. fiTTra. Dant. Par.
6. Che gli assegnò sette , e cinque per
dìece . Par. son. 80. La voglia e la ra-
gion combatlut' hanno Sette, e sell'anni.
Bocc. g, 6 /. 12. Tulle e sette si spo-
gliarono, ed entrarono iu esso.
§ Sette suo , Sette vostro , 0 simili j
modi bassi^ che vagliano Suo danno, l'o-
stro danno. Tal sia di lui, o di voi, ec.
Sah'in, Pros. Tose, 1 522. Se ho colto
i fichi in vetta, con piricolo di rompere
il collo, sette vostro.
* SETTECENTO . Add. numerale ,
che contiene sette centinaia. Bemb, Stor.
3. 35. Mosso a ciò spezialmente per ca-
gione che i Franceschi aveano intiapre-
sì , e mate trattali settecento fauii Tede-
schi. (V)
SETTEGGIANTE. Che setteggia. Lai.
factiosus . Trait. gov. fini, 84» Setteg-
gianle non regge la repubblica, ma strac-
cia, divide e guasta.
SETTEGGIARE. Far setUi. Lat. se-
cium inire . «Tpsciv uSTti'vat. 3/. /'. I
SET
1169
43. Anzi cominri.irono a setteggiare . e
volere caeriare 1' un 1' altro.
* SETTEGGIATOHE. Verhat. masc.
Che s-lieggi'i. Sellatole j ma è voce po-
co uuita. Udrn. JVk. 5 53. Comparisca
dunque un p>iela . il quale ec dica ardi-
lanienlc rnulro gi* ìrraziunali setleggiatori
di Oni'To , L- di Virgilio : O imitutores
servum pecui re (C)
•f SETTEMUllE. Il settimo mese del-
Vanno, secondo •.■li Astronomi, ed il no-
no , secondo il cntendario Pomario . Lat.
S- ptembcr. Or. /jiai;ja/.T»)piwv, aenrip--
fipiQ; . D.int. Inf. 29. Qu.il dolor fora,
se degli sp<-d;ili Dì Val di Chiana tra \
Luglio e 1 Setten-ilire, E dì maremma e
dì Saidigna i mali Fossero in una fossa
tulli ìnsenibre G. /'. 9. 9. I. Nel detto
anno all' uscita di Settembre lo 'mpera-
lore sì parli d.i Losanna con sua genie.
SETTEMBKECCIA. /'. A. Autunno.
Lai. autumiius , tempvstas aulumni . Gr.
OKoipiX . M. Aldohr, Se la settemhreccia
lieti della natura della siale , siccome di
caldo, si vai meglio a dalla di noUe. E
altrove: Lo maliuconoso «• freddo e secco,
eh' e' sembra vile alla seltembreccia.
SETTEMBllESCA. /'. A Scttembrec-
eia, Lat. aulumnus , tenipe^tan aulumni.
Gr. OTZoìpy. . M- Aldohr. S.tppiaie che
queste pìslolenzc avvegiinuo più nella set-
tembresca , che ucU' altre stagioni dell'
anno .
SETTEMBRIA. ì'. A. Seltembreccia.
Lat. aulumnus , tempestai autuiuni . Gr.
ÓTVcJp-x.. G. V, II. 71. 3. Gli ambascia-
dori d'Inghilterra per lo Re promisono i
ga^gi ec, e la venuta del Re in persona
alla seltembria
* SETTEMBKINO. Add. Di Settem-
bre, Attenente a Seltenihrej e parlandosi
di vino , vile Svigorito. Salvia. DlsC. 2-
4oq. Il vino che è slato alla prova de'ri-
gori del verno e de' calori della state ,
piglia in questo mese la qualità , come
noi diciamo, di settembrino , cioi; di svi-
gorito e passalo. (')
SETTENARIO. Add. Di sette. Lai.
septenarins . Gr. eTTK^ . Mor, S. Greg,
W numero setlenariu appresso i savii di
questo mondo è tenuto perfetto per certa
loro ragione, cioè perchè si compie per lo
primo pali e per lo primo caffo: il pri-
mo caffo si è Ire , il primo pari si è
quattro*
•"? %. E in forza di susl. Segner. Mann,
IVov. 14 2- Tutte quelle virtù che Cristo
restrinse ìn questo tuo tanto nobile selle-
nario , ec. (P)
* SETTENNALE. Add. Vi .^ette an-
ni . Coccli. Anat. Questa vostra onorala
gioventù è venula spontaneamente a ser-
virvi nella settennale assistenza ai \ oslri
infermi. (A)
SETTENTRIONALE . Add. Di Set-
tentrione. Lat. septemtrionalis ■ Gr. ap-
X T 1X0*5 . P>ont, Purg, 1. O sellenlrional
vedovo sito. Cr, 1. 3. 2; I venlì sellen-
trionali sono freddi , imperocché passano
sopra i monti e le fredde terre di mol-
le nevi . Bed. Ins, 1^5, Nulla contro di
quella provano 1' esperienze falle in Da-
nimarca , per essere i paesi sellentrionali
in ogni tempo privi affatto di scorpioni.
3 SETTENTRIONE . La plaga del
mondo sottoposta al Polo artico , o alla
Tramontana. Lat. septem trio, scptemlriO'
nes. Gr. v.aK-7Q^. Dant. Pu> g. 4 Per la
cagìon che di', quinci si parte Verso Sel-
tenlrion. Petr. scn, 26. Nel Settentrione
Rotava i raggi suoi lucente e bella . G.
V. 9 64. I Apparve una stella comeU
di verso Sellenirione.
* SETTEPARI. Term. degli Anato-
mici. Aggiunto de' nervi che ricevono la
loro crimine dal Cervello . e discendendo
147
ll;o SET
per la spinale midollat si propagano alt*
universa/e del corpo. (À)
•f # SETTESILLABO. Adii. Che e
di sette si^/a'j". Uilen. .Mi. ó, ^i't. Mol-
tisiinii versetti seltesilUbi dclh tr^geiiia
ec. sono mollo più gravi e numcroii che
non SODO gli undicisillabi delle commedie
ec. (A)
* SETTIFORME . V. L. Add. Di
ù ette /orme. Petr. Uom. III. i35. Ordi-
nò anche le letanie, le quali sc-tUforme si
chiamaDO ec. £ à-x questa ragiooe selli-
forme son dette che ec. (f)
♦f * SETTILE. V. Z. Add. Da se-
gare. Lai. sectilis, Pallad. Ftbbr. 25.
Di questo mese si scmioa il porro , il
quale se vorrai scltìlc , cioir da segare ,
ec. (V)
* SETTILINEO . Add. Terni, dei
Geometri. Che e fermato di .tette- linee.
Viv. Tratl. liesiìi. La scala dei mo-
mcDli di tulle te lince sotlolcsc ad un
angolo sellilineo ce. sono come le linee
delerminatc djl Irilineo paraholico* (Bj
SETTIMANA . Spazio dt sette intorni.
Lai. hel'donms, hchdontada. Gr. éSoo/xa^.
Bocc. nov. 6!j. 2. Esse stanno tutta la set-
timana rinchiuso, e attendono alle bisogne
familiari. J^it. S\ Gir. ii. Per tutta la
selliiiiana cosi alTriggendomi ec. , la mia
celluzza avca io odio. lìera. Ori. 3. 7.
54' Mai non entrava sellimaDa, o usciva,
Senza vici&siluiline, o divario.
5P g. I. Scttimann^ è anche usalo per
Ispazio di setto anni. Oli, Coni. InJ. iS.
33l. È da sapere, rlio T annf) d<fl Giubi-
leo fu comandjlo da Dio celebrare nella
legge data da Moisb , il quale era ogni
selle seltiniane , cioè quaranUaovc anni
una volta. (C}
g. II. Setiimana santa, diciamo l' VI'
tima settimana della Quadragesitmi. Sai-
vin. Disc. 2. 362. DubI>io egli e a quesla
slagionc convenientt&ìinio della settimana,
che precede quella che gran settimana, e
settimana penosa dagli antichi, da Doi cu-
niuoenicnlc s.mta s' appella.
* SETTIMANALMENTE. Avx'erh,
Voce dell' uso . Irt Ciascuna settima'
na. (A)
SETTIMANO.. Add. Settimo . Lat.
septimtis, scplimanus- Gr. £j9ooju.o?. Tao.
Dav. Cerm. 3j3. Il Danubio ce. sino con
sci hocrhc sbocca nel mar maggiore ; la
sclliman.i inghiotttscoo paludi,
SETTIMO . Nome numerale ordinati-
vo . I.ni. s-ptmms. Gr. ièSopOi . Dant.
Inf, 5..'Ì. Cosi vid" io la settima xavorra
Mutare e trasmutare - K Par, 28. Sovra
seguiva il sellimo sì sparto Giìi dì lar-
ghciza . f-'it. SS. Pad. i. ifi;. Lo selli-
inu (pericol'y) fu , che navigando noi per
uno slagno ce., venne un vento grandis-
«iiijo , e gillucci ce. lied. I-if. 74- Molti
cien)[ili se ne trovano in Virgilio , ma
particularmonlo nel scltimo dell' EneiJe.
* §. Si tr^i'a anche in luogo di Sette,
cioè l* ordinativo, pel numerale. Oli. Com,
Inf. 25. .438. Qui prende quello che contie-
ne , piT quello rho v' è entro contenuto;
hcnchi: alcuno tlicc delle settime anime ,
delle quali fa mentionc. (C)
* SETTIMO. Aiverb, In settimo lo-
co • Lat. septimo loco . Gal. Sagi^. 3<).
Secondo, doveva mostrar , che or ; terxo
che ci non era ce. ; sellìmo , chr qucito
non ò finalmente un aprir gli occhi chiu-
si. (I\'S)
SETTIMA . Quantità numerata , che
arriva afla somma di sette. Frane. Sacch,
nov. 148. Si chiameranno quelli delle set
tiiie, 0 Gario una brigala, che caricheran
n<; pur li mercalanli. E appresto: Le sei-
line si cominciarono a ragunaro , e (ne
V eilimo , e le prestarne. Cron. ^foreH.
3f)5. Fra questo tempo si mutò la prò-
SET
starna per lellioa e per gonfalone (in
Questi esempii è numero dei ministri del-
le prestanze ).
SETTO. /'. L. Add, Diviso, Separa-
to. Lai. sectus, divisus, Gr. ix^op^JOi ,
/jtcptcOic'^ . Dnnt Purg, iS. Ogni forma
SUstanaial, che sella E da materia, ed è
con lei unita , Speci6ca \irlude ha in se
colletta .
SETTORE. Term, geometrico . Figw
ra pifina triangolare , compresa da due
semidiametri del cerchio , e un arco di
circonferenza . Lat. sector . Gr. TW//eJ5 .
Gal. Macch. sol, x6i. Essendo il trian-
golo ec. minore del settore.
SETTOTRASVERSO. Pannicolo mu-
scoloso, che divide la cavità del petto
dalla cavità del venire inferiore . Lat.
septum transversum , diaphragma . Gr.
Stolfpocypv. ,
SETTUAGENARIO . Che ha settanta
anni Lat. aeptuagenaritts. Gr. i^Sofirixov-
TK2T/i';. Ped. f'ip. 1. 72. Un vecchio an-
cora settuagenario oon ebbe mai sete, e
si mangiò Ìo tm mese e mexzo più di no*
vanta vipere prese di stale, ed arrostile.
SETTUAGESIMA. La terza Domeni-
ca avanti la Quaresima. Lat. ^septungC'
sima. Gr. Ì^òop.r,ìl03Tiì . Maestruzz. 1.
87 Dalla Settuagcsima in6no all' ottava
della Pasqua per la comunione pasquale.
V SLTTUAGESIMO . Lo stesso che
Settantesimo . Ott. Com. Inf. 10. 174»
L' anima dell' uomo è sussistente , come
pru'jva S. Tommaso d' Aquino , nella
prima parie, articolo selLOagesimo quinto,
questione terta. (C)
•f * SETTUPLO . Sette volte mag-
giore. Una delle specie della proporzione.
Gal. Cùiìip, 2 Prolunghisi occultamente
essa linea A B sino in C, e misurate in
e:>sc altre lince , quante ci piaceranno ,
eguali alla A B , e sicno nel presente e-
scmpio altre sei , sicch'j A C sia setlupla
di essa A B , e manifesto che ec. E 3-
Ora ce. avendoci prima immaginali due
numeri , 1' uno setluplo dell' altro , quali
siono , V. g. , 140 e 20» costituiscasi lo
strumento ce. (A)
* g. 7? inforza di snst. Gal, Mem. e
leit. ined. 2. 249* ^^' V^^^^ assicurare che
gli ultimi esem[il;iri, che st trovarono fu-
rono pagati il quadruplo, o il settnplo più
del prezzo corrcnle ordinario. (PeJ
5> SEUDOROMITO . liomito falso,
fìnto, Ciiltivo. L,il. fnltiis anachoreta. Gr.
ij^syOflj ìprìpixiì^. liiion, l'ier. 4* 4' ^
Vero romito è questo, E non teudoromi-
to, e non ipocrito. Ma benigno e pteloso
ed ospitale. (•)
s;; SEVECCniME. Specie di erba. M.
Aldobr. P. N. 46. Fa' cuocere in acqua
polipodio, sevccchitne, epitimo, cuscute,
agarico, radici di finocchio. (*)
SEVERAMENTE. Aiverb Con severi-
tà. Lai. severe. Gr. au?T>;ow;. Jìut. Per sì
fallo modo parli a Sia posta, cioè si bene,
ti sentenziosamente , e 9ever.imentc . S,
Agost. C. D. Li quali severamente si
fossono partiti per tutte le loro cupidi-
tà di.
SEVERARE, e SEVRARE. l'.A.See-
vrare. Separare, Lat. separare. Gr. Xùtzv-
^{tv. Itemb. prot, 1. 22. Fu in queste
imitationi, come io diro, multo meno ar-
dilo il Petrarca ; puri.' uiù gui^ r lassato
e sevrnre. E pros, 2, Gì. Don incontra
dine il medesimo poeta , piiillo>to che
cantra, e sface molto volte usò, e srvri
.ilcuna fiata. E pros, 3. Il 3. Siccome
quelli che severare in vece di separare
dicevano (parla degli antichi).
SEVERISSIMAMENTE . Superi, di
Severamente. Lat. sevenséimt. Gr. «ui-
Tirif OTara. Omel- S. Greg. Non percuie-
rcuh* egli la superbi;* del «crvo, e seTcris
S E V
itmamenle punirebbe? Iìorgh,Col Za/. ^iS-
Questi, come iradiiorì , furono scvcnut-
mamente fin alla morte perseguitati, e oe*
patti della pace co' Cartaginesi i primi
richiesti per gastìgarli , com' e' fetioDO ,
teveriuimaraenle ■
SEVERISSIMO. Strperl.di Severo. Lat
severissimus. Gr, aus-riip^Tatos. Mor. S.
Greg. Ancora teme di ricevere degna pena
da quel severissimo giudice. Coli. SS,
Pad. Che fosse migliore la misericordia
sua, che non era la severissìkna assegui-
zione dfl comandamento d' Iddio.
SEVERITÀ'. SEVERITADE, e SE-
VERITATE. Astratto di Severo. L' Ope-
razione di chi è severo; Rigore, Lai. se-
ventai, saeviUa. Gr. anr^vgia, a'y^rfmj.
But. Par. 4' 2. Severità è gìus^iìxia senxa
misericordia. Albert, cap. ^, E la seve-
rità una virtude che coslrigne le 'ogiurie
con eonvenevol tormento. Bocc. nov. 78.
2. ]^Ii pare che alquanto trafitto t* abbia
Ia severità dell* ufieso scolare. Cavale.
Fnitt. ling. Lentamente procede la divina
severità, ma poi ricompeosaodo lo'ndogio,
ma^rgior pena dà. Fr. lac, T. 4- a8- I^-
Nulla ver me tengo &evpritade.
SEVERO. Add. Che usa severità. Ri-
gido, Aspro. Lat. severus, asper, rtgidus.
Gr. oivyrr^pò^, «tto'to/xo^, aXjZt^ooi'xatOf.
Bocc. nov. 77. 44- '-^ ^"" severa rigi-
dezza diminuisca questo solo mio atto.
Dant, Inf. ^\. O giustizia di Dio, quanto
è severa. Che cola' colpi per vendetta
croscia. E Par. 4 E fece Muzio alla sua
man severo. Petr. cani. 39. 6. E sento
ad ora ad or venirmi al core Un leggia-
dro disdegno aspro e severo. Pass. 9. L'
uomo giudichi se medesimo col giudicio
della penitenza , acciocché Dio nel giadi-
chi colta severa e aspra giuslìzia. Tac.
Dav. Ann. 2. 47- Cassar vecchi capitani
e severi Iribunì, e mettervi suoi cagnotti,
o cerne.
§. I. Slare in sul severo. V. STARE.
V § II. Severo, per Aggiunto che si dà
agli studii delle sciente, che richieggono
molta astrazione di mente j Grave, Serio,
Arduo. Filic rim. png. j54- (Son. Poi
che ec). Coglieste voi d*ogni dottrina il
fiore Nel quarto lustro, e i tanto gravi e
tanto Severi studii a raddolcir col canto
V' inebriaste ^el Castalio umore (NS)
SEVIZIA. /'. L. Crudeltà. Lat. sae-
vities. Gr. axr.'vita. M. /'. 2. 61. Chi
si crederebbe questa leviaia trovare ira'
fieri popoli delle barbare nazioni, ec.
SEVO. Grasso rappreso d'alcuni ani-
mali, che sers'e per far candele, Lat. se-
vum, Gr. ffT^ap. Fav. Esop. Ragazzina del
sottocuoco, facitor di candele di sevo. Cr.
I. IO 3. Prendasi di pece liquida quella
quantità che piacerà di torre , e altret-
tanto di sugna, o di sevo. E 5. 1. 10>
S' impiastrinii d' argilla viscosa , o con
sevo, o con olio, o con freddo unguento
s'unga la corteccia.
# SEVO. Coir E lar^ra. Add. /'. L.
Crudele, (tarharo. Inumano, Frane Saceh.
rim. Seva morie. (.4)
SEVRARE. r A. F. SEVERARE.
SEVRO. ì'. A, Scevro, htl.separatus,
Gr. p;bipia3(i'> Bemb. pros. 3. Xl3.
Perciocché in vere dì ec. ingombrato ec ,
essi alle volte dissero ingrombo «e,, e di
separato, sevrc.
* SEZIONE. Tagtiamento, Divisione.
Lat. stctio . Gr. tou»i' . Tass. Dtml.
Pad. Fani, Il numr-o formale può cre-
scere in infinito, ma il materiale non può
crescere in infinito ; perchè sebbene per
ri.'ipello della sezione, o della divitioDe
chr vogliam dirla , par che in effritn
possa moltiplicare ec. (Dì Gal.Sacg. apS.
Cosi rellillica, nascendo dalla scsion del
cono e del cilindro, ec. Red, leti. |. 2o5.
S £ Z
Fuoco appresto i geometri signi6ca qael
punto determÌDato Dell' asse deUe &eztoQÌ
del cooo, al quale ec. (*)
♦ §. I. Per Parte di trattato. SaU-in.
Disc 2* I91> E riiiioso il parer d' Ari-
stoùle alla secioDc trentesima, cjuislione
prima de* suoi problemi. (*)
# §. II. Sezione di itn fiume > dicono
gii Idraulici a Quel piano pressoché verti-
caie, 0 perpendicolare alla corrente, da
cui si suppone esser segato un fiume
dalla superficie at fondo de tV acqua , o
dair una air altra sponda. (.4)
•f* SEZZAIO. Foce oggi fuor d^ uso.
4dd, S<t%zo, Ultimo. Lai. ultimus ^ po-
stremus. Gr. uiTara?, ìiX'^'^^i' Dani,
Par. i8. Dtiigite juitili<i'ti, primai Fur
Terlio e nome di lutto 'I dipinto; Qui
judicatis terram, fur sezzai. Bocc. noi-.
73. 31. Ma per certo questa fia la scz-
•aia cb« tu ci farai bi.iì. G. V ■ 12. 8-
19. Fu la prima e sezzaia che dorea
fare in Firenze. Ovid. Pisi. 12. Ora
volesse Iddio che quella notte, la quale
fu dinaoxi a quella , mi fasse slata la
ieuaia. Vit. Bari, ^T- Questo è il
aeuaio manicare corporale che noi faremo
insieme. Tass. Ger. 20. 77. Dai primieri
a* »ctzai di voce in voce Passa Ìl terror,
T3DD0 i dolenti avvisi*
•f SEZZO. foce og^i fuor d*aso,
Add. Sezzaio, Ultimo, Lat. extremus ,
novissimtts , ultimus. Gr. Mzzspoit "*-•
(uTaro? , ì-sx^'^i- Toc, Dav. i. II.
Gbieggiamo piuitoalo perdono , non in-
siemt;, ma quelli i primi, che colpimmo
É sesti. E Sfor. 3. 3o5. I primi all'
affrontare rimasero sezzi ul fuggire. Alam.
Colt. 5. lo3. Più a dentro cacci, Quando
tappa il marron , eh' è '1 sezzo schermo
Contro al secco calor del Sirio ardente.
Buon, rim. ^6. Or peggio è al sezzo
strale La ripercossa, che 'l mio primo
male.
S P<2 sezzo. r, DA SEZZO.
SF
* SFACCENDATISSIMO. Superi, di
Sfaccendato. Alleg. Sfaccendatissimo la-
vaceci, fj)
5 SFACCENDATO. Add. Contrario
d* Infaccenduto, Che non ha faccende. Lat.
otiosus^ solulus curis. Gr. o/oixì?; Fir.
Trm. i. I. Ella bella alle man d'una
vedova : voi giovane e sfaccendalo. Alleg.
1^9. Accuserete la foga de' capricci, che
Toglion venire olla calotta agli uomini
sfaccendati miei pari. Sen, Ben. Varcìi.
4. 33. Non ti parrebbe che la Luna, pò-
sto ancora che fusse un pianeta sfaccen-
dato, che senza nulla fjre corresse di qua
e di là , dovesse essere con meraviglia
guardata? ( gai f^urntnm. Lat. oliosus,
inatilis. Gr. àp'/ói, k^s^Icto;)- * Lasc.
rim. buri. 3. 3l6. Or ch'io non dormo,
e sono sfaccendato. Tuttavia penso , e
giammai non htìno : Ma ec. (B)
* §■ /T inforza di sust. « Tac. Dav.
Ann. 1^. 200. Queste cose dicevano e
credevano gli sfaccendati ** . (N)
•f * SFACCETTARE. Tagliare a
faccette. Affaccettare. Bellin. Disc. 1. 16.
Cosi fa ec. il segatore con la sega nel far
assi delle »ae travi, e il gioielliere con la
ruota nello sfaccettar le sue gemme, ec. (A)
* SFACCETTATO. Add. da Sfaccet-
tare. (A)
# SFACCETTATURA. Lo faccettare »
e La parte sfaccettala. (A)
t SFACCIAMENTO. ^«cci«/<=ra.Lat.
tmpudentia, inverecundta. Gr. xvDit<j£ia,
3Ìvat5X"-"'Ti'«. Ott. Com. Purg. 23. i4i.
Andranno si disoneste e sì sfrontate nell'
abito del corpo , che 6a bisogno che li
(tati e li religiosi interdicano loro e di.
SFA
vietino quello sfacciamento. Sallust. lu».
R. Pur vinse lo sfacciamunto di Behio .
Cavale. Puniti. La seconda cosa, che ci
mostra la gravetza di questo peccalo, si è
consideraro il suo sfacci.imento e ardire .
E Frntt* lin^. Nella settima parte dico ,
che è una confessione , con isfjcciamento
e dissoluzione. S. Gio. (insost. 2OO. Ma
questo cotale confessare viene veramente
0 da uda disperazione, o da una msensi-
bilìtJ ed isfacciimenlo, che la persona, che
non teme vergogna così sfacciatamente
dice lì mali suoi come gli altrui.
SFACCIATACCIO. Peggiorai, di Sfac-
ciato. Lai. perfrictae frontis homo. Gr.
avacffX'j^"^',-'^- Eir. Lue. ^. l. £' mi
guarda anche, sfacciataccio.
SFACCIATAGGINE. Sfacciatezza, Lat.
impndentta, inverecundta. Gr. avKtOsta,
avKis;<uvTia. Sal^'. Spia. 5. 9. Io sto
pur a pensar , s' egli è vero che tanta
sfacciataggine possa trovarsi in chi abbia
pur forma d* uomo. Tac. Dav, Stor. 2.
296. Mosse riso la sua sfacciataggine d*
agguagliarsi a Trasea.
SFACCIATAMENTE . Avverb. Con
isfaccialezza. Lat. impudentt-r , inverecun-
de, Gr. avatow^, KvKti^^JvTW?. M. V.
8. 17. Molto sfacciatamente e con grande
arroganza ec. domandarono aiuto di gente
d'arme a quello assedia. Pass. \~'.\. E
uno secondo bene , che ec. gittando gli
occhi a tL'rra vergognosi, non difendiamo
il male sfaccialaincnte . Albert, cap, 25.
^Mollo e meglio nascondere in tenebre la
cosa viziosa , che sfacciatamente divolgar
quello che e da incolpare. Cavale, Frutt.
ling. Grande adunque è la potenza d' Id<
dio, il quale sposso perdona, e grande in
verità ù la nostra sconoscenza, così sfac-
cìatamenle ofFiindere il nostro pietoso pa-
dre Iddio.
SFACCIATELLO. Dìm. di Sfacciato .
Lilt. son. 16. Don sfacciatel , e' hai più
veli 'a sugli occhi. Che non ha *n sulle
spalle monna Pagola. AìUg, 2\, Forse
che gli adulteri sfaccì::telli non si son
impadroniti del significato , e della prò-
nuozia delle parole?
SFACCIATEZZA. Astratto di Sfac-
ciato. Lai. impudentia, inverecundia. Gr.
olty.L'ozix, uvuttyy^Ti'v., But. Inf, 32. I.
Col cipo rivcrtato, a denotare la sf-trcia-
lezza d* alquanti. E altrove: Qui dimo-
stra l* autore lelleralmenle, che l'ardire
e la timidezza si dimostra nella fronte ,
imperocché lo levare significa ardire, e lo
calare paura, e così la vergogna e la sfac-
ciatezza. Dant. Com: x85. Nobiltà si può
credere il Icr chiamare, siccome viltà, e
innobàltà la sfarcialezza. ^S<:rd. Galrclt.
Jlarz, 39. Jla il raccorrò e mischiare in-
sieme le forze minutamente , e a scre-
poli non è opera della conghiellura uma-
na, ma della sfacciatezza. fC)
* SFACCIATISSIMAMENTE . Su-
perlat. di Sfacciatamrnte. Pros. Fior. P.
4. voi. 2. pa». 2'|0. Bcnchì: sia un'opera
scritta ex pro/t-jjo sfacciatissimamente cen-
tra di noi Cattolici, con tutto ciò per op-
porsi a' Calvinisti v' inserisce anche moÌ-
tissìme cose in nostro favore. (NS)
SFACCIATISSIMO. Superi, di Sfac-
ciato. Lat. impudentissimtts t impudenter
impuJens, Plaul. Gr. oÌvui'JX^'ìTIi'tu.'Oì.
Sen. Ben. Varch, 4- 38- Egli è meglio
ce. che costui ec. quelle lellere , le quali
meritava che gli lusserò scrìtte negli oc-
chi, porti per lutto in quella sua sfaccia-
lissìma fronte segnale. Beri. Fsp. nat. 17.
Il che veduto dallo scallrito sfaccìatissìmo
ciurmatore , volle cautamente salvarsi.
t SFACCIATO- Add. Senza faccia,
cioi Senza vergogna, Ncncuranie di ver-
gogna^ Sfrontato. Lat. impudens , infere-
1 citndus, t'-merarius, tiudax. Gr. xv7.iSr'i.
SFA
I171
But, Purg. 23. 2. Chi non si vergogna,
si dice sfacci.ilo, imperocché nella faccia
stanno li segni della vergogna, cioè nella
fronte che s' abbassa , e negli occhi che
si calano, e nella faccia tutta, che si china
alla terra quando 1* uomo si vergogna.
Bocc. nov. 23. i3. Ma egli è stato si ar-
dito e si sfacfiaio, che pur ieri mi mandò
una temmina in casa con sue novelle.
Petr, son. 107. Putta sfacciata . e dove
hai posto spene T Ovid. Pisi. 8\. Ancora
se'islato sì sfaccialo, che sopra li tuoi ric-
ciuti capelli hai posta l'ornata ghirlanda
della tua donna nuova. Frane. Sacclt. nov.
66, Pensando che quelle sfacciate, quelle
puttane ec. abbiano avuto tanto ardire, ec.
g. Sfaccialo, si dice anche il Cavallo
che al'bia per lo più nella fronte una
pezza bianca. Bcrn. Ori. 2. 16. 60. Bal-
zan, sfaccialo, e biondo coda e chiome.
* SFACCI TUBINE. J'oce poco usa-
ta. Sfacciatezza. Car. Apol. pag. ig3.
Così de* costumi, quel che s' ha più to-
sto da pensare, o che la vanità, la ma-
lignità, la mordacità, 1' invìdia, la bugia,
la slaccitudine non siano vizii ; o che'^'oi
eh' avete tutte queste cose iasicme non
siale virtuoso, (B)
* SFACIMENTO. Lo sfare. Disfaci-
mento, Lat. deslructio. Gr. avKszzur,'.
Pros. Fior, 6. 240. Considerando savia-
mente da quanti accidenti ec. possa de-
pendere lo sfacimento e la morte dell'in-
dividuo. (•}
3 SFALDARE. Dividere in falde.
V g. E acuir, past. Dividersi in falde,
« Salvia. Disc. 2. 55. L* al're, che egli
non vede, e che vere sostanze sono, onde
quelle immagini, come sottili spoglie , si
partirono e sfaldaronsi , non può di leg-
giero Immaginare » . (A)
SFALDATO. Add. da Sfaldare. Lat.
dissectus. Gr- SiaaXty^st'i. Buon. Fier.
2. 4- iS. Queir eran, signor mio, di più
monete Le miserabìt teste scorticate. Sfal-
date, tose, stronze, sdottorate.
:'.: SFALDATURA . Term, di varie
Arti. Lo sfaldarsi, e Le cose che si sfal-
dano. (A)
',' SFALDELLARE, AJa/detlare j Bi-
darre in faldelle. Il Focabol. alh, V.
AFFALDELLARE. (')
t ^«^ § P'^f Istritolare, Sfarinare, Lat.
contminuere, deterere. Gr. swvT^i'^stv ,
arzorpi^ziv. Bed leti. i. i^j. In questo
luogaccio vi si raduna una certa poltiglia
bianca, che rasciutta si sfaldella (tjui neutr.
pass.). (•)
SFALLARE. Sfallire. Lat. aberrare .
Gr. K;ro:riavi<3Stt. Tratt,segr. cos.donn.
Vivuno in timore di potere sfallare la
strada, conforme altre volle la sfallarono.
SFALLENTE. Add. da Sfai lire j Che
__sfa!lisce. Errante. Lat. aberrans. Gr.
Siy.p.xoTrA-^03V. Bim. ant, P. IV, Jnghilfr.
Li qua' devriaoo onore mantenere, E fermi
stare in alto paraggio , Son più sfallcnti.
SFALLIRE. Errare, Far male il con-
to, Lat. aberrare. Gr. a~5TÌKVK3&Kt.
Sagg, nat esp. i8. Quando mai nel no-
vero di molle vibrazioni una se ne sfalli-
sca. V Salvia. Senof. 3. 84- La nave poi,
su cui era Abrocome, sfallisce la naviga-
zione verso Allesandria , e dà nelle boc-
che del Nilo. (C)
* §. Per Restare ingannato , deluso.
Sega. Rett. Arist. 77. Vivono Ci piota/i/;
con buona speranza ec. perche essi hanno
poche volte sfallilo io quello che e' desi-
derano. (FPJ
•f SFALSARE. Scansarej Term dei'a
Scherma, e di altri esercizii, e vale Ren-
der falsi, scansando, ii colpi dell' avver-
sario. Disc Cale. 9. In oltre non potrà
egli con le braccia sfalsare i riocontri che
eoo gì' lonanai farà) se non sarà esercì-
Ii7>
SFA
lato io RianeggiAr Tarmi (qui per simi'
Ut. ) .
5 SFAMARE. Diffamare, Trar In fa-
me, Satollare, Saziare j est usa in W-
gnific. alt e nmlr. pass. Lat. saturate ,
Cibo expire. Gr. yop'%^iKi , «uw^-ì"*
Ar. rim. 25. E l'altro le' Diaoj Sfamare
i C30Ì iuoi àe\ propriu Cjocu. fJern. rim*
1. p. Oode aLLidDo a sfinurti le lirtgate.
# Tac. Dav. Gcrm, 3;8. MaDgiaoo coie
nalDrali. pomi sjivalicbi, cacciagione fre-
sca, 0 latte rappreso} (cnza apparecchi ,
lonza condimenti si sfamano . Se^ner.
Preti, pai. y4p. 8- 6 I poveri le «i s(a-
maoo, son pagl>i. (TCJ
§ Per mi-la/., vale S-izinrCt Contentare
qunlsisia appetito, o ffetiilriio. Lat. S'a-
liare, expfere. r,r ropu-^. Si'-> . / i\i. 17 (
Quando fuiono cosi ^rain-ni di lt.ru, ilei-
tono rlirli, e 000 dìnuntlarunu più nern -
te. Fr. Gi-rd. S Prid 29. Alcuno di
loro liciif caslìià re; ma ce. si il fa per
potersene più sfamare. />. !ac. T Amore
inSamma, e d'amjr sempre liiaina ; Amor
d'amar non jf^mj Moi-^, 22. iH^- O
Macon, di»c,b<'U lìpiiui sfamare ^.- ulìuon,
Fter. Jnlroii. 3. Ma quando ascollerrm
Queir esca appareciliiar « Che ci d<-l»Lc
sfamar, noi &ori;i-rem ( sono le proielle
che parlano). (N)
* SFAMATO, jiittì, da Sfamarcj Sa-
tollato. Lat. satnrotus C.r. KU.TU.z)ton.
Segner. Crisi, instr. 3. 20, 19 Per rice-
verne in premio quella rifezione beala ,
che ci ronderà sempre saxii , e non mai
ri&lucrhi, anzi riè anrbe sfamati. (*)
* SKANFANAKE. Struggete, Disfare,
Consiiniarr'. I.A. pctlce, perimere , afi-
*»mfrr. Gr. zaSat^s'v. arrsJJu'stv lìem.
Catr. Costui ha domi da mangiar U' ghian-
de, £ *n qiutlro volto e' 1' ara sfontanala.
fìuon, Tnnc. I. I. Ma tu se* sempremai
tulle tillere , E i* mi sento sfanfanar d*
amore. (')
* SFANGARE . jVeUarc rial fango.
Frane. Barò. 253. p. Fallo (il cavallo}
sfangar la sera, <:hc t' e cosa leggiera, f/'y
§. I. Sfangare, in signific. alt. e neutr.
vale anche Canuninar per lo fango, tra-
passare scatpitìmlo il f^ngo. Lai. per
coenofa prrgere. Matt. Franz, rini. buri.
Z l52. Da prima traltonclclo pian piano
Fin quasi s mezza posta , arciò la troa
Gli duri, e sfangar possa ogni pantano .
E 3. 102. Ma chi inveilisrc e sfanga pe*
pantani, È imbcrciator valente sopra tutti.
g. II. Sfaiìgirr , vaie nncUe Uscir dt!l
fango, e per mrlaf. vale Uscite d'-slra-
mente di-gl* imbrogli. Superale le difftcoUà
in quelcìie affare. Lat. rerum discrimina
vincere. Patoff. 6. Or lima, e or vendem-
mia, e or li sfanga.
SFANGATO, /fftd. da Sfangare j Usci-
to dal fang<y . Tac. Dav* I it. j4gr, 3(;7.
<^onriostiach? 1' esser tanto camminali,
usciti di tanti boschi, sfangali di tante pa-
ludi, che paioa bello cose e prospere, vi
lornerolibono, se fugj'itto, pt-ticolotÌsitnie.
3 SFAHE. Disiate. Lai. ccnnmiere ,
eoirutnperr, de.flruere, Gr. /u/Jtsu'vt^dai.
Petr. son. i32. Vog:;io, penso, ardo, pian-
go, e chi mi sfacc Sempre m' e innanii.
Dani. rtai. 20. Non pianger più; lu se*
gi^ lutto sfallo, ^-iiim. /tnt. '^%. 5 f) L'
alto case sposso volle sono dalle tempe-
itadi percosso, o da ventura sfatte. Cavale.
Med. Cuor, l'orla tanto impazi* nlrmeiito ,
quando la su» scrittura, o dipintura gli
su non lolameotc sfolta , ma biasimata.
Frane* fìarb. \(^*j. 10. Così guerra ittrug-
v,t e isface, Come cresco e rifa pace.
* §. I. l'. in sifinific. neutr. pass. Con-
sumarsi, Siriigt:ersi* M Petr. cant. 18. 3.
Dunque, rh* i' non mi afacrìa Si frale pg.
grtto a sì possente foco , Don h proprio
valor, the me ne scamptt fìocc. tmnt. 5
SFA
3. Già mi consumo amando, 0 nel mar-
tire Mi sfaccio a poco a poro. /ìut. Pii'e-
17. 1. Si fece tale, quale la bolla che si
sfa-, Pillin. Disc. \J\^ Quelle due ma-
niere di maolcnore . e rifare ciò che »i
consuma, e si sfj da* descritti sforzamen-
ti, e srorrimeoti al coatallo contengono
la cagione per la quale il corpo ornano
fu fabbiicato. (C)
tr 5. II. Sfarsi d' una cosa, vate Alie-
narla da sì, Visfarsrne. Part. Slor. li.
lib. 4> ut fin. Qnanto al far de* collegi
oc. meirhini e deserti ec. ella ec. giudi-
cherà se a maggior servigio della Chiesa,
e bene della compagnia tomi lo slarscoe,
o 'I ritenergli (L P)
SI-AHFALLABE. Forare dboizaìo.ed
ii\ririie fiinri t bachi da seta ditfxnii
f>r/.i!le .Salvia. Pio.i, Tose. l. ìv^. >t*'a
vorrei far fumé Ìk ciralc, che, ccino dice
Plinio , kfarfallaa di notte ( qui per si-
nulli. ) .
g. Per Dire farfalloni. Lai. errare /o-
q^eado , loqu-ndo errata fO'"milirte. Gr
&).jy5'.7v. yjnlm. 8 2g. Pur %o'conidr-
vt-it' una solamrnte, Cb' è vera; né ere
dialo eh' io sfarlatli.
•-.t SFAUFALLATDRA. Term de' Na-
turalisti. /.' azione dello sfarfallare (A)
::: SFARFALLONE . Lo stsso che
Farfallone, Hrd Irtt 1. l3t. Ilo dello
vetcova con cognizicmc di caui^a, e non ho
dotto ni' UDO slarfallone, ni- uno (propo-
silo {•)
SFARLNACf.lABE. Sfarinare. Patoff.
3. Non meiton leppo, e 1' uva sfarinaccia.
SFAHI.NACCfpLO. Afl-I Che sfarina.
Pallad. cnp 5. È da Scegliere il campo
grasso e sfatiuaccìulo, che richiede poca
fatica.
•f * SFARINAMENTO. Disfacimento
di checchessia, ridotta come in farina .
Del Papa Hat. uni. secc- I I .^. E chi sa
che la matiTÌa , di cui son formale er. ,
non sia in gran parie una limatura doi
medesimi sferici corpicelli re. , un corto
ìfatinamenlo. il quale poscia onendosi ,
ce. (A) Jìelltn. Disc. 1. I7. Il fregare,
e lo stropicciare , ec staccando p^rti le
quali poi radendo appiè del corpo che si
consuma formano quc' tali sfariuamcnti ,
o stritolamenti ec, (F)
SFARINARE. Disfare infarina, 0 Pi-
durre in polvere a guisa di /arinaj e si
usa in tignifìc. titt. neulr. e neutr. pa*s.
Lat. in pulvrrcni resolvce. Gr. CfpKzJ-
V6(V. yirt. J etr. Aer. .I. 76. Si rnafini
ìopra porfido con macinello pu^ di p^tr-
fido al solito, che sì stiìtclnà e sfarintti
corno fuste ziicclioro rafTinato.
SFARINATO. AdJ. da Sfarinare. hil,
in piilver'm resoiutus. Gr. a'/^aSwⅈ.
Pallad, Seti l4- A^lri ttdgono tre de'
suo*pomi, o ineoolanentr icona e lavorala
la terra, e secca al S'Ie, e quaù sfarina-
ta, e grassa (il tetto lat. ha prope cri-
brala ). /tuon. Pier* 3. t\. 8. O ȓ ver
falli air ug^ia, stariniii. Imporrati, intar-
lati. Stritolandosi , iu polvere si sfanno
(parla di legnami}. .SV^/c" Colt 37. Ne'
luoghi renittii , e dove sia tufo sfarinalo
ve,, si poiiono lasriare (le viti) un pu'
più presso a terra.
g. I Sfarinato , e anche Aggiunto d'
alcune frutte che n^n reggcr.c ai dente,
come pere, mele, o simili , te quali so-
gliono essere anche sripitej e à* cgni co-
/ore sbiancato e pallido.
§. II. F ptr sintilit. Fir nov. 8 jriS.
Lo facessero por manleoerli nella loro
sfarinala mellonaìtgine.
•f * SFARZACCIO. Accretcit. di
Sfano. fìellin, Hiiccb. ia4> Lo »*''"P'*''" .
lo scialo , lo sfartacrio t)a
gran sìgnorauarrìo. (A)
qualsiToglu
SFARZO Pompa, Gala, Magnifcmsa.
SFA
* Srgner. Mann» Mags- l6- ^. Tanti
altri idoli, che in lo sono. ma<<sìmameDte e
di spietatezza verso i poveri, e di i/ano
verso i plebei (qui par che significhi
piuttosto fasto, « dispretio). (B)
^ SFARZOSAMENTE A.v'..h. Con i-
sfarzo, Sf ggialamenlr. Aci ad. l'r */efe.
Por afTetiare sfarzosamenle una certa 1»-
periorità. fA)
•f « SFARZOSITÀ*. L'essere sfar-
zoso j Masnifieensa Bellin. Puah. aif.
l'orche vn' siete in paragon di noi. Quanto
a sfarzosiià, gatto [telate , E da stimarsi
iDtto innomo manco ec. (A)
SFAt^ZOSO Aid, Magnifico. Satvim.
Pros 7'otc. |. jtf^ Fa ciu magnt6cenEa
presso e* Greri e Latini, e gli strascichi
fton s'-mpre tf^izoti e magnifici.
SFASCIARE. L'var />' fair rj contrario
di t'-tsc't*f. Lat. fa*ciin exuere, favelas
lolleie Gr. aT0ìTaji7xvcùv. Lih. segr.
COS. dcnn. In quella maniera , ebe ri fa-
sciano e si «fasriuno i fanciulli. Croni-
cbeit. d" An,.ir. 36 .Si U«cio modleare;
o p( irbir fu messo al letto sì sfasciò , e
mis.- le mani nelle lodilo, e mori per lo
sangue rb* egli |>erde. Frane, Saech. nov.
1^6 Tornò al suo magistero, e sfasciò la
faneìiilla Cant Cam. 58. Chi lo ffa-
sciaise allora, e' non c'è grascia, Cbe non
facesse la marza appiccare.
t S I t'tr siniilii. si dice del T'cHer
via una cofa che circondi chfcehestìa ,
conte drt Diilrgare ie gioir, del Pci'ina-
re, e Atibiltrrr te mura d'una terra, ec-
f arili. StOf- 7. 171. Ma non mollo di
poi «maniellarono , come si dire oggi,
cioè sfasciarono la città di muro * /fertt.
Ori. I. 16. 33 E proprio Ìl colse sotto
la corona , Della qnal lotta la Iella gli
sfascia . * /irnv. Ceti. Fit. 1. 17S. Ch'
io le dovessi (l^ gioie) lutto sfasci-ire del-
l'oro, in cbe eli'erano legale. ^^^ Cuiec.
Slor, lij I7P La quale (Savona) \ Ge-
novesi sfasciavano (C)
^ g. Il S/atciare, dicesi anche éi P^M'
ve che rompa in itcoglio, o sin-ilé. lìart.
As par!. 1 Ili. 2. pag 86. Balle con
la proda a uno scoglio focco , e d* ebbe
a rompere e sfasciarsi (Pj
SI ASI IATO. A^fd. da Sfate ìart .
^ Fior. S Frane. 123. Allora S. Fran-
cesco prese questo fanciullo . e lieva la
fiscìa della piaga, e benedicrlo ec., e poi
colle sue mani sì lo rifascia, re. Va poi
coltri la niattina por trarre il fighuolo
del letto, e truvoUo tlasria'.o, e guardalo,
e trovalo sì perfeiiamcute guanto, come
se mai non avesse avuto male onsa>
no. (li)
§. I. Ptr siniilit. * Put, 75. Alcont
altri (salgono) per fioestre, e altri per lo
sfascialo alteur, ponendo i loro gonfaloai
s\i per le mura . (Cj fìcrph Ortg. Fir.
70.*» In parte rovinato (ti circuito), m
quasi tulio srascialo. e la rittk lutto ao|.
tosf^pra matcondolta. F Fir. disf. a6i. A
cillà puie sfastiata di mura , non cb* al
lutto spianala ec. , era vrrimetiip dì »«.
iterrhio . lìenv. Cr-IL Or,f. \\S. Piglisi
la forma che si sarà afasciala da qu«*m>l>
tolti .
1? g. II Sfasciato, figumtam. vmU Vm"
sto , Grmndissinio . Pros Fior. Salvtn,
leti, (^ 2. a66. Lo squarcio di lK>ec« ec.
non gli loglio, ansi glt aocresee 1* ammt-
raiiooe drlU bella od ubìca qu*lilà della
sua kfairiaia momoiia , e del suo vasto
inlellrtio. (Ci
^ SFASCIATRICE. Smt, femm. Che
sfascia i e qui Che slega , scioglie , o
dfhilita . Sai- in. Tropn, Sole, di mem-
bra sfasciairico , e dura ebrietà . F Inn.
<'*rf. Eumenìdi er. , afascialrici di mem-
bra (A)
^ SFASCIATURA. Term de' legitm*
SFA
iNo/i, Segatori, er. Lo tfasciare il legna-
me sf}:antÌolo (.1)
* g. S/asCiaturi f si dice anche iti Ciò
eh* la S'gn trofie <tal legno, o dUIn pie-
tra che si jc^jrt. (^i
sfasciumi:. MomtmUne tli rovine.
Cmr. Mail. x. Riduce il «io sfasriume
io basliuni, Per Ut eonlr' a' Pigmei nuo-
va riolla.
•f SFASTIDIARE. V. A^ Ter via il
fastidio, o la nri'ìj contrario di fostidin-
rti e in sigmfit-. neutr. pass, vale tìnc-
muiatare il gii\to . Lat. nntiseam dibatte-
re, naiiffnm coe'drr. Gr. vkuti'k; ì(.fv.-
TtT» y.-p I ang- Alruui di pnrhi cibi si
satollano, e lo sinmaro si st'atlidia , e '1
corpo non divmla nuRro, uè deliule ; ed
alcuni mangiano mollo, e n.in si saUilla-
no , nr lo stomaro si >f.i^!idia ( qui pa-
che »Me/m lo %trSyo che il itnplicf Fa-
sli'liate / in quefla ^uisa che S/a^^ire .
S/end.rr, Sfuflifi-are, e. aUri simili, di-
noLino h ife*So C^r i foro semplici l'ai-
lire, Frrt'fere , l'orffìi 'rr )*
«SFATAMENTO Losfnfort,Dispresi^,
Brff,J Lai, dr-SpiC-tlo,,tt:>p.Ctt,s,iis. //.'/,
Giamp. 231. Ora non e ella qtu-sta una
brulla »rularrÌala prr vi-ì, far tanto fo-
mon- con pli aniirlii, con onipicrvì a ogni
po' la hocra di quegli «('jlamenti eleganza
mctl rnn, frn\e n clirna ve, (C)
•f * SKATA.NTE. Ch<- i/ala. Che .ù
fa hefft . fìillin. Bucch, 76. I Liircheri-
oiquiloqui jfjtanli , Cbe t barrì stiman
quanto un t;reppio . un rorcio , Finiran
d'esspr più l.int-» arroganti, ve» E Hifc
I- Il3 Parole diflrrentì brn^ì Ìd suono,
ma quanto al !icn>o tutte i^ignifirauii svi-
liiDfntn, e tulle sfatami, ec. fjj
SFATARE . Dispreginre . Farsi heffe.
Lat. detpicere, a'itceir Gr. s'uTiJi'^Stv,
Tac. Dai. Ann. l- 19. Fu n»>^||'i' dì
Tiberio , viventi Gaio e Lucio Cfsari , e
Io sfatava , coniL- ita meno ( ti testn lai.
ha sprevcr^iqnc Ht iniparcm ) . 7:,' i5.
205 £ Pelo, cb<; &ì di>vca gloriare d' es-
sere secondo , sfatava le cose falle senza
sangui', sema preJa (il tetto lit. ha dt>-
spìficltat). Sfid. Slor. io. 3;8. Sfatando
eoo parole i confini, e le Iorio dt 1 regno
di Portogallo. * Jtett. Oiamp. 217. In
somma sfatate per tulio 1' uso di ciò cbe
è, o cbe vi sembra nindt-rno. (C}
t * SFATATAMEiNTE. Jtver/,. Con
dÌsprei;io. /ìellin. Pise. 3 85. O con ab-
bìeiione di grado sol fra rbi men si cu-
ra , e fra i più kfug^iti ricoveri sfatata-
menip la spingono. (Min)
« SFATATO. JdJ. da .fatare. Lai.
despecius . JìrUin. Pise. 2. 3^7. Furuno
gli assalti dell* alta guerra render qui-lla
tanto sublime, e tanto insieme adorabile ,
ora vile e sfatala , ora abboroinrvule ed
esecrala. (F)
t SFATATORE. Verlal. ntasc. Che,
n Chi </ata. Sahin, Pros. To^c i. 118.
Ma venga pure lo sfat.-tlore di Giove, e
nii dica se ha mai matura redessione.
SFATTO . Add. d<i Sfare ; Disfatto.
Lai. consiimpitts . tir. xaravaJwr £('; ,
DUtam. 2. 21. Ti dico cbe rimase la
grait pianta di Carlo sema «rrde sfatta e
itrolta. /■>. lac. T. 6- 16. iv. Lo cor
si strugge come cera sfatto. :'^ liuceU.
Dia/, fi/os. 83. L* alte case sono spesse
\oIte o da fulniioì percosse, o da improv-
visi turbini sfalle. (MiJ
J SFAVILLAMENTO, io j/flr.7/rtrr .Lai.
.'Cinti/latic. Gr. 9Tlii'~s tt piti fio ?. * Urllin.
Disc. 3 3. Se vuol poi mai f l'occhio) fissar-
lo (ilsole)ee. per rinvenirne la icmpera. al
grande incontro del %i%o sfa vii hi meo lo
^** f'flS' *^^^ '^ smarrisce e s' accie-
«. (Cj
* §• ^ f"* "*'taf. - Tratt. se^r. cos.
donn. Sembra loro di avere gli occhi
SFA
sempre ingombri d'an folto sfavillamen-
to « . Cnr. Jpot. 137. Da questi due
lumi uniti insiefne , nasce lo .tfavillnr
dell' uno e dell' aliro ; e d.illo sfavilla-
m-nlo Vardore e *l foco. (lìr)
SFAVILLANTE. Che sfavilla. L.it.
sci'ittltons, Gt. oTrivS/;pt?wv Jn<et.^^.
Quello . né più ne meno fbe il bollrn-
Ic ferro Iratlo dell' aidentc lumina , vide
d' infinite faville sfavillante . i)/. 1' . 3.
7ij, Si mosse da meno il cielo fuoii del
zodiaro uno vaporo gr.mde iuforato e
sfavilLintc. Vas-!. .Gn. Vide Morire dì quel-
lo monte grande fiamma di .sfjvill.inU'
fuoco, -r M-irthelt. Liicr. 5. 1629. Spes-
so avvien <b' eiritaia . e fuori espres-
sa Dal fregar ?i<'li'n|o , alfia s'acci-ndc
Fiamma cbe sfaviliante alluma il bo-
sco, (fi)
%. I, Per meta/., vote Lucido. Lat
ftìicfins , scintillnns . Gr, o7Ctv&y;3i'^wv .
i'innim. S. 61- Mentre cbe in queste pa-
rlilo di'ceva , cogli ocelli sfavillanti e co'
denti serrali ec. diinor.'iva. ì*ctr. son. 207.
Di sfavilLtntf cJ .nnìorrtso r.iggio.
# §. li. Sfavillante, devo del vino,
vale Che sma^H^ . Chiahr, ritti. Ivano i
rivi Altri di puro latte, altri di vino Isl'a-
villanie, iillr grnli.r de' nif^ii. ( Iir}
* SFAVILI. A^TI■:!^iENTE. AvverU
In modo sfavillnutct Impeif. Tini. />. l5.
r. 8, f,?\ niinirando fi.o nvW a. que l.i
luriilissinia faccia del sole . sole Io nomi-
niamo perch'' ì* r effige miniat.i diri vero
sole, rh' entro y'i si dipinge, il quale sfa-
viiljnlcnienle nel suo trouo de' propii
iag-1 si cuoprc e ne abbaglia e ne t-ffen
di-. (T)
t SFAVILLARE. Ncitlr. ^f andar fuori
faville j ed è piaprio del fuoco.- e per me-
fnf., .ti dite di o^rti altra lOS", che sparga
'apgi , o splendore. Lat. SCinllUarr , n'i-
cire . Gr. iTTivGvjpi'CcfV . Aitiet. 67. Ma
lieto lulto splende, di mifiiltile luce sfa-
villando . (ìvtd* Ptst, l<)3. Il !umc , che
n»* era dinanti acceso , sfavillò , e sfavil
landò mi dieile, al mio parere, Imonì se-
gn.ili. Petr. sci. l.'iS. Ove jf.ivilla il mio
soave foco, Dant. tnf. ;3. E the pena è
in voi, cbe si sfavilla? Bnt. ivi: Sfavilla,
€Ìi>e si mr^slra |>cr gli onhi sfavillanti, e
per le facce rosse. Dant. Por. 1. Io noi
snflVrsi mollo, ne sì poco, Cb* io noi ve
dessi sfivillar d'intorno, QujI ferro cbe
bollente esce del fuDCO . F 7. Ardendo
in se sfavilla Si , che dispiega Io bellezze
eterne. F ì^. Ob vero sfavillar del .«.amo
spiro , Cerne si fece subilo e candeni;;
Agli Ofcbi miei I 7Vo^. nji>/. Il cui r.to-
vimenlo d:riHamPDte saieMie simile alla
stella, fbe sfavilla i raggi suoi, se quegli
sp'end' ri sfav illassono da lei per libera
volontà , p di sua potenza proc(desscno .
V jVu/js Art/. Tiher. 28 Ridono i campi,
e in mrzio i verdi prati Ogni tenero fior
par cbe sfaville, f/^rj
f g. I. Sfavillare , per nteiaf. vale
anche Dar nelle furie, Adirarsi. Ftloc,
2. 3g8 M^rte. che di ciò s*accorse , sfa-
villamlo corse in quella parie, e lei nella
sua luce nascose ftioè, furiando infocato).
^ l'ocr. Pist, Pr, S. Ap. ?'gli è signore
dell.! sua indrgoaztone V e può cerne gli
pare in verso ciascuno a drillo e a torto
sfavillare. (/Ir)
V §. IL Sfavillare, ti usa anche in
SìvntfìC. alt. nel primo sipn ficaio. Teot.
Mist. Il cui movimento dirittamente sa-
rebbe simile alla stella che sfavilla i raggi
suoi . (fir) Far. S. Frane. 58. Era sì
grande il percuolere che fareano insieme
/ le pietre ) nel rotolare che ifavillavaao
fuoco orribile per la valle. (ì )
^ % HI. Pure ntt. in senso Jìcurato.
Chinbr rim. E dalle ciglia sfavillava ar-
dore (Br)
S F A
1173
ì!' §. IV. Sfavillare gli occhi, per Ren-
derli sfavillanti, fu usato dal Pule. M' rg.
19- 66 Ecco apparir dinanzi un bavuli-
scbio , E comtucidva gli occhi a sfavilla*
re. (lì)
!C- SFAVILLATO. /^rfrf. Sparso, Pieno
di faville i ed amiche semplicemente Illu-
n.inalo, Uluitraio. Off. Com. Par. i 5. Sia.
A lui si dimostraro anime beale in qudla
spera in forma d' una croce sfavillata di
splendori. ( fìr)
SFAVOHIRE. Contrario di FavoHre.
L:il, nnfiinii'f avere. Gr. o'u 7rpoaTt'&e9&«i
Tivt Sr-;r. Fior. Stor. i^. x5; Quelli che
la sfavorivano , erano Miccolo da Uzz^qo
e la parie sua.
SFi DERAnE . Contrario d' Infede-
rare. Cavar la ftdeia, proprio de' guan-
ciali .
SFEDERATO. Jdd. da Sfederare.
-V' SFE(;ATATAMEATE. l oce ùassa.
Avvetò. Svi.iCt:ratan.,nte . Jìitv, hurl. 3,
3l. Poro mancò che con 1' Imperadore
S< bben l'adoro sfi-gjlalanii nle , iNon feci
a che l'è dentro e rhtf l'è fuoro (R)r
•f * SFEGATATO. Poce bassa. AdJ.
Svisi eralo, Sp"Siiiiat>--, Cascante. Btonz.
rim. h{irU% 2^3. eli* e* s* è già visto un
uooi più th' all' estremo Frarido , mar-
cio , sfegatato e mortu Per una donna,
ce. (A)
SFl.LATO . /'. A Add. Trafelato .
\^^i. pene cxanima'us, Gr >St-o£ua7jffav.
Stor Pist iS5 T.mlo forte cavalcarono,
che molla gente rimase sfelata per 1' af-
fanno deli' andare.
•f '.' SFELICE. ì'oce poco usata. Add.
Sforfnnafc , tnf lice . Lat. infelix . Gr.
^M'ì-zvyr,^, Bti-n Tane. 5. 2, Io che fa-
rò, povcr a me sfcHcc? Io mi voMileguar
dalb- parsone. {*)
SFi:.\DERE. Fendere. "Lai, findere ,
d'ffindne Or, -xi'Cetv, dias^i'^tf.'. Urrn.
Ori 3. 8, 4^. AlU sua stirpe il cavalier
non mento , Che *1 re Giilaldo infino al
petto ha sfesso. Seder. Coft 53. Sfenden-
do il Iraltio della vite, che ne metti sotto,
in cuna, dandoli forma di conio, o bietta
da sfeiider legne, ec. IC 58. Alcuni, senza
sfender la vile . scostano la buccia dal
tronco pulito con un ferrclto , o biella
pur d* osso, o d'avoiio.
* 5Fi:.\D!TlJRA. Lo sfendere. Fen-
ditura . hai. f.fsio . Gr. c/t'ci; . Seder.
Co/i, 56. Ma fendasi in un colpo affilio,
clic arrivi la sfenditura dall' una e dall'
altra p.jrtc in giù quanto s' è dello. (*)
•f SF'EBA. Teriìi. dc'Geomctri. Spera,
Corpo solido Compreso sotto una sola sU'
perdete, con un punto in mc:zOf detto il
crntio , da cui le linee tirate sino alla
superfìcie sono eguali, Lat. orl/iSj globus,
sphcera . Gr. cfc/Xf/O.. Gali. Sist. iqg,
Creik» che l'essere sfera consista nell'aver
tulle le linee rette prodotte dal suo cen-
tro sino alla cìrcoalerc nza eguali . Sagg.
nat. Cip. J76. In un gelosissimo U-rmo-
nieiro di ^00 gradi, collocato nel foco
della sua «fera.
g. I. Sfera, si dice anche Quella scien-
za che insegna il itioto, e la disposizione
dei colpi cetisti . Buon. Fier. i. 3. 3.
Legge un altro la sfera , e dell' eclisse
Parlando della Luna, a'dì passali Dichia-
rò quel proverbio, onde si dice Mostrarla
altrui nel pozzo, eh* e si in uso.
^ §. II. Sfrrn armilhre , dicesi di
Quella macchina landa e mollile, ccmpo-
sta di vnrii ccrchii, rappresentanti quelli
che dogli Aitroticttii sono stati immagi-
nati ne' cieli. (A)
V g. III. Sfera dell' Ostensorio, chia-
masi dagli Orefici Quella parte dello stesso
Ostensorio f che comprende le ciambelle,
la rag'^iira , le nuvole , le testine degli
Angioli, rdaltri cmamenti sinibolicù (A)
1174
S F E
* §. IV. Autore, Poeta» Ingegna , o
jimiie, di prima s/fa, vale Autore^ PoC'
tu. Ingegno, o iimile , di prim' ordt-
ne, di alUsfimo merito . SaU'in. Pros.
Tose, 1- 579 Bealo chi puj iaveotare e
far tetto; questi soao da riporre tra gli
ìag^gai di prima sfera. (C)
SFERALE. Add. Sferico, Di sfera,
Apparicnente a sfera. Di forma sferica.
Lat. sphcericus . Gr. •sfxipuo'i- Buon.
Fter. 4. 2. 7. I gotti varii Vario il lur
moodo amaraao: chi *1 voleva S ferale, e
chi quadrato.
:? SFEUETRARE. Guastare» Sciupa-
re. Cor. Com. 100. A.»ca troppo graode
scbidioae a si piccoli uccegli, e ec. dcU'
infilzare gli sfereLrava lutti. (FP)
SFERETTA. Dim. di Sfera. Gal.
Sist. 3i)7. Stando Lilaocialo sotto il me-
ridiano già segaato lopra noa sferetta di
calamita.
SFERICAMENTE. A^verb. In maniera
sferica. Lat. spliaerice. Gr. flyai^i/!3;.
Gal. Siti. 8i). P«r andare elle sferica-
mente inclinandosi. E 323. Collocate in
noa superficie sfericameole distesa intorno
a uà suo centro.
SFERICITÀ.'. Attratto di Sferico. Gal.
Sist. 72. Bisogna che la sfericità di quei
globi celesti sia ass^luiissìma.
SFERICO. //.// Sperai: Lat. globo-
sus, sphaericits. Gr. «yacac/o^ Sagg.
nat. Cip- 72. Alla quale impedisca ncli*
empiersi U sua luis^ima sferica dilatazio-
ne. /? 76. Vi maggiormente adattandosi
alla figura sferica. Ga!. Sitt. 47- Nitsuna
di esse ( macchie solari ) e stella, o altro
corpo di figura sferica.
* g. ^ m forzi di Susi. lìart. Ghi.tcc.
3l. Lo sferico non e figura che riempia
lo spazio. (N)
SFEROIDE. Figura geometrici solida,
di formi ellittica, 0 l ovafe. A'xV. Prop. 8.
Qacsto è pure del Comraaodino la Propo-
sizione oUa%a delle sue aggiuulu a^l co-
mento d-.*! trattalo d'ArcIiim.Je delle co-
noidi, e delle sferoidi.
* SFEROM ACHIA. T. G. Sorta di
giuoco a palle. Lat. sphxromachia. Gr.
cpyj^oaKX*'*- ^' {"'ocnOot. alia y. GAX.-
CIO. §. XI. (•)
•f * SFERONE. Sorti di rete da pe-
scare, di figura rotonda. Sa'fin. Opp. Pe-
se, 3. 296. E gli sferoui insieme e 'i (orto
Paoagro. (A)
SFERRA. Sftst. Ferro rotto, o vecchio,
che si lieva d-iC pie del cavallo.
g. I. E di qui per met.if. Sferre di-
ciamo eC Vestimenti consumati, e dismessi.
Lai. veitis obsol^.-ta. Gr, /xx'ti'ov TaXac-
O'jfi-Evoy. Hiioa. Fifr. intr. 2 \. Qui non
ho io scorto Altro che ccncena, E sferre
vecchie, e rattacronameoli.
g. II. Sferra, si dice anche d'Uomo
inabile, e dappoco. Lat. homo nihili. Gr.
f # SFERUAIOLARE. levar di dosio
il ferraiuoh. Salvia. ì'it. Piog. 314* Non
era soniiitcraotc , ne dormiglioso; onde,
sfcrraiolandijlo. lo trovano spirato. (A)
* SKEIUlAIOLATO. Add. da Sferra-
iolare. (A)
SFERRARE. Levare, Cavare, o Scior re
il ferro; e tihra Sciorre assolutam. Lat.
ferrum adimere. Gr. 9i5r\pot apKtriiv.
M. y. %• 10. E lutle mulina di quvlle
contrade erano state sferrato , e guatte.
fìern. Or!, 3. il. ,|6 Brandimarte tornò
dov'era Orlando, £ lo sferrò ddl Urcio
inconlaucole. 'f* B-trt- Hicr S'tv 3. 10.
iii6. Chi volea man» ft' remi, chi correre
■ fortuna, chi disarhorare, chi ammaina-
re, o caricarla vela; e orca, e poggia; e
afferra. 0 sferra , e quanl' altro e dell' art«
mesta in coofutiono. (C)
%. I. E per metjf. Morg. ax »3. Dico
S F E
io quel punto, che 1' alma si sferra, lìern*
Ori, 2. IO. 26. Si Io slrigne e lo balle
e lo tempctta. Che quasi il fiato e l'ani*
ma gli sferra. Burch. \. 33- E la not-
turna spera più ritonda 0^nÌ natura di
suo eorso sferra (cioè, rimuove violente-
mente. Li(. arcere, cripere, pruhihere).
# %. 11. Sferrare, vale anche Sciorre
la cateta ond' altri e legata, m Petr. son,
io:f E non m' anciJe Amore, e non mi
sferra ■• ( qui fi-uira'am. }. (Cj
f # ^. III. E in siglile, neutr, pass ,
vale- Uscir de' ferri, di catena, Ar, Far.
36. ■>). Una furia infernal quando si sferra.
Sembra Maifisa, tequel sembra Marte. fP^
3 g. IV. Sferrare, per Trarre il ferro
delio strale, della laida, o d'altro, re-
stalo nella carne per colpo ricevuti con
■tali armi. Guid. G. Deh, fralel mio. la-
scera'mi tu scendere all' Inferno , eh* io
non sia vendicalo 7 Io li prego , che in-
□ anzi eh' io sia sferralo, tu vada inconti-
nente contro al mio ucciditore. Frane.
Sìcch, nìv. 2[t. Giannino nel fine sferra
I' asta fla quale nel vero tra pelle e pelle
era enlrata ) e viene verso Cecco, e dice.
* Pecor. g, 9. n. 2. Disse il Patriarca :
figliuol mio, sferrami che io soa ruorto ^
et egli subito lo sferrò, ed il Patriarca
disse : io non ved j quasi lume, però turami,
e fasciami molto bene questa ferita. (CP)
§. V. In signific. neutr. pass, si dice
dei Cavalli, 0 a'tri nnimali, quando escono
loro i ferri da' piedi. * Matt. Franz, nm
buri, L* uomo si ilracca , ed il cavai si
«ferra. (Brf
SFERRATO. ./Jd. da Sferrare. Lat.
vinculis liberatut. Gr.aTa oisawv aj»!-
àstj. G, y. 10. 223. 1. Gli venne un
quadrello di balestro grosso per lai modo,
che lui , recalo al padiglione e sferralo ,
pa.tò di questa viu (qui nel signifìc. del
g. IV. di SFERRARE ). * Guicc. Stòr.
17. 23'i Due navi erano per 1' ira del
mare ec. andate a traverso, e cioque sfer-
rate dalle altre andavano vagando. (C)
g. Sferrate, diconsi le Bestie da soma
allora che manca loro nlciinn delle ferra-
ture a' piedi. G, y. 6. 73. I. Tulli van-
no a cavallo io su ogni ronzino sferralo,
o ferrato. Frane. Sacch. nov. 197. Io
non dico che 'I ronzino sta sferrato, anzi
dico eh* egli è guasto. Ai. sai 3 Fuori
è la raulj, o che si duol d' un' anca , O
che le cinghie, o ch^ la sella hi rulla, O
che da Ripa vien sferrata e stanca.
•f # SFERRATOIA. Lo stesso che
Feritoia. Car. En. 9. 2^0. E 'per timore
armati Visitavan le port*^, e *n su* ripari
F.icean berteich« e tferratoic e ponti- ^/^
•f '^ SFERRUZZATO. Term de' F^r-
nnciai. A^gmnty che si dà a que' pezzi
di calcina non b^'ne spenti, 1" quali sono
particelle di alcuni sassi che nella for-
nace soa venuti ecc-tfivamenie cotti. Bai-
dia, l'ocah. Hit. ia SBULLETTARE.
Questo malo deriva da alcuni miauli pezzi
di calcina non bene spenti, che sono par-
ticelle di alcuni sassi che nella fornace
sono veouli eccessivamenle colti ( che Ì
fornariai dicano sferruzzali), i quali sassi
ec (A)
SFERVORATO. Add. Contrario iC In-
fervorato. Senza fervore. Lat. tepidut ,
frigidiis. Gr. x^ty.péi.
* §- Pc l'astato dal fervore alla te-
piJezii. Bart. At. Uh, 8- E ordinario che
chi non ha mai provalo dolcezze di spi-
rilo, al guttarne che fa la prima volta ,
quasi ubriaco di contolaiione, dii in ec*
cetti, misiimamentf d* utiMigarti a pro-
messe, delle quali poi, sfcrrorali che sa-
no, aitevolmente ti penlooo. (CP)
SFERZA. Ferza. Ltl. ferula , %^rber ,
fUgrllum. Gr. pai^òoi , /*«ffTt^. Vit.
Pluf, E da poi slavaou li servidori colle
S F E
sferze, e battevanli. Bern. Ori. 3. 9. 13.
Perchè, accostata con la sferza io nano,
Sconciameoie di dietro lo batteva. Buon.
Fier. 3. 2. 12- Ecco da pedagogo colla
sfrrza Questo guasta mestieri. E InAr. 5.
I. Maestra e duciplina e sferza e Uluti.
t §. Sfr-a del ca'd^.o dei Sole, JSgm-
ralam. si dice dell' Ora nella quale il
Sjfe è più fervente, e ga^iitrdo. Red.
Annoi. Pitir, 173. Poscia levandole sulla
sferza d<?l caldo, le portano al lino, e ivi
le lasciano il restante del giorno. ^ Car.
Long. Sof. lib. I. Un giorno, tra gli al-
tri, in su la sferza del caldo ec. la Cloe
per dormire si trasse chetamente dietro ad
una macchia di lentischi. Segner. Pred.
3o. 5. Egti si rimase alla sferza del sol
coccole (Br) Imperf. Tim. D. \, T. 6.
3. Ci riposero discorrendo eoo gran quiete
sotto quesl' ampio coperchio di rami froo-
duti , ec i quali tesuno fortissimo riparo
sul più fitto meriggio alla rovente slrrza
del sole. (Ff
t SFERZARE. Dare, e Percuoter cotU
sferza. Lai. feru'a eteiere, verherart. Gr.
isy.^òiCtii, /icciri'^fitv. Ott. Cjm. iuf.
18. 33i. Dice, eh* erano ignudi, e che i
demonii gli venivano sferzando. Petr.
cap. il- Quattro cavai, eoo quanto stu-
dio corno. Pasco oell' Oceano, e sprooo
e sferzo.
g. 1. Ftguratam. per Incitare, Com-
muovere, Lai. oQilare Gr. a'vauivcTv.
Petr. cani 29. 5. Ma 'I vostto saogV*
piove Più largamente , eh* alu' ira vi
sferza.
g. II. Pur fi::uratam. per Gastigore ,
Punire. Lat. flagellare, punire. Datti.
Piirg i3. Questo cinghio sferza La colpa
della invidia-
g. III. Per simitit. vale Percuotere ,
Battere, nel signifìc. del %• LI. Toc. Dai'.
Ann i5 216. Quelle vie strette, e case
alle, facevano qualche rezzo ;dle vampe
del Sole, che in queste larghe e aperte
diritture sferza e liverbera più rovente
(qui il testo lat. ha gratiore atttn ar-
dcscero) .
* §- IV. Sferzare, fìguratam. K-ele Ri-
prendere. Srgner. Pred. Pai. Ap. 4> IO.
Cristo oon avea comioriato ancora a sfer-
zarli eoo la sua generosa predicaziooe ,
come piultotlo gli sferzava Giovanni, ar-
rivalo iofino a chiamaiU raita di vipe-
re. (fC)
SFERZATA. Colpo dt sferza, Lat./<-
rulae ictus. Gr. ^«'stc/o? *Ìiiy»i*. Anmot,
yang. CÌO(|ue volte rirerelti quaranta , e
una meno, sferzale. IJut. Dopo la prima
sfertata non s* aspetta né la seconda , ne
li terza- Frane. S'tich, nov, 19S. £ Ìo .
disse il Re, dono a questo cooiadino ciò-
quanta sferzale a carni nude.
§. Per metaf. Lai. pla^'a. Stor. Emr.
^. ll3. Le sopraddette sferzale, aurora chr
gravissime , non rimuiarono però altrì-
me'nti l'animo di Lagapeno. Car. leti. |.
171. Vi piare di darmi di questa sfenalt?
ed io sono dupotlo di riceverle da voi pa-
zienlemrnte.
SFERZATO. Add. da Sferrare Lat.
ferula caesui, ^vrOeratus, flagelLttus. Gr.
/xxsttyuàct';. Pant. Inf. 18. Quando boÌ
fummo là duv* ci vaneggia Di sotto, per
dar pasto «gli sferzati , Lo dura disse .
Bui. ivi .' Quando furono in sul mezzo
del poalc, sotto *l quale passavano l* aai-
ro** trenaif* da* demooii.
*:• « SFERZATORE yerhal. mmse.
Che, o Cht sjtrzm, SlaffìUtore. LeU Jfth-
IT'it ctrdcnt.Stlvm. Ibad lih. 5. »'. I033
Il dirin Teutraole, e poscia Oraate Sfer-
zator di cav^Ui, ec. (A)
!0t SFERZILA. Term. de' PeseaUri .
Quella corta che, attaccata alla rete delle
lalanctlte , eerpe c«^ per al/mn^arlmi '
S F E
tirarla im barca , e viene a Jar lo stfsso
lervìMiOt che la Spilorcia per lo rezzo-
la. (J)
SFESSATUHA. Lo sf e luU re. Fessura ,
Pesto. L.it. divisiiroijìssiirii, rima, Sotler.
Colt. 5q. Fendeado 1* altro, taglierai ti'
cno ìe Jue baode cootrurtc della flessa-
tara da ud di suttu, diW ullro di sopra.
SFESSO ^tlJ. </rt S/cnd,re. Lai. Jis-
lus. Gr. éjx"y*^'^- ^^^- ^*''' ^- 4^- ^'
ior piedi son quasi callo , e hanno poca
un^hi,!, ed è sfrsia, e non sì guastano prr
cammJDO cL' egli facciano. liern. rim. I.
gfi. Sua forti, vaghe e gbiolte Le mani-
«:he in un modo tirano sfesse. Sodcr. Colt.
59. Legherà* gli forte con salci sfossi,
o giuDcfai sodi.
SFETT£GGIARE . Ridurre in fette.
Lai. in sepite/ita reducere. Gr. s't^ TOft-y-i
uipi^ziv. Alles> 81. lucrcscendole forse
lo scomodo sfi-tteggiar del costereccio del
porco mastio dell' anno passato.
* SFIANCAMENTO. liowpimento de'
fiandii , T'allisn. 2. 22^. (Min)
SFIASCARE lionipeisi checchessia per
interna forza mtle parti laterali. Lai.
lateribus infringi.
^ g. Dicesi anche prr Sporgere in
/uori. Bellin. Disc. 1. l6^. Gli ossi del
femore, ec. sfiancano all'iiifuora obliqua-
mente in una forma si sbalestrante , e
4]uasi fuor d' architettura the er. /T 3,
71. Sforiate in questa forma le parti , 1*
istruroenlo col suo calcare le smuove, e te
(Tooga, e le afi^nca (qui è posto attiva-
mente). (D
* SFIANCATIVO./^*W.^«o a sfianca-
re. Hellin. Giorn.^. j6|. La pressUme dell'
ambiente è di uo ronlra^forzo cb'equili-
l>ra, o supera tale sforzo sfìancalivo. (Min)
* SFIANCATO . Add. da Sfianca-
re. (A)
* §. Sfiancata, Term, de' Cavaìleiizzi.
Dicesi di un cavallo, quando i suoi Jian'
chi sono cavi, non a livello delle costole
e delle anche, e c^mc ritratti in su. (A)
t SFIATAMENTO. Lo sfiatare. Lai.
«vaporano , exhalalio. Gr. oizfxói , à~o-
fopoi. Mar. S. Crcg, Ecco M ventre ,
quasi mosto »anza sfiatamento, il quale
rompe i barili nuovi. Ott Com, Pur^.
21- 379. L' aere terrestre è più torbido,
]o quaie per gli sfiatamenti umidì si fa
corputo.
SFIATARE. JKeutr. Svaporare. Man-
dar Jiiori fiato. Lat evaporare, vapcr,-m
emittore, exhaìnre. Gr. s^xr/xt'^siv. Pal-
lad. cap, 37. Sicché dentro al liuco riceva
l'aria dalP uno lato, e dall'altro sfiati.
Cr, ^. ^^. 7, Perchè non si possono così
chiudere, si cuoprano con isluoie e panni
per modo, che poco sfiatino. Mor. S.
Greg- Col solo sfiatar delle naii corrompe
tulio ciò che egli toccasse, eziandio dalla
lungp. Bicett, Fior. 07. SÌ mette un co-
perchio di rame , che incassi benissimo
dentro all' orlo della caldaia, tantoché non
iifiali niente.
S- \. in signific. nrutr. pass, vale Per-
dere H fiato per lo più per lo soverchio
gridare. Segner. Pred. 2. 6 Può sfia'arsi
Mica io gridare quanto a luì piace, che il
sacerdote già lontano noi scote. £" 3. i.
Polrò ben io per ventura sfiatarmi in gri-
da, e dilegiurrai in sudori ; ma poi che
prò ?
•f * S- *I- E Sfatare, att., per Man-
dar sofie. Soffiare. Pallad. cnp. 7. Se
alcuno fiume fusse vicino al luogo , III
oTc ci poniamo in cuore dì fare 1' edi-
ficio da abitare, dobbiamo prima ispcr-
mcntare la natura del fiume , se egli
sfiata alcun vento, o fiato nocivo. (T')
SFIATATO. Add da Sfiatare. Buon.
Tane. 5. 5. A me 1* umore De* fatti suoi
e sfiatato a ritrosa.
S F I
f SFIATATOIO . Luogo donde sfata
checchessia ; e propriamente Quell'aper-
tura che viene lasciata dat gettatori di
metallo nelle forme. lìenv. Celi. yu. 2,
4l2. Cominciai eoo lento fuoco a trarne
la cera, la quale usciva per molti sfiata-
toi. E 4i3> Di mano in mano tbe io vi
alzavo la terra , vi mettevo i suoi sfiata-
toi. E Otef. fio. FarcÌan\isÌ le sue boc-
che, e due 56.113101 dolila banda di sotto.
t * SFIATATURA. Lo sfatare. Lat.
evapora tio, e.v/ialatiO. Bellin. Disc. 2
ii3. Il qual fjtio essendo verissimo, e
[arilissimo a riscontrarsi, non richiedendosi
altro per i iconoscerlo, «he quelle replicate e
mcliiplic.iie sfiatature. E il5. E questo è
nianircslo in queste sfiatature, di cui sì
parla. (Min)
t * SFIATAZIONE. Sfatatura. .Bel-
lin. Disc. 2. Il3. Voi vedrete che quello
che in una sola sfiatazionc parve un sot-
tilissimo velo di non conoscibil materia ,
ec. diventerei una gran raoltitudioe di
grossissinie gocciole. (Min)
* SFIATO, r^rrn. de' Gettatori, Aper-
tura fatta accanto al getto , affinchè l'aria
possa sfiatare, (A)
SFIBBIARE. Contrario d* Affihhiare .
Sciorre. Lat. ilifTibulnre. Cr. aTToTTcCOvàv.
Frane. Sacch. nov. 178. E subito spoglia-
tosi, si sfibbia la gorgiera , e dalla a l'ie-
ro . Mor^. jc). ii|(ì. Tanto che '1 petto
avea tanto serralo. Che si volea sfibbiare
e non potea . Sem. Ori. i. 23. .^6. Ri-
naldo, che al ferire attento stava, l'erchè
r anima troppo ha riscaldata , Ad Aqui-
lante I' elmo già sfibbi.iva ; E ben gli a-
rebbe la testa levala. Buon. Tane. 3- 7.
Sfibbiati il sen. T. C* è il nodo. E. To'
'1 coltello .
•f -^ §. Per simili t. Cominciare a dire,
o Manifestare checchessia con molle pa-
relè . Menz. sat. 8- Or prendi e suona
Quel tuo buon colascion dal dì di fe-
sta. In quel ch'io sfibbio certa mia ean-
Iona. (7^)
SFIBBIATO. Add. da Sfibbiare. PaoL
Oros. Sanza ninna rottura di panni sfib<
bialola. Lor. Med. Beon. 6. Quello sfib-
biato è Pippo Giugni mio. Ziba/d. Andr.
102- La pulcella ha sfibbiato il petto.
* g. E fgtir.ztam. Alh'g. 267. Ma ran-
nodando il mio ragionamento sfibbiato
ec. (V)
* SFIBIìAMENTO. Lo sfibrare. Bel-
lin. Disc. 2. 366. Pieno d' anni, e di vit-
time che da ogni parte del gran regno
de' sensitivi avero nel tempio condotte, e
dedicate e dislalie fiuo al più ultimo .sfi-
bramenlo in sull'altare, mi veda ce. (B)
•f ;;: SFIBRARE. Sconcertare le fibic,
Ciiaitare le fbrc . Buon. r-m. 78. E '1
sangue a libra a libra Mi svena e sfibra,
e '1 corpo V V alma sconcia. (A)
* §. Per Snervare. J^el Papa Cons.
Il torrente copioso di umido ec. sfibrereb-
be via più il sangue, e lo renderebbe sem-
pre più disciolto- (A)
;:= SFIBRATO - Add. Snervato . Lat.
cnervatiis . Cr. g'zyuTO;. Bed. Cons. 2.
p7. Lasciano poi le vìscere cosi infralite,
e, per così dire, cotanto sfibrate, che la
generazione de' sieri cresce strabocchevol-
mente , ec. {•)
SFIDAMENTO. Lo .^fidare . Lai. in-
Cìtatio y provccatio . Gr. 7rK~o*^jur;ci; ,
Tapo^UT^o'^. C f, li. 44' 7- Le sue
masnade , cb' erano in Lucca , sanza ri-
chesta, o sfidamento niuno, corsono V'al-
dioievole. .E II. 71. 3 Del quale sfidamen-
to il Re di Francia prese sdegno e onta.
SFIDAKZA. Contrario di Fidanza. Dif
faenza . Lat. diff.denlia . Gr. arrtCTicc .
Mor. S. Greg. 8. a3. Certamente non è
pvò da prendere sfidanza , perocché in
questa vita questo è ottimo rimedio dì
S F I
1155
nostro s«ampo . Frane, Sacch. nov. xqq.
Egli ha preso sfidanza , e voglio lasciare
ogni altra cosa, per scr\ir lui.
3 SFIUARK, Invitare , o Chiamare a
haiing/ia. Bifilare. Lai. lacessere, prò-
vo,are, incitare. Gr. ;rfo/«>£r53ai , su-
vùi^ttv y :T«po^Jvitv. M. f. 9. 56. Sfi-
dandolo, e appelliindolo per Uaditore .
Bern.Orl. i.g. (>2. Tu non sc'cavalier,
ma se' it.ssassino, Ed un irist' uom», e fai
gran villania, Gli disse Braodiniarte , che
con gridi. Stando a cavallo, un altro a
piede ifidi. Tass. Ger, 2. 90. Spiegò
quel crudo il seno , e '1 manìo scosse ,
Ed, a gu.Tra morta!, disse, vi sfido. E
b. i(. Che tu sfidi però, se ciò l'ag-
grada, Alcun guerrier aemico , io non
ricuso .
^' §. I. E accompagnato alla particella
di. Petr, son. lijp. Sì che di morte Là
dove or m' assecur,i, allor mi sfide? « E
canz. 48. 5. Che legno veccbiu mai non
rose tarlo , Come questi Ìl mio core , in
che s'annida. E di morte lo sfida ». Tass.
Cer. 3. 23. E <!i due morii in un punto
Io sfida . (D)
g. II. Jn signfc, neutr. pass, vale
Di/fidare. Lat. di/fidere . Gr. «TTiSTEtir,
Bocc. nov. 7^. 37. E perciò dì questo
non vi sfidate , cl;è sicuro , e gagliardo
son io troppo . Pist. Cic. Quint. Che io
non mi sfidava, la cosa dover venir fatta.
Borgh. Ong. Fir. 3o. O che noi ci sfi-
dassimo che ogni mezzano in-^egno fosse
per se medesimo allo a riconoscere queste
opinioni , ce.
§. III. Sfidare alcuno, vale Dichiara-
re ^ 0 pronosticai e per disperata la sua
guarigione . Lai. desperare salutcm . Gr.
«TToycvw'sxsiv T/jv 56jTv;^i'av. ì arch. Er*
col. 8j. Sfidare è il contrario d' n/^Trfarp,
e significa due cose ; prima quello che i
Latini dicevano desperare saintem , eoa
due parole; onde d'uno infermo , il quale
ec. sia vìa la via là, o a confiteminì ec.,
s'usa dire: i medici l'hanno sfidalo; E
poi qntllo che io non so come i Latini
sei dicessero, se non inàiccre bellum ec.,
cioè sfidare a battaglia . E Star. 2. l5.
Si gravemente ammalò , che ì medici Io
sfidarono. Si/v. Grnnch. l. ^. Procaccia-
ti pur d* un altro medico , Cb' io per la
parte mia ti sfido .
§- IV. Sfidare, in signifc. att. ^ vale
anche Disanimare , Ter l' animo. Lat.
aninium ai feri e. ì ardi. Lez. 569, Quan-
to mi sfidano queste cose da una parte ,
tanto m' assicura dall' altra il sapere ec,
* g. V. Detto di speranza, vate sem'
plicemente Privarne, Spogliarne. Lai. pri-
vare. Bell. Man. 34 Sfidando di speran-
za il tristo core , Ahi lasso ! me dolen-
te. (?IS)
SFIDATO. Add. da Sfidare. Chiama-
to a battaglia, Lat. lacessitus , provoca-
tus. Gr. tt^oxJtiSei'?, ■:r«po|uv3Ei'5. Pass.
343. Anzi ci è comandato da Die, che 1'
abbiamo per isfidato nimico.
g, I. Sfiato^ vale anche Che non si
fida, Sfdiicciafo. Lat. difidens. Gr. arri»
CTyf'sa;. JKov. ant. q'j. 1. Ed era sì iscar-
sissimo e sfidato , che facea i mazzi del
camangiare con le sue mani , e annove-
ravagli alla fante . Agn. Pand. 32. Ben-
ché 10 sapessi ogni cosa, di nuovo spesso
ne domanderei per mostrarmi sollecito ,
con tale modo però . eh' io non mi mo-
strassi soiipeltoso, o sfidato. Bemb. Star.
2. 19. 11 re Alfonso, della sua fortuna
sfidatosi, chiamò a Napoli Ferdinando suo
figliuolo.
* g. II. Sfidato, per /spedito. Dispe-
rato j e per lo più si dice degl' infermi,
Lat. dcsperatus. Gr aJieyvw/xs'vos • il
f'ocabol. alla r. SPACCIATO. §. (*)
f SFIDATOBE. ferbal. masc. Che,
Ì176
S F 1
S F 1
0 Chi tfià.<. Lai pr^^ocilor. Gr. VSxXn
To'i. * C/i.a'"-. rim. E J'^iltra parlr^m.
nacrioio . ,.»» Cairo move, lo .6J-I0C
(Ideo, (lì'l _, , , .
SFIDUCCIATO. Add Chi nm si fid^.
Lai. diKdmi. lim,du<, d^sperMc:,! pie
nu,. Gr. «:t.7rc3,, is.io; , as'-k::.,'-.''.
Salv. Spiti. 4. 2. Voi .iele »6.luca>to; m
breve, io ho eccellalo il parlilo, e 1 Aga
la m'ha promciio che ec. Sfg'- /lar.
CU- 3 7. G-li uomini sfiJacoali non
soDoUuooi. yxrch Slor 12. 4^ I-«
Jonne olirà misura incredule e fi"-^"''
te. A^!.r. Cof. 3. 7- Ol- ''" 'eJ"""""
vedova È quesla 1
* S. A .ira unche in /orz.t di sml
Red leu. Se R. S. non « fid"« . «
fosse uno sfiJucciato . darò mallevado-
':? SFIGURARE. O/r/Ti'"™'-'' I^'- '''■
/ormare . Gr. 1«3-7>Ì»» • •S'-«'-; P''^'-
12. 4. Per mollo che [.rocur.s. di orcul
,ar.1a l■vule^.a del suo veleno. Uaspar.-
.ce nel vollo , lo scolora , lo macera , lo
'^^SvÌSÌkTO. Add. d. sr.,urn,e.l,...
deror,ua,„<. P'lnd..<. Gr. O-;","'"^';-
tali guai , e
sfijiiral.i
(li nullo a
mo.lo'Il' 'fauo gU cooTo . O""'.. ""'• ^^
E veggovi ven.r si sfig -rale , Che .1 cor
mi irenw di vederne unto.
SFIGUIUTO //". .S-/?,..,ra(o. Lil.rfe-
li. .',. Geco la pallida molle, Laida, scura
' SFi'lACCIAHE. Far le fihccia ; edì
prcpriamenic C U>cir che (anno le A a
^„; M,/,o , o buaccio de pann, . I . M-
LA.CC1C\. Lai Uh durere. Or. /).«S.iJ.
«„,„. F,.r, 2. ',. l. L'i ■»;•■■""''• "■
S-allenlan, si d.ra.nan. ">«■'""'"'•„,
* SFILACCIO \RE. .^«"';; « ''""^■
J.x,',.rd.<:/-e /;-.»..'.■ 7"» ;'-/"";"
P'„(. Ad,: Op mar ',. 161. I- ">ara>
i^iosa (U tela del rag'o, per p". r»g.on ,
p.in.ierameo. per .--;5 ^^^IJ^
lo, e per la serralura «en
isfilacriea, ni- riiia il pc
,1 pelo. (C)
sblacriea, ni- ni... ■• v- - - „.„,..
tSFlLACClC-VTO. ./ ./. d. S/ihccca
re. lied /„r. 78. 11 filo del ragno non e un
semplice filo e pallio ma ramoso e sf,
lacc caio, o, per megU,. dire , <:h "-B '
un filo, dal ,|V.le hanno ongine moli. al.
tri soiùlisslini fili. - .
%■ SFILACCIO. F.lan,enlo. F.lo. Ba'l.
Lvarglieia,boccaf-/r.:»^C' '"'^^^^
riebbe .e non .llaccalosa J' ." '■"•'",
di bava vischiosa e >'^'>'f'»"""" :, ° , /A,
aire rosa di mnrlor<,..ip-,,m./^j.W
di fila. nisi.nl,MÌ. Shand.ru. Lai. or
:::°^r;:;":i--^:t^i-->i—
„° piò ai, e non avendo novelle che se-
"..ì:no,.icom,n,.iar,.,.oa.filare l.rch
Slcr 4 q'i. La cavalleria anrh ella non
f InUlorerlo. P-»-" non avendo
in Roma d. che pascer. . . non essendo
pagata, si andava sfilando '"'V''™'''','
P„ a poco :;=<■.,■(.■.. .WmV"""»
della g»nl" si era .filata, f'.;
SFILARE. ». Filo, conlrano d Infi-
lare; n:...„i, h-nfiUto. F.r. I.ne.^ J^
Ob m.donna. voi vi .i.le sfila a la coro-
na. /•'. S" io l'ho sfilala, mio danno) no-
'''"#"§! l. SfiUre i cepM, diexi d.cli
,c..liori. e d,p.n.o.l Mio .colpirli, odi.
pignerl. in gm'« d" 1«-l " P''""". ""■
Ifrefi'oper filo. Vau Op. »VI. 3. IO-
Nb si può esprimer, lo leggiadmiim. vi-
vaeili eU. fece nell' opere su. Anlon.o da
Correggio sfilando i suo, capelli con aa
modo Te. che si scorgevano le fila nella
faciliù del farli. (C) ,r„..i.
8 II. SnUrsi.sidiee anche d'ICUtcr
d-,1 .«0 Inogo un,, e p,à vertebre nelle
"sFILATAMENTE. A^verb. Alla 'fi-
Utn . n,sor.l,nala,;.nle . Snhnn. Pros.
Tote I. i3.|. Solfrirele , come 1 altra.
Villa d- udire ciò che in questo proposi-
to sfilatameole notalo mandai ad amico ,
e sena' ordine. [
* SFILATO. Sntt. Gonorrea . Scota- .
z.onf di rene . Lai s«n<»-r*«. , «■"'"■'
ll.xn, Gr yr«>p«-.<. " yocabol. alla
' y. GONORREA (*) I
SFILATO Aid. di Sfilarci U<c,lod,
fila , Disordinalo , Di>nn,lo. Sh.ndalo .
Lai. pnian,. Gr. «««'-<.:«"■'.""';;
* fl./>. lOg. E r altra parie quella de
,,iù correnti cavai!., pone a ba.liluocarc
e rincontrare i nimiei. i quii, .fila'' «■ "
cono loro dietro. iC> Tnc. lìa>t. Ann. I.
,8 Avend.gli tagliali come pecore, son-
nacchiosi, disarmali e sfilali, h Ann. ì.
63 Fecesi ee. macello di male armai. ,
salali, e sema nostro sangue.
S I. All' 'fil-<n • P""" '"'•'•"•'"'■'"'•■
.ale Fu,r d. fila . S.nza ordinanza .A
pochi per .o'ia. Lat ■'"•■■"'•""", r""
T««v«;. T.C. Du: A.n. I. ^i- H'P
pkcavansi, se Maroboduo non s, r.t.rav.
alle colline ; segno che impauri : ondo .
riruzeili alla sfilata il piantarono . fler».
OH ì. 5. 7<)- Ecco fusg.r la geni. «U.
sfilala. Che par quando s. fugge a Roma
■' +5° ti. .tfiìato. vale anche Che i è t««-
sJ.lfil delle reni, C' s'. e ".cito d. /,.o-
po una. o piì. vertebre delle rea,. Cr.n^
Alaceli. 362. Adesso avea la •:'"'''.'""■'
due febbri ttemmatiche, ed "» -"l-"°-
Bcrn Ori. I. JO. 2'. Dietro .Ila sella
in sulla groppa il prcc. Sicché sfilalo in
lena lo distese.
# S 111. Sfilato, vale anche presso gì ,
scultòri, ed i potori. Scolpilo. 0 ll'l'-"""' 1
enisa che quasi si possa "«"•"/''T.^
%osed,ce,i de-cpelh. Ins. Op. t •■
{ ,01. Siano i suoi capelli, e la barba
lavorali con una certa """'»\'"V' ,V .fi"
,i e riccioli, che mostrino d. essere sh
iVli, .avendoli data qu Ila miggiorpiumo.
sili e graria che pu . lo scarpello fW
' * .s'fILOSOFARE . fcbo neu,._.e
neuir nas<. Deporre la <ìnot<ta d, filo-
Vl Ine Soli.' sa,. 3. Alla fimo tei
dico fuor dei denti : Chi vuol venir in-
nan» si sfilosofi O si rimanga a casa ne
suoi slenti. ^^ Vj .
SFINGARUAGGINE. /afin^ard.'CS'nt .
y,c, conl..d,nc.cn. Lai. p.en,,.-, loer, M.
Gr. OKV.,,1; lìnon. Tnnc. ». 5. So pò-
ur, so diverre, e far pr..paggine . E son
nimico della sfiogardaggiTie
* SFINGE. Uovi™ favoloso alalo.
.CI. S.st. 5',. Quello che n..i ci imma-
giniamo. Insogna che sia o """><•"• "^
fé gli veduto, n un composi., di cose o
di p.rli delle cose altra voli. vedi.,
ehi- tal. sono le Sfingi, !<■ Sirene le Chi
„ re . i Cenlaur. , ec. F.Uc «.-• f'
ZI I Ca.,.. Acque e. . ). Onde . gal-
Uea Sfiog. in .1 diverse Forme gì.
en,Jaa.ì>..rr^.deial.o.ued,,,. .«>o.
/., }t.,l.n. ». 7'i- U» "• " ',.'" '""*
eh. la Sfinge :. .letto -Scelta d enig.m
che non h.0,,0 egual. . ec. .ìf...»c
l-ra que.li libri delle f «'•"' "'^
. Sfingcch, iun. scelta d-.ndo..nem
.'., ope.a del sig. Antonio Malale.l.. <.<;
SFl.NlME^TO. i-iirrduc-lo * »P"'"
S F 1
Svenimento. Lat. conslernalio. animi de-
feclio. Gr Ì!lT»%ua.'a • lloce nov. SI.
5 A madonna Creila , u lendol. , spene
volte veniva un sud.ire. e uno sfinimenlo
di cuore, come se inferma fosse, fc ■w-
63 li E" gli «enne dinaini di lObslo
uno sfinimento . che io mi credetti cb el
fosse mono . Serd. Sfr. 14. J?»- C'
venne subito uno sfinimento , che rimase
qua.i morto //-.«. T^" J '<>• O'"" '
ecco un altro sfinimento.
SFINIR!'.. nisfini:e , Terminare. Lai.
defin.re. d.-r,d.re. Gr. «-..So.».?»», ♦"l?'-
ìLì-XI . Frane. S.Cch. Op. d.V.J-,. b.
Le.to mancasse, il magno Re gall.co sfi-
Ll la quivion. . ^"O..- I65. Ili. Cr-
1 Diignano da F.rtnne con una nuova .m-
' maginarione .6oi.ce una quesl.one d. la-
vole , passando per la via , la quale non
si polca sfinire per chi non avesse ve-
"* «ÌFINTERE ilnscola che chiude e
a« nlt- eslreniiti dell' inlrsl.no retto, ac-
cioccbi non escano le fecce . Lo stesso
,fint.re ha anche la vescca per ritener
l-or.n,. loh Mes. 'Vrr'T", ' "^,'m
nalo dalla ulceraaione dello sBotere . (Ul
P,l Papa Con,. 1 .79. Anco,, a me par
consistete seuaa alcun dubbio .« una o
più ulcere hi male) ce colb.cate .n qne
l.Mo di essa foc.<eo> che s, stende dallo
sfiolere de la vescica fino. Ila ghianda, fi/
SFlOCCARE. Va Fiocco, M sieu'Ji-
di Sappn Spicciare. .Sfilacciare a fll.a
Sl-llIlCCATO Add da Sficcare lìuon.
Firr 5. 5. fi E . qu'll" altra col drappo
mavì ec. Sfi.cealo. rabescato, tempestalo
?ii,lodiperI. fT"""'': ornato di fioc
chi ) . . - .
SFIOCINARF. Cavar I /ocini.^
•+ * SFIONDARE. * ac/inr colla fion
da] e figurai '•". Siog'.ar l"^' ■ /""' '
tir; l.onc.r co.npan.Ii. lac. Sold. sa,. 4
Tu sfiondi gran fandonie, mentre neghi
Con tanto ardor quel ch'ai senso .soggia-
"*'sFIOND.VTURA. Scagliamento col-
la fion.la; e /!s"--« „ «"«'- '[•'"''V
COnr..sg,ro scagliata. Buon. '■"^•.»- *•
7 Altra p-l or non ci occupa L orec-
chie . o sfiondalura o verili . Che que.U
tua si sia (•) j./i...
+ SFIORARE- Pisfiorare. Lat. <fefl«-
rare . Gr. «S^vì.';.. • /ì"' Pure. 7. K
però si .tee sfi.irar lo R.gl.o .imperocché
fece vergogna alla casa sua . fuggendo in
battagli. (,,», firuraf"')- """■ O'' „ ',
2I 12 Colie in un tempo tempestoso e
strano , Che sien con luooi e vento fu-
rioso. Grandine e pioggia abbatte e sfron-
da e sfiora L' che . e gli a.bon score. .
e dl.on,.ra. lod. Mari. <■"" 3'_"'"' '';
mer mai the '1 ciel con quelle offese Che
i monti avvampa e le campagne sfior. .
Opre sovra di le sue f.irae un era.
« «. .Ifiomre, figiiralao,.. v,le Coflitrt
i, meglio d. checcl.es,..,. /la». Pov. Con,.
, A mille d..ppii .van.av.oo quanto .la lo
sfiorar che alt., la tulio .1 godevole de^le
rieehe.se. gla.nmai n.m può cavar».. fBr)
* SFIORATO. Aid. da Sfio.trt. (A)
•+ # SFIORENTINARE. I trho nrutr
e neulr. pass. Limar /•«•» *' F.cren.
Uni Cessar ili ei'er FiorenUno. Salvia
r, .. 7"e.r. I. 3i8 Ni- io gi't mi vorrei
per lina lettera sfiorentinareì <he laddove
tutta la mia contrada dice /,..»ert,, so vo-
lessi • suo dispetto dire Aaiiero . e fare
un barbarismo (Al
3 SFIORIRE .Venir. Perdere il fiore ;
renlraiiodi Fiorire, t.al dr/lore.ce,^.
Gr aa.atra . « r.nili. ter ^S 68
Siccome f. gl'are . fiorire . e frollare f.
boniti. di.ro8li.re, e sfiorite, e dmud.te.
e laidare lO.lv.giU f.e. (Cj
S F I
* §. I. Figuratam. u Ved. Arb. Cr.
63. Egli fiorì oelU sua dolce inciroaiio>
n«, « poi sfiorì e morì nella acerba e
don sua passione, e così riSori e gueri
Della sua maravigliusa resurrezioDe ». (B)
f §. II. Ptr mtt'i/. ViìU Perdere ti più
vago delia bellezza» Lat. drflorescert-. Gr.
ofjtay^t'^ssOat . * ■ Pai/ad. Febbr. p.
Quelle (uve) rhe sono vioose mollo, etl
baano il cuoio tenero, e sajiure noLite, e
specialmente quelle cLe tostamente sfiuri-
SCODO, Tergiamo che si serbano per vi-
no. (C) Ovid, Pist 203. Questa tua
faccia non lasciare «Gurìre ; piacciati in-
nanzi Jì lasciartarai godere . Buon. Fier.
3. 4 II* Le mercanzie ce. Sfioriscono,
l' insudiciao, si spolverano.
3 SFIORITO. AJd. da Sfiorire, Lat.
qui drfloruit, Gr. ccT»ivOi3x w;. Cr, 3. 8.
l3. Quando la fjva h ia fiore , 1' acqua
massimamente desidera; ma quando è sfio-
rila, ama secco .
§. I. Sfiorito f si dice di frutte, 0
d' .t/tre cose. Quando ne e stato trascflto
il meglio , o quando , senJo brancicate j
hanno perduto il fiure . Lat. dejloratus .
Gr. a~«v&i^o^asvOv Cant. Cam. 2o5. I
fichi ce. non se ne può incettare , Che
marciscon in breve tutù quanti, E sfioriti
SOD cibo da furfanti.
* §- Il Sfiorito di gentilezza^ o simi-
le j ^guralam, vale Povero t Scarso di
gentilezza, o simile « Buon Fter. 3. 2.
l5> Io Dou ti posi nome Rosa, perche tu
andassi sì sfiorila E spicciolala d'ogni gen-
tileiia ». rO
SFIORITURA. Lo sfiorire, ed i Fiori
stessi che cadono dall' albero . Lib. cur.
malutt. Quando il pesco si avvicina alla
sfioritura, che i fiori vogliono cominciare
a cadere. F appresto: hi sfioritura cadu-
ta in terra non e cotanto buona, quanto
tOD buoni i fiori de' rami.
SFIRENA . S-Jita di pesce di mare.
Lat. sudis , sphyrtt'ia . Gr. csu'caiva .
Bed. Oss. an. i5S. Qu"! pesce di mare,
che da' pescatori Livornesi è chiamalo pe>
sce argentino, per aver la pelle senza sca-
glia veruna, liscia, di color d'argento
velato di mavì, io credo che sia un pesce
della spezie delle sfirenc.
SFLAGELLARE. Lo stcsw che S/ra-
peìlare . Lat. elidere , comminuere . Gr.
«*/6).i'5siV . Buon. Fier. I, ^. 12. Che
si sa , cfar chi e sopra una torre. Se tu
non giri largo , Può dar la pinta a slla-
gellarti a'merli.
■\ SFOCATO. Add. Fimaso senza fuO'
co. Raffreddato. Lai. fri^e f ictus . Gr.
«|*u;CK5Sti'; . Dant. Par. i5. E quando
l'arco dell'ardente aflV-:io Fu si sfocato,
che '1 parlar discese Inver lo segno del
Doslro intelletto, ec ( qui per mttaf,, e
vale temperato ) ( d Lombardi colla yi-
Jvbeatina legge sfogato; e sfrgalo le^ge
altresì il Cesari).
SFOCONATO . Add. Che ha guasto
il focone.
SFODERARE Da Fodera, Levar la
fodera. Bfatt. Franz, rim. buri. 2. lOQ.
A chi e calvo, o chi per pelalina Riogio.
vanisce, non si può far peggio, Che far-
gli sfoderar ta cappellina
g 1. Sfoderare, da Fodero, Cavar del
fodero . Lat. i'<(;!;rna promrre , evaginare.
Gr. i/. xsìeov ÌAtizv.t. Toc Dav. Ann.
l5, 219. Sfoderò il dello pugnale, man-
giato dalla ruggine.
g. II Per metaf. vale Cavar fuori .
Tac. Tìav. Perà. tloq. i^o5 Che .iliro ,
che la tua eloquenza , ifoderó poco fa
Eprio Marcello coolro ali* ira de* Padri ?
( il testo lat. ha infeslis Patribus oppo-
suit ). Car. lett. i- 124. Sfoderatemi qual-
che sonetto addosso, che v'aspetto.
SFODERATO . Add. da Sfoderare .
Vocabolario T. //.
S F O
Lat. evaginatus, strictus. Gr. yu/ivwdu'^,
Alam. son, 27. Parti dovuto che '1 verno
e la stale Le spade stieno ignude e sfo-
derate, ec. Tac. Dav, Slor, x. 25l. Sem-
pronio Denso , sfoderato il pugnale , si
avventò agli armali.
f SFOCAMENTO Lo sfogare, in tutti
i suoi signific. Lai. evaporatio , diffusio.
Gr, i^oc.TfJii'JiJ.o'^. Filoc. 3. 170. Pare che
sia alcuno sfogamento dì dolore a' miseri
il ricordar con lamentevoli voci le prete-
rite prosperità. Ott. Coni. Inf. 33. 56q.
Ciot; il ghiaccio, il quale levalo, usciran-
no delle seconde lagrime, sfogamento del
dolore. M, V. g. 25. E questo accidente
si pensò per li savii che procedesse dal
cielo , e in brieve tempo non avesse for-
nito suo grande sfoganienlo. Car, leti. 1.
83. Potrebbe essere che questo sfogamento
per avventura 1* alleggerisse , o la dispo-
nesse almeno a consolazione. ^ Run. buri.
2. lOI. Quesl' è uno sfogamento di cer-
vello, Quest' è la vera trasfigurazione, E
d'ogni fantasia vero modello. (B)
SFOGARE. Esalare, Sgorgare, Uscir
fuora $ e si usa così nel neutr , come
nel neutr. pass. Lat. evaporare, di/fundi,
exhalare . Gr. e^xr/zV^éiv . Bocc* nov.
5o. l3. Poirhè Ercùlano aperto ebbe V
usciuolo, e sfogato fu alquanto il fummo
guardando dentro, vide colui. G. l'. li.
1. p. Per la qual rottura sfogò l'abbon-
danza dell'acqua r.ìccolla nella cilt'a. /iltim.
CoU. 5. l38. La crescente ^irtù nelle ra-
dici -Si sfoghi adentro , ove non passa il
gielo .
§. I. Per Mandar fuora , Dare esito.
Alleggerire , Sminuire j e il più delle
volte si dice dì passione, e di affetti. Lat.
iniminuere, levare, mitigare, lenire, con-
solari, gemo indulgete, Gr. 7:xpv.iJ.'j3it-j.
Dani. liij. 33. Levatemi dal viso i duri
Veli , Si eh' i* sfoghi 'l dolor che '1 cor
m* impregna . l'etr. son. 21:^. Ed in so-
spiri e 'u rime Sfogo il mio incarco . F
son. 25^. E ''erto ogni mio studio in quel
tempo era Pur dì sfogare il doloroso co-
re . Bocc. nov, g. 3. Intanto che chiun-
que avea crucrìo alcuno, quello, col fargli
alcuna onta, o vergogna , sfogava . Cani,
Catn. Ott 29 Sfogar gli abbiam lasciati
In questo carnovale. Disc. Cale. 33. Non
dee ad alcuno dì essi la stizza montare ,
o sdegnarsi per esser troppo tosto alla
zu9a divelto, come se quivi la sua collera
dovesse sfogare. Dav. Accus. lio Tanlo
li dia ( il popolaccio ) , che ti sforacchi
lutto , e ti cincischi , e sì sfoghi . C^r.
leti. 1. 118. E venula liberamente ec, a
sfogarsi ogni j;iuroo meco della grandissi-
ma pena che sostiene della vostra lonta-
nanza. * Ciov. Geli, J'tt. Alf 1^1. Il
Papa ec. debbe pur come pratico nelle
cose aver nmllo beo preveduto , da poi-
ché egli ha riavute le terre sue, e sfogala
la stizza e l'ira, dove leodino, e sìeno in-
dirìtte l'armi Fr.mzesì. ì'iv, Lett. Uom.
III. 2. 12. Mi mandò a casa il Sig. Cav.
Molara a rallegrarsi meco , che d* allora
innanzi io avrei potuto sfogarmi a studiare
quanto io voleva, (C)
g. II. Sfogare , parlandosi dì piaghe ,
o simili, vale Purgarsi. Fir. Lue, 5, 2.
Chi vuole che una piaga sfoghi bene, pa-
ghi bene il medico. Dav. Colt. l56- Fa-
raivi quattro dita sotto un rotlorio dì (re
o quattro tacche, onde egli sfoghi (l'umor
della vite), e si temperi (qui per si-
mili!. ) .
■:= SFOGATAMENTE. Avverb. Con
isfoso . Accad, Cr. Mes. Dispose Ferdi-
nando i suoi brigantini in furma dì una
mezza luna, per aver quel più di fronte,
e combattere più sft'gatamente. (A)
* SFOGATISSIMO . Superi, di Sfo-
gato . Alleg 145 Non altrimenti che
S F O
i»;;
posate in camera terrena , sotlo la sfoga-
tissima volta della luna, o come i legna-
mi intarlano , o come le pelli ìntiena-
no.n «
3 SFOGATO. Add. da Sfogare . LaU
mitigauis. Gr. TT^jaùvrsi'j. M V. 5. 43<
La 'ngiuria e U veigogna sfogata nel
sangue drgl* innocenti , con più gravezza
il seguitò per lunghi tempi ìlGuo nella
Magna .
t §. I. Sfogato, aggiunto d'aria, di
pianura, o simile, yaU Aperto, Esposto
al sole. Non impedito. Lai. locus aperto j,
opncus . Gr. X^po^ 7rpoar;'>tOi . RceC
Ins. iij). Cercano con auiictj il sole, e
r aria aperta e sfogata, -r Cur, Long. Sof.
65. E mentre ciò faceaoo, dove il mar
d' ogn' intorno era sfogato, quel lor can-
to, per l'ampiezza dell'aria dileguandosi,
ìsvaniva. (M) Lasc. Rim, 2, 38. L'aria,
i boschi, i monti e la sfogata Pianura ec.
mollo svagando vanno Gli afflitti , e pen-
sierosi animi umani . (Cj
t S- II' -Rogato, aggiunto di stanca,
volta, arco, o simile , vale Alto, Atto a
ricevere moli' aria , molto lume . * Car.
Lett. 1. 32. Oltreché il loco tutto e spa-
zioso e proporzionalo, ha dagli lati spalliere
d* ellerc . e di gelsomini , e sopra alcuni
pilastri vestiti d'altre verdure, un pergo-
lato di viti, sfogalo e denso laolo, che per
l'altezza ha dell'aria assai; e per la spes-
sezza ha d* un opaco, e d'un orrore, che
tiene insieme dtl ritirato , e del veneran-
do . (C) Salvia. Udiss. 60, Così quei
mangiavano Per Io sfogalo grande alto
paggio. (JS')
*g.lll. Rami sfegati, diccnsi Quelli che
gli uni sono lontani dagli altri, u Seder.
Colt. 35. Agli altri si tengano bene aperti
ì rami, e sfogali affinché manco che si può
gli abbia a occupar l* ombra ». (Cj
SFOGATOIO. Apertura fatta per dare
sfogo, ed esito a checchessia. Segr. Fior,
Art. guerr. 7. 160. Non puoi rimediarvi
con altro , che fare dentro alle tre mura
assai pozzi profondi , i quali sono com*
sfogatoi a quelle cave che il nimico po-
tesse ordinare contra. * Iniperf. T', Tusc.
D. 2, 7". 1. 67. Soleva dire Metrodoro la
terra essere lo sfogatoio dell'acque, e il sole
dell' aere, (F)
t SFOGGIARE . Xeulr. Vestir son-
tuosamente . Gr. TyijjKv Tat^ sVS^di ,
di.(se Isocrate , che forse corri.fponde ai
Lai. delicias in vestitu ostendere. Segncr.
Fred, 2. 9. Mirate ec. costui, il quale ora
qui sfoggia con tanlo lusso . * E Mann.
Dee i3. 2. In lode di che? del vendicarsi,
dell'accumulare, dello ambire, dello sfog-
giare, del far altre cose, che sono sì con-
trarie alle dottrine di Cristo. (C)
§. Per metaf. vale Eccedere. Lat. /no-
dum excedere. Gr. jxiTpov u;r£i3«t'v5iv.
Alleg. 121. Che nel dir mal d' ognun si
sbraca e sfoggia. E j44' E l'uno e l'altro
nel cantare sfoggia. Perchè la fame lor fa
contrappunto.
SFOGGIATAMENTE. Avverb. Smodo-
ratamente, Fuor di misuro, Lat. mirum
in niodum . Gr. SaufiaoTOÌ"; . G. V. II.
22. I. Fu tanta piova, che il fiume d'Ar-
co crebbe sfnggiaiamente. Red. Oss. an.
26, Il rene sinistro a prima fronte mi ap-
parve sfpggiaiamente cresciuto in foggia
di una grandissima borsa.
SFOGGIATISSIMO. Superi, di Sfog-
giato. Lat. in mensus . Gr. un^putTpo^ .
Alleg, 108. Non m" avendo affalicato in
aliro , rhe in ricevere gli sfoggialissimi
vostri favori (qui vale: grandissimi).
SFOGGIATO. Add. da Sfoggiare.
Pomposo, Eccellente nel suo genere. Ljt.
emincnr,excellens. Gr. sf^Jfo;, t^cu pizo^.
A-n. Pand. 6ci. Non lo lascerà vestire
sfoggialo, né eoo alcuna leggercsu ( qui
148
ii;8
S F O
S F O
In forza d' avveri,., prr isfoggialamenle).
Flr, Lue. 4. I. Bella roia vrdcre ud gcn-
tiloomo coD la sfuggiau andare a casa le
fcmmiDCl belle imuleiic per diol (cioè:
colla vesta sfoggiala).
§ SJoggioto, fcr Fuor ài foggia, Cile
Fuor di modo, 0 mi aura. Straordinario .
Lai. tmmensiis , immanis . Gr. u^t'f/it-
TBO?. O- F. 12. !{. 3. Si veslieoo i gio-
vani una colta ce. e una coreggia, come
cinghie di cavallo , con isfoggialc 61>bic ,
.■ puntale . !tf- ''■ IO- 65. Furono an-
cora in questo anno grandini molte , e
«foggiate. F. V. II. 09. Ordinò di por-
re campo dirimpetto all'Ancisa, il quale
■d arte il prese di sfoggiata grandeiia .
nera, ri'ii. 1. 25. Io :ni propongo fra gli
altri soUaiii Uno sfoggialo. •> Buon. Fier.
3. 3. 2. Cacciar, ragnar, turJi sfoggiati,
merlo Quartate, ce. (lì)
f SFOGGli^TOTTO . l>im. di Sfog-
gialo , Alquanto .if,Sgi''lo . Altcg. Q. Io
mi dava ad intendere che la pallia tosse,
cuine dire, un solennissinio pa'di corna a
uenua, e calamaio falle, come son quelle
del cervio , ma alquanto più sfoggiatone
e badiali.
SFOGGIO, io sfoggiare. Lai. luxus,
in vestita dcliCiO! ■ Gr. rpufti . Jllrg.
107. Non polendo arrivare a tanto sfog-
gio . Buon. Fier. 3. 2. 5. A queste due
persone 1' ho gran fede Di dover far gran
sfoggi in sulla Cera . E 3. 4. 2. Si dol-
gon , quel del 6glio miscredente , Quel
della moglie altiera e dispettosa E vana
rho la troppi Sfoggi
F Tina. 4.
le padrone per nulla non sonci, Ch
no pur tanti
Che
fan-
sliiacii e sfoggi . Malm. 8.
iL'moIiì si vcggon far grandezze e sfog-
gi, Clio sono a specchio poi col rigat-
tiere. , .. ,
SFOGLIA.. Falda sotlilissima di chcc-
Lheisia.t^i-foliuni.braclea. Gr. nsToiov.
JogL-. nat. csp. l^l. Si rimesse per tanto
la palla sul torno, e proccurando di man-
leoeile il più che fosse possibile la simi-
litudine della 6gura , se ne andò levando
per tutto ec. una sottilissima sfoglia. Red.
Esp. n,U. 58. È piclra per di fuora ber-
noccoluta , e composta d' inBnilc sfoglie
i.iprapposlc r una all' altra.
# P. // .'foglie, dicesi della Cipolla, 0
di Cosa fatta a guisa della cipolla , ri.
miardo alle varie sue ccpcrture. che sono
come sfoglie. Il J'ocabol. alla F- TOBE-
no , S i> (■')
* SFOGLIAME. Term. de Magnani,
ec. S/aldolur.1. r. SFALDATUn*. (A)
SFOGLlAItE. Levar le foglie, S/ron-
dare. Lai. folia deccrpere . Gr. yuXJo-
/.01CÙ1.
g. I. Per metaf. Dani
rò mi di' , per dio , che
Jlul. ivi ! Si vi sfoglia , ciob si vi dima-
gra, e cambia .
g. II. Per Levar le sfogli
r m signific. neutr. e neutr. pass
Uscire, o Separarsi It sfoglie.
•f SFOGLIATA. Spnit di torta, fal-
la di sfogli- di pasti. Buon. Firr. 2. 4.
IO. E non periamo Paraguanlo mi vicn ,
che preiio sia Del carbon che clijedrisc
l'cr rosolarsi una sottil sfogliata * Sal-
via. Facid. lih. 7. E violar con mano, e
eoo nnsc.llc Audaci 1" orbe di fatai sfo-
gliata, Wè risparmiare la distesa pasta. (Ff
SFOGLIATO. .Idd. di Sfogliare j Sen-
ta foglie. Cui sono cadute le fos'ic Lai.
foliis carens. Soder Colt. 8fi. Si fari
odoralo 0 saporito f i7 vino), mettendovi
roccolo di mortella ijlvatica, secca e sfo-
gliata , per dieci dì.
* SFOGLIETTA . Dim. di Sfoglia .
Lai. bracteola, tijuamula. Gr. Titraiiov,
UizJpiai . Benv. Celi. Ortf. 86. Proc
curando di levar sempre con diligenti
Piirg.
si
23. Pe-
sfogli;
Sfaldarej
vale
qualche sfoglietta che apparisse nel lavo
'"• (') ... ,,
SFOGNABE. Uscir della fogna. -- Al-
leg. y6. (AmslerdaK:o \',^!\) ^el meno
della corte sta la fogna , Vi sboccano i
condotti, e le grondaie, E finalmente ogni
sporriiia sfigna. (C) .V"iz. sai. 2. Il fi;
gliuol della Togna e della Geva , Che 1
cavolfiori concimò a Varlungo, Lo mostra
il primo che sfogliasse d'Eva ( qui f gii-
ralam , e vale: nascesse).
SFOGO. Sfogamciito. Lai. exitus Gr.
sfoìos. Sagg. nal. esp. 3l. Avendo i':r:a
il suo sfogo dal beccuccio aperto.
§ I. Per melo/. Vav. Scism. 38. E
che col tempo e con lo sfogo questo folle
amore verrebbe a noia.
§. II. Sfogo , parlandosi d' ardii , 0
simili , vale la Massima hro altezza ,
Rigoglio, nel signific. del §. IV. l'iv.
Disc. Arn. 16. Lo sfogo, o rigoglio di
tal arco ce. è sempre poco men della
lena parte della corda, 0 base dell' arco
descritto.
•f * SFOIABE. Keutr. pass. Cavarsi
la foia. Copp. rim. buri. 3. !f2. Quiii ,
miseri , e '1 nettare e la gioia , Del cui
dolce liquor più volte Giove Vestito a
percgrin si sazia <■ sfoia. (AJ
* SFOLGORAMENTO. Lo sfolgora-
re. Balenamento. L:it. fulgor. Gr. iiau-
1-J.<spài . Baldin Fìt- Sernin. pag. 2.
Vcggonsi talvolta alcuni , che sul primo
romper dell' alba degli anni lor le scin-
tille dell' animo in tanta copii, e cou si
fallo sfolgoramcnlo tramandano fuori de-
gli occhi , che ce. (B)
* SFOLGOnANTE. Che sfolgora. Lai.
conitcans. Gr. caeiy^';. Salvia, Disc. 2.
533. Ma luce sfolgorante d'una grandei-
za felice si ci abbaglia, e ci fa cicchi, e
dimentichi di noi medcsiroi . E Prcs.
Tose. I. iSg. Collo stile eguagliarne per
lutto la medesima, voler collocare io più
alto grado e in lume più sfolgorante la
chiarissima favella nostra. E 2. 56. Con
questa parcla ec. ama d' essere chiamato
ed adorato lo stesso Figliuol di Dio , la
immagine sfolgorante dell' eterno Padre, (*)
Salvia. Georg, lib. I. Delle quali Una
pel sfolgorante sole sempre Rovente , e
sempre torrida dal fuoco. (FJ
* SFOLG0Il,\r<TISSIMO. Superi, di
Sfolgorante. Cis. FU. C. f . 4- BSg. Fu-
rono sei al più: onori aveano graodissi-
mi, e sfolgoraotissimi. (C)
f SFOLGORARE. Neuli:' Folpirare,
lìispleiidere a guisa diflgoie. Lat. /»/-
garnre , coruscare , einicare. Gr. asr^K-
arriv Ott. Com Par.3.62. Perqutllo sfol-
gorare intende l'autore, che'l suo intelletto
voleva salir tanto alto, che non era ulto
a ciò seuta alcun' altra disposiùooe.
§. I. Per wetaf. Toc. Dav. Perd. eloq.
4l3. Mostransi e scrivonsi per le colonie
e Provincie, quando tra loro qualche ar
gola e breve scnlenaa sfulgora
- §. II. In signific. ali. per AffreUare ,
Eseguir fi./i prestezza . Lat. accelerare ,
ocyns cxcifui . Gr. sncu^ltv, t«X'^*^'*'
Fu. Crisi. Or dove si trovò mai neuno
si scelcralo peccatore , 1» cui morie fosse
atlrettata e slolgorata , cotne e sula quella
del Figliuol mio T
S. l!l. J'ure la signific. alt. per Dis-
sipare , Sperperare , Cacciar via . Lai.
fundilus penlerr. Dani. FU. Kuov. l4
Se tiucsti non ci sfolg^irassono cosi fuori
del notUo luogo , noi potrcmmu stare a
vedere la maraviglia di questa donna ,
siccome stanno gli altri nostri pari. Mcr.
S Creg, Li sudditi per la Ir' ppa aiprciia
non Steno sfolgorali , e per li troppa bc.
oignitli non diventino diuoluli.
."SFOLGORATAMENTE. Avverb. Ri-
eplradenthumanicnte. Lit lucidissime.
S F O
§. Per metaf. vaie Eccedentemente .
Lat admodum . Gr. a'^iòpa. . Frane.
Sicch. nov. i53. Sempre avea prestato a
usura, ed era sfolgoratamente ricco.
SFOLGORATO . Add. da Sfolgorare.
Salvin. Disc 2. 293. Entrava pe' bor-
delli coprendo cosi il suo nero eapeW
lo , il quale direi io colore matroDale 0
venerabile . dove 1' altro così sfolgorato
000 ha cosi dello schietto , del grave e
del verecondo .
•J- g. I. Per wetaf. iole Smoderalo j
che anche diremmo Disorbitante j e la
modo basso Sbardillalo. Lat. immeasus ,
immoderatus . Gr. ec/XETpo; . Oli. Com.
Inf 29. 5o6. Stricca foe uo ricco gio-
vane di Siena, e fece sfolgorate spese nel-
la della brigala spendereccia . G. F. 6.
71. 3. Libbre dugcnlo 0 trecento era te-
nuto a quel tempo sfo!gorata dwta . Pa-
tiiff-. 6. E grossa, e mazzoccbiuta, e sfol-
gorata .
3. II. Sfolgoralo , per Disgraliato ,
Sperperato , Malconcio . Pccor. proem.
Ritrovandomi io a Dovadola sfolgorato e
cacciato dalla fortuaa . E g. 16. Ballai.
E cosi io vivo, lassol sfolgoralo. Perchè
aitar da lei più non mi posso.
* SFOLGOREGGIARE . Lo strsio
che Sfolgorare. Cbitibr. rim. (A)
* SFOLGORIO. Sfolgoromento j n
figurai, ti salloheccare , fi ealtabeltare .
Lai. 'micntio. Gr. pyifpLV.pv/r! . Salvia.
Pros. Tose. I. 334. Non senza ragìoDO
gì* intrecci e i raddoppiamenti de salti
Omero chiamò poipp.ois-j-^oii TtoSòiv, mi-
cntioncs peditm, ifolg'irii delle piante. ( )
E Odits. 8. 345. E intorno , in piedi
Donzelli slavan di primiero pelo , Dotti
nel ballo, ed il divino luogo Battean co'
pie : io questo mentre Ulisse Aramirasa
de' pie gli sfolgorìi, E nel cuor si stopia
ec. (Bj
* SFOLLARE. IVeutr. Diradarti, Smi-
nuirsi la folla. Bari, Sler. Giapp, e. 58.
Sfollalo il popolo , vi tornò la soldatesca
a prenderne in custodia i corpi. fCP}
* SFONDAGIACCO . ò\rla rf" arme
appuntata , otta a sfondare il giaeco ■
Band. ani. (.1)
SFONDAMENTO. Lo sfondare.
%. Per Uccisione, Sl'ndrllamenle. Lat.
cades. Gr. xrsvo^. G. F. 13. 66 4- C®**
grande uccisione di gente, e sfoodamcoto
di cavalli.
SFONDASTE . Che sfonda . Lat. mi-
nime soli.lus , inceilHs . Cr. a'fia^xio; .
Toc. Dav. Ann. I. l3. Questo e un sen-
tiero (he Lucio Domiaìo fabbrìrò sopr?
larghe paludi, e mcmme e fitte tenaci, o
fiumicclli sfondanti (cioi, «love si affonda).
SFONDARE . Levare, e Rompere il
fondo. Lai. fundum adimere. Gr. TluO^t kqi
a'f ai/st'y . Boce. n.v. 14.8. Ogni cosa del
legoelto tolta, quello sfondarono. Fir, As.
|56. Niun' altra è al mondo, clic megliu
possa gasligare questo cianciatore , sfoo-
dargli la faretra , spuntargli le saette .
sprtzargli r arto, spegnergli le faci Buon.
Fier. Sente tnlterra Sfondarsi a' colpi
suoi pignatta ed orcio . E Tane. 5. 3.
Credei drl ventre sfondare il liuto.
§. I. Per /iomprre checchessia , pas-
sandoli da una parte all'altra} Pcnstitr
con violenza. Lai. perfringere. Gr. iittp •
f'ijyvùvai. Tac. Dav. Sior, \. 3»9 Quin-
di si cominciò a sfondar case, ammafzando
(hi s'opponeva. Buon. Fier. X. 3. 3. E
penetrabilissimi vcrduchi , E laiwe dclU
lupa Da sfondar qualsisia shctght e b-
licbe.
§. II. Per Tirar colla fonda . Buost.
Fier. a. 1. 16. E si sballali i , imberci.
sfondi e scaglisi.
§. III. /Ve Affondala. Lai. demergi .
Gr. «XTasovTi^eoeoti . Buen- Fier 3
S F O
3. 2. Né allorché Fabio sfoodò 'n quella
mcmroa.
§. IV. Sfondare, e anche terni, de*
Pittori, e vaie Apparir lontano, o in
lontananza- Varch. Lez. 2.1S. Facendolo
ffoodare e parere lootano cou tutte le
apparcDie u va^jhezxc, che si posaono di-
Mcrare .
ff S* V. Sfondare, parlandosi di dote,
o simiUt vale Eccedere, Essere la mag-
giore. hert. Gia-np. 189. Questa cosa
cominciò a essere scritta io Toscana 6a
qaaodj le no>trc gculil doone portavano
lo icariano collo scheggiale ce, e dugento
lire era la dota clic sfondava . (C)
SFONDATO. Susi, Lo stesso che Sfon-
da . C^r. leti, 2. 180. La volta poi ( e
dh'ii.T) in UDO sfoodato dì forma ovale
Del raezio , e io quattro peducci grandi
in su* canti. # Betiv, Celi. Ore/. 29. In-
Ua i fogliami e i parlimcnti, quegli sfon-
<1ati erano slati ec. ripieni di smalti di
\arii culori. (f)
s? §. S/o'idaio . Terni, de' Vittori ce.
Una veduta di prospettiva , che dimostri
gran linttnanza. Baldìn, Voc. Dis (B)
SFONDATO. Jdd.da Sfondare j Se n-
tt fonJ.^, Cui è levato il fondo 0 in tutto,
ù in pirte . Lai, cui Jìtndns ademptus .
Gr. «vjg -t^uO^b'vos . Buon, Fier. 3. 2.
9 Quando, sfuudato per soverchia brama.
Non v' è chi più 'I rattoppi
§. I. Figuratam,, per Insaziabile. Lat.
tnsGtinhilis. Tac. Dat: Slor. 2, 297. Sola
>ia rflla graudriia era empiere di prodi-
giose \ivaudedi qualunque spendio la sfon-
djta gola a Vitellio.
§. II. Per Guasto, Rovinato. "LiU Cor-
raptus , mìnime sofidus , incertus < Gr.
éufOoLpuitOi. G. ì\ 8. 58 5. Il car-
reggio del Re , eh' adducca la vivanda
«D* oste, per li sfondati cammiai non po-
lca venire.
§. Ut. Lo diciamo anche in si^nifc.
di Smisurata, come Bieco sfondato. Lai.
ditijsimus. Gr. ;r).i5U3iw'T«T0;.
SFONDO- Quello spazio vano lasciato
nei palchi, 0 nelle volte per dipigneni j
ed anche la Pittura medesima fatti in
sVnih spazii.
SFONDOLARE, Sfondare. Boec nov,
43. (\. Ed isfoodotato il legno, esso nie-
oa'.o a Tunisi, fu messo in prigione '*- E
g. 2. n. ^. Ogni cosa del Icgnelto tolta,
ynello sfondolarono (cosi nel testo Man-
nelli. J'e^-::aòi però ivi h ncta. aS. alta
pag. 46. t.'rgo).(V}
§. I. Pir Passare da p^rte a pirte ,
lineare. Lai. co/fodere. Gr. ^topuTTSiv.
M. Bin. rim, hurl. 1. 182 Ma chi mi va
con sì falle moine* Vorrei polcrgli sfon-
dular la pancia.
# §. II. Per ÀhhAltere, Rovinare.
T'egii. 154 Non solamente uccidono i
ormici, cui egli colgono, ma speazano ed
ufondolano ogni altro dificio ove ciiggio-
no. fN)
%. ni. l'I si-^nific. neutr» va*e Cadere
in fondo. Precipitare. Lai, proruere, de
mcigi. Gr. X«T«5u issati. Buon, TnnC.
5. 5. Noi sfondolammo con sì gran fra-
ca;iso, ee.
SFONDOLATISSIMO . Superi, di
S/C'idijlatq. Lat. immenstis, inexph-bilts.
Gr. «/itTiso^, a:r)i)3T0?. Dav. Mon. ii!\.
Apizio, chiamato da Plinio fogna slondo-
latissi:iia, due milioui e nteuo d* oro si
manicò.
SFONDOLATO. Jdd. da Sfondclnre.
Lai f'indo careas. Gv* avso XJ&/jts'v05,
céiritjffTo;.
I g. I. Per Forato, Aperto. Lib.son.
gì. Taui* cran duri, sfondolali e neri.
f g li. Per /ns'zi.ibile. L2l. inexple-
htlis. Gr- k:t)»;5795. Cani, Cam. ^Bl.
Ancor ci bisognava alla giornata La ca:sa
S F O
provvedere, E saziarla lor gola sfundolala.
f g. 111. Per Smisurato, Grandissimo.
Lat. immcnsus- Gr. ày-tTpo^. Tac. Dav.
Post. 4^0. Fece accusar di giacimento
con la figliuola Sestio Ilario Spagnolo,
adocchiando la sua sfondolala ricchezza, e
quelle cave dell* oro. All>g 160. Per la
qual cosa i* sono oggi costretto A ren-
dermi per vinto, e incaten.ilo Darmi al
vostro sapere sfondolato. Al quale i* fo
r inchino, e mi sberretto.
SFORACCHIARE. Foracchiare. Lat.
perforare. Gr. Siv.Tpéuv, Fir. As. 181 .
Quelle pietre aguzic ce, da ogni canto
che tu cadrai, ti sforacchicranno in mille
parti. E Disc» fin. 35 Fu sforacchiata
dalle corna de* combattenti caproni. Ci-
riff,. Calv, 2. 68. Io li sforacchierò tanto
la buccia, Che brevemente ti farò bugiar-
do. E appresso : £ tanto sforacchiate gli
ha le chiappe, Che il sangue intorno gli
facea le nappe.
SFORACCHIATO. Add. da S/orac-
chiarej Foracchiato. Lat. perforatus. Gr.
^tccTpiOTOi. Fir. As. Ilo. Tulio slram-
bellalo da' morsi, e sforacchialo dalle fe-
rite ec, a se riservò la gloria, e alla ne-
cessila de* fati restituì la vita. Tac D^v.
Ann. 2 34. Disperali tornano con lor
malanno a pasturare le spade germane
delle luro membra sforacchiate di dietro ,
o macinale dalle tempeste ( il testo lat.
ha onusta vulncrlbus tergum). ^ lìim.
buri. a. ig6. La fronte e gU occhi fan
vario smallalo D* agate e grinze, e '1 na-
so in prospetliva Ne mostra un barbacane
sforacchiato. (Bj
SFORMARE. 3Tular la forma. Tra-
sformare, Trasfigurare. Lat. deformare ,
deformem reddere. Gr. d'TZop.opfOÙt. Cr.
9' 99- 3' ^^ 'nfermc (pcccliic) hanno al-
tro colore, e paurosa magrezza, che molto
le sforma. Ulor. S. Crcg. Sformano le fac-
ce loro, per mostrare agli uomini che essi
digiunano-
§. i' usiamo anche per Cavar di for-
ma, come Afo'mnr le scarpe, o simili.
SFORMATAMENTE . Avverb, Fuor
di forma, Sniisuriit<4mr'nt€ j che anche
diremmo, ma in modo bnsio , Sl'ardclla-
tamente. Lai. in immcnsuni. Gr. uTZSppi-
rpùJi. G. V. 12. 4il- 3. Per le quali so-
perchie pioggic crebbe l' Arno per due
volte sformatamente ce , e la Terzolla
crcblie sì sformalamcnlc , che valicò il
ponte a nifrcdi M. F. 7. 48 Veggendo
costui la lepre sformatamente grande e
grassa , la presentò a mcsscr Bernabò.
^' ."^''rs ■ "'''• ^-P- 1^7* ^•' qu^le (b:ccaj
spalaitcata stavasi, e ripiena dalla lingua
stessa, e da «lire vescichette e membrane,
tutte sformatamente fofialc,sist(ticec. (B)
SFORMATISSIMO. Superi, di Sfer-
mato. Br-rgh. Orig. /'ir. 266. Si potctter,
per grandissimi e sformatissimi donativi
che fossero loro fatti , contentare ( cioè :
eccedenti, o smisurali).
t SFORMATO. Add. da Sformarej
Defoimc, Di brutta forma. Lat. d<Jor-
mis, defcrniatus. Gr. a//.c,5yo;, aiixp^*'
Bùcc. nof. 55 2 Essendo di persona
pìccolo e sformalo. Jntrod, Firt. 3lQ.
Venne contro a lei un gr.indissimo ca-
valiere isformato molto. Pass* 2!\0. La
figura del diavolo s' impronta udì' anima,
e tante sformate immagini, sozze, e stra-
volte, a quiDle cose superbamenle con vi-
zioso affetto la mente si rivolge. Cuid.
G* Sollecitamente essi riformarono le loro
cilladì, e paesi sformali per la loro assen-
za ( gui figuraiam.).
§. I. Per /smisurato. Smoderato, Ec-
cedente, Grande. Lai. immensus , ingens.
Gr. xp-irpo^j ù:ri^/*£ys3>J5. G. J'. 10.
220. I. Si commciò a fondare la gran
porla di san Friaoo, ovvero da Vcriaia ,
STO
u;9
e lu mollo isformata a comperazione del-
r altre della città, E li. 129. 2. Accioc-
ché i nostri successori si guardino di dare
le sformale balie. 3/. V. 2. 44- SuhiU-
meoie del mese di Luglio si mosse una
sform^éta tempesta di vento.
§. II. Per Fuor del comune uso , clrt
anchc^ diremmo Stravn^.mte. Lai. enormi»^
G. r. 12. 4 3. Non è da lasciare di far
memoria d' una sformata mutazione d' a-
bile , che ci recaro di nuovo i France-
schi. Frane. Sacch. nov. i52. Venutogli
uno pensiero assai sformato, che se tro-
vare potesse due belli asini ce, poter ve-
nire grandemenle nella sua grazia. Mae-
struzz, 1. j8. Se già non si temesse dello
scandalo per lo troppo isformato vìzio ,
ovvero pericolo per la troppa debililade .
SFORMAZIONE. Bruttezza, Deformi^
tà. Lat. deformiti. Gr. apopotoc Mae-
stntzz. I. j8. Se non perde tutto*! mem-
bro, ma tale parte, che genera isforma-
zione, donde ne potesse essere scandalo.
SFORNARE. Contrario d* Infornare j
Cavar del forno. Lat, e fumo educere,
Gr. i^iTzvoj t'Iaystv. Frane. Sacch. rim.
g. Tal inforna, che non isforna. Meni,
sat, G. Ma V* è più d'una putta sciaura-
ta. Che sforna il parto, e quello iniqua
ancide f qui per mctaf. ),
•f SFORNIMENTO. Lo sfornire. Lat.
expoliatio, privatio Gr. OTt'cr^st;. Buon,
Fier. 4- 2- 7. E de* giovani Domestiche
spogliazze, e sfornimenti Di saiornc, gior-
nee, guarnacche e robe.
SFORNIRE. Tor via i fornimenti.
Privare, Spogliare. Lat. privare, spolia^
re. Gr. cTspetv, cxy).eu£tv. 3/. 7^ 8 88.
Quella in gran parte sfornì d* armadura
alla a difesa. Petr. can:. 3l. 2. Cosi 1'
alma ha sfornita, Furando *I cor, che fa
già cosa dura, Ar. Cnss. 2. i. Sfornila
tulli lì ietti, e piegate le Lenzuola con le
coltre, e riponete le Camìcie, ec. ♦ /"nr-
ch. Stor. 1 1. 430. Ma perchè questi
sfornivano la piazza di grasce, fu man-
dato un bando nel campo, che tra qDat>
Ir' ore dovessero avere sgombrato tolti, (y)
* SFORNITISSIMO. Superi, di Sfor-
n.toj Sprcvvedutissimo. Tass, leti. famiL
28, E perchè io mì trovo sfornitissimo di
denari, pregherò il Tesoriero di Nostro
Signore, che me gli voglia prestare. fV)
SFORNITO. Add. da Sfornire. Lat.
spoliatus, privatusj imparatus . Gr, czy-
ieu^fii?, aTEp;S=i';, aizeuo^. G. F.ii. i4-
I. La città di Lucca era sfornita di gente
d'arme. M. T'. 9. 56, Trovandosi ignu-
do, e sfornilo di gente d'arme a difesa.
Celi. Sport. 2. 6. Bisogna di molte cose
a contentare una moglie, d^lle quali ìo
sono sfornilo. ',' Tnss. Grr. j. 80. S' e-
ran carchi e provvisti in varìi liti Di ciò
eh' è d' uopo alle terrestri schiere , L«
quai trovando libeiì e sforniti I passi de*
nemici alle frontiere, ce. (B)
SFORTIFICARE. F. A, Fortificare.
Lat. roborare , corrchorare , confrn.ate .
Gr. xflKTuvstv, x^araiouv, t'c/upi^Eiv-
Mor. S. Greg. Con sollecitudine sia ta-
glialo da noi, sicché non cresca per pro-
cesso dì tempo, e non sìa sfortifìcato dalla
cattiva Dsanza.
•f ;:* SFORTUNA. Mala sorte. Infor-
tunio. Salvin. Buon, Tane. 5- 2 Sfeli-
ce, infelice; corno 5/br(///ifl, mala fortuna,
inforlunìc. (A)
SFORTUNAMENTO. Lo sfortunare .
Buon. Fier. 4. 4- 5. Almen per oggi Né
per doraan tu non ci ritrovavi , S e non
ne sforlunava, Ccm 'egli ha fallo. S. E
che sfortunamrnlo È stato questo?
SFORTUNARE - Pendere fa lunato.
Lai. infelicem reddere. Gr. aS>iov ttoieTv.
Buon, Fur. 4.4.5. Almen per oggi Né
per doroan tu non ci ritrovavi, S' e* nop
ii8f>
S F O
ne tforlunava, Com' egli ha fallo. S. E
che iforlunameDto È italo questo?
SFORTUNAXrSSlMO. Super/. diSfor-
lunato* Lai. infeUìssimns. Gr. àBUoi-
rx70i. Fir Js. ij6 Mi pareva ec. per
luoghi strani e inaccpssibili chiamare il
nome Jel mio sforlunauiiimo coosorlc .
Ambr. Bern. 3. IO- E M padre mio si
domandò Girolamo Fortuna, e si può dir
sfortuoaiissimo.
SFORTUNATO. Jàfì. Contrario di
Fortunatoj Sventurato. Lai. inf,-lix . in-
foriunatus, miscr. Gr, àO).iO;. Ltb. Di-
cer. G. S. Noi non tapemo se non che
iroppo sarebbe ilorlunala , se er. Ftloc.
ì. lOq. Io, dal mio nascimenlo sf.Tiuna-
ta, non saprei da fiual capo iocominciare
a narrarvi i mici ìnfortunii. Fir. As. 1^5.
Avendo elle accese fiamme di queste pa
role riscaldalo le viscere della^ sforlun.ila
ec, subito se ne fuggirono . * Cor. En.
II. 88.) Io padre stesso Questa mia sfor-
lunala *6gliolella Per minislra li dedico e
per serva. (B)
^ §• Sfortunato^ vale anche Che reca
maU fortuna. Cir. En. Il- 4l6. Di
Palla il sa la sforlunala stella ; Sallo il
veodicator Cafareo monte, ec. (C)
# SFORTDNIO . infortunio, Satvin.
liuon. Fier. 4. ^. 5. S' e* non ne ifor-
tunava. Il greco per 1' appunto: >iTUX£t.
sfortnnio, infortunio. (B)
SFORZAMENTO. Lo sforzare» Sfar-
zo. Lai. coactio , coactuu Gr. ava'/xi-
Afaestruzi. l. I^. È tenuto a castità cO'
lui che per fona e ordinato? Risponde :
Se Io sforzamento fu assoluto, non e dub-
Lio che non è tenuto, imperocché non è
ordinato. G. V. 12. Io8- IO Acciocché
nelle vie de' suo' progenitori fermamente
perseverante, gli sforzamenti di quegli e-
muli ec. da se cacci, e distrugga. M. /'.
IX. IO. Ma li mercatanti, e altri cittadi-
ni, a tulli suoi avvisi e sforiamenli s*op-
posono. Ptst. S. Gir. Nascosamente den-
tro compone l' uomo con ispirilualc slu*
dio, e inescalo, come fa il medico la sa-
nità, e aiuta gli sforzamenti delle forze
mcDÌmale sotto il peso di lunga fatica. ^^
Ninf. Fies. 265. Però, s' io ho usalo
sfoizameotr>, L' ho fallo sol perche forza
m* e suto , Non perch' Ìo sìa di noiarli
c-onlenlo. (B)
SFORZANTE. Cfie sforza. Lai. nifens,
cog ns. Gr. ipti^o'fttvoi , avayxa'^cjw.
Amel. 64. Egli sfor<antesi . colle deboli
braccia slrigneotemi, o mi ritiene, o lieve
di carne si volge con meco. Sen. Ben.
ì'nrck. 6. 22. Onde quello, di che non
eli doverci essere tenuto, come a sforsa-
to, gli sono tenuto, come a sforzante.
SFORZARE. Forzare , Costrignere .
Lai. cogere , urgere, compellere . Gr.
«vayxrf^aiv , cTTct'ystv. ^iv.^nQxi. Dant.
Inf 18 Malvolenlier Io dico; Ma sfor-
zami la tua chiara favella- Maettruzz. i.
80. Il roosenlimcnlo inforzalo, almeno
dalla parie di colui che sforza, fa egli ma-
trimonio? Frane. Sacch. nvv. 2ly Mollo
•■ più nuuva cosa , che una donna voglia
sforzare Dio, e la natura per avere fi-
gliuoli.
# §. I Per Occupar con la forza.
Tac. Dav. Ann. 2. 62. ( edis. Bats. l^pO)
Con inteniiimenlo de* principali sforzo la
(iltà reale, e la riltadclla acranlo ( Int.
inrumpit regi^m ). (f) Guicc, Star. 18.
l4- Dipoi spintasi innanzi (Tarmata), e
posto in terra presso a Napoli per la ri-
viera di Castello a mare «li Stabbia, dove
era Diomede Caraffa con cinquecento fan-
li, comhallulolo il tcno giorno di Marzo
per via del monto lo aforzò , e saccheg-
S>ò. (O
§ II. Per ì'iolart. Usar foraa, o vio-
lenza Lai. t'im inferri, Gr |9iof^civ G.
STO
V. 5. 7. I. Alcnno giovane Fiorentino
sforzò nel detto borgo una pulcella Bocc.
nov. 20. 20. Se non che io griderò, che
voi mi vogliate sforzare.
§. III. Per Torre, e Levar via la for-
za. Lat. viret adimere , debilitare. Gr.
asdcvjyy. Petr canz. 26 2. Perocch' A-
mor mi sforza, E di saver mi spoglia ■
Drp. Decam lOO Snervare, e spolpare,
e spossato disse il nostro per torta via e
privar di forza j e così si crede che V u-
saskc il nostro gentil poeta: Perocché A-
mor mi sforza. Vareh. Lez.X'i.. Sforzi \n
questo luogo non vuol significare altro ,
che priva di fjrza, e l<iylie la possibili-
tà. Soiler. CjU 36. Guardili di mettere
il palo di sotto alta vile un quattro o sei
dita, affinchè non ispolpi e sfarzi la vile,
e massimamente sendo di castagno , il
quale ha questa natura di atlraere fuor di
modo a se.
§. IV. In signifc. neutr, e neutr. pagi.
vale Ingegnarsi, Affaticarsi, Far dilig^n-
zrt. Far frza. Lat. canari, niti , stude-
re Gr. Tit^sàsSa*. «rsufla^stv. Bocc.
/ror. 67. 1^. S' era sforzato d' uscire delle
mani della donna. Enov. 73. 21. A que-
ste parole Ctlandrino sforzandosi rispo-
se ec. yov. un r. ICO l3. Signori, qui non
mi bisogna di sforzare a dimostrar come
ella mi sia nemica. Guid. G. Medea .
infiammata di tanto fervente amore , il
concetto peccato assai slorza di coprire.
Fit SS. Pad. 1. i5l. Ciascuno si sfor-
zava di poterci menare al suo convento .
Cas. leti. 21. Dcochi.* in questa parte non
è stato di bisogno che io mi sia sforzalo.
* g. V, £■ con diverso costrutto SJor-
zar si in una cosa, vale intendere a quella,
Amm. Ant 21. l\. 5 Naturalmente con-
tumace e 1* animo dell* uomo, e nel con-
Iradio ed alto si sforza. E 7. Noi ci sfor-
ziamo io quello che è vietato , e sempre
avemo sete delle negate cose- (D)
t * §• Vi. Sforzarsi d' a/cuna cosa ,
vale Fornirsene con of^ni sforzo e poU re ,
quanto più si ptiòj ma è mr.niera anti
quata- M, V. I. \\'^. Sentendo il Re Luigi
crescere fortemente nel regno le cose del
re d* Ungheria, fece comandamento a (ulti
i suoi Baroni che tenevano con lui, che sì
sforzassono d'armi, e di cavalli. (V)
SFORZATAMENTE . Avverbio. Con
isforzo. Con forza grande. Lat. magno cO'
natu, macna autfacia, vi. G. /'. 7. j3l.
2. I Saneti vi vennero per comune molto
sforzalamcnte. Liv. M. Assalirono i ne-
mici si sforzatamente. che non g'i p^'e-
rono sostenere. Vii SS. Pad. S' appa-
recchiavano sforzatamente di venire ad*
dosso a quella cotale terra , dov* ella
stava,
§. I. ì^er Contro voglia. Forzatamen-
te. Lai. coacte , invite. Fi/cc. 2- l43-
Quando Florio vide questo, sforzatamente
si ctmhiò nel viso, mostrando quell'alte*
grezza e festa che del tulio era di lungi
da lui.
' S- II. Per ì'iolerttemente. Lit. vielen-
ter, vi. Gr. ^fxi'u^, jìictvtmtZi. Mae
ttruiz. 2. ^, Se pose le mani vìoleole-
menlc. cioè sforzatumeute, nel Vescovo, o
nell* abate nrupio. ÌC 2. 3o- l. Ma se egli
è più che ladro, cioè quando coli* arme e
sanza nrme sforzalamenir ass.ilisce in casa,
o in cammino, o in mare, allora sì pro-
cede più aspramente conlra loro
SFORZATICCIO . Adì. Alquanto
sjoriato. Lat. vix vi expressus. Terrnz.
Gr c:titu9/*iv0v Coli. Ab Itaac. La
cotirigneranno di fermare a colali asciutte
e sforzaticce gocciole di lagrime.
't * SFOnZATISSIMAMENTE .^u-
perl. di Sfor:al.imenle. Lai. violentissi-
me. Gr. ^tyiOTi] Bi'a. // vocahvl, alla
/'. VIVO, rtrfrf. (•)
S F O
•f * SrORZATISSIMO. Si^rL di
Sforzato. Coppett, rim. l uri. 2. Si. Coi
f[alantuomin star sull? grandezze , E poi
asciar godei infino a' cani Le vostre sfor*
zalissime bellezze, (Aj
^ S- Sf^rzaiisMkmo, per Che dimostra
granditiinio sforzo, l'aéar. Belle e ifor-
zatiuime le attilndini di coloro che sfla-
gallano Cristo. (A)
f SrOKZkTO . Add. da sforzare.
Lat, coactus. Gr. vj'vayxa'ju^vo;. Amet,
75. La quale similmente m alerebbe nel
tuo petto data, se io i tuoi amorì volessi
sforzati (cioi-, violent.<ii, per forza) . Petr.
son. 212. E sforzata dal tempo me n'an-
dai ( cioè, costretta ). Cren. Mo/ell. 3l|.
Diliberò mandare la sua fona contro a
lui, e penvn disf;irlo, perche era signore
uforzato, drbole di grnle e di vettovaglia
( cioè , privo di forza . spossato ) . Te-
torett. Br. i5. 122. Che donare tosta-
mente E donar doppiamente , E donar
com' sforzalo. Perde lo dono e '1 grato
fcioè, costretto, violentalo). G. V. li.
89 6. E così fermò la sforzata e non vo-
lontaria pace. /: I2. 7. lO. E facea criare
e crescere nuove e sforzale gabelle (cioè,
violente, ed ingiuste). Tav. Bit, Trista-
no volentieri ricevè la spada, imperocché
ella era di sforzata gravezza Tcioè, straor-
dinaria ) . 3f. V. 4- 39. Tutti sforzati
di coperte, e d'altri paramrnli, e avvi-
stale sopravveste (cioè, addobbati con ogni
sforzo e poteri- ) . Sen, Pist. loo- Dice
che M suo parlare non h luogameolc trat-
talo, né provvedalo, né sforzato (cioè,
ariifiziato, premeditato). # G. ì'. J*Z'J.
E di quella f città dì CartaQine ) alcuna
parte n'era rifalla e sforzata per li Sara-
cioi, per guardia del porto (cici, fortifi-
cata ). (Min) Brons rim. buri 2. 240.
l'non vo* già agguagliar il paradiso Allo
star in galea, eh' e' non paresse Cosa sfor-
zala, e da muover a riso ; E che poi
ec. (B)
t SFORZATORE. Ferlml. mate. Che,
o Chi sforza. Lai. viofator, violentus, Gr.
^taoTìiS. Srn. Dectam. Mostrò dì vclez
che tu muoia come sforzalor di vergini
Pnts. 139. Io sforzalore di mogli , e di
figliuole altiui. Jl/or, S. Crtg. Per la
mano dello sforzalore s'intende il popolo
de' Pagani , quale il crocifisse. Cose. S-
Bern, lì regno de' cieli s' acquista per
forza , e gli sforaatorì di se medesimi Io
rapiscono
SFOnZEVOLE. Add. Che sforza. Che
fa frza Lai. t-io fentu t, rnpax. Gr ^ta-
«rn'i, òipTza^, But. Inf 27. I. Erano
uomini sforzevoli , e di rapace condizione.
SFORZEVOLMENTE. Avi^ibio. Con
isforto. Lat. enixe. Gr. jSiai'oi;. piloTs'-
^U{ Gutd. G. Per portare le battaglie-
resche armi sforzevolinrnte contra i no-
mici i? Sallust. Cing. 138 Fu fatta la
inqui«iii»ne da aliruì aspramenl* e sfor-
zevolmeolr (I\')
SFORZO LoMforzarsf, Ogni maggior
f^rsa^ potere , possif<i'ità. Lat. conatmt ,
nisus. vires. Gr. rito». «'yX''V''."* Peir.
Son. 168 E non fui più costante Goolro
Io sforzo sol d' un* Angiciletla. Colt. SS.
Pad. Adunque con tulio sfono si dee
acquiilare il bene della discrezione. Tmtt
gov.fiim. L* un membro aiuta I* altro in
bene quanto può. e guardasi del nuocere
d suo sfono, e offeso non sa che sia ven-
dcila. # Tass. Ger. |. ì^. Che gioverà
l'aver d* Euro|>a accolto Sì grande ifor-
if. e posto in Asia il (aoeoì (H)
g. /Vr Esercito, 0 per t^ualunque prr-
paramento militare. Lai. copine, e.rerci-
tus. Gr. Ì\JvxfHi. Boce. no%-. 4^. |3.
Udendo che il Re di Tunisi ficevi gran-
diuimo sfi<no a sua difesa. O. F. 2. 5.
a. Evanecr gli sì fece incontro in Aqvìlra
S F 0
eoo tulio lo sforio d' Italia (cosi il /«•
sto Vav. ed a/tri^ denche lo stampato
abbia forzo). M. V. 6. 2 Que'da Bec-
cheria aurhc vi manilarono loro sforzo.
« SFORZOSO. Àdd. Che Ja forza.
Btllin. Disc. ii.Possaora d' ioipclo, tra-
porlameDlo «li molo , the renda lei sfur-
■OH, concitala p veemente. (Mm)
* SFRACASSAMKNTO. Lo sfracas-
sare. Ma-^al. Ope'itt. 274. Che bel vo'ar
di rortiint' per «ria , che sfracassamcnto
di cocci, PC. fS)
SFRAC.\SSARE. Fracassare. Lat con-
quassare, vasta/e, confringere. Gr. -rzop-
9«rv, a^JVTptpuv. Fr. iac. T. 5. 23.
12. In cui l.it %irtiule si fa massa. Kulla
(CDlatiun dentro gli passa. Ed ogni suo
contrario sfracassa f fjm fi-jutatamci>U-}.
SFRACASSATO. /Jdd. dì Sfracassare.
g. Per iimifit Ucciso, Ta^/into a pez
zi. Lai. corife ajfectn.t. Gr. iK.i:f-Q}i}ii-iO<i.
Segmr. 3fann. Pic. 28 I. Qucsli bam-
bini innocenti per ctwiscgulrlo ebbero a
pena nati a soBerìre una crudelissima
morte , scannati e ^fracusali su gTi occhi
delle loro madri.
SFRACELLARE, e SFRACELLARE .
Quasi Intrramente disfare infra^nendoj e
ti usa in signifìc- alt. e nrittr- pass, Lat.
frangere, elidere. Gr. f*]-yvyvat, z/àv.
Liv, il/" Egli ftrì il porco d' una pietra,
«teche tutu la lesta gli sfracellò. Ciuff,
Cah. 3 ya. Pe*coIpi che sfracellan !';ir-
me e V osso. K "S. 79. Caduto , isfracel-
lossi in sullo smalto, flfcrg. 6. l5. E molti
gi^ di mia gente Pagana Ha sfr.tgellati ,
e dillo lor che asciolvtre. Tac. Vav Slor.
4- 33]. Se Marcello cadeva , sfragcll.iva
un mondo dì rei (qui per n.efaf. Ji testo
fat. ha agmen rronim slerneltanliir ) .
SFRACELLATO, e SFRACELLATO.
Add dn' lor %'erhi. "Ln. frncl'iS , e/isns.
Gr. xex>a?u-'v35. /ìem. Ori. i. i3. 22.
Che gli cande %ìcino a meo d'un passo,
A guisa di focaccia, sfracellato, Soder.
Colt, 30 Scrìvono i Greci, cbc le ghiande
sfracellate alla grandezza delle fjve, sparse
iolorno alle radici de* magliuoli, danno
abbondanza di ftutto.
SFRACELLARE, f'. SFRACELLARE.
SFRACELLATO. F- SFRACELLA-
TO.
SFRANGIARE. Sfilacciare il tessuto,
t ridurlo a guisa di frantala, o ceiro,
* SFRANGIATURA. Lo sfrangiare, e
La cosa sfrangiata. Mai^nl. Lett. Perchè
questo grande sconccrio? Chi potesse ve-
dere, $«r!t UD granello di polvere , una
sfrangiatura dt curda consumata , 0 «jual-
che altro minimo accidente, (.-f)
^^- SFRASCARE. Levare i bozzoli dalla
frasca. J'oce d* uso. f/f)
* 5. Dicesi in proverbio: Allo sfra-
scare si Vide quello che hanno fatto i
bigatti j ovvero .• Allo sfrascai e si vede
se i bachi hanno fatto nssii jefn i e va-
le. Che nel fine e al Itvar delle tende si
conosce il guadagno, Serd, Prcv. (J)
SFRATARE. Cavar dafla lìeligfone.
Lai. ex ordine monacborum rxpel'ere .
« Benv Celi Jit, 3. 167. Il suo ufizio
del cassiere alle Porle non gli frulla tanrr,
'V ei ti potesse ditr le spesi; di m'jdo rhe
come egli ti avesse sfratato, e' ti sarebbe
forza di fare il zanaiuolo, se tu volessi
mangiare e bere. (C)
§. £■ in .signifìc. neutr. ptss. vale Uscir
dalla Brlificne. Lai. monachi habiium
deponere. Dav. Scism. 5i, Concedette a'
frali non sacerdoti la~ moglie, a' minori
«li 24 anni lo sfratarsi-
SFRATATO. Aitd, da Sfratare. Lai.
religiosi instituti desertor Da\-. Scrsm.
j|. Martino Bucero ec , Pietro Martire,
« Bernardino Occhino, p altri simili sfra-
tali. E 72, Domandiamo chi si dea credere
S F II
aver meglio dichiarato la Scrillura, 0
questi sfratali, o que* santi doliori?
SFRATTARE. In signi/ic.ott. .Mandar
via. Lai. elicere. Gr. «/|3a>).eiv. Tov-
lìit. Quando egli vide ventre li cinque
cavalieri inrootra di lui . sì si rìcotiforU
tulio nel suo cuore, e divenne .lutto fre-
sco, e ftTia tanto più forlc , che tultì gli
credea sfrattare.
g. I. Sfrattare, in signifìc. neutr. Andar
vili con prfsttzza. Lat. aufiig* re, exc<de
re, erumpere, evadere ■ Gr. È^opiià.-^.
Buon. Fier. l^. ^ li. E questi e quel
slr.ipparsele 1' un I* altro Dì man, fare alle
pugna, urlar, st'i aliare.
^ ^' g. il. Sfrattare il paese, o simili,
vali- Lasciare con prestezza il paese j
Andarsene via prestamente dal paesi-,
Maini. 5. l3. Gli pri'{;a che le dieu qual-
che segreto Da far, senz" altre guerre ov-
vcr coDlesp, Che quelle genti sfraltico il
paese. (B)
SFRATTATO . Ad.ì. da Sfiattarc,
Buca. Fier. I. 5 II. sfrattata qui Ila
diversa bruzzaglia, Tutti eccoci all'aper-
to; or respiriamo.
SFRATTO. Lo sfi aitare. Lat, cxces-
sits.fugn, Gr. £Cv,«v]3i;, fv'/ri. /il'.
Visc. Ara. 3. Credo bensì, che di questi
gran riatti, greti e ridossi ec. se ne fac-
cia talvolta un grandissimo sfratto.
g. Dare altrui lo sfratto , dicesi del
Farlo sfrattare. Lat. in m/mm mittere,
fui:ae Iradcrc, umnnttare, cli"'inarc. Gr.
yuyaJì'JEiv . aTTOTTì'/JTrstv. È/^y'jXziii.
>V' SFREGACCIOLAHE, lepoiermente
fregare. Accad. Cr. Mess Gli altri erano
nudi, e tulli sfregaccìolati con varie tinte
e colori, coi quali si dipignevano lutto il
corpo, e la facri;i. (A)
•\' SFREGACCIOLATA, leggiero sfre-
gamento, lied. /.eli. Al Uilirambo dell'
acque do dì quando in quando qualche
sfrepacciolata di pennello, ma non con-
cludo il lavoro (fjiii per meta/ ) . (A)
t =i= SFREGACCIOLO. Linea, 0 Pa-
rola mal falln, Jntta olla prggioj Fregac-
ciolo. Prcs. Fier. 6. 28. Fuvvi un pra-
tico in iscrìtture anti<be,e rhe intendeva
ogni sfregaccìolo, cgni slraccialo er. , che
disse che ce. (*) Bellin. Disc. 2 26.
Che cosa vedeste voi mai più strania-
mente informe , e più lontana da ogni
ben pratirata teggp, di bt n caratterizzare
quanto le cifre da scriver lelteie 7 non
paion elleno veri girig' golì , e veri sca-
rabocchi , e veri sfregacrioli tirati giù
alla peggio ? (F)
t SFREGAMENTO. Lo sfregare. Lai.
friitus. Gr, Tj:t'i|;((; OU, Com. Purg. 21.
38t). Il quale per vicendevole sfregamen-
to, e forte mo\imenlo s'afTiicra.
SFREGALE , FrVL-nre . Lai fricare ,
S F R
u8i
perfiiccre . Gr. tpl^z
X7p{^£
Piillad. JVovewb. 5. E mczzolanamenle
rimosso da umrre, scavarlo spesso, e sfre-
garlo . Tes. Pov. P. S. Cftp i5. Sfrega
spesso il dente con sugo di pastinaca , e
anderà %ia la doglia grjnde (cos) m-'lt sti
a penna j ali une slampe hanno frega ).
Bed. Oss. art. iii. Feci sfregare ben be-
ne tutta rìnterna cavità d'un vaso dì terra
ccn spìcchi d' aglio.
SFREGATO. Add. da Sfregare. Lai.
fricattis , prtftiraltis . Cr. TtTptfxyi'JOi.
Tes. Pcv, P. S. cap- i5. La radice del
Io elliboro, sfregala al dente caccia la
doglia (così ne* testi a penna ; gli stam-
pati hanno fregala ).
5 SFREGIARE. Tor via il fregio ,
cioè l' ornamento . Lai. honore spoliare .
Gr aTt/it/v.
=ì* g. I. E in signific. neutr. pass. -Per-
dere il fregio. " Dant. Purg 8. Che vo-
stra gente onrata non si sfregia Del pre-
gio della borsa, e dclld «pada ... {Nj
g. II. Sfregiare, si dice anche il Fare
un taglio nel viso altrui. Lai. vulnus ori
infligere . Farcii, Suoc. 2. |. Io non ho
bisogno della nimirizia di persona , e d'
essere- Una sera sfregiata a vedere e non
vedere. Tac. Dav. I it. Agr. 398. I Ba-
iavi adunque, stofcbrggiando, sfregiando,
con le punte degli scudi ferendo, rolli
quei del piano , sì spinsero verso i colli
(il testo lat. Ita ora foedare ).
SFREGIATO. Add. da Sfregiare.
SFREGIO. Taglio f, Ilo altrui sul viso.
Lai. iulniis ori infliclum.
g. I. Sfregio, si dice anche In Cicatri-
ce che ili tal taglio rin:nne . 3ìalm. j.
66. Gobba e zoppa è costei, orba e man-
cina; Ha il gozzo, e da due sfregi il viso
guasto .
g II Sfregio, fguratam., si dice an-
chf per /smacco , Infamia , Disonore .
V LaiC, rini. I. 107. Fiorenza mia, va',
ficcali *a un forno . S* al gran Boccaccio
tuo con tanto secrno Lasci far tanti sfregi
in suììà f-dcc'\:ìlptir la contro il Bii^celli). (B)
Menz. rini. E tu seguì color che son di
sfregio Alle nobili Muse. (F)
fSFRENAMENTO. L'esìtere sfrenato,
0 lidnzioso , Sfrenatezza. Lat. licentia ,
impiidi'ntia. Cr. avat^jjuvTt'a, avai'Jca.
Pist. Cic. a Qnint, Dov' è infinita licen-
zia, cioè sfrenanieulo degli uomini. Ulor.
5, Grcg. Lo rìdere corporale procede in
questa vita da uno sfrenamento di disso-
luzione On. Cum. Pu'g. 12. 2o4- Cre-
spamenlo di naso, levar di ciglia, sfrena-
mento d' ocrbto,
SFRENARE. Cware il freno. Lat. e/-
frcEr.are. Gr. a);:<)tv3Ùv,
g. I. E per metaf. Frane Sacch. rim.
32. Lussuria sfrena ogni tua vena. Mor.
S G'eg. 2. II- Perocché Incendo non
maculò la coscienza, ne in parole d'im-
pazienza sfrenò la lìngua.
g. II. In signfìc. neutr. pass, vale
Trarsi il freno . Lat. siti franum de-
trnhete. Cr. ÉauTW OTo'/itov KTOou^cetv.
g. III. Ftgurntnm. Vale Divenire sfre-
nato , licenzioso , Fccedtre . Lai. effra-
nuni fieri, e[Jrcenari. Gr. a'xa'/tvcv 71'vsff-
9ki. Amm. Ani, ?0. 1. li- L'ira si pa-
lesa , e nella faccia esce, e quanto è
ma(;giore , tanto più manifeslamenle sì
sfrena. Frane. Sacch. rim. 3i. E l'aspet-
tar gli grava; onde si sfrena Ciascun nel
pianto, il/' r. S. Grcg. Quegli sostiene 1*
avversi'ade di questo mondo , siccome
maldicente . lo quale per quelle sì sfrena
a dire ingiuria conira li suoi persecutori.
K altrove: Alcuni, per paura di sfrenarsi
in troppo parlare, si chiudono dentro alle
mura del silenzin più del bisogno.
^' SFRENATAGCI>E . S/renatrzza .
Lat. effrccnaiio . Cr. axaSe?t'« . Segner.
Pred. 17. 4. Fate che dopo contumacis-
sima infermila riportìam perfetta salute,
non torniam subito agli amori, alle sfre-
nataggìni, alle rivalità? (*)
t SFRENATAMENTE . Avverò. Con
modo .^frenato , Licenzicsamcnte , Impe-
tuoiamente. Lai, effraenate , laxe , licen-
ter, dissolute. Cr. aj^yJt'vw:. Ceffi. Par.
6. Acciocché questo male così sfrenala-
mente non si facesse - Pos^. 332, S' av-
ventano sfrenatamente a seguire l'appetito
sensitivo. Fi-'oc. 166 Bagnando delle sue
lagrime il bianco petto, sfrenatamente si-
cura conira Ì nimici ferri , incominciò a
cercare Ira' morti il corpo del suo caro
marito. Introd. f'irt. 326- Vcniano mol-
to isfrenalamcnte e cnn gran furore.
SFRENATEZZA. Sfrenamento, SovcT'
chia licenzia . Lai. epraenatio , licentia ,
insoirntia. Gr. a/a9e?i« • Bui. Inf. 1.
Significando ec. per la dolce stagione,
eh' è la primavera, la sua giovanezza. la
quale era domevote, passala la sfrenate»-
iiSa
S F n
S F R
s F n
z» dell* adolejcoaia . T^'C. Dav. Ann. 3.
72. Egli uti petto pensò, se rillerierc
Unta fcfreaatczz4 di voglie sareltbo posii-
bile ( a lesto lat, ha profane cupi*
diaci ).
SFRENATISSIMO. Saperi, di Sfrena
to. Fr. Giord. Pred. li, Uomioi largacci
di bocci, e di liogua sfreoatissima.'!^ Pclr.
Uon. ili. iq. Fu (Claudio imperatore)
io libiclin'^ di femiDe sfrcoalistlniu. (f)
t SFRENATO. .4dd. da Sfrenare. Lai-
cffraeniiSt eff'racnis. Or. à.X'JiXi'iOi. Bocc,
nov. 62* 12. In quella guisa , die negli
vmpii campi gli slroQati cavalli, e d'amor
calJi, le cavalle di Parlia assaliscouD, ad
eSeUo recò il giovcoìl deiiderio . Frane,
Saccfi. Op. div. ^g. Voi siete colli capi-
Udo , u domatore d' uq cavallo ifreoato.
fiat. Purg, 32 I. Foni la saetta sfre-
nata va iJQto io Ire su'-llalr, quanto era -
ino rimassi (fjui per stmilH, e vale Uscito
dt-'li' arco ).
f 3' '• Figuratam. per Licenzioso, Re-
p.'ntc. Impetuoso. Lai. ejfraenatus, inso-
lens. Gr. a'xxXtvc;. G- F. 11.6. 6. Lo
sfrenato popolo di Bologna gli vennero
dietro, egridando eoa villane parole. Pctr.
san. /jo. Così M desio, che seco non s*ac-
norda , Nello sfrenato obbìctto vien per*
denJo. OU. Cam P.ir i. 12. Consuma-
te Ili furti! , e viuta per la fatica della
sfrenala fuga. Albert, cap, 33. E se vuoi
aver lod^* e buon:i fanu , fuggi d'esser
lascivolo, cioè sfrenalo.
§. II. Per Ecc-Siivo. Lai. tmmodicus ,
Imminis . Gr. ùfitTpOi , ùnipp-tTpoi .
Mnestruzz. 2, 32. 3. Quante cose sono
qavlle cbc tolgono la copia di provare
per tcstimanti? ec. item il oumeio de*te-
ìtimonii sfrenato.
■J- * g. III. Sfrenalo di mangiari: , 0
di bere, vale Intenìperanti". Petr. l/om.
tU, IQ Fu nondimeno Claudio di man-
f;Ìare e di bere in ogni tempo e in ogni
uogo, mollo sfrenalo. (ì'^)
§. IV. Alti sfrenata, pot(^> nv^erbi'ilm ,
vafe Sfrenaiamcatc . Lai. eff'raenatc , li-
center, dissolute. Gr. «jjxìtvwrw;. Fr,
Zac. T. ì. 9. 5a. Ve n'andate alla sfre-
nala Con la faccia ben lisciala .
SFRENAZIONE. Sfrenamento . Lat.
licentìat ejfraenatio. Gr. axase^i'a» Colt.
Ab /siiac , cap, 1-, Mentre cbe ella sta
di lungi a quelle cose che banno ad ope-
rare isfrcnatioue. E cap, 3o- Che tu per
isfronation*.' di parlare non raffreddi l'ani-
ma tua .
•f SFUENELLARE. Far quel roma-
re , che fa la ciurma nel calare i remi
in acqua per sarpan'* Poliz. Stanz. 2.
1^. Come al llscbiar del cimilo sfrcncllaLa
nuda ciurma, o i remi mette in voga.
# SFIUGOLARE. Quel ro'uoretto, o
franar,' che fa il peicc, 0 la frittura nelli
pali-Ita , nirntre si f'i<;s;e . lìart. Ben.
ritti. 3l. Ponla pur giuso (la lira), e
piglia una padi>lla; E voi. Muse, uà leg-
iadro coQtr-ippunto In su lo sfrigolar fate
i quflla. (/l)
SFRINGUELLARE. Cantare j e dice-
sì propriamente del fringuello , quando
canta alla dittesa , e ft ti suo verso as-
sai lungo.
S- Fcf mciaf vale Parlare arditamente
de' fatti altrui. Lat. ùtrociter ohtoqui j
audacti-r, patnni , Ithere loqui. Gr. TZa,^-
fSijiia^ii*- 7'ac. lìav. Ann. i B.*». Nelle
morii dt' padroni le lingue slrioguellano
( il testo tat. ita dlrorioro sempcr fama
orga dominantium f^itlus )
SFni/.ZARE. i'riiiare. lìuou. Tane.
t. I. E pjr *n un rorlo mo* rUe 'I cuor
mi sfritti , Come cbi mangia cìpolU ace-
tosa.
1* SFROGIATO . Add. Sema froge ;
<hI i asgiunto di nito. C^r IS'n* a^. Si
li'
truovaoo ccrli nasoni stiacciati alla tar-
taresca; ccrli sfregiati allj corvatesca. (C)
SFROMBOLARE , Tirar colla from-
bola. Lai. funda lacere. Gr. 5p!y<?3veTv.
V Corsin. Torracch. g,Sif. Segue pur di
Meoo r agra tempesta, Pcrch'egli tutiavia
ciottoli sfrombola; Gode ce. (Bj
g. Ptr metif. Buon. Fier, 4. a. 7. E
sfromboli xeccbini, e doppie sooccioli.
3 SFRONDARE. Levar via le fronde.
LjU frontare , fromles divellere . Gr.
fiXXoToptTv. Silv. rim. Scuota pur, se
gli aggrada, e sfrondi e scbiiole O ramo
0 tronco aspra tempesta , e fella . Bern.
Ori. 1. |6. i3. Siccome un arbuscello
sfronda e scoria Colla grandioe spessa la
tempesta. F 2. i5. 12. Qual suol di
Miggio La dolorosa ed orrida It-mpesla
Sfrondar gli alberi, e 1* erbL* alla foresta.
A'ani. Colt. 3. !>3 Indarno spendi Tanti
atìfanni o sudor d*un anno intero A po-
tare, a zappare, e sfrondar viti .
# §. I. P^r Far perdere le foglie. « Se-
der. Colt. II. Il Sole Della prima stagione
vcslc gli arbori ec. , nella quarta gli sfron-
da -. (Cj
* §. II. E neulr, pJSS-, per /ffron-
darsi. Perder L- foglie . Beli. }fan. 65.
1 rivi scemcran per pioggia , E sfronda*
ransi a primavera i colli, (f))
* §. 111. E neutr. ass. Sannat. Ar-
acid, egl, 2. Così per bea guardar ( le
mtndre ) sempre a* abboodano Io latte e
'u hne , e d* ogni tempo aumentano ,
Quando i boschi lon verdi , e quando
sfrondano (F)
SFRONDATO. Add. da Sfrondare ,
Lil. f rondati s . -^ C.ir. En. 12. 35o.
Poiché reciso Dal vivj tronco , o da ra-
dice svi-lio , Mjncò di midre, e già, d*
arbore eh' era, Sfrondato, diramato e secco
legno Di già venuto, ec. (B)
SFRONDATORE . Colui che sfronda.
Lat. frondator. Gr. ^•jXÌQripOi . AUm.
Colt. \. i3. Accorto sveglia 11 bouno
kfrondator , eh* all' altra prole Di legìtli-
mo amor nou furi il latte.
SFRONDEARE. /'. A. Sfrondare. LaL
sfrondare > frondcs divellere , Gr. oul-
).070_uerv . Montem. son 22. Ma poiché
'l borea vento le sfrondci , Rare vuUc ,
signor mio , se ne coglie ( la moderna
edii. leg'c : Cbe poìcbc al borro vento
alma dunnea ).
•f SFRONTARE Ne<,tr. p,„s. Pren-
dere a'diie , o yfJ.j/iS'j. Lat. aniniot su-
mere. Gr. ^xpTOi oupuv . Car. leti.
1- 162- PoichL- mi sono sfroala|.t a ve-
nirvi ora innanxi, perche non sia in V4110,
vi domando in gratia che vi degnale ac
evitarmi per servidore.
* § E in signific. att. vale Levare^ 0
Tor Via la ver-^ogna . fìart, Geogr. 26.
L' assui'fare ad uoo la fronlu al rossore
della vergogna the ammincudolo se ne
trac, è finalmente sfroutailu, q col Unto
usarlo a vergogna, condurlo a non patir
di vergogna. (Br)
SFRONTATAMENTE A^'verh. Sfac-
ciàtamette. Lat. impudenter, int-errcundt-.
Gr. afvai^ù;, ocvo(t?j;jVTWi.
•f « SFRONTATEZZA, ^^.tcciatecsa ,
Sfrontataggine Stli-in t'>pp. Cacc. 3. 112.
Allora alla ciltade Presso ne virne la ma-
ligni bfslia (il lupo). Dì tutta sfronla
lesta rivestita , Per cigiun di mangia-
r.-. ^'/;
« SFRONTATISSIMO . Super/, di
.Kfronta'o . Lit. tnipudentisumut . Or.
iTa^w'raTo;. Segmer Pr,d. 35. il. Ma
oh tracniania di giudirn sfronialiviimo I (*)
I SFRONTATO. Ad.t.dt S/r^ntire; lo
stesiti che Sfacciato. Lat. impudicus, in-
honestus. Gr. ot9i)iyi)'{ , otvayyof . Colt.
Ab. Jtayc , cip. 3o. Gli sfiontati e gli
svergogniti taranoo MOia la fiamma dello
Spirilo Santo. Ou. Com. Purg. sB. l^l.
Verrà il tempo, che le donne FioreotiDfl
andranno si disoneste e sì sfrontate oell'
abito dello corpo, cbe fij bisogno cbe li
frali, e li religiosi inlerdichioo loro, e di-
vietino quello ifacciamento . Buon. Fier.
I. 4- 6* Toh sguarda aliicrol toh sfrontata
fronte! E 3. 5- 5. Sfrontato ebbe a depor
quella saliera .
SFRONZARE. Sfondare, L»l. fronJh
bui vac'ium reddere . Gr. ouDotouiTv .
Mt-nz. .fai. 4- Che vi sbarbiclii Apollo,*
che vi sfroDti (qui per metaf).
5 SFRUTTARE. Parlandosi di terre-
ni, vate fìi-n Urli infruttuosi, sterili, »
meno atti al fruttoj Indebolirli. Lai. ef
foetum reddere.
^ %. \. E neutr. pats.f vale Divenire
infruttuflio. ♦" Salvia. Pros, Tose. 1. 168.
Qualunque terreno , bt-nchè d* ìndole fe-
conda , e di gi-nio pronto a fruttificare ,
se non e fallo alcun tempo riposare , u
sfrulla e stancasi « (BJ
§. II. Trattandoti d'altre cote, vate
Cercar di trame pia frutto che si può ,
senza aver riguardo al manlenimenty. Lai.
fructibus vacuum reddere, Gr. otxa^T^v
3 SFRUTTATO. Add. da Sfruttare.
Lat. eff'oelus . Ltb. Fred Possedeva 00
poderiiio sfruttalo, e male io arnese.
* §. E ftquratam, « Red. tns, 7. La
quale avendo per qualche tempo durato
ad essere di cosi maravìglìosc geocratìonì
feconda , in breve , qiusi fatta vecchi» e
sfruttata, divento ilett\e >*. (B)
SFUCINATA. foce basta. Moltitudi^
ne , Gran quantità . Lai. agmen. Hfmim,
12. 9. E che fuor drl castello il pfpol
piove, Che ognor ne scappa qualche sfu-
cinata .
SFUGGEVOLE . ^rf./. Che sfugga.
Allo a *fug':ire , Lattile . Lai, fugax ,
fluxus. Gr. y<UTiir5>, pSUJTtxa't- Antm.
Alt. 9. 8. 33. Ella (la memoria) è cosa
sfuggevole , e alla turba delle cose non
basta. E 37. 4- 6- Di tutte cose, che dì
fuori abbùDdauo, isfuggevole e non certa
è la possessione.
S* Sfugaevole. vale anche Per cui a gè-
vjtmeate si sfugge; Liscio, Lubrico. Sa^g-
nal, esp 1^ H solliìissimo umido ce. ,
giù per lo dosso sfuggevole del cristallo
sdrucciolando , a mano a mano distilU .
E 2\, Ma al roulrario i liquori, for^c
per lo liscio sfuggevole re. , cedono per
ogui verso, e sparpagliami.
SFUGGEVOLEZZA. A itr alt o dt Sfug-
gevole , Salvin PifC. ì. 188. In tanU
brevità della vita , in laala sfoggevoleua
di-1 U mpo.
*S."OGGIASCAMENTE. Avverb. Fug-
giascamente. Lasc. Crn. 1. nov. 6. paf;,
127. Così un giorno in sull'ora medesinu
sluggiascainente se ne veune alta strada
l>er la via del Gallutao. ce. (S)
SFUGGIASCO Add. Fuggiitco. Lai.
profugut . Gr. J^Tì'tiì; ■ J'arch. Stor.
12. 4^8 Miclirlji^nolo ec era stalo negli
ultimi giorni dell' assedio sempre sfuggia-
sro. Alleg. 123. Vcnutosroe (ter questo in
terra sfuggìaseo. B^-rgh. Ung. Fir. 149-
Sfiipgiaschì ;i Crtsti->ni), e occullamenle, o
in luitghi spesso privali r sempre segreti sì
ragiinavano a celebrare i divini unaii
3 .^.'.'.t sfu^giasca , e Dt tf^igittico ,
p^sti awfbiitlm. , vngliono Dt natcoso ,
Aatcosamente , Di passaggio- Lat. clam.
Il iransitu Gr ìx^pMbi^, tv rrt^poioè.
Sen. Ben. F*rch. 2. 27. Certi ringraaì-»*
no iijs'itiamriitc iltì li benefica , e alla
sfuggijsca IO qualche cantone, e alPorec-
c\ìui . /).if. Sctsm. 75. Alcune nicue n
dìcieno e udìrno dì sfuggiasco.
SFUGGI.MENTO . La {fuggire . La 1
fuga, evitatto. Gr. fMfÀ* t^Xà/in'X* Hed.
S F U
Jnnot. Dittr. 26. S' iadìrÌzz.-)Do le dette
operaiioDÌ al coas«guioieDto d^lla Tirtù, e
silo sfuggiineolo del tìzio . Borgh. Rip.
l4o- Colle ÌDlcrsecazinni e sfuggimeDti
che si altoDtaDÌQo dall* orecrhiu come
con vi eoe .
J SFUGGIRE. Scarnare, Schifare. Lat.
'Jfngere f y.i^fie , vitare , àetrectare. Or.
ft\h Etv. # Lih. cur, matatt. Nelle esul-
cerjzioDÌ procuri il ImoD rhirurgo di ^fug•
gire U in6jmmii)onc . (S) Onice. Slor.
2- 106 Coutiouò senza dijjzioiif il ram-
mÌQo , e «fuggeodo per h medesima ca-
gìnne^ per la quale aveva sfuggilo Rimi-
dì, di passare per il tcrrilorio di Faema.
firesa la via de' mooti ce andò a Imo-
a. (/.} Fir. Asin. ly^. Avendo avuto in-
ditio rb* egli» per idtuggir l'onde de! ma-
re, se n'era entrato in una certa I>o(lc-
ghetta assai vicina al mar<- e alla nave ,
là in sul primo sonno noi l'assaltammo,
e togliemmogli ogoi cosa. Tac, Dov. ydnn.
4* 100 Anche in Hodi sfuggiva la brigala,
e i piaceri nascondeva.
* S- I. Sfuggire t'occhio, dicesi delle
cose che per la toro ficcolezza non sono
vedute da chi le assenna, m Sneg* aat* esp.
123. Non era né meno iì pìccolo , che
sfaggiue l* occLio di chi l'osservava », (Cj
^- §. II. Sfilagli e. Tirm. di Ptospett. e
Più. È qutll' aUontnnarsi che par che
J^tcciano d.iU* occhio i c-isamenti, e fabbri-
che tt'-ate in prospettica col punto j e /j
.J^8**'- ^^^ pittore rappresentate in lonta-
nanza, che a proporzione diminuiscono ,
seguendo la proporzione dello sfuggire de*
piani, e delle medesime prospettivej il che
si fa dall' artefice non tanto ed dimi-
nuire della grandezza, che con la degra-
ttaaione del colonia . Baldin, l'oc.
Dis. (/i)
SFUGGITO. Add. da Sfuggire, Fug-
gitivo. Lai. fu^itivns, exul. Gr. yuya'^.
G. V. 4- l4- 1- Ove abitava il padre e
la madre d' Arrigo, isfuggito e in bando
dello 'mpcrio, per micidio fatto. 'Vac. Dav.
Ann, 6. 123. Ad Orude :;,duuqut', così d*
siali ifoinilo, Farasmane Ìngross:ito pre<
•eotava battaglia, e sfuggilo lo travagliava
(il testo lat. ha delrcctanlem).
§. Alla sfuggita, posto avieri/iaìm. vale
Con poco agioj Quasi furtivamente. Lai.
latenter, furtim Gr. ìd^px.zj •nxjjooia,
Bocc. nov, ^\. 5. E questo detto uiia
volta sola, sì baciarono alla sfuggita. Fir.
nov. X. ig5 11 quale aveudo non so che
volte veduta questa giovane così alla sfug-
gita, gli parve conoscerla.
•f * SFUMAMENTO. Lo sfumare j e
figurai. Segno, Apparenza. Bel/in. Bucch.
101. Di cui solo son ombra e sfumameu-
to Le poche che toccar di sopra osai, Ed
ogni lor materia ec. (Aj
* SFUMANTE. Che sfuma j ed è per
'o più aggiunto di cofoie digradato in
modo, che lo scuro sia doUcr-ente confuso
col chiaro. Ccnn. Cenn. pag. l5. Ed
etiaodio 1* acqaerelle, che ci dai su, non
»i appjriicono sfumanti e chiare, come fa
a modo detto io prima. Hald-.n. locai.
Dis. AjLiTiSTA, Gioia di mollo valore ,
del colore drl fior del pesco, e per lo più
di color paonazzo, o del color dell' uva ,
con \c macchie granellose dello stesso co-
lore . ma più chiare . o bianche sudice
sfamanti. (B)
SFUMARE, e SFDlIMARE. Esala, e ,
Sfondar fuori il fumo, il vapore, o altra
cosa gimtlej e si usa in signtfic. alt. e
neutr. Lai. vaporare , evaporare. Gr.
ar/«^6ev. Cr. 4. io. 3. S" egli non sarà
poco, e sì maturo e vecchio , che ogni
calore del letame sia esalalo, cioè sfuma-
to. C.rijf. Coli.: I. 25 Per gentilezza sì
trae qualche rutlo , E sfuma un poco il
^io prr la visien ^''gg nat. etp. 263.
s r U
Quello alito ancora di 6nis5Ìmo spirito, che
sfuma nel tagliar la buccia d' uo redtato
acerbo ce, nuo penetra a dare odore al-
l'acqua che in vasetto dì sfrgUa sottilis-
sima di cristallo ermelicamenie sia chiusa
g. I. Per metnf. Buca. Far. {^ 2. 7.
L'a cavalieri maneggiar cavalli, Sfumare ,
fjr le smoiBe. Bern. rim. j. 4'- Farò
versi di voi, che sfumnieranno- Cor. It tt.
2. 1.^7. Fiu che sfumi la memoria di que-
ste vostro accidente {'cioè, svanisca).
*t g. H. Sfumale, tenti de' ì'utori ,
in signific, att. \ale Unire i colori, con-
fondendo/i dolcemente fra di (oro j e in
significalo neittr. vate Essere digradalo
in modo il coiort-, che lo scuro sia dolce-
mente confuso tei chiaro, v ì as» Op.
Fit. 3. 9. Seguitò dopo lui ec. Giorgìone
da Castel Franco, il quale sfumò II- sue
pitture, e dette una terribil movenza alle
sue cose, per una certa oscurità di ombre
bene inlesa. ( C)
* SFU-^IATEZZA. Temu di Pittura.
Ciò che fanno i pittori dopo che hanno
posato il colere al suo luog) nella tela, 0
tavola, per levar tutte le crudezze de*
colpi, (J)
*t n' SFUMATISSmO. Supirlnt. di
Sfumato. Magiìl. part. 1. Itti. 4. Appena
da certi sfumatissimi sbattimenti sì accor-
gevano che vi fossero iauguaglianze. (A)
5 SFUiUTO. Add. da Sfumare. Lat.
vaporctus. Sa^g. nat, esp. 261. Fiocb'c
dissipato e sfumalo Ì' sale, cessa il bollo-
re, e r olio ritorna al suo stalo ualur^le,
'■• § I- Sfumalo, è anche Aggiunto di
disegno, o pittura, e vale Che ha uniti i
colori. Baldin. Focab. Dis. x5\. Lo stesso
che segue nel dipigncre, occorie ancora
nel disegnare, quando colui che disegna
slro6n3Ddo eoo carta, con esca, o altro i
colpi della matita, cosi bene gU unisce
fra di loro, e col bianco della carta che
fa apparire il termine della macchia non
allrìracnti che un fumo, «he nelT stia si
S G A
tsà
dii
egu
e così fatte pitture e di
isegni
dicon.^i sfumati. (Cj F.iS Fit. Buon. V
erano ancora molte figure aggruppale, ed
in varie materie abbozzate; chi conturnaio
di carbone, chi disegn:itu di tratti, e chi
sfumato, ec. (Bj
* g. IL Sfumalo, parlandosi di colere,
o Itala, vnle Poco colorito. « Sagg. nat.
csp. 5. Ma essendosi us<;ervato che per
leggiera, e sfumala che sia la tinta, oon-
dimeno il cristallo non acquista Licnte. t-
in capo di qualche tempo macrbiandosi
viene a farsi maggiore la confusione ;
quindi e, cbe s't- m oggi dismessa l'u-
sanza di culorirla. » lied. Oss, an. 3.
Le macchie del dorso e de' fianchi erano
veramente più fosche, e quelle del ventre
più chiare, ed airinloino, per cosi dire,
più sfumate ... (C)
SFCMMARE. ;-. SFUMARE.
SG
SGABBIARE, d/nirario d* Ingabbiare.
Cavar della gabbia. Lai. cavea emittere,
Gr. /.JprT,- apiì'vai.
SGABBIATO. Add. da S-^obbiare.
SGABELLARE. Trar>e le mtircanzìe
di dogana, pagandone la gaf-eVa. Lat.
merrem, soluto vecligali, liberare. Gr.
to' wvtov e^sVpsTov Trcisrv. Amhr. Cof.
2. 1. Diedemi Tele di rensa sottili in un
cofano ec, e di subito L' andammo a
sgabellare. Fir. rim. ii5. E le spalle si
possono agguagliare A due balle di fogli
un da Colle, Che sien messi in digana a
sgabellare.
§. Per similii. SgùliLllarsi di checches-
sia!, vaie Liberarsene. Lat. liherari , se
rximere. Gr. sauro'v é.X^.u'bepcvv, Farch.
Sto-: i5. 6it>. Ma Filippo ec. se n* era
sgabellato , scasandosi con dire, ec. E
Succ. 5. I. lo non me ne potrei sgabel-
lare. Tac. Vai; Ann. 6. 137. La madr«
già rimandata l'aveva con carezze lascive,
indotto a cosa cbe non seppe sgabellarsene
che colla molte (il tuta lui. ha quo-
rum effugium, nisi morte, invcnirel).
SGABELLATO Add- da Sgabellare.
Cecch. Spir. 4. 1. Egli ha mandatoci A
tutu e duoi dieci balle di cancheri Sga-
belliii per qui.
SGABELLETTO. /?/„,. di Sgabello.
Lat. scaninu/um. Benv. Celi. Or,f. 52.
lo aveva posto il diamante in guìLi di
ono sgabelletto, dove il Dio Padre sopra
si posasse.
SGABELLINO. Dim. di Sgabello j
Sgabelletto.
SGABELLO. Arnese , scpra *l quale
si siede. Lat. scamnum , scnbellum, Gr.
^oi^pcv, ac/avt/.c. Trail. gov. fam. la.
L' anima tua hai posta per mezzo d* uno
strumento sotto i pie del sedente sopra 1*
eccelso trono, e la terra tenente per suo
sgabello . ^
* SGABELLOHE . Acerescit. di Sga-
beiloj ma qui significa Mensola di stucco,
o di legno. 3Iagal. LtH. L'accluso foglio
bianco ù la misura del piano degli sgabel-
loni; ma avvertile che non sono sgabellonì
di legno da poter, bisognando, arquistara
quattro diia di spazio con discostargli dal
muro. (A)
SGAGLIARDAP.E . Ter la gagliardìa.
Lai. dibi.'iiare, vires atìimeie. Gr. a'oSa-
vjjv. Vani. inf. 21. Allor mi volsi, co-
me r uom cui larda Di veder quel cho
gli convìen fuggire, E cui paura subita
sgagliarda. Farch, Lez. 12. Sforza in
questo luogo con voci significare altro
che: priva di forze, e toglie la possibilità,
e (i ome noi diciamo) sgagliarda.
* SGAGLIOFFAEE. Sborsare, Sgat-
agitare Ccr. Strcc. I. 4- Perchè mi fo
coscienza di sgaglioffarteli (i tentanti J ,
li voglio meritare, con darti veramente la
nuova che tu desideri del padrone. (BrJ
* SGALAiSTE. Add. Svenevole, Sgra-
ziato . Lai. ineplus , inelegans . Salvin.
Pros. Tese. 1. 477. Io credo, come al-
tri ancora osservarono, che oiaoriq e a:r£t-
psxu).o^ , cioè disadatto per natura, e noa
perito del bello, e, per cosi dire, sgalaotc,
potessero ec. convenire. (*)
* SGAMBARE. Menar le gambe, Cam-
minar in fella. (A)
•f n* §. I. Li signrfic. neutr. pass.
Affaticare, e Stancare sommamente le
gambe . Malm. 7. 88. Cosi conchiuso ,
corre cb'ei si sgamba, E come un brac-
co va per quel deserto. (A)
V g. II. Sgambar via , per Fuggire,
Correre neW andar via. Darla a gambe.
Baldov . Vr. "U ho fatto sgambar via di
galoppo. (A)
SGAMBATO. Add. Senza gambe. Lat.
cruribus mancus. Gr. ksxeÌhjj.
§ !■ Sfiamhuto, fìguratam., si dice di
Chi sia stracco per soverchio cammino.
Lai. nimio itineris labore fé ssus . Gr. ^»
TùJ •zopfJi-j'bv.K [xansd'J C3ov TaAatTStìi-
%. II. Sgambato, e anche Aggiunto di
una foggia antica dì cilze. Frane. Sacch»
nov. 76* Avendo le calze sgambate , e le
brache all' antica , co* gambali larghi io
giuso. E oppresso : Brievemente e* si botò
alla Nunziata dì non portar mai in tutta
la sua vita più te calze sgambate , e così
attenne .
* §. III. Sgambato. Terni. de'Glardi-
nieri. Dicesi di un fore, di cui sia rotto
il gnmbo. (A)
SGA3IBETTARE. Dimenar le gambe.
Gambettare . Lai. crura agitare. Gr. tal
ux0.vj avaxivsìv . Buon. Fter. 4* a. 7.
I,
ii»4
S G A
S G A.
Furami io Ira.luUo Porn». ^ coDs,d««
cooverua.eDlc Quei che, pass. eh. vuole,
SKamUetUnclo Slaus. a sedere.
8 1. Pdr mei../ SUre m OUO.I.H-
axo^r'. ex^.v. rarch.Sior. 12. 46j •
Sundoscue Lulero » igimbeiure, e a r.-
"i II- In provtrb. si dice: Siedi,'
Sgambem , e >"Jrai ma vendetta } eoe:
JVo„ correre a fur.a a vendicarti . poten-
do conseguire col benrJÌM del tempo la
tua vendetta, „
SGAMBETTO. Gambetto. Buon. tier.
3. 4. 9. Gran paura eh' i' ho degli sgam
""sGA-MBDCClATO. Jdd. Dicesi di chi
sta sen-.^ cahe . Lat. nudus crura . Gr
ti tl'.Ori yu/ivos- . ,j\
# SGANASCI ASTE. C/.e *S'"«"«"''W
SGANASCIARE. Slogar U ganasce. Lai.
maxillas luxare.
e. Sganasciar dalle risa, e per le nsa.
o simili, vagliono Ridere imoderatamente.
Lai. risa emori . Gr. V5/.UT. 3v.l«8'» •
trauo trailo .Qui mi lasca, scappar le
risa affano, E a sgaoasc.ar .acom.DC.a. s
ferie . Ch' io credo che , s- eia era v.
vicina. Voglia d. rider veo.sse alla morie.
E F,er. 3. 3. 2. Quel che te n avveu.s-
se tu le '1 sai, Per fare sganasciar eh. t
era sotto.
SGANGASCIAMENTO . Lo Jffanga-
"'•t'sGANGASCIARE. Bi'ter s\ f-^rle ,
che quau la ganzisela si sforzi. Comp.
Manlelt. Onde M mio ser per le r.sa ssao-
gascia (questo esempio non e tratto ila-
la Compagnia .lei Mantelhcao . ma ila
Beoni, càp. 5. Vedi le Rime buri. voi.
*■+*■ SgInGHERAMENTO. Lo sgan-
gherare J e figuratam. Disordine . Ce:
Com. 5q. Per questi sgangheramenl. , e
per gli .Tocumenli che si son dclu ec. non
s* hanno a toccare. (Ai .
SGANGHERARE Cavar de gangheri.
Scommettere. Lai. emove, eardinihu,. Gr.
«rae^oO «.to/.vsrv. F.r. As. 99. La ve-
,
■li fummo inlorno ali
KDeale none ec. gì. ■- - — -
mcio. il qaalc trovammo eos. Leu serralo,
che noi non lo potemmo ma. pur mu...
Tcre non che sgangherare. Bu'Ch^x. <3i.
Z fé .al viso il popol filisteo Quando
Sansone isgangl., rò la porla , Portandola
in sul monte Citareo. Buon f ier. ^. 2-
, Tal riguardar , che prodigo » avven-
U ec. , Sgangheri la scarsella , e p.aslr.
ruuoU ■ - •• j
s Per meta/, vale Levare di sesto.
Slegare. Morg. 18. 18.. Morgan,, le
maicella ha sgangherale Per le rua tal-
rolla che gì. abbonda. Bern. ,im. 1. 24-
So che i pidocchi, le cimici e 1 puito
M' hanno la coratella a «gangherare, lied.
Ditir. 21. Che per iscl.er.0 l.aldan.a-
samenlo Sbarbica i denti , e I. mascelle
.ganghera, ilalm. 4. l). Che, sempre eh .
risi muove, 0 ch'ei favella, Fa propr.o
uancherarli le mascella.
+ «SGASGIIEBAT.VCCIO. rere.orar.
di Sgan,il>er.ilc; Bellin. Bucci,. 228. Que-
gli sgangberalacci hacchiUon. , Oh or s.
d...man giganti, l'erch' e' toccava loro
"sGANCnERATAGGINE. Astratto ,li
Sganglitratoi Sconcerà, Lai .«p(.« •
Gr. d^tuposixUx. All'g. «83. La bnga-
U chimeriiiand». con...ler. le parl.cular.
ttangheralaggini della sua persona.
SGANGHERATAMENTE Av,erb. Con
maniere sgangherale, h^i. incondite, ine-
tetaater. Gr. a»«?M«»-"!- . ,
t 3 SGASGUEftATISSlMO Superi.
.11 Sgaiig'ierato net slgnlfic. itt §. Lai
immanissimus, inelegantiStimut. Gr. ase-
p,xal<^TaTO; . Car. lett. 2. 103 Buon.
mosUcciu>,l. ec. , venul. opportunamente
per soccorrere a uno stomaco che m. lioo-
vo sgangheralissimo.
* S I'"- Eccessivo. Grandissimo 'Buon.
Fier. 3. 2 8. E poi fatti da capo, e lo r.-
rujrda , 'N una sgangheralissima paura ,
l'erduto errando sempre, Fars. a prò no-
stro spettacolo a tulli. (C)
SGANGHERATO . Add. da Sganghe-
rare i Cavato de gangheri . l.^\.. emotus
cardinibus. Gr. «tscS/w.' a;iox.»n3ei; .
Jlern. nm. 1. 97. Ha p,ù funi e pm cor-
de Inlorno a' fornimenti sgangherai. Che
non han sei navilii bene armati. BurcH-
l. 5o. Se la chiudenda tua del roellonaio
Avesse sgangherato l'usciolino. Serd. Star.
3. 122. Ruinalo .1 bastione, e sganghera-
te le porle, entrò a combattere dentro la
" %.Permetaf. vale Sciamannato, Scom-
posto . Disadatto , .yconcio. Lai. incc.ndi-
tus, incompositus , inelegms. <if- "'«''"
mosto;, Oif.op^oi. arJ-TOXTo;. AUeg. 09.
A confusion de' moderni poeUcc. sganghe-
rati. £qo. Son le composizioni Vostre, ba-
lordi, sgangherate e goffe. Da imbalsimare
al doccion delle lolfe . # La,c. nm. I.
202. ff"-. 1740 Dunque per che cagione
Scioccamente volete. Con altre .nveo.ion
goffe e sgarbale , Con rausicaccc ladre e
sgangherate . Allungare e guastar la pr.-
cUsioDCÌ (fi) , t
# SGASGHERITUDINE. lo stesso che
Sgangheramento. Car. Con,. 5;,. Il male
i che quella sgangheriludine della pioggia
ec. gli fa ciondolare giù ciò che v e den-
""'* SGANNAVENTO . Lo S-annare }
Diiiii^anno. Bari. Slor. It. li', I cap. 7.
Intesi a svolgerne, punto per ponto .e
manifestare e convincere le occulte mali-
.le della dottrina quanto era debito .
farlo per isgannamento. e ..liluiione del
popolo. (CP) .... _ -
SGANNARE . Ca.ar altrui d inganno
con ve,e ragioni. Lat. rrrorem depel.ere.
fahani opinione,,. eri,,ere. Gr amn>«-
,r,; iU'j'^tfJ-' ■ »'"■ "V °''-;.f- '°
mi credeva che fosse ciò che lu di ec. ,
ma me ha egli sgannala. - /C ' "■• P'S-
38. (Liv. 1802). Veggio il pericol corso ,
ed .1 marliro S..ffeilo invan m gli amo-
rosi aff-nni ; Nt tr-'var eredo rhe d. ciò
misg.-nni.f/?;/'-' '"/-"O.El- °
6a suggel eh- ogni uomo sganni. / o,cl,^
£rco/ 327. Ma facciasi una <o».. la quale
potri scannarli tulli.
' ^. lì s.Bn,/!c. neiitr. p.ss. i-ale Uscir
d- inganno . Bocc. ncv. 99. 3o. Il caso ,
che Sopravvenne . della presura non la-
sciò sgannar gì' ingannali t a,xh. Ertol.
-3 Ma se colui, conosciuto I error suo,
l'mta oppenione. si chiama sgannare
Bon-h. Ung. r.r. 170 Sgannaodos. . -
cuni. che aveano io questa parte gì. scitu
del Villani per novello.
SGANNATO. AJd. ila Sgtnnarr.l.'l
cu, filsa op,n,o e,cptae.l. Gt. tt-or.lci.-
v^j C)!U0IS«0!.4. rarch. Erc-,1. lì-
Sgannali si dicono quelli, i 9»?'' • l'f '"
.u'as. da vere ragioni sono ...l. tram e
cavali d' errore. Bemb. pros. 3. I16. Cosi
oe piò ne meno si scrivo come se ella
da vocale incomincias.e . gU sbandili. J»
sciocchi, gli scherani, gli .gaonali, re.
•*■ « SGARAFKARE Sgrafl-f"" '
Crnlhare . ed anche B.-bir. . e l'or tir
,,a. nmp- son. 6. Ma se in casa alt"
haller può i demoni . Sgonnella le pa-
gnoll. a luci ione , Sgar.ffa le vivande
con gli ugooni. (.1)
SG.\RARE. e SGARIRE . 1 incer la
gira , lUmanere al di sopra nrl.a ton-
tesa Lat. concertando allqu.m snpcr.irc
S G A
Gr. e'« TU .u»3ols/a" tfX7lìi TtWi .
I nrch. hrcol. 71. Perfidiare, o sUre >d
sulla perfidia, i volere, per iirare o man-
tenere la sua . cioè per i.garare aleOBO .
che la sua vada innanu a ogn. modo , o
a lori", o a ragione. Pir T,,n. l. I. Ose
partilo ha a essere il mio? ec. ho io »
essere sgaralo dal mafgiut inimico eh 10
abbia? Tac. Dav. Ann. l5. 221.. Ne «r-
ga ni- fuoco . ni; ira de" marlorianl. del
non sapere sgarare una femolioa la fece-
ro eonfcsare ( il lesto lat. ha ne > fo-
mina spernerentur ). S= Cecch. Dis.im. 2.
a Se tu credi condormela . bene sia: «e
non, dillo; perciocché io disegnerò d.
pigliarla per altro '""' y'""", %'«*'
ra? la voglio a ogni modo . (C) Segr.
Fior. Framm. Stor. 74. Volev^a p.uttosW
veder rovinar la Chiesa, che date a quel-
lo ripula.ione. o che si poleue «nUre d.
avere sgarati i Vini.iaoi. (N)
e. P<r similil. Tac. Dav. Ann. ». 32.
Ma gli aiuti direuni. volendovi sgarar 1
acque e mostrar valentie di liol.re . u
disordinarono, e ve ne annego C fluì 1'
Ulto lai. ha dum insultant aquis )
SGARATO, e SGARITO. Add. da Ur
"V SGARBATAGGINE . Sgarbaleiza ,
Sgraziataggine . (A) „ . . /- .
* SGARBATAMENTE. Av,erb. Von
maniera sgarbata . Sgraz.atamente . \.»\-
inenle, imonanne- Gr. a.T.li.iOAt,.ltsi.
"2 Questi ec. che o,a si sgarbatameote
mi offende nella sua iofan.ia, ridono un
di allo italo perfetto su in paraduo, sari
un Re d- immensa grandeua. ( )
SGARBATEZ.ZA. AUratto di Sgarba-
to. Lat. ineltganti^, inconcmnltas , inur-
bamtas. Gr. ci-iipo/a).»-
SGARBVTISSIMO. Superi, di Sgar-
l.nlo . Sah:n. Pros. Tose. I. 106. Egb
b altra cosa il eanlo delle cicale, che non
è quello de- cigni, a- qual. s assom.gli.no
volgarmente i poeti , canlo foco e sgar-
SGARBATO. Add. Senza garba . Si-e-
nevole. Lai. i..e!e,nns. i.concnniis, tnur-
b.,nn, . rndis Gr. aT.ufOttaoi ■ tir.
D,al. ben. d.,nn. 38o Se ne veggono
lutto il di molte di loro tanlo »S"^'" ;
ec. r 406 Che a me par pur. I. P»
sgarbaircosa del mondo . La,c Streg.
nroi: Ni in I.i saranno ec. quelle rico-
gni.iooi deboli e sgarbate , che io molle
molle volle sì sono vedute.
•J- * SCARSO. .Winiero Incifile . •
disoMigante , Mata grazia net trattare
con «/rifno. «..*. /e". I. 25. Mentre SIS.
ma vivce di spirilo gli sg"!". ' }' "•
senlalaggioi della su- fanciullesca eia. fA)
SGARGARIZZARE. Cargar.^re.l^t.
ga,gar,zare. Gr. •/«^•/«.t.il" ■ i'*' '"J:
malti. Si potranno sgargar.ttar. fr»
quentemenle con lo scritto gargarumo
'TGlR.GUO.eSGHERir.LIO.F.a/
Sgherro , Uomo d- arme Din l omp 1.
-1 Costoro hanno gli sgherigli , 1. qual.
;Ìi seguitano. F. jS. V erano loti. • g»»:
faloni del pi-H" • "> •"'''"' ' """ *
sgarigli a' siiragl. . K r- "<">:. ^^'
C.rsJee foggia* verso laBads. a. S. Sai.
vi. e..: gli sgarigli il prescno.
Sa\RniE I SGARARE.
SGARITO. / SGARATO.
SG VRRARE . Prender errore , • «!>«•
,/,... S>,„gl,are Lai /«'/.. e, rare detip,.
Gr. ».,«))li3>.- !>ren. sai 6 Meglio
latebbe il dir . s' i.. non la sgarro .Che
eonlra il padre criideUi gì" '"P"^^, J";
tal bargello il
sudicio tabarro . Salvia.
Pros. tose. 1. 147 E»""»-" l""-""
.0 olire, e. yei cosi dire. sg..r.lo d.
quelli «■mpliee e scbietU orig.n.1» egu.-^
S G A
gliiaij , bisogoavj ia erto determiaalo
tempo Jeli' jddo in quella rcstiluirsi
SGABRETTAHE. l'.igliare i gar'rellì.
Lat. la/as pracidtre. Gr. «iTjjaya'iXouj
TT^OTCjUVSIV.
't * SGATTIGLIARE. Camre , Ti-
rar/aori. Sbordare. Lat. e.rpe,lìre , ,x-
'Oliere . Gr. sVlvstv , J.xJjsiv . Car.
''"•'■ 75. Intanto faltnii sgatlijUare il
danaio, e rifondcti-niclo prcslanlcole, per-
chè mi truovo nelle secche a gola. (•)
SGAVAZZARE. Cataz:are , Go.lvre ,
Railfgrarsi, Darsi buon tempo. Lat. ^e-
nio et liilaritali iniliil^fre . Gr. s'yij'vxi
Toi,- r;jjvarj. Tac. Da^. Stor. 4. 3^2.
Datisi a spendere, a sgavaiiare , e far la
notte raguaate, rinnuovano coutro a Or-
deooio r ira ^,7 /«.«o Ut /ji effusi in
liuum et epulas). Buon Fier. 5. 5. i.
Si mangia, si linzina, si sgavazza.
't SGEMMARE. Torre, o Cacare le
gemme. Buon. Fier. !^. 4. 12. Alle don-
ne impotenti , e non difese , Trovandole
spartate Lo sfiorano, le sgLinman , disa-
nellano.
SGIIE.MBO .y»<(. 7-o.7„oji,à.I.at. o4-
ì,i]uil.,s. Gr. lojyryij. DUlam. 3. 21.
Salili al sommo del più alto sghemLo ,
Le cilii vidi, che m' cran d'intorno E
•otto a me . com' io V avessi in grembo
(qui lat. rlciuosus cIìtus).
§■ I Sghem',0, fìguralam., vale Scem-
l'iataggine , Sciocchezza . Lat. faluil„s .
•^rpl,:. Gr. fiu;>i':pc, -:;,-;=!;,«. Buon
r ter. - ' -r ■' •
S G H
2. .j l5. Accioccb' io
>a queir io
cùe debba poi Raddirizzar suoi sghembi
e capopiedi.
§ li. A sghembo, poslj avMrbialm. ,
' 'le A sghimbescio , A scbi.mcio , A
^'i-«. Lai. ol.!,que Gr. 7i)la-/,-„,-. /l„o„.
tur. i 2 l; Campi divisali Per piano,
» pionibo a sghembo, Armi a quartieri.
'- ^ J 3. Capilo al pizaicagnol, chiesto
uu perzo Di salcicciotto. ed ei mei la^lia
- Sghembo. Mor^. 26. 5,. 5,; „„„ che a
gliembo la lancia Io prese.
J SGHEMBO JM. Lat. torluosu, .
■I,quus. Gr. xk^tioJo;. Jofo;. r,.,nt.
' 'irg. ;. Tra erto e piano era un sen-
Tn '«'"'"'''"■ Che ne condusse io fianco
Jtlla lacca. Bui. i,i , Sgl.embo , ciop
torlo come conviene che girino le vie de'
monti.
■' S Andare sghembo, dicesi di Per.
•o^m che vada obliqua per qjnlche natu-
■ •■e impedimento, o per alua qualsivo-
'a cagione .. Buon. Fier. 3. 5 5 Ve
i^ite voi quel tal ce. E 1' aliro che ec
andava sghembo E zoppico ? fC)
.■^GHERIGLIO. /-. SG^RIGLIO.
^^-jjI^'^'ER-MIDORE. /-. SCHERMI.
SCHERMIRE. Co;,/™rio di Ghermire.
BItasciare Staccare. Ut. di,gl.,tiaare.
Gr «j;„«l)ot.,. />,.,. ,„j. j, ^ g,^
tendo lo caldo della pegola . si sghcrmi-
ron di subilo.
t SGHERMITORE, e SGHERMIDO-
i';;*"'- """"■ ^'•'- o Citi s^hermi-
sre. ^. na,t. Uf ^2. Lo caldo sgherrai-
dor subito fue. (C) Bai. /„/. -2 2
Caddoo noi mezzo del bollente sla-n , ec "
""u .°n ''""■' 'l"-'' ^ l'olirò là: lo
« do dell. pegoU boglieotc sghermilor
«ubito fue; cioè, che. sentendo il cald..
« sghcrmiron di subito , e cosi lo caldo
f'J ^bcrmitore.
* SOHERONATO. A.id. Fa„o a ghe-
^' ni T.,gl,at. a sghimbescio, oa schisa.
". tralice Inrgc di sotto , e stretto di
' '"''' U ff.'" P'-'P'tamenle di tela, o
I/IO. Baldtn. I oc. Dis. ( 1)
SGHERRACCIO. Peggiorat.di Sgher.
■ LoscGelos z. ,. S'io russi" qui
-Ita ali improvvida, e massimamente da
T^'lcun di questi sgherracri
Vocabolario T. //.
SCHERRETTARE. Sgarrettare Ta
gll'ir i g„rrelli. * Car. F.n. 1,1,, g ,,
1191. In Falari ed in Gige S'aljbaltli
prima ; all' uno il petto aperse; Sgherrellò
1 .'diro, (.\f)
%. Per siniilit. Beni. Coir. 4. Io ho
di loro a sgbenellare un paio , E cavar
loro il venire, e le budella.
SGHERRO. Brigante, Che Ja del bra.
vy che anche diremmo Tagliacantoni ,
Man^iaferro. Lai. ihraso , satelle,. Gr.
S.ojtatjv, SocM^dpOi. Cavale. lìiscipl.
J^i/-. Parole più ingiuriose e villane, che
non direbbe uno sgherro a un suo radaz-
zo. J\,rch. Stor. g. agS. E dove B,'a°rhi
portava i capelli, e non si radeva la
barba era tenuto uno sgherro, e perdona
di mal affare, oggi di conio novantarinquo
sono zucconi, e portano la barba . Bern
rtm. I. 9p. Bravi, sgherri, baibon, genie
be»l,ale^ M.rg. 27. 353. pc„,a che imino
a lurpin pare sgherro,
S- 'a forzi d' add. vale lo slesso. Buon.
J-ier. i. 4. 6. Il più imporluno. Superbo,
imperioso e sopraslanle Di qualsivoglia
ni.ii persona sgherra. Jl/enz. sai. 7. Ch'
e par per dio eh' una razzaccia sgherra
Pretenda sol co' suoi coslumi indegni
Muovere al valor prisco ignobil guerra.
* SGHIACCIARE, nidiaccia'ej con-
trario di Agghiacciare. Sasg- aal. esp.
Lasciala sghiacciare tutta 1' acqua che
j nella boccia «a, si vide ridurre al seguo
al quale si slava prima di agghiacciar-
SI. (/t)
•f * SGHIGNAPAPPOLE. Foce bassa:
Jiidone, Che ride sgangheratamente. Sai-
^•in Fier. Buon. 2. 2. 8. Bidone , in
Uasso modo, di.iamo sghignap.tppole, per
avere un ghigno, o ec. un cachinno spap.
polato. (A) '^ '
SGHIGNARE. Farsi beffe. Burlare,
àchera.rc L..t. ieri Ice, despicere . sub-
sannare. Gr. x>£J=:'^-:.v. .I/or. S. Cre«
Ecco che mi laro beffe , e riderò nella
vostra morie, e sghignerovvi. E appress..:
1. ocrhio eh. sghigna , e che dispregia il
parto della madre sua, sia Iralto da' curvi
delle torrenti Pataff. 2. E non ha una
bogia, e sempre sghigna. Frane. Sacch.
i"'. IS.. Mess-r RiJ„iro guarda costui ,
e sghignando chiamo un suo famiglio, e
disse. E nov. igj. Sghignavano per in-
vidia. "^
SGHIGNAZZAMENTO lo .ighignaz-
p'"'' ';"'•/'■'"'"">'"■ Gr. i/avxKj<iVi.
1-ir. As 53. Io questo mezzo il convilo
5 era universalmente risolulo in licenziosi
sghignazzamcnli. S.gr. Fior. Cliz L 8. Io
ho sentilo per casa ceni sghignazzamenti.
SGHIGNAZZARE. R, ler con isirepilo.
Lat. cachmnari. Gr. /.a'/^x^jcv. Frano.
S G I
1185
I SGITTAMENTO. V. A. Agnazione,
I IMialtimento. Lat. agitalio, perturbano.
Gr. Ki V.,,.;. Declam. Quiatll. C. Il grav.
sgittamenlo si trasse i corpi altortigliau
per le dirotte ripe.
* SGOtXIOLABOCCALI. Foce ba,.
'a; e s, ,/,„ „ „„,„„ ^;„. j^, ^^^^.^ jj_
(egr. 220. Coiì un infame Sgocciulaboc-
coli. (}■) ""' """ '•■ '="" '''6'i 'OC-
"SGOCCIOLARE. Gocciolare, Versare
lafino ali ultuna goccola. Lat. ethau-
rire. Gr. E^s^vrisìv. l'av. /-..o,.. Andate,
messer lo lupo , sollpcilamenle al |j(,à
che la mia madre hje, e dite che lo
sgoccioli nella voslra bocca. Biirch.
òacch. nov. 43. M.dli gbignavano o sghi.
guazzavano della sua sparuta personcina.
n^l.'mc. san. 26"). Ma sai di che .ghi-
gnazza la brigata 7 Fir. nov. 8 2y8 E
quivi sghignazzando , e facendo un ru-
more che mai il maggiore, mostravano d"
aver fatto qualche gran fazione
SGHIGNAZZATA. Ghignata , Sola,
gnazza-nento. Lat. cachinnalio. Gr. iTay-
SGHIGNAZZro . Sghignazzata. Lat.
cachinnalio. Gr. /.%/xv.z O-i i
•j- * SGUIGNUZZO.' Dlm. di Sghi.
gno. Lasc. Cen. 2. nov. (). pag. fog.
Non si potette taolo contenere, che ri«iì-
loseli con uno sghignazzo adiraliccio, non
gii dicesse : ec. (A)
* SGHIMBESCIO. Linea.o Direzione
a s^hetnho Bellm. Disc. I, 162. Non e'
è scancii né sghimbesci, che possano spie-
gare 1 obliquila delle loro scambievoli
posizioni. (Ci
S- '^ Sghimbescio V. A SGHIMBE-
44. Che sgocciolava gli orciolin per can
lo. Vaat. Carn. i63. E se la perorila
e allempala , .Sia sopra il vaso , eh' ella
par murata. Tanto eh' ella sia munta e
sgocciolala.
§. I. Per Asciugare, Suzzare. Cr.
4 18 2. Pongansi al sole tanto , cha
alquanto sieno seccale, ovvero alquanto
dal nioslo sgocciolate.
§■ II. Sgocciolare il harlello , 0 it
barlolto , o .umili, in modo proverbiale,
vale Dir mito quel che un sa , o che
ha da dire. Lat. n,7ii/ dicendo praeter-
miltere. 3forg ,8. ,32 odi la quarta,
eh e la principale , Acciocché ben si
sgoccioli il barlello. fnrch. Ercol. 5q.
Dicesi ancora sgocciolare l'orciuolo, ovvero
l'oiciolino, e lalvnlia il barlolto.
SGOCCIOLATO. Add. da Sgocciola-
re. Lat. exl'anstii.i.
SGOCCIOLATURA. Lo .■^gocciolare.
§. Indugiare, Ridursi, Glasnere, 0 si-
min, alla sgncciolatura , vagliano Indu-
giare ec. ali* ultimo termine j modi bassi.
Segr. Fior. Mandr. 5. I. Ben si sono
indugiali alla sg..ccioIjlura. Ciriff. Calv.
3. 78. E giunse appunto alla sgocciolalura.
•f * SGOCi:lOLO. Lo sgocciolare,
Si^occtolaUira. Cali. Svia. 6 Pur sempre
al boccalon la mano inlrepida Tenendo
ferma, e spesso allo levandola. Fintanto-
ché gli die l'ultimo sgocciolo. (AJ
* §. Indugiare ec. allo sgocciolo, lo
stesso che InUugiare ec- alla sgocciolatu-
ra. (A)
SGOLATO. Add. Sema gola.
§. I. l'ale anche Scollalo, Colla gola
.'Caperla. But. Purg. 23. 2. Le donne
Fiorenline and.ivano tanto sgolate, e scollate
gli panni , che mostravano ec. Frane.
Sacch. njp. i3S. Andava con un tabarro
sempre sgolato.
§. II. F fguratam., vale Che ridice
Jacilnienle le cose. Ciarliero. Lat. garru-
lus. Gr. i;rU;u;o7o5. Tes. Br. 7. 26. E
si ti guarda da quello che li dimanda ,
s'egli t lusingatore sgelato, ch'egli non
può celare quello eh' egli ode , ni; ritener
quello che gli entra per li orecchi.
SGOMBERAMENTO, e SGOMBRA-
MENTO- Lo sgombrare. Sgombero, Lat.
depulsio, vacuitas. Gr. «auii;, zivo'nj;.
Bemb. Asol. 3. 169. Quelle venture lo
seguono ec., che seguivano gli amanti,
risvegliamenlo d'ingegno, e sgombramente
di sciocchezza, accrescimento di valore, ec.
SGOMBERARE, e per sincopa SGOM-
BRARE. Portar vìa masserizie da luogo
a luogo, per mutar domicilio. Lat. mer-
ces, vcl supellectilem in alium locum trans-
ferrc. Gr. ixAOpi^ivl. G. T'. 12. 16.
2. Incontanente tutta corse a furore, e a
sgombrare i cari luoghi. .1/. /'. 8. 6.
Mollo danneggiò le case e' mercatanti
lanaiuoli eh' ebbono a sgomberare. Din.
Camp. 3. 63. Multi cittadini, temendo il
fuoco, sgombravano i loro arnesi. Vii.
S. .1/. MadJ. 25. Feciono sgomberare e
acconciare una bella sala, dove si man.
glasse.
A9
nS6
S G O
g. I. Sgomberare, assolutant.^ vale U-
scirsi. Andar via. Lai. demigrarr , mi-
grare. Gr. /jUtoi'x^sSkì. * Ar. AVpr. 2.
2. Con si poco buUin W vuoi eh' io
sgomberi. ^^V^
g. II. Sgombrare i7 paese, o simili,
vogliono l'iir tir iene, jjbbandonarh, LaU
terra excedere, demigrare. Gr. s^xw^sìv.
Star. .4iolf. NiuDu sigDore potesse eolrjre
nella cluà se non eoo tre icudieri , e la
serj la sgomberasse. C. f. 6. 87. 2. A
lutti fu comaodato che, sotto pena dello
avere e delle persone, dovessero sgombrare
Lucca e '1 contado infra tre dì. il 7. 72.
I. ComandanJugU che sgombrasse T isola.
Sut, Purg. 20. 2. Infra Ire di dovesse
avere sgombralo lu soo terreno e regno.
Jr. Cass. 1- I. Tulli andercmo a un
trailto, e sgorobrcrcmovi La casa. liern.
Ori. 2. 20 4o* S'egli era quel. Sgom-
brasse t(»»lo il piano , Che male Ì falli
suoi potrebbe fare.
§. III. Sgomberare > per Portar via
semplicemente. Lai. exportare , au/vrre ^
exhaustarf. l\'sl. Gr. exye'peiv. Petr,
canz. 39. ^. Ond* io, perche pavento A-
dunar sempre quel eh* un' ora sgombre ,
Vorrc" il vero abbracciar, lassando l'om-
bre. E cap. i3. Vidi *1 viltorioso e gran
Camillo Sgombrar 1' oro, e menar la spa-
da a cerco. * E cap. 12. Un'ora sgom-
bra Quel che in molti anoi a pena si
raguna. (C)
g. IV. Sgomberare, per Dipartire,
Mandar via. Lai. dimovere, depel/eie .
Gr. unoAivi\-i, a:iwSrsìv. Dant. Purg.
23. Qucsl' altra e quell' ombra , Per cui
scosse dianzi ogni pendice Lo vostro re-
gno, che da si; la sgomlira.
g. V. Fi^uraiani. Pctr. canz. l^l. 3-
Dì serenar la tempestosa mente, E sgom-
brar d'ogni nebbia oscura e vite (cioè,
liberare, purgare). C. V. 7. l5'i 1- Sa-
nando infermi, e rizzando allralti, e sgora-
brando imperversati (ciac: liberando).
Scn. Brn. farcii.']* 1 Se sgombrò da se la
paura così degli Dii, come degli uomini,
ec (cioè: discacciò) .
* §. VI. Sgombrare, vale anche Portar
checchessia in qualche luogo. Cron. ani. 222.
Andarono al luogo de'romili. e per forza
OQtraroDO dentro , e feciono grandissime
ruberie di robe, e di gioielli, e di danari
contanti ce, perchè molti ciiudini avca-
no sgombralo in detto luogo gran parte
di loro siislanzic, cioè masserizie, e robe
sonili, e danari. (V) E appresso: Quivi
entrarono per forza dentro per rubare,
e rubarono assai robe de*cilUdÌQÌ, che ivi
avevano sgombralo. (C)
SGOMBEHATO, e SGOMBRATO. >^<W.
dai Ur verbi. lìemb. pros. 3. 112. Per-
t:iorchc in vece di questa ingomhmto, cbo
in dissi, e sgombrato , che si dice , essi
allo volle dissero ingombro, sgombro,
SGOMBEnATOllE . /'. SGOAfORA
TORE.
* SGOMBEUATURA. Sgomberamen-
to, Sgombramenlo, (A)
SGOMBEnO, e SGOMBRO. Sust. Lo
igomherare. Lai. dtrnlgmtio. Gr. «Tri.
xtV. -1/. /'. 9- 57. AUcndta con solleci-
tudioe allo sgombtTo, e apparecchiare la
città a difesa.
§. Pir Discacciamento. Lai. depulsic,
Dittam. 1. 32. Che do* nimici più volte
fc' sgombro.
f * SGOMBERO. Suit. Pesce di mare
senza squame , che ha il d-sso tempe-
stato di macchie. Rforg. l^- *>6 Gambe-
ro, o nicchio, e calcinollo , e i'ppia, E
sgombero, morena, e icarza, e cbrppia, (*)
SGOMBERO, e SGOMBRO . ^rfrf.
tronchi da Sgomberato, e da Sgombrato.
Lai. vacuus . Gr. xsvo; . M. V. 3. 38-
Non era Itgorabro, ma pieno di niasirri-
S G O
zie e di viltiuglia e di bestiame. Cron
l'eli. 80. In questo meno Toste si levò,
ma il dello Leggieri non ardiva tornare
dentro, e tutta sua famiglia guasla , e le
Case sgombre.
g. Per meta/, vale Scarico. L.3X. rxpo-
liatus , nudili. Gr. yujutvo ; . Petr. son.
70. Poiché se' sgombro della maggior sal-
ma, L' altre puoi giuso agevolmente por-
re. f.uon l'irr. I. 2. 2. A quelT altro ,
che sgombra ha sì la mente £ 'I sen d*
ottusità, lieve di carne, ec.
SCOMBINARE. Disordinare , Porre
in confusione , Sgominare . Lai. pertur-
bare , versare . Gr. Jiaraf aTTCì» , :te-
ptayaiv .
SOOU^\ìiyTO. Jdd. da Sgombinarej
Sgominato . Lai. perturbatus , confusus .
Gr- T£Tapavf»EVOv C. /'. ms Sper. Tut-
to 'I regno stava sciolto, e sgombinalo Ìo
tremore.
SGOMBRAMENTO. 1'. SGOMBERA-
MENTO .
SGOMBRARE. V. SGOMBERARE.
SGOMBRATO. /'. SGOMBERATO.
t SGOMBRATORE. e SGOMUEIlA-
TORE, J erbai, mate Che , o Chi sgom-
bra . Lat. depuUor . Gr. 6 a~£>auvwv .
fìuon. Fier* 4. 2- 2. Scotlirator del pan
caldo, Scanoalor delle caaiioe, Sgombra-
lor delle cucine.
SGOMBRO. V SGOMBERO.
f SGOMENTAMENTO . Lo sgomen-
tarsi. Lat. consternatio, Gr. xaTa:rlt)?i5-
Guid. G. Uno fante, quasi volando, con
romorosi rapporlanicnti assalìo gli orecchi
di Menelao con multo sgomentamenlo,
SGOMENTARE. Sbigottire. LaU ter-
rcrr, pertcrrr/acere. Gr. fel^iìv, eV-'ir/r-
Tccv . Dant. Purg. if\. V veggio tuo ni
potc , che diventa Caccialor di quc* lupi
in sulla riva Del fiero Gumo , e tulli gli
sgomenta. Patajf. fj. Pur non lo sgomen-
tar che inlrisU agli occhi ^r S. Gio. Gris,
175. Disperare e sgomentare altrui e qua-
si simile al disperare che I' uomo fa di
sé. (TC)
g. Sgomentare , neulr. e neutr. pass.
Lai animo cadere, consiernari. Gr. /stra-
7riy;'TTE56ott. Jìocc. nor, 83. 10. Calandri-
no, io Don voglio cbe lu li sgomenti. Petr.
canz. ^2. l^, V. sol della memoria mi sgo-
mento, if Pccor. p. 12 n. 2. Chi d'amor
vuol imparar dotliina, llabbia il cur Tran
co ad esser soflercntc, E non sgomcniì d'
ogni coscllioa. (CV) Pemb. Jiol. 1. 53.
Questi al sasso risguardaodo, e della ca-
duta sgomentandosi, sta conlinuamcnte in
questa pena . (P^) Intpcrf. 7hm. H, i T.
6. l5. Me per questo mi sgoment», (>er-
chè non contento del prnprìo senno ec.
mi pongo in braccio all' altrui. (Fj
SGOME^TATO. Jdd da Si:omentare.
Lat. comti-rnatus. Gr. xa(Tix~)ot-/lt'{. Pocc.
t.ov. 66. 8. Tru\ù la donna sua in rapo
della scala tutta 5gnmrtilata . /.' nov. 83.
6. E lutto sgonieiilaln gli domandò: che
fo? Prs. Jir» /i. ^1. Difono alcuni, che
per lo grande dulorc rh* e' Ifonì hanno al
.nascimento, nascono quasi tulli sgomentali,
eh* egli giareiono Ire di quasi citnir Ira-
murtili. Cavale. Med. cuor. Andava lutto
sgomentato errando e vagando.
SGOMKNTEVOLK. ^td.l Che si str^.
menta. Lai. aninnim dripond-ritS. Or. aTTO
»tvo*;uivoj; é^wv. Puon. Fur. ^. 3. 8.
Altcndele ora b questa Manco appaisio-
nala, Non Unto sgomcctevole, M- si spe-
ricolala.
SGOMENTIRE . T. À. Sgomentar,.
Lat. terrcr-, perterrefieere. Gr. ffo^iXt.
c'jt/>;*TT«»v . l'sp. Salm. E perthr que-
sta giustiiia nuD li sgumentisra , soggiu
goo ec,
SGOMENTO. Sttst. Sf'igotilmento. I.at.
canstcìnntio, Gr ^atTairXi}{i( . Cnva.'c.
S G O
Mrd, cuor Avendo contate molte tenta-
zioni del nimico, massimamente come en
indotto a sgomento r disperazione , log
gingoe ec. Stor. Pist. 53. Presono di
ciò tanto sgomento , che nessooo ardlo
uscire di Lurca . IC 60 l'er lo grande
sgomento eh' aveaoo preso deJla seonStta
del Piinze.
SGOMINARE. Disordinare, Scampi-
gliare , Mettere in confusione , Meture
sossopra . Lai perturbare , ver t are . Gr.
oiaTasKTTEtv . TTc^ia'yeiv . Segr. Fior.
Mandr. 1. 2. Pare a te una favola avere
a sgominare tutta la casa . Buon. Tane.
1.1. Per toccare or nel capo questa pio-
ta , Che mi sgomini tutto a imo a som-
mo. Ma'm. 7. 89. Sgomina rio che v' e
da sommo a imo. ^ Car. En. 12. 548.
Spinsi i cavalli In fra' nemici, e molli a
morte dìcone , Molli 06 sgominò molti
o* infranse. (C)
SGOMINATO . Àdd. da Sgominare .
LaL perturbatus . Gr. rtTOLpv/fttvoi .
Purch, 2- ^z, Fralel, se tu vrdrssi que-
sta gente Pasiar per Banchi tutti sgomi-
nati , ec Alleg. i85. Ve ne darò con
questa mia nuova e sgominala capitolessa
quel breve e semplice ragguaglio che può
un che vi sia stato un di lotcro.
SGOMINI'O, e SGOMINO. Lo sgomt-
nare , Stomhinaztone , Scompiglio . Lar.
per tur balio . Gr. rv-p^xÀ ■ Buon. Fkr.
4. 1* II. Riguardo lo sgomino, e veggo
a un tratto Rastrellar quella mensa . E
Ti'nc. 2. 7. Tancia, accorda fra lor que-
sto spnminn.
SGOMITOLARE. Centrano d* Jg^o-
mitolare . Lai glvmerrm dissolvere . Gr.
«■/«Oi'^K o-'vtzJ-y'eiV. Fior, Dal. D. Porla
un gomitolo di spago in mano, legalo in
rapo all'entrare dt Ila puiia , e pni sgo-
mitolandolo iufino rh' è giunto nel fon-
do , ec.
* SGOMITOLATO. Jdd. da Sgomi-
tolare . Il Jocaboì. alla /'. RAGGOMI-
TOLARK. (•)
* SGONFIAMENTO. Svanimento del-
l' enfiagione , Il disenfiarsi . Bed, Etim
Ita!. (A)
SGONFIARE. Contrario di Comfiarej
e si usa in signifc. att. e neutr» pass.
Lat. tumorem adtmen-, detumescere, Gr.
arrcyvoùcrai , X^^^'* Sagp. nat. rsp.
33. Ed allora solamente si sgonfietà, quan-
do aprendosi il vaso in K , potrà sopra
piombarsele l'aria di fuori . E 11 7- 'b-
Iroduita r aria , (il granchio) sgonSò io
un trailo, restando sformalo e amuolo
con uliima e paurosa magreaia.
§. 1. Per metaf, Mor, S. Crrg. 23.
iS. Considerala la polenta del Creatore ,
sgonfi il gonfiamento della mente per la
memoria della sua conilixionr. Metz, sat
3. lo non avrò satirico tlagrllo , Ch« la
vostra superbia opprima e sgoii6.
* §. II. Sgonfiare, per .^iiJrllnrr ,
Svenlrarv in sicnific, di Uccidere pene
Celi. ì'it 3. 3i)). Se lu non nii mandi il
marmo iusino a rasa, cercati di uà «Uro
mondo , perché in questo io ti igooficrò
a ogni modo. ' Cf
SGONFIATO. Add daSgenfiare.hil.
dttumefneius . Gr. )fa>a^Oi . Lab. a57.
Non altrimenti vote e ^iue, che aia una
vescica sgonfiala.
« SGONFIKTTO. Dim. di Sgonfio .
Pelltn. Disc. i. 8 Cervella che appena
tocche si spappolano, polmoni fatti a *gnn-
fimi d' aria ce. che tosto srbianlansì , e
scoppiano (Ft
:!: SGONFIO. Sust. Fnfiatmrm prodot-
ta dall'aria in mlcmni corpi » tomft nel
p.ine, nelle vesti, e simili, Dicesi omtor»
di tjuetle che seno prodette dall' arte in
cote chr hanno l* apparenza di esser teg-
viete (A)
s o o
SGONFIO. AM. Sgonfialo. Lai -Mu- ,
mtfactu..fl<,ccid„s. Gr. X^l'r'5- S'SS- \
n«t. <•.». 33. Scrr..Uvi J^Dlro uua vose,. ]
fa d- asnrllo alUrciglijla. e quasi mlcra.
"«doDc- UDO er., si irovò alUlo sgoufia
U ve,.ichclta a.ir aria. fB^ DMn.V.sc.
I. alo. 1 palloni sgoiiB noD o egU vero
cbe lon ceJ-'UtH C(V ,
* SGONNELI-.VKE. Zrw /a p"i"e'-
TELLARE , SFASCIARE . «CONOC-
CnlARE. ci olir., l'ros. f .or- 6. 192.
E.,cndo .0 a .avola cou un branco d.
Accademici.. i;..„oelIando a lue. .or.e le
,,.goo,.c. e irasliaodo le "vaode con
gli* ugnoni . com.ncian.mo . ^"■^o""'
Scile co.e dell' Accademia. C) R..>p- son.
6. Ma .e in casa allri batter può . don-
ioni, Sgonnella le Pagnotte a lue. torte .
SraraB-j le TiTande con gì. uguom . f fi;
SGORBIA Scrpelh follo o doccia pfr
Sgori-.e, succhielli, '8"«' • ^""%°'V°'
ialuoqu. misura . S.Jcr. Colt. 58. Con
Lo scarpello d. meuo cerchio a uso d.
sgorbia .fanno un foro della grosseria,
che v' ha a entrare la maria.
SGOllBIARE . Imbrotlar con inchio-
stro. 0 con /regi... 0 schizzi .1- inchiostro,
checchessìa i il che si dice onera Scor._
hiare Lai. alrum./iM inquinale. Or. TW
?. 1. Per lsJ.,cclicran; Screziare, Mac
ch:ire gceralmenU. Lai. ..laculare . Gr,
* S. II. E in signiflc. neutr.. e neittr.
p.«r. p.r Porsi pe,.a . fasi.Mo Bern.
lell.h La cagna,» il cane m. .ara
gralissimo, ma non sgorbiale pero p. r
(rovarlo, se non ne avete , che ad ogni
modo io non ci sono si avventuralo che
,i| operae pret.u,„ affal.carv. Unto, /i
6.1. Vorrei de'proiciulli, ec. pero m. v.
raccomando; ma non vi sgoibiatc. (OJ
SGOUBIO . Miccliia /atta m sul lo-
glio eoa .„ch.oslro . Scorilo. Lal^ '""":
Gr. x»ra5T./;xa lìurch. I. 29. Ma e gU
pareva essere appuntato Da un nuta.o cnl
L.le alialo. Che d. non fare sgorb.. era
Lotio. /; J. 10. Ne tanti sgorb.. fa 1 an-
no un notaio . ■•? Cor. leti. .-ol. 2 pas-
3]-,. ( Comi.o 1,34). Fino "ora stanno
nel modo medesimo che 1 g.ov.ne 1 ha
arate dalle mioute, ed anco peggio, per
gli sgorbii e per le rimesse, alle volte
poco leggibili, che nelle minute s. fanno.
^ Jpll. i80. Non siete ne l.lterato ,
„l. cortomato, e la tintura che vo. d.le,
non i: di lellerc ; i; di sgorb... ec. (1!)
* SGORBIOLI.NA . Piccola sgorbia .
Baldtn. l'oc. D.s. (J)
SGORGAMENTO . Lo sgorgare. Lai.
e»M«o. eg.-sl,.<. Gr. iffopa.. e*f ofi";'
G y li 38. 5. La cilta per c.jscuna
festa dallo sgorgamenlo di qnello era la
^SGORGANTE. Che ..gorga. Lai e/
/7ueM Gr. 5/^/JC«v. lied. Utl. l. 4l'-
Quei medicamenti, che dal volgo avvei.o
.grandi errori sono creduli ec. poter ler-
m.re e stagnare .1 sangue sgorgante ec,
sono mere baie. {*) ,
SGORGASTEMESTE . J.-oerb. A
.-argo. Lai afìì.itnter. Gr. pj'SonJ.
' i 5 SGORGARE. yClr. Propr.arnenU
P Ut, ir fuori che /anno l' acque dal luo-
go dove sono rtleài.tc, .love /anno^ gorgo.
Lai. se egerere , exmrrari Gr. E/.f E?i-
»0«i, a-ofopr.'?"''*'- '^ '• 7- 3 (.2.
Ancora per lo sgorgare di quello empito
dell' acqua e del legname percosse, e fece
rovinare il ponte alla Carraia .
•.? §. I. Sgorgare, parlandosi di fii.mi,
diceti del Mettere , 0 S'joccar V acquo
S G 0
loto in altro JSume. 0 nel mare. .. D.iitt.
Par 8 Da ove Tronto e Verde in ma-
re scorga .. . Ciò.'. Oell. ìil. Alf. ili-
Onesto fiume chiamalo dagli antichi V.U,
e OBci da-Ravenncsi Acquadussa , poiché
egli ha ricevute l'acque del Ronco, se ne
va a sgorgare nel PO. G..I.I. -J" 435-
Si potrebbe dire che 1' acqua tutta del
Medileiraneo cali perpetuamente verso lo
stretto, come quella che debbo andare a
scaricar nell' Oceano 1' acque de. tanti
fiumi che dentro vi sgorgano. (Cj
J § 11. Per similit. vale Spargere ab-
hondanlemenle . Lai. effundere , egurgita-
re. Gr. éxxis'v. no,.l. P..rg. 3l. Fuor,
sgorgando lagr.me e sospir. . Pass. Oer.
,2. 1)6. Al Bn sgorgando un lagr.moso
rivo"; In un languido oiioc proruppe , e
disse : ee. _ . . 1
+ >? <5. III. Per Uscir /..ori in abbon
danza . .. Med. Arb. Or. 26. Di quegli
pietosi e dolcissimi occhi , a purgamento
e consumajion di lutti i nostri peccati ,
sgorgarono fiumi di lagrime ... (Il)
§ IV. Per melo/. Diff'ondersi , Span-
dersi Lai. exc„era,i. Gr. kot?o?ti^5(i-
0«t. Tac. D.IV. Sl>r. 5. 36^. AUr. f.o-
gtiono ), che regnante Iside, soperch.audo
in Egitto la moltitudine , sotto Gecosoli-
rao e Giuda capitani sgorgò nelle terre
vicine. , „.
+ <; V. Sgorgare , vale anche l'ir
tutto quello clic ..Icuno ha /.Ito, o detto
a chiunque ne h .loniandi . I ardi. t.r-
col. 58. Di coloro, i quali ce. confessano
il cacio , ciob dicono tulio quanto quello
che hanno detto e fatto a chi ne gli do-
manda ec, s' usano questi verbi : sverUre,
sborrare, schiodare, sgorg.ire, ec,
+ * S. VI. &ors<i/e, in signific. alt ,
.' _ ei f , ,,,. jpi,. ,r.
S G O
I187
vale Far sgorgare. Borgh. Orig. Fir. 1 !|
Questi ec. vogliono ec. (che Ercnle) sgor-
gando il fiume d' Arno, che vilenoto dalla
Golfolioa stagnava tutto questo p.ano ,
seccasse la palude che ci era, e ci cd.U-
casse questa citta ^FJ _, , , ,
S: § VII. I':!e anche Mandar /uorl .
Il locabol. ali; r. FOGNA. (C)
•<- * SGORGATA. Quella q.ianl.-
là d- acqua die attrae lo slanluff-> della
tromba al oq„i i,np:lo .lei movente ; o
pinlloslo Quello spaz.o che r.mane voto
d- ana nella tron.ba al o^ni alzata dello
sl;i:uff-o. Galli. Fram. Par. voi. 3- pag.
40. Poco s' aUa la stremila della lanca
li. ed in coosegucnia poca
l'acqua ci
si cava in una "sgorgata ec, sicché si può
continuare quanto ne piace a fare la sgor-
gala lung.. , e cavar in conseguenza p.u
acqua (J)
SGORGO, lo sgorgare , Sgorgamento.
Lat. cff'usio, ajjluenlia. Gr. Éx^""'- .
f §. Onde A sgorgo, poito avverbial.,
vale Con glande sgorgamenlo , Copiosa-
mente, Ahbondantemenle. Lat. ajluenler.
Gr. ijìòr,;. Med. Aib. Cr. 47. Vedi so-
pra te 'aperte e sparte le fonti di grana
delle piaghe del Salvatore . le qual. doc-
ciano a sgorgo, per d.r bere e saziare a
ribocco i suoi amami di vino dolce, pieno
di carit'a.
SGOVERNATO. Add. Tion governalo.
Mal trattalo . Lai. male liabitiis , male
curatus. Gr. xaxw; i-llllUO-^H. Frau
Sacch. no... l63. E con questo era sgo-
vernalo, che mai nel pennaiuolo, che por
lava , non avea nò calamaio , ne penna ,
I né inchiostro f qui vate : senza governo ,
' trascurato). E nov. 210. Erano continuo,
come è d' usanza , a far governar le lor
bestie; e quanto pii. s' aOfjt.cavano, pm
le vedevano sgovernate.
SGOZZARE. Tagliare il gozzo. Sena-
nare. Lai. iugulare. Gr. ^yarTS.v. Morg.
2- 254 Perocch' alla franciosa qu. si
ssóiza. Fir. As. 23. Tenni per certo.
che 1* buon» donni non avesse mica la-
scialo di .gorzarmi per misericordia.
§. 1. S-iOZzare, vale anc.-ra Folart il
gozzo.
§. II. Per meta/ vale Dimenticare una
cosa. Comportarla Frane. Sacch. nov.
86. Fra Michele, che non avea sgozzalo
ancora la 'nsalala da Tossignano, la viciU
con un bastone. * E mv. 1 1 4. Da ivi a po-
chi di fu condcnnalo in lire mille . ec. i
onde mai uon lo polì; sgozzare nò elli, n«
lui la la casa degli Adimari . E nov.
187. Dolcibcne non la sgozzò mai ( V in-
giuria ) ; lantochè , collo un di tempo ,
con un ventre pieno il giunse oc. e in
presenza di tulli i mercatanti gli lo per-
cosse al viso.f/V Farch. 5( r. 8. 192. La
plebe, perchè oltre la morte d. Iacopo
Alamanni , la qual non poteva a palU>
nessuno sgozzare, mancava d' un gran ca.
no, ee. E l5. 609. Questa fu una g.o-
slra, come si dice, fallagli per burla da
Giomo, ce. ; ma egli, che ne use. mezzo
morto e lutto smarrito dalla paura , ha
detto sempre, e dice, che ella fu p.u che
da vero, né mai ha potuto sgozzarla, lac
Dav Sior. 2. 294. Non potendo sgozzanre
quella giornata di Bedriaeo, s' accostaro-
no a Vespasiano incontanente (il lesto
lai. ha dolorem, iramque Bedr.accusiB
pugna; relinenles) .
SGOZZATO. Add. da Sgozzare. Tar.
eh Star. l5. 5ql. Era rimasto racchiuso
il duca Alessandro, sgozzato e morto di
più ferite. * Lasc. Cen. 1 -ir.'. S-pag. 1 26.
1 Lassù gridando corsero , e . due m.seri
fratellini, e la disperata madre trovarono,
che davano i iratli , sgozzati a guisa d.
semplici agnelli. (TC)
:J SGRADARE. Dislinsiiere per gradi.
Fior. Viri. cop. 38. Per più piena dottri-
na è da sgradare in ispezialila per ordine
il modo, e la forn.a che e da osservare
in tutte le cose che l'uomo viene a la-
SGRADIRE. Dispiacere s contrario d"
A"rad,re. Lat. dispìicere. Gr. «-rtKPSS-
XEi-j. Dani. rim. 2. Pensoso dell andar,
che mi sgradì,!.
* SGRADITO. Add. da Sgradire} Mi-
,gra.lilo. Malgradito. Lai. male rxcepliis.
ingraius. Gr. /«xoJexTo;. Sak^n Disc.
2 25o. Sommissimo pregio e dello lette-
re che quantunque in alcuni scun tempi
non guiderdonate ec, ma piuttosto sgra-
dite e svilite, si.>no state da alcuno genUb
ed onoralo spirilo maiscmpre coU.vate. ( J
* SGRAFFA. Termine degli Stampa-
tori. Unione di diversi pezzi di piccole
linee, che, unendosi nel mezzo, /ormano
un pezzo solo, e servono nella stampa per
raccogliere diversi articoli. (A)
SGRAFFIARE. Graffiare. Lat. ungui-
bus lacerare, scarificare , lancinare. Gr.
.!;.',.0i9À-.-J>.(i-^<- Bit In/ 22. I. Per la
figura eh' egli ha di galla, che sgraffia co.
eli irli"Ii. _ „ y-i *
8 1. Per similit. Benv. Ceti. Ore/.
5l. Per fare le separazioni de' camp, si
prende una ciappolelta sottile, e bene ar-
rolaU, graffiandy lotti i detti campi per
lo traverso, perchì: in altra guisa non ap-
parirebbono punto bene ; e questo si
chiama sgraffiare. ™, ,_
g. 11. Per Lavorare di sgraffio. lerm.
di Pittura. V.rnf.
•+ SGRAFFIATO . Add. da SgraJ-
fiare s Graffialo . Lai. ungu.bus tace-
-'"- — 1^'-;,,; /7V3. . Vider'o
::;:;^'^d:^ap^;em4anudiesg.f-
fiati. Bed. Esp nal.',\. In un altro cap-
pÓn , che avea ingozzalo quattro delle
Tuddetle palline massicce ec, si vedeano
j.raifiale e sminuite di mole ( qui per ,.-
milil).
n86
S G R
•f * SGRAFFUTOnE. Pittore che
dipigne a sgraffio. Salviti. Bum Fier. ^.
Intr. l piuori da' Greci eran chiamali
^w/fx'yot, ciol; <UIÌDcaiori o ditegnalori
d' aoinijli, chi' questi dovettL-ro ciserc i
primi a «sere Jipinli, e perciò diede il
nome agli artefici, che al prtDcipiu piut-
losto sgraffiatori orano, che pillori (J)
SGRAFFIGNARE, J'oce bustaj lìuba-
re. Portar via Lai. c/epere. Gr. x).£'-
ffTEtv Malm. 7- 69. Se il mooclio ha le
raan fatte a oncino Per gire a jgraffi-
goar pel vicinato. Car. lelt. 1. 20. Vo-
IcDdosi far 1* csccueionc da se stessa , gli
volle sgraffignar di leUa la hcrrcll».
* g. Per meta/, , vale Riscuotere ,
Cavare, o Trar fuori quasi dai t;roffi.
Car, leti. I. l36. Ne per questa saprei
che mi vi dire, se non avessi hisngnn che
M. Martino mi sgraffignasse certi denari
dall' ugne di quel della galla che egli
"■ (C)
* SGRAFFIGNATO, ^'^rf 'i<i Sgraffi-
gnare. Car. Son. buri, a. Tcnea certi
fantastichi alCiLeli , Sgraffignali da lui,
nella sua fece. (/^)
SGRAFFIO. Graffio, Graffintura. Lai.
ìaceratio. Gr. xaras^^'M^'i- Fr. GiorJ.
Pred, H. Con tutta la faccia coperta di
lividi e di sanguinosi sgraffi.
*t §■ P*'' """ sorta di pittura in mu-
ro a chiaro scuro, che è disegno e pittura
insieme, e serve per ornamento di fac-
ciate di case, dì palazzi, e cortili j ed è
ticurisùmo alle acque, perche tutti i din-
torni sono trnttegf^iati con un f^rro, in-
cavando lo 'ntonaco prima tinto di color
nero, e poi coperto di bianco, Borgh. Hip.
4?!. Una facciala di sgraffio io Borgo
nuovo.
SGRAFFiONE. Sgraffio grande. Car,
Mtttacc. son. 7. Dava a chiunque vedea
morsi e sgrafBoni.
•f # SGRAFFITO. Terni, de' Pittori.
Sorta di pittura in muro a chiaro scuro ,
detta anche Sgraffio. Salvia. Buon. Fier.
A. Intr. Di qui graffito e sgraffito, sorla
ai pittura in muro a chiaro scuro , con
certe linee profondamente impresse nel
muro, (A)
SGRAmATICARE. Foce usata per i-
schenoj Esplicare per gramatica , Di-
chiarare secondo che fanno li gramati-
ci. Lai- grammaticorum more enucleare.
Gr. y^jnuaTotWj oapiivi^stv. Cari. Fior.
32. s'io volessi st.ire a sgramaticare, sic-
come voi fate, io vi direi ec. # Car.
Cam. a3. Questi gramatici sono troppo
spigolislri: a me basta che ec ed isgra-
maticbi poi chi vuole. (FP) Minucc.
Malm. pag. 3!p. Pcrchi: la (^ramatica e
cosa spinosa e difficile, per quvsto il di-
chiarare e agevolare 1' inU-lligeou di qual-
che fallo, o questi'iDe oscura e imbrogliala
dicbianio «gramaticart-. (B)
^ §. Sgramalìcare , fìguratam. ptr it-
brogliare . Cecch. Prov. jj8. Inoanti eh*
io mi parta E* s* ha sgramaticar questa
faccenda. ((') !
SGRAMVTICATO. Jdd. da Sbrama
Ucare. Cari, Fior, 52. Troveri il signore
Otlonelli sgramalicalc quelle parole dt-gli
Accademici, che fa sembiante di non in-
tendere.
SGRAMUFFARE. Foce rfi (Tergo; .SV.i-
tinare, P'irlare in grammatica. Buon.
.Fier. 4* 5- Ip* lo n<^n vorrei Che dove
le persone altra non hanno Lìngua, che
la materna , i IcUerali Parla%st-r sgraniul-
fa odo.
f # SGRANABILE. Jdd. Che si può
.^granare. Bellin. Disc. il. Ni*' noiiri «r-
ticoli, armati tulli d* un facilisùmanirnio
sgranabile (cnerumo . F poco dopo: Gli
m.inliene sempre nella sua tempera di
laida e non isgranabile durcua (Min)
SOR
t «SGRANANTE. Che sgrana, o
si sgrana, Belltn. Disc. 3, ^1. Le rin-
forzale corde e tiranti di-' muscoli , i lu>
brici teocrunti i' sgrananti, le dislrndevoli
e morbide pelli. F ^7. Mi abbisogna il
saldo ed asriutto suulo ec. dove tulio
molle e grasso tei reno, dove tulio magre
e scanalili lollc. (Min)
SGKANAIX. Cavare i legumi del gu-
scio. Lai. e siUguis grana educrre. Gr.
atro T&iv tiify.xC<iit ì^o'xào'Jì «faynv.
Batch. I. 77. Disse un bacccl, che s' a-
veva a sbranare. Lor. Mrtl. cans. j 18. l.
Ogni civaia al gusto mi par grave. Fuor-
ché s^-ranar baccelli, e mangiar fave.
# §. l. S'^ranare, in gigaific, neutr.
pafs., dicesi Della terra che allorchk e in
zolle e facile a disfarsi quasi in granelli.
V. SGRANANTE. (C)
%, II. Per nietaf. Burch. 1. 23. Sicché,
se i pedi^non sono sgranali , Dolgasi la
citta de* paneruzzoli.
SGRANATO. Add. da Sbranare. Lor.
Med. canz. ii8. l3> A chi piacesser le
fave sgranate cc.^ A casa mia o' ara buone
derrate.
SGRANCHIARE. Contrario di Aggran-
chiare j 0 ai usa in signific. att. e neu-
tr. Lai. niemhra explicare. Morg. 3. 7I.
Gli passò la corazza, e p»i la pancia: Poi
con Fusberla sgranchiava le mani. ^ J.od.
a/arl. rini. buri. 2- 58» Fa volar l' Al-
talena senza penne. Fa sgranchiar 1' Alta-
lena gli aggranchiati : Ftlice il di , che
nel nostro uso venne t (Bj
g. Sgranchiare, per mrtaf., vale Sai-
shittirsi. Svegliarsi. Toc. Dav, Stor. 3.
2<)S. Non potevano i cavalli sgranchiare
(il lesto lai. ha segnes equi ) . Anibr.
Furi. ^. 2. lo so che lu sgranchierui, se
tu vai dove t* ho ro.mdalo. Buon, Fier.
3. 3. 8. Sgranchia , e non esser l<nlo ;
nileguati, va* vi.i, Sgranchia, e ripunti la
catena al mento. F \ 3. 1. Tu, Man
frenino, sgranchia ; E tu , Smeraldo, non
l' addormentare.
♦f * SGRANCHIRE. Lo stsso che
Sgranchiare, quasi Uscir dal buco, come
i granchi. Salvi/i, Buon. Fur. 3, l^. l.
Sgranchia, da sgranchiai r , che si dice
anche sgranchire, come incrnerorr, ince-
nerire , ce. Sgranchire, Uscire dal buco ,
come i granchi (yij
SGRANELLARE. Pic.si prcpriamente
dello Spiccare gli acini, 0 granelli de/I'
uva dal grappolo, e da' picciuoli. Lai.
uvarunt ncinos legere- Gr. òx'yx^ 9ui-
>s'y£iv. Soder. Colt. S\ Il quale fvi/'o)
volendo faro e dilelleTole , e util^, sgonnel-
lerai quella quantità d* uva raccolta da
diverse viti perft-lie , che si parr^ ben
asciutta, ce. /: appresso: Eleggerai an-
cora uva della miglioie che si possa tro-
vare, ec; sgranellala, senta spremerla,
con diligenta.
§. Per jimilit. Lib. Son, ^o. Tu si m*
hai tanti Cuius sgranellalo Con tuoi JU-
f-rtlia fabri, e strari mollrlli.
SGRANUCCHIARL. M.mgiar cose che
maitican-hle sgretoline . M.ilm, a. 63.
Come la gatta, quando ha preso ti topo
PC , Te lo sgranocchia come an becca-
fico.
* SGRATARE. /'. A. Spiacere. Bo<c
Am, Fi$. 6 Tu hai costui veduto: vidgi
ornai Gli occhi a quei del niondan remo-
re eredi; I qujlt quando riguardalo avrai
Dì quinci andrenci , che lo star mi sera-
ta (B)
SGRAVAMENTO. Lo tgnu-mre. Lai,
levctmentum , lev.tmen. Gr. X0usi?/I9(
Segner, Mann. Agost. 16. 3. La rcfeiiooe
e doppia: 1* una negativa , l'altra posi-
tiva, ec; la negativa %*x\ lo sgravamento
dal peso o dalla fatica, re.
I 9 SGRAVARE. Diminuire ti pese md
S G R
uno. Alleggerire , Alleviare uno dt umM
patte d*un pi'soj contrario d' Aggravare,
L^t. levare. Gr. KoufiZitt, Sen. Pisi. S«
n'andò tulio digrado in bbandimento, «
sgravò la città di Roma (cioè liberò dal
sospetto ) .
■f * S l. F in signtfic rtutr. Sce-
marsi il peso. Buon, Fier. 3 1.7. Sfib-
biancì quelle cigne, E sgiAviancì le spalle
Dì queste casse, o ktipi, o acatolooi. (Bj
* g. II. S'jrovarsi d' un Servitore, o
simili, vale Diminuire un servitore , o si-
mile. - Sesr. Fior. Sior. i. 9. Quando
una dì quelle provtocie si vuole sgravare
dì abiiaioti» . (Cj
4^ g. III. Sgravare, figurtilam. vale
Diminuire le imposte, 1 carichi, o simtlet
ad uno. m Frane. S"cch. nov. 176. Tro-
verò modo, che ne' luro estimi e nelle loro
imposte e' saranno sgravati. Buon. Firr.
5. 4- 6. Insieme amati , egualmente te-
muti , \i sgraveran di qualiisù gran
pondo » > (Cj
* g. IV. Sgravare, in significato mrutr.
pass., parlandosi di donna, vale nelPuso
Parlorire. (A)
SGRAVATO. Add, da Sgravare. Lai.
Irvatur, Gr. xovftoìtt'i. M, / . 3. ^2.
Già il cielo Sgranato da impelooso caldo
solare ec, una disusala fi-rtuoa dì venti
e di tuoni turbò 1* aria.
* SGRAVATORE. / erbai, mate. Che. 0
Chi s::rava,Alleviatore. Serd. Galroit.Mar.
l\. Pare cbe sia come sfjra valore de*
carichi, e aiutatore delle cose umane. ^C^
•f * SGRAVIDANZA L* azione dello
sgravidore. SaUtn Opp. Cacc- Voven mt,
del lutto sventurata. Per molto intempe-
stiva sgraiidanxal E Teocr. idilL j6. E
mi rijidusse sulle porle a Pluio , Cosi
cattiva SL,ravìilanxa 10 ebbi , E aosteooi
nel parto acerbe doglie. (A)
SGRAVIDARE. Disgravidart , Spre-
gnire. Frane. Sacch. Op. div. gS. Chi la
portasse appiccata al collo, non porìa in-
^r.ivid.ire; e se fosse gravida, sgravide-
rebbe. Cant. Carn. 17, Acque abbiam dì
più virtù Per chi non può sgravidare .
Bemb. Star. C. 74» Dicono eziandio es-
ser cosa servile , che le fanciulle partori-
scano; e perciò, se ellf s* impregnano ,
con ceri* erba a eiò buona ingravidano.
Farch. Erc-^t, 1^5 Mai voi, per quaolo
mi par di vedere, 1' avete fatta sgravidare
e sprejjnare.
3 SGRAVIO. Lo sgravare. Lai leva-
mc/i.Gr >rouj;c7UL9';. / n . Disc Arn. 36.
Quando ben non sì ottenesse ìoleraDaeole
il doiJerato sgravio d* Arno da quella
materie che Io riempiono.
^ %. I. Sgravio, vale anche Scolo di
umon , o Evacuazione di escrementi j Sca-
ric-.y. Bfd. Lelt. a. no Dico questo, per-
che si può dubitare, che sijmo forse in
tempo (he l'utero, a cagione drl passalo
parto, abbia bisogno dì qualche solilo, e
consUflo sgravio. (C)
* g II. Per nietaf. \-aU CmstificaziO'
ne. - Gal. Siti. 35!>. Ho taleso benissi-
mo, ni saprei qual cosa produr per ìagra-
vio di un lauto Trore ». (C) Segnar,
Pred. Poi. Ap. la. 5. Allora sì che A€t'
vea chiedere al reo ciò che piodoceise a
suo sgravio. (PC)
SGIIA/.IA. /'. J. DisgraUa. Lai. in-
fertiiniiim . Gr. aryx*'* • Ditlam. 1. jo.
Ahi lassa me! che ancor par rbe mi sia
Un glatlio 61I0 |ier mruo del cuore. Pen-
sando quale lu la sgratia mìa.
SGKAZIATAGGINH., ^«tra»<^ di Sgrm
tiato . Alleg* 1 jc). Non che il disegno
siitgidare , ombreggialo della sgraziataggi-
ne in carne . >!s JtaMm. Lei. ptg. id.
( Ftr. ì6cf2 ). Entra qui ora lo spirito-
so pittore ec. , e 10 primo luogo cooosoe
oon solo quali siano ì difcUì di quel voi-
S G R
lo, e la sgratiataggiae d* ogni parie, in^i
re. (S)
SGRAZIATAMENTE, Akverh. Scnzn
firana t '<"» if^raziftlaggine. Lat. incon-
ctnnc , iriip'e. Gr. aTrstpo/otiwj , fsìjotS'
jUo'ffTUv-
§ Sgraziatetmtntej va/v an<hf Cm dU*
gratta , Per ttispr.izii . Lat. misere ,
in/e'icitcr, casu. Gr. c'u^t-jX''^»- a&it'w?.
«ITO Tu'^l^- ''''■■ '^** 222. iVon a*-creblie
manratù d' ufiìrio alcuno , che m a^'p^r-
trnga ad un lido amico che così sgrazia*
taniento ubbia perduto il suo crimpagDo.
Cecch. Spir. 2. /i. Scodo a Vonexia , Io
jnimazzai un genliIu>.nio in >cro Quasi
sgraiijIameDtc . /for^h. Coi. /ioni. 3;7.
Esitando poi sgrazialanicnlc presa quando
mrn iluvva. e manco se l'a.^'pcltiiva.
SGRAZIATELLO. lìmi, di Sgrazhto,
.ilUg. 8tj CI/ io abbia sputato ec. il se
guente sonrtluccio sgrazìjtcllo, a coofusion
df' moderni poetarci sgai^glirrati.
SGRAZIATO . A'f^l Senza grazia ,
SvenrvoU t Senzn nxvmcnirzzn . Lat. in
ventiJlHS , ilkpi'Uts . Gr. ctjfw^ct^ . Cton.
Mortìf. 270 Scaccia paura t-c. , mrnte-
«'allaggine T >vcn<.-volet£a , e altre simili,
le quali lì f.iuno tristo e sgniziaio , e
fannoti esser non riput^flo , da niente , e
«chifalo . Frane. Sticc/i. uov. i5p. Tutti
pareano più sgraziato I' uno che 1' altro.
£roiiz nm. funi ^. ^9 ^'* f-'le conto
che trovar bisogni li più .«graziano, il più
schifo , il più brutto. /ìii^'n, Tunc. 5. 3.
Oh va or tu, e leccali le dita, Sgraziata
monna merda , srimuiiìla.
* g. I. Per M istradi lo f Spiacente j
contrario di Grazio '^o , g. II. Snllitst.
Cai. Cnp. 26. Corti uomini giovani, li
quali erano usati lavorar oc' campì per
poverli cìie soslencano ce. , presouo per
migliore Jo ciitadinc&co ripuso, che quella
sgraziata fatica (il lat. ha ingrato lobo-
ri)- (i)
%. II. Talora si prende per Isfoi lu-
nato. Lat i "Jori una tus f in/elix , inipro-
sper. Gr. ctrit'o^ . Justu/ò^, o;^2't)io;.
Ved. Flos. 194. Tac. Dnv /fan. 3. 64.
Aguslo fa nelle rose pubbliche felice, io
quelle di rasa sgrazialo, prr la figliuola
e nipoti disoneste. Cuoi. Tane. 2. q. E
quando? e dove? e come? o mn sgrazia-
ta! F 3. I. Ciapin sgraziato, l'mi ti rac-
comando .
* §. III. Onde Essere più sgraziato
delle tredici ore, diersi in modo liassó di
Citi ì disgrazialixsimo . ÀHeg. 108. Son
più ^;;razi)ilo delle tredici ore. (C)
« SGRAZIATOÌSE. Accrescit, di Sgra-
ziato. Itrflinc. Son. (y1)
SGRETOLARE . Aprire , Rompere ,
Tritare, Stritolare j e si ma in sii-nifc,
atl. neutr. e neutr, pass, Lnt. confiing*'-
re . Gr. Cìjyvyvai . * Cecch. PrOw 28.
Sgretolare è proprio rompere j ma ci è
juesla distinzione j rompere in cionco è
speziar riciso e .iff-ilto; sgretolare è r^-m-
pere facendo scfaeggie, che ancora si chia-
mano gretole : però quando !' osso d' una
gamba si rompo in più parti e c<in più pezzi.
cioè che r osso sì stiaccia e fende, *Ì dì
ce, e* s' è sgr^loìato. L'aste delle lancie
quaodo si corre al bagordo e si romponi';
si dice sgretolare. Onde disse rAUissìmo:
Dettegli un colpo, e la lancia si sgretola
Che parve una cannuccia di Peretola. (C)
}forg 4- 66. E' si senti ì' arnese sgreto-
lare , Che Don ìsgrelolò mai osso cane .
Jied. Ditir. i5. Con alti picchi De' maz-
zapicchi Dirompetelo, Sgretolatelo, Infra-
goelelo, Slrilolaiclo Cinj^. Cnh. 3. 83.
E comioriava a sgretolare il legno. Piav,
Colt. 198. Si volge e piega U vile vec-
chia, pericolosa di sgretolare, o schiantare
per la sua secchezza.
S- Per metof. Tac Dav. Stcr 3. 309.
S G R
I Vìlcltiaiiì ruotolano loro addosso >;ran
s^ssi , sgielolano , aprono, e con p^le e
lance (rugitno e disfanno la collcgata le-
slufiginc iMle targhe.
SGRETOLATO. Add. da Sgreloìure.
Lat. confracttis. Cr, xó/^asjus'vo^. lìuon.
Fier. 1.5. 3, Gli fu tra Io sportello stretio
il braccio, Che, sgretolalo, divenne una
rocca .
* SGRETOLl'O. Sgretolamento, Stii-
tolatitenloj e fini Moto fei mentalivo. lied.
I.flt. Sebbene qualche volta si vede qual-
che sgieiylio dì bollor firmcntalivo di
ftbbre ec , questi rialti si hanno a vede-
re ce. J:cllin, Jiiicch. Quella porrhe-
ria ec. dallo sgieiolio , dal crocchiale*
ce (A}
*^ SGRETOLOSO Add. Che ri sgre-
tola , Che si sbriciolo; e dìcesi propria-
neiite del pane. Svrd. Prov. Il pane dee
essere .ipupnoso e sgreldcso. (A)
•t * SGniCtlIlOLAr.E Scricchiola-
re , Scrosciare. Salt'in, JJuon, Fier. ^.
l. 10. Lo s»rigio/ar,ec. Dmìiiivno anche
Sgricchiolare , ve. Questo si^i icchiolare
viene da cric , colla qual voce s' imita il
suono acuto diroba, che batta, o sì fran-
ga. fAj
SGRICCIOLO Sciiccio. Scrifcio'o .
"Ldiippasser Ircg/odyfis Gr. t^w/)ocut>)5.
Car, Mail, scn. fj. Allor gli fur d' intorno
a centinaia E culrettole , e 5grìccÌoti , e
fiingut^-lli.
SGRIDAMENTO . lo S'^rldare . Lat.
chmrgniìo . Gr. Ì~tTipfi'''i:. * Sen, Pist*
Vìtne con majjgiore sgiìdamento e con
grau romore. -C- Plut. Adr. Op. mor. 1.
4?. A vicenda 5* usino ora gli sgridamenti,
or le Iodi. (C)
* SGRIDANTE. Che sgrida. Sgrida-
tore. Corsin. Toiiacih. jg, 107. Ma via
sgombrò degli sgridanti il coro. Siccome
al ventilar d*un cencio bigio ee. da' pa-
schi loro Sgombran con fieri impetuosi
rombi Lì stornelli, le passere, i colom-
bi, (fi)
SGBIDARE . Riprendere con grida
minacc-'voli , Garrire . Lat. obiurgare ,
increpare. Gr. ì'^ltTiuàv, Rocc. nov. 64
tu. Ella ia casa se n' entra , e serra lui
di fuori, e sgridandolo il vitupera. E nei'.
8^. 7. Li quali sgridando lo, a lasciarla il
costrinsero. Dant. InJ 18 Quei mi sgri-
do: perchè se' tu sì ingordo Di riguardar
più me, che gli altri brutti? E 32. Pian-
gendo mi sgridò : percbù mi peste ? M.
/'. II. 5o. Messer Piero, sgridali e con-
fortali i suoi a ben Tarr, colla sua schiera
si mise s(>pra i niniìci. (V, (). Gj. 2. Sieno
(i buoi) arguti e costumati e mansueti,
e che temano lo sgridare e le baliiiure .
f'arch, F.rcol. 60 Gridare ce. sì dice da
noi eziandio- attivamente, come anco p/rr-
liie; ma sgridare, oude il Boccaccio formò
sgridatoti , e solanienle attivo.
3 SGRIDATO. Add. da Sgridare . Lat.
obiiirsnius , admoniliis , incicpalus . Gr.
rzttp'jn-io p ViQ^ . Rem. Ori. I. 16. 9.
Quella genie sgridala ed ammonita ,
L'niilmenle chinando il capo , mostra
Che la voce del Re saia ubbidita .
Vai'. Mon. 116. Si dee ce. guardarlo da
que* malori che in lui mal custodito sì
sogliono ingenerare . f.ilsilà , monopolio ,
simonia, usura, e gli altri già sgridati, e
noti per tulio.
^ %. E in forza di Siist. « Rocc. nov,
27. 20. Sgridano contra gli uomini la
lussuria, acciocché rimovendosene gli sgri-
dati, agli sgridatoli rimangano te fcmn)!-
ne ». (N)
fSGRIDATORE. J erbai, masc Che,
o Chi sgrida. Lat. obiurgntor. Gr. e'TTtTt-
p.r,rrì^ . Rocc. nov. 27. 20. Acciocché rì-
movendoseoe gli sgridati . agli sgridatori
rimaogaDo le femmine.
S G R
1189
f SGRIDO- Sgridamcnto . Lai, obiiir*
gntio. Gr. E'n^tTi'/^>j5t;. Ott. Com Purg.
2. 2g. Cosi questa masnada, per lo sgrido
»li Calo ia.*ciaio ogni loro orgoglio, che
avere soleauii nel mondo, subìlameote la-
sciarono la sollecitudine del canto.
SGRIGJATO. yjdd. Vi celiar grigio.
Lat. citii ri-US, cincractus. Gr. ivztfpoi,
TSJywO^s, <;. 7.12. 7. ip. Fece aggiu-
gtiere al palio dello sciamilo chermisi da
rovescio una fodera di vaio isgrigiato ,
quanl'ira lunga l'aste (così nel testo
Riccardi). Qit.id. Coni A Dino Bona-
guida V compagni fiorini i5 d'oro, soldi
9 e danaii 6 portò Vanni per un mantel
di vaio sgrigiaiu per la moglie d'Andrea
suo figliuolo, clic furo 180 pance.
SGRIGIOLARE. Scricchiolare j e si
dice pir lo più del remore che fanno l'
armi battute insieme. Ruon. Fier. L. I.
IO. Non sentile voi Lo sgrigiolar deirar»
mi, e la favella ììodomontesca ?
SGRIGNARE. Rider per beffe. Lat.
ir-ridire. Gr. eViyfiià'J Arri-^h. 59 Che
mi può fare la tua befla e il tuo sgrigna
re ? se alcuno suole essere bt-fiardo , eì
medesimo suole essere schernito da tulle
le gf'nlì.
t * SGRIGNUTO . Add. Che ha lo
scrÌQno, Gobbo. Segr. Fior. Mandrag. 4-
4. Egli ha se<-o uno che pare sgrignulo,
zoppi.; e' fia certo Ìl frate travestito. (Min)
Ar, Fur. 28. 35. A uno sgrignulo mostro
e rculrafatto (così ha ì' cdiz. rfe/x532, e
A' n/tre più reputate). (Pe)
* SGRILLETTARE. Ter m. degli Ar-
chibusieri. Far scoccare lo scatto del gril-
letto d"" un' arme da fuoco (A)
SGROPPARE. Coli* O stretto. Disfare
il f:rcppo, Scioriej che più comunemente
diciamo S^^rnppare. Lai. .••oliere. Gr. iustv.
Frane. Barb, 288. 2. Ancor li dico piue:
Le filallcre sue Ncn den far lunghe trop-
po , E sgroppare ogni groppo. Ar. Fur.
o. 26. La fuoe indi al viaggio ìt noccbier
sgroppa , Tanto che giugne ove nei salsi
Outti li bel Tanagi amareggiaodo in-
toppa .
SGROPPARE. Coli' O largo. Guasta-
te la groppa . Lat. chines perfringere .
Mo'g, I. 26, Un sasso par che Rondcl
quasi Sgroppi .
SGROPPATO. Add. da Sgroppare j
Senza groppa. JSccc. nov. ^5. 7. Le bra-
che ne venner giù inconlanente, perciocché
il giudice era magro e sgroppato.
SGROSSAMENTO. Lo sgrossar-e. Lat.
infoi matio . Gr. i>-0Tu7rwfft; . * Remò,
Pios. 2. 61. Vi vo le minute cose ec. ,
già da voi menlre eravate fanciullo ne'la-
tìni sgrossamenti udite, raccontando. (7')
SGROSSARE. Disgrossare* Lai. i,for-
mari-, Gr. uTTOTUTToùv.
SGROSSATO. Add. da Sgrossare, Lai.
informatns. Gr. UTroTUTtW-Sàt'? -
SGROTTARE. Disfar la grotta. Lat-
drradrre. Gr. oL~o^itv . Dai-. Colt. 176-
Ricuoprig'i le barbe di terra cotta, e segui
un suol dì roba , e uno di terra cotta ,
sinché la fossa è piena , sgrottando sem-
pre intorno e allargando ( qui per si*
mi Ut ),
•f * SGRUFOLARE. Gruflare j e tn
sìgni/ic. neutr. pass, per wetaf si dice
di chi prende tulli i suoi comodi nel farà
una cosa , Magai. Lett. voi. 2. pag. Bp.
(Fir. 1760). Dopo avere ammirato e riam-
mirato la vostra lremend;i canzone, e let-
tala e rilettala , e sgrufolalomicì e rivol-
lolatomici e crogiolaiomici iosìno alle ore
24, slamane, subito levatomi, mi ci soa
rimesso dattorno, ec. (A)
SGRUGNATA. Sgrugno. Car. lett. I.
64. Voi siete un uomo cosi fallo , e me-
nieresle un'altra sgrugnata nel naso.
SGRUGNO ■ Colpo dato nel viso colla
iigo
SOR
S G U
m^, .errata. L.l. p"?"'" "• " '"''''"",
Gr. xo.Ju/o;. Cor. M.U -on. 6_ For«
ha poJ.grc , o digli un. J.tolU D. «re-
cole, dissrus"'.'^/'f'"8°°'- , ,,
SGRUGNONE. Ssru;;no. MuCm. II.
3q e perch- ci noi pa;;» ""' '''' '"".''
W Però fa seco adesso agU sgrugooD. .
*f M„gal. Uu. Oom. ili. I- 329. M- »"•
urei bene da fare un» menauna di sgro-
•moni con quei periti. (C)
SGIlUI'PA.llE . Sbollare , Catar del
aruppo. Lat. m.olucrun,, .-d glon,eru,HC„
rcdL-rt. solvere. Buon. F.er. ^. H- 10.
Io entro io un mereiaio , compro sirin-
ghe , ec. Mestieri ho di icrurmene ; le
SGUAGLL^Zi. y. A.D>sugu,gUaa.
ta, D.ff-ercn:^. Lat. d,scr,m^n , inaeijua-
UL. Gr. Ò.^JofX. Alberi. 3. 193. Non
dee avere issuaslumia dalla tua semplice
parola al saramento. . ^ . .-,
^ -t SGUA.GLURE . K. A. Contrari,
i' As^uagUare. Lat. in^eq-iaUm redJcre.
Gr. avi3»v ^loierv.
e. Per mela/, vale nisi'mre. LaU d.i-
„;«re. Gr. o.«)ueiv . ^//tert. «/>. 5o.
"buono maatenimeoto dello studio non I
dovemo solamente leggere , ne solamente
acrlvere, perciocché l'uuo coslngnc e ina-
rida le forae . e V altro le dissolte, eie
'«"f liuAGLUTO . r. A. Ada. da
Stigliarci D.ffereate. Lat. iaa«,nal,s .
d^v.^su,. d.scr%an.-. Gr. òiay^p»;*'-'"; •
Coli. Ab. Isaac. Da queste couli lagrime
molto sono squagliate quelle che vensono
da occhi asciutti per lo cuore lodurato
« Giamb. il:, t/om. 4. Ee f/.2 c^«.^...j
debole e fievole; è poco isguagliaU dal e
bestie , e in molte cose ba in se pia di
miseria. (C) ,.
•f SQUAGLIO. V. A. Duuguagliaa.^,
Differenza J cantra, io d' A.-guaglio. Lat.
diÌcri,n.a. diff.reat.a. Gr. c.ayc^a. iUr.
Mod. M. Figliuolo , che sgua^lio ebbe
^Ue lagrime della .Maddalena a quelle
di costei? Pass. 28J. Tuttavia. conM.le-
randoeli seltilmenle. hanno grande difie-
^.na.,^ sguaglio l'uno dall' altro. CmJ.
G Cosi furono d' una forma e di pari si
miKliaoia, che nullo sRUagUo era in loro.
* SGUAUTA.GG1NE. Sgra:i«fS::'ae,
DUadatlag^ine. Magai Lctt. Vale e ohe
io! (vedl-le sguaiatagginel ) "> f"" l"',
"li gaanli d'ambra. Vale detto atto. r.^J
+ SGUAIATO. AdJ.Chcparl,. 0 op.-
raincivUmcnt.. ,en:a il Jo>u<o r^'P^^S
Svenevole. Lai invenuUus. Or. a.aou»,.
Salv. Granch 2. 4- Ob vanne . vanne
.guaiato, chb ci hai Fracido. Buon luer.
3 , 5. Con un Ule argomento Trasfor-
mera-tilei d, bolla io brutta, Di vaga in
Uguaiata, ec. Cbe se brutta e sguaiata
dia li pare. Che può' tu 'o lei sperare ?
•+ *SGUAUTUCC10. S.rn.volmeto.
Sgnoialello. Mia. Malm. p. llS Danno
.11, creatura epiteti d' avvilimento, come
pMialletto . r-icacclura , una sguaialuc-
eia, e simili. (.1) _ ■
SGUAINARE, t'.ii'ar della guaina Uxl_
evaginare. vafina educcrt. Gr. xolsoJ
.•r«>.v. Tac. Da.: Stor. 1. »',-. Cbi sa
a fatto, chi stupisce, chi grida, cbi sguai-
na, chi lace por tenore da eh. vincesse.
VarcU. .fior. l3. .Vio. Arrivalo il Duca
incamera di Lovenao ec. , si scinse a
spada, ec. ; la quale spada prese subito
Lorenio, e,l avvolta presto presto la cin
■l'i elsi , perohÌ! n )0 si polois.
tara agii e..., i-..- — . ,
tosto sguainare, glielo pose .1 cap.atalo .
B Per mtyf. vale Cavar /-om Lit. prò-
ferrt. promere, producer,. Gr. t.ycpnv.
Burch.3 48. Quando la sera ril-rnano i
micci L' un 1' altro io sulla icbiena II SI
morde, Isguainaudo bocciardi massicci .
Tac. Da' Ann. 16. jTo. E nel mede».
mo tempo seppe che il Senato gli sgaai^
nava orribil s-nten.a ( .1 t.<"> '"'■ '•"
parari). Slalm. 9. 19 «K""" ' "8";'
e colla bocca aperta ^"^^'"[^'""l
suo parlar soriano. K.l. 53. Armalo a
privilegi ormai Ro.aecio Marte sguaioa ,
e Venere inlluenle. ... ^ . _..,
•f J SGOALNATO.y/d'. da Sguaina-
re. Lat. evaginata.. Gr. x^ito.- eJc.zOc.?.
Mir. ÌI..I. M Andando uccidendo col
cultello sguainato lutti i cavalli che po-
Creir. RisguarJando
tea trovare. liial. J ureg. n.i'„
la spada sguainala in mano a colui che
•1 doveva decapitare, dicesi che oro ec.
Cr. 10 31. l. Con r una mano sguai.
nato il coUello, il luogo del cuore fora,
e uccidelo. _ , «
* e I. K per limitu. • Red. O...
aa 18. Con la b.ieca spalancata , e co
denti canini o maggiori '«""'"''f»"'
delle loro guaine in atto d. morde-
"%-tn.Epermetat. 'Bor,U. Tir.
n,V.\6q. La crudele moltitudiae do
Longobardi, come sguainata de suoi abi-
turi, corse sopra le nostre teste ad insan-
^"sgualcire. G-.»/cire. Lai. in ruga,
reducere. Buon. Fier. 2.4- H-L"»"-
canxie ce Simbrattan, s. slaiionao , s.
sgualciscono. » . —
SGUALDRINA. Puttana w/e. Lai. me-
retricula, ambuhai,- Gr. •:■ ="?'*"■'■ -L':
le«. li6. La contrarietà ec. essendo, come
dire, prosunluusa ruffiana della pr.va.ione.
sgualdrina sfacciata, ed "•'""■■?'"'"''':
ralrice nella Borita g'»--'" *f' ""
mondane. Buon. I-,er. 5. .nlr. ^fj'"
tapine. Come quattro sf'xMx.ne Lasciale
Ira U turba e fra gli urloni. .'"- V*" ''_
«(. I. Il giuntato ganon bocia e di.olga
Tua infame paiienia, e la sgualdrina (^ua-
lunque parte ove tua lingua molga.
•t * SGUALDRINEGGIARE. Usar
„Ji da sg,.altr,na. Allrsr. gq. Mj. la
naturale e soliu ignoranaa nostra, vaga o.
be' tiri, fattasene ruffiana, sguaUrmeggiar
la fa spesso spesso con l' apparente ec.
(nui metaforicam. ). (Al .. o /
4- SGUALDRINELLA. Vim. il SgutL
drin-i. Puttanella. iUU. Franz. r,m
Buri. 2 189. Lasciata m >»" 1"" '
gualdrinella. Ne venimmo trotton 600 alla
"^"sguancia. Una delle parli di che e
coup„la la br.gl.a. dy una ■SI-'"'''
CUOIO ddla mr,h<imi lu.ighzza d.lla le
,li.ra. alla quale e allacctto il porta-
morso dalla banda siii.tra.
SGUANCIARE- Guiilce. o lìomper la
guancia, thnel. .1- Greg. Obi non s. le-
iiebbe in superbia a sgnanciare le boc-
che de' lioni , a speuar le braccia degli
° SGUANCl'O. Scaacioj e «i uta avver-
hiala, . come A .guancia. Per i.guancio,
0 simili. 1.^1. ohliqulter. Allei- 221.
Q.land., sarete fuori e per Uguancio Po-
trete, come io fo. sona, interesse Libera-
mente vederne bilancio. ,
ir § Sguancio , die»! da Muralort
Quella parte del muro, lagliila a sgb.m-
heicio .acci.,!" -gì- sUpiU e arcl.iirave
dell.- porle , fine.lre, o simili. I ''«r.
Sono negli sguanci, e grosseasa degli ar-
marmi in qua.lro quadri quattro n,e..e
Dalle io prospettiva la/er. App Negli
rguancii de- d'etti gradi, allato alla porta a
„.ao r.tla. era una gran Bgiira di tbia
ru-oscuro (A) . „ rr .* <- ..-
+ SGUAHAGUARDARE r. A. l.uar-
dire e ricuai^arr. Andar, squidraido.
Lat. circwu.pirere.C.r. n:.^l«onu V. ilor
Aiolr. Ando Elia di fuori dell. citU con
reni pedoni sguaragoardando il campo
1 do' ncmiti.
S GV
SG0A8AG0ARDIA. T. A- Avanligiuir
dia. Vanguardia. Lai ^prciiUlore.. Gr
i.^c-i'.,.n^i Star. Aiolf. La sgoaragoar
dia ferono sentore a Riuieri, come 1 »a
racini andavano via
SGUARAGUATARE. f. A Sfmmrtr
auardirr. Lai. circamspicere. Gr. ««(»•
««o-£i->. Paiof. 8. Sempre mi spara-
guati, se mi trovi. Frane. Socch. nw.
200. Appena si conoicono insieme, sgoa-
ragualando Y uno insino io sul viso ali
altro prima cbe si conoscano.
SGUAHDAMENTO.to sguardore. Lai
a,,,rctus. li.»., intiiilu, c.r. oi/n- De-
clan,. Quin.il. C. Ecco il disavventurato
0,1 prìiio sRUardameoto ■)'' P""" 'f»'"
.ossi'ec. Co». .Si. P''^S°^';T Z
perverrà a quella cosa eh* e delta un.
sola, ciob allo sguardamento di solo Dio.
* Fr. loc. T. \ 25. 6. Q""'^° "
assembiamento (cioè, io radunanaa ) Bella
donna io vedia, Faceagli sgnardamento L
cenni per maestna. IB)
if SOUARDANTE. Che sguarda, ò.
Ag. C. n. 12. 6. Or se ne fa cagione
la carne dello sguardanle. or perche non
la carne di quell' alUO ? f<7'" 'n Jorz.a
di su.!.). (KS)
SGOARDARE. Lo steiso che Cuor
dare. Lai. a.piccre . inspicere , mlueri.
Gr. «T.^ii^ruv G. r. 8. 4o- >•. Sso"-
dandosi insieme V una parie e l altra ,
si vollono assalire. iV'oi'. ""' »J- '• ,'
ve.avi una mollo bella donna. 1" q"'«
era mollo sguardata dalle genti, l. «»••.
I». I. Il >eslio, per mo.trargl. come era
Vemulo. sguardo, io alto, e vide in .uHa
torre due assassini. Cavale. -"'''•"«■•
Non e- è lecito a sguardare quel che non
e- e lecito a disid.rare. Dep. Decam. ,00.
Onde si dice stendere per «''-'«•'"'
/ ,.., re chi è detto come
occupar luogo ce , c»«
ignardiire, spign.re. ir._l«_
**S I S-uard.re. vale anche Esplo-
\ r.,re Mil. il Poi- 86. Quando 1 os e
I Ide' T.irlari) va per monti e per valle
I sempre vanno innao.i dugenlo >»o"»'» '
sguardare , e altrettanti di dietro , e d J
ilio, percb;. l' oae non posu «.ere asK.-
' lito che noi sentisiero. (CP)
C. II. Per Aver liguardo e con.idera-
■J„e. Ut laspicere. ratiane-a liaUere
Gr. U;o' fz.x. /'."■ "", ^o- Q»""
preghi morlali Amore sguarJa. A e. nnL
5l. 4. Mollo dee un eavalier. sgoatdar»
al suo affare, innan.i che egli pecchi vil-
lanamente del suo corpo
SGUARDATA. Sguardo, Sguardamento.
Lai. aspeau., visus, inluitns. Gr. o4i«.
Fr /oc. T. 1.6. 3. L- amme vulneran-
do Con l- false sguardal.. t \ 3t>. 17-
Non polria la tua natura Soalener la mu
sguardata. ... ...-
t SGOARDATORE . f trial ">««■
Che. o Chi .guarda. Lat. "P"'"', '','•
«•yOScSv. Declam. Qa.nlil. C. VA belo
che non suole, l'olio suo aver, mnattulo
quel medesimo sguarJator dell oi»-ra. ò.
AiOtt. C. n Dc.lanJo gli colli.at..ri al
collo loro con iminoodmimi slu.lii , por-
gendo agli .go.rd.lori di se medeumi di-
lettevoli giuochi. ,
SG UÀ II DEVO LE Ad-I. Kig— "'•<»>'''
Rogguird.vole . Lai .peclahill.. Or. 9t-
«TO;. Pai: Sci.'n. Jl. Ewo. come ooo-
.„ Capo dell. Chiesa, e per parer più
sguardculc e giovane, e piacere .la mo-
glie, .i fe,-e loodere. e galaole vestì.
SGUARDO. Lo T:M,rdare. ì'elula ,
lìcchioli. Lai. .»l<.il«». P'C'penu, Gr.
i-.t'jii. Dani laf. i;. Poi procr^lendo
di mio sguardo il carro. Vidine m aU'«-
/; Par. 1. Ma quella folgoro nello mio
sguardo, l'etr. .0.. »l5. Oh dolci .^.t-
di , oh parolelle aceonel /•. son. l56. E
•I dolce sguardo, Che pi.ga" •' "'o ««' <'.i.
S G U
ancor Tafcenna. Tìocc. nov. g.^, 5. Men-
trerbè vÌTe&(i. ni;ii ud solo sguarJo da te
•Ter non polei. Pass. 23i. Giitavainvcr
so il wrvo dì Diu un pudicu sguardo,
^pn- P<ind 26. Io qufUo di Kircnie ne
cono molti posti in jt-re cristallina , in
parse lìt-to, Lello i^|;uardu, r<ire nebbie, ce.
f ^. Per Con\ultrazione , Bignardo j
ma in questo smso è /'- A. Lai. rexpe-
ctus, raii'y. Gr, TTift'axe-j/t^. Tcs. Tir. 1.
l6. Non fjDoo altro , che seguire Ij lor
Tolonià, sanxj niuDo sguardo di ragione .
SOUARDOLINO J)im. di Sguardo.
Fir. Lue, "S. 4. Non hanno mai altro da
loro, rhc ee. uno sguardolìiio attraverso.
S*;UAnGUATO. y. A Sgiiaroc;uar-
dia, Lat. speciilalor, explorotor. Gr. xa
Ta'axeTto;, G. J', 12. 34 3. IVTandò in-
Danii per i&gujrguato messi-r Ghiberlu da
Fogliano ( a/cnni testi a penna Ivggono
per iseoprirc agguato ) .
J SGUAZZARE. Guazzare. Lai, nata-
re, vadare, Gr. vij'jj-aaitt. Morg. 3. j'3.
Rinaldo tanti quel di n* aSVltava, Che in
ogni lu<'go pel sangue si .••guazza.
•"? §. I. S-^ufìzzarf , in si^nific. neutr, e
neutr, pa-i.'! , vale Bagnarsi , Kntrarp in
haano. in fiume, o in ocqna simile. •• Bum.
/Ver. 4 4- *■ Sguaiiar b state airacquji,
o pe* terreni Spogliaztato , in zendado ,
io man la rosta » . (C)
%. II. Per Godere , Trionfare , Far
fmonn cera, far tempone. Lai. pento in-
dulgere. Gr. e-J/is'vai tc"; /covaf^ "Zfii-
yc.v . Cani, i'arn. 4-'*9- PìppioD sempre
Itigliele, Se far volete la genie sguazzare.
Bern. Rttn. i. 60 Kccì comodamcole da
sguazure. Secondo il tempo. Fii. Js. itjS.
Io voglio che dutnani dopo desinare noi
ce ne sudiamo a ]hIilano, dove e' mi b;ista
l* animo di vendere questa donzella, e di
trovar df' nuovi compagni; e in questo
mezxo aitrndìamo a sguiiz7-jre,c far buona
cera. Celi. Sport. 4» 4" '" "^° vo* spen-
dere in un.i sera ciò eh* i'ho • che chi
sguasia per le feste, slenta il di di bvorare.
§ 111 Per hiiahcquare , Dissipare.
Tac. Dai'. Ann. 12. 149. Una parte a
sioisira rireoodò quelli rhe tornavano
sguazzandosi la preda e poltrendo f il
testo /al. ha prr luxtim usos ). Buon.
Firr. 1. 5. 3. Può egli essere Che vo'
abbiale a manglìire a tradimento Sì fatta-
mele il pane? e sì 'I salario Sguazzar
hrieconegi^iando ?
•f * SGUAZZATO. Add. d.f Sgti^z-
zarr. Hfaur, rim. hml. I.^f). Allor ven-
gon allegri li villani Sguazzali per li cam-
pi alla «trdura . (A)
t SGUAZZATORE. Vethaì. masc. Che,
o Chi .icunzzn. Lat. luxui in<h4li:enx. Gr.
0 T^cujJfiJv Toc. Dai'. Ann. i5. 217,Di
costumi non grave, snitoposto a* piaceri ,
dolce, niagnifiro, e talora sj;U3Zznlore.
* SGUAZZINGO.NGOLO . Spezie di
mnnicaretto, nel tjuale si può iniisnere.
hip. S/rai; a'^f). Assaggia quel paslirrin,
tpìluizirj quel pollo d' India , intigni in
quel *gU32zìng'ingolo, stazzi. na quel pircion
grosso, di'fi mila pochi fanno un assai. (Cj
SOUERMIRE . Sfornir, . Coulraiio di
Guerntre . Lat impamliim reddere . Gr.
acxEuov -notzTv. G. J'. xi. 81. 2. Avvi-
sandosi rh' ella fosse sgneinila .
3 SGUERNITO. Ad!, J-» S-^uernhc,
Lat, ncn mumtut, inrparatiit. Gr. kozevc;.
C. /'. 10. ^9. 2. T.m.'ndo di lasciare
sgueroilaj.. città. Z/V. M Trovano le
leode de* Galli sguerDÌte e senta guardia
da tutte parti.
* §. i: figiirntam.^Sen. Pisi Foriu-
oa m* assali subiiameuie , e trovommi
*guernilo «. (S) Bind Bon conz. ^, z.
Nulla cosa è si grande, Che più virtù non
caglia: Ed io senza battaglia Contro a
'clcr suo di viilù sgiicruiio. (B)
S G U
iiyi
* SGUEnnUCCIA Spezie d' nrmc of
fntiia. S<'pg. rim. Bitn. Can , l'O. Ve'
tu ch'egli ha il pugn:dc , e la sgncrrur-
cia , E vien bollendo come una bertuc-
cia. (IV)
SGUFARE. Uccellare, Burlate j lOre
l/nssa. Lat. irridere Gr. jf/eust^civ. Jìrl-
line, son. r56. Terchè voi non crrdialc
che io vi 'gufi.
SGUIGGIAHE. ly^ro^prt/r j o Sconficca-
re la gnigi;ia. l.nsc. Strri:, (^. l. lo sono
stala per isguiggiare una pianella , e prr
runipcrmi una gjnib.i, che era molto peg-
gio
5 SGUINZAGLIARE Cavar dvl f;uinza.
glie. Sciogliere il guinza'^lio. Cinff. Coli'.
1. 27. Parvegli hnipo a 5guinzagli.nr Fal-
cone, Verocchc egli è malvagio e pien di
fcodj, E sa Ih n dove il duvol tien la
coda. /',' 2 (^2 Io gli sguinzaglierò i gi
ganti addosso (qui per similit.J,
* g. Sguinzn^liare i brace hi.figuratnm,
\'n le Aggi a ridire e Magnficar chicchessia.
Iperboleggiare, « Cctch, Srri-. 2. l.Non co-
minciamo a sguinzagliare i br.Tcrbi ••, (Cj
SGUINZAGLIATO. Ad.t. dn Sguinza-
gliare. Tnr. Dow Ann. 5. 108." Quasi
sguinzagliati corsero a mandare al Senalo
una mala lettera contra Agrippina e Ne-
rone ( qui per metof,, e l'ale sciolti dall*
ubbidìen7a { il testo lat. ha frrenis exso-
luli), Allcg 86. Gli cinUi la stori.T de*
due cani da giugnerc ec. , ]* uno alla
rucina avvezzo, e alla r;icria l'altro, ccn-
dotli in piazza e sguinzagliati, a un trat-
to iilla minestra quello, e questo alla fiera
corse .
•f -•:- SGU!SCIARE..$^»/x:(ire, Guizza-
re. Sa.'vin. Opp. Pese. 3. 298 Le sfìrene
ec. tulle colle membra sdrucciolevoli scap-
pano .«.guisciando. A' ; H O Spesso ancora
sgui^^fiano dair amo. (A)
SGUITTIRE. Squittire. Lat. gmrire ,
ululare, latrare. Gr. CXx*zzìV. Pntnjf
8. Sguiliendo in albagia rinibruUalori.
SGUIZZARE. Lo scrppurc che fanno
i pesci dì m-ìno a chi gh tien presi j o
il saltar fuor dell* ar qua, o .'■itila super-
ficie ili is.<a. Lnt. rlabi, Gr e is*rnc;:Titv.
Fr lac. T 1, 1. ?5. Quanto più si mo-
stra bella , Come anguilla sguizza via ,
Buon Tane, intirm. 3. Vedi qua com'
egli sguizzano, E la coda ìn allo drizzano.
g. P^r similit. si dire di qualunque
cosa che scappi, o Schizzi tia. Lai. e/a
hi, effugfre, Gr. <?ii>tTT('TrT£iv, t'/'^iS/uv,
Mcrg ig 44. Allor Margulie in pie su-
bilo Sguizza. Irrn. Chi* 3-6. 12. Fugge
e sguizza il P.igann, e non aspetta; Voi
torna, e giia, e giuoca .illj civetta. Varch.
rim. pa^t. ?2I. Vedila là, ch*ella si fugge,
e inerba Fra ce.'^po e ce.'.po , e ^ia sguiz-
zando striscia. Cniit. Cam, 8:(. Se si sruo-
le un po' la briglia , Prcslamenle in pie
st rizza , E cosi duoi lanci sguizza {qui
in ntl. sìgnific. ).
SGUSCIARE . Cavar del guscio. Lat
e siliqua educete, e putamine exttahere.
Gr. t/i:\jp-rt'nttvi . Pattff. io Perche
a mie spese rosirrhio ed isgustio . Lcr.
Med, cnnz, TiS. 5. Quelle fave che son
grojse, Chrtamcnte le .«gusciale,
g. Figttratem. per /scappar tilt , o
^y"ggir dulia presa. Lat. dilr.bi . Gr
<?t£/rt'7rTety . Setd. Sttr. 1. ijj Impa-
rano ce. in lottando a far varie prese, e
sgusciare di esse . * AUeg. 3oi. Dond*
egli avvien che il vento e 1* acqoa sgusci
Liberamenle fj'j Buon. Fier. 4.1. JI.
À cui sgusciar di mano A chi asta, a cbi
stioppo, a chi lanterna. (B) Bellin. VÌìC.
1. 9^. Non era egli necessario armare ro-
Irslo canale in maniera che gli spuoloui
non avessero dove fermare Ìl loro dente,
ma nel passate sgusciassero \i?,l (Cj
^' SGUSCIATA. 3Ias^a, e quantità di
gu.ici. LaiC. Tìm», 67. Addur vene potrei
ben mille esempi , E mostrarvi per lutto
le Sfrusciale , Che son per piazze , vie ,
palagi, e tempi. (Cj
* SGUSCIATO . Add. da Sgusciare j
Disgusciato, Tratto dal guscio. Lai. silt-
<jU(i spoltaius , e putamine vductus . Gr.
xepa'Tiov aoa(i£3£i'^. // I ccabol. alla V.
MACCO. (*)
^ g Sgusciato , in fvtza di sust. , è
voce usata da-^li Atgrutieri, Cesellntoh,
e simili , e i-ale Sguscio fatto in un lava-
to. (A)
* SGUSCIO. Tcrm. dv^ Cesellatori ,
e simili . Specie di profilatoio , 0 ferro
incavato. (A)
'•• § S'^uscio, dicesi pure da' Cesella-
tori ec, per Incavo fatto in qualche lavo-
ro. (A)
S I
SI . Avverò, che afferma- contrario di
IVo . Lat. uiique , sane, ila. Gr. vat' .
Bocc. nov. 28, 8. Adunque, disse la don-
na, debbo io rimaner vedova? Si, rispose
r abaie . /; g. 7. ///. Si ragiona dello
beile , le quali ec. le donne hanno già
fatte a' suoi mariti senza essersene avve-
duti , o si. Pass. 14. Lascia lo 'ncerto
della penitenza indugiala infino alla mor-
te , la quale e incerta , se sia valevole o
sì, o no.
SI . Avverb. per espressione di desi-
derio. Lai. ulinam. Gr. {t^e. Bini. ant.
]il. Cin. 5l. Sì foss* io morto quando la
mirai. Ch'altro non ebbi poi, che doglia
e piant<i! Pitr. tanz, 21. 6. S'io esca
vivo de' dubbiosi scogli, Ed arrivi il mìo
esilio :id un bel fine, Ch' i' sarei vago di
vcltar la vela, E l'ancore gitlar in qual-
che porlo 1
g. I. Per T'eemenza dì sdegno , Lat.
ita ne. Gr. aiia yc/p o//-w;. Bocc, ncv.
26. 18. Sì tu mi credi ora con tue ca-
rezze infinte lusingare , cao fastidioso
the lu se*.
£. II. Per Figura d' ironìa j maniera
frequente, e prcpriissima, Bocc nov, 5o.
19. Pietro ec. domandava pur se da cena
cosa aleuna vi fesse ; a cui la donna ri-
spondeva : sì . da cena ci ha ; noi siamo
molto usate di far da rena , quando tu
non ci se' .
§. III. Per Forzi di maraviglia. Lat-
sdlicif. Gr, oif])ao»j. Bocc. nw, 72. 12.
Oh sic, disse la Belcolore, se Dio m'aiuti,
eh non 1' avrei mai credulo (qui giuntavi
l' E olla maniera de' contadini).
* g IV. /•■ che sì, o Che .^t, ed anche
K che sì 3 e che sì j maniere che accen-
nano minaccia j dvUc quali vedine gli e-
s.mpii alla J , CHE, g. XVI. XVII e
XMIl. (C)
* g. V. Sì, eh? maniera, della quale
altri .^i serve per dimostrare che ha co-
nosciuto l'inganno, o cattivo trattamento
che uno gii ha f-.tfi , o ha in animo di
f^'glì ■ Ì^Ia!m, 2- .^9. Sì , ch ? soggiunse
r Òrco : l'ale motto 1 Voler <h' io entri
dove son due cani ? Credi lu par eh' io
sia così merlotto? Se non gli cansi cì verrò
domani. (C)
Sl\ In vece di Così , In guisa , In
cotal giiì.'o , In maniera , Tanto . Lai.
ita, sic, lam , Gr. c'tw. Dani. Purg.
2*». Che sì ne va direlro a' vostri terghi.
E par. 4- Sì si starebbe un agno intra
duo brame Di fieri lupi igualmeute te-
mendo, Sì si starebbe un caue iulra duo
dame . Bccc. Inlrcd 28 Io abito lugu-
bre, quale a si fatta stagione si richiedca.
Cas. lett. 27. E perchè io sono assente ,
e non sì copioso di parenti nella citià .
mi è parso necessario voltarmi alla bontà
e giustìzia di V Ecc-
«Isa
S I
''^ §. I. Sì, in significato di Tanta an-
ticamente si univa ancJif ni superi. ì'iL
S. Ciò. Gualb. 3ll. Se tu hai detto co-
ki, perche hai tu f^tto sì crudeliuim i
male? Fior. S. Frane. 29. ImpproccLè
ella è tesoro si degoissirno e »ì divioo ,
cbe ec. (f^j
•f §. II. E sì e sì, vale B questo e
questo j K si dice ancori K coiì e così ,
e serve ad accenntre le cose dette primi,
per non ripeterle , o a richiamar C idei
di cosa già nota a chi ascolta. Lai- sic
et sic. Gr. oStoi ^ zai' oJrw. # Frane.
Sacck. nov. 16. Egli è picciol tempo ,
cbe mio padre mori, e la&ciomrai tre co-
raaadamcati- Il primo : si e sì ; e perù
tolsi ce. (l'autore avea già detto qual
fosse quel primo comandamento). (T) E
noe. Tf. Gd hinno colante galee ia mare»
colle quali r' hanno fatto e sì e si, ec.
#§.III.^, talora vale anche AUreà.
VU S. Onofr. 112. Quando egli sostiene
fame o sete, non vi ti iruova pane o vino
per confortarsi, e sì quando viene me-
no. (V}
SI*, in cambio dì yondimeno , Per lo
meno , Tuttavia . Lai. tamen , nihilo ta-
men minus , at certe. Gr. o/iw;. {xivroiy-.
Bocc. noi^. ig 3. Se io credo che la mia
donna alcuna sua ventura procacci, ella il
fa ; e se io noi credo , si il fa . £ nov,
38. IO. Pognamo che allro male non oe
seguisse; si ne seguirebbe che mai io pace
né in riposo eoo lui viver potrei. ^ Bus,
24^. E beochi; m'illo dullioo della scel-
lerala impresa , si mostrano grand'.' ardi-
re. (C)
SI. Usato come avverb. ne^ signijìcati
di Così , IS'onJimeno , Almeno ec. , se e
nei principio, 0 nel f ne del periodo, am-
mette la corrispond nzn delle pnrticelle
CHE, COME, ec. Lai. ita ut. Gr. sJjre.
Ed alcuna volta si dice in tali maniere .■
Si' E TANTO, ST ED INTANTO» SI*
ED IN TAL MODO, e simili. Boee. nov.
2I. q Le promise d' operar sì e per tal
modo, che più da rjucl colale non le sa-
rebbe dato noia . IL nov. j^f. 5. Io mi
credo ben far sì , che fallo mi vcrr'a di
dormirvi. E nov. 87. 7- Dopo lungo stu-
dio da' medici fu guarita; ma non si, che
tutta la gola e una parte dui riso non
avesse ec. guasta. E nyv. cfì. 12. Quivi
tenendo il Re la sua aff-iion nascosa ec,
sì nell'amorose panie s'invescò, cbe quasi
ad altro pensar non poteva . E num. i().
Tanto e sì macerò il suo Ato appetito ,
cbe ec. libero rimase da lai passione. L^b.
5l. Mugnemi sì, e con tanta forza ogni
omor da dosso, cbe a uiuno carbone e a
aiuaa pietra divenula calcina mai nelle
vostre fornaci non fu così dal vostro fuo-
co munto. Petr. cap. i. E fu ben ver;
ma gli amorosi affanni Mi spaventar sì .
ch'io lasciai 1' impreca . Pan. 197. Clio
le cose s*amino si, ed in tanto, in quanta
elle aiutino e inducano ad amare Iddio .
Cas. lett, 68. E dunque necessario di far
ti eoo dilif^enxj, che l'uomo abbia a me*
moria le duiooi e le figure che si leggono
negli autori.
§. Sì , quando nelle accennale sii^nft-
canzc (C avverb. si pone, s'adatta 'temS'
timo t non che co' verbi, ma pur co' nomi,
e cogli avstrbii eziandìo. Boce. nw. i.
12- Égli e stato si malvagio uomo, che
egli non si vorrk coofexiare. E nov. 3. 3.
Ma il era avaro, che di sua voloui'a non
l'avrebbe mai fatto. E na%-. \i. il. In-
cominciò a rinjijratiare Idilio e san Giu-
liano, che di sì malvagia nulle, come egli
aspettava , 1* avevan liberato . /:.* f;. f>. p
L, Ed e bea si bestia costui , cbe egli si
crede troppo beno cbe lo giovani sien»
si sciocche , cbe elle ttìcao a perdere il
tempo loro. E nov. 4o- x\* Doglieodogli
S 1
il lato , in sul quale era , in sull* altro
volger vogliendosi , si deiiramente ìl fece,
cbe dato delle reni ncll' un de' Lti dell*
arca ce, la fe*pi''gire, e apprcss* cadere*
Filoc. 5. 212. Mj ci'i fu nieol>;, percioc-
chJ; nel cuor- mi s* accese un' ira sì fero-
cissima , die quasi con lei mi fece allora
crucciare. Petr. canz.Z- l- Si ir debile il
filo a cui s' aitene La gravosa mia vita ,
Cbe, s* altri non 1' aita, Ella fia tosto di
SU'» corso a riva - E son, 1 ^8. Le note
non fur mai , dal di cb' Adamo Aperse
gli occhi, si soavi e quele. E canz. 38.
|. Si dolcemente i peosi'-r dentro all'alma
Muover mi sento ec. , Che ritornar con-
viemini alle mie note . Dani. Par. 2.
Volta ver me si lieta » com^ bella . E
Coiv. 160. Alla più grntr il Sole pare
di larghezza nel diametro d' un piede : e
sì e ciò falsissimi ; che ec> il diametro
del corpo del Sole è cinque volte quanto
qurllo della Terra.
si'. Per Infmo a tinto che, Tmtoche,
I n finche , C'ie , Sino, Lai. qtiotd, donec.
Gr. zo»i m Bocc. nov. 12. 7. Non si ri-
tenne di correre, sì fu a castel Guiglielmo.
E nov 61. 7 Cime, Gianni mio ce ,
egli e la fintasima , della quale Ìo ho
avuta a queste notti la maggior paura
cbe mai s' avesse, tale che. come io sen-
lita r ho, ho messo il capo sotto, oc mai ho
avuto ardir dì trarlo fuuri , sì e stalo dì
chiaro. Dani. Inf. 2<). Che non guardasti
in là, si fu partilo. E P'-fg, 21. Ci ap-
parve un' ombra , e dietro a noi venia ,
Da pie guardando la turba cbe giace, Né
ci addemmo di lei, si parlo pria- G- V.
8 78- 6. Sicché non ebbero quasi conta-
sto, si furo al padiglione del Re. Tac. Dav.
ann. I. ij. Non fu vero, cbe della quin-
ta, ne delta ventunesima sì volesse alcuno
muovere , sì fu quivi la moneta contala .
E 23. Ma ripiene
fango e ne' fossi
Pien di ferite, perduto un occhio
innanzi s* avventa ira le punt<', e d
abbandonalo sempre combatte, si cadde.
" §. ^F^ sì , per ^f^ benù . Cavale,
Specch. Cr. 228. Gli Siducti non crede-
vano la resurrez'ooe , ma i\ li Farisei .
ì'it, SS. Pud. I. 29. NI: revclauo le cose
al tutto occulte ec. , ma si quelle , dt'lle
quali veggiiino alcum» principio. (J'}
SI. Particella riempitiva ^ posta per
proprietà di ling'ia^^i ì, e per leg-iadrì»,
e per m^gi^iore C'p'-essi'.ne Bice. nov. |.
3o. Aveod'i la contrizione eh' io ti veggio
avere, si ti perdonerebbe egli. E nov. i8.
la. n-*! palagio s'uscì, e fuggissi a casa
sua. E nov, 25. 17. Si è egli mrglìu fjre
e pcntere, che sl.trii e penit-rsi f ci^>'e: di
ceri", per certo. A •(. profecto, quidcm).
E nov, 3l. 10. Prese partilo di tacersi ,
e starai nascoso . E nov. 59 4' '^■tre a
quello cbe e^^li fu ec , ottimo filosofo
naturale ec. , si fu egli leggìadrissimo e
costumalo . F^ n.>i- 89 12. Se li piace,
si li piaccia; se non, si te ne sta. E nov.
99. ^2. E si non se* tu oggimai fanciullo.
Petr. canz 27 4 ^*^ '^'* ** *«dc.i Umile
in lanla gloria.
5 SI. Àcc^npagifinìe il %'erba coti dietro,
come ditvnnlitalcnna s-olta ii piglim per lo
pronome SE , mi terzo caso d' amenlua
I g.-neri Lai. ji'm. Ot.ot. Pocc. l'ttrol.
9. Co' denti presigli , e scos«igbsi alle
guance ec-, anirnduni sopra gli maliir^ti
stracci morii caddero io terra. E nov. u
26 Prr venlara davanrì si \ide due che
verso di lui cou una lanleros io mano
venieno .
* §. I. Si, talora accenni Se m.hievo-
lezza. ■■ Bocc, nov. 1. IO. Gran festa m-
sienik.' si fecero » Car. Lting, S'^f. 8- E
tornando si pigliavano piacere di mostrarsi
i lavori che tacevano, di prcs«(itarti di quel
si vide il bagaglio nel
impaniato . /!•' 3. 63.
viso
' suoi
S I
cbe parlavano, e così liciameole viveMÌa
meltcvuo a comune il latte , il vino , e
tutta la vettovaglia. (Cj
* 5, 11. Si, talora è pronome indeter-
minato d' a-neniue i generi accennante ia
generale una, o più persone, ed allora aoa
si accompagna che colti terza persona
singt/are de/ Vi-rbo , coti davanti come
dopo. .V. .-/Idohr. P, A. 223. Si trova
poche sa^ie donne, che levano Ì fanciulli,
che peilcttamenle il sappiano . G. l'- 4*
7. 5. Era in capo del detto borgo una
porla chiamala la porta a Roma , ec. e
per quella vìa s' andava a Roma. (Cj
^ §. III. È gran proprietà C afgiun*
geie il SI air infinito , precedendo Non
saper che. o simile. Fit. SS. Pad. i.
2O1. E Jìera. che non sapea bcoe cbe si
rispondere Icoù mi, ti, vi, ec ). (t)
3 SI. Aggiunto al verbo damanti, o
dopo, lo fa ahuna volta nelìa terza per-
sona di signific 0 pois , o neiitr. pass,
Bocc. Introd, 57. L' animo dell'una delle
parti convico che si turbi . E no9. 36.
16. Djpo alquanto risentita , e levatasi
colla fante , insieme ec. verso la casa di
di luì si dirizzaro.
%. 1. Alcuna fiala la particella SI, sema
essere espressa, in certi verbi si t^ttin-
ten le Petr. son, iG^.D'ttn bel chiaro, polito
e vivo ghiaccio Muove la fiamma cbe m
incende e strugge ^cjoè, si muove). E canz.
42 4- ^' ^''^ ^f^GS'" riposto, ombroso e
fosca Ne pittori appressavan, ne bifolci
(cioè: s'appressavano). Cr. i. 4- 5- Co-
tale acqua e quasi sempre dolce, cà è
leggieri a pesarla, e tosto raffredda e to-
sto liscalda ('c/oè.* si raffredda, e ù fiscal-
da).
# §. II. Quando la particella SI ti >ic-
conipìg.ia col gerundio , d'ordinaria gli
si p'Spone. ma pur talora ^ li si antepone,
ed allora è sempre preceduto da una par-
ticella negitiva «. lìocc. nov. I. 6. Dan-
dosi a que' tempi in Francia a'saramenii
grandissima fede m Se^ir. Fi^ir* nov. E
non si trovando alcuno cbe voloolariamen-
le prendesse questa impresa, deliberarono
cbe la S'irle fosse quella cbe lo dichiaras-
se. (C)
SI. Quando è ptrlicefla rie npHiva, si
prepone afte parliceltr MI, Ti, SI, VI,
MK, TE. SE. NE, ed eziindio a' prono-
mi IL, LO, GLI, LA, LE; s* antipoae
anche a'!e part.celle MI TI, MI SI. MI
VI, ce. fìocc. nov. I. 2;> Se tu fossi stato
un di quegli che il posero in croce, avendo
la roo:riziiinR ch'io li veggio, si ti pec-
donerebbe egli. E nov. 2iì. 17. Voi colU
buona ventura si ve ne andate il più tosto
che voi potete. E n-yv. 5^. 2- Con un
su'i falcone avendo un di presso a Pere-
loia una gru ammazzala ec, quella mandò
ad un suo buon cuoco ce, e sì gli mandò
dicendo che a cena l'arrostisse, e gover-
naiseU bene. E nov. ^\. ||. E pereiocchi
tu ci bisognavi per dir eerte orazioni , e
non ti seppe trovar la fante, si le fece
dire A compagno suo, ce. E nov. 6;). 6.
Per quel m»di>, che miglior ti parrk * il
mìo amore gli significherai, r si il pre-
gherai da mia parte, che gU piaccia di
venire a me, quando tu per lui andrai.
E nnm 7. La prima cosa che io farò
dnmaiiina, io andrò per esso, e si il li
recherò. E no%-. 89. la La donna, nvnl-
tasi run orgoglio, disse cr. t se ti piace ,
si ti piaccia ; se non, si le oe sta. LsA,
6^. lo 10^ e se d'alira parte non sa|>cssi,
si mei fecero poco axanti chiaro le lue
paroLv <;. /'. 3. II. a. Carlo re di Frao-
ria pjssd in Lombardia gli anni di Cristo
773, e dopo molle battaglie e vigorie
avute conira a Desiderio, si lo auediò
nMla citta di Pavia. E ^. 2^ l. E q»*-
luncbe castello o foriesaa non ubbtdiue
S I
«Moro comaodimeDli, si vi poneano asse-
dio. E 6. 3^. IO. I Ghibellini . fjtrenao
tagliare dappiè U delta torre, ti la fecero
fuotellare. E IO. 224* 2- ÀTUta il He
d* Inghilterra la della vittoria, pochi dì
appresso si gli si arreodco la terra di
Verniche liberamente. K 12. 121. l. Ma
per dirne il vero, e non errare nel nostro
trattato, si ci metteremo la copia della
lettera che di là ne luandaro certi coslri
FioreolinimercaUnti.edegni di fede. Pass,
286. Certe persone udendo lodare ed ap-
provare dalle genti le buone opere cb'e*
tanno, si ne migliorano, come disse quello
savio, che la virtù lodata cresce. Dant.
Par. 5. Per più letiiia si mi si nascose
Dentro al suo raggio la figura santa. Nov,
aMt- 73. I. Quando furo maturi (t fichi),
si gliene portò una soma . Petr. son,
170* £lU non par che*l creda, e si se'l
vede.
SI. iVe/Zd espressione e di Pronome e
di Particella accompagnixnte per sua natura
ti verbo, si pospone alle particelle MI ,
TI , CI » VI , come pure a* pronomi IL,
LE, LI, GLI, LA, LE. Bocc. nov. i.
36. £ voi, maladelti da Dio, per ogni
fascello di paglia che vi si volge Ira' pie-
di, bestemmiate Iddio e la Madre, e tutta
la corte di Paradiso. E nov. 16 8. Quelli
teneramente prese, e al petto gli si pose.
K num, 3o. Egli non mi 5Ì Liscia cre-
dere che i dolori de' saoi sventurati ac-
cidenti Tabbian tanto lasciata viva. E
nov. zy. Il, Vide la sua donna sedere io
terra ec , tutta piena di lagrime e di
■raaritudine, e quasi per compassione ne
lagrima, e awicioaiolesi , disse. E s- 3.
p. 7. Se Paradiso si potesse in terra fare,
000 sapevano conoscere che altra forma ,
che quella dì quel giardino, gli si potesse
dare. E nov. 35. 5. Se tu ne domande
rat più» noi li faremo quella risposta che
li si conviene. E nov, 81. io. Io debbo
credere che essi il corpo di Scannadio
Don vogliono, per duverlosi tenere in brac-
cio. E nov. 100. 10- In presenta diluiti
la sposò, e fattala sopra un palafren mon-
tare, onorevolmente accompagnata a casa
la ti menò. Lab. \^j. Insegnano (alle
figliuole ) ec. come si debbiano ricevere
le lettere degli amanti, come ad esse ri-
spondere, in che guisa niettcrglisi in casa
ec-, e molli altri mali. Fiamm. ^ I"2
O per piacere a Iddio o agli uomini si
viene a questi tempii. Se per piacere a
Iddio ci si viene, 1' anima ornala di virtù
basta, né fona fa , se 'I corpo di cilicio
fosse vestilo. E 188 Dunque se minor
mail
le è il
mio amante tenere, siccome
ra tenni, che insieme col corpo uccider
anima trista, siccome i-^ credo, torni e
rendamisi. Filoc, 6. A costui si doleva ,
quasi come davanti il si vedesse. E 7.
428. Ilario ascoltò con maraviglia le pa-
role di Filocolo, e più volte reiterar le si
fece. PeU. canz. 17. 5. Ma me, che così
■ dentro non discerno , Abbaglia il bel
che mi si mostra intorno. E 89 3. Or ti
wUeva a più beata spene. Mirando '1 ciel
eie ti si volve intorno. E ^\. 2. Vi si
»edea nel me»n un seggio altero. Ove
sola sedea la bella donna. Vani. Purg,
29. Dioanii a noi tal, quale un fuoco ac-
ceso. Ci si fé* V aer soito i verdi rami.
■^ §. I. Talora que^tt particella quando
" p'" "i ^'"^^° P"^ "'•' ''«'■« cambiarsi
Ìa se, c-tj nel numero del meno, come in
que.lo del p„\. Petr, canz. 4. 8. E per
farne vendetia e percelars<>. E son. i8q.
Simil non credo che , Già son portasse ÀI
^ello ond* oggi ogni nom vestir si dole ;
Da qne' duo tal romor al mondo fasse.
^r. Fur. 18. 162. Ottantamila corpi nu-
merorse, Che fur quel dì messi per 61 di
spade. (Cj
Vocabolario T- II.
S I
^' §. II. Talora questa particella si
trova accompagnata col participio in luo-
go del gerundio del verbo ausilia'-e. Helc.
Vii. Colomb. 345. Ora essendo il venerabi-
le servo di Dio Luca moltolungamente eser-
citatosi in digiuni, vigilie ec. ebbe una infer-
mila- (C)
SI'. Replicato in corrispondenza , in
vece di Cosi conte. Tanto e quanto. Nella
stessa guisa del Lai. cum tum . Gr.
xai, xai', /JL2V, Si. G. V. 12. 9. 3.
Questo re Kuberlo fu il più savio Re che
fosse Ira' Cristiani ec, , si di senno natu-
rale, sì di scienza. Bòcc. Pr. 5. Si per-
chè più utilità vi farà, e si ancora perchè
più vi fia caro avuto. E nov. 1. i3. Si
per lo mestier nostro ec, e sì per la vo-
Ionia che hanno di rubarci. E nov, l\\.
7- Era Cìmone, sì per la sua forma, e
sì per la sua roriezza, e si per !a nobiltà
e ricchetxa del padre, quasi noto a cia-
scun del paese. E nuni. 22. Efigenia da
molle nobili donne di Rodi fu ricevuta ,
e riconfortata sì del dolore avuto della
sua presura, e sì della fatica sostenuta del
turbato mare. Ftamm 4 I?;. Db quanto
m'era ciò caro ad uJire, si per colui che
'1 diceva, sì per que' che ciò ascoltavano
intenti, si per li miei ciUadioi, dei quali
era detto I 3/. T'. 8. lo3. Esso Abate era
uomo molle, e poco pratico , e sperlo , e
si nell'arme, e sì nelle barjtle che ri-
chieggiono li stali, e le signorie tempo-
rali.
=1^ §. E colla corrispondenza della par-
ticella Come, che lo precede, o gli segue,
Salv. Avveri. 1. 3. 2. 37. E ciascuna
delle predette (voci) come nel verso, si si
troncano nella prosa, (C)
SI. Usato talora coli' articolo o espres-
so, 0 sottinteso in forza di nome. Petr.
son. i35 Non so s' il creda , e vivomì
intra due, Ne si, ne no nel cuor mi suona
inlero. Dant. Furg. 3i. Mi pinsero un lai
si fuor della bocca. Al quale intender fur
nieslier le viste. But. ivi: Un lai si. cioè
una tale affirraazione, cioè sì debilemenle
proferla ec, al quale ec. fur mestier le
viste , cioè fu bisogno eh' io chinassi Io
capo, che è segno d' affirmazione. D-ìnt.
Par. i3. E queito ti 6a sempre piombo
a* piedi. PtT farli muover lento coni' uora
Ijsso, E al sì e al no che tu non vedi.
Bocc. nov. 67. |3. Tu puoi ec aspettare
se egli vi verr'a , che son certa del si.
l/rb. E con quesli pensieri più volte d'
andarvi, il sì e *1 00 nella lor mente va-
cilIan*Jo, non sapevano die farsi. Sen,
Ben. ì'arch, 2. 1. Della qual cosa mi
pare di pnier mostrare una via speditis-
sima, e più agevole di oiuna altra; e que-
sta è , che noi diamo i bcneGzii in quel
modo che gli vorremmo ricevere, soprat-
tutto volentieri prestamente, e senza stare
punto .sospesi tra '1 sì e '1 no.
=v SIA Particella distintiva che vale
Oj Ovvero. Ott. Coni. Jnf, 26. 45l.
Racconta gli effetti delle sue opere, e cia-
scuna pare che voglia fama, sia di bene,
sia di male. Bart. Simb. 3. I. A voi so-
litario e romito . sia per natura, sia per
prufessione , sia perchè la qualità e la
condizion degli sludii vi tiene io astrazion
di pensieri ec. (D)
SI' BENE. Lo stesso che la SI' a^,-r.
motiva, o confermativa. E la voce BENE
accresce e dà forza all' espres'^ione. Lat.
utique, sane, etiam- Gr. vat, v»;'. StItzo-j.
Bocc. nov. 12. 5. E istamane dicestelvoi?
A cui Rinaldo rispose: si bene. E nov.
62. II. Mio marito il netterà tutto. E il
marito disse: sì bene. E nov. 73. 5. Dun-
que dee egli essere più là che Abruzzi 7
Si bene, rispuose Maso. Gal, Sist. i5i.
E di questo, signor Simplicio, non vi da-
rebbe l'animo dì sapere la ragione senza
S 1 B tip3
altrui insegnamento ? Simp . Si beoe, si
bene; ma Usciamo le beffe.
* g I . Per Bensì. Segner. Mann. Giugn.
!• 5. Il cibo corporale ec. appaga si be-
ne, ma non satolla. E Lugl. a5. 3. Da
tali desiderii , che sorgono involontarìi ,
non a tutti è dato essere privo ; ma si
bene da volontarii. E Oli. l. I. Igno-
ranza ec. la quale è propria di chi sa il
vero sì bene, ma solo in parte. (V)
* §. II. Talora si trova anche Sibbe-
ne tutta unito , e vale Anche , Altre'
sì. Benv. Celi. fit. 3. 56. So benìssi-
mo che un tanto virtuoso, e discretissi-
mo signore cognosce quanto le mie ono-
rate e amorevoli fatiche meritano, e sib-
bene quanto io patisco (C)
* Sì' BENE COME. Lo stesso che
Sì come, e la voce Bene accresce e dà
forza alP espressione. Benv. Celi. J'it. 1.
425. Se questo fussi vino, come 1* è
acqua, io direi che lor vanno lieti per af-
fogarvi drenlo ; ma perchè 1' è acqua, io
so bene eh' e' non hanno piacere d'affo-
garvi sì bene come noi. (Cj
* SIBILANTE. Che sibila. Lat. sib^
lans. Gr. ou^ot'TTWV. Gal. Dial. mot. loc.
542. Nelle strisciate sibilanti sentiva tre-
marmi il ferro in pugno. (')
SIBILARE, cSIBILLARE. Fischiare.
Lat. sibilare. Gr. cupt'rr&tv. Fr, Giord.
Pred. S- Ragghiasse come asiiió, e sibil-
lasse come serpente , e stridesse come i
porci e come i sorci. Cavale. Frutt. ling.
Come uno leggier sibilare mitiga i ca-
valli e dilettagli, e i cani provoca e chia-
ma- Tratt. gov. Jam. Se odi sibilar la
lingua de' maldicenti, fuggì, o serra, o tu
contraddici. Tass. Ger. 3. 6- O quale
infra gli scogli, o presso ai Udì Sibila il
mar percosso in rauchi stridi. ^ E ^. 5.
E fischiar idre, e sibilar pitoni. (X)
§. E per Insipillare . Lat. lacessere ,
inslìgare, urgere. Gr. 7T^o;m).«/i'^£[V ,
TTKpofjvsiv. Buon. Tane. \. 2 Ob! se
Cecco sapesse ciarlar tanto, Ch' e' mi po-
tesse costei sibillare, ec.
t SIBILATORE. l'erbai, masc. Che,
o Chi sibila. Lai. qui exsihilat. Gr. cu-
pt-y-TT^^. Buon. Fier. 2. 5. 3. Alzan la
sferza Del vilipendio lor sibilatori (cioè-
beffatori, derisori).
*f ^ SIBILI'O. Rumore di molte cose
che sibilano ad un tempo. Corsin. Tor-
racch p. -2. Un sibilio s'udiva, un licche
tocche Si fiero , e spesso sì, che mai il
maggiore- (A)
'<!• SIBILLA. Indovina j e propriamen-
te si dice di Qualcheduna delle dieci ce*
lehri indovinatrici. Lat. sibilla. Gr. su'-
/3u>ia. J'irg. Eneid- M. E per la spi-
lunca pauroso, duve sono le segrete della
Sdjilla. Salvin. Disc. 2. 3o6. Rapporta
Seneca il vecchio un molto d'un antico
declamatore, che quando udiva alcuna
composizione eccellente ec. , soleva dire
ciò che della Sibilla dice Virgilio: piena
Dco. (•)
SIBILLARE. r. SIBILARE.
•f ^ SimLl^l^aO. Add. Appartenente a
Sibilla. Segnar. Incr. 2. I7- l4- Non po-
teano ad alcuno darsi a vedere i versi
sibillini ; tanto, ppr testimonianza di Tullio,
nmaoevan da quelli discreditate le foibe,
ec. (J)
'^' SIBILLONE. Sorta di giuoco. Sal-
vin. Disc. 2. 617. Fu messo in campo
il piacevol giuoco del Sibillone, nel qua-
le è lecito a ognuno interrogare il fanciul-
lo, che fa da Sibilla, e secondo la rispo-
sta brevissima d' una sola parola, gettala
in mezzo ec. gl'interpreti a ciò destinati,
materia hanno larghissima e fecondissima
di far pompa de' loro ingegni nell'acuta,
mente indovinare la mente dell'Oraca-
lo. (C)
l5o
Ily4
S I B
SIBILO. Fischio. Lai. sibiìttm . Gr.
fjupi'/fio'i- BeJ. Ditir, ^t. Ch? de'Cuuni
fra gii orridi sibili SbufFa nembi di gran-
dine asprisìinia. Jluon. Pier. a. 5. 3 E
la ragione amica Fa non temer de' sibili
e de'tuoni. E 3- 2. lij. E con gli urli
e co* sibili e co* beli A impedire il lettor.
* g. Sthilo , vaie anche Fischiata,
Sento. Slor, 4- 55. Con parole conlume-
liosc e con sibili del popolo cacciatone ,
» Ferrara si ritornò, (l)
SIBILOSO. yidd. Di sibilo. Che ha
sibilo. Lat. sibilo plenus. Varch. Ercol.
2QQ, Scnzacbò ella, come ha più elemen-
ti, cosi ha ancora più lettere da esprimi-r-
gli, e couìcgucnlemcnlc più suoni , come
appare nell* S sibiloso, come in rosa, er.
(cioè- : che sì pronanzia con sibilo).
SICARIO. f\ L. Chi uccide uomini
ingittstamentf per altrui commi ssionr. Lat.
sicarius. lìuon. Fier 4* 5. 2. Sarà ili-
malo poi Qualche tagliacanton , qualche
«icario. E 5. 4' 5. E palese a ciascuno
Per mercante ncfarìo, Dille borse sicario
(qui per similit.}.
SICCERÀ. r. i. Sorta di bevanda j
Sidro. Lat. Sierra. Gr. ct'xEpa. Zc?;:. S.
Gio. Bat. S. li. Lo quale non bcrr'a vi-
no, txh sict-era, e andrà dinanzi al Signore.
* SICCHÉ, r. Sr CHE. (•)
* SICCIOLO. Lo stesso che Cicciolo.
Lat. Jrustulum suillum . Gr. cvtio'é
rsuàx^ov- " Vocabol. alla T. CICCIO
LO. (•)
f J SICCITÀ , SICCITADE, e SICCI-
TÀTE. Stalo, Qualità di ciò che è seccoj
Secchezza » Aridiik j contrario d' limi'
dita. Lai. siccitas. Gr. ^rìpOTT,;. Lib.
Am, 25. La terza parie, cioè quella di
fuora, si chiama siccitJ, e ciò perchè ogni
umiditj vicn meno . Cirurg. M. Cui'
glicl. 'Le fessure sì sono supcrfluìtadi gc-
ueratc nella cotenna del capo, e fannost
per la signoria della siccità. Fr. lac. T,
5. 25- 6. Non teme freddo, e nulla sic-
cità te.
* g. I Siccità , si dice anche della
Disposizione dell' aria, e del tempo quan-
do è troppo arido. « Tes. lir. i. 3 Ciò
SODO li dodici seguì, e come si muove il
tempo al caldo e al freddo, o a piova, o
n siccità, o a vento, per ragione che e
instabilità nelle stelle» . (C)
* g. II. Siccità, dicesi anche del Sec-
cume delle piante. Cr. lib li. cop. 28.
E vegnente la vecchiezza ( delle piante )»
ogni siccità sta tagliata. (V)
f # g. Ili. Siccità,(ì^uratam. dicesi, par-
lando delle opere d*Ìnge^no, che mancano di
dolcezza, di (;raria,c d* ornamenio. Pros,
Fior. 4- a. 233- P'-r finirla, è un librac-
cio; e per gli errori, che non son pochi ,
che piglia ; e per la sicelià colla quale
tratta la materia; e per la gran ronfusione
L> pel poco ordine col quale è scritto ,
parlando di Esiodo in principio , e dopo
tornando a ridìsrorrcrnc anche intorno al
fine. (IVS)
* SICCOME, r. sr COME. (')
SI' CHE . che anthe si scnv SICCHÉ.
Onde, per la (Jltal cosa. Di maniera ihr,
Jn gttuu (he. Lai qunmobrem , ex quo.
Gr. StU TaCrst, ci' a. Dant. Par. 2 Sì
che poi »appi sol tener lo guado . lìocc.
nov. 44* 1^- ^' cb' egli SI Iroterà aver
messo r usignuolo nella gabbia sua . E
nov. ^2. i3. Oeiinava l.i mattina ron lui
Ringuccio dal Poggio, e Noto Buglielli,
si eoo egli voleva far della siUa . Cas.
htl, 23. Sicché io ho posto in lei lutto
le speranze mie.
V g. ì. Sì chi, talora vale Adunque
interrogativo . Segr- Fior, nov. Al qu»lc
lloderigo disse, deh I villano tradilure. sì
rhr tu bai ardirr di venirmi innanzi? (.^-J
^ g. M. Per P.^ichi . Ott. Com, in/.
SIC
I. II. La sctlinna {età /u) pessima, come
più di lungi dal Cielo, e più presso alla
terra e più mobile, sì che la ottava terrà
all'uro, ed a una vita celestiale, allora
fia cacciata 1* avarizia nello inferno. (Cj
•? SlCLO. Sorta di peso, e di moneta
ebraica. Lat* siclus . Gr. oi/Jo^. Segner.
Predt 2. 12. Perchè tu non gli hai tosto
vibralo un pugnale in petto, ch'io t'avrei
data per lo meno una mancia di dieci si-
cli d argrnlo ? (")
si' COME , che anche si scrive SIC-
COME. Lo slesso che Comej e si trova
usato alcuna volta col quarto caso dopo,
a maniera di preposizione. Lat. ut, sicui.
Or. w^ , xa&aTsja . Jiocc nov, ^. 12.
Perchè dalla sua colpa stessa rimorso, si
vergognò di fare al monaco quello che
egli , sì come lui, aveva meritato . E
nov. 42. 17. Sì come egli ha voluto, io
medesima te *1 son venuto a signìGcare.
E p. 6. p. 4- Ma la cagione egli non
sapea, si come colui rhc pure allora giu-
gnea . Fiamm l. 47- Perciocchi: credo
che voi , sì come me innamorale , cono-
sciate ce. E 3. G2. Non credi lu che l*
altre donne abbinino gli occhi in capo, sì
come te? Dani, Par, I. E sì come ve-
der si può cadere Fuoco di nube . Peir,
canz. 4l- 3. Fammi sentir di quell' aura
gentile Di fuor , sì come d* entro ancor
si sente.
g. I. Per Subito che. Tosto che. Lat.
cum primum . Gr. ijitiiuv rrf :rpÒJTov .
G. V, 10. 60. tit Come Caslruccio si
parti da Homa dal Bavero &t come Sfjpe
la perdila di Pistoia. Bocc. nov. 69 i5.
Si come l'aurora suole apparire, così Ni-
costrato s* è levato. But. Piirg. IJ. 1.
Siccome Io splendore dell* Angelo ce. mi
percosse nel volto , cadde dalla mia fan-
tasia lo imagìnare.
g. II. Sifcome se, vale Come se. Lat.
perinde oc si Gr. Ci'STiip cflv ti ■ Filoc.
3. 218. Io essa udiva una rovina tempe-
stosa, siccome se i vicini monti, urtandosi
insieme ec. , diroccali cadessero giuso al
piano.
# g. III. J'ale lo stesso anche senza
il SE. nt. S. Frane, 166. Il dello dra-
go, vedendo la rhiarctza di santa Croce,
si fuggìa sicccme fosse cacciato. f/^V ^l''d.
Arb, Cr, 49- Non volle bere ma disse :
conutmatum est . Consumalo è , sì come
neir assaggiare dell* areto, e del fieb- fos-
se consumala, e compiuta la plmitudinc
di tutta la sua 3mari»sima pa^Mone. (C}
•f * SICOFANTA. e SlCOFA^TE.
ì oce ti Ita dal greco. Delatore, Incanna-
tore, Barattiere. Uden. A'is, Quivi nota
come un Sicofanta si sdimentica d'un no-
me a punto sul buono. Salvia. Disc 1.
35^. L'n antico ^raiioso comico , che sì
maraviglia perchè il nome di Sicofanta,
che vale un calunniatore , sia posto a si-
gnificare malvagia cosa e scellcrala . (A)
Pros. Fior, par 3. tv/. 2. Cic. l5. pag.
288. Onde lo spi)', citunniatori, e uomini
di tal raiza, fuiono fhi.imati da loro (-la-
,gfi Atmiesi ) con un nomaccio scomuni-
cato Sicofante , cioè delatori e scopritori
de* fichi. f!\'Sj
SICOMORO Sorta d'albero, che an-
chr volgarmente e drito Pazienza , Lai.
sycfimoruM. Gr. evyo'popoi- J'olg. Diosr
Lo sicomoro è nn arbore grande simile
al fico .
# §. Sicomoro, dicesi anche II /rutto
del detto albero . Mor. S. Greg 2. 25.
lo sono uomo che guardo gli armenti, e
graffio de* sicomori. (?i)
SICUMEHA. ì'oce bassaj Pompa, C«-
rimonta. Pata//. 3. Deb! nonne far coi)
gran sicumera . Mail. Franz, rim, buri,
^ *fi lo credo , pur «b* abbiate posto
roròtt Cou quanta sicumera e quanto o-
nore lo lavola si porla U steccadcnle .
1 ofch. rim buri, 1. 39. E li terrò eoa
maggior sicumera , Che i primi versi uà
novelbn poeta, Tac, Day. Stor. 4. 353.
Non lasciando vedersi, per esser eou que-
sta siiumera più venerata Ambr. Furt.
2. 5 Ella ha certi suoi brevi , eh' ella
tiene con più sicumera , che non si ten-
gono If rtliquie.
SICURAMENTE. Avverb, Ccn iicurtÀ.
Lat. secare , tuli. Gr. aspaiwi . Dant.
In/. 21. Sicuramente ornai a me ti riedL
E Par. 5. Cosi da un di quelli apìrti
pii Dello mi fu ; e da Beatrice : di\ di*
Sicuramente. Boce. nov. 43. 17. Tu di-
morerai qui meco infioo a tanto che fatto
mi verrà di potertene sicuramente ican-
dare a P.nma. E nov. 52. 3 Avendole il
vii luogo più sìcurameole servate.
§■ in vece di Fermrunemte , Con cer-
tezza , Senza /allo . Lat. eerte , firmiter.
Gr. ^e^oi'w;. ficee, nov, 77. 22. Da lui
sapesse, .ve fjre il Vi>]esse , r sicuramente
[;l( promettesse, che p'-r mento di ciò ella
farebbe ciò che a lui pivcsif • E num. 35-
Rinìerì, sicuramente, se io tì diedi la mala
notte , lu ti se* ben di me vendicato . E
ncv, 61. 5. Sicuramente, e senza aleno
fallo la sera di notte se ne venisse a lei.
F nov. 78. II. Sicuramente io il farò-
t SICURANZA. /'. A. L'assicurare,
Assicuramento , Sicurtà . Lat. fidentia ,
fiducia. Gr. ^àpòoi- Mcr, S, Greg. Egli
leverà da te ogni avversità della vita pre-
sente , e daralli ferma sìcuranza di vero
ripu»o. Siilln^t. Caieli. R. Si mi dà sì-
curanza ne* miri srardi pericoli del rac-
comaoiIamcDlo eh io li faccio.
t g. Ptr Baldanza, Ardire. Lat. <c-
ci'ntns , audacia. Gr. d^acof, zóìfxa. .
Bocc. nùv. 97. Il- Poiché "n pia<'erc non
li fu , Auiore . Che a me donassi tanta
.Mcuranza . Tesorctt. Br, i6. i4o. Che
trrppa sìcuranza Fa conira buona usan-
za, ^ f'!tit .4dr. Op. mar, 4- 1 26. Sof-
frite fatiche e perìcoli, non per ardire e
sicuranza che sia in voi, ma per temenza
d'altri che slimate maggicri (C)
t SICL'RAKE. Lo Slesso che Assicu-
rare in tutti I suoi sìgnific , ma molto
meno usato, Lat. securum, vel tutum nr4-
dere- Gr. eV^ a'oeia» xaSicTaSa* Boce.
nov. 80 3j. Ma del rimaneote come il
sicur>rai lu? ce. Disse che egli il sicure-
rcbbe della mercalanzia chr aveva in do-
gana. C. /'. 7- 69 2. Aveano tanto rais-
fallo al re Cailo, chr di loro sì poteva
ben sirurare . Ovid Pisi Ora mi sicuro
per la desi.>la speranza , ora impaurisco
per la dubbiosa paura ( In stampa pa^.
83 ha : mi .-issicuro ). Mnestruzz. 2. Sp.
Che sarà di qu<i signori che si palleggia-
no coi marinai , e to)gon« loro alcuna
cosa, perchè gli sirurano. che se perico-
leranno . non torranon nulla T ^ Lase.
Cen, I . nov. 5. Chi mi sicura chr io non
sia preso, e posto al martora? (Cf
SUUnATO . Aid da Sicuiarr. I.at.
lulalus Gr. r.'sf ali«/A<yo; . /^'cr. no*:
37. 42* Eui liberanienle della sua fé ai-
rurali , tennero lo 'nviio . M /'. i. 72.
Sirurali da* e ìiiadini . che danno non ai
farebbe , dìrrooo al Comune di Firenze
Itbrramentc la guardia di Prato.
SICL'IIKZZA. Suurià , Frnmchetzm -
Lai seci.riiai . Gr. a'^c i« . GaUt 4*
Giovano non meno a' possessori di rue .
che la grandecaa <leir animo e la sìcu-
reità altresì a* loro posvessori non fanno.
Tac. l^av Ge'm. 376 Fanno lor villag-
gi . nun al modo nostro colle case con-
giunte, ma riasruna ha sua pittinola in-
torno per sicumta drl fuoco / 1/ itsio
lat. ha adversut caiui ignium rrmedium).
Segner. J'red. 21. K Più voirnlirri si
corre crmunemrnie ad udire quei predi-
S I e
«■Jtori, i i|a.ili (tifino sicureiza , ,be ooo
■jufgli ailri, i qaili arrechino timor» (cìci,
njacij, confìdenia ).
t SICUIUSSIMAMENTE . Suptrl. di
Sicuramente. Lai. lulisnme, securissinur.
Or. ajfaXi'jTXTK. Gnicc. Sior. 4, i-g.
Scese sicuriuimamcnlc nel piano di Li-
krafalla. E io. 477 I cardinali poteva-
no ee. sicurissiiiiainL-nlc dimorarvi. Benv.
Ceti l II. 2 ,) I,, penso sicurissimamente
eie ancora questo trorerele iscritto.
SICURISSI.MO. Super/, di Sicuro. Lai.
'ccuhssimui. Gr. « jyaisuracroj . fìocc.
nov. I. 3j). .Ne' nostri bisogni gli ci rac-
comandiamo, sicurissimi d'esser uditi (cÌl'c,
eenisjjmi). Fir. As. 194. Fra le squadre
de cavalli, e fra U spade ignudo divenula
sieurisslma. stota mai attendere ad altro,
eie alla salme del suo marito, con viri-
le animo iafioitì disagi sopportava ( cioè ^
franchissima, lenu alcun timore). E nov.
193. Io ho troTalo modo, che sopra una
sua nave noi andremo sicurissimi ( cioè ,
Iiberissuni da ogni pericolo ) . Rtd. Esp.
"■"■ 4 Servivano d" antidoto sicurissimo,
poste sul morso delle vipere, degli aspidi,
deUc ceraste , e di tulli gli altri animali
«e o co' morsi o colle punture ovvele-
Dano fcioè, speriraenlatissimo, certissimo).
<^f l'Il. 21 Con le quali due conside-
raiioni può star sicurissima (cioè, certis-
sima ).
SICORITA' SICUBITADE, e SICU-
«ITATE. Siiiirli, Siciirr::!,. Lai. smi-
riL,,. Gr a3j,aJtia. Alien, cip. i;.
»'« non hae unque sicuiilade , ni: bai-
d'nia. Fr. Zac. T. 2. 32. .0 E dal pec-
care guardati. Se vuoi sccuritale.
ì SICCRO .-/rfrf. S,„:a sosp.lto. Fuori
* pcr,co/o. Lai. secinns . Ii.lus. Cr. aV
f»«»:5. ^occ. noi,. ,4 ,6 Quivi paren-
dogli esser sicuro , ce. sciolse il suo sac
e*«llo . E nov. 19. 25. Acciocché i mcr-
cjtJuli e le mercalaniie sicure stessero. E
LI";. 6. I. E ciascuna mia arnie posi
■0 terra , Come sicuro chi si fida face .
* />»•'. Sùsm. 60. Cesare passò di Spa-
gna io Fiandra per la Francia sicuro, e
careszalo. (Cj
* §. I. Sicuro da una cota, vate Eientc
Jj ijuclla. Non Soggetto ad rssa. 1. Dani.
Par. j. Perchè se ciò ch'ho dello i- stalo
vero Esser dovrian da corruiion sicure. (Cj
J §. II. l'rr Ardilo. Lai. audens, con
S I C
S I C
-„.... ... .fj, ,,.,„. ^ji. auaenSf con-
fiient. Gr. •ìxspy.Uoi, Tot.liripii Bocc.
nov. 77. 25. A far ciò cooviea che rl>i '1
la , sia di sicuro animo. Giiid. u. Nullo
de' Greci fu tanto ardilo, né t,into siruro,
che ardisse di porgli la mano addosso.* /)f /e.
f II. Colonib. 3l8 Come tu sai, non fugge
se non 1' nomo misero, e spaventoso: l'uo-
mo nobile, e di cuore gentile, e siruro
non SI dispera per una caduta , ne per
!ue. (C) '
* §. in. Sicuro, oggiunlo di fionle, o
■initle, vale Che dimoilm ardire, corog.
«IO. . Dani tnf 21. M.slier gli fu d'a-
ver sicura fronte - . (C)
t §• IV. .Scoro , vale anche Abile,
lapace , Che può assicurarsi di suo sa-
per,, e di SUI potere. Lai. sclir, , foni,
peritus Gr. »yx.-v».;. i,y:jp,;, e.s\-,«iv'
<■■ ' ■ Questi fue uomo savio , ciutto e
grasioso, prode e sicuro in arme, onesto
caltolie» . *
-^ g. V. Sicuro, vate talora Facile
^rr,vo a /are chechessia . Dani. p„'.
M Hon sien le genti ancor troppo sicure
A giudicar ". (C) "i-ure
* § * ' •''™'-''. parlandosi di cavallo.
0 simile, va.'e Che non inciampa n.ai Che
nrn adombra. .. O: 9. 6. 6. È utile molto di
cavalcarlo spesso per la ciltade, e speiial
menle ne' luoghi dove si fabbrica , o dove
•1 fa r..more o strepito, perocchi- per questo
diventa sicuro e ardilo .. CC/
* „. VII. Sicuro, parlandosi di luo-o
di strada, o simile, v„le Luogo, Strada
0 .simile, dove altri può stare, o pass.ire
eoa sicurezza, senza sospetto. « JJocc
"Of. 43. 16. Noi l' accompagneremo in-
fino ad un castello che h presso di qui
cinque miglia, e sarai in luogo sicuro ..
Tass. Ger. ,8. 4o. tir vadan pure Le
genti la che son le vie sicure. (C)
* § Vili. Sicuro, aggiunto di mare
o di tempo, vale Glie ha apparenza di non
fir burrasca, di non guasi.irsi. Car. F.n.
.1. 8l^. E visto il cielo Sereno, c'I mar
sicuro, in su la poppa Recossi, e'I segno
dienne. (C) "
* §. IX. Siciu-o, si dice anche delle
tose che debbono avvenire infaìlibitmrnte,
oche si riguardano come tali. Stor. Eitr.
5. 116. Dopo un consiglio tanto onorevole
eostnnse il Re a prenderne un altro mol-
to più utile, e più sicuro. (C)
t §• X. Sicuro , vale anche Che sa
qualche coia con certezza. Che è ceno
di qualche cosa; ,d in questo senso non
SI dice che di persona. Lai. certus . Gr
^sSxeo,-. Dani. P„rg i3. Ed , o genie
sicura. Incominciai, di veder l'alio lume.
Bocc. nov. i5. 28. Vivi sicuro, che come
I prima addormentato li fossi, saresti slato am-
mazzalo. C,„. leti. 14. Cosi spero, e son
sicuro che ella sarà proiettore di essa, e di
noi altri. ■■;: T.c. Dav. 1,1. A-r. 3>)5. I
Romani rifeccr quore, e sicuri gii della vila,
combaltendo per 1' onore, di buona voglia'
spinsero avanti. (C)
§. 1^1. Render sicuro , vale Accerta-
re . Lai. alieni recipere . Gr. SsBkioJv .
Bocc. nov. 29. 10. Ma di queslo vi rendo
sicuro, che mai io non sarò di tal maritag-
gio contento. °
§ XII. Stare al sicuro, o nel sicuro,
vale Kon corier risico. Lai. tuliarem i iam
tenere. Gr. s-j k/cvouvw /kuto'v xaSij-
Tfzvat. Pass. 202. Per islare nel sicuro,
miglior consiglio i;, che altri confessi tulli
1 suo' peccali, mortali o veniali o dubbii
che sieno.
3 g. XIII. Porre, o Mettere in sicuro, 0
al sicuro, vogliono Pone in istalo di sicu-
ri zzn. Assicurare. Pass 1 1 . Tu non bai
male di rischio ec I medici li pongono nel
sicuro di questa infermil'a Segner. Pred.
I. 7. Che non vogliale mettervi sempre
al sicuro in altri interessi umani , io me
ne contento .
* § XIV. Vale anche Porre In islalo
ili certezza, Accerlore. - Sagg nnl. (sp.
I.'>2. Stessa questa notizia in sicuro, co-
minciammo a cercar di quella del tempo
preciso dell' agghiacciare » (Cj
g. XV. A'idir sui sicuro, vale Andar
senza paura; e fguralam. Mettersi a far
qualche cosa con sicurezza ch'ella riesca
feliceinenle. Lai. rem a^ere luto , f.dcnler.
Gt. i'j^px)ia; TTia^Tetv. Slalm. 2. 53.
Pero volendo andare in sul sicuro , Non a
perdila più che mauifesta, ec.
* g. XVI. .57c/iro, vale anele Che ì
cnulalo. Che ha sicurtà. Cron. Morell.
265. Non t'obbligar mai, se prima non
se' sicuro, e guarda che la sicurt'a sfa
sufficiente. fCj
g. XVII Jn forza di sust. per Sicurtà.
Cron. f eli. 65. Avendo lo avanzati cerli
danari, me ne richiese, e io ne '1 servii,
e dcmmene sicuro sopra cerU parte della'
casa .
* §. XVIII. Sicuro, pure inforzi di sust.
per Cosa sicura. Ar. Fur. 24. JO Fece
morir [ Orlando pazzo ) dieci persone e
diece ec. ; E questo chiaro esperimento
lece. Ch'era assai più sicur starne lonta-
no. (Pe)
■r g. ^i'S. Di sicuro, posto avverbialm.
vale A sicurtà. Sicuramente. Frane Sacch,
nov. l32 Andando una femmina per lo vino
1195
ec., andando di sicuro, trovò la casa piena
o «equa ; 0 prima che di ciò s'accorgesse
entro nell'acqua 600 alle coscie. (l'I
SICURTÀ-, SICURTADE.eSICURTA-
It. Astratto di Sicuro J Sicuranza, Si.
carezza. Lai. securilas Gr. aJeict. Al-
"eri cap. 57 La sicnrti è non dubitar,
deleeoseche soprasvengono, che son
quasi come sforiale. e. /•. ^ g, °
drre'd'"'":," ^''- '■""'" "-"i.^^^
di ci e di notte v, .i ,,<„,, ,„j^,^ ' ,
mente. lant. Inf 8. O caro Duca mio .
ehe più di selle Volte m'hai sicnrti „n.
.iuta. />„. „„.. 44. ,4. Acciocché con
sicurtà e lungo tempo polessono insieme
al COSI latte notti avere. Fr. Jac. T
9- 18. Queslo fa la povertade , Che di
lama sicurt.ido.
§. I Per Assicurazione, o Promessa
di mantenere sicuro. Lai. fdes. Gr ti'-
sT.j. G. r. II. iij. ,0. Gli condusse
ia nelle sotto sua sicurtà e guardia a par-
tirsi della ciltà. '
g. II. Per Fidanza. Lai. fiducia, fi.
7- 3b. Sicurtà è non cogitare li danni
che vengono nella 6nc delle cose comin-
eiale; ed è sicurlade di due maniere : 1'
una eh" è per follia, siccome è combattere
sanza lue armi appresso diserpenli; 1' al-
tra per senno, e per virlù, e suo uficio è
01 dare conforto contro alla speranza, ec.
I j '''■ ■"■"■ ^'4 ^"'^ incominciava a pren-
1 der sicurlade La mia cara nemica a poco
a poco De' suoi sospelli. Bccc. nov. 47.
4. E per dargli più sicurlà, conlemissima,
siccome era, se ne mostrava. Frane. Sacch.
nov. /(8. Preso un poco di spirilo e di
sicurtà, cominciò a dire all' osle.
§. (il. Per Cauzione. Lai. caiitio, cau-
tela. Gr. eulK,3-ist. Bocc. nov. ì\. 8.
Poichi; la sicurl'a ricevuta ebbe, fece una
grandissima e bella nave nel porlo di Car-
tagine apprestare E nov.9o. 32 La don
na disse che queslo era ben dello, ed era
assai buona sicurt'a. Cren. Morell. 265.
Non t' obbligare mai , se prima non se'
sicuro, e guarda che la sicurlà sia suffi-
cicnle. F. oppresso: Fammi la sicun'a; io
faro dire la mercalaniia in te.
§■ IV. F.ire a sicurlà, vale Usar del.
l altrui volontà con confidenza, e sicu-
rezza j Fare a fidanza. Lai. fdenter ,
amile cum a/iquo a^ere. Gr. SuziaXi-
w; suv r.vt :r;a'TTc-tv. F,r. Lue. t. 1.
Non vorrei che lu facessi a sicurlà con
essa l'ine. Mari. leti. 53. Non accor-
gendosi che con I' amico si fa più 3 si-
curtà.
SIDERE. y. L. -LA. sidere.considere.
Dani. Par. 33. O luce eterna, che sola
in te sidi, Sola l'intendi. But. ivi: Sola
in le sidi, cioè la quale sola stai in te
medesima.
* SIDEREO. Add. Delle stelle. Cele-
<le Menz rim. I. 1 13. Kon t slerililà ,
se queslo Sole Qnal per siderei segni Fia
•x Z'""'" '' »'''".:'"o appresti. (SSJ
t * g. Per Uno de' sette cieli , se-
condo la falsa opinione di Tolomeo, tegg.
Asceas. 344 L° P"mo (cleloj è materia-
I le; e questo sono molli, cioè aereo, ete-
I reo, olimpo, igneo, sidereo, acqueo, e cm-
I pireo. /!')
SIDO. Fredda eccessivo. Ghiado. Lai.
"Igor. Gr. a/-/o;. Biircli. 1. i5. La slella
tramonlana è suta folle A porsi in luogo
da morir di sido. Cirijf. Catv. 3. 88 Ba.
gnala di sudore, e come un sido Ghiac-
ciala. Dav Colt 169 Se annesti d' Ol-
tobre o dì verno, logli invece di terra
molle, cera, e di terra colla , rena , le
quali non ritengono a' gran freddi lanlo
sido. ^ Salvi'!. Eneid. lib. 4- Anzi nel
sido dfir inverno armata Muovi, e t'af-
Tretli a viaggiar per 1' allo Mar. (F)
tiqS
S I D
f SIDRO. Sorta di hevanda fatta ordì'
nariamente dei sacco di frutta spremute.
Lai sicerot *mustum pomaceum, &r. oi -
uipoL M. Aldohr. R- Il tidro, rheèvÌDO
di mele, se è fatto quando le mele sodo
matDre , sì l* caldo e umido temperata-
mente, ma elli non è sano temperata-
mente. Bed. Ditir. 12. Beva il lidro d'
Inghilterra Cht vuol gir presto sotterra.
E Annot. {\^. Nel Ditirambo ai Domioa
«petialmeote il sidro d'Inghilterra , per
che a' nostri giorni «-• in credilo più d'
Ogni altro sidro, ed è stimato il migliore
che si facrij. E h^* Dalla voce normanna
e nata l' italiana Sidro ì la normanna
nacque da Siceia degli Ehr(?i o òv Li-
tici, che vale ogni bevanda diversa dal
vino, abile ad ìmbriacarc.
* SIEDA. V. A. Lo stesso che Se-
dia. Vit. SS, Pad 2. 169 E poirliè
furono tutti dentro , lo predcllo principe
ai puose a sedere in su una sieda altissi-
ma , e incominciò a disjminarc . (') /•'
127 Lo luogo e la sieda ha m<TÌtato per
la continua sua bonil'aj ma queste selle
corone ec. 7?cr/i, rim. I 80. Dovefcbbf;
squartar chi 1' ha condotto Alla sieda pa-
pal , eh* al mondo h una. (^J lìenv. Celi.
Vit. 2- 62. A queir ora venne il bar-
gello con buona parie della sua famiglia,
il quale mi rimessa in su quella sieda. fT^
SIEFFO. M'-dicnmenlo speda If , che
si applica ngfi occhi infermi. Iticett. Fif^r,
123. I siefE degli Arabi non sono altro,
che i trocisci e i collirii dei Greci , che
ai è detto usarsi nelle indì>positioni degli
occhi, differenti solo nella figura. Bed.
Cons. I. 1^6. Ne' libri d'-gli Arabi multi
sieffi si trovano opportunissimi.
* SIELO- r. A. Sifro. f'ofg. Mes I
mirabolani nutrilì col siclo delle capre ,
( così citasi questo esempio dalla Cr.
alla r. NUTRITO). (C)
* SIEPA. F, A. Siepe. Omel. S. Gn-g.
a. \9. E^ci Rfllp vie e nelle siepe, e sfor-
sa ad entrare acciocché s' empia la casa
mia. K appresso: Comanda che i suoi
invitati sieno raccolti dalle vie e dalie
siepe. (N)
SIEPAGLIA. Siepe folta, e malfatta.
Lat. sepes. Gr. yp«y u.o;. Stor. Bin.
òlont S' era recato in una via stretta ,
che avea da ogni parte grande siepaglìa,
I* rioghiava.
SIEPARE. Far siepe, Cin'^cr di sie-
pe. Lat. sepirct sepe circumdare. Gr,
yaa'TTJiv Hiit, Par. 12. 2- Si mise a
circuire, cioè a fortificare e sicpare intor-
no la vipna, rioi; la santa Chiesa.
SIEPE. Chiudenda, e Riparo di prnnìt
e altri sterpi, che ti piantano in sui ci-
glioni de' cimpi, per chiudergli. Lat. se-
pes. Gr. op'A'/uo'i Alberi, cip. 23. Do-
ve DOu e siepe, la possestioni] v rapila, e
imbolata. Cr. 2. 28 8. Ed in questo co-
lai modo sempre saranno i lur>gfai chiusi,
fl la siepe diventerà spessa. Dani. /nf. aS.
Come il ramarro sotto la gran Tersa Do*
di canirular, cangiando aii'iie, Folgore par,
so la via attraversa. Frane. Sacch «or.
<^1. Questa era molto bene afibisata , e
con buona siepe. Soiler. Colt. 16 Fari
.irgine a' pie della siepe che vi s* ha por-
re. # liart. firn. rmt. paf*. 3. ( Livorno
'79y*)- Dietro le TO corno a lepre segu-
gio , Cbr tener non mi può siepe ni;
fosso (B)
§. I. Per meta/. Jìant. fnf ,13. Muo-
visi la Capraia e la Gorgona , E farriao
\iepo ad Arno in lutla foce. /'//. S. Gio.
Jiat. La moUitudiur degli Angeli d* intor-
no faccvjD siepe ; pognanio che non si
potcssoti vrdere. Ftp. Siihn. Ne ori muri
de' bir pensieri , né oelle siepi di loro
pungenti ìmmagioaiìoni non ha rnltora
f>-ssuoa.
S I B
§. II. Tenere alcuno a siepe, vale
Tenerlo a segno. L*l. in officio continere.
Gr. «V Xx<=Ji3VoVTl AaTs'x^^'* • Frane.
Saech. ncv, 12^. Convenne che man-
giasse a ragione; la qual cosa io tutta la
vita sua non area fatto . oè avea trovalo
chi a tavola il ten<>ssfl a siepe.
%. III. Ogni prua fa siepe, 0 simile j
proverbio, per lo quale s' avvertisce che
Si dee tener conto d* ogni minimo che,
Serm. S, A^. D l3. Piccolo pruno la
siepe, pofo rampollo fi fiume.
SIEPONE. Orai siepe. Stor. Ai'lf Le
rip<* grandi, e 1 sicpooi di sploe, e grandi
dinipinamentia
SlEItO, e SIEUE, Parte acquosa del
sangue, e del latte, merch dt cui le ri-
manenti parti integranti di questi umori
potsono facilmente scorrere. Lat. serum.
Gr. òppo'i. Cr. g. 72. 2. Del quale (ca-
cio ) si dee tutto il sìere scolare, accioc-
ché colla soppreua si costringa. K c<^p.
75. I. La sua acquo^ilii (d<-l latte delle
pecore) , la quale e il siero, sohe il ven-
tre, e ne mena fiiori la collera. Patlad.
cnp. 28- Il cjfio col siero, e porro licijo,
nuoce a* polli. Bed. Cons. ]. 279. Il
quinto umore è il siero del sangue , ec.
■:• E leti I. (\\\. Olire al rintuzxar T acri-
monia del sÌLTo acre e liasivialc potrà an-
cora notabilmente fortificare la parte of-
fesa. (C)
sierosità', SIEROSITADE, e sie-
ROSITATE. Astratto di Sieroto.
SIEROSO. Add Che ha in s'è del
si>ro. hìl. seroiui. Gr. òpptàSrt^.i^Bed.
Lett. Acciocché le di lui parlirelle sierose
sieno con esso (sangue) meglio unite e
collegatc. (lì)
•f * Sr FATTO. Tal e quale. Tale
per V appunto. Sali'. Awert. \. I 4-
Quanto noi all'ortografia di quella copia,
eli* e sì fatta , quale accennammo al Iet>
tore ce. (A)
* SIFILIDE. Malfranzese Lat.*^j.
philit, iues venerea. Gr. )ot_uo; aopoSi-
tjio;. Bed, Coni. I. 12. Facciano rifles-
sione , dico, se possa esser cagionata da
quel malore dello sifilide, di cui fece
quel gentilissimo poema il Frarasloro. (•)
SIFONCINO. Vim. di Sijone. Lat.
.^iphunculus. * Imperf }\ Alh. D. 3.
T. 9. i3^. I canali delle piante e finis-
simi andamenti loro essere siiniglìevoli a
tanti sifoncini, i quali tuffandosi per en-
tro il mollume sotto la terra vengono a
pigliare in sé quell' umidore. (F)
SIFONE. Cannello t-nto dentro. Lai.
siphon , tuhus. Gr. at'pciv. Sn^g, n-it.
esp. 200. Si vada per un peizo slrofinau
do cstfriormcDle con pezzuuii di ghiarcio
tutto il slfonr. lied. Oss. an. 190. Spinto
il fiato artificiosamente con uà sifone nello
stomaco, non solamente gonfia lo stomaco,
ma goi)fia ancora l' intestino principale .
Gal. Sist. 1.^. M< strami r islesso r acqua,
che scendendo per un sifone, rimonta ul-
treltanln. quanto fu la sua scess.
SIGILLAKE. Suggellare Lui. sigilhrc,
oi'signare. Gr fl^cayi'^etv, rry^aor^K-
tVnv lìant. Par. 7 Perché Don si muo-
ve La sua imprenla, quando ella sigilla.
§ I. Sigill'tre, per mrtnj . Pant. Com'.
6(5 Acciocchì' 'I dono faccia In ricevitore
amico, conviene a Un essere utile, peroc-
ché r utilità sigilL la memoria della im-
magine del dono. F P-ir. g Or SJppi
che li entro si tranquilla Raab, ed a no-
str* ordine rongiuuin, Di lei m-l sommo
grado ai sigilla. Gal. Sitt. 16/1 L' istesso
corso della earroaia é quello * ne aggiusta
le partite, e 1* rsperienta è poi quella che
le tigilla a robiro che non voieuero o
non poteuero esser capaci della ragione .
S II. Per Combaciare, Tarar bene.
Lat congruere, oblurare. Gr. dpfxo^ut.
S I G
Sagg. nat. esp 170. Vogliono dire ebv
quella prima crosta , che li fa della m-
perficie dell' acqua , iigillando più Ài
qualsivoglia coperchio co' dintorot del v»-
ao, ec.
SIGILLATAMENTE. Jvverh.Mer.A
Gr. Nelle quali parole non dobbiamo coi^
aiderare quanto sigìllalameote egli oam
tulle le cose aae (qui per puotoalnev-
le, distintamente, votgarisiandosl la voea
lat, singillaiim ) .
t SIGILLATO . Add. da Sigillare ^
Chiuso con sigillo, l^ax.obsignatuf. Buon,
Firr. 4 5. 3. Un foglio trattosi di «eoo
Sigillalo e legato.
t g. Per Chiuso, Turato bene. LaL
ohturaius. Gr, ^fpet'/i'ìiti'i. Te*. Po^.
P, S, cap. 7. Anco la ceoere della talpa
arsa in una pignatta rozza sigillata, dalooe
a bere, guarìire . Sti^g nat. etp. li. Sì
potranno chiudere Ìo un boccinolo di cri-
stallo, con arqua arzente deotroi ermeti-
camente sigilLio.
t9 SIGILLO. Strumento per lo più di
metallo, net quale è incavata la impron-
ta, che si effigia nella materia colla quale
si suggella j Suggello. Lat. sigillum , si-
gnum, Gr. ìfpoLyli. Pant. Par. 27. Nò
rh' io fossi figura di sigillo A' privilegi
venduti e mendaci. ^ Mcrg. 22. 102-
Pentacol, candane, sigilli e lumi, E spade
e sangue e pentole e profumi. (C)
* §. '■ Sigillo, dicesi anche l' Im-
pronta fatta col sigiato. 3Iorg. 2^. q|.
Allor Ma'gigi venia disegnando Caratteri
e sigilli, e preparava Le candarie e' peo-
tacoli. Bed. Ins. 55 E necessario portare
addosso, ovvero attaccar aopra le porte
delle case, un certo bulletlioo ec. io cai
sono scrini certi nomi arabici, ed impressi
alcuni sigilli e pentacoli . (Cj Segner.
Pred, Pai. Ap. ì\. 8. Le parole aenaa l'
opere, sono come le patenti sena sigillo.
Cavile fuor chi ai vuole; non sodo am-
messe. (TC)
J? g. II. Sigillo, figuratam. per Ap-
provazione, tt Pant. Par. 11. E da lai
ebbe Primo sigillo a sua religiooe. Bui.
ivi: Primo sigillo, cioè primo privilegio
bollato della coofermaaione della rego-
la - . (C)
§. III. Per metnf Pant Par. it.Vtì
crudo sasiin intra Tevere ed Arno Da Cri-
sto prese 1' ultimo sigillo , Che le suo
membra du' anni porlarno . Bui. ivi: L'
ultimo sigillo, cioè re. le stimate della aaa
passione. Alam. Gir. 8 5o. 0*e il da-
slin mio pose D* ogni gloria il sigillo
(qui per quello che 1 Latini dicono cata-
plemeatum ) .
t §. IV. Sigillnre , Serrare , o si-
mile, col sigillo d* Frmrt^ , ti dice il
Chiudere I vasi, o cannelli di Pftro col
Vetro medesimo liqwfalto al fiioc-y. Bicetl.
Fior 12- Si roosrrvi in vasi di vetro col
collo lungo e sottile, aigillaodo la bocca
col sigillo ili Ermete. Sngg nat, esp, ^.
Si aerra U b<>c*a del cannello col aigillo
detto VI Igarmrnte d' Ermete , cioè culU
fiamma.
g. V Sigi'lo di Salamene , e Siglile
Santamaria. S'irla tti erba alquanto simiU
al mughetto. Lat. polygònntcn, Gr. iro-
ii^yo'vaTOv.
# SIGMOIDE. Trm. degli Anatomi-
ci . Sp'-cie di t'atvula spettante al ruo-
re. (A)
t « SIGNACOLO. r. L,e A. Snggtlh.
Piai. S. Greg. 4 45. Nullo fu trovato
degno, né in cielo, n^ fu terra, uè sotti)
terra , d* apiìre lo libro , r iciogliere gli
predetti sette sicnacoli (così legce una vj,
nante: il Usto ha suggelli). E Fit. 35a.
Gli ha segnati nel Signore del signacoto
degli Apostoli. (F)
« SIGNATURA. Tribunale in Boma .
S I G
!■ SEGNATUnA. Car. Leu. Con tulio
ch« Ìj c4U!1 111 Siati «1»"» Sigojturi pri-
lli, cominrua M' Ordinario. (A)
SIGNERA. y. A. EmiS'ione di sitnfut.
Lat languinis miino , phhbolomia . Or.
= Jf50T3a.«. H. Ald,l,r. Se per cagion
ii .angue arv.fne sia falla la lignera della
TCna cefalica, e poi scarificata la googia.
li*. CUT. maiali. Sia l'alta ugnerà dalla
Tena batilica del braccio. E n«ro.<- : Sia
fatta signera della vena epatica, cioè quella
del fecato, dal dirilto braccio. £ «/'"»•'•
S' ella h ipoiarca, e 1' infermo sia forte, sia
falla signera della vena epatica , cioè di
quella del feg.lo.
SIGMFERO. f- L. Collii che perla
r insegnai Gcn/ahnifre . Aviere. Lat.^w-
gni/er. Or. «n.ui.oyj'r»? • Ciii-I. C. Per
la lorlriia del sopraddetto signifero cer-
chio del lodiaco < qui è a,ld. , e vale
ch« contiene i segni, che ha 'd >=•>«-
gni celesli). * ì'ges r'S M»- ( '"■■
l8l5). Signiferi sono qufgli che portano
che i' app
le insegne, cioè i gonfaloni
lano opgi i Dragonarii (B)
t SIGNIF1C.\MENT0. Il signifcnre.
Lai. significano. Or. iTrisriuaci!». Med.
Al fi. Cr. 29. Per signi6canunlo di queste
cose, che dette sono.
SIGNIFICANTE. Che significa. Di si-
gnificali'. Lai. significane Gr. S^i3»!^ai-
»«v. .Bocc nov. 3g li. 1 due corpi ec.
in una medesima sepoltura fur posti , e
topr' essa scrini ic'si significami, che
fosser quelli. * J'aich. ICnol. 174 Di
rò che questo affisso la , 0 articolo , o
pronome ec. , mai non si lruo».i se non
nel genere femminino, significante o lei,
o quella, ec. (/l)
* §. Per Espressivo, Ffficace , Ine
etprime bene e con forza quello che al-
lei vuol dire , e diasi delle voci, e dei
modi del dire. Segner. Mann. ìlagg. 25.
3. E questa è quella conformila che ap-
puolo Jeiiderasra cosi grand' uomo, qua
lor dicea con poche parole si, ma signi-
ficanti: nec contradicam strmcnibus san-
CU . (C) E iVof. 19 4- Considera quanto
sicDO significanli quel termini che in odi
in si breve dello {cic'e, abbiano senso ef-
ficace ) . (Tj E Fred. Pai. Ap. 9 4-
Ann da ciò sarà facile l'arguire dove in
tal fallo mirasse 1' Evangelista con quel
famoso suo sic breve si, ma significali.
«•• (TC) „ , ^
* SIGNIFICANTISSIMO. Superi, di
Significanle . Saivin. Disc. 2. 186. Tii-
mieramcnle la parola sozzo è bellissima e
significanlissiroa . (") Betlm. Due. 2.
296. Hanno un certo martello gli sculto-
ri del porfido che ec. da tutte due le
parli finisce in una punta falla a punta
di diamante ec. ma ottusa , e otlusa assai,
e, come essi dicono, con nubilissima e si-
goificanlissima espressione , puma bolsa
ec. (Fj
SIGSIFICASZA. // Significare, Signi-
ficato . Lat. significano , indiiium . Gr.
fir'vj-:i;. SiTyuv.'. I^'ov. ant. 100. 6. Scri-
vete loro, cioè al lor Re e Signore, che
a* taoi secchi domandi la sigoificania del
sono. Liv. M. La qual cosa fu signifi-
ranza di paura . Pallad. Man. 25. JSe'
polli de' cav;,lli si TOjjlion guardare i se-
gni che mostrino buona sìgnificanza. Tes.
Rr. 5 18. Elle sono di colai natura (le
calandre), che se un uomo infermo la va
a vedere , s* ella gli p.iue mente diritto
nel viso, egli ì; certo di guarire; e s' ella
DOO gli pone mente, si ì: significanza che
dee morire di certo ,_ Frane. lìarb. 36o,
25. E poi pi^r oneslura, Non per signifi-
canza, il cuovre alquanto Lo dipintor di
ghirlanda , o non manto. Filoc. 2. 359.
Alcun segnale che gì' Iddiì avessero man-
dalo in iignifirania dilla salute di Bian-
S I G
eofiore. * Pini Adr Op. mor. ij. 377.
Crisippo inlrrpelrando la significanza del
nome di queslo Iddio , gli forma contro
accusa e calunnia. (C)
t 3 SIGNIFICARE. Dimostrare , Pa.
Usare , Inferire . Lai. significare , deno-
tare . Gr. au/iai'vji» . Pass. prò/. Ciò
significò egli quando, essendo i disce.
poli suoi nella nave nel mare di Gali.
Ica ec. , egli venne a loro , andando
leggermente sovra 1' onde del turbalo
mare. E Ifl- Come conia il sanlo Van-
gelio , significando come altri dee esser
sollecito della propria salute , e star ap-
parecchialo, bcno vivendo.
f §. I. Per Esprimere. Dani. Purg.
24. Io mi son un , che quando Amore
spira , nolo ; e a quel modo , Che della
dentro , vo signifu judo. E Par. 1. Tra-
sufiiinar, significar per verba Non si
porta.
f * §. II. Significare, parlando di voci
e locuzioni, si dice del valore e firza
che hanno in sé J che anche dicesi Va-
lere . Bor^h. Orig. Fir. 172. Trebbio
che a noi significa raunala, brigala ec.
da feste, e da bjlli e passatempi. (1 )
§. III. Per Fare intendere , Mandare
a dire , Avvisare . Lai. significare , cer-
tiorem Jacere . Gr. fi-rilUn . Bocc. nav.
42. 17. Piacque alla gentildonna di volere
essere' colei che a Marluccio significasse,
quivi a lui esser venula la sua Gostanza.
E nov. 69. 6. Per quel modo , che mi-
glior li parrà, il mio amore gli signifi
cheral. 0. V. 11. 134- 5. E cosi ci pregò
significassimo al noslro Comune. * Giiicc.
Star. 3 19. Pero andasse a riferire, o al-
irimenli significasse a Firenze la mente
sua. (L)
* §. IV. Per Risolvere, Spiegare,
0 simile. Tiov. Ani 6. Compiuti gli otto
gioini, e rimperadore rimandò per loro,
che gli significassero la domanda che avea
falla loro (Min)
* §. V. Significare, vale anche Pre-
dire , Pnniinziare. G. V. II. 20- Dis-
sesi , che !o eclissi del Sole che fu del
mese di Maggio 1' anno dinanzi, significò
la sua morie dover essere ec. « E li.
67. 2. Le più significano ( le comete )
m'ale , cioi; fame, morlali;'a, e altri gran-
di accidenti e mulazioni di secoli, e qne-
sle pure significarono grandi cose. « i\oi'.
ant. 100. 5. Io credo che que.Mo carico,
che io hoe sostenuto, significa tbe gente,
che m'odiano, mi vogliono uccidere ... (C)
* § VI. In forza di nome , per la fi
gara rcttcrica da' Latini delta significalio.
Reti. Tuli. 106. Ì2 un' altra sentenzia ,
che s' appella sisnifiiare, la quale ha luo-
go quando il dicitore favella in tal modo
che più lascia inlendimenlo all'udilorc, che
non dice a parole. (Vi
t. SIG.MFICATAMENTE. Avverò. In
modo significativo . llor-^h. Vesc. Fior.
571 Che non possano infellar la oellez-
za della cill'a . che significalamenlc chia-
mò 01 Indossa, fi')
* §. l'ir Distintamente, Specificata-
menle . Oli Ccm. Inf. 33. 566. Qui V
S I G
««9?
autore significalamenlc pone questi lermi-
- nei quali dà ad intendere che l'uomo
al più puole vivere sanza mangiare
. (C)
sano
•f V 's'iGNIFICATIVAMESTE . Av
veib. S-anificalamenIr. Dcp. Decam. 28.
Come è male il supplire di fantasia dove
r Qom vede che l' autore, per aver signi-
ficalivamenle e con brevità parlato, sia
stato manchevole; cesi e vizio lor via le
parole che egli, a maggiore e più squi-
sita dichiarazione del suo concello , si
compiacque di aggiugnere , quantunque
senza esse si potesse reggere la senten-
za. (A)
t SIGNIFICATIVO . Add. Che ha
si(;nificazione , Clic significa. Lat. signi-
ficativus. Gr. Jr.JiMTKo'i. Oli. Coni. Inf.
26 i\\\. Polemo ora dire che l* autore
voglia recare lulla quesla opera a una
sua visione falla presso alla mattina , al-
lora quando, se mai li sogni sono signifi-
cativi di veriladc, hanno a essere veritieri.
Circ. Geli. IO. 256. Noi uon intendiamo
la voce solameole come suono , o come li-
gnificaliva di qualche passione comune ec.J
ma inlendiamo ancora la significazione dì
quelle, medianle le parole determinale da
noi a significare i concetti noslri secondo il
modo che ci è più piaciuto.
* § Per Espressivo Casligl. Cortig.
Prif. Son tenuti comnnemenle per buoni
(vocaboli) e significativi, bencbè non sieno
Toscani. (FP) Pallav. J'eif. Crisi pr. Per
usare un paragone, non già uguale, che
non si Irova, ma il più significativo, che
ci abbia la U' slra inlelligenza. (D)
SIGNIFICATO Siisi. Il significare.
Concello racchiudo nelle parole , o cose
significanti. Lai. significatus. Gr. erridr]-
li-j.r.ix. Bocc. nov. 2 9 Quasi Iddio, la-
sciamo slare il significalo de' vocaboli^
ma la 'nlenzionc de' pessimi animi non
conoscesse G<i/o(. 53. Le parole, si nel fa-
vellare disteso, come negli allri ragiona-
menti, vogliono essere chiare ii, che cia-
scuno della brigala le possa agevolmenlo
intendere, e, olire a ciò, belle in quanto
al suono e in quanto al significato. * Se-
gner. Pi ed Fai. Ap. 3. 9 Acervus Mcr-
curii , secondo la sua radice, è fenile di
assai belli significati. ( 2'CJ
SIGNIFICATO. Add. da Significare.
Lat. significami. Gr. 3r,,oy.vO£i'5. Bocc.
nov. 81. 17. Ciascun de' due amaoli, si-
gnificalo alla donna ciò che fallo aveva
ec, il suo amore addimandava. v Scgner.
Mann. lìti. 1. 1. Per insinuarci che dai
libri della legg» , significatici per Mosi ,
e dai libri de' proleli , significatici per
Elia, ogni rivelazione dee ricevere unifor-
me teslimonianza. E 22 2. La prima di
queste due volontà qui accennale e quella
volontà ch'i; della di segno, o vero si-
gnifica:a (J~)
* g. E in forza di siisi, per tosa si'
f:nificala. Segner. Seti. Pri.ic. Illus. 3.
2 Perthè egli miralo il simbolo non si
l'erma, ma passa innanzi, e se ne va con
pensicr veloce dal segno al significa-
lo. (TC) , ,
f SIGNIFICATORE 7 crhal. muse.
Che, 0 Chi significa. Lai. signficator.
Gr. tST.^'/ilup. G. V. 12 8. 22. Fa
preso r ascenderne, che fu gradi 22 del
segno della Libra, segno mobile, e op-
posilo del segno d' Ariele , significatole
di Firenze, e in termine di Marti, e Marti
noslro significalnrc era nel detto segno.
Lil: Astrai. Se il significalore, che ine
levato, avesse la latezza del Zodiaco tra
li salimenli del grado, col qual passa per
lo cerchio simigliarne (in qiinli esempli e
termine astrolofico). * Prcs. Fior. pirl.
4. 10/. I. png. 265. Questo (esempio) lo
irascelgo ec.,' perchè più chiaro si com-
prenda I' autorità della zeugma , quanto
ella sia grande, e quanto ella arrivi a
permellcre , a chi compone, di solunlcn-
doro e iraslalar il propiio significalo di
un verbo solo, quando dee servir di
slegno e di significalore di pii"
"'/sIgNIFICATRICE Verbal. femm.
concet-
124.
Che si::nifiLa . Lai. signficatrxx.
Introduce una visione significalrice d co
che li seguie immanlaoenle. Cuicc Alor.
l6. '80. Neil» q"" P""'' *■ ^■.""'""-
zioni. significalrici di somma Mp.euM e
bcntà. ce.
I
iiyS
s 1 ti
t SlGSlflCK'/AOy E. Quello afte signi-
JìCa una cosa j Sf^nificanza. Lat. si^ni/ì-
catto. Gr. BTi5>)a«it'«. Labm 112. Lui ec.
giovane , igaado, eoa ali , e eoa occhi
veliiti, e arciere , auu sanzj grjDdiisima
oigiune , e significaziuoe de' &uoi effetti ,
lutto *1 «il vi dimostrano. Ufor, S. Greg.
Questo tJuto Lreveaaeate ^bbìjmo trascorso
nella signifirazioDe del nostro capo; ora-
mai ad edificazione dc;l corpo suo repti-
cLiaiiio questo. E altrove : Per U signifi-
cazione delle cose figuralmente dette riz*
cercmo V edificio della fede. Seal, Clamtr,
433. S' egli è culi , novella contrarietà è
questa, e significazione non usata 'f Circ.
Geli. IO* 256> Noi non intendiamo I.1
Toce solamente corno suono , u come si-
gnificativa di qualche passione comune ,
come sarebboiio letizia , dolore ec , ma
intendiamo ancora la significazion di quel-
le , mediante le parule determinate da
noi, a significare i concetti. (C)
* §. I. Per Notìzia, y osella. Bui. 6\.
E di presente prendono culomhe ec. che
poitano signifn azione al re, come nel suo
porto era capitata uoj nave. (Cj
* §. II. Per Dimostrazione. GalU.
3a. Sono adunque le cerimonie, ec. una
vana significazioii d* onore, e di riverenza
verso colui, a cui osi le fanao, posta ne'
scmbianli, e nelle paroli-, d* intorno a
titolo, e alle proferte. fC)
« SIGNOR ANZA. K A, Vedi. SE-
GNORA.NZA, (B)
SIGNORAGGIO, e SEGNORAGGIO.
V. A, Dominio , Signjrìj. Lat, dumi-
niunt. Gr. oi^TOtei'a. G. V* 8 .Oo 3.
E quelli signoraggi tra loro partirò, e di-
sabitaro, e disliussero gli aniì< hi fii de'
Franceschi, che que* signoraggi teneano.
te lt> 142. 1- Questi era per lo suo si-
gnoraggio il maggior baione di Francia.
Dicer. div. Lo servaggio i; signoria , e lo
iignoraggio è survitude. li'm. 'titt. Dant.
Maian. 78. Che fora son del suo mal
fcegnoraggio.
•f * SIGNOIIAZZACCIO. Accretcit.
di Signorazzo. Bellin. Bucch. \2.'\ Quel
eh* egli spellile ce. , quella è la stura.
Lo sciupitiio , lo scialo, lo sfarzaccio Da
qualsivoglia gran signorazzaccio. (A)
* SIGNORAZZO. S-gnor grande. Si-
gnore d' alto njfure. Bi-lUn. Disc. l. 2\H.
Ver significare ad aìtrui che qualche gran
signorazzo fosìo vestito d* un abito tutto
ricamo ricctiivìiiiio d' oro e di gemme. (F)
t SIGNORE, e SEGNORE. Che fm
signoria, dominio, e podestà sopra gli al-
tri, Lat. dominus. Gr. Jtirro'r»!». Giam-
hon. Mis. Uom. 88. Quegli è legittimo
signore, che pregato sì parte , invitalo si
fugge, e solo ^li rimao di poter diro : non
potelti far altro. Bocc. nov. 7. 3. Mescer
Cane della Scala ec. fu uno de' più nota-
bili, e de* più uiagoifici signori che ce. si
Mpessc in Italia.- P^tr. son. 227 Carità
di signore, amor di donna Son lo catene,
ove con molti affanni Legato son. Frane.
Sacch. nov. 65, Signore, e vino di fiasco
la manina è buono, e la sera è guasto.
§. I. Per Pa.lrone. Lai. d-jtninut. Zie-
ras. Gr. ^eirrOTTi;. xu/>io;. Di'it. Par.
a^. Come *\ signor , eh' ascolta quel che
piace, Da indi abbraccia il s<-rvo gratu-
lando, /tee. nov- \^. l3. Adunque ec.
ur& egli buon p<*r noi , poiché «Uro si-
gnor non ha. 'fi F. e* 5. n. 2. Trovò per
ventura alquanto separata dall' altre navi
una navicella di pescatori, la qu^le. pcr-
ducchì* pure allora smontati 11' erano i
signori di quella, d' albero e di vela e di
remi la trovò fornita, (l'j
f §. II. Per Tìtolo di maggioranza , e
dt riverenza. Lat. dominus . Gr. auàc'v
TiO«. Boccnji'. Si. 6. Signori, egli è buo-
no che noi assaggiamo del vino di quctlo
S 1 G
valente uomo. E nov. 60. 16. Signori e
donne, voi dovete saperu che ec. /C nov.
79. 38. Egli fa freddo, e voi, signori me>
dici, re ne guardale mollo. E nov, 84-
II. E a* villani rivolto disse: Vedete, si-
gnori, come egli m'aveva lasciato oelt'
albergo in arnete. Fit. S. Margh, \\z.
Segnori, per dio ogni uomo m'intenda.
Guid. G. O signore Achille , s<? io mi
stadio nella tua morte , ec. Ot'id. Pi*t,
45. Cotale femmina , e coti pericolosa
d'inna hai (u messa, bel mìo signore, nella
tuj camera 1 Lelt. TalU a Quintit. 177.
l'erdonatc a costui, signori giudici , per-
cb'egli ha errato.
g. III. Si'^nore, d-'lto aitoluVimente, e
per eccellenza s' intente d* Iddio, e piU
paiiicolarmi'/tti' di Ge^ù Cristo, Lat. D>fus
optimui maximiti, Dominus. Dant, Par.
2{. A cui nostro Signor lasciò le chiavi.
Coli. Ah. lioac, cap. 17. Il nostro Si-
gnore, quando comtncióe a pugnare col
Diavolo, sì lo sconfisse in luogo dis'-rlo
secchissimo. Fit. S. Matgh, i5i. Non
possono aver ragione Nella Vergine del
Segnore.
'r §. IV. Quando significa Dio, o Cri-
sto, spesso dicesi Nostro Signore , senza
l* articolo. Nov. ant. Si- 7. E sì dee
essere lo cavaliere aitinente, e digiunare
il venerdi, in rimembranza di nostro Si-
gnore. Dant. Jiif, ig Deh or mi di'
quanto tesoro \ollc Nostro Signore io pri-
ma da San Pietro, Che ponesse le chiavi
in sua balia ? (F)
^ §. V. Signore, prr Cristo sacramen-
tato, Sacramento , Comunione. Fit. S-
Frane. 25l- E levandosi il S'i^aore ( alla
Messa) Ella aperse gli ocfbi, e cbiara-
in-nte il vide. ( F) Ces. Nov. 278. Il po-
polo trasse alla chiesa per accompagnare
il Signore ali* infermo. E 279. Riposto il
signore nel tabernacolo. (C)
f §. VI. Esiire, 0 .Vw/i essere signore
dt poter fare alcuna cos<i , vale Jverr, o
Non aver liberi,) , 0 p'-issauza di f.tr.'a,
Cron. Morelt. 346- Qn<sle cose intravcr-
sandumì pel capo, mi fece dare mille volte
per lo Ietto, e da quelli pensieri, come da
Vani e cattivi, volendomi partire, non era
signore di potere. *fi G. F, 8. 55. I
Fiamminghi ec riocbiusono i Franceschi
per modo, che un vile villano era signore
di segare la gola a più geolìli uomi-
ni. (CP)
SIGN0RE<;GEV0LE . A'td. che J.t
del sii;nore altrui, 0 del soprasUinte. Lai.
imperiosus. Gr. TUpavviXo';. Sen. P'it.
Id'tio nou e signor«>ggev(de, né sopercLte*
vole, ne schifo, ne invidioso, /V/r. Uom.
ili. Quanto ella fosse signore^'gcvule con*
tra i cittadini e i compagni, non iota,
mente il mostrava qirlla crudeltà . ce.
•'- / I*. SS. Pad. 2. l55. Quando il pre-
lato è troppo signoreggevole, e con alda-
cia e autorità comanda a* suoi s'idilìli ec.
Iddio ec. non dà giazia a* sudditi d*ub>
bidirlo. (Ci
t SIGNOREGCIAMENTO. // sigfio-
.ret^^iare. Lai. d^niin-ttio , iniperinnt. Gr.
nippli. Cr. 6. I. ()- Il calore si soltiglia
per signoreggiaiiiento del secco. Ott. Ccm.
Par. 21. 4''7- Tempcrania è signoreggia*
mento di ragione conira libidine , f gli
altri importimi mo\ìmeiili.
SIG>OHEGGIANTE. Che sifinotegH'a.
Lai. dominans. Gr. xu^Kuwv. Filoc. 7.
424' Sono di Spagna , e figlionlo unico
del re Fi-lice, sign>>rrggiaiile quella, /.ah,
320. Argoilli'lllaudti , chi* se quello h a
b'i sofffrto. che non tarel>br solferlo ali.!
serva, chiaramenlo può conoscere se don-
na è sìgnorrg|(ianlr. Hfaeitnizs. |. 57.
Ma per tutte l'altre parli atsolulamente
più prcca l' Uomo per la signoreggiatile
ragione E i. }\ Non è pero «ano cre-
dere, essere per alcuna dispenusìone per-
mejso, che non signorrggianie l* arte ma-
gica, ma per occulta ditpeasavione , la
quale era occulta a SaulU e alla fitlODccsa,
si mostrasse loro lo spirito del giusto no*
mo agli occhi del Re. Frane Sicch. rim
ì5. Il tuo poder, che fu già io acqua
salsa, Perdesti per voler signoreggiaste
l'Jssere al soprastante. ^ Tass. Les. Son.
Cii. 179 Ariitotele ec. e' insegoa, che
dalie parole sigooreggiaoli la cosa , cioè
dalle proprie, nasce t* umiltà dell' oraiio-
oe. fCi
SIGNOREGGIARE . Aver ttgnoria.
Domini' e Lat. d^minari, Gr. xuptcuit*.
Lah. i6i. Tu se* uomo ec. cato a signo-
reggiare , e non ad esser signoreggialo .
/■> Zac. Cess Chi vuole esicre amato,
signoreggi culla mano inferma. Tralt,
f;ov. fum. Multi sono reputali spirituali ,
ne' quali signoreggio la gola , e l* anima
serve e jtenla. Frane. Sacch. Op- div.
l33. E 'l suo nome fu Maria, e M «o-
pranname Maddalena , per uno castello ,
eh' ella signoreggiava, cbianuio Magdalo.
P.-tr. son. 237. lodi mi signoreggia, indi
mi sforza. Dant. Par. 9. Tal signoreggia
e va colla testa alla. Che già per lai,
carpir si fa la ragna. Albert, cap, 56.
Meglio è r uomo >off.'rente, che V uomo
furie; e che >ig"oreggia ali* aoimo tuo ,
del vincitor di citudc.
3 § I per meta/. Tes. Br. 2. 32-
L*una e verde o rossa, T altra bianca u
nera, secando il colore digli elementi o
degli umori che signoreggiano nella cosa.
i.*! §. II. Sigaoreggii'C, litcesi anche di
Ciò che tra altre cose vi fa maggior
comparsi, che v' è in maggior quantità,
« C /*. I. 7. 3. Per le HcUe che signo-
reggiano sopra quello luogo». (C)
* §. Ili Sit^nore^giare, dicesi anche
per Essere a cavaliere, S<^prastare. mBocc.
g. 3. p. 3. Sopra una loggia , che la
corte tutta signoreggiava » . (C) Tas%
Ger. i5. 54. Siede sul lago, e signoreg-
gia intorno I monti e i mari il tei pala-
gio adorno (B)
f §. IV. Sigioregaiare , vate amebe
Ftncere, Superare Lai. liiCere, praestare.
Gr. *pXTiìv. Tav. Bit. Brunoro era di
maggiore statura di Tristano, e a cavallo
lo signorepsiava assai dell' altctaa.
SIGNOKEOGIATO. ./</' da Sicno-
rrgi:iare. Cr. S. Gir. li Se una ella
signoreggiala da' sur>i cìtladini foue lolu
per mala guardia, per questa loia polreh-
bono perdere tulle 1' alire.
t SIGNOREGGIATORE. 7VrA*/. fh«-
sc. Che, o Chi stzn-'re'^gia. Dominatore.
Lai. dominator, do-niius. Gr. xu^tlJuv,
xìJziQi. Ovitl. Piit. i)<). Macareo, figliuolo
del re Eolo , signoreggiaiore de* venti ,
amò per amore Canare Veset, Al Prìn-
cipe signoreggiator dell'umana generaiiti-
Dc, e di tulle le genti do* barbari. A'nm.
Ant. Ao. .^. 4- Vi-raniente signorrggiatorc
e della terra chi la carne sua regge con
leggi dì disciplina Mar. S. Grrg, Ma m,
signoreggìalor di virtù, giudichi con tran-
quillila.
SIGNGRELLO. Plm. d, Siga-^rei St-
i:nore di l'icio'o siate. Lai. rtgubtt. Gr.
^xii)t9X9<. Frnnc. Sacch. rmr .^'i. Cosi
Ck>n grande affanno Tu hai domato ligno-
retli e CI olì , Ch'a guastar tuo' terre n
«empr* er.tn pronti E no*- |8j. Fo
adunque uno signorello delta Marra ec. ,
il quale non postrndo resistere agli as-
salti di mr«ver Ridolfo, ec.
SIONORESCO. Add. Signorde. Di ti-
gnare. Lai. tpfendtdus, itlustrts Gr. J^aat-
Mj»a*; - Frane. Sacch. rim. 53. E "Nic-
rola Arciaiuoli, e si Loreoto Militi, de-
gni in stato signoresco.
SlGNORtSSA. y A. Signora. Lai.
S I G
domata. Gr. xUjCt'a, E.<p Solm. Il lor
kisogao aspetuiio da) lui' sigoorc , dalle
Inro sigoùresio, e da simiìi. Petr. Ucm.
tlL Onde 1j Chiusa Romauj lu ^>roDun-
ftiata sigDorrssj r niadrr di tultc le
Cbieie.
f SIGNORETTO. Dtm, di S'cnotc.
Lit. rfguius. Gr ^cx.atXitxoi- Bui. Ai/^.
6. 3. DivtDiaroao »crvi si de' vitii, e »i
de' tiraDDÌ, e de' signorctli , rhe tuuiì ae
SODO ora, ed erano al tempo dello autore
iu lUli». Beiw. CelL J'it. 2. 275. Sodo
ciTli sigmrefti liranDcIli, rbe faoiia a' lor
pul>oIi il |iej;<;io (lu; possono.
•j- SIGNOREVOLK . <■«/ nir ant, Sl-
r,>'UKiiV!LE Jdtt SigHort^evole Lai.
.■■ipcnosus, Gr. JwvawTsyTUto;- G. f.
3 a. 67. 2- Per T ardire e prusuniione dì
r^re ruotro la I<to sigii(>rr\ile fri^ndiigia.
Arrigh, 4" La jignurevolt- morie da ogni
parie, aeciorck'iu non fugg:*, serra lulte
le vìe, ^fil. M. Voi. (Quando Cinghi
Cane odio la gran villania, rhe *! Prrsto
Giovanni gli aTC\a mandato a dire, cnEò
si forte, che per poco, d.e non gli crepò
il cuore in corpo, porciocrhì: egli era uo-
mo mollo sìgnorcvole.
§. Ptr Genti/et Signoriìe. Lai. g&ie-
rosus, nobilis. Gr. ysvva'o;, iv/ìvuoi-
fi/cc. ^. 182. Se la vccchierja fosse tan-
ta, rbe *1 haston per trrxo piide mi l)i>
sognasse, mai dalla luj signortvole ccni>
pagnia. ni- dai (uoi piaceri tiii partirei.
Dant. firn. iq. Quflla che in me col suo
piacer ne aspira, D^ essa ritragge signore*
Tol arte
* SIGNOlìEVOLMENTE. Àvveth, In
modo tignorevole t Signori/mente. Binr.
■ ini. M. Pier, J'i!:n. png. 325. fZ-(/je
1731). Per la virtude della calamita. Co*
me lo ferro a traggcr non si %'tde, Ma si
Io lira sigDorcvolincnle, (B)
5 SIGNORI'A . Astratto di Signore ^
DeminiOt Podestà, Giurisdizione. Lai. do-
mintìtio, inifrium, dorniniiini. Gr. apyv)'.
JÌQCC. g. I.y. 3. La quale ce. salulafiin
come Reina, e alla sua signoria piacevol-
nienlc s' offersero. /:.' nov. 46. i6- La cui
poteoia fa oggi rbe la tua signoria non
sia cacciata d' Ischia. S. ytgost, C. D,
Ivi quelli che dovevano essrre soggiogati
a signoria de' nemici , erano oppressali .
Dant. Par. 8- Se mala signoria, rhe sem*
pre accuora Li popoli soggetti, non aves-
se Mosso Palermo a gridar: mora, mora.
^' tim. 44* Che dentro siede Amore, Lo
juale è in signoria della mia vira. Petr,
< n. 6. E poiché 'I fren per forza a sé
raccoglie, I' mi rimango in signoria di lui.
/,■ canz. 41 2. Or al tuo richiamar ve-
nir non dpgno. Che signoria non hai fuor
del Ino regno. Cavofc. Prutt, tinij. Mas-
simo e diabolico peccalo v amore di si-
gnoria. G. J'. -j. 1^4- 2. Aveavi i- si-
gnorie di sangue, la quale era una grande
• onfusìone. Tes. Br. 5. 17. Niuno esce
di sua magione, infino a tanlo rhe il 5i-
pnore (delle api) non è fuori, e piglia
la sigQuria del volare dove gli piace.
§. I. Si-:noria , per Governo. Lat. re-
. imrn, impenum. Gr, KW^Sivyirt;, £~i7-
aaia. Fronc Sacch. Op. di'%-. 6(j Franco
] rr li rettori che vanno in signoria. Frane.
Ihirb 2<)8. 8. Vai tu io signoria ? Mena
lai compagriia Di savii e di compagni ,
ilie tu poi non len lagni. Cronicfiett,
' Antar. 80. Mario prese !a signoria di
i'uma. e :ulti gli amici di Siila uccidea.
* §. II. Per Potere, Facoltà. .. Coli.
■'"■?• P^à Ma egli i* ia signor).-! del mu-
gnaio quello eh' e' vudle rhe si maci-
ni « . (C)
%. III. Signoria, prr /■' Supremo ma-
■r.slrato d* afcvnn B'pul)hlic<i. Bocc. nov.
'*o 16 Io, temendo per me medesimo
'-^ >ign> ria , levatomi, noe lo lanciai ne-
S I G
' '.Op
ridere. E nov. Si. 12. Venire alle mani
dflla signoria, ed esser, come nuilioso ,
cotidennalo, C'ts. lett. ip. Avendo lodato
ec. il nuhil modo che V. S. Illuslri&s.
e Kcverendiss. aveva leoulo uè* suoi ra-
gionamenti con rilluétrì-«s Signoria di
Venezia. K 3p. Nella causa di monsig.
lusliniano, noi nun possiamo fare che t*
iDuslriss. Signoria scriva allo Ambascia-
tore, sens-t divulgare ee.
§. IV. Sr^noria si usa, parlando, o
scrivendo a uomo di granfie affare , pvr
Titolo di maggioranza. Cnitt. Itti. 26
Vostra Signoria buona in sua Cdelitii pir-
magiia sempre Uri*. Gli addomandù quel-
lo che la sua alta ed eccelsa Signoria da
lei ricercasse. Cas. lett. 16. Come V. M
Cristianiss. potrà cedere per lellerc di lor
Siginone .
* g. V. Per Maestà . Vit. S. Cio.
Balt, 224* VidoDO san Giovanni d* uno
aspetto vrrludioso , e di tanta signoria e
divozione, che s' abbassò un poco la loro
ripulaiiza. (Min)
g. VI. Amor, né signoria non vogìion
compagnia j praerlt che la.'e: che Nel
comando, o nell'amore di/Jìcilmentf si sof-
fre r avir compagni- Lat- amor et potè-
stas impatii-ns est ccnsortis.
§. VII. i\'è di tempo, ne di signorìa ncn
ti dar malinconiajpur piaerb significante,
che Delle mutazioni delle stagioni , e, de-
g'i emergenti di Stato non si dee prender
passione .
SIGNORILE. Add. Da signore. Che
ha del signoret dil grande. Lat. genero-
sus, illiistris, imperiosiis. Gr. •/fjvy.to^,
Xy.y.~po\ y C-Jva3TsU7tX35. I\tr. cnp. 1.
Quel che 'n si signorile, e si superba Vi-
sta vien prima, è Cesar. G. ì'. 6. 77.
3. Da queste due pompe del carroccio, e
dt-lla campana si reggea la signorile su-
perbia del popolo vecchio de' nostri .nn-
lirhi oeirosli. F. ". 91. 2- Con leggiiidra
e signorile risposta fecero loro scusa . F
8< 6 3. Multo fu magnanimo e signorile,
e velie molto onore.
•f * signorilità'. Qualità di ciò
che è signorile ■ Pel'ìn Bucch. 8g. Pof-
fare il mondo! Apolline a pennello! Che
sigonrilità , che Irgj^iadna 1 /-.' 220> La
pronunzia con una gravità Di signorilità,
E con un sopracciglio ec. (A)
SIGNORILMENTE. Avverh. In guisa
signrrile. Lat. splendidi'. Gr. )a/iTr^w;,
^cn'sty.ty.Ò^^. Lib. Viagg I quali signoril-
menle rilucono la notte. Beni. Ori. 1,
19. 29. La qual signorilmrnt'' gli ha o-
norati. Che ben gli conosceva tutti quanti
* S1GN0RI^0. Vtm. di Sisnorc j e
si dice per vezzo , 0 per poca età . P.ed,
Cons. 1. :()8 Nel medicare questa signo-
rina mi st-rviri^i ec. di tulli tulli medica-
menti piacevoli, tanto evacuativi, quanto
preparalìvi. E 200. Mi asterrei da" sali di
acciaio ec, perchì* ec. mescolati con gli
acidi del corpo di questa signorina, po-
trebbero fare grandi bollori e scooccr-
li- (')
SIGNORIO. 0. A. Signorìa. Lai. do-
niinatio , dominium» Gr. ^i5~0Ts<*a, /u-
pto-ZT,^. Fr. Inc. T. I. 16. ;to. Oh mi-
rabil cdio mio! D'ogni peoa bai signorio.
Bim. ant. F. B. AUor eh* io posso aver
il signorio.
•f ^: SIGNORIZZARE. T. A. Signo.
reg-^inre. C'^vnlc, T^sp. Siir.b. I. 189 Vo-
lendo signorizzare lo mondo, e giudicar le
genti. (ì )
5 SIGNORMO. V. A. Signor mio. Lai.
Dominus nteiis. Gr. xvpio^ fiox). ^ Fav.
Escp, T- Bice, 70- E Se tu volessi fare
quello che fo' io, Signormo li farebbe co-
me f» a me (C)
SIGNOROTTO. Signore di picrol do-
rrinto. Lat. reeulus. Gr. Sa5i)i'7xo?. Tac,
Dav. yit. Agric. ^g^. Agricola , raccel-
uto un di que' signorotti 5(-aci:i.ìlo di rasa
sua. Io tratteneva soUo ombra d'jmicìzia,
aspettdodo qu.iltbe necasìone. Port^h. Ftr.
lif'' 3a3. In Toscana trovarsi in quella
l<^Ba Pisa e Arezzo, e alcuni altri signo-
rotti e baroiicelH d* attorno.
•f SlGNOr.SO. /'. A. Suo Signore,
Lat. stius dminus . Gr. xj^io; «utoÙ .
Vant. Inf. 29 E nou vidi giammai iDe-
nare stregghia A ragazzo aspettato da si-
gncrso . Beinh. pros. 2. 97. In questa
guisa signorso, e signortó in luogo dì si'
gncr suo, e signor tuo. Dai'. Mon ut.
Lo mal moDcliere dice a signorso: da che
la moneta tua corre leggiera un grano,
meglio e guadagnarloti tu , anii eh* altri
la tosi
•f SIGKORTO- Tuo signore. Lat. tnus
dominus. Gt, viJptOi 50U. Bocc. ncv. àS.
7. Ma tu perchè non vai per signorio?
Bimb, pros. 2. p7 la questa guisa si-
gnorso, e .tignorto in luogo dì signor suo,
e signor tuo .
•t * SIGNOZZARK. Meno usato che
Sifighiozz.ire. Min. Malm. pag. i3o. ÌÌ- *^
gnczznic, o singozzare , o singhiozzare ,
e un moto del sello transverso, o media-
stino , cagionato da soverchia votezza, o
ripienezza (A)
.*:' SILENOGRAPrA . Arte instrtitta
dall' OtHia, che dà le regole di contrar-
re, o dì enormemente ampliare le speda
drg'i oggetti trasmessi alfa potenza i'isì-
ta , in modo che dette potenze diversa-
mente si rappresentino da quel che ef-
fettivamente in se stesse sono. Baldin. Fcc.
D.s,(B)
SILENTE. Jdd. Che sVe. Lai. silens.
Gr. ctwTTTWv. Fr. lac, T. 6. 23. 27. Lo
'nlelletto sia silente, E silendo vien lu-
cente Per Io gran meravigliare. :'■ Salvia.
Georg, lib. 1. Ancor per li silenti luchi
udissi Chiaramente da tulli una gran vo-
ce. (F)
3 SILENZIO. Tnciiurnifà , Lo star
cheto. Il non parlare. Lai. sitentiuni. Gr.
ciyr, . Petr, canz. 22. .5. In silenzio pa-
role armrte e sagge . 7'it. SS. Pad. 1.
IO. Puosesi ivi presso , e con si]eDzio o-
rava .
* g. I. Silenzio, si usa anche ad ac-
cennare Cessazione di commercio di let-
tere tra persone, che erano solite a scri-
versi . " Cas. Lett. 44" Veggo per espe-
rienza quello di (he io era in ogni modo
sicuro, cioè clie il mio lungo silenzio con
V. S. Illustriss, e Reverendiss non ha
avuto forza di sminuire la sua affezione
verso di me " . fC)
* g. II. Signifita pure il Parlar sotto
voce. Cavale, E-^pos. Simb \. 2. Lo pri-
mo (siniholoj ec. si dice in silenzio dalli
religiosi , e non in voce . a Prima ed a
Compiela. (J )
^ g. Ili Mettere una cosa, 0 una per-
sona in silenzio, vale Non fame menzio-
ne. Chtaì r. rim. Taccio di Clizia , Tra-
passo Isifìie , Metto in silenzio Procrì di
Cefalo . (Br)
g. IV. Porre, o Imporre silenzio, vo-
gliono Far sì eh' altri non parli . Lai.
silentium impcnere , silentinm ìndicere .
Gr. yaT«ffi*/«C=tv. Bofc g 6 p. 6. La
Reina r aveva ben sei volte imposto si-
lenzio. Amei, 26 Quando le doone quasi
aiì una boce gli posero silen7Ìo . Dant.
Par, 5. Poser silenzio al mio rupido in-
gegno (qui per metnf,), Petr. son.^ 242.
Posto bai silenzio a' più soavi accenti Che
mai s'ufllro.
* %. V. Detto di Uggr. vate Abrogar^
la. Cassarla. Nnt. S. Gio. Ba(t . ig, E
poneasi sileoiio alla legge. (TC)
* g. VI. por silenzio alla guerra. V,
GUERRA. (C)
Ì200
S 1 L
S- VII. Far silenzio, vaìe Chetarsi,
Tacere , o Comandare che altri taccia .
Lai. silentium facere . indicere , impera-
re » siiere. Gr. xara^iyot^eiv. C. V. 8.
Q2. 6. E fallo sileniio, sì dts»e» che mai
quelle rene e peccati loro opposti ooa
erano siali veri . E IO- 70- l. Come fu
posto a sedere, fece fare lileoiio Cecch.
Dot, prol. E allo arrivo solo D' uno far
così subito silenzio?
§. Vili, passare sotto silenzio alcuna
cosa , vale Non fame alcuna menzione .
Lai. silentio invoti-ere. Gr. oiurz^ tzol^Ì-
pX«9^«* • ^^' ^'' "^^ 7^- ^'* *'^" ' P*""
meoo male, passati furooo sotto sileo-
sic.
* § IX. Rompere il silenzio, vale Co-
minciare a parlare. Tasr. Ger. lO. 69.
Alfia del re BrilaoDO il chiaro &g1io Ruppe
il sìleotio e disse alzando il ciglio. (Pj
g. X. SilCfuio, per Intermissione, Posa.
Lai. quies, intermistio. Gr. avaTauji;,
0ia7et'|K;. G. /'. 7- l3V ^- P"r dare al-
quanto sileorio alla guerra , oad* erano
aggravati.
§. XI. Silenzio, per QuieU, o Luogo
tacito, o solitario. Petr. son. i\3. Raro
uo silenzio, un solitario orrore D'ombrosa
selva mai laoto mi piacque.
Si: SILENZIOSO. j^dJ- Voce dell' uso.
Taciturno. Che pirla poco, (A)
•f SILEOS. Stlermontnno . Spezie d*
erba , il cui seme *' adopera nelle medi-
cine, ed ha vtriù diuretica , dissolutiva ,
confumttiva, e attraltita. Lai- seseli, si-
Urmontanitm . Gr. sJflsXc . Cr. 6. 108.
I. Il silermoDlano, o *I sileos, è caldo e
secco in secondo grado, e '1 suo seme si
può per ire anni serbare, e mpltersi quel-
lo nelle medicine, ed ha virlii diuretica,
dissolutiva, consumaltva, e attrattiva.
•f SILERE. r. L> T.^ccre. Star che-
to. Lat. siiere . Gr. ii'/àv , Dani. Par,
32. Or dubbi tu, e dubitando sili; Ma
io ti solverò forte legame . Fr. Jac. T.
6. 23. 27. Lo •ntellelto sia sitenle, E si-
leado »ien lucente Per lo gran maravi-
gliare, ffoez. ì'arch. 3. rim. 1 2. Cerber,
che par che 'ngombre L' entrata con tre
gole , Preso dal nuovo caulo , stupe e
sile .
SILERMONTANO. Lo stesso che Si-
ìeos. Lat. seseli , sHermontnnum . Cr. 6.
103. I. n silermonlano, o '1 sileos, è caldo
e secco in secondo grado, e '1 suo seme
si può per tre anni serbare, e metterai
quello uellc medicine, ed ha vìrlù diure-
tica, dissolutiva, consumaliva, e attrattiva.
31. Jidobr, P. N- 207 Prendete seme
Òi fiaocchio libbre due, silcrmontaoo lib-
bre una.
•f SILFIO. Pianta fare ttiera, che na-
sce in Media, o in Scrìa, dal sugo della
quale, secondo alcuni, st cava Cassa fe-
tida. Lai. silphium. Rtcelt. Fior. |8. L*
assa fetida si pensa cbe sia una lagrima,
o sugo di una pianta forestiera; e. secon-
do alcuni, e il sugo del silfio, che nasce
in Media, o io Suria.
SILIGLNE . Sorta di forano pontile .
Lai. IritiCum siligmeum. Gr. 5C/jii'oa/(? .
Tes. Pov, P. S. cap 18. Fa' polvere di
farina di sillgine, ed ìnghiollila con acelo
di cocitura di rula. F cap. 3o. Fa* polli-
glia di farina di siligine , ed impiastrala
in sulla verf;a.
* SILIMATO. Solimato. Renv Celi.
Vit. 2* 56j Io mi risolti che ej^'ino m'
avessino dato in uno scodellino di salsa
ec. una presa di silìmalo . F appresso :
lo conobbi per certiuimo che ec. mi •-
vevano dato quel poco del silimato . (C)
E Oref. lo6. Prendasi n>eii' oncia di si-
limato, un'oncia di velritiolo cr. (ì'}
SILIO . Arboscello noto , detto anche
Fusa^gine, di! cui Ifgno si fon le /usa.
S I L
ed altri lavorii al to'-nio. Lai. evonymui.
Gr. «j'wvuuo;. Pallai, cap. 37 Se vuo-
gli scacciare i serpenti ec, togli ec. barbe
di silio.
§. Silio, è anche Sìria d* erba medi-
cinale, del seme della quale si fa la ma-
cillapginej ed è anche detto Ptillo, Pstlio
e Pultcaria; e si prende anche per lo se-
me della medesima erba. Lat. psylium .
Gr. 4-v/iiov. M. Aldobr. P. !V' 49. Si
faccia cuocere io acqua gomma arabica ,
e gomma adragaole, e silio.
SILIQUA. Guscio nel quale nascono ,
e crescono 1 granelU de' legumi. Baccello,
Lat. siliqua. Gr. xcpartov.
§. I. Per simtltt. Cr. 5- 2l. 7. Mira-
bil cosa di qneslo frullo (dulìa palma) ve-
demo in ciò , che io una siliqua , ovver
gutcio, produce i suo' frulli e ramicelli, ne'
quali i suoi rrnlti sono.
* §. II Siliqua, e anche Sorta d'ar-
bore , detto altrimenti Carrubo^ o Guai-
nella , che fa il fruito simile a' baccelli
delle fave. Pallai, Tf^Ar. 32. Le silique,
cio^ carrube , si seminano in seme e io
piaote del mese di Febbraio . E nov. 7.
Pognamo piante di melocotogoo , e di
melograno , e di cedro , nespolo , fico ,
sorbo, silique, e piante d'agresto ciriegio
da poi innestare. (V)
3^ § HI. Siliqua, per Sorta di moneta
antica, ì'it SS. Pad. 212. Ogni giorno
faceva djre al maschio uoa certa moneta
che si chiamava siliqua , e alla femmina
due. (•)
t SILLABA. Aggregalo di /nù lettere,
che si pronunzino in una sola emission
di voce, e dove j' includa sempre di ne-
censita una vocale j ed anche C/na sola vo-
cale senza compagnia di consonante. Lai.
syllabn. Gr. 9Vy}nL^ri. Ott Coni, Inf. 28.
47^. Tanta era la diversità delle piaghe e
h modi delli impiagati, cbe non in versi ,
dove il dicitore e costretto a dire Ìo cer-
to numero di sillabe , e a venire a cerla
rima, per consonare nella sua opera, ma
chi le volesse trattare io parole sciolte
ec. , non potrebbe ritrarre a pieno. Tes,
Br 8. IO. Chi vuol bene rimare , dee
ordinare le sillabe in lai modo , cb' e'
Tersi sieno accordevoli io numero, e che
r uno non abbia più che 1' altro . Red,
Annoi. Dilir. 4. I nostri scrittori antichi
aggìugocvano la lettera Si alla prima sil-
laba di rosi fatti nomi.
•f * SILLABARE . Proferir pa-
role , Pronunziare j e più propriamen-
te Fare compitando que.'la posa e quello
staccnmento delle sillabe , fhe si con-
viene, Chiabr- Serm. pari, 2. ^ <»;. ^iS.
(Geremia 173© ). Puossi egli perdonar?
perdere il tempo In silldhar parole . in
tesser versiT E cosi dunque vii l'umana
vita, Cb* ella si debba cousumare io cian-
ce T (A)
•f « SILLABICO. Add. Appartenente
a sillaba. U-ien, Sts. 1. iq. Qui si noti
di sopra più la sislole in steterunt, e lo sca-
prtiamento sìWabiro in sermonem , e tutto
per servire ec. (A) *
SILLABITATO. F. A. Add Che ha
sillabe . Com. Inf. io. Ammdue parla-
rono io rime , canzoni , e altre spezie di
dire, con misura di [>iedi e di tempi sii-
Lbilati .
•f « SILLEPSI . r. C. Figura del
parlare , per cui le parti dell* oraiione
discordano /' una dall' altra , Lat tytle
psti , Gr. 9vnTi<|(;. Fros. Fior. 6 26.
Vulrvano quelli ioferire quelle tramula*
zioni o Ironcamenti ec. di coi riipooden-
ze stravolte, prub-pii , sillrpsì , sintesi,
re {•)
SILLOGISMO, e SILOGISMO . Pi-
scorso, nel quale, in virtù d' alcune cose
poitt e specificati ordinatamente , ne st-
S I L
guita qualcun* altra. J'. ARGOMENTO,
nel primo sis-nific. Lat. sytl'gismus , ra-
tiocinatio , Gr. v'Ayoytìfiói . Petr, cap.
10 Porfirio, che d'acuti sillogismi Empiè
la dialettica faretra. Ifant. Par. li. Quan-
to soD difeitivi sillogismi Quei cbe ti fanno
io basso batter l'alit E z^ E litlogisno,
che la mi ha coochiusa Acat^meole. Bui,
par. 11. I. Sillogismo e argomento che
fa fede della cosa dubbiosa . Arrìgh. 61.
La prima alimenta i faocialli , la seconda
co' silogismi ce. edifica . Aforg. 28- ^S.
Vostri argumenli, e' vostri silogumi, Taoii
raa^'slri , tanti baccalari Non faranno eoo
loica o sofismi, Cb* al fin sìeo dvlci ì miei
lopioi amari . Galat 68 Meglio appren-
diamo le cose singolari e gli esempii, cbe
le singolari e 1 sillogismi; la qual parola
dee voler dire io più aperto volgare le
ragioni .
« SILLOGISTICAMENTE, e SILO-
CISTICAMENTE. Avverh. In modo sil-
logittico. Segner. Reti. Aritt, gg. Giova
bene in questo caso , per parlar silogisli-
camente , dire ì principii di molli silogi-
smi. (FPJ
f SILLOGISTICO, e SILOGISTICO-
Add Di sillogismo. Appartenente a sil-
logismo. Lai. sylloeiiiicus. Gr. ovXioyi-
3T(Xo';. Gal. Si\t 26. E stalo il primo,
unico ed ammirabile esplicator della for-
ma sib'gislica . # Salvin. Disc. 2. 489-
La forma dialettica amica era nelle do-
mande e risposte, che è forma mollo più
coperta , e più stretta e più forte della
sillogistica peripatetica. (')
SILLOGIZZARE, e SILOGIZZARE .
Far sillogumi. Lai. sylli>fjtmos con/ice-
re, ratiocinari . Gr. cvì-'j oyi'^tit . Dani.
Par. 10- Che leggendo nel vico degli
strami. Sillogizzò invidiosi veri. E 2^» E
da questa credenza ei conviene Sillogis-
zar, senza avere altra vitU. E Cotv. 178.
Sooo molti di si lirve fantasia che in tutte
le loro ragioni trasvaono; e, anzi che si-
logiiiino , hanno chiuso. B<iCC, nov. 70.
12. Le quali cose se ec. avesse sapute,
non gli sarebbe stalo bisogno d* andare
sillogizzando.
* SILLOGIZZATO . Add. da Siilo-
giz:are. Sper. Orai, 81- Fede e una con-
clusione sillogizzala evidentemente nelle
accademie del Salvatore ; ma ce. (B)
•t SILOBALSIMO, « SILOBALSA-
MO . // legno, 0 piuttosto i piccoli Rami
della pianti ilei balsamo , 1 quali hanno
odore, e sapore arcmatiic, come il Cor-
pobalianio- Alcuni hanno scritto Ziiobal-
samo- Lat. xy'obalsamum. Gr. ^m\o^X-
o%uQt. Cr. 4- 40 5- Altri in verità così
i vini condisrooo: logtì cardamomo, ghiag*
fiuolo. illirica, cassia, spigaoardi, melli-
olo , silobaUimo , ec. Ricttt. Fior. 128.
Balsamo legno, che è il silobaUamo f a/*
Cune fdiz. hanno zilobalsamo ).
SILOCCO. /'. A. Scihcco Lat. So-
tus. Gr vOTOi. G, /'. 9. 258. I.E la detu
forre 1) volge il muro verso il segno di
Silocco assai bistorto, e male ordioato, e
con più gomiti.
SILOÈ. S<.^rta di Iremo odorifero. Lai.
rylaloes, mcallochum offìcinarum. U. Al-
dobr. P. A*. 101 Cose calde per osare a
coloro cbe hanno il cuor freddo . si h
iriiovario. moicado, ambra, sria, zaffera-
no, garofani, ttlor , cardamone.
SILOGISMO. /'. SILLOGISMO.
«SILOGISTICAMENTE. ;'. SILLO-
GISTICAMI^^TE (C)
t SILOGISTICO. r. SILLOGISTI-
CO.
SILOGIZZARE. r. SILLOGIZZARE.
<( SILOPO. Lo slesso che Saloppe. e
Sciroppo. Ar. Fur. 31 Sq Dn medico
trovò d' inganni pieno, Sufiictenle ed allo
■ sìmil uopo, Cbe sapca meglio uccider
^
S 1 M
1201
di veneno. Che risanar gì' infermi di si-
lopo. (ysj
•f SILVANO. * SELVANO. yidJ, Di
sciita. Rustico. Lat. siUnticus, sìhester.
Gr. ùXóm ■ PtUim. 5. 27. Qui vu* ,
lettor. »' avvidi che*! pcont'l linjjhi, Pt-r
disegnar questo luugn silvjoo, Che supra
il DÌlu un' isoli dìpinghi , ec. .yforg y.
l4- SnbilaiiicQle quel \coa silvano Da lor
fn dispartito /:' 14 72. Ogni fera dime-
stica tf silvana . * 7'esriit. 8. 5. Ciascun
uccello di volar ristette , E svennon tutti
gli anima' sdvani. /"fl; i'fl/**/!. /ùneid lib.
7. Cecolo , cui ogni eli re crtdette Di
Volcan nato tra selvane pecore, (F)
§. I. I*€r meta/, vale Peregrino, Fo-
restiero, Lai. pcregrinus, advenu, hospes.
Gr. |«V3;. D'int. Purg. 32 Qui sarai tu
poco tempo silvano . E sarai meco santa
bue cive. Bui. ivi: Silvano, cioè abitatore
di questa selva.
§. 11. Silvani, chiamavansi gli Dei dei
boschi presso i GenttH . Lat. sjrivttnus .
Gr. fft/XSxvQì- Alani. Colt. i. 2. Il cor-
oulo paslor co* suoi Selvani, Co* suoi Sa-
tiri e Fjuni a lui contagili Vengan con
le zjmpogne a schiera a schiera.
SILVESTRE . e SILVESTRO . Jd.i.
Di set\'j , Salvalico . Lat. stUester . Gr,
ùlVit; . Djnt. In/. i3 Surge io vermuna
edin pianta silvestra. £'21 Nel cielo è vo-
luto Ch'i* mostri altrui questo c^mmin Sil-
vestro E Pu'S- 30- Ma tanto più maligno
e più Silvestro Si fa '1 terreo col mal se-
me , e non colto, Quanl' egli ha più di
buon vigor terreslro Peir. san, 260. Fe-
re silvestre, vjghi augelli e pesci. Che 1*
una e l'altra %erde riva affrena. E z6o-
Ottd'io aon fatto un auimal Silvestro, l'ir.
As io3. Quivi intendemmo che uo gen-
tiluomo di gran nomin.ioza per que* pae-
si, chiamalo Democratc, doveva t'jre una
C4CCÌ.I di molti e più silvestri animali .
TaiS. Ger 8. ^2. Silvestre cibo e duro
letto porse Quivi alle membra mie posa
e ristoro.
# SILVIO. Term. degli Stampatori,
Sorta di carattere minore del Testo. (A)
SILVOSO . AdJ. Sehoso . Lat. stivo-
ttij . Gr. Jio'ei; . ^ Ar. Fur. i^. yg
Conterà ancora in su Tombroso dosso Del
silvoso Appeanin tutte le piante . (DJ E
33. 100 Tra la marina e la silvosa scbieoa
Del fiero Aliante vide ogni contrada (FPj
Gal. Sisl. 93. Nei dorsi delle montagne le
parti sìlvose appariscono assai più losche
delle nude e sterili.
•f * SIMBOLEGGIAMENTO. Il sim-
holeggiare Belhn Bucch. l53. Giudica.
se per simboleggiameoto Prende queste
due raxzc di sonagli, D' aver cita dcU In-
die il reggimento. (A)
* SIMBOLEGGIANTE . Che simbj-
U'ggia . SaU'in. Prvs. Tose i. 281. De-
scrivendo egli gli sformali giganti, iraco-
tata schiatta simboleggianti gli atei ed
(onpii ec, prorompe ce. (")
SIMBOLEGGIARE. Simbolizzare, Lat.
designare , symòolit exprimere . Salvia,
Disc. 1. I4I. Come ben simboleggiarono
ne* lor riti nuziali i Itomani . E 3lt) Il
rolor celeste Ì: color regio, e come eh' e'
tira dal ciclo, simboleggia la fedeltà, e la
giustizia.
SIMBOLEGGIATO . A<hi. rfj Simbo-
/evitare. Lat, tjrmbolts itesignatus. Svgner.
M.tan. Aj;. i5. 3. Tanta fu la fragranza
eh' esalo al cielo, non il suo balsamo,
non il cvdro, oon il cipresso, non il cin-
namomo , non altra di quelle numerose
jiìante odi^rifore , nelle quali ella venne
kimbolcg^iata , nia^il puro nardo , o vo-
gliam dire lo spigo.
't * SIMBOLEITA' SimbolitÀj Pari
modo di e ^rivenire una cosa con /' altra,
MigaU pari i, leti. 28. Ma in Porto-
Foc-iboiano T. II.
gallo , dove per simboleiik di dima con
quello dov' ebbero la prima origine ( gli
aranci ) son moltiplicali, ec. E allroxe :
Per ragione di una certa simboleità che
ci par di raffiguiarc tra le doli del no-
stro spinto, e quelle che ec. (A)
i? SIMBOLICAMENTE . Avverb. In
maniera simbolica , Per i'ia di simboli .
Lat. symbolice. Gr. ou/iSaicxcSi- S.ilvin
Disc. 2, l3i. Altri più misteriosamente
dissero ec. voler dire simbolicamente Pe-
nelope, esser più credibili delle cose che
si dicono , le cose che sì veggiono in ef-
fetlo (•)
V SIMBOLICO. Ad.t. Attenente a sim-
boli , Allegorico . Lat. symbolicus . Gr.
(ju_aSjii/o;. Salvili. Disc. 2, 320. Autore,
come lo mustra il titolo, vanissimo e su-
ma di misteriosa e sim-
perstiziosissimo
balira erudizione ripieno . (*) E Annoi,
fltion. Fter. 3. 4« 4 lero^lifico ec. : lin-
guaggio sacro e arcano degli Egizii , che
in queste sculture simboliche spiegarono
i loro concetti . (B) Imperf. /'. Tth.
D. 4» T. 12. 242 Imperò si lasciò in
tendere Pitagora ne' suoi misteriosi e sim-
b<jlici discorsi che i mali vuluutari non
vengon mai per arbitrio della fortuna. (F)
;^ SIMBOLITA*. SimiUVuUne, Confor-
mità allegorica . S-iilvin. Pros. Tose. i.
36". Ecco come non so come s'accordano
a dare lo stesso titolo quegli alla farfalla,
qut^sli air anima , per la loro , per co>ì
dire , simbolica. (*)
SIMBOLIZZARE. Significare Con sim-
holi. Lat. desi;^n<trc, .lynibjlis ej'primere-
V Magai, Lett. Il mio (disegno) pero è
riuscito di quegli che non riescono, e che
simbolizzano co' sogni- (.-I)
SIMBOLO. Sust, Cosa, per mezzo della
quale se ne significa un' altra, v Segner.
Pred, Pai, Ap. 9. 9. Quanto egli ci può
dare di più sliniabile che è lo Spirilo del
Signore espressoci s>tto il simbolo d' ac-
quaviva . E Seti. Princ illu.i. 3. 2- U
simbolo non distrugge la verila : e pero
chi Vede una verità sotto alcuno di tali
simboli, la può amare anche iu se. (TCj
3. Simbolo , per la Regola del nostro
Cred-re, detti i'o/garmenle il Credo. Lat.
symholum. Gr. 5Ujuio3)..jv. Maestntzz. 2-
1^. Se alcuno colga erba meilirioale col
simbolo, ovvero col paternostro ce, non è
questo nserbalo . purecbè non si mescoli
alcuna superstiziosa osservanzia
i.": SIMBOLO. Jdd. Simbolico, ed an-
che Analogo. Magai. Leti- Ei 1' ha con-
cepita in un modo rosi simbolo alla natura
divina , che e. (A)
'A' SIMETRl'A. Lo stesso che Simme-
tria . Lat. symmetria . Gr. (jUjU._tJt!Tf l'a .
Red. Cons, I. 71. Ma Io manlengono
nel suo luono , e nella sua naturai sime-
ina e ordine di parli . Pros. Fior, 6-
2^9. Siino indizii infallibili della simetna
defla vita. Silvin Pros. Tose. l. 4^9
Non possa io già crearne un tutto, le cui
parti con quello e tra se con avvenenza
di simelria si rispondano. (*)
•| * SIMETRIATO. t SIMMETRIA-
TO. Add. Fatto con simeVii , Apparte-
nente a simctria. Uden. jV'iV. l5. 8- Ne*
primi tempi, in gente indisciplinata, come
può esser possibile questa impossibilità di
pr'iDunziar versi metodici, o simmetria-
li ? (A)
SIMIA . Scimia . Lat simia . Gr. Tit-
àyjxo;. Petr. Frati. Che bel guadagno è
quello d'una simia I
SniIANO. Sorta di susino. Dav. Colt,
iSl. I susini simìant nelle corti lungo i
muri a bacio fanno bene . ^ E i85. Il
susino generalmente ama luogo grasso ,
basso, fresco, umido, uggioso, partico-
larmrnte e fuor di modo il simiano, e il
porcino (B)
SIMIGLIANTE. Sast. Della medesima
sorta . Lai. idem . Gr. 0 «UTO4 . Bocc,
nOi\ IO. g Che so io, madonna, se nello
eleggere degli amanti Toi vi faceste il si-
miglianleT Dant. Purg. 2. V vidi una di
lor trarrost avante Per abbracciarmi con
sì grande aOelto, Che mosse me a far lu
simigliarne. :".: J'it. S, Margit, i55. E
Margherita fue sentenziata, Cb' a lei fosK
fallo il siinigUante (/ÌJ
SIMIGLIANTK, Add. Che simiglia.
Simile. Lat. sinults . Gr. opoio^, Dant.
Inf. 3o. Se più avvien che Fortuna t*
accoglia Duve sien genti io simigUant*
piato. F. Purg. 1, Lunga la barba, e di
pel bianco mista Portava, a* &u»i capegU
simiglianle. E Par. 7. Che l'ardor santo,
eh' ogni cosa raggia, Nella più simiglianta
è più verace. Bocc, nov. 4'|. 8. I giovani
son vaghi delle cose siniiglianti a loro. E
nov. 6o. 2[. Le quali son si simjglianti
1* una all' altra, che spesse volte mi vien
presa 1* una per V altra.
SIMIGLIANTE. Avverò. Simiglianle-
mente , Similmente . Lai. simililcr . Gr.
op-oiùii . G. J', 7. 21. 2. E simigtianLe
vi venne gente di tutte terre di Tuscana-
E 9- 17. 1. E simiglianle vi mandarono
i Sanesi e'Luccb«-si, e dimorarvi più me-
si. Sen, Declam. Più tempo stesti, che non
fosti con lui •) cosi simigliante tu può* sta-
re ora.
SIMIGLIANTEMENTE . A^'^erh. Si-
milmente, P irimcnte Lai. .iimililer, pa-
riler. Gr. Òao'.ùi;, Pass. 29. Simigliaa-
temente tulli ì Santi del vecchio e nuovo
Testamento ci ammaestrarono co' tatti u
colle parole della penitenza, come di cosa
eh* è necessaria alla salute umana. Bocc.
Introd. 55. Le quali ( chimere ) co' letti
ben fatti , e così di fiori piene come la
sala trovarono, e simigliantemenle le don-
ne le loro. G. l'. 12. 6t. i. E con quelli
di Legge simigliantemenle avea de'baroni
del paese Tes. Br. 2. 5o. Ed un* altra
figora mula simigliantemente. Cr. 5. 26.
3. La sua superficie ( della ghianda ) è
molto lazza , e simigliantemente le galle
de' detti arbori.
g. Per A similitudine . Pallad, Apr.
7. Quando sar'a nato siraiglianlemeote al
dito grosso di grandezza.
SIMIGLIANTISSIMO. Superi, di Si-
miglianle. Lat. simi/limus. Gr. o^oio'ta-
TO; . Bocc. nov, 29. 5. Partorì due fi-
gliuoli maschi , simiglìantissimi al padre
loro . ^ S'ìh-. Avveri, i. 2. 2. Si vide
parimente della latina lingua nella vita
di Cicerone memorie simiglianlissime, se
noi non siamo errati, ec. (B)
f 5 SIMIGLIANZA . Conformità tra
due persone, o tra due cose, Somiglian-
zn. Lat. siuiililudo. Gr óp.Oiózrì^. Amm.
Ant. 3 3. 9. Questa è natura delle cose,
che sempre la simiglianza è meno, che la
cosa vera. Bocc, g. 4* P- 16. Pure esie
hanno nel primo aspetto simiglianza di
quelle . Dant. Inf. 28- E cui già vidi su
in terra latina, Se troppa simiglianza non
m* inganna.
^ §, I. Per Immagine, Figura. •* G-
l'. 8*. 70. 2. Ordinarono in Arno sopra
barche e navicelle certi palchi, e fccionvi
la simiglianza e figura del ninferno •'. fC)
§. II. Per Comparazione, Similitudini,
Lat cr.mparalio . Gr. su'y/pist; - Dant,
Par. ì5. Che tulle simiglianze sono scarse.
Pass. prol. Parla il santo Dottore della
penitenzia . per simiglianza di coloro che
rompono io mare.
g ni. Per Indizio, L2t. indiciUftt. Gr.
TSxiiTlpio-^. Tes. Br. 5. II. E s' eUi (lo
sparviere) hae li piedi rosligioii, si ò si-
miglianza che sieno buoni.
SIMIGLIARE. A^er simiglianza Lat.
I assimilari , refene , similem esse . Gr.
l5t
5 i n
s j u
s 1 u
ouotou'dcct . Socc. noi; 27. 7 Maravi-
gUosii furU T«^jlJo, che alcuno io Unto
il limigluvse. rh«- fosse rrcduto lui Pflr.
*on, 127. Cbc sul se stessa» e nuli* altra
simiglia.
g. 1. Simigliate , neutr. pass. , s>aU
Fcrsit o Rendersi simite. . Lai. te Simi-
ii'trt redd're. Gr. sauro'v «^5/Jiowùv. Dunt.
Par. 28. Così veloci spgDnnu i suoi vìmi,
Per simigliiirsi al punto quauto poono.
§. II. Simigliare, per l'aravonare. Lai.
couferre , comparare , assimilare . Gr.
V' !!■ 3- l5. Klb puolc esser simiglidU
ad adornalo arbore fronzulo e fiurìlo.
g. III. Ptr f*arere, e Semòrnre. Lai.
vidcri. Gr. ooxiTv. Guitt. leti. 21. Mollo
ftinaigllami più misero , che qaello a cai
DOlIa viene di avversila.
SIMIGLIATO, ^fd da Siftii;finre,
SIMIGLIEVOLE. /td,l. Che simigita,
Simi/e . Lai. simifis, Gr. oyoto;. Boa:.
noi*. q6. io. Né sapeva egli stesso qual
di lor due si fosse quella rhe più gli
piacesse, m era di lulle cose l'una siroi*
glicvole all' altra . Sagg* nat. esp. a^-
PoicbÌ! i rorpi solidi, rome vcrbigrazia la
ghiaia sareLbe , la rena , e simiglievoli
ec., Dcl far fona per muovergli, anzi s*
iacastraoo e stivansi insieme . jRr-l, Ina.
111. In quella guisa slessa, che dalle
punture di altri animaletti simiglievoli
voggiamo crescere de* tumori ne*torpi de-
gli animali*
* SIMIGLIO, r. A. Simigfiania .
Belc, rim. io5. ( Fir, i485). Servendo
luì con la mente» col cuore. Tu con
templavi Dio senza simiglio. (J ) lì Bapp.
Annitnz. st. ^S. (Fir i833). Gesù il qual
sarà senza simiglio. (JV)
ni SIMILARE. Jggiiinio dato a quelle
cose che sono semplici , e non composte
da altre, e che divise, son dtvise in par-
ticole simili, Plitt. jldr. (>p. mar. ^ 11.
Anassagora Clasomcnìo disse le pailicellc
similari essere i principii delle cose . F
Tpprefjo.- Dal ritrovarsi adunque nel ou-
triroenio parti simili a quelle che debbo-
no generarsi , le nominò similari . (C)
Magai. Lett. Darà tolti i centri de'soUdi
similari - fjé)
SIMILE , Sust. Che ha simigUanza ,
Che ha similitudine . Lat. similié . Gr.
Ofioto^, Lab, 225. Perciorchè ogni simile
suo simile appetisce. Dant. In/, g. Simile
qui con similt- ù sepolto. Mnestruj^Z. 1. 36.
Il simile si può dire di coloro che sono
in Purgatorio (cioè: la stessa cosa). Ftr.
Disc, an, 70. S* io avessi couìideratu
quel proverliio cbc dice: simili con simi-
li, e gir co' suoi, io non aveva a restare
al servigio di signore straniere. Ccich.
Etoft. Cr, A. 1. Ogni simile ama il si<
mile .
3 SIMILE . jidd. Con/orme , Che ha
sembianza di quello di che si dice esser
simile^ Che lo rappresenta, Lat. similij.
Gr. Stxoioi. Dant. Par. 3. Che vuol si-
mile a se tutta sua corte . /*' 3o> Simili
fatti v'ha al fantolino, Che muor di la-
me, e caccia %ia la balia. ^ l'it, SS, Pad,
I. 1.^2. Di tanto Pafuuiio , e di tre se<
colati , de' quali gli fu revclato che erano
di simil merito, the egli . (l^) Stgni-r.
HJann, I\ov, |3. a La paco fu parago-
nata ad un fiume, che , it-mpre simile a
sfa ( corre a letto pieno ; non fu giammai
paragonata ad un torrente, (l)
4 §■ I. Simile , trovasi congiunto al
secondo caso. .. Bocc. canz. 9. a. De'
quaì, quando ii> no troovo alcun che sia
Al mio parer, ben simile di lui. Il colgo
« bacio m. liim. jint. Cecc. /4sc. (nella
Trtv. Barbrr. ). E simil di crcsUllo è sua
figura . (D) Vit. S, Frane, U}\. VuHe
Iddio che fomo lirato Franertco iratie
dilla pietra acqua foue simile di Hoisè ,
e per la m-jItiplicJziuoc d«-i cibi fuiMi si-
mile di Eliseo. Cr. IQ. 28* La furma
di questo ingegno e simile di molti al-
tri. (F)
$. II. Per Cotale, Sì /atto Lat. talit,
hiiiufmodi,GT. roioOroi. Petr, son, 206,
Ch* i' son entrato io simil frcnetia. lìvcc.
nov. lift. IO. Acciocchì: più simil caio non
avveniste .
SIMILE. Avverb. Similmente Lat. f a-
riter , simililer , Gr. o//5t'«5 . C. /''. 6.
2. 1. Di Firenze vi fu molla buona geo-
te, e simile di Pisa. F 7* X. 11. Uva ne
rampò niuitit, che non fusse morto, o pre-
so, e simile di que' di Granata. Cren.
M rell 219 Sono situali di piaggelte e
colli atti ai mimtare; simile v'ba de'gran-
di. ahi. e nondimeno dilellcvoli. $ Bocc.
y4m. Vis 36 Simile goarda come son
macchiosi Gli alberi la dcl ungue che
ec. (fi)
SI.MILE>fESTE . r SIMILMENTE
yivvet h. Parimente^ In simil modo, A't/-
la itessa guìKa, Conf<-rme. Lat. simiUter,
parttcr, itidem. Gr. o'yoi'w;- Pant. Par.
i3. Ma la natura la dà sempre srema ,
Similemenre operando all' artista . F 26.
E similmente 1* anima prìmaia Mi fa-
rea irasparcr per la coverta . Petr. son,
66, Similemcnte il coìpo de' vostri occhi.
Donna, reolblc alle mie parti interne Drit-
to passare. F son. 83. Aggiale tura (he
similmente non nvvegna a voi. Bocc. nov.
43. 10. Quivi trovo un uomo attempato
molto con una sua moglie, cbc similmente
era vecchia . F nov. 61. 7. Andatisi ella
e Gianni al letto, e similnieute la fante,
non isletle guari che Federigo venne F
nov, 79. 5. Il medico similcmcnti- eomin-
riò di lui a prendere maraviglioso piace-
re. Dittam. 1. 16. Similemeote a costui
parve amara La sua presura.
* SIMILIAHE . Add. lo stesto che
Similare. lmp>rf. V, AV: D. 3. T. Q .
8f. Pongasi dunque da un lato, o chela
malrria prima sia 1' acqua ec, o sieno le
particelle similiari . o gli atomi come af-
fermano Anassagora, e Democrito ec.(F)
SIMILISSIMO. Superi, di Simile, hit.
simillimus . Gr, Ó/jt< lOTaro? . Brd. Oss.
an. A7. Aperto il venire del lumacone ,
trovasi, tra le altre viscere in quello con-
tenute, un corpo bianco variamente inta-
gliato, di sustanza tenerissima, e similts-
AÌma a* testìcoli di molti pesci . F 53. Il
lumacone marino , quaoto all' esterna fi-
gura, è siniilissimo al lumacone terrestre.
^ J'ass Orr. q. 3.). Kimaneao vivi an-
cor Pico e Laurenle ec, Siniilissin^a T'op-
pia , e che sovente Esser solca cagioo di
dolce errore , (1)
SIM1LITUDI.\ARIAMENTE Av%crb.
Con similitudine. Lai. 'comparative, Gr.
suyx^iTi/w;. Bui. In/. 29 2. Parla qui
simililudinari.imrn|e . F pili sotto : Ecco
eh' e' parla similitudinariamenle; cioè, che
come lo volto aperto manifesta 1* uomo ,
e lo celato l>t cela , cosi la volontà aper-
ta manifesta lo pri\^rro , e la celata lo
cela .
•f * SlMlLITUniNAnitì.j^Jrf. Termi-
ne Cui tende la sinulitiiJint, Appartenente
a .fimi/itudine. Che è /onttato sulle simi-
liludini. Uden. IS'is. 2, 56. Oltre al po-
cllis^imo artificio rhe v* è, per euero una
lameolaiìone dirò similitudmaria , ciuìr
fondata tutta kull>- similitudini , ce. (A)
StMlLITUllLNE . Simiglianza . Con-
fotmiià. Lat. simititiédo . Gr. óyoieTf]{.
Parii, Par. i^- Per la simditudioe che
nacque Del suo furiar* . Lab, i6a. Do.
vevanti ancora gli stndiì tuoi re. ricordarli
e dichiararli che tu tv* uomo fatto alla im-
magine e alla similitudino d'Iddio Bemb,
Sic- I IO. Erano quelle canne a limt-
lilodioe di quelle artiglierie cb« i mori
della città gillano a terra.
* S '- ^'^ Immagine, Figura. Petr.
Vom. ili, 187. Erano , fra' sooi tesori ,
tre mense d'argento, ec. Una, nella qnaU
era la similitudine di Coslanlinopuli, man-
dò a Roma a S. Pietro. La seconda doV
tra scolta Ruma, alla Chiesa di Itavcnoa
donò. (V)
§. II. Per Comparizione, Lai. campa-
ratio . Pass. 55. E ciò mostra per piò
parabole e similitudini F i8l. Avvegoa-
ch-- la Scrittura espressamente con ne
parli , se uon se in certe similitudini «
figure / arch. Lez. 5^9 Sebbene, io se-
guitando i gramatici latini e 1* uso corno»
ne, pigli» lalvulia nel medesimo significalu
esempio, comperazione, e similitudine, non
è però che non sieno diflirrenti tra loro .
E appretto : La similiiadine è come an
genere alla comperazione ed all' osemuio
* §. Ili* Similitudine, è anche Figura
rettotica . Guid. Rett ^. Ed è un'altra
sentenzi», che si appella similitudine , la
quale ha luogo quando il dicitore mostra
alt una cosa che t^I dire, per un* altra
cbc a quella sia simigliaole. (B)
* SI.MILLIMO. Similissimo, S, Agoet.
C. D. 11- 26. Delle quali cose sensibili
ci voltiamo nella cogitazione le immagi-
ni siinillime a loro , oon già corporee ,
-e (yS)
SIMILMENTE- /'. SIMILEMENTE.
^ SIMITA' . Schiacciatura del naso
Sega Anini. (A)
SIMMETRIA. Ordine, e Proporzione
delle patti /ra /oro. Lai. symmetria. Gr.
aMfip-t'f-ioL . l arch.' Lez. 1 1 . La natura
risulta dalla simmetria . cioè dalla mode-
rata e ci'>ramisurata mescolanza degli quat-
tro elementi. Cai. Sist. 390 Renuoiiaodu
a quella sìninielria , che si vede ira lo
velocità, e le grandezze dei mobili. Red.
Ins. \(\. Anch'esso in quel tempo s'era
ridotto alla conveniente e naturale simme-
tria delle parti ■
* SIMMETRIATO /. SIMETRIA-
TO. (Pi)
I # SIMO . Add. F. L. Che ha il
nano in dentro, « sthiacciate. Lai. simus.
Ar. Far. 17 65. Pien di letizia va con
l'altra schiera Del simo gregge, e viene
ai verdi paschi. ( M)
t * §■ Simo , dicesi altresì del naso
e delle nari allorché sono schiacciate. Se-
gn. Rett. Ariti. 18 Quadra qui l'e-
sempio del naso aquilino e del stmo , il
quale non tanto sì riduce al mesto eoo
allentarlo, anzi se egli si rislrigoe troppo
nella fornia aquilina, o sima , egli esca
tanto de' termini suoi che e* non par piò
che sìa naso . (FP) M>trchett. Lucr. 4-
1679 E paflTuia, popputa, naticuta? Sem-
bra Cerere stessa . amica a Bacco. Sima
ha Ir- nariT è Satira, o Siirna, ec. (M)
<t SIMULACRO. I.o stesfo che Stmu-
lacro Car. fu. 2 1253 Ecco d'avanti Mi
si fa l'iofelire sÌmo!acro Di lei maggior del
solilo K li. io38. Cui le sacre earieiu
ivano appresso Coi santi simolaeri e con
gli arredi, Che iraean per le vie le madri
io pompa, (l!)
SIMONEGGIARE Far simonia. Lai.
simonia'» ccmmitttrt. fì/ìnt. In/, io. Di
sotto al capo mio son gli altri tratti. Che
precedeiirr me simoneggiando.
t 3 SIMONIA. Merxntanzia delia
e^se s.-ice , e spirituali . Lat, * stmotia .
liut. Simonia è . che mercataota le rosa
sacre. /." altrove : E simonia coroperamco-
to. e vendimento del'e cosesacret e spi-
rituali con danari , o con cose equivalenti
» danari. S. Ani Confess. Simonia si a
dare, ovvero ricevere alcuna cosa tempo-
rale, che lì può stimare, io preno della
rose spirituali Quitt. /Iles C. S. Sì-
S 1 M
S 1 -M
S 1 NJ
130.'
.0 por >lcuo» coli spi" u"l» . "■>
riceVfDle. Jlocc. no^. 2. 9- AvenJo alla
G. ;■. Il- 20 »■ DiModo, »1 face» per
levare le simonie. i„/- ii
* R Pf,- Simoniaco. '■ D""'- 'V- "•
Onde nel cerchio secondo i" anDidaec.
Falsili, ladroneccio, e simonia.. . l'I
«SIMOM.VCAMENTE./^i".-'» •<■■""■
d.gli EccUs,.,iUci. In melo simamoco .
sii fu uomo mollo cupido d. "O"' " ' /
s'moniaco. Pa,s. ,34. Non sia ebr.aco ec,
non falsario , non siii.on.aco.
v,ao . comperavano le bestie e gli uc
«ni. . pre...Tano la moneta . e . quali
uiniScjno li simoniaci.. . ftj
"sTmoniale. r. ^. /«.M *™-;"-
Lai. '.imomocus. Gt. ai^uvio/Ov irn .
J;c<-. man. Sono appella» simon.al. tutti
fucili che vogliono Tendere, o comperare
le cose spirituali.
+ SIMONIZZABE. Simontgittrt y\-
•,.n,cn.an. «mm,«ere. Gr. ..^«v.a?=iv.
Oli Com. P«r. l8. (|M- Vendono si-
rooui«ando le cose d' Iddio.
+ SIMONIZZATOBE. TerAa/. m«sc-
Che. 0 Chi simonizza . S,mo„i,co. y\.
PurK. 33. 584- Uno mandalo da Dio
«rrfe in quelli anni di quella revoluno-
ne, che uccider'ae ogni resia, ed ogni si-
monia. e simoniiialoie. ,„„,:„
SIMPATl'A . Contrario d AnUpaUa.
Gal. S,.,. 4o3. Noi ec; ";'>"^'"^"''
I. causa di questi e simili altri effetti
uatarali alla simpatia; che e certa conve-
nien.a e scamhicvole appetito che nasce
ua le cose che sono '"^^' ''"° . ^"^V
giùnti di qualil-a .V»/m. 5. .',3. Ch essi
Son han con voi gran simpatia. Vili,
nate, iv,: La voce simfaih.a greca, f, la
toscana. signiBca inclioalione scarol..esole,
o simUiludine di genio, di voleri, e d al-
'"* SIMPATICO. AdJ Di ""'P'''']'
4pp^rlrnrnlf ali, cagiona, o agi, c_ffell,
,Ula simpatU,. Fit.c. Rin,. pog. 499.
(Son. Pieno, e in Ini ec.;. E se muovesi
V 3nima non sorda . Molo e d' amor che
.1 suo Divin Fattóre Con simpatica lorta
ocnor 1' accorda. (NS)
* SIMPLICE r. J S,mphct. Fai-
Kj<.p. il Acciocché in tal maniera p.'S-
.ano*^ ingannare i simplici, e P"'^ r"/";
uè. promettendo Lene, e ritenendo male,
/r^. Gabbano i simplici, e di buona
fede, rn , c,„,
* SIMPLICIONE. lo slesso che òtm
rlicion,. Lai. n,mi„msin,plex, plumbei.'.
Ter. Gt. 8)iito^«>«;. ^'■•'>- ''"• """■
T 5. a3 10 E se ne sta come uomo
simplicione ,"E ora freddo e grossolana-
mente. (") . , 1
* SIMPLICISSIMAMENTE. ^..«r*.
to jlejio c/.e 5'rmp''CM"'»'<i'""''e- Corlif.
Ca.liel I. 4l. Mostravan (■?'■ O'alcri) le
loro orationi esser falle simplicissimamcn-
le , e più ioao secondo che loro porgea
!• nalnra e la varietà , che lo studio e 1
.rte. t^S) ,
SIMPLICITA'. r. ^.Semplicità I..M.
llmplieitar Or. iTiJsTtI?. * Fr. Giord.
Pred 3l Iddio è un atto puro, una
.impliciti. (fP) Mor. S. G..S. I. 9 Per
lo nome dell' asino s' intenda la simpli-
eiti de'Pagani. F. appresso: E che >uol
dire ce. , se non che Iddio perdnca la
limplicili de- Pagani alla vision delU pa.
ce » Fmnc. S.icch. iioì: i8. Questo gio-
vane acquistò puramente , e con grande
simplicilà le lire cinquanta.
« SIMPLIFICAHE. ^e„lr. pass Far-
,i semplice. Hidiirsi a .r.mp/.c.l". |S"m ■»■
Pro,. Tose. .. qo'- 11 J'-'l"', '.'^""°
viine per sovrana guisa a cumularsi,
come lutte le cose ec, a »'";r'f ""■
per cosi dire, ad uuiHarsi E 532. Tanto
i migliore il sapere, quanto più si unifica
e si simpliBca e si universalia»- fc Disc.
, ,q3. Essendo (Dio) pcrfettiss.mamen e
uno, i- in eminente gr.,do tutte le cose, le
nualì in esso simplificansi. ( ) „. . .
^ 'f :•: .SIMPLIFICAZIONE. Riduci-
menlo d, alcuna cosa alla sua simplicila.
SMn. Plot. 24;,. Ma ciò forse non fu
visione , ma un .Uro modo di vedere
estasi e simplificazione, o spaod.mento e
avanzamento di se slesso, e desiderio ver-
so il coniano. Macai, p-rl. 1. Jelt. I3^
Quasi alchimisti deir orazione, han ripieno
i loro scritti di tulli quei gerghi, o si.mo
nomi en.gmalici di pura tede, guardo fis
so tenebre mistiche , astrazioni . sospen-
sione, rimplificazione. e tanti altri termini
barbari, che non si trovano nel Vocabolario
de- Padri, e della più sana Teologia. W
:-- SIMPOSIACO . Adii. Si'nposico.
Lai. simposiacus. Gr. c...i:r!>Gia/o;. Sai-
..,„. Pise. 2. 169. D.I quale effetto del
vino Ippocrale negli aforismi ce , e dol-
lamente Plutarco nelle quist.om simposia-
che.o convivali, la fi.ica ragione ne asse-
ena E Pro,. Tose. 1. 200 In pulil.lici
fulennissimi luoghi si sono ragunali a fre-
quenti convivali consulte, a simposiaci di-
'"mMp"os1cO. r. L. Add. Atteaeaie
a simpouo. Lai. coam'alis . sìmposiaciis.
Gr. ,vu^<„i'-</o'i. Da^- Oraz. Ocn. de-
l.l, l\l. Quantunque egli a suo propo-
sito gii l'allegasse nella sua orazione
1 simi'osica. _
' SIMPOSIO. 7'- G. Bancliello. Comi-
Io Lat. e niifi'"". sympcsiiim Gr cufl"
ada.ov. Vareh. Ercol. 242. Non vi par
egli come a Cicerone, che fosse meglio
posto, e più segnalalamente da'Laltniche
da' Greci, simposio? V Sahin. S.n'J A.
i3o E questo tirò io lungo mollo il sim-
posio ; poiché dopo assai tempo si Tacqui-
stavano. (C) t . ,;
SIMULACRO. 1' L. Sicilia -LM si-
mulacriim. Gr. si'ow>ov. M. 1 ■ i- 'O.
A Firenze feciono onorare, come santua-
ria quello simulacro per cotanlo lempo.
f'il SS. Pad. Conciossiacosaclie voi siele
uoni'ini razionali, come sacrificate a' simu-
lacri muli ed insensibili! * Morg- l^
I ,0. Vogliam. per sempiterna tua memo-
ria. Un simulacro farli d'oro saldo, f/.;
S: S I /•: ;"■'• Immagine, o ìhdcllo. |
Impcìf. Ti.n n.l. r. 6. 33. La na.u- ,
ra é arte imperfetta in quanto non da per
sé né opere sue proprie lavora, rna copia
e ricava i simulacri maravigl.osi dell idee
sovrane scolpite nell' eccelsa mente del
Manifattore Eterno. K T. b. 4o. Ne Mene
essere necessaljo che questo mondo visi-
bile simulacro sempiterno sia di qualche
cosa eterna. (Fj
■" S 11 Per Ombra di morto. Spettro, o
simil.-.Tass. Gcr. 7. ,00. Il simul.,cro ad
Gradino esperto Sagiltario famoso andonoe,
e disse. (F) E l3. 36. Ma pur. se fosser
vere fiamme, o larve. Mal pole t'od'car
si loslo il senso. Perché reprnle. appena
tocco, sparve Quel simulacro. E si. 4^.
Sebben sospetta, o in parte anco s acer-
be Che '1 simulacro sia non forma vera
Eie A<. 228. Tu non goderai le sue m'i-
re, né sarai della quiete della morie ri
crialo, né goderai 1 sollazzi de la vita ;
ma dubbio simulacro andrai vagabondo fra
il iole 0 fra le tenebre (M)
* SIMULACRO r. A. .^imulncro.JÌ.II.
,!/<.« .8. Mirate in terra l'alto simulagro.
Donde tanl' arte Policleto fura. I.^Sl
SIMULAME.NTO. /' simulay. Lai.
siniuUlio Gr. £i>MV«V. But. E astuzia
simulanicnto di prudenia .
SIMULARE Mostrare il contrario iti
quello che r uomo lia nell'animo . e nel
pernierò . Figgere. Far fiata. E 3, usa.
oltre al signific. alt. e neiilr., eziandio
nel neulr. pass. Lat. simulare, finger:
Gr ùltox/Jiviiìsti , TilxTTeiv. Dulam.
Qni'ilil. e. Ma perrh' e' non era colpe-
vole, non simulòe se non colla matrigna.
Mor. S Gl'i;. Non simulano the nou sia
detto a loro, quando essi dispr-Riano d'
ammendarsi. Maesiri,-.z. 2.J. 11. Non .
sempre bugia ciò che noi simuliamo e in-
fignamo. Ar.^r ,86. Poiché le midolle
dello esecrabil fuoco accese la sforzarono
cedere all'amore, simulandosi inferma del
corpo copriva la ferita dell' animo. Alam.
f.ir 16. 45. Meno avrò pena a star ser-
rato'eterno. Ch'io non ho avuto a sima-
larmi tale. „ a *. r^.. ,i
SIMULATAMENTE. Avverò. Con si-
mulazione, Fmlamcnle G. ''•"'=. '^
Simulatamente, e per favore de ^-f^-^
a loro richiesta, donò al re Filippo di Frau
da tutte le ragioni eh' egli aveamlucca^
Ce Pisi. Quinl. Non sieno tali , che in
essi fillizi.nnentec simulatameme, per ca-
gion di guadagnile si pos,a susurrare .
^;:ff^:;:^p:;;^n:::im;;.atameu.eaLia
pintura . la quale circondava quella ma-
^'mMULATIVO. Add. Che simula. Si
maialo , Fi.nto. Lat. s:mulans. Gr. urto-
„ivi.«vo;. «.«" f-er 4 4. 2. Ha di
pigrizia il nome, e quel s' usurpa Della
tranquillila simulalivo.
SIMULATO. Ad:Uda Simulare. Lal^
simiiìatus. ficliis. C. 1 9' ^^°- }' , ,
per li più SI disse che fue opera simulaU
^er lo signore di Pistoia. P«.:r. 22.^ ''
Iona grado della ^''P"Y\-\ TsT.
confessione de' peccati M. 1 .2 q^ La
lettera era d' allo dettato , simulala da
'„" del Principe delle tenebre. AJam.
r,ll 2 38. Che l'incerta vitloria or
quinci or quindi Con simulalo amor pm
volle ha corso.
+ * S. E in forza di su.<t. per In^en-
\Jne. B.lroi.ato:s Agost. C. D 5. 3-
Indarno dunque riferiscono quel noWe
simulato detto della ruota del '»»•■>• f^^
^ SIMULATORE, l erbai, masc. tue.
„ Chi simula. L«t. simulalor Gr. u no-
xpirr-;. miam. 2. 5. Simulatore, e d.
aftri vizii pregno. Canale. Med. «or. L.
simulalori e callidi provocano 1' ..a d Iddio.
Mor. .i. Creg. 5. .6. Simulatore e que-
gli che di fuor mostra altro , che non e
3en,ro da sé eoncepulo. E "TP""» ••
Quando elli disse simulatori , bene sog-
giunse, e astuti ; imperocché se essi non
fossero dotti, e astuti d' ingegno, non po-
UebLn ben simulare, ir Bind. Bonich
can- 3 si. 1 Dell'uomo tal direm noi
dun'què amico! Non già ; ma d'amata si-
mulatore, Che sono vel d' amore Tradi-
sce altrui per fornir suo pensalo. (B)
* SIMULATORIO. Add. Fano eoa
simulazione. Caialc . Specch. V'"^"!^
,, Tre sono le spezie della penitenza
Lr^--Jdr^aiólt^^:3
ci?e non è vero; dissimulazione e negar
quello che f- vero. Maeftruii. 2. ,- IL
1304
S I M
Lj simuljiionc h proprismoote bugia ,
composta con jpgni dfgli ani di („„„ ^ ^
noo fa fona per qujliiuque modo alni
meola o con parolo, o con falli. Jlf. /•
3. |6. Acciocchi avendo alcune. Iclio la
Tenuta del santo braccio , noo fuiie in-
gannalo dalla simulazione di quello. Mor.
S. Greg. Con falsa simulaaion di bene
perrertono coloro che apcrlanicnle non
possono inducere al male
•f * SIMULTANEO, //rf,/. lìlc-si di
aue, o pià azioni che si fanno uri mede-
limo istante, Afngal. pari, a, /,/;_ 5_ ||
vostro crederi! tari anlriorcal vostro di-
«correre, e simultaneo col vostro vole-
re. (J)
't SINAGOGA. V Adunanza d.gìi E.
hrei. Lai. synagoga. GT.'.\itt,ju-/À. Ca-
<'aìc. Fn„t li„g. Questi fu principio
della Sinagoga, e comliattette col Demo,
nio. Omtl. S. Crtg. Del tempo del loro
nascimento sino alla fine la Gentilità corse
colla Sinagoga con pari .■ comune via
(in questi due eumpii fif,uralam. per la
fteligione, o .Varione giudea ) .
f §■ Per Tempio, 0 altro luogo, oir
Si Ebrei convengono per fare gli „«?<,..
■Iella loro religione. Serm. S. ylgoil V
Guastator della Sinagoga loro , e edifica."
tor delle chiese cattolicbc.
SINAPISMO. Senapismo Lai. ,„„„;.
• mus. Or 5i..inc3/<(>5. Lit. cur. malati
Conviene ricorrete pronlamcnlc a'sina-
S I M
pism..
•t SINCERAMENTE . y1,„erb. Con
sincerila. Lat. sincere . Or. ùr.ipaiaz
tarale. Specch. Cr. Dehhe essere uomo
tratto ad amarlo più sinceramente, come
'■ dello. Pass. aai. Il nono gra.io è si.
mulata confessione de' peccati, per la qua
e avvengacbi; altri confesii colla propria
liocca d esser peccatore , noi fa sincera-
mente, ne con buon cuore. Cas. leu. 22
Sicché io ho posto in lei tulle le speranze
mie e di casa mia , e me le son donalo
sinceramente in perpetuo
* SINCERAKE . Mostrare che un' a.
tiene , o un detto non menta d' esser
ripreso, liiasimato, 0 simìlej Giustiflcare
Oal. leu. Uom. ili. ,. 36. Ora ec. a me
«I .■ aperto cortese adito , e orecchio e
Jacoltà di poter sincerare ogni mio fallo
«Jeuo, pensiero, opinioae, e dottrina, fc'j
* S- I. Sincerare, vale anche Jìender
capace, persuaso. Lai. salisf.icerc. Il lo-
mhol. alla r. GlU.STlFICAnE, S. Ili /Ci
- ,s. II /; in SI f nife, neiitr. pass,
'■ale Uscir di duhhio. Certificarsi. ICI
* SINCEIIATISSIMO. Superi, di Sin.
cerato. Cai. leti. Uom. ili. i. A',. Era
•Ulo reso certo, che lutti i superiori erano
r«lUli sinreralissimi esser irnta un mini,
mo nco (1,1 persona mia). (C)
if SINCEIIATO Add. da Sincerare j
Capacitalo, Persuaso. Red. Ins. 1. Onde
acciocchì restino sincerali (i sensi), molto
spessi. CI avviciniamo, o ci diicostiamo
mutando lume e posto a quelle cose che
da noi si riguardano. (C)
* SIRCEHAZIO.NE II sincerale, o II
sincerarli. .Magai. Lelt. Accetto di bu.n
cuore 1.1^ rispettoi» sinccraiionc che mi
fate su I' equivoco preso a conto d'ovaio
e Don ovato. (A)
* SINCEIIISSI.MAMENTE. Superi, di
Sinceraimnlc . Lat. sineeiis.'lmr . Gr.
vKtpÌT,).ÓTaT7L . lied, leu I 38. lo lo
risponderò con la mia solita lil.erit sin.
cerissimamenle , dicendole che ce. A ,'i6
Questo è quanto ec. posso dite a V. Ilev.
ce., e lo sottopongo sinceriuim.nienle al-
1.1 prudenza di quei dottissimi uomini, ec.
/i' 3 168. Io l'ho Iella con somma sod-
.lisfaiione, e le parlo col cuore siocerissi-
iTiamcnte. (•)
SINCERISSIMO .V„prr/ rf, Sin.ero .
Lai. s,ncer,s„.„u,. ì il. S. Ciò. Bai. Al
Signor dilettissimo è da osservare e ab.
tracciare p,r cullivameolo di .incerissima
cariladc. Car. I,i, j j,g ^ ^^^,^ ^.
prego 10 che mi legniate 10 grazia, la quale
no per sinccri..siina.
. *J'«CERITA', SIRCERITADE. e
SlNfEItlTATE . Prepriamente Quahlà
di CIO che non i mescolato con altro, di
CW che e sincero, puro. Porz Celi. Color.
ea. La sincerità, e la purità dell' umore
per .1 quale noi veggi.mo, opera ancora
ella molto alla divertila de' colori. A 8q
Aggiungasi ancora ec. la sincerili e ehii-
rezza dell omore acqueo. (C)
t § Ma per lo pili si „,„ /„ „„j„
figurato, e vale Purità, .Sehiellezza , In-
tegrila . Lat. sinceritns , inlegrilas . Gr
c'tpaioTn:. C. /. ,2 ,,3. 3. ^„i,„:
C'c la sincerili dell'amore, il quale tra'
gcnilori nostri e voi già lungo tempo fu
«1 e indissolubile, insieme con noi perse-
veri. ,S-.C,o Crisott. 3 Beata giudico la
sincerila della tua mente e la purità del
tuo .mimo. A>. /«. J-. .'i. 9 ,. chi vuol
trovare amore. Tenga sincerilade. * /Juon
f"r. I. I. 8. Nel lur parlar prudenza
s argomenta, Sinceiilà s' inlende. Che 'I
mondo (.gnor più grida essere speola. fJY)
t 5 SIKCERO . Add. Che non e me-
scolalo con altro. Che .• puro, schietto Lat
sincerus, purus. integer. Gr- 8'a<zp,v.ic,
'"Oy-poi;. ^«VTsleio;. Vani. Par. 7 Que-
sta natura al suo Fallore unita, Qual fu
creata, fu sincera e buona. A appresso .- Gli
Angeli, frale, e '1 paese sincero, ^el qual
tu se , dir si possoo creali. TT li Che 'I
piacer santo non i- qui dischiuso. Peichi;
si fa, montando, più sincero. E 33. che
la mia vista , venendo sincora, E più e
più entrava per lo raggio. Pallad. Di
questo mese facciano il cacio di sincero e
puro latte. * Ta„. Cer. ,. 7. || p^dro
eterno ec. E nella parte più del ciel
sincera . (C)
* S_ '• Sincero, aggiunto di schiatta.
o simile, vale A'on imhastardito da alcun
matrimonio fre.tliero. Tac. Dav. Germ.
.^73. Me ne vo con quei che tengono i
Germani per ninno matrimonio forestiero
imbaslardili aver mantenuta loro schiatta
propria , sincera , a niuna altra nazione
somigliante. (C)
"> §. IL Per metaf. lìorgh Orig. Fir
."".q. E quanto all' inganno' che costoro
temono, non e' t questo pericolo; ni- i-
[amo agevole il contraffare cosi al netto
la sincera e pura amichila, che uno mei-
zanamenle esercitalo in questi sludii, non
VI conosca facilmente le cose Cote oaile
vere. lìep. Jìecam. Proem. i|. Sarà
buon saggio, e principal contrassegno da'
lesti novelli agli antichi , e dai puri e
sinceri ai contaminati e guasti. ^f7i
* §. III. Sincero , parlandosi di per-
sona, va/c Leale, Schiena, Sema fin-io
ne. Che dice quello che pensa . .Segaer
Pred ij). 5. Mischiando que' viluperii
che d altrui dite con qualche encomio che
tanto pur vi dia credilo di sinceri (C)
* § IV. Sineeio. si dice anche d. Ile
to^, dove vi ha della sincerili. .Iella
lealtà, del candore, o simile. "C /'. 11
a. 26. Sia manifesta la clcmenia e sincero
amore che il detto Re portava al noslro
Comune. Amrl. j5 II tuo parlare e falso,
e non sincero. Cavale. Fruii. Img. All'
occhio superbo Iddio non si mostra , ma
si al sincero e puro e umile > (C)
* S- V . Sincero, vale anche Innocente,
Pion colpevole. Tass. Cer. 3. 12 Se
anima v' ;■ nel novo error sincera Basti a
noselU pena un fallo antico. (I))
* S VI. .?mreco, parland.<si di voci,
e modi di dire, vale Legittimo, Proprio.
Pras Fior lìorgh lelt l^, 4. jjo. Ni
N
I d^ e'""" i"""" '"'" '"'" ■ 'te cercarr
di esempli per confermare questi luogh'!
odicbiaiare quelle ,oci, e maniere di l„,
^be in lui .1 trovano pure e sincere e
"'f.''^"; i erano Itale guaste Ó 'ri
dolle all'uso moderno. (C)
pZl'.t^" n"""'° ''" •"•" «'». ••«&
; "'" * l"'"' Pallav Perf Cri.t ■
4. S„tlo il nome d. feliciti imL^:^- un
bene peyetuo, sommamente dilc„„7e °
sincero <fa ogni male, (j)) "evoie, e
* §. Vili. Sinceio . vale anche Evi.
dente, '--/e". 28 Ma 10 mi doglio „
prima per, he la mia ragion, si chiara, .
sincera nella mia patria i. rima dalla frao-
1 à *; ''■'.' '°'i° •" '•■' "i "» ee. spoglia,
lo del mio. (Cj ' *
* .?. IX Sincero. .,, dice anche dell.
Sanila del corpo, o de' suoi membri, eh,
non s.no affetti da alcun male, ed equi-
) A"a r""' ^"^'•"^''0 liete. Vit. Co.
lomb 3l5 Cosa di grande ammiradonel
subito SI levo sano e sincero come .„
prima. Se.d Galeol. Mar... ^!^. Ma quella
P. ga che al rimedio schiva Si de. ,Lli,"
col ferro, accio non tiri Seco in periglio
la parie sincera. (C) r"'g""
^ SI.NCIIISl. T.rmine grammaUcal, .
t on/utwne, rrasposizione delle voci, che
giia-la l ordine d' un periodo, d' un mo.
do didire Menz Coste, irr. a;„. Dell.
Sinchisi. Cosi chiamano i Greci' l'ordine
confuso delle v„ci. . ,„J |, mostreremo
non perche . imiii . ma perchi: si fugga;
che pur V. ha di coloro che sempre «1^
dietro al peggio (C) ^
SINCOPA, y. SI.NCOPE.
SINCOPATAMENTE . Avverb. Per
sincope. Con sincope.
SINCOPATO Ad.1. da Sincope j Che
ha sincope. Lai. syncopn subtraclu,. Bui.
I urg. 7. 2. ].; ,f„tuf„ sincopato da «.
minerò , dimioulivo della semita , che i-
piccola via posta allato alle fini de' campi
eoe sccus meta, , vel segregans „„Z '.
lorch. Lez 483. Tanto significa frale
sincopalo, quanto //-.ig./c intero.
•t * SI.NCOPATURA. Formazione dr
sincopa. Salvia. Buon. Tane. 2. 3 Dra
e fra, darà, fari, sineopature contadine-
sche. (A)
SINCOPE, e SINCOPA. .<!ul.ila dimi-
nuzione delle nzioni vitali , Sfinimento e
imarnmento di ..piriti. Svenimento. Lat
deliquium. GT.iì)„.f„f. Lib. cur. mnlntl.
INon di rado sono afflitti di sincope di
cuore. Trait segr. co., dona. Viene I.
sinco|w del cuore cagionata dall' utero E
oppresso, Per sanare la frequenta dell*
sincopi, r,,. l-ov. P. s cap. ,8. Contr.
la malallaa della sincope cuoci la gallina
ec. A appreso: Togli limatura dell'oro
dramme una, margarite ec ; mirabilmen-
te contorta ogni si»^cie di sincope
SI- Per qurlla Flguia d.lle parele
per I., quale entro d, esse si toglie „,,
lettera o una „llab, . detta perciò da'
"""", ^"■" '" ""«ao. ""e Sgombro, per
Sf-'^bero ec L,l^^ncope. Gr. evy.otr:.
larch. Ercol. ,06. All' agUso „<,/..„„„,
e levata una sillaba del meuo, per .luella
figura che ■ Latini chiamano g/ecameol,
sincopa, Cloe incisione, o vero ta.li.menlo,
equest. eia vocale,, perchi, la parola
mura si dee scrivere ..„„,„„, . ,.„ „m, .
t. /.cr ^83 Levata del m,„„ |. fillaba
CI perla figura chiamata ..ncepe da' Gre-
CI. co.e mozzamento. A 5,'.. Donna ee
significa nella nostra lingua quello eh.
nella latina, onde ,- derivato . per 1. fi-
|(ura tinropp
•t SINCOPIZZANTE. Add. d, Sln-
cep„z,re.Cr. 6 xf, 2. Vale (la berrà-
»•) a quelli che si bevano di nuovo d.
inlerm.la. . a' iiocopir.anti. e a-cordi,ri
e a malinconiri, mangiala con carni.
S I N
N
S I N
lìoS
SUNCOPIZZABF. . Potirt ili lincupt ,
S..n.rjl. Sma,r„c gì. 'r'r"'- ^" '''('■
ciioxf <•«'•"' /"horare. d,-J,cere Gr. *.i-
SINDACAMENTO. Sin-licflo , Bmdi-
minto d, conto. L.l. r,p,l«nd.,rum ral,o
imdiciun.. Gr. iJà.viiv )3V°v Trall.
,ttr COS. donn. Non vosl.ooo "«« '° "
toposle •! tnili.io50 siodwamenlo ddle
tìtxr femmine „
SINUACARE. r«nf" " sindacalo, ni
rtdtr, allrui il conto sctli/mrnlt e ,'"■
h n„nuti, Lat. m..im<. ,«.<?»' rat.on.im
^ptndcrc. frane. Sacch. rim. 69 E
Re con polente iliMne.
+ 8. Sindacare, /ìgiiralanl , r'r Ceni.,-
rJr.Iìiasìma.c La.. '■'•""""';;■ •^■■•"l"
di>pi.«i. . D.o, quando l'uomo lo .uo
.indacare, anche si moslra per la r.sposU
che Cn.lolece a san Piero quando gì.
domandava di Giovano., hellmc. son.
88 Ognun li morde, e .ttult. sindacare
(nursi, r.cmrio i allrgalo anche alla I .
Ld.corcj. Kson. 125. Purché vo. sua.e
a sindacar eli. passa.
SINDACATO . Rrndimrnlo di conio,
t anche Qi.rlla libeiazwne chf dopo ,1
rendimento del conto, e la drmoslra^.one
della bi.ona amministrazione otl,ngono da
superici ctloro che hanno maneggiale le
faccende pubbliche. Lai. ral.onum 1 eddl-
Ho. le.v repeliind.irum. Gr. Euàuvwv vo/iO?.
i?.cc M.-.^S 8. lo fo bolo a D.o d a-
iularmcne al sindacalo. G. I ■ o. 9^- ■•
Ten.endosi al suo sindacalo essere con-
dannalo. Tac. D«v. Ann. ì 'li Chia-
maio da quei collegali a sindacalo III
testo lai. ha repelundarum poslulalum).
§ 1 Per .Mand:t.i di poter vbbligare
Comunit\, Repub'lica, 0 Principe, ec. G.
F 11.5.) 2. V'andarono a prenderla
dodici de' maggi ri cilladini di Firenie
„ eoo sindacalo e pieno mandato . Ji
12. 5;. 3. Mandaro grande amLascer.a
ec. eoo sindacalo per lo comune con pie-
DO mandato.
fi li. Tenere, o Stare n sindacalo, o
limili, si dice del l'arsi render, o Ren-
dere altrui ragione delle progne opera-
.ioni. Lai. rtpetiindirum r.ilionein ngere.
Gr. eJSuvuv Ì5/5» ;iìtxIv. G. V. 11.
3n 4 Essendo a sindacalo uno messer
Niccol. della Serra ec , gente mioula si
commosse. Belline, .un. l55. E ti ève
0010 un gufo di Cuccagna, Che tiene a
sindacalo i qoarlcruoli. Capr. Boll b. 1 IO.
Oh queslo mi par liene un voler proprio
tenere Iddio a sindacato. Fir. Disc. an.
42. Avendo dal suo signore la commis-
sione generale, e non limitala, non a>ea
paura di stare a sindacalo. lìaon I-.er.
1. 2. 2. Io medico non voglio il sinda-
calo Da un dottor di legge
* §. III. Sindacalo, iole anche la Li-
rica, I' CfKcio del sindaco. Fa». Es 5i.
Perpreiió del tuo sindacalo e mala prov-
vedenia si ti do queslo pagamento. (C)
SIND.VC.\TURA. Sindacomenlo , Sin-
dacalo Lai. repelundarum ralio,iudiciuni.
Gr. tv3jiS-i Xd'yoj, xpi'-:i5- Guilt. lett.
B. Si aggiunga la sindacalora del po-
polo.
f J SINDACO. fo/(ii. che e eletto a
rivedere t conti d* un amministraz.one
pubblica, d'una ragione, d'un corpo di cui
fa parte ee. Lai. •jy/iiJiciiJ. Gr. suvòi^o;
G. y. 11. 39. 5. Non lasciaodo a' sinda-
chi io CIÒ fare loro uficio. Fr. Sacch,
noie. 196. Gli sindaci udendo gli indirii
dati per lui ec, dissono tulli . che ec.
* §. I. Sindaco, ne' monasteri, 0 con-
venti, dicesi Celili che è eletto ad aver
atra degli affari del monastero, o convento.
. Piai S. Cieg I 2. La none seguente
dopo matlolino , perciocché egli era sin- I
daco e procurator del nionislirio , venne
all'abate.. . (Cj
+ e 11- Pc Proceuralor di lonnini.
là , lìepiMlica , 0 l'nneipe , the abbia
mandato di potere olbl.f;nili. Lat. rc.-
pulilica- eie. procurator. Gr. TW» xoivuv
i^ilsiU-rli. G. V. 9. 28. I. Se infra
quaranta di non gli mandassero dodic.
buoni uomini con sindaro e pieno roaa_
dato a ubbidire suo comandamento. E
11. |32, :(. E fermo il secondo patto, in-
conlancnle lornaro da Ferrara i nostri
ambasciadori co' sindachi di messer Ma-
slino. E 12 8fl. 3 Fecesi il dello Tri-
buno fare cavaliere al sindaco del popolo
di Roma. Fax: Esop. 5l. Chiamo a se
(lo sparviere) la colomba, la quale era
slata sindaca, a pollarle la lenone della
sua signoria, e dissele .sim.gl.anU parole:
Dolce amica ec.
3 SINDERESI Rimordimenlo della
coscienza. Lai. 'lyndcresis Gr. suvTr,'-
pn's.i. Zibold. Andr. gfi. L' amma ee. e
quella che opera, e ha il sinderesi e la
lisnuola che discerné e conosce il ben
dri male. H- Segn.r. Pi ed. 27. 1 1. Il lor»
delillo, la loro sinderesi è quella che si gli
strazia. (C)
ir %. E per Coscienza assolutamente.
Interior sentimento, e conoscimento di ciò
che e bene, o m.ile. ..Sa!vm Disc. 2.61.
Tulli abbiani dfulro di noi la sinderesi
che non vale altro, che conserva e guardia
di quelle prime noiioni, cioi; di qoe'lumi
racioncvoli e nalurali che come suo pa-
trimonio possiede l'anima; la quale sinde-
resi, è regola dell'operare ". ICJ
J SINDICARE. Sindacare. Lai. mini-
ma quctque ralionum expendere. Tialt.
Inlend. Sappia che è gran peccalo spen-
dere il tempo in male usarne; che Dio
lo ne sinJicbera, e ricbiederk ragione,
.yior. Pist. 170. Lo duca mandò a Pisloia
uno giudice per sindicare lui, e tutta la
sua famiglia.
* g. ,Si,id.care, figitratam per Censu-
rare, ni.simare. •■ Éellinr. »on.88. Ognun
ti guarda con lurlialo ciglio , Ognun li
morde, e vuoili sindicare .. (questo esem-
pio i allegato anche alla I . SINDACA-
RE. § ). IC)
S:NDICAT0 . Sust. Sindacale,. Lai.
trutinn,eX'imen. Gr. rp-JTci-ir,. i^tTKSi;.
Segner. Fred. 5 7. Bisogna in olire, che
geoullessi diuaoii lor si presenlino a sin.
dicalo , che d.i loro si odano esaminare ,
ec. E Pred. Pai. Ap. 3. l{ Si vulle e-
sporrc ad un pubblico sindicalo. (TC)
S. I Stare a 'indicalo. F. SINDACA-
TO, §. II. Car. leti. 2. 53. Quanto alle
lodi che ella mi dà. 1' avverlisco a guar-
dare di non mellervi troppo in grosso del
suo, perche ne potrebbe stare a sindicalo
del Caslelvi-lro.
* §. II. Sindicnto, dicesi anche la la-
\ ricn, l' Ujjicio del sindaco. Lemm. Tesi.
' -f,. Ordino che ogni anno si rinnovasse
il dello sinJieo , del cui sindicalo ap-
pari.se per nuovo pubblico inslrumen-
'"• <^> . r . I.
ir- SINDICO . l . A. Lo stesso che
Sindaco . Lemm. Test. 74. Ordino che
o-ni anno si rinnovasse il dello sindico ,
del cui sindical.. apparisse per nuovo pub-
blico instrumento. (Cj
•-1- i.' SINDONE . Panno lino, e prò-
pr.omente Quello nel quale fn involto il
Corpo di G. C. Pelr. Uom. ,11 78. Il
Corpo del nostro Signore lesu Cristo in
sindone di lino fu nel sepolcro rivol-
* SINEDDOCHE. Term. de^ Rettori-
CI Sorta di figura reUorica. ed e Quando
s, prende una pane per lo tutto , o il
tulio per una parte , o la specie pel
genere, 01 vero il geneie p.r la spe-
cie. (Al
■•e SINEDRIO . Così chiamavasi da-
gli IJ„ ei il principal loro tribunale. Ma-
gni. Ltlt La mandai eoo ordine d. con-
sullare co' miei savii, ec. ; ancora 000 so
quello che il Sioedrio avr'j decrcuto. (A)
t*C. 1: in fona di Add. Ulenz. sol.
5 E pur Curculion suol dal Coreggio
Esser dipinto con un libro in mano, Con.
un Rabbino del Sinedrio seggio. (1 J
* SlNERESl . Fignrn grammaticale.
Contrazione di due silLiie In una. (A)
* SINESTRA. V. A Sinistra. .. Vit.
Lari, l5. Melter'a i buoni dalla sua de-
stra, e' rei dalla sineslra ■■. Tesoretl. Br.
22. 23o. Or mi volsi da canlo , E vidi
un bianco manto Cosi dalla sineslra Do-
po una gran ginestra. (L)
SINESTRO V. A. Sinistro. Lat. Zo-
ili»^ linistcr. Gr. )aio;. ilorg. 23. 10.
nicaldo , per un cclpo che si sente , S'
inginocchiava dal lato sineslro.
SISFOM'A . Armonia e concerto di
strumenti musicali. Lat. srmphonia, con-
centus Gr. cuyf MVi'a. liane. Par. 21. E
di', perchi? si tace in questa ruota La dolce
sinfonia di Paradiso, Che giù per 1' altre
suona si devola? Sen. Pist. 2Ì. Siccome
quelli che hanno udita una sinfonia , ne
portano negli orecchi una melodia . Dav,
Scism. 90 Andossi in cappell,!, e ringra-
ziossi Iddio con giubbili e canti e sinfo-
nie, e lagrime d' allegrezza.
* SINGHIOTTIRE. /' A. Singhicl-
zare. Fu. SS. Pad. 1. 56. Volendo An-
tonio rispondere loro, non poleva, peroc-
ché piangeva si a dirotto, e singhioUendo,
che non poteva avere boce. (J )
t SINGHIOZZARE, e all'antica SIN-
GHIOZZIRE, e SINGOZZ.VRE ISeutr.
Avere il singhiozzo. Lat. singultire , sin-
gallare . Gr. JuSeiv . Sen. Pist. Se per
avventura alcuno di loro tosse, o starnuta,
o singhiozza, non si camperà egli d'esser
ballulo . il. Aldobr. La menta ristrigne
il vomire, e lolle il singhioziire. 3lalm.
3. 6. E, giunto a basso, lagrima, e sio-
gozza , Gridando quanto mai n' ha nella
strozza .
§. Per Piangere dirottamente , e stn-
shiozzando. Lai- singultibus insemiscerc.
Gr. J.\jé''.fi. Pelr. Uom. ili. Finalmente
singhiozzando il pregava che egli gli do-
nasse il fratello. Cavale. Fruii, hng. Po-
oendoglisi alli piedi, lama contrizione gì.
venne , che incominciando a piangere , e
a singhiozzare, e sospirare, per nino mo-
do gli polene dire alcun peccato . Vii.
S. Ani. Teneramente piagnevano, e dol-
cemente singhiozzavano. Bern Ori. 1. 13.
4) Sopra 'I letto si getta e si distende.
Piagnendo e singhi. zzando amaramente.
SINGHIOZZATO. Add. da Singhioi-
zarej Sinshiozzoso . Lai. singullihus re-
soaans Fr. Cord. Pred. R. Con rauca
e singhiozzala voce chiedeva mercede.
SINGHIOZZIRE . F. SINGHIOZ-
SINlJuiOZZO , e SINGOZZO . 3/06?
espulsivo del ventricolo , congiunto con
snbita e inlerrotla lonvulsione del^ dia-
fra.'ma, prodotta per consenso dell' orifi-
eio' superiore dell' istesso ventricolo irri-
tato Lai. singullus, eemitus. Gr. i'jyuOi-
;■,( Crisi. E vedessi la Maddalena, come
ebbra del Maestro suo, pianger fortemente
e con grandi singhiozzi. Cr. t.b. 2. Hae
ancora r f anelo ì propriela di spegnere
li singhiozzo fallo per "P""" ' /'j " .„
,07. Con sospirevole voce. ^°'"f r„"
le^n 1 singhiozzi . rispose . E 2. 332. Con
debol voce , rolla da molti singhiozzi d.
paulo, disse. i^''°- „'^'' '"' ""«"l'""
Li pianto e le vane Parole . ''■"<■."■•'■
20 Piaulo non è quali sanza .in6hio,.o .
Ì206
S I N
IJaon. Fier. J. ,1. 3. Ch'ugoi mio inlop-
|)0 T'jvrelilif fatly Jar 'a uq mal iìngozzo.
t SINGHIOZZOSO r. ^. v^</i/. 3/i;-
scolato con sin\;hiozzi . Lat. singultibus
immixtut » qemebundiis . Gr. 5rsv5£(; .
Guid. C a 1. Poi eoo parole sÌDghiox-
xosc si voUe allo 'mba&ciadore. fa/troife,*
PiaDgeva cod biogbioxzote voci.
SINGOLARE. T. SINGULARE.
SINGOLARISSIMAMENTE. T. SI.N-
GULAIUSSIM AMENTE.
SINGOLARISSIMO. V. SI2VGDLA-
RISSIMO.
SINGOLARITÀ'. SINGOLARITADE.
t SINGOLARITATE . V. SINGULARI-
TA" .
SINGOLARIZZARE. V. SINGULA-
RIZ/ARE .
SINGOLARMENTE. T. SINGOLAR-
MENTE.
SINGOLO. V. SINGOLO-
SINGOZZARE. r. SINflUIOZZARE.
SINGOZZO. V. SLNGHKlZZO.
SINGULAHE, e SINGOLARE. Air/i
coltre, Lat. .<in\iufarÌK , pecntiarit , .ùa-
^nluf, pri\.'atus. Gr. svixo'?, CSio^, l'Jtw-
Ti];. C, /'. 12. i6. IO. Il spRU'-nle di ven-
nero in grantlitsim.1 qmniità A Comune e
k* singuUri citUdini. ^f. V. 6- 5j. Sanza
la vetludglia rbe le singuljri persone del
tuo conlado vi portavano. Cattale. Frutt,
hng. Conciossiacosaché saptcnz.! &ij singo-
iar dono di Dio , meglio s' acquista per
umilt'a d'orazioni, che per istuJio di le-
zioni. Pelr son. 2.'>l. Che m'avean sì da
me slesso diviso, E fallo singular dall'al-
tra gente (ciol-, diverso), v Pare che nel
suiIflcUf* verno del Petrarca, E fallo sia-
gular dall' altra gfnlc , fgfi t'o/esse dire
t/italchf cosa più che diverso; come, per
rsempiOt Si-prtrato, DtsH/ito, KU-vato per
eccellenti al mondo rara j che è gufilo
d* Orazio! secernunt populo . Simile a
questo del Petrarca è /' altro piaxo di
Fr. Giord. 26. Ma di certo è, vi pur ha
cose diverse e singolari dall'altro mondoj
cioè rare, e tutte proprie dt quel luogo,
senza avercene altrove. (!)
§. l. Per Eccellente , Raro , Unico .
Lat. singiilaris , egrc^ius, excellens. Gr.
i%oxo^- Dant. Purg. 8. PoÌ voUo » me:
per quel singular grado , Che tu dei a
colui ec. Pocc. noi'. 48- 3, Forse per la
tua singular bellezza, e per la sua nobil-
tà , si altiera e disdegnosa divenuta . K
noi'. 67. 9 O singular dolcezza del san-
gue bolognese . J it. SS. Pad, 1. i53.
Vedemmo un altro ec. mirabile e ùagu-
lare monaco.
* g. II. Talora vaìe anche A parte ,
Separato. Cavate. Med. cut. i56. Della
qual materia , avveguarbè io comune ne'
soprascritti c.ipiloli alcuna cosa ne sìa detto;
nientedimeno mi pare dì fame questo ca-
pitolo singolare (ì')
3 § III. Singolare , è anche termine
pramaticole , e si dice di quel Numero
fihe importa una cota sola, a distinzione
del plurale. Lai. slnaularis. ^ Safv. Av-
veri. I. 3 2. 37. Voci di nome, quan-
tunque se ne truovino che nel singoiar
numero alibian I' uscita in ri , ec. /:.' a.
I. iTì. Dico nel m<-deiimo numero; per-
riocrliè da qurl drll' une» , rhe singolare
e chiamalo , .1 quel de' più , che si suol
dire il plurale, ha pur varianza di caduta
ne* nostri nomi e pronomi, ff^)
* S- >V, /s in forza di sitti, vate Pfw
mero singolare « /ìut. /'nrg. al I. Pone
Io sinsiilare per !> plurale ». (C)
SINGULAREGGIAHE. /'. SINGULA-
RIZZARE.
t * SINCOLAREMENTE. F. A. Av-
vrrb. Singolarmente . L»t. singillatim ,
Pass. 237. ( Fir. I7J5), Avendo chiaro
conotrimr-nto , non lolamrnte in genere,
S I N
ma specificatamcQle e siogularemeotc di
lune le cos" (ì')
* §. E per In ispeziflià, Da se Lat.
seorsum. Vit. S. M. Madd. 102. Non era
Marta si pìccola e^., che ella non ci fusse
ricordala siogular*^-mcnle, o eh* ella fosse
messa tra la moltitudine. (!')
SLNGULARISSIMAMENTE.c SINGO-
LARISSIMAMENTE . Saperi, di Siasif
larmente, Lat etinm alqne etiam^ inCre-
J/htliter, magnopcre. Gr. yTTSpyvw^ f'it.
S, Gio, Bai. P. y. Anzi in questo si di-
letlav^no singularìssimamente . ^ Cavale.
Pun<.;it. l3. In ciò, che nella lingua sia
golanneole si pone la pena , conchtudesi
che eoa la lingua singolarissimamente si
viene a peccare, (f^)
SINGULVRISSIMO, e SINGOLARIS-
SIMO. Superi, di Siagulare, Lat . prae-
stanlifsimut , praec lari* tir/tu f , e^re^tus.
Gr. c^9^urxTo; . fìut. Li quali furono
valenlissimi uomini, e fecero molle grandi
e belle opere nel mondo, si^'come singu-
larissimi uomini. F. V. li. 101. Lì
fanti , che egli area , slrihuì per le case
di certi suoi fidati e singolarissimi amici.
CirtfT' Ca'v. 3. 102 Amandolo d' amor
singulJri^simo ■ Varch. Lez. gO- Rarissi-
mo moslro, anzi singulariisimo delta na-
tura. Red. leti. 2. 21 1. Mi farcia questo
.vÌng<darÌs%imo favore , rhe le ne resterò
obljligatissimo.
SINGULARITA*, e SINGOLARITÀ*.
SINGULAIUTARE, SINGOLARITADE,
SINGULAniTATE. e SINGOLARITÀ-
TE. Particolarità, Proprietà. G. V.
11. 124. 3. Quaudo intesono alte loro
singularìtà , e lasciarono il ben comune .
E 12. 57. 5 1 più di toro intesono a
loro singularit^ , che a bene di comune.
Mor. S. Greg. Gii riprese, acriocrhi' essi
non avessero letizia in singiilarita di quelli
miracoli. Fr. Giord. Pred. S. Che l'amò
d.igli altri in alcuna singularitade. ^ Salv.
Avveri. 1. 2. 3. Ora a significare appun-
to ci vuol la singolarità de* vocaboli , e
de' molli del favellare. (lì)
g I. Per Eccellenza, e Rarità. Lat.
prarogaliva, pnrstantia.Gc. Ì^'X'Ì- Pftr.
C/om. ili. Fu chiaro segno , rh* egli sen-
tisse alcuna singolarilìi in quel capitano .
Fr Giord. Pred. S. Nel cospetto degli
stolti si danno gloria di singularità di
scienzia . E appresso : lo ved>'\a satan
come una folgore cader da cici» . poi-
chi- egli , insuperbendo della singularìtà ,
disse .
§. II. Per /spezie di superbia . Lat.
■fingulanfas. Pats. 221. Il quinto grado
è singularìtà, qu:indo la persona fa ah-una
cosa di vista e d* apparenza singularmrnle
olire agli altri alti. /;' 26). E ronlrarìu
al quinto grado della supetliia , che zi
rhiamii sìngularit^, per la quale altri vuo-
le parere niigtinre che gli altri.
SINGL'LARIZZARK , SINGOLARIZ-
ZARE, e SINGULAUEGGLMli:. Ridur.
re in singutare. Ctrc. Geli. IO 2^0- La
materia h primo principio di disidere e
di siogolariiiare le cote.
§. in signific. neutr patt. vale U*cir
dell'I comune, Farsi singolare. Lai. /ir<r-
starr . Rur-n. Fier, 5 3 7. Sdegnovvi
alcun tal funiion comune Prr atlcrigia, e
singuljreggiando Non vi roniparve.
« SlNGllLAIir/.ZATO. Add. dt Sin-
gularizzare j Reso singolare, I i'. Pilt.
ili. Quali fossero le tre opere ec. sin-
gularitiale col fé- it. (Cf
t SINGUI.ARMENTE. e SINGOLAR-
MKNTK. Avvrrh. P.»rticohrmente, t'.om
singularìtà. Lai. practpue , prcu'ianter ,
prtrteriim , maxime , singtil'triter . Gr.
^«)i9Ta. G. r 8. l^y. I. Ma singular*
mente si di«te rhe la delta cnmefa signi-
ficò r ■Tvrnto dì mcwcr Carlo. Sem. De-
S I :«
clam. Più tempo slesti, che oou fosti eoo
lui; così limìgliante lu puoi stare ora, e
siogularmeute perch' io te 1* ho comanda-
lo. Fit. SS. Pad 1. i52. In tutte Tal-
tre virtudì si singularmeole abhoodara ,
che in ciascuna pareva che eccedeuc •
Cavale. Frutt. ling. Conciossiacosaché a
Dio singularmeole piaccia 1' umiltà dopo
'I peccato . Otl. Com. /«/, i3. 256. lo
pochi di fece uccidere per li suoi cava-
lieri ventimila abitanti della detta citt^ in UD
palagio ce, fattigli siogalarmenie richie-
dere (ci è. 1 u'io a uno, Lat. stngutatim
Gr xy.'b' èva). Tratt gov, fam. La quale
singolarmente sconfitto aveva io se il ser-
pente antico . 3Ior. S. Greg. 1. 1^- Ma
io attendo in questo convito siogolanneote
una cosa
* §. Per DiversamenU . Vit. SS.
pad. 3. 20^- Voi avete ben odilo dal
suo nascimento, che questo fanciullo oca
e fatto come gli altri; e, se beoe vi
ricorda, in tutte le cose egli hae operato
singularmeole degli altri fanciulli. (F)
SINGOLO, e SINGOLO. /'. L. Cia-
gr uno di per se. Lai. singufue. Gr. €<a-
079^, ^ Roez. \. Coociossiaché questa no-
stra momentanea e transitoria vita ec. non
basii a perfettamente ioveoire e contem-
plare le particulari cagioni delle sineale
cose, e poi ad esse elette esercitare; dato
e modo in ciò ec. (ì') Imperf. Tim. D. lO-
7^.8. i^V Se ciò non fosse. in qual maniera
le cose singole di lur natura disordinate e
instabili manterrebbero cotanto ordine
Della successione continua dette genera-
zioni ec? Sahìn, Eneid. Uh. 6. E sì per
ordine Tutte le cose e singole dichia-
ra. (Fj
g. Per singulo, posto awerbialm,, vale
Singufarntente, Di per se. Lai. tingilla-
tim Gr. xaà' «va. Civaie. Frutt. Ung.
Troppo sarebbe a denominare per singolo
te diverse qualità delle persone. FU* S.
Gin. Rat. 218. E eosì diceva per singulo
di tutte r altre cose della passione. E 2'fQ.
Di tutte frr lìngule veniva laudando e
ringraziando Iddio. Cr. |. |3 4* ^PP^^UO
il domandi «li quello avrà fatto del grano
e del vino, e di tutte 1* altre cose per sio
guto.
SINGULTO. /*. l. SmgKiotio. Lai.
sins"llu<i Gr. >uyuoi. Dani, l'it, JS'uo^-.
36. Dicendo io queste parole con dolo-
roso singulto di pianto , ce E appresto :
La mia vo<e era sì rotta dal singulto del
piangere, che queste donne non mi pote-
rono intendere. Cant. t'arrt I73. Le pre-
ci, i pìaoiì, ì singulti, i sospiri Furoo
buttali a* venti. Ruom. rim. la Quei
pianti, quei singulti e quei lospiri» Ch' a
voi 'I imo cor dolente accompagnaro, ec.
SINISCALCATO. L' Uficto dtl sini-
scaleo Lat prae/ectum.
§. Sinifca/cato , il dice anche U Pro-
vincia che ha Goi-ernatorr col titolo di
Siniscalco Lai. * sene^challia. G. 1' 8.
101. !\. E que* del sioiscalcalo di Proenza
fossero apparecchiali. E 9. loS. 2. Quella
che rIì mandava Ìl Re di Francia, emes-
ser Carlo dì VaK<t suo padre di Vienne-
se, e del siniscatcalo di Beiraro
SINISCALCHI A. Sinitcalcate , nel m
gnific del £. Lai • srnescharij . .U. /'.
il. 36. Flessnno in Pana messer Gaglìel-
mo Grimonardì, nato della sinìsealcbìi di
Beirari.
SINISCALCO, ^faggionloma , o Mae-
stra di casa ; e anche talora Quegli che
ha cirti d<-Hn men^a , e che h 'mhmndi-
tee. Lat. • seneschallus , a'^hitriclimu*.
ì'ed. il Pu tVe^ne Gr, oi^irpi'jtXiWi.
Pocc. inir, S.*l. ('osliluiico Parmeno fa
migliar di Dioneo mio sinlscaleo. e a lui
la nira e la lollrriiudine di lulla la no-
stra famiglia commetto, e ciò che si ter-
ì
S I fJ
S I K
120?
tigio della lal» appartifno. E e- j. /- l.
Dato col siuiscalco [trimierameutc ordino
a ciò, clif Iiiiogno facra* Ficr, f'irt. A-
M. Al sÌDÌscalco, della magione sì codo*
•ce il jigoure. JSo*-» uni, 8J. 1. Gli sini-
scalcili tuoi furo tra loro cou le gonnella'
e coD la vÌTaud<i M. / . 3 38. £ '1
grandr siniscalco mcsicr Nicroia Acciaiuoli
di Fìrcnxr ne condusse e menò ^OO '^
soldo del Re. Bor^h. f'rSC. Fior. ^53.
Aveva fuor del Visdomiuo il Vescovo per
suoi proprii niinisln il visconte, il castai-
do, uvjwu casUldioDe e siiiikcalco. e lurse
alcun inro, i quali, per mio awi-o, più
erano anch'essi nella cura del temporale
impiegali, che nella parte dello spiiito.
g. I. Siniscalco , pfr Covernniote del
siniscv/cùlOf nel signific. del §. Lai. * se-
aesch.ilfnt, G. /'. IO. 1.^7. i. Papa Gio-
vanni ce. mandò per Io Siniscalm di Pro-
TCDta. E 12. ^6- 7. Presi furono messcr
Laici di Piero ec, il Siniscalco di Tolosa,
r più aliri signori.
§. II. Per Tesoriere. Aov. ani. 18. 2.
Il Siaitcalco ovvero Tesoriere prese quelli
marchi, e mise uno tappeto in una sala ,
e versolli^ì suso. 7 il, Cr. Non oda cre-
dere che per piccob oflcrla l'osse stato
bisogno d' aprire i loru tesmì, iniptToiiJC-
thè agerolmenle 1' a%-rebbooo avuta i loro
Sìniscdlcbi in borsa.
# g. 111. Siniscalco , è anche JVome
e titolo d* ttn ufficiale ne^li eserciti nn
tichi. Pecor. g. g. n. 2. Ogoi schiera
avea quattro siniscalchi, i qu.ili aod.iv3no
sempre iiilorno alla schiera loro , accioc-
ché nessuno potesse uscire di schiera ,
talché niuoo sinistro . o mancamcDlo vi
fosse. (CPJ
SISÌSTRA, Stist. Mano, o Parie oppo-
sta allo destra. Lai. ìirva, sinistra. Gr.
oxata. riffszspU Dant. Par, 32. Colui
che da sinistra le s* aggiusta y È M pa-
dre. ^ Cr. g 6 2. Si volga spesso a de-
stra, e a sinistra. (C)
t SINISTRAMENTE. Jwrrh. In mo-
do sinistro, malamente^ Vi mala manie'
rd. Lat nin/c, pessime. Gr. xaxcÒ^. xa-
xtST«. l'ir. Ro^. 1^8. Mi slava e di lui
e di me sinislrameote conicnta . iìtrn.
Ori. I. 24 38. Tuoto siaisiramente gli
batteva. Che spesso a terra chinar gli fa-
ceva. Car. lett. 1. i3l. Ho proccurato
farle quel beneficio che da ognuno è co-
nosciuto, ma da pochi raalìvoli sioistra-
mente interpretato.
t SIMSTRAIlE. fieutr.pass. Infuria-
rr, imperversare. Lat. fiirere Gr. jUMi'-
veaSat. Frane. Sacch. nov. 12. Come
1^ giunse, il roniino si cominciò a tirare
addietro ec. Alberto accennandogli cotale
alla trista, non lo potèo mai fare an<l.ire;
ma cominciandosi a sinistrare, e Alberto
avendone grandissima paara, per lo mi-
gliore disceso io terra.
# §. I. Per Scomodarsi. Lai. incom*
mcdosubiiei. Gr. Ou?/pT;3Tàro5«i. lìenth.
lett. I 4" Sp- Vostra Signoria ha pur
voluto fare a suo modo in sinistrarsi e
disagiarsi ella , per adagiare e comodar
me. ec. {*)
t S- II- E in sipnifìe. neutr. per Jn-
traversart. Opporsi. Lat- ohstare,advtr.
sari, fìcrgk Moa. 171. Per commuovere
con r esempio alcuni della plebr , che !.i-
nìstravaDo , dì conferire la lor partita.
« Ciò*'. Geit. f ij. jélf. i32. Ottenne
•e. il cooseoso di Cesare a essa vendita
dì Modaoa, ricmando e sinistrando mollo
Videfrusto. (CJ
%. III. Prr Jnd.ire infalh. Morg. -3.
9. E "I cavai di Rinaldo Noe reSM ; i pie
dioaoxi sioistrorno.
# SINISTRATO. Jdd. da Sinistra-
rt. f.4}
t * S- Sinistrato, dxett amcora di /éf'
sinistro, o troppi»
Stcr, L'ur. 2- A6
cun nifnib'O del corpo, che abhia patito
lussazione t frattura, 0 altro sinistro ac-
cutenle. Calti. Leti. Ucm. VI. 37. Si
trova in letto con ima mano un poco si
Distrata per una r^dulsi roa l' impedimeo-
le s.itìi breve. {A)
* SINISTRISSIMO. Superi, di Sini-
stro j Oppostissimo t Conti arissimo Ar,
Supp. (A)
•f 3 SINISTRO. Sust. Scomodo, Scon-
ci*'. I .Ti. incommcdiim. Gr. ^la^jj. Agn,
Pand. 2X Vorrei avere in casa quello (he
bisogna , e quello the si può sanza peri-
colo seibare, sanza noia o fatica, u sanza
ingombro della casa.
'.^O Ma standovi con suo
sinistro, e, ulirr a ciò. con poco profitto,
per uscire di questa molestia ricerco uu
giorno lo arcivescovo Atlone di MagODzia,
come fusse óa governarla. E 3. j3. Deb-
biamo sempre per amor suo, eziandio con
siui>tro nxslro, procacciare giovamento al
prossimo in ciò rbe si può.
^- g. 1. Per Pencolo, Cattiva situa-
zione, u Pai'. Scisni. 60. Li Guanlpsi tu-
multuanti gastigò, e mise il Duca di Cle-
ves in gr;.n sinistro e terrore» . (Cj
g. 11. Per Disgrazia , Accidente in-
fausto, Lat. calamitas , dammim, Sfor.
Eiir. I. 17. Quando tu vicino al colpir-
lo, volse le redini al suo cavallo, non per
paura già che egli avesse , nò per altro
sioiìtro sopravvenutoli, ma perchè ec.
J ardi, Stor. Così credevano quei della
parte di Niccolò, guidati da Lorenzo Se-
gni, óiì Iacopo Morelli, e altri suoi amici
e parenti, di tener quieta la fazione de-
gli Arrabbiati, e fuggire ogni sioislro
SINISTRO. Add. Che e dalla parte
sintstia. Lat. sinisier, Icevns. Gr. cxacio^^
apt3Tc;o; ■ Dani. Jn/ ji. Per l'ar-
gine àioistro volta diennu. Pitr. son, 5l.
Del mar Tirreno alla sinistra riva ec Su-
bito vidi queir altera fronde. Amet- 5^.
Quindi alla destra mano lasciataci la se-
poltura del Miseno Eo'io, e dalla sinistra
risole l'illacuse, vedemmo il furioso Vol-
turno mi-scolanle le sue acque piene di
arena colle marine, f'if. S, JAirpA. i35.
Compiuta la sua orazione, guatò e vide
nella sinistra parte della carcere uu de-
monio.
*f g. I. Sini.ftro, per Catlìi-o, Dannose,
Lat, sinister. Gr. ùptiripói, cxaio's- Sv-
gr. Fior. Stor. I. 29. Disegnando Maffeo
servirsi dello Imperatore per cacciar Gui-
do ec , prese occasione dai ramm.)richi
che M pcpolo faceva per i sini&lri porta-
menti de' Tedeschi. ^* Guicc. Sior. i.
38t Per i quali .iccidenti si aumentò
tiinto la sinistra opinione, che il popolo
Fiorentino aveva già concepito di Pagolo,
che ec. fu da luro ec. fatto prigione. E
2. 3?0- Ciamonle disperalo di poter far
più ec, e cominciando a essere per il
sopravvenire della vernala i tempi sini-
stri, ritornò il giorno medesimo a Castel-
franco (L)
i? %. II. Per Ingiurioio J'ardi. Stor,
lib. 3. Tantoché dopo molte sinistre pa-
role dell' uno e dell* altro. Francesco ec.
gli fece un manicbetlo. dicendogli ec. (P,'}
GifCc. Stor. 1. i^25. E per conducergli
con l'asprezza e eoo l'acerbità a quello
a che non gli conduce^ a 1' autorità, usava
pubblicamente sinistri Icrmini agli amba-
sciatori. (L)
SINO. Preposizione terminativa di luo-
go, di tfrr-po, o di operazione j lo stesso
{he Fino, injìno e Insino, E pur come
quelle si usa eomw.tmente col terso ca-
so, benché ttlora anche od altri casi, od
a varie particelle, o preposizioni s'accom-
pagni j come dille medesime voci a lor
tuofio si è detto. Lrft. usrjue. Cr. £w^.
I Dant. Par. 32. E gli altri sin qnaggiù
di giro IO giro. Gttid. C. Partendo la
lesta sino al bellico. Pocc I it. Dani.
333. Colui, nel quale poco avanti parca
ogni pubblica spi.-raoza essere posta ec. ,
sanza ['c-cjIo di quel romore, il quale per
addietro s' era molle volte udito le sue
laudi portare sino alle sitile, fu furiosa-
mente mandalo in trrevorabile esilio (al-
cune edizioni hanno infino ), Hmi, ant.
Guttt. 90. Raito son corso già sino alle
porle Dell' aspra morte per cercar dilet-
to. G. V. 12. 63. ^. La sua gente scorse
sino presso a Parigi a due leghe. Pemh
Utt. 1. I. 23. Dunque oe bacio sin dì
qua il santissimo pie vostro con 1' antica
e cauta servitù e devozicn mia. £"22.
22 Avcrele con questa, messer Trifone
mio caro, quanto sin qui ho scritto sopra
la Tolg.T lingua.
§. I Sin che, lo stesso che Fin che.
Lai. donec, usqueqiiOj itstjuc dum, quoad.
Gr. £W5, £; 0. Fir. As- 218. Innamo-
rato di Carile sin eh' eli* era picciola
(qui vale: Sino da qnondo. Lat. ex
qaoj ,
g. II. Sino a che, vale lo stesso che
Sin (he. Fin che. Lat. donec, nsquequo,
usque dnm, quoad. Gr. ^w,, £*? 0.
§, ili Sin tanto che, o Sino a tanto
che , la/e lo stesso che Sin che . Lat.
dcnec, usqucdum, quoad. Gr. iw^, £; o .
n! Guicc. Stor, 3. 38. Il Pontefice promet-
teva aiutare ec. sino a tanto che avesse
.ricuperato lutto quello che si conteneva
nella lega di Cambrai. fL)
f §. IV. Sino , assolufamcnte posto,
si trova talora usato per Sta che. Dant.
Inf. iq Rè si stancò d* avprmi a se ri-
stretto Sin meo portò sovr'al colmo dell*
arco (alcuni qui leggono si, ed è ottima
lezione ) .
§. V. Sino, talora dinota Intero com-
ponimento di che che si parli , così nel
bene, come nel ma/e. J'vd. INSINO.
SINO. Scino j Punto de* dadi , ed e
Quando due dadi .s' accordano amenduni
a mostrare il punto Sei, Lat. senio. Gr.
t SINO, o SEViO, Termine della Trigo-
nometria L-i perpendicolare condotta da
una dille estremità di un arco sopra il
raggio che passa per Coltra estremità .
Gal. Sisl, aqi. E come il sino dell'an-
golo opposto B e D al sino dell' angolo
opposto R D C E 297. Pel sino della
parall.isse ne viene ventotto semidiame-
tri e mezzo.
-f ♦ SINO. Lo stesto che Seno j ma
in questo senso è ?'. A. Rim. ant.
Kot. Giac da Lentino. Allor m' arde una
deglia. Come oom che teme il foco, Allo
su* sino ascosa ( fedi la nota ^6S- Cuitt.
1,11.). (V)
^- §. Sino, vale anche Seno nel si-
enijìcato di Golfn. Lat sinus. Gal. Sist.
A3 Nt'U solo il sino mediterraneo , ma
tolta r Affrica, e l'Asia ancory. (NS)
t SINODALE . Add. Di sinodo ,
Attn.ente a Smerdo . Lat. synodalis ,
syncdicus , S . Gir . Gr. oyvo^tzo'^ .
pass. 1 22. Q«iej>ti rasi riservali ec . ,
e gli altri eh' e' Vescovi si riservano per
loro arbitrio . o costiluzioni provinciali,
o smodali, debbono i cufessori ec. ben
sapere, acciocché non se ne iulromellaDo.
Mairstruzz. 2. l^i. Simiglianlcmenlc sono
iscomunicati i religiosi, i quali assolves-
sono gli scomunicali ne' casi non conces-
si, ovvero assolvessono dalle date scDleo-
zit* per provinciali islatuli, ovvero smo-
dali.
SINODO. Congregazione. Concilio j
e s' intende d' FcdesiasUci. Lat. *syno-
dus . Gr. oJvoSoi. Cavale. Fritti ling.
Un notorio e infame fornicatore essendo
richiesto .t un sinodo e concilio, lemcodo
)20$
S I >
S 1 N
S i .N
ec. But. Purg. 20. 1. Mieate polelie n-
it:rire del re Carlo al siooJo e al coocilio,
DÒ a) sjoto PaJre-
^ §. Trovasi anche in genere femmi'
ntlt alla Lifina. l'U. SS. Pad. z. aSo-
Celebrandosi la Sjnta Sioodo io Nicèa f/'l
*f * SiNOMMIZZARE Neutr. Usar
sinonimi , abbondar di sinonimi . (/dea.
Ais^ 3. l6o. QuaDlo appresso e freddo
e ÌQsipido e ppoosissirao sia questo poeta
exiaadÌL> Del siauoìmiicare , noa si paò
dire a batuoza. fjj
SINOMMO. Che ha la stesta signijS-
cazionr. Lat. symnimus Gr. g^voivu/is;.
Varch. Ercol. 28. lo bo detto parlare,
ovvero favellare, perchè questi due ver-
bi tono (come dicono i Latini con greca
voce) sìnociini, cioè significano una cosa
medesima, come ire e andare. E 3o. Egli
ù vero che nelle diffinizioni ec. dod si
deono mettere ne nomi sinonimi, ai.- me-
tafore, ovvero traslazioni. E Lfz, ^. Cre-
dono alcuni che queste due parule prin-
cipio e cagione sieoo sinuoimi ( qui in
forza di su il ).
SINOPIA, e SENOPIA.. Spezie di terra
di color rotso. Lat. sinopis Gr. attuTHi-
Dittam. 6. 3. Coti andando, ed ei dan-
domi copia Di molte novità, giugncmmo
al maro , Lo qujle è rossi sì , che par
sinopia . Cr, g 97, 3. Ton"ai sinopia li-
quida , ovvero altro colore simile , che
tioga. RiCftt. Fior. 65. La sinopia, chia-
mata da Dio>coride rubrica sinopide, per-
che si vendeva io Sinope citta di Ponto,
è una terra rossa ; oggi ne abbiamo di
molli altri luoghi , e si chiama b.jlo ar-
meno . E appressi : Quella sinopia che
adoperano i legnaiuoli , v un' altra sorla
di rubrica, che si suol fare di ocra colta.
ì^ett Colt. 33. Si segnino queste talee
con («nopia, o aUri> colorf, per porle poi
ne* divelti, come elle stavano in sull'uli-
vo, e non sottosopra. Cani. Cam. \Q\-
Prima si seghi, s' usa di conciarlo; Poi
colle corde, e senopia segnarlo.
3 g. I. In proverò. Si dice Jndar pei
filo della sinopia , o simili, che vagliano
Seguitar la dirittura. Andar per li biw-
na strada , Non torcere ne di qua , né
di là j tolta la metafora dal se^no che
fanno i segatori sui legnami col fio in-
tinto nella sin^tpia, per andar diritto colla
sega . Fr. Giord. Pred. R. Non basta
..he '1 giusto vada uell' opere sue pel fil
della sinopia. Uh Son. 1. Nm comparo
r ineiie e i versi bigi Con chi riga in sul
fil della sen-.pia. Morg. 27. 80. E va pel
fil della sinopia caldo, Saou uscir punto
mai del segno ritto.
<i §. 11. Si dice anche Che una eota
%a pel fil d'Ila sinopia, quindi rieicefe-
Itceme.ite. «. .l/jr?. 22. 214. Pel GÌ della
■inopia e p^r la riga A questa volta que-
lla cosa andava -. (C)
* SINOSSI. Compendio, Ristretto,
Magai. Leti. Ti ringrazio della sinossi
della Teorica del Cassini. (.4)
* SINOTTICO. Add. Appartenente a
sinossi. Compendioso. Magai. Lni. Voi
non vi ricordate di quella tjvola •inoUica
posta in Goc dell' ultima lettera, dove ri-
dico in dieci righe lutto quello che ho
delto, rilucendolo in ipuma, in un grosso
tomo. (A)
* SINOVIA. Term de' Medici. Li-
ijuort viscido, che serve a lubricare tulle
le articolasioni mobili del corpo. Cocch.
Lei. ec. Sinovia . che irrora le giunture.
Mancante dell' umido oleoso , o unovia ,
.•he s«*rvr a lubricare i legamcnli e mem-
brane d<*ir ossa. (A)
* SINOVIA.LE, Term. de' Medici.
Agt!'»»fo delle gUndule separatrici della
sinovia . (Jmor sinovi*'* dicest la Sino-
k'Ut. (Ai
•f * SINTASSI. Term. de' Gromma
tici. Collegazione, Disposizione, ed Ordine
delle parole Menz. Op. voi. 3- pag. 2|3.
Sebbene ogni irrfgolar costruzione è un
tal poco aliena dalla sintassi, nulladimeno
ella K una cjrnp<>»izionc di parti, che con-
viene e si accomoda all' uso di qaei che
ben parlano Corlic. Gram. Ub. 2 cap.
1. La costruzione, con greco vocabolo
chiamata sintassi , e quella conveniente
disposìtione , la quale debbono avere fra
se le parti d^rll* orazione. fAj
* SINTESI. Terni, de' Filosofi. E il
proce lere neW investi-jasione delle cose
dal semplic'- al compoftoj Metodo di com-
posizione . Lat. synlliesis ■ Gr. 9-Jv^e
5t;. (B)
f ♦ §. Sintesi , è ancora Figura ret-
lorica, per la quale la costruzione si ri-
ferisce non alle parole, ma al loro senso;
come per esempio: L'inno che quella
gente allor cantaro . Pros. Fi^/r. 6.
26 . Vok-vano questi inferire quelle
tramuiaxioni, o iroo^amenti ec. di cor-
rispondeaac stravolle , prolcpsi , sillepsi ,
sintesi , er. (*)
* SINTETICO . Add. Terni, de' Fi-
losofi. Appartenente a sintesi . Composi-
tivo; contrario a ResoluUvo. (A)
't * § Metodo untelico, dtcesi il Me-
todo di composizione , la Sintesi» Cocch.
Pref Belili. Disc pag. 33. La troppa
facilità prodotta in questi discorsi {anato-
mici) ec. è cumpensata da una certa mi-
steriosa oscurità che nasce dal metodo
sintetico, del quale pare che abbia voluto
servirsi [>er tener più attenti i suoi udi-
tori , ec. (A)
SINTILLA. V. A. ScintiHa. Lai. scin-
tilla. Gr. sTi*à»fj3.
g Per simiht. Frane. Saccb. Op. div.
1^0 Covi gran parte, quanto e la quarta
pjfte del ciclo . entri iu sì piccola cosa
comi; una sinliUa d' un occhio.
SINTILLANTE. T- A Scintillante.
Che scintilla. Lat. renidcns. Gr. otTr^sTt'i-
^ù>v. Bocc. s- a./ 2. Cogli occhi vjgbi,
e sintillanti non altrain:nli che maiiutina
stella, Dep. Decam. 5;. Qui i; scritto sin-
tillaiti , come s' è detto , e così dovettrr
trovare que* valenlaumioì del 27 ^ poiché
così scrissTo.
* SINTONIA. Lo itesso che Sintomo.
Red. Cons. I. 193. Questo e aa sìotoma
io genere delle azioni lese, e quest* aziunc
lesa e 1j respirazione. f.Vj
* SINTO.MATICO. Term. de' Medici.
Appartenente a sintomi. (Ai
SINTOMO Indizio, o Effetto Ji mi-
l.itti-i j e si prende anche per Acctuenlc ,
o Circost<inzrì che accompagni qualsivoglia
altra rosi. Segner. Mann. G--nn. 30. 4*
Raccogliti quanto prima dentro a te sles-
to , come la chi scorge Ì sintomi della
sua fehlire domestica già imminenti. Gal,
Sist. 57. Trovano le definiiioni, •■ i p'ù
comuni sintomi , lasciando poi certo sot-
tigliezze e tritumi, che son poi piuttosto
curinsil j , ai inatmulici.
SINUOSITÀ', SINUOSITATE, e Sl-
NUOSITAUE. Ailr.itto di Sinuoso. Lat.
fìerut Gr. itsc/Ai^i; Fir. Dial beli. dona.
'375. Hanno gli orocebi io quel pertugio,
che manda dentro U voce , quella certa
rivoltura . sinuosità . e via fatta a vite ,
come s' «• detto.
SINUOSO. .Idd. Che Ai sem. Che fa
seno. Curvo. L^t. tinuotus. Or. «oIttw-
0»j;. Segr Fior. Art. f.urrr. 7. i4tj. Es-
sendo Io mura sinuose e concave. ^ Silvin.
Georg, lih. I. Qui un serpe grandissimo
con volti sinuosa dintorno va scorren-
do. (F)
f SIONE . Guerra di due, 0 pia vfnti
di iisunle, o poco difierenle pots'tnz.i f'a
di loro, I quali wlandosi, 0 raggirandosi
in alto , aggirano ancora le nuvole
Frane. Barh. 271. 2f. E Se an uoo
repente Vien , che tubila mente Rompe,
spazza e rivolge, Ben fa s' a Dio si
\ulge Ogni «nima , che solo El li paò
torre duulo . Red, DiUr. ^2. SceodoD
«ioni dall' aerea chiostra , Per rioforxar
coir onde un nuovo assalto . E Annoi.
Ditir. 201. Credono i marinari che il
•ione non sia altro che una guerra di due
o di pili venti di ugu.ile, o poco difierenta
possanza tra di loro, i qu^li urtandosi,
e raggirandosi in allo, aggirano ^uora U
nuvole ; quindi con eue nuvole^nlando
in mare, e raggirando l'acqua, e auot-
bendone molta, stimano che il siooe vada
crescendo e rigunfiando , e che sìa pot-
sente io quel ravvolgimento a far perire
il vascello. E appresso: Delle ridicoloic,
e vane superstizioni costumate da' mari-
nari , per tagliare . come essi dicono , il
siooe. sarà bello si tacere.
SIP A. Foce bolognese, e vale Sì. DoAt.
Jnf. 18. Che tante lingue non »0D ora
apprese A dicer sipa tra Savena, e '1 Re-
no But, IVI : Gli Bulo^nesij quando vo-
gliono dire sì, dicono stpa.
f * SIPARIO. 5«*(.»M*c. Voce dell*
USJ. Tenda che si alzi, e cala iamanzi
alle scene d'un teatro'. Lai. siparium. (A)
SIRE, e SIRI y. A. Signore. Lai.
dominui. Gr. Kj'ptOU x'SpOi, t.jp Dani.
Par. 2g Co\ì *1 triforme efifotio dal suo
Sire Neil* esser suo raggiò insieme tatto.
Petr. Cip. 10 Contra *\ buon Sire, cbe
V umana speme Alzò ponendo l' anima
tmnK>rlaIc, S'armo Epicuro. Bocc nov.
60. 11. Quaù stato fosse il siri di Casti-
glione. G. y. 11. I42. 1. Rimase di lui
una figliuola, la qu^le era moglie del siti
di Valghere. E 12 92. 2 Tra* qu^lì vi
rimasono morti l-c, il siri della Valle e
messer Rosede. Tav. Bit. Palamides pen-
sa allora un poco, dicendo: ahi siri Iddio,
or che faroT E altrove: Lancillotto si trac
avanti dicendo : sire Tristano , voi avete
mandalo a dire che volete con meco bat-
taglia. E appresso: Le damigelle sì dis-
sono : sire cavaliere , n ju si^te tanto di-
sroousceote Dep. Decam. 56 II che per
poco doveller fare i nostri vecchi della
parula si' e , la quale ne* testi antichi il
piLi delle volle si troverà esser siri. tF Sal-
via. Eneid.lib. 1. 1 Romani Siri del mondo,
e nailon togata (Fj
g. Sire, oggi è Titolo di maestà, pny-
prio dei Re. Cas. Irti. 5. Sire, io mando
a V. M. il signor Annibale Rucdlaì mio
genliluomo. E 16. Sire, venendo a V. M.
Cristianiss. Monsignor di ALtnna, spedito
da Monsignor d* Avanione, ec.
*t SIKENA, e in attico anche SERE-
NA. Motti o favoloso , il quale, secondo
alcuni poeti, aveva sembianza di femmim
dal capo infino alle Cosce , é dai mesao
in giù era Come un pesce, c-m due code
rivolte in suj e, secondo altri, avei-a ale
e unghie: e colla dolcezza d^l sua canto
addormentava 1 mariniri , per /irgli pa-
ne ohre fra gli tcofli del mar di Siciliu,
dove abitava . Lai. siren . Gr. sci^qv .
Frane. Sacch. tip. <hv. 90. Sirena è «oo
animale, ovvero pesce , che dal meato in
su ha forma di ilooscUa, r dal mruo in
giù r come uno pe»cc , con due code ri-
volte m su, e sta sempre in luoghi peri-
colosi di mare . e canta si dolcemenle .
che fa addormentare li marinai, e chi 1'
iiAr\ e quando sono addormealali. gli f>
pericolare. Dani. l'urg. 3l* Perchè allr^
volta, Udi'odo le Sirene, sii piò forte. E
Par. 12. Canto che t^oto «ince ooslrr
muse, >ostrc sirene in quelle dolci tubr.
Quanto primo splendor qncl che nfuse
Petr. ca'iB. 35. 7. Che dovea torcer gli
occhi Dal troppo lume , e di sirena al
$ 1 R
tuono CbioJer gli oreci-lii . Pati. prof.
Per lo dolce cinto dt'lle sireae vaghe.
t §. Per simi/it. Petr. san. i3^. Que-
sta ftola Ira oui de\ ciel Sireaa.
* SIRENETTA. Dim. di Sirena. Cas.
Utt, Uualt. 253. lo f o . e farò sempre
per M. AotoDÌo tutto quello, che io potrò
ure. e quella tireaella creperà di doglia,
e d'invidia (qui per meta/,). (C)
SIRI r, SIilE.
* SIRINGA. l'tstota.'LtX. syrinx.GT.
(To'piy^- Satvin. Prot. Tofc. I. 357. Aa-
ror qui U iirÌQga rum<neata la favoUre
ùtoria degli aniiiri della sua oiafd, di
rtii (|UL>!>tu slrumealo cuuscrva col nomtì
la riL-ordanxa . (*)
* §. Strinila, è anche tino Strumento
cfiirurgico, che *<rrfe per l'iniezioni, o
ciìsteri. Del Papa Cons Se le predette
operaztoDÌ rbirurgìche tono state fatte per
maoo d* uo perito litolorao, il quale ab-
bia iotrodolto U sirÌQga nella vescica ,
«. (.■!}
•f # SIRINGARE. Sciringare. MTj^al.
pirt- |. leti. 5. Siccome l'aria mutola,
presa dai maalici di un urgano , e siriu-
eala per le canne, diviea sonora, e su>
bilo fuora di quelle riluroa mutola ; così
ef. ( qm per stmttit.). (^)
« SIRIO. // Cane calette, la Cmico-
ta. h\lic. rim pag, 29 f Cunz. O grande
ec. ). O dair Orse ali adusto Sirio, e da
Baltro ai termini di Alcide Riverito e
temuto. E ptg. ^i O dove Sirio latra ,
o dove scuole 11 pigro dor^o a' suoi de-
lUier Boote- (SSi
t 5 SIROCCHIA, e SEROCCHIA. T.
A. Sorella. Lat. soror. Gr. 5t(?iXy<l'-
Dant. Pitrg. !j. Colui che mostra sé più
o*"gligeote , Cha se pigrizia fosse suj si-
roccbia. Sjcc. nov. ^5. tit. Riconoscesi la
fanciulla eiser sirocchia di Giannole. E
noi', 68. 22- Avete voi udito come il
buono vostru cognato tratta la sirocchia
voilrat E noi', 72. 2. C'>m..' che nelle
nudri, nelle iirocchie, nell'amiche, e nelle
figliuole con non meno ardore , che essi
le lor mogli assaliscano , vendichino 1' ire
loro. G, K I. l3. ^. La detta Elena fu
Keroccbia di Castore, e di Pulluce. E 8
20. 5. Il He d' Inghilterra prese per mo-
glie la serocchia del Re di Francia E 9.
77. 2 Venne io quel tempo la 6gIiuola
del re Alberto della Magna, seroccbia del
IXjgio di Oslerich.
* §• E figura fam. « Dani. Purg. 21.
L' anima sua, ch'i- tua, e mia sirocchia,
Venendo su. non polca venir sola» . {N)
StUOCCHlAMA. Ì'.A. Sirocchia mia.
Lat. soror mea. Gr. kO ìip»)' /ioO . Annot.
Vang, Signore , tu non hai cura di dir
• tirocchiania che m' aiuti . E Putaff". 5.
E sirocchiama pare s1>jlordiU-
SIROCCHIEVOLE. Ad^. Ih Crocchia.
Lai. tororìus. Gr. oì^ù^ixa^. Fir. /fs.
139. Consentile il fruriu de' sirocchievoli
«bliracciamenli, e ricria 1' animo della tua
divota ed obbligala Pliche.
SIROCCIIIKVOLMENTE . Awerb .
Da sirccchia. Lai. sororie. Gr y'Jsipi-
■ eJt Remh. Asol. 2 12O La destra di
Liia , che proso te sedea , siroccbievol-
mente prend«fndo e strigoendo.
SIROCCO. Scirocco, Scilocco. Lat. Ao-
tot. Gr. voto;. Gal. Sisi. 427. La sua
lungheiw non si distende dj Oriente in
verso O'ciJenie, ansi traversa da Sirocco
verso Maestro.
# SIROPPETTO. D,m, di Stroppo.
^'à- ^f". 2. 93. E poi qualche sirnppelto
mollilivo, e altornativameole qualche si-
roppetlo sulolivo cliiaritu. E Cons. i.o.
ì\ principio del suo medicamento fosse un
nroppello chiarificato snlutivo , il qudl
uroppetto ec. per molte e molle volte
foue piglialo, ec. E a. 3o- Continui po-
Focabolarto T. II.
S I R
scia per quattro giorni a prendere qualche
gentile e grato siroppelto , confurlalivo
delta testa. E 73. Per poter pui fare Ìiu-
mediatamente passaggio all'uso di un si-
roppelto acciaialo, ec (*)
SIROPPO. Sciloppo , Sciroppo. Lat.
• srrupus. Gr. xxTaBOTiov. ^ Zihald.
.4ndr. 46. Togli barbe di sparagi, barbe
di Booccbio , barbe di scabbiosa, e fanne
sìroppo. (B) lied Oss. an. 1|3. Mesco-
lai due once di stroppo violato solutivo
con due once d'acqua comune. E ll^*
Hanuo molta rjgioiu- i medici, per esler-
minare i vermi de' fanciulli , a costumar
frequentemenle il siruppo di cicoria com-
posto. Car. Matt. soii. 8 Diche vetrosi
fanno i caraffoui Da tener i siroppi, e V
acqua cotta 7
:? SIRTE. Seccagm. Lat syrti^. Gr.
ojpTt;. Salvin. Disc. j. 73. Non minore
ec. e il vantaggio che dagli amici si trae,
quaodo prosperevole vento a vele gonfie
porla la nave di nostra vita, che quando
con vento contrario tra le sirti e tra gli
scogli degl' inforlunii va manifestamente
pericolando. (*) Cir. En. I. l85. Tre
ne furo dal Nolo a 1' are spinte ; ec. E
tre ne fur dal pelago a le sirli. (EPj
SISAMO, e SESAMO- Seme di pianta,
o di erba che si coltiva ne' giardini per
estrnr Colio dal suo seme ^ e che a noi
fiendi Siiifia, per altro nome detto Giug-
giolena. Lat. se<amnin. Gr. c/i'3«';ov
Pallad. Selt. ^. AjjUalc si semina Ìl sisa-
mo in luogo putrido, cioè leira grassa .
Sc-rd. Slor. l'id I 49- Ung-ndogli spesso
con l'olio di sesamo, rendono i corpi loro
incredibilmente agili- Ricctt, Fior. ^\.
Gli olii ec. d' .ilcuDi semi, come di lino,
di sesamo, di cbcrsa, e d* altri si traggo-
no in questo mjdo. 7? 1 1 1 Quelli (olit)
che si traggono de' frulli e de' semi ec. ,
come l* olio di mandorle e di sesamo , si
debbono trarre quando s' hanno a usare.
SISARO. Sp^-ziC d'erha. Lai. sisarum-
Gr. ^t'^aaav. l'ol^ /J^jc. Il sisaro è pianla
nota, e la suj radice si m;tngia lessa.
SlSlMURiO. SpiZie d' erba di sapore
acre, che nace nelle fosse acijuose. Lat.
Sisytnbriwn . Gr. ctlJ^aipiOV Cr, 6.
ii5. I. Il sisimbrio è raUlo e secco nel
terzo grado, ed è di due maniere , cioè
dimestico e salvatico, il quale si chiama
calamento. E 8. 8. 5 Se di quel seme,
cioè del bas^ilicn , si semina , spesso si
muta quando in serpillo e quando in si-
simbrio. rc( Pov. P. S. cap. 4. A sa-
nare i' lilargico logli ruta e sisimbrio, ec.
SISMA. F. J. Scisma. Lai. schisma.
Gr. sx'-'9<J-'X., Def). Decani. 5'J. Ne'Iiuini
testi del Villani si truova quasi sempre
sisma e sisniatici , dove hanno gli stam-
pali scisma e scismatici.
SISMATICO . y. A. Scismatico .
Lat. schismUicits. Gr. 9;^t9/zaTC/o'5. G.
/* 9. 108 !• Per abbattere la signoria
de' delti sismatici , e rubetli dì santa
Chiesa. ^9 I42 1. Sentenza diede la
Chiesa contro a loro , siccome eretici e
sismalici. Frane. Sacch rim. 47- Subilo
corse alla terra sismatica.
^ SISSIZIO. Compagnia di s-->li ma-
schi, che per ricreazione mangiano in'
sieme, siccome costumavano i Candiottì.
Lai. sodalitas. Gr. aU55t'TC0v . Salvia.
Pios. Tose. I. 2o3. E uo sissizio, un6-
dizto, o vogliam dire io lingua povera, una
cenata generale, una ricieazione ainiihe-
vole, quantunque di non mollo risparmio
della nosira letteraria repubblica. (*)
* SISTALTICO. Terni, de.' Medici.
Di sistole s ed è per lo più ag'^ntnto di
Moto, Quello cicè ne' moti alterni osser-
vati nel corpo animale, che ha la facoltà
di rintri^nere e di riserrare J'ed. SI-
STOLE. (J)
S t S
1209
SISTEMA. Metodo che si tiene nel
trattare U materie scientifiche , d* erudi-
zione , e simili, Lat. sistema. Gr. Ji*-
«T^jjua. Bed. Cons. 1. 5o. Non esser co»!
conforme atta verili 1* antico sistema degli
umori del corpo umano, quanto ec. ^ «f*-
pner. Selt. Princ. illus. 6. 4. Converii
che in guidarle (le anime) da ora innanù
la chiesa muli dogmi ec. e forhii sopa
ciò un sistema novissimo. (TC)
•f g. I. Sistema, si dice anche la Po-
situra, e r Ordine delle principali parti
del mondo, secondo le diverse opinioni de*
filosofi, e degli astronomi. Lai. systemom
Gr. <s-J7Tfìfj.v., Gal. Sa^g. 285. De' quali
due /To/O'iieo e Copernico} abbiamo ì
sistemi del mondo interi , e con sommo
arli5cio costrutti e condotti al fine. E
Siit, I. Fu la conclusione e l'appunta-
mento di ieri, che noi dovessimo in que-
slo giorno discorrere ec. intorno alle ra-
gioni naturati , e toro efficacia, che per
)' una parte e per l'altra sin qui soao
stale prodotte dai fautori della posizioott
Aristotelica e Tolemaica, e dai seguaci
del sistema Copernicano.
§ II. Sistema armonico , vale Ordine
delle note, e degC intervalli musicali, co-
me Sistema mnssimoj che contiene du%
ottave,
^ § III. Sistema, si chiama anche dcf
Medici V Unione di quei'e parti simiir
mfnte organizzate , che si estendono per
tulio, o quasi per tutto il corpo anima-
le. (ri)
SISTEMATICO. Add, da Sistema,
g. Polso sistematico , presso a' Medi'
ci, è una Sorta di polso ineguale, ed ir-
regolare. Lai. systemaiicus. Gr. oujTma-
:;ì SISTO. Term. degli Architetti, e 4*
Antichità. Luogo dove gli atleti si escF»
citavano alla lotta, al corso , ec. Calli.
Sisto presso i Greci significa un luogo
coperto, presso i Latini uo luogo scoper-
to. (A)
* SISTOLA . Cosi chiamasi dagli
Speziali fiorentini un Certo vaso di ottone,
o dì argento in figura d'una piccola *eo-
chia, tutto pieno di buchi , col quale co*
lano le medicine le più grosse, e cbt
hanno più corpo. Bed, (A)
•f SISTOLE- Term. de' Medici. Ma'
to naturale ed alterno del cuore allora
che si ristrigne j contrario di Diastoit,
Lai. sy itole. Gr. auaTo)^*)'. Lib. cur,
fehhr. Siccome nella sistole il cuore si
ristrigne , così nella diastole s* allarga.
Buon. Fter. 3. i 5. La sislole mal dirli
alla diastole, È un mal segno.
■|- 'J? SlSTRO. Strumento da suono itst^
to dagli E^izii. Quello che s' usa anco
og;;idi nella musica militare è d* acciaio,
e<l in forma di triangolo. Ott, Com.
Pios. io. 157. II Re David, e tutto I-
sdrael sollazzavano dinanzi in tulli strti-
nienti lavorali in celere, chitarre, tanibo-
ri, cembali, e sistri. (C) Car. En. lib.
8. Slava quat Isi la regina in mezzo Col
patrio sisiro. Ang. Met 9. SjG- Tremar
del tempio le gran porte, e i palchi , £
'1 suon dier fuora i sistri, e gli orical-
chi. (Br) Salvia. Disc. 3. 97. 1 sistri,
che, secondo la greca forza, varrebbono
in nostra lingua scotitoi, strumenti di r»-
ligione presso gli Egizii , di strepilo piò
tosto che di suono, inventati non furono
ec. (A)
'Y' SITARE. Neutr. Aver silo. Bendar
malo odore. Bnldin. l'oc. Dts. (A)
•f * SITERELLO. Dttn, di Odore i
Odoruzzo. Mattai. Leti, scient. pag. aSa.
L'odore, uo certo sileiello d'aromatico,
il quale spira cosi in confidenza, che nel*
1' alidore deir aria ù smarrisce di manie*
ra, ce. (A)
i5a
1210
S I T
SITinONDO. Add Che ha sete. La'..
ttiibundut. Gr. ^i^aìeo;. * Lor. MeJ.
Seon. 3. i5i E quando non sarò più
fitiboDdo, Daret^'nit d' un inazzo in iullj
(«»U, Se manca «'uel, per cU* io sun \isso
»1 mondo- K l6o Se fusse ognun di lor
ti iitibondo U* acqua, com' e* ne soo cru-
de' oemici. Credo che restereblie in sec-
co il mondo. (ItJ
§. Figuratam. per Avido, Desideroso.
Lai. ai'idas , cupidus. Gr. STriiduuùv.
Bern. Ori. 2. io. 49 Chi d' onore, o d'
iofamìa è sitiboodo , Farli parlar di se per
tutto il mondo. Buon. Fier, \. 2> 2-
Ogni cosa aggrada Al disio sitibondo.
Meni, snt a. Se non che a ccrli avari e
«itibondi Suol Or talvolta il popol senza
legge Venir senta popone il mal de'
pondi.
J SITIRE. F. L. Neutr. Jver sHe .
Lai. sitire. Gr. Jt|;av.
"^ %. E in signijic. att. e fig, « Dant.
Piirg. 12- Mostrava la tuina e 'Icrudo
scempio Che Te Tomiri, quando disse a
Ciro : Sangue sifisli , ed io di sangue l*
empio. Fr. lac. T. 6. 3i. q. Farmi al
fonte salire. Ove stiire su>il l'anima mia.
Sitisco il fonte^ d* onde a noi si versa La
cariude. fìim. ant. F. B. E nella croce
ancor volle sitire -• . (Pf) Ar. Fur. .J3.
lOQ' S* avessi più tesar che mai sitire
Potesse cupidigia femminile, Colui rispo-
se , non saria mercede Di comprar de-
^a del mio cane un piede. (Pe)
"t" 3 SITO. Pù-iiiitra di /uogoj e pren-
desi talora anche assolutam''nte per Luo-
go. Lat* situs, loci positifi t positura. Gr.
^ivii. Dani, Purg. i. O seltentrional ve-
dovo silo. Biit. ivi : Silo tanto e a dire,
quanto luogo. Dant. Par- i. Ed ora lì,
rome a silo decreto, Cen porta la virtù
di quella corda. But. ivi: Sito è luogo
dovuto alla cosa per natura. Dani. Par.
17. Che pria per me avea mutato sito.
E 27. E più mi fora discoverlo il silo
Dì questa aiuola. Petr. soa. 33. Quando
dal proprio sito si rimuove L'arbor che
amò già Febo in corpo umano. Bocc
noe. IO. l5. Per la qual cosa il silo della
camera, le dipinture, ed ogni allra cosa
notabile, che in quella era, cominciò a
ragguardare. Oli» Cam. Inf. i\. 262.
Descrivegli iu ardcntissimo e secco sito ,
fropra 'I quale sempre fianinielle di fuoco
Siovono , a dimostrare la slruiia caldezza
eli' animo di loro impressione. Sodcr.
Colt, .'>. A tutte le vigne è noiosissima la
tramontana , e a tutti i siti che a questa
tono esposti. * Bemh. star, 5. 67. Il
castello di sito e natura muuilis^imo ec.
a' nemici avca dato. (C)
# §. I. Per Giro, Circuito. Lat. cìrcntlut.
'• G. V. 4* 25. 1. In quel tempo Frale era
di piccolo sito N . (C)
%. II. Per Abilaslone, Alberto, L.it.
domili , hahitatio , Gr. 01x0$, oìn-np-oc.
Frane. Snccfi. rim. Povera capannetta e
't nosiro sito.
§. Iti, Per Odore, ma per lo pia non
buono. Lat sititt Cr. Il vast^llo che hae
prcsu un mal sito , noi può agevolmente
lasciare. S.ig^. nit. e^p. 263. Sigillala una
starna in un soltil va»o di vetro, e rim-
piattala io un angolo d' una stanza , da
an brariro fjtto rìgir.ire un pezzo io
quella vicinanza, oou vien dato segno di
kcnlirne il sito.
» SITO, y A, Add. Situalo. Cavale.
DitcìpL spir. |'^2- La mente virtuo-
sa è sita in alto ce, onde sempre è se-
rena. (V)
« SI' TOSTO COMK. Posto awer
bmlni. ìmminliiiente che , Sithito che .
Fior. S. /■'mne. 83. Deliberò ec. di uscire
dell* Ordine sì tosto come frate Giovanni
fosso tornato di fuori. (I'}
S I T
* SITUAGIONE. lo stesso che Si
tuazionr 11 Vnca'iol. del }fanni alla voce
DISPOSIZIONE, g III. (•)
SITUAMENTO. il situare. Sito. Lai.
siiits, positura. Gr. 9«'9t;. Bui, Si muta
secondo lo mutamento de' cieli , e lo si-
luamenlo dello sue parti.
SITUAHE. Porre in sito. Lai. cofh-
.care, statuert. Gr. Ti'Olvxc. Pathd.\o-
gltono esser situate al meriggio. Cr. 2.
18. |. I campi, i quali son nelle pendici
de' monti situati, tpessc fiale sostengono
secchezza e magrezza. Stor. Eur. I. l8.
Que^a rltt^ , pokt.i io monte , e situata
tra le montagne. Fit. Pitt. 6\- Non si
considerano er le spese nel far gli sterri
cr.. nel situar le salile.
SITUATO. Add. da Situare. Lat. po-
sit'is. collocatiis. Gr. S^sij G. F 5. 7.
3. Nola che il dpltu poggio è de* meglio
situali che sia in Italia. .ìf. V, 11. 47-
Il castello "k di famiglia auai forte, e per
luogo ben silualu a difesa.
SITUAZIONE. S-io, Positura di lun.
go. Lat. tilat, posiiut, po.titura Gr. ^i-
fft^. Bed.. Oss, an. Q. I testìcL>li al solilo
bianchi e lunghetti , con le solite appar-
tenenze, e situali nella consueta sttuaiio-
ne * Imperf. V. Tib. Proent. T. lì.
3. Quantunque volte meco penando ri-
guar<lo alh lucidezza del Cielo, e alla va-
ghezza delta terra, io finnuovo subito tra
me stesso le usale riflessioni, avvertendo
con quante diverse situazioni, e livcrberi
di luce questo lutto adorno sia. (F)
■"? g. /Vr Condizione, Stato. B.ut. Op.
Mor. 2- 4^1. Il mondo pieno di pensieri
inquieti, e di cu<.'ri scontenti } percìocrbè
pien di stravolti dalla lor naturate e di-
ritta situazione. fD)
SI* VERAMENTE. Avverbio. Con pat-
to Lai. hac conditione. Gr. tTzi toutw,
£*m Tay'Txi; o/ioioyt'acj. fìcee, nov. 2
5. Io sono disposto a farlo, sì veramente
eh' io voglio in prima andare a Roma. E
nov. 17. 39. Si veramente, dove in gui^a
si facesse, che il Duca mai non risapesse
che essa a questo avesse couseutito, E nov.
20- \\- Paganin disse che gli piacea , si
veramente che egli non la doveste conlro
suo piacere badare. E nov. 27. 33. Voi
udirete novelle che vi piaceranno , sì ve*
ramente se io l* ho buone ec. della sua
salute. E noi'. 78, II. Io ion contenta ,
si veramente che tu mi facci di questo,
che far dobbiamo, rimanere in pace colla
(uà donna. Albert, cap. ^'^. Meglio e
anzi venire, che di po' fallo vi-adicare ,
sì veramente che per vendetta non si fac<
eia, siccome detto è dì sopra. Cap, C-imp.
DiscipL 2. SI veramente, che se alcuno
fosse tratto, il quale fosse assenie dalla
della città di Firenze ec., sia rimesso nel
dello sacco.
^ S- £ anche particella di sola offer-
mazione. Pecor g' \\ n. 2 E soggiun-
gendoli il Prato : Se io ri trovassi bu»n
raczao, saresti lu contento 7 Si veramente,
soggiunse il Gjietanì. (!')
« SIGIENTE. Adi. Che ha sete. Siti-
bonda, Assetato, Late. Or. Cr. Siaieoli
venite air acque del sagratiisimo costato
di Cristo. (Aj
f ^ SIZZA Fiato imiHtuoso del vento,
e dieeti per lo piti dfl'a Tramoititaa fred-
dissima (A)
S L
# SLABBRARE, l'or dello stil hur.
lesto. Tagliar le l,,b'-ra Btlha. Bmcch. (A)
3 SLACCIARE Contrario di AlltC-
ciaif, Scioghert. E ni uia, ollrt alien-
lim. att., anche nel si-;nijie, neutr. pass.
Lai. disMoivetr, laquri* solvere Gr. ava-
>U<iv> fMif. In/ 13. Quale « quel toro
SLA
che si slaccia in quella Cb' ba ricevuto già
'1 colpo mt<rlale
'I* S Slacciare, e Slacciarsi, per
metafora vale Liberare , 0 Liberarsi da
checche sia, che dia noia, o impedimento.
Cuid. G La cui possanza è di potere slac-
ciare tutte cose naturali. 4 •• Oli Com.
Parg, 14. 256. O che voi ve ne legniate
infra i termini, o presi ve ne vagliate
slacciare» . (B)
•| * SLACCIATO. Add. da Slaccia-
re. Segner. Paneg S. Filipp. g 4. D»
mezzo verno era coiirelio per la gran
vampa a portare slacciato il seno. (A)
•f * SLAGARE. Dislagare , Traboc-
care, Inondare soverchiando te rive del
hi:-. Cani, C'irn. pie. 522. (Cosmopoli
1750) Cosi d'entrarvi destro ( i pesci)
son si vaghi. Che , se non slaga , vi sta-
ranno queiì A mirar ec. (A)
•f * SLAMARE. Dilaniare, Smottare.
Baldin. ì'it. L'ernit. pag 28. Nel fare
il campanile ce. era succeduto uo disot-
dine nel cavarscDc i fundamcnli ; ebe fu,
che andandosi più sotto di quello della
facciata, si alamò, o, come noi diremmo,
smottò. (Aj
SLANCIARE, lanciare. Lat. laculari.
Gr. a/OvTi^S(rf, Segner Crisi, instr. a.
20 12. Ni: anche 1* aquild. fioche donne,
•■ente pena di star legata allo scuro j ma
fate uo poro cb' ella vegga il di chiaro, e
la preda prossima, oh cuine si slancia al-
lora per arrivarla 1 ( qui in signific. neutr,
p»s<. )
* SLANCIO. iMncio. Fortig. Ricciard.
i. 82. £ fa uo gran slancio e sotto se gli
caccia , E Io ferisce presso all'aoguina-
glia.fiV;
* SLAPPOLARE . T^var le lappole.
Corsia Torracch. l. 3. E voi nobili miei
Barberincsi, Lasciale nn po' dì slappolar
le lane. (Br)
* SLARGAMENTO. Lo slargare , e
Le slato dflla cosa slargata, Baldin. Dee.
Seguitando la figura dell* ovato , che fa
il detlu slargamento. (A)
t SLARGARE. Allargare, Accrescere
la Ittr^hezza. Lat. dilatare , ampliare. Cr.
Ttiary'vtiv. Gal. St^t. 282. Se si teguì-
lasse di slargarlo più, gli angoli ai punti
E A diverrebbero maggluri di due retti.
f g. I E" neutr. pi.ts Allargarsi j ed
anche Diseostarsi da una persvi'ii, o cosa
a cut s' era »'iVlrt.i. lìuon, Fier. 4. 4 '8.
Imbarcare, sbarcare, urlarsi insieme, In-
vestirsi, slargarsi.
* § Il E figurat. per Aprirsi, Mani'
/estare i proprit pemuri. Pros. Fior.
Saivin» Lett. 4 >• >97- B*> coDOKtuti
due amici, che |>er essere tanto cupi, e non
si slargare a nulla, sooo morti prima del
tempo. (C)
^ §. Ili* E fit;uralam. Segner. Conf,
Instr. cap \. Se gli può ( al penitente}
agevolar di modo la legge, ch'egli a* io •
namori di soggrtlarselr; e può slargarsegli
tanto, ch'egli già quasi libero »cuuta il
giogo. (Ci
•^ g. IV. Gli Siamf*aU>rt dfoao ch^
UD csratterc slarga più o meno, per f.tr
intendere Che tiene ftà o meno di lu<^.
Che consunta pili o meno carta. (A)
^ SLARGATO. Add. da Slargmra.
Lat dilntalHS Gr Triaruvaw't. Il To-
cabol. .Illa /'. PALETTONE. (•)
SLA5C10. /'. A. Btlatcìo,
g. A ilascio, potto awerbuUm. , raée
Con rilascio. Sema rilegar. Con iimpeto.
Furiosamente. Lat. impetmcie, furrnlrr ,
in pracrps, effuse. Gr. /JOtvucw^, ifSfiai,-
vw{, TtpoJttTÙ^. Liv, M. 1 Roniaoi vt^
niano a alascio in giù correndo, e per-
coieaoo a* Galli, jl: altrove: Lì manipoli,
incontanoule che cbbono tornati i dossi ,
si fuggirono a slascio. E appresso ■■ E ,
S L I
S L O
Situa fomaodamcnto, corso a sUscio a* |
□ rniiri, ce. !
t- SLATINARE. Lo stesso che Sgra-
muffare, ti Joiaboh alta K SGKAMWF-
FARE (•)
•f * SLATINIZZARE. Tirar urna pa-
ncia dal Ialino in i-olgme. liisc. Annoi,
Malm. n. 8. La plebe nelle sue coo^er-
tatioDÌ a'alte^rij. per un cerio genio di
Jalioieiare , iru>|n>rla alruDC parole la-
tine seota riguardo, «e Steno sacre o pro-
fane,/-/;
SLATTARE. Spoppare. Lat aÒlactare.
Gr. aToyxiajtTi'^st/. Salvia. Disc 2.
l56- È UDO slallarci, per dir così, dalle
co*e che ci lusingano, per prendere cìlio
piò sodo (qui per met'f. ) .
SLATTATO . Jdi. da Slattare. Lat.
ab/actatut. Sttivin. Pros. Tose 1. 4'^-
Acciocché «latUti da quella lettura , ai
loro teneri iocegoi per avventura non di-
sdicenie, ■ più sodo cibo s' avveijassero
(qui pt!r meta/.) .
* SLAZZERARE Voce bassa Cava-
re, Sgaitig/iare^ Metter Juora Lat. ex-
solvere. Gr. oiaiustv- Malm. j. 8. E
fatto no guasBabuglio nella sporta , Le
quattro Uro sbtaera, e si spaccia. (*)
SLEALE. Add. lli<lealc , Che manca
,ti lealtà. LjI. iniquus. tnfidus Gr. avo-
/loi. aTTuroj. Pass. 344- ^6^' ^' l'ug'^''"
do. isleale, ingannatore E 3^4 '^* ^"*'
sarà aToiicra e iileale , non poirà soffe-
nre la virtù della pietra. ^ S-^ncr. Sent,
Graz. 17. Queste carni son <|uelle, per
cui lusingare sono sialo a Dio «ì slea-
le. (TC)
SLEALTÀ*. Dislealtà. Lai. infiJililas.
Gr. aTtffTt'a. S^gner. Pred. 2. 11. Co-
me, dico. K possibile che si Iruovi chi
ec. sia leale * quell* amico, il quale usa
ogni ftiealt^ , ed a quello che osa ogni
lealtà, sia sleale!
SLEGAME^TO. Lo slegare, hii- di s-
soluUo . Gr. ocval^uss . Saga. nat. esp.
2^. B chi sa che da questo suo slega-
mento di parti non addivenga eh* ella di
rado o non mai si fermi anche uc' suoi
più appropriati ricelli ?
SLEGARE. Ccntrario ,U Legare, Scio-
filierej E si usa nel sentim. alt. e nrulr.
pass. Lat. solvere, ahsoUere , exsolvere.
Gr «ToAusi» . Filoc. 5. 26 Oh quaoio
è dubbioso nella palestra d'amore entrare,
nella quale il suiiomesso arbitrio e impos*
sibile da lai nodo slegare, se non se quando
a lui piace I //r, fur. 23- 58. Slegate il
cavalier, jiridó, canaglia, Il Conte a' ma-
cnadieri, 0 ch'io v'uccido.
§. Per mttnj. Lat. solvere , eripere .
Gr. ij'itv. ì^y.tp'xviv.t Pant. Purg. ì5.
Lo Daca mio, che mi potea vedere Far
si com* uoin che dal sonno si slega. Disse:
(cioè: si dt-sla ). £ 19 Vedesti come 1'
uom da tei si slega? ( cioè: si libera ).
SLEGATO. Add. da Sltg.ire. Lai. so-
lutus . Gr, /tlu-jg-JOi . Sasg' nat. esp.
253. Or questi avendo falla una massa
d* esperteuze slegate , e che per lo più
hanno p-ie», o ninna eorjmsiione tra loro,
s' b riscelta tra esse ancor qualche oolizìa
(qui figwaiam , cioè: separale, non cue-
rroti frj loro).
*** S" Aggiunto a libro , vale Non cu-
rilo . Scioflo . Rim. buri, 2 198- Simile
a qut-lla è qart'j mìo stanzino. Pieno di
libri legali e slegali , Quali mi fan star
spesso a capo chino. (B)
* SLENTATURA. Susl./ent. Allenta-
mento d' u':a cosa contratta, o troppo ti-
rata. Ccceh. Lez, L'ossa prive di quell*
umido lubricante si contraono senza dolore
ec., procurare la slentatura. (A)
* SLITTA . Specie di traino j ed è
f^vprio un Ciirretlo senza ruote, che Iraesi
da' cavalli sul fi rren nevoso e agghiac-
ciato, con gran diletto di ihi vi s* asside,
non meno pi r non essere soggetto a scosse, j
c/ie per la celerità onde corre <• sdrucciola. \
Le slitte si riducono pure a uso di T* eg-
gia , e servono come i carri a ccndiure
qualsivoglia peso, Saldin. DiC, Una slitta
con tutti i suoi arnesi pel cavallo, quella
appunto colla quale soleva S. M. andare
sopra il diaccio. lA)
* SLOGAME^^O Temi. de'Medici,
Dislogiimento , Slogatura , Il dislogarsi
dell'ossa. Lat. luxatio. lielhn. Disc.
11. Che sentimento >ii tonnetilosu scomo-
do, di tiramento e di passione , anzi che
pericolo , anzi effettivo ed attuale sioga-
meato d' ossa , e straccìamenlo di car-
ne. (Min)
SLOGARE . Neutr. pass. Muover di
luogo j e si dice propriamente dell' ossa,
quando per alcuno accidente si rimuovo-
no dalla lor naturale posittim . Lai. lu-
.rare Gr. fi^apSpowV. f v Pel/in. Disc,
2. t)3. Vi si calchi con Linla forza , che
lo strumento calcalo scummetta e sluogbi
con eisa, e penetri e s' insinui fra le parli
ec (Min) Itnperf. Annt. 17?.. Il terio
processo che di lutti e il minore si do-
manda cervice nel cui estremo è la cavi-
la super6ciale , nella quale s* inserisce il
capo della spalla, ed acciò che non facil-
mente si sloghi s' accresce una tal pro-
fondità di seno, che è falla di cartilagine
crassa ec. (F)
^ §. ZT in forma attiva. Bellin, Disc.
2. 71. Sforzale in questa forma le parli,
ristrumenlo col suo calcare le smuove, e
le sloga, e le s6anca ec. (Fj
SLOGATO. Add. da Slogare. Lat.
lu.ratus. Gr i^rip6fjùì}xì-^o^. Bein. Ori.
1- 2. 44 E finalmente quel piede slogato
Da un chirurgo gentil fu medicato.
* SLOGATURA. Ttrm. de* Siedici .
Stogamenlo. (A)
SLOGGIARE. Diloggiarej e si usa in
sii^nific, alt. e nentr. Lat. abire , (/iiei-
tfre , projtcisci . Gr. ccTTisvat . Segner.
Stiinn, Ai;vst. 12. 3. JVon vedi che quan-
to prima ti converrà da questo mondo
sloggiare anche a tuo dispetto?
•f * SLOMBARE. Guastare i lombi ,
e Ji-^- Indebolire j ed usnsi anche neulr,
pisi. Pallav. Tratl, stil* cap, 5. In se-
condo luogo 1' affeltaziun de' minuti incisi,
che trinciuo, e quasi slorabino il senti-
mento , e però ec. (A)
* SLOMBATO . Add. da Slombare ,
così a! proprio, come ul figurato. Pallav,
Stor. Conc. |. 5^1 Secondariamente sap-
piasi , cbe il Soave facendo un risireito
della meniuvala omelia ec. il furma con
tale arti6>-io di storpii, che ogni piò mae-
stosa e più robusta orazione di S. Gre-
gorio ec. rappresentata in quel modo,
sembrv-rebbe sparuta e slombata. (N)
* SLOKTANAMENTO. Lo slcnfana-
re. Lil. umotio. Gr. a'Tto/t'vflTt;. tSoA'/",
Pi OS. Tose. 2. 24* Queito seguo ec. chia-
mato fu apostrofo , che in latino suona
aversio , quasi un rimovlmento e slonta-
namento di quella povera vocaìe , cui
tocca essere elisa, ce. (*)
SLONTANARE. Allontanare; e si usa
in signijìc. ntt. e neutr. pms. Lat. arce-
re. Gr. UltoSiùt/.Ztv . Paon, Fier, 5. 2.
8. lo slontaoar non sommi E dalle mìe
sostanze . ec. Gal. Sist, 354» Poi con 1*
appressarmi e slontanarmi da essa corda,
traposla tra me e la stella, ho trovato il
posto ec.
t * SLONTANATORE. ìerbal. masc.
Che slont.ina , Bellin. Disc. i. aSj. Se
io I* allontano, o 1' avvicino a una cosa ,
chiamale que* muscoli slontanaturi. o vic>
nalori. f^fin)
t SLUNGARE . Pender più lunga I.1
eslensionct 0 la durata^ Allungare^ Pro-
lungare j contrario di Scortare . Lai. prò-
tiaheie, projerre , protelare , prodmert.
Gr. Ty.ps/retvstv. Tav, Dicer. Questa b
la cagione , perch' 10 abbo slungala la
battaglia . H-ez f-'o'ch, 2 rim. 8. Cbe
\a leira e ì con6n non slunghi e teorie.
E solo opera intera D'Amor, che quaggiù
regge, e lassù impera.
t §. L E iix-utr, pass. Divenir pia
lungo nello estmsione , o nella durata .
Salviti. Disc. 1. 41. Non trovò migliore
simitiludiiie, colla quale spiegasse il muo-
versi de' tendini, e M pronto siungarsi, e
raccorciarsi de' muscoli . ce.
§ n. In signijtc, neutr. e nentr. pass,
per Allontanarsi . Lat. elongare . Jiern.
Ori, I. 22 5Q. E come fu da noi tjuto
sluDgaio, Cb' agli occhi più d* alcun non
appari» , Il vcccbìo tradiiur s' è presenta-
to Con forse venti armati in compagnia.
"•>• Ar. Fiir. 22. 21. Fuor delta tana esce
ec. Pallido , e sbigotiilo , e se ne clanga
Tanto cbe '1 suono orribil non lo giuiw
ga. (FP)
u- SLUNGATO . Add. da Slungarz .
Bellin. Disc. 1. 192 Vi direi che o grossi,
o sottili cbe egli si siano, cioè o .giungali,
o accorciali, e' non mutano qnan'ità di
spazio che dea capirgli. (C)
t •'? SLUiNGATORE . Verbal, mate
Che sttinga. Bellin. Disc. 1. 192. Ne co-
me i cannoni slungatori, e scorcia^ori dei
cannorcbiali. (Min)
'ùi SLLTARE. Tor via il luto ; contri
rio di Lutnì-2 . Art. f'etr. jVcr. 4- 74*
Com'è fredda ogni cosa, e che li corro-
giuuli ancora loro sono freddi, si piglino,
e si sluiino , I£ j. i35- In capo di veo-
tiquattr* ore si sluli le giunture. (N)
S M
•fSMACCARE A'eutr. Divenir macca.
§. I. Smaccare altrui, vale Svergognarlo,
per lo più collo scoprire i suoi difetti .
Lat. traducere . Gr. Jia^«'i>£iv . Salti.
Spin* 3. 4 Non avcT'io a credere, o alm&-
DO almeno a temere, che questa fosse una
ragna lesa da loro per ismaccarmi, e far-
mi qualche vergogna? Car. leti. 2. ^l.
Mi fu dello che l' aveva fatto studiosa'
niL'ute per ismaccarmi,
t g. II. Spaccare una cosa, vale Av-
vilirla, Svilirla, Lat. vilem reddcre , de-
primere. Gr. fi'uTeXt'^Eiv . Gal. Sist, 86-
Lo slimoli UQ poco a tentare di suppr»-
merla , o smaccarla almanco appresso ai
semplici . Buon. Fier. 4- Intr. So con
varii argomenti Smaccar la mercanzia quaiv-
lunque eletta . ^ lac. So/d. sai. 4- M*
vuol tener in prezzo quelle gioie , Che
essendo f^lse , gli ì^à gran dispetto Chi
arreca dtlle vere, e le sue smacca , Mo-
strando al paragone il lor difetto. (B)
SMACCÀTISSIMO . SuperL di Smac-
cato.
g. Mare smoccatissimo , il dicono ■
marinari. Quando egli è in somma tran^
quillità , Lat. mare pacatissimnm . Gc
Sa'J.aff'sa 7«)->ivwTaTij . Bed. Esp. nat.
I03. Un cert' oste d' Inghilterra ec. suol
vantarsi che in tempo di maccbena , oi>
vero calma di mare spianato e smacco
tisaimo, gli darebbe il cuore d* andarsene
passo passo da Dovre infino a Cales.
SMACCATO. Add. da Smaccare.
% I. Smaccato , in oggi si usa per
Dolcissimo, sicché nausti. Lat. decoctus,
Cic. Gr. dft<ìfti^ti^ . Sodcr. Colt. 71.
Per la troppo maturexza resta il vìdo
torbidiccio, e naturalmente non rìscbiaca
affatto , e lo fa troppo sdolcinato , e per
la sua troppa smaccata dolcezza ristuo-
cbevole. E 97- Piglia ove di vigna vec-
chia, e di buon paese montuoso, che sieno
mature a n^odo , e oou i^oxaccaU . Dar.
S M A
SUA.
S M À
Coli. i6l. Il bianco (fino) par cke Vo-
glia esser dolce, non colato, né smaccato,
■u frìttante. Ht-d. Ditir. 5. Quel cotanto
•dolcinato, Sì smaccato, Scolorito, Sner-
Ttlcllo , Pisciarello di Bracciano Moo è
noo. Buon. Fier. 2. 3. 6. Che '1 dolce
usai smaccato al popol piace.
* §. n. E per meta/. Ce». Pro$. 252.
lo ci senio on cotal sapore , nn non so
elle di gratta che m'toojmorii: du\e per
coolrario , le smaccate , libere , raffinale,
raDtastÌ''be maniere moderne mi feriscono
•1 primo, mi tosto mi nauseano. (C)
§. Ili liimanere intaccato . / arch*
Ercol. .^4 Quando cbirchesMa ha vinto
la pruova cine s^;irato un altro, e fattolo
rìmaDere o con d.<ano, o cun vergogna ,
dicono a Firenze: il tale è rimato ec* o
UDaccato , o scacialo.
SMACCO . Ingiuria , Torto , Svergo-
gna, Disprezzo. Lai- Crnlume/iaf irristO,
ùtili ri a , Gr. Uj9pt;. Tac. Div. Ann. 2.
43. E perchè a ne 000 par giuoco patire
le cote giuste, non clie gli tmjccbi, furnì
per volontà, o natura la vita sua . Car.
leti, 2 128. Or io aspetto l'opera che
TÌ promettete di fare ec. per supplimen-
to di quanto desidero , e per ismacco di
questi trislarelH .
§. Fare altrui uno smacco^ vale Sver-
gognarlo. Lai. iii'/ibrio hahfre, traducere.
Gr. 7ra^a^ei7/iaTi'5£iv. Car. lelt. 2. iii.
Facendomi fuor dì proposito uno smacco
tale .
* SMACRARE. F. SMAGRARE. (Cj
* SMACRATO . ^d(/. da Smncrare .
Ar. Fur, 18. 178. Cume impasto leone
in stalla piena , Che lunga fame babbia
■macrato e asciutto (così ha f Ediz. del
|532). (P)
SMAGAMENTO. V. A> Lo smagare.
Lat. aberractiOt distraclio. Gr. aTTOTrJa-
»>]fft». Mor. S. Greg Sanu smagameoto
di suo pensiero servare io ogni cosa la
vera dirittura.
SMAGARE . r, A. Smarrirsi , Per-
dersi di animo j e si usa nel signijìc.
neutr. e nel neutr. pass. Lat. animo cade'
re, consternari, stupere. Gr. xarairJiTj'T-
T«53ai , o^Su/xcrv , &a_u^erv . G. V. 7.
x3o> 7. La schiera grossa rinculò buon
pezao del campo , ma però non si sma-
garono, ne ruppuno (così ha il testo Dav.
e tutti i migliori testi a penna, quantuntjiie
ne/jli stampati si legga smagliarono). 3/.
F. 4* ^2 Ma egli con grande animo per
questo non si smagò, ma prese cuore d'ab-
battergli. Ltv. M, I giovani, e maggior-
mente i compagni di Ceso, non si smaga-
rono fiore, anzi furono più adirali contro
alla plebe ; ma di ciò n* avantaro più, eh'
egli attemperare la loro ira io alcuna ma-
mera, iti. Bari. ^-, Non ti ismagare di
DÌuna cosa ; rimembriti della parola di
santo Paulo, che disse, che non fj forxa
che noi moriamo, che noi riviveremo.
5? § I. Talora vale Sbagliare, Errare.
Buon. Fier. i. a 2. E in applicando a'
mali i lor rimedi! La dosa aggiusta , e la
misura e 'I pondo, E guarda a non sma-
gar: l'uscir di tuono Guasta ogni buona
musica (C)
§. n. Pi'r Bimuottrsi, Separarsi, .-ti-
lontanarsi. Lai. discrdere , a%>elli. Pant.
Purg. IO Non vo' però , lettor , che tu
li smaghi Di buon propooimeoto . But,
ivi: Smagare è mtnurare e mancare. Dant.
Purg. 27 Ma mia suora Rachel mai oon
si smaga Dal suo ammiraglio. Vataff. t).
<'he r un dall'altro niente si smjgx,
%. Ili In sifnijic att. va/e Smarrirej
* anche Fare Smarrire Lat. in erro>em
laducere, a recti via dimevere. Gr. n>a-
Ȉv. Bocc* g. 6 /. 5. La quale (onrtf.i)
non che ragionamenti sollatsevoli . ma il
terrore della morte dod credo che poteue
smagare. Dant Par. 3. Quasi coro* nom,
cui troppa roglìj smaga. Pa<s. 3I2. Cu-
rando di mauteoere e conserrar sua pu-
rilade e sua oneslade , la quale tra le
genti si smaga, o perde.
SMAGATO. /'. A. Add da Smagare,
Lai. consternatus. Gr xaTa:rÌi!y«i4- G.
/'. II. 65 3. Il valente capitano, però
non ismagato , si trasse Ìl troncone del
fianco . Pin Camp 3. 64* Rimasono i
cittadini in Firenze smagali per lo peri-
coluso futtco . e tbigotiiii. Fit. Bari. 10.
Quando il sergente udio questo , sì fu
molto iimagalo . !)jnt. Jnf. aS. E avve-
gnafbir gli occhi mi<-i coniugi Fossero al-
quanto, e l'animo smagai", ec.
SMAGIO . S'i-anCrrio , Snnacìo . Lai.
delicia . Gr. t^uot. Fir rim. .^3. >on
le diede beltà naiura; adunque Fella scor-
lese in quello scambio e sozza , Piena d'
attncci , di leiii , e di smagi.
•f * SMAGLIANTE. Che smaglia.
Brillante , Ri\pl< ndtn'e . Magai. I,ett.
scimi. pa<: 4'- Se pi^i ec. se gli para d*
avaoli io un povero orojmenlo una le-
vala di sole, finta in qualche paese, che
lutto rida di colori vìvi e smaglianti, ec.
subitamente si volge, ec. (Aj
SMAGLIARE . Bomper maglie j e ta-
lora semplicemente Rompere, o Fracassa-
re. Lai loricam pernimpere, 'tisrumpere,
rff'rtngere . Gr. 9&j'pa/a Jtajs'c»jy»Jvoti .
Petr, cap. 5. Conira colui che ogni loiica
smaglia. E cnp. i3. E Papìrio Cursor, che
tulio smaglia. Bern Ori. 2. 1^ a". Scudi
ferrati, usberghi, e piastra e maglia Sferra,
spezza, scavezza, squarta, e smaglia. Alani.
Gir. 8. 119. Fende l'elmo la scofl&a e la
visiera, Arriva al teschio, e tulio Tosso
smaglia ( qui per stmilit. },
%. I. Smagliare, è anche contrario dì
Ammagliare j e vale Scioglier le balle
ammogliate,
§. II. Egli e un seren che smaglia j
dicrsl fìguratnm. Quando di notte il cielo
è chiarissimo j e similmente si dice Co-
lor che smaglia, fin che smaglia, e si-
mili , cioi: Bitplende , Brilla , e quasi
Scintilla. * Losc, Cen. 3. io. 267. In-
tanto 1' oste sendo gi^ ogni cosa io ordi-
ne, fere venire l' insalata , e il pane con
due fiaschi di %ino , che smagliava . fCj
Buon. Fier. 5. 5. 6. Con un gioiel che
smaglia, Non credete che creda , ov' ella
va , Dì far arder ciascun che la vedrà T
Ulalm, 7. 17. Poichi? dal cibo, e da quel
vin che smaglia , Si si'Otc tutto quanto
ingatzullito
§. III. Smagliare , per Pungete , Pe-
stare, Eccitare. Lai. excitare. Gr. tytt-
pivi. Sen. Pist. 100. Veramente ciascuna
parola noo sarà esaminata ne ricolta in
se, e ciascuna noo smaglieii né pugnerà
i cuori di colora che 1* udiranno.
t §. IV. Smagliare, il cuore ad al-
cuno , i-afe Togliergli il coraggio , inti-
morirlo . Lat. teirere . Gr. c'ueo^cìv ,
fo'^ov tp-KotÙt . Ar. Fur. 35. 80. Nò
l'aver visto alle gravi percosse. Che gli
altri sirn caduti, il cor gli smaglia.
* V. Smagliare, dice fi da' PetC^tori
del Levar le acciughe dalle maglie dellm
rrte, in cui sono rimaste attaccate per il
collo nel loro passo (A)
SMAGLIATO. Add. da Smagli a rt ,
Botto, Fracaisato , Scommesso Lat. e/-
fractiis . Cr iit^ pT,-f}tÌ'*Oi . Tav. Bit,
Io poca di ora i loro ust^rghi er-.no tutti
ismagliatì- Peir. cap. 8. E membra roti»,
e smagliale arme, e fesse.
'i^ SMAGO / . A. Lo smagare. Spa-
vento, Smarrimento. Lai* pavor , trepida-
iio, (Vr. ifctìi'a . it'uac.. Dtttam 5. 29.
E come per paura e per ismago Lo co-
niglio s* intana e si nasconde
SMAGRAMENTO, « SMAGRIMEN-
TO . Diniagrazione , Il dimagrme , Le
smagrare. Lai. tabrs, macies. Gr. 9wvt^-
{(«, ìcttts't'ì;. Lib. cur. ma'att. Comin-
cia subito a venire lo smagramento di lulbs
il corpo. E appresto: Per cagione dclk)
smjgramcoto userai lungamente il Latto
d' asina.
SMAGRARE, e SMAGRIRE. Dimm-
frare . Lai mactscere , emacescere. Of.
iffTu'veaSai. Buon Fier 2. 2. 4 Cb«
se 'I B*<ltdrrio mio non è segnalo Col
marco d' nom da ben. s'ora egli è grasso,
Pulrà impigrire. J'mnc. Sacch. rim, 68.
E chi s* umiliai in vita bassa e scempia ,
Esalta si. the può dir: io non smacro
(qui in lece di sm;igro , per la rima J .
^ Brd. Cvas, I. 62 Di giorno in giorno
va sempre più sm.'grtndo, e di più ha dato
in una stiti<b^s/a di venire, ec. (B)
SMACRATtnA Smngramrnto . Lat.
manes. Gr. iirtTo'rr,?. Lib. cur, malati.
Se la smagratura li si mostrerà ostinala .
E appresto : Con questo rimedio apprc^
priatissinto la smagraiura non ti farcia li-
more alruno.
SMAGRIMENTO. T SMAGRAMEN-
TO .
SMAGRIRE, r. SMAGRARE.
* SMAiiRITO- Add. da Smagrire j
Estenuato. Lat macrr . Gr x{/Tt3;(V0(.
Brd. Coas. I- 61. Aoti si trevo ootabil-
mente smagrito. (*]
SMALLARE Levar il mallo, Tor vM
il mallo . Lat. putamtn detrahere . Gr.
Xi'stsua à.fa.iptx'i Cant, Cam. 63 Que-
ste, assai più lunghe e grosse, Da smallar
soo pesche noce . Belline, son. 2\Ì Io
son come la nocp, che si «malia.
SMALLATO. Add. da Smallare^ Sema
mallo. Pataff. 3 Dello smalUlo fanno ì
cìabaitieri (qui fguratam., e vale: fanno
il dinoccolato).
•f « SMALTAMEKTO . i'fl«o rf(
smallare , e 11 lavoro di smalte. Be/lìn.
Bucch. ì!^\, Vien quivi a far quel vivo
smaltamento ec. , Non già con ghiaie, o
con coienoe drenlo , Ma d' ogni sorla
gioie ingioiellato. (A)
SMALTARE. Coprir di smallo» im tutti
i suoi signi/Ic. Lat. malti-are, maltham ,
vel encauslum mducere . Gr. jaoi'à3i] X9-
vta^riv. G. V. I. 38. 2. Albino prese a
smallare tutta la citlade, «he fu ano no*
bile lavoro . Borgh. Orig. Fir. 207. Mi
fa slare sospeso , cb' egli dice snulto e
smallare, non lastricare Bmv. Celi. Ore/,
28. Bisogna avere in ordine un fornellet-
lo, come quelli che servono per umaliara.
E 3l. lo Fiorenza V arte dello smaltare
è grandemente fiorila. £" 3l. Venendo noi
a parlare del vero modo di smaltart, di-
ciamo ee.
^ §. I. Smaltare, per Rompere la §m-
perjicie del Jondo de' fiumi, o simile, usò
P Ar. Fur. 3l. 73 Ne la sabbia ìl de-
stner, che *l fondo smalta. Tulio si fiera,
e non può riaversi Con rischio di restarvi
ambi sommersi. ( C)
§- II. Per melaf. vale Coprite, Rico-
prire, Petr. cap i3 Dico Appio aodacfl
e Caiulo, che smalla II pelago dì sangue.
E Froit, E 'I ghiaccio 1 fiumi smalla.
SMALTATO. A>td da Smaltare, htt.
encausto pictui , Filoc ^ T^ Gli dona-
rono una bellissima ceppa d oro, oel gam-
bo e nel pie della quale con soltilìsaimo
artificio tuiia la Troiana rovina era smal-
tata . Cron. ytorell. agi. Fu tratto goo-
faloniere di giustizia Bardo M.tncini , a
diipo il suo uficio gli fu donata una eoi^
felliera orala e ismallala Pallad. eap. ^
Dal Seltentnonr i palchi ismallali Berm.
Ori. 2 II. 57. Al Re s'appreseniarno una
mattina In una sala, cb* t d'oro e d'ar-
gento Smaltala tutta , e par opra divina.
3 §. Per meta/ BocC. ncv 60. IO-
5 M A.
S<DM rignirdaro ec. aJ un sno farsetto
rotto a ripeicito , e iutornu al rollo , e
«otto le Jiulb ini;i1u(o di sucìilume .
4 7?ilM. buri, 3. ig6. Lj fronte e gli
•«chi fan vario smaltato D'agate e gnn-
le, e 'I nato io prutpctlìva Die mostra uà
barbacane kforacchiato. (lì)
SMALTATURA, lo snia/tart.h»l. rn-
tf«i/«/um. Gr. e''/xocu9T9V. lìrnv. Celi. OreJ.
33. Ptrcbè gli smatti o non l'appiccano,
o faono brutta la tmattalura.
SMALllMFNTO. Lo imaitire . Lat.
digesti, . Gr, /cfro'rii'f'i-
SMALTIRE. Comticcert il cibo nrllo
stomaco. Lai- concoffiifrr , digeiere . Gr.
«*T«ittTT«(v. Zi^. yJ'" 4^ Loqualrìt-ni-
piendu lu corpo con nuliiciinipnlo, |ii<irh' ù
«mallito, fa Ji manj^iar ttinare appetito
Cr. ]. 5. 2- iHe' luoghi fit-ildi al.ilahili
■ODO i corpi di ni.iggit<re ardile , e che
nieglio jmalliscono . i'o.'i SS. Pud. Ma
'ttaodio molto allcvule alla solenntlj drl
*c«pro. e»cndo già &mal!ito il rilio Botz.
Varth, 3. II. I^la tralliaiiio della Ìnl« n-
lione oalurale, come e verbi^razia, quan-
do Doi smaltiamo i cibi prrji sema pen-
ure a ciò.
■}■ §. \. S'Jialli'e, per mtlaf, Trntt.
pOi\ fam. Obbligati meno rbe puoi, e sii
ben povrru, snulteodo il pjoe del dulore
colla vita pura, assidua 4>rasione, e peni-
lenta . 4^. Ciò. Giisoit. 2*». Rade .volte
lo cuore beo si medica di questa tt-rila ,
e nv bene smaltire possiamo la 'ngiuria
ricevuta. J/. V. g. 7. Qut'llo che nua si
potea smaltire era , rbe 'I Comune avea
offerta tutta sua possa al Legalo. Guid.
S M A
beuignitli della stagione convenìeutemeDia
non pur le barbate, ma i magliuoli (cioè,
Gailo , cessalo ).
§. IL Smaltito, /iguralani, , vale Fa-
ci/e, Ciliare , Cerio , Sfiiannlo , Dichia-
rato. Lat. eimcleatus , JaciliSg expvdifus,
Gr. exJ*))w&4t'5 . iJTlopOi. Borgh, Fir.
dis/t 21^3. Perchè molti amano le cose
(bidre e smallile, e io desidero di sod-
disfare a tulli, replichiamo ec. Gnl Sist.
101. Questa disputa dell'origine «tei nervi
non è mira cosi smaltita e decisa , come
forse alcuno si persuade.
SMALTITOIO . L'iOfio per dare esito
alle òttprrflmià, e ali* immondizie. Seder.
Colt. 21. Con far buone fosse scoperte,
o fogne aperte in pozzi smallitoi {qui in
foi za d' add }.
SMALTO. Composto di ghiaia e cal-
cina me-cclute con acqita^ e poi rassodale
insieme. Lat. multha. Gr. /uty/Qi], G. /•'.
I. 38. 2. Albino prese a smallare tutta la Smanziroso»
S M À
I2l3
Safig. nat. esp. 170. Secondo 1' incHna»
zinne de' piani , ne* quali si fende quel
primo snialto nello scoppiare.
SMA>CERI'A. Lezio, Leziosaggine^
Aito rinirescevole, e noioso. Lai. deli-
eia. Gr. Tfxjyri. Bocc. nov. 58. (\. Av-
venne un giorno . che essendosi ella in
casa tornata, là do%e Fresco era. e latta
piena d. smancerie postaglisi presso a
sedere, altro non faceva che soffiare. Pass.
itì3. Conciossiacosaché a dire le culpe k
vanitadi, le bruiiure, gli di-
sciocchezze . le magagne W
smancerie, eMor soperchi, duvrebbòuo
venire fol capo coperto, col viso turalo,
ec. laìu 126 A niuna pare esser bella^
se non tanto quanto elle ne'modi, nella
smancerie, e ne* portamenti somigliano U
piuviche meretrici Celi. Sport Z, 5. Io
non ho bisogno di tante smancerie.
"t * SMANCEROSO. J^id. Lezioso,
follu
felli .
le
le
cillade ec. e ancora oggi del dello smallo
si truova cavando. Pailad. cap g. Puossi
(are di mallone pesto, e di carboni pesti,
e sabbione insieme con calcina mischiali,
buono smallo . Porgh. Ong. Fir. 207.
Smallo in vero ora quel che a' nostri
tempi s'è \eduto di ghiaia e calcina,
come in molle cose usiamo per la molta
comodila del 6ume, che ha ottima male-
ria per questo effetto.
g. I. Per similil. Coli. /fh. Isaac, 3o.
Il secondo ordine delle cogitazioni è quasi
come israallo e fondamento
^. il Smalto , Quella materia di più
colori f che SI mette in su C orerie ec.
Sahi
Fier, liuo
G, Acciocché la pctenia voslra smaltisca ' per adornarle. h^U encaustuni. Gr. «yxau*
tulli li nostri dann
§. II. Smaltire t parlandosi di mei con-
zie, e stmili, si dice del Darle via. Riu-
scirsene , Esitarle . Lat. dittraherc . Gr.
«JiaTTiTr^aixeiv . * Sesir. Fior. Legaz.
Le quali merci e mercanzie loro smalti-
icoDO in sulle Sere di Francia , cioè di
Lione ed a Parigi ; perche dalla bontà
della marina non vi è dove smaltire , e
di verso Lamagna il medesimo. (B) Cor,
Lett. Fara. 2'5. Desidera di poter por-
tare e imaltire il suo grano dove e quando
gli piace. (Min}
* § IH. Smaltire, parlandoci di ac-
que , vale Dar loro l' uscita , lo scolo .
Soder. Colt. 22- Con fare ne* luoghi da
smaltirle buoni acquidocci eoa i suoi sco-
latoi ben fognali. (N)
f §. ì\. Smaltire alcuno t vale Ditfar-
stne , Levarlo dinanzi. Toc* Dov. Ann.
2. 3l. Per diveller Germanico dalle le-
gioni troppo sue, e mandarlo, con la
icnsa di nuovi governi , forse a smaltire
per froda, 0 fortuna ( il testo lat. ha .•
dolo ei castbas obiectaret ).
+ 'fr §■ V. Smaltire checchessia , vale
Liberarsi di cbecchesHn. Cor. lett ined.
3. 55 E spero anche di quietarmi e dì
sanaimi del tutto, avendo smalliti alcuni
umori, che mi tenevano mal disposto e
della mente, e del corpo. (]\)
* S.MALTISTA . Arltfice che Invora
dt smalto. Utagat. Lett. Con la veduta
But, Puig. 8. 2. Lo smallo, di ch(
si smalla l'artenlo, si fa di vetro, ed è
molto rilucente. G. f. io. i54. 2. Nin-
na donna non potesse portare nulla fre-
giatura ne d* orn , ne d' ariento , ne di
seta, ne niuna pietra preziosa, ne eziandio
smallo. M. f . IO. 96. A catuno di loro
per derisione mandò dono di vasellamen-
lo d' argento , de' quali nello smallo di
quelli da Verona era
Di
peil
una scala api^iesa a
paio di forche. Bern. Ori. i. i3. 33.
smallo era adornata quella porta y Dì
paesino, opera d' uno smaltista del-
''' - .
r Elettore, il maggior maestro che sia di
questa professione. (A)
SMALTITISSIMO . Superi, dì Smal-
tato . Fr. Giord. Pred. B. Questi affari
in qoesto nostro basso mondo sono per
lo più cose sroaltilissime a chi ba discer-
nimeoto .
SMALTITO. Add. Da smaltire. Lat.
digestus, concoctus. i arch Lez, 245. 11
lane ir sangue non corrotto, ma più dige-
sto, e meglio smaltito.
%. \ Per meinf. Soder. Colt. 28. Ma
nella primavera, smaltilo il rigido vernn,
e 1' umide piogge ec. , accetterà per U
di smeratd
III. Smalto roggio , dicesi uao
Smalto rosso, il quale, a differenza degli
nitri smalli di tal colore, è trasparente,
e non si può adoperar su Cargenio. Qne*
sto non è sdegnato dall' oro , e con esso
volentiert si accorda , ed è tenuto dagli
ore/ci il pia bello di tutti, Benv. Celi.
Ore/. (A)
§. IV, Per similit. Dani. Purg. 8. Se
la lucerna, the li mena in allo, Truovi
nel tuo arbitrio tanta cera, Quanl'è me-
stiero insino al sommo smalto. But. ivi .-
Cioè iofioo al supremo cielo , lo quale
chiama smallo per similitudine eccessiva,
imperoccbò riluce più che ogni smalto.
V ttDant, In/. ^, Colà diritto sopra *1
verde smallo Mi fur mostrati gli spiiili
magni ■• (cioè , sopra il prato smaltato
di fori, di fresca verztira ) (fi) Ar. Fur,
6- 23. Hugger con frella dell' arcion si
sferra, E si ritrova in sull'erboso smal-
lo (ciok, sul prato). (D) 5
^ §. V. Sanguigno smalto , per San-
gue/ri usato dal Tass. Gcr, 9. 5\ Gli
altri il seguirò, e fer poi rosse Le prime
tende di sanguigno smalto. (D)
§. VI. Smalto , per meta/, si dice
di Qualunque cosa dura. Lai. res lapi-
dea. Dant. In/. 9. Venga Medusa , si 'I
farem di smallo. Petr. soa. 178. E que'
begli occhi, che i cor fanno smalli. F
canz, l^. 2. Ed intorno al mio cor pen-
sier gelali Fatto avean quasi adamantino
smallo. E 26. 3. Chi verrà mai , che
■quadre Questo mio cor di smallo 7
3.
di
Il sman-
II. Moimierosa, smor6osa, cascante
vezzi, e di smancerie, in vece di
cerosa (A)
SMAN1.\. Eccessiva agitazione o d*
animo, 0 di corpo per soverchio di
passione. Lat. insunia ./uror. Gr. uocvt'a.
Cr. 6 l\. 5. Genera lebbra e apoples-
sia , smania, e molte altre cose. Coli.
Ali, Isaac, Faracci venire alcuna smania
di ridere m.tttamente. Ma/m. j. 56. Si
scandolezza. ed enira in grande smania .
^. Menare smanie , vale Impazzare ,
Lai.yiircre. Gr. //at'vesSac Bocc. nov.
72. 4 Ne invaghì sì forte, che egli ne
menava smanie. Sen, Ben, Jarch, 6. 3o.
Dicendosi in questo modo molle cose da
ogni Iato, le quali lui, che per troppo
stimarsi menava smanie, concitavano e
nietlevano su.
SMANIAMENTO. Smania , Lo sma-
niare. Lat. insanta , Juror, Gr. uavta*
Tratt se(;r. cos. dmn. Infuriale per gli
occulti smaniamenti dello amore. J'tt.
SS. Pad. I. IDI- E mosso quegli ad al-
cuna pielade , incomiociolla a dimandare
della cagione del suo ÌsmanÌamento.
SMANIANTE. Che smania. Lat. /«-
rens. Gr. //aivo'juivo^. G. V, \. 21. 5.
La detta reina Dido , per lo smaniant«
amore , colla spada del dello Enea ella
medesima se uccise. Buon, Fier. 2. i.
20. I folli smanianli innamorali.
3 SMANIARE. In/unare, Uscir dello
'ntellctto, Paz:ei:giate. Lat. insanire, ar-
dere, haecliari , Jfurere. Gr. juai'veaSat,
Virg. Eneid Levala una smisurata letìzia
con mescolalo grido, e tutti smaniano,
qual sia quella terra. E altrove: Tutta
accesa smania per la città. Sen. Ben,
ì arch. 7. 26. Uno smania per 1' amore,
uno attende alla gola. Ar. Fur. 2^. I.
E sebben, com' Orlando, ognun non sma-
nia, Suo furor mostra a qualcV altro se-
gnale.
'•' g. Per similit. detto di Passione
cosi deli' anima, cerne del corpo , quando
eccede, e trasmoda, « Arrigb. 5o. La mia
parola è, oimè I e la mìa favola è, oimè
dolente I E mentre che con tal boce do-
lendomi con meco favello, l'ira smania ,
e con ionumerabìlì saette mi lancia il
cuore» . Bed. lett. i. 175. In lutti quei
mesi ne* quali la 6erezza della gotta non
ismania, non imperversa , e per dirlo con
frase fraozese, non fa il diavolo a quat-
tro. (.X)
SMANI ATURA. Smaniamento, Smania ,
Lo smaniare , Lai. insania, flit or. Gr.
/iavi'a. Tratt. segr. co*, dona. Ma dalle
sopravvegoenli smanìature si truovarto
molto afflitte.
SMANIGLIA. Maniglia, Armil/a. Lat.
armilla. Gr. .^i'iitov. Serd Star. 5- I79.
Come gli fu levata dal braccio la imani*
I2l4
S M A
slia d* oro, subito ec. usci iiuieme eoa '1
anima tutto il saogue. E appresso: >ella
smaoiglia era legalo uà osso di ud aoi-
male ec. , la cui virtù e efficacusima a
slagaare Ìl sangue. Buon. Fier. ^. 2. 7.
Baciarli io bocca, Servir lor di coUaoe e
di smaniglie.
•f * SMANIGLIO. Lo stesso che
Smaniglia. Salvtn. lUad. 18- 56o. Presso
lor per nove anni fabbricai Di molte belle
ed iogegoost: cose: Fibbie, smanigli ri*
girevol, vezai, Fermagli, ec. Beilin Baccìu
28- E se oe fa smanigli, e palandraue,
Borzaccbi, vezsi, ed altri abbigliamenti,
ec. (J) Fortig. lììcc 4- 3. Se smanigli,
oè vestii o m^lte anella Che lu le doni,
il cor le fanno lieto. (IV)
t SMANIOSO. Add. Pieno di smanie.
Lai. Jitrent, furinsus. Onte!. S. (Uo.
Grisost. 236. Spaventati dalli smaniosi e
tempestosi sogni, diventano molto peggiori.
§. Figuratam. Pass. 3i5. Co' vocaboli
is(]uarciati e smaniosi, e col loro parlare
6orentino islcndeodola ( ia Scrittura) e
facendula rincicscevole, la intorbidano, e
rimescolano ec. ( qui vale : affettati , le-
■iosi ) .
* SMANNATA Frolla, Brigata. Var-
eh. Stor. i3. 4^5 Fallo pigliare una
none in gran furia con una smanoata di
birri e di famigli di Olio , e menarne
preso dalla sua Pieve di Cercìna messer
Gìovambaiilsta da Castiglione. (B)
* S.MANTELLAME>TO. Lo smantel-
tare , e La cosa smantellala. (J)
SMANTELLARE. Diroccare, Sfascia-
re, nel signijic. del §. Lai. demoliri, di-
ruere, muros delrahere » Gr, xa Tt'x'J
xaT«ffTpÌjJ659ai. Varch. Stor. 7. 171.
Ma non molto di poi smanlcllaruno , co-
me si dice oggi, cioè sfasciarono la città
di muro. Tac. Dav. Ann, i5. 208. Cor-
bulone altresì smantello quanto oltre Eu-
frate avea forlificato. E Stor. 4- 353.
Ora, affine che 1' amicizia e leganza no-
stra sicno oicjne, vi preghiamo a sman-
tellare questa ruloota di mura.
•f « SMANTELLATO. Jdd. da Sman-
tellare. Se};ner. Incr. 2-5 12 Gli Ebrei
ancora, quando le lor maraviglie furono
vere, le fecero tosto credere, tuttoché
tanto giugne&scro inaudite, di Sole fermo,
di mari aperti ec., di piazze smantellate
« fona di suono, (A) Salfin. Eaeid lib.
8 Queste due inoltre smantellate miri
Cjstclla, e le reliquie, e le memorie D*
uomini antichi (F)
SMANZEROSO . V. A, Add, Dì sman-
Eitrt,
g. $1 prende anche per Lezioso , Bia-
Cescevote t Pieno di smancerie. Frane.
Sacch. nOi: 86. Avea per moglie una
donna assai spiacevole e sraaozerosa, chia-
nala monna Zuanna. Pataff'. 1 Digrigna
00 micoltno smanzeroso.
SMANZIERE. Fa^o di fare all'amo-
re, Dnidj. Lai. amans. Gr. C0&),axvT]{.
Lor^ Med canz. 56. 1. Se vulcte aver
piacere, Deb venite alle smanxicre E 56
3. Non prendete alcuno sdegno D* cs»cr
dùamali smanzìeri.
n: S.MARGIASSARE. Nsutr, Fare lo
smargitiio. Salvin Callim. Smargiasiaudo
va d* jUo l'I fi' fracasso, ec. (A)
•f * SMARGIASSATA Sman;,atse-
ria. Rodomontata. Accad. Cr. Mess. Uh.
3> pag. 432. Cosi si licenziò, mettendo-
gli io corpo questa po' di smaTgìass.ila ,
p^rutagli lirci'ssana per annacquare quella
gran presuniione (A)
SMARGIASSERIA. Millanteria. Bra-
vata. La(. superba iactatio. Gr. uì-xt^o-
vii' se Buon. Fier. 3. 4 >. Delle smar-
(Masserie solite vostre ce. E se. 3. Ecco
Spacca e Cardoae , Delle soiargiasserie
rtUle vQilrc.
S M A
SMARGIASSO. Cospettone, Spaccone.
Lat. * thrnso, miles gloriosas- Gr. &pae-
swv Buon. Fter, 3 4- 9- ^° cagnolio
vezzoso A uno smargia^o basetton com-
parle. E 5 i. 3. Passi quello smargiasso
violento. Cui negata credenza dal mer
canle, ec. Malm, \. i3. Oh corna 1 disse
il Re degli smargiassi.
* SMARGUSSONE. Accrescit. di
SmarpiasMo. Bisc. flfnlnt. Sopra uno
smargiassone, che si vanta d'aver lancialo
verso il ciclo un uomo ec , fjre ce. (A)
SMARRIGIONE . Smarrimento. Lai.
constcmatio, confusio, moeror. Gr. /ara-
Trivjft; , xKTWf£ia, Xu7r>). Car. leti. i.
63. Dacchi: la disgrazia e la cattiva cle-
zion mia mi trasecolo nella smarrigione di
quest* altro (mondo).
S.MARRIMENTO. Lo smarrire LaL
amiisio. Gr. dTio^olT,. ì'it. Crist. E
tutta s' aftliggea per lo smarrimento del
suo Figliuolo. S(tg^. nfit. esp. 23o- Per-
lochc Hi alcuni e stalo credulo che Ule
smarrimento di forze non proceda solo
dall' accrescimento del freddo, ec.
§. I. Per Errore. Lai. errar. Gr.
Trlocvi). Fiamm. 2. 53. Con pena mi ri-
tenni, che un'altra volta in simile smar-
rimento non radesii.
f §. li. Per 1 sbigottimento. Tremore.
Lai consternalto , trentor, perturbatio ,
eonfasio, nia;ror. Dani, rim . 6 lo presi
tanto smarrimento allora , Ch' io chiusi
gli occhi Vilmente gravati. Ott. Com. taf,
25 438 Gli occhi a l;inla novitadc ricc-
vean confusione, e 1' animo smarrìmeoto*
Dant. f'it. Nuov. zS. Mi giunse un si
forte smarrimento, che io chiusi gli oc-
chi.
SMARRIRE. Perdrre, ma non senza
speranza di ritrovare. Lat. amìtterc. Gr.
aVo,?a»Eiv. * /■>. Ctord. Pred. 107.
Cristo ce. tu materia di dolore e di pena
alla madre sua quando lo smarrì- (V) Boce.
nov. 43. IO Aveva la sua cunipagnia nella
selva smarrita. Vit. S. M. .V.-i*/d q. La ma-
dre credeva ch'egli fussc con Giuseppe, e
Giuseppe credeva cb* egli fusse culla ma-
dre a casa , inoaozi ch'egli se n' avvcdcs-
sono che egli fusse smarrito Borgh. l'rsc.
Fior. 474- ^**^'''* questo essere assai buo-
no argomento, come agevolmente si smar-
riscano le memorie di persone private e
minute.
* §. I Kota costrutto. Bart. Op. |.
11. Ai Cinesi ce. si era in alcune Pro-
vincie smarrita 1* arte del contrappun-
to. (D)
f ^ §. II. Smarrire, vale anche Sf»a-
gltare. Errare. ì'it. SS. Pad. 2. 8. Di
costui sì dire ce. cbe quando cenava ye-
niva una lupa, e stava eoo luì. ne leg-
giermente questa bestia smarriva l' ora,
ma sempre a quoll* ora veniva. (F)
Jr §. III. Smarrire , in signifir. alt.
vale Far franare. Maur. rim. Buri.
Cose che dal suo curso hanno smarrito
La povera natura. (Br)
* g. IV. K per Ofjruscare. Belfin, 3.
5. Il saper del Dìo grande, dire la Lnoa,
iovealò queir argento , con che io smar*
risco le stelle. (Min)
* §. V. Pure attuo ptr Ptrdere di
visti. Tasi Am. 3 I. Pien di mal ta-
lento coni Per arrivarla e rllenetla ; e
invano j Cb' 10 la smarrii, e poi tornando
dove Lasciai Aminta j1 fonie , noi tro-
vai (Br)
§. VI. In signific. neulr. pais. i-aV
E'rar la strada. Lai. dtsrrarr. Cr. «TO-
rrXavà«àflH ■ Dant. Pur,;. |6. Siccome
i-ivco va dietro a sua guida , Per non
smarrirsi, e per non dar dì rotto In cosa
chn '1 molesti, o forse ancida
5 §. VII. Ptr mrtaf.v^le Conpndrrt.
Lai. con/ivtdere. Cr. «uy)(«i»'* W. /'.
S AI A
IO- 5^ Beochi: '1 subito caso gli smarria-
se. presono «rdire. * Brm, Ori. \. |3.
^. Di corpo sconcio, e di viso sì fiero.
Ch'aria sma'rllo ogn' anima sicura: Ma
non si smarrì già quel cavaliero. ec. (V)
# g. Vili tn stgnif ntutr. e ntutr.
pati» per Sbigottir mi. Perdersi d' animo.
- Frane. B^rh. 29^ 12. Ne iti sua pre-
senza dire Di cbe possa ismarrire » > Bern,
Ori. I. i3 9' Dì corpo sconcio, e A
tiso si fiero (parla d'ut gipamte ) Ch*
aria smarrito ogni anima sicura : Ma non
si smarrì già quel cavaliero, Cbe mai noo
ebbe in vita sua paura. Car* En I. \\S.
Tutto ec. Rappresentava orror perìgli e
morte Smarrissi Enea di tanto. (C)
^ %. IX. Smarrirai d'animo, vale lo
slesso. Segner, Pred. Pai. Ap*% 6 Quando
al levarsi d'un'improvviu tempesta, comio-
cia uno piloto bravo a smarrirsi d* aaìmo,
chi non dice ec (TCj
* §. X. Smarrire, in sisnijie. neutr.
past. dieesi anche dell' Offuscarsi che
fa l' occhio quando altri /' affissa nel sole,
o in altro corpo luminoso, ■ Dani. Par*
30- La vi>ta mia nell' ampio e nell'altezza
Non sì smarriva. E 33- lo credo, per V
acume ch* io soficrsi Del vivo raggio, cb'
io sarei smarrito •», (B.')
^ S* ^^' Smnrrére, neutr, ass. per
IsroLrire. Tass. Ger. 2. 26 E smarrisce
ìl bel vultu io un colore Che non v palli-
dezza, ma candore. (Br)
*j ^ §. XII. Smarrirli da uno, per Di-
lungarsi a fello studio da esso. Sov.
ani 62. Ordino una carria, e parlissi da'
cavalieri, e smarrissi da loro (il che il
re ytarco Jece in pruova). (F)
3 SMAftRITAMENTK. Avivrh. Con
isnmrrimento. Lat. confuse , pavide* Gr.
(j;0|5r,ri/iJ5. Liv, 3/. Smarritamente si
mìsono alla fuga.
SMARRITO Add. da Smarrire. Lat.
aniissHS. Gr. a:7Q^ÌT]?|t;. Dant. Purg.
I Noi andavam per lo solingo piano ,
Coni' uom cbe torna alla smarrita linda,
E Par. 2. Perdendo me, rimarreste smar-
riti. E 26 Fa' ragion che sia La vista io
le smarrita, o>m defunta. Boec. nov. i4-
l3. In lui ritornò lo smarrito calore.
g. I Per Timoroso, Sbigottito, Confuso.
Lat exaaimalus, Gr. «aTstrXjjyct'?. Fit.
SS* Pad I. 260 La mattina ai trovò
nell' eccletìj a roosoUre e coaforiafe lu
suo popolo, Id quale era mollo smarnto,
crrJemio che egli fo»sc ni.»rto Boet.nov*
4. 8. TuUa smarrita, e temendij dì ver-
gogna, comir.riò a piagnere. E nov. ^1.
28. Queste parole tolto feciono lo smar-
rito animo tìtornjre iu Cimonf. Berm.
Ori. 1. 1. 38. Stava rtasruno attonito e
smarrito. ^ Tus** Cer. 3. 2Ó. Ella ar.
ccttó r invito; B com' esser senz'elmo a
lei non caglia. Già iMldanz-ita, ed et se-
guia smarrito. (B)
# g. II. Smarrito, per tscolorito. Smon-
tilo di colore. Dani* fneg. |<^ Lo smarrito
vi>lio. Come amor vuol, rosi Ip colorava.
Tasj. Ger 6 76 Che per le f.itto ì\
tuo signor poi sano Cfioiirebbe il tuo
smjrrito at)>et(o E 18. 16. Tal rablscl-
lisce le smarrite foglie Ai maiutini geli
arido fiore. (/('■)
SMARHUTO r. A. Add. Smurilo.
Bctth pros 3. l.'>4- Alquante allrv p*'-
cb« Voci, poste alcuna «olla dagli antichi
a questa guÌM FC, siccome è smjsrmlo in
vece di /mdrri/'%cha disse Booagiuola, o
nii-vser (lino Urlle K>ru canzoni.
i> SMASCBLLAMENTO Suit. méitc.
ì'^ce drU' uso . Sg^iasciimenio , Dtslo-
gìmeiito delle mascelle (^f
* § Più comunament* Lo sganasctarr,
e II riderà >) forte, eht quasi la guancia
SI sforii. (A)
*? SMASCELLANTE. Che sn'otftlh.
S M A
Chi sganascia Lat. cachutnans. Gr. xa-
XK^wv. Htd. Annot. Diiir. 128. Vermi
gli in viso, e coti sma&celljnlisi por le ri-
sa , cbtf lutti i deoti si potrebboo lor
trarre. (•)
f SMASCELLARE Jtt. Gu.i>tar le ma-
scelle j e in sigmfic, nrutr. ('•iiastarsi le
mascelle. Lai. maxillas dìsrumpere. Gr.
yy«x9ou; èjtpqyvùvac . Jiocc. nov, 60.
a3* Avcvaa taotu mo , che rrao creduti
unasrellare.
f §. Smascellar tifile risa, 0 Smascel'
(arsi dflle lisa, 0 di risa, vate Smode-
ratamente rìdere j to che si dice ancora
Sganasciar de/fe risa . Lai. immodtr.itc
ridere, ri'U emori. Gr. xwyx^'?*^^ ^'^'
iaff. 6. Per befaDia snia«cellji di risa .
Frane. Sacch. nov, l33. I Priori sma-
scellavano tifile risa, e frj quelle riprcn-
dejuo Uberlo . Fi''* As. 65. Fra laute
l»ri|;jte, che mi erauo dietro, egli non ve
n* era alcuno cbe non ì smascellasse delle
risa, yienz. sat, 10 Si smascella di risa ,
e U una cera D' un s.itiraccio.
SMASCHERARE. Cuvtir la maschera.
Lat liirvam aufirre . Gr. ;r,cocw;r£Ìov
àotx.iptXv. Buon. Pier. {^. 1 7. Sniasche>
rati tu prima , Tratti dal volto quii te-
scbio tannulo ( qui in si^^nific. neutr.
pass. ).
SMASCHERATO . Add, da Smasche-
rare. Lat larva carens, destituius. tifa/m.
&- à6. Così disse Cupido smasibi-rato, Do-
po cioè eh' ei mi si fu scoperto ( (Ji*i Jì-
guratam .),
SMATTONARE . Levar i mattoni ni
pavimento ; contrario d' Ammattonare .
Lat. lateres atiferre , !aterihiis spoliarc .
Gr. 7r)t'ydouj apacpicv . Mali. Franz,
rim. buri. 2 lo4- E se bene e'disembri-
eia e smattona Li tetti e' muri, ec. Benv.
Celi. Oref. 81 ■ Smattonai una stanza,
e di quei mattoni andai tessendo uà for-
nello .
SMATTONATO. Add. d.i Smattonarej
ed i per lo più aggiunto di solato , che
abbiti i^*as'.i e rotti , o in tutto levati i
mattoni. L^t. latercuUs spoUatus . Cas.
rim. buri* 1. 7. Dove che I' altre 1' bao
sempre muffato , Affumicato , arsiccio e
smattonato. # Alli.gr pag- 23^. (Am.tter-
damo lyS^). S' imparau gli scambietti per
le dance Da farsi a veglia ; poi sul pavi-
mento , L^ dove smattonale son le slan-
«. (li)
SMELARE. Cavar il mele delle casse,
o arnie, 0 alveari. Lat. alvearium castra-
re , mei ex alveariis educere, Gr. a^xt'-
ptt* Ta KTC.ct'a . Rftc. Ap, aSg. Nel de-
siato tempo, che si smela 11 dolce frutto,
e i lor tesori occulti , Sparger convienti
una rorantL- pioggia.
SMELATO. Add. da Smelare.
*f * SMELIA. Snlamistra , Donna so-
fistica. Geli. Err* 3. "S. Io non vorrei,
se io facessi que&le cose in casa , che la
mia monna smelia lo risapesse di poi ìn
qnalcbe modo : e sebbene io gli bo ordi-
nato ce. <V)
* SMEMBRAMENTO . Lo smembra-
re , Dismemhrameato . /*/«/. Adr. Op.
mfir. 5 291. Perchè al nome di Giove
crediamo convenirsi altribuirne la cagione
a questi invisibili movimenti dell' aria ,
e lasciamo da parte il suo ondeggiare e
smembramento , che e palese e manife-
sto. (C)
SMEMBRARE. Tagliare i membri. Lat.
o'druncarr. Gr. xa,T0Wo:7Tetv. G. F. 12,
16. 17. Il tagliarono e smembrarono a mi-
nuti pexxi. * Srrni» S. A^ost. C. R. e. 4.
Per tenere a Cristo la fede dell' amore si
la>cia\ano smembrare ( i/uest' esempio era
allegalo d.it FocaboL erroneamente alla
voce Svembrare ) (C) Car. En, 12. 357,
In colai guisa Fermati i patti , e 1* ostie
S M E
in meno addotte. Tra i più famosi nnzi
air acresc fiamme Le svenar, le smem-
brar, le svis«eraro. (B) Stor. lùtr. 2 4^-
Non contenti di levare altrui la rul).i e
la vita , succiano il sangue , e mangiano
le carni di quegli sIcsm ibe hanno smem-
brali . F 6. 125. Non pfrdr.nò la vila a
persona, anzi uccise, siiienibrò, disfece
tutto ciò che gli venne avanti .
f g. L l\'r Trinciare, ed è term, de-
gli scalchi . Ar. Stit. 2. l'cicb* io non
vaglio Smembrar sulla fort ina in aria
starne .
g. Il P.r meta/, vale Dividere , Di-
stritntite. Separare Lat. dividere, tri-
huere , distriOm-re . Gr. ^Spii^ttv . Ar.
Fur, Q 47- Pareami aver qui tutto '1 ben
raccolto , Cbe fra t mortali in più parli
si smembra. Jìorf^h. Orig. Fir. 2'j(\. Se
giù uno non colesse dare orecchi a quella
favola, come io credo, che ne fosse smem-
brata una pieve , ec.
t SMEMBRATO. Add. da Smembrare.
Lat. obiruncnias. Gr. zaTazoTTSt'^. Legg.
/J. Uniil. 4^- Anche un' altra volta un
die le .ippdrve visibilmente lo 'ngannato-
re, recandole innanzi corpi moni nuova-
menie uccisi, e d'uomini, e di femmine,
smembrali crudelmente, e tutti insangui-
nati. TaC. Dnv. Ann, 2 4+- ^^^ '• ^'^'
stui consigli s' è fallo ogni bene , e non
di queir animale d' Arniìnìo , cbe se ne
fu bello per aver tradito le tre legioni
smembrate .
smemorabile. Add. Non memora-
bile. Lai. memoria indi^nus Gr. v.iJ'iA'io-
veUT05 . Frane. Sn<ch, nov. 73. Avendo
narralo le due precedenti novelle di quelli
due smemorabili frati, ec. (qui ditto per
ischerzo ).
SMEMORAGGINE. Astratto di Sme-
moralo j Di/etto ai memoria , Dimenti'
canza . Lai. oblivio . Gr. Xn'Si) . Pass.
146. S' egli vede che la per^ona , o per
ignoranza, o per vergogna, o per temen-
za, o per ismenioraggiae, non dica i pec-
cati ec , sì la dee rassicurare, e ricordarle
de' peccati. Bui. lof. 2. Mente si chiama,
perchè si ricorda; e quando erra in ricor-
darsi , non si può degnamente ctiiamar
mente, ma smemoraggine, ovvero dimen-
ticagione . Maesl'uzz. 2. io. 5. Se per
aslinenxia, e vigilia pervenne alla smemo-
raggine.
§. Per I scimunitaggine t Beiford'Sgine.
Lat. stupor , insipientia . Gr. ^ctLupo^ ,
Kvat'srTjsi;. Fr. lac. Ces^. Somma sme-
moraggine è avere speranza nella fede di
Loloro , della cui per6dczza tu sii tante
volte ingannato.
SMEMORAMENTO . Lo smemorarc .
Lai. stupiditas , amentia. Gr. avota. Pass,
prof. Non ostante la paura , Io sbigottì
mento, il dibattilo, Tansielade, l'sH'.inno,
lo spaventamento , lo smemoramento , il
conturbamento del capo, e gli altri gravi
acciilenii, che hanno a sostenere coloro, a*
quali tal fortuna scontra.
SMEMt>RARE. Propriamente Perdere
la memoi iaj e talora anche vale Divenire
stupido, o insensato. Sbalordire^ e si usa
in signijìc. neuti: e neutr. pass. Lat. slu-
pidum fieri , memoria vacillare , obstiipe-
scere, exanimari. Gr. xaTK~i/i'TT£55ai
Bocc. nov. 40 l4« In qucU* arca trovan-
dosi, cominciò a smemorare, e a dir secL>:
che è questo ? dove sono io ? dormo io ,
o son desto? Pass. lOi. Perdonsi e ven-
gonsi meno, che smemorano e dimentica-
no i peccati .che imprima aveano pensato
di dire . Sea, Pist. Perchè si maraviglia
uom di queste cose, ed ismcmora T Frane.
Sncch nov. 6). Entrò dentro correndo e
nabissaodo , che fece smemorare i gabel-
lieri. F nov, l47- Qunnto più vi penso ,
tanto più mi smemoro. Bcrn Ori. 1.
S M E I2i5
IO. 8. Non si curi per ora smemorjre ,
Ed aspetti fusi la sua tornala, Chi- sema
ilubhio lo verri a aiutare . # SerJ. Ga-
Irou. !\!ais. 168. Nel qujl nome erra a*
tempi nostri tutta l'Italia seriveuilo Aulo
Celilo , smeniorandosi ili Priscano , che
Slima cbe ildlL voce agro cioi.- «amno sia
detto Agello, che dinota canipirello. e che
da Agello venga questo nome Aoelio. ICI
* SMEMORATACCIO. l'.Àon,,. di
.Smrwornlo . Lai. .-o/.v chlmoiu! Gr
niùyì<:ii.oi(r,-tfci . ìì,,ì, /,„ ^ ^^j
AIjWj paiienia se sono imporluno, e noti
si rida di me, se ora sono smcmoralaccio
e poi smemoralaccio per la seconda volta*
e per la terza. (*) *
•SMEMORATAGGINE, io ,/„,„ eh,
Smenwrnggi/ie. Lat. mentis hebetado, stu-
pidCas, an,en:ia. Gr. É'-<^l);|i;, Sa'^So;,
v»>/.]. /,'orsA. Orig. Fir. 192. Sarebbe
troppo sciocca semplicità e smemorataggi-
uc insieme il pensarlo , non che il dirlo.
Cir. /ili. 2. 5o. Per farmi risentire dell»
mia negligenza, o smemorataggine che sia,
gli sproni che m' avete mandati a donare,'
sono stali di soverchio.
SMEMORATINO. Vini, di Smemora-
(o ; detto in ischerzo da Frane. Sacch.
nov. 199 Notino smcmoralino tralunava.
* SMEMORATISSI.MO . Superi, di
Smemorato . Tuss. l.ti 54. Però racco-
mand., a V S. la lettera, e b prego che
ricordi a S, E. il negozio dello smemora-
tissinio che sono io. (Fj
t SMEMORATO, eanticani. SMIMO-
RATO Add. da Smemorare j Che ha per-
duta la memoria j e tiiora a.iche Stupido,
Insensato . Lai. slupidas , amens . Gr,
e/3Ky^o; , K}>poJv . Bocc. nov. 20. l5.
Ben sapete ch'io non sono si smimorata,
eh' io non conosra cbe ìoi siete messer
Ricciardo di Chinzica. E nov. 5q, 6. Co-
minciarono a dire eh' egli era uno sme-
morato ec; alli qu.ili messer Bf'llo rivolto
disse: ylì smemorati siete voi. E nov. 60.
7. Trasculaio, smemorato, e scostumato.
iXùv. ani. 94- 5. Le genti vi trassero
smemorate, credendo cbe fosse altro. Bern.
Ori, I. 9. 77, Adriano ed Uberto dal Jione
Si stanno con quegli aliri smemorati.
^- g. Smemorato, vale anche Dimenti-
cato, Aon avuto in memoria. Dant. Conv.
175. Quanto gli uomini smemorati più
fossero, piuttosto sarebbero nobili; e per
contrario quanto con più buona memoria,
tanto più tardi nobili sarebbero. (C)
* SMEMOREVOLE. Add. Non ricor-
devole. Dimentico. Serd. Caleoil. Marz.
6. Chi non penserà questo nome essere
stalo dato rettamente a Lorenzo, se non
quegli che negherà la Laurea essere ono-
re d' Imperatori, e di poeti? Snieinorevole
di Stazio che dice ec. (C)
5 SMENOMARE. Diminuire, Scemare.
Lat. inimiimere. Gr. sia-TTOÙv. Lab. iq3.
Non so io se ella, per li molli digiuni falli
per la salute mia, se 1' ha smeuomato dopo
la mia morte.
f %. Smenoniare , neutr, pass. 3f eno-
marsi. «' Pttr. Uom. ili Come per que-
sta via s' accresceva 1* oste di Cesare, così
per uo'akra vìa elio si smenomava n. (B)
SMENOVITO. V. A. Aid. Diminuii
lo. Scemato. Lai. imminntus, Gr. ì'iar-
TU^si';. Lib. Moti. Mi-lto si dee guardato
di non impacriar colui che è ismenovito
per cosa notevole, che in suo fallire ogni
uomo V* ha r occhio (cioè, impoverito, o
che ha perduto la reputazione).
■.- SMENSOLARE T>rm. degli Ar-
chiti-tli. Lai orare un ptzzo sottile in ci-
ma , e grosso nella base , a /nsgia di
mensola. (A)
* SMENTARE Term. df' LtgnninoH,
Carradori, eC. Pice<i del Tagliar un le-
gno a tign.r.n-a. (A)
tiiG
S M E
S M E
S M E
t SMENTICANZA . l'. A. Dimenìi'
canta Lai. ohltvio. Gr. Xn'^»). P--tr. (Jom.
i//. La tmeolicaDia , cumuoe Tixio delU
meote umjna.
•f SMENTICARE . A'. A. Neutr. e
neutr. pass. DimentUare . Lat. oblivitci .
Gr. eTtiav^avciàai. Petr. (Jom, ili. S*
indebolì per li diletti, e sraenlìcotti le sue
wti. Cri n, Morett. l66. Fa che Doa aia
teco , ooa lo smeattcare , noa ti lasciar
gonfiare, sta sodo. ♦ Sfgr» Fior. Legai.
Sforz. 2. E nel partirsi da me disse cbe
H era smeoticato dirmi ec. (TC)
SMENTICATO. Add dt S'nenticarej
Smemorato. Lai. ameng, ohltviìsus, Petr.
Uoin. ili. Non sono si smeoticato , ne si
•emplicc , eh' io creda cbe '1 popolo di
Roma si possa vincere con si picciolo
■Torso .
SMENTIRE. Dimentire. Lat. obiieere
alieni quod mentiatur, mendacii accusare,
redarguire . Gr, tt'ircà^dxt riva »|f£u-
SoXo'/CoLi . Din. Camp. 3. 57. Il popolo
grasso cominciò a temere gli amici di
messer Corso , che montaroao , ma non
tanto , che ne* consigli e nelle rannate
«mentivano messer Corso. Molto il perse-
gaitjvann i Bordoni, che erano popolani
ardili e arru^aoli , e più volle lo smen-
tirono. Morg. II. 17 Se l* ha smentito,
impiccai per la gola. Afam. Gir. ^. pj.
Ben di gran punizion sare&ti degno. Che
te med-*smo snienti, e scherni altrui.
SMENTITO. Adi dì Smentire.
;;: SMENTITORE J'e>baL masc. Co-
lui che sinenlitce, Ma^^-il. Lett. Smenti-
tori ec. contro i qujli poteva suffragare la
rimeotila (B)
•f SMERALDINO. Adi. Di smcralto,
o Del colore dello snifmldo. Lat. smara
gdimus* Gr. 5/xao«y0iVJ5- Ovid* Metam,
Slrad. Risplendente di chiare pietre sme-
raldine. Ar. Vetr. IVer. I. 3'.. E coii si
■vera verde bellissimo smeraldino , altri-
menti detto verde porro.
SMERALDO. Pirtr.i preziosa di color
verde. Lai. smai u^dm. Gr. itfJ.til,px'/<ÌOi-
Frane. Sacch, Op dii>. 9^. Smeraldo è
di colore verde, e Iruovasi tra' Grifoni ,
ed è tenera pietra : ron olio si lava il suo
verde, e ha \irlu in crescere le ricchezze,
e fa r uumo allegro, fìocc. nov. ^3. 7.
Ma ècci di questi macigni sì gran quan-
lild, che appo noi e poco prezzala, come
appo loro gli smeraldi Dant» Purg. 7.
Oro e argento fiuo , e cocco e biacca ,
Indico li'gnj lucido e sereno , Fresco
smeraldo, ec. E 29 L' altra era come se
le carni, e 1' ossa Fossero stale di sme-
raldo latte. * lìr-rn. Ori. i. l3. 33. D.
tmalto era adornala quctl.1 porta. Di perle
e di smeraldi, in un lavoro Ch' ogni per-
sona, ancor che poro accorta, L' aria sti-
rDala infinito tesoro, f/i)
§. Per metaf. Dani. P'trg. 3l. Po-
sto l* avem dinanzi agli smeraldi , Onde
Amor già li trasse lo sue armi. /ìut, iti.-
Alti smeraldi, rio-' agli occhi di Beatrice
lucenli rome smeraldi. Al'tm. Coli 2 37.
Or s' apparecchie ogni uomo al miglior
punto. Che lo smeraldo fin sia volto in
oro (parla dell'" spishf, che dal verde co-
lore passanti al biondo ) .
SMEKARE. /'. A, Snirare, Lat. nifi-
ftare. Gr. xaOx^i'^civ. Fr. lac, T. 6 4»
3* Infra la gente lo mio cor si smeia
Dell'amor mio, dove poit* ho la ipna
Redi. Annot. DtUr. ao^ Il verbo smera-
re, che si truova negli autori più antichi,
vale depurare, nett>tre, pulire.
# §. Per Divenir cieco. Olt Con».
li\f. I) i5^» Erano {% serpenti ) di ti >e
nenoia i^pei ie. e rorrultiva diipoiitionr ,
che chiunque li guardava si convertiva in
jàctra, cioè moriva, ovvero smerava. (C)
^ SMERATEZZA Attratto dj Smera ■
to; e vale tlmpidezta , Chiarezza, Oli.
Com. Pur^, II. 1 38. Diceche avea una
spada in mano lucidissima , per la quale
dà ad iateodere la divina giustizia si
chiara, che aeuoo mortale ha tanto per-
spicace inielteiio. che possa comprendere,
ni: ragguardare la sua smeralezza. (C)
* S.MERATISSIMO. Superi, di Sme-
rato. Ott. Coni. Par, 3. 5^- Siccome
njiira £gura si specchia in tali vetri, o in
acque smeralissime- (C)
SMURATO, r. A. Adi. di Smerare,
Lai nitidilus. Gr. z«à«/?t»3ei'$. Tratt.
Sip. Quella fontana è si chiara e si
smeraia, che *l cuore conosce e vede sé
e suo Creatore, siccome 1* uomo si vede
in una bella fontana ben chiara e isme-
rala. lied. Annot. Ditir, 20\. L* addiet-
tivo smerato significa netto, limpida, tras-
parente.
SMERDARE . Micchiar checchessia
colla merda. Lat. merda conspurgare.
Meni. sai. 7. E che ne smerdi un* epica
operetta. £ il. E come il Troncio Smer*
da Parnaso in versi, e lo scompiglia ( in
questi esempii è preso ^•auratamente , ed
è maniera hasia) .
f SMERGO. Lo stesto che Mergo.
Lat. mergiti, Gr. at^uca. lìem, O-l. 3.
^. g Più d* un* arcata sott'acqua la cac-
cia, Qual oca, o smergo va, quand'ha la
caccia.
SMERIGLIARE. /ìrunire collo smeri-
gUo. Lat sniiride poltre. Gr. aiupiòi kx-
Sa a'? «tv.
SMF.AIGLIO. Sorta di minerale si'
mite alla vena del Jerro , che ridotto in
polvere serve a se<;are, e pulire le pietre
dure» e a brunire l" acciaio Lat. smiris.
Gr. oiij;i; Hed. An-iot, Ditir. 204. Di
qui forse venne smeriglio pi<.>tra , colla
quale si brunisce 1' acciaio, e )>i puliscono
i marmi. Bcnv. Celi. Oref. 178 Avranno
la grana grossa mescolala con as^ai smerigli.
■f SMKRIGLIO. S3,ta d'uccello di
rapina, dfl/a razza de' più ptccoli filco-
ni. Lai. /ti.fiif« trsaloa. Gr. àigy'Xuf. Fi-
loc. 5. 66. Tutti incominciaro a dare
grandi>&imi assalti alla fjgiana , e alcuni
altri allo smeriglio. F 67- Ma lo smeri-
glio gridando, senza schernirla punto (la
fabiana ) , quanto poteva, da lutti la di-
fcod^va. Mor^. i^. ^i). E lo smeriglio si
vede squillare Di cielo in terra, e la ron-
dine ha innanzi Cini Carm. i6j. Smerli,
moscardi, smerigli e sparvieri Fanuo onore
ad ognun quando Sun sari.
* SMERIGLIO. Sjrta di pesce simi-
le al Pesce ente, ma che ha la Ò0':cs
più piccoli. (A)
•f SMERIGLIO. Sorta di picco/ can-
niìne. Sagg. nat. etp. 2)3. Questo ri-
scontro fu fallo da noi ec. con una spin-
garda , con uno sin<TÌglio , e con un
mezzo cannone. F appnsso : O fosse il
tiro della spingarda, o dello smeriglio , o
del mezzo cannone. Varch. Sior. 2, 32.
Volle, chi poteva, che il prinu pezzo che
a caso, ed in arcala traendo si sparò , o
moschetto, o smeriglio cbe fosse, coglieue
ec. il signor Giovanni.
SMERIGLIONE. Smerigliù , Uceel di
rapina. Lai. nisus, tetalon, Gt. on'SaLXtàt,
Filoc. 5. 61. Vidi da quel ceiretlo , ove
noi la misera fontana trovammo, uni
smeriglionc levarsi, e cercare il cielo
f s> SMKRITAIIE. Perdere il mento.
Cavalle Med cuor. far. Uà iSt) L'uo-
mo che palikce per timore, quanto più e
tristo, più smerila ; anzi , chr> peggio è ,
più scapita e perdo, i'iuilt lett. 2p. ')\
Tua benivoglieoza oc. non ha smrritato
( lasciato, ommesso di meritare ) , »' 10
punto operai in Iri, (f)
39 SMEHITATO. Demeritato j comlrm-
rio di Mentito. Hoti. AV<. Cuitt, (A)
SMERLO. Uccet di rapina. Tes. Br.
5. i3. Smerli sono di tre maniere: l'ooo
cbe ha la schiena nera, e 1' altroché l'ba
grigia, e soo piccoli e sottili uccelletli ;
r altro t Rraode , e somiglia al falcone
laniere bianco, ed è migliore di tulli gfi
altri smerli, e più (oslo si concia. Cr. 10-
i3. I- Gli smerli tono di natura e g«oe>
razron de' falconi, e sod quasi falconcelU
picctdi, come dimostra la forma e '1 co*
liir delle penne, e uccellasi eoa essi piut-
tosto per ddeiin, che per atilità. Burch.
2. 8. Che 'I mio farsetto è da cbiamara
smerli. Brrn. Ori. I. ^. 73 Come ad
QQ* oca, o qualche ucrel marino , Salta
addosso ano smerlo alla foresta, Cbe qoai^
to fra gli uccelli è piccolino, Tanto ha
più core, e fa maggior tempesta.
* SMESSO Adi, da Smettere j Die-
messo. Lisciata, Posto dn parte. Afagisl.
Lett. II. (Min)
* SMETTERE Dismettere, Lasciare,
Porre da parte (A)
^ g. Smettere il ballo, vale Jnterrom-
perlo. Tralasciarlo. (A)
SMIAGIO Smigio, « Bellin. Bucch,
3i. Perch' ei vuol cicisbei, feste e cor-
teggi, E vuole smorfie e smiaci, ec. (B)
lìert. Giamp. 4 All'udirsi ec. qae' sali,
e que' molti e quegli smiaci su quel chfi
e* non è secondo il suo naso ec. Don du-
bitate, che noi avemmo quella sera uao
spassi da Uv..(C)
SMIDOLLARE. Tor via la midolla,
Dav. Colt. I.'i3. La vite desidera andare
alla, e cosi andando ita lieta, e attende a
generare , e smidollasi , e *nfiacchisce ,
( qui neutr, pass., e vah perde la mi-
dolla) * Inperf. r. Alb. D 3. T. 9.
12^. Acciocché per la soprabboodanza
de' troppi rami non mi si smidollino , e
non s'infiacchiscano, come delle vili par-
ticolarmente addiviene (qui pure neutr.
pati, e net senso medesimo di Perdere la
midolla ), (Fj
§. I. Per iimifii. Salvia. Pros. Tose.
I. 42- Alla meditazione continua s'ag-
giungeva la lettura, e la pratica de* sa*
cri espositori, e de' padri della cnslìaoa
dottrina ed eloquenza, i quali , per coci
dire, smidoUò lutti.
§. II. Per melnf. vale Dichiarare ,
M mtf Citare , Spianare. Lai. enucleare ,
Gr, f-tJjjXoJv. ^Sold. Siit. 3. Mal s'op-
pone al suo sguardo una cocolla. Un sao-
co rattoppato, se l' invogbe De' coor ,
p.irtendo r anime, smidulla. (I')
SMIDOLLATO. Aid. da Smìdot-'
Inrr. S, Agost. C D. Altra cova '" quella
che la ragion della mente smidollata di-
mostra e convince (qui nel tigm'/ic. dei
§. I. di SMIDOLLARH).
SMIGLIACCIAKE. MigUacctare.
SMILACE. Sprzie d'erba sermentora,
con /oi:lie spinose j le radici detlt quale
sono adoperate in luefiO di t/melle della
Salsapariglia Lat. smilajc. Gr. ff/ulo^.
Folg Diose. La smilacc , che per allro
nome è della ellera »pinota. ha le foglie
come la madreselva F appresso •• La
smilace, che non è spinosa , fa le foglie
eome l' oliera Bieeit. Fior. 60. La sal-
sapariglia r una radice di ona pianta por-
tata dall' Indi^ nrridenlali, lunga due •
tre braccia in circa, uguale e grosaa co.fse
la gramigna, o li smilace aspra.
« SMILLANTA. Millantatore, Spac-
cone. Lai. thraso , iactator Gr. 9^«»a»».
xofx^o'i. Malm, 11. ^9. L'armi Papirio
ad un Fiandrim gtiadagni, Che fa il U-
gliarantoni e lo smitlanla. (*)
« SMILLANTARE Lo stesso che Mil-
lantare. Lnsc. Him I. 1 1^ P« **•"« '*
vero . lo credo , che imillaoli daddove-
ro. fC)
•[• * SMILLASTATOUK reròat.
S M I
m.tsc Colui che smillanfaj Vantatore di
ffan cot^. ytm Milm. Sl^. Lo smtlltnta,
cioè tmimntJtore , ù esprime djl greco
ihrason, cijè auiljce, bjldaoio&o ec : e U
parola è falla ila mitiìixtat sclicrzo&amea-
le malo dal Boccaccio in vece di mille ,
djodogli la df&iaeDxa di quaranta « ci/i-
quanta, ec. (/é)
SMILZO. Jdt. Contnirio di Ripirnoj
Poco nii-H che voto s e piti comunemente
st dice di Cu ha Li pancit i-o/^r L.il. ma-
mis. Orai. Gr. xs'vo;. M. Bm. rim. buri.
I. 186. N>iO vedete voi i vi>i delicaii Ch*
ei fj, come che 1 tncmltri roixi ingrossa,
Empii; gli smilti, e doma gli sforzali?
Fir. Dtal. beli. donn. 423. Simili al terzo
lOQ certo spigolistre smilze, senza rilievo,
e sema garbo.
* §. SmiUo , detto metaforicam. di
verso, vale Languido , 0 simile. Salvin.
Pros. Tose, 1 . 283- Benché (i nostri an-
tichij coDoiceuero e adoperassero il verso
p-ù calcjto e numeroso , pure non isde-
gnaroiio di farlo, ove uopo il chiedea ,
smilzo ancora, per dir così, e smunto e
ftcarnito, ec. (B)
SMIMORÀTO. f'ed. SMEMORATO
* SMI.NCHIONARE . Minchionare ,
Burlare. Lai. iocart, illudere, Gr. e'^zac'-
^!»v , s'T(;(Ì2U5C^stv. Salvin. Pros, Tose.
i> IQ7. Io voleva ce. che ella (la cicala-
la), cosi smincbionando, fusse venuta da
ȏ naturalmente, senza artifizio. (')
SMINUIME-NTO. Pi>ttiniiiniento. Lai.
imminutio, demtnutiOt decrementum. Gr,
aixrTWa»;. Ftr. A<- 62. Ora si sta qui
il poverello aanoveraodo il pregio della
tua Qua industrij , ma del suo sminui*
mento.
t SMINUIRE. Diminuire , Ridurre qual-
che cosa a meno, toglien Ione una pirte j
e ti dice :Oìì d,tle cjfe fuiche, come del-
le mora'i. Ljt. imminuere , dL-mtnuere,
Gr. iXxTToZ'i Ott. Coni laf. 12. 2i5.
Non cercane guerra a loro ciilade , per
non isminuir loro avere , o loro stato .
Cas. lett. 44 '^ ^^ lungo silenzio
coQ V. S Illuslriss. e Revercndiss. non
ba avuto fona di sminuire la sua af-
fesionc verso di me . Buon, Fier. 4 4'
%^ Smhiuendo il cammino , Tempo ab-
bfcvierò .
* §. I,E col secondo caso. S. Ant.
Cùnfess. E vero cbe a questo dij^iuno
della Chiesa non sono obbligate certe
persone come sono ec. gli lavorami se
non polessiuo con salvamento dello stato
Il lor coDvenieote lassare il lavorare, o smi-
i ooire della fatica loro per digiunare. (C)
*^ t S- "^ /'» xignific neutr. i-ale Ri-lurù
Il meno. Lat imminuif demìnuu Gr eiocr-
T3'J39at. Star. Ew. 3 62 E appresso a-
pertissim.ìmcnle già logorandoci , e smi-
nuendo , ci iÌsolvi.iino poi 6DaImcale in
polvere, e vento.
§. Ili Sminuire uno strumento . I'.
DI.MINUIRE, §. HI.
SMINUITO. Add. di Sminuire. Lat.
•tcminntui, i-nminntus. Gr. i'ÀXTTwQìt'^.
Red. F.fp. ntC. Jj. Quattro (filine di
cristallo massicce si vedcjno sgraffiale, e
sminuite di m .K- . Nella steisa maniera
Is^rdlnate. e sminuite notabilmente di mo-
le , ne trovai quattr' altre pure in un
rsippoop .
* SMINUITOr.E. Jerbal. mnsc. Che
sminuisce . f.l)
:t* SMI.NUITRICE l'erbai, femm. Che
S'ninuisce.hìl.deminurnt- Gr. 7} tuijcsu-
vo^sa - Silvin. Disc. 2. 472. Vuole che
i componimenti poetici, piima di fargli
andare p*'r le mani degli uomini , e Si.>t-
toporgli alla pubblica luce, eh* è una luce
maligna, ingranditricc de'difelti, sminuì-
ince delle \irtù. si debbano tener sotto
fino in nove anni {*)
J'octbolnro T. il.
S M I
S.MINUZZAME.NTO. Lo sminuzzare.
Lat. contittio, contritus , Gr, 5UWT,3i^fl',
Sagg. nit. e*p 20 Essendoché ec. altre
vogliano uno sniinutiameuto così sottile,
ec. (i.ìl. Siit 212. Da questo, che ora
intendo mercè del vostro lungo sminut-
zameoto, mi par di poter far restar pago
il mio intelletto con assai breve discorso
( qui Jìguraiam , e vale chiara e distìota
spiegazione ).
SMINUZZARE. Ridurre in minuzzoli»
o in piccoli pezzetti . Lai. dèterere , in
micas redigere. Gr. a~OTpt'^;tv, isTTu-
v!iv. Cnva/c. Pti'igil. Certo, compir mio,
ben l'hai si sminuiz-ilo . Rern, Oil i.
8- 46 L^ leoerrlle membra sminuzzai. E
rim. 1. j\ E le squarta , e sminuzza, e
trita , e pesta.
SMINUZZATO . Add. da Sminuzza-
re. Lat. detnfui , miniitim dcsectus. Gr.
ctTTOTST^i.a^u^v.i;, >£:rruv3ai'^ Vo^g. .Mes.
Disse Democrito, che lo 'mpiastro del fer-
mento è medicina eccellentissima a trarre
le spine e le festuche, e l'osso del cranio
rotto, e sminuzzato. Sag^^. nat esp. 172.
In esso pareva cbe fossi-ro stale messe in
gran copia scaglinole di talco soltilissima-
mente sminuzzato .
t SMINUZZATORE . f'erhai masc.
Che, 0 Chi sminuzza. Lat. desector, de-
tritar . Gr. ai^toTotxiJ^ , a Jìtituvuv .
S.ig^. nat. esp. 16. Forza è adunque ri-
correre a uno strumento, il quale sia più
sottile smìnuzzatore del tempo , cbe non
è il suDDJ de* quarti battuti dall'orivolo.
SMINUZZOLARE. Sminuzzore. , Lai.
ComminuL're . Gr. ).f7rTuV£tv . Gal. Sul,
147 Mentre voi slavi con tanta Qcmnia
sminuzzolamlo al sig. Simplicio questa
esperienza della nave ( q'ii per metaf., e
va'e : dicbìaraodo. o spÌ3n.indo ).
t * SMINUZZOLATA.MENTE. Av-
i-erh. In moJo sminuzzolato, IJcllin. Dì^c.
2. 230. Con*Ìdi-rando anche più sminuz-
zolatamente la forza morta, e la forza vi-
va. (Min}
•f * SMLNUZZOLATO . Add da
Sminuzzolare. Cor-in. Toriacch. I9 ll5.
Voi restaste di Ta sminuzzidaii: Angelo di
Roman. Matteo Nirdini, ec. V, i resta-
ste di qua tutti trinciali : Cosimo Nuti ,
ce. (A)
SMIRACCHIARE . T, .4. Shirci.ire .
PaViff. I- A gran gaìaldo al barlume
smiraccbia,
::: SMIRALDO. J'- A. Smeraldo.
R.m ani. F. R notar. GiaC. Son. CjO-
Diamante ne smiraKlo né zaffiro Ne vcrun*
altra gemma pieziosa . / /(. S. Kufrcs.
402. Lo ab.ite gli avca posto nome isnii-
raldo , imptrocchè Io viso suo era come
ismiraldo. (l')
i? SMIRARE. /'. A. Mirare, S-^uar-
dure. Cuid, Guiniz. voi. I. png. 71. Ma
avete brn sacceoza , Che chi voi serve e
smira Nun può fallir. (Il)
§. Per Pulire, Lustrare, Smerare.V. A.
L.ìl. smiride polire, nilidare. Gr. ^piptoz
Axbcf.pi^-.vi-Cuitt. lilt. 5. 5 Or dunque,
gentile mia donna , quanto il Signor no-
stro v' ha maggiormente allumai.!, e snii-
rata a compimento f come compimento )
di tutta preziosa vertude più che altra
donna terrena , cosi più eh* altra donn.i
terrena dovete intendere a lui servire (qni
jìguraiam, ),
* S MI RATO. Add. da Smirare. TraU.
Virt. Mor. i5. Gentilezza è una sicura
virtude smtrata , che dona dolce cuo<
re. (C)
SMIRNIO. Sp.zie d' erbi. Lai. smjr-
niwn r.T tsp.Jpnot . I o!g. Dtosc. Lo
smirnio, cbe per altro nnme è dello ma-
cerone , nasce nel monte Amano . K ap-
presso : La radice dello smirnio bevuta
giova alla morsura delle serpi
S M I
217
SMISURABILE. A^d. Senza misura ,
Immenso Lai. immensa^. Gr. tZptrpoi ■
f^iint. Coni'. i5l. Volendo la smisurabilc
bontà divida r umana creatura a »è ricon-
formare. * Imperf Tim. U. 1. T. 6. 5o.
David nel salmo l35 alzando gli occhi a*
miracoli eccelvi della divina unnipotensa
invita gli uomini alla cuiifessione e al ri-
conoscmienlo di Dio, e prO[iOni' per mo-
tivi più principali U di lut summa esmi-
surabile boutade. ( F)
t SMISURANZA. J\ A. Astratto di
Smisurato. Lat. immcnsitas. Gr. KatTptOL.
Dial. S. Creg. M. Non polendo elle so-
stentre la smisuranza di tanta chiarita .
Pasi. i3. I quali egli trae in diversi
modi , tempi e luoghi , a dimostrare U
'ofinila smisuranza e copiosa abbondanza
della grazi.i sua . S. Gio Cnsost. 125.
Or dico dunque , se questi , o altri de'
quali di snpra facemmo menzione, consi-
derando la smisuranza de' loro scellerati
peccati , sì fossoDO disperali della coD-
versiiioe e della penilenzia , avrebbono
perduto ogni b*'ne . Tesorett. Br. l5.
I IQ. £ in un' altra bruttezza Fara sì gran
larghezza, Che fia smisuranza? -'.' Imperf.
Tini. D. II- T. (>. 5o. Coii rpf^islrando da
principio i più sovrani attributi dicevoli
alla smisuranza di quelli the incompreo-
sibilmenle e* possieile , e Dio di tutti gli
Dei, e Sijj,nore de' Signori l'appella. (F)
u' SMISURARE. Neuir ass. Incedere
la miswa . /Jait, Rur. I il. I7^>. Chi
insegua loro (al/e cbioiCiole) a condurre
una linea in ispira sì perfellaroente , eh»*
in nulla non ismìsuri? (Rr)
SMlSUr.ATAMKNTE. Avverb. Senza
misurai, S.nzt termine. Lat. immodice, im-
moderate» iffusCt i-eh- nienter Gr. ^Tizp-
p.i'Zpùìi. Bocc. ncr. 48. 3. Perseverando
adunque Ìl giovane e nell' amare^ e nello
spendere smisuratamente . E nov. q8. 6.
Ogni parie di lei smisuratamente piacen-
dogli ec. . di lei s' accese . Fr. Giord.
Fred. S- E animale tìerissimo smisurala-
inente. Petr, cap. 5. Come chi smisura-
tamente vole , C' ha scritto innanzi eh' a
pailar cominci . But. Purg. 17. 1, La
talpa ec. dicesi in questo simile all'avaro
che per avarizia m n tocca le ricchezze ,
avendone smisuratamente.
f SMISURATEZZA. Smisuranza Lat.
immensitas. Gr. Up-irpiv.. Ott. Ccm. InJ.
.^2. 55o Per voler mostrar la smisuratezza
del dello ghiaccio, reca ec. il ghiaccio di
due fiumi settentrionali. Saìvm. Disc. i.
108. La smisuratezza dell' amore ec. fu
cagione della sua violenta e volontaria
morie .
-^ SMISUiiATISSIMAMENTE Superi.
di Smisurotamcnte . Lat. supra omneni
modum. Gr. uTTiiéiSXTl/Jiì'vù); . Jl Foca-
boi. alla ivfe STRAMSSIMAMENTE ,
§ (')
SMISURATISSIMO . Superi, di Smi-
suralo, Lai. effusissimus. Alle^. 106. lo
non potrei veramcnle fuggir V indegno
soprannome e d'ignorante, e di malcrea-
to , s' io non vi dessi particolare avviso ,
e chiarissima contezza delle smisuratissime
cortesie che m' ha fatte ec.
SMISURATO. Add. Senza misura,
St- imin'to , Eccessivo . Lat. immensus ,
iwmanis, immodifus. Gr. à.p.i'po^., uTCSp-
/itìT/395 . Dant. inf, 3l. Ed io a lui: s'
esser puole. i' vorrei Che dello smisurato
Briareo Esperienza avesser gli orchi miei.
C, r. 11.3,8 La smisurata città di Ni-
nive si dovea disfare. Bocc. niv. 7p. l5.
Comincio ce. ad averlo da sera e da mal-
lina a mangiar seco, e a mostrargli smi-
suralo amore. E nov jjS 4 Comiuciò a
fare le più smisurate cortesie che mai fa-
cesse alcuno altro. Cavale, Med, cuor. O
I dunque smisurata bontà d' Iddio, che or-
l53
I2i8
S M I
Jiua che '1 mooJo ci perseguili, acciocibè
più correodo loroianio 3 lui . /;.' Frult.
Jin^t L' atuva rota, che ci comnicoda I'
orakioaef si è Iti «>mi&uriilo guadagno elio
per essa »i fa. •? Guicc. Stor. ^. 219. E
fupravveDoc ai dìciauette dì Deve e acqua
tmixuraU. (L)
g. I. Smisurato , pr intemperante ,
Non misurato, Si'iiza misura . Lai. im-
moderaiuf. Gr. ajixCT^o;- Scn. Pul- p8.
L' nomo futle e smisurato crede che la
sua beatiludioc gli debba essere perpe-
tuale .
§ II. Smisurato, in forza d* av%erh.,
per Ismisuraiamente . Lai immodernte ,
immanitir. l\ /'. 11, 80. Saaia avere o
da luDgi , o (la presto alcuno sr-goo di
ouvole, looò smisurato più volle , e cad-
doDo io Fireoze più sat-tte-
* SMOCCARE . Smoccolare . Mens
sai. Q. Vuo' tu , fortuna , cb' alla 6a mi
loccbi Uo pu' di cititilero 7 oh donimi
almeao Tanto , che dopo me qualcuno
smocchi (J'J
* SMOCCICAMENTO. io smoccica-
re, o La cosa smoccicata. Salvin. Malm,
Fnogo che si crede che sia mucillagioe
della terra, e smocricamcDlo. (A)
•■J-' SMOCCICARE. Lo stesso che Moc-
ctCarCt Jifcndar fuora mocci» Lai, mucos
missitare. Buon. Ficr. 2. 2- 6. Il frliao
la fa piagnere , e 1' atn;iro Fa vomitare ,
e '1 pizzicor pel dosso Squotersi ed inta-
sala , smoccicando , Starnutire e soffiare.
òlalm. ^. q8* Ma Don per questo il la-
^imar finisce; Ch'ognora in casa, fuura ,
e ovunque sono, Perche sempre si smoc-
cica e ìi cola. Hanno a leocr agli occhi
la pezzuola. -'.= yjinucc. ivi: Si smoccici
e si cola : si manda escrementi d^l naso , e
lagrime dagli occhi per causa del piauto ;
rhù smoccicare vuol dire ec. (B)
SMOCCOLAKE . Levar via la smoc-
colatura . Lat. ex/un^are , ì'iv. Mor^*
19 77. Ma perchè io non \' aggiungo
con II scala, Morgantc, e ta v' aggiugni
tenta zoccoli. E* converrà che stasera tu
■moccoli .
§. Figuratam. Mal-n. XI* 52. Gustavo
Falbi con un soprammano Di oelto il capo
smoccola a Santrlla.
•f SMOCCOLATO. Add. da Smocco-
lare. Buon Fier, ^. I II. Che 'I poco
lume, che due l^r candele fc. Readean ,
fungose, e male smoccolate. Mot lascia vaa
discernorc .
SMOCCOLATOIO , che pia comune-
mente si /im SMOCCOLATOIE nel nu-
mero del più. Strttnie'ttó , col quale si
smoccola, f'ttto a guisa di cesoie con due
manichrtti impernati insieme , e con una
catseKina da capo, nella quale si chiuJe
li smoCiolatura. Lat. emunctotium.
* S.MOCCOLATORE J'erhaL masc.
ilte smoccola, Pro.*, fio»-, (j. /jy. Sol mi
ricordo flì Morgante , smoccolalor di quei
pini, e di queir onde ( quijigtiratam.) (•)
SMOCCOLATURA . Quella parte del
lucignolo del'a lucerna , e dell^^ stoppino
iletln candela, che pf la fiamma del lume
*e%tn arsiccia, e contiene torln i in. perchè
non impedisca il lume Lai fun^^us , /^irg.
Buon. h';ti. ^. 2, 5. Si, vo* mandarti le
uroorculatiire Ter tua merenda.
SMODAMENTO V. J. Aitmtlo ,u
Smodato j SconveHe\'olezztt , Smoderanza.
Lai. immederntio» Gr. «//cr^^'a. /iut. Inf.
^> 2 Parla qui l'autore mm propiijment'',
imperocché lo smodamrnlo propriamente
non si può chiamar modo.
SMODARE . y. A. Tieutr pass Ih-
lenire smoderato, o intemperate'. Lai,
intrmperatuni fieri, rfferri Gr. aiac^Tt'y.
a«7* cpcvsr* . Amm, Ani, ?j. 1. q.
hmondjnii gli animi speuc volte io nrfle
( OH* prospere .
SUO
•| SMODATAMENTE. Avverh.Smza
modo Lai. immo<leraie. Gr. w:repu«Tpw;.
A'vm. Ant. 37. 2 5. Siccome sostenere
ismodwiamenle le cose avverse, così ezian-
dio le prni|*re, i- lievità.
*\ SMODATO Add da Smoda re j
SenZ'i modo. S<nza termine, Smodrr'jto .
Lai, in-moderaius. Gr. apiTiO^. An-.m.
Ant. 3;. I. 5 Bere è da mei lere innanzi,
p bene i? grande colui, al quale nella pr-
speritj almeno risa sconvenevole, o parala
al(;;irota, o ismt>dala cura di vetlimcnto, 0
del colpo non gli avvenne. But, Il mod>j
di questo amore, che fu disordinalo e
smoJjlo.
^- SMODERAMENTO. Smoderatezza
Tass. litt, i3. Ma Pindaro, greco poela,
di»se cbp r uomo era sogno dell'ombra :
pulissi dir meno , o si può con maggior
sinoderamento più diminuire la nostra di-
gniià t (F)
SMODERANZA. F. A. Contrario di
Moderazione. LjI. immoderantia . immo-
(terotiu. Gr. Ùfitroiu Lif>, Fred. Cou
grande e peccamiuusa smoderanza ne* loro
desidrrii. '^ Pluf, Adr, Op» mar. ^. 3oi.
Ralteolalo che ebbe il soverchio rigore e
smoderanza della potenza reale insieme
con r mvidia fuggi il pericolo. (Cj
f -A' SMODERARE. Tiapaisare U mo-
d'. Uscire de' termini convenienti j con-
trario di Temperarsi. Moderarsi. Imperf,
Tini. D. 8. r. 7, ?p6. Se gli appetiti
nostri si smoderjDO e pigliano i mali per
beni, rio non da amore che non erra nel
suo fine, ma n3>ctr da noi, e dalla nostra
imperfetta natura. (F)
SMODERATAMENTE. >^Viy/& Senza
modo. Senza mndei ozicne. Lat. imniode-
rati, Gr. \f~!ppzTzbìi- Bocc. nov. ^g.
2, La quale fjortun") non disrrelamenle,
ma, come s'avviene, smoderatamente il
più delle volte duna. ^ Imperf. /'. Tib.
D, 4- T. 12. 207- A moderare questi
senlimcnti, che si tnt"deraiamcnte ne tur-
bano, vuoici 1' amicizia e la società de^li
uomini, ma degli uomini savi. F T. la-
261. Multi per entro ali* angustie son
contenti e beali , e molti in mezzo all'
afUuenza dell' oro infelici , se quegli la
fortuna avversa co^ianiemcnte compurlano,
e questi della prospera smoderatamente
usano. (F)
S.MODERATEZZA. Smodetatiza. Ec-
cesso. Salvin. Disc. 1. ll6. In queslo
malamente si trovano gli uomini servare
termini, o limili ragionevoli; :>uii trapas-
sargli coir eccesso e colla smoderateua.
SMODERATISSIMO. Superi, di Smo-
derato, Lai. imm..>deratissimus. Gr.oixpoc-
TCiJTaTo;. Lif>. Pr,-d. Si contengono ne*
loro smoderatissi.'ni desiderii.
t SMODERATO, .fdd. /mmoderatJ ,
FccessiiO. Lii, imnioileratus Gr. oc/iSTCo;.
St^aer. Mann. Febhr. 6. 1. Smodeialo
amore alla roba, smoderalo amore a' pia*
ceti , smoderalo amore all.i ripulazivne .
* K Pred. Paf, Ap 6. 2 Solo all'en-
trare, che vi le* questo spirito maledetto,
cioè questo amore o sregolato, o smoderato
che fosse , alla gente propria , romiuriò
quella comunità si nerfelta a dar tal crollo
che cr. (TCj
Hf SMODb'RAZIONE. Smodemmentó ,
Impeif. ì'. Tusc. T. 1. 18 La curiosili
è una tale tmoderaziimr di cupidigia che
il Vero conxscimenlo abbarbaglia. F. /'.
Tih D. 2. T. II. i.lo. Uomo morale
può dirsi leramenie colui, il quale nel
soprarrrnnato modo cnnvrrl*^ col di»rc>rsn
della mente in elezione ragionevole la
propensione della natura, cbe prr sé tra-
scorrer putrebbe nella smotlerasione del
Tisi.. (I)
« SMOGLIARE. Srutt, pmss. Dimet-
ter la moglie. Ba*t. Stor. ingh, e fl. Lo
S M 0
smogliarsi de* preti, e tornare a vìu e
professione di vergini. (FPj
SMOGLIATO. Add. Che non A« mo-
glie. Lai caelehs. Or. i-fs^LO^ . Tae.
Dav, Ann. 3. 68. Hanno molle inogK
guasti i mariti ; adunque tulli gli kmo-
gliati son tanti? /-* Sti-m 68- VisM anni
nnquanzei, smoglijto diciotlo, venzei sen-
za altra moglie , che Caterina. Cecch,
Fsalt. Cr. 2. 5 Voglìam di più Menar
per gnardia di nostra p<-rsoDa Quelli tre-
cento giovani »mog'laii. Che già Jiccmmo.
5 SMONTARE. Fieutr. Contrario di
Montire j Scendere. 'Lil. detCenttere Gf.
xarcf^xi'vstv. Bocc, Introd. 2. Il quale
(piano) tanto più viene lor piitevote ,
quanto maggiore è slata de) salire e dello
smontare U gravezza. F nov, ^3 5 Fu
da loro fopr.iggiunio, e preso, e f^tlto del
ronzino smontare. F nov. 77. 33. Comin-
ciò a volare snii'Dijre della torre. Tes.
Br, 5. ip. Lrf loro natura è cotale^ clw
se gli uomini, che gli legnooo, fanno una
bella figura di colombo quivi, dove egli
hanno a tiare, quando egli smontano, se
egli Ij pin^ooo mente, li figliuoli, eh* e*
fanno, somigliano quella figura. Bern.
Ori I. 5. 7. Prese panilo di smontare
a piede, Perchè colui non guastasse Ba-
iaido.
^ §. l. Smontare in terra, p/r /sbar-
care, " Stor. Fur 5, 107. Costumarono
andar corseggiando per la marina, e smon-
tando tator^i in terra, predare , e ardere
tutti i luoghi ec. H (C)
^ % I'. Usato coir ousiìiarr Avere.
Fior. It. ^33 E *I primo viaggio che fece
capito nel regno di Tracia , e smontalo
ch'ebbe in lerra , and^udose ron certa
sua compagnia a trastullo per una sel-
vj, (he avia molti arbori di mortella.
Enea rompendo una verga, della rompi-
tura usci sangue. (C)
^ §. III. Smontate a un luogo, 0 in
un luogo, parlandosi dì chi viaggia , vale
Fermarvisi a fine di prendervi riposo ,
o di soggiornarvi. « Bccc, nov. 6o- 6.
All'albergo, dove il frate era smontalo,
se n'andarono « . Bemh. Leti 2 3-
72. Holla presa (la penna) per dirvi e
pregarvi che ec. veniale a smontare io
Padova insieme culla mia valorosa fi-
glioccia, (C)
* §■ IV. Smontare, figuratam. per
Cadere di tuo stato, J'rnire a stato pe^-
ciore. Fav. F.^op. 88 " Or comincia il
villano impoverire , e smontare come era
montalo. (Fj
=? §. V. K detto deir Oro. Borgh.
Mon. 222. O che egli smonlasse un poeti
dal fine fine di ventiquattro carati ec.
u non aggiugnesse interamenle A peso
di quattro djuari f^J
§. VI In .*tgnific. att. vale Fmre
scenda re Ouid. G. Quando ella fae
giunta, egli proDlameoie auduc a smon-
tarla da riwlb> CuiiC. Stor. ig 176.
Benché tan Paolo, sperando to due mila
cinquecento Tedtschi che avvj smon
lato a piedi, combaltrsse valorosamente.
^ Matt. Franz, rim, liuti. Ogni porta
se gli apre, ogni maestro Dt poste il
smonta, il serve, e gli sta intorno . (Br)
%, VII Smontare^ o Smontare di io-
hre, diciamo atche delle Tinture , che
liOfl mantengono il fiere . e la t'icr^r^i
del celorej Siolorirg. Salvtn, Disc. 5.
293. Mj in uno stesso grado di colore,
acrrtj non dura, e sovente per qualun-
que cagione, o accidente suionia» t im
pdllidisce.
^ §. Vili. Smontare un orimolo ,
vale Li vare tutte le sue parti dal prvptio
luogo J contrailo dì JfotJarto. (A)
# §. IX. Smontate, Tom. dell'
Alti. Contiario lù HfcMiaic (Aj
S M O
SMONTATO . J''' •!« Smollare.
* InKoJ. Vut. pag 24. (fir. 1810).
RipoHimci a (lue.la fonie uoa p««>, che
U to' favellar». E isnioiilali. e asieltatl
a sedere, disse : ec. (lì) l'rwic. Sacch.
11. HI. Eli egli snionlato, gli sia
S M O
S M O
12U
di dietro a piede. Guicc. Sior. l;). 1.^4
ResUroDO moni er. parecchi g.nliluo-
inÌDÌ fraocisi, snionlali dell' armala.
g. Per licolorilo, o T/if /"■ ;»'■<'""
la fivrzlt ili colort. Lai. Jilulus. Gr.
«ixpxut.ov «eJ. /«. l3l Molle di
que'sie farfalle ec. fecero le lor uova ec.
di color mavi imonUto, eoo una solili
puma nera nel meno. lìiiO". Fi""- 2-
l. 1. A quelle che, smontale di colore,
Veoi>ser difcllale.
SMORBARE . Levar il morbo. Lai.
mcrbum, return deprlltre. Gr. loi/iov
e. Per meta/ora vale Pulire, 0 Libe-
rare <hecchessia da alcuna rea cosa. Lib.
cur. maiali. Come addiviene nell' erbe e
nclli fiori, quando sono impidoi chile, che
«; difficile smorbarle da' pidocchi. * Car.
leu. Tomit 116. Or fate come vi siete
offerto, questo favore a me, e questo be-
neficio al nostro secolo , di smorbarlo
dalla carogna di costui. (C) Segner. Pre.l.
1. l3. Non più si tardi a smorbar tante
oscenità, non più si lardi a sradicare lami
«lii. (F) ^ ^
SMORBATO. Jdd. da Smorbare.
t SMORFIA. Lezio, Alte; ed usasi
p.r lo più al plurale. Lai. illecebra. Gr.
Sj7xT/ja. Jìaon. Fter. 2. 2. 6. La mia
moglie, Facendo 1' ecco a quelle voci stolte
Di sua ma, che digrum.i e 'ngoia me Sem-
pre con nuove smorfie e nuove scede In-
sipida ogoor più, Ijsciò scapparsi. E -j- 2.
7. L'a cavalieri maneggiar cavalli. Sfuma-
re, far le smorfie.
•f # SMORFIOSO Adi. .Smanceroso,
Leziose. Salvia. Fier. Buon. 2. 3. 11.
ro'ei 'i mcrmierosa, smorfiosa, cascante
di vetii, e di smancerie^ in vece di sma-
nierosa. (.1)
* SMORFIRE. Scomporre le/orme del-
la faccia col mangiare. Silvia. Miilm. (A)
* S- la furbesco: .Von v' e da smor-
fire, I\'oa v' è da empiere il fusto, signi-
ficano JVo/i •>' ì roba da mangiare. Min.
Malm. (Al
SMORIRE. Divenire smorto Lai e.T-
pallescere. Or. à^tw^.^'àv. D'iutrìm.5.
Siccbó, bassanJo il viso, lutto smuore. E 1
8. Allor seme la frale anima mia Tanta
dolccna , che 'l viso ne smuore. F 17
Non v'accorgete voi d' un che si smuo-
re, E va piangendo, si si disconforla, ce.
Btmb. pros. i. 219. Mollo diverso sen-
timento hanno e pmde e .pende, morto
e smorto, la qual voce da smorti e si
forma , clie è impallidire , anlicanienle
.le4lo
SMORSARE. Trarie il mrrso. Lat.
lupos, lel lupaia deirahere. Gr. _>:x>ivov
iampiit. Peir. son. I19. Se 'n breve
non m' accoglie, o non mi smorsa. E
l6a. Ve però smorso i dolci inescati ami
iciot, mi traggo di bocca), v 7 arclt. Lez.
482. Alcuna volta si trova la S sola ,
-omc smorzare, .sbrancare ec. , formati
ila questi nomi : morso , liranca, ec. (Jf)
* § E per mela/, neulr. pas<. vale
AHonla'iarsi, Discompagnarsi, flocc. Am.
I is. Ho. Tolto averai, se da me non
11 smorse. (Sr)
S.MORSATO Add. da Smerlare.
$ SMORTICCIO . Add. Alquanto
smorto, ras. ni. Biiffilm. Le figure
nelle carnagioni parevano loro anzi smor-
liceie. e pallide, che nò (CP)
^ SMORTIRE. .Veliti-. Divenir smor-
to,pallide. Impallidire, Scolorarsi. Cocch.
Bagli. Macchie er. giallognole, che all'
aria presto smortivano , o si dilcguava-
*•+* SMORTITO. .4dd da Smorlirej
Smorto , Pallido. Lai pallidu,. Gr.
tUrpòi. Il locabol. alla F. MORTO
*.;,/.§. IV. (•) ^ . ^ ,
SMORTO. Add. da Smoriret Di color
di morto. Pallido, Squallido. Lai. palll-
dus, squalidtis. Gr. wxfo's ■ X^°=P«f.-
p,lr. canz. 47. 1. Tulio di pietà e di
paura smorto Dico. Dani. Inf. 4. Inco-
minciò il poeta tulio smorto : V sarò pri-
mo, e lu sarai secondo. E 3o. Vidi du
ombre smorte e nude, Che mordendo cor-
revan di quel modo. Che M porco quando
del porcii si schiude. E Purg. 2. L' ani-
me, che si fur di me accorte. Per lo spi-
rar, eh' l'era ancora vivo. Meravigliando
diventaro smorte. Bemb. pros. 3 219.
Molto diverso sentimento hanno ec. mor-
to e smorto, la qual voce da smorire si
forma. Fir. Lue. 4. I Ve' com' egli e
diventalo smorto.
§ I. Per Bianchiccio, Cenerognolo. Fal-
lad Ne terra creta sola, ne arena smorta,
nb ghiaia digiuna (il tosto lat. ha squa-
lens). Red. Ins. 16. Avendo lasciato
quello smorto colore di cenere, si era ve-
stilo d' un verde vivissimo, e maraviglio-
samente brillanle.
g II. Per similit. Appassito. Alam.
Colt. 5 109. Onde 1' erbelle e i fior
pallcnU e smorti Non si pon sostener.
Moliti. 2. 65. Trovato il cesto spelac-
chiato e smorto.
SMORTORE. r. A. Astratto di Smor-
to Lai. pallor. Gr. w'xplK"?- l>"'- '"/■
A I. Qui Dante muove dubbio a Vergi-
iio, dicendo, poicbl- s' avvide dello smor-
tor di Vergilio: come verrò io, se tu hai
paura, che suoli esser conforto al mio du-
bitare? E più ""»•• L'ungo"" .'■'■'?
genti, che son quaggiù, nel viso mi Hi-
pigne quella piel'a, ciofe quello smortore
che vicn da plcl'a, che lu per tema senti.
!■• Pure. 2. Lo smorlore procede da
paura, pcrrhi? '1 sangue corre al cuore per
conlorlarlo, rhe non venga meno per la
paura, e le cose maravigUose adducono
paura; però dice, che maravigliandosi di-
vennero queir anime smarte.
SMORZARE. Specneie } e si usa m
significato alt. e neutr. pass. Lai. e.r/in-
Jori Gr. «:r..^=vv;..v. Berti. O.l. 2.
22. iq. Coperta è la sua turba d una
scoria Nera com' il carbon quando si
smorza.
* § l. F in signiftc. neulr. ats,
1 Bell. Man. son. 117. D' un foco che per
verno mai non smorza. (FP)
S II. Per meta/, vale Cessare, Tei-
minare. Finire, EsHngucie .Sagg. nal
esp. 25o Si va di continuo smorzando lu
rssa queir impelo e forza soprannaturale
impressale dalla violenza del fuoco. Lor.
Med. cat,:. 13,). 3. La ragion mia voglia
smorza. Bench'ai cuor sia gran lenta.
i:-Segner. Pied. Pai Ap. 9- 12- Che le
valesse (l'acqua) a smorzar la scie del
corpo (TC)
SMOBZATO. Add da Smorzare . Lai.
exitnclus. Gr. j^svvusSei';. Borph Btp.
171. La quale (Calcinai vuol avere smor-
za'ta la sua bianchezza colla rena.
* SMORZATORE, l'erbai, niasc. l he
smotza. Eitinguilorr, Spcgailoro. (A)
t * .SMORZATRICE. Che smorza ,
Spegnitrice. Salila. Fier. Buon. 3. ."i. 6.
Usci iPacco) dalla porta naturale di Se-
mele abbrustolilo dal fulmine, e pero bi-
sognoso delle ^iDre, ovvero acque smor-
zalrici (A) , , ,, ,11
SMOSSA Susi J erbai. Movimento, Il
muovere. Lai. commolio, pro/eclio. Gr.
I nooiCoi. aeoe-o?. G V. 9- '82 3. E si
conobbonc che quella smessa di gente
non fu con volontà del Comune di Fi-
renze.
* §. Smossa ili corpo , Lo smuo-
versi il corpo Lai. resoliitio ventris ,
Celi Gr. xoJioJuil'a . Red. Cons. I.
l5t). Di quando in quando ha certe
smosse di corpo stemperate, il color delle
quali pende molto nel giallo. ( )
SMOSSO. Add. da Smuovere. Lai.
coniiìiolus Gr. ou-/y.ivr,3ei'5 . Bocc. nov.
28. 23. Ismossulo ; periioccbè poca ismo-
vitura avea. lo incomiuiiava a mandar via.
Tes. Br. 2. 37 Quando la nuvola e al-
quanto smossa e leggiera , ella monta hi
allo tanto , che '1 calor del Sole la con-
londe, e guastala io tal maniera , che 1'
uomo vede l'aria chiara e pura, e di bel
colore. Dillam. 2. 9 Le quali coulra ma
erano smosse. Bemb. Stor. .1. 43 Percioc-
cb(! il Zancani, per cagion d'un pii; smos-
soglisi, a Crema rimaso era (cioi, slogato-
segli). .S-,',. Ben. ìarih 6. 16. Quanto
colui, il quale con incredibile arte ferma
un palagio, che smossosi da' fondamenti
si era aperto ?
§. Per Bimutato, Rimosso. Lat. im-
miilalu!, dimotus, comniotus. Gr. finx-
Ririì-li. Bocc. nov. 3l. 25. Ghismonda
non ismossa dal suo fiero proponimento ,
fallesi venire erbe e radici velenose ec. ,
quelle stillò, e in acqua redusse. G. ' • •'•
b"l. 1. Il valentre messer Piero, per 1 ao-
cidenle occorso poco ismosso dagli ag.
guati della fortuna ec, , cavalcò subita-
mente infino alle porle di Trevigi.
* SMOTTAMENTO . Lo Smottare.
J-as. Op Fit. 3. 140. Quando la casa di
Lorenzo insieme con quelle omatissinie e
belle degli eredi di Marco del Nero, per
uno smottamento del Monte di S. Gior-
gio, rovinarono insieme con altre case vi-
cine. (C)
SMOTTARE . Franare Lai. mere.
Gr iptiiztii. * Raldin. ni. Bernin.
pag. 28. Andandosi più sotto di quella
facciata, si slamò, o, come noi diremmo,
smollò, e si stritolò gran quantità di ter-
reno sotto il fondamento di essa, (h)
Cai. Tran. Fort. B-J. Talché il terreno,
che per l'indentro va allargandosi, non
possa smottare, e uscir per la bocca pm
stretta. (Po)
SMOTTATO. Add. da Smottare. Lai.
prarritplut. Gr. otTToVptiavo;. Toc. Dav.
Stor. 2. 281 La strada , per le fosse di
qua e di là smollate, rimasa sirena an-
cora a quieto marciare.
SMOVITURA Lo smuovere. Lat. com-
molio. Gr. 5U-/vi'i(ri5ii. Bocc. ncv. 28.
2l. Ismossolo ; perciocchi; poca ismovi-
tura avea, lo 'ocomiociava a mandar via.
* SMOZZARE. Bendar mozzo. Bellm.
Disc. 2. 30I. Le spianate e intraversale
eminenze le smozza e sbassa di più, e 1
ioiraversa a solchi più fini f parla dello
Scultore). IF)
* SMOZZATURA . Scorciatoia. Oar.
Am. rasi. hit. 4. Guidandoli per iraieth
e smozzalure di slrode. (Br)
3 SMOZZICARE . Tagliare alcun
membro, o pezzo di checclie.<sia. Lat. mn-
tilaie, obttuacaie. Gr. xoio^ouv. HI. 1 ■
3 lo De' quali venticinque ne furono im-
piccali col notaio , e gli alln .^mozzica ■•
Din. Camp. ?. bg. Morivano . l"-™' '"l
ladini Pistoiesi, che da' nmuc. erano smoz
zicali e cacciali. Pataff ^ 7"J}"J,
bazza ; non gli smozzicare. ..- V'u ■
(),,. Lr. 2. 383. Sarebbe estrema pa.
z, adornar la slatua di suo '"'^ '°'J/^
battere e smczz.care il corpo naturale
lui stesso (C) , ,^ „ Frane.
if S F in sicnific. neutr. ass. - I rane.
eJcA „„'.• Il4 Cantava il Dante, come
fctrlclarcetramestavaivers,
suoi smozzicando e appiccando . . (\,
1220
S M O
SMOZZICATO, ^idd. di S-uQzzicare.
Lat. truncatus, mutilata t Or. xoXo^&i-
&U5. fit. S Ciò. /iat 225. Vrnnono .
*; trovarono questo corpo s^ntusimo così
ùmozxic4lo , E appresyo : Poruodo io uno
vile manU-lbccio, rhe s' avevano levalo da
douo, quel be^iissìmu corpo cosi smoui-
calo, ijnra la te»U /T aS?. V««li che ri'
posoamo questo corpo ikniuzzicalo saoza
U 1«iU. IJaiit /il/. 29 Perch-r la vi*la
tna pur si ioffjlge L3f;gtù Ira 1* omUr»;
triile smouicate ? Dee/ un. Quinti! P. E
le smozxicate ombri? colte sue pirli- Sen
Pist. E si sari egli oel corpo »uo meoo-
malo e smiizziraiu alln-ii lido, c<*m' egli
«ra nel corpo intero Miestruzz, 1. 18
Gli smozzicali spuntanejinente sanza giu-
ila cagione ec. souo nGuiaii a prumozio'
ne» Sr liorgfi. O'ig, l'i'-. 26(. Questi
(scruti) ci sono oggi po.bi , e que' pochi
laceri e sbranati , e smozzicati dal tem-
po, (ì')
t * SMOZZICATURA. Lo smozzica> e.
Troncamento, fiari. Ortogr. cap, 2. § I
Uavvi altrc&ì dt-llc voci, le quali si ac-
centano nel pronunziarle, non pero nello
scriverle: e 50UO le tronche, e pt'rciò ape-
«troiate : Io ooa vorre* dirvi : Di qua*
tempi ragioneremo? lo oon w putre' dare
a intendere i suo' pensieri ec* e somiglianti
smozziiaturc. (IS'J
SMUCCURE. Sdrucciolare, Sccrrce,
Sfuggire . Lat. /ahi . Gr. óitoàat'v'tv .
Jiocc. rtjv. 57. 66. Scendendo meno av-
vedutamente, smucciandule il pie , cadde
della scala in terra. Mforg. 21. 72 Ri-
naldo trasse , e la spada gli smuccia Al
collo , lai che gli cava la slizza . Cirtjff.
Calv. I. iq. Che se la spjda di man non
gli smuccia ec-. , Che ne farà \i-ndctla
grande, e presto. •!* /■/■. Giord. 1O9 Co-
me r anguilla, che quanto più la sirìgni,
più smuccia, ed mce tra mani. (V)
•f * SMUGGHIARE. Mugghiare, Sal-
via J/ial. /ih. 20. V, 562. Ed ei vi sbuf-
fava r anima, e smugghiava, Quul smug-
gbia turo strascinato inlurno AH' Eliconio
Re. (A)
SMUGNERE. Trarre altrui d\i:l.losso
lo umore. Lat. emungere . Gr. c':T3,ajr-
TfiiV. /Juan. Tane 2- 5. Sì gran seccore
e tanlu tirar vento Smugoe le burbe pei
poggi, e pei piani.
g. I . /« signijtc. neutr* pass. Perder
r um^re. /Juan. 7'anc. 5 2. lo ti vo'tutto
imbaUimar dì mele, Cbe oon si smunga
mai viso si bello {qui figuratam»).
*t * S **■ /-/>«'• meta/. Divenir es<iu-
sto. Segner* Crìst. instr. 3. 3o 6. Non
dimeno suuu costretti a spremersi, a smu-
gnorsì, e a trovare il danaro pei ogni via.
«e Qoo vogliono cbc ec. (A)
t SMUGNITORE. l erbai, masc. Clic,
o Cht smugne. Lai. imunctor. Fr. Giont .
Pred. li. Quei maestrali poppatori afia-
iiiaii, e ingordi smugnitori delle provili*
eie ( qiti Jiguratiim }.
SMUMHE. Rendere di nuovo abile
agfi u/izii . Cronichett. d' jintat , aja.
Che al parlilo dello smunifv si iceinas-
sono le lafc, e laddove bisognava srs^anla
fave iieri^, ne bastasse (|Uaraata almeno.
SMUMTO. .-Idd. da Smuntre. Cromi-
da'ti d' .Imar. 2.^2. Ancora ihe Giorgio
Scali, ed i suoi consorti fuuono «muoiti.
*• che Baruccio e Andrea di Feo laslraiuuli,
a Maso funatuolo ce. fussono sniunìli.
* SMUNTISSIMO. Superi, d, S'^juntj
lied Leu, l'cr cavare di sella quel grand*
uomo , e culloearmivi sopra con b- mie
vizce e smuntissime chiappe, (zi)
SMUNTO, tdd da S'mignerej Magro,
Asciutto , Secco . Lai. macer , t^iaii/is ,
arens , ariJuf , emuncltu . Gr. >iTro'i .
ffjrg, 21. l3l. Chi è qaeit* uci-ellaccio
fcoti smunto? iC^ Cnr. JCn. 3 G^ìl Quand'
S M U
ecco dal bosco Ne si fa incontro un non
mai Visio altrove Di strana e miserabi-
le sembianza, Scarno, smunto , e distrut-
to (CJ
f §- Il per metof Es-^usto, ManCantet
Privo di danaro Tut . D<iV, Strr 2. 289.
E perrhi- l'imperio per laoti preroii smun-
to pulessc reggersi, iTimo le legioni e gli
aiuti f/ telo iat. ha: aQerlB imperli opes
largili»nibus). * Sei:nrr. t*rf d PnI .Ip.
3. 8> ^'^Q so pero io vedere, come negli
omiridii ec. chi e pingue di facoltà sia
meno reo di sangue, cbe cbi n* è sman-
io. (TC)
SMUOVERE. Vu^K-re^mu M'intende per
lo più cO't fatica e difficu/tà . iC fi usm
anche in sianific. nrutr, pass. Lai, mo-
verr . Gr, r.tviTv . S'ige nat tsp 24.
Oode più duramente r<-sislono alla fona
cbe lenta smuovergli. Altm, Co/l. l* 12.
E cavando il lerren dentro e diotoioo ,
Lo smuova, V apra, e sottosopra il volga.
5 I Pfr meta/, vale Commuovere .
Lat. commovrre , Gr su^/tveTy . O. /'.
9 12. 1. Tutta la città ne fu »mo>$a a
romore . Petr s^n. 226. Non è ^i duro
cor, cbc lagrimaodo, Pregaudo, amando,
talur non si sniova.
§. IL Per indurle. Persuadere, Svol-
gere. G. /'. Il- 8i). 6. Seguendo il loro
pertinace proponimento , non si vollooo
smuovere. M. f . io. I^* Mando di No-
vembre di detto anno a smuovere il Le*
gato a lasciare trovare modo jlla coorordia
Cron. Morell. 265. Fa* orecchie di mer-
Catanie, e non ti lasciare ismuoverc uè a
danari, né a promessa.
§. III. Per Rimuovere. Lat. dintovere.
Gr. dir:0TpÌ7tnv. O. /■'. 7, 5y. 2. E quasi
per la detta cagione era smosso tulio dì
non fare la impresa eh* aveva promessa.
g, IV. Smuovere il corpo, si dice del
Cominciare a sciogliere il ventre per
iscaricarnc le Jeccej e si usa in sit;ni/c.
att. neutr v nentr, pa\S Lat. a'vum
eteri Gr. xoi>iVv iuEssat. .Inibr. Co/.
5- 8. Voglio andarmene la6uo in caia ,
che ro' ha fallo smovere II corpo . lì
Furi. 5. 4* Tanto rimescolamento ne bo
preso , che , come tu bai veduto , mi sì
è smosso il corpo di sorte, cbe mi e bi-
sognato, o per amore, o per forza, starmi
più di due ore io casa, e contìnuamente,
siccome tu hai veduto, sul destro.
t SMURARE Ouifstare, e Disfar le
mura. Lat. diruete . Gr. xxTajSsc'yìitv .
G y. 9, 233. I. E per alcuuo di que*
d* entro di piccolo essere fu smurata nna
piccola postierla . Stor, Piti. 55. Uguir-
ciouc giunse alla p<js|ierla delle mura di
san Frediana, che era murata a secco,
V smurolla . Geli. S/tcrt. H. 6. Io trovai
questi danari smurando uo mio casola-
raceiu
* SMUMATOHE. l'erhal. mate. Colui
che smura, Insar. t'it. S^amiche'. Dopo
aver speso di ni><ltf migliaia di scudi in
farlo, bisognò dare trecento scudi a'smu-
ratorì che lo geliaucro a terra. (JVj
t * S.MUSSAMEiNTO Lo smussare .
o La cosa smustata . Prllin, Disc. 2.
29'>. L' una di queste punte è qualche
poro smussala, e tale smutsameolo ibia-
mano f gli tenitori dfl pot/ido } piccbie
fello. (Min)
S.MUSSARE . Tagliare C angoh , o il
Cinto di clecchfs*iu . \,t\. mntimiim pretrt-
dere . Gr yoivi'av vrrorcpviiv. >> llellin.
Disc 2 296 Talvolta 1* una di queste
punte v qualche poco smussata , e tale
smusiamento chiamano (glt sruflon del
porfido) piccliierello , (t*) [ìott. Dia!, \ .
face. 12. f/ìei-fiio 1826) Venne quella log-
gia, con nuitii errori ridicolosi, rome qurllo
delle colonne messe tanto addosso ai pi-
liitri, cbe quando si s* ebbe a por sopra
$ M V
i capitelli, ooD vi eolrar^ao , e bbognò
smiusarli fCP)
* §. L/gwat-im. Pros Fior. Salvi».
If-tt. '^. 2. 2;o. Il stero è il casissimo per
rintuzzare, e smussare le punte dì qaeglì
acidi che voi dite. (Cj
SMUSSATO Add. da Smussare jSmms
so Sa»p. nal. esp. 2Ìz. Vedendosi cbe
qujtjdx i diamanii hanno fuodo , avvo-
giiacbè «museali e spianati in sul'a ruota,
attraggono nmllu bravamente.
SMUSSO . Sutt. il Taghameala del
canto. Lrfl. nngitft sectio , annuii abiCis-
aio. Gr. '/(tivi'oi^ ajrc/e:t»i'.
SMUSSO. A 'd. Smussato,
$ I. Smu*>" , t'tt'e anche Che non va
prr dint'o. Ch. ha la. tinto Ìl Conto. 'Lil.
ohlìqiiut , Gr, /o^a';. G. F. 8. j6. 2.
Acriorcbi- 'I delio palagio non fotse io sul
terreno degli L'berii, coloro cbc l* ebbono a
fare, il puosonu smusso, che fu cran dif-
falla. **
§. II. Per timiltt. vafe Botto » Tron-
co Lii./ractus, scissus. Gr. itex)asyjLe vo;,
e 9)ft5/z!»o; In/ar. Sec. 93. Molli versi
quasi cascanti , molli «mussi , molli lan-
guidi j e molti eoo altri vìcìj.
S M
SNAMORARE. Fare abbandonar l' a
more , Lai aniorem ex- ulere , amcren.
pet.'cre. Cr. tpurv. aTO 5y'/).'iv . Pera
rim. t. 119. Or s* a queste sperante Sta
tutto il resto de' tuo* servidori Per nostra
donna, Amor, tu mi snamori.
§. In sicnific. nfittr. pass, vale LasciA-
re. Abbandonare Cantore , Lase Pini 3
t\. Mi vien voglia di nen so che lare, e
mi soami.rerei almaoro delle due.
* SNAMOIlATO. Add. d.i Snamota-
re j Si-aza umorf. Privo di amore. Red.
Cons. 2. g, 6. Dottoressa indiscreta , e
spigolislra, Via via dal mio servizio; Vai-
tene soamofata io precipìzio (•)
••> S.NASARE . / ùcc dello sfi! bernesco .
T.:e'i"e if naso. Ilellin. Bucch ( .1)
SCASATO. Add. Senta naso. Lat. naso
destitutut , mittilatus. Gr. dpvt Car. lelU
I. 17. Se tornate io qua snasato, vi sonere-
mo le tabelle dietro.
SNATURARE. Disnaluraie . Frane.
Piirh. 37.3.7, Non cbe snaturi .rietino. Ma
sì *1 conforta in uo saver che bramì.
* §, E neutr. piss, liellin Disc. 2. 38o.
L anatomia adunque, cbe arrìsa a eoo-
lemplarc ed intendere , e arriva a sapere
r essenza e la natura di quella ch* ella
taglia di mano in mano qnasi trasforma
se medesima, e sì matura, e fa passaggio
dall' e*ser>- operatrice dì mano ali* essere
operatrice d' intendimento. (Min)
SNATURATO. Add. rf.i Snaturare j
Fuor dt naiur.i , jS'on n.ttumle . M. Al
dobr, p. y. |3tì. Anfora vale contri allo
snaturalo appetito delle femmine ìociole.
che mangiano carboni, e altre cose.
* 5. Per i immano , Crudele Fr. Gmtt
Rim. nelfn Tnt: flirb. Scusandomi cb'A*
more isnalurato O^' ora io tal guisa ni'
afferra . ( f)
•f * S.NEBBIARK. Centrano d'Anmrb^
tiare. M.tgal Capit. in Irtt voi. 2. pag.
55 ( Fir. 1769 ) Ob . diui . allora Cbe
l'occhio mi snebbiò L laa favella. Or se'
tu fluni. ec. (Al Imperf. Ttm D. 2
7*. 8. 4^^ Tal sussidio della grazia di-
vina djvra Valer l»ro per trsnionlana a
lirariì di raggio io raggio allo splendore
della verìl)l, ebe in un mi'do. o in un al-
tro a lutti riluce , chiunque si piepara »
si snebbia 1' int<llello co* sentimenti delU
sapienza ec. ( F/
SNELLAMENTE. Avverb. Con grma
d strria.i , Leggiermente. L»l. agititar
Gr. !*uxivT]Toiv tiv. .V. Egli scese in«l-
S N E
Uiiinite al Tevere. Tes. /ir. 5. ^\. O-
%unque vaono (i Iront) , cueprono le or-
me de* loro pitfdi eoo U loro ct-da ; e
quaodo cacciatm , sì sallJiio e corrono
mollo iioellanitnlr; i- «jiuiido M>n caccia-
li. Don hanno j.uderr di sali-re,
SNELLtTTO Ihm. di Snello. Dant.
Purp. a. Quei sen vi-nnc a riva Con un
vasello sarlUilu e leggiero 7V*. Jir 7.
17. Kon sia m tr nullo porlamento bia-
Hmevole , e iìoellello e lardello di par-
lare .
S^ELLEZZA. Sn^-ifilà Lat. a^llita^' ,
f^fitis. Gr. iXufporv^. />'">' <^<'"*" ^99-
Dimoilrj belleiu e ineltc^a di corpu .
^•Tes Hr. 5- 58. La quale (fu-.^tm) di-
mora nelle parli d" lndi.i. rhe d'isaellctza
passa lutti gli alrri aninuli, e<-. (/') Sfl-
Mn. Disc. l. 38t>. Le atli e I' fiorrila
lioni , chi' si facevano , di sm-lli-ixa e di
fona, venivano ad essere dai loro anticbi
saviamente ordinale.
SNELLISSIMO . Super/, di SneHc .
Lat. agil/tmiis Gr. £Uxtvr,TO?. eicc^pw-
raroi /ìfmb. /tcs. 2. Gy Puri, anelli e
ispediti poi sono il B e il D ; ìncllissinii
e purissimi il P e il T, e insiemi- spedi-
(issimi {(fui figuriifam. , cioi: che si pro-
Dunxìaoo agevtilissimanien(i-).
snellita', SINELLITADE, e SNEL-
LITATE . /. J. Aitr. ili Snello. Lai.
agilitnt, levititi, lel.ntas. Gr ùoLt^pórr,^.
Sta, Aj/. Per significare la luro suellila-
de e rallt-zza.
3 SNELLO. Jdd. Jgile. Vatro, Leg-
gieri , Sciofto di mem^-ra . Lai. agifis ,
d^xtifr - Gr. eiajjjo'; , òs^i'o; . /-n'. M.
Trecenlo armali l't-r lo suo corpo guar-
dare i quali egli chiamò snelli (tjui corri-
sponde al lat. celeres ). Trs Ur. 2. 3l.
Percìpcchè 1* cstn-mitjdc leggiere ed isiiel-
la abbonda più in lui . perciò vola più
allo r uno uccello, che l* atlro. E 8- l4-
D* un t><-<mu piloro iu dirò: questo b una
trstugginpj e d'uno i»oello io dirò: que-
sto è un vcntu . V^tr. son. 271. Ne per
campagna* cavalieri armati , Né pi-r bei
boschi allegre fere e snelle . Dani, Inf.
13. Noi ci appressammo a quelle fiere
snelle. E 17 Discende lasso, onde si
muove snello , Per renio runlc . Dav.
Acc. 143. Calzari snelli ed attillali , e
gran bprretlone pi^n di spennacchi (cioè,
galanti , e che vestono bene la gamba ).
Malm. 2. 6\. Snello, leslo, e leggicr co-
me una penna .
* § 1. Snctìv. talora vale anche f'eloce.
" DtìHt. inf. 8 Corda non pinsc mai j
da se saetta , Che si corresse vìa p^r
l'aere smalla. Coni' i' vidi una nave |ic ;
ciiileiia Venir per l'acqua vt-rso noi. (Cj !
^ g. n. Snello, dicesi nnchf dell* /l equa j
f//e CL-rte. Lat, propemns, Ilor. Fir. Js,
IO. Egli *■ cosi vera colesla bugia. c<>mc
se altri \ oleose dire, che co* bisbigli dell*
arie magica gli snellì ruscelletti litornus-
sero ai footi. (B)
't * S "L Snello , /if^iirittam. detto
delle lettere dell' Al/ahelo , vale Che si
pronunzia agevolmente . Bemh. pros, 2.
09- Pori , snelli e ispediti i>oì sono il B
e il D. (,t)
SNERBAUE, / . SNERVARE.
SNF.HBATELLO. / . SNERVATEL-
LO .
SNERBATO. ; SNERVATO.
^ SNERVAMENTO. ^iJner^ azione. In-
drbo/imenio. Lat. dihilitnUo. Gr. «Tovt'a.
lied, leti, 1. 93 Ciò non tanio per l'au-
torili dì Galeno, quanto per quello sner.
wmento e relaisaziune che .vuol iutroduirc
r «nlimonio nell*> stomaco (*)
SNER VARE, e SNERBARE. Tagliare^
r Guastare 1 nr'ii, E , oltre al semini.
att, e neutr. , si usa anche nel ntittr.
pirs. Lai. nencs detrai- ere » enervare.
S N E
Gr. exveup'?€iv. fetr. son. 163. Non
spere del mio affanno aver mai posa, la-
fin eh* i^ mi disosso e snervo e spolpo.
§. J'cr nietof. mie Dilnlifarc , SpoS'
snte. Privare. Lai. enervate , debilitare,
Gr a-jàsvsùv Vitiam. 1. 28. Gitiaruo
tal morbo , Che delli sri li tre di \ila
snerba . ^"^ Doni. nni. yag y<). ( Zane
l-3l). E d'indi si dipigne La fjtitaiia ,
la qual mi spolpa e inerba . Fingendo
cosa onesta esser acerba- (J/J Hewb, Asol
I. 33. <^*i<'sl<> pianto avrebbe per si- scio
io maniera isnrrvati e infievoliti i lega-
menti della mia vita ce , che io mi sarei
merlo Dep. Dilani, itio. Come si di
ce snervare e spolpine ec. , per torla
via , e privar jjf^^-^- Cor, htt. 2. 83.
Altri dicono <Tr»io la guasto, e che la
snervo. li-vandMe la vnnienza delle ri-
prensiitni, e l'af^iziu dellr burle.
SNERVATELLO, e SNERBATELLO
Dirti, di Smrvnfo, e di Snerbato. lied.
Di:ir. Ci Quel cotanto sdi.lciuato . Sì
smaccato , Scolurilo, snervalello PisciarcUo
di BracfijQO, N'u è sano.
* SNERVATEZZA. Astretto di Sner-
vato j Deloltzza. Ldl. debililas , Gr. a-
55^V;t«. Se^ntr, Cnst. instr. 3 17, 16.
Il dolore del ptllo, dicono i medici, ove
sia congiunto con la sneivaleiza e slupi-
dila delle ntrmlipa, è cattivo segno. (•)
•f '\' SNlìRVATISSIMO. Su,>erl di
Snervato. Udm. JVis. 3. ! 48. Raccogli-
lor di minuzie e dì sciocrhezze; testura
sncrvatissima ; breve in racconlare aììoni
gloriose, ec, {Aj ^,
SNI RVATO, e SNERBATO. Add. da'
loro vithì. Lai enervatus, tnCrfis. Gr.
fJ.V.A'ÌV.XOq.
g L Snervato^ per mcloforOf vale In-
debcliio. Infiacchito, Lai. encrvis. jV. V.
3. 33. Si slette nel paesp, avendo abban-
donala la snervala repubblica. In/ar. Sec-
q5. Versi b;i?.si . o languidi, o fiacchi , o
snervati sen/.i nlegno ('nt . hit. i. Cj8.
Tornaud» di cosià impastalo , eflVminalo
e snervalo d^lli.- delizie e d^llc Ijsrivie ,
nco potrete più ridurvi alla frugalilà e
alla contin<>nr.a nn-tta.
t * SNKRVATORE. J'eibal. maxc.
Che, o Chi snerva. Belltn Disc* 12
Snervatore della vostra >aldezza , o falsi-
ficatore dfl vostro vtro. (Min;
t SNIDARE, e SNIDIARE. Cavar del
nido. Lai e nido educe' e. E in sigtii/ic,
ncutr, e netifr. pats. U^cir del nido. Lai.
exire e nido. Gr a~3 tjTì vEotTi'a^
a:rOj5«i'vEiv.
§- Pir metafora vule Uscir del pro-
prio luogo. Dittam. 4- 4" *'^ come il
Sol sopra il cerchio si snida, Che sì chia-
ma Orizzonlc, il cammin pre^i Con la mia
compagnij onvsla e fid.t. Ar. Far. 32.
tfy. L* una Iu da star, l'altra comicn che
snide ; Stia !a più bella , e la mrn fuor
sì mando, v /'aldov. Lam. Cccc 38.
Fallo a dispetto suo di lì soidiare (Pj
t SNIDATO, f SNIDIATO. Add. da
Snidare, e Sni'Unre. Ziha't^. Aitdr. Ten-
dono insidie alli snidali uccelletti.
SNIGHITTIRE . ]Sentr. pass. Con-
trario d' Annighittire. Lai. pigrtUnni ex-
ciilere^ inettiam drpcllere. Gr. o'xvvjoiv
SNOCCIOLARE. Cnvarci nocci.-li. Lat.
enucleare. Gr. ZT'jpr.vv. Ìx'Z\jpY,\(iti'i.
't g I Per nutf/. vale IJichiarare ,
Spi'innre. Esplicare, Lai. rmicleort- . Gr.
oaj)i5vt'^£tv. Cari Fior, l^S. Le cose che
sì sanno fin dagli scempii, solamente alle
nsensate persone si convengono snoccio-
lare. / arch. Frcol. i5. Dunque non ter-
reste conto della vergcgna 7 / . DÌ qual
vergogna? 6'. Di non sapere; e se volete
che ve la snoccioli più chiaramente, d'es-
ser tenuto un ignorante , E i83. A me
S N 0 1221
non pana fatica 1* aprirvela^ e quasi snoc-
cìolarlavi.
§. II per Pagate in Confanti, hai pe-
cuniam numerare, solvere. Gr Jtara^o^i-
>Etv a'^yj'ptov. 7(if. Pnv. Ann. 1. 8.
Il ben sei\i(o ci si snorciolì di ccntanti in
■Nul bel del camp.. (H tosto lat. ha sol-
veretur). Hwn Pier. 1, 5. 4. Snoccw-
lami il mi., resto, r le carrucole Mclte-
romm* io a' piedi, a scappar > ia Da qua-
sta slilicLezza E ^ 2. 7 E sfromboli
zecchini, e doppie Slii^rcioli.
*t =:• §. m. Snot fidare , fguratam.
vale Metter Juorit Prcdrrre e- n facilità,
.fpezialnitnte colla tingnn, Pcd. qunrtin.
{ Da che tramonta ve ) Mentre a far due
versacci stanno un secolo, Ed io di botto
gli spippolo e snorn,;!,,. Pu.^p. So'i. 16.
Questi che non isputano ì» sagrato , Che
stanno il giorno a spasseggiar pe' chio-
stri. Snocciolando orazioni e pateroostri
Più che ec (A)
u- SNOCCIÒLAT AMENTE Avi'erb,
Lisciatami nu, Dilif^f^nti tn-.nle Lat. enit-
cleate f accurate, c/are. Gr. Xc-Jacus ,
àxpi^ól^, j.av£^c^;. Sai, in. Pise. 2. 2g^.
Aristotite, come più snoctiolatamente me-
todico ec, fu dagli eruditi Arabi a gara
eomuni-meule abbracciato mi tempo del
Itjro regno, e tradotto e comentato am-
piamente. {•)
SNOCCIOLATO . Add. da Snoccio-
lar,-. Lnsc. Spir. 5 5. Vedi che pur ne
verranno 1 tremila snocciolali e sonanti
( qui nvl signifc. del %. H. di SNOC-
CIOLARE }.
SNODAMENTO - Lo .tardare. Lat.
enodfìtio, solutic. Gal. Sist, 252. Adun-
que la terra, corpo ano e continuo , e
privo di flessure e di snodamcnli , non
può di stia natura muoversi di più moti.
SNODARE . dnltat.o d' Annodare j
Sciofltere. E si usa in signifìc. alt. e
neiitr, pass. Lat. solvere, enodnre. Gr.
iy'etv. ^Js p'r. Ciord. 2. 6y. Anzi le ta-
gliano ( le funi ) , non si pongono a sno-
darle (C) Pefr san. l6'S. E stliose 'I
cor d* un laccio sì possente. Che morte
sola fia eh' indi lo snodi . Sen. Ben.
J'aiib. 5- 12. Colui «he le ha avvilup-
pate , le sviluppa senza fatica nessuna ,
perchè sa il bandolo, e onde bisogna farsi
a snodarle.
3 g. I. Pir metaf. Lat solvere, dis'ntn-
I gcre» explicote. Gr. s'xXueiv. M. 7'. ".
iS. Che la gente de! Duca non si snu-
dava, e la schiera del Re al continno
mancava (cioè, non sì disuniva, ne si di-
sordinava ) . Vani. iim. 3o Sicché *I duci,
(he si snoda, Porli le mie parole, com*
io '1 sento. Frane. Socch. rim. 3. Ed in
ciò aver tal pena nrn poria. Che in (al
pcnsier dy me poi non si socdi.
* g. II. Snodur la lingua, va/e Ce-
niinciare a proff- 1 ir le parol. . « Pett.
Canz, 26. 4 Cime Lnciul, <h* appena
Volge la lingua e snoda. Che dir non sa,
ma M più tacer gli e ntia .. . /'lY; Cor, En.
3. 520. Io di pietà e di duo! confuso,
appena In poche voci, 0 quelle anco in-
terrotle, Snt.dai la lingua. (C)
■j- -r §. II! Snodare il posso, vale Muo-
verlo, Caniniinai e. Al'im. Colt. 2. Si
Poi ( il cavallo) Ifvi alle le gambe, e 'I
passo snodi Vago, smdlo , e leggier. (Fj
^ §. IV. Snudare, vale anche Disten-
dere. Tass. Gir. Q, 25. Purla ii Soldan
su l'elmo orrido e grande Serpe che si dilun-
ga, e '1 collo snoda. Su le zampe s' inal-
za, e r ali spande, E piega io arco la for-
cuta coda. (Cj
* g. V. Per ilanifestare. Palesare.
Late, T^an. \. 25. Quivi Ìl bìsoguo di
Giove si snoda Pubblicamente, e *] parer
lor si chiede. (Pr)
SNODATO Add. da Snodare Lai.
S N O
S O A
S O A
solttlus, expeditns. Gr /ujàii'j . Cant. 1
Cam. ^3(). Abbia 1>uoq occhio, e le brac- |
eia sDouale, Per dir sempre di colta le
sassale. Serd. Star. i. ^g. Imparano a
torcerò e piegare le snodale membra in
ogni parie a lor modo*
SNODATURA. Pif^atura delle giuntu-
re. Lai. compages. Gr. apixo'i. Farch.
Ercol. 100. Serrale ambe le pugna, e
messo il braccio sinistro io sulla snoda-
tura del destro , alza il gomilo verso il
ciclo, e gli fa un manicbcllo. Sagg. nat.
esp. 8^. Leghisi poi U vescica ec. al-
quanta sopra la snodatura del polso. Gal.
Siiti l84- Fatto semidiametro la corda e
'I braccia , e centro la snodatura della
spalla, facciasi andare intorno velocemen-
te il vaso.
SNOMINARE. /'. J. Torre il nome,
Lat. nomen adimere. Gr. ó'tofi.fx. «yat^stv.
Leti. Feder. Imp, G. S. Perciocché non
tue della la cagione, oè snominate alcune
altre persone.
S O
SO ALZARE. /'. A. Sollazzare. I-al.
attoliere , elevare. Gr. eTKi'^etv. Vit,
Ilari, 37. Dìcea che per colai era soste-
nuto il suo regno, K soalzjtft.
SOATTO, e SOVATTO. Spezie di
cuoio, del qualf. si fanno le cm'fzze a
fiiuinenti, i guinzagli a' cani, ed altro •
che oggi più comunemente diciamo So ■
vattolo. Lai. lomm. Gr. ifJ.'ii Jìnt. Inf.
3l. 1. La coreggia del soatto piena, co-
me si fa a* muli. Buon. Ftcr. 5. 3. I.
Dove polca *l sovaito esser bastante , I
remi e le giubbelte soo poi scarse (qui
figuratamente pel castigo della fru-
tta ) .
SOAVE. Jdd. Grato a' sensi. Lat.
siiavif. Gr. ri'oy^. Dani. Conv. 88. Dico
adunque, che vita drl mio cuore, cioè del
mio deulro, suole essere un pensi-jro soa-
ve. Soave è tanto quanto suaso. cioè ab-
bellito, dolce, e piacente, e dilettoso. E
Jnf. 2. E cominciommi a dir soave e piana.
Con angelica voce io sua favella (qui
può forse avere anche forza d^ avverbio) -
K l\. Parlavan rado con voci soavi. E
Par. 16. Così con voce più dolce e soa-
ve. Ma non con questa moderna favella ,
nissemi . liocc. Introd. fiS. Quivi sen-
tendo un soave venticello venire ce . ,
(ulti sopra la verde erba si puosero in
rercLio a sedere. E g. 3-/" 5. La Lauretta
allora con voce assai snave ec. cominciò
cosi . Petr. cani. 38. 2. Temprar pole«*
io *n sì snavi noie I miei sospiri, cb* ad-
dolcision Laura.
f § I. Soave, vale anche Grato all'
animo. Piacevole. I)nnt. taf. I9. Quivi
soavemente s]iose il carco Soave per lo
sco>;lìo sconcio, ed erto,
%. II. Per /ìenif^no. Quieto, Posalo.
Lai. quielut, p/acidw. Gr, r,tnpoii >;5-
j^o;. TfS. Ilr. 5. 4**- Quando l'uomo
gli vuole incaricare ( t cammelU ) , eyli si
coricano in terra, e stanno cheli e soavi
in6no n tanto cbe son caricali.
^: § III Per Quieto, Tranquillo. Almi.
Gir. 6. iS.'t' K ta gratia miglior, che fac-
ria il ciclo V. di conceder qui soave mor-
te. (Q
§. IV. Per Moderato, Pi.uto, Lat. nio-
der.Uut. Gr. oiJiJ.[itrsoi. Poi e. g. 3. f.
l3. Con soave passo ec. in cammino si
misero.
SOAVE. Avverb. Soavemente . Lat sun-
viter, swìve. Gr. rlòc'uf. Petr. son. ajo.
Quel roiignuol, che s! snive piagne ec. ,
Di dolcetta empie il cielo. Frane, lìarh.
3^1. Q. Cavalca tosto in piano, Soa^e nel
montano (noè: a/agio. Lat. lente, sen-
sim, placide. Gr. >i'yoi]v. yj-iux^)- ^ ^'V-^-
I. E se poco hai , soave Porla (uo sla-
to, e credi esser non degno (cioè.: pa-
zientemente, volentieri. Lai. lucunde. Gr.
* §• Pf Chetamente, Pianamente.
Fr. Giord. 3, (Firenze l"3t>). Se M pe-
sce, quando 1' ha preso la rete, stesse pur
soave, sarebbe meno legato. E oppresso :
E però stan pur soave ; e così non si
slrigne altrimenti, e non gli fa cosi male
il tarciuolo Siccome addiviene altresì di
quelli cattivi che s' impiccano ; cbe se
stessero snave quanto potessero, non s* uc-
ciderebbono cosi malamente, (f)
SOAVEMENTE. Avverò. Con soavità.
Lat. suavittr , iucund^fjt. ììcibi^. Petr.
son. 126. Chi gli occbi ,d! costei giam-
mai non vide , Come soavemente ella gli
gira. Jìocc. Introd, 55. .Dioneo preso un
liuto , e la Fiammetta una vivola , co-
minciarono soavemente una danza a so-
nare.
§. I. Per Quietamente, Riposatamente.
Lat. quiete, plncide. Gr. l'sux'^* I^''* 23.
Vincendo la naturale opportunità il mio
piacere, soavemente m* addormentai.
§. II. Per Pianamente, Acconciamen-
te. Lat. placide, sedate . Gr. rlsu^"'].
Bocc. nov. 52. 10. Fattolo soavemente
portare a casa dì mescer Gerì , andò ap-
presso. E nov. 60. |5. Soavemente svi-
luppando il zendado ec , fuori la rassetta
ne trasse. E n'v. 68. 7. Giunto ali* uscio,
e non aprendolo soavemente, come soleva
far la donna, ec. E nov. 77 ^9- '^ '^'*
vemente andare, aocorarbé alquanto più
tardi .iltrui meni all'albergo, egli il vi
conduce almen riposato. Dani. Inf. ip.
Quivi soavemente spose il carco Soave. E
Purg. i. Ambo le mani in sull' erbella
sparte Soavemente il mio maestro pose.
P> tr. son. 209. L'aura, che 'I verde
lauro e l'aureo crine Soavemente sospi-
rando muove. Cr. 4- 11- l5. Colla terra
coperto di sopra, co* piedi soavemente si
calchi.
§. III. Per Amorevolmente, Modesta
mente. Lat. mode ■ite, humanittr. Gr pt-
Tpi'w;, ot).av*pwT«5. Nov. ani. 9. 2.
L' amico rispose soavemente: io non ti to
torlo.
§. IV. Per Pazientemente. Lai aquo
animo. Cavale. Spetch. Cr. Portate soa-
vemente ogni avversìladc.
SOAVEZZA. r. ./. Soavità. 'LzX, sua-
vitat . Cr. liovTrj; . Fr. lac. T. 3. 27.
11. Cotanto bai gustata Della s«.f'> dol-
cezza. Che li era soavezta infetmilade. E
5 23. 21. La contempla/ìon scote dol-
cetta. Gusta sapore di gran soavezta.
* SOAVISSI.MAMENTK . Superi, di
Soavemente. Pros. Fior. pari. 4. voi. 2.
pag. 254 1 gelsomini ud»r.ino soavissi
mamente . (?ÌS) Signer. Seti, Pnnc. tl-
lut 6. 1. Non la.4cia di replicare lati assalti
soavis«imanionle dovunque può (TC)
SOAVISSIMO. Supeil di Soave. Lai.
siiai.-i*st'ui4S . Gr. i;dy3T0;. Colf, SS.
Pad, Allora finalmente comprenderà che
sieno ni'U lolantente possevoli, ma soavis-
sime quelle cote le quali ec, (V. 11. .^O-
I. Il giardino dee avere intorno diverse
grnerationi d' eibr odorilere , dir dieno
diletto e conforto, imperocrliè ogni otlnre
è all' auiniJ si'atiisiino cib«) . Stor Jlarl.
Aveavi iicquicclte che passavano per met-
to di questo prato, le quali «rano mollo
soavissime .
t 3 SOAVITÀ". SOAVITADE. e SOA-
VITATE Astratto di Sonej Qualità di
Ciò che ^ soave. Lat twivìias. Gr resi"
T*]( . /7ocr. g. ^. p. \\. Lasceranuomi
costoro, se io ec, sentendo la virtù della
luce degli occhi vostri , la soavità delle
p-irule mellillue ce , di piacervi m'inge-
gno . Dani. purg. 7. Ma di soavità di
mille odori Vi facea un'j incognito ioda-
stinlo. I it. S Margh i35. E 'I cor-
po mìo sento tutto pieno di soavità t d*
udore .
g. I. Per Benignità . Lai. c'rmeMiia ,
mamuetudo , suavilat . Gr. TtpotÓX'm *
Cavate. Med. cuor. Gusti per eiperieosa
la sua soavità e dementa.
ir g. 1 1 Soavità, in lerm. di de%o-
zione, dicesi Quella dolcezza che Dio fi
provare all' anima tta lui specialmente
favorita. « Fr. lac. T, 6, 6- 11. Non
ci ho soavitate , Che amor è raffredda-
to -. (C)
* SOAVIZZARE. Bender soave. Magai,
Lett. Genlitexta di pensieri ec. , animala
sempre da vivacità e da nobiltà d' idee ,
ma d'una nobile e d'una vivacità allun-
gale, e soavizzate nella grntiletxa. (J)
^ SOAVIZZATO. A'td. da Soavizzare.
Maga!. Leti firn. (A)
* SOBBALZARE, Sa'iellarc , Saitare
in su. Salvin. JUnd. Qual da gran rupe
rotolante sasso, Che dell'orlo giù spenga
alpestre Gome ec. , In allo vola tohbal-
tandu. (A)
f SOBBARCARE. /'. A. Sottoporre.
E SI trova us'ito in signifìc. neutr. pass.
Lat. arciis in morem flecti , arenari ,
Plia Gr. x:</*~T553at . Pani. Purg, 6.
Ma '1 popul tuo sollecito risponde. Senta
chiamare , e grida : i' mi sobbarco. But.
ivi : r mi sol'barco , cioè : io faccio di
me barca , o io mì piego a sopportarlo ,
e sofferirlu ( qui per avventura 'e nel
senso figurato di Sobbarcclare j cioè j to
mi accingo a portare il comune incariccj
e forse ha la radice nella voce Arca ,
cbe nr* b.Ksi tempi equuafrva a Torace).
* SOBBARCOLAKE. .alzarsi 1/ man-
ti^, o le vesti , fissandole alla Cintola ,
come fìnrio coloro , che si dispongono
a qualche cpem di fa'ica. (C)
♦ SOBBARCOl.ATO - Add. da Sob-
barcvlare. Ovid. M. ( codice Pucci ) Uh.
3. La valle chiamata Cargafia era spessa
d* arbori, che fanno la pece, e dell'aguto
cipresso. Sacrato alla sobbarcolaia Diana
( S'ibcincltr sacra Diame). E hb. 8. La
vecchia Baucìs sobbarcolaia e tremante
puose la mensa ec. ( memam subiincta
tremensque l'onit anuf ). E llb. IO. Vac
vagando per li monti e per le selve , e
per ti sasii pieni di pruni, ignuda in6na
alle gtnncrhìa, sobbarcolaia a modo della
Dea Diana (vestrmque ritu tubcìncta Dia-
ntr i e sempre Ovidio che i\ cita Delle
parenlesi ). ( (V
SOBBISSARR. e SOBISSARE. ^«ft/'u-
sare Lat. evirii. Gr. xaTasr^i'^cosat
M. /. 3- 4^- ^* rocca d* Elei in su*
ronGni fra Arezzo e M Borgo solihissù .
ìli. .V. Gio. B-it. i57 Temevano che non
subiksauc tutta quella provincia. $ Brvnz.
nifi. buri. 3. 57- Ma perchè dopo il be-
ne il mal si tro^a , niiorna Ìl mondo a
sobbissar di nuovo , Passato questo di ,
ec. (ft)
SOBBISSATO. « SOBISSATO Add.
da' lor verdi . Lat. t*eriu* , subvertut ,
Gr. xaTXtrptf'itii. Sen. /'u/. 91. Spca-
sn abbiamo udii», come la ciUadì tutte
intere sono sobbissale.
« SOBBOLLIMK.NTO // sobbol't.f .
I.rcgtr h-^lhmento . Lai. /cu/ tl'ul.'ttto .
Cr pifpx ^Ì9ii S.gnrr. Pred. 30- 8. A
prrsrguiiare qualcuno basta un leggiero
err'>r d* intellelto , un snbbollìmeoto di
sangue, un molo d' invidia, uo empito
d) furore, (')
SOBBOLLIRE. CopertamenU bollire.
Lai. lat'nier Imllire.
SOBBOLLITO. Add da Sobbollire ,
Lat. latenter bmlliens . Tac Dav. Amm.
\ 104- Sapendo con cbe tuoni e fo1g<ri
S O B
di parola, e Talli da qurl DUgoloso petto
troppicrcLLe b koLUottita ir« f i;»i pi-r
rutta/. j e vaU Coperln, Segreta).
f SOBBORGO. /ìoryo contiguo, 0 Vi-
ano alla città . Lai. suburl-ium Gr.
Apoa'aretov G /. ii ^S. 3. Le chuiP
eh' eraoo allora in Fircnic, e ce* iuMmr-
gfai ec, coniammo 1 10. Ott. Coni. Par.
la. 3o6. F* TU' gragnuola in CuslaolÌDO-
poli, r nr" ioMtutgbi discfsc. Cuid. C Li
narigatoii Tidt-ro li liti Iroiani Jj presso,
e li suoi »ol>l>orglii- Star. t'ur. 6. 12^. Lo
raaudava a stanziare ne' sulborghi di Mes-
kabaria .
SOBBREVITAV r a. Posto m-.rr-
/'ìalnu, va/e Sotto brrvilà.Liì. sub f.rrvtta-
te, hrtvtter, Gr.Srax-'"' ' ''• ^ ''"'■ ^'*"
miocidla vita.efiopdìs^iu Girolamo, ridotta
ìobbrevità . ifA. /irtr;: I^I-t dirovvi soli-
brevilìi delti prioripali paesi e rilladi
SOBILLAMENTO, e SUBILLAMEN
J'O. il sobiitare, Siidd'icimento La(. j/i
ttigutio. *
SOBILLARE . e SUBILLARE . Lai.
seditcere , indurire . Gr «Trr/'/ioàai »
itsayftv . far eh. r.rcol. 73. Subillare
UDO. è lanlo dire e tanto per tutti i ver-
si e eoo lutti i modi pregarlo, rhe egli a
viva fona e quasi a suo marcio distretto
prumetla di t.irc lutto quello LÌie cului ,
il quale lo suliilla , gli chiede . E Star,
l5. 58g. Noo resterebbe di sobillarla ,
taDtocbè la farebbe cundcscendcre ad ogni
modo alle voglie loro.
SOBISSARE. r. SOBBISSARE
SOBISSATO. r. SOBBISSATO.
i * SOBLIMARE. / . A Sublimare.
Sertfi. S, Agost. 35. CoD questa perseve-
ranza furODu incorcnaii Ì Martiri, le Ver-
gini ne furono gluriusc, i Sacerdoti ne sono
soblimati. (!')
SOBOLE. r. L. prole. Lai. soboles.
Gr. yv.i'x Ftr. Dial beli, donn, 397.
beMa rosa è vedere una leggiadra
S O B
SOBRIO. Add. Porro nel mangiatg e
mi bete. Astinente , Moderato , Che ha
sobrietà. Lai. stb/im . Gr, vif;ox)t05 .
Socc. Intrcd. ^-. Cose più alle a curiosi
bevitori . che a sobrie e oneste donne .
Dr.r.t. P'ìr. \Cì. Si slava in pace sobria
e pudici. .ìfaeslrnzz 2. 1 2. 4 " sacer-
dotal senso die esser vigile e sobrio e
sonile. Gr.tut 80. Io Ilo più volte udito
che ti souo trovate delle nazioni cosi so-
brie, cbe non isputavan giammai.
g Sohi io , ptr l. ubi ICO , nel sìgnìfic.
del §. II. Cicn. Mor.ll. 282. Fa' di slare
S O €
i3a3
sobrio del rvi
■pn
<.be tu esca il dì due
Cbe
dooaa , quando con rrt-quente sobole gli
spessi cappgli cumulano il bel capol (qui
per similit. }.
SOBRA.NZARE. f. A. f. SOVRAN-
ZARE.
SOBRIAME>'TE. Asverb. Con sobrie-
tà . Lai. sobrie . Gr. v»)ya)tw; . Pace.
«or. 63. 5. Ciedunsi cbe altri non cono-
sca e sappia cbe i digiuni assai , le vi- j
Taodc grosse e pucbe, ed il %iver sobiia-
mente faccia gli uomini magri e sottili ,
ed il più »aDÌ, Lab 22. Puìcbè l'usiluto ]
libo dssai sobriamente ebbi preso . Col'* !
Ab, l\aac, cap. 5o. Subrian.ente dormi,
jccioccfaè non si cfs»i da le )i virtù cbe '
ti guarda. |
5 SOBRIETÀ'. SOBRIETADE, e SO- |
BRIETATE. Parcità^e yjod. razione prò-
priimente nel mangiare e nel bere; e si
dice ùn»:ora della Parala d'altre cose
appelihtli Lai. Sibrietas . Gr. vr.^aXiO-
TJJ5. Albert. Cap, 55. La subrietade «• co-
slrigcere li} sopercbio nel bere . Declam.
Qulntil. La temperata sobrìelade per ispe-
»e del \iaggiu gliele diede. Maeit'uzz. 2.
12. 4* iV-rtltc si rifbicde in colui che si
"U-e ordinare o nel cberico , la sobrietà
del cibo T f appressa-: Percbè ìÌ rìthi-'de
io cului <be SI dee ordinare , e nel cbe-
rico, la sobrietà del b^re?
'*' % A sobrieià, pO\to arvrrhiaùn 1 a-
'«' Con sobrietà , e figuratam, iX'i trrppo
né poco . m Tcs. lì' . 3. 4 ^on sapere
i>iù cbe rou ti f* di mestìire di sapere ;
I rigati di sapete a sobrietade, cioè né
poco , oè tri'ppo •, ^.Y;
* SOBRI1S5IMO. Superi di Sobrio,
■^egn. Stor. 12. 320. Quella Coru erj
diveoota più simile alla Corte d'un Sar*
d^napalu. che di un Re che tenesse guer-
ra e oìmtcizia conira un potentissimo e
aobrìitsimo Imperadcre. (ySJ
volte il meno.
SOBUGLIO . r. A. Suhug/io. Lai,
scditio . Gr. OTCìtt^ . G. /'. ij. 3g. 2.
Nun si facea lezione de' Priori per le ca-
pitudini d(ir arti, che quasi la città non
si commovesse a sobuglio.
* SOCCAVATO . Add. Parlam.'o di
tirra f vale Cavato., o Lax'orato a fondo.
Palhd* iVof. 6. Si seniiua l'aglio e l'ul-
pico , sperialnienle in terra bianca , soc-
cavata senza letame (il lai. ha: f^ssa et
subacta ) (]'}
SOCCE?iERICC10. A-jgiunto propria-
mente del pane cotto sotto la cenere. Lai.
suf'cinericius Gr, zTioci-zfi'ìu.pro^, Atm.
Amni. Jnt, 6. I. !^ E poi dice , cbe a
capo suo era uno pane soccenericcio, e
uno vaso d'acqua. •!- Segnvr, Seni. Oraz.
3. Come un pane soccenericcio di poco
gusto al palato. (TC)
t SOCCHIAMARE. Chiamare sotto
voce. Lai. demiss-i tO'C vacare. Gr. utto-
oojvi'v. Oit. Coni. In/. 3o. 52^. Comun-
que io soccbiamava, e udissi la voce mia,
lasciò il mantello eh' ci lenea , e usrì
fuori .
SOCCHIUDERE. Aon interamente chiu-
dere. L.M. pene Claudel e. Gr. wap' o'Xiyov
£. Socchiudere, per Chiudere assoluta-
mente » Lai. Claudi re. Gr. /.iit'siv . Gr,
S. Gir. i5 Quelli che vanno per dirit-
tura, e dicono verità, ccss-no avarizia di
sopra se- , e socchiudono le sue mani di
tulli i doni.
SOCCHIUSO. Add. da Socchiudere j
.Yo/i chiuso affatto , t^iifSt chiuso. Lat,
/re clausus , si miadapertus. Gr. Trjuca-
vr>iz73; . Guid O. Noi simigtianlemente
di ciò ci dobbiamo io6ngere con occhi <
socchiusi. Muti, t'ranz. r mi buri 2. 167 !
>on si vedrebbr^n mai belle 6g!iuole , [
Perchè le madri le tcriitn rinchiuse er.
Se uon altro , le lassan pur vedere A
quelle gelosie cosi socchiuse . Lasc. Ge-
los. 2. 1. Però fia buono ritirarmi den-
tro, si sì , e tener più tosto l'uscio soc-
chiuso .
*S0CCIDERE. /'. SUCCIDERE. (A)
't 3 SOCCIO. Accomandita di bestia
mej che si dà altrui, che il custodisca e
g'H'er/it a mezzo guadagno e mezza per-
dita. Lai. societ.is . Gr xotvwvt'a. Pass.
l?6. Multi aliri dicono che sono alloga-
gioni, comp;tgnie e socri, venture, com-
perare a novello, e più a!iti modi. Tralt,
pece* mort. Danno \ut bestie a socrio a
capo salvo , siccome >Ìcno di ferro • cioè
s' ellì ne muore neuna, qu( Ili cbe le tiene
sì ne meltei'a una io quello' scambio al-
tresì buona . Pttr, Frctt. Ma d.ir le ca-
pre a SOCCIO e pure Ìl meglio, -j- i.' Min.
ùlalm pag. 4^1. ^Voi per .jocc/o iolcudia-
mo una società, o comp«^Dia particolare,
ovvero un' accomandila di bestiame che
si dà altrui perchè lo custodisca e gover-
ni. a mezzo guadagno e perdita . Sozio
poi , pure drfl latino Sccius ^ inleodiamo
quel che i Latini dissero S- dulis iure,
Sodalitiis iiinctut j e lìuon sozio dicbia-
nio a colui che non guasta mai , e che
accomoda la conversazioiìe. (Aj
*t S- '■ -^"ccio, si chiama anche il Be-
stiame medesimo. Malrn. 10. 3^. Accii>«.
che ninno un tratto Io coniLaiia, Quaud*
egli ha dato a' socci la scon6tla. f ^^ .Mta.
.'i/nlm. pag. i^$l. Socclo s' intende quel
bestiame , il quale si d^ a un cuntatìino
per f^r a mezzo del guadagno, quasi dica
a taccio, cioè a compagnia. (/Jj
§. II. Soccto, diciamo anche a Chi vi-
glia ìl soccio,
3 SOCCO. Calzare usalo dagli stridei
rndcht nella comnirrlia. Lai. s^ccus Gr.
gfi^l^TVìi • Buon. Iter. 4 2. 7. È vago
di cantar pensai allora. Tratta via la chi-
larra e '1 socco umile. Ricever sul Pim-
pl<0 più degni arredi. 7' 5, intr, 3. E tu
sul Iljulo gl'imi Falli civili di' co' pie
nel s»>cc(i,
-^ ù- E/ìs'it\-tfim-pir Commedia. « Petr,
cap (^. ALiUria da coturni, e non da soc-
chi ». (A)
SOCCODAGNOLO. Straccale. Lat.;>o-
StiLni. F'-a.r. S"Ccb. mv. iQo^^slosì
s'j ùuo succodagnolo de* delti ra^n ec. .
cominciò a chinate la testa verso il rotto
del detto mulo, />finh. i. 43. E Virgilio
rubo uu soccodaynolo Per insegnare a ba-
lestrare a' trilli.
t * SOCCOMBERE. Soggiacere. Restar
perdente. Cavale. Eipos. Sirnb. 1 56. Or ec-
co giocondo giudizio di Dio, cbe Io demonio
supcibd persecutore degli umili, non sa-
pendo, fabbrica loro, quacdo <-Ii percuote,
corone a-mplieroc, lutti impugnando, e
a lutti su'-combendo. ^.V^
SOCCORRENZA. FIh.':so di corpo,
m-ì senza sanguej che anche diciamo Ca-
caiuola , o Uscita. Lai. dinrrhaea, Gr.
6tùppoiy.. Cr. 5. 7. 7. Vagliono (/eco'-
fogne) al Uussù del s.iiiguc, e alla soccor-
renza, e al vomito. Lib Son. 38. Lingua
da fjrsi incontro a soccorrenza. Fir. ^-Js.
93, Se non che il venire, picn di bietole
e di altri erbaggi, as-iallato ec, da una
sdrucciolevole socrt rrenza, schizzando co-
me un nibbio , di loro un.T parie ne ri-
coperse , e un' altra ne ammorbò con
quello odore.
3 SOCCORRERE. Porgere aiuto, sus-
sidio. Lai. succurrere. subvaire, suppe-
tias /erre. Gr /3oj;5£Tv Cavale. Fmlt.
ling. Chi può soccorrere a chi è in peri-
colo di morte, e non Io soccorre , si può
dire che l'abbia morie G. f. n. 8. i.
Se per lo re Giovanni, a cui s'erano dati,
non fossono soccorri con Oile campale in-
fino a mezzo Luglio, dartbboiio la terra.
Petr. Mn. 3i3. Sycoiri allalma disviala
e frale. Dant. Par. 6 Carlo Magno vin-
cendo la soccorse . Din, Comp^ 2. 53.
Guastarono Laterina , che la tcneano i
Neri, i qujii non la poterono soccorrere.
Ar. Fur. 22 20. Se non si soccorrea col
grave suono, M-tIo era il Paladin senza
perdono. * Ciov. Celi. l'it. yjl/. i6g.
Furon ec. soccorsi da Alfonso di lutti' i
bisogni loro. (C)
* § 1. Talora si usa anche in signijic.
neulr. ni-Uo stesso senso Guìcc* Star. 2.
3o8. Essendo già levato il rumore per
tulio il campo, soccorse <on molli fanti
il Ziiolo di Perugia, (tj
•t- S ^'- Soccarierc per Far riparo.
" Dant. In/ 17. Di qua, di là soccorre'a
con le mani Qu.tndo a* vapori, e quando al
caldo suolo »». (B) -"
■*• § III. Per Gioi/aie , ì'aiere ■ Ar.
Fur, 5 1. i5. Di tormentarla non ceuò.
Sin eh' ella Kon gli fc '1 giuramento il
qual non »' usa Fia noi miii violar j né
ci srxcorre 11 dir, che foixa altrui ce 'I
faccia Ione (B)
§ IV. /n signifc. aeu/r. vale Occor-
rere, 7'euire in mente t Sovienire , I.ai.
succwreie , subire, in mtniem venire.
Gr Ct^^x^-** Alh,rt cap. 21 Quando
ÌÌ2Ì
S 0 c
tu vcccbiu rccilerai ^nlicht delti e falli,
fa' che ti sorctirrjnu cose che tu abliì falle
dalla giovunludirie tua. /-Jr. Fnr, 23. 123.
Id tjQlo aspro travaglio gli soccorre, Che
nel medetmo IclLo , io che giaceva , L'
iograla d-^ìDna veoulasi a porre Col suo
drudo [liù vulip esser doveva. -^ Cas fett.
GuaU. 23^. Mi pare anco che V oliavo
verso sia languido , e doo mi è mai soc-
corso come poterlo far più vigoroso. (C)
* §• V. Per Trarre, Accorrere, Bui.
38. I cani abbaiano , e' fjociulli soccor-
rendo al romore e allo scampo di loro
l>estiamc subilampole i giuochi abbaado-
naoo (C)
SOCCORREVOLE. Add, Che soccor-
ri!. Atto a soccorrere.
t § Per Ausiliario. Lai. auxiUariui*
Gr ^o>:0(xo'i. Liv. HI. Fece passar nella
primj schiera le courti soccorrevoli . E ap-
pre-iti-» : Nud erano rimasi se non li soccorre-
voli tanto soLimenle /'//Hi in /orza di susl.).
S(^^OKKiMENTO . // soccorrere .
Lai. W/k'ifi'im. Gr. fSoijSiia. liini* ant.
P. N- Me<u /*",;.'!,'. d' Amici, Dunque
chi k gravalo , In colai guisa abbia soc*
corrimeoto.
'\ SOCCORRITORE, l'erbai, masc.
Che , o Chi saccone . Lat. auxiliator.
Gr. ^o*i3o*5. Sali-in. Disc. 2. 49- ^oa-
lolalore ne' travagli , soccorritore nei
mali , guidj e scoria nostra , e lume, e
spt^^rania. :;: E Od:s,. 23- l58 P-ichè
un uomo ne! popolo uno avendo Ucciso,
ctii non sien molli di dietro Sorcorritori,
fugge abbandonando I paranti ed il patrio
terreno, (fì)
•f * SOCCORRITRICE. Veibal.fcm.
di Soccorritore . Salt'tn, lliad. /ih, 5 v.
1180. Ma quegli avendo il cuor forte,
qual pria, I giuvan de' Cadinei diffidava,
E vinre.i ognuno di leggicr : tale io Era
soccorritrice j or io t'assisto, ec. TC tvi:
t». l32f). Quelle pmcìa ;i casa Del gran
Giovi! tirnar. Giunone Argiva» E la soc-
corritrice ulra Minerva. (A)
SOCCORSO. // saccorrc'-e , Aiuto,
Sussidio Lai. aH.rilittm , siihsi'luim. Gr.
^ori^iiOL Bocc. Proem 8. In soccorso e
rifugio di ((uelle che amano ce intendo
di raccontarL' cenlo novelle. Cai'nlc, Med,
cuor. Ogni di aiuta e da soccorso del suo
lume e del suo conforto. Petr, son, 180.
E *1 mio fido soccorso Vedein* arder nel
foco, e non m'aila. K canz. 3;) 2. Che
pure agogni' nn-tc ^occorso attendi? Dmt,
Inf 2 E temo che non sia già si smarrito,
Ch* io mi su ijrdi al soccorso levata. E
Piirg. 18. V. fpH'i, che m'era ad ogni
uopo soccorso, Disse. E Par. 22 Più fu
il mar fuj;gir , quando Dio volse. Mira-
bile a vetler , che (jui il soccorso . fìed.
Itlt. 2 I2(» II' scrino air Eccellcntiss.
«ig. dottor Ciirazti , che un anno f.i l'-ce
un viaggio con !■• galere , se anco queji*
anno ne vu<d fare un altro sopra quel
vascello che il sig. N. N. manda in soc-
corso de* Venetiani.
§. Dic-si III proi'eih : Il soccorro dì
Pita, Quando giw^'ie t.irdo e inopporttiti'ì.
Lai. Pronietheux post rem . Buon, Eier.
1. 5. 3 K' sare' bene Ch'or lu facessi il
fecondo marrone. K 'I tuo sarebbe Ìl voc-
corso di Pisa /-,' ^, "<. 3. Il nostro fu il
•occorso. Che \'t »Uid dir, di Pi»a. fìeru.
Ori. I. 2. 63. Diceva: c'vìene il soccorso
di Pisa .
SOCCORSO. /<W da S'Ceorrrre.l.iX.
adhttus . Gr /9!€oii3tiu«vo; . O. /*. 9.
lf><) 2. Allungano molto tiretto di vit-
tuaglia , <• non sorrorsi , l' arn-ndi-o poi
«gli utciti di Genova e il Marchete drl
Finale a palli.
# SOCCOTRINO . Aggiunto dì una
sorti di al.-è . Lai *focc-'trtnns . lied.
Ots cn lo'^. Stcniprrai neU' arqu C(>
S O C
mune una giusta quantità di aloè socco -
trino polverizzato in mudo, che ce. (*)
* SOCCRESCEUE. Afi/winto, 0 Len-
tamente crescere Pallad, Eebbr. i3. Ogni
anno lasciamo alcuna cosa soccrevcere quia
di per li rami, srrbaodu sempre una ma-
teria , cioè un tralce madornale, il quale
si drizzi in su alla velta dell* arbore ( it
testo lat, ha : alìquid per ramos crescere
subinde paliamur ) (l )
SOCIABILE. Add. Sociale, Compa-
gnevole, Lat. sociabili^. Gr. xotvoav</o';.
f'arch. Enol, 3l. L'uomo h animale più
di tutti gli altri suciabile, ovvero compa.
gni-v.df. E appresso : Multi altri animali,
i quali, se non sono civili ec, sono almeno
sociabili. Celi. iett. 3. lei 8. ipt L'uo-
mo , per essere animale sociabile , e che
ama vivere con quei della sua specie me-
desima , si rallegra delle felicità degli
altri, u' Se^ncr. Crisi. Irtstr. 3. 33. l3.
E siccome T uomo e un animale sociabi-
le , così le medesime delizie non gli son
dolci , se la solitudine gli vieta di parte-
ciparle ad altrui (C)
SOCIALE. Add, Che ama cornpagnit .
Lat. joci'ibiltt, socialis. Gr. x>ivuv(/o';.
Mor. S Creg. Colui che schifa di con-
servar la pacicnza , dì chiaro , e tosto
rompe la viij sociale per impazienza .
Buon. Firr. intr. 1. Ch' io son persona
as>ai più sociale.
•f * socialità' Qualità di cièche
è sociale, Co'iipa^ni.t. Sef:ner. Crist. I.
?0- 5. Tutto ciò che si oppone graode-
mente al bene della S'iciatiià umana dee
dirsi rbe grandemenle appongasi alla ra-
gione, propria dell' Uomo. Ma se cosi e,
mirate un poco qual cosa possa essere
più ronlraria della menzogna ad una lale
socialità! (Aj
t 5 società'. SOCIETADE, e SO-
CIETATE Contpiigni'i, Unione d'uo'nini
COfit^iwiti per natura , o prr leggi . Lat.
socieias. Gr. /otvwvi'st. .SV^i. /tm. t'aich.
7. iS Tutto quello ec ha la sociei'a della
ragione umana tolto via da lui, e spezzalo.
=1* §. I Socii tà. si dicfinch. dell'Uni ine
ferwata tra* popoli , 0 tra' principi a di-
fendere se, e ojfemlere altrui. Lat.ioci- 1-/.*,
Jaedu-i. «1 Bor^h, Col. l.at 38^ Si vede
ce. essere slato olferto ec. l'amirizia, e ad
altri la socict'i del popolo romano •». (C)
^ § II SocieUì, va/c anche Unione
ti' int>-resf.iti in alcun negozio, o trajfìvo
niercanli/t'. i'ifm, !\f<ilm jbtì. L' azione
che nasce dal contralto di società si do*
manda da Legisti aiiune prò socio (Cj
♦ S ili Società, si dice anche ifuu!
chv- ì'o/ta di Uni <ompig-ìit d* uomini the
si ritiniuono insieme per iucemento rd
utilità del'e lettere, delie scienze, 0 del'
le ani . Mnf>al. Leti, fnm, 1 i»8. La
prego vivauteiile di farmelj V4lere appresso
colerli signori della Società per una lauto
più sxurj, quanto più mal misurala te-
stimonianza della mìa ot»equio«a gralilu-
dine. E iSJ- Come V E. vide , io niì
snn ridotto da uliimo a fi-ndcrle grazie
dell'onore, che la Società Reale s'è con-
tental.i di r.irmi come a sua ciratura (C)
'^-^ SOCIO. C ntf'tigna. Sozio S'nnaz,
AiC'id eg/. li. Deh I sorio mio , se 'I ciel
giammai nuq fulmine Ove lu pasca , e
mai per vento n grandine La rjpannuola
tua non «i disculmine . ec (/t) C'ir Itti.
I 2.'» Per quest'I n-'U sairle meno di
quel Maffeo . che vi sirte , srrrelario del
C-trdinal farnese. Oratore ec. run tulle l«
appjrlenrnie, ed arrle questo di più, che
%'aró per bu'tn lorio, (C)
SODA. Spriie di Cenere d' unt pianta
detta i-o!gnrnien'e Priscolo, /.i tjuat ve-
ntre e pregna dt sale alcali , e ridotta
in po/vrre t e mési'vlnla Cf*H iena hiania,
serve a f<ire il vetro. Lai ktli Rtcrit.
S O D
Fior. 60 11 sale alcali . il quale si Ci
dell' erba cali , che è quella di che si fé
la soda.
SODALE. 7'. L, Compaiano. Lat. so-
dalis. Buon. Fier. 3 2. 17. Che, largo
in noi di suo reale ospiziu . Ne fé' sodali
a qu'-lla onesta mensa . ^ Menz. taf, ^.
Tanta feccia 000 han gli scolatoi D'ogui
più immonda e fetida cloaca, Quaala« o
buon Giove, eitt sudali tuoi. (B)
SODALIZIO. /'. L. Compagnia. Lai.
sod'ililiunt, iodiilttns. D-tnl Par. 24- O
sodalizio el Ito alla gran cena Del beoe-
delto Agnello, il qual \i riha. Morg sS.
46. Oh sodalizi >. oh maladetto loco, Do-
ve fu perpetrato tanto malel
SODAMENTE Avvcrb. Con sodezta.
Sicuramente, Cnultimcnte. Lai tufo. Gr.
OLloxXùìi; , C'on. More/I. 260. E questo
per irafTicare il suo sodameuto E 261-
Va'sodameole Del fidarti, e non l'abbor-
racciare .
§. P<r G agitar dam in te , X^on Jorte a-
nìmo. Lat. Jorliter , Jirmiter . Gr. Wg^J'
poti. Mor. S. Greg. Tanto più sod^racote
s'apparecchiano a quelle cose siabili, quan-
to meno apprezzano queste cose iransìlu-
rie. C-ir. }. ti 1. l58. Questa mia sodezu
si sleiidir ancora all' amicizia , e t' aiuu
sedani' nie .
SODAMEWTO. Stabifiinenla , Con/er-
maiitn--, Lat c-'nfi'iuotio . Gr ^ffiou'ftì*
?ij Petr. Uoni. Ut Ordinò dodici littori,
e compnos': nuove leggi, solo a fermczta
del p'ipolo , o sodamento dì pace , 0 di
concurdia .
g. Ar .Malie V. doria. Obbligo.^ Lat.
cantio , f-ti'tdilio Cr. txatvw;»; , iVavo-
^u?tV. . Cr.n. Morell. 3ì2. E di poi gli
lax'iò eoa s<'damento, e* unn si parlìrcb-
btino . E nppre*so : Per la promessa e
s< d.mieiitu f^itu a* Pisani, non si fé più
novità tilcuna . G. /. 1 1 (jl \. La ga-
bella detlu siidattieulo. G< riui :3oo (ciu«
dì portare arme di difensiune } asoldilo
di piccioli per uno. }f. y. 3 5z. Per
lui fece il sodamento , e l* ubbriga^ioue
predella a' »>gn4'ri*
SODARE A'so tire. Consolidare, e *i
usa in sign'fic. ali. e neuU, pms. Lat.
solidale , co isolidiie , solidesrere . Gt.
ZTi^pcOf , VTi^pOÙib'J.l. Pa"i2d. Agotl,
II- Voglionsi >i sodar--, che l'arqua Dou
posta trapelare. Ome/. S. tìre^. SÌ secca
come lesto U mìa »iiiù, p-Tcbtf il testo
si loda . e f<*ma per Io fuoco. << Cecck.
Pr-v. 3;. Quando (le gufìlchiere) hanoo
finilu di sodare i panni, altaoo i niAUÌ ,
con che gU sodano . ali* arra per coascr-
varli Ant. Altm So-, 12. Efarollu w
dar dallo Gualchiere. (C)
§. Per Proiiefere, Pir SÌCW tà, I-at,
sniisdare . Gr. :*y/v*iTr,v xarasrìi^ai •
0, /*. 8. 100 I Sudarono nella città di
tenere il passaggio dell' Alpi sicuro . ti
11. 93. 3. Inlia i quili aveva 1 5o6 no
bili e potenti, (he sodavano per grandi
al Cumun-* Sov. ini 83. 5 S'ingaggia
ro chi a%essc più brìi,! spada , e sodo il
gaggio. Cton. Mo'eH. Conipaiisra te. •
rispondere ali.) itelia petiiìone , r sodare
sopra essa secondo la fornia <lrllo sialnlo.
/'.* a/tr.ve : Voglieiid.ì lodare secondo U
forma degli statuti $ Initr . CfAC. l9.
Pt-rrlif- non resiin» defatigati ( / Cénter-^
lin^hi ) invece di >od.>re il loro nfiito d
avanti a* Sindaci del detto Ma;;Ìsirato ,
faccino late 3Mu ce. d* avanti al cancri-
lirre. (C)
SOnDUCONATO,*- SUDDIACONA-
TO. // iri'uo de' niag^wri Ordini M/>trÌ,
Dignità del j.ipW/.ic>'/.o Lai. <iibdi<t<oma.
lui, Gr UToJia^ovi'a. Maestrini \. IO.
E vero , *he se prese i minori quattro
( -rdtni ì secondo V usaoiJi del paeie , e
1 in 'luello mcdostnio di il joddiarono p»
S O D
gliu il soililìacooalo , puote essere per-
messo |»er n»isericorJia . /".' i. l3. Che
pcDJ si ilee iltire * colui che da i minori
ordioi col soililiJcoiiAio t />' 1. 1^- Se sau-
«a coscieuxÌ4 del Vescovo la uà di riceve
tutte le iniauri , ovvero alijujiale raiaoti
« *l sodducoDalo.
5 SODDIACONO . f SUDDIACONO.
Qiteg/i cfie h.i l' ordine dfl soddiaconato.
léiWjHfnIiaconus , /ij-podiaconus. Gr. UT9-
^10^X0 vo; . Maeiirtizi. 1. n. Al soddia-
CODO fe impresso oel porj;imealo del calice
volo. Il 1. 25. Al sodducooo s'appar-
tiene portare all'aliare il calice, e la pa-
tena, e darlo a'dìjconi. e a loro st-rvirc
G. y. A. I, I. A un altro Giovanni sod-
dìacoQO , eh' avea scriUe le U llere , lece
mollare la mano.
^ %. ICper Suddiaconato. - Maestruzz.
1. IO. Tre sono ì sagri ( ordini ) , cioè
soddiacono, diacono, e prete ». (C)
SODDISFACENTE . Che soddisfa .
Lat. satis/mciens. Gr. Triijpof o.owv. BuU
CuDveaieote veodetla , e soddisfacente al-
l'ira.
SODDISFACENTEMENTE. Avve,b.
Con soddisfacimento , A hiisti'tza . Lat.
4atis . Trutl. Si-gr, cos. dona. Se il me-
dicamenlo opera soddisfaceDlemeote, non
accade fare altra opera.
SODDISFACIMENTO, e SODISFA-
CIMENTO. 7/ ^oddiifare. Lai. j-f/zi/i-
ciio. Gr. TiiiQJoao^ia. Bocc, nov. p. 3.
Ma in sodJisiarirueulo di quella ti priego
che tu m' indegni come tu sofferi quelle
(iigiurie) le quali io intendo che ti son
f..tle. Fr. Gturd. Prcd. D. Non sono se
non soddUt'jcinieolo a Dio. Btit. Inf, 33.
I L'autor non disidera questo per in-
giuftliiia^ ma per suddisracimeoto di giu-
klizia. Maestiuzz. i. 35> SoddiaUcimento
ti può intendere in due modi: l'uno, il
quale ù dee fare all' uomo di quello cb*
altri gli è tenuto, ce ; 1* altro si è quello
che si dee fare a Dio pur li peccati coni-
mrssi. £ 2. 3i. 2. FjIIu islrano dalla con-
gr<-gazione dei fedeli iofioo a condegno
kodisfacimento.
t 5 SODDISFARE, e SODISFARE.
jippa^ari. Contentare, Dar soddisfizione.
Lat. satis/acere , aiicuius vòluntnU m
expìere. Gr. ZATtvttv , i^upAiZ*. Dant.
inf, 10. Quioc'eutro soddisfallo sarai to-
rto. E _Purg. II. E qui couvieo ch'i*
questo peso porli Per lei tanto, eh' a Dio
si soddisfaccia. A" Par. (j. Ptrcl.è non
Mddisface a' miei disii ? È 10 Per sodJi-
àfare al mondo , che jjli chiama. Socc-
Introd. II. Il soddisfare dogai cosa all'
appetito, che si potesse ec. essere medi-
cina certissima a laolo male. E no^, S-
6. Pensò, avendulo a ciascun promesso ,
di volergli tutti e ire soddisfare. E «of. i3.
12. Al quale Alessandro ogni suo sl-lo Iibe-
rjmcateaperse, e siiddi>fece alla sua doman-
da. Eno^\ 21- l3. Madonna, Ìo ho inteso che
uo gallo basta assai bene a dteci gaMiui-; ma
rhe dieci uomini pussooo male, o con fa-
tica, una femmina soddisfare. E no\'- S7.
6. Essa (leggìi solameote le douce t-ipi-
oelle coitrigne , le quali mollo meglio,
die gli uomini, potrebbero a molli soddi-
sfare. E cani. ^. 4' E dflla dolce bocca
CoDvien ch'io soddÌNfaccia al mio disìie.
Xj.'t. 248. Io mi credo assai bene doverli
avere sodisfallo a ciò che li potesse aver
messo dubbio. Cat, Un. 18. Il che io ho
fatto taolo più vu'entieri per soddisfare e
servire V. M. io ogni occasione.
f g. I. Soddisfare, va'e anche Pagire il
éthiio. Lat. piTsoIvrc, saiisfaccre. Jìocr.
noi'. 3. 6. Il Giudeo liberamente d'ogni
quanlil'i , che il Saladino il richiese , il
servi, e il Saladìuo poi interameule il
soddisfece. .Voi'. ant. 67. 1. Io ti soddi-
iCirò quando ìo sarò tornato. Ed ella
J'ccabofnrio T. IL
S O D
disite: se tu non redissi? Ed ellì rispose :
sudisfaratli lo mìo successole.
5v §. II Soddif 'tre il danno, o sinntir,
vale Bifarlo, Lai. ilani'nnii sirctre « ti.
y. 8- 4- ^* ^ $oddisf.«re3i'-' il dannaggio
ricevuto per la gente del Re di Fran-
cia ... CO
:;: g. III. Sod.li.fire, \-nU anche Hi-
parare ali* offe ■in fitta ad uno col dar'jilt
gualche soddtfizione, •' Uoez. J'aich. 4-
pros. 4- lo questo non ho io, risposi, dubbio j
nessuno, che io uon volessi soddisfare allo
iugi urtalo col dolore dello ingiurianle 'i. (C)
%• S' IV'. Soddisfar!.' tino della pi opria
persona, vale h'ari;lt copta di sé* " Jìocc.
tioi'.'^l. 8. Molle volle «vanti che '1 ma-
rito tornasse da Genova , dc-lla sua per-
sona gli soddisfece ». (lìj
^ § V- Soddisfare, si dice nnche del
Fare opere di penitenza per soddisfazione
delle colpe commesse, •• Loh. 335. Disi-
deroso se' di soddisfare, in quello che per
te si pulrà, dell' clVesa commessa "■ E
337. A volere de* falli commessi soddisfare
interamente, si conviene , a quello che
fatto lui, operare il contrario. (C)
f # 3. VI. Svddtsfare il peccolo, \'alc
Far penitenza per piigare il fio del pec-
cato. Pass. 177. Per paura di qualunque
pena che gli convenga sostenere per sod-
disfare li peccali. Segner. Mann. Afi. \\'
2. Se hanno commessi de* peccati gli bau
pianti, e per qu'l poco che hanno ancora
potuto gli bau soddisfatti E ISov. 2 6
Furono poco iu vita loro sollenli di sod-
disfare i peccati da lor commessi. (V)
^ § VII. Soddisfare, vale anche Pii-
ccre. Fr. Giord. 2^Q Allo 'tifermo non
sodisfanno eziandio le prtziose coso .
Ce^ch. Stiav. 2. 2. Fil. Ella è una bel-
la giovane. Jìf. Sjddisfav\i? FiL Si ,
in quanto a lei ; a\d, ec. (f')
^ § Vili. Per Giustificarsi, Scusarsi.
Fior. S. Frane 85. Cognoscendo Irate
Pacifico la sìnisira immaginazione (il so-
spetto) de* frati, soddisfece loro umilmea-
le, e disse ; ec. (f'J
SODDlàFATTISSJMO.eSODISFAT-
TISSIMO. Supeil. di Soddi fatto. Antbr.
Cof. 2- 1. Tal eh' io realai sodisfatlìssi-
mo Di lui. Lasc, Gelo»-, i, 2. Gli feci
iotendtrr la dote, che ne rimase sodisfal-
tissìmo.
SODDISFATTO. Addita Soddisfare.
C<ir. litt, 2. 45. Comprendo , che questo
giovine sia 1n.1l soddisfatto dì voi.
;;: SODDISFATTOItlO. Add. Aito a
soddisfa' e. Segner. Conf. i-lr. cip. 3. Que-
ste azioni poi, ed altre simili a queste, o
siano soddisfallorie, o siau salutari, devo-
no essere ingiuute con qualche certa cor-
rispondenza dì num'TO. (V)
*tSODDISFATTUliA, e SODISFAT
TUlixV. Soddisfacimento. Lat. saiisf ietto.
Gr. ■:z\f,po-.fopi.y.. Buon. Fier. 4. 2. 7.
Come de' capì raccomodatura Difficile e
de' mondi , E iiial.igevol ]a soddiil,itlura
(la stampi legf;.' sodisfatlura).
3 SODDISFAZIONE , e SODISFA-
ZlONE. Il si^ddisfare. Lat. sat.sfactio. Gr.
rùripo-oòpTt'si.i. Bocc. nLV, 23. 4- Propo-
se ec. di volere a &>.,duisfazioae dì se me-
desima trovare alcuno, il quale più dì ciò,
che il lanaiuolo, le paresse che fosse de-
sno. -'■■ Seiiner Mann. Fehhr. 7. 4 ^
fiue di mantener questa pace aviesti di
ragione a privarti dì molle tue hencbi;
giuste soddisfazioni, (V)
* §. I. Soddi fazione , si dice altresì
dell' Azione Calla quale altrt si procaccia
il perdono d' alca» lO'-to fdi^ altrui.
"Maini, I. 16. E se non se le dà sodi-
sfazione , La ci farà marcir 'o uua pri-
gione " . (C)
I f §. II. Soddisfazione, diciamo anche
Una delle tre pirli daJla penitenza, eoa-
S O D
1225
sistente nel far tutto ciò che il Confesso-
re fin inip -sto al prnifente per riparazio-
ne dei peicati commessi* Lat. sati^factiu.
Gr rrijipopo^ijji,-. Pass. 73. Dell* qua-
le (penitenza) dice il Maestro delle seo-
lentie, che ha tre parli ec. La terza è la
soddisfazione dell* uprre. Maestrtizz, 1.35-
Non vjIc U sodislazioiie che non è fatta
iu t^razia e cartt..de Lah. 3 '.5. Buona
routrizione , e ultima suddisfaxione fu in
loro,
3 SODDOMA. Atto venereo tra per-
sone dil niidesimo sesso. Lai. paedica-
tio, 'sodomia. Gr. TTUytT/jto;. Covale. Med.
cuor. Soddoma e un micidio cb<t impedi-
sce la generazione. Lio. ì log-;. Questo si
fue per lo brullo peccato conlr' a natura,
lo quale si chiama soddoma.
SODDOMIA, e SODOMl'A. Soddo-
ma. Lat. paedicatio , * sodoniia» Gr. TTU-
•/iff/xo;, Maestruzz. 2. 3i. 2. tit, DelU
sodomia. />. Giord. Fred. S. 3»). Or non
vedi che si sostengono le raereirici nelle
ciitadi T questo è un grande male : e su
si sottraesse, si sourarrebbe un grande be-
ne ; che si farebbono più avolleriì, più
sodd-'inie. che sarebbe mollo peggio. Ri-
cord. MaLsp cnp. 6- Ettore ec. uccise
il re Palroculus , il quale commise con
Achille il peccato di soddomia. Bocc, Com.
Dant Questo (vizio) è chiamato soddo-
mid da una città antica chiamala Soddo-
ma.
'^- g. Falsare la sodomia , vale Con-
tiaffurc, Adiilternre. Lasc. Cen. 2. nov.
7. pag. 172. Quel pedagogo contraffatto
messero io gogna alla colonna ec. ed una
scritta gli attaccarono al collo, che diceva
a lettere d' appigionasi : per aver falsato
la sodomia. ! C)
t SODDOMICO. /'. A. Aid. Di sod-
domia. Lat. *sodomiticus. Olt. Com, Inf.
5. 70. La quinta in peccato soddomico .
E 16. 207. Introduce 1' autore intra que-
sta perduta genie tre anime di tic eccel-
lenti uomiui, li quali furono lerci di que-
sto soddomico peccalo.
* SODDOMITACCtO . Disprrzz. di
Soddon^ito. Brnv. Celi. J it. 2. 393. Vol-
tomisi Con quel suo bruttissimo visaccio ,
a un tratto mi disse: o sta' cheto, soddo-
miiacfio. (Cj
t S0DD0MITAMENTE...rf.fer6. Al-
la soddoit.itj. Con soddomia. Oli. Coni.
Pur^. 26. 480. Li primaì usandola be-
slialincnle, li secondi soddoniitamente.
t SODDOMtTARE. Usar soddomia.
Lai. fiaedicare. Gr. -izrj'/tCtff. Ott. Com.
lif. l5. ::8o. Coloro che spregiaron na-
tura e sua bonlade. soddomitando.
SODDOMITATO. Add. d<t Soddomi-
tare.
t SODDOMITICO, e SODOMITICO.
A'td. fu soddomia. Lai. * sodomiticits.
Oli. Com, inf, itì. 299. Quivi ci palesa
questi spirili soddomilichi. E Purg. 26.
4S1. Soddoma, e Gomorra perirono per
fuoco celestiale per lo peccato soddom»-
tico. Bocc nov. 2. 9 Tro^ò dal maggio-
re infino al minore generalmente tutti di-
soDCsiissimamente peccare iit lussuria, e
non solo nella naturale, ma ancora nella
soddomilìca. Maestruzz. Z- i3.i. Ancora
tra* p>;ccati contro alla natura gravissimo
è il peccato che si commette culle be-
stie, e dopo questo è il vizio sodomitìcu,
dove non si osserva il debito sesso.
SODDOMITO. e SODQMITO. CIu
fa soddomia. t.2i. pnedic.^ Gr. ^y/i«rij'».
Filoc. 7. 382. In quella notte similmente
si trovò, che quanti soddomiti erano ,
tanti ne furono estinti. Stor. pist. 17O.
Qualunque era, che volesse grazia in Cor-
te, portasse moneta, o menasse soco uno
hello fanciullo, e i.\e:i quello che doman-
dava, perocché la maggior parie di loro
154
Iia6
S O D
(.■rano soddumili- Àgn, Pand. 3. Ghiotti,
bugiardi, sodomili, buffoni ec, con fra-
ilagli, livrvc e frjrigc iiddobbali , tutti
corrono a far cerchio alT uscio tli chi e
prodigo. ZabaU. Andr, 66. Chi nasce in
nel segno di 0(.-mÌDÌ fia dì buona forma,
ma piccolo di persona ; ara capelli sotti-
li, e fìa bud-jinito. linguardo, ce.
* SODDOMITO , e SODOMITO.
Add. Sodomitico. Fior, l'irl, Cap. 20.
pag. ^I. L'Angiolo fu mandato da Dio
a una città che fu chiamata Sodoma, per
10 peccato sodomito che ti si facea. (SS}
SODDOTTA. Sutt rerbaL Sadrlnci-
mento, L<l. seductio, inductio. (Ir a~aTi].
G. y. p. 3.Ì. [. Ciò fu per la soddolla
de' Fiorentini. E IO- 7- i . Il quale con
lei non volea stare ce, alla soddotta di
uno me&ser Ugo il Dispensiere suo baro-
ne, e guidatore dvl re^me.
^ SODDOTTO. //'/./. da Soddiicerej
Sedotto. Lai, fmude imputtus. Gr. dio-
tiXkv/ìOsi';. Tac. Dav, Stor. i. 2\\- Le
legioni quarta e diciottesima, soddotie da
pochi, non cssor passate oltre alle parole
e le grida, e lusto sarieuo tornate a se-
gno. (•)
t SODDUCERE, e SODDURKE. ^e-
durre. Sobillare. Lai. scducere, in frau-
dem indacere. Gr. s^v.^aràv. Ftiv. Etop.
Co' quali il diavolo fa diverse reti e lac-
ciuoli, a menarci e a soddurcì alle pene
infernali. Ott. Cam. In/, y. i5o. Lj qujle
(pecunia) il (a avaro, e l' avarizia il sod-
duce in molli peccati. G. y . 6. 3^- 2-
11 detto Imperadorc mandò sodducendo
per suoi ambasciadori e lettere quelli della
casa degli Uhcrli. Lucin. Molti n' avca
rauoatt e soddulti a mal fare.
SODDUCIMHNTO , e SODUCIMEN-
TO. // sodduccrc . Lat. seductio. Gr,
cÌtcxtvì* G. V. 8- 92. 1. Per sodduci-
mento di suoi uBciali , e per covidigia
di guadagnare. I\ 11. 52- 2- Per sodu-
eimento e conforto di certi grandi. E 12*
59. 1. A sommossa del Papa , e per so-
iluciraento del Re di Francia ( così ne'
testi a penna) . Gititt. Itti. i3. Chi non
i' apparecchia a tanto etmiplo , a tanto
jppellamenlo e soduci.Ticnto.
•f" SODDUCITORE. Verbal. mnsc.
Che, o Chi soddiicf. Lat. decepior, sedit-
elor. Gr. xrraTijio';. Fav. Esop. Per lo
lupo (dobbiamo inlendt-re) ciascuno sod-
ducitorc de' giovani a mal fare. Ott. Com.
tnf. i8. 327. £ da sapore che il ruffiano
<-' il proposto delle meretrici, ovvero sod-
diicitorc ( la stampa per errore ha sed-
dacilore).
* SODDUCITftlCE. retba/, f^mm.
Che soddiice. Siìhdn. Disc. i. 228. Quan-
do san Paolo biasima a* Colotscosi li fi-
losofia, intende della sodducitricc e bu-
giarda, che favorisce I.1 tradixione degli
uomini. (*)
SODDURRE. red. SODDUCERE.
t SODDUTTORE. y erbai. m.tsc. Che,
o Chi sadducei Soddiicitore. Lat seductor.
Gr. àrfaT»)io';. /.ib. Pred. Godono d'esse-
re sodduttori della via del buono Din. C-i-
ialc. Med. cuor, V. quanto alle parole, di-
cevano eh* egli era soddultorc detla legge.
SODDUTTRICE. Ferbal. fcmm. di
Sodduttore. I.ib. Pred. Vi penetrano a-
stutamcnte con loquela sndiluilrice.
SOODUZIONE. e SODUZIONE. .?o,/-
diicimcnto, Lat. sc'uctto . Gr. «Tam.
h'iloc, 7. 371. Vinta la tua sposa djille
fjlsu soddiuioni dell' eterno nimico, pi.i.
rendo alci, il irapattò. (f. /'.()• !■• 3.
Perlo dette lodduxiooi si ribellò all'lm-
pera-loro la cittì di Cliermona addi 20.
•li Febbratti ( così nt'l Uito ì}<iv. ). E
II. ^'|. f^ Sì disse con sodunooe del si-
^n«rc di Melano.
t SODETTO Pr«. fi Scd^t. Alquan-
SOD
lo sodo. Pnllad. cap. \\. Per la calcina
buonj ec. farai lunfjo tempo macerare, e
poi sodetta abbi 1* ascia , e radila ( U
stampa, per errore , ha : £ poi su det-
la).
t SODEZZA, Qualità di eia che e
sodoj Durezza. LjI. suliditas , duritie§»
Gr. attpiorrii. Cr. 2. 8. 9 Por la so-
dezza sua ritiene più il naturai calore. E
nitm. IO L' umore più lungamente di-
mora io colai modo, si per la tortezza,
e si ancora per la sodezza. Vegez. I
quali per la sodezza sono più gravi , e
acconci a giltare.
§. I. Per meta/, vate Stabitiià, Fer-
mezza j e si prende coù in buona, come
in Cfìttiva parte. Lai. ftrmitat, conttan-
tia Gr, ìv-nUOliK Stor S* Gref^. Si
gloriò tacitamente d' avere spregiato il
Re per comandamento di Dio, e perciò di
subito fu levato djlla sua sodezza di den-
tro ( cioè, ostinazione ) . Cron. t'ell. 16.
Se gli avesse pretiaio iddio vita, avrebbe
avuto in comune assai stato , considerala
la sodezza e nettezza sua. Car. lett. ].
l58. Questa mìa sodezza si stende ancora
all' amicizia, e v* amo sodamente.
* §. IL Sodezza, dueti anche della
Qualità dei componimenti, che sono det-
tati secóndo le buone reqole . Salvia,
Pros. Tose. i'|i. Alla sodezza, alla di-
gnità, alla maestà della prosa, la sceltez-
za, la leggiadria, U sublimità della poesia
congiunse. (Cj
SODISFACIME.^TO. fed. SODDI-
SFACIMENTO.
SODISFARE, Fed SODDISFARE.
SODISFATTISSLMO. f ed, SODDI-
SFATTISSIMO.
* SODISFATTURA. Fed. SODDI-
SFATTURA, (/i)
SODISFAZIOlNE. Fed. SODDISFA-
ZIONE.
SODISSIMO. Superi, di S^do. Lai.
solidisstmus. Gr. oTs^fiWTaro;. liemh.
Stor. 4- 57. 11 castello di grande artifi-
cio, e di mura sodissime e grossissinie.
^ Segner. Mann. Gena. 27. 5 E però
questa è una sapienza sublime, spirituale,
sodissima'. (F)
SODO. StitU Sicurtà, Lat. cautio. Gr.
«7yy),ita Cecch. Dot. 3. 3. Un certo
sensale Gli fjcej d.ir cinquecento ducati;
Ma e* restò pel sodo.
§. I. Soda, è anche termine d' Archi-
tctiura, e vale Ogni sorl^t d' imbasamen-
to, o /ondmnenta, dove poti'to edificii ^ o
membra d' ornnmenlt, o simili. Penv,
Celi. Orrf. \\l^. lo mezzo a detta forma
vi era posto pur della niodesinu forma
quadra un sodo. •.' E Fit. 2. 20^. In
mezzo a detta f. ntana avevo f^lto un so-
da, il quale si dim >strava un poco più
allo che il detto va^o della fontana. (Cj
§. II. Onde Posare sul sedo j contra-
rio di Ponnre in falso, cioè Sopra cosa
che non sia retta sotto.
g. 111. Dire, o Favellare, o simili, in
sul sodo, vale Dir da senno, daldovtro.
Lai. .irrio dieere. Cas. riin, buri. 2. 19.
Io dico dunque, e dicolo in sul sodo ,
(:hc la natura li stillò il cervello Per far
un tratto una donna a suo modo, i^ecch.
Stinv. a, 2. Ohi e* ne va favelLmdu in
sul sodo. ('.ir. leu. t. 60 Ma, lasciando
il burlare, vegnanio in sul sodo. >!• ,S*ri/-
i'in. Annoi. Slur. |. \c^^, Che se avesse
parlalo sul sodo, l'avrebbe più magni-
ficala, e con asseveranza detto. (C)
§ IV. Porre, e Jlfellere i't sodo; va !e
PiUbtrare, Stabilire, Fermare, Lat. sta-
bilire, firmar*. Gr. ffTCc'poO». PiCor. g.
7. nov. a. Ormanno, o'ti ronvien mori-
re ; e questo è posto in indo. Frane. Sac-
eh, noi', 191. Questo fu messo in sodo,
cho più Obiti vi donni il prett, che lea-
S O D
rafaggì eoo si mostrarono. Morg. 12. 85.
Coli la pace si metteva io sodo.
§. V. Sodo, vale ancora Terreno in-
collo, e infruttifero, Lat. terrenum ittcml-
tum,ager incultu.t. Gr. trp'/i] 'Jr,, Buon.
Fier. 2. 2. 4- Che se la cultura. Che s«
ne spera industre, non v* intende, Non sla-
ran molto a convertirsi io sodi.
^ §. VI. Star sul sodo, vale Son s*
inserire in case frivole, o vane, ma ••-
nrrsi nelle impoi tanti e opportune ì Fug-
gire gli siherzi. J'oc, Cr. (A)
* §. VII. A sodo, posto avverbialm,,
vale Sodnmente, Gagliardamente. V, A.
SODO. (C)
f * §. VII! Di sodo , poito avver-
bialm., vale SùdiJfuente, Gagliardamente.
Frane. Sacch. nov. 110- Di eoo e«a
(scure) al porco nel capo ; e doo gli die
di sodo, che la scure schiaoci. (F)
3 SODO Add. Duro, Che non cede
al latto. Che non è arrendevole. Lai. so-
lidus. Gr. ffrr^ea;. iJoce. nov. 90 9- Po»
toccandole il petto, e IroTaodolo sodo e
tondo ec. . disse.
'!' §. I. Sodfy , aggiunto d' oro, vate
Massiccio. F. ORO .' §. I. (C)
* g. II. Sdo, /ìsuralam. « Dant. Par.
28. Se li tuoi diii non sono a tal nodo
(difficoltà) Suffirieoli, non è maraviglia.
Tanto per non tentar è fatto sodo ( cioè,
diffìcile asciarsi). (C)
* S- III. Sodj, ageiunto di itene, vate
Stabitej ed è contrario di M<.bile. hasC*
Cen. 2. nov. I. pag. 22. Non avendo be-
ne alcuno, né sodo, ne mobile, del gua-
dagno del padre vivevano. Farch. Stor.
5. Ii3. E colali somme s'avessero a ri-
spondere in beni sodi. (C)
5 §. IV. S'^do, per meta/., vale Sta^
bile. Fermo, Costante. Lat. firmus, Con-
stant, inconcussus. Gr. ^t^ato^. Dant.
Purg. 29. Vidi duo vecchi in abito dì-
spari, Ma pari in alto, ed onesiaio, esodo.
Cron. Morell. 261. Viverai libero , sen-
tendoli fermo e sodo nel valsente tuo ^ctoò
assicuralo, durevole. Lat, stabilis).
* §■ V. Onde Star sodo in ira pro-
posito, vale Esser costante, fermo in un
proposito. .. Cirijr. Calv. I. 1 2. Ma stelle
nel proposito suo sodo D* ucciderlo , o
morire in ogni modo • . (C)
g. VI. Sedo, per Forte, Gagfiaréo. hit.
sfrenuus, fortis, intrepidiis. Gr. iex^po'f.
Frane. Sacch. nov. ^S. Avendo sentito
Lapaccio la soda caduta di costui ee. ,
comincia a dire iu se: ec. Ar. Far, 38
55. Io dico il valoroso Braodimarte, Non
raen d* Orlando ad ogni prova sodo.
§. VII. Star sodo , vate Star fermo .
IVon si muovere. Lat. quiescere , slare .
Gr. •noLuìibxt, t?Tavai. Lar, Med. canz.
68. |t>. Se qualcuno Ìl piò li pesta, Non
dar briga , sta' pur soda.
g. Vili. Star *odo, o Star soda alla
macchia^ o al macchione, veglione IS'en >■
lasciar persuadere né svolgere a ehrc
chessia, o a d.r qitet eh' a'tn vorrebf'r.
Lat. impigrum vel tnexorabttem ette, de
gradii non deiici. Cr. a'u!TarsrrT(w tt -
vai. Farch. Ercal. 91. Star sodo alla
macchi.), ovvero al macchione, è non usci-
re per bussare che uom faccia, cioè lasciar
dire uno quanto vuole , il quale cerchi
ravarli alcun sogreto di bocca, e nco gli
rispondere, n ii»pondorgli di maniera .
che non sortisca il desiderio suo. Cren*
Morell. 266. Fa' che non sia loco, non lo
sinf-iiticare, oon li lasciar gonfiare, isla*
sodo. Malm. 2. 77. Avendo avuto inuao-
ai la lezione , Si stelle srmpremai sodo
al macchione. C-ar. lett. I . al ■ Kgli stelle
sempre sodo al macchione, e non fi vid«
mai che levasse né le mani, né gli occhi
del piatto.
5. IX- Sotti, si direno t Terreni incetti.
I
S O D
o njrt ìavorad» Pnllnd, Chi arauùo lascia
U terra soda intra ì sotrhi , se di men
trulli dannt-ggia. C<ii/. Cam, 6 Trove-
rem qunlcb* uliro modo , Cbe '1 podcr
noQ retti sodo Lor. McJ, canz. y. 4-
ll terreo con starli sodo, CXie *\ farò li in
lavorare. K IO. 5. Costor srppon sì beo
fare, Che il poder uoo stette sodo. Frane.
Sacchi now 53. A colui, di cui eli' era .
|)Urck' ella non rimanesse soda, ma fussc
lavorata, parta gtijdagnure la detta vi-
gna,* i'Siftl. Stor. Imi. 14. 545. Andasse
cercando terreni sodi e inculti, tanto lon-
tani , tanto difficili, e di tanto incerta ren-
dita - . (I\'J
§. X. Rimaner sode » si dice anche
delle t'emmine de* bestiami t che vanno alla
monta, e non restan pregne.
SODO . ^vverb. , come Turar sodo,
Pigncr sedo. Picchiar sodo, e vale So-
damente , ForUmente. Lat. rehementer ,
probt. Gr. a^o'Spst. , xy.\6v yt. Buon.
Fier, I. 3. I. Se gli ipocondri Non vo*
cbe i Banchi m'afferrin più sodo. Beta,
rim. 1 87. Vn dcbilor eh' è savio, dor-
ne lodo.
SODOMIA. Ved. SODDOMl'A.
SODOMITICO, r. SODDOMITICO.
SODOMITO. V(d. SODDOMITO.
SODL'CIMKNTO . Ved. SODDUCl-
MENTO.
SODUZIONr. Ved. SODDUZIONE .
SOFFERAUE. V. A. Ved. SOFFE-
BIRE.
SOFFERENTE. Che ha .^rferenzet, I^at.
toìerans, ferens, fialicnt. Gr. nas^wv ,
J-oiti'fO»v. Ld> Moti. Era tanto Uenigoo
e soQerenlc, cbe udend» tsscr ma! par-
lalo di lui , disse . j4Ìtn-lt. Cnp. 56.
Chi è sofferente, si governa di molto sa-
vere ; e colui che non è sofferente , in-
grandire la stolleuj sua. Cma/c. Med.
cuor. Questo disse per lui , che gli parca
troppo sofferente de' difelli di corte, ^met.
57. Egli ce. mai tali fiamme non avea
s^otite^ e »i nelle nuove era acceso, che
lui male sofferente oUramodo stimolavano.
* SOFFERENTIS.SIMO. Saperi, di
Sojferente. SaU-m. m.tc. 2. 533. Capi-
tani valorosissimi^ come uno Annibale,
un Alessandro, delle grandi fatiche di
guerra sofilereu rissi mi , pur non poterono
>osleDCrsi. quegli nelle deliiìf di Capiia ,
ijoesli nc'conviti, e nelle delicatezze dell'
Asia, Sec;ner. Mann. Jpr. 3o. 2. Questa
rabbia medesima de* demouii e rabbia
.\offerenlissinia di of;ni oUropgio (*)
t 5 SOFFl.RE^ZA . / irtìì de fa
comportare con pazienza h nvi'ers:ta, le
incurie , i dolori ec Lat. patientia , to-
'erantin. Gr.Orra^ovy;'. Jlbert. cap. 5fi.
La sofferenxa è porlo di intte le miserie,
ed ha la sofferenza nascose riechcrze, per-
rioccbè 'IsolTerente e M forte fi se medesimo
JM'navveniurato. e a ciascun dolore e rime-
dio la soffi^renia. F pìh sotto .• La soff'-ren-
ta è virtude «he porla igualmenle gVim-
IKti delle ingiurie ed ogni avversitade. E
.tppresto! La sofferenza h iguale scff-ri-
mento di quello cbe t* i- fallo. />occ. nov.
lOO. 18. Parendo tempo a Gualtieri di fare
I' ultima pniova della sofferenza di costei.
Petr, son. 108. Ma sofferenza è nel dolor
conforto.
^ §■ Sofferenza, talora voi.- Costanza,
J^ersrvrranzn in chec>-h^tfi'i . Lai. co/i-
stantia. 4< Tac. Da*'. Jnt. li. 93 I Ciri-
reni er. ne perderò la liberta guadagnala
neir assedio dì Mitridate , c-jcriaiu non
meco per luro sofferenza, die per soccorso
di I.ucullo '. , (C)
* SOFFF.RF.RE. /'. A l'ed. SOF-
FERI UE. (A)
SOFFEREVOLE. / . A. Add, Cheti
può sofferire. Lai. tolerahilis» Gr. avc-
JtTO;. Sen. Pist*'^%, La natura, cbe le-
S O F
ner.imcntc ci ama , ci ha cosi disposti ,
che '1 dolore o è soffercvole, o e brieve.
::• SOFFERIBILE . Add. SoffrthU.
Bart. Uom. Lett, i. pag. 3i. lì gusto
delle l.llerc rende non solo sofferibile ,
ma ohreraodo so.ive ta lontananza dalla
patria. (TC)
SOFFERIDORE. l'ed. SOFFERITO-
RE.
SOFFERIMENTO. Jl sofferire. Lai.
toleraiiti'ì. Gr. uToyov/;'. .4lhert, cap. 56.
La sofferenza e- igu.de n-fiVrimento di
quello che l' è f.ìUo, =!= F Cty ■ La forleaza
è ve. lungo M^lVrimenlo di fatiche, f AV
•f SOFFERIRE. SOFFRIRE, e ali*
(tnt. SOFFERARE. Comportare, Patire,
supplendosi talora e tisn/idoxi in alcune
sue parti con qtuUe d,-l/' antico verbo
SOFFElìERE. L;i(. tolerore, pati, suf-
/erre. Gr. utto/jleviiv , Tiao^Etv , avs'-
jijetv. Dant. Par. 3- Ma quella folgorò
nello mio sguardo Sì, cbe da prima il
viso noi soHerse. F 14. Oh vero sfavillar
del santo spiro , Cnme si fece subito e
candente Agli ocrbi miei , cbe vinti noi
soffrirò 1 E 2!^. E credo in tre Persone
eterne, e queste Crrdo una essenzia sì una
e si Irìoa, Che sofferà congiunto sono ed
este. F 3o- I^fa poco poi s.irà da Dio sof-
ferto Nel santo uficio. Petr. son. apS.
Perchè non furo all' intelletto eguali, La
mia debole vista non sofferse. F. canz.
"ÒQ. 7. Quando novellamente io venni in
terra A soflVir l'aspra guerra. Poccnov.
23. 24- Or vi dico io l>ene, che io non
posso più sofferire. F nov. 44- ^- I tcnijti
si convengon pure sofferir fatti come le
stagioni gli danno* F nov, 62. 6. Credi
tu che io sofferi cbe tu m' impegni la
gonnelluccia ? E nov. 87. 2. Il che,
quantunque gravissimo fosse a comportare
a Talano, non potendo altro lare , se 'i
sofferiva. Albert, cnp. 5o Gli stolli temo-
no la ventura, i savii la snfferano. Fr.
Ine. T*. 6. 12. 10. Or perchè l'hai sof-
frilo? Per volermi salvare. Jìoez l'arch
3, rim. 2. Soffi ir da qiini dure percosse
usati. A^n P.md. 1. Chi vive povero in
questo mondo, patisce molta necessità , e
sofferà molti stremi bisot^i .
-:= g. L Per A^pettoic, Dant. Prtr^.
3i. Di* di', so questo è vero: a lauta ac-
cusa Tua confessino conviene esser con-
giunta ec, ( è Ueatrice che pntlo a Dan-
te) Poco scfferse ; poi disse : Che jicnseT
Pece. ^. p. n. C(. Convenne lor soffrir di
passar tanfo, che quulle (bestie) passale
fossero. (J }
*§.!]. Per Pcimetti-re. Vii. S. il/.
Madd. 4- Non sia iiiuiiu cbe creda che
essa des^c il suo corpo a tanta vergogna,
che quello non te sarebbe stalo scfl'erto ;
cbe il fratello cogli Au'x suni parenti e
aniiri r avrebbono incnrceralo. Porf:h.
Arm. Fani. 7. Non sofferse che fussero
armati alla guisa degli altri cittadini (V)
g. III. Sofferire V animo, o */ cuore ,
vale Aver corn'^cio. Aver animo. Lai.
audere. Gr. ro/pd-j. Socc. nov, 5o. 2O-
Come ti sofferiva l'animo di dir di Iti,
sentendoti quel medesimo aver fatto , che
ella fatto avea 7 F. nov. 7J. 58. Poiché
a me non sofferà il cuore dì dare a roe
stessa la morie, dallami tu. Far. lett. 2
l35 Non mi soffrirebbe mai 1* animo, che
la l:ellezza del vostro libro fosse macchia-
ta da un sì picciol nco
u- g. IV. SJferire in pace, vale Sop-
portar pczienteinente, Jnlrod. ì'irt. Vi.
E vegnendo nel mondn, tulle le delle
pene nella sua persona in pace sofferse .
F l4> Così non esser buono è chi le tri-
bulazioni del mondo, e t peric(>li non sof-
ferà in pace, ma se no cruccia, e lainen-
I la. iC)
I ''^- § V . Soffrrirr cdiO da alcuno ,
SOF
122:
va'e F.aere odiato da Ini. Dant. Purg.
28, Ma 1* Ellesponto là , *ve passò Serse ,
Anri.i.i freno a lutti orgogli umani. Più
odio da Leandro non sofferse ec. Che
quel da me. (LrJ
§ VI. Sqfferire, in xi^nìfìc. neufr. pass.,
per Contenere, Astenne. Lat. Umperare,
abstmere. Gr. anE^s^Sai. Sen, Pist. I
mal.igurosi s'alluffano ne' diletti, de' quali
e' non sì possono siTlerire. G. V. 7. 27.
3. Dicendo cbe per Dio si sofferisse al-
quanto, se volesse la vinaria.
g. vn. Scfferire,per Pepi:err, Sostene-
re. Lat. susti'teie. Gr. avH*^eiv. Dant.
Pu'g. i3. Di vii cilici IO mi p.ire:in co-
perti, E r uu solferia 1' altro colla spalla,
E tutti dalla ripa cran sofferti. Sen. lìen.
J'arch. 6. 3o. Uno diceva cbe non po-
trebbero soderire la di^6(iJ
SOFFERITORE, e SOFFERIDORE.
Che soffcriscc. Lat to/emns, patiens. Gr,
uTTf'/jiovnTiXo'; , 7to>w'T3ia; . Nov, ani.
26. I. E Io sofferilore rispose a colui che
gli dicea cbe rispondesse : io non rispon-
do, perdi' io non odo cosa che nii piac-
cia, Amm. ylnt. ip 2. 1. Sofferilore
vince. Lib, Moft Non s' nili mai che
sofferiior fosse biasimato. Liv M. Li Galli
seno troppo mali soflcriliri di affanno, e
lo loro primo assalto e più fiero che di
uomini, e l'ultimo è meno che dì femmi-
na. Frane. lìnrh. 26. 5. E sia sofferidore.
i> SOFFERITO. Add. da Sofferire,
Pemb. Sior. 6. 80 Dagli allri tulle le
gravezze sono portate, e soffi-rile. (V)
SOFFERMARE. Fermare per breve
tempo j e si u^a in sisnijìc att. neutr. e
neutr. pass. Lat. subsistere. Gr. uot'cTCt-
ffSai. Red. Oss, an. GQ. Osservando ce
quali razze, e quante di animali volanti »i
aggirino, ronzino ed impunlinn, si soffer-
mino, e si nutiichino in qufU' erbe.
* SOFFERMATA. // soffeimarsi ,
Prieve fermata. Lat. brevis pausa. Gr.
^pc/.^EÌfx. :Taùcir. Ped. Cons. 1. 225.
Questo fioalmente è un male che va di-
rellamente ad attaccare il runre, fonte
della vita, e nelle soflermale del cuore si
può col tempo appoco ;ipjHico ed insinsì-
bilmenle radunare e deporre ec. qualche
cosa esterna. (•)
SOFFERTO. Add. da Soffrire. G. V
7. 101. 6. Volentieri vorrebbe essere sof-
ferto di suo s.nramento ( cioè , liberalo .
proiciollo ) . Pucn, Fier. Jntr. 5. I. A
ricercar compenso Per tanti danni in quc
sti dì sofferti ( cioè , palili , compor-
tali ) .
* SOFFERUTO . V. A. Sofferte .
Pemb. (A)
•f * soffi'. Nome che si dà ai Re
della PcrsifT. Puon. Fier. 5. 4. 6. Dal
la legge Rimossi , inopportuno hanno il
ricorso Al Soffi , fan venire ec. Salvin
ivi: Al Sopì, cioè al Re di Persia.
detto cosi quasi Giudice , che tale è il
regnante. (A)
SOFFIAMENTO. Il soffiare. l.zX. fla-
tus, sitfflaius , f.amen . Gr. Ttvai;'- filoe.
?.. 233. Parvegli primieramente veder l'aer
pieno di turbamento , e i popoli d* Eolo
usciti dal cavalo sasso, senza niuno ordi-
ne, furiosi recare d' ogni parie nuvoli, e
fjre sconci, e spiacevoli soifijmecli. Mae-
struzz. i, 48. Il soffiamento cbe fa il
prete , significa il cacciamento del demo-
nio , e r entramento del buono Angelo .
Sen. Ben l'arch. f\. 28 I snffi.imenti
detcrminati de'venti furono dagli Dii tro-
vati per benffizto di tulli gli nomini
g. Per meta/, vale Maledtanza , Lai.
maledictiù, convicium. suuuratio, susnr.
rtis. Gr. )atSopi». Pocc p. 4 P- 4' ^*
così fatti soffiamenti, da così atroci denti
ec. sono sospinto, molestale, e ìdCqo nel
vivo trafftto.
122^
5 O F
SOFFIANTE. C/ie soffia. LH. fl<ins ,
jpirnns, Gr. ffv^wv. O, 5. 19- 9 Si dee
spesso zappettare, e inf;rassare ron abboo-
(lanza di letame , e da' vcDli dolcemente
tof&anli esser dimenato. /Im t. i'. Egli
vede ce. i capelli con inaeslero non usato
avere alla testa ravvolti , e con sottile
oro, a quelli non di»ugu:ile, essere tenuti
con piacevole nodo alk- sofEanti aure.
SOFFIARE. Sttit. Snffìamcnlo. So/fio.
Lat. flatus, fi tmen. Gr. TTVovf Sen. Pist.
56. Quando questi giovaui forti e rubesii
s'esercitano in giltare la pietra e *n faie
lille braccia ec, io odo ^uaì e rammari-
chìi con acerbissimi suflìari e altieri ( il
testo lat. fin: accrbissinias respirati 'n^s).
SOFFIARE. Spigncr l'aria %'iolentc-
mentt' col Jìalo, aguzzando le labbra. Lat.
flare. Or. Trv'Siv. l)an(. tnf. 23, Tutto
sì dislorsc , Soffiando nella barba co' so-
spiri. iS'ffpg. rtat. esp. 25S Y. però neces-
kario , a voler che questo efìfetio segua ,
olire al fuoco gagliardo , il soffijr conli-
ouamcnte ne* carboni che stanno intorno
al bicchiere; e ciò sì avverta a farlo per
un foro di un* asse che serva di parapet-
to a chi S'iflìa. Calai. 28. I bugiardi ce.
sono ascollali er. ne più ne meno come
se egli non fivellassono , ma soffijssono .
Maini. Q. 20> Miagola » 0 su01d i! gatto,
<■ 5' arronciglia.
>!• g. I. Dello di COSI chi' mandi i-en-
to. fimi'. Coli. Orff. l\\. Poneva l'opera
nel fuoco, acconciando li delti carboni col-
le lor leste per ordine , quelle volgendo
verso dov'egli voleva sald.irc, perchè dette
leste soffiano e respirano ;ilquan!o. !■' 1 2q.
Veddi entrare dentro il metallo senza sof-
fiare pacificamenle, er. (y)
§. II. Soffiare, per lo Spirar de'venlt.
Lat. spirare , fìarc. Gr Tivs'stv , pu7«v,
Dant. Pitrp. 5. Sta come torre ferma ,
che non cr<dla Giammai la cima per snf-
fiar de' venti. Ji Par. 28, Quando soiPia
Dorea d:i quella guancia , ond* v più te*
no. ììocc. g. 4- P- 'O' Procederò avanti,
dando le spalle a i{ucs(0 vculo, e lascian-
dol sofTurc.
g. III. Soffiare, in alt. signifìr* , vale
Spingere checchessia rolla forza del fiato.
Lat. siifflarc. , insufflare . Gr. £/jiou7KV.
Cr, 9. 26. 2- Speisamentc con un can-
nello si soffi negli occhi sale sottilmente
pesto. /T appresso : Si soffi colai polvere
negli occhi a) cavallo due volte pvT gior-
no . Dant. Jnf. l3 Chi fusti, «he per
tante punte Soffi col sangue doloroso
sermo? * Tass* Ger. 18. .^7. Vengono i
venti e le procelle in guerra E gli soffia-
no al viso iispra tempesta. (D)
g. IV. Soffiare, terni, degli Alchimislit
s'irle Adoperarsi Col fucco intorno olla
purificazionet o immutazione de* metalli;
e preso axsolutam. , vale Tentare di far
P oro. Car, leH. I. 8. Qui sì soffia a più
poinro. e l'Allegretto e in «iamo sopra i
mantici. /C i, lOO. La qu.do (città) .illro
volte ch'io vi fui, per soffiare alle miniere,
mi parve una bicocca da tingari.
§. \ .Soffiare, per /sbuffare per superbia ,
collera , o altra paision d' animo . Lai.
fremere . Gr tfifìptaK9^oi.i . Jìocc. n.
58.
i-lia
presso a sedere, altro
non farcva. che soffiare. E nov. (Ì5. |5.
Il geloso rolla sua inal.i ventura, soffian-
do, t* andò a spogliarr i panni dr<| prete.
E nov. 73. 16. (^atandrmo, srnli'ndo 'I
duolo, levò allo il piò. e rominciò a sof-
fiare. K nOi'. 85. 6. Calandrino , tornato
a lavorare, altro che soffiar non f.icea /:,'
apfire.iso : Clio diavolo ha' In . *oiin Ca-
landrino ? tn non fai altro , che soffiare.
Prone. Sacc/i, nov, 91. Comincia a sol-
fiarc, che pvrea un porco fedito, l'arch.
Ercol, 55. Se v'iggiugno parole, o atti
cbc moitrino luì ec. essere adirato, e ave*
S 0 F
re ciò per male, sì dice: e* marina, egli
sbuffa, o soffia .
§. VI. Per Anelare. Ankare. Lat. an-
hilare, Gr. c'a^/iacveiv . ^r Galat. 80.
Come fa chi »' affretta si , che conven-
ga, che l'gli ansi, e soffi. (C) Ma'm. 3.
34. L con un fuor di lìngue e orrenda
vista Si>ffijvan, eh' i' ho stoppato un al-
chimista
§. VII. Soffiare, per meta/., vale Jn-
citare, /nstigire- Lai. tuicilare. Gr eyet*
pliv,nt, S. GìO. fiat. 23.'» E soffidvae
accendeva l'ira nel cuor d'Erode. Cron.
l'eli. |''|. Di che gli conveone entrare in
franchigia , e f u a grande pflrìcolo della
persona, soffiando al Re i Francesi so-
pra ciò.
g. Vili. Soffiare , 0 Soffiarci il naso ,
t'ali- Trarne fuori j m.cci . Lai. nares
emungere. Gr. p'i'vst; «TOju.uTTeiy. Galat.
9. Non si vuole anco , soffijio che tu ti
sarai il naso, aprire il morcirhino, e gua-
tarvi entro . Jlleg. St.>ffiarsi il naso un
trailo nelle mani.
g, IX Soffiare il naso alle galline, Jì.
guratam, e in modo basso, si dice di Chi
cominda , o fa tutte le /accende . Malnt.
5. 29. Ansi il bando si manda da sua
parte , Percb' ella soffia il naso alle gal-
line .
g. X. Soffiar parole negli oreccchi al-
trui , e anche asiolutam. Snfftir negli
orecchi ad alcuno , si dice del Darli al-
cuna notizia, o avvertimento se^relamen
le , V tahra anche Amlar continuamente
imtignnd-lo. Lai. m vurem insusurrare.
Gr. tltOu^t'^etv. /». /1s. 1.13. Queste e
altre simili parole soffiando negli orecchi
di Venere, lacerava quel garrulo e so-
verchio curioso uccello il suo 6gliuoIo .
Varch. Ercol. 80. Diccsi ancora lufolare
e soffiar negli orecchi ad alcuno, ci e par-
largli di segreto, e quasi imbecherarlo.
§. XI. Soffiare, il dice anche, in modo
hasso, del l'or la spia. Lai. de/erre. Gr.
ivSn^ij ttouÌoOki. Malm. i. 37. Sofìia-
no, son di calca, e borsaiuoli.
§ XII. Aprir la bocca , e soffiare , o
Soffiare, e favellare, si dicono del Favel-
lar senza considerazione, e riguardo. Lai.
verba tjfutire. Or. y>uapérv. Varch. Er-
col. 9'(. FavelLire a caso ec. e dirla come
ella viene, e n-m pensare a qurllo che si
favella , e ( come si dice ) sofRare e fa-
vella r»"*
-'.' SOFFIATA. V azione del soffiare ,
ed anche Colpo di soffione nel si^^nifi-
C'Ito del § II. Fìenv. Cr/I, ì'it I. ijS.
Dato fuoco a'mia soffioni non tanto gitlai
quelle botti per terra, che m'impedivano,
ma in quella soffiata sula aminazzai più
di trenta uomini. fC)
SOFFIATO. Add da Soffiare. Lat.
flatus, siifflafiit , inuiffìitus Cr. 9. 26.
2 A questa inedrsìma vale il salnitro re.
soffialo nej;Ii occhi. Dant. Pitrg. 3o Sic
come neve tra le viv.- travi Per lo dos^o
d' Italia si cnngrla. Soffiata, f stretta dalli
venti Schiavi (cioi, spinta). ì'arch Er-
col. 1. Al tempo nuovo deono . soffiati
da dolcissime aure , pnrg<<rne gratissime
ombfp .
t SOFFIATORE f'erhal. masc. Che
^r>frta. Lat, 'perfìator. Gr. ù ^istTvt-jeor;.
Tratt. »egr. coi, d^ynn. Nel Irntpo che
sono sopra terra i venti solììjlori per Ira-
mrtntana .
•f « SOFFIATRICE, l'erbai, fem. di
Soffiatore. Salvia. Opp. Pese. .'|, Come
quando Uomo un pien v.itn ;ttiiigciando .
S.'ffìalrice rannidila a bocca mette, E col
fiato su trae del vin la bevj. (A)
SOI'FICCAnK. i\aseo»dere j e ti uta
anche in signific. nrutr. pati. Toc- ì)av. I
Ann. li, io3. Solficcansi i Ire senatori
con laido non forao che iradilore nascon- I
S O F
diglìo (il testo Ut. ht : lese abstrodant).
EStor. t\. 356. Soffircavanst nv'padìgtitv
ni, fuggivan la luce, più stupidi per la
vergogna, che per la paura. Ciriff. Calv.
3.83. Que'si van sofficcaodo come pia^
tole Al buio.
•f SOFFICE. Susi. fem. Ferro ejm^
dro di lunghezza d*iin sesto di braccio •
sfondato net mezzo, sopra'l quale 1 fab»
bri mettono il ferro infuocato, quando lo
vogliono bucare.
t SOFFICE. Add. Morbido, Tratta
bile, e che toccato acconsente ed avvalla j
e propriamente si dice di coltrici, guan-
ciali , e simili. Lat. mo'lis , tractabilis .
Gr. juyJa/s; . t^)j)ay>3To'5 . Ovid. Pist.
l^'O. lo riguardo spesse volle se le tue
pedate appariscono nella soffice arena .
Coli S^ I*,id. Perocché non solamente
sono alquanto soffici , ma hanno picco-
la fatica a fare , e cnttan poco . Palladi
Febbr. aS- Desiderano le cipolle grasso
terreno , soffice, e rigo d'acqua, e lela-
minalo- Cr. 5. 6. X Amano terreo dolce
e sulfiee. non perciò arenoso. Dav. C^lt.
167. Il dìì pianamente io fossa aperta e
concimata , qnasì in soffice letto , posare
e coprire.
^: g. Per Comodo, Agiato. PaVad. ai.
Nelle stalle di-* cavalli si pongano di sotto
alla paglia assi, o piante fermerelle, sic-
ché giacendo stieno soffici, e stando ritti,
r ungliie si sodino nel duro (F)
•f * SOFFICEMENTE . A^-verb. In
modo soffice , Morbidamente. Cor. f.ong.
sez. 32, Ella Qa carne) conlra latte U
cascale, a guisa .del e robe filtrale, cede
morbidamente e sofficemente ai corpi. (Af
t 3 SOFFICENTE, e SOFFICIENTE.
Add. Chi' e a sufficenza. Che è tant^ cHo
basta a cbeecbessiaj e dicesi dt perscna,
r di cosa. Lai. sufficient. liocc. nov. 79.
^3. Or non li bastava io? frate, io laros
so(TGcenic a un popolo, non che a te.
Cronicbett. d*Amnr. 71. Ved.'ano che lo
re Filippo non era sofficiente ad alargli.
Fif. S. V, Mad'i, ai. Che vendetta po-
trò io mai fare di me medesima , sofE-
cienle a tante e tali offeset
t §■ I- Sf>picfnte , vale anche Che >
in iitato di far checchessìa , Abile, Cm'
pace. Lai. aptus, idc^neus- Gr. cViTnVsiOf.
fìocc. nov (Ì!. 12. Ni'n meno sofficeotn
lavaceci, che fosse Gianni Lotlenoghi. E
noi'. 79 8, Ci lasciò due sofficenti disce-
poli . Oi/rf. Pist. 87. Appena era ella
sofficeote a portare la grave roca dell»
Lina. G. /'. 8. 5. a. Non sentendosi sof-
fir-ente al governamentn della Chiesa ec.,
cercava ogni via, come poieue rÌDUBtiare
i) papato .
* § II. K col secondo cato. FU SS.
Pad. 1 . 20^. l'are che egli sia saolo •
sofficicnle delle altre cose. f.V;
* § IH. Sofh'cente, vale anche Istrui-
to, Addc-ttrinato. « Cronichett. d'Amar.
^6. Usania è degli Re, e de* Signori dell»
lerre , che egli non vogliono 1 ciiudiai
molto sofficienli, ni: molto buoni, ne
troppo itprrli -. (C)
t §. IV. Sifliciente.iHtle anche Ej^per-
to. Eccellente^ ed in questo senso dicesi
solo dt pert.^na . ti F. II. 65. 3- Egli
era il più snlficenie capitano e savio di
guerra ec., che nullo altro cb'asuolem-
po fnue.
*•' §• V. Per Contap^vole, col secontto
cmto . Ott. Com. Inf. 3o. Sa*». E per*,
siccome s&ffiricnle di tanto inganno , la-
sciarono li Greci questo Sinon lega lo presso
alla <L|jtiu predetta. fO
t SOFFICR.NTEMENTE, e SOFFI-
CII■:^TEMEN^E . Atveib. Il modo
s-fficiente. Sufficientemente. Lai /w/ffcien-
ter. Or l'xavwf. />.it*. 7^. Comprende que-
sta dilYìnistone sofficientementc che rosa i
i
S 0 F
teotrìttoca- ^Irn. Pist. Oli scrini de* qua-
li non 90 se t'originano soflGcipn irniente .
Ott. Com. Piirg. 25. J^63. Di queila cor-
rusiune è scritto ni*Ila chiosa eli sopra al
quinto capitolo ilcllo Inferao sofficeutiv
mente.
■f- SOFFICFNTEZZA, e SOFFICIEN-
TEZZA. r. j4. Sufficienza . Lai. prccstan-
Ha. Gr. ixavom; , ì^oxfì • Ovid. Pist.
308. Non mi dovre>ii scbifare, pensando
alla mia soffìrienlriia.
SOFFICI NTISSIMO, e SOFFICIEN-
TISSIMO . Super/, dt SoJ/ìcirnte . Lat.
nptistimus t maxime ùioneus. Gr. eTtTTj*
Jfta'rotTo;. Pelr. C'ont. ili. Perche elio a
lì fatte cose sempre era sofficientissimo,
Put* Dato alle lettere , in breve tempo
diventò iofficienlissimo (Lat. pricslantis-
sìmns. Gr. i^oxoÌTV.'zo:,).
f SOFFICKNZA . SOFFICIENZA ,
eii nU* ani, SOFFICENZIA , e SOFFI-
CIENZiA. Attratto di Sojjìeente. Fccel-
lenta, Jhilità , Capacità. Lai. stif^cien-
tia , praestanlin . Gr. t/avjtv;; . iXoxr» •
nt S. Gir. 10. Per certo confesso che
io non sono parlatore, ne h» in me sof-
ficenzia da ciò displieare . Jiocc. nov. y.
i3. Serondo che alla sofficienza di Pri-
masso si conveniva. Oi'id. Pist E avve-
gnadiochè tu mai non fossi slata giurata,
Doo mi dovercstì sdegnare, pensando alla
Olia soflìcienza ((fucato stesso esempio si
fe^e anche alla ìOCcSOFFICE:^TEZ7A).
§. I. Prr j4hhondnnza. Lai. *'i>, copia.
Gr. èv:zop{'X. Liv. M. Grande sofBcenza
di biada V* area. '^
5- II. ^ s^Jfcenza, posto avverhialm ,
vale' A b istanza, Dastanteménte. Lai. suf-
fieieater. Gr. ixkvw; . Bocc Introd. 1 3.
A sofficicDza, secondo gli appetiti, le cose
usavano, * ^./i'. //t',er(. 2. i. iq. E del
Nome, e delle sue parli, e di ciò che a esso
apparli^iic , sia detto a sofficipnxa. (V)
•t * SOFFICERE , V. L. ed A.
Postare, ffaes. 127. Da temere h che,
faticalo di questioni non molto necessa-
rie, a terminare la diritta vìa soffìrer non
poisi. ff)
SOFFiriFNTF Te^ SOFFICENTE.
SOFFICIENTEMENTE . Fed. SOF-
FICE.NTEMENTE
SOFrtClENTEZZV. T'. SOFFICEN-
TEZZA
SOFFICIENTISSIMO. Ved. SOFFI-
CENTISSIMO
•f SOFFICIENZA, ed aìV ant SOF-
FIC1E?<ZIA. Ved. SOFFICENZA.
* SOFFICIOCCIO . Jcnefcil. di
Soffice. Lat. molìior. Gr. /uotlwzùJTepo?
Berrt. Catr. se. ^. Perche la gli è troppo
bianca farina, Paffuta, tenda, grassa e
(r.Siriorci.1. {")
•f * SOFFICIRE. JWe poco usata.
Ifeutr. pass. Divenir soffice. Paflad. Oif.
II. Sarchisi spasso il solcel dc'porri, sicché
la terra si snfficisca. fF)
SOFFiETTO. Strumento , col tfnafe
spignendofi Ilaria, si genera vento , per
accender /$40cc, o simili. "LaU foUis. Gr.
* SOFFIGGERE. Keutr, piss. Cac-
cia'ti sottn. CtriJT. Cah'. 4. III. E al-
coni, per fuggir questi conirasii, S'eran
»oreili giusta Icr potere, Qoai per le
busse i cBD sotto le banche. Ravvilup-
pati in le tovaglie bianche. (B)
t SOFFIO. Il soffiare. Lat. flatus,
.«piritiis, Gr. TVOA. /?»r Par. 7. 3. Lo
ioffio non r se non aire .ngitalo. OiiW,
Pist. I7^.0Biirea, venlo tempestoso, tue
me, e non conira 'I
iucrudeliìci cootra
mare, oc. : adunque li prìego
perdoni a me. e che tu muo%
peratamen''- il tuo sofBo. Sa^f^. nat e<p
i^\. Che finalmente non è tiralo con a!.
ira regola, che col ioi6o dell' artefite.
n che tu
più tem-
sor
f. I. In N/i soffio, pesto avperòialm.,
vale Subitamente, In un attimo, Lat.
statim, momento lemporis. Gr. a'uOy';,
e'v aroftu- Buon, Far. 5. 2. 8. Ch'io
mi tolga giammai Al tavolel, dnv* io fui
cambiatore , E tanto accumulai , eh' ora
in un soffio Veggo andato in un soffio,
>'on posso ec.
* SOFFIOLA. Melihto. Erba velin-
rina. Lat. meìilctus. Gr. iiOiXùrcc. Il
focabolario alla voce MELILOTC (•)
SOFFIONE. Canna tra/ rata da sof-
fiar nel fuoco. BiCC. nOi-, 3l. 5. F.»ra'-
ne questa sera un soffione alla taa ser-
vente, col quale ella raccenda il fuoco.
Cani, Cam. 197. Ancor v' abbiam por-
talo de' Soffioni, Che 'ntcndiamo n' usa-
te : I nostri son de* buoni , Benché da
voi gran dovizia n* a!)brate ; Questi son
da brìg^ìte Che non hanno che fari* , e
gente sciocca ; E se non han soffion ,
fanno con bocca. £^^5. Inteso abbiam
che voi la maggior jiarte Certi colali
usate , Di canna falli senza industria, o
arte. Che soffiin gli chiamate, Malm. i.
55. Cosloio cmpion di rena un ]or sof-
fione.
f. I. Soffione, si dice ancne per Pie*
dolo mantice da accendere il Jiirco. Lat.
follis. Gr. pv?«. Buon. Tonc. (\. \. Vo*,
per ispegner d* amore il gran fuoco, Col
scffion della morte farmi vento.
V g. 11. Soffione, fu detto anche per
Qualunque pez£0 d' artifluria, Benv.
Celi. J it. I. 175. Dato fuoco ai mia
soffioni, non tanto gittai quelle botti per
terra, che m* impedivano, ma in quella
soffiata sola ammazzai più di trenta Uo-
mini. (C)
5 5. IH. Soffione, si dice anche a'trtii,
in modo basfo, per Ispia, Lai. delator^
exphrntor Gr. ÌvSilX7r,iy ZXOTZo'i-
* g. IV. Per Presuntuo.to, Alti roso.
Gonfio, Superbo. Lai. nrrognns, elatus ,
wjlalus. Gr. aiaCwv. yc')-Kuroc. oyxil-
pOC, Segu. Ette. ^. 188. Il soffione, in
quanto alla considerazione di se slesso ,
sopravanza j ma O' n già in quanto alla
considerazione del magnanimo. E iq2.
I .soffioni son bene .«tolti , e tali non si
conoscono. « Segr. Fior. C/iz. 2. 3. Sc/r.
Entra in che en'.rare tu vuoi. Questa
fanciulla m.n si ha a gìitar via, o io
manderò sottost^pra , non che la rasa ,
Firecze. JVic. Sofronia, Sofronia, chi ti
pose questo nome, non sognava ; tu se*
una s^ffiona, e se' piena di vento. (")
* SOFFIONERI'A Astratto di Sf-
Jionej Presunzione, Alterigia, Gonfiezza.
I.at arrofantia , animi elatio, Gr. «)k-
Co"'e'k, jjt>KUTi'a. ò'^fo",. Se^n. Etic t^.
193. E più opposta a!la magnanimila la
pusillanimit'i, rh<> la solfioneria. (*)
SOFFIG.NETTO . Dtm. dt Soffione.
Frane. S-Jccb. nov, ipj. Avea un sof-
fionello di canna assai sottile.
SOFFISMO. /Vrf. SOFISMA.
'.' SOFFISTICARE . f. SOFISTI-
CAnr. (fj
SOFFISTICHERl'A. Fed. SOFlSTI-
CIIEKI'A.
SOFFISTICO. Add. Ped. SOFISTI-
CO
* SOFFITO. r. A, Srfio.Otl.Com.
taf. ^. (>3. La musica ce. atmoDira sta
nel canto della voce delli uomini; l'or-
ganica è quella che si fa con soffilo ,
siccome in trombe. (C) Fr, Gird. Pre.t.
78. E poscia la vita tua uo soffilo , non
le ne pur avvedi. f^V
SOFFITTA. Stanza a tetto. Farch,
Sfor. liì. 5g^. Si ristrinsero insieme in
i»oa si-ffiita del Cardinale. Lase. Parent.
J 7. Per disperato subito me ne andai
nella soffitta, t? Bari Ben. rim. pig.
22. (Livorno j^pjj ;. E di chiunque
SOF
13»,1
pur por
suoi verd"
roD sua madre a lato, O sola
camere e soffine, Parte d-
inni ha consumato, (B)
t §. I. Soffitta, si dice anche una
S'tta di palco, che si fa sotto l' ultima
COpertiun, o tetto degli cdificti, O sotto
^llro palco per nbbvlhwenlo Lai Inquear,
tocunar. Gr. xaTKSTi'yasy K . '.- Snfvin,
En. lib. I. Peiidon dalle soflSltc d'oro
accese Lumiere. (F)
* § II. E figuratam. Impetf. V.
Tnsc. D. 16. T. 2 340. E chi sa ebe
de!Ie infinite stelle, che suso sfavillano,
chiunque scorg-T le potesse distintamente*
col telescopio, che ben mille e mille va-
rietà non \\ scorgesse lutto adattate, q
terre, o soli, od altro in qiiesln universo
di più importanza che a Lr bella elucida
la soffitta del cielo ? (F)
^' §. III. SJfìlta, per La parte di
sotto della cnrnice tra l'uno e Vaitro
modiglione, nella quale sf>glionu int'i^liare
rosoni , e simili altre cose. ^Tirchetl.
I.iicr. lib. 2. v. 41. S-' non rifulge am-
pio palagio, e splende D'argento e d'or,
se di soffitte aurate Tempio non s' orna
ce. (B)
•f* ^- SOFFITTARE. Fare un palco
setto P ultima copertura, o tetto degli e-
dificii, 0 sotto pftro palco per abbel-
limento. Salvia. Odiss. 23. 25;. Io di-
visai La camera, fioche la terminai Con
serrale pietruzze, e per di sopra Ben sof-
fittai, f^ IHad. fi. 338. Dall'altra Banda
a rimpetto, dentro della s.ila. Dodici ca-
mere erón soffitlnte Di pietra, ec. (A)
f # SOFFITTATO. Add da Softta
re j Lnquea'.c, Lat. laqueatus, Gr. czia.-
vc^wys'vo^. Il Fccab. alla voce LAQUEA-
TO. (')
t V g. /T inforza di siist. per Soffitta
nel signific. del § I. Lai laquear. J'as.
Op. T'it. 4» 327. Col medesimo dipinse
ancora ec, e dopo , pur insieme , il palco
ovvero soffiitato della sala del consiglio
de' Dipci. (C)
* SOFFITTO. Susi Lo stesso che
Soffitta. Fallav. Siti. 73, Percotendo in
un vaso d'acqua, riflette ( il raggio J con
somma celerilà e varielà, or in questa, or
in qupll'alira parte delle pareti, o del sof-
fino. (FPj Part. Suon. T<cm. 96. La pri-
ma necessità e, che la ramerà sia levata
sopra una pianta in quadro, di lati , ed
angoli lutti fra loro eguali: l'altra che
sia fabbrica a volta, non a soffino. (C)
SOFFITTO. A'd. r<ascoso. Tac.Dav.
Stor. ], 241- Dubilando dell'ira di Clau-
dio, stelle soffino in Asia (il testo lat.
ha : in sccrelum Asiae reposiius ) .
*S0FF1TT0NE. Aicrvscit. di Sof-
fitto. Baldin. Dee. In quello spazio che
doveva servir per soffinone ppr li caval-
ietti, acfomodar\i alcuni lunghi e spa-
ziosi andari. (A)
SOFFOCAMENTO. F. SOFFOCA-
MENTO.
t ''? SOFFOCANTE. Che soffoca. De-
nictr. S,-fn. i. Questi (memi-ri) hanno e
per lor medesimi i lor termini particola-
ri, p in moki luoghi danno termine al
favelbtre che per aliro sarebbe lungo , (*
non terminalo, e quasi come soffocante il
ragionatire. (1)
SOFFOCARE Fed. SOFFOGARE.
SOFFOCATO. F. SOFFOGATO.
SOFFOCAZIOAE. J ed. SOFFOGA-
ZIONE.
SOFFOCAMFNTO . e SOFFOCA-
MENTO. Il soffogare. Lat. suffccatio.
Or. aTTi^-v'^t;. Srgner. Pi ed, I. 3. Sono
ioDumerabili quelli che vanno a letto in
peccato mortale, senza por mente a tanti
crrcndì perii^olì «.he drl continuo loro
possono sovrastare da una corrente impe-
tuosa di «angue , da 00 *rfibrameDlo di
J230
S O F
S O F
S O F
ciUrro , ce. E Man'i. Giugn, 7. 3, Non
può consistere in un Jriargo, che luUo
i* ini'.opiilisi'a, in un sofF-rjincuto Ji ta-
tirro, in u;iJ so(>prci>iano di ciiuru?
SOFFOOAP.K, e SOFFOCAUE. Ini-
pttlti e il respiro* Lai. xuffucnre. Gr.
«TTSTvi'yiiv. Decl.irn, QuinlU. C. Meglio
sarclibc stato che quei^io mio spirito fusse
0 nel ventre tlelU nudre suffjgjlo , o ec.
Hfd. Vip» l. 30. Il vaporoso odore del
vino può io un momento imbriacarlc , e
soffocarle.
§. I. Per metaf. vale Opprimere, Non
laiCiar S'tr^ere. Lai. suffbcare, Ca*'afc.
Punail. Proprio uficio e sommo studio è
del nimico di sufficare il seme della di-
vina inspirazione, si che nun proceda a
perfetto iVuuo. Arrt'jih, 64. Quella ispina
soffoca 1j tua niente. Sodcr. CAt. 3q. Se
1 gran pampanì e spensi le sofTucassero, e
insieme con l' altre viti troppo se ne
aduggiasscro, sfrondiosi, e continuamente.
^ %. II. Per A/foniÌjre, S'nimergere.
Car. En. lib. |. Osò pur Pallade e poteo
Ardere e soffocar gi'j degli Argivi Tanti
Travili, (lìr)
J SOFFOGATO, e SOFFOCATO.
/idd. di' lor x-erhi. Lat. juffocnius. Gr.
ù.TO~nyó}t.fiOi. Ar. Sai. 2. Dal vapor
che dal stomaco elevalo Fa catarro alla
lesta, e cala al petto , Mi nmarre* una
notte soffocato.
* S. E fi^uratam. u Bor^h, Orig. Fir.
A. Dalla quale rimase »offjcaia e rico-
perta ogni maniera di lielle e leggiadre
lettere. Si'cr. Fior. Stor. 5. 117. Gli uo
mini per le hailiturc diventali savii , ri-
tornano ce, all' ordine , se già da nna
forza straordinaria non rimangono soffo-
.aii ...CiVj
SOFFOGAZIONE. e SOFFOCAZIO-
NE. Soffognmento. Lai. suffucatio. Gr.
a:i9:rvti^c^ . Cr. 6. 4^- 3. Colui che
prenderà il lattovario, non dee dormire
sopr' esso ec. . imperocché suole inducer
soffocazione. '^ S^-^ner. Mann. Genn. 9.
I. Quanti accidenti te la possono toglier
(la vita) ec. : una soffocatione di raUrro,
una soppressione di cuore, ce. (B)
SOFFOGGIATA. Fardello, 0 Cosa
simile^ che s* afthia sotto il braccio co-
perta tini munttUot e fjuast nascosamen-
te si porti via, Salv. Spìn. 2. 3. Io gli
risponderò d' aver trovato uno poco in là,
rbe correva con una soffoggiata sotto. Fir.
Lue. 4- *• Bella cosa vedere un gentiluo-
mo con la soffoggiala andare a ca&a le
lem mi ne.
•f SOFFOLCERE, e SOFFOLGERE.
I'. A. Appoggiare, Sostentare, Sostenere j
e ti usa anche, nel neiitr. pass. Dant.
Inf. 29. Ma Virgilio mi disse : che pur
guato ? Perche la vi\ta tua pur sì sofful-
gc Laggiù tra l* omhrc triste smozzirjte?
Bui, IVI : La viita tu» pur li soffolgc ,
cioè li ficca ( altri Com<-ntatori spie-
gano : l'appoggia; nitri : s' aPSssa. L<ìt.
figere, Cr. ioiiétit), Dant. Par. 33. Oli
quanta e T Uberto che si toffoicc In qucU'
•ri-bc ricchissime! ^ Zenon. Pist 3(- E
quei pensier, co' quali lu loffjlgi La men-
te, si che ti ti occupa il vero Da lei
(q<ii figurai.). (O
I * SOFFOLTO, f poeticamente SOF-
FULTO. Add. da S'ftolctres Sostenuto,
S:>stenlato» Lat. suffnlUts. Gr. tvTr.ft-
•/jusvo; . Ar. Fur. i\. 5o. La qu.il, inf-
lolla dall' antico piede D'un frassino sil-
vettre, IÌ dolca (alcune «disi ini h.inno
suffolta ) . (•) E Ja. 77. L* alle co-
lonne e i capitelli d'oro Da rhe i g<*in-
mali palrhi cran sotTulli. (^f)
* SOFFORARE, /-orar di j-iffo /iens-.
Celi. Vit. 2. 70. Sospiuli i denti morti
da (|uci, che erano vivi , a poco a poco
soiloìravann le gen^" . e le punte delle
harhe venìrano a lrapa»sarc il fondo delle
loro casse. (C)
* SOFFORNATO. Add. Incavernato,
incavato. L»\..concavus. Gr-x^rio^. Buon,
Fitr, 3. 2 12. N<m vedi tu quel ceffo
ruLicondii, Che par di rame . e quegli
occhi di fuuro Suff.troati in <[uelli archi
delle rìglij IspiJe e tetulote 7 (')
SOFFRAGA.NEO. /'. SUFFRAGANEO.
fSOFFRATTA. /'. A. Mancamento»
Pennrui , Carestia. Lat. cantat, pena
ria. Gr. ffffavo'TTj;, ù~cpi«.. O. V. Q.
47» 4* ^'' f''">'' mollo la vittnaglia, e sof-
ferse gran soffratta egli e tutta sua corte.
( cosi ne* testi a penna j io Mfmpato per
errore ha iuffranta ) . E li- l3<). 3. Con
gran disagio, e di suffralla di viilnaglie
e di latte cose ec. slettono in quella
isola. iV. /''. Q. 3l- Sopraslando quivi ec,
temeano di soffratta di viituaglia.
•f §. Talora vate Necessità, Bisogno.
Nov. ant. 62* 5 E forse , avanti che io
muoia, li malvagi cavalieri di Cornova-
glia avranno soffratta di me.
SOFFREDDO. Add. Alquanto freddo.
Ricetl. Fior. 3'{2 Di poi aggiugni gli
olii fermi con la cera , iremeniinj ce. ,
uoili insieme secondo 1' arte, e soffreddi.
t SOFFREGAMEWTO. Il soffre- ire.
Lai. levii frictus. Gr. x.9Ìfov i TiT^iju^ua.
3led. Arb. Cr. 39. Con istndor pauroso
di soffregamenlo di denti-
SOFFREGARE. LfpgiermenU fregare.
Lat. ifviler fncire. Sodcr. Colt. 25. Av-
vertiscasi che non si .strofini 1' un occhio
coir^Uro. o si soffreghi. !? J/a//. Franz. 3.
96. E ch'egli (lo stcccadcntii entri tra i den*
ti e la gingia , Cioè chif nella punta nun
i\ pieghi Nel metter e cavar tra dente e
dente. E d'altra banda slrnpiccì e soffre*
gbi , ec. (B)
(;. I. Soffreddare , i-.ile talora Offerirr
con reiterato onequio, e con instanza ,
quasi con indegnità dell* o/ferente.
% II. //i si::ntfìc. neutr. pass, vale
Accostarsi, quasi pr,'^ando, o racctmtn-
dandosi, Q offerendosi, Pav. Acc. \!^2. Il
nostro Reggente ec. si diede a frugare e
soffregarsi intorno a multi, Bii^^n . l'ier,
3. I. 5. Gelido e freddo, senzj scior pa*
rola. Le mi soffrcgji 'nturoo ripentito.
SOFFREGATO . Add da Sofregare.
Tiic, Deiv. Ann. 1 . a'j. Tiberio rifiutò il
nome di Padre della p.itria più volle dal
popolo soffregatoli (il testo lat, ha: scc-
pius ingestum ).
•f SOFFRENTE. J'. A. Soffi-rentr.
Lat. pntiens, loUr.int, Gr. ùnotiovuTtró^^
:roiuT)a;. Fr. iae. T 5. 22 5, Ma non
può esser soffrente. Che non faccia ria-
more. Frane, Buri-, 2OO 19 Cominciare
Qui vediam fare Quesia donna Soffrente.
liim. ant. Pani. Maian. 76. Serviraggio
anco del mal più soffrente.
•f * SOFFRE^ZA. ;'. A S.fTrenM.
Frane Bari,. 199. 4. Soffrenia par che ven-
ta, E parie ù di Costanza. Itini ant. Gitid.
Cavale. E la sofl'enBa lo ««rvenle aiuta.
E Bin. d* Al/. Dice cume dolente : Non
può Unto durare. Che vinca per »'>ffren-
aa . E 3/. Cm. CU»' toffrmia mi ripeta ,
Ma non po»so vcd'T quella pianeta. f/'V
SOFFBIBILE. Aid. Att' a etifr sof-
ferto. Lai. tilerabiits . Cr. avcxroj. Se-
ffner. Mann. Apr. 21. 2 Qu«nd>i Iddio
ti manda qualche iravaglirt ^ hai i* pro-
curare di renderlo a le più suffrihile con
diminuirne la itnna. /' Cingn. .1 |. Que-
sta, rnpetto a quella, e di peso suffrihite
ancora a' deboli.
« SOFFniOII.ISSlMO. AJd, Superi.
di Soffrittile Prot Fior parte 4 *'<l 3.
fiat;. lf>7. Nel rritn la temperie del ciclo
è koffrihiliktinia. f^St
SOFFRIGtUSHK . /.eggiermonlf frig-
gere
SOFFRIRE. Ferho. /'. SOFFERIRE.
SOFFRIRE. Nome. Soff^ienza. Lai.
tolcrantia . Gr. ù:ro^cv/,' . Pant. Purg.
19 O elelti di Dio, g'i cui soffriri E
giusiizid e speranza fan mcn duri.
•-,• '•• SOFFRITORE. /VW-a/. masc.
Che , o Chi s gre. Salvia. Trocr. idilL
l3. Lo seguirò (Giasone) I più prodi «
i miglior da tutte quante Le cittadi ri-
scelti; ancora venne 11 sufftilor delle fati-
che a quella Rirca IjoIco, ec. (A)
SOFFRITTO. Sust. Jl soffriggerti
ed anche la Vivanda soffritta. l.tb. San.
78. E fa sopra Mercurio mi bnoo sof-
fritto .
SOFFRITTO . Add. da Soffriggere .
# Lib. cur. malati. Metiavisi un pesao
di rete soffritta ìn olio. (B)
SOFISMA, SOFISMO, e SOFFISMO.
Propriamente Argomento fallace , Argth-
mento che non C'inchiude , per esser vi-
zioio , Lai. sophisma , caviUalio , fallax
conclusiuaeula , Cic. Gr. oo'stgya. Petr.
enp. IO. Porfirio , che d' acuti sillogismi
Empiè la dialettica faretra. Facendo, coiH
tro '1 vero, arme i aofitmi . Pass. 41-
Questa pena m' è data dalla divina giù*
stizia per la vanagloria eh' i' ebbi ec. di
fjr sottili koffismi , cioè argomenti di u-
per vincere altrui dispulando. Sen, Pisi-
Perciocché io non so per altro nome i
sofitmi nominare. Dant, Par, 11. E chi
regnar per forca e per sofismi. Bui. Par.
II. i. Sofismo è argomento apparente e
non esistenle . C /'.11. 73. 2 Cerca-
vano gavill^iioni ce. per abbattere la no-
stra franchigia per indirette sofisme.
•7' * SOFISMARE. 7'oce poco usata.
Far .sofismi, S fi ttic tre. Cavillare, (Jden.
Nis* 3 64. Né si può presumere Isabella
di già battezzala , siccome va sofisroando
il Maztoni (A)
SOFISTA , 5(1*/. Colui che usa sofi-
smi. Lai. sophisla Gr. oo^iOTi];. Dant.
P<ir. 2\- Non v' arria luogo ingegno di
sofista. Bill, ivi: Sofista è vocabolo greco,
rbc s'interpreta savio, ov\ero ingannato-
re. /*;(. P.'ut. E tiella interrogazione del
sofista, e ddla risposta d'Alessandro Fir,
Piai. beli. dona. l\\0- A uso di sofiste fe-
cero (le donne) questo argoroento fra loro-
J'arch. Erc^l 145. Brevemente U^mi o-
gni altra cosa, che sofiila . perche io ho
più in odio questo nome, che il male del
capo .
SOFISTERrA . Sofiiticheria, Lat. ca-
vi l latto . Gr. cs'ptsua. Car. Irlt. 2. 4'-
Ncn sono mancali degli amici che ec.
hanno dato le soluzioni alle sue sofistenc.
Stlvtn. Dite. l. 276. Quante vane qui-
stioni si sarebbero resecate, quanti viluppi
Ironrjti d'inutili sofittenel
V SOFISTICA. ,\'utt. Verlial. Quella
parte della Lcpca, che insegna a distim.
guere i syfisim dagli art; 'menti che sjno
secondo verità Lai. sop/ntlicn. Gr. s-yi
ffrtxij". Ott, Coni. Par, 3\ J3l.rcr la qual
sofiiiicasi mostra il vero dal falso, ed e con-
i-erso. Tts Br. 1. 5- La leraa i> sofistica^
quale e* insegna a prò* are r\)f Ir parole che
l'uomo dire son vere; n»a ciò pmo«a egli
|)er mal ingegno e per false ragioni , e
per argomenti e' hanno kimigltanii e co-
vertura di vero nelle medesime cose, »e
fu vero, o no . ^ Fr, Oiord. Pred 8
L' alira l'irte (della Logica) è quella che
prova il falso essere vero, coloraadolo
con pirole d' inganno: e questa si chiama
S')fi*lica; ed e un* arte la 4|UaIe troviro 1
lavii , non per ingannare , ma per uon
essere iogannati. (CP)
* §. I. Talora vai* l* Arte rf* mstirt 1
Sflfis'nt Birt. l it. Bellarm. lih. I. taf
13. Si prentl'V.1 a dissipare nel Bellarmino
tutta in un solfìo la sofistica de* Gesuiti,
e con rasa tutto il Papismo (CP)
sor
* §. II. Per Falsità, Faìtacia . Ott.
Cofu. in/. 30. 4^4* ^' n"**'^ nieiaHi co&i
jr(i6cidli, e uun prutloili .i jierrt-iu forma,
>ì lODO apprllatl sufisliche. fiVy
SOFISTICAMENTE. yUverb. Con so-
ftiicheria.LaX. sop/iisfuc <ir. coyt^Ttxw;.
/■>. Gl'orti. /Vf(/./?. Con varie ry^icni stfi*
sucamenle si voglionu opporre, v Vaith.
Qutst. Alch. 65. Niuno pensi ch'io parli
»ofit(Ìcani<-Dif. (C)
* §■ Per Dolosamente , FalUcementv,
^fenzogrìer,^'Hinle. Ott. Coni, Inf. JJ) t\\\^-
L'aulire inicade Iratlarc di quelli «Iit; so-
ou aiuti frodotenli nella connine moneta
ec. e che hanno operato sufisticanientc
1* arte d' Arcbimia circa le predette mo-
ne le. '(?i)
t SOFISTICARE, e SOFFISTICARE,
Far sofismi, Soltilìzz.irt-, l'tniUnre. Lat.
cafi/lnri . Gr. aoft'^ia^ùn . Lab. 2^3-
Alla quale oppoìitiunt- , non voltando an-
dare iiiBtiicandu, non è che una risposta ■
* Poroh. Orig. Fir. 27^. E* fu un'opi-
nione io crrti Irmpi di soGatirare sopra i
nomi, e cavarne l'etimologie. K Arm,
Fam. 116. Volere qui solfisticare in iu
le parole sarrhbe Irtppa soiiiglezza (f)
§. Per meta/, rj/f Fal:>ijìiar>' , AiUtt-
ttrare. Lat. adulterare. Gr. xt€07]>sj£iv.
Matstruzz. 2. i8> Se i heccari giurino di
non Tendere carne inferma e corrotta per
sana , owrro che non stBìlichcraoDo la
loro mercanzia.
t SOFISTICATO, e SOFFISTICA-
TO . j4dd. r/.i Sofisticare . Pass. 261.
Cessino le parole e gli atti soGìiìraii ,
dove spfsse volte la supt-rliìa sì nascon-
de. />. /ne. T. i. 3. 7. Sufialicato vero
Sua seminò xizzagtia.
g, PerturtiJ vale Fnìsìficato. Lal.a-
duitrrattis, Gr. XifioiriUuSsi';. Fr. Giord.
Fred. S. Tulle a modo di alchimia, tut-
te sofi^liraic, che paiono, e non smio. i^i-
tett, Finr ^3. Il migliore (ladano ) , e
non sofistir^itu, deve essere odoralo, ver-
deggiante , ec.
t SCFISTICIIERrA , e SOFFISTI-
CBERI'A . ò'ottii:lnzzn etcessiv» nei di-
scorso , nel I azionami nto . Lat. coiillus.
Gr. vo'ftvux . Farcii. Ercd 17. Pcr-
cioccbc, oltre l'altre c&nlu>iuni e sofisli-
cfaene , delle quali è (ulto pieno il suo
libro , egli ec. lo riprt nde più volte d'
una cosa medesima, E Lez. 171. Lascia-
te le troppe sultigliczze e sufijlicherie de'
Latini . Sen, /leu ì nrch, 2. I7. Simili
sofisticherie sono hrutti&5Ìmc Salvia Pise.
]• 181. Molte volte può procedere o da
ÌDlellelto non multo chiaro ce., o da una
sofisticheria, o supersli/ione. che faccia es-
sere le (lifficolla di. ve non sono.
SOFISTICO, e SOFFISTICO. Snst.
Sofista . Lat. scphiita , sophistutis . Gr.
o^yiUT"/;'; . Sen Pisi. 7sq rjUesio diresti,
come uno stfistico. Fifihm. '^. 18. Ohi-
mè quanta falsamente .irgomcnlava. Idtia
sofistica contro il vero ! Btd. Oss, an.
D^- Son crrlissiino che non vorrà mai
farsi sofi^rìco conira il vero.
t SOFISTICO, e SOFFISTICO. JdJ.
Che fin dei ^o/isla , Che fa uso di s-Jì-
smi. Lai. * cavillatoritix, Gr. coyi'jrix')';.
Oli Coni. Far, 7^ .13l. Se qu.inlun<juc
io terra sì impara per dottrina fosse cosi
inteso, non avrebbe lurgo ingegno d'uo-
mo sofistico.
t §. I. Fa/e anche Che crntime dei
sofismi. Che e della naium del scfì'mn.
C. /'. 11. ^4 6. Avvcgijrndcsi ec d^lla
non vera e SLfiìtica domandai di Buhgna.
Colt, Jb. Isaac, 5. Riprendi n.lnro «he
li contaitano ec , nru eco parole solfisii-
cbe. Lasc. Stre^:. prof. Le bro c< n)pcsi-
zìoni riescono lempre greiie, scrche. sti-
licbe e sofistiche di sorte , eh' elle non
fiacciono quaii 1 pcncoa. * Pep Vecam,
• può
S O F
2^. Confulerebhono i sofi.slici argumcnti,
e comi* si soglion cbìaniar li nostri, castelli
in aria dì questi biiistniatori. (F)
§. II. Per /infuictOj Fantastico, StrO'
va-^antf , Lai. dì/ficilis , quirulus. Gr.
Syj'.y^ipr.i , ;^aAeTr2'? . Buon. Far. 2. ^,
20. Aon vo* SUOI scherzi; egli e troppo
soffistico. F ^. ij. 7. Io cedo, io svu fan-
tastico, sof6stico, Fanatico, ipocondrico,
eteroclito .
* SOFISTUZZO. Alquanto scfyta .
Car. Apol. 18 1. Con chiarire il mondo,
che voi siete un sofìstuzzu , un fantasti-
cuzzo , un arrahhiatcllo. (P)
SOGA. /'. A Lat. loiuìv. Gr. Ip-d^.
Dani. JnJ. 3l. Cercati al collo, e trove-
rai la suga Che '1 tion legato. Piit. ivi .*
La soga, cioè In coro^gia del so;itlo pie-
na , come si fa ai muli che port^mo le
some. E Purg. 5. i. Come insolla l.i soga
del balestro, quando e piii dilungi t.i po-
sta, che non suole.
t- SOGGETTABILE. Add. Clu
scp^ttlarsij Diniahilv. Se^ncr, (A)
SOGGETTAMENTE. /. SUGGET-
TAMEATE.
SOGGETTAMEJNTO . F. SUGGET-
TAMEftTO.
SOGGETTARE. J\ SUGGETTARE.
SOGGETTATO, / . SLGGETTATO.
SOGGETTATORE. V. SUGGETTA-
TORE.
•f * SOGGETTITUDIKE. Foce po-
co usata. Sugt;eziinc . Lasc. Cen, \. nov,
2. pog 6(). Dilìlicrò innanzi tratto di vo-
ler cacciar via il pedante ec. e liltcrare i
frategli da co.'ì falla sog^ellitudinc e ga-
gliufiena, ma prima qualche bella rilevata
fargli, onde per sempre sì avesse a ricor-
dar di lui , ec (A)
SOGGETTO. V. SUGGETTO.
SOGGEZIO>E. / . su<;gezio?{e.
* SOGGHIGNANTE. Che scg^h,i;na.
Bari. Uom, lelt, i. pag. 73. Così Ales-
sandro ec. nella scuola d' ApcUe ec. era
dai medesimi scolari, su^ghignaDli fra loro,
scht-rnilo. irCj
SOGGHIGNARE . Far svgno di ride-
re, Sorridere. Lai. iubriderv' Gr. UTIO-
//st^iàv . BiCC. nov, 58 1. Appena del
ridere potendosi astenere, sogghignando ,
([Uella ascolLirono. Put. /'tirg. 2. L'om-
bra, la quale io voleva abbracciare, sor-
rise, cioè sogghignò, M'dendo < h' Ìo era
bcflalo. F all' ove: Sorrise un poco, cioè
sogghignò , che è ccintusanientc , e non
apeitaniente ridere . Morg» 2u. 87. E .si
poteva pur fare altrimcnli , Che sogghi-
gnare , e sluzzicaisi i dtnli . 7V.f. Vav.
Ann. 3. ()6. Tanto (diceva egli) Iu ron-
crdulo a lui e al fialdlo, a' preghi d'
Agusio , che se ne doveitouo f i l'adii)
sogghignare ancora allora ^ <7«/ neutr .
pnss. il lesto lat. ha : occulti iolude-
rent ).
SOGGHIGNO. Il s<g-hignaie . Lat.
stibriìus . Gr . -J-o/iSi^t'aci.; . Frane,
Pafh. 25/|. 26. E vie più di culoro Clic
talora Ira loro Fanno cenni, u sogghigni.
SOGGIACE^TE. Chf soggiace. Lai.
xhòiiicenst Gr Ct:oxh'[ìz/Oì. O. F. 11.
3. l5. Or non è questa terra qua&i una
gr^n nave puitante uomini |(-l)tp('^tanti ,
pericolanti , soggi^iceoli a lanli nitrosi 7
Pitt Inj. r. Avarizia è inimodcralo amo-
re d* aver le cose di fuoiì soggiacenti alla
fortuna .
3 SOGGIACFFE Fsser scgt:r(t0t sot-
toposto. Lai. Mibii'Cere , alieni itifuectiint
tri tbnoxitim ej,»?. Gr. vTroTi'àE^sai ,
u— OTaTTCìOai Dani Par. 6 IVr lo re-
gno morlhl , (V a lui st ggiace . F 7.
rt-rchc n- u soggiace Alla viri ut e delle
rose nuove, //ree nov. I 2 Manifesta cosa
e ec., le rese temporali ec. essere piene «li
noia e d'angoscia e dì fatica, e ad infi-
S O G
12.?|
oggiaci-
pnliuir.
nili pericoli soggiacere. E nov. 70. 2. Con
intruciont; l-c. , soggiacendo con voi a
quella (l'ggrj, di quellu ragionare, che
voi tutti ragionalo avfie . /•, nov. 8»). 3.
Agli uomini dobbiamo, sommamente ono-
randogli, soggi.icerp.
'^- S- F.per nitfaf. u Mor. S. Creg. Né ìn
venta cusi niabidiceiido siggiacelte ad
alcuno vizio di periuibjzi. ne m. (-T/;
SOGGIACIMENTO . Jl .u.ggiaceie.
Lat. subifctiù , Fr. Ice T. 4. 5. 7. K
farò, io quanto uomo , A Dio
mento .
SOGGIOGATA . Civ^aìa. Lat.
Gr. soyo'vKTcv.
§. J'er siìtii/ìt. Fir. Dial. beli. dona.
416. Se il mento già dello vien poi decli-
nando \erso la gola, e percuote in una
pi.cola soggiogaiii , acquista alla naturai
bellfzza pure assai.
t SOGGIOGAMENTO. Jl soggiogare.
Lat. siibiugatio. Gr. Ì7:t/.pUzr,jj.u ■ Ott.
Corri. Por. 2^. 522. Per lo soggiogamen-
to del mondo, fatto per pochi semplici.
* Pus. 3o. La liberalità non si conlenta d'
avere soggiogamento. (C) Segner. Mann.
3ftirz 1. 4. Scipione fu chiamato Africi-
no d.il suo solenne soggiogamento dell'
Africa. (B)
'> SOGGIOGANTE . Add. Che sog-
gioga . Bus. 23. Ma quando il soggio-
j gaule a ingiustizie si pone, gli abitanti
; non coolemi vivono . E 3o. E molte al-
Ire, e varie cose i dc'.ti soggioganli ai sog-
giogati isforzalamcnte facevano. (Cj
5 SOGGIOGARE. J'incne, Superare.
Mettere setto la stia podestà Lai. subiti-
gore, vìnceri', siiperctrc. Gt. UTTOTaOffilV,
G. F. 8. 86. 1. Faccano guerra , e sog-
giogavano tulio il Mugello. Pclr. cap. (y.
Chevaiea soggiogarlanti paesi? Cromclutt.
d' Amar. ] 21 . Soggiogò gran parte di
lutto il mondo,
* §. I. ^ per mctof. .< Fit. SS. Pad
1- l6* Era bisogno di soggiogare il corpo,
ed imponergli fatiche e asprezze ». (Cj
'•* §. II. Soggiogare, neutr, pass, per
Liberarsi dal ^ii-go , Porsi in libertà.
Piscuotersì. Bus, 291, Gli abitatori di
quelle si erano soggiogati dal re dì Rus-
sia (C)
t § ni. Soggiogare , vale anche So-
prasliire. Essere a cavaliere. Lai. rminere.
Gr. ÙTZzptyjiv . Dnnt. Pttrg. 12. Ove
slede la chiesa , che soggii'ga La Leti
guidala scpra Rubaconte.
* g. IV. E in .<:i^nij}c. neutr. ., Bant.
Par. 12. Siede la furtunata Calarcga Sotto
la prolezion del grande scudo. In che sog-
giace il leone, e scggioga. (?i)
SOGGIOGATO . Add. d.i S'aggiogare.
Lai. dvmìius, devictus, Gr. ^c.^uao&si?,
V(zii535i'; . Pece Lttt. Pin. Boss. 2fi.
Soggicgata AlTiìca, calenatn ne meno a
Roma Giugurra . Mor, S. Creg. 7. 17.
Ritorneranno alle colpe già soggiogale
per la forza di (|uclle che erano rimase
in loro manifestamente . M- /. i. 68. I
BuK'gnesi , grandi e piccoli . si tennono
soggiogati di giogo d' ine» mportaliilr sci
vaggio . i? Teseid. i. 6. Perchè adunate
con senli'nzia alleia Peliberàr non esser
soggiogale. Ma di \o)--r per lor la signo-
ria. F 7. 83- Tu vedi che ad altrui son
soggiogdla , E quel che mi di*ipiace con-
vien tare; Dunque mi aiuta ce. (P)
* SOGGIOGATORE. 1\rlal. mate.
Che, o Chi so£gio^a . Lai. dehl'atr.r ,
donnior . Gr. zarxvcvtcT//; , o/a»!t>;*o .
Srgner. Mann Marz. I. q- Non perche-
punto tu n' abbi in morie a sperare di
umanità, ma petchò è stalo sogf^ioga'ore
dell' nomo. S-'lvìn. Fros. Tvsc. 2 2l5.
Nfdriio in una felicissima lilierla. venne
a farsi .'(cggiegnicre e sovrano dell* noi^
verso. (•)
1232
S O G
SOGGIOGATIIICE. r^ibU, pm. Cht
soggioga . LjI. Su!>itlg>ìlrix . fiut. Pttrf^.
6. 2- Vct n<ia «s&cr corrciu dajjli sproni,
cioù ^éW* ma .si^'juriJ puniirice de'mjli,
e S'jg^itì^j^trict: Jl'Ì Mjpeibi. ^ Chiabr, rint.
AminirJiiilo la m.ni sog^iogatrice. (Br)
t SOGGiOGAZIO.NE. // sog^io^ara.
Lji. AuftiugaUo . Gr. i-:ti/.p'X7iì{j.ci. . Ott.
Cam. Pur. 6. I Jl>. ConlioujnJo tempo
a tempo dopo la cjdurj di Cjtollina , e
sog^i'igjzioiie di Ficiolc. liut. Par. 6. i.
Oiid«; pj»sa7anu ad uno ad uno io segno
di 5.og;jiug;)zlone e di servila.
'•• §• l^'^f Sf^noria, Governo. Su** 21.
£ per fjrgli pt-Tdcru la Cicilia, e ad altra
s'jggiogazione recarla ec. parlo ìn questa
forma. (C)
SOOGIOOO . Soggiogata, Giogaia. Lai.
paicar. Gr. £5'/5VXT9v.
g. Per similit. Fir. Diit- beli. donn.
366* Cosi ai tiiostra chi.- il mento vuole
avere un poco di soggiogo.
•f * soggioKìNANTiì:. Ch^ soggior.
na, AhitanU. Salvin. O/ìp. Cuce. Tori ce.
neri. Torli, magnanimi, di testa ampia,
ne' campi soggiornami la notte, poderosi.
E Oiti\s. Uh. 10- f. 4J»2. Come- allorché
le vilellulte al campo Soggiornanti , dio-
Lorno all' armentario Vacche ec. £ 12.
3o5. Udì *1 mu-gilo De' bovi soggiornaO'
li nelle stalle , E 'I belar dulie peco-
re. (A)
SOGGIORNARE . In signijic. neulr.
Dimorare, Ialerlcner.fi. Lat. lommorari,
manere, Gr. ci«t;i6siv. G. V* 12. 88.
3- Soggiornò alquanto in Forli . Dant.
Par. 3i. E quindi riialiva La dove il
&U0 Amor sempre sJggiorna. iìern. Ori.
I. 23. 3. Non so se dico soonolta, o sog-
giorna. Addormentalo sullo un arboscello.
§. l. Per indugiarci Ptnare . Pelr.
cap. II. Or pcrcbé umana gloria ba lau
te corna. Non e gran meraviglia se, a
fiaccarle Alquanto, oltra 1' usa tua si sog
gioroa . •é Pecor. g. 25. n. 2. Si parli,
e senza soggiornare se ne venne a Mar
tilia . Berub. Pros. 3. 27. Soggiornare;
quasi giorno sopra giorno menare . (f'')
Ar. Fitr, 32. IO. A chi aspetta di carcere,
o di bando Usc-r, non par che 'i tempo
più soggiorni A dargli libeilade. (Pe)
* §. 11. Per Stare a bada. Perder
tempo. Ar. Pur. i^. 6k^. Bradamanie
(sfidala a giofìlra) ricusa» come quel-
la Che 'o fretta già , ne soggiornar vo-
Ica. (FP)
§ III. Soggiornare, in alt. si^nijic ,
t' usiamo per Itpender tempo in ben cu-
stodiiy, o governare , o listorare cfiecches-
ita, Lat. orniti cura ac studio lucri, ter-
vai-e, custodire. Gr. ^tijulsàw^ yuiarTetv
Buin. Fier. 1. 2. 2. Soggiornali, riiUrali,
confortali, /i 1. 2. 4* ^•'♦-' tratto a *ort«.
siccome richiede L' uso dello spedai, gli
è giuocufktraa Ui soggiornar lai paazì.
SOGGIORNATO. Add. da Sogi:iorna-
t-e. Lat. commoratns ■ Gr. Eirx/oj; . G.
y. 7. 2l>. I. Si>ggiornalo Cui radino al-
quanto in Siena , sì n* andò a Roma . E
8- 43- 3. E lui soggiornato e riposalo al-
qujolì di , si richiese il Comune di vo-
lere la signoria e guardia della liltà. M.
y. 5. .56. S'iggi.-trnati alquanti di nelle
contrade di Scrni e Matalooa e d* Ar-
genta , fuciono gran preda.
t SOGGIORNO. Pimora di non fu igt
durati in un luogo. Lai. morti. Gr. òtx-
tpiZ^, Dani. Pnrg. 7. Però è buon pen-
^r di bel soggiorno . ff/tt. ivt .* Di boi
soggiorno, cioè d* una bell.i dimora, dove
noi possiamo aspettare lo di. ì>ani. I\ir.
si. Altre livolgon va onde sou mo^sr, K
altre rolcaiidu fan soggiorno .
§, I. Per Indufio. Lai. mora. G. /'.
8. 5z* 2- Santa s'>ggiaruo andarono pò*
fiolo « cavAlicri di Fìreute io Mugello.
S 0 G
§. il. Soggiorni, vale anche Stanza ,
Jliposo . Lai. domicilium, mangio . Gr
p-Oifl . Petr. soa, 21 3. Se per salire ali*
eterno soggiarno Uscita e pur del bello
albergo fui^ra. I£ cip, 1. La fauciulla di
Tuono Correa gelala al suo antico sog-
giorno .
''"* §. HI. Sog'^iorno, vaff ancbe Lao-^0
dive si sosgiorna , o si può soggiornare.
Tati. Attor. Fui:g. Ma pliche qui nul
trovo ; Prima al rnd ritorni , Andrò cer-
cando in terra altri soggiorni. (C)
••' §■ IV. Prender sotigi^rno in un /»*->-
no , vale Fermnti'ui a dimorare . TasS-
Ger, 12. 32 E presoli piccini borRO ai-
fin soggiorno , Celatameote ivi oudrir ti
fei. (Di
+ §• V. per Buon governo, Bistoto. Lai.
tuilio. Gr. fuìoui'n- Buon. Firr. 1. 2.3.
Alle infermità, eh' ebber cagione Dalle
fatiche e da' protervi siudii, ec. Si di-hbc
ogni sostegno, ogni soggiorno. Ogni aiu-
to, ogni schermo, ogn, soccorso.
* SOGGIUGARE. /*. A. S'ggioiiare.
Guitt, Leti. 12. 33. Ahi che rniracol ma-
gno , e che doglioso Da femmina veder
sia S'jggiugato Barone forte e oiìtìUA (f)
Ar. Pur. 33. 37 Poi corno volge i Ge-
novesi in fuga Fatti ribelli , e le città
soggioga. (FPf
SOGGIUGNERE. Ag-^iugner nuove
parole alte d'Ite. Lai. subtere , ad'Ie'C ,
subticere , subiitngere . Gr. u;r9Ti6ivxi .
Dant. in/. 29 Lo Duca , già faccmlo la
risposta, E soggiugnendo : ec. A" Purg.
27. Lo Sol sen va. soggiunse, e vien la sera.
E Ptr, 24. Indi soggiunse: assai bene
è trascorsa D' esia iiioiécu già la lega e
M peso. 60CC. e 6. /. 3 Soggiunse, che
ben sapeva quante e quali beffi.- te mari-
tate ancora facessero a' mariti. Bed, feti.
2, l5 Soggiugnendo , cbc nel presente
discorso iu parlo dello stalo presente , e
non del tempo a venire, v Sali'. Avveri.
l. 2. 7. Ripigliando il nastro discnrso ,
soggiungbiam questo alle cose dette fin
qui : ec. (yj
§. I. J'er Agiiing'ier cosa a cosa. Lai.
add.re. Gr. tso JTiOì'vxt . G, F, il. 3.
3- La verità di Dio, antimesse le sconfitte
date da' cimici , soggiunse t diluviit e le
tempeste .
•f # §. II. Saggili gner e, per Soprag-
giugnere. Maini. 2. 43. Comparso il ter-
IO, in testa della liiia S'affronta seco, E
passalo fuor fu >ra ; Soggiugne il quarto,
ed egli te 1' in6zza- (A)
f SOGGll)GM.ME.NTO. // sog^Iucne-
re. Lat. addttio . Gr. rrpo'a&fsi; . Ott.
Com. Par. 11. a(>0. Del quale ft>*ggiu-
gnimenlo nasco la dicbiaracioue del primo
dubbio.
SOGGIUNTIVO . SusU Term. de'
Grommatili . Uno de* modi del vfibo.
Lai. sufnuni livus modus . farch, Krcol.
218. Pei che è diff.-rcnle il verbo pec-
care nel presente dello intlicativo dal fu-
turo dell' ollalivo , ovvero dal presoulc
del soggiuntivo) H Lcz (^\0. Essendo
la seconda persona del presente del sog-
giuntivo.
•■i" « SOGGIUNTIVO. Add. Che si
soqqiugné , Che si p.'spone. Salvìn. Fi0r.
Buon. 3. 4- 4- ^^''' *'f^^ giuocare , per
seguitare questa regola , bisogna che del
dittongo no una lettera, o la prepositiva,
o la ii'ggiuiiliva, si tolga ^ia. i A)
SOGGIUNTO Add. di Soggiungere
•f * SOGGIU.N AIO.NE. S^i^'^iugaimen.
to j ed i anche Ftgura rrttorica . (Jden.
.Vif 3. Ql. Quello srnlimeolo viene e-
spresso tlallo stesso poeta in questa sog-
giuoiione Pi-rgamn , ec. {A)
Ite SOGGO . Solco . Lat. mlcus . Gr.
I UMÌai. Il l'ocah. alla voce SOLCO. (*)
I 3 SOGGOLARE. Pòrrt il soggolo.
SOG
^ $ F in signi^c. neulr. pnts. Porti
il .%oagolo. m Frane. Saich.nov 28. Si vo-
si i come una forese ; e tocgotatu che t*
rhbp, si mise paglia e p^noi io seno, fa-
cendo «ifta d'esser pregna <*■ (C)
SOGGOLO . t eto , o Panno che ptr
lo più le monicbe portano sotto Li gota,
n intjrnt ad està . Lor. MeJ. c-tnz, IX.
5. Le si veggono in quei panni Con sog-
goli e sciugatoi,
%, {. E soggólo. Una delle parli deli*
briglia ì ed è Quel cuoio che s' attacca
mediante In scudicciuolo , colta testiera ,
e passa per l* e>tremilà del frontale sotto
la eola di'f cavallo, e s' affibbia tnsiemt
dalla hindi sinistra .
§ II. Pir Sosgios^ia, net signific. dei
S- Fir. i)ial, beli, donn,(^\'^. Mostri f/a
po/i^ al ronfino del petto un poco di foo-
lanella tutta piena di neve, ma sopra, «
quasi appiè del soggolo del mento 1 UO
poco di lilevo.
SOGGROTTARE . Lavorar le foste
per piantarvi le viti , af:grolV\ndo la ter-
ra, Intciandovela a ciglione. Soder, Colt.
17- La quale (fossa) si può sotto col mar-
rone soggrottare . per ispedire il lavori>
con più prestezza . f 21. Perciò e bene
ancora questo , iu piantando soggrollarli.
SOGGROTTATO. Add. da Soggrot-
tarr, Soder. Colt. 18. Siano aperte bene
(le fotse ), di larghezza in bocca di dae
braccia e mezzo, ed iu fondu ugualmeale,
tirate giù e soggrultale poi, quando ti si
piantano i magliuoli.
* SOGGUARDARE, 0 SOGGUATA-
RE . Guardar sottecchi. Salvia. Catlim-
SogguatanJola più crudelmeule, Ch« non
sogguata uom cacriator oe* poggi oc. Lio-
nessa appresso a' crudi parli, ec Fortit;
rim. Cosi , meotr* io sto seco ec. , ei roi
sogguarda, e ghigna. (A)
f SOGLIA . La parte inferiore dell'
uscio, dove posano gli stipiti. Lai. limen.
Gr. ouco; . Ott. Coni, In/. 3o 5li.
Stette fermo in sulla soglia dell' uscio ■
Malm. 3 3l. Cacciala fu dall empia
concubina Tre dita anch' ella fuor di
questa soglia. E ^ 16. Gli stipiti, leso-
glie, e gli architravi A questo effetto es-
sendo già smurali.
* §. I. Cavar pie dt soglia. F. CAVA-
RE, g.VI^/';
§. IL Figuratam. Dant, Par. 3. Su-
chè , come noi scm di soglia io soglia .
Per questo regno a tutto 'I regno piacc
( Cioè, di grado in grado . Lai. gradus
Gr. ^xjti). ^3o Vidi specchiarsi in più
di mille soglie. Bui. ivi : In più di mille
soglie, cioè in più di mdle sedie circulari.
^, III. Il pia tristo passo è qiiel'o
della soglia; maniera proverbiale , che si
irta per dinotare, che La d/fj^oha sia nel
cominciare. Lai. porta itineri longissima.
Silvin. Disc. 2. 285. Il più tristo pauo.
come si dice . è quello della soglia i il
tempo poi addolcisce le cosu , e mitiga i
dolori .
•f SOGLIA, e SOGLIOLA. Sorta di
pesce di mare molto itiacci'ilo, ed è a\-
sai deliralo. Lai. soìea, hnguhca, Gr
BoJyXànzoi, Morg. ij. (>(Ì. Lo scorjùo
colle punto aspre e \ illaofl. LigiuU 0 M-
glia. orala, e slorìouc.
SOfiLIARK. ; . A. Soffila. Lat. li-
men. Or oùco'i. Dani. In/, l'^. Poscia-
cbè noi eotiainrao per la porla , Lo cui
sogliare a nessuno ì; serrato. Diai. S.
Greg. M. Non furono ardili di metter li
piedi fuor del logliare dcU* ascio. Cr, 9.
77 IO. Nel porcile dee esser l'uscio col
sogliare di sotto, alto un piò e un palmo,
acciocché i porti 000 ne possano usi'ir
fuori quando la troia. Ftt. SS. Pai, i
8. Puosoosi a seden ioaicmo ìn sul >o.
gitare della fonte.
1
S O G
SOGLIO. Soliù. Lat. solium. * Segner.
Fred. PnL Jp. 8. l3. Che belle vigne
avea d» priocìpio la Chiesa ev. in taote
sedie Pa(riarcali, oggi sogli dell* Otto-
manDoT (TCj
§. Per Solita. Lat. iinti-n. Gr. ÒìjSo'^.
Dant. Jnf. l8. E come (.lì fortezze da'
lor sogli Alla ri|ia ili fuor soa ponticelli.
K Purg. IO. Poi fummo dentro al soglio
della porta, CHe 'I m^l amor dall' animo
disusa. Vìi. SS. Pad. i. 75. Puosela
sotto il soglio della casa. E appresso: Io
SODO legato sotto il soglio dell'uscio. E
76. Se' legjto in una piastra con una
corda sotto il soglio. ^ Fa*-. Esop. T.
Pice. 3q Istavasi lo topo uo giorno a
grande agio in sul soglio della scala , e
•piluccavasi i piedi al sole- (C)
SOGLIOLA, r<rf. SOGLIA.
t « SOGNABILE. Jd.l. Che può so.
enarsi. Bei/in, Disc. i. ip5. Un' iper-
bole sì strana, che voi non ve l'immagi-
nereste giammai per sognaliile d^i cer-
velli più faotaslicalori, (Min)
SOGNANTE. Che sogna. Lai. so-
mnians. Gr. j'vyTivia^wv. Laì>. i\i^ Ma
siccome sovente avviene a chi sogna ec,
così a me sognante parve avvenisse. Tratt.
pece. mori. I sogoaoti» e' banoo paura di
lor sogni.
5 SOGNARE. Far sogni. E si usa i i
Signijìc. alt. e neutr. pass. Lat. soniniarr.
Gr. evuTtvia^siv. D^mt. In/. 3o. E quale
« quei che suo dannaggio sogna. Che so-
gnando desidera sognare. E Par. 33. Qua-
le è colui che sognando vede, E dopo *1
sogno la passione impressa Rimane. Pttr.
san. 219. Ma la vista privala del suo
obietto. Quasi sognando, si facea far via.
-Voi', ant. 100. 4- S' segnò un prave e
maraviglioso sogno. Docc. nov. 68. 23.
Non sappiendo se quello, che fatto avea.
era stato vero, o s*egli aveva sognato. E
li'. 87- ^. Chi mal li vuole, mal li se-
gua ( tjui è maniera prcverhiale ) .
§. I. Per Fingere, Credere falsamente ,
immaginar si. Lat. sommare. # • Dant.
Par. 29 Sicché laggiù non dormendo si
sogna •». (?!} ImptrJ. Prov. D. 2. T, 3.
6^. Ma qneslo caso , e questa fortuna,
che noi cì sognamo si stoltamente, nou è
se non cercare uo vano e dehil soccorso
alla nostra ignoranza. (F) Boez- J'arclu
.1 pros. 3. Voi ancora, o animali terre-
ni , avvengachè con sottile e debile im-
magine , sognale nondimeno il principio
vostro.
^ %. II. T^on segnare, figuratam, vale
Esser destOj Saper quello che uno fa .
Segr. Fior. Cliz. 2. 3. Sofronia , Sofro-
nia» chi ti pose questo nome non sogna-
va : tu se' una sofBona , e se* piena di
vento. (C)
SOGNATO. Jdd. da Sognare. Lai. in
somnis visus. Gr. /ara toJ; utt^pu^
iupoLfiivoi- Tac. Dav. Jnn. 2. S;. Can-
tavano i tornali più di lontano miracolo-
ni di bufere , novissimi uccelli, mostri
marini, uomini mezzi bestie, e altri stupo-
ri di veduta, o sognati in quelle paure
0' testo tal. ha : ex meiu credila). * S»'-
pttr. Seti, frinc. Illus. 2. 3. Qual è
però questo pregiudizio sognata dal di*
rettore, che ali* amare porla il conosce-
Tf> (TC)
t SOGNATORE. Jerh^ì. masc. Che,
n Chi sogna. Lai. • somniator. Gr. o'vEi-
^wtTUV. Annoi. ì'ang. Ecco il sogna-
lor di qua ; andiamo, e ucridiamlo. Pass.
355 Si si potrebbe dire che quel sogno
fosse ragione al sognatore di bagnarsi.
J^for. S» Greg. Ecco che e' viene il so-
gnatore ; venite, e uccidiamlo , ec. Ecco
eh* e* pongono Ìl sognatore nel pozzo.
•f» SOGNO. Idee, Immagini, che du
Tinte if tonno vengono ali* animo» e ti pia
f'ocalolario Tom lì.
S O G
delle vvhe c^ìlegale in modo strano. JVel
plurale fa So^ni , ed anticamente anche
Sognora. Lat. somniuni, imoninium. Gr.
evunviov. But. Pmg. 19. I. Sogno è,
come dice Marrobio, i|uando ai vede con-
fusamente quello che poi chiaramente si
conosce , ma non innanzi che avvegna.
Bccc. nov, 36. 7. Se io fos.^i voluto an-
dar dietro a' sogni, io non (i sarei venu-
to. Dant. Par. jj. E dopo 'I sogno la
passione impressa Rimane. Pelr. 50/1. 177.
Beato in sogno, e di languir contento. E
si^n. 211 Or tristi augurii . e sogni , e
pensier negri !Mi danno assalto. E cap.
q. Ben è il viver mortai , rhe si n' ag-
grada. Sogno d' infermi, e fula di roman-
zi. Giambon. Mis, Uom. (jti Leggesi di
Nabucodònosor re, che vide sognora che
molto lu spavenlaro, Bern. tiri. 1.25.6.
Sogni d'infermi, e fole di romanzi. Guar.
Fast. fìd. 1. ^. Son veramente i sogni
ec. Immagini del dì guaste e corrotte
Dall' ombre della notte.
g. I. Dicesi: Come per un sogno, e va-
le Come di passjgijio. Come cosa da non
imperarsene la riuscita. Boez. ì'arch. 3.
pros. 1. La quale (\era felicità) e ben
conosciuta ancora, e desiderala dall' animo
tuo, ma come per un sogno.
§. II. In proverhio : 1 sogni mn son
veri, e ì disegni, o i pensieri non rie-
scono. I.al. vana somnia, spes f-ilhces.
j4mbr, Cof. 2. 2. Or vo" ben dir , che
mai non fanno gli uomini Un lor dise-
gno, che un altro in contrario Non ne
faccia fortuna ; ond' è il proverbio : I so-
gni non son veri, e non riescono I dise-
gni. Fir. Lue. 4, 1- 1 sogni non son ve-
ri, e' pensieri nun riescono.
§. III. T'ivere di sogni, e Mangiar
dei sodili, vagliano IS'on aver da mnn-
giare. Mali. Frani, rim. buri, 3. 8q.
Che sfacciata talor non si vergogni, E
che spesso permetta e faccia male , Si
scusa, che non può viver di sogni. Malm.
2. 7. Pero va' in pace lu co' tuoi bisogni.
Perchè per me lu mangerai de' sogni.
f V §. IV. Sogni, per similtt. dicesi delle
Finzioni, dei Racconti romanzeschi, Pelr.
cap 3. Ecco quei che le carte fmpion di
segni, Lancillotto, Tristano e gli altri er*
raoti. ( P) Tass. Ger. 1.52, Tuccia Argo
i .Mini e taccia Arlù que* suoi Erranti che
di sogni empiou le carie. (IV)
SOIA, 7'. A. Seta. Lai. sericuin. Or.
ar,pi)(óv. 31. Aldobr, B. F. Cose calde,
per usare a quelli e' hanno il cuor fred-
do, si è laltovario moscado, ambra, soie,
zafferano , garofani , siloe, cardamone
( qui fai se vale una Sorta di droga ) .
SOIA. Spezie di adulazione mescolata
alquanto di be§a. Lai. pnlpn.t, palpum.
Gr. /Ìa/£i.'K,3w-cU;j;a. Morg. 25. ì6. Ma
Ganetlon sapea la soia appunto. E 27.
2f'8. E Biauciardin , ch*è padre d'ogni
soia. Cìrijf. CaU. i. 33. La cosa se n'
aodr'a di soia in soia. E altrove: Era con
Sinefido notte e giorno Con tante soie ,
e tante fregagioni. Fir. Lue. ^ i. Non
accade adc-sso tante soie. no. E Dial.
beli. dona. 396. Venere ec. dipinta dalle
soie, ornata con mille dolci e lusinghe-
voli inganni ec, oe riportò il pomo della
bellezza.
§. Dar soia, l'ale Adulare, Piaggiare,
Lodare smoderatamente, o per adulazio-
ne^ o per hejfn j Soiare. Lai. palyari.
Gr. xoia/ìj'iv, SrwTIS'JStv. Lor. Med.
can%. 68. 8. Ad ognun date la soia , Ad
ognun fate piacere. Lih. Son. 25. Non dir
poi, Celeron, eh* io do la soia.
SOIARE. Dar la soia. Adulare bej-
fondo. Lat. palpari. Gr. xoiaxtJttv. Cas.
lett. 76. La vanità fa ridere» come tu ve-
di che interviene ora a le , che 6no a
madonna Liooa ti soia, che tu faccia aa-
S O I
1233
che tu il Margulte vestilo da barone. /:.
78. Scrivimi minutamente ciò che tu senti
di nir, de' n< gozii, e degli umori, di* i' ti
prometto di non IÌ soiate. Cecch. Mogi.
2. 5 Che zìo 7 che nozze T rbe Pandol-
f o T vi Credete di soiarmi, e di menarmi
Per lo naso? l'atch. Friol. 56. Usansi
ancora in vece di adulare, soiare, o dar
la soia.
* SOL. Una delle note delia musica,
che e la quinta. F>d. FA. (B)
•f* SOLAIO. Quel piano che serve di
palco alla stanza inferiore , e di pavi-
mento alla supcriore. Lat. tabulata. Gr,
cavi^w^ara. Vii. Crisi. i56. Si il mi-ero
in una prigione sotto 'I solaio della casa, eie-
garlovi entro. Dant» Purg. lO. Come, per
sostentar solaio o tetto. Per mensola tal-
volta una figura Si vede giugner le gi-
nocchia al petto. Filoc, 6. ^7. In quella
maniera , che detto vi ho , dimorano li-
bere da poter cercare tutta la torre ìo6qq
al primo solaio. Cr. 8. 4- 3. Si potranno
ec. piegargli verso lor medesimi con 1'
aiuto delle perti<he, e lame a modo di
pallili, ovvero solai Buon. Fier. 3. 5. 2.
Percotevanne Ìl fondo , il quale allotta
Servij Ur di solaio.
SOLAMENTE. Jvverb. limitativo, de-
rivante da Solo, e si congiugne con varie
particelle. Lat, so!um, lantnmmodo. Gr.
pò-iO-J. Bocc. nQv. 45. 12. Quella (casaj
trovò, di roba piena, esser dagli abitanti
abbandonala , fuor solamente da questa
fanciulla. E not: ^6. 17. Il Re udendo
questo ec, non solamente che egli a peg-
gio dovere operare procedesse, ma di ciò
che fatto avea gì' increbbe, l'^iloc. 2. 25o.
Niuoa cosa v' era fallata, fuor solamente
che la sua presenzia. TìT.\ Bit. G. S. In
tulio Io castello nun era se nun solamen-
te una donzella, la qual servia noi di lutto
nostro bisogno. Dant. Par, i3. E se al
Surse drizzi gli occhi chiari, Vedrai aver
solaraeuie rispetto A' regi.
§. I. Non solamente, è avveibio rela-
tivo di Ma, di Ma anche, e simili, Bocc.
nov. 60. 3. Che chi conosciuto non l'a-
vesse, non solamente uo gran reltorico 1*
avrebbe slimato, ma avrebbe dello essere
Tullio medesimo. Fit. SS. Pad. i. 93.
Non solamente le cose presenti, ma ezian-
dio le future e occulte per divina revela-
zione conosceva E io4- Non solamcntr
era potuto uscire della consuetudine de'
peccali e diventare virtuoso, ma per divi-
na grazia era venuto a tanta perfezione ,
che Iddio per lui faceva molle maravi-
glie.
§. II. Solamente, cella partueìl<i Che,.
vaie Purché. Lat. dummodo. Bocc. Introd.
12- Molto più ciò per l'altrui case fac-
cendo, solamente che cose vi sentissero»
che loro venissero a grado, E nov. 4- I.
E perciò ( soldmenie che contro a quesio
non si faccia) estimo a ciascuno dovere
esser licito ec. quella novella dire, che più
crede che possa dilettare. Lab. l?t'j. Niu-
no vecchio bavoso ec sarà, cui elle rifiu-
tino per marito, solamente che ricco il
sentano. Lùloc. 2. 25l. Niun tuo nimico
ti sarà sì lontano, che con questa (saetta)
non I' aggiunga , solamente che tu lo
vegga.
t * SOLANATO. V.A.Add.Tutioso/o.
1 it Crisi. P. Pi. Comiocioe ad andare d»
Nazaret verso lerusalem, che vae da set-
tantaquatlro miglia, e vae solanato lo si-
gnor del mondo. (V) Tuli. Amie. Ftt.
Criìt. 62. E va solanato lo signor del
mondo, imperocché non avea ancora dU
scepoli : ponlo dunque mente diligente-
mente come va solanato a piedi scalzo per
così lunga via , e abbili compassione. (C)
SOLARE. V. A. Sust. Solaio. L»t. In.
balata. Gr eavt^&>VaT«. Bocc lett. Pr>
l55
I23i(
S O 1-
S O I.
£. Al'. »qi T.neoJo sopra il «olar» di
..sso uu ÌcMÌ"iuolo pi«.o di c.pucch.o
'^SOLARI-: AM. D> Sol... L.,. sohn..
lola-i raesi. H.r. mollo loro jw.r.n.ndo
ji, li f<.rieno l'oln. <t. I 'O- ''
difeodea <ial solar raggio h 2. -18. hur-
geadal Oanseil l,el solar pianeta . Rag
Riandò inloruo con l" auralt ciglia, f.r.
V SjS STonJocht f»a o si ctn-
mugoc, o si separa, o più, o meno s acce
LTosi dis,-..s.a dalla spora s,,lare .
+ * SOLARO. Lo s't«o che òolaw,
,„, ,„t,.o .iSolo. Cron. Stnn ll5.
E questo p^^ao del solare, o palco ec
fecero alla loro .p.nscr.a, e di loro mo -
"^SOLATIO. Sust. Parte, o Silo che ri-
s.u<,r.la il Metzoglorno , e gode p-u del
lume del Sole. Lal.^o/«ri..m, loru^opr,-
cus.nnricum. Gr. TO -xpoirM'-'; T -", ^S"-
Pand. 34. A volere il Imon """> l"sogna
la costa e il solatio. (I')
e A sohlh, iwslo avi-erhialm. , v„le
Dalla par,, del solalio. Dalla ban.Ia K;.l-
ta « Mezzogiorno; contrario d, A ha-
eh. Lai, »d mer„l,em ad^crjo -"'e- Gr.
t'v .-vnllW Ca„l. Cara. 4b. Il l>osco ,
quand- egl. i; dritto a baco. Lo rimon-
diam col fuoco ; Ma s' egli <-■ P"stn ,n
nanii a solatio. Favvisi un altro giUMCo.
SOLATI'O. Adi. Che e nel solatio ,
Poito a solatio. Lai. <.prici.J. Gr. TtfXM-
riliOi. Lor. tìed. canz. -jS. 3- Posso pn.
tar la vigna Solatia. Ua>,. Colfl^t. Ne
luoghi solatìi fanno il 6occo, De baci, non
se De ceiipr». , , .
SOLATO. Add. Risolalo. Lat. .<cìeis
consutus. JM. Par. l5 Contigie si
chiamano calae solate col cuoio, stampate
intorno al piL-. Pran.m lUform del li .6.
Calaata con conligi-. o con calze solale
o senta suola. CeccU. hsalt. Cr. 5. i.
Uicord.ti, Garin, che i cortigiani Hanno
solale le scarpe di hucria Di cocomero.
SOLATIiO. i>f>a noM dt pili .spezie,
della di ci qualità /'. Diosc. Lat. so-
l.nun,.Gr..rp'JK^o,.Cr. 5. 4- 1 La lor
polvere, confetta col sugo del solalro an-
che vale contro al riscaldamento del le-
gaio sopr- esso posta . 7'. ,,. Poi'. / A.
Sugo di solalro, che ha le granella rosse.
t * SOLCABILE . Ad'l. (he si può
soUare. Ih-lhn. insc. J. 7V Egli e c„me
un moltipllcare esso unico aratolo, e larlo
quasi diventare tanti, quante sono le par 1
.olcal.ili nella lunghezza del campo. (Il)
SOLCARE. Far iohhi nella terra. Lai.
sulcare, sulco, facere . Cr. 3. 5. l. La
cicerchia e noia ec. e puossi seminare in
terra soda, come la fava, e poi ararla e
wlcarla di Gennaio, e di Febbraio. /'-II.
a li. Quesli colali campi si deono solcar
per traverso , acciocché no' campi slia la
jirassezza ritenuta.
§ 1. Per sinulit. ti dice del Cammi-
nar delle navi sopra V acqua . Lai. <ii/-
ca,« . Gr. auXKXi?"V Petr. son. 18.).
Dodici donne onestamente lasse ec. \i.li
in una barchella allegre e sole. Qual non
>a ••altra mai onda solcasse. * Tos-' Disc
Poel. Non potr'a giù rilrovarii 1 opcrazio
D> della nave , eh' b di «olcare il ina
+ S 11. yJ pur per timitil. si dice
del Far .o/co in checchessia. Lai. siilca
re arare . Gr. auX«»?«<» • Omel. S.
Ciò. Grisost. 117. 1 lormenlatori non
soleherel.hono cosi i suoi fianchi coi pel-
lini di ferro, corno clli li solco» co ver-
mini . , , . 1
SOLCATO. Add. da Solcare. Lai. sul-
catus, aratus. Gr. aui«xn9li'(, a.pOMj't-
vo; . Petr. canz. 9. 5. Veggio la .era 1
buoi tornare sciolli Dalle campagne t da
sulcoll colli. Amel. 5o. Sopra le zolle del
solcalo orlo Lassai le ginocchia e dissi.
Frane. Sach. rim. ip K' bm. che
lornan da's..Uali colli, Hisuonano . lor
mugghi. A'a.„. Coli. 1. 5. Lagrimando
mira L' altrui campo vicin solcalo « belo,
Il suo vedovo e sol. ...
* if SOLCATURA. L'alto del solca
re lìellin. Pise. 2. 182. Tutte le parli
che dopo r iniraversaule solcatura riman-
nono dell' anlecedeule fila non a.eranno
allro cunlallo che n.li; unico disotto loro
f niii per tmiilit. )■ (l')
SOLCl-LLO. Dm. di Solco. Lai. ™:-
ci/,,.. Gr. au)'/ziOv. l'allnd. OH. Il
Sarchisi spesso il solcello de porr. E al-
lioir: Fa' due filari di solcelli dilungl 1
uno all'alleo Ire piedi
SOLCIIKTTO. J)"a- 'J' Solco ; Aol-
cello. Lai. siilculus. Gr. au>K/.sv. 1 ett
Coli. 71 Sul cominciare d. Ile piove egh-
no lavoravano al pi- dell' ulivo, e v ta-
cevano intorno una pozzanghera , e quivi
voltavano uno, o pili sob belli.
•+• SOLCIÒ . Sorta di condimento, o
con serw, dicono i Conipilotori del Vaca.
boia, io della Cmsco. Soldo, dice il Ite-
di . voce toscana antica , credo che sia
renula d, Provenza . l.fgen.losi nel /(.■
mano Provenzale Solz . idesl carnes io
arelo . Sembra dunque che per Salcio si
dehha inlendeie Cai ne sminuzzala, 0 tri-
tala in modo di saluccia, e tenuta a sta-
zionale in aceto ,on diversi infredienll ^
1f /lldohr. Si de' usare, appiesso the 1
ha bevuto , di mangiare mele cotogne e
mele ddci. od ulise in solrio. o midolla
di pane nell' acqua fredda , e tutte cose
che le fumm.e avvallano . Fianc. Boib.
25q. 20. Potrai, per me' passare. Più vi-
v.in.le portare ec Uova e solci e morlia,
Lodrelti, e ciò che invia ec. Petr /voli
Qui il mar, qui 1' acque dolci , Le gela-
line, i solci. Morg I9. 86 Pensi rh .
faccia gilalina, o solci. Che il capo dren-
lo o le zampe esser vuoici? A 20. 114
E hannovi in un solcio i Paladini .Poi
fuggon lutti come spelaztini. /,'!P- ' "'''
2 S8. E senza melarance, o sobio. o sa-
le Ferono scollo da buon vetturale L
3 "102 Ognuno taglia e affetta il re Lm-
gi, E fanno un sulcio di lutto Parigi (qui
per similil. ) „ ,, r .,,.
SOLCO. Piopriamente Quella Jossetla
che .ti lascia dietro l' aratro in fenden.Io,
o lavorando la le,ra Lai. sulcus . Gr.
^Z-kOil- lìeclnm. Qiiintit. K Le cose se-
minate perirono sotto li sole 11 fuor .lei
sarchiare Ou,.l. O. Certo se li lavoratori
pensassero sempre quanti semi debbono
loro torre i robatcri uecrll. foce ma.
non cederebbero li semi a solchi, frane.
Sacch. nov. 201. Quando s arava la sua
( terra ) pigliava, quando con un solco e
un allro per anno, un braccio, o più di
quella del virimi. IH- SS. Pad I . . 3;
Fece un segno per la rena col duo, come
un solco.
* 6 I Nel mngiìior numero dicesi an-
che le solca. Ceeeh. Prov. ^0 Da que-
MO nasce V alilo proverbio : /■. par che
tu pianti porri, quando uno bada e pena
mollo a fare una cosa ; perche chi pianta
porri va per le solca ponendoli adagio
adagio. (C) Salvia. On: Sa;. E que.
leniicvan per le solca, al termine G.ngner
bramando del maggese .1 fondo. IMml
R II ;Vr .iimlM P>anl /'or. 2. Mei-
ler 'pol'le ben per 1' alto ..le Vo.lro na-
vicio servando mio solco Dinani. .1
acqua, che ritorna eguale. //„( Ivi.- Mil-
lo vestigio che fa la nave quando
SOL
« IH. Per Istrada. Amel. 84- E loro
il ..^Ico mostralo , da quello iooaoii co'
cavali, vietò 1' andata.
g IV. Fifuralam. per Grinta, /<«(*■
Lai. mlcus, ruga. Gr. a'a'i»5. fJTl'Jtv
Lib. 258 Alle gote dalle hiaothe btode
tirale risponde la ventraia , la quale di
larghi e spessi solchi vergala, cuoie SODO
le loricce. pare un aacco volo.
C V. U'Cir del solco, in modo proverà,
sigoijica Traviar dal bene. Lai. delirare.
Gr. :iapxJ»ip€r» • f- ^"'"•' P'' '"'" ■
■nle ,1 contrario. Lai. rccla incedere
w
vaie II co«i'M'«w. — -•■ --
Gr. zt.'m b'uOs.Vv 7opiue«e«t. Mvrg. io.
i5l. Tanl* è. eh* i' voglio andar pel »ol-
va per mare, sicché è come segno a rbi
VU(>I(
nrr IH*»» « »"•■■"■ - r>
vuole seguitare la nave . ma duia poco
imperocchb r acqua subito .corra e pareg
gii.i.
co ritto.
•+ §. VI. Andar diritto II talco . ti
dice del Riuscir Lene checeh.ssia . Lai.
prosperar,. Segr. lior. Chi. 1. 1- Quello
che Ì! peggio, mogliama .e n"e accorta . ed
iudoT.oau pere hi.- .0 voglia dare que.la
fanciulla a Pirro In fine e' non mi Ta
solco diritto . Pure io ho a cercare d.
vincer la mia Morg. 3. Sg. Con ao wl
bue io non son bunn bifolco ; Ma i .0
n' ho due, andr'a diritto il solco.
* e. VII. Solco, fifueat., fu usato nel
maggior numero per Messe. Iliade. Chiabr.
ri„; Il villanello intinto Furar vtdraui s
seminali solchi. ( l*r)
* §. Vili. Solco, per mela/, vale onclu
Quella striscia ,1, luce, che 1 corpi lumi-
nosi l.isciono dieti 0 a sì, scorrendo per l a-
Ita, cerne sono te stelle cadenti , i razu
i folgori, e simili Car. & /''' 2. Noi
la vedemmo ( la stella ) chiaramente .o-
pra De' nostri teli, ire a calarsi in Ida,
Si che lasciò quanto il suo corso tenne.
Dichiara luce un solco. E tih. 5. Che 'a
saetta io su le Dubi accew. Quanto velo ,
unto di fiamma un solco Si IraMe die-
tro. (/!')
* e IX. Solco, fu usato anche per La
natura delle femmine d. gli anim.U.Alam
Coli 2. 5l- Vegna il solco Al seme genita!
più largo e pronto. Marchett. Lmr. Iib.^.
Il vomere allor dal caromin dritto Del
solco genilal caccia, e rimove Dai luoghi
a lui proporzionati il seme. (Br)
SOLDANATICO . /'. A. Soldanato
Kov. ant. 34. 3. Questo Saladino al tem-
po del suo soldanalico ordino una tregua
tra lui e' Cristiani.
SOLDANATO Dignità, e Dominio d,
Soldano. Lib. I iagg. E ancor, hae uu
allro paese eh' è dello Calipe. che e uno
.oldanalo, che lanlo ca dire, quaolo regno.
SOLDANIA. io Staio, e il Paese del
Soldano. Lai. 'Sultani imperium. G. ì .
1. 3. I. Parlendi.si dalla parie d. Setlin-
irione. dal fiume di Tana, in Soldan.a.
t SOLDANIERE. /'. A. Add. usalo
per lo ,.,i mfv,:a di sust. Assoldalo, Si-
pend.alo. Lai. stipendiatus. Gr. uttOTlim-
/ i-ccr. Non solamenle da' cavalieri, ma da
soldanieri a cavallo distrcllamenle losul ca-
vallo salile sempre ir da usare . Or. S.
Gir. l5. Come uomo loda lo Ite quan.lo
fili paga bene I. suoi suldaoieii , cosi lo
dee l'uomo lodare, e mollo più «neora
quando f. giustizia delli peccatori, e delli
ladroni. 7V../1. /'lel. Som cavalieri, e suoi
soldanieri. che tulli attendiamo uno me-
desimo soldo.
•+ SOLDANO . 7"i(i>/o M priueipato
supremo presso v/i Arabi , e gli Otto-
moni . Lat Sultmu, Doni. Pmr 11.
Nella presenza del Soldao suiierba Predi-
cò Cri.ln ■ /■•"( ili •• Soldano • noma di
dignità appo quelli popoli lìoce. "o.-. 3.
3 Non solamente, di piccolo uomo, il [•
di Babilonia Snidano, ma ancora moli,
vitlorie ec. gli fece aver». TJorC*. 1. 1.
Il Dc.pol" dì Quinto , e '1 gran SoWa-
no. Red Ditlr. 35 Lodi pur I acqua del
Nilo II Soldan .le' Mammalucchi.
SOL
SOLDARE ■ ìneapfìrrarc , e Staggir
SoUati , dando loro solilo j Assoldare .
Lai. mi/ilet Icgcre, autborar<-. Gr. OTpa-
TtuT»; xar:/35"/!i> , KXTKy^a'ysiv . G
/'. II. 28- 5. Onile suldaru i drtlì mille
cavalieri. E cap. i35. 2. S' ordinò dì ri-
fare maggiore oste ec. con soMjndo goutc
J* arni? a cavallo <• J pie, Cr.ti. More/I.
3l5. Noi soKtdmmo il coQle Alberigo , e
deramoti cinqujDtamilj fiorini io due mesi
saoia scriverlo (h Hampato hi assoldam-
mo ) . * Giticc. Sior, x8. 70. Convenne
(il re) ce. co* Venfxtjiii di soldare a co-
mune ilirri mila S^iizori- (C)
SOLUATACCIO. Peg'^toral di Salda-
lo . Buon. Pier. ^. 5. i. Lj rabbia iia
ira* can : vcdrem chi vinca , Soldaiacci
del linea. Men» . sai. 7. Va soldataccio ,
rh' alla patria riede Lacero i panni , e
eolla gamba scalu.
SOLDATAGLIA . òfoUHudinf di %-ili
loldali ed inesperti. Lai. mttitta i:rega-
ria . Gr. uTpaTtfijrat cf.yu.vxoi . M. 1 ■
7 JOa. Accoglira rubalorì e soldataglia ,
? correa io Puglia per pazxia, dod meno
che per ruberia.
S0LD.4 TELLO. Dim. e per Io più
à'sptczz di S.ld'ìlo . Lai. nulfs grega-
riust manipulnritis. Gr. eli Ti^; aTTEi'pa;.
TtfC. Dav. j4nn, I. 7. Eravi un Percen-
oio, stalo capo di commcdianli, poi sol-
duifllo Iingu.i€Ciulo. f i5. 207- "Se d'un
solo soldatello, d'un solo riltadinu salva-
lo riceverebbe [>er mano dell' Iin|'er.iiJ"rc
la sua corona, quanta gloria vi fij veder
pari numero d'incoronali e silvaiil L'uon.
Fier. ^.4. 20. Uuu'soldjlelli scaUi, Sban-
dili in preda al popol, l'C
SOLDATEKI'A. S^yUate.tftt. Lat. mi
Ulta. Gr. ffTfaTt'a. Tac. Dav, La solda-
teriJ b>atrò
SOLDATESCA. Milizia» Adunanza di
toldati. Lat. militia, tii'ln militnris. Gt
5Tpa ro4 , srp'xriujxu. . Saf^i" DisCm i.
386. La tanto fiorila e disciplinala sol-
dattsca a pie ec. cominciò a calare e a
diimellersi .
t SOLDATESCAMESTE Jwerb. Al-
la soldatesca , A maniera militare Lai.
more castrensi, militari. Gr. 5Tp«Tiwrt-
X'Zi. Jì>nv. Crii. fit. I l8'|. Datogli
una buona quantità di srudi in mano , 1
quali soldaiesfamcole io mi avevo gua-
dagnati .
SOLDATESCO. Add. Pi soldato. "La
miliiaris. Gr. cTf anWTt/o'; T'-tc. Drv.
Ann. I. l5. C.>n vociibc.to soldatesco del-
lo Caligola. E Stor, |. 252. Si davano u
rubare , assassinare , ad ogni gran falica
ec, per poter comperare Ìl soldatesco ri-
pwo .
* §. Per CvnvenientK' a soldato . F.
Fili. f'it. 52. Fu Farinata di statura
grande, faccia virile-, membra furti, cnnii-
iienta fi'"*''*^) eleganza soldatesca , parlare
«ivile , di consiglio sagacissimo, audace,
pronto, e induìlrinso in fatti d'arme. (D)
■{■ * SOLDATINO. Vim.j e per
lo più disprrtz . di Soldato j So/da'
tello . Semplice soldato , Colui che è
nelV ultimo grado delln nn/izìa . Acc^d.
Cr, Mess. 1 capitani s' aiutavano a far
degli amici ec., e infìoo il soldatino s' in-
gegnava di farsi ben volere. 3ffpal. Lelt.
Qual è il raporaluccio , il soldatino, cbe
non faccia lanlo di borea iu udire ec (A)
SOLDATO. Qu-gU che esercita Tari,-
disila milizia Lai. mi/c^f . Gr. 0Tj:aTi6)Tr;5.
Boec. nov. ^5. 2 Uomini ornai attempali,
e tiati Della lor gioventudine quasi sem-
pre in fatti d' arme e soldati. Croaichelt.
d' Amar. 67. Ilibandìrono isbanditi , e
francarono ischiavi, lolsono soldati, e ra-
guoaronn danari . P-tts. ?(>0. ti soldato
( S0f;na } arme, cavalli , guerra» battaglie,
paghe doppie, e buono soldo. Dittam. 2
SOL
16. Assai de* così fatti nomar puoi. Che
per tener soldati , e non pagare , Son iti
male , e proprio nei di tuoi C'is lett.
53. Ed anclie non volli rimescolarmi a
Bologna fra Uioli soldati ÌSorgh. Col, mi-
lit. 4-«^» *^^' •■■''^ fuNsero veramente di
soldati ( io uso spesso questa voce nelle
cose Romane di vero puio ci'nvencvol.
monte . perchè mal risponde alla parola
loro militi, ma risponderebbe bene a'mer-
cenarii e pagati ec. , né ì nostri vecchi ,
the propriamente e correltamenle parla*
rono , altramente , che per condotti dì
fuore a prezzo, l'usarono, e de' citladini
non mai ), ec.
SOLDATO. .4dd. da Soldare j Atsnl-
dato , Condotto al soldo . Lat, mei cede
condi/ctus. Gr. u7TÓ,aii5o; G. /'. 8. 6"3.
3. Con genti a cavallo nel numero di
300. e appiede assai di sua aniist'a, e sol-
data de* danari del Re di Fi^nria . E q.
3l6 1. Non avea da suddisr.ire i suoi ca-
valieri soldati di loro paghe passate.
*j ifr §. £* per Pngi-rto , Rimunerato .
Fi: Ciord. 3o8 Quelli che ricevono gr.in-
di soldi, sono valorosi, e vaiiuo vulonlieri
alle battaglie, e fanno grandi falti per
amore del soldo che hanno, che sono cosi
bene soldati. (F)
•f * SOLDATUCnO. Dim. , e per
lo più dispiezz di Saldate j Soldatello.
Sf^ner. Prfd 2\. 3. Divento si vile, che
paventò Gn d' un povero soldaluccio, qual
era Vt\^. 'A)
•f ^' SOLD UT VZZO. Dim., e per lo pia
disprezz iti Soldi toj So/i/ale/lo Uden. IVis.
4- 24- Quale incostanza poetica è questa?
E nell'estremo della sua viia esso Turno
quanto conlamina la virtù cavalleresca ,
chiedendo la vita per 1' amor di Dio al
nimico ? E che farebbe peggio un solda-
tuzzo plebeo T (A)
SOLDINO. Dim. di Soldo. Lor. Med.
Kfnc, .35. E non mi fo far zazzera di
ferro. Perchè al baibier non dopiùd'un
soldino. Borch. Mon. 187 Di quesU' sorte
piccioli ancora se ne veggioiio alcuni, che
molti, vegofndovi tanto arienlo, e sì pic-
coli, chiamano soldini, e s' ingannano.
3 SOLDO, moneta che vale Ve qiiat'
trini, o dodici dunari. Lai * sohdus..
Bocr. nov. 68 21. Come egli hanno tre
Soldi, vogliono le figliuole de' gentiluo-
mini, e delle buone donne per moglie G.
/'. II. Il 3. 2. Valse lo staio del grano
più di soldi 3o, e più sarebbe assai va-
luto. / (V. SS. Pad I 261. La fe.e me-
nare al mal luogo, e comandò a un reo
uomo, cbe (enea le male femmine , che
ogni dì gli portasse Ire soldi del guada-
gno disonesto di quella vergine. E ap-
presso : Questo reo uomo invitava le genti
a lei, temendo ch^ non gli convenisse pa-
gare di suo li predelti soldi.
^* §. I. Lasciar andare dedici danari
dì soldo, o Lasciar cenere due soliti per
ventintinttro danari, valgono iumodopro
vcrlnale lo stesso che Lasciar andar due
pani per f oppia -Bocc. nov. 12. 4- ^''
vivo air anlica , e lascio correr due soldi
per ventiquattro danari » . Farcii. ErcoU
87. Dar Cartuccia ec. è passarsi legger-
mente d' alcuna cosa, e non rispondere a
chi li domanda, o rispondere meno che
non si conviene a chi f* ha o punto , o
dimandato d'alcuna cosa: il cbe si dire
ancora ec. lasciar andare due pani per
coppia, o dodici danari al soldo. {C}
§. II. Soldo, per Moneta generalmen*
te. Malm. 2 21. Vedendosi già grandi
impircatoi. Ed a soldi tenuti bassi bassi.
* J>en<b. Stor. 4- 5l. Aveano mandato
ducento fanti, ed un Comissario con de-
nari. 1 quali fanti erano stali dall' Àlvia-
no nel cammino assalili e rolli, e molli
di loro presi , e di poco mancò che '1
SOL
1235
Comissjrio anco esso con lutto il soldo
preso non fosse, (l)
t g. Ili Sold^ , per Mvrci-de , Sala-
rio , .Stipendio, o f^aga del soldato, Lat.
stipendiuni. Gr ^jttffdó^. Fr. Ctord. S.
Pred, 21. Soldo è quello thc si dava
a cavalieri di Roma aniicht.* andassono
alla battaglia, acci-'Cthè vivessono , e
poi era dato loro il premio . E altro-
ve : Frale , egli è usanza , che 3 grandi
soldi traggano volentieri i cavalieri. G.
F, 7 i33. 3. Vi venne molla buona
genie a cavallo e a piede al soldo della
Chiesa. Cavale. Med. cuor Quisi.i è dun-
que gran pazzia e reta, laNciar la balu-
glia d'Iddio, la quale è onorevole e leg-
gieri, e hassene per soldo vita eterna. E
Discipl. spir, Ctime s'andasse a migliorar
signore, il qual dt-sse mi^^lior soldi., Cron.
l'eli. 101 E ambe Irailavano d'avere a
soldo la compagnia bianca di-^l* Ingbilesi.
Bocc. noi'. 71 3 Fu adunque già in Me-
lano un Tedesco al soldo .
3 g. IV Soldo, per Condotta, Milizia,
Guerra, Bocc nov. 6^. l3 E viva amO'
re, e muoia soldo . e tutta l.i brigata.
* Bemf' Stor. 3. 34 Paolo Vitello ec.
avendo il suo soldo co' risani finito , a
Firenze se n' andò. (F)
f .§. V. Soldo , vale anche Servizio
militare. ^ Cronicheti . 25t). La brigata
della Bosa, la quale si era levala dal sol-
do di Gabbriello Maria, e reraiasi al no-
stro con lance CX\, ed altri soldati as-
sai, con piccole condotte. (C) Tac. Dav.
Ann 1. l3. Chiedevano riposo per mer-
cè, e di non moiire in quelli- fatiche, ma
finire con un poco da vivere si duro soldo.
^ §. VI. Uom di soldo , vale Uomo
di milizia , Che sta al soldo di alcu-
no, " Frane. Sacch. nov. 34 Facendo
pace fra voi, credo che sia il meglio , io-
nanzichè tu ti voglia mettere a partito
con un uomo di soldo, 3/. 7'^. 4- 1 15.
I Tede.>chi di soldo che io que* tempi e-
rano in Italia ec. follemente pensarono
di farsene signori. (A'J
§. VII. Onde in proverh. F. F. II.
65. Verificando il proverbio: a tempo di
guerra ogni cavallo ha soldo ( cioèy Al
bisogno fgnuno è buono a qua'che cosa },
%. Vili. Soldo, per Salario, e Stipen-
dio scnipUcemenle. Lat. stiprndium, sala-
riunì. Gr. [iia^o'i, p-tdouopcf.- Mae-
struzz. 2 3o. 8. Quando alcuno ufliìciale
toglie per forza alcuna cosa, più che non
è il suo soldo, o salario.
5. W. in proverh. Pagar cinque sol'
di, si dice di Chi nel favellare esce di
tema. Ar. sat. 2. Ma perchè cinque soldi
da pagarle Tu, che noli, non ho, ritor-
nar voglio La mia favola al loco, onde si
parte.
§. X. Andare a lira e soldo, si dice.
d'I Concorrere per rata al pagamento ,
alla riscossione , o simili. Lat. prò mtu
accipere, prò rata solvere, Gr {liùOii
fiptiv. Sen, Ben. Farch, !^. Sy. Se egli
avesse fatto cedobonis, andremo a lira e
soldo cogli altri creditori.
-}- 3. XI. A diciotto. o a diciannove
soldi per lira j modo haiso, e vale A un
di presso , Con molta verisimilitudine.
Lat. circiler. Gr. iy/U- Late. Slreg. 1.
2.. Si pensa per ognuno a diciollo soldi
per lira, che egli sia annegalo e morto.
'A- Segr. Fior Leguz. Frane. 12. E tanto
più è da credrre cbe non lo faccia ,
quanto più facilmente si può discorrere e
slimare, a ip soldi per lira, che o 1' ac-
cordo di Napoli seguirà, o 1" impresa
ec. (TC)
•^ g XIL Spendere il soldo per
quattro quattrini, vale Far le spese me-
desime con più vantaggio. Cuicc, Avvrrt,
ISO. Nelle cose dell' economica ec. quello
Is36
SOL
in che mi pare che consista I' industrii è
chi fa le mrdei'ian: spese con più vaDtag-
gio, o rome si d'ire vulgarmente speodere
il soldo per quattro quattrini. (C)
§. XIII. iSo/rfo, per la Ventesima parte
del braccio di misura fiorentina. Red
Oss. an, 27. Vi ir«jv;ii raggruppato ano
stcrmÌDatissimo lombrico morto , lungo
uo braccio e tre soldi di misura fio-
rentina.
* g. XIV. Soldo d'acqui. Term.de'
Fontanieri. Quella qwìntità d' ocifia che
esce da un foto circolare di un soldo di
diametro con una data vt'lootta. ( j4)
* SOLDONIEKE. Lo stesso che Sol-
danicrc, (ir, S. Gir. ^|. Cosi come 1*
uom loda lo Re quando t>gti p3g>i bene
gli suoi soldonterì , così il de' 1* uomo
lodare (C (l'J
f SOLE. Pianeta che illumina il mon-
do, e conduce il giorno. Lat. Sol* Gr.
^ItOi . Ott. t^om. Par io 23q. Sole è
detto quasi solo lucente, perù eh* e fonte
di tutto '1 lume, per lo cui raggiameato
le parti di sotto e quelle di sopra s' allu-
minano ec Pnt. Purg, 20 2. Lo Sole e
la Luna sono due ioslrumeoli , per li
quali lutti gli occhi degli animali vedo-
no, imjierocche sono la luce del mando, e
niuDO vede se non per metzo della luce.
E altrove : Lo sole è temperamento degli
elementi, e della natur.i, e dflla compo-
liizi'm degl' individui elementati , per la
partecìpjzion degli altri pianeti. Il Sole
vivifica tutte le cose, e a tulle dae bel-
lezza e furmn, perocché per la sua sotti-
litade tutte le cose passa , e quelle che
son poste a ricevere, vivifica penetrando-
le. Tes. tir. 2. l^\. Per Io suo grandis-
simo splendore non potcmo noi di di ve-
dere le stelle, perche loro lume non ha
natia potenzci dinanzi lilla chiJrezza del
Sole, che «' fontana di tutti i lumi , e di
tutto chiarore e di tutto calore Dant.
Par, 2. pjreva a me che nube ne co-
prisse Lucida, spessa , solida e pulita ,
Quasi adamante che lo Sol ferisse Petr,
ton. 207- Non vede un simil par d'a-
manti il Solo (maniera corrispondente ,
al lat. ! Meliorem ncque tu reperies , ne-
.pie Sol vidrt . Plaut). Dw. Colt. i;jo.
Perche (i briuhi) al primo Sole di Marzo
nascono, e rodono le prime germoglie
(qui vale: ■ti primo giorno di ^farzo ,
in cui si veda il Sole ) ,
si! §. I. Sote, in plurale, fu detto dai
Poeti per Occhi. Ger, Ginn/, son Petr.
Chi d'amor sospira Per donna eh* esser
pur voglia gucrrcra ; E com' più mercè
gnd
più
gli v fera, C-ilcandoli
Sol che i più detira ce. che deggia far
ce. (D)
* g. Il /? per simitit. Ar. pur. 7.
12. Sotto due negri e sottilissimi archi
Son due negri occhi, ami due ciliari io-
ti. (Dì
^ §. ni. Pe^- Lume, Luce. /In^. Met.
I 186. D' Argo motti ocrbì han già per-
duto il sole. (D)
%. IV, u-i%-ere al Sole, o Aver dvt suo
al Sole, o simili, vogliono Potsedere heni
stabili. Cron. ^forcll. a6o Fa' le lue fac-
<'cade ron persone fidate , o che abbiano
buona fama , e siem» creduti , e che del
loro si veggia al Sole.
§. V. Dividere il Sole, Partire ti So-
le, f 'incere, o Perdere il Sole, o si-nilt,
si diCe del Divi'ierc, o Giucarsi lo svia-
ta^gio del Sole nel combattere. Disc. Cale.
16 Ciascuno alfiere sì parte con la sua
schiera a11.i vulla del suo padiglione , se-
««indocile egli averi violo, o perduto il
Snie.
%. VI, Sole, per meta/, /'c/r. cn/i:. ^jt).
X. Coronala di stello al sommo Sole Pia-
litìiXì li, rhe 'n te tua luce asco»e (cioè,
SOL
Iddio). Dant. Par. 3o. Così mi disse Ìl
Sol degli occhi miei (ci-è , Beatrice^.
* §. VII. Sole, dicesi anche di Per
sona, 0 Cosa celehre , e nel suo genere
eccellentissima, l'oltz. rim. leti. 2O7. Ri-
spleadone dopo costoro quelli due mira-
bili soli che questa lingua hanno illumi-
nata, Dante, e non multo drieto ad esso
Francesco Petrarca. (C)
g. Vili. Sol.-, fu preso talora per C
Anno , percfcchè in un nnno /a la sua
intera rivoluzione ti Sofe. Lai. annu$.
ììut. Pw-g, 21. 2. Sole sì può intendere
una re%oluzioDe che 'I Sole fa per li le-
gni , e questo sarebbe uno anno. Dant,
Inf ?q. Ma . s' ella viva solto multi so-
li. Ditemi chi vui siete, Amet. 82. Con
fuoco e con sangue ingannevolmente dopo
più soli furono finite. K 85. Lasciato
nelki Isola del foco, quivi nutricalo d'er-
be ec. sidi più soli io molta miseria.
* S IX, Per Giorno. Dnnt, Inf. 33.
Però Don Ugrìmai ne ri:pos' io l'uiio quel
giorno, ne la oottc appresso. In fin che
r altro sol oel mondo uscio. Ar. t'ur.
35. (\0. Poi disse: Andiamo, e nel se-
guente sole Giunsero al fiunf. T'SS. Ger.
19- 5o- Vuole Rinovar poi l'assalto al nuo-
vo sole, f/irj SanniZL. Arc. Pros.^. Quat-
tro soli ed allreltaote lune il mio c<irpo
ne da cibo oè da sonno fu riconforta-
lo. (FP) Imperf Prov, D. 2. T. 3. 129.
Perrhè a' tepidi soli succedono gliesiivi,
i quali con più maturi raggi le biade ri-
cuocono ? (Fj
g. X A^'tre a comprare infino al tO'
le, vale Aver cnresiia d* opai cosa, Lih,
Son. \\(\* E comperar convieogli iofioo
al sole.
g. XI. Andare al sole, figuratam. vale
Cedere, Biputaisi inferiore. Lat. impa-
rem .se (rstimarc, Gr. ell'tTr^/jievov eVu-
T5V 55,«(.*5eu . Bcrn. rim. I. 2;). Così,
moderni voi scarpellatori , E anche anti-
chi, andate lutti al sole.
'ÌJ gXII Apporre al Sole, dicesi del
lìtasimar qualunque caia per ottima eh'
ella sìa. V, APPORRE, §. XI. (C}
§. XIII. Levar le pecore dal sole. J'.
PECORA, §, III.
g. XIV, Figuratam. Tignersi a un al-
tro sole, si dice di Chi viagc;in. Silvin,
Disc. I* lOfJ- L' uomo ec, godendo di
respirare aura straniera, e di tig.nersi ,
per così dire, a un altro sole , viene a
farsi t.^lvolla, e strano, e salvalieo.
* §, XV. Sole, per Quello .spazio che
ti S-)le sta sopra V orizzonte. Dant. Conv,
png. 2lfi. ( Ediz. Fen. del Zatta \-5'$),
Ore del di temporali , che sono in cia-
scuno di dodici, o grandi, o piccoli, se-
condo la qujntìtìi del sole. (1 )
* g, XVI. Sole, per Estate. Dant. Pars.
^. Che '1 metzo cerchio del molo super-
no, Che SI chiamò equator in alcun* ar-
te, E che sempre ritiian tra M sole e 'I
verno Per la ragion che di quinci si
parte Verso Setlenliìon. (Pi)
SOLECCHIO, e SOLICCIIIO. Stni^
mento da parare il sole , detto ancora
Parasole» e Omhrello. Lat. umbella. Cr.
fl/catdto.;. Dant. Pwf;. i5. Ond' io levai
Ir mani in vrf bi cima Delle mie ciglia ,
e fecimi il solicchio (qui per similtt. ).
§. Per Jtaldaccbmo. Ltl. umbella, Gr.
oxraJtov. G. /', IO. 73. 3. Si riiiò in
sulla sedia, e *l dello frale Piero fece se-
dere sollo *l solicchio (così net testo
Davaas ).
SOLECISMO . Error di grammatica.
Lat, solo-clsmus , impartlitai , slribiligo.
Gr. 9o)^otxtauo'(- 7Vx. Itr. |. ^, La pri-
ma si è gramatica, eh* ^ fondamento del-
l'allre sripnie ; e questa r* insegna a par-
lare, leggere e scrivere santa viiii , o tlt
barbarismo, o di solecismo, Retor. Tuli,
SOL
Dividesi nelle dette due parli, ehe scap-
pellano solecismo, e barbarismo. 3fenz, sat,
3. Ditemi un poco : i primi Ire aforW
smi D* Ippocrate ooo baitao per dieci
anni Per dar materia a' voslri soleeisniT
•f * SOLECIZZARE. CommeUer so-
lecismi, Uden. JVis. I. i^. Senta che a
continui pericoli di solecizxare e barbaris*
zarc sta suggello colui, che io parlando,
o scrivendo parla in linguaggio stranie'
ro . (A) Dm. Ohbl. Ling, 6, lo non
so capire per qual cagione , se alirì par-
lando latinamente , o solecìzsa ( siami
lecito cosi dire ), o cade in qualche bar-
barie, abbia a meritar le fischiate , e chi
freqoenlcmenie errj nella sua lingua non
debba merilar peggio. (Cj
* SOLKGCIANTE. Che hiondeggian-
dfi risptende. Lai. rutifans. Cr, r/iw* .
Salvin Disc, 2. 2p4> ^*" '' chioma dili-
cat.i. Profumala, Al di solto nereggianle.
Ed in cima loleggiante {')
SOLEGGIARE. Dtceti del Porre il
^rnno, o qualsiiin nltra cosa al Sole ad
oscetto ài asciugarla. Lai. insolare. Gr.
ri'itaCeiv.
^ g. Soleef^iare, in signì/ìc neutr. vale
Sfare al sole. Salvia. ì il. Diog. ig5.
Stando esso a soleggiare nel luogo detto
Craneo , Alessandro sopravvegnendo gli
disse. (C)
SOLEGGIATO- Add. da Solegciare.
Lat. ìnsolatus. Gr. ■r.Uct.'Sfi^tOi. Red, Di-
tir. 32. Su. IriDchiam riocappellato Coo
granella e soleggialo. E nnnot. ì'^o. Il
modo di fare il vino soleggialo trovasi
appresso Didimo nel libro sesto degli ao-
tcri Geoponici descritto così.
•f * SOLENE, Sorta dì pesce testa-
ceo, la cui conca è a guisa dt lulto in
superiore ed in/erior parie diviso. Sal-
via. Opp Pese. I. 200 È il solene e' ha
nel nome La vera sua natura a canalet-
to. (A)
5 SOLENNE. Add. Di solennità. Che
appartiene a solennità J centrano a Fe-
riale. Lat solemnis. Gr. CTio'aio;. Bocc.
Jntrod. 20. Senza faticarsi io troppo luo-
go ofizio, o solenne. E nov. i- 3^- So-
pr' esso fecero una grande e solenne vi.
gilia. l'it. SS. Pad. i. 11. Per reve-
renza del suo padre Paolo quella tonica
portava pure le pasque e'di mollo so-
lenni. * lass. Amint /"«/ 1-5 oe vo a
mescolarmi in fra la turba De* pastori
festanti, e coronali. Che gi^ qui s' è
inviala, ove a diporto Sì sia oe* dì «o-
lonni, Enei fingendo Uno di loro schie-
ra. (C)
# §. I. Foto solenne, ditesi Quello
che è /atto in faccia alla Chiesa secondo
le /orme pretcritte dai canoni j contrario
di l'cto semplice. - ^^ae^trus.^, I. 74*
Di due maniere sono holì : 1* uno lì *
solenne ec. ; è un altro boto non solen-
ne, ma semplice» . (C)
g II Per simtlit. Splendido, Magni
fico. Grande. Eccellente, Singulmre, Lai,
egreg'us t splendidus, lapent. celehratus.
To;. Bocc. nov. |. 8 Giucal-ire « roel-
tilor di malvagi dadi era solenne. Enov.
6, 3- neviiore, e vago de'vìoi solenni.
/•' n'^v. 60. 1. Srnia troppo solenne
comandamento appellare ec, inromiociò
( cici , sensa farsi ircppo pregare ) . E
noi'. 6.t. p. Ma più avaoli. per la soleona
guardia del geloso, non si fx^leva. E nov.
73. 3. Delle quali Maso così efficacrmen-
te pailava, come stalo four un solenne e
Sran lapidario. E nOi; p^- 9- lo ìnleodo
i voi ec. fare un caro e uno solenne
dono al vostro marito. E noe. pp. 8. Dì
più solenne convito quella sera non gli
1 Rileva ouorure. E g, IO. f i E da* so-
cnni uomini senno grandissimo reputato.
SOL
R 77/. /A.n/. a58. Per questo e le di-
>ioe epere Ji Vergilio e drgli Bliri solen-
ni poeti non soUmmle tssrrc in poco
pregio dÌ%eDUir>, id.'i 4Uaìi d^* |hu dispret-
xaie. F. / . Il ;j7
v'cbbono solenni nn-d
Ciunli in Pisa, do-
i poi
hi
girr
gran numero ne perì. Ciriff. Ca'v. 2. 6o.
Preprfi j|a fue la nrra inens.i Ui forni-
menti assai maravtgliosi or., E molli vin
solenni e preziosi, jilam. Gir. a^- !• Vin-
ce il gran Re nel più solenne tempio, Di
pia religion porgendo c^e^>pio.
t S0LE.%>E<;GIABE. / . J.SoUnntz-
iarf . Lrfl. Ao/tmniler cofrre, ce/i/'rarr.
Gr. ioprx^Uf. Ott. Com, P„r^. i6. 282.
Otlendt viene da colo coUs , che sta per
*%frnnepgiare j appo li amichi li priuri-
pii de' mesi si guardavano e sulruneg-
giavano.
SOLENNEMENTE . JiVtib. Ccn so-
fennilàj Ccn grande apparato, e s^'hnne.
Lat. sc'emnìtcr. Gr. fiih' éifzr,^. G. V.
la. 62. I. Udita la mes>a solennemenle,
e comuniratosi ro' ìuoi baroni- l'i-cc. nov,
|3. 20- Quivi da eapo fece soleuncmeote
le «^nsalizie ct-1eLr;)re . Giiid. G. Così
essendo solenninienie ordìuate le schiere
da ogni pane, ec. Pa^s, 181. Per certi
miracoli e rivelazioni s' ordinò di farne
festa solennemente, e per tutta 1* ottava,
* Car. En. ith. 11 V 712. Questa mia
TÌta a voi. Latini, Ed a Latin mio suo-
cero consacro Solennemente. Guar. Fast,
fid I. 1. Che di' la. Lineo 7 ancor non
è mia sposa . L* Da lei dunque la fede
Non ricevesti tu solennemente T (B)
■f- §. L Per Grandemente. Bocc. J'it.
Dant, z^3> Per vaghezza di più solenne-
mente dimostrare le sue passioni.
* g IL Per Ga-^ltariinniente. J'it S.
Prone, 196. E *1 frale, conosceodo il gran
bisogno che 'l beato Francesco n' avea (del
mantello) solennemente gli contradicea ,
perchè non gliel desse. (ì }
SOLENNISSIMAME^TE. Jvierh. Sit'
peri, di Solennemente, Lib. Pred. Celebra-
vano la festività solennissimamente, e con
grandissima onfìrevulezza.
SOLENNISSIMO. Superi, di Sofenne.
Lat. ce/ebernmus . Gr Jia?>]u5TaT05 .
Fiamm 6 18 O superno Giove, de'cieli
rettore sulennissiroo (cioè, grandissimo),
Bocc J'it. Pnnt 258. Conciofossecosaché
Dante fusse io iscienza solennissimo uomo
(cioè, eccellentissimo). Vav. Sci*m. 16.
Risolverono dì mandare al papa Stefano
Gardinero , solennissimo ìn giuie ( cioè :
dottissimo), fìfd ì'ip. I. 6. Si credono
dal troppo credulo , ed inesperto volgo
de' letterati bugie sotenoissìme, ed a chi
ha fior d* ingegno stomachevoli ( cioè ,
grandissime ■ Lat. palm^ris) . ^ Segner.
Mann. Magg. itì. ^. Idolo tuo solennis-
simo ( maggior di tutti _^ è la super-
bia. (J-)
SOLENNITÀ', SOLENNITADE,
SOLENMTATE. Jstratto di Solenne.
S- L Sofennitàt si dtce asso/ulani, per
Giorno di gran /i-sta, solito di Celebrarsi
dalla Chiesa ot:ni anno. Lai. tolen.nilas,
dies festus . Gr. iop-zr, . Pass. 181 È
certo argomento eh' ePa nascesse santa ,
da che della sua natività si fae solennilà
e festa. Maestruzz. 2 27. Il di della Do-
menica si mette ira le tomme e prccij.ue
•olenniladi . Zflft. i5o. Della cui virtù
tpetìal menzione e solennità fa la Chiesa
di Dio .
* §. \\. Solennità, diconsi da' Legisti
le Formalità a'abUite dalla Legze per la
ctleòrazione de' contratti, testamenti, r*ìu-
ditii ec. B'ind. .4nt. Sema osservarsi qua],
sivnglia altra solenoilì, porche ee. ccn li
ro|ili e segni delli notari ec. (/I) Guicc,
Stor. II. 176. Volevano che nelle dimo-
•irsiioni . e nella solennil'a degti atti clie
si avevano a fare, apparisse quel rhe era
negli e0elli, gli Svizieri esier questi che
avevano cacciato i Fratizesi di qut-lla sta-
lo (C)
g. III. Per apparalo, Pvmpa,e Gran
cerimonia . Lat. appomtns , pompa , so-
IrmnitnSj Crltbritns. Gr TliS-f aa>t Si/'as^K,
:rou~Tj' , Èo£T/ì . lop-wjp.di , Bvic. nov.
60- i5. Falla prima con gran solennità la
confessione ec , e soavemente sviluppando
il zendado ec , fuori la rassella ne ttasse.
Lab. 188. Ci'minciò a mostrare e a met-
lerc io opera 1* alle virtù , che il tuo
amico tante di Ui, e ccn tanta solennità
li raccontò. Guid. G. Ordinosli clie la-
sone fosse parlecipe della (uà figliuola
nella solennità drl (Covilo. G. /'. H. ■'jg
2. Vendeilo rolla solennità si ccnv.nne
al Comune di Firenze Goìat. 28. Essendo
essi di mezzana ccndizicne , o di vile ,
usano tanta solennità . ne' modi loro ec,
che egli i' una pena mortale pure a ve-
dergli. E 3l. Quelle solenoilà che i che-
riri usano d' iniorno ogU altari e negli
ufficii divini, e verso Dio e verso le cose
sacre , si chiamano propriamente cirimo-
nie .
SOLENMZZAMtNXO. Il solennizza-
re. Solennità, Lai. solemnitns. Gr. tOf/tr,.
Lib Pred. Pussono fare cou animo quiclo
il solennizzamento della santj l'asqua.
t SOLENNIZZARE. Celebrare con
solennità , Far solenne . Lat- celehrarc ,
colere . Gr. Ìoctx'^biv. J it. Crìst. 253.
Mi credo avere bene detto, perciocché
non (u mai nullo dì così solennizzalo
in vita eterna, come questo d* oggi. Mae-
stritzz. 2. 2^- Imperocché la professione
che fece non solencizzò il boto, per
lo 'mpcdìmento che v* era della moglie .
E 2. ^3. l! secondo si è de* religiosi ,
i quali sanza speziale licenzia del pro-
prio saccrdoio solennizzassono ì ma'.rimo-
nii. Pac. Dav. j4nn. 2. 5o Rescupori
per solenniziare ( dicev* egli ) 1' acctrdo,
(ere un l-el ronvilo ( qui ti testo Int. ha
sanciendo ). E t\. 1O2 Doversi quel luo-
go, ove gì' Iddii tanto onorarono il Prin-
cipe , solennizzare (il testo lat. ha: au>
gendam cerimoniam loco), E i5 216.
La qual semenza ec. rinverziva non pure
in Giudea, ove nacque il malore , ma in
Roma , ove tutte le cose atroci e bruite
concorrono, e solennizzansi ( il testo lat.
ha i^Wbrantnr ).
SOLENNIZZATO. JJd. da Solent.iz.
zare. Lat cefibrntus. Salvia. Disc. j. io,
1 Romani ec, usarono di celebrare là nel
Dicembre le feste di Saturno , solennizzate
ancora da altre nazioni.
n= SOLEO. Uno de* rrìuscoti del tarso
del piede. Baldin. J'oc. Z?/j. iVi MUSCO-
LO. (B)
•f SOLERE . Verbo difettilo . Esser
solilo, ^ver per costume. Aver per usan-
za . Lai. sofere . Gr. et&ts/as'vov iivat .
Bocc. nOv. ^3. 7. Delle fiere . che nelle
selve sogliono abitare , aveva ad un' ora
dì se stesso paura , o della sua giovane ,
E nov. 60. ^. E , olir* a ciò , solete pa-
gare, e spezialmente quegli che alla nostra
compagnia scritti seno, quel poco debito
che ogni anno si paga una volta. E nov.
71. 6. Li quali io voglio che tu mi presti
con quello Utile, che tu mi suoglì prestare
degli altri. Dant. Par. 2. Esperienza ec,
Ch'esser suol tonte a* rivi di vosire arti.
Pctr. scn. \5\. Lasso! ben veggio in che
stalo son queste Vjne speranze, ond' io
viver solia. ì?2i7. La sera desiare, odiar
r aurora Sogtìon questi tranquilli e lieti
amanti. E 3ii. Morte ha spento quel Sol
chf abbagliar suolmì . Cas. leti. 19. Io
dubito grandemente che V, S. Illusiriss.
e Reverendìss. ncn abbia occupalo il pri-
mo luogo nella grazia dì Sua Beatitudine,
S 0 L tal-
li quale soleva essere il mio per la \au
somma benignità.
•f SOLEKE. r. A. Kome . Usntna .
Lat. consuetudo. Gr. tOo^. * Pani. Purg.
27. Ma per quel poco vedev* io le stelle
Di lor si.Ii re e f iù chiare e maggiori. (Br)
E Par. 18 Vinceva j;ìi altri, e 1* ultimo
solere. Puf. ivi: E l'ultimo solere, cioà
vinceva le aliie usanze, e ruitima the m'
avea mostralo di sopra.
•f SOLERETTA, Arnese di ferro ,
per difesa delle pion'e dt'piedt dc'cava-
lieri , degli uonnni di arme nf' secoli di
mezzo . Alom. Avarch, 16. (^. Le sole-
relte pria del più sicuro Arciar, rhe porli
il Norico tirreno , Gli arma dì sotto i
piedi. E 17. 81. La soleretla ornai dì
sangue è piena.
* SO^ERTE , e SOLERTO . T. L.
Diligente, Accurato , Im pigro. Pccc. ۥ
D. Ma fon solerle vigilanza quegli avere
studiati e intesi. (A) Foez. 2. Tra que'
pochi gloriosi solerti ed equanimi. ì quali
ec E ii5. Solerla arte varia di dcmonii.
E 120. Se con la niente pura tu solerlo
Delle cigìoni dell' altitonante , Con le
qua* regge, vuogli essere esperto, Guarda
r altezza del ciel roteante , ec. (ì') Ar.
Fiir. 3. ^(» I.pvando intanto queste prime
rudi Scaglie n' andrò con Io srarpollo
inetto : Forse eh* ancor con più solerti
sludi Poi ridurrò questo la ver perfet-
to. (B)
SOLERZIA, y. L. Attenzione, Dili-
genza . Lat. solcriia . Mcr. S. Greg. l^.
21. Per tanto con ogni solerzia debbe
sempre slare intenta e vigilante la men-
te ad emendare , e correggere sua vita .
^ Guicc. Stor. 1. g. In Alessandro Sesto
ec. fu solerzia, e sagacità singolare, con-
siglio eccelleale , effiracia a persuadere
maravigliosa, e a tulle le faccende gravi
sollecitudine e destrezza incredìbile. Car.
Leti. 2. 240. In uno di questi ( vani )
farei un serpe , che mostra 1* astuzia , la
solerzia , e la prudenza della contempla-
zione. (Cj
SOLETTA . Quella parte de' calzari
che si pone sotto al piede-
t SOLETTAMENTE. T. A. Avverb.
Senza compasnin. Lat. solitarie. Gr. xa-
TKuo'va^, c'oi'w; Fir. Crisi. E cosi tutta
quella sera solettamente, quanto potea ^
onestamente, e convenevolmente andò cer-
cando di luì ( questa voce , che mnnca
in mola cedici, alla stampa, ed al lestn
latino, che dice: et quem deceoter po-
luit ille sero circuibat qu^rcns de ipso .
si legge nel Testo che fu dello Smunto).
* SOLETTARE. Temi, de' Calzolai.
fletter la soletta alla scarpa. (A)
V SOLETTATUIìA. Temi. de'Colzo-
lai. Tutto Ciò che serve di suolo, e soletta
alla scarpa. (A)
SOLETTO . Jdd. Quasi Solo solo s
detto così per via di diminutivo , per
maggiore espressione . Lai. solus , inco-
mìtatus . Gr. ttQ'iO^ Bocc. nov. i3. IO
Tutto soletto si mise ìn cammino. J\ nov
46. 3. Avvenne , che essendo la giovane
un giorno di slate lutia soletta alla ma
rìna ec. , s' avvenne ìn un luogo fra gli
scogli riposto. Pe'r. conz. 9. 1. E poi
così soletta Al fin di sua giornata Takra
è consolata. Dani. ìnf. 12. Rispose; bene
è vivo; e sì soletto Mostrarli mi coDvren
la valle buia. E 18. Lasciolla quivi gra-
vida e soletta. Fir. As. 09. Solo soletto
ìn una pìccol.i casetta mìa , fotte e ben
guardata, sì dimorava. Tfiss. Gfr. 17.
59. Signor , te sol, gli disse , io qui so-
letto In colale ora desiando aspetto.
SOLFA. / Caratteri, e le Figure, o
Note musicali, e la Musica stessa j cl'C
anche si dice Zolfo . La', notcr musicct .
Cirtf. Calv. X. 33. Perche la solfa non
<23S
SOL
SOL.
b qui iPgnala 0 per I.i mulU, o per na-
lar.i crjve
SOI.FANAnlA. Cn^i di so'fp . Lai.
snl,,hur.'.«. G. r. 8. 53. r L'i.ola d
Ischi.i re B""'' granJissimo luoco ptr la
jaa soir..nana (•! Ic~la Da.: e «llr, m,!.
hanno snlf^incria ). ,
SOLFANELLO. Fiitcello di gimho rfi
canapa , o d, altra materia , intinto nel
solfo dalli line capi per nso di accender,-
il fuoco , Z'IJtm-llo . Lai. ti,lphnr.,t;m .
* F<w. E'op. lO^. Le loro pom|>o»e
lioU-glie tornano a nrciU'.li e jolfancl i
e morfo proveib. , per ix riducono a oul
' * SOLFARE . Profumare, e M'ndar
con solfo. S;Mn OMs.< Ei la l-Bsiadra
casa solfa, Gran fuoco acicso (Jt
t * SOLFARO r. A. S,lf>. Cai-ale.
E>po,.Stmb. 1. 2t. La parie degli incre-
duli fie in slagno di fuoco arderne, e di
solfjro. (Vi , ,
SOLFATO. Adi. Solforalo. Lai, ini-
phuratu!, lulphnrew. Gr ae.MT»; te
lac. T. 5. 3. 3 Semina puiiulenle. Sol
fato foco ardente.
t * SOLFEGGIARE. Ttrm.de Musici
Cantar la sol/a , cioè Intonare un can^
,0. e pronuJare r.sicm.- inani, de suom
CorrisponJtnli alte not.-.jA)
+ i SOLFEGGIO. Ttrm. de Mns.c,
Componimento d' un canto senza parole
che srr.e per eserclare l pr,nc.p,anU
neir arie del cantare (A)
SOLFO . Lo slesso che Zolfi. Lai.
sulphur nativu-n. Gr SliiOV . Tes. Hr
,. 36. In uno luogo sun vene d, sullo ,
e in un altro d'oro, od' al.ro me allo^
Dani. Par. 8. Non per T. eo , ma per
nascente solfo . Prir- son. M^. Solfo ed
«ca son tutto, e 1 cuore un fuo o. Bocc
"*.5o. ,2. N'uscì fuori il maggior PU..O
di solfo del mondo <;, Iteralo
SOLFONAIO. r. A. Add. SJ/.^alo
Lat sulphurcus, sulphnranus. Gr 3Jiw
^7- M Aldohr. Sappiate che tutte acque
lolfonaiefeamare, ed. marevaghopoa
malattie fredde. l.„ J I sol
SOLFORATO. Ad.,. C'^ "^t'Z
fa , Che uen di solfo.
Lai. siifpliuraliiS.
j- • - . rr' n,' 1 36 Quando
^,?iVed"e"Jei.e':"netl-foraU.l'^ solfo
?'f = ''':;^:o^e ;;lr^;^iir':é:;
che 1 acijua che corre pei ^
diventa calda come fuoco.
* SOLFOBATOIO. Term de Seta
Jli ec. Qurl luo,o f""Xì'Z.
le sete . i drappi rc. al >-aporc del sol
^%1^S0LF0REGGIXRE. yjutr romi-
lar fuoco c/nn.o Sulfureo . e d. colere t.a
Irle e azzurrigno Ch,at,r. r,m ^■.^l■ 3.
laf iilCremla ,:30).Ma se il chiuso
^,"por tal .' ludur'a , Ch' ci >;enga pie-
ira ei quaggii. s'a.venta Solforrggian-
doVe uà s'fii-ro ardore ec Le rupi .co...
":^"rs:;}:^::^!rè!± anche Span.
dJ. Spargere. ^redisoif^Uiio^;^-^^
fol. 3. pai:- 'i
uu, r ... '~j- _
1. ( Oereniia 17JO)
quelle parti Alpe non i che tuom e eh.
Sammegg. Sulf'iegg-andoiuon lagh.otte
Scilla L' armale navi, ec < J" ^
•t * .SOLFORO . I . A Z'ifo. la
r!,f&';r.:,:."..~ «■■■--
per la pio.an. .equa, spe... j"""""" ''
can.p,, che dalle .ol,. la p.f.lmo, e man-
d,„n alle lalora .n fo..e "■"P';"'-
SOLICC.IIIO. / . SOLECCHIO.
SOLIDAMENTE, //.e,-!. Aodamenle
ì-ondalnmente. Lai. solide , integre. Gr.
cuori de'wnti UDraioi , i quali gi'^"
pasce»ano .olidameote nella conlenipla.
lione . . , .
+ « SOLIDAMENTO Aiiodamenlo.
lìim. ani. di Ulialilo d, Marco (nei Porli
,l.-l I sec 2 61; Tanto vi prende huon
s,.lidame„lo ( qui per nulf. )■ (M)
SOLIDARE. A."lare. Lai. lolidare .
ca„>oh,lire. Or. fuS-AiOv'. Mar. S Cr.g.
3 li li icslo M rassoda per Io fuoco e
co>i la carne del nostro Signore fu .oh
data per la sua passione, flocc. Lnt Ir.
y 4p 302 CerLimenle per la elemenaa
nella fcl,- e nel servigio si .olidano tl[
animi degli amici, ed umiliansi quelli de
niiniei ,
SOLIDATO . Add. di .S-ilidarej as-
sodato. \.iK. firmalus . Gr ^..«x.MÌie';-
Coli. Ah /r.ncc,..! 5. Dice che quello e
cibo denli uomini solidali, e p.rfelli. fr
Inc. T. 5 IO l3 Unito per ardore D
amore snliHalo In somma paaperlate.
t SOLIDEZZA Sild'zza , Durezza
Inipenetr.bililà. Lai solidilas. Gr ere?
porri;. Ott Con,. Pur^. 3 32. Le anime
separale dalli corpi non possono fare om
bra esicndo nelli raggi del Sole, p-rocch.
sono ..i.l.n.ir .empiici, e OOD eoiiip
e non hanno alcuna «olidena Cr. ^. 4'
ì Cenere di sermenti, alla quale la fona
della 6amma abl.ia assottiglialo il corpo,
e ogni solidezia levatole
* SOLIDISSIMAMENTE. .y»per/. di
S.,lid.,mrnle. i\l,;n. I),sc. 2 339. Aven-
do tanti altri buoni ingegni ec. per la
commedia lolldissiniainenle ragionalo. ( )
SOLIDISSIMO Superi, di Solido. Lai.
solidissiimis . Gr. OTippOTCtTO; . Giure
,?(or, 6, :!02. Es-endo la cill'a di Pisa ec
circondala da lolidis.imc muraglie. E 20.
160 Trovandola solidissima dopo molte
cannonale ,
SOLIDITÀ', SOLIDITADE, e SOLI-
DITATE. Saldezza, I.nprnel'ahilila.i.M.
.,oliililas Gr dTEspo'xrl;. 3f,"- -V. Orre.
I |5 Levandosi a conlemplaiione di quelle
altissime cose, senra la solidili della sa
pienia. E altrove: Nientedimeno non le
veggiamo con solidil'a . ma piuttosto in
fretta, come per un subito passare. Ca-
i-alc. Di'cipt. spir. I nimici nostri, poi-
chfc hanno dislriilto P cdiGcio delle buone
opere, distruggono la solidilà della Fede,
sopra rui esse opere .i fondano.
SOLIDO. .Vust. Sodo. Lai. solidum.Gt.
70 cròceo V.
§ I. Solido, è anche term. geometrico;
e si dice del Corpo malemalico , enpice
di lullr e Ire le dinirnlioni Cai. Vini,
mot. ri3i. Non si può nei ...lidi diminuir
tanto la superficie, quanto il peso, man
lenendo la similitudine dille 6gure . Im-
pcrorrliè essendo manifesto che nel dimi-
I nuir un solido glave tanto scema il suo
peso , quanto la mole , ec. /■-' oppresso!
' Molto m.ipgior proporiione i- Ira la mole
e la mole nei solidi simili, che Ira le loro
iuperfirie. E 535 Se noi andremo .egui-
lando la suddivisione , .ino che .i riduca
il primo solido in una ininula polvere, Iro-
vcremo ec.
§. II. /n solido , posto avieibial. term.
legale , che i-ale Int.r.imente , Compiuta-
mente; e li dice Allorachì ciaicnno degli
ol.hlitati resta tenuto per tutta la somnia
Lat. i-i solid Gr. c'ij óUtXtipo-i. Mae-
st,u:z. 1. 70, Se egli non ha ..rendenles
et des.endnles. allora gli i- licito di fare in
lolidu creda i naturali, fl-cc. I ■<. l>'nl.
IJI Siccome ciascuno litro cittadino a
suoi onori .il in .olido obbligato . Car.
leti 3 IO Per lispiarmo degli occhi .cn-
.oque.l. in solido all'uno » all' .Uro di
voi ( fluì prr simtlli J.
SOLIDO. Add Sodo, Saldo; centrano
di Lii]iiido, o di Fluide. Uil. solidus. Gr
SOL
OTess»;. Dant. Par. a. Pareva » ine cbe
nube ne coprisse Lucida , spessa , solida e
poliia. Cr. 2 25. g. E impossd.ile che le
parti del vapo.-e .imo accoslaoll iBUtmp,
e di .olida ovver salda essenria.
* %. E figurata m Salyin. Dite. X
33 N"1i potevate, o novello nostro Apa-
lista, allrarre più gli animi degli accade-
mici ec che col pr.porie sul bel principio
di vostra reggenza un problema quanto .o-
• Pinoso, allrpiianto solido, e morale. Il)
5 S0L1L01,>UI0. Parlamento da solo a
,olo. S-lil S Agl'I 2. Perciò .oliloqu.o.
ciol- parlamento occulto di solo con.olo,
è chiamato. (C) Tal.. h'It- /."■• 82. lo
.on poco sano, e tanto malinconico . eh.
.OD r.putalo matto dagli altri e d. m.
stesso quando non polendo >'-•" "'*'|
lami pensieri noiosi, e tanle inqu.elod Q.
d. animo infermo e perturbato 10 pro-
rompo in luoghi-.imi soliloqui. (ì ) Sp'r^
Spcr. Apol par. 3 Noa i. dialogo a giuoco
fallo ed in «.io, ma i: gravmimo wlilo-
''"sÓliMATO. Ariento vivo . sublimata
con .n,re.,ienti di sale e tartaro Ar.sal.
l 11 solimalo, . gli alt" "■»' ,"'"''''• ?'
che ad uso del viso empion r'" /"""" •
Fan ebe .1 toslo il viso lor s'aefaldi. Buon.
Fier. i. 2. l E canfora e ialnilro , Tar-
taro e solimato. Succhi mordaci ed acri.
Lor. Med canz. 1^. 3 E per far 1. faccia
bella. Bianca più che un ermellino. Soli-
malo e frassinella. Biacca ed ariento Bno.
•t § In forza d-adJ. per Sublimato.
ni.>t,llato. Lai 'sublimalus. Lab. igS lo
DOD avea in Firen.e speliate alcuno Via-
no ec. che infacceodalo non f.s.e , qua»
a fare anelli., solimalo, a purgar verde-
rame, a r-r mille lavature. , e ..
* SOLINGAME.NTE. Avverb. Sentm
compa-jaia . .Solitariamente . Sim. Case.
Ord I II. Crl.l. r"-' >■ "f ^- ° '.
io fossi suto. e visitatolo, e ragionalo ...
con Ini. cosi solingamenle .eo.a molulod,-
°'t SOLINGO. Add. .elitario. Lat^ro/i-
taJiiis. Gr. ,x,v,>,5 D.nt Inf. 23. Come
suol esser tulio un uom solingo Per con-
servar sua pace. Olt. Com. Inf 23. ^Ol.
E dice un uomo solingo , cioè '»■'•"»'
e contemplativo. P.lr.cap.ì. Suol'Oa".
insegne d' Amore andar ">'-«' „ ';^^;,,:
C.rr. 2 8. Ella si .la di .opra Con quella
balia .oa riachio.a in camera) La m. par
più .olinga d' una fata. , ,. i .,
8 Per Sai, anco, San frequentato l.'i.
desertu. . salltariu, . Gr «V'.f""' .f '"'■
Inf. 26. E proseguendo la sol.nga Jia ec
Lo pie senta la man non si «pedi. -^ *■
PiJg. . Noiandavam per '» '"''"«"P .
no, Com' uom che torna alla .marnU
strada n.i-c. ««..46. 6 Vegg'ndoGi.o.
ni che '1 luogo era solingo . •"»"'';»
come poti-, le parlò. E no.: 7,. 2». CU
go molto .olmgo, e fuor di ■»•"»■ J*'"
7-er 12 -1. Paventerò l'ombre .0 lOgh.
e .cure. Che '1 primo crror m. recheran-
« SOLINO Quella P"-!^ dellacesmicim
che cinge il Collo. .' pal,i Mafai. icH. In-
tendete bene: io non diro ne un .olmo d,
mauichelto, né un ec. lA) .r_.„
a. SOLIO / . /.. .Wf • >••"'' • ^'•"•"
L.l ..lium. Gr. àfovo; ■»»« "«••"• »■-
Agilulf re de' Longobardi .iccome . .noi
pfcdercori in Pavia cilfa d' Lombardia
,.ran fallo, fermò il ."lio del ...o regno
,-.Com Dant. Inf -, '"^ «'" ""'••"•"
Ciri, cioè nel cielo dell, luce, dove ..crede
.ssere il .olio della divina Mae.li- O. I.
,,. /,Q. 6 Montali per 1.. fallace, e in-
ganuerole felicilade mondana in r»""'"-
L i„ si .Ho .olio. * »"f?,7';'J,
,. 7. Sovra '1 gran .olio .ukUimar deU.
na (f)
SOL
SOL
SOL
13.'(<)
SOLISSIMO. Superi, tli Solo. Lai. so-
t ut ommiint. Gr. yovcu'TaTo;. lied. Annoi.
Vilir. i6. A^f>ìugnr, che non a Itova que-
llo sufieibinu «UToraTO.; iit-^li brriiion
dì prosa, ma Lenii uu cimile, cioì' jjoviu-
TOT*i. il che è rome >e ntn dici ■^JlnlO solo
»oU»sinio. * iieiltn. /fi^c ì. 2ll6. Nun ere-
siale re. che ogni volu che noi ascultia-
■IO que&U >occ niu&colu, ^i deva concepire
un solo solissimo Ji quei fili- (Cj
SOLITAH1AA1ENTE. Jvvetlt. Con so-
litudine.
§ Jn vece di A solo a solo. Lai. ti-
motis arbttiis, Petr. (/oni. ili. Poi trasse
io disparte M^ssiniiia; e«I e&stiulu buiii^-
rianienie con lui, parlò con queste pa-
role. * Brlc. Afig Pr. Sf'ir. ìiò entralo,
trovai un monaco quietanaule , i- iotila-
riamenie sedere. (Cj
t 3 SOLITARIO . Add, Bijertto ad
uomo, .Significa Che sfug'^f la (onifOi;nÌ<i,
Che iUì solo. Lai sotiianus. Gr ipttyoi.
J'it. SS, Pad, I ;iO Fu mollo doKuic,
pensando che non polca essere occultalo,
né tohtario, come egli desiderava. '>' Cfs.
Oraz. Le^. Noi vergiamo ec. a the Ste-
no intenti i suoi profondi sUidii , ed iu
che occupala la sua solitaria e solleciia vi-
ta. (FP/
f g. I. Riferito a /nego , vale Ì\'<i/i
frequentato . Lai. dtseriits . />occ. ncf.
63. 4- Essendo la contrada , che Avorio
si chiama . mollo solitaria . il? ncv. *j.
a5* Perciocché di notte si convien fare «
ed io luoghi solilarii. Peir .\on 263. Di
Taga fera le vesligic sparse Cercai per
poggi solilaiii ed ermi- l'oss- Cer. ij,
a. Sorge uon lunge alle cristiane leode ,
Tra solitarie valli, alta foresta.
^ § II. Passero sofitariOf dicevi d'unaSf'e
zìe di passero, che srmpi e si *'• dr .so/o. Lai.
passrr sodianus. Gr. «TpouSi'ov fiovcitav
Pttr. son, igo Passcr mai sulit.*rio iu al-
cun letto Non fu quant' 10.
^ §. 111. Sulila/io , è anche Sust. e
dicesi dei Romhi , o Anoco'tti , the t'i.
vono nella solitudine . •< Cova/c Med.
cuor. Che mi volete dar, s* io faccio ca-
der questo sulilaiio ce. Mossesi, e aiidos-
sene al diserto , e di notte Lirdi giunse
alla cella di questo sotilano, e pictliian-
do all' uscio, mollo lanientandusi e pian-
gendo ad inganno , come figliuola del
diavolo, qnel solitario, per Iu pii chiare,
e per lo pianto commosso , aperse 1' u
scio -. (C)
SOLITÀRISSIMO Superi, di So/ila
rio. Lil. so'itarius ommiint, maxime so-
litariutt destrlui Gr. i^r.fx'j-.u.zo:^. Stor,
Eur. ^. l56. Quando tempo gli parve
ec. se oe lornò alla volta dell'Alpi, e non
per la via ordinaria, ma per luoghi soli-
tàrissimi ed ÌDarcesMliili.
•f * SOLITISSIMO . Superi, di So-
lito - (Jden. I\'is. 3. 1.^0. Kimogcoe ec.
eoo le solitissime sue stra\jg.inze vacil-
la. CA)
SOLITO . Add, da Solere. Lat. so/i-
tus. Gr. i'iwàw;. Fir. A<> 258- Posto
adunque fra tante, e cosi gravi miserie,
no solo sollevamento avea . e questo era
quello che mi porgeva la mia solita cu-
riosità. Red. leti a 96 Ne m.Todo quat-
tro fiaschi a V. S Illustri s. , arriucchè
se gli goda con gli amili ne' ^ollti cenini.
Kl^-j. Per lui vi sarà per tutto il tem-
po di esso viaggio la solita provvisione
ogni mese ben pagata.
g. Al solilo , posto oiverbialni. , vale
Xetla maniero scliln. Al modi consueto,
Lat. more so/ito, ut n'os est, Sodtr Colt.
53. S-t ferrala, e fa* che ella vengj ni I fon-
do della fossa , e che cr. si tornino al
éolito del'e propaggini lunghe, lì bL» Non
ai sotterra U vite vecchia in altra manie-
ra, ma si lascia iiart al suo solito, f^s.
Empi tutta la bolle di grappoli di huun'
u^a interi, infondi qu;inlo vi va grti 0, e
lascia IxiHiie col pevernio al solilo.
SOLITUDINE J.uogo ntnjretfiuniolo,
Pi-eno . Lat. Si Illudo t locus lieseilus.
Gr. Sf^rifxioc. lioiC» nov. 3o. 3. Nelle so-
litudini de' distili di Teliaida andati se
n* er.»iio 7V.*. J'r. 3. 2. Appresso sono
le solitudini graiidissinie, v le tnre dl^a■
hitalc verso lf\»nte Ca\a!c. l''i ull Imi;.
Non potemiu su IP or tur la cuogngjtione,
fut:giino alla solitudine - Coli SS. Pid.
La ove ahit^mo in suliludine dì^ci liSMUia,
s< e vera ti d^lla conip.igijia di tulli gli uo-
mini . '1= Signtr. Manu Giugn il. 2
Queslo luogo apparlitne ec. a que' Cii
sliani più degni , 1 quali sollevatisi d.itla
tuilia. anzi si'qiieMiati>ine , alt('ndi>no iu
solitudine atl udir la \oce di Dìo. ( Cj
^ § l. Per Luogo dei asiiìtv , 'rtunoto .
Cor. Jin. /ih, JO- v. J^. Per l'inteiidio,
Signor, per la ruina, £ per la solitudine
ti prego Della mia Troia , the riirar mi
IdSii SaKo da questa guerra Ascanio al-
meno. (M)
* ^'. 11. Svliludinc, dicesi anche dello
Stato dt clit vive .scio , od e rimasto
privo di ijua^ciiiìO . J-'ir As. ^1. Levale
le strida al Cielo lamentevoimrnle grida-
vano ec. alilii.tle conipdssiijie tli qtit sii
gii'Vuni t;<gliali a p< zzi indegnanjcnle ,
ahliiate niiscrit ordia detta unstt a \( tìo-
v^Dza, della nostra solitudine, del danno
nostro fCj
^' SOLIVAGO . Add. Che da per se
va V'ì^anilo. S/i/vin. A'-nol. Fur Buon.
l\, 5. I. Queslo torsi dal nundo , e d;il
consorzio e cininieriio degli ooiìiini par
contrario a prima vista alla naturai pro-
prietà dell' Uomo, che non è solivago, oè
feroce, ma dumeslico animale, e di bran-
co. (^')
SOLLALZARE. A/quonto alzare, Leg-
i;iirmenlr alzare. Lat. n/n/uanlu/uni al-
'tc/lvre sic Slor. Bari. 88. E direa che
per colui era sostenuto il suo regno, e sol-
lahain (qui fivural.) I Cj
SOLLALZATO. Jdd. da SolL>/znre j
A/fjU'into a'zalo. Lai aliiiuanluni mh/a-
iiis. Gr ò)iyo-j C-^u^ti^. Fir. A^ 3c)6.
Lev.ttosi persino a quella fasnuila , colla
quale teneva snllalr-ite le mammelle.
* SOLLASTRICATO. Add. Coperto
di lasire . Pn/lad, Marz. 21. Più utili
sono le stalle aperte e sollaslricate { il
lai lin.- slra:a s.ixo). l l'j
* SOLLAZZAMENTO. Sol!a:zo. Lat.
delrctorufnliiii.of'/, tclnme-itum. Gr. 7Zp-
t|*ir . PrnK. Fior. 6. 61. Esser dovrà 1*
estremo de* nostri vitlescbi sollazzamen-
li. (•)
:'.• SOLLAZZA^TE. So'lozzevcle, Fe-
stevole. Lat. ub/tctniis, hi/firis. Gr. xip-
TTvo'; , ilypo'^ . Alfeg. 167. Firig<.n la
Fama soll.iz«aiile, vergine ce, e l'Avari-
zia una segrenna (*) ptim. ont. Tcmmo-
sn di Sns^o da ^Je.ss'na . Amor mi fece
umile Ed umano , crurrioso , solldiianle,
E per min voglia amante {-sedi net. .'jo8.
Cui ti. Irli ). (P)
SOLLAZZARE . D'ir piacere , Pmce-
vo/mente ìnlerltnere Lai. ile/, ctnrf. Gr.
rzpTZitv. Pece, noi-, 8 4 *^'"' ^'^"' "'"^"i
e leggiadri ricreare gli animi deyli afij
ticati , e sollazzar le corti, Botz. Jarih.
2 pros. I. Quando con zimlielU e attelta-
menti di non vera felicità li si girava d*
intorno soIla2i.indoti . Buon Tier. 3. I.
j). Per solljzzaie e dar gusto agli ami
ci Della nostra brigata , E far cosa che
frizzi .
g. /n signifc. niulr e net'tr. pass, va-
/e Pigliarsi piatele, e I uon tenpo. Lai.
genio indulgere Gr. /yM' r.oovr'v Ttoiììv,
Poec. g. X, f. 5. Quinci levatici, alquan-
to D* andrcm loUaizando. E appieno:
Domattina per lo lirico levatici, simil-
mente in alcuna parie n* andremo sullaa-
KUiulo. E uov. 6^. l3. Disso che io pre-
senza di lui con Pirro sì sollazzerebbe .
/ II. Pari. () Fgli avvenne uu gioino ,
siccome Giusatlà aiulava a sollazzare, ee.
Attilli 70. Quando ell.i piange, tu sol-
lazza, lai ad. 1,11'fin. 7. Se questo s'an-
dasse troppo sollazzando di fuori coi!" api,
mozzagli l'ale. Bern. Ori. 2. l5. ^6. A.
cui nel nuzzo nudn uu giovanetto CaD-
tiiodn soIl;i7zava, e facea festa.
SOLLAZZATO. Add. da Sol/azzart.
Jìvic uiV. -7. 12 lufiuo vicino della
mezza notte col suo amante sollazzatasi,
gli disse.
t SOLLAZZATORE. J'eihol woic.
Clic, o Chi dà sollazzo. Lai, ob/ettator.
Arii^h. 71. A teni])o sii sc-llazzalore ,
ma uon mai li<flatoie amico. Guid. G.
L* ammonio per certo segno , che tra 'I
tumulto de' sollazzatori a lei si facesse più
presso.
SOLLAZZEVOLE. Add. Piacevole ,
Di .•>olli zzo. Lat. yo/ttptarius, facetiis ,
hpìiliis, coniis. Gr. euT^«7re^05, otoju'j-
io? , yeJoiacT>i*s. Pece, nw, Ì^6. 5. Per-
sona sollazzevole, e amichevole assai. E
g. 6.J. 5. La quale (viieslàj ^ non che
r.igìoaameDti soll^^zzevcli , ma il terrore
della morie non credo tbe polvsse sma-
gare, ec. /:.' nov 54- 8. Colla sua prootu
soilazzevol risposta Chicliibio cessò la ma>
la ventura. E nov 59, 5. A guisa d'uno
assalto sollazzevole gli furono, quasi pri-
ma ch'egli se n'avvedesse, sopra. I^lac-
slriizz 2. II 6. Ut. Del giuoco sollazze-
vole. Lnsc. Ge/os. 3. 4' ^^ ' 't* '"i peoso
che eli* abbia ad esser la sollazzevole fe-
sta 1 ^ Luig. Pu/c. Bec. 4- T" se* più
bianca rbe non è il bucalo , Più colorita
che ni'U è il colore , Più sollazzevol che
non è ti mercato . er. (B)
SOLLAZZEN OLMENTE. ^icfr/ . Con
sol/ozzQ Lai. Jocclc. Gr. CTW//1JÌW5,
Boa niv. 89 5 Le quali parole chi
volisse sollazzevolmi nle interpretare, di
lef;gieti si concedcreblie da tutte , così es-
s- r vero. A'iet. q. Rimirandti la bella
Ninfa Coir altre sopra gli ornati prati sol-
Jazzevolnienle giurante, -t- Ani. P'is. 28.
Costei rol bello Enea ed altri assai A cac-
cia giva sullazzevclmeole, nìnnovand' ella
ce, (B) Bccz. Farcii. 2. pros. 7. Sia a
udire quanto sttlLzzevoImeiite, e con gar-
bo in Cintale leggerezza di arroganza burlò
un tratto uno.
SOLLAZZO. Piocere, T>aslulìo, Pas-
satempo, Intel lenimento. Lat. so/atium j
vo/upias. Cr. Seiyrjrpov , r,0(.viì', Bocc.
g. t). f, 1. Questa novella porse igual-
mente a tutta la brigata grandissimo pia-
cere e solKizzo E iiof. 80. 5. S' inromin-
ciò ad andare abuiia volta a sollazzo per
la terra. Dani. Pwg. 23. lo dico pen.n,
e dovrei dir sollazzo. J\'ov ant 82- 3.
Molto si cominciarono a rallegrare, e fare
insieme grande solLzzo . Sen. Ben, J'^r-
eh 4 "12. Nessuno, che vogli.-) nmperare
un luogo a Tuscolo, o a Tigoli per amor
dell' aria, e per istarvisi la state a sollaz-
zo, sta a sliracfhiaie il pregio.
t '^ §■ ./'''' Sol/levo , Al/cviameitlo.
Lat. sc/atiiim. S Ciò. Gri.Kost. 28 Or
vfgnamo a quello che seguita dello Sa
Ciislo se forse in alcuno luogo, o in al-
cuna cosa trovasse sollazzo, o rimedio dì
I.inta vergogna e confusione. E appiessa
Oimè ! treilfami trovare sollazzo della mia
confusi* ne , ed io trovo accrrsrimenip.
Ftr. Af 6 Le lagrime sono ultimo sol
lazzo delle miserie di'inorl-tli (Min)
S0LLAZZO^O. l.A. Add. Sollazze-
vole. Lat iuciii-du*. Gr. Tlprvo;. /■>,
Zac T. 6. 20 9. lesù gaudioso. Amore
»tll:izi080, Per te ilo io riposo.
xajo
SOL
$ SOLLE. La Quinta delle note mu-
sicali . Allt'g. rini, 212. ( jimslerdum
j^S^. ) Pur (jU(;lIe gPiiU slrjcclie e non
illolie, Secondo me, cprcjron di riposo
Con un ranfuio do, re, mi, fa, soile. (Cj
f SOLLECIIERARE. /'. J. Sollu-
cherare . LjI. /attiri , gestire , (ittllari,
Gr. ^(?£aS«t, yau^iav, yupyvXiC^t's'òa.i.
31eii. j4rb. Cr. 17. Tegncndolliio hrjccio,
IripuJid, sullecliera, e godi con quel sjntis&i-
mo, antico e vcneriliilc patriarca Simeone.
SOLLECITAMENTE, jévvrrb. Con sol-
lecitudine. Accuratamente > Di/igentrmen'
re. Lat< dtli^mler, anxie, mature, sol/i
citi-, Gr. èritfjityCii Hocc* nov. i. 12.
Veggeado la g<-nte che noi l'avessimo ri-
cevuto prima , e poi fatto servire e me-
dicare così sollecitamente. E noi'. 35. 5.
Non tornando Lorenzo , Lisjlictla mollo
spessa e sollecitamente ifraleì domandan-
done, ce. Cavale. FrutC. iin^ . Dobbiamo
dimandare principalmente, e sollecitamen-
te la grazia e la gli)i ia sua lìcmf'. Àsol.
I. 48- Quante noUi miseramente passa
veggbiaodo , quanti giorni sollecitamente
perde in un solo pensiero! fcioè , con af
fanno, con pena ) .
SOLLECITAMENTO. Il sollecitare ,
Lai. hortaius, sollicittttio^ Gr. na^at'vs-
015. Sut. Coli' aiuto del re Carlo Magno,
e per !o S!»Ilecitamenlo dc*ciLtadÌDÌ, e con-
tadini di Fiorenza.
f SOLLECITAUE. Neutr. Operar con
prestezza. Affrettarsi. Lat. profnrarcfc-
glinare , stadere. Gr. aiziuSuv. Bocc.
noi'. 4*- 22- A Cimoiie ed a* suoi com-
pagni ec. fu donata la vita, la qua! Pa
simunda a suo poler sollecitava di far lor
torre. Stor. Enr, 5. li 7. Sollecita e sii
fedele, perchè io non sarò punto meno
liberale a premiare 1* opera lua, che a ri-
chiederti del servizio, v Cor. Lelt. 2. 5;.
Sollecita di venire a capo degli tuoi stu-
dii j perchè sinché non ti sostituisco mUe
mie fatiche, non posso riposar io. (C)
5? g. L In signific. neutr. pass, vale
Brigarsi, Darsi fretta, e pena. Fior. S.
Frane. 186. Non ti sollecitare molto di
studiare per utilila d'altri, ma sempre li
«ludia e sollecita, e adopera quelle cose
che sono utili a le medesimo. (V) S.
Ciò. Gris. 3^. Cosi come tiepido ed im-
perfcUo con ogni solleciludine della requie
del corpo mi sollecitava. (CP) Bile. ì it.
Cotomb. 25. Allegando che per slrelle
cagioni gli conveniva sollecitarsi di tor-
nare alle sue mercaVQnzie. (C)
3 §. II. In alt. signifìc, vdlc Stimola
ret Fare instanzla, Iinportunare, Affrcl-
tare. Lai. stinnilnre, urgere , imtignre ,
solUcitare* Gr. e'rtft'yciv. liocc, nov. 48.
4. Ma pure essendo da loro sollecitalo ec,
disse di farlo. * Gtticc. Stor. \. 227. Sol
Iccilandolo (il Duca di JJorhone ) a quc
sto molto i Senesi che gli ofiV-rivano co-
pia di vellov-iglie. (L)
^ §. 111. Sollecit'iie un ni'i'ozio, 0 simile,
t'ule Procurnre che un negozio, 0 simile, sia
recato presto a termine, u Cai. Lett. 12.
Sulo la prego che si degni vederlo ec,
e sollecitare la sua spcdiiionc >«. (C)
* §. IV. SJU'iUare , pretso i Tcoh
gì, vale Stimolare, Eccitare alcuno a pec-
car seco. » J'it. SS. Pad. I. 26(. Da un
cantatore fu tanto soltecttala e \Ìsitata ,
che cadde con lui in peccato". (€} Se-
gnrr, Pred. 29. (). Se giammai faddcro
in peccato anche i Giari>pi ih?' bun hi di
Palnstina ec. fu qualora f J /'- /"'Vt/o > no*
spinse coDlro dì essi alcune f(-mmÌno va-
ne, tutte adorne, tulle abbrllile , a sollc-
citarli. (CP)
f SOLLECITATIVO . e SOLLICI
TATIVO. Adii. Atto a iolleciltrr (ìlt
Com. in/. a4" ''»'^- ^''"*' '' iolfo^^y""
quelle parole loUicilalive di Virgilio.
SOL
SOLLECITATO, e SOLLICITATO .
Add. da' lor verbi. M. / '. 3. 25. E
1' oste sollecitata del soccorso degli asse-
diati di Belluna, se ne lerarono. l'tnc.
Mart. lett. 58 E pero sarà buono , che
se disiderale 1' ulil suo, lo tenghiale non
solamente sollecitato , ma riprese. Tìorgh,
Col. Milit. 436- Fulminava la legge della
maìestà rimessa su, e sollecitata da Tibe-
rio /iut. Piirg. |(). 1. Levalo lo sole ,
sollicilalo dj Virgilio, seguita lui.
t 5 SOLLEClTATOltE, e SOLLICI-
TATOKE . f'erbaL masc. Che, 0 Chi
soli-cita Lat. impulsar, instigalor , sol-
hciiator , Itortttor Gr» ó ^rot^of j^wv.
Bocc. nov. 74" I Quanto i preti e' frati
ed ugni cherico sieno sollecitatori delle
menti nostre, in più novelle dette mi ri-
corda esser mostralo. 3/. /*. 8- Sj. Es-
sendo mezzano, e sollicilator della pace
messer Feltrino da Goniago ce, la pace
si fiirnì.
* §. Sol/ecitatore, presso i Teologi
diCi-si il Prete che nella confessione
sacramentale stimola , o eccita il peni-
tente a peccar seco. *' Pats. 129 L' al-
tro caso nel quale è lecito confessarsi da
altro prete clie dal proprio, si è quando
il proprio prete fosse eretico ec, solleci-
tatore, o inducitore a male. fC)
SOLLECITATRICE, e SOLLICITA-
TRICE. l'erba!, /t-mm, di Sol/ecitatore ,
e di Sollicttalore Lat. sollicttalrix, inci-
tatrix. Fr. C.iord. Pred. P. Il demonio
gli era sempre attorno eoo tacile fanta-
sie, sollccitalrici al peccalo.
SOLLECITATURA, e SOLLICITA-
TCRA. // sollecitare. Sollecitudine. Lat.
cura, sollicitiido. Gr. fiépntzv.. Sen. Pist.
Ben è avvenuto alla vecthiezxa , sVlla è
pervenuta al bene per lungo studio e per
solleoiijtura.
SOLLECITAZIONE, e SOLLlCITA-
ZIONE. // sollectt.ire. Lat. instinatio .
Gr. 'KOi.poX\iZfJ-6i. Bocc nov. 95. 3. Es-
sendo alla donna gravi le sullicitarìoni del
cavaliere ec, si pensò di dovcrlosi torre
ddddusso.
SOLLECITISSIMAMENTE . Superi,
di Sollecitamente Lai. diligentissime. Gr.
clxpi^i'jTOcry.. Mar. S. Orvg. Vcgghia
sollecitissimamente conlra i cuori caldi di
carit'a. Sen Pist. 93. Piccolissima è la
cosa, della quale gli uomini si combatto-
no , e contendono tanto tollecitissima-
meute.
SOLLLCITISSIMO, e SOLLICITIS-
SIMO. Saperi, di S^ll.iito, e di Solita-
tu. Lai. dtligentisiimus, prontptissimus ,
celeri imiis . Gr. axpi^i'oTaro^ . Bccc
Vit. D'ini. 226. Per la qual rosa ogni
altro atfare lasciandone, sollecitissimo an
dava là, dofunque polea credere vederla.
Ftloc. 3 220. O antica madre, sollecilis
sima fugatricc degli scelerali assalti di
Cupido. Borgh, Fesc. Fior. ^()5. Egli,
come sollecitissimo pastore, e meramente
padre, non mancava re
SOLLECITO. Add. Che opera senza
indugio. Accurato, Diligente. Lat. dili-
gens, promptus, celer. Gr. Tajfy';. ì'it
SS. Pad. 1 io5. lacomiociolli a entrare
in cuore una pigrizia, ma s) piccola, che
quasi non se ne curuc, cnon se ne avvide
co , ne era cosi sollecilu all'oraiionc, co-
me soleva. E 196. Attiene per inganno
del nimico, che sotto ispeair di parentado
occupa il cunrc di amore ditonlinalo ec,
i> diventa sollecito ali* amore del mondo.
* St-^ner. Mann Mart. 11. i- Esami
na dunque un poro se sei solircilo in
imitarlo, sollecito iu obbedirgli , sollertlo
in unor.iilo, sollecito di piacergli, sollecito
di non perderlo per la via fra Unii imi
diatori, che vogliono a te rubarlo, (f'j
S Per Curante, P,HsÌerote. Lai. ni-
S O L
xiusj eollicitus. Gr. noXvfxiptfivoi. Bote.
nov. 27. 34- Poiché tu della mia salale
se' sollecito ec, amico dei essere, coma
tu di'. * Vii. SS. Pad. 2. c/i;;. 87. Per-
ciocchi: il mio abate r ama mollo tenera-
mtnie, che è mollo sollecito di te. si mi
manda anche a sapere come stai-^C^Je-
gner. Mann. OU. 28. 3. Se ti diletU il
procedere con prudenza la quale ricerca
che in lutti i propii bisogni si corporali
come spirituali, né sii poco altenlo al
presente, oè sii troppo sollecito del futo-
ro. (E)
SOLLECITOSO, e SOLLICITOSO.
V. A. Add. Sollecito Lat. sollictiua ,
anxiut. Gr. ^o).u,ue^t,uvo;. Liv. M. Fa
grave, ed incresccvol di pistoleota, e sol-
lecitoso di prodigii.
SOLLECITUDINE. Astratto di SoUe-
cito j prestezza. Diligenza. Lat- celeri'
tas, diligentta, industna. Bocc- nov, a.
11. Con ogni sollecitudine, e con ogni in-
gegno, e con ogni arte mi pare, che ec, si
procaccino ec di cacciare del mondo U
cristiana religione. E nov. 5^, 3. Accon*
eia la gru, la mise a fuoco, e eoo solle-
citudine a cuocerla cominciò. Cas. leti.
i5. Desidero ec che sia posto io esecu-
zione con diligenia, e con sollecitudine.
g. Per Cura, Pensiero, Affanno. Lat.
cura, sollicitudo, anxietas. Gr. pipifxva.,
Bocc, nov. i5, 38* Dove gli suoi compa-
gni, e 1* albrrgai&re trovò tutta la notte
stali in solleciludincde' fatti suoi. E nov. 17.
2. Molli estimando, se essi ricchi dive-
nittero, senz-i sollecitudine e sicuri poter
vivere, cr I.ab. 126. Tutta la sollecita-
dine alle rufiìane e a^li amanti si volge.
Petr. (Jom. ili. Non avendo Cesare ab-
bondanza di fornimeoio. del quale egli
avea dato sollecitudine a Donorige ^ cioè;
carico, commessione ) . Dav. Sctsm, 13.
Gli disse che il Ke per sua in6nita sol-
lecitudine, e non altri, l'avea ingenerata
fcfoè, assiduità, slimolo).
SOLLENXRE. V, A. Sillenire, Alleg-
gerire. Lai. levare, lenire. Gr. xoupi'^eiv,
TZpv.ijviiv . Sen. /*(jf. Tu la do%resli aver
per le medesimo impresa per la tua infer-
mila sollenare. ^f. Aldohr. Egli sollena
V angoscia dell' amore , donde molle genti
sono sorprese.
SOLLENATO. Ad-I. da Sollenare. Lai.
levatuf, lenitus. Gr. xaStflm/tu's. T^etù»-
Sete. .V. /'. 3. 48- Sollenali i tremoti
alquanti dì ec. in sul mattutino rinovel
larono (cosi ne' te*tt Ricci e Covoni i
gli stampati per iriore hanno sollevati)
E cnp. 69- E sollenala la battaglia , m
fretta fece sciogliere ti galee della su*
armala.
SOLLEONE. J'ed SOLLIONE.
SOLLETICAMENTO. L'atto del »oì
leticare s Dilfticamenta. Lat. titillo tio.
Gr yxpya.Xi'ifiòi. Serd. Stcr. ind. 1.^
575. Favoleggiano della heaiìtudÌDe trle-
ste, la quale ripongono ori brullo pi jr* n .
e solleticamento de' seo»i. * Plmt. Adr.
Op. mar. 4- 3l8 H senltmeoto dell' udi-
re, in rotai guisa guaito e corretto, cor-
ruppe \i muiira. ^ il lutto da leì avvezzo
alle morbuleizo e lascivie volle r donuodó
i disonesti sollelicatneoti e »tatzonamenli
delle donne. (C)
t SOLLETICARE. Slunicare altrui
lecge'm.-nle in alcune parti del corpo,
che toccati incitano m ridere , r a
Squittire i Ditelicare . Lat. titillare .
Gr . yoLpyoiU^uv . P>tt.[ff . 7. Solle
licaodo sotto le ditelle. Fir. Lue, I* 1
E sai che a' suoi pa^ti non si sollclican
le gengive rolla carne minnzaaia a uso di
luiignuoli. Tac, Dav. Slor. 3 284- La
f;raNÌlàdi questa opera non compoita sui
cticar gli orecchi a chi legge con favole
( fjni figurata'» ) Bern Ori a. i Ij^-
SOL
Mj bclTe so ne f" quell" jrmaJura, Ed tra
•ol coma jolltticarh. Ma/m. i. 12. La
Jolltticj, e dicf : or vÌ4 fuor liruchi. /••
0. io3 Poicht- se uD liicchio il capo a
lui solUlica, Sbranar T armala aoa .ari
in grammatica (qui per ironia).
j. SolUlicar ,hvc pizzica altrui. V
PIZZICARE. § IV.
SOLLETICATO Add. ,la Sollelicart.
Lai. tiulUtus. Gr. ya^/xJi,?.,;. Gahl.
50. Conciossijcosachc gli adltori , quasi
•ollclicali dall,- [ironie o leggiadre, o sol-
«ili risposte, o proposte, ciiandio volendo,
non possono tener le risa (qui fLmr,,-
lam ) ' '^
t SOLLETICO. L'azione dflso/lelicare.
« La sensazione che ne risulta. Lai. (1/1/-
^'(io.Gr yup-lnUliii Belline, son. 108.
Al solletico appena avrebbon \'\i,a.Burch.
«•117. Questa è cagione, eh" io temo il
lollelicu. Lor. Hed. canz. 3l. 4. Quando
un teme il solletico, Meoan piii che Ar-
rigo bello . Dtp. Decain. 89. Noi oggi
eon un' altra assai ricioa diciamo solle-
'ICO , e solleticare , ancorché in alcuna
SOL •
g. II. Per Indurre a mal /m e , a tu
multo , a ribellione. Lat. conc<7,ire , ,ot.
licitare. Gr. e'n;i/2i». Slor. Eiir. 5.' 11,
E per questo delibero ec. , che ec. co
danari che io li darò sollievi e corrompa
SOL
12\l
- - - , .*„,. ,u alcuna
parte Bao ad ora , come intendiamo , si
aia mantenuta r antica.
§. I. Per melaf. si dice di Cosa che
fKCia ridere , o dia gusto , o piacere
Jiellinc. son. 26S. Diciam eh' io son d'
ognun proprio il solletico. Lib. son. log
Tu m' hai troralo no dolce e stran sol-
letieo .
* § II. Talora si dice anche di Cosa
rjc arrechi dispiacere, disonore, 0 simile
Cec/i p,ov. 66. Essendo , come egli è
Uoin reputato, e che teme .1 solleli™; ogni
pochrtto eh' io schiamaiii basta (Ci
SOLLE VAMEMTO 11 soUcare. l.n
tlcvalio. Gr. •Tajjc;.
§. I rtr meùf. „ate Alle„i„„,enlo .
R'Oigerio , Con/orlo. Lat. /e.a„o , le^a-
mt,. mitigano, solalium. Gr. TtxoxuMot,
vpa:.,,ii. lìocc nov „. 5g. x.„,^ ^^_
q<ia avrai da me a sollevamento del Ino
fa.do, quanto fuoco io ebbi da te ad al-
legjiiamenlo del mio freddo . * Fr. lac.
T. 6. »5. 36. lesù mio odoramenlo ,'
«Quando passar li sento , Daimi solleva-
mento , E a te corro affamato. (B) Fir
Al. ja8. Posto adunque fra lame e cosi
gra>i miserie, un solo sollevamento ave-
va. Buon Fier. 5 2. S. Nastro solleva,
mento e nostro aiuto.
S- II- Sollrytmenlo,per Sollei-.izione.
Lai. seditio , tiimullut. Gr. 5Ta»i; So-
pue»j . Tac. Da„. Ann. 12. iSo! Ma
Claudio dit loro la ginrisditione iolera
di che II è combattuto tante (olle con
sollevamenti e armi . Bu.^n. Fier. 4 5.
2- -Ne' gran sollevamenti alto lodalo Del
Principe esser suole Farsi palese al p„.
polo. E inlr. 5. 2 Che per si gran sol.
levamento tolto Dalla baruffa della pijua
torni ec. '
SOLLEVARE. L,inr ,„, Innalzare i
t Si u.,a nel signific att. e neulr. pass
Lat. elei„rc , e.rlo'lere , snUollere Cr
e«0Jfi;t.i. ilMflu. nani. Inf. ìì
La bocca sollevò dal fiero pasto Quél nec
"tor. Pelr.eanz. 48. 2 Che.s'i'non
n. inganno, era Diipoto a sollevarmi alto
daler,. ^«„. ,9,. eh' or me '1 par riir "
vare, e or m'accorgo Ch' i' ne son lunge-
Zr'p°^\"°' "' ^'M'" ^'""•'' f'-""
ling. E I cuore colle mani lieva chi l>
oraaione colle buone opere in al,,, sollie-
y^. (oli. Ab. Isaac. „,.. 3o. Questa
virtù divina ammaestra gli uomioi se
come fa colui che in-egna notare al f..„.
ir, IT ;. "^f' Ir""*" " ""■'■■"" 'à
atluttare . SI lo sollieva.
§. I. Figiirnlam Gal. Sist. 198 Men
tre VOI cercale d' atterrarlo ( il „ero J i
vostri medesimi assalti lo sollevano e 1'
avvalorano. •
Vocabolario T. II.
segretamente gli animi di quelli uomioi
dalla divoiione d' Anscario . T,ic. Dav.
Ann I. 26. Chi col tradire un esercito,
sollevar la plebe, mal governar le cose
pubbliche ave»se menomalo la niaesll del
popolo romano, accusalo era del fallo
* § III. Per F.uorire , Proteggere ,
Promuo.rre . Dan. Inf. 19. Che la vo-
stra avarlaia il mondo allnlla Cilcando i
buoni, e sollevando i pravi (yi
%■ IV Per Turbare . Commuovere .
Lat. turbare , agitare . Gr. Tu,o^x;=i» .
Cis. l.tl. 69 Non li sollevi questo avvi-
so, che io non partirò fino a Sellciubre.
§■ V. Sollevare , in sig„ific. „eulr
pass. , vale Ribellarsi. Tac. Dav. Slor.
i- 3l4- I Britanni per questa discordia
e tanti romori di guerra civile si solleva-
rono (il testo lai. ha: sustulerc animos).
•e Pecor. g. 25. n. 2. Gran parte della
Grecia era sollevala a rubellione . (CP)
Ouicc. Slor. 2. 168. Due mila Grigioni
cL erano nel campo Tedesco , sollevatisi
per discordia di piccola imporla oia nata
nei pagamenti, depredarono le veltovasl
del campo. (L)
§ VI. Pure in signijic. neulr. pass, il
diciamo del Ricrearsi, o Prcnlere nlleggia
mento, con/orlo, 0 ristoro. Lat. refici, reci-
pere se, Icfa'i, sublevari. Gr. otmxout-
^SdSai . Poe:. I'.,rch. 4. pros. 2 Que-
sto e , come sogliono sperare i medici ,
segno che la natura si è sollevata, e con-
trasta al male. :;= Cecch. Dot. 4. 2. Si
sajlevò dal male, ma rimase mezzo spiri
taliccio . (F}
*t * SOLLEVATEZZA . Qualità di
ciò che e solleiato. Cori L.ng. sez. 5.
Ciò che porta alla bonik ed alla perle,
rione de' componimenti . cioè le bellezze
del dire, e la sollevatezza, olire ec. (A)
*t * SOLLEVATISSIMO. Superi, di
Sollevato. SaMn. Disc. 2 i8o. L'essersi
impiegata, per cosi dire, la natura a for
tifirare il silo d' llalia ec, e l'averla d'
ogni bene dotala, e di spiriti e d'ingegni
solicvalissimi ce. , la innalza sopra tulle
I altre r.gioni maravigliosamente (qui
eccellentissimo ). E Pros. Tose. i. 365.
Sorpassa qualsivia comune nostro poelico
sollevalissimii componimento (qui subli-
missimo ) 1 (•)
SOLLEVATO. Ad,l. da Sollevare. Lat.
sublatiis. levatus. elalus, sublevatur. Gr
xouy.,3£,; . Bocc. nov. 70 9. E solle,
vaio alquanto il capo , disse ( cioè al-
zato ) . Dani. Fu. .Viiov. 45. Per que-
sto raccendimento di sospiri si raccese il
sollevato lacrimare Ccioè, comoiossol. Fir.
■■Is. eo. Salilo sopra d' un sasso, che era
vicino alla bara assai ben sollevalo, cu-
riosamenle stava riguardando che fine do
vesso aver questa l'accenda ( cioè , allo
eminente) E Disc. an. 85. Che se il Re
non vedeva in luì segno d' animo solle-
valo , che egli ci rimarrebbe sotto e ro-
vinato e viluperato (cioè, turbato, agitalo).
G<i/<i/. 5. Dimolli ec. sono stali, e tutta-
via sono, apprezzati assai per cagioD della
loro piacevole e graj|„sa maniera sola.
mente; dalla quale aiutati e sollevati,
sono pervenoli ad altissimi gradi ( ciiè '
innalzati) Stor. Fur. I 26 II che spa'
venlo di maniera gli animi tutti de' sol-
levali, rhe volentieri stettero in pace (cioè
ammutinali , ribellali ) . * Guuc. Slor'
'0. 3q. Era stato (il licere) in grave
pericolo di non esser morto da' contadini
ael paese sollevati e tumultuosi per i
danni , e per le ingiuri» ricevute dall' e-
«rcilo. (C)
■<■ S- I Per Migliorato del male. Ri.
confortato. Ristoralo. Bocc .. ,0 n. 7
S arcostò al letto , dove la giovane al"
,uant^o_^ sollevata . eoo i.^v'lt^et
2 li' '^ll'''" •^'*'"'"'- Onice. Stor.
2. ^9J. Sollevato che fu dal nerico^
della^morte ritornò alle Consuere"fat
t SOLLEVATORE i:.). 1
Che, o Chi solle ° Tac '„'"'■.'"''"■
54 Senzio per lettere se' oe J""' *
Pisone . avvertendolo a non" mei " «7
levatoli nel campo ( il tetto l„, 1
rup.oribuo..ye/„e/c'e;;;"'j:;;/r;:-
». Se in essa vi ho aperto quasi „„ j "
bisso sollevatore di qu^ll' ini:ns„"d°,^
vio non posso dire d'avervi però aperto
1 abisso grande. "l'erio
SOLLE VAZIO.VE. // sollevare. Lai
l''"'"" • Gr. .'™p,.5 . i/o., s. Grei'
Per sollevaz.on di contemplazione avfa'
già guslalo de' misterii intrinsechi E
Omel. Oggi „■ andò in cielo per questi;
sollevazione ed esaltazione de la 2ost a
carne . "usira
§. I. Per Sedizione, Tumulto. Lat „.
Buon. Fier 3. 1. 2. Ed esposi, a perj^
t^ i' "l'""i°°i- * Gi.icc. StorZ
393. Ne a Boma fu minor sollevazione
ehe s^ogl.a essere nella morte de' Pontefi.
metr^V"'- "^ /•?'"•""""• P^i- Innalza,
mento. Guicc. Stor. 2. 277. Questi ora.
no 1 pensieri e le opere del Pualeficc
intento con tutto 1' animo alla sollevazio!
ne dei Veneziani. (L)
* §. 111. Per Ristoro. So'ìievo. Guicc
òlor.y. 270, Era costretto non solo a far
VIVI 10 qualunque modo i proventi lleei
ec ma eziandio eoo querela incredibile di
tutti ad aggravare i popoli, i quali ave-
vano aspelialo sollevazione e ristoro di
tanti mali. (C)
* §. IV. Per Ricreazione . Segner.
Seni. Oraz. 9 E ciò a titolo di onesta
sollevazione. (TC)
* g. V. Per Agitazione. Commozione.
^•"CC.Stor. .8. 4,. Essendolo Firenze
grandissima sollevazion d' animo, e ouasi
■n tutto il popolo m.lissima contenjez^
del presente giverno, ec. la maggior par-
te del popolo , e quasi tutta la gioventù
armata comincio a correre verso il pub-
Dlico palagio. (C)
SOLLICITAMENTE . Avveri. Soli».
Pallad. Mnrz. 23. Questo si vuole sollì-
citamenre attendere . ^af />„„ ,5
La guardia de' guardare sollicitamenle '
^ov.anl. 7. ,. Comandò a' baroni eh.
ec sollictamenle avvisassero il suo por-
tamenlo e '1 modo ch'egli tenesse. y„.
Aò. Pad I. ,63. Visitandolo spesse voi-
te, e trovandolo sempre sollicitament.
are secoodoche ei gli ,,„ imposto, ral-
legravasi molto.
SOLLICITAMENTO . Sollecitamento.
Lai. sollicilntio . Gr. TZBipoi,iJ.o; . Bui.
'"/■ J-|. 1. Compie la descrizione del Lu-
clero , e lo sollicitamento di Virgilio di
partirsi r cioè, 1' arenamento).
SOLLICITARE. Slimolare, Affrettare
Y^_i>rgere. Gr. éniCyzi^. Pace. nov. 62.
4- t tanto in un modo e in un altro la
soli, Clio, che con esso lei si dimesticò. /T
nnv. (ji. 6. La cominciò a sollicitare a
quello che dì lei disìderava . Li buona
donna , veggendosi mollo sollicilare , ec.
R'il. Piirg. 6. I. Solliciu ora Virgilio del
salire tosto, dicendo;, ec.
* §■ I- Sollicilare un negozio, o ti.
mile, vale Procurare, Far npe^a che sia
recato presto a termine . * Car. leti. 1 .
Il4- La lettera, che doman,'avali a H
l56
1242
SOL
Signore dod è Hata spedita: ora io la tol-
licileró, e maotltTolla per la prìma. (C)
§. 11. Sjì/icitare, in signific. neutr. pass,
vate Pi-^liartì a cuore , Affannarsi . Lat.
angi. Gr o-jiSu/aw; £;(civ. Àmm, Ani 5.
2- 8. Il furo delle cose molto serrate si sol-
licila; %ile pare ciò che palese è, * il" j5.
3. 5. Qual cosa è più maravigliosa o più
bella, che la verità? alla quale ogni cer-
catore confessa rfae desidera perveoire ,
onde forte si sollicita di 000 essere in-
gannato, ec. (B)
SOLUCITATIVO. V. SOLLECITA-
TIVO .
SOLLICITATO . V. SOLLECITA-
TO .
SOLLICITATORE. V, SOLLECITA-
TORE .
SOLLICITATRICE . V. SOLLECI-
TATRICE,
SOLLICITATURA. V, SOLLECITA-
TURA.
S0LLICITA7-I0>E. ;. SOLLECITA-
ZIONE.
SOLLICITISSIMAMENTE, Superi, di
Sollicilamenie . Amm. Ani* i5. 3. 5. Il
travagliatore . peroccchè aon promette se
non d* ioganoarc , gli uomioi diligcole-
meote mirano , e sollicilissiraamenle os-
servano.
SOLLICITISSIMO. /'.SOLLECITIS-
SIMO .
SOLLICITO. Sollecito. Lat. tliligens ^
promptus t ceter. Gr. ra^i^?» Socc, nov.
85. i4> Acciocché solliciti fossero a' fatti
•uoi . Pctr. Cam. ip. 5. Disprrgiator di
(juaoto il mondo Lraroa Per soUicito stu-
dio posso Tarme, f it. SS. Pad. i. lOl.
Delta <]iul cosa avvedendosi il nimico ,
incontanente fue sollicìto a tenderli Ìl lac-
ciuolo, e farlo cadere.
§. Per Curante, Ptnsicroso. Lat. an-
xias, sollicitut. Gr. rtohjuipifj.^o^- Bocc.
nov. 16. ^. Sperando . e non sappieodo
che , dì ih medesima divenne sollicita .
Maestrtns. 2. Il- 4- Qu^t")" il Signore
disse: non siale $»lliriii di domane.
•f '^ SOLLICITO. V. A. Avverò. Sol-
lecitamente. Guitt. leti. \0. 29. SoIUcito
^ardate, in tutte guardie dal corpo, te-
nendolo Lene sotto ragione. (T')
SOLLICITOSO. r. SOLLECITOSO.
SOLLICITCDINE. Astratto dt Soìli.
ciloj So/lecifudine. Lat. diligentia , cele-
rttas. Gr. oTTowoy)', £7rt/i£^sia, ànpiètiK.
Pass. 98. La negligenza non gli occupi ,
ma studiosa sollirilndioe gli sproni. But.
Purg» 18- 2. Diceano esempli di sollici-
tudini- a ben fare.
g. Per Cura, Pensiero, Affanno. Lat.
cura, sollicitudo , anxietas.GT.fiiptfj.vcit.
Bocc. nùv. jy. 3. Da ogni allra solticiiu-
dine sviluppata ec, si dava buon tempo.
Plnnm. .5. Seco diliberò del lutto di porre
ugni pena e ogni solliciludior in piacere
j costei . G. r. 8- 75. 7. Assalivano V
oste de* Fiamminghi di di e di notte ,
dando loro molto aQ'anno. e sollìritudioe.
Afaestrnzz. 2. 7. 3 II leno modo, quan-
do ne ba troppa lolliciiadiue . K 2. 11.
4. E licita la solliciturline delle rose tem
porali? Risponde san Tommaso: La solli-
citudine delle cote temporali in tre modi
puolc ess<'re illirita. IS'oy. ant. 7. 3. Quel-
la ricibczta eh' io ho , non 1' ho di mio
patrimoaio , ma tutta V hoe guadagnala
•lì mia sollirìiudinr.
SOLLIEVO Sust. SolUvamento . ntl
iianific- dei §. I. Lat tevatla , levamen.
Gr. ira^Kjuu&i'a , TrpxCvst^. Fr. r.lord.
Pied. B. Udo aiutante di sommo sollievo
sarebbe stato . ]Ab. cur, maìatt. Si i di ,
grandiììimo sollievo a* miseri infermi lan-
RUenti . Bed F.sp. nai, 9. Ai mortiferi
morii delle vipere non portano giovamen-
to. oc lolliero S.ìhin Ptic l l8l. Più I
SOL
lolltevo oe riceve ìl pubblico dalla spedi-
tiooe de* negotii, che dall' iodugio.
S0LLI0I4E. e SOLLEO.NE II tempo
in cui il Soft- si trova nel segno d- 1 Lio-
ne. Frane Socch. nov. ^\. Gli ambascia-
doti, sentendo alle spalle il fuoco peoace
per lo sollìone , domandarono ec. Jìem.
rim, I. 25. Ma '1 sollìon s' ba messo la
giornea , Che par che gli osti 1* abbian
salariato A sriugar bocche, perchè *l vin
si bea . Lajf. Guerr. Mostr, st. 12. E
nelle inS'>gDe porla e *d sul cimiere It
sollion che si cava '1 brachiere. Bed. lett.
2. 279* I medici hanno de' medicamenti
piacevoli, e proponiooati anco nel tempo
del solleone.
SOLLO. Add. JVon assodato, SoJJtcej
contrario di Pigiato , e di Calcalo. Lat.
motlis . Gr. /*a Jo^os . Boez C, S. 4*-
Il lor peso Gillano a terra di lor seggia
solla. Sagg nnt. e*p. ili. Questa espe-
rienza fu fatta io tempo di state , onde
la Deve non era s«Ila (cosi dinamo a Fi-
renze alla De%e quandu ella Cocca , e a-
vanti dell' agghiacciare ) , ma era della
calcala e pigiata nelle conserve . Buon.
Fier. 4' 2. 5. Fatta spugna d'un pan
leggieri, e sollo.
§. Per similit. Dant. inj 16, E se
miseria d* csto loro sotlo Rende in di-
spetto noi ec. But, ivi: Cioè di questo
luogo arenoso , im|ierocrhè quine , dove
1* arena è, lo terreno è sollo. Dant. Pure.
27. Cosi la mia durezza fatta solla , Mi
volsi al savio Duca. But, ivi: Fatta sol-
la, cioè molle diventala.
SOLLUCHERAMENTO. Jl solluche-
rare. Lat. tìtUlatio, Or. ya^yaJiS/w'?.
Car* leti. 2. 171. Scusandomi dell'ardir
che ho preso ^ stazzonarle, come bo f*t-
to, dalla piacevolezza loro , dalla libertà
che voi me ne avete d^t.i, e dal jollucbe-
ramenlo che m' è venuto del tero])o, e delle
cose passate (qui prr metof. ).
t SOLLUCliERARE. Ccmmuovere per
affetto di tenerezza , SolUcherai e j e si
usa in signifc att e neutr. pa*s. Lat.
titillare. Gr. -/a^vaìi^siv. Fir, rim.
f'url. 124- Solo a scnlìr quel ballaglioio
buon aooo Non vi sentite voi sollucbera
re? Lib. scn. 109. Ben può teco godersi
Un cerio tuo. ch'i'so eh' e' si sollucbera,
E per balzare in pazzena pur buchera.
Lor. 'Med. canz. 6p. 3 Per aver del vino
un saggio. Quando tutto mi tollucbero.
Buon. Tane. 5. 7. Sue parole garbate mi
sollucherano. Lasc. Pinz. 3. 4- Oimè,
Giaiintn caro, le lue parole m' banoc 'mio
sollurheralo * Proj. Fior Salvin. lett.
4- 2. 295 Quando ella mi vcdde fece le
leste grandissime : ci pigliammo per )a
mano, e ci sollucherammo noi altri vec-
chierelli di camp;irr un altro poro. (Cj
t * SOLLUCHERATA. Pimosirazione
esterna di coruntozione inlerioie, per af-
fetto di tenerezza, Lfop Htm. Si. lol'bo
riiralta in casa scdlacciaia re. E perche
mi par de&sa , Spesso fo seco una sollu-
chcrata. (A)
t * SOLLL'CHERONE. Ihcest di Chi
st solluchera faiilmtnle ("rceh. Stiav.ì.
5. Che? vurreslu vagheggiarmela, solln-
<herone ì fF)
t 3 SOLO. Add, !\'cn accompagnato ,
CAe non ha compagnia. Lai solut. Gr.
fio'voi . Bocc. Jntr. 35. E ioli • accom-
pagnali, e di di, e dì notte quelle (cote)
fare, che più di dilello lor porgono. F
num. 38. Sole in tanla aflliiìone n* hanno
lasciate. F ncv, 4* ^ Aadandosi tulto
solo d'altorno alla sua chiesa ec., gli ven-
ne veduta una giovinetta assai bella. F.
nOi'. i5. 14 Emmi taolo più c^ro l'a-
vermi qui mia sorella liovala , quanto 10
ci SODO più solo, e meno questo sperava.
4 Pamt. In/, a. Ed io lol uno M appa-
SOL
rrcchiava a toitener la guerra Sì d*1
cammino, e it della pietale. (C) E Purg,
6. Ma vedi là un' anima, eh' a poiU Soli
soletta verso noi riguarda. F Par 3. Si«-
chè poi sappi sol tener lo guado. But.
iii : Sol , cioè per te medesinio Petr.
son. 204- Torna la in là, ch'io d'esser
sol m'appago. J'tt. S. Gio. Dat. aoO-
Tutti s'ingegnavano di tenerlo celalo, di
chiudere 1' uscio, per istarsi con lui por
eglino soli santa alcuna gente . Bo<».
Varch. 1. pros. 3 Sappi che alla Eluso-
(ìa non era lecito ne ragionevole lasciarli
andar solo, e non l* accompagnare dovon-
cbc tu andatsi.
* § I. Solo nato, vale lo stesso j ma
ha a/quanto più di Jorza. l'it. S. Gir.
3. Sol» nato forava i diserti. (C) Stcr,
S Eustach. 270. Riposandosi loro sì la-
sciaro andare il maestro de* cavalieri solo
nato rarriando il cerbio. ^'V
t g. II. Solo, vale anche Unico. Petr
son. 280. Sola eri in terra, or se* oel riel
felice. * Car. In 7, 79. Sola d* un san-
gttr lai, d'un tanto regno ResUva una
sua figlia unica erede. (C)
^ ^. III. Talora serve ad esprimere
Eccellenza, e vale Che non ha eguale.
Podi. Stanz. 1. ]. Sicché i gran nomi
e i fatti egregi e soli Fortuna o morie, o
limpo non involi. (P)
* § IV. Solo, talora vale Privoj ed m
questo senso è sempre accompagnato col
secondo caso, a Bocc g- ^, p. 7. Veg-
gendosì di quella compagnia, la quale egli
più amava, rimaso solo, del lotto disposo
di non volere più essere al mondo (cioè
privo)». (C) M, y. 6 62. Vedendosi
Metser Giovanni Ja Oleggio molto solo
di confidenti nella sua signoria , e coDo-
scrndu Mrsser Bruzzi prò e ardito, •
ben avvisalo in guerra, e dì gran consi-
glio, il recò a sé, pan-odcgli poterti confi-
dare dì lui. (CP)
^- % y Solo, per Ispr^lìato. Dant.
Purg, 32 S'innovò la pianta Che prima
avea te ramora sì sole. (Br)
* §. VI Solo, per Solitario. A r Fur
27. 111. Come, partendo, afnìtto tauro
suole. Che la ginveoca al vìocittr cet«u
abbia. Cercar le selve e le rive piò sule ,
Lungi dai paschi , o qualche arida sab-
bia. (PeJ Sannaz Arcad, Proem. per li
soli boschi i selvatìcbi uccelli scvra ì ver-
di rami cantando. (Bj
^ 5. VII Solo, SI usa anche smstan-
tivnmente. Salvin, Pise. 3. 47- E di qui
traggono i Monarchi il loro argnmeoto .
che it governo d'uo solo sia più sbrigalo
ed efficace. (C)
$ §. Vili. Solo, in Urmime di Mmticm.
ed in J rza di suit. dicesi Quel pezso rfi
musica die vien cantato da una sola voce.
con accompagnantfnte, O sema, (C)
^- §. IX. // nome SOLO talora ji
usa per I' av*trhio SOLAMENTE, ae-
cardandolo in numero con nome smstanfi-
f.' , ed anche tronco nel Jemmmino .
Pant. Pnrg 7. E 'I bnon Sordello in
terra fregò il dito. Dicendo : Vedi ; sola
questa iig4 Non varcheresti do[)0 il sol
parlilo ( Leggendo gli autori toscani .
parmi aver veduto che amino meglio met
tere ti nome Solo innanBi al sust,, eh»
dofH) : Come per rstmpio nel passo qui
di Dante ncn disse questa sola riga, ma
sola questa nga, e ttmilt). ì'it. SS, Paif,
1. 172- Con sola 1' orazione gli legò sì.
che ec Star. B»rl. 8a> Ancora non ti
leRgrno soli a questo (non si eententanc
dt CIÒ solamente J j anzi adorano l'uno
un bue, r altro un porco, ec. Pass, 73.
Io hit uoa sol figlioola ed unica, vergine.
la quale vi voglio sposare, se v'e in
piacere. Pep, Decam. |34- Come s« eoo
si vcdcut in tutte le lingve nnt sul «o-
SOL
« jigoificire molle cose, e uq» sol cosi
esser per molle «oci significala. f>r.
As 116 Fi.cliiinao uia sul vulla cosi
pUo pUoo, aspellcrai che qucslamu ba-
lia la qual, vegliando iolurno alla porla
rtl'endeA la lua venula, er. lìcmh. son.
«3. «è per nncsli contrari una sul dramma
Scema del pensier mio tenace esalilo, f/ )
8. X. A soL <t scio, o Da solo .1 Jo-
Ic.poiU a^^erbialm., ^alt Solo co,, ,o!o.
Lai. rrmotis arbitrii. Gr. ^ovoi;. «'"■
Mi. I„c. 12». Oimél perche non sono A
■ola a sol con lei o.' io la dileggio 7 ( l(.
S. Gio Bai. aiq. Furseché aveauo por-
lalo del pan- pir mangiare un poco con
lui cosi a solo a solo E 232. Bealo .1
me. se io polrù venir teco per questa via
. solo a solo. E o'boi't : Desidero d,
r>f eilare > solo • solo. Fir. no>: 2. 20a
Poi la nolle, 0 quando aveano agio d es.
sere insieme a solo a solo . si ritornasse
maschio. Ar. Fur. 22. 78. Giostrar da
■dIo a sol eolea ciascuno.
J SOLO. AiVirb. Solamene. Lat. so-
/um . dumtaxat ■ Gr. /jiovov . Pelr. jon.
«l5. Darmi no piacer che sol pena m
apporto. E canz 2.S. 1. Dico che, psr.h
io min Mille cso diverse inlcolo e 6,0,
Solo una donna veggio, e '1 suo bel vi-
so. Ucc. »).•. 5.1 4 Si dicea tra la
pule volgare, che queste sue speculaiioni
arano solo in cercare se trovar si potesse
che Iddio non fosse, fi/oc 3. 25l Certo
DOQ conosco che vanlaggio qui elegger si
posii , se solo una volta si muore . Be^l.
Un 2. 4. Mi plglierò solo ardimento di
dille ee. C-ir. lui- i'- «olo la supplico
<*.. si degni avermi in sua buonagrazia
§. I. Solo cif , vile lo il^sio che
PurM. Lat. rf.imrii'rf.'. Gr. orav, tv
S5W. Bacc. Intr. 35 Senza fare dislin-
óone dalle cose oneste a quelle che one.
Ite non sono, solo che V appetito le chieg-
«ia. r-: noi . 91 17- Questo faro 10 volen-
tieri, sol che voi mi ptomeltiate, per cosa
,-Ue io dica, ninno doversi muovere del
luogo suo. r.imm. 4. II7 Solo che d
■Icuoa ombra di monto da' solari raggi
difeso fosse. Lob. ìi\. La divina bonla
;. li falla e tale, che ogni gravissimo pec-
calo, quantunque da perfida iniquità di
cuore proceda, solo che buona e yera con-
iriaione abbia il peccalore, tutto d toglie
via e leva della mente del commeltitore .
Ftlr cant 6 3. Vendetta fia , sol che
contra umiltade Orgoglio ed ira il bel
,«sso, ond' io segno, Non chiuda e non
iochiave. . „ , •
S. II. Per Fuorchi. M. V. 9. 42. In
questo cammino sania niuoa offesa , solo
,he di male vivere, roisono tempo assai.
;: Bemh. A<ol. I. IO La quale frit)
.isai spaiiosa e lunga , e tutta di viva
selce soprastrala . si chiudeva dalla parte
.li verso il giardino , solo che dove facea
porta nel pergolato da una siepe di spes-
usimi e verdissimi ginevri. E 2. 01. una
c«sa sola, Irgsiadfc donne, e mollo sem
Jice oggi ho io a dimostrarvi, e non so-
lamente da me e dalla maggior parie delle
nostre fanciulle, che a questi ragionamenti
•rgomenlo hanno dato, ma da quanti ci
vivono, che io mi creda, almeno in qual
.he parte, solo che da Perollino , cono-
sciuta. (Bt
§. 111. Sol tanto, tale lo stesso che So
Umenle. Lai. (onlumiiOf/o. Bere. nw.
25. l4- Sol tanto -ei dico, che come im
posto m' atele. cosi penserò di far sema
faUo.
* SOLBEUTTE. iVome di Ire note
mastelli. M'"'- Sat. 6 E non sa ancor
«he don Grilloo. che striscia Sull'organo
del Duomo il solreulte , Luccica in viso
più eh' al Sol la biscia, (l)
t SOLSTIZI ALP. . j4<I.I Termine
SOL
SOL
1343
ailro.iomico. Chf Ai re!.izione ai_ solslt- .
zìi. Lai. solslilialis. Gr. raoiti«3;. Gal.
Sul. iSt. Stame il centro della terra nei
punti solsliiiali.
t SOLSTIZURIO. 7 . //■ ■i'Il- Sol-
sUziale. Lat. sohtu.alis. Gr. TMT.«4.
II!,. Jstrol. Saprai 1' allungamenlo del
grado dell'uno dellidue punii solstiiurii
SOLSTIZIO. /' (.-"TO ''" "' •^'''' "
„,i IropM J (,•'■"'<«.. aslronMiCO. Lat.
solslitium. Gr. >i).i3ry5T«i. Gmd. G Oia
io queir anno era entrato 1,1 So e) nel se-
gno del Cancro, nel quale, secondo la
divina diH'Osiiiooe d.llo stelle, s. celebra
il sdstiiio estivale. Allora sono li di mag-
giori neir anno ; imperciocché avvegnad.o-
ché '1 corso del Sole si distingua nell
anno per due solssizii, cioè estivale e ver-
nalo , delti sono perciocché il Sole stae
ascendendo e discendendo in quelli per la
fortewa del sopraddetto signifero cerchio
del aodiaco. Filoc. 7- 46- N-""^ ^-^ ^.'
quali r estivale solstisio comincia. Lr
5 10. 5. Scrive Varrone, che riuelli al-
beri che nel tempo delU primavera s m.
neslano, si possono ancora innestare inlor.
no al sidstizio.
* SOL TANTO. Vel. SOLO, aoverb.
% Vili. (•) „ - ■ jl,
SOLUBILE. Add. Atto a sciorsi. At-
to a disfarsi Lai. solubUis- Gr. luTOJ.
§. P,r similit. Cr. ì. 26. 2. Sia la
jolla solubile, e quasi nera , e sufficiente
a coprirsi con lo "ntrigamento della sua
eramigna.
* SOLUBILITÀ'. l'oce dell uso. Qua-
lità di CIÒ che è solubile. (A)
SOLVENTE Che solve. Lai. solvens ,
soluto,: Gr. é/.Tt'uV ZAtCaT». Bum. Pier
3 latr Che '1 venditor, checch ei trat-
fichi o merchi , A cui , comprando non
solvente, il porgi, Non ti colga mal cauto
a f.ire il patio (cioè, che noo paghi) .
SOLVEUE. Sciorre. Ed oltre «gli al-
tri sentimenti si usa anche nel signific.
neutro pass. Lat. soUere. Gr. *""»■
Dant. Inf 10 Solvetemi quel nodo Che
qui ha iiniluppjla mia speranza. E Purg.
16. E d' iracondia van solvendo il nodo.
E Par. 32. Ma io li soWerò forte legame
In che ti slringoo li pensier sottili. /?oce.
noi. g5. 8. Per solverti d.d leg-me della
promcss.!, quello ti concederò , che forse
alcuno altro non farebbe. * Ouitt. lett.
l3. 38 Non ogni lac. io vostro solvere
spettate; che sullone (colutone) voi uno,
il Diaolo n' aggroppa due; ma solvete e
rompete, e tagliate via. (D
S I. Fiewatam. Dant. Purg. 31.
Quando nell'aere aperto ti solvesti. Bui.
ivi : Ti solvesti, cioè quando li mostra-
sti aperta, non sotto velame di fede.
P II. Solvere, per Distemperare , Li-
muf^re ; e si usa nel signific. alt e ncutr.
pas!. Lat. solvere, resolvere, assolvere.
Gr. avaWsiv. Sagg. nal. esp. 111. Le
perle e 'I corallo, com' ognun sa , ned
aceto sldlato si solvono. E 261. Via via
che il sale in esso si va solvendo , fuma
ed alza furiosamente il bollore. Art le
tr. Ner. 2. 42. Come 1' acqua forte co-
mincia a scaldarsi, lavorerà e solverà I'
argento ben presto. E appresso : Libbre
una e mezzo di acqua forte, ec. : io essa
solvi ec. once sei di argento vivo.
§. III. Per mrtof. vale Snodare, Li-
berare. Lai. Ulcerare, solvere. Gr. aito
Ijjiv. Dani. Inf. 2 Da questa tema ae
ciò che tu ti solve. Dirotti perch" i' venni
E Par. 7- Ma io li solverò tosto la meo.
te, E tu ascolta. Nov. aat. Sp. 3. Si se
li solvè il cuore di tra si gran gioia, che
in poca d' ora cadde morta.
§. IV. Per Dichiarare. Lat. solvere ,
1 declorare. Gr. JtlXoDv Dant. Inf. IL
' O Sol, che sani ogni vista turbala , Tu
mi contenti si, qoando tu solvi, Che, non
men che saver , dubbiar m" aggrata. Bocc.
nov. gS. 47. I miei fati mi traggono a
dover solvere la dura quistione di costo-
ro. Lab. 2i3. Ti voglio irar d' un pen-
siero, il quale forse avuto h.ii, o aver po-
Iresli nell animo, solvendoli una obbie-
zione che r.ir ponesti. ('<ifa/r. Frutt.
liiig. Molto meglio si solvono li dubbii e
le quislioui per le sante orazioni che per
sottile dispuuziiine. Boez, l'arch. 5. pros.
4 . Io ti dim.mdo por qual cagione tu
pensi che la ragione di coloro , i quali
solvono quest.i quistione, non sia efficace,
g, V. P.r Separare, Disgiugnere, Di-
videre. Lat. separare, dividere. Gr. ^ist-
Xu'eiv. Dant. Purg. 25. E quando La -
chesis non ha più lino , Solvesi dalla
carne.
c_ VI. Per lo Levarsi del vento. Bocc.
nov, 14. 10. Solutosi subitamente nell'
aere un groppo di vento ec, in questa
cassa diede.
g. VII. Solvere il digiuno, vale Rom-
perlo, Man-iiare dopo il digiuno. Dani.
Par. ig. Solvetemi spirando il gran ili-
giuno. Che lungamente ni' ha tenuto in
fame. Pe(r. sùn. 197. Send' io tornalo a
solvere il digiuno Di veder lei (in questi
esempii e figurala'n.J.
§ Vili. Solvere il disio, vale Adem-
pirlo, Saziai lo. Ottenere ciò che si de-
siderava. Daat. Par. 21. Mi disse: solvi ^
il tuo caldo disio,
■::■ § IS. Solvere il proprio doveri,
vale Fare il debito suo. Dant. Ping. 10.
Or ti conforta, che conviene Ch' 10 solva
il mio dovere anzi eh' io muoia. (N)
g. X. Solver il ventre, vale Muoverlo.
Lat. alvam solvere. Gr. x5iiiKv XJst»
Cr 1. 4. l3. L' acqua tiepida ec, quan-
do sari più calda che questa , cioè pm
tiepida , e sarà bevuta a digiuno , molte
fiate laverà lo stomaco, e solverà il ventre.
§. XI. Solvere il matrimonio , volt
Scioslierlo. Separarsi f un consorte dal-
l'altro. Lat. solvere matrimoniim. Gì.
■/oiuol ÒikXi,'£iv. Maeslruzz. I. 66. E
solvendosi il matrimonio , si risolve la
iJola. „ ,, ,
§. SII. Solvere, per Pagare, fr. lac
T. 2. 5. 22. Né gli avresti a impor più
soma. Né che solva più tributo.
SOLVIMENTO . // solvere, SciOgli-
menlo. Lat solatio. Gr. e<Tist;. Bui.
Par. I. I. Nella seconda mostra lo Ira-
sformamcnlo suo e l'ammira.zione sua , e
lo solvimento che fece Beatrice de suoi
dubbii. ^,
t SOLVITORE. l'erbai, masc. Che ,
0 Chi solve. Lat. * solutor. Gr. /o«(«.
Amel 87. Nelle dolorose rume de i^
gliuoli del Solvltcre de' problemati di
Sfinge disavveduti incapperemo.
SOLUTIVO. Add. Che solve s ed e
per lo più asgiunto di medicamento che
placidamenle purghi il ventre; e talora si
usa in forza di SUSI. Lat. solut.vus
* Lili. Car, malati. Avvertiscono di non
prendere il medicamento solutivo sul far
della Luna. (X) Bure!,. I. 102, ?en sa-
pev' io che il vento d' una palla E solu
[ivo a risaldar le gotte ( qui m tseher-
zo). Soder. Celi. 65. Di questa medesi-
ma maniera infondendo dell' elleboro, s.
creerà una vite che genererà uva solul.va.
Red. Vip. I. 78. Non rende ne più viv_a, ne
più infingarda la loro faculta '«lutiva. £ '"'-
2 5l. Vorrei che il sig. Auditore pigliasse
ancora due altri di quei siropp. ":'"''"• f
appresso. ■ Presi questi altri due "31'''°:
lutivi potrà immediatamente cominciar.
" j"s°ÒLUTO. Jdd. da Solvere; Sciolto.
Lai. .<olulus. Gr. lo|s.-v * -Bocc B.m^
pag. 19 (Livorno i»02) Lacca tendea
I
1*44
SOL
di lei prifllJ tessuti De* suoi hioodi capei,
crespi, e soluti Al vento lieve, ec. (cioèt
sparsi ). (B)
^ S '■ K fìf^iirnlnm. n Maeslruzz. 1. OO.
Se U doU (-■ in cose mobili, deesi risli-
tuire immaniioente soluto il matrimonio;
ma s'ella e io cose immollili, deesi risti-
tuirc infra l'anno (cioè, disriolto)». (C)
* §. II. Ptr ^./empito. Teseid. 12. 1^.
E con unor magni6co onorato E stato
iiDCora il suo rogo pomposo, E ben soluto
gli è ogni dovere Che morto corpo de'
portare, o avere. (Bj
^ §, III. Soluto, aggiunto di Persona,
vale Libero. Senza vincolo di mairimo-
nto, e si usa anche in forza di siist.
- Maestnizz. i. ^O- Quaiiro sono le ma-
oierc de' fì;;tiuo)i : alcuni sono naturali e
legittimi, ciol; coloro che nascono delle
mogli; alcuni sodo solamente naturali,
cioè i 6gtiuoli delle coocubiue , cioè di
«oluto, e soluta, ec. •• . fC)
■^ g. IV. Talora è opposto a Religio-
so. « Jiocc, introd. 35. Non che le solute
persone, ma ancora le racchiuse ne' moni-
ilerii ec. son divenute lascive e dissolu-
le- . (C)
# §. V. Soluta, è anche aggiunto di
terreno , e vale IVon tenace j ed è opposto
a Cretoso. Cr. i. li. 2. Se la lerrj siri
truova più soluta, cioè meno legoente, si
deono i fondamenti piii a dentro cavare.
E 5. 29. I. Il gmepro ec. desidera dere
caldo, o temperato, o terra arenosa e so-
luta, e quasi sterile » . fCj
* §. Vi. Soluto, aggiunto di Siile, o
rimile, va/e Sciolto j ed è opposto a Poe-
tico. Bocc. Coni. Dani, Sforzandosi ( ()■
vidio) di scrivere in soluto stile ec. gli
venivano scritti versi, (j4J
Sr §. VII. Soluto, aggiunto di corpo,
vale Lubrico^ Ohbedienle. M, Jtdohr.
Tiene il corpo solmo, con acqua cotta di
■usine, e di cassia fìstola, e vi vuole , o
maona, e lamariadi. (N)
♦ §. VIII. £■ iVi forza di sust. vale
Colui che ha il henefìzio del corpo j con-
trario di Stitico. Zihald. Andr A5. Alcu-
ni Jtono soluti, ed alcuui stitirbi. {V)
SOLUZIONE. Scioglimento, hìl. solu-
tio. Gr. Xu'cti;, C. J'. li. 2. I7 Prin-
cipalmente è la soluzione della nostra que-
stione molto chiara. Maestruzz. 2. 36. E
questa medesima quistione, e soluzione si
può far di colui che consigliò che '1 che-
rico fosse battuto, se per suo consiglio si
faccia. Cr. 4 20- 4- ^^ lodevole sangue
si convertono (l'uve), e aiutan la solu-
zione di Tcutre » e M corpo purgano da'
mali umori (cioè , lo muovono, lo ren-
dono lu1>rico ) . !? Varch. (^uest, Alch.
44- ^'«1 *i maravigli, dico, oiuno di quc-
■to, perchè tutti dicono il medesimo, e la
toluzione, ovvero scioglimento è agt;vo-
lissimo, come si vedrà di sotto. (C)
# §. Soluzione, presso 1 Matematici ,
io stesso die Resoluzione, f\ RESOLU-
ZIONE. §. IV. (J)
3 SOMA. Propriamente Carico che si
pone a' giumenti Lai. sartina, onuj. Gr.
oay/ia. Noi\ ant. 73. |. Quando furo
maturi ( 1 fichi), si gliene portò una so-
ma, rrcdendo venire in sua gratta Bocc.
nov. 36. l8. T* aipetlavi di scaricar le
tome altrove ( qiu figuratamente, e in
sentimento o.iceno). E nov. 8<). 8. Una
gran carovana di some sopra muli e so-
pra cavalli passavano. Ros. ì'ii. h\ P,
cap. 10- A volere scrivere gli esempi e
miracoli della Fede aon ballerebbe uni
soma di carte. ì'tt. SS. PtMd, 1. 310.
Vieui, 0 .liutamt rilevare 1* asino, che è
•aduto colla soma. E appresso: Gìi porto
una soma di pane, la quale dee distribuire
li poveri.
•i* §. I. Soma , dicesi anche di Due
SOM
barili di vino, o d'olio. - BocC- Test. I.
Un botlicello di tre some ( cioè , di te-
nuta di tre some di vino. ) >» ■ fC)
3 $■ IL Soma, per Carico, e Peso stm-
plicrmente. Lai. pondus Gr. fiapo^. Pe-
Ir. son 226. Perle e rubini ed oro, Qua
si vii soma, egualmente dispregi. Dani,
inf. 17 Pensa la nuova soma che tu
hai. A' Purg. II. Cotesti, che ancor vive
e non si noma. Guarderei io per veder
s' io 'I conosco, E per farlo pietoso a que-
sta soma.
§. III. Per similii. Lat. pondus. Gr.
a^Qo;. Petr. canz 5. 6. Volando al ciel
colla terrena soma (cioè , il corpo) .
§.IV. Per meta/, vale Suggezione, Angra-
vio. Lat. ontts. Petr. canz. 29. 5. Latin
sangue gentile , Sgombra da te queste
dannose some.
* §. V. E figuratam. <■ Pass, 22.
Quanto l'uomo più indugia la penilenia,
più pecca ; e più peccando, fa maggior
soma, sotto la quale corivieoe che peri-
sca, se ec. >>. (C)
^ g. VI. Cittar la soma sopra alcuno,
Jìsuratam. vale Dargli la colpa di chec-
chessia, Sen. Deci. ^5- Tu ancora per non
essere presente glie ne desti materia , e
gilti la soma e 'I peso sopra me. (C)
%. VII. Per le vie s' acconcian le so-
me; proverbio che vale, che In operando
si superano le difficultà. Pataff. 3. Per
via s* acconcia soma a fare a fato.
g. Vili. A some, posto avverbialm., va-
le In gran quantità. Sem. Ori. 2. 4-
75. Ma pure al fin di vincer si conforta,
Se nasccìsonn a balle, a some, a carra.
g. IX. Pareggiare , o Ragguagliar le
some, figuratam. si dice del Par le cose
del pari j e anche del Procedere con
cautela, o riguardo, frane. Sacch. nov.
lOl. Ed ella si stellp, perchè le some
furono ragguagliate. Rem Ori. 2. Q.
21. E gujrda ben di pareggiar la soma.
Sicché non caggia per mata misura.
'fl' §. X. Levar le some , vale Far
ff^f^^gfio. Partire. Ar. Fur. i8. ^7. A-
stolfo con costui levo le some. Per ri-
trovarsi ove la fama canta ec , Che in
Damasco la giostra s* apparecchia. (M)
SOMAIO. Add. Da soma . Pallad.
Ottobr. 14 I" nel cpgno del vino, eh* è
12 orcia , cioè quattro barili somai ,
metto due once de* delti fiori.
•| * SOMARACCIO. Peggiorai, di So-
maro; e dicesi per lo pia a qualcuno
per ingiuria. Fortig. fìii.c.5. 53. La ma-
no sua eli' era man d'Arpia, E di gran
somaraccio avea la schiena (A)
f SOMARO. Asino, Somiere. Lat.
iumentum, sagmarius. Gr XTi^vos, oa-
y}i.dpiot,y aof/p.'7-rofdpoi. Bern, Ori. 2.
g, 3fi. Volete ciricarvi da somaro 7
SOMBUGLIO. /'. A. Subuglio. Lat.
murwur,' susurrus, tumultiis. Gr. ^tdii-
pi9fio\. G. /'. 7 l3. 3. Sentendo nella
ritib il detto sombuglio e mormorio. F
8. (»<). 5. Per la qual caf^ione in Kirenie
n' ebne gran ininbuglio e grluMa. F IO.
lo8. I. Ma por li sombugli eh' avea nella
citlade er. si levò la riltà a romore.
SOMEGGIARE. Portar some. Lat.
onrra portire. Gr. OO^TlOL ^ipitv. ^ Fav.
Fsop. Test, Rice. .'|b Io io tanto servi-
gio a questo mio signore, quanto io so ,
e potko, di recare grano. Irgne, e nò che
fa bisogno alla rata di ■« meggi^re. ( C)
Trjttt. pece, mv t. Dee guardarsi la per-
sona di non lavorare ec., ne di someggia-
re, e tagliar legne. Fir. As 20^. Certa-
mento ch'io me n* andava tultf> contrnlo.
estimando che, olire a ch'io s^rri esente
dal sonieg(;iare r lì» tutte l'altre fatiche
re, avrei al principio della primavera so'
pra delle pungeoU siepi ntruTSlu dette fre-
se b 11 lose.
SOM
SOMELLA. Piccola sema , Sometta .
Lat. sarcinula. Gr ycx^9 v so^Ti'sv . Xor.
Med. Dìenc. 20* Meocioxza mia, eh* ì' vo'
sabato andare Sino a Fioreota a vender
due somelle Di schegge, che mi posi ieri a
tagliare
* SOMELLINA. D,m, di Somaj So-
metta. Jj'elc. Vit. Fg. cap. 16. Ora un
altro uomo, nominato Donadio, aveva fatto
quivi presso una lomellina d'erbe. (C)
SOMER'IA. Salmeria. hil. impedimen-
to , sarcinae . Gr. en'»«ayuaTa. Lib.
Bfotl. Mise innanzi i tristi, e io mezzo U
somerìe e i carriaggi, da lato le compa-
gnie. Stor. A'olf. Diedono liceosia a Po-
lisarco e Ghittifer, che aodassono in Fri-
gia ; e avuta liccniia, si mossono con
molta someria. F altrove: Comandò che
togliessero le donne, e ogni someria io
mezzo di loro.
SOMETTA. Somella, Lat. sarcinuia.
Gr. fj-iìtùòv fopTioit. Rocc. Lett. Pr. S.
Ap. 3l5^ Ma dimmi, può ragionevolmente
eiserc detto partirsi di subito, ed arrappar
la fuga colui che , domandala licenzia ,
salutati gli amici, ancor dopo alquanti di
ordinate le sue snmeitc, e quelle mandai*
innanzi; partire di subito?
•f SOMIERE, e SOMIERO. Asino, Giu-
mento. Lat. iumentum. Or. XTÌ5»fl5. Bocc,
nov. 100 21- Alla qoal cosa fare né a
voi pagatore , né a me borsa bisognerà ,
ne somiere. G. J'. il. 86 I. Erano
tanta gente, e cavalli e somieri e carreg-
gio, che la minore oste teneva una e mez-
za lega. Cava/c. Uled. cuor. Come se non
fossero sue , gli aiolo carirar le somiere
di quelle cose, e lasciuUo andare. Frane*
Rarb. 2^8- 4 ^^ ^£8'' buon somieri, E
le some leggieri. Frane. Sacch. nm. 20.
l' so eh* avete il capo nel fattoio Tra
macine, tra gabbie, e tra braghieri. Tre
vilLoi, tra tuoi «■ tra somieri. Tra 1' olio,
tra r ulive e lo 'nfrantoio. ,
3 SOMIGLIANTE. Add. ^Simigliante.
Lat. similis, consimilis. Gr* ófiOiO^. JVov.
ant. 83. 3. Li portò una veccìiia femmìoa
un sacco di bellissime noci, alle quali oon
si trovaro somiglianti. Galat 4- '^ '^*
nondimeno è o virtù, o cosa molto a vir-
tù somigliante.
* g. /:." in forza di sust. - G. 1'. 12.
16. 17. E ciò fatto, pinsono fuori il eoa-
servadore, e feciono il somigliante. /'//.
S M, Madd. 107. Costoro, eh* erano ve-
nuti , facevano lo somigliante. F I20.
Tutte l'altre anime sante facevano Ìl so-
migliante •• , fRr)
SOMIGLIANTEMKNTE. Avverò. St~
miffliantemenle. Ltt. similiter, parittr.
^ Li'i Cur. malati. SomtgUaolemeole
vale li decozione del fien grrco (Ti) So*
der, Colt. ii.^. Cosi come delle pere e
delle n»ele d'ogni sorte, strette al torchio,
se ne (» vino; somigliantemente questo
vino si può fare ìnfurKare per areto, te-
nendo |}ieno fin a mezzo il vaso, dove egli
dentro si pone
SOMIGLIANTISSIMO Superi, di Só^
migliente. Lai. similtimus . Gr. ófiOiO'-
T«TO< . Farch. Fero! ^3. Le quali due
lingue però sono tra loro somiglianliui-
me. Tae. Pav. Stor. 2 2fi<) La imme-
ginc detta Iddia ^ oon in forma amane,
iomiglianlissima a piramide tonda . R»d.
Ins. 4- Crederono, dico, che ec. comio-
cii\»e a vestirsi da sé medesima d* una
certa verde tanuggine soraigtiaDliuima ■
quella vani peluria, ec.
SOMIGLIANZA. SimigUmnim . Lai.
simt/itmdo. Gr. óitOtOTfti- Frane. Sjcck.
noi'. a34> Avvilo il Conte di mettere om
di ec. armalo uno in somiglianza di Guer*
nieii . yov. ant. 37. 2. Alli malli ogoì
matto pare savio per la sua somiglianza.
Din Comp 3. 43 Uo ca%alirre della
5 O U
somiglilo» di CìttelliDa romano, ma più
cruJflp di lui. Soti^r. CoU. lo3. Attac
cale lame di piombo, o di rame al ioodo
del cocchiume ec, «e reileranno asciutte e
pure, e »rgno di duraie ; >e Lagnale , il
ffOQlrario; e masiìm^nunie se avcraono le
scaglie fatte a somiglianea di biacca
•f SOMIGLIARE. Siniigliarej e si co-
siruitct coi terzo, t coi i/narto caso. Lat.
simiirm esse, nssimUari. Gr. o/;oioùo3at.
Dant Parg. 14. Ed ecco V altra con sì
gran frarasso, t he somigliò tonar /ìocc.
nov. 8 2 La quale ( novella } perchè 1'
effetto della passala somigli, non vi do-
▼rb perciò essere mcn cara. Lab. 10.4.
L* altre poche, che a questa ^c^e^endls-
sìina e veramente doona s' iugeynarono
con (Ulta lor fona di somigliare, non so-
Umeolc le mondane pompe non seguiro-
no , ma le fuggirono con sommo studio .
C, ì . II. 6. 9. Si dicea piuvicamenle
eh" egli era suoSgliuolo, e di molte cose il
komigliaTa . Tts. Dr. 5. l3. L' altro
(smerlo) è grande , e somiglia *\ falcone
laniere bianco. * Ta$s htm. Am.Canz.
3. Qual più rara e gentile Opra è della
natura. Oh meravìglia. Quella più mi so-
miglia La donna mia ne' modi, e ne'aem*
bianli. ^D)
* g I. Somigliare, per Parere, Sem-
brare. Mil M. Poi ì^O E questo fan-
no per^icchè i vestiti bianchi somigliano 2
loro buoni e awi-uturosì. (Cj Stor, Bari.
17. Ma imperciocché tu mi somigli a savio
aomo e conoscente, sì ti prego ec. Bern*
Ori. 1. 24 23. Ma vi bisogna un cor
senza paura Come aver debbf un cavalier
perfetto , Qual voi mi somigliale nell'
aipetto. (y)
§. \\. Per paragonare . Lat. compara-
re, con^erre. Hocc ^. 9. cent. 2. E talli
quanti gli vo somigliando Al viso di colui
che me amando Ha presa.
SOMIGLIEVOLE . Ad,ì. SvmigHante.
Lat. sintilii,adsimilis* Gf. ofJ-OtO^- liorch.
Hip 4- L* intelletto al Sole , 1' anima alla
Luna, ed il corpo alla terra somiglievote in
Ogni parie. ]•' 2^1. lo molle cose 1* oro è
somiglicvole al Sole.
t SOMMA, i^uanttlà di danaro Lat.
tumma , vi.% , copia. Gr. 7rXTj63;. (i. V,
li. 44' ^ Vollono spendere sì disordina-
la somma di moneta Dtttam. 2. 7. Che
a minor somma il censo lor di\isa. C-is.
lett. 68 Non far come chi paga un de-
bito , che , conto eh* egli ha i danari al
creditore, non ha più cura di quella som-
ma, o di quella moneta, siccome non sua.
# Jnstr. CanCt ^o Debbono d'ogni gra-
vamento che faranno far la ricevuta delle
robe gravate al debitore in buona forma
con dichiarare in essa per quanta somma,
d' ordine, e a instanza di chi abbianu fatta
r esecuzione. (C)
•f §. \. Per Estremità, Sommo. Lat.
lummittts , Gr. otx^a . Pataff, 6. E tutto
io somma della lingua V baio . S. Ciò.
Crisost, 123 Quantunque 1* uomo sia
pervenuto a somma d*ognt male, pure se
vuol partirsene , e tornare alla via della
virtù, ricevelo (Dio) voleoiieii ed abbrac
cialo , ec.
# §. II. Somma, vale anche Quantità
che rifulta da più somme iintte imieme.
Initr. Cane. 56. Toccheri a questi a ra-
gione di i^ soldi per lira, che fanno dette
lire 175, alle quali aggiugnendosì dalla
massa de* descrìtti lire jS, dalla massa de-
gli arcbibuìieri lire 5o . si farà tutta la
proposta somma di lire 3oo (C)
3 §. HI. Per Conclusione , Sunto. Lai.
summa Gr. to' xt^a7atov Bemh. j4sof.3.
162. Brievemente raccogliendo la somma
delle loro quistiooi Sa/*-, Granch, 5, 3. La
somma si è questa, che ta dica D'averlo
lotto a un Turco in Raugìa. E più sotto:
SOM
La somma e la suslaDza Si è, eh* io dica
come '1 fatto sta. s;*- Onice. Sior. 3. 14.
La somma de* capitoli più importanti fu,
che tra il Papa e Cesare fosse perpetua
amicizia e confederazione (I.J
# §. IV. Pi-r Sommario. Salv. ^vvei t,
I. 2. 6. Che adunque 6a da dire ec. de'
proemii, delle racronlazioni , delle sumine,
e brevemente di tante allre maniere del
libro delle novelle? (f ) Vallai-. Sul. 237.
Siccome non ben succede il cibarsi di soli
stilLili, e di quintessenze, così né lo stu-
diare per via di conìpendìi , e di som-
me. (FP)
V §. V. Recare a somma una cosa ,
vale fiislrini^erla. Diminuirne la quantità.
•i Frane. Sacch. noe. I.'Jl Deh 1 dimmi
quello che tu facesti io total di, or f;i un
anno? E Fazio pensa . E io seguo: or
dimmi quello che facesti or fa sei mesi?
E quelli smemora . Ucchianla a scmma ;
che tempo fu or fa tre me.si? {€)
g. VI. Somma d' nlcun affare, vale II
più considerabile, e più irnportante d'un
negozio. Lat. pandus mgocii, summa tei.
Gr. to' z£sa)cztov . {'d*. leti, io No-
stro Signore ba ìnGoita sper.inza nella pre-
scn;£a ec. di V. E., e cou6da in tei tutta la
Somma di questi affari ^ FnrcH. Star. 5.
lo5. Il quale avendo in mano la somma
di tutte le faccende dell' Isola, e odiando
mortalmente l' Imperadore, s* era in su
queir occasione Iraslenlo in Francia. (C)
f ^ g. VII. La Somma delle somme, va-
le La Conclusione finale, ultima. Cecch.
Mogi. I. I. La somma delle somme è
questa, che mio padre sl;imani prima eh'
egli uscisse di casa mi disse , oggi ordi-
nati cb' io ti ho dato moglie , di soscri-
vere la scritta. (V)
g. Vili. Dare in somma, o simili, vale
Dare ec a fare un' opera , o un laverò
a tutte spese di cfii prvndf a farla per
certo prezzai f^f anche si ilice Pare m
cottimo. Lat. opus facii-ndnm loCaie. M.
ì'. 5 73. All' Uscita di S'iiembre del
detto anno si cominciarono a fondare le
mura, e tutte s'allogarono in somma a
buoni maestri.
§. IX. Fare somma , vale Multipli-
care* Lat, summam c-''nficere. Fir* Disc,
an. 4S. Ma poiché gli anni gli avean fat-
to somma addosso ec , era per morirsi
di fame .
§ X. In somma , posto avverhialm. ,
vale Finalmente, In conclusione. Lat. od
summam denique , tandem. Gr. t.a^6}-0\i
•?£ Te)o5, uarspov . Dant. Inf. i5. In
somma sappi che tutti fur rherei , E let-
terati grandi . Cren. Aforell 2^'J■ Gio-
vanni fu quello in snmma che più ab-
brancò, e Pagolo ne andò di peggio ebe
tutti . P'it S. M. Mudd. 23 In somma
si puose in cuore -U volere fare contrario
a tutle quelle cose eh' ella si dilettava
quando ella era vana.
•>-. g XI. i\'e/ qual senso fu delta an-
cora Somma delle somme . yfmm. Ant.
3l. 2. 9 Somma delle somme questa è:
romando che nel tuo parlare sii tar-
do. (D)
SOMMACO, e SOMMACCO Pianta,
della quale vedi Diosc. e Alatt. Lat. rhus,
*sumach» Il J'ettcri nelle i-arie Li z 38
20. la dice in Lat. sumnincl.us . M. Al-
dohr. B. 1'. Faccia cuocere una gallina
vecchia, o una tortore in acqua, dov'pgli
abbia gomma adraganli, e sommaco . F
appresso.- Caviellì e vitella con agresto
verde, o in aceto, o in sugo Hi mele, o
in sugo di sommacco , in eelnuoH, o in
lumie. Picett. Fior. 180. Puossi fare an-
cora con altre cose simili , erme scorze
di melagrana e sommacco ec.
§. Sommacco j diciamo pure al Cuoio
concio col'e foglie di questa pianta. Buon.
SOM
i^.";
Fier, 2. 4 '' "r" scema il prezzo Ai
quelle vjcclietlr , Abli;issa qurì somuiac-
ehi, C'ia quei cordov;tiiÌ.
SOMMAMENTE. J.veih Crand. men-
te. Lat- vfhrmenter , tvai^nipei e , jumnie.
Gr. fì^óSpy.. Bocc. /Idi-, 42. L'i. Laond»
sommamente Maituccio venne nella sua
graiia . Coli. SS Pad. Ci sforzammo di
sost< ner la povertà e la malagevolezza del-
l' eremo, e di seguitare .sommamente e eoo
grande studio 1" avpretza della convtrsa-
zion di coloro , la quale appena sostene-
vano eglino. /'(/ S Ciò. fiat. kjq. Fa-
veMdvaoo insieme dille sci iiiuie ,"e dell*
proiezie , e del tempo de' l'adri aniicbi
e del tempo novello , e del Figliuolo di
Dio , the doveva venire , e sopra questo
si dilettavano sommamente. Ca\-. leti. i3,
E cosi ne ta ringrazio sommamente . £
■Zi. Come quello che sommamente desi-
dero ogni onore ed esaltazione sua, conia
la mia propria.'
^ g. Per Sommariamente. Cavale. F-
spns. Simo II. Gli articoli della Fede,
li quali si contengono sommamente in
nel Credo. BorgU Ami, firn. 71. Ba-
stando aver tocco sommamente ec. quel
che ec per Una generale notizia debba
bastare. {V)
SOMMARE- Eaccorre i numeri j term.
ai ilmcti(0 . Lat. in summam redigere .
Gr. )oyi^z-!^at. Scn. /'^.s/. Qu.indù Tuo-
mo ba ragunale le parli, sì le somma per
un conto. Menz. sul. j. Allorché le par-
tile Atropo somma.
g. Somm.irc , in signifc. neutr. , vale
Far la somma . Lat. summam confice-
re . G. 7'. II. 91. 5 Somma da fiorini
3oOOOO, e più, F cop. 92. 4- Somma 1*
opportune ispese, sanza i soldati a caval-
lo e a piedi , da fiorini 40OOO d* oro , e
più, r anno.
SOMMARIAMENTE. A^verb. In som-
mario , Compendiosamente. Lat compen-
diario. Gr 5UVT0jUW5, ou»v;'^0Tr3v. lìocc.
Intr. 53. Questi ordini sommariamente
dati, li quali da tutti commendali furo-
no , lieta drizzata in pie , disse, F J it.
Dant. 23l. Io lui sommariamente le
divine cose e 1* umane parev,-mo essere
fermale. Beli. Tuli. Se dice il fallo som-
mariamente , non per parte . M V. 3.
107. Manteneva ragione ira loro, la qua-
le faceva spedire sommariamente { cioè ,
eoa giudizio sommario).
•i' g. Sommariamente, fu usato anche
per Sommamente, quasi da Sommai io, per
Sommo, come Prininrio, per Primo. Fr.
lac Cess. 3. 2. 72. Questi artefici som-
mariamente sono utili al mondo I C)
SOMMARIO. Sust. B'cve ristretto.
Compendio. Lai. summartuni _. breviaritim .
Gr. ÌTiirop-o , aJ-iO-^ii . Sen. Pist. Il
quale in aUro tempo si soleva chiamar
sommario. Borgh. Oni;. Fìr. 38. Se si
dee credere al sommario di Livio E ap-
pi esso: IS'on vorrei desse già noia ad al-
cuno quel che de* medesimi sommarii di
Livio par che si cavi. Bor^h. Bip. 7.f\c\.
Scrivendo io in Lrieve sommario le vi-
le degli aDticbi, e de' niudcrni scultori, e
pittori .
SOMMARIO. A.!d Fatto sommaria-
mente, e senza solennità di giudizio. L»l.
summarius. G. J'. 12. 16. 14 Te^;nen-
do ragion sommaria dì ruberia e forze .
Buon. Fter. 4 5. 3. A cui, per iscansar
mali maggiori , Si dee rsgìon sommaria
e spedizione, Jl^ Borgh, Cd. Milli. ^28-
Finita una guerfa, ct>me sarebli'* stata de*
^'olsci, 0 de'Latini, si pigliava nf l Senato
sommjria deliberasione de' fatti loro. E
Fast. l^GG Giovava a uo colai seminario
conio dei tempi il numero de' lustri (Fj
§. Sewmaria , inforza di sust., vaU
Ragione sommana, O". 7', 12. 8. II. Tra
12^6
SOM
gimlici avea ordinati, che n chìannarana
(fclLi somrnjria.
SO\tM.Vr,lS>I\IAMENTR. Supàrl. di
Somm trtaim'.itix. Lut. \'er'ii.'S nttam pin-
cisstrnix. Gr. zj ^-a/ist u;,OLocU7ra. Li*'.
Preti. Mi ha coinan<ìitu che io oc favelli
ora più clit^ soininariàsimamcDtc.
^ SOMMATA. Sorta di vii'o/tda. L(uc.
rim. 3. 3l3. Le sue dolcezic son ijuaii
divine; E reca dopo, s' è migliore il Imre ,
Che la sommata, o "1 cavial ben fine. (B)
SOMMATAMICN TR. Jvverh. Somma-
riamente. Lat. hrvi'iti'r, compendiario. Gr.
cuvro'aoj;, 5y):/iij'5oj]V. Sen. Pitt. Non
mi ricordo bene di tulio, in ci'», eh' egli
è lungo tempo chi; io l'mli', e me ne ri-
corda sommatamente. Albert, cap. 'J. Ma
liasli averti scritto questo Lrcvcmentc e
tommatamenle.
SOMMATE, r. A. Stixt. Ottimale.
Lai. procer , optimas . Gr. /ui'/tvTx'i .
Amct. 72. A celebrare si dispose una
gran festa, alla (fualc i sommati del re-
gno suo d'ogni parte chiamati vi venne-
ro. •^. !mpe^. f'rox^. D. 16. T. 5. l83.
Ke tremano le nazioni tutte, spavenlansi
i sommati de" regni. ( F)
SOMMATO. Sust. Dicesi U somma
ftitxolta da un conto di più partite. •'.* 3/<i-
gal. part. l. lelt. 2. Non so se di quel
primo sommato cosi spaventoso vi rimar-
ranoo i rotti. (B)
t 3 SOMMEIIGERE. Inondan , Co-
prir d'acqua. Lat. suhmerffere^ mcrgerc.
Gr. zxTatJustv, xaTstTranTi^iiv- ^''* 2.
18. 5. Acciocché i torrenti, che vengono
del monte, non cuoprano e sommergano i
semi che son nella valle gittati. * O- ''• /''*■
6. cap. So. .Nell'anno detto di sopra av-
venne in Borgogna Imperiai, nella contra-
da di Collres , che per diversi tremuoti
certe montagne si dipartirono, e per mi-
na nelle valli soverchiarono , onde tulle
le viUate che erano nelle delle valli furo-
no ricoperte e sommerse , ove morirono
più di 5O00 persone ( il testo Becanati
invece .di soverchiarono legge somracrso-
no). (F)
# §. 1. l'ale anche Attuffare^ Immerge-
re intieramente neW acqua. » Dani. Inf.
18. Quaggiù m'hanno sommerso le lusin-
ghe, Ond'io non ebbi mai la lingua stuc-
ca. E Purg. 3l. Abbracciommi la testa,
e mi sommerse Ove convenne eh' io l'
acipia inghiottissi. But. ivi: E me som-
merse nell' acqua, alluffandomi col capo in
.»sa. Bocc. noi: ^1- l^- Caliate le velo,
o voi aspettate d* esser vinti, e sommersi
in mare ». (Cj
# §. n. Sommergere, fu detto non solo
*ìcll' acqua, ma anche della terra. Cr. 5.
3. 3. E ciò fallo, nella delta aia , ovvero
«emcnzaio, sommergere lo mandorle, non
più addentro di «piatirò dita, che ce. (V)
# §. III. f'S in signijic. ncutr. pass.
Atttiffarsi, Immergersi intieramente nel-
P acqua. « Decliun. Quintil. C. A colui
Iwrgerci la mano, il cpialo stanco per com-
lattimento ile' membri si sommerges-
se n. fC)
g. IV. Per meta/. Lab. 5?. Con le no-
ftre malvage opere continuamente ri an-
diamo sommergendo. Pist. Cic. a Quint.
Che tu non li lasri ioperrliiare, ni; som-
mergere dalla gi.iud<-Ezn delle faccentle
(cioey sopraflare ). Dant. Inf. a8. Questi,
»carcialc, il dubilur sommerse In Cesare
(ciriè, tolse vìaV
)> §. V. E fgìirat. vale Vincere, Su-
perare. Catti. Consid. Tass. 2. l6. Que-
sti scbenti non si posson Inllerare se non
hanno due rondicioni ; l* una rhc siano
con somma diligenta condotti a fine , sir-
cbè la graxia sommerga l*'affcllauonc; 1*
«lira ec. (Br)
t> 5 VI. Sommargere, per Sommergersi-
SOM
Fior. S. FraiiT. 188. Per Io difetto del
governatore perisce e sommerge quesla
nave, ed annegasi raiserabtlmeate. (f) 3/.
/'. I. !\(y. Ut. Come sommerse ViUacco io
Alamagna. (Cl'f
SOMMEKGIME.NTO . Sommersione .
Lat. sii'tmersio. Gr. xscr^^ì^Tc;. Bor^h.
Rtp. 516. Dipmse ce. quando il popolo
passa il Mar rosso, col sommcrgirncnto
«li Faraone.
't SOMMERGITRICE. FcrbaLfemm.
Che snmmer^e. Lo-'i. 109. Vedere adun-
que dovevi, amore essere una passione
accerjtrice d.?!!' animo ce., vixio delle men-
ti non sane, e sommergitrice dell* amana
libertà fqui fignraiam,).
3 SOMMEitGITURA . Sommersione.
Lai, suhmersio. Gr. xarào-JAtc. Fr. lac.
T. 2. 16. 12. Farò sommergitura Dell* uom
eh' è annegato.
* §. E fi^Hratam. u Fr. lac. T. 7. 2.
7. Messo ha il freno alla misura; Non
faccia sommergltura m . (C)
JSOMMEKSKRE. Sommerger*. Lat. oh-
hruere. Gr. xocrx^a>i»iv. /'ir::. Eneid.
A. I. Fruiva contp» a loro colli venti la
tua forza, e sommersa le loro navi.
=*■= §. E fi-^uratam. « Fr. lac. T.
6. 3i. IO. Sitisco il fonte, d'ondo a noi
si versa La caritade, che ti cor mi som-
mersa ». (C)
t 3 SO.MMERSIONE. // somme/-gvre.
Inondazione che copre del tu tio il U^rreno
innondato. Lai. suhmersio. Gr. KaTOtìuji;.
O. /*. IO. 171. I. Vi morirono per la
sommersione più d'ottomila persone.
^ §. Sommersione, si dice anche d' Una
nave, o di Qualunque altro oggetto che
interamente si tuffa nell'acqua. « But,
ìnf. 27. I. Poiché Ulisse elibc narrato la
sua sommersione, la fiamma si levi ritta»» .
Buon. Fier. 3. 5. 2. La barca die volta
ec. Ma la sommorsion fu senza danno. (C)
t SOMMERSO. Add. da Sommcrqerej
Bicoperto dalP acque. Lai. suhmcrsus ,
Gr. xfTauOirtaOsi;. ^ Segner. ìncred. I.
12. 9. Tali sono i cigni, e più simili cui
miriamo ec. dati i piedi spaziosi in guisa
di remi, a vogare, immersi nell' onda, ma
non sommersi. (P)
§. I. Per similit. vale Ricoperto da
checchessia. Vani. Inf. 6. Con tre gole
caninamente latra Sovra la gente che qui-
vi è sommersa.
* §. II. E inforza di sust. » Dant.
Inf. 20. Dì nuova pena mì convicn far
versi, E dar materia al ventesimo canto
Della prima Canyon ch'i* de' sommer-
si -. (Br)
5 S- HI. Per metaf. Dant. Par. 2. Ed
ella: certo assai veilrai sommerso Nel fal-
so il creder tuo. Buon. Fier. 5. 2. 8-
Che sommersa nel sonno Sa ravvisar la
legge.
SOMMESSA. Contrario di Soprappo-
sta. Dant. Inf 17. i.ou più color som-
messe e sopranposte Non Ter ui-ii in drap-
po Tartari, ne Turchi.
SOMMESSAMENTE. Avveri'. Piano.
Adagio, Con voce sommes-ra, o bussa. Lai.
suhmissim. Gr. cc/-^ . Jìuon. Fier. 2. 4-
17. Parer prima intonargli il suo concetto
Sonimi'ss.imentc , e poi sembrar dir forte.
/■' 4 t- 4- **' '*' pi^rio Uilirc upru-e una
finestra Somme:«amente e piano.
•f * SOMMESSEVOLE. Add. Inchi-
nevole, Umile, Snmmcssoj ma è vote pooì
u.tata. Segner. Ufiter. x'crsett. 8- n a. Hai
da rhinare il capo sempre più sommrsti^
vole a quella fede che qual baltesuto pro-
fessi. (A)
t 3 SOMMESSIONE. e SOMMISSIO-
NE. Il sottomettersi; L' azifVte colla quale
uno dichiara di rendersi suf^getto. Lat. de-
missio . Gr. m'tiMfpotJtti. M. V. A.
61 Lo lmperad(U-e in I*iia vnlea che gli
S O M
ambasciadori Sanesi f«:eisono la soounei-
sione. Cron. Morell. Alla sommcuioDe del
maestro, e alle molle busse. Borgh. Tote.
3.J1. PigUando il tempo dalla sua (OBk-
me&sione a* Romani alla guerra civile di
saia.
^ 3* '- Sommissione, vale anche Riv^
re/tza. Rispetto, Umdiazione, » M. V. ^.
5o. Cercarono stantemenle , con sommer-
sione e preghiere, che '1 nobile e gentile
cavaliere ec. di si vUc e vitupcrosu »erv^
gio non fosse contaminalo. Stor. Eur. ^
<>6. .Mando con molla sommissione a chio-
dere perdono a . (C)
# §. II. .Sommissione, si dice altresì
al plurale de°li Atti , e delle Parole ri"
spetlose di cui un itferiore fa uso verso
di un superiore per placare la sua inde^
ffnastone, per dargli sodtsfazione, 0 stm^
le . Guicc. Stor. 16. 39. La quale ( J/a-
dama ) lo spedi subit> con amplissime
commissioni , usando tutte le sommissioni
e arti possìbili a mitigar V animo di quel
Re. (C)
* SOMMESSISSIMO. 5uptfr/. A .&)».
mcss'j. Salvia. Disc. 2. 68- Volendo espri-
merò un genere di *crvitù umilu e som-
messissim't . E Pros. Tose. 1. 53i. Ove
rende le ragioni nm filosofica sempre Aom-
mcssissiroa ec. dubitazione- (*)
■{• * SOMMESSIVAMENTE. Avverà.
In modo sonimessi\fO , Con sommessione ,
Con umiliazione. Pelr. Uom. ili. a3o. Som-
incs^vamcntc rhieggcndo (Arrigo impera-
dore ) perdono al Papa , a gran fatica V
impetrò. (!')
SO.MMESSIV0. Ada. Che ha sommes-
sione. Lai. suUmissus , humilis- Gr. r«-
T-cv^pswv. Tac. Dai'. Stor, 3- 3o3. Lette
in puliblico queste due lettere , quella di
Cecina sommessìva , quasi tcmcue di non
offendere Vespasiano, ce.
SOMMESSO . Susi. La lunghtua del
pugno col dito grosso alzato . JSocc. nov.
79. 36. Ed era una irislanxuola, eh' h peg-
gio , che non era alla un sommesso . G.
/' . 12. 83. 5. Piovvono grandi>sima quan-
tità di vermini gramii un sonuiusso, con
otto gambe. Cr. 6. 23. a. Si piantino 1'
una dall' altra un sommesso , ovvero per
una spanno, di lungi. E cap. 87. 3 Adeo-
tro per una spanna e- più, e J' uno dall
altro un sommesso spartito.
SOMMESSO. AtU. da Sommettert ;
Messo /' un sotto P altro . Sottome.tso
Lat. suhmissus. Gf- upsi,i*«'''<
*t §■ '• '''«'** sommessa, o situile, va-
le Piana , Umile. Lai. dcmissa vox. Gr.
xaOii.usv»! ^Mvif. Bocc. nov. ^7. x5. La
donn» con voce sommessa ec. il chumo
E num. 19. E con voce sommessa, senia
punlu mostrarsi cruccialo, disse # Tass.
rim. pag. 8. (Parma l8ia). Quivi son»-
mcssi accenti E inlerrotti sospiri Daran se-
gno or di gioie, or di martiri . (Rj
§. II. Sommesso, inforza d* aweri».,
per Sommesstvnente. Lai- su'jmissim. Gr-
9t/TÌ. Buon. Fier. 4. I. 6. Sommesso aprir
la porta, Dare un' occhiala, e ratio scap-
par via.
SOMMETTEhE SiHCop.ito da Sotto-
mettere, e v.ìfr lo <tes.r.-> l^t. suhmititrt
Gr. ÙT^Txrrci», wt^x'*^- Deihtm. Quin-
til. C. Quasi , siccome io stesso U riw-
vesM , mi sommisi. G. /'• 11* 19* 5. Le
predette latte cose ec. sommelliuno aDii
diterm in azione della Chiesa e de* nostri
JUrre\sori. Dant. Inf. 5. A cosi fatto tor-
menti' Er.in dannati i peccator carnali, Ch<-
la ragion sommettono al talento. Petr. Scn
48. Or volge. Signor mio. 1' undocim'ao-
no, Cb' i' fui sommesso al dispielato giogo
Frane. Sacch. rim. 8. Quando sommew«
e vini* Do' Vegentam fu l' ardila possa-
ci SOMMIMSTRANTE . Che ^mmt-
nistra Red. letL l. 444- ''''• *'***'^ ^"P**^
(Il eli.
SOM
della mcttìrina som ni i ni s tran ti i rimedìi ,
cioè la chirurgia e la rarmacia e la die-
ta. (•)
SOMMINISTRARE, Dart , Porgere.
Lai. suhministrart , xuppcdìtarc. Gr. 7ro-
^t'^Btv . Fir. As. 217 .sirchl- j;li uuniìni
dotti, ai quali ba soniinÌDÌstr;)t>-> la natura
un bello stil**, possano vergar le carto eoo
questa storia . E 228. Le quali il conve-
ncToIt' rancore, ed il giusto sdegno le som-
minùtravano . Tac. lUiv. ì'it. y/pr. ^OO-
S'avvicinava la tratta de*Viccconsolì d'A-
sia e d' AflVira , V la fresca morte di Ci-
vica somministrava ad Agricola conj-iglio ,
rd esempio a Domiziano.
* SOMMIMSTRATIVO. --/rfrf .^"oa
M>mminislrare. Sef^n. Cov. (A)
SOMMIMSTRATO. Jild. da Sommi-
nlstrtìr-e. Lai. siippeditatits , Gr. TTìTTo^»-
efxd*ci. Cai. Siyt. 261. Tanto più, quanto
la risposta mi vien dal medesimo autore
conimi ni strafa . Safvin. rise. I. 12. Le
notìxic dalla memoria somministrate hanno
bisogno d' una supcrior facoltà , che le ri-
ordini, e le disponga.
* §. £ detto di persona , in signijìc.
di Soccorso, Soffcniito. f'ros. Fior. part.
I. voi. i. oraz. 7. pa^. 166. Tanti compas-
sionevoli infermi , che , somministrati dì
cura e di medicina, nelle proprie case lo-
ro riebbero la sanità. E pag. 167. Questi
tra noi provì-isti di convcnevol ricetto, ve-
nerati, carezzati, somministrati dc'lor bi-
sogni, lianno potuto anth' essi testimoniar
lo glorie di tanta \irtù. (,\S)
«SOMMLMSTRATORE. Verbo!. masc.
Che somministra. (A)
•f * SOMMINISTRA TRICE. lerbal.
ftrmm. di Somministratore. Udcn. Tiis. 1.
3. Non par cr . che tra loro convengano insie-
emc il bandire le Muse eilcomporversi, de'
quali sono sommlnistratricì esse stesse. (A)
S0MMIMSTRAZIO>E. l'attodc/som-
ministrnrc. Lat. xiippeditatio. Gr. Tzopi^
cfió^. Segner. Mann. Ott. z-j. t. Condire
finalmente a Dio che ci liberi d' ogni male ,
«limandiamo di esser liberati da ciò che si
attraversa alla somministrazione del nostro
•plotidiano sostentamento.
SOMMISSIMAMENTE. .yMljer/.rfi .Tom- i benedetto A gabito, che fue Sommo pastore,
mamente . Lat- maxime , si/mmopere , mi~ I alla fede sincera Mi dirizzò. E 12. Ma l' or-
rtim in modi/m . Gr. jua>tffTa . Fiamm. ^. bita, che fé la parte somma Di sua circonfe-
143. Quante donne, quale il marito, qual I rema, è derelitta. £" 19. E ciò fa certo che '1
r amante, quale Io stretto parente veggen- primo superbo. Che fu la somma d' ogni
do tra questi , vidi io già più fiate som- creatura. Per non aspettar lume , cadde a-
missimamcnte rallegrare? F/u-ck. Ercol. cerbo. i' 20. Quelli, onde 1* occhia in lesta
24. Benché da lutti gli uomini, o dotti ' mi scintilla, E di tutt'i lor gradi son li som-
SOM
te£za. Lat. verter , fastigium. Gr. x^pu-
Bocc. g. 6. J". 8. In sulla sommità
i;jsruna si vedeva un palagio quasi in
forma fatto d'un bel castelletto. 6. / . 1.
7. i. Fece Andante murare oc. una rocca
in sulla sommità del monte, di grandissi-
ma bellezza, (r. 2. 22. 6. E quando la
sommità delle dette piante avranno scam-
pata la 'ngiuria della rosura delle bestie, si
dfono trasporre con tutte le radici ;JIc fosse.
g. Ter mela/. Fr. lac. T. 5. 3. y.
Fu breve il tuo pensato. Lunga l'operazio-
ne ; Ma persevt'razionc \ iene alla sommi-
tate (cioi', al termine, al fine). Vit. Pitt.
2. Se pero creder vogliamo che alcuno
de' professori più eccellenti ascendesse a
quella sommità iCioe, sublimità, eccellenza;
Lat. prastantia. Gr. z^'^yr,.)
f g SO:\lMO. Stist. Sommità, Estre-
mità dell' alh'zza. Lat. si'/rimum , fasti'
gium. Gr. u\^cc,. Vani. JnJ. 3. Queste
parole di colore oscuro Vid* io scritte a
sommo d' una porla. E Eurg. 3. E mo-
strommi una piaga a sommo '1 petto. E
l3. Noi eravamo al sonmìo della scala.
E Tar.{\. È natura. Ch'ai sommo pinge
noi di collo in collo. l'occ. Jntrod, 2^.
Infìno a tanto che della fossa al sommo
SOM
1247
E pero e somma rosa 1* usare e continuale
Io prediche ove la fede s^ ammaestra ( cio€ j
»' insegna ) . (l'J
^ g. V. J cr Compiuto^ Intero. 3for. S.
Greg. T. I. 172. (l)
* §■ VI. l'tgliarc in sommo. J ed. PI-
GLIARE, g. CXVll. (*)
•f* SOMMOLA. 'lerm. Loicale anti-
co, usato romuncnicntc nel numero del pia j
e dicevasi da' Primi rudimenti dello Logica.
Sahin. Tane. huon. 3. 3. Tutti i verbi ,
siccome si vede nelle sommole . si risolvono
al veibo sustantivo. (A)
SOMMOLO. F.strcmità , luntaj est
dire proprinmcntc di QiieUa dell' alia .
Frane, .yace/t. nov. 123. Tagliò li sommoli
dell* alio, e puoseli su uno tagliere alle sue
sirocchic. E Cp. div. 122. Le due sue so-
relle, che non aveano mai ito, disse che
aveano a volare fuori della casa, e andare
dove avranno maiito j e '1 volare non si può
lare sanza alie, a ciascuna diede uno do*
sonimeli dell' alie.
* 50MM0MK0.e SOMMOMMOLO.
Forse Colpo sotto al mento, come Sorgoz-
zonc siti gozzo, e Ceffone sul ceffo. Buon.
Tane. I. I. Beccati su, Ciapin, questo som-
mommo. (*) ^ali-in. ii'i .• Sommammo. Noi
si per venia. Tcs. Er. t\. 4- Cochilla e uno per lo più diminutivamente diciamo som-
pesce di mare, lo quale ec. sta in fondo
di male, e la mattina ^iene a sommo, e
lolle la rugiada (cioe^ a galla). Fetr. cap.
y. A lui fu destinato, onde da imo Per-
dussc al sommo 1' edificio santo.
S* §. l. SommOj per similit. vaie anche
/' Estremità di checchessia. « But. Purg.
6. 2. Il popol tuo, cioè di te , Firenze ,
l'ha in sommo della bocca ». (C)
f g. H. Efguratam. Petr.son. j68. Ch*
al sommo del mio ben quasi era aggiun-
to (cioè, al maggior colmo), il.'. / , l\. 26.
Era già quasi al sommo di scampare la
morte, quando uno, cui egli avea offeso
ec, il conobbe (cioè, vicirissimo),
t SOMMO. Àdd. Che è superiore a tut-
to nel suo genere, o nella sua specicj Su-
prema. "L^i. summus. Gr. péytfsroc , o-^t-
azog.Fant. Par.ò. Etsì la grazia Del sommo
Ben d' un modo non vi piove. E 6. Ma il
iommis&imamente, non però mai baslevol-
mente lodato . E Star. io. 288. In que-
.■*ta delilier.izione fu ee. lodato sommissi-
mamente ila molti , e da molli sommissi-
mamente biasimato il Gonfaloniere. E l5-
tXM. Che Cosimo di monna Maria ec. at-
tendesse con que* dodicimila ducati a darsi
un bel tempo , e s' occupasse tutto ne*
piaceri ora della caccia, ora deli' nccellare
'"c. , delle quali cose sommissimamente si
dileuava .
SOMMISSIMO . Superi, di Sommo.
Lai. maximus. Gr. plytzzoz. Fiamm. 4.
1 16. Questi erano al corporal caldo som-
missimi rimedii a me oflerti. 7?ccf. Fìt.
Dant. 227. Se io noi volessi già afferma-
re, l ornato parlare essere sommissima par-
ie d'ogni scienzia, che non è vero.
SOMMISSIONE, r. SOMMESSIONE.
•■;■ * SOMMISTA. Compilatore, e pro-
priamente Compilatore di materie teologi-
ehej Moralista. Segner. Fred. 18. I. Sulnto
coi vi farcite forti con dirmi ec. eh" avete letti
Nommisti, eh* avete consultati teologi, ce.
l/den. JS'is. 3. 36. Ci manca solamente
il qutrritur utmm j del resto mi par di
lentire un sommista più che un poeta. (A)
SOMMITÀ*. SOMMITADE, e SOM-
MITATE Cima, Estremità dell* al-
mi. Petr. son. 204- Ch* al dipartir del tuo
sommo desio Tu te n' andasti. £"3i4- Gen-
til parlar, in cui chiaro refulse Con somma
cortesia somma onestate. Foce. noi'. 47- 20-
Festa si fece grandissima, con sommo piace-
re di tutti i cittadini. Cavale. Specch. Cr.
Wiuno diventa subitamente sommo, ma co-
nnncia a poco a poco, e poi cresce. Cas. leti.
II. Le piaccia di favorire con la sua somma
autorità appresso il Re Cristianissimo questi
affari d' Italia.
* §. J- E con ia particella Più . Fr.
Giord. 7. p. Trovano diletti sommi, e grandi
dolcezze nella croce di Cristo, perocché gli è
la miglior cosa a pensare di questa vita , e
la più somma, e che più prode fa. (C) Pant.
Jnf. i5. Dimando ci» sono Li suoi compa-
gni più noti , e più sommi. ( !>)
^ g. II. Sommo, Jii usato anche al modo
latino , per Ultimo, Estremo. Alani. Colt,
iib. 2- 3g. Con carri alati e di rastrelli in
guisa Van ricogliendo sol le somme spi-
ghe, (lìr)
^ §. III. Talora indica La parte superio-
ra , La superficie di una cosa. Ovid. Pist.
177. Essendo affaticate le mie braccia sotto
ciascuno omero, subitamente mi dirizzai in
alto sopra le somme acque. (FPj
* §. IV. Per Utilissimo. Fr. Cicrd. 181.
mommoln : credo, colpo sotto al mento,
come ec. (P)
■f * SOMMOEMOPARE . Mormorare
sotto voce . Lai. sulmiurmurare. Cavale.
Viscipl. spir. Par. lez. 5o. INon confondano
le tue parole la vila tua, acciocché altri
non sommomioii. E Frutt. ling. 229. Kon
confondano 1' opere tue lo sermone tuo ,
sicché predicando tu nella chiesa, non sia
chi tacitamente soramormori. (p )
t s): SOMMOSCAPO. T. degli archi-
tetti. La parte supcriore della colonna,
dov* è il collarino j opposto a Imoscapo .
Baldin. Eoe. Vis. alla V. Colonna. È la
colonna composta di diverse parti ec. il
sommoscapo, o ratta di sopra, ove è il
collarino. (A)
SOMMOSCIARE. Appassire alquanto,
Ammorbidire. Soder. Colt. 78. Tenutala
quattro o cinque di aperta, spiegata e stesa
a sommosciarc al sole.
SOMMOSCIO. y^rfrf. A/quanto moscio,
Soppasso. Lat. suhjlaccidus. Gr. v-nóen-
S?p05. Alleg. 5o. Non marcisce (la fava),
e però fresca piace, Sommoscia e secca.
SOMMOSSA. Il sommuovere , Instiga-
zione. Persuasione. Lat. ìnstigatio, sua-
sio. Gr. -iztx.po^uep.o'i, Ttiicpoyrì'. C. V.
7. 5l. I. A sommossa del conte Ugolino
ee. andarono ad oste sopra Pisa. E 12.
5p. I. A sommossa del Papa, e per so-
ducìmento del Re di Francia.
§. ì er Sedizione, Sollevazione. L^t. so-
dino. Gr. cxdzi^. Tac. J)av. Ann. i
l4- 11 peccato e la paura lor fece pensare, i
Padri avergli mandati a frastornare quantxi
s' era tirato per la sommossa ( Il testo lat.
ha : quae per seditionem expresserat ).
* SOMMOSSO. Sust. lo stesso cheSom-
mossa. Kicord. Malesp. 6q. lì detto Pap.i
( Urbano secondo ), (alto il concilio gcno-
rale ec . a sommosso di Piero eremila, ec. (Bj
SOMMOSSO . Add. da Sommuovere.
Lat. submotus. Gr. JzoxtvnjSct'c. Buon.
Fier. 5. 4- 3. Sommosso a' preghi degli uo-
mini buoni ec. Studia placarla.
•f '*.= g- I. Ter Iscrollato. Pit. SS. Pad.
2. 182. Lo monaco caduto in tentazione è
come la casa che è sommossa a cadere. K
appresso : Ha in se la materia apparecchia-
ta della casa sommossa a potei la ndificare ,
ec. (PJ
# §. II. Per Commosso , Provocato .
Bim.ant. Dant. pag. 20. (Zane l'J^i.) E
tolsimi dinanzi a voi, sentendo Che si mo-
vean le lagrime dal core, Ch'eran sommosse
dalla voslra viita. (B)
1248
SOM
SOMMOVIMENTO. Garbuglio, Solle-
Kamcfttn. Liit. commotin, canfusio. Gr. flU-
yxi'v/;3t;. zjjyy.it. M. t^. 3. 58. E per
questa novità fu la riltli in grande sommovì-
niciitu, onerando si T aniinusìtj delle sette.
§. Per Instigazione , /'ersuastone. Lai.
instigatio. Gr. TTas ■5ii7/j;2;, Tr»t5/*5vy/, ^f.
/'. 3. G6. Al<(uaule terre ce, che 51 tcuieno
f»er lo Re di Francia, per ingegDu e per ma-
izio5o soniiiiovimento iii recarono alia parte
del Re d' Inghilterra.
t SOMMOVITORE. Verbal.masc Che^
o Cìii sommuOi'e, Sollevatore. I-at. attctor ,
eoncitor. Gr. 'tVflyvjTiì;. G. V. 12. 19. 3.
E fu poi condannato nrll' avere e nella [ler-
sOQa, sicronic rilx'Ho, e soinmovitore di ro-
morc. Tnc. Dav. Stor. A. 3^9. Mando per
le Gallic som mov itoti alla guerra. "^^ Plut.
Adr. Op. tfior. 1. 325. Di ciò fanno ampia
testimonianza V opere de' grandi adulatori ,
e quelle de' sommoTitori del popolo per ti-
rarlo a sua voltmlì». (C)
SOMMOZIONK. Sommovimento. Lat.
eommotio, sediiio. Gr. ffuy/tJijot^, orast;.
G- V. 8. 26. 1. Spesso era la terra in gelo-
ua, e in commozione.
SOMMUOVERE. Uluovere di sotto.
t S- '■ Figìirutam. vale Persuadere ^
Instigarc , Commuovere , Incitare. Lat.
persuadere , instigare j incitare. , com'
movere. Gr. izv.poX\i'izvi , eTlixavTsrv .
G. 7'. 6. 85. I. Si pensarono di man-
dare loro ambasciadori in Àlamagna a
sommuovere il piecinlo Curradino contra
Manfredi suo zio. K 9. Io5. I. Senten-
do che papa Giovanni insieme col re
Ruberto avcano sommosso di far venire di
Francia in Lombardia mcsser Filippo di
Valois, ec. E 12. 16. 4- Qua>i tutti li citta-
dini erano sommossi a furore contro a lui.
OtI. Cam. Inf. 5. 88. Leggere e udire co-
se d'amore, è una ragione che sommuove
amore.
§. II. Per Rimuovere. Lat. nmnverc. Gr.
a:roxiv£t V. Cr. 2. 20. 4- La ipul co^a fatta,
spesse volte sommovcra i bifiìldii da questa
nigligenza. E 9. y4- '■ '^2^^' a\'venimento
degli uomini e del bestiame si .s.iminuavano
(parìa dell'api ). E altrove : Il ddig.-nte
guardiano in mt)lti modi la provi, imperoc-
ché questa cautela i maliziosi guardiani da
questa negligenza sommovera.
* SONABILE. .'idd. Atto a esser so-
nato. Sega. Jnim. 2. 86. Per dimostra-
re eh' e' non è nel soggetto sonabile co-
me natura consistente, ma ec. E 3. I2-j.
L' alto dell* oggetto sonaliile si dice esser
Konaxionc. (*)
SONAGLIARE. Sonare i sonagli. Fr.
Jac. T. 1. 16. 7. Porto geli di sparvie-
re, Sonagliando nel mio gire. ^ I or. Med.
Poc.K. 25. Non lo veggendo , cheto usava
stare. Por udir se lo sente sonagliarc. (Min)
# SONAGLI\TA. il sonare de' cam-
panelli posti nella sonagliera, che si porla
per lo più al collo degli animali. Salvia.
Pros. Tose. 2. 4;)- Sono a guisa dì quei
muli di condotta, che a «'gni passo che
danno, fanno coi campaneUi, de* qii.ili va
finto il lor collo, uua sonagliata. (*)
SONAGLIERA. Fascia di cuoio, o rf'
altro, piena di sonagli, clic si pone per
lo pia al collo degli animali. Lat. lonim
erepitncutis instrm-tum. Lor. Mei. cani.
5o. ti. Al culo ha la soringliera, Che fa
sempre la stampila, llellinr. sou. i44- ^''•''
sapca di rulli dì radice , ('onte de' scoc-
«■olirin la sonaghera. I.ih. Son. 78. Pt>i
spillacchera hcu la sonagliera.
•f # SONAGLIETTO. Pieeolo sona-
ptioj .Sonaglii'zzo. fìellin. fìunl,. 1.13. Pur
tra gì* Indiani chiamasi 1* Aovay Gerla ca-
stiigna er., 1 di cui gusci , voti che gli
•Trai, Suonano come laDli >i>nnglit*tti. ( ' )
tf g. /v nel significalo del g. IH. di
SONAGLIO. Pluf. Ifdr. Op. mor. 5. loo-
S O N
Apparendo che la neve altro non sia che
una massa di più sonaglietti piccioli e ri-
slrelti insieme. (C)
SO.NAGLINO. Dim. di Sonaglio. Lat.
tintinnahulitm , crepttnculum aereum. Gr.
/po'ralov, x'jiSoi'i. Caat. Cam. (iti. 5^.
Noi facciam sempre star la bestia in punto ,
E con due sonaglini. Accio non manchi
un punto. Ben abbiadata, e forti popoli-
ni, liurch. 1. 32. Vagliava sonagUoi e
maecatclle.
•f SONAGLIO. Piccolo strumento ro-
tondo, di raJTte^ o bronzo, 0 materia si-
mile , con due piccioli buchi , e con un
pertugio in mezzo, che gli congiugne, en-
travi una pallottolina di sferro , che in
movendosi cagiona suono. Lat. tintinna-
hulum, crepilarulum aercum. Gr. x.pò-
T«Xov, ;fa>/o<po*Ta)iov. Filoc. 6. 328.
Co* cavalli tutti risonanti di tintinnanti
sonagli , armeggiando onorcTotmenle , la
festa esaltò, fìurch. I. 49* Mandami un
nastro da orlar bicchieri er,. Duo sona-
gli, e due geli da farfalla. Morg. 2. II.
Disse il gigante : con questo battaglio ,
Che vedi rom' è grav« e lungo e gros-
so , Non credi tu eh' io schiacciassi un
sonaglio ? Malm. 5. 53. E lagrime diluvia
sopra il viso. Grosse come sonagli da spar-
vieri.
§. I. Sonaglio, diciamo a un Giuoco
simile a quello eh' è detto Moscacieca,
lìern. Ori. 2. 2. 26. Ma lutto è nulla;
è ogni sforxo perso. Come alla mosca giucas-
se, o sonaglio ; Tanto .stima i suo' colpi
quel perverso. Morg. 28. 13^. Sì eh' io
ho fatto con altro ballaglio A moscacie-
ca, e talvolta a sonaglio. Ar. Fur. ^o.
82. E quivi a strano giuoco di sonaglio
Sopra DudoD con timt;i forza mena. Che
spesso agli occhi gli pon lai barbaglio ,
Che si riticu di uon radere appena.
§. II. Ogni gatta vuole il sonaglio ,
proverbio che dicesi di Chi vuole quello
che la sua condizione non comporta. Geli.
Sport. 3. 4. Oh loi, se ogni galla t-tio-
le il sonaglio ; iu^in uUc monache voylioa
far le commedie l
§. III. Sonaglio, diciamo anche a Quella
bolla che fa l' acqua quando e' piove, o
quando ella bolle. Lat. bulla. Gr. tto^-
ifQ\\>^ . Fir. As. 95. Veniva quest* ac-
qua da una fontana ec. sempre di sona-
gli ripiena. Serd. Star. 6. 236. Dicono
che il mondo nel suo corainciami-nto fu
creato di acqua, la quale, sendo grande-
mente romnioNsa e .igitala , della spuma
e de' sonagli diedi* materia a formare il
cielo. Bicett. Fior. 65. E fanno a ujodo
d* un sonaglio, come quegli che si fan-
no nella pioggia nel tempo della prima-
vera. Ltb. Son. II. Fallo nell'acqua, e
ne nasce un sonaglio. ììenv. Celi. Ore/.
19. Pigliasi un poco di vetro cri:tlallino
nettissimo, cioè che non abbì.t sonagli ,
né vesciche ( qui per .timilit. }.
%. IV. .-fppiccar .tonagli ad alcuno ,
vale proverbialmente Dirne male . Lat.
alicui obtrct'tare. Gr.\otooptrv ti*«. Ca-
pr. fiott. 4- Ci- Che tu non mi appic-
cassi di subilo il sonaglio , eh' io lussi
Luterano. Van-h. Ercol. (h>. Dire astuta-
mente alcun mollo contra ehircliessja per
torgli il credito e ripulaiionc , e dargli
biasimo e mala vtKe j il che si di.-e an-
cora appiccar sonagli , u afTibbiar bottoni
senza urchielli.
f ♦ §. V. Sonagli, si dicono anche a
Quelle minutissime gocciole d' oUo , o di
graxsit, o altro liquido galleggianit in for-
ma di pucola macchiti .lopr' acqua, o al-
tro liquore, /'rof. Fior. .\. 3. 65. Il «piale
(liquore) iì diUondeva sopra V arqua, sema
apparirvi macchia nessuna , e rappiglialo
in latte, ma notandovi sopra, vi far^a noua-
({li, cgjus sopra 1* acqua U 1* ulio (\)
SOS
SON^GLIUZZO. Dim, dt Sonaglio j
Sonaglino. Bocc. nov. 72. 16. Le fece U
prete rincartare il cembal suo, ed appic-
carvi uno sonagliuzzo.
SON AMENTO. // sonare. Lat. toni-
tus, pulsatio. Gr. ^outo;, /^ùa/iO. But.
Inf 9. 2. S* eli* e in conviti ce, o in •*>■
nainenlo di slrumenti.
SO.NANTE. Che risuona. Lat. sonans,
resonans. Gr. r,3Jw». Dant. Purg. o. Gli
spigoli di quella regge sacra. Che di meUUo
soo sonanti e forti. Fiamm. 6. 5. I gio-
vani quando sopra corrcnli cavalli con la
6ere armi giostravano, t* quando circon-
dati ii^ sonanti sonagli armeggiavano .
Amet. 18. Aveva già Lia la sua oraxione
compiuta, quando a' lor orecchi da vici-
na parte una simante sampogna con dol-
ce voce pervenne. Bemb. rim. 62. Hiva
frondosa e fosca. Sonanti e gelide acque»
Verdi, vaghi, fioriti, e lieti campi, ec.
§. Per meUif. Esp. Salm. Ma dove legga
stilo grosso, o non ben sonante , orrcr
discrepante ( cioi, non annooioso, di caU
tivo numero ) .
f 3 SONARE. Neutr. Render suono,
Sfondar fuori suono. Lai. sonare, rtvo-
nare. Gr. riy^Ùv. Dant. Inf. 3o. Col pugno
gli percosse 1* epa croia ; Quella sonò co-
me fosse un tamburo. E Par. IO. Tin tin so-
nando con sì dolce nota. Che '1 ben di-
sposto spirto d' amor turge. E 23. Se mo
sonasscr tutte quelle lingue Che Polinnia
colle suore fero Del latte lor dolcissimo
più pingue (cioè, parlas.*.cro ) «• . Bocc. nov.
60. 5. Quando udirete sonar le campanelle,
verrete qui.
* §. I. Sonare di flauto, di cornetto, o
simili; ed anche assolutamente Sonare, %.tde
Far rvndcr suono a questiistromenti. « Bocc.
g. 5. f. 3. A cantare e a sonare tutti si diede-
ro «." Uenv.Cell. l'it.i. ip.Miopadrc mi fa-
ceva portare in collo, e mi faceva sonare di
flauto. E 26. Non mancavo alcune volte
di compiacere al mio buon padre, or di
Qaulù, or di Cornelio sonando. (C)
§. II. Sonare , per metaf LaL .tonare ,
rcsonare. Gr. r^/ei '• ^<"''- ^"/- 4- ^<? «8^
a me : 1' onraia nominanza , Che di lor
suona su nella tua vita , Grazia acquista
nel ciel ( cioè , risuona ) - Frane. Sacch,
nov. 34. Ella la pole Iien sonare , che
Ferranlino u* uscisse ( cioè, potè dir quel
che volle). Amet. 19. Parte nd verso ne
farò s.mare (cioè, risonare). Prtr. son. 2l3.
Ma com'è, che sì gran romor non suonc
Per altri messi, ec. (cioè, si facciano udire).
yov. ani. 7. 4. Tulla la Corte sonava della
«U.(pensagione di questo oro (cioè, non par-
lava d'allr..)- St*^^- Fur. 1.7. Suembaldo
sopraggiunlo improvvisamente dalla fama di
questa furia, che già sonava molto d' ap-
presso , slelle andiiguo fra se mrdcsimo
(cioè, si facea sentire). E 1. 8- V. diri, so-
lamente, che la pente che ci vicn contro,
e dì chi suona tanto la fama, non i^ geni.-
disciplinala ( •km-, che sono così famosi ).
Belline, son. III. Sonelli li farò, che so-
neranno Tua mala vita scellerata e trista
(,ioè, che pubblicheranno, o ne" quali de-
scriverò ).
# §. III. Per Risonare, ITdirfi- ■ Dant.
Par. 8. E ilieln» a qiiei. che più innanzi ap-
parirò. Sonava ON.inna -• . (C)
§. IV. Sonare, per .Kignificare , Falere.
Lat. sotuin-, significare. Gr. 9»)ub«*»h».
Dant. Par. L E forse sua scnteniia è d' al-
tra guisa. Che la voce non suona. Bocr.
no^'. 3i. %\. Non cre*bttc perciò in lutto lei
sì forlemenle duposla a quello che lo pa-
role sue sonavano. E nw. 4l- 3. Era chia-
malo Citnonej il che mila b'r lingua so-
nava «pianiti nella nostra b-slione. A nov.
fi.). l5. Credendo non altramenle esser falU
la' sua affniMiir a Nicoslriio. che sonasse
le parole. :? Fr. Jac. C*4t. l »■ 3. EbU
S O N
nome Xerscs appo ì Caldei , et in Greco
»uona a dire Fìloinrlor. Outcc. Stor. i8.
19. Ne era certo (il Pontefice) cUe i Vc-
Dtfiiaoi ce. avv5:>cro a os>ere ro&i pronti a
»egui(argU co'fjlti, come sunavaao le parole
dei Duca. (C)
tè §. V. Sonare, vale anche ICssere an-
niinzìato da quale/te suono. I^sc. C'en,
3. n. 10. pn;:, 2\.'t. Mod si sentiva mai
remore se non di venti, edi tuoni, e qualche
conipanetta sonai e l'avemaria. ^^V ^'f"''*-
Stor. ^, ^5. I Turchi furono i primi a sonar
1.1 ritirala, ed aliando la l-andiera della pa-
ce , A restar dal cumhattcre. ( /'')
<! §. VI. Sonare , in si^nijìc. alt. vale
far render suono a ifuaUfw istromento.
J''ar\h. Ercol. ago. E come diase Messer
Laizero di Messer Sperone, che chi non
poteva sonare il liuto e' violini , ;ìonassc
il tamburo e le campane, (t')
§. VII. Sonar l'ore, si ilice delle Campane,
e degli Orivoli che accennano l'ore per i'ia
di tocchi. Bern . Ori. 2. 24. 62. Co^i cadde
una volta il Mangio a Siena. Il Mangio è
tjucl cotal che suona 1' ore, Che sopra una
campana a due man mena.
g. Vili. Sonar nona. Sonare a predica. So-
nare a mejsa , e simili , vagliono Sonar la
campana per avvisar il popolo chiamandolo
a' detti ujicii. Bocc. Introd. 55. >on era di
molto spazio sonata nona, che la Reina le-
vatasi , tutte 1' altre fece levare. E nov. S!^.
a. Dissegli, che come nona sonasse il chia-
in.tiSi'. ♦ Fior. S. frane. 52. Destandosi, e
ritornando in se, e risentendosi, i Irati sona-
vano a Prima, fi'') Segner. Fred, 4- 4* ^'^^
sente sonare a predica, quasi a convito reale,
né però egli Ancova^festinat accipertj ma se-
guita a cicalare, flìr) t'ir. Disc. an. 28. On-
de la volpe, preso animo e fattosele una volta
vicina, qua nd' ella sonava a messa, s' ac«
corse eh' eir era una cosa vota dentro.
Buon. Fier. 2. 3. 10. S* io slava troppo
là, certo io faceva Sulle spalle a qualcun
bonare a predica (</uÌ ^guratam. perVer-
ruoiere ).
g. IX. Sonare a capitolo, vale Chiamare
col suono della campana frati , o monache ,
o simili, a radunarsi in capitolo. Bocc. nov.
I. 35. Fatto sonare a capitolo, alli frati rau-
nali in quello mostrò, ser Ciappelletto es-
sere stato santo uomo. Salvia. Disc. I. 326.
Allora il generale , ripresa la sua figura ,
lece sonare a capitolo.
* §■ X. Sonare a catasta, in modo basso,
vvi/e Bastonare, f. CATASTA, §. IV. (C)
t- §. XI. Sonare a consiglio, vale So-
nare la campana per invitare i consiglieri
al detto uj/ì^cio. Cronichett. 221. Di che su-
Iiito feciono sonare a consiglio, e trarre i
novaniei. F 226. Di presente fu sonato a
'-onkigUo. e ragunato che fu, fu messa la
detta petizione, e snliito fu vinta. (Cj
§. XII. .Sonare a Pio lodiamo, vale Chia-
mare col suono della campana ti popolo a
ringraziare Iddio pu'ihliCamente. G. /'. 13.
3. 7. Poste le handicre del Duca in sulla
torre , sonando le campane a Dio laudia-
mo. M. F. 3. 84. Sonando tulle le campane
delle chiese e del Comune a Dio lodiamo. E
4- 7' Sonando le campane del Comune e
nelle chiese a Dio lodiamo, andarono incon-
tro alla detta tavola.
•V §. XIII. Sonare a fuoco, dicesi del Dar
■ enno colle campane d'alcuno incendio , per
rhiamar le genti ad estinguerlo, V. A
FUOCO, §. I. (C)
§. XIV. Sonare a gloria, o a festa, vale
Sonare per cagione d'allegrezza, o di festa .
Cron. Morell. 355. Sahato, a dì 5. di Mag-
gio, ci mandò il Re 1' ulivo dell' acquisto
di Roma ; Domenica sera si sonò a gloria, e
leccsi i fuochi ne' luoghi uj.ili. Farch. Stor.
II. 400. Agli quattordici sonarono le cam-
pane a gloria tutto 'I giorno, quant' egli fu
lango. Burch. 1. 3. Fuggi in ringhiera , e
Vocabolario Tom. //.
S 0 N
fa sonare a gloria. E 1. 108. Le campane
Roman sonaro a festa. Ucrn. Ori. 1. 5. 44-
E 1 corno da sonare altri» « ho a festa.
g. \V. Sonare a mal tempo , vale Sonar
le rampane, perchè altri invochi il divino
aiuto in occasione di cattivo temporule. Bel-
line, son. 23l. l'oi sonava a mal tempo le
campane.
§. X \' I. Sonare a martello, si dice Quan-
do si fa sonar la campana a torchi staccati,
o separati, F. MARTELLO , §. IV. e V.
a. I . 7. l3o. 1- Addi due di Giugno, sona-
te le campane a niaitello, si mosse la licne
avventurosa oste d^ Fiorentini . A 8. I.
3. Sonando la campana a martello, e con-
gregandosi il popolo a dare il gonfalone
della giustizia nella ( hiesa di san Piero
Scheraggio. Frane. Sacch. nov. l84' '-''no
piovano , giucando a scacchi ec. , suona a
martello, per mostrare a chi trae come ha
dato scacco malto .
■J- §. XVII. Sonare a mar fello, figura tam.
vale Percuotere. Hern. Ori. i. 23. 29. Ad-
dosso a quel d' Amon suona a martello , Me-
nando ad amhe man con molta fretta, Per
morir presto, o far presto vendetta.
* g. XVIIL Sonar le chiappe a martello,
vale Tremar per paura, ed e modo basso,
r. MARTELLO , §. VI. fCj
•'.* g. XIX. Sonare a morto , vale So-
nare in maniera funebre , Sonare per avvi-
sare al popolo il mortorio . 3/org. 27. 5o.
Tutto il di tcmpellaron le campane. Sen-
za saper chi suoni a morto, o festa. (*)
Sega, Stor. Fior, lib. i5. Le campane an-
cora comandate che sonassero a festa, in
camhio di festa sonarono a morto per dap-
pocaggine e ignoranza di chi le tirava. ( Br)
^* g. XX. Sonare a parlamento , vale
Chiamar col suono della campana i signori
perchè s'adunino a parlamento. Cronichett.
229. Venute le lettere , e l' ulivo sonò a
parlamento , e i Signori vcnnono sulla rin-
ghiera della piazza. (Cj
g. XXI . Sonare a raccolta, a ritratta , o
simili j t^rm. militari , che vagliano Dare
il segno di ritirarsi all' insegna. Lai. rece-
ptui canere. Gr. ava/>y]rixov 5rj/iKi*v£tv.
Tass. Ger. 19. 5o. Ma già suona a ritratta
il Capitano. Ciriff". Cafv, 3. 71. E fé' pel
campo sonare a raccolta. /!ern. Ori. i. 4-
54. Che quel da Montalhano ehlie mcstie-
ro Ritrarsi alquanto e sonare a raccolta ,
Per tornar più gagliardo un'altra volta.
•? g. XXI L Figuratant. vale anche Per-
cuotere. Malm. IO. 53. Mena le man che
pare un Iierreltaio , Ed a chius' occhi pur
suona a raccolta. (C)
g. XX IH. Sonare a stormo, vale Sonar le
campane per adunar la gente. M. 1', IO.
3l. Le campane della chiesa di san Romeo
sonarono a stormo.
§. XXIV. Sonare a distesa , è i' apposito
di Sonare a marte/lo, e a tocchi. G. F. q.
l5~. 2. Fece sonare la gran campana del po-
polo di Firenze, eh" era stata diciassett' an-
ni, che nullo maestro avea sapulo farla so-
nare a distesa. E appresso: E poi mossa, un
solo la sonava a distesa.
§. XXV. Sonare a doppio, o un dop-
pio , vale Sonare con più campane a un
tratto .
g. XXVI. Sonare un doppio, si dice anche
fguratam. per Fare allegrezza, 0 maravi'
glia . Malm. 6. 107. Sonate un doppio ,
disse allor Mammone, Ch' ei la passò,
§. XXVII. Sonar a doppio, o Sonar le
campane a doppio , fguratam. si dice del
Percuotere alcuno duplicatamente , o repli-
catamente. Bern. Ori. 1. 6. 6. Wè al colpo
secondo indugio pone; A doppio le cam-
pane fa sonare. Malm. li. 3o. In quel
eh' ella da ritto e da rovescio. Cosi dicen-
do , Ta sonando a doppio , Dà sul viso al
Cornacchia un marrovescio. Ar. Cass. 3.
0. Da più di qnindici Persone , che tutte
SON
»»-4i>
a ferro lucevano ec. , Fui circondato, che
a doppio sonandomi, M' han tulio pesto.
g. XXVIII. Sonar le campane , per simi-'
lit. si dice del Dondolare, 0 Dimenare i pie-
di j pr^^prio de* piccoli cagnuoli , o di altri
animali domestici. Alleg. 77. Sono ancora
nggi ec. ilegli uomini di così fatta razza ,
i quali non s' avvedendo eh' ad una disadat-
ta liestiaccia ec. non 5' avviene lo stai'e su
Indio, far santa, o sonar le campane ec,
ad o^ni punto fanno mille cose fuor di
squadra .
V g. XX IX. Sonar con le mascelle, vale
Incioccare i denti per qualsivoglia cagione .
Dant. Inf. 32. Che hai tu. Bocca? Non ti
I)a^ta sonar con le mascelle. Se tu non la-
tri ? (Br)
!? g. XXX. Sonare l' accento dell' armi,
vale Dare il segno della zuffa. Car. En, 7.
793. Con un corno a Locca Sonò dell' armi
il pastoride accento, (yi)
^ g. XXXI. Sonar le none, si dice
Quando uno dubita , eh' un altro non lo ri-
chiegga d' alcun servigio , e comincia pre-
venendo a dire che non può per più cagioni
far quella talcosa. F. iN'ONA, g. Ul. (CJ
g. XXXII. Sonar le predelle, o le tabe/le
dietro ad alcuno, vale Beffarlo, Dime ma-
le. F. PREDELLA, g.' Vili., e TABEL-
LA , g. II.
g. XXXIII. Sonare alcuno, per Dargli
busse. Percuoterlo. Lat. pulsare, percutere.
Gr. TUTT£iy. Boce. nov. 67. i5. Come se
io fossi dessa , dirai villania ad Egano, e
soneramel Lene col Lastone . E num. 16.
E alzato il Lastone, lo 'ncominciò a sonare.
Fir. As. 212. Mi prese per un pezzo di fu-
ne che mi era restata, e con un Luon La-
stone , che egli aveva in mano , sonando-
mi, mi mise per certe straduzze, ec.
* §. XXXIV. Sonare alcuno, vale anche
Celebrarlo. Dant. Purg. li. Colui ( Lat.
illuni ), che del camrain si poco piglia (fa
i passi sì corti ) Dinanzi a me. Toscana so-
nò tutta ; Ed ora appena in Siena sen pispi-
glia. (F)
g. XXXV. Sonarla a uno , vale Farlo
stare a qualche partito , Accoccargliela .
Salvia. Pros. Tose. 1. 194- Or questo Iddio
cornuto me 1 ' ha sonata 3 fecemi vantare, ed
ora il vanto si esige come promessa.
^ g. XXXVL In provcrb. Sonar com-
pieta avanti nona , vale Fare, o Accadere
alcuna cosa prima del tempo , o prima
che uno se l' a.ipetti . F. COMPIET.V ,
g. m. (C)
g. XXXVII. Suona, eh' i' ballo j maniera
proverb. che vale: Comincia, eh' i* seguirò j
e dicesi In atto di disfida, o di qualsisia
competenza . Farch. Ercol. y8. Talvolta
mentre favellano , per mostrare di non le
passare loro, si dice; ammauna, o affastella,
che io lego ; 0 suona, che io Lallo. Morg.
23. 32. Disse il Pagan : proviamgli alla
Lattaglia. Disse Rinaldo: suona pur, eh' io
Lallo . Bern. rim. \. z^. Risposi a lui :
sonate pur, eh' i' Lallo .
SONATA. // sonare , ma con lunghezza
determinata di tempo . Bern. Ori. 1. 24-
62. Senza indugiar si mette a Locca Ìl cor-
no. Per far la terza ed ultima sonata.
g. I. Dicesi proverb. di Chi non vuol fare
una cosa , 0 non vuol saperne più nulla , o
applicarci da vantaggio .- E' non ne vuol
sonata, o non ne vuole intender sonata. Gal.
cap. tog. 3. 182. Ch* i" non ne voglio inten-
der più sonala . Malm. 8. 57. Ma poi , non
ne volendo più sonata. Alla scuola studiò di
prete Pero. * Bellin. Disc i. l5l. In su-
stanza vo' ve ne ridete, e ne fate le veglie
alle pancacce , e non ne volete sentir sona-
U.(C)
g. II. Tal sonata , tal ballata j e vale :
Tal proposta, tal risposta.
SONATO. .^tW. da Sonare. l.AX.'puUa-
tus. Gr. xa/^0U5/ji£VO5 . Bocc. nov. og. 4^.
157
I250
S O N
S O N
lii Doco 1p i6 ore. f I ^
•+ ^: SONAI OIO. /.o slexso che Kcheo.
Sahin. Tnnc. 2. 7- i" ro.r. , echc.n, .
rvào'. Queilo era una cassilta con un I"-
1;=* nel mezzo ce. , nell' ulluio de quale
echeo, o sonalo», è sUKe.lula quoll ape -
tura tonda , chiamata rosa , che m veoe
nccli strumenti di corde. fA)
5+ SONATORE. Che suona. Maestro d,
,onarc. \.^\. f-dum , modulalor , psnlles.
noce, ««fq?- 5. Era in que temp. M.nur-
r,o tenuto un finissimo canf.re e sonalo e.
E Vit. l'ani. 2A2. Sommamente si diletto
in suoni e in canti nella sua giovanezza ,
ea ciascuno che a que' tempi era ollimo
canlatore, o sonatore, fu amie, ed eW.e sua
usanza. AW.-7«(. 20. l.Alu.venieno tro-
vatori, sonatori, e belli parlatori.
* SONATRICE. Verhat. femm. tue
suona. Plut. Adr. Op. mor. 5. 88. Aven-
dovi cliicchcssia condotta 1 amica, o la so
natrice dovxl essere ancor .Ha comune m
fra sii amici. (O SaU'in. Disc. i. nJ.
Pimbro non si volge aUa musa senatrice
di lira, " di celerà, come Orano , ma va
piùra,ec. (•) _
* SONATURA. .yonasionc. Slot, fisi
lolg. 12. Ed ancora a' chericiper sonatun
deUe campane. (Ci Magai, pari. 1. W
iq. Ogni nazione trova i palazzi incantati
tra le sproporzioni delle sue faWinche, e pro-
va le l.qnefcioni più soavi tra le sonature
delle sue musiche. (A)
;•: SONAZIONE. Il .tonare , Sonamenlo.
Segn.Anim. 3. 12^. L'atto delV oggetto
sonal.ile si dice esser sonazione. I: appres-
so: Com' e verliigrazia nel suono, che ha
il nome di sonaiione , quando egli e in
* SONCO. Sorta di erba. Lai. sonchus.
Gr. ».vv<.;. Bed. Oss. an. 78. Posti in va-
so a peno fior, di soueo aspro ec.,vi nacquero
molli moscioni. Elea. l. /,W. Si può sosti-
tuire nelle altre stagioni dell anno una sola
delle seguenti e,l,e, o pomi , cioè cicoria ,
horragine , I.uglossa, sonco, prugne fresche,
o secche , mele appiè , ce. /•, Co"'- 1- ■>»•
Susine amoscine num. iiii. Giuggiole num.
,i. Somopugil.i. ec. 7C162. Non mi ser-
virei di altro , .-he del hrodo senza ec, o del
sonco, " della I.uglossa ec. (')
* SONERl'A. Term. degli Onuolai. Il
Compte<sodi lalle quelle par,, dell-or.uolo.
,he serpono al suono dell' or.- , delle me-,
nre, e de' quarti. (A)
SONETTACCIO. reggioral. d, òonet-
loj Sonetto catlii-o. Fir. riw. .>i. *""■""
vuol eh' un soneltaccio, a cui Trimclie ahi...
r ossa la cieca ignoranza. Alleg- 102. "o
con mi., grandissimo sl.nto ahhozzato la se
liucnle cilecca ili s..n< llaccio.
SONETTANTP. . Soneltalore. Sahia.
Pros. Tose. 2. 206. Egli va il soncllan-
^ te con piacevoli lodi ìil.eralmenle .sal-
tando. . ... ,„-
SONETTARE. Far .concili. Jlll'g- >0>-
Bicami .love .■ .|uan.lo. E come .agcv..l-
menle .gli ha trovato the faccia il so-
nellar un lellerato.
•a- SONETTATORE . Compo-t'lor di
..cnèll,. lied. Anno,. Dilir. lo5. Tra'F.ani-
mingh. d primo sonellalore f..rse f». •' "''-
hre Daniel E.ns.... /CllC. Ui anl.chi so-
nellatori solevano alcuna >..lla. cu is.h.110
' """'in..ro
SONETTERELLO . .<^oium
quasi lo slrtso rhc Sanellucco
('per Vosi dir 1 puerde. cu la prima 1
■ ■ ■ del sonetto acc.iinar.
lera de' versi
iiom
•+ * S0NETTEI.LUCC1ACCI0 -^
.■//,(/.e ■/. Sonellerello . Allrg- T"? ■ ""
f .4,nslerdamo I75/| ) . lo non ho qua.
.a>alomi dello scrittoio, o letto a person,
quel sonellcllucciaccio stracco, slonco \e
race tull-avia ce. (A)
debole ,
. Alleg.
fltia. ti IO ,irrj.»u ■>■»■ " -
106. Per lo che 1' ad.l..rn.enlala musa mia
cc.alsuon., delh, sveglion risenl.ta m ha
.ondolt.. a manda, vi .,uesl« sonetterello.
SONETTESSA, ionelto callivo. lari.
I ,ar 1 utlo .li u' escano, e se ne veg-
gan fuori pislolesse dedicatone, sonettesse
.l'incerto nome. ,...__.,,,„i
SONETTIEKE , e SO^tTTl^.R^
Compositor di .,onetli. Cren. ìell. i)!.
Seguita di Giovanni, .1 quale fu BgUuolo
del dello messer Lamlicrluccio , il quale
fu di comune statura, buono trovatore, e
sonellie.i, e di forti rime.
SO.NETTINO. Sonelluccio. /Illeg. ^1.
E eh'' esser beli., spirito .■ poeta Al d.
d'oegi non v.d , non giova punto Far
seineuini . E 327. Kileggendo per tanto
quel sa., leggiadro sonellin del rus.gno-
lo ec. * l'ros. Fior. I\. 2. 262. Oltre
al non essere sonettone , non sarebbe poco
se tra cotesti aculissimi fiorentini spinti
ciugiiessc a potersi chiamare sonettino. (Il)
* SONETTISTA. Componilor di .10-
nelti. Sahia. Pros. Tose. 1. 328. E '1
sonettista per esempio rispondesse , un
barbero. E 479- Quasi questo sia uno d.
que' sonetti familiari usatissimi da nosUi
più antichi sonettisti. (*) . , .
•+ SONETTO. Specie di poesia lirica
rima, comunemente dì quattordici w.v.vi
d' undici sillabe, rf.VMO ia due quadernarii
due terzine . Lai. etrusctim, .ti.e i'.t/.-
ciim epigramma. Gr. òe/KTirpaoTiZfi •
noce, noi: 63. 4. Comincio ce a fare
delle canzoni, o dc'sonelli, e de e bal-
late, rnss. 309. Ben L- lecito favellare d.
lei, e per lo suo amore fare ballate e so-
netti d' amore. Ilcmli. pros. 2. 71. T.-ir-
cio qui che Dante una sua eanz..ne nella
; ita nuova sonetto nominasse , percioc-
ché egli più volle poi, e in queU op.ra
e altrove, nomò s,.ncUi .lucili che ora cosi
si chiamano . Cuitl. lelt. 26. Sovra d e-
sle parole intendete il sonetto di sollo po-
sto. /W/mr. son. III. Sonellil. laro, che
soneranno Tua mala vita sccllerala e Ir.sla.
Ctv leti. 63. Dia loro il sonetto delle
pettegole, e la stanza dell' uom d. erra
armato. ■ ,• e
* SONETTONE . Accrescil. di .>o-
neJto: Ilei sonetto. Pros. Fior, parte 4.
voi. 2. rag. 262. Ma >olele . m. d.le ,
sonettone . Come domine sonellone
ha da servire per un piccolo lancili
lo ? E appresso : Sonellone p.r dop.. 1.
feste in Accademia, dove saranno due |;r. -
lati ? E poco dopo .■ Che . .dire al non
essere sonellone, n.m sarebbe poco se tra
rolesli acutissi.i.i fiorentini spiriti giugnesse
a polirsi .hiamare si.neltino. (^S)
* SONETTUCCIAICIO. Peggiorai, di
Sonelliiccio. Lai. ,)r«.</miim epigramma ila-
lieiim. ned. leti. I. l6<t- ' a sellimaua pas-
sala le irasniessi quattro altri de' miei sonel-
lucciacci. che gli avrà trovali d. un al-
iro siile d.llirenle da .lucilo de pr.mi. /■.
U)3, Ella ha l.dat.i quei due mici sun. l-
lucciacci. (•) ., „i«
SONETTl'CCIO. Pice.u di Soneiio che
riesca debole, e con fioco spirita. Alleg.
8.,. Lascercle .li farvi il più sfi.gBialo mira-
c'ion .lei mon.h..ch'io "W"" >1""?!" t^'
il s.eu.nt.- S..11. llucrio sgranateli... E ITO.
Serva .luesla mia ec. si per ,.dularM, con. e
„„o ..rdinario e dcl.il.. , si ">'>-<"' V"
sunna e coperta ii.s.eme dell accattato
sonclliiccio rin.hlui..>i dentro.
i} SONETTl'/.ZO. Vii», di Sonetto;
Sonetto debole, l.ib. .<on. A-'.. Non t' a.li-
r,r .hi- lu far.Mi peggio : Che lanl.- cose
p.r un s..ncttuno? l.a.'C. r.rn. '""'■-•
17 llr cn un sonclliiuo, che lall b.ii.
Ti pare avcnni in full.. »..ddufall.., t 1
mio buon Lasca Lnccrando vai. (HI im-
SON
via. Pros. Tose. 1. 179. H poTMO poe-
ta, avendo spremuto dal su.. mi*ero cer-
vello questo sonetluiM ec. , pur giugne
al desialo termine. (')
SO^EVOLE. y*<W. Pisoniinle.\.jX. rt-
sonans. Gr. »'z<"«- Amel. 63. Con mor-
morii, nei miei orecchi soncvoli male, mi
porge lusinghe. Dui. Furg. 28. 1. E
moli.) sonevolc vento, e fa molto sonare
la della pineta.
•f * SONGIA. r. ,/. Sugna. Tei. Poi:
P. S.cap.Z. Lo naslurcio, trito con la sonpia
iteli' oca , sana tosto la raschia dove si
pone. F: cap. 1^5. L" impiastro del succo
della radice d' ehulo e d' ermodaltilo, pesta
con si.ngia di porco , aiuU incontinente
alla g..tta fre.lda. (I )
# SONNACCUIARE. Bussare, fiera.
Ori. I. 24. 21. fella rispose: il vostro
sonnacchiare Non ni' ha lascialo stanotte
I dormire , Ed olire a ciò mi scntia pizzi-
care. ((') ., , r ./
SONNACCIllOM . Acierb. tra 1
sonno. lìiion. Fier. a. 4. 17. S' e' non
»' ira una gobba lerv icciuola. Che guar-
dala li i pidli appo la stalla, E intani.,
si spulciava sonna.chi.iui.
•i * SO.NNACLHIOSAMENTE. Al-
vei b. In modo sonnaecliioso. Lai. oseilnn-
ter. Tolom. leti. 2. 72. Adiralo mi sie-
.dio a bel desi.lerio di gloria, riconoscendo
per voi quanto tempo io h.> già sonnac-
chiosamente perduto, quanto, s 10 n..n
fossi slato nimico di me slesso, avrei lors.
polulo levaimi dal volgo. (A} PI-'. Adr.
Op. Mor. 1. l54- Eia bene avvertire .
lettori che non passino tali esempi soB-
uacchiosamcnl.'. (IJ ^, , ,-
•t SONNACCHIOSO . Add. Che ha gli
occhi aggravali dal sonno . Lai. semiso-
mnus, semisomnis. Gr. ijuiuSiO;. Iiamm.
I iq. lo adunque eccilala alzai il son-
nacchioso capo. Cronichell. et Amar. 0^.
I Romani sonnacchiosi e digiuni salirono
a eavallo, e passarono il Tesino. Uern
Ori. 2. 26. 40. Cosi dicendo saltava I.1
scala. All' uscio giugne, e con nimor 1
apriva ec. Dov' m mi slava chcU come
sposa, E ini mostrava tutta sonnacchiosa
niion. Fier. 4. 1. 7- 1""' " "' "'"
ili i merendoni . Questi mici sozii son-
nacihiosi e morbidi. * l.iov. Celi, l n
All' '2 I cavalli di Masino «pinti in-
nanzi avevano scompigliale e messe s.«-
lopra le guardie ancor sonnacchiose .lei
campo. (!') , ^ ri
* §. I. Sonnacchioso, vale anctie l he
produce sonno. Sonnifero. Alam. ioli.
5 liq E '1 sonnacchioso e pigro Pa|>a-
vén. in quei di non senta obho. (F) San-
naz. Are. Pros. IO. Qu.vi gigli «•• ••'
in gran parie i sonnacchiosi popavc-
" e if Per timiht. vale Ottuso, nel si-
gnificato del §. II. Calai. 9. Uianao an-
cora alcuno indUi.. cattivo di noi mede-
simi, ciol- d' avere ad.b.rnientalo »'>"^'- ••
sonnacchio,... Jlemh. Asol. 1. 35. Nelle
lor sonnacchiose menti non po«cv« raglia
ne enlrare, eh. b-r si dicesse.
* e HI. Per Trascurato. l.uar. yasl.
Fid 3. 4. Ed ha ragi.m di favorir cole.
Che sonnacchiosa il suo favor non chic
de. irìr)
SONNECCniARE Leggermenlt dor-
mire, l al. dormiseere. Cr. iiS»«'TTHV. fr.
/,.,•. T. Che non .lornie e non sonnec-
''"sONNEFERABE , e SONMFEBARP
Sonnechiare. lat, rior«.l,..T- , dormisce-
n-.sopilum slare. Cr. vu»Ta;«i». uTvwr-
TC.V.Vr«,.c. Sacch. no.' l39 R»*'""'";
,h',bb..no un feac. r venendo in sul
cominciare a sonnefenire, ce. E"«' IK'
^u^.no al suon della •>»"'>' '""""""r^
.luaii a soiinefcrare I anh. F.reol. lìv
S O .N
S O N
S O N
XdO di>»e cgU jucora ocUa im-dcMiiia Puc-
iirj , cbo , UDII che ultii. Uiiicru alcuna
volU souD»t\.Tava ? /■,' òior. 12. /)47 ■'^^^
fine cMCDilu t-^li , mentri- >omiilL-iavu. Ira-
coUutu dalla >»j;j;iola, Utila qu^le ietlevu,
liallè della nirniuiia iu It-rra. e iiiuri- Capr.
Dott. 1. 11- (Juc&lu alar iK-1 li-Ito, o uuu
durniiro , ma >t<tii)iri*rai'i' nulamente , non
rred' io A\v sia mulU) sano. Cari. ! ior.
58- I Fiurcntiui 1' liauuo prodotta e il-
lustrata, e fi-, lasriatala sonnilerarc, e ti-
>vr(;lialulj, e laflVuatala a \u{i;Ua loro.
SONM£Oi;lAlifc:. Sonnijenin:. Lat. don-
tmtiìr«,dornMiji:crt: (ir. vuor«C!tv, <j ffvwT-
Tdiv. t'ì\ inr. T- Jn (|uella viiione. Che
V anima sonueggia.
•f SONMSLLINO . Vini, di Sonno .
Lat- Ici'is sotnuus. Gr. où ^ttpu't, u tivo^.
Ith, Soa. 20. Che rgli ha già fatto più
che KtnDcUiuu - Ciriji- * n/i'. 3. 82. A
CiriH'o gli piace, e *1 vetro succia , Sca-
la lasciar nel fondo il centellino ; Ed è
già cotto, e presa ha la lertuccia, E di-
ce che TUol fare UD sonnellino . h 3.
87- Che >uol compire il giuoco , e poi
dormne Vn sonnellino ■ h 4- '^S- La
i{uat , Mccome tenera di parto, Faceva ugni
mattina il sonnellino . Lor. Med. caitz.
66. 6- Tuttavia la lepre traccio. Menti'
ella fa '1 MJnnelUno ( le buone edizioni
leggono : Mentre lei fa il sonoellino) .
§. Sonnellino deW oro, si ditv del Sonno
che si dorme siili' aurora. Jìuon. licr.
Jntr. 1. Forse eh' io l'interruppi 11 son-
nellin che si dice dell'oro. Si dolce in
>uir aurora ì
•7 * SOWNHRELLO- Dim. di Sonnoj
Sonnellino, Scnnetto. Broni. Bini. buri. 2.
•JMj. Ogni mattina a nov* ore, in su
quello Che , stanco dall' ardore e dall'
affanno. Mi goderei con pace un soune*
rello, ec. (A)
SONNETTt). Dtm. di Sonno. Lat.
levis somnus. Gr. ou ^«pu'4 u nvo^. Cor.
leti. I. 98. Intanto che e^li se ne va in
^ icinato a far la bisogna, voi vi dormite
il vostro sonnetto.
•f # S0^^1FKUAME^T0 - Primo
sonno. Principio di sonno, Addormenta'
mento. Uden. JVis. 3. 96. Tuttavia , per
>onniferamento del poeta, in molti nostri
pru^innasmi, e in questo particolarmenli-,
aì ^ede il contrario ^^«i per similit.).( J)
f * SO.NNIFERA>TE. Che sonnife-
ra, Sonntuihio.so. Sah'in. Vit. Diog. 2l3.
Non pensarono che e^li ec. si fosse ad-
tormcntato, perciocché non era sonnife-
rante, ne dormiglioso. (A)
S0^^1F£RAHE. t'ed. SONMEFEHA-
UE.
SONMFERO. Susi. Medicamento per
far dormire. 3/alm. 6. 26. Or mentre
la il sonnifero il suo corso, ec. s? C'a-
stigl. Cortig. lib. 2. pag. 253. ( Gioli-
to x564' ) Il medesimo dico di alcuni altri
• tic in amore usano incantesimi, malie ,
lalor forza . talor sonniferi , e simili co-
*e. (B)
SONNIFERO . Jdd. Che cagiona il
fO/iAo. Lat. somnifer , somnificus - Gr.
uTlvoTtOio». Lil'. segr. co.v. donn- Per l'
utero alterato ti puoi valere delle erhc
sonnifere. <! Sal%-in. Kneid. li!». i\. Servava
I sacri rami Ciin miele , e con sonnifero
papavero. Jì Uh. •j . M- a lui giovare I
>.ioniferi canti alle ferite. (/■')
SONNIFEROSO. Add. Sonnacchioso .
Ljt. somnicutosus. Gr. u'nvviìo^. Buon.
Pier. 3. 4 9- Languidi , a guisa d' eh-
tiri , a capo chino Reggersi , e truhallar
sonniferosi.
SONNIGLIOSO. J'cd. SOKNOGLIG-
SO.
t SONNO. Biposo derivante dall' as-
.topimento naturale di tutti i sensi. Lat-
fomniis , sopor. Gr. Clt'tci. Cello sopra
Dante: Il sonno è requie delle operazio-
ni esterne per Icganientu del senso co-
iiiuue, dato dalla natura per ri:>torar gli
animali. lUwt. J'ar. 12. Vide nel sonno
il mirabile frutto. J\'tr. son. 212. Sulea
lontana iti sonno consolarmc- Ìl' 2l8- Aon
rompe il sunnu suo, s' ella 1 ascolta. Docc.
nof. 43- l;- ^ ide in sul pviuio sonno
venir uen venti lupi (rìoe, nel principio
del dormire ) . Jnict. 82. Questa mera-
viglia ebbe forza di rompere il sonno.
J ittani. 3. 22. Soave e riposalo sonno
presi, f il. S. Morgh. 1IÌ6. lo gli 5\ eg-
ghio dal sonno, v solb'ciluyli a far i fiuti.
Ta.vs. Gcr. 8. 26. Ma vcilia come quei
eh' or apre, or chiude (ìli occhi, mezzo
tra '1 sonno e 1' esìer desto.
g. \. Morir di sonno, o Cascar di .«ozi-
no, i-ale j4ver veglia grandi.-^sima di dor-
mire. Bocc. nov. 'j'j . 20. Dove essendo
stanco, e di sonno mnrendo, sopra il letto
si getto a durniire.
§. Il- Schiacciare un sonno, vale Pa-
re un soìino^ Dormiiv un sonno j modo
basso. Pataff'. 10. Tra quei che sanno,
un sonno ebbi schiacciato.
^' §. HI. Dorntii-e tutti i suoi sonni,
Jigurattim. vale ì'igliarsi tutte U sue CO'
modilà. /'. DORMIRE, §. VI- (Cj *
^ g. IV. J.'icc-si in proverb. Chi dor-
me gli è cavalo il sonno, e vale clic Chi
non istà con attenzione ha poi di che pen-
tirsi, r. DORMIRE. §. XVi. (Cj
'tSONNOCCIIlO^O. /'. J. Jdd. Son-
nacchioso. Lai. semisomnus, scmisomnis.
ripi'uTZVOi. Bocc. nov. l5. 22. In ìista
tutta sonnocchiosa fattasi alla 6ne£<tra pro-
verbiosamente disse - £" nov. 86. l4- E
mostrandosi ben sonnocchioso, al fine si
levò dallato all'oste. Sen. Pist. E quando
gli orchi niiei sono sonnocchiosì, ancora
io io loro forza di vcgghiare-
tSO.NNOGLIOSO,e SO.NNlGLlOSO.
J'. .4. Add. Sonnacchio. 10. Lat. somniculo-
.•!us. Gr. ijltvrì).o\. Ott. Coni. Inf. 1. 4- I^
sonno^lioso molle volte errala via. Guitt.
Icit. i3. Ad ogni negligente fatto è sperone,
ad ogni sonniglioso tuba .
SONNOLENTE, e SONNOLENTO.
Add. Sonnacihio.w . Lat. scmisomnis , som-
nicnlosns. Gr. jj^t'urrvo^ , unvr.io'f. I)ant.
Purp. 18. Stava com' uom che sonnolento
vana. Amet. 9. Gli occhi volgendo sonno-
lenti io giro , quasi appena conosce dove si
sia. Cavale. P'rittt. ling. Il prelato rimesso
e negligente e come nocchiere e rellor di
nave sonnolento al tempo della tempesta ,
e come speculalor cieco , e banditor mu-
to.
§. Sonnolente, per SonniJerOj Che induce
a dormire. Lat. soporijer , .fomnifcr. '^ Pe-
cor. g. 23. nov. 2. Al medico di comune
cun.senso fu lasciato il prezzo a^Tilo per pa-
gamento della sonnolente pozione. (Vj Pir.
As. 197. Al buon medico di comun consen-
so fu lasciato Ìl pregio avuto dal servo per
pag.imento della stiunolente bevanda.
fa SONNOLENZA,Crtn/fCtfni.SOi>N0-
LENZIÀ./n/e/i.fo aggravamento di sonno, .ti-
mile al letargo j Struggimento di domare ,
Lat. veternus. Gr. Xn'Oapya^- Dani. Puig.
18. Ma questa sonnolenza mi fu tolta Sul)i-
tamente. Pranc. Sacch. nov. 16^. Essendo
costui in questa sonnolenzia e addormen-
tata gloria ce., il detto Riccio si svegliò.
Boez. Pareli. 1. pros. 2. Il mal suo è letar-
go, cioè grave e profondissima sonnolenza
e sdimentiranza.
* §■ PJi^tiratam. « Esp. f'ang. Per la
btr troppa sicurtà e prima sonnolenza men-
tale si trovarono ingann.-)ti . J it. .S. Ciò.
Bat. 269. Costoro levarono le grida , di-
cendo che non dee potere essere che non
conunettesse o nigrigenzia, o sonnolenza ,
o altie cose ». (I^J Cas. Oraz. Leg. Opera
non di pigrizia uè di sonnolenza ne di ca^o,
0 di fotluna , ma d' industria , di ligUie, di
l'alita e di piudeiiza. (PPj
SUNNOLOSO. / - A. Add. Sonnacchio-
so. Lat. .ionintculosus. Gr. v:ivTi}6i. Sai'
Inst. hig. B. Alcuni di loro essendo son-
uolosi , ec.
•'.! SONO. 1.0 stesso che Suono j ma
meno usato. Salv. Avt'ert. 1. 3. 2. 29.
Sono per suono , sole per suole , vale per
vuole , leve per lieve , e mille altri si leg-
gono di questa falla, che dopo la morte
di Dante eldier principio, per quel che si
coiujtiende, (f'j
SU^ORAME^TK . Avvcrb. Con sono-
riti). Lat. .ionorc. Gr. rìyùtSot:. 1 arch.
J:rrol. Z.'j'^. In somma un' orazione, la qua-
le fornisca atta e sonoramente.
f SONORITÀ', SONORITADE, e SO-
NURITATE. Astratto di Sonoro. Cra-
ziositù e Bontà di suono. Lat. harmonta ,
.Konus. Gr. à^uo-jicn. Ott. Com. f urg. 3l.
558. Per r armonie e sonorìtadi de' cieli
passando . But. Come viene all' orecchio
dolce sonorità dell' organo. Vcmetr. Segn.
Ò5. Non fa altjo, se non che licva scon-
venevolniente la sonorità, e 1' armonia al
parlare. J'arch. /.f». 38- In questi , ver.?/^
airccano pienezza e sonorità le lettere con-
sonanti.
SONORO. -^rff/. Che rende suono j e SI
usa per lo più in .sentimento di suono gra-
to, o di armonia. Lat. sonorus. Gr- XX^'"
c>5; . Amet. 94- ^"'^ ^* spaventi lo mio
dir sonoro. Sagg. nat. esp. 2^1. Il suono,
accidente nobilissimo dell' aria, ossci~\'a un
teutire così invariabde di velocità ne' suoi
niovimcnii , che 1* impeto maggiore o mino-
re con cui lo produce il corpo sonoro, non
può alterarlo.
§. Per Pumoroso, Strepitoso. Bocc. nov.
27.46. Il convito, che tacito principio avuto
avea, ebbi sonoro fine.
•f * SONTICO. /'. L. Add. Torbido j
e propriamente Grave e Tardo per malat-
tia. Sannaz. Arcad. egl. 12. Mo^lransi I'
erbe e i fior languidi e mucidi; I pesci
per li fiumi infermi e sontici j E gli animai
nei boschi incolli, ec. (A)
t SONTUOSAMENTE, e SUNTUO-
SAMENTE. Avverb. Con sontuosità. Lat.
laute, opipare , magni/ice , sumptuose. Gr.
$v.-^iXù^y XapLTtpÒii. Omel. S. Gio. Cri-
sost. 244- La vicinità, e 1' esser presso al
ricco, che si pasceva molto sontuosamen-
te. Pir. Dial. beli. donn. 398- Ancorché
una bellissima donna mollo sontuosamente
s' aliliiglì d' oro e di perle, ec. Capr. Bott.
5. 83- Non sono se non le voglie ìuimo-
derate o della dignità , o del poter ben
mangiare e bere, e sontuosamente vestire.
Lasc. J'arent. 2. 6- A me basta acquistar
per sempre la pastura della tavola sua ; e
sai s'egli ordina sontuosamente!
SONTUOSISSISIAMENTE , e SUN-
TUOSISSIMAMENTE. Superi, di Son-
tuosamente, e di Suntuosamcnle. Lat. lait-
tissime. Gr. yùcp.'TZfQ-za.TOi. Stor. Pur. 6-
l38. Fu data Gebirga al re Lodovico , e
con somma letizia de' Francesi e de^ Lot-
leringhi celebrate suntuosissimamente le
nozze convenienti a cotaU sposi . / arch.
Stor. 10. 319. Nel qual luogo Alfonso duca
di Ferrara a^ endoln sontuosissimamente fat-
to ricevere ec., 1' andò umilissimamente a
vicitare . Borgh. Orig. Pir. 171. Her 1
giuochi e feste pubbUche che ec. nelle
vittorie e altre comuni allegrezze soleva-
no per rallegrare e trattenere i popoli
con ogni sorta di spasso e di magnificen-
zia suntuosissimamente celebrare.
't SONTUOSISSIMO, e SUNTUOSIS-
S\yiO. Superi, di Sontuoso , e di Snntuo-
so. Lat. magnijìcentissimus , splendidisst-
mus, sumptuosissimus. Gr. ia/*.;T^o'TKTO^.
Fir. As. io3. Oltre a tutti gU alui sontuo-
sissinu apparecchi di quella festa ec, egli
1252
S 0 N
S O P
S 0 P
aveva ragunate un numero incredibile <ii
orse Cuicc. Sfar. 7- 329. Seguitavano mol-
le fanciulle ec, tutte ornate supcrbissima-
meute ec. eoa magnificenzia e pompa in-
crediliile iVì sontuoiissime vesti, e d* altri
ricchissimi ornamenti. E 17. 26. Era so-
pra modo miserabile ec. quella città f di
3fÌ/ano ) ec. j cosa da muovere estrema
comnmcrazione ec. a quelli che l'avevano
veduta pochi anni innanzi pienissima di
abitatori ec, per 1' abbondanza e delicatez-
za di tutte le cose appartenenti al vitto
umano , per le superbe pompe e suntuo-
sissimi ornamenti , er.
SONTUOSITÀ', SUNTUOSITA', SON-
Tuosri adi:, suntuositade, so.n-
TUOSITATE, e SU.NTUOSITATE. ^-
strattodi So/iluoso,e Si/ntuo.to. Lat. iiixus.
Gr. Xaiii-npo'xti;. .-ign. l'nnd. 36. Dipigne-
re la loggia, comperare gli arienti, volersi
magnificare con pompa , vestire con sun-
tuosit'a. lìut. Superbia ec, se b in edificii,
o in moltitudine di case, o in grandezza, o
suntuosil'i . Capr. liott. 8- 171. Volendo
riprcntierlo di troppa sontuosità ec, gli fu
risposto da Leone, ciò essere stalo quando
i Re guardavano le pecore.
SO.NTUOSO, e SUNTUOSO. JJd. Di
ffraritle spesa, liicco. Lat. sumphiosus. Gr.
AauTTCs';. Àgn. Pand. 2. T<e mai vidi ec.
una spesa fatta sì grande , ne sì suntuo-
sa, ne tanto magnifica, eh' ella non sia da
molti per molti mancamenti biasimala. /4r.
I^ur. 7. 20. Qual mensa trionfante e son-
tuosa Di qualsivoglia successor di Kino ec
Totria a questa esst-r par? Fir. As. 322.
Menlrecbè il mio guardiano era intento
con ogni diligenza ad assettare il sontuoso
letto ce , io feci buona deliberazione ec.
ir Buorì' Fior. l^. 2. 7. Vasi di profumier,
])achccbe d'orafi. Drapperie suntuose, se-
misvolle Da' ciUndri intìorati, ce. CJ9; /■'/V.
/''//. Calil. 83. Il .suo corpo fu condotto
ec con pensiero d' erigerli augusto e son-
tuoso deposito in luogo più conspicuo di
della chiesa. (C)
* SOPERBIA. V. A. Superbia. Lai.
siipcrhiftj fastiis. Gr. UTTfiiJiya'vcta. Coli.
Ab. Isaac, cnp. 12. Siccome la grazia s'ap-
prossima all' umiltà , così 5' appressimano
alla soperbia li casi che conUistano 1' uo-
mo. (') /'V. Giord. 236. Prima s' inco-
rominciòe 1' avarizia in Cain, poi vennero
le carnalitadì j poi venne 1' idolatria e la
.soperbid, e tutti i mali. (I')
* SOPERCHIAMENTE. Avvcrh. So-
perchici'olmcnte , Con soperckianza . Lat.
tmmodice . Gr. Óttc^/jlsvw; . // 7'ocabol.
nli.t K-occ DI SOPKHCniO. (•)
SOPEUCHIAMKNTO, e SUPERCHIA-
MENTO. // .topcrcbinre , Soperchio , So-
prabbondanza, Superfluità. Lat. /tixuries ,
/uxus, profusio, rcdundantia. Gr. aswTi'a.
Albert, cap. 38. Dunque non dei seppellir
la pecunia, ma de'la usare non a soperchia-
menlo e a diletto, ma ad ulilitade.
t SOPEnCIIIANTE, cSUPERCHIAN-
TE. Cbc soperchili, Cfif/'t sopvrchierù; Lat.
contitnieliosus. Gr. TtJeavsxrifj;. Ott. Coni.
Jnf. C). |5(). Il sopercliiante vutile torre al
ricco la sua .sposa; quelli il ritiene , e in-
ratena I.1 virtù , volendo il sopercbiaiile
liberare, e regolare ec.
SOPLItCniANZA, r SUPEnCUIANZA.
Superfluità, S^'pritbbondauza. Lai. rcdim-
dantia. Gr. «f^lioii'a. ^f. Aldobr. P. A'.
20^- Quando nelle predette quattro parti
si raccoglie alcuna sopcrchianxa, ù "I poiià
nomo sapere per gì* infrasrrilli *ej;ni. Coli.
SS. Pad. Per sfiper«lii;mr.i di cuore sarà
trailo a coso impossibili, e non considera-
te. Vit. Crisi. Abbiendo da vivere e ve-
stire scctmdo la convenevole necessità , e
non a soperdiiania . Zibald. Aitdr. lao.
Quando vi si raguna alcuna &o]ierchianta,
i^ì II» potrai saper per ^1' lufrascrittt segni.
f §. Per Soperchieria . Lai. conlume-
Ha. Gr. ufipi: . A'or. nnt. 54- 9- Erano
stali biastemmiati, e gittati loro i torsi e '1
fango , e minacciati , e fatto loro in quel
giorno molla %illania e iopfrcbianza. J.i*'-
AI. Tu metti ^iilu in superbia e in s*q>er-
chianza, e in dispeltare gì' Iddìi e gli uo-
mini. Giambon. Mis L'om. l5o In quelli
di peiirà tutta l'umana generazione, e spi'-
gnerassi la superbia delle genti, e abbat-
terassi la suptTihianza de* forti.
SUPERtlllARE , e SUPEHCIII ARE .
Sopravanzare. Lai. rcdundare , superara,
su perahu ridare, superflurre . fir. Tt) sOV£-
rrerv. l'ant. InJ. 19. Fuor della bocca a
ciascun soperchiava D' un peccator li piedi.
E 23. Che giace in cn>la, e nel fondo so-
perchia. Pass. 358. Quando soperthia nel
corpo quello umore cbc .-.i chiama flemma
ec. , i sogni sono corrisjiondenli a «[uella
qualità ( cioè, soprabbon<la, r predomina).
j\'ov. ant. 29. 1. IWa tanto non si soprappose,
che dispeDdendo e scialacquando il sut>, gli
anni sopravvennero, e soperdiiolli tempo,
e rimase povero, che avea lutto diapeso .
E num. 2. Contò tulio lo cavaliere, come
gli era incontrato, e come il tempo gli era
soperchialo, e avea tutto dispeso.
*t S- *• P^^ f'"^ soperchieric . 1 at. con-
tumelia afficcrc, afferre iniuriam. Gr. uo£i-
Ciiv. G. C. 6- 2. 2. Gli ambasciadorì di
Firenze funino alla prima soperchiali e vil-
laneggiati dalle persone ec. E num. 3. Scri-
vendo eglino a Pisa, come erano stati so-
perchiati e vergognati da'Fiorentini. J'arch.
Ercol. 69. Soprafi'are, ovvero soperchiare di
parole, o altri tali, non mi pare che ab-
biano quella forza ed energia ce, che bra-
vare .
§. II. Ter Vincere, Superare. Lai. vin-
cere , superare. Gr. vixàv. C. f. 7. 6. 4-
Della quale (zuffa) i Saracini furono so-
perchiati. /'.* 8. 01. 4" Quando i su(»i peccati
soperchieranno i miei , io tornerò in Me-
lano, Bocc. nov. 8. 2. D' avarizia e di mi-
seria ogni altro misero ed avaro , che al
mondo fosse, soperchiava. E nov. 84. 2.
Come la malizia d' uno il senno soper-
chiasse d' un altro , con grave danno e
scorno del soperchiato . l'tt. S. Alargli.
1.'53. Tu, Margherita, mi vincesti ec. , E
la mia fona soperchiasti . Fir. Disc. lett.
325. Se già da lri>ppa audacia egli non si
lascia superchiare.
SOPERCHIATO, e SUPEnCTITATO .
Add. da Soperchiare , e Supcrchiar-ej So-
pravanzato , Fiuto f Superato, fìocc. nov.
84- 2. Con grave danno e scorno del so-
]icrchiato. AI. /'. 2. 7.'>. Vedendo i Vine-
ziani rotti e soperchiali ìn quella guerra
da' Genovesi. * .SViA'. ^t'icrr 1.2. 12. E
dalla 'nvidia e non poche fiale superchiala
r autorità. fV)
§. Per Ingiuriato. Lat. iniuria ajfectus.
Gr. u)9pt9Sfi'«. G. F. 8. 116. I. Quando
volea r uno . non volca 1' altro , che si
lenea soperchialo.
t SOPKHCIilATORF.r SUPEUCIIIA-
TORE, l'erbai, ma.^ic. Che, o Chi .toper-
chin, o superxhia.
SOPERCHIATRICE. e SUPERCIIIA-
TRICE . Ferl>at. frmm. Che soperchia .
Tac. Pai'. Ann. 2. 4^»- Con libertà non
minore poscia si richiamò di Urgidania ,
gran favorita d' AgUsta. perciò delle leggi
superchialrice ( i/ test» lat. ha.- quam su-
pra legi-s amicitia Auguslae alluler.il )
SOPERCIIIFRIA . e SUPERCIIlEnrA.
Ingiuria fatta altrui con vantaggio , Fan-
taizfzio o/traggio.to . Lai. contumelia . Gr.
u^pti. l'arih. Fnol. 13. E* si vede pure
eli* e* soldati , che fanno tanta stima dell'
onore, quando sono «flesì , o ingiuriali con
soperchieria , cercano con sopcrcliieria di
vendicarsi. E Stor. 8 187 O perchè gli
ditpinccsicro le soperrhienc che faceva Già*
no a chi poteva manco di lui. Bern. Ori.
1. i4' 2. Di&piace poi sopra ogni villania ,
Ed agli animi nostri assai più pesa Quella
eh' è fatta con superchirria A gente che
non possa far difesa. Car. lett. |. 102-
Ha bisogno che sorga costì un uomo da
bene , che per misericordia non gli lasei
far soperchieria.
•f SOPERCUIEVOLE, e SDPERCUIE-
VOLE. Add. Soprabbondante, Eccessivo.
Lai. supervacuiiy , siipervacaneus . Cr-
Itipizió^. Pass. ijjg. Tante volte si com-
mette (il peccato veniale ) , quante 1* a-
nmia, più che non e mestiere, con Ta-
ghezza, e con soperchievole piacere dì-
mora nelle creature , amandole. Pant-
Conv. III. Questo amore, nell* uomOroas-
siniaiuante. ba mestiere di ri-Uore, per la
sua soperchicvob- operazione nel diletto.
Cr. 4- l3. 9. Acciocché '1 vino più ma-
turo e potente si faccia , e la niperchie-
vole umidità consumata duri più, e sia
di migliore odore. E cap. 16. I- Si ta-
glino le radici superchievuli, le quali avrà
prodotte la stale. E II. 4^- > ' dolori
avvengono a* cavalli ce. per ventosità er.
nata jter viscosi umori, e ftupercbicvulc
roder d' orzo.
§. Per Soperckiante , Soprastante, Ol-
traggioso. Lat. iniiiriosus, contumeliosus.
Gr. J^pf.rtxo':. I.iv. AI. Acci(»cchè tu
non traligni dal tuo legnaggìo, il quale e
tanto soperchievole e superbio. Filoc. 4-
X02. Lascia ornai le soperchievoli ofTese ,
e perdona il disavveduto fallo alla inno-
cente giovane. Pass. 236. Dicendo pa-
role villane, ingiuriose, oltraggiose, o so-
perchievoli. * Jiuon. Fier. 2. 2. 6. Quant'
io scendea Risjtetloso al suo dir, lant' ella
in allo Saliva superehievole. (C) Salvia.
Di.fc. 3. 3o. Per ammendare il difetto
degli uomini troppo vantaggiosi e soper-
chievoli, che della naturai facoltà s* abu-
savano fuor di misura. (I\')
•t SOPERCHIEVOLMENTE, e SC-
PERCHIEVOLME.NTE . Awerb. Con
soper-chianza , Eccessivamente- Lat. vehe-
menter. Gr. coò^poc. But. Ognuno alibi
in dispregio tanto avanti , cioè tanto so-
percbirvolmente . Pa.t-t. 263. Il quarto
grad<i (dell'umiltà) e tacere ìnsino che
1' uomo sia domandalo ; ed è contrario
.1I quarto grado della superbia , che si
dice iattanzia, per la <]uale altri favcUa so-
percliievolmenle vantandosi.
SOPERCHIO, e SUPERCHIO. Sust.
Che avanza. Che è più del bisogno. So-
prabbondanza, EccessOf Avanzo. Lat. re-
dundantia,excessus. Gr. irc^isoct'a. Dani.
Inf. 7. In cui usa avarizia U suo super-
chio (cioè, la sua maggior forsa, e pote-
re) . /''li. Per r orribile, soperchio Del
j'UEZo che *1 profondo aliisso gilta. Sen-
Pist. 90. Fu trovalo per soperchio, e per
lussuria il segare del legname diritto a
linea. E Ila. Glorifìcansi «piando la gente
parla de' lor soperchi. iV. I'. 7. l4- I
f{uali tulli si mo!ktraroni> allegri, stimando
clic non gli dovessono jiiendere. cono-
scendo il soperchio. Buon. rim. (^. Se
il men riempie e 'l mio soperchio lima
Vostra pietà, qual penitenza aspetta Mio
cieco e van pensier se la disdegnai
g. I. In pro\trlno : Il .coperchio nom-
Ite il coperchio j r vale, che Ogni troppo
e troppi-I. Ogni eccrsso è biasimci'oIe.htX.
ne quid nimis. Fior. ì'irt. A- Al. Ari-
slotUe «lice : Ogni troppo torna in fasti-
dio, e ogni soperchio rompe il coperchio.
J'nryh. i.ez. Così diciamo ancora noi so-
stantivamente il soperchio, e significa pro-
priami-nle quello che avanza, abln^nda. «t
e di pili ; onde usianiit volgarmente un tal
pn»verbio , trailo per ventura da qursi.i
verso: Il soperchio rompe il coperchio.
§. II. Ver Soprrfhieria, Oltraggio, l al.
S O P
iniuria, eentumeiia. Gr. v^^t^. C /'. II.
6l. 2. L' AvToparo dì Trevigi per sopt-r-
chi riceTUti si ruln'Uó ila n»e^it■r Mastino.
* CroRÌehett. \S!^. Difdfii U primo Gon-
falone della giustitia , e questo lue per
molti soperchi, che lacevano i grandi. (C)
SOPERCHIO , e SUPEKCHIO. Jdd,
Che è a so pr abbondanza , Troppo ,
Eccessivo. Lat. supen-acnus , stipervaca-
neus f vehcjnens. Gr. Ttspiooo'^ , Ofo-
ipo'^. £occ. no^^. 80. l. Ninna >e n*
era , a cui per soperchio riso non fos-
sero dodici volte le lagrime venule in
su gb occhi. C. r. II. 23. I- Furono
tante sop^rchie piove, e gon6amento del
6uUo del mare, chi- tutte case e terre di
quelle marine si disertai u. littam. 2. I.
Questo eh' io »Uco, e le soperchic spese ,
Invidia, cupidigia. Tur cjgione Del mal che
sopra me per lui discese. Tes. Pov. P.
S. cap. tg. Anco la stufa di cenere di
querce dissidvc gli umori superchi. / it.
S. Gir. 20. La soperchia uniilitatle di non
punire i tìiÌÌ non è MTa umillta.
SOPERCHIO, f SUPEFCHia Jvvcrb.
Troppo. Lat. nimis. Gr.TTEpisow;. ISocc.
nov. 58. 3. E tanto, oltre a tutto questo,
era altiera, che se stata fosse de* KeiJi di
Francia, sarcMic italo soperchio, i ir. As.
25. A quegli uomini, i quali hanno man-
giato e bevuto superchio, par poi la notte
vedere ì miracoli.
g. Vi coperchio. Ved. DI SOPERCHIO-
't soperchiti'. SOPERCHI! ADE,
< SOPERtUITATE. / . A. Sopvnhaii-
.irt. Su per/1 li itti. JJoez. C. S. 43. E vero
è questo detto: coloro avere bisogno di
molte cose che molle cose posseggono; e,
per contrario . di piccolissime chi l' alibon-
danza sua con necessità di natura , non
con soperchila di larghezza miiura. ^ Lib.
Sen. 1 irt. |i). Se tu ami La contìiienzia
taglia , e rìcide le soperchila , e li tuoi
diuideru in distretto luogo costringe. ( Cj
SOPIRP. Beprinure, Attiitarf, JiH'
morzarv. Spegnere, liinluzzare. Lat. sopi-
re, Gr. j'KTa/oi^i'ZstD. 3 ass. Cer. 2. 5(6.
Sotto il silenzio de' secreti orrori Sopìan
gli afi'anni, e raddolciano ì cori. ^ 1^ 7.
3. M sonno ec. Sopì co' sensi 1 suoi do-
>opi
lori , e 1' ab Dispiegò sovra lei placide e
chete . fCj Impcrf. Tim. D. l3. T. 8-
471' Egli è assai agevole a sopire la vo-
stra diAìcollà. i F)
SOPITO. Jdd. da Sopire. Lat. sopi-
ttis. Gr. xaTajtoi^ia^ei';. Hut. ! urg, 18.
I. Come '1 fuoco, quando s' accende della
favilla eh' è sopita nella cenere. Ar. Fur.
8. 72- Gli raccende nel coie, e fa piti ar-
dente La Gamma, che nel di j>area sopita.
§. per meta/. Star. Tur. 6. 142. As-
ietlate e sopite cosi le cose Ira questi due
Re. si partirono subitamente (c/oè^ acquie-
tate, sedate ) . Sti^g. nat. esp. 230. Stro-
finata f l' ambra) su' corpi di superficie
liscia e tersa ec, rimansi luttaMa sopita ,
e non spira ( cioè, priva di virtù ) .
SOPORE, r. /. Sonno. Lat. sopor ,
somnus. Gr. wTtvo^. Po/iz. st. 2. 18. E
mentre stanno involti nel sopore, Pare a'
i iovan far guerra per amore.
•+ * SOPORIFERO. / . X. Jdd. Che
induce sopore. Sonnifero, IS'arcotico. Cor.
En. 6. 620. Allor la saggia maga. Tratta
di mele e d' incantate biade Una tal so-
porifera misturai. La gittò dentro a le bra-
mose canne, (ji)
« SOPOR060. Jdd. Soporifero, Che
ha sopore. Corsin. Torracch. 9. 29. Onde
le soldatesche, in fra i boccali. Della ru-
giada al temperato gelo, E della piena al
rauco mormorio, Cbiuscr le luci in sopo-
roso olildio. (/fj
SOPPALCO. Palco fatto poco sotto '/
tetto, per difender le stanze da freddo e
caldo .. o per ornamento. Lat. subfxum.
S O P
Toc. Vav. jinn. 4* *03. Sofiìccansi i tre
senatori, con laido non meno che tradito-
re nascondiglio, tra *1 tetto e '1 soppalco,
e porgon l'orecchie a' buchi, a' fessi ^«yui
il Testo lat. ha laquearia).
SOPPA^^ARE. Metter soppanno, Fo~
dcrore con soppanno. Lat. subsuere. Gr.
UTlf i'oaTTTS'S. Qiiad. Coni. Per panno li-
no giallo, per sopp^mnare la giubba rin-
vergata. Pellinc. son. 280. Perchè tu mi
soppanni un po' quel boto. Serd. Stvr.
Jnd. i5. 6l4- La soppannò di dentro di
dommasco, e di fuori la coprì di teletta d'
oro.
•f §. Per simiìit. Peni-. Celi. Ortf.
144* L"n uomo poteva entrare dentro nel-
la manica , la quale era soppannata e ve-
stila d'asse dirillissime.
SOPPANNATO. Add. da Soppannare.
Lat. subsiitìis. Gr. uTtffl'pa/iyevo^. / arck.
Slor. 9. 265. Il qual lucco i più nobili e
i più licchi portano ancora Ìl verno , ma
o foderalo di pelli, o soppannato di vel-
luto, e taI\olla di dommas^o , e di sotto
chi porta un saio, e chi una gabbanella ,
o altra ve^licciuola di panno soppannala,
che si chiamano casarche.
^. F per siiJii/it. Sagg. nat. esp. J2.
FgU è un tronco di cono foimato di su-
ghero per di dentro voto e impesciato e
per dì fuora soppannato di latta.
3 SOPPANNO. Sìist. Qi.clla tela ,
drappo, o .41 tra simil materia , che si
mette dalla parte di dentro de' vestimenti
per difesa, o per ornamento. Fir. Piai,
beli, donn, 1\Zd. Avvegnaché queste parti
si possano aiutare colle l)anil)Uge, e co' sop-
panni, e, per dirlo ad un trailo, colla in-
dustria del sarto ; nondimeno ec. Ulalm.
12. 36. Di certe toppe , scampoli e sop-
panni Torsi d* impaccio voUe.
!l= g. £■ fgitralam. « Lelìinc. son.
i56. Sentenze da soppanni, u feiravec-
chi » . (N)
SOPPA^NO. Jvverb. Aotto i panni.
£occ. nc''. 'jC). 4' Avendosi tutte le carni
dipinte soppanno di li\Ìdori.
SOPPAìSARE. Pivenir quasi passo, o
mezzo asciutto. Lat. flaccescere. Cecch.
Corr. 4> 9- Rimuri II muro, e si soppassì
la calcina.
SOPPASSO. Jdd. Quasi passo , Tra
passo e fresco, Mezzo asciutto. Cecch.
Correa. 4- 6- E the 'I muro saia cosi sop-
passo. Penv. Celi. Oref Sa. Cosi soppasso
e caldo cadisi il lavoro del fuoco. Ji II2.
Come io la vcddi soppassa, e ritirata per
la grossezza di uu dito ( qui parla di una
figura di terra j .
SOPPEDIANO. J Cd. SOPPIDIANO .
SOPPELLIKE. ; . W. Seppellire. Lat.
sepclire. Gr. /«TafiaTiTEi^- Micord. Ma-
lesp. 143. Il corjio di Federigo fece por-
tare a soppellire onolevolraente. / it. S.
Ciò. Pat. Ed ecco the se ne portarono il
corpo per soppellirlo. ì it. SS. Pad. i. 7.
Fc questo non mi concedi, morrommi al
tuo uscio, e almeno mi soppcllìrai poi cb'
io sarò morto. Cronichett. d' Amar. gfi.
Poi soppellirono Giulio Cesare a grandis-
simo onore.
.'^OPPELLITO. /'. j4. Jdd. da Sop-
pelli/e. Lat. scpultus. Gr. TOfSi'^. Pit-
lam. 6. 4- Qui^i , mi disse, o* e fu sou-
pellito Quel gran Roman , ec. / it. S.
Gir. 5. Nel qual luogo, eempiuti anni
novanta e mesi sei della sua vita , fu sop-
pelbto.
* SOPPELO . Term. de* Macellai .
Taglio di carne, che è Quella punta che
sta attaccata alla spalla. (Jj
SOPPERIRE. Supplire. Lat. supplere,
opitulari, satisfacere. Gr. £/:r>T;^ou"4,
^oy.Oi"; , a3a:r)r,^u j . Cron. Morell.
248. Non perchè et si sentisse avere val-
sente da potere sopperire a ciò. E altro-
SOP
J253
ve : Nondimeno con buono prorredimento
ec. sopperì a tutto. Jmbr. Furt. 1. 1. Che
s' ha a fare ? sopperiremo col tenerla he-
ut-, e col falle vezzi. J'arch. Stor. Q.
23o. E gli altri sotto la medesima pena
dovessero sopperire a quanto mancasse .
Lib. Son. i3o. lo taglio a due, e soppe-
rii- non posso. Scrd. Stor. 7. 260. Non
potevano sopperire a far le guardie.
SOPPESTARE. Lat. leviter tumlere.
Gr. ett" o)t-/ov a)oàv. Piceli. Fior. 88.
Il soppestare è rompere in parli grossttte ,
e non ridurre in polvere, come nel pestare.
SOPPESTATO, e SOPPESXO. Jdd,
da Scppestarej Infranto, Alquanto pesto.
Lat. leviter tusus. Pallad. Cena. 21. Met-
tivi tre staia di granella soppeste di niorliiic
( il testo lat ha : expressis niyrti granis ).
Ped. Oss. an. 66. Si nulritbino in quell'
•erbe ed in quei fiori soppesti.
DOPPIANO. Piciamo Vi soppiano, po-
sto avverbialmente, e vale lo stesso che Sot-
tovoce. Lat. submissa vece. Gr. ziyr,. Puon.
Tane. 1. 1. Io giunsi giù da Mensola in
que' greppi Due che ne cicalavan di sop-
piano.
•f SOPPIANTARE. Mettere sotto le
piante de' piedi. Mar. S. Creg. II. J). Sop-
pianta, cioè a dire atterra, o^ve^o si mette
sotto i piedi i reggenti. ;^ Fr. Ciord. 161.
il seme della parola di Dio sarà soppian-
tato e conculcalo f in questi due esempii
figu rafani. ;. ( l'j
t §• ^<''" Ingannare . Lat. supplantare .
Gr. ti-03/.£).i'^£tv. Jlhert. cap. i3. Se tu
li sarai mestiere , soppianteratti , e sorri-
dendo li darà speranza, e narrandoti li suoi
beni li diceià: the l'è mestiere? Med. Arb.
Cr. jz. Con lutto tiò non si ritrasse il mi-
sero della malìzia sua, ma brìgossi di sop-
piantale il dolce maestro.
SOPPIATTARE. Nascondere. Lat. oc-
culere, occultare. Cr. kÌììTteiv, cuyzaii/-
TiTSiv . Puon. Pier. 3. 3. 2. E sappia-
mo Pur soppiatlarci , e quattro giorni iu
chiusa.
SOPPIATTATO, e SOPPIATT O. Jdd.
da Soppiaf fare. Ldl. celatus, occullus. Gr-
/e/«)-Uf*jU='vi:>4, xfJato:. J al. Ài' ass. Con
soppialla cagione gli tirò là dove egli vo-
b-■^a. Tac. Lav. Ann. i. 3. Non aver pure
in quelli anni , che egli stelle al confino
di Rodi ec. , altro mai, che ire infinite e
soppiatte libidini mulinato.
g. I. Vi soppiatto , posto avverbialm. J'.
DI SOPPIATTO.
'i' §. II. porsi in soppiatto, vale Nascon-
dersi , Agguatarsi. Imperf F. Tusc. P).
9. T. 2. 3. In veder di lungi venire si no-
bile brigala, eranii posto in soppiatto per
osservare che egli erano. {F)
SOPPIATT 0^ACC10. Peggiorat. di
Soppiattone. Cecch. Fsalt. Cr. 5. 1. Io t'
bo Conosciut* affati' or, soppiattonaccio.
•f SOPPIATTONE. Vicesi di persona
simulata, 0 doppia, che non dice la cosa co-
me ella sia. Lat. homo tectus , occultus.
Gr. v'vi.'p xpCciOi,. ì arch. Ercol. 72. Tali
persone , che non si vogliono lasciare in-
tendere, si chiamano coperte, segrete, e
talvolta cupe , e dalla plebe soppiattoni .
Cant. Cam. Olt. 21. Questi altri soppiat-
ton , peggio vestiti , Son quei e' hanno i
danari oggi adunati ; E t^ , che non ha
pan, veste broccati, ec.
SOPPIDIANO,SOPPEDIAN'0,eSUP-
PEDIANO. Spezie di cassa bassa, che an-
ticamente si teneva intorno alletti. Lai. sup-
pedaneum, pcdum scabellum. Gr. i^ircilo-
(Tiov . Cr. 5. 18. 6. Del suo legno ( del
noce ) si fanno ottimi scanni, e beUi sop-
pidiani, e durabili. Pocc. nov. 72. l5. E
andatasene al soppidiano , ne trasse il ta-
barro. / 1/- S. Margh. 141. Ricolse le re-
bquie di santa Margherita ec, e misele in
un bellissimo soppidiano di pietra ec. . ìl
123 ^
s o P
s o p
s o P
, quuic soppidiano era pieno di grandissimo
odore. Gitid. G. E trovando molte armi,
*-• grande qtiantilade d' oro e d'argnito ne'
loro soppidijni, n^rii c'<»a tolsero. Paiuff.
\ III fui già -sopitcdiano , o or soii casso.
^!ll. M. Poi. 1*01 tolgono l'ossa, rìpongonle
in soppidiano, o tu casse. Tue. Dav. Poxt.
!\S%. Non per ubarla , ma per isciorinarla
\\\\ (lalto, e trarre questa \qc^ del suppe-
diano dell' anticliità i qui per sitnilit. ).
•t*SOPP!EOAKE. Itipie^ftr per fli sot-
to. Sa/l'in. Ilind. z\. 366- Eil insieme cui
^iogo anco ne trassero II giogal laccio di
I>en nove cullili ec, , poi per ordine Giù
legaro, e la pnnla soppiegaro. (.^j
SOPPOUIIR. Mettere, o porre sotto.
Sottoporre- I-at. supponerc. C,t. jTorc^é'-
v«i. Pass. 6t). San Domenico veniva dall'
altra parte, e soppnnendo I' omero, la rite-
neva e rilevava. f*allad. Marz. -iS Se le
mole criepano, sopponi una pii^ra alle ra-
dici dell' arliore . t'r- (). 8.^. 1. Quinflici
Uliva di fagiano una nutrice cuopra . e 1'
altre fieno di generazion della gallina. In
sopporgli, la luna e '1 ili si cunsideri.
§. I. Per Porre .totto /' altrui dominio ,
Par sii^getto . T.at. siihiicere. Gr. ùrto^v.X-
isiv . Lnh. l63. La qnal cosa (d'esser
itiitì /' uomo a signoreggiare ) nel nostro
primo padre ultimamente dimostrò cului il
quale poco avanti l' avca creato, metten-
doceli tutti gli altri animali dinanzi ec, e
alia sua signt)ria sopponendogli.
^fi §. II. n neulr. pass, l'ass. Oer. i. .'J3.
E perchè duro Fu il giudicar di sangue e di
virtule , Gli altri .sopporsi a lui concordi
Turo , Che avea più cose fatte , e più ve-
dute. (Bj
§. III. Supporre il parto, o simili, dicesi
del falsificar/o , facendo credere, o dando
per suo l' altrui figliuolo , Lat. suppnnere .
Maestruzz. 1.67. Che dee fare la donna
che lia 6glÌuoli di adulterio, ovvero si sop-
pone r altrui figliuolo?
!l' §. IV. S'opporre a pena , vale Assog-
gettare a pena. Chiahr. rim. 2. l\\. Scusar
.Nuolsi r errore , E non suppursi a pena
Quando ad errar ci mena Grand' iinpetu
d' amore. (C)
SOPPORTABILE . Àdd. jlito a snp.
portarsi. Lat. tolcraìnlis . Or. avizrc's .
Segr. Fior. Stor. 3. 6". Venivano ad essere
ie offese ai nohìli più sopportahili . E 8.
3l3. Per la sua prudenza ridusse ogni cosa
.1 termini sopportaliili.
t SO PPOUT AMENTO. // sopportai^.
Lat. tolerantia. Gr. uTrojiiovy/. Olt. Com.
Inf. 12. 228. Cliiedegli la scorta a due alti,
a guida, e a snpportamentfi.
3 SOPPORTANTE. Che sopporta. Lat.
tvquo animo fercns . Gr. »(a).w; fipwj.
Pnrcft. Stor. ^. 75. In detto haUelIo si
roinprcndevano tulli i cittadini, le graveue
supportanti .
*t '■' §• Sopportante, inforza di sust. ,
dicevano i Fion'ntini Quegli che era de-
scritto ne' lihri delle det:inie, e ne pagava
le gravezze. •< l'ardi. Stor. 3. 08. Gli
aiutatori di Firenze ec. sono di due maniere
•Ncnza più; perciocché alcuni sono a gravezze
in Firenze , cioè pagano le decime de' luro
Jieiii. e Mino dcNcritli ne' lihri del Comune
di Firenze, e tpiesti ^i chiamano Soppor-
lanti. Alcuni altri non sono a gravezze, ne
descritti nel liliro del Connine, perchè tum
pagano le derime, nn altre gravezze ordi-
narie , e questi si chiamano Non suppur-
(anli. i quali perciocché vivono perlopiù
delle braccia, ed rssercilauo arti meccaniche
<! mestieri vUissimi, chiameremo Pleheì. E
appresso : I .topportaniì sono di due ra-
gioni , perciocché alcuni pagano hcne le
gravezze, ma non godono gih il hencfiiio ,
ec. (A)
•f SOPPORTANTISSIMO Suj^rl di
Sopportante Sctir Fior Pr cap. ij) An-
tonio ec. aveva in se partì eccrllcntisMinc,
che lo facevano ammirahile nel cospetto de'
popoli, e grato a'soMati, ]ierchc era uomo
militare sopportantis^inio d'ogni fatica, ec.
SOPPOlirAHE. Sofferire, Comportare.
Lui. ferre, .tufferre, pati, tolerare. Gr. p;-
(?ÌlV,Uor7);Stv,yT5p!;5eiV,yffO//«V£t7. /'rtjj.
I<)2. E come egli vuol essere sopportato ne'
suoi difetti , coaÌ dee sopportare i difetti
altrui . Pist. S. Gir. Per la quale virtù
si sopportino le cose contrarie , e quelle
cose si prendano per comodità , che si
chiamano avverse. Fir. As. 3lO. ftc po-
tendo il huon fratello sopportare il grie-
ve dolore che egli si aveva preso della
cHeralissima morte della povera giovane
sorella , ec.
g. I. Per Reggere, Sostenere. Lat. su-
stinere . Gr. pctirUCtiv . Zifiald. Andr.
l^y- Ercole , riposandosi Atlante , si dice
clic it detto cielo sopportasse.
'■• g. II. Per Concedere , Esigere. Segr.
Fior. Ir. 20. Konilimeno io parlerò in
cpiel modo largo che la materia per se
medesima sopporta. (C)
g. 111. Sopportare la spesa, vale Met-
tere il conto, .Salvare la spesalo l'incomodo.
Geli. Sport, ,'j. ^. lo l'ho hestcmmialo mil-
le volte . tanto mi son punto e guasto le
mani a cavamela. Oh ! pure e' sopporta la
spesa, u' l'anh. Frr. Giov. 5o. Del Ca-
rafulla non voglio dir niente, pt^rchc non
sopporta la spesa , ne fu vero quello che
egli dice. (C)
SOPPORTATO. Add. da Sopportare.
Fr. lac. T. !\. 2|. io. Pena presa e soppor-
tata Nella vita del peccato. Leve cosa è re-
putata .
•f * SOPPORTATORE . Ferhal.
ma.fc. Che , o Chi .sopporta . Palm. J'it.
Civil. Uh. I. pag. 33. (Milano l82.'5) So-
pra ogni età si conviene ammonire i gio-
vani, acciocché s'avvezzino ad es>ere pa-
zienti alle ripreniiioni, delle quali sono co-
munemente aspri sopportalori. (A)
* SOPPORTATRICE. Ferhal. femm. Che
.■sopporta. Lai. tolcrans. Gr. irj tf.-iV/op.itXi.
Sega. Polii. 2. ()6. Siccome intervi-nne in
Sparia, dove il dalor di legge volendo far-
vi la città sopporlatri(<' deUe fatiche, è ma-
nifesto che negli uomini e' vi consegui que-
sto fine j ma i-c. (*)
SOPPORTAZIONE. Sopportarne nto. Il
sopportare. Lat. tolerantia. Gr. avoxi' ■
Agn. Pand. 71. Se pure alcuno con su-
perhia e alterigia vi volesse sovrastare ,
cessatelo ctm pazìenzia e sopportazione .
Cap. Impr. 5. L'abito di nostra compa-
gnia sia un' artelluosa e cordiale dileziti-
iie. e laudabile sopport.azione, secontlo che
dice l'Appostolo. D. Gio. Celi. lett. 21.
Seguitando la vostra dottrina , a soppor-
tazione di tanti dolori.
g. Con sopportazione . si dice per Chie-
dere scusa, o ticcnza avanti di nominare al-
cuna cosa schifa, 0 .rozza. Lai. pace alitu-
ius. Itfatt. Franz, rim. hurl, 2. io5. Im-
pacciasi coi vecchi volentieri (Questo dirò
con lor sopportazione ) Assai più che gli
iirchiali, e che i brachieri . ì'arch. Lcz.
2I(). Non voglio mancare, con buona pa-
ce e sopportazione di amendue le parti ,
di dire lilieramenle la sentenza mia circa
questa dubitazione. Itern. rim. I. 118-
Sia con supporl.iziiiue. Lo dirò pur
SOPPORTi:\ OLE. Add. Alto .1 .<op.
portarsi , Comportevole . Lat. tolerahilts.
Gr. av£XTe';. lìemh. Asol. |. (ìj). Il suo
cuore a mille morti di non sopportevoli af-
fanni sempre rinnuova.
* SOPPORTO. Tolleranza. Tac. Dnv.
ì'it. Agr. 3c)3. Fece benedire per nìillo vol-
le la pace. la quale, per Lracurania, o sop-
porto di governatori passali . spaventava
più che in guerra (il lat ha lolcriin-
ha ) (J'J
SOPPOSITORIO. Le .flesso che Sup-
positorio. Lai. suppositoriiim, glans. Gr.
SOPPOSTA. Suppo.*ta Lat. 'suppo-
sitorium, glans. Gr AaÀwvo; lìurch. i
52. E fare al culi&eo una luppo^ta. Hicvlf
Fior. Sono le infusioni ce, le cure , 1 nessi,
o sopposte.
SOPPOSTO Add. da Sopporrej Sup-
posto . Lat. suppositus . Gr. uTOTesei'i -
Frane. Sacch. rim. 8- Cosi, ansi eh* Ìo mo-
ra, vedess' io Pur te wtpposto alla tua cm-
deltale. Aniet. 17. Di misurata luDghnza
e di altezza dicevole vede afiUato surgere
r odorante naso , a cui, quanto conviene!,
soppusla la bella l>occa , di piccolo spazio
contenta, ce. fìemh. Asol. 2- 125. >è la-
scia di veder la supposta bocca, di pirriolo
spazio conlenta .
g. Parto sopposto, dice.ti di Parto fal-
sificato, con prvnderv occultamente fanciul-
lo nato rf" altra femmina. Lat- suppositut ,
hypoholimtrus . Gr. WTTOoo/i u-wr»;. Stcr.
Lur. ^. 86. E così pensava il re Ugo di po-
ter far credere a' popoli che Guido e Lam-
berto non fussono suoi fratelli . per noti
esser nati di donna Berta , ma sopposide
Solamente.
SOPPOTTIERE. Affannone, Prosun-
fuoso di sé medesimo. Lat- molilor. Gr.
o/cjxjr/'? . Alleg. 3o\. Rado v' ha chi
del pubbUco s' impacci j Vivon a lil>ertà
circa 'I governo, Rè v' è gran soppotlier.
che se r allacci.
3 SOPPO'/ZARE. .4ffògare, Sommer-
gere. Lai. inergere.
* §. F neutr. pass, n (^m. taf 22- A
quel modo r anitra cacciata dal falroae si
sojipoxza ". (li)
SOPPOZZATO . Add. da Soppozzare s
Affogato , Sommergo. Lat. suhmersus , oh-
r'utus. Gr. ^jfHohtii- Peir. (Jom. ili. Per-
chè non cercarono i Boi di fuggire, mo-
rirono poco meno lutti soppocxati nel pro-
prio sangue.
§. Per meta f. vale ImmerJto. Petr. Oont
///.Dunque la riltj di Roma di quello lem
pestoso stato di malvagi, nel «[Ual soppoz-
zata stava nel perìcolo, sotto henigoiisimo
principe arrivata a salutevole jwrlo, aveva
levato in allo il capo lungamente soppoz-
zaln nelle Icmpcste.
SOPPRENDERE. Sorprendere. Lai. in-
vadere, opprimere. Gr. x«Ta7rtt?<tv. (.
/'. 11. 112. 1- Gran fortuna di mare gli
sopprese. che gli percosse a terra, e rup-
pono 24 gdee (così nel testo Riccardi J
* E 12. 33. 3. Erano in gran duhlao d'es-
sere soppresi di rappresaglia d'infinita mo-
neta die domandava ec. iB)
SOPPRESO. Add. da Sopprendere. Lai
oppressus. Gr. XKTa:T«:iil»^l»o?- ^'' f
proem. Quasi da ignoranza soppresi . pio
forte si maravigliano. Fiamm. 1. 36. S<q»-
pre>o adunque dalla passion nuova . qua-
si attonita e dì me fuori , sedeva tra I.
donne .
SOPPRESSA. Strumento da soppressarr,
composto di due assi. Ira le quali si pone la
cosa che SI vuol toppret-tarr, caricandola, o
strignendola. Frane. Sacvh. nov. 92. Man-
dalo al cimalorc, che l'asciughi nella sop-
pressa, e che lo cimi Cr. *>. 72. 2. Del
quale si dee tulio '1 sicre icidare, «ccioc-
chi- colla soppressa si rostringa ec ; e «>p-
prcvs.ilo che fia, si lievi via la sopprcw».
* g. per similit Frane. Sac,-fi. nov
Ilo Ef;li erano in soppressa; e perche a -
\essuno voluto, non ne poleano uscire (/'
uno addosvo all' altro ). (F)
SOPPRESSARE. Mettere in sopprtJsat
e si prende anche generalmente per Pigiarr.
o Calcare chcchexsia . Lai. .uipprimerr .
e.vprimere. Gr. x«Ta9T«Ì*«**- *'"■ ^9^;
4. Solamente in sale si soppressmo, e così
si lascin per olio giorni. È p- 7^- '• Snp-
sor
s o P
s o p
prtssato che fia, sì lievi via la soppressa ;
e sì dee spruizare cou &ul trito e ar^u^tito ;
e fatto più dolo , bi soppressi e calchi più
fortcmcDte . Buon. Her. ^. 5. 9. Clic i
mici fior m' lia calpesti , o le mie rose
Gualcite e soppressute.
§. l'er mettìf. Opprrsxarc , Tormenta-
re , Opprinterf . I,at- opprimere. Gr. xa-
TaTTu'Ceiv . ^-ìrrìgh. ^S. Poiché non <iico
IO vero ! Io sono soppressnto con ;il»l)on-
danxa di lamenti . ^^•eti. Pist. ()4- ^\^^ «^i
ha dato a scalpitare e sopraffare tutte que-
ste cose» per le quali noi siamo scalpitati
e soppressati. Lih. Son. II^- Tanto da glan-
de inopia e soppressato. * lioez. 23. Perchè
fortuna lauti affetti vani Versa, soppressLin-
do (^tà innocenti CoD pena meritoria a' pro-
fani. (H)
SOPPBESSATO. Jdil. ilu Soppressore .
Lat. lompressiis. Gr. 7tf:iii-s{J-i'Joe,.v Boez.
87. Per la graveiza della tristizia soppressa-
lo, la memoria perdei { qui metaj. ). (I J
SOPPRESSIONE. Oppressione. Lat.
oppressio, siiffmatio. Gr. xaTa^Ti'iSu. t*'e-
gner. Fred. 1. 3. Vanno a letto in pec-
cato mintale, sema por mente a tanti or-
remli pericoli che d* 1 continuo lor possono
so^raitare ec. da una soppression di cuore,
da un solo animaletto pestìfero che gli
morda . E AJann. Ciiign. 7. 3. Non può
consistere in un letargo , che tutto t* in-
>lupidisca, in un sofl'ocamento di catarro,
in una soppressioQ di cuore 7
SOPPRESSO. Jdtl. da Sopprimere. Lat.
opprcssuSj compivssiis. Gr. 7r£~iS5/>L='vo;.
J/. /'. 3. t). Alibandonato da varii regnicoli,
o già soppresso dallo avvenimento del Pe e
dei suo esercito, fu costretto di partirsi da
Capova (così un buon testo a penna). £uon.
Fter. 4. 2. 3. Vuol dir gola segata. Dir gola
arrandtllata. Annodala, soppressa, ec. E
4« 2. 7. 1 Gemini disgiunti, E soppressala
Virgo, e 6acco il Toro. * Ar. Fur. 18. 164.
Si versan pianti, gemiti e lamenti. Ma
qu.in(o piii ai può cheti e soppres,si. (FP)
SOPPRIMERE. Opprimervi Comulca-
»r , Calcare. Lat. opprimere, conculcare ,
reprimere. Gr. xaTaTTts'^siJ, xaTK^aTsTv,
eTt'z-'"'- * Tratt. J tri. Mor. 12. Miseri-
cordia e che fa lo cuore tenero , e pietoso
verso quelli che sono soppressi di disagio. ^C)
Dani. In/, l^. Che tu da' pit; <li faton già
soppressa. Tac. Dtn\ Ann. l5. 216. La
qual sementa pestifera fu per allora sop-
pressa , ma rìuvcrxiva non pure in Giu-
dea , ec.
*t §. Sopprimere, talora vale Annullare^
Distruggere. T'iv. f'it. Calti. 69. Dagli ec-
cellentissimi Signori riformatori dello studio
dì Padova ec. furono soppresse tutte le co-
pie stampate del libro di detto Capra. E 78.
Per avviso delle quali traduzioni e nuove
puhMtcaziuni de* suoi scritti resto il Sig.
Galileo grand''inenle mortificato, preveden-
do r impossibilità di mai più sopprimer-
fili- (C)
t SOPPRIORE. r. A. SoUopriore. Oli.
C^m. Par. 12. 3o3. Fu fatto nella sua chie-
sa cattedrale canonico regolare, e poi sop-
prìi>re .
SOPRA, e SOVRA. Prepo.sizione c/te
denota Sito di luogo superiore j contrario
di Sotto. Le più volte col quarto caso si
eostniisce , ma pur sovente al terzo .r* ac-
coppia, e anche talora s^ adopera col secon-
do. Lat. super , suprit. Gr. Crcip . Bocc.
nov, l3. ib. Postagli la mano sopra il pet-
to, lo 'ncominciù a toccare. E nov. A6. i-
Presala, sopra la barca la misero, e andar
vìa. E nov. 77. 26. Converrà che voi ec.
D* andiate sopra ad un albero. Fnum.GS.
Comincio a piangere sopra dì lei, non al-
tramente che se morta fosse . J'etr. canz.
Al. 3. Ed alzava il mio stile So%Ta di se ,
dov* or non pori.» gente. E cap. 1. Sopra
un carro di foro un garzou crudo. Pant.
Piirg. 3l. Che pur iovra 1 grifone stavan,
saldi. E Par. 7. Sopra la qual doppio lume
s' addua. E 10. Or ti rinuin, lettor, sovra 1
tuo banco . Fisi. S. Gir. y^m hai lu consi-
derato il mio servo Job, che non è ab uno
sopra la terra cimile a lui , uomo sanza
cirimonia, ec. * Cr. 5. ^8. 16. A quel
medesimo vale lo 'iiipiastro delle rose , e
dell' albume dell' uovo e dell* aceto , fatto
e posto sopra '1 pellignone, e sopra le re-
ni. (C)
t 3 §• I- Sopra, talora vale Oltre. Lat.
prceter, super. Gr. Trefa? , s'-i', tzXìo^
C-Jlip . Pocc. nov. l3. 7. Gran parie delle
loro possessioni ricomperarono , e molte
dell' altre comperai' sopra quelle. E nov.
84- 4- ^ 'deva essere e fante e lamiglio ed
t'gni cosa, e senza alcun salario sopra le
spese. Cas- lett. 63. Sopra le podagre mi
son venute le renelle,
■f P. II. Sopra, talora denota distanza,
e vale Di là da. Lat. trans. Foce. nov. Li.
5. Ben cento miglia sopia Tunisi ce. ne la
portò.
^- §. \\\. Sopra, talora denota Prefe-
renza, e vale J iìi che. « L'occ. nov. LO.
2. La quale un giovanetto ec. amava so-
pra la vita sua, ed ella lui » . ( C)
^ §. IV. Talora accenna Comparazione,
e vale Oltre, Più che, T iù dì. Luì. prae.
» J3occ. nov. l[5. !^.Ti^l a so^rn tutti due gio-
vani assai leggiadri e da bene igualnu-nte le
posero grandissimo amore, pelr. son. I14.
O piacer, onde 1' ali al bel viso ergo. Che
luce sovra quanti il J'ol ne scalda. F l63. E
le chiome ora avvolte in perle e 'n gemme,
Allora scioltc,e sovra or terso bionde » . (C) '
^' S* V. Talora accenna Superiorità di ;
merito, ili liellvzza, o simile. » l'elr. son.
209. Facendo lei sovr' ogni ultra genti-
le >» . Pass. 207. Superbo è colui, il qua-
le mol parere sopra quello eh' egli è. /', ap-
presso: Chi vuol salire sopra quello eh'
egli è, superbo è ( cioè, sorpassare il suo
stato ). I Cj
n' §. VI. Sopra, talora denota Anteriorità
di tempo, e vale Prima, Innanzi. Bemh.
pros. I. 3. E pme è ciò cosa, a cui do^Teb-
bono i dotti Uomini sopra noi stati, avere
inteso. (C)
^ §- VIL Sopra, talora denota Tempo
futuro, e vale Popò, Appresso. AHI- M.
Poi. 80- Da quel die innanzi perdeo sua
terra tutta, e andolla conquistando . e re-
gno sei anni sopra questa vittoria , pi-
gliando molte Provincie. fC)
t * g. Vili. Fcr Subito dopo. Cr. 6.
40. 2. Colui che prenderà il lattovario non
dee dormire sopr* esso, ma si muova in-
contanente che r avrà preso ce. impercioc-
ché suole inducer sofi'orazione. t V )
-•- g. IX. Sopra, talora accenna Di-
ritto. Cecth. Dot. i. I. Potrà la fanciulla
per la conveniente dotazione Andarci so-
pra ( alla casa } . (Cj
* §. X. Talora accenna la Cosa in-
torno alla quale altri e occupata. M- V.
8. 4- f-rano in que^^o tempo i signori di
Milano inlenti con tutto loro isforzo, e stu-
dio sopra r assedio della citlà di Mantova.
lin. Conip. I. l3. Quelli della congiura
falla contro a Giano, essendo sopra rinno-
vare le leggi nella Chiesa d* Ognissanti ,
dissono a Giano ec. {C}
* ^. XI. Sopra, vaie amhe In con-
siderazione di. Ar. Sat. 1. Mi duol di
non l'aver (la moglie), e me ne scuso
Sopra varii accidenti, che l' effclto Sempre
dal buon voler tennero escluso. (C)
* §. XII. Sopra, talora denota Prote-
zione. Fior. Jt. 342. O armeputenle com-
battrice, che se'sopra le ballaglle , vergine
Minerva, rompi con la tua mauo la lancia
di questo ladrone di Troia. (Cj
* g. XIII. Sopra, per Jn Perso, /n fa-
vore. Lat. erga, in. S. Bern-Scrm. Mis. 12.
Dio ce. è benigno e misericordioso ezian-
dio sopra gì' ingrati. (Cj
g. XIV. Sopra, per Contro, Addosso.
Lat- contra , adversus. Gr. xaroc. Bocc.
nov. i8. 3. Ordinarono un grandissimo
eserciio per .indare sopra i nimici. £" not- .
46. II. Partito il Fé, sulàtamente furon
multi sopra i due amanti. Petr. son. 82.
Per vendicar suoi danni sopra noi. £" 214.
Amor tutte sue lime Usa sopra '1 mio co-
re afllitlo tanto. 6'. /'. 7. 104. 3. Andò
soi)ra Io Re di Spagna, poi sopra "1 Conte
di Fasci, poi sopra lo Re d'Araona.
* Din. Comp. i. l3. Giano giustamente
ciucciandosi sopra loro dicea : facciansi le"-
51 , che fiano freno a tanta malizia . (C)
Ar. Fur. I. I. Per vendicor la morte di
troiano Sopra He Carlo Imperator Roma-
no. (DJ
* g. XV. Sopra, per Dietro. Bu.i. 26.
Io mi trovai una fiata a una ciccia in una
tonda foresta ; ed essendo scorso sopra un
cerbio ec. pei dei la vista dei compagni. (C)
g. XVI. Sopra, per Appresso, Ticino.
Lat. prope, adversus. Gr. s'/yi.'^, étoLcrloc.
Bocc. nov. i4- 2. Presso a Salerno è una
costa sopra il mare riguardante. E nov.
33. 4- Marsìlia ec. è in Provenza sopra
la mai ina posta. Petr. son. 38- Questi
fur fabbricati sopra 1' acque D* abisso.
§. XVII. Sopra, in vece di Per. Lat-
per. Cr. Otc'. Bocc. uov. 1. 7. Tante
quislioni malvagiamente vincea , a quante
a giurare di dire il vero soprala sua fede
era chiamato . E nov. 2.5. 12- Ti pro-
metto sopra la mia fé, e per lo buono a-
more il quale io ti poito, che infra pochi
dì tu ti troverai meco. E nov. 79. 23.
Ma ove voi mi promettiate . sopra la vo-
stra grande e callerita icàe, di tenerlomi
credenza, io vi darò il modo che a tenere
avrete.
g.XVIII. Sopra, per Circa, Intorno. Lai.
de, circa. V,y. Tzzpi. Coli. SS. Pad. Co-
minciano ì capitoli sopra le dieci colla-
zioni de' santi Padri abitanti nelì' eremo.
La!>. 35^. Maravigliatomi forte, sopra b-
vedute cose cominciai a pensare. J il. S-
Ciò. Bat. 236- Sopra questa materia mol-
te altre belle parole, e delle profezie, e di
ogni cosa che sapeva ce, diceva. Cas. leti.
IO. La prego umilmente che le piaccia di
credere al dello Monsignor di Lansac
quanto gli esporrà ec- sopra la prudenza
ec, de' prefati due ec. signori suoi cugini.
^ Borgk. Orig. Fir. 274. E' fu un' opi-
nione in certi tempi di sofisticare sopra i
nomi e cavarne Y etimologie. (C)
%. XIX. Sopra, per Innanzi, Avanti.
Lat. ante. But. Inf. 1. Il nostro autore
finge che queste, eh' egli narra nella pri-
ma cantica, gli furono mostrate nella notte
del venerdì santo sopra '1 sabato santo.
* / (7- SS. Jad. 2. 332. Ed essendo egli
stato in questo pianto tutta la notte idei
sabato) sopra la Domenica facceudosì già
giorno, si mi disse. J tit. Inf. 1. E poi la se-
guente notte sopra il sabato santo finge
essere stato nell Inferno. (C) Fr. Giord.
307. titolo della Fred. 49- Predicò fiate
Giordano questo di di sopra a nona in
Santa Malìa ^ovella. (P)
* g. XX. i' congiunto al pronome.
Borgh. Pip. 3lO. Per memoria dì Giovanni
Acuto inglese, capitano de' Fiorentini fece
un cavallo di chiaro oscuro, di color di ver-
de terra, sopravì detto capitano. (C)
-^ §. XXI. Sopra cammino, vale ISell'
atto del caminarc : come si dice cammin
facendo . Bus. 177. Poro appresso dì
Slanforte , sopra '1 cammino , Polinoro
disse. (C)
V g. XX II. Sopra capo , talora vale In
parie più alta, e superiore, fiorgli- Fies-
214. Polca c(d tempo ( Fiesole) esser mo-
lesta a questa nuova città (a Firenze) cs-
1256
S 0 P
aeadolc lasciata sopra capo e tanto vici-
na. (Jl
-f* 4i g. XXIII. Estere sopra capo al ne-
nticOj vale /Cs.veri^/i adlosso, alle spalle.
Sallust. Cfiffl. 6(y II duca de' nemici cul-
1* oste e* b sopra rapo , e voi indugiate 7
( il Itif. ha siipra caput est. } (f)
u' §. XXIV. Sopra capo, posto /ivccr-
hiiilm. vale Sopm, Di sopra. Frane. Sac-
cli. nOi'. 112. La donna Friolana ci era sopra
rapo a una Buestra ce, e o^ni cosa nota-
va. (D
§. XXV. Sopri Hi noi, e .rimi/i, cioè
Con promessa della nostra fede. f-'iIoc.t.5.E
sopra noi gli prometti valorose forze. ^CerrA.
^Jo^l. 2. I. F.lla e, Ridolfo, una favola,
sopra di me : prestatemene fede ( sulla mia
fede ).(!')
*t §■ XXVI. Sopra parto, o Sopra
partorire, o a partorire , vale Xell' atto, o
poro dopo l'alto del partorire. O. f^. <).
2:^8. I. Tornando la detta l'.eina , mori so-
pra partorire ella e la creatura. J.asr. Sibili.
2. 6. Morì sopra parto in cotcsla casa. Tratt.
segr. COS. domi, ni rjul avviene che le fem-
mine possono morire .sopra parto, t'appres-
.vo: Di f|ui noia i mali che vrtif^ono alle fem-
mine sopra parto , e por essi mali muoiono
sopra parlo. * /'Vor. S. Frane. 122. Una
loro donna , la quale sopra a jiarlorire tre dì
era stata , e non potendo partorire si moria
ec. , pensavano di riaverla sana e libera , se
santo Francesco le ponesse le sue sante ma-
ni addosso, (f)
'.' §. XXVM. Sopra se, vale A proprio
carico. Vit. SS. Pad. 2. 2^3. Tornando in
Alessandria ipadronie mercatanti, che avea-
no ricevuta la roba delle navi sopra se ,
ec. (F)
f §. XXVIII. Sopra .vera, 0 simili, va-
i^liono Già venuta In sera, ce. (Jrh. 69.
Quivi sopra sera arrivò furiosamente un bel-
lissimo giovane con una testa di cinghiale
nella mano.
5r g. XXIX. Esser sopra ad tino, per As-
salirlo. Car. Fn. 3. 1000. Ed invocati in
prima I santi Numi, divisò le veci Sì, che
jiarte il tenemmo in terra saldo, l*arlc con
un gran palo al foco aguzzo Sopra gli fum-
mo . (C)
* §. XXX. Esser sopra a far chec-
chessìa , vale Es.fcr in sul farlo, vicino a
farlo. Fit. SS. Pad. I. iS^'Vedendosi egli
il tentato , che tpiasi era sopra a radere ,
ec. (F) Guidott. fìett. iS;. Scipiiine ha
sconfitto e' Cartaginesi, ed è sopra torre lo-
ro la terra. (FPJ
* §. X X X I . Esser sopr-a a una cosa, vale
Averne la soprintendenza , Soprintendervi.
Cecch. Prov. ^z. Chiamò il bargello e lo
jn'egò clic da sua parte dicesse ai Sigg. Ufi-
ziali di Torre» che allora erano sopra il far
lastricar le vie, che facessero rilaslricar quel-
la. (CJ
5l- §. XXXII. E parlandosi di stampe, vale
Soprintendere a rorrcf^f^erle. Car. I,ett. 2.
83. Sono risoluto ili darvi dentro, e di stam-
jiarla (pii in l'arma, per esservi sopra io me-
desimo. (C)
g. XXXIII. Andare sopra una città , e
simili , vale Assediarla , Assalirla , ec.
M. F. j). ()8. Kssendo stati sopra Parigi ad
assedio, con niente profittare.
g. XXXIV. Essere sopra qualche uficio,
o Fare, o Ordinare uno .ropra qualche tifi-
rio, vagliono Averne, o Darne il fjoverno ad
alcuno. Esigerne, o Famelo .sopracciò. I.at.
praefìcere, praeesse. Or. eytiTxvTi , tTZt-
OTOcrcìv. /tocc. Jntrod. ^. Fu da molle im-
mondizie purgata la rilta da uficudi sopra
«■io ordinati. E nov. ^7. 3. Sopra i suoi fatti
il fece maggiore. E nov. 80. 3. V. quivi
dando a ro!<»ro, che sopra riò scmo, per
iscritto tutta la merratanzia ec. è dato per li
detti al mercatante un magattino.
§. XXXV. Mangiar .topra checchessia.
S 0 P
vale Mangiar sopra pegno. Boee- nov. 7. 5.
Avendo seco portate tre belle e ricche robe
ec, volendo il suo oste esser pagato, primie-
ramente gli diede 1' una . ed appresso ec.
convenne, se più volle c<d suo oste tornare,
gli desse la seconda, e cominciò sopra la ter-
za a man;;*ijre. E appresso : Ora, inentre-
chfe egli sopra la terxa roba mangiava , av-
venne ec.
§. XXXVI. BUornart, Venire ec sopra
'I capo, o sopra di .fé, e. rimili maniere, va~
gUono fìitonarc , f entre ec. in suo danno.
Lat. in suum caput redi ri-, Gr. «y's'a.'T?»
2lutV.v t-rx-*r,y.tt/. Pocr. nov. 77. 2. Alla
quale la sua befifa, presso che con morte, es-
sendo bciTala, ritornò ujpra il capo. Fiamm.
2. 55. Venga sopra di me il giudicio , non
sopra la non colpevole donna. Pass. 62.
Fuggiamo di presente, rhè 1* ira d'Iddio
non V4>n::'a sovra di noi in rjuesto luogo.
§.XX\VII. Prestare, o Pigliare in presto
danari sopra alcuna cosa, vagliano Pare, o
Accattare col pegno. /ìorc. nov. l3. 8. I-
<[Uale me.>;so s' era in prestare a' Baroni so-
pra castella, e altre loro entrate.
§. XXXVIII. Fare, 0 Lavorare sopra di se,
si dire degli Artefici rhe non istanno con al-
tri, ma esercitano la loro arte da per sr, a
loro prò e danito . Lat. sifù opus sumere .
Or. sy.UTOJ 3i'à':ov-'j . ^ Frane. Sacch.
nov. Ifj2. Oli convenia esercitare I' arte
altramente quando era sopra se (l'esercii
fava come padrone e mastro), che (piando
era .sotto altrui come discepolo. (F)
§. XXX IX. Stnr .sopra .ti; vale Star pen-
.to.to, .sospeso, in duhfno. Lat. in duino es.tc,
hcQTcrc, hresitarv. Gr. «juiytsSi'jTiìv. «TO-
pn-j. Bocc. nov. 33. I. Sovra se stesso al-
quanto stette , e poi disse. E nov. f\C^. 7.
La dttnna, udendo (piesto, abpianto sopra se
stette .
g. XL. Andar sopra .«• , vnfe Andar
diritto in sitila per.tona. Portar hen la vita.
l-3t reitnnt incedere. Gr. z\i'ì-J ^a^t'^siv.
Jìocr. nov. 77. .^8. Colle carni più vive e
colle barbe più nere gli vedete e sopra »è
andare, e carolare, e giostrare.
g. XLI. Starv , o Recarsi .ropra se,
o .topra di sé , vagliano JVon s" appoggiare.
Lat. stare, consistere. Jìocc. nov. f|{). .*»!.
Infino a tanto che per messer Torello non le
fu detto che alquanto sopra se stesse. Galat.
16. Dee r uomo recarsi sopra di se , e non
appoggiarsi ne aggravarsi addosso altrui.
* g. XLII. Piangere .topra una per^
.tona , o una cosa , vale Dolersi per amore ,
o rispetto di una per.toaa , 0 di una co.ta .
Din. Contp. 2. 4" Adunque piangete sopra
voi, e sopra la vostra citta. (C)
f g. XLIII. Sopra, talora s'usa a
gui.s-a d' avveri', .tenta caso, e vale Ad-
dosso. Lat. supra. fìocc. nov. 73. 9. In
Mugnone si trova una pietra, la qual chi
la porta sopra, non è veduto da niuna altra
]»ersona.
g. XLI V. E in forza d' avveri», per Ad-
dietro. Lat. supra , snperius. Gr. ai»ùi.
Dant. Purg. 22. E la parola tua sopra toc-
cata Si consonava a* nuovi predicami. Petr.
cap. II. E Id Reina , ili eh' io sopra dissi ,
Vnira ti* alcun de' suoi (■u far divorzio.
g. XLV. Soprattutto, Sopresso , e altre
voci composte, o derivate da SOPRA. /'. a'
lor luoghi.
# SOPRABBASTARE . F^tser più
che hattante. La\. redundare. Ces. fìetcr.
IO. Quanto alla mu\ica ; fo««e bella al pos-
sibile, ma non di sollelico alla rurioitità ; citte
quali- potevasi avere da cantori e sonatoti
no>tri senta più , che al fìne inteso soprab-
bastavano. fi")
•f « SOPRABBELLE7.ZA. Ahhetlimen-
to troppo rit'erì'ato, ìlelletza sopta MIezza.
C/den. A'i*. 3. !!.'>. Il pennelloggiare la pro-
sii di tpieste miniate Mtprabbelleiic poetiche
proprio è un esser poi-t» in prosa. (A f
S 0 P
* SOPRABBELLO. Add. Più che beilo.
M. /'. I. 75. Il detto Re FUippo di Francia
avendo per troppa vaghezza tulta per moglie
la nobile e soprahbella dama , figliuola del
Re di Navara. (CP)
S01»KABBENEniRE. Ril^enedirr , Bene-
dir di nuovo. Lai. *tnpcrfieneAicere , denno
hcnediiere . Gr. n'Àfif Ì\»\oyi%tv* . Vit.
S. Già. Bat. 216. Quando furono in luo-
go , che non lo potevano più vedere , si
riviilsono tutti e tre, e benedisserlo e $0-
prabbenediss<mlo con gran divoxiunc-
* SOPRAUBESTIALE. Add. Pit\ che
hesiiale , Restinlissimo . Demetr. Sega.
254. flVS)
'? SOPRABBEVERE- Bere immediata-
mente dopo aver preso (hecché .tia per boc-
ca. Red. /.••it. Potn-bbe valersi di doe otre
dramme di pura polpa di cassia, sopraLhe-
vendovi immediataint-nle un brodo. (A)
SOPRABKOLLIRE. Bollire di soverchio,
Pollire per troppo tempo. Lat. immodice
hall ire, praehuilire. Gr. •Jlip^tlv. Cr. ^.
30- I. Non soprabhullendo , sarà sempre
dolce il mosto. E cap. 33. tit- In che modo
il mosto non soprabboUa-
SOPRABBO-NDAXTE. Che soprabfwn-
di. Lat. exnberans, redundans, superflnens,
vehemens. Gr. ev3»]vwv, tÌsovx'^wv. a^o-
^po^ ■ Pass. 262- La terza umiltà e detta
soprabbondante, cb' e più che ntm è di ne-
cessità, e che non puole esser maggiore ■
Bocr. nov. 16. 3i. >"è la soprabliondante
pietà e allegrezza materna le permisero di
potere alcuna parola dire. Lah. f^Ci- So-
prabbondante nel parlare, e magnifica dimo-
strantesi. Galat. IO. Onorandoli io casa sua
con magnificenza non sopraljbon dante , ma
mezzana, quale ronvicne a clu-rico.
SOPRABUOND \NTE\!ENTE.//iverft.
Con .topra*dtondan:a. Lat. imm&dice , re-
dundanter. Gr. TSptl7«;. Rut. taf. 7. Im-
perocché soprabbourlanlemente li rhericiec.
sono avari. Gal. Sist. 206. Tuttavia le cose
che si son dette soprablmudanlemente, mi
son parse tanto rurii>se, che ec. E h^%. Vo-
glio con nuova obiezione e con nuova rispo-
sta ec. sopndibondanlcmentc dar soddisfallo*
ne ad e.-jso.
* SOPRABBOXnXNTISSIMO. Stiper-
lativo di Soprafi'tondante. Fit. S- Giro!. 53-
Com* è singulare e inaudita la tua liberalità*
de come soprabbondantissima e larga la
tua cortesia I ec. Rem'», lett. I. 2. 3l. Ba-
sciovi nondimeno la mano della vostra so-
prabbondantissima corteMa. (*)
t SOPRABBONDANZA. Soverchia ab-
bondanza. Lat. redundantia, superjhtitas ,
superfìuentia. G. F. 11. 3. I. Il quale per
stqtrahbondaiixa di piene d* acqua ec. venne
nella v.istra città. Med. Arh. Cr. 77. I doni
perfetti discendono in abbondanza t.* iopral>*
bondanza dal padre de' lumi. Coli. SS.
Pad. Quando noi con una cotale soprahbon-
danz.) di maraviglia ragguardiamo la sua in-
credibil pietade.
t SOPRABBONDARE. 5''»mmrtmr/irr,o
Sovert'hiamente abbondare , Sopravansare .
Lat. redundare, .tuperabundare, e.rtitterare.
Gr. :ric9i*7'^«t», rttp<titììuii, i*j5»ivir».
Bocc. g. 6. f. Il L ' acqua . la quale alla
sua capacità sopriibbondava.un altro canalct-
tti riceverà. K nov. 78- 2. Senza volere ,
soprabhondando , oltre la convenevolezza
della vendetta ingiuriare- Olt. Com. Par.
Il- ?-Gi. Porrrtade non vi si iruovava, ma
abbondava e soprablMtndava in terra questa
speli e.
t SOPR ABBONDEVOLE. Add. So-
prabbondante. Lat, tvdundan.< , e.ì-redens ,
ahundans, exutrerans. Gr. n'ito 'x'5«#,Tl-
ptliói. tntrod. Firt. 3o7. UmilCi si divide
in Ire parli ec. ; per la terza s* aumilia V uo-
mo al minore ; e qtiesta è delta soprablntn-
d.'vole
•t« SOPBABBONOEVOLEZZA Qutt-
\
S O P
S O P
S O P
125-
léta di ciò che è soprahhondevofe. Cori
Lont;. sts. 12. Il sultlimc consiste ncH' iu-
oalzjre. r antplifìrazionc poi iiui niulliplica-
rc ; e però quello il più lìvWv wMe in un sol
roDrcllo cousisli* ; ijut'sta rolla ijuaiilità , e
4opra!)l»on«lrvoli'Ka va tifi tulio incitine! (j4}
SOPKAUlìO.NUKVOLMKMi;. Jierh.
Soprahhondo'itemfntc. Lai. ajfluenter, sii-
perJìufnUr, ulwrttm, (ìffatim, sniis super-
que. Cr. Tre/siiiw;- Ctirl. fior. ili. A
tutto questo rispoiulc sopraliliomlcvolnu-nle
lo 'nfariuato secondo, ce. Salv. /Uni. /imic.
|5. SopraMiomlfVolituMitr , o Giiolanio ,
quanto ^b parte mia, credo parinicnlc del
min compagno, avi'tt' voi sodislatto al desi-
derio clu" ci stav;i nell'animo.
•f =? SOlMt.MìBl'O.NO. .4da. Più che
buono. Strabuono. Sah-iii. Plotin. 2!\2.. Ma
è sopraLliuono, e non a se medesimo , ma
agli altri buono, f -i }
t ::: SOPRABIXLO. .Idd, Più che hel-
lo, /iellissimo. 3/. / . lib. i. cap. 76. Ma
il dello re Filippo di Francia, avendo per
troppa vaghezza lolla per moglie la noliile e
sopraliclta dama ( l' edizione del 1662 legge
donna) figliuola del Re di Mavarra, e levato*
la al figliuolo, tanto disordinatamente usò il
diletto della sua licllcua, che cadendo mala-
to, la natura infìelolila non potè sostenere ,
e m pochi di diede fine con la sua morie e
alla sollecitudine dt-lle guerre, e a' ]>cnsicri
del regno, e ai diletti della carne, (f )
* SOPRACCALZA. Culta che si porla
xopra le altre calze. Lai. caliga caligae su-
perpostla. Sa/v. Inf. sec. 12. Fu dalla Cru-
sca <c. dichiarato che soprastoria doveva
leggersi unito in una parola ; come sopmv-
t'esfa, sopransegna, sopraccalza^ e si fatte-
(ysi
t* SOPRACCANTO. Specie ili canto^
ovvero Canto fatto e recitato sopra alcu-
na cosa, cui si vopliii giovare, o nuocere.
Sa/vin. Pi.rc. 3. Il6. (ili incanti dai Greci
aggiiutatamente sono detti £~c>i^».t', quasi
»opraccanti, cioè cauzioni fatte sopra alcuna
cosa che rurar si voglia, o possedere, o go-
vernare, ce. f/t)
•f * SOPRACCANZOMÌ. Canzone so-
praggiunta, che anche dicesi p'podo . Sal-
*in /innot. Opp. Pe.tc. ^l5. Cosi le Strofe
e rAnti.Ntrofe in Pindaro sono termini di hal-
lo, or dalla destra, or dalla sinistra, cioè vol-
le e rivolte ; alle quali seguiva lo Kpodo ,
«ine sopraccaiuone, quando il coro hallatore
M fermava in moxzo. (/i)
SOPRACCAI'O. Soprantendente, Supe-
riore. Lat. rector, praefectus. (^r. irpo-^ror.'-
Tfl;. Tac. Dav. .-Iiin. l^. 1;)6. Schifando
Trebellio per compagno, 1" chhero per so-
pracrapo ( qui il testo lat. ha : supra lulerc).
t'ecch. Dot. 5. I. l'erchè l'aver voi spesd
troppo è un male Che si da a tutti, o alla
maggior parte De' giovan, che non hanno
vopraccapo Che gli freni. J'ellinc. son. 277.
Se nel mio sopraccapo il dir notale. ^ Sal-
tin. Disc. 1. ;)7. Coir aggiugnervi sopracca-
pi e inquisitori di stalo. J: 3. 47- N"» veg-
!,;umo che Ir ^tesse Repulihlichc nelle loro
urgenze mutano governo, e mettonsi un solo
per sppraccapo. (i\j
t ^ §■ Sopracrapo, dicesi anche la par-
te più considerabile, o ardua di cliecchessia.
f.asc, Cen. 2. nov. i.pag. 11. Non avendo
r arte né di ritenere l' alito, ne di notare ec
invano tentava A' uscirne ; perciocché
quanto più si dimenava, tanto più la corsia
Ki guidava nel .i..pra.-capo, di modo che in
breve lo sltalordì. Segr. l-'tor. C'-m. 1. 2. '
Anch' io sono nn bufolo, che non me ne ar-
corgcndo, con una fante cascava a poco a
poco nel sopraccapo della filosofia, iylj 1
* SOPRACCAiilCA. lo stesso che So- '
practarico. /.'art. Stor. It. /. 4 cap. i3. 1
Aggiuntasi per si)prarrarìca al lor dolore la
nuova cura ec. I qm figura tam l. (Cf) !
* SOFRACCAlliCARE. l'ar sopracca-
yocaholario T II.
fico. Caricare troppo. Lat. nimis onerare.
r.r. -c.;aa33Ti;!9Gat. Hed. leti. 1. 275.
Ma quautlo la soma si sopraccarica come og-
gi, mi cascan le braccia. (*)
3 S0PHACCAR1C0. (Quello che si mette
oltre al carico .tolito.
•^ ^. .Soprnccarii o, in termine di l\Jari-
neria duesi Colui che si mette net basti-
mento per custodia dei generi e mercanzie ,
o d' altra cosa, e per soprintendervi, «t Sal-
via. Cranch. 3. l3- Fu rontra Gli avvisi
suoi mandato in Cartagine Sopraccari-
co » . ( fi)
* SOPRACCARTA. Coperta della lette-
ra. Lat. litlerarum involucrum. Il ! ccab.
alla voce COPl-RTA, v. 11. {*)
:'.: SOPRAt CASSA, Tcnu. degli Oriuo-
lai. Seconda cassa di un orinolo da ta-
.ica. f/h
.^OPRACCKI.ESTE. Jdd. Che è sopra
al cielo, Sopraccelestiale. Lat. supercoele-
stis. Cr. ute.:oUj;kvio.:. / arch. l ez. l\(\Q.
Delle sopraccelesti ' intelligenze ) traila il
teologo ; e perciò noi, lasciale le sopraccele-
sti, che s»)no proprie della santissima teolo-
gia, tratteremo delle celesti.
SOPllACC ELESTIALE. Jdd. Che è so-
pra i cieli, ( he sta sopra , o Che è supe-
riore alle cose celesti. 1 at. .•lupercoelestialis.
Gr. C~ipo\jp'Jjto:. Teof. Mist. La mente
tanto più divinamente e eccellentemente
aggìugne alle cose sopraccclcsliali , quanto
ad esse più s' appressa S. .'ìgost. C. P. Ad
acquistare le cose celestiali e sopraccelestiuli
con umile devozione mutasse l' alletto u-
mano.
SOPRACCENNARE. j4ccennar soprn, o
precedentemente s Dire avanti. Dire prima.
Lat. praenarrarc , praefari. Gr. T,0i'Ì5"/i(V
■7:p-it~iìv. Lib. l red. Il fatto voi sapete
mollo bene, che ho voluto sopraccennai'lo
nel principio.
SOPRACCENNATO. Àdd. da Soprac-
cennare. Lat. praenotatus , nntedictus. Or.
IzZf^Zipr.p.iiO.. Salvili. Di.ic. 1- 2^)8. Que-
sto prollcma in un certo modo venne ad es-
ser proposto secondo il sopraccennato costu-
me degli antichi.
* SOPRACCHIAMARE. Term. de* Me-
dici. Chiamare a consulta altri medici, o
chirurgi, lied. I.ett. Furono sopracrhiamali
altri medici, f^j
SOPKAt CHIARO, .fdd. Più che chia-
ro. Chiarissimo. Lat. luce ipsa clarior.
Horgh, Pese. Fior. ^3"]- A me non è punto
nascosto come sia malagevole lo sveglicre
dagli animi certe anliclie opinioni profonda-
mente radicate, e già per la lunghezza del
tempo indurate, se la cosa non si mostra
chiara e sopracchiara.
SOPRACCUIEDERE. Chiedere sopra
il convenevole.
*t 50PRACCH!L'SA. Termine degli /-
draulici. fiiiinta di tavoloni per coltello ,
che si fa ad una pcicaia, come il soprasso-
glio agli argini. I iv. Disc. j4rn. 20- Os-
servai di più, che nel doversi far ridurre le
sopracchiuse degli altri due mulini a ter-
mini permessi ne* mesi estivi, conveniva
levare a quello de' Castelletti un braccio
tU tavola.
SOPRACCIFLO . la Parte superiore
del cortinaggio da letto , e d' altri arnesi
simili, Borgh. p.ip. 635. A ^:atleo Botti
ec. ha dipinto uno sirittoio, dove negli
ottaogoli del sopracciclo ha fatto le sette
aili liberali a olio i qui per similit.. evale
Polla ) .
t SOPRACCIGLIO, lo ste.s:<o che Ci-
glio lai. supercilium. Gr. C'fpuq. ì it.
.y.V. Pad. Per la molta vecchiezza gli oc-
chi qtiasi non si parevano , perocché le so -
pracciglia gli coprivano. Olt. Com / urg.
23. 436. Chi sapesse bene afBgurare le
lettere, scorgerebbe che le due sopracci-
glia col tratto del naso fanno ec. Sen. Pi-
si. ii3. Queste son le cose, di che noi
disputiamo co' sopraccigli levati.
t * S- ' '"'' ( ipie;lio, o (luardatura in
generale, f^ellin. Itucch. 220. La pronun-
zia con una gravità Di signoiililà, E con
un sopracciglio (^ual chi col suo consiglio
Parla di cose dì sovranità, f/i)
•tSOPRACi:iNGHtA. Cinghia che sta
sopra altra cinghia. Tav. Hit. Appresso
ri ti frena il buon destriere , e acconcialo
lune, e di sopraccinghie ( Il p'ocabol.
alla voce U lAFUENAIt K legge ec e ac-
concialo bene di cinghie e di sopracciò-
ghie ) .
SOPRACCINTO. Add. Cinto di .wpra.
fini. Pnrg. I. ( hi vuole nel mondo en-
trare nella penitenzia. conviene essere so-
prarciulo d» alcun grado di uniiltade.
SOPR AC C I O'. Sopran tenden /e. Lat. prae-
fectus. Gr. s'-isTaTir;;- Salvia. Granch.
3. p. Prese partito di ricorrere Al soprac-
ciò in dogana.
SOPIIACCITATO. /fdd. Citato avanti.
Citato di sopra. Lat. supcrius laudatus.
Gr. dftti'lpoi iT^f-iiTQ:. lied. Ins. 78. Il
padre Blanciano nel libro sopraccitato af-
ierma ec. che il filo del ragno non e un
semplice filo e pulito, ma ramoso e sfilac-
ciato, ec. E I ip. 2. 32. Lu confermo, an-
corché sia negalo da' supraccilati autori.
-:• SOPRACCOLLO, che anche SOPRA
COLLO si trova scritto. Quel di più del
collo ordinario che si pone sulla nave, o
sulla vettura. (C)
'"? §. l er lo più è term. militare, e
vale Quella quantità di milizia che si
pone sulla nave oltre P ordinaria per isbar-
carla dove che sia . Cu ire. Stor. 17.
172. Nel tempo medesimo Andrea Doria
con le galee, e con mille fanti di sopra
collo, assaltò i porti dei Senesi. Jt 18. l3.
Si credeva che egli resterebbe impegnato
a resìstere all' esercito terrestre ; e Kenzo
negli Abruzzi , e 1' armata della Chiesa e
dei Veniziapi che erano venlidue galee ,
non avrebberu contrasto , portando massi-
mamente tremila fanti di sopraccollo. (Cj
'.' SOPRACt OLONMO. Sodo che si
pone fra l' una e l' altra colonnaj ^■archi-
trave. Baldin. l'oc. Dis. (A)
SOPRACt OM ITO. Principal comito.
l'it. l lut. Sopraccomito fece Inissicrito il
filosofo. Serd. Stor. ^. i^S. Pelagio Sosa
sopraccomito, legatala alla poppa della sua
galera, fece grandissima forra di remi per
rimorchiarla. Bemb. Stor. 5. 66. Il Con-
tarino , chiamati a sé i sopraccomìti delle
cinque galee, ed esortatigli ec. , alle loro
galee gli rimandò.
SOPRACCOMPERARE . Comperar la
cosa mollo più ch'ella non vale. Lat. carius
cmere. Gr. TToJuTtVw; ays/sa'^eiv. 3/. / .
f). 48- 11 Comune si dispose a sopraccom-
perare , per mostrare amore e giustizia .
Cron. Slorell. 260. Non vendere la tua
mercanzia a chi la volesse sopraccompe-
rare .
SOPRACCOPERTA. Coperta che si po-
ne sopra P altre coperte. Lat. stragu/um.
Gr. tsTpùpt/..
^ §■ Sopraccoperta, per Coperta della
lettera. Sopraccarta. Red. leti. Due lette-
re con la loro sopraccoperta. (A)
SOPRACCOUiiERE. Correr.wprn. Tnc.
Dav. Ann. I. 20. A'olevano 1 Cheru.sci aiu-
tare i Cattij ma Cecina, qua e là soprar-
correndo, gli sbigottì (il te.ito lat. ha- huc
illuc arma lerens ).
^ §. Sopraccorrere , vale pure Correr
sopra j ma .ti dice de* fumi, o .timili, che
tralioccando .ti spandono per le circostanze .
Bemb. Stor. lib. 2. La Brenta parimente lo
ripe in più luoghi sopraccorsa, la maggior
parte del Padovano d' alluvione e guasto
dis-rtò. (Brj
." SOPRACCOTTA. Foggia di guer-.
i58
1258
SOI'
S O P
„accaan„ca. I ed. Ma .oce SORCOT-
TO. (S)
« SOHBAi.CKESCERE. Crescere maf-
g.ormenle. Ces. f ,t. Cr. 1. 525. Il qual su-
bissa di pene fu uno sterminalo crescere e
.oprareresrere d. m.rili, un tesoro .1 mfi-
„,U soddisfazione eh' esli vendette a! Padre
■n persona dell' uom peccatore, h I aneg
S. line. i6. Or qui V dove sopraccrcscc
scnia termine la maraviglia, (t)
^SOPKAC.CllESClUrO. AM. ,la .So-
praccrcscere. Ces. ^o.. 2!fi. Senliva d suo
dolore sopraccresciuto pe' danneg^.amenl.
che le erano fatti, ft ' .(• Cr. 4. 478. !> ac
coslan le parli che già lorn.aroim . mu-
scoli : ed eccovi sopraccrescmta la carne,
con vene, nervi ce. (C)
•t « SOPRACCUOCO . Colui che so-
pnmtenik ai cuochi. C.uarin. Irlrop. 2. .>■
Sari dunque venula la tua ventura ec. d.
satollarti a tuo modo . W. A m.o modo
no, ma .luanto piii si potrì, ec. lo mae-
stro di casa, io scalco , io dispensiere , 10
sopraccuoco, io credennero , ec (Aj^
•+ if SOPRACUTO . JM. l'iu che
acuto , Àcutis.dmo . Ma^al. I.elt. .«,«,(.
pag. 81. Ci può egli esser ma. cas^o ec.
che vi succeda di pigliare c.ssolfaul d. na-
tura sua grave , per un cissollaul di natu-
ra sopracula , un' ottava per una settima,
PC fA t
SOPRADOENTE, e SOPRADDRNTI
Dente nato fuori dell' ordmc degli al-
tri denti. lìa^. *i.<m- H- E'''"^ gran per-
sona, capelli neri, viso lungo, color gial-
liccio, quasi di sparso fiele, un sopraddenti
'''sOI'KADDETTO, e SOPIlADETTO.
Add. da .Sopraddire j Pello aitanti, l'r.;kt-
to. Lai. prudiclus. (Ir. ^fOS.pyivo,
Bocc. no,: 99. A^- E" «■" nella chiesa d.
san Fiero ec. stato posato messerToi.l^.
con tulli i sopraddetti gioielli . (.. F- »
3q 1 Per le sopraddette noviladi, e selle
di pari., bianca e Nera, ce. .Vo,/er C..II.
lia Ecci un modo dell' annestar le pro-
paggini sopraddette. /■; 105. Volendo che
ahhia un po' di colore il vino sopra.ldelto
lascialo stare un di in sulla vinaccia . I:
107 tosi si facciano 1 tini, e sieno de
legnami sopraddelli. * far. lett. I. 5o.
OncRli.cbe fu consegnato a noi per gui-
da e per iratloninicnto nostro, s aldial le
ad' essere un gentil frate, e mo lo amico
de' Kenliluomini sopraddetti. Cf J
SOPRADUIRE ''"■'' ""™ "' '''■"° '
^pgmnfT^re al detto. Lai. rficM. »rf..rcrc.
Jndr. l5. Allora Sesto comincio con .lol-
ci parole a dire 1' amore che le vu.de ,
sopradd.cendoconlu,singhel animo suo ec^
% e 1. f'er IC.tagenire, recedere nel
dire Pire oltre al coMencvole. '''••*'•
Cir'. 71. Non si creda ch'io sopraddira
di lodarlo ec. (l'I
'*. if 6 11. ''" f ir f/i sopra, Innan.i.
eli principiomquello Tempo eh lOM,.
pradd! iUor .he'l mondo DeU meo-
modita si le- rul.ello. <■"'„.„„„_,,
SOPUADnOTA , e SOPRAOnOTI .
Ouella ,,unn,.tà d. eircli che ha In ,,0,.
„-„ .,„,„■,; la dote; Canta d. dote. I...I.
parapherna. Or. ^«?«?!f"«- ' ™",/'<'-
rcll. 7.r>9. Non le lasciar.- s..praddota , o
stia .'Ha o no, 1
i.erocchi' 1.011 e nel vero s
.rista madre, che non sia meglio l^-'ll-
ghuoli, che altra donna 7.,Md. .4nd,
\f, L' oro dio i parenti avien portato p. r
rilcatlarla, 'V^''^,^'^^ ^'.^CT ^^
sua sopr...ld..la . l.asc. Mhll l. 1 Non
:,ven,l. figliuoli,., morendo egli im.aii.i
ài. 1 1.' fa s"prad.lolc di .In.' inda ducali
/,■ 'Suvp 2 1 Chi- llamim.o Av.-.i d.
dar' la f.gliu.da pur ani..." M doH..r po..li,-
olleria di duo miUa Ducati sopraddolc
SOPRADDOTALE. Add Di soprad-
dote .
SOPRADDOTARE . Dar lopraddole ,
Far sopraddolc. l.asc. Sih.ll. I. 2. Olire
U lorla s.-n.a dote, la vuol sopraddolaie
egli in due mda ducati I qui vale DoUre
as.iolutanientej.
SOPKAIlDOTK. r SOPKADDOTA.
•+ * SOPRAUDOTTISSIMO /•"'
che dottrsumn. Uden. A... .'■■ 5l. Non si
ricordano .pi.-sli sopraddollissiml dispulalo-
ri, che gli esempi in dialettica e in filo-
sofia ec. (Aj . ., r-
if SOPRAEMINENTE. AM. Eminen-
te sopra gli altri. Imperf. Tim. lì. 8. T.
7. 272. Il sommo li.ne 'e la sopraemincn-
tc essenza di Dio. ( l'J
* sOPRAESALTATO. Add. I saltato
grandemente, Kuillnlo .mpr.i il proprio
merito. .Srgner. Mann. Apr. 28. 1. Ma non
gli e dovuta (la gloria) altr.menti; che
p,.ro non si dice eh' egli e esallato, ma
eh' egli è sopraesallato. ( )
* SOPHAE.SALTAZIONE. C.rancU e-
.lahazione, e sopra il proprio merito. Se-
gncr. Mann. Aprii. 28. 1. Non si può
trovare veruna esaltaiione dell' empio, che
non sia sopraesaltazion.-. (')
SOPRAFFACCIA. .Superficie, lai. su-
per/ìries. Gr. eTIi7toX>i, i-xitfxili-x. Iih.
Aslr. Quando questo vorremmo fare, pr.ii-
derenio un quarto di cerchio, che sieno li
suo' piani quadrali , il più cerio che pos-
sa essere, .- porremo sua soj.raBaccia di
sotto igualmente sopra la sopraDaccia del-
la sl'.-ra in modo che si torni ciascuno del-
li due quarti delli cerchi che terminan,. la
sopraflaccia di sotto del quarto dell armil-
la. E altroi'C: La inclinaiion.- del zenit
e.-, e coeguali- alla inclinazione della sopral-
faccia di .[Uello orizzonte di tua villa. (,i.i</.
C.Avea unomaraviglioso carro, tulio inli-
r imente ordinato d' avorio, salvo che le sui-
ruote .-rali.. d' el.alio. vestite di sopra di
puro oro, e la soprattaccia di fuori era or-
nala di gemme.
•+* SOPRAFFACIMF.NTO. // soper-
chiare, .Soperchiamento , Sopralihondanza.
Uden. !\is. 3. 81. Dee parlar più natura -
mente e con manco artifizio ; allrinieiiU la
imitazione rimarreld.e sotterrata e illangui-
dita per sopralVacimento tirannico delle gra-
ziose par.de. (./) , , „
.SOPllAFFARE. Soperchiare, I anlag-
ginre. Lai. .superar,-, opprimci-e.Ge. me-
«p«r..T-;. ,(aTa-.e;c-/. / ""■'.. /Trco/. 69.
Sonrallare, ovv.-ro s,.perch.ared. parole, e
altri tali, non mi par.- che al.l.iano quel-
li forzas F. 100. E nientedimeno vuol so-
nrallare r avversario, e mostrare eh.- non
lu sli.ni. .Vi-'i. lìen. I arch. 5. ?!{■ Uno de
soldat. v.-l.-ran. .li Cesare, il iiuale voleva
sopraflar.: un poc. troppo i suoi vi.im. es-
sclulo accusalo, diceva innanw u lui le sue
ragioni. , ,
S l. In .signi fic. neulr. pas.s. fair lo
<,csso. lìuon. Her. 2. .^. 18. Che fantoc-
ci eran quei di' i.i vidi lusieme Furtivi or
sopraBarsi, ora palesi Conlranarc ed ur-
tarsi? „ ^ .
S II Figtiralam. per Premere . Calca-
re Sen. l-i.ll. 9'|. Ella ci ha messo sot-
to pi.-.li l'oro ci' argento i. -Ha 0 ha dato
a scalpitare e »..prallar.- tulle queste c.»e.
8 III. Per Superare, limare . Ofipri-
meir. Fir. A.s. 37»- Con sassi, e co che
altr.. veniva loro alle mani . .. sfonava no
di sopraflarl... Alam. Colt \. e,i. Siccl,.-
il terr.-iio Contrastando lalor, n..n p..ssa
mai Lu. s..pralVar, ma .lai lavor ..a s.nt...
•-,1 S \V. Sopraflair. tale anche Soi-rasla-
re. Fssere a cavaliere. Lai eminerr. ........
V/e. 1. .'l8.1. Dopo m.dll assalti dall in
, .il.l. una pane di lor.. in su un
a,pr..' monte, eh piafla la Murala . co-
strinsero a icarscm- coloro, che la guarda-
S O P
vano. E 2. 263. Perdute quelle (rofcht),
perchè soprafifanno tanto la cuti, reslereh-
he Verona in grave pericolo, llj
* SOPRAf FAs< lA. ;-'<i.<rio f Ae sia io-
pra altra fa.icia. /land. ani. Per ornamento
ec. una ruffietta. fascia, sopraBalcia. ec. (A)
SOPRAFFATTO. Add. da Sopraffartj
Vinto, Superalo, Oppresso. Lai. oppru-
sus. Gr. «aTaite^ril-.jatvOf . Star. tur.
3. 52. Essendo io. come voi stessi lutti
vedete , gi'a disutile in lutto all' arno . ••
soprafiatto Unto dagli anni , che lo 'ngr-
gno più non mi serve, ec. /•, 3. Il3. fcs-
vendo egli oramai pur vecchio , e sopral-
fatlo daUa fatica , si mori d' afiinno e di
rabbia. / ar.h. Slor. 11. 333. Ma quando
r onde turbate sono , e i venti sofliano
contrarli, allora perchè ella o Iraporlata
dall.. tempesta non rompa in iscogbo , o
s,inraffalta da' cavaUoni non si sommerga,
ha di spertissimo e d' ardiUssuno pd..lu
mestieri. * lortig. Ficciard. 2. 56. Ma
quando un uom si trova sopraffallo Dal
timore, riman tanto avraito. Che non ha
forza pur di alzare un dito. IB) Cuicc.
Stor. 2. 250. Non si poteva più campeg-
giare in quel paese, che per la bassezza
sua è midto soprafl-atto dall' acque. (I.)
r. Aggiunto a frutte, funghi, e ad al-
tre simili cose, vale lo stesso che Troppo
maturo. Troppo fatto , Strafallo. Lil-
decoclus, matnrus. Gr. -iptiivi K!"»-
:<,:. Cani. fnni. Oli. .37. Donne di que-
sii belli ir-nghi) Si vuol ripoiTe e nell
,dio e nei sale, E non d.- troppo fatti,
th' al fin de' sopraB'atli si fa male.
•+ ■■■ SOPRAFFA\ OLA. Ampliamone
di favola. Favola sopra favola , Favola
aggiunta ad allea favola. Salv. Inf. .<«".
12 Ninna diversili può induije 1 esser
più storia che soprasloria; o f.v.Oa, che
sopraffiiv.da. Uden. Ms. 3. 5^. Tali sono
i p.ieli. che sopra un medesimo argomen-
to formano una s.>prafl'avoIa. (A)
if SOPRAFFERVENIE. Add. Pli-
che fcnente, Fenenlissimo. Med. Arh
Cr 23 Nel quale stalo d' amore ferrenlc.
0 soprafl-ervelite gii non si raccorda di
se medesima. iCj
!-■ SOPR AFFINAMENTO. Gran raf-
finaniento. .'■alvin. Pro.'. Tose. 1. 4'6
Per tornare a n..slra lingua, al.uso sem-
brami ec. gli altri comp..nimenti per un
certo sopraffinamenlo di giudicio npudia-
' SOPRAFFINE, -^dd. Più che far
Lai. optimus. Gr. ^!>T.«TO;.
+ # SOPBAFFlNIS.-ilMO. Superi, di
Sopraffino, flellin. Piic. 2. 1 10. .^o o Id-
di., può con 1' iiicomprensihiliti del su.,
più che sopnidinisslmo magistero giugnc-
re a lauto. iMin)
•f « SOPRAFFINO. AM. PIA che
Uno, Fini.«imo..yegner. Parr. inslr cap.
"|4. pag. 223. iFir. 1692.) Come farebbe
chi n,.n chiudesse la Iwcca al sti". .ove
gli fu versato uno spirilo ».ipr»flino. Salvia.
innol. Opp. Cacc. lana s..praflìna. (A)
« §. F l'I forza di SUSI /lari. Hicr. 1.
8. Su e giù per inonlagne e voragini.
andar come alia piana sicuro, e in tanl..
sconv.dgimcnlo .- scompigli... sola la mente
1
sconvolgili. e. i.i' ■ ' |.-p-.- . '
d.l pib.lo ne conr..ii.l.r>i. né turbare: non
è ecb .mesto il sopraflino dell' arte? f»r;
•+ « SOPRAFFIORIBE. Fiorire rf.
nuovo. Salv:n. Teocr. Idill. 27. Eranv,
s..pra alti. ragi..s. pini. Plalam. pioppi ce.
Quanti mai sul restar .1. primavera Soglion
soi.ra(ri..rir p.-' verdi prati. (.4)
if SOPRAFFLOBinO. Add. Più c'.c
florido. Floridissimo. .Salvia. Senof.XfiX
Ouivi n.-lla mia giovane.^ m'innamora.
.r un gn.vane beli... e.1 era d g...vane d.
quei del paese. .1 suo nome Ipriante (qu...
soprafflorido). e venni in .lucilo amore
1 ec. (C)
S O P
* SOPRAGAUDIO . Gaudio grande.
Jìelt-. f'if. Coloin'*. iìS^. Cnil questa lon-
diiìonc i santi nurtiri rircvi-tlero il mar-
tirio voloaljri;iiiicntc , noit i-tirando^i del
flagello i)to('l.tIi- . per lo stipvjjj audio che
seotivanu ncU .uiuii.i. (C)
SOPUAOi.ALl A. tialea capitana. Lat.
navis praetoria. Gr. oXif <i toj srparT)-
yoj. 3f. l. 2. 5y. Le due grosse de' Vi-
nìsiaui si ini>ono per proda , e una per
handa a roniliattere la supra^golea dell'
ammiraglio de' (ieiioveNÌ.
* SOPKAtHVIOUU". Sommamente gioi-
re. Rim. ant, Gtiitt. Guintz. Cam. (Av-
vegnaché co m' aggio ec.) Di che vi stringe
il cor piaDto ed angoscia . Clie dovrcile
d' amor sopraggioire. Che avete in ciel la
mente e 1* intelletto ? (M) Giiitt. Him.
I. l3o. Però tanta ahoniLinza, VAi'e de' fin
pregi, avanzala tuttore.Che di ciascun po-
ru sopraggioire. fC)
* SOPKAGGIRAhE. Girare di nuovo^
Girare superiormente. Bemh. (A)
•f * SOPRAGGITTARE. Fare il so-
praggìtto. Snlvin. Tane. Ruon. (i. 5. So-
praggitto, ec. Credo io che sia dal soprag-
giltare del filo sopra la cosa cucita , in
maniera che <|Uello si veggia, come si
^co^ge ec. (.4)
SOPRAGGITTO. Sorta di lavoro che si
fu coli' ago o per congiugnere fr'rtemenW
due panni insieme, o perchè il panno .tul-
/' estremità non i.tpicci , e anche talora
per ornamento, fir. no%'. 7. 264. E da
quinci ÌDDanzi io ti voglio dare una cami-
cia bella e nuova, col sopraggitto intorno
alle maniche , e col punto a spina in ^u\
collaretto. Buon. Tane. ^. 5. E duo len-
mol cuciti a sopraggitto.
t SOPRAGt;iUL)ICARE. Sopravatizar
l' altezza. Essere a cavaliere. Lat. supe*
riort loco esse, de superiori loco trstima-
re . Gr. uT£.C!;(£tv. Stor. Rin. Montali.
Menù pei si grande fona, eh' egli avrel»-
he giltato Rìualdo in terra, perchè lo so-
praggiadicava . Fihc 2. 280. Prendi la
più alla parte del campo , acciocché , an-
ftando verso lui. prima il sopraggiudichi, che
tu sii da lui sopraggiudicalo. Ott. Com.
^"f- 4' 44- ^'•' '" I"»go aperto e lumino-
so, che altrimenti 1' occhio nell' oscuro e
confuso Don discerne, poiché sia più alto
alquanto , acciocché sopraggiudichi 1' oh-
bietto. # Guicc. .Stor. lO. 67. Messero
una parte delle genti nel monastero di
San Michele in Bosco, molto vicino allii
città, ma posto in luogo eminente, e che
la sopraggiudica (la stampa, credo per
(■mire, ha.- sopragiudiea). (C)
SOPRAGGIUGNE.NTE. Che soprng-
^lugne. Lat. super^-eniens. Gr. erripx'"
/lASvo;. Declam. Quìntil. C. È da credere
che per lì parenti del giovane e soprag-
giugnenti sarehhe nmlato il testamento.
S. As C. n. Così una medi-sima forza
»• gravezza sopraggiugncnte purifìca , cola
e arana li huonì, danna, guasta e dister-
niina li rei.
S0PRAGG1UGNERE , e SOPRAG-
GIUNGERK. In signific. neutr. .-ìrhvare
improvvidamente, o inaspettato. Lat. de
improvviso advenire , supervenire . Gr.
«Tpo30(,/T}TW; Z-ip-^ti fìnti . fìocc. nov.
IO. 3o- Sopraggiunse colui , il quale an-
dato era in Cicilia. F nov. .\5. 9. Ne pri-
ma si partì la mischia, che i sergenti del
capitan della lerra vi sopraggiunsero .
# Tass Dìal. Pad. Fam. Qualora da
«pialche forestiero saranno sopraggiunti po-
trà in un punto arricchire la mensa in un
modo che ec. iD) Buon. Fier. ^. i. 11.
Sopraggiugneste voi, da cui difeso. Rico-
nosco d mio scampo.
§■ I . Per I enire, o .arrivare sempli-
cemente. Lai. Supervenire. Gr. ìTtp^^"
s9xi . Frane. Sacch. nov. IQO- Soprag-
S O P
giugnendo 1' anno del Giuliilco l3.'»0 ,
penso d' andare in porto Cesenatico.
§. II. /« signi fic. ntt. vale .frchiap-
parv , 0 Corre allo 'niprovviso . Lat.
oppriiiìcre, imparatum offendere. Gr. jtk-
7a>.ayoaȣiv. fiocc. nov. !yS. 5. Fu da loro
sopraggiunto e preso, e l'atto del ronzino
smontare. F nov. 86. 5- Ma pur, poiché
questa ora v* ha qui sopraggiunti ec. , io
v'alliergherò volentieri. Unni, l'urg. 5.
Quand' i' fui sopraggiunto ad Oriaco.
g. III. Pure in signific. ntt. per Ar-
rogere , .4g°iugner di più. Lai. addere ,
adiicerCy suhdere. t'.r. TyOJTiOìvat. fiocc.
nov. 16. 38- Volle Domeneddio , aMton-
dantissìmo donatore quando comincia, su-
praggiugnere le liete novelle della vita e
del buono stalo d* Arrìghetto Capece . E
nov. 8^. 5. l.on molti sai amenti gliele
aflermo , tanti preghi sopraggiugnendo ,
che r Angiulieri, siccome vinto, disse che
era contento . Dtttam. 1. 5. Poi soprag-
giunsi: questa mia mossa Non crediate si
lieve . Stor. Rin. Montai''. Chi se' tu ,
che mi chiami figliuolo? Ed e'sopraggiun-
se male a male, e disse .
♦f ^ SOPRAGGIUGNIMENTO. Ao-
pravvenimento. Accnd. t'r. Mess. IH'. 4-
png. 539. Non manca tra* nostri scrittori
chi porti questa fazione per un sopraggiu-
gnimento degl' istessi Missicani avanzatisi;
ma , comunque si sia , certo é che non
fu secondo il loro solito modo di combat-
tere. lA)
* SOPRAGGIUNTA. // sopraggiugne-
re. fìorgh. Tose. 324. Avendo (Livio)
detto nel quinto, essersi riaforaata la guer-
ra per la sopraggiunta de' Capcnati e de*
Falisci , subito aggiunse ec. E Fir. l)i-
sf. 26:^. Seguirono poco appresso , per
la sopraggiunta dei Longobardi , maggior
ruine. (J^j
^ §. Sopraggiunta, vale anche Arroto
dopo l" aggiunta. Pros. Fior. P. l. f. 3.
Or.S.pag. i56. Né soddisfacendo con questo
al suo buon volere, due gran volumi di chia-
rissimi lumi d' avvertimenti ci ha dati per
sopraggiunta. fySj
SOPRAGGIUNTO . Add. da Soprag-
giugnere. Petr. canz. 16. 3. Ne mai na-
scose il ciel si folta nebbia. Che , soprag-
giunta dal furor de' venti , Non fuggisse
da' poggi (cioè, colta, arrivata). Amet. 7.
Sopraggiunto da ijuelji (cani), col basto-
ne, colle mani, colla fuga, e colle rozzo
parole da se quanto poteva cessava gli
morsi loro (cioè, raggiunto). Guid. G.
Ella aveva le gote rosate, e li capelli bion-
di, colle ciglia sopraggiunte (cioè, che si
congiungevano insieme; che anche direm-
mo raggiunte). * Vit. SS. Pad. 2. z!^\.
Tutte queste altre cose temporali, che vi
fieno necessarie , vi saranno sopraggiunte
(cioè, aggiunte di più). (ì') .>egner.
Risp. Quiet. 1^. 2. Tenni il danno 0 per
vero, o per verisimile ; come assai più lo
tengo ora, dopo le maggiori notizie a me
sopraggiunte (cioè, venute dopo). E Sett.
Princ. Illus. 2. 1. Afilncbè questa ( con-
templazione ) sÌ3 guardo, ci vuole un lume
sopraggiunto alla fede ( cioè , aggiun-
to )■ (TC)
t * .'iOPRAGGIURARE. Giurar so-
pra la cosa , Confermar la parola col
giuramento. Far giuramento sopra giura-
mento . Salvia. Seno/', lih. 1. pag. 16.
Queste cose Anzia diceva , e sopraggiurò
anco Aml>rocome. (A)
* SOPRAGGLORIOSO. Add.Colmodi
gloria , Oltremodo glorioso . Salvia. Es.
Gen. (A)
SOPRAGGRANDE. Add. Grande oltre
al convenevole , Grandissimo. Lat. prae-
grandis. Gr. ÙTZiptiAnri;. M. V. 6. 65.
Il quale disse che le sopraggrandi cose
reggere non si possono. * Ces. Kemp.
S O P i2r>9
^. Non è gran fatto rifiutar Turoano con-
torto, (]uando abbiamo il divino : ma gran-
de e sopraggrande egli é a saperci staro
senza dell'uno, e dell'altro. (C)
St)l'nA(;G»ANniSSlMO. Superi, di
Sopraggrande. ì tt. S. M. M.idd. ^9. Elle
avevano un' .dtra sopraggijndissima alle-
grezza, cioè di vedere la gloria di Dio.
•f * SOPRAGGRAVARK. Aggravare
di più. Sopraccaricare. /ìemh. Asol. I.
77. Anzi egli (Amore) pur coloro che
sono a più alla fortuna saliti ec. , con
meno riverenza e più sconciamente soz-
zandogli , sovrasta miseramente e soprag-
grava. (A)
^' SOPRAGGUAVE. Add. Grave ol-
tremodo, Gravi.fsimo. Piicc. Centil. voi.
I. cani. 20. Il Re di Francia tutti i pre-
statori Fere pigliar ec. Perché al Conci-
lio il Pastor de' l'astori Avie vietati tutti
gli usurai , Siccome sopraggravi peccato-
ri. (Ri
* SOPRAOGRIDARE. Gridar forte-
mente , con quanta .cf ne ha in gola .
Dani. Purg. 26. Tosto che parton 1' ac-
coglienza amica. Prima che '1 primo pas-
so li trascorra, Sopraggiid.-ir ciascuna s'af-
fatica. (C)
SOPRAGGUARDIA. Guardia posta a
vegliare wpra l' altre guardie. Stor. Aiolf.
Alla fine , passati quaranta , venne la so-
pragguardia, e con gran lumiere ec. chia-
mava le guardie . E appresso .- ()uando
giunse r altra muda della sopragguardia
ec, e noi , perché le guardie non ci ve-
dessono, ci accostavamo al muro.
't * SOPKAlMPOsSIBILK. Add. Più
che impossibile , Impossibilissimo. Uden .
I^is. 3. 123. SopraimpossibUe , oltrinde-
cenle, arcisciocchissima finzione. (Al
* SOPRAINDORAKE. Term. de' Po-
ratori. Raddoppiar l' indoratura. (A)
*SOPRAINDOTTO. Add. da Sopra-
indurre . Cavale. Discipl. spir. l32. L'
uomo da natura ha quasi un seme di vir-
tù; ma perché gli uomini il soffocano con
I vizii , di maniera che e per 1' infermità
della natura, e poi per li peccati suprain-
dotti , colai seme non fa frutto senza la
grazia divina, ec. (C)
^ SOPRAINUURKE. Indur sopra. So-
prapporre. Cavale. E.vpos. Simh. i. 4l3.
Disfecero la tua , e sopraindussero altre
immagini, (f)
t '^' SOPRAINSEGNA. lo stesso che
Sopransegna. Ricord. Malesp. cap. 187.
e Fir. 1816 ). Misesi alla battaglia non
con sopraiosegne reali per non essere co-
nosciuto , ma come un altro barone ( l'
ediz. del iSgS, e quella del 17 18 ai cap.
CLXXX. hanno soprassegna ). ( Pj
sliSOPRAiNTENDENTE. Che soprain-
tende . Tass. Vini. Padr. Fam. I servi
in due specie distinguerei ec. 1' una di
soprastanti, o di sopraintendenti, o di mae-
stri che vogliamo chiamarla. ( D)
't*SOPKAlNTENDENZA..Voprrt«/t?«-
denza . Rorgh. J'esc. Fior. ^20. Le so-
stanze ed entrate de' Capitoli ec da lo;o
se le governano ed amministrano , senza
che il Vescovo vi metta mano , o vi ab-
bia altra propria iurisdizione (o, che sarà
forse me' dire, dominio ), che la soprain-
tendenza e cura generale (co.si leggesi nel
Rorghini , e non sopraotendenza , come
legge la Crusca alla voce SOPRANTBN-
DENZA , recando questo pas.io medesi-
mo ). (V) Tass. DiaL Pad. F«m. Il fat-
tore ha la sopraintendenza sovra le cose di
villa tutte . {D) Imperf. F. Tih. J). 3.
T. 12. 162. Niuna cosa è da fare che
mostri piuttosto sopraintendenia e signo-
ria, che parità e uguaglianza. ( F)
* SOPRAINTENDERE. Stare a guar-
dia , al governo . Segner. Mann. Giugn.
9. 3. Su questo cocchio conriene che so-
J260
S O P
sor
pr^nlcnda U Timor divino, qU3>. cocrh.e-
?,aUeDli.s.mo. r«ppr«.,».- Su ques.. nave
conviene che sopraintenda .1 Timor d.-
Tino, .mal piloto assai vigilante. <l I
SÒI'KALLECATO. Ad,1. Allegalo prt-
,c,lcnU;nenlc. l.at. pro'riMlH..-. Gr. -7r5!>-
Or,J.'lG,. norgh. /Vr. ditf- 2!)2- Per .scr.l-
ture privale d' intorno al nulles.mo anno
della salute, e innanzi, come e la sopral-
lecata carta. , , ,_
* SOPHALLETTO. Qnel coperto che
„ mene sopra i lelli .« "'"■■ f ''"'"■■ ■''""''■
noi: 223. Andò su per una scaletta sopra
un sopralletto, e la si nascose. (I )
•-:= SOl'HAl.LEVAllK. Elcarc, Inalza-
re. Seal. Cla„.<tr. ^SS. Nel quarto gra-
do, cioè nella contemplazione, egli e so-
praUevato a vedere le segrete cose del
Cielo. CO
* SOPU ÌLLODAHF" l-oilarc rou gran-
ai eacomii . Lat. laml'hu, in cahm tol-
lera. Or. uTrep'.Tra.v^rv. l'ros Iwr. i.
l46. Per mio avviso, con lil.era fronte
potr-a iK-n dirsi eh' ei sia degno di essere
più che lodato, e più che molto soprallo-
dato. (■) . I .
if SOPRALLODE . Lode infigae. Lai.
eximia lan.< . Gr. c?-/.>£r<.; -::ra.vo; .
Pro.,. Fior. 3. I.',6. Neil' entrar della
prima sua fanciullezza ce. avrei .0 voluto
tantosto delle sue lodi e^ delle sue sopr^d-
lodi entrare a conlarvi. (*)
* SOPnAI. LUNARE. Aiìd. il dice di
rosa che sia dalla luna in su . Sahm.
Prof Tose. 2. l32. Dalle comete sopral-
lunari e relesU ce. ciò viene aUiaslanza
rifiuLito (•)
SOPUALZARE. Sollevare. Lat. siiper-
exIolUre. Or. iTt'.p-Ap'.ii . ì' it. Bari.
12 Per queste vittorie, che 1 nimico eli-
be sopra Y uomo, e' fu sopralzato sopra l
umana creatura. ,.„.,!
t ■■:■ SOPRAMABII.E. Add. Piii che (i-
mahile , Amabilissimo . Lai. amahilis.'i-
miis . Gr. i:yzi,-ii^T-J.zo; . SaMn. Di.ic.
2 268. Essendo Iddio amal.dissimo sopra
tutte le cose, anzi 1' araahilit'a medesu.ia ,
e tutto r amabile e M sopramal.ile, e 1 a-
mor stesso increato, pazzo sarel.l.e chi se-
riamente il meditasse e '1 contemplasse
che a una tanta luce rapito non si vol-
Resse (niii in forza di sa.<sl.). ( )
•+ i: SOPKAMAIIAVIGLIOSO. Add
Pi!, che maraiiKlioso. Ollramarai'iplio.io
Uden. Nis. 3. 37. Il Tasso ec. s avanza
in ogni espressione di qualunque atte lo
con grave e sopramaravigliosa idea rti la-
"""tVsOPRAMMAGNlKlCE.NTtS.SI-
MO. Superi, di Magniftcenlisswio ;^ /'"'
che magnificcnli.f.fimo. Uden. ras. ■'■ o-
Pindaro fra lanU Greci e Latini, per idea
di itile altissimo ce, soprammagniUcentis-
simo di parlare. lA)
SOPRAMMANO. .Vomr. Colpo di ma-
no, d. spada, e d' all.-o. dato colla mano
alzala pi!, su della spatta. Matm. 5. .,1.
E col darti sul viso un soprammauo , U
E'.reu fari mutarti in Siciliano, /i IO. J2.
r.d egli , di' air incontio .stava ali erta , ^
In sulla lesta un sopramman gli appicra , ,
II,,. ,n due parti divisela di netto, Come ,
una testicciuola di capretto.
P Per melar. Car. teli. 2. 239- Cono- ]
sccVa facilmente il possesso in che .01,0
r il soprammano che . doganieri cercino
.li farmi ec. fc.o;-, /angheria, ./ ."pr"s".
'' 'Zvt'^ìl^Vihm, che anche. ..fcrice
SOPII A MANO. Aicerh. Colla mano al-
,a,a pH.su della .<palla «■"'•■ "»;• ^,5^;
V C.m una lancia sopra ">"""/''":'
addos-,. gridund.. : tu se morto. .Ir. I ur.
%. .3 Feri con una lanci, .opra mano
Al supplicante il d.licalo petto. "•"■/"'-
8 cisi la paUa nostra di sopr. e .h .otto
mano percosM . ed allre.i all' ari. m.ndat. ,
r effclto medesimo adopera.
8 I. Soprammano, pur dello aiverlnal..
Jora Je il medesimo che l-nor di modo
Lai. .■../*. •'chemenler. Gr. <>v.;'. 'r'^».?^-
/),,.. Comp. 2. 38. I cittadini .1. palle Ne-
ra parlavano sopra mano dicendo : no. a .-
l„ain.. un signore in casa (.pi' «'« =J^>^-
"TlVlarorzad-aggii.nlo.aleSlra-
ordlaario , iùcetlenle. tir Disc. an. IO J^
Gli antichi, .luamlo ^' »" ^■"■■'' '"" ""
loro proverbio mostrare che tu fu.s. ar-
iLo' ,u luogo, dove si facessero cose
soprammano e .,uasi impossd.d. ec- • «""
vano dire: tu se' arrivato .love .top. ro-
dono il ferro . fa.. Co/<. .6.. Fara. u„
vino soprammano con queste .lilig. nzc .
* Ceech. Miai: 3. 5. E' non ha <iuesta
volta guardato a spesa , purché le cose
sieno fiorile e sopra mano, f/';
SOPRAM\UTT0.>E . Muro fallo di
semplici mattoni; e si usa anche infor-
..a d-add. Lat. miirus coclilis, latenlii.s.
Gr T-r/o; Trì-ivO.'"» Frane. Sacch. noi,.
IqÌ I.a notte stando con lui n una me-
desima casa, e io una camera a muro so-
prammatlone alialo alla sua, ce. K noi: 192.
Non essendovi .diro mezzo che 1 muro
di n.attone soprammattone. .B,.on. fier. i-
3. 12. Ila per trameno un rour sopram-
""sOPRAMMENTOVATO. .1M. lifenlo-
■alo .lopra, .Sopraddetto. Lai. .;upra memo-
ralu.i.tic. cz-vw y vflyovtoOil V -lagg. nnl.
e<n. 77. Parendo adunque da soprammen-
loCati elTetti aver guadagnalo qual.he ra-
gionevole prob.i1i.l.là di si fatta I"""';"'--
fu giudicato che ec. Ped. Ins. \S. t on
tutti i soprammeiitovati moderni a..tor. s
ingannar.ino forse ancora Ov.d.o, e Pl.n.o.
:•.= .SOPRAMMERCATO . foce che .<i
usa nel seguente modo aiierh. Per so-
prammercato . e luile Per sopraccarico .
Per .<oprappiù. Hi-l'- L'" *' T^^' '
nessun 'vizii manca , e nessuna virt,. fa
compagn.a; e che questo da d. se ancora
per s..pranimercalo , che egl. s. g.uoca e
U- calze e le berrette, ec. lA)
* SOPRAMMESSO. Add. Soprappo-
,10. So,lcr. Coli. 3. Tutti gli agccollor.
convengono in un parere, che . sass. s.eno
amici alle vili, massin.am.nU- quando sopra
di loro sia s..pran.n.esso assa. 'e";»»-.,' ' ''
:t SOPRAMMlKABlLE.^rfrf- Più che
mirahite. Jiart. Slor. Ingh. e. 7. La so-
pì a.nmirabile sapienza de" forsennati .-.rric-
"sOPRAMMlSDRA. Aiierh. Smisurata-
mente, Dlf-e misura. Lat. immorfirc. Gr.
C^zicpérf,.^;. lior. S. Frane. 17-^- < I"
vuole essere da Dio amato, e avere da hu
infinito m.rilo soptammodo e s..pramn,i-
sura .ce. r ■ ■ *
SOPRAMMOnO, r'ie anche si seme
StJpRA MODO, l'iior di modo, Fc.es-
,i,amente. Lai. mirl.m in modum. lai-
de, .iiivia n'O'Iuni- Gr. S3<u.o«lT.v «ov
,;.■ /r,yr,v. .1/. y >f>- 8^- ""•"• ■'
popolo .onsueto nimi. o de Fiorent.n., e
'sopra n...do paraale con la gnerra /jr.
iLc. nn. l3. Stelle sopran.mo.lo .lolenl.'.
P divenne fuor di .uà natura pauroso. /.
I „„,.. 2 20.1. i>.ii.i q»»l <■"" *•"■' "'• '"
'# SOPRAMMOLTIPLICARF. Pia che
] molliplicare. Ce,. Fior. Slor .. 236. 1
I ,,u..h vermini s.ipramm.dtipluan.lo. . a.l. a-
L co- brani d.lla carn,- fr.c.l. deUa c-
lonna sopra la lena (C) „ . . .
•4 « sOPUAMMO.NHANO. Agpunlo
.lato a cosa che è sopra .1 mon.lo /V^....
/■■,or. pari. 2. .0/. 1. pag- -"^ >el ni.o.-
,lo iiilell, tinaie e Ir. le .ntclligen.c .0-
pramiiion.lane i ...l.m.-nle lo ..tt.n.o e
B„ndi..imo Dio, il quale »"" '' •»"""'•
S O P
me leKEi «ne eontinovamente gorenu i
Tu». (A) ralla,: .•■t.l. 202. Conviene
d- arrecar prova che U favoloso uitrodua-
mcnto di tali operatori sop.ammond.nl uà
„,.zzo allo per questa gui.. d. maj.ile
particolare. (FI') ^ _ c«
' SOPKAMMONTARE. Crescere, Se
1
prahhondare . Lai. crescere .txcreseere.
Gr 0--:oc.'^|av.50a.. C. f . II. »7-. «•
Soprammonlarono tanto le n>e»e. ' ^
,.ne del Re, ee. LA. Sagram. Ira e fel-
Ionia sopramroonta e signoreggu il il cuor
^'^ìf s'oPllANA . Specie di sopravveste
Inui-a.' Band. ani. Vesti per soprane con
una" sola basta , strasóco, ballane, o for-
tSOPRASlMO. r«'° «7"-*''''"'. :
pa^,.,ione. Con animosità. 1,1 Si. Pad. ...
225. Molli parlano .oprammo per odio , e
non per telo di giusl.iia .
* loPltANlNO. Dim. di Soprano, susl.
yllleu pag. 214. I Am.,1. 1754 ) Solamente
;^ fu' c^red- io , di l.uono L' udir il «.pran.u
d.lla Cappella E il maestro cantar u. semi-
'""S"so?RAMSS.MO. Superi, i. Sopra-
no Ott. Com. Piirg. U- K\-^- necess.no
di ricorrere per la medicina , che purghi ,
saldi questa mortale fed.U, al sopraniisinio
""^'r^'toPBANNAnP ATO. Add. ^ar-
roto avanti . Lat. pranarratlis. Or. JTfO.^J
l,,.„c ec che sar,bbe slato miglior pen-
' ,i..ro tentar tutte l!,.'"l-""XrVe"chè
rienzc. C) l.cllin. Disc. 1. 47- Perche
lu"nuee. in qualunque altra d,Ue .0-
p:a,marate manier'e vi. gli il '"'S™";»;-
ccssivamenle le parti .uè. SI nfa ce. f/V;
SOPBANNASCEI.E. Tiascerr sopra al-
cuna cosa, nascere dopo altre co« sim.l.
"aie. SalvU. Pros. Tose. l. IjS. Tante ..
;„ le voci che fioriscono, e sopra le se.-
chie , con.e negli orti di Alc.noo fico .0-
nra fico, ...prannascono.
•^ SOPRANfiAT«BALE. Add. Che e so-
pra la natura di checchessia. Lai. supenia^
turatis. Gr. ir:t?T<"U- Trall. gov.fam. A
L';,i non esser daia'la l.ngua V"?f»'J'^
naturali, ma soprannaturab. Ugnili, yisol. l.
SSNon po.s.!n procedere da e.... che so-
prannalnrale non sia. Snpg.nal. '^- ^-J
Si va di continuo smonando in e. qu.l-
INmpcto e forza sorr.nn.lur.le .mpre.«le
dalla vbdenza del fuoco.
if e. Soprannaturale, .iigm.fiea anche
Maraviglio.^ . Stupendo. Maiir. nm. /,-,r^
Li stivali. S-avea cavali, pen.ehe di v.u
Mi disse cose soprannaturali, f/f;
sopb'^nn'^tV'ralventf. ^.■.*w.
Con mo,lo soprannaturale. L.t- supernalu-
raliler. Gr.' Oir£0-,v«-: . Bui. A-ry. 2^
Questo è .econ.l,.'la volonfa •'•»',"•''''
fa che -1 fuoco M.prannalurale , che e nello
•nferno e nel P«rR.nlori.. '«r"""'""'-
mente opera. '■«'■ *" 'l'4 No» credete
voi che ,1 gb.l'o terrestre potesse sopran-
naturalmente . ci..è per r.»olut. psiteau
di Dio. farsi ni. 'bile?
SOPRANNf STABE. .^nn«Mrr loprm
il pò anneslalo. I al. •superinsererr. Ol
Ot%.v.T»>..v Pav. CU. .7? Onde
aun.-.lando .opr. Y annestato più toIic ,
quanto più ...i.r.nncsti. tanto più dd.cale
e grosse e n..bili fruite fai. _
SOPRANNO . Add. Che ha più d un
a Che è sopra P anno ; e si dice comu-
nemente .le- Wsliami. l.t. anniculus Gr.
"kCìPrÀnNOMARE. Ccgnom,n*rt.l.i\.
cognominare. Gr. irZi'MipJ;*"'- <- > ■ '■
3 3 Ouesto Tolde ec, fu ioprannomato
Flagelliin. Pei. /C12. M^- 7- * •"•." '^'"'
.oprannomarc Inipecdrice .h Coa.t.uUno.
poli ianza lo 'nipeno.
S O P
SOPRAWNOMATO. Jftd. da Sopran-
nomarr j Cognominato. Lai. cof^ncmiiia-
tuj. Gr. ÌTZtAivuyOirfjiiOi. Hf. ì . I. *i6.
Si con6(1aro a uno ser riero Cucci, sopì jn-
nomjtu Muniii.
SOPBANNOME. Cognome, Lat. cogno-
men . Gr. JTTwvuat'a . Vnnt. Purg. l6.
Per altro sopraniiomo io no! conosco , S
i' noi ^oglics^i tia sua figlia Gaia. £' Po'-
l5. Mia donna venne a me di Val di
Pado, E quindi il soprannome luo si iVo.
C. /'. IO. 112. '^. In una piccola cedola
scritto il nome e '1 soprannome suo. /'ovr.
uo\-. 8. i. Gli era de'Giimaldi caduto il so-
prannome . ir / (V. Cnut. 239. Ma r liai
dj te caccialo , sl'andito , e privatolo , se
le avessi potuto , del luo soprannome
(noè,{b:/t'esxcr fopmnnominato ViorentinOj.
g. I. Scprnnnome j è talvolta un terzo
nome che si pone a checchessia , per
qualche singolarità notabile in lui , così
in Itene , come in mule. Lai. cognomen ,
agnomen , Gr. eTrwwoia. Pocc. Leti.
Pin. Poss. 285. Non si dee alcuno uo-
mo ec. maravigliare , ne impazientemente
portare, se truova chi la sua l'ama e le
sue opere con ignominioso sopiannome
s* ìogegaa di violare e di macchiare . E
Pr. S. jip, 289. Tu scrìvi innanzi all'al-
tre cose , eh' io son uomo di velio , il
quale è a me non nuovo soprannome. P.
V- li. 79. Il suo soprannome in lingua
inglese era Knuchavuole , che in Latino
dice falcone di bosco. Fir. nov. ^. 22^.
Era moglie d' un di ({uei primi delta vil-
la, addomandalo Giovanni, benché da lutti
egli era «tello il Cìarpagliaper sopiunnu-
me. *? l'ucc. Centil. voi. \. caut. 16. Con
più con>oiti Tier da Volognano IS'e fu me-
nalo preso e 'ncarcerato Dove il suo so-
prannome non fu vano ; Che sempre il
Volognan fu poi chiamato Quella pregion,
re. (Hj
^ S- ^'- Soprannome , fu usato anche
in senso di I- pìteto. Omel. A'. Creg. 3g.
4. Il profeta dice: Quello di (il dì dei
fliudizio ^ è di d* ira, dì di trdiulazione, e
d'angoscia ec. Pensate con «juanta asprez-
za il Profeta vide venire 1* ultimo di del
giudizio sopra IÌ cori de' reprobi, il quale
<-gli non può esplicare con tanti sopran-
nomi. CI*)
SOPRA>N0MI.\ARE. Soprannomare.
Lat. cognominare. Gr. £~ixaiìrv, e:r*-
yo^a'^siv. <;. J . 8. 54. 2. E per sua
franchezza fu soprannominato Piero le Boy.
Frane. Sacch. Op. div. HO. Che rosa è
questo nostro niac>Iro , cioè Dio ? E uno
che nomina ogni cosa , e niuna cosa o
ninno uomo può nominare o sopranno-
minare lui. Ped. Jnnot. Ditir. 53. Ar-
rhcslrato poeta , il quale ec, perciocché
ne suoi versi descrive cose uMenenti a
rene e a desinari, è soprannominalo Dip-
nologo .
SOPrAiV>0MI.NAT0 . Jdd. da So-
prannominare j Cognominato. Lat. vaca-
tut . Cr. s'TTOJOyKlO'l^ . Porgli. Pip.
472- ISirrolò detto il Tribolo ec. fu fi-
gliuolo d' un Rafaello legnaiuolo, sopran-
nominalo il Riccio de' Pericoli.
&• rer dominato di sopra, Lat. su-
P<nu.t dicius, nominatus. Gr. —po-.tpr.fii-
to:. ^mel. 62. Patrocinante le questioni
tirili soprannominate. Fir. Hag. l3l. È
tempo che colle già dette donne e co'
«nprannominati giovani ascoltiate madonna
Gostanu di amore, e di molle altre cose
bellissime ragionare. Ped. Jns. 79. Paren-
domi avere a bastanza mostrato che ec.
tulli i sopr^innominati inselli dalla sostan-
za di quelle non nascono.
SOPR.A^^OTA^TF. che nuota .■(opra.
Lai. supernalans. Gr. -'"iTTrigt'Cwv. Cr. 2.
l3. 4- Questo letame generalmente ha due
umori, r uno soprannotante e aereo, ec.
S O P
SOPRANNOTARE. Aorar sepra. Sta-
re a galla . Lat. supernatore . Gr. ì-Kt-
~o)a^£«v. ^' l'alliid. ^ovemìt. 2^. Dopo
XI. di getta via tutta la mutia ; e due paiti
d'aceto frillo , e una pai te di menta mi-
ntitjiiiente tagliata nirtli nel vaso, e enipi
di ulive, sicché sopranniuitino , (I J Cai.
Cali. 227. l'otiemo cominciare ad investi-
gate quali sono que' corpi solidi che posso-
no lotalmente sonimeigersi udì' ac()ua ed
aiidaii- .d fondo , e f[uali per necessita so-
prannuotauo. F Sist. 240. 5assi staccati,
credo , che scendcreMicro al centro, e non
soprannoterebbero all' aria.
S0^1.A^NOTATO. /tdd. potato di so-
pra. Lat. pra-notntus. Gr. Tlposipr.jxivnz.
Pani. Conv. 70. Li ciechi soprannoliiti, che
sono quasi infiniti, colla mano in sulla spalla
a questi mentitori , sono caduti nella fossa
della falsa opinione.
"t ::= SOPRA^^UMr.RA^IO. Jdd. che
nel numero è posto di soproppiù , ( Ite è nu-
merato di soprappiti. Jccnd. Cr. i\fc.rs. lib.
3. pag. 345. oli altri ciuque, che vi rimane-
vano, erano come giorni soprannumcrarii,
che si consideravano a parte alla fin del-
l' anno, per conguagliare il corso del So-
le. (A)
t SOPRANO. Sust. Ja voce piti ulta
della musica. Lat. canfus, vo.r acuta. Puon.
Pier. Intr. 2. 3. Ragghiare asini o muli, O
sìan basji o soprani. Sia proibito, /l'a. 4-22.
Senti conserto! udite sinfonia Di mortai ri-
sonanti, Più e men cupi a far bassi e so-
prani !
t SOPRA^O. /•. ^. Jdd. Sovrano, Che
e situato al di sopra; contrario di .^-ottano.
Lat. supernus . Lih. Jtnor. 4S. Nessuno
può con ragione dubitare che '1 prendito-
re della paite sopraiia è più da lodare , che
quello della parte sottana . Petr. cap. 5.
Cosi giugncnimo alla citta soprana. Pani,
Cttrg. 9. \ idii seder sopra '1 grado soprano
Tal nella faccia, eh' Ìo non lo soflcrsi.
f V g. Soprano, vale anche (Ite è su-
periore ad un altro per condizione , per di-
gnità, per merito, o simili, l'im.ant. Cuitt.
92. Doglio e sospiro di ciò che m'avvene j
Che servo voi. sopranni di billalc, Ed in re-
doppio mi tornan le pene. ( /■)
^" SOPIìA^OBILP:. Jdd. molto nobile,
lifil. M. Col. cap. 129. Di capo di queste
tre giornate si si Irova la sopranobile città di
Quisai. (C)
.SOPRANSEGNA. Contrassegno d'abiti,
o altre divìse militari sopra l'armi. Lat.
.trnilioliim, tessera, insigne. Gr. e-Jijnoh v.
dTj.Qriy.^. fìocc. nov. 97. 23. Ne mai in
alcun fatto d' arme andò , che egli altra
sopransegna portasse. Filoc. 3. I2l. Pre-
g<i|i ce. I he tu alcuna delle tue gioie mi
doni, la quale pollando Ìo per sopranse-
gna, quella mi porga tanto più ardire, ch'io
non ho, eh' io possa acquistare la vittoria.
C r. 7. 9. 4- Sì mise alla battaglia, non con
sopransegne reali . per non essere comisriu-
to, ma come un altro barone. l\ cap. 26. 3.
Questi fu armalo con le sopransegne reali.
SOPKA^TE^DEN^E . Qtfcgli che ha
autorità primaria sopra qualche ufizio, od
opera. Lat. supcrintendens , S. Jg j praje-
clus. Gr. eTfJTaT>7< . Jlleg. i.^i. Eletti
senza discernimenlo convenevole per so-
pranlendenti ec. dal maneggiar delle lin-
gue nostrali, l'av. Scism. 81. Divenuto poi
snprantendenle (così latinizzano il vocabo-
lo greco Episcopo), si prese de'Vescovadi
ben due, Glocestre e \ igornia. / iv. fise.
Jrn. 55. Il quale mori soprantendeote ge-
nerale delle possessioni di V. A.
SOPHA^'J■E.^DEi^ZA. Jstrattodi So-
pranlendente. ì'iv. l'i.tc. Jrn. 56- Giudico
meglio il desistere , che il continuare in
quella soprantendenza. Porgh. Fesc. It20.
Sarà forse me' dire dominio, che la so]
tendenza e cura generale.
S O P
lif.i
opran-
SOPRANTENDERE . Fsser superiore
agli altri in sapere, Q intendere. Lai. pra-
es.re , prajèitum es.te. Gr. i::i'izoL':itv. S-
■'gost. C. /'. ^copos vuol dire intendere ;
sicché Vescovo vuol dire in latino sopran-
tt'/tdere.
§. Soprantendere , per Jver la sopran-
tendenza di checchessia. Lat. prctesse. Ci.
c'TTioTaTsrv. / iV. Pise, Jru. 55. Depu-
tato a soprantendere a «jucUa medesima ri-
jiarazione. ■"? Calvin. Pi.u\ 3. 8t). Ma questi
slessi ufiìci the alle donne appaitengono ce.
del soprantendere ai Livori domestici ec. non
possono esse ec. apparare dai libri dei sa-
vi. (A)
t SOPRA>TtNDlT0RE . FerbaL
masc. Che, o Chi sopran tende , Sopran-
tendente. Lat. superintendens, S. j^ost.
Gr. £-i7TaT S. Jgost. C. Ì>. Il Vesco-
vado ec. è nome d' opera, e non d' onore,
perocch' è vocabol greco . e derivato indi;
sicché Vescovo vuol dire speculatore, e
soprantenditore .
'\- SOHRAOHNATO. Term. degli Jr-
chitetti. La parte superiore di ogni ordine
architettonico^ composta dell* architrave ,
fregio e cornice. (J)
•f ^- SOPR APPAGARE. Pagare più del
dovere, Mrnpngarc . Salv. Jvvcrt. 1. I.
introd. Ne sia chi ci condanni, se pure
avessimo m qualche parte punto soprap-
pagato (cioè, largheggialo). (J) Segr.
fior. Rapporto della Magna. ìion voglio-
no ire alla guerra , se tu non gli soprappa-
ghi. (Min)
* SOPRAPPAGATO. AW.rffl 5o/3r^;j-
pagare. Pucc. son. in Centil. voi. !^. pag.
290. Ma solo d' una cosa i' sì mi doglio,
Ch' i' non ne tiuva' mai un sì coitcse, t;he
sol dicesse : Te' '1 danar, del foglio. Alcuna
volta soglio Essere a bere un quartuccio
menato, E pare ancora a lor soprappaga-
lo, ili) Scgr. Fior. Pitratt. Jlemag. Non
vogliono ire alla guerra, se non soprappa-
gati, f Mn)
* SOPRAPPARTO. Sust. Parto che
nasce immediatamente, o poco dopo ìÌ pri-
mo parto. Plttt. Jdr. Op. mor. 4. 81.
Quando il seme cade sopra il primo , e se-
condo, allora seguono i soprapparli, e se ne
diano tre ad un portato, (tj
SOPRAPPE.vO. Peso oltre al convene-
vole, e 'l consueto. Lat. superpondium . Gr.
STrt'yeTCov, Jsp. 1 ang. Lo 'ntellclto e la
memoria per lo soprappeso posto nella bi-
lancia spesse volte la la cadere. Pemb. lelt.
1. 22. Senza accrescer loro da questa parie
soprappesi, e nuove gravezze.
*t '.' SOPR.\PPLTTO. Teste imbottita
di lana, che si portavà^solto la corazza pCr
maggior difesa. Jr. Fur. 19. 82. Gli passo
la corazza, e 'l soprappetto. (JSS)
SOPRAPPIACENTE. Piacente assais-
simo. Lat. supra modum placens. Gr. :Tavu
aps'sxwv. Cuitt. lett. 21. Soprappiacente
donna di tutto compiuto savere.
SOPRAPPlAGKEnE,cSOPRAPPIA.N-
r.ERE. Piangere dirottamente. Piagner di
miovo. '\' I it. S. jV. A/add. 12. Sì dovrei io
piagnere e soprappiagnere di vedermi cosi
avvilita, f/ J F 110. Costoro quando vido-
no, e udirono queste parole, che Piero di-
ceva cosi miseraljiimente averlo negato, an-
che soprappiangevano, e maggiormente do-
loravano .
'7 * S0PRAPPIENE77.A. Astratto dt
Soprappieno . Segner. Pan', instr. 9. 2. E
questa sopra ppìenezza debbe apparire in
qualunque genere ec. , sicché distingua-
si prudentemente la colpa , il colpevole ,
ec. a )
* SOPRAPPIE^O. Jdd. Pienissimo.
Lat. plenissimus . Gr. £/T/fiW4 . Cavale.
Fspos. Simb. 1. 326. E detta piena e so-
prappiena, affioccLì; della sua pleiiiludinf
tutti ricevano. Segner. Parr. instr. 9. a.
1S62
S O P
S 0 P
S O P
P«r correggere sananK^ate non basta esser
pieDO <ii rarità; ltUo(;nj essere pieno ancor
di prudeoza. anzi iU|>ra|>|neQo. ( V) K Cri.tt.
instr. 2- X^. l\. Olire quella mercede sopraU-
Londante e soprappiena che ri riserba in pa-
radiso, prcmianduri da viorÌtr>ri, ce ne dà
un'altra in questo mondo, ec. (*)
SOPKAPFIGI.IA.RE . Pigliar oltre al
convenex'ole , Sorprendere-, Occupare. Lat.
occupare . Gr. /aTy.).X'i8/v£tv . rVycs.
Conciossiacosaché la cupidità soprappigliv-
sc i jjuiderdoni tlelle Tirtudi.
§. !n forza di nome , per quella fi^u-
ra dai fiettorici detta Lat. occupatio. ftett.
Tufi. 83. E un altro ornamimto che s'
appella soprappiglinre , il quale ha lungo
quando diriamo di volere passare o di non
volere dire quello che maggiormente di dire
è la noslr;i intenzione.
SOl'RAPPIU'. Il soverchio. Lat. par.t
.fupen'acanea , lupcrfluen f , exceden t , re-
liqu'i. Gr. TX rz'-?i':7%. IVov. nnt. 2.!\. 2.
Disse il tesoriere: %fessere , io errava; e
Tolle dannare il soprappiù . 4lhert. cap.
38. Alquante cose ^ono inìquamente rite-
nute e non iniquamente accattate, come il
soprappiù delle prebende . Pt-tt. S. Gir.
O iinponci il soprappiù, che passi la con-
venienza della nostra virtù ?
§. Inforza d' avverh. vale Inoltre , Da
fantaggio. Lat. pra-terea. Fir. j4x. l3l.
Soprappiù le concesse eh ella donassi lo-
ro quella quantità d* oro ec. eh* ella vo-
lesse .
* SOPRAPPONIMEMTO . // xnprap-
porrc. LaL mperpaxitio . Or. J7ft9i54; .
Plut. Adr. Op mnr. i. 10^. H piega-
mento del corpo, lo sconvenevole soprap-
ponimcDto or dell' una or dell' altra gam-
ba , i cenni . Ìl bisbigliare nell" orecchio
altrui ec. merita riprensione. fC^
SOPIlAPPOURK. Porre sopra. Lat.
superponere. Gr. yTSSrtOìVsti. Dant. Par.
l5. Il suo concetto Al segno de' mortai si
soprappose. ffut. ivi: Si soprappose, cioè
si por.c più alto . che aggiunga 1' umano
inlelk'tto. iVoi>. ant. 29. 1- Istimo quanto
potesse vivere, e soprappuosesi bene anni
dieci ; ma Unto non si soprappose , che ,
dispendendo e scialacquando il suo , li an-
ni sopravvennero , e soperchiogU tempo ,
e rimase povero , che avea lutto disperso
(cioè, aggiunse di più). Soder. Cilt. 39.
LevaU via quella meli, a ciascheduno da
occhio a occhio gli soprapporrai, commet-
tendogli insieme . E 77. Coprirai subito
con un coperchio che suggelli bene, fatto
«ti assi che si soprapponga no.
g. I. Per Antepnrre , Preporre. Lat-
pratpnnere , pr/rfìcere . Gr. /X^HTXVXi .
«piflTài3C( \for. V. tìref;. C*in pensieri
e con sollecitudini conviene che sia soit»»-
poslo a quei popoli, .1' quali esso e stiprap-
poslo per dignitj. Frane, .farrh. tip. di\'.
1^2. Ancora fummo soprapposli a tutti gli
animali, e co*e di questo m nido. Pillad.
cap. 6. Al campo tu^i non $oprapp<»rre mai
coltivalore a te cimgiunto di parentado, o
di tenerezza di amistade. * .V. Aif'^<t- C.
D. I. 10. Posto che le cose terrene nim
soprappooessero a Cristo, iiondimenti era-
no appiccali a loro con alquanta cuptdi-
tade ec. E \. 22. La «ana ragione si dee
soprapporre eiiandio agli esempli. (!'}
# %. II. P.-r Metterti al dtt^pra, In-
ntlutrsi sopra. Secner. Crirt Initr. i. 3.
6 Gran calunnia è pti quella che vien
recata alla nostra fede medesima, quando
si dica mai ch'ella oppongati alla ragione.
Non si oppone, si soprappone. < \J
* S()pn\PPOaTAnE. portar fopm:
ed anche Portare sempfieemeate. .?. 4i:'>tt.
C. D. 811. Lo Spirilo di Dio era soprap-
portato sopra l'acque, f Vj
•f * SOPRAPPORTO. Ornamento che
si colloca sopra dell'architrave, o del fregio
d' una porta nell* interno de^li edìfiziì. Sai'
via. O.list. l3^. Argentee imposte stavan
sulla soglia Di rame , argenteo il >oprap-
porto, ed aurea Cornarrhia. (A}
* SDPUAPPOSIZIONE. .S'oprapponi-
meato . Gal. Dial. mot. lo-. 5l2. Com-
pongono e disegnano una linea eguale al-
la descritta dal minor cerchio, contenente
in se infinite soprapposixiuni, ec. {*)
SOPKAPPOSTA. SortA di malattia de'
cavalli . Cr. 9. 5l. I. (Questa infermila ,
che snprappotta s'appella, si fa intra la
carne viva e l'unghia, facendo quivi rot-
tura di carne.
SOPRAPPOST*. Quel risalto che ne'
lavori rilieva dal fondo; contrario di Som-
messa. Dant. Inf. 17. Con più color som-
messe e soprapposte Non fer mai in drappo
Tartari, nir Turchi.
SOPRAPPO-STO. Adi da Soprappor-
re . Lat. supriporitiis . Gr. -J TS37<9 -,t'; .
Bocc. I^tl. Pr. S. Ap. 307. Le radici de-
gli arbori , e »' e gravità soprapposta , il
venir meno la terra di sotto , ec. Itenv.
Celi. Orvf. 56. Tencntlonc una ( gamha }
distesa, e r altra laccolta. impero soprap-
posia. Huon. Pier. 3. 2. 17. E tutte que-
ste insegne ec. Frapposte » soprappostc e
sottoposte.
=e §. Voti Ufo. Ji'ìcc. Ftamm. l. 4- E»»»
di porpora e di drappi dalle indiane mani
tessuti con lavori di varii colori, e d'oro
intermisli, e oltre a ciò soprapposti di per-
le , e di care pietre vestiti , ed i cavalli
coperti appariscono. ( fìr)
SOPR APPRENDERE. Snpra^ì:iti^nere ,
C-yrre all' improvviso. Lat. improvim op-
primere, cirnimvenire. Gr. «araia-i-Sa-
■JH* . Tttpiy.\iA/.ojf lìnee, nov. 5j. 5.
Avvenne , come spesso di state veggiamo
avvenire, che una subita piova gli soprap-
prese . Tac. Dav. Ann. l5. 2l'|- Spesso
nel guatarsi a dietro erano dinanzi e Aa
lato soprappresi. li-^mh. Star. 2. 18. Il re
Carlo fu da vainole soprappreso.
* §. Per Prendere più del dovere. In-
trod. Firt. 35t). Tanto avieno i delti vixi
soprapprcsn dell' altrui , e convcrtianlo in
male uso, che molli ne stavano in grande
mendichitade. ((*)
SOPRAPPRENDIMENTO. Il soprap-
prendere. Lai. aii^ressin , npprestio . Gr.
STs'iìVTt;. Pocr. nov. 82. O. Li quali da
cosi fatto soprapprendimento storditi, non
sappifiido che farsi, stettero fermi.
SOPR^PPRESO. Adii, da Soprappren-
dere. LaL npprestits . Gr. x«r«i*)p r;i'-
P^cc. nov. ^3. 6. Li quali soprappresi da
questo, lasciato star Pietro, si volsero alla
lor difesa. Sallutt. lui;. H. Egli toitamenie
andaro alli luoghi »ernerecci tic' Romani ;
ma nella via da' ladroni Grtoli soprappresi
e spogliati, spaurosi santa onore fuggirò a
Siila, /lem': ./*->/. I. 60- Altri piangono
in molle altre maniere lutto di , da subi-
ta ocrasione di pianto sventuratamente so-
prappresi.
V SOPHAPPUOFONDO. Adi, Profm-
distimo. Lat. profundittimits . Gr. €xdi-
•T'); Salvin. Pros. Tose, i, 370. Rive-
riamo adunque 1' ing'*;;no del poeta divi,
no, che ce. alla li'gnia-lria e giavilà tirila
poesia unisce dottrina *.'prappn»ft»iida. (*)
•| » SOPII \PPRKZh)SO. Add. Pre-
ziosissimo. Lat. /fu-*d ett pretesi tumunt.
P'*ei. 5i. Or lascia di lamentar le ne-
clieue perdute : tu hai qii''lli> chi* e so-
prappreiioso, gli amici trovato. (I )
■7 SOPH\PPUlll>S|\10. .V.r/ Pacche
purisiimo. Pnts. Ftnr. a. 2. 3«> Non per-
rhi* e' siano come l*io, atto purissimi*, o
siqirappurissimo, se dire si piiote; mj per-
chè non sjppiam>i altrimenti esprimere le
qualità dell' essenza loro. H'P)
•| > SOPR\K\DD"»PPI VRE. Pili che
riidd'^ppian:. Ihr^h, Mon. 2ì\. Noi veg-
giamo tutto il giorno de* meui fiorini , e
de* mezzi srudi e de' doppii ; e pouoDji
cosi Itattere Ì terzi e' quarti, e scemar quan-
to u>fm vuole , come anche crescere e 10-
praraddoppiare- fl'J
•a- SOPRARAZIONALE. Add. Più eke
razionale . Sper. Sper. Pini. dt^n. donn.
Sono ec. le donne animali anzi sopraraxio-
nali, che irrazionali; nelle quali amore ee.
fa quelle istesse operazioni che fa negli
uomini la ragione, ma molto meglio e più
tosto, fi- Pi
SOPRARE, y. A. Superare. LaL su-
perare. Gr. uTSsSxtils*» Dant. Par. 3o.
Più che giammai da punto di suo tema
Soprato fosse comico, o tragedo.
^ SOPR PRENDERE. Render di più del
ricevuto. Fr. lac. Cetr. 3. ^. 89. Coloro
che sono obbligali per alcuno servigio ,
non solamente al postutto dovrebbono ren-
dere igualmente, ma soprarendere. fC)
* SOPRARMONIOSISSIMO. Add. Più
che armoniosissimo. Salvin. Disc. %. 5a8.
Tutto ciò eh* è concento, tulio ciò eh* è
armonia ec, piace a l>Ìo. che unissimo e
io'^ieme e soprarmoniosis*imo. (*)
* SOPRARRACCONTO. Sust. I^ stes-
so che Episodio , Cor. Lonff. sez. 9. E' va
rapportando gli avanzi delle Iliache avven-
ture , come certi episodii, o soprarracconti
della guerra troiana. (A)
* SOPRARRACCONTO. ^^. PnM«r-
rato. Vr^/i. Etic. Piuttosto nel numero de*
fini si dehl>on mettere gli soprarracconti be-
ni. (A)
't * SOPRARRaGIONAMENTO. Lo
stesto che Epilogo. Cor. I.onp. tez. 9. Al-
tro non e l' Odissea, che un epilogo, o «>-
prarragionamenlo dell'iliade. 'Al
SOPRARUAGIONAKE. liasionar di
più. Lat. sermoni ndiicere. Gr. 5Tt>rf*/ti».
Remh. Atfl. 2. Che io alcun' altra cosa
ancora ne soprarragionassi alle raccontate.
SOPRARRECATO. AM. Recatodi più,
Recato sopri, Mentovato. Amm. Ant. aS.
^. 6. Alcuni tuoi nascosti vizii subitamente
escouo fuori , e mostrano il soprarrecato
inGgnimento.
•| * SOPRARRIVARE- Sopra^Jiiun-
cere. Sopravvenire. Ta*s. Ger. 3. 28. Ma
calf-a r imp'-disce intempestiva De' Pagani
e de' SUOI, rhe soprarriva. (A)
•| SOPR^SBERGA . Sopravvesta cor-
tisrima che si portava .ropra /' usbergo .
Lat. rhlamrt Gr. yizn^'; . G. F. ti.
4<) 10 V' andarono di Firenze mille pe*
doni . tutti soprassegnati di soprasberghe
bianche . / ecez. L' usbergo minore avi^
no , e cappello con soprasberga di cuoio
d' orso , a spaventare i cavalieri de* ni-
mici .
SOPRASBERGATO. V. A. AM. F*-
stito di soprasberga. Guilt, Lett. Messer
Lancdlotto vi comparve mollo bene sopra-
sbergato .
!? SOPRASCAPOLARE. Term. d.-di
Anatomici. Ae^zmnto di muscolo. ImperJ.
Anat. 107- Il settimo detto topraspinalo ,
ovvero soprasra)K>larc superiore ec iF)
t SOPRASCRITTA. Soprascritto. Lat.
superteriptio . Gr. iTTi'/^xSi;'. Ott. Com.
Inf. II. tt»8. Dice che di questo avello
dice la soprascritta d' esso, che vi era in-
cbiuso p>pa Anastasio.
§. I. Soprascritta , éàctsi nelle lettere
Quello scritto che ri pnne sopra alle me-
deume, eonleneate il m^me di ijnello a cui
s' indinzziino . Frane. Sacch. nov. l52.
Cominciando a leggere la soprascrilla. tut-
to venne meno . .4mhr. Furi. 3. ^. Vo-
leva eh' io leggessi una soprascntla d'una
l.-lfra rh' ella portava, e non si riconla-
va a chi. Farh. Irrol. 288. Chiamava
egli cosi me%ser Pietro Aretino' »• gliele
scriveva nelle soprascritte delle lettere?
§. II. Aifer huona soprascrUta, figura'
S 0 P
S O P
S O P
12G3
tam.f e in motto basso, vale j4ver huona
cern. Lat. bene valere, bona liti valetudi-
ne . Gr. i'upùj^Tdìv . Maini. 2. 70. Uo-
maodar uon occorre come siate , Perché
avete UDa liuotia soprascrilta.
SOFRASCBITTO. Sust. Scrittura po-
sta sopra a checchessia. Lai. epitaphitim,
rpigraphe j i/iAcriptio . ì'it. Pluf, td era
sopra 'I oioniniento ili Ciro un soprascrilto
in leltere persiane ec. , ed il soprascritto
dicea cosi.
* §. Per Soprascritta nel signijìc, del
§. I. i'ar. Coni. 65. Won avea senato il
decuro in un soprascritto a diie a un Pre-
lato Monsignor ^\eii,e\Q.(i P) Pallav. Star.
Conc, 2. 25o. Presento a' Preùidcnii la let-
tera ec. Il legato leggendo privatamente
il soprascritto, disse ec. (I^J
SOPRASCRITTO. Jdei. Scritto, o ^'o-
minato di sopra. Lat. superscriptus , in-
scriptus , suprascripttis. Gr- Z7Zf/iypa.fj-
p-^voi. //ut. Inf. 3l. 2. Come Lucano di-
ce nel soprascritto luogo. Bocc. Conci. 1^.
Quando questo fu, egli erano poche a scii-
rere delle sopra^clitle novelle. Vant. / it.
Tiuov. 35. E compiuto n'avea questa so-
prascritta starna . -^ >^Vt'^r. l'ior. Ir. 16.
Cominciando a<tunque dalle prime sopra-
4critle qualità, dico ec. (C)
f SOPRASCKIVERE. Far la sopra-
scritta. ( ron. / t'il. ^. l'ercbè parea cosa
reprensibile, che le leltere che vcaiuno di
tuori fossero soprascritte a Bonaccorso Vel-
luti, e compagni, ci fece il detto Bonaccorso
mio avolo soprascrivere le lettere che man-
davano i lor fattori, a Bonaccorso \elluti
e compagni.
t SOPHASCRIZIONE. Inscrizione. Lat.
inscriptio , titulus. Gr. spf/pa.z.T, , titÌo?.
l.ih. Pred. Cui è questa immagine e que-
sta soprascriziuueT S. dio. Grisost. 74- Il
tìtolo e la ioprascrizione del predetto salmo
ec. contiene , e mostra che fu fatto per
disiderìo , ed espeltjtione della beala Re-
surrexione .
•f * StlPRASFORZATO. Jdd. 3'ag-
giormente sforzato, ì eeinentissimo , 1 io-
lentissimo. Guitt. lett. 21. 58. Con sopra-
sforzato atìranno traggo foco chiaro di fredda
neve. [P,
t SOPRASMI.'-URATO . T'. À. Add.
Sopra misura, Smisuratissimo. Lat. im-
mensus. Gr. (3^«£t.s. ; ilVrf. Jrb. Cr. 67.
Loda e graiia li renda ogoi lingua , san-
tissimo Padre, del dono, che narrai" non
si può, della sopraMiiisurata tua caiità.
* SOPHA>OL1UO. Temi, degli ^Jlge-
bristi. Diccsi della quarta potenza d'una
grandezza co.'sì chiamata , perche Jìngesi
che abbia una dimensione di più del jo-
lido. (J)
* SOPRASPARSO. Àdd. Sparso di. w-
pra. Lat. insper.su. K, .uiperjhsus. i^w STZi-
Tarrou-vo^ Salvia. Di.sc. 2. 23i. Rimase,
per la moiie del suo buon padre e fonda-
tore, r Accademia in doloroso silenzio rav-
volta, e dal sultitano caso, come da sopra-
sparsa caligine, intenebrata. (')
SOPRASPEiNDERE. Spendere di soper-
chio. Lai. plus aquo impendere. Gr. Z£^i5-
«Sw'nv s'v <y«:TavTJ_u«-7t . (np. Jmpr. l3.
In modo che la moneta , ^a quale si dee
spendere utilmente, si sopraspende in vano.
\^f"'- ' "■ '"''■''• ''''■ 3- P^P- 202. fMil.
I025) Se si sforzassero in dimostrarsi in
alcune opere magni6ri , sarebbe di cose
piccole, nelle quaU sopraspendere sarebbe
malia sciucrheiza. (li-
*SOVRASPEkA.\ZA. Speranza quasi
certa. Gran fiducia , Confidanza. LsA. fi-
ducia, confisio . Gr. «uSà'scsi'y . Segner.
Crist. instr. i. 4. 2. Basti dire rlie il
Profeta non la chiama speranza , ma so-
prasperanza. (•)
^ SOPRASPERARE. Avere grande spe-
ranza . Lai. confiderà . Gr. ù~o07ppily .
Salvia. Disc. 1. ^2. Dicendo tra 1' altre
in un luo^o , eh' egli soprasperava , cioè
trapassava i limiti dell* ordinaria speran-
za. (•)
* SOPRASPI^ATO. Aggiunto di mu-
scolo. ImperJ. Anat. Io3. Particolare uffizio
di alcuni di questi muscoli è di muovere
il braccio all' insù ; e questi sono due , U
d lloidf ec. e il sopraspiuato . /', 107. Il
settimo dello supraspinalo , ovvero sopra-
scapolare superiore, e da altri rotondo mi-
noie sotto il braccio , è carnoso e lun-
go. (I--J
* SOPBASPIIUTUALE. Add. Più che
spirititale. Magai. Ivtt. Al cuntrurio l'uo-
mo interiore, e diro sopraspiiituale, si rin-
vigorisce d'un altro spiiito. (Aj
't * SOPllASPililTUALIZZATO .
Add. Più che spiritualizzato. A'agal. part.
I. leti. 2t\. Quel che constiluisce 1" essen-
zial dirterenza tra l'uomo e 1' animale ec.,
^iene appunto a esser quella porzione so-
praspiritu;Jizzata . (A)
SUPliASSAGLIENTE . Che soglie so-
pra, foce marinaresca^ e propriamente
s' intende di chi sa/c sopra i navigli per i
guidarli, o difenderli, l at. vectnr. Gr. stti-
|5aT>j; . <j. / . 7. 83. 4- t'ecìono ordine
ec. de' migliori e maggiori cittadini della
terra , compartire per soprassaglienli per
galea . e di studiare alle balestra . i\or.
ant. 81. 2. Fu latto di lei ciò eh' ella
avea dello della ua^ iridla saiiza vela e |
sanza remi, e sanza niuno soprassaglienle. !
SOPRA.sSALAHI". ."-alare oltre al con-
venevole, l rane. Sacch. nov. 192. In ijuel-
r ora i saggi erano falli , ed egli poteva
molto l)ene soprassalare .
SOPr.ASSALIl;E. Assaltare, Assalire
all' improii-iso. Lat. aggradi. Gr. etcéa)-
^i!v. A.'or. S. Creg. 8. 38- Acciocché |or-
tandole noi incaul.iniente per lo canmiino
di questa lila, noi non fussimo soprassaliti
da' ladroni.
SOPRASSALTO, nisallo. T'ir. Dial.
beli. donn. ^12. Desidera con un segno di
livoltura mosti aria distinta con un poco
quasi di soprassalto coloiito, ma non rosso, j
* SOPRASSANTO. Add. J lù che san-
to. Lai- sanctissimiis. Gr. x^TZlfa'/iO^. Sal-
via. Pi.fC. 2. 68. Quesla gran donna avanza
tutti i santi, onde dalla Chiesa greca è in-
vocata col nome di h'^ pera già , cioè so-
prassanta , ed è la più vicina ali Altissi-
nio. (') E 3. IO9. Onde quella soprassanfa,
n'era colma ideila grazia), vien sa-
"J/Jevjj ,
lutata col nome di /iyt
piena di grazia- flJJ
SOl'KASSAPERE. Stra.fapere. Lat. .'fa-
pere plus quani oporfet sapere. Gr. VTiip-
*;ov=*'j TZOC.Q l e a fpoyiiv.Pir. IMsc.lctt.
327. Possiamo arditamente conchiudere che
questo sia slato un soprassaperc. '<.• Segner.
Crist. insfr. i. 28. I. Ad insegnar c<m
chiarezza non basta sapere , ma conviene
in un certo modo soprassaperc. (Ci
'.- SOPRASSAPiEI>TE. Add. Che so-
prassà. f Cj
* SOPRASSAPIEINTIS.SIMO. Superi,
di Soprassapieute. Pros. h'ior. 2. 2. 20.
1 anto più sono felici le parti ( dell' uni-
verso j, e il lutto, quanto più retta e in-
teramente fanno quegli ufiìzi , a" quali li
indirizza il vero maestro , per quel fine
universalissimo che nella sua divinissima ,
e soprassapienlissinia mente sta propo-
sto. iCPj
SOPRAS.SFDENTE. Che .^opras.iiede ,
( he siede sopra. Lat. in.tidcns. Gr. sViza-
Stì'/jsvo;. il/or. .V. Greg. 7. l4- Addiviene
a questi colali siccome al cavallo furioso,
J qual pon fine al correre, non per %irtù
del soprassedente, ma perché innanzi non
si stende al campo del corso suo.
* SOPRASSEDERE. I\'eulr. Propria-
mente Seder sopra. Esser sopra, Sopra-
stare. Lat. supersederc . Gr. TTKti'tTGat .
Ang. Mei. 1. 87. Era gli Artici, e gli Aoiiii
un monte siede , Che con due sommila
s' erge alle stelle , La cui cima alle nubi
soprassiede, Wè teme le oltraggiose lor pro-
celle. (DJ
* g. I. Soprassedere, figuratam. vale
Usare superiorità , o Soverchiare altrui.
J.a.sc. him. 2. 271. Egli ha quel mxùq Di
volere ad ognun soprassedere. (C)
* g. II. òiopras.sedere , vale anche In-
trattenersi, iHmorare. « Buon. Pier. 2. 5.
7. E soprasseggo alquanto Là dove un vicol
senza riuscita Mi permettea col non passarvi
gente. Tacita hi dimoia al mio Ijvoiu. ^C^
t 3 g. III. Ma per lo più si usa in.
senso di Immettere ad altro tempo. Dif-
ferire. M. I . 7. 25. Della nosUa ingiuria
intendiamo di soprassedere, ma della bugia
ec. non ci possiamo contenere. '.' Pocc. 'Ics.
2. 42. Opera ornai, e s' egli è di tal fretta,
Qual dicon elle, non soprassedere, {/h-}
iar. lett. Tomit. 107. Ilo soprasseduto di
rimandare le medaglie fino a tanto che mi
rispondiate se se ne contentasse. (C) Varch.
ì rcol. 94- Volendo che si chetino (si suol
dire,, Iar punto, far j ausa , soprassedere,
indugiare, ec.
'^ g. IV. Talora in questo .tcnso si
usa anche in significazione attiva. Car. lett.
Tomit. 58. Poiché avete soprasseduto il
ritorno mi pento non avervi scritto. (C)
K Long. Sof. 68. La cosa si soprassedeva
per insino a vendemmia. E "j'i. Imperò
facciamo così : soj rassediamo Ìl maritaggio
a questo autunno che viene. (3Iin)
^- SOPRASS^ DUTO. Add. da Sopra.s-
sedere. J . SOVHASSEVhlM. fC)
^: SOPRASSEGNA. I. SOPRAIKSE-
GNA. (Cj
SOl'RASSEGNALE . Segnale, Segno.
Lat. signum, .i-\mìiolum, digma. Gr. 7*;-
fLEÌov, cjytoic-j, òCypa. Filoc. 3. 119.
Ala ciò, se alcuna gioia di Biancofiore non
avesse, la quale in quel luogo per sopras-
segnale portasse, non ^olca fare.
* SOPRASSEGNARE . Segnare al di
sopra. Part. Ortogr. e. 3. §. 8. Scio per
accidente, e senza debito di sopì assegnarle
tulle. .JS'ì
3 §. 1. Per Far sopranscgna, o sopras-
segno. Lat. insignire, signora.
'■• §. II. E in signiftc. neutr. pass, vale
Mettersi una sopranscgna. » d. V. 8. 58.
4' Ciascuna (erra e villa per sé si sopras-
segnassero di sberghe e arme , ciascuno
mestiere per se » . (C)
SOPRASSEGNATO. Add. da Sopras-
segnare. Lat. insignitus, ornata s , inscri-
ptus. Gr. e7Ti'cr,^7.5-, 7rc.pw'5r;/Jo;. G. E.
II. 4f)- IO. V'andarono di Firenze mille
pedoni, lutti soprassegnati di soprasberghe
bianche. Cron. MorclL Un liliro soprasse-
gnato G , di fogli reali. Bocc. l'est, pag.
1. Ancora lascio che ciascuna persona, la
quale si trova scritta nel libro delle mie
ragioni soprassegnato A , che da me debba
avere, sia interamente pagato.
SOPRASSEGNO. Soprassegnare. Lat.
signum, s-ymboluni. Gr. '7r,fxiÌQ-J , ou'ju-
j5"i(«. Morg. 21. 5. Disse: Baron, s' io ti
conosco bene. Che al soprassegno t" ho ri-
conosciuto ec.
SOPRAS.SELLO. Quel che si mette di
soprappiu alla soma intiera. Fir. As. 2'j3.
Preso un sacro, e due barili un poco giu-
sti, e postoniegli addosso, ed egli ['OÌ mes-
sosi a cavalcioni fra essi per soprassello ,
ne mettemmo in via. Uh. Son. 48- Bestia
di soprassel di carriaggi.
g. Per nu'taf vale semplicemente Giun-
ta. Lat. corollarium , auctarium. Gr. 'TTi-
fopà, TI 00 '!/.{£': ce € /.ripa. Mor. S. Greg.
Leti. I quali ancora, per soprassello della
lor domanda, questo aggiunsero.
;? SOl'RASSEMENZA , Heplicata .se-
1364
S 0 P
S 0 P
minazionc. Salv.n. !.. l- e C. Non »'
ha di lui l'i" "''''i^ '■^ compartire i semi ,
ed a fusS'"''^ soprasscmenza. lAì
J SOrK\SS?;Ml VAKi;. Seminare sopra
U seminato. Lat. supt-rsiminare. Or. !-i-
'.Tt'lp'A-'. /J«P- ''""^'- " '■''«"" '*'■' '■"•
iMiniglianlc all'uomo che semini il huon
some nel suo carneo , e mentre che dor-
mono gli uomini , viene il suo nimico , e
soprassemina le leiizanic . ^f. V 9- \\-
L'uomo nimico nel campo del grano so-
prassemina la zizzania.
* §. K figuralnm. - Cap. t'iipr. b.
Oliando per caso avvenisse che 1 nemico
.ìrlla necessaria pace soprasseminasse al-
t-uno scandalo » . ' V]
SOPKASSIiMIN.VTO. JM. ila Snpra.s-
scminarc. lùp. fan;;. Il seme che sarà
vituperato e disonoralo , son le lenzanio ,
cioè le mal' erbe soprasseminale dal dia-
"+ SOPRXS.SF,MIN\TOnE . Ferbal.
masc. Oie, o Chi .,opra<.u-mina. LM.su-
pcrscminalor . Or. 6 ■-.5y.>.=MJ. Cap.
Impr. 6. Il iMoro della fralerii.de dile-
zione i; mollo diruhato da' mim.lri e se-
guilalori del soprasseminatore deUe ziz-
zanie . .-
SOPnASSENNO . ^To!to .tanno . Lai.
snmma .,apien„a. pru.lcnl.a. Or. cjy.a,
op,'.n,i; nr. y. io. 83. onde ii so-
prassenno de' Pisani , accortosi di suo er-
rore, cercò per molte vie oneste e piace-
voli ec. di ritornarli a Pisa.
* SOPR.VSSERVIBE. AViv;>e pm che
..opra folMigo. Varch. Slor. Voleva avan-
ti ce. che la sua lianda , che già ce. so-
prasservito avca, pagata fosse. (A)
SOPBASSEUVO P'n che .wo . O.
r IO iVl 5 Avendrdi comperali come
.crvl e soprasservi i loro beni alle loro
"'TsOPR^SSETE. Gran sete. Lat. im-
mensa .Ms . Or. y./v'ifl J-i'v. . Olt
Cam. Pnrg. 20. Neuna aUmndanza gli
.mole torre la fame ; la soprassete gli ar-
,1,. la Rola (il '/.'■ '<■.??<• '"P" ■'"■■"''■ ,
:? SOPRASSIMIACO. .Mnpstrato che
ha /■ anioril.k .li rivedere i canti a talli
i masLUrati e oIVciaH . lienv. Celi V.t.
\ 211. Magnifici Signori soprassindachi ,
'se io volessi narrare ec. tulle le mie gran
ragioni, la sareU-e troppa lunga tema. f(_)
^alm. 6. 20. Quai con le l.raclie sori h-
iio al ginocchio. Dovendo .V soprassindaci
,li Dite Presentar de' lor U.n \<^ part"
''^ * .SOPRA.SSOOLIO. Sot!lio di .<o-
,,ra. Architrave. Cavale. Specch. Cr. ifi.
Dovessero ciascuno in sua famiglia avere
nn agncUo immaciilato. c-d nrciderlo, e del
.angue porre sopra li legni degli usci della
casa, e d.d Ilio e di sopra, noe sopra 'i
jURgelli e sopra i soprassogli. (F)
4 SOPRAS.SOMA. nnto i,nel che s,
mette di pia <opra la eowmnnal .'orna
/inni: l. Io6. Ouan.Io Apuhio die p,r
.uà malizia Duo roniaiu..li e una sopras-
.oma. lìern. Ori. 2. 23. 76. Rinaldo e 1
«-.onte, eli' or paion .li foco, Aran mi" car-
i-o e Miprassoma un poco.
* .SOPRASSUSTANZA . .V,../-r.i:n .<"-
,,er/orc. o pu. noh.le dell' altre. I.at. ««-
/„Vior snhslantia. Sefner. .tfann. /"
-..1. .1. Oli hai da . Iiiedere. per lar M che
il iuo corpo . tonsirvato .la essi e conso-
lidato, serva allo spiril... .h'e la .usLiiiza
Mineriorc, qui .l.lla »..pra»»u,lanz.. ( |
V SOP»AS.SUSTAN-/,l\LK. Ul. / ."
„o'„leedi niani.or v.rl,', del <n.tan:,ale!
e dieeti propriamente ilrl .<anlis.<imo .\a-
...ramenlo drlf Altare. L.t. 's..per.„l.'lan.
„„!,<. Or. u':t!p.urit.io"'H- '-V '■■">'■
l.' altro pane spirituale, il quah- sani" !•"-
ra chiama sopiassuslalltiale, si è il ».inli>-
tini.. C.irpo "li 'Visin- uell' aliar con.ecr,i
lo. Ftp. Pai. ,Vo.r(. Questo pane ec. nin-
no il polrehl.e meglio de.criverc , ne pm
solfi ienlemenle , che appellarlo '"P"'^^"
slanziale f qui la stampa pag. 12. leggi
soprasu.tanziale ).
SOPRASTAMENTO. // .<opra.ftare.
^. Per /adagio, Tralteaimenta .LtìI.
cunclatio. mora. Or. aiVif-^i «""''■
leti I 12. 300. Esumando che questo
avesse ad essere di poche selUmane so-
''"'oPllAS-TANTH. Susi. Che ha sopra-
slaaza in chicchessia. Custode, Guardia-
no. Lai. custos , prafectas. Or. yv/'x; ,
eVi^rrT.,:. r,. ;'. 11. 12. I Sopraslan e
I e provveditore della della 0|iera di santa
Re,.arata fue fallo per lo comune maestro
Giotto nostro eitladino . K cap. <)'•'■
sopiastanti e guardie delle prigioni, fc 12.
01 I. Levarono, che non potesse portare
arme da offendere niuno gabelliere e niuno
soprastante. Amet. 63. A me non madre
so praslanle a- tuoi piaceri, (ecch. I..<alt.
Cr I. 2. F. me fé' sopra.lanl>- al gover-
narlo. /Semh. .Star. \. ^5. M. I-uigi <■'»'■
6Ìo , il .male era soprastante d.lla galea ,
cre,l.n.lo quella essere armala di corsali ,
non calando altramente le vele, conunuava
il sim via^flio .
SOPRASTANTE. Add. Che sta sopra.
Eminente . Lai. cmiaens . txlans , .mm,-
nens. Or H-'.Zrav, •/: ,/.5 ri', ■*! "= . "
.,Taa=.vo;. /.ie. Per. 3. Il m.,iile sopra
slanlc opporUinanieote coperse gli "gg"""
,i. Guill G. Da quello lato avea le r.pc
alle cavale e sopraslanli. •.•■ Croa. .Wor,/ .
220. Intorno a .|uesle castella ec. ha mol-
ti abiluri di cittadini posti in vaghi, e m-
letlevoli sili, bene risedenti, con vaga ve- |
dula , soprastanti a vaghi colli a. orni di
giardini, e pvatelU . fO Alam. (oli. 5.
Il3. Sopr-es'o in.Iu.a tlel soprastante no
con torlo passo 11 liquid.. crislall...
S. 1. Per metaf. vale Imminente. Lai.
immmens , ingniens . l-r. iiii../.'
Bocc. nov. 68. 2',. ella sua sagacila lii„-
gi il perieli soprastaiUe. /•- g- C). P-2. vi-
dero gli animali ec. quasi sicuri da caccia-
tori p.T la soiTastantc pisLilenzia.
e 11. ,<ronro.M,i/f . Che indugia trop-
po , Che inette tempo in mezzo oltre al
convenevole. Lat. eiinctans . Or. (i'-*^"''
J.iv. I). Pr. Lui induglanlc e soprastante
ferocemente minacciassero.
J S; III. Jo,.r.i../../i<e . lo diciamo an-
che per lniperio.<o . Potente . '"•»'""'■
Lai. in.<olens . t.r. a)»;«» ■ ^""■'. 9",'
Levatosi 1' aspro giogo de' Corilani gu
sopraManli per le indeboUle virtù, si rin-
tuzzarono le loro forze , che appena il
moni., eran.. usali di scendere. Tae. l'av.
4nn. 2. 43. Misevi Cueo Pisone , uomo
rollo , sopra.lanl.- e feroce f ./ C"» '■"•
ha: obsequii ignarum ).
* -5. IV. /■; in rorza di .<ust. - hrane.
.V„ .A. rim. l5. li IUO poder. che già fu
il. .icpia s..lsa . Pedesli per voler slgn..-
r.ggianle Essere al ...praslanle ».((.;
SOPRASTANTI-MlNTi:. Avvtrli. ( on
.tiynr,ì.<taft:(i-
g. l'er Ma<.iimamenle. Pirticolarmen-
le. Lai. piireipiie. prserlim. «"-r a-xli-
,r» ('..//. .V.V rad. Traspong.mo ogni
lavino di .billiina. .• sopra.tanlen.elile .Il
parole salutevoli
.SOPRASTANKA ì . A. Il ''prailar.-
Ir. Gior.1 P,rd .1. <ì «t'i ><" '" *•""•
e al v.'nl.. e al sole , c.nlrari.i e alla s..pra-
itanza d.l niniic...
• , § I IW Indugio. 1 rallenimenlo .
Mancanza Lat. .i.mMlie. Or. ..S>lil1>;
Cin Impr. eroi. Avveneud.. >opr..l.l.uii-
,'Ze ,Illhol. alla v SKC lOrU-
1)1 M- Uyge .opralilwiidanle 1 seccliilu.li-
,ie n.Ua terra per u.piaslania .1' ..nhiiali
pi.iva
S O P
* g. II. Per Grande inslanza. Fit. Ì.
Frane. 17O .Non confidandosi nellj nu
industria , ni; de' suoi frali , per grande
soi.raslaoza d' orazione ( per oraliom in-
slantiam , dice il Lat. ) si volle ricorrere
a Dio. iFl
SOPllASTXRE. Star sopra, f^tstr su-
periore . eminente Lai. ixtare , eminere.
imminere. Or. ij.'xu' ,«"-<?=" »"«»' •
i^;,z'X,B-M. G. V. I. 36 1. Cesare si
pose a campo in sul monte che joprastava
la ciU'a. lìaat. Par. 3o. Si soprasUndo al
lume intorno intorno , Vidi specchiar., u,
più di mille soglie . Pass. prol. Coloro
che sono pii. accorti , prendono alcuna
deUe tavole della rolla nave , Jla quale
attenendosi fortemente, sopra.tando .11 ac-
qua, non affondano.
'f " \ E figiiratam. per Usare supt-
rioriÌ!i, insolenza, maggioranza ■ Sopraf-
Care . So^trchiare. Lai. exctllere .oppn-
W. Or. i-,=S«v=.v, ««t«6al-...v
Pa<f. 227. Come Iddio e sopra tulle le
ruse e a nluna cosa e soggetto ; cou 1
uomo superbo vuole soprastare a tutu .e
a niuno esser soll..raesso . Cron. Morejr
^^O Buono parente con quelli che con
lo volessono s.>piastaic. C. ^ 3. Ji. ^
Sopra.lavano la contrada, e non voleano
ubbidire al < omune . E IO. 177- >• Te-
nevano la terra a modo di .lrann^ sopra-
stando disordinatamente A ps'H» f ""
tnno gli .'lanipat. e il te'lo Kiecardi; ,
testi Lanzatlc Salvini hanno soppres-
''"tn. Per Supera,., nncer^.^y-'-
eeX superare, l'.r. v.««v, oTff6«vliv.
Zc. nov. ^ 18. Consc io » "l""'""-
eere. cosi ^nilniente so a me medesimo
. ,- I- /, il. 4 1 bhe guirra
50|.ra<lare. O. / ■ ^■ H; t ?.
e battaglia eoi dell.. *"•«•> .che 1 >>"
:l^T^irdrdr::.«fs^r^.
Turchi. /•■ cap. \0. 5. Ancora d pian. lo
di Giove fu soprastalo da .'Saturno.
if ^ 111. Soprastare ad alcuno , vale
Entrargli innanzi, .'Superarlo. Tac^ P-'-
Ann 2 i3 E Agrippina moglie .b Ger-
m::ico a\isia drDniso.opras.av. per
feconiUli, e nella fama, (l )
e IV Per /star sopra di .«e. ^rrr
: „e,V"n- maravigliandosi. s„pra....l.
'e E nov. 73 20. Perchi: soprasUndo ,
UulValmacco ricomia.10.
K B V Sopra.<tare ad ima cosa, vai'
Ferm.,r,.i.«. o Trattener,i.i «P™- «'"'^
.4rl. Cr 5 Per la loro virtù confortano
,. ■ i.„ ,„.n.a e medila , e nposasi
vi sonra^la a pensarne. (Il rr •
;etd";ggi e MUssun..'. Krale ...onUno
ci sopraslelle molto. (' ) ,.
§. VI. /Vr n.ferire. '"''"P""- '"''^
,er tempo in mezza. ^f.r"L":ZZ7
ìnteriJierr . Or. «v»6«i«v SO tl«S«l
/17 C 6 r. 5. Delle «-.le volle le se.
";.., tanno l^eooiialtro. "Hi P"' ;•-■-•;
del.h..no a marilarle. ^r. (.•■"* f^' ^
S..:.! .-pra^lia fiore, e distendiai.ioc. a
.Irlaie. il ...manente f.ill.am... /'«" •:>!)
„ .1 ,osa la v..l..nlade pcrvcrsamenle
am.n.lo'l.. crea.ure ec avvegnaché u"
poco .opraslca. dimorarlo •» l""- P",.^^
J V, Ess.ndo per alcun caso andato d.
l.rie .s..pia,letlelanolledlf..on
a R VII Per lUmorare. .Kogfiormare
t ...rai.liirr in VCllC»'» •
SOI'
S O P
5 O P
1263
ciTtleDil»>>i che io me ne volessi tornnri'
in Francia. Guicc. Stor. 17. 227. Eru la
iuteniiime del Duca soi'rastiirt' a Ploht'llo
Ijtilu clic fosse «lato Gne alla lurlifìcuzionr
«li Monria. (Cj
# g. Vili. Soprasliire aìla fatica , ad
un' operai o simili, \'nle AttCfutcrx-ì. hat.
incumbere. Fr. Jar. Ccss. 3. 1. 66. Fue
necr&saria rosa che V uomo sopraslcsse al
colUvarocuto lirlla terra. A' apprt'AW'o: Dee
dunque il lavoratore eoiioscere Iddio, ave-
re leallude, s|»rei;iare lu morte, sopraslarc
alla latita . K '^!\. Forti debliODo essere ,
niassimamenle coloro che sopraslanno al
navigare. {Cj
§. 1 X . Soprastare alcun pericolo j, o
(Uinno , vale Issfrr prossimo a seguire j
I-'s.ferneriscliio, l ssere imminente. Lat. im-
nti'tere. Gr. sVflTasrxt . ìnrch. Stor.
Soprastando la guerra , e travagliando la
carestia.
^ §. X- Soprastare , dicesi ancora di
tfttalsii'Oplia cosa quando e imminente .
Car. Long. SoJ. Hag. 2. pag. 26. (t'ir.
1811). Erano gii ì frutti maturi j e sopra-
stando la veudemmia . ognuno in ogni
villa era occupato inturno alle bisogne
della ricolta. (}J)
f * §. \l. Per Cessare. Bemb. Asol.
2 132. Le furie 1* imperversar tralascia-
ri*no ; gli avoltoi di Tizio, il sasso <li Si-
sifo, le acque di Ti^nlalo . la rutita d' h-
^ione . e V altre pene tutte di tormentar
sopra&lettero i dannati loro, ciascuna dalla
piacevolezza del canto presa il suo uiTicio
n<in mai per lo addietro tralasciato dimen-
ticando, {l )
S- XII. /: Soprastare, in forza di no-
me per la fgtira dai /ìettorici detta in
Lat. commorntio . Itett. Tuli. q5. E un
altro orn.iniento che s' appella soprastar-Cj
lo quali* ha luogo niiando il dicitore so-
prasla in un fcrmissinn» luogo, la ove pen-
de tutta la forxa del fatto.
SOPRAST.VTO. .'ìdd. da Soprastare .
Bocc. ìit. Pant. ,18- Alla quale richiesta
Dante soprxslato disse : se io vo, chi ri-
mane? s'io rimango, chi va7 (nella nuo-
va edizione si legge: sopra se stato ) .
j4mhr. turt. l. I. Io non l'ho fatto per
altro» che per acquistare Ggliuoli; al che,
socundo che insegnano ì no&tri dottori, so-
no più atte quelle di tenera età, che lo
ftoprastate (livè, le attempate).
SOPnASTEVOLK. /idd. 0te soprastÙ .
Lat. Cìtnclans. Gr. «v«5k/).0U£vo;. Cnp.
Jmpr. 6. Una sopraslevolc pazienzia con
ahhondevole pcrdonamento agi' ingiuria-
tori.
't ^- SOPPASTORIA . lìacconto ed
Esposizione intorno ad aldina cosa già
narrata. Salv. tnf. sec- X2. Fu dalla Cru-
sca ec. dichiarato che soprastoria doveva
leggersi unitu in una parola, siccome so-
pravesta , scprnnsegna, sopraccalza , e si
fatte. A." uppi'esso : Di due guise può es-
ser la sopmstoria : la prima, quando alta
storia già stata scritta si tuntÌDOva alcuna
parte che pareva che le mancasse ; quali
sarehbono i cin<|uc canti che alla Gerusa-
leni di Torqu.ito Tasso si veggono ag-
giunti nuvrllameute. La seconda, quando
.s' albr-a la storia descritta con brevità ,
rhc parimrnle può farsi da noi in più
modi , cioè o col discender più alle cose
particolari , o con Io 'onestarvi dicerie e
discorsi e gtudicii, o col raccontarle coso
medesime con pìii pjrole. Udcn. i\'is. 3.
139. Ovidio, per non lare una sopraslorìa
di cose sloricamenle narrale, providamenic
*a che Ciane ec. (A)
•t^SOPUASTBATO. Jdd. Aggiunto
di via coficrta di viva selce, cioè Selcialo;
e dicesi a differenza di Lastricata. Lat.
i'<instratus.. Gr. 'srpùtzo'^. Bemh. jisol.
1. 10. La quale (aia/ assai spaziosa e lun-
Vocabolario Tom. //.
ga. e tutta di viva selce sopra-<.trala, si
chiudeva dalla parte di verso il giardino. (•)
lìoriih. Hip. \iii, il cui piano è soprastra-
to di viva selce. (A)
:!? SOPIUTACCO. Termine de' Calzo-
lai, dicesi il Suolo che vicn sopra il tac-
co. (A)
g SOPnATTENERE. Trattenere oltre
al termine. Lat. remoravi. Gr. avKjSy).-
Ì£53c.t. Bocv- now t^'j . 3. Sopratteneudola
il padre a maritare, s' innamoro per av-
ventura di Pietro. Cant. Corn. 18. Però,
donne gentil. 1' olio farete Quando 1' uli-
ve vostre in punto arete, Pertbe sr punto
le sopratterrcte. Vi dona poi non lo po-
ter Irai- fuori. Cas. lelt. 5i|. Ed ho ve-
duto quanto mi debbo dolere che il caso
e la fortuna abbia sopraltenuto con si lun-
go indugio il desideiiu che V. S. aveva ec.
1" §■ Soprattcnere, si dice anche Quan-
do il Magistrato ordina che il reo non si
parta dalla Corte senza però incarcerarloj
Sostenere. Bemb. Ator. 3. 38. Per decreto
del Senato fu soprattenuto messer Andrea,
ni; più V* andò.
'^- SOPr.ATTENUTO. Add. da Soprat-
tencre. Bemb. pros. 2. Egli M. Paulo
Canale, da Ilonia ritornando , e per Fer-
rara passando, scavalcati alle mie case , e
da me per alcun di a ristorare la fatica
del cammino soprutlcnutivì. (B/ Car. Leti,
Tornii. II. Scritta e suprattcnuta questa,
è comparsa l' altra sua. (Cj
* SOPIUTTETJO. Avverò. Sopra
V tetto. Buon. I-icr. 2. 3. 3. E viste io
ci ho. eh' io tengo assai malsane. Moltis-
sime finestre sopraltetto ((fui si dice di
una sorta di finestra chiamata ahbainoj. (*)
SOPRATTIE?*! . Dilazione che si ot-
tiene al pagamento.
g. Per Dilazione generalmente. Lat. di-
latio,mora. Gr. av«.5rt)iy,'. Tac. iJav. Ann.
4. 102. Il Senato volle che s' aspettasse
lo 'mperadorc, unico sopralticni agli ur-
genti ninli (il testo lai. Ita : suQvigium in
tenipus). J\fatm. C). 6^. Fatto al morire
un sopralticni, intanto ec.
SDPKATTUTTO. Po.ito avverhiaìm.,
ihe anche si scrive SOPIìA TUTTO.
L*rincipalmentej Totalmente, In tutto, e
per tutto. Lat. potissimum. Gr. ,i/a,'/i5Ta.
I-'iamm. i. 56. Tutte (]uelle altre cose
che a donna nobile deI)bono esser care, e
sopra tutto la grazia del tuo maiito. L'ir.
Disc. an. 11). Sopiallutto debbo avvertire
ognuno, che la servitù de' Principi è ag-
guagliata a uno altissimo monte. Cas. rim.
buri. 1. 6. E vuol che non le puta so-
prattutto. Lib. Son. 128. E quando ei fa
paitita. Avvisa soprattutto, e questo è il
sunto.
SOPRAVANZAMENTO. Sopravanzo.
Lai. pmgrcssus. Gr. izp^CGut:. Fr. Ciord.
I*red. Si gloriano del loro sopravanza-
nienlo agi' inferiori nella virtù.
J? S0PRAVANZA>TP:. che .^opravan-
za. Lat. eminens . Gr. 'i^oyo^. il Voca-
bolario alla voce EMI^E^ TE. (')
.SOPRAVANZARE. Superare. Lat. vin-
cere, superare, exuperare, exuberare. Gr.
viXKV, UTlCjO^c.t'vstv. Lcclam. Quintil. C.
Perciocché elle non hanno (orza, onde
supravauzino i vìzii. ^ ^alv. Avveri. 1.
2- 12. Tutto giorno si vede intervenire,
che qual nel verso sopravanza gli altri
fuor di nii>uia. sta nella prosa, e cosi allo
'ncontro. djlla più parte spesso sopravan-
zato. (J~) f iinh. Mor. 5. 107. Se io per
r addietro ni>n avessi ec dimostrato quanto
r amore e la carità nativa della patria ,
tutti gli altri amori, e tutte 1' altre carità
sorvolino e sopravanzino , sì oggi mi pa-
rchi»' egli agevolissima cosa , cosi il cono-
scerlo come il dimoslrailo. (JS'J
§■ I. In signific. neutr. vale Avanzare,
Sfìorgerc, o porgere in fuori. Lat. emine'
re. Gr. s^iysiv. Gal. Dial. L' isole che
sopravanzanu sopra 1' acque.
i"? §. 11. Sopravanzare, vale anche So-
prastare. Car. In. lib. Q. v. l\!). -I gio-
vani di Tiiro Teucau 1' ultime squadre, e
Turno in mezzo Con tutto il ca[io a tutta
la battagli.! Sopravanzando, armalo caval-
cava Per r ordinanza. {Bj
*SOPU AVANZATO. Add. da Sopra-
vaiizare. Salv. Avveri. 1. 2. 12. Sì come
nel predetto poema superò quasi lutti gli
altri iiella putita del parlare , cosi ucUa
medesima, uell" altre sue srritttu'e , in al-
cuna (la alcuni, in alcuna da molti si vede
sopiavanzalo. f / }
t SOPRAVANZO. Ciò che soprnvanza.
Lat. exces.ius, cxuheratio. Gr. ÙTr-pSoJij)'.
K- Tolom. lelt. 2. 07. Se voi non mi donate
questo sopravanzi), ve ne resto per rigore
e strettezza di legge obbligato ; se me lo
donate , vi resto annodato per ragion di
beneficio e cortesia ricevuta . (Bj Car.
Bett. Arisi. X. 7. Perchè quel componi-
mento mostra maggiore il sopravanzo della
cosa. I TCj
u' SOPRAUMANO- Add. Io stesso che
Soprumiwo j ma meno f/.m/o . Borgh.
l esc. Fior. [\10- Delle passioni che van-
no attorno di questi santi martiri, che si-
curamente furono maravigliose e soprau-
niane. (V)
•f '\- SOPRAVVANAGLOllIOSO. Add.
Più che vanaglorioso, J' anagloriosissimo.
Uden. ÌMs. 4" 23. Con quante aiguzic di
concetti mantiene ( Plauto ) il costume so-
pravvanaglorioso di Slrntofane. (Aj
SOPIlAVVItDERr.. Osservare cVn av-
vedutezza. Lai*, prcviderc. Gr. ctoTrrsu'itv.
Bemb. òtor. 5. 67. Avendo il Pesaro man-
dato a Napoli brigantini per spiar di lui ,
e sopravvederc ec.
SOPUAV\EDUTISSIMO. Di singola-
rissima avvedutezza. Lat. pr udentissimits,
cautissimus. Gr. yjJOvi/jiwTKTfic, ì'JÌkSs-
5TaT3.> Petr. Com. ili. I qu;di il soprav-
vcdutissimo capitano avea posto dinanzi a
spaurire e turbare i nemici.
:? SOPRAVVtDUTO . A€ld. Più che
avveduto , Avvedutissimo . Lat. Caiitissi-'
mus ■ Gr. £y).a£ì'5tKT05 . Bemh. A.fol.
I. 60. Molti particolari accidenti , che a
ciascuna soprastanno, vie più, che noi non
siamo, sopravvedute vi facciano e riguar-
dose. {*)
SOPBAVVEGGHIARE. Vegghiare as-
sai. Lat. pervigilare, evigilare. Gr. éyii-
pecOvLi. Coli. Ab. Isaac, cap. 7. Se tu
non sopravveggbierai all'* uscio continua-
nienle, non sarai esandito.
SOPRAVVEGNENTE , SOPRAVVE-
NENTE, e SOPRAVVENIENTE. Che
sopravviene, Sus.teguente. Lat. proximus,
imminens. Gr. z ■/y-à-z&.TOi , i-nzzfx.!Xf/o^.
Maestnizz. 2. 29. 5. Potente è Iddio di
scampare 1' uomo da qualunque sopravve-
niente tentazione. Jìocc. Introd. 2. Sicco-
me la estremità dell' allegrezza il dolore
occupa, così le miserie da sopravvcgnente
letizia sono terminate . E g. 2. f ^. So-
gliono ec. per onor della sopravvcgnente
Domenica da ciascuna opera riposarsi . E
g. 5. f. 2. Molti hanno già sapulo con
debito morso rintuzzare gli altrui denti,
o i sopravvcgnenli pericoli cacciar via .
Guid. G. Per averle meglio apparecchia-
te negli sopravvegnenti bisogni. Mor. S.
Creg. 1. 2. Sempre stelle costante, avvi-
satamente sostenendo ì sopravvenenti col-
pi. * Sannaz. Arcad. pros. (). Già ogni
uccello si era per le sopravvegnenti tene-
bre raccolto nel suo alljergo fuorché i ve-
speillli. (B)
''^ g. Sopravvegnenti, in forza di .tust.,
vale Posteri. Ces. Lelt. Cic. 8. 127- Di-
c( ndomi : Ch'io non voglia standomi in-
darno e senza fama morire, ma con qual<
159
S 0 P
l2fM
SOI'
Dmc r 469. Congiun».".: d. rorp i rt
fn.me e cU sosta...», che culla sopray-
'«ncnxa pc-i de'<ari6(;lii.oU, rome d,
lanU dolci pegni, maravisUusameDlc s ac-
' "sopravvenderr re/.*™ /a «•<.
„i.WAe ella non .ale. Lai. «7".° "•■>•"
; "// .6. Vendè .1 podere, ovve.o ,.oden
uoi da (elineU. ce. . a Oiovann. Pena,
è puossi due gli sopravvende>se pareeeh.e
centinaia di fiorini cr>t>oivvF.
S0P11A.VVENEI-TF. , e SOPBAVVE-
+ SOPRAVVENIMENTO. Il .■^opr^^^c
,,x. La.. .".;?"»■''."'. '"'""'-"";:"rwa
l,M Gr. ^ i' Tou KV«vou: TO.-nu,.a. ,
/■«n fn^-SÌ. Sentendo a sopravvenimento
rsTande stropieco d.Ue kpr,^ gUtarons.
,efr acqua. S ^cost. C. !>■ Per soprav-
TeniJlento sprovveduto di queste passton. s
impedùnentisce lufic.o della ragione. Dani. I
cLv .44 Perocehb ciascuna cosa per se
■da amavo, e „uUa è da od.are se non
per sopravven,M.ento d, mal.z,a, ragionevole
'e onesto è, non le cose , ma le malu.e
delle cose odiare, e proccurare da esso di
,,„^e. S,o,.Eur.5. ,03. Trapassando
per qualche spazio tutti quanl. gì. onon
Ta sali col sopravven.menlo d. questo nno-
'vrtanlo pi" 'i mostriate dcgn, d. glona,
"""sOPBAVVENIBE. Iwproi'iisamenle ar-
rivare. Lai. clein,p,-c,i<oa.l.en.re,..per.
venire. Gr. e^a.^vr,; i^T^.^Z-'"-"- "'"^^.
/ Oreg. Ed ecco che sopravv-ennero U
Sabei, e portaronli via tutti. Bocr. no..
6, 3. Sopravvegnendo ad un ragron.-
nienlo di giovani. Ao.' "'■' ^9 \: "':
Tpe^dendo Scialacquando Usuo. gì. an,-.
sopravvennero, e sopcrchiogli ten.|.o.
Xse povero. AWer. Col,. 70- »■■-•>-
che oc. chi t.irda a far la vendommu. non
solamente offende le viti, perch elle por-
lanoilpeso pii. del dovere, ma per. he
«.pravvenendo gragnuola.o tempesta face a
J,n danno al vmo. * Cr^ l-"- ■>'■ "
:. 311 Ed .eco. intanto Che cos. s. tu
muitua e travaglia. Mesti sopravvenir gì
l".asciado,i Che in Arpi .. Diomede avean
•"Tf P^r' sen.pl.ce^enu lenire, ma ha
nl^uanlo pi!. * /»r=a. Lai. ad.eaire eom-
prehendeL Gr. e7r!fZ"P«'- "°"- "''^ .
Vi 10. In cotal guisa dormendo sen«a ,
.Vegliarsi, sopravenne U gi.irno . K "O»'-
t, \o. Se m.n fosse eh" egli era giovane,
e v„pravvenivailealdo,esli avrel.l.e avuto
troppo a sostenere. K no.. So. =0. tnco-
min^ron poi a sopravvenire delle c,(,on
per le quali non gli veniva ec fallo .
potervi entrare. Din. C""P- - <>■ '»-
anto sopravvenne un giovane cognato d.l
M^calco.**."- ^"-/- .^J^,,^:",
pravvenne il primo giorno d. settembre ^
'ii.orno deternonato > dare pr.ncp.o .il ,
«Aucdio Puano. (L) „. j.„
«S.ll, Insigni/le. alt. vale Sorprendere.
Car\on,. Sof^r Pane „n K-'-'. -■;;
tre ch'ella pascendo. .i..ca«..K., e cantai, lo
>i stava, sopravvcgnendola. tento d. Irarl.i
l\uo.esiderio.,V; Vr. /..r. .0. 1«. '-u
Itro rimasi erano e rerdiit. Tutu d.v.u
ilermim d' Olamb - ,V'"'""^. *'.'„ "j.
vento furs.,rravv,.,ul. Il errando in al
lo mar tre <li gli manda. (H
SOPKAVVKNTO. / 'nlafg'O del ^■enlo
r,.;s,go.l.r..r^noa.h.s,a.o„o,en,o.
% Wlml, K.itrr, . Star ,oprae>-enU>
0 Avere il .«,prav»n,a. vagl'^-' ^'""
Jie:r.l.j:en,oirepn.^^J^_^
^'"'Ta^LTrZa'errarll^rava.a,
r.a. ed "^"'l^^ ^^1 g3. Fare una
„per,o.<». 'jrel-- ' ,p„cotacchio ,
bravata, o tagliala, o uu ,
1 o uno sopravvento, non. allro e
nacciare e Ware. «-.o». ^-"-^^^ ,..
Gli uomio lesi, fammi , < h' ron
vaUelte e so,.r.w.-n.i fanfare agi. Jlr;^_
«. III. ' -■ sopravvento -^"
rf/jio. Bnon. Fur. 4. J "■ ■",,,„.
ehe in Fiandra, o in A^.-«---^"
's:::;::^^'nrd:s:ti'ouSf.ne.
1 "T,',PI,AVvl""^TO. Jdd. da 'oprav.
1 Sl.PBAWt^ i Vedendola m.lte
venire. Bocc. no.'- |.>- " ,„,„dissin.a
sopravvenuta oc, Uov..la »"■>»;""" .„^
.feccia, smontando ;^e'-;'': ma J!"-."
il lego. F nov. 47 .9 •?"""/ '„. Ji, 5.
U tempo <>'•> I^rlo.ire oc. /_ jm 90 ^^,
^è SI discernea ec. -i;;"! ;,'^„f":i ; 'd. lor
7"XT.rpoici.é" -F-y--
Tver"^ Ce con chiarissime acque dal suo
polvere ci..»- cou venne dinanii
viso cacciata ec. , con essa v. ■ ^ . ^^^
alla Ninfa. - <;■<»■■ '''''/, ,„,,r.avvenuto
Fu interrotto (>l negozio) dal so, ra
avviso .r una nuova """""_,' VESTE
sopravveste di ragna.eU -• « ^ ° ^,.
;r,r;.hVriman la foglia che s ini..-
,,, guan.lo dal ramo e lolta^ /* -^^^^_
j, 3. :0. E steccata 1 avea la , ^^
SU. Alan,. Cir. 19. T»- M» P* j^
strerà 1. =oprav^est. Verde, ove ,1.
r hanno nera e niesl». Vii/
^:rvùo'ìn0L'adamor...e^r-;p^
::^C",^:m:ia-,.ravveste,siem.^-
SvLnlo, e f-iano,';';^'";: ^ Zl.e
Lai. ...-r'""''"'- ■"'tr^ec.fndi.an-
Son parecchie n ..I . j^, ^n che
1 e .lual men Leti. , >1
-r^;:Zv^^^T:;^'^-tt
^;r^::::rrs>^v;.i,i.Vu.».g>.-
SOPn AVVINCERE^ ^ .^ ^^
Srer. fior. Slor. '1.'"' „, f.ri.
d una me-na v-loria. «...P ;
meglio; perche ■l-'f'' '^' "
pravvincere '-"M'" r^'lj"'" _,„ so-
'^:.r""^« "-" V r-r
s o p
».„gUs«, miao già sopiavvotadall onde
„Je p«. perduta, e V'^''-'-^'.
SOPllAV VISSUTO. Add da Sopra,
. ,l..i , so.,ravvi»ulo marito. I
La., superstes. Gr. ^T'^^^^^ ^Tha^o
re// Se tulli i mi»" 1'"''""^ ',"!:„
Treso la mula, allora sopravviventi, non
C»o in concord.a. r«c '^-.^ -"•- ^'„^„
^10. Fanno a chi l"" ^^^6» ' rb'
fiato esca loslo , pei lasciare gu »•
J^dere .n alcuna eariea . quan^io Ma
""^PR^vvivERE. ri.-..^-'-^;.
0 Viver d.p.à.oral..n^;"^^;^l:^^_
...pers,„en, ».«■ Gr- ^.p K ^ ^^ ^
liamm. 5. J». E "' "f divenire. Jif
Mmi. ^"■• ^' ^'9- ,1:° „i carissimi
• '-"■ ""■. ^ Troi. 1 E 6a eh' IO soBra
"toU^vv.voLO.^-P^^-^;
.em,.erv., '<•*"■• • <^' ,""^1', p«-
■^f''"c':oir?:oP-"''^^'-
cellalia, e c.so.o. s» p l,„haiovi» si e
una medesima '"";/*. ;^;;„^,, . vol-
.erciocche senip « ; -;^;^,. ^, 6. ,.
'■'^^'TsOTBAVVOLARE. A;«»^^&p
.yalvin. Il.ad. M. '3. '„„' j^^^ .„get
eendo, a lui s.M.rawolo "" ^'"^^ ^
poi ec. A •'''"< >•• ''^ ju-ello, UBO
1 Sicea, "^f^r"X'ct" mersagpero.
il', lor colp.ee.. al lerm».e^^.a>-v;^.^;
,/„ ec.We«.. . ^-''- ^^,„,„ ,„,„„.
1. ...i„sli»a nn» r. p>^ P" ,,,„,„;„„
lrioi.fi. mentre fari '"' V ^ „, „„,
p...la., .. IMO non s^lo - r* ^;^_
,olo «a piena. "" "■' """ •
1~ .U sorraia-.ndan^.^e^V-'^,,,.
,„rrrcceden«. ^ }' -* ,^. ^ la piene»
,\, ...preccedenia ( j _5i„.,^
* SOIMIECIELLENTE. -«"
„//e.,e. Kcc.//».e r ^ /^^^^^^^^
{„^. valor. «.pre«cM.n..1 l )
S O P
* SOPREDIFICATO. Jdd. Fondato,
Soprapposto . .NViA-j/i. Pitc. l- 232. Lo
ius, uvvero dritto, l'ol qtuilc Iv rìtiadi in
tirila roQcorditi <)i \'jvv iii.iiilcnj;oiisi ve. ,
• sopredi6catu sul drìttcì gcnerule de* |>o-
poli. (•)
« SOPREMINENTE . Jdd. Che sta
jopra, Soprastante. Lat- l'x.ttans , imnti-
nens. Cai. t.nlf. 263. Ma solamente l'es-
sere ora ron|;iuiiti' i le fiijure i con l'aria
supreniinenle , v ur» Sf|>arate . / A »V t'.
Sùt. ^3a. I r >U| eiTif-ic di mari am)i1ii>ì-
mi , le quali sondo anco toi)tuni>.sinie dai
frto^hi dei munii <t. , nnn [uir che pnss:.-
uo aver farultj di rt>ndui mto 1* aria Mt-
Itreminonte, v non la ron«tu»endo cv. (Hi
* §. /Vr Sopreccelle lite. Più che emi-
nente . Lat. sHpereminens , excellentissi-
mus. Gr- TOtvwTs'p-.jfO. , uT-'praTO-. >«/-
l'in. Disc. a. 76. Contenendo amori e di-
-•.oacsli d' oj^ni sorta i*r. . cose non solo
poco dic(-v<ili, ma del lutto ri|'Ugnanli p
< ontrarie a (|U«'ll.t sovrana , eccelsa e so-
preminenle natura. (*) Sef^urr. Cnst. in-
str. 2. 32. I. hsseiidu Adamo dotato da
Oio di so|<remir.ent( sapere, ec. f,
•f * SOPi.EMlM WZA . luogo più
rhe eminente. .Ve«er. (rist. instr. l. 7.
6. Ctui ci figura a maraviglia quella so-
preminenta e sovranità, clic di-e tcncn-l'
amor di Dio sopra tutti gli altri allctti .
E di .tatto: Onde ci vicn sempre un tal
amoro proposto con questi termini di so-
preiaineoaa e di sovranità- /''
•f * SnPRtSALTATO. j4dd. Soprae-
saltato. C/den. AiJ. 3. 25. Rimprovero con
ucLeroo a uno scrittore l'anii'ollusa disor-
tiitanxa elocutoria, sopra ogni liurlianza tra-
jjica sopresaltala, ijj
* SOPRESSO . ^vverh. Lo stesso
rke Soi'resso . ti J'ocaholario alla voce
SOPRA, g. XLV. (')
* SOPRETEKNO. j4dd. Più che eter-
no ^ e si suol dire in maniera enfatica .
Sai^-in. Pros. Tose. l. 164. Si potrcMie
«Hrtr ee. che V K significa le cose eternej
r Era le sopreterne, il Sarà le tempora-
li. (•)
SOPRILLCSTRE. Jdd. Più che illu-
stre. Lat. perillnstris, attmodum illustris.
Gr. TToiuxiu-o; . Cari. fior. 34- Tem-
perate questa aniarezza col ricordarvi del
proceder di voi medesimo contra un" Ac-
cademia eli Ddliiii persone , e d' illustri e
<li soprillustri seni' alcuna provocazione.
*+ * SOPHIMMATKUIALE. ,/rfrf. Più
fhe immateriiilc, Immaterialtssimo. Magai,
part. 1. leti. 20. Sono .segni troppo visi-
bili e induliitati dell' invitta resistenza di
un soprimmalerialc , di un fior di s|»lrìto
non sensibile a' sensi ( ffiii in forza di
*ust. ). f -1)
* SOPRIMMENSISSIMO . Più che
immenso j maniera enfatica , e detta per
esagerazione . Uden. Ms. Il Castelvetro
ec. neir opporre audace, nell' allungare
soprimmensissimo. (yit
•t * SOV \<\Syk\. 7. S.V.Y.. innalzar so-
pra; ed anche semplicemente innalzare .
Uden. ÌSis. 3. 63. Soprinnalzar gli uomi-
ui alla mae.<ità superna , per condurre in
supetlia, o in disperazione imitativa gli uo-
mini . (J)
•f* SOPniNTELLETTUALE. Jdd.
Dt là da iatellettunle . Mapal. part. |.
lett. 20. Operazioni i\A\' intelletto umano
ec. dirò soprintellettuali , K- quali al.Iiiano
la lor sede in una parte più spirituale del
medesimo spirito. (A)
* SOPRlNTR^DF„^•TE. Soprantenden-
tej Che soprintende, fìeilin. Hucch, 11-.
Apollo il vecchio egli era un Dio . bada-
te , Soprintendente di tulle le cose , Sole
però le presenti e passate. 1 B)
* St>PRI.NTE>DKNZA. Lo ste.tso c?tc
Soprantraduma . Se^ner. 3fann. Ottobr.
S O P
17. 4- L' amltir la soprintendenza delle
latrine , 1' immergersi nella mai ria delle
caroj;ne. [*) E Pnrroc. instr. '.S I, Veglia-
re con alla soprintendeiiz.i al puldilico be-
ne . •} ) Hellin. liiicih. 118. Se <lunque
un nuovo Apollin si trovasse, ( he di quel-
r altre cose stato poi Non lu soprinten-
denza s'usurpasse. Ma er.(/>'
i"? StU'KlN I 1 KHKHE . /ticrf. soprin-
tendenza. Segner. Parror. in.vtr. 8. 1. Te-
nete a ciò, come avvisano i bene os| erti ,
qualcuno da voi distinti), die soprintenda
ad i>gni ufficio meo grato. A Mann. Sett.
2^. 2. Oueslo IVeno è l'imperio della ra-
gione , la quale rome &o| rintende a tutte
l'altre niemltra del corpo ec, cosi dee so-
printendere I arimente alla lingua. 1 l j ^4c-
cad, Cr. Mcss. lt!t. 5. pm;. 6<)/j. Prese
sopra di se Tcntrata ec. per sopnnteudere
a tutto , e accorrere coi soccorsi dove la
ni'cessith lo chiamasse. • Bj
:'.: SOPKOftOI Aio . Jdd. Che è in
.tommo onore. Che è ovunque riverito ed
onorato. Salvia. Inn, Orf. A)
*:*• SOPRORDIWAlilAMENTE. Avveri.
Più che ordinariamente , Straordinaria'
mente. Uden. AiV. f/t)
•| * SOPR(>RDl>AniO. Add. Più
che ordinario , Straordinario. Uden, JSis.
5. 53. Nelle appartenenze della Heligione
si dee per obbligo necessario procedere con
gravità e decoro e riguardo e circunspe-
zione so[trordinaria. lAj
■J- SOPRI >SSO. (-ro.vsezza, che appari.^ce
nei membri per osso rotto, o .^commesso,
e mal racconcio . Burch. 2. 58. \i tiene
xm par d' occhiai sì bene addosso , Che
non >i muovon mai d' in sul soprosso f(y»i
per similit. !.
g. 1. Soprosso, .fi dice anche a una
Sorta di malore che viene a' cavalli , e
simili animali. Cr. p. 3(). I. Nelle gam-
bo del cavallo si fanno molti e diversi so-
prossi o allora eh' è morso, o percosso con
calcio , " «piando con la gamba percuote
alcuna cosa dura, i quali soprossi non so-
no tanto nocivi, qi»anto rustichi al cavallo.
E appresso : Conciossiacosaché tulli i so-
proasi si comincino a fare per una callosi-
tà di carne , | cr alcuna percossa, inconta-
nente che parrà che si voglia fare, si dee
radere quella colale callosìtade.
Sf. 11. Sopro.f.vo, metaforicamente, vale
Storpio, /Iggravio, JSoia, lùtstidio. Frane.
Sacch. rim. 26. Ch' e* denti fanno neri ,
p gli occhi rossi , E di questi soprossi
?iienle si curan . ec. Fir. As. 3i3. La
quale , perciocché le leggi ovvero «latuti
di quei paesi le davano la successione di
tutti i beni paterni ec., malvolentieri sop-
portava questo soprosso.
SOPROSSl.'TO. Wrfrf. Che ha .loprossi.
Burch. 2. 58. Che all' alto della schiena
par delfino, Con ampie nari , e molto so-
prossuto.
SOVRUMANO. Add. Che e sopra la
condizione umana. Straordinario. Lat. ini~
mensiis , intmortalis ■ Gr. '■jTZiput'yt'i-o^.
Ar. Fu.: 38- 62. Aneorchc '1 valor suo
sia sopiTjmano , Egli però non sarà più
eh' un solo , Ed avrà di par suoi contra
uno stuolo . Tiic. Dav. Ann. l5. 210.
Nerone d' una fij;liuola natagli di Poppea
ce. fece sopiumana allegrezza. Alnm. Oir.
z!\. I03. ( he soprumana Dio die lor vìr-
lule iVr procacciare al suo Giron salute.
SOPRUSARE. Usar .sopra il do,-etc ,
Abu.sare . Lat. ahuti , usurpare. Gr. xa-
TOtx-àijftac. Tac. Dav. Ann. 4. 86. Av-
verando Cesiire non avergli , oltre a' suoi
schiavi e danari, auloiilà data, se sopru-
sata r avesse , facessono alla provincia ra-
gione .
SOPRUSO. Ingiuria. Lat. iniuria, con-
tumelia . Gr. CSpi; . Fir. Vi.ic. an. 78.
Io. arrecalo da] dolore, e dal sopruso eh'
sor
1267
] io mi veggio fare, non iscorgo verso che
a buon fine mi conduca . Salv. Spin. 5
6. S' IO fossi piovvi>to come se* tu, tu non
saresti uomo per farmi questi soprusi.
**■' J'. Per Arroganza. >egn. .N/or. Ith.
5- Un fantaccino ec. avendo comperato
certi pochi pesci da un villano , gli fti-
rono chie*|i con alquanto (li sopruso da
uno SpagiiuoUi. , IP.
SO(^>t,)UAI)tUUK '. Rovinare, Mettere
u .soqquadro , Metter sottosopra , Mettt-
^ re a rovina, l.al. evertere. Gr. àv&ni-
I -'tv :;: Min. ^ìalm. ."^54. Ha tale strepito
diciamo soqquadrare e mettere a soqqua-
dro, in vece di stordire col rumore. B)
I r.ellin. Disc. 2. 336. Eccovi pendenti
dalle pareti ogni strumento ec. e le leve
che soqquadrano , e gli arganetti che sti-
rano ec. (f)
SOQQUADRATO . Add. da Soqqua-
drarci Mes.10 a soqquadro. I.at. ever.uis.
(ir. y-y.Bv.iciOu\ . Ir. t-iord. Pred. R,
Tiovarono la terra soqquadrata, e in esia
i templi stessi soqcjuadrali.
SOQQUADRO. Povina . Lat. mina,
cvcrsio, tumultus. Gr. TTTw^tc, «varfcT^*,
aotueo;. Tac. Dav. Star, l.' :i6^. Si; ma
quel soqquadi'o e buio e confusion ti* ogni
cosa poteva voltarci contra di me.
^. l. Mettere, e simili, a .toqqiiadto,
vogliono Mettere sossopra. Mettere in .-o-
vina. Lat. quassare, perturbare, evertere.
Gr. ava7-:i£tv, &OjCu€sTv . avaTCETiètv.
Fir. As. 291. Gridando, e melleiido a
soqquadio la rasa, diede ad intendere sl-
1 infelice | adre , che '1 veleno del figlia-
stro aveva tolto la vita al suo figliuolo .
/lem. Ori. 2. 7. 71. Alla fin delle sue
parole Ìl ladro La mazza ;ilzo con ambe-
due le mani, E tutto '1 scado gli mandò
a soqquadro . Bed. Ditir, 35. Con furor
p<'rfi«!o e ladro Terra e cicl mette a soq-
quadro. Maini. Q. 57. Quale a soqquadro
il vicinato mette.
'■• g. IL Soqquadro . f'oce usata da'
Muratori , Legnaiuoli , e simili , e vuol
dire Sotto squadro, che è Quando per ac-
cidente d' infunature male aggiustate , o
d'altro mancamento, un pe.so tirato, o stra-
scinato non può fare il suo cor.to . Min.
Malin. pag. 4^4* f-^^
f .SOR. r. A. Sur, Sopra. Guitt. lett.
IO. Quanto è sor tutti, sor tutti disdegnoso
e. Te.vorclt. 2. Incontrai uno scoiaio Sor
un muletto baio (il I ocabolario cita que-
sto esempio anche alla P'. Sur; e la stam-
pa di tir. 1824 legge: Sovr' ) . Rim.
ani. P. N. Feder. Jmp. Ed ho fidanza
che lo meo servere Aggia a piacere a voi,
che siete fiore. Sor 1' altre donne , e ave-
te più valore . I^ov. ant. 25. 4- E non
piaccia a Dio nostro sire, che si malvagia
colla stca sor me.
-:: SORAMENTE. V. A. Avverò. Scioc-
camente, Senza sperienza. M- V. 5. .58-
( ediz. del l562 ) Avendo gran promesse
da Messer Gran i ane , eh' e};lino avieno
cotanto offeso , affidandosi soramei.le alla
fede delle sue promesse, ec- iJi)
■'• SORANTE. Term. araldico. Dicesi
degli uccelli rappresentati con ali mezz»
spiegate. (A)
SORARE . Volare a giuoco : e dicesi
dei falconi .. allora che si lascian t'olarr
.senza avere avanti la preda.
t SORBA . Frutto acido, e di formit-
quasi simile m una piccola p^ra , prodot-
to dal .sorbo. Lat- sorbum. Gr'. Ojo-j. Cr.
I- 4' 16. L* acqua salsa si dee bere con
aceto e con isciroppo acetoso, nella quale
ghiande e granella di mortine e sorbe si
deono mettere . /•■ 5. 27. I Le mature
sorbe in semenzaio si pongano. Patajf. 6.
Non va dal gozzo in giù la sorba Lizza .
lìuTch. I. 112. L'asprezza delle sorlie mal
mature . Alam. Colt. 3- 70. Or . quaa-
1268
SOR
SOR
SOR
tumjue vnlgar, non i\i-o sclicrnirse La nc-
s[ir)la reul, ne l'aspra sorba.
•j ^.i SOnBECCIIlARH. Sorbire, Pren-
dere a sorsi, Fortif:. rim. cap. 7. E su
le none Farsi aprir le 6nestre , e st-rliec-
rliiare Di ciocrulala un pieno cbicchcro-
nc , Poi sdraiarsi di nuovo, e sornacchia-
re , ec. fj^)
* SOltBETTATO. Adii. Congelato,
n Acconcio in maniera da far sorbetto .
lied. ìctt. 2. 283. Beva dell'acquacedra-
ta, beva dell'acqua sorbettata, e di <.Ìniili
altre arquc arronce. (')
f SOr.BKTTIliRA. Vaso di metallo nel
quale si preparano i liquidi clic si vo-
gliono dare altrui diacci, o congelati.
Jìed. Annot. unir. 191. Bella trinciera
Alzane intorno La sorbetlicra.
f SORBETTO . Sorln di liquido con-
gelalo composto d'acqua, dì zucchero, d'
agro di limone, o di qualche altra sostan-
za . Sagg. nat. esp. 1^1. Preso per lanto
un vaso ce., dì quei ebe s'adopran la sta-
te a congelare i sorbetli, ed altre bevande.
Hed. T)itir. 37. I sorbetti, ancorché ara-
lirati, E niiir altre acque odorose, Son be-
vande da svogliali. ^ Sali-in. Pros. Tose.
1. 36l- L' ingegnoso lusso e sorbi-Ili e
gragnolatP e canditri e tante delicate gliiar-
eiale bevandr ha inventale , e messe in
us<.. (IS)
SORBINO. Add. Vi sorba. Di sapor
simile a quello della sorba. Aspro, /luon.
Tane. l. 1. Ma s' oggi son bugiarde e
zuccherine, Saran donian colognolc e sor-
bine ■
SOr.BlT'.E. A.ssorldre , Ingoiare. Lat.
.forl'cre. Gr. po^itv. Dittam. 2. IO. Se-
guila Caro , ed io di lui ti scrivo , Che
passò in Parlia, e quivi fu dal 6ume Sor-
bilo , onde da poi non par\'c vivo . Tes.
Pov. P. S. cap. 19. Anco assafetida data
a sorliire rnl vino, quando vai a dormire,
giova alla tossa. Jìern. Ori. 3. 3. li.
Aria sorbito in un boccone intero L'uomo
e '1 cavallo e l'arme e' vestimenti. Sema
t<ircar ne '1 palato, uè i denti.
*t * S- '■ 'forbire, neutr. pass. Pren-
dersi in un .tor.to. Inghiottirsi, Ingoiarsi.
Car. J'M. hh. I. i-- ^SS. I nostri legni e
i nostri amiri avemo : Sol un ne man-
ca j e questo a noi davanti 11 mar sorbis-
si. (A)
*? §. !l. /'.' per similit. attribuito ai
panni. J'it. SS. Pad. 3. 17. E ciascuno
uomo e donna beato si linea, pure che
vedere, o toccare alcuno de* detti monaci
potesse , o che sorbire co' panni , o rico-
gliere per alcun modo |>otcssc lo loro san-
gue. fV)
f SOnBITICO. Add. Vi sapor simile
it quello della sorba j Aspro. ^ Saiinaz.
Arcad. 10. Tal che a-v.-^ai meglin nel paese
Scitico Vivon color sitilo Itoute ed Elire;
Benché con cilii alpestri e vin jorbilì-
«o . fC) Puon. Fier. ?.. 2. 6. E lutti i
pomi sorbitici ed aspri. Radici insulse,
spiacevoli e fi»rli, A 'ndolriie imparai.
SORBITO. Add. da Sorhir-e. J'itt.un |.
12. Dal mar sorbito nella lri>ta guerra.
f ,SORBO . Albero che produce le sor-
be. Lai. sorhus. Gr. oj'ì'ì- Dnnt. In/. l5.
Ed e ragion; rhò tra gli lam surbi Si tli-
«ronvien frullare il d.ilrr fico. Amct. t\'].
Il lauto sorbo , ni il fronzuto corln-zzolo ,
V r alto faggio. Cr. 5. 27. I. H sorbo ò
arbore nolo, il cui frullo h di due falle.
g. Fssetc, o Fare la formica, o 'Ifor-
micon di .sorbo ; marnerà pruccrfnnle . di
cui ved. FOUMirA g. I., e FOllMICO-
^E §. Cirifì- Cali-. 3. 77. Era di . ani-
panil questa curnurchia, O formica di sor-
ìn>, che non esce. Lnsc. rim. madrig. 33.
Voi sii'li- eorbaccliìon da campanile. Prete,
o piullosttt formicon di sorbo.
S()Hm»MtAHE /. A. SopnMon-
dare. Lai. ea liberare. Gr. cuOz-veìs^Ki .
Pim. ant- Guitt. H. Che la pena d'amore
in me sorbonda.
SOHBOM'ATO. y. A. Add. da Sor-
bondarc. Lai. ej-uheriins.GT.tuOr,-/0'JiJfJOi.
Jlemb. pros. 3. 2O7. ^ot e sor in vece
di sotto e di sopra j ma queste tuttavia
congiunte con altre voci, siccome sodo ec
sorvizialo, sorbondato, che dissero gli an-'
tichi rimatori-
SORBtJNE . Dicesi d' Como cupo, e
che, tutto intento a' proprie vantaggi,
procura segretamente e accortamente di
conseguirgli. I.at. homo leclus. Gr. "oJ-j-
p.T,Tti .
V SORCn. Sorco, Sorice. Lai. sorex.
Gr. ^ujc tfpOMpvXùii. Car. lett. 2. 197. SÌ
dirà poi: Ila {allo a!>sai, e fu poi un sor-
ce; e sinuli «ose. (")
SOIICIGLIO. /'. A. Sopracciglio. Lai.
superciliuni. Gr. ùsp-j;. M. Aldobr. Chi
ha li borcìgli pendenti di verso il naso, e
alzano di verso le tempie , sì è lento , e
senza vergogna.
SOIICIO. e SORCO. Topo, Lat. .forex.
Gr. vùOJpcf'o; uZi, Doni. Inf. 22. Tra
i„ .•.■É„ :i •,-.... -n:...
■ale galle era
Il .sorcio è una
■noto il sorco. Sen. Pi.>
parola ; il sorcio rode
cario : dunque la parola rttdc il cario . A'
appresso .• Il sorcio è una panda ; la pa-
rola non rode il formaggio: dunque il sor-
cio non rode il formaggio.
SOnCOLUTTO. J)im. di Sorcolo. Lai.
surculus. Gr. /'/v.Oi'S/Oi. Segner. Mann.
Otlobr. 5. I. Fila fu da principio festu-
ca , cioi: a dire fu un piccolo surroletlo ,
che a poco a poco crescendo , divenne
trave .
SORCOLO. Marza. Lai. .furciilus. Gr.
/)a&t5/«; . Cr. 6. l4- 4- A\icenna ilice
di questa ( bietola }, che sopra la sua ra-
dice, siccome ^opra il cavolo, si può pian-
tare il sorcolo, cioè innestare; il qual sor-
colo alla per fine , fortificala la radice , in
arbore si trasnuita.
•f SORCOi 1 O. Sopravvesta più stret-
ta, e più corta delle ordinarie, che .11 por-
tava sopra t' armi ilai cavalieri, e dagli
uomini d' arme , qua.ti Sopraccotta . lì.
F. 12. 4- •^' ' cavalieri vestivano uno
sorrotto, ovvero guarnacca stretta. Quad.
Cont. Furono pir un farsetto di buchera-
rne, e per quattro fodere dì sorrolto, e per
una ghirlanda, e per un carDierc.
SOIiDACtinoiSE. Accrescit. di Sordo.
Lai. sunlus . surdaster. Gr. xoi^o'^. VTTO-
/WjJr»; . Frane. Sacch. ncv. l!\\. Uice la
ragione della sua ficaia, e quella del fra-
tello , perocché era uno sordacchioue ba-
lordo . /■' più sotto : La donna e ì stir-
dacchioni s' andarono a casa.
§. Oggi diciamo Sonlacchione a Colui che
fa le iiste di non udire.
SORDACCI.M'. Astratto di Sonh. Lai.
surditas. Gr. /wfw;i;. Cr. 5. 2. l3. Il
loro olio {delle mandorle) vale contro alla
sordaggine e inarria, se di'ii|rt> all'orecchio
si nii-lle . A/r. Costant. Alla sordaggini*
piglia la gomma dell' ellera, e stempriala
coir aceto.
f SORDAMENTE. Avverh. Alla sor-
da , Chet'imentr. I.at. sunte. Gr. Kta^d.
Dani. rim. 23. Ahi angosrinsa r dispie-
lata lima. Che sordunienle la mia \ ila sre-
mi I Ott. (om. Purg, 22. 4<0- «lio.rhe
è una delle Muse, coli trco in quello luogo
tasta , cioè tenia , »' tastando sordanirnte
suona. Frane. Satrh. ttov. l4l- Tcimine-
rebbe quella quistiolir sonhunenir , rome
tra i soldi si do>e« trnninnrr.
SObUAMENTO. Sordaggine. Lai. sur^
ditoK . Gr. yw'ywoK. Cr. o. 2.'». 1. La
ficddeifa del capo muove doline nel rapo
de' cavalli, e sordanirnlo , r fn lor \cnir
tossa.
SORPASTRO. Add. Qua.u .unto. Al-
quanto sordo. Lat. surdftster. Gr. VTt^/u-
to;. / anh. i.rcol. 255. Sordastro e fi-
losofastro sono ralli>i.
'•• SOUDELLIAA. Sfu-iie di strumento
musicale da fato . l'aldin I er. L'n altro
slrumrnlo da fijlo re. , rh' r^U chiamava
la sordellina, che faceva 54 voci, a cui si
dà il Baio con un manticello che si arco-
moda sotto il destro braccio. (A)
SOIIDETTO. /'. A. Adii. Sopraddet-
to. Lai. supradictits . Gr. «Ipotip'ìuciio^.
Ouitt. lett. i3. A condizione nuova a Dio
trovata la religione sordetta.
SOI'DFZZA. Sordaggine. Lat. surdi-
tas. Gr. /.'j.'ow;i; . Fsp. Fang. SriuUa
maggior sordezia è . che la inubbidienza .
* Hut. Adr. Op. mor. 2. 197. È per
mio ai'viio sordezza vulontariu dì gente ,
che mostra d'accusar la natura, perchè
non diede loro che una lingua , ma ben
due orecchie. (Cj
SORDIDAMtKTE. Avverb. Con sor-
didezza. Lai. sordide. Gr. pj~ocpclì{. Fir.
Di.tc. an. 16. Avviene bene spesso come
alle testuggini, le ijuali, per essere di vile
aspetto e sordidami-nte nate ce, sono da
molti di>prez7ate e abborrite.
SORDIDATO. Add. Sordido. Lat. sor-
didus . Gr. p'uTra^s; . Puon, h'ier. 5- I.
I. £ imbrattar sordidati Questa vaga di-
visa di zendado.
SORDIDEZZA. lìruttezza, DeformitA,
Schifezza . Lat- tiirpitudo , deformitas ,
squalor . Gr. ff.tzypi'fi^ . ^ Lib. Ciir.
malatt. La sordidezza trascurala suole tal-
volta esulcerare la parte dolente. (IS'J
f §. Per /eccedente avarizia , o mise-
ria. Lai. illtheralttas, sordes. Gr. f'u:ra-
pi'X , C}Xi/po}oyia. . 1 anh. Stor. i3.
487. Era quesl' uomo veranirntc mecca-
nico . d' animo tanto piuttosto gretto e
mescbino . ehf avaro , e di tale piuttosto
so«>Udezza e gagUolferia, che miseria. Tac.
Dav. Stor. 1. 257. Non dubito l'esercilu
d' Iiiglnllf-rra, governalo da Trcbellio Mas-
simo . avuto per avarizia e sordidezza in
dispregio e odio.
SOllDIOISSIMO . Superi, di Sordido.
Lat. sordidissimus . Gr. ^'uTCapuTaro; .
Cuicc. Stor. i5. 748. Nato d' inSnia con-
dizione e di sangue sordidissimo,
SORDIDO. Add. Che ha .sordidezza.
Schifo. Lat. sordidiis. Or. pvittp^i- Pal-
lad. JVovembr. 21. Se l'olio e sordido,
friggi il sale, ce. Tac. Dav. Ann. II.
l3o. Il far la reina dell' aiti sordida hol-
Icgaia. esserle troppo macrbia. Fir. Disc,
an. 23. Or non veggiamo noi tulio il
giorno per esperienza gli schifi topi ec. ,
attesa la loro \ile e sordida natura, esse-
re nondimeno lutto il di discacciati, t*c.
§. Per Avaro. Lai. sortUdus , avarus,
illilteralis. Gr. f u:ro/ovou/«i , yc)apyu-
fo; , T^ui/f o'ioyo; . Tac. Dav. Ann. 3.
71. Il poptdo odiava Quirino ec, por es-
sere veccliio, sordido, e strapotcnle, /luon.
Fier. I. I. 2. Sordido, tciua fé, ladro,
anatema .
't SORDINA . e SORDINO . Tenn.
rfr* Miistct. Sorta d* tstnimento a tasti ,
che differisce dalla spinetta per la quali-
tà della sua votx sorda e soave , le cui
conte non vengt^no toccate da penne , ma
da salterelli. (Wth. Dot. 2. 5. Eli. Fa-
zio, suona la sonlina (tini figuratam. ,
vale /'ntv il .Tonto ).
SORDISSIMO. Sufìfrl. di Sordo. Lat.
sunttssimut . Gr. yucOTOCTO(. Ambr.
Cof 4 8. lo non »ou sordo, il. B l>ene;
ami kordis>imo lu se', o »e*un irislo.
3 SORDITÀ'. SORDITADE. e hOH-
DITATE. A'en/.ipiji/ic. Lai. .rurditas. Gr.
xb<'fwci(. M. Aldofir. Sonlilj é in due
maniere: l'una naturale, e l'allra acciden-
tale. Fr. lae. T. l\. 32. Il- A mr \rnga
et chilutr E uiulezvu e sorditate. hed. Fsp.
S O K
rtiir 5j- Un ossicino tirila sua coda, li-
<l»ilto iu polvere iiii|>,il|ialiile . e messone
quanto uu >;ii-o <U spillo nrll' orefchie ,
vale contro jlla sordità, e la ì;uaiù>ce in-
lolliliilmeute .
* §■ /- figiiratiìin. « 3Jor. S. i-rvg.
Venenilo a noi per uiezxo del figlimJo ,
ruppe la sordita della noitra inscnsiliili-
tà ». (^)
SOUDUIA . Sordidezza . Lat. sordcs .
Gr. ou:r«5/jia. Hùrtt. Jior. 2\6. Seìn-
(;ale'(/c chioccio/et e nettale dalle inte-
^lina , e du Uitle le iordixie.
^ SiOKDO. Sust. MTititn. Jmbr. Co-
fan. 4. 8. Oh molto suliito E gufilo
cttslui del sordo ! Ìo dubito ÌNon ci sia in-
canno, f 7 ^
SOIlUO- Jdd. Privo dell' udito . Lat.
uirdiis . «ir. /W95'; . Dant. Inf. 6. Che
'nirona L' anime sì . eh' esser vorreldjer
aorde. Petr. canz. 38- 7. E 'n versi ten-
to sorda e rigid' alma . JS son. 253. Clic
piangon denuo. ove ogni oreccliia è sorda.
fJocv. /lOi'. 17. 45- Al^a quale parecchi
anni a guisa «(Uasi di sorda, e di mutola
era convenuto vivi-re. iV noi'. 21. 8. Que-
sti è un povero uomo mutolo e sordo.
§. I. I- ìgurtttiim. Lat. siirdus . Gr.
xbtoòi, j4met. 19. Kon i freddi marmi di
l'craia, ne le querce d* Ida, ne i serpenti
di Lil>ia, né i sordi mari di Ellesponto.
* g. li. Sonhf ju detto anche del Gu-
sto. 1 iireh. rim. buri. E non dovea aver
mangiato arrosto Di Leccafìcki, eh* avca il
gusto sordo. (l>r)
* §. III. E pur figttratam. per Jiipu-
f^nante^ Hi t roso . iJant. Par. 1. Vero è,
che come Ibrnia non s* accorda Molte fiate
alla 'ntenzìon dell* aite, l'erchè a rispon-
der la materia è sorda; Cosi ec. / J/;
!r g. iV. Sordo, talora e opposto a So-
/loro f 'ut. Adr. Op. nior. 5. 288. Ma il
vaso pieno di corpi s;ddi, o di qualche li-
quore . sai'ìi sempre sordo e nmto, perche
il suono non trova via , né spazio onde
jHUsa uscire. (TCj
J^ §. V. Sordo f Jiguratain. dicesi di
Cosa che opera senza strepito , quieta-
mente, /'eli. .\ja/ì. son. 56. Ove per con-
sumarmi amor nasconde E '1 foco, e l' e-
sca e 'I sonlo suo focile. ff'Pj Segner. Pred.
Pai. Ap. !\. 8. E r esemi'io operando con
attraltìvr sorde, e soavi, fa che la cosa vo-
gliasi ÌDieramente, come si vuole ciò che
>i %uole per amore. {TC)
%. VI. Lima sorda, si dice Quella che
limando non fa remore. Din. i'omp. i.
l8- Fece fare lime sorde . e altri icrri ,
cu' quali ruppono le prigioni, e andaronsi
con Dio. l rane. Sacch. nov. l35. lo ti
recherò domattina una lima sorda , con
che Iu segherai colesti ferri . Morg. 18.
l33. E trapani e paletti e lime sorde.
§ .VII. fer metaf. M. V. io. 74- Esso
m questi giorni lavorala alla coperta culla
lima sorda.
§. Vili. Bieco sordo, si dice Colui che è
ricco j e non apparisce.
g. IX. àM azzata. Ceffata sorda j e simi-
li , si dicono quando fan più male , che
non appare. Jiern. rim. 57. E dà co 'pie
certe ceflate sorde . Alalm. 6. 61. Prima
jtli dà certe picchiate sorde.
g. X. l'are il sordo, si dice Chi fa vi-
sta dì non udire , o non vuole intendere.
Malm. 2- 75. Àniadigi alla donna mai ri-
si ose, E lece il sordo ad ogni suo quesi-
ti» . * Segner. Mann. Lugl. 6. 3. ^on è
si facile non sentire il rìmuiso della co-
scienza . benché alla 6ne giungano alcuni
a lare il sordo anche a ijuesto (nota fare
il sordo in vece di fare i sordi ). (T)
•■{• g. XI. in proverò. : /'gli è il mal
sordo quel che non vuole udire j e si dice
di Chi fa vista di non udire, per non at-
tendere, o fare ciò che gli e detto . /Vr.
SOR
Triti. 3. 3. Oh egli è il mal sordo quel
che non vuole udire ! >alv. Spin. 5. lo-
lu so ben che tu m' intendi. /{. Aon io,
a non v ingannare . /*'. Mal sordo quei
che non vuole udire.
^■. XU. S^on din a .wrdo , vale Pire
alcuna cosa ad alcuno che Jacilniente l'in-
tcnday o prontamente /eseguisca. Iranc.
Sacch. nov. i4- fa altra parte pensò di
mettere il consiglio ad eiVettn, e noi disse
a sordo, l ior. S. Iranc. \t\^. Non disse
a sordo , che di subito cuicsto povero gli
cavò la tonica . Lor. lited. J:'eon. cap. 6.
Quel elle 1' invita . non lo dice a sordo .
Malm. i\. 49. Ma quel che importa, a sordo
non fu detta.
* g. XI li. Sordo. Term. de' Matema-
tici . liconsi Quantità sorde le quantità
incommensurabili. (A)
SOUELLA . Kome correlativo di Fem-
mina tra li Itati d' un medesimo padre e
d'una nicdesima madre; e dicesi anche
di Quella nata solamente del medesimo
padre , o solamente della medesima ma-
dre. Lat. soror. Gr. aoìisv;'. l'occ. nov.
45. 16. -Mando per la madre di lei e per
altre sue parenti, e per le sorelle e per li
fratelli. / /(. SS. Pad. I. 240. Dopo qua-
raut* anni una sua sorella molto vecchia
ec. pregòe lo Vescovo. / it. S. .V. Madd.
27. Ed ecco che se ne vanno con lui in-
verso casa le due sorelle. Ciriff. Calv. i.
Mori qui , poveretta; e so lien quanto La
piansi più che sorella carnale.
§. I. Figuratam. Dant. Inf. 24. Quan-
do la brina in sulla terra assempra L' i-
magine di sua sorella bianca. /■. Par. 3-
lo fui nel mondo vergine sorella. But.
ivi: Vergine sorella, cioè monaca di santa
Chiara. Petr. Canz. 34- 3. S' i' "1 dissi,
unqua non vcggian gli occhi miei ^ol chia-
ro, o sua sorella.
g. IL Sorella, si usa talora per Com-
pagna, Amica, Intrinseca. ì it. SS. /'ad.
I. 236- Vedi dunque, sorella mia ec, non
ti gloriare d' esser morta al mondo.
^ SOItKLLlNA. JUm. di Sorella, e ta-
lora è detto per vcz-zi. Trait. segr. cos.donn.
Era nato in una binasccnza, nella quale la
sua sorellina binata era morta sulùto. (A)
;ìOK(;EXTE. Snst. J outej cfigitratam.
si prende per Origine di checchessia, lied,
son. Al desio del sovrano eterno bello, Che
solo , ed in se stesso ha la sorgente .
'.' Salvin. ì.isc. l. 137. Dall' acqua tulle
le cose, come volle quel gran savio di Ta-
lete Milesio , traggono la sua sorgente, e
nell' acqua finalmente si sciolgono, e, per
cosi dire, ce. (B)
g. Per metaf. lied. son. E vide secche
e tot;dmente perse Le due sorgenti del
vitale umore (cioè, il cuore).
■\' Snr.GE^TE. Jdd. Che sorge. Tass.
Gcr. 6. 103. Era la notte, e "1 suo stellato
velo ( hiaro spiegava, e senza nube alcu-
na ; E già s[>argea rai luminosi, e gelo Di
vive perle la sorgente Luna. (Pi òegner.
Mann, i^'ovemb. 21- I. I\è anche vien
rassomigliata semplicemente ali* aurora, ma
air aurora sorgente . £ num. 2. Per la
dignità di Madre di Dio ce. viene oggi
intitolala Aurora sorgente. (J )
'■• J;. Per { resceute. Che vien su. Bocc.
Ictt. Pin. Boss. L'avere i beni paterni,
e gli acquistati, porduli, dei «juali è man-
tenere il cavalleresco onore, ed alle\ar la
sorgente famiglia si conveniva; il vedersi
ec. sono cose da non poter con pazienza
portare. Tass. Cer. 17. C). Tanto e si
fallo re 1' armi raguna ec. Centra il sur-
gente im[)erio. (Br)
.•^OnGEHE. /'. Sl'RGERE.
't * SOIU-EVOLE. Add. Che sorge.
Sorgente. Bemb. Asol. 2. l35. Come sor-
gevole fontana, assai più ancora che que-
sta nostra non e. (A)
S 0 a
1269
•f * SGUGINOtCHlO. Quella parie
che resta . f opra il ginocchio esteriormente,
Salvin. Cacc. i'pp. 3. 126. Son le gam-
be Altu tese, simili ai tardi agiati Lam-
melU , qiial cummes.sc a folte S({uamnie
l'ino al doppio suo duro sorginucchìo. (A)
•f * SOliGlTOr.E. Porto, Foce, Luo-
go dove si può approdare e sorgere. Ac-
cad. Cr. ^!ess. lib. 5. pag. 585. Diede
fondo al sorgitore di S. Gio. de L'iùa un
vascellouo con tredici soldati spagnuoli,
due cavalli, ec. (A)
•f* '^' .SOKGIVA. Lo stctso che Sor-
gente, Acqua di vena che sorge. Magai.
1 ett. voi. I. p,tg. 16. f lir. 1769.^ Sia
una sui giva di acqua nel piano del terre-
no A lì. la quale scorrendo lilicramente
taccia palude . / »'. Lett ivi a pag, 29.
Se la fabbrica del pozzo non rinchiudesse
tulta quella sorgiva, ec. (Aj
SOUGlUOINEUh , e SORGIUKGERE.
Sopraggi ugnere . Lat. supervenire. Gr.
iTK.Ìf-'/i'SZV.i. /lini. ant. Guid. Cavale. 71.
Ke può coperto star quand' è surgiunto.
( così nelle varie lezioni di questa can-
zone;. Frane. /<arb. 106. 17. Se dubbio ti
sorgiun^e, Tra '1 si e '1 no qual punge.
'J'ass. Cer. Jl. 44* Quando nuova saetta
ecco sorgiungc Sopra la mano , e la con-
figi;e al volto, y." 12. 5l. Egli quivi è
sorgiunlo alquanto pria.
•f SOlìGO. r. A. Sorco, Sorcio, To-
po. Lai. nius. Cr. jU-u,. Frane. Sacch.
rim. 22. flia se non fosse il gatto , I sor-
ghi air altrui roder sarian tanti. Che forse
il riso tornerelibe in pianti. K nov. 76.
Andeià sgamltalo per le pulci, ed uno sor-
go l'assalisce in forma, che esce di se. FI
nov. 187. tit. A messer Dolciliene si dà a
mangiare una gatta per ischerno ; dopo
cei to tempo egli dà a mangiare sorgi a
chi gli die la gatta.
.SORf^OZZOE. Appoggio, Fortezza ,
Sostegno, Sergozzone. l-nt. fulcimen, fiil-
crum. Gr. tiicjua, 57»;'^i"/jWk. Gal. Sist.
4i). Cerchi con catene, puntelli, contraf-
foili, barbacani, e sorgozzoni di riparare
alla rovina.
g. J er Colpo dato altrui verso il goz-
zo. Morg. 18. 173. Ma serra 1' uscio ben
duve tu dormi, Lh' io non ti dessi qual-
che sorgozzone. E 28. 9. Chi gli dà certi
sartiozzoni strani.
*-}- SOI'.I. Sorta di minerale, o di pie-
tra vitriolica, che si trova nelle cave del
rame j ha un odore grave, lezzoso, nau-
seoso, ed adoperasi in medicina. Lat. .to-
ry. Gr. c'jj^u. Folg, Fiosc. il sori ha
r odore grave e lezzoso e nauseoso. Bi-
cett. Fior. 24. Il calcili ec. è un mi-
nerale che nasce nella cava del rame, di
virtù tra il misi e il suri, di sostanza
più sottile rlie il suri, e piti grossa che il
misi. IC altrove : Cose forse o cavate dalle
vene de' metalli, come il misi, il calciti ,
il s<iri, r allume, ce.
V SORIA>0. Asgiunto di color bigio
e lionato, .serpaio di nero j e tal colore,
bench'i: si dia in altri animali, o in panni,
non si dice se non de' gatti, forse pcixhè
i primi gatti di tal colore vennero a noi
di Sorta. Min. Malm. (A)
SOIUCE. Sorcio. Lai. sorex, mas. Gr.
[J.TJÌ. Sen. Pist. 90- Una gran parte della
i;eule di Scizta si cuopre e veste di pelle
di volpe e di serici, che son molli e mor-
bide, e '1 vento non le può passare. / it.
Bari. 18. Vide due sorici, che sanza ri-
poso rodeaiio la radice dell' albero, ov' egli
s* attenea.
;;: .^OHICO. r.A. Sorcio. Fav. Fsop.
Test. Bice. i!\. I>ice lo conto che uno
sorico avea trovato suo rifuggo in una
casa, che v* avea un molino. (W
•f ^- SOKITE. Termine de' Logici.
Sorta di argomentazione , con la quale
SOR
SOR
SOR
pfr certi pradi si pero-iene affa ronrìnsio-
ne. Gal. Sist. 33. Questo è uni» di fjuelli
argomenti cornuti, rhc si chiamano Sori-
li. !/Ì)
SOHMO\TA\TK. Che sormonta. Lat.
cresccns, surf^env, asrendens. Gr. «^?*-
vwv , Ttpoy.'/ò^E'jo;, av/^'xt'vwv -f Tes.
Br. 7. 5o. Ella f la religione) è più
de[^na a tultr rose di tutte virtù cIip ap-
partengono a divinità , o che ri mena a
lare opera rhe ri meni a vita eterna, sor-
montante tulle r altre riisc. ' ff 1 Alnm.
Coli. 5. 128. D'un pirciol sasso Se le
rarchi la fionle, e tagli alquanto Del sor-
montante tallo.
SOKMONTAIlE. Montar sopra. Sali-
re j e si usa in .vif^nilìc. att. e netilr.
pass. Lat. scandere, a. tre n. le re , crescere,
surgòre. Gr. j3x'v»(V, avx^aivjiv, «v?'/-
vetv . irpo'/.-^Z's'b'j.K. Petr. cnnz. 28. 2.
Poiché sormonta . riscaldando , il Sole.
Dant. Par. 3o, In comj>resi Me sormon-
tar di sopra a mia viitute. Stor. fùtr. 7.
154. U;*one il Ma;;no, considerando niatii-
ramente quanto le cose di queslo ■;i(ivane
andassono sormontando e innalzandosi .
tuttavia ec. operò tante), er. ' ffui fignrn~
Tarn, cioè, accrescendosi , rari-jliorando ,
prosperando). "-!' Frane. Sacck. rini. Co-
lui che .sempre fu e nuovo e vet;lio , Ta-
glia ed atterra le superile corna, E gli u-
inili sormonta in alti scanni, llìf
^ §. I. Per /.^correr sopra , Pat.var
sopra scorrendo, drffo dell' acqua. J'if.
dùtc. Arn. i3. Partcì
indo
dclh-
deposizioni delle piene che vi sormontano,
si sono andati anch' essi alzando in par-
la. iCì
g. II. Per Avanzare, SopraJTure. Lat. e-
xcellere, .superare. Gr. uTriS'/siv . 'JTS--
fìotivsiv . G. V. 3. .'». 5. Kaceano ;;Uer-
rcgpiarc la città di Firenze, acciocché non
potesse crescere , né sormontare a loro .
Nov. ant. 5l. /). Guarentire il povero
contro il ricco, e Ìl fievole conlrn al for-
te, pcrrhè il forte non lo sormonti. Tcs.
Br. I. l5. Odorare sormonta il gustare
r di luogo e di virtude , eh' elli è più in
allo, e opera sua virtù più dalla lun^a .
Altresì udire sorm()nta 1' odorare ; che noi
udiamo più dalla lunj^a, che non odoria-
mo : ma lo vedere sfirnionla tutti j^li al-
tri di luogo e di virtute. Ma tutte ([Ueste
«•ose sormonta l'anima, la quale è assisa
nella mastra fnrlezz;i del capo. Din. Camp.
3. 80. Allora lominrio a sormontare mes-
ier Maffeo Visronli, e quelli della Torre
e i loro amici a aM>assare. Dant. Inf. 6.
Poi a[)pre5S0 convien rhe questa ca;;i;ia
Infra tre soli, e che 1' altra sormonti, ftut.
ivi : Sormtmli, cioè monti suso e signo-
rrBi;i- fìnnt. ^'ttr/^. l^- E chi podere ,
grazia, onore e fama Teme di perder.
perdi' altri s()rmonli.
5r g. III. Per Vincere, Su peratv. Pluf.
Adr. Op. mor. ^. i32. daranno j;li uo-
mini sle.ssi costretti a confessare che 1
Itruti sormoiit;ini< in continenza. -C)
■f <t g. IV. Sormontare , Jipnratam.
per Passare. Salv. Avs'ert. I- a. proiurt.
Della qual cosa sarò 'per avventura ri-
preso d.i chicrlK'ssij, quasi io sormonti d'
dna dottrina m un' altra, fì'i
SOUMON'I'A IO Add. da .Sormon-
tare. Pant. Piiix li). Poco antendiie
dall' An^el sormontali * ^f. / 8 io">. Per
la vittoria di ((uello iturmontali in nr;;n-
glio, comliatteroiio il pOK(;io de' Bi>r;-hi.
Saf^f!. nat. esp. 7,00. nidolto alla eslri'-
ma densità dalla forza ilell' acqua sormon-
tata in (•.
f * SOnMONTATORE. f'erha/ ma-
se. Che, o Chi .sormonta , Sormon tante.
Bel/in. Pncch. 38. Qual rondottier di
guerra. Che presa a forza d* armi .dihia
«Da terra, ce ; Tal quel sorniontutur ilcUe
cervella Passa , e ne vom'a pur , quaì
trionfante, ec fBj F. Di.fc. 3. ìo6. E-Ji
è ec. sormnntalore di sfere, e ohlilijalore
di stelle e di sole ad esservi strumento
del tempo PC. fFi
5 SORNAf^CHIAHE. Far .tornacchi .
# 5. Sornai'rhiare , vale anche fh/sta-
rc. •< lìern- Ori. i. 2^ 21. Ula ri-spose: il
Vostro snrnaechiare l il Focahnl. alla vo- \
ce PIXZI* A»K ^^ 11. /ft't:»* s'mnaechiare)
Non m'ha lasciato stanotte dormire. (C)
l-ortic:. f^icc. ."V). 76. »''hp suliilo si
sveglia e si riveste, E prende in odio lei
che ancor sornarchia. E rim. cap. 7. E
su le none Farsi aprir le lìnc&tre ec.
Poi sdraiarsi di nuovo , e soVnaccliia-
re. (\i
SOnjVArCHIO. Samacchìo, Catarro
^ros.so, che tos.sendo .ti trac fuori dal
petto. Lat. pituita, .tpufum rra.tsitis. Gr.
/ÓpjZ'A 0 '^'^.. I.or. "*•(/. canz. Sp. 3.
I -sornacchi eh' ella sputa . Paion luorla
eolla hiacca, Allcp. 178 ("he fate allo
stai'nulo Altri coment!» favellando al l»ac-
chio. Da infardar voi e lor con un sor-
nacchi". Mnhn. I. ^7. Le strade alla-
Ran tutte coi sornaechi.
•f =:= SOKNAVIGAliE. Navigar .topra.
Salvia. Ifatracnm. vers. I05. Qual me ,
sornavisando. Meni il ranocchio a caval-
luerio a ca-sa, Sull' ac<]ua hianca il verde
corpo ergendo *■ r/ui vale notando so-
pr' acqua, a 6or d* acqua ; lilirando il cor-
po a .alla ) . (Ai
SO II V I O V R . Sufornione.
SORO. Aeeiunto d' ticccl di rapina ,
avanti eh' egli n't'na mudato. Cr. IO.
3. 1. Quelli che fu preso quando uscì
del nidio, è di secondo merito , innanzi
che le penne in 6erità mulas.*e, e soro si
chiama. Cant. Carn. l6.'>. Smerli, mo-
scardi. smcri;;li, e sparvieri Fanno onore
ad opnun, quando son Sdrì.
^. I. Per metaf. aggiunto ad uomo ,
vale .'\criiplice. Inesperto. Lat. incantus ,
rudis, fyro, simpler. Gr. «y j'Ìk/.to; .
ccTstco; . v£o;. aTÌoj;. ì'irg. Fneid.
Vide Tideo , e tre 6g1Ìuoli d* Antenore i
[)Ìù sort. Dittam. 2. 9. Onde non creder
mai nessim sì soro. ('Ik- del mal e del
lieii , cui tutto ved<-. Alla fine non renda
il suo ristoro. Cron. More//. 238- Il detto
Paolo giovane , soro , solo , senza alcuno
aiuto, o c(msii:liti. Tac. Dav. Ann. .1. 7^.
Chieileva alle fatiche questti comjagno
non soro, ma otto .inni esercitalo a quie-
tare sedizioni. Ar. Far. .^O- ^i E or
potrà IUi((;ier , «iovane soro . Farmi da
solo a solo 41 danno, o sc«>rnn T Cecch.
"^fogf. 2. 1. Voi dovete tener per fermo
che Pandidfo sia così soro di questo Mo-
tivo, come è lì quel muro.
fi- II. t^oro, »' anc/ie acni'into di una
.VorM di mantello di cavallo, che più co-
munemente diciamo Sauro, Amet. 84-
Acliimenide stante sopra un allo cavallo,
V di pelo soro fortissimo. Tc.xeid. 6. 16.
K sopra un gran deslrier di pelo soro. Era
fra tutti i suoi più r-minente.
J SOilORE. r. l. Sore//n. Lat.
.pt»ror. ì\t. tnSù-or,. Petr. son. 283. Co-
me a noi M Sol . se sua sonir 1' udi>m-
Iira, C'osi l'alta mia lucr u me sparita.
f'it. ft. fJmil. ()l. Questa santa più
volli' file veduta levata ila terra, orando
levala in aria : ondi' Ìl dì della vincula
di san Pier», ahhiemlo visitila la sororr
SohiJin nel sasKo vr , orando rlla, la vi-
dr' In delta sorore in aria levata.
SORPASSANTE. Che nyrpasta . Fc-
ccllcntc. Salvili. Pros. 7o.«*. 2. a^?- •*'''■
i>iiono lur viaggio, e a ogni passo in i>
strane avventure s' incontrano . e in nuovi
e stiavagaiili accidenti nati dalla loft) ma-
ravigliosa e sorpassante lielletia.
SORPASSARE Passar sofyra. S'apra-
. i'ansnre.l.aì..fupergredi.GT. j*|5^5ti've»v
Salvia. Pisr. \. 102- Quantunque le
maraviglie della grazia sorpassino di gran
lun^a o-jni umana manij'allura- P' 2.
3o6 La poesia sor|*assa in rccelletua tutti
i lavori d' injiecDo.
SORPIU'. V. A. Soprappiù s e .ti usa
anc/ie in forza di tu.rU, e va/e A vanto,
Soprnt^/izo. Lat. rtliquum. Gr. rztpi-.'sò-*.
G. F. 12. 2^ 2. Sono i Pivani franchi
in Firenze l'anno la valuta di fiorini
3oooo d" oro di loro merraianzia che ve-
nisse da Vinecia. e 1 sorpiù pagare da-
nari II per lililira.
SORPOltTARE. V. A. Portar sopra.
Portar .teco. Lat. auferrr, efferrt, eripe'
re. Gr. r/.fv.'pitv. Tratt. pere. mort.
Quando ira sormonta , e sorporta 1' uo-
mo , elti si cruccia in anima e in corpo.
SOPPORTATO. Add. da .Sorportare.
SORpnSTO. y. A -Idd. Soprappo-
sto. I.at. superpositus- Gr. iTtT»r/ju.fv(»c.
Cr. q. 2Q. I. Aggiuntovi assenzio, pari-
taria e hranrorsina. e pesta bene ìnueme,
e poi nella pentola eotte e sorposte.
SORPRENDENTE. Che sorprende.
^. Per Maraviglioso, Che caeioan am-
mirazione. Lat. in admirationem rapiens .
inducrns. Gr. ''/ttÌ/ttm». ■''alvin. IHse.
1. 3i2. Non vi ha in questo fatto alcuna
cosa di sorprendente e di maravigliiuo.
SOtipnENDERE. Soprappncndrre Lat
ex improvi.to invadere, opprimere, f.r
y.y.T-jtl'x.'j I^X'Hiv. G. V. M- 'k). 2. Per
la qual cosa i nemici , tcmend.t la stanza
d' essere sorpresi er.. si partirono, ttv.
M. Poi apprcssfi la paura sorprese tutta la
schiera. Pant. Inf. |3 Quando not fum-
i mo d'un romor sorpresi. E Purg. 21.
l Che tutta lihera a mutar convento L* al-
ma sorprende, e di voler Ir giova, ^ov.
ant. 60 2. Soq>resen» questo lor signore
a tradigione sconciamente
* §■ '*'■'* Cagionar maraviglia. Saìvin.
Di-w. I. .36'(. Colle loro soltielieae r
novità d'opinioni, e artificio di pande sor-
prendendo ed incantando la romana gio-
ventù. fC)
* SORPRHNDIMFNTO . Sorpre.ta.
Bellin. Piic. 2. 36; Di -uhìlo si levò
con un rancore, e con una al tlnim inazione
si fttrte, che lutto riUolIenle d'amarissimo
fiele , e d' un sorprendimeolo d' impeto
deleslatore vomitò cnnln» la dignilà e V
innocenza di lei ec. insulti ed impt.>pe-
rii ec. ' F) F 3. 4 *" ^"''' '^' "»»"»*'•
glia il chiami inromprensihi'e e troppn
grande, ma di troppo sorprendi mento ali»
vista dej;li uomini, se osa ella talvolta i-
spiarue sn«> essere da lontano, ec. fft)
SdHPRKSA. Sust. Il .forprendere. Lil»
cur. ma/att. Tanto più s' affliggono pei
la sorpresa di nuovi e non aspettali »crt.
denti di stoniaro.
3 sO*tPRFSO. Add. da Sorprendete.
Lat. oppres.ttis, invasu.t . Gr. j^arae)»".-
oS-ti; A'm-. ant. 3<). 2. Vedendo ehe egli
era così sorpreso, parlò, e disse. Datti.
Purfi. I. Che non si convema l'occhio
sorpriso D' alcuna neldùa andar davanti «1
priniii Ministro f ijui sorpriso in i*e»T
di sorpreso, prr fa rima).
<t jj, I. Sorpreso, vale anche Preso, •
Pato in camhio d' altra cosa. - Dami.
Par .'). Ed OSI" prrmulania credi stolta .
Si- la cosa dimessa in la sorpresa, O^nr
*l ijuattro nel sei, non e raccolta. But.
Iv : Nella sorpresa . rìofe neU* appresa in
suo sramltio» . f/lr)
* g. II. per Maravtefiato. Pr/lin. />!.»■
1 fi(). La conie;.Uenu pero alla quale e|th
termina 1/ calcolo è di ima stravaganza *•
nuova, che ci è Insogno del vigor ile;;!*
spiriti vostri per non restar s'U-presi dalU
stupore. fC'
t SORQCIDA.NZA. F. A. Prtstinz^rtime.
Aio è ar-
S O R
L^ .rrvf,u.l<u. Gr.«Je.?ov««.Tral<.»«f':
mori. Il li-no rjnio ili orgoglio a e »"r>l>"-
^uua. .h« ii"> iiil'illunio 1
«pn-.M.- Lo lino laoio if org..si
ro,»a«, che 1' uomo appelU >uiquiJunia,
• pri'iiUluionf- > . y.i L
SORQlilDATO. /. X JM-th'h,.
^rqmdanza. L;.l. ..rro,«....... Or. a/Cv.-..
T~H. ?«-'■• """■'• 1- •Tbos',"'» f " '"J"
.juiiUlo. ibr '«li '"^' I"
nuiBo Jlrvi. E ,ip(itT.t.to :
Ufi Mr^uidal". the iiou li
.lU|.rr,iaro li Jlri. A «pf'mso
kt è il l'cccalo M «I'
„i del
Poili»i
J,.,.., .-he
tir ;■ u.Naiii.i
La lei«a
i|urUi >orqui(lati rhc
Jiioo.. : io laro ifXi-sXa e quillo.
SliUKA. .\alnnie Jnllo ilelh ;w'i
pt<,r (unno /''"<'■■ ""' • °^- ^Z, . ,
A. I. l8. E tio-
Conic If l'allf
c«:.' e Jrlla sorra. /<"''
«trai a un filar ili sorra
haouo il rcrvfl di liorra.
* SOKRAOEf.E. Ki-derr hntmenle.
Lai. subradrrt. lalhd. ,lpr. ;. Si' quc
,1. arl»r.- J- Iri.la, sorradUa con pelimi-
di ferro, e fia alle;.ra. ì
»f . _-
IJrrcckiarc. HnQl.an: .Veni. Pise. Op
,ol. 3. p.i?. 58. Per lo più coloro della
Ter» sapicnia privi ripuliremo,
fcnifieanieule e de^li
■o, e uà jiiej.iu. ' /
: SOKhEll HIABE.rorrf'orrccAio,
ma^Q
alti
dotti, al
che di
i pcrversamenlc
SOR
Oliando sorridendo 1' asi ollaw , I- d a la-
liia la lascio finire.
SOHHI-'-O. ■'"'.!'• ^' sorridere. I.at. .ti.".-
ri,tii,t. Gr. ùnOttSioia/iK. (•""(. / ur. l8.
\ incendo ine col lume d un sorri.M-, Illa
m. disse . /ewh. //«e/- I- 56. » lUe 6ate
addi%iene che una paroletta, un soriiso.un
muover d' occhio con maravigUosa lor.a
ci pigliano pli animi.
SOHBlSO. ^dd. da .forrìrfere. J ani.
P,ir I. >'i'fui del primo duljbio disve-
slilo Per le sorll^e paiolelle lircvi, Denli o
a un nuovo |iiu lui inclito. /;«(. '>•■ P"
le sorrise paroletlc hrevi. cioi: per le la-
nde di Beatrice, le <|uaU disse, brevemen-
te sorridendo della sen.plicili e grossei.a
del lalso pensieiidi Uanlc.
* SOIilOCAIO. .-Idd. .S-ur/vpnM.
/orp/i. /•«.<(. H-ni. A». (,)uei.li altri Sul-
fetti, che noi lUremmo perav venlma, o so-
stituiti, o soriO(;ali. il/
•+ * SORSALT ARE. Saltar sopra, iat-
lliad. llb. 7. e. 348. Di Priamo il
a meno scudo Ine colla lancia, e
1' acciaio . Ma s' in.I.mo la
Sorsallaudo , il
S O K
1271
l'in.
figlio
non
sollertuf;ii
, Sostc-
pai landò, e per parer
ed alla doi pi.«a ricorrendo, som
air aura popolare. (Ai
.S01lBEi;<;tRE. Hcfifltre sotto
neri. 1 al. >/.ire. Gr. s>s>'i«i«. SaUiii. |
r,-os. Tosr. 1. 4^8. IffTfere er. non so-
lamenle fermare , ma |ropriamento (<■-
nere, e .ìoslrnere, e .corn-^^ere in nostra
lingua vuol dire. /■ 489. « on aura di l>e-
nifno favore soslencrio. »orres(;erlo. ed
aiutarlo, tf E Iditl. 3l. l'na nuova cintu-
ra tfU ancor prese. I olV altra mano sor-
reggendo il fodero, ec. f/t/
§. tn signiti, ato mriitr. pa.t.<. per meta/.
,a'e l-trma-'si , Contenersi. Lai. .<e <o/i-
liitfre. Gr. altix^'*- *""'• ' '"^^ }'
Soprapsiun^onn alcuni che fUardano al-
trui. .■ non si sorregjiOiio : cosi faceano
i}uef.li spirili.
.-ORIil-.sSG. P'. J. Pisorresso. Lot.
resiirrectionis Pontìnirae dies. .' I«r. Pisi.
167. Quindi si prrli lo di della pasqua
<li Sorresjo.
fORHIDESTE. die sorride, tal. J.'-
kridem. Gr . J-OaiiòlCv . lui. Rivol-
tosi innanzi a B< alrice sorridente.
SORRIDE.NT hMI-.^TE. Av-erh.Con
lorriso. Lai. sutndens Gr. j-oueiotwv.
il*. Pird. F. /•'. Alla in-errojaiione la
.ilonna sorridentemente ris|K>se.
SOhRIDKRE. I lanamente ridere. Lai.
suhriderr. Gr. v'iTO/ìsO'K'. ' ani. /fi/. 4.
E i mio maeitro sorrise dilanio. >- I <"'■
3. I Ha sorrise alquanto ; e poi : s' egli
erra L' opinion, mi disse, <■?" mortali, ec.
/•; .1. Drilli nel lume della coire );uida ,
Cile sorridendo ard-a :;e^li occhi santi.
lìut. Par. 3. «. Ksania e de" savii di so.--
ridere, cioi temperalamenle ridere de'.I .'r-
ror de' senic-liei uomini, che lianco la ve-
rità i"nanli , e vanrola cercando allroTC.
K appresso .■ Sorivlere b lem cratamcnle
rsdere, iniperciiMchc e meno che ridere, e
4{Ueslo s'appartiene a' salii. /■ Pnr^. 21.
2. Quando 1' uomo savio vede altri le|:-
gìermente errare, sormle. f'eir. c.ms. 4O.
-. E di sue bejle spO);lic Seco sorride, e
.M>1 di le sopirà, /.«re. no»'. 52. 6. Volto
ami' isi-iadori, sorridendo, disse. /■-
65. IO. La donna comincio a sorri-
dere, e disse. Li^: SI. Gli altri gridarono
.he la Reina gli ave» sorriso, l'orz. Il3.
Ed elb, un pochcllo sorridendo , disse .
Tass. t:cr. 19. 4. Sorrise il buoi Tan-
. redi un colai riso Di sdegno , e in delti
alteri »V.l« ivspo.lo . lem. Ori. l.JS. I9.
pizzo
punta ; e Aiace punse,
brocehier. fJJ
.«•Ol.SARE. Bere a sar.u. Lai. sorbere,
sorlnllare. Gr f'of-uv. ^fJiXsiv. Loie.
leti. Ir.S.Ap. 294- ^'• convili rcuh
ec. t' inframmettevi , ne' quali erano più
cchiano | larghi bocconi messi ne
i d'argenlo, e
quivi ottimi vini sorsavi.
•f ■.;: ^OR.'•A•| A. Soiso. J'.im. l'uri. 2.
184. Onde assetato e stanco opnun s' ac-
corda A bere ec. Poi 6no a sei si tia-
slullaro un p«zo, Pi(.liando a cai o chin
buone sorsate, E rivesliti se n" andaro al
rezzo. (/Ij henv. Celi, l il. •• ^74. lo
f;li dissi ec. che se la me ne lasciava bere
una sorsata a mio modo io gU donerei
una f:amurra. 1 Ci
SOK.SE^TI^O. nm. di Sorsetto, l-di.
sorhiUuncula. Gr. poifT,jj.à-:toyi. Alleg.
179. Assaporava genliluienle, quasi che a
;,. !.. ..:..y.......^..A ., ,i,Ì2zii-o. un maghe-
dei fonie
agli
sajsgio la pigliasse ed a spizzic
ro sorseltino dell' acqua sagra
prodotto dall u^na del cavallo, h 192.
Pensai n uu sorseltino, o due al pui, sa-
zio haiTiii dell' .icqua che '1 cervello in-
trica. ,
.SOR.SETrO . Pip>. di Sorsoj Piccol
sorse. Lai. scrlnliuncula. Gr. p'o5.>-,'-a7i!<v.
* l.ase. len. voi. 3. pag. 5. / ."''•
j8i5 / Sopra tulio ec. li sa male degh
ornici di Febo , che si mescliinanienle
stentano, avendo anch' egli leulo qualche
sorsello dell' acqua incantata, che la so-
gUii-e spesso altrui senza dormire. (/!/
far. Long. .So/. 56. Pure avanti che
glie ne porgesse, ne gusto anch ella un
sorsetlo. ' O
SORS1^0. Sorsello. Lat. sorbiliuncula.
Gr. p'oy»;'aar'5v. Uh. eur. malati. Ne
prerdono un solo solo sorsino.
3 SORSO. Quella quantità di liquore
ehe si beve in un tratto senza rat-
corre il fiato. Lai. hauslus, sorbitio. Gr.
fijr.fitt.. lab. 32. Alla mia sete tutti 1
i ostri fiumi insieme adunali, e giii per la
mia gola vol.cndosi. sarebbono un piccol
sorso. .Vor?. I9. 63. l'el lioiorno mi ri-
mase a torso : Or di due otri le n' liai
latto un sorso. Jìoe:. ì arch. \. pros. 6.
Piglia dunque questo sol so. dal i|uale 11-
criato, I ossi pili olire nelle cose che se-
guitano pili ia;.liardo procedere e cammi-
nare I qui ffluratam. . Hed. Annoi. Ili-
tir. 41. ."^i bee a sorsi caldissimo in o;.ni
tempo del giorno. li appresso : La suc-
ciano bollente e a sorsi, come se fosse
raMe.
^ §. Persi parecchi ad un sor.io, ftni-
ratam. vale Isser capace di vincer pa-
recchi ad un trailo. - Stor. ii.r. 7. l55.
l he mi potrcbbono mai far» i Sassoni, le
forze e r armi de' quali son cosi fall», che
io me. ne berci parecchi ad un sorso, fur-
ch' io volessi" T II J
SOR'l'A. (he alcuni dissero anche SOH-
Tl'. ^Spezie, Qualità. Lai. species, genus,
noia. Gr. Ùàoi. (■■ y. 12. 21- 2. Uno
d' ugni soita della Iraendosi a vicenda.
.Soder. Colt. 83. Volendo poi fare con co-
modezza ijucsta sorte vini, hai a conio di
questo a far lavare i tini, che non resti
dentro brullezia, o siiorcizia alcuna. S- Bor-
g'/i. jVon. 186. Non si Uuova agevolmen-
te menzione di questa sorte moneta. H
ly8. Di <]uesta sorte piccioli ancora se ne
le-gono alcuni. E / e.«r. /ior. l^gf). A
questo medesimo finiduienle tendevano le
molle donazioni de' terreni e possessioni
e d'alile sorti entrale per dole delle chie-
se assegnale . /. 4i>4- ^°'' "ugulare sa-
lislaziune d'ogni sorte gente. (1 ) Ar. Fur.
5. 54. Poiché colili occhi tuoi tu vedi certa
Quanto sia mereliire e di che sorle. f '/'( >
^. ^. I. l er Condizione, Modo di pro-
cedere . ( ecch. Poi. 5. 2. E' mi riesce d'
altra soite meco Ch' i' non arei credu-
lo. (Cj
f g. II. ter Capitale. Lai. sors , ca-
put, sumnia. Gr. ^ijio-laiov , dpx'"''^-
l rane. ^n«7i. nov. 32. Sicché avete che
r usura sia nel ristuotere più che la vera
sovla . Oli. toni. Inf. 17. 3lO. E da sa-
pere che 1 usura è quello che si riceve
oltre la suite prestala. * Frane. Saech.
nov. 33. Il prestare non è peccato , ma il
gran peccalo i: il risquolere oltre la vera
sorta. (( l'I
%. III. Per Modo, Forma, Guisa. Lai.
modus, ratio. Gr. -rfir.oc. G. l . 9. 219.
4. 1 quali tre cavalieri , dinunziati per lo
modo e sorte come detto avemo ec, com-
parirono.
* J. IV. Per Pazza. Ang. Mei. I. 116.
E non sol rinnovò le antiche sorti Degli
animali a se slessa la terra. Ma spaventosi
mostri ec. (Pj
* SORTACCIA. leggiorat. di Sorle.
(ecch. Spir. J. I. E la sortaccia voUe che
quando io giunsi di Levante , Neri Era
uiabito , e si 1 uo dii-e in transito . (Bj E
appresso: La sortarria. loutro ro|ipenion
di tutti i medici, Lo fe'guaiire, e riinel-
lere un tallo In sul vecchio. (*)
.SOh'l E. ( he alcuni dissero anche SOR-
TA . ì-entura, tortuna, /'«(ino . Lai.
sors, /ors , fortuna. Gr. r.ìr.zoi , /a/i; .
■Z'j'X''. ■ Pani. I ar. 32. Nel qual tu siedi
per eterna sorte. Pul. Par. 1. 2. Sorte,
che viene a dire tanto quanto fato , cioè
ventura. / ib. .^egr. cos. dona. Restano sa-
nate non per buona cura , ma per sorta .
E oppresso : Ella si ce una mera sorta ,
avvenuta accidentalmente , e non aspetta-
ta. A'im. ani. !'. H. Amor m'ha destinata
E appresso : Ed è mia
lei. Tes. Br. 5.
Heggono I le api) loro re , e non
eleggono per sorle ; anzi chi è più nobile
ne' costumi , e più bello e maggiore, e di
miglior vita, quegli l- eletto re, e signor
dell altre.
*;. I. .Sorte, per Condizione, Stalo,
Essere. Lat. sors, fortuna , eondilio. Gr.
3. Grazioso mi Ca, se ne contenti liei no-
della vosUa .sorte . / clr. son.
di mia sorle conlenlo .
innamoro d
una gran
sorta il non morir pei
17. Heggono I le api J loro re.
me tuo
195. I' mi vivea
■4 E. ì ili. I il. Pece. 8.
una giovinetta Parigina, di sorle medioer.
tra nobile e borghese. (IP)
V 11. ter Sortilegio. Lai. sorics, sor-
tilegium. Gr. xf1';'««'«- ■"«'•"^".==- *
l4 Alcuna volta per protrazione de pun-
li la qual cosa si appartiene aU arte geo-
manzia : alcuna volta per considerazione
del e figure, le quali si fanno per lo piom-
bo isUullo si»»:'' aeU'acqua; alcuna T.lta
127-
s o n
per rcrlc cciiolc iscritte ovvci-o non isrrit-
tc . neU" occulto post»? » i; conslflerasi chi
le toglie ; e simÌ{;liantL-mi:nti,' no.' fuscelli
non uf'Uali , cioè Imsclicttc , chi la mag-
giore, o la minore tolga; ancora nel RÌtta-
mcnto dei dadi a chi [ùìi punti gitta , e
ancora quando si considera quello che oc-
mrra prima, aprendo il Idiro; le quali tutte
cose hanno nome di sorti. P<i\.t. .Ì53. Del
giltare delle sorte dicono i Santi che 'n
certi casi non è lecito, anzi è vietato p(>r
lo Dicroto , come sarelilie ehi volesse sa-
pere per !.orte alcuna cosa occulla, o che
ilovessc venire, refcrendo il prendere della
sorte o alla disposizione delU- stille, o alla
oHcrazituie de' dcmonii ; e tah- si <-hiama
sorte divinatoria. Anche chi volesse sapere
itpr lo prendere della sorta quello clic do-
vesse fare, o dire, duliilando cpial fosse il
meglio , come sarelilìe d' eleggere alcuno
prelato ecclesiastico, o di ricevere alcuno
heneficio spirituale , non e oggi lecito ,
Jienechc nell'antica legge s'usasse, e chia-
masi sorte consulloria.
g. III. MtUere alla sorte, o Gettare
le sorti . va^lii^no lUmcttere checchessia
<iir arbitrio ikl/n sorte, o della fortuna .
Lai. sorti tribuerey nthUcere. Gr- /)-r,ioJ
cStti . Pass. 354. E un altro gittate di
sorte, che si chiama sorte divisoria; come
sarehhe se certe persone , che avessono
a dividere certe cose a comune , non s'
accordassono in tare le parti, dando, o to-
gliendo , possonsi gittarc le sorti , ispo-
gnendo olla fortuna qtial parte venga a
quidunque di loro. M. / '. 4- 28. Cilla-
rono 1<* sorle, per L' quali a messer Maf-
fio, cir era il maggiore, tono Parma, ec.
Sen. fieri, f'arrh. 6. l'|. Che dunque
( dira alcuno ) se io aves>Ì fallo mettere i
vostri nomi alla sorte, e il luo fosse usci-
Io tra quelli che si dovevano riscattare ,
dcMiimi tu in cosa alcuna?
::= ^'. IV. Trarre a sorte, vale Fle^-
qerc alcuno , 0 Determinar checchessia
per mezzo rii polizze estratte . ì ardi.
Err. (Ìioi\ z\. E non sapeva che biso-
gnava prima che fussero nominali, e poi
vinti , e che i nominatori si traevano a
sorte. .'C;
s;* g. V. Metter le sorli sopra alcuna
cosa , vale Mettere in mano alla fortuna
a chi essa tlchha toccare. IH. Crist. 174-
1 cavalieri dividono e mettono le sorti so-
pra li vestimenti suoi in sua presenxa. 'CP)
g. VI. Toccare, Vare in sorte, e simili,
i-af^liono propriamente Ottenere, o Conce-
dere alcuna co.ta per distribuzione depen-
dente dalla x-entura^ benché .t'estenda an-
che all' Ottenere, o Concedere checche.s\s-i'a
per qualunque altra cafjione . Lat. .torte
obtin'^ere . Hocc no\-. 16. l3. Divisa la
preda, toccò per avventura tra l'altre co-
se in sorte ad un messer Guasparriu d'
Oria la Italia di madonna Beritola, e i due
fanciulli . Petr. .ton. zCìC^. Quanta invidia
a quell'anime che in sorte Mann* or vua
santa i' dolce compagnia. /' son. .loy. E<1
or novellamente in ogni vena Intro di lei,
«he m' era data in sorte, /i' .ton. 3i.k £
quel s(tavc velo , Clie per allo deslin IÌ
venne in sorte . l-'ior. Hai. P. l<ldio co-
mando a MiiÌnJ' che i Levititi non avessero
sorte nelle terre 4I1 promessioue , auti vi-
\essono solami-nle de' sacrifuii . i' delle
decime e delle primiiie che oiTmà il po-
polo air altare (cioè, parte, o ponione di-
stribuita per sorle). Jliim. Colf, l l^ Il
pio cullor non dehhe .m.Io Sostener quello
he M padre, u 1' «vo Delle laticlie
pie ,
Nue gli Ila dato in sorte.
* §. VII. Sorta, detto assohitam., sa-
le fortuna , Uuon per me . lUtomm.
deal. Sorta, che questi provcrhii m' hanno
fallo ricordare ce. ( j4 1
SOHTEGCIAnE. rigtiar in sorte, cioi
s 0 n
/' augurio . Lat. augurinni cap.'rc . Cr.
5i'>j*vi;//'/. Ì'<u6av!tv . t^al. Miits. Coli*
animale al sacri6cio e da sorteggiare nelle
interiora e Iiudellame <!' esso.
g. In sifoni fic. att. vale /^are in sorte.
Dani. l'ar. 21. Ma l'alta carità, che ci fa
serve Pronte al consiglio che 'l mondo go-
verna, Sorteggia qui. sieeome tu o>servc.
filli, ivi : Sorteggia qui , cioè in questo
luogo dà , secondo lo suo heneplacilo , 1'
olEzio e r esercizio a chi clli vuole.
SORTEKl'A. / . ^. Sortilegio. Lat. sor-
tile-^ium. Gr. ■^pri-ju.'AÒ'oL . Trati. pece,
mori. Procacciano per incantamenti, o per
sortene, o per malie, die ec.
V SUnril-RA. Colei che fa .lortilegii .
Lucan. 1^. 74- Scstus il 6gliuolo di Pom-
peio, essendo desideroso *li sapere il fine
della battaglia, miscsi con sua compagnia
a cercare di questa sorliera {vedi la nota
411. Cnitt. leti. ). (l'i
SORTIIÌRE. Colui che fa sor ti/e^ii. Lai.
.torlilegus . Gr. yfTji/woa'^ . J.ucan. In
Toscana riparava i migliori nigromanti e
surlieri del mondo . Tratt. pece. mori.
Come fanno gl'indovini e i sorlieri e in-
cantatoli , e quelli che aoperano per arte
diabolica .
•f SORTILEGIO. Arte vana ed illecita
d'indovinare, 0 di deliberar checchessia per
via di sorli. Lat. sortilegium. Gr. xpr,'
^^fjLWCiX. Maeslruzt. 2. l!\. L'arte dello
indivinare è diversa d.dla profeiia , impe-
rocché la profezia è presa in bene, e fassi
di grazia , ma M sortilegio in male , e comu-
nemente si fu per pecunia.
SOltTlLE<;0. Che fa sortilefiiì , Sor-
tiere . Lat. .torti/egus . Gr. ysri'ijj.oìòò^ .
Macstruzz. l. ^4- Ancora cinque stmo i
casi riscrbali: ec, il quinto indiviui e sor-
tilegi. E 2. l4- Che pena si dà a' sor-
tilegi ?
SORTIMCNTO . .■Is.tortimento , nel si-
gnifìc. del ^. Puon. I ier, 3. 2. 9. Havi tu
altro di tal sortimento?
3 SOHTIRi:. f leggere in sorte, e ta-
lora ÌCleggere semplicemente. Lat. .tortiri,
elicere. Gr. }.y/'/v.vnv. Petr. cap. 8- Per-
che a sì allo grado il Ciel surtillo. Vani.
Inf. ip. ^è Pier, nb gli altri chiesero a
Mallia Oro. o argento, quando fu sorlilo
\el luogo che perde 1' anima ria. E l'ar.
II. Quando a Colui, eh* a tanto ben sor-
tillo , Piacque di trarlo suso . E 32. La
vostra regioD mi fu sortita.
g. 1. ì'er Jsconipartire a .torte, o ven-
tura . Lai. .^orte divideix , sortiri . Gr.
xXr.poCv • }f. f . il. x3. Il quale ( l>e-
stiame J sortilo tra i predatori, solo mes-
ser Bonifazio per sua cortesia fu senza
parte di preda ■
g. II. l'er Avere, o Ottenere in sorte.
Lat. .fortiri , nancì.tci . Gr. Tuy;(av€tv .
^f Dani. l'ar. 32. E sotto lui cttsì cerner
sortir*» Francesco, Ueiiedelto, e Agosti-
no ». (M) lir. ì'isc. an. (x). Se tle'con-
sigli, che io ho fedilmente datigli , qual-
cuno noli ha rosi appieno .%oitilo il desi-
deralo fine
col.
della
pura e retta intenzione . ma malignità di
fortuna. Segr. l'ior. Ci.tc. i. 2. Se Ro-
ma non sorti la prima fortuna, sortì la se-
ctmda . /'.' cap. CìCì. Ma lo iulortunio suo
è stalo grande, clic inlìno a «pie.sti (empi
non ha sortilo alcun uomo , che 1' abbia
potuto, o saputo fare.
^ §. 111. l'er Accadetr , Succedere,
/liu.tcire, lenir fntto, Ar. I'\ir. l4- "O.
Che quando lor d' uc< ider noi sortisca
ce. I pagani diran die nulla put>i Che
perir lasci i partigiani tuoi, (fìrl t'iv.
l'it. Calti. (>5. Vedendo che gli sor-
ti d* intendere felicriiiente tino all' ul-
tima pruposizione, fattosi d' animo, si prò-
Ini se (li volere acori ere quabh' altro li-
tro, id
S o n
•'.! 2- IV. Per }fet ter fuori. Acquistare.
Ans;. Hfet. 1. kk). 1 sassi sparti per pia-
ni , e per rolli Secondo la fatai prefissa
norma , Deptista la durezza e- falli molti
Cominciaro a «eolire un' altra forma . £
III. 1 sassi che dall' uom furo gitlali Tutti
sortir farcia virile, e sesso. (fJj
V g. V. /'er Cavare a sorte, Pimettere
alla iiecisione della sorte. Lat. sortiri , sor^
tes ducere , in .tortcm coniicere. Ar. Fur.
30- 21. Chi de' di voi combatter sortirete ■
lar. En. 5. 19O. Indi, sortiti i luoghi, al
suo ciascuno ^1 pose in fila. (Mf
* §. VL Sortire efl'etto ,. vale Attere
effetto . Cas. leti. 27. Sia contenta che
la grazia per sua benignità fattami , sorti-
sca il suo cfrrllo . (t)
%. VII. Sortire , term. militare , vale (J-
scir de' ripari, o delle piazze as.iediate per
a.tsaltare il nemico. Par .tortila. Lai. eriim-
perv , eruptionem facere . Gr. i^opp.ùj .
Tao. J)av. l'it. Agric. ^'.\. Spesso sortiva-
no rinfrescali ogni anno di gente, per reg-
gere a lungo assedio. # {.al. Tratt. fori.
61. Giova r aci[ua alle fortezze piccole, ove
non possono slare assai gente, e per con-
seguenza non si sortisse , ma solo si sia a
guardia delle mura, (le)
■{- i;. Vili. /: per semplicemente Uscir
fuori. Buon, i'ier. 3. 1. 2. Vorrcslici tu for-
se esser sortili I villan co' forconi ? s? Red.
J^ett. 1. 54' AoD sia poi cosi facile che il
sangue ne sortisca, fi^;
^. IX. Sortire in campa fina, dicesi del-
l' Cfcirc p/i e.terciti in campagna . Lat-
ejpedilionem facere. Gr. STfarai'ai» TiOt-
SORTITA. Susi. Scelta. Lat. delectu.t.
Gr. ifJO'ft'i.
g. 1. Sortita, term. militare, vale II sor-
tire, L* uscir fuori che fanno i solitati da'
lor ripari per assaltare ì nemici . Lat. er«-
pt,^. Gr- l^o^u»]?!^. 'J'ac. Dav. Ann. X.
24- Quella sortita gli condurrebbe al Re-
no. Salvia. fU.tc. 1. 4|0- '■"«■ntlo aU*al-
tacco d' un ponte , costretto da una im-
provvisa sortita, scampo Ìu uno schifo.
* g. II. Sortita, dicesi anche C Aper^
tura munita di cancello , o rastrello che si
Ja ne'haluartti. o altre piirli della fortifica-
zione rf* «rtii piazza per jtoter ad un biso-
gno sorti tr . Calli. Tratt. fort. 60. E
perchè il tiro T L della terza cannonir-
ra , e il (ifo S V della secuuda lasciano
fra loro spazio lilicru dietro al secondo
nierlone , si può ivi cavar la scala che va
alla sortita, (i'j
g. Ili. /Vr As.iorlimenlo. Puou. Eier.
4- 3. 3. Nou vedi tu la frasca , e le sortite
Varie, e di vvìvr variiT
SORTITO. Add. da Sortire. LaU c-
grrssus. <>r. cfjiOwv. Guìit. telL H. Co-
me agughotto sortito dal nido icioè. usri-
lo). * Salvia. Geor. lib. 4 Quindi allorché
sorlilo dalle gabbie Alle stelle del Cielo per
r estate Su notar mirerai liquido esercito.
£ ammirerai portata esser dal vento Oscur.i
nube . osserva : All' nrque (lobi , L agli
frontlosì letti sempre vanno. (F)
^ SOUIO. Add. Solle^•ato, Pisloralo
Ar. Pur. Cintj, Cani* 4- 1^- '*"KK'*^*" •
che come lui non era immerso Sì nel do-
lor . ma si sentia più sorto . Gli studiata
ec. fCr)
'f * SORVEGNENTE. Che sorxienc
.^'f*pt^ai-vegnente. Sali-in. Iliad. lib. l3. v.
G71. Ionie ({uando Alcun porro sui monti
confidalo Mella fona, che sta fenno atten-
dendo La sor^egnente polve , e gran fra-
casso D' uomini, ee. (A/
SOHVEMRE. Sopntvvenire. Lat. .tupcr-
veattr , advenire. Gr. c^lfX"*^**' """'■
Purg. 23, Se prima fu la possa in te fi-
nita Di peccar piii , che sorrenisse V oi»
Del buon dolor. Pim. ant. Guitt F H.
Tuggiu rduce. quando Amor sorvenue.
SOR
SOS
SOS
12?3
# §. Per Derivare , J'entre. Boss. Svet.
Vit. Ces. Aggiungonu certuni d' un cle-
faole uccìso dell' Africa ; quali dagli alti-
taoti essendo detti CcNaii, d' indi priniie-
rjuicDte esicre sorrcnuto ci>tal soprannome
all' jvo del Diltjlurc. i F l')
* SOHVIVEHE. SoprasiUere ^ l'iverc
più che altri , liimanere in i'Hn dopo la
morte di alcuno. SaU'in. lUad. lih. O. ^è
graa tempo 5orvÌ6sc; eh' agi' Iddii Tutti
iromortai venuto era in dispetto. ■ C)
SORVIZUIO. /'. J. Jdd. Pienissi-
mo di i-izii. Lai. pcrsce/fsliis , sceJestissi-
mus. Gr. rijviitora^Oi ■ Bemb. pros. 3.
207. Sot, e sor in vece di sotto e di so-
pra j ma queste tuttavia congiunte con
altre voci , siccome sono ce. sor%'ij:iato ,
sorbondatOf che (Ussero gli antichi rima-
tori .
SORVOLANTE. Che sorvola. Lat. ^11-
per\'olans . Gr. vTEp7r!Taa£vo; - Buon.
Fier. 2. I. 6. Orrevoh e galanti , Con
queste piume al cappel sorvolanti.
SORVOLARE, ^olar sopra , ì'olare
alto. Lat. supcr\-olarr, super/erri. Gr.jrzsp'
TrSTaiiai . Disc. Cale. 19. E quelle che
dall' uno ali* altro datore sorvolando vanno.
Jioez. l'arch. 3. rim. g. Onde non spie-
ghi L' ale '1 fuoco più puro, e al cicl sor-
vole . * 'Pass, t'.er. i5. I^. Come aquila
suole Tra gli altri augelli trapassar secu-
ra» E sorvolando ir tanto appresso il So-
le , Che nulla vista più la raffigura; Così
ec. (BJ
■j" §. Sorvolare , per metaf. vale l'in-
rere , Superare. ì'arch. Star. 5. 107. S'
io per l'addietro non avessi ec. dimostra-
lo quanto l'amore e la carità nativa delta
patria tutti gli altri amori e tutte 1* altre
rarità sorvolino e sopravanzino.
SOSCRITTO. e SOTTOSCRITTO.
,4 dd. da' toro verbi. Lat. subscriptus. Gr.
•j:ioypoifòuzvoz. yf. /'. 8. 72. Portarono
i patti giurati, soschtli e suggellati per li
caporali. Dav. Scism. 3x. Fatto consiglio,
mandarono al Re soscritte da toro dimoile
»ue sceleratezzc. Jiemb. Star. 7. ()6- Mes-
cer Luca de' Rinaldi, rimandato da Mas-
similiano a vincaia con lettere sottoscritte
di mano del Re. Piamm. l^. Ii4- Permetlo
ec. di porre la mia immagine ornala, quan-
to potnusi , ad onore di te ce. , e quella
eoo versi soscrilti. che diranno: questa è
Fiammetta f qui : scritti sotto ) . Buon.
Fier. 5. Jntr. 3. E la tua patria atHilla
ec., Con duo dita di carta sottoscritta Per
te sola far forte, e darle aiuto.
SOSCr.IVtRi:, e SOTTOSCRIVERE
Scrivere di propria mano il suo nome
.iOtto a qualunque scrittura^ per autenti-
carne il contenuto ; e si usa anche in si-
gnificato neutr. pass. Lat. subscrihere. Gr.
u~9"/Japst'. Cron. 3/o/t//. 3i5. Il primo
che signi6co la morte sua io Firenze, fu
il signore di Lucca , e scrisse in duo
piccoli versi a messer Rinaldo Gian6gliaz-
ti, e non si soscrisse. Dav. Scism. 61.
Arrigo (avendo) promesso di sottoscriverla,
ec. E appresso : Cromuelo ec. la sotto-
scrisse in nome di Arrigo. Ambr. Cof. 2.
1. Senza concedermi pur tanto spazio ,
eh* io dicessi, Dio aiutami , me '1 fecero
Soscriverc. E Puri. 5. l3. E henrh' io
ahbia sottoscritto la scritta
ec. , ogni cosa
torneià a' suoi termini. Tac. Dav. Slor.
5. 37.S. Non dicono, a tanti di, come noi;
ma, alle tante notti : cosi sottoscrivono ,
cosi citano, parendo loro che la notte sia
guida del di. ♦ Ceich. MogL i. i. I_a
.u>mroa delle somme è questa , che mio
padre stamani prima che egli uscisse di
casa mi dis.ve , i»ggi ordinati, eh' io ti ho
dato moglie, di soscrivcre la scritta. (C)
té §. Sottoscrt^-crsi alla sentenza , al
parere di alcuno, o simili, vale Aderirvi,
Salvin. Disc. 2. 62. A questa sentenza ec.
Vocaholario Tom. II.
io già non mi sottoscrivo , o signori. (C)
Segner. Pred. Pai. Ap. 8. 2. Alla sen-
tenza di lui (dei Crisostomo) si sottoscris-
sero con prontezza tutti e quattro i prin-
cipali dottori «U santa Chioa. (TC)
SOSCRIZIONE , e SOTTOSCRIZIO-
NE. // soscrivere ; e si dice anche del
Aorne scritto sotto alcuna scrittura, per
autenticarla. Lai. subscritio. Gr. UTloy^a-
p/)'. ^ Cuicc. Star. 2. 188. Non inten-
dersi perfettamente conceduto il salvocon-
dotto insino a tanto non fosse corrobora-
to col sigillo regio e con le sottoscrizioni
de* segretarii, e dipoi consegnato alla par-
te. (C) Segner. Mann. Ott. 27. 3. Ci
contentiamo di metterla solo in 6ne, come
una soscrizione, o come un sigillo.
•f * SOSO. /'. A. Suso. Dant. Inf.
IO. Ond' ei levò le ciglia un poco in so-
50. (V)
SOSPECCIARE, e SOSPICCIARE. ì'.
A, Sospettare. Lat. suspicari. Cr, yTTo-
TTTEj'etv. Dant. Inf. IO. Ma poiché *1 so-
spicciar fu tutto sponto. Piangendo disse.
È Purg. 12. Se non che i cenni al-
trui sospicciar fanno. Bocc. nov. 36. 6.
Acciocché egli d' altro non sospicciasse, la
seguente notte nel suo giardino il rice-
vette, riov. ant, 83. 3. Ed egli sospecciò,
e disse : perchè dicesti così ? Albert, cap.
l3. Quando egli avranno ricevuto da te
qualche gran dono, egli arbitrano, e cre-
dono averlo dato, e sospecciano che sia
loro domandato, o da loro aspettato qual-
che cosa.
t * SOSPECCIONARE. 7'. A. So-
spettare. Sen. Pist. Cose sono avvenute,
che mai non furjiuo sospeccionate. (l )
SOSl'ECCK)NE,cSOSPICCIONE. V.
A. Sospetto. Lai. suspicio. Gr. vtzO'^ik.
Pani. Purg. ip. Con tanta sospeccion fa
irmi Novella vision , eh' a se mi piega.
Sen. Pist. io4- Non solamente ti spaven-
teranno i pericoli, ma eziandio le sospic-
cioni. C. f. IO. 86. 7. Onde si prese
alquanto sospeccione. ^f. V. 9. 44- '
Fiorentini molto si rallegrarono della pace,
per sospircione che li tenea sospesi di rot-
tura. Pranc. Sacih. rim. 63. Li merca-
tanti per li mari oscuri Vanno per pace
sanza sospeccione.
SOSPECCIOSAMENTE. f. A. Av-
verb. So.ipettosamcnte. Lat. snspiciose .
Gr. -JTTOTraj;. /Jb. similit. Fuggi la so-
speccione, se tu non vuogli vìvere sempre
sospecciosamente.
SOSPECCIOSO,eSOSPlCCIOSO. P.
A. Adii. Sospettoso . Lat. suspiciosus.
Gr. j— 5)r:rTtZ3'5. Dant. Par. 12. Si
movea lardo, sospeccioso, e raro. Zibald.
Andr. ijS. Iroso e sospeccioso, e non po-
tente in Luone opere. Pranc. Bach. 126. 3.
Ancor greve è durare Con noni che d' ogni
cosa è sospeccioso. Lib. Pred. Gente malin-
conica, avara, sospicciosa.
SOSPE.NDERK. Appiccare, o Sostenere
la cosa in maniera, che ella non tocchi ter-
ra j Sollevare. 'L.a.X. su spendere , appendere.
Gr. avy/TTKv. Maestmzz. 2. i^. E peccato
a sospendere al collo le parole d' Iddio ?
Pit. S. Margh. Spogliatela e sospendetela,
e si l'accendete con ferri ardenti. Dant. Inf.
28. Poiché l'un pie per girsene sospese ,
Maometto mi disse està parola : ec. (cioè,
alzò ) . '? Bellin. Di.fC. 1. 168. Per far che
una cosa che per altro caderehhe non cada,
bisogna o puntellarla, o sospenderla. (C)
§. I. Per Impiccare . Lat. laqueo sii'
spendere. Hr. ^^6'/_oì avaaràv. Guicc.
Stor. i5. 7^6. Molti ne fere sospendere
Giovanni de' Medici per punizione d' essersi
prima fuggiti da lui.
* §■ "■ ^ '" signific. neutr. pass, per
Impiccarsi. Cuicc. Stor. ^. 1^8. Cadde
f il popolo di Milano) in tanta disperazione ,
che è cosa rertissima, che alcuni ec. si git-
tarono dai luoghi alti nelle strade, alcuni
miserabilmente sì sospesero da se stes-
si. (L)
* §. III. Sospendere f^guratam. per .4-
strarreda' sensi. Fior. S. Frane. II 3. Sentì
tanta suavitade di melodia, che indolcì 1' a-
nìma di santo Francesco, r sospesela da o-
gni sentimento corporale. (V)
^ §. IV. £.' per Belevare, fiialsare .
Lat. recreare . D. Ciò. Celi. lett. 20.
L' ordine delta consolazione è questo : che
quando vogliamo alcuno tribolato della (col'
la) consolazione sospendere, prima ci dob-
biamo studiare, piangendo, col suo pianto
conformarci (questo pare il senso! . ( P)
§. V. Per metaf. vale Pender dubbioso^
Porre in ambiguità. Lat. duhiitm, ancipi"
tem , suspensum reddere, reddere animo
suspensum. Gr. £i; «'-ropi'av xa%(7TKvac.
Dant. Par. 32. Che quantunque io avea
visto davantc, Di tanta ammirazion non mi
sospese.
•-J- §. VI. Per Differire, Procrastinare .
Lat. diffcrre , procrastinare, suspendere.
Gr. usX^tiv, avaj3c)«- Tzoitta'^a.t. G. V.
11,3.23- Il mandare d* essa sospendemmo.
* Segner. Pred. 23. 5- Volea con voltar lo
sguardo alle chiese, aver occasion di placar-
si, d' intenerirsi e di sospendere i meritati
castighi. (Br)
♦ §. VII. Sospender P armi, vale Far trC'
glia. Guicc. Stor. 18. 29. Si risolvè ad ac-
cordare col Fieramosca, e con Serenon ec.
dì sospendere le armi per otto mesi. 'C)
f n: SOSPENDIBILE. Add. Che può
sospendersi. Bellin. Disc. I. 169. Coeren-
za di parti si grande e sì gagliarda, che il
peso del corjio sospendibile non possa su-
perarla, e strapparne le partì. (Min)
•f V SOSPHNDIMENTO. Sospensione.
Salv. avveri. I. 1. II. Di sì fatti sospendi-
menti non ci fa luogo prender noia. F 1.
3. 4* ^' Vuol due condizioni questo sospen-
dimento, se notar debbasi col detto ec. F
2. I. 5. Ma del sospendimento non è ca-
gione il chich'e, né il comech'e. (V) Uden.
yis. I. 20- Per lo sospendimento della voce
chin, e del verbo dattilico correre si ricono-
sce ec. (A)
f --';: SOSPENDl'O. Strumento per mez-
zo del quale si sospende alcuna cosa. Bel-
lin. Disc. 1. 169. L' altro strumento , che
fa forza nel corpo che caderebbe dalle parli
di sopra, può chiamarsi sospendio ; ed il suo
adoperarsi può chiamarsi sospendere ; e
questo sospendio non è necessario che sia
altrimenti duro. (Min)
t ::; SOSPENDITORE. T'erbal. masc.
Che sospende. Bellin. Disc. 1. 177. Biso-
gnerà che gV ìstruraenti sospendìtori alibia-
no tutte le forze ec. necessarie non sola-
mente per tener 1' ossa in tutte le posizioni
possibili, ma ec. E ig^. Sapete già chir
mollìssimi devono essere gì* istrumenti so-
spcnditori , perché ciascun osso ha molti
moti, ed ogni moto almeno uno slrumentn
sospenditore. fB)
i? SOSPENDITRICE. l'erbai, fem. tir
Sospenditcre. Bellin. Disc. 1. 171. Passatt-
do più oltre, io vi dico che queste funi so-
spendilrìci dell* ossa nostre si trovano vera-
mente alle medesime ossa nostre collegate
ed affisse. (B)
SOSPENSIONE. Il sospendere. Attac-
camento. Gal. Sist. 210. Posto che la balla
pesasse per cento romani, e la distanza del
romano dal centro della stadera fusse cento
volte più della distanza tra*l medesimo cen-
tro, e '1 punto della sospension della balia.
g. I. Per Ambiguità. Lai. ambìguitas.
Gr. a,oyijS9>i'a. Cuicc. Stor. 17. 17. Per
tenere in più sospensione i capitani imperia -
h. Car. lett. 2. 2.l5. Per lorla , più presto
che SI può, di sospensione, le fi> per essa in-
tendere che se ne vengono a gran giorna-
te. V Bemb. Stor. 11. i5l. Era in M. Lu«
x6o
^:t4
SOS
zio tinj incrcdiliile sospcDsion d* animo di
luttf le cose. ( I )
g. II. Per Censura ecclesiastica. Lat. jh-
xpensio. Gr. a^yi'a. Maestruzz. 2. 5o- tit.
Della sospensione, e <tcllc sue nmnierc. K
appresso: Puolc essere sospesa la sospen-
sione per 1' appellazione? / ass. 126. Sono
maUgirvnli casi quelli del matrimonio ce. ,
delle irregolaritadi, degl' interdclli, sospen-
sioni, privazioni, er.
§. III. Per Dilazione, Indugio. Lai. mo-
ray di/alio. Gr. ixiXXr.Gt:. Cas. lett. 80. Un*
allra volta non far cosi le cortesie, cbc vo-
gliono esser liberali, e senza alcuna sospen-
sione.
^ §. IV'. Sospensione d' armi, termine
de' militari^ Convenzione per lo più ierha~
le tra due escntti, 0 corpi nemii i, di non of'
fendersi reciprocamente j per un tempo,
quasi sempre assai corto. Guicc. Stor. 18.
6. Commesse ancbc il Re d' lugbilterra a
maestro Roseljo che intimasse al \ irrrc , e
a! Dur.T di Borlione una sospensione d'armi,
per dare tempo al trattato della pare. /■,
IO. Proponevano (juesli per parte del Vice-
rè sospensione d' ai me per due, o tre anni
col Ponte6re, e ro' Veneziani. (C)
SOSPENSIVAMENTE . jivverlt. Con
sospensione. Lat, dubitanler. Gr. otaTTO^r,-
Tt/oJ?. Mor. S. Greg 11 beato lob ha delle
queste cose sospensivamente, e perrbé sot-
tomette a sentenzia (cioè, dubbiosainent--) .
•f SOSPENSIVO, e SUSPKWSI VU .
Àdd. Che sospende. Atto a sospendere.
Sut. Purg. 1^. Lo dimanda ce. detcrmina-
tamente , non con orazione suspcnsiva
(cioè, ambigua, o dubbia ; fin qui la Cru-
sca. Il l'ocahol. alla voce PU.NTATA-
MENTE legge: L'ut. Purg. \\. \. E dolrr-
mcnte, sicché parli, accoloj cioè puntata-
mente e determinatamente, e non con ora-
rioni sospensive, ) # Car. leti. ined. 1. 261.
Avendola (la lettera) per poco cffirare a far
quello effetto, e piuttosto per suspcnsiva
rfac per rivocativa. (C)
't * SOSPENSO. V. A. Add. Sospeso,
fior. S. Frane. iS^- Soave dilezione deli'
anima, che sta sospcnsa e ratta con grande
ammirazione di gloriose case superne cele-
stiali. (VJ
«SOSPENSORIO. Term. degli Anat.
JS'ome di alcuni lii;a/nenti e muscoli, così
detti dal loro ufficio. (A)
« SOSPESÀMKNTE. Avxerh. Sospen-
Kn-amente. Scgn. Bett. Arist. f)^. (,)ucst'
uom, che ad altri il mal va ra]>bri('ando. I.'
Iia fabbricato pur contra se slesso; Pcrcbè
chi parla si sospesamente, A se stesso che
parla fa gran danno. fC)
SOSPESO. Add. da Sospendere. I.at.
suspensus, pendens. Gr. y£T£WCo;, v.ir.:-
rvìfiivoti. Vant. In/. 9. Tulli li I.ir ci-percbi
eran sospesi. A" Purg. j). In sogno mi parca
veder sospesa Un* aquila. Soder. Coli. 128.
Trascpglievano gli antichi 1* uve, pei con-
.scr%'arle o sospese, o nelle piscine riposte .
Sagg. nat. esp. 224. Il polo boreale. ri\olto
a Settentrione, tira più di lontano un af;o
Auspesu in aria, che verso Austro r \ersu O-
riente.
« §. I. /Vr f levalo t Assorto. Fior. S.
Frane. 55. E stando con tutta lu mente
sospeso in Dio, diventò sì assorto, ee. F
88. Istetle tre di in questo essere tallo in
estasi, sospeso da ogni srnlimenlt» carnale
(cioè, astratto) . F 109. Meritò di vedere
er. santo Francesco ratto io Dio, r sospeso
da terra. fC)
g. li. Per meta/. Vani. In/. 2. V era tra
color che son sospesi. Bui. ivi : Sospesi.
HOC rimoti dalle pene ec. je beiirlir questo
\u)garc sospeso s' intenda a tempo coniu-
neinente, propriamente qui si dee intende
re per sempre.
§. in. l*er thihhio , Ambiguo. Lai. su-
spensus, diihiut. Gr. ano^;, «rt-'piT'/o ;
SOS
Dant. Purg. 20. Noi ci restammo immobili
e sospesi. F l*itr. 20. Per non tenermi in
ammirar sospeso. £ocT. nov. .^7. i. Tutte,
tcmemlo, stavan sospese a udire. F nov.{)f).
^. Si maraviglio, e sospeso attese quello che
questo volesse dire. liern. OH. i. ^. l5.
Sospeso alquanto sopra se rimane.
§. IV. /Vr Jncor.io nella so.fpen sione ,
presa nei signi fic. del §. II. Lai. suspensus.
Gr. as'/i'c. Pa.ts. 166. O che non avesse
commessiooe di potere assolvere de' gravi
peccali, o che fosse scomunicato , o sospeso,
o privato. Maesiruzz. 2. 5o. Il Mispeso al-
cuna volta è detto quanto che a se, e quan-
do quanto clie agli altri, cioè quando per
sentenza del canone, ovvero dell' uomo , è
St)>pt'SO.
SOSPETTAMENTE. Avveri/. Con so-
spetto, in guisa da dar so-rpetto. Lai. jh-
.rpiciose. tir. ur^TTta;. V J- r. Ine. Cess.
4. 3. 128. Le femmine et fuori de' termi-
ni della contrada loro sospettamente del>-
bono andare, e tutti gli uomini debbono
avere sospetti. (C,
t ^ SOSPETTANTE. Cìie so.tpetta.
Dav. Scism. ^3. Succede Guglielmo Prin-
cipe di Clcves, occulto eretico, e sospet-
lante non Cesare gli togliesse lo stato. ?/"^
A" Tac. Ann. lih. I. Ne tale st^lo dispiaceva
ai vassalli, sospettanti dell* imperio, del se-
nato, del popolo, (fìr)
SOSPETTARE. Aver sospetto. Lat. .m-
spicari. Gr. JnoTiziJetv. Bocc. nov. ^. 5.
Pur nondimeno tuttavia sospettava. F nov.
45. 7. Ciascuno sospettando dell' altro, con
certi compagni armati a dovere entrare in
tenuta an«lo. •,' Frane. Sacc/i. son. ( Amar
la patria ec. ) Amar la patria sua e virtù
degna, Sovr' ogni altra a farla alla e pos-
sente : J^ospettare, o guardar d* alcuna gente
Mai non bisogna, dove questa regna. fBj
* §. Sospettare, per Credere, C indicare.
Tnss. Am. 4- I. Certo il rischio fu gran-
de, ed ella avca Giusta cagion di sospettarmi
morto. (TC)
•f * SOSPETTEVOLE. Add. Pa/ar
.sospettare. Sahìn. Tane. Buon. !\. 5. Il
parlare è un legame d'amicizia ec. ; Il
non parlare è cosa sospeltcvole, separati-
va. (A)
* SOSPETTICCIO. Jiccoio sospetto
Lat. suspitio. 1 use. Cen. 3. nov. 10. pag-
232. Era allo] a in Firenze sospetticcio di pe-
ste, e se ne erano scoperte in quei giorni al-
cune case ; per la qual cosa ce. ( B)
SOSPETTISSIMO. Superi, di So.vf*ello.
Cuice. Stor. i5. 727. A* quali la dilazione
era sospettissima. /. 74-^- Avendo sospettis-
sima , per la memoria delle cose passate . la
vittoria del Te di Francia.
3 nOSPF.T'K). Susi. Opinione duhfna
tii futuro male. Lai. siispicio , sus/m-cIìo.
Gr. ■jrtO'^'a. l'ani, in/. 23. Ei giunserosul
colle. Sovresso noi. ma non gli era sospetto.
l etr. son. li!i(\. Quante fiale sol, pien di so-
Npetto , Per funghi ombrosi e foschi mi son
messo. /■-■274- t'ia incominciava a pieuder
secuilade La mia cara nemica a poro n poco
De* suoi sospetti. F 37.5. Onde sospetto Non
tura il ragionar «lei mio mal seco. Bocc. g.
6./. 12. Vedendosi il pelagliettu davanti, e
senza iilcun sospetto d'esser vedute , deli-
beraron ih volersi bagnare. Cixinichelt. d'
Amar. 73. Lo consìglio del re Antioco ne
|ireson(» sospetto, e dissono al Re.
tf g. I. /Vf Canra. « / «fu*, in/ 2;. Ma
poco >alse, clic 1' ale al sospetto Non poterò
avanzar ». { Br )
>;' g. II. /Vr Pu/'hio. o Ouistione. Vani.
i'urg. 6. Veramenle a rosi allo sosprlln Non
li fermar, se quella non lì dice (he lume fia
Ira '1 ver e lo 'nielletlo. (Br) .Ve», /'m/. 4*).
Se (11 mi trai di questo sosprltn . tu 111' insr-
glK-rai più Ic^geniienle soHerir <|Urllo a cui
sono apparcccliiato (il lat. /la h»s tenebra»
discute ). fy)
SOS
^ §. ni. Per indizio, l'rsligio. Segno.
Fir. Dìal. MI. donn. 24 1- Ohrr alla sua U-
tiludine (ilei petto/ , la quale e suo precipuo
ornamento, è si carnoso, che sospetto d'osso
non apparisce. ( i J
■f -^ §. IV. Avere a .tospetto una perso-
na ,0 una cosa, vaie Di/fitlare d' una per-
sona, o d'una coita. Averla per so.tpetta^
Fior. S. Frane. 169. Avendo a sospetto le
nostre cogitazioni, (l'f Segr. Fior. Stor.
lOt). Aveva i Grandi a sospetlo, ancoraché
iì.t loro fosse stalo beneBcato. (IV)
g. V. Diciamo m proverh. : Ìl tospetto
non si può armare; e vaie, cfie L'armi non
incoraggiano 1 timidi. Snlv. C ranch. 2. 2.
Ma lant' e : sospetto Non si può armar.
SOSPETTO. Add. die arreca so.tpe-
zione. I al. suspectus. Gr. u»^;rTu;. Bocc.
nov. 52. 2. Per le loro opportunil'a le loro
più care cose ne'più vili luoghi delle lor ca-
se, siccome meno sospetti , seppelliscono .
Pass. 349* O sono false , o non hanno
efiìcacia veruna a quello per che si fanno,
o e sospeiio il modo nel quale si fanno .
Cron. Moreii. 278. Concorri ancora tu a
ogni cosa con gli allri insieme, cbè altri-
menti saresti riputalo sospetto. Calai. 58-
Per iscliifare quella parola sospetta , dico-
no piuttosto le caslagne.
^ §. 1. Per Sospettoso, Che ha sospetlo.
Lih. Cai. I. 4- 4^- A quelli che sono te-
morosi e sospetti, la morte è accoocia co-
sa. (Br)
* g. II. F in /orza di sust. per Colui
che ila .to.vpetto. l.ih. Cai. 3. 4- 4^- **p*"-
rosi e sospetti una morte continua è accon-
cia. ( / ri AllKrt. 2. 3|. A* paurosi e a' so-
spetti acconcia cosa e la morte. (P)
SOSPETTOSAMENTE. Avvetb. Con
sospetto. Lat. suspiciose . Gr. uTtOTrTW?.
Frane. Sacch. rim. 47- A che sta dunque
nostro animo servo A voler scender, cre-
dendo salire , E sempre viver sospellosa-
mente ? Tes. Br. 7. 14. Chi parlerà so-
spettosamente, egli sarà vinto da lutti gli
uomini , e sarà fallante io tulle le cose, e
Dio non gli darà la sua grazia.
SOSPETTOSISSIMO. Superi, di So-
spetto.to. Tratt. segr. cos. donn. Sono to-
spcllosissime ad ogni minore mutarione
Borgh. Tose. 3l5. Que' pezai , o, come
si dicono, frammenti ec-, sono a* begl* in-
gegni so!^ pel tosisi imi (cioè, sospettissimi).
3 SOSPfcTlOSO. Add. Pieno di so-
spetto. Lai. morosus. suspiciosus, suspt-
ca.v. Gr. wTo)iC~ri)'o;- iioec. inlrod. ^O.
Noi siamo mobili, riirose , sospellose, pu-
sillanime e paurose. F nov. 8o- 33. lan-
coGore . non trovandosi Salal>aelto in Pa-
lermo, s' incominciò a maravigliare, e di-
venne sospettosa.
* g. I. F in /orza di sust., vaie Coiut
die ha sospczioite. » /.or. Med. canz. I. 4-
Credon certi sospettosi , Ch' ogni lucciola
sia futtco ••. (Bri
* §. II. .S'osf*eltoso , vaie anche Che ap-
fH>rla so.KfKtto , Che d»\ eagton di sospetto .
« Tes. Br. 7. I^. Guarda che le lue parole
non sieno sospellose, noè non aldtiano sotto
alcuno male ingegno da diservìre ••. 1 C) jV.
/'. 8. 82. Con tale bnevc e soipellosa ri-
sposla gli aniluuciadoti impaurili si torno-
ri)n»> a Sibdia. 'P)
*! * g- 1 1 1 IKercanzìe sospettose, dieomst
Quelle die fwsson col colore , coi Arto ,
con in vagtiezia , con la mostra parer di
/iiore buone e Mie , e dentro esser maga'
gnate , o macchiate , o appestale, fìuon.
Fier. I. ^ 4" Le mercanzie djnn«»se Non s'
jmmrllan;lc incerte r sospeltt>sc Si cunen-
lin col siicgio. (A)
SOSPE/.IO.NE, e SOSPIZIONE- So-
tpetto _ |,al. suspicio. Gr. u'':ts^'y ■ Tes.
Ir 8. .'"•8. O tu di" che quel sia apparte-
nente air altra sttspetione. che tuo avver-
sano non dice Coli- SS Pad. A^vegna-
SOS
fhochè, come io ho <!< Ito, non si possano
racroglierc alcuni? sosin-zioni allo inlr-mli-
nu'iilo. ^oir. ^. 6. f. 6. Lasiiiite :nlunt|iu'
tjuesta suS()izionc, più alta a' caltivi animi ,
che a* nostri, (in/nt. l3. E cosi noia i si-
gnori la sospciiono , quanto la certezza .
Safv. Dial. Jinif. l\. Llla generò romu-
nemenle ncll' aniuìo d'ogni u^mo sospi-
zioae, non (orse il Beni^ieni tollerasse la
morte dell'amico poco costantemente. v.4r.
I''ur. 5. 73. Venuto è in sospiaion , rh' io
non rivele. Al lungo andar, le fraudi sue
volpine. (B)
^ SOSPtZIOSO. /'. A j4dd. Che ha,
oda sospezione. J'. /'. ìit. <Wiicr. Piut-
tosto \e laudi il silenzio, che la sospeziosa
varietà delle scritture. flVj
* SOSPICACF. /tdd. Sospettoso. Bu-
re//. Dial. 83- Con lautezza vivendo, rese
sospicace il figliuolo, che il padre non gli
avesse suoi tesori rapiti . A lOl- Si che
ella non islia a dublùctà, a sospetti, e per
ronseeuente esposta agli odil, a' commenti
tli molti, o sospìcaci. o idioti, o miscredenti
della turba indiscreta. C^Un)
*SOSPirAClA. A.Hrattodi Sospicace.
/mperf. I . Tih. />. 2. T. li. 194 Quindi
passasi più oltre alla sospicacia , tacendosi
paura dov' ella non è, e alla irresoluzione,
che trascura d' operare quello che si dee.
-£"197. Cosi la rircospczione e la cautela
qualora troppo s* avanzi , degenera nella
sospicacia e nella irresoluzione, o infine sì
lascia andare nella stupidità. (Fj
SOSPICARE, e .SUSPICAHE. Sospet-
tare. Lat. suspicarì . Gr. urrsTirsjstv .
liocc. nov. 36. IO. Suspicando , e non
sappiendo che , più che l' usato , spesse
volte i! riguardava nel volto. E nov. 47-
l5. Cominciò a sospicar per quel segno ,
non costui desso l'osse . h' nov. 60. i5.
Non sospicò che cÌo Cuccio Balena gli
avesse fatto , perciocché noi conosceva da
tanto. Eg.Q.f. 5. Chi sapesse che voi vi
cessaste da queste riance ragionare alcuna
volta , forse su-spich crebbe che voi in ciò
foste colpevoli . Galat. l3. Procurino i
tamiliari di non dar cagione a' padroni di
sospicare .
SOSPICCIARE. f. SOSPECCIARE.
SOSPICCIO.NF. r. SOSPECCIO.NE.
SOSPICCIO>0>0. V. ^. .'IJd. Sospet-
toso. Lat. siispiciosttSj sHspica.r-. Gr. utto-
>r,jrrixo';. Irati. Cast. Ess« re privatamen-
te in suo ostello, e non ncente seguire la
compagnia sospircionosa.
sospiccioso. ; . sospF.ccioso.
•f *SOSPICIARE. /'. J . Sospettare .
J'it. SS. Pad. 1. 237. Per verità non sa-
pca la cagione, ma sospiciava che un gen-
tiluomo, avendo di lui gelosia per ta mo-
glie, l'avesse accusato. (1)
SOSPIG.NKRE. e SO-^PINGERE. Pì^
gnere. Lat. impef/cre. Gr. t~n''/nv. /^nni.
Pitrg. 5. 1.0 corpo mio gehtlo in sulla foce
Trovò r Archian rubcsto , e quel sospinse
Neil* Arno . Bocv. nov. 79. ^2 Messa la
mano a un de' piedi del medico , e con
essa sospintoci d'addosso, di netto cui ca-
po innanzi il gettò in essa . Ì'r. Ciord.
Pand. Quella città è in costa , dallato v'
ha certi dirupi ; da uno di quc' luoghi il
vollero sospigDcre. Cuid. G. Quando il for-
te so.'ipigne il forte, ciascun cade.
# §. I. f'er Mandare, Cacciar via. Pe-
(.>r. p. 23. n. 2. Dando ad intendere al ma-
nto, che egli era bene che andasse ad al-
• une sue possessioni ec. , ella il^ sospinse
fuori per non so quanti òì . ( È que/ di
Terenzio: abegit cum rus . ) (1)
*\ §. 11. Per tnetnf., e ne/ signijìc. neiitr.
e neiitr. pass. /'occ. nov. 16. 6. Gli ticchi
infra *l mare sospinse, e vide la galea (cioè ,
affissò). E nov. 4l- II. Quelle da crudele
oì)umhrazione offuscate , con la sua forza
sospinse in chiara luce (cioè, fece divenir
SOS
ciliare ) . Tv nov. 98. 25. Conoscendo co-
slume esser de' Greci, tanto innanzi sosni-
s o s
1275
giu'i'sicim lomoii
oUe
(juaiilo
penavano a trovare chi loro rispondeva (cioè,
procedere). Dani. /nf. 4- Andiam, che la
via lunga ne sospigne (cioè , ne aflVetla).
lì 5, Per più fiate gli occhi ci sospinse
Quella Icltura. e scolorocci il viso ( cioè ^
e' indusse a guardarci ). l'etr. son. I96.
L' ira Tideo a tal raljbia sospinse , Che ,
morend' ci, si rose Menalippo ( cioè ^ in-
stigò).
SOSPIGMMFNTO. Jì sospigtiere. Lat.
impiifsus. Gr. w3r)ffc;. Mor. S. Oreg. L'
albore che imprima non mette a fondo le
sue radili, tanto cade piuttosto per lo so-
spignimenlo de' Venti, quanto esso manda
più in alto la sua cima . •'' Dellin. Disc.
I. 25q. Guardate t]ui quanti muscoli! cin-
quecento cioè, e non meno numerosa fa-
miglia di faticanti sempre al sostentamento,
e al sospignimento del corpo nostro. ("O
t g. per meta/, vale /stimazione. Impul-
so. Lat. impu/sus, hortatiis, incilatus, in-
citano , adhortatio. Gr. opp.Yi<sti , Ttapo-
^\)7p.0it TTKpCCi vì-Tt^. G. 1'. 8- 89. 5. Con
sospignimento di loro possenti vicini grandi
e popolari, che loro non amavano, luron
corsi a furore, e tutti rubati. Lab. 34 1.
Ninno conforto più , ninno sospignimento
mi bisognerà a far chiaro 1' animo mio di
tanta ottcsa. Guid. G. Quello assalto che
nelle vicende non è ricotto con molto esa-
minamento di consiglio, per sospignimento
della superbia è menalo suliitaroente a fatti
repentini .
SOSPINGERE, r. SOSPIGNERE.
SOSPINTA, /l sospigncre. Pinta, hat.
impulsio. Gr. wàtsyo? . Legg. S- G. S.
E misonsi con gran sospinte e con gran-
de affanno. P'it. Plut. Mentre che elli si
chinava a veder nel pozzo , elli gli dava
sospinta di dietro, e gittollo nel pozzo.
^'. 1. f'er meta/. Frane. Sacch. rìm. 42.
Balljo alla mortai sospinta Lasciò due figli ,
e 1 nome non si tacque.
^.11. Per Instignzione. Sen. Pisi. Il savio
né per sospinta , ne per alcuna cagione non
si muove.
SOSPINTO. Jdd. da Sospignerc. Lat.
impulsus. Gr. w&fjSit'^. Dani. Inf. ^\.
Che noi appena , ei lieve , Ìo sospinto ,
Potavam su montar di chiappa in chiap-
pa, lìocc. nov. \!\. 9. Vcggendosi sospin-
to dal mare e dal vento ora in qua e
ora in là , si sostenne infino al chiaro
giorno .
g. I. Per mela/, vale /nettato. Mos-
so, Indotto. Lat. intpulsus , incitata s ,
tiistigatns. Gr. 7Za.pofpyé~ ti i- Dant. Par.
4- Perchè s' Ìo mi tacca, me rion ripren-
do. Dalli miei dulibii d' un modo sospinto ,
Poich* era necessario , ne commendo . E
19. La benedetta immagine, che l'ali Mo-
vca sospinta da tanti consigli , Roteando
cantava. Bocc. nov. 12. 7. Sospinto dal-
la freddura, trottando si drizzò verso Ca-
stel Guiglielmo. E nov. 47- 5. Non me-
no da Amor sospinti , che da paura di
tempo. G. J'. 8. 48- 9- Sospinto e con-
fortato dal diavolo, con suoi compagni e
masnadieri ec. 1' assalì com])allendo.
^. li. /È ogni pie .ìo.'ìpinto, posto av-
verbialm., vale Spessissimo. Lai. per.va;-
pe, saepissime. Gì: '^vp.rj.. il/. V. 9. 6.
A ogni piò sospinto con istrida e romore
minacciavano il nostro Comune . Pataff".
6. Ad ogni pie sospinto con baggiane. F.
PIEDE , g. XIV.
t SOSPINZIONE. r. A. Sospinta,
Sospignimento. Lat. impulsu.f , indlalìo.
Gr. ùt^r.-si^ , uCH.po^U'saói . Lih. Prcd.
Ci vengono per la sola sospinzione della
collera .
SOSPIRANTE. Che sospira. Lat. jh-
spìrans . gemens. Gr. 7T£Va^6)v. G. T'.
II- 3. l5. Or non è questa terra quasi
una gran nave, portante uomini tempc-
slaiili IT., tementi il pericolare, so-Npiraoli
in pt.rlo ? :;: Sa/vin. Ddiss. /ih. 5. v. 569.
Temo non me di nuovo la procella In-
volando, non porti ;J mar pescoso , Gra-
vemente sbuffante, e sospirante. (/!)
3 SOSPIRARE. Mandar fuori sospi-
ri. Lat. siispirare, gemitus emittere. ór.
oievc'Cìiv . Pocc. nov. 43. 12. In tutta
la notte di sospirare , ne di piagnere la
sua sventura, e quella dì Pietro ec, non
rì£nò . Dant. Jnf. 19. Poi sospirando e
con voce di pianto Mi disse. /'c(r. son.
227. Dovunque io son, di e notte si so-
spira- E canz- !\7.. I. Vinse molta bellez-
za acerba morte , £ mi fé' sospirar sua
dura sorte.
§. I. Per Desiderare s e si costrui-
sce col terzo e col quarto caso . Lat.
exoptare , desiderio flagrare . Gr. ETTt-
TZo'biXv . Dant. Par, 22. A voi devota-
mente ora sospira L'anima mia. Petr.
son. 219. In quel bel viso, eh' i' sospiro
e bramo , Fermi eran gli occhi. Segner.
Prcd. 1. 5. All' improvviso morirono quegli
infermi, che sospirarono i carnaggi d' E-
gitto. E lilann. Jpr. 20. 3. Quel ricco,
che corteggiato, adorato, adulato sedeva
continuamente a real banchetto, sarà da'
demonii strascinato giù nell* inferno a do-
ver ivi sospirare arrabbiato una goccia d*
ac([ua .
^ %. IL E col secondo caso. Petr, canz.
40. 7. E di sue belle spoglie Seco sorride;
e sol di te sospira . (N)
!'.' g. HI. /'er Desiderare ardentemente,
o Rammentare con desiderio le cose, 0 le
persone perdute. « /■'etr. cap. 2. Givansi
per via Parlando insieme de' lor dolci af-
fetti , E sospirando il regno di Scria » .
San/iaz. Egl. 12. Viva l'amai, morta so-
spirola. (Cj
•r §. IV. Per Piangere, Lamentare,
Deplorare. Lat. tjueri, conqueri. Dant. son.
Cassando il viso , lutto smuore, Ed ogni
suo difetto allor sospira. Ar. Fur. I. 53.
Non mai con tanto gaudio, o stupor tanto
Levò gli occhi al figliuolo alcuna madre.
Che avea per morto sospirato e pian-
io.(l:r)
'■■ §• V. So.vpirarv , per me taf. si dice
del Sojjìar leggiero de" venti. Ckiabr. Can-
zonelt. O come rosa in Gerico Al sospirar
de' zefiri. L' uom giusto fiorirà./'/?;-^
•-:: SOSPIRATISSIMO. Superi, di Sospi-
rrt/o. Lat. c.voplatissimus. Gr rptiro- KjTO?.
Segner. Pred. 27. 7. Ci sarà un giovane
illustre, il quale avendo con gran vantag-
gio conchiuso un sospiratissimo parenta-
do, si conduce a casa la sposa, cioè una
fanciulla, ec. (*)
SOSPIRATO. Add. da So.tpirarc. -"SLib.
Pred. Dopo il desiderato e sospirato trans-
riccbimento viene la morte. (J) Tass. Gcr.
12. 91. Ed ecco in sogno di stellata veste
Cinta gli appar la sospirata amica, i^rt/vm.
Disc. I. 84. Corrono dietro a questi beni
apparenti , credendo che in quegli si ri-
trovi la Isella e da loro sospirata felicità (in
questi e.templi vale desiderata ).
t SOSPIRATORE. T'erbal. ma.^c. Che
sospii-a. Bini. ant. F. R. Grave sospiratore
ogni momento.
SOSPIRATRICE. V erbai, femnt. C/ie
sospira. Fr. Ciord. Pred. P. I gemiti
delle anime sospiratrici del santo Pm-ga-
torio.
SOSPIRETTO. i5i'm. f/> So.ipiro. Lat.
leve suspiriuni. Or. oJ ^^V-p-J oTSvay^aa.
Horc. nov. 2.5. IO- Non potè perciò alcun
sospiretto nasconder «]ueÌlo che volentieri
ec. avrebbe fatto mauife>to. E nov. 85. 5.
Per uriellarlo, alcuna volta guatava lui, al-
cun sospiretto gittando. ^ Car. leti. ined.
2. 70. Questa lettera medesima è stala
1*76
SOS
1( tla du sua Santità nuD senza qualche so-
spiretto. (IV)
SOSr-n:EVOLE.^(/rf. Pieno di sospiri,
jfcconipagnato da sospiri. Lat. ^emehundus.
Gr. crevoìi;. Fifoc. 1. 197. Con sospirevole
roce, rotta da dolenti singhiozzi, rispose .
SOSPIRO. Respirazione mandala fuora
dal profondo dt-l petto, cagionata da do-
lore e affanno. Lat. suspirium, pemitns.
Or. 5TtVKV/<a. litit. in/. 3o. 2. Il sospi-
ro e cydUzum del cuor**. E appresso: Si
cbianiu sospiro, perchè è spirito che viene
da alto, cioè dal cuore. liocc. nov. 44- 2.
Uno amore non da altra noia , che di so-
spiri, e di una lirirve paura con vergogna
mescolata , a luto fin pervenuto ce. , in-
tendo di raccontarvi. Dnnt. ìnf. 23. 0"^*°"
do mi vide, tutto si distorsc, Soffiando
nella haiba co' sospiri. /•-' 3o. La rigida
giustizia, che mi fruga, Tragge cagion del
luogo, ov' io peccai, A metter più gli miei
sospiri in fuga. K Purg. 32. Che più
tiene un sospir la liorca iiperta. l'ctr.
canz. 38. 2. Temprar poless' io in si soa-
vi cote l miei sospiri, «'h' addolrissen
Laura. Jr. Fur. 3o. 79. Le lagrime vie-
tar, che su vi sparse, the con sospiri ar-
denti ella non 1' arse.
§. I. Sospiro, per Pìffìcii/fà di respiro.
Affanno. Scn. Pisi. 5^. Ma io sono quasi
tornato a una (infermità) solamente , la
quale i' posso convenevolmente chiamare
sospiro, e già la non mi conviene nomi-
nare in Grecesco. E appresso : Dopo tutto
questo il sospiro, che a poco insieme co-
minciava ad allenar»-, fece maggiore alle-
namento, e rimase.
'u' §. II. Sospiro. Terni, de* 3'usici.
Pausa d' un terzo, 0 d'un quarto d' una
misura j e dicesi anche alla Firgoletta
che seri-e a mostrar il luo<^o dove si ha
da fare una tal pausa. Ulagal. Lett. Sen-
za perciò variare la minima nota, il minimo
diesis, il minimo sospiro. (A)
^ g. III. Sospiro, vale anche un Momen-
to di tempo. Iniperf. Praw P. 12. T. (\.
206. Il tiranno ec. martoriato a semliianza
di Tizio non vive pure un sospiro in ri-
poso. (F)
SOSPIROSO. Add. Pieno di sospiri ,
Sospirante. Lat. gemehiindus. Gr. arevo-
etj. Pant. Purg. 33. E BL-atrice sospirosa
.■ pia Quelle ascoltava. Filostr. E tal ,
quale era, sospiroso e pio. # Poliz. si.
X. G&. Stan sospirosi, e dì dolor confu-
si. (C) Buon. Fier. 4- I- 1- VìixXe ri-
torna Quel sospiroso amante. Cui fu in-
timato il guideidon nt>IIiirno.
SOSPIZIO.NE. Icd. SOSPEZIONE.
f * SOSPIZIOSO /'. A. Sospetto-
so. Pi.'ct. S. Gir- 379. Dicono che noi
siamo immaginativi e sospiziosi. (t )
•f # SOSSANNARE. /. A. Far hoc-
ihi. Schernire, Sghignare. L.it. xuhxan-
nair. Gr. au/T»;,i:i'?£t>. Arrif^h. y^.
Tutta la piazza conosce Ìl mio hrolihìu ,
r egli mi moslraoo a dito, e colli denti
M-tssunnano. (*)
SOSSOPKA . Avverh. accorcialo da
Sottosopra , e lule lo slesso. La), sus
di'que. Or. «ww /«t' /.U':a>. Ciriff'. Cali-.
3. 73 Che lo mando sossnpra alla cam-
pagna Tass. Cer. 8. 3. Movi l'ire v i
tumulti, V fa' tal opra, Che tultt) vada il
■ ampo al fin sossopra. /*." (). 48- E sos-
Nupra cader fu d* anilio i Ijti Cavalieri e
rj^alli, ai-mi ed armati-
§. i\o/i volgere, o JVcn voltare la man
xos.topra. 1 ed- MANO. g. CLII.
* SOSSOPHAItE. Neutr. Andar sos-
sopra. Lat. everti, dissolvi- Pros. Fior.
4. 3. 79. La cajfca dove egli ( il cinna-
momo ) aveva da venire, >' imliarco .10-
Iira una nave che sossopm, e t|ucir isit-
.1 di Zeilan sta adesso in guerra ( 'fui
vale naufragò ). fìS'S)
SOS
t SOSTA. Quieti, Posa. Lat. 4juies,
rtquies, pausa. Gr. TraJ^i;. Dani. Purg.
29. Per veder meglio, a' pa.^si diedi so-
sta. Filoc. 3- Il 7. Hunque sperando con-
fortar ti dei, e dare alquanta sosta al pre-
sente disio . Ftamm. 2. 44* R^^iug^"^'
mo le lagrime, e in quelle |>onemmo so-
sta per quella notte. Med. Arh. Cr. 44-
E poiché ivi fu giunto tulio ansio e tran-
gosciato, non gli fu dato puie un poco
di sosta, /iocc. Fìt. Dani. 228- Li <|uali,
come ec. eonoliliero i cocenti sospiri al-
quanto dare sosta all' atlaticato petto ec,
rii'ominciarono a sollecìlare lo sconsolato.
Tac. Pav. Ann. l3. l6c). Nerone spa-
ventato, e d'uccider la madre avido, non
le dava sosta, se Uurro non promette\a
levarla via , provata 1' accusa ( il lesto
lat. ha : non prius difierri potuil ). Vep.
Pecam. 126. La voce .tosta , che jcio-
perio ini[)orta, e quiete, e starsi, e non
far nulla, o simil cosa, si vede ptlT as-
sai usata in que* temjii.
§. I. Per Fragola , Uzzolo, Appetito
intenso. Lat. libido, cupido. Gr. opliti ,
iTiiSu^uia. /tocc. nov- 85. l3. In Itrievc
in tanta sosta entrò dello spesso veder
costei, che egli non lavorava punto.
§. II. Per Ces.tazione d'armi, o d'
offese. Star. Pist. 175. Domando sosta
al popolo, e mandò che volea parlamen-
tare col Vescovo, e col Vicario di Pi-
stoia.
.«SOSTANTIVAMENTE. ì' SUSTAN-
TIVAMEME.
SOSTANTIVO. /*. SOSTANTIVO.
SOSTANZA, e SOSTANZIA. /'. SU-
STANZIA.
SOSTANZIALE. /'. SUSTANZIALIÌ.
SOSTANZIALITÀ'./ ed. SOSTANZIA-
LITÀ'.
SOSTANZIALMENTE. / . SUSTAN-
•ZIALMENTE.
SOSTANZIARE. /'. SL^^TANZIARE.
SOSTA^ZIE^OLE. / . SUSTANZIE-
VOLE.
SOSTANZIOSO. F. SUSTAN/IOSO.
f SOSTARE. Fermare j e si adopera e
nelP alt. maniera, e nella neutra passiva.
Lat. sistcre, quicscere. Or- TraJiiv, :raJs-
ffSai. Tcsorelt. /ir. 19. 182. Pregai per
(ortesia (he sostasscr la via Per dirmi il
convenente Del luogo, e della gente. Dani.
Jnf 16. Venien ver noi, e ciascuna gridava:
Sostati tu. A Purg. 19. Sosta un poco per
me tua maggior cura. Frane. Sacch nov.
l56. E fatto questo, la fere sostare un' ora,
acciocché slesse ben morbitla. licmh. Asol.
1.33. Così avendo detto Prrollino. fermato-
si, e poi a dir altro passar volendo, Gi-
smondo con la mauo di lui aperta sostando-
lo, a madonna Berenice così disso .
>> SOSTALO. 'Fermine marinaresco.
Colui che tien cura della sosta , specie di
fune nelle navi. Fr. Itarl». 257. 18. lìt aggi
liuono orciero. Palombaro e gal)biero, So-
staro, et an' (cioè, anche) prodieri, Pedolte
e temonieri. (J)
SOSTATO. Add. da Sostare.
SOSTI CNENZA. /'. SOSTENI KZA.
SOSTEGNO. ìerhal. da So.Uenar j
Cosa che .tostiene. Lat. fulcimenlum, su-
stentaculum, fulcrum. l.r. Ip^ttpa. Pani.
InJ- 12. O per tremtiolo, o per sostegno
manco. Sagg. nai- e.fp. 12. Preparalo in
i|ue!(la forma lo strumento, e collocalo sul
suo sostegno, s* incomincia ad empiere per
di sopra di ne\e. o di ghiaccio.
g. 1. Per me taf Jifanlenimento, Peggi-
mcnto. J^elr. son. 3h(K. O usato di mia vita
sostegno. Frane, Sacch. ritn. 6l- Perche di
lei sit.'^tegno fu in parte.
if §. II. Prr S'utriiamento, So.tte/tla-
mrnlo. Ang. Mei. I I71 Aci]Ue fjn)tose ,
ed erl»c amare, e Irondr Le sue «nande
tono e il suo sostegno. ( P) Sr^er. PtTd.
SOS
Pa/. Ap. 8. 2. Né anche i laici dovrcUfODO
riputarsi padroni dì lutti ì loro beni patri-
moniali, ma solo al più di quella parte sem-
plice, che confassi al loro sostegno, f TC)
%. III. Per Aiuto. h*\..levameii,requies,
auj ilium. Gt. ^or,zi(tt. lìocc.nov.l. 10.
Lui ne vedeva andare, rfae suo sostegno era
lungamente stailo. Fnov.i^Ò. l8. Pietro, al
qual pareva del ronzino avere una compa-
gnia, ed un sostegno delle sue fatiche, forte
sbigottì. Ji Proem. 8. Dove meno era di
forza ec. quivi più avara fu di sostegno.
^ §. IV. Sostegno, chiamano gì' tdrauU'
ci un iaUone,oJahhrica, che attraversando
un fiume, oun canale, serve a sostenere P
acqua ad una certa altezza, ed a passar/a a
proporzione per comodo della navigazione.
Guid. Cr. Camera, o vasca, porta, portone,
cateratta di un sostegno* Sostegno a porte
raddoppiate. 'Al
SO&TKNENTE. Che sostiene. LaC ju-
slincns. Gr. avì'jf&iv. Amel. 16. Ma tra
gli altri ^fcmp/iy emiuentissimo, sopra mar-
moree colonne sostenenti candida I anuna ,
se ne lieva uno Ira le corr«ali onde di
Arno, e di Mugnone. FiMmm. 7. 34. Ma
io con più ferma e più sostenotttc memo-
ria, che non mi blso^a a mio danno ,
cootinova rimango nel tristo senno. Tac.
Pav. Ann. 2. 35. Arminio si facea ve-
dere con mani, con voce, con ferite soste-
nente battaglia ( il testo lat. ha.' sn-
stenlabat pugnara ) .
^' §. I. /■- colla partic. SI. Saìv. Avveri.
2. I. I. Dicontt Sustantivo a quel nome che
u vera sustanzia ec, ovvero che cosa si-
gnifichi, la quale si nomini a guisa di so-
stanzia, e cottie per sé medesima soste-
nenlesi in piede, avvegnaché sustaiuia re-
racemenle non sia. (fj
* §. II. F inforza di Susi. Coiai che
sostiene. Bus. 38. E queir impiccato , ab-
bandonato dal sostenente, affoga. (C)
SOSTENENZA.c SOSTfcGNENZA. U
sostenere, in signific. di Soffèrire. Lai. (o-
lerantia.Gr. ÙTtop-O^rl. G. F. 9. 182. 3.
E così, per buona sostenonza, i Saoesi ri-
masero lil>erì. Cuid. G. Se forse la soste-
gnenza della vergogna non concbiuse al-
cuna astinenzia. Coli. SS. Pad. Il tempe-
ramento e la soslenenza dcUe tentawoni e
è donala dal Signore.
g. Per Alimento, Sostentamento. Lat.
alimentum. Gr. zfìfiì- Itv. A/. Andava-
no cercando di loro soslenenta per cotale
maniera.
SOSTENERE, ffepgrrfjo Tenere sopra
di se j e si u.ta, secondo i vani significa-
ti, oltre all'alt., talora anche nel seni tm .
neuir. e neulr. pass. Lat. sustinere. Cr.
^aflTOt^eiv. Jioic nov. il. 5. Come se io
per me' andare non potessi, mi Terrete so-
stenendo. /•. nov. l5. 36. Tiraron via il
puntello che il coperchio dell' arca s<»»tc-
nea. Ftamm. 7. 77. Con .luelle spalle .
colb- quali le maggiori cose abhum so-
stenuto e sosteniamo, sosterremo le mìuf
ri. Pani. Inf 17. Colle braccia m' av-
vinse, e mi S4i»tenne. Peir. canu 34). 8.
Ne mai feso fu greve, Quanto quel eh'
i* s<»stegno in tale slato.
g. I. Soitenere , per .Vo|^mrr , Com-
portare , Patine. Lai. frrrr , aerare.
pali. Gr. fipuv, JT'Ufvciv, TOt^X****
tìocc. nov. 1. |3. Questi Loml>ardi cani
ec. non ci si vogliono più sostenere. F
nov. 8. .3. Nelle cose opportune alla sua
propria persona ec. sosteneva egh. j-er
non ispendere. difetti grandissimi F no%-
65 5 Ed essa tanto più impatienlemenle
sosteneva questa noia , quanto meno si
sentiva nitrente . E nov. 77. SO. Se non
fosse rir egli era giovane, e soprav veniva
il caldo, egli avrebbe avuto tntpi^i ila st»-
striiere. /•. nov 8a. 3. Questo amore un
gran tcinj'o tenia frullo sostennero. Pani.
SOS
Pftrg. 3. Percliè l' occhio dappresso ool
sosIeDot. /-. II. Egli, [or trar l'amico
suo di pena Che sustcnea uelJa prì^ion
di Carlo, Si t-oadusse a tri'inar per ogni
vena, l: 3o. Sicrhè per temperanza di va-
poiì L* occhio lo ^ii^tene;) lunga 6ata.
t'iìi-a/c. ^'pec^Jl. ( r. Ma Ijiilu aniiino sé,
ibe non vogliono >ostrner niuua co^a.
Lfgg- .V. Cioh. Yuv iiiaitirc » mipcrrinr-
chh per la giublizia soìiciinc nioi(e. ^ / it.
S. Onofr. l!^2. (,'uaudo egli sostiene fa-
me o sete, non vi sì truova pane o %ino
per confortaifti. t (J Ta.rx. Oer. 12. 25.
Ne già poteva allor haltomo tlarti , Che
l'u&o noi sostion di quelle parti. (D) Sen.
Ben. l arch. 6. 3o. Tante minacce di
guerra , e 1* empito quasi di tutta la ge-
nerazione umana, che se ne va a Lriglia
sciolta, sosterranno pochissimi uomini.
§. II. /Vp Comportare f in signific. dì
Permrttere. Lat. sinere , Jerre. Or. sàrf ,
fipttv. Bocc. nov, i5. l5. Partir volen-
dosi ec, in niuna guisa il sostenne. E 17.
S!\. VoUcle fare la debita reverenza, ma ella
noi sostenne. /',' riQv. l\^. 16. Sostenendo
li suoi ahhrarciameDti, con lui Icueramente
comincio a piagnere, ir. Oiord. /'reti. S.
39. Or non vedi r)ie si sostengono le mere-
trici nella citta ? questo è un grande male j
e se si sotraesse, si sottrarrehhe un grande
hene , che si farehliono piii avolterii, più
soddomie , che sareWie molto peggio .
* TtJss liitri. Am. Dial. 3- Ma posto che
io volessi ec. Drizzare i miei pensieri ad
altra mrla Sosterestil tu amore? (V)
^ S- III- P^f jirdire , Osare, Dant.
inf. 3o. L'altro che in la scu va, so-
stenne Per guadagnar la donna della tor-
ma. Falsificare in sé Duoso Donati. (C)
•>• ^. IV. Sottenere^ parlandosi di Ca-
riche, vale Adempire a ciò ch'esse ri-
cercano. Inslr. Cane. 88. Con questi pre-
cetti , se da voi s' osserveranno , potrete
con sicurezza sostener la vostra carica. (C)
^ §■ V. /'er Bapprestntare . Se^ner.
Pred. Pai. Ap' 3. l. Il primo (perso-
nafTgio ) egli f Cristo ) dovea sostenere
nella Seconda venuta di lui qual giudice
sulK' nuvole. (TCj
§ VI. Per Tenere j Consertare . Lat.
dejen^lere, tutari. Gr. T^or^ras^ai Ttvo^.
Cirtjf. Calv. 3. 78. E dice che sostenga
Tanto vivo il prigion, eh' egli ne venga .
§. VII. Sostenere, per Difendere- Lat.
tueri, defendere. Gr. ^iapu>aTTEiv, ÒTttp-
asm'^Eiv. G. ì'. 9. 3^^. I. Castruccio,
avendo molto molestati i Pratesi . e so-
stenea un battifoUe fatto in Val di Bi-
senzo . chiamato Seravallino.
t g. Vili. Per Proteggere, jiuttnre .
Lat. regere . G. /. p. '3l8. 2. Rimase
io bandii, e contumace de! Comune di Fi-
renze, con tutto che fosse sostenuta sua
parie in Firenze per suoi amici . Cnin.
More//. ^37. E seppe si fare, e si prov-
vedutamente temporeggiare, che al tempo
del maggior bisogno ce. egli ebbe degli
amici, e non parenti, che l'alarono e
sostennonlo per modo , che non gli fu
fatto tort.i. A/,,m. io/t. 3. 56. E voi,
sommo splendor dei Franchi regi , So-
stenete il mio dire.
* S- IX. Sostenere, per Patrocinare,
l'ranc. Sareh. nof. 77. U tale e il mag-
gior uomo dell' oficio : io gli vorrei fare
qualche bel dono, acciocchì: mi sostenesse
nelle mie ragioni. (}'j
§- X. fer Difen^re quistionando. lìocc.
I it. Dant. 243. Essendo egli a Parigi ,
e quivi sostenendo in una disputauone
w. . che nelle scuole della troloi;ia si fa-
cea, quattordici quistioni ec. fìai.-. Scisni.
70. Martire sosteneva la resia di Xuin-
glio. 5? Segner. ì'red. /'«/. ^tp. q, i. riù di
trenta Università , tutte illustri , obbliga-
ronsi a sostenerla ( ta/ sentenza ). fTC)
SOS
f §. XI. Per y f antenere , A /inientare. iVoiv
ant. 100. 9. CeLilanieiite gli portava quello,
che bisogno gli era per la vita sostenere.
^- 'i ass. Lia/. Pad. flint. Le licchetie debbo-
no esser proporzionate al Padre di famiglia,
ed alla famiglia che egli sostiene. ( I)/
§. XII. lev Custodire, 'Jenfren jregno.
I.at. custodire, in cj'/icio ccntinere, rt'ge-
re . Gr. «araiTì'JJeiv rivor'. / occ. nov.
89. 5. A sosteutar la viitù dell" altre . che
trascorrere non si lascino , si couvieue il ba-
stone che le sostenga, e che le spaventi.
i'i? g. XIII. Sostenere, per J{ al tenere ,
reprimere. Pont. Vit. ÌSitow 6. Allora
ricordandomi che già 1' avea veduta far
compagnia a quella gentilissima, non po-
tei sostenere alquante lacrime. (CP)
* g. XIV. Sostenere , talora vale In-
dursi, Pecarsiajar checcliessia. f'it. SS,
/'ad. 2. 262. ^ion potea sostener di cre-
de» e che un monaco avesse mal pensiero
(cioè, non gh pativa 1' animo), f^'}
§. XV. Per Indugiare, /'rorogare. Trat-
tenere . Lat. morari . Gr. /jlc'>).ìi« . Sen.
L'edam. Il giudice che ha a sentenziare,
sostiene la quistione a tempo . M. /-'. i.
2. Cominciavano a sputare sangue, e mo-
tivano di subito, e «Ili in due, o in tre di,
e alquanti sosteneano più al morire pranc.
Sacc/i. nov. 1^7. \ atiene innanzi, e di' a'
gabellieri , sostengano un poco la porla
(cioè, indugino alquanto a serrarla).
^ g. X\ I. Sostenere, in signific. neutr.
pass, per Trattenersi . Stor. Toh. 5. Al
quale Tobiuzzo disse : io li prego che lu
ti soslenghi un pocoj tanto che io rapporti
queste cose al padre mio. (/')
§. X> 11. Sostenere, sì dire ancìie Quan-
do il magistrato comanda c/te il reo non
sì parta dtil/a corte , senza però incarce-
rar/o. l.at. dctinere. Gr. xaTs'^fèiv. /-ìocc.
nov. 6. 5. Più giorni appresso di sé il so-
stenne. E nov. 33. 17. Fatto adunque ec.
sostenere una notte Folco ed Ughetto, ad
albergar se n' andò segretamente con la
Maddalena. j\ov. ant. 3. 4- Fece tanto,
che fece sostener lo cavaliere. Tac. J'av.
Ann. 6. 118. Traesse Uruso di palagio,
dove era sostenuto (qui il testo lat. ha :
attinebatur ).
* §. X V!IL Sostenere ì fanti , i cavalli ,
o simili, in termine dì guerra, vale leg-
gere /'impeto dr' fanti, de* cavalli, 0 si-
mili. Segr. Fior. Art. iiuerr. lib. 2. Pre-
sono pertanto (gli Svizzeri) per arme le
picche , armi utilissime non solamente a
sostenere i cavalli , ma a vincerli. lì ap-
presso: 1 fanti Tedeschi possono sostenere
e vincere i cavalli. (l'J^J
g. XIX. Sostener la carica, term. mili-
tare , dicesi del flegger /" impeto degli av-
versarii. Lat. impetum sustmere, excipe-
re. Gì: s'tiìo^c/'v av£X-'^*i- J isc. Cale.
24" K ritirarsi uniti insieme, e sostener la
carica , quando la medesima si trova con
disavvantaggio.
P. XX, /Vr Beggere , Durare. Lat. du-
rare, perdurare. Bocc. nov. l^. O. Veg-
gendosi sosjiinto dal mare e djl vento,
ora in qua e ora in là, si sostenne in6no
al chiaro giorno . /f nov. 17. 6. Essendo
da in6nito mar combattuti, due di sosten-
nero. Frane. Sacc/t. nov. 82. tìt. Volen-
do vedere come sostiene al bere, il fa pro-
vare con un gran bevitore suo famiglio.
§. XXI. So.v tenersi , per Contenersi. Lai.
se contìnere. Bocc. nov. !\Ci. l5. Ma pur so-
stenutasi, aspettò dopo il pianto la risposta
di Federigo. Dant. inf. 26. Ma fa' che la
tua lingua si sostegna.
S- XXII. Sostenersi, per Trattarsi nohi/-
nientcj e anc/ie si u.ta t a/ora per I\on si
dichiarare. Star su//e sue.
't' *- SOSTEMBILE. Add. Che può
sostener.ii , difendersi questionando. Ma-
ga/, pari. 1. lett. 23. Si gettò a quel plau-
S U S 1277
sibile , ma non so poi quanto sostenibil
ripiego di levar ogni anima agli irraziona-
li , ec. /•■ ivi lett. 28. Potreste risponder-
mi, esser anche sostenibile che elle fossero
rinate allora, ee. (A)
•f ^' SOSTEMBILISSIMO. Super/,
dì So.itcnibi/e . Magai, part. I. lett. aS.
Teorema sostenibilissimo in buona 6I0SO-
6a. (A)
t SOSTENIMENTO. // sosUnere, So-
.ilegno. Lat. sustentarulum. Gì. 'iciilfjv,.
Mor. S. Creg. I gli è di sopia per poten-
za, di sotto per sost<-iiimento, di fuori per
grandezza. Mcd. Arh. Cr. 20. Ripensando
ncii r umJlà eh' egli ebbe Del sostenimento
della battaglia (cioè, sopportamento, soffe-
renza). Pav. J-sop. Acciocché sia prospe-
revole in dare aiuto e sostenimento dalle
fatiche rc/o^. ulleggiamento). i>anc. Sacch.
Op. div. 118. Ma l'albero e'rami non dan-
no sostenimento e vita alla barba.
3 SOSTEMTOliE. Colui che .lostiene.
Lai. snslinens, rcctor, difensor, tolerator.
Gr. KV-xòon-i ?, 0:T-:ca(rTidTv;^ . Cuid.
C. Spesse volte tramortiva nelle braccia
de' sostenitori. C. I . 12. 43. 4- Intra gli
altri notabdi uomini, che fecero per lo po-
polo , si fu messer Farinata degli Lberti
ec., e Dante Alighieri, e altri cari cittadi-
ni e Guelfi, caporali e sostenitori di quel
popolo f cioè _. mantenitori, e protettori).
Piloc. 1. 25. ^e' quali poi con tranquillo
mare s' é lieta rivolta a' sostenitori primi
dell' avverse cose (cioè, sofferitori). ♦ Pal-
lav. sul. 241- Potendosi porre in campo
il sostenitore della falsa opinione ec. indi
far che 1' insegoalore del vero con ma-
niera schietta palesi la fraude di quelle
prove. (i'Pj
5^ g. Per Sostegno . « Alnm. Colt. 1.
12. Ma lieta un giorno Le pampinose cor-
na, i tralci, e l'uve j^ovra ù soslenitor si-
cura avvolga ". ( i\ )
SOSTEMTRICE. l'crhal. femm. Cìit
sostiene. Lai. toleratrix. Gr. •jTTOu-'vsutk.
Amet. 49. Discorse il mondo e la terra so-
stenitrice di tutti gli affanni. Filoc. I. 52.
Mi crederei esser vie più possente soste-
nitrice dell'armi e degli aflanni.
SOSTENTACOLO. Sostegno. Lai. su-
stenlaculum, Gr- if-.i^av.. Stor. Eur.Q.
145. Spinse alla china il suo sostenlacolo,
o vogliam dirlo carretto. 5C= Imperf. Anat.
137. Il sito e luogo dove l'ossa sono po-
ste, é più addentro del corpo, perché sono
sostenlacolo di esso. (F)
SOSTENTAMENTO. // sostentare^
Sostegno. "Ldtl. fulcimen, full imentum. Gr.
fSa-Jt:, GTY'ptyuy. Cr. 5. I. 14. Contro la
rabbia e sbattimento de' venti, per li quali
i nodelli nesti ec. agevolmente si diserta-
no , si dee convenevole sostentamento a
ciascuno arbucello con ispessi legami le-
gare. Sagg. nat. esp. 34- Hitorle I' effetto
da altri attribuitole del sostentamento dei
fluidi .
^. Per Conforto , Mantenimento . Lat.
a/imentum , luratio , tutela. Gr. Tfofri .,
Ifop-ìoL. ztz\-:co~t'. Mor. S. Greg. Ap-
parecchiavano quelle cose che erano di bi-
sogno a sostentamento del corpo . Bocc.
/'roem. 5. E quantunque il mio sostenta-
mento, o conforto che vogliara dire, possa
essere e sia a* bisognosi poco, nondimeno
parmi ec. F g. 10. f. I. Per dovere alcun
dipi>rto pigliare a sostentamento della no-
stra sanità ec, uscimmo di Firenze.'*- Ai/on.
iter. /ntr. I. Al guadagno pietoso il go-
dimento Voglia star sempre allato , Caro
sostentamento. Bammenlator fedele. fJSj
SOS'I ENTANTE. Che .lostenla . Lat.
sustinens . Gr. rf-jiy^op.l'/Oi . l'ìamni. i^.
116. Incontinente pili ampio luogo si dava
agli amorosi pensieri, i quali non solamente
materia sostentante le 6amme di Venere
SODO, ma aumentante, se ben si mira. Pemh-
1278
SOS
^sol. X. 58- 1 quali riiicliiu>i, non sul«-
inenle materia &o»lcnljatu lo fiamme so-
no, ma aumeuUutc.
SOSTENTAKIÌ. Alimentare^ Vanii''
nere cogli alimenti j e si usa in si^nific.
ittt. e neutr. past. l-al. atere , xustenlare.
Gt. rpifiiv- liocc. iiov. 80. 22. Doroan-
liugli aiuto e cuusiglio di fare che e&so
<|uivi potesse su&lentar la sua \Ì(a. K nov.
ijo. 3. Per sostoDlar la vita sua, con una
ravalla comincio a portar mrrcataiizia ìn
f[ua, ed in la. •? line. .-ip. 23l. Uipoocn-
(lo in comune i loro actjuisti Per goder
quelli, e sostentarsi il verno, (iuicc. Stor.
3- 59. IVc in Alella era tanto da vivere ,
che hastassc a sostentare molli giorai i
Franzesi. (Ci
# §. I. Sostentare , si tlice anche del
Mantenere, 0 Trattenere nlfuno con prov-
visione. Serti. Stor. Ind. 6. 28. Il Kc tiene
quasi in tutte le terre scuole e studii
pultlilici , e sostenta ecccilcnti maestri con
onorali stipendii. {C}
!p §. II. Sostentar la guerra, vale ali-
mentarla. Somministrare 1 mezzi per /aria.
Onice. Stor. 18. 8<|. Confidar»! di potere
esigere danari di Spagna altUaatanza; con-
riossiachè sostentava la guerra con spese
molto minori per le rapine dei soldati ,
rlic gli avvcrsarii. iC)
3 §. III. Per Sostenere, Reggere. Lat.
s:islinerc . Gr. ^x5tk^£iv - lìant. Piirg.
IO. Come , per sostentar solaio» o tetto ,
Per mensola talvolta una figura Si vede
giugner le ginocchia al petto.
^ §. IV. Sostenere , in signific. neutr.
pass, talora vale Reggersi in modo da non
radere^ o da non sommergersi. « Gal. Sist.
aio. Solo violenlemcnle si sostenterebbe
sopra queir aria ». (C)
g. V. Per Mantenere. Lat. servare,
tueri, regcre. Gr. cw^Siv. fìnrc. nov. 8^.
5. A sostentare la virtù dell'altre, che tra-
scorrere non si lascino , si conviene il ba-
stone che le sostenga- ^ Segner. tncred.
1. II. 5. Fu pur dunque possente quell'
alta voce che chiamò dal nulla ad un
trailo tante gran cose , e che tutte or le
sostenta. (Pi)
'e §. VI. IC in signific. neutr. pass. Cr.
5. IO. Questo arbore f/7 Aco desidera aere
caldo , uvvcr temperato , e nel mezzana-
mente freddo coir umano aiutorio si so-
stenta. (Vi
# g. VII. Sostentare, per Difendere t/ue-
stiunando. fìemh. .-fsol. 3. 181. lo diverse
maniere ciascuno e con più amminicoli s' è
mgrgnato di so»tentare la sua srntenza ;
dove gli altri per trarne il vero disputano,
oc. (IVSj
§. Vili. Sostentare, in .tignile, neutr.
pass. , per Difendersi. Lai. se tueri. Gr.
x/jlJ-juv «atUTW cw^^^oti, Tucid. (i. /'.
Q. 317. 5. E cosi, i-i»me gente smarrita e
sconfitta . si sosteiilaro , intendendo soia-
menti- alla guardia della ciltti. iluicc. .Stor.
12. 616. 1 quali si sostentarono , mentre
ebbero sperania clic settemila fanti dtl
<-unt.-ido del Tirolo cr. passaNsero più in-
nanzi .
•f ti SOSTENTATIVO. Atld.Jttoa
tosle.itare. Salvin. fìuon. Fier. I. 3. .*».
La speranza e nutritiva ve. , è so^tentali-
ra. fA)
SOSTENTATO. Add. da SoUentare .
hai. su/fultus. Gr. i-ztpuòéuf^o;. /iiion.
Fier. ^. a. 7. S' agguaglirrà il sostegno e "I
sostentalo (qui in forza di sust. ).
f SOSTfcN rÀ rOHE . I rrhiil. mate.
C/ie, o Chi .tosleiita, o .sostiene.
§. Per Mantenitore, lìifensotx. Lai. «A:*-
fensor, patronus, faulor, auailiator. Gr.
pOfìSJi- <•■ ''• ;)■ ^•^- '■ Siccome rubclbi
di santa Cbiesa, >• favtiratnre r sosIrnLiton-
degli cr<"iiri di Melano. Vnr. .V. iitrg. S'
.>rrti%1arooo all'amor d.-I loro v>»lentatore
SOS
Iddio, per non cadere. Buon. Fier. ^. ^.
23. Sostcntator, custode, e difensore Óclie
sante, pudiche, rd alme leggi.
■J- .SO ilENTATi'.ICE. l'erhal. femm.
di Sostenlatote. Belitn. lUsc. 3. .Sj. Mo-
bili saranno le flue colonne di carne, e d'
ossa, stjvti'ntatrin del torso. (Mini
t SOSTE.NTAZIO.NE - Alimento .
Lat. a/imentiim . siislentatio. Gr. T D'ieri .
Mor. .S\ Grrg. Heuduto dagli uditori il de-
bito Soldo per soitenlazione della lor vita.
7co/. Mitt. Ne lienefirii ricevuti ila lui
per sua sostentazione. # Guicc. Stor. 18.
X Mella sostentazione dei quaU f fanti Te
deschi ) si erano consumati tutti i denari
raccolti dai Milaneai. (C)
^ ^. I. Ti figitratam. per Mantenimen-
to. Giiicc. Stor. 16. 21. Con qucAtì (da-
nari ec. ) rimessi da Cesare a Genova per
so>tcntazion della guerra ec. attendevano i
capitani , secondo che i danari venivano ,
a pagare i soldi corsi dell' esercito. (C)
•'' 5;. II. Per Conser\-azione. tiuicc. Stor.
2. 5o. Perchè come alla sostentazione di
un corpo non basta solamente il ben es-
sere del capo, ma è necessario che gU al-
tri membri facciano l'uflìrio suo; cosi non
ba>ta, che il Prìncipe sia senza colpa d<rlle
cose , se nei mini:ttri suoi non è propor-
zionatamente la debita diligenza e vir-
tù, f/.ì
SOSTHNO PEZZA. A.rtratto di Soste-
nuto j Contegno. .Salvin. t'ros. Tose. 1. j5.
Ha qualche aria di sostenutezza, e non catti-
vissimo garri>. * .-fccad. Cr. Mess. 5- 553.
Benché pei allora s* interpretasse quel suo
contegno per un po' di sostenutezza d'uo-
mo di guerra, si penò poco ec. (/})
SOS'IENU IO. Add. da Sostenere, fìocc.
Vit. Dani. 226. Quanti e quali fossono i pen-
sieri, i sospiri, le lagrime, e l* altre passioni
gravissime poi in più provetta el'a da lui so-
stenute pei questo amore, egli medesimo in
parie Ìl dimostra nella sua Vita nuova (cioè,
sopportate ). Amet, 96. Sicché le soste-
nute fatiche prenda (cioè, durate). G. /'.
10. l3l. 3. Pagando le masnade di loro
gaggi sostenuti (cioè, sopraitcnuti, indu-
giati a pagare). ^ Jìm. ii5. E raccolto
fedelmente il tesoro delle decime sostenu-
te (qui pure nel medesimo signific. ). (C)
Sagg. nat. evp. .34- La quale (aria) farà
precipitare nell' inferior vaso F C il cilin-
dro d' argento sostenuto ( cioè , retto ) .
T'arch. Stor. 8. 20O. Tutto quii tempo
che egli stette soslenuln , che furono Ire
giorni, non s'attendeva ad altro, ec. (qui
nel signific. del ^. XVI I. di SOSTENER!. ).
* 5. I. Sostenuto ìn prigione , vale
Canvralo , Tenuto in prigione . Varch.
Sior. 2. 26. Nnn ONtanlc che per l'avere
sparlato de' Medici fossero stati presi , e
ancora in prigione sostenuti Gio. Ballista
Pitti, Bernanlo Giachinolti ec. (t")
^ §. II. Sostenuto, figuraiam. vale FJe*
vaio ; e diccsi dello rtile, o simile, lied,
leti. Ho Iella la sua nobile gentile nervuta
parafrasi del salmo Magnificat : veramente
nobile e soslenula. (At
SOSTITUTE. /'. SUSTITUIRE
SO.STITUITO. r. SOSTITUITO
SOSTITUTO, r. SOSTITUTO
t SOSTITI) ioni: Fermai, masc. CMe,
0 t'Iti voxtitiiisi'r.
SO.STITUZIDM-: // .tosti tnirr . Lai.
suhslilutio . <ir. ÙTro<«?e^TT«lii . Salvin.
Pro.r. To.tc. i. %\\. L* unirò modo h, e
in lutti i governi praticato, «ircitrne negli
eserciti far reelule, così qui sottilutioni
§. /Vr lo .Sostituire iiltn* crede institui'
lo, Term. legale. Lai. suhstilutio. Cron.
1 eli. |3^. Ove toccava a Boccaccio, mm
e\s<'nd<i la delta fto»tituiione fid<s-ominissa-
ria forte d vaUenle di fiorini 300, ne ^li
toccò più dì mille lire Fan-fi Stor. IO,
3i6. In l»m |Miirst4 era annulUre i fide.
SOS
commissi , le Mstìlazioni volgari, o pnpfla
lari . * Car. leit. Tomit. iJ2. Cosi aon
accadere pensare altramente alla sosUt11sÌO>
ne eli" ella mi scrive. (C)
* SOSTRETTO. Add. Pittreiio, Rao-
colto. Lat. suhstrietus. Pallad. Marz. a3.
La faccia torta, le corna picciole, la collot-
tola piana e grossa, i\ ventre soslretto. E
7.5- Le latora lunghissime, cioè il costalo
dallo su in giù, e sostretto. (Bri
* SOTTACQUA. Avvertp. Sotto acqua.
Salv. Avveri. 2- 2. 19. E bene io uso ,
e diccsi star .foli' aequa j ma questo ve-
racemente , cioè sotf acqua , in avverino
s' è rivoltai** , come sotterra , e simili : e
forse che meglio così tutto in una parola,
sottacqua, si scriverebbe, senza alcuna di-
visione, f F)
* SOTTACQUKO Add. Di sottacqua.
Che sta sott'acqua. Salvia. Op. l'esc.
Quando Scorgono il rercator del mare,
errante Intorno al fondo con sottacquee
pene , ee. fAj
* SOTTAMBASClATOnR /' SOT-
TO VMIÌASCIATORE. (Cj
SOTTANA. / este che portano le donne
dalla cintola infino a'piedi , o sia sopra,
o sia sotto ad altre vesti. * AUeg. i!\0-
E dal vezzo a' calzini Scendete , e par di
bianca grossa grana , Trinata a ramnceUì
Dall' oro una sottana. (S)
§. I. Sottana, diciamo anco ad una Fe-
ste lunga dal collo fino a* piedi , che per
lo più usano di portare i cherìri. Segner
Mann. Dicemhr. 3. 3. Senza pigliar altro
seco, che una sottana, una Scrittura e un
Breviario , per essere cosi più spedilo ri
volo, andò da Roma a Lisbona.
g. II. Sottana , si dice anche una delle
Corde del liuto, del violino, e simili.
S'è SOTTANGENTE. Term. de' Geo-
metri. Quella porzione del diametro , che
resta intercetta fra l' ordinata e il concorso
della tangente. (A)
* SOTTANLNO. Sorta di veste che
portano le femmine. Adim. .*at. .^. Guar-
disi il sarto, che il destin noi colga A far
che il 1>u»to sia troppo accollato ec. Che
il soltanin le penda in qualche lato ,
ec. 'B>
SOTTANO - r. A. Su.tt. Feste che
si porta sotto ad altra veste . Lai. tuni-
ca. Gr. X'"W» . Sov. ani. 83- 3. Fecele
mettere un bel soltano. il quale le dava a
ginocchio y e fecclavi cigner sue . Frane.
Sacch. rim. 55. Con vestimenti strani ,
Zazzere e cape' piani , Camiciuoi e sotla-
ni. Fav. F'sop. Allora la ranocchia si spo-
glio in sonano, e trassesi i calzari, r fer-
mo ì piedi in terra, e puo<ie»i le mani alle
ginocchia . e strinse i «b-nti.
f SOTTANO. F.A.Add Contrario di
Sovrano. Basso , Inferiore , infimo. I at.
infertor, infimus, hiimilis. Gr. jtaTHTacTO:,
usraroi . .dmm. .-Int. |3. 3 6. La morie
non cura alla gloria ; involge il pirroUi
come il grande , e aggtuglia i sultani a'
sovrani (qui in forza dì sust.), K i5- 6. 7.
Quando le virtù sottane sono fortrmenle oc-
cupale, le sovrane »e ne *mpediscono e si di-
sordinano, l'aol. Oroj. Per penerazume mol-
to sellano. ma valente per prodezza, e per sen-
no. ^ intr\yd. t irt. Il domineddio fece
Qui Apottoll vdissiini.ed al parere delle gen-
ti viepiù soltaoi che gli altri uomini, quasi
pur della morie, e romune ipanatura del
mondi) ( \' )
S- i Per Aggiunto di co.ra che stia
.volici a i hiurhrssìa Qimd. Font. Per se-
dici braecia di panno lino per la giubba
collana della moglie d'Andrea. Tes. Pov
P. .V. cap 7. Midle volte toglie il tonno
la coUect. che Ì' nella stitlana Itoera deHo
»tomaco.
^ ^, Il Soilano. dnvno i Ceraiuoli a
iìuella cera d' inferior qiia/H'i, di cui n
sor
I omincitino a Coprir ì lucignoli sino a cer-
ta grossezza , prima di ilar alla candela
i/tiel che dicesi il compimento , che si Ja
colia miglior cera . Onde Lavorar di sot-
tano, i'ale Far lavoro di cera d' tnjerior
iptalilà , e per lo ptìt per primo lavoro ,
che venga poi coperto da altra cera. (/I)
* SÒlTAhtO . // dtsotto dt un or-
co , e più strettamente II punto di sotto
del mezzo dell' ano . lìaldm. l'ec. Colori il
sottarco lìvìV ultima »a|ipt!la. (^4}
SO'ITtlCHI. e SOTTtCCO. Pi na-
scoso. Alla sjuggiasea. 'J'ac. Dav. Ann. 2.
42. Sparse Voce pcritloni'i suoi, cbe Aj;iip-
pa era vivo, primu di jottecrhi rome :>i la
delle cose di pericolo, poi ne riempiè o^ni
gente ( tfui il testo lat. ha: occultis ser-
moDÌl>us }. lìuon. l'ier. I. 3. 3. E cento
oltr' aimi struue da tV-iive li di pimtj e di
taglio e di rovescio . Da imboccar , da li-
rare stramazxoiii A mau aulva , sottecco, e
a viui a viso.
§. Guardare , Vagheggiare , o simili,
sottecco e di sottecco , di sottecchi , ec. ,
vogliono (ìuardnre, Vagheggiare ec. con
occhio (piasi socchiuso e cautamente, l.at.
limis oculis aspicere. Gr. TOt^ ciotyi'oij
opòtv. lìuon. t'ier. 2. 3. 9. Che par cosi
modesto, E poi si sottilmente Lavora di sot-
tecco con gli sguardi . li 3. 2. l5. Won
creder che costoro Non ablnan paglia in
becco ; Vist* ho lien io sottecco . Morg.
ig. 6l^. Dicea Margutle : già di iiuone pere
Clangiate ha 'I porco, e sottecchi vagheg-
gia. / uig. fulc. lìce. ig. lo mi son be-
at-addato d*un fancello t-he ti gareggia,
Bcca. di sottecchi .
't * SOTTliNDKIlE. Term. de' Geo-
metri, e vale Tender sottoj e dicesi par-
ticolarmente dell' anione della corda con-
dotta fier le estremità dell' arco, la quale
tien teso, o sembra tener teso l'arco stes-
so , conservandolo nella sua figura. Gal.
Di/. Capr. ij^i. E questi, prudenti let-
tori, son quelli, li quali non avendo pri-
ma che ieri V altro imparato quanti gradi
sottendono agli angoli d' un triangolo ,
hanno ec . (A) L Macch. Sol. Q^.
Ancorché tal riflessione passi per un
loro cosi angusto , cbe dal luogo dov'
ella vien ricevuta non apparisca il suo
diametro sottendere ad angolo maggio-
re, che il visual diametro della Luna ,
nuUadtmeno tal luce secondaria è cosi pu-
lente , che ripercossa e rimandala dalla
prima in una seconda stanza , sarà ancor
tanta , che non punto cederà alla prima
rillessione della Luna ( qui sembra ttsa-
lo nel senso più generale di corrisponde-
re). (Pe)
SOTTENTRAMBWTO. // sottentrnre.
Vtloc. 5. 52. Vedendo ec. il vento con sotti-
li sottentramenti stimolar quelle.
SOTTENTKABE- latrar sotto. Lat.
subire. Gr. uTToJu'efl&at . Uocc. Introd.
20. Una maniera di beccamorti ec. , la
quale questi servigli prezzolata faceva, sot-
tentia\ano alla bara. Tass. Ger. ip. 11.
Girar Tancredi inchino , e in se raccol-
to , Pure avventarsi e soltentrar si vede .
s? Giov. t^ell. ì il. Alf. 107. Fu si ter-
ribilmente battuta quella muraglia ce. e
con violenza sì grande jl>l>ittluli i merli ,
e levatone i difensori, che i Guasconi eb-
bero animo di soltentrar le mura. (V)
%. Per metaf. Lat. subire, irr-epere. Gr.
urroCjsg&ai, ei'ieDTti'CJiv. Frane. Sarch.
rim. 36. E tu col tuo savere Soltentri a
lor , levando il mal acquisto f cioè , suc-
cedi, vieni dopo di loro), lalat. 85. Ter-
ciocchè essi non si scorgono agevulmente,
ma sottentrano nell'usanza, che altii non
se n' avvede (cioè, si accostumano a poco
a poco). Fir. .4s. ^5. Perchè io, sottcn-
tiando a questi ragionamenti, dissi (cioè,
soggiungendo). Sen. fìen. f'arch. 6. 3l.
S O T
Ilipoi essendogli dopo un certo tempo in
luogo dell' ira sottentrato la vergogna ce,
t;iido più volto (cioè, sopravvcnu(a).
S0TTK^TnATO. Jdd. da Sotfcntr.,.
re. Ilorgh. I esc. Fior. {i56. Molti ului>.i
si levarono, sottentrati nella Chiesa di Dìo
(cioè, a poco a poco introdotti. Int. ir-
rcplus ).
iiOTTENTU AZIONE. Sottentramenlo.
Lai. ingressus , irrcpfio. Gr. /aTa'^uii.-.
Lib. cur. malalt. All'attanno succede la
sottentrazione del dolore.
SOTTERFUGIO. Suttcrfugio. Lat. con-
fugfum, pra'textus . Gr. Trpo'^O'.'^t^ . Car.
lett. 2. 84- Sono cosi noti a tutti , che
non si può dubitare cbe siano allegati
per solterfugii. * F Eneid. 12. l447- ^''
S O T
»279
più
Turno, Farai tu mura, o sot-
teifugio, o schermo? (li)
3 SOTTERRA. Avverb. Sotto terra.
Lat. sub terra . Gr. uTTO yr}V. Guid. G.
Veramente v' erano molte caverne nasco-
ste sotterra. Pallad. Voglionsi far laggiù
lungo fondo, e far sotterra venir 1' acqua.
Pc(r. son. 236- Immaginata guida la con-
duce , Che la vera è sotterra. ì il. SS.
Pad. 1. 92. Avvegnaché tanto fosse stalo
sulterra , cosi si trovo incorrotto , e sana
la tonica e gli altri panni, con i quali fu
seppellito, come erano innanzi, fìurch. 2.
rifi. Che questo vizio sotterra ti colica .
fiocz. farcii. 2. rim. 1. ( h' un uomo
stosso una medesim' ora Batte sotterra, ed
erge al cielo ancora.
+ ■'.• §. 1. Picesi A chi ti confida una co-
sa, che essa sarà sotterra j ad accennare Che
non la ridirai , che la terrai in te. Cecch.
Pot. 3. 3. Io li prometto sopra della fede
mia che ciò che tu mi dijai sarà sotter-
ra. (T'j /i 3. 6. Moro, qui fia sotterra ciò
che tu mi dirai. (N)
\%. II. Picesi che la Luna è sotterra ,
(Juando è tramontata , è all' altro emisfero.
Pallad. yovemh. 7. Ponendo l'aglio quan-
do la Luna è sotterra , e anche a Lima
sotterra divelleudo:;li , non ne viene poi
pxuzo . * C'r. 4- ^^* S- Conviensi tramu-
tare il vino quando la Luna è srema , e
the fia sotterra . A lib. 6. 3. 2. Si dice
che se si seminano quando la Luna è sot-
terra , e , sotterra la Luna stante , si di-
velgano, saranno senza mal odore./";';
sf §. IH. Sotterra, fu usato anche per
accennare moto da luogo, e vale IH sotter-
ra . /Ing. .^ht. 2. 59. Superbo l'aureo
serpe esce sotterra , Che spera al sol go-
der gli usali amori. (Pj
•\- ^. IV. Esser gito, o Gir sotter-ra, vale
figiiratam. }'orire. ** Cas. canz. 2.'i. Db
fortunato chi scn gio sotterra »1 (C)
SOTTERRAMENTO. // sotterrare.
Lat. humatio.Gi-.TXfì- J ib. Fred. Fan-
no volentieri la carità del sotterramento
de' moi li.
SOTTERRANFO, e SOTTERRANO.
Jdd. Che è sotto terra . Lai. subferrnneus.
Gr. xKTaySc'vto;. ( r. 2. l5. 8. Gli ani-
mali che dimoiano in ac(|ua. li quali sollo
la terra profondamente si generano ne'la-
gbi sotterranei, son venenosi. Coli. SS.
Pad. Tratto cjuasi da una tenebrosa e sot-
terranea spelonca alla luce. ( onv. 186.
Possono dire questi colali, la cui anima e
privata di questo lume, che essi sieno sic-
come valli volte ad Aquilone, ovveio .spc-
louibe sotterranee . Alam. Gir. 16. 86.
Cb' io ho giuralo, ogni guerriero strano ,
Cui qui fallisca il suo disegno stolto , Far
morir tosto, o 'n luogo sotterrano Tener
mai sempre in tenebre sepolto. Sodcr. Colt.
72. Avendo sotto questo luogo accomodalo
la cantina sotterranea in volta.
* §. Sotterraneo, per Cosa dell' altro
emispero. Cr. lib. ^. cap. 22. Conviensi
adunque allor vendemmiare , e massima-
I mente la Luna essendo nel Cancro . o in
Leone , o in Lilira , o in Tscorpione , o
in Capricorno , ovvero in Acquario . Ma
i|iulla finendo . ed essendo in segno sot-
leirjiieo. conviene aflì ettar la vendemmia,
si come Borgondo dice. (F)
SOT rr-lUUARF. Metter sotterra ^ Sep-
pellire, lat. sepclii-e, humare , tumulare.
Gr. 7«7TT5iv. Jiocc. nov. 79-36. E r avi il
dì stesso siala sftllerrata una femmina .
I it. ( rist. O fratelli miei, non mi to-
gliete lo fij.liuol mìo. o voi mi sotterrate
con esso luì. Coli. .'>5. / ad. E poi seguen-
trmcnte quello (he dice, che fu posto ec.
e sotterralo in lena . / it. SS. Pad. 2.
2(k). Venne si gran piova , e fu si tanta
tempotade per tre giorni, che non si po-
tè sotterrare .
§. L Figuratam. Fir. As. 200. £ già
li aveva per modo alloppiati e sotterrati
nelle molte vivande , eh' e' giacevano per
terra stramazzati. Alam. Colt. 5. II7.L0
spietato d' Arpin, Cesare e Siila, Venuti a
'nsanguinar le patrie leg^i , E sotterrarsi
ai pie con mille piaghe E tra mille lac-
ciuoi la bella madi-e.
g. 11. Per similit. si dice d'Ogni altra
cosa che si riponga sotto terra, o che anche
sì citopra con checchessia . L at. deprime-
re. Gr. eVi)tc.T«6«')Ì£f.i . ^ Cr. lib. 5.
20. 7. Seibansi (le pere), se diligente-
mente saranno scelle, salde, e quasi dure,
e alquanto verdi, e sotteiTate nella paglia,
puri he sieno in luO|;o oscuro e secco, ff''^
/ as. 7 it. Op. 5. 14. Altri vogliono che '1
Milanese lo portasse a Roma, e lo sotter-
rasse in una sua vi.na, e poi lo vendesse
per antico ,il Cardinal S. Giorgio. (C) Sen.
Pen. I nrch. 7. io. Ma per mia fé la terra,
la quale tutto quello che ti doveva esser
utile mandò fuori, sotterrò e nascose l'oro
e r argento. Sagg. nat. esp. l35. Sotter-
randosi tutta la palla nel ghiaccio.
§. III. òotlerrare altrui, per metaf, si
dice del Pidurlo m istato vile e miserabi-
le. O,
TP'-
rio .
Lat. opprimere , depri-
mere . Gr. A'XT'X.^y.Wiii , zaT«Tri£^5iv .
Cron. Morell. Le più volte ti vien fatto
contro a le, e non tanto contro a te, ma
tu sotterri chi è stalo, e dee essere mai di
te. La.'ic. Gelos. i. 2. Più tosto consente
allogarla , sotterrarla in lutto : povera fi-
gliuola [
* §. IV. Sotterrarsi, figuratam. vale
Povinarsi, A'uocersi da se. Jìuon. Tane.
4- 6. Oimè, fratello, tu ti sotterri. (C)
SOTTERRATO. Add. da Sotterrare.
Lat. hiimatus. Gr. t«»ìi-:. l'ataff". 6. Ed
arlior sotterialo non ha grasce. (;. 1'. IO.
87. 8. Io veggio t;astruccio morto e sot-
terrato. /'," 12. 95. 6. Tormenlarougli per
farsi insegnare la pecunia nascosa e sotter-
rata . Frane. Sacch. nov. 167. Dicendo
spesso , che alcuno corpo sotterrato alla
chiesa loro averà fatto miracolo.
* g. JSota uso metaf Fior. It. 3o8.
Tu vedi ancora che pochi di loro vegghia-
no , perocché la maggior parte di loro di
sonno e di vmo è sotterrata ( lat. sonino
vinoque sepullus ). (Ci Jìr. As. E già
gli aveva per modo alloppiali e sollenati
nel vino.e nelle molle vitande, eh' e' gìa-
c<r\-ano per terra stramazzati ( neW Aulu-
laria di Plauto è una locuzione simile •
deposivit vino). fV)
t -'.* SOTTLHRATORK. J erbai, masc.
Che , o Chi sotterra. Pecchino. Lat. pol-
liiitlior , huniiilor. Gr.
"f'-'
Il / o-
•aholario alta iorp UECCIll^O. (')
SOTTERRATOlllO . Sepoltura. Lat.
sepulcnim . Gr. ra^s;. Fir. As. 08. Er-
coli arrivare il mono cr., il quale ce. era
menalo per li pili relelirali IuorIiì al sol-
lerralorio con una grandissima pompa.
SUTTl-S.'iO . ./iie/V<. 1.0 .Uisso che
Salto, aggìiiatavi la particella E.SSO ptr
proprietà di linguaggio. V. LUMGllESSO.
i^8o
S O T
sor
sor
Lat. sub j suhter , sn'ttii.r. Cr. jtò. Te-
seid. I. 1. O sorelle Cjslalic, che nel monte
Eliconu contente diniorJte re, Sottcsso 1'
omhrj (li.'lle foglie amate.
SOTTIOLlAMENrO . // soUif^liare .
Lat. atteiutatio . Gr. isTTTiluo': . Cr. 2-
l5. 6. Il campo forte e tenace e stretto, e
ili maUagr cilie ripieno, non si lavora ad
ammendamento e sotlijjliameiito se non per
({ualtro arature. /:,' 6. 28. !■ I-a rainamilla
è calda e secca nel primo grado » ed e pros-
>imana alla virtìi della rosa nel suo sotti- \
gliamenlo. Salvia, lìisc. i. 7,\\. La sle»&a '
ragione cammina nelle rarefazioni e ne* sot-
ligliamenti, dove la medesima sostanza cor-
porea si stira, s'allunga e si stende.
# SOTTKiLrA.NTi: . Che sottig/ia .
Pliit. A<tr. Op. nior. ^. 10:^- L'acquiiloso e
spiritoso del vino prontissimo alla muta-
zione e ammorzato tlalla porzione terrestre
che lui natura astringente , e sottiglian-
te? (C)
SOTTIGLIA.VZA. F. J. Sottigtiamen-
to , Sottigliezza.
t §■ Figuratam. Lat. argutia, tetiten-
tia. Gr. ffo'pn./a. Frane. ìiarh. 288. 18.
i^osì per somiglianza Togli ogni solligUan-
za. Tesoretl. Jir. l_'|. 108. E vidi in bello
spazzo Scritto per soltiglianza : Qui stala
temperanza . jilhert, enp. 60. Soltiglianza
è scernimento de* vizi!, e delle vìrtudi.
SOTTIGLIAUK . Assottiglinni . Lat.
lemtare. Gr. ^£:TTJv;tv. Cr. 1. !^. 6- L'
acqua colta fa minore inflazione, e più to-
sto discende, imperocché la decozione sot-
tiglia la sua sustanzia . E'ip. Saliti. Soiti-
gliarono le lor lingue siccome serpenti
( cioè , aguzzarono ) . •',' Pini. /Idr. Op.
mor. ^. lo'j. Ma il sale did mare solli-
gliando , e liquefacendo 1* esterno , e so-
pralihondante non lascia sopravvenire tri-
sto odore, e putrefazione. (C)
'? g. I. Sotligliar la terra , l'nfe Ri-
durla in minute particelle . Cr. 2, l5. Il
Iritameoto i: necessario per la sua sottili-
tade , imperciocché se mm si trita non si
sottiglierà , e non assottigliata non sarà
ronvenevol ciho e materia delle piante. (C)
# §. II. E per meta/. Sai hi. it. Ciug.162.
E dì e notte sottigliava e affaticava suo
animo in ciò. (F)
# g. [II. Snttiglinre, dicexi anche della
xi.tta. Cr. 5. 5. La sua gomma (del ci-
liegio} col vino e coir acqua 'mischiata,
cura 1* antica tossa . e megliora il color
della faccia , e sotliglia il vedere , e pro-
voca l* appetito. f!\)
g. IV. //( .tignific. nctitr. pa<!S. \-ale
Dix'i'nir .toltile , Pimafirare , Consumar-
si. Lat. contahcteerc, Gr. jXSLùv.Cvi'j^v.i .
Dani. Purg. 23. Cade virtù nell'acqua,
e nella pianta Rimasa addietro ond'io sì
mi .Hotliglio .
g. V. //i signific, nrutr. va/e .S'ottì/iz-
zai-e, Ghirihizznrc. Lat. argutari , cavil'
lari. Gr. 'sotfi^tt^'X.K . !\'ov. ant. 8. .ì. I
$avii Saraceni cominciarono a .toltìgliare.
SOTTIGLIATIVO. .Idd Che ha virtù
di sottigfinre. Lai. ntlenuandi viin habent.
Cr. 5. 2. i:^. La corteccia i delle matéd.u/ej
e le foglie sono monriilìcative r sotligliatìve
1- sanative. /•," 6, X\. 1. Avicenna dice, che
( /' rrha del capelvenere ) poc«i declina a
caldezza, e per cntal cugiuDc è Mittiglìatìva
<■ resoUiliva e apriliva.
SOTTK^rLlATO. Jdd. da Sotligliair.
Lat. tenuatus. Salvia. Ih.iC. 2. I7. Elevato
in luce, e sotligli.ilo in ispirilo , da luogo
di -'talute amorosamente ci mira.
•f * SOTTIGLIA/.IONE. Terni, de'
Chimici Quella risoluziotie di cui
fé parti più rra.t.fc .ri .teparam' dal-
le più .-cottili. Lai. alfenuatio . (ir
XcrrTUiiAO;. Jrt. Fetr. Ner. 1. 16. Il
croco di Marte ni>n è altro che una solti-
gliazionr e cahiniuioDc ili ferro, per moz-
zo didla quale la sua tintura , chi.' ia ve-
tro e ruljicoudissima , si apra di maniem,
che ec. (•)
SOTTIGLIEZZA. Astratto di Sottile.
Lat. .fiihitlitai , exilitas , tenuitas . Gr.
Ìijttj't»); . Cr. 2. 23. 19. E da notare
che così fatta operazii)ne e alto si varii se-
condo la divei>ilà della grossezza e sotti-
gliezza dello stipile che si dee innestare .
g. I. Per l.rrar.sit<i , Parcità. lai. /*-
nuìtas , meiidicilat. A/hcrl. cap. 3l. Cosi
e contro natura, come con 1' altrui danno
crescere lo sui> prode, e spezialmente della
sottigliezza e poveità del mendico.
g. II. Per Qualità .tattile, nel signific.
del g. IV. di SOTTILE add. W. /'." 8.
25. Dieesi per li strolaghi , che fu per
influenza di costellazione, altri per lrop)ta
solligliezza d* aria, v Sagg. nat. e.tp. I16.
Per la velocissima scesa dell'argento vivo
e subito ridotta ( I' aria l a quell' ultimo
grado di rarità e soltiglieua > al quale
ee. fB)
-I^ §. III. Soltig/iezsa, dicesi anche Una
delle doti che avranno i heati tn Cielo .
fiut. Colle doti della sotliglieiia, dell'agi-
lità, della 'mpassihilità . e della cliiarezza.
Segner. Mann, Marz. 28. .'1. l'er la sot-
tigliezza che lo viene a spiritualizzare, cioè
a fare eh' egli ^iV beato) operi come spiri-
to. (Fi
•}• §. IV. Per meta/, vale .Acutezza d'
ingegno, Industria , l'inezza. Lat. acumeit
ìngenii, indwUria, .tollcrtia. Crr. al'/X'-'^'^'V..
G. F. IO. HI. 3. A nuli' altra cosa in-
tendeano con sottigliezza , se non di far
venire danari in comune. Filoc. I. 3o.
Rallegrandosi d' avere per sntligliezza an-
nullato il proponimento di Giove . Ott.
Coni. Inf. 1. 11. La sesta (età del mon-
do) sotto Mercurio, gente data a sotti-
gliezze mondane. Tes. fìr. i. 16. Memo-
ria è tesoriera di tulle cose, e guardatrice
di tutto quello che 1' uomo Iruova novel-
lamente per sottigliezza d'ingegno, o che
r uomo imprenda d' alimi, {-'rane. Jìnrh.
1^2. 6. (Cinque son quelle cose che poco
Hanno nel mondo loco: ec. Del malto la
ricchezza. Del pover solligliezza. E della
disonesta la hclleiza . Cavale. Med. cuor.
Non può venir la mente a sottigliezza, se
non la rade e purifica la lima dell' altrui
pravità . Fit. Plut. Seppe che Aristotile
avea manifestala la sottigliezza ilcU' arte .
# Pucc. Centil. voi. I. cant. IO. E fecer
con virtù inacgior prodezze, Che compa-
rite p»i non sono a loggia Con tutte i|uante
nostre sottigliezze, ffì/
* g. V. Petto della vista acuta. Fit.
S.K. Pad. I. 6.3. Non perdette perula sotti-
gliezza del vedere, f Fj
SOTTIGI lUMK . Unione di rose sot-
tili ; e si u.ta comunemente per dinotare
Cifii di poca sost'tnza. Htion. Ficr. 3. I.
.^. Vo' che tu muti vita; E vietandoti lut-
ti i sottigliumi. Ti si eonvien nulrìnieolo
più grosso.
* SOTTILE. Sutt. la parte .KOttile .
fìarl. Às. I. 3. 122. Gli elemenli con
ijualunque sia il loro sottile . perchè in fi-
ne snn corpi , ciò cbo compongono e cor-
pò. (P)
* §. I. Sottile, diif.fi anche della Par-
te migliori' di checchessia, del Fiore. }fil.
M. l*ol. |.|p. Quando hanno fallo questo.
dicono chi' lo spirito dell* iiloh* ha m.iii-
gialo tulio il solide della vivanda, ^/^r'
Ji^. IL Sottile, vale anche .\ccessilà ,
Slremità. I at. ncitssitrts, inopia, egestas.
Gr. xty/41/i. G. F. 9. 88. I. Memcr t'anr
con .suo sfotto venni' ad oste sopra i Pa-
dovani ec, e recolli sì al sottile, che ec.
tccer pace . »> Cavale. Sf^cch. Cr. 168
Si dire dell'uomo chi' ha pcrtlut» o^ni co-
.va: i- tornato al soltilr. (ì)
^ 11'. C.uaritarla nel s'aitile, vale /V
ser fisico.to , 0 troppo per l' appunto , o
considerato. Lat. morosum esse. Gr. si vai
gJ'S/.oXov T^fv f\i'.fj . Salv. Spiu. 4. 8-
Dornin y eh' ella la guarth si nel sottile 7
Belline, son. 261. >el sottil cogli amici
mai non guardo, /torgh. Pip. <(8. Darcb-
liono il guadagno ad un altro pittore, che
non la guarderehlie per lo bisogno rosi
nel sottile. ì areh. Krcol. yS. Coloro che
la guardano troppo nel sotlilc , e sempre,
e in ogni luogo, e con ogouoo, e d'ogni
cosa tenzonano e contendono.
§. IV, Cavare , o Trarre il sottil del
.lottile , si dice di Chi coli* industria non
istrazia niente , e fa comparire il poco .
Cren. }forell. 2Ì6. Traeva il soiuic del
sonile, ammunendo e dirizzando la sua fa-
miglia con tutti i linoni insegnamenti. Cant.
Cam. 221. Questi oostri mercanti Ci dao
qualchi; cosella a lavorare; Ma Toglion lutti
quanti 11 sottil del sottil troppo cavare. Red.
i'ip. l. 77. Per cavar, come si dice, il
sottil del sottile, ha sempre messe ila banda,
e conservate tutte le loro carni e 1' ossa .
SOTTILE. Àdd. Che e di poco corpo.
Che ha poco corpnj contrario dì Grosso.
Lai. siibtilis. Gr. ifTrs';. Bocc. no\\ !iz.
\!\. A voi eonvien far fare corde molto
più sottili agli archi de* vostri arcieri . K
g. 6. f. 12. Non altrimenti li lor corpi
candidi nascondeva, che farebbe una ver-
miglia rosa un sottil vetro. E nov. 63. 5.
Credendosi che allri non conosca e sappia
che ec. il viver sobriamente faccia gli uo-
mini magri e sottili. E nov. 80. IO. Re-
caron le schiave due lenzuoli bianchissimi
e sottili. Petr. .ton. iri2. E *1 tacilo focile
D'amor tragge indi un liquido sottile Fo-
co , che m' arile alla più algente bruma .
( Lat. tennis fiamma in simil proposito
dis.te Catullo '. M. E, 3. 67. Frciono ec.
grave danno di rubare molti legni che vi
trovarono, traendone l'avere sottile, e pro-
fondando i legni in mare ( cioè , le cose
più minute ). Soder. Colt. 107. Le buone
Ixilli di castagno ec. , dov' elle si fanno
sottili , s* usa impeciarle.
g. I. Sottile, aggiunto a \avi , vale
Leggieri . Bocc. nov. i^. ^. Comperò un
legnetlo sottile da corseggiare. E nov. 3^.
Q. Fece due galee sottili armare, e mes-
sivi su di valenti uomini , con esse sopra
la Sardigna d' andò.
§. II. Per }fe.tchino. Parco. Lat. par-
cus, miser, tennis, Graz. Gr. pCtc&i)o:,
■/*"ZP->- Pocc. /UH-. 63. 5. Credonsi che
.diri non conosca, oltr* alla sottil vita, le
vigilie lunghe , 1' orare e il disciplinarsi
ilover gli uomini pallidi e afllilti rendere.
.imm. Ant. 6. 2. !\. Vennero a sottile
mensa e poveri cibi , e per questo gae-
rirono .
g. III. .dottile , aggiunto a Fino , va-
le Pi poco corpo , Par. tante. Put. Vuole
li vini sottili, e le vivande tUlicale pei In
Banco .
^. IV. Solti/e, riferito al if/ito.o olPnria.
vale Setta, Purificata , Penetrativa. Lai.
tenue c<rlum, Cicer. Borfih Eies. 216 Del-
ta bontà di-ir aere non lia qui ora tempo di
mollo allargarsi; se non che non è forse
in lutto vera quella opinione , che fjuan-
luuque le paludi e le valli si prt>vÌno per
b> più inferme, non ci lia perciò lutlavia
luogo la regola de* contrarii ; e i lunghi
niidlt» alti, e perciò di soperchio ventosi,
o soltili, non sono sempre sanissimi. /.as^\
ticlos. I. 5. Egli è que>u notte per dis-
graiin una cerla breiiolina sottile, che mi
penetra infino al cervello.
g. V, Per Pclicato , t.cntile. Lai. «te/i<fl-
tut. mollis. Gr juwiotxo;. TV.c Rr. 5. .36.
Klli (li struizoli) beccano Io ferri», e son-
nc mollo vaghi, e ȓ il consumano, come
un sottil pasto (vioif, leggieri, r agevole a
digerirsi V
S O T
§. VI- Ptr Iscemo, Manchevole^ Debole.
Lat. cassus , i'acuus. Gr. -YpoZò^ii xs.o;.
C, /'. 8. <^- 6. I cilUilÌDi, cbu er;iiiO al &er-
r.igUo, si cumincùruuo a partire, oaàc rima-
se moltu soUilv di gente.
§. VII. Sotti/e, aggiunto di Male, signi-
fica il Male del tisico . Lih. Masc. Que-
sto è nelle Ixislie , come il mal sottile e
nclt* uumu.
* §. VHI. Sottile j aggiunto a terra,
vale Magro s contrario di Grasso. Cr. 2.
a6. 4- Se Li terra è cavata della fossa , e ri-
mescavi dentro t e ri|)ÌeDa , avanzerà , sarà
grassa; a »c mancberlt, sarà sottile e ma-
gni- rvj
^ %. IX. Sottile, parlandosi di pronun-
sia, vale Lene j contrario di Hozxo. Salv.
.4vvert. i. 3. I. 3. Le pronunzie sono que-
ste ec. I vocale grosso 1 vinale sottile ec.
U vocale U consonante ce. Z semplice, Z
aspra e sottile, Z rozza- (ì')
%. X Fermetif. vale Acuto, Ingegnoso,
Fine, Eccellente. Lat. acutus , sagax , va-
fer, subtUi.i. Gr. ó^Ji, a'/xt'voo;. -'x.toJ-
/••/o, . «'utìi»;'xa^5;. Frane, lìarb. 297. 8.
Compranoo, sii sottile In conoscer che to-
gli. Vant. Par. 32. Ma io ti solverò forte
legame, Io che ti striogon li peosier sot-
ùU. JSocc. nov. 1. l!\. Avendo l'udire sot-
tile, siccome le più volte veggiamo avere
gì' infermi , udì ciò che costoro dicevano
(cioè, tuono, esquisito). E nov. 5^. 8.
Tennero per innanzi niesser Betto sottile
e iiileadcnte cavaliere. E nov. 80. a3. Uo-
mo di grande intelletto e di sonile inge-
gno . L nov. 84. IO. Al quale il Fortar-
rigo, in una sottil in;dizia entrato, così in
camicia cominciò a ti oliar dietro. Petr. son.
30Q. E temo eh' ella ^on alibia a schifo il
mio dir tioppo umile. Degna d'assai più
alto e più sottile. ì'it. SS. Pad. 1. ZQ.
Come esigerti e di sottile ingegno ec. ,
molle cose possono avvisare e giudicare •
Cavale. Frutt. ling. Molto meglio si 50I-
Tono li dulibii per le sante orazioni , che
per sottili disputazioDÌ. Tac. Dav. Ann. 2.
38. Til.erio , dottor sottile , fece venderli
al l'attor pubblico ( il testo lat. ha : novi
ìurii rt'pertor ).
J? g. XI. Detto dell' udito , vale Acuto,
Penetrante. Ang. Met. 2. aS. Ha sì buon
occhio, e sì sottile orecchio Che non bisogna
ch'alcun si presume Parlar mai sì secreto
ce. che egli non l'oda. (Dj
^ §. XII. Sottile , parlando di Jìume ,
vale Scarso. G. F. lib. 7. cap. 123.
U quale fiume d* Arno era molto sottile
d' Jvqua. lì')
SOTTILE. Avverb. Sottilmente. Lat.
subtiliter , acute. Gr. ÌsTT^&ì'ì, ax^iBù;.
Dant. Bim. \z. lo non lo intendo, si
parla sottile (cioè, profondamente). Pal-
ìad. Agost. 8- Ragguarda d'intorno sottile
quanto puoi (cioè, acutamente ). Morg.
21. 48- £ come Nillo parlava sottile ^cioè,
ingcguu^amente ).
SOTTILEME.NTE. V. SOTTILMEN-
TE .
SOTTILETTO. Dim. di Sottile- Lat.
extguus , subtilis. Gr. JaTToj. Fiamm.
{\. i33. I biondi crini pendenti sopra ì
candidissimi omeri, da sutlUetto cerchiello
d' oro, o da ghirlandella di fronde novelle
suno sopra la testa ristrelli. ^ liocc. Amor.
J'is. 19. \ulcan con froda avea Ordita di
di ferreo soUilf tto Una ingegnosa rete , e
t;li avea presi ec. iB) Tes. Sr. 5. il.
Sparv-ieri vogliono essere di questa manie-
ra, che egli abbiano ec. le gambe grandi
e corte, e la roda lunga e sotliMta. Jiorgh.
Fies. 217. Sebbene hanno vuluto dire al-
cuni che e' sia ( il nostro aere J verso il
verno sotliletto, ed alquanto freddo ( nui
nti signijic. dei %. IV. di SOTTILE, ad-
Jitttivo J.
S0TTILEZ7.A . Soffigliela . Lat. te-
Focabolario T. ti.
S O T
nuHas,ejilitas. Gr. Ìetttotjj';, i5;(vi'ti3;.
M. Aldobr. P. A- 196. La cui voce è di
mezzano suono, dichinjudo più a sotlilczza,
che a grossezza.
* SOTTtLINO. Mingherlino, Magri-
no. Lai. sublilior, gracilis. Gr. XsTtToVì-
00;, l's^vòi. Il Focabol. alla voce MIN-
GHERLINO (')
f SOTTILISSIMAMENTE. Superi, di
Sottilmente. Lat. suhtilis.sime, acutissime.
Gr. Ì£Ti-dT«ra, aVjJcSs'siaTa. Ott. Com.
Par. IO. 255. Questo è santo Aml)rogio,
il quale sotlilis:>iniameDtc pailòe della fede
cristiana (cioè, atutissimaincote, eccellen-
tissimamente) . Onici. S. Oreg. Signoreg-
giaudo se medesimi con grande sollecitudi-
ne, ed esaminandosi sollilissimamenle (cioè,
accuratissimamente). Sagg. ntit e.\'p. 172.
In esso pareva che fossero stale messe
in gran copia sca^liuole di talco sottilissi-
mamente sminuzzato ( cioè, minutissima-
mente ).
SOTTILISSIMO . Superi, di Sottile .
Lat. sitbttlisstmus, tenui.isimus. Gr. /ett-
to'tsctoc . Foce. nov. 80. 8. Vi miser su
un paio di lenzuola sottilissime, listate di
seta . E nov. q6. 6. Erano vestite d* un
vestimento di lino sottilissimo.
§. I. Per Parchissimo . Lat. parcissi-
mus , tenuissimus . Gr. Ttotvu OuSùìo'ì ,
yXtcx~^Ty.zOi. Pocc, nov. l3. 6- Facen-
do sottilissime spese, agramente comincia-
rono a prestare a usura.
f g. II. Per Ingegnosissimo. Lat. cgre-
gius, ingeniosissimus. Gr. ='^0X^5» £Jpu£-
craro;- G. V. x. 47- '• Furono antica-
mente fatti per sottilissimi maestri vasi con
diversi intagli. F appresso .- L' aria d' A-
rezzo genera sottilissimi uomini. Ott. Coni.
Inf. 17. 3l6. Fue Aragne femmina sotti-
lissima e dottissima nell' arte del tessere.
§. III. Per JSettissimo, Puh/icatissimo.
Lai. excellens , punssimiis . Gr. Ì^olì^z-
T05 , ^siruro; . M. V. 8. 25. Essendo
dal cominciamento del verno continova-
to infioo a Gennaio un* aria sottilissima ,
chiara e serena ec, da questa aria venne
un' influenza.
* g. IV. Per leggerissimo , Facilissi-
mo a digerirsi , detto di bevanda. Fav. Fsop.
107 ■ E quando bevo Ìl sottilissimo, dolce e
splendido vino, tu mercenaia e mala vil-
lana bevi r acquaccia marcia , e brutta
feccia. (F) Bed. Cons. l. 139. Essendosi
fatto d passaggio dal sottilissimo siero de-
purato al latte gentilissimo d* asina. (^)
SOTTILITÀ', SOTTaiTADE,eSOT-
TILITATE. Sottigliciza. Lat. subtilitas.
Gr. 5?;>'t/;^. * Tes. Fov. P. S. cap. i3.
Netta le interiora dalla sottilità delle me-
dicine scamoneate. (B) Cr. 2. i5. Il trì-
tamento è necessario per la sua sottilitade
(della terra); imperciocché se non si trita
non si soltiglierà. <C) /iern. Bim. I. 5.
La lor sottilità ( de" lenzuoli) resta indecisa
Fra loro, e la descritta già carpita.
g. I. Per Accortezza , Sngacità . Lat.
calliditas , desteritas , solcriia. Gr. ::«-
V5u_p-/t'a, Os^tOTT;;, ^ìcvo'ti;. ISov. ant.
100. 4* La teina cun &ua sottilitade e con
sue belle parole si rappacificò tosto eoa
seco. ì'inC. Mari. lett. 5o. Ma qual fu
mai più bella sottilità, che dopo aver se-
minate le mie calunnie per tutte le parti
d' Italia ec, le avete raccolte con tanto beli'
ordine nella vostra ingegnosa lettera?
t S- 'L Per Acutezza. Lat, acumen.
Gr. ò^\J7r,;. Ott. Com. Inf. io. 179. Di-
mostrò due cose, cioè speciale familiarilade
e conversazione tra 1' autore, e il figliuolo
di colui che parlava , abito di scienzia , e
sottditale d' ingegno. Sen. Pisi. Avvegna-
diochè alcuno gli mostri e pruovi per sot-
tilità d'argomento. Cr. 6. 87. 7. Ingrossa (il
porro) la sottilità degli occhi, e grava lo
stomaco, e genera sete.
S 0 T
1281
§. III. Per Eccellenza, Squisitezza .
Lat. subtilitas , prasfantia . Gr. è^oy^n ■
7<'v. l'r. 8. 4' ^b* !"■■" vuole pensare la
suttdilà di fjuest' arte, si truova che la pri-
ma sentenza e di maggior valore.
'"^ §. IV. Per Bigore , Severità . Med.
Arb. Cr. 4- Neil' uuderimo frullo ripensi
la sottilitade, e l'iiguaglìauza del suo giu-
dìcio, che dee venire a fare. (C)
''• g. V. Per Cosay o Scienza sottile.
Fr. Giord. 207. Chi vuole una sottilità
vedere , una verità sottile e di geometria
ec. , conviene che si mortifichi ai sen-
si. (F)
•1* §. VI. Sottilità di mano , vale De-
strezza. Fr. Giord. 3o!\. Ben sono di quel-
li che fanno altri giuochi pur di sottilità
di mano , che non sono fatture di demo-
nio. (J')
•f ^-SOTTILIZZAMENTO. // sottiliz-
zare. (Jden. I\'is. 3. 69. Senza troppi .sottiliz-
zamentl, è manifesto che Turno traeva sua
origine da quella stirpe. E 4- 102. Se 1*
Ariosto avesse descritto ec. , senza studia
alcuno di sillogisnii, di conietlurc , e di
altri sottilizzamenti , ce (A)
fa SOTTILIZZARE. Z\"e«/r. Aguzzare
lo 'ngegnojche anche diciamo Ghiribizzare^
o Fantasticare. Lat. subtiliter agere, me-
ditari . Gr. ).£~70/*i/iT!zrv . Ott. Com.
Inf. 16. 3o6. Ma ancora sottilizzando in-
chìerono ed esaminano e speculano sotto
che intenzione e sotto che proponimento
e movimento gli uomini procedono a fare
veruna cosa- Morg. io. 122. Pensa e ri-
pensa , e va sottilizzando Dove e' potesse
più metter la coda .
'? §. Sottilizzarla, vale Guardarla nel
Sottile. « Varch. Frcol. 107. Crederei che
dovesse bastare a chi favella essere inteso,
e a chi ascolta intendere, senza andarla tan-
to sottilizzando. », (Cj
SOTTILMEKTE,eSOTTlLEMENTE.
Avverb. Con sottigliezza. Lat. subtiliter.
Gr. ìaj^-i'Zz. ^ Bicett. Fior. C)Q. I metalli
pesti sottilmente si mettono nell'acqua pu-
ra ec, e si rimestano con pestello. (Fi)
§. I. Per Parcamente, Meschinamente.
Lat. duriter , tcnuitcr. Stcr. Pist. 171.
Tutta la gente, che stava a sua posta ec,
lenea molto sottilmente . Bocc. nov. 62.
3. Esso con l'arte sua, che era muratore,
ed ella filando , guadagnando assai sottil-
mente , la lor vita reggevano . K Vii.
F-ant. 233- De' frutti della quale essa sé,
e i piccoli figliuoli di lui assai sottilmente
reggeva. Frane. Sacch,, nov. l^Q- Man-
giava sottilmente , facendo vita piuttosto
alida , che delicata.
^. II. Per Sagacemente, Maliziosamen-
te. Lat. dolose, callide. Gr. Travo'JsyiW.
C. F. 8. 69. 4- Ordinaro sottilmente, per
iscompigliare il trattato , di mandare una
lettera contraflatta. J/. t'. 3. 61. Del no'
me e soprannome di costui erano rimase
certe lettere illese, e l'altre rase, sottil-
mente per simigliami lettere rimesce ^co.*i
in alcuno buon testo a penna).
g. IH. Per Minutamente, Diligentemen-
te, Attentamente. Lat. solerter, diligenter ,
accurate . Gr. k/^i€'J>? ■ Dant. Par. 7.
Ne ricovrar potcasi , se tu badi Ben sot-
tilmente , per alcuna via . Bocc. nov. i^.
i3. E più sottilmente guardando e veden-
do , conobbe ec. le braccia stese sopra la
cassa. Pallad. Febbr. 21. Si debbono ca-
vare e sarchiare sottilmente. Mor. S. Oreg.
g. 19. Se io sarò sottilmente esaminato,
io non apparirò giusto. Porgli. Ortg. Fir.
23l. Molle cose in prima vista appaiono
belle e verisimili affatto , che , disaminan-
dole poi sottilmente, non riescono a mille
miglia tali. Fir. As. 285. Senza indugio
cercata più sottilmente tutta la casa, tro-
varono quel misero ortolano nella cesta .
Tass. Ger. 3. 93. Poiché la tempra e la
161
'taSz
S 0 T
S O T
ricchcoae-lfregioSolUlmeD.edalaimi-
fil rf, .oce. Legg. li. Un,.!. 8o. La -
devano pacificamenle riposare, e ,:c dolc
lente eanlare .1 soUilmen.ee laCameute
che non si poteva udire. (C)
SOTTINTENDERE. InUnderc clama
cosa non espressa, o accennata alcun pocc.
Lai. snUnUligere. Segner. Mann. Marz.
, , Che è ciò che dei tu sottintendere a
J;. ile parole 1 E Oaol.r. 25. 2. Parca che
UaL^i sottintenderla puramente qual
mito tacilo, l.enchè non si esprimesse
'-■' SOTTINTESO. JM. da Sotl.nlrn-
derc Lat. .<nhauJil...<. Gr. OTtanoU'lSlt.;.
Se^ncr. Mann. Mar:. 3o. 2. Non cade su
b Sp dita , ma su la pecunia , la quale nel
testo'ìatino non viene "F"" • "IV"^! ";.
lesa (•) Pallai: Tralt. Sl.l. cap.2.i. L er
ce, oni poi sono per lo più tralasciament. .1.
Tarole s'ottinlese , e pero taciute , come non
necessarie ad esprimersi, fy/;
+ - SOTTO Freposizionc che denota
Inferiorità d, .w(» d' ana cosa rispetto ad
■',,,' rhe è al di sopraj ed e corre-
Z.' 7sOvLsicosUcecoln..arto
caso- pure al terzo talora s' accompagna.
7;ecLdo.edalsesto.V.X.suh.suher
suhtus. Gr. •^^'. '«■^"•, ,"'""'* \."-i; ieri
,0 U Prendasi un vaseUo grande di tr-
;V.ioc.c^o...47.6.Sottou„pocod^ .-
to che ancora nmaso v era , si nslrin
ono ameiidiini. * Dant. P'-^^-^^J'^^,
che -1 lurLar che sotto da se fanno L
ésalalu dell- acqua ce. All' uomo non
factse alcuna guerra, Questo monte sa-
^"#% 'f. Sotto, talora denota rieinanza
e Ite Pres.so . Segr. Fior. Stor. /■/,. 5.
And o pertanto il Conte a trovar N.ceo-
"rpe/":iro^upr!;.one sotto Pavia, se
"„n perchb in quel tempo a maestà 1
suo Naso si trovava impaniata . ^r. / i".
, A- Era sotto il rastel, tanto d. piano,
■"' ■ J.,n vnltc si liuó trar con m.a-
rtc:%t ^'- = 36,. . Giudei
7' misero in ordinanza sotto le mura
.nànt U 8. Sono -1 6°'""" .<> "»
,■ 1 oto M V. q. tlO. Fece stimare
::.;?t :di^'obe^le-rrelaaechcric.
T orano sotto sua tirannia ... ^./«c. 7-
fi e ;.i„ la cui i.roletionc sicun vivcre-
;.^eom u mm" C.rc. Gell.^U chi tien
rapieti... sotto Vimp.rio J ella ragione ne
r^"^^,-^:irirsuX.X"^
■ ;n .i.ihilitata; e sotto i suoi au-
-i-^v-B^;:^;-'---:-
/}«•(/. csp. nai. 2.>- i-y *"be
M .'Into, sono la P-'--- ;^;Ì ;"-
nissimo Principe c.rduiale de Medie. ,
r,5.^ Sotto luniissimc forme d' u..m.n,
_,JvÌL.Uoji inoeRni dalla na-
si tvuovano maravib""' '».'*,, y^,
tura essere stali riposi! . H) ' "•" M».
e,, ,o i..uali rr^riKeri; s. coutennono .
r f a'dem 'ni., e coloro che «sano que-
rse|jm»dalc,inoeffel.o. secondo la pre.
'''^f\y^Sotto.«r.c,alora a denota
re.tn.aes„.chein«,niaduno.noc.
V-.l Dant li. Partendo . lemp. dch.la-
':.'.i,e i: islonc da se, e la filosofia sotto
diversi dollori s'argomento, non sania lun-
KO studio e affanno, d' intendere. ILJ
* 8. V. Sotto. ser>e anche a denotare
,1 padrone . presso cui altri sta a Imo.
rare. Frane. Saeeh. nov. 192. Perocché
gU convenia esercitare 1' arte allrame.. e
quand- era sopra sb, che quando era sotto
altrui, come discepolo. fC;
* §. VI. .S'oKo alcuno, lo/e Sotto il co-
mando di alcuno. Guicc. Stor. 4. 217^
Insundo (il Pontefice) per 1 osservazione
delle promesse, U Re concedette contro a
vicari di Romagna al Duca ValenUno ee.
trecento lance sotto Ivo d' Allegri a spest
proprie; e quattromila Svizzeri ma quesU
'a spese del Pontefice, sotto .1 BagUd.D.-
siuno. (Lì . . __
# S VII. i'olto, talvolta serve a deno-
tare il tempo, nel quale un uomo e vis-
suto, un avvenimento e seguito ec. Olt.
Com. Inf. 1. 8. Visse a Roma sotto Ot-
taviano Augusto, secondo Imperatore, quan-
do U uomini adoravano li fa}s. e hugiard.
dii. Tae. Dav. Stor. 5. 366. Sotto Tibe-
rio quietarono. (C)
* e Vili. Sotto il tal dì, vale 11 tal
dì, o Nel tal dì. Calli, lett Stacc_ 7.
Sotto di 22. di Dicembre mi fu s.go.ficato
ec. che per U 26. detto ec io dovessi in-
tervenire in una visita del fiume d. Di-
senzio . Kucell. lett. 32. Ho "«vuto la
bcnignissima lettera di V. S. IH. d. Mi-
lanorsotto di 17. passato , ripiena al solito
di queUe dimostrazioni, che sono p.u pro-
porzi..natc alla sua singoiar benignità, che
al mio merito. (Cj . , r-
* e. IX. .SoHo, in luogo di In. fr.
Giord. 236. Quando vuol (Dio) f^-e al-
cune opere nel mondo, convit-n che le fac-
ria sotto alcun tempo. (ì ) J>ut. JnJ. I.
Parla sotto due solisi : l'uno letterale, e 1
altro allegorico. (C)
* S X. Sotto, in vece di Circa, 0 in-
torno^. Vit. S. Ciò. Gualh. 335. Sotto a
quel tempo si legge , che avvenne per le
m, rita del Santo Padre uno muacolo si-
mile al sopraddetto. (V)
* §. XI. .S'odo, talora serve a denota-
re il patto, o la condizione con che altri
concede ad uno una cosa. C. F- l\. 20.
A. Molti nobiU e gentili uomini , larga-
m.nte dato loro sotto fio, U si lece vas-
salli. (C) , _, .. .
* e XII. Sotto, talora vale Mediante.
Con Cap. Impr. prol. Le singulari gra-
zie che Iddio ha falle sotto la mc.xau.la
«Ielle santuario dipinte, e non .lipinle un-
.na^ini. (C) , „
• S XIII. Sotto, invece di Con. isocc.
nov. 85. 3. Avrei ben saouto e sanrei sotto
altri nomi eomporla. Fiìoc. b. l38. botto
urave giuramento prometter s. lece che
egli pii. avanti non lana che quello che
ella gli aveva consigUato. * Ca.r. /e". 58.
Protestandomi ce. che io non voleva, eh
ella (la dedicazione) uscisse sotto mio nome,
ma sotto nome dello stampatore e drgU
eredi del cardinale . Borgh. Orig. tir.
l5l Avea in concetto di dargli ( a Mar-
te 1 un Tempio sotto il titolo d. Vinello-
re. (Ci Segr. Fior. Dial l.ing. Dante v,w
1, ndo significare Italia , la nomino sotto
„,icsta ..articola Si. (D) Guicc. Stor. 2.
38 i Aveva quali he inclinazione di non gli
ilare le genti promesse nella cap.lolaz.one
fatta con Gurgeo.e .se egU non passasi
personalmente in Italia, perche »•"•"-
Ita condUionc .TCT. convenuto d. dargli.-
"''« « XIV. Sotto, in luogo diÀ.o Con.
Fior S. Frane. 173. Non porre mai pen-
tola vola al fuoco, .otto speranza del tuo
vicino. fK^^ Jo<W /.rr...«i , loeiizione
avverMnIe. eli. signifea »"-'""•"' '"
riferisca fr I- P>" «' /■>'*"■"»' ' """
:
S O T
terivere. « Cren. Morell. ì!^^. Della San-
dra e stato scritto qui di sopra sotto bre-
vità ". .E appresso : Narrerò alcune cosi
sotto brevità. iC)
* §. XVI. Sotto nome, sotto ombra,
sotto colore, sotto prelesto . 0 simile, di
checchessia, vale Servendosi del nome ,
del prete.ito, 0 simile, di checchessia. Vit.
S. Gir. 33. Sotto nome di spirito si com-
mette nuovi modi di fornicazione . M. !'■
Q 20 Sotto colore di guardia, ma nel vero
per dare alla compagna caldo e fasore .
Bocc. nov. 33. IO. Vendute llcuBC posses-
sioni, le quali avevano, sotto Utolo d. ro-
ler con danari andar mcrcaUndo . G. V.
6 7Ì 2 Soli' ombra d' una cruda e scel-
lerata giustizia fece molti maU . Fr. lac.
Cess 2. 5. 5l. Sotto cagsone di gtuoco e
di sollazxamento Stor. Eur. 6. I27. E-
Lerardo ec. cominciò, sotto finU benivo-
lenria per iscoprir paese a più che e po-
teva, a ragionare alle volle con esso Ar-
" * e XVII. Sotto ragione di, vale Jfi-
„e rfi.V. CAGIONE, § XIV. (O
e XVIII. Sotto pena, vale CosUtmta la
rena. Lai. sub poena. Gr. itti T.,z«pi«5.G.
F 7 i4. 3. Il detto Ridolfo promise, sotto
pena di scomunicazione, d' «ssere in Me-
lano infra certo tempo. M. ì ■ 9- > «9 al-
lora per comandamento de dell, due Re ,
sotto pena di cuore e di avere ce, s usciro-
no del reame di Francia.
e XIX. Sotto la fede, la pace, etimili.
vagliono Data la fede, la pace.o simUi.
Bice. canz. t^. «■ Quando s. dolga con
ragione il cuore D' esser trad.lo sotto fede
Jote. .4r. Fur. i. J?; E '^ » '«"° « °
la Te in segreto. £36. 5i Che Unte volle
a morte m' ha ferita Sotto la pace m ss-
curlà d' amore . «emb. Stor. 3. 31. B
cosi presi sotto U fede sua . Franze» .
proculò che U rocca fosse resUlmla a Fc
"*°S. XX. Jndare sotto, vale Tra-
montai: V. ANDARE SOTTO. <C)
S XXI. Avere, Tenere, o simili, sotto
di si. vagliono Avere in sua podestà, m
.,uo dominio. Lai. sub se h ubere. Gt. uf
.«uroa ?X"«- Boee. nov. ^S- =^. Coscu^o
e castella e vassalli aveva sotto d. A. Ciré.
Geli. 5. l35. Niente di manco ci tenete
sempre sotto di voi.
* §. XXll. Dart sotto. V. DABE. (C)
§ ìi\\ì\.Fjilrare,o Cacciarsi sotto ad
uno , vale Accostarsi al nimico in forma
da potergli tirare sottomano . Lai. comi-
niisrtm gerere. Gr. nuJTazr,» ^X"»»'.-
/,./.. son. 8. S'io mi li caccio sotto. Faro
della tua gola un degno cecco.
* S. XXIV. F-ssere sotto I armi, vale
Essere armato, o Armarsi, ed anche Fjser
apparecchiato per combattere , e dieesi di
citta, regno, e .umili. G V. Furono .
Romani sotto 1' armi , e abbarrars. m p.u
partiti in Roma. iC) -.eis:
* §. XXV. Esser sotto vento, f . > EI»-
TO. (C) .,„
«f k XXVI. Lasvrar sotto. I 1-«tu-
RARÈ, §. XVI. e XVII. (O
§ XWII. Mettere, o Cacciare alcuno
soUoasi. vale tìpprimerlo , Saltargli
adJos.<o. Lai. siilngere. «rf'J''" • ^'
«raexa.iv. Ar. fur. ai. 68. E la ne-
mica mia mi caccio sotto. , . .,
J> e XXVIII. .Vertere al di sotto, par
che vaglia Penlere. Frane. Sacch.nov.Go.^
Guadagno co' fatarpi in poch. d. co eh
egli avea in Lombarda messo al d. sot-
°» e XXIX Pistiarsi sotto. modo hasK,
che .<) dice d, Ch, ha grandissima paura.
y. PISCIARE . §. III. (O
* § XXX. Hidere sotto le ha.<ette .
vale Sogghignare quasi di nascoso e per
h più in segno d, disapprovazione . Uà
S O T
S O T
S O T
1283
gal. Ult. Non ridete sotto le basette, per-
chè io dico davvero. (C)
* §. XXXI. Star sotto alcuno, vale Es'
stre nella sua dependenza, sotto la sua dv
minazione . Cuicc. Star. 10. 52. Rispose
ftreci«ameotu al Vescovo ili Tivoli non vo-
ere che Bologna stesse sotto la Chiesa , se
non nel modo che anticamente soleva tta*
re. (C)
f §. XXXII. Tener sotto alcuno, vale
Deprimerlo , Abbassarlo , Tenerlo ubbi-
diente, o soggetto. Cecclt. Stiai'. 4- 3.
E' sì par ht*n , che e' non cbianiaron noi,
E eh e' voUon tenerci sotto sotto. Salvin.
Disc. I. l\25. Il quale f Burro) di concerto
con Seneca cospirava a tener sotto, come
ù dice , Kcrone , e a governare la sua
gioventù .
SOTTO. Avverli. J\'clla parie inferio-
re, Abbasso, Al fondo. Lat. subter, deor-
sum . Gr. xara . Bocc. g. l. / 4"
Come il Sole sarà per andar sotto, cene-
remo. TT nOi\ 17. 7- Non polendone ec.
tanti reggere il paliscalmo , andato sotto ,
lutti quanti perirono. K nov. 61. 8. Co-
me io sentita 1' ho, ho messo il capo sotto,
ne mai ho avuto ardir di trarlo fuora, sì
e stalo di chiaro. Guid. G. Bimase a piede,
e fugli morto il cavallo sotto.
* SOTTO A>HJASClADORE,e SOT-
TAMBASCIADORE . Aiutante dell' am-
basciadorv. Che opera in vece, o in aiuto
dell' ambasciadore . Segn. Stor. 2. 3^.
Molti altri ordini virtuosi furono ancora
ordinati, come fu ec., che con ogui am-
basciadore si eleggesse un sotto amlascia-
dorc giovane, perchè egli imparasse. E 4-
106. Pie per questo mancò di tentare con
Ruberto Bonsi , che i-ra soltambasciadorc ,
s' e' poteva condurre nulla. (IS'Sj
SOTTOBOCE , che anche si scrisse
SOTTO UOCE, ed oggi si dice SOTTO-
VOCE, e SOTTO VOCE. Diciamo Par-
lare, 0 Dir sotto voce, e vale Dir piano,
Lat. submisse , submissa voce. Gr. cty^.
Fin. Triti. X. l. Le favellavan sotto bo-
cc ; pur , secondo che io potetti vedere ,
Toi le andavate molto a pelo . ^'i/- Pitt.
61. Alleviando il peso dell'arte sua, rosi
gentilmente sottovoce cantando . Anibr.
JBern. 5. 7. Io mi accosto all' uscio , e
chiamolo Cosi un po' sottoboce ■ Buon.
Fier. 5. 1. X. Sento un gran ronzo Di voci
lottovoce .
SOTTOCALZA . Calza che si porta
sotto l' altre calie.
SOTTOCALZONI. Calzoni per lo più
di panno lino, che si portano sotto gli al-
tri calzoni. 'L»t. subligacu/a. Gr. "Ept^w'a-
ftara ■ '!' Bert. Giamp. 76. Se a questo
mio dire vi fosse venuto fatto qualche
ouoTa fodera a* sottocalzoni il serviziale fa
fennar 1* andata. (C)
SOTTOCANCELLIERE. Aiuto del
cancelliere. Che opera in fece, o in aiuto
del cancelliere. Red. leti. 2. 16. Il signor
Bastiano Dottori è vivo , ed oggi in Fi-
reote è sottocancelliere de' Consiglieri.
SOTTOCCARE. pianamente toccare.
Punzecchiare. Lat. fodicare. Gr. vuTTStv.
Bnt. Jnf. 27. 1. Egli slava attento e chi-
nato per intendere, e Virgilio lo sottoccò
dicendo: parla tu. Dante (questo sottoc-
corc è quello che 'l Poeta disse: mi toccò
di costa ).
* SOTTOCCHIO, e SOTT'OCCHIO,
e SOTT' OCCHI . Sottecchi. Fr. Barb.
aS^. 12- Ancor vuo'che li guardi Dalei, che
gùla i guardi Sottocchio in za e la. Lasc.Cen.
I. nov. 4- pag. 93. Dionigi, quasi in collera,
Tcggiendo coloro turarsi il naso , e cosi
jott* occhi guardar pure inverso lui , dis-
»e: ec. (V) Fortig. Hicciard. 1. ^5. Tira
atranti la donna, v non risponde; Ma sott'
occhi le astute damigelle Co* labbri chiusi
al riso fanno sponde. (£)
SOTTOCOPPA. Tazza, sopra la qua-
le si portano i bicchieri dando da bere .
Menz. sai, 1. Non ciuftan sottocoppa, o
candelliero , Dopo che stelle in sugh al-
tari arreso .
SOTTOCUOCO. Anito del cuoco. Fav.
Ksop. Lavascodelle, fancella e ragazzina del
sottocuoco .
*SOTTODIACO>0. Suddiacono. DiaL
S. Creg. 3. 17. Era sottodiacono della Chie-
sa Bussenlina. f'it. S. Zanub. 3l3. Andou-
ne a stare ec. con esso gli suoi , cioè Eu-
genio diacono , e Crescenzio sottodiaco-
no. (F)
•f * SOTTODiSGIUNTIVO. Term.
de* Laici. Dicesi di quelle proposizioni di-
sgiuntìve , i termini delle quali possono
essere ambo veri, o ambo falsi , farcii.
Ercol. 184. Alluna volta ne non è avverbio
che uiegbi, ma una di quelle congiunzio-
ni che i Latini chiamavano disgiuntive, o
piuttosto sotlodisgiuntive , come ec. , 0 ,
ovvero, ovveramente. (A)
SOTTODIVIDERE. Suddividere. Lat.
subdividerc . Gr. iTloaipl^tvi . Varch.
Lez. 272. La jarte irrazionale ec. si sot-
lodivide in due parti anch' essa, nella ve-
getativa ec. e nella sensitiva.
* SOTTOGIACE^TF.. Che sottogiace.
Soggiacente. Tass. DiaL (A)
SOTTOGIACERE . Soggiacere. Lat.
suhiacere, succumbere. Gr. uTaxarowii'-
v£56act , xiTràsOat . Tass. Ger. 19. 18.
Ma la man , eh' è più atta alle percosse ,
Sottogiace impedita al guerrier Franco .
BoTgh. Orig. Fir. I16. Alcune altre dif-
ferenze , che non sottogiacciono a muta-
zione di tempi, uè di guerre.
t' SOTTOGOLA. Uno de' membri de-
gli ornamenti in Architettura, così detto
a differenza dell' altre gole rovescie della
cornice, e perchè stanno sotto il dentello,
o altri membri, Baldin. l'oc. Dis. (A)
•f * §. Ed in forza rf* avverò, vale
Sotto la gola . Buon. Fier. 2. 3. 12. E
quelle vecchie loro Col fazzoletto sul viso
a saltero , E col cappel col nastro sottogola ,
Ve' come ec. (A)
* S0TT0GRO>DARE. Quella parte
del gocciolatoio della cornice per la banda
di sotto, che si forma incavata, affinchè
l' acqua non s* appicchi alle membra eiel-
la cornice, o altre, ma necessariamente
si spicchi e cada. Baldin. Voc, Dis. (A)
* SOTTOLEVA. Legno, od altro,
che si pone sotto la leva , per agevolare
il moto a ciò che si vuol rendere amo-
vibile. Baldin. Toc. Dis. (A)
SOTTOMAESTRO. Maestro seconda-
rio. Lat. hypodidnscalus . Gr. VTToSiS'^l-
/a>0^ ■ J'arck. Ercol. 60. Pipititori si
chiamano proprio quei sottomaestri , per
dir così, i quali, letta che hanno i mae-
stri la lezione , la fanno ripetere e ridire
a' discepoli.
* SOTTOMAMCA. Manica della ve-
ste di sotto . Descr. Appar. Con le ma-
niche fino al gomito , e le sottoraaniche
erano d' altro bel drappo. (Aj
*f' * SOTTOMANO. Sust. Dono, o
Regalo fatto altrui oltre gli stipendi!, o le
paghe assegnategli. Red. Op- 5. 10. Prima
di risolvere consideri che in oggi, fra prov-
visioni e sottomano. Ella ha un onorevole
stipendio in Pisa . Bellin. lett. Uom, ili.
I. 246. Per sua carità si compiaccia farmi
graziato del medesimo sottomano in ca-
so ancora che la nolomia non sì faces-
se. (A)
SOTTOMANO. Contrario di Sopram-
mano . Ciriff'. Calv. 2. 45- E sottomano
una punta crivella , Che 1' elefante in un
punto sbudella (qui inforza d' avverbio).
E 4- 112. Ella gli trasse cosi per mot-
teggio Un certo manrovescio sottomano,
SOTTOMANO. Awcrb. Vale Quasi
di nascoso. Lat. clanculnm. Matt. Frani,
rim. buri. 2. 167. Imprima si comincia
dalla serva , E con qualche presente sot-
tomano Se la fa amica e grata in un
istante . Buon. Fier. 2. 3. 10. Colui fa
le viste Di non avere inteso, e sottomano
Quelle porge ad un suo mangiaguada-
I gno . E 4- Inir. E quand' io non potrò
più sottomano, Farmi la mia fortuna alla
scoperta .
•f * SOTTOMARE. Jl fondo del ma-
re . Bellin. Biicch. 40. V è il disopra e
v' è il sotterra. Ve il disopra e il sotto-
mare, Con tutto quel che in-, (A)
* SOTTOMERSO. Add. Sommerso.
Fr. Sim. Cass. Ord. ì'it. Crist. cap.
5. Alcuni sono morti di ferro , altri arsi
ec. altri in acqua sottomersi , altri vivi
scorticali. fCP)
SOTTOMESSIONE . // sottomettere .
Lat. subicctio . Gr. JTTOTay*]' . Borgh.
Tese. Fior. 35o. In antichissimi contratti
di nuovi acquisti, e soltomessioni di terre
e castella .
SOTTOMESSO. Add. da Sottomettere;
Sottoposto. Lat. subiectus, subditus. Gr.
u7roTi7«'/ uì'vo?, uTZOx^'-p'^oi. Bocc. Lett.
Pr. S. Ap. 3x2. Tito Quinzio Flaminio
consolo ec. uno di con una sola voce di
banditore alla da se sottomessa Grecia con-
cedette liberta. Fr. Gtord. Fred. R. Trat-
tano crudelmente i popoli sottomessi. I.ib.
Fred. Tenevano sottomessa tutta l' Italia.
Buon. rim. 2.1\. S' amar 1' un 1' altro , e
nessun mai se stesso , Sol desiando amor
d' amor mercede ; E se quel che vuol 1'
un, l'altro precorre, A scambievole impe-
rio sottomesso, Son segni ce.
SOTTOMETTERE. Far suggetto j e
si usa anche in signifc. neutr. pass. Lat,
suhiicere, subdere, submiitere. Gr. uTToéaJi-
ieiv, 0~5TaTTìiv. Bocc. nov. 89. 2. Si co-
noscerà, tutta r universa! moltitudine delle
femmine dalla natura e da'costumi e dalle
leggi essere agli uomini sottomessa. Lab.
137. Riguardisi a quanta viltà si sottomet-
tono , per ampliare un poco le dote loro.
E l38. Non si vergognano tante ciance ,
tanta morbidezza sottomettere , porgere e
lasciar trattare alle mani parletiche , alla
bocca sdentata e bavosa, ec. G. P'. 9. g.
3. Doraaro e sottomisero all' imperio di
Roma tutte le nazioni del mondo . Tes.
Br. 7. 14. Se tu vuoli vincere tutto '1
mondo, sottomettiti alla ragione; che chi
se ne scevera, cade in errore. Dittam. i.
l3. Le vinse , e sottomise al bel paese .
Boez. G. S. 44- Quando voi giudicate es-
ser vosti'i beni le cose vUissime , a lo-
ro per vostra estimazione vi sottomettete.
Boez. Varch. 2. pros. 5. Quando voi giu-
dicate che le più vili cose del mondo siano i
vostri beni , voi a vostro giudizio medesimo
vi sottomettete loro.
•f * SOTTOMOLTIPLICE, e SOT-
TOMULTIPLICE . Tcrm. degli Aritme-
tici. Numero compreso esattamente in un
maggiore un dato numero di volte. T'iv.
Prop. 2. Parte, o summultiplice, cioè sot-
tomultiplice, si dice la minore di due gran-
dezze omogenee, terminale e disuguali, che
multiplicata più volte , mbura appunto la
maggiore. (A)
SOTTOMORDERE . Morder sotto .
Bemb. Asci. 1. 46- Quanti seguaci pruni
ci sottomordono i miseri piedi.
* SOTTOMURATA. Sust. Fondamen-
to di una fabbrica. Lai. substructio. Salv.
Inf sec. i3. Il fondamento è detto sub-
structione (lasciamo stare che doveva dire
al contrario, cioè la substruzione è della
fondamento), che altro noe è, che la fab-
brica che si fa sottoterra fin che si veda
ec. E indi , quando al par del piano
avrai levata la soltomurata, o il fond.imen-
lo, ec. (NSJ
12B:)
sor
•f * SOTTOMl'TANZA. Figura grani-
rti atte ale , detta anche con greco vocabolo
Jpallage, per cui si fa cambiamento di al-
l'une espressioni , come per esempio noo
aveva i paoni induiiO , in luogo di dire
non era ne' suoi panni. Salvia. Cas. ^■
Figura d'I])aUjge, o sottomutanM. (Jj
^- SOTTO.NORMALE. Termine de' Geo-
metri. Quella parte dell' asse d'una cur-
va, che e compresa tra i due punti, dove
l' ordinata e la perpendicolare di essa ,
condotta dal punto del contatto , vengono
ad incontrare ffttesf asse. (A)
* SOTTONSD' . Dicesi a Pittura che
e figurata stare in aito^ e che sia veduta
allo 'nsù , e non per linea orizzontale e
piana. Jìaldin. I oc. Dis. (/f)
* SOTTONTENDERE. Sottintendere.
Lai. suhaudire . Gr. uTTa/OJiiv . Salvin.
Disc. 2. 196. SoUo questa 6gura ^oUon-
tendcndo, «redo io, che la graiia del vol-
to , unita alla grazia delle parole , fa un
comi'osto divino. (") Dep. ;?ecam. 97. La
potevan (la voce fnita) almeno Icnere per
compagna di quelle che gli sono allato :
avea cominciata, e mal scgtiitaj e soUon-
leodendovi un* averla lasciarvi stare _^n/-
ta , come fosse : senza averla fnita . /,"
ll3. Che sia usanza di tutte le lingue
sotlontcndere nel ragionare alcune parole,
che non si dicono ce, se ne può dare in-
finiti esempii. tV)
* SOTTO.NTENDIMENTO. Il sotton-
tendere. Vdcn. Ms. 3. 98- Verlii con sot-
tonlendimento d' altri verbi- (H)
* SOTTOPERPEKDICOLARE. Term.
dei Geometri. Lo stesso che Sottonorma-
le. (J)
SOTTOrONIMENTO . // sottoporre.
Lai. .mhiugatio, .tuhiectio. Gr. Czor&.yri.
Pool. Oros. iVr venlirinque anni gì' in-
cendii delle cilladi, li peiiruli delle batta-
glio , i sotloptmimenli delle provincic ce.
fece la fr<ide d' un feroce.
SOTTOPOHHE. Porre sottoj e si usa,
oltre al scntim. att. , anche nel .tigni fu.
neutr. pass. Lat. supponere , subiicere .
Gr- C:i66aX)ctv, uTToraTreiv . Mor. S.
Gre". 1. 12. Quando adunque queste oc-
cupazioni nui sottoponiamo al conoscimen-
to della santa Trinità , ec Pai/ad. cap.
3o. Alle galline soltommi l'uova dell'oche
ce, ma a (|Uelle dell' oca sottoponi dell'
ortica. Jlocc. nov. 3l. l^- ^^a' ""^ mi
sarebbe potuto cader neil' animo ce. che
tu tii sottopt>rti ad uomo , se tuo marifo
stato non fosse, avessi, non che fatto, ma
pur pensalo (qtii per congiugnersi carnal-
mente). E nov. 97. 17. Il volere io le
mie poche forte sottoporre a gravissimi pesi,
m'c di questa infemiila stala cagione. Soder.
Colt. lOq Lasciandole infortire ^ /e ii-
nacre } avanti che clic si sottopongano al
torchio .
g. Per Soggiogare, Sottomettere . Lat.
sithiugart, imperio .tuhiicrre. Gr. uTTcraT-
T!iv. Pocc. cani. 5. 2. Mi sentii gir le-
gando Ogni virlù» e sopportarla a lei.
^ Frane. Sacch. Lett. (in Pofgiafi Test.
I.ing. 1- 2.) Nessuna cosa è Unto nimica
della libertà, quanto e la guerra col »uo
!ipenilii). Questa è quella che ha sottoposto
1 popiili e' n<muni dell' universo. (ìt)
SOTTOPOSITO. r. J. yt'ld. Sott^-
po.ito. Mae.*ttutz. 1. 67. Se a quello ba-
>lar<lo e sotloposito non si pni>te rivelar»-
. Acuia pericolo ec. tijui nel signifcato del
§ IV. 1/1 SOTTOPOSTO ) .
fiOTTOPOSIZIONE. Sottoponimento.
Lai. stthurtio. Gr. uTroTav«{. ì.if>. J'ixd.
\eiigono in superbia per In sottopositione
.il loro dnmiiuo di qualche città nimica.
SOTTOPOSTO . Add.da St-tto/n^rre .
Lat. supposittis, suhiectus, suhiacens. Gr.
J:Toitii>cvo;. jlmet. 53. Panò per li pia-
ni kottojMisti 4I copioso monte Gargano .
S O T
Sagg. nat. e.tp. 23. La quale aria, aggra-
vandosi sopra tutte le cose a lei sottopo-
ste, le costringa a uscire de' loro luoghi.
^. \. Per Soggiogato, Sottomesso, Sog-
getto. Lat. suhiugatus, imperio suhiectus,
subditus. Gr. Jz 'Teray/Jicvs;, -jTt'/o^^,
yj^oy.i pio^. G. V. 10. 70. 6. Conciossia-
cosaché non sia sottoposto ad alcuno, ma
ogni uomo e tulio il mondo e sottoposto
a lui. fìocc. nov. 98. 8. lo son giovane,
e la giovanezza e tutta sottoposta all'a-
morose l*'ggi. Frane. Sacch. Op. div. l33.
Quando lo cuore ha tristizia, ancora il
vanno a visitare tutti i sottoposti per lo mo<lo
detto di sopra. ì'arch. Ercol. ^\.\. Né voglio
lasciare dì dire che i Romani servendosi
nelle loro guerre de' Latini, gli chiama-
vano non sottoposti, ma compagni-
§. II. Inforza di sust. per Suddito .
Lai. subditus . Gr. tltro/si/iio? . Zthald.
Andr. 9. >'cssunn ha si gran bisogno di
sapere più e migliori cose, come il Prin-
cipe , la cui dottrina dee essere utile a
tutti i suoi sottoposti. Frane. Sacch. nov.
61. Questo mcsser Guglielmo ancora tol-
se ciò avca un suo famiglio, o sottopo.\to.
* K 119. Messer Gentile da Camerino
fece bandire una volta per lo suo territo-
rio, che cotanti per centinaio dovessino
con le loro arme comparire ec. E per ob-
bedire, ogni suo sottoposto s' apparecchiò
d* andare nella detta oste. (!')
'^ g. 111. Sottoposto, vale anche Pedi-
io. Cuicc. Stor. 2. 184 ■ Uomo ambiziosis-
simo e superbissimo, sottoposto al vino, e
a molte altre inoneste voluttà. (L)
•f g. IV. Parto sottoposto f vale lo
stesso che Sopposto. /'. il §. di SOP-
POSTO. Lai. suppositus. Gr. Ottono) *-
poiTCi. Maestntzz. 1. fi;. La donna il
dee revelare in penitenza a uno savio
prete, ovvero al Vescovo, ovvero iJl* uno
e all' altro, e allora i predelti cerchino di-
ligentemente e cautamente delle condiiiu-
ni del bastardo, ovvero del sottoposto parlo
altrui. I.ah. iSg. I parti sottonosti gli
danno figliuoli, acciocché ce. alle spe^e
del pupiflo possa ec. deliziosa vila me-
nare.
*SOTTOPFIORE. Soppriore. Lai. .i-
carìus. Il I ocabolario alla voce SOP-
PHIORE. (')
t SOTTOPROVVEDITOBE. Coluiche
amministra le faccende sotto il Provvedito-
re^ ed opera in sua vece. Buon. l'ier.^. l^.
II. Dove dove n'andate in tanta fr"|tii,
Sottoprovveditor ? che nuove avete T A"
.«■ i.\. Voi ritornate addietro così tosto,
Sottoprovtrditor T
i^ SOTrOìWlSATO. Add.Suf>ordinato.
Tass. Piai. Pad. Fam. I seni in due specie
distinguerri, 1' una all'altra soltordinata :
luna di stiprastanti. odi sopra intendenti
o (li maistn che vogliamo chiamarla ; Tal-
ira di operarli. (Dì
•|' # SOTTOBETTORE. Colin chefa le
veci del lìrltore. S. Afiost. C. D. a. 9.
Ma Pericle es^rndo ^ià per molli anni ed
in casa cJ in battaglia con grande autorità
sotloretlore dilla sua cittade. ec ( il Lat.
ha : civilali praefimset ) f / ;
SOTTORIOEHE. Sorridere. Lat. sub-
ridere. Gr. u?ioy«t^if v. Amm. Ant. 7.
2. 8. Non ridono mai, ma piacrvolmrnte
sotlttridoiio. coslrignendo ogni distcmpe-
raiTienti» «li fiso. Vuoit. Tane. 3. 2. In
prima e* sarà iiitpo che io 'V soluti ec, E
■lotloriila, r ch'io faccia agli astuti.
g. Ver metaf. Lat. ridere, arridere. Gr.
•/c)« V, ff/:o9y«)aK. G. F. ix 3. 18. Ne'
cui tempi sottorisr la tranquillità della
pace (cioè, ritornò e fiori }.
f SOTTOSGUITTA. Il nome di uno
Iscritto di propria mano sotto alcuna xeni*
tura per autentiiarla ; che più comune-
mente direfi Sottosfrisiont Lai. rtibnri'
sor
ptio. Gr. 0:r9Vfaj5ii. .5uo/i. Pier. 2. 5. 7.
Udendosi parlare, e soprascritte Di leller«
dcllare Colle loro aggiustate soltoserilte.
SOTTOSCRITTO. / . SOSCRIT-
TO.
SOTTOSCRIVERE. T SOSCRIVE-
RE.
SOTTOSCRIZIONE r. SOSCRIZIO-
NE.
*f * SOTTOSCUOTERE. Scuotert
di sotto in stt. Salvin. Odiss. Ith. q. v.
5l2. (^ome quando Un uom trapana le-
gno da galera Con trapano, e altri infon-
do sottoscuotono. (A)
* SOTTOSEDERE. Sottostart. Cr.
4- 7- ^* Prosato è, la vile meglio perve-
nire, se incontanente che la terra è cavala,
o vero non lungamente innanzi, si ponga,
quando all' enfiatura del pastino, non an-
cora rassodata, la terra sottosegga. (JÌJ
* SOTTtJSOLANO. yome di vento che
.tpira ita oriente. Ott. Com. Purg. 2^.
451. Li venti sono quattro principali ; il
primo da oriente, detto sollosolano ; 6m
mczzoili, ostro. (Cj
SOTTOSOPRA. Avverb. A rovescio,
Capopi'e. Lai. sttrsum deorsum. Gr. avw
xarw. Dani. Inf 3.^. Ov'c la ghiaccia T
e questi come è fitto Sì sottosopra? .Bui.
Purg. 18. 2. Benché il primo mobile ù
tiri diricto ogni contento dentro da sé, e
ruoti sottosopra in 2l\ ore. Frane. Sacch.
nov. x6l. In piccolo spazio di tempo le
figure furono tulle imbrattate, e* colori e
gli aU>erelli volli sottosopra.
* §. I. Entrar sottosopra^ vale infu-
riarsi. Dar nelle furie. Fir. Disc. an.
46. 1/ aquila, come più tosto dì ciò s'ac-
corsCj entrò tutta sottosopra. (V)
g. 11. loltnre, Mettere, 0 simili, sot-
tosopra, figuratamente vagliano Porre ,
Mettere, e simili, in confusione, in iscom-
piglio. Lai. evertere. Gr. «^aTraTOjv.
Petr. cap. j. Onde uscir gran tempeste,
E funnc il mondo sottosopra volto. Cron.
Mortll . Andonne Firenze sottosopra, e
tutti si dolsono. Fir. ijtc. ^ 3. La donna
r ha risaputo, e ha messo sottosopra ogni
cosa. Stor. Fiir. 6. 1^8. Essendo egli
slato Papa in un tempo, che tutta la Ita-
lia andò sotiojopra. Tass. Cer. H. 66.
Colali uscir dalla Tartarea porla SoglioQu
e sottosopra il mondo porre. Malm. 12. 3.
Pen bò in Uile son tutti sottosopra-
§. III. Sotto.%opra, vt te anche Considf'
rato tutto insieme, A far tutti i conti.
Lat. in summa.Gr. c'v /cpa)x('u. ì'arch.
Stor. 7. 182. Sotlosi'pra s* ingegnava cia-
scuno con ogni sfono di viver bene. Sagg
nat. esp. 2o8. Abbiamo »otloMipra osser-
vato che quelle macinano meglio dell' altre,
che hanno ne' loro ventrigli maggiorcopia
di sassolini inghiottiti, florgh. ttrig. Fir.
Oq. I ropÌAtori ec. erano sottosopra persone
che poro intendevano.
SOTTOSQUADRO. Ineai'o profondo
fatto in qualstsit lavoro. Penv.Cett. Ortf-
^O. Preso il modtUn. e riempiendo di ter-
ra i sottosquadri.lo Tirnivar getlav.i di bron-
zo di ragionrvolc grandezza. F- li^s Pi^liansi
noi i trapani, i quali si adoperano qiundn
le lime, salvo se si avesNC a catare in
qualche difficile sotlosfjuadro di panni ,
ec. *f E ì'it. I. l3.'>. Ne' mia acciai io in-
tagliavo molto profondamente a soltosqua-
dm. (C)
g. St^ttostjuadra, St'^tto squadro, o Di
sottosquadro, posti av%'erf'ialm . vftgiionr
Con sotto.tqunàri. ì'arch. lez. 222 La-
vorare sottosquadm. e in luoghi alcune
volle, dove appena possono atriTarr pli
(»cchi,
•f « SOTTOSTANTE. Che sta s^tto.
Sottogiacente, Sottoposto. Bemb. A sol. I.
167. Crescono ogni giorno le dolcezze, »•
vantano c>gui notte le venture ; né per
S O T
S O T
S O T
tjUcUp che sopravvengono, mancano o sce-
mano le ioltostantì ( (fui vu/c Presisten'
fé. Lai. prueesistensj. ij4)
SOTTOSTARE. Star sotto. * /imet.
16. AUa quale ifronte) sottilisbimc ciglia
ec. dt colore stigio soUoslare «Usceine. f A^
Teseid. 7. 83. K se i Fati pur m'han-
no riacrhiito A giuDotiira legge soUostare,
Tu ec. (B) fìoez. Varch. 3. prcs. 8.
Ti hisoffnerìi essere sottoposto agli aggua-
ti eie* tuoi suggelli, e sottostare a mille pe-
ricoli.
1 §, /v figuratam. Esser soc^^etto. Lat.
siihiitcere. Gr. ÙTroraTTeiàai. /-ih. Amor.
A quanti per loro arhitrio vcdem contj-
nuameote sottostar gli amanti. liut. far.
7. I. >on sottostà ( quello eh' 1- pr-odotto
da Dio senza mezzo) ce. alhi influenzia tic*
cieli, e delle secontle cagioni.
* SOTTOSTESO. Jdd. Ste.fo sotto.
March. Lticr. Uh. 6. No *! soffre la na-
tura del luogo, e soUosteso v' è qualche
Iago in acqua, flìr)
* SOTTOTESO. Term. de' Geome-
tri. Teso .totto, Sctteso. V. SOTTEN-
DERE. ; li". Trutt, Besist. La scala
de' momenti di tutte le lince sottotese ad
un angolo setlilineo ec sono come le linee
determinale dal trilinco paraholico. (B)
« SOTTOTINGERE. l'are la prima
tintura. Sahin. Disc. 2. l\66. In quella
guisa appunto che le lane, per tignerle
in grana, per avanti con alcuna mano di
aìlri sughi e colori preparativi si sottotin-
gono. È Disc. 3. 5. I tintori, prima di
tingere in grana i panni, con altro colo-
re gli preparano, e, per dir così gli sotto-
tingono. (*)
SOTTOVENTO. Fsser sottoi'cnto ,
termine marinaresco, vale Avere il vento
in disfavore, o a svantaggio. Cirijf. Calv.
1- 1^. E sottovento siamo a mal partito.
/'.' I. 18. Non s* era cento miglia prolun-
gato. Che riscontrò la nave di Falcone ,
Il quale è sottovento male iu-malo.
*t * SOTTOVESTA . e SOTTOVE-
STE, feste che s* ii.xa portare sotto la
.fopravveste. Magai. I.ett. voi. 2. pag.
59. ( Fir. 1769. ) Cappellini retti a tre
venti , croalte pure che s' afi'arcino in
punta di piedi per di sopra alla bottonie-
ra della sottovesta, cinture da spada ,
ec. (A)
SOTTOVOCE, r. SOTTOBOCE.
* SOTTOVOLTO. Add. ì olto dalla
parte di sotto. Pai/ad. ^farz. li. Son da
seminare i cardi crescente la luna ec, guar-
dando che ì semi non si semini sottovol-
li, o traversi, imperocché creerebbero e'
caldi debili e non ripiegati. { H)
* SOTTRAGGEKE. Sottrarre. Vit.
SS. Pad. 2. 25. Ora perchè m' impedi-
sci. Sole, e sotlraggimi della chiiirezza del
vero lume di Dio ? E 285. Ora per me-
glio sollraggerc quell'anima, volle man-
giare della carne, e bere del vino. Cava/c.
hspos. Sìmh. 1 . 3oi. Dio conserva noi, cioè
soltraggendob tentazione. (V)Salvin.Disc.
3. 16. Al lor dtiminio ce. gli soggettaro-
no, e dtlla vita di bestia sottraggendogli,
il cullo di Dio loro insegnarono. (N)
* SOTTRAGGITORE. Verhal. masc
Sottrattore. Tratt. Virt. Mor. 12. Et è
fedele soUraggitore di tutte le cose buone.
iC) Peli. Man. son. i5. Il tempo e li
momenti a poco a poco Sì mi sottragge
amor eh* appena il sento. (FPj
t SOTTRAIWENTO // sottrarre.
Lat. suhtractio. Fr. Ciord. S. Harci ancor
più, cioè il sottraimcnto della grafia d* Id-
dio. Sfed.Arh. t'r. 57. Fu il sottraimento
della sua presenza, che fu fatto da te per
la sua dura morte. D. Gio. Celi. leti. A.
Non reputo però lo sottraimento della limo-
sina alla dimenticanza, ma a somma pruden-
za. Coli. Ah. Isaac, cap. ^9. Mollo s'ap-
prossima il cuore a Dio nel sottraimento
della necessilade.
SOTTRARRE. Propriamente Trar di
sotto. Cavare, Tor via. Lai. siihtruhere,
Gr. J-sl^Of'/ttv. Pftr. son. 190. E 1 cor
suttragge A quel dolce prnsier, che'n -i ila
il tiene, f' catiz. {^(^■ 5. E ripiegando te,
pallida morte. Che mi sottragghi a si |'C-
nose notti. Coli. SS. Pad. E anche sì
soUralto il sonno dagli occhi miei , the
ec. Pocc. Fit. Dant. 219. Qualun(|ue
delle due cose pia detto yvì- vizio, o per
negligenza si sottraeva, o meno che bene
s' osservava, senza niun dubbio quella re-
pubblira, che *1 faceva, conveniva andare
sciancata.
•^ g. \. Figuratamente. Vit. S. Ciò.
lìat. 218. La virtù divina li soccorreva e
confortava, e soltraevagli colali pensieri. ^/"J
^'^ g. II. Per Cavar bellamente di ma-
no, (jua.fi il Lat. sujripere. Fit. SS- Pad.
2. 200. Con grande ingegno e sagacitade
sottrasse molto argento a Giovanni ec ,
perchè era avaro, e dicllo a' poveri. (Fj
■f g. 111. Per metaf. Sottrarre la fama,
o Sottrarre as.solutam., vagliano Detrarre,
nel signific. del §. ult. Lat. famac ali-
cuiiis detrahere. Gr. «Jiaiy^s^^yt' Ttv«.
S. Ciò. Crisost. 27. Conciossiacosaché
noi abbiamo invidia de' loro benij e in
detti e in fatti la loro fama cerchiamo di
sottrarre, o di mCTiimarc Cron. JMorell.
Rapportan male, esoUraggonti per nuove
vie.
'"? §. IV. Per Cavar di bocca ad uno
(fucilo eh' egli per altro non direhhe.
l'ardi. Ercol. 71. Scalzare metaforica-
mente, il che oggi si dice ancora cavare
i calcetti, significa quello che volgarmente
si dice sottrarre, e cavar di bocca. (C)
%. V. Per Ritirare, Non concedere , 0
Negare. Lat. suhtrahere. Gr. J^ela'/stv.
Pass. 21. Dio sottrae spesse volte la gra-
zia sua nella fine a molti che la rifiuti\ro-
no quando erano vivi e sani. E 283- Il
secondo segno, che Dio abbia in odio i
superbi , si è , che sottrae e toglie loro
r aiuto della grazia sua.
3 §. VI. Per Allettare, o Tirare altrui
al suo volere con inganno. Lat. allicere ,
decipere, inducere, trahere. Or. aystv, £*-
^«TKV. ETaysiSai. a'yeizc'ttv. G. )'■
li. 98. 2. Il Re di Spagna, per mae-
stria di guerra, e per sottrarre i Saracini,
si levò dall'assedio. Cron. Morell. Con
(jucite parole, e con altre simili, e' ti ver-
rà a sottrarre e a richiederti, v Fit. S.
Cir. Sj). Rimproverandogli come ei sot-_
traeva le buone femmine a lussuria. ì'it.
S. Frane. I78- Conobbe *1 beato Fran-
cesco , che ciò che dicea era inganno , e
clied il facea per sottrarlo a minore, o a
pu't fredda penitenzia, ed a più lunga vì-
U^. (!)
V g. VII. Per Nascondere. « Dant.
!nf. 26. Mi di| artii da Circe, che sottrasse
Me più di unanno là prcssoa Gaeta ». {M)
3 §. Vili. Per Lihcrare. L,al. eriper-e ,
liberare, suhtrahere. Gr. a—s/£u3reootJV.
Pace. nov. 33. 16. Piacendogli, potrebbe
la sirocrhia dal fuoco sottrarre.
^ g. IX. E in signific. neutr. pass,
vale Lihersrsi. « Mor. S. Creg. Non può
venire a vera contemjdazione , se prima
con ogni studio non sì sottrae da questi
impacci di fuori »» . (C)
f ^ g. X. Sottrarsi a checchessia ,
vale Sfuggire, Evitare checchessia. Segner.
Mann. Marz. 23. ^. Quanto fai per sot-
trarti all'inimicizia di un Principe? (ì }
1* g- XI, Sottrarsi da una persona, o da
una cosa , vale Allontanarsene, Partirse-
ne, Abbandonare una persona., o una cosa.
'• Sen. Ben. Varch. 3. 2. Tutto quello che
il pensiero racconta spesso e rinnuova,
mai dalla memoria non si soltragse ". (C)
Segner. Mann. Febh. 2. 1. Ci liin cred«'-
re che egli (Pio) giìi si sia totalmente da
noi sollratto. ( V)
2- XII. /'(■/■ Cavar d'una somma
maggiore altra minore j termine aritme-
tico. Lat. trahere, dvtraherc , subducere.
Gr. jTTc^'i/itv. Ar. Far. 23- Q?.. Di
cenlovenli, che Tmpin sottrasse II conto,
ottanta ne perirò almeno.
SOTTRATTO. Su.-it. Lu.ùnga, Alletta-
mento, Astuzia. Lui. blandìiia, calliditas.
Gr. &W7T£ta, ■nor.voCcynya. Dant. Conv.
202. Non è da dire savio uomo chi con
sottratti e con inganni procede, ma e da
chiamare astuto.
SOTTRATTO . Add. da Sottrarre.
Albert, cap. 6- Sottratte per avarizia le
limosinc. D. Gio. Celi. lelt. ^. La cosa
sottratta a breve tempo, quando si ria ,
tanta letizia si suole avere ec. , che bene
ristora lutto l'altro gaudio perduto e sol-
tratto.
%. I. Per Soltrattoso, Atto a inganna-
re. M. 1 . II. l^6. E avendo rispetto alla
natura de' Pisani sottratta, e vaga di trat-
tati, per contrappcsare a' loro ingegni, e
tenerli in paura , cercò trattato in Lucca
( alcuni testi a penna hanno sottrattosi,
e vaghi di trattali).
§. II. Per Cavato da itna somma mag-
giore j termine aritmetico. Lat. detractus,
snhdttctus , dcducfus. Gr. ■jTiryyS'èt'?.
Sagg. nat. esp. 0.3'^. Pesatolo , si trovò
gradi I25l8, che sottratti da 3l209 ec. ,
danno di residuo gradi 18691.
t SOTTKATTORE . ) erbai, masc
Che sottrae. ::- Tratt. Virt. Mor. 5. E
chi è magagnato di cotale vizio si rinega
la fede, ed è sottrattore di molla bon-
tà. (C)
%. Per Allettatore, Seduttore. Lat. se-
duclor, deceptor. Gr. a:ra77])c;. Filoc.
7. 492. Dunque Iia egli i nostri veraci
Iddìi ec. abbandonali per altra legge , (r
creduto a" sottrattori Cristiani. Pntajf. 6.
E la luna nel pozzo ai sottrattori. /''. V.
II. 97. Tantosto fé' sonare alla ricolla ,
sotto il dire che lemea degli aj,uati de'
sottrattori e sagaci nimici.
SOTTRATTOSO. V. A. Add Astu-
to, Accorto, Atto a ingannare. Lat. cal-
lidits. Gr. 7:o)jiir,7tc. Zibald. Andr.68.
Chi nasce nel I-esre, fia uomo • avio , e
di buon consiglio, e soltrattoso.
'■■ g. Soltrattoso, tuie anche Che of-
fende l' altrui fama. Jìocc. lett. 320. Con
opinioni perverse, con operazioni malvage,
e con sotlrattosc parole, ai vostri beni, ed
a voi si sono ingegnati d'opporre. (Br)
t SOTTRATTIMCE. FeJm. di Sot-
trattore. Filoc. 7. i36. Siccome tu de*
mìei doni ti dicesti occulta sottratlricej co-
sì de' tuoi fruiti gran parte gitterai alla
terra , prima che maturi gli vegga (qui
l'ale Involatricej.
*f SOTTRAZIONE, e SOTTRAZIO-
NE. Sottraimento. Lat. subductio. Albert
cap. 6. Per la sottrazione delle limosinc
per avarizia si fa l' uomo micidiale, e per
diritta via se ne va al ninferno. CV. 5.
48. I. 1 dimestichi (raspi) diventano sal-
valicbi per suttrazione dell'acqua e del
eoliivamento. Quest. filos. C. S. Questa'
infezione non è per opposizione d' alcuna
lur[)itudine, ma è per suttrazion d'alcuna
bellezza ( Jl I ocabol. alla voce TURPI-
TCDINE legge: non 'e per apposizione ec,
ma è per sottrazione ec ). Maeslruzz. Ma
se si scusa per sola volontà , dee essere
costretto per sottrazione dell' ufficio.
SOVATTO. Ved. SOATTO-
SOVATTOLO. Scatto. Lai. /orum. Gr.
t'/za';. Puon. Fier. 2. I. l5. Un che reca
bacchette da cavalli , E sovatloli e sferze
e sproni e pungoli E freni e morsi e ca-
vezzoni e suste.
i826
s 0 V
S 0 V
SOVENTE. Avveri. Spesso. Lai. sai-
pc.frequenUr. Gr aol>«"5 Dcnt Par.
27 Ond' io sovente arrosso e disfavdlo .
l'ctr. san. 211. E non i cosa Che si vo-
lenlier |.eDsi, e si sovente. E Conv. liz.
D.CO che muove sovente cose che fanno
disviare lo 'nteUelto. Bocc. nov. Ifb. b. fc
sovente daUa Cuba passando, gliele venne
per ventura veduta un di ad una One-
stra. (;. /'■ li- 20 3. Allora avvenia
ben sovente che d" una vacaiione d un
Vescovado ce. facca sei, o (iiu promoiiom.
Amm.Ani. g. 265. Ad altro, perdonerà,
sovente, ma a te medesimo non neente .
Jìocc l'it. Dani. 221. Per lunga usania
U natura delle cose è mutata , come so-
vente Teggiamo avvenire.
SOVENTE. Adii, rrtqucnte. Spesso .
■L7L\..rrcquens, creher, muHus.C.T. r,^r"i,
ioL.Tl^J;.r^o).-ii. C. I. 10. 86. l. Dando
5Ua città sovent. l...ttagUe. / .fo.fr. Adun-
<nie son dolenti Lagrime queste n.acch.e
si sovent.. * -V- Aldahr. Quando vo. ve-
dete che U vento ne porla per 1 aere so-
Tcnt. 6ate la chiar.fa delle stelle , che
sembrano radere, ec. ( Que.<lo passo e r.-
ferito diversamente dal I ocabolarw alla
\,oee CHIARITA'). Tav. K.l. Non lo ve-
diate cosi sovent. fiate, si come vo. era-
vate usata. E altrove: Veggcndo .gran
colpi che Galeotto dava a mons. Trula-
Bo, soventi e minuti. (V)
SOVENTEMENTE. Avveri: ipesso.
Lat. saepius , frequenter crebro Gr.
,oX)a«5. Cr. I. 12. 3. Procace, d. sa-
per fare ogni lavorio ce, e queUo lacca
ioventemente , purchfe non s. stanch.
Bemh. pros. 3. 198. D.ces, alcuna volta
où^v^iio sovenumente, sicco.r.e s. disse da
Pietro Crescenio: E questo facc.a soven-
temente che puote "• -".■'';^"%r=C
to spesso puote. M- AldoI; . i. .v. .>y.
.Si dee bagnare soventemente m acqua
'"soverchiamente. Avverò. Con so-
vcrcluaaza. Vi supc,-eh,o.l.>X.supramo-
dum. Gr. /.aS' ■Jns^^oX'".»; Iìe'«h. lett.
1 3o3. Olirà che io non debbo occupar-
ti soverchiamente. K pros. 3. 2U. Ma
tornando aUa particeUa non, avv.ene an-
cora cbc eUa si dice bene spesso sover-
chLmente. Gal. Sist. 285. La mostrano
soverchiamente lontana. Red. kit. 2. l\^.
A me però non i: paruto che abbiano que-
rto difetto; ma può essere che lo abbu-
ilo, se siano mangiate soverchiamente.
* SOVKRCHIANTE. (he soverchia.
Lai. redandans, ccedens. Ox. TtU«>«-
C«». TTcp.TTO;. Buon. Her. li- 4;, "-^
Si ritenne però di non andarne A pie con
LTor. eh- eran di troppo Numero so-
Terchianti U capimento Della carroixa. ( )
7eL. Disc, l 363. Con a»"'-' J'-"
lama di novelle si soverchiami latte d.
reo p.,t.r.- r acque forti, ed il fuoco ec. (Il)
1 SOVERCHIAN7.A. Soprrchianza. Lat.
rtdundantia. Gr. ^V'- ""• ' , „ ,„■
M. Cin. 5l. Per la qual s. pone Lo spi
rito d'Amore in soverchiania. 1 rati, se-
"r cor. *.«. Uopo '1 fatto .1 querelano
dogli errori commessi , e d. quelli che
™Simctlono aUora quando magnano con
SOVLTchianta. . „.
* S Per SopriM, Sopercherà. - Him.
ant. E. R- A Iorio grande faimi sovcr-
rhianxao. f l'I _ 1 __ i ,1 .,i„
SOVERCHIARE. Soperchiare. Lai. .■.»•
cere, superare. Gr .J:Tsp?a.«'V. /W.
Pura, l Uscia di Gange fuor coli- bi-
lance. Che le caggion di man quando .o-
vcrchia. E»6. Ver., d amore e ,.osc d
n,man« Soverchiò tutu. E ''«;• «■ ' ^"
delo avvivan d. tanto .ereno. Che .ovor-
c4da deU' aere ogni cnmp.ge.
il S \ Per Suprrare andando su.
Dani Wrg- 3. Crciele Che non ..nw
virli, che dal ciel regna ^ Cerchi <U so-
verchiar quesU parete I E quel rfi / 'rg-
Eneid. 6.: Hoc superate lugum. ). M V
Venz . rim. 1. 193. Voi ben sapete
qual travaglio e spine Soffersi in sover-
chiar r immenso campo. Ove sorge Par-
naso, aereo sasso. (C)
^ Il Per Tralioccart. Profondare, Smot-
tare. Lal.>mp/.re, eomplere.super/undi.GT.
TilnpoOv. ìtz^X--'-"'-'- '^ J.bio.".
Per diversi Iremuoti certe monUgne s. di-
parurono, e per mina nelle valli sover-
cbtarono. . , , ,.
# %J III. Per Sopral'hondare. Aanna^.
Arca'd. pros. 3. Sia lontana da noi la in.-
qua fame, e sempre eibe e froud. , ed
acque chbrUs.me da bere e da lavarle, ne
soverchino. (B) Tac. Dav. Geim. 379. Se-
mina ogn'anno maggese nuovo.c loro .over-
ehia terreno; perchè non gareggu la faUca
loro con la ferlilili e ampiena de camp..
Car. Relt. Arisi. 1. 4. Acciocché se la
guardia non è bastante, s'accresca, e se
soverchia, si levi. (TC)
•+ SOVERCHIATO. Add. da Sover-
chiare. Salvia. Disc. 2. 114. Ha seco U
valoroso, benchi: soverchiato a tolto ed
oltraggiato, la buona coscicnla (qui vale
offeso con soperchierie ) .
"t*3 SOVERCHIATORE.; crhal. masc.
Che , o Chi soverchia. Dani. Conv. 64.
Che non fosse stato soverchiatore, leggier-
mente si può mostrare (cioi:. non avesse
trapassata la commessione. Lat. praevan-
caior. Cr. naf^^arr,;. « Wonr. fe ppc .
Che fosse ec, levando la negativa, fedi
Saggio ec. ) • i ri I ■
* §. Soverchiatore , dicesi anche Colui
che usa soverchierie. - Salvia. Disc. 2.
3q2 Avverandosi cosi i cilladim a man-
tenere 1- uguaglianza ec, e a non essere
soverchiatori, ni: usurpatori, ne violenti,
ne oltraggiatori" . (C) , • c„
# SOVERCHIERIA. Soperchieru,. Sc-
rner. Mann. Apr. 6. 2. GU succhiano
quanto sangue egli ha ncUe vene per via d.
usure, di soverchierie, ec. f cioè , violenze ,
'™ÒvEHCHIEVOLE.><.W.-^"<' a sover-
chiare. Soverchio. Lai. immoJicK.t, n!">"> ',
immoderatus. Gr. OTIsfUEr/:'.; . Hen,':
A<ol. 3. 160. Dovea eUa fare deUa venti
non belleria solamente e adornamento , ma
luce e scoria e sostegno dell' animo, .node-
ratrice de' soverchievoli disu.
+ * SOVERCUIEVOLMENTE. .iv.
veri: In modo soven:h,evole. lìellm. D,.'C.
3 85. Daogniconsideraiione de saggi «1
avveduti uomini sovercbicvolmcnle 1 esclu-
dono. (Vinj ,
+ * SOVERCniEZZA. Lo slesso che
Soverchieria. BMn. Disc. 2. l3. Bieca .li
lanlo bene, che condurrla di leggien m al-
imi la soverclii.ua, e 1' orgoglio , e la non-
< Urania di Dio. (Min)
SOVERCHIO. Susi. Soperchio. Lai. rf-
suluum,superlluum,ercessus. Cr. TO io-
ITiv , to' TC^J.TTOV, r, aip.TTIia. nant.
Inf 21. Se lu non vuoi de nostri gralh ,
Non far sopra la pegola soverchio (cioè, non
uscir sopra la pegola) . K »5. Ciò che non
corse indietro, e .i ritenne. D. quel .overchio
fé' naso alla faccia. E Purg. »• Mentre che
del salire avem soverchio. Ruon. "m. l.
Non harollimo arlisU alcun concello. Che
un marmo solo io >i> non circoKrlvi Col .1»
Mivcrch.o.
SOVERCHIO. Add. Sopenhio. Lai «'-
niius. siiper^a.aneus. Cr. Tip.T-55 Dani.
Pure '5' E fecim. '1 soUcfh.o, Che del .0-
vercbio visibde lima, l-elr. son. 210. Allor
dira che mi.- nino son muto, L ingegno ol-
r,..o dal soverchio lume Roce. Protm. 2.
Per soverchio fuoco nella mente concetto da
poco regolalo .ppetito. E nov. 26- H.
Ve io non v' bo ingannata per torvi i «o-
S O V
Siro, ma p»r soverchio amore che io vi
porto . ,
SOVERCHIO. Avverà. Lo steste eh»
Soperchio, Soverchiamente. LaU nimil, re-
dundanter. Cr. ;7e^.TTW4. Bemh pros. I.
45. Voi, messcr Ercole, e quesl. alln poMO
io bene avere occupati e disagiali soverchio,
/•ir. As. 39. Entro a quelle trondi vi u ve-
deva il aimulacro d' Aleone soverchio cu-
rioso. * Alam. Colt. 2. 37. Accogli. U
frutto Della sementa sua; ne troppo atten-
da Che 'I soverchio aipetur Miverchio ol-
feiide. Chiabr. /dm. voi. 3. pag. 83. ( Ge-
remia 1730. ) Era Di lei (Aracne) granpre-
gio coUa man leggiadra Sedere al .uhhio.ed
ordinar le tele ; Ma sua virtù U fé wvwcliM.
altiera. (R) „.
§. Di soverchio, posto avverbialm. I ea.
DI SOVERCHIO.
•+* SO\ERO. Suvero,Sughrro..^annaz.
Arcad.egl. I. Non trovo tra gU affanni li-
tro ricovero. Che di .edermi solo a pie d un
acero, D' un faggio, d' un abete, ovver d un
sovero. (A) , , j I
SOVERSCIO. Ai dicanole biade che non
producono spiga, le quali seminate e ere-
scinte alquanto, si ricuoprono per ingras-
.,are il tern-no, Scioverso.yu lup.nus eie.
aratro eversus. Pallad. Cr. 12.8.1. Del
mese d" Agosto ec. si po«ono serninar le
rape dopo la prima piova, e le radici e 1 na-
voni e i lupini soverscio, acciocché le Urre
e le vigne ingrassino.
SOVRA, r. SOPRA.
* SOVRABBONDANTE . Sopralibon-
danle. Abbondantissimo. LM. exuberans
redundans. Gr. .-£^:iUo«;«» • «<^-
(■^,1... 1. 252. Per lo pm ancora co.la-
m.,no introdurre nel sangue p«1.ceUe »-
vrahbondanli di fuoco e d. sale , ec. *-
gner. Crisi, instr. 2. I9. 2 Pensale come
fari sovrappieno sovrabbondante, per appa-
cari" la nojlra ! ( ) ,
# SOVRABBONDANZA. Lo Jr("iO«A«
Soprahbond.in-.a. Lai redundanlia txu-
berantia. Gr. tjnsf.», !ti»»»«»>'<i«- ««f
/.•(( I. 86. Ma ancora m lulla quanU a
massa del loro sangue, P""^'»" '*'"•'
' sovrabbondanza dei corp.celh acidi e sJ-
sugginosi e amari, ec. E Cons. l- VJl-
Ed in tulli coloro, ne' quali ». scorge so-
vrabbondanza di calore non buono, ed
cmaciazione di lutto il "7" ( )
SOVRABBONDOSO. »'. A Add. So-
prablH,ndante. Lat. superahundans. exuhc-
'rans. Gr. ::«/>'"«■'■«''•,''""/, ""'y-""'-
Maian. 79. Che sua belli gù ben du pro-
priamente Non si poria , uni e sovrJ.-
iHindosa. _„ ... f,, .
•t « SOVRACCELESTE. Add. Che e
sopra le cose celesti, Sopraccelesle. Ciac
Oraz. 91. Anime del cielo degne , stirpe
sovracc?lesle. (^S) Salvia Pro. saer.k\-
lora spiegò queir interno lume deU anim..
1. ■ . ..» .««PIO <ti nuclle
lora spiego queii •■■"^■■■- . - ,,;
e comincio a gustare "■>,»«;»''' l";"'
sovraccele.libeUeuc. ^ Iliad.llh6. v. ,3+
Tai cose in avvenire Aggiuslerem. se ma.
c„n, cda Giove Agli immortai sovraccelejU
'''i'TovKACCENNATO. Add. U su-
so che Sopraccennalo Red. Annoi. Dilir.
,77. il Re d- Inghilterra ec. fece molu e
moli, cavalieri Bagnali, o del Bagno, con
le soUle antiche cmmonir , e DOO mollo
dusimdi .lalle lovraccennale. ( )
>!■ SOVRACCITATO Add. Lo stesso
che .Soororritólo . Lai. pr<KÌI*lus- Gr.
T^y.;o>.vO,. Salvia. Disc. »■ «3»- Ap-
p,m.o la speranza Ja S.nesio nel sovrac-
Ii.ato hbn. fu dolU un .ognare . occlu
aperti. E 3 3. Similmente CKerone neU.
sl.vraccitata orazwne quesle forme preKnv.
alla gioventù. C) „ t j
SOVRACCRESCERE (Vc^.'-^P''''^
super eacrescere. Gr. .a.yaieO».. X-'*^
Masc. V. .ovraccrcco la care, m i'tV
S 0 V
ili minuti fornicini. # Sali'in. Prcs. Tose.
3t>I. Questo estremo punto ec. m'ìnnspra
la l>i>igti* e rinnovellii, r colla dura rimem-
Lranu sovraccrescc il tlolorc. (C)
* SOVRACCULTO. f'cneruzionc firan-
dissima. Culto che si porge a qualche og-
getto creato, più eccellente degli altri per
qualche particolare qualità; come spezial-
mente si dà alla Santissima lerpne. Ma-
dre di Dio. Lat. hyperdulia . ^Gt. uTZtp-
JouXet'a. Salvin. iii>c. 3. 68. E detto ro-
si, come se noi dicessimo in una sola pa-
rola, di due composta: sovrosse(|uio, o so-
vraccuUo. (*)
# SOVRADDETTO. Jdd. Sopraddet-
to, hai, pnrdictus. Gr. Ttpo-x-fpvòfJiivo^.
Peti. Oss. an. 2:'i In tre altre faine ec.
bo trovato ne' polmoni i sovraddelli sac-
chetti . E 63. Avendo io qui incidente-
mente mentovato il sovraddetlo Padre Buo-
uanni. E 102. L* esperie nta ebbe lo stesso
a%"venimento di quella, tentata co' sovrad-
dclti tre olii. E l3o. Tutte le sovraddette
esperienie intorno a' lombrichi de' corpi
umani sono state da me tentale ec. {*)
f * SOVRAEMPIERE. Empiere a ri-
hocco . Cuitt. lett. IO. 27. Ogni vostro
disio impiendo, e sovraempiendo oltra ogni
vostro pensiero. (V)
•f * SOVRAFARE . Sopraffare. Fr.
Jìarh. 24 i- 2- Or la ripiglia Del sovrafare
altrui, fi )
•f * SOVRAFFAMOSO. Jdd. Più
che famoso , Famosissimo. Sah'in. tliad.
lib. 2. V. 620. Giove sovrafiamoso e so-
praggrande , Ragunatorc delle nere nubi,
ec. (A>
t*S0VRAGGIOIOSO. Jdd. Più che
gioioso . Rim. Ant. Dant. 3faian. 2. ^55.
Non doglio eo già perch' eo , sovraggio-
io» , Distretto sia da vostra gentil ca-
ra. (B)
* SOVRAGGIUGNEBE. Lo stesso che
Sopraggi II gnere. Zibald. Andr. Gli sovrag-
giunse un'occulta spirazioncella. (*)
* SOVRAGGItlNTO. Jdd. da Soi-nig-
giugnere. Car. En. II. 899. Metabo, dalla
turba sovra^giunto De' suoi nemici, a nuo-
to alfìn gittossi , E salvo all' altra riva si
condusse. tB)
•f.* S0VRAGGLORI0SO.v^A/.Pi« che
giorioso. Gloriosissimo. SaU-in. Iltad. lib.
3. V, ^GS. Giove padre, che in Ida im-
peri e regni , O sovragglorioso e sovrag-
grandc, ec. E 7. 265. Giove padre, che
;iu dal monte d* Ida Imperi, sovragglorioso
e massimo , ec. fA)
•t * S0VRA<;GRAISDE. Add. Soprag-
grande. Tragrande, Grandissimo. Salfin.
iliad.lib. 3. i». 466. Giove padre , che in Ida
imperi e regni , O sovragglorioso e so-
vraggrande , ec (A)
* SOVRAILLUSTRE. Add. Più che
illustre. Illustrissimo. Tass. Dial. (A)
SOVRANA.MENTE. Af.verb. Con so-
tranità, Magnanimamente , Eccellentemen-
te. Lat. *magnanimiter, magno, et excelso
animo . Gr. ftiyv}o^'JXÌ^ ■ Amm. Ant.
19' 3. II. Proprio è di grande animo es-
sere dolce e posato, e le ingiurie e l'ofiese
sovranamente dispregiare. Pai/ad. Ott. 11.
Ne" luoghi Lassi e di maremma sovrana-
mente avventano.
SOVRANEGGIARE. Far da sovrano.
Esser sovrano. * Imperf. V. Tih. V. L
T. 12. i83. Conviene duntpic che a lei
( la parte razionale dell' anima ) di so-
vrancggiare , e di comandare appartenga ,
e farsi stimare e obbedire dagli affetti co-
me da propri sudditi . /•: ivi 262. Senza
la ragione di mezzo tuttodì ci azzufferem-
mo, e ci divoreremmo l'un l'altro in guisa
di fiere per soTranpftciare al tutto. (F)
« SOVRANEGGIATO. Add. da Sovra-
nfggiare. Segaer. Crist. instr. i. 26. 9.
PropagaU nel cuore di queUa vedova e di
S p V
quella famiglia , che rimane sopraffatta e
sovraneggiala a t'orza dell'oro altrui. {•)
SOVRANISSIMO. Superi, di Sos-mno .
Lat. immortalis , supernus. Gr. MTl-pfii-
yiSTO;. I.if'. Prcd. Per giugnere alla so-
vranissima gloria del santo paradiso. ^- Sal-
vin. Odiss. Itb. 19. i'. 402. Sajipia or
Giove da prima , degl' Iddei Sovranissi-
mo ed ottimo , e la Vesta D' Ulisse ir-
reprensibile , ec. (li) Impcrf. Tim. D.
IO. T. 8. 170. I più un poco ;Jzandosi
a volo , e im poco abbassandosi appena
ebber tempo dì riguardare in quelle so-
vranissime cose, e parte ne videro, e parte
non ne videro. (F)
SOVRAMTA', SOVRANITADE, e SO-
VRASTATE. Superiorità, Maggioranza,
Diritto di soi-rano. Lat. imperitim , *altum
dommium, princeps auctoritas, maiestas.
Gr. ^esTiOTeta . M- V. 9- 98. Dee il
Re d' Inghilterra , e suo rede e succes-
sori , liberamente avere tutti gli omaggi,
obbedienze , sovranitadi , fii , diritti, sara-
menti , ec. E più sotto .* Dee il detto
Re di Francia e suo primogenito rinun-
ziare ogni diritto e sovranità, e ogni ra-
gione ec. ^ Bcllin. Bucch. 7.2.0. Lo pro-
nunzia con una gravità Di signorilità, £
con un sopracciglio Qual chi col suo con-
siglio Parla di cosa di sovranità. (B)
SOVRANNATURALE . Add. Sopran-
naturale. Lat. supernaturalis. Gr. ùltip-
foci/.ó^ . Salvin. Disc, 1. 9. A misura
della fede e dell' amore sovrannaturale fu
maggiore e minore senz' alcun dubbio T
allegrezza .
s? S0\ RANO . Sust. Soprano j Che
sta sopra. Dant. Inf. 32. Così '1 sovran
li denti all' altro pose ( parla del conte
Ugolino, che stava colla bocca sovra il
capo dell' arcivescovo Buggieri }. (M)
§. I. Sovrano, per Soprano, Che ha
sovranità, o superiorità sopra checches-
sia. Lai. princeps, dominus. Gr. ^cOTTo'-
T»i^. Dant. Conv. 63. Comandare il sug-
gello al sovrano procede da ordine per-
verso; che ordine diritto è il sovrano al
suggello comandare. G. J'. IX. 97. i.
Fccene signori i suoi cugini ec. , vo-
lendo egli tuttora esserne sovrano. E 12..
3. II. Quando ciò fu rapportato al re Fi-
lippo di Francia , suo sovrano , suliìla-
mcnte disse.
§. II. Sovrano , 0, come più comune-
mente si dice. Soprano, nella Musica e
la voce più acuta. Bern. Ori. 1. 14. 52.
Aquilante cantava e Chiarone : L'un face-
va sovran . r altro tenore.
* SOVRANO. Add. Che sta .-sopra j e
dicesi così di persona., come di cosa; con-
trario di Sottano. Tass. Ger. 1. 77. Qui
del monte Scir , eh' alto e sovrano Dall'
Oriente alla ciltade è presso, Gran turba
scese, ec. Car. En. l. II. v. 1070. Egli
nel mezzo Degli altri suoi con le due te-
ste andava Sovrano a tutti. Ar. Fur. 27.
79. Non voltò rota mai con più prestez-
za Il macigno soiiTan che il grano tri-
ta. (MJ
5 §. I. Sovrano, per Soprano, Supe-
riore, Principale. Lat. princeps, superior,
supremus. Gr. àpxp*, jiTaro?. Petr. son.
282. Or hai spogliata nostra vita, e scossa
D' ogni ornamento, e del sovran suo ono-
re. Tass. Ger. 12. 102- Ei me pregante
e contendente in vano Coli' imperio af-
frenó , che ha qui sovrano.
'* §. IL E inforza di sust. tt Amm.
Ant. i3. 3. 6. La Morie non cura alta
gloria ; involge il piccolo come il grande,
e agguaglia i soltani ai sovrani ». (Cf
t §■ HI. Sovrano, vale anche Eccel-
lente, Singolare; e dicesi così in huona, come
in mala parte. Lat. egregia s , excellens ,
emmens, praclarus. Gx.i^anps,xoiyi\oxo^-
Bocc. Lett. fin. Ross. 274 ■ Comecché del ru-
S O V
1287
bare , quando fatto lor venga . e del ha»
rattare sieno maestri sovrani. G. y. \\.
12. I. Il più sovrano maestro stato in di-
pintura, che si trovasse al suo tempo. ìSov.
ant. 88. I. Lo 'mperadore Federigo an-
dava una volta a falcone, e avevane uno
mollo sovrano, che 1' avea più caro d'una
cittade . ^ Teseid. 5. 20. Non ha guari
che qui venne Alinieto , Di medicina
maestro sovrano , l'om d* alto senno e di
vita quieto, (B) Dant. inf 22. Carattier
fu non piccol, ma sovrano. ( t P)
SOVRANZARE, e SOlIRANZ.iRE. So-
vraneggiare , Soprastare , Sopravanzare .
Lat. superare, excellere , pra stare. Gr.
e|-:'Z£iv. uTTEce'xitv. Dant. Par. 20. Non
a giusa che l'uomo all' uoni sovranza. E
23. Ella mi disse : quel rlic ti sobranza
E virtù, ec. ^ impcrf V. Tusc. /). il,
T. 2. 124. La forza e commozione del
vento sovranza di gran lunga la forza e la
resistenza della gravità dell* acqua; di mo-
do che 1' aria, 1' acqua, e sì anche la terra
medesima si leva sopra . E Prov. D. 7.
T. 3. 3o6. Egli è anche indubitabile che
colui che passa e sovranza il potere della
natura può quello che non puute e non
ammette per ninna maniera il potere della
natura, ft)
•f ^- SOVRAPOSSENTE. Add. Più che
possente , Trapossente y Strapotente. Salvin.
Inn. Om. (Marte ec). Marte soviapossen-
te aggrava cocchi , Elmodoro magnanimo
scudiero , ec. (A)
* SOVRAPPIENO. Add. Lo .stesso che
Soprnppieno , Pìeni.tsÌmo. Guilt. rim. i.
5o. Arca d' ogni divizia, Sovrappicna ar-
nia di mei ec. (C) Segner. Crist. instr.
2. 19. 2. Pensate come sarà sovrappieno,
e sovral)])andante per appagare la nostra! (*)
SOVRAPPORRE. Sofjra ppor re . hat.
supcrponere. Gr. uTrsprt&ivai. Tass. Ger.
l4- 20. Onde lascia Ì riposi, e sovrappo-
ne L'armi alle membra faticose intorno.
't * SOVRAPPOKTARE. Portar so-
pra. Comportare. Salvin. Disc. 3- 9I. La
grazia , che fabbrica ai mortali tutte cose
suavi, Sovrapporlando stima. (A)
•f ♦ SOVRASACCENTE. Add. Più chs
saccente . Rim. ant. Dant. Maìan. 140.
Tanto v' assegna saggia ec. Che move e
vicn da voi sovrasaccente. (f)
•f * SOVRASALTARE. Saltellare in-
sù; e qui Palpitare, Battere. Cliiahr. rim.
f ol. 3. pag. 1.52. ( Geremia l73o) Ma co-
me poscia sua miraJ)il polve Aggia virtù di
medicare il core, Che dentro il petto sovra-
salla, e come Rischiari ec. (A )
•f * SOVRASGUARDO. Prima ve-
duta. Sguardo superficiale. Salvin. Oraz.
Maglitìb. Se in una precisa e particolare
scienza avesse fermato il pensiero , non
avria potuto con un agile sovrasguardo il
giro tutto delle facoltadi belle abbraccia-
re , ec. (A)
* SOVRASTAMENTO. Il .-sovrastare.
Bemb. lett. I. 2. IO. Quando e per la
debolezza del giovanetto pedal suo, e per
10 sovrastamento delle circostanti ombre
speranza nìuna non se ne avea. {*)
* SOVRASTANTE . Lo stesso che
Soprastante. Salvia. Disc. 3. Il5. Col-
le corna ramose può figurare la ceppaia,
per cosi dire, delle passioni; e sotto la
figura dello strale sovrastante , i cattivi
eventi. (•) Segner. Mann. Sett. 3o. 2.
11 terrore assoluto è ancora del mal pos-
sibile; il terrore che nasce dalla minac-
cia, è del sovrastante, (y}
* SOVRASTANZA. J/ sovrastare, So-
prastanza, Sovrastamento , Soprintenden-
za. Pallav. Stor. Conc. I. 107. La sovra-
stania e l'istituzione del Papa derivò da
Cesare. (N)
SOVRASTARE . Soprastare. Lai. emt-
nere, ingruerc, extare. Gr. TCOxu'rrTeiv ,
1x88
S 0 V
S O V
ÙT£MuT£iv. Dani. Inf. l8. Sanii monu-
,0 ai dosso Dell' arco, uve lo scoglio più so-
vrasta. , , _,
<: 8 I Soi-rnslarc, l'ak anche hsserc
,m„..«v,<e. Sesncr. l'red Pai. ^p. X 69
che mali ec. conviene che a lui sovrasU-
no ! I TCj _ _
:;: §. II. Per Esser superiore, lac. Uav.
ùèrm 38l. Non accalton brighe «li «ucrra,
uou rul.an,., ni- sacchess^no, e quel che e
scgDo di lor vutù e fora , noe sovrastanno
agli altri per via d' ingiurie. iTl'l
" III. Per Conliniiarc a stare, teir.
,oa 66. Ma a sovrastar neUa prigion lerre-
stra Cagiou m' h. lasso, d' infinili mah.
•+*SOVRATOLLlillAHE. ^n.hr tol-
lerando, Tollerare. Sal,;n ndi.<s. Uh. ly-
„. 3l3. Ulisse rivolgeva nella mente, Se ,
addosso andando , rolla niaixa 1 alma Io-
gUesse.ec; Ma sovratollero, e in cuor si
tenne. ( i-l) „ , /..■
•-■ SOVI'.AVOLARE. Soprafolare. Lia.
rim. l52. Per una merla , che d' inlorno al
volto Sovravolando sicura mi venne. /.;
SOVRECCBl.LEN Ili- ^dJ. Pm diL
cccellent-, i:m-lleal,.<.un,o. VA. praeslan-
Ussinms, e.,ccllenl,ssm.us. Sahin. U.sc.l.
2Ì. Non vi ha na«one si l.arhara oc. , che
dalle cose visihdi non si faccia scala idla co-
«niiionediiiueirinvisiliileecos. a la e so-
vreecelleute natura, che più agevole cosa e
r affermare che eUa sia, che il dire che cosa
eUa sia. * f O.K.*'. '■',. 21. .■■ 253. AnU-
noocli lenca,cd Eurimaco Divmo m vista,
i priucipal dei proci; Ed erano in virtù so-
vreccellenti. (S)
* SOVREMINENTE . Lo .stesso che
Sopren,inenle. Segner Crisi, instr. l 21.
,6 II loro redentore, il loro rigeneratore,
cosi sovreminente, che vai per lutti, iahun.
Proi Tose. I.5o. La .(uah^ quaulrnupie
„„l,ili,slma, non aggiugue pero in vermi
conto alla minima dote di .luelb sovremi-
nente natura. (') ,• ■ „ „
SOVHEMPIERE. Colmare, hmpiere a
rimbocco. Lat. cumulare. Gr. cwpcjsiv.
Rlm. «nt. P. /V. Gu.ll. E parici da ogni
noia, Sovrempiendol di gioia.
SÒVRESSO. ^i'"- Sopra j e la voce
ESSO ì aggiunta per proprietad, Imguag.
gio. come a SO TTESSO .<uo contrario e a
cimili. Lat. .super, .supru.Gv. «ve. Dant.
Inf. 23. Appena furo . pie suoi giunti a
leuo Del fondo giù, eh' ci giunsero in sul
colle Sovresso noi. /• 3. . V .din- eran due
die s- a-iungeano a questa Sovresso 1
t„o df ciascLa spalla. KP^'^f?^- f^
vresso Gerion ti gu^ai salvo. L M. fen
Kiva Sovresso r acqua lieve come spola.
° SOVROFFESA. Offesa .soprahhoudant, ,
.,1 eccedente. lUm.anl. P. .V. «r Pac. ISot.
Tanto m" ha fatto morte sovrollesa.
* SOVROSSEQUIO. Ossequio gran-
,fc e speziale , che si dà a qualche og-
getto a-eato , .superiore agi, altri per
■ qualche particolare qualità, 0 ''•f;""^:'-
Lai. • Inperdulia, Gr. • u :rcfOoule.«. ial-
..,„. /),.«. 2. 68. E detto COSI, come se no.
dicessimo in una sola parola, lU due con,,
posu: sovrossequio, e sovraccullo. ( )
SOVRUMANO, ^dd. Sopì umano i...
che umano. Pi!, che da «omo. Lai. A»m,.-
,„,£ ,i..(i,rrte cond,lionem eccede,,.'. Gr. 0
Zaer. Mann. Oennhx. 2. Una dde.io-
ue .eollissima, si.l.limi.sima, ,..«TUmana. /.
ìlari. 7. 6 Seppe con quella sapien.a e
:'nqu/llarruden.a, eh- egualmente in 1.1.
furono sovrumane, schermirsi l.en da .lu, 1
lusinghevoli «.salti. Jtff«- -■""• '• '^!';
Quindi fe, che volge riverente d ciglio
ÌTuon popol Latino Del suo gran padri .d
suvruiiian seiid.iaule. .. e . ,.;;.
SOVVAILETTO. T),m. di &.'.-l"o.
Cecch. Esili. Cr. a 8. E ei e un lov.
».dleUo senta coslo Pn principi.
SOVVALLO. Si dice di co.ta che tiene
<enza spesa, e per lo p,t, da gotUrsi in
brigata. lìuon. fier. 2. 3. 12. lo ne sono
informato. Perché le mie soreUe Aveano
sii.sso di questi sovvalli. I: ì. I- IO- Gh
ei recasser da far eoliiione Una volu a
Isonne e a sovvaUo. li 3. 2. 18 Che ma.
non apiiarecchia, o .lei sovvallo U un mar-
lapaue, o d'un 6asco di greco Non o
mai largo.
-.;: g Onde Andare a sovvallo, dices,
del Mangiare a ufo. Cecch. Prov. 3l.
Dieesi ancora scroccare e mangiare a
scrocco, chi mangia a spese .1' altri, o cb,
code cose d'altri seuia pagarle. Il med.--
simo si dice andare a sovvallo , go.lere a
macca, andare a isonne, amlarc in groppa,
e fare un asso. (C)
SOVVENl NZA. // sovvemre, Atulo ,
Soccorso. Lat. aujUium. Gr. ^■■r,3iM.
F.sp l'ang. Non volendo far vcrun lavo-
rio, ni: medicare, ne altro servigi,., in sov-
venenza del prossimo. M. I' !'• 32.
Gliene facea a sovvenenxa quel tempo che
a lui piacesse. ' . ,, ft, -
•+ * SOVVENEVOLE. Add. OiC e
inchinevole a sovvenire; Soccorrevole. Car
JCn. Ilb. I. .-. 1023. Si che natura e sof-
ferenia e prove De" mici stessi travag .
ancor ne fanno Pietosa e iovvCQCvolc agi.
altrui. iJ) _,
•t :f SOVVENIENTE. Clu: sovviene ,
Chi soccorre. .V. Jg. C. D. II. H-
lluella tranquilla di lui.i.nosa P'etade ;
questa turhol.nta di tenebrose cup.d.tad.:
quella sovvenicle per volontà di Uio cle-
mentemente , e giudicante giustamente;
questa ardente di pompa di segn..reg6ia-
re ec. (parla di due compagnu: d Angeli
diver.se, significate per la luce, e per le
tenebre ). (À) . r ,.
SOVVENl.MENTO. // sovvenire. Lai. ,
auxilium. Gr. ^oW=£<«- ■t'''- I'"^''- O.-*"^^
per questo sovvenhnento e recreai.one
C..I..10 a vollono fare Re loro. Mor. ,S.
Grcg. Quando ma.;gior sovvcmraento <1.
misericordia l'uomo considera aver r.ee-
vuto. ì'it. SS. Pad. Per la predetta ca-
eione era in gran pOTctadc : man.logl. per
sovvenimento della sua vita e -'e P"'". .
SOVVENIMENTOSO. 1 ■ A. Add. (he
.sovviene, 0 .soccorre , Sovvenitore . Lai.
„„i./o>(or, sublevator. Gr. ^onro;. /-.'■
Pred. Si era uomo buono , e molto sov-
vcnimcnloso de' poverini.
SOVVENIRE Aiutare, Soccorrere. Lai.
subvenire, ausiliari , opem fiere. Or.
sUiil-'- Tìanl. In/. 33. Perch'.oa lui:
ie vuoi ch'i' ti soTvegna, Dimmi eh. lo-
sU /: Pure » fella mia compagnia co-
sini sov»em.i. /■ 22. E menlreehe <h la
per me si sletle , Io gli sovvenni. Jìocc.
nov. 25. C). Ora, che sovvenir mi p..le le,
.1. ciò v'.ncresea. K uov. 68. II. D.
..nello d' Arr.nuccio medes.mo la sovven
ne E nov. 84. l3. Da capo dal padre fu
l sus',en..to. /'...". >i)2 Cme 1' ..o.no vuo-
le, per l' amore ci.' egl. ha a se medesi-
mo, .-sser sovvenuto ne su... bis..gn. ; c.s.
Jee sovve.lire a' hUogni del pr..ss.m... .Nf
..r l-ior. Star. 5. IflS. Avendo d Coni
a pensare ai casi proprii. non ,«lrebh.
air and,i.ione di Filippo so.v.n.re. *Ou.c.-
Star 18 .'l.">. Aveva con. hiuso 1 ,1 Pontr-
À.f ) ec. c..nredera.io..e ci Re .U Fran-
cia e co' Vencani idd.ligandol. d. sovve-
n.ilo d. Rr....e somme d. denaro, il.)
# S 1. l'ir far Sovvenire , Ridurre
„//., memoria, lìeuib. Asol. tib. 3. Bene
ivef fallo, LavinelU. . per cerio a sovve-
„.rc. ora d. qu.llo , poeti e vers. r.-or-
.landoci, di che per avvenlu.a la vaghcua
,1,' vostri ragionamenti , laccmlol voi, ci
ivtebhe tenuta oUi.isa. (He)
(! II Per Covare Lai. prenlesst, ,„■
vlento esse. C> ■>■ 8 \ Anco.a b
S O V
fava lessa ce. a' podagrici, e agli artetìd,
cioii a gotte di mano, coiu con gras» di
pecora, sovviene.
:> g. Ili. /■- Jiguratam. per iledica-
re. ì ,t. SS. Pad. 2. 3;;) Ciascuno Dot-
tore e Rettore dell' anime dee c.insiderarc
e disccrnere li magRiori difetti da' minori, e
ciascuno viiio che dee sovvenire colla medi-
cina [iropria e convenenle. (CPJ
§. IV. In s,gnific. neulr. pass, vale Ri-
cordarsi, Ritornare in mente. l-A. in
mentem venite, subire. Gr. ÙT!.5)e«^«''
£A3ii"»c:i.viOv. nant. Inf. l8. Che lu. fa
sovvenir del monilo antico. E Par. 3. Cli«
di mia confession non mi sovvenne. Petr.
son. 212. Non li sovvien di queU' ullim»
sera? A'oi'. ""'■ A- ="■ -^'essere, a me
sovviene di mia gente, e di mio pac»e .
Tes. Hr. 1 . 9. l'orcio dico io, che tutta que-
sti Ire lem;.!, cioi; d preterito, il presente
e '1 futuro, non sono se non per sapere che
r uomo si sovvegna delle cose andate, ed
isguardi le presenti, e prevenga quelle che
sono a venire. V,t. S. Oir. 11. Spesse vol-
le mi ricordava e sovvenia delle compagnie
deUe giovani ili Homa. * Dav. Scism. bO
E ec. cercan.io ( Arrigo ) sue maccalcUc
di Cromiiehi, sov-ienne che avendo ce.
(qui senza la particella. Lat. rtcOrdatHS
+ SOVVENITORE. ì'erhat. moie. Che,
o Chi sovviene, A,utatorc, Soccorrilare .
Lat. adiutor, sublevator, auiilialor. Gr.
por,so;. Filoc. 3. 240. MiUgatorc delle
fatiche, e sovvcnitor degli affanni.
SOVVENITRICE. l'erbai, femm. Che
sovviene. Lat. adiulrix , consolatrix. Gr.
,i 3or,E(oài.«. LU: Op.div. Tratl. Avtm.
O sovvenilricc dc'dcreUtti, o spcrania de
disperati.
SOVVENUTO. Add. da Sovvenire.
3 SOVVENZIONE. Sovvenimento, Sus-
sidio. Lat. subsidium. Gr. STtixoupi*. C.
y.q. 33l. 1. Tolse a' collettori del Papa
tutti i «lanari ricolù di decime, e di sovvcn-
lioni. .vVsr. F,or. Stor. 3. 81. Aucgnarono
a molti di loro uKiii e sovveuiione, per po-
tere a loro grado con dignil'a mantenere.
Pemb. Stor. 6. 7q. H nostro Anani, lanl.
Tolte sfornii.., di molta sovvenuone ogni
mese ha bisogno. ., . /- ,-a
* § E figuralam. «Lor. Med. Lem. I/O
Il qnal riiiiedio pero non e fatto .UriroenU ,
che l'altre ..morose sowenuoni. . |CJ
SOVVERSIONE // sovvertert. LlX.
eversio. subversio. Gr. ànario^». M- ' ■
8. 62. I quali sovente i>er levila d aninio
hanno tentala la loro sovversione. E 9. W-
Credulo da loro, più dentro potesse oc. , in
sovversione deUa ca«. di Francia, che di
fuori ella guerra. S .Ig- C. D. Come .1
fan 1.' .lislruiioni e le sovversioni deUe guer-
re !? Ut. SS. Pad. I. l56. Questo conlen-
.ler.- di parole non giova e non vale M non
a sovversione degli u.liUiri. (fi
e Per Rivoltamcnto di slomacf, I omi-
,0 Cr. 6. 36. 3 Non .1 dee .lare (la scala-
n„i-.i J a coloro che hanno stomaco delwle
e le bu.lella, per.... he fa sovversione.
* rolg. Mes. Colale medicma purga con
,ovversi..ne di stomaco, e con vomito, e con
affannameilti grandi, e con grande cak)-
'"sOVVERSO. .Idd. da Sovverure. Lai
e,er,us. Gr /nÌJi/nà";- '^ '^"'"'•
Prrd /i. SigLiliavadilaDlecilU sovvcrsc.
« Omel. S. r.r,-g. 2. 102. Nella ritl-a «..ver-
sa n..n è lasciata pietra sopra picUa.fi»;.>."-
vm. Iliad.lih. 2\. V. 325. Quanto a me ,
pria che la cill'a sovveoa Vcggia con gli ..c-
Ihi miei e sac.heggiau, Vadane .0 por neU.
niagi.ui di Plul... llll .
1» S O V V E R S O R E . rcr/Hl/. m«Jf. CJK. o
Chi sovverte, Sowerlitor,. Lai. corrMp(or,
eversor. Gr. )v,»x»Tr.>, r.'.^rfOtrlJi
\ Hut AJr. Op. Ver. i. 33. Alcun. d".u.
S O V
ricevono adulatori e LuQbni, uomiai vilb-
ùmi , e maladcltì sotversori, e |ieste della
gioventù. (C) ò'egnrr. i'nst. instr. i. ai.
IO. Primienuueole il loro ufficio non è al-
tro, cke servire di luogotcut-Qlc ul Diavolo
ncll' impiego di sov versore. (*)
SOVVEKTEHE, e SOVVERTIRE. Bo-
vinartt Btandar sozzopra, Cuastart. Lat.
subvertere, everterti (U:struere, demoiiri .
Gr. «varpiTTiiv. Mor. S. Creg La terra,
nella quale oasccva il pane, è sovvertita dal
fuoco nel luogo auo. (;. i .S.q6 3. Oppo-
nendogli, rome volca tudire il popolo , e
wvvcrtere lo stalo della nlù- l ti'. Am. A-
tlunque chi se' tu, che ti stoni di corrompci e
si antichi statuti, e disovveitire li comanda-
menti de' maggiori ? Maestrusz. L'altro
euosiè, quando alcuno, per sovvcrter la
fede, M la ordinar dagh eretici. Cron. ÒJo-
rell. 296. >on potendo ismuovere messer
Donalo da suo proposilo, l'intamarono di-
nanri a* Signori tì agli Ulto con dire e mo-
strare che esso \olea rimuvere e sovvertire
k> stalo, e farsi signore sotto questo colore .
ì it. SS. pad. 1. 88- A'enucro a lui, temen-
do, come poleano, che il castello non si sov-
vertiue per l' impeto dell' onde del maie ■
* (ì e^ansi 1 Dep. Vecam. "òi^.^dove si mo-
stra che nei luogo citato di G. ì . 8. 96. 3.
i'a pronunziato sovvertere , ccU* accento
ncUa penuit., aggiugnendo un altro esempio
dello stesso (i. A', li!' 8-. do^e dice: E tut-
to il pacifico stato della città sovverlcre).C/'^
* SOVVERTENTE, t/nfjotnrr^e. Ott.
Com. Ihirg. 29. 522. Jl quarto (Profeta) ^
consapevole de' tempi e di lutto il niondu ,
djuunzia la pietra tagliata del monte senza
mani, e tutti li regui sovvertente. (C)
SOVVERTIMENTO. Sovversione. Lat.
extrsio. Gr. àvv,Tf.o~ri'. Annot. f'ang. Il
che fu ragione del suwcrlimento di Gero-
solima. ^ J"iper/. J'im. 1). l\- 7". 6. 275.
Lo vuoi chiamare />rofi(f?nr<i ? otlimamen-
t« lo chiamerai, perciocché per suo consiglio
e sapere si provvede che il tulio cammini
i^guagliatamcnle , e senza sovvertimento
veruno. (F)
SOVVERTIRE. ì'ed. SOVVERTERE.
SOVVERTITO. j4dd. da Sovvertire.
Lib. Amor. ^5. Dogliendo^i della sower-
lila fé della femmina (cioè, rotta). * Af-
gner. Mann. Sett. 29. 4- ^^ questo { An-
gelo san Michele) ec. si valse Dio, come
di suo capitano generalissimo, a debellare
un esercito cosi vasto, qual era quello de-
gb Angeli sovvertiti, f/ ^
SOVVERTITORE. J'erhal. masc. Che,
0 Chi .tovverte. Lat. evvrsor. Gr. xa3ai-
ps'ryii. Lib. Pitd. Il Demonio, sovverti-
tore di tutte le buone opere del Cristia-
no. # Segner. Mann. Sett. 29. !i. Di que-
sto ( Angelo san Michele) si vaLe anco-
ra a difendere la sua Chiesa contro agli
stessi (Angeli rubelli ), divenuti sovverti-
tori. (B)
SOVVERTITRICE. I erbai. femm. Che
sovverte. Segner. Mann. Giitgn. 26. I. Se
r odi trascorrere in parole doppie, morda-
ci, malediche, sovvertitrici, contenziose ec,
ti accorgi subito eh' egli e mal regolato in
«•rdine al prossimo.
« SOZIALE. r. A. Add. Sociale. S.
A.:. C D. 5. 25. Più desideroso della
fede soziale, che della grande imperiale
podeslade. (l )
« S02IETA', SOZIETADE,cSOZIE-
TATE ; / . A. Società. Fr. Ciord. 239.
Onde i Santi non solamente son perveDuU
alla soiietade degli angeli, ma ec. (F)
SOZIO- Compagno. Lat. socius, soda-
lis. Gr. t^oiìfi:,. locc. nov. 76. 16. Ma
che n'avesti, sozio, alla buona fé? ave-
stine sei ? /: nov. 85. 6. Sozio , se io a-
veui chi m' aiutasse, Ìo starei bene. Ar.
sai. 2. E se in cancelleria mi ha fatto
sotto. Cari. Fior. 23. Fermamente, come
Vocabolario T. II.
s o z
disse quel sozio di Calandrino , egli non
se ne troverebbe un altro di qui alle porti
di Parigi. Lasc. madr. 18. A te sempre
^ogl* io Scriver, che se' un galjnluumo e
buon sozio. Malm. X. 82. Donamlo a cia-
scheduno entrate e zolle. Acciò se la pas-
sasse da buon sorio. ^- Buon. Fier. [\. 2. 2.
La tua sozia gì* iniboK) La tua snzia soz-
za e brutta Che 'n un boUin gli appiat-
to. (C)
SOZZAMENTE. Avverb. Bruttamente,
Sporcamente. Lat. turpiter. Gr. ata^^ù^.
V §. I. Per Barbaramente, Crudelmen-
te. Leog. B. Cniil. ^J)- H.tj,'{;uarda e vedi
grande crudeltà , come il Priore è sozza-
mente ucciso , e giace morto dinanzi da
le. (C)
§. II. Per J'ititpcrosnmente. Lat. tur-
piter, inhoneste. Gr. OLÌiyptZi, aTt'//&>;.
M. J'. 10. 33. l-'orte aniniu prestano alle
cose che sozzamente ardiscono di fare .
Maestruzz. 2. 32. 3- Se ricevette, sozza-
mente ricevette , e deelo restituire a co-
lui da cui egli il ricevette . Liv Bec. 3.
Nelle navi sozzamente morirono . J- arch.
Stor. Sozzamente la piazza abbandonarono.
* S0ZZA:MKNT0 . imbrattamento.
Macchia , Lordura . Ciard. Cons. l']l\.
Lussuria è perdimento di pecunia, meno-
vamento di carne, sozzamente dell' anima,
e che toglie il reame del Cielo ( qui Ji-
gurat. ). (C)
SOZZAl'E. Imbrattare, Bruttare, Far
sozzo, hai. fadare , inquinare. Gr. (xa^xi-
viiv , //laivEiv. Fiioc. 2. 295. E massi-
mamente tu , Astrea , la cui giusta spada
il mio padre intende di sozzare con inno-
cente sangue, aiutami. Pallnd. Giugn. 7.
Se elle sozzano laggiii a pie dell' arnia.
i" §. I. Per mela/. Lat. inquinare. Gr.
/JoJu'vitv . Fr. Giord. Pred. S. Si cor-
rompono , invecchiano , e sozzanti . Ott.
Com. Inf. 5. 70. La fornicazione sozza il
corpo , e r anima. Fr. Giord. Pred. D.
L' altra cagione, per che si sozzano, e si
macolano per lo mischiamento insieme.
J it. S. Margh l32. Liberami delle ma-
ni di questo carnefice e degli miei ninuci,
acciocché il mio corpo non sì sozzi.
* g. il. In proverà. Chi tocca la pece,
s* imbratta , o si sozza , e vale Che nel
conversar con alcuno , s' apprendono, e si
pigliano le sue maniere. ( C)
SOZZATO. Add. da Sozzare. Declam.
Quinti/. P. Acciocché più tosto partisse
ì' anima dal sozzato corpo, se stessa per-
cosse. But. Cioè non mondi, sozzati e
brutti di cotesti mali.
SOZZEZZA. Sozzura. Lat. turpitudo.
Gt. oncycoTTì:, Veclam. (Juintil. ('.Non
impedisce la sozzezza l'animo della infer-
ma pietade . But. Ptirg. 6. i. Vendendo
la ragione e la giustizia, guadagnando con
sozzezza , come fa la meretrice , che gua-
dagna con sozzezza del suo corpo, t, al-
trove : O con percotimento oflendono lo
corpo , o con altra sozzezza macchiano la
vita altrui . Boez. G. S. 44- Quello con
questo coperto, ovver velato, nondimeno
nella sua sozzezza perdura. Albert. 2. A7.
Dice Tullio: quando lo tempo e la neces-
sità lo domanda, la molte è da anteporre
alla servitudine e alla sozzezza.
SOZZISSIMAMENTE. Superi, di Soz-
zamente. Lat. turpissime. Gr. un ayicra.
T al, Mass. Certo la fortuna ec. sozzissi-
mamente stimoe di dare dodici onori a
colui cbc era usalo di vender merce.
SOZZISSIMO. Superi, di Sozzo. Lat.
turpi tsimiis. Gr. cticyfjzo^. .Sal/u.vt. lug.
B. Dati ad ubbidire alla sozzissima parte
del rorjio. Bemb. Stor. 6. 79. Questo im-
perio ad essere dal nimico sccleratissimo
e sozzissimo tribolato e consumato lascia-
mo. Buon. Fier. 5. 3. 6. Sozsìssimo all'
udir, come al concetto.
S O z
12%
\ §. Per Deformi ssimo . Lat. Jbedissi-
mus, maxime deformis, turpissimus. Gr.
dia^ijTo;. Bocc. nov. 87. 7. Che , dove
prima era bella , non paresse poi sempre
sozzissima. f'irg. F.neid, M. La sozzissima
grandezza del ventre è d' uccello . Ott.
Com. Inf. 4. 55. Era Socrate uomo soz-
1 zissimo, cogli anali rincagnati , fronte ru-
j stica , gU omeri pdosi , le gambe ravvolte
( così ha il MSS. tfuesto passo , sebbene
! la Crusca alla ì . ^hWOLIO^e la stanf
pa abbiano diver.Kumcntc ).
! SOZZITA'. SOZZITADE, e SOZZi-
TATE . I . A. Sozzura . Lat. foeditus- .
Gr. ai'5;^^oTvjc. Declam. inumili. P. Ella
è tormento dell'animo, sozzila tlt-l corpo,
maestra di peccare, più durissima che al-
tra necessitade (cioè, deformità), -l' Segner.
Crisi, instr. 1. 23. 12- Non vedete voi ciò
che fa una persona amante in estremo della
mondezza? si stomaca ad ogni piccola soz-
zila. <CP)
SOZZO. Add. Che ha sozzezza, o lai-
dezza. Lat. sordidus, Jbedus. Gr. atcjfio?,
cu:ra^05. Pass. iGtì. Alquanti ne suno,
e in ogni stato, col bello di fuori, e con
quello eh* è dentro , imbrattato e sozzo .
JJant. lurg. i6. M'andava io per l' aere
amaro e 5<.zzo. Frane. Sacch. nov. 226.
E così gli signori e le luro donne con
piacevolezza spesso muovono detti che pa-
iono sozzi e vituperosi.
^. 1. Per Malvagio . Lat. turpis , ftc-
diis, inhonestus. Gr. atc/^c;, duiìto/;'?,
arijuo;. l'ani. Par. 19. E parranno a cia-
scun r opere sozze . Bocc. nov. 85. 22.
Sozzo can vituperato , dunque mi fai tu
questo 7 Frane. Sacch. nov. 106. A me
non l* accosterai tu più, sozzo can vitupe-
rato. Tass- Cer. i3. 4- Che fallace ima-
go Suole allettar di desiato bene A celebrar
con pompe immonde e sozze 1 profani con- •
viti e r empie nozze.
§. II. Per Deforme. Lat. deformis, tur-
pis. Gr. òu^SiOTi'? , ctxrsyzò^. Bocc. nov.
55. 2. Con viso piatto e rincagnato , che
a qualunque de* Baronci più trasformato
r ebbe , sarebbe stato sozzo . Cron. Veli.
24. Mico di Lapo fu piccolo di statura, e
60ZZ0, e da poco bene, ne uti ne puti. K
39. Monna Guerriera, figliuola del detto
Taddeo, fu piccola e sozza, e penossi as-
sai a maritare . Frane. Sacch. nov. 99.
Quanto più si vede nello specchio sozza,
meno si conosce.
^' §. HI. Per Sordido, Misero, yov.
ant. 8- Tanta fu la contesa , che per la
nuova quislione e sozza , e non mai più
avvenuta , le novelle andarne dinanzi al
Soldano (era d' uno che voìea pagamento
del fumo di sue vivande). ( V)
SOZZOPRA. Avverb. Sottosopra. Lai.
sursum deorsum . Ar. Fiir. 26. 77. Ma
sozzopra n' andò , perchè il cavallo Gli
cadde addosso , e non già per suo fallo .
Buon. Fier. 3. [\. l3. E noi diciam D*
un gran bel carro d' orure e d' argenti
ito sozzopra.
g. 1. Andare, Mettere, Mandare soz-
zopra, 0 simili, fìguratam. vogliono An-
dare, Mettere ec. in confusione, o in i.tcom-
piglio. Tac. Dav. Stor. 2. 295. Roma an-
dò sozzopra , con'endovi per tutto soldati
di primo lancio al Foro, a vedere il lungo
dove fu disteso Galba. .Vorg. 22- 57. In
questo lempo si leva un rumore, Che tutta
la città sozzopra va. Geli. Sport. {\. 5. Co-
stui, che m' ha mandato tutta la casa soz-
zopra , ec. Borgh. Orig. Fir. 284. Sedi-
ziosi e scandalosi erano, atti a metter soz-
zopra Roma.
g. II. iS'on volgere la mano sozzopra ,
maniera proverb. , di cui vedi MA^NiO ,
§. CXCVI. Lasc. Sibiil. 5. l3. Se l'avesse
fallo a me , io non volgerei la man soz*
lopra.
102
17r.o
S O Z
S III. Sozzopra, vaU a^chc Tulio in-
?::«%; buono, eh-. Bl.a.ao moUo
l"rou" in lut.a U citud.DaD.a cornane-
'"toZZORE. So^,.ra. Lai. '"J'-f-
rr.5"3m^?e;u?nie«r;
Senza ramai sonore.
* SOZZOSO. ^rfJ- ^..e«o, Orf.0.0
iVoù>«. Lai. 0*0--. "■f""' ■^'^'-'e"^;
Pro. /-.or. />. 4 '"'• ^ ''T ^^- „
^am no in questi mari i' InJ.a, dove non
IrCura.-he, né venti souos. , ne r,
"n6a.lmare,'n.asen.prec.ètranqua.
r;ei?::nt!f;ua.e^".oitoas„..
'TkoZZUBA. J slrcllo di Sozzo j lìn.,-
. 2 Jaide-za, Slato e qual.ta d, nache
".:«o e'tr^-'ro.! n.l 'proprio. co.,e ,,e/
^Crra.ué"o.nrene,vol.o.F.. G-W.
p^rf. Ò-. 11 loto, che qn, e sono, nel
Agnolo e Lello; onde non ' ^^' ^^
!i>!i::^errir™u^'<."»-;t^-
-r;=i^^^^:^-^r^
Urnasso dell' arcione. Spaccato dalU test.
""^frZ^Uno spaccato, a ..eh. y^o.
d„'eg„i spaccati, ed m svma.a le par..
1 steriori ed interiori. (A)
SPACCATURA. '^P""'^"'" V'/s
<•, Xi-l;y<.'Ai- Buon. Tane. 2. 3
sarà. Or. "'^'X'' « .adentro ,
I r; ;. spaccature si largne t •■ •
rh' un che non badi , v. cap.tre male
fZad. Cr. il/e... 5. 62). Stavano
Messicani di Va da un gran f"»» • ° 'P»=;.
calura di terreno, che per neeess.U s. ave
"*%T;cC.lBaE. Add. Atto a spac.
,ciars,,ades>,ars.. \^'- "'^ff'^' ^^,
^:a!;:i^-.1:f;osun^-elatrac„.n-
->u.^---.-Lf;.rdrnd:''.ura-
l>o
lare la" soKura del pensici
". . n^ F„or'i dulie
Coli. Ah.
„, ,a so«ur;i -' r,";u7„,„„3,hc, co.
raal uTcoe-co:^f da- lacciuoli del d,a
"k e di scontrarle e di parlare loro, d
vederle . acciocch" elle non onJ>rmo U cuor
tuo di soMura di vilii. , „ ò i, .-.
^. p,r ncformila. Maestruzz.^ da sa
pere che alleo t comporre la belle,.a e
^rZ.rVrr^^.r-S.Maquella,
che fc coperta e velala solto loro , s. ri-
,„ane nella laid, «a e sozzura sua.
S P
SPACCAMENTO. Lo .-paccai-c. Lal./.>-
'""■*'spm!2amontagne..v-«"-
A>„rr,.mo,..c. SaMn. Fifr. Buon 2 1.6.
fCre il Giorgio, far V uomo armato o pur.
1„ .^uarcione, lo spaccanHinlasne, d 1, avo
I ^ ^ Il Allude al soprannome, eh. si
.li.aqueitil.rava«oni, di spaccamontagne,
**' 'V «''sPACCAMONTE. ,V,„orc.o„.-
Spacc„mn„tagnc. Accad. Cr. M.:<.'.'-h. J
' fune nell.- prime .>ccasi..ni, d..po qual-
,,^":p.rien.a^isì,■mede..im.c.,m.nc,ano
.. confondere la smargiasseria -' - "fj •
; a far da spaccamonU, credendo., d. taro
•''s;r^ccAn^V,...^ -■>•";-,';';
S" calle por.al..r .lei c.l.lo Le campagne
a":r':^n;r"x;'a"::;::ma" e
modernare e correggere .
piii intelligibili, e leggjlnl., e m conse
^„enz. oii. spacciab.ll . Ubn. (C)
"spacciare. Vice, delle Cose .enaU
e Tale E.<.larle agevolmente , 0 affatto .
Lai *<(™/.ere, vendere. Gr. a;t.^u7.«*«v.
,, \. t/. 4 Se spacciar voUe le cose
r:-g"iXc;!nv^-e'git.arv.a./....m^
,6 E trovato .....do .li spaccar le sue
ptr',.nfinoaGurfoma.ulounabuon
luto .lTB.,r...na, il volle spaccare a
Iddi 20 lo sla.o naon. F,er. Intr. J.
. 'spaccia la merce rea con p.u van-
'""l'°l' Per l^edire. Sbrigare} e si usa
inVaiPc. alt. e neutr.pass L^i.erpe.
'2ir:s erped,re. Gr. «v«Xv»» . e=«UT,.
parole sj j^ j j 1^^ ^^,^jg
l™;:^,^r.a^;^enle,aJorU.n^..^M
conce.le.te, ti se' sp..ce.alo. 6 ■ ' • "• <°
,. Manfredi non gì. 'P"""»' "" ", "n
la loro, richiesta. F.o, . S. '■.'•^«- ' "
più tosto, che potea.s. spaccava da lu.
I spaccerebbe di leggieri , come poma
''''iYt Spacciar la .gestione.. ale Di/-
flit Frane. Sacch. no.. .A»- «-a do.ma
; facea croce delle bracca, pregand. .1
;,;de"lichelaspaeciasseeghf/.../..e.<.»-
nel e ch'ella ec f/J
§. IM. Spacciare, per l,v.l«ppa^. S^-
t.herare : e .<i usa in signiftc. atl. e
«ir A- Crrr Quello che pass, jn-r la
{.delirrele: s'impaccia del suo an
magi.» d.lla rete | ,„acca.^. per
'''T ' Ih;;':"..^". cia.o.%..<. A
;fx'sisc"lpp.a.cioicom.-.eiOBUee
.liaccia da questa rete.
4. « fi. IV. .<;.«. i.i'- '.' parola '«
■rt/e Promettere
nome d
t'as. leti. Spacci pure la ... - ,
rdarghiu... .|uc'pa... almlao-eo,
" vanURg..". .^be «pp.a .".. proporre. (J)
XV%aeeiarrun luo,'^. -•■"■.•'•.
Je rotarlo, Lascarlo hhero. V . 8.
4 il Signore . temendo d fur^^re .lei p..
poi... ul.l.nli , e spacco la
1
{icrsona.
VI Spacciare il terreno e,
r.ngliardamenle c.imminat^ L*
....i mutare. Gr iTtluSnv Werj
65 Dr'na .pali. « ù»."" "" P"""
S P A
DaU- altra i porci, e spaeciava il ««"'"f '
^c. Dav. Ann. L 2^- Cee.na che co,
suoi tornava per l'usata via. ebbe ordm.
di spacciar, fl cammino per PooUlon^
(U testo lai. ha: PonUis loogo. <p«-l
malurrime superare ). .,,_,._,
e VII rer Ahhattere, Mandare in ro-
.ina. Lai. destniere. Cuid. G. Tutte le
sue mura e foitene con ro.u.e spaccia-
'°°8° Vili. Per Dlslruggm uccidendo.
Frane. Sacch. nov. 42. Comineib ora uno
per ladro, ora due m.cidial. ec. « «pact"-
Je e mandare neU' altro mondo. Guid O
Con mortali ferite ripingono . « "">'' ^'
loro ne spacciano per morti. Jl'or^. lo.
bTerU l il diavol, che «la gente spac -
fia * Co... Geli. r.t. .<//.. 02. L. me-
desima rabbia de' snidai, adirai, spaeeu,
al^or Sasso e Feronda che cluedevano in-
vano supplichevolmente loro la v..a^ (C,
e \\. Per ramare. ( ar leti. \ 19
Volendo spacciar pur ■!«'"»."". ^""''X
a credenti, s' andava avvoll.ccluando colle
^7' X. Per Voler far credere, o stimare-
e l usa in signi/c. alt. e "-'-•• P"^^'
La. prò aliqua se gerere. G. f . D- -••'■
^ Ed'^ e.iand.0 i Fioren.in. s. sp-c«T«.o
per Pisani .n Tumsi. Malm. 10. 9. t
Lacria il Baiard.no e Bodomon.e. Gal.
r/« 283. Per .roppo sempUc spacc.reb-
Wnormen,re e- «edesse con l' .nespe-
rienza d. quelli persuaderci per vera una
sua faUa prop..s«.one. , y^,,
§. XI. Spacciar pel cenerate, r
Vrcol 81 Spacciare pel generale si diec
h coloro che'^din.an.U.i e r.chies.i d' u».
^l't^- Spacciare, dieesi ^J^<^
Spedire, o Mandare messi, o eo^^' ^^.
^ L * Ar sat. 5. eh' ogni dì »cn-
r,'ed"em;a^^.gl.,esracc.A|^uca.-
rrr;;::;ri^^.-— ^
Je lar co.!: fn.-ole e "'--^^'o^-
porlanti. e grandis..ime. » ed. LUCCIOLA.
\.\.,e LANTERNA, % IV.
^ e XIV. la mercanzia, o la «« '"
Aole ella si spaccia ; maniera pro,-erò,a-
t oli'^^ma/che significa cheC.a^-no
s-ial^egna di dire, o fare quelle cos, eh.
cono.<ce esser più gradiU.
SPACCIATAMENTE A'X.-er*: Subita
mente. Con pres,e-.:a.l.^. .•<-^"'- ''Ì^^'.
eitemvlo. e vestigio. Gr. ««J> «^ «^
no,. 82 5. Spaccatamente si levo su».
r:-i..G.Coir. spada nuda sy^cc-urnen-
" .« 'f »' ••;•;■„;, ,';,'„;fcomp«ale-
non voglio altrimenti venere , r
„,i . e 'mandalemi spaccatamente J..r
Purg. Li 2. Molli s..no nign . cioè eh.
To?;. sann,. mettere alle fatiche ,n.. pur.
.piando V, .1 mell..no, '--' '•/"" 'P^' .,
ciatamente. Sen. Ben. I anh ». 2- CM
f. i henefizii ,p.c. ialamcnte , non e dub-
Ki» ihe eli fa volentieri.
« SPACCIATISSIMAMENTE. 5..^-
/„,„.o * ,V;,„rri.r.,mea.e ^■.'^■^'"•'\
C„ ■,-.wh. Il Focahol. alla .«» *
SPRltN «ATTUTI. (•)
•4. « SPACCIATISSIMO. jJV.p<W d,
.^•Jcciato. neml, lett. 2_ 3-44 «' "t^
p!;ver.nos.Am..no, ch-.o olengosp-^
Li.ssimo ec. , l.. p..r« »•"" P'T*'^,
più v.l..ro,o cilla.lin suo I qu, nel sigm
"'ttccìUrlSO Add. Cile.,. p^.
aldi-
ni t'u no
ar..l4
r
cM\ della sua
, vale
pr^pe-
S P A
S P A
17.111
f st sbriga presto. Lat. i-eiox, /nvt'i\f,Ci-
'"J. Bern. rim. 1. 5o. Chi dice : egli è
più bella la ba&setta ec, Per esser presto
«■' ipacciativo giuoco. Cani. Cam. 7. Que-
^B bu»elU è spurciativo giuoco , E ritto
ritto fasù io o|;ui loco.
SPACCIATO. Jdd. da Spacciare. Tac.
Da%'. Ann. i!\. 186. Levavaiiii adunque
i peni, uon A\ Nerone, ^id spaccialo per
mostro iiilanie, ma di Seneca f Ci'oì*, divul-
gato, noto ; lat. evul|;atus ) .
g. I. Spacciato, per /spedito, o S/ìHato
da' medici j e ti^nratamente Disperato ,
Che non ha rimedio al fatto .mio. Uern.
Ori. I. 22. 4- E titrdi il pover uom s*
accorse e dohe, th'un par ^uo vecchio
impnideate e toaeu&ato, i-be pi^li moglie
giovane, è spacciato. E 3. 7. 44- doleva
far da ik non comandalo ; Com' un gli
comandava, era spacciato, Morg. 18. 56-
O Ricciardetto mio, tu se' spacciato. Fir.
Lue. 4- 6. Ella mi par matta spacciata-
Car. lett. 1. 35. Se vi potete contenere
di venire a Homa, fatelo; altramente siete
spacciato. Cant. Cam. 38- Giudicbianci
spacciati. Percbè il danno ci ha in mano.
Malm. 3. 39. E cbi più da, lo fan di già
spacciato. Soder. Colt. 32. Quando la vite
h pasciuta e d.d l>ue massimamente e dalla
capra, che han le bocche velenose, è spac-
ciata. Tac. Day. Ann. 6. 1 16. llubrio
Fabato, facendo I>oma spacciata, se ne fug-
giva alla misericordia de' Parti (il tato
lat. ha: desperatis rebus romanis).
* §. II. Per Abbattuto. Cntd. C. li.
I. Per le dette scale salgono; alcuni al-
tri per finestre, e altri per le spacciate al-
ICMC. (Cj
* §. III. Per Mandato. Car. lett.
Farn. M' e parso di mandarlo, fino a tanto
che ritornava il corriero spacciato da N.
S. a doa Ferrante. (Min) .Segr. lior.
J.egaz. Frane. 18. E per quella e per al-
tre nostre spacciate per uomo a posta ec.
pensiamo che VV. SS. abbiano inte-
so ec. (TC)
« SPACCIATORE. ì'erbal. masc. Che^
o Chi spaccia. Salvin. Pros. Tose. I. l4^-
?Ioo vi ha tra .Saturno e Giove quella ni-
niicizia eh' uom crede , e quella dissinii-
gliansa. che hanno decantata S|ileudìdÌ
spacciatori di canore menzogne. (")
SPACCIO. Lo spacciare. L'esitare.
LaU venditio, negociitm. Gr. rr^aai?. fìocc.
nov. 8o> 4- Ragionano di cambii , di ba-
ratti e di vendite^ e d* altri spacci. 2:.' ni/m.
5. Sema mostrar tioppo gran fretta dello
spaccio, s'incominciò ad andare alcuna
volta a sollazzo per la terra. Frane. Sac-
ck. rim. 3o. Uannoci spaccio neri e brun,
sanguigni. Benw Celi. Ore/. 8. Si era
ridotto, per lo spaccio che esse avevano a
non attendere ad altro esercizio. Soder.
Colt. 74. E quello clic per lo più cercano
i contadini, ai quali molte volte occorre
venderlo al tino, e a più spaccio.
§- I. Ptr /spedizione. Lat. expeditio ,
negocii confectio. Gr. oia'-py?t;. Bocc.
''**'- 99 4**- Essendo gii lardi, e il nigro-
nunte aspettando lo sdiaccio , e affrettan-
dolo , venne un medico con un beverag-
gio. Frane. Saech. nov. 11. Dopo te, po-
co stante, verrò io ec. , e cercherò dello
spaccio tuo. /■; nov. 204- Egli ha dello
molto bene, che non ci si dà spaccio a
niuna cosa.
3 §. II. Spaccio, si dice ancora alle
Lettere che si danno al messo, o corrie-
re che si spaccia j che anche diciamo
Dispaccio Lat. litterarum fascicultis. Gr
éTTtSTOiwv OCff/JitOv. Car. lett. 2. 62. Di
già per r ultimo spaccio ha scritto alla
Corte, che si disponga il Marchese a que-
sta concordia.
* §. III. Sp<tccio, dicesi altresì Iniet-
terà che un negoziante scrive al suo cor-
rispondente per avvisarlo d' una lettera
di cambio che gli sarà presentata. Vav.
Camìi . j)8. Ti rimetto per l'inclusa di
Ueruai'do Davanzali un iii.irco Aa Salviati:
presentala e riscuotilo, e torna a rinietter-
ìo a me ce. e quella si chiama lettera d*
avviso, ovvero lo spaccio. (C)
♦ §. IV. Spaccio, per Licenza , Com-
miato, Partenza, ee. l'uce. Centi/, ennt.
7q. Nel detto anno d'Aj-ril fi-r i»ailanH0-
lo Legato e '1 re Giovaiiiii . r '11 sullo
s[<accio In bocca si baciar di buon lalt-u-
lo. (li)
u' SPACCO. Fenditura, Spaccatura. (A)
-> SPACCONE. Smargia.<iso, Cospetlo-
ne. Lat. iactator , thraso, Gr. &^&'cwv.
// I ocabolario alla I occ SMARGIAS-
SO. D
* SPACIFICAUE. I-are .tpazio. Teso-
ret. L'r. 6. 38. Al terzo (giorno) , ciò mi
pare, Spacifiiò lo mare E la terra divise
E 'n ella fece e mise <-)gni roba liarbata. (C)
SPADA. Arme offensiva appuntata ,
lunga intorno a due braccia , e tagliente
da ogni banda. Lat. ensis , * spatha. Gr.
STrceSrj. Dant. Par. 8. Ma voi torcete
alla religione Tal, che fu nato a cingersi
la spada. F l6. h molle volle taglia l'iù e
meglio una, che le cinque spade. l'etr.
san. 82. Non riponete l'onorata spada.
Bocc. nov. 45. 8. Tratte le spade fuori ,
gridaron tutti : ahi traditoli , voi siete
molti. /',' "OC. 5l. 4- Al quale forse non
istava meglio la spada allato, che '1 novel-
lar nella lingua. F nov. 68. 7. Essendo
altresì Ruberto aiiuato, tiiò fuori la spada.
Ttiv. I\it. Il più cortese cavaliere che mui
cingc5.so la -spada. F altrove : Si cinge la
spada sua niighore del mondo , e la me-
glio trinciante.
^. 1. t'iguratam. per Punizione. Dant.
f'urg. 3o. Che pianger ti convien per al-
tra spada. But. ivi: Per altra spada, cioè
jier altro col|'0 di giustizia , che questo .
Ciriff. Cali-. 4" 129. Sempre il peccato
chiama la vendetta j Ma la spada di Dio
non taglia in fretta.
§. II. Filo della spada, vale il Taglio
della spada. Lai. acies. Gr. a.*fj.r'..
g. III. Onde Andare, Mandare, Net'
tcre a Jìl di spada, o simili, vagliano Fs-
sere ammazzato, o Uccidere a colpi di spa-
da. Fr. Giord. Pred. B. Furono tulli
quanti messi a fil di spada. Bern. Ori. i.
7. 4^- Il giorno aspettan con molla pau-
ra, E che quella infelice terra vada A san-
gue, a sacco, a fuoco, a 61 di spada. Tac.
Dav. Ann. 1. 25. La genie andò a fil di
spada quanto ne volle l' ira e '1 giorno
( il testo lat. ha : vulgus Irucidalum
est ). /'." 12. 146. Fu ilaUi il segno a' sol-
dati salili colie scale sulle mura di man-
dar tutti a 61 di spada. Cirijj'. Calv. 4*
HO. Mettendo tutti quanti a GÌ di spada.
F li. IIQ. La terra fu in un momento
presa Per me, e messo ognuno a fil di
spada.
§. IV. f'enire a mesza spada, lo stes-
so che f'enire a mezza lama. l'ed. LA-
MA, g. alt. Ar. Fur. 36. 49- A mezza
spada vengono di botto. ^ Tass. Ger.
19. l5. Tancredi a mezza spada è già
venuto. (IV)
§. V. Buona spada, o Prima spada ,
si dice di Chi ben la maneggia, o è ben
prativo della scherma. Fir. As- 103. Qui-
vi erano per combattere le prime spade
della Marca.
§. VI. A spada tratta , posto avver-
hiaìmente , vale in tutto e per tutto, A
dirittura. Affatto, AjìCrtamente. Lat. o-
mnino, prorsus. Gr. oìoii, TTotvTaTraoiv.
Bocr. nov. 92. 2 Concios&iacbè essi tutti
avarissimi troppo più che le femmine sie-
no, e d'ogni liberalità nimicì a spada
tratta. Calat. 43- Consigliano e riprendo-
no e disputano , e irritrosi.^cono a spada
tratta. Hoez. l'arch. 2. pro.i. 8. Perchè
tu non pensi che io abbia guerra murta-
b- , e sia nemico a spada tratta della for-
ttnij.
^. VII. Spada, è anche una Spezie di
pesce. Lat. xiphios, gladius. Gr. ^tyi'a^ .
Osi. an. 162. Neil' interna ultima
I pie
^■olo
Red.
estremila dell' inlestinu retto d'
pesce spada ec. ho trovalo molti verrai
bianchi lattali. F l63. Questo , che ho
' chiamato mend)ro genitale del pesce spa-
da , è lungo otto, o dieci dita trasveise .
I più, o meno, secondo la grandezza del pe-
i se e.
g. Vili. Spade, è anche nome di Uno
dei .verni delle carte da giucare. Malm.
(). 33. Vengonsi intanto a mescolar le car-
te, E vien spade e jiaston per ogni arma-
ta. F st. 3q. Vedendo i terrazzan , che
stanno in fiori, Che il nimico dà spade e
piuoca ardito , er. { in questi esempi e
detto in equivoco }.
^ §. IX. Spada. Term. degli Agorai.
JVome che si dà ad una specie di coltello,
la cui lama e dentata come una sega. (A)
— §. X. Spade. Term. degli Stampa-
tori. J due regoletti di ferro, o di legno
foderati di ferro molto li.^cio, .fopra i qua-
li .^i fa muovere il carro del torchio. (A)
§. XI. Uomo di spada. ì ed. UOMO.
SPADACCIA. Peggiorai, di Spada. Lai.
imnia/iis vel obsoletus ensis, Gr. ^ivo^
avatos'i. Tratt. gov.fam. Comperando-
gli la spadaccia, ovvero la daga, sarà nato
a' soldati. Bern. Ori. 2. 4- jS. Avt'va o-
gnuno una spadaccia sloita. F 3. 6. l3.
La tocca ha in testa, e la lancia e la l^ir-
ga, E cinta al fianco una S[)adaccia larga.
SPADACCIATA. Colpo di spada. Lat.
ensis ictus. Gr. fic^yaLÌpos.^ TtAriyri. Star.
Aiolf. Si potieno vantare i c;ivalieri cri-
stiani di dare su per quelle enfiate gote
de' Tartari le maggiori spadacciate del
mondo.
SPADACCINO. Dicesi per ischemo a
Chi porta la spadaj ed anche a Sgherro,
o che sta sulla scherma . farcii. Stor.
ì5. 6i5. Affrontarono in Firenze nel lior-
go di san Lorenzo Bastiano di Filippo, e
CammiUo di Mariotlo Cellesi con altri spa-
daccini lor cagnotti, e finalmente uccisero
Cammillo . E 12. ^6o. Tutti gli spadac-
cini, e quei giovani che voleano sopraffare
j;li altri, facevano capo a lui. Bern. rim.
I. 99. Spadaccini, sviati, masnadieri. Bra-
vi, sgherri, barbon, gente liestiale. Malm.
Il- 29. Non temete di questi spadaccini,
Ch' al cimento non vaglion poi tre pic-
cioli .
§. Spadaccino , è anche diminutivo di
Spada. Lat- ensiculus . Gr. ^ipiOiov .
Morg. 8. 84. Ed hai cavato fuor lo spa-
daccino .
:? SPADACCIIIOLA. Sorta di fere ,
detto altrimenti Pancaccinolo . Lat. gla-
diolus . Il I ocabol. alla voce PANCAC-
CIUOLO. (•)
SPADAIO. Che fa le spade. Lat. 'ma-
cha'ropttuSfgladiarius. Gr. p.cf.y^y.ip''7iotài.
Conv. i55. Al cavaliere dee credere lo spa-
daio , il frenalo ec. . e tulli quelli mestieri
che all' arte di cavallena sono ordinali, t^.
V. 12. 8. 18. L'altra (brigata fu) nella via
larga degli spadai. Bcrgh. Bip. 212. Gli
spadai , e quelli che fanno i cuoi d* oro , se
ne servono per brunire.
* §. T ale anche Colui che portava lo
stocco, o la spada innanzi air Imperadore.
Lat- proto.':patharius. ì it. SS. Pad. 2. 39.
Come lo spadaio dell' Imperadore sempre
gli sta innanzi annato (così ha ti testo dell'
Accad., ma il seguito dal Manni ha ìjì»-
dario). (T'j
f 1^- SPADARO . Lo stesso che Spa-
dato; ma meno usato. Borgh. J esc. Fior
129'-
STA
S P A
Sq6. Fuor deUa Porta , cl..^ era in capo
3-eUa via degU SpaHari . ^ Ag?' T" >"
Porla di BaUa, e quella degU Spadan. (I )
SPADATA . Spadai-cinta . Lai. ensis i-
cl„s. Gr. ,*aza.>a? ^^^/ji;
SPADER^O. (>. IO. 38.4. Cogli spa-
derui si piBliano f • pesci ), e roasMinanienlc
Unche; e sono Ire agora di rame nlorlc e in-
sieme legate , le quali >on alcune corte fu-
niceUc si legano , e ponponsi a una fune ,
non mollo d. lungi r un daU'allro.
tSPADETlA. rimi, di .''padaj àpadi-
na. Lai. ensiculus. Gr. «.y.o.o». A"';^
Celi Jil. 2. 178. Con la spadella, e 1
pugnale acanto, prestani. nte mi messi la
via fra gambe.
* e Spadella. Ttrm. de" Pellma^noli.
rem con ci si pulisce in ullimo da ogni
sfregio la coslola del pellme. (Al
SPAUINA . Dim. di S^ada. Lai. gladio-
ìus,ensic,.lus.Gr.i^?^0iO'.
e Per una Spezie di fusellmo da don-
ne. Buon. Fier. k- 4- 2'- D' 1""'"^ '
opra di aileBce, siedine. Passar mi veg-
^"*TpAnlNO. Tìim. di Spada; .^padn
piccola e corta. Bell.n. Iìi.<c. 2. 78. Gli
spadini, e le spade da fazione, e gli spa-
doni a due mani son tutu sln.roenU da
taglio. (F) ,. r j e-.,
SPADONE. ^Cfrc.tcìf. A Spailaj Spa-
da grande . Lai. en.<,s pragrandis . Gr.
ueya ?i?o?. /."■'^- Streg. 4. 3- Non co-
L'ouoLsolto la cappa del sole, che
«a da più di me , quando io ho questo
spadone in mano.
e 1 Spadone a due mani, .ti dice Quel-
la ■cpada che per la sua grandezza non
si può maneggiare .ie non con ambe le
mani. Tac. I>av. Stor.l. 263. Ma quel
di essendo m..lliccio e didiacciato le loro
pertiche e spadoni a due mam fur disu-
nii (il (M(o '"'. ''«■• e'^''"' 1"°* i'"''""
gos ulraque manu regunt ) . Serd. itor.^
Jnd 10. 3<)8. Si caccio furiosamente Ira
nimici con" uno spadone a due ">"! ">° T
lo lungo. Cani. Carn. M3. Questi s. helli
e diritti spadoni. Che s' oprano a due ma-
no Per la none son buoni.
fi II. Dicesi Giucare, 0 Menare, o .ti-
mili , lo .spadone a due gambe ; e i-ale
Saldarti colla fuga j modo ba.,so. Ccccli.
Corr l 3. E se E' non si difcndea con
lo spadone A due gambe, egli dava ogni
suo reslo. Malm. 7. 76 E menava a due
gandie di spadone. Come egli avesse avu-
To 1 birri dreto. E IO. 3. An.i veder Pa-
rendo quanf ei vale Nel giocare al bisogno
di spadone, >c.
fi III A' li ." P"" ?'"<""'"' "' T"'"''
„e-dice.<i proierl,. d'Alcun luogo spogliato
di' masserizie. lìuon. lier 3. 3. 3. Gm-
care di spadone Puovvisi, ed armeggiare.
« SPADUCCIA. Spadilla. I.asr. len.
2 „or. V pag. 101. ToUc uno di que.
lavoratori ce , e messoli una spadurcia ai
fianchi , lo mando a casa Gian Simone ,
ce. f/ì) „ .
SPAUUI-AnE. Seccare, Ba.tctugarr 1
padiili. Lai. paliides .uccare. Gr. {^fci.ir'
-„; 5i„ . lue. .Unr(. rim. buri. 2 226.
ÀblH.uisre, .padula. e di l'uscita A lulte
r icnur, e le conduce al mare.
SPAGATO, l . .1 Add. Contrario <f
appagato. Lai. non acquiescens , a-gre fé-
2 E cosi sa.quclo la cilla, e I grandi rima-
lero di no mollo spagall
SPAGHEllO Sparagio. I ore conlaai-
nesca. l.„l. asparagus . Gr. ««T./;i»/Of ■
/.•„ca. fVer. 4. 5. 3. Viene, e .1 mi lira Pel
sanlamharco.ediee: Che f. tu quelli .pa-
gli.riT i: appresso : Z Uensi in mano u
ni.iao degli spaghcri. ., , . r
SPAGHETTO. Spago toltile. Lai. /«-
niiiilii, subUlissimiis Gr «xoiviovJl-
TT-sraTOV. Hocc.nof.eS. 4 Diviso di man-
dare uno spaghetto fuori della finestra del-
la camera. Frane. Sacch. no.'. 16. Tolse
U cipolla, e tornato a casa, la lego con
uno spaghetto , ed appiccoUa al palco .
Henv. Celi. Oref. Il 5. DenUo vi si pos-
sa mellere uno spaghetto.
SPAGLIARE. Le^ar la paglia. Lat./rn-
menlum lenlilnre. Gr. Ji«/«ee<v. Mor. S.
Greg 11 vcnlilabro si è la pala con che si
spagLa il grano.
* .SPAGLIATO. Jdd. da Spagliare.
Bari, r.eogr. 8. Spagliato una parte del
grano, risemina con esso la terra. (Nj
# SPAGLI ATORE. I erbai, masc. Che,
o Chi spaglia. Lai. ^'enlilator. Ilari, iiom.
punì. mori. l.\. pag. 86. E dove porta
quelle (spighe, U vento I quelle delle qua-
£ lo spaglialore non può dire : Irilicum
congregai ce. (TI)
«t S SPAGNOLEGGIARE. Slare sullo
spagnolismo , Vsare soci, o maniere spa-
gnuole. Buon. Fier. 4. 3. 5. QueUi un
giannelto Ami spagnoleggiando, E cocco-
Ioni or vi s" acquatti, ed ora ec. (A)
f * SPAG.NOLESCAMFNTE. /tfverb.
.•fecondo la maniera spagnuota. Hens-. ( eli.
IH. I. 92. Il Salamanca spagnolescamente
disse : ec. (A)
f « SPAGNOLESCO. Add. Dell uso,
0 maniera .tpagniiola. Beni: Celi. I il l.
173 Si aveva messa la spada per saccenlena
dinanzi in un cerio suo modo spagnole-
sco. (Ji „ j.
* SPAGNOLETTA. Specie di sonala
a danza. Malm. 9. .'il. Nannaccio intanto
sopr'alla spinetta S'era messo a Mpp" l'
spagnoletta (') Forlig. Kiec. 23. 44. Ma
pur son balli e' hanno del decoro CUc van
sull'aria della spagnoletta. f.V^
* g Spagnolilla Term. de" Magnani.
Si dice oggidì d- una Specie di serratura
dell' imposte delle finestre. (^> _ ^
* SPAGNOLISMO. Maniera difare. 0
dire da Spagnliolo Magai. Leti. Non s.
fa punto male e non si profana la lingua
Toscana per inlrodur che si faccia in essa
qualche spagnolismo. /; «/(roic: Può .^>-
ser che si sia fatto male a profanar la
lingua toscana con questo spagnolismo di
più. (A) . , - .
3 SPAGO. Funicella sottile. Lat. funi-
ciiliis, filum. Gr. IX"«'»V vr>K. «ore.
noi'. 68. 5. GÌ' imp..sc . che quando v.-
nissc. dovesse lo spago tirare ; ed cUa, se
il marito dormisse . il lascerebbe .a....-e
£■ Com. Dani. Neil' entrar della prigione
1,'gasse il capo dello spago , e cosi andasse
disvolendo e disfacendo d gomitolo. Soder.
Colt. 58. Altri adoperano salci, o giunchi, o
spaso, e le serrano voltando si . che 1 uno
spago sia accosto all' altro. , „ ,,
+ « §. I. Spago, dicesi altresì II fio
a più capi torlo ed impecialo di cui si
servono i calzolai per cucir le scarpe .
- Dani. Inf 20. Vedi Asdente Che avere
inleso al cuoio e allo spago Ora vorreb-
be . ma tardi si pente •.. (N)
è II Diccsi in proferii.: Chi ha spago,
aggomilod ; e lale- Chi e in peccato, scam-
pifuggend.-*.
■a. SPAIAMENTO. lo spaiare. Pis-
giugnimenlo . Lai. disiunclio , dissociano.
Gr *■«■?!«?.: ■^ll'f!■ >4«>- L» T-'lc."-
vegnarhc degli opposti per npugnania n.m
discenda . ella vien tutlavia dagli op|K>»li
per ispaiamenlo l<iui pe^ Dner'il.i, L es-
ser disparato). {,')
SPAIARE. Contrario d' Appaiai. Lil.
disiungrre. Or. òix^tuyvùw.
# SPAIATO. Add. d.i Spaiare. Cr.-ch.
Proi-. 4q. E per una pianella che » a|.-
pai. Si fanno cento ».k-co1i spaiaU Ino,.
IWfare una rosa . che riesca prrjella-
menu si fanno cento lenlati,!). <0 Sai-
,ln. Georg Uh. ì. DicoDO Cb« 10 queU.
SFA
regioni fuiwr cerche Alle sacrate feste di
Giunone Le Vacche , e con spaiali buoi
salvatichi Fusser guidati agli alti templi 1
cocchi. (F)
J SPALANCARE, largamente aprire
Lai. pandere , palrfacere . Gr. avo»-/!»'.
ò.oxaluTTE.v . Morg. I. 65. »•»»"-
gliosii che sia tanto forte , Cosi 1' »■"•••
e spalanean le porle. Sagg. nai. esp. 1 IO.
Spalancando le orecchie, ed enfiandosi in
tutto il corpo , ne venne in sul £1 dell
acqua. ^Vr. As. 18. Le porte furono aper-
te, arni spalancate. E 22. Quella vencra-
bil porta, la quale si era la notte spaUn-
caU da per lei, aUora c».n gran faUcaec.
si volle aprire. E Dial. beli. donn. !\\^.
Dn allo che apre, anzi spalanca d paradiso
delle delizie. Snh. Spin. 5. 9. Fu da gente
di fuori sbattuta e spalancata quesU porU
con una spinta.
S. Per melo/, vale Dire aperto e chiare
J-M. declorare , aperire. Gr. «aynvijsiv .
i-zt. aectarare , aprnr^. "». ""T ' ,?" .
Cari. Fior. 45. Guardate un poco se 1 Pel-
legrino fa egli questa domanda, o s' e mo-
stra di saper bene per se stesso qual sia ap-
punto la differenza di quei due nomi, senza
che altri gliele spalanchi.
•t « SPALANCATAMENTE. Avverò.
In modo spalancalo , Alla spalancata , A-
pcrlamenle. Uden. Al:t. 3. l3l. H poeta
dunque non fa d motto cosi smaccato ce. ,
ne la 1- uditore malizioso, ne insegna Jpa-
l.ncataraenle il velame delle parole , come
ce. (Al „ ,
SPALANCATO. Add. da Spalancare.
Lai. aperlus , palefaclus . Gr. aw>iX=«'«-
Sagg. nat. e.w. I17. Vomitando grandissima
co, ia .1. bava per la bocca.la quale spalaneaU
itavasi, e ripiena dalU lingua slessa. Tac.
Dav. Ann. 3. Sg. Stomacò sopra tutto la cis»
in piazza parala a festa , lo spanto connto »
porte spalancate, e corte laniiU.Malm.a.
5,3. Piena di rilii intanto una credenza VieD
I pari pari .ipcrta e spalancaU.
f SPAl.ANCATORE. lerhal masc. Clte,
0 Chi sr.ilanca. Lat. reseralor. Or. 0 a»«-
|I4. III'. Pred. Prese per suo compa-
gno il demonio , spaUneatore delle porte
infernali .
SPALARE. Da Palo. ConlraHo tb pa-
lare . Torre via i pali che sosteitpmo i
frulli. Lat. palos evellere . Gr. ««otow?
àitomòLi _
t SPALARE . Da Pala. Ter via am
pala. Lai pala perpurgare. Gr. o?"*»'?
««=>«/=.;<.«. E..p- P- .Voxl. 9 Q»»nJ"
egli ha lungamente mirato e spalato, e"
egli ha tulle ordure gitUle fuori. * OiccA.
Dot. 3. 4. Che domine fa egli tanto nella
V olla? egli spala e tramuU sassi, e rompe-
mura, (f) „ ,
SPALATA. L'operazione dello spalare
colta pala.
* SPALATORE. Colui che open eoit
la pala. Baldin. l'oc. Dis (A)
SPALCARE. Disfare il palco; contrarie,
d- Imnalcare. Lat. laiulatum vel laquearia
dissolvere .
« SPALCATO . Add. da Spalcare.
Cecch. I ol. 3. 3. Li casa è tutu spalcata.
e in puntelli. (F)
SPALDO. Sparlo.
§ .'ipaldi , SI dicono anche i Ballatoi
che si faiYvano aniicamenle in cima alle
mura e alle torri. Lai. mirniana . Dani.
Inf i) Passammo tra i martini e gli alti
spabli. Bui. ivi : Cioi e 1' alle mula del-
la cuti di Dite, che le chiama ipaldi.
Tass. Ger. 18. 75 Or lancia . or trave ,
..r gran colonna, or spaldo D" allo discen-
de. Ar. Fur. 14. 111. TelU di torri, e
gran pezzi di s|aldi.
t J SPALLA. ParU del corpo che dal-
l' appiccatura del collo si congiunge al
braccio nell'uomo, e alla gamba davanti
ne- quadrupedi Lai humems , scapulae.
S P A
Gt. Ztioi. Vant. Inf. aS. Poscia gli toI-
« le novelle spalle. E Far. 5. Ma non
trasmuti carco alla sua spalla Per suo ar-
bitrio alcun, hocc. nov. 53. 5. Posta U
mano sopra la spalla del Maliscalco , ths-
se. i-; noi: 62. 12. Mf^so il rapo per la
bocca del doglio ec, ed olire a questo 1'
un de' bracci con tutta la spalla, comincio
a dire : ec.
§. I. Per similtt. Lat. dorsum, terga .
Gr. vwTOV. J>ant. Jnf. 1. Guardai in al-
to, e -vidi le sue spalle (de/ colle j Ve>mc
gi^ de' raggi del pianeU ec. «r /ir. As.
95. Era adunque un monte allissiino , al-
pestre, scuro, e tutto di bjlvalichi ailiori
ripieno. Ira le cui ravviluppate spalle ec.
apparii ano alcuni pn)loadiss)mi vallooi. (C)
% II. f'er Ispalletta. lienv. Celi. OrcJ.
6a. Ciò fatto, pongansi le spalle di terra
d' intorno a delta cera.
# S. 111. Spalla yjiguratam. vale Aiu-
to, Soccorso , AppofS^^- t^"«<^- '^"^'■- ^^
26. Quasi incontanente dopo la morte del
padre fu assaltalo, con le spalle de' prin-
cipali baroni del regno, da Giovanni fi-
^liuol di Renalo. fC) Bemb. Star. 2- 18.
^csiuna delle parti fu ardita lU venire a
battaglia ; ma ciascuna di esse con le spal-
le d alcuna terra ben ferma, o d'alcun
fiume forti6catasi, molti giorni nel cam-
po si ritenne, (f'j
# §. IV. Avere stilla spalla alcuno, f-
guraUtm.^ vale Averlo alle sue spese. Il
focabot. alla T. ADDOSSO. rO
S S- V. Vare, Volgere, o Voltare le
spalle, vagliono Cedere, Fuggire. Lat. da-
re terga, vertere terga. Gr. Ta' vwra £-
iti-irpifEiv. Vant. Inf. 3i. Quando An-
aibtfl co* suoi diede U- spalle. Fetr. cap. 5.
A cui tutto Israel dava le spalle. Tass.
Cer. 19. 8. Escon della cittade, e dan le
spalle Ai padiglion delle accampate genti.
Sen. Ben. I ardi. f>. 3o. Uno diceva cbe
Doa potrebbero sofferire la dis6da,e che,
tosto che sentissero che venisse , volge-
rebbono le spalle.
* §. VI. h fguratam. per Desistere,
Torsi giù da un proponimento, 0 da un
impresa. - Fetr. son. 21. Per farvi al bel
desio volger le spalle >» . (P)
* §. MI. Gravar le spalle, figuratam.
vale hsser grave, spiacevole. ** Jìant. Par.
17. Quel cbe più li graverà le spalle.
Sarà la compagnia malvagia e scem-
pia t . (C)
§. Vili. Buttarsi, o Gittarsi una cosa
dietro alle spalle, vale Metterla in non
calere. Lat. postkabere, negligere , abiice-
re, deponere. *ir. o ìliywpsTv. F. ì . II-
84. Tuttoché la speranza della pace aves-
soQO giltatta indietro alle spalle. Cas. Uf.
Com, o5. Poiché alle ricchezze T onore e
la signoria si è dato, quelle sole , gittato
lutto il rcilo dopo le spalle , s' apprezzi-
no. £ lo5. La manincunia, e l' alterezza
dopo le spalle sian gittate. Bed. lett. 2.
tìo. Di grazia non vi buttate dietro alle
spalle questo affare.
§. IX. ftìstrìgnersi, o Strignerst nelle
spalle, o Strigner le spalle , esprimono
uno Scusarsi tacitamente per più non po-
tere j e talora Cedere alla Jortuna con
pazienza, Bocc. nov. 18. 38. Ma pure ,
nelle spalle ristretto , così quella ingiuria
sofferse, come molte altre sostenute avea.
Amet. 80. E eon fervente disio , nelle
spalle ristretto, dice fra se. Frane. Sacck.
no*'. 36. Strìnsono le spalle, e ringraria-
ronlo, ed andossi con Dio. ^iov. ani. 102.
21. Si die ad intendere d'avere errato; e
strettosi nelle spalle disse : per certo io
sono stasera fuor di me. Ar, Fur. ^. 27.
Marfisa si ristrigne nelle spalle , £ quel
sol, che può far, le dà conforto.
<! §. X. Par di spalla, Jiguratam. vale
Prestar aiuto, soccorso a far checchessia.
S P \
Malm. 6. 39. Chi dice il lutto e se gli
raccomanda, Ch' ei voglia a Malmantil eh*
ornai traballa, Far grazia anch*ei di dare
un pu'di spalla. (C)
•f §. XI. Fare .tpalla, o spalle, vale
Pare appoggio. Lat. /uh ire , terga sup-
ponere. Gr. ìpii^liv. Pant. Inf. l8- E
fa di quello ad un allr" arco spalle. But.
Piirg. 16. 1. E Tornerò m' offerse, cioè
mi porse la spalla , e fcccmi spalla , ac-
ciocché m' appoggiassi a lui.
§. MI. Fare spalle, vale anihe figura-
tam. Soccorrere, Porgere aiuto, Spalleg-
giare. Lat. opem fcrre. Stor. Fur. 2. l\0.
Sconhati in un allro esercito, si fermaro-
no a far loro spalle. Cuicc. Stor. 19. Fi-
lippino ec. aveva portato i figliuoli d' An-
tonio da Leva a Gaeta, e fatto molti di
spalle, che in Napoli entrassero vettova-
glie. Ambr. Cof. I. 3. Dall'amico falto-
oli Si'alle, partissi. Car. lett. I. 121. Mi
risolverci, secondo voi, s* io avessi de 'pari
vostri, che mi facessero spalle.
!^ g. XML Alle spalle del Crocifisso,
o d' alcuno, vale figuratam. ed in modo
basso , Alfe Spese altrui, o d' alcuno .
J . CROCIFIS.sO, §. III. (C)
* g. XIV. Di buone spalle, fguratam.
aggiunto di persona, vale fiobusto. Atto
a portar gran pesi. Bart. As. 1. 5. 5.
Appena due uomini di buone spalle la
porterebbono. ( P)
# g. XV. Spalle, chinmattsi dai mili-
tari la Parte dì dietro d" un esercito, d'
una schiera, d' un campo , d'un' opera
difortifuazione ec. Segr. Fior. Art. Guerr.
lib. 2. E perchè noi abliiamo oggi a par-
lare più volte delle parti d' avanti, di die-
tro, e da lato di questa battaglia , e di
tulio r esercito insieme, sappiate che quan-
do io dirò o testa o fronte, vorrò dire la
parte dinanzi, quando diro spalle, la parte
di dietro. (C)
§. XVI. Alle spalle , o Dalle spalle ,
vale di Dietro. Lai. a tergo. Gr. /kt
OTtiirev Tac. Dav. Ann. 2. 32. Ponen-
do Cesare il campo, intese esserglisi alle
spalle ribellati gli Angrivari- liemb. Stor.
I. 2. I nirairi ec. dalle spalle assalendo ,
in tal guisa f;li ruppe e diserto , che ec.
g. XML Dopo le spalle, si dice di Co-
sa già passata^ o lasciata indietro. Petr.
son. 317. Vedendoti la notte e *1 verno
allato^ E '1 di dopo le spalle , e i mesi
gai.
* §. XVI II Spalla, dicesi anche in
term. di fortificazione , Una massa di
terra incamiciata di muro , 0 di piote ,
a'"'iunta alla parte del f anco del bastio-
ne verso la campagna , per ricoprire il
rimanente del medesimo . Galil. Tratt.
fori. 29. E però Sjingendosi avanti secon-
do la drittura D E nel punto F, si è fatto
di grossa muraglia il sodo E F N G, che
dopo è stato dimandato spalla. E cosi ab-
biamo la cagione . perchè il fianco si divi-
de in piazza, e spalla. (C)
* §. XIX. Spalla del fiume, dicono gP
Idraulici Una proporzionata quantità di
terreno dall' una e /' altra parte , nella
quale non e lecito ad alcuno, sotto gravi
pene , il lavorare. J iv. Disc. Am. 4.
Oltreché i terreni adiacenti de' particolari,
ma prima le spalle e i boschi, dopo esse-
re stati ben cento e mille volle ( allorché
e' non avevano difesa) corrosi, e por-
tati via, pur cento e mille volte per mez-
zo de" lavori si sono ricuperali. (Cj
SPALLACCE. Cr. 9. 29. 1. Fassi an-
cora nel dosso un' altra lesione , la quale
induce enfiamenti nella sommità delle spal-
le del cavallo, e fa una certa callosità di
carne intomo alle sue spalle , la quale a-
vanza sopra la parte di sopra per l' enfia-
mento ; similmente avviene per troppo ag-
gravamento , e questa infermità s* appella
S P A
129:1
spallacce, che dall' opera piglia il nome, la
cui cura è iiuella medesima, cbe del pol-
mone prossimamente si disse. Ma se le
spallacce saranno dure, s'ammorbidino col
malvavischio, ec.
SV\LLACCÌ\. Spalla grande e defijrme .
Lat. immane tergum. Gr. veÙTOv avaioe'?-
Pant. Jnf. 17. 1' in' assettai in su quelle
spallacce, Ar. pur. 6- 37. Un<Ìi(i passi e
più dimostra luoie Dell' onde salse le spal-
lacce grosse.
•f .SPALLACCIO. Quella parU della
armadura antica fatta di metallo a sca'
glie, od in altra guisa, che copriva la spal-
la del so/dato. Ctriff'. Calv. l.'d!\. Trovò
la spalla, e taglio lo spallaccio, li 2. 68-
La lancia lo investì sullo spallaccio. Morg.
12. 60. E fece lo spallaccio sfavillare, Ma
pur al taglio della spada resse.
SPALLAKE. Guastare le spalle al ca-
vallo , e simili, o per soverchio affatica-
mento, o per percossa ; e in signific. neu-
tr. pass, vale Guastarsi le spalle. Ar.
Fur. 29. 69. Volendosi cacciare oltre una
fossa, iozzopra se ne va colla cavalla : Won
nocque a lui, né senti la percossa, Ma nel
fondo la misera si spalla.
SPA1.LAT0. Sust. Malore delle bestie
da Cavalcare, o da soma, consistente 'n le-
sione alle spalle cagionata da so\erchio
affaticamento , o da percossa. Cr. 9. 33.
tu. Dello spallato, e sua cura.
SPALLATO. Add. da Spallare s e co-
munemente e aggiunto delle bestie da ca-
valcare, o da soma, che hanno lesione nelle
spalle. Buon. Pier. 2. 4- 4- ^^ duo' ca-
valli a un cocchio uno é spallalo, L' altro
pare un Baiardo, o un Vegliantino.
§. I. .^'pallata, figuratam. si dice d' Uo-
mo che sia sopraffatto dal debito. Lat.
cere alieno pressus, oneratus. Gr. cf £»■-
§. II. F ancora d'Ogni altra cosa ro-
vinata, o di esito disperato j come ISego-
zio spallalo, e simili. Lat. causa infirma,
ns deplorata. Gr. TTpay^a «TIV5Ì Tttc/^s-
vov. J? (ecch. Dot. 3. 3. 1' mi maravi-
gliavo che la non fusse qualche delta spal-
lata. (Vj Segner. Mann. Fvbbr. 26. 4-
Sono contenti , come Acab , d' una Mgna
così spallala, cbe tornava prò di spiantar-
la per faine un orto.
't ^ %• HI. Spallato, al giuoco di Baz-
zica, si dice a Colui che ha avutolo spal-
lo. Minucc. Maini, pag. 472. Quando uno
piglia tante carte, cbe col lor contare pas-
sino U numero 3l, si dice spallato, o ha
avuto lo spallo. (A)
Sl'ALLEGGI.MiE. Si dice del Cammi-
nare i cavalli con leggiadria, dall' Agitar
bene le spalle in andando.
§. I. Per metaf. in signific. a tt. si dice
del Fare altrui spalla. Aiutarlo a chec-
chessia. Lai. f avere, auxiliari, opem f er-
re , subvenire. Gr. ^OTiSrerv.
* §. II. Spalleggiare, si dice anche del'
le Cose che danno aiuto ad altre, l lut.
Adr. Op. mor. 2. 39. Come i rematori ,
i quali ;;Uardando verso la poppa della
nave, pur sospingono avanti la prua, ac*
ciò la fuga dell'acqua, che le corre intor-
no per lo spalleggiare delle percosse de'
remi, l'aiutino a muoversi per l' innanzi,
cosi quelli ec. (C)
SPALLEGGIATO. Add. da Spalleg-
giare. Buon. Pier. 2. 3. 7. Ed ella spa,
leggiala dagli amici ec. Drizzasi, e torna
all' opra.
SPALLETTA. Bisa/to a guisa d'ar-
gine o di sponda. Lenv. Celi. Oref, 01.
Se gli debhe fare una sp;dlella di terra
all'intorno, cbe sia alta due dita il man-
co. F l3l. Se le debbe fare alquanto di
spalletta d' altezza di tre dita.
SPALLIERA. Quell'asse, o cuoio , o
altra sì fatta cosa, alla quale sedendo s'
»a94
S P A
appo^ia/to te spalle. Af. P'. 8- 47- '**"
torno allu piazza erano levati inrastella-
mcnti di legname- con panche da sedere ,
ropcrti di ricchi drappi a oro, e forniti di
dietro di ricche spallirrc, dove il Re, e le
Beine, e altre nobili dame stavano a vede-
re. Tiuon. Tane. l\. I. E un Iiiivcr alto
rome una spalliera. E Fter. l^. 5. I. Sol-
dati da spalliera e da far mostra ( qui per
itmi/ie. } . E l^. 1. 7- Lavora d* arnt'si E
da sale e da camere e da letti , Spalliere
e cBpoletti.
§. I. ^ Spalliera j si dice anche il Pa-
ramento del luogo, ove s' appoggiano le
spalle. Beni. rim. i. 3. Poi fu mautcllu
.ilmanro di Treusse . Poi fu schiavina , e
forse anro spalliera , Finché a tappeto al
fin pur si ridusse. I.a.ic. Sif'tl/. I. 1. Fa
appicTar quelle spalliere in sala, e in ca-
mera nostra.
g. II. Onde per similit. diciamo Spai'
Itera a Quella verzura fatta con arie, che
cuoprc le mura degli orti. Lat. perisiro-
mata topiaria. Malm. 6. 5l. Gli altorti, i
mostri e i g'ddti in sulle mura Forman
spalliere in luogo di lumie, liorgh. Hip.
l3l. Tutto il lji>schclto è di fuore intor-
nialo, per ritenere (;li uccelli che per en-
tro vi cadessero impaniali, d'una fotta ed
unita spalliera di SL-mpre verde lentaggi-
ne. Car. leti. I. 32. Ha daUi lati spallie-
re d' ellere, e di gelsomini.
§. III. Spalliera, si dice anche a'Pri-
mi fianchi della galea, vicini alla poppa.
SPALI-IERE. Colui che voga alla spai
liera della galea, che da Frane. Barh. è
detto Portolatto, quasi Gr. TT^wTo; «'ia-
TT];, cioè // primo a vogare.
•f * SPALLIERETTA. Dim. di Spal-
liera. Magai. I.ett. scicnt. png. 123. Tut-
to intorno un viale che, incroci;indosi nel
mezzo, ne di%-ide il piano ec. in quattro
quadri di peri nani de* più noLili, rigirati
ciascuno ne' suoi due lati esteriori di su-
sini, di peschi, e d' all»icocchi, in spallie-
retle basse. (A)
SPALLINO. Spezie di vestimento da co-
prir le .spalle. Cecch. Corr. prol. Oli come
piaccion lor quand' elle veggono Que* be'
lavori tanto larghi appiè DÌ que' grembiuli ,
o su quelli spallini!
f %= SPALLO. Term. del giuoco di Baz-
zica, Mi.tucc. Malm. 753. Picesi aTer lo
.\pallo quando uno piglia tante carte, che
tol lor contare passino il numero di 3l, e
perde tutti i punti di quel tratto, o al-
tro, che siasi convenuto. (A)
SPALLUCCIA. Dan. di Spalla.
t §• ^- Dicesi l'are spallucce, o di
spalluccia, e vale Haccomandarsi con gran
sommes.Kione , ristrignendosi nelle spalle.
Lih. Son. 65. Francn ne vien facendo
dì spalluccia , Guazzandt» sol per non re-
stare in secco. Varch. Stot . 12. 4'^)- Alza-
va il capo, e faceva spallucce. Buon.
Fier. 4- 4- ^- ^"" *^ mestier nicchiar,
ne far spallucce. Malm. i. 2.^. Fece spal-
lucce a Ciilcinaia, e a Signa.
§. II. Fare spallucce, vale ancora Hi-
strignersi nelle spalle per mostrare di non
saperi' a/cuna cosa. Buon. Eicr. i- 2. ^.
Domanila quel, richiedine quell'altro, l>u-
ve sia l'infermicr: spallucce ognuno.
•f SPALMAKE. L'gnere le navi. Sten-
dere un pattume di sego, tolfi\ e f^ece so-
pra la carena di un lut^timento. La!, un-
gere. Gr. ^piUv. Petr. ranz. 3<). .5. l^hr
giova dunque perche tutta spaline La mia
liarelutlaT * Plut. Adr. Op. mor. f». 171.
Fanno legni mollo alti per commettere il
corpo della nave, e gtltano la pere, e ragia
per impalmarli. (C)
*t * S- Spalmare , si di'-e anche per
similit. ad altre cose . Lai- illinere . *ir.
otajf^i'ctv. Hed. Ins. 69. Essendo il s«de
in Granchio , pestava ben bene i) bassili-
S P A
co, e con esso rosi postato spalmava, alla
grossezza di tre dita, un tegolo rovente.
K Cons. I. 44* *' '"''*^ *' 3pgiunga ec.
the l'interna tunica degl' intestini è alta-
mente impia%trata e spalmala di materia
L:lutinosa e viscosa. (')
SPALMATA. Palmata, Percossa in
sulla palma della mano . Salvia. Pros.
Vose. I. 172. Che se il commetterle f le
discordanze ) nel latino merita le spalma-
te; quanto in quella materna lingua, che
ognuno per obbligo di buon cittadino è te-
nuto a Sapere, saranno cUcno di riprensione
e di gastigo degne?
SPALMATO. Jdd. da Spalmare. Petr.
.fon. 271. Kè per tranquillo mar legni spal-
mati. Ar. Fur l3. I^. Quindi fui tratta
alla galea spalmata , Primarbè la città n'
avesse avvisi. Bed. Oss.an. 18- A'quali pian-
tai profondamente nella parte carnosa del
f>etto un di que' fuscelletii spalmali di ve-
eno viperino ( qui per similit. J. Buon.
Fier. Intr. 5. 3. Fatai sua altera nave
Spalmata , ogni lorrente Può traversare
ardita .
SPALTO. Pavimento, 0 Spazzo. Buon.
Fier. 5. 4- 2. Ornar ce. Non pur le mura e
i laqueati t<>tti , Ma gli spalti oramai , ma le
]iiù basse Biposte celle.
"f %■ Spalto j e anche term. di fortifi-
cazione militare j ed e Quel terreno sgom-
bro da qualunque impedimento che cir-
conda la strada coperta, o la controscar'
pa , e dall' estremità superiore elei para-
petto, o della controscarpa, va ad unirsi
alla campagna con un dolce pendio. ^ Gal.
Tratl. Fort. 36. Questo lal'argine si do-
manda spalto, il quale viene col suo pen-
dio a coprir di maniera la cortina, che il
nemico, volendola abbattere, e costretto a
tagliare detto spalto e contrascarpa, ovve-
ro ad alzarsi con cavalieri. fPe)
3 SPAMPANABE. Levar via i pampa'
ni. Lat. pampinare . Gr. ^XasToioystv .
Pallad- Magg. 2. Si vogliono spampanar
le vili quando sono teneri i pampani. Cr.
4. l3. <). Utde esser penso ne'luoghi cam-
pestri umidi spampanare la vigna ne'tempi
convenevoli . Soder. Colt. 71. Avendogli
spampanati bene, che il sole vi balia so-
pra. E \li.'\ Tirato d' una vite della vigna
il sermento pieno d'uve, e spampanatolo di
tutti i pampani, sicché vi Steno ec.
"i? % \. E in signific. neutr. m Cr. 4- 18.
7. Di questo mese spampanare si conver-
rà ». (C)
§. II. Per meta/. Buon. Tane. 4 1- Or
venga di baleni un centinaio, Si spampa-
nino i tuoi a dicci a dicci (cioè, scoppino
di seguito ).
SPAMPANATA. Lo spampanare. Lai.
pampinatio .
§. Figuratam. per l'auto . Lat. iacta-
tio . Gr. oi'*y.^o-itt'a.- Buon. Tane. 4- ^
Egli e ben ver eh* egli han qualche ragio-
ne , Perchè voi fate troppa spampanala .
("ar. lett. 2. 8l. Vr ne scuso voleutirri ,
con questo , che non mi facciate più di
queste spampanate.
Sl'AMPANATO . Add. da Spampana-
re . Stnf. Fies. 5<) Quelle ( ghirlande }
poneva In sulle trecce lor non pettinale .
Le qtiali <eran di fronde spampanate (qui
per similit. }.
<? $ E per .KproptKtilato. Bed. leti. 35.
Oh perire il mondo, si pn» egli mai al
•li (In nati tP'vare una slravaganta più
>[iainpamila7 (B)
SPAMI'ANAZIONE Lo spumpanare .
Lai. pampinatio. Gr. o'tvajii'lijio;. Cr. 4
18. 7. Allora la spampanaiione è neceskj-
ria. quando i teneri rami creperanno sanzj
malagevolezza al premere , quando uranno
»trelti co' diti.
* SPAMPINARE. Lo stesso che Spam-
panare. Lai pampinare, pampimos decer-
S P A
pere. Gr. pui).oxoT£rv, ^)v.-:ro'/oyttv .
Soder. Colt. l\0. Diasi loro del lilame sta-
gionato , potando corto , zappando , e saam-
pinandob- spesso. (•)
Sl'ANDEBE. Spargere, Versare. Ed
oltre al signific. att. si usa nel neutr.
pafs, Lat. effutidere, spargere. Gr. sV^e'-
s»v. Bocc. nov. 3l. 23. Or via * a colle
femmine a spander le lagrime. Dant. Inf.
I . Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte
) he spande di parlar si largo finme T E
Par. <). La maggior valb-, in che l'acqua
si spanda- A' 24. Seroluanze femmi , per-
chè io spandessi L* aequa di fuor del mio
interno fonte . Din. (omp. 2. 28. Span-
dete il sangue de' vostri fratelli, spogliatevi
della fede, e dello amore.
g. I. Figuratam. per /spendere , Do-
nare. Lai. largiri, elargiri, erogare. Gr.
;fapt';;8fl&ai . Frane, /'.arlt. 241 3. A
piccoli ed a grandi, Come bisogna spandi.
E 2(>8. l4- E non guardar te grande Sa-
lario in lei si spande-
§. II. Per Distendere, Spieeare . Lai.
expanderr . T^tr. son 108. Quanto più
disiose l'ali spando Verso di voi. # Stor.
S. Eug. 38«>. Allora santa Eugenia span-
detle le mani al cielo, e disse: ec. £"391.
Allora santa Eugenia, spandendo le mani
al cielo, comincio ad orare, ec. (f)
§. III. Per Dilatare, Propagare. Lai.
dilatare, propagare. Gr. TTAMTuCtv . G.
V. 8- 4^- 1' ^<^" >' vt>BC spandendola
maladetta parte per Toscana . Dant. Inf.
26. E per lo 'nferno il tuo nome si span-
de. E Par. 1 1 . Esser non paole Che per
diversi salti non si spanda.
* §. IV. E figuratam. per Allargarsi.
Ces. / it. Gonz. 108. Di che egli confu-
so , ne fé* umilmente richiamo al Supe-
riore, che a Luigi ordinò che non si span-
desse più tanto in quelle dimckstmio-
ni. (C)
§. V. Per Divulgare. Lat. evulgare ,
divulgare. Gr. cr,ato^t\Jiiv. Frane. Smcch.
Op. div. i3l. Talora spandono, per difesa
della città aver mosso guerra , ed egli il
faranno , o per sospetto, o per oppinione .
Frane. Barh. 34- l3. E chi parola data,
O ver detta in credenza, dire e spande.
Fit. S. M. Madd. 36. La fama di questa
opera di santa Maria s'incominciò a span-
dere per tutte le c«>ntrade d'intorno, fit.
S. (Ho. Bat. 187. La famiglia se ne co-
minciarono a avvedere ce., e incominciasi
a spandere tra i parenti, e tra gli amici la-
ro . Dav. Acc. 143. Non ha egli a suffi-
cienza portato i nostri «mori , e spandnla
la fama per li lontani popoli della dotta
Alfea ?
SPANDIMENTO . Lo sptutàtre . Lat.
effusio. Gr. iy.yysti. Lih. Am. Per non
corromper le nostre mani di spanilinientt>
di sangue. .V. /'. 3. 70. Sanza spandi-
menlo di loro sangue eUtono de*G«Do%esi
piena viiloria.
t SPANDITORE ì'erhal. mmse. Che.
o Chi spande Lat. eft'usor. Cr. 0 ixjfjwwv.
tì. /'■ II. 3. l8. Fu nominato da Dio ui>-
mo spandttor di sangue . ^ Pallav. Stor.
Conc. 3. 682 Assai celebra 1 fortunali span-
ditnn del sangue umano , perchè in loro
soli l'arduità dell'opera è nota a pari del-
l' opera. ( X)
« SPANOCTO . .4dd. da Spandere
Tnìll I irl Mor, 7. l>i quella dolinna
i hf ì- cbiamula coslniuanza , la qual<* è
spaiiilula per alquanti libri. (C)
SPAMARF. Jj-var le paniuizole.
S I. In sijinific. neutr. pass. Lt^'arsi
</' addosso le paniuzzole , o la pania. Stac-
carsi dalla pania. Lat. *-iMV se liberare.
Gr l'foy otTticuàipo jS^ott. ilfor]r. 37.»07
Intanto vede Tengi apparito. Che, n.>mr
il Itvdo, pur s* era spaniate.
S II Per mttnf. vitlt Liberarsi, o
S P A
Sciarsi da alcuno impaccio, o tegame. Fir.
iio\\ 7. 269. Comincio a cercare dì sdru-
icirc la camicia, v tanto mooò piedi e ma
ni, che ella si spanio.
SFAMATO. Jdd. da Spaniarc. Lat. i-i-
sco, \'ei aiio impcdimcfito , aiti glutine libe-
ratus, Gr. i ^où aTreXsySe^iw&st'?.
§. Dare nello spaniato , vale Dare in
fallo. Ingannarsi. FranC. Sacck. Udita la
risposta del Tesoricro, s* avvisò aver tlato
nello spaniate . jéllcg. 325- Persuadendosi
forae costui, che sieno l'Accademia della
Crusca, eia citt'a di Kirenic una stessa pc-
vrrwla ee.; e (|UÌ da in ispaniato-
3 SPAGNA. La lunghezza della mano
aperta e distesa dalla estremità del dito
mignolo a xptella del grosso. Lat. palmus
maior. Gr. aTTi&Ofari'. Dant. Par. IQ. Per
giudicar da lungi mdle miglia Culla veduta
corta fi' uoa spaDua-
* §. I. Spanna, /guratam. per Pìccola
quantità di checchessia, considerata nella
estensione. « Bocc. g. 6. / 9. Erano que-
ste piagge ec. d'alberi fruttiferi piene,
sema spanna perdersene. F. I- II- C)"-
Non si lasciarono torre una spanna di ter-
ra. Stor. F.ur. 2. 29. Non si potrebbe as-
segnarne spanna sema dubbio di grande
errore ». (C)
§, II. Fer Mano. Lat. palma, maniis.
Gr. -rrotia'/iitl . X"p • F>ant. Inf. 6. E 'l
Duca mio , dùlese le sue spanne , Prese
la terra . Cant. Cam. l3. Tenete strette
allo spender !e spanne.
SPANNALE, .^dd. Dì lunghezza d'una
spanna. Lat. pnlmaris. Gr. ^Trtàa/xaloc.
Frane. Sacch. nov. S^- Non sono egli
chiavati con aguti spannali? E nov. 193.
Por»ò seco in mano uin grande aguto
spannale .
SPANNARE. Contrario d" appannare.
Calare il panno delta ragna e mandarlo
giù, sicch' e' non faccia i sacchi nelle ma-
glie dell' armadnra. Morg. 2^ l47 Por-
gli che '1 vento gli avesse spannalo E spin-
to sopra la siepe la ragna (qui figurafam.,
e vale guastogli i suoi disegni, o scoperto
lo *ngaDOo).
*1* ^' %■ Spannare, per Torre il panno,
cioè Quel certo quasi vela che si genera
netta superfìcie de* liquori ; jXettare, Le-
vare i sucìdumi. Penv. Celi. Ore/. lOl. Si
piglia dell* orina di fanciullo ec, e cosi tie-
pida con setoline di porco in una catinella
netta si spanna colle dette setole. F io3.
Indi si spanni con una setola Dell* acqua
fresca. /'.' lOij- Cosi calda spengasi in acqua
fresca , di poi si spanni , e cosi fredda si
faccia di nuovo boUirc nella grumata per
Ijrevissimo spazio. Ciò fatto, tornisi di nuo-
vo a spannare in acqua, e bruniscasi dove
più aggrada. (•)
* SPANNARE. V. A. Uscire di pan-
na. Mettere in movimento la nave. Scio-
gliere. Bim. j4nt. voi. I. pag. 89. Com*
uoni rh' è in mare , ed ba speme di gi-
re , Quando vede lo tempo, ed elio span-
na (M)
SPANNOCCniARE. Tagliar la pan-
noce hia.
§. J°tr meta/. Vani. rim. 16. Che mai
110' impetra Mercè, che '1 suo dcvcr pur si
spannocchi
* SPANSIONE. Lo spandere, Span-
dimento. Med. Arh. Cr. 2. Nella prima ,
r nella sezzaia di sotto ispansione di rami
suoi si dìscrìva, e dimostrisi U nascimento
e r origine. (C)
SPANTARE . Maravigliarsi estrema-
mente . Foce bassa. Lai. valde mirari ,
admiratione percetli , demirari , ohstupe-
scerr. Gr. y'rrs^^aujuia^iiv. Amì'r. Furi.
5. i. Io strabilio, trasecolo, e spanto affatto.
Malm. 6- 55. Si maraviglia, si stupisce,
e spanta Martinaiia in veder si vaghi fio-
ri . ^ Beri Gtamp. 72. Ma quel clyster
S P A
e quel clyzia mi fanno spantare , strabi-
liare, trasecolare. (Ci
Sl'ANTATO. Add. da Sp,inlare . Lat.
atlonilus . admiratione perculsus . Gr.
uTsp^aJuaioc^ . Cari. Fior. l43. Sono
gli Accademici della Crusca rimasi iu tut-
to storditi, non che stupidi, confusi, spun-
tati . strabiliatile strasecolati. Salv. ò'pin.
5. I E* si vedeva che egli slava spantato ,
avendomi veduto sopraggiugnere allo im-
provviso quivi per lui.
* SPANTEZZA. Magnificenza. Beltin.
Biicch. Né si può dir quant' ci vi spende
e spande , Perchè la sua spantezza è troppo
grande. (A)
SPANTO, .fdd. da Spandere. Lat. spar-
sus. Gr. e-sTraD.oi'vo,-. Bini. ant. M. Cìn.
l36. Quando ha per gli occhi sua poten-
za spanta , Di dar se non dolor mai non
procede .
g. Spanto, vale anche Pomposo, Ma-
gnifico, Fcccdente. Lai. mirificus, laulus,
spIendidus.Gr.).rxy.T:pòz. Cant. Cam. 112.
Questi, che sou si magni e grossi e spanti
ec. , Gli darem tutti quanti , Pagando di
contanti. F 287. Aver nessun piccin da
noi non puossi, Perchè i nostri son lun-
ghi , spanti e grossi. Tac. Vav. j4nn. 3.
Sq. Stomacò soprattutto la casa in piazza
parata a festa , lo spanto convito a porle
spalancate, e bandita .=? .^ho/i. Fanc. 5.
7. Come tu giugni per galanteria, Vo'
S P A
129-'
di scar
pe
span-
darli
te. (N)
* SPAPPOLABILE . Add. Che può
spappolarsi . Bellin. Disc. l3. E tenero
anch' egli , e facdmente spappolabile . /i
poco dopo: Per tutto è spappolabile. (Min)
SPAPPOLARE . ìSeutr. pass. Non si
tener bene insieme. Disfarsi. F'oce bassa.
Lat. dissolvi. Gr. Si'j.ljtn^tfA. Bed. Oss.
an. 17. Le leste delle vipere ce. facilissi-
mamente si spappolavano in mano. -I* Bel-
lin. Disc. I. 8. Cervella che appena toc-
che SI spappolano in mano ec. f/'V
^ SPAPPOLATO. Jdd. da Spappolare
Scgner. (A)
*-|- * g. Biso spappolato, vale Bi.io pre-
cipitoso e temerario. Salvia. Buon. F ier.
2. 2. 8. Bidone in basso modo diciamo
sghignapnppolc, per avere uno ghigno, o,
per dirla alla Ialina, un cachinno spai)po-
lato. (A)
SPAItABICCO. Vicesi Andare a spara-
hicco , che Ville lo stesso che yìndare a zon-
zo, r. A SPARABICt.O.
SPARAGHELLA . Specie dì sparagio
ser-mentoso di f rondi perpetue, detto an-
che Palazzo di lepre. Lai. asparagus foliis
aculis, corruda.
SPARAGIAIA. Luogo piantato di spa-
ragi. Lai. asparagctum , locus a.^paragis
consitus. Gr. a?7Ty/3C.y w'v . Buon. Fier.
A. /j. a. Lungo i rivi Stare a sarchiar le
travole, e' cannoni Far per la sparagiaia.
SPARAGIO. Frba di foglie sottilissime
come il finocchio, della quale si mangiano
i talli subito che spuntano dalla terra. Lai.
asparagus satii'a. Cr. 6. 11^ I- Gli spa-
ragi son caldi e secchi nel teizo grado, il
cui frutto e seme si confa a medicina, e
le sue tenere vette tolte con la carne ,
ovvero con 1' acqua , vagliono contro all'
oppilazione della milza, e del fegato. Pat-
lad. F^hbr. 25- Incominceremo a semi-
nare gli sparagi antichi, e pare a me utile
di Tannare insieme molte radici di sparagi
agresti. Buon. Fier. 3. 4 4 Prug^oi ,
pere, sparagi, confetti.
§. Figiiratam. ^tenz. sai. 1. Rorape-
van giovanacci all' osteria Collo sparagio
loro i deschi e i pialli (qui in sentimen-
to osceno ).
SPARAGNARE. Bisparmiare. Lai. par-
cere , comparcere . Gr. yeto£5&«l. . Fr.
lac. T. 2. 4- '2. Nulla cosa non spara-
gna Per la sera, o pel dimane. Dittam.
2. 3o. Rosso e bianco per lei non si spa-
ragna .
§. Sparagnare , per Perdonare. Lat. par-
cere, ignosccre. Cir. ysioe'j&ai, ^yyytvw-
ffjtEiv. Dittam. 2. 24 Al fin colei, che a
uiun sparagna, Dopo li dodici anni ed al-
cun mese Prese e chiuse costui nella sua
ragna .
'.• SPARAGNO. lUsparmio; onde dicesi
i n proverb. : Lo sparagno è il primo guada-
gno, cioè il risparmiare è principio del gua-
dagnare. Serd. Prov. (A)
'':- SPARAGO. Sparagio. Pallad. Marz.
l4-Lo sparago , ch'elle produceranno , in
prima vorrassi troncare. f/J
* SPAHAMENTO. L' azione dello spa-
rare, (/ì }
*SPARAPANE. T'oce bassa. Mangia-
pane, Pivoratore di panej e si suol dira
in derisione a' bravazzi , agli spacconi .
Lat. fruges consumerc natus, 'panìvorus.
Gr. otT5/r.u^o^, «pro^ayo;. Malm. 9. 9.
E coi coltelli in man, standovi a petto, Riu-
sciste si bravi sparapani. (*)
-|- SPAlìARE. Propriamente Fender la
pancia per cavarne gì' interiori. Lat. exen-
terare. Gr. s^iVTEf i^etv. G. V. 12. 16.
l5. Fu morto ec, e sparato e sbarrato co-
me porco. Olt. Com. inf. 9. l55. Perseo
prese il regno di Medusa, tagliolle la le-
sta, sparolle il venlic. Maestruzz. I. 4^-
De'si adunque isparare la donna , s* ella
è nioi la .
-.' g I. Sparare , per Fendere per lo
lungo. Tagliare in mezzo. Dividere. Ar.
Fur. Ili. ^^5. Leva il brando a due mani,
e )«en si crede Partirgli il capo, il petto,
il ventre , e '1 tutto ec. ; E , s' era altro
ch'Orlando, 1* avria fatto: L'avria sparato
fin sopra la sella. ( Pj
g. II. Sparare, è anche contrario d'
imparare. Lat. dedi scere . Gr. aTTO/xwv-
Sravó(V. Palnff. 5. Chi ha sparato a tre-
scar su' sciagura. Frane. Sacch. rim. 5o.
Così chi dee apparar mai non impara, E
chi ha apparalo tosto spara . Sen. Pist.
Molte altre cose , le quali sarebbono da
sparare , se tu le sapessi.
g. III. Sparare, l'usiamo anche per lo
contrario di Parare; come Sparar la Ca'
sa, cioè Spogliarla de'paramenti. Lai. or-
namenta tollere. Gr. ocxov aTZoyuuvflJV.
•^^ tart. Fit. Bellarm. lib. 3. rap. 7. Un
anno in che la stagione del verno corre-
va fredda più dell' usalo , messi gli occhi
ne' parali delle sue stanze ec. , gli parve
sentirsi limproverare ec. e senza più mandò
sparar quelle stanze , e de' lor panni farne
elemosina a' bisognosi. (CP)
g. IV Sparare, parlandosi alarmi da
fuoco, vale Scaricarle. Lat. displodere .
Gr. ^ta/fOTEty . / arch. Stor. 8. 191.
Menlrechè nel far la mostra facevano la
chiocciola, e sparavano gli archibuji. Mail.
Franz, rim. buri. 3. lOI. Muovesi allora
il cacciatore in fretta , Poi alla volta sua
ne ì'a tentone. Tanto che spari, e che gU
dia la stretta.
g. V. Per similit. Scagliare ■ Lat. ta-
cere, iaculari . Or. ciTTTSiv. Tac. Dav.
Stor. 2. 279- Con una torre in suU'idti-
ma nave del ponte, per tenere . sparando
tiri, il nimico discosto.
g. VI. Sparare, si dice anche del Cavallo
che tira i calci a coppia . '"? fati Lepid.
57. Un cavallo infuriandosi cominciò a far
alti e sparar calci , con gran pericolo di chi
lo cavalcava. (Min)
g. MI. Spararsi per alcuno, sale im-
pegnarsi anche a costo della vita a prò d'
alcuno. Fargli ogni sorta di .servigio an-
che con proprio incomodo . Malm. 2. 4
Ed in lur prò sarelibesi sparalo.
SPARATA. ì erbai. Grande offerta, o
Vantamento . ma per lo più di parole.
S P A
S P A
S P A
Tac. Dai-. Stor. I. 2^g. t più eodardt
ce. più sparate facevano, e più feroci ( il
testo lat. ha: nimis verliis, lingule feroces).
* Accad. Cr. Mess. Si rouosceva ec. che
con questa sparata delie sue grandexic si
tirava più al terrore che all' ammirazio-
ne. (A, Bari, I it. Jìdlarm. Uh. \. cap.
l3. Se '1 Wiltachcro Inglese fé' mostra di
poter bastare e^li solo a tanto, ella fu una
sparata di vanto , che al provarvisi conolibe
esser troppo altro il mantenerla in fatti ,
che prometterla in parole. (CP)
■J- 5S §. Spatutta, dicesi anche alla Scarica
di una, o più armi da fuoco. Segner. Fatta
una sparata liherameotc correvano a lilrai-
.i. ^V^
SPARATO. Susi. Tagliatura, o Aper*
tura per lo più dalla parte davanti delle
vesti e delle camicie. ^ ìnfer. Appar. E la
Teste di sopra sparata a guisa di camicia
ec. e si chiudeva quello sparato da una
maschera d' oro, che <>i conducca iiiGou al
petto, dalla quale pendeva ec. {A}
SPÀKATO . AM. da Sparare . Lat.
cxenteratus, dtsscrtus. Gr- i^ivript'i'^ni-
M. r. 4- 37. sparata la maladelta j;atta, le
trovarono gli occhi del fanciullo in corpo.
Sagg. nat. esp. 268. Le quali (galline)
imbeccate con palline di cristallo massic-
ce , sparate da noi in capo di parecchie
ore , ce.
g. I. Per similit. Aperto. Amet. 26.
Una bellissima fibula non solamente d'oro,
ma di varie gemme splendientc discerné,
la quale coli^iugnea le jiarti dello sparato
mantello di colei . Varch. Stor. t). 265.
Una veste ec. sparata dinanzi e da* lati ,
dove si cavano fuori le braccia, ed incre-
spata da capo.
g. 11. Sparato, parlandosi d'armi da
fuoco, vale Scaricato. Lat. displosus. Stor.
Eur. 5. Il4- Sparato il fuoco in tanta ab-
bondanza , che tutto it mare pareva uno
incendio. Sagg. nat. r.<p. 249- Un^ palla
d' anhibuso, o d'artiglieria, cadendo da
un' altezza quanto si voglia grande , non
farà quella percossa che ella la sparata
in una muraglia in lontananza di poche
braccia .
•f SPARATORE. J'erbal. masc. Che,
o Chi spara. Buon. Fìer. 3. 4- 2. Ceda e
passi Non adiralo, non bestemmiatore, Non
sparator : tra gli uomini civili Segga civi-
le, e non ec. (qui vale, che fa delle sparate,
che si vanta )■
SPARAVIERE , e SPARÀVIERI . SDar-
viere. I\'ov. ant. 61. I. Levavasi il detto
sparaviere in pugno . Itern. rim. i. 70.
Quest' era un bello e gentil sparavieri ,
eh' eì s' avea preso e acconcio a sua ma-
no. E I. 99. O voi portale in pugno un
sparavieri .
SPARECCHIARE. Contrario d' Appa-
recchiare. Levar via le vivande, e l' altre
co.te poste sopra la mensa . Lat. mensas
removere. Cant, Cam. 88. Wo'abbiam qui
una barba. Che faria pregna una veci hia; Se
d' aver figliuol vi garba , Vcuderem , che
si spareccbij (qui vale: siamo in procinto
di partire). Fir. lue. I. l. Quando i' mi
niello mtorno a una tavtila , i* la spjrci--
chio in modo , rhe e* non acca^le che la
fante la sparecchi altrimenti.
§. Sparecchiare, l'usiamo, in modo bas-
so, in stgniftc. di Mangiare, assai. Morg.
27. 1 14- I^li* ii>^" ^*J" tiilti i pruTcrbii com-
presi. Come dir eh' alla mensa non s* invec>
cbia. Che poco vive chi molto sparr< chia ■
/,i7», Son. 8a. Sicché fie tempo ornai che lu
sparcrchi. Fir. ì.iic. I. !\. Lo Sparecchia
sparei-rhia pi-r otto al sicuro.
SPARECCHIATO. Add. dn Sparecchia-
re, Frane. Sacch. nov. l8- Couiiderando
che dopo tU.Mnarc, lavate le mani, in su I.1
sparecchiata tavola d'arcare loro. 4 E ap-
ptxsso: Avendo desinalo, ed cucodo eoo
loro ragionamenti alla mensa sparecchiata ,
disse il Ba^so: ve. iB)
t SPARECcHIATORE. l'erhal. masc.
Che, 0 (hi sparecchia. Buon, l'ier. 3. 2.
15. Lerrator iti scodelle, Sparercbiator di
piatti. Fatti 'n là: che begli adii (qui
nel signific. del g. di SPARKCCHIAR E .
Lui. gnalho. (ir. ^ttìii.t'xÒ'/^O^ ).
t * SVKW^CCmO. V azione del levar
via le vivande , e P altre cose della mensa ;
ed anche del .Mangiare assai. Lat. mensa:
remotio. Pros. Fior. 6. 220- Se nell'ap-
parecchio vi siete fatti un sommo ono-
re , è stato fatto anco a voi nello spwec-
chio. (•)
•f * SPAREGGIO. Disparità, Pisu-
guaglianzaj contrario di Pareggio. Magai,
part. I. lett. 19. Che se mi dite anche
tra bestia e bestia, tutto che di organi si-
mili, osservarsi notabilissima differenza di
genii, di costumi e di opci-azioni, rispon-
do che lo sparegi^io non e mai cosi gran-
de a un pezzo, come quel che si osserva
ec. {A,
'f* SPARERE. Neiitr. Venir meno al
paragone. Scomparire, Sparire, fiim. ant.
Eonagg. Urhic. pag. 2gi^.(7.ane \'jÌl) Mcm-
brando il suo visaggio. Ch'ammorza ogu*
altro viso, e fa sparere In tal maniera, che
là ov' ella appare Nessun la può guardare,
E mettelo in errore.
SPARGERE. Versare, Gettare, 0 òf an-
dare in più parti i ed oltre al sentim. att.,
SI uva nel signific. neutr. pass. Lat. ef-
fundcre, spargere. Or. e/;fS2cv, cTìst'peiv.
Dant. Par. 27. E Sisto e Pio, Calisto e
Urbano Sparser lo sangue dopo molto lie-
to. Bocc. nov. 5o. l3. Egli è che dianzi
imbiancai miei veli col zolfo ; e poi la teg-
gbiuzza, sopra la quale sparto 1' avea ec. ,
la misi sotto quella scala. J'il. S. M. Madd.
16. Isrelsc il più prezioso e 'l migliore
unguento ch'ella avesse, ed cmpienne un
bossolo d* alabastro ec. , e portollo seco
tuttavia sospirando e spargendo lagrime-
Maestruzz. i. 85. Che sarà seVuomoec.
iinmanicncntc isparge il seme di fuori ,
ec. ? Se puote essere alato con medicine,
è manifesto quello che far si dee.
g. I. Per metaf. Lil. fundere,fundita'
re. Gr. X^-*'- Dant. Purg. 29. A descri-
ver lor forma più non spargo Rime. Petr.
canz. 38. 3. Quanti versi Ho già sparti al
mio tempo ! =? Segner. Pred. Pai. Ap.
l\. 2. Tutta (la sua fiducia) la riponeva
nelle preghiere, ch'egli spargesse giorral-
mentc per l'anime a se commesse. ^ Tf^J
g. II. Per Distendere. Lai. espandere.
Pctr. son. l63. Le quali (chiome) ella
spargea si dolcemente ce. Che ripensan-
do ancor trema la mente.
§. 111. Per Dividere, Mettere in qua e
IH là .; e in signific. neutr. pass. Andare
in qua e in là. Lat. diviitere, distrihuere,
dispergere, dissipare. Gr. fUpitttv , èta-
v!'//8»y. ota7rrei;Seiv. G. /'. 4- 6. 3. I
Fiesolatii ec. nella disfauone di Fiesole
molto SI sparsero , e chi o' andò in una
parte, e chi in un'altra.
y,. IV. Per Divulgare. LaL divulgare,
difjerre, spargere in vulgus. Gr. or,uto9S-
v«(» • oia»r._uiZ<iv. Bocc nov. 38- itìi
Sparsesi fuor della chiesa tra gli uomini
la novella. Fifoi-. 1. a»). Sparsesi per la
real corte, e per tutta Marmoriiia la morto
delta |;raziosa Giulia. Frane. Sacch. nov.
117. Tanto si sparse la fama ili quello
bricTc, che beata quella donna gravida in
Siena lo pi'trsse accattare.
* g- V. per l.tpargrrsi voce. Lai- in-
ctehrescere . Guice. Stor. 1. 473. Comin-
i lalosi a spargere nrl popolo, rd raiandio
Irj all'Uni de' principali, ni>n eurr<* ron\r*
mente, che per mantenerr la potenza d'
un ciitadiuo si mettesse tutta la città in
si gravo pericolo ; Pandolfo deliberò ec. (L)
g. VI. Per Allargare, Dilatare. LaC.
pandtre, e x tendere, fu ndere. Gr. TÌartA
vctv, TreTavvùyoct, x**'^- * Tass. Ger.
4- 3o. Dolce color dì rose in quel bei
volto Fra l'avorio si srarge e si confon-
de. (C,
g. VII. Per Distrarre, o Causar di'
strazione. Lat avertere, animum avocare.
D. Gio. Celi. lett. 53. Per le quisùoni vi
riempierete di fantasie , e spargerete la
mente. E S"). Imperocché le punture del
loro pensiero stpiarciano la mente e spar-
gono. Mor. S. Oreg. 1. 7. Spargendosi la
mente in molle cose, già dentro di sé Doa
si può fermare.
*t S- Vili. Spargersi il fiele ad alcu-
no, vale Avere il male d' itterizia. Lai.
regio marito laborart. Gr. t/TC^iav. Buon.
Fier. 3. 1. 5. Tanto cb' a poco a poco.
Perchè 'l suo debil stomaco noi resse. Die
'n una op|>ilazione Che fé' spargergli '1
fiele.
SPARGIMENTO . Lo spargere. Lai.
efftisio. Gr. w^u'^- (•• ' ■ 7- I07- 2.
Ove grandissimo spargimento di sangue s*
era fatto. L'occ. g. 6. /». 5. Mcsser Maz-
za entrasse in Monte Nero per forca , e
eoo is|'argimento di sangue. Tes. lìr. 3.
7. Là ove tu vedrai l'aere crespo, quasi
come una sembianza di spargimento di ru-
giada, che ciò è segno d' acqua cbc è ri*
posta sotto terra, h'ass. 237. Arme e col-
tello , e spargimento di sangue nella via
degli uomini superbi. Vii. S. Margh. l33-
oli carnefici fortemente tormentavano san-
ta Margherita; e per lo mollo spargimen-
to di sangue che le ascia , il Prefetto si
copria la faccia cui suo mantello, che non
la polca sostenere di guardare. # y'inf.
Fies. 244' Pi<"*"l'i*^"* l'uscio mollo furio-
so *, E tanto vi percosse con tempesta, Ch*
egli entrò dentro, e non già con riposo ,
Ma con battaglia grande e sfornamento, E
forse ancor di sangue spargimento. (B)
§. I. Per Distrazione. Lat. animi at-o-
catio. Gr. x'^otootìt, roJ vo*. Cava/c.
Frutl. ling. E questa consìste in revoca-
re il cuore da ogni s[>argimento. E altro-
ve : L' uomo, quando vuole orare, si d«b-
bc ricoglierc al cuore, e rifermare lotti gli
spargimenti de' seutimenti. Coli. Ab. Isa-
ac, cap. 2. Ama la po^ertade con pazicn-
zia, acciorchè 1' anima tua s' unisca e cessi
dallo spargimento. Fr. Ciord. S. Pred.
45. Acciocché bene e perfettamente e ve-
ramente vcgciamo e investighiamo ec. da
tutti gli spargimenti e sollecitudini mon-
dane.
•f * ^. II. Spargimento dt Jiée , mei
senso del g. Vili, di SPARGERE. Bed.
Cons. pag. aaO- (*diz. de" Class. ) L' II-
luslrissinii» ce, bcnignissimo di genio, ma
faide atl (entrare in cidlera. a segno (ale ,
che alte volte ne porta un cMiIcnte vesti-
gio nel vullo , quasi cbe sia uno spargi-
mento di fiele, re. 'A)
*t ^ SPARGIRICA. Pavasi in addtt-
tr\> queste nome, che viene dal greco, alla
Chimica, in qnanto che per essa si sepa-
ravano ed anahziavan^ i Corpi. Art. f'e^
tr . .\er. Proem. Nel servizio poi dell* ar-
ie dikUllaloria 0 spargirica fc cosi utde, ec.
K appresso : Se ronowrro le mie fatiche
esser grate re, mi inanimirò forse a pub-
blicare r altre mie fatiche ec. fatte re.
nrll'arlr rhimir» e kpargirica, che per ser-
vizio dell' uomo ec. (A)
t SPARGITORE ;>r/«t/. masc. Che,
o Cfii sparge. Lat. efusor. Cr. e l"jtx*w».
G. /'. 7. t»7. a. Corrompitori tli pace, e
di Oistiani ux idiiori , e spargitori delle
sangui de' noNtri (rateili. Ricord. Ma/esp.
Cip. 63. 1 Cardinali gli dissono non esser
df'gno, che spargitor di sangue era statu»
But. Inf la. Como kono stati s|targitort
di sangue, cosi sieno puniti ia sangue
S P A
Cuid. G. Tu spartitole ài molle giorhe-
voli parulc .
# §. Per Svia/acqua tori'. Sull Catcll.
7. Dell' altrui desideroso, del suo isp^gi-
loro. (}')
SPARGITRICE. 1\rbaL femm. Che
sparge. Lib. cur, maUttt. Si accostino a
ijualcfae fontana spargitrice ti' acqua buona
e fresca. Cronichett . d' Àmur. 30- Deh
cieche lue piegliiere, ispargittici appetito
di rirehexze ]
•f * SPAIUMENTO. lo sparire, lit.
S. Frane. Itji. IncouUnenle che l' chljono
salutato, spalilo ; oade vedendo 1 compa-
gni questa miialule salut.izionc e questo
ìparimeato mirahde, pensarono ec. (F)
SPARIRE, lorsi dinanzi agli occhia
Uscir di vista altrui in un tratto^ Dile-
guarsi . Lat. e^'anescere , effugere. Gr.
apflC»l"5sJ&«», C<psu7«iv. Dant. Purg.l.
Un poco me volgendo all' altro polo. La
onde il carro già era sparito. E appresso:
Co&j spari, ed io su mi levai Saaza parla-
re. Petr. son. l8^. 1' ^U ho veduti alcun
giorno amliedui Levarsi insieme, e *n punto
e *n un' ora. Quel far le stelle , e questo
sparir lui. A'o*"- ant. ![i. i. Mise le mani
nell' acipia, e l' acqua s' intorbido, e 1' om-
bra spano. Amet. 96. E quinci poi subita
sparve, nel cielo tornando colla sua luce.
# §• L Sparire, dicesi anche delle Co-
se che si tolgano a poco a poco dalla i-/-
sta di colui che da esse si slontana.
Tass. Ger. 19. 86. Già cran giunti in
parie assai romita, E già sparian le Sara-
cÌDc tende. (£rj
§. 11. Sparire , per Isvanire, Dissol-
versi. Lai. evanescere^ dissoh-i. Gr. aya-
v»'^e;jat, àiaÀueuS-xt. Piiss. 249* *^^^ ^
la vita nostra? Risponde, che è un vapo-
re di fummo che poco dura , e tosto spa-
risce. A' 253. Quando è più appariscente,
allora sparisce, e vien meno. Tass. Ger.
16. 69. Come immagin talor d'immensa
mole Formao nubi nell'aria e poco dura ,
Che 'l vento la disperde , o solve il sole ;
Come sogno sen va, eh' egro figura ; Cosi
sparver gli alberghi, e restar sole L' alpi e
Turror che fece ivi natura.
§. III. SpanrCj colla particella VIA, ha
maggior Jorza^ e signijica maggior velocità
nello sparire. Tac. Da\'. Ann. 2. !\2,. Giun-
to io un luogo, spariva via. Red. son. 3;. E
via sparendo, mi colpì d* un dardo
§. IV. Sparire, sì dice ancìie per lo
Scomparirej o Perder di pregio^ che fa
checchessia al paragone d' altra casa. Lai.
vilescervtobscurari, estingui. Gr. iwzùt-
^8?da(. Tav. Hit. lo voglio ritornare ave-
dere mia gentile dama , la quale di bellezza
fae sparire ogni altra.
* SPARITO. Add. da Sparire. P'ed. al-
la ioce SPARSO, g. V. {•)
* SPARIZIONE. Lo .sparire. LaUdeces-
stOj " evanescentia. Gr. oi.yu.*i^iJ.òi. Salvia.
Pros. Tose. I. 64- Ove si duole l' au-
tore della sparizione di questo medesimo
pensiero, e s* affatica di richiamarlo. Cecch.
Corr. a. 2. Sai s'egli Fece le sparizioni in
poste, e \Ta. (') Accad. Cr. Mess. 5. 73o-
Tutto questo rigiro andava a parare ec. di
turare tanto in lungo la conferenza, da poter
venire a capo di ragunare tutto il loro bar-
rhereccio, per far tutto a un tratto la sparì-
«lou che già avevano determinata . (B)
Red. Lett. l3. Il Montanari ha stampato
in Bologna uo discorso sopra la sparizione
d' alcune stelle, e altre novità celesti. (Cj
SPARLAME>TO Lo sparlare , Male-
dicenza. Lat. oitrectatio, maledicentia. Gr.
itx'stjpfiii, xarcùa/ia. Ulor. S. Greg.
Acciocché quel fuoco, dal quale esso è pro-
vato siccome oro ottimo, esso non Io faccia
per tale sparlameuio ritornare in fuoco di
paglia. E appresso : Distendono contro a
essi i rami del loro sparlamcnto.
/ ocabolario T- //.
S P A
SPARLARE. Dir male, Diasimarv. Lat.
ohlrcclare, oì>loifUÌ, maledicere, Gr. /«//;-
■/Opùv. M. f . 4- 5-*- Tornalo a Firnize
dalla Magna, aveva sparlato contro lui. /'
cap 54- Nacque ec. sdegno e baldanza di
sparlare contro al nostro Comune. 3for. S.
Greg. Per la voce della Honessa lo sparlare
della moglie. Din. Conip. 1. 2^. Ma troppo
più baldanzosamente si scoprivano i Dona-
ti, che i Cerchi , nello >pai]are, e di niente
torneano, l'arch. Enol. 5o. Sparlare, che
quello signi6ca che i Latini dicevano ohlo-
qni, cioè dir male e biasimare.
SPARLATO. Add. da Sfmrfarc. Tac.
Dnv. Ann. 2. 45. Dello sparlato d' Augusto
volle si condannasse ( cioè , di ciò che avea
sparlato ) .
t SPARLATORE. J'crhal. masc. Che,
o Chi sparla. Biasimatore j Maldicente.
Lat. obtrectator. Gr. /«;<i-,'-/9po;. Omel. S.
Ciò. Grisvst. 241. Quanti abbaiatori si le-
veranno contra a te, e quanti sparlatoli , e
quanti, che apertamente ti nimicheranno !
SPARLATHICE. Verbal. femm. Che
sparla, hai- maledica. Gr. f,K'XTx)a.Xoj'ZX.
Tr. Giord. Pred. P. Con lingue natural-
mente sparlatrici e rontuniebose.
* SPARMIARILITA* . T. A. Lo
stesso che Bisparmio. Trntt. lirt. Mor.
ll\. Astinenza e oneslade , e sparmiabilitae
raffrena malvagie volonladi. (C)
•^' SPARMUMENTO . Sparmiaìnlità .
Tratt. 1 irt. Mar. i3. Da temperanza di-
scendono misura, vergogna, astinenza, oce-
stadc, castitade, e sparmiamqnto. (Cj
f SPARMIARE. Lo stefso che Piispar-
miarej ma meno usato. Lat. parcere. Gr.
oit'òì^Sai. Cas. lett. 88. Como domine
usar la mia ospitalità per parecchie setti-
mane ? Cio^^- sparmiar la vostra borsa, e
logorar la mia.
''? 2- Sparmiar la vita, vale Salvarla.
Fav. Esop. 2g. La tua tristizia e viltà, e '1
poco onore mi sarebbe, li sparmia la vi-
ta, fi')
•f SPARNAZZAMENTO. lo^yjarnrt;-
zare. Lai. dissipatio. Gr. SiuLix-òv.'Hi.
Cecch, Mogi. 2. I. Li teslimonii bastevo-
li a farlovi credere voglio che sieno ec. lo
sparnazzamento che vuol mostrare vostra
padre di fare, quando men far lo dovreb-
be ; che ben sapete quanto egli sia mi-
sero, ec. # Car. lett. ined. 3. 122. lo non
so di quel che s* abbi bisogno, ma delle
cose necessarie in poi, risolvi! , che la
casa non ha bisogno di sparnazzamenti. ^iVJ
* SPARNAZZANTE. Che sparnazza^
e Jtguratam. Che scialacqua. Silvia. Op.
Pe.fc. Come d' intorno a ben eretto al-
tare Augello sparnazzante dalla nera Stret-
ta di morte. (A)
t SPARNAZZARE. Propriamente Spar-
pagliarci e Jiguratam. Scialacquare. Lat.
diffundere , dissipare, spargere, prodiga-
re, Tac. Gr. ^laaTZzipetv, St.cttSAZocx.vJJ-
vai, TTTCìpiiv. Bern. Ori. 2. 3o. 3i.
Mezza la barba gli taglia e sparnazza ;
Posegli una mascella in sulla spalla. Fir.
Trin. 2. 5. Sparnazza, Lisa; un carlino
eh ? or n' uscite voi con tre lire. Tac.
Dav. Ann. 16. 228 Fondeva le facoltadi
antiche , quasi fornito per molti anni da
sparnazzare le nuove. E Stor. 1. 244-
Cinquantaciaque milìon d' oro avea pe-
rone sparnazzato in donare.
t SPARNAZZATORE. l'erhal. masc.
Che, o Chi sparniizza, o sparpaglia. Dis-
sipatore, Prodigo. Lat. prodigus , dissi-
palor. Gr. oc^CiJrs?. Tac. Dav. Ann. 2.
53. Germanico fu sparnazzalore , e su-
perbo.
* SPARJN'ICCIAMENTO. Lo sparnic-
ciare. lied. J oc. Ar. (A)
SPARMCCIARE. Spargere in qua e in
là. Sparpagliare. Lat. dispergere , escu-
tere. Gr. ota^^lii'siiv-
S P A
1297
•f SPARMCCIATO. Add. da Spar-
nicciare. Lat. dispersus , cicussus. Gr.
ci.izzxp;j é-JOi. Fav. Esop. pag. i3l .
(Padova 1811. ) Veggendo '1 merciaiuolo
il bestìuolo mortti, i bicchieri rotti , e '1
vetro sparnicciato, ec. Cr. q. 77. 12. Ac-
ciocché possano uscire in quel luogo, do-
ve fia sparniccialo 1' orzo ( Il testo lat.
ha ! cffusuni ).
SPARO. Lo sparare, nel signi fic. del
g. III. Lat. dìsplosio . Gr. òi'/./.f'ÓTfi'Sii.
•^"SS- ""'■ ''■*^/^' 2^4• *" tempo che tira-
vano Ponenti , si fecero due spari di due
pezzi. E 25o. Per braccia sessantaquattro
passale dallo sparo al ritorno della palla.
ìY- SPARPAGLIAMENTO. Sparnazza-
mento, Scinlacquamenlo , lUspcrgimento,
Bellin. Di.ic. 3. 14I- Fallo questo allar-
gamento , o sparpagliamento che vogliam
dire ec. (Fj
5 SPARPAGLIARE. Spargere in qua
e in l'I, e senza ordine. Lai. dispergere, dis-
sipare, J'undere. Gr. ^iKlTTic'^clv, 0(XC/£-
oavvyvat, ■jo^-c'psiv. l'ior. Ital. D. Andia-
mo addosso a' Troiani, li quali ci spaven-
tano e sparpagliano. Cr. g. 68. 5. Kon le
lascino importunamente ragunare e strigne-
re ( le pecore } nel tempo del caldo , ma
sempre le sparpaglino tem|ieratamen(e e
dividano. Fr. Zac. T- Contra lei temperan-
za fa '1 duello ; Entra fra loro , e tutti gli
sparpaglia. Tac. Vav. Ann. l5. 206. Così
sparpagliò le foize , che unite avrien so-
stenuto meglio il nimico scorrazzante ( il
testo lat. ha : disperso milite). Morg. 3. ig.
Su per le spalle la treccia sparpaglia.
•I' §. I. In signiftc. ncutr. per Sciala-
cquare, Dissipare. »» Frane. Sacch. nov.
188. Chi per se raguna, per altri sparpa-
glia n . (yj
§. II. In signijic. neutr. pass, vale Di-
spergersi . Lat. diff}indi , dispergi . Gr.
tìtapfs'ì^àat. Sagg. nat. csp. 2^. Ma al
contrario i liquori ec. , via via che pre-
muti sono, cedono per ogni verso, e spar-
pagliansi .
•f * SPARPAGLIATAMENTE. Av-
verò, In modo sparpagliato. Accad. Cr.
Mess. 5. 678. Dopo di che si vide così
disanimato il nemico , che si diede a fug-
gire sparpagliatamente , invitatovi oramai
dai capi col tocco della ritirata, ec. (.4)
SPARPAGLIATO. Add. da Sparpa-
gliare. Lat. dispersus, efflisus . G. F.
7. 27. 4- Quando gli vide bene sparpa-
gliati, disse al Re. Fit. Bari. 1^6. Egli
era tutto nero di caldo e di sole , e avea
tutti sparpagliati i capelli giù per le spal-
le. Pecor. g. 25. nov, 2. car. 204- Quando
gli vide ben sparpagliati, egli disse al Re: fa'
muovere la tua schiera.
SPARSAMENTE. Avveri». In maniera
sparsa. Disunitamente , In qua e 'n là.
Lai. separatim , seorsim . Gr. j(^pii .
Farcii. Stor. 12. 44^- Presero gÙ allog-
giamenti sparsamente per tutte le ville più
folti del poggio di Fiesole, v Guicc. Stor.
2. 1^21. Della qual nazione perchè sparsa-
mente in molti luoghi si è fatta menzione,
pare molto a proposito , e quasi necessario
particolarmente trattarne. (L)
SPARSIONE. Spargimento. Lat. effu-
sio. Gr. e/^J5t;. Guid. G. Per la con-
tinua sparsione del sangue era non potente
di difendersi. E appresso : Per la grande
sparsione del sangue suo la maggior parte
dell' altare fue bagnata. * Fior. S. Frane.
93. Ma per la tua santissima passione e
per la isparsione del tuo santissimo sangue
prezioso resuscita 1' anima mia , ec- (/')
Pecor. g. q. nov. 2. Cosi era la cosa me-
scolata, dando e ricevendo grandissimi col-
pi, tagliando arme, mani, braccia, e facendo
grandissima sparsione di sangue per tutto
*1 campo. (Sj
SPARSO- Add- da Spargere. Lat. spar-
l63
«98 S '' '^
..US. efu<„s. Gr. inrMfn-Uoi P"r. son.
2.-,a Or vo piangendo U suo cenere spar-
M, Sodcr. Colt. 80. Procurando che la
pajlia, che alii quattro diu, s.a sparsa so-
pra tavole secche. - n ,
* e I. Per Divulgato. Tac. Dav.
rerd. Eie,,. 412. Ma ora, che tulle que-
ste cose sono sparse ec. , hbogna uer vie
nuove e squisite piacere (il lai. ha per-
vulgatis). fi)
P. 11. Per Cosperso, ^f occhiato. Lat.
consversus, maculatus. Gr. xaTaTra^OsiJ.
Dani. Purf. iff- Visto m' avresti di livo-
re sparso. Cut. ni: Sparso, cioè macchiato
di lividore. , .
§ HI. .''parso, per Disunito, Che e in
qua e -a là. Lat. di.fper.Kns, spars„.<,fu-
sus. Gr. ci!5-a^/itvo;, «lac^oa'Sn ;.
i>e(r. ion. 1. Voi , che ascoltate in rime
sparse il suono Di quei sospiri ond' io nu-
driva il core. E canz. 26. 5. Cosi avestu
riposa De' lui vestigi sparsi Ancor tra Con
clerba. K3l 2. E me tenne un, eh or son
diviso e sparso.
P. IV. fasi sparsi, si dicono Quelli
che" luinno la bocca ampia, e arrove-
sciata in forma quasi piana . Lat pia-
„us, latus, expansus, spar.'us. Gr. jli«-
-j- Sa-g ■ irai. e.<p. 168 Messa dell ac-
qua attinta da una stessa fonte in diversi
vasi, come di terra, di metalli, e di vetro,
in hicchicri cupi, e' in taize spai se, ec.
§. V. Spnr.w , per Isparito. Cas. rim.
42. Ove repente ora è fuggito e sparso
Tuo lume altero?
SPABTAME.NTE. ^l'i'cri. Sparsamcn
te, riisunitanienle. Lat. .separalim , seor
,im, .<parsim. Gr. ■/.<"?'{■ "• ' • ° °7
Quasi come gente furiosa e irata la con-
dussero suartamento, come vedano che
richiedesse la faccenda. />. Ciord. I rcd.
S. Quelli che sparlamentc furo Ul molli,
in cui uno e in cui un altro.
* SPAIITARE ?t'eulr. pass. Jllonla-
narsi. Mcr. .V. Creg 121. Mi sparto del
tumulto. (!') . , , .
SPAHTATAMENTE. Jwerh. /I parte
,1 pane , Di.mmtnmcnte . Lat partinila-
tim , .teorsim. Gr. ^Efixw^. Pool. Oros.
Snartatamentc fuggendo, di grave mortalità
furo morti. 7 r. Oiord Prcd. D. Verclic
spesse volte si ticn meglio a niente la cosa
detta linvemente, che detta sparlatamcnte
f cioè , dilìusamcnte ).
Sl'Ar.TATO ^dd. appartato. Lat. sc-
crelus, semotus, remotns. Gr. xwp"Ss'--
Buon. lier. 1 2. 2. Ci si vorrcM.e Qual-
rh" ordine miglior, perchè spallati Stesser
kIì stolli da' sani di mente. /•- 1. 2 4. To-
gliendoli di Va , dove spartati , Quasi per
modo di provvisione. Si tengon nel a stan-
ta. /■-' 2. 4. I. Cr poiché sola Nelle mie
>tanie assai spartala e chiusa ec.
* g. Sparlalo, per Isparlito, fii-iso in
,l„e parli . 1 al. rfi. i.«<i' , disseclus . Gr.
ytfUtui. i'y.oroH'^.^t:;. Bui. n.rp
S P A
A I. (luadranle è una qu.uta parte d uno
iondo piano, e anche d'una mela d uno
tondo che fosse sparlato. (')
+ « SPARTE . I oce che .ti ii."i ""
modo avveri,. A sporte, e vale In dispar-
le lai. .<cor.ri(m . Iior ò. 1 rane . 70.
Frale Currado, per com|.a>sione di quello
giovane, e per li prieghi de' Irati , chiamo
un di a spaile il .letto giov.ine, .e. ( / )
SPAU'l'ÈA . Sorla <*' erba di più spe-
zie. Lat. sparlum, spartium. Ci: 5. 22.
6 Contro a' viiii del pesco >i dire che la
prode la sparti-a soipesa a' rami, h C) 90.
2. Pallailio dice, che ( i cohmhi I ancora
dalle donnole sicuri si fanno, se intra loro
.1 siltii vecchia sparita che credo sia gi-
nestra, dcUa .|ual,- gli ammali 'i 'aliano
* SI-AlirlBILE. J4dd. Parlihle, Kivi-
silnle. Lai. parlihIK. <•■•• ^'«if «"«' "
/ oeatol. alla I PAKTEVOLE C)
.«PAnTIGlONE. lo sparare, Sparli-
menlo. Lat. d,vi<io. Gr. y'-f^H^^^- ^'•^■
Dav. Ann. I. 5 Fare i cittadmi ribelli
con tante spartigioni de' loro heni
J SPARTIME.NTO. lo spartire. Se-
parazione. Lai. separano. Gr. c^yyap'"-
Ilo:. Teol Misi. Piangere tanta freddura
deli anime, e tanto spartimcnto della via
dell' amore , U quale è gi'a spento in tutto
•1 mondo. Co//. S. Pad. Adunque son da
cercar conlinuamenle gli spartunenti del
cuor nostro.
=;: S I Spnrtimenlo del letto, presso 1
Canonisti , dire.<i della Separazione dei
coniufi . « i'aeslruzz. I. 56. N"n sareU.e
cosi, se si facesse accusa dell .volteno a
spartimento del lello ». (.V;
§. II. Per Iscompartimenlo, o Divisione.
Lat. diVisio, parlino. Gr. ^s/!H/*04, O.K-
vo.^r,'. Malm. 12. 4t. Poi dopo un ordì-
nato .spartimento Di cratie , soldi , e pm
danar minuti, Sonvi i quattrini, i piccioli,
e i hattuli.
f 3 SPARTll'.E . lividcre , Separare.
Lai. separare, dividere, partiri . Gr.
imyuziiM . òic/r' ■''-"• /"/='?'"• '"■
;•. 9. '322. 4 Messcr Passerino e sua
gente, avendoli sparliti, cavalcarono asli-
vamente (così nel testo Dav. ) . I: 12.
108. 8. Chi potrà si falla congiunlione
e divozione iiidisidna sparlire? t.iiirf. <■•
1 cavalli a pezzo a pezzo spartireldiero le
tue membra , strascinandoti per terra .
* /■(. S. Eufrag. i;8. Oggi CI spartia-
mo insieme l'una dall' altra , perocché 10
udì" ora che tu dei morire domane, luon.
lier. 3. I 9. Levossi 1 osteria tutta a
romore. Come tu sai: noi ci partimmo in
rolla Con 1' oste , e noi medcsmi sparti 1
buio. (Il) , , .
« §. 1. Spartire, dicesi anche parlando
di cose che siano di .t/^ecie differenti , 0
che siano senza distinzione le une con le
altre. » Soder. Celi. 7O. Non sana mala
avvertenza di spaitir le serotini dalle pri-
maliccc ». fCj .
# § li. E in signi/c. iieiitr. per /il-
lontanare. - C. ì'. 7. 27. 4. Per lasciai gli
più spartire dalle schiere». (C)
%. III. Diciamo anche Spartire, per Di-
tlrihuir checchessia, dandone la sua parte
n ciasaino . Lai. inler aliquos dividere ,
partiri, trihuere, di<lrilmere. Gt. cia./!-
».-.v. Sen. len. Varch. 2. 28 Egli as-e-
va a 1.. neBcare degli altri , e spartire fra
molti la hberalilU sua. * Toc. Dav e rm.
379. Ogni villaggio piglia scaml.ievolm.-nle
tanti terreni quanto possono 1 suol c<d Uva-
re, spartendoli secondo qualità. (1 Cj
if %. IV /•; nei'»'-, pass. Teol. Mi.<l.
la sapienza i- difuissima cognizion di Dio,
la quale è per ignoranza conosciuta , se-
condo 1 unione sopra la mente , quando
la mente da tulle 1' altre cose jpaitendo-
si, poscia anche se medesima lascian-
do ec. IP) , , „
SPAUTITAMENTE. Avveri: I ivis.i-
mente , Separolamentt . Lai. irparatim ,
seorsim, divisim. Gr. /«pi 4 <■• '' ".
lOQ. 2. Quelle cole in diversi semiolll
>,,à,lilamenle e per loro e per noi alla
Maeslà reale furono recitale . V. / . Q.
6j Furono messi spaililamenle 1 uno dal-
l'allio nelle p.ii,ioni. tuid. (.-. Iiiiperoc-
rhè vide i suoi spaililamenle coml.allcre.
+ « SPARTII 1 Z/.A. Siuirtizione. lel-
lin. lise. 2. 47 Co»i > formare si ven-
gono questi Ire ordini di filan, con que-
sta pomposa apparenza di trascurala ipar-
tileiia sparsi per terra, (Min)
if SPARTITO .Vii<<. Tenn. de Mii.'^-
n. Parliliira. ossia Quelfe^mplare ove
lune le parli di una rompo.<izione mu'i-
, ,,/c ,1 sono unite, e delle .;iin/l /•i.//.m,i
.« cAìiini» Haim, perche è la più hassa.
Pro, Fior. p. I .■. 3 Or 7 paf 23o.
S P A
Se noi andiam riguardando ludo di , che
cosi delle canzoni trulc , come delle gio-
conde, cosi da' teatri, come dal popolo u
odono cantare, e dai musici «un messi m
aria, o falli negli spartiti, e gU inUvolati,
che e quello, se io non sono erralo, onde
i Latini peravT«ntur» dicevano modos fi-
«"'■ f'J .. T .
t SPARTITO. Add. da Spartir*. Lai.
separalus , divisus. Gr. yuf.i'.^m. «■
I 8. 72. Risposono , che non volicno
passare sparlili , ne per lo luogo loro as-
segnato . Lah. l52. Li suoi costumi tutti
daUi loro spartiti mosterrebbono . Pajs.
124. Eri spartito e privato de' sagramcnU
della Chiesa, e io vi U reslilmsco e rendo
ffioi-, separalo per iscomunica). Oli. l om.
Inf. 20. 367. Gli uomini, poich erano
sparlili per la contrada, s' accoUero a que-
sto luogo . Cronichett. <f Amar. Xbfl. 11
re Carlo uscio loto addosso , e Irovogh
cosi sparliti. ,_ , , „
+ !? SPAIiTlTORE. ì erhal. mnK.
Colui die .<parlisce Poro digli alln me-
talli, e lo reade purgalo, e senza alcuna
mescolanza d' altra materia, /lise. Malm.
l-.idurla a oro ec. è tratto daUo spartire
r oro dagU altri metaUi e malene roeseo-
lale con esso. Coloro che fanno qnest «le
si chiamano Sparlitori. (Al
t SPARTIZIONE. L'azione di spartire.
Lai. dislrOuitio , parlino , divisto. Or.
o\x,,;.A Buon. Fier. 4. 5. '9,M» ™'
che risoluto avete seco Di M"^' JP"-
tizion dei tre fratelli? /: 'e. 20. Mcixani
intervenghiate Per quella spartmon de tte
fratelli. ^ mslr. Cane. A. E queste di-
sti il.u.ioni e spailixioni dovranno farsi dal
Cancelliere. (C)
if SPARTO. Sust Lo stesso che Spor-
ica. Alam. Colt 5. 110. Po. di sparto, o
di giunco in man li reca Due "rde an-
tiche, in cui per fona immergi L intneaU
sementa, ec. Il J _ i -,
+ SPARTO . Adii, da Spargere . LM-
.,par.u.s,fusi,s, passiis. Gr. "".=»'«''»«.
24. Pe, Te sparte ville e per gli caiup. .
latoratori mi'seri e po.en ec. , n»" «■"<•
uomini, ma quasi come bestie ■n"™"»^
/; nov. 43. 14. Sparti adunque costo o
.nltlper^a piccola -' • P'"' " ""ÌJ
nella corte. Ovid. «•'„.'•■* P*"."^
tenni che io coUi capelli T'^' •/7 J"
era non gridassi. / .i"'- ' "T I- *■«'■"
le man. .u siili' erbette .palle Soavemcn-
le '1 mio maistro pose . h Par. 2»- »»•
pia seguiva 'l settimo si sparto Gii «■
iargheil, che '1 messo ''i '"■'-' '"^J
conleueilo s.irel.be arto. ^3•■.F.• ^J*
„„..«,. colle penne sparte Vidi P>» * "»"'
Ang.l. . icfV. B Umil. 7X. P.'"g"'
COI. forle jri.la e duro lamenlauomt Ia-
sione del suo .liletlo Ge.uco c.peU. spar-
ti. Cas. son. 32. Son 1»"'' •*"""'• ,
vaghe trecce bionde , Tra fri-scbe rose e
puro latte sparte. .,
' # ^ I. Per Divise, Sparuto, hit
S.f. Pad. Erano le celle sparse 1 un» •»•■-
r altra per tanto spazio lA)
* e W. Per Sparso, Attornialo, lir-
condalo. .l.,per.<o.l-.i. eircum/usus.'.iard-^
Coni. ,71.0 dilicato,ehe »t' »?*"" *^'
.Idicanze della carne , eonfoiione e morte
"'+"# SPAIVERUGIO. riim. di Sp<>r-
.irre. 7 or. Med. Poe.,. »6. In vero egli
:.:a"in certo sparvenigio. Che soaugl»"
un gheppio, lanl.. l! poco. ('"•'>
SIARVIK.RATO . ^Ff'"'"' ^' ^„
priamenle si da alle ■■-'■'. f"-"*""°
.,iKdile e acconce a camminar velon<^
le Lai. cilae remis. Tac. P'v. Ann. ».
li. Molte fnavil acconre • por»»r mK-
. hine. cavalli e viveri, destre • vela, •!«-
vieratc a remo.
S P A
§. Span'icrato, tUcesi anche rf' L'omo
(7*1? vadacon vciocittt e ìnco/isi-lcratamente.
Lat- %'eioxt improvidus, Gr. ù^iipovofi-iùiì
OtfOfÀlvai,
SPARVIERATORE. C/te concia e go-
verna gli spars- ier i s che oggi più <omu-
rumente diciamo Strozziere. lai. accipi-
tntrius. Gr. IsparpofOi- Frane. Sacch,
no%'. 195. Lo sparvieraloix* del Re, che
r avca io tuMio , gittò questo sparviere a
una peruicf, e lo sparviere la prese. E
appresso: Mamlò ec. lo sparvieratore a
seguir lo spai vii-ri;.
SPAIIVIEUE, e SPARVIERO. (/cce//o
di rapina, ed è la femmina s il maschio
si chiama Moscanlo^ che non e minore e
men bravo. Lat. accipiier, accipiter /ria-
gelianus. Gr. iiV*5- ^^^^'- ""^' ^'* ^■
Pooeasi UDO sparviere di muda Ìd su una
aita. Tes. Br. 5. il. Sparvieri voglioao
essere di questa maniera, eh' elli abbiano
U testa piccola , e gli occhi in fuori e
groui, e i petto hen tondo, li piedi bian-
chi e aperti e grandi, e le gambe grandi
e corte, e la coda lunga e sutiHetta , e 1'
ale lunghe infino alla terza parte della
coda, e la piuma di sotto la coda sia tac-
cata. Bocc. nov. 69. 12. Primieramente
che in presenia di Micoatrato ella uccida
il suo buono sparviere. Dant. InJ. 22. Ma
1* altro fu bene spai-vier grifagno ( qui per
simi/il. ) . E Purg. i3. (.h' a tutte un
61 di ferro il ciglio fora £ cuce si, conic
a sparvier selvaggio Si fa. Cr. io. 3. 2.
Sparviere ec. rade volte si dimestica e usa
cogli uomini^ ma se sì dimestica è buono,
imperotTchè in fierezza fu usato di pigliar
preda. Frane. Sacch. noi-. igS. Aveva un
suo sparviero, che di bellezza e di bontà
passò lutti che nella sua corte fossono mai.
§. I. Dicesi in prò verino : Far come lo
spar\-ierej dì per dì , del Non pensare al
vitto se non gfomo per giorno. Lat. in
diem vivere. Gr. /a^' é/affTr,v ^toj m.
g. II. Drizzare il becco allo sparviere j
proverbio che vale Tentare le cose impos-
sìbili : modo basso. Cecck. Mogi, ^. 10.
He volere Pigliarli briga di drizzare il
becco Agli sparvieri.
* SPARUTELLO. Dim. di Sparuto j
Sparuttao. Lat. gracilior^ macilentus. Gr.
ìtX'*ÓTtpo;,, Bed. leti. 1. 41 1- In molte
d i esse mi par di riconoscere il mio pro-
prio ritratto, con uà viso di mummia, spa-
rutello, ^^cco, smunto, allampanato, oc.
Pros. Fior. 6. 222. Mancando i fichi e
l'uve, manca loro il dolce e grasso ali-
mento, e perciò gracili e sparutelli ec, a
capo ed aie basse svolazzano mendicaa-
do. (')
* SPARUTEZZA. Qualiti,, e Stato di
chi e sparuto . Plut. Adr. Op. mor. 2.
335. L'esser bandito è disonore; sì ap-
presso ai folli che stiman vituperevole la
povertà, l'esser calvo, la sparutezza, e ì'
esser forestiero e fuori di casa. iCj
SPARUTINO. lUm. di .Sparuto. Lat.
gracUiSj macilentus. Gr. t'iX'^--» ^^"^'o^-
Cecch. Ser\ig. 4- 2- Halo tu visto questo
nuovo sposo? Jg. l'Io veddi sUmani;
egli è un piccolo Sparulino.
SPARUTISSIMO. .Si//>er/. di Sparuto.
Lat. gracilUmus. Gr. Ìsttotxto^. Frane.
Sacch. nov. 8. Era di persona piccolo e
sparutissimo ; oltre a questo, era forte in-
namorato. E nov. 43. Meglio &• avvide
degli atti, che gli Aretini facevano contro
j lui, uno cavaliere piccolo e sparutissimo
da Ferrara. * ì'as. Op. Fit. 2. 121. E
molte volte nasce in questi , che sono di
sparutissime furme, tanta generosità d'ani-
mo, e tanta sincerila di cuore, che ce. (C)
SPARUTO, ^dd. Di poca apparenza e
presenza j contrario d* Appariscente, 'Lai.
graciliSt macilentus. Gr. i.5/v5:, /s~TO*;.
Aoft". nov. 55. tit L'uno là sparuta ap-
S P A
parenia dell' altro, motteggiando , morde.
Lab. 123. Or stin io cosi sparuta ? non
son io cosi bella, come la cotale? (•. J'.
8. 54. 2. Piccobi di persona e isparuto, e
cicco dell'uno occhio. Ved. Oss. an. I^S.
Mori di tanta e di cosi indicibile e spa-
ruta magrezza , che non era se non ossa
e pelle.
♦ SPASA. Cesta pianale assai larga,
per uso di sostener robe da comparsa.
Magai. Leti. Con far servire le spase di
questi misteriosi strumenti di rovescio ^i
busti delle dame più insigni in questa vo-
luttuosa liturgia, (.-fj
•f SPASIMA. ^. A. Spasimo. Lat.
mcmbrorum convulsio.Gt. iTas^ao;, ottk-
'say.. M. Aldobr. B. I - l3. Ma certo
di divenire ebbro spesso avvengono mol-
te malattie, siccome paraletico, apoplctico,
e spasimo. ^ Lasc. Spirit. 5. I. Ohimè
che mi è venuto in un tratto il batticuo-
re, e r asima, e la spasima , e la tantasi-
ma. (Cf
* SPASIMANTE Che .ipasima. (A) ^
^ §. Spasimante , vale anche Che dà
spasimo. Che fa spasimare , Dolorosissi'
mo. Salvia. Iliad. Ei dietro assiso, il ra-
pido quadrello Tiaea dal piede, e spasi-
mante doglia Pel corpo giva. (A)
SPASIMARE . y^i-ere spasima. Lat.
mcmbrorum convulsione lahorare . Gr.
TTTajTt/ov sTvat, 77rài&a.i. G. V. li. ^S.
3. Il valentre e veitudioso Duca spasimò.
Car. lett. i. 59. Man<latemela, se non ve-
nite subilo, se non vulete eh' Ìo spasimi,
g. I. Figuratamente il diciamo per
Durar gran fadca, Afiannarsi. Morg. 25.
121. Perchè pure a salir si suda e spa-
sima.
g. II. Per Esser Meramente innamora-
to. Lat. aliquem deperire, aliquem arde-
re. Gr. LTrijuai'viiìiat' Ttvt. Dav. Scism.
12. Messa in palazzo , di leggieri attinse
che il Re s' era recata a uuia la Reina ;
che Vuoìseo mulinava per disfarla j che Ìl
Re di lei spasimava. Lasc. Streg. 2. 4-
Egli è innamorato di colei, che egli spasi-
ma.
§. III. Per Desiderare ardentemente. LiìV.
ardere , vehcmenter eupcre , inhiare. Gr.
zxt'ij^at, a-iT*:3£rv, £aix«i'"'£'V . Tac.
Dav. Ann. !\. 85. Questa superba, fondata
ne' tanti figliuoli , nel favor del popolo,
spasimava di regnare. Ambr. Cof. I, 3. Ma
avvertite Ippohto , Cb'impoita assai che
dimostriate a Bartolo, S' ei vi trovasse a-
ver voglia grandissima, Anzi che spasi-
miate di conchiudere II parentado. Car.
lett. 1. 88. Se lo desidero e se me ne
spasimo, lo sa Iddio. ■'^ Scjner. Mann.
Selt. 5. 2. Sempre egli ha una fame di
anime che si spasima. (C}
g. I V. Spasimar dì sete, vale Morir di
sete. Aver grandissima sete Lat. valde
sitire, siti emori. Gr. g%ÓoQ'Jì onjjàw. G.
/ . 11. 5o. 2. Molti per st'te (spasimati ,
anncgaronne in Gusciana. Cocc. nov. jy.
61 ■ Oltre agli altri suoi dolori, credette di
sete spasimare.
g. V. Spasimar la roba, e simili, vaie
Dissiparla. Lat. prodigere , profundcre.
Gr. oix55,;aTv, Tzpox^^'-'*- * Magai. Lett.
Alcuni zulfi d' intagli che una volta avevo,
e che sono andato spropositatamente spa-
simando quando uno e quando 1' altro ,
che adesso ne sono pentito. (A)
SPASIMATAMENTE. Avverh. Con i-
spasimo j e Jcguratam. vale Grandemen-
te, Ardentemente. * Bcllin. Disc. 2. 365.
Mentre anco gì' interi giorni gli smembro
e li sacrifico e li spolpo e li svisceio e li
disosso , sempre in mille forme di nuo-
vo scempio spasimatamenle martoriando-
li. (Min)
SPASIMATO. Add. da Spasimare j
Travagliato e Compreso da spasima. Lat
S P A
i29y
convulsus- Gr. ffTai&si's. Cr. 3. 7. 12. [
nervi indegnati e indurati e quasi spasi-
mati distende.
§. Per Fortemente innamorato. Fir. Lue.
1. 2. Noi non siam buone ad altro , se
non a far lo spasimato. .S'^- Allor si dee
guardare il marito, quando la moglie mo«
stra di essere spasimata di lui. Tac, Dav.
Ann. I. 35. Agusto l'aveva com])iaciuta
a Mecenate spasimato di Batillo ( /l te-
sto laL ha : effuso in amorem ) . Salv.
Graneh. I. I. Un vecchio Decrepito ec.
vorrà fare lo spasimato e 1' aniniartellato
D' amore.
•f* SPASIMO, e talora per «ine. SPA-
SMO. Dolore inten.<!0 cagionato da ferite,
da po.itente, e da cose simili j Convulsione.
Lat. mcmbrorum convulsio. Gr. 5~auy.3,.
CTStVaa- M. F. 3. 18. Per la percossa e
per lo disordinato caldo di presente morì
di spasimo. Cr. 1. 2. 3. Fa prode agl'idro-
pici e a' paralitici , e all' umido spasmo.
Morg. 3. 4?- Subito cadde quel famiglio
in terra, E poi per grande spasimo mo-
no. Bern. Ori. l. 23. 33. Che pel cru-
dele spasimo e dolore Era perduto , e di
se stesso fuore.
* SPASIMOSO. Aiìd. Che ha, o di-
mostra spasimo. Car. Com. 20. Con gli
occhi stralunati, e con certi mugoli spasi-
mosij gli disse ec. (FP)
■> SPASMARF. Sinc, di Spasimare.
Lat. mem'irorum convulsione laborarc.
Ar. J-'ur. 32. 19. Sa questo altier cb' io
r amo e ch'io l'adoro, ^è mi vuol per
amante , ne per serva : Il crudel sa che
per lui spasmo e moro. C^S)
K- SPASMODICO. Jdd. Di .ipasmo ,
Convulsivo. Lai. * convulsivus. Gr. sTTa-
7,uwòyj5. Bed. Cons. I- 217. Pungendo
però questo le fibre ec, eccita le loro con-
tagioni spasmodiche , cagioni immediate
del dolore non solo, ma ancora dell'ac-
corciamento della gamba. (*}
* SPASMOSO. Add. Che dà spasmo.
Spasmodico. Alani. Avarch. 17. 8l. Il
mcdesmo adivien di Florio ancora, C ha
il destro pie ferito, ec. : La solcretta ornai
di sangue è piena, E la pena spasmosa
cresce ogn' ora- ( B)
SPASO. Add. Spanto, Disteso , Piano.
Lat. expansus. Gr. E|y):T>wy5voc. Te-
seid. Q. 4'- Wulla persona in Atena rima-
se. Giovani, vecchie, zite, ovvero spose.
Che non corresson là coli' ale spase. Bed.
Ditir. 44- Quelle tazze spase e piane Son
da genti poco sane.
SPASSAMENTARE. Spa.<;sare. Tratt.
segr. eos. dona. Brama di potere spassa-
mentarsi a tutta sua voglia.
SPASSAMENTO. Lo spassarsi , ^ Di-
porto. Lat. solatium, voluptas. Gr. oòov/ì.
Tav. Bit. Venendo a uno giorno, lo Re
per via di spassamcnto andò a cacciare.
SPASSARE. Pigliare .spasso, Diportar-
.ti j e si usa per lo più in jtigni^fic. neutr.
pass. Lat. voluptatcm capere , genio in-
dulgere, se oblectare. Gr. xon^^ tiòo-^-nv
noterv. Cr. Q. 86. 3. E , come dinanzi
dissi , (sia) il luogo chiuso, dove il dì si
possano spassare ( Il Test. lat. ha .• diu-
turno tempore esse possint ) . Fir. Trin.
3. 4* Almanco trovass' io il nostro Dotto-
re , ch'i' mi spasserei pure un poco, or
eh' i* non so che mi» fare. Cant. Cam.
20. Cerchiamo avviamento, donne , tale ,
Che ci spassiamo in questo carnasciale.
'^ %. Spassar tempo, vale Far chec-
che sia per passatempo , e fuggir la no-
ia. Frane. Sacch. nov. Spesse volle giu-
cava, per spassar tempo, alla sua pieve con
un gentiluomo. (B)
SPASSEGGIAMENTO. Lo spasseg-
giare. Lat. dcambulatio. Gr. TiiC-t^aTff?.
Varch. Slor. 2- 34- Baccio Valori, dopo
un lungo spasseggiaraento in casa sua fai-
x3oo
S P A
S P A
S P A
to ec. , si risoUc ce. di dover alare , per
quanto jioto^se i Medici.
# g. Spas.teggiamento, va/e anche Luo-
go dove si spasseggia. Ciov. Geli. 1 it.
Aìf. 202. Avendovi fondotto una larga
e naviral)il(ì fossa dal Po , a maiavijj-liosa
grassfzza di ciò che nasce »)clla It-rra , e a
maggior spasso dello ameaissimo spasscg-
gìamento. (C)
SPASSEGGIARE. Passeggiare, Lai.
ambulare, obanthularCf spatiarì. Gr. Tti-
ptrraTitv. Cas. Uf- com. \i\. Spasseg-
giando per alrun luogo ogni dì gran pezzo.
I^ir. Tria. 5. 7. Sta : è ei «ut-ll<» che
spasseggia? v Maur. rim. I. i56. E pre-
go che ec. nessuna dal halcon st mostre,
Qualor più spasseggiando andrà d' inloi-
Do Di sua licUa persona a far le mostre ■
liusp. San. j6. Questi, che non isputano
in sagrato , Che stanno il giorno a spas-
seg{<iar pe* chiostri , Snocciolando orazioni
e paternostri, ce. (lì)
^ §. l. K in signific. alt- Segner. Crist.
Instr. X. 2C). 23. O spasseggin le piazze ,
o seggano sotto i portici ce. lasciano ( i
mormoratori) su d' ogni lato la Lava soz-
za della loro lingua inumana. (CPj
g. II. Spasseggiar l' ammattonato j Ji-
giiratani. fardt. Ercvi. <)2. Il che è pro-
prio di coloro che, temendo di non esser
presi per deliilo, o per altra paura, stanno
a bello sguai'do , e non ardiscono spas-
seggiare V ammattonato ^ cioè capitare in
piazza, che i Latini dicevano abstinere
publìco .
# SrASSEGGIATA. Spasseggiamcnto.
3/a^n/. l.eit. Condcittolo sul campo col
jirelcsto d'andar a far gita, dopo qualche
■ spasseggiala sentì dirsi , ec. (A)
Jlì SPASSEGGIO. Lo spasseggiare^
Spasseggiata. Segner. Pred. J^at. zip 5
l5. Che Volete mai fai<- d'un ecclesiastico
dato air Olio, dato agli spasseggi ec. dato
ai divertimenti? (TV)
# §. potare di spasseggio, dicesi Quan-
do uno essendo tutto nelt* acqua , dal-
la testa in fuori, cava fuori di essa un
hraccio per volta ordinatamente , batten-
dolo sopra all' acqua per romperla, e spin-
gersi avanti. Malm. ^. ^5. Menando all'
erta or 1* una or 1* altra mano Come colui
che nuota di spasseggio. (C)
•f « SPASSEVOLE. Jdd. Piportevo-
le, Sc/lazzcvofe, Pa ricreazione, /'« spas-
so . /icniìf. I.elt. voi. ^. png. 216. ( l'i-
nedia l5.')2) Ad alcuno itìporto con altre
donne invitata m-lle nostre spassevoli har-
clietle pigliando aria, ora questa, ora quella
cosa vfilf. ( 4j
•f J*^- SPASSIONARE . I\'eutr. pass.
Ao'i oprar secondo ie passioni. Spogliarsi
delie passioni. Magai, part. I. Ictt. 20.
Quanto più procuro di spassionarmi , e di
riduinii in isLilo di pcrrella indiflerenza ,
l.intu più mr m- vcgf-o h-nlano (A)
t >? SPAS.S|()iNATAMt.%TK. ^.■.rr/..
•Srnrrt passione nel signijìc. del §. XII. Lai.
indifi'erenter . Gr. o^'ii/zt'vai; , arr>&(M4 .
Salvia. Pise. 2. 262 l'ai lirnlarmente al-
la nostra Accademia, dir lilnlo lime de-
gli Apatisti, cioè di persone che intorno a
diitiliii Irllcrariì proposti dicono spassiona-
l:inien(e t ia>cui)0 il parer suo. (') ImprrJ'.
/'. Tusc. P. i^. T. 2 247 ^on ti mula
ad esso (colore) il Home, r ri |)jre il me*
Hetinio quanlunr|ue a considerarlo poi »| as-
sionolammle r' ci pai.i diverso. (Pj
t SPASSIONATE/ZA . Mancanza di
passione nel si}:ni/ìc. del §. MI. Snlvin.
Pise. I. 7.01. Kitn henc informalo ve. di
quella spasAÌonalezia che , come veri Apa-
tisti, qui j>r(>fessate.
t SPASSIONATO . Add. Che non ha
pa.t.tione nel signijìc. del §. XII. Lat.
pa.tsionihus animi vacuus. <".r. «TtaSo^.
/«'. Pise Arn 21 E 'J bcDcfisio di queste
da tutti gli spassionati esser conoseialo e
confessato evidentissimo. Buon. fier. 2.
t. 3. Spassionato giudichi e risolva. Mo-
derato eseguisca ,
SPASSO. Passatempo, Trastullo. Lai.
solatium, volìiptas, oblectatio. Gr. /, covi»;'.
Fir. As. 129. La nuova usanza di quelle
Voci per la loro continua conversazione già
le cominciano a porgere grandissimo dilet-
to, e 1 loro suono è uno spasso della sua
soliludinc . Sen. lìen. 1 anh. 5. 2. Qui
non avviene come in quei comliattimenti
che sì fanno per dare spasso al popolo.
§. I. Andare, Menare a spasso, 0 si-
mili, dicesi dell' Andare, o Condurre altri
a spasseggiare. Lai. amhulatum ire, am-
bulare. Gr. ire^cTTaTelv . Pia. Comp. I.
l3. E Giano se n* andava a spasso per 1*
orto. J'it. S. Gio. Jitit. 197. l-gli molto
ispesso se ne andava nel giardino, ovvero
orlo del padre, (h'era dirieto alla casa, e
rallegrandosi andava a spasso . Sem. Ori.
3. 8. 28. E par eh' ei vada per la strada
a spasso. Fir. Pise. an. 103. Menando meco
a spasso il povero Bianchìno.
Jv g. II. Spassi del Magnolino. Il magno-
lino dicono che fu un galantuomo, che vo-
lentieri dava mangiare agli altri, ed egli
stava digiuno a vedere. Serd. Prov. I ol.
3. ; . PIACERE, § XXI. (C)
* §. III. Spasso, per Sollievo. Teseid.
l\. 37. E' si sentiva sì venuto meno. Che
appena si poteva sostenere ec. Per che de-
liberò pur di volere In ogni modo ritor-
nare a Atene, Per dare etemo spasso alle
sue pene. (P)
SPASTAHE . I^evar via la pasta appic-
cata a c/ieccliessia.
§. I. Per siniilit. vale Levar via cfiec-
ches.tia che si appicchi come pasta sopra al-
cuna cosa. Pocc. nov. 79. ^2. £ spostandosi
colle mani, come poteva il meglio ce, se ne
tornò a casa sua.
§. II. Per metaf. Frane. Sacch. rim. 36.
Per altro modo giammai non si spasta La
grande infamia.
SPASTOIARE, levar via le pastoie.
§. Per mctaf. in signtjìc. neutr. pass,
vale Strigarsi, Sciarsi. Lat. se expedtre,
se extricare. Gr. £a'.*T3 * aTOÌlusiv. Frane.
Sacch. nov. 68. E volendo spastoiarsi , e
non potendo, se non ^olea lasciare il pez-
zo della guarnacra, gli convenne così preso
aspettar tanto, che venissono le tanaglie.
P nov. i35. Torno a llertino, il qn^V s'
era spastoiato, e condusselo a caslel Falfi.
# Ir. Giord. Pred. 2. 2/(f). Or cosi tUi
fare tu, de'li spacciare e spastoiarti; ma non
voler sciogliere e fio<lare ogni cosa, no j
che quella e via a perire. (ÌKj
* SPATA. Term. de* Potanici QueW
invoglio , entro a cui è chiuso il fruito
della palma . Tagli». Lett. Coloro che
ccilli\ano le palme, itongono ì 6otÌ del
maschio sulla spala di-Ila femmina. iA)
t * SPATA. /'. A. Spada. Him. ont.
IS'ot. lac. I. 275. Anti voma morir dì
spala eh* io voi ve<le»ie roruceiosa. Cuitt.
rim. I. 223. Mon è di lancia ponla , Kè
di laglienle sputa D* alcun nemico cnlru-
t» Conira Cui rado, più che '1 suo lauda-
re fi )
» SPATER^OSTnAHE. Pier, o Far
mostra di dire molti paternostri. (A)
SPATOLA . l'iceolo strumento di me-
tallo a similitudine dt .^carpello, che ado-
perano gli speziali in cambio di mestola.
Lat. spathuliì. Or. 'STtdbr,. Cr. jj. ,^0. 2.
Si faci ia bollire, e srmprf si iiirsinlino
con una spatola . E Cap. l^S. a. Mescola
rnllr delle rose ali|uanta calcina «ita . r
mr»la con ispatola infin a tanto che sia
fallo l'unguento, /.rcnz rim. buri, 2. 256.
E per< Ile '1 lalinvar sia rimenalo, Si sertr
per ispaloKi, o fuirrllo D* un certo colai
set co attorciglialo .
SPATRIARE. Privar della patria, tàt.
eripere patriam. Gr. TTStriios; 'STtpù'* .
Tac. Pav. Stor. 5. 37 1. A cagioD dì C>
vile essere stali ammazzati 1 Treviri, ac*
cesi gli Ubìi , spatriali i Datavi , ec.
§. Jn signific. neutr. pass, vale Perdere i
costumi della patria. Salvia. Pise. \. Il3.
Si spatriò, s* etfeminò , s'imltarbari» ma la
greca gentilezza mantenne.
SPAVALDERIA. Sfacciatezza, I' «-
sere spavaldo. Lat. impudentia. Gr. avat?-
^fuvTia . Puon. Fier. 1. 5. 10- E prov-
vedendo insieme Dalle licenze e spaval-
derie loro A quel che fa mestier di vostra
cura .
•f SPAVALDO. Dicesi Quegli che nel
portamen to, nelle parole, o in checchessia,
procede .sfrontatamente e con maniere av-
ventate. Lat. iactabundus , petulans. Or.
a/a^cjv. Fr. lac T. I. 2. 25. Di giorno
le mosche D' intorno spavalde (qui per
similit. }. Car. lett. 1. 123- Voi, che mi
conoscete, fate che mi conosca ancor egli,
e che s* immagini eh' io sìa voi , perchè
mi pare che ablia un poco dello spavaldo.
ì'arch. Stor. 12 1^0. Il quale per altro
nome , perciocché era molto spavaldo , sì
chiamava il Cavriuolo. Malm. l. 20- Che
vedrà' la poi Far lo spavaldo più che tu
non vuoi.
•f SPAVENIO . Malattia del cavallo
diversa dalla Spinella , la quale consiste
in. un tumor molle con fluttuazione sen»
sibilissima, situato alla parte laterale in-
terna del garretto nel lungo stesso della
Safena. Cr. q. 36. I. Questa lesione av-
viene al cavallo appunto in ogni cosa ,
come la giarda , e chiamasi spavento , la
cui cura e ec.
SPAVENTACCHIQ. rencio, o Straccio
che si mette ne* campi sopra una mazza,
o in su gli al f fri, per ispaven tare gli uc-
celli j che diciamo anche Spauracchio. E
figuratam. si prende per Apparenza che
porli spavento. Lai. terriculum , terricu-
lamentum. Or. ocStjt^ov- Cron, Morell.
3.56 Assalirò alcuno con arme e con ispa-
venlacchio. Cr. 9. 99. 4- *'*' u*"C'U* <^on
i.*pavenlacchi spaventiamo. Bern. rim. \.
60. Con esso serve per ispaventaccbio ,
Anzi ha servito adesso in Alemagna Ai
Turchi, e a* Mori. Purch. I. 11. E fcnnc
spaventacchìo alle formiche . l arch. Er^
col. 83. Fare una bravala . o tagliala , o
uno spavenlaccbio, o un s^ipra^-veoto, non
i- alti o che minacciare e bravare.
■J- 3 SPAVENTAMENTO. L'azione di
jrpai-entarsi, o /' Fletto di questa azione.
Lai. terror,pavor. Gr. fó^o^- Sen. Pisi.
La paura della quale fa tulle l' altre ore
essere in paura, ìn Irìemilo, in ispaveata-
mento. E appresso: tioD fanno veruno spa-
ventamrnlo «è agli occhi . ne agli oreccnL
( r. 9. 90. 5. Alcuna voha (si partono i
pippioni) per Io spaventamenlo degli ani-
mali, contro a' quali si ripari, come detto
è indietro . Pass. prol. O per iscurilìi di
tenelrosa notte , o per ìs|mi ve ni amento
delle fiele bestie.
J* § I. Spavenlamento, vale anche /'
azione dello .spaventare altrui. I egrs. IlS.
Follia di matto e di stollo è gridare es-
sendo dal nemico di lungi , coociossiaco-
sarhè i nemici maggiormente si spaventi-
no, se colle gillale dr* lancioni, e percosse
dell'arme lo spaventamenlo delle gridasi
fa. (M
* S- II. Sp^entamenlo , dicesi a/iche
di f 0.1(1 eh f faccia spavento. ■ Fiamm.
2 7. Quali coloro, che ne' sogni, o da
caduta , o da bestia crudele , o da altri
spavrntaincnti subitamente j^avidi si riscuo-
t..no « fC)
SPAVE>TANTE. Che spui-enta , Che
fa paum. Lat. terrea s . Gr. po€c».'v Cr.
4- 18 IO. Da persone gridanti e spaven-
S P A
SPI
S P A
i3oi
lanligli si caccino. =? J'fgez. 137- I carri
con «juallro ruote che si appellano falcati
ce. prima furo molto spavcnlunli. (i\j
SFAVENTABt". MetUr paura e spa-
tfnto. Lai. ten-cre , deterrete , timorcm in-
cutere, perttrrfj'accre. Gr. j.< Sitv. Aocc.
nOi: j^3. 12. Ancoraché le parole del vec-
chio la spaventassero , «iisse . /i nof. 52.
JO- Messere, io non vorrei che voi ere-
«leste che il ^ran Basco stamane m'avesse
spaventato, iftr. son. 206. Il mal mi i-rc-
me , e mi spaventa il peggio. iJant. inj.
39. La vostra sconcia e lastìiliosa pena Di
palesarvi a me non vi spaventi- ì it. 6-S.
Pad. 1. 26. Sogliono chiamare in loro aiuto
lo Prencipc maggiore, lo «juale apparendo
io forma orribile e laìdissimu ec-, suole mol-
to spaventare li monaci.
f 5> §. I. òpm-entare gli occhi, dicesi
dellt cost che ti rendono spaventatìcci , o
spai'entati . Beni'. Celi. Ore/. 98. Tanta
è la possanta dell* argento vivo , che ha
forza d' indclolirc ec. facendo tremar le
mcml>ra, e spaventar gli occhi, rovescian-
dogli loro. (P)
g. 11. /« signi/tc. netttr. e neutr. pass,
vale io stesso che Vaventare, /ìver paura.
"Val. pavere t ejpaiX scere. Gr. :refty6€a*-
c6ai. Bocc. nOi'. 70. 8. Alquanto si spa-
Tentò Meticcio, veggendole. frane. SaccH.
nor. 78. Come veggono Ugololto nella vìa ,
tutti spaventano. Pit. Crist. D. Allora tulle
spa%entaro, udite le parole della sapienza.
§ IH. Per Temere. Pallad. cap. 16.
La qual cosa spaventeremo , se vedremo
gli abitatori della contrada essere infermi
di Atate .
* §. IV. Per Distogliere. Lat- deterrcre.
Sali-. Ji'vert. 1. 2. 8. l'otra parere ad alcu-
no che noi ec. j;li Scrittori del volgar nostro,
dallo studio, o dall' uso della latina lìngua
cerchiamo di spaventare ec. Ar. Fnr. 5. 39.
E composto fra te t* hai queste cose , Accio
che dall'impresa Ìo mi spaventi. (C)
« SPAVENTATAGG1>E. Abitudine di
chi vive sempre in sull' essere spaventato.
Segn. Ktic. 2. 7. Spavenlataggine, vergo-
gna, impudenza. fCPì
« SPAVEMATAMENTE.y^fierft. To/i
ispat-cnto. l)at. Lepid. J 19. Tosto comin-
cio spa ventata mente a gridare di aver dato
fuoco. (Mtn)
SPAVEMTATICCIO. Jdd. Alquanto
spaventato . 1 al. aliquantulum territus .
«ir. i*vf^t Tivo^ tfoèr,Bs,ii. Buon. Fier.
4- 5. 10. eli occhi 5paventaticcì e imbam-
bolati.
SPAVENTATISSIMO. Superi, di Spa-
ventato. Lat. timore perctilsus. Gr. oeivoj?
ixTiì^yiyìi.- '^tor. tur. 6. i32. E vedesse i
popoli impaurili e spaventatissimi di alcuni
prodigii apparsi.
3 SPA>K.NTATO. j4dd. da Spaventa-
re j Impaurito grandemente. Lat. territus,
perterre/Uctus , attonitus , stupidus Gr.
ex:rJavit;, àffjutÉ/.'sa^ Dant. Inf. 2^.
Correvan genti nude e spaventale. L l'urg.
9. Come fa 1* uom , che spaventato agghiac-
cia. I£ 24. Ond' io mi scossi. Come fan be-
stie spaventate e poltre. Col/. SS. /ad. Spa-
ventato per indovinarsi quello che '1 padre
doveva fare .
* §■ Spaventato, vale talvolta Spaven-
ta Uccio , Spaventoso , (he mette paura.
«. / rane. Sacch. Op. div. 5q. Cristo fu il
più bello e meglio proporzionato corpo che
mai fosse , e non ebbe gli occhi travolti ,
né spaventati ... (Bj J- ir. Disc. an. 9.
Guardandolo 6so nel volto ec, le vcnner
vetluli quegli occhi spaventati, e quel supcr-
cilìo crudele. (J'j Jiern. Orl.i. 12. 33. Di
quella porla è 1* aspetto più crudo Che tutte
1* altre cose spaventate, (yj
t 5 SPAVE.NTATOHE. Ferbaì. masc.
Che, o Chi spaventa. Laì. terrorcm in-
àucens, terrvns Gr yo^iuv. tuon. Fier.
5. 3. 8. E con gli occhi di foco Spavcn-
talor.
:? 5. Spavent 'tori de* Cignnli, in luo-
go di t ulntini dis.^e il hocc. ». i Hoc.
4. 1^8. Facevano si gran pianto e si gran
lumure, ihe se Giove alloia gli spavt-iita-
lori de' giganti avesse mandati, non m sa-
riano udili ■' . (C)
SPAVENTA'/IOJSE . Spavcnlamento .
Lat. tvrror f timor. Gr. ^^ofiOi- /'rune.
Sacch. rim. 5o. E , se la vede, n' ha spa-
ventaziunc.
SPAVt>TEVOLF . Add. Che mette
spavento. Lat. horrihiliSy ternjìcus, tetri-
cus, inamabilis. Gr. ^opzpói. Bocc. nov.
48. 7. Lei di morte con parole spavente-
voli e villane minacciando. Amet. ^l. à.\-
vegnacbè Vulcano colle spaventevoli fiam-
me, e Telidc ec. più volte sì sieno gra-
vemente opposti alla sua salute. C. f' . S-
70. 2. Pareva odiosa e spaventevole a
udire e vedere. ^ ì- rane. Sacch. rim. Co-
me selvaggia fiera tra le fronde Nasconde
se, per spaventevol giido Del cacciator ,
quand'è presso al suo nido; Cosi ec. (Bj
But. Inf. 4- 2. Armato con occhi grifa-
gni dice, perchè Cesare ebbe occhiatura
rilucente, spa\entevole ad altrui. (C)
g. I. Figuratam. vale iJrandissimo .
Ovid. J'ist. .'8. Imperciocché spaventevo-
le dispregio dì te è sparto siibilamenle per
le città di Grecia.
*r g. II. Detto di cosa niente paurosa,
anzi lieta. J it. S. Ciò. Gualh. 334- ^^
maravigliosa cosa e spaventevole! Il celle-
rario ec. apparecchiò a' forestieri ec. ( L'
esito fu del cibo moltiplicata) . (1 )
g. III. / (T f'ffomiissimo. Bocc. nov.
q4- i8. Iddio, alla mia buona afTezion ri-
guardando , di cori'O spaventevole, cosi
bella divenir me 1" ha latta.
t * SPAVENTEVOLEZZA . Astratto
di Spaventevole. Bellin. Disc. 2. 7. Quan-
ti sono gli Animali, e che porlansi a nuo-
to per r acque ce. e che vivono in soli-
tudine per le foreste, e che sono d terro-
re del mondo con la spaventevoleiza dei
loro ruggiti T (3/in)
SPAVH>'TEVOLlSSIMO. Superlat. di
Spaventevole. Lat. tcterrìmus. Gr. ^^p^-
^'jt-:a.zoc. Lih. cur. malalt. Quale si è la
spaventevolissima infermità del mal ca-
duco.
SPA\E>TEVOLMENTE. Avverb. Con
ispavento. Lat. turpiter , foedum in mo-
rem, horrihiliter. Gr. cti^ptù; j ooB-poJ^.
5r Sulvin. Iliad. lib. l5. v. 18. In veg-
gendol (littore disteso sul piano J^ pie-
tate y ebbe d' uomini il Padre e dej^li
Iddci , E spaventevolmenle di fuggiasco
Sottecchi Giuno ri.sguardando, disse; ec.( /Jj
g. I. Per Grandemente, Eccedentemente.
Lat. immani ter. But. Il giudicio umano
spesse volle giudica conlr' a ragione, e spa-
ventevolmenle dt&ama altrui. -i* (.es. ISov.
76. Perchè, per nuova e più gagliarda ac-
cessione del male, spaventevolmenle con-
tralti i ner%i , ella tutta si dibatteva. (C)
'"? g. II. Per In modo spa^-entevole. Se-
gner. Pred. Pai. Ap. II. 3. Misero lui !
Ha tutti i sacri canoni congiuiati contro
di se spaventevolmenle. (1 Cj
f SPAVENTO. Terrore, Paura orri-
bile. Lai. terror , pavor, sttipor. Gr. ss-
^35, ft/Tr/r,|^i; , soea^s-. I.'occ. nov. 48.
7. Questa cosa ad un'ora maraviglia e
spavento nell'animo mi mise. Petr. canz.
27. 5 Quante volte diss'io Allor pie n di
spavecto: Costei per fermo nacque in Pa-
radiso! Dant. Inf. 9. E già venia su per
le torbid'onde Un fracasso d'un suon pien
di spavento, yov. ant. 3l. 2. Per cagio-
ne che li cavalli non si poteano mettere
avanti per Io spavento degli stormenti ^
comando a tutta sua gente, che volgesse-
ro tutte le groppe de' cavalli alli nemici.
*t S- *• spavento, dicesi anche una In*
fermità che viene ai cavalli, diversa dallo
t^pavenio, la quale consiste in un movi-
mento sregolato e convulsivo de^ muscoli
esteriori dello stinco e flessori del piede ,
sicché il Cavallo, mentre cammina , neW
alzare che fa i piedi di dietro li tira in
su violentemente e disordinatamente , co-
me se fosse spaventalo. Calai. 79. Sono
alcuni che in andando levano il pie tanto
allo, come cavalo che abl:ia lo spavento.
* §. II. Spavento di bue, dicono oggi-
dì i Maliscalchi a una l .rossezza che vie-
ne indentro e nella parte injeriore del
garretto del cavallo , la quale lo fa zop-
picare. (A)
•':• SPAVENTO. Jdd. Spaventato. Giti-
doli. l'.clt. 80. Con ira, con volto, con
molte grandi grida hai spavento 1 niroi-
ci. (IP,
3 SPAVENTOSAIMENTE. ^ncrA. Con
ispavento. Lat. horribililer. Gr. oo5t:ù^.
;;• Sahin. Iliad. 2. 5^1. S' alcuno poscia
spaventosamente A casa tuttavia vuol far
riloino. Tocchi pur la sua nave acconcia,
ec. (B)
*§. Spaventosamente, valeanche In mo-
do da far spavento. « l.iv. M. Venia quel-
la gente baldanzosa cantamlo e gridando
spaventosamente ■> . (]},')
SPAVENTOSISSIMO. Superlat. dì
Spaventoso. Lat. teterrimus ., horrihilissi-
mus. Gr. oo^i^wTKTtc. Celi. lett. 2.
lez. 4- 73. si odono alcuna volta uscir di
sotto la terra strida e voci umane spaven-
tosissime. C Ilice. Star. 18. 56. Sacchi
spaventosissimi di città.
* SPA VENTOSITÀ'. Astratto di Spa-
ventoso. Bellin. l.iorn. 4- l56. Una cento
mille? Signor no: miracoli, incredibilità,
spaventosità ! E pfco dopo : E col mede-
simo piogresso si dimostra una non dissi-
migliante spaventosità nella sottigliezza de'
vapori. (Min)
t SPA\ LOTOSO. Add. Che apporta
spavento. Lat. horribilis . Gr. puJc£o; .
/ it. S. Ant. F. B. Aveano ceffi deformi e
spaventosi. C. 1'. 2. 3. 2. Per mùacolo
d" Iddio al detto Tolile apparve in visio-
ne, dormendo , più volte un' ombra con
un viso terribile e spaventoso. ìerd. Star.
Ititi. 14. 577. Mezzo nudo , spavento-
so per la deforme magrezza . Alam.
( oli. 4- 103. I>i spaventosa voce, alto e
membruto Prenda il bifolco. /^oer. Varch.
2. rim. 5. Non odio acerbo od ira L* ar-
mi, ne sdegno altero, Tinte di sangue spa-
ventoso avca. Tass. ter. 1^. 23. E chi sarà
sVgh non è, quel forte, Ch' osi troncar le
spaventose piante?
■f %. Spaventoso , vale anche Che ha ,
o ha avuto spavento. Lat. meticulosus.
;;• Belc. ì it. Colomb. 3l8. Come tu
sai , non fugge se non 1" uomo misero
e spaventoso: l'uomo nobile, e Ai cuo-
re gentile, e sicmo, non si dispera per
una caduta, ne per due . (C) .''egr. lior.
òtor. 101. Messer lacomo da Gubbio
sapendo come contro lui era tutta que-
sta congiura, pauroso della moite, tutto
stupido e spaventoso propinquo al palagio
de Signoii ec. si posava. (^J Ar. Fur.
23. 90. La bestia , eh' era spaventosa e
poltra. Senta guardarsi a pie corre attra-
verso.
* SPAURACCHIARE. Fare paura.l^aì..
territare. Salvia. I neid. lib. 4- E ciechi
fuochi nelle nuhi gli animi spauraccbb-
no. fFj
SPAURACCHIO. Spaventacchio . Lat-
temcnlamentum. Gr. ^^^tìt-o-j. Buon.
Fier. 2. 4- j6. A far fermar quelle colombe
Cercammo d' inranlar gli s|'auracchi De'
cenci vecchi. Afalm. 1. 47- Hanno a comu-
ne un lor vecchio stendaido. Da farne a'
corvi tanti spauracchi.
l302
s P À
S P A
§. I. Per similit. si dice di Cosa che i/i'
duca altrui falso timore. Tac. Dav. Ann,l.
II. Biasima i primi falli, lodu i presenti »
Diega potere in lui spaurucrlii.
§. II. Per Paura, o S/m^-ento assoluta*
mente. .Vrt/m. 5- 49- A ruì fere 1j nulle Col
suo curro sì grande spaurucoliio.
Sl'AURAHE, Impaurire , Spaventare .
Lai. terrer^, Icrrorem inferre. (ir. jJOjSìiV.
Pass. ?iGG. Pi.T rilrarlc dal bene , spauran*
dale e sbigottendole con paurose e terriliili
visioni. Guid. G. Essendo ul pohlulto spau-
rati, si rimasero d'afHiggeie ii Troiani. Faw.
Esop. La paura della pena dflla morie in
questo luogo nocelle ai morti , e bpauró i
vivi.
t SPAUnATO. ^dil lia Spaurarej Im-
paurito. Lai. pertcrrofut tu.t. Gr. yo^ft^ii^.
Dani. Jnf. 22. lUcotninció lo spaurato
appresso ( qni in forzai di .tii.rt. i liut. Io nit
svegliai, e guarda'nii inturno tulio spauralo.
SPAURKVOLE. //dd. /4lto a spaurire.
Lai. terhhilis. t.r. fo'iiiò:,. Ihit. Inf. 3.
2. Finge che venga ai dannali con spaurovo-
li segni, per mostrar loro la poleiixia di Dio.
SPAUHIMENTO. I.n spaurire, Spat-en-
to. Lat. ferrar. Cr. oo^Oi- Pi'lr. (Jom. ìli.
Della qual cosa si segui grande si)aurimi'iito.
SPAUIUIIE. Spaventare^ I-'ar paura.
Lat. terrerr, pertcrrcfacere. ^.r. p5_3ìTv.
JBocc. noi'. 6. 4- In breve laolo btspauri, che
il buono uomo ec. G. l'. 9. 346. 2. Fecelo
morir Castruccio , per crescere più 1' onta
de* Fiorentini , e per ispaurìre i Franceschi
lor soldati.
g. [. In signific. ncutr. e neutr. pass,
vale Divenire pauroso. Lat. expavescere .
Gr. ^•^iXt'bv.u Cr. 9. 3. 2. Mentre che ( i
puledri) stanno con le madri, si deono alcu-
na Volta toccar con mano, arciurrhe non i-
spaurisscro , quando f^sscrro dal latte parlili.
Vìttam. l. 20. A trovar nuove morti e Ber
tormenti, Perebij la genie spaurÌN.%e piùe.
•fv §. II. Spaurire, per Uscire dì paura;
contrario d' Impaurire . Jiell. Man. M.
Cin. 140. Tanta paur.t m' è giunta d* Amo-
re, Ch'io non credo giammai spaurire, >è
che in me torni ardire l)i parlar mai ^ sì so-
no s)jigoltito. (B)
SPAUKITO. Add. da Spaurire. Lat. at'
lonitu.-;.GT. ÌATZi-'ì.ti'jp-i'iOi- Mor. S. Cref^.
14. 23. Quando venne il tempo della pai-
sione, allora i suoi diNcepoli lutti spauriti si
fuggirono. i5w(. /'o/-. 6. I.£ cosi H Latini
spauriti e messi in fuga, rimase la vittoria
uUi Komani. Tac. Dav. Ann. 2. 37. Rotto
fu alla prima dove s' era fermato , non mai
(come i prigioni dissero) si spaurito. E Stor.
I. 256. Pigro, spaurito, innocente per dap-
pocaggine.
SPAUROSO. Add. Pauroso, Lai. timi-
dus, pavidus. Gr. ■àitio;, STTcoCfl';. Sallu-
st. lu!;. li. Egli tostamcnli- andaro alli hio-
f;hi veruerecri de' Romani; ma nella via da'
adroni Getolì soprappresi r spogliali, spau-
rosi e senza onore fuggirò a Siila.
SPAZIARE. Andare att>rn<>. Andar ca-
(;andi>. Lat. spatiari ,deanihulare, ex.tpatia'
ri. Gr. iZipiTt'A-'S-J, TKii/G'Xi'vltv. Sen.
Ben. t'arch. 3. 20. La niente per certo non
e KiUoposU a nessuno ec. , andandotene,
rumpugna degli spirili celesti, sputiando per
r infinito.
§. In signific. ncutr. pats. vate lo tteftì^.
Bocc. noi*. 4-^ 2 A. me per quella simil-
mente gioverà d* andare alquanto spaxiando-
mi col mio novellare. Dant. far. ^. ()i
fuor <bil (|ual no.^sun vero si impatta. /.' 5.
Ilenuine, che per tulio il ciel si spazia. Noi
semoatcesi f Cioè, si ddata) . /'.' ao. Qual lo-
dolelta che in aere si spani. Boez. l'arch.
4. nm. 3. Questi novellamente ai lupi ag-
giunto Urla, piai;ner credendo, e quei ( non
salia Qual tigre indica ) spaiia Per gli ampi
tetii. a si reo falò giunto. Buon, Fter. l^. ,1.
i3 \ ani jieii^ieri, imruagitiauuu varie Del-
le menti occupate La condizìon tiavolun dia-
gli aflelli, Che si spazian pel seno e per
la voce.
^ SPAZIEGGIARE . Porre gli spazii
necessarii per separare le parole le une
dalle altre nel comporre j ed è termi/tedi
Stamperia. (A)
5? g. .^'pazie^ginre , dicevi anche dello
Staccar delle parole, leggendo , in manie'
ra che se ne vegga spiccato il rigiro de'
periodi, dei membri, e delle cadenze. Sal-
vin. l'ier. Buon. Saper unire e staccare
le parole secondo il senso , e spazieggiar-
le in maniera, che se ne vegga spiccato
il rigiro de' periodi ce. (A)
* SPAZIl-.OGIATO . Add. da Spa-
zieggiare, (.-fi
:;: SPAZIEGGIATURA. Term. degli
Stampatori. Disposizione degli spazii. ( /l)
SPAZIETTO. Dim.di Spazio; Picco-
lo spazio. Salvia. Disc. 2. 2l3. Se non
vi avesse spaztetli voti , onde libero si
desse a'corpi il passaggio, lutto cÌo , dice
egli, non seguirebbe.
•j-* SPAZIEVOLE. Add. Da poterti
spaziare. Spazioso. Bemh. A.tol. o. 177*
Con lei ad una delle belle finestre riguar-
danti sojira lo spazicvolc piano si pose a se*
dere. (A >
SP.VZIQ. Qtiel tempo, 0 luogo che e
di mezzo tra due termini. Lai. spatium ,
intcrvallum. Gr. òia'JTiaa. Pant. l'urg.
II. Pria che passin mill' anni, eh' è più
corto Spazio all' eterno, eh' un muover di
ciglia- /foce. nov. !\2. Il- In poco spazio
di tempo, mostrandogliele esse, il lor lin-
guaggi<i apparò. E nov. !\ò. 5. E cosi ca-
valcando, nim avendo spazio di far noz-
ze, ce. E nov. 65. 7. Avendo spazio, in
brieve lutto l'animo suo gli apri. Petr.
canz. 3q. 7. Ne so che sp;uio mi si desse il
ciclo. Quando novellamenle io venni in ter-
ra. Cr. 6. 2. 3. Di quello (letame) ec. ca-
luno spazio degli orti s' ingrassi in quel
tempo che seminare ovvero piantar si ib>-
vranno. Maestruzz. 2. 3o. 7- Lo 'ncendla-
rio<lelle chiese, o vero di luoghi rcLgiosi ,
o vero del cimilerio, o vero dello spazio bri-
vib'gialo intorno alla chiesa, è iscomunicalo
ipso iure. Cas. lett. 28. Che in questo spa-
zio, che e^li ha da V. E., pnlrà nascondere e
impedir tutto il suo. Bemh. .Stor. 7. 92. Es-
sere armati e apparecchiati di maniera, che
senza spazio alla guerra subitamente gire
e trovarsi ec. possano (cioè, senza mH-
ler tem[>o in mezzo). Soder. Colt. 16.
Ueterminato b> spazio che m ilcsidera per
essi, conviene ec. dar principio a dive-
gliere Ìl terreno dove elle hanno a stare.
s* §. I. Spitzio, dicesi dagli Stampato-
ri Cia.fcuno di quei piccoli /ìczzì più has'
si delle lettere che sen'ono nel comporre
a separare le parole le une dalle altre. ( C)
'^ §. II. Spazio, dice^i altresì nelle
stampe, e nei lihri. Quella parte di .totto,
o di topra che non è occupata dalla stam-
pa, o dallo scritto. Bemh. lett. a. 3.57-
Ilo avvertito che lo spaziti di sullo ilella
bella slampa è strclto . E appres.to : Di
sopra si può fare lo spazio più stretto, e
cosi quellt» di toltosi l'ara magftiorc. (C)
^ ^. III. .Vo/i cs.sem uè ui riga, ne in
ispazio. ì'. RIGA. (C)
'•.* SPAZIOSAMENTE. A^'ifrlt. In mo-
tto spazioso. (C,
■-? SPAZIOSIS^t^f AMKNTE. Superi.
• Il Spaziosamente j Impi* simamente. Lat.
latissime. Gr. t'jsiira. /V.>». /'cr ^.6%.
A guisa ili un largo mare, «Uora che in cal-
ma pohandosi , >pazio»i »sim»mciite Lran-
qudla r onde. (')
SPAZIOSISSIMO. Superi, di Spojiio-
(>. Lai 'Hitime canix. Or. oi<t»<o'tx-
Tii. .S'.iA'. fhal. Am. 70. Al gcomrlrico
non b anche quau punlo fatica il ritrovare il
ce.iU<i di «lua'tivoglia cerchio spuiasiuimo.
SPAZIOSITÀ', SPAZIOSITADE, e
.« P A Z I OS I T A T E. Ampiezza di luogo Lat
latitudo , spatium, amplitudo . Gr. t'jpo^
Guid. (i. Il vide , di maravigUosa luogbet-
za e spaziosiude, essere gittalo Del projoodo
dell' Oceano.
7 SPAZIOSO. Adtl. Di grande spazio ,
Ampio. Lat. spatiosus, amplus, ingens, la'
tus. Gr. eiso^fuso?. G. I . !\. 20. 3. Intra
le quali ebbe Arzellata e Medicina, gran
ville e spaziose . S. Gio. Gritost 33. >'oicc.
cim tutto studio ci sforziamo d'andare per
la via lata e spaziosa- Cr, 10- 36. 3. Anche
si pigliano / i pe.tci ) ne' fiumi e io tutte
spaziose acque eoo rete , la quale alcuni
chiamano traNersaria. f'it. SS. Pad. 1. ^.
Entrando «lenirò, trovò grande e spazioso
luogo. Soder. Colt. 29. Divisisi il luogo de-
stinato a ciò ec, compartilo in larghe, gran-
di e spaziose fosse.
n= §, Per lolumino.to. Prolisso. E. y.
f it. Col. ì5. Avendo composto un libro del-
le fatiche d' Ercole, aldtuodante e spazioso
e.. (EP,
SPAZZA CAM MINO. Quegli che netta
dalla Jìliggiae il cammino. Salv. Inf. 1.
494- ^' *** '^**' ^^* umor voiUo , io vi
diiei onde vengono i vclcttai, i tessitori
i ma-nani, gli zanni , gli spazzacammini a
Firenze. Cant. Cam. 89. tit. Canto degli
spazzacammini. Malm, 11 4'- TngUe ad
un r asta, il qual fa il paladino, SebLca eoo
e^sa fu spazzar ammino.
* SPAZZACAMPAGNE. Specie di or-
chibitso corto e largo di bocca , che H
Carica con più palle. (Ai
* SPAZZACI>VERTA. Sorta di vela,
Morg. 20. 42- Morgantc a prua del irio-
cbetto si mise, E fece come antenne delle
Itrarcia Ed appiccovvi la spazzacovcrta , Ed
è si tòrti' che la tiene aperta. (S)
SPAZZAFORNO. Arnese per ispazza-
re il forno. Matt. Franz, rim. buri. 2.
l()6. Il capo mio pare uno spazzaforno ,
Ch' cf;li è Ira bianco e nero aUiaruffato ,
AHumicalo, arsiccio d* ogn* intorno. BunJi.
1. 67. Y. Io stendardo era uno spazzaforno.
Buon. Tane. .'» 5. Ma da poi eh' ella v'ebbe
spinti fiiora Con quella, o fusse pala, o
sp;izzaiorno , ec.
SPAZZAMENTO. lo spazzare. Cecck.
Servig. 4. '1 lo spazzo. Do. Ora su. Lascia
un po' stare or tanti >pazzamenii.
SPAZZARE. Kettare il solaio, pavimen-
to , o simili , fregandolo colla granata -
Lai. verreir, e\'errerej mnndart. Gr- t/-
/oziì-*, c/Torpoùv, /a^a:i*5c(» ■ Bocc.
nov. 8o- 9. Entrate nel bagno, quello lut-
to lavarono e spazzarono ollimamenle . fi
nov. 100. 25. t:omincio a spazzar le ca-
mere, e or*Iinarlc . Er. Giorti. Prtd. S-
Ma quando vede il loto, sì toglie la gra-
nata, e si spazza la casa. f'i*. S. V. Matid.
36. Venivano K- buone donne di quel ca-
stdl,. ad aiutare a Marta, e a servire li
poveri e infermi, e a 4>aia*rc la casa. So*
der. Colt. 106. Ri»«iic.iuala liolle con que-
sta materia , digiiazzanduU l>ene ce , aven-
dola prima Lene spazzala r netta.
§. I. Per metaf. vale ì otare. Evacua-
re , Sgombrare . Tac. Pav. .4nn. 2. 35.
Ville il capitano eh*' da presso non si com-
balieva del pari, e fere ritirare alquanto le
legioni , e da' tirati>ri di mano e dì fion-
da , haletire e mangani spaziar di nimica
l'argine. E l3. I7.V Comhaltò questo e-
scrrito con tanto ardore , che innanzi la
Irtia parte del giorno le mura furo spaz-
zale. Morg. a6 73. Ognuno spazzerebhr
la campagna. Malm. 3. 72. La piazza fu
in un allimi> spauala; Pur un non vi ri-
mai.* per mira.olo liav. Scism. 62. Erasi
Arrit' spaziata la casa di Boleoi , di Cro-
luuelo, e degh allri eretici.
S- II. Per similit. vale Percuotere, /?«•
t tonare. I.tl. percutert , vcHitrare Gr tJ-
S P A
TiTStv. Bettinc. son. ì!\S. Però convien
eh' un le rene ti spauì. Lih. son. 96. Io
ti bu a spuzzare un di culla j^'ranuta.
* g. 111. Si (tur in pi-overb. Chi im-
hmtta spazzi j e \' ah (he chi ha fatto il
ma/e, faccia la penitenza. /'. IMBRAT-
TARE, g. II. (yj
SPAZZATO, jitit. da Spazzare. I.al.
mundattts, enitindatiix. Gr. xaSa^(5?£t5-
Bocc. Jntrod. 47- Tutto spanato, e nelle
camere i letti Tutti rr., la vegnente brigata
troTÒ. G. }'• IO. 56. I. Essendo le vie
tutte spazzate , e piene di mortella e di
alloro .
g. Per metaf. Votalo, Sgombrato.
Tac. Dav. Stor, A- 343. Così spazzato
tutto il fastidio della eitlà , vi ritoruò la
sua forma, leggi e ordini di magistrati /■//
tedilo lat. ha egeslo). (ant. Cam. 164.
Veilesi spesso un falcon voitt-ggiare , Che
ticD netta e spazzata la campagna.
SPAZZATOIO. Lo stesso che Spaz-
zaforno. Cant. Cam. 35. Intanto il forno
è caldo, e tu lo spazzi , Lo spazzatolo ìu
qua e 'n là diguazzi. # Hip. Strai'. 2^5.
Si vi'di-a un trofeo di varii strumenti che
s'osano all'aia, e al Eorno, vaglio, pale,
frugatoio, e rastrelli da tirar la brace. (Cj
SPAZZATURA. Immondizia che si to-
gfie via in ispazzando . Lai. quisquilie^ ,
.nrdes , purgamentiim . Gr. :r£pt<|'»3juy. .
F'r. Ciord. Pred. S. Se tu ricercassi be-
ne, credimi tu che tu Iroveresli assai spaz-
tatura. Bocc. nov. ^S. 6. Un che va rac-
coglii'odo la spazzatura da santa Maria a
^ crraia. Cavale. Spccch. t>. cap.!^S. Noi
siamo riputati come immondizia e spazza-
tura del mondo. Frane. Sacch. nov. i52.
Ha egli a andare rico^liendo la spazzatura?
JJ nov. 2l5. Cominciò a ragionare , che
la spazzatura della sua bottega valea ogni
anno più d* ottocento fiorini. Soder. Colt.
66. Le nebbie che vengono alcuna volta
sopra e Ira le viti, si stacciano col fummo
f namnia di paglìarcia, u altra robaccia, o
&patxatura abbrurriata di casa.
* SPAZZATURAIO . Colui che spaz-
za le immondizie per le strade della cit-
tà. (J)
SPAZZAVEKTO. ^i dice di Luogo do-
ve il vento al'bia gran possanza , senza
alcun ritegno . Lat. locus vento plenus .
frane. Sacch. Era povero scudiere, e la
sua magione parca la badia a Spazzavento
(qui allude a un nome proprio).
SPAZZILO . Chi ha cura, od uficio di
spazzare. Mcnz. sat. 1. L' aiutante, il
spazzino, il mozzo, e peggio. San cinguettar
come cornacfliic e pulle.
Sl*AZZO . ravimento . Lat. pavimen-
tum . Gr. òoÌ7:iòov Cr. g. ^6. 2. Sono
migliori le stalle, le quali guardano al le-
vamento del .'%ole di verno, e che hanno
lo spazzo lastricato , o ammattonato . 3//'-
rac. Mad. ,V. Allora andò più verso lei
iQsiDo a mezzo dello spazzo, donde la chia-
uióe . Pant. Inf. i^. Lo si>azzo era una
rena arida e spessa. E Purg. 23. E non
pure una volta questo spazzo Girando, si
rinfresca nostra pena. Segr. Fior. Cliz.
5. 2. Se la coperta del letto non mi te-
nera , io mi sbalzavo nel mezzo dello
»paszo .
* §• Pi'r Spazio, o Luogo qualunque,
the alquanto sia spazioso. Tesorctt. Br.
14. lOo. Pi,i mi tornai laggiuso A un al-
tro pabzzo, E vidi in liello spazzo Scritto
per sotligliauza : Qui sta la temperan-
za. fC,
SPAZZOLA. Propriamente Piccola gra-
nata di filo di saggina, colla quale si netta'
no I panni.
§. I. ter similit. si dice dei Ramicelli
della f^^lma , che oggi diciamo anche
Coltelli . Lat. .vpathalton , spadix . Gr.
sTTaàgiltov . j4nnot. ì'ang. Pigliercle il
SFA
frutto d' un albero bellissimo , e le spaz-
zole della palma.
* g. II. Spazzola . Term. di Marine-
ria. Specie di scvpetta , 0 fiocco di corde
vecchie, che serve a scopare, 0 spolverare
il vascello. 'Ai
SPAZZOLARE. 1^'cttnr colla spazzola.
SPAZZOLETTA. Dim. di Spazzola .
Puon. l ter. 4- 3. 5. Con loro , non so
spuf;ne, o spazzolf.'tte, Si puliscon ridendo.
SPAZZOLI.no. Dim. di Spazzola j
Spazzoh'lta .
t SPECCHIAIO. Colui che fa, 0 ac-
concia gli specchi. Lat. speeularius . Gr.
xaT37rrpo:r5(9 i. (iuid. a. Quivi gli mer-
eiai, quivi gli spcccliiai. Cant. Cam. 416.
tit. Canio de^li specrhiai.
:'.= SPECCHIANTE. Add. Che si spec-
chia. Ott. Com. Inf 5. 86- Se non è nato
delle dure pietre l' amalo , ellì pure ama
r amante, vedendo in lui alcuna immagi-
ne siccome specchiante in specchio. (Cj
V g. panna specchiante poco filante ,
proverh.jdi cui }'. FILA>TE. (!S)
SPECCUIARE . Neutr, e neutr. pass.
Guardarsi nello specchio, o in altri corpi
riflettenti l' immagini . Lai. se in spccn-
litm inspicere. Gr iccjtòv ìvoTTTft'ilìcQat.
Bocc. nov. 58. 3. Se cosi ti dispiacciono
gli spiacevoli , come tu di' , se tu vuoi
viver lieta , non ti specchiar giammai .
Petr. son. 114- Oh fiamma , oh rose
sparse in dolce falda Di vi%'a neve, in eh'
io mi specchio e tergo 1 Tratt. l'ort. As-
sai ci ha altre vanitadi intorno a questi
capi , e nel lavare e nel lisciare e nello
infardare e nello spccchiare . Lib. son.
l36. Chinato ognun nel suo catin si spec-
chia, '-v Pass, yimint. 1. I. Allor che fug-
girai le fonti, ov' ora Spesso ti specchi , e
forse ti vagheggi. (Cj
g. I. ler metaf Dant. Par. 17. Ne-
cessita però quindi non prende , Se non
come dal viso , in che si specchia Nave
che per corrente in giù discende . /:,' 3o.
"Vidi specchiarsi in più di mille soglie
Quanto di noi lassù fatto ba ritorno .
/ ine. Mart. rim 22. Sacri pastor delle
bell'alme rive, U' Pausilipo altìer si spec-
chia, e dove Entra il picciol Scbeto a Teli
in seno.
g. II. .specchiarsi, per Fisamente mira-
re. Lat. fxis oculis aspicere. Gr. ìfOf^ù.-/.
Pant. Inf. 32. Dimise : perchè cotanto in noi
ti specchi ?
g. III. Specchiarsi in alcuno, lo dicia-
mo in signiftc. di Biguardarne l' opere ,
per prenderne esemplo. Lat. alìquem, tani-
quam exemplum , sibi proponere ad imi-
tanditmj ad alicuius mores se ejformarej
in alicuius vitam, tamquam in speculum ,
intiieri: alìquem suspicere, respiccrc. Gr.
it; Tiva aTTsS/i'n'icv. Cron. Horell. 27^.
Quando fai una cosa, specchiali in lui. /:'
altrove: Ne' quali specchiandosi spesso,
ne riceveranno colla grazia di Dio salute
di buono provvedimento . Frane. Sacch.
rim. 33. Perchè in avarizia ognun si spec-
chia. F altrove: Specchiati dietro in quel
che l'onorava. Pnrch. 1. 11. Specrhialevi
nel bue, che fjuando corre. Per gran vo-
glia eh' ei n' ha, par che s' impicchi.
§. IV. Specchiarsi in fino ne' calamai,
vale J oler vedere in fondo la verità d'al-
cuna cosa. Lat. rem finditus perscnitari.
Gr. y/.pi^oZv zzifì TI. Buon. Fier. 1. i.
2. Dico che non vo' imbrogli; lo vo' spec-
chiarmi infin ne' calamai.
t 3 g. V. F in att. signific. vale Fis-
sare. Frane. Sacch. nov. I76. Avendo
ciascuno i bicchieri in mano, e specchian-
do gli occhi loro nel vetro e in quello
trebbiano , ec.
■'• g. VI. Per Osservare y Mirare at-
tentamente. D. (Uo. Celi. lett. pag. 22.
Volgiti al santo Evangelio, e in esso spec-
S P E
i3o3
chia e contempla cinque uomini ricchi e
potenti delle cose del mondo, come se' tu;
e furono santi, quello che non se' tu. ^7^^
'« l ine. Mart. rim. ij). Specchi le tanto
a se vaghe buUezze In cristallo, o *n bel
rio che '1 ver n' appurte •» . (Cj
t g* VII. E /iguratam. per Fsami-
nare. Burch. 2. 80. Ma naturale e facil-
mente scrivi. Poi nella fantasia gli specchia
e lima
t SPECCHIATO . j4dd. da Spccchia-
re j Bappre.sentnto nello specchio. Lat.
in speculo rcprasentatus , e speculo re-
siliens, speculo admotus. Gr. e'vjTrrci^o'-
^£vo; . Dant. J'ar. 3. Subito, siccom* io
di lor m' accorsi , Quelle stimando spec-
chiali scml.ianli. Ter veder di cui fosser,
gli occhi torsi. A i3. Per sua bontate il
suo raggiare aduna. Quasi specchiato, in
nuove sussistenze. Ott. Com. Par. 2. 32.
Se noi ponemo uno specchio dal destro
della cosa specchiala, 1" idolo pairà in un
altro modo , che chi lu ponesse dal sini-
stro. _£■ 3. 54. E poi nostra figura torna così
specchiata alle nostie pupille.
f ''.' g. I. Specchialo, parlandosi di per-
sona, vale Che non ha macchia, o difetto
ne' costumi , Vi somma probità . Salvia,
hneid. lib. 8- Abbiamo in guerra noi For-
te petto ed abbiam coraggio, abbiamo Per
dure prove gioventù specchiata. 1 F)
§. II. Cosa, o Roba specchiata^ dicia-
mo di Cosa che abbia perfezione. Lat. ab-
soluta res , munda , perfecta , spectata .
Gr. —p-l'/fj-V. T=/£tov , £TiTHÌ£5 . Lusc.
far. 4" lo. Si per dio , eh' egli è spec-
chiata roba (qui per ironia).
%. III. Specchialo , per Chiaro , Evi-
dente, Senza cavilli, latto chiaramente.
Lat. validus, clarus, planits. Gr. 5-:'6aio;,
op.y.)Òi, ^KS-zìc. Cron. Morell. 260. Vuo-
gli sempre iscritte ispecchiate, innanzi fa'
meno .
SPECCHIETTO . Pim. di Specchio
Lai. parvum speculimi , specillum . Gr.
p-i/p'J-j r.y'ronzpc-j . Ar. Cas. 2. I. Ma
li specchietti, 1' anipoUp e li bossoli Met-
tete fra li panni, e acconciategli In modo,
che portando non si rompano. Jhed. Annoi.
Dittr. 2o5. Soglion rimaner quasi sempre
mclte bolle d'acqua, che, a guisa di spec-
«bietii, sono abili a rendere alcuni riflessi
luminosi. Cai. Sist. 69 La rellessione
di quello specchietto piano, dove ella fe-
risce là sotto la loggia, illumina gagliar-
damente .
§■ I. Per Ristretto , Compendio. Lai.
brevìarium . Gr. vrjo(.yfa.fr,. Tac. Dav.
Ann. I. 6. Quando egli fece venire e leg-
gere uno speccbietlo di tutto lo slato pub-
blico I il testo lat. ha libellum ).
-^ g. II. Specchietto, chiamasi da' Gio-
iellieri un Pezzetto di vetro cristallino tin-
to da una banda , che si mette nel fondo
del castone di una gioia , la quale per
soterthia sottigliezza non possa reggere
alla tinta. Penv.Cell. Oref Fare stare il det-
to diamante in sulla tinta, e non collo spec-
thielto. (A) E l it. 3. 282. La viilùdel
gioielliere si era iti farlo stare in ;u la tin-
ta , e non con lo specchietto , del qua-
le specchietto se ne ragionerà a suo luo-
go. (C)
•'•• §. III. A specchietti. Term. da' Ca-
vallerizzi . Dicesi di cavallo baio , chiaz-
zato di macchie piti bianche , o più scu-
re. (A)
SPECCHIO- Strumenta di vetro piom-
balo da un.7 banda , o d' altra materia
tersa , nel quale si guarda per vedervi
entro, mediante il rvflesse^la prepria ef-
figie . Lat. spcculum . Gr.' /arsTTp^v ,
QtÓ'TZrc'i'i. Plani. Purg. l5. Come quan-
do dall' acqua , 0 dallo specchio Salta lo
raggio all' opposita parte. E Par. 2. Tre
specchi prenderai , e due rimuovi Da te.
l3o4 S P E
F. 17. La luce «e. ii fc prima cernisca ,
Quale a raggio di Sole specchio d oro
Tom. Dice Virgilio : s' .0 foss. d. p.o.n-
l,alo vetro, cioè di specchio , il quale e
comporlo di vetro , e coperto dalla parte
a' entro di piomlio, acciocché li raggi < e-
„U ochi sien.. ritenuti dalla densitade del
piombo , e .(Uind, s. veggia l' immasine
del vetro. I!i,l. fnr. 2. 2. Lo specchio e
vetro che dall'una parte s. mostra e dal-
r altra si cuoprc con logha di pioml.o, la
,niale e densa, e lo vetro i; d. sua natura
raro, e pero trapassano le cose lunnnose
lui , quando non v' è lo piood'o . eh e
denso" ec. Dani. Con.. 126. Quell acqua
è terminata quasi come specchio, che e
vetro terminato con pioml.o . (.. ' ■ 7-
121 I. NeUa maggior torre di quello le-
cero mettere specchi molto grandi, accioc-
ché i Pisani vi si specchiassono entro / eir.
,on. 38. Ma più ne 'ocolpo i micidiali spec-
chi. Che 'n va„he;giar voi slessa avete stan-
chi. Cirif. C<lv. I. 18. La hamhola e com-
messa nel suo specchio.
S 1. Sncecliio, l"T Qualunque comi,,-
cJà. oec .., ripuanl, co,«cm ,c,.c,t/-.o^
Vani. /«/-. io. K per leccar lo specchio d.
Sarcisso Non vorresti a ovitar m.dle pa-
role. rclr. s.„. 286. Diceano : o lumi
amici , che gran tempo Con lai dolcezza
feste di noi specchi, ec.
? II, rei- mctaf. Dmt- Por. (>. Su
sono specchi, voi dicete Troni Onde ri-
fulge a noi Dio giudicant.- . Jl"' ■•' ■
SoSo s,.ecchi, cioè Angeli che s. chiama-
no Troni. ; ., I «»
S III Figurainm. per Esemplare. Lai.
£r,'.Tr?OV. k-<r. .>■«.. I.-il. Che specchio
cran di vera leggiadria. P,.«. |.<. 1 r..lago
al lil.ro appellato Specchio deUa vera |.e-
Vn.. nnt 1 I. Veramente lu
mtenzia . ;\ef- ""'■ '■ '• . ,,, ^■,,
specchio del mondo in costumi. ' ■'■ (-"•"■
Non ci potrebhono avere uno maggiore e
migliore e piii utile specchio la.: Pav.
/-,( Àgr. 386. 'Irande specchio di pacien-
,a certamente fummo noi , e vedeiiuiio il
.olmo della servitù, come . »»>'"/'"';'
della liliert!. fi (e.>(o /,.(. '•"■ ^"},""^,
grande palientiae documentum). -j- /..'«'■
,on. 26. Questa è lo specchio e 1 sol del-
l' età nostra. (FP) ,,
■¥ S IV Pir F.sempio. Ca.'. .«"■• q^-
lo pigro ancor pur col tuo specchio am-
mendo Gli error che torlo hau latto d vi-
ver mio. fFPj ,
* 8 V Farsi specchio di una cosa. o.i/<
Pn-ndece cscmp.o . Chiahr. rocmct,. l.
Furo campion che del desinerò egregio El,-
l,er tropp.ì vaghezza, ed 10 gli ancisi : Fai-
lene specchio, (fi)
+ , R VI. Esser pillilo, o nello cene
uno spìcchio, .ale Ksser nellissimo. l\on
Zerc alcun di/elio. Fir. Lue. 2. ^- •>»-
";„a°e la camera, ch-eUa sia nella come
è vii. Specchio ardente, o usiorw. si
,nfe Quello che arde coW unire i raggi del
Sole in un punlo 0 per .indi riflesse
come il conca.0. o per viad, "/-il""';^"-
,„e la leale di crislnllo. I • ,"-^T^^ ,f ^f ]
„al. e<p. 1)3. Si proccuri A accenderla .1 lo
X"dore-del Sole collo specchio ardente.
TTrd Ci venne voglia di esperime.ilare
Z uno specchi incavo, esposto ad una
,„ass.l -li 5>H> lild.re di ghiaccio facesse
ulcun sensibile riperrll..linie.,lo di freddo,
"r /•■ 266. La luce nlVatt. dalla Unte cri-
.gallina, orilles,ad,dlo specchio «storio
non vale ad infiammar 1 .-icquarzent. . A.i'-
.„„. /„„■. .. 334. La m..-r.a, che ..an-
, , dura fatica a sentire il fu-co iilrat.i
,yr ardente punto del concavo specchio ,
,1 ,ir .ll'etto dello ustorio i falla poi nera, in
„'„,,t,mo s'accende e s'abbrucia.
§. Vili. Specchio, si dicn-a.cdtcesi an-
S P E
cora in Firenze un Lihro puhhlico. Pi esso
parla il rarch. Slor. 8. 210. Eialospcc
'■hi,> un libro, sul quale erano scrilU quar-
tiere per ,,uartiere, e gonfalone per gon-
falone i nomi .li tutti quei cilladini, 1 quali
oper non aver pagalo le gravezze, o per
oilalunque altra cagione, erano debitori del
Comune J e niuno . che fosse a specchio ,
eoe descritto debitore in su quel Ul.ro ,
poteva pigliare o esercitare uficio alcuno,
o magislrat.. : anzi chiun.iue era trailo , o
cKlt.. ad alcun magistrato, o u6zl.., se non
,.ra netto di specchio; cioè se si trovava in
su quel bbro debitore, s' intendeva averlo
per.lulo , ed era straccbto. Malm. ». M-
Molti si v.ggon far grandezze e sfoggi ,
Che soli., a specchio poi col rigattiere (qui
ver similit. J. . I _
« ? IX. 0/irfc Xeno di specchio, par-
landosi di persona, .'«fe Senza macchia, o
difetto ne' costumi , e parlandosi di cosa,
i-.i/e /'er/e<(o , Che non le manca nulla.
.. n„on. /Ver. 3. 4. 9 «le la felicita netta
di specchi.. D' ogni e qualun,,ue menda
ha per suo prop.io Di seguir sempre ...
Sal^^'ia. Annoi. iV. : Specchio e un hbro
dove -i nolano quei che non hanno paga-
to tassa, i quali si dicono Essere a spec-
chio: e .megli che hanuo pagato si dicono
Netti di specchio . Vuol dire adunque le-
licità perfetta, a cui non manca niente, e
.he ha dato, per cosi dire, l' intero, fi^)
* S. X. Specchio rf' asino, diccsi una Aoi-
la di pietra detta altrimenti Scaiilmola.
L^i. lapis .tpecularis. Cr. '''■'?«'Vi.''^i'r
;/ Vocaliol. «//,. .■o.eSC.VGLlUOLA.. ( )
SPECIALE. Jdd. .■ipeziale. Lai. .<pc-_
cialis. Gr. u.!pi/,i;. Mae'tn.zz- l- ^i L
angiolo buono per uffizio non e suo il bat-
t.zzare e consecrare la cliiesa; puole n..n-
dimeno di speciale mandato di Dio. Buon.
Fier 5 4. 6. Or perchè scorta ho n voi
si speciale ec. In opra d' ediBcii inteUigen-
za ce. * ììorgh. Arm. Fam. I9. Come-
rhè quella regione avesse un proprio e
speciil segno dell' altre rcioe, diverso dal-
l'altre), (f) Segner. Fred. l'ai. Ap. I.
Il L' inspirato (lume) è quello che Dio
su.de aggiungere con ispirazioni speculi
ai .lue precedenti. lT(.)
SPECIALISSIMAMENTE. Superi di
Specinlmcnte. Dorgh. lese. Fior.ì^.iU
specialissimamente pare che stringa, perche
si vede ne'temp. seguenti questa chiesa con
la sua dote s..ttoposl3, ec. , , „ . .
SPECIALISSIMO. Sui>erl. di Speciale.
Slor Pili 73. Ordinùe con alcuni suoi ni-
poti i- con altri specialissimi am.ci d'andare
n.l palagio del Comune h r. lai: l. 2.
32 61. Questa è specialissima E granii-
Ì..soha: * Pass. Piai. Ilem. L'e.|uita, e la
■ lemeiiza sono .1 ined.simo non di numero
né di specie (pari,, .bile speci.di.sime) ma
iti ccniTt*
ili itroportioni-.
(f>)
jzcnere, e »» [-."i--- ■ -
SPECIALITÀ'. Spi-ziahtn. Lai. .tpecies.
Gr. tròcij. rioi-gh. Orig. Fir. 192. Di .ple-
ste tali specialil'a, se non hanno propria n..-
tizia e lume, ci si può dilTicilmcnte allermare
cosa che vaglia.
1,1 SPECIALIZZARE, r.o .flesso che Spe-
cificare. Pro... Fior, pari 4. >-ot. I. p.tg.
,82. Nulla giova la particella quasi rislrel-
tiva, perchè il rislrignere n.in e speculiiiare.
ma m,..lificars..lanienlc.f«/
SPECIALMENTE. .ieecW.. .Spetialmen-
te l.at. ..r,ir.;.i.e, m.iaimc. r™.<cr(im. l^r.
UnJot. fLsIruzz. ,. 24. Delle quali
n-irt!,) d.-blKin.. essere ornati . chen.i. e
specialmenle i sacer.loli, e prelati ^/ory
2- 221. E tutta Francia pianse i\ su., cam-
,.;,me, E speci.dmenl.- il popol d; '■■>;•«••
SPl-CIE. 7'cifil.i«il«fe<.l(c7i'»M/'C.' ' IO
,7,c e <..((.' 1/ genere . e eontiene x.'(lo ■'■ «e
„,../(. .,i./.el.("i ; .V,.«ic:. Lai. 'pnies. i--^
,iò,i. (ite. f.ell. a. 28. lo mi Ti.o con
I piacere gran.lissini.. in que.t.. grad.. e in
S P E
quesu specie. E 19. Quale animale nini»-
lu in questo universo ec, de «piali «un
quasi infinite le specie, che ec. £7. IJJ. In
,juei lempi s.)lamenle , che ha ordinalo la
natura per mantenimento iblla specie.
g 1 f'er Forma. Apparenza, o .timUi.
Caéalc. Frult. Img. Lo Spirilo Santo di-
scese s.ipra di lui in ispccie di colomba. W t
Med. cuor. 70. Sotto specie di moslram
perfetti , nulriscono 1' ira in &, ed 10 al-
trui. (Vi , ,
* E II. Sotto specie , vaie Sotto pre-
testo. Gmcc. Stor. \. 2l3. Chiamalo in Ca-
s. ina dai Cmmissarii sotto specie d ordi-
nare la distribuzione delle genti alle slanxe,
fu di loro per comandamento del magi-
strati, suprem.. della ciu'a fatto prigione .
Car leti, med 3. 146. Quasi in un l«mpo
medesimo venne qui in Parma sollo spe-
eie di volere amlare a E..logna. (ti
if % III Per Appariscenza . lavate.
Med. cuor 224. Per la specie, cioè bdlea»
della femmina, molli son.. penti. (Il
+ o IV ."Specie, in lerm. di tilato/ia
scolastica, vale Idea, Immagine delle co«
impresse nella mente. .Salvia. Di.rc. I. IBI-
A far li rinvenire 1' auliche specie . come
una cosa caccia V alUa , b»osna farsi da
F Pro! Tote. I. 456. 11 non avere
Ic'hierate davanti agli occhi deU' inlellello
tutte le ragioni prò e coolra , e il non avere
unite tutte le specie appartenenti alla cau-
sa di cui si traila. « Segner. Mann. Genn.
25 2 Del tuo (dolore) n'ha scienza spe-
rimenule , dell' altrui ne ha solamente una
specie astraila, r' ^ , __ .,
+ if § V. Specie, nel numero del
pil, parlandosi del Sacramento dell' Eu-
can.,tia. d.consi te Apparenze del pane e
del vino dolio la transustanziazione . »-
;„er. ManL Vngg. .6 4- N°° °|''-'
l'orribiU vdlanie, egli sta forse lutto di sol-
,0 un numero di particole inDunjerabd.
Buchi non si dislniggano affatto le loro
specie sacramentali, f.* , _ _
s. VI. Fare specie, vale tar mora-
visfia. liendcre ammirazione. Salvia. Disc.
2 02. Il S..le, che è una stella tanto più
spl.mdida, vitale, benefica, perciocch» ogni
Ulorno la riveggiamo, non ci fa specie.
S VII. Ugualmente gr.tve in ispecie , o
P,7. o meno grave in ispecie , si dice l' una
cosa .leir altra allora che in ugual mole ha
maggiore, minore, o uguale gravila Oal
Cali. 226. lo dunque chiamo egualmente
gravi in ispecie quelle materie . delle quali
eguali nio\i pesano egualmente. /• W™;;-
,„ .. Una m..le d, pi..ml». e una di legno, che
pesin.i ciascheduna dieci libbre , diro essere
in gravità assidula eguali , ancorché 1. mole
d.l l.gno sia m.dlo maggiore di quella del
Piombo, ed in c.nsegucnza meo grave in
specie. K appresso: Più grave in «pec.c
chiamerò una materia, che un a tra .ledi a
,,uale una mole eguale . una mole dell al-
ti, peser'a più. Sagg nat. e.sp "j» «"""
fra l..r.. la proporzi.me reciproca della gra-
vità in ispecie de lluidl.
* SPECIE. .Mescnglio di aromali iit
n,./,e,^, che più comunemente dicesi SpfMC.
ned. Ari: Cr. 3. 11 cui Gore e pieno d,
specie aromalicbe, e '1 frullo e mollo de-
SPECIFICAMENTE. Av.trl: Specifica-
lamenle. Particolarmente, Spe^lalmejilc.
I.at. singillalim. specialiler, singulanler,
.si^cuilim . 's,iec,fict. Gr. o *.»»;■ /*■■"
.lai Avendo chiaro conoscimento, non so-
iamcnle in genere, ma specificam.nU e
.■ng,dan».nte . di tulle le cose natur.l,
spirituali e c,.rpor.d. Bui Purg. iK 2
riella tcrxa specificamente dichiara come la
'''"'"''Vp''ec.ficamf.nto S^lfio,-
zicne, Parlicolareggiamenb,. Vde^J^',
3 71. V era dun.iue formalo dentro u
S P E
mondo inferiorf e il supcriore , eoa lo
specific amento d' alcune altre appartenen-
«e . E QI. Se fusseno parole consuetudi-
nisy scDia altro sperìBcanicoto , :>areltberu
a i-iascuDO inlfllìyibili. (A)
* SPECIFICANTE. Che specifica. Bel-
lin. Disc. I. 17. Ai quali ha poi adattati i
suoi nomi propri e spoci6canti la ricchezza
dell'immollai (avella nostra Tuscana- (C)
fSPECIFlCARE- Pic/tiarare in panico-
tare. Lat. spfCialUer cxponert , adnolatf s
dejcriifere , di.tiui^'icrv- Gt. uìptKÒI? or.-
Xoù». Ufor. S. <.rt*?. Per tanto dunque vol-
le il Vangeli&ta spec ìBcarc il tempo , accioc-
ché dimoAtrj$»e t Le ne' morì degli uditori
ora il freddo . Ott. Com. inf 5. 6^. Discri-
ve la conduione dell' anime , e specificane
alcuna per nome. }f. /'. p 98. Ciò che nel
trattato della pace si coniicne . e speciBcato
è. Pass. 154. Conviene che la persona che
si confessa, dica spressamenle e specifichi
in che spexie di peccato ha oflVso. J arch.
F.rxol. l38. Le mutazioni e ditferenrc so-
stanziali fanno le cose non diverse o alte-
rate, ma altre, perchè mutauu la spezie, onde
si chiamano diSerenze specifiche ; e di qui
nacque il verlio specificare.
t SPECIFICATAMENTE. J^-i-erh. Di-
stintamente, Particolarmente. Lat. specin-
iiter, explicate, disiincle. Gr. ìtòix&j^, o^;-
>u; , diwptffjUL^vflj; ■ Ott. Com. Par. 19.
429. Adunque convenia specificatamente
per la instituzione del hattesimo dimostrare
in aperto il lavamenlo de' peccati- I>ut. Inf.
\. Picelo generalmente, e di soito il dira
più specificatamente. Pass. 1^7. Won inten-
do , disse la suora , se più specificatamente
000 parlate. A' 1 49* Domandando de' pec-
cati, e spezialmente de' carnali , non dee
troppo domandare specificatamente delle
partirolaii circostanze . ì'arck. Star. 3.
^3. Si ceiehró ec. un contratto appartata-
mente , nel quale specificatamente si di-
chiarava che la repubblica fiorentina fosse
obbligata a tenere ec. dugento cinquanta
uomini d' arme.
•t * SPECIFICATIVO. Jdd. Juo a
specificare. L'den. Sis. I. 21. Nella testura
de* versi usò specialissima e oltramirabil de-
strezxa , per fargli specificativi di quel che
allor si ragiona. (.■!}
SPECIFICATO. Jdd. da Specificare.
Lai. adnotatus. Gr. cijiw&et;. (iuid. G. Il
tempo di questa tregua non si trova specifi-
cato nel libro. G. V. II. 49- 2. Vi si diede
compimento in Vinegia , per la forma e ca-
pitoli specificati qui appresso. Stor. pur. 3.
oS. Ma qualunche se oe fusse la causa ,
che non la ho vista specificata, lo rilas-
sò finalmente libero , senza torgli nulla
del suo.
SPECIFICAZIONE . Lo .'specificare .
Guid. C. Nella specificazione del suo ser-
mone ogni cosa per ordine gli dicfaiaròe .
^ Pros. Fior, part- 4- *'o/- l- pag. 263.
Non avevano (ìe parole) la loro intera uoì-
t^ , se non si poneva ne* versi antecedenti la
■w viltà sprcificaia ec.;e tale specificazione pare
a me ec. (lì)
SPECIFICO, ^dd. Term. laico. Che
costituisce spezie . Lat. specificiis . Gr.
itoixoc Dant. Purg. i8. Ogni forma su-
staniial che setta E da matena, ed è con
lei unita , Specifica virtude ha in se col-
letta . r'air/i. Krcol. 3og. Se voi mi dì-
manilaite d* alcuna pianta come ella si
chiamasse , e io vi rispondessi , albero o
frutto ; questa si chiamerebbe cognizione
seoerica, la quale e sempre incerta e con-
fusa: se vi rispondessi , un pero ; questa co-
gnizione sarebbe specifica.
g. I. Specifico, aggiunto a Medicamen-
to, Bimedio ec, si dice Quello che e più
appropriato alla guarigione di quel/a ma-
lattia per Cui si applica. Salvin. Disc. 2.
390. K m«<hcamento più forte e più specifi.
Vocabolario T. il
1
S P E
co. E Pros. Tose. 1. 3o3. Alle mie malattie
ec. avendo finalmente con multa mia ri-
pugnanza applicato il tanto consigliato e
inculcatomi rinirdio specifico del non far
nulla. lied. leti. 2. 220. Allora quando io
dissi che Ìo reputava per ciurmerla senza
eSetto tutte le qiiiutessenze, tult' i sali, e
lutti gli estratti diuretici e sudorifici de'chi-
mìci , siccome ancora tutti gli altri medica-
menti specifici, ec.
g. II. Gra\'ità specifica, vale lo stesso
che Gravità in ispeciè . V. SPECIE, §.
VII. Sagg. nat. esp. 60. Si potranno .ivere
le proporzioni delle loro gravità specifiche
con esso argento-
* SPECILLO. Term. de' Chirurgi. Pic-
cola tenta. Cocch. Hagn. (A)
SPECIOSITÀ*. Speziosità. Lat. species,
forma. Gr. £t09;. Segner. Pred. pr. Ebbe-
ro tutta la loro };loria maggiore , non nel
sembiante, non nella speciosità, ma nella
virtù di piovare.
3 SPECIOSO. J'. L. Jdd. Bello. Lat.
speciosiis. Gr. s-jito/;'?. Agn. Pand. !y).
Piace una bella persona , una speciosa
femmina ; ma uno disonesto cenno , uno
disonesto atto d'incontinenzia subito la ren-
de vile e brutta. * / ett. Colt. 19. La quale
leggiadria quivi è chiamata per ciò specio-
sa, cioè che ha un aspetto giocondo. fC)
Car. h'n. l- 671. Essi intanto in ver le
mura a vista Giunser della città j che al
colle incontro Fé' lor superba e speciosa
mostra. (FP)
Jr g. I. Specio.io, K'alc anche Che è buo-
no , o J ero in apparenza , ma non in so-
stanza. " Menz. rim. i. 3o6. lo lascio a lui
si sjieciosi augurii ». / iV. Lett. Uom.
III. 1. ?-\\- Ed io con questo fondamen-
to mi preveggo preparati ed orditi dej;li
strani casi, coperti poi da qualcheduna di
quelle belle apparenze , e speciose calun-
nie, che pur troppo ne sparse il medesi-
mo per sua discolpa. (C) Segner. Pred.
Pai. j4p. I. 5. Non può avvenire anche
qui che ec. si simuli ben talora con pro-
teste sollecite e speciose di aver una in-
tenzione rettissima innanzi a Dio. (TC)
^ §- 'L Per Singolare, Particolare.
Segner. Pred. 2. 5. Non prima vi han con-
ferito una grazia alquanto speciosa cb' essi
pretendono tosto che tutto il di voi gli dob-
biate e accompagnar ne' corteggi, e appo-
star ne' cocchi, e servir nelle anticame-
rt. (C)
g SPECO. Jntro, Spelonca. Lai. spe-
cus . Gr. ffTir'iatov . Petr. canz. [\2. t\.
Aprir vidi uno speco, E portarsene seco
La fonte e '1 loco. Ar. Pur. 2!^. 9I. Là
dove ascosa in un selvaggio speco Non lun-
gi avea la solitaria cella. Cas. son. 25. Solea
per boschi il di fontana, o speco Cercar can-
tando , ec.
=1^ g. per Baratro, l'oragine . « Lih.
Son. 29. Non so come non s' apre un dì
l'abisso, O qualche speco g&, come fu a
Roma ». fJ\)
't* SPECOLA,eSPECDLA. Luogo e-
minente,o Parte alta delCedificio, che signo-
reggia molto paese, e donde singolarmente
co' telescopii si contemplano gli astri. Se-
gner. Parr. instr. 5- 2. Non ha ragione il Si-
gnore di risentirsi contra chi, tenuto ad alzare
in tempo la voce dalla sua specola, stia dor-
mendo? (J'} E IncT . I. 17. I. Gh osser-
vatori delle stelle ec. costumarono da prin-
cipio di contemplare il cielo da que' loro
medesimi campi aperti ec, poi col tempo,
perfezionandosi 1' arte , andarono a mano
a mano scegliendo per tali osservazioni le
specole più sublimi. (.-4)
SPECOLANTE. F. SPECL'LANTE.
SPECOLARE. /^^ SPECULARE.
SPECOLATIVA. r. SPECULATIVA.
SPECOLATIVAMENTE. / . SPECU-
LATIVAMENTE.
SPE
i3o5
SPECOLATIVO. V. SPECULATIVO.
SPECOLATORE . V. SPECULATO-
RE .
SPECOLAZIONE. V. SPECULAZIO-
NE.
SPECOLO. /'. SPECULO.
't * SPECOLO. Term. de' Chirurgi.
I^'ome che si dà a varii strumenti atti
a dilatare l'ingresso di alcune cavità per
poterne .scorgere il fondo. Magai . Lett. Bi-
sognando o;;ni tanto tagliarle le upna ec. ,
conveniva che i cerusici a forza di specolo
gliele facessero albmtanar tanto (le dita} da
quelle ( palme delle mani ) , che potessero
metter le forbici. (Ai
SPECORARE. Foce ha.tsa. Piangere.
Belare. Lat. belare, eiulare. Gr. BXriyà'
53at. Mitlm. 7. 95. Mentre, temendo eh'
io nnn mi ci stanzi , Specorate sì ben .
eh' egli è un piacere.
'^- SPECULA. 7. SPECOLA. f-.^J
•f * SPECULABILE . ^dd. Che può
specularsi. Soggetto a speculazione. Pros.
Fior. pari. 3. voi. 1. pag. 22.!^. Al filosofo
dunque, il quale più della verità delle cose
speculabih e delle azioni umane tien conto ,
che del grazioso ra^^ionamento , non appar-
terrà ec. (.-I)
■'.• SPECULAMENTO. Lo speculare.
Segner. Paneg. Dopo tante diligenze e
tanti speculamenti ec. ha spenta la spe-
ranza ne' posteri. (Al
SPECULANTE, e SPECOLANTE. Che
.specula. Lai. meditans , contem plans. Gr.
ftsJ-cTwv. Amet. 2Cf. Egli con intenta cura
a candida gola e il dìiitto collo, e del petto
e degli omeri quella parte, che *l vestire non
gli toglie, speculante, tutte le loda.
SPECULANTEMENTE. /4vverb. Spe-
culativamente. Fr. Ciord. Pred. B. Con-
sumava molte \olte le ore della notte spe-
culantemcnte nel cielo.
SPECULARE, e SPECOLARE. Impie-
gare lo 'ntelletlo fissamente nella contem-
plazione delle cose. Lat. speculari , con-
templari, meditari. Gr. fi.zX ir à.'i . Bocc.
nov. 59. 4" Guido alcuna volta , specu-
lando, molto astratto dagli uomini diveni-
va. Dant. Conv. 96. Per Tallito delle quali
potemo la verità speculare ( cioè , cono-
scere speculando ). Buon. Fier. i- I. 1-
E scorti ho andar in ronda uomin si fatti
ec, Che crederesti star sempre a studiare
E sempre a speculare. J'arck. Lez. 452.
L' intendere è in due modi: o in potenza,
rome quando altri dormej o in atto, come
quando specoliamo.
5? §. I. Per Cercare per via di specu-
lazione. Segner. Pred. 38- 3. Quivi 'parla
d' .'Irchimede nel bagno) in uno stante ar-
rivò , quando meno se 1' aspettava , una
certa dimostrazione , benché meccanica ,
che lungamente indarno avea specola-
to. (CPj
g. II. Per Attentamente guardare. "Lzi.
circumspicere , speculari . Gr. Ttizizz-o-
TTsTv. Fiamm. 3. 19. Non altrimenti che i
marinai sopra la gaggia de* loro legni saliti
speculano se scoglio, o teixa vicina scor-
gono, che gP impedisca. Segr. Fior. Art.
guerr. 5. 118- Dee mandare innanzi ca-
valli, e con loro capi prudenti, non tanto
a scoprire il nimico , quanto a speculare
il paese. * Bue. Ap. 232. E quivi star-
si scambievolmente a speculare il tempo .
Cuicc. Stor. 18- 119. Inteso per relazio-
ne di Pietro Navarra mandato da lui a
speculare il sito , che in Troia e all' in-
torno erano cinquemila Alamanni ec andò
a Nocera- (C)
* SPECULARE. Add. Aggiunto di una
sorta di pietra tralucente. L3\. specularis.
Gr.ò to^oxvrii. Bice tt. Fior. l^. I fatlizii ^a/-
lumi ) ancora sono molti . cioè lo scaglinolo
fatto della pietra speculare , che è piuttosto
gesso, che allume. {*)
16}
i3of)
S P E
S P E
S P E
t « SprCULATAMENTE. Àvverh.
Con tspeiulazione , .4 he/lo studio. Car.
Uh. z. 238. >ella palle de' Titani sì fac-
cia spcculalampnte Tifeo fulminato teoer il
corpo solili diversi monti, e mostri ce. 'jii
SPIiCLLATIVA , e SPECOLATIVA.
7'irtù , f potc/iza di speculare . Ilut. Al-
cuni sono , che parlicipano della specula-
tiva e sensitiva, sicché sono in mezzo grado
tra' delti due estremi.
*t '"^ S- Specu/atU'a , chiamasi anche
la Scienza astratta disgiunta dalia pra-
tica . Segnar. Mann. (iena. 2. 2. Questa
e una scuola , in cui la speculativa vuol
tutta essere ìtidirizzuta alla pratica . /T
(iiugn. l\. 2- Una buona vccrhirri-Ila cat-
tolica si \edi;i in cielo aver sapulo assai
più d' Arislotilc nelle speculative, di Ta-
cito nelle pratiche, (t)
SPIXUI-ATIVAMENTE , e SPECO-
LATlVAMtATE. Jvverh. Intellettual-
mente , Con ispectilazionc . Segnar. Conf.
istr. Cosi è sppculativamenle , e cosi Ho-
vrclibc essere ancora in prutira.
•f SPECULATIVO, e SPECOLATI-
VO. ^dd. Che specula , Atto a speculare .
Lai. inspector, contcmplator. Gr. Ssto^s'c.
t'it. l'iut. Un altro filosofo, che avca no-
me Anu>surco, uomo speculativo e di sua
propria opinione. But. Purg. 2t. I. Era
accompagnala col coqio, ma negli atti teo-
rici e speculativi operava pur V anima .
Vant. Coni', 1^. U uso del nostro ani-
mo è doppio , cioè pratico e spcrulalivo.
Bern. Ori. 2. 28. 5. Degli uomini, altri
bon speculativi. Altri ù die in arme il tem-
po suo consumi. Circ. Celi. 8. 107. La
prima si chiama intelletto speculativo, ov-
vero mente . / arch. Lez. ì\02. Mediante
il quale la perfezione e felicita specolaliva
CODSC);Ua .
fr §. I . Speculativo, si usa anche inforza
di Susi, e dicesi di Coloro che tengono di-
jicorso o Irene t o malcy sulle materie politi-
che senza esserne obbligati. Car. Leti. ined.
1 . 286. Gli speculativi fanno diverse chime-
re che si mandi per aggravar più la causa
deldu<'a, e giusuficar più quella di sua San-
lilà. (^'i
■f g. IL Speculativo ^ vale anche ^ap-
partenente a speculazione. Bocc. l it. rant.
225. Gli studii sogliono generalmente so-
litudine ec. desiderare , e niassiinainente
gli sperulativi. "^ Scgncr. Mann. j4pr. \.
a. E utile all' intelletto, perche dov' ella è
dottrina spiculativa , t' insegna il vero , e ('
impugna jI falso, r» , (V)
■»■ SPECULATORE, e SPECOLATO-
RE. J'erhal. masc. Che , o Chi specula.
Lat. spcculator , meditator. Gr. Srcc^o'^.
Ca\-alc. Pungil. L'anima dtll* uomo santo
vede meglio la verilade , che sette specula-
tori , cio^ grandi letterati.
§. Per lisploratorc . Lai. explorator ,
speculalor, Gr. (Jxotto?, JfxTc'^/OTTOi. Ca-
vale. Frutt. ling. Il prelato rimesso e ne-
gligente e come nocchiere e rettor di na^e
sonnolento al tempo della tempcslade . e
come spcculator cieco e handilor muto .
Segr. Fior. Art. guerr. 5- lO.'ì. Un e*ci-
cilo romano per 1* ordìn.irio sempre manda-
va innanzi alcune torme di cavalli, conu-
speculatori del cammino.
3 SPECULAZIONE, e. SPECOLAZIO-
NE Lo speculare . Lut. inspectio . nicdf
latio, comntentatio, conteniplatio. Gr. ^stu'-
pri9t^, Bocc. uov. 5<)- t\. Queste sue sj>e-
culaiioni eran solo in cercare ciò che non
fosse. Circ. Celi. 7. l65. lo in questo niel-
lo, per non pigliar ah un dllrttlo ili quedr
lue spei-ulationi, nii> n'andrò passando il
tempo per ipieste valli.
^ %■ Speculatone , vale anche il Kisul-
lamento della speculazione . « G. / 9 ^■
1 . Compilò un Idiro, il quale intìtolo Specu-
lazione dello avvenimento d'Anlicri>tow'(^J
Segner. ^fann Jugl. 20 !\. Vita felice si
slima quella degli uomini dotti. r' hanno la
mente arricchita di tante maravigliose spc-
colazioni fcio'e, cose sperublc ). (f'j
SPI CULO, e SPECOLO. 7'. L. Spec-
chio . lat. specnlum . Gr. /arSTiT^ov .
l'ant. l'ar. 2g. Posciarhe tanti Speculi
fatti s' ha , io che si spezza . Cuitt. lett.
39. 1.0 speculo della inlellctluale nostra
niente tuttor ve^^lia.
g. ter i speco , Spelonca. Lat. specus.
Gr. cTf/Jaiov. Vini. S. Creg. 2. 4- An-
dando questa così errando , a caso venne
allo speculo del veucrahile santo Bene-
detto. /^ appresso: Per li meriti del santo
Benedetto nel suo speculo aveva ricevuta
quella grazia.
SI EPALE. Luogo pio, che per carità
raccetta i viandanti , o gC infermi . Lat.
hospitale, Denodochtum. Gr. ^ivoòciyj.Xovy
■io^onoutìov, Joiicoy/Sov. Pass. 6^. Fece
uno spedale , dove provvedendo del suo
avere a' poveri e agi infermi, e personal-
mente loro servendo, santamente vi^se in-
fino alla morte . C. V. !\. 20. 7. Atten-
dendo a opere di pietà , molle chiese e
monisterii e spedali eihfico e dotò. Pant.
taf. 29. Qual dolor fora, se degli spedali
Di Va'dicliiana ec. i mali Fossero in una
fossa tutti insemhre. /<?/'. l3l. Riguardiusi
gli spedali: quanti ancora, prima che essi
il maternale latte abbiano preso, se n' ucci-
dono ? Bern. Ori. i. 19. 12. E muoia allo
spedai come un fuiraiite , Indegno d' esser
d('tli> [>ÌLi soldato. Se mi parlo di qut non
vendicalo. Lcd. lett. 2. 88. Voglio di posta
entrarmene nello spedali' della Sporta, e
qui%i subito incappciuceiurmi frate.
'> SPEnALEIil'A. l'fizio dello Speda-
lingn. Lcmm. Test. 61 - Debbano ec. esso
Spedale aprire , ed in allo di Speduleria ec.
riducere . /',' 68. Poi che in atto di Sprdab'-
ria sarà ridotto, s'ordini, pongasi e deputisi
uno buono Rettore. /C 79. I servigi della
Spedalena e de' poveri ec. si vogliono e rì-
chicgfcono. (C)
f SPtDALETlO. Dim. di Sf*edale.
L'eie. ì it. Colomh.Cì. Cercando gli .^pedali,
lo trovarono in questo poverissimo speda-
ledo.
SPEDALIERE. Cavaliere dello .spedale
Gerosolimitano. Lai. 'hotpitalarius. C. /'.
6- l8. 3. Alla «[ual pace non fu consentienlr
ec. né il l'atriaica di lernsalcm , ni- i Tem-
pieri, ne gli Spedalicn. I: cap. aS. (J. JÌon
restituì a' 1 cmpìeri e ."^pcdalirri le K-rv l^a-
gioni .
g. Spedaliere, per Ispedafingo . Buon.
Fier. 1. 2. 4- Esseigli parso strano In un di
come questo , >on trovar qua lo sprdalier
maggiore. K 2- 4- "**■ ' '' ' ^'* vorresti che
di spedalìere Divenisse un infermo.
SPEnAM>GO . /'re/et lo dello .tpedale .
Lat. .venodochii pnvj'eclus , Iiospilit cuslos.
Gr. Ò f£V 0 /ii'ou TfOIIT&i;. J ih. Op.
riiv. Tratt. mime. I*"irhè lo apedalinpo
<(ellj rasa ebbe ricolti tutti i pruobni nel
grembo suo , incontanente furono linm-
giunti. Psp. f ang. E anche negli spedali
urdinali e f.itli in aiulorio dt'pnvni, per
lo mudo i bc le porte aperte, le quali |;li
sped;dinglii leiigono apparcccliìjlr. hialm.
I. 12. Lo tpedalingo vuol rifar Ir Iclta.
g. Per i.tpedahrre. Maestruzz. 3. 44- '*
!.r>lodecÌmti è degli spedalinghi santi lero*
soluiiitaiii .
SPI PALINO. Spedaleilo.
# SPEDAWTIRE. Contrario di Impe-
dantire. Late. rim. a. l.W. f Fir. 1742) H
mondo e tallio r tanto impedantito. Che il
Patire Varthi non potrà patirlo: E sebbe n
fu <lu Febo favonio , Non ebbe fona mai di
>p.dai»lirlo. f/t)
».•* SPEDARE IVeutr. pa.i.%. Affatica-
re , o Slrtiaare sommamente t piedi Pise.
Malm. (C)
SPEDATISSIMO Superi di Spedai.'-
Lat pedibus maxime Jessus . Gr. Toi*5
TTo'oa^ w; ^àiicTW TaiatTrwpr.Bn'j. Fr.
Ciord. Fred. R. San Pietro, cbe irrivò
spedalissimo a Roma.
SPEDATO. Add. Che ha i piedi affa-
ticati, o .ttanchi. Lat. pedibus Jet sus. Gr.
Touc ::&o«4 Ta)atnw_c>i-ei'?. Star. Far.
2. 43. Si trovarono tanto stracchi e si spe-
dati e lassi i cavalli , che , disperatisi del
fuggire, si fermarono sulla fiumara. Tac.
Jiav. jtnn. 6- I26. Son gente accattata,
spedata per lo lungo cammino (U testo
lat. ha: longinquilate itineris fessos). Buon.
Pier. 4. 2. 9. Slanche e spedale. Mal pos-
son camminare. Malm. 2. 8. Vedendomi
spedalo e per la mala, Potrai avere il gran-
chio alla scarsella T
hPEOATUIU. Ajf'aticamento de* piedi.
Fr. Ciord. l'rrd. K. Figuriamoci la spe-
datura di san Pietro, che fu il suo minor
male .
SPEDICARE. r. A. Contrario d* Im-
pedì care . Lat. cjpedire , e.rtricarr . Gr.
«aoiveiv , K:Ta//7'T'«<' ■ i^nitt. leti. 3-
Chi '1 carico delle divizie Irigliemi , più
vaccio mi spedico . F 8. Ora m'ha Dio
spedicalo , la sua mercede , e fattomi ale.
Ir. Ciord. Pred. S. 5o. Fu poi trovala
la petunia per più agevolezza, e per me-
glio spedicare e accivire e misurare.
SPEDIENTE. Susi. Bisoluzione, Com-
penso, provvedimento. Lai. eonsilium. Gr.
^oxiVi'.. Salv. Cranch. 3. 9. Che spedten-
te piglierai lu , Duti , In su quest' ora T
Sen. Pen. f'anh. 2. 7. Questo fu buone
spedicnte a raffrenare , mediante la ver-
gogna, le troppo ingorde voglie degli no-
mini .
SPEDIEHTE. Jdd. Profittevole, Uti-
le, Necessario. Lai. necessarius, proficiius.
Serd. Stor. 2. 58. Giudico Emanuele ìspe-
diente usare il bene d' un tanto consen-
timento. 7'ac. Ifav. Ann. 3. 68. Le leggi
Oppie fersi, perchè quei tempi le richsc-
di-vano ; fur poscia allargale e mitigate .
P'Tchc fu spedicnle ,'1/ testo lat. ha: qua
cspedierit ).
3 SPEDIRE. Spacciare, Terminare, e
Lfar fine con prestezza - Lat. erpedire .
Gr. avu'siv. C. /. li. 20. 5. Era Latino
di dare audienza , e tosto spediva .
tf g. L S/tedire , parlandosi dì cause,
vale liisoh-ere. Decidere.- Sen. Pen. f arch.
6. 7. Questa quistione ec. si spedisce ■•
gevolmenlcM. Instr. Cane. a6. Prima d'o-
gni altra cosa faccia fermare, e rileoere
alla larga i medesimi debitori , Spedite
che saranno le cause . fino a che paghH
no. (C) Dav. Scism. ^2. ( Comin. 1754)
Il Re e molli grandi Ingbileti scrissero al
Papa . che . importando al regno lasriare
un figliiiiil maschio erede . spedisse questa
causa, per poter torre un' altra moglie. (ì'f
# P. II. Spedirla, dice SI d' Hno che fa-
vella favella, e favellando favellando cvn
lunghi cimuti di parole aggira .*r . *• al-
trui srnui %'enirt a enpo dì eonclusionf
nessuna. - I arch. prcol. 94 * au«ti
colali >i suol dire : egli è l«ene speoirla ,
finirla, li\rrarlj, Smirne a ca|H> -. fO
* §. 111. Spedire una tommissiome , o
simile, vale Farla, f- arguirla. Serd. Stor
lib. I, Il He Emanuele ec. per U fingo,
lar fermezza ec, e prr le commissiooi fr-
dclmente spedile, onorò il Gama di nuovi
titoli d' onore. iCP)
<" §. IV. Spedire, diresi an( he di Bolle,
Brrxi.e simili, e vale Farli. Cas. leti
ai- Essendo informato oc. sopra il desi-
derio suo intorno a! breve . ho fatto fart*
un'altra minuta, e mottratola ai delli Sig.
Anibasciadori, i quali appieno se ne sono
contentati, e cosi s' è spédìitt il breve giu-
sto la forma di essa minuta ; il quale io
mando a V E. lU. con questa. (Cj
S P E
* 8 V. Spedire, talora .■<./« Convenil-e.
i;s<e„espe.L,r.eus. .23. Le .,ual. cose
sce miputarle alu.ro.nli. Uj
S VI SpeMr corrieri, na.', » *'""
/,,:„/« /mia,/. co„ preslez..,,eperne
gi,uparl.col.,r.. Lat. d.m,«f«. /«e. «« .
j ifi 1Ì1 In iacea e n furia Mino
^"'f: '^; . r^t s,<i -16. Ho spcaiio
Ùq sen-iloro . * >.-i.e. Mor. 4. .80 U
" aU .pcd..o dal U...go P-d^-"»;-';-!",
Jiligcnia non solo MBO.fico •"IO"'"
"ruuta aelr armala, ma gì. V''" -"-""
"■ ti'. VII. SpeH.re. neu ,r. pass., .ale^f
frelìrsi. Sbrigar... lece. "°'- 9°: ^^^ '
fc« 36. Voi attendete a .peduv, e tornale
S P E
S P E
i307
'^.y^:t.Jl^a.alcSl>ro,narsùS':^
rarsi Lai. eaped.re se. Dani. Inf. 26. Lo
^:^"an«.am'nnon.ispca.afao.,noasi
,nenu, Seaza induco. Lai. «'"""■' "^'"^
prompte. Gr. ra^^^;- i-; W„E cos.se
n'andò spedilaou-nle a Sulr.. Tes.hr.l.
6/con.u't.oc..'esUapolesso a^olosoe
suedllalm■Qlc , gii mente vi volle corre. e,
r!':;m..es;fgiorn^e:lso,..oK,s.poso
Cas leu. l5. Acciocchì! s. lacca pm spedi
tamccte , che .ia possiUle , quanto s. e con-
cordato con Monsig. lU. di Lorcno.
e ler Vistintamenle , Chiaramente.
l.J.p^mpte, explicate, J-^'r'ryJr
S òreg'Pist. Niente-Umeno non può spe-
diumente mostrar l'arte se a ;-—;'-
snondan. gì. organ. d. luor. . < ""■ •^(°-
,W/.24J.È'dis.ecolprete,chelcssew,
,.on buono conoscin.ento tutto 1 u6c o .pe-
dilamente .• forte, che ciascuno 1 ud.va.
SPEDITEZZA. . Astratto di spedito .
Lai. celeritas, proniptitudo. Ot. ■:tlXJ- ',^.
-iOJ.Jtfia Sesiier. Mann. Liigl- 2- O >J»;
:/rva come andò r.guarda.a su per 1. mont.
deUai;i..aea. con quanta spcd.tez^a , con
' SPEUniSSLMAMEJITE. Superi, di
SpeMlamentc. Lai. cilissinie. Gr. ''■«Z'' •«•
yaixh. I.ez. .8. Fece tanto coli eserc.taz.o-
„e e consuetudine, che la proller.va sped.l.y
..mamcnte (ciol-, distintiss.man.enle ). <.<>/.
Cali. 2.\l. Spod.tiss.man.en.e s. conoscerà
qualunque piccola divers.fa potesse der.va.e
dalla mula^on dette Bgure (cioè, presUss.-
mo, immantinente).
SPEDITISSIMO . Superi, di Spedito .
LM. promptissimiis , parutissimiis , ^-elo-
cissimus. Gr. zpoX''.°=''"'-''''' ''"'.''°'°'"
T»; . T«x.<.";. •'.'•''• -'/..«■ Q;-"" ^o""
.peditiisimi, i quali oBerano al djelto sposo
le piatose aOetiom . Scn. I!en. i ardi 2.
1 Della qua cosa mi par Ai poter nioslrar
una via spedil.ssi.na. e p.ù agevole d. n.u-
na altra. Gal. Sist. 207. Questo e taU.s-
simo , come per ade^o una sped.t.^s.ma
esperienza ci pol« mostrar cos. alia gros-
sa « Tass. tier. .1. 20. Sorge d torte
Goffredo, e già non piglia La gran corazza
usata, o le «chiniere ; Ne veste un altra,
ed un peaon somiglia In arme sped.tusi-
me e leggiere, l'i , , ,
'f * SDEDITIV AMENTE. À^t'Crh. In
modo .ipeditivo. .Iccad. Ir. Vess. W: ..
pas. Si. Non pensa>jno che a salvarsi, get-
tando via 1 armi per più spedit.van.ente
fu-gire. considerandole ora ma. come un
mpediniento della loro leggerezza. (J>
J SPEDITIVO. .Idd. Che si spedisce ,
aie .«■ sbriga. Lat. promptiis, celer, e.r-
pedilus. Gr. ÌTOi.ao;, -fo'z^'f »«• ""'''ó''
Tac. Da.. i-(0--.4.34V ConfetUlelo, Pa-
dri coscritti . quest' uomo si spc-d.Uvo .
* e. Speditilo, dicesi anche delle co.ie.
,Salv. Spin. ,.4. Padrone, le cose nostre
hannobi.ogno diparti.. piis|,edilivi/W.
23. Con manica p.» speil.ti\a,
pii. sicura e più segreta ec. stillasse sidla
ferita ec. un veleno ". (ti
Sl^DlTO. Add. da Spedire; Spacca.
,„ Terniiiiato. L.l. absolntiis. ■■.'Oiuni-
bull Or. Ling. I-ior. 21. (,.m lerm.m- ,
a„„-i, Cello coinè spedito della duiianaa
so-eiunse cosi M. Curzio, (l j -^en. I.en.
,„>e le quali elanu della sos.an . UlU
materia, andare investigando anima a
,re. Buon, lii-r. 1. 2 2. Acciocché quei,
spedita opera tale , Sien presU al loro
" T i Per /.^brigato , Sciolto . Lat. so-
lufus, liber, cpeditus. GT.rj.izoUUH.:-
"o^.Daiit. Par. IJ Poiché tacendo s
nrostro spedita L'anima santa di metter la
traina In qu^Ua Ifla. * . j.,
5 % W Per Sollecito, Pronto. Lai. rfe-
Vw 30 Con''aUrc?=vo'ce\li spedito duce
ticoimnco. J^orgli. «.,..550. Fu in sor^-
ma a Vasari molto spedilo neUe sue p.t-
""sili Per Libero da impedimenti, .jen-
-a intoppi. Lai. expediti.s, paratus./aci.
it lile'r. Gr. vit^f^r^.^^"^}'^^- =." "?"',:
"/ir.-'o;. Pan, Pi.rg. 20. Moss.m., e 1
buca m.o si mosse per li Luogh. spediti.
°er.c,.„..30. 5. Verso '1 maggiore e,, lu
sped lo giogo Tirar mi suole un des.der.o
^tensiA-.V. ...I... 2. Da potere an-
L,e da una oste all'altra, e potè. e avere
spedita la viUuagUa. M- V. 9. 79- 1 •J^>"
ertali erano tultf affossati, e sanza vie spe-
e che meltessono nelle v.e maestre.
Cron. Morell. 25?. Nel tuo testamenlo
laseuda factora e dispensatr.ee di tutti
tuoi latti la.cra e .sped.la.
=■= S IV Mandare, o Rimandare alcuno
bene.o male .spedito, .ale Rimandarlo be-
ne, 0 male sodisfatto, con a.ere, o ,,
attenuto quello che desidera..,. .. C... «
6. Sperando che ella lo ..manderà assai pre-
sto 1 ene spedito. / me. Mart. lett. .4. L-^-
herà di illerirla in altro ten.po, e manda,
noi .naie spedito, con poca sodislazione
di quelli che aspettano che e la grazia e a
giustizia sia maggiore e p.u spedita ..J Ci
" :? s V. Spedito da' Media , vale Se-
dato Segne/. Ired. 2. .4., Verrà qnell
ora in cui soprafatti dal male, m cu. spe-
diti da' medici ci trovereiuo ec. f.V
S M. i'Mcre spedito, si dice di Per-
soìi disperata, oche non ha più rime-
aio aljatto suo. Lai. actum '^^ff^
„„o . Or. :i£-paZ3«' . Tac. Da.. Ann.
12. .60. Regn. Br.llanico, o regn. »ero-
„e, spedito sono. Car. lett. l. .8. Se 1
povero Caro non alloggia questa sera me-
gUo che tanto, è spedito. , , ,
SPEDITO. J..erh. Speditamente. 1.^1.
facile, libere, expedite. Gr. -P'X'-^^'^--
a / 12 12. I. Acciocché I popolani 11 ol-
ir-Arno polessono soccorrere al bisogno e
delta porta, e andare spedrto .ntorno aUe
1 " +V SPEDIZIONE. Lo spedire. Sbriga-
' minto. Cas. lett. .2. La prego che s. de-
„„1 ec. aiutare e sollecitare la sua sped.-
z.one. Buon. Pier. . 5. 3. A cu. per .-
s, ansar mali maggiori Si dee ragion somn^a-
ria e spedizione. V Sal.ia. lUsc.l. 181. Pm
sòUiev'o ne riceve a pubblico dalla spedizion
de'^egozii che dairm.lugio.it;
:■• ° I ler lìif finizione , Risoluzione.
.. huón. Pier. I. I. 4. lo ^P"" S"«"""
aver tal la spedizione. Che non ognor d.
simili querele Ci si present. accusa , o d.a
libello ...rt-'J , r o
* g. II. Per Spaccio di lettere. - Las.
lett. 90. Manda quanto prima la tua spedi-
zione per uomo a posta •>. ( Cj
i? R III Per .Imbasciata. Gnicc. Sler
4. ,68. Appresso al quale r'-C'''/",'^;""",™^
.dizioie fatta per parte del PonteEec
fece piccolissimo f.utto. (L)
* 8 IV Per Ordine, Facoltà. Giiicc.
Slor. i 2.17. U quale c/.„„rrerA; innanu
alla partila sua aveva ottennio dal Re tutte
le spedizioni domandate. (L)
§. V. ,S;if.fcione , per Impresa, e per
lo più militare. Lai. e.r;iC(/i(.o. Gr. 5TS«-
Toc'a. Fir. Js. 198. Voi nou m, avete a
conoscere solamente per caporale deUe vo-
stre spedizioni e delle vostre prede ma
per mmislro àe vostri piacer, e de solla-z«
voslr.. Car. leu. 1. 83. Risolvessi, dopo
la spedizione di Palliano , di venule a ri-
posarsi pure in patria , e ne lu scons.-
^ '§."vl. Per Sollecitudine, Affrettamcn-
to. Lat. celeritas, sollicitudo. Gr. zxy,J-r,i.
Frane. Sacch. no.. 2.4. Ma perche la ma-
leria avea bisogno di spedizione , egU le-
ciono ragionamenU in che modo a porco
s' insalasse. , , . , ;. /.-,„
SPEDIZIONIERE. Co;.,, che nella tor-
te di Roma procura la spedizione di Bolle,
Brc.i ,0 simili.
* IS,. Spedizioniere , presso 1 Mercanti,
dicesi Colui che fa spedizione di mercaa-
-•: SPEDONE . Spiedione . T'a.. Esop.
36." Stiamo a pericolo di non ritrov'arc.
spesso in brigata per le pento e e spedon.
de- malvagi uccellatori, ili "'S'=.P''^-
Ilo (Fir. .8.5) 11 rimanente della tua
1 oste mollo da lungi rimuovi daUe schiere
! de' nemici, e fagli lunghi a modo d. spe-
done , perchè ec. (Ji)
J- SPEGLIO. Foce Poetica. Specchio.
Lai. speculum. Gr. /aroTirpov, J.^TTf^v
Dani. Par. .5. Miran nello speglio In
he, prima che pensi, A pensier pandi. A
3o. Come fec" io , per
far migliori spc
Ancor degli occhi, chinandom. a 1 onda
Che si denva . Petr. son. 271. Che sola
aj.1. occhi miei fu lume e speglio. £ .!0...
309. D.eem. spesso U mio fidato speglio,
L'an.mo stanco, e la cang.ala scora, ec.
Bemh. rim. 60. E.s.ccome d. spegUo Ln
riposto colore SagUe talora, e luce m al-
'"IT'f. nel signifc. del g. IH. f Spec-
chio. Petr. cip. .3. Questo fu d. v.rtu
l'ultimo speglio. (D) .
J SPEGNEKE. E.r(./>s.<ere, clic dicia-
mo anche Smorzare; e propriamente si
dice del fuoco, del lume, della luce, de
.avori, e .nmili. Lai. e.rtingiiere. Gr.
Xvo^iv. iJoir. ,.0... 68. 9.0vese'lu,
rea femmina? tu bai spento d lume per-
chè non li trovi. £ no.. 77. .3. Anma-
,„o un poco a vedere se d fuoco e punto
spento , nel quale questo mio novello a-
manle tutto 1 di mi serivea che ardeva .
Petr. canz. l3. I. Quel fuoco , eh .0 pen-
sai che fosse spento ec. , Fiamma e mar-
tir nell' anima rinfresca. ;■. canz. ql. 2.
E la soave fiamma, Ch' Amor, lasso, m .n-
fiamn,a , Essendo spenta, or che fea dun-
que ardendo I E .-o... 2.3. E dunque ve
ebe innanzi tempo spenta Sia l alma luceJ
Dani Inf. 33. Non è quaggmso ogni va-
pore spento 1 E Par. 29. Si che spenti
Nel tuo disio gi'a sou tre ardori, ^oder
Colt. 99. Se egU sappia di secco ( il .1-
„o , , o al.b.a odor cattivo, cacc.nvis. den-
UO fiaccole accese , e vi s. spengano , o
ferro infocato.
Si S \. E in signific. neutr. pass.
„ Vant. liif .4- E sopra loro ogn. va-
""VVT Spegnere, dice.,, anche della
caLl. e .nt'e Iettar '■J"-f;'^'';,fZ
na .i.a per distruggere il lalore che na
I
j3o8
S P E
S P E
S P E
dt Tutte If cose, cui si tolga vita, moto,
sendme/itu , o simili. I ali ad. Genn. l!^.
Tu luro si vuole l' «-rlia ispegnere divel-
lendola (ciac, sterparla in modo, che più
Dun rinasca). Dan). Inf. 12. K Ot tizzo da
Esli , il qiiiil per vero Fu spento dal fi-
gliastro su nel mondo (cioè, fu ucciso).
£ Par. (\. Come Almeonc, dir di ciò pre-
gato Dal padre suo, la propria madre spen-
se (cioè, uccise) . /•,' 26. Mentr'io dub-
biava . per lo viso spento Della Jul(;ida
fiamma , che lo sp(>n>e , Uscì un .spiro.
j5«(. ivi: La <|uale fiamma fu quella che
spense la mia vista col suo smisurato splen-
dore. Dant. Par. 26. La lingua eh' io
parlai, fu tutta spenta. Put. ivi: La lin-
pa
lo modo del parla-
gua eh
re ehr IO Adam Uiiai, «piandu fui nel mon-
do, tu tutta spenta, cioè venne tutta me-
110. Ilor^lt. Orig. l'ir. 182. Una opinio-
ue di lun^^a mano, e ronfcrmata con l'uso,
non si può così agevolmente spegnere ( cioè,
levare, annientare, tor via ) .
*é §. I V. .S'prpnerc alcuno divita, vale Uc-
cider/o. /foce. 'Pes- l. 10. Uomini in somma
nel suo tcnimento Non IascÌa.ssono entrar,
se aveao dì lei La graiia cara : ma cia-
scuno spento Di vita fosse che vi si ac-
costasse- (Br/ Leop. rim. po. Vo' che il
ciuffo più non porti , •'^ol dì questo mi
contento , Ne sarà di vita spento Poiché
tanto amor gli porti. (Cj
•j- 'J' §. V. Spegnere, vale anche Di-
struggere , indurre al niente, lìorgh.
Orig. Fir. 263. Essendo già da tante e
tante centinaia d' anni avanti spenti i li-
bri publtiici dell'archivio. £"267. Cicero-
ne noli Volendo che UD monumento, che
disegnava lasciare per memoria della fi-
gliuola, per mutamento de'padroni, o per
qualche e* si fosse altro accidente, si po-
tesse mai spegnere, ed in quanto e' pote-
va eternarlo, l'accompagno con una cap-
pella, o teiiipielto. (ì } farcii. Slor. !\.
85. Opera empia veramente e da dover
essere non solo biasimala, ma spenta. (Cj
§. VE Spegnere, per Cancellare. Lai.
delere, cxtinguere. Gr. t'^x^sipstv. à^«-
vi^eiv. Dant. Purg. l5. Procaccia pur
che tosto sìcno spente. Come son già le due,
le cinque piaghe. Mil. M. Poi. Scrivono in
sulla porta della casa lutti gli uomini degli
t)sti suoi il die elle vi vengono; e 'l die che
se ne vanno, sì spengono la scrittura.
1* '^ §■ VIE Spegnersi il mondo d' al-
cuna pcr.wna, ocosa, vale Restare il inondo
senza alcuna persona, ocosa. Cecch. Dot.
3. 2. Ha paura che il mondo si spenga
di fanciulle. (J')
§. VII E Spegnersi , si dice anche pro-
priamente delle Famiglie allora che ne
manca la successione. Lat. defìcere, extm-
gui. fìr. eKj.£t':r£iv, c^evvusrjàat. G. /'.
4- II- 1- E tutto il [loggio di Montu^hi
Di loro, e oggi sono spenti. Scgr. Fior.
j4s. 1. Non sono ancora al tulio spenti I
suoi consorti.
# §. IX. Spegnersi il seme, come de'
can gialli. /'*■</. 'gIAELO, g. V. (*)
§. X. Spegnerv la sete, vale Cardare,
Cavare, o estinguere la sete. Lat. sitini
sedare, extinguere. Gr. oSivvj'siv zò òt-
<^0i. M. ylldohr. Ha virtù di rallVi-ddarc
il grande calore della febbre, e lolle e spe-
gne la sete, l'etr. canz. 22. 1. Chi non ba
Tauro, o '1 jierde. Spenga la tete sua con
un bel Vetro. Cavale. Dtscipl. spir. Come
r acqua , che altri Iia in mano, non ispegnc
la sete della bocca ; così l'oro in borsa non
può tor la sete del cuore.
* §. XE Spegnere /' appetito, vaie Fstin~
gnfrlo. ì it. SS. Pad. 1. I.'|l. E* An-
gelo toccandogli ì piedi e la bocca leccio
sano, e diedegli per Divina virlude gran-
de sapienza, e scìenzia, e speusrgli ogni
appetito dì mangiare. [C)
* §. XIE Spegnere, dicesi anche della fa-
rina, e vale (•etlar acqua sopra la farina
per ridurla in pasta. (C)
'.- SFKOMBILH. Add. Che si può spe-
gnere. Salvin. IVic. Ter. Che via lenendo in
non spegnil)d fuoco , Paisà senza trava-
glio. (.1/
SPE(;MMF..NT0. lo spegnere. Lat.
extinclio. Gr. a.TT^'i fi l'ili.
g. Permetaf. Maestrtizz. 2. 29- I- Sono
eunuchi, ì quali se medesimi castrarono per
lo regno del cielo, non per lagliamenlo di
membro, ma per ispegniraento de' mali pen-
sieri.
SPEGNITOIO. Arnese di latta stagna-
ta, o simile, fatto a foggia di campana, per
lo più con manico ad u.to di spegner lumi.
Lib. son. Q2. Duo spegnitoi parien ila torchi
veri. Buon. Pier. 3. 2. l5. Che a quel mo'
pari pare Lo spegnitoio del cero Del nostro
parrocchiano. Rusp. son. 3. 191). E frìgge e
les.ta in uno spcguìloìo Cb' ei ciufib in
chiesa.
+ SPEGNITOBE. / erbai, ma.ic. Che ,
o Chi spegne. Eal. extint tor. Gr. 0 otTlOl'
^svvyVa;. Cap. Jmpr. 6. Acciocché non si
trovi fra noi alcuno rilH;lb> da* giusti e ne-
cessarìi comandamenli de* nostri correi lori,
spegnitor delle prime cagioni de' mali (t/iti
per metaf. ) ^ Amor. Vis. 23. Amor, del-
l'alme sagge chiara luce. Tu sei colui che
ingentilisce 1 cuori ec , O spe(:nilor d'ogni
cosa molesta (qui pure metaforic. } . (li)
SPEEACCHIAJO. Add. Pelato. Lat.
depilatus. Gr.txrpty/jt^it^. Malm. 2-65.
Trovato il cesio spelacchiato e smorto.
^ Benv- Celi. ì'it. 1- 1^6. io non volevo
menar\'i ec. qualche spelacchiala cornac-
chiuccia. (Ct
SPELAGARE. Uscir del pelago ; con-
trario d' Impelagare. Lat. enatarr, eluctari^
emergere, (ir. «vaoji^&w»- Car.lett. I.Sp
Lasciatelo un poco spelagar da ie , che non
atl'ogber'j cosi di leggiero.
# §. E per similit. vale Uscir di chec-
chessia. Car. Utt. ined. 2. 186. Il Cardi-
nal di Trani non puu spdagare ancora
del suo male. (IVj
SPELA<;ATU. Add. da Spelagare; U-
scito del pelago. Fr. lac. T. 6. I.^. 11.
Dentro e di fuorc oppressi D* amore spe-
lagato.
SPELAIlE. Pelare. * Pluf. Adr. Op.
mor. 2. ^61. Infra ì Persiani sì spelano e
si stafiìlano le ve>(ì e In tiare dì coloro
che vogliono gastìgare. (Ct
g. in signijic. neutr. pass, per Gettare,
o Perdere i peli. Eal. ptlos ahiicere . Gr.
i(»i)ojora(. Buon. Fier. 2. l\. il. S' in-
tarlano, s' intignano, si spelano.
:*.' SPrEATO. Add. da Spelare. Prg.
Spir. Gli occhi velati, e coperti : la barba
spelata : la bocca insanguinala per lì ter-
ribili colpi. iCj Salvin. Opp. Cacc. Un altro
fuor dell utero sbalza embrion perfetto, e
un altro dentro spelalo porta. (A)
SPELA//AKH. Termine de' lanaiuo-
li j ed è il Trascerre la lana , e quasi
pelandola , cernere la buona dalla cattiva.
Cant. Cam. 26^. Benché l»i-ll' arte sìa lo
s) eluzzare. Donne , noi dìvettiamo. Huon,
Pier. 3. 4- *0. S' io li piglio quel ciiiiìo
tuo canuto ce. Te lo spelazzcro per gui-
sa tale, Che delle bcfl'e lue tu ti riman-
ga (qui per similit., e vale pelare) .
SPELAZZATO. Add. da Spelazzare .
Alleg. 27. E con una giornea Spelauata
e plebea Un , che non sa dir pappa ce. ,
Viene a far btterali.
« SPELAZZATURA. Term. de' la-
naiuoli. Ripulitura della tana lavata e
divettala, per distinguerla dalla ripulitu-
ra in sudicio, che si fa prima della la-
vatura. (A)
SPELAZZINO. Che .ifKlaua Jlforg
2U. 11!). E hannovi in un selcio i Pal.i<
dini , Poi fuggon lutti come spelazzinì.
Burch. l. 5. E io concbìuggo , che gli
spelazzinì Ciascun vorrebbe doventar lo
Scrocchi. F i. 27. Pregovì , soccorrble
Roncìsvalie , Cb' è assediata dagli spelaz-
zinì.
t SPELDA, e SPELTA. Sorta di bia-
da, il Cui seme e piccolo, e più bruno di
quello del grano ortlinario. Eal. ifa- Gr.
^2 a. Cr. 2. 21. i^. Ancora convenevol-
mente si seminano insieme il fiumento, la
spelda e '1 miglio e '1 panico . E 3. 21.
2. Se tre parti dì spelda con la quarta
parte di fave si mìschi, della soperchievo-
le grassezza delle fave e della molla leg-
gerezza della spelda sì fa pane assai bello
e buono, e alla famiglia conveniente. Dant.
Inf |3. Quivi germoglia come gran di
spella, f'olg. Diosc. La spelta è più re-
stosa e più lopposa del farro. Maesiruzz.
l. 3. Avvegnaché alquanti tengono il con-
trario della spelta e del farro, dicendo e*
hanno similitudine di grano, liurch. \.
112. Lappole, e spelda, e semola di farro.
SPELEAME^TO. T. de' Medici. Esco-
riazione della tenera cuticola delle parti
più dilica te del corpo animale. Cocch .
Spellamento virile. (A)
•f * SPELLALE. Stracciar la pelle.
Red. l.ett. Ila tutte le mani screpolate ec.,
e son rosse, e som» spellate. Corsin. Tor-
racch. 8. 3^. Ma qual fiero cìgnal che cir-
condalo Trovasi al bosco dai feroci cani ,
Or l'uno or l'allro orribile, adiralo Az-
zanna e spella e quel riduce in brani. (A)
^- SPELLICCIATA. Lo stes.io che Spd-
licciatura. Car. Apol. l83. La gente si è
risoluta di far testa, e dì darcene una buo-
na spellìccìata. (Br)
SPELLICCIATURA. .Vi dice del Mor-
dersi de* cani j e per metafora degli uo-
mini quando si riprendono aspramente .
( hide si prende talora per Aspra ripren-
sione. Lat- vehemens ohiurgatio , repre-
hen.uo. Gr. JoiOo^i'a. l'arch. rim. buri.
I. 33. Ma glìen'ho data una spclliccia-
tura , Che tappeto mai tanto non si
scosse.
*\ SPELONCA , ed alP antica SPE-
LUNCA, e SPILO>CA. Luogo incavato
nel terreno; Caverna. Lai- spelunca, spe-
cus, sftelaeum. Gr. 5— i;)«iov. But. Par.
22. 2. Spdonca è caverna di monte, dove
sì sogliono appiattare li malandrini e li
rubatorì per non esser veduti, e per aspet-
tar li mercatanti che passino, li quali ellì
po»s3no rubare. Pocc. nov. 3o. 2. Non h
ei;li perciò che alcuna volta esso (Amort)
fra' folti boschi e fra le rìgide alpi e nelle
diserte spelunche non faccia le sue forze
sentire. E l.ett. l'in. Ross. 286. Rinchiu-
so nelle segrete spilonche de' monti, delle
radici d* erbe ec. sostentasse la vita sua.
Petr son. i33. S'io ro>si slato fermo alla
spelunca, L'a dtive Apollo diventò profeta,
Fiorenza avria fors* oggi il suo poeta.
Dant. Inf 20 Ebbe tra bianchi marmi
la spelonca Per sua dimora. Vìt. SS.
Pad. I. 124. Andando poi a sua posta a
quella spelonca, dove sapea che 'l drago-
ne era. Bern. Ori. 1. 2O. 2. Cercar bu-
che, spilonche, grolle e sassi.
g. Per similit. Ricetto, Ricettacolo. G
f. IO. 29. 6. Dappoiché si rendè a Ca-
struccio, era slato spelonca dì tulle le ru-
berìe e raicidìi. E IX <»5. 7. Calete era
un ricetto dì corsari, e spìlonca dì ladroni
e pirati di mare. 3f. / . 7 93. Trd»olalo
ì navicami di quel mare, e fatto di quel
luogo spìlonca dì ladroni. Dant. Par. 22.
Le mura, che solcano esser badia. Fatte
>ono spelonche. But. ivi: Falle sono spe-
lonclie, cioè ricettaculo di malandrini e di
malfattori.
SPELTA. Ved. SPELDA
f.' SPELUNCA ì'ed. SPELONCA
' cioè , nasco>to in
, e stragi). (O
Lat. spes. Gr.
Di viva speme ,
S P E
* SrELUSCOSO -lild. ila Spelonca.
(111. l'om. Inf. 25. !\ir,- Otliraamente io-
duce r autore cosi granile e speluncoso
ladro come fu Cacus
ispelonca di gran furti,
SPKME . Sycriinza.
ÌÌKÌi. D<^'»t. Par. 20.
che miic Mia pos$a >c' pncphi i.iU» a Dio
K 25. Spemi', tliss' io, i' uno aUmdcr certo
Delia gloria fulura. il qual proiUicr Gra-
«ia divina e preceilonte mcrto. ^ut ni •
Speme ce, cioè ec. spcranta. è una certa
aspetlaiion.- »U gloria che <Ue vroirr cioè
ai vita eterna. Petr. son. 212, the di
gioia e di speme si di^arnie. fi/oc. 2. ^8-
A.'li Iddii pijcijuedi donarmi te. in cui la
mb iptme, beata lallo gi'a secca , ritorno
verde. Taxs. Cer Ip- 53- Siate, o com-
pagni, di fortuna all'onte invitti , msin
che verde è 6or di speme.
§. Fiptratam. G. V. IO- 23o. L Niu-
no Santo ec. non può perfettamente ve-
dere la beala speme , cioè Iddio in trini-
tade. E II- i^?- 2 Come i Spanti sono in
vita etern.i , e veggiooo la beata speme
della Trinità.
SPE^DE^TE. Che spende. Scialacqua-
torv. Lat. prcilipis. Gr. ^lajjyTtxo?. Jf'i-
Pand. 2. Perchè non dobbiamo noi piut-
tosto essere massai, che spendenti? E !\.
Riprendo un padre di famiglia , che non
vive piuttosto massaio, che spendente. Ar.
Ca.t.t. I. 5. E che i più ricchi e i più
spendenti {liovani V eran , che in altra
citla che si nomini.
f 3SPE>DERE. Dare danari, o altre
cose^ per prezzo e mercè di cose venali, o
per qualunque altra cagione. Lat. impen-
dere, erogare. Gr. oaTryvav, izcoi -nbui.
Tesorett. l5. I19. (he quelli è largo e
saggio. Che spende lo danaro. Bocc. nov.
^j). ^. Faceva feste e donava, e il suo
sèma alcun ritegno siendeva. E noi-.
60. 17- Nnir altra moneta spendendo, che
senza conio. Din. Comp. 3. 84. La mo-
neta ec. spendeano in così fatte derrate .
* §■ l- Spendere, .fi usa anche asxo-
lutant. « Bocc. nov. ù^. l3. Voi m'ave-
te lungo tempo stimolato che io d' amare
questa mia nemica mi rimanga , e pongo
6nc al mio spendere»». (C)
^ g. il.SpendersifO ISon ispe/idersi una
tal moneta, vale Correre, o Non corre-
re. Essere, o ^on essere ricevuta in pa-
gamento una tal moneta, tt Bocc. nov. 53.
4. Fatto dorare popolini di ariento , che
allora si spendevano ec. , gliele diede». (C)
§. III. Per Comprare e provvedere il
vitto. Salvia. Disc. 2. (\l^. Udite adun-
que, come egli parla al suo fattorino di
liottega , o gai-zone di casa , mandandolo
ÌD mercato a spendere.
■f- sj! g. IV. Spendersi in una cosa , o
•• per una cosa , vale Occuparsi ad una
cosa. Darsi ad essa. Segner. Mann. J\ov.
11. 3. A parlare con proprietà, sarai ben-
sì giusto (giacché non tralasci di spenderti
per quello a che sei tenuto ) ma non {;ià
misericordioso. Misericordioso sarai qualor
tu ti spenda per quello a che sei tenuto,
e per più di quello, (l'j
§. V. /-Vr Consumare , o Impiegare
semplicemente. Lat. insumere, impendere.
Cr. «vaJi'sxstv . Bocc. nov. gS. 17. Ve-
nistivi tu vago della mia vita ec. Io non
so come io la mi possa meglio spendere.
E nov. 100. 2. In niuna altra cosa il suo
tempo spendeva, che in uccellare e in cac-
ciare. J'etr. son. 3l2. Pentito e tristo dei
miei si spesi anni, the spender si dovea-
no in miglior uso. E canz. 3^. 2. S' i' '1
dissi. Amor 1' aurate sue quadrelli Spenda
io me tutte, e l' impiombate in lei. Danf.
Pur^. 12- Più era già per noi del monte
volto . E del cammin del Sole assai più
speso , Che non stimava . J it. SS. J ad.
S P E
1. 128. In che hai speso Ìl tempo tuo!
die hai fatto inCno ad ora? Salv. Spin.
ìì. (). Senta avervi a spender [arola . da
colóro, per Io Iiov.iinu quivi u qui-U" ora,
fu presupposto eh' io ros>i Guelfo.
V ^. VI. per Esporre , col dativo. I it.
S. Margh. l-'ip- Pi-r cui ho speso lo corpo
mio a paNsione ed a tormento. ( f }
• | :;: g. VII. Spentiere , detto di per-
sona , in signific. alt. vate Giovarsene ,
Trarne comodo, utilità, / revaler.ù di
essa in quali he Insogno. Lat. ufi. yir.
Eur. II. 8- Lo scudo, e il deslrier snel-
lo e me li dono; E rome vuoi mi spen-
di. (DJ Pemh. leti. 2. Prego mi coman-
diate e mi .spendiiile confidentemente per
(jucl tanto, he io vaglio. f/^J lied. lett. 2. 16.
In qualsisia occorrenza che crederà tro-
varmi abile a servirlo , mi ha sempre da
ndere con ogni confidenza niaggio-
S P F.
l3(V)
>pen
re. (A)
* §. Vili. E in signific. neutr. pass.
Ciir. lett. 2. 44- '" "" spendo con vo-
stra signoria per quanto vaglio in servizio
di questo amico, f/f)
SPEiNDERFCCIO. Jdd. Atto a spen-
dersi. J."^ lior^h. Mon. 203. Ebbe questo
uso origine pur anch' egli dall' antico uso
romano nelle medaglie e monete spende-
derecce. (ì^)
t g. Talora vale Che si diletta di
spendere. Lat. prodigus. Gr. otw^UTi/o;.
Ott. Com. Inf. Ì3. 253. Questi fue con-
sumatore e discipatore de' suoi beni, spe-
zialmente colla brigata spendereccia. E 29-
5o6 Questo fu messer ISiccolo Salimbeui,
cavaliere largo e spendereccio. Bocc. Lett.
Pr. S. Ap. 3l2. Dicono eh' egli va nobi-
leniente vestito di porpora, non sappiendo
che cose di magnifico non sono essere in se
spendereccio.
^i SPE>DIMENTO. La spendere, Con-
sumamento. Lat, impendìum, insumptic.Gr.
t3Ìiy'XùiCt^ . Pros. Etor. 3. 124 >on di-
co assolutamente di minor frutto , ma di
più lungo spendimento di tempo e di ope-
ra, n
t SPENDIO. F. A. Spesa, Lo spen-
dere. Lat. impensa, sumptus, dispendium.
Gr QV.-vvr,. G. T'. H ^■ I- Inconta-
nente fcciono oste a Grosseto con molto
spendio . Dant. Inf. 7. the con misura
nullo spendio ferci . Ott. Com. inf. 7.
io4- Prodigalit.ide è uno scialacquamento
e spcndio delle proprie faculladi.
-j-SPE.NDITOnfc:. / erhal.masc.Che.o Chi
spende ; e SI prende ancora per Colui che ha
la cura del provvedere per It N.vcgni della ca-
sa. L:ìt.dispensntor . Gr- cixo-^óuo-. LJocc.
Introd. 52. Sirisfo, famigliar di Panfilo, vo-
glio che dinoisiaspeoditore. G '' ^ *'''^
r. 9. i56.
I. Era canierlinjo', e spentlitore de' beni
lor dati per Dio . Bern. Ori. 2. 24- ^•*'
Ecco un abate ^li attraversa il passo, Limo-
sinier di Carlo e spenditore
g. Dicesi anche Spenditore a Chi spen-
de assai . Lai. largitor , prodigus . Gr.
ctfltyyrt/s; . But. Gli uomini che arric-
chiscono di subito, sono smisurati spendi-
tori . Agn. l and. 4- Se gb spendilori vi
dispiacciono, chi non è spendente vi debbe
piacere. Cron. Teli. !\6. Crescendo e al-
levandosi colla madre, divento grande spen-
ditore e male allevato.
SPENE. Voce poetica. Speme. Lat. .'tpes.
Gr. g/TTt'?. Dani. Purg. 3l- Del passare
innanzi Dovessili cosi spO;
rliar la
E
Far. 24. Sovra la qual si fonda l'alta spe-
ne. Petr canz. 39. 3. Or li solleva a più
beata spene. Li canz. 43. I. Amor, quan-
do Bona Mia spcne e '1 guidardon d' ogni
mia fede. Tolta m' è quella onde altendea
mercede. Tass. Cer. 3. i3. Ben con allo
noi conviene , Dicea . fondar
principio
dell'Asia oggi la spene.
S^E^^ACClilAI\E. Levare, e Guasta
re parte delle penne. Lat. pennas evellere,
pennis despoliare . Gr. aTTTE/JOv Toiiìv .
J*e(r. cap. 5. E la faretra e 1' arco avean
spezzato A quel protervo, e spcnnacdiiate
l'ali, loliz. slanz. 2. 28. E par che tutte
gb ip.nnaccbi 1' ali , E che rompa al me-
scbiii 1' arco e gli strali.
SPEN^ACCMlATt) Add. da Spennac-
chiare. Lor. Med. canz. 55. 6. E' si son
pien di pollini, E son tutti spennacchiati.
CirilV. Calv. 3. 96. A questa volta ìl gufo
fia pur egli Che rimana nel vischio spen-
nacchialo . Buon. L'ier. 2. 2. IO. Ecco i
colombi qua del lUmbussalo, C'hanno per-
duto r urlo, e spennacchiati S'accovaccia-
no e dormono.
g. i'er metaf. si dice di Chi è male in
arnese. JJv. L)ec. 3. Kondimeno cosi spen-
nacchiato, com' era, il conosceva la gente.
V dicevano ih' egli era stato conestabile .
ì arch. Stor. l5. 61O Gaddi se n* andò
tutto spennacchiato in camerata nella villa
del fratello . Morg. 16. 5?. Rimase Or-
lando tutto spennacchiato. Quando e'senli
quel che '1 cugino ha dotto (cioè^ confuso
e sbigottito ).
5;: SPF-JN'IVACCIIIERA . Lo stesso che
Pennacchiera . Corsin. Torracch. 3. Ì\6.
Splende Vincenzio in ricco abito giallo,
ce. Li fa gran spcnnacchicra in lesta un
ballo, Li pende al fianco un brando . il qual
ce. ifi}
•f SPENNACCHIETTO. Dim. di Spen-
nacchio, lied. Ins. 128. Queste •farfalle)
erano di color capellino sbiadato, tutto ra-
bescato di nero, con due larghi spennacchiet-
ti neri in testa.
SPE^^ACCHIO. Pennacchio. Lat. cri-
sta. Gr. JÓfO^. Tarch. Stor. In questo
tempo non si vedeva altro per Roma, che
spennacchi. Bern. Ori. 2. i4- 58- Quando
°li vide il Re sì ben guerniti D'aimi lu-
centi, e gli spennacchi in testa, ec. JUv.
Acc. 142. t omparì in piazza lo Heggente
magnifico degli Alterati in farseltin dorè,
calzari snelli ed attillati, e grao berrettone
pien di spennacchi.
3 S1'E>^ARE. Cavarle penne. 'L^il. pen-
nas detraherc. Gr. TTTe^a àf'J-ipzt-J. Tes.
Lr. 5. 2J. Quelle (cicogne) che giun-
gono troppo dietio air altre , sono prese
e spennate e percosse dall' altre mala-
mente .
g. I. Per metaf. Frane. Parh. 55. l3.
Perocché forte ispenna Ciascun di fama e
d'onor e di laude. •? « Eav. J'sop. Has-
sene elello uno Ira tutti gli altri, cui me-
glio si credeva potere spennare, e diceva-
li : più t'amo, che niuno (parla di mala
femmina, che adescava i giovani per aver
danaro. L' edìz. di Padova 1811 a pag.
114 /f^e .■ cui meglio credè 6 nir e sue vo-
glie , ec ). fB)
g. li. In .tignific. neutr. e neutr. pass.
vale Perder le penne. Dani. Inf. 17. Ne
quando Icaro misero le reni Senti spennar
per la scaldata cera. '^- Er. Ciord. l'red.
3x3. Il lingiovanir delle | ianle è un se-
gno espresso della risurrezione . Ancora
essemplo degli uccelli che mudano , che
si spennano lutti , e rimettono le belle
penne nuove, l C Pj
•■{■ SPENAATO . Add. da Spennare.
Guìtt. lett- 8. NeT alie sue spennate non
avea penne alcune ( ISel testo stampalo
/eggesi : Se ncll' ale suoie spennale avea
penne alcune ).
* g. fer Senza penna. Scgner: Mann.
I\ov. 28. 3. Ma sulla terra non sono saet-
te conipitej sono spennate, sono spuntate;
e però non fanno alta piaga. (Cj
'•? SPENSARE. / . A. Dispensare. Zenon.
Pist. 81- Vivo molte volte elesse. Che mor-
to ìl corpo sólo a te si spensi (cioè, sia dato,
ne sia fatta copia). (C) Er.Lac. T. 2. 2.
5. E seco porto cose da spensare (f" )
i3io
S P E
S P E
S P E
s;: SPENSATORE. V, A. VcrhaLmasc.
Che, o Chi spensa. Ott. Com. Inf. z^.
575. Elli (Giuda/ era de' dodici Apostoli,
e aveva singolare oETizio in quello colle-
gio, che t'j;li avca \d borsa, 1; fra speasa
tote (f/iii %>ale Spenditorc). ((')
•j- «s SI'ENSERI'A. /'. À. Spesa. Cron.
Strili. 125. E qucslu pezzo del solaro e
palco , com' è detto ec. , fecero alla loro
!>peaseria , e di loro moaeU ■ /'/ 1 26. E
tulle queste cose fecero a loro spctucria,
e (li loro dauarì proprii. f fj
SPEASH-.RATAfiGI.NE . Traicuraggi-
ne , l.o stare spen.iierafo . Lai. incuria .
Gì. a_u£>ita . Jiuon. /'ter. 3. 3. 12. l'.
iacatenato Nej;li orrlii altrui si stia rin-
rbiuso al Ituio Della spensierataggine .
Borgh. rese Fior. ^^67. A cui per av-
ventura non paresse lauta spensierataggi-
ne veriximile.
^- SPE.NSIERATAMENTE. Àv^erh.
Sbracatamente, Senza pensieri. Lat. otiose,
incuriose, Gt. «'^57 w;, «ute) w;. Irati- gov.
fam. Vanno S|'ensi(Tataniente mattina e sera
a tavola apparci'chiata. Jiorgh. /imi. l'ani.
Ilo. Esser posto a caso, e troppo spen-
sieratamente, (l'j Iniperf. /'. Tih. D.
4- T. 12. 3l(). pLT r altra via procedono
spcnsi<Talatnente gli stolti, i <{ualt piglian-
do regola dagli eventi , come strada piii
corta e di minor fatica e attenzione , fa-
vellano alla sicura de' falli altrui. ( F)
SPENSIERATO . Add. Trascurato ,
Senza pensieri j contrario d' Impensierito.
Lat. negligens, inconsiderans. Gt. ap-zX/,;.
Tac. Dai'. Ann i. i8. Trovangli per le
letta r lungo le mense spensierati, senza
sentinelle, ec. Matt, Franz, rim. Intrl. 3.
92. E stando rome polli nella stia. Si vi-
vono a pie pari spensierati . Buon. Fier.
I. 2. 4. Giovani, non è vero? Spensierati,
oziosi, dolci, vani? F 3. 3. 2. Ue'signori
occupati, E per natura spesso s])ensierati.
JC 4. intr. Mostrati |'iù che mai In volto
lieta, e in vista spensierata. Maltn. 1. 83-
Così mai sempre in feste ed i^ convito
Tirano innanzi questi spensierati-
^' §. F accompagnato con fra.tc espri-
mente la cosa che altri dot-rehbe avere in
pensiero. Segner. Fred. 6. 7. Essendo l>eu
ragionevole che Ì malvagi allora appunto
sian colti, quand'essi, o non credono alle
sue minacce ec. (CF)
3 SPENTO. Jdd. da Spegnere. Lat.
e.ftinclus. Gr. cSsjrei^. Dani. Par. 26.
-Mentre io dubltiava , per lo viso spento
Della fulgida fiamma ce. Sagg. nat. csp.
229 Accostandosi l' ambra gi^ strofinata
e cabla a quel fumo clic sorge da una
l'andcla spenta , questo piega subito alla
volta dell* ambra .
•"^ %. I- Calcina spenta, chiamasi Quella
i:he ha av-iilo l'acqua; contrarto di Calcina
viva. r. CALCINA, S- ">• fO
''? §. II. E Jìguratam. detto di Foglia,
lì Desiderio, vale Deposto. «« Dani. Purg.
25. Tal era io con voglia accesa e spenta
Di dimandar »» . ( Mj
^* §. III. Per Finito, Che non esiste
più . ■■ Borgh. Fir. Uh. 332- isisusci-
tare le antiche fiamme delle contese civili
giìi spente , o almeno con questa separa-
zione sopite» . (t'j
^ §. IV. Parlandosi di carte, vale
IVon leggibile. Cron. Morrll. 22^. lo trovo
per iscritto in alcune carte di Notaio già
consumate e stracciale, e quasi spente per
-.intichilii,un nostro aulico nominato Bug-
geri. fC)
^' g-V- Spento, per Freddo, Chenon .wnle
amore l' ii.tò il «• l'etr. .ton. Ili- L' ar-
reso mio desir tutto sfavilla , Talché 'n-
fiammar devna 1' anime spente » . fCf
t J|* g. VI. Spento , vale anche Privo.
Pctr. \on. 28. Negli occhi d'allegrezza spenti
Di fuor si legge coni' io dentro avvampi.
Dani. canz. Amor , da che convien pur
ch'io mi di';;lia Perchè la gente m'oda,
E mostri me d ogni vertute s|>entt>. Chiarir,
rim. 3. 167. E per tal via d* o^ni allegrez-
za spento Ila sempre in Callioice il pciisier
fi»... OD
%. VII. Figiiratam. si dice di Persona
mni^ris.tima. Lai. mi prctter ossa et pel-
lem hahent . Malm. 6- 2^- Perch' egli è
ossa e pelle, 0 cosi spento, Ch' ei par
proprio il ritratto dello slento.
^ §. Vili. Ditesi anche nello stesso si-
gnific. flagro spento, ed ha più di forza.
Pros Fior. Salvia, lett. !\. 1. 2y6. (Questo
che io dico è diventato magro spento, spa-
ruto, e credo che questa stiticberia col tem-
po 1' ammazzerà. iC)
t ♦§. I\. È spento, maniera figurata che
significa h finito ogni cosa. IranC. Sacch.
nov. i5q. Dicca : e dove ci sono quissi che
fanno roinorc ec. T Alcuni gli s' accostano e
dicono: mester V esecutore, andalevc a casa
ch'egli è spento. 'F)
SPhNZOLABK. So%pendere,o Sportare
in fuori da qualche sponda e luogo rile-
vato, Ciondolarej e si usa in signi/ìc. att. e
neittr. pass. Lat. su s pendere . Or. /.Oiy'Àj.
O. F. 12. 5o. 4- J^" preso i\ di-tto An-
dreas, e niesso.,li un capresto in collo, e poi
spenzolato dallo sporto della detta sala. Fir.
Às. 102. Si fece a quella finestra, e spenzo-
landosi molto bene in fuori, ec. Tac. Dav.
Ann. l\. l85. Altri guazza quanto ollrc
puo, altri si spenzola, o sporge le mani.
g. /'er similit. Frane. ^Sacch. nov. 74.
Quando l' ambasciadorc ne scese, s* attaccue
agli arcioni, lasciandosi spenzolare.
SPENZOLAI O . Jdd, da Spenzolare .
Lat. siispcasiis , pendulns , prapendens .
Or. xoì/jia/xsva; . Hocc. nov. 62. 7. Tu
mi torni a rasa colle mani spenzolate, quan-
do tu dovresti essere a lavorare. Fr. Gtorti.
Pred. S. Fosse messo in un canestro , e
fosse eollato da una torre , e stesse spen-
zolato . Frane. Sacch. nov. 74- Costui s*
andava colle gambucce spenzolate a mezze
le barde (cioè, ciondoloni). Beni. rim. 1.
106. E la torre, ove stette io due cestoni
\'ergilio spenzolato da colei.
SPtNZOLONE, e SPENZOLONI. Che
spenzola, (he sta pendente. Lat. pcn-
duliis , Gr. ixi-.ittipoi. Lib. Astrai. Cin-
ta con una catena , che ha il capo speu-
zolonc. Matt. Franz, rim. buri. 2. lOO.
Ne veiigon condennati nelle spese Colle
man verbigrazia spenzoloni. F 2. J06. E
nelle braccia pure allora apritevi Con la ber-
retta alquanto spcnztdonc. F 2. 170. laci-
nia d'una canna spenzolone. Con chìocriole,
lombrichi , o quab he untume , Piglia ra-
nonlii a lenza pel boccone. Fir. As. 102.
Quel tristo sacco d' ossa vcggendolo spen-
zoloni ed immolo, ancori he con non pic-
cola, ma con repentina ed inaspettata spin-
ta, ella il lece tombolare a capo di sullo.
Car. Matt. .ton. 2. il gufo strofinandosi ha
già rotta La zucca, e '11 sulla stanga spenzo-
loni, l'er farsi formidabile a'piocioui, Scbia-
niazz.i e si dibatte e sbulfa e sbotta.
SPERA. Globo, Palla, Sjera . Lat.
sphftra, orhi.t. Or. «^otTpa. Uh. Astrai.
La spera è una delle figure più grandi ihe
in tutta r arte di geometria si può figu-
rare , e che più tosto si muove da ogni
parte , perocché è rifonda da ogni capo ,
e le lineir che escono de' punti d* ella si
s' accordan con tutti nel punto di mezzo,
e per questo è più noliil figura che tutte
l'altre. Dant. Inf. 3^ Tu hai li piedi in
»u pirriula spera. Che l'altra faccia fa tlella
fjiudecca. Biit. Inf. 3^. 2. Spera e corpo
tondo da ogni parte. ^ l-'fl^- B. U'»il.
10:'| Una notte, poiché fu ispcnlu il lume.
i-c. apparvono nella cella sua tre spere ri-
splendii-uti più chi- il Sole. (Cj
3 §. 1. Spera, per Tutto l' aggregato de'
cieli e de' globi celesti , e ciascuno d' essi.
G. F. IO. !\\. 1. Fece un trattato sopra la
spera mettendo che n«-Ue spere di sopra
erano generazioni di spiriti maligni. Dant,
Par. 2. La spera ottava vi dimostra molti
Lumi . Petr. soa. 2^6. Ma ben ti prejjo
che 'n la terza spera l.uttton saluti.
I §. IL Spera, o Spere del sole, diconsi
i fiaggi solari. Dant. Purg. 17, La spera
Del Sol debilemente entra per essi. $ Star.
/,'arl. (fQ. Come lo Sole ispande le sue <pe-
re. così si spande la predicazione del Vao-
gelio. ft j
* g. I U . S'pera, dicesi anche del Cerchio de*
raggi luminosi che .ti partono da un lume
qualunque, liim. ant. M. Poi. i. 129.
Si conio quel che porta la lumera La notte
quando passa per la via Alluma assai più
gente della spera Che se medesmu che 1*
ha in balia. FPf
§ IV. Spere, si dicono i Diamanti la»
varati in figura piana e semplice , a si-
militudine di una spera. .Sagg. nat. esp.
232. Dove le tavole {de' diamanti) die Doa
han tondo , quali sogliono essere i fioi-
nieiili delle collane , dette comunemente
spere, non vogliono tirare.
'è g. V. Spera, fu detto anticamente
in .tento di Speranza. Guitt. Bim. l. 7.
Non è noccntc spera Ne tema, oè dolor,
ned allegraggio. (Cj F lett. 37. 85. Di
ciò vorrei, secondo tua S|iera« di sovveni-
re aver Io pudere. liane. Sacch. Op. div.
2(p. Lotticr regnò tre anni in poca spe-
ra, liim. ant. Dant. da Maian. 77. Ma
già d'amar non parliraggio Amore, Che
buona spera m'àvc assicurato. (ì )
^'. VI. Per l.\pecchio. Lat. speculum.
Gr. cio^rpov. Frane, fìaib. 228. 1. E
guarda in una spera, l'er dimostrar che
vera .Maniera è di tenere Dinanzi provrc-
dere.
g. VIE Spera, termine marinaresco, col
quale si significano Più rotte, o fascine le*
gate insieme, che si gittano in mare die'
tro alle navi , per rattenerc il corso di
esse. Frane. Barò. 273. a. In luogo di
timoni Fa spere, e in acqua poni. Ar.
Fur. 19. 5J. Rimedio a questo il buon
nocchicr ritrova, t he comanda pittar per
poppa spere , E caluma la gomona , e fa
prova Di due terzi del corso rattenere .
Bed. Ditir. ^2. Citta spere ornai per pop-
pa, E rinloppa, o marangone, L' orcipag-
gia e r artimone. F Annot. 198. Gittare
spere, fare spfre, mettere spere, è termi-
ne marmarcsco de' nostri antichi.
't •*> §■ Vili. Spera, term. de' Medi»
ci, vale Supposta , Cura. Bed. Annot.
Di tir. 311. Va congellurando (il Sah'i-
ni J, che siccome la cura, o supposta vien
rhiamata spera per essere un \ol(iolo, co-
si jHissano essersi dette spere quei fasci
ledati e avvolti che si gittano in mare per
arrestare e rattenere la nave * d^l laliuo
spira. (A)
* SPERABILE. Jdd. Che può spe-
.-arsi. Lai. sperabilis. Gr. AmsTO;. .^e-
gner. Cnst. mstr. 2. l. IO. Se pero il
peccattire |>otesse ec. celarsi agli occhi del
suo Signore ec, quol dubbio e* e , rbe sì
diminuirebbe a gran segno il toilu reca-
to a Dio nel commettere 1' iniquità T Ma
questo non è siH'rabile. (") Aciad. Cr.
.Mess. 5. 558. Ordmo che ce. vi dose
dentro, valendosi ancora dcgl* Indiani per
il taglio dei legnami, e per quello di più
i he t'osse spei abile dalla loro aufficien-
M (Bj
t SPI RALF. Add. Di spera, ^enco. Lat.
sphaericus , sphaeralis. Gr. ofOUfSi/of.
t*lt. Com. Par. |3. 320. Ni per inchie-
dere il primo moltt, ne per saper geome-
tria, chi' investiga delle misure de* trian-
goli, e dell' altre misure ciicoUri e spe-
rali.
S P E
SPERANTE. Che spera. Lat. sperans.
Gr. ì'int'^wv. Jmet. ([0. Ufiif spoianli
<r operare. /' *)?.■ Si-rranli M salile a
«lueir onore. Pel qual più lìi non puu cer-
car thsire, Se lu-li >i niiia con iiileio core.
frane. Jiarb. ^\l\- 7 \ i cingine templi
su neir allo m'Uo. Nelli »|uai niostio e po-
ne Ciò eli" c'operanti dimandan perdono
t SPERANZA, ina delle tre virtù
teo/ogìc/ie, per In quale xperìnmo ili pos-
seder Dio, e di conse'^uirc i mezzi neces--
sarii a questo fine , pei meriti di ( esu
Cristo, lat. spes. <ir. «)7:i^ Ott. Coni,
par. ?5. 53<). Sperauia ec. è < cilo a>pet-
tamenlo .Iella fuluia lu-atitiidinc, vegnen-
te rfalb praiia <!* IiWio e <li pre. tdcnli
meriti. ìiut. Ptirfj. UJ. 2. Sper..nia e e-
spettaiionc de'lieni clic venire denno. /
2Q. 3- Sperania è attenzione reità della
gforia futura, prodotta lUVa yraiia divina
e di precedente merito, yllhcrt. cap. Ci.
La spcrania è certo aspettamenlo delia
lieatitudine e del para<li.so the s' aviìie.
Cavale, ^fed. cuor. ],a speranza diffini>< e
che è virtù che procede da' metili prtce-
cìenli e dalla divina yraaia. Vant. lar.io.
Be^num rahrunt violenxia paté Da caldo
amore e da viva speranza, Che vince la
divina volontale.
5 §. I. /: per Qualunque espeltazione
e credenza di futuro hene. Lat. spes.
Pelr. son. 21 3. (he suol far contenta Mia
vita in pene ed in speranze Imone. Jiocr.
noi-. 46. IO. Che ti par dì questa rea fem-
mina, in cui io gì!» la mia speranza aveva
posta ?
f g. II. Talora pigHa.fi in mala par-
tey e vale Timore. Lab. 28. IMi parca per
tulio, dove che io mi volgessi , sentire
mugghi, urli e strida di diversi e ferocis-
simi animali, de' (jualì la qualità del luo-
go mi dava a»sai certa speranza e tesli-
monianxa, che per lutto ne dovesse esse-
re, s? Cuicc. Star. l^. 219. Cn'ac(idente
di apoplessia sopravvenuto al capitano
Giorgio lo condusse quasi alla morte con
maggiore speranza che non fu poi il suc-
cesso ce. { L)
* §. HI. Chi vive sperando, 0 a spe-
ranza, muore cacando, o a stento, pro-
verhic vile, che vale Fssere una .sciocchez-
za il fondarsi sulla speranza. « Ciri fi'-
Calv (^. 128. Ma chi vive a speranza,
muore a slento, li.alm. 12- 3. Ma ehi
vìve a speranza, muor cacando >» . (C)
§. IV. Figuratamente dicesi a Persona
amata, per esprimere svisceratezza d'af-
fette. 7Ì0CC. nov. 28. 12. Fate adunque ,
dolce speranza mia, per me quello che io
fo per voi volentieri. A" nov. 77. i3. Così
come tu se' il mio hene, ed il mio riposo,
ed il nrio diletto, e tutta la mia speranza j
così sono io la tua. ^- j4r. Fur. 8. 77.
Dove, speranza mia, dove ora sei ? Vai tu
soletta forse ancora errando ? (NS)
§. V. T ssere di perduta speranza, di-
eesi di Persona da cui non possa sperar-
si cosa alcuna di buono. Jiocc. nov. l\\.
3. Quasi malto era. e di perduta speran-
za. * F g' 10. n. 8. Ecto venire un gio-
vane rbiamalu l*uMio Amliusto, di perdu-
ta speranza, e a tutti i domani notissimo
ladrone. iV} Seti. Ben. J arch. 5. 23.
Non islarò già a travagliare uno che sia
di perduta speranza.
SPERANZINA. Pim. di Speranza. Lai.
specula. C.r. €):rtoiov. Cecch. ine. k. 2.
Ben sìa venuta la mia speranzina \ qui
detto altrui per vezzo, nel si^nific. del
§. IV. di SPERANZA).
* SPERA^ZOSO . Jdd. Sperante,
Pieno di speranza. Lat. spei plenus. Gr.
ScijSCJv Segner. Fred. i. 12. Più timi-
do per la morie di uno, che speranzoso
per la salute dì diciannove , non sofferse
mai di commeltersì a tal ctmenlo. F Crtst.
S P E
in.vtr. 3. 36. 12. Chi dopo aver tanto of-
feso Dio si dimostra si operanaoso in quel-
l'atto stesso di andare alla sua presenza,
è segno chiaro, che ec. ( )
SI'EBAHE. Jvvre speranza j e sì trova
u.utto in signifìc. att. e neutr. Lai. spe-
rare. (Ir. e>ni'^£cv. t ant. Jar. 23. Al-
tro vorrìa, e spe'raudu s' aj paga. Jiocc. nw.
2. IO. Al quale eomc Giannollo seppe
che venuto se n'era, ninna cosa meno
spelando, che del suo farsi Cristiano, se
ne venne. F. canz. 1. l\- E maggior gioia
speio più d'appresso. / etr. san. 176 (he
sol truovo piel'a sorda com' aspe , J^Iisero
onde sperava esser felice. F canz. i\6. 7.
>è conlra morte spero altro che morte .
Svi. Jien. larih. l\. 22. (^ui non si può
dire che siamo mossi più da speranza al-
cuna, non ci restando più che sperare.
ias. Ictt. 18. Cou6dato , come io scrissi
allora, dopo la henìgnila del Cristianissi-
mo Re, in V. E. e nel favore che spera-
la (la lei. # Cuicc. vMor. 5. 98. Ma lo
Spa^nuolo o perchè più speia.sse nella
vittoria, o penile V autorità sola di Filip-
po non gli hastasse, rispose che insino non
avesse il medesimo comandamento da' suoi
Re, non poteva omettere di far la guer-
ra. (C)
§. !. Per aspettare. Attendere. Lat.
ejspectare. Gr. •jzpocco/vv. Peir. ranz.
37. 2. Di dì in tli spero omai T ultima
sera, Che scevri in me dal vivo terren 1'
onde. Foce. nov. l\Z. l3. Del quale non
s:ipeva che si dovesse sperare altio che
male. Guid. G. Più si sperava della sua
morte, che della sua vita. "^ yìr. I ur. 38.
59. Ch' altio si può sierar che hiasmu e
danno ? {P)
g. II. ]er Temere, benché si trovi
u.uito di rado in questo signifcato. Lat.
sperare, timere. Gt. s^TTl^siv. pe^ctcSTC».
t- / it. S. Fugen. 382. Melanzia veggendo
che il suo inganno era scoperto, veigo-
gnossi fortissimamenlej e spelando di es-
sere palesala e svergognata dalla gente ,
se ella non si argomentasse ec. Star, l-itrl.
121. Ti conviene ciascuno giorno sperare
la morte, e dimenticare ciò eh' è anda-
to. Bocc. g. 10. rt. 8. Qualumpie altro
avuta l'avesse ec , 1" avieMje egli a se
amala piullosto che a te : il che di me ,
se cosi mi tieni amico , come io li sono ,
non dei sperare, f Fj C. ì'. II. 117 1.
Mi fa molto turbar la mente, sperando
peggio per l'avvenire. M. T . l\- 7. Era-
no quelle (biade) già in tutta Toscana a-
li<ie , e io estremo da sperare sterilità e
male. .-Ir. Fur. l3. 3. Io portelo del mio
parlar supplizio, Perchè a colui , che qui
m* ha chiusa , spero Che costei ne darà
siiI>ito indizio.
^. HI. l er Credere, Stimare. Lat. e,ri-
stimair, reputare. Gr. •^cjut'Cstv. Bocc.
nov. 19. 8. Che speri tu, che una donna
naturalmente mohile possa fare a'prìcghj,
alle lusinghe, a' doni, a mille altri modi,
che u:^e^à un uomo savio che l'ami? F
nov. 6c). 10. Spen tu, se tu avessi o Leila
moglie, o madre, 0 6gliuola, o sorella che
a Nicostrato piacesse . che egli andasse la
lealtà ritrovando, che tu servar vuoi a lui
della sua donna? Peir. son. 70. La hella
donna , che cotanto amavi , Subilamenle
s'è da noi partita. E, per quel ch'io ne
speri , al cicl salita. '.' Fior. S. Frani.
105- T'ingegna dunque, disse il villano
(a S. Francesco), d'essere così buono,
come tu se' tenuto da ogni gente ec. ; e
però io ti ammonisco , che in te non sia
altro che quello che la gente ne spe-
ra. (7)
•f SPERARE. Da Spera per Paggio ,
in signific. att. vale Opporre al lume una
cosa per vedere s' eila traspare. Lat. ad
lucem tolfere. Cr. 9. 86. 5. A sperarle
SPE
l3ii
(l'uova), quelle che Ivnlucono son vane.
qurlle che non IraUicono son piene, ^^ngg.
nat. esp . i3i. Si scorgono jier entro il
ghiaccio, sperandolo all' aiiu chiara. Bed-
Oss. an. ^2. Per esserne mcìto tulio
«]Ui'ir umore viscoso, di cui son pieni que*
suttilissiiiii canaletti che chiaramente si
Vfggon serpegjjiar per la pelle, se ella si
speri al Sole.
t ••' g. /-. in .vignile, neutr. duesi di
(hi è estremamente magro, quasi tralu-
ca come cvrpo dtajano. Haldov. I.am.
( ecc. 8. Guatami ben che da ugni banda
i' spero Tanto son graizia tua macolo e
sciupo, (f)
SPERATO, jédd. da operare. Lat, spe-
ratus. Gr. sJ-Trtn: -e".-. Mor. S. Creff.
(Quando, compiuto questo tempo di batta-
glia, litoina alla sperata e promessa pa-
llia. Ioni. Par. 2.^. Fctle è sustanzia di
co.se sperale, E argomento delle non par-
venti. ^'. V. 2. 36. Accecati nella cupi-
digia della sperata liianma. FI li. 2. Per
ciqiiiie la toslana e sperala vendetta co-
minciarono a fabbricare a un'olla sedici
tiabticchi.
SPERDERE. In .fignifc. att. Disper-
dcìv, inondar male. Lat. perdere, disper-
dere. Gr. àt^&^hitpitv. 1 it. Bari. 3q. Or
andiamo, e sì là saliamo tulli insieme , e
niaoomet'.eiemlo lutti aspramente si del-
l'amore della pulcella , ch'egli ispcrda la
viilù dell" anima. Buon. Fier. L. 2. 7.
Filatere distese di formiche. Che '1 pie d'
un vialor sperde in un passo.
g. I. /•" in signijic. neutr. e neutr. pass,
vale Mancare j lenir meno. Lai. defice-
re, perire. Gr. O.Jz ir: l'iteti. Firn. ant. P.
i\'. Fnin. d' Aquin. Morrò pur desiando ,
Che lo mio core a me mecfesmo sperde .
J uon. Ficr. 2. 5. 7. Quesle io dovessi
Far traboccare incontinente in 6ume A
sperdersi fra Tonde.
g. II. .^perdere la creatura , o simili ,
si dice del .'\ on condurre le femmine pre-
gne a bene il parto j che anche diciamo
Sconciarsi , e parlandosi di bestie /-Porta-
re. Lat. abortir! , nbortum facere. Gr.
ay.yjiG/z V, Kyj5)oCv. Segr. Fior. Man-
dr. 3. l\. \ oi non ofl'endele altro che un
pczjo di carne non nata, senza senso, che
in mille modi si può spcrdcre.
f :r g. III. Km signifc. neutr. pass. Se-
gner. Co^if. iitr. ci'p. 2- Qui non v' è
mezzo: si è conceputo j non v' è modo dì
spcrdersì: o pailorire, o morire. (ÌJ
;'.: SPERDIMEKTt'. .Vo/ia«/Hr/T, Abor-
to. Parici. As. (A)
'f '^- SPEPDiTORE. Ferba/. masc.
Che, o Chi sperde. Disperditore, Spcrgilo-
re. Salvia, tliad. Uh. 18. v. 3o5. Come
quando è sonora e chiara voce, Quando
suona la tromba de' nemici Sperditori del-
l'alme, che ec. (A)
i? SPERDITRICE. f erbai. fewm. Che
sperde. Fr. Guitt. Firn, (nella pCota l36.
Cuitt. lett ) Ahi! come mala gente^ Di
lutto bene sperdìtiice. Vi stelle. :T )
£rEi;DL'T(J. Add. da Sperdere. Tac.
Pav. Star. 3. 3lO. I soldati pii^ati non
pensavau tanto olire ; fareali lor bassezza
sicuri; sperduti per le vie, nascosti per le
case, non chiedevano pace , e avcvan di-
posla la guerra (qui vale spaisi, vaganti;
il testo lat. ha : vagì per vìas ) .
SPEI ETTA . Dim. di Spera. Lat.
sphorula,globulus- Gr. CfUipìòt^v- Conv.
81 In sul dosso di questo cerchio nel
cielo di Venere ec. è una sperelta , che
per se medesima in esso cielo si volge.
SPERGERE. Disperdere , 3fandar per
la mala via. Lat. perdere j dissipare, di-
spergere. Gr. ci«9.&:i;C5tv. ijiaiy/ioa^ìiv,
otac77St'^£iv. pani ìnf. 33. Perchè non
siete voi del mondo spersi ? £" Furg. 27.
Lungo il peculio suo qneto pernotta ,
l3l2
S P E
S P E
S P E
Guardando prrrlir firra non lo spcrga.
a. /'. i). 325. .t, Malvjgiiiiiifnlc lr.illo i
lerraziuni, fb<; qua^i Uilli ^li sjn'ise,
§. Per Aspergere. Lat. aspergere , in'
spergere. Gr. s'mppai'viiv. Pai/ad. Giu-
gn. Sì vi sporgono su 1' acqua.
•f* '.i SPEHGITOlìE. I i-rf>al. wasc.
("he, o C/li disperde. Saii-tn. Opp. Cuce.
3. lOf). ('he se' alcUQ lupo srortirando ,
foimi Dflla pelle un tamliuro lien sonoro
Didinico, sperf^itor di frutti «• Inadt-, ce ( /i)
'S SPKRGITRICE. l'emm. dt .\pcrgi-
torc. Sitlvtn. Jtin. Oif. Ctiiara onorata
de' Flcgrci giganti Spargilrice ( Miner-
va). (J)
SPEKGIUnAMENTO. lo spergiurare.
Lat. pcriiiriiiin. Gr. i'^tiopyi». Mor. S.
Greg. La liisiUria ronimoiiSa sprsic volte
si ricuoprc o |icr ispergiuramciUo, o per
moicìdio.
SPEKGIURABE. Fare spergiuro. Giu-
rare per sostenere il falso ^ e si usa in
signi^c. alt. nctitr. e neutr. pass. Lat.
peierare . Gr. ìirtos/.ù* ■ Bocc. no\'. X.
23. Clii se ne poIreMie tenere ec. , veg-
gcndo i piovani amlare dietro alle vanità, e
veilendofili giurare e spergiurare? Fiamm.
L, li- Come non disrendono esse (folgori^
sopra il pessimo giovane, aeeiorrhc gli al-
tri per innanzi di spergiurarli alilnano te-
menza? Guid. fi. Chi arti6ciosjmenle giura,
arliCiiosainente si spergiura . y*/. l . 7-4'
Per la qual cosa roloro che avevano accatta-
to per la larga licenza, vinti da avarizia, si
spergiuravano . Macstnttz. 2. ly. Ancora
non è iscusato da peccato mortale colui che
per sollazzo e giuoco si spergiura, ('m-n/c.
Med. cuor. E centra questo Canno quegli che
senza grande hisogno giurano e spergiura-
no. ^ Uant. son. (lo maladico il di ec, E
nialadico la mia mente dura, Che ferma è
di tener quel che m' uccide ec. , Per cui
Amor sovente si sjiergiura . (B} Scgner,
Pred. Ci. 9. E come dunque ec. Cristo I»e-
stemmiarc in tutte le collere, Cristo sper-
giurare in tutti i contratti? (ì }
SPEKGIUHATO . ^dd. da Spergiura-
re, (fucilo per cui è slato Jat.fiimcnlc giu-
rato . Lai. peicratus . Fiamm. !\. ìL O
spergiurato Giove, che fanno le folgori
tue ? F 5. 18. Oimè I dove sono ora , o
Panfilo, gli spergiurati Iddìi? * Boez-. 23.
Niente spergiurata iniquitade , O froda di
hugia colorata Nuoce a costoro, o lor mal-
vagilade; Ma, come piace, eoa la testa alzata
Usan lor forza , ec. 1 } )
f SPEnGIURATORE . Verhal masr.
Cla',0 Chi spergiura. Lat. peicrator. Gr.
ijliopAOi. J.ih. /Istrol. Che vuol dire gli
spergiuraluri } e cjuesti nomi le si dicono,
che souliono innanzi ec
perche sogli
e m^iannansi
gli uomini. .V. Jgost. C. D. 3. 2. Disi-
derava ( IScttuno ) di riversare dal fonda-
mento le mura di Troia , edificale per le
mani di Laomcdonle spergiuratore.
Sl'ElUilUBATRICE. l'erhal.Jcmm. Che
spergiura. Lat. *peieratri.r. Seprier. Mann.
Giugn. 26. l. Se lo senti finalmente avan-
zarsi ancora a parole hcslcmmiatrici, ovve-
ro sperpiuralrici ec, li accorgi presto eh'
egli f mal regolato in »irdine a Dio.
SI'ERGIURAZIONE . Sprrgturamento .
Lai. periurium. Gr. tniop/iv. Fr. Gioid.
Pred. li. Con facilita gralldis^ilna rin.rro-
no alle spergiurazioni . A" appres.io : Urutto
H è il peccalo della spergiurazìone.
f SPERGIURO. Add. us-ato anche in
forza di Su.tt. Spergiuratore . Lat. prie-
ralor, periurus. Gr. em'o/Jito;- Pant. Inf.
3o. Ricorditi, spergiuro, del cavallo, lìocc.
noi'. 23. 23. Al quale ec. esso disse la
maggior villania che mai ad linmo fosse
della . disli'ale, spergiuro, e traililor chia-
mandol.. . Maesfruzz. 2. 18. Del piura-
menlo dell'università ec. da notare e, che
quando con giuramento s'ul>bliga, e poiché
hanno giuralo niuoiono, i surrcssori facendo
coiilra, non sono ispergìuri, impentrchè 1'
ohlilìgazionc ilei giuramento e |<ersonale .
SPERGIURO. Siist. Lai. peri unum .
Gr. tmop/t'o:. Afaettruzz. 2. Ij). Lo Sfcr-
^iuro ec. è una htigia con giuramento fer-
malo; ma Tommaso ce. dice che la faUiUl
è della ragione dello spergiuro; e ^gg>u-
gne ce, che qualunque ora di queste tre
cose vi mancherà, cioè verità e giustizia ,
o vero giudizio, è ispcrgiuro . /ah, 1^6.
Per una liugia , per uno spergiuro , per
una reta elle vadano a lnr % icinc , che
quando me^lier lor fanno, le prestino loro.
Lctt. Fed. /nip. Non vergognandovi di so-
vente chiedere in is[>ergiuri la detta pace.
Stat. Mere. A pena di lilihre 5o di pic-
cÌmIì, c dello spergiuro a ciascuno che con-
traflàcifsse. Frane. S'acc/i. Op. div. Giuri e
spergiuri e falsarli d' ogni parte.
SPEKICO. ^dd. iJi .tpera. Lat. sp/ia-
ricus r^glohosus. Gt. tjfJUptM;. fìut. /nj.
26. 2. E da notare che la Luna è uno corpo
sperico. /',' Purg. i5. 1. Del [«mito speri-
co del cielo, montalo dal Sol»-, /',' far. 1. 2.
Li corpi sperici, granili alla vista, da lungi
paiono piani , e massimamente quando si
vedono in alto. F 7- t- Perocché essendo
lo piando corpo sporico, Io movimento in
esso ragionevolmente dee essere sperico.
•.' SPERICOLARE. I\'eutr. pass Spa-
i-entarsi , Atlerrir.%i . Magai. Leti. Esso
(il Deista) va già d'accordo che Iddio
ci \: ; ne, arrivandogli nuovo, non si spe-
ricola, ne perde traii«iuillità. ( //)
SPERICOLATO . -'/fW. C/ie teme pe-
ricoli, Che in ogni cosa apprende penco-
lo . Lat. meticulosus . Gr. 0£i).04 . / /*'.
Disc. Arn. 26- Io non son già sopra a
questo affare cotanto spericolato , ne insie-
me cosi imprudente, che io ce. Buon.
Fier. I. 2. 17. Che cosa c'è? ognun ri
comparisce Spericolato, e ansanle. F l^- 3.
8. Attendete ora a questa Manco appas-
sionata , Non tanto sgomentevolc , Ne si
spericolala. ^' Magai. Leti. Uom. ili. 1.
32-^|. Sento che a Roma sia comparso il
suo nuovo lil)rn ee. e che la Corte ne tre-
ma , e ne stia stranamente spericolata e
commossa. (C)
SPKIIIEN7.A, e SPERIENZIA . Espe-
rienza. Lai. c.ifH'riinrntuntj cxperientia ,
periruluin . Gr. T-T^y. , s'aTlioia- / (/.
iS'V. Pad. 1. 23o. Allora i)er la s[ierienzia
della tril)ulazione incominciai a ticordarmi
di'lli- parole, che m* avea delle lo predet-
to Giovanni, /iocc. noi*. 76. tìt. Fannogti
fare la sperìenza da ritrovarlo con galle di
gengiovo, e con vernaccia. i^Ol•. ani. lOO.
ìCt. Signor mio, la sperienza è in tre cose.
Coli. SS. Pad. ìjV infiniti ardimenti e spe-
rienzp di molte persone non ci lasciano
dare a costttro la principal grafia . Fir.
/)i.«r. an. 63. E cosi ti vede per ispe-
rienza esser vero che il maliiioso e saga-
ce Itene spesso cava il granchio della Imca
colle man J' altri . Srn. Jlen. I arch. 7.
IO. Se voleva far prova di me , e' Inso-
gnava che ne facesse la sperienza col do-
narmi lutto il suo impero.
il* g. /'er Prox'a, Jìimostrazion di va-
lore . Guicc. Stor. I. 367. Però non fa-
cendo quegli che erano in Anttn migliore
sperii-nza di quello che si aspelUva. i Eran-
zesi ee. la espugnarono in due giorni. ( /.)
SPERIMENTALE, ^rfrf. Di sfìerienta,
/'dipendente dalla sperienza . Lai. *e.rpe-
rimentalis. Gr. s'/iTTiiptxo'i . Teol. Misi.
Acciocché ricevano in se medesimi la ve-
lila con isperimenlal notizia . Sitgg. n,it.
esp. i()8. Non per questo però dee ripu-
larsi iàllace la sperimentai via nell* in-
« hiesla ih'' naturali avveuiinrnti. tf Maga/,
lett. Uom. ili. I. 2()7. A Londra sento
che sia uscita una speiie di storia speri-
mentale, dove SODO cose helUtsimff. {C)
SPERIMENTARE. Fare esperitnsa ,
Provare , Cimentare. Lai. e.tperiri, peri-
c/iiari , periculum facere . Gr. TreitoTy.
Pass. 320. .Sperimentando rose disutili ,
vane , e non necessarie . Ga/at. 3. Dove
io. rome colui che gli ho sperimentali»
temo che tu, camminando per essa, possi
agevolmente o cadere, o come che sia er-
rare, .soder. Colt. 23. Volendo sperimenta-
re le dificrenze delle fatture de' vini fatti in
diversi lati.
t? §. Trovasi ancìte usato in stgnific.
neutr. pass, e va/e Cimentarsi. Benv. Celi.
Fit. I. 225. Era r|Ucsto capitano volentieri
a mettere altri al punto , non si cnraodo
Sperimentarsi. fC)
SPERIMENTATISSIMO- Super/, di
Sperimentato . Lai. rei perilissimus . Gr.
S'/Trti^oraT»;. t'nnh. Stor. io. 309- Il
Bichi e 1' Arsoli, l'un giovane, e 1* allro
vecchio , sperimentatissimi in sulle guer-
re, e di grandissimo valore, reslarooo «n-
mirati .
SPERIMENTATO A dd. da Sperimen-
tare; Provato . .S>«. Ben. / anh. i. |.
Tanto semo pertinaci conlra le rose spe-
rimentate da noi inreUcemeiile, che ancora
Milli moviamo guerra di nuovo, e aven-
do rotto in mare, ritorniamo a navigare.
••• Guicc. Stor. 1- f\l'ì. Entro in Pisa ce.
TarljlÌQo da città di Castello insieme coD
alcuni sohUli sperimentati alla guerra. (L)
g. I. /'er Fsperto , l'ertto, (/te ha e-
sperienza . Bocc. Lett. Pin. Bo.ts. 285.
La vecchiezza, siccome sperimentala negli
afifanni, e piena d' utili consijjli, avere piìi,
che la straliocche Ville giovanezza , cara .
I? Segner. Sent. Graz. 6- Voi siele uo
medico infinitamente sperimeolato , ed a*
vete somma hrama di curare le mie in-
fermità. (7'C)
'"? §. II. E in forza di sust. Guicc,
Stor. 2. 161. Per il quale ^ o/-rfi/ir ; pro-
mettere ci possiamo, che i savii ahhiano a
essere anteposti agl'ignoranti ec. gli spe-
rimentali a quegli che non hanno mai ma-
neggiato faccenda alcuna. (TC)
t SPERIMENTATORE, l'erhal.mas^.
C/ie , o C/ti spcnnienta . Lat. experimenti
artifex, magister. Gr. 0 a:To':r£ij>stv ttoiou-
utvoi. Salvia. Disc. l. ^O. Se si crede al-
l' esperienza d' un oculato ed ingegnoso
sperimentatore e filosofo , unico alimento
apparisce delle piante esser l'arqua-fr/'arfA.
{Juest. Alc/t. 33- E senza fallo 1' autorità A*
Alberto Magno ci dehhe muovere non po-
co per lo essere egli slato non sol filoso-
fo , ma sperimenlalttre grandissimo ec. f C)
t SPERIMENTO. Sperienza^ Prova.LM.
e.rperimentum , e.iperientia . Gr. Tri'^a .
I.th. Pred. Per isperimenlo conoscete i do-
lori della passione del nostro Signore Dio.
7V.V. Br, 2. 23. Ciascuno di loro scrisse
per uno isperimenlo , che cUi ordioaro
lutto , rome noi dovessimo vivere . (Ut.
t'otn. Inf. IO. 342. Lo primo e tenlarr
hio, e ciò e volerne torre sperimento o
in parole , pregandolo d* alcuna rosa in-
giusta, o in falli, coni' è di sporsi ad al-
cuno pericolo.
* g. I. Sperimento, vale anche Pati-
mento , Pena, Dolore; ma in questo stn-
.vo ;■ /•. A. J'it. S.S'. /'ad. 2. 169. Fu
si llagellato e percosso da Dio di %arie e
molte infcrmitadi. che più tempo giacque
e i'cev sperimento in leiio. F 2. 122. Que-
'■ sii. come piacque a Uio, venne in grande
e iniollerahilc infìrmiude, e di tanto e si
liin^o sperimento , che i frati ec. ( così
/egs;e il Testo Gianfihppi ). (O
* S- II- Onde Monre a .iperimenlo ,
vale Morire con patimento f pena. Cavale.
litpof. Simh. i. ii^- Quant»» ■! ft^fp" ^
leggiamo e ^eggianlo tulio di che molli
per troppo usar questo peccato infermano,
e muoiono a grandi sporimeali . F 353.
E dette ^cstc parole , morìtte a isperì-
mentu. (CJ
* SPERINA. Dim. di Spera, in signi^c.
di Sp€ix/iio. Spt'cc/t ietto, liccola spera. lied,
l'oc. Ar. (.4)
•f « SPEIUURARE . /'. A. Spergiura-
rt. Fr. Bari'. 2y7. 4- Qu*»le Colui a clii ti
giuri, O ver che li speriuri. (ì)
SPERMA. Seme degli animali. LaU se-
tnen genitiile- Gr. inip}i!X.. Cr, a. l8. 7.
BcDcfaè lo sperma maM-uliiio aia operatore ,
U quale, siocoiu*' aitf6c*' , muove e forma il
parlo. Serm, S. fieni. Che cosa è V uomo T
non è altro V uomo che sperma fetida, e ci-
bo de' vermini.
SPERMATICO. AdJ. Aggiunto di que*
vasi del corpo dell' animale , ne* quali si
raccoglie lo sperma. Lai. seminalis . Gr.
ff7rs.;/*XTixo,-. Sut, Purg. 25. 1. QucUo
sangue che rimane nel fegato , mandato
dalla natura per certe veoe, che sono dal
fegato ai leòticoli, ne' vagelli spcrmalichi.
E nitrose : Quel sangue che riman nelle
Vene , mandato quivi dalla natura perchè
ti smaltisca, ancora discende nelle vene
per certe vene ordinate a ciò ne' vagelli
spennatici , che sono tra i due testicoli .
iied. Oss. an. 47- Questo vaso spermati-
co, partendosi dal testicolo , va alla volta
della testa.
SPERMENTARE . F. J. Sperimenta-
re. Lai. experiri, tentare, penculiim fa-
cere . Gr. Ttiifàv . G. V. 4- 18. 2. Vo*
lendo spermentare sua bontà, povero e Li-
iognoso venne m Puglia. Dani. Purg. il.
Nostra virtù, che di leggier s' adona, Non
sperraenlar coli' antico avversare. Cr. li.
42. 2. Molle maravij;lie d' innestagiont si
mostrano a coloro che ogni cosa cercano
spenncntare .
# §. £■ in signi fic. nciitr. pass. Cr. 2.
8- Ancora è un altro modo dì slramuta-
lion di molte fatte, si come potrà certis-
simamente provar ciascuno , il quale si
iperimenla in sillàtle cose. (J )
SPERME.NTATO. /'■ A. Add. da Sper-
mentare, Prosato.
§. Per Esperto, Perito, Che ha spe-
rienza. Lat. peritus, erpertus. Gr. sjw^ist-
pOi . Coli. SS. Pad. Le quali parranno
forse impossibili alle persone non isper-
mentatc , e non ammaestrate secondo la
condizione e la qualità della loro usanza-
SPERMENTO. r . A. Sperimento. Lat.
experimenlum. Gr. TziCpv.. l egez. In di-
versi luoghi e per diverse ragìooi ogni
generozioa di sperniento pigi» ■ /'"'•■ /ac.
T. 4. 33. 6. Sommi deliberala Di farli
far spcrmento .
t SPERMO. T'. A. Sperma. Lat. sper-
ma, semen genitale. Gr. ■zrripy.'Ji . Olt.
Cam. Purg. 25. 47^. La forma di quello
membro, nel quale (]uello colale sangue,
fatto spermo , era essuto principalmente
generato . E 473. Perocché nel principio
per la operazione dello spernio s* induce
primamente l'aninìa, per la quale si nu-
trica ec. , ma ancoia la natura dello spermo
non cessa d* operare inGno a tanto che per
disposizione nia;;giore corrompe l'aDÌma nu-
tritiva, eh' era prima, e induce una anima,
per la quale si nutrica e muove.
•f « SFERRATO, r. L. Cd A. Add.
Disprezzato. Fr. / arb. 2OO. l3. Veste
ha spernata, Ch' eli' è stata Da molti per-
cossa, iì'i
•f SPERNERE . ;■. Z. ed A. Vi-
sprtzzare , Lat. spernere . Franr. Jìarb.
3l2. l4- Avviene spesso, che tu fai scber-
na Di ciò che sperna Vie più tua mal-
Tagia .
S- Per /scacciare , Bimuoverr con di-
sprezzo . Lat. expetlere , amoverc . Gr.
e^&i^srv , a~o/(vEÌv . Dant. par. -. La
^vina bontà , che da se spcrne Ogni li-
vore , ardendo in se sfavilla. But. ivi;
I QCabolario T. II.
S P E
Che da se speme, cioè dispregiando scac-
cia.
•f * SPERO. V. A. Specchio, Spera.
Bim. iint. /'. R. Meo Abbrac. son. 5.
Unde dunando a voi, che siete spero Pa-
lese , altero d'ogni tcnebroito . /t," n-/ In-
ceri, son. a5. A quei eh* è sommo dici- 1
tore altero, E ched è spero d' ogni tene-
broso ( l\ nella Tav. Gr. S, Gir. alla
iote MLNACCIO). (l J
f V §. Per Siieranza. V. A- Bim ant.
Gillio Lelli . Già per lontano amor non
perdo spero; Ami, sperando, più fa delet-
larmi ( I . la not. 383. Guitt. lett.J. (V)
t SPERONARE. V. A. Spronare. 'Lii.
calcar ibus fodere , incitare. Gr. zìvtsTv.
Stor. Pisi. 43. Speronarono loro franca-
mente addosso , e miseili in isconfilla.
Guitt. leti. 10. Sollicilo guardate in tutte
guardie dui corpo , lenendolo bene sotto
ragione, aflVenando rello esso, e speronan-
do. E i3. Mollo disio di vostra, signori,
salute ha speronalo me ( qui figurata-
mente ) .
* SPERONATO. Add. da Speronare.
Sut. Inf. 3. 2. L'anima speronata dalla
divina giustizia ec. S. Cat. leti. 90. Al-
lora quell' anima speronata dal sanlo de-
siderio, si levava mollo maggiormente. (V)
SPERONE. Sprone. Lat. calcar. Gr.
xsvTJOv. Cuitt. leit. 21. Come vuole spe-
rone malvagio e buono cavallo.
§. I. Per metaf. Stimolo. Cuitt. lett.
l3. Ad ogni negligente fatto è sperone.
E 21. Che vile prò*, e negrigente vac-
cio , e scarso largo, fa pungente sperone
di gran bisogno. E altrove : Speroni d'
amore di quanto amore punger deano cuor
d'uomo.
* §. \\. Sperone, in termine di Mari-
neriaj E l'unione di tutti i pezzi che so-
ito nella prua de' navigli da remo. Serd.
Stor. lib. 2. I navigli che andavano collo
sperone diritto contro ì nostri, erano for-
zali sulniu fermarsi ora per traverso, ora
per fronte. (CP)
SPEHPERAMENTO . Consumazione ,
Dissipazione, Dissipamento. Lat. exci-
dium, pervastatio. Gr. avaarasi;. Toc.
Dav. ^nn. 2. 35. Cosse più a' Germani
questo spettacolo, che le ferite, le lagrime,
lo spcrperamento ( il testo lat. ha exci-
dia).
SPERPERARE. Disterminare, Sfolgo-
rare, nel signific. del §. IlL Dissipare,
riandare in rovina, o in perdizione. Lat.
evertere, pessumdare. Gr. avaoTarojv.
Tac. Dav. Ann. l5. 2x6- In quello mez-
zo gli accatti e balzelli spcrperavan 1' Ita-
lia. E sto/. I. 258. Andassono a gasti-
garli, sperperassero quel nido di guerra
gallica. Cecch. Esali. Cr. 3. 4- Quaado
alla fin e' ci aranuo Sperperali, che po-
tranno e'irar poi Da noi?
SPtRl'EKATO. Add. da Sperperare.
Lai. pcrvastiitus, excissus. Gr. avaVia-
zuz. Patafì'. 9. ÌL sperperalo mi misono
in volta. Tac. Dav. Stor. 4. 356. In ri-
compensa di tanti alloggiamenti sperpe-
rali.
S P E
i3i3
'r
SPERPERATORE. T'erbal. ma-
sc. Che, o Chi sperpera. Sterminatore.
Salvia. Iliad. lib. II. v. 648. AUor v*
adduce La fortuna il leon sperperalore, i
cervieri scombuiansi, ci divora- (A)
SPERPERO. Spcrperamento. Lat. va-
statio, clades. Gr. avasTaTùJ^t?. Buon.
Fier. 2. 4- l5. La rovina e lo sperper
degli u6cii Son le bombarde grosse de*
favori.
t * SPERPETUA. Foce bassa. Dis-
grazia . Bellin. Bucch. 23o La sperpe-
tua, il satanasso, O s' altro e* è che spie-
gar possa in terra Lo sciupinio d'ogni
più dura guerra. (.4)
* SPEKSIONE. r. A. Dispersione.
Mor. S. Creg. 9. 3. Avanti la spersions
do' santi apostoli i Cicli erano riitretli. (V)
SPEHSO. Add. da Spergere. Lai. di'
spersus, perditus. Gr. Ote^TTar^'v^^, Tra-
voac&^o;. Dittam. I. 5. Cosi pens' io per
più paesi spersi lagunare con spesa e eoa
fatica Quel mei che mi sia dolce, ed a*
mici versi. Morg. 2. 52- Che si ricordi del
suo caro Orlando, Che va pel monde
sperso tapinando. /; 22. 6. Ma lasciam
questo ; la sua me-.rhinclla Filibcrta pel
mondo spersa mandi. Serd. Stor. ll^. 579.
Gh pregarono e scongiurarono , che non
soffrissero che i ministri dell' antica loro
religione , e interpreti e sacerdoti degli
Dei immortali , fossero più lungamente
villaneggiati e scherniti da uomini fore-
stieri, e profani, e spersi.
SPERTICATO. Add. Lungo a dumi-
sura. Sproporzionato. Feti. Colt. 76. Si
guasterebbe la vaga forma e leggiadra del-
l' ulivo, perchè diventerebbe, come dicono
i contadini, sperticalo, cioè lungo e schiet-
to a similitudine d'una pertica. Car. lett.
1. 17. Che non sia si forbito nasino,
ne si stringato nasello ec , ne sì sperti-
cato nasaccio, ec.
SPERTISSIMO. Superlat. di Sperto.
Lai. experientisstmus , penlissimus. Gr.
£uT£ifOTaT5^. Farch. Stor. li. 333.
Perchè ella 0 traportata dalla tempesta
non rompa in iscoglio , o sopraffatta da'
cavalloni non si sommerga, ha di sper-
lissimo e d'arditissimo piloto mestiere.
Buon. Fier. 4- fnlr. E tu, donna sper-
lissima e valente ec.j Non ti scostar da
me, stammi vicina.
SPERTO. Add. Esperto, Pratico. Lat.
doctus , gnarus , callens , peritus. Gr.
e/jLTTStfo;. Dani. Purg. 2- Voi credete
Forse che siamo sperti d' eslo loco, f-^it.
55. Pad. I. j85. Le quali parole Moisè
intendendo , come da uomo sperto, tor-
nando alla cella , puosesi' in cuore di
stare sempre la notte ritto, e orare. E
254. Gli altri mandò ad un monaco so-
litario ec, lo quale era molto dotto e sa-
vio e sperto. M. F. 6. 7 1. Feciono mo-
stra di due mda cinquecento baloitrieri
sperli del balestro. A'ov. ant. lOO- 5.
Morti sono gli antichi e savii, e li sper-
ti in consigli e m avvisamenli. Cron. Mo-
rdi. 270. Usa alle scuole del sonare ce,
dello schermire, e in questo diventerai i-
sperto. E altrove: Sia sperto nel parla-
re, coraggioso e franco. E altrove : F\is-
se sperto molto in cose nobili, e non in
grossolane.
* g. Sperto, parlandosi di cosa, tro\'asi
detto per Provato, Esperimenlato. M. 1 ■'].
56. 1 savii uomini ec. conosceano il pe»
ricolo che correa il paese ancora in guer-
ra, partendosi il Legato Cardinale , che
avea V amore di tutti, e le cose sperle
nelle mani. (CP) Bocc. Tes. lih. 6. Le
quali (armi) e' prese con suo gran di-
letto. Ed ogni poco pare assai che sperte
L' abbia. (!S)
spervertire. Pervertire, tal. ever-
tere , pervertere . Gr. ■rta.poL^zptftì^ .
Amm. Ani- z5. 7. 7. La lussuria Ru-
ben maladisse , Sansone ingannòe, Salo-
mone spervertio. E 26. 3. 5. Lo bene
pubblico, è sperverlito per gli sludii pri-
vati.
* SPERVERTITO. Add. da Sperver-
tire. Lat. alienatus, corruptus. Gr. Oi£-
Q-:ùv.u.}i^-iOz. pros. Fior. 6. 159- Poster-
gala la ragione a* proprii ingrandimenti ,
sguardando molli per segreto seducimen-
lo spervertili, de' nostri a suo corpo ag-
gregati se gli ha, ec (')
SPERULA. Diat. di Spera. Lat. sphae-
rula. Gr. spatri ctov. Dani. Par. 22.
Com* a lei piacque, gli occhi dirizzai, E
vidi cento sperule, che 'nsieme Più s* ab'
l65
l3l/, S P E
MlivM. .on muiui ni. B«<. .•.■.•■ Cento
.ne ule, rioc remo l.cU «pin", ^'"^ ""
t'"pprèsentay.no come piccole .perc.lu-
■"'SPESA. Lo Spendere , il Costo L.i.
„./a3 21 Qui le noize s orJinino
Jles?«e d. Lidio. IXmt. !nf. p. O.^
seppe far le temperale «P"/-.'^^- "'^•
Cess SiRnor mio Re, udendo io k gran-
dissima fama di le, rhe m er. mapg.o
ohe Alessandro, si di ravalUr.a come d.
spesa. Calai 85. Le spese mmute per lo
continuare occultamente cnsuman.. lo a-
vere. Se. Bea. Varch. 1^. 37. 1-erlo
medicare trenta giorni a sue sr"<-- ^°-
rfc/- ('oh. l8. Ancora questo si costuma
per alAreviare U lavoro , e risparmiare
Ipesa. E 24. Chi le lascia ce., getta Ma
la Spesa. t.
:■' e I l\'oa perdonare a .<:pe.ta, vale
non ».t(Mer..; dal fare qualunque spe-
,a r. PEKDONARE, §. (LI
■ # R 11. Potere, o Kon poter reggere
(a spesa, .ale J.ere , 0 ISon a.ere fa-
collL mez:i di fare, o "°" /"« '"^P""
sa, di cui e discorso, l- REGGERE,
^\'%1 Spesa, pcrsimilil. Dant. Purg.
29 Altra spesa mi slrigne Tanto, che n
questa non posso esser largo. ,
p IV. Imparare, Chiarirsi. 0 simi-
li, alle proprie. 0 alle .vie spese. >a/e
Kiperimeatar con proprio danno. LM
malo suo i-xperiri. Gr. ?«;*.<-. «5 Jts.fav.
Petr. can-.. 22. 3. Che convicn eh alti,
impari alle sue spese. Fir. \"<:- J- ^
E di che avete poi paura? L. l. Clie
in Bologna tu non sii Bologna , e mc-
Kniini vivere alle mie spese.- Lasc. Spir.
I 2 Io era anch' 10 di cotesta oppcn.o-
ne, ma mi sono chiarito alle mie spese.
8 V Imparare, o simili , ali altrui
<pese, vale Farsi sagg'o coli- esperienza
rf' altri . Lai. alieno perieulo snpientem
fieri Gr. K/iou /.vGOvsu'^avTo; yfovsiv.
Pecor. g. l. noi'- 2- ''"" '■""^^ '^' "'
stui avesse apparalo alle mie .spese.
fi VI Spese . per Jlimcali ; ma non
si usa in questo .ugnifuato se non nel
numero del più. L^l. alimenta. Gr. rfofi).
noce. noi'. ^■ 4- Voleva essere e fante
e famiglio ed ogni cosa, e sen.a alcun
salario sopra le spese. i\'o... ani. j3. .-i.
l'HO della Marca andò a studiare a Do-
loana; >cnnereli meno le spese. 7.|A. Jo".
l3 Biil.oneegiando lu ne trai le spese.
Sen Jìen. ì ardi. 3. 32. Mio padre mi
diede le spese ; se io fo il medesimo a
lui, io fo più rhe egli non fere.
§ VII. Portar la spesa, troncar la
spesa. Sopportar la .ipesa, o simili, va-
nliono Metter conto. Lai. operae prrtiiim
e,sc. Gr. Xuj.TEitr-.. Seu Pen. ìarch.
2 l5 Se giìi non richiedesse il dehito,
o' portasse la spesa di fare altramente f
ù 3q. Gli portava la spesa non si dis-
^ per si poco numero di scudi. I.cll
S P E
Sport.
5. .'1
r ho liesicmmiato nidi
onori. .1. i). .«--.-- .
volte, tanto mi »on punto e guasto le
mani a cavamela: oh! pure e sopporta
la spesa.
e Vili. Oli dà spesa, non dee dar
disàgio ; proverbio che .<! u.<a per am-
maestrare, chi vive all'altrui spce. ad
essere pronto e umile, per non iiiromo-
dare di .soverchio quel che siende. t ecch.
Esali. Cr. I. 3 Chi di. spesa, non dee
dar disagio. Malm. <). l^1■ Chi da spe-
sa, dir' ci, non dia di»agii>.
e IX Dare spesa, vale Mvlistan'giu-
dicialmenle il -Id-itore. ìed. DARE SPE-
SA. , , ,
+ § X Spese, nel numero del più .
dicesi da- legali La .'pesa occorsa nel
fare un gliiilizlo. la quale dee essere pa-
gala dal socromhente al vincitore; onde
Fiser condannato nelle spese, si dice di
Chi, per aver litigato ingiustamente, e
condannalo dal giudice a rifar tutte te
spese ali- avversano. Malm. 6. 87- "
tutto saria nullo, e si soggiace Ad esser
condennati nelle spese.
P XI. F figuratamente vale Cillarvia
Il lem, 0 e la fatica. Lai. oleum et ope-
ram perdere.
SPESACCIA. Peggiorai, di Spesa,
si irende anco per Ispesa eccessiva, o
smoderata. Lai. largior sumpliis. imm-,-
ne impendium. Cecch. Pot. 2. 4. E cole-
ste spcsacce immoderate ce. IVon s. son
I cagioLalc altronde , che Dal fumo delle
"spesare. Parlespe.<e. 0 il villo. Lai.
alere. alimenta praeliere. Cr. TfSfSiv.
lìav. Scism. 57. Spesava da cento mo-
naci, che fuori andavano rade volle.
Varch. Stor. 8 186. 1-u ordinato ee. che
lutti .|ue' fanciulli ec. dovessero di qucUo
del comune essere spesali.
* SPESABtLLA . Spe.<erella. Lro^
nicheli. 237. Se in ciò avessimo fatta al
cuna spesarella, che pensavano, che d co-
mune di Pisa conscnlirchhe satisfare. (IJ
SPESARIA , e SPESESI A. / . //■
Spesa, lai. impensa, expensa. siimplus
Gr. .Vnc;.-..!. C. r. M. 8;. .. t elh ne
fcrniano tulle sue spesane. All'eri, cap.
3q the nìune riecheiie sono ( ciò mi pa-
're) ilo- iJle spesene della guerra sieno
sufficienti e bastanti. F altrove: Schifa
di far nelle noMc grandi spesane, t. al-
trove : Fa le spesene con fretta, quando
1„ tempo, o 'lluogo, o la cosa lo do-
manda. ...
i: SPESATO, ^dd. da Spesare; /lli-
menlalo. Lat. altii.s. Gr. Sf£f-?!: •*';■
gaer. Crisi, instr. 3. 3l. 4 ,»'•»■ f''" "'
che vi sieno chiamale 6n da lontani pae-
si, salariale, .spesale , ec. (*)
SPESEIlELLA. I im. di Spesa; Spe-
setta. LA. tennis expensa. Ped. leti. 2.
j57. Serviranno per restiluirle la lira, e
per le speserelle .he V. S. fa ...mandar-
mi le sue lettele, ed in rlces er le m.e.
SPESERI'A. ;. Sl'ESARlA.
SPESETTA . Piccola .tpesa. Lat. tennis
e.rpen.<a. Gr. ìt-r! èdr.ù^r.. Quad
Coni Per cucitura di sue rolie , una «Il
romagnuolo, e l'altra d' un dimenato, e
ha fallo per questa Pasqua, e per sue cai-
zc e scarpette, e altre spesette.
SPESO idd. da Spendere, iannaz.
Arcad. egl. 8. I mal spesi anni , che si
ratio volano. Piion. rim. 6l. Ma non pe-
rò vergogna ne dolore Dei mal spesi an-
ni mici si fugg.livi Voglia e pensier nel
cuor non mi rinnova.
SPESSAME^TE. Avveri. Spes.<o t re-
qne.ilemenle. Lai. sape, crebro, crebriter.
Ór. ww')»'.;. «'»tZ"-. S»,"'"»- '" ' '
A 5 1 Io vano spessamente si Iravagliasa-
nói Fiorenlinl di con.luislarla. Amm Ani.
33. 1. 7. Quello che ciascuno ha pensiito
per aitrui lo. mento, spessamente il riceva
per suo. Coli. SS. Pad. Leggiain.; no. nel-
le Scritture spessamente , cioè de l.gl.uoli
d' Israel , che p.r li peccati loro furono da
Dio rimessi n.Ue mani de' lor nem.ci. Pit-
tam 2. ìi\ Fedele a Dio, pietoso, umile e
piano , E 'n arn.e tal , che fece spessamente
Con Corhoran lagrù.iare A Soldano . ( r.
5 1 l3. So| ra tutte le cose e da guardare
che gli animali non si vadano, perocché
slHssamente r.idono le piante.
* S. Si'T.t.'anienle , lier Pensamenle. .Sal-
via (Ipp. Cacc Sopra la rossa e lien ric-
ciuta li..i.le P..lcemenle e sul dosso s| es-
samente Porporeggiano gocce fA)
if SPESSAIMI ISTO. Si<es.<atione. Lat.
.,p,ssitudo. Irtqiienlntio. Gr. TtJ/visiSU .
hett. Tuli. cfl. E un' .-.lira sentenia. cIk
SPE
s' appella .spetsamento. la quale ha luogo
quando molte cose , che -parLimenle son
delle in una dicena, si raccolgon da seno
in un luogo, ce. (qui per Sorta di figura
rctturica ). (*) . . .
•)- SPESSARE. Far dento. 1: m signific.
neutr. e neulr. pass. Farsi denso . Lai.
.,pi.,sare. spis.<escere. Cr. 4. 20. 2 il sugo
dell' uve aee.he inoanii a' di can.culan al
Sole por si dee . ch'e si secchi , .■ spessisi
come mele. M. Jlldobr. P. .V. .7. Quan-
1 do l'orina comincia ad ijpcssare, ed avere
un poco di colore , allora comincia la vi-
vanda a cuocere. C.iiid. O. Allon. nel col-
pire de' fedilori n.olla nehl.ia s. spessa nel!
aere per lo conlinuo mandamcnlo delle
saetle. Olt. Cam. Purg. 21. 389 La c.l-
deiza mescolata alle nuvole non lasc» spts-
? 1 Per /spesseggiare. Lat. frtquen'
esse. Gr. i'ApCCu^. Fr. lac. T. 7- 6.
Li colpi più spessirò, ^.ente mi di-
"* g. II. Fi/i signife. atl., vale Frequen-
tare Frane. Bari.. Pegg. don,,. 140. Co-
mincia costei a spessir le finestre , e le
chiese. (C) _ . _,
+ SPESSATO. ^dd. da Spessore. Lai.
spi.<sus, den.<i,s , frequens. Gr. W««5.
38o. .^uvolo, secondo il filosofo, e va-
pore umido attratto nella parte soperion-
dell'aere, ed "i ragunante insieme le par-
ti , spcssato e rislrell... * '"'■/"''"'.. '^•
In quelle parti di Corsica e "l' «"«'•B" '
che sono spessale di grandi montagne. r>^J
Piceli. Fior. I05. I rohhi , ovvero sape ,
sono i su.hi d'alcuni frulli spessati da per
loro al sole o al fuoco , tanto che ss pos-
sano conservare. (Bl
SPESSA7.IONE . Den.sita . B'Strlgn-
mento delle parti infra di loro. L.t. spls-
sitas, spis.iitudo. Gr. S'JXVO'TVl!. t-r. X. +
2. Siccome riceve sapore , cosi ncevc spes-
saiione e sollililà e acuità.
SPESSEGCIAVENTO. Lo spesseggia-
re. VA.frequenlatio. Gr. -rij/vw».?. Co/c.
.V./rcr„. Sia diritto per d.r..turad min-
zione , e per discacciamento d. p^"'"^
cogila.i..n'. , e per "P"r66""''"'° „,
conlcnplazioni. Cr. "' 5>- «•« ';/""'
della sinil-a (nelle «;./; e lo spesseggia-
mento nelh, sciame , se son ne te . e se
r opera , eh' elle fanno e ''B"»''' '',■•"
( qui per lspe.<.<ezza, nel SIgni/iC. del SJ.).
SPESSEGLIANTE . Che .spesseggia
VA. frequens. crelier. Gr. Sa.u.vo;. Tom.
Par 11. Secondo Tullio, glonj i spes-
seggiante fama di dello, o d. hlW con
laude . _, (-„_
SPESSEGGIARE . Fare .spesso, fre-
quentare. Peplicare spesse fate. L^t. ile-
rare . frequentare . Cr. a.=J»f«W''"'.
;,ux.;o:v.V.7oc. 7 99. fup.do molte voi-
le ec. s' e d. ferirmi sf..nato ; ma nello
spesseggiar del giUare d.-' suo. dardi o
nello sfonarsi , mai ignudo non poli il
mio petto toccare C.iiid. G. Se tu spes.
sepgerai queste hallaehe, ed egli avvegga
lu niurrai'
MI >0. 75. Il pr^rchl spes-
ieggiando , a' priori e camarlinghi d. Pc-
nigia. in cui stava il tutto .lei reggm^n-
to ; era venuto a rincrescimento . Tes.
Pr 2 37. Quando quel forte scon-
tramento b de' nuvoli e de' venU , e del-
In spesseggiar dei tuoni, natura ne fa na-
sceri- lu.,co. Tecl. Misi. Se questojfcue
volle spesseggiasse , riulloslo s. TedrrhlK^
sime s|es«hj, c'r.ir Che ^ quello,
infiammare. / ist. S. '-ir. v.»e t |
che per ccns.. di .anli per ogni spati..
.Iella vita siano spes.eg.iate le giunture
de',..e...hii» fr. ... 6. 8. Se M spesseg-
gcr-a l'uso del correre, divenleri . c,«l.
lo agevolmente più ardetite e arr.hh.alo .
impa.ienle . e perderà la maggior pa.K
S P E
i3i5
S P E
J..1 suo alVic-oamenlo. Morg. »6. Ili E'
Ti vcà a sempre ia J.o le maoe. E .Q modo
l%crc««e lpe«eBBÌ-re, Che sonavano a
doppio le campane.
-pes^eCRUvailo di venire a Mano, (n
•^ SI-rsSEGGIATO. JJJ- d.- Spesseg.
fale mercato spe-gg^to desidera d aver.
# Plut. JJr. Op. mor. 4. 57. Trovan
dosi la secca esalazione racchiusa , scuote
1. terra cyn urU replieaU a spesseggu-
"'+ SPESSEZZA . Q-''iti ài ai che e
I -. ,1 ; Lai spissiluJo, dcn-
cuoci tanto che torni a spess^adigras.
so mele. Iti- l>r. 1. oj- -^ ^^
una verghelta di legno per 1 aeic el a
.ooerehh^e e pieghereU.esi iruruante ente
rù^.r:hT.>"per"";a-4ese.aaeU;
i«re si si trita e diventa minuta t'" ?'■',-
Z./"j" è spesse volte si d,.ft, aoriche
Tin sulla te'rra. Cr. l. l^- 9- ■^"^''^
ro spesse«a e mischiamento con loro d.
""% t"i%ss^. >a,c nncHe QnaìUi
di Jchc himoMudi^cM costpccod'.
Ras. Ratto nascimento di capelli , e spes
.„« e nereoa e cresperà e grossexia ed
asprea«. tutte queste cose "/"/fi"-»'"
complessione calda-. Car. lelt. l. i2.
Un Pergolato di viU, sfogato , e denso tanto,
che pe? r alleua ha deU' aria assai, e per
L spessena ha d'un opaco, e d "n ;""=•
che tiene insieme del ritirato, e del «e-
Dcraoda (C) f
+ » S li. Per Frequen:a . Lat. Jre
' / ..., Cr -zir.ìo:. Gala'-
i Quando queUe di grandezza e quasi d.
p«o vincono queste, tanto queste m nu-
mero ed in spessezza avanzano f<f-
* S. HI. Spessezza, in significalo di l rt
^uja nell- operare. 7 «sar. La velociti e
sp«sseiza ncll' operare. (A)
W # SPESSICABE . ì oce -nusUala .
Spesstg^i.>r,. Fir. rim. buri. •• =88-yor.
reU,e il doppio durare un buon dato, E nel
principio esler menato adag-o, Toi da sezzo
tener più spessicato. M; j,. r,
SPESSIRE. Spessares e dices, de Li-
quori allora che per bollire, o per allra
cagione, acquistano corpo eoe ,;,.e„g<. io
delsi. E si usa anche net neutre ne^ir.
pass. Lai. spissari , spis.<escere. Gr. ,.JZ-
«u-.aa.. Llb. cur. malati. Tieni 1 sughi
al sole, tanto che giustamente si spessi-
scano. «.««. Fior. 9S. Il P'oml.o SI disia
in questo modo: mettesi in un mortaio di
piombo alcuno umore, e rimenasi con pe-
di tappeti , i quali erano lutti lavorati a
croci spessissimo (cio'e, folliisime). Declam.
Quinttl. P. Fallissi la scliiira, e in venia
steUo di piombo, lanlochè si spessisca.
poi si lava, e lasciasi andare d piombo a
tbndo, e. . E 118. D'agli un caldo cmpe-
rato ogni giorno. Unto che d zucchero si
spessisca. E 1G6. Cuoci alla consumazione
del terzo, ed aggingni me e , lanlochè si
spessisca . E 168. Dassegli un bollore ,
tantoché cominci a spessire.
t SPESSISSIMAMENTE . Superi, di
SpessamenU. Lat. frequentissime , sapis-
siZe. Gr. -ic.sra/.;. l-b- u?- S^""^.-
.imamente co' raggi del Sole . capeU. neri,
daUa cotenna prodolU, simigliami a bla d
.»„ fanno le più divenire. JSocc. iel(. Pr. ò.
4p. »p. Arci 10 voluto quello che spessissi-
„,am.nte addomandai . Veclam- Qi.inlil.
P. Si>.-ssissimamenle gli uommi del nostro
Umpo Ubri Wlissimi e uulissimi di grama-
tica hanno traiti in volgare.
SPESSISSIMO. Superi, di Spesso, aM.
Lat. frequentissimus . ilensissimus . (ir.
-■kùi-À. T««v(,'T(xr!i;. ri.-o^: <•"'■ A 4
U ov' egli mangiava in terra, fece coprir
KJutnui. ^' ■."."-■ — -■,, ' .
la spessissima io solo assalii {cioè, la loL
tissima) Eiloc. 3. 228. EgU pensava che
i messagsi da Fileno a Biancofiore , da
BiancoBoro a FUeno fossero spessissimi
(ciò):, frequentissimi). Frane. Sacch. noy.
227. tbbo veduta a un orticello fuon d
una finestra, o a un letto che fosse, una
passera calcare 1' altra spessissune volte
(cioè, frequentissime).
SPESSISSIMO. Superi, di Spesso, av-
verli. Scgncr. Pcnit. inslr. Lavarti ncll
acque saìulevoli di questo Giordano non
una volta sola, ma selle, cioè spessissimo .
SPESSITA', SPESSITADE. e SPES-
SITATE. lo stesso che Spes.'czza . Lai.
,pis.iilas, spissitudo. Gr. ituxvu'tifl?. Tes.
Po>: P. S. Togli la galla pertugiata, fele
di toro, mandorle amare, cuoci insino a
spessil'a , ed ungi.
SPESSITl'DINE. Spessezza. Lat. spis-
situdo , frequenlia. Gr. TZMJOzm. J:'P-
Salm. Nella spcssitudine, ovvero moltitu-
dine degli uomini (<;i<i per frequenza).
SPESSO. / . J. Siist. Il Solido, Gros-
sezza , Profondità. Lat. densilas , spissi-
tudo. Gr. TlM^.ózVi. Tes. /Ir. 2. 40. E 1
suo compasso i: la melade del suo spesso,
cioè sesta partita del suo cerchio.
SPESSO . Add. Denso. Lat. densus ,
spissus. Gr. nu-tvÒ4, TOXvo;. Dani. Inf.
21. Bollia laggiuso una pegola spessa . i
Par. 2. Pareva a me che nube ne copris-
se Lucida, spessa e solida e pulita. E 5.
Quando U caldo ha rose Le temperanze
de- vapori spessi. Tes. Br. 2. 3?. Se al-
cuno dicesse che 1' aere non fosse spesso,
io gU dbei, che s- egli menasse una ver-
ghelta di legno per l'acre, eUa sonerebbe
e piegherebbesi immanlenente per la spes-
sezza dell' aere.
§. I. Per Folto, Fitto. Lat. densus ,
spissus. Gr. nuxvo'i, i;iZ-"i- ^°"- '"■
trod. 6. Le quali { macchie) apparivano a
molti, a cui grandi e rade, e a cui minute
e spesse. E no,: 47. 6. SubUamenle una
gragnuola grossissima e spessa comincio a
venire. Soder. Colt. 39. Se i gran pam-
pani e spessi le soffocassero ec. . sfron-
dinsi.
§ II. Per Frequente. I.M. frequens ,
creber. Gr. duy.vói, ^»l^i-'Oi. Bocc. nov.
77 li. Videro lo scolare fare su per la
neve una carola trita al suon d'un batter
di denti, che egU faceva per troppo fred-
do, si spessa e ralla, che mai siindc ve-
duta non aveano . Jmm. Ant. 5. 1. 5.
Ogni cosa che è spessa , diventa vde per
multo uso ; ogni cosa che è rada , suole
ess.-r piU cara. Arrigh. 60. Tutto queUo
eh' è continuo o spesso , per troppa usan-
za ne vien sozzo. * Sah: Avvert. 1. 2.
12. Benché non vi sieno cosi spesse di
quelle voci, e di que' modi che piii non
sono in uso, ve ne sono anche poche di
quelle che s'usano oggi, (l )
§ 111. Spesse volle. Spessi anni, e
.ùmili, posti inforza d' a,-,'erb. vogliono
Frequentemente , Quasi ogni anno. Lai.
sa-penumero . Gr. -5À)k/i; . Safiiva .
Dant. Inf 33. Che spesse volle 1 anuna
ci cade Innanzi che Atropos mossale dea.
JBocc. nov. 48. 6. Spesse volle crudehnen-
le , dove la giugnevano , la mordevano .
Pallad. Febbr. 40. Conviene che la tria-
ca spessi anni vi si metta. Cronichetl. d"
Amar. 18. Ella ci guasta ispesse volle 1
nostri convili. * Stor. Bari. 56. Fu con
lui ispessi giorni, e fecelo istare in digiu-
ni. Frane. Barb. 245. 22. Perchè avvien
spessa ora. Per acque, o luoghi o venti.
Che del non ben li pentii Rim. ani. M.
Cin. Che sente delU suoi colpi spesse
ore. (F)
SPESSO. Avverb. Sovente, Frequente-
mente, Spesse volte. Lai. .«epe, crebro .
nOiDoiKi; , iapilti.. Pelr. son. 206.
Cile spesso occhio ben san fa veder torto.
Bocc. noi-. I. 23. Come li se' tu spesso
adiralo! Dani. Par. 22. lo piango spesso
Le mie peccala , e '1 petto mi percuoto .
Arrigh. 60. Io spesso ti lui lienigna , e
avvegnaché mai io non li fossi prodiga ,
io ti fui larga . Din. Camp. 1. 25. Da*
Bellori erano spesso condannati e male
trattati a diritto e a torto.
g. E replicato ha forza di superi. Lat.
sirpe sirpius. Gr. 7t*£OvK/i4. Sen. Ben.
Farch. 7. 21. Il nostro buon Pittagorico,
riportandosene con lieta mano forse quattro
galiellolti , diguazzandogli spesso spesso ,
giunto che fu a casa ce. riprese sé medesimo
del piacere, che lacilamente avca sentito di
non rendere quei danari. Fir. As. 272.
Spesso spesso egli ed io avevamo una me-
I desima cena .
' t * SPESSORA. V. A. Avverb. Sovente,
Spesso. Rim. ani. ^'otar. Zac. leni. 1 295.
Per soflVcnza si vince gran vittoria. Ond'
uomo vien sposserà in dignilale. { F)
* SPESLZZA. nim. di Spesa; Spese-
reità. Car. leti. ined. I. 186 Dico questo
perchè so che si e doluto che non le siano
rifalle certe spesuzze l'alte per ciò. I^)
SPETEZZAMENTO ■ io spetezzare.
Lat. peditiim. Gr. Ttopòii.
SPETEZZARE. Trar pela. Spesseg-
giar le pela. Lat. pederc . Gr. aspÒJiv .
Pataff. IO. Io ho portalo il vanto, e spe-
tezzava . Frane. Sacch. nov. l45. Disse
che desse loro un poco di colla la sera, sic-
ché imp.irassono di spetezzare al banco. E
nov. l52. Abbiale cura a una cosa,che quan-
do voi gli appresenlate al signore, j:he' e
non ispctezzassono a questo modo.*.eer(.
Giamp. 74. Bisognerà intendere che e'I
annunziasse collo spetezzare, che e uno de-
gli effetti del servizialc. (C)
' SPETRARE. Contrario d' Impetrare.
Petr. epnz. l\. 5. E dicea meco : se costei
mi spetra , KuUa vita mi £a noiosa o
trista . , I .,
§. In senso metaforico vale Liberare,
Disciogliere s e si usa net senlim. att. e
nel neutr. pass. Lai. liberare, solvere.
Gr. éU-j'ìtf.oZ-) . a-o>-Jsiv. Petr. canz.
"2 2. Quanto posso mi spctro, e sol mi
Tto. E son. 68. E con quanta fatica oggi
mi spelro Dell' enore, ov' io stesso m' era
involto 1 Tass. Ger. 2. 83. Ma la sua mail,
che i duri cor penetra Soavemente, e gli
ammonisce e spetra . £ 3. 8. Dmo mio
cor, che non li spetri o frangi! E -). 77.
Questo finto dolor da molli clice^ Lagri-
me vere, e i cor più duri spella - * E leit.
24 Ala in somma non posso nuUar for-
tuna, né spclrare il cuor degU uomini,
che è si induralo nell' ostinazione contro
di me. (F)
SPETTABILE. F. L. Add. Riguarde-
vole. Lat. con.fpicuus, insigni s , spcctabi-
lis. Or. n-:fii|3Ì£'i-;''5. Bocc. FU. Dant.
8. Visse un cavaliere per arme e per sen-
no spettabde e valoroso. Fiamm. 4. l32.
La cui giovinetta età , la speziosa bellezza,
e la virtù spetlabile di essi, graziosi U
rende oltre modo a' riguardanU. Fir.As.
72. Avanti che voi, spettabdi cittadini,
poniate alla tortura d dcstniltor de miei
rari figliuoli , lasciatemi discoprire i lor
morti corpi. ...
S. Spettabile, e anche titolo che si da.
ad alcun Magistrato. Lat. • perspectabl-
lis, Giustiniano nelle ^ovelle.
+ SPI-TTACOLO. Propriamente Giuo-
co, o Festa rappresentata pubblicamenle,
come giostra, caccia, e simUi. Lai. spe-
ctaciilum. Gr. 3i«u«. S. Ow Gnsosl.
l38. Richiedi loto ove sono le loro ne-
chezze e li vestimenti odolifcn, dove sono
i
i3i6
S P E
li giuochi, li strumenti, e gli spettacoli?
Tac. Dav. Ann. 3. 69. Piaceva più ve-
derlo spendere il giorno in ispetUroli, la
notte in rene , che rinchiuso fiintasticare
di cose rcmatiche e odiose.
f §. 1. Per metaf. dicesi d* Ogni og'
getto che trae a se l' attenzione , o gli
sguardi. Lat. xpectacttlum. Gr. &eau«
Vii. SS. Pad. In questo spettacolo stetti
tutto '1 giiirno con gran diletto, fioco.
Leti. Pin. Ross. 273. Morendo a stento ,
fu lungamente ohbrolirioso spfllarulu dt
coloro. /)ai'. Scism. l3. Noa io, non vo-
glio vedere questi spettacoli . ^ E Acc.
\Li. Così pazzo fu poi lesta, e spcltac>'lo
della Città nel ))el modo ch'io vi conte-
rò. (C) ■
* §. II. Spettaco/n, per la Gente ac-
co/ta a spettacolo. Snnnnz. Arcad. prov.
II. Ciascuno di maravi-^lia rimase attoni-
to, e ad una voce tutto lo spettacolo chia-
mò vincitore Parlcnupro. (Jil
* SPETTACOLONE. Accresc. di Spet-
tacolo. Lasc. IS'an. l. 70. Fan nell" ar-
margli uno spctiarolone Ch* io non so ben
s' i' lo saprò ridillo. (Br)
f * SPETTACULO. K. l.e A. Spet-
tacolo. Serm. S. /fgost. 8. O pace bene-
detta ec. tu se* spettaculo de* coniuga-
li- (t'}
SPETTAMENTO. V. A. L'aspetta-
re. Lat. e.vpectatìo. Gr. Tro&W- Coli. SS.
Pad. Non sentendo danno dello sccma-
mento dello spettamento delle biadora che
debbon veniri-'-
* SPETTANTE. Che spetta. Appar-
tenente. Lat. perlinens. Gr. "Kpo^ri/.ojv.
Segner. Mann. Lugl. 2^. 5. Non solo ar-
discono ribellarsi ai dettami di Cristo spet-
tanti al vivere , ma ancora ai dogmi ap-
partenenti alla Fede. (*) E Parr. instr.
8. I. E rio si fa ec. con esporre loro i
mistcrii spallanti uU' unità di Dio, e alla
Trinità delle persone Divine. (P')
SPETTARE. /'. L. Hice.si comune-
mente in significato d' Appartenere. Lat.
spedare, pertincrc. Gr. 7rfi9?/i'/£iv. * Se-
gner, Prcd. 7. 1. Non aver più sollecitu-
dine alcuna in ciò che si spetta, se non
altro, a fuggir dalla dannazione, (f^)
^ 2' ^ '" ^/g'/if/tc. ntt. vale Aspet-
tare j ma è core aulica. Cavale. Espos.
Simh. I. 27^. Dio, nostro benigno padre,
non ci volle spellare , come fa li Paga-
ni, e indugiare a punire al di del giudi-
zio in plenitudine di peccati. He Fithert.
Jìim. ant. Perche ogni bel servir spetta
salute. (V)
t # SPETTATISSIMO. Ba^gttarde-
l'oli.fsimo. Petr. Uom. ili. 18. Fu in li-
bidine spettalissimo , imperocclii,- colle sue
sorelle giacque ( nota, in mal senso ). (V)
t SPETTATOLE. Colui che assiste
a spettacolo; e generalmente a veder chec-
chessia. Lai. spectator. Gr. &5«T>/;. Tac.
Vav. Ann. l5. 216. Nerone ce. celebrov-
vi la festa Circense, vestito da cocchiere
in sul cciccliio, o spettatore tra la plebe .
ttern. Ori. I. 16. 19. I suoi compagni
e gli altri spettatori .Son per la maraviglia
di sfe fuori. * Ar. IVcgr. 5. 6 Or fat<;<-i
Con lieto plauso , o spettatori, intende-
re Che non vi sia spiaciuta questa favo-
la. (B)
SPETTATRICE, femm. di Spettato-
re. Lat. spectatri.r. Gr. bioirptu. (iuar.
Fast. fid. ^. 2. Stava io fuor <lelle tende
Spettatrice amorosa Vie più del cacciator,
che della caccia. Salvia. Dt.vc. l. 5l. Non
è maraviglia che la Giudea sola, siccome
fu spettatrice de* suoi miracoli per luHa la
sua vita, così ne fosse fatta unicamente
partecipe nella morte.
* SPETTAZIONE. Lo stes.Ko che E-
spettnzione. Lai. expeclatio. Gr. ':tpO'SÒo-
xiV.. Car. leti. 2. 197. Son certo di non
S P E
poter corrispondere alla spettaxione non
solo d<.>lle qualità d' c&se, ma ne anco della
quantità- (')
•f 'S SPETTE';OLAnE. fare has.ta.
Shrodettare, ^fanifestart indite re tornente
i fatti altrui, come fan le pettegole. Bel-
Un. fìucch. 5i. Per veder com' e' regge-
vano. Montato della celia in sulla fregola.
Gli slirodetta e gli spettegola Dicendo ,
ec. (Ai
•f # SPETTEVOLE. Add. Spettabi-
le, fiiguardevole. BclUn. Bucch. l8t). E
"1 Natan piccinino è si speltefole. Da più
del gran Mogor si appariscente , E però
il Conte ec. ìA)
SPETTORARE. Pieutr. pas<. Scoprir-
.ti il petto. Lat. pectiis detegerv. Gr. or»)-
39;, «T KtaiuTrSiV . tìuon. lier. Intr.
2. 2. Sliracciutevi , allentatevi. La veste al
Banco alzatevi. Il seno spettoratevi.
SPETTORATAMENTE. Avverb. Col
petto .scoperto. Lat. nudo pectore. Gr.
5Tn&3w; •/i»avw3i'vTo;. Lib. cur. malati.
Malvestiti di mezzo verno spetturatamente
si espongono alle nevi.
SPETTORATO. Add. da Spettorare;
Che ha il petto scoperto. Lai- pertore de-
tecto. Gr. aTTO/s/aJu^aivs; to' 5r^&o;.
Matt. Franz, rim. buri. 2. lo3 Bagnisi,
vada fuor spesso al sereno. Ni; si curi di
stare spettorato. Buon. Eier. ^. 5 ^. Chi
spettorato , chi in iucca, chi senza Le
scarpe.
*t SPETTOREXZVRE. !\'eutr. pass.
Spettorarsi . Lat. pectus detege>e ■ Gr.
ffTifS^o^ aTO/yXJTTitv. =# Salvia. Buon.
Eier. Intr. 2. 2. Il .teno spettoratevi, ^oi
diciamo più bassamente spetto rezzatevi ,
scopritevi il petto. (B)
« SPETTRO. V. L. Fantasma, Im-
magine, Larva, Eisione. Eilic rim. Sa^-
(Canz. Poiché la speme ec. > E in quest*
erma campagna i di trarrete Spettri di
viva morte, ombre spiranti , E 1' alma in
sen sol per penare avrete. (N."^') Marchett.
Lucr. lib. 5. V. IÓ5. Già si provò che di
natia sostanza Creata è la natura ec. , Ma
che spesso ingannar soglion gli spettri Le
menti di chi dorme, allor che pare Veder
chi morte in cenere converse. (M/ Buon.
Eier. 5. A. 5. Tutti prestigii e larve e
spettri e forme Nefande, ec. (B)
t * SPEZL\. E. A. Spezie. Di/end.
Pac. La quale causa, sua nascenza e sua
ispczia, né Aristotile, ne altri in suo tem-
po, ne dinanzi a lui, conoscere non poteo.
K altrove : Sovrana spezia di meritoria
povertà. C.uitt. lett. li. 36. NobUe albo-
re fa nobile frutto , e nobile fera nobile
operazione, e cosa nobile ciascuna in ispe-
zia sua. Boez. 2. La umana spezia del di-
vin raggio dolala, ed alzata dalle cose bas*
se, ec. (E)
SPEZIALE. Sust. Quegli che vende le
spezie, e compone le medicine ordinategli
dal medico. Lai. aromatarius, aromatopo-
la. Gr. apwuaTorr&iX»);. Bore. nov. 63.
5. Non ci-lle di frali, ma botteghe ùl^p:-
ziali o d' unguentarii appaiano piuttostoa'
riguardanti. E nov. cjy. 2. Era in Paler-
mo un nostro fiorentino speziale, chiama-
to Bernardo Puccini. IC / it. Dant. 2^3.
Venutosi per accidente alla stanzone d' uno
speziale, ce. Eranc. Barb. 21. 7. Di con-
fetti contendi Quando ti troverai con spe-
ziali. Bed. lett. 2. i5^. Vi vorrei far al-
tro, che speziale del Palazzo pontificio.
§. t. /h'ciamo. Cose che non ne tengo-
no, o vendono, o hanno gli speziali, di
Cose che hanno dello strano e stravagan-
te. Fir. Bag. 172. Noi diremo rh'e' lo
abbia fatto rome poeta, a* quali b permes-
so alcuna volta delle cosi- , che non ne
vendono gli speziali. E nov. 5. X|2. Du-
bitava forse che egli non tt diressero di
quelle cose che Don ne tengono gli spc*
S P £
ziali. Car. lett. 1. 62. Ha io commissio'
Qe di doiDandare molte cose, e di queUe
che non atà forse In spezinle-
g. II. Speziale, per la fiottega òdio
speziale. Segr. Fior. .Star. 3. 9O- Uscì
messer Maso di casa, e in uno speziale
da S. Piero maggiore si fermo. * Amhr.
Eurt. ^. ^. Andiamo allo speziale delW
chiavi ; eh' ormai è ora che tutti gli spe-
ziali sono aperti. fE)
SPEZIALE. Add. Particolare. Lat. pe-
euliaris, praeripuiis, specialis. Gr. ZoiO^t
i^v.i'piroi. 'xtpi'O^ . fìant. Ih/, il. Di
che hi fede speziai si cria. Bocc. nov. 65.
l3. Ci voglio durar fatica in far mie ora-
zioni speziali a I) io. Amet. 60. E pure dì
grazia speziale gli vaghi occhi pasco delle
loro bellezze Pass. pr. Passovvi santo
Giovanni Battista , e più altri santi , ■
quali ec. furono preservati e guardati da
speziale grazia divina. Guid. G. Il quale
egli mandoe per presente a Briseida per
un suo messo speziale. Mnestnizz. I. j^5.
Il reo Angelo, cioè il Diavolo, non può
battezzare ne per uGzio , oè per iapexialc
mandalo.
§. In forza d' avverbio per .Spezialmen-
te. Lai. * specialiter, pra-cipue. Gr. xou
T« ya'JfTT'/.. Maestruzi. 2. 5^. Quando
la chiesa è isp<ziale intenletta , poswino
quc' del popolci eleggere altrove sepullu-
ra. * Guitt. lett. l3. .35. E speziale a voi
cavalieri parlo. E 19. 49- Apparere aper-
to e chiaro bene , e speciale io uomo so-
vra di tutto. (E)
t SPEZIALISSIMAMENTE . Jwpf^f.
di Spezialmente. Lat. ma.rime. Gr. ^-
It'TTa. Bocc. nov. 73. 8. Li quali spe-
zialissimamente amava. E nov. q/o. X. Chi
non sa li Re poter, quando vogliono, ogni
gran cosa fare, e loro altresì spocialÌMÌma-
menlc richiedersi 1' esser magnifico? Jl/erf.
Arh. Cr. 27. E spezialissimamenle da avere
degnamente io memoria quel suo convi-
to, che fece da sezzo nella sua sacratissi-
ma cena.
SPEZIALISSIMO. Superlat. di Spe-
ziale, add. Particolarissimo. Lat. • spe-
cialissimus. Gr. iÒiwt«to;. Guitt. lett.
26. Spezialissimo signor suo messer laco-
mo d' Architano. Cari. Fior. 94- ^'*°"
ciossiecosachè ec. noi conscota la nalura
di questa lingua, per ispezialissima pro-
prietà rispettosa sopra ogni altra che fos-
se mai. Bemb. Asol. 2. 8p. Sono spezia-
lissime licenze, non meno degli amanti che
de' poeti, fingere le cose multe volte trop-
po da ogni forma di verità lontaoe. E
108. L' ooe>tà, dico, sommo e spezialis-
simo tesoro di ciascuna savia.
t 5 SPEZIALITA', e anticamente SPE-
ZI ALTA'. Particolarità . Lai. 'speciali-
tas. proprietas. Gr. l'^iOT»;;. Bocc. g. 8.
f 3. Non intendo di ristrignervi sotto alcu-
na spezialità . But. Sìa nota la spetìalìtà
del suo peccalo.
I §. l. Per Proprietà, Dominio, A-
vere in proprio. Frane. SaCi'h. Op. àiv.
l3i In tulli i comuni del mondo sono
alcuni maggiori , i quali fanno e disfanno
e muovono guerra , secondo il proollo
che viene alle loro spexialit^ .
§. II. In ispezialita, po.tto avverfùalm.,
per Ispeiialmenle. Croniche tt. d' AfUir,
3o. Da Dio non si dee doman<lare gratta dì
alcuna cosa in ispezialtà, ma raccomandarti
a lui, e pregarlo che ti dia bene. ]ifaestru»s.
1. r>l. Non può il proruralore commet-
terlo a un aìlro, se già in ispezialitk non
gli sia commesso. Cron. ^forell. 3oo. La
intenzione loro era di uccidere messer
Maso degli Albìii ec., e ablussare quelli
che erano sormontali, ed appretto uccide-
re ciascuno di loro certi loro nimici in
ispezialtà.
^ S- I'^ r*' i'pt£i«Ìtn d' m/cMno, w«-
S P E
le Per parte, o riguardo iV akuno. u C.
y. IO. 168. 5. La qiijlu' elezione fu fatta
più per ìspeiiallìi Ai setta, che ragiouevo-
Ic m . (C)
Jflt g. IV. l'ale anche Da parte , In
nome ff alcuno. « G. /'. 12. 16. 3. Man-
darono per loro i»pezìalla per aiuto a'
Pisani» . (C)
SPEZIALMENTE. /Iwerb. Particolar-
mente. Lat. • specialiter, praecipue. Gr.
xoi Tot iiotXisry.. Bocr. no^-. 4;. i-V Molti
stati onorali ila nobili uomiui lU Trapani,
o spetialmente tla niesser Anieri{;o. £," /if>i'.
61). E l'crriò guaitlatevi , donne, dal
77
Co/l.
S 1^ E
polvere per condimento dv' cihì. Lai. *.*pe'
cics , aromata. Or. To' a^wu«T«. liacc.
noK-- 39. 8- Minuizatolo , e messevi di
buono 5[ie7Ìe a!..sai, ne fere un maniciiret
lo troppo buono, t! noi: 79. 12. Sono
nnn meno odorifere , rhe sieno i liossoU
S P E
i3i7
lu
beffare , e ^li scolari speiialniente
Ssf. Pad. Ma è assej;nataniente e speiial-
mente sola quella albgieiia , la quale e
nello S('irito Santo. iJin. Camp. 1. 7. Al-
cuni di loro vulcano le eastt-lla del Ve-
scovo, e speiialmcntc Bibbiena. Vit. SS.
Pad. X. 8l. Guardavanlo dili-entementc ,
« speiialniente E^ichio, Io quale 1* aveva in
ispeiiale reverenza.
SPEZIALTA'. r. SPEZL\LITA'
•f SPEZIE. Termine Jilosnjico. Indica
una nozione che e sotto il genere, e che
contiene l'idea ttstrolta di molti indivi-
dui somic;liantt. Lai. species. Gr. EióV;
Bocc. tntrod. 9. La cosa dell'uomo infer-
mo stato ce., tocca da un altro animale
fuori della spezie deli' uomo ce. , quello
infra brevissimo spazio occidessc . J'ant.
inf. 3. Bestemmiavano Dio, e i lor pa-
renti, L* umana speiic, ec. E Par. 7.
Onde r umana spezie inferma giacque.
Te.torett. Br. li. 85. E altre molte spe-
tie, Ciascuna in sua spezie.
■f g. I. Spezie, in term. di Jilosofia
xcòlastica , vale idea , immagine delle
Còse impresse nella mente. Oli. Com. Inf.
8. Nuoce per secondo modo il Diavolo
all' uomo con impressioni d' immagini o
spezie visive eh' egli produce nella sua
fantasia, per le quali inganna l'uomo (qui
la stampa alla pag. 1^2. ^i"^^** contro il
codice specie) . E IO. Quella proporzione
che è del senso alla cosa sensibile , mez-
zana essendo la spezie sensibile , quella
medesima è della intelligi])ile allo 'ntel-
lelto , mezzana essendo la spezie d' esso .
Varch. r'rcol. 29. Nella virtù fantastica
si riserbano le immagiui ovvero similitu-
dini delle cose , le quali i 6I0S06 chia-
mano ora spezie, ora intenzioni, ed altra-
mente .
§. II. Spezie, per Sorta, Maniera. Pass.
97. L'ignoranza non lascia sapere e cono-
scere i peccati, e le loro cagioni e le loro
spezie, o differenze. E 21 3. Quattro sono
le spezie della superbia. ^ Borgh. Orig.
Fir. l36. Il volerlo ora rinvenire , sarà
per avventura una mezza spezie d* indo-
vinare. (l'J
3 g. III. Spezie, per apparenza. Sem-
bianza. Lat. species , visus, color, prar-
textiis. Or. Y^pCp.fx.y i^poy.vXjp-}*^.^ ^X'^-l^^'
Tioyo'^ . ^occ. nov. 23. tit. Sotto spezie
di confessione ec. / it. SS. Pad. i. 27.
Indueonci ( t demonti ) ad alcuna spezie
di virtù, per farci cadere in alcun vizio
nascosto. Fir. As. 21^3. Involato un porco
a non so qual contadino, sotto spezie d' u-
na lor profezia apparecchiarono questo con-
vito. Tac. Dav. .S'tor. i. 2:^2. Per gelosia
della medesima (Ottavia) lo mando sotto
spezie di governo in Portogallo.
* §. IV. i'er Forma . » Med. Vit.
Crisi. Venne dunque messcr Gesù, ed ac-
coDtossi con loro nella via in ispezie di pel-
legrino»». Vit. SS. Pad. I. 120- Diceva che
alcuna volta è da fare loro (ai frati Jore-
stieri) una cortese forza, come fece Lotto,
lo quale vedendo gli Angeli in spezie u-
■nana gli si menòe a casa quasi per for-
M (C)
f SPEZIE . Miscuglio di aromati in
delle spezie della bottega vt
iomp. 2. ^0. Questo seppono da uno che
fu preso una notte , d quale in forma d'
uno venditore di spciie and.i%a invitando
la case potenti ec. Frane. Sncch. nov.
l63. In uno saccheltino di cuoio da te-
nere spezie se l'appiccò allato, /'ern. Ori.
2. i5. 39. E forse ti faro gustar vivan-
de . Che d' altro , che di spezie , saran
piene .
g. I. Spezie , Mesctiglio di aromati in
polvere per uso di medicina , che si di-
cono ancora Spezii . Lai. *pulveres com-
positi. Bicelt. Fior. 109. Si chiamano vol-
garmente dui medici e dagli speziali spezii
da (Ulime cordiali e da fegato. /'. 121.
Quelle (polveri) che si pigliano per bocca,
sono certi spezii composti da medicine aro-
matiche .
g. II. Dare le .fpezie , vale lo stesso che
Dare il pepe. ì . DARE ILFEPE. Lasc.
Slreg. 2. 1 - A questo modo si dà il pepe , o
le spezie .
SPEZIELTA', SPEZIELTADE, e SPE-
ZIELTATE. Particolarità, Proprietà, nel
signific. del §. Lai. proprietas, privatum
nomen, negocium. Cron. Morell. 321. Ma
io vo' meglio alla città, e al bene e onore
del comune , che Ìo non voglio alla mia
ispczieltà. '? G. J . 7. 38. Per aver per la
detta pace per innanzi sempre tributario lo
Re di Tunisi in sua speziellà. (Min)
§. In i.vpczieltà. posto avverbialm., per
Ispezialmente . Bocc. nov. 92. 7. Ed in
ispezieltà chiese di poter veder Ghino.
SPEZIERI'A. Bottega dello speziale, 0
altro Luogo dove si tengono cose per uso
di medicina. Lat. aromatarii officina. Gr.
apwyaTo:iw>£Tov. Salv. Spm. l^. 2. Di-
cendoli di volere ir correndo alta spezie-
ria, liuon. Fier. I. 2. 3. Dico esser me-
sIìitì , Voi dover sciorinar la speziena ,
Bottega, o fonderia eh' altri la dica. E 5.
I. 2. Ardec* egli il cammìn della cucina , O
della speziena ?
SPEZIERlA , che più comunemente j'
adopera nel numero del più. Spezie, Aro-
mati. Lat. ^spcctes, aromata. Gr. toc' c/ipttì-
[j.v.roL. Bocc. Introd. l3. Andavano attor-
no portando nelle mani, chi 6ori, chi erbe
odorifere , e chi diverse maniere di spe-
zierie . E g. ^. p. 5- Pareva loro essere
tutta la speziena che mai nacque in O-
riente . Mor. S. Greg. Prendi speziene
ec. , incenso lucidissimo , e comporrai di
questo unguento prezioso , mischiato dili-
gentemente e purissimo . / rane. Sacch.
nov. i38. Bonanno di ser Bonizzo fu un
fiorentino mercante di spezieria.
§. Per simt/it. Mor. S. Creg. Allora
facciamo noi unguento di diverse spezie-
ne, quando in sull' altare della buona opera
rendiamo odor di mille virtudi.
SPEZIOSISSIMO. Superi, di Spezioso.
Lat. speciosissimits ■ Gr. w^aioraTOs .
Fi/oc. 7. 36. Una di lor, chiamata Gian-
nai, tra l'altre speziosissima , chiamò Eu-
comos , pregandolo che a loro col suo
suono face-se festa. '\' /t 7. 82. Queste pa-
role udite due speziosissime j;iovani, quivi
venute con le lor compagne ec, dissero:
ec. (Bi
speziosita', SPEZIOSITADE , e
SPEZIOSITATE. Singular bellezza. L:il.
species, forma, speciositas. Gr. wpaiOT>j?.
Lib. Op. div. ISarraz. Mir. InBno a tanto
che 'l vostro sposo tiene la sua speziosi-
lade . Tratt. gov. fant. 3l. Ragunando
tutte le bellezze e preziosità che sono in
tutte U creatine, dagli Angeli in giù , in
una speziosilà e valore , non sono tanto ,
quanto è sola l'anima tua. But. Significa
ve. verità in parole , dilezione , speziosità , e
intelbtio .
SPEZIOSO. /'. L. /Idd. Singular-
mente bello . Lat. formosus , spcciosus .
Gr. wsaTo:. 7.ibalti. /fndr. I^^. Una ver-
gine spcziosa , il cui nome fu Dianira .
Fiamm. ^. l32. La speziosa bellezza e la
virtù spettabile d* es^i graziosi gli rend«
oltre modo a* riguardanti.
•■l" * SPEZZABILE . Add. Che può
.spezzarsi. Frangibile. Salvin. Odiss. lib.
O. V. 81. Fuoco sul focolare Grande era
acceso, e di lontan 1* odore Di cedro ben
spezzabile, e di Tio , Per 1' isola odorava,
mentre ardcano. (A)
SI EZZAMENTO . Lo spezzare. Lat.
fractura. Gr. /ia'ot;. Vegez. E perciò ma-
lagevolmente patirne tcmpestade , o spez-
zamento di navi. Borgh. Mon. 192. Si vede
che la pij;liano sempie per particella, e
spezzamento, dirò così, d' un' altra quan-
tunque l'iccola. '^~ Pallav. Perf Crist. 1.
12. L' altro esempio e di coloro che si
perturbano forte pe' sinistri auguri , come
pei
lo
'imento del sale ,
pei
lo
spez-
zamento dello specchio. (D)
f SPEZZARE. Bompere , Bidurre m
pezzi . Lat. frangere , di.tcindere , dissol-
vere , incidere. Gr. «Z'C'^^ ' otvK^Jeiv .
Bocc. nov. 21. 8. Se bisognasse, gli spez-
zerebbe delle legne. A" appresso: Gli mise
innanzi certi ceppi che Kuto non avca po-
tuto spezzare . E nov. 77. 54- Le doleva
sì forte la testa, che pareva che le si spez-
zasse. Pelr. san. ipS. ^è Tarme mia punta
di sdegni spezza, k. canz. ^l. 5. Che spezzo
'1 nodo , ond io lemea scampare . Ovid.
Pist. 34' Egli mi uccisi! il mio fratello
Minotauro , spezzandogli colla mazza tutte
r ossa. Celi. Sport 4- S- Levamiti dinan-
zi , che io ti spezzerò la testa.
g. I. Spezzare, per metaf Dant. Inf 2!^.
Ond'ei repente spezzeià la nebbia. Sì ch'ogni
Bianco ne sarà feruto. /i l'ar. 5. E, siccom*
uom che suo parlar non spezza. Continuò
cosi '1 processo santo. E 16. Perchè può so-
stener che non si spezza.
§. II. Spezzar la testa ad alcuno,^-
guratam. vale ìVoiarlo , Importunarlo ,
Infastidirlo . Lat- obtundcre . Gr. TrajSi-
voy).iì-ì Tivt. Geli. Sport. [\. 5. Andate-
vi tulladuc con Dio , e non mi spezzate
più la testa.
SPEZZATAMENTE. Avvcrb. Alla spez-
zata. Sparatamente. Lat. divisim, Gr. Sid'i-
Ji/a - Borgh. Orig. Fir. 81. I terreni si
davano spezzatamente , e dove e quali si po-
tevano avere- il' Cai. Sagg. 3lO. Facilmen-
te saranno le medesime ad unguem , che le
scritte dal S. M., ma orpellate in maniera, e
così spezzatamente intarsiale tra varii orna-
menti e rabeschi di parole, ec. (B)
SPEZZATO. Add. da Spezzare. Lat.
fractuSj diruptus, discissus. Gr. S';^i5/Jii-
V5;. Dant. inf. 21. Giace Tutto spezzato
al fondo Torco sesto. Bocc. nov. 96. ig.
Spezzate e rotte T amorose catene ec, li-
bero rimase da tal passione . Tass. Am.
4. 2. Lo presi iu questa fascia di zenda-
do. Che lo cingeva, la qual non potendo
L' impeto e 'l peso sostener del corpo ,
Che s' era tutto abbandonato , in mano
Spezzata mi rimase.
f ^ g. Opera spezzata, dicesi Quella
che è composta di più volumi , de' quali
ne manchi qualcuno ■ Magai. I-ett- Le
opere contrassegnate le ho in b>glio in
due tomi ec ma la maggior parte me le
trovo spezzate. (A)
f SPEZZATORE. Ferbal. masc Che,o
Chi spezza. Lat. confractor, scissor. Gr.
ò /ìv.'joli Buon. Fier. 3. 4 2- Spezia-
tori Di porle, salitori Di mura, e di pol-
lai votatori-
i3i8
S P E
S P 1
SPEZZATURA. .^pM:»"»-!'"- Lai. co«-
frMUo, frMtnra. Or. «)«■>■?■ Q";"-/''-"-
C. S. Per cmp.lo A> vento eoDtrario s. spel-
la, n.lb q»..le sr"»'""" "• " " »"°'"
quello Icrribilissimo. ,
SPIA. U".-?/'. <■'"' '■" «■"<"'" ''"'""'•'■
,0 „d osìcr^'-trc gli nndame,Lli dd n.m.co
per nfirirgU.l.-^^. c.,rlcra,or .YC,.la.
eiltadinl di Parma, avendo co saputo per
loro spie ec. , useirooo fuori tutu arn.al..
/■■ n Vi. 2. Queste coso senti una spia
d'i messer ArriRlnno da Mare di Genova.
/• nnm. 3. Seeondo che n.i r-Tpurta la
mia vera spia. M- T. .). 22 b Lene rad-
de neUa sentenzia dell' antico proverl.iu ,
,-he due : clii è povero di spie, e ricco di
vituiierio . n „ .« ,..
e I K generalmente per Chmnijne ri-
ferisce. Lat. ddntor, nnrrator Gr. 5.^«V-
voi b la cagione , in voi si eljiegau . l..i
io In ne sarò or vera Spia. -^ ò. tnlci.
Leu. 32. Mellete le spie de servi di Dio, e
che v'aiutino a vedere. fJ y
e II Oggi diciamo Spia n U'Iiii clic
prvzzotato rapporta Ma gmsti-.ia gli al-
trui misfatti. Lat. ./e/»(or. ,,ua.lruplalcr
Gr. tvÒ!«T/l'i. £««i-- "'<'■'''■•, ■"• '*'■,'■'
costui traditore e mariuolo b Lecco e la-
dro e soddomilo e spia. Tac. Uà,: ^nn.
li 00. Testimonio e spia insieme , diceva
aversuo padre leso insidie al Principe.
* e. HI. Spia, per Contezza, Aft'i-
so Ar. Far. l8. 7'- *'^ ''""' '""^ ^"
Greco perej-rino Nel rasionare a caso a
darne spia. rA^'; f: "■ S^- '^-^ ■" feni-
cia , in Palestina venne , E tanto , eli ad
Astolfo ne die spia, (^f)
* § IV. Onde J>'cre .'pia d una co.<a,
vale esserne informalo. Ar. F'"--^!; «J;
Il re cercar fé' di Lucina bella Ne sin 1
allr' ieri aver ne polb spia . I: 2.s. Il)l>.
Nb lo trovò, ne polb averne spia. F.
AVEHE SPIA. (!^S)
SPIACCIA . Peggiorai, di Apia ■ l-at.
delalor , neq-am , impurus . Gr. y.ixpoi
" Sp'iÀcÉNTE . Clic di.tpiacc . Lai. in-
gralu.<. in.isus, dc^pliccn.,. Gr. ó<J'.y.pl'=-
|»5. Dani. In/: 3. Che .[uesla era la sella
de- cattivi, A Dio spiacenti ed a nemici
sui E 6. -Che s' altra e maggio , nulla e
pfaccnto.C. F. !.. 3. IQ- t>;""7
pn«o spiacente a Dio, e al, loirunevjde ag
Somini i.r. W- Q"-'"'» la novella ne lu
ila a noma più spiacente e più paurosa as-
"s'pUCENZA. Di.<piaeere. Lat. di.y,luen-
lia. Gr. òo,«p='5tr„.;. noce. ncv. 97; II-
Forse che non gli saria sp.acenia , si. ci sa
pcsse quanta pena i' sento. n,,„,„.
+ *SPIACI;kE. Aome. F- A. Vispta
ceX.llim. Ant. Feder. Ambr.^^Acp.
Spiacer, dolor, so,spir. , pianti >= °" - "'
Dona 1' amore all' amadore m '«" ■ f' >
SPIACERE. Verbo. Contrario d, I la-
eere, mspiacere. L.U displicc. .r^^-2
eiw odio ct.te . Dant. In/. '"-J. .
:;:,i;r ch'aduna valle ficde. Che nCn
lassù facca spiacer suo lez/.o . '• I ■ , •
perchè frode b dell' uom proprio m.de.
Più spiace a Dio . J'eir. .»„. 264. P
non veder ne' tuoi quel ch'ale spiacque^
/lece. no.. :-;8. .',. «>•■' ."='"'"", r„,àh
uno che non mi spiacela come .. ma .1
venlura . Cronidiett. d- Amar te,. A si-
gnori Greci ispiacque mollo, lìiion.rim.
loNoslro inlell.llo dalla carne mici ma
E tanto oppresso, che '1 n.oiir p.ii splace.
Quanto pili '1 falso p.-rNUaso .lUerma.
SPIACEVOLE. Add. Contrario d, I .a-
cevclc, Hincrescevole . 1"".^".^;'"-; '
inamanus . moro su s . Gr. alois- "»" ■
rr .5. Ì3. Credendo lui essere alcuno
"piacevole, il quide quesle parole iingesse
per noiarc quella buona femmina. E no».
58. 3. I.a quale era lauto più spiacevole, sa-
7.,evole e stizzosa che alcuna allra, che a sua
guisa ninna cosa si polca lare . h num.
I, lo non .redo die mai iu qucsU terra
fossero uomini e remmine lanlo spiacevoU
e rincrcscevoli, quanto sono oggi- t- """■•
73. 22. Che sapete quanto esser sogliono
spiacevoh e noiosi que' guardiani . O. ' •
10 IO. I. Si rendb alle delle donne un lo-
ro si.bcevole e disonesto oroamenlo di
trecce grosse di seta gialla e bianca 'cioè,
che dispiaceva ). Cas. lelt. 70. Sicché a
vanagloria pare a molli laudevole; e certo
e meno spiacevol vizio, che alcun altro.
SPIACEVOLEZZA. Contrario di l'ia-
cei-olezza. Lat. molestia, taedium. inamae-
n.las. Gr. v.c,i,'^.. lìocc. no.. 74. ij- Con
suoi modi e costumi pieni di scede e di
spiacevolezze Sen. I'l<t. Ella riceve ran-
cura e spiacevolexza . ed b iuvUuppata in
grande discordia, l-ranc. Sacch. no.. 80.
Fra .Michele, reggendo la spiacevo eixa in
moltissime cose di coilei, dice ali osle.
Calai. .',(). 1 molti hanno inrmilinenle
lar"a e certa testimonianza della loro bel-
lezza e della loro spiacevolezza.
•+ * SPIACEVOLISSIMO. Superi, d,
Spiaccclc. Marrhett. I.ucr. Uh. 6. ..
i;ì8i. Ma pel contrario d Ungo A noi
spiacevolissimo, agl'immondi Porci e si
ddcltcvolc, che tulli Insaziabdmente in lui
convolgolisi. (Ai
SPIACEVOLMENTE. A.yerh. Con rna-
niera spiacevole. Con ispiacevolezza. Lai.
perrnolestc. Gr. a«òw;. /iic-e/(. /'ionio.
Al gusto nolaliilmenle caldo , ma non si ,
che egli morda spiacevolmente.
t SPIACIBILE. /'. A. Add. Spiace-
vole Lat. horridus. le ter , moleslus. Gr.
ànxpii. !;u-,-/'.?ni. fOpuMi- Ir. tac.
T. l. 3. 8. Vedendomi si orillille , Puz-
zolente e Npiaciliile. .
SPIACllilLISSIMO. Superi, di Spia-
cibile. Lai. molesti.isimus, leierrimus. Or.
oo5ruwT«T!)i,x»X£-w'"-!J;. Ir. Oiorrf.
l'red. R. Rimase mollo afflitto per quelle
spiacdiilissime parole.
SPIACIMENTO. Di.<piacere. Lai. ai-
,„licentia, incommodiim. molestia .dolor
Gr lj:tn. Mor. S. I.reg. 2. 11. Grande
consolazione b ne' noslii spiacimenli, quan-
,1„ contro di noi si procede da colui al
qu,de nulla cosa più pi.ice, se non giusta.
I'a.<s. 177- L' uomo b tenuto d avere
sempre dolore e spiacimenlo del peccalo,
.mando se ne ric.rda. „ >/■
+ * SPIAGERE. V. A. Spiacere. Af-
fronlo. Frane. Ilari,. II. 2- Eannone
vizii inlrare Usar co' rei .-e. D..di , 0 cer-
car d'ogni spiag.T vendella. f/>
SPIAOGET lA. /Il"', ài Spiaggia. I.A.
ora. Gr. i1X^-^-J.. Fir. lìag. 17J. E al-
l'ulùma parte del colle, dove costoro di-
moravan.. , e quasi al principio deUa gii
delta valle, una >piaggelta.
t SPIAGGIA. Salila di monte poca
repente. Piaggia. Lai. ager. Gr. aV/=0..
C,. y. 13 28. 2. Si fuggirò «opra le
sniazgc di Saumilliat.».
ti- I- Spiaggia, pm comunemente .<■ pi-
gli., per Quel tUo che .nendc dolcemente
)n mare; che anche dicesi Piaggia. Lai.
ora. Gr. i^X""^- «''"'• '^'■'■, '■ "' „.■
Che la torre era po^la in su la riva U
una spialgia deserta allato al mare. A 2.
fi ',0 Fate ire schiere de suoi .-avalieri.
In lidia spiaggia tulle le .lisl.-se. Iir.nov.
, ,80. Avendone Nicc.dò abbracciala una
(tavola), mai non la '"""•,.»"'"'
non percosse ad un» .piaggia d. Balberia.
«icina a Susa di poche migli-i.
* e. II. Spiaggia aperta, dicesi Quella
spiaggia, ocLu. lungo rimare, ove non
sono porli per ancorarvi le navr. MI
# § III Spiaggia .cottile, drcesi Quel.a
S P I
spiaggia, otre I' acqua del mare per qual.
che trailo ha poco fondo. (Al
* §. IV. Jisser .serralo alta spiaggia.
Maniera marinaresca , che vale £«-
scr tirala la nave dal vento, o dalla cor-
rente alla valla di terra, senza polir
bordeggiare. (A)
•f * SPIAGGIATA. Cotliera , Ri-
viera , Catena di spiagge. Magai. Leti.
seleni, pag. IlS. Bisogna eh' ci sia allo
bene ( il Sole ) , prima che ei si lasci »e -
der da tutta quesU grande spiajgiaU cbr
guar.la verso ponente. (Aj
SPIAGGIONE. l'oce dell'uso. Accrt-
scil. di Spiaggia. lA)
SPIAGIO.NE. Spiamenta. Lai. dtlatio ,
exploralio. Gr. £vòsi?i;. Tac. Dav. Ann.
!i. 102. Ben fu che ompagno alla spia-
gione gli fosse Publio DolabeUa , di chia-
ra famiglia, parente stretto di Varo.
SPIAMENTO. Lo spiare. L»l. expto-
ratio. Gr. /aTa«5:t>l' . Fegez. -Accsoc-
cbb non solamente la notte, ma il di pos-
sano fare i loro spiamenli.
SPIANAMENTO. Lo spianare.
t §• E figw"""" ■ P"' Dichiaraiione.
Lat. explanatio. Gr. ifp.r,i!.iv. . Coli. SS.
PaJ. Spianamento d.U.r tre vocazioni. To".
Jh Isaac. Manifeslalc a noi, non per upu-
namenlo, ma prendendone ammacslra-
menlo. Sul. Par. a. I. Se bene ascolti,
cioè lu Dante , 1' argomentare , cioc lo
maiiifeslamenlo , 0 lo spianamento degh
argomenti, che io farò asterso, cioè coa-
ira questa tua falsa opinione.
3 SPIANARE, indurre in piano, J'er-
rcggiare. Lai. complanare, planum red-
dere. Gr. iiz-xli'i!... « Cecch. Prov.ÌQ.
I sartori ce. mellooci poi sopra il panno
che vogliono spianare, e con un islcomen-
to di legno ec. pijiano e stropiccuno for-
le finchb tal costura si spiani. (C)
* §. I. E in sigaific. neulr. •• O. y.
a. 3o'5. 3. Mandandovi U suo Maliscalco
?c. con cenlo cavalieri con li s|.ianalon,
per fare spianare. E 12. 9'). 4- J""" 'T*^,
narc tra due campi, e richiedere il Be a
Ingliilurra di batlaglia- . <C)
* §. II. Spianar la pasta , vale JieJl-
derla .toltile mediante lo spianatoio. Sal-
via. Pros. Tose. I. 101. Ha bisogno (la
pasta ) di un altro arnese più materiale
per ispianarla. che si domanda lo spiina-
loi... (C) ., ,
* §. III. .^pianar pane, o il pane, vaie
Fare il pane per venderlo. •■ l'arch. Slor.
8. 194. Ordinarono, sotto gravissune pe-
ne, che nessuno fornaio potesse spianar
pane, se non del grano .lei Comune » . (C)
ì §. IV. Spianare il pane , vale anche
Ridurre la massa della pa-ta in pani.
Lai. panes conficvre. Gr. aOToaOiti» .
Cani. Cara. 2o8. P.d spiana un pan, che
Dio ve '1 dica ancora, Che ognun se n
innamora. ^
§. V, Spianare I «irt"0"'. '■"'« "'^
loro la /orma. Lai. lalerrs fngei*. Gr.
Ttli.SoTloUlv. E perche Jormali .<i di-
stendono in terra , per suiiilil. di.<.<e il
Pulci nel Morg. 27. 49. E soprallullo d
buon Tuq.in di Rana I Saracm , come 1
matu.ni, spiana.
fi VI. .Ipianare, Irallandosl di «;/»•
r,ì, vale Rovinargli fino al piano Min
terra. Spiantargli. Lat. solo aquart. <.r.
zs'cw ouxl.;tiv. Ar. Fur. 30- 9- .*'
s|.ianò tante case, e tante accos». Che dis-
fa' pili che '1 leno del paese.
8 VII. J';iii,i.ire in terra, persmiltl.,
vale Far cadere alcuno m terra. Celiar-
lo disteso a terra. Lai. ,.roWe/vienf. iGr.
xxTaSiXicm. Dav. Acc. 140. S al bel
primo l' avr.i spianato in terra ec. corra
a frugarli poi, .[Uasi lorv) caduto, U popo-
1.1,
i g. Vili i."ncii<r.f>iw,t ,«•«'• fl"*""' '"
S P 1
po.rr,;,, Cicch. Pro,'. 92. Cbi ,.rsra pc' .i-
gagnoliM sf»"" in '""• "^ " '"*"" "'
verde. fC; , . ,„
* 8 IX. Far spianare aUuiio i/i ter-
ra .•«/.- Orrf/n^re ..rf n„o che si fctU rf.-
";,o in terra. Cu. (-o//. I it. Jlf ll5.
lì Navarro, ol.e avcnao fallo sr"""'" '"
lem lecconi tutta la ^ua gente a picae
ce. fu ancor esso jirejo prigione. Iti
# S. X . Spianare, fS"''-"'""- o" „
••«« Tor ,ia. Cnicc. Stor. 7. =89. Mon
solo sono altieri ed insolenti (> he); ma
non possono tollerare di non ottenere
quello el,e gli pare giusto (e B""'" r-'';
ciò che desiderano) persuadendosi d pò
tere spianare con una parola tutti gì "U-
pedimenti e superare la natura delle co-
"* e. SI. Spianar le coslurt , '«'</-
g,.ralm. Bastonare. Il VocaM. ««« r.
COSTURA, §. Il- ro .
* S SII. Spianare, parlandosi rfi ar-
mi ia/..oco. .ale Ki.olgerne la hocca
conin, la persona, e la cosa, che si xaol
co/pire. (Ci .,
« §. XUI. Spianarti in signijic. neu-
tr. pass, parlandosi di /ir/i.i'ft , '"« ^'■
darsi in piano. Bart. Chiacc. 29. Corion
giiifleoadel a slianarsi e distendersi
nell' ugualissima superBcie. E ^0"'""
giù rovinosamente e si spiamno. fJV;
* g XIV. i-pianare, in .tignijic. neulr.
per Posar in piano ed alla pari sera
Checchi sia, Esser posto in piano uguale
sovra un altro piano. Vasar. Amenduc
fata seni' archi sopra le colonne , il qual
modo e il vero e proprio, perche gli ar-
ehitravi, che son posti sopra 1 capitelli
delle colonne, spianino. (A)
t g. XV. Spianare, per mela/, vale di-
chiarare, hiterpelrare. Lat. ciplanare,
Ci-pcnere. Gr. ÒM'.vfii/, òr.Jouv- /Noi'.
ant. 100. 5. Sopra ciò domando loro con-
siglio ; ma nullo ve n el.l.e , che gliele
sapesse spianare Iti sogno ) . S. t'io Cri-
sosl. 42. S' io lo voglio spianare ed espo-
nere, parnii non solamente oscuro, main-
credihUe. lillani. 1. l5. Que' versi rhc
ne fé', qui uon li spiano. Pera, rim- 1
20. T-ovi qualche dottor che gli.:lo spiani,
f * g. XVi. Spianare, vale anche Ma.
nifestare apertamente , Dire aperto, Sijua-
dernare. Vav. Scisw. !i2. ( lomin. l-;5.f )
Parendogli (a Reginaldo loto) aver tro-
vato qualche temperamento , lo volle al
Re dire, e non potco formar parola; onde
si voltò a spianargli il vero con somma
umiltà. Jllegr. -jS. Sfacciatamente gli spia-
na sul liei meno del mostaccio uno sfor-
tunato recipe di reoharliaro, d' agarico , o
scamonea f y)
t SPIANATA. Luogo spianato. L3I. locus
complanatus. Gr. ^wfo; «V'"'-' '• ** ' '
II. l33. I. Que' del campo di Pisa abbatterò
verso la spianata una parte dello steccato.
Stor. Pisi. 81. Cominciarono a lare certe
spianale di sopra a Porcari per poter passa-
re . Tass. Oer. 18. 5'\. Nuova spianala or
cominciar polra,ssi. Car. lelt. I 8..Si^due-
gnano spianate, tagliate, magaizini. f .Ir.
Far. 18. 39. Comandò che a porta San
Marcello, Dov' eia gran spianata di cam-
pagna Aspettasse 1' un V altro. (Fl't
:? §. I. fili le .<pianaie, direti dai Mili-
tari del Levar via tulli gf impedimenti e
spianar la campagna per comodo delT e-
sercito. Cuicc. Stor. 18. 3l . E nondimeno
Borbone, il quale faceva fate le spianate
verso Bol.'gna, e Ficramosea davano spc-
rania al luogotenente che nonostante tutte
le difficolta r esercito accetterebbe la tre-
gua. (CJ
* g. II. Spianale delle muraglie, dicesi
dai buoni .Archiletli del Far sì che i mn-
ralori, nell' alzar che /anno le mura, pro-
cedano con lai ordine, che 'l muro venga
S P I
,t/-^(0 (iiKo egualmente a suolo a suolo
ed ogni .<uolo cordeggi perfillamente in
piano, ad effetto che il -'asso o lavoro ,
po.iando .■Tempre .<opra una .<„pcr^cie p.a-
na, venga a fare il "•"'T,",f 'Zi'a
ferendo anche ciò moli, alla bellezza della
faccia della stes.m muraglia; e questi
,„o/i 0 ordini di muro chiaman e.'Si Spia-
nate delle muraglie. Baldin.f oc. nis.(A)
SPIANATO. Susi. Spianata. Lat. lo-
cus romplanalns. Cv.Y'^fOiou.'J.Uniz^c.
G /' 9 70 ^- Venne con sua gente
schierala in sul rongiufnimento dello spia-
ndo dell'una oste, e dell'altra. JC num.
4 Fece assalire le gu.iidie dello spanato.
K cap 3o5. 4. Condussele in capo d un
piano, che v'avea un fosso con piccolo
spazio di spianato.
SPIANATO. .'Idd. da Spianare. Lat.
complanatus. Gr, 5,u«X<aS£i';. C. J'. II.
l3o 6. Era accampata 1 oste de Pisani e
de- Lombardi in tre siti, i campi spianai,
dall' uno campo all' altro. Petr. cap. 5.
Ouanti spi.inali dietro e innanzi poggi I
Alam. Coli. 2. 54. Doppio, eguale, spia-
nalo e dritto il dorso. Ited. E.<p. nat. 103
In tempo di maccheria , ovvero calma di
mare spianalo e sniaccalissimo, gli dareb-
be il cuore d'andarsene passo passo da
Dovre in6no a Cales.
i e 7; figuratam. Dichiaralo, Intese.
Buon. Fiirl Inlr. 5. I. Mi son tutti spia-
nati, e tutti aperti.
SrUNATOIO. /Iasione gro.tso e ro-
tondo, con cui si spiana, e s" aflna la pa-
sta. Salvia. Pros. Tose. I. 27. V. conse-
S P I
l3io
il rresiato libro delle sue leggi, per-
Cno u l'iegi,"" .1...-. ^..L »
cbè quelle colla vostra aulorila nel suo
vigore mantenghiate, e , secondo 1' antica
formola , ve ne do pel suo bastone figu-
rante .1 comando, per l' orrevole spiana-
toio, l' investitura, E lOO. Massa di pasta
collo spianatoio. E 101. Ha bisogno f la
paslaj di un altro arnese più materiale per
ispianaila. che si domanda lo spianatoio ,
scettro che si conserva eterno ed incor-
ruttibile nella nostra Accademia, e che
passa di mano in mano da Arcieonsolo a
Ar. iconsolo, con quella formola solenne ec.
di orrevole spianatoio.
* g. Spianatoio. Term. degli /Irclii-
lelli, ec. Strumento d'un quadro di le-
'no, e due stanshe ferme per lungo, che
formano quattro prese o maniche, che ser-
vono a muoverlo; e al quadro di legno e
a'-innto un lasliere di legno spianato,
l'arco tre quarti di braccio e grosso due
soldi, e serve per ispianare ogni sorta di
pietra dura e tenera, per poterla tirare a
pulimeato , e s- adopera con i. smeriglio .
Fannosene de" più stretti con un sol ma-
nico per pietre piccole. Baldin. ì oc.
Bis. Ili) , , _,
f SPIANATORE. I erbai, masc. the, o
Chi .spinna. Lat. complanalor. Gr. Oyz-
)i'£iuv. G. r. 9. 3o5, 2. Mandandovi il
suo Maliscaleo, e mcsser l'rlind.acca tede-
sco forse con cento cavalieri con li spi.-i-
natori. Peror. g. 9. nov. 2. Essendo ordi-
nale e fatte le schiere dall una parte e
daU altra, e venuti innanzi gli spianatori
tagliando sepali e arbori, e riempiendo
fosse. ^ , - 1
+ §. Spianator di pane, per Colui che
fa il pane per venderlo. Fornaio, ilalm. i .
5l. Sperante resta alla Regina intorno
Snianalor di pan tondo rifonnato.
, :■: SPIANATURA. Spianamento, Spia-
nata, lialdin. loc. Pis. Di questa (pie-
Ira ) ancora si vagliono i pillon. facendo-
la battere con ferro finche abbia una ceri»
spianatura mbida , sopra la quale data la
mestica, fanno pillure a olio, fC)
SPlANAZiONE. .'••piniiamenlo.
+ §. E fignralam.per Interpretazione,
Dichiarazione. Lat. explanatio.interprela.
Ho. Gr. i/,iwti. ie^r."-'" ■ f'"- ^^'■
Pad. La perversa spianazione delle scrit-
ture, adattala a purissimo oro. non ingan-
ni per preziosità di metallo.
SPIANO Spianala, Spianamento. Tac.
Vav. Ann. 12. ir.8. Fu dato 1' andare .al-
l'acqua, e scoperto 1' errore dello spiano
non livellalo al fondo.
§. I . Spiano, .si dice in Firenze il gra-
no che si dà a' fornai dal Magistrato
dell' abbondanza a un determinnlo prezzo,
per ispinnare il pane a un determinato peso.
5. II. Far lo spiano, fìguralam, per
Con.siimare, Pifinire. Lat, abligurire. Gr.
««z«)i)(vEu!iv." Malm. 6. 47- Talché s'
a casa altrui suol far lo spiano ec. , Fre-
me che li non può staccarne brano.
# §, III. Spiano de" fornai, e detta di co-
loro che fanno il pone per vendere, i quali
essendo sottoposti al Magistrato dell'ab-
bondanza , .sono obbligali a consumare per
ciascun forno di pane da vendersi tanto gra-
no, di quello già provvisto dal Magislralo,
quanto da esso si determina , che alle volle
suoles.ser tulio, ed alle volte la mela; e
quando è lutto, .si dice: L' abbondanza dà
tulio spiano; ed essendo la metà, si dice.- Da
mezzo spiano. Bisc. Malm. (A)
•f 1;. SPIANTAMENTO. Eversione,
Atterramento, Buina. Segner. Crisi, in-
str I. 16, 17- Appresso non vedrà e-
siio buono della sua roba , ma spianta-
mento. (A) .
SPIANTARE. Boviiiar dalla pianta.
Lat evertere, evellere, eradicare, excin-
dere. Gr. O.puCoZ-j. Tac. Dav. Ann. l5.
211 Loro fortezze spianta. E itor. ó.
3lO L' esercito , oltre alla naturale ago-
nia della preda, la voleva spiantare per gli
odii antichi.* l-ros. Fior. 4. 107. Quando
Alessandro il grande volle già spiantar la
città di Tebe, comando ec. (TCj
8. I. Per Isbarbar dalle piante. Bern.
Ori. 2. 9. 5. L'erbe e gli arbori spianta,
non pur scorza. , • ,,
*g 11. E per similit. dicesi anche dello
Svellere qualunque co.sa fìtta a somiglian-
^iveiiere quniunii<'^ ....... ^ .-
M di pianta . Ilari. As. pari I. Ilh. S.
„„„ 4q Essendovi iu 1 iva del fiume fitta
inferra, non so a quale uso, una gran
trave ec e^li, senza nullo sforzo d ope-
rarvi intorno , la spianto come fosse un
piccolo sterpo, iPl
§ \n. Per metaf. Distruggere, An-
nientare , Mandare in perdizione. Tac.
Dav. Ann. 2. 44. Begno d'esser con p.u
rabbia spiantato , che Varo non fu ucciso
( il lesto lat. ha eilurbanduni ). E Ann.
l3, 181. Egli condusse le legioni nel pae-
se de' Tenteri. minacciando spiantarlo, se
pigliavano le brighe d' allri . E 16. 233.
Volle Nerone anche spiantare la slessa
virtù. * Segner. Fred. 37. 7. Io gli vo-
glio isli Ebrei) tutti distruggere , gli vo-
glio spiantare, gli voglio sterminare. (iS)
* g. IV. In signifc. nenlr. pass, vale
Andare in rovina, e propriamente Venir
nell- ultima povertà . Il Vocalmlario alla
voce SPROFONDARE, g. L (^>
SPIANTAI O. Add. da Spiantare.
g. Per indotto in miseria , Che ha con-
sumalo il suo avere.
* SPIA^TAZ10^E. Buina, Perdizio-
ne , Sommo pregiudizio . Lat. pernicies ,
cvilinm . fros. Fior. P. 4, voi- 2. pag.
224. Se gli gettò in ginocchioni a piedi,
pagandolo e supplicandolo a non lo vo-
ere stracciare f iV libro ) , come già mi-
nacciava di fare, perchè «arebbe stato causa
della sua intera spianlazione "on avendo
lanto in tutta la sua casa da P-»"'» ""
comprare, e rendere a di chi era. ittS)
* .SPUNTE. Che spia. Salvia. Cas.
2,. 1 Sileni con queste e lo spiante Uc-
eisor d Argo, mise bians. in amore Nel cu-
po delle amabili spelonche. (IS)
l320
S P I
# SPIANTO. DUesi Dare lo spianto,
€ vaie Finire f Consumare. Cari. Svin.
E a<i uu hoccal <li VÌI) datu lu spianto ,
Suona, disse Ciapia, zillì signore. (^)
•^ SPIAHb. j4niiar cercando diligente'
mente alcuna cosa, o Andare investigati'
do I segreti altrui . Lat. explorare . Gr.
xaras/oTiìv . Jìocc. nov. d5. 7. Cauta-
mcDtc da una sua fante , a cui di lei io-
cresceva , ne fere spiare . K nov. 85. J.
Sozio , io ti spiero chi ella è. Sov. ant.
XOO. 9. Per lo molto andare e venire sì
se ne avvide , e spio tutta la verità dell'
opera . Petr. canz. 34- 6 Tu sai in me
il tutto, Amor; s'ella oc spia, iJinne quel
che dir dei. /; cap. 2- Da poi clie sì I)une
Hai spiato aml>uiluu gli affetti miei. Pant.
Purg. 26. Cosi per eulro loro schiera
liruna S* ammusa 1' una coli* altra formi-
ca , Forse a spiar lor via e lor fortuna .
Frane. Sacch. rim. 60. Che se '1 ver il
»pia, £* potrà 1>en cercare i pianie'mon-
li. Prima che truovi dove si racconti. V'ir.
As. 108. £d io in quel mentre ce. reste-
rei t finche ritornassero , sulla porla della
casa, per ispiarc se alcuno movimento na-
scesse, f'arc/i. Ercol. 72. 11 verbo gene-
rale è spiare, verbo non meno infame che
origliare, sebbene si piglia alcuna volta in
buona parte, àuxe/ar la spia si piglia sem-
pre in cattiva.
* SFIATATO. T'. SPIETATO. (')
f SPIATOliE. ì'crhal. masc. Clic , O
Chi spia. Lat. explorator . Gr. 5/0:105.
Liv. Dee. 3. Primieramente tenne ma-
niera di spiatore, l'it. Crisi. Guardali d'
essere di strana conversazione, o d'essere
curioso e spiatore . lied. Ins. i. Sono i
sensi tante vedette e spiatori, che mirano
a scoprire la natura delle cose.
SPIATRICE . Fcrhal.femm, di Spia-
tore. Lai. exploratrix. Gr. r, x.Cf.roLixOTt r!-
•sa^a. Buon. Fier. 2. 4- i5. La spiatrice
del notturno caso Non si può contener.
SPIATTELLAHE. Pire la co.m spiat-
tcllalamente , com' ella sta j Dichiarare
apertamentej modo basso. Lat. Ithere lo-
fjui, aperto edisscrcre. Gr. Tracafi^ta^Eiv.
Varch. Frcol. 58. Di coloro i quali ec.
confessano il cacio, cioè dicono lutto quanto
quello che hanno detto e fallo a chi uè
gli (hmanda ec. , s'usano questi verbi:
svcrtarc , sborrare , schiodare , sgorj^are ,
spiattellare, ec. Alleg. 107. Come sarebbe
a dire, per ispiallellarvela, noi corriam la
medesima via delle disgrazie, ò'alv. Spin.
^. 2. Non inlendcit! voi ora il resto per
voi medesimo, senza eh* io ve lo spiattelli
allrimenli? Cari. Fior. j52. Vuol chela
intendiate del lutto ec. , e pero torna a
ipialtellarvela lu quarta volta. *-{- A' Sold. sat.
3. Quest' è ben ver , che la Satira anch'
ella , ^uova aruspice n>sa alla frallaglia ,
La verità na.srnsa ci spiattella. (A)
SPIATTF.LLATAME.\TE. Awcrh. A-
pertamentc. Lai. aperte, Ithere. Gr.SKow;.
Ji si aggingiic a' i-erhi Pire , /'orlare, e si-
mili, nello stesso signific. di Spiattellare.
Modo l'asso. Lai. lihere loqui. Gr. 7tv.6ór^-
5(«5etv. * liellin. l.ett. in Menzini Op.
voi. 3. pag. 3l4- Dico in primo luogo ,
che siccome io stimo necessarissimo al ben
comporre in quaUisia genere ec. il non
parlare così spiatlellataraenle, che il tulio
si dica ec. (lì)
SPIATTELLATISSIMO . Superi, di
Spiattellato. Lat. apertissimus. Gr. avS'-
JtTOTaTO?. Alleg. 1. Quasiché questo sia 1*
abbreviato contrassegno della mLi spultclla-
tìssima dapptK-aggine.
SPIATTELLATO . Add. da Spiattel-
lare .
S- Alla spiatte/lata, posto avsei-lualni.,
tn modo hasso, i-ale lo stesso che Spiat-
tellatamente. Lai. lihere, ditertis verbis ,
aperte, elare. Gr. 90to(ù{.
S P I
•f * SPICA. Lo stesso che Spipa. Chtabr.
rim. voi. I. pag. l\\0 ( tieremia l'j^l )
Tolgono ornai da' cari balli U piede Mcsle
le ^infe, di fioieltì amiche, E cospersa di
duol Cerere vede Guaito l'onor delle bra-
male spicbe. (A. Srgner. Seni. Oraz. 32.
Di sabato andavano svellendo le spicbe per
ristorarsi. (TC/
SPICACELTICA. Spezie di pianta de/
genere delle y alenane. Lat. spica ceitica,
nardus celtica . Cr. 4- 4®* ^' "^"B'* '^"'""
damomo , gbia^giuolo ec. , spicacellica ,
ogni cosa per u^ual parte pesta, e nel vi-
no metti.
SPICANARDI. Spiganardi , Lat. nar-
dus Indica. Cr. !^. ^o. 6- Altri in verità
cosi i vini condiscono : togli cardamomo ,
gbiaggiuolo, illirica , cassia, spicanardi ec,
ogni cosa per ugual parte pesta , e nel
vino metti.
SPIGARE. /'. A. T'ed. SPIGARE.
*|* SPICCAMtWTO. Staccamento, Di-
staccamento. Magai, part. I. leti. 22. So
ce. ebe il Bcrnino avrebbe ricavato in mar-
mo ec. meglio assai che la natura non ri-
copicrà mai nel fortuito spicraniento di un
masso lu Dafne ee. (Aj Imperf. Tim. D.
8- T. 7. 247' Laonde vien definito che il
vero amore altro non sia che un certo
spiccamento di volo alla divina bellezza ,
nato io noi dall' aspetto della beltà cor-
porea. (/')
^ §■ /'- fìgnratam. Ces. Vit. Com.
i53. Si vedea in ogni suo atto una virtù
consumata, uno spiccamento compiuto da
ogni cosa ed affetto terreno. {C)
t*SPICLANTE. Che spicca, Cfie fa
spicco. Salvia. Opp. Cacc. Ancor la razza
de' veloci cervi, Nutre cerva cornuta ,
grande d' occhi , Spiccante, e nel dosso
dipinta , ee. (A)
SPiCCAKE . Contrario (T Appiccare .
Levar la cosa del luogo ov' eli' e appic-
cata j che diciamo anche Staccare . Lat.
rejigerc . Gr. a~oxa3*])oJV . G. /'. 12.
8. l3. Il fece impiccate, e colla catena,
acciocché non si potesse ispiccare. Frane,
Sacch. Op. div. Sy. Quasi ogni di con-
viene , per lo piccolo luogo , che si spic-
chi della cera per dar luogo all' altra. /'>.
Ciord. /^red. S. 3l. Ollremonte nella
Francia non si usa mai spiccare nullo im-
piccato, ma tanto vi sta, quanto può at-
tenervisi .
g. I. /Vr Disgiugnere , Tor via. Se-
parare. Lat. evellere, separare. Gr. x^pi'-
^5(v. /foce. nov. 35. 9. Con un e oli elio ,
il meglio che potè, gli spicco dallo 'nibu-
sto la testa- K nov. 62. 6. Non fo il dì
e la notte altro che filare , tanto che la
calne mi s' è spiccata dall' unghia. Sagg.
nat. esp. 84. Perchè il gran peso dell'ar-
gento, che dee reggere, non tacesse spic-
car r orlo dove la legatura s* attiene.
g. 11. Spiccar salti, vale Far salti.
Lai. exsilire , in saltum assurgere . Gr.
t/Trr,e«v . Serd. Star. i. it). Imparano
ee. a spiccare , tanto all' indietro quanto
all' innanzi , salti lungbissmii. Sagi;. nat.
esp, 114. Due grilli ec. all'entrar dell'aria
spiccaron salti.
§. ili. Spiccarsi da un luogo, o da
una persona , in sentim. neulr. pass. ,
vale Lasciarlo , Partirsene . Lai. ave/li ,
discedere. Gr. ocnoiTTonàai. «rtoxwpìiv.
Pant. /nf. 3o. Non li sia fatua A dir chi
è , pria che di qui sì spicchi. Amhr. Furt.
4. i4- lu ^^^ vo' parlare a LoUieri , se
quel eh' è seco non si spicca da lui. Fir.
Lue. 3. ]. Se IO faceva il debito mio di
non niì spiccare da luì , come io gli prò-
misi, questo non mi interveniva.
f ^'. IV. /'.' fi^urntam. Dani. Purg.
21. Che rìso e pianto son tanto «eguari
Alla passioo , da che ciascun si spicca ,
Che mcD se^uoD voler oc' più vcrad .
S P I
# Cava/c. Specch. Cr. 172. Questa pena
di sudore sostenne, perchè si spiccasse da
noi la febbre del peccato. Ciov. Celi. ì'it,
Atf. j>0. Era per molte ragioni tanto spie-
eatusì da' Frantesi, che e' licenzio, e raan-
dunne le genti del He. ^Cy Ftr. As. 25^.
I baci se le spiccavano d' in su! cuore .
Borgft. Mon. 23i. Lungo e continuo uso,
e per ciò da non se ne potere agevolmente
spiccare. y;V -^"''^n- Stor. hb. 5. Iacopo
ec. benché cognato di Papa Leone, e qua-
si di Papa Clemente ec. non ispiccò mai
r animo dal viver civile. (Fp)
^ g. V. Spiccare uno da iin'amiciiia,
vale Fargliela lasciare, /ìistorne/o. Giov.
Geli, l'it. Alf. Q^. Aveva olire a questo
spiccato in gran parte dall' amicizia di
Francia il Re Ferdinando. (C)
"t" * §• VI. Spiccar uno, parlandosi di
rei, figttratam. , vale Salvarlo dalle /or-
che , Far che non sia impiccato . Meni.
Sat. 2. Il buon Mercurio a disputar si fic-
ca In criminale, e colla dea Moneta A suo
talento i rei difende e spicca. (V)
^ §. VII. Spiccare, ta/ora vale JigU'
ratam. Avere, Hitrarre, o simile. Cecch.
Stiav. 2. 2. lo ho un amiro mìo grande,
che 1 ha veduta, e vuoila, e ha rimesso
in me il mercato : la prima cosa noi ne
spiccheremo cento scudi di guadagno a
bocca baciata. 1 )')
* §. Vili. Spiccare, per Trar profitto.
Guadagnare . Allegr. 58. Al più da me
sarete sberrettati , Ch* io non fò corte ,
donde non ne spicchi. Salv. Spin. 2. 3.
Secondo me voi ne dovete cavare altro
che giuggiole. Dite il vero , che ne spic-
cale di questa pratica? (Cj
g. IX. Spiccar le parole, vale Pronun^
ziarle distintamente. Lat. articulate loqui.
Gr. iédp^pui Xxìftv.
S- X. Spiccare, si dice del/e pesche,
susine, e altre frutte , che si dividono
agevolmente con mano . Cant. Cam. 62.
Ogni pesca non si spicca. Quali acerbe e
qual mature.
§. XI. Spiccare, dictsi anche del Com-
patire tra l'altre cose. Far vista j e si
prende talora in cattiva parte. Lat. enti-
nerv. Gr. e'^s'^stv. ì'it. Piti. 2^. Essen-
do il pallio di lana bianca, che opera ec.
poteva in essa spiccare? Salvia. Disc. i.
83. Ad altro non seiTono, che ec. a fare
spiccare su|>erbameulc la sua ignoranza .
^ E Senof. 1. II. Laonde così andava la
bisogna , che dove Abrocome compariva
uè statua spiccava né immagine si com-
mendava. (C)
tr g. XII. Spiccare, talora vale Risal-
tar infuori. Benv. Ce/I. Oref. l5o. Qual
maggior lode si può dare a una bella pit-
tura , se non dir che ella spìcchi in tal
modo, eh' ella j)aia dì rilievo? (J'j Bei-
lin. Disc. X. 301. lo sto ricamando quel-
la mia tela di porpora con far passar tra
filo , e filo di lei i candidi filetti di nervi
che su quel brillante porjHtrino spiccaou-
|tur bene 1 (Cì
^ g. XI ti. Spiccarsi , parlandosi di
fabbriche, vale Sorgere, /nnaUarsi. Cor.
En. 6. 825. Qumdi si spicca una gran
torre in alto. (C)
* §. XIV. Spiccare una canzone, va/e
Cantarla . Morg. 18. l63. Margullc un
canzoncin netto a spiccare Comincia; e poi
del caniin domandava. f.V^
« SPICCATAMENTE . Awerh. Con
ispicco . Lai. praclare , prastanter . Gr.
nsft^ocvwf, t^o^w>. Salvi». Pros. Tose,
I. 4l>- Or <|ueilv <UversÌtì re. si mostra-
no neir indole varia delle lor lìngue spic-
catamente . (")
SPICCATI». Add. da Spiccare, Ut tutti
i suoi signific. Lat. avulsus, rrfi.rus. Gr.
artesTTadci't, a~o)ia&niw3c*V Bocc. nov.
53. 4- Spiccata r una delle cokc alla gnk.
S P
S V
S V
l32I
gliele diede. E nov. 76. 5. Eotraroa den-
tro , ed impiccalo il porcu , via a casa del
prete ne 'l porluvono. Circ. Geli. 3. 80.
Che spiccatisi dal mondo , sì stanno in
quelle loro coagregiizioiii a servire uUi
Dei . Fir. As. 208. S^mnato mi salto ,
subito mi vi laiAiai denti o , e mollo Iten
mi vi rivoltai. Hcd. Coiis. 1. 232. Tosto
che mi &enlì dire qucstià possente parola,
vcsciciàtorii , srulfttó t'uora del letto con
capriole eosì snelle e spiccale , che ec.
# Bdlin. Disc. 1. 236. Filo grosso non
più di ([UaUisia CI di rete ce. Unto d' un
rosso porporino ec. tosi spiccato e bril-
lante che e' par di porpora vera. (C)
# §. Parole spicCiUe, io/t parole di'
stinte^ Oùaramente pronunziate. C'es. ì ìt.
Coni. 5o. Di repente si sentì al cuore
una voce in queste spiccate parole: Entra
pure ce. (Cj
f * SPICCATOIO. Diccsi delle pesdn-,
deàe susine, e altre frutte che si dividono
agevolmente con mano j contrario di Du-
racina. Serd. Prov. Le non sono spicea-
toic. (JJ
# SPICCAZIONE. Lo Spiccare. P/ut.
Adr. Op. mot. 4- 78. Epicuro (nominò
il seme ) una spiccazionc d' anima e di
corpo. (Cj
SPICCHIETTINO. Dim. di Spicchietto,
I.al. particula . Gr. p-ipi'i ■ Tratt. se^r.
COS. donn. Ingollano intero uno spicchiet-
tino d'aglio de* più luiuuli.
SPICCUIETTO . Dtm. di Spicchio.
Lib. cur. malati. V' iulioducono uno spic-
chictto di aglio.
SPICCHIO. Cita delle particelle della
cifhtlla, dell' aglio, e simili, che compon-
gono il bulbo. Lat. nucleus. Gr. ttuj^vì'v.
Cr. 6. 123. 1. Se gli spicchi degli agli
si mettono nella cipolla pertugiata , e si
piantano sopra la terra, diveuteraono sca-
logni. Pallad. Febbr. 21. I gigli già po-
sti governeremo con grande diligenzia ,
levando loro gli spìcchi piccolelti che na-
scono lor d'iutorno, e ripogoendogli iu
altri ordini nuovi del giglieto. Cecch. />
salt. Cr. 3. 2- Tanto se ne sa A man-
giarne uno spicchio, quanto un capo.
§. I. Spiccfiio, per Una delle parti nel-
le quali si tagliano per lo lungo le pere^
e simili. Bern. rtm. 1. 28. Quando gli
date uno spìcchio dì pera A tavola così
per cortesia. Ditegli da mìa parte Imona
sera. Selline, son. 249. Per due spicchi
di mela e un di petto.
§. II. Spicchio di petto, diciamo al
Mezzo del petto degli animali- L'urch. 2.
3. Togli una libbra e mezzo di castrone
Dallo spicchio del petto e dall'arnione.
Belline, son. 2Ac). Per due spicchi di me-
la, e un di petto.
+ §. Ili- Spicchio di melarancia, e si-
mili, il diciamo a siniililudine del bulbo
alle diverse parti in cui dividonsi tali
frutte sbucciate . Lasc. Streg. 4- 2. Una
susina e uno spicchio di melarancia da spruz-
tarsi la bocca.
■fS §. IV. Spicchio f /igurat. per Piccola
parte. Tac. Dav.Jnn. *l3. 166. Dell" Impe-
rio datogli intero renderle questo spìcchio, fi
òtor. 4. 340. Ecco che io con una sola
coorte, e li Caninefali e' Baiavi, uno spic-
rhio dì Gallia, abbiamo que' voti spazii d'
alloggiamenti abbattuti.
* §- V. A spicchi, posto avverbialm.
*-ale A similitudine di spicchi . » Sagg.
nat. esp. 96. Abbiamo serrata con essi
una piccola palla di cristallo massiccio ,
formata a spicchi». (Cj
* §. VI. Andar per i spiceli io, vale An-
dar per parte, per fianco. Ciriff'. Cah. !\.
2l3. Scodo la ruga pure un poco stretta.
Per la mina si le tal monzìccbio , Che
nessun della gente maladetta Non può
passar se non va per ispìcchio. (C)
Vocabolario T Ìl
§. VII. Veder per i spicchio, vale Vede-
re non a dirittura. Vedere per piccolo
luogo. Lat. per transennam aspiccrv, Cic.
Morg. 18. 113. Vedde venir di lungi per
ispìcchio Un uom che in volto parca lutto
fosco. Buon. Vier. 4- 2. 7. Veduto pur
da più d' un per ispìcchio.
SI'ICCHIIITO. Add. l'ormato a spic-
chi, the Ila .\f'ii'ihi. Lat. fòllicttlis con-
stans. Amet. 47- Mostrava le cipolle co-
perte di molte veste, e i capituti porri, e
gli spicchiuti agli.
SPICCIARE. Sgorgare, Scaturire, U-
scir con forza i proprio de' liquori. Lai.
scaiere , scaturire. Gr. ^iu'^àtv. Dant.
inf \\. Tacendo divenimmo là 've spìc-
cia Fuor della selva un picciol 6umÌceUo.
V- Purg. C). Comt; sangue che fuor dì
vena spiccia. ì it. S. Aiit. Tra li sassi
spicciava una piccola fontanella fresca, e
sempre chiava. Ar. Fur. 19. 16. Giacque
gran tempo il giovine Medoro Spicciando
il sangue da si larga vena. Sagg. nat.
esp. 02- Si vedià subito spicciar 1' argen-
to fuori di essa non a gocciole , ma con
zarnpdlo conliniiato.
§. I. Per mctaj. Lai. e.rilirCy siibsili-
re. Gr. j3).j^£(v. Dant. Inf. 22. Io vidi,
e anche il cuor mi s' accaprìccia. Uno a-
spcttai" cosi, come egli incontra Ch' una
rana rimane, e l'altra spiccia. Dut. ivi :
E l'altra spiccia, cioè salta sotto 1' acqua.
§. li. Per Incominciare a sjìlaccicare j
ed è proprio del panno, che, 'n sul taglio
sfilaccica j onde perche non ispicci e non
isflaccichi, .1^ incera. Lai. flis dìffluere .
Gr. ìli Ta vyj'/iara ccvaXu'eff^ai.
§. III. In signifc. attivo fguratam.
per Mandar fuori. Articolare. Lai. prO'
ferve. Gr. npo-ftz'pgiv. Tac. Dav. Post,
433. 12. L'esercito dì Severo ìn Arabia
non poteva nella bocca riarsa spicciare al-
tra parola, che acqua acqua.
* g. IV. Ver Istaccare. Benv. C^ll.
7 it. 2. 101. Vo per la stanza, e' cigli e
'1 capo arriccio,; Poi mi drizzo ad un ta-
glio della porta, E condenti un pezzuol
di legno spiccio. ( Cj
§. V. Spicciare, per Ispcdire, Spaccia-
re, nel signijic. del §. I., e si usa in si-
gnificato att. e neutr. pass. Lat. expedi-
re, Gr. oÌlto\-J li.-* . Frane. Sacch. nov. 33.
Il Vescovi» è là ; va, spicciali. ^ Fortig.
Bice. 8. i3. Ma perchè Carlo è un uomo
che si spiccia, Won vuole esordio, e su-
bilo coniiucia (I\'J
SPICCIATO. /*. A. Susi. Sorta di ri-
paro. Steccato. Stor. Pisi. d-g. Comìn-
ciaro a fare spicciali sopra le mura abbat-
tute.
SPICCIOLARE. Propriamente Staccar
dal picciuolo. Lat. pediCulum spoliare, a
pcdiculo avellere. Soder. Colt. 91. A spic-
ciolar quest'uva si piglia il grappolo in
mano sopra la pevera posta al cocchiume
della butte. F appresso : Tenendole al
sole ( l' uve ) per quattro di, spicciolarle,
ed empierne i due terzi della botte. E 128.
Ancora si spicciolano, e si mettono insie-
me.
g. Spicciolare i fori, vale Spiccar loro
le foglie. /Juon. licr. 3. 2. x5. Si spiccio-
la ogni fiore.
SPICCIOLATAMENTE. Avverb. Alla
spicciolata. Particolarmente. Lat. * sin-
gillniim. Gr. z«&' s/asrov. Sen. Ben.
Tardi. 7. 6. Io posso dar a un savio
quello che spicciolatamente è mio ( il te-
sto ha viiilim ). Salvin. Pros. Tose. l.
352. Questo verso ec. non voglio negare
che, considerato spicciolatamente e di per
se, un tantino non mi sollucheri, e mi
muova a compiacenza.
•f -;• SPKCIOLATISSIMO. Superlat.
di Spicciolato, in signifc. di /leso, 0 Fat-
to picciolissimo. Alleg. 182. Piessun por-
rebbe ce. una minima cura alle scom-
messe parti della sua spicciolatissima vits*
Oli. f^)
SPICCIOLATO. Add. da Spicciolarej
Staccato dal picciuolo . Lat. a pedinilo
avulsu.s-. Soder. Colt. 96. Gli darai due
giumelle di uve sccclie buone, spicciolate
per botte di dicci barili 1* una. E I05. A-
iutandolo cim gli abrostini spicciolati, che
lo laran piccare come raspalo. JC appresso:
Daraigli per suo letto, tramutale» che tu
l'hai» due o tre piene giumelle d'uve
secche spicciolate.
3 §. I. Fiori spicciolati, si dicono
Quando sono loro spiccate le foglie. Fir.
As. 49- Ecco la mìa Lucia ce. , tutta di
rose inghirlandata, fiorita la fronte, e a-
vendonc ripieno d seno di spiciiolat<- ,
allegra se ne venne da me. Buon. Tane.
5. 7. E '1 suo viso pulito par che sia Di
rose spicciolate pieno un prato. Cani.
Carn. 298. Feci chi fra le rose spiccio-
lale Le tiene a riidVescare.
^ §. II. E (iguratam . per Pnvo ,
Spogliato, u Buon. Fier. 3. 2. l5. Io
nou ti posi nome Rosa , perchè tu an-
dassi si sfiorita E S[>icciolata d' ogni gen-
tilezza >• . (iVj
§. III. Spicciolato, per Istaccato, Di-
.iginnto. Lat. disiunctus Gr. Jt«^ EU-
X&;i';. Tac. Dav. Stor. l\. 34^- Altri
cassali per colpe , or l'uno or l'altro
spicciolati i II testo lat. ha : carptim et
siuguli), lardi. F.rcol. 236. Noi inten-
diamo non delle parole spicciolate e scom-
pagnatcj ma delle congiunte. Dav- Colt.
l53. Le poche vili insieme e spicciolate
e sole non s'aiutano V una l'altra.
V g. IV. E variamente. Borgh. O-
rig. Fir. Z&S. Ma ne da questi (autori)
ne da alcuni , che ci sono spicciolali
(cioè., spezzati , ridotti in frammenti ) si
cava cosa a questo proprio proposito no-
stro, che porli il pregio. E 272. Manca-
rono insieme non solamente le Chiese
spicciolate (ridotte a poco, o niente j o
pure separate, che si reggevan da se )
ma gU interi vescovadi, e molli si ridus-
sero al poco. E Tose. 352. Mi pare
necessario, che sia sempre innanzi .ngli
occhi , ne mai si parla dall' animo del
lettore che dì cose tanto antiche, e spe-
zialmente spicciolale, e così minute son
molto rare ec. le notizie. E Col. Lat.
402. Tanti esempiì di cittadini spicciolati.
E l^lt^. I cittadini spicciolati, de' quali soli
sì trovano esempìi. E Arm. Fam. 78.
Altre cose spicciolate a novero. (V)
%. \. Per Disunito, Sparso, Fuor d'
ordine. Lat. extra ordinem positus. Gr.
(Jta^iu^^jsiV Cron. Veli. 85. Olire a
ciò, era una borsa di spicciolati , che
non avevano avuto il numero delle fa-
ve. E appresso : Sì traeva uno della
borsa de' detti spicciolali io quello quar-
tiere. Tac. I.av. I it. Agr. Sgo. Men-
tre combattono spicciolali , sono vìnti
tutti.
§. VI. Alla spicciolata , posto avver-
bialmente^ vale Fuor d' ordine. Alla sfi-
lata , Separatamente. Lat. singulatim ,
seorsim , disiunctim. Gr. jfwoi'^. Tac.
Dav. ann. I. 12. Ritrovali furo ì più scan-
dalosi, e parte da* centurioni e soldati di
guardia fuor del campo alla spicciolata
tagliali a pezzi.
il- SPICCIOLO. Add. Voce dell' n.to.
Aggiunto di moneta , vale Minuto , Spez-
zalo. (A)
t SPICCO. Qualità di ciò che spicca,
nel signific. del §. VI. di Spiccare. Lat.
nitor, eminentia. Gr. i^O^'^U Salvin. Disc.
I. 326. Il bianco allato al nero dà e
prende scambievolmente un certo spicco,
e una non so quale caricatura leggiadra,
e amabile vivezza.
166
X322
S P I
S P
S P I
* SPICILEGIO. Term. didascalico.
Vott che viene dallo Spillare ^ e che
figuratamente sigmjìca Kaccolta di cose
trascurate j ed e propriamente Titolo e
Frontispizio di varii libri di raccolte.
Tass. Lett. f'oet. La quarta pcrfe«Ìone
di un titolo è che sìa o del tulio, o in
parte ocrullo, massime se e poetico, deUa
qoal nianiera son questi : selve, dialoghi,
spicilegi, varir lezioni ec. (Brj
3 SPIDOCCHIARE. Levar via i pi-
docciti. Lai. pediculos tollere, a pedicu-
lis expur^are.
# §. £r neuir. pass. - Belline, son.
i\S- Chi prima si spidorrhia, Andar po-
trà con (jli occhi aperti in Icita. JiJenz.
sai. lì. E quel che si &pidor<-bia , E quello
ancor che vota la senlina», (^)
•f SPIEDE, e Sl'IEDO- Arme in a-
sta fatta di un ferro acuto posto in cima
ad un bastone, che s' adoperava propria-
mente alla caccia per ferire i cinf^hiali,
ma che venne pure usata in (guerra.
Lat. venabulum. Gr. TTps^oitov. O. 7.8-
55. 7. Tej-neodolt; a f:uisa che si tiene lo
spiedo alla caccia del porco salvatico
( così ha il testo Dav. ). Petr. son. \{\\.
£ '1 colpo è di saetta, e non di spiedo.
Star. Pist. 7. Con uno spiedo mollo
grande percosse nel 6anro a Braccìno di
messcr Gherardo sì grande il colpo, che
'1 fece cadere in terra. Ar. sai. 3. Cosi
la feccia Del vin si dà , che ha seco una
puntura. Che più moilal non l' ha spie-
do, ne freccia. Xac. Vav. Ann. 3. 70.
Fabbricò armi segrclamcnlc . e dìedele
alla gioventù : furono quarantamila , la
quinta parte con armi da legione, e '1 ri-
manente con iipiedi , coUclli, e altro da
caccia.
g. Oggi comunemente dicesi per Ischi-
elione. Lat. vcru. Allep. 128. Vedesi un
guatteraccio che si gratta 11 cui rolla
marritta,c con la muica Gira lo spiede,
e stumia la pignatta.
SPIEDONE. Spiedo prande. Lai. ve-
ru. Gr. o^ì>&;. l'egez. Assalisca la schie-
ra del nimico dal lato manco, e gli altri
suoi tulti per lungo distenda a similitu-
dine di spiedone ( Il testo lat. ha : in st-
railitudìnem veru ) .
* SPIEGABILE. Add. Che può spie-
garsi, fjellin. Pise. 2. 33 1. E sempre
il fuoco in qualche spatio, e tiene ogni
spazio in ogni >uo punto uno sforzo di
qualsivoglia grado anco non i.ipiegabile da
qualsisia nome di nuniero ec. iFj E 35l.
Vedesti che ogni lavoro di quelle mani
egli è un ìmpaslaniento di semenza o di
teme ec. ; comprendesti la strania e mi-
steriosa condotta, vero sforzo dell' intendi-
mento 0 della poleuza del griin fattore ,
non che spiegaliile con favella, ne pur con-
cepibile da mente umana. (/ì)
SPIEtiAMEMO. Lo spiegare. Dilata-
zione, Allargamento. Lat. explicatio. Gr.
av«;rTuSt;. Sagg. nat. e.rp. ^2. Imperoc-
ché ;dr intera dilaljzione e al totale spie-
camenlo di quella lo spazio lasciato voto
ec. dclibe l'sser siiperrliio.
1"S' }'-Jìgi'f^''f"'- pf ìhchiarasione, in-
ler prelazione. Lai. enodatto, enarratio. Gr.
iXrlyYiZi.:,. lied. Annoi. Pttir. 17. Dal 6I0
lutlo dfir epigramma si rende molto ra-
gionevole lo spiegamrnto drllo Scaligero.
^ Jmperf. Tim. Jì. 2. T- 6. 77. Un tale
compendioso spiegamento tli tutt.i quanta
la dottrina platonica intorno all' Universo
rassetto eh' e' 6a da \<ii . reputo ttoverne
spianar le \\e alle particolari iiLiteric, che
^■e^■a via via il Timeo tuUilmenle pro-
ponendo, (f)
# SPIEGANTE. Che spiega. Lat. ex-
pliean.s , significans . Or. ex&«Tijto';, t*/-
ya/TiKO;. lied. Cons. 1. 17J). Avendo %»■-
duto ne' tempi addietro alcuni doUissimi
consulti ottimamente ipieganti e l'idea e
le cagioni de' suddetti mali, ec. Salvia.
Disc. 2. 207 Per avere usate a suo uopo
alcune parole ec, spieganti si , ma ruvide
anzi che do. lì A32. >oi con basso ma
spiegante vocabolo potremmo chiamare
rin^jccamento della medesima terrai E ■
Pros. Tore. I. 3o5. Il nostro popolo ec. ;
attinse quel basso si, ma spiegante motto,
di beccar»! il .errello. E 327- È ona com-
parazione ec. tenue e bassa, ma spiegan-
te. (•)
* SPIEGANTISSIMO. Superi, di Spie-
gante. Pros. Fior. Salvia, lett. !^. 2. ili.
Non vi paia affettazione, se ìo frappongo
queste parole Greche, perchè sono spic-
ganlissimc. (Cj
SPIEGARE. Distendere, Allargare, o
Aprir le cose unite insieme, ripiegate, o
ristrette in pieghe ; contrario di Bipiega-
rt. Lai. esplicare. Cr. a»9t~Ty3oei»-
Dant. Purg. 3l. Ma dinanzi dagli occhi
de' pennuti Rete si spiega indarno , o si
saetla. Petr. son. l65. L'aura soave, eh'
al Sul spiega e vibra L'auro eh' Amor di
sua man fila e tesse. /'.' son. 266- lo pen-
sava assai destro esser sull'ale. Non per
lor forza, ma di chi le spiega. Din. Comp.
2. 39. Vennunu. r spiegarono le bandie-
re, e poi nascosamente n* andarono dal
lato di Parte Nera. Fir. As. 79. Co-
me prima vi fu arrivata » col suo solito
apparecchio ella spiegò la pestifera boUe-
*S ^. I. Spiegare l'armata, o simile,
vale Fare occupare all'armata, o simile,
un maggiore spazio di terreno dinanzi all'
inimico. Cuicc. Stor. 2. 2o8- Parte ftim-
minavano ) io sul greto del Gume , parte
(perchè nella stretta pianura non si po-
tevano spiegar r ordinanze) per la spiag-
gia della .ollina. (C}
* §. II. Talora vale Farla schierare
per Jarne la mostra. Tass. Cer. i. 38. Poi
duo pastor de' ) upoli spiegaro Le squadre
lor, Guglielmo ed Ademaro. {DJ
3 g. III. ."^piegare, per metafora, vale
Manifestare dichiarando . Lat. erponere,
explicare. Gr. iùfiYi*tJ€tv, ^i;)oùv. Petr.
son. 223. Quei santi costumi, Ch' ingegno
uman non può spiegare in carte. Bocc. nov.
98. 29. Quello che le sanie leggi dell* a-
micizia vogliono che l'uno amico per l'al-
tro faccia, non è mia intcnzion di spiegare.
I>ant. Purg. 1, Ma da eh' è tuo voler che
più si spieghi Di nostra cnndizion , com'
ella è vera. Esser non puole 'I mio che
a le si nieL,hi. ^ Tass. t.er. 20. 25. Credi,
dicea, che la tua patria spieghi Per la mia
lingua in lai parole i prieghi . ( /\ Bc-ez.
J'arch. 3. pros. 12. Queste cose tulle
quante non con argomenti spiegavi presi
di fuori, ma con prove inlcrnc e dime-
stiche. (C)
f * ^. IV. Per Manifestare, Far in-
tendere chiaramente il proprio cornetto .
Segner. / red. 2Q. ^. Il motivo vostro si
e desiderar di nascondervi Ira la turba.
Mi spiegherò. Vorreste voi pure vivere
ce. C.V>
* §. V. E in sifnific. neutr. pass.
Liberarsi. <• Pant. Ptirg. 16. Ma io srtip-
pio Dentro a un dubbio, s'i' non me ne
spiego. But. ivi: Creperei, s' io non l'a-
prissi ; e però dire : s' Ìo non me ne spie-
go, cioè s io non me ne dichiaro, cioè s'
iu non me ne apro, che sono implicito in
esso - . (C)
^ g. VI. E neutr. pass, per Disvilup-
ftarsi. Dant. Inf l3. Spiriti' incarcerato,
ancor li piaccia Di dime come 1' anima
si lega In questi nocchi ; e dinne , se tu
puoi, S'ali una mai da lai membra si spie-
gai. (Mi
* SPIFGATAMENTE. Espressamente,
Dichiaratamente, tìart. I it. Caraf |. 6.
Udì certa voce sensìbile , che spiegats-
menlc gli disse, che Generale della com-
pagnia riuscirebbe il P. Vincenzio Carv-
fa. (C)
* SPIEGATISSIMAMENTE. Superi,
di Spiegatamente. 3'aga/ leit- II. pag.
l30- Carica veramente nuova in corte, ma
io questo caso a mio gtuto galantisd-
mamente , e spic^atbsimamenle introdot-
ta. (I^'J
•f * SPIEGATIVO. Dichiarativo, Atto
a far comprendere, e spiegare. Magai Lett
scient pag. 2o5. Per ispiegativa che sia, o
che mi paia questa similitudine dell' ar-
gento menilo , vediamone un' altra dell*
acqua ec. (A)
SPIEGATO. Add. da Spiegare. Lai.
erplicatus , expan.tus . Gr. «fxjriw&si;.
# J'arch. òtor. 5. 125. Allora Guienna
ec. spiegato un foglio che portava in ma-
no, cominciò a legger forte. (C) E altro-
ve : Se ne usci perciò il commessario Ma-
rioito Segni a bandiere spiegate dalla cillà
d' Arezzo , capttolalane in quella forma la
resa .
^ §- Efiguratam. Sannaz. Arcad. Pros.
5. Ora leggerissimi a correre per le spiente
campagne. iMin)
t ^- SPIEGATOhE. 1 erbai, masc. Che,
o ( hi spiega. Pe/lin. Disc. 2. 66- Che se
io facessi qui ora con esM> voi la figura di
nobile spiegatore della maniera nella quale
le cose si fanno, ec. (Min)
t * SPIEGATRICE . Susi. femm. dt
Spiegatore. Lellin. Ifisc. 3. 27. Trovar
quelle finzioni, e vestirle di un abito che
le faccia apparir vere, e un aitilo non fatto
d'altro, che di parole spiegalrici dì pen-
sieri. (Min}
SPIEGATURA. Lo spiegare.
# §. I. Spiegatura , vale anche F Es-
sere senza pieghe. Car. .Vaj. L'allegrezza
si conosce nella sua spicgatora (del naso),
la maninconia apparisce nelle sue grin-
xe. (FPj
g. 11. Per Dichiarazione, interpreta-
zione. Lat. enodatio , enarratio. Gr. t^rl-
yT,5t;. t.al. Sist. y8. La lettura dei poeti
eccellenti di qual meravigba riempie chi
allentamente considera l' invenzion de'eon-
cetti e la spiegatura loro? E 264. La ri-
sposta dell' autore va non contro al coo-
'■"llo e senso dell' argomento, ma contro
alla spìegalura e '1 modo del parlare.
* g. HI. Spiegatura, dicesi altrejì dei
Modo con che altri manifesta t proprii
cornetti . Salvia. Pros. Tose. l38. Kc'
quali dialoghi e la naturai filosofia eia mo-
rale ec. si vegginno con facile felicita, e
felice facdilà di .(piegatura e dì stile mara-
vigliosamenle trattate. fC)
t SPIEGAZIONE. Spiegamento,lo spie-
gare nel signific. di Dichiarare. LaL ex-
pliratio , enodatio , enarratio . Gr. a»flt-
TTTuJi; , t^/.'/f.^ti . Salvia. Pise. 2\q.
Avea trailo di Itocca al forte suo spOso la
spiegazione dell' enimma.
.splEGGIAI>£. Frequentativo di Spia-
re . Lat. Cìplorare . Gr. jtaTOtOJfOJteì» .
Buon. Fier. 5. |. 3. ( he, troppo curiosa
Dr' latti de' vicini . Col troppo spieggiar
dalla finestra Alleilo ec. Meuz. sat. 1. Non
van la notte a spieggiare a zonso Chi dia
nello spiragli*!, o in emisfero.
« SPIKt.HEVOLE. Add. Che ti può
spiegare. />oes. jjO- Tessendo con ragione
ispirgheiole lalteruito. f Fj
SPIETA". ;. A. Centrano di Pietà.
Lat. feritas , impirtas . Or. aypioV»;; ,
arri'Ci». Mirac Mad. M. Ripresolo del-
la s|'ictà, e iniedell^ sua . Btm. ani. M
da. 11. Che la speranza, per cui mi nu-
trico. Mi toma in di>|<eranza olire eh' io
dico; (^osì spiet'a contro pielanza poia.
SPIKTATAMENTE . Avverò. Senili
pietà. Empiamente. Lat. impie. Gr. &i)^i6i-
S P I
S P I
S P 1
l323
Sui. S. Jgosl. C. P. Quanto sp.ctala-
mente Bruto privò dcUa palru e dcU ono-
re il compagno. . e .
:» SPIETATEZZA. Jslnitto di Spie-
tato: Crudeltà. L»l. crudelitas, immani-
tà,. Gr. wVoTYi;. Segiirr. M.um. iUgg-,
16 i. Quel cbc ii e a,11o ai questi, di
pure ai tana .litri idoli che in te sono ,
maMimamente e di spietalena verso ipo-
Teri, e di sforzo verso 1 pl.be". i- l""-
25. a. Quivi egli vien proposto da Dio
per esempio e di slolideiM e i> >P>='"-
"T SPIETATISSIMO. Superi, di Spie-
taU. Lai. ..a-. i«.m..i . Gr. a/?iuT«ro;.
Ott.Com.l,,/. ,a. «7»4""'-"',rr
crudeUisiroo, e tir.mno spieUt.ssimo. hi.on.
Fier. 3. 3. 9. Io non posso sentir lo sputa-
liuuno . I >■
SPIETATO . ehe gli antichi Ama/io
anee,ra SPUTATO . Jdd. Sema pietà .
Fiero. Crudele. Lai. crudelis , in,pm.< ,
ferus. Gr. x«J"TO? . «VP'»?- '*.''*''":'■
Vnt. Inf. 18. Poirlife X ardile temmine
spieiate Tutti li masoh. loro a morie dien-
uo. E Piirg. 32. S'IO potessi nlrar come
assonnaro Gli occhi spietati ce I"><'S°«-
rei coni' io m' addormentai, h Far. I). rer
non perder pieti si le spietato. /:. 17 ^uai
si parli IppoUlo d' Atene Per la spietata e
perfida noverca. l'etr. canz. 25. Ver me
spicUta, e conlra le superba, h canz.^g-
a Que'begli occhi, Che vider IrisU la
spietau stiSupa ee. , Volgi al mio dnbbio
stato. Pass. S-]. Chi sali si crude e e spie-
lato di sfc medesimo , che non s arrenda
alla benignità di Gesù, ec. Pm- Lonip. I.
a5. Stesser Simone da Pantano, uomo di
mena sutura, magro e bruno , spiatalo e
crudele . „ . j.
SPIETOSO, r. A. Add. Contrario di
Pietoso. Lai. ;.ie(a(i« eipers. Gr. alsS»)?.
Pim. ani. I>. .V. Dunque figliuoi spietosi
Procacciando languire intra i languenti, in
io gli miei goder fra i gaudiosi.
* SPIETRABE. Sfetrare. Pep. Pecam.
101. Come in Inasprire. Impietrare ec.,
che, volendo dire il contrario, si dice Vi-
sasprò. Spietrò ec. (!')
f « SPIFFERARE. Bidir le cose. Con-
tare quello che si 'e udilo.o ceduto. Harl.
Ben. rim. l5. Dn che con nuovo garl.0
si soffiava II naso, e a'ogni tempo e in ogm
loco Ogni cosa a suo detto spifferava, (r)
+ # g. Per /spacciare, Pistruggere uc-
cidendo. Bari. Ben. rim. 17. E vennegh
pel duol febbre e dolori Si gravi, che pen-
dilo e confessato Ebbe di motte 1 ['m gravi
terrori. Ma non fu già da «luella spiHerato
Allora, anriec. (C) l: 18 Ma loslo morte
col suo cappel bruno Gli apparve, e disse:
Spifferar U voglio, E cil.arli di piattole a
digiuno. (P)
SPIGA. Quella piccola pannocchia, dove
stanno racchiuse le granella del grano,
dell' orzo , e di simili l'inde. Lai. spicn.
Gr. 5T»ya?. Cr. 3. 7- 2- Enne alcuno
che non ila reste nello spighe, e con tulio
che faccia piccole spighe ec. , nondimeno
piii dalla radice mette , e raddoppia le
spighe . Mor. S. Greg. Si può dire che
essi portino spighe di buona biada . il».
Picer. Per viva lame mangiavano essi le
spighe verdi . Peir. son. l(S. Tra la spi-
ga e la man qual muro è messo? Pani.
Purg. 16. Se non mi eredi, pon mente
' alla spiga , Ch' ogni erba si conosce per
lo seme.
SPIGACELTICA. Spicaceltica.^Llt. spi-
ca celtica , nardus celtica . Hicett. Fior.
66. La spigacellica e una pianta piccola ,
che ha le foglie lunghette , ed in cima
larghe; fa il fiore giallo; produce dalle
sue raditi minute molli laUi piccoli, si-
inili a corte spighette.
•t SPIGA.NARDI , « .SPIGA>ARD0
Radice del nardo , la quale i mollo odo-
rosa, e ci si porta dall' Indie orientali .
Lai. nardus Indica . Gr va/lOosraxoi .
(V '1 io !\ Togli aloe ibammc due ec,
spiganariii dramme due ec. Tes. Pov. P.
S cap l5. Alcuni sono sanali d idropi-
sia ,,i"Uandonc ogni mattina 1' orina di
capra , nella quale sia colta spiganardo .
liiccll. Fior 66. I.a spiganardi e secondo
Galeno, una radice, e non una spiga; ed
e nolo che quclb- spighette che ci si por-
Uno dall' Indie orientali procedono da una ^
radice lunga sei dita , e grossa un meno ,
dito , mollo odorala , simile al mcu nella |
figura . .. , .
SPIGARE, e SPIGARE. lar la .ipiga.
Lai. .tpicare , spicas cmillere . Gr. 5t«-
yuoyueTv. Tralt. pof. fam. 21. Se il gra-
no non cadesse in terra ec, non isp.ghe-
rcbbe ; non ispigando , non granerebbe ;
s' e' non granasse , ec.
•+ §. Per similil. !tim. ani. J\ot. toc.
110. Ed eo già per lungo oso Vivo in
foco amoroso , E non saccio eh' eo dica ;
Lo meo lauro spica, e non mi grana (il
SaU'tni nelle Annoi, alla Fiera del Buon,
a pag. 433. legge: Vivo in gran fuoco amo-
roso, E non saccio eh' io dica. Il mi lavoro
spica , e non mi grana. Vedi anche la voce
GBA.NAIìE). „ .,. j
SPIGATO. Add. da .>;pigare. Fr. Oiord.
Fred li. Su' tuoi grani spigali, sulle lue
vili racemose scagUer'a a diluvio le gra-
gnuole . . ,, . ,
•+ SPIGATURA. Lo slato delle piante
.,pisalc . ed anche il Tempo in cui es.<e
L'anno. Lil: cur. malati. Nel tempo
quando la spigatura si i; in perlezione.
SPIGHETTA. Piccola spiga. «"''•"•
Fior. 64. La spigacellica ee. produce dalle
sue radici minute molli talli piccoli, simUi
a certe spighette. E appresso: La spiga-
nardi è , secondo Galeno , una radice , e
non una spiga; ed è noto che quelle spi-
ghette che ci si pollano dall'Indie orien-
lali , procedono da una radice lunga sei
aita, ec. ■ .. j
SPIGIONATO. Add. Contrario d Ap-
pi-ionalo . Lai. non localus . Gr. OJ fi-
iStaSa';. * Allegr. \^. Per uluma scia-
gura Il vento che diliatta un' impannata
D' una casa di dietro spigionata. (I )
SPIGLIATA.MENTE. V. A. Avveri).
Speditamente, Spacciatamenle. Lai. e.i7>e-
diU. G'. pVoVu;. .yen. Pi^t. V altro hae
il ventre si repente e si forte, che spiglia-
tamente il ne poru. K altrove: Parlava
si tosto, e si spigliatamente, e scorrendo,
che quello era oltraggio e sconcia cosa.
SPIGLIATEZZA. ì'. A. Destrezza.
J^ilili. Lai. celerilas. Gr. TaXJT»] = . -S'c/i.
/■;,((. Se r uomo ha le giunte deUe gi-
nocchia tagliale, non solamente leggereiia
e spiglialeiza perisce, ma ec.
+ SPIGLIATO. /■. A. Add. Spedito,
Peslro. Agile, Pronto. Lai. expediUis ,
celer , promplus . Gr. Tax-'' • sj^'f,"! •
= J:wvo; . lik. Pred. S. Eglino , cioè li
principi malvagi , sono più lievi che par-
ai , e più spigliali che lupi, che vanno di
notte, e tutti corrono e vengono alla pre-
E .<on. 3oJ. Spinse amore e doloro ove
ir non debbo La mia lingua. E canz. 3g.
6. Ma perchè l'oda, e pensi Tornare, il
mal costume ultre la ipiguo . àen. Ben.
larch. I. 12. E trovò modo di spignere
la libertà Romana ancora più giù delle sue
ginocchia . ,
:S §. 1. Per Mandare , Inviare . Cor.
lett. 1. 34. Farò ogni opera di spingere
il Sig. Molla costà , percbij vi listori in
parte con (|Uolla sua cerona . Sega. Star.
l5. .383. .Spintovi vettovaglia in grande
abbondanza la rinlrescò il Duca, e vi fece
la babà a suo piacimento. IO 'Pass. Cer.
7. 28. Or là m' invii> Dove m' ha Boe-
mondo in fretta spinto, f/l;
:;: S. II. Spignere dietro ad uno, vale
Mandar dietro^ ad uno. Farlo .teguire
Cuicc. Slor. 18. II. E ancorché intesa la
partiu sua gli Ecclesiastici gli spignessero
dietro i cavalU leggieri ec. non lurono a
tempo a fargli danno notabde. I Cj
S. lU.^.V^ignere, in signi/ic. neiltr.
none, e iu,i» .-".. - o j. ■ -1
da. Arrigh. ■;!^. La dimoranza diniega U
dono, e menoma il merito; ma la spiglia-
ta mano fa grandi i piccoli doni. Zihald.
Andr. 78. Fanciulla nata in Capricorno
ec. sarà di gentile aspetto e ispigUala.
f * SPIGNENTE. Add. Che spinge j
e figurai, (he induce. Salvia. Eneid. Uh.
6. il Umore e la fame a mal spignentc ,
E la mendicilade disonesta. (Fi
SPIGNERE, 1- SPI.^GERE. Lo stesso
che Pignere. I-at. impellere. Gr. -:5t£i'-/£iv.
Pass.\66. Egli e di necessità che il do-
lore apra e spùiga fuori la voce della con-
fessione . Petr. son. 209. Amor la spigne
e tira . Non per elczion , ma per destino.
pass. Innoltrarsi , Farsi innanzi . Ta.
Cer. ■'. 38. E là donde Rambaldo addie-
tro l'assi Velocissimamenle egli si spinse .
E 8. 27. Sveno involto Neil' armi innan-
zi a lutti oltre si spinse. (P)
* g IV Spignersi, vale anche Avven-
tarsi, 'Lanciarsi. Pass. Cer. Alfin lasciti
la spada alla catena Pendente , e sotto al
buon Latin si spinse. (C)
* ^. V. Spignersi innanzi, vale An-
dare, Farsi innanzi. Ciov. Geli. I il. Alf.
lOQ. Si risolverono spignersi innanzi, e ac-
camparsi più presso a Ravenna G..i<rc.
Slor. 18. 7. Per lo spignersi egU (il ne-
mico) innanzi, gli Ecclesiastici bsciarono
indietro la deliberazione fatta di batter Roc-
ca di Papa. CO , ,,
* e VI. Spignere, figuralam. lUuo-
,,ere Eccitare. Guicc. Slor. 4. 19. Molti
si persuasero , che queUa sua ultima più
presto precipitosa che prudente del.bera-
1 zinne di unirsi con Cesare contro al re di
Francia, fosse in gran parte spmta da que-
sta cagione. (L) ._ j
§ VII. Spignere, e anche contrarlo di
Piiiignere. Lai. picluram delere. Gr. vf«-
= iv £|«£i5.S.V. C. V. 12. 91. 1. CbUlQ-
que avesse dipinta l'arme sua in casa o di
fuori, la dovesse spignere e accecare. Cron.
l'eli 12 Feciono dall'avello e sepoltura
del detto Cino, il quale è allato al nostro,
spignere 1' arme del detto Cmo , e porvi
le loro. Frane. Sacch. nov. l^l. Da poi a
certo tempo essendo stato spmlo , lurono
mandati a lui cerU ambasciadori fiorentmi.
E nov. l50. Ed in ispigncre e r.pigne-
re alcuna targhetta costo un altro /fiorino].
* SPIGNIMENTO. Lo stesso che ipin-
simenlo. Lai. impuhus. Gr. wàir),,:. Bui
Come turbo. Questo è vocabolo di gram-
madca, ed è a dire raccoglimento di ven-
to e spignimenlo . (B) Segn. Anim. i.
1-3 Queste due cose appariscono nel mo-
to' del cuore, d quale si la per via di spi-
snimento e di ritraimenlo. (")
f SPIGNITOBE. l'erlnil. masc. (Ite,
o Chi spigne. Lai. impulsor. Gr. X'":-'!;
Lib. Astrol. Chiamasi la pruna di quelle
che son fuori deUa forma annitJi. che vuol
dire spignilore.
SPIGNITRICE . Fcrlial. femm. Ute
tpi-'ne. Lai. i/ici(.i(rii-. Gr. zarop/i', ^K'».
Li!, cur. malati. La mala costumanza e
antica suole essere la spigniUicc a questi
disordinameuu. Troll, segr. cos. dona. Ne
dolori del parto si vale di lorza spigni-
Irice fuor dell' utero.
+ SPIGO. Pianta odoro.<a, che hajiori
turchini, e a spighe. l-at"i'A' './-""«-
dilla. Gr. vap»»,-. .V- Aldobr. Recipe fio-
ri di camomdla, spigo masUce e assenzio,
di caluno un manipolo . Alam. Colt. 3.
' 123 La palHdetta salvia, d vivo e verd.
l324
s P I
Fiorito rosmarìOi 1* olente spigo. Che ben
possa odorar gli eletti Uni Della coosor-
te pia.
f SPIGOLARE . Ricoglier le spighe .
Lat. spicas legere . Gr. rJTaxuoXoyer» .
Dani. InJ. 32. Quando sogna Di spigolar
sovente la villana, liut. ivi : Di spigolar,
cioè di coglier le spighe. Oit. i'om. Jnf.
32. 55l. In quello tempo che la villana,
cioè la femmina della villa , sogna spesso
quello rb' ella desidera e fa Ìl di , cioè lo
spigolare , eh' è lo accogbcrc delle spighe
per li mietuti campi.
«SPIGOLATOLE. VerbaLmasc. Che,
o Chi spigola, f Cj
* SPIGOLATRICE, yerh. fem. di
spigolatorc . Plut. Adr. Op. mor. l\. 3l3.
Vassene in villa per veder quel rhe fan-
no le spigulalrici, e mielilriri. (C)
SPICOLISTKO. Lat. h^■pocrita. Gr.
Ó/TO/ptT»;'?. Fir. nov. 6. 258. Spigolìstro
non importa altro nella .sua propria signi-
ficazione, che una sorta di brigale super-
stiziose, alle quali non bastano Ì vangeli ,
ma par loro poca la regola di san Bene-
detto ; ed e come a dire oggi pinzochere,
o altri simili nomi , dimostranti con gli
atti c»terìon, più che con la verità , una
professione di santa vita ; e pcfò disse il
Boccaccio, nel luogo per voi allegato, spi-
golìstre, a cui più pesano le parole che i
fatti, e più di parer s'ingegnano, cbe d'
esser buone ; ma penile queste cotali ec.
vanno dispi'ezzaie della persona, e ccrcan
d'apparire magre e pallide in faccia, ac-
ciocché ec. la brigala creda eh' elle digiu-
nino; queste magre, che non son se non
la pelle e V osso, come è la fante nostra,
da quel tempo in qua furono chiamate
spigolistre. Cron. Mordi. zSg. Ricerca se
hai parenti che sicnu amorevoli, leali, e
devoti di Dio, ma non iipigolìstri, che so-
no ì più ipocriti, /l 261. Spigolistri, pic-
chiapetti, ipocriti , cbe si cuoprono col
mantello della religione. Hocc. not'. 5o.
22. E cerio io starei pur bene, se tu alla
moglie d' Ercolano mi volessi agguaglia-
re, la quale è una vecchia picchiapetto ,
spigoìbtra. A' Conci. 4- Se forse pure al-
cuna particella è in quelle , alcuna paro-
letta più liberale , che forse a spigoHstra
donna er. non si conviene ce. , dico ec.
Cavale. Friitt. ling. Così , in luogo delli
santi profeti d* Iddio , sono oggi alquanti
spigolistri e ipocriti che si fanno profeti ,
ingannano l^i gente semplice, dicendo suoi
^ogni V visioni false.
* §. I. Per meta/, vale Falso. Car.
Apol. 39. Me ne starei ancora al vostro
( parere } , se non fosse così stravolto e
ri^ì spigolistro, rome si vede. (C)
* §. II. Per Soverchiamente rigido ,
Austero, o AUniito in checchessia. Car.
Com. 23. Questi grammatici sono troppo
spigolistri. (FPi
SPIGOLO. Canto %-ivo da' corpi solidi.
Lai. angit/iis. Gr. ywvt'a. Tìant. Purg.
y. E quando fur ne* cardini distorti Gli
òpigoli di quella regge sarra, ec. (qui per
/'imposta , presa la parte per lo tutto ).
lìenv. Celi. Ore/. 56. Oli spigoli delle
quali insieme con varii luoghi dell' upe>
ra eran» contesti d* alcuni 61cttini d* l--
bano.
§. Spigolo , ditittmo anche a Certa
handella di ferro dentata, posta intorno
tigli altari^ ove s" appiccano 1 moccoli che
SI accendono alle immagini.
SPIGOSO. Jdd. Che ha spighe. Lai.
spicatus. Gr. 5TaJJUW'3i'J<;. Al<tm. Colt.
2. ^2. Qui s' ;db.-gr<' il villan, qui grazie
renda Alla spigosa niailre, agli altri Dei ,
Che negli aperti rampi il seggio fanno.
^ 5. l3l. Col velluto suo 6or spigoso e
molle ce. Il purpureo amaranto in allo
taglie.
S P I
* SPIGRIRE, ^^eulr. Contrario dì Pi-
grire. 1 arch. rim. 255. Però convien che
chi gli estremi danni Sentir non vuol ,
spoltri per tempo e spigrc- (y}
SPILLACCHERARK. Levar le pillac-
chere, o Zacchere. Cant. Cam. 265. Ma
le lane da noi scosse e baltule Spillacche-
riam da parte.
SPILLA.NCOLA. Pesce piccolissimo,
che si trova ne" fossi , e die ha alcune
spine nella schiena e nella pancia. Lat.
pungitius. j4Ueg. 3o4- Senza immollarsi
a quattro uomio riesce Pigliar fra le spil-
lanrole e' ranocchi Quivi in tre di seti'
once almt:n dì pesce. E 327- Son da ag-
guagliarsi a que.it' altre , come le chiose
agli srudi d'oro, o le spillanrole agli sto-
rioni. Cai. Sist. 362. Gli elefanti e le ba-
lene saranno ce. poetiche immaginazioni;
perchè quelli, come troppo vasti in rela-
zione alle formiche, er. ; e qutìUe, rispetto
alle spillancole ec., sarebbono troppo smi-
surali.
SPILLARE. Propriamente Trar per
lo spillo il l'in della botte. Capr. Bott.
3. qo- Sommi ricordato «he e'm'è tal-
volta avvenuto ch'i' ho spillato una botte
piena, e non ho mai potuto farne uscire
il vino , se io non ho prima sturato il
cocchiume. Lih. Son. 4"- Or fa ch'io
non ispilli Bolle maggior dì più possente
agresto. La.tc. Gelos. 5. I. Spilla questa
botte, e assaggia quell'altra, ec. ; io non
me ne poteva spiccare. P.ed. Ditir. 3. Be-
nedeliu Quel claretto (-he si spilla in A-
vignone. Malm. 7. 12. Spilla quella bolle
Che t'hai per l'opre, e dammi il vino a
saggio. Toc. Dav. Post. l^^*]. Con meta-
fora passala in proprielà diciamo spillare
la botte per assaggiarla, traendone non per
la cannella il vino, ma per lo spillo Lor.
3Icd. canz. 69. 2. Di promesse io son già
stucco ; Fa che ornai la l>oltc spilli (qui
in equivoco, e in sentimento osceno).
'%■ I. Per ì ersare, e Distillare. Lat.
fluere, distillare. Gr. dtzvi., x%raLppz'tt-J.
Frane. Sacch. rim. 2. Cbe non veggcn-
do lei, la mente mista Con lagrime di pe-
ne Sempre spilla. Sngg. nal. e.ip. 2O2. Em-
pirà interamente il vaso lutto , facendola
spillare per 1* orifìzio.
§. li. Per Hinvergarc, Risapere spian-
do. Lat. ej piscarij, sci.tcitari, exquirere.
Gr. £*5a/pi^oy5&at. Fir. Trin. 2. 5. 1'
mi vo* arrostare, per veder s* io nolessì
spillar nulla, ch'elle non nosson favellar
d'altro. Tac. Dav. Ann. è. II^. Spillare
i concclli u dUegni segreti del Principe
né lecito è, ne sicuro, ne può riuscire. E
l5. 218- Una certa Epicari spillo la rosa.
J'arch. Stor. i5. 62O. Avvisava dì per di
con una cifera dì figure d' abbaco , lalla a
guisa d'una mula di regoli, tutto quello
ch'egli o dal Cardinale, o da altri poteva
spillare.
SPILLATURA. /.ofpi/Airv. CiriJT Calv.
2. 3(). E così la quare>ima eblnin rolla ,
E il povero ebbe quella spillatura ( qui
fguratam ).
SPILLETTAIO. Colui che fa , o che
vende gli spilletli. lat. acicularum vendi-
tor. Gr. pUfòtO'tHÙ'kr^i.lib.cur.matatt.
La polvere si trova nelle Itottegltc di lutti
gli spilletiaì.
SPILLETTO. Sottilflo di rame, od'
altro metallo, corto, e acuto da una e s tre-
mìtà a guisa d'ago, e dall' altra con un
poro di capo rotondo, del quale le donne
si serx'ono per fermarsi 1 veli in testa, o
per altri simili usi ; il che chiamiamo
Appuntare. Lai. acicula. Gr. i'aoi'oto».
lab. 207. Come l' erba e i fiori soleva
prendere, cosi di quelli il gremlm e il
pillo iti spilb-Mi >* empieva. Pera. Ori.
I. /)■ 70. In man di ferro ha il suo Ita-
Sion pulito, Che par ch'abbia un finuc-
S P I
rhio, o uno tpiUello. Ped. Oss. an. 23.
Era internameote tutta traforata da piccoli
lombrìrhetti rossiskimi , della grosse^ e
lunghezza de* minori spilletti. Cant. Cam,
Io6- Baratiiam vetri a spilletti. Donne,
molto volentieri.
5? SPILLETTONE. Accrescitivo di
Spilletto. Sega. Stor. n. 291. Nelle cal-
che la pungevano con spillettoni per di-
spregiarla. (•)
.SPILLO. Spilletto. Lai. acicula. Gr-
pv-ftÒiov. Frane. Sacch. nov. La buona
donna piglia questo lierchetto, che è ap-
piccato al cappuccio con uno spillo, e re-
caselo in mano, e dire eh* egli è una ghir-
landa. Cavale. Discipl. spir. Sarebbe stollo
clii, per cercare un ago, o uno spillo, ar-
desse un cero di lìltbra ; perchè, posto che
egli il truovi, e' gli costa più assai eh' e*
non vale. Buon. Fier. 3. 1. I. A' solda-
ti, c'han sempre in man la lima Ad acuir
lo spillo dell'onore (qui per metaf. ).
%. I. Spillo, diciamo ancora a un Ferro
lungo un palmo, e acuto a guisa di pun-
teruolo, col quale si forano le l'otti per
assaggiarne il vino j lo che diciamo Spil-
lare. Tac. Pav. post. 457. Con metafora
passata in proprietà diciamo spillare la
botte per assaggiarla, traendone non per
la cannella il vino, ma per lo spillo, cioè
pirciol pertugio fattovi con istrumenlo
detto anrh* egli spillo » e dagli antichi
squillo. Morg. 22. 101. Perchè pur trar-
ci il vin con questi spilli? Un tratto il
za0o avessi tu cavato.
§. II. Spillo, diciamo anche al Buco
che si fa nella botte con esso spi/lo. Cr.
4* 4'- 7' Quando chiarificata sarà ogni tor-
bidezza, per lo spillo dalle costole e di
sollu, per la cannella si tragga, e di nuo-
vo sì riponga nel vaso. Tac. Dav. Post.
457. Con metafora passata in proprietà
diciamo spillare la botte per assaggiarla ,
traendone non per la cannella il vino, ma
per lo spillo, cioè piccini pertugio fattovi
con islrumento detto anrh egli spillo.
g. III. Per .timilit. si dice di QualsivO'
glia piccolo foro. Ar. Fur. 18. 176. E-
sre col sangue il vin per uno spillo , Di
che n* ha in corpo più d* una bigoncia.
* g. IV. Spillo, term. de" Fontanieri .
Piccai tubo, per cui l' acqua schizza, o
zampilla nelle Jontane artifziali s e dicesi
anche al Zampillo, 0 Getto d'acqua me-
desimo, che .tpiccia fuori da esso. Magai.
J.rtt. FigurianuMri uno zampillo d' acqoa
ec, il quale venga dal suo spillo di piom-
Ik). (Ai
SPILLDZZICAME.NTO. Lo spiltuist-
care. Lat. delihatio, depistatio. Gr. fl^tro-
Veu5i?. Fr Ctoni. Pred. R Sì si fidano
dclli spilluzzicamenti , senza voler credere
che ancora questi possono frangere il di-
giuno.
SPILLUZZICARE. Lei'ar pochissimo
da alcuna cosa, pianamente , e con gran
riguardo. Lat- delibare, carpert. Gr. Jpt-
§. In proverliio : Chi spilluziica non
digiuna ; e vale, che Anche le piccole tra-
sgressioni nympono l'ossrr\-anza della legge.
SPILLUZZICATO. Add. da Spilluzzi-
care.
SPILLUZZICO . Fare, o Dire chec-
chessia a jrpi/liizsico, dicesi del Fare, o
Pire checchessia a poco per volta, a sten-
to. Lai. paullatim, fix, aegre. Cr. z«t«
IXirpo-». I anh. Stor. 2. 20. I snidali era-
no ro*i a stento e cosi a spilluzzico paga-
li, rlie con grandissima fatica ih medesimi
e i lor»> cavagli sostentare pi^leano.
SPI! O.NCA fed. SPELONCA-
^ SIMLO.NrnETTA. Piccola spilonca.
l it. S tìno/r. 143. Trovammo una pal-
ma e una fonie correnle a una spnon-
cbetta , nella quale era una colonna- (^ f
S P l
SPILOFCERl'A. Astratto dì Spihrcios
Miseria estrema. Strettezza nello spende-
re. Lui. avaritia, sordes. Gr. 'ì^i/po'^o-
*/t'a, p'jTrapt'a. Malm. 2. 22. Di modn
clic sdegnato, corno ho dolio, Che il lin-
ea per la sua spilorcoria Ognor vie [)iù
tcnovalo a .-.tocclietto, «e. * Sold. snt. 7.
Ma i* non su, Monsignor, com' io mi sia
Nel diicorror dol lusso Mlrucciolalo A ra-
gionar drlla spilorconj. ifl)
* SPILOlìCIA, .■ SIMLOKCIO. Ter-
mine dei Pescatort . Sottile e lunga fune,
corredata di distanza in distanza di sughe-
ri, con cui si tira a terra la sciabica e la
Pezzuola. (A)
SPILORCIO. Jdd. Jvarissimo, Lat.
sordidus. Gr. pu^apo^- Copp. rim.lmri.
2. L2. Nemica dì spilorci uomini avaii.
Buon . Fier. 4. 3. 2. Sospirò lo spilorcio,
e il scn s* aperse, E si trasse una piastra
d* UD IiorscUo.
* SPILUCCARE. TCeutr. pass, vale il
Leccarsi, o Mondarsi che fanno i gatti ed
altri animali. Fs. Fai: T. Hicc. 3g. I-
stavasi lo topo un giorno a grande agio
in sul soglio della scala, e spiluccavasi i
piedi al sole. (Pj E 70. Assai volte lo
giorno mi slo appiede del mio Signore, e
talora al sole e spìlucronii, e dormo al co-
perto, e ho ogni Itene, però sono bello e
grosso (qui e un Cane che parla ). fC)
t * SPILUNCA. Foce ani. e della poe-
sia. Lo stesso che .^'pìlonca. Lat. speliin-
ca. Gr. ffTrr/iatov. f'irg. Eneid. M. E
per la spilunca pauroso, dove sono le se-
grete della sil)illa. (*)
SPILUNGONE. Lun^o assai. Lal..f/rt-
tura pralongus. Gr. eu^r'/*:^. Buon.
Fier. 2. 3. 12. Ve' eh' A r calili a è quella
spilungona. Vecchiaccia secca secca. '1= Sal-
vin. Ànnot. ivi 7 Spilungona , quasi da
spiculum longum, un* asta lunga. E An-
noi. Tane. A. 3. Una femmina presso Teo-
crito, nelle nonne che vanno alle feste di
Adone, licride il suo marito spilungone ,
senza cervello, ce. ( B)
•f* SPIMACCIARE . V. A. Spiu-
macciare . Lat. culcitam agilnre. Gr.
Tuisi'av «vy.:Tr'j|civ. Arrigh. 5l. Per-
chè continuamente il mio letto male si
batte e spimaccia ? (*)
•f SPIMACCIATO. r. A. Add. Spiu-
macciato. Patajf. 6. E si prostende a
barha spimacciata. Frane. Sacch. nov.
106. So che tu stavi a barba spiniac-
ciata.
SPINA. Stecco acuto e pungente de'
pruni, delle rose, e simili. Lat. spina,
aculeus. Gr. a/avàa. Bocc. canz. <). 2.
Io vo pc* verdi prati riguardando ec. Le
rose in sulle spini , 0 i bianriii gigli ■
Petr. son. 2OQ- Candida rosa, nata in
dure spine Dant. Purg. ^. Maggiore
aperta molte volte impruna Con una for-
catcUa di sue spine L'uom della villa ,
quando r uva imbruna.
■|- §. L Spina alba. Specie di arlm-
scelto spinoso, che produce fioretti bian-
chi e odorosi: Spina bianca , Ossiacanla.
Lai. spina alba. Gr. a/av3a \i\ntr',. Cr.
5. IO. I. Innestasi (il nespolo > in se,
nel perù, nel melo, nella spina alba, e nel
cotogno.
§. II. Spina a/ha, è (incora una Spe-
zie dì cardi.
f §. III. Spina bianca. Specie dì
pianta , detta altrimenti Bedeguar. Pi-
cctt. Fior. 20. II bedeguar, chiamalo da
Dioscoride spina bianca , è quella pianta
spinosa, la quale produce le foglie lun-
ghe, e non molto larghe, ec. (')
§. IV. Spina cervina , Spezie di pru-
no. Lat. rnamnus catharticus. Cr. 5.
58. 2. Spinacervina non si confà molto
alle siepi, perocché non è bene spinosa,
ma d ' essa sì fanno ottimi pali per le vi- ,
ciuali d
S P I
Urano lun
S PI
l325
lem
iOt-
gne , t cjuaii (turano lungo
terra.
g. V. Spina giudaica. Specie di pru-
no. Lo stesso che Marruca. Lat. paliu'
rus. Cr. 5. 57. 2. La spìnagiudaiea è
niij;lior di (ulte le spine per siepi, i>e-
rocchè in ciascuna foglia ha due spine ,
una diritta, grande e acutissima , un* al-
tra piccola e ritorta, la quale colla sua
pullulazione fa la siepe folta e spessa
( Il testo lat. ha .- spina ludaica ).
§. VI. Spina magna. Specie di pruno.
Cr. 5. 16. 2. Quando s'innestano sopra
*l pedale di arbori d* altra generazione,
come di pero , di melo , o di spina ma-
gna, iiniile al faggio nel legno e nella
corteccia, delta volgarmente spina sagina,
crescono i nespoli maggiori e migliori, che
non sono gli altri (il testo lat. A a .• spi-
na magna ) .
J5= g. VII. Spina , fier Spiga dì fru-
mento, così forse chiamala a cagione delle
reste acute che ha. 7,enon. Pisi. 18.
Quando Proserpina Tolta mi fu, le biade
tolsi a Rea, E feti vano il frutto d' ogni
spina. (Cj
g. Vili. Spina, per l'Ago della pec-
chia, vespa , esimili. Pungiglione. Lai.
acus. Tes. Br. 5. 17. Lo suo pungiglio-
ne, ovvero spina, non «sa contro alcuno
malvagiamente.
g. IX. Spina, Serie d'ossi detti J'er-
tebrCf che si estendono dal capo fino all'
osso sacro, e forni an ciò che sì dice il
Fil delle rene. Lat. .vpìna. Gr. pci^^^. Cr.
6. 77. 3. Contra '1 tlusso del ventre per
impeto di collera si dee ugnere dell' olio
predetto (della mandragola) il ventre e
tutta la spina. Tes. Pov. P. S. cap. 20.
Item ungi le reni e tutta la
di
sotto di mele tepido , e gettavi sopra la
poh ere di colofonia, ec. *é^ ImperJ. Annt.
l5o. La spina si chiama tutto quello con-
catenamenlo d* ossa , die incominciando
d;dla prima vertebra della cervice se ne
viene giù per lo 6I0 della schiena sino
all'osso coccige, ovvero codrione, e chia-
masi spina perchè la sua parte posteriore
è spinosa, ovvero acuta. {F}
%. X. E Spina, dicesi la Lisca del pe-
sce. Sen. Pist. ()5. Ivi erano molte ma-
niere di pesci tulli battuti, sema ossa e
senza spine. E più sotto : Conciossiacosa-
ché fanno spezzare e minuzzare i pesci, e
trarne ogni spina.
^ §. XI. Spina, è il Canale ^ o Buco
per cui e.vce dalla fornace nella forma sua
il metal/o islrntto. Benv. Celi. Oref. 126.
Ardilamente col mandriano, che cosi s' ad-
dimanda quel ferro col qual si percuote
la spina, si debbo percuotere la detta spi-
na, e temperatamente lasciare correre il
bronzo, sempre tenendo la punta del man-
driano dentro nella spina, (l ) E l il. 2.
417- Siruramenle potrete con questi dna
mandriani dare nelle due spine. E l^23.
Subito feci aprire le bocche della mia for-
ma, e nel medesimo tempo feci dare alle
due spine. iCj
g. XII. Jn modo proverbiale si dice
I\'on aver uè spina ne osso, dì Cosa che
non abbia in se veruna diffìcultà. Lat.
plnnam rem esse , et expedilam. G r.
TZzóy^itpov Tzpy.'/tiv, u -i'j.K. Maini. 8. 5.
Peich* elle son tutte cose provate E vere,
che non v' è spina ne osso.
§. XIII. Pure in modo proverbiale Cor-
re le rose, e lasciar le spine , vale Pi-
gliare il buono, e lasciare il cattivo. Bocc.
ftov. 5o. 2. Cogliete le rose, e lasciale le
spine stare. Pist. S. Gir. Colgo e piglio
dalla terra le rose, e lascio le spine. J ed.
COGLIERE, §. XXV.
§. XIV. Spina, .« dice anche una
Sorta dì lavoro fatto coli' ago. Fir. nov.
7. 264. Da quinci innanzi io ti voglio da-
re una camicia bella e nuova, col soprag-
giltt» intorno alle maniche, e col punto a
spina in i.ul collaietto.
%. XV. Spina, chiamano anche i Fab-
bri un Co/iio di ferro, col quale bucano
i ferri infocati.
§. XVI. Spina fecciaia, chiamasi una
Cannella che si pone nel fondo de' vasi
per trarne la feccia. Cr. 4. 41. IO.
Traendo di sotto per la spina fecciaia , e
ponendo di sopra per lo cocchiume , la-
scisi (il testo lat. ha foecaria).
* g. XVII. Uva spina. Ved. UVA,
§■ ni.j')
t -^ g. XVIII. Spinaj metaforic. ,
per Co.m che reca dolore. Alam. Colt.
2. 46. Poi qual punger poria più acuta
spma, Che "1 senliffi talnr nel loto invol-
to, Coi più vili animai vivendo a paro? (F)
^' g. XIX. E per .-Icume, Sottiglie:^,
za. Frane. J3arh. 223. 3. E parte (la
prudenza ) da color eh* han più di spi-
na. (I''j '^ ^
t ^ §. XX. Spina ventosa. Terni.
de' Chirurgi. Dìcesi Quella malattia del
tessuto dell'osso, nella quale l'osso am-
malato si dilata e gonfia più o meno nel-
la .w(« lunghezza, come se vi sì fos.se sof-
fialo entro. Malm. 6. 5!\. Le piaghe a
masse, i petterecci a balle, Spine vento-
se, e gonghe in più 61ari. (IVJ
V §. XXI. Spina, dicono pure i Fab-
bri, o Magnani ad un Pezzo di ferro, che
serve come di nocciolo, su cui si fabbri-
cano ì pezzi che si vogliono fare incava-
ti. J e ne sono delle tonde, delle quadre,
e rf' altra figura. (A)
•'' §. XXII. Spina , dicesi anche da'
Magnani a (Quello strumento che da' J^c-
gnaìuoli chiamasi Cacciatola. (A)
SPINACE. Erba nota, della quale al-
tra è ma.fchio, che fa solamente fiori s Ctt
altra è Jcmmina, che produce semi. Lat.
spinachiiim . Cr. 2. 21 . 1 3. Siccome
quando in convenevol tempo si seminano
in lavorato teiTeno i semi degli atrebici ,
degli spinaci ec, de' quali prima si divel-
gono e colgono gli atrebici, e secondaria-
mente gli spinaci e i cavoli. Burck. 1.
122. Cardi usa fritti in olio dì ramarro.
Con seme di spinaci. Fir. As. 281. Ap-
pena poteva portare quattro mazzi di spi-
naci.
§. Mangiare spinaci, figuratamente , e
in modo basso, vale Far la spia. Lat.
rem deferre. Gr. i'v^£[|iv TroiiTi&ai.
Malm 3. 6Q. Mangian spinaci, arruffan
le matasse. Ed han più vizii ognun di sei
Margutti.
SPINAIO. Spineto. Lat. spinetum, vc-
pretum. Gr. a'/avrw'v. Menz. sai. 2.
Perchè non aspettate al Maggio almeno ,
Ch' allor sarà fiorito ogni spinaio?
SPINALE. Add. Di spina.
§. Spinale midolla, dicesi Quella so-
stanza che si parte dal cervello, e passa
per tutte le vertebre del dorso. 'Lzi. * spi-
nalis medulla. Gr. pv.yfrr,^ij.'jiyoz. lied.
Ins. 64. Affermo che le serpi nascon so-
vente dalla spinai midolla de' cadaveri u-
mani. E Oss. an. 11. Le loro spinali
midolle camminavano per le vertebre de*
due colli ad unirsi in un sol tronco nel
principio del dorso.
SPINARE. Trafigger con ispine. Lai.
spinis lacerare, .ipinis coronare. Gr. aVa-
v&at^ xaTa';;^a'?5tv, ctspavoijv. Tav.
Bit. La vostra madre vi vide spinare, e in
sulla croce con grossi chiovi chiaveHare-
SPINATO. Jdd. da Spinare. Fr. Zac.
T. 6. 9. 8. Nullo membro ci par bello
Sotto un tal capo spinalo. Cavale. Specch.
Cr. LìO. Non si conviene sotto il capo
spinato che sia ninno membro delicato .
SPINELLA. Sorta d'infermità del ca-
vallo. Cr. 9. 38. I Questa infermità, che
i326
S P I
S P I
S P I
&* appella spinella, si fa &uLto il garello
nella congiuntura Jl-I suu u&so in ciascu-
no de' lali, e alruaa volta solamente io un
Iato, creando di supra un osso di gran-
ilciza d' un'avellana, o più, costrijjnendo
la giuntura in tanto, «he '1 cavallo è co-
stretto molte Volte di zoppicare (il testo
iat. fta spinella ) .
§. Spinella, h anche Spezie di gioia di
color simile al rithino. Saf^ff. nat. esp.
22'J. Questa par simil mente che seguitino
il diamanti! gruppito^ Ìl zaffiro hiaoro, lo
smeraldo, il topazio liiancu , la spinella e
*1 lialascio- Benv. Celi. Oref. 3. Kssendo-
ci alcuni gioiellieri di poca pratica ed e-
spcrienza, che connumerano fra le ({ioie il
grisopazio, il giaciuto, la spinella, l'acqua
marina, ce.
SPINELLO. Spezie di pesce di mare .
Hed. Oss. an. 176. Il pe!.ri* spinello, che
paleus spinax dagli scrittori si cliiariia.
SPINETO. Macchia, o /Josro pieno di
spini. Lat. spinetnni , dttmt'lum , t-rpre-
titm. Gr. K/KV^'jjv. Fr. lav. T- l\. 32.
17- £ alluoghiami in scpultura , *N un
spineto, o roverja. Cr. j. 4- 2. Ma in
molli altri luoghi nascono natuialmcntc
infiniti spineti di diverse generazioni .
Tratt. gov. Jam. Non per le vìe maestre ,
ma per gli spineti, pe'selcetì, e pc* giun-
cheti vogliono camminare.
SPINETTA. Spezie di guarnizione fat-
ta di seta, e non traforata,
§. Spinetta , e anche Spezie di stru-
mento musicale di tasti. Maini. 9. 52.
Nannaccio intanto sopr* alla spinetta S' era
messo a zappar la spagnoletta.
•f SPINETTAIO. Facitore di spi-
nette.
•f SPINGAHDA. Strumento militare
da trarre grosse pietre, o altro, per rom-
per muraglie-, Taw Hit Ordinarono tra-
lioccbi e mangani-Ile e spingarde , e tra-
boccano nella citta fuoco con zolfo e altra
bruttura.
§. Spingarda, diciamo anche a Piccai
pezzo d' artiglierìa. Ciriff'. Cali'. 1. 23.
£d avean dardi, e fuochi lavorati, E ba-
lestre, e spingarde, e molti sassi. F ap-
presso .' Tante spingarde si spara a un
tratto, Ch' egli e sempre di palle in aria
cricca. F I. 27. E bombarde e spingarde
d*ogni parte, Ch' intruonavan gli orecchi
in cielo a Marte. Sagg. nat esp. 2^2.
Questo riscontro fu fatto da noi in tempo
di notte con tre tlifferenli generi di pez-
zi, con una spingarda, con uno smeriglio,
e con un mezzo cannone , situati in di-
stanza di tre miglia dal luogo dell* osser-
vazione.
SPINGARDELLA. Dim,dt Spingarda.
Ciriff". Cah\ 3. 81. E con passavolanli e
spingardclbr. F 4- 12Z. E spingardelle, e
moschr-tti, «• spingarde.
SPIEGARE. L.»t. plantas propellere .
Dant Inf. ic). E mentre io gli cantava
colai note, O ira o coscienzia che *1 mor-
desse, Forte spingava con ambo le piote.
Jiut. ii-i : Forte spingava, cioì; guizzava ,
con ambe le piote , cioè con amburo le
piante, che tenea fuora del buco ( alcuni
testi leggono springava ) .
•fi SPINGENTE . Che spinge. Calil.
f.ett. Si trovano ben tanto pili rariratc-
della maggior dell' acque superiori pre-
menti p spingenti. (^)
SPINGERE. />*/. SPIGNERE
SPINGIMENTO. Lo spingere. Lat. im-
pulsus, pulsus. Gr. w^ioit;. Seni. St-T.
ind. 3. 10<>. Oggi dal vulgo, preso il no-
me, rome io «l'etlo, dallo spingìmi-nlo de'
venti, sou chiamati moiioni.
* SPINGITORE. ì erhal. masc. Che,
" Chi .tpinge j cosi ni proprio, come al
figurato. Pallai'. Slor. Conc, I. 53o E
di coDlrarix il Pontefice per ooor della
sede Apostolica avera usato ogni studio
per manifestare ch* egli n' era il primo
spontaneo principio non bisognoso di pre-
cedenti spingitori, ma solo di susseguenti
riMjperalori. f.X)
t 5 SPINO. Spina, Lat. spina. Gr.
o!'/«v&a. Petr. canz. 36 4* Saldin le
piaghe ch'i* presi io quel bosco Folto di
spini, -f- tr Alam. Gir. 23. 16 Al calar suo
( dell' jtquila ) salta (la damma) Sotto
altro cespo, e '1 van disegno scorna , Cb*
affamata col pU);no a vuoto chiuso E pun-
to dalli spin rivola in suso. {?!)
# §. I. Spino, diresi anche una Pianta
salvatica che produce gli Spini, detta al-
trimenti Spino Inauro. « Pallad. Fehhr.
3o. Innestasi (il melo) in melo, in pero,
in pruno, in s] ino, sorbo, pesco, platano,
arbore, gattice, e salce. (C)
§. II. Spino bianco, lo stesso che Spi-
na alha, arbiiscello, Lat- spina alba. Bed.
Ins. ()3- Essendomi stali portati certi ra-
muirclli d' oisiacanta, o di spin bianco , i
quali ec.
§. III. Spino, Serie d' o.tsi detti J'er-
tehre, e che si estendono dal capo fino
air osso sacro, e formano ciò che si dice
il /'il delle rene, che più comunemente si
dice Spina. Tes. Br . !^. 5. Dal 6ume del
Nilo e una generation di dalfìni die han-
no sullo spino del do%-so una spina, con
eh' elli uccide lo coccodrillo.
SPLNOLA. Dim. di Spina. Lai. .tpi-
nula. Gr. a/Kv-:tov. Cr. 6. 27. 2. Se
strignerai le punte de' suoi seroi, non a-
vranno spinole.
SPINOSISSIMO. Supertatii'o di Spi-
noso. Lai. spinis asperrimus. Gr- «j^kv-
^ùìòilTa-o: . Alam. Gir. 23 60. Cac-
rian orsi e cinghiar, da tema sciolti. Per
aspre e spinosissime pendici.
SPINOSITÀ', SPINOSITADE . e SPI-
NOSITATE. astratto di Spinoso. Cr. 2.
24. I. La spinositadc avviene per 1' umi-
do nutrimentalc arreio, il qiule è costret-
to d' andare dalla midolla alla corteccia
per cagion del suo acci-ndimento.
•f §. Per metaf Difficoltà, Malagevo-
lezza. Salvia. Disc, 2. 376. Plal<me , Ìl
quale nei suoi divini dialoghi rallegra 1*
asprezza delle più serie dispulazioui , e la
spinosità di queir antica Ixirma d' argu-
menlarc per via stretta e precisa ili do-
mande e di risposte, colla facezia seriosa
e odia civiltà did complimento. ^ F 3. 65.
Non si sta quivi sempre nelle tpinosilà di
quelle strette e fìtte alla mano inlcrroga-
ziont e risposte , ma si vaga eziandio in
qualche Ìm-I campo d'eloquenza. (Cj
SPINOSO. Su.it. animale noto detto
co.fl dalle spine eh' egli ha per tutto 'I
dosso j che anche il diciamo /Uccio. Lat.
/lericius, heriuaceus , echtnus terrestrts.
Mil. M. Poi. Quivi ha porri, e spinosi
assai. Cr. IO. 2(). 3. Anclie da* cani si
trovano e pigliano gli spiiio>i, e alcuni al-
tri animali. Buon, Fier. 4- 3. 4- L'aver
moglie Al par d'ogni spinoso irta e ri-
trosa.
§. /n proverbio : Come disse lo spino-
.to alla serpe : citi non ci può star, se ne
vada i e si dice di Chi stando comodo ,
ed essendo guernito di gran potere , non
si cura degl' incomodi, o pericoli altrui,
l'ed. Flos. 270. Lai- hospes indigenam.
Morg. 23. .'i. ('he tu sarai la serpe, 10 lo
spinoso, ec. Onde rispose: a non tenerli
a bada, Chi uon ci può star, serpe, se ne
vada.
SPINOSO. Jdd. Pieno di spine. Lat.
spinosus. Gr. v'KtxtÒùiòni- /*rtr. .ton. ai.
Fu per nioktrar quanto h tpinoui ralle.
/,ab. 2^6, Queste parole rosi delle sono
i ronconi e le seruri , reo le quali si ta-
gliano i velenosi sterpi, e gli spmosi pru-
ni, e gli sconvolti bronchi, che, a non la-
sciarli la via da uscirci vedere , davanti
li sono assiepati (così ha l' ottimo testo J .
Star. Bari. Ma se fosse pietrosa e spi-
nosa, meglio sarebbe che io me ne rima-
nessi. Frane. Sacch. rim. (1'] . O fum-
mo, 0 vento, o Cor di spinosa erba. Alam,
Colt. 2. 54- Che più risembra Alla nuo-
va castagna, allor che sagUe Dall' albergo
spinoso.
t g. L Per metaf. vale Difficile, Sca-
bro.ìo , Travagliato. Lat. asper , spino-
sus. Gv.^pxX'Ji., a/av&cj'o»;;. Cron. Mo~
rell. 254. Volendo pigliare alcuna favilla
di rimedio , secondocliè oggi d'a a noi
questa vita spinosa e crudele. Omel. S-
Ciò. Grisost. 2o8- Ricise le spinose opi-
nioni le quali lu tieni , colla falce delle
ragioni.
* §. II, Parlandosi di persona, vide
Che fa difficoltà in tu tto. Che s' appaga
diffìcilmente. Salvin. disc. 3. 67. Fido gli
Stoici uomini severi, e spinosi Del tratta-
re la loro filosofia , non disdegnarono 1*
amenità del dialogo. (Cj
5 SPINTA. Lo spignere. Lai. impul-
sus , impulsio. Gr. &iàT)9tj. Mor. S.
Greg . Non andiamo a terra con quello
impeto che noi roniiuciammo , ma solo
andiamo rolla spinta del prìrao vento .
Fir. j4s. 102. Con piccola, ma con re-
pentina ed ioaspellata spinta cUa il fece
tombolare a capo di sotto. F 201. Die-
rono ad una parie di loro, cosi legati ed
involti come egli cratto, la spiota giù per
una di quelle ripe. Bern. Ori. 1. I. 44-
E quella lanria di natura tale , Che re-
sister non puossi alla sua spinta.
* §. Dar la spinta , vale Spigne-
re . « Bern. rim. l. pS. Poi giù pel
gorgoziul gli dà la spinta Con tre o
quattro sorsi d' acqua tinta » . (C) Sal-
vin. F.neid. Uh. 3. Una torre Ritta sul
fireripizio ec. divelliam dall' alte Sedi e
e diam la spinta. (F)
SPINTO. //rfrf. da Spignere. Lat. pul-
sus , impulsus. Gr. o/JTtffSriis. Buon.
Fier. Inlr. 2. 1. Sia vostra cortesia .
f ironie donzelle. Spinta la ooUe gft, dar
uco al sole.
SPINTONE . Urto, Spinta grande-
Buon. Fier. 2. 4- 4 ^^ ve' che calca
è quella! oh che spintoni Si danno uo-
mini e donne ec. Matm. 3. 50- Però ,
senza più dirglielo di nuovo. Lo manda
fuori a furia di spintoni.
SPINL'ZZA. /Um. di Spina. hiU spi-
nala. Gr. a'xUvziof. ì olg. Piosc. In-
salasi la butimaca prima che ella metta
le sue spinuzze, e si serl>a tra' salumi-
SPIOMBARE, levare, o Staccare il
piombo j contrario ti' Impiombare.
g. I. Per similit. ìiovuiare » Gettare
a terra. Lai. deticere, deturftare. Gr -
xara^otiisiv . Ditlam. 4 '•\- '-* acqua
riversa si forte e rubesta. Che i sassi
delle ripe muove e spiomba.
§. II. Spiombare, in sigmfìc. nentr. ,
vale Pesare assaissimo. ^ Malm. 8. l5.
Perche sebbene ei fa il mangia da Sie-
na, Gli e disadatto, e pesa eh* c^li spiom-
ba. (IV)
« §. III. Eper metaf. Frot, Fior. Sa/-
vtn. Lett. 4 I- 396. Sentii dire una
volta a uno uomo lanlo grave, che spiom-
bava, rlie non bisognava, dicev' egli, mai
discorrere tU ȏ a nessuno. (C)
SPIOMBATO. Add. da Spiombare.
SPIQNACCIO. Peggiorai, di Spione.
SPIONE, accresciti di Spia. Lat. ex-
plorntor, delalor. Fr. lac. T- Or bai
sempre intorno gli spioni. So vedesscn»
in le cosa lasciva y/gn. Pand. |5- A-
vendo lutto il di a porgere il viso a
rapinatori, baratlicri. spioni, drtrallori, er .
Cr\>n. Morell. ai)0. Aveano molti cani,
cioè spioni , che ).empre erano [ter Fi-
S P I
teme o por pigliji'^', u per isptai'C di dì,
e di nolte.
SPIOVERE. Kestnr tli piovere. Varch.
Ercol. 291. Spiovulo che fu una grossa
acqua, nun andò molli pa>sì , ctio e' uc
vronc ud' altra scorsa delle liuoni! .
5? Beni. J.ett. 82. Quando vorrà Dio v
sua nuidrc, eli' egli spio%a, e clic U- roti e
cateralle si rattacchino e si serrino, Dot
verremo. (C)
SriOVIME>TO. 7-0 spiovere, l at. p/u-
viae cessatio. Gr. ùirov ox*>/aioT>)<. ///>.
cur. malati. Attendono con impaiienza lo
spiovinicnto tlcUa stagione piovosa.
SPIOVUTO. Add. da Spiovere.
^ §. E figìtratam., vale Disteso, Spar-
so. Lai. passìis. Salvia . Seno/, i . 32 .
Giovane grande a vedersi , nella guar-
datura tremendo, la zazzera avea raliLuf-
fald, e spiovuta. (C)
SPIPPOLABE. Voce bassa. Cantare
di genio. Lai. alacri animo canere. Gr.
oato^tu; v o«tv. ]ifem. sai. 6. E qui lo
Sgorbia poi spippola e rece Quei versi
misurati colla stringa, A Lia>sma]'e il hel-
leUo e chi lo fece. Bed. Bilir. 24. Al
saon del zufolo, Caolando, spippola e-
gloghe, ec.
§. Spippolare, vale anche Pire alcuna
cosa chiaramente e con franchezza. Sal-
vin. Pros. Tose. I. 507- Udite la foiza
del mio argomento , eh' iq ora qui bre-
vemente vi spippolo.
SPIRA, hivotuzione in giro, la quale
però non ritorna al Suo principio, co-
me la circonferenza del cerchio, ma va
sempre avvicinandosi al centro del ma'
vimento che la produce. Lat. spira. Gr.
c:r«';«, i\\.X- ì^"'*f- Por. IO. Con quella
parte, che su si rammenta, Congiunto si
girava per le spire. In che più tosto ogni
ora s' appresenta. But. ivi: Per le spi-
re, cioè per quelle revoluzioni che fa
(ti Sole J m 2^ ore, rotato dal primo
mollile , ce. ; e perchè ogni di va uno
grado del segno, ogni dì muta spila. E
appresso : Spira tanto e a dire , quanto
revoluzione. Cai. .S'ist. S^y- Descrivendo
con r uno 1* erlitlica in un anno , e con
r altro formando spire e con hi paralleli
all' equinoziale. Sagg. nat. esp. l35. In-
dizio manifesto, che 1' acqua ec. trapelava
per le spire di essa.
* §. £■ per similit. dicesi di quegli
jtnelli che fanno i serpenti, rivolgendosi
sopra se stessi. Car }'n. 2. 36^. Poscia
a lui, ch'aTanciulli era coli' arme Giun-
to io aiuto, s' awenlaro, e stretto L*av-
vinscr sì che le scagliose terga Con due
spire nel petto, e due nel collo Gli rac-
chiusero il 6ato. E 5. 401. Procacciando
fuggir con lunghe spire S* arrosta indar-
no. fO
SPIRABILE. Jdd. Che spira. Lat.
spirabilis. Gr. £/;:rv£UCTO:. 4S'. Ag. C.
D. L'aere spirabile, l'arque da bere, e
ciò che si richiede a nutricare ec. e ad
adornare il corpo ( qui vale che si re-
spira ).
't 3 SPIRACOLO, e SPIPACULO.
Spiraglio. Lat. spiraculum. Gr. e'-/. Fir.
.As. ij3. Quivi cDlro dcgh spiratoli dello
nfemo e per apertissime porte vi si mo-
4lrj lo sciiro cammino. Bicett. Fior. 72.
Si commetta con dello vaso di sorta, che
non vi sia spiracolo alt uno.
§. I. Per metaf .1/or. S. Creg. 12.
28. La lucerna di Dio è uno spiracolo,
cioè vita dell' uomo.
* g II. Per /spirito, o Aria. « Fallad.
cap. 3. Confessano al contrario notevole
aria, o spiracolo di quello cielo >» . (M)
# g. III. Per Sen.io, Spiramvnto di vi-
ta. Ott. Com. Jnf. 10. 173. Il Genesi
dice de* Bruti: la terra produre l'anima
vivente di costoro : ma dell' uomo dice :
S P I
spirò Iddio nella faccia sua spiracolo di
vita. (C)
*t * §• iV. E Jìguratam. per Barlu-
me, l'iccola notizia. Segr. l'ior. Pr. cap.
26- E benché insino a qui si sia mostro
i]ualche spiratulo io qualcuno , da poter
giudicare che lussc ordinalo da Do per
sua redenzione (cioè dell' Italia), nien-
tedimeno ec. (A)
f SPIRAGLIO. Fessura o in mura, o
in tetti, 0 in imposte d' usci, o di fine-
stre, o in checchessia, per la quale l' a-
ria e '/ lume trapela. Lat, spiraculum ,
rima. Gr. t*7rr. liocc. nov. 3l. 8. Acco-
mandato ben 1' un dei capi delta fune ad
uno forte bronco che nella bocca dello
spiraglio era nato, per (|uella si collo
nella grolla. Cr, 9. 102. 8. Ma con dolce
liquore 1* api ìmbagnate e rinchiuse ter-
remo, postovi il cibo del mele, lascian-
dovi alruni spiragli strettissimi nella cel-
la. S. Ciò. Crisost. l^i. Won vi sia alcu-
no spiraglio, né sollazzo d' aiia o di luce.
Sago. nat. esp. ^S- Sì saldi poi il sud-
detto cannello ec. con mastice o stucco
a fuoco, sicché ogni spiraglio, per cui
potesse trapelar 1' aria di fuori , perfetta-
mente si chiuda. Alnm. Colt. ^. g8. ti
ricello del \in sia in basso sito. Pur con
brevi spiragli, e volti al) Orse. Menz. sat.
1. Non \an la notte a spieggiarc a zonzo
Chi dia nello .spiraglio, o in emisfero
( qui in sentimento osceno ) .
f ^ g. I. £" per lo LumCy o Baggio
che trapela per la detta fessura. L'eie.
Vit. Colcmh . 54. Vide gli spiragli en-
trati per le finestre e disse : egli è di
chiaro. (HI in)
g. II. Usiamo Spiraglio, per metaf, in
signifìc. di Piccola notizia. Apertura, Op-
portunità. Lai. parvum indicium, exigua
spes, aditus, opportunitas. Cr. e)7T.'o»ov,
ptAfrj'j reyfj-vlpicv. Sior. Eur. 5. 108.
Nel restante di questa pente non se ne
comprende spiraglio o indizio in maniera
alcuna. Celi. .Speri. 3. 6. La fortuna per
avventura potrebbe cominciare a aprii mi
qualche pò* di spiraglio. Aml>r. J-urt. 2.
2. E per me ( ancorch' io abbia tutti i
mezzi oppoituni ) non veggio spiraglio al-
cuno. Borgh. Orig. Iir. 125. Me ne fa
alcuna cosa credere e quasi vedere un co-
tale spiraglio, il saper che ne' tempi pas-
sali ec
SPIRALE. Atld. Fallo a spire, À ma-
niera di ypire , Che si volge ad uso di
spire. Lai. spiralis. Gr. ì'/i/tZ'oTit. Sagg.
nat. esp. 18. Il suo movimento non è pili
per un arco verticale , ma par fatto per
una spirale ovata ( cioè , per una linea
spirale ). J il. Piti. 48. Appoggiavasi ad
una mazza avvolta di strisce spirali, anch'
esse d'oro. Gal. Sist. 167. Si verreb-
be a comporre di ambedue un molo per
una linea spirale , di quelle definite da
Arthimcde .
*t '■■ §• -Spirale, dicesi anche a Quella
molla che regola il tempo degli orinoli da
tasca . lUagal. pari. 1. leti. l3. Conclu-
diamo che, a dir assai, la medicina sia in
oggi a quel segno , che sarebbe stato un
oriolaio, al qual da principio fosse sovve-
nuto il concetto di ridurre a galanteria da
tasca queir ordigno che per l' innanzi era
soma solamente da torri ec , ma non gli
fosse ancoia %eouto in mente il ripiego
di supplir colla molla ai conlrappesi , uè
di adattarci la spirale in cambio del don-
dolo. (A)
SPIRALMENTE . Avverb. A guisa di
spira. Lat. in morcm spira-. Gr. é>(XOJ-
è"w;. Bed. Oss. an. 5i. Nella quale esso
membro è attorto sptralmcnle.
SPIRAMI- NTO. lo spirare. Soffio,
Alito. Lai. pcrflatus , spiritus , halttus
spirainentum. Gr. Tivsvya. M. ì ■ 3. 14
5 P I
1327
Ivi a pochi di fu un caldo sformato, sen-
ta aiuto il* alcuno spiranieiito. /',' cap. 70,
Per lieve spiranunto «li piccolo vento ab-
battè la loro supeiLia . Tes. Br. 3. i-
Quando elli fa 1' acqua del mare andare
suso, e stare come monte, e poi tornare
in entro, serondochc '1 suo spiranienlo va
entro e fuori. Cr. 9. 6.'>. 2. Il loro alito
(de' l'uoi ) , ovvero spiramcnto, è spesso
e caldo ( alcuni testi a penna hanno re-
spiramento ).
'•' g. l'er Inspirazione . Star. Bari.
20. Per lo spiramento d' Iddio conobbe
la volonladc , e '1 coraggio del ficliuolo
del Re. (FP)
SPIRANTE. Che spira. Lai. flans ,
spirans . Gr. ttvìwv . Bocc. g. l^. p. jg.
La quale (polvere), spirante turbo, o egli
di terra non la muove, o se la muove, la
porta in allo , Fir. As. lf^o. Presele nel
giembo della spirante aura ec, le pose a
pie del bellissimo palagio.
'.* g. I. .Spirante, vale anche Che spi-
ra, Morihcndo, Moricntc. Tass. Gcr. 7.
Jo5. Qui giace un guerrier morto, e qui
spirante Altri singhiozza e geme, altri so-
spira. (B)
-I* g. IL Vale anche Che manda fuori
il falò , l'alito, f it. Pilt. ()4- Era omai
condotta r immagine con tutti i requisiti,
sicché sembrava spirante. (B)
t SPIRALE. T^eulr. Soffiare, proprio
de' venti, ma più comunemente si dice del
Soffiar leggiermente. Lat. spirare , flare.
Gr. TTVi'etv . / etr. son. 86. L' aura soa-
ve , che dal chiaro viso Muove col suon
delle parole accorte, Per far dolce sereno
ovunque spira . lant. Inf. 3. Piacevano
un tumulto, il qual s' aggira Sempre iu
queir aria senza tempo tinta , Come la
rena quando '1 turbo spira . E Par. 16.
Come s' avviva allo spirar de* venti Car-
bone in fiamma.
^= g. I. J'er Mandar vento. Pant. Purg.
3o. Poi liquefatta (la neve) in se stessa
trapela , Pur che la terra che perde om-
bra , spiri. (Br)
3 g. II. Spirare, vale anche Tirare a
se, e mandar fuori il fiato . Lat. spiri-
litm ducere. Cr. 7rv££iv. Dant. Purg. 2.
L' anime , che si fur di me accorte , Per
lo spirar, eh' i' era ancora vivo, Maravi-
gliando divrnlaro smorte. Tes. Br. 4. 5.
A nullo altro animale d' acqua addiviene
quello che a lui , che mentre eh' elli sta
sotto l'acqua , non può spirare . Fir. As.
286. Il polso della vena , lo stemperato
caldo , il faticoso spirare ec. son segni
dubbiosi. Tass. Cer. 12. 75. Io vivo? io
spiro ancora? e gli odiosi Rai miro ancor
di quoto infausto die?
V g. III. E fguratam. per Vivere .
« Pant. Inf 18. Or vedi la pena mole-
sta Tu, che spirando vai veggendo i mor-
ii. E Purg. 5. Ancor saiei di là, dovasi
spira ». Cas. son. 3j>. Ben veggo io, Ti-
ziano in forme nove L' idolo mio che i
belli occhi apre e gira In vostre vive
carte e parla e spira Veracemente , e i
dolci membri muove . Car. In. \, 3^2.
Se questi è vivo , Se spira , se '1 deslin
non ce l invidia- (FPj
''• g. IV. / er l arlore. Dant. Far. ig. Sol-
vetemi, spirando, il gran digiuno Che lun-
gamente m' ha tenuto in fame. E 25. Indi
spirò: l'amore end' io avvampo Ancor ver
la virtù ec Vuol eh* io respiri a te . .^
20. Indi spirò: senz'essermi prollerta Da
le la voglia tua, discerno meglio Che tu
qualunque cosa t" è più certa. (FP)
3 g. V. Spirare, vale anche semplice-
mente Mandar fuori il fate , o f alito j
opposto di Bespirare. Lai. exspirare, spi-
rare, flare, ejflare, baiare. Gr. iicrvafiiy.
But. Ogni corpo vivo spira e respira.
* g VI. E in signifìc. alt. « Pass.
i328
S P I
S P
S P I
36x- NoD potendosi lilieramcDlc muove-
re y De trarre a &è gli spirti , dc &pirargli
fuori, patisce angoscia vd ansicUi ». (Cj
§. VII. Spirare , per ICsalare. I.at. ex-
halare, evaporare. Gr. «laT/it^siv. Lab.
262. Spira un fumo sulfureo sì fetido e sì
spiacevole , cbe tutta la contrada atturuo
jppuxzola . Dant. Inf. 3ij. Come quando
una grossa nebbia spira. E Par. ^. Tua
cura Se stessa lega si, cbc fuor non spira
(cioè, non si munifu>ta). E tS^. Cosi spi-
rò da quell'amore acceso, //itt. ii'i : Cosi
spirò, cioè cosi uscì fuoia lo jiarlare , cLt*
non sì può fare senta spirare. Sagg. nat.
esp. 23o. Strofinata {l'ambra} su corpi di
superficie liscia e tersa ce. , rimandi tut-
tavia sopita, e nou spira.
•1= §. Vili. Per J 'spargere odore. Car.
Long. Sof. lih. I. Era nello scorcio del-
la primavira, e nel principio della stale,
quando Uitte le cose stanno nel colmo
di-lla bellezza ec. allora clic le cicale dol-
cemente cantano, i pomi dolccmcote spi-
rano. (Hr)
g. IX. Spirare , per meta/. , vale Ri-
crearsi, Sollevarsi, Ristorarsi, Prender
7'istoro, o spirito. Lat. respirare. Gr.
àvaTTveìv. ò. f. 3. 5. 4- La nostra cìtlà
di Firenze ec. per le sopraddette guerre
e afllizioni non polca spirare , ne mostrar
tue forze.
t g. X. Spirare, per Dare inspirazio-
ne. Lat. afflare, inspirare. Gr. 2"i~vi'£iv.
Jiut. Par. I. I. Spirare è ocrullamente
metter nell'animo; la qual cosa è propria
di Dio. Dant. Par. 2. Minerva spira, e
conduremi ApoUo . K 6. A Dio per gra-
na piacque di spirarmi L* allo lavoro. G.
V. II. 134. 2. Noi rispondemmo alla qui-
ttionCf come Iddìo ne spirò.
f §. XI. Spirare, in signijic. att. per
Infondere, Instillare. G. / '. 2- 9. I. Per
modo, che Iddio ispirò in lui la sua tra-
cia. Pctr. so/:. 227. Poi quel dolce desio,
eh' Amor mi spira. Menami a morte.
§. XII. Spirare, figuratam,, per Man-
dar fuora checchessia. Lat. spirare ■ Gr.
TTVt'eu. Peir. son. 125- Con b-gf'ìudro do-
lor par rb* ella spiri Alta pietà.
§. XII 1. Spirare, per Intendere, Spia-
re, Aver seniore. Lai. intelligerc, explo-
rare, subodorari. Gr. */vw^i'?!t», xarot-
c/OTTilv , oiayivw5/tiJ . C. f^. 6. 80. 3.
Avendo alcuna cosa spirato dell'attendere
dell'oste de'Kiorcntini.
•f §. XIV. Spirare, term. de'Teologi,
vale Prodiirrej e dicesi del modo con cui
lo Spirito Santo procede dal Padre, e dal
figlio. Lai. ferre , producere, gignere .
Gr. HpoZvXftii , TtpocÀ'/HV. Dant. Par.
IO. Guardando nel suo Figlio coli' umore
Cbc r uno e 1' altro ctcrnalmente spira .
E appresso : Tal era quivi la quarta fa-
mìglia Dell' alto l'a<lre , che si-inpre la
sazia. Mostrando comi- spira e come figlia.
Ti 33. E *1 terzo parca fuoco Che quinci
e quindi igualmenle si spiri . lìut. ivi :
Jgualmente si spiri , cioè purimenle pro-
ceda . * Tass. Ger. II. 7. Te Genilor ,
le Figlio eguale al Padre , E te , che d'
.-imbo uniti amando spiri. (I^)
§. XV. Spirare, lo diciamo anche per
Morire, cioè Mandar fuori l' ultimo spi-
rito. Lat. efftare antmam. Gr. s'uTiveudv.
Guid. G. Mortalmente lo ferìtte , sicclic
poro stante spiroe . Morg. 27. l3l. Hi-
naldo e gli altri stavan rome suole Chi
padre o madre riguarda , che spiri . Fir.
JJial. beli. domi. i^Q. Duo ardìlaiiiente a
questi voslri e mìei inimici, lì quali rome
vi sono innanzi par che spirino, e poi dietro
vi suonano le predelle, che voi siete in lutto
r per tulio ila quanto noi.
§. XVI. Spirare, parlandosi di tempo,
o di co.ie che ahbian relazione a tempo ,
vale Terminare , Finiiv . Lai. absolverc .
Gr. oi-zori/t**- C. V. 11. 58. 4- Benché
allora era già spiralo il lermine della detta
lega. Jl cap. oo- I. E già '-ra il lermioe
della lega spiralo . Morg. l5. 56. E mi*
narnava, e tacca gran tagliata. Comunelle
fosse la tregua spiiata. ^ fJelc. l it. Co-
lomb. l4- Padre , ora sono spirati li tre
anni ; pregovi non mi teoiate più a ba-
da. (Min)
%. XVII. Spirare, per Vstolart , Fer-
marsi a guardare alcuna cosa con vivo
desiderio di conseguirla. Malm. I. 3l. E
come un orsacchìn, che a' pie d'un pero
A bocca aperta ì rami suoi rimira, Ferma
impalata quivi come un cero. Fissando in
loro il sguardo, sviene e spira.
SPIRATO. Add. da Spirare. Lat. aj-
flattit. Gr. e/ji::v!u9rsc'; . Lab. i44- Uà
questa loro cosi subila sapienza e dìvina-
menlo in loro spirala ne nasce una otti-
ma dottrina nelle figliuole (cio'e, inspirata).
Pass. 3 12. Gli uomini santi di Dio par-
larono e scrissono spirati dallo Spìrito
Santo (cioè, inspirali). Sagg. nat. esp.
260. Per intrusione o inzeppamento d*
atomi freddi, spirativi dal ghiaccio per le
vie invisibili del cristallo f cine , infusi ).
Salvia. Di.tc. I. 108. Spirato M. Antonio,
poro stette lo spìnto di Cleopatra andargli
dietro ( < io'e , morto ).
t SPIRATO» E. l'erbai, masc. Che,
o Chi spira. Lat. inspirator , spira tor ,
afflator . Gr. ó "ve'oiv . Mor. S. Greg.
Quegli è quel che lo scrisse , che volle
elle fosse scritto , il quale fu spirator di
questa opera. Tratt. gov.fam. 8- Con-
tengousì questi ventiquattro gradi nello
'ntelletto de' sette doni dello Spirito San-
to, ìt quale è lo spiralorc.
SPIRAZIO.NCELLA . Pim. di Spira-
zione. Lib. pred. Ogni poro di spìrozion-
cella cbe ne abbiano da Dìo . Zibald.
AnHr. Gli sovraggiunsc un'occulta spira-
zìoncella .
SPIRA7.10NE. Lo spirare, Spiramen-
lo. Lat. spiritus. Gr. TivOÀ.
§. I. Per Respiro, Alito. Lat. spiri-
tus , hafitus . Gr. Tivs J^a , ava;r/o»i' .
Coli. ^b. Isaac, cap. 5o. Quando tu sba-
lligli , cuopri la bocca tua, e tossi, ratte-
gnendo la spirazione.
f §. IL Per Incitamento, o Stimolo in-
terno a virtù . Lat. afflatus , inspiratio .
Gr. i^Tlvota. - lìut. Purg. 24. l. Nella
mia mente noto la sua spirazìone. A' 3o.
2. Spirazìone è inmiìssìone subita di vo-
lontà ai dente cella menic dì virtù e di
buone opere , fatta da Dìo . Jìocc. nov.
16. 3l. Non poco maravigliandosi, quale
spirazìone potesse Cisere slata , che Cur-
ra<lo avesse a tanta beiii-nilà recalo . E
J it. Dant. 39 E tanto di spirazìone eb-
be , che si ilì.spose di riceverlo e d' ono-
rarlo (l'ediiione del 1723 a pag. a35. ha: in
lauta disperazione si dispose). Dant. Purg.
3o. Né r impetrare spirazion mi volse.
§. HI. Per [spiraglio , in signific. di
/\'o tizia . Lat. indtcium . Gr. -/yw'pi7ua.
G, y. 8. 4^- 1- Onde sappiendosi per la
città per alcuna spirazìone, il comuni* e '1
popolo si turilo forte. M. /'. 1. 67. I go-
vernalori del comune di Firenze già ave-
vano alcuna spirazìone del trattalo <-hc i
tiranni di Bologna avevano cui signore di
Melano .
^ g. IV. Spirazìone. Term. de* Teologi.
Dice.ti del modo con cui lo Spirito Santo
procede dal Padre, e dal Piglio. ( ^)
•f * SPIRITACCIO . Pepgiorat. di
Spirito , in signific. di Demonio; Spirito
maligno. Cari. Svin. pag. 27. Vi prego
A sciogliervi dal laccio Di questo spirilar-
rio , Che vi fa dir lanle pazzie ; >r no ,
Or itra per compar qui vì rinnego. (A;
3 SPIRITALE. /Idd Di spinto. Lai.
spirttalis , spiri tiiixl is . Gr. "i-rf/x^tTixa'i
Dant. Purg. 18- Cosi 1' animo preso en-
tra 'n desìre , t^h' è moto spiritale, e mai
non posa. Finche la rosa amata il fa gioi-
re. È Par. 33. Dall' infima lacuna Dell*
universo ìnsio qui ha vedute Le TÌle spi-
ritali ad una ad una.
* §. I. Per Vitale, Di vita. « Alam.
Colt. 3. .58. Ma dentro lasse Piccola parte
almen , che 'n \ìla tenga L'umido spiri-
tale e '1 sacro odore Nel tao ricetto a chi
verni da poi «. (A)
* §. 11. Per Attenente a spirito, a re-
ligione . (• Or. S. Gir. 17. La corporalv
limosina è quando uomo dà lo suo aver*
alli poveri; la spiritale limosina e perdo-
nare buonamente a colui che male gli ba
fatto. Dant. l'urg. 23. Quaì barbare fuf
mai , quai Saracine , Cui bisognasse per
farle ir coverte, O S[*iritalì, o olire disci-
pline »•? (Ri Tratt. l'irt. mor. 4- Come
la nebbia all' uomo lolle lo vedere da ai*
to , e dalia lunge , cosi lo mondo, e lo
peccato ci lolla li beni spirilolL (Cj
3 §. HI. Per Devoto, Spirituale. Lai.
pius, religiosits, pie tatis cullar. Gr- eufC-
^r,';. Jìocc. nov. 5o- l5. MJ sarei confes-
sata da lei, sì spiritai mi pareva. $ Tratt.
J'irt. mor. 5. L' uomo eh' hae fama d'
essere spiritale, e buono uomo ec. (C)
* SPIRITALMENTE. Avi-erb. Spiri-
tua/mente, In maniera spiritale. Lai. spi-
ritaliter. Gr. :rvcu/iaTixw5. Sega. Anim.
2. 79. Dal modo lUir immutazione cbe si
^•1 in luì in un subito e spiritolmcntc . E
appresso: Benché nel sen&o dell'udito ella
sì faccia assai spiritalmeute , ma non come
nel viso . E 2. 99. Perchè i colori spiri-
talmente son portali al sensorio dell oc-
chio. (')
SPIRITAMENTO. Lo spiritare. Lasc.
Spir. I. 3. Nell'ultimo a che ha a servi-
re questo spìritamentoT £ 5. I. Cbe ho io
a fare coi tuoi spirilamenti ì
SPIRITARE. Divenire spiritalo. Esse-
re inva.to dallo spirito maligno. Cioè dai
Demonio . Lai. a maligno spirilu ohside-
ri. Gr. ivipyitc^v.i. Cai. cap. tog. 3. 181.
Son lutte quante ìnvcnzion del nimico ,
Come fu quella dell' artiglierie , E delle
streghe, e dello spiritare tqui in forza di
nome). Lor. Med. Arid. 3. 5. So che in
casa mia non può essere slato ec., pcrch
eli' è slata spiritata , e non v' h stalo nes-
suno un pezzo fa
§. Per similit. Esser sopraffatto da ec-
cessiva paura- Lai. expavescere, vehemen-
ter timere. Gr. 7:ipifotiliìsoc.i. Toc. Dav.
Star. 3. .308. A che aver provocato eoo
parole e minacce i Vitelliani, se ora spui-
tassono delle lor mani e occhi ? ( il testo
lai. ha: manus, orulosque non toUcrent ).
/: altrove : Spiritavano anche al tempo di
Agusto di questo medesimo . L'era, rim.
I. 77. Nomi da fare sbigollirc un cane,
Da fare spiritare un cimilero . /. Ori. 2.
24- 62. E fece spiritare i bultegai. Malm.
9. 21. Che fu dì posta per ìspirilan-. Quel
pellìccion vedendo intorno al petto.
* SPIRITATAMENTE. Avveri: Va
spiritato. In modo da spiritare. Plut. Adr.
Op. mor. 5. 89 11 cantare, il ridere, e il
ballare avviene per ordinarli» alli avvinali
moderatamenle. ma il cicalare, il guatare
altrui spiritalamenlp , e il lacere è di già
opera e fattura dell' cbrma. ;C) *t ^~
den yis. 3. 83. Vendilo Icstificator del-
l' ublirobrìoso decoro , attribuito spiritata-
mente da Omero ai suoi cavalieri. (A)
SPIRITATICCIO. Adii. Alquanto .ipt-
ritato. Roi^h. Rip. 3o4 Ne rimase \>o\
sempre snirilaticrio, e con gli occhi spa-
^e^lali. tf Ocxh. Dot. 4- 2. Si sollevo dal
inali-. Dia rimase mezzo spintatict 10 i tanto
eli* e' Medici lo ronsiglioroo ce. (ì)
SPIRITATO. Indemoniato. Lai. oh-
sessus, energumenits ,fanaticus. Gr Itfip-
SPI
you/xsvo^. ytaestruzz. i. li. All'esorcista
ce. s'appartiene d'imparare a mento, a-
vere Delta memuria esorcÌMiiij ciuè le &coa-
giuratioDÌ de* mali spiriti, e punere le ma-
ni sopra i catecumiiù e sopra gU spirita-
ti. Sper. Oriiz. Un suo barone spiritato,
cubito dio 1* ebbe ;ìI collo , rimalo libero
dal demonio. Laxc. Spir. 3. 3- I' ho spi-
ritato la casa, e costui la figliuola. Dai'.
Scism. ^i. Dissero, non aver sapulo co-
noscerla spiritala, come si diceva.
§. I. Spiritalo, si dit't' anche per ìsira-
fagante, /ìis/acco. Lat. tmmoderatus. Gr.
a/oÀaffT9;. ìtem. Ori. i. 26. 2. Golo-
»i, sciocchi, matti, spiritati.
§. IL Per impaurito. Intimidito. Bel-
line, son. 321. Poi la lo spiritato , S' el
vede pure un ucccUin vularc.
§. Ili- Per Fanatico. Tac. Dav. Star.
a. 286. Con sua fiorita gioventù e genie
avuta da Vitellio sbaragliò quella molti-
tudine spiritata (il testo lat, ha faoati-
cam ) .
§. IV. À prete pazzo popolo spiritato^
0 Al popolo pazzo prete spiritato j pro-
verbio signijicante , che merita gastigo
chi sei cerca in bella pruova ; ed è so-
migliamU a quegli altri proverbii : A car-
ne di lupo zanne di cane s Qua! guaina,
tal coltello. Lat. similes hahent labra la-
ctucas, dignum patella operculum. Ved.
Flos. 3o6. Varch. Krcol. 7. Scrissi tutta
questa storia al cavaliere, e rimandando-
gli l'apologia lo confortai e pregai a do-
verla stampare , e far ruatento il Castel-
vetro, allegandogli quel proverbio volgare:
A UQ popolo pano un prete spiritalo. Bel~
line. son. io5. Ben sai, che sì non sai ,
ch'ai prete malto 11 popolo sta bene spi-
ritato.
§. V, Favclhre come gli spiritati.
J'arch. Ercol. 33. A coloro che favellano
senza intendersi, e in quel modo ec. che
fanno gli spiritati, cioè per bocca d'altri,
s Uàa in Firenze di dire : tu favelli come
i pappagalli. F 94- Favellare come gli
spiritati, è favellare per bocca d'altri.
SPIRITELLO. Dim. di Spinto. Fì-
loc. 5. 2^3. Mi parve allora ec. che del-
l'acqua uscisse uno spiritello tanto gentile
e grazioso a vedere, eh' egli si tiro dietro
1 anima mia a riguardare ciò che e' facesse.
Fiamm. ^. "7. In me ogni tramortito spi-
ritello d'amore farevan risuscitare. Pani.
rim. 35. Dire uno spiritel d'amor genti-
le: ec. £■ Coni-, 92. E questo vuul dire
lo riprender di quello pensiero , lo qual
si chiama spiritel d" amore. Frane, Sacck.
rim. 3. Che fai di me un spiritel defun-
to. E 7. Per far mici spiritelli Partire al-
quanto da amorosa pena.
SPIRITESSA. Femm. di Spirito j det-
to per ischerzo. Hiton. Fier. i. 5 I. Spi-
ritesse, fantasime ci stanno; Vedetele lag-
giù.
SPIRITETTO. Spiritello. Tratt. segr.
COS. dnnn. Fanciulle eh" hanno uno spi-
ritetto allegro e vivace.
SPIRITO, e poeticamente SPIRTO.
Sustanzia incorporea. Lat. .vpiritus. Gr.
1tvsjfj.v.. Dant. Inf. 1. Vedrai gli antichi
spinti dolenti. E l\. Tu non dimandi
Che spiriti son questi che tu vedi? E
Par. 3. O ben creato spirilo , che a' rai
Di vita eterna la dolcezza senti. E 5. Co-
sì da un di questi spirti pii Detto mi fu.
Petr. son. 2o5. K fa qui de' celesti spirti
fede Quella rh' a tutto '1 mondo fama lol-
le. E canz. 8. 8. Le di', ch'io sarò la
tosto eh' io possa , O spirto ignudo , od
uoni di carne e d' ossa. Lab. i52. Su nel
beato regno agli Angeli e a' beati spirili,
se dir si può, aggiugne gloria e maravi-
glioso diletto.
§. I. Spirito ssanto, e Spìrito Santo, la
terza Persona della santissima Trinità.
Vocabolario T. li.
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Lat- Spiritus Sanctus. Gr. ayiov ttvs'-
//« . Dani. Par. 27. Al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo Cominciò gloria tulli»
'1 Paradiso. Lah. l5l. Quell' unirà sposa
dello Spiritossanto fu ec. del tutto sì da
ogni corporale e spiritual Iirultura rimola,
che a rispetto dell' altre, ec. Coli. /Ib,
Isaac, cap. 3o. Tocca le guance tue col-
le lagrime, acciocché lo Spiiilo Santo si
riposi sopra te. Morg. 5. 69. Coni* io se-
guilerò neU* altro canto Con la virtù del-
lo SpiriUtssanlo.
# g. II. Spirito di umanità, di pietà,
e simili , diccsi fa Disposizione a esser
pietoso, umano, ce. Dant. In/'. l3. Non bai
tu spirto di piclade alcuno ? 7'ass. Kim.
Froic, son. 17. Un messaggicr di tua
pietà sen vole E spirto in lor di uinani-
lade inspiri. (Dt
§. 111. Spirito, per Uomo semplice-
mente. Lat. homo, ingenium. Gr. a'v/'p ,
9>uj(?. M. l . IO. 75. Spirilo malizioso ,
sagacissimo ed inquieto, -è Bemb. Lett.
2. 3. 56. Di grazia, dì grazia non le me-
scoli: forse li vrrià ud giorno alcuna oc-
casione di qualche gentile spirito, che con
la ^ia già fatta dal Boccaccio si porrà a
tradurre le altre. (C)
§. IV. Spinto, si piglia anche per De-
monio. Lat. daemon, malus genius, caco-
daemon. Gr. xazaoac'/jtwv. l'it.SS.Pnd.
I. l5. lo sono chiamalo spirito di forni-
cazione, perocché di questo vizio propria-
mente è mio ufficio di tentare ec: io so-
no quello spirito , lo quale feci cadere
quelli ec. Sper. Oraz. Quell" Ugonotto,
da* mali spìriti tormentato, fini la vita lo
stesso giorno. Ar. Fur. 2. l5. Che leg-
ger non fini la prima faccia , Ch' uscir fa
un spirto in forma di valletto, Varch. Er-
col. II. Co' morti non combattono (co-
me dice il proverbio ) se non gli spiriti.
f '^ %• V. Spirito, si piglia anche pel
Sentimento di un autore d'una legge,
d' un passo di qualunqtie libro. Segner.
Mann. Diccmb. 3o. 2. Quello che quivi
predisse Davide , secondo la lettera ec ,
intese molto più dì significar secondo lo
spirilo ec. (ì )
^. VI. Onde il proverbio: La lettera
uccide, e lo spirito vii-i/ìca. (C)
3 g. VII. Spirito, vale anche lo stesso
che ^-Inimo. Lat. animus, ingenium. Gr.
s'upui*5t. Bocc. nov. IO. 5. Tanta fu la
nobiltà del suo spirito, che ec. in se non
ischifu di ricevere le amorose fiamme. E
nov. 98. 38- Tolga Iddio vìa questo, che
in romano spirito tanta viltà albergar pos-
sa giammai.
§. VIII. Spirito, per Intelletto, Ingegno.
Lat. intellectns , men^ , ingenium. Gr.
V5J;. G. F. XI. 20. 5. Savio fu in
iscienza , e d' uno aguto spirito. Bocc.
nov. 100. 33. Che si potrà dir qui, se non
che anche nelle povere case piovono dal
cielo de' divini spirili? ^ f'arch. Stor.
%. 3o. M quale (Lodovico Martelli) se
*1 cervello j-ari all' ingegno, e tanta fer-
mezza avesse auto quanto giudizio e dot-
trina, era uno de' più rari e lodati spìriti
del secol nostro, (ar. lett. 1. 87. Dol-
gomi con voi della disgraziata morte del
vostro nipote sì perchè m' era celeljrato per
giovinetto di molto spirito, come perchè
in lui avevate collocata tutta l'affezione,
e tutta la speranza vostra- (C)
'^' %. IX. Spirito, si dice altresì del
Complesso delle facoltà mentali. Pros
Fior. Salvia, lett. !\. I. 286. Nella sua
ricca e bella testa vi avete fatto trapela-
re del suo spirito . E 295. Non è però
che io mi sia sep[)elUlo alfatlo , e ch'io
non abbia goduto de' divertimenlì, ì quali
servono a rifar 1* uomo, e rinfrancano lo
spirito, perchè seguiti con più iena e con
' più amore le sue fatiche. (Cj
S P I
1339
* §. X. Per Coraggio, h Cr. 10.
l.^- 1- Trovati ne sono alcuni ( de' giri-
falchi ) di così audace spirilo, clic hanno
assalilo r aguglie Frane. Sacch. nov. i8.
Preso un poco di spirilo e di sicurtà ^
Cominciò a dire all' oste: ec •► . {(')
•? g. XI. Spirito, vale anche Eacilìtà
di concepire, e vivacità d' immaginare.
Cor. Lett. I. 17;^, Osservano ed ammi-
rano la grandezza dello spirito e della vir-
tù sua. E 2. 9. Quand' ella vi sarà, vi
piaccia di farle quel favore, e quelle ca-
rezze, che vi detta la cortesia vostra ver-
so d' ognuno , e davanta;;gio , che si
debbono alle donne, e spezialmente di
spirito, come è questa. 1 ardi. Stor. IO.
296. Il gobbo de' Pandolfini , il quale era
lutto spirito, ec. se ne fece portar fora
rinvolto in una coltrice. Pros. Fior. Sai-
vin. lett. [^. 1. 293. Avete spirito, avete
giudizio, avete discretezza, doti raro ne*
giovani. (C)
* §. XII. Spiriti, diconsi anche ì Con-
cetti , i Tratti ingegnosi. Car. Lett. I
componimenti ec. mi sono sommamente
piaciuti, e per lo stile, e per li molti bel-
li spirili che vi sono. (A) Tass. lez. Son.
Cas. Qual più trito concetto è di questo
ec, qual più maraviglioso che questo me-
desimo in virtù dell' elocuzione e degli
spiriti del Petrarca? /:.' altrove: La divi-
nità di questi versi non dalla protVmdità
de' sensi filosofici; ma dalla vivacità degli
spiriti e dall' ornamento dell' elocuzione
deriva. (FP)
g. Xlll. Spìrito, per 7 ita. Anima, hit.
spiritus, vita. Gr. TTvifjaa, ^(ti'4- Pocc.
nov. 93. I. Il suo sangue, anzi il suo
spirito disiderava. J'it. SS. Pad. 1. 134-
Rendette lo spirito a Dìo in pace in loro
presenzia, e incontanente ei videro 1' ani-
ma sua dagli Angeli essere con gran re-
verenzia presa e portata in cielo.
§. XIV. Spinto, per lo Senso vitale.
Lat. spiritus, sensus. Gr. TVnZp.cx. , ai-
n'^rtaic,. Bocc. nov. 16. 6. Perchè a beli*
agio poterono gli spiriti andar vagando .
E nov. 25. 9. Riconforterete gli spìriti
miei, li quali spaventati tutti trieman nel
vostro cospetto. Petr. son. l5. Ma gli
spiriti miei s' aggbiaccian poi.
§. XV. Spirito, per Complessione, Vi-
gor naturale. Lat. vigor , spiritus. Gr.
s'uTOvi'a, axayj. Bocc. nov- 20. 5. Sicco-
me colui che era magro, secco, e di poco
spirito. '^ J arch. Stor. 5. I06 Cosi non
con molta voce , essendo egli di gentile
spirito, e di pochissima lena, ma con mol-
ta grazia ec. a favellare incominciò. (C)
§. XVI. Spirito, pigliasi anche per A-
lito. Fiato. Lat. spiritus, halitus, anima.
Gr. "vovj'. Bocc. nov. 73. 21. Non pote-
va raccogliere lo spirito a formare intera
la parola. -? Segner. Mann. Agost. 2^. j.
Patisci pure fino all'ultimo spirito ec Ti
hai da ridurre, se tanto porti il bisogno ,
anche in agonia (V)
•r g. XVII. Spirito, pigliasi anche per
Bespirnzionc. Amm. Ant. 20- I. Ij. Dee
r uomo trastullarsi in andamenti aperti
acciocché per 1" aere libero e molto spiri-
to, r animo s' accresca ed inalzi. (FPj
* §. XVIII. Spirito, vale anche Sfiata-
toio. Benv. Celi. Vit. 2. l83. Io non
credo che il vostro Giove venga, perchè
voi non gli avete dati tanti spirili da bas-
so, che il vento possa girare. (C)
* §. XIX. Pare, o Avvivare lo spi-
rito al flauto, alla sampogna, o agli altri
instrumenti da fato, vale Sonarli. Lat.
inflari. Ang. Met. II. ^6. Lo spirto Pa-
ne alla siringa avviva E po' fa che la vo-
ce il verso esprime. (D)
g. XX. Spirito, per la Parte più sot-
tile e ìgnea di tutti gli enti j e così si
chiamano que' liquori più ignei, che si
167
i33o
S P I
6 P I
S P I
traggono dalle cose per distillazione, o in
altraguisa. Lai. spintus. Gr. ttvo/, . Sagg-
nat. egp. 23l. I giulebbi, l'e&seDze, gli
spiriti e gli olii che si e&traggODo per di-
stiUamcnto. /:' 263. Quell'alito ancora di
finissimo ^l'irilo, che &fuma nel tagliar la
lìurcia d' un cedralu acerbo ce. , nou [jc-
netra a dar odore all' acqua che io ud
Tasetto di sfoglia sottilissima di crisUUo
ermelirameiilc sia chiusa.
§. XXI. Spirito di gelosia, di poesia, di
con tradizione, e simili, si dice dell' Ani-
mo, 0 della Calura inclinata a quella tal
cosa. Lat. spìritus, genius, q[/Ialus. Cr.
JTvtù/AOC, S'A'Jtti', e-i'~vO"a- Bore, nov,
65. J^. Da t|Uf-llu ora in qua, die tu ti
lascia&ti nel petto eulroro il mjti;.nu spi-
rito della gelosia. '•' Cor. /Ipol. ^6. AJa
voi clic avete Io spirilo della conlradizio-
ne, dove Don avete 1* orcasion ili nialdire.
Te la fate nascere (IP/ Segner. J*rcd.
Pai. jip. 2. l6. Tale e Io spirilo vero d'
un ccilesiastiro , non \oler esser più di
sé, ma di Cristi-. (TCj
§. XXII. Spirito, per fievelazione. Lai.
spintus, reveludo. } it. S. Gir. Sappien-
do per ispirilo le cose clie dovevan veni-
re. ^' J'it. .y.S'. l'ad. 1. 227. Conoscendo
ella per ispirilo quello che le doveva ve-
nire, per nullo modo vi voleva andare. /f'^
§. XXlil. Spirito, per J'ifozione. Lai.
animi cultura, pietatis ciillus. Gr. tu/a-
^£iK . M- 7 ■ 9. c)7- Ivssendo la madre
di dello Fianccsco e >iiccolo attempala ,
e datasi allo spirilo. L IX. 26. L'omo per
età antico, e per vita di penilenzia, e del
tulio dato allo spirito. Trnlt. gov. Jam.
Predicatori e cou.si};licrij consolatori e di-
mzalori nella vita dello spirito, -è jSoic.
g. 3. TI. 4* ^^"^ P°' • essendo tutto dato
allo spirito, si fece bizzoco di quegli di san
Francesco, e fu chiamalo ec. (J )
V §. XXIV. Uomo, 0 Persona di spi-
rito, dicesi d' Uomo , o Persona dedita
alle cose dell' anima j ed e opposto ad Uo-
mo di mondo. Segner. Pred. .^8. 2. Le
persone di spirito non solamente son use
spesso patire di questi mali ( infcrmitìi ,
povertà ec. ) ma ancora gli vogliono spon-
taneamente palile. K mini. 3. Kimarrctc
convinti ( che più godano gli spirituali de'
mondani) se osserverete la diversa quali-
tà de' diletti che sono proprii delle per-
sone di spirilo, e delle persone di mon-
do. (CPJ
^ §■ XXV. T)i vero spirito, vale Vi
vero cuore, come conviene a chi è vera-
mente spirituale. Segner. Mann. IS'ovenih.
xl\. 1. Quando paia a se per ventura di
usser già povero di vero spirito, mansue-
to di vero spirito, contrito di vero spiri-
to» amante della giustizia di vero spirito,
misericordioso di vero spirilo , mondo di
Tcro spirito, pacifico di vero spirilo, non li
fidi sì presto <li te medesimo, (f)
§. XXVI. lìsser rapito in i.tpirito, vale
Andare in estasi. Lat. estasia pati, * in
.Kpiritu rapi. Gr. ev Trv;v'/ji«Ti dpTzdtt-
o&«(. Pass. 67. Orandu il Tadrc santo
<un grande fervore, di subito fu levato e
rapito in ispirilo.
§. XXVII. Penderlo spirito, vale Morire.
Lat. iraderc spiritum. Gr. UfiivOiX TO
n*tZpv.. I''iamm. 7. 38. Poco appresso
rendcndii lo sj>irilo.
* g. XXVni. Diicii ani/ie Pendere lo
spirilo a J)io. Prua. Tes. 1- 7I. All'u-
scita di Giugno rendè lo spirito a Dio. (ì' ^
# §. XXIX. Vare spirito , vale Dar
fiato. Sonare, loìV aggiunta dello stru'
mento, /ir. Pur. 17. !M^, E dando spirto
alle stJiinrt canne, Obiamò il suo gregge
fuor delle cjpanne. (ì)
3r §. XXX. Spiriti animali, una volta
chiamavano alcuni Medici un Liquore da
/oto falsamente supposto, e cht credevano
discorrente pei nervi, e generatore del
sentimento e del moto. (A)
*? S- XXXL Spirito, da' Crammatici di'
cesi (Zitella forza di fia lo che s* impiega
per pronunziare le lettere, onde i ^ram-
malici greci ihiamano spinti o aspirazio-
ni i segni che sentono a notare tal grado
di forze e sono due, tenue e denso. Po-
loni, lett. lib. 5. lett. l. In queste parti-
celle deh, ah, oh, ih, dove la natura stes-
sa dell' affelto fa pronunziarle con certo
spirilo, V con certo Calo aspirate. (^J
* SPlIilTOSSA.NTO, the anche .tcri-
vesi SPIRITO SANTO. / <rd. SPIRITO,
S1'II;1T0SISSI>10. Superlat. di Spiri-
toso. Lai. ingeniosissimus. Gr. Ci^ituTK-
TO4. Lih. Pred. leueva al >uo servigio
un bello e spiiilosissiiiio v:tlleltiuo. feti.
Annot. Pitir. 20. Il signor Gal brillio Ka-
fano di (Napoli, poeta celebre, ba tradotto
con galanteria spiritosissima la Gciusa-
lemnie liberala del Tasso in lìngua napo-
letana.
t SPIRITOSO. Add. Che ha molto
spinto j e dicesi propriamente dei liquori.
J)av. Colt. i53. La vigna fa miglior vi-
no, perdic ess<'iido ella ed egli molto spi-
ritosi ed attrattivi, pigliano subilo e in-
corporano ogni sapore, odore e qualità.
f §. Viciamo anrhe %*'piritcso per In-
gegnoso, Vivace, /iculo} e dice si così del-
le per.ione, come delle cose. Lai. ingenio-
.tus, solers^ aculus. Gr. tu^uT^;. AHtg
8(). AfHnrbù voi, mostrandolo, gli avvivia-
te il mor^n spirito con la vivacità della
vostra spiritosa lingua. /. 161. i^cnza 1"
aiuto peio di qualcbe spiritoso ingegno.
Jiiion. Pier. 3. 1. Q. Tu, che j^ei spiri-
toso, e poeliui. {'-al. Sist. 2l5. Ben son
sicuro, rfae se '1 quesito non ricercara
qualche operazione spiritosa, \oi non vi
avre.'.te ajiplicala la metile. * Car. Long.
Sof. Siippleni. Kia Dafni ec. di viso mo-
desto e grazioso, e d'occhi allegri e spi-
ritosi. (IP, Pcd. Coni. 1. 53. L'illu-
strissima Sig. W. IS. er. spiritosa e viva-
ce, d'alito gracile ce. cominciò ad avere
i naiurali fiori nienslruali. iC)
::J SI'IRITUALE. Sust. Giurisdizione, o
Autorità sopra l'anime. C. /'. jj. 342.
1. Papa Giovanni in conccstoro di tulli i
Cardinali appo Cignone di>| uose il \ e-
iiovo d'Aiezzo de' Tarlati dello spirituale
del Vescovado ec. (l'j
t SPI) ITL'ALL. Add. Incorporeo, Pi
spirito. Lat. spirituolis , spiritalis . Gr.
'Z'itx.ip.v.nro'-:. I oh. i5i. Qui-ll'unica sposa
dello ."^piritos^anlo fu ir. del lutto »i da ogni
corporale e spiritual bruttura ririiuta , 1 Le
a rispetto dtir altre ce Dlt, Coni. Purg.
2. 20. L'anima è >u>tanzia spirituale, la
quale non liae dimensione. / il. SS. l'ad.
1- 100. La «livina essenzia non e circo-
scrilta e limitata da ab una forma o im-
magine coqiorale, ma è bene spirituale di
mente .
§. I. Per Attenente a spirito, o a re-
ligione, lai. spiritualis. C. P. 7. 62. I.
Promellendiigli ogni aiulo spirituale e tem-
porale. Mor. S. Grrg. Nelle cose spiritua-
li Jlii sono i diini che ci danno fuilct-
fa , altri quelli che ci danno ornamento .
/. allr-ove: Ancora s* intende per lo spirilo
nella santa Scrillura l'eflVllo spitilnale per
la gr.'uia di Dio. Marstruzz. |. 77. Lue
figliuoli spirituali d' ul uno possono con-
trarre, V gli spirilnali cogli aflollÌTÌ (cioè,
teiiuli a battcìimo ).
S- II. Per lìivolo. Dato aita .tpiritua'
litii. Lai. pius, pietati deditus. Gr. tU5(-
pti- l'ass. prol. PiuViicoinnii l'afieltuoso
prego di mollr pt rsone spirituali r ilivo-
le . Coli. Ah. /sane, cap. 5l. Arciocchi»
essi» Iddio dimoslri che quegli sono suoi
spirituali e diletti , li quali con linioir e
rivereona stanno dinanzi da lui. t:- Segner.
Mann. Apr. 23. X. Egli slesso ( il Si-
gnore J l' impone altrove, che ti eserciti
in molte opere di misericordia si corpo-
rali, come spirituali. (C)
* §. III. /:,■ in forza di susl. vale Uo'
mo dato alla spiritualità. Segner. Mann.
Settemhr 21. 3, Cosi è pur d' ogni vero
spirituale. Il num. 4. Tale è certo Ìl pro-
cedere d* ogni vero spirituale. (P)
* %. IV. Per Cosa spirituale. Cosa sa-
cra. Oh. Com. Inf 19. 341. Simonia ba
cupidigia di comperare, o di veudere s| i-
rituale, o legalo a spirituale. (C)
SPIItlTLALISSIMO. Superi, di Spi-
rituale. Bui. Euron gran teologi, e spi-
rilUiilissinii uomini, .'•tgner. Mann. Marz-
\l\. 6- Per essere la su|>crbia un peccato
spirilualÌNsimo . i.<>n si può dire quanto sia
pero facile da i><-rultarsi (cioè, propriuimo
dello spirito).
t SPIl ril'ALITA', SPIRITUALITA-
DE. SPIItn l ALITATE. Devozione, Col-
tivamento di religione. Lat. *spiritualitas,
religio, pietas, pietatis riillus. Gr. CU5£-
fittcn. . J it. S. Gir. L' avarizia e cagione
di questa loro spiritualità. (Jtl. Com. Purg.
16. 2<>3. Acciocché la sua spirilualitade
ilalle temporali suUeciludini non fosse in-
fangala .
^ g. .'Spiritualità, dicesi anche da' Teo-
logi e da' Metafisici in signiftC. di Qua-
lità di ciò che è spinto j ed è opposto
a Materialità . Magai. Lett. Quando io
considero r uomo ec. come s* ei non aves-
se un altro grado superiore di spiritualità»
io mi figuro allora ce. (A)
•f * SPIl ITLALI/ZAME>TO. Ri-
ducimrnto a stato spirituale. Magai, part.
l.letl. if). Questi raffinamenti, questi spi-
ri! ualizzamcnli, anzi pur queste vere crea-
zioni dì piaceli ec. nuli finiscono solamente
ne* sensi esterni. (A)
SPIRITUALIZZARE. Itendere spiri-
tuale. I at. .tpiritui similem rrddere . Gr.
iTvrj^aTi CUOIO'/ ttoiuv. Stgner. Mann.
Marz. 28. l\. Sazio nel bene che egli ve-
dia parteciparsi ancora al suo corpo ce. ,
per la sottigliezza che lo Tiene a «piri-
lualitzare, cii>è a fare che egli operi come
spirito. /■ Picemhr. 6. 1- Allo spirito ù ap-
p^i tiene spiiìlualizsarcì.
*t * §• Spiritualizzare , neutr. pas.*.
Farsi .tpirituale, Ridursi a .tpirito. Magai,
pari. 1. lett. 25. Che tal moto in vxm 1*
esalti, e, per rosi dire, si spiriiualiz» e»s«»
ancora ila^ vantaggio , ce. (A) Salvin.
Pros. Sacr. l/|5. S' e incarnato, s' è urna-
nato , s' è falla corpo la divinila , perchit
si spirilualìzxasse la nostra troppo grat»
e pe>3nte umanità. tC)
SI'IMTL'ALIZZAIO. Add. da Spiri-
tualizzare. Segner. Mann. Settemhr. S. 1.
Ambe i dileliì corporei, allorachè si ot-
terranno, saranno spirilualiizalì . cioè sa-
ranno somiglianti a quei d-'llo spirilo.
SPIRITVALMFME. Avveri'. Con ispi-
rilunlilà. In ispirilo. Lai- *spirilualiter ,
spirilaliter . Gr. -nveu/iaTiK^i . Frane
òacih. Op. div. 12*). Qual fu quello ar-
liore ? La santa Crt»cc di Cristo. Qual fn
il frulli)? Cristo brnrdetlo ec., e con lutti
i favori del ci>r|)0 suo benedetto, il quale
(hi gusla <i<mr dee. non muore mai spì-
rilu.dmrnle parlando . Maestruiz. 2. qq.
Cosi inlrrvienc nella via spirituale , che
alcuna cosa TÌ si pone alcuna rolla per
fare rovinare ìspiritualmenle , o corporal-
mente, o con fatto altrui.
5,". I. Talora vale Con autorità e brac-
cio spiriiiinle. ti. 1 . q. ^\i. I. Dando-
gli grande autoritade <1i procedere spiri*
lualmente , a chi fosse «lisulbìdicnlc alla
Chiesa .
g. II. Talora vaie f^r messo tìeile spi-
rito Frane. Sacch. Op. div. I28. P«r lo
S P I
S P I
S P L
i33x
pruno modo , spirìlualincutc cuatcìiiplaa-
iloii , si velie Dio.
§. III. Talora s'ale Con esalazione. Cr.
2. 6. 5. Sono i fiori mi'tu» odoiifcri por 1'
umido sottile , il quulc ù alteralo coove<
ocTolmuatc dal secco, e risolve (^uu^i spi-
ritualmente nulla lor »uatatiiia.
SPIRO. Lo spirart. Lat. afflatus. Spi*
ritus. Gr. sniTTvota, rrvsj;ia. Dant. Par.
A. E dill'ercntt'incntu han dulcu vita, Per
sentir più e meu 1' eterno »pii*o . il II>
Diseeoada corona rcdnmla Fu per Oiio-
lio dair eterno >piro La santa vojjlìa d*
e»to Arrliiniandiila.
g. I. ter Ispirilo. Lat, spirtUts. Gr.
rrviJjuix. Dant. / ar. IO. Vedi oltre tìaiii-
nic(;tjìar l'ardente spiro D' Uiiioro . Jliit.
ùi .• L'ardente -spilo, cine 1' ardente spira-
uienlo » cioè lo spirito.
i\- §. 11. Spiro, vale anche ì'oce. Dant.
Par. a6. 1- .Menti* lo dubbiava per lo vi-
so spento Della fulgida fìainma ec. U^cì un
spiro che mi lece atteiitt) . A' i'. l32. Il
dolce mischio Che si Iacea del &uon del
trino spiro- (FP)
* SPIRTALE. Add. sincopato di Spiri-
tale, e vale l he ha autorità sugli spirili.
Che Ja apparire gli spirili. Lat. speclra
evocans . Ar. Fur. 3. tì^- Lascio di poi
le sotterranee case. Che di nuovo splendor
Taria s'accese, Per un cammin gran spa-
tio oscuro e cieco. Avendo la spirlal i"e-
mina seco. (ySf
SPIRTO. /'.SPIRITO.
=v SPITAMO. Spanna. Lat. spilhama.
Gr. oTTiàa/in'- f'arch. Lez. 127. I quali
non sono più alti ec. di tre spitamì , ov-
vero dodiauti, cioè di tre spanne» ovvero
trcnlasei dita, che fauno un braccio e un
ottavo. (•)
SPIUMACCIARE. ^/inmaccirt/Y.
SPIUMACCIATA. Colpo d<ito colla ma-
no aperta , ma che /accia rotnore , a guisa
di quelli che si danno in sulla coltricej o in
sul primaccio j che anche si dice Sprimac-
ciata ■
SPIUMACCIATO. Jdd. da Spiumaccia'
re j lo stesso che Sprimaccialo. Fr. Jac.
T. 4- 33. II. Or guarda letto morbido Di
peana S| iumacciato . iir. As. 272. E' sì
dormiva m piana terru, come tarebbe un
altro in un letto spiumacciato. /Illeg. \5!^.
Aver un sei vitor, che per dispetto Lo fac-
cia poco e mate spiumiiccialo.
f SPIUMAItE . l'ropriamente Levarla
piuma , ma si piglia anche per Velare .
Lat. plumam j vel pennas delrnhere. Gr.
TrTi7ov ayaips'v. Alam. Cir. 3. 66. L'
aguto ai-tiglio, il torto becco adopra. Ove
con più suo duol r aOligga e ficda , La
spiuma , si[uarcia , e con rabbiose brame
Sfoga il crudel la dìspielata fame.
§. Per Far sofjke la coltrice, o altra
Cosa piena di piuma ; nel qual significa-
to più comunemente diciomo Spiumaccia-
re . Lat. sternere . Gr. /aTasrop/ìcat .
Arrigh. D. E questo il mio letto? che è
questo? perchè continuaniciile male si bal-
le e spiuma? V.or. S. Oreg. l3. 21. Nelle
tenelire spianai , ovvero spiuniai il letto
mio; nessuna altra cosa è avere addossa-
lo, ovvero spiumato il letto nelle tenebre,
se DoD aver luogo senza tormento nell'
Inferno .
SPIUMATO. Jdd. da Spiumare . Se-
gner. Mann. ]\'ovemhr. 2l\. I9. È avve-
nuto talora ec. d' essersi ritiuvale delle
rondinelle tutte spannate e spmniate , e
quasi nude , come quando esse nacquero.
SPIZZECA. ^Ugnella , Spilorcio j voce
bassa. Lat. sordida s , avarissimus . Gr.
* SPIZZICATURA. Term. degli Stam-
patori. Difetto di stampa, in cui 1 caratteri
non riescon netti, (.-f)
SPIZZICO . Far checchessia a spizzi
co, vale Farlo a poco a poco , a stento.
Lat. vtJC, cegre , paulatim. Gr. xixt òlx-
yov . Lib. Son. 119. Tu facesti un buon
segno dì cattivo, Perchè x'oprivi a spizzico
il manti Ilo. Tar. Pnv. Ann. i^. gì. Ti-
berio stesso, favellatore a spizzico, quando
giovava, era largo e pronto (il testo lat.
ha : velut elurtaiitium vcrborum ). Cani.
Carn. 7. Trarre a miil j;iunro a spizzico si
suole Usare, e la diiitla a oessun duole.
spizzicom:. / . A spizzicone.
* §. Picesi anche l'er spizziconi , po-
sto avverbialm. , e vale lo stesso che A
spizziconi, A stento. S. l'nler. L,ett. II.
Tanto avevano preso per spizziconi il lo-
ro cominciare, e sì tiepidamente ec, che
in loro si rimanevano nella loro tepidez-
za, (l }
SPLK^ DENTE. Che .splende. Splen-
dido, Magnifico . Lat. splendens, nitidus,
clarus , conspicuus . Gr. )a/*Trpo4. Lab.
118- 1 molli vestimenti, e gli altri orna-
menti varii, de' quali tutto dì si veggono
splendenti , dal miseri mariti impetrano .
L'r. lac. T. 5. 32. 6. Diventar sì splen-
dente. Che '1 mondo non sostiene.
SPLEWDENTEMEATE. Avverò. Con
isplendore , Magnificamente. I at. splendi-
de , hilarilcr . Gr. ).au';c;w^ . / r. Inc.
Cess. INè di non far cosa malvolentieri ,
ma splendentemente e costantemente, gra-
vemente e onestamente.
SPLEJNDENTISS IMAMENTE. Superi,
di Splendentemente . Lat. splendidissime .
Gr. i'jp.-:if.o-y.-a..
SPLtNDEkNTISSIMO. Superi, di Splen-
dente^ Splendidissimo, Magni ficentissimo .
Lat. nitidisstnius, lucidissimus. Gr. yw-
TOnSiizv.-o;. l'ir. As. 287. Cotesti splen-
deotissimi occhi tuoi ec. mi hanno acceso
entro al misero petto tanto il grandissimo
fuO'O , che più sopportar noi posso. Dav.
Scism. 76. Onde ella sempre il Corpus
Domini in luogo splendentissimo tenne ,
e adorò . Tac. Pav. Ann. 2. 52. L' es-
sequie furono senza imagìni e pompa ,
si>lendentissime per le sue laudi e ricor-
date virtù.
* Sl'LENDESZA. Splendore. Imperf
Tim. D. 7. T. 7. 167. E che altro sono
quest' ingej,'ni salvo che faville della di-
vina splcndenza ? f'/'^
SPLENDERE- Bi splendere , Bilucere .
lat. splendere, lucere. Gr. }tiij.7iìiv .
Cani. l'nr. 21. Se non sì temperasse ,
tanto splende , Che '1 tuo mortai podere
al suo fulgore Parrebbe fronda che trono
scoscende. l'I 2^. Appi esso uscì della lu-
ce profonda, Che li splendeva, questa cara
gioia, ?ovra la quale ogni virtù si fonda.
I elr. son. 234- Occhi miei, oscurato è il
vosti'o sole, Anzi è salito al cielo, ed ivi
splende . /,' son. agS. E per avere uom
gli occhi nel sol fissi , Tanto si vede
men , quanto più splende.
* §• F Jiguratam. Ang. Met. 2. 106.
Molto maj^f;iore onor t'era esaltarlo, Per
lo spirto divìo che in luì splendea. (r>}
SPLEiSDlDAMEISTE . Avveri». Con
isplendore, in significato di Magnijìcenza.
Lat. splendide. Inule. Gr. )aju:r^wi. Bocc.
nov. oO. l3. Fatto splendidamente far da
cena , aspettò Salaìaelto . L'I nov. pi. 3.
Quivi adunque dimorando messer Ruggie-
ri, e splendidameute vivendo ec, assai to-
sto sì fece per valoroso cognoscere. •'.= Mor.
S. Creg. I. 8. Vedi che la somma veri-
tà segnatamente dice che nella lìngua più
ardeva quegli che si splendidamente era
vivuto. (Bi
SPLENDIDEZZA. Astratto di Splen-
dido . lai. splendor, magniftcenlia . Gr.
i«juTr^.dT»]4 , auy/i'- ••- Boss. Svet. T'it.
Ces. Era fortemente studioso ed accurato
intorno aUa dilicatura e splendidezza del
vivere, e dello abiure. (FP)
SPLENDIDISSIMAMENTE. Superi, di
Splendidamente. Lat. splendidissime. Gr.
^'jtfxnpoTu.T'x ■ fiocc. nov. 52. l\. Senza
vtderla niai (la sua arte) per alcuna al-
tra abbandonale, splendidissimamente vi-
vea. f ni. Mass. Finiti gli onori, i quali
ì avea avuti splendidissimamente . Salvia.
Di.ìc. 1. 188. Troppo io lungo e sover-
chio riuscirci, se tutte le lodi della storia
volessi raccogliere , le quali uomini dotti
hanno splendidissimamente celebrale.
SPLENDIDISSIMO. Superi, di Splen-
dido. Lat. splendidi.s^simus . Gr. ì.'j.p.TZpó-
TOCT''^. lianim. l. /(l. A};gìunta l'artificiale
alla naturai bellezza , tra 1' altre s[dendi-
dissima mi rendevano . Hor^h. Ong. t\r.
33. Mi giova udire splendidissima parola ,
che porta seco nobiltà e grandezza.
SPLENDIDITA". Splendidezza. Lat.
■splendor, nilor . Gr. }.varrpÒ7'fìi ■ t'Cll.
lett. 2. lez. I. 3o- Conseguiranno tutte
quelle quattro felicissime doti della sotti-
lità, levita, spleudidità e impassibilità, che
assegnano ì sacri teologi.
SPLENDIDO. Jdd, Biluccnte, Pieno
di splendore. Lucido. Lat. splendìdus ,
nitidus , lucidus . Gr. iy.jUTT^o'i . Dant.
Par. 28. Come rimane splendido e sere-
no L' emisperio dell' aere , quando soffia
Borea, fi. V. 12. 108. I. Siccome splen-
dida e chiara stella gitli razzi . -^ Med.
.4rb. Cr. 74. Siccome da specchio splen-
dido e bello, che in se contiene ogni lu-
me. fCj
5 g. I. Per Magnifico, ( hinro , Bag-
guardevole. Lat. splendìdus, lati tu s, cSa-
rus, conspicuus, egregius , magnijicus .
Gr. ).vp.7Z~ò_. Bocc. nov. 26. 2. Per no-
biltà di sangue chiavo , e splendido per
molte ricchezze. E nov. q6. 2. Splendide
donne, io fui sempre in opinione ec
^k' g. II. Lì con la preposizione in. Med.
Ari'. Cr. ^7 Nella quale egli sarà ador-
nato, e splendido in ogni bellezza. (C)
V §. HI. Splendido, SI dice anche delle
cose nelle quali ri.<!plende la magnijicenza ,
la generosi là, o simile. « (oli. AU. Isaac,
cnp 2. Chi ama gli splendidi vestimenti,
non puote avere umili cogitazioni . Ar.
Lur. ^6. 73. Fansi le nozze splendide
e reali , Convenienti a chi cura ne pi-
glia ». (Cj
SPLENDIFNTE. P'. A. Splendente.
Lat. lucidus, nilidus, coruscus. Gr. i-up.-
TTpói ■ O. T'. II. 3. 3. Vidi colui mede-
simo splendiente di splendori al modo del
balenare . Cenes. Sono sette cotanti più
splendienti che 'l sole . Ovid. Pist. Lo
splendiente Febo, che '1 btUo dì allumi-
na . /." altrove : Pon mente alli capelli
splcodienli . -r Boez. 23. Tu costriyni la
luce splendiente Di verno a far più corta
dimoraoza Cui freddo, ec E ?>l\. Quando
la notte sopra terra è persa , Di stelle
splendienti un coro adorno ec. (B)
-f * SPLENDIEN'I EMENTE. /'. A.
Avverb . Con splendidilà . f'it. SS. Pad.
2. 107. Quando sì comunicavano, appari-
va la loro faccia splendìenlemenlc. ( f /
Sl'LENDIENTISSIMO..v>,;,er/.(//ò>/en-
diente . Lat. splendidissimus , magnifìcen-
tissimuSj lucidissimus. Gr. \^p.~pò~OirOi.
J ni. Mass. Non perch' egli disfidasse del-
la virtù del figliuolo, perch' egli era splen-
dìentissimo cioè, magnìficentìssimo). Puf.
Purg. 28. I. La detta contessa Matelda,
approssimata alla ripa del fiume , per la
preghiera sua gli parve splendientìssima-
SPLENDIMENTO . Splendore. Lat.
splendor. Gr. )vp-jpòtr,:; . Fr. Zac. T.
In te par che s' oSuschi Luce di splea-
dìmenlo .
SPLENDORE. Soprabbondanza di luce
scintillante ristretta insieme. Lat. splen-
dor^ claritas , fulgor . Gr. ).cfp.r:c6rT,i ,
a'uy/. Dant. Par. 3- E questo altro tplen-
i332
S P L
S P 0
S P 0
dor, che ti si mostra Dalla mia destra par-
te » ec. E 5. Si vid' io htn i>iu di mille
«plenduri Trarsi vt-r noi . K IO- Che lo
splendor dc-gli occhi suoi ridenti Mia meo-
te unitii in più cose divise. /Ìocc. g. g. p.
1. La Iure, il rui sidendore la notte fug-
ge, aveva già Toltavo cielo d^azzunino in
color rilcslro mutato. A' canz. 5- 2. Mosse
da' suoi hegli occhi lo splendore Che pria
la 6amma tua nel cuor m' accese.
g. 1 /'er mela/, vale Gloria^ VxceUen-
za. Lat. spltndoì ^lux, lumen- Gr. oivy-r).
oùi, /«juTa's. L'occ. nov. 52. 3. Le due
ministre del mondo spesso lor cose più
care nascondono sotto 1' omltra dell' arti
reputate più vili, aPcioccbè di quelle alle
necessità traendole , più chiaro ap| aij il
loro s| Ictidnre. ^inm. Jnt. 1. I. j. Splen-
dore di bellezza è repente e veloce, ed è
più fuggevole , che non sono i 6urÌ che
appaiono a primavera. Buon. Fier. ^. ^.
2. Ned è ragion non a1>l>racriar l'incontro
Di quella occasion , eh' altrui s* appresti, D'
acquistarsi splendore e crescer stalo.
tt g. II. Splendort'j i-ale anche Jìgurat.
Tutto ciò che abbellisce, illustra e rende
decoro. Car. f'n. 2. l\6^. O splendor dì
Dardauio , o de' Troiani Securìssima spe-
me . lied. Leti. X. 387. Viva la Signora
Maria Selvaggia, che è lo splendore, e la
gloria della nostra Toscana . (Cj Segner.
Penti. Jnslr. cap. 6. San Raimondo splen-
dore del grand' ordine de* Domenicani. { P)
6PLF.^ET^C0 . Colui che ha male alla
milza. Lat. lienosuSj splenicus. Gr. 'STtÀf,-
vixo';. Tes. Pov. P. S. cap- 25- Danne
ogni mattina agli splenetici e idropici. E
appresso .- Con questo impiastro guarirai
li idropici e splenetici, e simili.
* SPLENICO. Term. degli anatomici
yìgeiunto dato ad alcuni rami di vene dei-
fa milza . Cocch. Jìngn. 2l\G. Da tale fa-
cilità d' affluenza e di deposizione alla milza
d* umori ce. par che si possa per avven-
tura sospettare che ce. segua in alcuni
casi in essa il reflusso o la comunicazione
retrograda del sangue venoso ed impuro
per lo ramo splenico della vena porla ,
quando ella ec. fB) Impcrf. Anni. 238.
]1 tronco maggiore (della vena porta) a
sini&tra in due rami insigni si separa ec.;
cjucllo ramo splenico si nomina perchè se
ne va alla milza. /'.' Sop. Il ramo sinistro
detto r arteria si'lenica è maggiore del de-
stro ce. j qucst' arteria stesa con la vena
splenica con ritorto condotto si passa alla
milza , e dipoi nella stessa maniera che fa
la vena splenica sparge suoi rami. (F)
:?SPLENIO. Con tal nome si chiamano,
tra gli altri , due muscoli del capo. Bai-
fiin. I oc. Dis. (.-1)
f * SPLOIUTORE. Lo stesso che E-
sploratorej ma meno usato. Serd. Stor.
1. ^5. Quivi gli vennero incontro gli splo-
ratori del Re. E 2. 90. Avvisato dì tutta
la cosa dagli sploratori, fece nuove mac-
chine, (f )
SPODESTARE. In signijic. neutr. pass.
Levarsi la podestà. Lat- possessionem re-
linquere , possessione exire . Gr. r.rrtCìi
«~o)«iTT£tv. Frane. Sncch. nov. 2o3. lo
&OU0 stato qui circa tre anni per la tale
quistione delle mie castella , delle quali
rnc ne spodestai. J'arch. Ercol. 338- Se
dicessero clie Ì Fiorentini, non curando,
anzi dispregiando la lor lingua , se ne
fitssero spodestati da se medesimi ce. ,
clic rispondereste vui T Segn. Stor. 12.
,324- Lilieramente si spodesto di quel do-
minio, che metteva in arme tremila fanti.
§. Spodestarsi, valeanche assolutamente
Privarsi j onde si dice in proverh. : Chi
del suo si spodesta, dato gli sia un mazzo
in sulla testa.
SPODESTATO. Àdd. da Spodestare.
g. I. Talora vale anche Che è senza
potere. Cronichett. tf Amar. 5q. Signori
Romani, Voi siete per \incerc la guer-
ra, perocché sono is|*odestalÌ , e vui do,
e pero non vi consiglio di pace. Dep.
Decam. 5^. In quel sommario , o ero-
nicbetta , che noi diciamo d' Amaretto ,
troviamo in quoto medesimo lenso spo-
destato , formato regularmentc da podc
sta , voce antica , che pur oggi tramu-
tato l'accento, come di molte altre e av-
venuto, è pure io uso ec. , significando
che i Cartaginesi , per le tante rotte e
rovine, e perdite di uomini e di navi,
erano rimasi senza forze o potere alcuno
da stare più loro a petto.
§. IL Per Impetuoso , Sfrenato, quasi
Sopra ogni podestà. Lai. effra natus. Gr.
a/^ar/;,";. M. ì . 3. i'^. A' di i^ del dello
mese comincio un vento Austro spodestalo
e impetuoso. E cap. 7^. Che purea come
la sformata grandine, spinta da spodestata
fortuna d' impetuosi venti.
SPUDIf». Quel che rimane dopo l'ah-
bruciamento di checchessia, divenuto come
carbone^ oggi propriamente si prende per
lo Capo morto dell' avorio abbruciato .
Lat. spodium. Gr. itio'oio-j. Mtl. M. Poi.
Qui si fa la tuzia e lo spodio , e dirotvi
come. Egli hanno una vena di terra, la
quale è huona a ciò , e poogonla nella
fornace ardente , e io sulla foruare pon-
gono graticole di ferro , e *1 fummo di
quella terra va suso alle graticole, e quel-
lo che quivi rimane appiccato è tuzia , e
quello che rimane nel fuoco è spodio. M.
Aldobr. Sciroppo fatto di vino di mela-
grane e vino di mele cotogne, con once
una di spodio. Hicett. Fior. 66. Lo spo-
dio si trova nelle fornaci del rame, nel-
le quali si trova ancora la pomfolige ec.
/: appresso: Lo spodio è fallo delle parli
più grosse, e si trova nello spazzo della
stanza dove si cuoce. 7^' 67- Lo spodiu di
Avicenna si fa delle radici del ruvistico.
* SPOETARE. Privare altrui del gra-
do e nome di poeta . Uden. Piis. Sicché
gli soprasta sempre il pericolo di essere
spoetalo; e se in atto ti poeta, può in po-
tenza non esser poeta. (.-1)
§. Spoetare, in signijic. neutr. pass.,
vale Abbandonar la poesia . Lat. poeti-
Cam facultatcm mittere . Lasc. rim. 3.
223. Io mi spoeto. poi< h' io veggo quello
Che madonna Accademia ha ordinalo. Car.
leti. 1. 124. Dovete sapere che mi sono
spoetato, se poeta pero sono stato mai.
SPOGLIA. Quello di che altri e spo-
gliato. Lat. exuvia, spolia. Gr. gxùiov.
Dani. inf. 3. Come d' autunno si levan
le foglie L' una appresso dell'altra, in-
fin che '1 ramo Rende alla terra tulle le
sue spoglie. Fetr. son. 277. Al cader d'
una pianta che si svelse, Come quella che
ferro o vento sterpe , Spargendo a terra
le sue spoglie eccelse. ^ Giov. Geli. t'it.
Al/, l^-j- Gli arncNi . e i paramenti ric-
chissimi, con tulle r altre spoglie, convc-
nientissime a un He, comando Alfonso che
si trasferissero siihitamente dalla casa fra-
terna del Vescovado al palazzo suo. (C)
* §. I. Spoglia, dicesi anche la felle che
ogni anno getta la .rerpe. March. Lucr.lib.
3. Qual gode di depor 1' antica spoglia L'
angue già vecchio. F. lib. 4. Qual depone
Lubrico sdrucciolevole serpente La spo-
glia infra le spine. I /ir)
g. IL Per Preda di spoglie. Lat. spo-
lium , prirda . Gr. 5/ùiov , ili'a. Petr.
son. 226. Avran di me poco onorata spo-
glia . (.'. /'. 9. 3lti. I. Mandati i pre-
^ioni e le spoglie del ram|Ht a Lucca .
Cuid. G. Alli quali la rapil.i preda era
pervenuta delle cose e delle spoglie de'
Troiani .
§. III. Per meta/. Lat. spolitr , r.ni-
via-. Gr. 3/)>ffv. Mor. S. Grrg. Quan-
do 1 Signore loUe a* Giudei le spoglie
delle virtù, allora egli die la bellexxa de'
doni dello Spinto Santo alla casa del cuw
de' Gentili.
g. IV. Per similit. in vece di Corpo.
Lat. corpus , exuvitF. Gr. sùìua . Dant.
Inf. l3. Come 1* altre vcrrem per nostre
spoglie . Petr, son. 260. Al ciel nuda è
glia, Lasciando in terra la sua Leila ipo-
glia, t? Segner. Mann. Apr.^3. Finche
vivesti sotto spoglb mortale. (Ti)
g. V. Per ffuccia , Scorza. Lat. pula-
men . Gr. s^uèvìo* . Lih. .*>on. 129. Se
delle noci io troverò le spoglie. lied. Ims.
126. Questi bruchi ec. s'addormentano più
volte, e gettano più volle U spoglia.
* g. VI. /'. per I estimento. Ar. Fur.
l4- 33. E come dentro 1' animo era in do-
glia. Cosi imbrunir di fuor volse la spoglia
f cfotr, vestici a bruno), ^f)^
* g. Vii. Per l' Intonaco che si mette
sopra la forma, per gettare statue, o al-
tro. Bem-. teli. OrrJ. gì. Quvilof gesso)
si debbc mettere sopra delta forma della
grossezza di una costa di collello ec, av-
vertendo sempre, che quanto è maggiore
la forma, tanto più groua si deU>e for la
delta spoglia. (Fj
* g. \ III. Spoglie, per Avanzi, Demo-
lizioni , Frantumi di cose gin intere, la'
sor. Le muraglie che in Roma furon fatte
di spoglie antiche, li altrove : Tempielli
e cappelline fatti di spoglia. (y1)
SI'OGLIAGIO.NE J.o spogttare, Spc-
gliamento. Lat. spoliatio. Gr. cxuìejsi;.
S. Ag. C. IJ Ando iananci la sua legio-
ne, acciocché la spof^liagione e del legato
e dello sciolto seguitasse da poi.
SPOGLIAMENTO. l^ spogliare. Lat.
despo/iatio. Gr. sxwÀiusi;.
§. I. Per /spoglia, net signijic. del §.
II. Sallust. lug. R. Andava spesso dicen-
do , come egli di loro avea vinto il con-
solalo, e tulio il luogo di preda e di spt»-
gliamento.
g. II. Per Privazione. Lat. spoliatio.
Gr. crs':>]5i;. 3/. /'. I- 16 Mcrila.«e
maggior disciplina, e spogliamento di quc'
beni, da' quali procedeva la viziosa ingra-
titudine, foli. SS. Pad. Anche la fatica
incessabile , e lo spogliamento e la priva-
zione di tulle le cose vob)nlcro»amente è
sostenuta. Cr. !^. 18- 8- Alle quali ( Wfi )
sovvenir si conviene con ispogliamento del-
le foglio ne' luoghi freddi.
* SPOGLIA>TE. (he .spoglia. Borgh.
Fir. lise. 299 Si è veduto legar quelli
che allora allora gli menavao prigioni , e
spogliare gli spogliami, e girarsi ogni cosa
a rovescio di prima. (ì)
SPOGLIARE. Cavare i iXJtimenti dx
dosso j ed oltre al signi/ic. alt. , si usa
anche nel neutr. pass. Lat. exuert , spo-
llare . Gr. a-:roove<v . Bocc. nov. 43. 6-
Avevano comandato a Pietro che si spo-
gliasse, il quale spogliandosi, ec. E g- t>-
/; 12. Tutte e sette si spogliarono, ed en-
trarono in esso. !? /'l'I. SS. Pad. I. 187.
Spogliagli l'abito monacile, e privollo d*
ogni atto e oflìrio ecclesiastico . Fit. S.
.Margh. i54- La fece prendere e legare,
e in carne ignuda $|>oglÌare. '$^) Med. Arh.
Cr. 42. Innanzi innanzi sì gli spogliarono
le sue vestimenta in grande furia. 'Ci
O j;. I. Spogliare, dicesi anche del Ca-
vare le parole, o le frasi d' un autore a
fine per lo più di accrescerne il t-ocahola-
rio. lied. lett. I. 3l. Che ella ha trovato
mentovata in un antico suo libro niani»
scniln toscano di .Mascalria , mentre 1<>
spogliava per lerriaio del nostro Vocabo-
lario della Crusca. (Cf
§. II. Spogliare, per Tor via la spo-
glia . Lai. exuere , spoliare . Dant. InJ
33. Tu ne vestisti Queste misere carni ,
e tu le spoglia . Pttr. cans. ^O 4- ^^"^
S P 0
S P 0
0
i333
rÌTcstirson poi Un* altra \ulta , e mai più
Don &po^Iiarȓ.
§. in. Per Prtdtìn' , Hulnirt . l'ranc.
Sacch, noi'. aiQ. Avrà lieti trovali» nialan-
flrini, che 1' avcano spngUati» d* u^iil suo
Lene . Dav. Scìsni. /|8> Lo iislìgù il <liu-
volo a spogliare ì conventi . /■, 5l- Spo-
gliava le chiese di tutte le cose di va-
iata.
3 §. l\ . Jcr melnf. Privare, Tor viaj
e in signijic. neutr. pass. Lasciare. Lat.
spo/inre , privare , viduare. Tes. l'r. 2.
20. Alla 6ne iu egli spogliato della sua
dignitade per senlema di papa Innoct-u-
«o IV. , per comune consiglio del gene-
rale Concilio . lìant. Purp. 3l. Perchè
del passare innanzi Dovoi.siti cosi spogliar
la spene T E far. l5 Ben e <he senza
terniÌDc si doglia Chi , per amor di cosa
che DOQ duri Eternalmente, quell' amor si
spoglia .
* §. V. Per liberarsi , Riscuotersi .
Bus. 27. Sinché la tua patria si spogli
della iiguona non dovuta. {C)
* J;'. VI. Spogliarsi in farsetto. /'-
FARSETTO. §. IV. (')
SPOGLIATO, .-idd. da Spogliarej Sen-
za vtste , I\iido. Lat. spoliatns , exutus.
Gr. aTtGowàsi's- Ovid. Pìst. !\\. Oh the
disonore è questo , che lo scudo tuo ahliia
coperto il molle e lo femminile l;ilo della
tua amante, il quale è coperto dell' asi>io
e velluto cuoio spogliato per le tue forze
dalle coste dello arricciato leone I Cai.
Cap. log. 3. i;8. Questo lo sanno insino
agli animali , Che vivono spogliati e allo
scoperto.
§. Per meta/. Petr. son. 253. L* alma d'
ogni suo hen spogliata e priva. Amet. ?tl\.
La cagione della rivestita terra da Ariete,
poi spogliala da Lihra ti mosterrò. J/or.
ti'. Creg. 8- 37. Si può dire che, come
6ro spogliato, ella perda la corteccia che
la copriva.
SPOGLIATOIO. Luogo, o Stanza de-
stinata per posare i panni di dosso. Lat.
apcd^teriuTtìj spoliarium. Gr. oi'TioS\JX t'r
ptov.
t SPOGLIATORE. l'erbai, masc. Che,
o Chi spoglia. Ladro. Lai. fur, spolia-
torj expoliator. Gr. }u.fìjpa-/oiyói. Fi*
toc, I. l64- Verso quella mirando, sentì
lo spiacevol romor degli spogliatori. Vit.
SS. Pad. Questi imprima essendo Paga-
no, e grandissimo ladrone, e spogliator di
sepolcri, e in ogni male noniinatissimo.
t SPOGLIATI'RA. Lo .spogliare. Lat.
spoiiatio, expoliatio. Gr. 5/v'>€u5i;. Ott.
Com. J'urg. p. ij^6. Della quale spoglia-
tura essa porta molto si dolse , perocché
col suo, si dovevano dilacerare e uccide-
re li rari cittadini. Pist. S. Gir. F, Li.
Sarai ferita da lui, e spogliata sarai lieta,
e gaMcnte di quelle ferite e di quella spo-
glialnra. Fr. lac. T, 2. 20. 17. Queste
quattro spogliature Più che le prime son
dure.
SPOGLIAZZA. // percuotere uno, fat-
tolo prima spogliare, (ari. Fior. il. Qua-
le con palmata, quale con eavallo, e qua-
le con ispogliazza, e ninno senza gastigo
ne rimanda in hreve a sedere, yalm. 5.
5l. Or più rossa de! cui d' uno scolare ,
Dopo eh' egli ha toccato una spogliazza.
§■ !. Per /spoglio Puon. l'^ier. ^. 2.
7- De* giovani Domestiche spogliane , e
sfornimentì Di saiorne, giornee , guarnac-
che e rohe.
§. II. Per metaf Dare la spogliazza a
una Casa, o simili, vale Puftarla , l'o-
taria. Lat. expilare. Gr. 7rsflt«'j)av.
^ §■ HI. Vare una .spogli azza, vale Scor-
bacchiare , Svergognare. Lasc. rim i.
III. Son le Muse adirate, E vi voglìon
un giorno in mezzo piazza Dagli Àramei
far dare una spogliazza. (C)
SPOGLIAZZATO. ^dd. Mezzo spo-
g/ifìlu. Buon. Fier. 4- 4- 2- Sguazzar la
stale all' aetitia, o pe* terreni Spogliazzato
in zendado, in man la rosta.
SPOC'LIO. Arnese. Mor. S. Creg.ha
litllezia delta rasa è divider gli spogli.
s,*: g. I. Spoglio, vale anche l rivolto-
ne, i.uicc. òtor. 4- l44- ^*^^ queste ra-
gioni ci fu moleitissimo lo spoglio suo
(del Duca Sforza) tome piineipe dato da
Cesare. (L)
^' §. II. Spoglio, per Scoglia. Car. Fn.
lib. 2. Tale un colubro ec. Quando de-
posto il suo ruvido spoglio ec. Lubrico si
Uavolve. (L!r)
§. III. l'er Preda. Lat. * spolium ,
praeda. Gr. 5/iI)ov. C. V. 7. 107- 1-
Grandissimo spaigimento di sangue s'era
fatto ce, e inuumeraliile spoglio di mo-
neta, ('mei. S. Creg. Lo inimieo antico
ha perduti gli spogli dell* umana genera-
zione, li quali avca presi, òtor. l:ur. 6.
i3o- Ma lo spoglio e la preda iu lien
grandissima.
g. IV. Spoglio, diciamo anche a una
Paccolta di notizie ricavate dal leggere gli
autori. ì'it. l'ili. 64. Così fosseio vedute
le preparazioni ec, i repertorii, gli spogli,
i luoghi imitati. 3/alm. p. ^2. E scorso
tutto il suo vocaliulario. Scrisse in manie-
ra, e fece un tale spoglio , Ch' ci messe
un mar di crusca in mezzo foglio.
SPOLA, e SHUOLA. Strumento di le-
gno a guisa di navicella, ove con un fu-
scello dello Spoletto si tiene il cannel del
ripieno, per i/.vo di tessere. Lai. radius,
Gr. K£px»';. Pant. Jnf 20. Vedi le triste
che lasciaron l'ago. La spuola e '1 fuso.
F Furg. 3l. E tirandosi me dietro, sen
giva Sovresso l'acqua lieve come spola.
Liut. ivi: Spola è Io strumento da tesse-
re, che si gitta tra lo stame, e va legger-
mente, sicché non rompe le 61a. Liant.
Par. 3. Per apprender da lei qual Iu la
tela, Onde non ti'asse in6no al co la spo-
la. But. ivi: Spola è instrumento con cui
si tesse e gittasi lo 6I0 per la tela.
SPOLETTO. Il fu. scello della spola,
in Cui s'infila il cannello del ripieno.
^ SPOLLOiNABE. Term, degli Agri-
coltori. Liipulir le viti, troncando tutti i
falsi polloni. (A)
* §■ I^icesi anche del li om per coli' un-
ghie il capo de* tralci che non sono desti-
nali a formare la potatura dell' anno se-
guente. (A)
« SPOLLONATURA. Term. degli J-
grìcollori. Lo spollonare. (A)
SPOLPAME^TO. lo spolpare. Lat.
pulparum detractio. Spegner. Crisi, instr.
2. 21. l3. Figuratevi che lavoro di squar-
ci e di spolpamenti e di stracciature do-
vettero lare i barhari su quel corpo sì de-
licato.
SPOLPARE, levar la polpa j e in si-
gni/ìC. neutr. pass. Perder le polpe, o
Rimaner senza polpe. Lat. pulpas detra-
here. Cr. p. 5o- 2. Si cuoca in un vasel-
lo pieno d'olio comune, in tanto che la
carne del serpente nell' olio si liquefacela
e spolpi, e dall' ossa si parta. Petr- son.
162. Non spero del mio aH'anno aver mai
posa, In6n ch'i' mi disosso e snervo e
spolpo.
^. \. E Spolpare, per similit. Privare.
Lat. spoliare. Gr. o.no-tVJpiXv . Dani.
Purg. 24- Perocché '1 luogo, u" fui a vi-
ver posto, Di giorno in giorno più di licn
si spolpa. Bu(. ivi .• Spolpare è levar la
polpa, e però si piglia spolpare qui per
privare.
§. II. Per metaf. vale Sfruttare. Lat.
effoetum reddere. Gr. z^oipov ■noieìv.
Dep. Decnm. lOO. Come si dice snerva-
re e spolpare ec. per torla via , e privar
di forza Pav. Colt. i53. E grande erro-
re por nella ^igna frutti né piante di sor-
la ali'itna, niasMnianiriite cavoli, spighi ,
raiiieiuii, allori, salvia, e simili cose cal-
de, che infettano e spolpano. E 167. Con
tutto che essi alquanto spolpino, non per
tanto da lodar sono quc' che dicono i saet-
loli esser huoni per appiccarvi il fiasrhct-
lo. A 169. Spolpano e disertano la vite.
SPOLPATO. Add. da Spolpare. Sai-
vin. Pise. 1. Cf. luMtando ossa spolpate a
udire la predica del Signore, videle in un
trailo sollevarsi e congiugnersi, e di nervi
e di vene guernirsì. Porgli. Fir. disf.
255. Snervala 1' ItaUa, e spolpato d'ogni
suo vigore l'Imperio (qui per metaf).
%. Malto spolpato, dicesi di Chi sin
giunto ad eccesso di mattezza. Malm. 1.
61. Foiluna, che 1' avea malto provalo.
Volle eh' ci divenlasse anco s|K)lpato (qui
in equivoco}. * Pcllin. Disc. II. Cose
che paiono wve pazzie, da legare chi le
dice, come spolpato afiatlo. (Min)
SPOLPO. Add. Spolpato.
g. L^er Ardentemente innamorato. Puon.
Fier. 2. 2. 4- ^lonoa Lena Le sta più
dietro a soffiar negli ore( < hi, S' altri pas-
sando le si scuopre collo Spolpo di lei. E
3. 4- 9- Quando donna non pure inna-
morata. Ma spolpa e marcia si cavava il
cuore, E ^■e '1 porgea.
•t * SPOLTIGLIA. Polvere da Ore-
fici, ec. Forse polvere di smeriglio ridot-
ta in pasta, o Jor.\e ciò che si ritrae dalla
polvere già adoperata nello smerigliare
qualche lavoro. Pellin. Disc. 2. 3o6. Ta-
le unguento fatto d'acqua-, e di sottilissi-
mo smeriglio ec , spoltÌj;lia dicesi j e tale
spoltiglia, altenlamenle girata sopra il cri-
stallo, e sì leggiermente che pochissimo la
sfoizi, da l'ultima mano alla figura del ve-
tro, e la sua sehieUa ed intera lucidità. E
307. Per dare a questi (marmi) Tulli-
ma politura, si adopera la raspa ce. ; ma
per r ultima grana ci vuol la spoltiglìa di
smeriglio, (.t)
ST'OLTnAHE, e SPOLTRIRE. i\a(/r.
pass. Lasciar la poltronerìa. Lat. socor-
diam nbiicerc , ic termini cxculere. Gr.
ca^uyt'av Tioolevat. Dani. /nf 24. Ornai
convien che tu cosi ti spoltre. Disse 'I
maestro j che, seguendo in piuma, Infa-
ma non si vien, ne sotto coltre. But. ivi:
Convien che tu lì s] oTlr*^ cioè spoltroni-
sca per si fatto modo. Piltam. 3. 5. La
strada so, ma convien 1' uom si spoltri.
♦ / arch. rim. 255. l'ero convien, che chi
gli estremi danni Sentir non vuol, spoltri
per tempo e spij;re (qui e neutr. ass.J .(Bj
'.' SPOLTRONARE. Cavar di poltro-
neria. Car. Leti. Tomit. 1. Sganghera-
vate gli usci alle lavandare, shvazzavate gli
shiiri di corte Savella, e spoltronavate fi-
no al capitano .Salvestro, che non si può
dir più olire. (C)
SPOLTROMRE. Neutr, pass. Spol-
trire. Lat. sorordiam abiicere. Gr. d'k-
Suytav TTfO^.'i'e'jyt. But. Inf 2/1. i. Con-
vien che tu cosi ti spoltre, cioè ti spol-
tronisca per si fatto modo.
* SPOL\ERAMl!RA. (hi spolvera le
mura., Uomo dappoco, Saccardcllo j e si
dice in disprezzo a persona vile. Lat. ho-
mo trioboli. Plani. Gr. ouTioKvs'c, rpio-
^o)vì,<c. Buon. lier. 3. 2. 17. Pur par -
tiron mai più Questi spolveramura E ra-
sliapavimenti. (*)
SPOLVERARE. Levar via la polvere.
Ripulire. Lat. pulverem abstergere. ^Mntl.
L>anz. rim. buri. E chi le scarpe spolve-
rar volessi .'^enza pigliare il lembo della
cappa, Le strofina, le spolvera con essi. (Br)
Boti. Dial. 5. A conto del non averla
mai spolverata (la madonna del Sacco),
vi si era sopra appiastrala in guisa la pol-
vere, che ne era quasi sfuggita dalla vi-
sta. (CPj
1334
S P o
%. I. P.T snHaf. Rifrnstare, fUrfrCare
minutamenU. Lai. inquircre, iefttgnre.
Gr. e^E,3ì\;/«v. Tac. !)nv. Perà. eloq.
422. NeJlt antichi armarìi, rhc ora spol-
vera Muciano, SODO ec. uodict filze d'at-
ti, e tre di icilcre, che mostrano oc. Buon.
Fier. 2- 3. 7. Giaata poi la stagioo , eh'
alla ricotta Soleva spolverar liugaola e ma-
dia, ec. fC 4- Introil. Spolvera arrbìvii, e
leggi aaoaU e cronache , Librerie va a
studiar.
't * S- \^ ■ Spoherart , vale anche Ini'
/trattare. Coprir di pol%>ere. Salviti. Odiss.
l5l. Stendeasi a quetli dalle mosse il
corso E prestissimamente tulli insieme
Voljvaa spolverando la campagna, f.4/
f §. III. In signific. netttr. e neutr.
pass, vale Divenir polvere. Lat. con ieri ^
in pitlverem comminiti . Gr. cjJTfit'iì-
TSrKt. Safj^. nat. esp. 2ÌJ\. Una palla di
vetro sigillata alla fiamma ec. non cresce
di peso ; e rotta, se \\e cava il sale asciut-
tissimo a segno, che nel votarsi spolvera.
Jìtion. Fier. 2. \. II. Le mercanzie ec.
Sfioriscono, s* insudician, si spolverano.
'.' SrOLVEKEZZAMENTO. I.o spol-
verezzare.hdl. pnlverizatio. Ut. S. Frane.
216. Nel predicare pare come fosse un
cotale spulvcreitzamcnto di piedi spirìtua*
li. (l'J
t SPOLVEREZZ.iUE,c SPOLVERIZ-
ZARE. Ridurre in polvere. Lat. in piil-
vcrem redigere, comminucre, friare. Gr.
a^x&jvìiv. A/. ì ■ 6. 54. Appresso la
fanno seccare ne' forni, o in altro modo ,
e secca la fanno spolve rezza re, e recare in
toltile polvere. Vit. Pltit. Tutto quel luo-
go è lotoso di lolo bianco, e la terra è
molle, che leggiermente si spolverizza.
g. [. Spolverizzare, per Aspergere con
polvere Lhecchessin. TV*, l'ov. l*. S. To-
gli cafferano, mandragola, storace, ed ag-
giugnivi dell'oppio, tritali liene , e spol-
verizzane sul capo, iìcnv. Celi. Oref. Qq.
Si dee spolverizzare con un poco di spol-
verezzo di carbone.
§. II. Spolverizzare , e anche termine
di Pittura , e vale Ricavare in disegno
collo .•ipolvcro.
SPOLVEKEZZ.KTO, e SPOLVERIZ-
ZATO, /idd. da Spolverezzare, e Spolveriz-
zare. Frane. Sacck. Op. div. l38. Gli
ludei volevano avvelenare leremia , e a-
veano veleno di legno artificiato e spol-
verizzalo. Tes. Pov. P. S. cap. 7. Anco
una mezza hbbra di sangue del tempo delle
donne seccalo e spolverizzato, è cosa ottima.
SPOLVKREZZO, e SPOLVERIZZO.
Bottone di cencio, entro cui v legata pol-
vere di gesso, o di carlwne, per n.to di
spolverizzare. Benv. Celi. Oref. 60. Si
dee sj'oivcrczzarc con un poco di spolve-
rnzo di carbone.
§. F per lo stesso che Spolvero, o Di-
segno ricavato collo spolvero. Hfatt. Franz,
rim. buri. 3. i^S. Mandovi uu spolvc-
rnzo di me stesso.
* SPOLVERIZZAMKNTO. Pnlviglio.
Bcllin. Dire. I. 17. Formano ijuci vari
sfarinamenti o slritalamrnli, quei tiìtuini
o tritelli, quegli spolvciizzamenli o pol-
vigli che dir vogliamo. fCj
SPOLVERIZZARE. /' SPOLVEREZ-
ZARE.
SPOLVEUIZZ\TO . /*. SPOLVE.
REZZATO
SPOLVEHIZZO. fed. SPOLVEREZ-
zo.
SPOLVERO. Foglio bucherato con i-
spilletto f nel quale è il disegno che st
vuole spolverizzando ricavare , facendo per
quei lincili passar la polvere dello spol-
verizzo. J> Cnr Apol. lo3. Orti dipin-
toruzzi ec. con certi loro lucidamcnti , n
spolveri o ritratti storpiali, ricopiano ijuel
che par loro di dovere imitare. ^PPj •
STO
^ %. Spolvero. Term. de* Mugnai^ Buo-
na macinatura, t Fornai dicono anche
.Spolvero, o prima farina, quello cìte esce
dulia eritrea, o tritello rimaeinato. (A )
SPONDA, parapetto di ponti, pozzi ,
fonti, o simili. Lai. sponda. Gr. àflc/jto^.
Bocc. nos\ i5. 3i. Come Andreuccio si
vide alla spunda del pozzo vicino, cosi,
lairiata la fune ron le mani , si gittò so-
pra quella. G. V. II. 1. 8- Al ponte Ru-
baronie l'Arnn vali< ò 1' arrora da lato, e
ruppe le sponde in parie. Dant. tnf. 18.
Che dall' un lato tutti hanno la fronte
Verso il castello, e vanno a santo Pietro;
Dall'altra sponda vanno verso '1 monte.
F 3i. Più e più appressando in ver la
sponda, Fuggemi errore, frane. Sacch.
nov . 72. Fra l'altre gli vidi un di con-
ficcare la cappa sulle sponde del perga-
mo.
§. i. Per Kstremitade semplicemente. Lat.
sponda, ora Pctr. canz- !\'j. I. Ponsi del
letto in sulla sponda manra. V. son. 298-
Vien tal, ch'appena a rimirarla ardisco,
E pietosa s' asside in sulla s|>onda. Frane.
Sa.-eh. nov. ^8. Palpando il copertoio, si
fece alla sponda. Tass- Cer. ip. 12O.
Del Ietto, ove la stanca egra perdona Po-
sa Itaiinondo, il Duce è sulla sponda.
* §. li Per Letto, o Sedile a forma di
letto dove gli antichi seilevano nelle cene
e ne' conviti. Car. Fn. 1. Il3l. E già
sopra la sua dorata sponda , Con rcal
maestà s' era ( Pidone ) nel mezzo A tutti
^li altri alleram^^iite assida. /:.' 2. 2. Enea,
In se raccolto , a cosi dir dall' alla Sua
sponda incomincio. (FP)
•f * SPONDAICO. Term. de' Poeti
greci e la fini. Appartenente a spondeo.
Udcn. J\'is. I. 21. In quest' altro verso
spondaico esprime con la spurevulezia del
numero quel ch'egli intende. F 5. ^l- Con-
fonde il metodo, frapponendo in un vi-
luppo e terzetti e versi interi rimati nel
mezzo, e seltc»iUabi , e piedi spundaici ,
ec. (A)
SPONDEO. Pizde di verso, formato
di due sillahe lunghe. Lat. spondaeus.
ì areh. F.reol. 2ig. Dice Quintiliano ,
che distingueva roU' orecchili qu.mdo un
verso esametro forniva io ispondeo.
* SPONDERUOLA. Pialla non molto
larga, col taglio ad angoli retti. Bai-
din, loe. Dis. (B)
^ SPONDILO. Lo stesso che Spon-
dulo. Lat. tpQndylut. Gr. STOVCuis;-
Ri'd. tnr. 65. Non voglio già tralasciar
di dirvi , che siccome totli quegli scor-
pioni dell'Italia ec- hanno sei sole ver-
tebre, o spondili, o nodi nella coda, ec.
F G&. «ili spondili, o le vertebre della
coda di que* d' E;;ilto son tutte quasi di
lunghezza e di grossezza uguali tra di
loro. E lett. I. 273. Oggi diciamo spon-
dilo. Di spondilo ve n'èun escmplc nel
Vocabolario alla voce / eriehra. (*)
SPONDULO. Aodo della spina. Ver-
tehra. Lai. spondyliis , sphondyliis, ver-
tebra. Grec. 5:ro>(Ju>o;. folg. Ras. Quel-
la eh' è di dietro, si continua alli spon-
duli del dosso.
* SPONENTE . EsponenU, Salvm.
Odiss. (A)
# SPONGIFORME. Add. Term. del
Fisici e dei ^tedici. Fatto a guisa dì
spugna. Red. Irti. 71. Il tumore «lei gì-
n<H-rhio, nel toccarlo qualche poco, cede,
e nel rimuovere il dito torna subilo al
praprìo (lato, nella maniera appunto che
soglton fare Ì tumori spongiforma, (/tj
<! SPONGIOSO. Add. At:giunto di
osso. Imperf. Anat. \\\- 'n alcuni n«i
la durezza e maggiore, come nel fianco, ,
altri sono più molli , come 1' osso spon- 1
gioso, e gli altri ossicolt delle dita, i f)\
4 SPONCITE. Tiomt geturico, che i I
S P O
datura/isti danno alle pietre spugnose e
leggieri., formate ne/I' a- que .topra colpi
marini, o topra de' vrgetafnli. (A)
SPOMMENTO. Lo sporrr, Sposiiio-
ne. Lat. expositio, enarratio. Gr. *fi|*-
y.s»;. Ofliùi-Ji*. 3Ior. S. Creg. l3. J^
Comecché questo lesto ù convenga al
l>eato Giobbe , senza altro sponìmeoto
debbe essere manifesto a tutti.
'f §. Sponimento, vaie anc/te L'asion
dello sporre. Pallav. sttl. 217. Ragiona
( Aristoti/e ) dello sponimento in Itaca ,
d'Ulisse addormentato. FPj
f SI'ONITORE. Ferbal. masc. Che , o
CJti spone. Lat. ej positor, enarrator. Gr.
t^f,'/ fìTtì':- -fmm. 4nt. 28. 2. 5. Lo spooi-
tore sopra i Proverbii di Salomone. Pas»^
3|5. E cosi ogni uomo se ne fa ispoaìlore.
Albert, cap. 38- t-io dicono gU sponilori.
$ Salvin. Iltad. 5. 227. Coslor lasciò ,
e si rivolse a Aliante E Poliido, fii d'Eu-
rtdamante, Uom vecchio, e grave sponi-
lor di sogni. (Bj
*f * SPONSA. Foce lat. e disusata.
Sposa. Guitt. lett. 10- 27. Sponse del
mio Signore, e di>nne mie. E appresso:
Amore ec. de* due cuori fa uno^ iponsa
con isponso. F ivi: Tra' secolari sponso
e stK>nsa sor tutti terreni amori esser dee
amore. E di .fo/M .• Ogni temporale spon-
sa amare dee sponso suo. ff')
* .SPONSACLIA. F. A. Sponsa/isia.
Ott. Coni. Inf. 33. 567. Lo inf&nte mi-
nore di selle anni ne naturalmente , ■&
civilmente s'oblji^a; maggiore d'infante
non è tenuto se non solamente di sponsa-
glie. (C)
SPONSALATO. V. A- Sponsalizia
Lai. itesponsatio. Gr. pvr,7r(Xx.. Fr. lac.
T. 6. 4® 6- '**'■ g'^o'*'*' * 'l*""^ ^' '
che 'l possa avere Fnlro le nozze del tuo
sponsalato.
::: SPONSALE. Add. Piantale. CuitL
lett. 10.27- Fortissimo, lealissimo e dol-
ce amore essere, quale dea più che spon-
sale ? f/; •{• Car. En. IO. il5o. D'o-
stro e d' or riguardevole e di penne.
Sponsali arnesi e doni, ovunque andava,
ce. (A)
* §• Sponsale, in fòrza di sust. nel
numero del più, vale Sponsalisie- Red.
Op. 3. ^2. Lascia in deposi!*, tutto quello
che di velenoso in b<»eca racchiude per
non amareggiare con quello i tanto d^
siati sponsali, che infine consuma. f.^J
SPONSALIZI A. Sponsalizio. Lat. spOH-
salia. Gr Tx vJuyiw. Bocc. nov. |3.
2!\. Quivi da capo il Papa fece solenne-
mente le sponsalizie celebrare. E Te-
seid. la. 75. In una ricca camera , qual
era Quella dove fu il letto apparecchia-
to, Qual credere possiamo a cosi altera
Isponsalizia. invocala (;iunone, Emilia %m
n'entrò con Paiamone. Dant. Par. 12.
Poiché le sponsalizie fur compiute Ai
sacrt> fonte intra lui e la Fede ( qui fi-
guratamente, parlando tiri battesimo) .
* Car. En. 6. \l\0. K fian di tanlo mal
di nuovo origine U* esterna moglie cstcm*
sponsalizie. (B)
SPONSALIZIO . Lat. sponsalia. Gr.
tlwTjiTItV. Maestriizi- 1. 62. Che ro*a
e lo sponialiiio? Lo spiinsalìzio é una pro-
messa delle future nozze, ed è detto spon-
saliuo a spondendo , cioè promettendo. E
I- 63. L'arra dello sponsalizio è 1' anel*
lo, pecunia, ovvero altre cose date alla
sposa. Alam. dir. 5. l3ii. Non vedeU
voi ben, signor mio caro, (Ch'amor fu
i>rinia r la natura al mondo, Ch' aspra
leg^e facesse il nodo avaro Ori sponsali-
zio duro ed ingiocondo T Dav. Si'ism. ^O-
I a quale partorì una figliuola ec. meno
di cinque mesi dopo lo sponsalitio.
SPONSALIZIO. Add Che appartiem
allo sponsaliito. Lat. sponsaits . .V«^
S P o
S P o
S P o
i335
siruzz, 1. 62. Nondimeno è da Dotare ,
che l'arre spoD&aliziv date da i{ucl1a pai-
te cÌjc dì» cagione ehi- le nozze non si
facciano, si peidouo, <• le rite\ut« si re-
stituiscono in doppio.
•f SPONSO. J. L. f (iixuxata. Sposo.
Lat. sj-'onsus. Cr. vu^-pt'o;. Celi. Al>-
isaac, ro/'.33. Ratlemperiindo quelle anime,
l« quali »ono dÌApuusatc a te, sponao ce-
lestiale.
SPONTANAMENTE. /'. A. Avvtrh.
Spontaneamente. Lai. spente. Gr. e/cu-
ai'w;. Dant. Com-. 72 Dopo U sua Idie-
raiione spotii binamente esser ritornato in
esilio ( la mcdtrua edizione ha , sponta-
neamente ) .
SPO.\TA.NEAMEi>TE. Àvverb. Pi pro-
pria voiontò. Lai. sponte, nitro. Or. sxou-
Sl'w; . / otx. I ett. Ptn. Jtoss. 274- ^^'
vi «luvresl
e verpo^nare e
.Iole
di non
esservi <)i quella, già è pran tempo, spou-
tancamentc luggilo. M. / . 9. 4^- '^
Comune, per questa sua liljeralità e pro-
ferta, spontaneamente e di liuun volere
ec. si dispose a >«>prjrconiperare. >'. Agost.
C J). Per dilatare il regno , provocare
spontaneamente a guerra i virini quieti.
yir. Lue. 4- -^- Tu sai liene clic io
noD le la cliicsi, e che tu me la porla-
»ti spontaneamente. Tac. IJav Cerni.
37^' 1 particolari delle cillà proprie dan-
no spontaneamente la deiima deylì ar-
menti e ricolle, f'ofz. f'anli. 3. pros.
12. Piiossi egli dubitare che elleno ec. si
Tolgano spontane-imente al cenno suo T
t SPO.^'J■A^EO. Add. Jolontano. Lat,
.^pontaneiis, sjtontalis. Gr. c'uTc'juceTo; .
fc/Ov'sto;. Bocc. noi-. 27. 24- Sua di vo-
stra spontanea volontà eravate divenuta .
Liv. 3f, Attese tutto spontaneo -al pailaie
al di dietro. Ott. Cam. /«/. 2. 18. Come
l'uomo aLbìa in se la ^iltù della niagna-
nimitade , e !pv»ntanco proponimento di
far cose malagevoli. ^ .^cgner. Mann.
^^"^S- '^* 2. In queir Egitto andò per or-
dine espresso ch'eijl.e dal Padie; in que-
sto viene di suo motivo spontaneo, f/'j
* §. Moto spontaneo, dicono i Medi-
ci a Quello che esercita il corpo naturai,
mente ^enza il concorso dell' animo. (Aj
SPONTAJNO. Add. Spontaneo. Lat.
spontaneus. Gr. auTo'^«T9;, e'/oj^ts? .
Varch. Ercol. 7. Gli promisi di mia spon-
tana volontà, che, rispondendo il Casltl-
vclro ec, piglierei io l'assunto di difen-
dere le ragioni sue. * Jìoez. J'arch. 3.
pros. II. Se io consideio, dissi, gli ani-
noali ec, non ne trunvo nessuno, il qua-
le, non isforzato da alcuna cagione di fuo-
ri, sì spogli e getti via la voglia dell' es-
sere, e corra alla morte di sua spontana
volontà, i f{)
* SPONTONATA. Colpo di puntone.
Frane. Sacch. nov j8o. Le parole con-
ducono spesse volte «li uomini nel lecce-
te in tal forma, die chi ha mosso riceve
parole che sono peggio che sponionate. (/ )
•f * SPONTONE, fili coniìuiemente
Spuntone. Ihion. f ier. 3. 4- 3. Di quanti
6a capace il mio spentone ? (Aj
SPOPOLAI» I. Hipopolare. Fataf. 7.
La mala sci.trda fu giunta nel chiostro, E
spopolata fu r alia grattando.
* §. £ in sìgnijic. neutr. pass, i-a-
fe Diminuirsi la popolazione^ Rimaner
senza abitanti. Segner. Crist. Jnstr. i.
l4- 20 Si lamenta di voi la Santissima
Vergine , che desiderando di vedere per
vostro mezzo ripopolarsi il Paradiso, vede che
per colpa vostra si spopola ogni di più. (Bj
SPOPOLATO. Add. da Spopolare.
SPOPPAMENTO, lo .^poppare. Lat.
ablactatio. Gr. «TT^yala/Tt^^o?. Trait.
segr. COS. donn. Più acctrezza il ralleva-
lo, quando si a^ vicina il tempo dello spop-
pamento.
SPOPPARE. levar la poppa , Tor la
poppa a' hamhini, Disusarf^li dal latte j
the anche si dice Dii ezzare. Lat. ahlat ta-
re. Gr. a'noyaJiC-xTiCeiv. Ctn-alc. l'unpil.
Fa a noi come le nutrici, le quali voglio-
no spoppare li fanciulli. li ]\Ied. cuor. Id-
dio spoppa sì i suo' figliuoli dal latte della
mondana consolazione per 1' amaiiluiitne
della triliulazione, rome le madri spoppa-
no li fanciulli ponendo in sulla [>oppa al-
cuna cosa amara. Cron. 1 eli, l3y. Aven-
dolo spoppalo , e cresciuto un poco con
grande pena e falica , il Iacea doimiic di
per sé in un letto.
^ §. Per similtt. per Cavar troppo il
succo. Soder. Colt. 35. I freschi (pali)
spoppano il terreno, e danneggiano troppo
le viti. E 52. Affinchè (il sermento pro-
pafifiinato j non ofl'cnda tanto la vite vec-
) liia. spoppandola tioppo, se gli dia un ta-
glio il set ond' anno, (i J
SPOPPATO. Add. da Spoppare. Lai.
ahlactatus . Gr. a7r'>-/=va/«xTtc^; V05 .
Esp. Salm. Sìrconie lo spoppato dalla ma-
die ìua , cosi sia la punizione all' anima
mia. Cron. f eli. [\&. Per far ira alla ba-
lia mia. poppando io, ovvero spoppalo, e'
mi togliea, e'poneami d'in sul palco del-
la Sala in sulla trave.
g. I iguratam. J.urih. 1. 6G. Cava^;!!
verdi, e pon porri rosali, E luiiui spop-
pali. /;/;. Son. 5o. Voce spopj ala proprio
da coralli.
■:= SPORCAMENTE. Avveri, laidn-
mentCj Lordamente^ Sozzamente. Lat.yà'-
dCf immunde. Gr. uìcyptZc, fU7lv.pcZc.
Segner. Crist. insfr. 3. 14. 18. Gli olle-
lisce un bacino pieno di frutta ec. ; ma e-
ran ambe sì sporcamente imbrattate, che sol
vedute commovevano a schifo. (*) l'ortig.
litcciard. 2. 21. Ella sospira, e da se lun-
j;i il cactia. Dicendo: Ancor tu puzzi di
letame ; Ancor tu polli, o mio canipicmc,
il viso Di quello sterco sporcamente in-
triso. Ili)
^rOr.CARE. Intridere^ IJruttarc, Im-
l/ratlttrc. Lat. polluere^ conspurcare. Gr.
y..ai'vìtv. Tac. Fav. Ann. 3. 72. Se noi
guardiamo iolamenle. Padri coscritti, con
che nefanda voce Lutorio Prisco ha spor-
cato la sua mente e gli orecchi degli uo-
mini, ne carcere , ne laccio, uè servile
strazio gli è tanto ( qui per metaf.).
.Sl'OI'.CATO. Add. da Sporcare. Lat.
polla tu s, contaniinatus , tcmeraius. Gr.
^'xta.Srei'^. Tac. Pav. Ann. ò. 78. Capi-
tone, per essere ìn ragion civile e di% ina
gran savio, tanto più scorno ebbe della
s| orcata degnila pubblica, ec. Puon. Pier.
4. T). 6. Ma '1 Terenzio Resto *n mano
al libraio^ che gli voleva Rimpaslar 1' Eu-
nuco quasi affatto F.oso dalle lignuole, og-
gi sporcato.
SPOlCHEF.l'A. Porcheria, Sporcizia,
Schifezza. Lat. flagitium^ sordes , nequi'
tin. Gr. c/'Sz'Jyny, a^»;, p.oy'^Tt^io.. Pav.
Colt. l65. Conciano e racconciano i vini
loibidi e tristi ec. con la sapa , al>rostini
bullili. allume di rocca, e alt! e sporcbe-
iie da osti e tristi uomini. Cant. Carn.
170. Certe Ijotti muffate O per vecchiez-
za 0 per isi>orcheria. Con lor non v'im-
I acciatc Metleivi nulla, perch'elT è pazzia.
•.' Matt. Franz, rim. hurl. 3. <)6. Questo
( s tei cade lìti ì ogni luco sa trovare a se-
sto. Mortai nemico d'ogni sporrhena. Più
eh' un mal pagalor di dar il risto. (Jì)
-}- SPOBCUETTO. / im. di .Sporco.
Lat. turpiculus . Gr. ZTlv.ir.yj.oz. Alleg.
104. Non vi fate però sì scofacciate ma-
ra%igliacce, che in quel sonetto, che voi
per altro cotanto lodaste, si t^uo^ i una pa-
roUna ch'abbia, anzi che no, dello spor-
chello f qui inforza di sust. ).
SPORCHEZZA. Sporcizia. Lat. spur-
citia_ Jcediias. Cr. c./ar^c^^t'a. ai'jyfó-
rvìi. Serd. Stor. 8. 3l() Quivi, a ^uis«
d'un animali- nuovo t- inusitato, l'avrà
lascialo consumare dalla sporchezza e d.dlo
stento. * Art. I etr. T^er. 1. 28. Si pigli
adunque questa ramina, che sia netta u
pulita da ogni terra e sporchezza, e sia
lav.ita ec. iJi)
t %• FS figurnlani. per Visonestà , Lai-
dezza. J'arch. £> co/. 2().^>. Ho veduto delle
stanze, che si possono chiamare la spor-
chezza e disonestà nir-desima.
SPORCHISSIMAMI N'J E. Laidissima,
mente, Schi/ìssimamcntc. Lai. spureissi-
me. Gr. piocpu!7y,Ta.
SPORCHISSIMO. Superi, di Sporcoj
Laidissimo. Lat. spurcissimus. Gr. «.(«-
fWTa-o^ J'arch. Frcol. 296. Ho veduto
de' sonetti disonestissimi e sporchissimi.
* SPORCIFICAltE. lordare. Sporca-
re. Lai. conspurcare , pollncre . Gr. p'u-
Tt«lv:»v. Segner. Crisi, instr. 2. IQ. i^.
Ma come attende a santificar sé medesimo
chi non alilo mai fa. che sporcificarsi ?
(qui neutr. pass.) {*)
.^POl.tlZIA. lo stes.vo che Sporche-
ria. lai. s/iircitia, sordes, squalor. Gr.
pGno:. l arch. Ator. 12. 44^* '^'^n ™eno
di sporcizia e di disagio, che di fame e d»
sete, miserabilissimamente mori. Buon,
lane. 4- 9- Di queste lor sporcizie scor-
rubbiala. V Ang. A/et. 2. 24. Con qua-
lunque si stia vuol mangiar sempre, E ci-
bi poco pi oziosi gode: D'acciaio ha i denti,
e di si dure tcnqire, Che o^ni sporcizia,
ogni durezza roàc (parlasi del tempo). (Jì)
Segn. Stor. lih. 5. Lasciò (il Tevere stra-
ripato ) tanta belletta e sporcizia in Ro-
ma, che ec. vi fece una gran pestilen-
za. (F-'l')
t §■ F fgurataw. per Disonestà, Lai-
dezza, Libidine. J arch. Stor. io. 2c8.
Fecero eziandio forar dì poi la lingua alla
colonna di mercato vecchio a Michel da
Prato ec, per la bestemmia, e per alcune
altre sporcizie. Tac. / nv. Ann. 4- JOO.
Ejjli stelle sci anni in quella solitudine ec,
per nascondere colle luogora le crudeltà e
sporcizie eh' ci pubblicava col farle f^ 1/ fe-
sto lat. ha libidinem>.
* SPORCIZIO. Sporcizia. Penv. Celi.
1 it. 3. 168. Alla lor casa tu vedresti in-
finita povertà , ed alquanto sporcizìo per
cau.*a di quella tua zia. (C)
SIORCO. Jdd. Schifo, Lordo, Imbrat-
tato. Lat. spurcus, con.rpurcatus . Gr.
fUTZCf.pcc. Pav. Colt. i65. Quando si vuol
Ijere , bisogna, sboccato l'olio via. al fia-
sco romper il collo, acciocché il vino,
passando indi, non sia unto e sporco. Ar.
Fur. 17. 3o. Ha lungo il naso , e 'I sen
bavoso e sporco.
f §. Il figuratam. per Disonesto. lai.
fcedus , turpis, inhonestus. Gr. jUiK^o';.
L'ir. As. 198. Vergendo una verginella
ec. aver [ reso consolazione dello sporco
nome del posUÌbulo e del ruffiano. Pcrn.
Ori. I. 21. 16. AFa maraviglia e dispia-
cere ho io. Che avete cosi ingiusta e spor-
ca impresa, Non cuntra me, ma contra al
mondo tulio.
* SrORGENTE. Che .fporge.lal. prò-
minens. (jT.Tìfot^i'z-Triy.oii.Salvin. J'ros.
Tose. 2. l32. E chi sa che le macchie
solari, che rigirando intorno al Sole, dal
medesimo disco, nel rivolgersi, sporgenti
in fuora dall' orlo ec, non sieno quegli
ettìuvii lifacitoii della luce, e ristorato-
ri? (*) E Fiad. 22. l3l. Cosi tenendo
Ettorre inestinguibile E sdegno e forza,
non ii ritraeva, Il rilucente scudo alla
sporgente Toire appoggiato. (P) E Eneid.
lih. 3. Poi i;li alti massi, e gli sporgenti
sassi Di Pachino radiamo. (L)
SPORGERE. U.Hir checchessia del pia-
no , o del perpendicolo, ove sta a^ssoj e
si usa in signijìt:. neutr. e neutr. pass.
i33G
S P o
Lat. prostare , prominerc. Gr. e^!;^£iv.
Dant. Inf. 'òli. E la tt.Tra , che pria di
qua si .sporse. Per paura ili^ lui fé del mar
velo. ò'ap^. nitt. esp. t)'Ì. E ailunquc il
Vaso ec. di cristallo, la di cui bocca ec.
Sporge in fuora con urruvusciatura piana .
Borgh, Oriff. Fir. 162. Non fu aggiunto
ec. da' nostri quel tanto che sporge in fuo-
ri dalla parte di dietro.
§. I. In att. sif^nifìc. vnle Porgere. Lat.
exporrigere, tendere. Gr. Trass/Tft'veiv.
Dant. inf. 17. Per che con gli occhi in
giù la testa sporgo. But. ivi: La testa
sporgo, cioè con gli occhi chinali in giù
feci la testa in^fuora a guardar di sotto.
Tac. Dai-. Stor. 4- ^^l- ninnovata la
«uffa, le mani sporgevano agli assediati ,
che allora era tempo.
§. I(. rif^iiratam. Dant. Par. IO. Oh
BeaUice, (]uclla che sì scorge Di henc in
meglio si suhilaraeote, Che 1' allo suo per
tempo non si sporge, Quant' esser conve-
Qia da se lucente! lUtt. n-i : Non si spor-
ge ; imperocché la santa Scrittura non
acquista di tempo in tempo maggiore al-
tezza, eh* i-Uà s' aMiia-
SPORHE. [esporre. Dichiarare, inter-
pretare. Lat. exponere , dcclarare. Or.
8. IO. 2. Fu quelli che spuose la Hetori-
ca di Tullio, h'ass. 23. Santo Agostino,
spegnendo il salmo, dice: ec.
g. I. Sporre un' am'iasciatn , o simili,
vale Esporla , Riferirla. Lai . legatione
fungi, nitntium ferre, mandata perferre .
Gr. 7Tp-:5^ejiiv. «y/Oiiiv. G. /'. 12.
107. 3- Ad Ariniino gli spoaessono loro
ambasciata. Tac. Dav. Ann. ll^. l85. Gli
ordi subitamente uu alto da scena j men-
tre sponeva.
§. II. per Iscaricarc, Por giuso , Po-
sarCj Deporre. Lat. deponere, deìicere.
Gì. xaTKTiSevai . xara^SaUiiv. Dant.
Inf. 19. Quivi soavemente spose il carco
Soave.* K Pìirg. 20. Povera fosli tanto ,
Quanto veder si può per quell'ospizio.
Ove sponesti il tuo portato santo.
§. III. Per aitar giù. Cuid. G. Po-
tentemente lo spose da cavallo, giltandolo
morto alla terra.
g. IV. Per Let'are, Depori-e j contra-
rio di Porre. Lai. tollere , aitferre. Gr.
àfaipiiv. G. V. 6. 77. 3. Quando 1' oste
de' Fiorentini si movea , si sponea d'in
sull' arco, e poncvast in su uno castello
di legname.
§. V. Per Arrischiare, /ivi'en turare .
Lat. exponere, ohitrerc, offerre, obiectare.
Dav. Scism, 20. Da Viterbo gli scrisse,
che sporrebbe la [H^rsona sua per amor del
Re a ogni pericolo.
^ g. VI. Per Preparare, Disporre.
Pus. f\l. Ma quegli per b> paslore certi-
ficato, l'animo suo spone a vendetta. fC)
# §. VII. Per Esporre, Mettere. Pus.
n5. Tutto ciò che vi trovarono che fosse
utile alla rapace preda ispuosono . E 85.
Per lo loro tende si mettono, e tulio il
tesoro loro a ruberia spoiigono. fC)
# §. Vili. I\'eutr. pass. Passai. Par-
lam. Scip. e Annih. 3oi. Non li s|>orr.»
a* rìschi e a' pericoli degl' incerli casi. (ì')
g. IX. In signific. neutr. pass. Per
Darsi, Offerirsi. Lat. dcdere .ie, offerre.
Gr. aaUTo'v s'/oioovitt. Guid. G. Quando
il Figliuol di Dio incarnato se umilmente
spose alla passione.
# g. X. Sfiorre il corpo al peccalo,
dicesi delle meretrici. Pass. 76. Una foni-
mina di mondo , la quale dalla sua ilm-
ciullezza. per colpa della (hsonesla m.idre,
5puo^^ d corpo auo a peccjilo. (Min)
SI'OHTA. Arnese tessuto dt giunchi,
paglia, o simili , con due manichi , per
uso di trasportar rohe per lo più com-
mestibili. Lat. sporta. Gr. ^Tupt'^. Er.
S P o
Giord. Pred. S. ^6. Il qual pane creb-
be e niullipUcÒ in tanta aI)l>on<lanza, che
si saziarono, e soperchiarne dodici sporte.
Eior. S. Frane. i58. Perocch' egli era
u^ato di vivere della sua fatica, si facea
sporte di giunchi, e vendealc. Pallad.
Eehhr. 3q. Si vuole colare il vino con
una sporta di palma, /tfinot. Fang. Ed
io fui per una finestra delle mura col-
lato tn una sporta da' frati, e cosi cam-
pai. Filoc. 7. 38p. Egli pasce di cinque
pani e di due pesci cinquemila uomini, e
femmine e fanciulli senza fine, e avan-
zonne di>dici s porle. Lasc, Spir. 2. I
IV- Hat tu tolto la sporta? L. Sì ho j
vedetela qui.
•j- :;: SPORTANTE. Che sporta, o si
sporta in fuori, lìaldin. Foc. Dis. l'/i T OR-
UE. In fronte di certi beccatelli di pietra ,
sportanti in fuori, si vedono intagliate al-
cune foglie, ec. (A)
t3 SPOKTAUE. Neutr. Uscir checches-
sia del piano ov' è a/^s.fo j Sporgere.
Lai. e.vporrigere. Gr- Ttxps/Ti'/vsiv. Fir.
Disc. Icit. 321. Con una bocca aguzza
sportava il mento in fuorc, che pareva pur
la più contraffatta cosa del mondo. Ca-
pr. Bott. 7. i33. Gli facevano con maz-
zoccbi grossi, perchè sportassono io fuo-
ra assai.
* g. I. Per Uscir semplicemente. - Malm.
6. lOO. Finche lo spirto sporti al foro
fuora (tjui per {scappare, o Uscire) » . ( S)
•? g. II. In signific. atti\'. Portar d'
uno in altro luogo. Trasportare. /laÌ-
dtn. Dee. Il che fallo, e sportali dall'u-
no all' altro luogo gli arredi, Hbri , e
scritture, la residenza di ciascheduno fu
ec. falla trasportare (A)
t SPOlìTATO. Add. da Sportare. LaL
exporrectus, prominens , proiectus , pro-
currens . Gr. wa^s/raàGi^ , i^ix^^'
Bocc. nov. 12. 8. Vide una casa sopra
le mura del castello spoetata alquanto in
fuori . (i. ì\ 12. 45. 1. Autiranientc
erano (le hotteglie) di legnatile, s|)orta«
te sopra 1* Arno. Tr. Q. 87. 2. Sodo la
quale sia un circuito di pietre sportate
in fuori, che sia bene intonicato. Ovid.
Pist. 17. Io disperata m' ho posto in
cuore di gittarmi da uno sportalo poggio,
il quale aspramente, a modo d" arco, cuo-
pre un nostro porto nelle tempestose on-
de. E 75. Lo sportalo monte Ismaro.
SPOUTELLA. Dim. dt Sporta. Lat.
sportala, fiscella. Gr. c:TJ_;t'o»5'^- Pal/ad.
Mai-z. ai. K poi richiud(;re, e appiccare
la zucca in una sportolla, o paniere. / it.
SS. Pad. 1 . 256. La mattina per tem-
po prese in una sua sportella pane e o-
livc. E altrove : Compiute le sporlelle, e
messivi già li manichi, per andarle a ven-
dere, (^avalc. Med. cuor. Quivi presso
sedeva, e tesseva sporlelle," e poi da imii
poco
lev.
Td, e orava.
SPOHTELLAHE. Aprir lo .tportello.
g. i. Sporlellare alcuno , vale Farlo
passare per lo sportello, l'arch. Suoc.
2. 5. Non v' ho 10 dello che trovò la
porla serrata, ed era tanto tardi, che non
si sportellava più T
# g. IL per Aprire semplicemente. Al-
legr. i5o. Chi sol dunque sporlella Gli
ocOii inverso di me, fra lutti i nati Scor-
ge il ritrailo, oimè, degli sgraziati. (F)
t' SPORTELLETTA. Dimm. di Spor-
lella. Salvia. Teocr. Idill. Il . Se le spor-
tellelle, E i calali tessessi, e se la frasca
Facendo per gli agnelli, gliel portassi,
Per avventura avresti più cervello. (C)
SPOHTELLETTO. Dim. di Sportel-
lo. Lai. Pstiolnm. Gr. òjpiov- Pem-.
Celi. Oref. l3'i. Debliesì ancora alle
boerbe, dove si mette il metallo, far due
sporlelletli di pietra moria.
SPORTELLINA. Dim. di Sporta Lai.
S P O
fiscella. Gr. fopfM.ì^jtOi. Geli. Sport. ^.
2. Egli è qufl vecchio , che vien qualche
volta in mercato con quella sportellina
sotto , che pare un famiglio di grascia.
Fir. nov. 5. 237. Lascio stare l'orazio-
ni, e attese a fornir d* empiere una sua
sporlellina.
SPOHXfiLLLNO. Dim. di Sportello.
Lat. ostiolum. ^ farcii. Stor. 2. 35. Beo-
rhi^ coloro, i quali la guardavano ( la por'
la ) , tirassino per uno sportellino, che
dentro vi era, tante piccate, quante po-
tevano, una ec. (Ri
g. Talora si prende per i sporteli ina.
Lat. fiscella. Gr. TaÀapi5/5;. Lih. Son.
5o. Di portar sotto un certo sportellino.
SPORTELLO. Piccolo uscetto in al-
cune porte grandi, ed anche i' Entrata
delle botteghe tra l' un muricciolo e t' al-
tro. Lat. ostiolum. Gr. ^Jpiov. C. F.
12. 16. 6. Assalirò e combatterò la car-
cere delle stinche , mettendo fuoco nello
sportello. M. V. 10. 25. E poi di notte
dovea aprire lo sportello della porta. Ar.
Far. ^5. U'!\. Giunti là dentro, gettano
ambedui Al castcllan , che volge lor la
schiena Per aprir lo sportello, al collo un
laccio. Bern. Ori. 2. 2. 17. Nel mezzo
appunto stava lo sportello, Dove a piedi
si passa di legg»erì.
g. l. Sportello, si chiama ancora la
Imposta degli armadii. Borgh. Rip. 325.
Dipinse gli sportelli dello armadio, dove
stanno le argenterie.
* g. IL Sportello, dicesi anche FU-
scelto della gabbia degli uccelli. Frane.
Sacch. nov. 6. E 'l Basso così nella gab-
bia collo sportello serrato cominciò a squit-
tire, e disse ce. (C)
t? g. III Sportello, parlandosi di car^
rozze, o simili, dicesi a Quell' apertura
per cui s'entra, o s" esce, ed a QuelP
imposta che serve a chiuderle ed aprir'
le. (A)
g. IV. Per similH. Lib. Astr. Farai
nel mezzo dal capo più lungo di questa
armella uno sportello si grande, che vi cap-
pia il canto della sella dell" astrolabio.
•f g. V. A sportello, o Stare a spor-
tello, dicono gli Artefici quando in alcu-
ni giorni di mezze feste, o simili , non
aprono intieramente la Ifottega , ma ten-
gono solamente aferto lo sportello, farch.
Ercol. 289- Ne bisognerebbe una terza
in quel mezzo per i giorni delle meac
feste , quando li sta a sportello, che i
Latini, seguendo i Greci, chiamavano in-
tercisi. Helhnc. .*on 260. Perche la mia
bottega sta a sportello.
* g. VI. E figurai. Stare a sportello
dicesi di persona che sia malamente o
men che mezzanamente pratica a fare al-
cuna cosa. Cecch. Prvv. 33. 1 giorni
delle mezze feste in Firenze non si usa-
no di aprir le bolloghe afTatio. ne met-
ter fuori le mercanzie , ma solo tenere
aperto quell* uscetto piccolo che e nel le-
gname che chiude la bottega, che si chia-
ma sportello; onde quando uno vuol di-
re ; io non son capace di questo nego-
zio interamente, si dice , lo ci sto a spor-
idio. Lasi- Streg. 5. 8. Tad. Che di'
tu ora, Farfanicchio? parti che io sia, o
ch'io non sia? ch'io ci stia a pigione,
o a sportello? Che di' , che di'? tu non
rispondi ? Farf. Che volete voi ch'io
dica o eh* io risponda altro, se non che
voi siete cima delle cime in tutte le co-
se ? (Ci
§. VII. Per similit., in ischeno, si di-
ce dt Chi tiene gli occhi socchiusi, 0 %'ede
da un occhio Wo. fìurch. I. 7I. Le le-
pri dormon con gli occhi » sportello .
Maini. 1. 37 IVrch* ei da un occhio sta
a sportello , Soldati ha preso , e' hanno
chiuso affatto.
S P 0
SPORTICCIUOLX. Piccola sporta. Ln.
fiscella. Gr. raia^i'oxo^. Fir. .-is. 3a.
Egli, vislomi t.i sjioilicciuola, e rivultumi
i pcici ^oltusopi d (icr iij;uardarylì mi-gUo ,
mi dUau : che bai tu cuiu[)eru qucitu li-
ma^uglio 1
SPORTICELLA. Piccola sporta. Lat.
sportala. Gr. iTry^sJ^iov. Cr. 6. 96. 2.
Aochc se ne fanno (del papiro) 5|>orli>
celle, e In-llc stuoie , e varie stoviulie , e
»e ne legano Io *fle Jelle navi.
SPORTO . ò'iist. Muraglia che sporge
in ftiora dalla dinltiira della parvte prin-
cipale . Lai. proicctura , menianum . Gr.
eC^'sTi]^- JSocc. nov. 12. ^. Sotlu il qua-
le sporto dililicrò d* andarci a stare iuGtio
al giorno. G. /. 7. iS?. 1. Venia, l'or-
nilo il trattato; se non che uno , rhe '1
menava, cadde d'uno sporto. 3/. / . 3.
83. Un dì stando il Re nel castello di
MalaloDa, sopra lo sporto che chiamavano
jjheflo , la sua genie prese un Ungheio .
jir. Fur, 32. 107. Che questa genlildon-
na dcbha a torlo Esser cacciata ove la
pioggia cade, Ove ne letto, ove ne pure
è uà sporto.
*t ^ §. Sporto , per Quell' imposta
che , dando luce e adito alle botteghe ^
s/torge in fuora dalla dirittura della mu-
raglia . /iemh. Stor. i. 7. Tolti via gli
sporti delle botteghe , che uscivano sopra
le strade , ec. (f'j
SPORTO ^dd. da Sporgere. Lat. ex-
tensus , porrectus. Gì. e'/raSst'; . Dant.
■Purg. 10. Quivi pregava colle mani spor-
te. * Tass. Oer. 2. oQ. Indi il suo manto
per lo lembo prese, Curvollo, e feuue un
seno ; e '1 seno sporto , Cosi pur anco a
ragionar riprese : ce. (Jì)
* SPORTOLA. Sporta. Car. Long.
So/. La Cloe andava ora ìn un giuncheto,
ora in un vetriciaio , a far cestole, spor-
tole , fiscelle , paneruzzoli. (Min)
SPORTOLA. Accresci t. di Sporta j
Sporta grande. Lasc. Spir. 2. (\. Egli ni'
è valuto aver qucsU grande sportona . E
X. 0. Uh ! questa sportona m' ha quasi
tiralo gin un luaccio.
SPORTL'LA. Onorario che si dà al
giudice per ottener la sentensa. Lat. .(por-
tula. * Salvia. Buon. Fier. 3. a. 18. I
Romani , a voler avere il codazzo , dava-
no ai loro aderenti e salutanti la sportala:
oggi in luogo della sportola è succeduta
ec. (B)
3 SPOSA. Donna novella^ maritata di
fresco . Lat. sponsa , nova nupta . Gr.
vu/ApTj. Bocc. no\-. 16. !\\. Lietissima-
mente nella festa delle due nuove s[iose
e con gli novelli sposi mangiarono. Dant.
Purg. 29. Che foran vinte da novelle spo-
se . Fir. As. 3l5. Cotale , i miei lei-
lori , era la donna che io in presenza di
tanti grandissimi signori aveva a congiu-
^ermi per isposa. * E noe. 8. 297. Se
Toi non ci date una Iiuona mancia, io pi-
glierò la sposa a pentole , e rorterolia
•filtro
* §. I. Ver Moglie. Lat. uxor. .. Petr.
canz. 49- 4* Tre dolci e can nomi ha* in
le raccolti, Madre, figliuola, e sposa». Dant.
Inf. 5. Eir e Semiramis , di cui si le-sre
the succedette a Nino,
sua sposa .
hegg.Toh. 29. Padre mio: Iddio ti salvi, ec-
co lo tuo figliuolo, e la tua fi-Iiuola , la
quale è mia sposa. Allora disse Tobia: fi.
^Uuolo mio, hai tu dunque tolta mo-
gUef iC)
§. Il Figuratam. per Compagna .
Frane. Barò. 96. l5. Sicché vertute sia
sua vera sposa, lì 366. 12. Onde ragion
lo spoglia Di negligenza in difender la
cosa Ch' era di -.uo onore e vita sposa.
SP0SALI2IA , e SPOSALIZIO . la
solennità dello .^posarsi, Sponsalizie. Lat.
tfHMsaiia. Cr. toc vj^yta. Ambr. Qof-
Vocabolario T. 11
S P O
4- 12. Di questo sposalizio Che ne sarà ?
L'orgh. Hip. 434- Un* altra tavola simile
di perfezione , rapprcsenlante le sposalizie
della Madonna, è di suo in san Lorenzo.
ì:? SPOSALIZIO . Add. negli sposi]
Sposcreccio . Salvia. Jnn. Orf. Con spo-
salizia tavola . E Op. Cacc. Sposalizii a-
niori. (A) E Odiss. 122. Bealo sopragli
altri Senza paraggio , che le caricando Di
doni sposalizii a casa meni. (.Vj
SPOSAMKiNTO. lo sposare. Lat. spon-
salia . Gr. vu^pia . '"? ! it. S. Homitill.
275. Se queste cose avessi udite , arei
dispregiato questo carnale sposamenlo; ma
dappoiché ec. (ft) Kasc. Sihill. \. i. Se
tu, od egli, od ella mi avete fallo o mi
Iarde inganni o tramagli con vostri spo-
sumenli segreti ec. , subito tulli e tre vi
caccio fuor dì casa.
SPOSARE. Pigliar per moglie ^ o per
marito. Lat. ujcorem ducerCj desponsare.
Gr. yajusìv . Bocc. no\-. ^2. ig. Aggiu-
gnendo , che con sua licenzia intendeva ,
secondo la nostia legge , di sposarla . G.
ì . 8. 57. 2. Lascio la chericheria, e spo-
sò la conlessa Maigherita a moglie . Dit-
tam. 2. 3l. Colui che mi nomo e sposò
pria. ^' Morg. 21. 3. E la mìa figlia spo-
serà per moglie . (\) Segitcr. l'red. 3o.
5. Era Ladislao (He di Boemia) un gio-
vane appena di diciotto anni, quand' e-lì
a se sposò Maddalena figliuola di Carlo
VII. (CP)
g. I. fer Dar per moglie , ^fanfare .
Lai uxorem dare , in matrimonium col-
locare, despondere. Gr. ei'^ yàp.o-f oiò'J-
v.xt. Pass. 72. Io ho una sola figliuola ,
e unica , vergine, la quale vi voglio spo-
sare , s' e' v' è in piacere, -t- Segr. Fior.
Stor. Uh. 7. 104. (Fir. i83l ) Delle ni-
poti nate di Piero , la Bianca a Gugliel-
mo de" Pazzi, e la Naunina a Bernardo
Rucellai sposò. (C)
■f V g. II. Sposare il matrimonio, per
Concluderlo Stabilirlo P usò il Petr.
Uom. ili. 36. Ordino che il matrimonio sia
prima efficacemente da'parenti sposato, e
poi solennemente dal Prete benedetto. (V)
^- §. III. Sposare, vale anche Promet-
tere in matrimonio j Fidanzare. Lat. de-
spondere . / //. S. Domitill. 2.'j2. E ve-
nendo il tempo che la vergine era da
maritarsi , era chiesta allo imperator Do-
miziano da molli baroni per la sua sapien-
za e bellezza; ed eì alla fine la sposo ad
uno gi-ande e nobile baione, figliuol del
Consolo di Roma. E la vergine Domitilla
in questo tempo che stava giurala e spo-
sala nella propria casa sua , facevasi ve-
stimenti di mirabile gloria. tF) Tac. Dav.
J it. Agr. 389. Fatto Consolo, sposò a
me giovane la sua figliuola, fino allora dì
grande aspettazione. (Cj Segr. Fior. Stor.
Ith. 7. Al linea crebbe col sospetto il de-
siderio di spegnerlo, e per poteilo più
coperlameole fare, volse che celebrasse le
nozze con Drusiaua sua figliuola naturale,
la quale più tempo innanzi gli avca spo-
sala. (CP)
g. IV. In sigitiJìC. neutr. pass, vale Mari-
tarsi. Lat. nuberCj nnplias celebrare. Gr.
yy.fj.iì'i^ff.i. l.occ. /lOf . 43. 21. Pietro lie-
tissimo , e r Angiolella più, quivi si spo-
sarono. ^ Uem. Fior. fisi. Ovid. 1.8.
Ma s' io mi sposo a Pirro, Tropp'alto fac-
cio a) mio marito oltraggio. (l'C)
•'' %. V. Sposare, Jìguratam. vale U-
nire t Congiungere due cose insieme. Se-
g.ner. Mann. Marz. 19. 5. Nel rimanente
ebbe a lasciare la vergine sempre intatta,
come la 1' olmo, che si sposa alla vite. (Cj
F. Fred. Pai. Ap. 3. 10. E chi di voi,
Signori miei, non sa bene per isperienza,
quanto si ricerchi per arrivare a sposarsi
S P 0
1337
t* §. VL £-1
la virtù ,
' (TCj
situata in un
logo
altÌ5si-
signijtc. neutr. pass.
L'ttir.ti, Congiugnersi con un ' atira cosa.
.V. Cler. leti. 25. Vuole che elio aljhaa-
iluni la ricchezza, e sposisi alla jjoverli. (F)
Filic. Kim. pag. 409. (Son. Peno ec; E
fatto già di dm; voleri un solo, l'ien d' u-
milt^de al voler suo mi sposo. (.\SJ
*■" §■ VII. Sposare una c/iicsa ^ vaie
Àssuvierne il gotemo spirituale e tem-
porale , e iliecsi de' Saceriloli . Seguer
Fred. Pai. Ap. 5. 9. chi pertanto sposa
una chiesa, chi accetta una carica ec. dee
sapere a i he lo stringe quell' opera che e"li
imprcuilc. (TCJ
* SfOSAIlE. r. J. Coll'O stretto,
l'ai /-osare , come Scalcare, per Calcare '.
Bui. Inf. 3l. 2. Dimostra Dante come
furono sposati nel fondo da Anteo . E lo.
I. Non mi sposò già, anco mi tenne sul-
r anca. (ì'f
SPOSATO. j4dd- da Sposare. Lat. de-
sponsatus. Gr. ■jn.prlau.:. liocc. noi'. 98.
l3. Se tu ardentemente ami Sofronia a me
sposata , io non me ne maraviglio . Urh.
Torsi la vita nel modo , che la dolente
FUli da Deniofonte sposata. '.' Maur. rim,
liurl. I. i5o. Dove andrehbon gli sposi a
coricarsi Con le sposate lor la prima notte?
(qui in forza di sust.). Chiahr. rim. J'ol.
3. pag. 64. (Gerem. l-jìo) Quale mirarsi
suol sposato amante, Che ver l'alLergo d'
Imeneo s'invia, ec. (li)
t SI'OSEIIECCIO. ^dd. Marita/e. Lat.
mnritalis , iugalis . Gr. yy.fxr^'Aio^ . fr.
Ciord. l'rcd. R. Quante e quanti son
morti e son morte nel giorno dei loro
sposereccio impalmamento ! Oi-rrf. Pist.
12. Ma io mi pento liene, che io disone-
stamente ti feci cortesia ne! mio
reccio letto.
§. Per Confacevole, 0 appartenente al-
le nozze. Lat. sponsalitius. tir. voa'Jt/o';.
Urb. lo voleva apparecchiare una nave di
cavalieri e di donne nohili, e molte altre
cose sposerecce, siccome l'usanza di
a simile atto richiede.
*t SPOSERESCO . J'oce poco usata .
Jdd. Sposereccio, nel signific. del §. Lat.
marilalis. Gr. ■/v.p.riXio;. Fiamm. 4. go.
Risonando ogni parte della sposeresca casa
di festa.
:;= SPOSETTA. l'ezzeggiatim di Sposa.
Beni. Leti. 60. Più mi rallegro con quel-
lo sposo che s" ha goduto , e gode quella
sposetta divina. (Cj
* SPOSEVOLE. r. A. Add. TU spon-
sali. Attenente a sponsalizio. Otid. Pist.
199. Con le parole dettate da amore feci
la sposevole giura ( il lat. ha: sponsalia
veiha). (!\'J
* SPOSINA. Pezzeggiativo di Sposaj
Sposa novella. (A)
=:= SPOSINO. Lo stesso che Sposo s
ma è detto per vezxo. Cecch. Masc. 4. 7.
Ecco lo sposino: Guarda, ragazza . . . V.
Su , su a' fatti nostri. (Cj
SPOSITI VO. Add. Atto a sporre.
ì nrch. lez. 8. Alcuni altri ec. dissero
che quella particella et non si pigliava in
questo luogo come copulativa, ma come
spositiva .
t SPOSITORE. Perhal. ma.fc. Che, 0
Chi spone. tal. e.rpositor, explanalor. Gr
ì^rr/T,ry',i Buon. Fier. 5. 3. 8. E tosto
10 credo Doversi allegri appresentarc a voi
Spositori del tutto .
=:= SPOSITBICE . Ferbaì. femm. Che
pone. Sahin. Tros. Tose. I. 298. Cosa
spose-
qua
vina adunque è la favella, ambasciatrice
e spositrice della ragione. {')
SPOSIZIONE. Parlamento. Lat. ora-
Ho. Gr. U'/o; . G. 1 . 8. 48. 4. Messcr
Carlo , dopo la sposizione di suo aguxzet-
ta , di sua bocca disse.
§. Per Pichiarazione . Lat. expositio ,
declaralio. Gr. s^r,yT,ti. if>i')c.);i;. Pani.
168
«338
s p o
s p o
Conv. 55. Per alleqoriia sposiiii.ne quelle
intendo mostrari-. Frane. Sacch. noi'. 35.
Non considero quello clic disse, né innanii
a cui , facendo cosi l>ella sposinone.
SPOSO. Owe^'i the no^'cllamente e ant'
migliato. Lai. sponsiis. Gr. vu/zycoj. P'tr-
san. 244. Ne ''onn^ ìcie^i al suo sposo
«UleUo Die con tanti sospir, con tal sospet-
to In duliLio stato si fedel consiglio. Bore,
nov. ciq. 47. Se n' andò alla casa del no-
TcUo*M,oso. Dant. Par. 3. Perchè 'neno
al morir si veggbi e dorma Con quello
sposo eh- ogni ■«olo accetta. Bn' '" ■
Con quello sposo, . ioL- con Cristo. -.• Maur.
rim buri. I. l5o. Dove andreljl.on gli spo-
si a coricarsi Con le sposate lor la prima
notte? Fir. mv. 8. 3ol. Sapevano certo
che e' valeva più di Irei.la scudi, e che
lo sposo aveva inteso il sesuilo. (C,
# § 1. Per Marito, lir.iiof. S. Mi.
A'quaU ella disse che di no ne lasciasse
a pensiero a lei , che conlcnlereU.e lo spo-
so Jr. Pur. 32. 17. Ne vedendo il suo
sposo ni di lui Sentendo nuove, incomin-
.iò lamenti, Che avrian mosso a pietà ee.
ieoB. Him. 89. Noi aiiiiam gli sposi no-
sUi, Ma non già si caldamente. Come par
forse alla gente. ICJ
if g. II. F col terzo caso. Segner.Vann.
SUrz. 19. ""i- l'eroccht e vero eh' egli fu
sposo alla Vergine. (C)
:;: g. 111. Sposi , o .'^posi notelll, nel
numero del ;,m. .«i h.m talora a denotare
,1 Marito e la Moglie . Plnt. .tdr. Up.^
mor. 1. 5. Cosi si creda che 1 amore de
novelli sposi acceso daUo splendor del cor-
po e helleiia non sia per essere stabde ,
uè di lunga durata. (C)
* SPOSSANTE . Che spo.ssa. Salvm.
Opp Cacc. Che non pasture governò suo
corpo. Lungi da Citerea spossante, in sel-
'' SPOSSARE. Infiacchire, Infievolire.
Lai. virilms destiluerc , debilitare, imhe-
cillem rcddcre. Gr. «iSevoJv . XaUm.
Disc 2 499- Vorremo noi dunque spos-
sarci'ancora , e sfruttarci, e consumare
adesso importunamente U capitale di no-
.sUc forae per l'anno nuovo? (qui m si-
gnific. neutr. pass.)
SPOSSATAMENTE . Ai'verb. ienza
possa. F. V. II. 80. Per la novil'a del to-
nare si spossatamente al sereno nel pieno
del verno (qui vale smisuratamente, ga-
uUardamclitc. Lai. vchementcr. Or. 5^0-
""m- * SPOSSATEZZA. ìleholezza. Man-
canza di forze . Bellin. Bucch. 43. Che
al paragon del ragionarne piangono DeUa
meschinitale E spossatela lor verbi, ed
''"•+'% SPOSSATISSIMAMENTE. Sii-
Mrl di .Spossatamente. l'ros. Fior. pari.
4 fol. 1. pag. 263. Mi pare di vedere in
quel verso piuttosto una lumaca ramnn-
n lille p.r terra , e quella sua sudicia e
nauseata foggia di mena spigncrsi spi.isa-
lissimamentc incanii , e mcua strisciarsi
SPOSSATO. Jdd. Senza possa, Peho-
le Lai. itwalidus . Gr. «;3!v.|; . Poce.
iw. 20. 20. Conoscendo la sua follia d'aver
inoelic giovane lolla, essendo spossato, do-
lente e tristo, s' usci della camera. I: nov.
05 li. Preporremo ec il già ralliepidi-
•to amore p.r la spossala speianta a que-
sta liheralVa di messere Ausal.lo ? /....
Dav. Ann. I- 2 I- »r"""' r'""", ''''""^
lecRi stravolle da fona, da pratica, da mo-
neti . Frane. Saoh. rim. \\ Oh son 10
tanto vecchio ed ispossalo. Oh son 10 tanto
piccolo e meschino ec. Che sempre fuggi
duv" io son presente? Dlp Pecam. .14. Da
questo è .■:pos.iato ec. , e imporl.! </.*o/e .
e quello clic dissero i nostri antichi fielvli
e afjìcbolilo
if SPOSSESSARE. Privart del posses-
so. SaMn. Ineid. tih. 7. Affinchè il no-
Siro onore Né salda fama spossessata sia
(qui figurai.). (Fi Pari. As. parl.l.
Uh. 3. g. 4 RilieUaloii e presele armilo
spossesso deU" imperio. I Pj
•+ « SCOSTAMENTO . Quello ehe
esce dal proprio luogo, e fignratam. ( he
è fuor, di metodoj Spostatura . .><■'.'"■•
Cas 64. Che fu un' altra uscita e scap-
pata dilla tragedia, e spostamento in ri-
dicolo. (^) , ., , M
•a. * SPOSTARE. Levar di posto, ai
luogo. Cocch. Disc. Commette un errore
scrivemlo due volte il di IO, U quale er-
rore gli ha latto spostare lutti 1 susseguenti
siorni. (A) , .
t « S /" signifie. neutr. ed in Urm.
musUale, vale Uscir del tuono ordina-
rio alzando la voce. Salvia. Oi.ie. 3. 12».
Bada alla parte del canto ee. , alle muta-
lioni delle chiavi, ai respiri ee. ; e se gli
accade spostare, bada anco a questo. ( )
* SPOSTAI O . Add. da Spostare J
Fuor di posto, di luogo . (A)
if e Ore spostate, dicesi netl' uso del-
l' Ore insolite. Inori della regola stabl-
lita, conveniente, o simile. (^)
•f * SPOSTATURA. Collocamento
fuor di luogo. Lo stato di una cosa spo-
stata. Salvia. Buon. fier. 2. 4. U- '1
Napoletano dice insetarj e noi, per la n-
Ku'a melatesi, ovvero spostatura di lettere,
i,i,ir.,/arc e annestare, quindi innesto e ne-
sto. (A) ^
# g. 1. Spostatura, figuratam. per Jra-
volgimento , lìi.<ordmamento di checches-
sia. Magai. Leu. E bisogna bene che la
spostatura deU' occhio sia grande a voler
che mi faccia una lai violenia, che queUo
eh' io veggo arrivi a non diletlornii. (Al
+ * *• II. Fai-e una spostatura ad uno,
vale Fargli un mal garbo. Fargli cosa
conU-o la regola, o il costume. (A)
'.' SI'O'TO. Add. Lo stesso che I .spo-
sto . Cliiahr. rim. voi. 3. pag. 74 ( '■'•-
rem. 1730 ) Vedeasi sposto a no morir ,
se vaga Di lui Medea non diveniva aman-
te , E di campar non gì' insegnava 1 ar-
te. IP) , .
•+ SPOTESTARE. Spodestare. Lai.
,/om.«.i."> rei dmiiltere . Gr. os'^""»»
■npoiilixi. l'arch. Star. IO. 278 Chi do-
na alcuna cosa, o la d'a per amor d'Iddio,
si spotesta del dominio di lei, e non può
piii con veril'a dire che ella sia , ma solo
che ella fu sua. if ImperJ. ì . Tib. D.l\.
r. 12. 226. Chi pe'beni avventili la cura
trasanda de' propri, si vende a discrezione
di colei, eh' è indiscreta (la Jorluna), la
quale di quel eh' ella d'a non mai si spo-
testa , né soffre che ce lo appropria-
mo. (F)
SPRANGA, legno, o frro che si con-
ficca attraverso, per tenere insieme e uni-
te le commessure. Lai. .^ukwus , suscus.
Pant. Inf. 32. Con legno legno spranga
mai non cinse Forte cosi. I.ern. Itim. 1.
y3 Ila 'iidosso un gonnellino Di tela tica-
inala da magnani, A toppe e sprani,he mes-
se eoi trapani .
g. I. ter Ornamento di cintura. Lai.
lamina. Gr. iìo.epii. G. ì . IO. l54. 2.
the ninna donna potesse ee. portare più
di due anella in dito, ni nullo seaggiale,
né cintura di più di dodici spranghe d'ar-
gento .
^■. II. Per metaf. lìiion. Her. 3. 2. 5
l'ii giudice e un medico , due sptani,he
Che tengono in pie ferma 1' avariiia.
!'; e. III. Spranga . Term. «V legna-
moli, yome che si dà a lutti <;i.r' pr::i
di legname, rhr vanno attraverso di una
porla o uscio , e si uniscono <i' ''«((1-
toì. (Al ,
SPRANGARE Metter te spranghe.
S P R
Meni. tal. 7. Ahimè I qual gelo D'igno-
rania li spranga al ver le ciglia? (qui fi-
guratam. j.
P. \.Per Dare, o Percuoter forte. Frane.
Sacch. not'. 174. lo il menerò dentro
diro : dale quelli danari a costui ; e voi
sprangate .
g. II. Sprangar calci, parlandosi di
cavalli, o simili, vale lo slesso che Trar
calci. Tae. Dav. Ann. 1. 24. In quel
terreno , di sangue loro e di loto rool-
lieeio , davano slramaizale , e sprangavan
calci .
SPRANGATO . Add. da Sprangare .
* /<ijc. I.igant. l5. E sovra un gran le-
nier questo metteva Di Iravi ben spran-
gate e ben congionli. (Bri
§. per Fornito di spranghe , nel si-
gnifie. del %. 1. ìit S. M. Madd. 21.
Toglieva la cintola sua sprangata , eh ella
soleva portare a vanitade , e spogliavaii
ignuda, e ballevasi con essa tutta dal ca-
po al pie.
* SPRASGATOBA . L' .ézione dello
sprangare. fCj
SPRANGHETTA. Vim. di Spranga.
g. Figuratam. si prende per Dolore
nella testa . Ked. Ditir. 32. E per lui
mai non molesta La spranghella nella le-
sta. /; Annoi. 177. Aver la ipranghetla,
si dice di coloro i quali , avendo sover-
chiamente bevuto, sentono graveM», o do-
lore di lesta nello svegliarsi U mattina
seguente dal sonno. Cosi fatta spr.nghet-
ta vien disegnata da PUnio , ove de vini
pompeiani del regno di Napoli favella
Malm. 1. 12. Ella, che ancor del vmo
ha la sprangbella . ee.
* SPBA.^GllETTINO. Pim. di Spran-
ghetta . Benv. Celi. PH 3. 277.- «»":
no di fare alle lor mogli eerte einlure di
velluto eoo fibbia, e puntale di un mnBO
braccio incirca, e con spranghetlina. f t ./
* SPRATICARE. i-'i'iirf . Troncare
una pratica . La.ic. larent. !{■ a- Orsù .
attendiamo alle faccende nostre . Ciam.
Si, si, spratichialla pure (cioè, ipialichia-
mola). (V)
SPIiAZZA . Sprazx. Morg. 2». 1.1/-
tonvicn che se n' a|.picchi qualche spraiu.
SPBAZZARE. Pagnart gettando e spar-
gendo minutissime gocciole. Spruzzare. \.>t.
leviter aspergere. Or. a'/r^^'"/"' t~'r;
OMi'v!./. lallad. Apr. 7. E se, ncenle ri-
colte le «naie, vi si sprani su U vino
vecchio, diventeranno rugose. TT II- E 1
vaso, in che si ricevano, si vuole fregare
dentro ec. con erbe soavissime, e poi sprai-
larvi un poco di mele.
t §. J'er similil. Lai. aspergere. Gr
i-Xifzai-^ut. Med. Arh. Cr. 55. Ogni
sua dilettosa belleixa ha spraiiata di livi-
dori, e di sangue (cioè, chiaaala).
SPRAZZATO. Add. da Spratusre. Lai.
leviter asptrsus . Gr. ««T oli'yoy /=»'■
Sii';, l'allad. Si ponga in e»nili di legno
ancoia ramerino , colto io acijua mols» ,
rallrcddalo e spraxaalo.
.SI'IIAZZO Spargimento di materia li-
quida in minulissimc gocciole. Lai. asper-
sus, gulta. Gr fatti-.p-ói. Pani. Purg.
33. Di bere e di mangiar n' accende cura
L' odor eh' esce del pomo e dello spraiio.
Che si distende su per la verdura. Pa.'s
prò/. O per soperchio del gonfialo mar.-. .•
per .oltraggio de' linfranti sprani. h 37j
Getta e fa rimballare molti sprani d| quella
mot. .sa nequiiia .""rf. 27. 56 E '1 'cnlo
par certi spiani asvduppi l'i sangue in ana
con nodi e con gruppi. Pera. rim. 1.90.
Di peloni e di piume Piena lolla , e di
sprani di ricolle. Come le bcrrclUrt» del-
la nolte. .. „ -r
g. rer metaf. Cren. Morell aBt. Tu
ne s.niirai .(oalrhe spratto o nel eonla-
do. o nelle pendi, i della terra Farch.
S P R
Stor. 12- 4/^' Oo^»^ nacque che la pe-
sti*, (Iella t^\ij\e ÌD loro, che iìoq ne l'anno
niullu caso, e sempre qualche sprazzo, s' ap-
piccò in Firenze.
Sl'BECAMESTO . Lo sprecare . Lai.
prodigeJìtia , dì.tiipatìo . Gr. asuTia ,
axoìaotM- /'V. Oiord. Prcd. R. Godono
nello sprecamento delle proprie sustaozc .
SPRECARE. Scialaa/itare, Lat. prodi-
gerx , projundeir . Gr. otayo^ssìv . Fr,
Jac. T. I. 2. 12- Le spese commesse
sLrignoannii a turare , Lo hiado a spreca-
re in mola menata . Jì aItro%e : Ora at-
tendi a sprecare , E lo tuo a consumare .
* SegRcr Vred. Pai. Jp. a. 6. Si può
piacere a" mercatauti, s^irccanao l'uro, che
per miniera ha V altare , in cocchi eccelsi
ce. (TC)
t SPi;ECATORE. l'erbai, masc. Cfie,
o Chi spirca. Lat. prodigens , prodigus.
Gr. xffWT05 , axaia^TO^. />■ Giord.
Prtd. B- Giovani' sprecatore del patri-
monio . Fr. iac. 1\ 6. 5. "2^. V amor ,
• he non allena, M' ha t'aito sprecatore.
SPRECA TRICE. J erbai, femm. da
Sprecare. I.at. prodiga. Gr. r, xaTavaii-
!T/3uia. Fr. Jac. T. 2. 9. l5. Or udissi
andamento, O famiglia sprecatrice.
SPRECATURA. Lo sprecare. Lat. pro-
dieentia, dis^ipatio. Gr. aiwri'ot, axo/a-
ffia. Fr. Iac. T. 2. 9- l5. In taverne fa
mercato , ec. : Or vedessi sprecatura Che
si fa , ec.
•f * SPRECIPITARE. Sprofondare,
Dirupare. Sahin. Jliad. lib. li. v. I05l.
E i Molioui due, d'Attore figli, Avta
sprcripitati, se già quegli II padre ec. Non
s.\\ campava da guerra , coprendoli Con
rali{[ine molla. (.4)
* SPREGEVOLE. Add. DispregCi-o-
/f. Lat. contemptihUis . Gr. iuxuTV.fpQ-
vijTOi . Ses:ner. Fred. 20. 9. Si è valuto
a sì grande acquisto non d' altro , che
della lingua di dodici pescatori , scalzi ,
mcndici , illiterati , spregevoli , ec. (*)
SaU'in. Jliad. 2. 345- Sire , per te hen
pensa, ^ ad altri credi Kon spregevole fia
quanto io mai dico- (fi)
SPREGEVOLMENTE. Jvverb. Con
ispregio , In maniera spregevole . Lat.
conttempUm, contumeliose. iii. xaraypov);-
TtXtoi . Sen. Pist. 100- Tu desideri ,
secondo che di' , eh' e' dica alcune cose
aspramente conlr* a' viziì, alcune animosa-
mente contro a" pericoli , alcune orgoglio-
samente contr' a fortuna , alcune sprege-
ToJmente contio a vanagloria.
SPREGIAMENTO . Disprezzo . Lai.
contempttts . Gr. xarapoovi-.ii^ . Sen.
Prov. ^29. Continuità d' avere pericoli
darà spregiamento di loro . Fr. Giord.
Pred. P. Con grande spregiamento delle
celestiali grandezze.
SPREGIA.NTE. Che spregia. Lat. sper-
nens , contentnens . Gr. /aTi/.tpcovv^'tja;.
Sen. Ptst. 82. Questa è la verlii, e T a-
nimo spregìantc la morte.
SPREGIARE. Dispregiare. Lat. sper-
nere, despican. Gr. /aTXS-ovìrv. Lant.
hìj. II. E chi spregiando Dio col cuor
favella. G. l . 11. 63. 3. Onde messer
Luchmo fu molto spregiato . Coli. SS.
Pmd. La prima si è , che noi s|'regiamo
tutte le ricchesze ec. del mondo, t ii. SS.
Pad. i. 27. E da spregiare , o prometta,
t> minacci , o quantunque apparisca rilu-
«ente, o laido.
3 SPREGIATO. Add. da Spregiare.
Lat. £pretus . Gr. )r«T«y_toyi(j2rit; . D.
l'io. Celi' leu. a5. L' assempro ce ne
diede Cristo nostro Salvatore, il quale,
piti volte spregiato e schernito da* Fari-
sei, non se ne curava.
* %. Per ì ile. Abietto. « Coitale Specch.
Cr. Vedendo uomo spregiato e mal vesti-
to m. Tratt. Cons. La semplicità del giu-
s p n
sto è un lume spregiato appo 1' opinìoa
delle genti. (N)
I SPREGIATORE. l'erbai, masc. t he,
o Chi spregia* Lat. contemptor, Gr. xa-
7%opovtìTrii . M. J'. 4- yy- Spregiatori
de' loro propii comodi jier accrescer que'
del comune. Pass. 2:9. Come dice santo
Agostino delle piaghe , colle quali Iddio
percosse Faraone ec, spregiatore de' suoi
comaudameoli . Pern. Ori. 2. 6. 5"]. E
saltò presto in piedi armato lutto Quel
spregiator <lel iiumdo orrendo e hrutlo.
SPRKGIATRICE. ì erbai, femm. Che
spregia. Lat. contcniptrix. Gr. xaTKCJpo-
v/,'csu3!x- Sen. Pist. La tortezza è sprc-
giatrice delle cose da temere.
•f * SPREGIEVOLE. Sprezza-olc ,
Dispregevole. Segncr. Paneg. S. Ant. di
Pad. %. II. Applicatosi tutto a' niinisteiii
di casa più fatico^i, non in altro si adope-
rava , che o in purgare gli stovigli , co-
me un fante spregievole di cucina , o in
ec. (A)
SPREGIO. Dispregio. Lat. contemptits.
despicaiio . i^v. xoLxcfpo'vrìfSti . Jtitord.
Malcsp. cap. 222. Gridando , e dicendo
grande ispregio del re Carlo e di sua gente.
Pass. 35. Lo spregio degli uomini per-
versi, eh* e' fanno della vita nostra, è uno
approvarla .
* SPREGIUDICATO. Add. Disingan-
nato, Avveduto, Di Uberi sentimenti. Lai.
cmunctce naris, liberi ingenti. Gr. jiiip-
«xptÉr/; . l^tx.viÀ.ij^-pOi. Salvm. Disc.
3. 6l. Particolarmente i poeti, i quali egli
processava talora con troppo rìgida e trop-
po spregiudicata censura. (')
SPREGNARE . Sgrnvidare , Sgravar
dalla pregnezza. h^i. fatum emittere. Gr.
Ti'xTaiv. Dece. nov. 83. l3. Lodando mol-
to ec. la bella cura che di lui il maestro
Simone avea fatta , d' averlo fatto in tre
di senza pena alcuna spregnare . Croni-
cheti, d' /Iniar. 106. Poi volle ispregna-
re, e convenne eh' ella gli uscisse di cor-
po, l arch. Lrcol. igS. Voi, per quanto
mi par di vedere, l'avete fatta sgravidarc
e spregnare.
SPHEGNATO - Add. da Spregnare .
Lat. effìrtits . Gr. Ìktikùì-ì . Bocc. Lett.
Pr. S. Ap. 294- O ivoie spregnate, o co-
lombi vecchi, che arsi o mezzo cotti a'ce-
nanli s'apparecchiavano.
f SPREI^IENTARE. Spernientare. Lat.
experiri , tentare, periculum facerc. Gr.
TZiipdv . Ott. Com. Inf. 12. 2i5. Poi
perchè sì sprementano di Uovar guerra ,
mettono colte, e dazii agli altri . Frane.
Parb. 207. II. O per meo doglia Di rae,
cui spoglia, O per più spremeutarmi.
•f SPREMERE» e SPRIEMERE. Pre-
mere; ma denota alquanto più di forza .
Lat. exprimere ■ Gr. exOJi'Sìiv . Pallad.
cap. 20. Facciansi torni e strettoi da spre-
mere, secondo eh' è usanza nel paese. Cr.
2. 21. 8. Non gli lascia ancora dissolvere
per evaporazione, che '1 temperato tieddo
circondante spreme di fuori, e ritorce, ov-
ver ripiega ^li spiriti . Piceli. Fior. 94.
Le medicine sì spremono per cavarne le
parti umide e sottili , e separarle dalle
secche e grosse , ec. Si spremono ancora
l'erbe, le radici, e molte decozioni, per
servirsi della parte umida.
^ §. 1. F figuratali!, per Trarre al-
trui d" addosso alcuna cosa , Mugnere .
Segner, Pred. t2. 2. Se è giunto quel
ministro a spremere co' suoi raggiri la
horsa di quella vedova, non se ne pregia
co' suoi? (Pr) E 23. 5. Vedià allongate
studiosamente le lìti a fine di spremere
più profondamente le borse. ( P)
g. II. Per metaf. vale P'sprimere, o Ma-
nifestare il concetto con chiarezza e sot-
tigliezza. Lat. exprimere. Gr. eSiyetsóat.
Macstruzz. I- 87. Se '1 decreto questo a-
S P R
1339
vesse voluto, arelibelo ispremutu, siccome
isprctneKe dell' ottava di Pasqua . Dant.
J'ar. 4- Però , quando Piccarda quello
spreme, Della voglia assoluta intende, ec.
Sen. Pisi. g5. Certo io non darci altre
proprietadì al buon uomo , ne altra sinù-
glianza , s' io volessi eziandio spriemere
Catone .
SPREMITURA. Lo spremere, eia Ma^
teria spremuta. Bicett. Fior. 188. Infondi
la scamonea in sugo di finoreliio quanto
basta; dissoluta che ella è, legala in pezza
lina , e spremi forte ec. , e con la detta
spremitura fa' pilbtle . E IqS. Di poi ri-
pesla, e aggiugni l'altra parte deUa spre-
mitura, e Ij' trociseì.
SPRlìMUTO. Add. da Spremere. Lat.
expressus. Gr. e;<:Ti:rte5/ji-;vo;. Lib. ciir.
malati. I lamponi spremiUì fanno bene
andare a sella. Bicett. Fior. 1^2. Spremi
e cola , e della detta decozione spremuta
piglia quanto vuoi . E i44- -^"^ colatura
bene spremuta aggiugni penniti. lied. Oss.
an. 108. In una piena infusione dì rabar-
baro polverizzato, fatta in acqua comune,
e ben colata e spremuta , misi a nuoto
quattro lombrichi. Jjern. Ori. 2. 29. 34-
So che Marsiglio, e la Spagna con esso.
Tanta non ne faria spremuta e pesta.
SPRENDIDO . J'. A. Lo stesso che
Splendido, l'it. S. Gio. Bat. 23o. Difen-
deiannovi le ricchezze vostre, e le spren-
dide vestìnienta , e gli agi, e' diletti che
prendete ?
SPRENDIENTE. V. A, Splendente,
J'it. S. Ciò. Bat. 26^. Giovanni, lucerna
sempre ardente e sprcndicnte . ^- Legg.
B. Umil. 112. Aprendo gli occhi vidde
tutta la cella isprendiente di lume fuori
di modo usato. (C)
•f * SPliENDlENTEMENTE. /', A.
Avverb. Splendidamente, l it. SS. l'ad.
2. 107. Quando si comunicavano , appa-
riva la loro faccia sprendiciitemenle. (F)
•f ♦ SPRENDIMtNTO. / . A. Splen-
dore, /nf. Fsop. 98. Fece porre la men-
sa al sole , acciocché tal mangiare per
lo sprendimento ( l' ediz, di Padova 181I
a pag. 75 legge risplendimento, e così pure
legge il Vocabolario: vedi questa vocej fus-
se all'occhio più grazioso, e per lo caldo
del sole rendesse maggiore olore. (ì'j
SPFENDORE . F. A. Lo stesso che
Splendore. J'it. S. Gio. Bat. 213- Mes-
sere Gesù gli mostrava un pochetto della
signorìa sua, e dello spreudore della fac-
cia sua. V Fr. Giord. I25. E però getta
maggiore sprendorc, e più è obumbrala ,ri-
piena ) di raziuoli e di luce. (})
"[• V g, E fìguratam. per Persona a-
mala. Luce, Bene. Buon. Tane, l l\. S'
io riscontrassi a sorta il mio sprendorc. (^ )
SPRE.SSAMENTE. Avverb. Espressa-
mente. Lat. ex presse , aperte. Gr. (Jcap-
pfìériv. G. F. 11. 19. 4- Quelle revochia-
mo spressamente. Pass. l5l\. La persona
che sì confessa , dica sprcssamente e spe-
cifichi in che spezie di peccato ha offeso.
V J'arch. Fred. 5l. Predicare è verbo
latino , e significa dir bene d' alcuno , e
spressamente lodarlo. E Quest. Aldi. 18.
La niega spressamente nel primo capitolo
del libro primo. {C)
t SPRESSIONE. Lo stesso che E-
spressionej ma meno usato. Lat. l'i.*, ef-
ficacia . Gr. l'cjjj'^ - Farch. Lez. !\25. E
ora con alcuno aggiunto per più chiara
spressione . E SBg. Per più adornezza 0
maggiore spressione, come fanno i poeti.
-r SPRESSISSIMO. Superlat. di Spn-s-
soj lo stesso che f'sprtssissimo. Lat. mani-
fesUssimus. Gr. fotvs.poircx.TOc. Bemh.lett.
2. 2. 24. Se la vostra lettera nonsi rivo-
rnsse, a lui sarebbe fatto ispiessissìmo tor-
to- (')
3 S PRESSO. Add. da Sprimeres Espres^
i34o S P B
so. Lat. expresstis, manifestus. Gr. s'x-
^n>o$, ev«;>y/'';. <>. J'. 7- 92. 2. Con-
tro al romandanicnlo spresso del re Car-
lo suo padri'. jV. /'. I. 96. Con palio
spresso, « lif vr. ^iura^sono di maiilt'nere
ourllo siili»! «hi* allora rej;geva l'istoia.
# Sl'HKSSO. jidti. da Spremere; Spre-
muto. Marr/j. J.mr. lih. 5- Tanto più
spresso il salso > udore usciane e dilatato i
molli Campi intorno accrcscea del mare
ondoso. K lih. 6. Molli semi d' ardor qua-
si per forza Sprrssi disperde. /•- ai.* Voi-
chè spressi lia d ardor molti prìncipii. iPr)
# %. Sprrsso, nella Scultura , o Pit-
tura, vale Sciilfo, o Dipinto con espres-
sion di affetti. » I ardi. Lcz. 22J). Cbi
non vede nel liaml>ino della Madonna del
la eappell.i di >'aii Lorenzo s|-ressc nel
marmo mirarolosamcnie quelle due com-
parazioni mirarolose w T (Jlr)
SPrtKTAUE. JS'euiro pa.ts. Pepar l'a-
itilo di prete. ^ '^V-gr. Fior. J epaz. al
Duca ì al. ic,8. T. V (ediz. I788.; O
ehe il proioiiotario si spreti, o rlie niess.
Hermes rifiuti quella rlu- ve. (le)
SPRETATO. /Uld. da .^^prctare.Vicesi
in modo basso Colui che ha deposto /' a-
hito di prete.
•'^ SPREZZABILE, /tdd. Depno d'es-
sere sprezzato, fìisprezzalùle, Giac, (ìraz.
21. La supeiliia ed arroganza dell'animo
non ornalo di dottrina, ne informalo di
precetti di virtù, reputa vile e sprezzabile
r olicdieiiza. (I^S)
f SPRIZZAMENTO. J.o .^prezzare .
Lat. con tempi US. Gr. /^Ta^zovr.'zic,. Seal.
Claustr. /|3(). La troppo gran familiarità e
dinieslicliezza clic 1' un fa coli' altro inge-
nera molte volte, e partorisce sprezzamen-
lo. Col/. Ah. Isaac, cap. 34* Li viziì so-
no sprezzamento delle virludi occulte del-
l' anima.
SPREZZANTE . Che sprezza. Lai.
sperneits, contemnens , floceifaciens. Gr.
xjtrapf ovJJv. Bocc. leti. Pin. fioss. 282-
Avendo ('arlapiie e Nunianzia, superbissi-
me ciltadi, ed il romano }:iogo sprezzanti,
abbattute. * Tass. Cer. l3. 26. Wè però
il piede audace indietro volta , Ma sicuro
i: sprezzante è rome pria. ( l)
SPREZZAUIì:. Disprezzare. Lat. sper^
nere, dcspnari. Gr. ycf.roiyfoviiv- l'etr.
son. 222. Il mio ror lasso ogni altra vi-
sta sprezza. E canz. 2,'>. I. Or vedi , A-
mor, cbe giovinetta donna Tuo regno
sprezza. Morg. 5. 6. Dicendo: almen fa-
cessemi morire, Poiché sprezzala son da
quel villano. Jìemh. pros. 2. ^9- Giuvan
Villani, cbe al tempo di Dante fu, e la
storia fiorcnlina scrisse, non è da sprez-
xare.
# g. 7? in signijìc. neulr. pass, per
J\'on coltix-arsi. Lat. negligere. Ar. Pur.
3q. fi^t. (.Il e per lungo ."ipreziarsi come
stolto Avea di fera, più t be il' uomo , il
volto. fPt
SPBEZZATAMEWTE . Jvverh, Con
tli.vprezzo. # Cor. Apol. ic^. E dì tanti
altri, e tali cbe vi menate così sprczsata-
mente per bocca. fC)
g. Per J'ilmrnte. Lai. negligenter, Gr.
«,0£>W5. Stnr. Pur. 2. 5l. Veslitì sprcz-
zatamentc, e ignudi sempre tutta la gam-
ba.
3 SPREZZATO. Jdd. da Sprezzare.
Hemb. pros. 2- 87. Ci fa ce. le non buo-
ne (co.se) alcuna fiata, e le sprcrzate ve-
nire in grado. Cas. Vj\ rom. 101. Nelle
parole .idunque gran diligenza sopra tulio
usare ci bisogna tn faro tb'elle siano ri-
messe , umili f e presso cbe sprezzate.
# Chiahr. rim. voi. 3. pag, aSS. (ediz.
17.^0 ) Ed il corpo gentil , fallo di gelo ,
Giù traboerù lulla tprCBala polve, (/t)
^ § '''■'■ Incolto, /Negletto. Lai. /«■-
glectus. Gr. xccra^^ovvid'i';. « f). Ciò.
S P R
Celi. leti. 25. Percuotersi il petto , orare
e digiunare , andare sprezzalo e dispet-
to n . (Pi,
t SPI EZZAtOBE. 7'erhal. mate. Che,
o (hi sprezza. Spregiatore. Lai. conlem-
ptor. Gr. xc.TWypovr.T/f?- /ut. Per mo-
strarsi strjcciatori e ancora spmzalorì del-
le cose del mondo. S. ^g. C. /'. Or che
vuid dir queslu, se non la mano di di-
slin;uere li cultori suoi dalli sprexzatori
suoi 7 led. P'.fp. nat. 20. Per un fine *a-
vio e politico di n-ndere i soldati più co-
raggiosi, e sprezzjlori de* perigli. "^ Ta.t.s.
4.er. 2. 5o. L'allio e Circasso oc, Nel-
l'arme infaticabile ed invillo, D'ogni Dio
sprezzatore, e cbe ripone Nella spada sua
legge e sua ragione, '/i) A" stanz. 8q. O
sprezzai or delle più dul>bie imprese, E
guerra e pai e in questo sen t'apporto.
* SPIìEZZ.\ThlCE. Verhal. femm.
di Sprezzatore. Tass. Cer. II. 9. E quel-
l'altre magnanime ai tormenti, .*^prezza-
ln«i de' regi e delle genti (I ) Pini. A-
dr. Op, mor. 3. l38. Non intimarono che
dovessi- giammai esser lenta sprezzalricc de-
gli alTaii de" mortali. iC)
.«iPREZZATUIlA. Disprezzo, Sprezza-
mento. Lat. contemptii.t. Gr. /yz'jocò-
vir,7ic. Car. leti. 2. 6. Ne pero ci assi-
cureremo tanto di questa vostra sprezza-
lura. che ve Ir lasciamo un'altra volta
ruzzolar tulle a senno vostro. J'emeir. Se-
ga. 119. Quella sprczzatura e quella quasi
naturalezza produrranno un cerio cbe di
Veemenza.
SPREZZEVOLMENTE. Awerb. Con
disprezzo. Lat. contcmptim. Gr. u:r!:o-
:TTt/wr. Liv. Af. I cavalieri sprenevol-
mente fecero impeto.
SPREZZO, /o sprezzare. Disprezzo.
Lai. contemptus . Gr. XKTortpo vr.ci; .
^'Salvia. Pros. Tose. i. no. L'n uomo
d' ingegno eccelso a maraviglia e solle-
vato cbe già s'allestiva pel gioviale viag-
gio e con magnanimo sprezzo giti già i
centomila scudi ralpestati avea. ( I\'J
SPRIEMERK. led. SPREMERE.
3 SPRIGIONARE. Coi'ar di prigione^
Scarcerare. I at. e carcere eduiere, vm-
culis liberare . Gr. e/ tÒo csiwwtt;-
pt'ou e"?a'/£iy. Salv. Spia. 5. 7. Digli che
'1 Podestà m'ha fatto favore di farmi spri-
gionare .subito ch'egli ha saputo ih'Ì' so-
no. Pern. Ori. 2. 20. 8- Adesso, poiché
fumo sprigionali, Com' udiste, dall'isole
lontane ec.
* g. I. P'.fguratam. « Petr. son. 80- Per
lutto questo Amor non mi sprigiona» . {fi}
^' %. IL Sprigionare, in signijìc. neutr.
pass, parlandosi di vento, o simile, vale
(J.tcir fuori, e per lo più con impelo. Salvin.
Pi.ve. 2. 432. Altri 6na1nier.te .il vento la
cagione ne attribuiscono , il quale per la
cavilli della terra girando e rigirando ,
cerca rinchiuso per qualunque via spri-
gionarsi, (/it
SPRIMACCIARE. Spiumacciare, dime-
nar bene la piuma nella coltrice. Ani. A-
lam. .ton. 20. E Arno nostro, «priinaccìiin-
do il letto, Tulio Toilo pien ha di tre-
molanti (qui in sentimento equivoco, e
in i.tcherzo ) ,
SPRIMACCIATA. Spiumacciata.
SPRIMACCIATO. Add. da Sprimac-
ciare; Spiumaccialo. Frane. SntTh. nov.
20fì. Si ritornò a casa sua, 1^ dove trovò
il blto bene sprimnci iato. /.ih. Son. I.'|5.
<!uslor credou tri>varvi E* beccoficbi, e gli
ortolun pelati, E buon vin doler, e letti
sprimacciali. lìern. rim. I. I. Fra Ire
persone avrete quattro lelli niaDchi , ben
fatti, sprimacriali, r voglio Cbe mi dicia-
te poi se saran nelii. ti \. 112. Ch* un
monte di letanie T' aspolla, manigoldo ,
sprimaccialo. Pvrchb tu muoia a tue si»
relle allato.
S P R
SPRIMANZI'A. Squinanzia , Schi/ta/i*
zia. Lai. angina. Gr. a-j'fKyyiu
SPRIMERE. reprimere. Lai. expH'
mere. Gr. eVo *;)5j/, ì^r,-/tT-jru%. Bfae»
.xtruzz. 1. 43. Ancora non sarebbe battCK-
zato se ditesse. Nel nome della Trinità;
imprroccbè non si sprimono le Persone ,
ma solo il numero delle Persone. E |.
^<0. la forma dì questo sagrameoto SODO
le parole, per le quali il consentimento del
matrimonio si sprhne. / it. S. M. yfadd.
118. Troppo è meglio a starsi per me qui
a pensare e immaginare questo fatto, che
a sprimerlo con parole. Mor. S. Creg. 8.
q. Tale verità adunque della mente uma-
na volendo sprimcre il nostro Giob , di-
ceva : ec. Tac. Pav. Ann. l3. 169. In
casa sua non comandava che per cenni, e
bisognando s[iiimi-r meglio ec. , scrìveva.
•f SPRIMIME.NTO. Io.tprimere. Lai.
vix, efficacia. Gr- i-jyy^. Maeslruzz. 1.
43. .*'C sì iscemasie la invocazione delle
tre Persone, ovvero lo sprimimenlo dell'
atto, ovvero lo sprimimenln della persona
eh' è battezzala ; ma lo sprimimento della
persona eh' è battezzala non è dell* esseo-
zia della forma.
SPKINGaRE. led. SPINGARE.
SPRIZZARE. Minu lamen le schizzare
Lat. prosilire. Calali. Pocc. g. 6. f. IO.
flltre j questo, quel cbe non meno di d^
letto, che altro, por(;eva, era un fiamicel-
b>, il quale d' una delle valli, cbe due <H
quelle montagnelle dividea, cadeva giù per
balzi di pietra viva, e cadendo faceva nn
romore a udire assai diletlevole . e spria-
zando pareva da lungi arienlo vivo che d*
alcuna rosa premula minulameote spna-
zasse. Sagg. nai. esp. 2o!\. Ad ogoi colpo
sì vedea trasudare per tutti i pori del me-
tallo a guisa d'argento viro , il quale da
alcuna pelle premuto, minutaroenlc sprìi-
zasse.
SPRIZZATO- Add. da Spnsiare. hzt .
leviter aspersus. Gr. /«t' o>iyov savane
g. !er Macchiato, Chiazzato. Lai. va-
rius. Gr. 7ro(xi'>o5. 7?»*/. In/. 25. 2. Il
ramarro è un serpentello verde con quat-
tro piedi, e ancora ne sono degli sprìna-
li, e di color nero, ovver bigio.
* SPROCCATURA Termine de' Ma-
ni.tcahhì, derivalo da Sptocco. Ferita nel
vivo del piede del cavallo , cagionala da
chiodo^ sasso, sterpo, o altra cosa pun-
gente premuta nel camminare. (A)
SPROCCO.e SBROCl O. Broca>, Stec-
co, Fuscello , Vermena , Pollone, Jìam-
pollo ; e propriamente si dice quello che
rimette dal bosco tagliato, l.al. germen ,
.uirculus. Gr. ^iaiTOC. « Puce. Centil.
cani. 36. Onde il re Pier non pigliava ri-
guardo, Percbè di pruni e sprocchi era u
piena, Cb' uscir non ne dovna il liopar-
do. (li) Duon. Fier. l\. t\. 5. E spine e
sler|ti e stoppie e stiappe e sprocchi.
g. I. Talora si prende per Ugatura di
fastello di legar, o di fascina.
§. II. Per Qualunque legno da arde-
re. I al. slipes. Gr. ropftói. Fior. ilal. I
Ire fati gillarono uno sprocco dì legno
nel fuoco, così dicendo : tanto vira questo
gartone , quanto questo sprocco peneri a
consumarsi.
*SPROFONDAME>TE. Avverh. Con
profondità. Segner. Mann. Settemh. y 3.
E *ero cbe non le pi>tnii mai calcare f le
ftedaie di (risto > si sprofondamenle ; ma
tu quelle li bai da tenrrr. (I')
SPROF(»NDAMENTO. lo sprq/omda-
rr, in sicnific. neutr. Lai. ejritium , rui-
na. Gr. 5>i5co;, l?w')!>«- 3'<"'- ^- Grrg.
Qujiido qtiesio LevÌ4lan sia rapilo, quan-
do lulti gli elementi si conimoveranno nel
suo sprofondamento.
't « SPROFONDANTE. Che it rfi
petantersa disorf'itanit , Piperò ttrmh^-
s p n
chevo/e. .ìfapai. part. i. hit. 19. In 4UC-
slo stalo io non lascio di risentile io me
una fona ca|ace di ronlrastur «jueMo pe-
so sprofoodanie della mia passione ec.
( qui e {ietto fpiratam.). (^)
SPROFO^U\RE. M sic:nifc. neutro
vale Cader nei profondo. Lat. in imum
funàum delahi, corruere, destrui. Gr. ii;
To'Sa'ru m'TTJiv. Fir. Lue 2- 2- 'o
vorrei voU-ntiori rhc quella casa sprofon-
dasse.
g. l. Figura tam. ìmpoterire. Spiantar-
si, Boiinanì. Lat. in malum ahire. Gr.
«Tr5)-:T53a(, ep/eiv. Toc. Vav. Jnn. l.
21. lo sarò Iiuono a rappaciarvi rolla gen-
ie Germana, ove ella voglia ami pentirsi,
che sproltindare. Buon. Fier. ^. 4. 12.
Sicch ogni mercante ec. Si contrista e si
dnol, punge e s' adira D' essere sprofon-
dato.
§. II. In si^ni/ic. alt. i'nte Grandemen-
te sfondare. Lat. perfodere , transfodere ,
confodere, transverberare , transadis^ere .
Gr. StanupSfi. Bern. Ori. 2. 7. 18. Ma
colla spada la spewa e sprofonda.
g. Ili, Figuratamente vah Jnniehifa-
rr, Mandare in rovina, in precipizio. Lat.
pesxumdare . Gr. zaTaTrarsìv. / arch.
Frcoì. 290. Wesser Celio Calcagnino ec.
biasima la lìngua volgare ec. , atfermando
che ella si duvcrcMie con tutti gli argani
o ordegni dtl mondo sprofondare. Buon.
Fier. 1 . 5. 2. I pani oggi hanno a do-
minare ; i pani Guastare e porlar via 1'
altrui fatiche E le sostanze altrui, E '1
tutto sprofondar, far ogni male.
* §. IV. //i signifc. neutr. pass, par-
landosi delta terra, o simile, vale aprirsi
come una voragine, I r. /ne. T. 3. O.
14. Che '1 mondo si sprofonda Se indugi
la risponda. (IVj Se^ner. Mann. Mar::. 3.
|. I a terra, in vece di sprofondartisi sot-
to i pie, non solo li sostiene, ma ti ali-
menta, (f)
* g. V. Sprofondarsi, vale anche An-
dare, Scendere nel profondo. Se^ner. In-
cred. I. II. 2. Scavate pur giù, sprofon-
datevi. inalÀssatevì ce. (X)
* g. VI. £• metaf Vit. S. M. Madd.
18. Il more suo si sprofondo in tanta u-
mihade ec., cKc ec. Ses;nrr. Mann. Feb-
br. 2^. 1. Quando ogli ti tenta di pre-
sunzione, e tu sprofondati fumi/iati, get-
tati al profondo, va al profondo colla tua
umiliazione) a contemplare quanto il Si-
gnore sia terribile ancora co' suoi più ca-
ri. F pie. i5- 2. Sprofondati nell'intimo
del cuor tuo, e mira ec. (F)
SPROFONDATO. Jdd da Sprofonda-
re. Fr. ìac. T. 6. l4- 52. lunghezza
non compila. Larghezza intransita , Pro-
fondo sprofondato { qui vale che non ha
fondo ) .
"t * SPROLUNGARE. Prolungare ^
Slungare, Tirare in lungo. Accad, Cr.
Mess. I. 74- Er^ '1 recinto di 6gura ro-
tonda, senza ritirate, ne altre difese : e do-
ve volevano lasciare l'entrata, sprolunga-
vano 1' una dell' estremil'a del cerchio quan-
to bastasse a coprir 1' altra. (j4)
*t ^ §• !■ ^prolungare , neutr. pass.
Slungarsi , Frotraersi in lungo . Magai.
part. I. lett. 8- Gli costrìngono a svoltic-
rhiarsi e sprolungarsi fuori de' loro ripo-
stigli a guisa di tante molle di orinoli, che
poi lasciate in libertà, ce. 'Af
* §. II. Sprolungarsi, per Scostarsi,
y1 /lontanarsi . Pule. Driad. E per met-
tersi al vento a filo assegno , Si son del
porto alquanto s|ToluDgali. (/4)
* SPROLU>"GATO. Jdd. da Sprolun-
gare . Jccad. Cr. Mess. Scese dal cielo
una prodigiosa nuvolata in sua difesa ec.
in6nchr sprolungata in forma di colonna,
si fermò ec fj)
SPPOMETTEBE . Dire di non voler
S P R S P R 1341
mantenere la promes-ta . Lat. promìssum ìjèrro, 0 d'altro metallo, che si raccomanda
revocare. Gr. avKxaUTv tv;*v •J:ro3XS':i'J.
Tnv. Bit. Se io gliele promisi, ed io gliele
spromelto . Jmhr. Furi. 2. 4- Sì ; ma
quante volte promcllono e spromettono
questi giovani?
SPRONAI A. La piaga che fa la per-
cossa dello sprone.
* SPRONAIO. Fabbro di sproni. Lai.
calcarium faber. Fir. Trin. 4- 2. 1' son
mcsscr rovina dello spronaio. (*)
•f * SPRONANTE. Che .tprona. Sli-
molante. Sal\in. Odiss. 19. 562. Aulolico
ordinò ai figli illustri Armar da cena, e
quei l'udir spronante. Tosto dentro me-
naro un bove, ec. (J)
SPRONARE . propriamente Pugnere
collo sprone le bestie da cavalcare, perch'
elle camminino: e si usa in signijic. att.
e neutr. Lat. calcar addere, calcar admo-
vcre , calcari agitare , calcaribus ciedere .
Gr. ÒTpjmv , 7:j£o6«;)>i(v ra /ì'vrpa .
A'ov. ant. 22. 2. Spronò il cavallo, e fug-
gìo col barlione. £"39- 2. Monta a cavallo,
e sprona, e va via. G. V. 8. 55. 12. Co-
me voi il vedete , tosto spronate loro ad-
dosso con vostra cavalleria. Bern. Ori. i.
4. 81. Poi sprona verso lui con tal fra-
casso , ec.
g. I. Per metaf vale Sollecitare, Inci-
tare, Affrettare . Lat. urgere , incitare ,
calcar addere. Gr. ÌTZuy Zf* . Bocc. nov.
77. 25. Amor mi sprona per si fatU ma-
niera , che niuna cosa è, la quale io non
facessi . Dant. Jnf. 3. E pronti sono al
trai^assar del rio , Che la divina giustizia
gli sprona. Petr. .?o/i. 200. Tu I fai, che
si r accendi e sì la sproni. E 207. Pur
d' alzar I' alma a quel celeste regno E '1
mio consiglio, e di spronare il core. Sen.
Ben. ì'arch. 4- I?- Soverchio è a quelle
cose spronare , dove ne spigne la natura.
V Sannaz. Arcad. Fgl. I. Ch' a pianger
spesso ed a cantar mi spronano. F Pros.
IO- Posto che molli da volonteroso ardi-
re spronati , tentalo lo abbiano più vol-
te. (Br)
g. U. In signi/ìc. neutr. vale lo stes-
so. Lat. properare, ferri. Gr. ffTsJOiiv,
£-=i/E56«t. l'ant. Par. 17. Ben veggio,
padre mio, siccome sprona Lo tempo ver-
so me
g. II L Spronar le scarpe, si dice fìpi-
ralam. e in i.tcherzo di tlti va a piedi .
Lat. pedibus incedere. Gr- ~ttx^ ^aot-
C£tv. Malm. 8. 58. Ripone il lìbro^ e spro
na poi le scarpe.
SPRONATA. Lo spronai-e, e la Pun-
tura, o Colpo di sprone. Liv. M- Assalirò i
nemici per si gran
forza
per
"rande
izza, eh' a una spronata gli disbaraltaro .
Frane. Sacch. nov. 159. Quando egli gli
dava una spronata , e' si movea d' un pezzo,
come se fosse di legno.
^. Per metaf vale Incitamenti . Tac.
Pav. Ann. I. 22. Mossero tali spronale
non pure i Cherusci, ma i vicini.
SPHONATO. Add. da Spronare. Lat-
calcaribus incitatus - Gr. if.z-j~^T,'in^ .
Bocc. nov. 5g. 5. Spir)nati i cavalli, a
guisa d' uno assalto sollazzevole, gli furO'
quasi prima che egli se n'a> vedesse,
sopra. Alam. Gir. 12. l4- Poscia, sicco-
me fosse v« nto o strale. Il desUiero spro-
nato via ci porta.
* g. I. F fguratam. per Incitato, Sti-
molato. Belc. l it. Co/omA. 327. E uden-
do Sacramoro si belle, e nobili cose, spro-
nato da grande desiderio, disse ec. (Cj
g. II. Cane spronalo, si dice quello che
alquanto sopra al piede ha un'unghia, alla
quale diciamo Sprone.
"t SPRONATORE. Perbal. masc. Che,
o Chi sprona, lib. Fred. B. Come lo spro-
nalore a suo prò si vale dello sprone.
7 5 SPRONE. Un metzo cerchietto di
al calcagno, e lite ha in mezzo una girella
stellata, chiamata Spronella, colla qua-
le si pugne la cavalcatura, acciocch' eUa
affretti il cammino. Lai. slimuhis, calcar.
Òr. zs'vTpov. Bocc. nov. 43. 5. Tenendo-
gli gli sproni stretti al corj o. A' nov. 89.
6. Buon cavallo e mal cavallo vuole spro-
ne, e buona femmina e mala femmina vuol
bastono ( qui dello provcrbialm. j. Pani,
t'urg. 6. (.uarda com' osta fiera è fatta
fella. Per non es>cr corretta dagli sproni.
^ Alam. Avarclt. 16. 4- ^-^ solerctlc pria
del più sicuro Acciar, che poi ti il NorìcO
terreno, (ili arma di sotto i piedij indi lo
sprone Ricco di gemme e d'or sopra gli
pone. (B)
g. I. Sprone , per similil. Petr. son.
\\o. Onde seco e con Amor si lagna,
C ha si caldi gli spron, si duro il freno. E
cap. 7. Talor ti vidi tali sproni al fianco,
Ch' i' dissi : qui convien più duro morso,
g. II. Sprone, per metaf., vale Incita-
mento, Stimolo. Alam. Gir. 1. 3. Perchè
r allo Francesco, il Grande Enrico ec. Con
dolci sproni a ragionar m'invita, fìorgh.
Bip. 72. Gian Bologna, punto dallo spro*
ne della viilù , si dispose di mostrare al
mondo, che ec. '■- Tac. Pav. Germ. 374-
E lo maggiore sprone a viitù si è che non
fanno lor punte o frotte a caso. (TC)
g. III. Par di sproni , vale Spronare.
Lat. calcaribus e.tcilare , concitare . Gr.
/.fi-iz~-i . G. 7'. 7. 102. 3. Colla spada
tagliò le redine del suo cavallo , e dicgli
degli sproni. Pera. rim. i. i5. Tirau la
briglia insieme, e dan di sproni.
g. IV. A spron battuto , o A .tpron
battuti, posti avverbialm. , vogliono Ve-
locissimamente. A tutto corso. Lat. celer-
rime . Gr. -z&'x^-^t'j. . Bell. Tuli. Più di
sei miglia lo menòe a s| von battuto. G.
V- 7. i3o. 6. 1 feditori Aretini si mosso-
no con gran baldanza a spron balluli a fedi-
re sopra r oste de' Fiorentini. Cron. òJo-
rell. 309. Tulio giorno iscrivevano simili
no^ elle; il perchè qui s' affrettava a sproni
battuti, egli uscisse a campo. Frane. Sacch.
nov. !\i. Convenne che tutti si fuggissonoa
spron battuti.
g. V. Sproni , si dicono anche Quei
brocchetti che sono talora su per lo pe-
dale dell' albero. Cr. 5. 8. 3- Da ciascu-
na parte ra^piaoalo (il ramo), ricidendo
i nodi e gli sproni.
g. VI. Sprone, si dice anche Queltun-
ghione del gallo, ih' egli ha alquanto di
sopra al pièj e similmente quel del Ca-
ne. Lat. calcar. Gr- /it-po/. Belline, son.
2.'>8. I palli s' hanno già messi gli sproni.
E son. 320. E cogli sproni in pie son co-
me il gallo.
g. VII. Sprone, si dice anche La punta
della prua de' navilii da remo . Lat. ro-
strum. Ciriff. Calv. 3. 89. Cosi adunque
volando cammina, E Ira [Tua e mezz' al-
bero gli pone, E con gli spron fin dentro
al corpo "passa, E tutta la postìccia gli fra-
cassa. ^ Pav. Mon. Battè monete di ra-
me col trilonte, e collo sprone della na-
ve. 4Brj
g. Vili. Sproni delle mura, o de" fon-
damenti, si dicono Alcune muraglie per
traverso, che si fanno talvolta per fortifi-
care le mura e i fondamenti.
* g. IX. j4 spron d' oro. Titolo d'un
ordine cavalleresco. « Dep. Decam. Il5.
Non si chiamando più con questo nome,
se non que' medesimi che noi diciamo ca-
valieri a spron d* oro ». Lasc. Cen. I. nov.
3. Messer Mario Tornaquinci, cavaliere a
spron d* oro , assai ricco , ce. t V)
s? g. X. Sprone, o Cornetto, term. dei
Maniscalchi, Escrescenza cornea , situata
alla parte posteriore del nodello del piede
dei cavallo. (Aj
1342
S P R
^ §. XI. Sproni, fiirono i Legnaiuoli
alcuni pezzi di le^nn vhe ti roif^egnano di-
ritti agli angoli delle mura. (A/
'^ g. XII. Sprone, term. de' Botanici ,
La parte inferiore di certi Jhri , eur\^ata ,
tubolosa, angustissima, e chiusa nel fini'
mento. (A)
^ g. XIII. Sprone di cavaliere. Sorta di
fiore detto altrimenti i'ior cappuccino. /'.
allavorc RIGALIGO. (')
SPRONELLA. Strila dello sprone. G.
V. /(. 3. 2. Si trovantn» inse(;nL- vcrchie
reali, it campo azzurm «oii ispronelle a<l
i>ro. Buon, t'ier. 3. 2. IJ. Osserva quante
lune , Quante stelle e spruaelle e gigli e
jKtmi.
■f 'f SPROPIAMENTO. Spmpiazione.
Segner. Conrord. part. 2. cap. 6. Che scr-
vf ailunt|ii(: inventar vani vocalioli di nu-
dità volontaria <1l'(;1ì alti nostri, di stacca-
niento, di spropianieiilo , di jpogtiameoto,
IT. (A)
SPROPIARE, e SPROPRURE . Fri-
i-nre. Spodestare delle cove proprie j e si
usa anche nel sentini. ncutr. pass. Lat.
spallare , privare , prnprieialcni adimere.
Gr. aTTosTsaicv. /'V. lac. T. 2 12 i6.
Non essendo spropriato, Profession non è
adempita . /.' ahro\.'C : D' ogni lieo t' hai
spogliato, E di virtù spropialo. ^ Vit. S.
f'ranc. iqO. Pero non riceveva egli niu-
no all' Online, se prima non si spropiasse,
per volere osservare il Vangelio. Burch.
2. 8l. Se no'"D ti sj>ropi Del Giudeo inte-
resso soprappresso Segner. Mann. Mnrz-
'io. 5. Bisogna dunque che tu ti avvezzi
a pigliar pruova di te ce, a donar volon-
tieri, a spropriarti volimtieri, a fare quan-
do puoi volontieri delle liinosine. f /^ >
SPROPIATO, e SPROPRIATO. Add.
fin lor rerhi.
SPROPIAZIONE. Lo spropiarsi. Frane.
Sacch. rini. FU- di scr Albiz. 12. De' sensi
miei mi fé spropiazione.
SPROPORZIONALE . Add. Contrario
dì Proporzionale. Che non ha proporzio-
ne. Lat. asytnmefer , inrnmmensnrabilis .
Gr- oi-s\J[J.(J.irpo^. /'à'. Prop. 66. Si po-
trà con questa dimostrazione scorrere gli
altri teoremi delle grandezze sproporzio-
nali .
SPROPORZIONALITÀ' . Astratto di
Sproporzionale, Sproporzione. Lai. asim-
metria, inconcinnilas . Gr. aflUU|UETCia -
Varch. Lez- lo3. Secondo le molte e quasi
inBnitc sproporzionalità ec. che possono ac-
cadere nella matrice . Cai. Sist. 35q. Di
queste sproporzionalità se ne parlo a liastaii-
tn il giorno pa^sato.
•fi? SPROPORZIONALMENTE. Ai-
verh. In m 'do sproporzionale , Spropor-
zionatamente. C'dcn. Nis. !\. IQ. Veste dun-
(juc un picciol corpo storico spropoizional-
inente con tro[)pe e lunghe digressioni e
priaripii , ve. (A)
SPROPORZIONARK . Cavar fuori di
proporzione. >•• Iniperf. Tim . J> l!\. T.
8. 562. Perdio fuori di lui nulla di loro
nmanessft , che sopra raggendoli , .spro-
porzionare della sua anidogia , scomporre
sue faculladi. e sì perir lo facesse (parla
del mondo e degli elementi). (Ft
SPROPORZIONATAMENTE. //fi-e//..
Con isproporzione. Lai. inconrinne. •? dal.
Mot. loc. Ti^'i. La molestiti di queste fdi.i-
sonarne) nascerà, credo io. dalle ili-scordi
pulsazioni di due diversi luoiii che spro-
porzionalamentu colpeggiano sopra \\ no-
stro timpano, e crudelissime saranno, ec.
Baldin. Lez. pag. 17. (Fir. 1692) È un
modo di far ritratti, quanto si può, somi-
glianti ec, talora aggravando o crescendo
idit'etti rielle parli iniiute 5propoi-iionala-
mente, talmente che nel tutto appariscano
«se ec. (/!}
SPROPORZIONATISSIMAMENTE .
S P R
Super/, di Sproporzionatamente. GaL Sist.
21 1. Si rìaterxa r JDverisimìle col disordi-
nare sproporzionatissimamunti' l'ordine che
noi veggiamo sicuramente esser tra quei
corpi celesti, la circolazion de' quali non è
duljhia, ma certissima.
SPROPOHZIONATISSIMO. Su/>erl. di
Sproporzionalo . Lat. ìnepltssimus . Gr.
T3CVU a>K^//57T3; . Gal. Sist. 333. Ri-
sultava un mostro ed una chimera com-
posta di memlira tra di loro sproporziona-
lissime, V del tutto incompatihili. /s 358-
Genti che sono accomodate ad antmetter
cose sproporzionatissime.
SPKOI'OllZIUNATO. Add. Che è fuo-
ri di proporzione. Che nonjta proporzione.
Lat. avymmeter , inrommensuraf'ilis. Gr.
V.-:j;ju.ZTpOi . Farrh. Lez. 56^. 1 a gra-
zia ec. , scIjIh'Ui* può slare in un corpo clic
non sia così proporzionato ce. , non può
però stare in uno sproporzionato e rozzo
atfatto .
SPROPORZIONE . Contrario di Pro-
porzione. Lat. asyrnetria. Gr. «■JUUjuiìr^L'a.
fitit. Sicché non vi sta colla sproporzione.
Fine. Mnrt. leti. 2. Non mi si apprescnta
occasione per p<ilervi servire in cosa mag-
giore, forse per la sproporzione che è Ira
l'altezza dello slato vostro, e la bassezza
della mia condizione. Alani. Colt. 2. 5o.
Prenda il inarilo poi . i he lulta mostri
Senza sproporzion la forma altera.
t * SPROPOSlrÀ^,GI^E. Foce poco
ii.tata. Spropo.sito.Bel/in. Disc. 2. 21ì. Udi-
re che in un braccio andante vi stan sei brac-
cia e dodici braccia , intendendole tulle
per andanti , o^nun vede eh' ella è una
sproposilaggine più che bestiale. (.Min)
SPROPOSITARE. Fare, o Dirv spro-
positi , Operare fuor di proposito . Lai.
afferrare, inepla faccre , atti lotiiti j abs
re f licere, loqiti. Gr. v.p.'xc-.d'^n-i.. yXua-
peìv . ìjìj) zì-J . *I= Uden. Xts. Stazio per
natura e per istudio sempre cerca di spro-
positare. (.4)
•f * SPROPOSITATAMENTE. Ai-
verh. In modo spropositato , A sproposi-
to, Fuor di prnpn.-iito. Accad. Cr. Sfess.
.'>. 567. Ma un'ingiuria intentata spropo-
silalamenle contro a ragione , questo è il
non più oltre della pazienza d'un uomo
icnsato. Magai. L^ett. Per rifacimento de'
danni fatti spniposilatamcntc alle loro dal-
le vostre navi in Guinea. Uden. .\is. 3.
t^5. Il qual vizio ce. e non meno ìncon-
Tenienle e stravagante, che si trasponesse
un ragionamento ce, e così di peso in al-
tra poesia spropositatamente si Tcniise a
inserire, (.-i )
:;: SPROPOSITATISSIMO. Superi, di
Spropositato. /ìott. l'ini. 5. ("doro che
non s' intenilono un' acca di pittura, vi
danno soggetti sproposi tutissimi da dipin-
gere, ne* (juali non si saprebbe fare onore
RaffaeUo. (CP,
3 SPROPOSITATO. Add. da Spropo-
sitare.
f §. I. Parlandosi di Persona, vale
Che fa, o diir spropositi, lluon. Fier. [^.
2. 7. Conciliar disgusti, annodar nozze.
Spropositati, inetti, intempestivi. Ma/m. 6-
y8. Voltati, dice il Re. spropositalo.
I 3. II. Parlandosi di Co.ra, vale Che
e fuor tli propo.iHù , di tempo, 0 simile.
Tac. Pav. Stor. 2. a()6. Lo sleiso VileJ-
lio, che or veniva in repcnliiia collora ,
or faceva siiroposilate carene, sprenavano
e temevano (il testo lai. /fd .- inlempesti-
vis blanditiis) .
« g MI. Per Erroneo. mZthald An-
dr. S' accorgono che non è spropokilata
atlallo la sua iqiinionr •« . (C)
V- §. IV. Sprvpoiiialo, vale anche Cat-
tivo . niiuon. Fier. .3. a. 8. Risguarda
il carceralo, e* suoi costumi Spropositali,
e Éuor d'ogni diritto m . (Cj
S P R
•f * SPR0P0SITI5SIM0. Superi, di
Spropo.tilo. Salvin. Pros. 7o.tc. i. 5l3,
Ci è in Danle , ove parla delle famose
frutte di frale Alberigo ec., ove pare che
Dante esalti i datteri sopra i fichi. Con
pare di Dante^ sproposito sproj>osilis»imo ;
ec. fAj
SPROPOSITO. Cosa che è fuor di
proposito j contrario di Proposito. Lat.
errar, iiieptia. Gr. oifLsiprvìpMt yìua^'at»
Crio;. Buon. Fier. 1. 2. 2. Ob son tan-
ti questi sciocchi, Che fan tali spropositi.
F Tane. 4- 9> Ch'io non vo' far qual-
che sproposito, Che tu noi sappia.
§. L Fare ag/i spropositi, vale Far»
un giuoco fanciullesco così detto. Ma/m.
2. ^7. Altri più là vedevansi confondere
A quel giuoco < biainalo gli spropositi. Che
quei ch'esce di tema nel rispondere, Coo-
vien che '1 pegno subito depositi.
§. II. A sproposito, posto awerbialm.,
vale Senza considerazione. Senza bisogn*;
o Senza opfMrtunità. Lat. inopportune, w-
tempestive, inconsulto, temere. Gr. ocVat'-
poì; , K^auÀwi. Tac. Dav. Stor. 2. 376.
Celso, che sapeva l' inganno, gli lascia an-
dare ; escono a sproposito ; gì' imhosrali
vannogli addosso. Cari. Fior. 79. Niuno
<)egli esempli che producete %' arricina
punto air opposizione, anzi ritoraano tutti
a sproposito.
•| ^ SPROPOSITONE. Accresca, di
Sproposito. Magai, part. 1. /ett. 18. Voi
adesso andate dicendo tra voi medesimo ,
che io ho fallo troppo onore a questo mia
concetto, dandoli nome di fantasia, paren-
dovi anzi una strampalatena, uno spropo-
silonc, una deboltzzaccia da ragazzo : noa
è così T (A)
* SPROPRIARE. P'ed. SPROPIA-
RE. (•)
«SPROPRIATO. Fed SPROVU-
TO. (•)
I? SPHOPRIO. Lo spropriarsi, Spro-
priazionc. (A '
:;= SPROTETTO. Add. you protetto.
Senza protezione. Lai. expers patrocina.
Gr. aTT^s^rarsuTo;. Salvin. Pros. 2o-
sc. 1. 3l5. La provvidenza vostra, arci-
consolo degnissimo, me scelse a tal pro-
va, acciocché non restasse l' ìnoorcQU in-
difesa e sprotetta. (*)
•f SPROVAMENTO. F. A. Pro^a,
Esperimento, Lai. prohatio. Gr. ;tji^a-
Gr. S. Gir, !^. Lo sprovamentu dcU'a-
misià di Dio ec. , cioè la perfezione della
buona opra. ^ Tratt. I irt. Mor. l3. Lo
sprovamenlo di buoni pensieri e se tenere
bene in pace, e dimorare io una medesi-
ma guisa. (C)
SPROVARE. /'. A. yeutr. pass. F-
sercitar.ù , Provarsi. Lat. se «j ercere.
Firg. Fneid. Sprovansi i compagni spo-
gliali al giuoco palestre.
§. /n signific. att. vale Tentare, Pro-
vare, Esperimentare. Lat. tentare , pert-
ciilum facere, e.vperiri. Gr. ~npi'*. G.
ì'. 9. 317. 3. 1 Fiorentini cuen«lo in Un-
ta atiliiione tU guerra, e cosi sprovaù dal
tiranno Castruccio loro nimico, niandarooo
per soccorso al re Ruberto- I.iv. M. For-
tuna per isprovar la viiUi romana. Tratt.
Fort. Sansa questa \irlù ni uni» può esse-
re isprovato.
» SPROVEDUTAMENTE. F SPROV-
VEDUTAMENTE, ffi)
* SPROVEDUTO. /.SPROVVEDI!-
TO. (B)
SPROVVEDERE Contrario dt Pro*'-
vedere ; Lasciare sprovveduto. Lat. orha-
re, privare. Gr. artpiiv, liuicc. Stor.
10- 713. Ne volendo i Francesi spro»ire-
deic lo Stalo di Milano.
t SPROVVKI)UTAMENTF..c SPRO-
VEDUTAMENTI-: Avveri». Senta prov-
cedimento , incautamente , Disan-^dula-
S P R
m„„. La.. irnpr,ni,le,'''COns,.no mp.-
r^(e, .<.<■«.,«•, lr".ere. Gr. «p<>.>«.. '"">■
G r. 11. ii3- A- Si i'»^'''"- »?'»""••:
,i„U.m-n.e con tulio il raiTO .■ o..l.Wu.
CT.ai d.-lla roridi d,.'Pr.,.n. .V. ' • »■ ^^•
fedendo il V"-" -'•■•->-'■"' -""Vlb
Con.e^o„," qunn.lo s,,rovvo,luUn.onU. a-
Tcndo preso con ...ano >'°». '",'' '^l.W.'
tcvole, q...-lla cono^iuta d, >"''■"' = ''';
dona, il/or. .V. <;r. K^scmlo no. ro>.
,prov^.dulam<-nle awalili du osso, no, ™-
L antivenuti dalla nostra f,«^TÌ<^ '•'■'■.
;V//. 31. Giugoindo airuseio, d tro^ o
'errato, \vendolo serrato la madre .sr'"-
vedutanìeute. H- lìemh. Slor » 71- L^"
„»do nel porto -''■' '■»"'•»"" "" f;r
viniiiaue sema al-una guardia , Cam»!. ,
.snrt.vedutaraente assalendole, con poca u-
llca le prese ( qni v.U in.provv.samentc
„pp„re non avendolo l''"'''"!" .'l"'"', ^^
lee). /■; 8. IIQ L'escreto della Hcpul-
Idie» sprovedutamente ed improvv.sanun-
te a Padova si niandasse. C? >
SPROVVEUUTISSIMO . Saperi, d,
Sprovveduto. Lai. mcximr v«nms dcsU-
l,.l,.s. Gr. .£.«T«T.S. Bcn.b. .-'or. 3
30. Ma egli, trovandosi sprovvedul.ss.n.o
di lune quelle cose che alla f»""/""""
hisogno, volle parlare al consolo de vini-
"'•+ SPROVVEDUTO, e SPBOVEDU-
TO AM. da SprotMdere; .^en ,.roc-
.■frf../o. Senza preparamento. Lat. ,mpa-
ralus. Gr. a7r«/:«<!«t"0=- •"<"'■ ."""• PS"
IO Quivi, secondo cena sprovveduta, tu-
rano assai Lene e ordinatamente se.v.t..
C. ;•. 7 65. 2. 1 Messinesi eCic.liam
enino sprovveduti . e non urdinaU a di-
rensione E 8. 78. 6. Andando cercando
la persona del Re , lo trovarono sp,wve-
duto e .masi disarmato. Cavale. 1 nitl.
ling. A mostrar la stoltixia di quell. che s.
promettono lunga vita, e a questa speran-
•a stanno nel peccato, e poi la morte gì.
truova sprovveduti * Bemh. Star. 9.
1-6. Con repentine e sprovedute corre-
rie né di ne notte punto riposar gli la-
sciavano. (Fj „ ,
* § L J'er Aon pretedìilo. Jiemn.
Stor. 8. 119. La qual città ec con alcu-
no sproveduto e repentino assalto ce. ri-
cuperar potessero. (1)
•4. * §. 11. Alla sprovvedala, ;io.rto
avverbialm. vale Sprovvedulanientc. Bla.
rim. buri. 1. 196. Or, ancor eh m avessi
da dir mollo, Farò qui 60; perei, alla
sprovveduta lo non fossi lalor dal padron
colto. (Jì . ,
# SPBOVVISTAMESTE. Avverb.
Sprovvedutamente, Alla sprovvista. Car.
lous. Sof. pas. 33. Premendosi le la M.ra
con le lal.bra talmente, che né V una Loc-
ca ne r altra si vedea , Dafni una volta
sprovvistamente, per più stringersela ad-
dosso, diede ee. (H)
SPROVVISTO . Add. Sprovveduto .
Cuicc. Stor. 14. 69G. La quale citta es-
sendo rimasta qu.isi sprovvista , diede ani-
mo a Lautrech ec. Buon, l-'ier. 3. 2. 2.
E come spesso Sprovvisti son di quel eli
è lor più d' uopo.
g. Alla sprovvista, posto avverhialm. ,
vàie lo slesso che .••provvedutamente. Jir.
As. 134. InBngendo cosi alla sprovvista
una sua risposta, disse: ec. I)av. Scism.
85. Maurilio alla sprovvista prese Villaco.
SPRL'FFARE. .Spruzzare. Lai. a.!per-
sere. Gr. ia.'v-.v. Cr. 9. 99. 1- Qu«te
spruU'ar si vo-liono coli' acqua mulsa ; d
qual fatto, non solamente si limangon della
lijttaglia, ma isbratlansi leccando.
SPRl'NARE. Disprunare , Toglierei
prua, Lat .<enles evellere. Gr. vtwAyi,
ri.-osrAi. l'ranc. Sacrli. rim. 58. Dove
s r B
cl.i passa e corre, e non si spenna. Rime-
dio alcuno non | no avete unquanco.
spl^u^E<;olo.c ,splHJ^E...;lOLo .
ì'n-mtopo. Lat. '"""■'■ lor. md. hem.
li "lo l'ho recalo un loaiio di spiuiieg-
j; Con coccole . h' 10 colsi av.de avale
/,/,. son. I03. E- tornea l.cn tanto .dio
spruncggio. Ch'io soche e. s ha p
pugnere il ghio.tuzio. Bemb.Asol. 2. 83.
Se cosiheneU loglio, la felce ee. , gl-
spiuneggi.di, e l'altre eil.e inut.l. e no-
cive alla sua possessione scegliessc.
' + * SPRUZZA. ì . A. lo stesso che
Sprazzo, cioè Minutissima gocciolma d
acqua. 1>. G.o-v/. /'«''• 2»3. L'acqua hae
molte parli: ogne spruiza e parie dell
""spruzzagli A. Acquicella, Poca piog-
gia e Icgswra. ì.cd. Ins. 91. Quelle la-
mu.e, le" quali si veggono quando viene
qualche spiuizaglia d, |.i„f già, hanno avu-
l„ il lor natale molti giorni avanti. ••■ l'Ct-
Un. Disc. 1. 35. Quando nelle tempeste |
s'affronta onda con onda, e corzans. ed
uitansi insieme, si speziano esse e si di-
sfanno in una spiuzzaglia si 6ne che s.
smarrisce la vista nella minutezza d. quelle
parti, neUe quali la spruziagl.a s. spar-
°'\-: e Per .fimilit. Poca quantità di
chéccL^sla. Salvia. Annoi. Opp.Fesc.Voj,
spiuzzaglia, per esempio, di cedrai.. (A)
Ma'al. lelt. 2. Una spruizaglia d. l.olli-
riat'tolc venute a uno in sul braccio, o sul
•+ :'.: SPRLZZAMEKTO. Spruzzo A-
spcrsicne. Scgncr. Miser. ver.^elt. S. A
un semplice spru^zamento che da voi ven-
. i: . l....,,„»„iiì resteranno
S P R
,341
;a , a un semp
lavanicnto , resteranno
"a , ,* "" J.-...J ... 1 1 11
ee. e -1 corpo netto, e 1 anima ral.l.eU
' SPRIZZARE, leggiermente bagnare,
0 si faccia colla becca .wchiusa , man-
dando fuor con forza il hquore che v. s
ha dentro, ovvero colle dUa bagnate, o
con ispazzole, o granatini, o .<,/»;/.._ Lai.
co«.<pergere , aspergere. Gr. fj""'"-
iJc. nov. 80. II. Tutu costoro d. que-
ste acque spruzzarono. Pallad. S. vuol
fr .-are entro ec. con erbe soav.ssunc , e
poi spnizj:aivi un poco di me e ( r. 9.
99. I. E maggiormente se dalla mulsa
sono spruzzale, alla quale per 1 odore più
disideiosamente s' appigliano , e stupidi-
scono. Sodcr. Coli. 127. Se con sugo d.
porcellana gli spruzzerai .ntorno ec. , ap-
piccandole poi in lato aseiutlo ^'n>^"l"-
tanno lungo tempo. * Buccll. Ap. 239.
«par-er convienli una rorante pioggia ,
Soffiando r acqua, e' hai raccolta in boc-
ca Per r aria , che .<pruzzare J vulgo
chiama. Lib. Son. 45. Questa e tuli
acqua lanla, che io ti spruzzo. (J,)
§. 1. ler stmilit. vale Spargere mmu-
lamcnte. Lat. irrorare. Cr.
2 l38. <-li leghi e l'brij .u cnrlapcco-
ra, co. fogl. r.londali e spruzial., conlor-
,e mi ha legali gli alili. C^J
•+ * Sl'RUZZl'.TTU. l'im. di .'•pruz-
o; .'spruzzolo. .Illcg. pag. 192. (Amsterd.
1754 ) Se egli Ì! ver, come 10 penso, che
1' avx'r una vena di dolce, idest uno spruz-
zello di scemo, sia come dire, d zucche-
ro sulle vivande, ec. (A)
•f * §. Spruzzelto , dicesi anche Un
ramuscello, scopa , o checchessia altro ,
con che si .spruzza Corsia. Torracch. 3.
3o. E '1 Sonno, che vag;.ndo Pel mondo
"se ne già con lo spiuzzello D' um.d' onda
lelea l alme bagnando. Pur anco a lor ba-
gnò la fionte, e '1 petto. lAJ
SPRUZZO lo spruzzare. Sprazzo. Lat.
a.mrsio, irrorano, a.ipergo . Gr. pKVTi-
auó^ . Coli. Ab. Isaac. S' ella gravasse
niente per alcuno spruzzo d' umore, non
solamente non si levei'a in aria, ma ee
/(/■ Far. 10. 106. Che se lo spruzzo ha
in tal modo a durale. Teme si l'ale in-
I naffi airippogr.fo. Che brami in vano a-
I vere o zucca o schifo. Sagg. nat. esp. 112.
Ma subito che lab vescichette emergono
' dall' aceto, urlando nellaiia, crepano, eu
il lor velo in un finissimo spruzzo disper-
gesi. ,
SPBUZZOL ARE. Piovigginare. Lat. ro-
rare, leviler pluerc. Gr. 0>0(l.'?5iv. Var-
rh Stor. IO. 314. Essendo piovigginato
alquanto, spruzzolava ancora un poco. *-
der Colt. 38. Il nuviloso (tempo) senza
lùoggia non 'e da rifiutarlo, e se spruzzo-
lasse, non e cattivo.
g Per similit. vale Spruzzare. Lai.
irrorare, aspergere. Gr. £n.p>a.'v£.v .
/■/,. yjijc. an. 91. Con una spugna le
spazzolasse dell' acqua addosso . * Car
long. Sof 19. Dafni le spruzzolava dell
el
ly. ^- - -I
iso, ed ella gli rovesciava ad-
3. E
'nie, A-.ai. »» < f "- - ■ - - ^ *
soppressalo che sia, si levi la soppressa, e
si dee spruzzar con sai luto. Ai,™, f .cr.
4 3. 3 lo non vo' sliavi. Che roiHnuz-
z,uo addosso po' cannoni Un nugol della
polvere vivace, Ond' egli h.m lutti p.cn
j-heroni e falde.
«; 11. Per metaf Lai. aspergere. Gr.
E^V;«vE.v. Poez. I arch. 2. pros. 4.
Di quante amarezze è spruzzala la dolcez-
za dell' umana fiUcit'a!
3 SPRUZZATO. Add. da Spruzzare.
Lat. a.ipersus. Gr. pa,re.;. óagg. nat.
1 Cip. 78. Le gocciole, d' acqua , o di argen-
i lo viio, spiuzzale sopra .1 suo tondo, dal-
' la solila lor fig.ira non s alterano.
* e 1 Per Macchialo, -tranc. iac-
ch .10^. l63. Ser Buonaveic non avea pm
che un paio di calzacce bianche, e quelle,
tornandosi a casa, trovo tutte spruzzate d
inchiostro". ( Cj n j /,#,
+ * g li. rer Chiazzalo. Red. leti.
acqua ne- - .
dosso i suoi fiori. (IrJ
SPRUZZOLATO. Jdd. da Spruzzola-
re. Lai. a.<per.u.s. Gr. pa-iicii. Hed. In.<.
l32. Era verde, e spruzzolalo per lutto di
macchiclte gialle e rosse e turchine (qu:
per simllil. vale chiazzalo, picchettalo).
SPRUZZOLO. Sprazzo. Lai. aspergo,
Icvis pluvia. Gr. 0>ir-. 5- pavTlc/lO?. Ci-
rilì. Calv. 2. 54. Perchè nelle caverne 10
nii ra-gruzzolo, E non islinio vento o neve
o spruzzolo . Malm. 7. l5. Paride beve ,
e poi gli d'a lo spruzzolo. E 9. 2J. Fiac-
cate e rotte anch' esse d.igli spruzzob Di
pietre che ancor granano i cocuzzoli (qui
per similil.). Menz. sai. 9. E tal lu gior-
no , Ch' ebbe alle tempie troppo amaro
spruzzolo (qui per metaf. j.
* SPUBBLICAZ10^E. Svergognamen-
to S. Agost. C. D. 17. 20. E fatto a noi
in ispubblicazione de'noslri pensieri. (MmJ
SPUG^A . Sorta di pianta che nasce
nel fondo del mare. Lai. spongia . Gì.
^rJy/oi . Eior. tiri. A. M. Cosi come
la spugna non rende V acqua, s' ella non
è premuta} cosi non si può avere dall a-
vaio, se non per forza. tSocc. nov. l!\. II.
Costui , divenuto quasi una spugna , ec.
pervenne al lito dell' .sola di Guilo. Vani.
Purg. 20. T rassi dell acqua non sazia la
sp.igna. Malm. 3. 60. Genie che a bere
•e peggio delle spugne. ■:■ " 1 arch. lez.
440. Come sono le spugne manne, ed al-
cuni altri", t^) _ ,
J S I £ Spugne , si chiamano IJue
sassi bucherai, a guisa delle .'pugne ma-
nne, i quali si adoperano per adorna-
mento d! fontane e grotte. '""'"'■"''•
IO. La calcina farai di sasso buuco duro,
ovvero di tebcrtino, o vuogli d. pietra co-
lombina, o di pietra d. fiume rossa ,0 d.
spusna./Jor./ /ì.r-473- L» quale ignu-
da eVe fra le spugne di quei sass..
-^011 Var di spugna ad un lavoro,
vale Cancellarlo. Bellin. Disc. 3. 22. Bi-
1344
s p u
sogna dar di spugna al lavoro, e rtcomin*
ciar da principio l'opera (parla di pittu-
ra J. (F)
^ §. 111. Liscinr la Spugna j maniera
proverhiale per esprimere ti tentare inu-
tilmente qualche cosa impossiìiilc a farsi,
o a riuscire . Lai. lapidem elixare . Gr.
Ji'bov tòifi . fìuon. Fier. 3. l. 5. Non
lu rhc (lare appunto un pugno in cielo ,
Non fu rh' un torre a pettinar un riccio,
Un lisciare una spugna; Cbè la «uperlta
inritrosìta donna Non &i piegò , doq pur
&i mosse un* u^na. (*)
* SPUOMTOSO . Add. Che ha al-
quanto dello spugnoso . Magai. Lett. La
>ustaaza interna del gambo è spugnito-
sa. (A)
* SPOGNONE. Certa pietra bianca di
J 'otterrà , che serve per far gesso. Bai-
din, l'oc. Dis. in GESSO. fA)
SPUGNOSITÀ', SPUGNOSITADE, e
SPUGNOSITATK . Maritù , liarezza si-
mile a quella della spugna. Lat. raritas.
Gr- p.'jiiò'Zfìi' C'r. 2. l3. 17. Fannosi più
tnolli, arcioccliè per la spugnosilà loro rt-
sudi, o gema di fuori 1' umido naturale ,
e maturti^i in couvenevol nutrimento delle
piante .
3 SPUGNOLO. Jild. Bucherato a gui-
.vrt ili spugna. Lat. snongiosus. Gr. szoy-
•/w'155 . ISurch. ?.. Ji. Spugnoso e rosso
assai più rh' un rullino . liuon. Fier. 3.
L. {^. E r un doppio e spugnoso, E tem-
perato in guisa, Onde gÙ uominvibeono
a paesi .
:? g. Edfttodi Colore. - Pallad. Marz.
25. I color son questi: ec; vario, cioè il
nero colore miscliiato con colore alitino ,
o nero col Ladio ; canuto con qualunque
colore; spugnoso, macchioso, murilo, più
oscuro ". (]V)
# SPUGNUZZA. Dim. di Spugna. {*)
t * §■ /- /'f'" similìt. Quella scabrosità,
o bucherarne/Ito che resta negl' intagli e
/a* ori che furono niellali. Lat. spongiola.
Gr. 5T5''/V"5V. IScnv. Celi. Oref. 26. Q"*^"
sta brunitura è solamente fatta per rilurar
certe spugnuizc che alcune volle vengono
ucl niellare. (•) F f'it.'i. 38i. Questo bru-
nire si fa solamente per riturare celle spu-
gouzze, che alcune volle vengono nel niel-
lare. (C)
•| * SPULAttE . Levar la pula, la
loppa , la lolla , cioè quel guscio delle
biade , che rimane in terra nel batterle .
Salvia. Odiss. II. 167. Quando in te rin-
contrandosi alcun altro Viandante, dira d*
aver sulla spalla Mjgni6ca una pala da
spulare, ce. F iliad. Come ncll' aie tra-
porta le paglie il vento , quando che si
tpula , e che Cerere ec. si discevera il
grano della paglb. (A)
SPULCELLAIiE. Dispulsellare, Ster-
ginare. Lai- devirginare. Gr. oiKTy.^&£-
»et/òiv. t'olg- Ras. Si tessono insieme vene
toltili, le quali quando la vergine si corrom-
pe, cioè si spulrrlla, si rompono. Zibald.
j4ndr. 92. Quando sposano moglie, i ma-
rili le danno a spuliellarr ad alln. /'/". Al-
dobr. P. A'- 23l. Egli e dentro alla porta
una p<'lle, che le fa mah' che 1* uumo la
rompa, (|Uiindo la spulcilla. Cron. ì'ell.
142. Isi.uhello , ed elibe che fare colle
ntigliori donne drlla terra.
SPULCELLATO. Add. da Spulcel-
lare .
« SPULCIALETTI. Servigiale ; Que-
gli che rifn, e spulcia i letti ; e si dicr in
dispregio a persona vile e di servite me-
stiere . /,'iion. Fier. ^. 2. 5. Anche lu
»cruccalorc , spulcialetU , Anche lu leslri-
gon succiamalalì ce. , Piatlolon da sepol-
cri , esci al sereno. (*)
SPULCI AhE. Ter via da dosso le pulci j
g si usa in signific. alt. e neutr. pati.
Lat pulicet tollere , a pulicibus liberare.
S P U
Gr. òìJÌXkì òttoLifiitv. Buon. Fier. %. 4-
17. S e* non v'era una gobba lervicciuo-
la , Che guardava là ì polli appo la stalla,
E intanto si spulciava soiinacchiuoi.
* SPULEGGIARE. Lo sUsso che Spu-
iezzare. Ar. Cos. (A)
3 SPULEZZARE . Fuggir con gran-
dissima fretta. Lat. se fuga: dare, fugere.
Gr. psu/£tv . /,iA. Son. 55. Arran-
ca, sbietta, spulezza , calcagna. Morg. 7.
32. Vedrete che l»el fumo da' balconi. E
tutto '1 campo a furia spuleuarc . Tac.
Dav. Ann. l\. \o!\. Ovunque drizzava oc-
chio o parola, faceva %pulezxare , spanre,
volar le vie e le piazze . E Post. !\^!\.
Spulezzare , volar via , rome la pula al
venlo. Cirijr. Calv. 3. 74. <'be sputezzar
si fece ognun davante. Atalm. 7. 18. Sen-
za lume ne luce via spulezza, E corre al
buio, che né anche il vento.
SPULEZZO- L' atto dello .tpulezzare .
Lai. pra-ceps fuga , fuga . Or- fjyrt .
Morg. 2 l\0. Tu ne vedresti il più bello
spulezzo , [lurchè questo battaglio vi con-
duca . Ciriff'. Calv. 3. 75. Vedrai bello
spulezzo in questi piani . /:.' !\. 109. Ve-
drai bello spulezzo in quella sala.
SPULZELLARE. Spulcellare , Svergi-
nare . Lat. devirginare . Gr. òtiA^lxpSi-
Vi Jsiv .
SPUMA . Schiuma . Lat. spuma . Gr.
a'ocs; . ì'irg. Fneid. M. Tre volle ve-
demmo la rotta spuma e le stelle bagna-
te. Sagg. nat. esp. 'i!\. Si lascerà sull'ar-
gento una piccola quantità di spuma falla
con chiara d'uovo o sapone dibattuti con
acqua .
SPUMANTE. Che fa spuma. 'LaX. spu-
mans . Gr. u^CÌ^Wi . Filoc. 5. 52. Ve-
dendole verdi e spumanti biancbeggi.ir nel-
le lor rotture. Amet II. A me ninna paura
è di aspettare colli aguli spiedi gli spu-
manti cinghiari . l'^amm. 6. 5. Con am-
maestrata mano lieti mostravano come gli
ardili cavalli con ispumante freno si deb-
ban reggere ( cioè , coperti) di spuma ) .
Ar. Fur. IO. 3^. L'altra con una coppa
di cristallo Dì ^ìn spumante più sete gli
messe .
SPUMARE. Far la spuma. Lat. spu-
mare. Gr. à.-^a{ltK-i. Tass, Oer. 8. 74-
Cosi nel cavo rame umor che bolle Per
troppo foco, entro gorgo^ha e fuma, Né
capendo in sé stesso, al 6n s'estolle So-
vra gli orli del vaso, e inonda e spuma.
* liem. Fior, l'ist. Ovid. 1. 3. Piinia-
chè senza me si Veg|;ia V onde Rotte da'
remi tuoi spumare. iTCj
SPUMATO. Add. d,l Spumare.
SPUMEGGIANTE . Che spumeggia .
lied. Annoi. Pitir. lÒi. Antifanc ne* Si-
mili di>se un bicchiere pieno e spumeg-
giante , ec. ; Eubulo ne' Mellilori di dadi
ec. calice sopra spumeggiante.
SPUMEGGIARE. Spumare. Lai. spu-
mare ■ Gr. ap^i'^etv . lied. Ditir. 26.
Che ne' vetri umpilla , Salta , spumeggia
e brilla .
* SPUMEO . Add. Spumoso . Salvin.
Fneid hit. 7. Gli scogli indarno, e intor-
no fremon spunui I sassi. ( F)
•f ? SPUMIFEllO. Propriamente che
Porta, o Genera spuma, ed anche Pieno
di spuma , Coperto di spuma. Spumeg-
giante , Spumoso, .*>'chiumoso . Sfairhelt.
Lucr. lib. 5. »■. 145.V I letti loro Fuggun
smarriti o pel veoir d* un fiero Spumifcro
cignale, o d'un robuiio Leone, ce. f.^^
SPUMO.St). Add. fieno di spuma. Ldl.
.fpumosiis, Gr. a9-0ìi{. Lab. 35<). IìÌ|m>>
sto sollo gli oscuri boschi di quella, spes-
se volte rugginosi, e d' una |tt>mma spia-
cevoli e spumosi, r d'animali di nuova
qualità ri|)ìoiii. Amet- l3. Con itpumosi
ravvolg imeni ì e con veloce corso tiran-
dosi dietro grandissime pietre dagli alti
SPU
monti. Vifg. Kneid. J/. Fuggiamo per
le spumose onde, per nu-zzo Itr terre de*
nemici , verso quiìlc parti «he '1 vento
e '1 aocchier ci mena . '■'.■ dir. En. 8.
1077. Ambe le parli mosse Se ne fian
per urlarsi , e d* ambe il mare Scisso da*
remi e da' stridenti rostri Lacero si vede*,
spumoso, e gonfio, (fi)
•t * SPUNTANTE. Che spunta. Che
comincia a nascere. Salvia. Opp. Cacc. E
'1 Strio Can conosca , e spuntante lo te-
me . /iT Pros. Tose. 1. aSl. Tosto che
sentito ha venire sopra d' kaìsl il folgore
dello spuntante Sole , ec. (A}
SPUNTARE. Levar via, o Guastar
la punta. Lai. mucronem retundtre. Gr.
c/ny_u.r^v i('^S> ./vitv . Sagg. nat. esp. 48.
Sia tiralo il beccuccio ec. di tal solliglÌei>*
za, che possa facilmente aprirsi, spuntan-
dolo colle dita. Meni. sat. 4> Giove, che
spunta ancor ct^lle calcagna Dell' auree
stelle i solidi adamanti.
g. I. /Vr metaf Dani. rim. 3l. Fal-
lo ha d* orgoglio al petto schermo tale,
Ch' ogni saetta li spunta suo corso, Per-
che l'armato cuor oa nulla è morso (cioè,
ferma ).
g. II. In signific. neutr. pass, vale
Perder la punta . Petr. son. 2- Quan-
do 1 colpo mortai laggiù discese , Ove
solca spuntarsi ogni saetta. Buon. Fier.
2. 4- II- ^i spuntano, si scollao, si sco-
scendono .
* §. III. E colle particelle sottintese
vale in senso metaf. Perder la fona. Di-
venire impotente. Brun. Lat. Cat. 3. Ma
noi, già sono W di, abbiamo sofferto che
spunti l'autorità di costoro. (C)
§. IV. In signific. neutr. vale Comiif
dare a nascere. Apparire, Uscir fuora.
Lat. oriri, apparere, erumpere , exoriri,
surgere. Gr. a»aTéi/ei» , eVyu'fffSat .
Ilocc. g. 7. p. 2. Ne ancora spuntavano
li raggi del Sole ben bene , quando tutti
entrarono in cammino- Pctr. canz. 8. 2.
Appena spunta in Oriente un rag>^io Di
Sol , eh' air altro monte Dell' avverso o-
lizzonle Giunto '1 vedrai . Ar. Fur. lO-
11. Ed era bella e fresca. Come rosa che
spunti allora allora Fuor della boccia , e
col Sol nuovo cresca . ^egr. Fior. Clic.
1. 2. E egli possibile che i'uslachio 000
Tenga di villa? ec. Ma Ìo lo veggo spun-
tare là da quel canto : Eustachio , o Eu-
stachio T Tass. Ger. 2. 97 Mirano ad or
ad or se raggio alcuno Shunti, o rischiari
della notte U bruno . /•; 3- l8. Che gli
occhi pregni un bel purpureo giro Tinse, e
ruco spunto roezzu un sospiro . E Amint.
2. 2. Se ben ravviso di lontan la faccia ,
Aminta è quel che di là spunta . Sagg.
nat. esp. 20- H triangolo minore , the
spunta dalla strellissima commessura del-
le due parti della taglia , e quella ha
per base , giuoca liberamente con le sue
vibrazioni.
§. V. Spuntar la borita , le eorna , le
bocce, o simili , vale Cominciare a met-
terle , Afandarle fuori . Curi. Marign.
Spunta r umiile corna, e ovunque |>assa.
Argentea strada a' riguardanti lassa i par-
la tirila chiocciola ). Dav. Colt. 160. Con
alquanto del verchii> , che spunti 1m>cch>>
line per meitcre '^' Plut Jdr. Op. mor.
3. .3o3. Abbraci landò, e baciando Euripide
nd convito il bello Agatone, che comin-
ciava a spuntar la barlui, disse agli amici :
Non vi maravigliale , che 1* autunno de*
belli e Iwllo. (C) Segn. Star. lib. 4- Ber-
lino Aldobranili giovane che appena spun-
tava la barba. (FPj
$. VI. Spuntare, diciamo anche il Can-
cellar del libro il ricordo preso e scritto
di cosa %-endiita , o prestata altrui. Lai.
delerr, cipungere. Gr. Ì£xìCt'^Civ>
§. VII. Spuntare alcuno, vale liimuo^
S P u
xtrlo dalla propria opinione . Tac. Dav.
Ann. 3. [\0' Non essemlo cicute , che i
parenti spuntasstTo Pisooe , Agusta gli
mandò ì suoi danari , ti fu finita la ({ui-
slioUL' i il testo lat. ha : Pisunuin frustra
coercentibus ). E Stor. 2. 272. Né stra-
KÌo nìi morte la spuntò da iiucllj valorosa
parola .
5 §. Vili. Spiantare alcuna cosa, vate
Superarla^ Ottenerla, rimovendo le diffi-
coltà, Lat. rem conficere, difflcultates su-
perare. Gr. vixàv. lìenv. Celi. Ore/. iSt).
£gli è sialo il primo dopo gli antichi ,
che ha trovato il modo di spuntare «-ol-
la tempra de' suoi ferri il perfidioso por-
fido ( cioè , di domarlo, di arrivare a
scarpellarlo) .
^ §. IX. Spuntare un luogo, dicesi
da' 3Iarinai dell' Oltrepas.iarlo navigan-
do. Tac. Dav. Ann. l5. 217. E men-
tre fanno fona di spuntare il Capo di
Miseno, un fonato lUieccio gli hattè nel-
la spiaggia di Cuma. Pros. Fior. p. i.
i'. 3. pag. i35. Ci dettero altri grecali
che ci teonero sulle volte senta poter
spuntare quell'isola. (N)
# §. X. Spuntare un luogo, dicesi
dai Militari dell* Impadronirsene, caccian-
done i nemici. *> Borgh. Tose. 344- ^'
arebbono anche per avventura spuntata
( Pisa) e penetrati più oltre nel cuore
della Toscana, se ec. « . Guice. Stor. 5.
105. INemors, disperato di spuntare il fosso
ce. fece gridare addietro. (Cj
# §. XI. Spuntare il nemico, o simile,
da, o di un luogo, vale Hespingerlo, Cac-
ciamelo. Guicc. Stor. 6. i52 1 quali per
questo diffidandosi di spuntar gì' iuiinici
d.d passo di S. Germano, deliberarono vol-
tarsi al cammino della marina. E 7. 255.
Ma Ciamonle, volendo spuntargli dì quel
luogo, fece tirare ad alto due cinnuni. (C)
§. XII. Per Levare ciìi cìte tiene pun-
tata alcuna cosa, come spilli , e simili j
contrario di Appuntare. lìuon. Fier. 5.
3. I. Un infinito numero di donne. Alle
quali spimtando i fatxoletti , Me rubavan
gli spilli
^ §. XIII. Spuntare, dicono i Cappcl'
lai del Levar il pelo vano dalle pelli di
lepre. (J)
SPUJSTATO. Add. da Spuntare ; Sen-
ta punta. Che ha la punta rotta, o gua-
sta. Lat. ohtususj retusus, hef'etatus. Gr.
a/A^Xuyàst^. Amet. l3. In aj^uzzare gli
ipuntati ferri. Ovid. Art. ani. l'onele giù
gli spuntati coltelli. Sagg. nat. esp. 106.
Spuntato il beccuccio, incominciò a stillar-
ne r aigento assai slentatameute. Tac.
Dav. T it. Agr. SgS. I nimici con pic-
coli scudi, e spade lunghe e spuntale non
polcTano Delle baruffe maneggiarsi, e allo
stretto combattere ( il lesto lat. ha : gla-
dii sinc mucrone ) . JJuon. lier. 3. 2. i5.
Mi ciondola spuntato giù il favore ( i)ui
per metafora, nel significato del %. XII.
di SPUXT.^RE). E Tane. 5. 7. Tu se'
UQ altro fiore ec. su su s|iuntalo Tra 'l
diaccio e la brinala del mio prato (cioè,
uscito fuori, nato ) .
SPUNTATURA. Lo spuntare, e Quel-
lo che s' è levato della cosa che j* è spiin-
tattt. Lat. praesegmen. Gr. KTióyoiJiMv..
Cr. 9. 52. tu. Della spuntatura dell' un-
ghia.
SPUNTELLARE. Levare i puntelli .
Lih. Soa. 1^6. £ eh* egli spuntellò certo
un frascato.
* SPUNTELLATO. Add. da Spun-
tellare. Bart. Stor. It. lih. l. cap. 18.
Mentre stava sotto un masso ec. il masso,
spuntellato della terra che il sostenea, ri-
versogli addosso. (CP)
* SPUNTO. Sust. Quel difetto che ha
il vino allo7\'lù- comincia a dar cenno d*
infortire. (C)
Vocabolario Tom. Il,
S P U
SPUNTO. Add. Squallido , Smorto.
Lat. 'stjualidus, Gr. oi\JXp-'npói. Mar. S.
Greg. I. l8- Colla barba rasa, co' vesti-
menti squarciali, tutti squallidi, cioè spun-
ti, ovvero scoloriti. Hocc. nov. 77. 65.
Vedendo la donna sua ec. tutta vinta ,
tutta spunta, e giacere in terra ignuda ce,
cominciò a piangere. Frane. Sncch. rìm.
66. L'altra con membra nude, nere e
smorte Sul bove scapigliata, si figura Or-
rida, spunta e scura. J'ac. Dav. Ann. l^.
qo. Tratto lo infelice di esiglio, e sucido
e spunto , in catena condotto in senato a
petto al figliuolo I il testo lat. ha .• illu-
vie ac squalore obsitus ). E Ann. 6. 125.
Trovatolo in Ircania lordo, spunto, e sfa-
marsi con r arco, lo spaventarono , quasi
venuti ad ucciderlo (il testo lat. ha: il-
luvie obsitus ).
•f SPUNTONATA. Colpo di . spuntone.
Frane. Saccli. nov. 180. Chi ha mosso ,
riceve parole che sono peggio che spun-
tonate (l'edizione di Firenze 1724 l*^gS^
spontonate ) .
§. Figuratam. Car. leti, i- 20. I mot-
ti, le frecciate, e le spuntonate, che gli si
dettero sopra ciò, furono quelle poche.
ii^ SPUNTONCELLO - Diminut. di
Spuntone. Pros Fior. 6. 23o. La cicala
ec. è r unico tra gli animali che viva sen-
za bocca, in (aml)io della quale ha nel
petto uno spunloncello Iten aguzzo ( (]ni
per similit. ). (•)
•'S. SPUNTONCINO. Spuntoncello. Sal-
via. Pros. Tose. I. 212. La palaia, o can-
natola, perchè con un certo spuntoncino,
che ha di dietro, buca le canne e i pali
delle viti, per farvi l'uova ( qui per simi-
litudine}. (•)
SPUNTONE. Arme d'asta con lungo
ferro quadro , e non molto grosso , ma
acuto. Lat. veni, verutum. Gr. o^i).^ 5.
Bocc. nov. 77. 55. Sì fieramente la sti-
molavano, che ciascuno le pareva una pun-
tura d'uno spuntone. G- /'. 7. 81. 3.
Di sua mano col suo spuntone 1' uccise.
Uno/I. Fier. 3. 4- 3. Di quanti fia capa-
ce il mio spuntone. Ai
con spuntoni ed archi
Veder dai mouti sdrucciolarne mille.
g. 1. Por metafora. Mor. S. Greg. E-
gli percuote se medesimo collo spuntone
della sua parola.
-;■ g. II. Spuntone, dicesi anche delle
Spine acute, e legnose di alcune piante,
o o.-{see di alcuni pcici . Bellin. Disc.
I. ^7- Per la lunghezza di questi dagelli
( della seppia del polpo, e della loligginej
ad ogni lauto sono inserite certe lunette
di forte osso, che sono armate di pungeu-
lissimi spuntoni ritorti a guisa di ranqtini
ritolti de' pettini da stracciaioli, e sono
que>tì spuntoni cosi pungenti, e cosi pe-
netranti che ec. t C)
'f * Sl'UNZEt^CmATO- Add, Sti-
molato. Spronato, Provocato. Accad. Cr.
Mess. 5. 572. Furono messi su, e spun-
zecchiati dai Messicani, si in ordine al pri-
mo tradimento, come a tutti gli altri ec-
cessi della loro temerità. (Aj
* SPUOLA. / ed. SPOLA. (•)
•f * SPURARE . ycttnrc. Purgare,
Spurgare, Purificare, Pulire j e propria-
mente lo dicono gli Aretini de' vasi di
rame, di slagno, 0 d'ottone. "Lat. purga-
re. Gr. j'aàyac^icv- Ped. Cons. 1. 224-
E perciò è necessario ancora stasare bene,
e spurare i canali che scorrono per esso
fegato. (•)
•f SPURCIDO. r. A. Add. Sporco.
'Lai. foedus. Gr. pu-wor;^. Bocc. Lctt.
Pr. S. Ap. 292. Dall' altra parte era una
piccola tavoletta di grosso e spurcido ca-
novaccio.
SPURGAMENTO. Lo spurgare, nel si-
gnific. del §. 1. Lai. expurgatio, purgatio.
S P U
1345
Fur. 24. 8. E
spiedi e fromb
§. Per Sozzura. Lat. purgamcntum.
Coli. Ah. Isaac. Non accelli'ranno che
sieno posti sopra essi medesimi, se prima
iiou è gitlato fuore ogni spurgamento di
peccati.
SPURGARE. Far forza colle fauci di
trar fuori il catarro dal petto j e si usa
nel sentim. alt. neutr. e iieutr. pass. l.at.
screarv, cxcreare. Gr. e'jtrrTJìiv. Bocc.
nov. 52. 6. Poiché una volta o due spur-
gato s' era, cominciava a ber si saporita-
mente questo suo vino, che egli d' arebbe
fatto venir voglia ai morti. Cas. Vf. com.
106. Ischifisi parimente lo spesso sbadi-
gliare e ispurgarsi. Maini. 6. 78. Voltan-
do in qua e 'n l'a 1' occhio porcino , Si
spurga, e sputa fuora un riabaitino.
§. ì. Per lo stesso che Purgare. Lat.
excernerc, expurgare. Gr. /a^apt't^ìiii.
M. Aldobr. La foiza del vino sì distrug-
ge le superfluità del corpo, e spurga per
sudore e per orina. ^ Tjthald. Andr. 45.
E fa* che tu ti spurghi lo stomaco per frc-
botomia. (ìS)
^ §. 11. Per Discolparsi. Lat. purga-
re se. Saltust. Giug. 162 E non poten-
dosi bene ispurgare ne scusare , fu con-
dannato. (F)
* SPURGATO. Add. da Spurgare.
Lat. purgatus. Gr. zaiaf cs&ei'^. Salvin.
Pros. To.u-. I. 6. Ma nel nostro gran
Vescovo venne un tal nome ad essere
spurgato della sua superstizione (qui f-
guratfim. J. (*)
SPURGAZIONR . Spurgamento. Lat.
purgatio. Gr. xa'Qapci?. Coli. "At>. Isaac.
Fatta prima questa cotale spurgazione, eh*
abbiamo delta, la quale si compie per la
purità della sempUcitade , e della inno-
ceuzia.
SPURGO. L'Alto dello spurgarsi, e
la Materia ancora diesi spurga. 1.3.1. ex-
crcatus. Gr. £/7rTUc:ib- Anibr. Cof. l\. II.
Quando io sarò all' uscio, Dove tu hai a
picchiar , te '1 farò intendere Con uno
spurgo.
'•• §• Spurgo , term. degli Idrauli-
ci, Il rivotamento di un fosso, canale, o
simile, dalle materie tleposf evi dall'acque
e dalle piante acquatiche che vi fosseiv
germogliate. (A)
SPURIO- Add. Lat. spurius. Gr. vo-
S05. Maestruzz. I. 6^. I non le;;ìttimi non
legittimamente nati sono di molte manie-
re. Alcuno è detto manzer, cioè colui che
propriamente nasce di meretrice ; alcuno
altro si chiama spurio, ovvero notlius ,
cioè colui che nasce della adultera ; alcu-
no altro è chiamalo naturale , cioè colui
che è nato di soluto e soluta. E I. 70.
Quattro sono le maniere de'figliuoli: al-
cuni sono naturali e legittimi, cioè coloro
che nascono delle mugli; alcuni sono so-
lamente naturali, cioè i figliuoli delle con-
cubine, cioè di soluto e soluta, la quale
possa essere moglie ; alcuni sono solamen-
te legittimi, siccome gli adottivi ; alcuni
sono spurii, i quali nascono d' avolterio e
incesto, ec
'^ §- Spurio, è anche aggiunto che i
JVolomisti davano alle cinque costole in-
feriori, che anche si dicono Alendosc. Im-
perf. Anat. l6l\. Le costole si dividono
in costole vere e legittime^ e in spurie
e illegittime, ec. (F)
SPUTACCHIARE. In significato neutr.
e neutr. pass. Sputar sovente, ma poco
alla volta. Pataff. [\. Io mi sputacchio:
attienti al colombaio. Lih. cur. malati.
Nel male malinconico non fanno altro che
sputacchiare, tanto di giorno, quanto di
notte.
g. In signifc. alt. vale Sputar nel
viso altrui per dispregio. Lat. in os
expuere , in faciem .tpuere, con.tpuere .
Gr. ixTZT-Jziv ili to' Tizó^anov- Annoi.
169
i346
S P u
Van^. Sarà tradito, e messo in mano
delle genti, e sarà schernito, sputacrhìa*
to e fragellato. Cara/c. r'rutl. lini;. Nel
mattDtino dehbe pensare come fu sputac-
chiato, pplalo. 'd esaminato.
*f SPUTACCHIERA. Sorta di vaso da
sputar dentro. Lat. \'as ad cxpuendum.
Pro.i. I-'tor. 6- 24^^* ^t-'ll*' sputacchiera
a stilla a stilla il catarro, il fa rivedere
al medico. Bed. Cons. 2. iSp. Intorno a
questo fetore si potrebbe considerare se
veramente gli spuli ec. acquistino ■ il fe-
tori^ dopo qualche tempo che sono stati
nelle sputacchiere, conforme soventemen-
te suol avvenire. (*)
SPUTACCHIO. Sputo. Lai. sputttm.
Or. TTTu'iXov. S. /ii^ost. C. P. Non so-
lamente colle jtietre, ma ciiandio cogli
sputacchi sarebbono affogati. Ani. /Ham.
san. ip. Ma meraviglia è bi-n che gli
.sputacchi Seguano appunto appunto ov'
ella va. Tcs. Pov. P. S. cap. 52. Togli
olio laurino dramme tre ec, argento vi
vo stemperato collo sputacchio dramme
due ec. : mescola tutto insieme, e con-
fetta, e ungine.
SPUTAGLIO. r. J. Sputacchio, Spu-
to. Lai. sputum. Gr. Tir j'siov. Frane.
Sacch. Op. diw. I25. Questo cieco nato
rb))f gran fede, e collo sput aglio misto
rolla terra, e fallo b)to, il nnsiro Si-
j^nore li pose sulle forme degli occhi, ec.
5 SPUTARE. Mandar fuori scialiva,
vatarro, 0 altra cosa per bocca. Lat.
ejcpucre, spuere. Gr. aTrOTTTUEtv. Jiocc.
nOf. 61. IO- E giunti quivi, disse la
donna a Gianni : ora sputerai , quando
io il ti dirò. IC num. li. E cosi dello,
disse al marito: sputa, Gianni j e Gian-
ni spulò. E noi\ 76. 12. Chi avulo avrà
il porco, non potrà mandar giù la gal-
la, anzi gli parrà più amara che veleno,
e sputcralla. Lah. 253. In sulle calca-
gna sedendosi, e coli' occhiaia livida tos-
sire, e spular farfalloni. C f'. 12. 83.
7. Apparendo nell' anguinaia e sotto le
ditella certi enfiali ec, e sputando san-
gue. Dant. inf. 25. E l'altro dietro a
lui parlando spula, jifaestnizz. 2. 36.
Che sarà, se alcuno non percuoterà il
rherico, ma ispntagli addosso, ovvero gli
versa addosso alcuna cosa ? Lor. Med.
canz. 5g. 3. I sornacchi, ch'ella sputa,
Paion tuorla colla biacca. ^ Segner. ì\!ann.
I.ugl. 29. 2. Il palato congiunge a se
questo ciLo più strctlamcnle, cioè masti-
candolo colla delta forma , e non sola-
mente assaggian»lolo, r poi spulandolo. E
appresso .• Tu al più gusti il cibo, e di
poi lo sputi, (f'j
t? g. I. /n proi'crh. (hi ha dentro ama-
ro, non può sputar dolce; e vale che Chi
ha ira, dolore, o sintilv, d' alcuna cosa ,
non può non dimostrarlo, u l'ranc. Sacch.
Op. dii\ Chi ha dentro amaro, non può
sputar dolce »• . (Ct
§. 11. Per similit. vale Mandar fuo-
ri checchessia con impeto . Tac. I>ai .
Ann. l5. 20fi. 1 mang.mi e balestre di-
sordinavano i barbari sputando sassi e
lanciotti più lontano, che non arrivavano
Ir frecce contrarie. Cirijf. Calv. 2. l\5.
Non isputò giammai passavolanic Tanto
veloce una palla di piombo- Ituon. Eier.
3. ^. 11. Le vesciche Cb* ci spulan
dalle cattedre ampollose.
# §. III. Per Mandar fuori di se alla
superfìcie. Ped. (tp. a. x8. E di mestiere
mescolarla con ac(|ua che nello stillare si
>ia ben bene arricchita di ijui-l sale die
sogliono sputare le campane di piom-
Iio. (^')
# §. IV. Metaf. Cronichett. 225. L'
undecimo giorno 1* Arti ad istanza degli
Amniitniti volitino spulare alcun veneno
rh' era loro rimaso in corpo (C) Tac.
S P U
7}flc. Ann. 6. 128. A parliti pessimi fu
con la moglie Giulia, non potendo Posti-
ca sua disonestà né inghioltire, nù sputare
( il testo lat. ha: impudicitiam uioris to-
lerans, aul dedinans ). (V)
%. V. Sputar tondo j vale Stare in sul
grande. Ostentar gravità. Lai. maximos
spiritus habere . Gr. p.V/XYpOvtl-j . l'r.
lac. T. 1.4. 12. Chi si specrlii^ in bel
parere. Sputa tondo, e va leggiere. I.ih.
Son. 5l. A cui tu 'nsegni cosi sputar
tondo, fiuon. l''ier. 3. ^. io. Tra se* par-
lando , arricciando le labbra , Spulandu
tondo. / arch. J'rcol. gì. E di questi tali
si suol dire, ora eh' ei gonfiano, e ora eh'
egli spulano tondo.
§. VI. Sputarsi nelle mani, o nelle di-
ta, vale ^affaticarsi ben bene . * Magai,
leti. Credete vi rincorrereste voi per questo
prc2zo di buscarmi un intaglio un poco
garbatuccio? o via sputatevi un poco nel-
le mani. (A)
§. VII. Sputar bottoni, lo slesso che Sbot-
toncggiare. Lat. contuntelias infcrre, convi-
ciis tangere, ta.rare. Gr. vé^t^Eiv. Parch.
Ercol. Gq. Quello che Virgilio disse nel
principio del secondo d«-ir Eneida: .Spar-
gere voces amhiguas , come lo direste? P.
Non solamente con due voci , come essì
fanno, cioè dare, o gittarc, o spulare bot-
toni, ma eziandio con una sola, sbolto-
neggiare, cioè dire astutamente alcun mot-
to contra chicchessia per lorgli credilo e
riputazione, e dargli biasimo e mala voce.
}•: Star. Non polca tenersi che alcuna volta
non ispulasse alcun bottone.
g. Vili. Spular sentenze, vale Proffe-
rir sentenze con affettazione , e dove non
occorre. Tac. Pav. Star. 3. 326. Ingerissi
tra gli and>jscÌadori Musouio Kufo ec. , e
spulava sentenze de' beni della pace e mali
della guerra fra le s<iuadre de' soldati (tfui
il tC'to lat. ha disscrcDs ). Buon. Pier.
4. 5. 16. S' alcun di noi lalor conferma
Quelle , eh' elle spular, preste sentenze.
Lasc. Streg. {\. I. Voi mi parete una dot-
toressa : uh voi spulale tutte scnlcoze I
g. IX. Sputar senno, si dice del 3'o-
strar con affettazione d'esser savio. Lai.
sapienliam , prudentiam ostentare . Gr.
*f SPUTASEA>0, che anche jfcrivesi
SPUTA SENKO. Colui che mostra af-
Jeltalamente d' esser savio, sjs J.asc. A'ov.
voi. 3. pag 7. (Milano l8l5 ) Elle f le
novelle) non son per farsi leggere a nes-
suno a forza; e se non basta ai letterati
ec. , agli spula senno ec. ^radiarle , mor-
derle ce. scortichinle ec. Pros. Piar. 6.
206. E se afieltali gli veggo ^ considero
quei tali sputasenno ec. (JtJ
'f * SPUl ASE.NTENZE.Co/m», o ro-
lei che parlfl sentenzioso . Salvia. ììuon.
Pier. ^. 5. 16. ."sentenze pronte, mAndulc
fuori dalla bocca con facilità , e scagliale
con qualche foiza ; onde una persona si
dice Sputa.ientenze, che n' ha sempre (jual-
cuna in corca della Imcca. (A}
SPUTAI O. Add. da Sputare. I.at. .*/>«-
lo eicctus, conspulus. J). fio. Celi. lelt.
25. Schcrnilo , e sputalo nel volto ( qui
nel signifc. del §. di SPUTACI lllAHh).
Pranr. Sacch. nov. !()2. Il primo boccone
fu cosi insalalo, che gli convenne spulare;
e spulalo, e cominrìato a dare alla donna,
lù tuli' uno.
§. I. Essere, o Parere una tal cosa
pretta e sputata, vale, in modo bassi»,
Es.icrle somigliantissimo. Parere l'ìstex~
sa co.ta appunto. Lai. metus, purus pw
lui, ipsissimus. Gr. auTOTUZO^. Malm.
.\. .'|8. eh' un sole proprio par pretto spu-
lalo . ^ Salvia. / rojf. To.«e. 1. 5lp. lo
il piHmo Fui quello che nelle medaglie di
ijucsta città ec. scoparti p»5eTe prolti e
sputali ralogiii j/t/
SPI*
^ g. II. Parere tutto sputato una co-
sa, vale lo stesso. Alleg. 202. T' ho com-
pero alla fiera ce, un verro di cristallo. Che,
licDch'e' sia infilalo a pazzombrogUo, E' par
tutto sputato di coiallo. (Pj
SPUTATONDO. Picest di persona eh*
stia sul grave in checchessia. Lat. gravis,
tmperiosus. Gr. ciavs'r, ì*7T05£/ìv5;. Lib.
Son. 63. Parrotli un uom col sasso, e ri-
putato Da comparir fra gli allri spuiaton-
di. !? Salvin. JSuon, Pier. 2. ^. l5. »Va-
trapi ec. Si pigliano per uomini critici ,
ccnsuralori, sputatondo, pesamondi. (H^
f SPUTO. Sciliva, La materia che st
sputa, e l'.^tio slesso dello sputare. Lat.
saliva , spulum . Gr. 9iCK)gv , TCzCtiov .
Mor. S. Oreg. Quando egli sostenne che
lo demonio avesse podestade in quello glo-
riosissimo corpo , iofino agli spuli e alle
villanie. .S'. liio. C.risost. 168. Certo ben
so che se* schifo, che se in un tuo vesli-
mento vedessi alcuno sputo di flemma <>
di sangue, arrestine tanto orrore, che non il
vorresti toccare pur colla istremità del dito-
Diltam. 2. i^. Vnglioli ricordare del dra-
cene. Il qual Donato col suo sputo ucci-
se . Coli. Ab. Isaac , cap. 3o. La tua
faccia, la quale rice^elle le guanciate <-
gli spuli dalli maladelli, chianficbi la fac-
cia mia.
SPUZZARE. Puzzare. Lai. maltolere,
falere . Gr. ou^wcetv . But. Inf. IO- 2.
Tennono iuverso il mezzo ad una valle .
dove si discendea , che infino lassù spuz-
zava .
SQ
5QUACCI1ERA, e SQUACQUERA
Sterco liquido . La<. stercus liquidum
Hocc. nov. 79. 33. De* suoi liarooi si
veggon per lutto assai, siccome è il Tama-
gnin della poi la , don Meta , Manico di
scopa , e lo .Squacrhcra , ed altri ( qui
nome proprio, fìnto per baia}. Salv. Av-
veri. 1 . 2. I $■ Cosi usavano diliticare
ec. . squaccbera, lamniarncarc, che oggi
si dice sollecitare co., squacquera e ram-
maricare .
g. Pranzare, o simili, a squacchera.
vale Pranzare a ufo, o alf altrui spe-
se. P.'tajf. 1. E* pransercbhe volentieri
3 squacchera.
SQUACt.llEnARE. e SQUACQUERA-
RE. Propriamente Cacar teneroj e figura-
lam. Par presto checches.ua. fìuon. Pier
2. 2. 6. Allor sua madre bestia ec, Slan*
dole accanto, squacrhrro parole Tra* denti
e '1 bombo , da far die le sctmie La des-
ser su pc* muri spaventale. E ^. 2. 5 E
squacquera brodetti Biascica pamboUito, u
gonfiai entri (qui per similit.f.
SQUAtXllEHATAMtNTE. e SQUA-
CQUERATAMENTE. Avverò. Diciamo
Pidere squaccheratamente, rioc Con gran-
de strepito, .Sconciamente, Colla fiocca spa-
lancata . Lai. cachinnare, i/i cachinnortim
la.sciviam ditsolvi, risu dijftuere. Gr. /flt-
yyCn'*, Pocc. nov. 83. 9. Ma il maestrit
Scimmione rideva si squaccheratamente .
che lutti i deuli gli si sarcbbcr potuti
trarre .
t SQUACCHERATO, f SQOACQUE.
RA3 O . Add. da ^qu^^ccherare e Squa-
cquerare, lost nel proprio come nel f ga-
ra lo.
§. I. Per Aggiunto di qualunque cosa
tenera, oche abbia poca consislenta. Mail.
Franz, rim. buri. a. |36. Ma non prima
alla bitcca sr hi pose. Non per la novità,
ma per grassezza ltcU'u»e squacquerale •
panlanotr .
§. II. Per I smoderato , Sconcio. Al-
leg. i^p. Non doierrà per questo ec. f«r
le pili »quac()uerate risa del mondo chi
sa qualco^a di c'ibo 9 Lasc. nm. |.
S Q U
lOS. (Ftr. 174^) '^'^^^ oramai, che a te
uoD ii cottVK-ne , Me al luo ilile »tiocco
e iqwacqueralo. Cantar, come son io» d' uà
uom daìbcuc (H)
SQUACQtEHA. / - SQUACCHEKA.
SQUACQUEUAUE . / . SQUACCHE-
SguÀcQUi:RATAMENTE.r.SQUAC-
CUERATAMtME.
SQUACQUERATO, l'. SQUACCHE-
RATO.
SQUADF.RNARE. ì'ofgen: e hn-o/gere
minuUinnnte e attentamente ie carte de'
libri. Lat. versare lihros , evoUere. Gr.
a'vfXtTTJiv T« ^ifi^ia. Lib. Aslrot. Fa
mesUt-r che indiritti bene suo intendi-
mento iKT questo, e che squaderni I.cnc 1
libri du'savil, e che eli Ifb'Ba niolte vol-
te, ^nt. Mlam. son. 26. VoU-ndo un certo
lOiro squadernare , Ch' è intUolalo sopra
UD erau cuculo , Le fave cominciarono a
KonBare. Hern. Ori. 2. !\. 4?. Squaderna
a lihru da tutte le bande, E vede tutto
quel che dice appunto.
§. 1. Per Manifestare, Apertamente ma'
strare. Lai. pate/acere , aperire, pandere^
explicare. Or. ÒtM'Z^ > f:ivtpo<iv, oca-
Nel suo profondo vidi che s' mterna Le-
gato con amore in un volume Ciò che per
r universo si squaderna . Morg. 2^. 90.
E per tentargli nella pazienta. Le chiappe
«quaderno , con rivc.cnzi
/Jern. Ori. 2.
II. 6. E squadernava (intendetemi bene)
Con reverenria il fondo delle rene. / «f.
Seism. 62. Senra dargli le difese , forse
perchè ei non gli squadernasse in giudi-
lio le commessioni di questa cosa e dell*
altre. Tac. fìat'. Ann. 3. 61. E volevali
squadernare dinami a* Padri.
g. U. Per {spalancare. Maini. 5. 38- tn
par d* occhiacci orlati di savore Cosi addos-
so a un tratto gli squaderna.
§. III. Per Cavar fuori, hai. promere.
Ma/m. 9. 59. La camicia da pie fregiata e
nera ec. Squaderna fuora , e tagliane un
buon brano.
g. IV. Per Riguardare, o Considerare
minutamente. Meni. .^at. II. D'intorno
hai cento furbi e farinelli , Che a un gi-
rar d'occhio li squadernan tutto Dalla pian-
ta del pie sino a' capelli.
» SQUADERNATO. Add. da Squader-
nare. Min. Malm. pag.^5't. Intese (Dante)
ciò che è sciolto e sparso per 1' universo ,
prendendo la similitudine ila" libri sciolti e
squadernati. (B)
f * SQUADERiNATOUE - l'erbai.
masc. Che, o Chi squaderna. {A)
SQUADRA. Strumento col quale si for-
mano, o si riconoscono gli angoli retti. Lat.
fìnomon. Gr. yvtujmw. frane. Sacch. rim.
61. E si terrò per voi le seste e squadre.
Lib. Son. 18. Fa scriva colle seste, e colle
squadre .
* g. I. Squadra , per Angolo. Croni-
chett. 255 La qual torre era allora una
torricella uata iu sul muro della ciltà , e
quello che di fuori cigne la cittadella; che
amendue i muri accettati insieme , fuce-
▼ ano angulo, o squadra. (Cj
§. IL l.sscre a squadra, o simili, vale
hsserr m .situazione perpendicolare. Cuid.
G. Allora il Sole riguarda la terra con di-
ritta squadra. Cai. Comp Prop. 37. Que-
sta regola d' aggiuntare le dette linee a
squadra si tenga a memoria . E Sist. 5.
Vorrei tirare una linea che fosse a squa-
dra sopni la C D.
§. IIL h'uor di squadra , vale Senza
aggiustare, o regolare colla squadra. Cant.
Cam. 167. Chi mura fuor di squadra, non
Tal poi A faine paragone. * Beilin. ÌJisc.
j. i53. In quella posizione fuor di squadra
al terreno si mantengono per tutto il tempo
che la gamba che si muove sta per aria. [Cj
S Q U
§. IV- Onde Essere fuor di squadra ,
/iguralam. vale Essere sregolato , di.sor-
diuato. Buon. Eier. 2. 4- 18. Inutili, in-
corporee , inordinate E luor ili squadra ,
odiose E vane precedenze.
g. V. E Uscir di squadra, pur figura-
tam. vale Uscir de' termini. Lat. aberrare,
a recto tramite aberrare. Gr. aTTOTriavà-
cOai. ??w fipzsBaii. Cecch. Mogi. 3. 5.
Ma s'io li Rispondo risoluto, io esco fuo-
ri Di squadra. •'.• Intperf / . Ttb . I). 2.
T. 11. 157. Anche la temperanza è una
proporzione di mezzo, e un ratlenimeuto,
acciocché V uomo non esrj di squadra e
non si butti agli eccessi violenti dell' ira-
scil)Ue,o della contupiscibile. (i )
f g. \\. Squadra, vale anche una (Juan-
titn indeterminala di soldali. Lai- cohors.
Gr. GTZiìùV.. Tac. ì.nv. Star. 3. 326. In-
gerissi tra gli ambasciailoii Musonio Rufo
ec, e S|iUtava sentenze de' beni della pace,
e mali della guerra fra le squadre de'sol-
dati (il testo lat. ha disserens). ^= Tass.
Gcr. 17. 17. Quella che terza è poi squa-
dra non pare , Ma un' oste immensa, e
campi e lidi tiene. (IJ)
f g. VII. Squadra, dicesi anche un
Dato numero di soldati comandato da un
caporale, o capo di squadra. Cuicc. Slor.
Àtfermava esser poco menu che cento squa-
dre di uomini darmc, contando venti per
inquadra .
§. Vili. Per Qualunque moltitudine de-
terminala di persone. Tac. iav. Ann.
l5. 111. ^è gli diede noia l'infamia di
Peto, poiché lece d figliuol di lui tri-
buno capo di squadre a seppellire i morti
nella mala pugna.
* g, IX. Per Brigata. Lor. Med.
canz. Ii3. 2. Tu se' giovane e bella. La
persona leggiadra , U modo e la favella
Urne tanto in aggrada : Tu rifai ogni
squadra. Dove è la tua persona Ognun
di te ragiona : Tanto se* pellegrina e bal-
danzosa. (C) Ar. tur. 46. 92. Di Fdo-
S06 altrove e di poeti Sii vede in mez-
zo un' onorata squadra. (IS)
SQUADRANTE. Quadrante. Morg. 2^.
2. Cedevan gli squadranti all' orivolo.
t 3 SQUADRARE. Term. de' ecome-
tri e delle Arti. liender quadro , o ad
angoli retti checchessìa. Aggiustar colla
squadra.
* §. I. Per Descrivere, o Misurare
minutamente , quasi colla squadra , le
parti di una cosa. Ar. Fur. 46. 92. Di
filosofi altrove e di poeti Si vede in mezzo
un' onorata squadra, Qual gli dipinge d
corso de'pianeU; Questi la terra, quello
d ciel gli squadra . ■« Cant. Cam. l\i.
A chi ben vi consì^^lia Crediate , perch'
abbiano Squadrato d ciel coli' astrolabio
iu mano n . (Pej
g. 11. E per metaf. vale Guardare
una cosa dal capo al piede, minutamen-
te considerandola. Lat. aestimare, obser-
vare, lustrare. Gr. avai<''/i'^£c6at, a.~o-
Ttyàv. Morg. i. 5'/. h liguardava e
squadrava Morgante La sua grandezza e
una volta e due. Disc. Cale. l3. Que-
sti primieramente rivoltino gli occhi e la
mente squadrando lutti quanti. Tac. Dav.
Vit. Agr. 400 Onde multi, che misu-
rano gli uomini dall'apparenza , vedendo
Agricola sì rimesso, e squadrandolo, non
rinvenivano in che stesse tanta gran fa-
ma ( il testo lat. ha : viso , aspectoque
Agricola) . Alam. Colt. 5. 110. Or con
dotta ragion misuri e squadri II già chiuso
giardìn. Malm. I. 32. Ben ben lo squa-
dra, e dice: egli è pur desso. E 4* 78-
Lesse il pitaffio, squadrò 1' urna, e ten-
ne Che li fosse da farne tina solenne.
g. ì\ì. Squadrar-e, pur \er metaf. Lat.
exponere^ ostendere, aperire. Gr. i^r.yiX-
c-at, c-:ixvy£tv, òi^)ojv. Dant. Inf 25.
S Q U
1347
Al fine delle sue parole il ladro Le ma-
ni alzò con ambedue le fiche, Dicendo :
logli. Dio, eh' a te le squadro. But.ivt:
Le squadro; ciui a te, e a tuo dispregio
e obbrobrio le faccio.
§. iV. Per Squartare. Lai- dirumpe-
re. Gr. òiapp'r,-/ vwvau Petr. canz. 26.
3. Chi verrìi mai, che squadre Questo
mio cor di smalto 7 f cioè, rompa e spcr-
zi ) . Bim. ant. ballai. Giovane bella e
leggiadra er.. Lo mio cuore per te si
squadraj E d' ogni allegrezza si spoglia.
SQUADRAIO. Add. da Squadrare.
Borgh. Bip. l5o. Sarìi cosa molto utile
far ('lima i rartom, i quali si fanno di
logli squadrati, ed attaccati insieme eoa
pasta.
§. 1. Per Esaminato, Considerato.
Lai. ponderatus, aestimatus , pcnsicula-
tus , perspectus , consideratus . Gr. ti-
pr.iit'i. Mor. Eur. 2. l{2. Costoro, consi-
derato il lutto con dUigenzia e squadra-
to bene ogni cosa ec, riferirono pubbli-
camente ec.
^; g. 11. Figuratam. I it. SS. Pad.
4. 229. E' fu squadrato con molle per-
cosse, siccome pietra che si mette in di-
6cio. f Vi
t 3 SQUADRATOLE, l'erbai, masc.
Che, o Chi squadra-
ne ^. l. Per Esaminatore. Lai. ùbser va-
lor, inspeclor. Gr. e'tìi'^/otto^, ifopo^.
u Lib. J'rcd. Aveva intorno molli squadra-
tori della sua virtù » . (B)
'Ai g. II. Squadratore, per Vcarpellino
che lavora pietre, o marmi di squadro.
Benv. Celi. J it. 3. 3i8. U gran Miche-
lagnolo ec, volendo mostrare ai sua squa-
dralori con iscarpellini certe finestre, si
messe a farle di terra piccole, ec. (Bj
J'as. Op. l it.2. 217. Il padre del quale es-
sendo lungamente vivuto nel poggio di
Fiesole, dove si dice Maiano, con 1' eser-
cizio di squadrature di pietre. { Cj
* SQUADRATURA. Term. de' Le-
gnaiuoli, e simili. Lo squadrare, e Lo stato
della cosa squadrata. (A)
•A- SQUADRETTA. Piccola squadra di
armata. Lai. manipulus, cohorticula. Stor.
Eur. 6. l3o. Dopo queste fiere parole,
giudicatisi unitamente lutti per morii , si
divisero in due squadrelte. (C)
:? SQUADRIGLIA. Quadriglia, Picco-
la squadra. Lai. manipulus, cohordcula.
Gr. >o'x°'' ^"<F^' sTTETjSa. Segncr. Pred.
20- li. Arma per tanto una squadriglia
di sgherri, e con questi comincia a tender-
gli insidie. (') Accad. Cr. Mess. 5. 557-
I plebei andavano in isquadrìgUe a far la-
mento davanti alla porla di ec, e biso-
gnava ingannargli, e dar loro buone spe-
ranze per racchetargli. (B)
3 SQUADRO. Lo squadrare. Bocc.
nov. 20- 19- Per punii di luna e per isqua-
dri di geòmelna si convenivano tra voi
e me congiugnere i pianeti.
* g. E figuratam. per Ossen azione .
4, Tac. Dav. Stor. 1. 245. E per isqua-
dri di stelle gli prometleano in quell' an-
no un gran chiarore gli slrolaghi ( il te-
sto lat. ha: observalione siderum) " . (.P*)
't SQUADRO. Spezie di pesce di ma-
re. Lat. squatina, squatus. Gr. pivnj.
Bed. Oss.an. 166. Coperto di pelle aspra,
ruvida, simile a quella degli squadri, ce
E 200- Considerando il canale degli ali-
menti d' un grossissimo pesce squadro,
che pesava intorno alle scUanta lil>bre ,
osservai ec. E Vip. 1. 76. VoUe (Galeno)
intender di quelle f i-i;jc/r; ec. m foggia
non gran cosa diflferenle da quella ec che
r anno passato vedemmo nel pesce chia-
mato squadro.
SQUADRONARE. Fare squadroni. Or-
dinare squadroni. Lat. Icgiones in.ftruere,
esplicare. Gr. ::xcaTa?ai Tr.'v OJV»;*iy.
i348
S Q U
# Àccad. Cr. yfess. 2. I05. Comandò
a tal 6ne che pigliassero 1* armi, squadro-
nò tnlta la sua gcote, fece allestire ii can-
none, e direndo ce. montò a cavallo co*
suoi capitani. F 3. 2!^z. Si cotninriò su-
bito a disporre la marcia, si squadronò la
gente, e messi ai loro luoghi 1' artiglie-
ria e il bagai^Iìu, si tirò diritto a Ilascala. (Bj
Salvi/I. Geor. Uh. 2. Come spesso in
gran guerra quando lunga Legione squa-
dronò sue compagnie. (l'^J
•f ^ §. I. Sffuadronarc, neutr. pass.
Schierarsi, Porsi in ordinanza. Salviti.
Jliad. l'^. 220. Che me non mollo regge-
ran gli Àcheij Ancor che molto a torre si
squadronino. Accad. Cr. Mess. 5. 58o-
Nel tempo che gli Spagouoli arrivarono a
tiro d' arcliiliuso, s'erano di già S((uadro-
nati, e avevano presi i posti con inten-
zione di combattere ec . ( .4)
5v g. 11. JC per .fimi/it. Chiabr. rim.
voi. 3. paf;. 9^- (ediz. 173o) Che dirassi
do' gru , che le campagne Varcan dell' a-
ria. ed han cotanto ingegno, Che per la
lunga via san squadronarsi? (li)
SQUÀDUONATO.^M/. da Squadrona-
re. Lat. instructus, expticatus. Gr. Tta-
ptXT&zuyfJ-ìyo^. ^ .Accad. Cr. Mess. 5.
648. Si mossero a riceverlo Lopci e Ccci-
inelac, co' suoi Tlascalcsi squadronati. (J3)
Segner. Pred. Pnl. Ap il. 3. Che gli
Ecclesiastici non hunno per loro proprio
di sostenere l'autorità con gli eserciti squa-
dronati , come il fanno J monarchi lai-
ci . (TC) Sali'in. Geor. /ih. I. Dalla pa-
stura squadronato partesi Con serrate ali
esercito di corhi fqui per similtt. ). (F)
SQCADKO>CI.>0. Dimin. di Squadro-
ne. Lat. turma, parva vis. Gr. CTt'?, TTc-
'/Tf Segner. Pred. 7. 6. Ripartì subito la
famiglia in più file, ad imitaxion d'uu pic-
colo squadroncino.
SQUADRONE. Panda , Schiera. Lat.
agnten. Gr. èó^Oi,. Guicc. Star. 7. 345. 1
Tedeschi ec. s'erano messi in un grosso
squadrone. Ciriff". Calv. l. 10. E veggen-
dosi intorno uno squadrone, Alla spada la
man subito pose. E 2. 69. Dell'altre genti
di varie maniere Si fece per riscossa uno
squadrone. Serd. Stor. htd. 4- 175. Ave-
va fatta tanta strage di loro, e sforzato gli
squadroni de' Maomettani a cedere al pic-
colo numero de' Cristiani. Bern. Ori. 1.
l5. 4- Vannone stretti in un bello squa-
drone. Con le visiere basse, arditi , altieri.
/i I. l5. Sp. Assetta r ordinanza e lo
squadrone Col brando nudo il Re, non col
bastone.
# §. Squadrone. Terni, da' Legnaiuoli
ed altri. Squadra grande di legno, come
il quartahuono. (yì)
# SQUADRUCCIA. Term. de* Carra-
dori, e simili. Pezzo di legno incavato in
mezzo , che si usa a prendere le misu-
re. fJ}
# SQUAGLIAMENTO. Lo squagliare,
l'asar. ì'it- In quest'opera sono squaglia-
menti infiniti di colore sopra colore nel
vetro, e vivissima pare ogni cesa nel suo
genere. (.4)
SQUAGLIARE. Liquefare, Struggere j
contrario di Coagulare. Lat. Uquefacere.
Gr. jraTotTn'xstv.
'^ %. \. E in signific. neutr. pass. Car.
fin. 9. Qlfi. Indi scoppiando Allentò '1
piombo, che dal molo acceso Squapliossi, e
con gran rombo in una tempia II giirz<)n
iiercotcndo, nell'arena Morto quanto era
lungo lo distese. (li)
§. W.Per metafora. Rim. nnt. Guid. G.
III. Ma voi, madonna, della n>ia travaglia,
Che si mi squaglia, prendavi mercede.
SQUAGLIATO. Jdd. da Squagliare.
Lai. liquefactus . Gr. xaTaT>:xd/i4vo; .
Tes. Poi\ P. S. cap. 3. Togli pece navale
»f{uagliata per una oollu io acelo forte.
S Q U
SQUALLIDEZZA. Astratto di Squal-
lido. Lat. squalor. Gr. oìvyfioi • l'ai.
Mass. L' un de* quali dopo certo tempo ,
siccome il compagno fosse morto, coperto
di squallidezzj, tutti i danari tolse. ^ Tac,
Dav. Germ. 38l. Allora sopra quel san-
gue e quelle spoglie si tondono e scopron
la fronte , ec. i codardi sì stanno nella lor
squallidezza. (TC)
SQUALLIDO Add. Scolorito, Spunto.
Lai. squalidus. Gr. ùvxfiflpOi. Mor. S.
Greg. I. 18. Co' vestimenti squarciati ,
tutti squallidi, cioè spunti, ovvero scolo-
riti. Peir. son. 277. Spargendo a terra le
sue spoglie eccelse j Mostrando al Sol la
sua s(|U.dlida stirrpe. Fir. As. 174. Adun-
que delli due quattrini , che tu porterai ,
ilara'nc uno per tuo passaggio allo squal-
lido vecchio.
g. Per metaf Cr. 2. 26. 2. Ne (sia)
terra uliginosa, ne monte arenoso e ste-
rile , né valle troppo oscura e squallida
(dot , buia, e orrida ) . Fir. As. i5.1. Non
nozze sollazzevoli ec, ma una pioggia di
squallidi congiugnimenti, e un fastidio d'
ogni cosa cresceva sopra la terra (dot ,
mesti, malinconici ) .
•SQUALLORE . Pallidezza eccedente.
Lai. squalor. Gr. Oi'j^p.òt. Mcr. S. Gr-eg.
Ella ne incorre in peggiore infermitadc
per lo squallore che virn suso. Fiamm.
5. 82. lo non posso si poco chiudere, o
dare al sonno gli occhi dolenti , che egli
pallido, di squallor coperto e sanguinoso,
mostrandomi l'acerbe piaghe, non m' ap-
pari.sca davanti. # Hucell. Ap. 226. Ma
quel che squallor livido difiinge, E di po-
co valor , che appena dietro Strascinar
puossi il tumefatto ventre. (B)
t SQUAMA. Scaglia del pesce, e del
serpente. Lat. squama. Gr. Js':rt5juia. Ott.
Com. Inf. ad- 4^6* Serpente è detto, pe-
rocché va col corpo in sulla terra con oc-
culti andamenti, non va con aperti passi
ma vas.si traendo con minutissimi sforza-
menti delle sue squame.
t §. I. ^ per similit. Guid. G. 2. 3.
Aggiugnondo colpi a colpi , li quali por
li duri .%(]uami quasi invano si danno. Dant.
Purg. 23. Per 1.1 cagione ancor non ma-
nifesta Di lor magrezza, e dì lor trista
squama. But. ivi : E di lor trista squa-
ma, cioè della loro magrezza, e della loro
asprezza. E Par. 4- I. Gli levò le squa-
me dagli occhi, che 1' avevano fallo riero.
J^for. S. Greg. Dagli occhi suoi caddono
quasi .squame, cioè coprimento carnale.
* §. II. Per similit Maglia di giaco.
Lat. .iqtiama. Gr. ^oXt^. Pros. Fior. 3.
244" Le squame e le creste e le tcstudi-
ni, da quella (disciplina ) che specula in-
torno agli animali, furon prese. {')
•f * SQUAMIGEIIO. /'. L. Addiett.
Che ha squame. Squamoso. Hucell. Ap.
238. Di qui gli Uomini lutti, e gli ani-
mali, E gli arnienli squamigerì e i terre-
stri, ec. ( L'edtz. citata legge squammi-
geri, ma le hiione stampe hanno un solo
m. ) fj)
# SQUAMMA. Lo stesso che Squama.
Lat. squama. Pros. Fior. 3. I. 4^' ^
r abito suo si fingeva tulio di una squam-
ma di drago. Gal. Sagg. 73. Ni per ser-
rarle la bocca falla cicala), ne per fer-
marle l'ali, poteva ne pur diminuire il
suo altissimo stridore, né le vedeva muo-
vere squamine, ni- altra parte. (IS'S)
SQUAMOSO. Add. Che ha .rquama .
Lat. squamosus. Gr. ^iCffioUTo';. Buon.
Fier. 2. 1. l5. Squamosa bestia ed ispida
cb' e* pare . ^ Bucell. Ap. 216. Ancora
slian lontane a questo loco Lucerle apri-
che , e le Nquamose bisce. ( B)
§- Per similit. vale Crostoso. Declam.
(Juintil. C. Inasprisccsi rugosa canutezza
dello squamoso capo. Guar. Past. fid. 4-
S Q U
2. Quando egli di squamosa e dora scùna
Il suo Mclampo armato CoDlra la fera im-
petuoso spinse.
t SQUARCETTO . Piccolo squarcio.
Lat. rimula , frneste/la . Gr. Ssvpi'òiOv .
Sagg. nat. esp. 121. Questo ec. gonfiava
bensi la vescica , ma nello stesso tempo
n' usciva dal piccolo squarcelto A. ec, al
quale accostandosi una candeletta accesa ,
si vedeva muovere sensìbilmente la Gam-
ma .
SQUARCIAMENTO. Lo squarciare.
Lat. hiatus. Gr. ■/^à.iij.OL. Paol. Oros. Ap-
po i Sanniti , aprendosi la terra di gran-
de squarciamento n' uscio grande fiamma.
# Salvia. Disc. 2. 2l3. Non può euere
tanta presta 1' aria, ne accorrere sì pron-
tamente , che lutto lo spazio dopo quello
squarciamento terril>ilc riempire possa in
un attimo. (P)
SQUARCIARE. Rompere, Spezzare,
Stracdare sbranando. E non che nel sen-
tim. alt., si usa pure nel signific. neutr.
pass. Lat. discindere, rescindere , disiun-
gere. Gr. 0 cazo TTtciv. /?occ. nor. 18- il.
E appresso nel petto squarciandosi i vesti-
menti, comincio a gridar forte. G. f . f'il-
Maom. Fu segno manifesto , che dovea
squarciare e aprire la porta della santa
Chiesa di Roma. ìit. Crist. S* egli l'a-
vesse sapulo, tanto quanto l'avrebbe squar-
cialo co' denti . Pelr. cap. 3. t>a indi in
qua cotante carte aspergo DÌ pensieri, di
lagrime e d* inchiostro , Tante ne squar-
cio , n* apparecchio e vergo . f it. S. M-
Madd. 91. O cuori di pietra, come siete
arditi di squarciare colla lancia *1 suo cuo-
re? Tass. Ger. 12-83. Qui tronca le pa-
role ; e come il muove Suo disperalo di
morir disio , Squarcia le fasce e le ferite,
e piove Dalle sue piaghe esacerbate un
rio .
* §. L Per Strappare. Rem. Fior.
Ovid. Pist. 1. 3. Ma ben versai dagh oc-
chi amari pianti , E mi squarciai le chio-
me. (TC)
§. II. Per metaf Aprire, Spalancare.
I.at. diflindere, scindere. Gr. 0ta5X»'{«*»
Dant. Inf 3o. Allora il monetier : cosi si
squarcia La bocca tua per dir mal, come
suole. /•: 33. Quand* i' feci U mal sonno.
Che del f'iluro mi squarcio '1 velame.
SQUARCIASACCO. / . A. SQUARCIA-
SAC( O.
SQUARCIATA. Coipo che squarci».
Lai. utus. Gr. tuTHj'- Lib. Mott. Vo-
mandolle chi le avea insegnalo cosi ben
partire. Ella rispose: la squarciala che tu
desti all'orso.
SQUARCIATO . Add. da Squarciare.
Lat. rescissus, discissus. Gr. St&^x^vtii-
voi . Dant. Par. 23. Parrebbe nube che
squarciata tuona . Petr. son. 3lO- Volo
con r ali de* pensieri al cielo ec. , La-
sciando in terra lo squarcialo velo. Filoc.
I. 143. A simililudine di squarciata nul>e,
quando Giove gilla le sue folgori. * Guicc.
Stor. a. 430. Andatovi con nove pc«ii gros-
si di artiglieria, l'assalto con lai furore che
squarcialo quel luogo piccolo in molle par-
li vi miro 1 cr forza. (Li Bellin. Disc, 1.
168. Altrmienli verrebbe da cuo squar-
cialo in mille pezzi e caderelibe. (Ci
§. I. Pk-r metaf Pass. 3l5. I Fioretì-
lÌDi c*>n vocaboli squarciati e »maninki ec.
la *nlorhidano e rimescolano . Taf. lUiv.
Ann. 2. 44- Arminio, per tulio l'esercito
cavalcando, a ognuno ricordava la ricevuta
libertà , le squarciale legioni.
^ %. II. per Eccessivo, Smodato. 1 it.
S. M. Madd. a3. Si trova molli, floscia-
che Cristo n' andò in Ciclo, che n hanno
(atte di queste colali isquarciale penilcn-
tip , all' esempio di Maria, e di Giovanni
Balista. (!)
t * S !"• ^'' Di grande aperiurm.
S Q tJ
Cr.q. 7. La sua boccu (tìel casfaìlo) ^rvtL'
de e squarriata ; e alibia le nari gonfie e
grandi. (Ti) Alam. Colt. 2. 53. Sia s<iuar-
ciata la bocca (del cavallo), e raro il crino ,
Doppio, eguale, spianato e ilrittu il dorso,
ec. (F)
f SQOARCIATORE . Verhal. tnasc.
Che, 0 Chi squarcia. Lat. laniator , <ti-
laniator . Gr. oTra^aTTWv. Agn. Pand.
l5. Sentirgli con dolorosa Locc gridare
misericordia, ed esser beccaio, e squarcia-
tore delle membra umane.
SQUARCIATURA. Lo squarciare. Pa-
lajf. 5. Per far** alU dì neri jquarcialura.
SQUARCINA. Jrme atta a squarcia-
re f conte sono la storta , la scimitarra ,
€ simili,^ ^lleg- P^S' 39- C'^™*'- 1/54)
Gli stiletti, Toi Jo sapete, son proibiti in
questo paese come le pistole , e non le
squarcine, che pur essendo ce. (A) Cor-
sin. Torracch. I. 12. Giovani biitairi ed
insolenti , Che , armati dì squarcine e di
bastoni. Tanti Ercoli pare'n, lanli Sanso-
ni. (B)
SQUARCIO. Taglio grande. Lai. fra-
dura , Jenestra . Gr- p^y/jia , &uf 15 ■
Bern. Ori. 2. 18. 5^. Ognuno a buon
mercato era fornito Di squarci per la te-
tta e per la faccia . E rim. 1. 12. Gli
strugge, e vi fa buche e squarci drento ,
Come si fa dell'oche 1' Ognissanti. Ked.
Jns. l3o. Si squarcia in due parli , e da
quello squarcio comincia la crisalide a uscir
fuori. JJs Segner. Crisi. Instr. 1. 8. l3.
Questo è uno squarcio fatto da le in una
veste incoDsutile, che non si rassetta per
via di ricuciture. Sagg. nat. esp. l!^l. Lo
squarcio principiato nell'argento della sal-
datura tirò innanzi per l'oro ancora. (Cj
# g. I. Per Brano. Segner. Crist. Jnstr.
2. 20. 17. Tanto gli eredi, intenti a con-
trastar sulla divisione, purché tirasse cia-
scuno a ìc dalla porpora del Defonto piii
bello squarcio , nulla afiatto curarono del
cadavere. (C)
*§. W. F fìguratam. per Urano dì scrit-
tura, o come più comunemente dicesi Passo.
Ces. /fntid. 5. Mettendo paragone con buona
fede . tra un lungo squarcio almeno , o
megliu un trattato d' un trecentista, de'piii
rinomati . col più rinomato de* nostri av-
versari, la cosa si moslrereblie da sé. (C)
^ %. 111. Squarcio , vale anche Qua-
derno che per lo più i mercanti tengono
per semplice riconto , notandovi le parti-
te , prima di passar/e ai libri maggiori .
Ar. Sat. 6- Mi more il padr<-, e da Maria
il pensiero Dietro Marta bisogna eh" io ri-
volga ; eh' io muli in squarci, ed in vac-
chette Omero. (Dj
"t * SQUAnCIONE. Sfarzoso, Fa-
stoso j e vale anche Spaccone, Uti/lanta-
tore . Sa/fin. Buon. Fier . 2. 1. 6- Fare
il giorgio , far r uomo armato, o pure lo
«parcione , lo spaccamontagne , il bra-
vo, fjj
* §. C/tasi anche addiettivam. Afagal.
Lett. Hanno però essi ancora il loro ca-
tarro di vol^r esser modellati all' eroica,
tirando assai sull' aria bizzarra e sqiiarciona
di quelli d* Estreonoi. (A)
SQUARQUOIO. Add. Sucido, Sclii/oj
ma più comunemente si dice di persona
vecchia Ca.tcatoia . Lat. cascus , decrepi-
tus . Gr. iTxaTOySiwv. Hern. rim. \.
I05. Non credo che si trovi al mondo
fante Più orrida , più sucida, e squarquoia.
Buon. Fier. 4 2. 5. L' appetito aguzza
Strega squarquoia, lercia.
•t * SQUARTA>rE>'TO . Divisione
fatta in quarti j e dicesi del corpo degli
animali. (A)
^ %• I. Per Laceramento. Bern. Lett.
9%. Frattanto sendomi venuto questo pezzo
di carta squartala alle mani, il cui squar-
tamento vi farà fede del nostro grazio-
S Q U
so slato , ho voluto mandarvelo in iscrit-
to. (C)
^ §. II. Fare uno squartamento, vale
fìguratam. JiJinacciare con molte parole
e bravando. Lasc. Cen. I. nov. 3- 82. E
Neri, gongolando fra se, faceva loro una
tagliala e uno iquartaroento ec. , girando
intorno con quella roncola. ( C)
3 SQUARTALE . Dividere in quarti .
Lai. dissecare , trucidare , obtrttncarc .
Gr. avaTì'/jtv-tv, n^tXttv , xaTazc^'Trreiv.
Flocc. nov. j8. II. Egli prima soSerrebbc
d' essere squartato , che tal cosa ec. con-
sentisse . È nov. 69. 27. Di me non vo'
dire, che mi lascerei prima squartare, che
iti il pur pensassi. G /'. p. 19. 2. Lo 'm-
peradtire il fece squartare a quadro caval-
li, come traditore. Bern. Ori. i. 2. 67.
S' alcun ci torna, s'io noi fo impiccare.
Impiccato e squartato esser poss'io.
!? g. I. Detto dell'arme delle famiglie.
Porgli. Arm. Fam. 81. I Tornabuoni e
Marabolliui la squartarou (l'arme/ anch'
essi. ( Fedi sotto alla voce SQUARTA-
TO, §. ). (Fj
g. II. Fìguratam. Farch. Ercol. 83.
Fare una bravata , o taj.liata, o uno spa-
ventacchio, o uno sopravvento, non è al-
tro che minacciare e bravare; il che si dice
ancora squartare, e fare una squartata.
g. 111. Squartar lo zero, vale Vare i
conti con esattezza e puntualità^ e anche
talora si prende per /spendere con .sover-
chia parsimonia. Lat. severiori calciilo rem
cxpenderc, nimia uti parsimonia. Gr. tÒ
O£i'cw),ov IV oaTTavwt^ "avraTiKci 'ti-
ptìv. .\'enz. sat. Q. Ben veder puoi chi con
l»erretta a spicchi Già siede all'altrui de-
sco, e squarta il zero.
SQUARTATA. Lo squartare . Farch.
Ercol. 83. Fare una bravata, o tagliata, o
uno spaventacelo, o un sopravvento, non
è altro che minacciare e bravare ; il che
si dice ancora squartare, e lare una squar-
tata.
3 SQUARTATO. Add. da Squartare^
Diviso in quarti. Lai. disseclus , sectus.
Gr. Sty,Gy_tr:iziz.
•^ g. I. E inforza di sust. « Bern.
Ori. I. 8. 4^' ^on scudo ancor ben morti
gli squartati . Menz. sat. 3. Ed il primo
tra lor degli squartati Vorrei il Borentin
Cureulione «. ( S)
!? §. II. Per Lacerato. « Frane. Barb.
370. 5. Metta la man nello squartalo petto
D' esto dolente, eh' ella fa perire ». (J^)
*t 3 §■ "1- P'^'' similit. parlandosi d'
abiti, vale Frappato, Frastagliato. / arch.
Stor. II. 349- Avevano in dosso ciascuno
una casacca di raso rosso , colla manica
medesimamente squartata di teletta ; ave-
vano le calze di raso rosso, filettate di te-
letta bianca ec.j il gìul)bone di raso rosso,
squartato il lato ritto, e la manica ritta di
raso bianco.
^'= g. IV. F parlandosi d^ Arme gentili-
zia, vale Divizia in quattro quarti. « Borgh.
Arm. fam. 83. Se ne vede esempio ne'
conti Guidi, l'arme de' quali squartata per
traverso . come noi diciamo a sghembo ,
ec. ». (A)
i.' SQUARTATOIO. Term. de' Bec-
cai. Specie di coltello grosso e lungo , che
serve a spezzar le bestie. (A)
t SQUARTATORE ■ Ferbal. masc.
Che , o Chi squarta,
g. Per /sgherro, Tagliacantone. Bern.
Ori. 2. 3._ 2q. Parvi che questo giovane
si arguto E di quei bravi , fieri squarta-
tori ?
•f * SQUARTATCRA. Lo Squartare,
e 11 pezzo squartato . Infer. App. Una
sopravvesta di drappo incarnato con bel
ricamo; squartata; le squartalure abbotto-
nate con certi riscontri d'oro. (Aj
SQUASIMODEO. Si dice in i scherzo ,
S Q U
1349
in vece di Minchione, o Uccellaccio, a Uo-
mo di poco senno, hai. fungus , stipex ,
stupidus . Gr. ^)a'? , VJt'.ìstii^ xwofl4 .
Bocc. nov. 75. 4- Se vi cai di me, veni-
te meco infino a palagio, che io vi voglio
mostrare il più nuovo squasimodeo che voi
vedeste mai. Frane, òacch. nov. 192. Era
chiamato Capo d'oca, assai nuovo squasi-
modeo. Buon. Ficr. 3. 4 9- Vedere un
dormi, Uno squasimodeo, un qualche uom
nuovo .
§. I. Squasimodeo, ba talora forza d'
interiezione, o di tramezzo, simile al Lat.
mehercle, adepol. Gr. vr, tÒv r, pv.x)n'a^
vy-i. J'ataJJ'. 1. Squasimodeo, introcque, e
a fusum-. Luig Pule. Bec. 23. Squasimo-
deo , eh' ella mi par pur bella.
§. II. Oggi i nostri contadini e /a plebe
dicono Squasimodeo anche in vece di Fér-
bigrazia.
* SQUASSAFOnCHE. Uomo di pes-
sima vita , quasi Degno di forca . Lai.
furcifer. Car. lett. 3. 7. A uno adiralo si
comporta facilmente che con parole dop-
pie dica che colui di cui si parla , fos-
se uno scavezzacollo , o uno squassafor-
che. (Br)
•f -:- SQUASSAMENTO. Crollamento,
Dibattimento, Scossa. Marchetl. Lucr. 6.
436. Allor trema squassala La sonora tem-
pesta, e freme e niugge; Per lo cui squas-
samento alla e feconda Tal dall' Etra ca-
der suole una pioggia, (.he par ec. (A)
SQUASSARE. Scuoter con impeto. Lat.
qua.isare . Gr. ccc>£u£iv . Bern. Ori. 2.
4. 4*- Mugghiando esce e zappando alla
battaglia , K ferro e fuoco colla fronte
squassa. E 2. 2.[\. I. GL orecchi e' crini
squassa, e zappa e pesta. 5*= Car. En. 10.
1210- Una grand'asta Prese Mezenzio un'
altra volta in mano , E turliato squassan-
dola, del campu Pianlossi in mezzo, ec. (B)
••• g. Il nciitr. pass. S. Agost. C. D
22. 8. Furono puniti di tal pena da Dio,
che orriijilmenle si squassavano per lo
grande tremore di tutte le membra. Mar-
chctt. Lucr. 6. 541. Ma vieppiù nell'Au-
tunno i templi eccelsi Del ciel di stelle
tremule e splendieuli S<|uassansi d'ogni in-
torno, e tutta r ampia Terra ec. (B)
* SQUASSATO. Add. da Squassare.
Marchett. Lucr. 2. l335. Poiché si sciol-
gon dei priocipii primi Le positure, ed im-
pediti aftatlo Sono i moti vitali , iufino a
tanto Che, squassata e scomposta ogni ma-
teria. Per ogni membro il vilal nodo scioglie
Dell" anima dal corpo , ec. (Bj
SQUASSO. Scossa impetuosa. Lat. quas-
sus. Gr. zufJixó^. fìcrn. Ori. 3. 3. !\0. Alla
catena diede un squasso buono.
*t * SQUATII^A. Sorta di pesce, detto
anche Pina, e Squadro. Salvia. Opp. Pese.
1. 232. Cosi la rina o squatina ovver lima
Dona ditesa ai figli, ma l'entrata Nell'ute-
ro mm porge qual le cagne. (A)
'f SQUATRAliE. / - A. oggi la-
sciata ai poeti . Squartare . Lat. secare ,
dissecare, lacerare. Gr. zéi/.vtfj, avare'-
p^j-tv, zc^TK/oTTTStv. Dant. Inf 6. Graf-
fia gli spirli , gli squoia e gli squatra. E
rim. 24- Cosi vedess* io lui fender per
mezzo Lo cuore alla crudele che '1 mio
squatra .
5 SQUILLA . Campanello i ed è pro-
priamente quello che per lo più si mette
al collo degli animali da fatica , ma si
tra.ferisce a ogni sorta di campana. Lat.
tintinnabulum. Gr. y.oioorj. Cron. Mordi.
2^Q. Fu il mercoledì notte , vegnente il
giovedì , a ore otto e mezzo , presso alla
squilla di santa Croce. * Petr. canz. II.
4. Kè senza squille S' incomincia assalto
Che per Dio ringraziar fur poste in al-
to, (hi) E 48- 5. E non .sonò poi squilla,
Ov' io sia in qualche vdla, Ch' i' non 1'
udissi. Capr. Bott. 5. 80. E quella squilla
lJ5o S Q U
di saola Croce, coni' ella mi pare. Cas.
canz. 2. 5. Cbc s' io piangu e so^fiiro ,
Incominciando al primu &uon di squilla,
Già non i>cema io tanto ardor favilla.
*■}■§. Pe/ Suono dell' Avemaria sì del'
la mattina, come della sera. *t u Dani.
Pitrg. 8. lira già 1' ora che ce. E che lo
nuovu peregrin d'amore Punge se ode
squilla di lontano, Clic paia il giorno pian-
ger clic si muore. /il/; frane. Succh. nov.
84- Egli andò a dormire. Lo parente, che
di tuori aspettava ce, standovi insino pas-
sala la squilla , se n* andu a rasa. (J)
Jìiion. Fier. 4- 2. 6. E dall' allia alle
sfjuille udirsi ognora Strumenti lavorare .
SQUILLA. Spezie dt cipolla, led.
SCILLA. Lai. scilla. Or -j/eiLÀa. Cr. ^.
47- 2. Togli la cipolla squilla, e lienla
per un di e una notte in aceto, e cuoci
e cola. E 6. 110- I. La squilla è calda e
secca in secondo grado, ed è un* erba si-
li{;UaQtc
polla
onde la sua radice
grossa SI confa più ad uso di medicina,
che le foglie. Alain. Colt. 4 86. Altri
melton nel vino olio e marroldiio ec. Chi
il minuto serpillo, e chi la squilla.
SQUILLA. Spezie di pamhcro. Lai.
squilla. Lil'- ciir. malati. Frigt;' nell' olio
le code delle squille, e ahhruciale, e l'anoe
polvere. K appresso : La squilla, il gran-
chio, lu rana ec. e buona pel tisico.
t SQUILLANTE. Che squilla; e si
dice di i-oce e di suono j e vale Acuto,
Chiaro, Bisonantc. Lai. rcsonans , cano-
rus. Gr. rr/r'zi:,. Ott. Com. taf. 32. Sa?.
Converrebbe, per concordare il canto alla
materia, avere più aspre rime , e cbc in
lui tuono fosse non isquiUanlc, ne con
dolcezza alcuna, 'f^ Salvia. Tane. Buon.
2. 5. Un musico senese, di acuta e squil-
lante voce, si domandava lo Strillozzo per
soprannome, che ec. (B)
•f * SQUILLA.NTEMENTE. y/iH'crt.
/« modo .u/iiillaiite. Salvia. Tane. Buon.
2. 5. Di qui credo che il Boccaccio traes-
se ec. il cantare in quitto , i:ioè &(|uiilan-
tementc, in voce sfogala. Bcllin. Bucch.
l52. D* un suon cosi squillantemente bel-
lo , Cir ei vico di lontanissimo ascoltato .
Fatto per avvertir 6n da lontano ce. (A)
SQUILLAIIE. Sonare, Bisonare, Ren-
der suono. Lai. tinnire, resonare. Gr.
xojJwvt'^etv , •j7:r,'j(€.j, Voliz. st. i. 7.
Lascia tacere un pò* tua maggior tromba,
Ch* io fo s(iuillar per l' italiche ville. Ci-
'''Jf- Calv . 2. 62. Sentendo r armi che [ic*
colpi squillano. Buon. Tane. 2. 5. Ac-
corda il suono ; e* dee voler cantare. Quel-
le corde mi paion campaucgli : Senti co-
m' elle squillano! l arch. son. past. l^'J.
Pensate dun«|ue come roca scjuilla D' ì-
gnobil canna quella gentil tromba. /'^ ]63.
Onde avverrà che dopo mille e mille An-
ni altamente ìn prose e *n rime e 'n car-
mi Dall'altrui bocche or 1' uua or l'altro
squille (qui per similit.).
§. I. Squillare, per Muoversi, o ì'ola-
re con prestezza, ^inf. Fies. 117. Da poi
che sente il gran soiFiar del vento , Per
forza d* e.'fcso il fuoco fuori &(|ui)la. Morp.
l4- 49' ^ '" smeriglio si vede squillare
Di cielo in terra, e la rondine ha innanzi.
§. II. In signi fic. alt. vale Scaglia-
rf. ì.asc. Sfrep. 2. 1. Aveva una detta,
che squillava gli uguli cinquecento brac-
cia discosto.
'fi § HI. Squillata, pure in significa-
to alt. per ì'ar siiuillare. Pule. Jjriad.
Io vo' squillare il corno tanto forte, Che,
s' egli è intorno a questi busi hi, mVida. (A)
Po/iz. Slanz. I. 02. Chi mostia fuochi e
chi squilla d suo corno. Car. /:'». lih. il.
Già 1.1 roca Tromba ne va per la città
squillando Della batlagbu il sanguino5i.
accento. ( fìr)
SQUILLATO. Add da Squi/taic.
s q V
SQUILLETTO. Dim. dt Squillo, per
/spil/o. iVoi'. ani. ^5. I. Uo mercatante
portò vino oltre mare in botti a due pal-
cora : di sotto e di sopra avea vino, e nel
mezxo acqua, taolo che la metà era vitto,
e la metà acqua. Di sotto e di sopra avea
squilletto, e nel mezzo no.
-.■ SQUILLEVOLMENTE . Avverh.
Squillantemente. Bellin. Disc. I. 268.
Quei si morettevolmeole taccolevoli, e sì
squillevolmente rrmonici hestiolinì. fMìnJ
SQUILLITICO. Add. Di squilla, in
significato di Cipolla. Lai. seilliticus. Gr.
-j/ii/tTt/o'i. Cr. 4- 4?- 2- Lo squdlitico
acelo si fa così : togli la cipolla s(]Uilla, e
tienla per un di e una notte in aceto, e
cuori e cola. Pallad. Lugl. 8. til. Dell'
aceto squillitieo. lolg. Mes. Concordaro-
no tutti gli antichi maestri di 6sica nelle
magDÌ6cbe uttlitadi dello acelo squillitieo.
SQUILLO. Suono. Lai. sonilus. Gr.
fi'/o^. Dani. Par. 20. Poser silenzio agli
angelici squilli. •!- Car. Long. Sof. Bag.
4- Si cavò la sampogna dal zaino e fatto
primieramente uno squillo, tulle le capre
ec . stettero in orecchio; poscia dando il
segno della pastura , sì dettero a pasce-
re. (FP/
g. E per lo Spillo, onde spìllansi le
botti. Tac. Dav. Post. 457. Con metafo-
ra passala in proprietà diciamo spillare la
botte per assaggiarla, traendone non per
la cannella il vino, ma per lo spillo, cioè
piccol pertugio fattovi con ìstrumenlo ,
dello anche egli spillo , e dagli antichi
squillo.
SQUILLONE. Squilla grande. Stor.
Aiolf. Tanto erano stati in quella trama ,
che sonò lo s(|UÌllone , cioè la campana.
Ciriff. Calv. 2. 38. S' io non fussi torna-
to allo squillonc. Quando Tibaldo audrà
cogli uornin suoi.
SQUl.NA.NTE, e SQUINA>TO. Giunco
odorato, del qual vedi /)io,ic. Lai- iiincus
odorata s. Gr. cy-Jt-j^^ ùpOfxa.''^.o;. Cr.
4- 4^' ^' aI'''^ "> verità così i vini con-
discono : togli cardamomo ec, silobalsi-
mo, squinaiili, casto, spicaceltica, ogni co-
sa per ugual parte pesta, e nel vino met-
ti. 3/. Alduhr. 210. Togli seme dell'in-
frascritte erbe ec, cenlrongalli, cioè seme
di schiarea , balsamite, squinanti , ec. lii-
cett. Fior. 67. Lo squinanto, cioè Bore di
giunco odorato, si conosce oggi per tulio.
E appresso : Tolgasi dello squinanlo la
paite del fusto verso la cima.
SQULXA^TICO. Colui che ha il male
della squinanzia . Lai. anginosus, Gr.
cjvay;^!/©;. Tes. l'ov. P. S. cap. 18.
Lo sterco dell' uomo secco, confettato col
mele, sana li squinantici.
SQUL\ANTO. /ed. SQUI^A^TE.
SQ U I N A N Z l'A . Infiammazione delle
fauci e della laringe, che rende difficoltà
nel respirare ed inghiottire j che dii lamo
anche Spnmanzia, Seheranzia , e Schinau'
zìa. Lai. angina. Gr. ouva/;^»). Cr. 5.
25 3, Messa nel palato con mele (la
polvere del pepe J , vale alla s([UÌnanEÌa, e
ndìfìc;
il polmone. Te.\
Po,
S.
eap. 18. La verbena Irila, ed impiastrala
calda, guarisce la squinanzia. Fr. Zac. T.
4-32 3. A me venga <luoI di dculi ce,
E in canna la squinanzia.
^ SQtUNCIAHi:. e SQUI>DAnE. Es-
seri', o And.trx' ora per uno, ora per al-
Irò verso. .-Irs. Bucot. E qui la mia scia-
gura si comincia. Che poi ora si squinda,
ora si squincia- (A)
SQUISITAMENTE. Avverino. Con 1-
squisilezza. Perfettamente. Lai. accurate,
diligenter, exquisitim. Cr. vtfpi^Ci, c'fi]-
/^(^^oi^tivCu^ . l'arch. Enrol. Ora ni»n è
il tempo di squisitamrnle parlare. /.' .V/i>r-.
(). 2/Ì8. E fona scriveile non isquisita-
mente, come elle stanno, ma a un diprcs-
S Q U
io come elle si credono. Tac. Dav. Ann.
12. 148. Il Principe ne fu ringraziato, e
Doinizio si|uisilanieute adulato. Sagg. nat.
e.rp. 36. S 'ovvio poi al pi'»o e alla pressiooe
dell' aria esterna con isluccare squisita-
mente con mistura a fuoco il vano circolare.
SQUISITEZZA. Astratto di Squisito.
Lai. diligentia, perfectio. Gr. amptàtiet.
Tac. Dav. Ann. 4- 101. Ma dove squi-
sitezza e fatica agli altri dà rita, quel suo
risonante fiume fini seco ( qui il testo lai.
ha: meditatio et cura). Sagg. nat. esp.
5. Rimarrebbe da dire di moli' altre ope-
razioni e squisitezze di lavorare alla lucer-
na . $ Sold. sat. 5. Non con minore
studio e squisitezza Per le nefande none
il figlio azzima, ec. (B)
SQUISITISSIMAMENTE. Superi, dt
Squisitamente. Buon. Fìer. I. 3. 3. Un
v' è, e' ha lello Delle carole e delle pa-
stinache Squisilissimamcnle a' di passati .
/:. 4* 2- 7- ^k'* ^ K^^'^ studio E sfere, v
cerchi massimi e minori. Sopra la super-
ficie circondotti Dell' umil terra, che '1
loro asse infila , Squisitissimamente n' eb-
be espressi. * Bemh. prvs. 2. 88. Per-
ciocché e nella scelta delle voci tra quel-
le di loro iì^quisilissimameole cercale ve-
derne una tolta di mezzo il popolo e tra
le popolari, ec. ' Fj Galil. Lett. voi. 3.
pag. 476. S' abbiano sicure le infrascritte
cose. Prima un'effemeride del moto luna-
re squisilissimamcnle calcolala al meridia-
no, ce (Bi
SQUISITISSIMO. Superi, di Squisito.
Lai. ejqiiisitissimus. Gr. U^piBivTfLrOi.
Petr. Com. ili. 1 anto vale nello squisi-
tissimo ornamento di disciplina di miliiia
r esercizio del capitano. Tac Dav. Ann.
2. 46- Quei Greci lo accolsero con oDori
scpiisit issimi ( ti testo lat. ha : quaesitiss»-
mis honoribus ). /(ed. Ins. 53. Se io a-
vessi avuto a dar fede a quello che a me
e ad altri miei amici mostravano quegli
squisilissimi microscopi.
t g SQUISITO. Add. Che e di oer-
fetta qualità , o condizione j Eccellente
nel .tuo genere Lat. perfe4:tus, exquisitus.
Gr. (ÀKfifi'^i. Galat. 23. ^on sidee anco
pigliar tema mollo sottile, uè troppo isqui-
sito. E 3l. Scoprendosi la lesta, e nomi-
nandosi con titoli squisiti. Tac. Dav. Ann.
3. 65. Le più famose ( leggi ) diedero
Minos a* Candiani, Licurgo agli Spartani,
poscia Solone più squisite e numerose agli
Ateniesi. /. I erd. eloq. (\\2. Bisogna per
vìe nuove e squisite piacere, e non infa-
stidire i moderni giudici d'autorità e po-
destà, e non soggetti a' rigori di legge
5? §. I. Squisito, e anche aggiunto d'
Uomo , e vale Clic non si contentn, se le
cose non .ton fatte appuntino. Che esige
in tutto somma puntualità ed esattezux-
« Fir Dial. MI. donn. 'itQ- Dunque ,
Verdespina , tu hai fatto bene a non te li
tagliare ancora ; che, come troppo squisi-
to che egli è , e' sarebbe sialo tanto a
trovar dove porgli, che ec. forse in i|uel
mezzo e' si sarehhon gujsti » FI appres-
so : Se io sono troppo squisito , o s' iu
son di gran ronlenlura, ninna è qui cba
meglio di te saper lo possa. iC)
* §. II. Squisito, si dice amhe delle
Cose fatte con ogni accuratezza, r per/è'
zione possibile. •• Sagg- nat. esp. 16. Que-
sta ditTcrenza consiste alle volle io minu-
zie così piccole ed inarrivabdi, che la giu-
stezza de' più squisiti urivoli non può mt>-
strarle •• . (Cf
•| * SQUITTEHIRE. Lo stesso che
Squittire, e per simìlit. Strimpellare uno .
strumento. Buon. Fier. 2. 3, 12. Lor da-
mi Le seguoD colle celere E con le chi-
tarrine, e squìttcìiscoDO, E fanno uo Inro-
pellar, eh* io ne disgrado Santin da Par-
ma, ce. (Aj
S Q U
SQUITTINARE. Mandare a partito,»
Hcndere il voto per l' eiezione de' magi'
strati, 0 sinii/i. Lai. /erre sufì'rapium, ad
juffrogìnrn advsse. Gr. ^r.^ov T«'325&«t.
Croii, Morell. 79^. Sì ritrovo nit-sser Do-
nato Arciaiuoli i^uorulooiere di giustizia ,
;• ordinò rlic le prestanze si riniulassono
in questo modo , che si squiltinasse ses-
santa Uomini in tre ventine. Celi. •Sport.
1. a. Per disgrazia {.tulliane mi l>ìso(;na
andare nlPartc a squittinare. t arch. Sior.
12. 4^- Trovaronsi a squittinare. cioè a
rendere la civaia, come dicevano essi,
ciofe la fava , o il suUragio a coloro i quali
nominali andavano a partito, oltre la Ba-
lta, la Signoria . i Sedici, i Dodici, e {-li
altri magistrati.
SQUITTI^ATO. Jddiett. da .^quitti-
nanr; Mandato a partito in isquUtino. M.
r. 8- 3l. La^cia^do degli squittinali , e
facendo ad arliitho, n'accusarono altri tit-
lo- E appresso.' Lasciando gli squittinati,
ognuno accusò il suo. i'ron. More/Ì. 33i.
Quattro per gonfalone isquittìnati pe' si-
gnori e roUegi.
•f SQUITTINATOKE. Verhal. ma.vc.
Che, o Chi si}iiiltina. M. V. IO. 35.
Trassono a esser del numero degli squil-
linatori certi pochi dcf-ni. Cron. MorclL
239. Fu s(]uitlinatore eletto da Dino di
G«rì Cigliamocbi.
SQCITTIX». adunanza di cittadini
per creare ì magistrati nella repubblica ,
o simili j e anche Partito che si fa per
isqtiittinarr . Lai. comitia. Gr. eùvoòo^ y
OLpyjXKpitiCt.. ì ah. 3l4- Se cosi fosse a
grado a tutti coloro che hanno a lar lo
squittino, come ella fu a te. G. l .'}. 16.
2. Fecero lor consiglio ec. , per lo cui
sqnittino s* eleggono i capitani di Parte.
Cron. More//. 23<). E già era imborsato
nello squitlino del sessantasei. JJep. J'e-
cam- 64- <^ioè dell' essere iu graiia a quei
che farcvauo Io squillino ( questa è la vo-
ce nostra, che risponde a* comizìi de' Ro-
mani, trd era, come questo, in mano del
popolo ) . ^ /ìorgh. Orig. Fir. 277. Per
gli squittinì e consigli puhUici, e per di*
re a modo loro comizii. (t')
SQL'!Tlll;E. Mndere interrottamente,
e con voce sotti/e e acuta j ed e proprio
dei bracchi, quando /evano e seguitano la
fiera, che in loro si dice anche Sodare j
e per simi/itudine si tra.^erisce ali' uo-
mo, e ad a/tri animali. Lai. garr-ire, u/w
lare. Gr. 5TWU'j'ì.)c-&ott. o'ioJv'^etv. Zi-
hald. Andr. I18. tbi lide squittendo, e
ripiglia sua lena a foiza, si è senza ver-
gogna, e sciocco. Frane. Sacch. nov. 6.
E M Basso rosi nt-lla ^ahLia collo sportel-
lo serrato comincio a squittire, e disse ce.
E nov. 86. Costui la lava ioli' acqua bol-
lente ; la donna squitlisce : oimè; e tira i
piedi a se . Cirijf'. Calv. 3. 78. Gi'a era
I' aurora all' orizzonte , E cominciava la
merla a squittire. Poliz. slanz. 1. pi- t
presso .dia sua vaga lurtorella U pappa-
gallo squittisce e favella . l'ardi, hrcol.
62. Squittire de' pappagalli . Buon. Fier.
2. 3. 12. Cor. £i squittisce; ella allora 11
proverbia . e gli dire : oh va in malora .
^ Car. Long. .'o/'. Hag. 2. Ma i cani sbar-
rati che furono, tosto eh' ebbero le caiiie
di Dafni vedute, lascialo di cacciare, alla
volta loro ne corsero, e con molto squit-
tire carriandole e mordendole, in fuga ed
in ispavento le misero. (Min)
§. Squittire , va/e anche lo stesso die
Hisquìttire .
SQVlimO. jédd. da Squittire. Frane.
S<iech. nov. l44- *-o^ ventre del corpo squit-
tito in iscambio del suo i qui per similit. ,
nel signiftc. del §. di SQUITTIRE).
* SQUIZZIUE. ^eutr. Quasi Sguiz-
zare, Fjitiare a stento. Lat. illabi, dij/i-
eitìter ingrcdi Sen Ben. fanh. 6 33-
S Q U
Ti può la fede esser aperta di colui al
quale ( volcudosi venire a visitare ) con-
viene per la porla scarsamente aperta non
entrare, ma squizzire e sdrucciolare. < I\'S)
•f * SQUOIAHE. Io stesso the Sco-
iare. Vant. l'urg. 6. Graflìa gli spirti, gli
squoia, e gli squatra f co.fi legge questo
testo la Crusca al/a voce SQUAT RA-
RE ). (A)
S R
* SRADICAMENTO. Lo sradicare.
Svenimento, L slirpamcnfo. Scgner. /'art:
iiistr. 7. 1. Si può lilorccre con vantag-
gio 1* accusa ec. , rispondendo non essere
di dovere che finisca prima lo sradira-
niento delle cicute, che il loro rinascimen-
to. f/V
f 3 SRADICARE. Cavar di terra le
piante colle radìcij Diradicare. Lai- era-
dicare. Gr. éxùtZoZv. Quist. Jilos. (\ S.
Si domanda onde viene al vento Tanta fu-
ria e impeto, che atterra edi6zìa, e sradi-
ca alberi, e fa grandi pericoli. Lied. Jns.
Il5. Tennero che le piante avessero ani-
ma ragionevole, e che però fosse misfatto
d'omicidio il coglierne frutti, o fiori ec,
e sradicarle totalmente dal suolo.
n= §. I. F per similit. Cavar i calli col/e
radici. « Buon. Ficr. 2. I. l5. E calli sra-
dicar secchi e stecchili ». fC^
Sr §. II. F Jìguratam. « Fr. Giord.
Fred. li. Questo affetto , cbsviatore del
vero bene, sradicalo dall' anima ". (Cj
SRADICATO. Jdd. da Sradicare. Lat.
eradicatus. Gr. i^^tCwSii? huon. Fwr.
3. 3. 8. Gli argini lutti smossi , 1 ponti
sradicati .
^RAGIONEVOLE . Add. Senza ragio-
ne, Jrragionevo/e. Lai irrationabilis. Gr.
a)^0'/o^ . /^'uon. I ier. 4- 4* ^' ^^^ coro-
ne , Ma oro spregia , se pensier t' alletta
Sragionevol, che brami o quello, o que-
sto .
* SREGOLAMENTO, disordine. Sre-
golatezza. Lat. inordinatio . Gr. aT«|i'a.
,!>egner. Crist. instr. 2. 20 l3. Ma ce 1'
impedisce in secondo luogo altresì lo sre-
golamento della nostra volonià , avvezza
solo ad amare presentemente cose di ter-
ra . F Mann. Marz. II. 2. INon è tanto
facile di curare lo sregulamento della vo-
lontà, come quello dell' appetito, o dell'
intelletto. ('}
* SRI GOLA BE. Fare u.^cire di rego-
la j Fi.fordinare. ìmperf. l . Tib. />. 3.
T. 12. 117. Gran foiza è quella dell'a-
more , e debolissimo si è il timore , ma
amendue dislegati d insieme e ciascuno da
se srcgolano e conturbano , o avviliscono
r autorit'a del governo . F Prov. I>. Q.
T- 4- 39. Si dee prender la regola non
da' nostri capricci , e da' nostri agi , (he
ne sregolano e corrompono le naturali al-
titudini ec. (F)
SliEGOLAl AMBISTE. Jicerb Senza
regola. Lat- incendile. Gr. a'T --'yTCo; .
Sagg. not. esp. 7. Aggiustar in modo la
dose dell' acquarzrnle, che non isvarino
sret;olalamentc la loro operazione. ^- ìm-
perf. l'rov. D. q. T". 4- 60. Questi sre-
golatamente se ne imbelliscono , e si se
ne pregiano ciascuno ammirando fuor del
dovere le qualità di se stessi, il'}
SREGOLATEZZA. Astratto di Srego-
lato. Salv,n. Vi.'SC. 1. 296. Nou fa di me-
sliero servirsi degli uomini per lomenta-
lori delle nostre passioni, per approvutori
delle nostre sregolatezze.
SREGOLATO. Add. Contrario diBe ge-
lato. Lat. incoitditus. (ir. ktc/tc?- Sagg.
nat. esp. 64. Ma dalle molte varietà e da-
gli sregolati itndamenli tbe in una lunga
serie d'osservazioni vi apparvero, fu reso
dubbio questo pensiero . Gal. Stst. 438-
S R E
i35l
Passando agli arrìdenti partirnlari , varìi ,
etl in cerio m«tdo sregolati , che in esso
si osservano, v Segner. l'red. Pa/. Ap
6. 2. Solo all'entrare che vi fé* questo spi-
rilo maletictto. cioè quest' amore sregola-
to, o smciderato che fosse, iJla gente pro-
pria, cominciò quella Comunità sì perfet'a
.1 dar tal crollo, che ce. (Tt')
SREVERENTE. Add. Che non ha re-
verenza. Irreverente. Lai. irreverens, irre-
/igiosus. Gr. avsrt^»)'?.
SREVERENTFMENTE. Awerb. Senza
reverenza. Lat. irrevercnter. Gr. avcr.t'^vjj.
Maestruzz. 2. 16. E questo pare che sia
quando giura srevcrentemente, quasi bia-
stcmmiando .
SREVERENZA, e SREVERENZIA ,
Contrario di Beverenza . Lai. irreveren-
tia. Gr. avai^Eia. Maestruzz. i!\. 1. A
quegli furiosi e smemorati dar non si dee.
i quali potessono fare al Sagramento alcu-
na sreverenzia per alcuna immondizia. F.
2. 17. La cui trasgressione contiene so-
lamente srevereuza. Pass. i5^. Se fu luo-
go sagrato , dove è maggiore il peccato ,
per la sreverenza d' Iddio, a cui è sagrato
e dipulato il luogo.
SRUGGINIRE. Fu/ir de/la ruggine.
Lat. rubiginem to/lere. Gr. to'v afoupÉlv.
Buon. Fier. 4- 4' ^■^' ^ ^"^^^ srugginir
queir armi vecchie.
•f * STA. /\'tto così assolutam. , (•
Maniera colla quale si chiede silenzio ,
o attenzione dall' uditore . f'. alla voce
STARE. Sta, detto rosi, ce. (')
STABBIARE. Stallare, Fare stabbio;
e dicesi propnamen te del Fare star /e
greggi la notte «e' campi per ingrassar-
gli j e si prende andie per Concimare -
Lat. stercorare. Gr. /oTr^si'^eiv.
STABBIAI O. Add. da Stabbiare.
STABBIO. Concime, Sterco delle be-
stie. Litanie. I.at. fimus , /(ntamen . Gr.
AÓizfoz. Soder. Colt. 35. l'ongavisi in fon-
do dello stabbio vecchio , mesticato con
terra buona asciutta. Segner. l'red. I. Q.
Per riportare di colà sul suo legno , in
vece d' un vello d' oro, sa1)l>ione, o stab-
bio. F Mann. Oltohr. 17. 4- E un'igno-
minia di gran lunga ma;;giore a te . che
sei figliuolo eccelso di Dio, chinare il guar-
do ai guadagni, alle glorie, ai piaceri im-
puri , che non sarebbe ad un figliuolo d'
Imperadore l'accumular lo stabbio de* le-
tamai .
;:- STABBIUOLO. Vircola stalla. Plut.
Adr. Op. nior. .3, 224. * he sareljl)ero al
presente questi palagi reali, questi templi,
logge, piazze e tiibunali di giustizia, altro
che case e capanne e stabbiuoli di pasto-
ri? (Cj *-f Sali in. !/ind. 2- 720. K come
molli popoli di mosche Unite in lo stab-
biunl drl pecoraio Fonzan nella slagioo di
primavera , ec. fA)
STABILE. Add. J ermo. Durabile, Per-
manente . Lat. stiif't/is . Gr. £j7T«5>5'< -
( oli. SS. f ad. Tulle le nostre fatiche ren-
dendo svariale e non istabili. I etr. canz-
49- f>. Verjrine chiara e stabile in etemo.
Di questo tempe-stoso mare stella . Foce,
nov. 77. 49- Essere non può stabile il lo-
ro amore. Arrig/iett. 49- ' a vera fede nel
rrutlel tempo sta ferma e stabile, v Giiicc.
Slor. I. 367. 1 popoli dimostravano ani-
mo poco stabile nella divozion di Lodo-
vico. < I.)
%. I. Stabile, e anche term. legale;
contrario di fUohile j e .ti dice di ca.te ,
poderi, e simili beni , che non si muovo-
no, né possono miiover.ii. lai. immobilis.
Or. a/.i.'vr,TO-. Bore. nov. i3. 4- ^ loro,
sicrome a te-illimi suoi credi, ogni suo
bene e mobile e slabile lasciò . E Vit.
x352
STA
Dani. 232. I loro slahìii Leni o io pub*
Ittico furun l'idoUi, <> alirnali ai vinrìtori.
£ Test. 2. Appresso a tutto questo in-
tendo
L- vog
liu <-1k
oltri
IO alle predette
(iette
in ogni mia cosa cosi mohile , come &ta-
Ifile, &iano mici eredi universali i figliuoli
di Iacopo di Boccaccio mio fratello,
^ g. II. Stabile, ne/r arte della guer-
ra, è aggiunto delle macchine, come torri,
e simili, di terra, o di pietra che non sì
possono muovere j a differe/iza di quelle
di legno , che diconsi Mobili. Tass, lett.
poct. 18. Fu tempo cb'iumi credetti che
ai ptttesse fare una torre, o altra roacrbi-
iia tale da oppugnare le mura, stabile e
di legno ; liu poi imparato , che stabile e
di hrgno, nell'arte della guerra, sono ter-
mini iucump;itìbili, perché le stabili si fan-
no di terra , u di pietra , e le mobìli dì
legno. fC/
STAniLEZZA. r. /f. Slabilità. Lat.
.stabilitas, Jirmitiis. Gr. jSeSat'wct^, e^ic-
-T/za. hr.'tac. T. I. 3. 9. Vedete la bel-
lezza, Che non ha stabilczza.
t 5 STKV,\l,\\\V.'S10. L'Azione dello
stabilire , del risolvere , ec. Lat. consli-
tutio. Gr. j9iSai'w5i4 h'ir. Disc. an. 5.3.
Del quale stabiltmi-uto forza è che ne na-
^CODO due inconveuieiili. =J* Guicc. Stor.
5. 100- Aveva Ìl Ite di Francia commesso
a* suoi capitani , che standosi in sulle di-
tese, fuggissero il venire alle mani perchè
avrebbero piesto o lo staltilimenlo della
pace , o soccorso grande . Gali/. Lett.
(Jom. III. 27. Starò attendendo da V. S.
Illuìtrìss. quanto prima lo stabilimealo e
reireltuatione dt'l negozio. (C)
* g. I. /Vr Cosa stabile. « / (/. Bari.
l3. Riguardò d cielo e la terra e '1 ma-
re , e gli slabilimcnti di quattro alimen-
ti H . (C)
# §. II. Per Costanza, Fermezza. Lat.
firmiias. « Coli. /tb. Isaac, cap. l5. Non
essendo stabdimento nel cuore, tu se* pres-
so a mutare mille volle le tue cose buone
e rie ». (C)
^ g. III. E Jìguratam. per Solidità.
" Gal. Sist. 242. Vien pur ella totalmente
atterrala da «juello eh' ei sogj;iuj;ne imme-
dìatamenle, pur maggiore stabilimento dell'
impugnazion falla ». {(')
t 3 STABILIUE. Statuire, Delibera-
tv. Ordinare. Lat. conslituere, decernere,
sancire , statucre . Gr. ' Tr^oaiper^Sra* ,
^ouisu'scSai. O. f. 2. 10. 2. StabUi per
dicrclo, che sempre fosse di santa Chii.'sa
Ttomana. Dant. Par. 32. Che per eterna
Iegt;e è stabilito Quantunque vedi . ^Voc.
ant. 6^. 3. E allora lo comuDc di Roma
stabilio cbc niuno padre per innanzi do-
vesse menare suo figliuolo a consiglio .
^ Jhrgh. Mon. fior. If)^. Kotai già in
una consulta del Senato ce. che sì dà
certo ordine intorno alla fr>t;iie|a d'arirn-
to, e si stabilisce , ovver si nomina parti-
cularmcDte la lega di once undici e dauar
quindici. (C)
f §. 1. Per Deputare, Destinare. Dant.
in/. 2. Fur st.ibilili per Io loco santo, U'
.•.ielle il sucrcssor del maggior Piero.
f §. II. /'er Assegnare , Promettere,
Obbligarsi di dar checchessia per dono, o
mercede . A'oi-. Ant. 2. 6. Quando io vi
dissi del cavallo cota così maravigliusa ,
vui mi stabiliste dono d* un mezzo pane
per dì , e della pietra j quando io vi dis-
si dello verme , voi mi ttubiliste un pane
intero .
t g. III. Per Porre, Collocare. Tes.
lìr. 1. 12. Quelli di' ebbe nome LurilVr,
a cui Iddio avca fatto tanto onore, clic 1'
aveva stabilito sopra lutti gli altri , clli
monto in orgoglio. !> \ it, Bari. 23. Av-
venne che uno degli angioli, the era isla-
bilito sopru una delle celestiali virtudi, si
volse di bene in male. (C)
STA
* §. IV. Per Risolvere. Car. lett. 2.
57. Mi basterà d'aver per rato tutto che
stabilirai per lor roosiglio. Malm. ij. l3.
Mon prima stabilì 1' andare io guerra. Che
vedf;sti più presto eh' io noi dico, Un le-
va leva a un tratto, un serra serra, Ed ir
correndo contro all' inimico. (C)
V g. V. Slalnlire. vale anche Risolve^
re di comune consentimento . Concertare.
Lat. pacisci. Guicc. Stor. 18. 87. il Vi-
ceré si era partito dì Firenze per condur-
si a lui , e per stabilire tutte le cose che
fossero necessarie. Fìr. Disc. an. 53. ?Ìoi
ci siamo accorti che ogni volta che noi
andiamo a bere alla fonte dì Itimaggio ,
tu (ai dì noi quel macello che In vuoi; e
pero tutti d' accordo abbiamo stabilito di
non andarvi più. (C)
5v §. VI. Stabilire, talora vale Dispor-
re . Guicc. Stor. !^. 268. Egli, stabilite
queste cose, passò con mille e cinquecen-
to Svizzeri ec. ìl Pò a riscontro di Castel
S. Giovanni. (L)
* g. Vn. Stabilire, si dice per Deter-
minare lo stato della questione, il signi-
ficaio della parola, e simili. « ISorgh. Orig.
Fir. 3l. Mal si può trattare delle conse-
guenze delle cose , se le parli reali non
sono innanzi chiaramente terme e slabdt*
te. (C)
t * g. VII!. Sttd/ilire, talora vale Met-
tere in piedi , Dar voga , Far adottare ,
o simili. Segncr. Selt. Princ. i/lus. 6. 2.
E più difficile lo stabihr la tÌtIù, che non
è lo sterpare i viiii, (TCJ
* 3- *^- Stabilire, in signìfic. neutr.
pass, e ptr metaj. Porsi, Mettersi. Guuc.
Stor. 16. 8. Chi non si risolveva ad ar-
marsi , era necessitalo di accordarsi con
loro, e porgergli danari , che non era al-
tro che essere inslruinento dì liberargli da
tutte le difficoltà, e stabilirsi da se mede-
simo in perpetua suggezionc. iC)
* g. X. Per Confermarsi . Lai. ohjir'
mare se. Segncr. f'red. Pai. Ap. IO- 3.
Più che gli Apostoli lo dissuadevano dal
tornare nella Giudea sullo \\ prelesto del-
le pietre là poslc in ordine per lapidarlo,
più si slaliUi di tornarvi. (CP)
^ g. XI. Stabilirsi la grazia, o simi-
le, d' uno , vale Aciptistarsi stabilmente
la gntzia d'uno, o simile. Car. Leti. I.
l"/^. Non solo mi pare d'avermi di nuovo
guadagnata la grazia sua e della Signora
sua madre; ma slabililomi con essa quella
della Signora Marrticsa del Vailo, (l')
5r g XII. Stabilire, per intonacare de'
muri, o d' altro. Penv. Celi. Ore/. l32.
Con della terra , stemperata in guisa di
calcina, si debbe slabiliie lutto t|ucstn se-
condo l'ondo della fornaci', ma |K>rvcla sol*
tilmcnle. {ì )
STABILISSIMO . Superi, di Stabile.
Lai. firmissimus. Gr. ^iGato'iaTa;. ì\rd.
Ditir. 35. Alle moli slabilissime, Che sa-
rian perpetuissimc , Di rovina sodo ori-
gini .
t STABILITA", STABILITADE , e
STABILITATE. Astratto di Stabile} Fer-
mezza . Lat. stabililas , ftrmitas . Gr. ^e-
^ai'w5»;. tpnafta. fìocc. conci. l3. Con-
fessi) nondimeno, le cose di questo nioniln
non avere stabìlilà alcuna. Olt. Com. in/.
8. 142. Siccome quando ctmfoila un uo-
mo, che non ha slabiltlà, eh' cnin in r«'-
ligiune . G. I . 9. 188. 1. Mostra che 1
detti Saracini abbiano piccola »tal»ìlilà in
loro signorie. C»//. Ah. Isaac , cap. ai.
Se r uomo conserverà le sue cogitazio-
ni in islabililade re, s) sì studia il dello
nemico per altri modi aslulanienlo d' in-
sidiare .
3 STABILITO. Add. da Stabilire.
Lai. statiilus, cOHStitutus. Gr. Tt70i'/u(-
vo{ . Coli. .4b. Isaac , cap. 36. La qual
mente, slabiltlà in Ubcrtade , mUscu sopra
STA
gì' intcnduncnti per la tua continua con-
templazione. Tes. lìr. 2. 33. In ciascuno
cor|Mi , che ha sofiìcienti memliri , sono
(|uattro virtudi stabilite e fermale per li
ijuattro elementi ( co.tì hanno 1 migliori
tcftt a penna , benché lo stampato legga
stal>ililatc ).
^ g. I. E Jìguratam. Reso stabile.
«Stor. Fur. 1. i. La veneranda maestà
dello Imperio ec. , stabilito da Augusto
ec. , si raantieoe in somma grandezsa >.
Segr. Fior. Pr. cap. 19. Un principe
nuovo ec. debhe pigliare di Severo quel-
le parti ec. che sono convenienti e glo-
riose a cousen'arle uno stalo , che fia di
già stabilito e fermo. tC)
^ %. II. Per Concertato, Determinato.
M Buon. fier. Intr. 3. Che se non paghi
al tempo slabilUo ec. **. iC)
t STABILITOHE. Perbal. masc. Che,
o Chi stabilisce. Buon. l'ier. 5. 3. 8. SU-
bìlilori Di nuovi fondamenti per lo stato.
* STABILMENTE. Avverh. Ferma-
mente, Con istiibilità. La\. firmiter , sta-
biliter. Gì. /opi'w;. Segncr. Critt. instr.
3. 2(i- 8. Il luogo della giustizia da que-
sto fatto piglio slabilmcDte la denomina-
zione di Terra esecranda . Saivin. Dite.
2 221. Era in somma l'amore della pa-
tria ec. un perno, sul quale si reggeva e
stabilmente si rigirava il governo. (*)
STACCA. Forse q nel ferro informa
di anello fitto nelle mura , dove si mtt'
tono le insegne. C. V. 12. 89. 4* ^"*
chiamare, se v'avesse sindaco del comu-
ne di Firenze i e non essenilovi , la fece
porre ( la insegna ) ad altri in su una
stacca" , e disse ( ti testo Riccardi legge -■
la fece porre in su una aste , e appiccare
ad alto).
* STACCABILE. Add. Che può stac-
carsi, liellin. Disc. 11. Nelle due sole
parti slaccabdi per insinuazione di sola pun-
ta. E dopo : P.eM>lcnxa delle parti stacca-
bili, o laglìaliili. (Minf
STACCAME^TO. Lo staccare. Lat-
avulsio. Gr. àzó'^riv.'Sfiv.. Sagg, nat. tsp.
212. Si consideri ora, che la resistenza
allo slaccanii.-iito delle due basi non fu mag-
giore di Ire libbre. Gal. Sist. lyO- Onde
ne segua lo staccamentoe 1' allontanamento
della penna .UUa terra. ^ Pellin. DiiC. l.
169. Tale slaccaniento non possa succedere
per il sopraggiunlo peso del corpo pun-
tellalo. iCf
# STACC\>TE. Che stacca. Bcllin.
Disc. 11. Allora è fallo lo stiiccamento, o
il taglio , quando la forza staccante, o ta-
glianlu è non ptù che eguale alla fona del-
r attaccatura. (Mini
'I 3 STACCA li E. Spiccare.- e si usa
in signific. alt. e neutr. pass. Lat. ave^*
Icre, rr/igerc. Cr. stVofU/^Siv * «"oaìl^*-
# g.' I. Staccanti da una persona, 0 da
una cosa, vale Lasciare una persona, o una
cosa, allontanandosene. «« Buon. Fier. 2. 4-
17. A me conviene Tanto aspettar, eh' ci
da cidor si sUcrhi ». (t) .Magai, lett. Mi
fu forza staccarmene 1 dal libro J^ per ri-
mcllerraici, siccome feci, il giorno dopo, fy/^
0 g. Il, Starcar le pratiJte, per Uscir
delle pratiche. Segr. Fior. I ett- Inviò k
genti chi a Trento, chi altrove , e non i-
slaccava le pratiche, dunodochè e' si trovò
ili Gennaio ce. ( Bj
SrACCATEZ7.A..9rmvfimr/irc. LaLa&«-
lienatio. Gr. aìJioTpt'usif. Fr. Giord.
Pred. R. Grande si era questa sua ftUc-
calrtza dalle cose del mondo.
STACCATISSIMO. Su fterlat. di ^Stac-
cato. Fr. Gioiti. Pred. R. Dalle Tanitk
mondane staccalìssimo.
STACCATO. Add. da Staccare. Lat.
avulfus. Fr. tiiord. Pred. R. Lo trovò
slaccalo da quella oscena pratica. 4 Segner.
Mann. Genn. 2U. 3. Tu quanto a te, anu
STA
S T i
STA
1353
più loslo lii uou aver le rirrLetic, che il'
averle, e starne staccato. Il primo è lacile,
il McoutJo è miracoloso. ( /Ò
f # STACCATORE. ì'erhal. muse.
Che, o Chi stacca. Bcllin. Disc. 2- a34.
Fra le condizioni che noi sì diligcntemcn-
lo aviam rintracciate nello strumento :stac-
eatorc. (Min)
STACCETTO- Vini, di Staccio, ^rt.
Vetr. 7. Ii5. Così nello staccclto rimarrà
una gran parte della sporchezxa ed untuo-
sità ; lavisi hcD'' lo staccetlo, e con nuova
acqua si torui a far passare detto colore.
* STACCIABBURATTA . Ved. A
STACCUBBURATTA. (C)
STACCIAIO. Colui che fa, o vende gli
stacci. Lai. crtbrorumfaber, venditor. Gr.
STACCIARE. Separare collo staccio il
Jint dal grosso di checchessìa j ma .ti dice
pia propriamente della farina. Lat. cri-
hrare , purgare. Gr. xojxtvt'^stv, zK&K-
pi'^eiv. Pallad. Ottoh. \l\. Polverizza tutte
queste cose insieme^ e staccia. E altrove:
Diligentemente gli pesta e staccia, e quan-
do tu vorrai , ne mischierai. Cr. ^. ^0. 5.
Tutte queste cose staccia e mescola. lìi-
cett. Fior. 89. Si stacciano le Hirioe per
cavarne la crusca , e la parte della scorza
de* semi ; stactiaosi le medicine semplici,
cbc si pestano, acciocch* elle sieno tutte
uguali.
STACCIATA. Quel/a quantità di fa-
rina che si mette in una sola volta nella
staccio. Cecch. Stiav. 1. 4- lo voglio che
questa ne stacci Più di sette stacciate , e
più di venti.
*t * §■ Stacciata j fu preso anche in
senso di Schiacciata. Dial. S. Greg. A-
55. Allora andò, e prese due stacciate che gli
erano state offerte. A'rfiJo«o--Diedegli quelle
due slacciate, pregandolo che le ricevesse
per suo amore. Al quale colui molto do-
loroso e afllitto disse ; or perchè mi date,
pudre, questo pane sauto, eh' io non ne pos-
so mangiare? ec. Se tu mi vuogli aiutare
offerisci questo pane per me a Dio onni-
potente. (V)
■j-STACriATO. Add. da Stacciare.'Lz\..
cribratus. Gr. «r^o'^svi^. 3/et/. Arb. Cr.
29. Fassi ancora il pane di grano trito j
slacciato e cotto. Xibald. Andr. 121. Pren-
dere zucchero rosato con alquanto legno
aloè pesto e stacciato. Pallad. Ottohr. i!^.
Avra'li leggiermente pesti e stacciati in
uno vasello.
STACCIATURA. Cruschello.
* g. J'ale anche l* Azione dello stac-
ciare. Car. Apol. 171. Voglio che per ora
mi basti di aver mostro a voi ec. quanta
ciarpa si sia cavala di questa prima stac-
ciatura che s' è fatta delle cose vostre. (Il)
STACCIO. Spezie di faglio f ne ^ con
cui si cerne per mezzo di un panno simile
lilla stamigna, e fatto di crini di cavallo.
Lat. subcerniculum. Zibald. Andr.
•4-
Mangiava pan grosso a staccio, e piccoli
pescatelli. Burch. I. l5. S'è* pappagalli
fosson bene intesi. Vedresti far gran quan-
tità di stacci Delle gran barbe e' hanno
gì' Inghilesi. Buon /Ver. 3. 5. 6. Sempre
in man formcnti e zipoli. Sempre in opra
ilacci e pevere. Bed. Oss. an.6Z. I> e pi-
gliarono ( i^W anguille), non con altro ar-
nese, che con gli stacci, più di tremila
libbre.
*t STADERA. Strumento, col quale si
pesano duer.te cose, sostenendole, benché
gravissime, col peso d' un piccolo contrap-
peso, il quale volgarmente si chiama Ro-
mano, o Piombino. Lat. staterà. Gr. ura-
&/105. Gal. Meccan. 6o4- Stadera, strumen-
to col qual si pesano diverse mercanzie ,
sostenendole , benché gravissime, col peso
d' UQ picciol contrappeso, il quale volgar-
mente sì chiama romano, o piombino. E
Vocatfolario T II
Sìst. 209. Nella stadera talvolta un peso
di 100 libbre col suo grav.iro in giù non
è bastante a alzarne uno di quattro libbre,
che gli rontrasterìl. Dani. Par. 4. In vt>*
saper se l'uom può soddisfarvi Ai voti man-
chi sì con altri beni, Che alla vostra stadera
non sìeu parvi. Eranc. Sacch. nov. 66.
E' dice non so che di Romani, forse da sta-
dera. Mor. S. Greg. Ora fossero appiccati
alla stadera i peccati mici , per li quali io
ho meritato Tira d' Iddio e degli uomini,
il quale venne nel mondo a pesare il me-
rito dilla vita nostra, e recò seco insieme
giustizia e misericordia. Trart.gov.fam. il.
La stadera sia nella volontà.
^ %. Pesare una cosa, o una persona
colla stadera del mugnaio , fguratam.
vale Esaminarla alla grossa. V. MU-
GNAIO, §. I. '6V
* STADIÌUAIO. Facitore di stadere ,
f'enditore dì stadere. Dal. Dì,f. Cacc.
pag. 3. I Piattelli ebbero la loro prima
origine molto bassa , perocché Pino stade-
raio fu il primo campione- (B)
STADEIU^'A. Diminutivo di Stadera.
Lat. parva staterà. Gr. ^uyi'ov. Lib. cur.
mnlatt. Venga pesato minutamente alla sta-
derina minore.
* STADtRO>'F:. Accrescit. di Stadera.
Lai. magna staterà. Pros, Fior. 6. 24o-
A fine di mantenere la sanità in equilibrio
si pesa , anzi che vada a tavola, sopra un
gran staderone. (*)
STADICO. Quegli che da un Potentato
si consegna nelle mani dell' altro per si-
curtà di mantenere il patto convenuto j O-
staggio. Lat. obses. Gr. 0(j.riCQ^. G. V-
II. 72. 2. I quali erano cortesemente i-
stadicbi a Verona, hiv. 3/. Menando seco
una compagnia di pulcelle che con lei era-
no sladicbe. Frane. Sacch. nov. 223. Io
starò qui stadico, che mai non mi jiartirò
infino che all' opera averete dato effetto
(qui per similit,).
§. Per lo Prefetto del criminale j ma
non è voce nostra. Lat. praetor. Gr. t~'Jip'
X^i ■ Bocc. nov. 40. 20. Credesi per fer-
mo che domane lo stadico il farà impic-
care.
STADIO. V. L. V ottava parte di un
miglio. Lat. stadium. Gr. crct'Siov. Dit-
tam. 3- l4- Con tremilìa stadii, e non con
meno. Fr. Giord. Pred. /ì. Vi poteva es-
sere la lontananza di un solo stadio. Tratt.
segr. COS. donn. Faranno il moto piacevole
per pochi stadii. Lib. Am. 69. Cominciò
lo Brettone a cavalcare per prati mojto
be^li, e dopo 1' andare di dieci stadii, in
uno dilettevole prato pervenne. Borgh.
Orig. Eir. l34- Sarebbe questo non dis-
simile a quel che si dice d' Ercole, col pie
del quale tu misurato lo stadio olimpico.
STAFFA. Strumento per lo più di fer-
ro pendente dalla sella y nel quale si mette
il pie sagliendo a cavallo, e cavalcando vi
si tien dentro. Lat. *subex pedaneus, sta-
pes, staphia, stapia. IVov. ani. St). I. Mi-
se il pie nella staffa, e prese l'arcione.
Tav. Bit. Staffa non richiede, ma di col-
po con tutta sua armadura saltòe suso,
Bocc. nov. ^. 8. Messer Lambertuccio ,
messo il pie nella staffa e montato su,
non disse altro , ec. /'. V, II. 67- Es-
sendo per mettere i pie nella staffa ,
parendo a messer Pandolfo avere mal fatto,
li fé richiamare. Alani. Gir. 24. 27. Che
le forze gli furo in guisa scarse. Che la
sella e le stalle lasciò vote. Buon. Fier.
2. 4- "8. E con queste assai staffe doppie
e sode. Da assicurarvi fortemente il pie-
de .
§. I. Staffa , e anche uno Strumento
dei gettatori, per uso di gettare i loro la-
vori. Benv. Celi. Qref. 60. Adoperandola
in guisa dell' altre terre da formare nelle
staffe , non occorre rasciugarla. E 76.
Comunemente si dice terra da formar nel-
le staffe.
§. II. Staffa, si dice anche un Ferro che
sostiene, o rinforza, o tiene collegato chec'
chessia, ed è di forma quadra, 0 anche
curva. Sagg. nat. esp. 20. Il quale va
infilato per uuu si. a quadra nell' asta
diritta dello strumento.
§. III. Staffa, è anche uno Strumento
da sonare, fallo di ferro a guisa di staffa
con alcune campanelle, che anche si dice
Staffetta. Morg. 16. 25. CembiJo, staffa,
e cemmanelle in tresca.
§. IV. Staffa, da* Aotomisti per simi-
litutiine s'appella Uno di quegli ossicini
che si trovano nella cavità dell'orecchio
degli animali. Lai. stapes.
§. V. Tenere il piede in due staffe , o
simili, proverbio che vale Tenere in uit
medesimo negozio pratica doppia, per ter-
minarlo con più vantaggio, e anche Pre-
pararsi per eventi diversi, o contrarli. Lat.
duahus anchoris niti. Gr. im Ó'JOÌ-J Òp-
fiEtv. Varch. Ercol. 32. Il quale per giu-
care al sicuro, avea tenuto il pie in due
staffe. Belline, son. 170. E forse vanno.
Come molti cavalcan per le cord. Col pie
in due staffe: ah quanti amici il fanno!
Tac. Dav. Ann. \!\. l^p. Non tener esso,
come Burro , Ìl pie in più staffe ( il testo
lat. ha: diversas spes spoetare). Maini.
5. l4- E a due tavole dar vorrebbe a un
tratto. Tenendo Ìl pie in due staffe.
g. VI. Tirare alla staffa, figuratamen-
te vale Acconsentir malvolentieri all' altrui
domande. Lat. alterius postulata agre
facere . Gr. «/ovri y/xzi!^-';z%t' rift.
farcii. Ercol. lo5. Ben conosco che voi
traete alla slaffa, e ci andate a male gam-
be.
5. VII. Perderla staffa, si dice quan-
do a chi cavalca esce il pie dalla staffa.
Morg. 21. l36. E pose lui e *1 cavallo a
giacere. Ed una staffa perse nel cadere.
g. Vili. Perder le staf/è del cervello,
figuratamente vale Impazzare . Buon.
Fier. 2. 4- l8- Costui perse ha le staffe
del cervello Al certo.
§. IX. A staffa, e A staffetta, diconsi
Quelle calze che, per esser senza peduli ,
rendono similitudine alla staffa.
* §. X. Staffe, diconsi da' Magnani
le Spranghe di ferro con cui si armano le
testate de* colonnini e.tposti a' colpi de' carri
e delle carrozze. Baldin. l'oc. Dis. (A)
^ g. XI. Stajfa del sali scendo , dicesi
Un ferro confitto nelle imposte degli usci
per reggere il saliscendo. (A)
*t ^"^ §■ ^'I- •St^f/*^t diconsi da* Seta-
iuoli, Lanaiuoli, e simili, a quelle funi-
celle che reggono le licciate e le calcale.
Bellin. Disc. I. 239. Sono i Ucci legati
alle calcele, e per ogni staffa de' licci pas-
sa un filo dell* ordito, onde essendo due
gli ordini dell'ordito, due sono i licci , e
le ralcole due. (A}
STAFFARE. Staffeggiare. Ciriff. Calv.
3. 101. Pel gran sinistro che fé* nell'ar-
cione, E, come è detto, staffò da un
piede.
STAFFEGGIARE. Cavare il pie della
staffa. Morg. 22. 5l. Rinaldo staffeggio
dal pie sinistro Ar. Fur. 17. 100. Pur
Grifon maj;gior colpo al Pagan diede, Che
lo fé' staffeggiar dal manco piede.
STAFFETTA. Dim. di Staffa.
•f g. I. Staffetta, si dice di Uomo che
corre a cava/lo speditamente a portare
alcuna lettera, od avviso. Lat tabellarius.
Gr . ^Yi^po^y acTa'vor,;, Suid. Bern.
Ori. 1. 4- 8. Intanto ecco una donna ca-
valcava Verso di lor, come fan le staffet-
te, A tutta briglia correndo , e gridando
ec. Ar. Fur. \5. IO. Uogiardo un suo
scudier spaccia a staffetta A dar la nuova
a Costantino in fretta. E sat. 7. Così alla
170
,354 ^ ■^ ^
„,ia sperania, eh" a lUffctU Mi trass. a
V.oma, l.otou dir e,:, h'ern. rim. 1. 102.
Aveie un sassclin 'n una scarpina, E una
pulce acnlro in una ralla, Che vada n
aiù .■ 'n su per islaftelU Iqui per si-
milU.). Moln,. 12. 4»- Perch'alia don
„a venner più staffel^ A dir che 1 Uu
ca le vnlea far molto.
§. II. Slnffrltn, ." ''"•« «'"■'" ". '"f
Strumento da sanare, dello anche Stafa.
Lor. Med. Nenc. 27. E suono la i^f-
felta, e lo svcglione. l'arch. Ercol. Oy]-
La staffella. la quale vogliono alcuni cl.e
russe il crotalo antico. Alleg. 7. Giova
la state inlVa' tempi, e diletta, Come Ira
«li slrunienli la staffetta.
§ Ili. Sta fetta, dices. Quel ferro che
sostiene, o rinforza checchessia, detto an-
che Staffa.
* 8 IV. E per Quel ferro in cut e
rinchiuso il sJiscendo. Cecch. Pro.'. 26.
Bietta fe queUa leppa. o scheggia di le-
gno che si mette neUa staffetta del sali-
leendo dell'uscio, perch'e non « possa
con la chiave aprir dal lato di fuori. (B)
fi V >4 sla/jetta, e A staffa, diconsi
ìe Calze simili alla staffa, falle sen:a
peduli. .'No.', ani. 76. 2. Trovo eh eUi
dovesse donare un paio di caUe hne a
staffetta, cioè santa peduli, e non altro.
STAFFIERE. Palafreniere. l.al. aga-
so, equi curator. Gr. é-iiiiitr,i. Jìemh.
Leu. Voi sicuramente mi faceste ingiuria
dd non aver mandato a me uno slalhe-
re. Bcm. Ori. 1. I. 80. 1 6*6^" *'"'■
ficr, vedendo questo. Corrono a dare aiu-
to Li lor Signore. Cir, ff: CaU: ì.tOO^,
Wc altra gente vi passava drcnto, Cte gii
staffieri, e chi giostrava il giorno.
§. Oggi si prende per Famigharc,
Servidore. l.z\..famulus. Àr. sai. 1- Che
diffica sar'a, se non ha venti Donne pò,
drieto, e staffiero e un ragawo Che le
sciorini il eul , tu la contenti.
STAFFILAMENTO. io staffilare.
+ STAFFILARE. Percuotere collo staf-
file. Lat. sculica caedcre, flagellare. Gr.
'uacriCsiv. * Imperf Pro,: V. 13. J-
17 ..^^ ^ .. ì^ 1 : a; t iciireo in
STA
%. 36q. Sotto le IcgRi di Licurgo
Isparta dinanzi ..gli altari de' sacrifiei. s.
staffJavano, quantunque innocenti, rt o-
gni colpa, sema veruna misericordui i
lanciuUi. (F)
+ S E figurai. Buon. Iter. 1-2. 2.
Di' -l vero, o co' rinil.rolU Ti punse , e
staffilolti. E 2. l .6. Si stainU e scuri-
sci. Si pettini e si lisci. Sahin. fro.t.
Tose 1. 174. Prendiamo in mano la co-
tica lfer« , e guardiamo se ci riuscisse
fatto di staffilarlo lien bene.
STAFFILATA. Perccssadi staffile. I.M.
flagri ictus. Gr. ar«.>,^.«. lor. Med.
Arid 4. 5. Alla croce di Dio, che se
tu non gli porti, ti faro dare deUe s af-
filate. Blon. F.er. 3. 4' 9' ^ "-ff''-"'
n' andavano in volta. Che toccavano ognun,
piccolo e grande. Sino al vivo dell osso
(qui per metaf. e cale motti sa inci ).
STAFFILATO. r(.W da Staffilare.
STAFFILATORE. Che .<taf/,la.
STAFFILATURA. Staffilamento SlaJ-
filata, lo slajfilare. Percossa collo staf
''% STAFFILAZIONE. Lo stafi/ilare.
Plut Adr. Op. n,or. X '<S10 Qualunque
d'essi eon maggior tolletanta, e più .1
lungo porta le h..tliture , e riman supe-
riore, è riposto nel numero de piu glo-
riosi ; e questo couirasto si nomina stal-
filaiione, e si la ogni anno. fC>
STAFFILE. Stri.KÌa di cuoio, o <l ni-
tro, alla quale sta appiccata la .staffa.
S E per Isfrrza di cuoio, con che si
pcXuole altrui. Lai. scitica . /'"«"'"^
lau«in hcjtiale Sari 'l medico vostro, Uno
staffil salubre medicina. E 3. I. 5. Ce l
vorrei far venir collo staffile. Colle funi
tirato, strascicato.
* STAFFO.NE. Tem. de' nettatori.
Magnani, ec. Accrescitivo di Stafja. (A)
STAFISAGRA, e STAFI.SAGRIA. hr-
ha che uccide i pidocchi, della quale vedi
Piosc. Strafizleca. Lat. slaphisagria.Qc
,T«?.'4 «7f.«- Fallad. cap. 27^ 1 pidoc-
chi loro si si si-engono coUa sla6sagra pe-
jU con vino, e con acqua amara di lupi-
ni. r«. /'oe. A •>■■ eap. 3. Item a se-
me della sla6sagria Ullita inacqua, e con
detta acqua distempera buona quanUli
d'acqua di urUro, ec.
;': STAGGIA. Lo slesso che Staggio.
Sahin. Odiss. 473. Come aUorchÌ! . tor-
di d' alle spase, O pur colombe appannan
nella r.gna. Ricala nella macchia in sulle
STAGGIMENTO. Lo staggire. Lat.
• seqiiestrum, sequestrano. Ord. l'ac. Per
istaeginienti, o sequestrazioni d. cose, e pi-
gnoramenti, e rivoeagioni d. esse Stai.
Mere. Nessun berroviere possa andare ad
alcuno staggimento, o sequestro fare d al-
cuno ditenulo, ovvero preso.
STAGGINA. romo/irf<"ne<l(o che Ja a
giustizia ad istanza del creditore a chi ha
eff-elti del debitore che gli tenga a sua
.ttanza. Jegcz. Questo fu da nostri anti-
chi meritevolmenle ordinato, clic del sol-
do ch-b dato ai cavalieri, la meta ne deb-
ba slare in istaggina appo colui che porla
la 'nsegna I qui forse per deposito).
STAGGIO. Quel bastone, sopra l qua-
le si reggono le reti, gli scalini delle .c»-
fear-Wi, o. imi/i. Lal.<.».e,.Gr, x=<>«-
i'ct'e clopra gli staggi, ovvero bas oni ch^
alian la rete, lìuon. i'.er. 4. 1. IO; M":
Wi si, chele f-i t '"'■', f'rT
dire staggi, Ci posin sulle spalle. /. ^P-
„rc«o.. Sicchi^ non pur gU »'"«?'» "T
dir lati. Ma gli scalini e. sian sul e spa -
le Menz. sai 8. La rete la conobbe dal-
lo staecio t:hioccino.
+ 1 I Per lo .<le.<so che .Giallo. Lat.
I- , lìnnh l6i 3 Camnunan-
stalio. Iranc. Jìarb. lo^. J >
do ec. Discovre .suo staggio. /. 2.S3. 22.
Molto ordinali e saggi Riuscir con matu
sta-gi (qui per melari- lesoreti Br. E
vidfin Wlo'slagglo Scritto per sottigl.an-
„: Qui sta la temperanza (l"''"'"'^
pa M Hrcnze 1824. cap. l!i- ptg- '<»•
legge Poi mi tornai laggiuso A un altro
pjazlo, E vidi in bello spano ec.).
^ * §. 11. Staggi, termine de H.cama-
tori, Hegoli che serpono ad allargare e
str/ngeri il telaio, fermandogli con dna-
varile nelle colonne. (A)
t STAGGIO. / . A. O.<lapg,o Lat
pagni del Re di Francia de nuovi staggi.
Vapprr.<.<o: Dati li detti staggi. 0 venu
t„ iPRe di Francia . ^ Jose, e Id.eralo d,
suaprigione.ee. E cap. lo5. Mando a
Bologna due figliuoli come staggi.
«fi. Staggi, diconsi Qiie- rtgolctii delle
gabb^ in mezzo a' •!••''• P'"'"," 'JaT
fermate le gretole. Il t ocnM. alla f.
GABIIIA. <t ) _ ,„,
•t STAGGIRE. Fare .staggina, .'■eque
strare giii.idicamenle i ben, di un del'i-
lore ad i.<,an.a del ^-''"""- ^"^ ^.„.
'render '^^ut.i . Tempieri por 1 universo
Lndo , e staggire tutte le loro clue.^ e.
magioni e p—ssioni f .0^1 «'""">'"• ;;
quiinlunque gli .stampali «W....»o ■ mi gi-
n- 1 .". /• 2 37. I danari furono stag-
,i., per coloro che .vieno I'" l»^,. '"1^"
* ' T., /ir -ì io Quelli che
al comune. Jes. i>i . 7. i" x
,, staggisce 1" tempo di guiderdonare peo-
e. pi'^lie quelli che '1 passa t cioe , .
assegn.) =^ (Vr*. K«'< ( r 5 = Eh
STA
lasciatelo andar; cotesla scritta L'ha fatta
Erasto, qual credo che voglia Ve lo rtag-
eiale, per cavar dal vecchio. Oltre la som-
ma, ec. Rusp. son. II. Con tuUo ciò tni
par d' aver sentito Che '1 diavol 1' ha stag-
gilo. Soo avendo trovato anco 'Ipiii tri-
sto. (B)
* e." I. E per similiL Uart. Ben. rim.
pag. 5. (Livc-jio 1799) S'io russi mes-
so, e eh' io pur ti citasse , D' Amor fareiU
al tribunal venire, E quivi U core a mio
nome staggire. (B)
e II. Per metaf nini. S. Creg. In-
continente che fu giunto a qtlel luogo,
dove era seppellito quel prete, fu staggito
per virtù di Dio, e non si potè muove-
re. * SaUin. fneid llh. 2. SpeiSO que-
gli Staggi r aspra del mar lempesU, ed
Austro Spaventò dal viaggio. (F)
e III. Staggire in prigione alcuno, si
dice del Far prolungare la prigionia ad
uno che gii sia carceralo ad istanza d" al-
tri, o per altra cagione. Frane. Sacch.
noe. 209. Per paura di non v' essereitag-
gito per altrui, suliilo trovo modo di pa-
g»ce.
STAGGITO. Aid. da Staggire.
3 STAGGITORE. Che staggisce.
STAGlONACClA. Peggiorativo di Sta-
gione; Stagione cattiva. Stagione contra-
ria al bisogno, 0 desiderio altrui.
STAGIO.NAMENTO Io stagionare.
Salvia. Disc. 1. 352. Possiede quelbper-
rerione, o quello stagionamento che s. n-
chiede. * V.n. Visc. 3. 82. G"»rf''-
un Pillore ec. egli intende il Tabbncar de
telaio, e la qualiti e lo stagionamento del
Icuno che lo compone. (F)
'stagionante. Che stagiona.
STAGIONARE. Condurre a perfezione
con proporzionato temperamento. Lat. ma.
turare, temperare. Gr. n5:i«.»«'»._ r.tr-
T-.v. i: Benv. Celi. Oret- l35. Cosi aven-
do lasciato stagionare col fuoco U fornel-
lo in due ore fondemmo l5oO libbre di
metallo e i/ui vale cotto e svaporato, «me
dice sopra). (I ) -
§. \ Si u.<a anche per Custciire,o Con-
servare diligentemente checchessia.
* § II. Si usa anche in sentimenti'
neulr. pass., parlando di vivande, e vale
Il ridursi delle medesime a perfetta cot-
tura. La.ic. Cen. 3. nov. IO. pag. 266.
In una starna separala, e ordmata per lo-
ro , SI misero a Uvola. dove per aspettai
certi pippion grossi e lordi, che si stagio-
nassero , entrarono in vani rigionamen-
li. f^J ., .-..<•.
STAGIONATISSIMO. Superi, di Sta-
gionato. Soder. Colt. 10. Fanno miglior
pruova assai, che i bene e freschi conser-
vati, o che i tosto spiceaU e (io»U; e sla-
gionatissimi . purché sieno prima piantati
con diligenia. più gli accompagnala terra.
STAl.lONATO. Add. da Stagionare.
Lat. maturatus, lemperatus. Gr. ^sf!"»-
?..,-. Agn. Pand. 28. La vdla le lo di
nuovo (il vino), stagionalo, netto e buo-
no llav. Mon. 107. Pe'pon colate neUe
vene e nelle proprie miniere, e quivi con -
ceUle, e .I..1 tempo indurile e stagionate,
.i fan metalli. /.■""'. Tane. ». 3. Fanne
insieme col tuo duo feg.legli. E leg. 1 <"«> '
l'altro stretlo itrelto; Cosi vernuno stagio-
nati e begli. « nenv. Celi. Oref. l.«. K
pero debbe 1' artefice per se stesso ««1.1,.
alle caie ( ,*<^ m^rml M a eleggergli ec.
bellissimi e ben stagionati. (ì )
STAGIONATOllE. Che stagiona.
•+ f .STA«.10>ATORA. Stagionamen-
to. Maluramenlo. Maturazione. .4ccad
(r. Mes,. 1 8q. L' impastavano ec. e !..
distendevano . o' fonnavano in ceri, stru-
menti di terra coli. re.. He. S"-»' " •";
vivano per dargli fi' P"" > *"' """
l'ultima stagionatura. (A)
STA
STA
STA
j355
5 STAGIO^E. yonie tomune a cia-
scuna delle ifitatti-o parti dell'anno, cioè
Primai'cra , State » Jutunno ^ e l'erno.
Lat. anni tenipits. Gv. iapOL roù fiTOUj.
l'ietr. Cd/13. 4- 2. Che per frcdJj ^iIj^jÌod
foglia non penle. /■,' canz. 38. 2. Ma pria
6a *1 verno l.i slagìun ile' fiori, Ch'Amor
fiorisca in quella Dul>il alma. E son- Siy.
Ma la sljgiouc e l'ora men gradita, Col
membrar de' dolci anui e dcyli amari, A
parlar leco con pietà m'invila. Vant. InJ.
I. Sì ch'a Ikmic sperar m' era cagione ec,
L' ora del tempo p la dolce stagione. Bocc.
nov. 44" 6. I tempi si convengou pur sof-
ferir falli come le stagioni gli danno. tSV/i.
Ben. ì arch. 4- 5 Donde ec. tante va-
rietà di cibi, stagion per istagione , ec.
4 Serd. Slor. 3. lo8. Dipoi lasciato il viag-
gio dì Maldive, per non esser comoda sta-
gione dell' anno, se ne tornò al Padre con
■lueslc buone nuove. (C)
^ §. I. Stagion nuova, o novella, vale
Primavera, m Amet. 96. Cosi nel ciel cia-
scuna appare stella Lucida e cbiara di
tanto sereno. Quanto Titan en la stagion
novella». (C) Segr. Fior. Star. IU>. 5.
Il Conte negava potersi in quelli tempi
fare (era verno aspro), ma che si dove-
va aspettare la stagion nuova. (CP)
§. II. Stagione, si trasferisce anche a
Que/ tempo generalmente, in cui le cose
sono nella loro perfezione. Lat. statum
tempus. Gr. i\.pr,azvci yùàvo^. ì^'ov. ant.
73. I. Essendo a una stagione i fichi no-
velli ec, vide in sulla cima d'un fico uno
bello fico maturo. E appresso : Quando
gli recò, la stagione era passala, che n' e-
rano tanti, che quasi si davano a' porci.
Petr. canz. ài. 5. Passata è la stagion ,
perduto hai l" arme. Zìi*. Dee. 3. La cosa
era di stagione ; nondimeno i Consoli 1' an-
davano pur tardando. Ar. Lea. 2. 3- Or
che l'arrosto è in stagion, vieni; andia-
mone A mangiar. Pcnv. Celi. Oref. 36-
Debb' essere U detto fuoco a proporzione
dell'opera che vi si pon dentro ; e coni' e-
glì sia nella sua stagione, si porrà il lavo-
ro sopr'una piastra di ferro. E appresso:
Allorachè sieno accesi nella loro stagione,
si dia al lavoro sicuramente un buon fuoco.
§. ili. /'er Tempo semplicemente. Lat.
tFtaSj tempusj tempestas. Gr. aiwv, Xpó-
ve;, óipcc. Bocc. g. 6. f. 4- ^^ °°° ^3-
pete voi che per la perversità di questa
stagione li giudici hanno lasciati i triiju-
nali! A'oi'. ant. 19. 5. Signori, a mala sta-
gione venite, che '1 vostro tesoro è dispe-
so. * Teseid. i. l\\. Quivi fatta sua gen-
te rinfrescare , Per piccola stjgion vi si
ritenne. (B} Bemb. pros. i. 11. Se ella
( la lingua volgare J stata fosse lingua a
quelle stagioni fa' tempi de' Romani ) se
ne vedrebbe alcuna memoria ne;.li anti-
chi edificii, e nelle sepolture. {ì)
* §. IV. Stagione, fu detto anche per
Ora, Momento . l'r. Ciord. Fred. l3l.
S* bai figliuoli, e non hai che dare loro ,
Sì ti crepa il cuore il dì a cento stagio-
ni. (CPj
♦ §. V. Stagione, talora vale Qualità,
datura, Benv. Celi. Oref. 33. Ne* quali
modi ( di smaltare ) indifferentemente si
trovano alcune diversità per conto della
sUgion degli smalti. (V) Guicc. Star. 9.
196. Il Pontefice impaziente che le sue
genti non procedessero più oltre, ne am-
mettendo le scuse che della stagione del
tempo, e delle altre difficoltà gli facevano
i suoi capitani ec. propose si andasse a cam-
po a Ferrara. (C)
*c §. VI. Stagione, per Fiata, Volta.
introd. ì'irt. i3. Considerando una sta-
gione lo stalo mio ec. (C) Vit. S. 3/.
Madd. 127. £ Maria Maddalena prenden-
do a predicare una stagione al popolo, co-
minciò ec. (V)
"•.' %. VII. Alle .stagioni, o Per le sta-
gioni, maniere avveri», che significano Tal-
volta. Albert. 2. 35. Dicesi poter quello
che conioilaniente far si può, e quello è
appellilo iiotere «li comodità. Dicesi an-
clic alle stagioni, potere di equità. (CPj
Eav. Esop. 32. Concio^siacosachc il mi-
nore per istagione ben possa nuocere al
maggiore. E 172. Caricavalo per istagìo-
ue di diverse mercanzie, e sconvenevoli
some. (ì)
* §. Vili. Per le stagioni , maniera
avverh. che significa Opportunamente ,
A suo tempo. Giamhon. Mis. Uom. 72.
Dee per le stagioni, e quando si conviene
parlare. /•," 114. Kon è niuno che per
le stagioni non infermi, e che per poco
senno spesse volte non erri. Introd. ì'irt.
298. ^iun astenersi è non mangiare al-
le stagioni . Guicc. Stor. lih. 1 1 , pag.
l83. Costretti dalla stagione del tempo ,
che era del mese di dicembre ec. ripas-
sarono i monti Pirenei. (C)
^ §. IX. Tutta stagione, anticamente
fu usato per Sempre, him. ant. Fr.
Guitt. Già filosofi Dio non conoscendo ,
ISè poi morte sperando guiderdone, ischi-
far vizii, e aver tutta stagione (cioè, sempre
schifare vizii e riccheize. / ed. net. 401.
Guttl. Leti.). (ì )
* STAGIONEVOLE. Add. Che sta-
giona , ( he porta a maturità. Salvia.
Inn. Orf Beala d' assai seme, slagione-
\o\e ( qui è detto della natura j. (A)
STAGLIARE. Tagliare alla grossola-
na. Lat. crassius incidere. Gr. '::o(.j^v-
iùj; xÓHTiiv.^ Salvin. Jliad. 2o5. Enel
tempo che Ìl vecchio del destriere Le ti-
relle stagliava , andato suso Colla cultel-
la ec. iJ\)
§. I. E per metaf.vale Computare allo
ingrosso checchessia a fine di farne sal-
do e quietanza j ed è termine mercantile,
dicendosi propriamente de' conti, e delle
ragioni de' negozianti. Lat. conftcere, tran-
sigere. Gr. £/> j'eiv. Buon. Fier. 3 2. 5.
Tempo v'avanzerà, se arditamente Fra-
stagherete e staglierete, e 'n fretta Tire-
rcle a traverso E vijjnate e boscate. Bor-
gh. I esc. Fior. 55o. Però stralciando e
stagliando questi minor ser^tzii e censi
cosi pel tempo intricali e confusi, gli com-
pose a tanto grano l' anno. Car. lett. I.
47- Potendo staglìar questo intrico allora
cbe gli avea le mani ne' capelli per sem-
pre.
^ §. II. Talora vale anche Por fine a
una pendenza , controversia , o simile .
Sega. Stor. 2. 66. E se pur debbo qui
ec. indovinare cosa alcuna, posso dire forse,
che il Papa, essendo alle strette di risol-
versi da una parte di questi due Princi-
pi, volesse stagliare, e determinare questo
punto colla città. (Cj
STAGLIATO. Add. da Stagliarej Gros-
samente tagliato, quasi Scosceso. Lat.
praeritplus . Gr. o* 71275//!!? . Dani. Inf.
17. Cosi ne pose al fondo Gerione A piede
a pie della stagliata rocca. Stor. Fur. 6.
\!\5. Salito adunque sopra la stagliata pun-
ta d'uno alto giogo, ec.
§. Andare alla stagliata, o alla rici-
sa, vale JSon andar per la strada bat-
tuta o usata , ma per quella che l'oc-
chio giudica più diritta, o più breve,
quasi tagliando la strada. Morg. 22. 35.
E vanno giorno e notte alla stagUata , Non
creder sempre per la calpestata.
STAGLIATO. Avverbio. Speditamen-
te. G. J'. 8. 54- 2. Parlava meglio, e piò
ardito e stagliato, che nullo di Fiandra
(qui vale scolpitamente),
STAGLIO. Computo alla grossa, altri-
menti detto più volgarmente con modo bas'
so Taccio. Lat. crass'ior ratio, aestima'
1 tio, t a ratio.
^. Ondis Fare staglio, vale Stagliarr.
Lai. trnn.figere. Gr. eVii/Etv. Fed. FA-
Hl!: STAGLIO.
* STAGNAMENTO. Bistagno, lo sta-
gnare, nel signifìc. dil g. III. Lat. flu*
xus cohihitio. Bed. lett. I. 254 M'islro
ancora «he l' ai qua pura e semplice, di
pozzo o di fontana, può produrre 1' effet-
to dello stagnamento. (•)
STAGNANTE. ( he slagna. Che non
corre. Lat. stagnans. Gr. /luvailuv. Pe-
tr. canz. 16. 2. Serrate incontro agli amoro-
si venti, E circondate dì stagnanti fiumi.
Sagg. nai. esp. 24. Come i he alle volte
(l'acqua } si dipaia stagnante.* Gal. Si-
st. l-q. Non dovete mai aver posto mente
con qual furia l' acqua venga strisciando
intorno alla barca, mentre ella velocemente,
spinta dai remi o dal vento , scorre per
l'acqua stagnante. Bue. Ap- 220. E fug-
gi Tacque putride, e corrotte Della sta-
gnante e livida palude. (B)
STAGNARE. Ai Slagno, ricettacolo
d' acqua. Fermarsi l' acqua senza scor-
rere per mancanza di declive. Lat. sta-
gnare. Gr. )ijuiva?2iv. Dant. Inf 20.
Dell' acqua che nel detto lago stagna. Pal-
lod. cap. .1. Non sia piano, cbe vi sta-
gni dentro l'acqua, e non sia tioppo di-
rupinato. •'? Tass. Ccr. l3. 60. S* alcun
giammai a frondeggianti rive Puro vide
stagnar liquido argento. (?•}
^ g. ì. Talora si usa anche in signi-
fc. attiv. e vale Empier di stagni. Bor-
gh. Orig. Fir. l4- Sgorgando il fiume
d' Arno, che, ritenuto dalla tjolfolina ,
stagnava tutto questo piano. (E) Sega.
Slor. lih. 2. Avendo rotti i canali cbe por-
tano l'acqua in Najioli avea stagnato mag-
giormente il paese. (FP)
g. II. Per metaf. vale Fermarsi. Pe-
tr. son. 117. Per tutto ciò la mente non
s'acqueta, lìompendo 'l duol che in lei
s' accoglie e stagna.
g. MI. Per Bistagnare. Lat. JJuxum
sislere. Gr. vàtMue. £5JiS7avKi. Tes. Br.
I. I. L' uno bec più, e l'altro meno ,
sanza stagnare la fontana (qui vale ra-
sciugare , o cessar di gettare ) . Cr. 6.
l33. 2. Il suo su^o (dell' ortica ) stagna
il sangue del naso. Alam. Gir. 18. 2. Fagli
il sangue stagnar con sacri detti. Che Ga-
lealto il brun gli avea mostrato. * FJ
Avarch. 17. 93. Poi con sugo eh' avea
d'iutorno bagna (la piaga J jVev cui su-
bitamente il sangue stagna. (B)
''' g. iV. I\'eutr. pass. Ambr. Furi. 5.
5. O che l'un male abbi cacciato l'al-
tro, o pur in altro modo ec la scorren-
za (soccorrenza} mi s'è stagnala. (Fj
^ g. V. Stagnare, dicesi anche di
Fasi di legno, ne' quali si pone acqua,
afjiitchè rinvenendo , non versino. Car.
Long. Sof. Bag 2. Soprastando la ven-
demmia, ognuno ec. era occupalo intorno
alle Ifisogne della raccolta; altri a sta-
gnar lini, altri a conciar botti , ed altri
ad altre cose diverse. (FP)
STAGNARE. Da Stagno, metallo. Co-
prir di stagno la superficie de' metalli .
Lai. stanno obtegere. Gr. r.ce.aci'izpoi '/o.
VtffV.
'stagnata. Susi. Spezie di vaso fatto
per lo più di stagno, che s* adopera più
comunemente per uso di conservarvi olio
e aceto. Lat. gultus. Gr. Ttpóyooi- Fit.
S. Ciò. Bat.^211. Il benedetto Giusep-
pe, che aveva 1' asino suo, levane in terra
le cose, e trova alcuna stagnata che ave-
va. E appresso : Messer Gesù prese la
slagnata dell' acqua j e così davano bere
a Madonna, e a Giuseppe questi due be-
nedetti giovani fanciulli.
STAGNATO. Add. da Stagnare, per
Bistagnalo. Cr. Slagnato il sangue , si
leghi sopra 'I fico spugna di mare.
1356
STA
STA
STA
STAGNATO- /4dd. da Stagnare, per
Coprir di stagno. Coperto di stagno. Lat.
stanno ohlectu.t, .stanno inditctus vel ob-
diictus. Gr. /ycciiE^w zìzoviwae'vo; .
Bocc. nov. 52. 6. Si l'uri.va davanti al-
l' uscio suo rcrare una secchia nuova , e
stagnata d'acqua fresca. Kicelt. fior. g5.
Le medicine che &i cuoconn, *,{ stiuma-
no e purgano levando ]a stiuma, che viene
a galla , con la mestola di ferro stagnata e
forata. 7':^ 100- Dirntro olle quali l'Aric/ic; siano
orinali di rame sottile conBtii e stagnati.
* STAGNATUZZA. Dim. di Stagna-
ta. FU. S. (ito. Ball. 211. Levane in
Icrra le cose, e trova qualche istagnaluzza
che aveva, (l )
STAGNEO. ;. L. Add. Di s,tagno ,
metallo. Lat. stanncus. Gr. xac^iriptvoi.
M- V. 3. 7^. Lasciandosi dietro uno va-
pore cenerognolo, traendo allo stagneo >
«teso per tutto '1 cor[>o suo.
t STAGNO. Ricettacolo d'acqua che
.ti ferma, o muore in alcun luogo. Lat.
stagnum. Gr. ii'/ivig. G. V. il. i- li- Se
non che 1* Arno shoccò al fosso Arnoni-
co, e al Borgo delle campane nello sta-
gno, il quale stagno fci e un grande e
profondo canale. Cr. %. 27. I. Il sito delle
terre non sia sì piano, che faccia slagno.
Petr. son. 3o. Orso, e' non furon mai
fiumi, né stagni, Kè mare, ov' ogni rivo
si disgombra, ce. Dani. Inf. 22. Caddcr
nel mezzo del hollentc stagno (qui per
similit.). Ott. Com. Inf. J^- 276. Poi s'
impadulano, e fanno uno stagno detto
Cocito, cioè pianto e gemito.
f STAGNO. Metallo bianco, leggiero,
duttile , e fuxilnlis.simo , die quando si
piega cricchia. Lat. stannum. Gr. /aa-
CtTG^o'^- lìocc. nov. 77. 25. Madonna, a
me converrà fare una immagine di sta-
gno. Guitt. lett. 19. Laido e nocivo sti-
mo stagno semhrare argento. Him. ant.
lìind. fìon. Compra per oro stagno Chi
crede ferma la turba eh* è vana. Alam.
Gir. 8. 20. Che '1 suo valor tcnea eh'
andasse in cima, Come fa Ìl puro argen-
to al basso stagno.
§. Per J'asi, 0 Piatteria di stagno. Lai.
i'asa escoria stannea. Gr. ffxsu'/J xa^ci-
TÌptvff.. liern. rim. i. lo3. Non avrcm
troppi stagni o oii«'alchi , Ma quantità di
piatlcgli e orivoli. Lasc. Sibili, i. 1. Met-
ti in punto lo slagno, i coltelli, e le for-
chette d'aricnto.
•t * STAGNO. Jdd. Stagnato, Ei-
.vtagnato. Aannaz. ÀrCad pros. 9. Poi
che ebbe per diversi lunghi accese di mol-
te fiaccole, chi si diede a mungere, chi a
racconciare la guasta sampogna, chi a sal-
dare la non stagna fiasca, e chi a fare un
nicstiero, e chi un altro. (A)
STAGNONE. Stagno grande. Lai. i«-
gcns palus, stagnum^ Incus. Gr. [Xf/v.*-iì
H'fivr,. fai. Mass. ^c per piova da cic-
lo cresciuta per piova d'altro fiume aiu-
tato |ia&sóc r usato modo del suo slagnone.
g. f'er ì'aso stagnato, o di stagno.
Lat. l'as e stanno, iW stanno obduclum.
Gr. ffxsu'o; /acctTi'fcvov, r, xaifftre'sw
xexovtK'Sysvov. Dnv. Colt. 192. Mellansi
le marze nella rena in uno slagnone. E
appresso : Per non fare spesa di lungo
.Uagnone. Mor^. 25. I09. E lo stagnon
dell' ulriaca aprie.
STAGNUOLO. ì'a.to di stagno, e ta-
lora anche foglia di slagno battuto, hv^i.
vasculum stanneuni. Gr. oxeu»/3tov ifac-
gtripi'fo-f. Hicctt. Fior. aS. La canfora
er. conservasi rinvolta nello sljgnuoln , <>
in vasi invetriati ben cliiusi. /'- 26. Me-
glio, che in altro modo , ai conferva ro-
prcndola con lo stagnuolo.
§. Stagnuoli, voce hattm^ sì dicono nn.
cara le Monete d' argento falsificate rof/o
Stagno.
3 STAIO, faso col quale misuriamo
grano, biade, e simili. Lat. sextarius. Gr.
?2'oTiJ5. G. f. 12. 12. 2. Quest" anno
valse lo staio del grano da soldi 2O.
JJant. Par. 16. Sacchelli» Giuochi, Sifan-
ti, e Barucci, ti Galli, e quei ch*arros»an
per lo staio, florgh. lese. fior. 55l.
Erano in diversi ti-mpi e luoghi stai di-
versi, anzi il fiorentino stesso non fu sem-
pre a un modo , ce. Matm. 3. 44* ^^^
misurò le doppie collo staio (cioè, in rie-
rbissìmu ) .
^ %■ A stata, maniera avi'erlt. che signi-
fica In gran quantità, e dicesi delle Cose
solite misurarsi. « Cas. lett. 74. Io li
prìego di nuovo che tu li astenga di fare
esercizio violento, e di mangiare, come tu
suoli, le fave a slaia, e le ciriegc a ce-
ste .. . fCj
STAIORO. Tanto terreno, che vi si
semini entro uno staio di grano. Pallad.
febhr. 22. Seminasene nel giugcro, cioè
nelle 16 siaìora fiorentine a corda, dieci
moggia di lino. Sen. Pist. Non avea ap-
parato di partir le terre per istaiora. Sen.
Ben. Varcb. {^. 6. Se alcuno li avesse
donato alquante staiora di terra, tu dire-
sti d'aver ricevuto benefizio.
STAIUOLO. Dim. di Staio. Borgh.
l'esc. Fior. 55 1. Si tniova sotto varii no-
mi: staio rello fiorentino, e staiuolo , e
staio antico, e questo or pieno , or mezzo
pieno, ce. K appres.io : Io credo da sta-
iuolo esiere uscito quello di staiora.
* STALATTITE. Term. de' ^iatura-
listi. Pietra generata nelle caverne, simile
ai diacciuoli pendenti nel verno dai tetti,
dalle fontane , e simili. (A}
::= STALATTITICO. Add. Term. de'
Naturalisti. Informa di stalattite. (A)
STALLA , Stanza dove si tengono le
bestie. Lat. stabulum. Gr. ejauio;. Ma
diversifica secondo i varii u.vi che se ne
fanno. Stalla di cavalli, Lat. equile, Gr.
t Tirr^CTKTt K ; di bovi, Lat. bovile, Gr.
^ouTraaiKj di pecore , Lat. ovile, Gr.
Trot/ivcov ; di porci , Lat. volutabrum ,
hara . Gr. oupeo'5 . Tes. Tir. 3. 6. La
stalla de' cavalli e de' buoi debbia guar-
dare verso mezzodì ec. , e sì dee esst-re
la stalla pendente, per discorrere tutti gli
umori che nascono a' piedi delle bestie .
Cavale. Frutt. ling. Pompeo , poiché fc
stalla del tempio di Dio , sempre fu poi
sconfitto. Bocc. nov. 5o- 18. L' un degU
asini ec. era uscito della slalla . /:.* nov.
91. 5. Io credo eh' e' sia ben latto che
noi diamo stalla a queste heslìe (cioè, ri-
poso e rinfrescaniento nella stalla).
§. 1. Serrar la stalla, perduti i buoi,
0 simili, proveHno che vale Cercar de*
rimcdii , .tegtiito il danno . Lai. accrpto
damno , ianuam claudere j elypeum post
vulnera sumere , (h-id. frane. Saech.
nov. 184. Io sapro uggimai che mi fare ,
e serrerò la stalla , poiché io ho perduti
i buoi.
§. IL Chi ha cavallo tn istalla, può
ire a pièj pur altro proverbio, che si di-
ce di chi può e non vuole pigliare le sue
comodità. I areh. f.rcol. 73. I>Ì quelli che
hanno il modo a vestir bene, e nondìnu*-
no vanno malvestili , si dire : chi ha ca-
vallo in istalla, può andare a pie.
STALLACCIA. Peggiorai, di Slalla.
Fir. As. 272. Per risUmi poi mi slava alle
piogge e alle nevi tulla la nulle in una
staUarcìa coperta con non so che frasche .
f # STALLAG(;IAIIE. Avere stallag-
gio , Far dimora ; e due.ii propriamente delle
tffstie . Salvia. *^l'p- Pese. 3. .3o6- Osserva
quelli scogli presso Irrm L'unni prillo, ne'
quai Nlallaggian gli Anui, Ch'hanni> della
spelonca, con firqueniì Nascondigli. tAt
STALLAGGIO, (^hiel che si paca all'
osteria f*er l' alb*s!gio delle besiic
g. Per I' Albergo stesso delle bestie .
Stalla. Lai. .ttabulum. Gr. e~av>o;. Fir.
As. 96. Nasceva sulla più alta parte del-
la montagna una altissima torre con gra-
ticci di legname , comodo stallaggio per
le pecore . Menz. sai. !\. Di più Pindaro
avea nel suo stallaggio Certi cavalli gene-
rosi e forti. Che d'erto giogo non temeao
viaggio.
STALLARE . Cacare e Pisciare delle
bestie . Lat. ventrem ej-onerare , alvum.
evacuare. Gr. 'J.—OTtai.ttX-i. Bocc. nov. ^1.
5. Ed entrali ìn una slalla, tulle 1' altre ,
fuorché la mula , stallarono ec. , e quivi
abbeverando le lor bestie , la mula stallò
nel fiume . f num. 6- Dove si conveni-
va, non istallò; e dove non si convenia,
si . Soder, Colt. l^z. Quando la pecora
mangia e cammina, sempre stalla aoppia-
mente , e quel grassume rimane nel ter-
reno della vigna . Fir. As. IO. Presolo
per la briglia, se lo meno dietro pian pia-
no fino a tanto che egli stallasse.
STALLATICO. Sust. (Juel che stai-
lano le bestie , Concio . Lai. fimus . Gr.
zo'rr^O;. Benv. Celi. Orrf. 86. Di poi lo
mescolava con cimatura di panni fini , e
con un poco di stallatico di bue paualo
per iilaccio.
STALLATO. Add. da Stallare.
STALLETTA. Dim. di Stalla. Lat.
parvum stabulum. Gr. CTEvs^ CTauJo;.
Bocc. nov. 50. 17. Avendo messi gli asi-
ni loro, senza dar lor bere, io una stai-
letta .
•f * STALLIERE. Famiglio che ser^e
alla stalla . Corsia. Torracch. 16. ia5.
L'oste ancor fc' spiccare e portar via Gli
scudi de' guerrieri a' suoi garzoni , Che
molti lenev'ei nrll' osteria Stallieri e cuo-
chi e guatleri e guidoni. (A)
STALLIO. Aggiunto di cavallo, vale
Stato assai in sulla stalla , senza essere
stato ne adoperato, ne cavalcato. Bern.
(ìrl. 2. 17. 25. Come un giovan cava!
grasso slallio , Che ha rolla la cavezza
nella stalla , Pe' campi aperti se ne va
con Dio.
•f' STALLO. Lo stare. Stanza , Di-
mora , Luogo dove si sta . LaU mora ,
slatio , domicilium. Gr. jaovn'. C f. 9.
61. 2. Per lungo stallo, e mal lempo dì
pioggia, e l'oste male fornita di vi\anda
per Io tempo contrario , grantle infermi^
ria e mortalilade fu nell'oste, ^ov. ant.
76. 2. Non avendolo ancora meritato di
suo stallo , messer Kinicri gli disse". Trt-
valc, Specch. t'r. Qui e buono stallo; fac-
ciamoci tre tabernacoli . Tes. Br. 1. i5.
E siccome 1' uno avanza 1* altro , ed ha
orranu di stallo, co^i avanza 1' uno 1' al-
tro per virludc. ()" Com. Inf. V^. Spi.
Degno e giusto è che in altra parte, o in
altro luogo non sia pena o blallo inferna-
le. S, tìio. Grisost. 38. Lo stallo <U quota
vita e lo 'ndugio di tornare a Cristo pian-
gca dolorojamenle. F l53. Buono stallo .
disje , è qui. Pani. Inf. 33. Per la fred-
dura ciascun srnlimrnlo Cessalo aveue del
mio viso stallo . Bui. ifi: Cessalo avesse
del mio viso stallo, cÌo^ ve. sua statua,
cioè fermezza, avesse cessalo del mio vol-
to . Borgh. Vesc. Fior. Mfi. Era siala
gran conlesa fra i Visdomìni e il clcn» di
dette i-hiese di chi fussc ufizio colhK-arr
il \ escovo in sedia, eh' e* dicevano anco-
ra stallo.
* §. Stallo . Term. de* Giucatori tàr'
.tencchi . Dice.u Slatto quando c«/wi , ti/
quale tocca a giuearr , ha il re fitori di
.rcaeco , e non può moverlo senta porto in
offesa, e non ha, 0 non può muovere altr^y
.tuo pesu>. fA)
•f «STALLONAGGINE. Ltsrivia hru-
lale, Atthandonamento totale ii* diletti It^
bidin^fi, Rivolgimento dell'animo a/le Ut-
STA
STA
STA
1,157
rtezze. i'den. IS'is. 3. 101. Duelli lanciul-
Ic&cbi, aoti femminili, icrniinali in cudar-
Jia e in stallonagginc venerea. (Jj
STALLO E. liesUa da cavalcarr^ de-
stinata per montare, far razza. Lat. ad-
missariits. Gr. avviarli- P^llnd. Mat-z.
25. In ({iiL'sto modo
ru,
) notriUino gli cniissa-
ù liiniza etade durare.
Frane. Saccfi. nov. l5p. Gli tenne dietro
furioso y com' e d' usanza degli stalloni .
Cr. 9. 2. 3. Ancbe è da sapere che il ca-
valli! ilfc esser generalo di stallone, vol-
goniienle appellalo guaragno, il quale sia
diligentemente guardalo , ce.
§. Sta/ione, per Cnrson di stalla. Lat.
scn-us stnhtlariits , Gr. ó ToJ sTtauJou
SsOXTTwv. Buon. Iter. 2. 5. 5. Che 'n-
sin r uom di cucina e gli stalloni Furon
suliito in sala.
•f * STALLONEGGIARE . Far da
stallone; e metaf. Usare sfrenatamente con
donna. Uden. ]S'is. 2. II. Induce Ruggie-
ro impudico e disleale amante , volendo
stalloQCggiare con Angelica ; ma lo traila
da patzo ec. , se non fa quelle cose che
ec. (A)
* STAMAIUOLA. Term. de' Tessito-
ri di panni lani^ ec. Nome che si dà alle
traverse stiperiori del telaio. (.-J)
STAMAIUOLO. IJtiegli che lavora^ o
vende, 0 dà a filare lo stame. Bocc. nov.
61. 2. Egli fu già in Firenze ec. uno sta-
raaiuolo, il quol l'u chiamato Gianni Lot-
teringhi .
3 STAMANE. Questa mane . Lat. hoc
mane . Gr. sv toutw tw óp^pf^ • Dani.
Pitrg. 8. Oh , dissi "luì, per entro i luo-
ghi tristi Venni stamane. /:,* appresso: Le
quattro chiare stelle. Che vedevi staman,
son di là basse . Bocc. nov. '.^Q. Q. Inten-
do ec. desinar leco dimesticamenle stama-
ne, l it. S. 3/. IHadd. 79. Mai non si trovò
in le cullo peccalo , ne ninna colj'a j e
questo faae testimonialo stamane più volte
PiJalo. * Bemb. Pros. 3. 139. Quando
si dice Istannllc, Istamane, Islasera, ciò
si fa \tvT aggiunta della 1 che a queste co-
tali voci si suole dare. (ì )
=v §. E figuratam. *< Petr. cap. II. Sla-
mane era un faaciullo , ed or son vec-
chio n . (Cj
* STAMA?iI. Stamane.'LaX.hodie ma-
ne. Gr. e'v rsv'rw tw op^pfo. Lasc. Spir.
1. I. E stamani che desineremo? T. fian-
cherà ec. : iersera vi avanzò quasi tutto
quel cappone. Cecch. Esalt. Cr. ^. 7. Il
poreraccio s* abbaile stamani Appunto eh'
io comprava i hecca6cbi Sessanta , tondi
come palle lesine. Geli. Sport. 3. i. Sta-
mani m'ha fatto motto tale, e tale m'ha
riso iu bocca ed inchinatomi, che ec. (•)
STAMATTINA. Stamane. Lat. hoc ma-
ne. Gr. ti toJtw ?w op^cio. Bocc. nov.
99. 12. Di questo di stamattina sarò io te-
nuto a voi. A'rn. Ori. I. 12- 84- Questo
ti diro , perchè stamallina Mi fu veleno
occulto domandato Da una cameriera di
Tìsbina. lied. lett. 2. i53. Stamattina %e-
ramente è senza febbre, ed in tuono.
STA>rBECCHIiNO. Sust. Soldato ar-
mato alla leggiera dell'amica milizia. L:it.
tagittarius. Gr. xo^o'rr,^. M. l . il. 21.
^fandarono a* Fiorentini sessanta barbute,
f venticinque stambecrhini . Morg. 2;>.
87. Mandati tanti stambecchini e dardi ,
Turca*si ed archi di mille maniere f nui
per l'arme usata dagli stamhecchinìK
* STA^fBECCHINO. ^idd. di .Stam-
Itecco . Salvia, tliad. Si ritrasser gì' In-
nanzi, e 1 chiaro Etlorre Quanto di slam-
]>ecchÌno arco disteso E la voga ed il trat-
to. (A)
STAMBECCO . Sorta di capra salva-
tica. Lai. ifre.r. Gr. r; ai 5 i^kJo^. Mar.
S. Greg. Gli uomini che sono nelle parti
nicridìane , chiamano ihici le cicogne che
abitano nel fiume del Nilo; ma quegli che
sLinnn ncir Oriente e nell' Occidente, gì'
ibici chiamano slanibecchi. che sono ani-
mali l'iccoli di quattro piedi.
g. Stambecco, si dice anche una Sorta
di naviglio che più comunemente diciamo
Xamhecco,o Zamhccchino. Bnrch. 1. iii.
Puledri magri e corde di stambecco Si tro-
vano alla riva al fiume Lete. fC 2. 84. Ma
più la non portava il tuo stambecco.
STAMBERGA. Fdifizio^o Stanza ridot-
ta in pessimo stalo , ove appena si possa
abitare. Lat. vitiosa, huniilis domus. Gr.
STAMBERGACCIA . Pcgg. di Stam-
herga .
* STAMBURARE . Sonare il tambu-
ro. (J)
STAME. La parte più fine della lana,
e che ha più nerbo . Lai. slamen . Gr.
ffT»;'/jLwv. Bocc. nov. 72. 9. O vuogli un
frenello, o vuogli una bella fetta di sta-
me. Frane. Sacch. nov. 192. Ogni notte
di verno si levava in sul mattutino a veglia-
re, e filare lo stame a filatoio.
§. I. Figuratam. per Qualsivoglia sorta
di filo. Petr. son. 255. Invide Parche, sire-
pente il fuso Troncaste, cb'attorcea soave
e chiaro Stame al mio laccio, //r. I''ur- ^6.
43. Non è però, s' altri 1" avrà, eh' io pensi.
Come tu, al viver mio romper gli stami.
-1- §. II. Stame. Term. de' Botanici.
Parte fecondante della pianta contornata
dal calice, 0 dalla corolla, 0 da entrambe,
die è per lo più della figura di un filo ,
quale e detto Filamento, e terminalo da
un globo, o borsetta che dicesi /4ntera, che
contiene la farina, o polvere fecondante, la
quale e detta Polline. Ved. PISTILLO.
Tagl. Lett. IMinula polvere, che cade da
certe cellette a guisa di borse situate nella
sommila degli stami. ( ^-ì)
STAMENTO. /'. A. Stame. Lat. sla-
men. Gr. 'srr'u.oìv. Cron. Teli. 17. Poi
egli e Salvestro s' accompagnarono con lui
e recaronsi a fare 1' arte degli stamenli
sotto la casa loro.
* STAMETTATO. Term. degli Arti-
sti di lana e de' Commercianti. Aggiunto
di una specie di saia. (A)
fS STA.VIIGNA. Tela fatta di -stame ,
o di pel di capra, per uso di colare, o
cernere. I.al. staminea. Gr. to' srritxóvtoJ.
Cr. 4- 44-4' Pongasi un sacchetto sottile,
netto, di pezza lina, ovvero di stamigna ,
pieno di sale ec, per lo cocchiume con
una cordella legato, che nel mezzo del vi-
no discenda, liicctt. Fior. 74. Le cose
umide ec- si passano per istamigna, o pan-
ni (esi sopra un lelaretto, ec. !■• Car. ^Ipol.
167. Mi basti di aver mostio a voi ec. se-
condo la mia stamigna, quanta ciarpa si
sia cavata di questa prima stacciatura. (FP,
V §, E per f este di stamigna. •* rit-
rae. Alad. M. In sul di i parenti suoi gli
misero la stamigna, e appareccbiavansi di
sotterrarlo. / it. Bari. 19. Quando viene a
dirietro della morie, sì non ne porta una
stamigna. E 20. Sa bene che non gli lo-
gora, e che non no porterà se non una
istamigna e uno lenzuolo". (C)
'\' STA:MIGNAI.E. Cernere. Belc. IH.
Eg. e. i3. Un di er. avvenne che il cel-
lerario de* monaci di quello monasterio
cercava un uomo che gli stamiguasse , e
stacciasse la farina. f(\
f 5 STAMPA. Effgiamenlo, Impres-
sionej e dicesi ordinariamente quella de' I
libri j ed anche la Cosa che imprime ed
effigia . Lai. itpus, forma. Gr. TJ:roc.
G. E. 6. 22. 2- Ordino di dare a' suoi
cavalieri, e chi servja 1' oste, una stampa
di cuoio di sua figura, istimandula in luo-
go di moneta f qui va/e : un cuoio stam-
pato). Piit. Purg. 8. I. La stampa cuna
toima di ferro, che, percossa io sul cuoio,
las.\a la sua forma in esso. Cari. Fior. 20.
Il Bidello, che pure anch' egli fu podestà
ioraneo negli anni addietro, e doveva aver
notizia di (|ues(i termini, e passo la stam-
pa per le sue mani, ec. E 25. Quantun-
que di Ferrara fo.sse mandato, ed in Fer-
rara apparisse dato alla stampa.
•»* §. l. Andare alla stampa , vale
£s.<ere pubblicato col mezzo della stam-
pa. Borgh. Arm. Eam. 33. Questo au-
tore non e ilo alla slampa. (Pj
3 g. II. Andare in istampa , si dice di
Cosa che sia chiara^ o notissima. Lat. no-
tum et pervulgatum esse . Gr. ^i-fjTtOip-
/xi'vov, 7:oiu9puniriTOv £iv«i. Lor. Med.
Arid. prol. L' argomento va in istampa ,
perchè il mondo t; stato sempre ad un modo.
/'-' 2. I. I ragionamenli de' giovani innamo-
rali vanno in istampa.
=1^ ù- 11'- T'olere, o simile , andare in istam-
pa, dicesi anche di Chi desidera di rendersi
noto per mezzo della stampa. « Bern.rim.
Che ,per far la memoria lor famosa, Voglion
andar in stampa a processione. Cas. lett.
58. Potrà parere a molti eh' io sia voluto ire
in stampa con questa bagattella» . (C)
* §. IV. Correre per le stampe, dicesi
di Opera stampata che sia comunissima.
Salv. Avveri. l. 2. 12. Molte sue opere la
maggior parte spirituali , conforme alla
vita sua, con gran profitto di quel mestie-
ri, corrono infino a oggi tuttavia per le
stampe. (J^)
^* §. V. Stampa, dicesi anche Una,o più
immagini impi^esse sur unjoglio di carta
per mezzo dì un pezzo di rame, d'acciaio,
o di legno intagliato. •< Borgh. Hip. lA.
Appresso ad altre stanze ec. è un simile
scrittoio tutto adorno di vasi d' ai'iento e
d' oro, e di stampe, e di disegni dei più
eccellenti maestri " . l'asar. Op. J'it. 3.
588. Cominciò Alberto Duro in Anversa
con più disegno ec. a dar opera alle me-
desime stampe. E 596. Ma per tornare
agl'intagli delle stampe, l' opere di costui
furono cagione che ec. ( C)
•.• g. VI. Rendere alla stampa^ vale Fare
stampare. Stampare. Salv. Avveri. 1.
3. 4- 26. Libro delle Novelle, il quale ulti-
mamente per nostra cura fu renduto alla
slampa. (7 )
•1= §. VII. Slampa, dicesi anche l' Im-
pronta delle monete. « Oli. Com. Inf. 18.
334. Trae il nome dulia moneta che piglia
stampa» . (Cj Borgh. Mon. i3i. Un cotal
segno alquanto simile alla stampa genovese.
LC 209. E questa stampa ( del fiorino d'
oro) riusci sopra tutte le altre, che fossero
allora in uso. beUissima. (l)
g. Vili. Per similil. Ar. Fnr. IO. 84.
Natura il fece, e poi roppe la stampa.
§. IX. Stampa, fcr metaf. Petr. canz.
49- 2. Vergine, que' begli occhi. Che vi-
der tristi la spietata stampa ec. Volgi al
mio dubbio stato. •? « Dani. Par. 17.
Manda luor la vampa Del tuo disio, mi
disse, si eh' eli' esca Segnata bene della
interna stampa. (M) Bern. rim. i. 17.
Almanco intorno non avrai Notai Che li
voglin rogare il testamento, Kb la stampa
Tolgar del come stai.
*i' g. X. Per Ligura, Persona. Bari.
Op. l. 275. Mirale che nuovi originali, che
graziose stampe, che vu^hi ceffi di deità, da
abbeverar coli" ambrosia, sono coleste ? (Dj
§. XI. Stampa, per Qualità. Lat. qua-
litaSj species. Gr. ziÒo^. Ar. Fur. 17. 92.
Perchè 1' opere sue di quella stampa Veder
aspetta il popolo, ed agogna. Lern. Ori. i-
i3. 5. E non so rbe divin vi si discerne Fuor
delle stampe ordinarie moderne.
%= g. XlJ. ter Sorta, Sj^cie, Fatta. Tue.
Dav. Cerm. 373. Pero sono tulli {i Ger-
mani ) ,\3eXic\ic in tanto numero, d'una
stampa: occhi fieri, rilestri, pelo rosso, cor-
pi grandi. 'TCj
i358
STA
STA
STA
§. Xlir. Operare, o Fare a stampa, wa'
g/iono Operare come per usanza e senzn
tipp/icasionc. Lai. negligenler agere, Gr.
'^ g. "S-W . Slampa da cuoio. Strumen-
to simile alla stampa da drappi , e per
il medesimo effetto, e l'adoperano tanto
i calzolai per far loro lai.'ori *ul tomaio
delle scarpe, quanto i maestri di cuoio
d'oro per dar l'ombre alle figure e ra
heschi de' loro lavori. Ci sono alcuni al-
tri strumenti delti Stampe da caoio, per
far buchi tondi nel medesimo cuoio, e so-
no di diverse grandezze. Quelli che fanno
il buco minore /' adoperano i calzolai a
traforare le scarpe in que* luoghi dove
bada passare la legatura; gli altri, che
fanno buchi maggiori, l'adoperano i gri-
gliai e ì'aligiai per far butbi dove han
da passare gli ardiglioni delle fìbbie che
si pongono alle briglie e ai cignoni de*
cavalli e delle carrozze. (A)
'"? %. XV. Stampa. Term. de' Cartai.
Asse di b^stolo, in cui sono intagliate
le figure delle carte, divise in dodici se-
parazioni che diconsi Cartelle- 'A^
* %. XV!. Stampa da scultori. Stru-
mento di acciaio di più grossezze , con
testa quadrala, la superficie della tfuale
e spartita in punte a diamante. Serve
agli Scultori per lavorare ne' luoghi fon-
di delle statue , e dove non arriva la
luce j e in que' luoghi che per la loro
profondità e angustia non ammettono la-
- voro di ferro da taglio . Baldin. T^oc.
Bis. (lì)
STAMPANARE. Stracciare, Dilacerare.
Lai. dilaniare, discerpere. Or. oia^TXv.
Jl/. /''. 7. 47- ^^ misericordia eh' egli
fece, fu che negli occhi del fratello il fere
(ulto stampaDarc, e lasciògli il corpo san-
sa anima cosi foralo ali* uscio, l'av. Esop.
E mai più non ci tornare; chi* se ci torni,
a' miei 6gliuoli ti farci tutta slampanare.
Tac. Dav. Ann.'ì.'JO. Vedi ve', che pur
ri ha chi sappia con l'armi slampanare
questi pistolulli scritti col sangue.
STA.MPk'SkTO. Add. da Stampanare.
Lai. laceratus, discerptus. Cr. (Jca^TTa-
ffàei^. Frane. Sacch. nov. 21O. Con uno
copertoio tutto stampanato .
STAMPARE. Imprimere, Ffflgiare, For-
mare. Lai. imprimere. Gr. ruTIoJv. Petr.
son. 28. E gli ocelli porlo per fuggire
intenti Dove vestigio uiiiau l'arena slam-
pi. F 87. VoUimi, e vidi un* ombra che
da lato Stampava il sole. Buon. Fier.
3. 2. l5. E che si, ch'io mi cavo Una
delle pianelle, E che tal te ne stampo 'n
sul raostaerio La forma e la misura. Che
tu non la dimentichi mai ))iù. -■■ /tari.
Stor. il. lib, l.cap.2. Va maestro d'in-
taglio e di statue ce. atterra (un albero)
e lutto gli si fa sopra, e lo j.tam|'a co
suoi scarpelli, levandone grandi scheggio
a gran colpi. (CI'}
g. I. Per /stampanare. M. V. ^ 26.
E l'uuo dopo l'altro trattolo fuori dell'
uscio del palano, tutto lo stamparono co'
ferri, e ta;jliarongli le mani.
g. \\. Stampare, per metaf Petr. cans.
3l.6 Sintil fortuna sUmpa Mia vita, cIk-
morir porta ridendo. Sen. Hen. I arch.
7. i8. La virtù non m spegne mai si
niltamcntf, « he ella non imprima e stam-
pi ncir animo alcuni segni tanto chiari ,
che nessuna mnlatione gli può del ruure
radrre e disgombrare tolaimcnii'. Mahn.
2. 19. Anch' ella con gran gusto del ma-
rito Stampò due hamhoceioni d' impur-
Um-A.^ Salv. Avveri. I. 2. 12- Per aver
seguito mollo spesso la forma delle von
latine molle fiate stampa vocaboli da pi'r
%c uè latini, ne Toscani, (f)
%. III. Stampare, si dice anche dell'
Acconciare lirapperlr, e simili , quando
con alcuni taglienti ferruzzi, 'tetti Stam-
pe, si trinciano e si bucherano.
3 §. IV, Stampare, si dice anche da'
Calzolai il Fare nelle scarpe que" buchi,
pe quali ha da passare il legacciolo con
cut si stringono
* §. V. Si dice pure dai Calzolai,
L' improntare nel tomaio delle scarpe
alcuni fioretti, e altre leggiadrie. « Frane,
fìarh. 21. 1 1. Di confetti contendi Quando
li troverai eoo speziali ce.:, D' un cappel
di falcone, E d' un bello stampar col cai-
zolaro. (C)
* g. vi. Slampare, vale anche Inta-
gliare. Vas. Op- /'//. 3.602. Tutte queste
furoni> stampate vivente Raffaello. F. 6o3.
Giulio Romano ce. vivente Raffaello suo
maestro non vulle mai per modestia fare
alcuna dellp sue cose stampare. (C)
^ §. VII. Stampare, si dice anche del
Tirar che si fanno le stampe. Pas. Op.
ì'it. 3. fì^S. Ordinò che Marcantonio in-
tagliasse, ed il Baviera atlendesse a stam-
pare. l'I appresso: Così messo mano all'
opera stamparono un' infinità di cose che
gli furono di grandissimo guadagno. (C)
%. Vin. Stampare, per Pubblicar colle
stampe alcuna opera, o alcun libro. Lai.
formis ejccitdere, imprimere, typis man-
dare, Gr. tutojv. Cari. Fior. A^. Ma
Voi, che non prima che nella fin del pas-
sato Maggio 86 il vostro libretto d'oro
avete fallo stampare, come vi siete tanto
indugialo a richieder questa chiarezza?
Red. Leti. Occh. Autore di quel libretto
degli Ammaestramenti degli antichi , il
quale agli anni passati, ridotto alla sua
vera lexiunr, fu fatto stampare in Firenze
dal dottissimo e nobilissimo sig. Francesco
Ridulfi sotto nome del Rifiorito . accade-
mico della Crusca. Cas. leti. 53. Ora è
venuto lor voglia di stamparla pur col nome
mio.
•t ■' STAMPATELLO. Carattere che
imita la stampa. Magai, pari. I. lett- 21-
Un eccelb-nle maestro di scrivert- tanto si
farebbe pagar cara la cootraffattura di una
mia firma, tuttoché io scriva un pessimo
carattere, che (pifUa di uno scrittore più
bravo di lui fatta in stampatello, f/f)
STAMPATO. Add. da Stampare. Lat.
imprctsus, excussns. Gr. TUTrw&Ei'?. Cas.
leti. 5l. Ho avuto il dialogo stampalo ^ ed
ho veduto come V. S. persevera in gio-
vare alla nustra patria. lied. Ins. 91. Co-
me si può chiaramente vedere nella libre-
ria del Fozio, dove trovasi stampato un fram-
mento di quel libro, h J'ip. \. ^S- A Ni-
candro uderi in tutto e per tutto il di lui
greco stampalo Scoliaste.
§.!. Per Bucheralo. L^t. perforai us. Gr.
QitATpjTzn'stìi. iVoi'. ani, 79. 2. Li inn-
straro palle di rame stampate, nelle quali
ardi^^no aloè ed ambra.
I §. li. Per Inciso. Alam. Gir- l5. 32.
Ch' attraversava il mezzo della via Di mar-
mo una piramide intagliata, Di molte e
hello lettere stampala.
* g. ni. E neJ significato del %. III. di
Stampare. Tratt. tiov. fam. 66. Se il co-
minci ad usare, o dilt-ltarsi negli dorali
panni in rinrisrhiati vestimenti stampale
scarpette, rorti giulilwttini. Fir. nov, ^.
226. Un paio di t><ri oli a srarcafava , rtdle
ht-lle guigge bianche stampale con mille
belli ghirigori. ("V)
t STAMPATORE. Colui che stampa, in
tulli i significati di Stampare. Lai. impres-
sor. Gr. TUTO'/fia'yJo;. Ar. Cat.prol. Che
data in preda agl'importuni ed avidi Slampa*
lor fu, li quali lacrraronla. Cari. Fior.
11 3. Come che gli »t.impaton,o altri, abbia-
no fatto leggeri- in altro inudo./'.'l I7.^ie'qua'
luoghi si scorge ìl fallo rhiarissìmo degli
stampatori. Cani. Cara- ^"J. tit. Canio dt^
gli stampatori di drappi. E altro\t : Don-
ne, la varietà de* vostri cuoti Ci ha fatto
diventare stampatori. Car. lett. 58. Non
Voleva che eli* uscisse sotto mio nome, ma
sotto nome dello sUmpatore. Penv. Celi.
Oref 70. A tal termine essendo condotte,
si possono dare allo slampalor<- nella aecca
{qui vale stampator di monete)
•f -^ STAMPELLA. Bastone che ser^-ea-
gli storpiati per reggersi; Gruccia. Salvia.
Pier. Buon. 4- 5. 3. Gli fu necessità P an~
dare a grucce j altrimenti colle tlampeU
le. (A,
* STAMPELLO.NE. Accrescit. diSVam-
pella. Brillìi. Bucch. (A)
STAMPERl'A. Luogo dove si stampa.
Bottega dello stampatore. Lai. tjrpogra-
phia, typograpbica officina. Gr. T't>;ro*/^-
^l'x. Gal. Sagg. 271. Eccoti subito piene
lulte le stamperie d'invettive contro del
mio Discorso. * Salv. Avveri. I. 1. l5. Si
può credere che colpa foise del correggitor
della stamperia. fP'J
STAMPITA. Sonala, 0 Canzone accom-
gnata Col suono. Lat. Carmen, canlus. Gr.
wo/ Bocc. g. 5. p. 2. Poiché alcuna
stampila, e una Lallatetta o due furon can-
tate ec, si misero a maogiarc. /i nov. 97,
5. Con una sua vivuola dolcemente sonò
alcuna stampita, e canto appresso alcuna
canzone. Bed. Annoi. Ditir. 96. Le slam*
pile de' Provenzali erano per lo più scom-
partite in tante stanze o strofe, come son
le nostre canzoni, fìiion. Fier. 5- 7. Orsù
halliam cantando alla spartila , E ognuo
di voi ne faccia una stampita.
g. I. Per metaf l^^l. canticum, sonus.
Gr. a7'i«. ';X^'- ^''' Med. canz. 59. 5.
Al rulu ha la sonagliera, Che fa sempre
la stampita.
§. 11. Per Discorto lungo, noioso e
spiacevole. Lai. Carmen, cantio. Gr. a7/ix.
Tac. Dav. Perd. eloq. ^21. Tale àncora
riesce la loro stampita ( il lesto lat. ha
declamatio ) . 3falm. 9. i3. In quel che
coitili fa questa stampita, ce. * Bellin.
Disc. \. 1 19- Voi ve ne fareste forse bef-
fe, se io non vi avessi fatto questa slam-
pila antecedente, nella quale avete veduto
quelle tante strane faccende. (C)
* STAMPO. Terni, de' I al igiai e d' al-
tri. Strumento da stampar ìl cuoio, i
drappi ec. (A)
* §. I. .Stampo, per Imbastitura. Ttr*
mine de' Cappellai. Pezzo di tela nuova ,
che ponesi tra le falde de' cappelli , acciò
non .1* appicchino insieme. (A)
* §. 11. Stampo. Termine dtgli Oriu»-
lai Strumento per dar una figura parti-
colare, sia quadra, triangolare, e simile ,
ai buchi (A)
STANARE. In stgnific. neutr. Uscir
della tana. Lai. e latihulis erumpere ,
r.tilire. Gr. t'it 9>«)iiw» c^o^uàtv. Segner.
Pred 2. i. Allora fu, che per lui fece
stanar le ntTc del Iwico.
« STANATO. Ad^i. da Stanare. &-
gner. Crisi. Instr.l.g 2- Appena ( IJiseo ì
maledisse adirato una lumia di piccoli fi-
gliuob tli lucili a schermila, che gli vide
quanti erano, falli in brani da due gran-
di orsi, stanali dalla boscaglia- fCPj
t * STANCABILE. Add. Che si stan-
ca. Contrario d' Instancabile. Sal%'in. Es.
Gen. Furando (Prometeo ) dal non mai
stancabil fuoco Lo splendor che ù vede
di lontano In una cava ferula. (N)
STANCAMENTO. Lo sUmcare. Lai
tiefattgatio, delassalio. Gr. xajaotro;. G.
f ■ 10 8<) 7- I Fiamminghi per islan-
ramenlo di lòn> soperchie anni afReboli-
rono. Coli. Ab. Isaac, cap. Sj). Le ten-
tazioni ec. son queste, rio^ pigruia, gra-
vesaa di corpo, slancamento dcUe mem-
bra, accidia, ec E 47 Diparteai da Ini
battaglia e timore , fatica e itaneamento
5 STANCARE Str»tCare j e u usa m
STA
':^:^""->----::''EiS'
significato nlO'O ■■ '"■"""•
..flora «//^ p«rticelh .<oll,
tatiearc, Mossme. hssiinr. Cr. xa/i
reUbc molli uomini, dov,. molli u,.mm. Doa
possono una IVmmitia slanorc. /i. '.O''-
alllui n.,r. .™„. 2;ì5. Torna ov' .o son
temendo non fra via Mi stanchi. Vani.
Inf. III. Ni; si slanci) d' avermi a se ri-
slrello'. =? S,m,.nz. Ar.-d pro.< b. Mi
ricorda molle volte, fan.iuUo, da che .1
Sole usciva, insino che si «'oncMV». "">-
tari- scnia punto stancnriiii mai. (DI
if §. \ E figurai. .. ntr. .So/.. 209.
Ècosada stancare Atene, Argino. ir,."i.
Sacch. ri,,,. 378. Forchi; ciascun del l.-i.
far tosto stanca ... (C) I il. Xi. Pod. 1. 2.1-
Oue.lo M ce. lo primo comandamento,
cioè di non inliccidire, nfe istancare nel
santo proponimento. (V) .
+ * § II. Stancare , dicasi anche del
ramno che s- indebolisce e si .<fruttarer
conlinnate raccolte. SaMn. Pros. I0...C.
1. 168. Se non i fallo f i"f"'"° .^ ^'',"°
tempo riposare, si sfrutta e stancasi. (JlrJ
S 111. Per .Sfamare, lenir meno. l.:A.
defiare. Gr. 2«U.':t£.v . Vani- Pa,: 8.
Perchi; impossil.il veggio Che la natura ,
in quel eh' è uopo , stanchi. Bui. 'l'I ••
."«tanchi, cioè venga meno.
■f STANCATO . ^rfrf. da Stancare.
Lai. de/aligatns, opprtssus, defe.is„s. Gr.
xa„..«v. Vani. Inrg. 10. lo stancatole
am'cndue incarti Di nostra via ristemmo .
thid. Pisi. 94. lo stancala dimoro m
sul freddo sasso, e colalo son io, ol'o°'].«
la pietra ov' io seggio. M. I ■ o- ^7-
1 eoUegali, stancati dalle gravexie delle
spese incomporlal.ili a loro, con f,vm pe-
ricolo e pena sostenieno la guerra.
STANCHETTO. AI<luanto stanco. Lai.
lassiilus. Gr. ii:iOJiK>vwv. Bocc. noi'. 74.
l3. Islanchetlo , avendo , non ostante il
caldo, la Ciulazia in braccio, si riposava.
STANCHEVDLE. Add. Che slanca.
Lai. fatigans. Gr. xara-ovJv. * I.cnm.
Test. 82. Del.hino ec. fatiche sopportare
di di e di notte con sollecitudine non
stanchevole. (C) Bemh. ,V.vd/. 2. 98. Non
altramenle che facciano l'a oltre 1 Ales-
sandria talvolta i cammeUi, di lontani paesi
le nostre mercalaniie portanti, per le stan-
chevoli arene.
STANCHEZZA. Astrailo di Stanco.
Mancamento. Diminuimento di forze. Lai.
defatigatio, la.tsilndo. Gr. xc^aro;. G.
y. IO. 89. 6. Non si poteano per istan-
cheiu del corso , eh' avean fallo, regge-
re. Petr. son. 174. U tuo corso non Ire-
na ^è slanchcua, ni; sonno.
't * STANCHISSIMO. Siiperlal. d,
Stanco j Stracchissimo. Tohm. lett. l.
63. Mollo mi spiace che per mio conto
pigliale molestia di scrivermi quando sete
stanchissimo, come dite; che se ec. (A)
Tass. lett. l3. Mi vergogno di non po-
terla servire questa notte, benché siano
sei ore, ed io stanchissimo. E S^O. Non
Terrò seco, perchi; il signor Antonio Co-
stumino e la guida di questo viaggio: 10
sUnchissimo e debolissimo, od infermo
assai. E 34o. Sono occupatissimo, e stan-
chissimo di composizioni. (T )
•f * STANCUITA'. J'. A. Stanchez-
za, Stracchezza ; così dello dagli antichi,
come si dice Crmità e Gravezza. Or. S.
Gir. 27. Quegli ora bene a Dio, che fa
li suoi comandamenti in testimonia dell'A-
postolo, che disse : Orale sema islanchi
ti. (yj
STANCO. Add. Stracco, Che ha di-
minuite e affebolile fe/one. Lai. lassas.
defessus. Gr. xa.uvai». Bocc. nov. 67_ll.
Essendo stanco, s'andò a dormire. Petr.
«1/1. 204. Mira quel coUe, o sUnco mio
STA
cor vago. r. 218. Cosi gli alHilti e slan-
chi spirli miei A poco a poco consuraan-
.,„ sugge. /;»-.'. /"/ 33. In |.icciol corso
mi pareano stanchi Lo padre e 1 fig 1. /•
Par q. Troppo sarebbe larga la big... -
eia Che ricevesse il sangue lerrarese , E
stanco chi '1 posasse ad oncia a. oncia.
:;! e I. /. figuralam. (n-r i'oco , IH-
hole. Lai. „wd,cus. paucs. C„id. C. i-
, Ma meglio conBdandosi nel sacramento
della slanca lode, ella non riguardo la
grandezza della sua reale d.gnilade. ( ( ;
+ i.' II. Stanco, agginnto d, Braccio
Mani, 0 simili, vale Sinistro. Lai. lae
mo, 0 discendemmo a mano slanca. Jiiit.
Iure 6 2. Girando all' altra slanca del
mar Tirreno infino a Roma. / arck. Slor.
2 36. fna deUe quali ( pietre ) nif fé
r'omcro, e spezzo di tronco tulio librac-
cio stanco al Davitte di Michelagnolo . J .
MANO. , , . j,
ff 8 III. Slanco , e anche sincope d,
Stancato. Alam. Colt. Ilh. 5- Riguardi
ancora Che di pianto non sia dal tempo
Slanca. Ar. I i.r. 1.36. Dalla via stanca
e da r estiva arsura, Di riposare alquanto
si consiglia. ( Brj
STANGA Pezzo di travicello che ser
ve\ diversi usi. Lai. I^igilli.s, pertica.
Gr. x«ace. Bocc. nov. 49. H- GÌ. cor-
se a-li occhi il suo buon lakone, .1 qua
le nella sua salelta vide so^ra la stanga
Piai. S. areg. M. Le stanghe, coUe qua-
li erano stangate, saltarono infioo alla lun-
ea 1/ y 7. 79- **<^'' " atloizati 1
fònd'amenti con gran pietre e molle stan-
Bhe, e cinghie di ferro. Fir. As. 109.
^è vi fu alcuno, fra tanta gente, che ve-
nisse senza arme, ma chi con islaogbe ,
altri con lance, ec. Cani. Cam. 18. Quan-
do pigniam la nostra stanga a terra, Per
forza fa che lo strettoio lavori.
•4. * g I. Stanga, fu n'unto antica-
mente per Luogo dove si giudica Frane.
Sacch. uov. i^l■ Venendo 1 '^r.,mM-
na 0 la donna del riehbmo e 1 frateUo
e io richiesto vennono alla stanga. Dice
il Podesli : buona donna, che .lomandi tu
a costui? (l ) i J,.
S II StaWÌie , diciamo anche un Ar-
neìè a similitudine di cesta reno su due
stanghe, portato per lo pili da due muli
per uso di trasportar checchessia. Lai
rheda cistellaria. Cron. ^e«. 25. La don.
na ne lu recala in islanghe ce, ed egli
ne venia a cavallo.
e 111 Stanga, si dice anche un Legno
per uso particolare di so.stener vesti, 0
Ziìli. locc. nov. 80. .3. Vide a letto
ricchissimo , e molle bello robe su per le
stanghe, o Malm. 8. 17. « "" dormen-
torio grande, ma diverso. Ove ciascuna m
proprio ha la sua ceUa, ec. Una stanga a
mezz- aria ovvi a traverso. Dove ella Uen
le calze e la gonnella. (B)
S IV Di qui il proverhio : 1 panni
rifanno le stanghe J e vale, che J vesti-
menti abbelliscono r nomo. Lai. vestis
■ irum facit. Gr. ti ì,.'J.t'X. «.n p . lasc.
STA
i35g
Ge/o.r. 2. 1. Vedi eh' egl. è pur vero, co
me si dice, che i panni rifanno le stanghe.
* R V Stanghe , term. de Carrai ,
sono Le due parti essenziali del carro
1,'una carrozza . carrella , e ■;'""/'. "^
quali si stendono da uno scannello air al-
'"sTANGARE . Puntellare e Afforzar
colla stanga. Lai. pessul.im Mere, vede
munire . Gr. p^yy") r^" ."^f"' "'""
^\d'i->. Tav. Bit. Si f..gg. m una came-
di l'a entro, e serra V uscio, 0 stangalo
hene. dal. S. Creg. M. Furono ape.^ e
con una tal potenza, che le stanghe, co e
quali erano stangale , saltarono infino alla
lunga. Buon. Pier. 4. 2. 5. Via via, ser-
rar serrar , stangar stangare. * Salva.
Odiss. 499. Le beUe armi togliendo, con
Telemaco Giù in camera le pose e stan-
go gli usci. (S) „
STANGATA. Colpo di stanga. I.M.J1-
.'..■ ii(i<.<. Gr. ^axT»ìpia; :rlr,./»i. /(>";'■
A furia di stangale SlraUini gli oc-
chi, e batta que' prdacci. * Coisin. Tor-
racch. 14. 63. E della fuga delle pasto-
relle Il caso memorabile dii.inse , 1 detti
i moti, e le stangate felle, ec. (B)
STANGATO. Add. da Stangare. lir.
As. 29. lo mi accostai all'uscio suo, e
pcrciocrh' egli era mollo bene stangato, io
picchiai pili volte e chiamai. * E 108 Chi
sarebbe mai stalo ciucilo ec. rbe non si
fosse messo a fuggire, e stangato ben 1' u-
scio, tremando e spiritando di paura, non
si fosse rinvolto entro alla coltrice ben vo-
lentieri T (B)
STANCHEGGIARE. Procedere con tul-
io rigore e con islranezza nel trattare.
Lai. "olimmo iure agore. Gr. EX TOÙ a.tfo-
Ol/Kl'oU TTfKTTSlV.
STANGHETTA. Piccola stanga. Lr.
a 104. 2. Poi rivolgi l'alveo, e leva U
coperchio, e ponlo in su una stanghetta
nettissima.
§. I. Stanghetta, diciamo a un terreno
lungo che e nella toppa di alcune serra-
iure, e serve per chiuderle. Lai. sera
ober. Cecch. Dot. 4. 7. Quesf è 1' uscio ;
apri , guarda ; 10 credo Che e' vi sia la
stanghctla. Salv. Granch. 3. J. Stangate
ben b' Bnostrc, e serrate Gli usci a slan-
gbella. Meiiz. sai. 1. Non avrebber gli
scrigni la stanghetta.
e 11 Per Una sorta di strumento da
tormentare i rei. fir. As. 295. Ma ni.
corda, ni: dado , n'e stanghetta ec. il po-
levon mai far cangiar d' opinione. Sen.
Ben. yarch. 4. 22. Giova (la buona co-
scienza ) nel mezzo del fuoco , quando s.
dà a dado, o la sta.igbclta. / arch. Ercol.
3l7 Io me ne ricordava ; ma voleva ve-
dere se a raffermavate senza la stanghetta.
SS g. 111. Slnnghella. Termine de' Mu-
sici. Divisione delle battute. (A)
8 IV. Staiighella , o Esse del bar-
bazzale. Term. de' Cavallerizzi . Quella
parie della briglia che e landa, ed e po-
sta sotto /' occhio. (Ai
* STANGONABE. Tramenare d bron-
;o mcntie e nella fornace. Baldin. Voc.
Dis. (A) , ,
STANGONATA. Colpo di stangone. Lai.
fuslis ictus. Gr. ^aXTri(:.'y; ^'«V.'
Frane. Sacch. nov. 160. Questi muli han-
no avuto tante slangonatc oc; che d. cen-
to 6orini che valeaoo, non se ne trove-
rebbe quaranta.
STANGONE. Stanga grande. Ltb. Up.
div. I^arraz. Mirac. Sopra li quali erano
ledati slangoni di ferro ( qui per similil.)
E>anc. Sacch. nov. 160. Siccome arrab-
biali si mossono con coltellacci e con slali-
goni ad andare verso . muli. Morg. i-
-12 tJno slangon dalla porta togbca. E 22.
178. E tornarsi a ferir con due slangoni.
jc ilor. 180. Questi slangon nel petto si
percossono. ,
STANOTTE. Questa notte. Lai. nac
nocle. Bocc. nov. 74- 'O' U'-'"-"'^''' ff ,';
dioso, tu uon c'entrerà, stanotte. Loti.
SS. Pad Della quale parlando stanotte ,
ponemmo fine alla nostra dispulaz.ono.to(
Ab. Isaac, cap. .7- S'io penserò stanot-
te che questi sia colale, avronne non pu-
eblo danno. EU. S. M. >lad.t. 99- Sia-
ci quuitta stanotte a guardare 'luesto san-
gue * Bemb. Iros. 3. iSg. Quando si
tee Istanolte, Islamane, Ista-sera, ao Sila
per aggion.a della I che a queste colah
voci si suole diro. (1 )
STANTE. Susi. l'unto. Tempo, Mo-
mento. Lai. pimctiim , momenlum. Gr.
i36o
s T \
STA
STA
corti) ycóiOJ. '■• JiiQ. Mei. i. 58- Era
(li djriiii in <(uellu stjnte morie Che il
:»UQnu agli iKchi miei rliiudca le porte. ( D)
Segna: l'rtul. Pai. ,-/^-3.6- E in quello stan-
to medesimu su duo piedi sentenzio. ^ T'CV
Cai. Gali. 223. Mi è fona ron altre os-
servazioni ce. corregger le tavole di tal
movimenti , e limitarli sino a Itrevi&sinii
stanti.
g. I. In uno stante, vale Subitamente.
Lat. rapente, illieo, statim. Gr. sjàj;,
ayri'/K. Lah. 269. Me (juasi del mondo
in uno stante rapi. ^- Sc^ner. Pred. Pai.
.^p.y.ll. Parlava Cristo alle creature insen-
sJtP, ec. e quelle lo uliliidivaco ad uno stan-
te, come se tutte foisero ragionevoli. (TC)
%. II. In questo stante, vale In tjuesto
mezzo. Lat. interim, interea. Gr. £v toj
ptr^^j. M. /'. 7. 54. E in questo stan-
te al Conte venne male. Din. Comp. 2.
3o. In questo stante furono in Firenze
eletti i nuovi signori. * Segner. Mann.
Ottoftr. IO. 3. Quando ancora fosse ripo-
rlo in tua elezione di ìibcivoc ( dall' incer-
tezza } , con ricever da Dio, su questo stan-
te medesimo, avviso certo della tua salu-
te futura; contuttociò oc. (y)
STANTE. Jdd. Che sta. Che è. Lat.
vtans , cxistens , manens. Pant. Jnf. 18.
Ed or s* accoscia, ed ora è in piede stan-
te . E Purg. 17. E perche intender non
si può diviso E per se stante alcuno esser
del primo. G. V. 9. S;»- 2. Stante la dotta
oste a Genova. Amet. lOI. Trcndi questa
rosa tra le spine della mia avversità nata,
\a quale a forz;i fuori de* rigidi pruni tirò
la fiorentina helleiza me nell'infimo stante
delle tristizie .
n! g. I. Stante, parlando di Mese, vale
Presente , Corrente . Golii. Leti. [/om.
III. 29. Ho cominciato il dì 25. stante a
rivedere Giove orientale mattutino con la
sua schiera de' Pianeti Medicei. 'Cj li l\'i.
La cortesissima di V. S Illuslris. dei 6.
stante mi è stata di tanto ma;;gÌor conso-
lazione, quanto per i due ordinarii prece-
ilenti non ne avevo ricevute altre. (PeJ
^ §. II. Stante, vale anche Cìie non sì
muove. Cr. l. t\. Ancora dinanzi all'acqua
stante, e di palude, nella quale è putre-
fazione , non sono ila gu.starc nutrimenti
caldi. (C)
f §. III. Stante, inforza di .nust., va-
le Tempo presente . Ott. Coni. Inf. IO.
i8q. Per lo primo modo noi sa se non
Iddio , al quale è presente il passato , lo
btante, e *1 futuro.
g. IV. Bene stante, o Male stante, va-
gliono IJene agiato, o Male agiato delle
cose del mondo . Lat. hene rem gerens ,
male rem gerens. Gr. 5);wv /a/w;, !);wv
x«Xb;. G. /'. 8- 5o. 3. I quali erano piìi
morhidi e meglio stanti, che in Dullo dis-
soluto paese del mondo.
§. V. Hene stante, vate anche Che e
m buon essere. Di buona condizione. Tes.
lìr. 3. 5. Ma dee tenere lo mezzo in tal
maniera, che sia rruttifero e !)eni* istante.
\ov. ant. (J3. 2. Ne IV «e un hellissiino
mandorlo, multo verde e molto hene stan-
le ^ Segner. Increti, l. II. 2. Un r-di-
ficio sì hene stante che in capo a centi-
naia di lustri ne pure ha mai fatto pe-
lo. i^')
f * STANTE. Preposizione, che vale
Per , A cagione di , o simile. Pil. Pitt.
6. Alcune delle quali (tavole) vi si con-
servarono assai stante la devozione r il ri-
spetto del tempio. (1^)
STANTE. Particella che vale lo .ile s so
che Dopo. Lat. post. Gr. ?rr«iTa. /(occ.
nfv. <u. 10. Non molto stante partorì un
hel figlmido maschio, lit. S. Gio. Pat.
233. Snliitainente, stante alcuno interval-
lo, ed ecco rhe messere Gesù ce. ^ ÌÌOiC.
g. 3. n. /}. Ad un' ora il monaco se n'an-
dava, e la donna al suo Ietto tornava, e
poco stante dalla penilenzij a quello se oc
venia frate Puccio, (/'j
3. Stanteche, vale Perciocché, Per ca-
gione che. Lai. eo r/uod, propierea tjuod.
Gr oeoTt . Gal. Gali. 23^. Stanlcchè 1*
eccesso della gravila dell' arquj sopra la
gravità del soUdo , che in essa si pone ,
sìa cagioD del suo galleggiare.
STANTEMENTE. Jvverb. Con istan-
zia. Lat. instiUtter. Gr. tvzr^'iA'Z^. M.
f. 9. 5o. Cercarono slantemeotc con som-
mcsiione e preghiere che 'I nohile e gen-
tile cavaliere ec. dì sì vile e vituperoso
servigio non fosso contaminato . l'arch.
Star. 2. 3o. Per consultare ec «fucilo che
fosse da rispondere alle domande di quei
giovani, che tanto slantcmente l'armi chie-
de vd no .
STANTIO. Add. Aggiunto di Ciò che
per troppo tempo ha perduto sua perfe-
zione. Lat. obsoletus. S'ov. ant. 79. .3. La
femmina non vale neentc , se dì lei non
viene come di luccio istaotio . Jiunh. l.
29. Rose spinose, e cavolo stantio. Malm.
3. 2,!\. E perch' elle sapean eli stando. Te-
neva al naso un mazzolin di rose . L 7.
68. Carne stantia, harlia piatlolosa,
§. Figuralam. si dice di Cosa rendula
per lunghezza di tempo inutile, o infrut'
tuosa. Sen. Ben. I arch. 3. I. Pcfcìocihc
qiie' henefizii , i quali freschi furono appo
loro in grande stima, divengono in is[>azìo
di tempo stantii, e di ninno pregio.
•f STANTUFFO. Quella parte della
tromba da pozzo, o dello schizzatoio, che
ne riempie la cavità, e col suo movimen-
to attrae, o sospigne i liquori. Gal. Dial.
mot. 49O- Osservai già una citerna, nella
quale per trarne l'acqua fu fatta fare una
tromha ec. , ed ha questa trom1>a il suo
stantufio, e animella su alla sicché l'actiua
sì fa salire per attrazione, ec. Sagg. nnt.
esp. 98. Cominciammo a votar l'aria della
scatoletta con uno schizzatoio ec. , chiu-
dendo a ogni cavata la chiavetta, accioc-
ché nello schizzar fuori per l'animella P,
col ripigncre in giù lo stantufio , 1' aria
attratta non potesse la medesima rien-
trar, ec.
STANZA . Nome generico de* luoghi
della casa divisi per tramezzo di muro .
Lat. cubiculum . Gr. pO'ifi . Bocc. nov.
21. 17. Della sua camera alla stanza di
lui rimandatolne. Cas. lett, 18. lo ho di
più pregato S. E., che quando le piaccia
di venire a Roma, mi faccia favore di ve-
nirsene alle sue stanze in palagio.
g. I. Stanza, per Albergo, .ibitazione ,
Alloggio. Lai. domiciltum , statio , habi-
tatio , hospitium . Gr. povrì . Bocc. nov.
93. 5. A* compagni imposto che semhianli
facessero di non esser con lui, ne dt co-
noscerlo, e che di stanza si procacciassero.
Pir. Disc. an. l\'). Aveva un corvo il suo
nido su un arbore ec. , a* pie del quale
slava una grossa serpe per istanza. $ Ar.
I-\ir. 32. 85. E domandò qui dentro es-
ser raccolto. Perchè non c'è altra stanza
a diece miglia. ff'Pj
§. 11. Stanza, lo sles.to che Quartiere,
nel signi fic. del g. III. Lat. statio, stati-
va. Gr. 3ra3/J9;. Tac f)av. IH. Agr.
39*). Egli a passo lento ec. conduue le
genti a pie ed a cavallo alle stanze (il te-
sto lat. ha: in hìhevnis locavil ). # Srgn.
Star. Q. 256. Fatte nuove genti le ag-
giunse alle vecchie , che erano alle stan-
ze . (C) l'arch. Stor. Mando nel Parnn'-
giano e nel Piacentino quasi tulio l'eser-
cito alle stanze con infinito dispiacere r
danno di lutlu quelle contrade . (S) Ar.
Pur. |3. 81. Non vì spiaccia J* ascollar-
nie. Come fuor delle stanze il popitl Mon>
Davanti al re Agramantc lia preso 1' ar-
me. (PPj
g. III. Stanza, per Lo stare. Dimora.
Lat. mora, mansio. Gr. 01x7^161*, uovv]'.
fìocc. nov. 22. 8. Come che grave gli pa-
resse il partire, pur temendo non la troppa
stanza gli fosse cagione dì volgere l'avuto
diletto in tristizia, si le%o. /:,' nov. ^5. 3.
Piacendogli la stanza, là con o^nt sua cosa
si tornò. G. ì\ II. 67. 2. Non gìugoeo-
do la sua gente , dubitò della stanza . E
cap. 86. 1- La stanta non facea più per
loro. Pant. Purg. jy, Sitta vo' che più t'
arresti. Che la tua stanza mìo pianger di-
sagia. Petr. son. 3l3. E se la stanxa Fu
vana, almen sia la partita onesta. E canz.
22. 3- E per ogni paese è buona stanza.
h'ranc. ilarb. 70. 3. Ne piace servidore
Che poi fa lunga stanza in sul mangiare.
Coli. SS. Pad. Impromette di ventre ec,
e dì fare stanza appo noi Cas. lett. 73.
Farete ìn modo c<>a madonna Liona, che
la vostra stanza costassù non le sìa dan-
nosa . Gttar. Past. fid. 5. l. Per tutto e
buona stanza, ov' altri goda. Ed ogni stan-
za al valentuomo è patria.
S I" A .N Z \ . Dicesi generalmen te Quella
parte della canzoae che in se racchiude l'
ordine de" versi e dell' armonia, che s* e
prefissa il poeta} che dicesi anche Strofa.
Lai. strophn. Gr. <s~ùo^r'. P.emb. pros.
l. 19. Come sono ancora quelle canzone,
nelle quali le rime solamente di stanza in
stanza si rispondono, e tante volte ha luogo
ciascuna rima , quante sono le stante, né
più né meno. Cas- lett. 63. Dia loro il so-
nello delle pettegole, e la slama dell'uom
di cera armato . Hed. Annot. Ditir. yS.
I-'Mte ragione 1' Ubaldini a scrivere che le
(.'olde andrebbono talvolta sotto nome di
Stanza, perchè le stampile de' Pruveotali
erano per lo più scompartite io tante stan-
ze, o strofe, come son le nostre canzoni.
g. I. Stanza, per Cantico, o Canzone.
Lat. Carmen , stropha , versiculum . Gr.
<7TpofYÌ . Pass. 258- E profetando fece
una stanza, e disse: Quia respexit homi-
litateni etc.
g. II. Stanza, spesialmente si dice Quei-
la citazone d' otto versi d' undici sillabe ,
colla rima corrispondente ne' sei primi
versi di caffo in caffo e di pari in pan ,
gli ultimi due de' quali si corrispondono
ài rima ancor eglino; Ottava. Lat. octo-
stichum . Gr. o'xTa5Ti;fov . farch. La*
6^5. Giovanni Boccaccio , il quale aven-
dosi proposto altissimo tema , e soggetto
(b-gno di stile eroico , ritrovò le stante .
fìiion. Tane. I. 3. Ma forse io canterò
stanza, o canzone Del Tasso, del Furioso,
o del Petrarca? E 2. 5. E ogni mio pen-
siero in un sonetto, O stanta, o madngal
vo dispiegando. Cani. Orrvi. .^39. Di rotn-
por madrigali , Cantoni , stante , sestine e
sonetti Non hanno par , benché ùen gii^
vinelli.
•f STANZA , e STANZIA. /'. A. Lo
stesso che Instanza j e si usa più comu-
nemente a maniera d* avverb. colle parti-
celle A e COy^ onde A stanza d' uno,
vale A requisizione, A preghiera d'uno.
Lat. in gratiam alicuius . Gr- c<; /o^tv
Ttvg';. P Con grande stanza, vale Instan-
temente. Lai. instanter. Or. C .«sTaTtxù;.
G. /'■ IO. 178- I. Per noi fu fatto fare
a prego e stanza di mcsser Giovanni de-
gli Orsini di Roma, Cardinale. J/. f. 8
17. Pregandogli per l'onore loro medetimo,
e appresso del ('omune dì Furente, eh*
era obbligato a loro slanta. che se ne do-
\e>sono partire, fiocc. nov. 79. la. Ci»*
scuna con lui, a cui stanzia v'è falla ve-
nire , se ne \3L nella sua camera . 7\'o»'.
ant 3. 5. Lo gìullaro fu dinanti ad Ales-
sandro, e con grande stanzia addttmaodt-
va che gli facesse ragione-
•f STANZA. /. A Stante j onde In
questa starna, vale lo stesso che in qut-
STA
STA
STA
i36i
t4o stante. In questo punto. In questo
mentre. Lai. interim j interea. Gr. ev tw
ucra^y. C f- H* 5y. 6. E m questa
:>tauu addi 16 d'Aprile ec. prrsono il ca-
stello di Monten hi. t^ 12. 16- i:4.Iuc|ue-
ftU staDEa non ccb^ava l'us&edio del Duca
di dì, V dì notte.
STAWZACCIA. Pe^^iorat. di Stanza,
# Ulatt. Franz, rim. buri. Io trovai pur
tla metterla iu un cauto D'una ^tanzacciii
da tener raiboui. (/?r;
STAW^ETTA . Stanzino . Lai. mansi-
uncula. (ir. ;u3v«^iOV- Cr. Q. 92. 2. Gli
uccellatori di Lombardia , massimamente
que*di Cremona, lulta la state le tortore
volle leti ^ÌL,Hauo , ed in una stanzetta
piccola luminosa le rincbiudouo . Cecch.
Esali, Cr. 5. II. Fatemi rabberciar quel-
la staniclta. Benv. Celi. Ore/. 18. Ritira-
tomi in una stantetta della mia botlega ,
feci r e&perieaxa ec.
STA^ZI.\. /'. STANZA.
t STANZIALE. Add. Permanente, Da
Jérmarsi. Lat. permanens , proprius. Gr.
^■'6aiOi, t6iOi. Ott. Com. InJ. 26. 449-
Li quali essendo lor duca Enea , per in-
certi e non istan»Ìali luoghi vagabondaro-
no. Giambon. Mts. Uom. \l\2.. Nìuna cosa
sì riposa mai , se nel suo naturale e slan-
ciale luogo non si ritrova . Se^r. Fior.
Stor. 4. 101. La legge gli costringea ad
accatastare ancora i beni degli stanziali -
§. Invece di Continuo, Perpetuo. Lai.
perpetuus. Gr- ò'i»;v£/.r]';. G. /'. li. 92.
I. Questo uBcio non è stanziale, se non co-
me occorrono i tempi.
STANZIAMENTO. Ordine, Mandato,
Partito. Lat. mandatum, prcvceptum, con-
stitutio , statutum , sancito. Gr. ^vToXij,
vo'/io;, Beojuio;, ccoéT«v/ia, rò /y.QtCTo;.
Pass. 238. Cosi per la superbia si rovina
nello inferno , secondo lo stanziamento
della legge evangelica . Tes- Br. g. 28.
Se ciò non fosse per manifesta utilità del-
la città , e per comune stanziamento del
Consiglio . l arch. Stor. 6 l55. Olirà il
capitale, si pagasse a ciascuno, senza altro
stansìameolo, a ragione di dieci per cento
1* anno .
STANZIANTE. Cfie stanzia. ^ Imperf.
Ttm. D. IO- T. 8. 2.^9- himarremo ca-
paci che queste perfezioni si grandi in Dio
ci debbano essere , ma non già esser da
noi e dalla corta vista della noslra imnia-
ginaiione e del nostro intelletto stanziante
col corpo, in verun modo comprese. (Fj
3 STANZIARE. Ordinare, Statuire.
Lat. decernere, constiiuere, slatuere, san-
cire. G. V. 9. 256. I. Nel detto anno
l324 5Ì stanziaro per lo Comune di Fi-
rente , e si cominciaro i barbacani alle
mura nuove della citta di Firenze . ì it.
Crist. Certo egli hanno stanziato di tor-
nii l'anima mia. M. / . I- 8. Stanziò che
si pagasse annualmentp dalla camera del
Comune. Dant. Inf, 26. Ahi Pistoia, Pi-
stoia, che non stanzi D' incenerarli? Pass.
ao8. La quale stanziando, contraddice alla
TcdoQtà di Dio.
^4^ g. L Stanziare, vale anche Creare,
Fare, m /.iV. 31. Avanti che i tribuni della
plebe fo&sono stanziali »■ (Cj
i? §. Il- Stanziare una Icg^e, vale Far-
la . Bemb Stor. 1. 34- (ediz. Morell.) Il
Senato poi a stanziare alquante leggi, che
a conservar le gabelle della città apparte-
nevanu si diede. (Pe)
§ III. f'er Giudicare, Credere. Dant.
Purg. 6. Ma *1 fatto è d'altra forma, che
Don slanzi-
§. IV. Per Collocare, Situare, Porre.
Lat. pò nere , statuere , collocare. G. /'.
9. 258. 3. In questo spazio è stanzialo un
ponte .
§. V. Per Dimorare, Stare j e si usa
insignire, ncutr. e neutr pass, Lat. ma-
/ ccabolario T. II.
nere, morari, habitare, degere. Gr. fxl-jstVy
Jiarpi'Sstv , òtKtIv , xoLToixiìv . Frane.
Sacch. rim. 62. E se nel cupo cano lio
gli anni avvolti. Noti è eh' umor talvolta
in me non stanti. Stor. I:ur. 6. I2.'|- Li-
berandolo dalla già meritata pena, Io man-
dava a slanciare ne* sobborghi dì Mersabu-
ria. Malm. 7. gS. Mentre temendo ch'io
non mi ci stanzi, Specorate si ben, ch'egli
è un piacere.
STANZIATO- Jdd. da Stanziare, l^nt.
constitutus, status, prcescriptus. Gr. xk-
Mor. S. Greg. Apparecchiata , cioè a dire
riservata al tempo stanzialo, ovvero ordi-
nato. Jì'orgft. Tose. 357. La mette spes-
so r anno , che e' la trova dal Senato
stanziala .
§. Per Pinicrnnte di lungo tempo in
qualche luogo. lìuon. Fier. 2. 3- 4- *^^^
qualsisia mercante o stanziato O forestiero
la sua merce esponga Ove dell' arte sua
son le botteghe. f'J 4- 5. 3. Mercante stan-
ziato in questa terra.
STA^ZIATORE. Stanziarne.
STANZIBOLO. Stanzino. Lai. mansiun-
cula. Gr. p-ovy'piov- Buon. Fier. 3. 3.2.
Ne vi stessi a marcir dentro la tomba D'
uno stanzibol buio.
STANZINO. Stanza piccola, hai. man~
siuncula. Gr. povoictOf Cr. 9. 93- 3. In
un minore stanzino col maggior congiunto, e
con uscio, e lume più risplendcuie si pon-
gano- i'.' Salvin. l'isc. 3. 98- Il mollo
che si legge sul limitare di alcuni stan-
zini nella camera del sig. Piovano ec. è
tratto da una satira di Persio. (Bj
STANZINUCCIO. Dim. di Stanzino.
Lat. mansiuncula. Gr. ^ova'jOiOV. Fr.
Giord. Pred. H. Teneva tutto U suo avere
in uno piccolissimo staiizinuccio.
STANZONE. Stanzagrande. Morg. 16.
82. E ritornossi Orlando al suo stanzone,
E la fanciulla al padre al padiglione. ^
Bellin. Disc. 2. i\0. Egli è uno stanzone
alla 6ne, ed è chiuso per lutto fuori che
in que' gran fi ne strati , i quali con dispo-
sizione sì bene intesa tutto 1' alluma-
no. (Fj
't * STAPEDE. Term. degli Anat.
Uno desìi osselti che si osser^'ano nel mea-
to uditorio. Segner. Incr. I. 16. l3. Nella
sujìerficie esteriore di questo timpano v e
un nervetUno tiralo come una corda, e
ncir interiore tre ossetti chiamati stapede,
ancudine, e maglio. (A)
STARE. ISome. Stanza, Dimora, Il trat-
tenersi. Lai. manere, slare, morari. Gr.
TO/i.£'vàtv. /iocc. nov. 7. l4- Nel suo ar-
bitrio rimise 1' andare e lo stare. F num.
i5. Nel suo piacere per quella volta rimi-
se r andare e lo slare. IJant. Purg. 2.
Qual negligenzia, quale stare è questo 7
Correte al monte.
STARE- I erba, per la varietà de" si-
gnificati che esprime, e per la moltitudi-
ne delle maniere nelle quali si adopera,
frequentissimo nella noslra lingua s on-
de richiede che a maggior comodità de'
lettori più distìn tamen te e a capo per
Capo si faccia qui menzione delle più co-
munali significanze , e delle più usate sue
locuzioni.
STARE. Fssere. Bocc. Introd. 28- Stan-
do in questi termini la nostra cill'a, d' abi-
tatori quasi vota, adivenne ec- E nov. 7.^.
22. Se io posso tanto fare, che io il tol-
ga da questa bestialità, bene sia. K nov.
47. 18. A lui se ne ritorno, e gli disse
come slava l'opera- Enov. ^3. 21. L'o-
pera sta altramenti, che voi non pensate.
E nov. 7q. 28. Se cosi sta, come voi di-
te, non può essere al mondo migUore.
Cccch. hot. 5. I. La cosa sta come Vi
dice Federigo. E Mogi. i. i. Ditemi in
che modo Sta che Alfonso sia tralci di
questa Fanciulla ? Fir. Lue. 5. 7. Cer-
to ella sta cosi. Malm. 4- 7^- ^^'^ ^^^
poti'tle star per altra via. * Car. Bett.
Arisi. 2. 4" Stando queste cose necessa-
riamente segue, che 1* amico sia quello
cc.jTC)
* §. E col/a particella negativa. Dial.
S. Crcg. I. 12. Avvegnaché non facciano
miracoli, non isià che non sicno di santa
vita. (F)
STk^VL. Consistere. Lat. consistere, ver-
sari. Gr. a vai. '/ivcc^cti. Pass, 186. In
questo sta la dignità e 1' eccellenza della
Vergine Maria sopra gli altri santi. E 188.
Nel male parlare e nel nuilr adoperare
sta il peccato. Albert, cap. 58. Sta tutta
questa virtù in dare e guiderdonare. But.
Pitrg. 26. 1. Ecco che dichiara in che sta
la loro voglia. Sen. Ben. / arch. 4- 4^-
Il tutto sta, se egli è uomo da bene, o no.
Lasc . Spir. 1. 3. E che riparamento fa-
ceste voi? T. Oh, qui sta il punto.
STARE. Esser posto, o situato. Lai. si-
tutn esse, positum esse. Gr. y.ita'^xi..
Bocc. nov. l5. 20. Il qual luogo ec. come
slesse vi moslerrò. f it. S. Gir. 1. Giro-
lamo fu figliuolo d' Eusebio, nobile uomo;
fu natio di castello Stridone , che sta ne"
confini tra Dalmazia e Pannonia . Dant.
Par. 2. Rivolto ad essi : fa' che dopo "I
dosso Ti slea un lume che i tre specchi
accenda .
^ STARE. Dicesi altresì della forma
interna e postura d' una casa , d' una
camera, d' un tempio, o simile. « Dant.
Par. 3l. E quasi peregrin che si ricrea
Nel tempio del suo voto ri;;uardando , E
spera già ridir com' elio stea ". (Nj Bocc.
s- ^-
8. E da alcuno vicino informatosi
come la casa di lei stesse , una sera ec. na-
scosamente dentro v' entrò. (P'J
5 STARE. Abitare. Lat. habitare. Gì.
oi-fiiv. V Cecch. Dissim. 2. 2. Innamoralo
della fij;liuola di quella povera vedova, che
ci sta «[uivi a muro a maro. (C)
3 STARE. Biferiscesi alla costituzione
e sanità del corpo, alla quiete e tranquil-
lità dell' animo , e alle comodità e condi-
zioni della vita , dicendosi : Come state
voi ? e si risponde colle particelle Bene o
Male j e va/c Es.ier sano o ammalato ,
Esser contento o afflitto. Esser bene o
mal agiato. Aver bene o male. Bocc. In-
trod. 34. Per le quali cose e qui e fuor
di qui ed in casa mi sembra star male .
Enov. i5. 2. Chi starebbe meglio di me,
se quegli denari fosser mici? E nOv. ^!^.
7. Avendo il luogo più fresco, molto me-
glio starei, che nella vostra camera non
fo . E nov. 47- 6. Or volesse Iddio che
mai, dovendo io staile come io sto, questa
grandine non restesse. Enov. 5o. 22. Po-
sto che io sia da te ben vestita e ben cal-
zata, tu sai bene come io sto d'altro. E
nov. 92. IO- Air abbate se n' andò, e do-
mandollo come star gli pareva . Cecch.
Corr. 3. 3. L' hanno Maritata a un gio-
vane da bene , Ch* ella starà com' una
imperalrice .
STARE. Cessar dal moto. Fermarsi j
contrario d* Andare, e dì Muoversi . Lat.
manere. Gr. aSvstv. G. F. 7. 27. 5. Pre-
gava lo Re e i capitani che stessono , e
tenessono la gente a schiera , e non se-
guissuno caccia di nimiri.
"f STARE. Fermarsi ritto. Esser rit-
to j opposto dt Sedere . Lat. consistere ,
stare. Gr. t iTKvai, sCTr'xzt't. Pctr. canz.
39. 1. Che chi, possendo star, cadde tra
via . Degno è che mal suo grado a terra
giaccia. E f\l. 6- Il sedere e lo star, che
spesso alttui Posero in dubbio. Calat. 70.
Molti (cavalli) ne andrebbono con duro
trotto; e egli (il maestro) insegna loro d'
andare con soave passo, e di slare.
'■{■ STARE. Costruito anche talora al-
171
i362
STA
la maniera del neutr. e del neiilr. pois
Dimorar,; Stanziare, Posarsi, Fermar'.
SI, j4 stallarsi. Ljl. manere , morari. Gr
/ifveiv , O.arylcSiiv liocc. noy. 20 20'
Dove IO voglia slaro, i„ oon iotendo
perciò di mai (ornare a voi ec per
nocche con mio gravissimo danno è inle
resse yi slelti una volla. E nov. 3a 18
Stellimi in un de' piii dilcllevoli luoRbi
eie fosse mai . £ „<,,,. 43. in. Pidro .
iUndo sopra la quercia ce. , vide io sul
primo sonno venir ben venU lupi I: 46
6. Mandatene la fregata, veggciidu che da
mun ronoscmto v'era, si slctte. A num.
Q. Oelil.ero d'andare a starsi alquanto con
lei . E no,: 66 3. Kssendo una loatliua
U marno di lei cavalcalo in alcun luogo
per dovere sUre alcun giorno . E num.
5 Sicch'io mi sono venuto a stare al-
quanto con esso voi. E no... 72. 7. lo mi
veniva a star con lece un peno . Cecch
Ser^ig. 5. y. Ma sa' tu ? i danari Non
«Unno con chi gli spend,- . ^. Adunque
tgli staranno poro con il tuo Dottore
poich egU ne spende UnU In una soma
ni iegne .
* §. £■ figuratam. Fit. S. Onofr. l38.
t nel peccalo stemmo un anno e quattro
mesi. (I') ^
t STARE. Non che in signific. neutr
assoluto, ma eziandio neutr. pa.ts. Indù-
gtare. Badare, Interlenersi. Lai. morari
eunctari. Gt. ^lar/Jig^.v, /„■),),„. /,„„;
nov. l^. b. Perciò statti pianamente infino
aUa mia tornata. E nov. 7. ,0. L'abate,
poiché alquanto fu slato, comandò ec E
aov. So. l5. Poco a slare avea , che né
starnutilo né altro non avrd.be mai. Fr
Jac. T. 6. 2. 3. Dica a lui , chi lui ve-
desse , Per pietà che non islessc , Tosta-
mente soccorresse. * Fr. Ciord. iJq Oue-
•■t. (Lot) solo era giusto e Lnono, e- per
costui ancora slava ( Iddio indugia,'a / e
non profondava; onde l'Angelo gli dis'se •
■o voglio profondare questa mala genie-
esci fuori, ec. (Fj Fior. It. 265. O lucè
di Troia, o speranza fidatissima de' Troiani
quanto sei sialo! Celi. Err. 3. 2. So eh'
ei non può slare a tornare . (C) Cecch.
lorr. 1. 1. Io ho bisogno di parlare a
quella Vedova che esce là di quella casa-
Io vengo. or ora. C. Sta' quanto li piace!
^ I J. E ci tornato ancora ? S. E' non
''"stI'pV",^'"'' ' S'""'"' ' 8i"enere.
STARE. Desistere, Cessai-e, Astener-
SI, Hitenersi, lìiposarsij contrario di Fa-
re e di Operare j e .ti usa tanto nel si-
pnific. neutr. , che nel neutr. pass. Lai
•le.uslerc. cessare, feriari. Gr. TtaJssOo,,.
I.occ. no,: 2. 4. Giannotto non islclle per
questo che egli , passati alquanti di , non
Kl" riniovessc simigliami parole . /; „„„.
H- -'»Ia pur , mente per.lendovi , si stette
f- no,: 25. 17. Si i; egli meglio fare e-
pentcro, che starsi e penlersi. E no,: 2-.
47- Le disoneste parole Ht-tle ne' di the
noi piagnemmo colui ce. , me ne f.,nno
>lare . /;' „„.,. 48. 5. u;,,^ ^ „j,„„ ,.^
che sursi volea, e che essi a Ra^enna se
ne tornassono . Dep. lìeeam. oa. Starsi
COSI assuluiamenic detto, a noi i; non far
nulla, e rijiosarsi quieUmente sen.a voler
briga o pensiero; e tanto fu qui a dire
'he starsi volea, quanto avesse dello cb.-
••1 volea riposare, e rimanersi libero e iiuie-
'o , De volea gli fusie dato noia o mole-
Mia alcuna . /-. y3. Ora.io : ,,uid facinm,
l'rascrilK. Quiescasj che lanlo i- a dire
'fuanlo: non far nulla, o stalli Jlocc . no,'
49. 8. Non rispondeva al figliuolo, ma si
.«lava ( cioè , non parlava ) . /■■ num. 18.
Disse (la donna) a' fratelli : lo voIcDlieri
quando VI piacesse, mi starei (,edo,a come
•ono, mi asterrei dal rimaritarmi ) j „ij
>'• a VOI pur piare ce. Vo.-. ani. 53. 1
Lo scoUlo . per paura di dare il prcuo
STA
si Slava e non avvogadava. Frane. Bnrb.
0. 2»0. Ch assai e mcgUo starsi. Che poi
da "o r.lrars, . Ta.. Da,: Stor. f. 364.
Stannos, ogni settimo di „ Giudei), pe,.
che in quello finirono lor faUche Fr
Cord. Pred. S. 32. S'io vogLo mangia-
re, 10 posso; se non voglio , .i ^,.\^
posso stare; posso favellare, .• i. voglio-
e se no, s, me „e p„„„ stare, e cosi d'
ogn i„... Frane. SaccA. no.. ,84. Se ci
voce >^n.re, e. venite; e se no, si si
SU e . .. Ar. Far. 43. ,24. Ma che ri-
andar per questo ella non slesse (coi:,
non Iralasciasse). Pecor. g. ,8. n. 2. La
qual cosa se di fa, u sUrai, sena pericol
d- morte non puoi scampare feioi: trala-
.cerai 0 indugerai). (,') Segr. Fior. Stor.
t. Molle volle operando si scuoprono quel-
Il cons,gl^ che standosi sempre si nascon-
derebbero ITCJ Sa/,: Piai. .Imie. 36
Conoscendo che non la mia solamente ma
perduta opera sarebbe quella di quals.vo-
glia più famoso rettorico il prender carico
d. npurlarvi il Pico ec. me ne sUrò e porrò
fine alle lodi. (Ci ™
* STARE. Fermarsi immollile. Car
l^n. t>. 297. E d' un lato pendente e scos-
Il'c^'^.u;™" '' •""• ' «""TiBlio.- e
STARE. Parare, Conservarsi, Man-
tenersi, Continuare. Lai. permanere. Gr
o,r^^l.„r>. Pe,r. cap. ,2. Or se non
stanno Queste cose , che '1 Ciel volge e
governa. Dopo molto volUr che fine a-
vranno? Cecch. Vot. !^. 2. E' ci stette an-
co I segno Duo meli
STARE. Acquetarsi, Contentarsi; e
-" usa anche in signife. neutr. pass. Lai.
Slare, acquiescere. Gr. épu.c-j£,^, ,rjp-
ys'--. Pocc. ncv. 45. i5. Ma pur, non
mando a questo, disse a Giacomino, ec.
E nw. 56. 4. Io ne sUro alla senlentia
di chiunque voi vorrete. Bui. Pur'. 20
2. ^on v_olse stare al consiglio de'Baroni.
Cecch. i.ogl. 5. 9. A questo mo' no' ci
potremo sUre. Tac. Da,: Ann. .2. l58.
Ale lor sentcnie si slesse, come fossero
date da magislr^ili di Roma . Amhr. Co/.
^ J. Lo vide monna Laura, Che 'I vide
sola, e noi altre stiamoci Al dello suo.
^orgh. Arm fam. 101. Giudicandosi sot-
tosopra quel che da molli e in molli luo-
ghi SI la, non essere scora ragione, o al-
manco senza cagione, me ne sto.
STARE. RiTerilo a tempo , vale Pas
■are. Stor. Pisi. ,0. Stando poco tempo,
lo popolo di Firenze chiamo Capitano di
Pistoia messer Andrea de' Gherardini F
17. Stando pochi giorni , e messer Carlo
lece una grande cavalcala in su quel .li
Puloia E appresso.- Stando alquanto pi.
ciol tempo, 1 Luchesi cavalcarono ec £
io. .Stelle piij di , che i Eiorcnlini e i
Lucchesi non lo poterono fornire. * Boce
g- a. nov 8. Ke sta poi grande spa-
.0 che ella ec, cme se moMa non fosse
stala , nsurge , e da capo comin, la ce. /
appre.,so: Ke stette guari, che la giova-
ne. quasi niunj di queste rose siala f..sse.
ec. (^) Segr Fior. Ctiz. !^. ;,. Sollecita,
Dona , per 1' amor ,li Dio , che sou g,i
sonalo le Ire ore. 0 non i, bene sta, mila
notte in queste pratirbe. (C)
* ^ Poco stando , maniera usala d.i-
gl antichi .he ,„te Passalo poco lem,,o
''CO dopo, o Stante. ,V. Agosl. C D.Ì
-0. Ed essendo egli morto p„c„ stando o
per insidie. „ per qualunque Jiro m«lo
"i // . J-rosime olimelo ) . (C)
^a ...-t. Catil. .'(,. ,n quella mcdesLia
notte, poco stando, an.l.ssono con gmlr
■rmala, od intias.ono a Cirorono ( ,t lai
STA
I 7«<. - Lasc. Smr. ,. 3. O oUa « mari-
ter. a lu^ o olla si sUri cosi , Unto ohe
muoia suo padre, o Giovangualherto, ohe
a ragione di mondo oi sono siali auii più
che la parte loro. "^
* STARE. Per Perseverare, ec. Fior.
■!>■ frane. 117. E sUndo lungameiile in
lolosio pnego, si intose che Iddio Io euu-
direbbe. (f j
* STARE. Per Contentarsi. Bocc. g. o
»- 9 Se li piace , si U piaccia ; se ioì^,
SI le ne su (sia con quel che e è di pre-
sente per la cena ) . ( l)
* S-TARE . Talora vale Rimettersi.
Cuice. iter 4. 242. .Negato di conceder-
eli la tii3 ^•.n ._J.
'■' P-""'' r""l /. 74. n.ll, questo co.,;
|o.„ stando f..ce sonare le lr.,mUrllo ( it
lai. lui paullulum commoratus ). (I )
STARE livere. Lai. degert (it. ii^.
.. . -I- — I— -■'(,-»« US concreaer-
gli la sua dimanda, consentirono si mesco-
lasse tra essi in abito d'uno de' loro SanU
per .stare alla fortuna se non fosso rico-
nosciulo. dì salvarsi. (Cj
STARE. Per Andare. Si usa r« alai-
ne proprie voci e maniere , come : Piero
e slato a eaccia.
S'IARE. Parlandosi di botteghe, o di
arle/iei, vale Lavorare, Tenere la botte-
ga aperta.
STARE. Con espressione del prKuo, ha
lajorza di Costare, Falere. Lor. Ned.
And. 2. 4. Subito la to' venderò, s' io la
dovessi dar per manco duo fiorini eh' olla
non m. su. * Cecch. Dot. 3. 1. Torro-
gli a uileresso, stienmi a quanto si voelio-
no. fA) "
STARE. Per Jslar mallevadore. Lai
prcedem esse Gr. l/yjr.rr^ ù>ou. Lasc.
("los 5. 16. In quanto a me gU ne da-
rò volentieri; ma non so già so egli b
vo,ra ora oc. /.. Ve ne vo' star io. Am-
»r. Co/. 5. 6. Orniè i mio'iannil .tf. sta
di grazu Cheto, eh io li sto io, che oon
puoi perdere NuUa. * Farch. Stor. 4.
o. Di cotesto ve ne voglio star io por un
danaio^ anzi por una ghiabaldana. ^.V;
STARE. Per Fruttare, Rendere. Fir
nov. 7. 261. Ancorchi- e' girasse certi suoi
danaiuoli, che fra ugioU 0 barn.ioU e' eli
stavano a capo all' anno a trenutrò e un
terzo por cento U manco manco.
STARE. Per Toccare, Appartenere. Lai
.'gelare, pertinere. Frane. Sacch. no,:
l83. Tu se' di fuori sul descbotto ; a te
sta il tagliare . * Boce. g. Io. n. 8. Ci-
S'Ppo . a lo sta ornai o il volerli qui ap-
presso di me dimorare , o volerti 00. in
Acaia tornare. (Fj Pros. Fior. 4. 86. Per
natura in noi solamente «liseguale e la
bellissima immagino del Creatore nostro
a noi sta il colorirla. (TCJ
STARE. Avere egital proporzione j ter-
'"Ine geometrico. Lai. ita se haliere. Gr.
»=«• aiJij'io.jj t<''-/!zi. Cai. dìal. mot.
-y- E porche nella parabola F B A U
A B alla B C sia come il quadrata della
FA al quadralo di C N, i manifesto oc.
Al.'. Prop. i65. Imperciocché A D, D
0 sta. per ragion de' triangoli simili, co-
me G E ad E B.
STARE. Sia, dello così assolutameiilr
e maniera colla quale si chiede silenzio, ó
attenzione dall' uditore. Lai. enen.payli-
sper mane. <„rA. Core. 1. 3. Ma sU
che grida son quello? E .<;iia,: 2. 2. Su'
eh 1 1 ho trovala, lo 1' ho trova,. p,r „«'
fedo. Amhr. Coj:^.,o. Ma ,u ; log.'"
■lua cane, l„ facchin d' un fomero? Buon
f>'r. I. 2. 4. Sia, eh' IO n' bo vodui uno
far capolino, o porgerci l'oroochio.
STARE. Retto dal ,-erbo Fare. Dicia-
mo I- are stare alcuno, e vale Costrmee, -
lo a quel eh- e' non vorrehi.,. TeneHo a
accre. Tenerlo a segno. L.l. eompellm.
Gr .BTH^ye,,. Ceech. Isaii. Cr 1. h
>oi poirrste dar forse in qualcun .liro.
Che V. farebbe „are E 2. 6. Qoand' e'
».nti fli e' SI faceva stare V,.,i,., „„,r,
lac. Dav. Stor 2. 277 Si violavano ne,
'I padiiilioni superlumonlo d' aver f.iio
STA
STA
STA
l36^
slait* i QuaUordìcciimaiii (il testo hi. ha
vorrc'iUn.). ìarch. Ervol. ^9- S'è' si vuol
iiiu»trure, lui essere uomo per aggirare e
l'are ^lurc gli altri , sì tiicc ce. lìuon-
l'ii'r. I. !\. tì. IJÌ quei eh' a pucu a poco
Si vautau d' aver tallo or uuu stare , Un
altro ritirare.
STARE. Hetto dal i-eròo Lasciare, i-d-
le Vt^tsterr, l 'essar di /art. Lat. desiste'
re, Jesiuerv, pratcrtre. Gr. a7roiy;'/«iv.
Din. Conip. 2. 44- Tanto crclilie il bia-
simo per la ciltà, cbe egli lasciò stare.
§. I. I.asciaix stare chicc/iessìa , vale
?ion l* inijtiWtarc, Cessar di notarlo. Bocc.
nov. ^7- l8- Uilito il comamlameolo del
suo signore, la&riala star Ivi, a lui se oc
ritorno. 1 it. SS. Pad. i. l6. ^c il ni-
mico lo lascioe poi stare.
§. li. /asciare stare, vale anche IVon
toccare, iVo/i ricercare^ ?i'ou muovere. Pe-
tr. son. 210> Perchè morie iura Prima i
migliori , e lascia stare i rei. Bocc. iwv.
67. 8- Che ella, lasciandolo stare nella
lorma nella qual si stava, l'osse contenta
che egli r amasse- ^ AVr. Art, J'cir. i.
'jS. Però nella era presso la lumella della
fornace vi si Usci stare per quattro gior-
ni. (C)
§. 111. Lasciami staiv, talora in modo
basso si usa in forza di nome j onde di'
damo : J^eno di lasciami starv j e vale
I^eno di noia , 0 d* inquietudine , o di
stracchezza j Infastidito, Stracco. Car.
Ictt. 2. 1^1. Dovrà non maravigliarsi , e
scusarmi anco se souo stato tanlo ìd6d-
gardo a rispondere ec, trovandomi anco-
ra accapacciatOj e pieno di lasciami stare.
^ §. iV. Lasciamo stare, maniera che
SI usa in fuirentesi , e vale Per non di-
re, i\ort mettendo in conto, ^'on pensiamo,
o non parliamo di ciò ec. Liocc. g. 1. n.
2. Quasi iddio, lasciamo stare il significa-
to de'vocalioli, ma la intenzione de* pes-
simi animi non conoscesse . L- g. 2. n.
5. Ljzcianio slare all' amore che a me ,
come a sua Bgliuola, non nata d' una fan-
te, ne di vii femmina, doveva portare
(cioè, non pensiamo all'amore ce). E g.
2. n. 8. Ma lasciando questo stare al pre-
dente ce. , ad Elisa rivolta, impose ec.
(cioè, lasciando di parlar di ciò) . E g. 3.
il. 5. Lascio stare de' costumi laudevoli ec.
che in voi sono (cioè, non parlo). E g.
7. n. 3. E, che è peggio, (lasciamo sta-
re d'aver le lor celle piene di alljerelii
ec. ) essi non si vergognano ec. Borgh.
Tose. 352. Se Dando a Lucca, che non
r arebbe fallo, se non vi fusse stato luo-
go, lasciamo star forte ( cioè, non diciani
forte ) , che questo lo poteva far la disci-
plina della milizia romana, ma capace ed
allo a ricevere un esercito consolare. E
Col. Lat. 3o5. Perchè, lasciamo stare che
questo ce Or> lasciando tutto questo, di-
ciamo pure che co. (l )
STARE. Jccompagnato cogli add., ha la
forza del verbo Essei-e. Lat. esse. Gr.
«tvcu. liocc. Introd. 53. Al governo del-
le camere delle donne intente vogliamo
ohe stieno. E nov. 2. 12. Per la qual
oo&a> dove io rigido e duro stava a' tuoi
conforti, ec. E nov. IO- 3. Come statue
di marmo, mutole e insensibili stanno. E
nov. 12. 16. Deh . Hinalitu , perché st.ite
voi così pensoso? E nov. 33. l6. Il Du-
ca pur l'ermo a volerne far giustizia sta-
va. £ nov. 43. i5. Ma ricordandosi là
dove era, tutta riscossasi stelle cheta. Dant.
inf 32. Là dove i peccatori stanno fre-
schi. E Par. l5. Piovendo gli occhi, che
stavan sicuri. E 3i- E 'l f;audio mi facea
LihitA) non udire , e starmi mulo. Stor.
Pist. l6. Stette la città scorsa tutto quel
di.
STARE. Cogl' inf aiti de' verbi, me-
diante la particella A, 0 AD , dà grazia^
ma non aggtugnc, o muta la signifcazio-
ne; onde tanto è a dire Io sto ad ascol^
tare, quanto lo ascollo. Jìocc. nov. 20.
!i. Incominciò ad insegnare a cosici un
calendario buono da lanciuUi che stanno
a leggere. E nov. A5. 5. Ella non mi
starchiie mai ad ascollare. Cron. Mordi.
336. Fatto qufsto , andaromt agli anziani,
e stettono a scdi-re con loro. Boez. ì'ar-
ch. 1. pros. 4- Ma sta pure a udire. Bern.
Ori. 1. 22. 4^- Io d* altra parte non stet-
ti a dormire. Ma per la tomba me n'an-
dai sotterra. /•; rim. 1. 35. O buona gen -
te, che stole a udire , Sturatevi gli orec-
chi della lesta, ec.
STARE. Congiunto agi' inf nifi de' ver-
bi colla particella PER, vale Essere in
procinto, o in rischio di quella tal cosa da
quegli inf nifi significata j come: Sto per
correre. Sto per tor moglie, ec. Lat. pa-
rum abessc. Gr. fj.ixpo-j oeX-i.^ Cecch.
Stiav. prol. E pur con tutto ciò Ìo sto
per dirvelo.
f g. Talora vale Significare. Lat- va-
lere, significare. Gr. 5V5/J.ai'vsiv. Olt. Com.
Purg. 16*. 282. Idi, da edo edis, che sta
per mangiare; gli antichi facevano in quel-
li Idi certi mangiari. Bui. l'urg. 3l. I.
Viene da sterno, sternis, che sta per ab-
battere.
STARE. Cogl'infiniti de' verbi, e colle
particelle IS SVL,' dinota l' Esser vicino
a far quell' azione, 0 pure Ear quella co-
sa di genio, ù per professione j come Sta-
re in sul comprar grani. Farne l' incet-
ta, o anche Esser risoluto di comprar
grani j Star sulla caccia. Avervi genio ,
Dilettarsene.
STARE. Co' gerundi de* verbi esprime
l' azione significata dal verbo da cui si
trae il gerundio j come Star leggendo.
Star mangiando, che significano Leggere,
Mangiare attualmente.
STARE, /ietto da altri verbi, come pu-
re accompagnalo da varie particelle, 0 da
diversi nomi, forma moltissime locuzioni,
anche non comprese nelle suddette dichia-
razioni generiche j onde della più parte ,
e dell' une e dell' altre .vi farà appresso
menzione col solito ordine dell' alfabeto.
STARE A BADA. Trattenersi, fialoc-
carsi. Lat. morari, moram trahere. Gr.
jui'>i£iv. 0. r. II. l33. I. stando a ba-
da co' Pisani, e fermi, gli straccavano e
consumavano. Buon. Eier. 1. 3. 4- Se si
potesse dire esalazione, Ricreazion, riposo,
refrii^crio L"n lungo cicalare e stare a ba-
da. Noi abbiamo esalato.
g. Stare a bada, lo stesso che Stare a
speranza, 0 in aspettativa di checchessia,
l'ani. Inf 3l. Tal parve Anteo a me ,
che stava a bada Di \edcrlu chinare.
STARE A BA^CO. Slare igiudici nel
tribunale per proferir le .•sentenze.
;;: STARE A BECCATELLE. Conten-
tarsi di piccole cose. P'. BECCATELLA,
§. U.(i}
STABE A BOCCA APERTA. Ascolta-
re con attenzione. Lat. intenta ora tenere.
Gr. avax«5/£iv. f'arch. Ercol. cji. Sta-
re a bocca aperta significa quello che Vir-
gilio spresse nel primo verso del secondo
libro dell' Eneida: Conticuere omnes, in-
tentique ora lenebanl. Boez. f'arch. 3.
pros. I. Pieno di stupore stava cogli orec-
chi tesi e a bocca aperta per ascoltarla.
§. Per Aspettare con desiderio. Sen.
Ben. P'arch. 4- 20. Costui sta a bocca
aperta aspettando che l' amico muoia. Boez.
ì'arch. 3. pros. 3 Stanno sempre a boc-
ca aperta, e sempre chieggiono alcuna co-
sa. Beni. Ori. 2. 2. 2. Che le disgrazie
stanno a bocca aperta , E la miseria e la
ver);ogna e '1 danno-
STARE A BOTTEGA Esercitare gli
' artefici qualche mestiem nelle botteghe.
Lat. offìcinam habere. Gr. ''pyoi.'srnpto-f
ixn-j. La.vc. Pinz. 1. 4- Almcn fussì tu
da tanto, che tu sapessi stare a bottega.
Cecch. Esali. Cr. 5. 3. E però sana
me' stare a bottega.
* §. J ale anche Aver bottega in tal
luogo. Eranc. Sacch. nov. 164. Andò al
canto de' tre mugghi, là dove stava a bot-
tega. (J-)
STABE A BRACE. Star .lenza consi-
derazione. Vivere inconsideratamente. ì'.
BRACE, § IL
s:j STARE A BUONA SPERANZA
Sperar bene . Bocc. g. 2. n. 3. Il con-
forto , e gli disse che a buono speranza
stesse. /'.* g. 3. n. 5. Contòrtati , e sta* a
buona speranza. ( P' )
STARE A CALCOLO. Conteggiar ve-
condo il calcolo.
STARE A CAMPO. Essere accampato.
Lat. in ade esse. Gr. crpaTìuìtv. G. J .
7. 119. 4- ^-^ stando a campo, la villa di
S. Giovanni Batista fu il maggiore lurbi-
ro di vento e d' acqua che si ricordi. E
8. 35. 8. U tappeto sopra la terra è il
letto de' maggiori, e sempre stanno a cam-
po. Cron. Morell. 335. Infra questo tem-
po si stelle a campo a Vico.
STARE A CANNA BADATA. Stare
con tutta P applicazione possibile. Ved.
CANNA, §. XV.
STAllE A CKV^l.\.0. Esser per l' ap-
punto, uè più ne meno. Lai. adamussim
esse. Gr. Itti' cras/A/'iV £tvat. Tac. Dav.
Ann. l'i. 178. Stare l' altre cose per tut-
to r Imperio bene e a capello, se regges-
se come Trasea, e non Nerone.
STABE A CAPO ALL' INGIÙ'. Vale
Stare capovolto co' piedi verso la parte su-
periore.
STABE A CAPO ALTO . Tenere il
capo alto ; e figuratam. ì'ivere con
fasto e con superbia.
STABE A CAPO CHINO, o BASSO .
Slare col capo basso. Lat. dentissum ca-
put tenere. Gr. /.a&siu.ì'v,v /EyaÀwv
h/^tiv. /Ir. Eur. X. l\0. Pensoso più
d' un' ora a capo basso Stelle , Signore ,
il cavalier dolente.
STARE A CAPRICCIO. Vivere non
usando la ragione , 0 senza considerazio-
ne. Lai. inconsulto esse. Gr. TT^pa npo-
ùU'pfiiV £( vc.t .
STABE A CASA. Abitare. * » /Jocc.
38- 7. Spiato là dove ella stesse a
nov.
casa, secondo l' usanza de* giovani inna-
morali , incominciò a passare davanti a
lei » . (IS) Celi. Sport. 5. 5. Mona Lai-
domine che sta a casa allato a Ghirigo-
ro. rO Cecch. Dot. 3. 3. Io credo, la di-
sgrazia Stia a casa costì.
g. I. Talora vale Star fermo nel pro-
prio paese. M. V- 6. 72. Che catuno dei
delti balestrieri ec. , standosi a casa sua .
avesse ogni mese soldi 20 di provvisioE*-
dal Comune.
g. II. Slare a ca.ta e bottega , vale A-
ver la casa longiunta colla bottega. Alleg.
58. Colà stanno a pigiou forse gli Dei ,
E qua a casa e bottega i pensier miei
(qui ver similit).
STARE A CASO. Vivere senza consi-
derazione. Lat. incaute vivere. Gr. £ixv^-
Stouv.
STARE A CAVALIERE. .E^Tjere aldi-
sopra. Essere a vantaggio. Ved. CAV.A.-
LIERE, g. XIV.
STARE A CAVALLO. Cavalcare. Lai.
equitare. Gr. iTTTey'eiv. Frane. Sacch.
nov. l3. Domandando la menda, fu dello
che non era stato a cavallo come si do-
vea. Cani. Cam. 216. E staremo a cavai
quanto vorrete ; Farem per ora sette mi-
glia e otto. E 436. Chi come noi ha for-
te e dura schiena, Stando a cavallo ardi-
tamente prova.
1364
STA
§. 1. Stare a rma/h, fguratam. vale
Esstreal J, so^pra. L.1I. in lulo c.,.<e. Gr
«v a/.vOuv6i ève. M. I . 8. fe. Veggen-
dosi 1 Sancsi maocari- la delta spirania
in sulla «juale slavano vcnlosanicnle a ca'
Tallo.
S- II. Stare a (aval deljosso, tale Es-
lere in islato sicuro, Ai>er ianlascw
STARE ACCOHTO. y^v.erlnc, JSa.
dare.
STARE A CEKA. Cenare. Lai. ca:na.
re. Or. oiinvfrv.
STARE A CHICS- OCCHI. /V.r««„.
-a u.tar la doluta attenzione e i conve-
nienti riguardi. Lai. incaute, inconsulte
vivere.
§. E talora vale Ilver sicuro e nuieto
STARE A CDLEZIOKE . Far cole,
zione.
* STARE A COMPAGNIA. Essercom-
pagno. Cavale. Med. cuor. ]8o. Creden-
do pur che ,Ila volesse una che Messe a
sua conipa,:;uia e servigio, (f'j
STARE A COMPETENZA. Compe.
tere. '
STARE A COMUNE, o A COMUNI-
TÀ. J'ivere in comunione. Lai. in coni-
muni esse. Gr. su/^^iojv. Cron. teli.
10. Allreltanli n' avca avuti di dono dal-
l' erede di messer Niccolò Gianfigliaizi al
tempo che stavano a comunità, de' quali
al tempo della divisa non era l'alto ri-
cordo.
STARE A CONCISTORO. Far conci.
.«oro, ^s-,vfrc in a.i.iemblea, a consiglio.
J.at. consilium liahcre. Gr. ^vup.o' Jei,'-
oa«<. Bern. Uri. X ,. 67. F. stando in
cerchio, come a concistoro, Venne di da-
me una nuova brigata.
STARE A CONTO. Sottoporsi al con.
to da farsi.
§. I. Stare a conto, vale anche Dover
pagar la rata.
g. II. Stare a conto d' uno, vale Atte-
nere a lui l'utile, o 'I danno
STARE A CORDA. Essere nello steso
livello, hssere a dirittura, l ed. A COR-
DA, §.
STARE A CORTE. Esser cortigiano.
Servire nel palazzo del Principe
STARE A Ct.QRE. ^ver passione,
Aver premura. Lat. cordi esse. Gr. «e.
* STARE A CURA D' UNO. .r.„ere
.to((o la custodia il' uno. Salv. Spia. 2 3
Essendo ella dalla molte d.lla madre ec.'
slata sempre a cura di Madonna Lucrc-
lia. fCj
STARE AD AGIO. Star comodo. M.
I ■ 5. 56 Per potere slare più ad agio,
SI divisono in più compagne.
STARE AD ALBERGO. Alliergare
STARE AD ALCUNO, IN ALlUKO
o PER ALCUNO. Iipcnderc ria alcuno 'j
Aver esso r autorità ; Essere in .uw po'.
tere, in suo arbitrio, in sua balia. L.it.
^licuius poteslale.^es.»- , per aliqiiem
STA
te. noce. nov. 56. 3. Ancora tì farò più,
che 10 ne staro alla sentenria di chiunque
VOI vorrete.
'e %. IL Starsi ad alcuno, vale Fidar-
7k,',\ nT^f"^- -""-^ p"^- ^' "■'"■■
IBII) Pafni, li tuo Pane è molto femmi-
mero ; per che io non mi posso stare sc-
curamente a lui. CM)
STARE AD A.-iSEDIO. -^we^mrr. Te-
nere as.„dialo, rtimorare all' assedio. Lat.
oA.r„/ere. «Ir. :To).o;;^irv. Stor. l'ist. 56.
•landosi ad assedio, Uguiccione eli-
S T A
he trattato d avere la città di Pistoia. Cro-
nicliel, d- ^mar. 181. Mandarono l'oste
generale a Bihhiena, e assediaronla, e stel-
lonvi a assedio cii„|ue mesi. * Kov. ani.
ó. .piando lo re Alessandro alla città di
Cixlre con moltitudine di gente ad asse-
dio. iMin)
STARE ADDIETRO. Dimorare addie.
tra. Tenersi addietro. Cedere.
STARE ADDOS.SO. Premere, Posare
sopraiheclie.fs.a. J a.u. Spir. 5. IO. Per
nna le, che lo spirilo non era sempUce a
starle addosso.
§. Slare aHdos.!0,fguralam. vale Tre,.
sare, Jncalzare. Lat. urgere. Gr. tT'i-
"'',"''■ !'"!'■'''"■- '8' h- Là -ve di e noìle
slammi Adilosso col poder e' ha in voi
raccolto. Pecor. g. ig. /,„//. Oimé, For-
tuna, non mi slare addosso; Ahhi pietà di
nie , che più non posso.
STARE A DEKTl SECCHI. Star
senza mangiare; e figuralam. Starsi .len-
za operare, a non volendo, o non s-arri-
schiando, o non avendo modo. Lai osci-
lanler morari. Gr. /a&o/xsrv . Salv.
Oranck. 3. l^. E starsi a denti secchi e
colle mani Cortesi, come un hoto . J or
Med. canz. '.'.. e. " '
Contentate gli appetiti.
l'I alicuius j,oleslale^es.ie , per aliqiicn
■ytare. Gr. ti Tivi «ivae. Voce. nov. 29.
12. PnganiKdo, che se per lei stesse di
non venire al suo contado, gliele signiB-
casse. I. nov. l^!^. [^. A te sta il trovar
modo allo scampo della lua vita e della
mia /, appres.,o: Per me non istarà mai
cena che a giado li sia fcio'e, da me non
mancherà) I g. 5 /. I. A voi, madon-
na, sta oniai lì comandare A' nov 5" 7
.Se voi^ volel,' in piegiudirio del mio cor-
|io e della vostra anima esser di quella
esecutore , a voi sta . /■.' nov. 7^. 3. La
donna disse : messere , questo ila pure a
VOI . Cecch. Spir. 5. 4. A voi sta ora il
«luiclare il tulio . Sen. lìen. Vanii 5.
36. A te sta in quale di questi due mo^
di mio padre non ahhia accusatore.
g. I. Slar.lene a uno , 0 alla .sentenza
d- uno , vale fìimeller.ii in lui picnanicn- I
«on isialc a denti secclii . Fir. Trin j
l.KrredctccVcUa si vogjia stare a dènti
sccrlii ?
STARE A DENTRO . Essere inden.
tro , Essere internalo . Lai. peniliora te-
nere .
STARE A DESINARE. Desinare. Lai
prandere. Gr. a^cuTKv.
STARE A DETTA. Seguire il dello de-
gli altri , (Jiielarsi all' opinione alimi .
Lai. aliorum senlenlia- slare, ac/uiesce-
7' '^'i 'yrpfà-' t'ìmi ù)ìm. lìiion.
Iier. ì. 4. [^. Or quinci, or quindi Si
stanno a della di tulle le cose. Malm. 1.
80. Ed 10 , che non ne ho gran cogni-
zione, E sempre me ne sono slato a del-
ta ec.
STARE A DETTO . Lo slesso che
Stare a della. ì arch. Ercot gq. D'uno
il quale non s' intenda, o n.in voglia ini-
p.'ieciars, d'alcuna faccenda, intervenen
dovi solo per hel parere e per un verhi.
grana, rimettendosene agli altri, si dice'
■I tale se ne sta a detto. E 261. Comec-
f he egli SI mostrasse da prima mollo scre-
dente , e uomo da non volerne slare a
detto, /iern. rim. 1. 20. Chi vuol sai.e'r
se Je pesche son huone ec. , Sticsene a
detto dell' altre persone.
STARE A DIETA Cibarsi parca-
mente .
STARE A DIPORTO. Dipelarsi
Lai. feriari. oliari. Gr. SX"'»?""». Alam.
I oli. 2. 38. E '1 huon nocchier, che sul-
la i.oppa assiso Pur or cantando a suo di-
porlo slava, ec.
STARE A DIRITTO. Kon pendere
da veruno de' lati . fsser nella dovuta
dmllura . Lai. slare recium. Gr. o'c Sue
• sTavai . '^ '
STARE A DISAGIO. Disagiarsi, Pa-
tir disagio, tal ineommenle se hal-eir
'■■• x^iafu, ?x«'»- Jlocc. nov. un. I.-J.
•Mando an.i a disagio, che no , nell' arca
rhc era piccola ce., lo fé' pieg.r, , , ,,,.
prcs.o cadere. lYoi: ani 100 14, Disse-
gli rome gli pesava eh' egli era stato Uslff
rinchiuso a disagio santa ragione. Ceeeh
Dot. ^^. 2. S'io lo sapessi, credi tu che
10 stessi a disagio per udirlo? Bern. Ori.
1. 7- 80. Paimi veder hinaldo in qnel
r"'»B'o. Ancorché si. si hel, jtare a di-
sagio.
t •' S- Fu dello anche per iselimo
delle vivande che sono ,„ Invola, e" con.
vitali indugiano, lase. Parenl. A. 7. An-
diamo a desuiare, ehi le viTande sUnno >
ni-sapio. (Vj
STARE A DISCREZIONE. £,«„„,.
ro / arbitrio altrui.
STAKE A DONDOLARSI, o A DON.
DOLO. Dondolarsi. Lat. moras neclere
Gr. «v,e5,,:v „„,=T,3o,.. Jìronz. rim.
l'uri. 3. 48. E stando lutto l'anno a don-
dolarsi , .'•enipre ci giidi e dica viUania .
<e,ch. Inc. I. 3. lo mi slaro li a dondolo
Senaa so.spetto. E !,. i. L'altr'è, con,' io
potrò star seco a dondolo. Che in qualche
mo non se n' avvegga mogliama . * E
I rov. 5^. An.ora dondolo vuol dire pas-
satempo e spasso; ma si dice 10 sono .Ulo
a dondolo. (C)
STARE A DORMIRE. Dormire; e fi.
guralam. vale I .,sere ozioso, o .rpensiera-
to. Lai. oliari. Gr. cvoìattn
STARE A DOVERE. Slari seconde il
dovere , secondo la convenienza , eiutla-
mente, *
STARE A DOZZINA . r,,rre con gli
altri a tavola comune, pagando la pal-
tuila mercede. * Jlern. Ori. 2. '. 49 Ma
non volea colui slare a doiiina. CV;
•e STARE AD INO. Fidarsi d- uno .
tecch. Aenig. I. ,. statene a me pur
sicuro ; cosi fuisino e' miei , se già non
tosse star sicuro ad uno. iV)
STARE A ^•IDA^ZA D' ALCUNO
Eid„r.<i d, lui. M. / . ,0. 33. Di' a ina
madre, che non stia a mia Bdania, eh' io
noi voglio fare.
STARE A FILO. Essere in diritluro
S- figuralam. vale Ester pronto ap-
parecchialo, in punto. Lai. paratum es-
se. Gr. ~^0&UjU(v Si vai.
•t STARE A FONDO . Aon galleg.
f'T .';,'"•,*""■'■«' ' "'' ^•■'^''?eo9a,.
Oal. (.«//. 241. Preparata una tal materia
<■<••. e fallala tanto grave, eh' ella stia al
fondo, ec.
STARE A FRONTE. Start a rincon.
tro, a dirimpetto.
t § l'igiiratam. vale Slare a compe-
tenia , a /« per l„. Lai. crrMre. Gr.
a9)..v. lìern. Ori. 2. l5. 32. Or s'è-
gh e l,ile Orlando paladino. Come costui
che meco a Ironie è stato, Tristo Agra-
mante ed ogni Saracino ec.
^,* STARE A FRUSSI. /. FRUS-
STARE A CALLA. Sostenersi sulp ae-
i/un, I alleggiare. \-i\. innalare, supma-
tare. Gr. €Ti:T«)a;iiv, i'v„,'xc53ac. lìocc
lenii 12. Arni SODO si lieve, che io ito
a galla. Cam. Cam. 225. Quando pio-
ve, in salti e in rami 1 ranocchi a galla
stanno. Cai. Cali. 225. L' acqua nel ghiac.
ciarsi cresce di mole, e '1 ghiaccio iii
ratto e più leggier deU' acqua, Mandivi
a galla.
S. I. Per .rimili i. si dice anche delle
eote che stanno sulla superficie della
terra, e poco addentro. Pav. 'Colt. 176
Generalmente poni adeniro ; ma dicono
rhe I mandorli, e 1 .susini amano di sUre
a galla.
S- Il Figuralam. vale Esser supe-
riore. '
STARE A GRATTARSI LA PANCIA.
/ J.n-rr ,„ ozio vile. Lai. oeiari . ocio in.
d'ilgere. Gr. <>xo)«;.„, «^-y.T,. .-.en.
Zen. I areh. 4 i3. Attendere a ingras-
lare col mangiare e col here i rojtri
STA.
„rpi, i qu,Ii so-o pallidi non per Jlro
""ier non fare «erci.io .,.a>, standoT,
:,V-incon.inov„.«.ioagraUarv.(«™c
" 5 BUoLa che Mnnle-M.ote suo padre
li, .lalo e%uo avolo A (j'^uHars. la pan.. a.
«ppartcch.olo e ■/<-,..rffro.<o. ; .GREMBO,
^7tABE a Gl'ADAOO. /^-'r A"'"
Sfa»/, ^rr i3. 2. Oiando si Ma a gua-
dano sl!C:o= se si Wia d" orare. aSora
" sV^BE^a'gDARDIA. Fssrr ru.toai
a^esi manuali eccUsiasl.c. s.avano a guar-
dia del proprio sag.estaoo.
g. 1. Wr Cuord.ir.,i. Lai. .<e (■«■'-' ■
C«\J non 6l. polto nuocere mente, pcr-
cht stava a grande guard.a. h 58. Oa-
SCUDO stava a tanta puard.a, che non pò-
le. essere offeso dJl' altro. /.'..I. P-rg.
ao. 2. Comando ai suoi baroni, che sles-
sono a buona guardia-
* S. 11. .'■lare a guardia A '"'« eo-'a,
,.aU Custodirla. Tass. Cer. 3 9- Dalla
citlade intanto un. eh' alla guarda Sta d
alta torre, e scuopre i monti e . camp.,
re. ( Guarda, per Guard.a, uso amhe al
.a»(. 12. ..(. 4Ì Kssi vanchel. mnanr, ;
onde la guarda. All' arme aU arme, malto
suon raddoppia) . (H) ..
STABE AI.^TO. Starsene senza appli-
care a cosa teruna.
+ * STARE A LATO AD U»0. Fi-
guralam. Esser quasi eguale ad uno m
checchessia, I^on essere da meno d uno.
Segner. Mann. Mar-.. ,9 5. Non e ma-
raviglia se •! posponesse nel culto esterno
, moltissimi d. que- fanU che ne pur po-
levan per merito stargl. a latof/ /
STABE AL B.ALCONE 0 A•BALCO^L
Stare alla fne.<lra. Lat. e specula pro-
licere, r.r. /.«TK-!«nEr<i5«.. Dm. Comp.
1 3 Madonna Aldnida, donna d. messer
Forteguerra Donati ec., stando a balcon. del
suo palagio, lo vide passare, e ch.amollo.
felr. cinz. 44. .1. tosi colei, per eh .o
sono in prigione. Standosi ad un balcone
ec., Cominciai a mirar.
STARE AL BANCO. Esercitar I arie
del banchiere. , n j
* §. Slare al banco, .o/e anche Fender
ragione. /■.BANCO. §■ "• W
STARE AL BABLIME. dion essere m
luogo interamente luminoso, ne del lutto
al buio. .
STABE AL BUIO. Essere m luogo
oscuro, senza luce. La.»:. Celos. 2. 1 In
fine io ho paura molto bene a star la sola
tutta la notte al buio.
g. Eiguralam. tn/e JS'on a\er notizia.
STABE AL DI SOPRA. Essere diso-
pra, Jver vantaggio. Superare. Lat. pn-
mas tenere. Gr. apwTSJS.v. Ved. AL DI
SOPRA.
STARE AL DI SOTTO. Essere a svan-
taggio Ved. AL DI SOTTO.
J STARE A LEGGl'O. leggere davan-
ti al leggio.
§. Stare a Leggio, vale anche Esercitar
la professione legale . « Frane. Sacch.
nof. l53. Non dico che la se.enza non
iste» bene al cavaliere, ma scienia reale sen-
ta guadagno, sema stare a leggio a dare
consigli, sema andare avvocatore a' palagi
de' rettori ». /O
STARE AL FIANCO AD ALCUNO
Stargli allato, ^assistergli J efguratam.
Hammentargli e Tenergli ricordala alcu-
na cosa. Bed. leti. ». 178- Fd .0 , che
son servidore di V. S., gli staro al Banco,
acciocché se ne ricordi.
STA
STARE AL FUOCO. Es.^ere vicino al
fuoco, ad cfetlod, ^^M"-"\-'":ft':
n Gr. 9£f^c<.»=<.5a.. Cro„. .Vorc / 282.
Qu.ndo è nebbia, o piova .statu al fuoco^
Xgr. Eior. Cliz. 2. 4. Stavasiun poco con
; fonoi al fuoco. ì asc. Celos. J,. 2. Mass.
al fuòco a bere insieme con P.eranton.o,
'rsTAREtLGAMBONE.re..GAM-
'°'t^a'rI A ù'nA E SOLDO. Concorre.
rp ai conM /'«T rrr/d.
stare A LIVELLO. Essere al pan.
STARE ALLA BADA. Alnre a .'peran-
,„, 0 in „.,7„-«.(,i...Lal. .<;.em '•';"'■;/ '•"■•
G.' Ù-iSoL ?X£.v. L'occ. g. b. ,.. 5. Crede
troppo bene che le giovani sileno s.sc.uc
che, ch'elle stieno a perdere .1 tempo lo, o,
stando alla bada del r-'^'''\Ì'l''''\„,,
* STAbE ALLA E1LA^C1A Slare
del pari. Andare deipari. Ar. ':■"■■ ^^
67 E in. erso quel con tanto ard.r SI lan-
ci.. Che mostra che pnostard animo Ce-
ro Con qual si voglia al mondo alla bilan-
""s-Ì^'rE alla BROCCA. ,y(oreg/i-c-
celli di rapina imbroccali.
STARE ALLA CARLONA, f .vere spen-
sieralamenle, trascuratamente, l-^i- mcu-
rio.<ius vivere. Gr. «.aUo.- ^.o-v.
STARE ALL'ACQUA. Isser bagnato
""^/^"ÌlLA DIFESA. Lifiiulene.
Lat. lucri. Gr. a>Jv-:.v. Slor. Eist^ 4;
Messer Barone, e messere Sch.alta, ed alta
forestieri, stavano alla loro dilesa ; s.cche
non ne uccisono nessuno.
STARE ALLA DDRA. lo stesso che
Slar duro. Celi.. -pori. 5. 2. Vedete,
non volea a modo alcuno, e stetti un gran
pezzo alla dura, lib Son. iS^Per .star teco
dieci anni alla dura. Tac. Dav. Ann. l5.
220. Lucano, Quinziano e Senec.one ste -
tcro alla dura , .7 le^lo lai. ha: dm ab-
Tiiiprc I
STARE ALLA FINESTRA. r™»e„er.,
affacciato alla finestra. Lat. e specula pro-
spiccre. Gr. dr.i "o-'«4 T.foofC^-< /e r.
canz. 42. 1. Standomi un giorno, solo .all^
finestra ce., fna lera m' apparve. JI/_ I . t^.
ìq. Feciono stare l' imperatore alla finesUa
sopra la prazza a vedere. * Pas.':. 211. La
persona fugge le cagioni e V opportumla de
peccati, come sono le male usanze, . luogh.
disonesU, lo stare a piazza, agi. use., alle li-
nestre, ec. { F; , „
S Slare alla finestra col tappeto ; ma-
niera particolare, dinotante lo Starsi con
agio esicure:za a.ipettando l'esito di chec-
' STARE ALLA FRONTE. Lo stesso che \
Slare a fronte. -LzX.ex adverso stare. Gr.
«vS.,TÌ'va. .V. /'. 7- 5. Stando apparec-
chiato alla fronte de' suoi avversarli.
STARE ALLA GRANDE. Trattarsi
con masnifìcenza.
STARE ALLA LARGA . Trattarsi
largamente, o comodamente. Lat. laute vi-
vere. Gr. òaiùCi ^lOÙ; Frane, iacch.
(Ip *.•. 56.' Tutti quanti ci poss.acno
stare alla larga, e nessun ri cape, perche
la donna del demonio signoreggia.
STARE ALLA LONTANA. Tralteiier-
.„ ,n lontananza. Lat. a longe stare. Or.
STA
i365
STARE ALLA LL'NGA. TTalteners, al-
quanto lontano per osservar checchessia
STABE ALLA MESSA. Assistere al
sacrifizio della 3le.<sa. Bocc. nov. 2^. 2.
Andava alle prediche, stava alle messe, ne
mai falliva che alle laude, che cantavano
i secolari, esso non fosse.
STARE ALLA MUSA. Mii.<are. Jranc.
Sacch. nov. 186. Venne alle mani di certi,
che se r ebbono com' ella fu cotta, e co-
lui, di cui eir era, si stette alla musa.
STAbE ALLA PANCACCIA . Sedere
in luoghi pubblici a ragionare In conver-
sazione. Lat. invia Jrequcntare.
«f STABE ALLA PtBSONA DI AL-
Cl'NO. .-Issisterlo. Ar. fiir.!?- 69. Il re
Circasso, cmue è detto innante. Stava di
Bodonionle alla persona, Ed egli ^ '"•
raù gli aveano indotte L'arme del suo
progcnitor Ncmbrottc. (M)
STAHE ALLA PIANA. T'iiere dozzi-
nalmente. Trattarsi ordinariamente e sen-
za lusso. Lat. parce vivere. Gr. ftiSwXùi
S.ojv.
STARE ALLA PORTA. Assistere ,
Guardar la porta. Bui. Purg. 21. 1.
L'Angelo che sta alla porta del Purga-
torio.
STARE ALLA POSTA. Star fermo
al posto opportune pel fine desideralo.
.Slcr. Pisi. 8. Lo Focaccia, che stava al-
la posta, uscio fuori con alquanti fanti.
Peni. Ori. 2. l4 4'- '^ «■""'=' al ponte,
ove la guardia ha posta. Quel vecchio
tradilor, che sta alla posta. Mezza morta
dell' acqua fuor la cava.
::; g. metaforicamente. Cavale. Stoltiz.
260 ^liri ciascuno la forza sua, stia cia-
scuno alla josta sua; cbè manifeslamente
veggiamo di molti, che mostrando gran
zebTdi campare alliui, ellino sono periti,
e altrui non camparono (cioè, consideri
s'è medesimo), (f ì
STABE ALLA PREDICA . Assistere
nelle chiese a udir la predica.
* STABE ALLA PROVA. .?(<ir Wdo,
Peggere all'esperienza, t enire all'espe-
rienza. Bocc. nov. ig. 10. Colei sola e
casta, la quale o non fu mai da alcuno
pregata, o se prego, ec. E quantunque io
conosca ec. cosi dovere essere, 'non ne
parlerei io cosi appieno, come io fo , se
io non ne fossi molte volte, e con molte
stato alla prova. Ar. Eur. 33. 125. Gli
au"eUi (le Arpie , che non han chiusa
r orecchia, Udito il suon (del corno ir A-
stolfo), non pon stare alla prova. (M)
%. Stare alla prova, vale ancora Stare
alla riprova.
STARE ALL'ARIA. Essere a cielo
scoperto, o in luogo aperto. Lat. sub dio
esse. Gr. ev Tr7 ai'ìa'K oiKVSiv.
f , STABÉ ALLA RIPROVA . Sotto-
porsi ad ogni più rigoroso esame, f' eni-
re al confronto con chi fa testimonianza
del delitto di cui uno e accusato. Lat.
subire periculiim. Gr. ri-iòviiUi-l. Lasc
Sibili. 4. 4. lo sono per compai-ire in ogni
luogo, e starne a tutte quante le riprove.
Boez. Varch. I. 4- Perciocché se m a-
vessero conceduto ec. lo stare alla nprova
co"li accusatori miei, la frode ed inganno
lor'o si sarebbe manifestamente conosciuta.
* g. Stare alla riprova d" alcuna cosa,
vale Mantenerla vera. - Eir. nov. 7
262. Ognun l'intenda come megl.o gb
torna, ch'e io non ne voglio stare alla r.-
prova ". (Cj , . -,,
STABE ALL'ARTE DELLA LANA,
SETA e simili. Esercitarsi nel tralUco
della lana, ec. Cron. Veli. 17. Stette
all' arte deUa lana con Iacopo d Albmo
suo cognato. .,^,.
STARE ALLA SENTENZA D ALCL-
NO. Pipendereda alcuno j Es.<ere in suo
patere, in suo arbitrio, in sua balia. ì ed.
STABE AD ALCL'NO.
:;: STARE ALLA SPERANZA DELL
ALTRUI, o simili, lo .ilesso che .operare
Stoiussima cosa e spendere
alla scialacquata, e poi stare alla speranza
'"r"^ ÌlL' ASSEDIO. Lo stesso clic
Stare ad assedio Lat obsidere. Gc. ^to-
),op«£ry. Slor. Pi.<l. 98. E cosi v. stetlono
all'assedio piii di tre mes..
1366
STA
STARE ALLA STAFFA . Stguir-e a
piede coliti che cavalca.
STARK ALLA STRADA. Assa.^sina-
re. Lat. i^rasinri. Gr. /wttOoutìcv.
STARE ALLA VEDETTA, o ALLA VE-
LE T T A. Stare alten io per osservare j
tolta la figura da quelli che negli alberi
delle navij in cima alle torri, o simili, stan-
no os.vervando chi viene. Lat. e specula prò-
ipicerc. Gr. aTió s/.oniùi Tzpoopv.-J . Pa-
Idff. 10. Alla vclclU slava per pigliarle.
Beni. Ori. I. l3. ^\. Stava Ijcn sull'avvi-
so alla vedetta. E 1. 6. 27. Sta alla veletta
per terra e per mare, E la che d'ogni cosa
i' abbia avviso. Lor. Med. canz. i8. Non t;iu-
eate alla civetta, Non portate rose o fiori ,
State pure alla veletta Quando è tempo
a dar f^li onori. Malm. 7. 67. Il romito,
che stava alle velette, ec.
STARE ALLA VITA. Incalzare, Pres-
sare.
STARE ALLE CUiOSE. Essere in car-
cerej modo haxso.
STARE ALLEGRAMENTE. Aver alle'
gria^ Vivere in allegria. Lat. hilari animo
esse. Gr. ^«i(J^5v if*v.t.J}occ. nov.i2. 17.
Confortatevi, state allej,'rameDte.
STARE ALLE GRIDA. Creder quello
che comunemente si dice da altri , senza
ricercar di vantaggio, J'ed. GRIDO, g. ili.
^ STARE ALLA GUARDIA. Guarda-
re, Far la guardia. Lat. exculnas agcre.
ì'it. S- Gir. 5. E cosi mentre che pasceva,
slava alla sua guardia. (C)
STARE ALLE MISERICORDIE. Esse-
re sotto gli arhitrii altrui.
STARE ALLE MOSSE. Trattenersi i
cavalli alle mosse, cioè al luogo donde
principia la carriera, per correre il palio.
Sen. Ben. Varch. 2. 25. Quegli che l'anno
a correre, debbono stare alle mosse infino
che si dica : trana.
§. Slare alle mosse, Jiguratamente , va-
le Aver pazienza. Tac. Dav. Ann. i. 17,
La città e tale imbrigliata, eh' ci può an-
dare a dar pasto agli animi militari, per
farli stare neUa p.iec alle mos>.e. Malm.
Q. li. Gli altri ( già sendo meglio su' pic-
ciuoli) Non poterono slare più alle mosse.
STARE ALL' ERTA. Andar cauto nel
parlare, o nelC operare, per non incorrere
in pregiudizii , o non esser giunto. Lat.
cavere, cautiim esse . Gr. uìuHzl'j'jv.i.
Bern. Ori. I. 5. 9. Rinaldo stava all'er-
ta, attento e accorto .E 1.6. 35. Sta il
Conte all' erta, e guarda molto bene Quan-
do la spada verso lui ne viene, /i' 2. 2. 2.
Però fa molto ben colui eli' all' erta Sta
sempre colla febbre e col malanno. E 2.
6. 19. Farcene betl'e a noi pur non biso-
gna. Ma stare all' erta in buona guardia
accorta. Cecch. Servig. 5.9. Sia' all' erta,
vecchio, cb' io li pongo taglia Trenta du-
cali. Ciriff. Calv. 3. 72. Con tutto «jue-
ato assai credo che vaglia La buona guar-
dia, e con ognuno all'erta Star sempre.
•'? Car. Lett. Tomit. i56. Venendo u
Monterosolo lo vuol ricevere in cjuel loco
tolennenienle, e come solcle far \oi; im-
però vi ricorda che stiate all'erta. (C)
STARE ALL' IMPAZZATA. Vivere
ila pazzo, 0 inconsideratamente. Lat. incon-
sulte vivere. Gr. a^oJiw^ ^lO'Jv.
STARE ALL' IUGW'. Esser voltoingiu
verso la parte inferiore.
STARE ALL' INSÙ'. F^scr volto in su
verso la parte tiiperivre.
STARE ALL' OMBRA. Es.iere in luo-
go omhroso. Daiit. ri'm. 32. Perchè si mi-
schia il crespo, giallo, e 'I verde Si bel ,
eh* Amor vi viene a slare ali* ombra. Frane.
Sacch. rim. 68. Così divien di voi, che
siate all' omlira Tra le Piene donne in su'
ruscelli.
STARE ALL'ORDINE. Lo stcfsv che
Stare n ordine j Essere in punto, prtpa-
S T A
ratOy 0 acconciato. Lat, in promptu esse.
Gr. Tzpóx^tpov eivai. Ved. ORDINE ,
§. XX.
STARE ALLO SPECCHIO. Si dice in
Firenze il non pagare a' tempi dovuti le
puhhlicfie gravezze, descrivendosi que"
che non le pagano, in un libro detto lo
Specchio. Ved. STARE A SPECCHIO.
STARE ALL'UMIDO. Essere in luo-
go umido.
STARE ALL'USCIO. Non entrare in
casa, e figuratamente Non es.iere ammes-
so all' azione di che si favelli . ^ f^ass.
211. La persona fugge le cagioni e I' op-
purtuuilà de' peccati, come sono le male
usanze, i luoghi disooesli, lo slare a piaz-
za, agli usci, alle Bneslre, ec. (p'j
STARE AL MACCHIONE. Esser na-
scoso nella macchia s e figuratam. Pro-
cacciarsi di nascoso con cautela e sicu-
rezza avvantaggi j e talora Stare in agua-
to. Lat. in iasidiis latitare. Gr. l'v )6x(**
:ziptXK^7)-3^'Xi. Bern. Ori. l. 23. 6. Ma
quel peloso, che stava al macchione, E
faceva la guardia alla bottega, Si leva in
piede.
STARE AL MERCATO. Inten'enire
al luogo dove sia il mercato.
t Jr STARE AL NATURALE. Si di-
ce dell' Oggetto che sta dinanzi al pitto-
re, o disegnatore a fine d' e.vser ritratto.
Dati Lepid. 149. Trovare una testa ch'e-
sprimesse divinità per esprimer Cristo , e
un'altra piena di perfidia per figurar Giu-
da, ma che già era superala, perche il pa-
dre Priore poteva far grazia di stare al
naturale per lo discepolo traditore. (Min)
STARE AL PANE ALTRUI. Stare alle
spese altrui. Ved. PANE, §. LI.
STARE AL PARAGONE. Sottoporsi
al paragone, Non cedere. C'intendere di
boat:,, f ed. STARE A PARAGONE.
* STARE AL PATTO. Ved. STARE
A' PATTI. (B)
STARE AL QUIA. Vale Stare a se-
gno. Copp. canz. gatt. 2. 35. Essendone
colei portata via. Che tutti gli faceva sla-
re al quia. Malm. 7. 59. Non li piccar
di ciò ; sta pure al quia.
STARE AL RISCHIO. Sottoporsi al
rischio. Lat. pcriculum .luhire. Gr. ota-
zivOuv£i/ety.
STARE AL SEGNO. V. STARE A
SEGNO.
STARE AL SICURO. Non correr ri-
schio. Lai. in tuto esse. Gr. «v aVtv^Jvu
£fJV.l.
STARE AL SOLE. Essere in luogo
illuminato dal sole , per sentirne il calo-
re. Frane. Sacch. rim. 26. Che, per farlo
biondo. Al sole stanno quand' egli arde il
inondo.
STARE ALTO. Essere in parte solle-
vata, alta. Lai. eminere.
*f * STARE AL TORMENTO. Star
saldo alla tortura. Pccor. g. 23. n. a.
Disse quelle medesime parole che aveva
dette al padre; e più, ch'era per star al
tormento cui giovane, che questo era ve-
ru. (V)
STARE AL VENTO. Essere m luogo
dove spiri vento.
* STARE AMBIGUO /'. AUDiGUO,
g. I. (C>
STARK A MAN GIUNTE. Stare in
atto umile e supphchevole. Lai. supplici'
ter stare, Tac. Dav. ^nn. ì^. 200. Non
Tolesse vilmente morire , starsi a man
giunte.
•f STARE A MANO MANCA. Avere
il .fecondo luogi\ o il luogo tn/eriorv. Lai.
iiijeriorem locum tenere .
STARE A MAN RITTA. Preeedeir .
Avere il primo luogo. Lat. primas tene-
re. Gr. TtfiùtTtJtiv.
STARE A MARTELLO. Stare a do-
vere. Tornare per appunto. V. MAR.
TELLO, §. III.
« STARE A MENTE. Ricordarsi, In-
trod. Virt. II. Dispregia le riccbene e
itiati a mente di rallegrarti del poro j per-
« hi* la nave è vieppiù sicura nel picciol
fiume che nel gran mare. Fr. lac. Cess.
I. 3. 6. E sì ti slea a mente che gli sfor-
mati comandamenii non possono durare .
E 2. 3. 27. E si vi sica a mente di lui,
che non potrebbe essere >into. (C)
STARE A MERENDA. Merendare,
STARE AMMALATO. Essere infermo.
Lat. agrotare. Gr. «.psusTti-/. Frane.
Sacch. Op. div. 56. Di quaranta di, ch'io
ci sono stalo nel principiu , la maggior
parte stelli ammalato.
STARE AMMUTOLITO. Star cheto.
Lat. silere, obmutescere. Gr. 5c-/«v. Al-
leg. 282. Una vulta sto quasi ammutolito.
Un' altra grido.
STARE A MODO. Essere conforme al
modo dovuto. Lat. bene se habere, Gr.
g. Stare a modo altrui , vale Essere
secondo la volontà e desiderio altrui. Cec-
ch. Jnc. 3. 2. Sta ella a vostro mo' ? B.
La sta benij>:>uno.
STARE A MOSTRA. Essere in luo-
go esposto al pubblico, ad effetto d* esser
veduto, come usano gli artefici tener le
lor merci, per allettarne colla mostra i
compratori.
* STARE A MURO A MURO. Essere
contiguo d' abitazione. V.'S\\}V.O.%.\\\.{C)
STARE A OCCHI APERTI. Star con
somma vigilanza, l ed. OCCHIO, §. XIII.
§. I. Stare a occhio teso, o coli* occhio
teso, vale Usare attenzione. Lai. cautum
esse. Lasc. Gelos. 3. 3. E sta coli' occhio
te&o, acciocché se del tuo aiuto meslier ci
facesse, ce ne possi acconciamente soccor>
rcre.
g. II. Stare a occhio e croce, va/e Star
senza considerazione.
* STARE A ONCE, lo stesso che
Stare a stecchetto. Menz. sat. I. Poi di-
con che CI giovi stai'e a once. Che cosi
me' risplcndon per le mura L' immagin
de' poeti e magre e sconce. Magri siea
lor, ec. (Vj
STARE A ORDINE. Es.tert in pronto.
Lat. paratum esse. Gr. Tipo'àu/iov etva«.
STARE A ORECCHI LEVATI. Stare
intentissimo per sentire. Lat. arrectis au-
rihus stiire, Boez. M. V. II. ^O- Li tra-
ditori come li seDlirono , che stavano a
orecchi levati, uccisono le guardie.
STARE A OSTE. Osteggiare. Lai. in
ade es.<!C, versari. Gr. irpxrfjtiv. Star,
Pist. 38. Vi slctlono più e più mesi a
oste, che quelli d' entro non s' arrendea-
no. E !^'J. Stellevi a oste più mesi.
STARE A PANCA. V. PANCA.
STARE A PANCIOLLE. Varch. Er-
col. 65. Conlultothò i furfanti non siano
troppo usi a sguanarc, e stare co* pi^ pa-
ri, il che si chiama scorpare , e stare a
panciolle, l'rd. PANCIOLLE.
STARE A PANE E ACQUA. Ciharsi
di solo pane ed acqua. Stentare. Tav,
Bit. Tutto il tempo di sua vita con loro
starete tulli a pane ed acqua.
STARE A PARAGONE, o AL PARA-
GONE. Sottof*orsi al paragone. Non ce-
dere, Contemiere di bontà.
§. Per lo stesso che Stare a petto. Am-
br. Furi. l\. i3. Starò al paragone seco,
e con qualunque mi Icstimonicr^ rontra ,
soUoincltcndomi ad ogui tomienlo, pur-
ché 11 Iroti la verilà.
STARE A PARLAMENTO. ParLirmctt-
tare. Lai. colloqui, collocutiones |Ad/»i*rr.
Gr. suUa^ctv. itoivo>o-/ir9dxi.5'/or. Pi-
si. i3(.). SleUe con luì a parlamento uno
dì ed una notte.
S T X
« STARE A PAROLE. Ffrnwrsi n ,
panare con uno. Tr. 0.,W. 8.^. lu >ta. »
parole con lui, cgl. ti p.Bl.a. (''
STARE A PARTE. I:sserr a partt ,
Poruap^f^. L3l- p^^rth■'pa,r. Or. «..w-
Vtì». ifSfgnfr. Vonn. C.enn. l8 2- Al-
cuni vorrtl.lK.1,0 .lare a lullo qucte duo
mense, n.a non M può ; ne pure può
ttarsenr a palle, fi ) ^„c.rnuc<
STARE A' PATTI DI CIIECCHES-
Sl'A. Heggrr q,.cll,. lai cesa ionia,-
tarstnr, Sollo,H>r>isi. Salim. J),sc. lOJ.
E chi t quegi. che »l«.o a palU <i. p'an-
ger sempre» Lasc. Pa,^nl. l. l- '■; > ;^-
rei a pilli , che mi fosse laghalo la le-
''% 'stare A- PATTI . Mantenere la </..-
in pnro/a. V. PATTO, §■ «■ W
STARE A PAURA. Teme,-,:. Lai. pa-
i-etr Gr. ^spifoSsToSai-
STARE A PELO. i.«.re per appunlo .
Corrupondere esnll«n,e„le. hai. „da_n,u.<-
sim respondere. Gr. a>?c^i«aTa a;:«v-
STA
STA
1367
STARE A PERFEZIONE. Esser prr-
fetlo. Lai. atio/iili.";"""" '"''• **■■■ ^''
«SI xar«' sa'vTa t£' -:>»'• ; _,
STARE A PERICOLO. I encolare ,
Correr pericolo. Lai. pericUtnr,. Gr. x.v-
c'uv'u'iv. « -Sm i)"'- 2=6. Standola
nostra Cini a pericolo di perdersi. _(C;
Ar. Len. 3. I. E sta a pencolo U e.-
ser caccialo di casa. £4- 3. Porche la-
sciandola oggi, sto a pericolo. Per la ca-
Cion che l'ho dello, di perderla. Lor.
iled. And. 2. 4. Dove la poss' 10 lasciar,
eh' ella non islia a pericolo ?
STARE A PERPENDICOLO. Fssere
siluato per linea perpendicolare. M- Sin.
rim. Imrl. 1. 211. Qual slando a pel-
pendicol della Locca , Spesso vi cade su
•pialche cosetta. Dav. Ora:. Gen. dehh.
147. Ricordami . come tutte queste cose
ec. stanno ec. a perpendicolo, e a piom-
lio sopra le teste nostre.
STARE APERTO. Parlandosi di boi'
leghe, si dice quando gli arie/ci lavora-
nOy J lra£fìcano.
g. F. parlandosi di chiese, 0 simili ,
tale Esserne l' uscio aperto. Cecch. Col.
5. 7. Che la chiesa Sta aperta sino al-
l'un* ora.
STARE A PETTO. Slare in conlrad-
diltorio. Lai. ex adterso contendere. Gr.
avàilTavai. Jmbr. Furi. 4. l3. Sono
paralo non solo starli a petto in presenzia
vostra, ma davanti a qualsivoglia giudice
di questa terra. Toc. Dav. Ann. IO.
j35 Stelle il vecchio padre a petto alla
figliuola minore di venti anni.
§. Talora tale Slare a fronte per com-
battere. Lat. ejc adicrso stare , congredi.
Gr. a'vTiTaTTS73ac Ttvi. G. F. 7- 27.
7. Stellono arìngati 1* una schiera a pello
all'altra liuona pena. ,S(or. Pisi. 126.
Slettono l'iii e più di a ielle 1' uno del-
l' altro.
* STARE A PIAZZA . Trattener-
si sulla piazza. Pass. III. La persona
fugge ec. le male usanze, i luoghi diso-
nesti , lo slare a piazza , agli usci , alle
finestre 'V)
STARE A PIE PARI, o CO'PIE PA-
RI. Star con ogni comodila e siairezza.
Lat. in ulramtjue aurem dormire. Gr.
ev eucaiuovi'a ayéiv. Fir. Trin. 2. 2.
E forse che, quando e" viveva quella he-
nedelt* anima del mio marito, io non sta-
va a pie pari.
g. l'ale anche itangiare lautamente .
Lai. opipare, ccenare. Varch. Ercol. 65.
Contuttoché i furfanti non siano troppo
usi a sguazzare , e slare co' pie pari , il
che si chiama scorpare , e slare a pan-
ciolle.
STARE A PIGIONE. Abitare in una
ca<a pagandone al padrone il prezzo pat-
tuito per abitare'. Lai. ifcmi.,.. . o..<'-
ctam W-rir. Gr.i'vy^i-s-vT' ow,'^"'
0.xsr«. Alleg. 58. Cola stanno a pig.ou
torse gli Dei, E qua a casa e bottega 1
pensier miei r '/"■ l^'^ ■"""'"■ ^
' S Stare a pigione , detto .,uasi pro-
verbiale , dicesl dell' Apparire alcuna
cosa mal collocala, o Juon de suo pro-
prio luogo j e anche talora tale ilare per
Leo tempo, o m pencolo d esser cac-
ciato, o d' atere a mutarli. Bocc. not:
20 IQ. Andate , e sforzatevi di vivere ;
cbt nii pare , anzi che no, che voi e.
niale a pigione, si lisicuzzo e l.istanzuol
mi parete. ; arch. Frcol. 35 Anco quel 0
eserSiplo di Dio , che ne' cieli sparga le
crazie all' InleUigenze, non credo che vi
piaccia, ni; che vi paia troppo a proposi-
10 e che VI stia anzi a pigione, che no
ìlalm. 8. 48. Anzi è un di quei eh al
mondo sia a pigione.
* STARE A PIOMBO ilare per-
pendicolarmente. Bellm. Disc. 1. 132.
L'ossa fossero cosi adaltale 1 un sopra
r altro che ciascuno de' superiori tosse nel
medesimo piombo con ciascuno degl inle-
riori, e !■ ultimo loccanle U terreno slesse
a piombo sul terreno medesimo, ti) _
STARE A PIUOLO . A.<peUare pm
che altri non forrebbe, o eh' e' non con-
terrebbe. Buon. Fier. 2. 4. Il- Che slai
lu qui a piuol t che U Iralliene J Che
meni il can per l'aia? E Tane. 4. 10.
Forse s'io stessi qui molto a pinolo,
Gl'impalmeie' la Tancia a solo a solo
rnlm. IO. 36. Ed ei, che star non vuo
quivi a pinolo ec. , Domanda di quel
luoso informazione. ^,...^
STARE A POSTA DI CHECCHE S-
Sl'A Star in alcun luogo per quei Jtne.
e Start a po.sta d'uno, t-ale tsscr
»ro,.(o a" suoi piaceri J e si usa parti-
colarmente in sentimento osceno.^ Pass.
l48. Lasciando le chiavi in suU aliare ,
SI palli del monislero, e stelle a posta
d'uno cherico alcuno tempo.
? STARE A POSTA, l er Quietarsi,
ìed. POSTA, g. XXXVII. H)
* STARE A PRIMIERA, l- PRI-
MIERA. (C)
STARE A PRODA. Essere verso l e-
stremità. Lai. estrema tenere. Gr. c5X«-
''sTARE A PROPOSITO. Essere in
acconcio. Tornar bene. Lai. ad rem es-
se. Gr. sVSirov si vai £15 ti.
STARE A PROVA, io stesso the Sta-
re alla prova.
STAREAQUARTIEKE. Termine mi-
lilarc , dinotante Trallenersi l soldati
ne' quartieri. Lat. bibernare. Gt. d^y.--^-
a.d?=tt. =."= Segner. Mann. Sett. 2. 2.
Quando anche non si combatta, a cag.on
de' nemici che non dan pena, dee star
ciascuno preparato a combattere ec, dee
slare a quartiere, al posto, alli passi. I Ij
STARE A RAGIONE. Iisser secondo
la ragione, e le ronvenienze. Lai. bene se
habere. Gr. /«Ai:; eX'""' * ^''P- '!'"""■
6 Da ragione nasce U verbo ragionare,
che par significhi stare a ragione, 0 far
ragione. {C)
* j. I. Stare a ragione, dicesi di Ciò
che i secondo che deve essere, 0 che si
tuoi che sia. Aer. Art. I etr. 42. Si
lasci a vetro cuocere e riposare almeno
ore 24 ; poi se ne faccia una boccclla, e
si rinlocoli più volte, e si cavi fuori , e
si vegga se il velro sta a ragione. (^)
# g. II. Slare a ragione d'alcuna cosa,
vale Sostenerla colla ragione, e giuridi-
camente. Ouilt. leti. 39. 88 Apostulo
lafiermo, se quello che perduto hai di
filicilà mondana fusse stalo tuo, non per-
duto laresli, e di ciò non cesscmei (non
mi ritiro) , dinanzi a qua' giudici vuoi ,
di starne a ragione. ( Fj
STARE A REGOLA. Osservar la re-
gola ■ e SI dice comunemente dell' Os-
serva'r regola nel vitto. Lai. in offcioje
contintre. Gr. ra Tlfoori'/ovTa zouiv .
STARE A RILENTE. Andar con ri-
guardo in J'ar checchessia, J\on se ne ri-
.lolvere .
SIAHE A RINCONTRO . io stesso
che ilare incontro . Lai. e regione esse .
' Gr. KV&taTavat.
STARE A RIPENTAGLIO. Correr ri-
schio, Fssere in pencolo. Cimentarsi.
STARE A RISCHIO. Essere in rischio.
Correr pericolo, hsser sottoposto a peri-
colo. Lai. periclitari , pcriculum subire .
Gr. i-ivòuveusiv. tr. ì ■ 10. lag. 5. Col
rimanente di sua oste stava a gran rìschio,
lor. .Ved. Arid. 2. 4- Ed io non islarò
a colesto rischio ; che li promello, che co-
me e' n' escono, suliilo la vo" vendere.
STARE A RITROSO. Esser poj(o al
contrario. Lai. invcrsum esse. Gr. «VE-
T7p3:/*//svov £tvai.
STARE ARllATO . -^i e;- l' armi alla
mano. Lat. sub armis esse. Gr. sivKi
ìyo-t'l-o-t. O. I . 10. 87. 2. Per soperchio
di disordinata fatica presa nell' oste a Pi-
stoia , slando armalo , andando a cavallo .
F IO. 89. 3. Quasi ninno islava armato,
per lo soperchio caldo eh' era allora. Slor.
Pisi. 78. Fece bandire , che ogni genie
slesse armala, ed apparecchiala a seguire
le suo' insegne.
STARE A ROVESCIO, io stesso che
Stare a ritroso.
STARE A SALARIO, o A SALARO.
Operare con mercede pattuita d'un tanta
il mese. Lai. mercede conductum esse. Gr.
Jtio'^icjov ervai. ( ron. I eli. 81. Stelli
da quarantacinque dì a salalo del Comu-
ne , e , olile a ciò , io ebbi provvisione
dalla Mercatanzia e da'Gabellieri del sale.
Cron. Morell. 226. Comecché a salario
stelle il più del tempo.
SCIARE A SCHIERA. Fssere schiera-
to. Lat. in agmine consistere. Gr. £v mpo.-
TEiV. TaTTóiS'jti. e. V. 8. 72.8. Perlo
disagio di slare ìnsino dopo nona a schiera
alla terza del sole.
g. Talora vale Trovarsi insieme con
molti. Lai. iVi agmine esse. Gr. c-jv TzXr,-
Sil ÒlKTpt'EtlV
STARE A SECONDA. Secondare.
STARE A SEGNO, o AL SEGNO. Slar
con rispetto, con timore j ilare a tibbi-
diema , e dentro a' termini del convene-
vole. Lat. redo slare. Gr. ?///i£»£>v T«;
lì/ey.uevm;. letr. cap. 1. Pur Faustina
il fa qui siale a segno. Ar. Far. 20. Sz.
Se può un solo a dieci uomini dar morte,
Quante donne far'a star egli al segno? E
26. lo3. Ti pensi , disse , farmi slare al
segno , Perchè qucst' altro ancor meco
contende? ] arch. Slor. 12. 470. Non era
alto a fare slare a segno un cervello ete-
roclilo e cosi lialzano, come era quello del
Cardinale, ien. Ben. J arch. 3. 36. A
nessun altro fu lecito fare slare un tri-
buno del popolo a segno senza esserne ga-
satalo. Bern. Ori. 2. 27. 4?- Quella eh'
a Roma die lauto che fare, E la le" tanto
tempo a segno slare.
* g. Slare a segno, dicesi anche dell'
Essere una cosa secondo che deve essere,
o si vuole che sia . Aer. Art. Fetr. 6.
97. Queste due polveri daraile a questa
materia in tre volle ec. guardando di quan-
do in quando se il colore piace ; e come
sta a segno, si lasci pulire ec. (ISJ
* STARE A SERVIGIO. Servire.
Cavale. Med. cuor. iSo. Teofilo non in-
tendendola , e credendo pur che ella vo-
lesse una che stesse a sua compagnia e
seivigio, ec. (T)
i368
STA
rl-rJ^^^^^ SI.VD4CAT0, o A Sl.Vni-
„ *"■ '''"•'•'■ 'oUopo.uo al sindacalo ,
Haider conto altrui dfllc proprie opera.
•■"'"'.■ I-"',; repelnndarum postular, . dr
su^jva^ oylEiv. Fr. lac. T. l. i.-; 3n'
E stard,l,c a sindacalo Di rio olle ha fallo
o pensala. Fir. Disc. an. '^^. Avendo .lai
suo Signore la commissione generale e
non limitala, non aveva paura di slar^ a
sindicalo. Ceech. Oo«. a*! 3. Io non ho
^ Uar<: a sindacalo loro. Buon. F,er 2
i- 9- '■•uar.la se noi al.l.iamo A slarc a
sindacato Or con questi messeri.
STARE A SODDISFAZIONE. Soddi-
<Jare. I.M arridere, sat.sfacere . piacere
"licutus i.oluntaten, e.rple,-e. Gr. ^sjv--'
•cV"'"'"- /.••<=''^-"-.«' T.V..
STARE A SOLDO D'ALCU.VO V,-
lU-r per In,. Lai. al.cn.ns .Hipend.arinm
Lise. Gr. utiixJU-j :ia^« r,;i.
STARE A SOPIiATTIE.NI . Prolun-
gire ,1 tempo con .<opraltiem , Aon ai.e-
re a.,segnamenti sicuri se non per tempo
limitato . '^ ^
STARE A SPASSO. Andare a spasso.
Lai. spatiari. Gr. Tlspirts^nìj.
STARE A SPECCHIO, o ALLO SPEC-
CniO. Xi dice ,n Firenze il A„„ pacare
a tempi doi'uìi le puMiliche grave—e ,le-
scri,.endosi , ,i„e- che non le pagano , in
un libro detto lo Specchio . /Int. Alam
son. 25. Son da dieci anni in qua statò
allo specchio.
STARE A SPERANZA. Sperare. Lai.
hona spc nli. Gr. zz>»iv tl.mw. ?v.-,v
lìocc. nov. iX i3. Il conforlo, e gì, disse
che a huoua sperania stesse . * /„„.„,/.
Firt. 24, Ma ehi ha solamente huona fé-
de , poscia che 1" opere non siano , può
stare a grande sperania nella misericordia
(Il Dio. (C)
STARE A SPESA. Mantenersi con ispe-
sa , l:ssere sulla spesa.
STARE A SPORTELLO. Tenere aper-
lo solamente lo sportello j e si dice comu-
nemente delle botteghe : il che .legue in
alcuni giorni di mezze feste , o simili .
liellmc. son. 260. Porcili; la mia liotk-à
sta a sportello. Farch. Ercol. 289. Se m
una città medesima s' avesse a lavcllare
con due lingue, una nol.ile e l'altra ple-
lica, perché non usare la noliilc il di del-
le feste, e la plebea quegli del lavorare ?
Se non che ne hisognerehhe una lena in
quel mezzo per i giorni dc-lle mezze l'e.sle,
quando si sta a sportello, che i Lalini|
seguendo i Greci, chiamavano intercisi.
§■ P- fignratam., in modo basso, si dice
del Feder lume da un oirhio .mio, per et-
ser r altro chiuso per malattia, o per al-
tra cagione . Malm. I. 37. Perch'eida
un occhio sia a sportello, Soldali ha preso
e hanno chiuso all'alto.
* STARE A STA^ZA D'u.\0. Stare
a .ma requiiizioae , Stare a .sua posta
Lasc. nov agg. pag. ,2. E come Lucre.
zia a similitudine di quella antica si chia.
masse, e che solo a stanza d'Arri«hetlo
ste.sse. fCj "
STARE A STECCnETTO liiercco,,
•strettezza. Lai, parcissime yirtitare. Gr
e. ; TOC SoyxT» y£i5£,=»a..*fle,,. (..amp.
i(.1. Volete vm gozzovigliVirc, e che gli altri
stiano a sliTchello. fC)
STARE A STE.\TO. Stentare, Tn.ere
con i stento.
STARE A STUDIO. Trattenersi i„ al.
cuna Uimers.t.i ad efletto ,1, studiare. Ar.
STA
„ \w'" 'Il .^luu, are. Ar.
Aiipp. 2. I. Perchb, genliluom mio, uii
nella patria Vostra in quel tempo, ch'io
"1 slavo a studio , Son stalo molto acca-
rezzato .
STARE A TAGLIERE CON ALCU.NO
Mangiare, o Far vita con esso hu Lai
convivere. Gr. «UjuS,»:,. Frane. Sacci,',
noe. 107. Grande scoslumc %, itando a
un tagliere con un altro , che uno non
ha tanta temperanza, che si possa un poco
aspellare . •
STARE A TAVOLA. Trattenersi a
mensa per mangiare. Lai. accumbere. Gr.
zarxziivsjìat. Frane. Sacch. nov. 210
Poco stettono a tavola , che andarono a
vedere 1 cavalli, li quali parca che dices-
sono favole. F,r. Lue. 1 . 2. Io voglio che
noi attacchiamo i pensieri tutti alla cam-
panella dell'uscio, e che noi stiamo a ta-
vola insino a domallina a qucsi' ora
§ I. Stare a tavola rotonda, o riton-
da, vale Stare a paragone con cheechci-
■<ia. Non cedere. Red. Puir. 28. -Ma non
hce ad ogni vino Di Fumino Slare a ta-
vola ritonda, li Annoi. 123. Per la soa-
vità e per la generosili , secondo il giù-
dizio di essi paesani, e credulo potere
slare a tavola rilonda con ogni altro vino
d Italia.
§- II. Stare a tavola apparecchiata,
vale Aver la mensa senza briga d' ordi-
narla .
STARE A TEDIO. Tediarsi. Lai Io-
dio affi, i. Gè. ^%p;-,t'.-ìu.l. .Morg. II. 18.
Si diparli, senza più slare a tedio.
STARE A TERMLNE. Essere alla fine
STARE A TERREMO . Abitare nelle
Stanze terrene.
STARE A TINELLO . Cibarsi nette
corti alle men.se comuni cogli altri corU-
g,ani e servidori.
STARE A TOCCA E NON TOCCA .
Ester vicinassimo . Fiv. Disc. Arn. 5.
Prima si era osservalo che le massime
piene stavano a tocca e non tocca di Ira-
hoccarle .
STARE A TRAVERSO . Stare fuori
lieti a dirittura.
STARE ATTENTO. Usare attenzione,
Badare Lai. inlentum cs.se. Gr. tiptii-
Xeiv Ts'v viJv. riant. Inf. 25. Perch'io,
acciocché '1 Duca slesse allento , Mi posi
il dito su dal mento al naso . Bocc. Fu.
Pani. 228. Questa comjiassione e dubi-
tanza di peggio faceva li suoi parenti sla-
re allenii a' suoi conforli. Lab. ^o. Alle
cui [lande slando io allento quanto pote-
va , ec. Segr. F,or. Man.Ir. prò/. Stia
ciascuno allento, Né per ora aspellate al-
tro arguniento. Calai. 66. Vuoisi stare at-
tcnlo quando 1' uom favella.
.STARE ATTORNO A CllECCHESSl'A.
Atlemlere a checchessia; Usarvi diligenza,
atte,iz,one . Lai. ntir/uam rvm urgere, in
atiiluam rem incumberc. Gr. aicouioiìii)/
Ttipi re. *'
STARE A TU PER TU. Non cedere a
co.sn veruna j Bispoiulere a ogni minimo
che nel bisticciarsi e nel tenzonare; Sta-
re in ostinata contesa , senza voler cetler
giammai. Lai. verbum verlio rispondere.
Gr. >o-/5v ijyu a-3xpi'viiìa. . Tac.
Vav. .Ina. 16. 209. Come Vclere inlese
d avere a stare a tu per lu con nn suo
liherlo, se n' andò in vdla a Mola. E al-
trove.- Che tratto traili., a djrillo o a Iorio,
stanno a lu per lu col padrone. * r.vr/i.
Prov. 71. Slaiiiatlina parlandomi e' pa-
rca Un Rodomonle, e slava a lu per lu iCl
STARE A VANTAGGIO. Essere aldi
sopra.^ Lai. superiori loco esse. Gr. jrl«9-
vi/rtìv, -npoi'/ti-t.
STARE AVANTI. i:.s.sere innanzi, Pre-
ceilere. Lai. pr.rire, pra:ce,lere. Gr. assct-
STARE A VRCIDIENZA,» .tim,7i. Ul-
bitlire. Lai. olu-din- , ol>edientiam prasta.
'V. «r. aTa^oujcy. Slor. Pisi. no. Dio
permise che poco tempo stesse a loro uh-
hidieiiza .
stari: a VEDERE. Federe, Osser.
vare. Mirare. HiguanbiiY. Lai. rrspirr-
re, intiieri , animadiertere. Gr. aTo6Jl-
reei». Moce. Inir 57. Non giucando, nel
STA
quale 1 anuno deU" ana delle parti con-
v.en che .i ,u,|.i senza troppo piac^e
JeU "l<ra. „ di chi sta a vedt-re, ^a n"
'eUando ec. questa calda parte del giorni
irapasscremo . Frane. Saech. nov^ 2,^
VoUe .lare a vedere come U cognata d
ques a rrceiu capitasse. E pia sotto" 1-
vendo .nsino a ,ui voluto .{are a vedere
Cecch. f,o,. 2. è. Facciam cosi stiamo"
&;"a,'°'T "."^«^ -t"'' '^'"' f' Guido,
unìu I •?■ ?•• Io ho nel teatro
un luogo ira . cavaUeri ec, wlo per istarc
a vedere le feste.
g. Talora è maniera dubitativa che
SI usn per richiamar f attenzione , ed in
cena maniera corrisponde a quel che i
Latin, dissero : attende . forsitan, fortas-
«. Gr. 7uxr. iiui. Ctcch. Mogi. 2 2
Deh «a a vedere ; Che si , eh' eU> é per'
me la buona favola. E 4. li. Io .10 A
veder se voi dite pur da vero. E Incanì. I.
2- Ma com'egli comincia ad accotUrude
Sia a vedere , io non polrò spiccarnek . '
STARE A VEGLIA*^. Feglare. Btn.
rim. I. ,,. Stassi a veglia Fin a qnattr"
ore , e cinque e sei e selle.
, STARE A VIA. Diciamo Non istart
ne a via ne a verso , che vale Tornar
male, J\„„ esser nette forme convenienti
e dovute. Lai. inconciniium esse, male se
haliere. Gr. avaottoaro» sTvxi
rnL?^*"^ '^ "■" ""TO DI FARE
CHECCHESSI A . Esserci vicinissimo .
■ialv. Cranch. 2. 5. Noi siamo .lati a on
dito per Far nel bargello. (C)
* STARE A UN PANE, dictsi di Co.
loro che formano una sola famiglia V
PANE, S. Llll.ro ■>«■'■■
STARE AVVERTITO. Usan avvtr.
lenza. Lai. observare, animadtrrtere Gr
O.avosrv. Cecch. Mogi. 3. 7. Andatevene
in rasa, e state lutti Asvertili; e .e a
sorla e' ri lornaMc , Pigliatelo di faUo
Buon. Fier. 1. 2. 2. Però state avverti-
lo, e non vi caglia, .Ne vi faccia paura
Fatica. L,isc. Celos. 2. I. Lasciami stare
avvertita, acciocché, prima eh' eglino me
lo vegga loro.
STARE AVVISATO . Lo stesso che
Slare avvertito . Cron. Moretl. 263. Co'
tuoi lavoratori sia' avvisato, va' spesso alla
vUla. -^ E 307. ,<ii dava balia a un rclloro
con più salario e famiglia , acciò poteue
islar desio , e avvisalo alla guardia dcUa
lerra , e del reggimento. iC/
STARE BANDITO. Essere in bando.
tal. m P.1 i/,o esse, exutem esse. Gr. it nti
t^opicro-j .
STARE BASSO. Essere in luogo basto
STARE BENE,er. romrmre. Lai. «„.
venire, decere. C, r.^i-x:,;. Bocc. Proem.
'• E come che a ciascuna persona sica be-
ne, a coloro e massimamente rìchesto, li
quali gli hanno di conforto avuto mcslie-
re^ E noi.. 17. 64. Perciocché bene non
'Sii a lei di dirlo. E nov. 18. 29. A pò-
vera damigella , e di casa sua 'cacciaU ,
come IO sono ec, non si richiede, né sta
bene 1' attendere ad amore . A; no,.. -4.
> lo non son fanciulla, alla quale questi
innamoramenti sleano oggimai bene. Sen.
Ben. Farch. 7. 9. lo vi conosco dentro
molle cose , le quali non islarebbe bene
che IO donassi. Cecch. Mogi. I. 1. Il pre-
gar non sia bene, e non vani. E Stiav.
2- 2. Una ghirlanda vale un quattrino , e
Non isti bene in Icsla a ciascheduno.
t * S '• Star Itene in uno, vale Comt-
nirgl,. Bocc. g. S. n. 7. Avendo lunga-
mente sliidialo a Parigi ec. per saper la
ragione delle cose . e la cagione d' esse ,
d che prìinamenle sia bene in gentile uo-
mo, ec. tQi,e.,to §. , aggiunto dal P. Ce-
sari. Noi abbiamo ossen-aloche le miglior,
edizioni leggano.- il che olliraamenlc sia
Ul gentile uomo ).(Fj
STA
§ II. Star bene, volt anche Meritar co- |
,1, Slare il do^'Crt. llocc. nov- 8J. 9-
Avvi-gD,cl.è cs\> m\ sic. mullo l.cDc, che
io non la dovt. moi lasciar salir di sopra.
/„.,.<:. Sacch. no.. 33. Per menare a
I«cclielU oltre al del.ito modo, n acquisto
un Bene gli sta, che mai non gli ven-
ne meno (qui "sato in fona d, nome ).
lecci,. .Mogi. !\. I. Ma gli sta mollo ben,
.lappo- di' e' crede Più a le, elle a me.
/•;i 11 Ma liei vero e'nu sU Lene. Ma'm.
37». Scl.l.en da un lato Ti slava bene,
avendolo cercato.
§ III M'"' **" con alcuno, vale esse-
re in grazi., s„a. ^verseco antorità. Cron.
Morell. 2<J4 Nondimeno sia Lene con lut-
ti : non Uparlar mai contro a persona.
R IV Star l-ene, d,cesi di l l,eccl,ess,a
che torni bene afe'"<'-">J '""•' ''''''"l''^;
,,„ando torna bene ,n dosso e s,m,l,. Bocc
L. 1. l5. lo .ceoncerò . falli vosln e .
miei in maniera, che stala bene. Enov. g.
,q. Tu vedi innan.i innan.i come io sono
l,eU' uomo, e come mi stanno bene le gam-
be in sulla persona (cioè: riseggono), i-,
no... 8o. 5. Essendo egli bianco, e biondo,
e leggiadro mollo, e standogli ben la vita
avvenne ce. (cioè avendo la persona ben
"'e' V Star l,ene, vale Essere in buono
slato. Jorr.M.. JO. 7* Paganino^ veg-
g.ndola si bella, pareva star bene. -■ « £■
Tioe. 50. 22. Certo io starei pur bene, se
tu alla moglie d'Ercolano mi volessi ag-
,. ,ri Irlr cani. 22. 4- Per bene
euagliarc». fi; 'e"^- ™"*- ■'.' "l _.
star si scende molle miglia, itor. P,st. US-
Ami lo fece bene stare. Celi. Aporl. i.
3 Tre son .luelli cbe staunosi bene : il
gaUo del mugnaio, U cane del beccaio, e
il fatlor delle monache.
* 8 VI. Star bene, per Fare bene •
suoi/alti, f:s.ere in buono stato. I rane.
Sacch. nov. i:4 1 q"=li (n'crcant,) forse
non stavano bene, come alln pensava ,
perocché cominciavano a mancare del cre-
dilo. (1)
J S VII Star bene, talora per ironia
s, pre„.le per Istar male; che anche d,-
ciamo Starfre.<co. Bocc. g. 6. p. 5. Fra-
le, bene starebbono, se eUe s' indugiasser
tanto. , ,, I .^
e Vili Star bene, vale Iste re ,n buo-
na sanili. Lai. valere, bene se hahere.
Gr. Jy.y.vi.v. Ben.b. leu. lo sto bene ,
e a simigliarne desidero che sia di te.
S IX. Tene sia. ." i"" talora a ma-
n,cra di ripieno, e par cbe abbia al,l„a,,to
.leW ironico. Lai. sclicet. Gr. or,/.ao.j .
Jìocc. nov. 6l . g. Bene sta ; tu di lue parole
tu. /; noi-. 72. g. Frale , bene sta; .0 me
n'ho di coleste cose. /■ nov. 79. 24- Or
bene sia dunque, disse Bruno ; se coleslui
te ne 6dava, ben me ne posso fidare 10.
* S X Bene sia , in senso non pun-
to ironico. l\ov. ani. 54- La donna do-
mandò di novelle : disscrle tutto ogni cosa,
e come ec . La donna disje : Ben isla :
andate, ec. K appi-esso : Disserle il con-
vencnle, siccome la gente era ristucca , ec
F, la donna, udito ciò , disse : BencisU,
ce. il)
*§. SI. liengli sta, r,en gli .flette, e
simili, maniere ironiche cbe si usano d,
dire a chi avviene, o avvenne cosa dispia-
cevole. V. BEIi Gli STA. fO
§. XII. l'ene stia, o Ben possa stare
il tale j maniera di salutare. Lai. salve.
Gr X'-"-' ''°"- ""''■ *'• ^^' """ '"'*'
sa stare Fa liuolo. « L g. 5. n. 9. La quale
vedendol venire , con una donnesca pia-
cevolcua levalagUsi incontro ec. , disse: Be-
ne stea Federigo. (J')
6 XIII ti" ■*■'" '"" "*" *' muova s
pZ-erb,o 'che vale, che Chi e in buono
stato non dee cercar di mutar cond,:,one.
Buon.Fier. I. 5. 7. Chi sta ben non si
Vocabolario T It
STA
muova ; io vo' capone Servire infino a mor-
te il mio padrone.
STABE BOCCONE. Giacere colla Jac-
da colla vcr.<o la parte ,nJe,,ore. Ben.
Ori I 6 18. Tieii quella rete Orlando
in terra fermo, E fallo star cosi meno boc-
S T A
1369
ne. ,
STABE CALDO. Tenersi la persona
calda. * /•>■ (.lorrf. 2^2. Ciocché vuoli stare
caldo , or qui Insogna più cose : nianleUo,
e imiscia, pilliccione. il)
sÌaKE l;AIU.O^E, e CARPONI. Star
colle braccia e co' picd, in terra a g,„sa d,
animai quadrupede. Lai. rc,.ere. Gr. Ef rtei».
Bocc. nov. 5o. 19. Perciocché carpone gh
convenivi stare. , ,• t „,
STAUE CASTO. O.tservar castità. Lai.
ca.,le vivere. Gr. ayvlJ; ^.oOv. Cron.
Morell. Isla' casto il l'iu cbe tu puoi.
STARE CERTO. /Iccertarsi , Isscr
..iruro.Lat. cerlum esse, ci edere. Gr. a.i«li.-
STARE l HETO. Non parlare, hon
replicare, acquietarsi. Lai. acqu,escere,
tacere. Gr. r^.x*?"^- '"""'■ '"-^- ^- .^
quei fé' segno eh' i' stessi cheto, ed in-
chinassi ad esso. Iranc. òaccb. nov. 192.
La donna gonfiata ec, si stette cheta per
lo migW 6e,.. Ben. larch 5. 25. Anco
che uno, il quale sia ingrato, non [ossa in-
fingersi, e far le viste di non aver inteso
deesi star cheto ed aspettare. Ceccb. ihgl.
2 4 vi Credete forsi, ch'io patisca d es-
sere Assassinalo, e eh' l' me ne sUa cheto T
/■; Doni. I. 4- Deh sta' cheto, e pm tosto
mi consiglia.
:■; S I Vicesi anche nel .significato me-
desimo Starsi cheto come folio. Lasc. Cen.^
nov. 6. pag. I3l. Tanta u la paura, eh
eeli si stelle cheto come 1 olio, (lì
Sf 8 II Slare cheto, fu mollo leggia-
draniente adoperato dall' Ariosto in J orza
di sustantivo, scompagnandolo coli ad-
diellivo. Ar. Fur. 27. l33. Uopo un
lungo star cheto, sospirando , S. come da
un gran sonno allora sciolto, lutto s.
scosse. (Mj (.CO-
STARE CHIOTTO. Lo stesso che Star
cheto: modo basso. Lai. acquie.<cere, la-
cere. Gr. r^.yU^^i'- Sem. Ori. 1.(^.30.
E sema pur fiatar, mi stava chiotto, .fl/n"".
i 48. Le male lingue forse slarian chiotte
^J STARE COGLI ORECCHI LE-
VATI o TESI. Stare intenlis.t,n,o per
sentile, r oiiECCHio, S- ^^v. (fj
* STAR COL CAPO A BOTTEGA.
Ilndare a-fatti suoi. y.CKVO,§.C\\.(C)
STARE COL CUOR NLL ZUCCHE-
RO f h'Cr conte/ilo.
STARE COLL' ARCO TESO. Badare,
Attendere, Usar diligeir.a. Lai. c.rcum-
.spicerc, caverò. Gr. SE.c.Of ?'. ,f ^«f' f
/Sat. Varcb. Krcol. 92. Stare coli arco te-
so, si dice d- uno .1 quale tenga gli orec-
chi e la mente intenti a uno che lavelli
per collo, e potergli apporre qualche co-
sa, o riprovargli alcuna bugia, non gli le-
vando gli occhi da dosso per tarlo imbian
care o imbianchire, o rimanere bianco; U
che oggi si dice, con un palmo di naso.
Cron. Morell. 238. 1 quali stavano, com
udirai appresso , coli' arco teso a rubare,
a noiare, a interrompere i fatti nel e sue
mani. Cecch. Voi. 2. 5. Gli potre riu-
scire se non slesse Coli' arco teso^ern.
Ori 2 11. I.Che CI bisogna molto per
Buaidare Dal primo errore e inconvenien-
te E sempreroai con l' arco teso slare
Semprema. esser cauto e prudente.
S'TARE COLLE MANI IN MANO
i-(a,-e ozioso, senza far nulla. Ì^A. ot,o
indulgere, des.dian. Gr. ol-i'-S'. BernJJrl.
2 7. 5. Se non era Agolanle, e'I re Troia
no, E gli altri, onde non stelle mai 11
I riposo. Si sarian slaù colle mani in mano
1 g. I. ilare colle mani a cintola, vale
Star senza operare, Essere ozioso. Lai.
mnni.m haUre intra pallium , ignaviim,
de.siden, esse. Cecch. Mogi. I. 2. Vo vi
siete stalo (Lo dirò pure ) colle mani a
cintola ; E dii ha a far non dorme.
§. 11. Stare colle inani per aria, vale
Tenere le mani .so.spe.se in aria, e figu-
ratamente pssere in atto di battere al-
trui, o in prossima risoluzione dt per-
cuoterlo.
STARE COLL' OCCHIO ALLA PEN-
NA. Termine marinaresco. Stare avverti-
to, ì ed. OCCHIO, §. CXI.V.
§. I. Stare coir occhio leso, vale Stare
avveduto, attento. Lai. cautuin esse. Gr.
zsyu).a-/(t^'W5 '7.'-'>- ' •''- OCCHIO,
§. CXXXVII.
§. II. Stare con gli occhi grossi, vale
Tener portamento .sollevato per superbia,
o minaccioso per isdcgno.
§. 111. Stare con gli occhi aperti, lo
stesso che Stare a occhi aperti.
8. IV. Stare con gli occhi addos.so ad
alcuno, vale Badargli atlcntamentc. J'ed.
OCCHIO, §. CXXXVIM
STARE COLL' ORECCHIO TESO.
/ 0 stc.s.so che Slare a orecchi levati, l.at.
arrectis auribus slare . Gr . TSivssSai
TK ohi/. Bocz. T'arch. 3. pros. 1. Pie-
no di stupore, stava cogli orecchi tesi e
a bocca aperta per ascoltarla.
g. Stare con gli orecchi levati, vale lo
stes.so. Bocc. nov. 62. IO. Giannello,il
quale stava cogli orecchi levati per vedere
se d'alcuna rosa gli bisognasse lemere
o provvedersi , udite le parole di Pero-
nella, si giltò fuori del doglio.
STARE COL VISO BASSO. Oltre al
.sentimento pivprio, indica figuratamente
I ssere umiliato. Lai. demisso vullu stare.
Gr. zaT0ti3«)>-:iv :rf o'-iwz. v. Pctr. cap.
10. Vidi Archimede star col viso basso,
E Democrito andar tulio pensoso.
* STARE COME L' OLIO . Di-
cesi fguralam. del l oler sempre sopra-
stare ed essere d'avvantaggio. V. OLIO,
e. VII. (C, , . ..
V STARE COME UNA PERLA. Star
benissimo. T. PI-ULA, §. nl.fC)
STARE COMODO. livore agiatamen-
te o colle dovale comodila. Ar. ^egr. 2.
3' Son altri in le cilladi, che stan co-
modi Di possession, di case , e di ben mo-
"sTARE CON ALCUNA PERSONA.
Vale Giacer seco carnalmente. \.3l. rem
habere. Gr. 5U^7t>>«65&».i Frane. Sacci,,
nov 112. Quando io sono stato una vol-
ta con la mia 1 donna) per quello afiare,
e' mi par esser più leggiero che una pen-
na. Dire Salvestro : sia' con lei due vol-
le e volerai.
* S Star con alcuno , Tìiportarsi con
esso. Cecch. Voi. 5. 6. lo starò con lui
di sorte che se mai più egUme 1' appicca,
eli perdono. (1 ) ^ .
STARE CON ALTRI. Servire altrui
ìlla persona niercenarinmenle. Cecch.
Ponz. 1. 2. Portando la scopetta, che pos-
ila Esser portata in sulle spalle, ma A
duo mani dal boia, a chi volesse Star
con altri. lir Lnc. 2. 1. lo questo mi
posso io accorgere quanl' e misero lo sta-
to di chi sta con altri, lasc. Spir. ^.
E cosi potrebbe venir tempo, che 10
sarei lU.era di me , ciob che io non sta-
rei con aUi"UÌ.
STARE CON CHECCHESSI A. Lasciar-
i dominare dall' affetto, o desiderio di
ebeccbessia. Lai. alienae vivere voluntat,^
Cecch. Core. 2. 7- Che ho a star eoi
prezzo d' un corsiere, Che ne guadagno
" "stare CON DIO. Diciamo Stati, con
n,o; modo d, licen-.,are, o di prender con-
ecilo da alcuno.
« 173
Mi
j370
STA
STARE CONFUSO. ^*^cr confusiùne^
Essere in confusione. Cecch. Corr. 4- 5.
La veflov3 Sta &u coufusa, e con si sa
risolvere
* STARE CON LA FEBBUE AD-
DOSSO DI CIIECCIIESSI'A. f)iccsi figii-
ratam. dell' I ssere in paura che sia per-
duto, o andato male checchessia. Car, lett.
ined. 2- 6o. Di grazia acciuatcmc-U- tutte
le lettere, perche ne sto con la febbre ad-
dosso. ^.V;
STARE CON PENA D* ALCUNA CO-
SA. Esserne in pensiero. Averne soUeci'
tudine.
STARE CON PENSIERO DI CHEC-
CHESSl'A. Averne apprensione. Temerne.
STARE CONSOLATO. Essere in con-
solaxione. Viver consolato.
STARE CONTENTO. ConUntarsi.l.zi.
rontentum esse. Gr.ayaTràv ev rvn. Frane.
Barò. 143. 6. Chi rade, non conviene
srorticarc; Chi scortica, dee stare Contento
alla ragion sol della pelle, frane. Sacch.
nov. 2l4- Colui che vive leale , stando
contento del suo da ciascuno è ricevuto e
amato. Cecch. Donz. 2. 2. Che non istà
contento a venti dame. * Guicc. Star. Uh.
9. Fosse il re tenuto a star contento a
quello che fosse consentaneo alla ragio-
ne. (C)
•f STARE CONTENTO AL QUIA. A-
cquetarsi alla ragione. Lat. ralionc ac-
tfuiescere. Gr. >o'y&» ETTavaTrauscSoti.
Dant. Purg . 3 . State contenti, umana
gente, al quia. Frane. Sacch. nov, 161.
Pur convenne eh* ella stesse contenta al
quia (Neil' esempio di Dante Slare con-
tento al quia vale Sfare contento alle di'
mostrazioni dette a posteriori, che i Dia-
lettici contrassegnavano colla parola quia.
Vedi Benvenuto da Jmola^ Note a Dan-
te).
t STARE CONTRO, o CONTRA .
Essere dalla parte contraria. Lat. ex ad-
verso slare. Gr avTUTrc'v l'cravat.
V §. Vn/e anche Besistctr, Far difesa.
' Ar. Fur. 2.'a. G^- Non può schivare alGnc
un gran fendente, Che tra il brando e lo
scudo entra sul petto. Grosso 1' usbergo,
e grossa parinienle Era la piastra, e 'l pan-
ziron perfetto : Pur non gli steron conlra.
iM) E 3l. 23. Rivolve tuttavia tra se
lUn»ldo Chi sia l'estranio cavalicr sì forte
Che uoii pur gli sia contra ardito, e sal-
do Ma spesso il mena a rischio della mor-
te. (C)
STARE CON VANTAGGIO. Lo stes-
so che Stare a vantaggio. Lat. potiori lo-
co uti. Gr. -isovexTe'v.
STARE CO' PIE PARI. Star con o-
pni comodità e sicurezza, f'ed . STARE
A PIE PARI.
* STARE COSTANTE. Mantenersi
tenace nel suo propotilo. Scic. Vit. Co-
hmb. \^l. Sicché, diletti fratelli , stia-
mo forti, e costanti , acciocché non sia-
mo sconStti, e confusi. (C)
STARE DA BANDA. Es.-^er da una
banda.
§. Starsi da handa, Jìguratam, vale
f\'on si ingerire.
STARE DA CAPO. Essere nel primo
luogo . Lat. primas tenere . Gr. TZftit-
T5US1V.
* STARE DA CASA. Lo stesso che
Start a casa _; ma meno usato. Cron.
Stria, ll.'i. Fere la cirla ser Rustico Be-
lani, il iiuair ilava da rasa gli Nailii, presso
alla Croce a Trebbio (Ij
STARE D' ACCORDO. / i%ere in con-
cordia. Concordare . Lat. concordi fatkre
vivere. Gr. oyovoriTixcJjf ^9tcùv.
STARE DA PARTE, /.wirc separa-
to, Non esser partecipe. Sen. Ben. Vnr-
ch. 3. 4- Quello the di gii k passato ,
sì sta da parte fra le cote sicure.
STA
STARE DA PIEDE. Essere dalla par-
te inferiore.
STARE DA PRODA. Essere i-erso
l' estremità,
STAKC DA SE, o DI PER SÉ, «*.
Non vivere in camerata , compagnia, o
sen-igio di alcuno. Geli. Sport. 2. I.
Ma quando pur voi vogliate star\'Ì da
voi, flividiamoci a vostro piarrre. Lasc.
Spir. 4-1' lo non cri-do mai tanto vì-
vere, che io mi ridura a star da me.
STARE DELLA DETTA. Promettere
per un dehitore che SÌ consegni a un al-
tro. Lat. fideiuhere.
STARE DENTRO. Esser nella parte
interiore. Internarsi. Stor. Piti. 28- Al-
tri loro consorti ed amici alavano dentro,
e tagliavano la porta. E ix). Gli o6cii
degli anziani si facrano mezzo de' Guelfi
tornati, e mezzo dì qurlli che erano stati
dentro. Ar. Len. 2. I- Ma non ci vo-
glio più star dentro; datela Ad altri (cioè
abitarci ) . Lor. Afed. Arid. 2. Ì\- Voi
gli giunterete : non ci stann' eglino den-
tro per piacere ? Poliz. st. I. 2. Ne può
star cosa vii dentro al tuo seno. Ilenv.
CelL Ore/. 76. Standovi dentro appun-
to, i detti tasselli Don si possono tras-
porre.
§. Star-e dentro alla pelle. 1 ed. STA-
RE NELLA PELLE.
# STARE DESTO. Oltre al senso
proprio di Non Dormire, vale anche
Usare avvertenza. Invigilare. Cron. J/o»
rell. 307. Si dava balia a un rettore con
più salario e famiglia, acciò potesse ìsta-
re desto e avvisato alla guardia della
terra e del reggimento. (Cj
* STARE DI BUON ANIMO. Vivere
con Jìducia , con sicurezza. V. AMMO,
§. LVl. >C)
STARE DI BUON CUORE. Star col-
l'animo contento. Lai. hono animo esse.
Gr. tuàu^gìv. lìocc. nov. 67. g. Anichi-
no mio dolce, sta* dì buon cuore. # E
g. 3. n. 7. Questo piacque al Peregrino;
e senza volergli dire altro, sommamente il
pregò che di buon cuore stesse. (J'i
STARE DI CONTRO, o DI CON-
TRA. Essere dalla handa Of^posta. Lat.
e regione esse. Gr. a'vStoiavac.
§. Figuratam. vale Esser contrario ,
Esser di contrario parere.
STARE DI DENTRO . Esser dalla
parte interna.
STAHE DltTRO. o Di DIETRO. Es-
ser dalla parte posteriore. Lat. in posti-
ca es.te. Gr. «v r&l o:ri7&sv st vai. Frane.
Sacch. nov. i3. tit. Ed egli smontato, gli
sta di dietro a piede.
§. Stare dietro a checchessìa , figurai,
vale Usare pensiero, o attendane ad effet-
to di ottenerlo.
STARE DI FUOBA. o DI FUORI.
Trattenersi fuor,i della cittìt, o di rasa,
o di alcun alttv luopo. O. l'. IO. 58. 1.
Quc* della terra non lo vi lasciaroDU en-
trare er. ; per la qual cosa gli convenne
star dì fuori a cunipo a gran mis.igio.
Stor. Pist. 5o. Lo 'mperadoie slava di
fuori. Ar. l.en. 1. a. Farò che l' altro dì
a questa medesima Ora entrerai i|Ua den-
tro ; intani*) renditi Ceito di &t.ir di fuori.
STARE DlGIU^O. Esser digiuno. Di-
giunare. G. / - 8. 78. 4' ^' '' fornimen-
to del bere e del mangiare dr' Fiammin-
ghi (che poco l'ossono star dìf;itini ) era
loro malagevole. Albert, cap. 6. Se io gli
lascerò star digiuni , essi verranno meno
nella via. Cron. ifotvlt. 282 Sf b» sto*
maco sta meglio digiuno, non ^li dare im-
paccio
STAKE DI LUNGI. Trattenersi in
luogo alquanto lontano.
STARE DI MALA VOGLIA Eistr
travagliato d' antmo, 0 dt corpo. Lat> *«l-
STA
/fuo animo esse, a-grt /èrre. Gr. X^^'
ir«5 fipetv, ayavazTetv. Cas. Uf. com.
103. Perciocché 1 superiori temono di non
soddisfare a coloro cui veggono staire di
mala voglia.
STAKE DI MALE GAMBE. No» «j-
.^ere nel proporzionato vigore del corpo j e
figuratamene si dice anche dell' animo.
Lat. non bene valerr,
STARE DI MV.ZZO. Non T interessa-
re ne da una parte, ne dall' altra j Te-
nersi netitrale. Lat- neutri parti se addi-
cere, medium se gerere. Gr. TtfCi owo**
TtpQ-* «— flzii'veiv. G. V. 8. 68. 2. Ma
chi era col ^'escovo e con messer Corso;
e chi non gli amava, stava di mezzo. E
eap. 71. 2. Messer Corso Donati si stava
di mezzo, perchè era infermo dì gotte ec,
e quasi tutti gli altri grandi sì stavano di
mezzo. Cron. itorell. 277 Istalli dimez-
zo, e tieni amicìzia con tutti, e non spar-
lare di niuno. M. V. 3. 39. U quale si
stette dì mezzo sanza i<ìglìare arme. * Var-
eh. Stor. 3. 61. Io so quanto la via neu«
trale, e ìl volere stare dì mezzo, e parte
come vile, e parte come dannoso, Liasi-
nievole riputato. (C)
§. Star di mezzo, vale anche Esser me-
diatore.
STARE D'INTORNO AD ALCUNO
Non lo lasciarej e Jìguratam. Pressarlo.
Bocc. nov. 49. 5- Tutto 1 dì standogli
d intorno , non ristava di confortarlo.
STARE DI PER SE. Lo stesso che
Star da sir.
STARE DIRITTO. Essere in dirittu-
ra j e anche Star colta persona diritta e
col capo elevato, Albert, cap 61. Anzi %U
diritto e forte sotto ogni incarico Celi. Ab.
Isaac, cap. 4;. Coloro che *l detto cono-
scimento hanno in movimento naturale ,
stanno diritti.
STARE DI SOPRA. Esser di sopra.
Aver vantaggio. Superare. Cecch» Donz.
2. 2. Dì sopra lio a star io. N. Ed è ra-
gione- * Segner. Fred 3. 5- Mette sua
gloria nello star di sopra a' propri» nemi-
ci. (V)
* §. I. Vale anche Aver comando.
Ar. Cinq. Cant. 3. 8. Non le povere, «
r umili, ma quali S' aggìran dentro allt
superbe teste Di questi scellerati, che per
opra Dì gran fortuna agli altri stan di so-
pra. (M)
§. II. Volere cheta sua stia di sopra,
vale Incalzare il proprio detto. Non vo-
ler cedere al compagno, l'arch. Suoc. 2.
^. Egli e mio marito, e non è ragione-
vole eh io mi ponga a contenderla seco»
tu per tu, e vtdere che La mia stia di so-
pra, ancoraché io abbia ragione. Maltn. I.
29. E sempre vuol che stia la sua di so-
pra.
STAnE DI SOTTO . Ved. STABE
SOTTO.
STAltE DISPARTE . Trattenersi tu
luogo alquanto separato. G. V. 11. l33.
8. Messer Ciupo delli Scolari, che sUva
rolla schiera disparte a vedere le conte-
nenze della battaglia ec. , usò uni mae-
stria dì guerra.
t STARE DISTESO Essere disteso;
Non essere raggruppato, né piegato. Dani.
Purg. ijj. E quanto 6a |»iaccr dell' alto
Sire, Tanto staremo ìminiJuli e divtesi
Ovid. Pist. 100. La mi» mano diritta (i..
ne la prnna, e la carta ist^ distoa nel mio
giembo.
STAliE DUBBIO.'' DUBBIOSO. .'\ oh
safvr risolversi, e determinarsi. Lai. ani-
mo pendere, htrrere. Gr- oTsoon». Cecch
C-<rr 4 5 Mentre la vecchia sta dub-
bia. E che non sa dove voltarsi, ce F
L^ns, 5. 4- '*' tt-irei dubbio a crrtierla
STARE DURO. Fersisterv nella sua
opinione, o ntolutione, ne da quella n-
STA
muoversi. Lai. obdttrare . Gr. TrwjSctv.
Bocc. no\*. a. 13- Dove io rigido e tluro
stava a' tuoi conforti (cioè uoD cedeva ,
DOD mi lasciava persuadere). E now 6c).
9. Dove tu pure ia sulla tua ostiuazioue
stessi duro ce , io t' avrò i^er uno scioc-
coDc. frane. Barb. ll\ii- 18. Ferro più
forte lo nieu (urte lima ; Oude convieo
molle genti, che itaono Dure ne' vizii , e
vauDO, Da poi eh' Amor non le trae a ver-
tute. Traggale Un *a nìaggiore a salute.
Cecch. j:onz. I, à. Io tengo che cotesto
vecchio stia Duro, percb* e* sospetti che
ce. E 3. 3. Anco noi stavamo dure , E
sapesti trovar modo da farci Dir di sì.
* g. E ya riamente. Borgh. Ong. Eir.
3o2. (hi non volesse tener conto di quc-
»to testimonio, e vi stes&e su duro^ to non
contenderò, (y) .
STARE ESULE. Essere in esiiio. ^hat.
ejiufem csse^ exu/nn*. Gr. aTToXtv ac v«t.
Ambr. Bern. 3. 10- Un maschio, che
SODO io , che gii sono stai* esule Gran
tempo.
3 STARE FERMO. Non si muovere ^
Fermarsi. Lat. in eodem gradii consiste-
ne. Gr. avtxr.'TOJ^ ^Z*^- -''*'''• Cd/ix. 35.
8. Canion mia, fermo in campo Starò, eh*
egli è di^nor morir fuggendo . Pallad.
iiiugn. y.Monaglirale.e starà fermo acasa.
O. y. g. 3o5. IO- Ma stando fermo, e la
gente per mala vista del Maliscalco co-
roinciando a fuggire , ec.
* §. I. Efigiiratam. « Pctr. canz. 8. 7.
Però eh* ad ora ad ora S' er|c la speme ,
*• poi non sa star feima>». (Cj
§. II E pur fìguratam . per Essere to-
stante. Persistere. Lat. stare, in proposito
persistere. Gr. sv TTposioii ot«jUiV£iv.
(h'id. Pist. 66. La mia mente istctte
ferma nel suo proposito.
* §-111- I urlandosi di articoli di nostra
Fedt, vale Credere /ermamente, hit. Jir~
miler^ slabiliter credere. Introd. J'irt. 3o.
Vuo' tn promettere di fedelmente star ter-
mo in su cotcsic credenze ì E appresso:
Promettoti, (giusta la possa mìa, d* alarti
conquistare il regno dì paradiso, insin che
stara' fermo in su cotesle credenze. (Cj
STARE FITTO NEGLI OCCHI. Ma-
tv impresso nella memoria. V- OCCHIO,
g. CSXXIX.
STARE FORTE. ISon piegare, Kon
.r* arrendere j e ^gu ratamente Esser co-
stante net suo proposito. Amm. Ant Z'].
5. 5. Mcuna cosa reca noi a maj;giorc nie-
ravigha, che fa 1* uomo, il ([uale essendo
misero , sta forte. Ambr. Cof. 5. 7. Tu
non m* appiccherai questa suzzachera;
Non vo* star forte. Ar. Len. 2. 3. E
impossibile Che non stia forte. Cecch .
Corr. a. 6. Che Beatrice Stia forte a dir
no. Fìr. Lue 3. 4- '** verità, ch'io mi
potrò pur vantare d' aver falto star forte
una donna, e cortigiana vecchia.
g. Star forte al macchione , lo stesso
che Star sodo al macchione.
STARE FRA DUE, lAFRA DUE , o
INTRA DUE. Non si riso/i-ercj Essere
!'t dubbiezza. Lat. ha-sitare, dubitare. Gr.
anopùv. M. l . g. 47- Stavanai malizio-
>.imcntc intra due. Ambr. CoJ'. 5. 8 Io
sto intra due, je tu impazzi, o farnetichi.
Sen. Ben. f arch. 2. 1. Chiunque ha mo-
strato, collo stare fra due, d' avergli dati
malvolentieri, non si può dire che gli ali-
l»ia dati, ma che non gli ahhia saputi te-
nére, centra colui che gliele cavò di mano.
•f * STARE FRA ovvero TRA DUE
SOLDI E VENTIQUATTRO DANARI .
Modo basso e disusato, l ale Aon avan-
zarsi punto. Non guadagnare. Eranc.
Sacch. nov i55. Credo che un vostro
pari fareLt>c la tutto il Lene del mondo;
<• stando voi qui , vi starete sempre tra
due soldi e ventiquattro danari. ( P'J
STA
# STARE FRA LE DUE ACQUE.
Star .lospeso in dubbio, y. ACQUA , §.
XXXVl. (Cj
STARE FRA *L LETTO E *L LET-
TUCCIO. l'ssere non interamente sano.
Jed. LETTO, §. VII. ,
STARE FRA 'L SI È 'L ^O. Non .ù
risolvere. Non aver certezza, óen* Ben,
1 arch. 2. I. Che noi diamo t henefizii
ec. sopra tulio volentieri, prestamente, e
senza slare punto sospesi tra '1 si e *l no.
STARE FllA LA 1^CUDI^E E IL
MARTELLO, isser di mezzo tra due
contrarie J'orze pressanti, isser per ogni
parte in pericolo. / ed. A^CUDINE, §. II.
STARE FRA C>A COSA E L" AL-
TRA. Tenersi di mezzo tra quelle tali
cose. Partecipare dell' una e dell'altra.
Petr. son. Iqo. Or con voglie gelate, or
con accese Slassi cosi fra misera e felice.
Bocc. nov. 48- 12. Gran pezza slette tra
pietoso e pauroso.
STARE FRESCO. Sentir fresco , Pa-
tir fresco. Pant. Inf. 32. Là dove ì pec-
catori stanno freschi.
§. Talora e modo particolare , espri-
mente in mitnicra bassa lo stesso che Star
bene, usato per ironia. Cccrh. Corr. 3.
6. Ma con me elle stavan fresche. E
Mogi. 4. 8. E se voi non avet' altro As-
segnamento da cavar danari. Voi state fre-
sco; andate, andate. E Ponz. 3. I. lista-
re' fresco. S'io badassi all' urlar di tante ht-
slie. /,(!,«'. Spir. 2 3. Sia dì chi si vuole,
che ej;li sta fresco.
STARE FUORA. o FUORI. Non ista-
re in casa. Esser fuori di casa. Pallad.
Lugl. 7. Lo lascerei stare fuori sotto '1
cielo. Cronichett. d' Amar. 3o. Uscissi di
casa, e stavasi fuori, ed elle gli giltarono
addosso acqua fracida. Cecch. Dot. {^. 2.
l'non sono Per istar fuori lutto il giorno.
STARE GIÙ'. Esser nella parte più
bassa. Esser chinato.
STARE GIUSTO. Tornar per appun-
to. Esser secondo la proporzione e con-
venienza. Lat. perbelle convenire. Gr.
x>/.(,~^ dcpó^ii'j.
STARL. GROSSO CON CHICCHES-
SI'A. Aver con lui princìpio di sdegno,
f- ssere in mala soddisjazione di lui. Lai.
alicui subiratum esse, Gr. ^tsjf&psvitv
Ttvc'. Cron. l'eli. 8- Dopo la detta pace
è vero che sempre slettono grossi con noi.
Tac. Pav. ì it. Agr. ^()^. Ma dopo nul-
la di collera gli restava , ne era perìcolo
eh' eì li stesse più grosso, parch. Sitoc. .
1. 4- Benché ora ci stanno un poco gros-
si per la cagione che intenderete allra
volta.
STARE IGNUDO. /'. STARE NUDO.
STARE IL DOVERE. Così Conveni-
re, Esser di ragione. Lat. bene esse. Gr.
(?i/atov il vai. ^ Bert. Giamp. ^S. Vi sta
il dolere s' e' vi tocca a fare ti latino a
cavallo. A' 121. E in questi termini vi
sta poi il dovere se noi diciamo che que-
sta lìngua non 1* avete ne punto ne po-
co. (C)
STARE IN AIUTO. Aiutare. Lai- au-
xiliari. Gr. ^or.btìv.
STARE IN ALCUNO. /'. STARE AD
ALCU^O.
STARE IN AVOhhll^E. Mangiar lau-
tamente, hut. Apollinis frui convivio. Gr.
yai!?^ùj"; «uw^àtuSai. Buon. Eier. {\. 3.
2. Sfornimmo la credenza e la cucina, E
siali ivi in apolline , ce.
STARE IN APPRENSIONE Appren-
dere , Sospettare , Dubitare . Lai. suspì-
cari. Gr. «Tf'iajmSaveiv.
STARE IN ARBITRIO D' ALCUNO.
Avere esso la facoltà di risolvere, o far
checchessia. Lat. arbitrum esse. Gr. ^i-
atT» V .
STARE IN ARIA. Esser per l'aria :
STA
1371
e Jfgiiratam. Non avere sufficiente fonda-
men (o .
STARE IN ASCOLTO. Porsi ad ascol-
tare con attenzione . Lai. intentas aures
tenere . Gr. rei'vEfjSat t« cura . Eranc.
Sacch. nov. 101. Sentendo la terza il tra-
mestio , ed essendo stata in ascolto , dice.
L. nov. lo^' Elle non ingrassavaOQ per lo
stai- molto in ascolto.
STARE IN LA^DO . Esser bandito.
Pataff. 7. Un di ilL-iruiinu sta la vecchia
in bando. Ar. .mt. /|. Srlibene è slato in
bando un pezzo , or gode L' ereditate in
pace .
■•;: STARE IN BERTA. Berteggiare,
Esser sul berteggicre . Pern. Ori. 2. 2.
2. Ha gran piacer con noi di slare in ber-
ta. (CJ
* STARE IN BILANCIA. ?. BILAN-
CIA, §. VI. (Cj
STARE IN BILANCIO. Bilanciare j
Non pendere verso l' una parte, ne verso
l'altraj Esser del pari. Lai. aquiponile-
rare. Gr. «vTt5>;/0wv.
STAbE IN BILICO. Essere in atto
di prossima caduta. Non posare con si-
curezza. Stare in alto di muoversi. Lat.
in suspenso esse. (_;r ev l'uooj v.fp.YÌ .
Sagg. nat. csp. 2.f\. I )i<|Uori ec, per al-
lra figura che e' s' abbiano inchinevole al
molo , la qual mal | osi e stb in bilico, vìa
vìa che premuti sono , cedono.
§. P^ fìguratam. Luig. Pule. Pec. 22.
Questi aJlri gaveggiiii stanno in bìlico, Per
farli serenale a mio dispetto. Buon. Fier.
3. 2. 17. Son ben stai' ìo in bilico più
volte D' avvicinarmi lor. / arch. Stor. 3.
47. La cui autorità, stando le cose di Fi-
renze in bìlico , era di grandissimo mo-
mento a poter dar loro con ogni poco di
trabocco, in qualunque parte si volgesse,
il tracollo .
STARE IN CAGNESCO. Guardare con
mal occhio , Far viso arcigno . Veggasi
CAGNESt O, g. II.
STARE IN CALDO. Si dice delP uli-
ve , dei marroni , e d' altre simili cose ,
che ammontate si riscaldano. Cant. Cam.
297 Voglion essere i ricci a stare in caldo
L' un sopra 1* altro messi.
STAlìE IN CAMICIA. i\'o« (i;iT/-e(T//rrt
veste in dos.so , che la camicia.
STARE IN CAPITALE . Non guada-
gnare e non perdere . Lat. nec lucrum ,
nec dnmniim facere . Gr. piTiSi /.ipoM-
v?iv. pY.cì Zr.p.ioùs'zv.i . D. Ciò. Celi,
leti. 16. Slare in C3pit;ile non si può , e
danno ricevere ìn tale traffico è troppo
giave . Circ. Celi. 2- l\&. lo tengo che
la medicina faccia in voi molto più mali
rhe Ijeni, e che voi non isliate nell' usar-
la ìn capitale. 1 arch. Ercol. g2. Non ne
stanno in capitale , anzi ne scapitano , e
perdono in digrosso.
STARE IN CAPO AL MONDO. Abi.
fare in parte lontana. Lat. aliena degere
terra. Gr. ^a//;av /aroi/i'^eoSat.
STARE IN CARCERE. Es.'tere ritenuto
nelle carceri. Lat. in custodia teneri. Gr.
e'v ^■fsp.oTfìOi'ot xfv.ziÌQ^v.1. Ninf. Fies.
143. I j quale in career tenebrosa e scura
Islà per te. e tu, lasso, noi credi.
STARE IN CASA . Trattenersi dentro
la casa. Lat. domi esse, domi vcrsari .
Gr. ev G^/w oiarpiésiv. Cecch. Inc. 2.
5. Va', Stramba, in casa, e stavviiì.
g. Stare in rasa d' alcuno , vale Avere
ivi la sua ahitazione. f it. S. M. Madd.
67. La Maddalena vi mandava dì que' che
stavano in casa sua , che alavano portare
delle cose che bisognavano. Cecch. Donz.
4. 9- E' mi pare d' aver veduto questo Viso
altra volta- t Dove sta? B. In casa Un
signor Roderigo di Medina.
STARE IN CERVELLO. Non si smar-
rire. Non ismagare , Stare all' erta. V.-A.
i372
STA
sapere. Gr. atàfpo-iiìi . Cecch. Mogi. 4-
11. Ohi creo Alfonso; sia" in cervello.
Fir. lue. 3. 2. E'IÙMtgna, a chi va at-
torno, stare in cervello, e dormir la notte
come la lepre. Slor. hur. 3. 62. Predan-
do e ardendo il paese , gli costrinse a
stare in cervello, ed avere dì graùa b
pace .
g. I. Fare stare altrui in cervello, vale
Far vivere altrui con moderazione , Co-
stringerlo a non uscire de" termini dovuti.
y. CEKVELLO, §. XXX.
§. 11. Chi sta in cervello un' ora , è
pazzoj proverfi. dinotante, ch'egli e lecito
mutarsi d' opmioncj e talora si usa per
esprimere la voluhilità e incostanza de-
gli uomini. Lat sapientis est mutare con-
silium .
STARE INCOGNITO. Trattenersi sen-
za Jhr la figura dovuta.
STARE IN COLLERA, e IN COLLO-
RA . /Jvcrc ira , ICssere sdegnato . Lat.
irasci , suhiratum esse. Gr. o^yt^;njai.
/■'r. Giord. Prcd. K. Perche di lungo tem-
po occultamente ^lava in collora con lui.
Cas, lelt. 86- Mi sono risoluto di stare in
collera col Gallo.
•f STARE I.N COLLO. Giacersi sulle
braccia al petto d' altrui^ e dicesi de'bam-
bini in collo alla nutrice. Lai. in sinu ali-
euius esse, pendere. Gr. e'v xo'àttw Ttvo'5
Eivac, xp5,y.st5jy.t.
STARE IN COMANDO. Esser coman-
dante. Comandare.
STARE IN CONCORDIA. Esser con-
corde .
STARE IN CONTEGNO. Usar gra-
vitai Aver fasto . Lai. date ac superbe
se gerere ve/ Jerre, gravilatcm pra;scjer-
re. licrn. Or!. 1. 27. 9. Cosi di poi che
fur stali in contegno , In sulle cerimonie
questi dui , ec. Jluoii. Tane. /J. 6. Che
stia *n contegno Slucchevol leziosa.
STARE IN CONTEMl'LAZIONE. Con-
templare, Tener Iti niente Jissa. Lat. con-
templari. Vit. S. dio. Dati. 221. Egli ri-
tornava la notte a slare in contemplazione
iV Iddìo e del suo Figliuolo.
STARE IN CONTKADITTORIO. f'ah
Qui-Uionarc insieme coli* avversario da-
vanti al giudice.
s;: STARE IN CONTRARIO. JMrein-
i antro . I.ett. Feder. II. Imperat. nella
Tav. Jiarh. alla voce TURA. Ritorna dun-
que at tuo Re, e non istare pura in con-
Irarìo a Principi dtlensori della Chiesa- iy}
STARE IN CONTRASTO. Contrasta-
re. Lat. contendere. Gr. c^^i'^ctv.
STARE INCONTRO. Èssere dalla par-
te opposta.
* STARE IN CONTUMACE. Lo stesso
che Essere contumace, o Stare in contu-
macia . Morg. i5. \\. Rispose Orlandi) :
>in quel che li piare; Meglio e morir, che
>laro in contumace, (M)
STARE IN COtiDA. Esser teso. Lai.
distenturn es.te. Gr. :T!^t5T«7&«i. Ovid.
Pist. Prendi asscitq)ro dal tuo arco, che
per troppo stare in corda diviene lento.
STARE IN CORTK. Esser cortigiano,
Sen'irc nel palazzo del Principe. Lai in-
ter au/iros censeri. Pia. Comp. 3. 79. Il
•-unte Filipponc slava in corte.
* STARE IN DANNO DI ALCUNA
COSA . Eale lo stesso che J\'on aver/a ,
Perderla, /ir. pur. 20- l32. Stare in
'lanno del tulio era min male , Che faro
un camliio tanti» dÌM-guale. (M)
« STARE INDARNO . Stare ozioso.
^•'av- Esop. ijo- l*''r l" continuo |j\t)-
rarc siamo domati v stanchi , e tu per In
stare indarno »e' forte e prosperevulc. (f j
« STARE IN DELIZIE . Deliziarsi
Lai. deheiis fruì. l'it. SS. Pad. 2 X Tu
tlui in delitic, e conviti ; e' miei lurvi nel
desriio muoiono dì fante. (Cj
STA
start; in dentro, internarsi. Es-
ser nella parte interiore.
stare IN DEPOSITO. Essere depo-
sita lo .
STARE IN DIETRO. I\'oa s'avanzare
verso la parte anteriore.
5r §. E Jiguratam. vale P!on esser pra-
tico. Non conoscer le cose. Lasc. l'areni.
I. I. Perdonatemi padrone, voi stale in-
dietro, e mostrate d* esser venuto pur ieri
al mondo. C.Yy
STARE IN DIRITTO . Lo stesso che
Stare a diritto.
STARE IN DISCORDIA, Discordare,
Aver discordia . prone. Sacch. rim. 6^.
Mìseri nuelli che in sospetto stanno Sem-
pre in discordia, senza aver mai pace.
STARE IN DISPARTE. 'Trattenersi in
luogo alquanto separato . Vetr. son. 35.
E cosi tristo standosi in disparte, Toruar
non vide il viso ec.
STARE IN DOZZINA. Essere in ca-
merata, in compagnia^ modo basso. ììern.
Ori. 3. 7. 49- Ma^anvi agi.ilamente sei
persone; Ma non volca colui star in dozzi-
na , Volea star solo , e pel letto notare A
suo piacer, come si fa nel mare.
STARE IN DUBBIO. Puhitarc . Lai.
dubitare , harerc . M. f. 2. 3y. Stando
in dubhio dì quello che dovessuuo fare .
Cecch. Inc. 2. ^. Guarda la gamlia . 7".
Non ne stare in dulthio . E 2. 5 Non
scuotere II capo no , percb* io non istò in
dulthio. Lasc. Gelos. 3. 7. Se io non lo
vedessi con qucsl* occhi , ne starci sempre
in duhbio.
STARE IN ERRORE. Essere in er-
rore , Errare . Lai. Jalli , decipi . Gr.
irXavw'jrai. Segr. Fior. As. cap. 8. Ma
se rivolgi a me la fantasia , Pria che tu
parta dalla mia presenza, Faro che *u tale
error mai più non stia. Cant, Cam, 5o-
Donne, più non istate in tal errore, Che
gli spirili addosso dieu dolore.
STARE IN ESERCIZIO. Esercitarsi,
Operare.
STARE IN ESILIO. Essere esule ,
lìocc. I it. Dant. 2^2. Preclessc di stare
in esilio, anziché per culai via tornare in
casa sua.
STARE IN ESTASI. Essere in estasi.
Sollevarsi a contemplar cose che avanza-
no la condizione umana , Uscire de' sen-
si. Lai. .Kcnsibus abripi , abalienari. Gr.
s'Ii'-STasàat!.
* STARE IN ESTREMO. Essere in
sul morire, lielc. f'it. Colomb. 3^6- E
poi crescendo l' tnfermit'a , v stando in c-
stremo disse arrecatemi 1' acqua hcncdel-
ta. (C)
STARE IN FEDE. Mantener laf^de
M. y 7. 4 l'orili furono, secondo la fama,
che stessono in fede.
STARE IN FERVORE. Essere in feivo-
rato. ì'it. S. Gli. fìat. 2:^0. E cosi stan-
do in questo fervore gran<li>simo tutta not-
te lautlandu Iddio d ogni rosa.
STARE IN FESTA. ì ivere allegra-
mente . M. /'. a. 4'- Tornalo a Napoli
con grandi oDorì , strile ìn festa più dì
tutta la terra per le huone novelle. E l\.
43. Islelte in lesta uhun dì dì suo sog-
giorno E IO. '*o. Per quota villoria 1
Uulognest alipianto ne slettono in festa e
in riposamento. Morg. 20 77. l he sento
che sì sta iiuel traditore la llahilonìa in
gran trionfo e festa.
STARE IN FILA, l'issert nella Jita or-
innatamente, Ao/i itseire lieìtajila, o della
dirittura .
« STARE IN FINE. E.««mii /n di
morte, Es.ter vicino a morire^ y. FINE,
§. XI. (C}
STARE IN FONDO, Lo stesso cht Sta-
re a Jhndo.
STARE IN FOR«E Dubitare. hnX. hie-
STA
sitare, dubitare. Gr. ailloyiXi- Petr. cap.
6. E poiché 'o lofse Fu stala un poco, Leo
le riconosco. Disse. M. I . 9- lOO. 1 Bolo-
gnesi, mal guidati e pegf^io trattati, stava-
no in forse ora d* accordo , ura di guerra.
Etr. Disc. lett. 326. Come pronunxierà il
Sanese forse a bocca aperta, che ej^li noo
islia in forse di dir bene?
STARE INFRA DUE. Non si risolve-
re. /', STARE FRA DUE.
STARE IN FUORA . Esser verso la
parte esteriore , Sporgere in fuori . Lat.
prominere. Gr. t^^x^^'*-
* STARE IN GOGNA. Essere espo-
sto alla gogna. Malm. 6. 28. Perchè al-
liimenlì t" entrerebbe il frodo E voi sta-
reste in gogna alla colonna. (C)
STARE IN GOVERNO. Governare
città, popoli, ec; Averne il governo. Lai.
prafectura mu nere fungi. Gr. /u6ipȈv.
* STARE IN GÌOì^yO. Spedir giornal-
mente gli agl'ari occorrenti} ed anche Es-
sere informato. Saper quanto accade alia
giornata. Magai, lett 1. 23. La sera mi
manca assai tempo per istare ìn giorno
co' nostri Diarii. (S)
STARE IN GUARDIA. Guardarsi.
Lai. sibi cavere , se tueri . Gr. «UA^fisi-
•iSrat. t;. y. 10. 89- 4 P*^"" ^** caldo non
istavano armali, ne in nulla guardia. * Din.
Comp. 162. Me*ser Gerì Spini sempre di-
poi stette in guardia, perchè furono rihan*
diti i Donati, e i loro seguaci. (Ci
§. È anche term. della scherma, e vale
Essere in positura atta a guardarsi dall'
avversario. /'. GUARDIA, g, XWI.
STARE IN LONTANANZA Lo stes-
so che Star lontano. Lat. abeste . Gr-
STARE IN MALINCONfA. Aver ma-
linconia. Esser malinconico.
STARE IN MANO D'ALCUNO. Es-
ser in
cuius es-u
don, Morell. Il lor buono proponimento
campò loro medesimi e noi di servitudi-
nc, che nelle loro mani stette il nostro
si alo.
* STARE IN MEDITAZIONE. Medi-
tare, l'eie. ì'it. Colomb. 60. Le Toslre
orazioni sieno più col cuore che con la
bocca, state in meditazione, pensando nella
giustizia, e misericordia di Die. (Ci
* STARE IN MEMORIA. /Iiror«iar/i
Belc. ì'it. Colomb. 161. Vi stia sempre
in memoria la santissima vita , e passione
di Gesù Cristo. (C)
STARE INNANZI. Essere nella parti
anteriore , Vsiir del piano , Spor^re in
fuori j lo stesso che Stare avanti.
* §. I. Picesi anche per J incere. Supe-
rare, Entrare innanzi . Ar. Eur. 3l. 39-
E se per Carlo ne verran con dui, Nou
ne staranno i Sarariui innanzi. (C)
* §. II. E Jiguratam. Aver nella me-
moria. Aver pixsente all' immaginazione ■
Ihint. Inf. 3o. Li ruscelletti chede'»erdì
colli Del Caseulìn discendon gius© in
Arno, Facendo i btr canali freddi e molli
Sempre mi stanno innanzi, e non indar-
no, (ììr)
STARE IN OCCm. Aversi guardia. Lai
prospicrre sibi. Gr. ««OTW "pco^àoÌKi.
STARE IN ORAZIONE. Orare. Lai.
orationi vacare. Gr. l'v •xszofjx^i «Z^-
isc^eiv. Atnm. Ant. 8. a. 7. Lcggcsi di
Cristo, ih' egli molto della notte stava iu
orazione. Ir. Saech rim. Sj. Fate che
Bacco stia ìn orazione, f it. SS. Pad. Dor-
mendo gli mezzi , e {(li altri mezzi veg-
ghiavano e sla%ano ìn orazione, e rosi
%e^ghiavano a vicenda. Fior. S. Frane.
4. Faremo dire la messa, r poi ttaremo
in orazione iusìno a terza. / it. S. Margh.
tJl. E Margherita era nella pregtonc , E
' st »tava in v>razionc. liern. Ori. 1. au. 9
suo potere. Lai. in facultate^ ali-
«.fc. Gr. «V s'Ioo^ta rivo; eivai-
STA
Or, slaoilo inKÌDocchi;ilo in orazione, ViJc
fan- a color qufl gioco sUjdo.
STAHE IN OllDlNA.NZA. fssere di-
sposto ordiiialamrnte. LjI. in ncie esse.
Gr. T«Tay/Aevov fiivat. / ed ORDINAN-
ZA, g. Vili.
STARE IN ORECCHIO, e IN OREC-
CHI. Tener F orcahio tittenio per udire,
ì'ed. ORECCHIO, ^. XXV. Lai. >icre
muribus. Gr. ota/ou'siv. Se^r. Fior. Man-
rfr. 3. a. Da quel tempo in qua ella sta
io orecchi. Insc. Cehs. 5. 3. Quante vol-
te gli tlisN'io, ch'egli stesse alla posta, e
io orecchi I hJ Vnrcnt. 3. 3. lo itaro più
in orecchi, che una U-prc. l'ir. jis. 10.
Stanilo iu orecchio per udire «lucl che
e' ragionassero , un di loro , smascellando
delle riaj, disse.
STARE IN OZIO. J'ivcre oziosamente.
Lai. oUo, desidia winrtOTere. Gr. a.pyzi-j.
Burch. \. x6. Veggendo le civaie stare in
Olio.
STARE IN PACE. Badare a jè. Star-
sene pacifìiamcnte. Bocc. nov. 23-, II. Ti
priego te ne rimangili , e lascila stare in
pace. E nov. 3o. 11. L* abbiamo sì sgan-
nato, che egli priega iddio di alarsi in pa-
ce. C I . 9- lo5- 2. Come tiranno, che
stando in pace scema suo sialo, e vivendo
in guerra l'esalta. Cccth. I vnz. 5. i. Io
poteva starmi in pare, E iou ita cercan-
do i cinque piedi Al montone ; e non ho
poi tallo nulla.
* STARE IN PARLARE.oKN PARO-
LE. Soffermarsi a parlare . ì it. SS.
Pad. 2. l86. Quando tu senli che '1
nemico ti semina nel cucve questi mali
pensieri, non vi ti dilettale, e non islare
io parole col Demonio, pensando e rivol-
gendoli per lo cuore questi pensieri. Fai'.
JE.\op. IJ7. Stando in queste parole (cioè^
mentre che così parlavano) 1' avveduto si-
gnore entrò nella stalla. Ir. l.iord. izo.
Onde difetto di fede è stare iu molto par-
lare ( nell'orazione). K appresso: Che
se io sto in molto parlare, si è segno che
io DOD credo che Iddio sap|)ia il difetto
mio, s' io non gliele apro. (1 J
* STARE IN PARTO . Dicesi del-
lo Star le donne in riposo dopo il parto,
e per similtt. dello òtar uno con tatti i
suoi agi. ì . PARTO, g. V. e VI. (C)
STARE l> PEDULI. Essere senza
scarpe.
STARE IN PEGNO. Essere la cosa ,
o la persona, di che si tratta, per sicur-
tà. Lat- loco pignoris esse.
STARE IN PENA. Jver pena. Pena-
re. Lat. cruciari, i-exari. Gr. aviàsaai.
Cron. Morell. 349- Per memoria di quello
tu starai sempre in pena e in tormento
degli altri.
STARE IN PENITENZA. Far peni-
tenza. Coli. Ab. I.vaac, cap ^6. Agli uo-
mini che stanno in penìlenzìa, è data l' u-
na grazia dopo 1' altra. Cant. Cam. llj-
Siamo stale in peuitenza, In digiuno ed
in affanni. Frane. Sacck. Op. div. lOO.
tonale è la cagione, che uno huono uo-
mo di spirito, stando in penitenzia, sem-
pre sta malinconuso ?
STARE IN PENSIERO. Essere in pen-
siero, Ai'Cre apprensione. Lat. cogitatione
htrrerv, defigi. Gr. za^' ìV-ursv ota^/o-
^retszat. * Bocc. Conci. E chi starà in
pensiero che di quelle ancor non si tro-
tino, che diranno che io ahliia mala lin-
gua, e velenosa. ((') Bern. Ori. I. II.
2. S' uno ha ricchezze , sta sempre in
pensiero , E poi vien un che gliele porta
via.
STARE IN PERICOLO, lo stesso che
Stare a pericolo. Lat. periclttari . Gr.
i<;ivcuv:Jìiv. M. T'. 3- 17. Stando i Pe-
rugini in questo pericolo, incontanente il
Comune di Firenze gli mandò confortan-
S T A
do per loro ambasciadori. E 8. ']^. Della
quale ferita lungo tempo dopo stette in
pencolo di morte.
STARE IN PERNO. Aon piegar più
du una banda, che dall' altra j Fare eipii-
librio j Bifolger.s-i .urnpre in equilibrio.
STARE IN Pr:RSO>A. Esser perso-
nalmente, o di presenza. Lat. adesse.
STARE IN PETTO E IN PERSONA.
Lo stesso che Stare in per.^onaj e talora
anche t-ale Star ritto e fermo in alcun
luogo .senza muoversi. Lat. adesse, con-
sistere. Matt. Franz, rim. buri. 3. 101.
Non vi pare una cosa bella e buona Quel-
r avere un runzin che disellato Aspetti, e
iermo stia 'a petto e in persona?
STARE IN riKDl. Esser ritto, IS'on
sedere, jAo/i giacere. Lat. rectum stare .
Gr. opSeó? t'sTKvai. Cccch. JJot. /j. 2.
Ohi e' mi sa Mal che voi stiate qui in
piedi. 7 ed PIEDE, g. XCIU.
g. I. Talora Jiguratamente vale Beg-
gersi. Star nel suo essere. Mantenersi .
Lat. integra re esse, siai-e, manere. Gr.
t'cTix'vyc, jui'viiv. Bocc. f it. Vant. 220.
Quasi certissimo avere, quella non potere
slare in piedi in alcun modo. E Lelt. Pr.
S. jlp. 307- Stando ancora in piede mol-
ti cdiBcii ccrlamenle molto niagni6ci nel
suo raiguardare, rendono testimonio della ■
grandezza dell'animo di colui che edificò.
Tac. Dav. Ann. (\. ()(). Stando in pie Car-
tagine, e in Asia possenti Tic.
g. 11. Stare in uno, o in due piedi, vale
Beg^crsi con uno, o con amenduc i piedi.
L Al. in uno vel ut roq II e pede stare. Gr. £v
ETì'tfw , il s'zare'iw ~oii icTàvc.t. Bocc.
nov. '5\. 6. E ciò che vedeva, credeva
che gru fossero, the stessero in due piedi.
STAr.E IN PONTH. ^:odo basso, ma
espressivo. I\on si saper risolvere, Pu-
bitare. Tentennare. Lat. harere, ha^sita-
re. Gr. à~ociZv.
* STARE IN PLENITUDINE. Es-
sere in pieno gaudio, in piena letizia , e
dicesi de' Santi. Er. Ciord. 2. 178. Di-
ciamo ora del secondo modo cioè come sta
in plenitudine, perocché la letizia ne' santi
è piena, e non ci ha manco scemo nul-
la, (yj
STARE IN POPPA. Essere nelle navi
dalla parte della poppa s e figuratamente
vale Lssere in buono stalOy Avere la for-
tuna favorevole. Lai. bene esse, prospera
fortuna uti. Gr. i^JX^xC*.
STARE IN POSSESSO. Possedere,
Avere in suo dominio almeno il possesso.
Lat. possidere. Gr. xTà^&ai.
STARE IN POS>T\. Lo stesso che Sla-
re alla posta. Stor. l'ist. 2. Stando Dorè
in posta, uno de' fratelli del detto Carlino,
eh' avea offeso lui ec, passando a cavallo
in quel luogo, dove Dorè slava in posta.
Dorè lo chiamò. Jl 6. Eredi di messer
Detto , il quale stava in posta, quando vi-
de il tempo, uscio fuori con alquanti fan-
ti, ed ucciselo.
3 STARE IN PRATICA DI FAR
CHECCHESSl'A . Esserne in discorso.
Averne trattato. Lat. disserere. Gr. ot«-
STARE IN PRFDA Essere esposto ad
e<ser predato, livenir preda. Lal^ pra-
d(e ohno.rium esse. Gr. tuÌtjtOv iivat.
STARE IN PHEGIONE, o IN PRIGIO-
NE. Essere ritenuto in prigione. Lat. in
carcere vel in vinculis detineri. G. J - 10.
7. IO. Il detto re A doardo, istando in pri-
gione, infermò e moiio. Bocc. f it. LJant.
262. Che egli per certo spazio stesse in
prigione. E nov. 28. 8. Purché egli di
questa mala ventura guarisca, che egli non
mi convenj;a sempre stare in prigione , 10
sono contenta.
STARE IN PRODA. Esser vicino al-
l' estremila, o sull'estremità.
STA
1373
STARE IN PROVA. Lo stesso che
Stare alla prova.
STARE IN PUNTA DI PIEDI. Beg-
gersi sulle punte de" piedi, sollevandone da
terra il rimanente.
STARE IN REPUTAZIONE. Soste-
nersi, ?> on cedere , J\'on calare dalle pre-
tensioni più alte.
STARE IN SE. Kon si accomunare con
gli altri. Star sulle sue, Lsser solitario,
f'etr. canz. 28. 7. Id quante parti il fior
dell'altre belle. Stando in se stessa, ha la
sua luce sparta.
g. Stare in se, vale anche lo stesso che
Stare in cers'ello. Stare ali* erta, iVon si
lasciare andare a palesare i proprii se-
greti. Lat. sapere. Eìr. Lue. 2. 3. State
in voi, padione, che io credo eertissimo
che in quella casa vi stia una cortigiana'
Salv. Spia. 5. 7. Passerò di qua da quc-
st* altri, e avvertirògli che slieoo in loro.
Cecch. Servig. l\. 9. Messere, state in voi-
STARE IN SELLA. Essere accomoda-
to nella sella j e figuratamente Essere a
vantaggio, o in buono sjato.
STARE IN SENTINELLA. Essere in
sentinella, Ser\ir per .\-entinella. Far la
sentinella. Lat. eacubare. Gr. ^fO\Jptl-j.
STALE IN SENTORE. Stare aspet-
tando con attenzione tjualuntjue notizia.
1 ed. SENTORE, £. Y.
STARE ly SILENZIO. IS'on parlare,
Osser\-are il silenzio. Tacere. Lat. sile-
re, silentio vacare. Gr. ityav, ctWTTav .
il/or. S. Cr. Vedendo il cauto della pre-
dicazione stare in silenzio con dolore e ta-
citurnità, si mettono a piagnere.
::= STARE IN SOLLECITUDINE. /?ar-
si pena . Bocc. g. 2. n. 5. Gli suoi com-
pagni e l'Albergatore trovò tutta la notte
stali in sollecitudine de' fatti suoi. (C)
i\i STARE IN SOSPEITO. So.tpetta-
re. l ronichctt. 228. Se a nessuno fusse
fatto ingiuria o villania o forza, e ch'e-
glino lo facessono noto agli altri per es-
sere in difesa tulli di quel tale, che fosse
ingiuriato j e si stavano in grande riguar-
do e sospetto. iCj
STARE IN SOSPIRI. Sospirare, Es-
sere in guai.
STARE IN SPERANZA. Aì'cjv spe-
ranza. Sperare. Lat sperare, spem habe-
re, confidere. Gr.'^v.ppZf*. O. f. II.73.
1. Perocché al continuo 1 Fiorentini stava-
Do in isperanza di averla.
STARE IN SU CHECCHESSI'A. Ol-
tre le maniere qui sotto espresse, havve-
ne altre ancora, che si possono vedere a
STARE .SUL, o STARE IN SUL, espri-
mendosi indifferentemente in cotal guisa
queste maniere di favellare.
* STARE IN SU' CONVENEVOLI.
Usare cerimonie. Car. Leti. i. i- E perchè
io sono una certa figura, come dovete avere
inteso dal Varchi, senza troppo slare in
su* couvenevoU, io mi do e dono per ami-
cissimo. fB)
STARE IN SUL GRANDE. Ecd. STA-
RE SUL GRANDE.
STARE IN SUL GRAVE. Lo stesso
che Sfare sul grave.
3 STARE IN SULLA CORDA , o IN
SULLA FUNE. Stare coli' animo dubbio,
o sospeso. Lat. spe suspensum esse. Ved.
CORDA, g. XIX.
'':• g. Stare in sulla fune, vale anche
Aspettare con graadissimo desiderio , o
struggimento che alcuna co.'ia accada, o
si faccia. « Lasc. Pinz. I. 6- Darotti la
chiave, ch'io veggio che tu ti consumi.
B Anzi sto in sulla fune » . (Cj
STARE IN SULL'ALI. Eed STARE
SULL' ALI.
* g. Stare in sull'ale, vale Stare per
muoversi, per mutare situazione, e simi-
li. Borgh. Orig. Fir. 255. Avendosi egli
>374
STA
proposto ncll* aoìmo ass.iì per tempo di
muUre, rome (acr, quel Roverno , e far-
seoe capo, non avea la più comoda né la
più pronta via <li gctUr&i tutto da quella
parte, che stava sempre in siili' ale (" ciop,
cercava il rìLcltarsi e mutare stato ). (yj
* STARE IN SULL'ALTRUI, fluha-
re. Fr. Sacch. nOi'. 1^. Assai meglio sep-
]>e stare in suU' altrui Bozzolo mugnaio
dalle mulina de^li Angetti > che non fece
luccio. (1)
STAUE IN SOLLA MOSTRA. Essere
in luogo esposto al pithhlico, ad effetto
tV esser veduto y come usano gti artefici
tener te /or merci, per allettarne colla
mostra i compratori. Gal. cap. tog. 3.
179. Perchè U ruha stava in Milla mostra.
E si vendeva a
p.-s.
a misura.
STARE IN SULLA NEGATIVA. Ne-
gare. Lai. inficias ire. Gr. e^'ipvstsS'ai.
Ceccli. Corr.3. i. Io starò In sulla negativa.
STARE 1>" SULLA PERFIDIA. Lat.
ph.ttinato animo cv.ve. Gr. tt&jsìiv. / arch.
Krcul. 71. Perfidiare, o &tare in sulla per-
fidia, è volere, per tirare o mantener la
sua, cioè per isgaiare alcuno , che la sua
vada innanzi a ogni modo, o a torto o a
ragione ; e ancoraché egli conosca d* avere
errato in fatti o in parole , sostenere in
parole e in fatti 1' uppenione sua, e dire,
per vincer la prova, se non avere errato.
STARE IN SULLA PERSONA . Star
diritto colla testa alta . V. PERSONA ,
§. XI!.
STARE IN SULLA REPUTAZIONE.
pion cedere punto nelle materie riguar-
danti la reputazione e la stima. Lat. So-
nori suo prospicere. Gr. tÀì £kuto'j Tt-
* STARE IN SULLE COMPETEN-
ZE. /'. COMPETENZA, §. II. (C)
* STARE IN SULLE DIFESE. Stare in
modo da potersi difendere. Guicc. Star. 5.
XOO. Aveva il Re di Francia commesso a'
suoi Capitani , che standoci in sulle difc<
se , fuggissero il venire alle mani. (C)
STARE IN SULLE GENERALI. .Yon
venir col discorso ad espressioni partico-
lari , IVon volere impegni , Kon s' apri-
re. Lat. mediis verhis uti. Gr. /iTjò' o*U,
{j.-riC& vai'.
STARE IN SULLE STOCCATE. Stare
astutamente e con sottigliezza in su' suoi
vantaggi ■
STARE IN SULLE SUE , ec. Jndar
Cauto nel parlare, per non esser giunto.
J'arclt. Ercol. 92. .Staro in sulle sue, è
guardare che alcuno, quando ti favella, o
tu a luì, non ti possa appuntare , e par*
lare, e rispondere in guisa, che t-gli nun
al>ljia ondL> appiccarti ferro addosso, e pi-
gliarti , come si dice , a mazzacrliera , e
giugnerti alla schiaccia- Celi. Sport. 3. 1.
Faccia egli; io .<>tarò anch' Ì<i in sulle mie.
Fir. Trin. I. 2. Stia ancor egli in sulle
sue, eh* i' sto in sulle mie. K Lue. 2. 2.
Kon v'ho io detto, padrone, che voi
stiate in sulle vostre , e che non e' è se
non trappole? Tac. Dav. Ann, li. ipo.
Stando però in sulle sue, sapendo la vul-
taliil gente eh' eli' è.
Sr §. l'ale anche Sostener sua ragione.
Star contegnosoj e dicesi di chi è adirato
con alcuno, f'arrìi. Suoc. 3. 1. Se si po-
tesse vederne il vero, una parola sola sa-
rà stata cagione di tutto questo loro adi-
ramento, ce. Ma ognuno ^uol poi stare in
sulle sue, e non essere primo a favellare ,
per non parere di voler chiedere huon*
giuochi, f }')
*\ STARE IN SUL MILLE. Modo pò-
co usato. Tenere una certa gravità negli
atti, o nell'apparenza, più che crin%'tnicn-
te al suo grado. Alleg. 212- Rifattosi cor-
tigiano, sta in sul mille di maniera, eh'
ella non sì può più sccu.
STA
't STARE IN SUL NOCE. Modo pò-
co usato, yarch. Ercol. 92. Dicesi ancora
quasi in un medesimo significato stare ia
sul noce, il che è proprio di coloro che,
temendo di non esser presi per dehito, o per
altra paura, stanno a bello sguardo, e non
ardiscono spasseggiare 1' ammattonato, cioè
capitare in piazza , che i Latini dicevano
abstinere publico.
* S- Nota uso nel Varch. Suoc. 5. I.
Proviam prima se ella uscisse* colle belle;
benché simili ( donne di mondo ) son for-
miche dì sorbo , e stanno sempre in sul
noce (qui vale Tenersi chiuse, .\on isco-
prirsi j sicché questa sarebbe metaf. ca-
vata dal proverb. /'. anche FOR.MICA ,
§- I )■ (V)
^c STARE IN SUL PUNTO, fion tra-
lasciare alcuna circostanza, ancorché mi-
nima, per mantenersi sul decoro del gra-
do iuo . Il Vocabol. alla 1 oce PUNTI-
GLIO. (C)
STARE IN SUL SAGRATO. Ritirarsi,
o Stare in chiesa, cimiterio, o altro luo-
go sacro, o sagrato j e per similitudine
vale Stare in franchigia. Alleg. rtm. S'J.
Incontro a* birri stare in sul sagrato.
OSTARE IN SUL SALDO. ,V<j/i par-
tir.ii dal sicuro. Dep. Pecam. 53. A stare
pure sul saldo ben consideralo tutto, nun cì
avrebbe poi luo^o che buon fosse. (^J
STARR IN SUL SEVERO, l'arch. Er-
col. pi. Stare in sul grande, in sul grave,
in sul severo, in suU' onorevole ec, e fi-
nalmente sul mille , sìguìGcano quasi una
cosa medesima , cioè così col parlare, co-
me coir and.ire , tenere una certa gravità
conveniente al grado, e forse magjjiore.
STARE IN SUL SUO- T- STARE SUL
SUO .
•:= STARE IN SUL TAGLIO. /*■ STARE
SUL TAGLIO. (•)
STARE IN SUL TIRATO. Io stesso
che Stare all' erta. Lat. suas tueri par-
tes , cai'cre . Gr. e'uiit€;rjàai . l'arch.
Ercol. 92. Usaosi ancora nella medesima
significazione stare ali* erta , e slare in sul
tirato, e non si lasciare intendere.
§. Stare in sul tirato, vale anche Te-
nere in soverchio prezzo la propria mer-
canzia . Cant. Cam. 106. Bisogna tosto
Pensar di fargli arrosto A chi non vuole
stare in sul tirato, E fa conto pigliar qual-
che ducato . E 2()". E non v<»gliate far
come le trecche. Che stanno in sul tirato .
STARE IN TERMINE. Lo stesso che
StafV ne" termini.
g Talora vale Essere in grado. Docc.
nov. 98. 23. Stando adunque in questi ter-
mini il maritaggio di Sofronia, ec.
STARE IN TIMORE. Temere. h^X ti-
mere. Gr. oo€sÌQ^at . Coli. Mh. Isaac,
cap. ;^9. Il monaco, mcntrcchè egli è nel
mondo, sta in timore della conversazione
sua. Ambr. Cof. [y 3. Che io per me ne
sto in non picciolo Timore sempre. Ar.
Len. 3. 8. Per questo sti» in timor , che
non gli tolgano Una mia botte-
STARE IN TORMENTO. Sentir tor-
menti , Esser travagliato. Lai. cruciari ,
ve.xari . Gr. avtà^àai. G. !'■ 8. 78. l\
Stando in questo tonncnlo -iufin presso al
vespro , ec. All>ert. cap. 5|. Cotì<liana-
mcnte sta in lonnenlo chi sempre teme
Lor. Med. Arid. 5. 4- lo sto in un tor-
niento'grandissimo.
* STARE INTORNO Al) UNO Por-
gli l' a s. tedio, metitf. Segner. Mann. Magg.
2. ^. Questo al fine è ciò che sopra lutto
egli vuol cavare dal tuo timore e djl tuti
tremore , che tu gli stia sempre inlorn»».
E num. 5. Con etiVlto mirabile egli li sta
sempre intorno con della graiiu , li gn-
vernn. li guarda, (f)
STARE ENTRA DUE Essrrr m dub-
biezza, r STARE FRA DUE.
STA
* STARE IN TRAMPOLI , o TRAM-
PALI. /'. TRAMPOLI , g. (l )
STARE IN TRANSITO Essere in sut
morire . Lai. animam agere . Gr. i'ffVOt-
Tw; 0i&'x4ic&2t . Sen. Declam. Visitai il
mio figliuolo, che stava in transito, ed era
per morire.
STARE IN TRATTATO . Aver trmt-
tato. Essere in negozio. Trattare. C. /'.
IO. 35. 1- Con tutto che all'infinta stes-
sero in trattato con lui. E num. 3. Sen-
tiva eh* egli stavano in trattato col Bavero.
.V. /''. I. 93. Stando il Conte ìo trattala
dì là e di qua , non si potea conoscere
che facesse la volontà della Reìoa, né che
fosse rSiello al re Luigi - Stor. Pisi. ^3.
Messer Filippo sempre stava in inUatu
con Castruccìo.
STARE IN TRAVAGLIO. Aver tra-
vaglio. Esser travagliato. Lat. i-cj-ari. Gr.
a'vià^S'at . jlr. sat. l^. Ma s*io veggo li
Papi e i Re (che Dei Stimiamo in terra)
star sempre in travagho , Che sia conlenlu
in lor dir non saprei.
* STARE IN TRIONFO. Menar tri-
onfo. Trionfare. Morg. 20. 77. Che seotu
che si sta quel traditore In Babilonia, in
gran trionfo e in festa. .'.V^
STARE IN TUONO . .Vo/i uscir del
tuono , Accordare. Term. della Musica .
Buon. Fier. 3. 2. 9. Veggo L'autore co-
mandar lo stare in tuono, Lodare assai t
passaggi, e più le fughe. E Tane. i. ^.
l'ofiùre '1 cielo , com* ella sta in tuono I
Come le voci ella sa ben portare 1
§. I. Per metaf. talora vale Star bene ,
Es.xer forU, o sano.
§. II. Talora vale anche Stare in cer-
vello. Malm. 6. ^8- Ella , che quivi star
voleva io tuono ec, Perchè Ì gran vini al
cerebro le danno. Ben ben l'annacqua.
g. 111. Stare in tuono con alcuno, vale
Andar seco d' accordo. Malm . I. l^. Ri-
trova tu costei , sta' seco in tuono.
STARE IN VITA. 1 ivere. L^L vive-
re, vita frni. Gr. ^io3v. /iocc. nov. 3l.
l5. Dì più non imitare in vita dispose. E
nov. 36. 12. lo non intendo di più stare
in vita ; ma prima che ìo ad uccidermi
venga, ec. * Lasc. rim. l3. (Liv. 1799)
Così disse con voglia Flora più di morir
che stare io vita. (Cj
* STARE IN UMILTÀ*. Esser umi-
le. T II. SS. Pad 2. 166 E questo lac-
cendo sempre starai ìo umiltà , e avrai
pace. (C)
^ STARE IN UN PATTO, o temili.
Osserx-arlo, Mantenerlo. Guicc. Stor. 17,
lao. La truppa cupidìtà non aveva Lucia-
Io lume a Cesare, di obblij^arlo in mo«lo
che fosse tenuto a slare nella cj^olaaio-
ne. (€/
STARE IN VOLTA. .-Indare intorno.
Lat. ctrcumire. Gr. TCjStc^X'^^"-
STARE IN ZUCCA. Essere a capo say-
peno. Lat. aperto capite esse. Gr. mfttìrlv
STARE IN ZURLO. Trattenersi in a/-
legria. Divertirsi. Lai. hilari animo tM».
Gf. itvKt eatSfòf, ìv^uuùv. Lib. Son.
l33. E chi v'è per \i.itiot Tutti sì stan-
no io zurlo iotorno al Fianco.
STARE LESTO. JJadarr attentamente
Lai. caute prospicere , cautum esse. Gr
<'t//xSii3^ai. Infar. prim. 191. Per dio.
che e* bisogna star lesto . Mmlm. 7. ^^
Di modo eh* eì nou vuol restarvi toho ,
Ma starvi lesto a rivederla bene.
STARE LINDO. Usar /indura.
STARE LONTANO. Esser lontano,
Xon es.ter presente. Lat. a/tesse , absen-
lem es-re . Gr. ocTityott . Eiamm- 4- 56.
O domalor de* mali ec., consolami <li te,
e lo starmi lontano riserba quando Panfilo
co' suoi piacevoli ragtoDarì diletterà le mie
orecchie avide dì lui udire.
STA
g. f- ipurattim. , Stare /ontano da al-
cuna cosa, vale .astenersi dall'uso, o dai'
l' esercizio della med^siniit. ('as. lelt. 66.
Dice liberami' liti', che non yli di il ruorc
di studiare, fssendo stutu lauto tempo ben
lontano dj qurll' urte.
STABE MALE, i'ontrano di Star he-
ne f in tutti i suoi sif^ni/ìc. J'cd. tfuti'i ■
Bocc. mn-, II. C). Cominciarono IVa se a
dire che la cosa stava male (cioèj discon-
veniva, era mal fatta). Lah. .Ì33. Sicché
se luale mi parca davanti stare, ora mi pana
star pessìmameote (cioè, in cattivo grado).
Ceceri. Stiaw i. 4- Kastagio , 1' sto male
(cioè, sono in cattivo stalo). Se/t. /''ci.
J'arclt. 2 3l. Male starebbono i Iicaifizii,
se non potessimo esserne grati ( cioè , in
vano si tarcbb'-ro ).
g. I. .Star male d' alcii/io, vale Fsser-
nc ardentemente innamorato. Lat. alit/tiem
defterire. Gr. STriyai'vi^^ai Ttvi. Maini.
3. 53. Poi Bcrlìnrlbi stavano sì male, Ch'
ella fece per lui del l>en bellczz;i.
§. 11. Starmale con alcuno, vale Aon
essere in sua grazia. 7'. MALE avveri».
§. n.
STARE MALINCONICO, o MALIN-
CONOSO . .^i-er malinconia. Jìocc. nov.
7. 5. Bergamino, che bai tu T tu stai così
maliocoDObO : dinne ab una cosa.
STABE MALLEVADOBE. Es.ier mal-
levadore; che anche si dice assolutamente
Stare . Lat. vadem esse. Gr. s'/yjJiTr.'v
/aSt'iTacsai. Cecch. Mogi. prol. Ch' i' vi
prometto, e sto mallevadore. Che que>ta
mo';lie si (ara le spese , E vestirli del suo.
S'^TARE MEGLIO . Esser in miglior
grado . Lat. melius se hahcre . Gr. /«i-
Xiov E/Stv . Bemh. leti. Mi duole nclP
anima che '1 nostro messer Federigo non
sia ogginiai guarito ec, ancoraché mi scri-
viate eh* egli sta meglio.
§. I. Star meglio alcuna cosa a chec-
chessia , vale Convenirgli maggiormente.
Lat. magis convenire, decere. V,y. ««)3loj
TZpÌ~ii-v. Bocc. nov. 10. I. Li quali (mot-
ti), perciocché brievì sono, molto raeglio
alle donne stanno, che agli uomini.
g. 11. Star meglio con alcuno, vale lìs'
ser maggiormente nella sua grazia. Cas.
Instr. Card. Caraff'. 6. Che se eiò t'osse,
essi meglio starcbbooo con Dio, che non
islanno.
STARE NEL BASSO, lo stesso che
Stare Itasso.
STARE KEL CUORE. Jver presente
nel pensiero . Lui. in sinu J'erre . l ctr.
son. .S5- Questi sou i|ue' begli orrbi, rbc
mi stanno Sempre nel cor colle taville ac-
cese, fi son. i85. Sì dolci stanno Wel mio
cor le faville e *1 chiaro lampo.
g. Stare in mexo al cuore , lo stesso
che Stare nel cuore. Petr. san. ^c). E '1
volto e le parole , che mi stanno Alta-
mente confine io mezzo '1 core.
3 STARE NFLLA CODA IL VELENO.
yell' ultimo essere la difficcltà ed il pe-
ricoloj tolta la metaf. dagli .scorpioni, o
da' serpenti, i quali volgarmente si credeva
che nella coda , più che in altra parie ,
averterò raccolta la malvagità del veleno .
Cecch. Dot. 1. I. Ma il veleno sta. Co-
me aUo scorpio, nella coda .
STARE >ELLÀ FEDE, lo stesso che
Stare incède. Mantener /"a fede. Lat. fi-
dem serx'are . Gr. ntSTiv -tipeiv . Segr.
Fior. Ciiz. 3. 6. La cosa va bene; Pirro,
iù, nella fede.
STARE NELLA PELLE. Che comu-
nemente si usa in maniera negativa. Son
potere star nella pelle, o dentro alla pelle.
Mostrare, per alcun fortunato accidente
sopravvenuto , eccessiva allegrezza. Cor.
leti. 2- i36. Le contentetze, eh' io n' ho,
son tante e si grandi, che a pena mi pos-
sono stare dentro alla pelle. Malm. 2. 69.
STA
E non potendo star più nella pelle , Saltò
fuor di palazzo innanzi ,d vecchio.
^. ì\on potere star nella pelle, si due
anrhe, in modo basso, di chi ha mangia-
to, o pieno il corpo ecceden temente.
STA HE NELLE BUIOSE. lo stesso
che Stare alle huiose.
« STAliE NELL' ORO A GOLA, l'i-
guratam. J'ivcre agiatamente, /4 ver gran-
de abbondanza d' ogni cosa. l'. ORO,
§. XVII. (C/
STARE NEL MEZZO, /'ssere nella
parte ugualmente lontana dagli estremi.
STARE NEL PROPOSITO. i\on uscir-c
dei termini proposti. '\' Sen. Veci. f\2. Tu
di* che non ti delibo correggere della lu>-
suria pcrcliè io sono lussurioso, e io li di-
co t; sto nel proposilo, che non li chieg-
go principalmente della lussuria, ma delta
pazzia. (C)
STARE NEL SICURO. A'on correr ri-
schio. h:it. sub tuto esse. Gr. £ v a'xivoij-
V61 ctVKi. Pass. 202. Per istare nel si-
curo, miglior consiglio è che altri confessi
tutti i suoi peccati, mortali, o veniali, o
dubbii che sieno.
t STARE, o STARSI NE' SUOI CEN-
CI, o NE' SUOI PANNI. ]\'on s' intriga-
re con persona di riga superiore, Aon
avere desidera oltre alla propria sfera.
J'arch. Tìrcol. 8l- Quando uno si sta ne"
suoi panni , senza dar noia a persona, e
un altro comincia per quaUhe cagione a
morderlo e offenderlo di parole ec-, s'usa
dire ec.
STARE NE' TERMINI. Aon u.-icirdel
convenevole , Trattenersi dentro a' termini
doviilij contrario d' Uscir de' termini.
STARE NUDO, o IGNUDO. F.fsere del
tutto ignudo, Aon aver veste in dos-'^o .
Ant. ^Ilam. rim. son. 27. Parti dovuto
che '1 verno e la state Le spade stian
ignude e sfoderate? (qui per simifit.).
'\i STARE PAGATOHE. Far sicurtà.
Ili. SS. Pad. 2. 246. E come udirà Id-
dio le nostre orazioni, s' io lascio d'udire
e d' esaudire questa povera femmina? e chi
mi sta pagatore, ch'io venga a domane!
e se mi morissi , avrei a render ragione
di questo fatto. (F)
STAlìE PALESE Essere palese , Di-
morar palesemente. Croaichelt, d* Amar.
112. Non volle che i Cristiani fossono toc-
chi ec; e allora crcbbono i Cristiani assai;
e islavano palesi senza paura di morte.
STARE PE' FATTI D'ALCUNO. Ope-
rare per li suoi interessi.
STARE PE<iGIO. Es.fer in peggior gra-
do, Esserv di peggior condizione. Lat. ini-
f/nioribus uti conditionihus. Pass. ll\'}. In
quelle infermitadi, nelle quali l'uomo è af-
llitlo e passionato, quanto peggio sta l'uo-
mo . meno il sente.
STARE PEGNO. Esserne sicurtà, tzl.
vadem esse, spandere. Gr. sV/uv^tt^v xk-
STARE PENSOSO. iT.wcrr m pensie-
ro. Pensare. Petr. t anz. 5. 2. Fa tremar
Babilonia, e star pensosa. Bocc. nov. 12.
16. Deh, Rinaldo, perchè slate voi cosi
pensoso? Aov. ant. 2.\. I. Questo cava-
liere pensava fortemente fra se medesimo.
Lo Saladino se n'avvide; fecebi chiama-
re, e disse, che volea sapere di che slava
cosi pensoso.
STARE PER AIUTO. Aiutare^ alcu-
no . Lat. auxilio esse . Gr. par,'^Ov ttk-
STARE PER ALCUNO . /'. STARE
AD ALCUNO.
* §. I. Aon istare per alcuno, vale I\on
voler mettere impedimento , come al ver-
bo RIMANERE , §. XIV. Bocc. g. 5. n.
4- Per me non istarà mai cosa che a grado
li sia ( cioè j da me non mancherà ; lat.
nihjl crit in me morae). (I J
STA
1375
vg. II. Star per alcuno, vale anche Ope-
rare per esso, Fare i suoi interessi. Din.
Comp. lib. 1. Erano con lui suo' merca-
tanti gli Spini, famiglia di Firenze ricca e
potente, e per loro slava la Simone Gfae-
rardi, uomo pratico in simile esercizio, f^/^^
••■ S- III. Parlandosi di Cajia, vale Esse-
re a sua disposizione, l it. S. M. Afadd.
2J. E questa casa stesse sempre per lui in
Gerusalemme, quando gli piacesse di tor-
narvi dentro, e cosi ordinarono che si fa-
cesse in Betania in un' altra casa che stes-
se per lui. (T'J
STARE PER ARIA. Lo stesso che Sta-
re in aria.
STARE PER DI DENTRO. Essere
dalla parte interna.
STARE PER DI DIETRO. Essere
dalla parte posteriore.
STARE PER DI FUORA. Essere dal-
la parte esteriore,
STARE PER DIRITTO. Essere per
linea retta, in dirittura, a corda j Aon
pendere da alcuna banda.
STARE PER FILO, lo stesso che
Sture a filo.
'\- STARE PER INCANTO. FJssere in
benissimo stato . J'arch. Suoc. L. 2. E'
non si può essere nel più cattivo termine
che mi sono io, chi sta peggio di me, sta
per incanto (qui ironicamente). (V)
STARE PER LA PIANA, lo stesso che
Slare alla piana.
STARE PER LE MANI. Essere fra
mono, E^ssere sul dar principio.
STARE PER LE SPESE. Servire .len-
za altra mercede, che del vitto.
STARE PER OPERA, lavorare con
pattuita mercede dell' opera che si faccia.
STARE PER PEGNO. Essere la cosa,
0 la persona, di che si tratta, per sicur-
tà. Lat. loco pignoris esse. Gr. Òp-fipz-jziv-
STARE PER SE. Es.ier neutrale, Aon
tener da ninna parte de' contrastanti ; il
che dicesi ancora Starsi di mezzo. But.
Inf 3. L* anime triste sono mescolate alla
compagnia degli Angeli cattivi, che non
furono però ribelli a Dio, ne ancora furo-
no con Dio , ma stettero per se ( cioè ,
separati da' buoni , e non congiunti oè
uniti a" cattivi ) .
STARE PRESENTE. Esser presente.
Lat. adesse, interesse. Gr. Tivpayt'vsoSat
Ttv(. ylmct. 78. Venere favoreggiante
a* suoi soggetti slette presente.
STARE PRESSO. Esser vicino. Lat.
prope esse. Gr. iyyt'Citv tivi'. Er. lac.
T. 2. 26. 49' Presso lei stava la gola Con
un'altra ria figliuola.
§. Star presso che bene, vale Essere
quasi in buono stato.
STARE PROVVEDUTO, o PROVVI-
STO. Esser provveduto, Es.'ierc in pron-
to. Stor. pur. 5. Io4- Bernardo avuto
l'avviso, e risconlraadulo per più bande,
fece subilo comandare che ciascuno stesse
provviilo , perchè i nìmici venivano via.
STARE t ULITO. J ivere con pulitez-
za. Ant. Alam. rim. son. 2:1. E, pei istar
pulito ed assettato, Son da dieci anni in
qua stato allo specchio.
STARE QUIETO. Acquietarsi, Tace-
re. />. /ac. T. 2. 12. IO. Chi vuol la
pace mia, E star tutto quieto, Orator den-
tro al silo Stia di sua selva fermo (qui
per istare in quiete ).
STARE RAMINGO. Esser fuori della
patria e casa paterna, senza aver luogo
fermo, ne assegniimento fisso. Lat. profu-
gum e.i.ie. Gr. àiiròpoìov itVdi.
STARE RASENTE. Esser tanto vici-
no, che quasi si tocchi la cosa che è al-
lato j Esser vicinissimo.
STARE RIGIDO. Usar rigidezza, Aon
si lasciar muovere né persuadere. Lat.
inexorahilem esse. Gì'. à7Z»pCÌxrìT0V £i-
i376
STA
vai. Bocc. nov- 2. 12. Dove io rigido e
duro itava a* tuoi conforti.
STARE RITE.NUTO. /is.ter riguarda-
tOj Usare av.-ertcnza, o ritenutezza. Lai.
cai-ere. Gr. au^x^eìffàai.
STARE RITTO. Cfie anche si dice
assolutamente Stare j lo stesso che Sta-
re in piedi j Fsser ritto. Lai. stare. Gr.
ì'SToivv.i. Cron. Mordi. 336. Si trassono
il cappuccio, e stetluno rilli dinanzi a' Die-
ci. Cant. Cam. &&. Cliì lo tocca al 6n si
cruccia, Poi «.la ritto senza gruccia ^ E sa
far di dolci cauli. Lasc. Spir. 5. ^. Io
son rovinalo, e sto ritto.
STARE SALDO. Star fermo . f'ed.
SALDO, g. IX.
'^ §. I. Slare saldo, Jìgurat. vale Tesser
costante nel stm proposito , Tener duro.
Car. lett. Tomit. 87. Ma fin qui si vede
che r uno sta saldo , e V altro non vuol
la galla. fCj
* §. IL Star saldoj vale anche Esser
fondalo su solide ragioni. V- SALDO ,
Jdd. %. X. (C)
^ %. 111. Star saldo, vale anche Star
ostinato. Segner. Pred. 3. 7. Ma ove ec. voi
stiate pur saldi ( ostinati ) in dirr che per-
donando pili srapilale d' onore, che ven-
dicandovi, sia come dile: che n'inferite
però 7 ce. fV)
STARE SANO. Goder sanità. Lai. va-
lere. Gr. eupwsxst'j. Cron. Morell. aS^-
Ch'assai s'avanza a stare sano, e fuggire
la morte.
STARE SCHIWO. TCssere inischiavi-
tudinc. Lai. in captivitate esse. Gr. e vat
STARE SCo"lL\CC1ATO. Porlarv il
collo e parte del petto scoperto.
STAHE SCONOSCIUTO . Stare in
forma da non esser conosciuto, Sta/v in
forma privata.
STARE SEVERO. C/sar severità.
STARE SICURO. Isser certo, T<on te-
mere, I\'un dubitare, E s. ter fuor di peri-
colo. Lai. certuni esse, in luto esse. Gr.
Bocc. nov. 19. 25. Acciocché i mercatan-
ti e le mercalanzie sicure strsscro. Cecch.
Stiav. 3. 6- Ma stanne Sicuro pur , che ,
s' i' sarò una bestia , V non sarò una pe-
cora. E Dot. 5. 6- Gli perdono ; stia pur
sicuro e lieto.
# g. Starsi sicuro ad tino , vale Pi-
darsene. Cecch. Servii;. 1. I. Staitene a
me pur sicuro ; così fussino e' mici. (T )
STARE SICURTÀ', assicurarci Esse-
re mallevadore. Lai. .xpondere. Gr. eyyjàv.
STARE SODO. J.o stesso che Star du-
ro. Cron. Morell. 266. ^ion li lasciar gon-
fiare ; isla' sodo.
g. l. Star sodo, vale anche Star fer-
mo, I\'on si muovere, /.or. Med. canz.
68. 8- Se qualcuno il piò li pcsla , Kou
dar briga, sia' [lur .^odw. Buon, Fier. l\.
1. I. S' allri ivi pur sodo Ritrova slarc ,
ancor quallro o sei volli* Soslieu lo 'n-
toppo. Cant. Cam. 3c)j). Che lo slar sodo
importa Sin alla fin , che la vittoria porta.
§. 11. Star sodo alla macchia, o al mac-
chione, vale PkOn si lasciar per.'uatlcre ne
svolgere a dire quel che altri vorrehhe .
Lai. impigrum , inexorahilem esse, de gra-
da non deiici. Gr. a/i'vrjTOv «tvat. l'ar-
clt. Ercol. 92. Star sodo alla macchia ,
ovvero jl macchitme , e non uscire per
liussare che uum faccia , cioè lasciar dire
uno quanto vuole, Ìl qtial e cerchi cavarti
alcun segreto di bocca, e non ^li rispon-
dere, o rispondergli di maniera, che non
sortisca il desiderio suo. Morg. 18. I73.
£ disse : i* mi atarò sodo al macchinnc .
Lasc. madr. 7. Ma lu se* UD fagnoue, E
Stai sodo al macchi<me.
STARE SOGGETTO, o SUGGETTO.
Vivere con soggezione. Din. Ccmp. I. 17.
STA
Gli amici di Giano erano impaurili, e sta-
vano suggelli.
STARE SOLO . Essere senza compa-
gnia . Pftr. .<on. 19. Me sa star sol , ne
gire ot' altri il chiama . E son. ^l. La-
grime triste , e voi tulle le nulli M* ac-
compagnate, OT* io vorrei star solo. Rem.
Ori. 3. 7. [\Q. Ma non volea colui slar in
dozzina, Volea star solo.
STARE SOPRA . Essere nella parte
superiore. Lai. eminere , in superiori lo-
co estc . Gr. 5v avwTs'^u «tvai. Dant
rtm. 24. E' m' ha percosso in Icrra , e
slammi sopra Con quella spada, ond* egli
uccise Dido 4 Amore, ^r. Jur. IO. 103.
Come d' alto venendo aquila suole , Che
errar fra l'erbe visto abbia la biscia, O
che stia sopr* un nudo sasso al sole.
g. 1. Star sopra pensiero, o Stare in
pensiero, vale Esser sopraffatto da' pen-
sieri. Avere apprensione. Temere. Pecor.
g. 4- «of. X. Stando Giannetto sera e mal-
lina sopra questi pensieri, e' non si pote-
va rallegrare. Jiern. Ori. 1. 11.2. S'uno
ha rirrìiozze , sta sempre in pensiero i E
poi vien un, che gliele porl.i via. ^ Ar.
Eur. 43. 47- l'ioaldo alquanto sic sopra
pensiero. { l ej
g. II. Star sopra .i'e , vale Esser so*
speso, E.fsere in duhhto . Lat. ha:sitare.
Gr. (inopz^v. J'arch. Ercol. 91. Slar so-
pra se, ovvero sopra di sé, è un mudo di
dubitare, e di non voler rispondere senza
considerazione; la qual cosa i L;il>ni, e spe-
zialmenle Ì giureconsulti, a cui più lucrava,
che agli altri , dicevano hirrere^ e lalvolla
col suo frequentativo ha silare, lìocc. nov.
33. 1. Sovra se slesso alquanto stelle, e poi
disse. E nov. 49- 7- La donna Uilcndo que-
sto, alquanto sopra se stette, e comincio
a pensare quello che far dovesse, yimhr.
Cof 2. 1. Alquanto sopra se medesimo stelle.
3 g. III. Star .topra di sir, vale lo stes-
so che Star sopra se. Eir. Disc. an. 9.
Stelle sopra di se , e dubitò d' inganno.
Cas. lett 17. Credo d* averlo lascialo
mollo ben certo ce. delle cause , per le
quali N. S. e stato alquanto sopra di se a
farlo venire a Roma.
•',' g. IV. Star sopra di ,w, vale anche
Stare a/l'erta. - i ir. Disc. an. 85. Se
ec. lu vedessi che tulio sospelloso e' li
fissasse gli occhi addosso, e mostrasse una
affellala attenzione per udire le lue parole,
e stesse cosi sopra di se, che ogni mini-
mo movimento gli facesse alzare e scuoter
la lesta, ticn [ler cello ch'egli è mal vollo
verso di le ». (yj
V g. V. Star sopra di se, vale anche
Pestare senza Jar cenno, o motto , .Vo«
hadare , Aon dar retta . Eelc. / it. Co-
lomh. 286. Alle quali patulc stelle sopra
dì se; e Girolamo dis.se che pensi? E ri-
spondendo disse; pensava che ce. (C)
Cortig. Castigl. lift. 2. 164. Essa (Itisi'
gnora ) non gli diide mai elemosina ( al
mendico), né ancor glie la nego, con far-
gli segno che s* andasse con Dio ; ma
stelle sempre sopra di se , come se pen-
sasse in «Uro. (Pi Si
§. VL Star sopra se , 0 .topra di sé,
vale anche Jieggersi in sulla persona ,
Aon s' nppoggi.trr . Pocc. nov. Q»). 5l.
Infinoa t.iiilo che per messer Torello non
le fu dello che alquanto sopra ih slesse.
§. VIL Star sopra di alcuno , vale
Star.tene a lui , Piposart sopra di quel-
lo. Confidare in esso. Lat. fidem alicutus
senni, in aliiluo conquirstere. Cr. Trt~Ot-
àcvai, ^'Xfpù* Tivt. (r.v/i. Ponz. 3. 8.
H. E dell* cucr fidalo? T, Oh stanne so-
pra Di me.
g. VI IL Stare sopra Paté, %'ale Essere
in desiderio, o ri.rolusione di muoversi; Es-
ser vicino al muoversi j che anche si di-
ce Sta'x sull' ale.
STA
g . IX. Starr sopra la fede, o sopra
la parola, vale Assicurarsi per la pro-
messa aitigli.
STARE SOSPESO. Essere in duhbio.
Essere in ftensiero. Lai. haesitare. Gr.
OLTZpi'v. tìocc. nov. 47- I. Tulle, temen-
do, slavan sospese a udire.
STARE SOTTO. Essere nella parte
inferiore.
§. I. Stare sotto, o di sotto, vale Es-
ser di sotto, Cettere, Esser superato. Eir.
Lue. I. 2. Se a nessuno ha a toccare a
slar sotto, to' che tocchi a te.
g. II. Star sotto coperta, termine ma-
rinare.ico, vale Star nella parte inferiore
del naviglio.
3 g. ÌIL Aon ci potere star sotto, va/e
Aon si accomodare a cedere, Aon volere
esser superato , o sgarato. .4mhr. Eitrt.
2. 2. Per l'invidia non ci sono potuli star
sotto. Malm. 2. 62. E gliene duole, e non
ci può star sollu.
* g. IV. Star sotto ad uno, vale Slar
sotto al suo dominio, ed anche nelle sue
pos.tessionÌ . Guicc. Stor. 2 4^- Rùposc
precisamente al Vescovo di Tii oli non vo-
ler consentire che Bologna stesse sotto la
( hiesa, se non nel modo che anlàcameote
soleva slarc. (/,)
g. V. Star sotto la parola , che anche
si dice Star sopra la parola, vale Assi-
curarsi d' alcuna cosa per la panila e
promessa avutane.
%. VL Star sotto la fede , che pur si
dice Star .topra la fede, ec. Lo stesso che
Star sotto la panila.
STAlìE SOTTOSOPRA. Essere colla
parte superiore di sotto , e colla inferio-
re di sopra j e figuratamente vale Essere
in confusione. Essere sconvolto. "L^i. per-
turlhiri. Gr. ct«Ta;«5ff*5àxi..
STARE SU. Star ritto. Lat. stare. Qi
t'ara v«i.
g. \. Talora vale Stare ne/la parte
superiore. Lat. superiori loco esse, supe-
riorem locum hal>ere. Gr. iv a'ywrijsu
£ivxt.
J §. II Star su, vale anche Pizzarsi
in pie. Lai. surgere. Gr. «vnra'vwt
Eranc. Sacch. nov. 48- Comincia a <lir.-
pianamente: sia' su: hati tu fallo male?
Burch. 2. 3. Spacciati, sta* su, mettili in
dosso.
# g. III. E figuratamente va/e Pigliar
coraggio. Confortarsi. - Petr. son. 52-
L" aspello sacro della lerra vostra Mì fa
del mal passalo tragger guai , Gridando :
sia su , misero, che fai ? Cavale. Med.
cuor. 172 E però sta' su , e conforlali,
e ringrazia Iddio del Lcncfiiio che l' ba
fatto. / i7. SS. Pad. 2. 24O- Onde isla'
su, e conforlalt , e ringrazia Iddio, che
l'ha donalo, ed halli salvalo lo luo figliuo-
lo. (E)
g. IV. Più su sta monna Luna j pi^
ver/no che vale.- Tu non t'apponi. Tu
non dai nel sefno. Tu non la di' giusta -
Lai. non propter i*edis cum l^ ra dissi-
dium. Gr. du oi« ttj'v toj Ttooòi XP«{
Triv iy^v ct/stTptTiV. Plut. I ed. Fìos.
258. I ih. Son. ti. Più su sta monna Lu-
na ; c'ci è pili bello, /'ir- Lue. 5. 6. Ma
più su >ta monna Luna. Morg. 16. 4^-
Più su sta in<<nna Luna : fratel mio. Guar-
da se in sonno direvi com' i»». CfccM. Dot.
3. 2. Più su sta monna Luna; e s* e' si
cresce Ad ogni offerta tanto , no'sarwno
D* accordo a manco delle tre.
t STARE SU HELLO, /armarsi sul-
la i Ita in positura bella a vedersi y e st
dice propriamente ite* piccoli cagnuoH , o
altri simili domestici animali; Stare di-
ritto .tulla yer.tona. Lai. recium stare.
Gr. OjCàw; i:To^vat. Allcg. 77. Non »' av-
vedendo che .id una disadatta beiUaccia ,
simile a ciaschcdun dì loto, non t'avvie-
STA
DO lo iUic au IhìIIu, far ^aatj, o sonare
le campane.
STARE SU CHECCirESSl'A. JUcnde-
re. Badare a quello di che si parla ,
.4v€r\-i particolare applicazione. Cron.
J/ofc//. OJI. Non si vuole cMer corrente,
venuto il pensiero, ma istarvi su più dì.
5> Salvili. Iti. Viog. 202- la Vjuo tu
t* aflàlichi, o tu scambi, perche ^li uomi-
ni su queste cose non «i stanno. (Cj
STARE SU DUE PIEDI. Figurata-
mente frt/f Essere in istato sicuro, Lat.
/« tuto esse. <ir. ev xaivSJvu iiv«i.
« STAME SUGCETTO. j\-d. STAIiE
SOGGETTO. (•)
STARE SUL BISTICCIO. Lat. verbis
ccrtare, contffukrc. Gv. /s'yoi^ ipt^tiv.
f'arth. r.rcol. ^S. Bislicciaila ron uno, e
>tar icco iul bisticrio, è volere stare a tu
per tu , vederla fil filo , o pur quanto la
canna. Cy-.
STARE SUL CUORE. Jicr pensie-
ro grandissimo . Lat. cordi esst', in ani-
mo htrrere. Gr. /i^ìitv- Tac. Dav, /4nn.
li* 300. La ulutc della repubblica gli
•tava sul cuore.
« STARE SU LE CONTINE.NZE .
Vostrar col portamento di non aver
•vrat^io d' andare innanzi. ì^. CONTI-
NENZA. §. VI. (C)
STARE SUL GRANDE, o IN SUL
GRANDE. Usar fasto. Viver con alteri-
gia. Lat- superbe agere, magnos spiritus
bttbere. V. Flos. 35». ì'arch. Ercol. 91.
Stare in sul grande, in sul gravc^ in iuX
severo ec. , io sul mille, significano quasi
una cosa medesima, cioè così col parlare,
forae coir andare, tenere una certa gravi-
ti conTCDÌcDtc al grado, e forse maggiore.
Salv. Spin. 1. I. Io non so s* e' st stan-
no in sul grande, o se puro egli abbiano
in testa qualche altro umore.
STARE SUL GRAVE, o IN SUL GRA-
VE. Usar portamenti e maniere gravi,
Vivere con gravità. Lat. gravitatem in-
duere, Gr. 7sju.vu-/£5Sr«i. ì'arch. Ercol.
^1. Stare in sul grande, in sul grave, in
tal severo, in sull* onorevole, ia sulla re-
putatione, e finalmente in sul mille, si-
gnificano una cosa medesima , cioè cosi
col parlare, come coli' andare, tenere una
certa gravità conveniente al grado, e forse
maggiore. Malm. 6. 108- Che questi cil-
taduii. Che in ^imil luogo star dovrian
nil grave. Rendono ec.
STARE SULL'ALI, o IN SUI.L'ALI.
J^olare. Dant. Inf. 17. Come '1 falcon ,
cb* è stato assai sull'ali. But. ivi: Ch'è
stato assai sull' ali, cioè in aire roteando.
•f §. Stare sull' ali, o desto in sulF ale,
^guratant. si dice dell' Essere in desiderio,
o risoluzione di muoversi. Stare in punto
per partirsi, Lat. discessui pn>mptum es-
se. Fed. STAR SOPRA, g. Vili. Lasc.
Gelos. 3. 4- ^'*) state desto in sull' ale .
Malm. 13. 4^- £ P<^^ partir di quivi sta
in sull* ali.
STARE SULLA PANCACCIA. Lo stes-
ro che Stare alla pancaccio. Lat. trivio
cnnterere. Gr- èv tsisVoc^ cy/xars^£5-
Sai. Cant. Carn. Ott. 25. Chi vuole udir
bugie, o novellacre. Venga ascoltar costoro,
Che si stan lutto 1 di sulle pancacce.
STARE SULLA PAROLA. Mantener
la fede.
STARE SULLA REGOLA. Osservare
la. regola. Jmhr. Furi. 2. 3. Delle sue:
«UT sempre sulla regola.
* STARE SULLA SUA. Tener suo
grado. Star sul grande. Cecch. Dot. 3.
S. Io mi stetti sulla mia ( Fed. STAR
IN SULLE SUE, §.). (F)
STARE SULLA VITA. Fermarsi in
piedi colla persona diritta, e la testn al-
ta. Lat. rcctum stare, Terenz. Gr. o^3«i
•'era'»*».
ì'ocabolario T. II.
STA
§. I. Stare sulla vita spirituale, vale
attendere alle cose spirituali, Applicare
alle divozioni.
§. II. Stare sulla vita amorosa , vale
Fare il galante. Seguir le dame.
3 STARE SULL* AVVISO. Procurar
d* esseiv avvisato. Far diligenza per aver
notizie. Pav. Camb. io5. Questi arbitran- I
ti, che stanno alle vedette e sugli avvi-
si, vcdrebbono che ec.
?I^ §. J'alc anche Stare in guardia .
u lìern. Ori. 1. l3. 24- Stava ben sul-
l'avviso alla vedetta H . Jr. Fur. (^S.
^6. l'iUggier sta suU' avviso e si difende
Con gran destretza, e lei mai non offen-
de. (Pe)
* STARE SULLE BEUTE, .fierte^^m-
re. ì'arch. Suoc. ^. 6. E tempo questo
da star sulle berte-. (Cj
* STARE SULLE GALE . .attendere
agli ornamenti, agli abbellimenti. /'. GA-
LA, g. IL (Cj
5? STARE SULLE INTESE. Procurare
di essere avvisato j Star sull' avviso. J'.
INTESA, ^, (C)
* STARE SULLE PUNTUALITÀ*. Lo
stesso che Stare in sul punto. Jl FocaboL
alla F. PUNTIGLIO. (C)
STARE SULLE SPESE . Vivere con
ispesa j e propriamente ì ivcrc fuori del-
la propria casa con dispendio. Lat. suo
impendio vivere.
STARE SULLE SUE. Lo stesso che
Stare all' erta. Stare in cervello , Stare
in sulle sue. l arch. Stor. 12. 44^- 1'
giorno di poi, stando ciascuno sulle sue,
gì' Italiani ce. ù mossero d' iotoiuo olla
nona.
g. Talora vale Badare a se, 0 a'fatti
propri i.
STARE SULLE VEDETTE. V. STA-
RE ALLE VEDETTE.
t STARE SULLE VOLTE. Sùirc at-
tento alle congiunture.
STARE SULL' ONOREVOLE . lo
stesso che Stare sul grave. Fir. Di.tc.
an. 26- Io bo paura che il voslio vole-
re stare iu sull' onorevole uon vi faccia
marcire in questa prigione.
STARE SULL' ORLO DI CHECCHES-
SI'A. Esser prossimo a fare, o a ottener
checchessia.
ì:- STARE SULL'USANZA. Jltende-
re alle foggie, agli ornamenti. Cecch. Dot.
2. 4- E per non perdere La maggioranza
stanno più sul mille, E sulle gale e su l'u-
sanze che Quelle delle gran doti. (I\'j
STARE SUL SICURO. i\o/i correr ri-
schio. Lai. iVi tuto esse. Gr- j'v ot'tivoj-
vcu £tva(.
STARE SUL SODO. J^on s'ingerire
in cose frivole o vane , ma Tenersi nelle
importanti e opportune j Fuggire gli
scherzi. Lat. seria cogitare. Gr. 'zzp.-yj-
STARE SUL SUO, o IN SUL SUO.
Abitare nel proprio suolo.
g. Stare sul suo , il dicono anche gli
uomini di contado del Coltivare, e Lavo-
rare i prnprii beni.
STARE SUL TAGLIO, o IN SUL TA-
GLIO. Dicesi de' mercanti di panni o
drappi, che vendono a minuto. JSIalm. I.
16. Onde il nostro mesticro, idc^t la guer-
ra. Che sta in sul taglio, non fa più fac-
cende (qui figuratam,, ed in sentimento
equivoco ).
STARE SUL TERMINE. Es.ier vicino
a terminare.
STARE SUL VANTAGGIO. Procura-
re industriosamente i proprti vantaggi.
STARE TERRA TERRA. Essere in
basso stato. Lat. humili loco esse. Gr.
xsrorat xstjuiKt.
STARE TORTO . Contrario di Star
diritto.
STA
1377
STARE VERSO CHECCHESSIA. Es-
sergli vicino.
STARE VESTITO. Jvere le vesti in
dosso.
* STARE UMILE. Jvere umiltà. Es-
ser umile. Fior. virt. i3l. Non insuper-
bire, piTchè ti sia fatto onore, ch'io sono
uomo, come tu , e pero sta' umile , e fa
reverenza al popolo che ti fa' onore. (C)
STARE ZITTO. Tacere, iVo/i parla-
re. Lat. silentium tenere, silentio vaca-
re. Gr. rrc/Kv, nwjràv. Alleg. 5. E i
buon soldati in tampò, o *n cittadella Si
stanno zitti in far la sentinella.
STARLOMACO. J'.J. Astronomo.
Lat. astronomus. Or. tÀzTaó-iOti-o^. Fit.
Bari. 6. L'uno delli starlomachì , il piìi
savio di tutti , disse al Re ec. E ap-
pres.to : l'iù <lubilava di <]uello, che d' al-
tra cosa, perciocché li stailomachi arca-
no detto ec.
•f STARNA. Uccello di penna bigia,
e della grossezza presso a poco d' un pic-
cione, la carne del quale è di grato sa'
pare. Lat. avis extcrna. Gr. 5f3v£0v £^u
Ti/ov. Lab. 191. Le starne, i fagiani,
i tordi grassi, ec. Cr. IO. II- 5. Egli
pigliano ( i falconi ) anitre, agbironi, oche,
grue e starne, e molti altri uccelli. Frane.
Sacch. Op. div. 90. Starne per natura
imbolano l'uova 1' uoa all'altra, quando
è '1 tempo del covare ; ed essendo na-
ti i figliuoli, gì' induce la natura a cono-
scere la loro propria madre. Ciriff'. Calv.
4- 118. Ed io, quale il fabou fuor del
cappello, Ch' aspetta, avendo la starna ve-
duta, ec. Alleg. 22. Dopo i goduti bec-
cafichi e starne.
g. I. Seguitar la starna, figuratam. si
dice del Seguitar checchessia senza ab-
bandonarlo. Lat. individuum comitcm .»c
praeberc. Gr- oLoioitpiruz T^,:o5/ci>x5&ai.
Maini. 5. 3o. Per non lo perder d' oc-
chio, e eh' ei le manchi , Segue la star-
na, e gli va sempre a" fianchi.
^ §. II. Appostar la starna , dicesi in
provcrb. di Chi spende il tempo in codiar
gli andamenti altrui e di Chi pone /* oc-
chio addosso a checche s.ùa. ì . APPO-
STARE, §. Vili. (C)
STARNAZZARE. Gittarsi addosso la
terra col dibattimento dell' ali j il che è
proprio della starna , benché si dica an-
che talora delle galline, e d' altri uccel-
li. Salv. Awert. 1. 2. l4- Parimente lo
starnazzare, ch* è formalo da starna, non
pur di questo , ma diccsi egualmente di
ciascun altro uccello, e non fa iorza . se
da prmcipio fu metafora, 0 no.
§. 1. Per Dibattere semplicemente. Fir.
Disc. an. 10. La buona quaglia, starnaz-
zando 1' ali per la gabbia con più empi-
to che poteva, fece tanto romore, che il
padrone sentì.
§. II. Per l sparpagliare. Sparnazzare.
Buon. Fier. I. 4- 8. Assaltan le botte-
ghe, mangian , beono Saccheggiatori , e
ciò che c'è starnazzano.
* STARNO. Il maschio della Starna.
Morg. 14. 5l. Evvi lo starno, e la star-
na in sospetto Ch' ogni ucccl che la
vede non la pigli. (Br)
STARNONCINO . Dim. di Starna.
Cron. Morell. 262. Come fanno gli uc-
celli rapaci a* piccoli istarnoacini, che con
poco di fatica gli prendono.
STARNONE. Starnotto. Burch. I. 128.
Innanzi che la cupola si chiuda. Certo sa-
rà gran macco di slarnoni. Bern. Ori. 1.
6. 32. Oh che tordo, diceva , oh che
starnone. Anzi pur che vitello ho io tro-
vato I
STARNOTTO- Starna giovane. Cecch.
Esalt. Cr. 4. 4- ^"68''"" »» 1"'* »■ '^ '^»
che parvon proprio Una covata di star-
notti in una Stoppia. "^ Pros. Fior. pari.
173
x378
STA
STA
STA
3. voi. I- Cic. pag. 221. S'è vero, come
e verissimo, che i l'icrion (;rosii, le tor-
tore, j;li starnotti, e va tHsrorrcntlo, sieou
uccelli vr. L! (if'pri'sso : Onde Iiisugna per
forza eredcre chi-' gli ^larnotli, e i )<iccioti-
cini sieno anco loro lierruGrbi, ce. f/ij
STAIì.MJTA.ME.NTO . Starnutazione ,
Lai. sternitlaiio , sternutaniciiltiut . Lih.
cur . maiali . Sono ofiesi da soverchia
quantità di starnulamcnti .
STARNUTARIi. Starnutire. J.at. ster-
nuert' . r.r. •Z'v-p-jj'éO.i ■ ^c/l■ ì'ist. V. se
per avventura alcuno *U loro tosse, o star-
nuta , o singhiozza , sì non ramperà egli
dì esser hatluto. Cr. g, 25. 2. Ber'a as^ai
meno, e comincerà a tossire spesso e star-
nutare .
STARNUTATORIO. Medicamento che
fa starnutare. Lai. sterniitatoriiim . Lih.
cur. ma/a ti. V>\ fiequentemcntc questo
starnutatoiio io poKere. *
STARNUTAZIONE. Lo starnutire.
Lat sternutano . Gr. TTry^/iio; . Cr. 5.
25. 2. La sua [lolvcrc , posta alio nari ,
provoca slarnutazinne , e mondifica il ce-
reliro dalla supcrlluìla flcmmalira . f'o/^.
Mcs. Slarnulazionc è utile all' epilensia ,
a! mal della ijocciola, e a' capogirli.
•f i'r STARNUTENTE. Che starnutì-
xce _, Che starnuta. Magni. leti, scient.
pag. l5p. Tolta via la simigliaiiia tra lo
starnuto, e lo starnutente, la Tavola perde
subito tutta la sua grazia, ec. (A)
:'r STARNUTIGLIA . Tcrm. de' Far-
macisti, ec. Medicamento cefalico a fog-
gia di tabacco in polvere, per eccitare lo
starnuto, detto anche in Jorza di sust.
Starnutatorio. (A)
STAKNUTiRE. Mandar fuori lo star-
nuto. Lat. slentuere, sternutare. Gr. "inup-
v3vai. y^orr. noe. 5o. 12. N'oi sentimmo
presso
di noi ilarnutire^ di che noi uè la
prima volta, ne la seconda curammo: ma
quegli che starnutilo avea , .starnutendo
ancora la terza volta, e la quarta, e la quin-
ta , e molte altre , tutti ci fece maravi-
gliare . Cr. 9. 25. 4- Pt^i" q"Psto il «^ii-
vallo starnutita, e gilteià gli umori freddi
e liquidi a modo d' arqua. Cron. Mordi.
332. Non possono starnutire , se non s'
appoggiano al muro , sì sono indeboliti .
■? Iluon. Pier. 2. 2. 6. Il fiizzo la fa
piagnere , e 1' amaro Fa vomitare , e '1
pizzieor pel dosso Squoti-rsi , ed iutasala
smocciraudo Starnutire e soffiare. (C)
STARNUTO. Strepito col quale si man-
da fuori per le narici e per la bocca I'
aria spinta con violenza per una veemen-
te contrazione del petto. Lai. sternuta-
mentum, sternutano. Gr. TiTO-Cfiói. lìocc.
nov. 8. 8- Co*>a che non fosse mai slata
veduta , non vi crctlerci io sapere inse-
gnare , se ciò non fosscr già starnuti . /■.'
nov. 5o. l3. l'arendogli rhc di quindi
venisse il suono dello starnuto, aperse un
USciuolo. Cr. 6. 82. 2. Conlr' alla super-
flua umidii^ del 1 crebro, siccome ntUu le-
targia, si pr»ivocbi lo stmnuto con la pol-
vere del suo seme ( del nasturcto ) posta
alle nari. /.«oh. l'ier. 3. 4- 4* 1"'?"^'" *^o"
gli starnuti i! naso scusso.
*f STARUGCARE. Terni, dei Giuoco
de* Tarocchi, tiiucar tarocchi superiori,
per torre via quelli degli avversarii.
STASARE. Contrario d' /nta.tare. Bi-
muovere, o Sturarci' intasamento . fted.
0.ts. an. 95. Lu dirla ben rrgobita è la
più sicura mt-dirin.i per rimcHr-rc in sesto
Ir viscere degli uomini, r per islasare gì*
inlrignlissinii rauali e andirivieni de' loro
rorpi . * /' Cons, l. 2?J\. È necesuaii"
ancora stasare bene e sputare bt-ne i ca-
nali che scorrono per *»so fegat», e libe-
rarli dalla gruma interna che gli rendo
ostruiti, (/i)
STASERA Qucst<i sera. Lai hodie ve-
speri. Gr. t«J:v;; icripyi . Jìocc. nov.
77. II. Egli ri è stasera venuto un de'
suo' fratelli. J il. S. M. Madd. 71. Or
bene sono le pecore »enza pastore, come
ci dicesti stasera . A' 98. Oh come 1" a-
spelterò io stasera, <^ da qual p«rte mlirò
la sua voce dolcissima? Morg. 19. 77. Ma
penh' io non v' aggiungo con la scala ,
Purgante e tu v' aggiugni senza zoccoli,
E' converrà che stasera tu smoeeoh.
# STATARE. Tcrm. degli Agricoltori .
Lasciar correre un certo spazio di tem-
po dalla prima alla seconda aratura ,
acciò la terra smossa possa ricuocersi^e
risentire tutte le influenze dell' aria. {A)
•f :*.: STATARIO. Term. della Storia.
Sorta di soldato romano , che non entra-
va ncll' azione delle scorrerie , ma che
aspettava il nemico, stando al suo postoj
e trovasi anche nxato addiettivamente. Sal-
vin. Iliad. l3. !\^. Né ad Achille, d'uo-
mini sbaraglio, Daria la man nella stataria
pugna. <A)
t STATE. La più calda delle quattro
stagioni . Lai. (rslas . tir. ^ipo^ . l.occ.
nov. 44* 7- ^^^ suole esseie usanza che,
andando verso la stale, le notti si vadano
rinfrescando. I.ah. 263. Che nelle Cbijne
di mezza state <'on molto meno noia diniur-
relibc ogni schifo , che vicino a quello .
Dani. Inf. 27. Che muta parte- dalla sta-
te al verno. Petr. son. 181. Ch'un fuuro
di pietà fessi sentire Al duro cor , Ch' a
nipzza stale gela . Arrighett. 5o. La pri-
mavera dieile il segno , e la mala state
recò la fibbrc. Cas. lett. 51. Ma fui lau-
to trattenuto a Roma, che la state mi so-
praggiunse .
SIATERECCIO. V.J. Add. Distate.
Lai. asiivus. Gr. S-eCtvc^. Cuid. C Caden-
do dai;li stalerecci frusti degli alberi, e da'
loro spogliali rami . /ìoez. G. S. !^2. Or
se' tu ornalo della varietà de 'fiori di pri-
mavL-ra, o la lu.t abbondanza moltiplica in
frutti stalerecci ?
STAT ICO- Susi. Ostaggio. La l.obses.
Gr. ouTtpOi. Morg. 24-20- E statico il mon-
ton sia dato ai cani, E tu sara'quel dr.sìO
e' tuoi Pagani, tìuìcc. Stor. Avendo pri-
ma conecdulo che il figliuolo del Mai che-
se di Mantova, che era appresso a Giulio
per statico, libero d.dla fede dala. potesse
ritornarsene al padre . farcii. Star. ^.
8'(, Ui qiiest' accordo ct>ntenlare nt>n ^i
volevano , dare loro per i&laticbi selle a
loro scelta.
t Ili STATICO. f'.A. Add. JmnioMle.
Piai. S. (ireg. 3. 22. Kuc >t.itiro. cioè te-
nuto per mudo, che non si potevu di «piivi
niuo%ere. f di .folto: Uis»e com'egli era
statico, cioè tenuto, sicché muoverp non
si poteva. (J }
■fi STATISTA. Personaggio di povrr-
no, che regola pli affari dello Slato. Lat.
politicus . Gr. 7:5Ì.iT'/0^. Segner. l'red.
33. 3. Buon per lui, rhe non rhiamù pri-
ma a trattato su quoto aOare %rruno di
quegli iniqui statisti , di cui parliamo. (*)
lìart. (ìp, I. 344- '^'b ^> ^i** "** <'*glì<> •
se vuole, a^li slali^ti , ai quali Tilteno è
un mostro in genere dì prudenza. '{))
f 3 STATO. Susi, (yrado , Condizio-
ne , /' l-'ssere d' una persona , o d' unti
cojFo , 0 d'un affare. Lai. grathts, con-
ditio , status. Gr. ^«&;C^^, ««TotTr^^'n;,
yivpoi. liocc. nov. I- 9. La cui tnalìna
lungo tempo sostenne la polcniia e lo sta-
lo di messer Musrtiitlo ■ /-.' nov l3. 12.
Al quale Alessandro ogni suo sialo liliera-
mente aperse. l\ nov. 16. 1|. Essi po-
trebbono, se vivi fossero, nel penluto sta-
lo tornare. /■.' num. a.S. Del tuo prcsetilc
^tnto niente dico, i'' nov. !yi)- !\. Di na-
ilon nobile, ma «li cattiva vita e di bij«i-
ntc%'ole 5liilo. A." nuin. I9. Trovandoti la
gu;i>tadetla xota . fece un gran i omorr .
che niuna cosa in casa sua durar poteva
in istato l'Cfoè^ si poteva salvare, o lascia-
vasi stare nel luogo, eil essere in cui era)-
E nov. 42. 16. Laonde sommamente Mar-
lurcio venne nella sua grazia, e per con-
seguente io grande e ricco stato. Pass. 260.
Fugge come 1' ombra, e mai dod isti io
istato. /:.' 3ll. Ella è Deces*aria ad ogni
uomo , di qualunque stato e condttioDe
si sia . Petr. son. 2o3- Che '1 dolor di-
slilla Per gli occhi miei di vostro stato
rio. K canz. ^5. 3. Fui mal accorto a
provveder mio slato. Cicer. Div. la quel-
le si seppe si reggere , come a stato di
pace si convenia. 6'. V. 7. 88. 1. Esseo-
do la città di Firenze in felice e buono
stalo di riposo . Pani. Purg. \\. Nello
stato primaio non si riusciva. Dm. Comp.
2. ftO. U^urrione della Faggiuola, antiru
Ghibellino, rilevalo di basso stato. Cavale,
l'rutt. ling. \ olle Iddio mostrare che quel
luogo era Iraslatato di puzza e di teoeure
a stato di santità e di lume. Tes, Br, 3.
9. Quandu la lua magione è compiuta, e
fornita nielli suoi edi6cii, serondo lo slato
del luogo e del tempo, tu dei fare came-
ra e sala là, ove 1' ampiezza della casa li
mostra che meglio stia . Sagg. nat. esp.
26. i^uesl' allt-zza, quaniunqoe ec. alquan-
to più per le stagioni varie , e stali diver-
si dt-U'aria si sta osservata variare, er
•'.' Cuicc. Slor. 17. 175. Le quali cose .
oltre alla dilazione molto peroieioia nello
slato che erano te cose , non riusciroou
con quella stabilità e riputazione che sr
si fossero oltcnuli i f^nli dalle leghe. fCj
* §. I. Persona di .fiato, vale Per-
sona d' allo grado e condiùoiu . ■ Pass .
228. Quando alcuna persona nuliile e di
stalo abbia ricevuta alcuna ingiuriosa co-
la o oltraggiosa villania da persona vi-
le «. (yj
* g. II. Stalo, assolulam. , per Duo-
na fortuna , 0 simile, fìocc. g, IO. "• 7
Non che io faccia questo, di prender vo-
lenlier marito, e d' aver caro quello il qoale
vi piarerà di donarmi , che mio onore e
sialo sarà; ma ce. (I )
f <• §. III. Stato, vale anche Sfmrzo ,
Pompa , che altri tiene nel vtvere. Bocc.
g. 2. n. 8. Quivi era un altro de' mali-
scahhi de! re, il quale grande stalo e nnolla
famiglia lrne« . fi', tron. ìell. 63. Ma
n»ollo si svalio per lo grande diletto prese
di li , e stalo che vi lenoe . (C)
* §. IV. Stato , vale anche Grazia ,
Autorità : onde Avere frande stmto , o
Pssere in grande stato appo alcìtmo, vale
Aver grazia ed autori tf'i apf*o alcun»,- Roer.
nov. 52. 3. Utuiìfaziu papa, appo il quale
messer Gcri Spina fu in grandissimo iX»-
lon.(C) E g. 2. H. I. In Tnvigi aiuta-
va , e appresso al Signore aveva grande
s'.alo (ì'}
* ^. V. /Vr Professione di vita. ì'it.
SS. Pad. I. 4- Incominciandosi a ddellare
dello sta1<t dell'eremo per anii»re di Dio.
Segner. Pnrr. in*tr. cap. X Taolo succede
Della eleiion dello stato. K ài Sótto : Le
varie professioni di vivere, e i T«riÌ posti
chr da noi , srrttndo il modo comune di
l'avi'llare . si rbianiano siali, lì )
^ §. VI. Per Modo da vi^ter. Mante-
nimrnlo . Dorfh. (trig. Fir. gì. Tal 6-
gliuulo, rhe lutto lo sialo suo avea Ori di-
fendere e mantenere gli atti patemi (cioè,
y es.\cr suo), fi)
t j;. MI- Per Mantenimento , SalnU .
Petr. cani. 29. 3. Ben pmvvide natura al
noslm stalo ,' Quando dell* Alpi schmm»
Pine fra noi. e la Irdewa rabbia.
S Vili. Slato naturale, die* ti P f>
sere natur,ile dt checchessia prima f ai-
terarsi per qiiaì^vof^lia accidenU . Sagg.
nat. etp. iSS. Sialo oalundr sigoifica il
grado al quale arriva 1' acqua . o alUfu h-
STA
quore > nel collo del vaio» avanlì cb* eì
stu messo nel {ghiaccio.
t §. IX. Stato della febbre, vale il Col-
mo , Lai. status, vigor. Gr. ct/arl. Ott.
Com. In/. 20. 36o- Sieconie li incdiri
sanno le accesuoni , &tdti e recessi delle
febbri .
sOt §. X. Per Lo star fermo senza muo-
versi. lìemh. Stor. 5. 65. Le navi da ca-
rico, per cagione d' una j^raode tranquil-
]iù iopravveiiuU , nun poterono ne gire
innanii, ni' di Kljto muover:»! punto. f/ j
Tass. Dia/, l". della yohi/. k foiza che
questa viitù (del seme timnnc J a lungo
andare scemi ed invecchi , come fauno
(utic le cose della natura , che hanno il
priacipio, e lo stato, e d decremento. (T/*;
f §. XI. Stato, vale anche Stabilità,
Fermezza. G. f. 1. 5o. 3. lesu Cristo
disse di sua bocca, che ninna cosa ci ha
stato fermo. * Ì>. Oiord. 29. Come le
stelle , che sono molto diluogi dalla tra-
montana ce, si movono fortej cosi i mon-
dani , che da Cristo sono dilungi , non
hanno stato. (J')
3 g. XII. Per rominio. Signoria, Po-
tenza . Lai. principatits , regnimi , inipe-
rium. Gr. at^'* ■ P"^^- 210- Beni della
fortuna sono ìe cose che son fuori di noi
ec. , come sono le riccheire , le delizie ,
gU stati y le digniladi , la fama - K 228.
Segno di ciò si è che spesse volte e' gli
abbatte, e loylie loro lo stato e la signo-
ria eziandio in que^ta vita . G. / . 1- p.
2. La detta città di Fiesole montò in glan-
de potenza e signoria infino che la grande
città di Roma ebbe staio. E 6. 54- 1- La
città montò molto in i>tato e in ricchezza
e signona. * c"i(ift\ Stor. 4- 234- H Car-
dine di Cortona si lamento poco poi che
egli ec. fo.«c stalo cai;ione che in quel
giorno non si fosse stabilito in perpetuo
con le armi e cui sangue dei cittadini lo
stalo alla famiglia dei Medici. (L)
# §. \II!. Stato, dicesi anco della
Forma del governo di un popolo, rf' una
nazione, m Vant. Jnf. 27. E quella (ter-
ra ), » cui '1 Savio bagna il fianco ec.
Fra tirannia si vive, e stato tranco. Guicc.
Jvvert. 100. Concordano tulti essere mi-
gliore lo stato di uno, quando è buono ,
che di pochi e di molti e buoni. (C)
# g. MV. Stato, significa ancora il
Governo, l' .Imminìstrazionc d' un paese,
d* una società politica. Guicc. Stor. 9.
253. Àltrimfnti interpetrando sarebbe in
potestà di pochi ec. T alterale ogni giorno
lo stato quieto della Chiesa, 'l'j
* g. XV. Caso di stato, lo stesso che
Delitto di lesa maestà. Buon. Fier. 3.4-
9. Fan parer caso di stato. Di ribcllion,
di crimenlese. ì . CASO, §. Xlll. (C)
* §. XVI. Bagione di stato. 1'. RA-
GIONE, §. \l\.(C}
* §. XVII. Stato, si dire anche delle
Città, e Terre che sono sotto un medesimo
gOi'Crao. Fine. Mart. leti- 63. Ha prov-
visto Dio, che la rcina di Polonia ec. lo
abbia tenuto tre anni governatore, o com-
missario generale, nello stato di Bari, e di
Rosano. (C/
# §. XVIII. J^r rissa::Ìone, F.stasi .
Oh. i'om. inf. J 54- Socrate slava in
ù pertinace stalo per notte e per di , e
per di e per notte ec> immobile, e in
'piclli medesimi alti di bocca e d* occhi. (C)
STATO. Jdd. da Stare. Lat. com.
moratus. Gr. fxiivv.^. Bocc. nov. 7, io.
Incontanente gli corse nell'animo un pen-
sier cattivo, e mai non più istalovì.
STATUA. I igura di rilievo, o sia scoi-
pita, o di getto. Lat- statua , signum.
Gr. OL^èpiv'.^, u.'f'xip.'X. Bocc. nov, 63.
l3. Farete di far porre una statua di ce-
ra della sua grandetza a laude d'Iddio
dinanzi alla figura di messcr santo Am-
S T A
bruogio. Peir. canz. li. 4- E tra gli al-
tari e Ira le statue ignude Oyn' iiiipicsa
rnidel par rlio si traili. Conv. 208. La
statua di niamto, o di It-gno, o di me-
tallo, rimasa per memoria d' alcuno va-
lente Uomo , si dis:>uniiglia nello efìctto
mollo dal malvagio discendente; peroc-
ché la statua sempre all'ernia la buona
opiuione in quelli che hanno udito la
buona fama di colui, cui è la statua.
Croniihelt. d' Jwar. 82. (jueslì non è
esso, anzi è ima statua.
STATUALE. Che e descritto nel nu-
mero de' cittadini, e partecipa del gover-
no dello stato. Lai. civis pieno iure.
tran. Marcii. 276. IVon ragionare d'al-
cuna rosa lun lui, se non in presenza
d' alai statuali. Jgn. Pand. 14. Tu sta-
tuale , seguitando la i<;uoranza e 1' arro-
ganzia d' altri , n* acquisti malivolenzia.
E l5. Che conlentameulo può avere lo
slalu:de, avendo lutto di a porgere il vi-
so a' lapinatori, barattieri ec. ? J arch.
Stor. 6. 143. E questo s' intendeva di
coloro i quali erano statuali, e il bene-
ficio avevano della città.
5;: ,STATUAlìE. Fare statue. Beni'.
Celi. I il. 2. 297. Allora era veramen-
te tempo da nidilare, e non da slatua-
re. E 3. 319. Ancora dico che questa
maravigiiosa arte dello statuare non si
può fare, se lo statuario non ha buona
cognizione di tulle le nobilissime ar-
te. (CJ
STATUA!'.! A. Sust. L'Arte di scol-
pir le statue, o di gettarle di bronzoj
Scultura. Lat. ars statuaria. Gr. ayai-
p-u-zoTioiia:. Borgh. Hip. 26. La pittura e
la statuaria, cioè il gittar di bronzo , eb-
ber coniinciamento a tempo di Fidia.
STATUARIO. Colui che fa le staine.
Scultore. Lat. statitarum artifex , scul-
ptor , statiiarius . Gr. a.vòptoi-jrc'TZQi.oc.
Cnid. G. Quivi erano li dipintori, quivi
emuo li staluaiii. Buon. I ler. 5. 5. 2.
La ricoperta d' uro enea figura, Semliian-
za della Dea che nella mente Fu cou-
iclla di Giove, \i mandano i piò illu-
stri statuarii. Tardi. Lez. i65. l marmi
souo oiòioariamente il subbielto degli scul-
tori j onde i Latini gli chiamavano prò
piianiente maimorarii, e quelli che face-
vjDo le figure di bronzo, statuarii.
-\' STATUETTA. Dim. di Statua.
Lat. parva statua. Gr. 'xvo^OTi'5/05.
Pros. Fior. 4- 22. Wè meno starò a nu-
merare le staluetle , le pitture, 1' antica-
glie, e le rarità che, mercè della liber-
tà di lui, si vrggono. (•) Letiv. Celi.
Ftt. 2. 4^- Insieme con la detta chi-
mera si era trovato una quantità di pic-
cole statuette pur di bronzo. (Cj
t'^- STATL'INA. Piccola statua. Sal-
via. Cas. 3o. Dalla medesima credenza
altresì nacque 1' uso degli Artefici Ate-
niesi, i quali a bellissime statuinc di Dei,
di ^"enere, dì Cupido, delle Grazie, e si-
mdi, bruttissime effi|;ie di deformi Sileni
circondavano, con tal arie lavorate, che
chiudere ed aprire ai potessero. (N)
•'.- STATULNO. Terni, degli .^-cultori.
Add. Pi statua. Simile a statua. Boti.
Piai. 4- l4^- t^redeva {il Bellori) che
la pittura andasse a perdersi, perchè ve-
j deva che le cose buone parevano catti-
ve, e che erano tacciate di dure, e che
avessero dello statuino e del marmo-
reo. (B)
3 STATUIRE. Fcliberare, Bisolvere.
Lat. constituere, statuere. Gr. 5ou/iij£-
n'^cCi. Bocc. g. 2. f. 5. Ciascuno com-
mendò il parlare e il divìso della Rei-
na, e così slatuiron che fosse. *? Tratt.
gov. fam. Carità del prossimo statuì es-
sere di sua sincera legge compimento.
Segn. Polit. 2. 88- Statuì ancora per
STA
J379
Ii'^'gc un giudicio che fosse Ìl Padrone
universale, dove tutte le sentenze date
non rcltamenlc dovessino aver 1' appel-
lo, ^r;
■•■ §■ 1- Ter Fermare, Stabilire. Lat.
diem pacisci. Cavale. Att. Apost. 109.
Perocché hae iatatuito lo dì, nel quale dee
j giudicar lo mondo, (f j Cuicr. Stor. lìb.
I 11. pai:. 228. ]■: di poi statuì ìl dì alla
reslìtuziuiie, la ([ualc fu fatta con questo
ordine. (Cj
f ^' §. IL Statuire una legge, vale
Farla. I etr. iwm. ili. 221. Fece e sta-
tui molte leggi, fra le quali ce. statui
certa pena ai tui batoli di quella (pace), f F)
-^ ^;. IH. Per forre, Colloiare. Lemm.
Test. 86- LTe' quali libi
uno appresso
de' consoli sopraddelli, e r;iliio appresso
al Rettore del detto spedale j 1' altio iu
uno luogo evidente e manitesto del del-
lo spedale perpetuamente sia statuito. (C)
^' %. I\ . l'cr J-rigere, Inalzare. Ar.
Fur. 38. 82. Giunto Carlo all' Aitar
che statuito I suoi gli avean^ al Ciel
levò le palme. (Ve)
5? g. V. in forma di neutr, pass, vate
Eleggersi, ti Buon. Ficr. 3- ^. lì. E do-
ve oro si vede e dove argento ec. Mi
statuisco breve la dimora». (Cj
t STATUITO. Add. da Statuire. Lzt.
constitutus , statutus . Gr. TéTay//£'vo£.
Guicc. Stor. 12. 623. Consegnare al Re
di Francia infra Ìl termine di sei mesi,
statuiti nella capitolazione, quella pazza
( tjiti vale Convenuto).
STATURA. Abitudine del corpo , in
quanto alla grandezza, o alla piccolezza-
Lat. statura. Gr. jUs'ysà'O?. />occ. g. 6.
J. IO. Era questo laghetto non più pro-
fondo die sia una statura d' uomo infino
al petto lunga. iJin. ( omp. j. aS. Pian-
gano i suoi cittadini, formati di bella sta-
tura oltre a' Toscani. M. J~. 4- 74- La
sua persona eia di mezzana statura. Fe-
gez. Omc la lor piccola statura contra
la grandezza degli Alamanni avrebbe avu-
to aidimento. Morg. l8. 162. Vcdeslù
mai, Maii;utte soggiugnea , Un uom più
bello e dì tale statura, £ che tanto dilu-
vi! e tanto bea ?
'.' %. I. E figuratamente. Pant. Fil.
nuov. Ì\2. Videro gli occhi miei , quanta
pielale Era apparita in la vostra figura,
Ouando guardaste gli alti e la statura ,
Ch'io faccio pel dolor molte fiate. ( C)
^. lì. Per Grandezza assolutamente.
Pallad. Picemb. 3. Nascono in arbore lU
mezzana statura.
^' g. III. l' fgurainm. Segner. 3lann.
Ag. 26. 3. Paragonati anzi a que* santi ,
i quali hanno tatto per Dio tanto più di
le, e vedrai quanto ti resta per arrivarli
Della statura, o anche per assomigliarli. ^C^
f g. IV. ler Positura. Cavale. Frutt.
ling. Te, 0 uomo j fece diritto in due
piedi, colla statura verso 'l cielo, per-
chè tu pensassi pur del cielo j non di-
scordi adunque il cuor tuo dalla statura
tua. ^- Pocz. f arch. 5- rim. 5. Sol l'uomo
all'alte e sempiterne sedi Erge la fronte,
e con dritta statura Spregia la terra. (B)
V g. V. Statura, per Jslato , Condi-
zione j ma in questo senso è J\ A- Bi-
cord. Malesp. 36. //'(. Come e quando Ai-
tile venne a Firenze, e dì sua statura. (B)
* STATUTA. /'. A. Statuto. Cron.
Teli. 72. In questo mezzo a più nota-
rli di là bene intendenti lessi la statu-
la. (JVSj
•f ^: STATATALE. A dd. Di .•statuto.
Secondo gli statuti. Pros. Fior. P. 4-
voi. 2- pag. 249 I Decuriooati ec. era-
no similmente cariche che il cittadioo
statuiate e municipe ec. non poteva non
accettare. (TiS)
t STATUTARIO. Colui che fa gli
i38o
STA.
STA
S T E
.lalKli. Lat. sl.-,l„lor„m sa. con,l,n,l,o-
„„„ n,unlripal.„n, comlUor emendalcr.
Cabale. Pu,.g,l. Molto >oDO da rM.rc-Dd..
re qui-gli uficbli e slatularu, cLe lulU 1.
Wo .Ululi fanno e.urare. .y<«/. ihrc.
Coslrifinere . cinque coniigller. ce. , a
oloceero in arl.ilri, ovvero slalulani , per
fare e rinnovar lo statuto della l'nivers.U
''"statuto. Leggi di luogo varlicola-
re Lai. slalulnm, con.<lilulio, ter muni-
ripahs. Gr. « /aS«"v, •"""• ".°'■•■''■
8 A c\a ronfortandneli il Podestà , mo-
difiearono il rrudele statuto. (.. l ■ l-
17 2. Correjsono lutti statuti e ordina-
JenU. Macslruzz. 2. 43- Orvero assol-
vessono dalle dato senteaic per provinciali
statuti, ovvero sinodali.
e Per Legge, o Decreto generalmen-
te L^i. lex, flacilum, scilum. decrclum.
rocchi si s-innolira nell "l'isso DeU e-
terno statuto quel clie ch-d., C .- " ogni
creata vista è scisso. Cmd. 6. L oscu-
razione del Sole non si legge clic ma. av-
venisse conlra li naturali staluU. Pass
,07. Ordinarono come la confessione s.
dovesse fare, e del tempo e del modo e
del ministro , facendone legge e statu o
del doversi confessare almeno una volta
l'anno. Bern. Ori. I. l5. 56. Amore ha
Bel suo regno uno statuto , Che ciascun,
che non ama , essendo amato , Egli ama
noi , n-e gli b l'amor creduto. Acciocché
prUi a mal eh' agli altri ha dato, Lasc.
SilnU. 2. 3. Il tuo non e , come J mio ,
cervello da riformare statuii.
# STATUTO. Àdd. V. L. ed yi.
Staluilc. Uni. Par. 6. Sacrosanto si
dice che b composto da sacro e santo ,
ec. Sacro b quello che s' appartiene a Dio;
santo -e quello che b fermalo e statuto ad
alcuno fine, ce. (D) li-r»",. Tr.,1. -,6. In-
fra il tempo statuto per la repularione del
netlore, come di sopra si dice, di
t * STATtlTORE. l'erbai, masc. l lie
„ Chi statuisce , Coslilulore. .V. Jg. C
n ' II. L'hanno ( C.ioic ) chiamalo
vincitore, non vinto, aiutatore, impulsa-
tore, stal.ililort , slatulorc, ce. (.^S)
STAVEBNABE. Voce bassa. Usare
Jtlla taverna. I.asr. Celo.'. 4. 3. Slaver
„a , staverna oramai , vien giù tosto : il
padron ti domanda.
STAZIO, y. ^- Slama, Abitazione
I.at. s(ntio. Gr. ^Taii;. ';• V- k- 9
Fu il primo ovUc e stano della rifatta
,i,là di Fircnic r nel testo Dnv. « legge
""sTAZIONABIO. Add. Che interrom.
PC con qualche fermala la conlinua:-one
del suo nro. -mento; e .<i dice per lo ,.».
de- Fi"""!' '•■"■"•<• ^"l- ''••\- '■ '• ti
pianeti che hanno epiciclo , alcuna volta
.ono retrogradi, alcuna volta progressivi ,
ed alcuna volta sta.ionarii. Allora e sta-
zionario lo piando, quando sta ,n un me-
.lesimo sito. E 8. T. Quando e ai due
punti che toccano lo dclercnte allora si
dice lo piando staiionario. (,»/. S,sl.210.
Vcuuo in un trotto ec. farsi il mar direi-
lo. senta restar pure un momento sta.io-
"°STA7.I0NE. Che gli antichi usarono
ro.'i in cenere maschile, come in femmi-
nile. Sta:,», Fermata. Stanca, Abitazio-
ne Lai. .<tntio. Gr. ^Tati;- Ci<lrf. <-. Li
Greci si rassegnarono nel detto porto con
sicura stallone, /-e. l'cc.X r.ia 1 mon-
lanari , dato U segno delle castella , alla
sl.iiione usata si .onvenivano. I: nnpre.<-
.„,.- Intra le guardie e le stalloni de ca-
valieri. Coli. SS. Pad H" canino vino
nel cuor nostro la prima »l.iii"n' . Mor
.V Crcg. ^oi Terremo a lui , e faremo il
noilro slutionc appreuo di lui
S. 1. Stazione, appresso gli Ccele-tia-
stici, .ale Visita che si Ja a •r'ablie
chiesa, secondo /' ordinazione del I onte/i-
ce, per adorare, o per pregare Pio. e per
guadagnare l'indulgenza. Lat. ' ..">"o.
Gr. età..--, l-ir. Trin. prol E non la-
sciare perdonania , ne slaxi..ne , che Dio
»i henidica . Car. leti. 2. l58. eri lo
trovai alla stazione, e mi promise di nuo-
vo di portarmele oggi. Bern. nm.l- lOO.
Non vadan piii pellegrini o romei La qua-
resima a Roma agli stazioni. ^ , y I
•,f * g. II Stazione. Tcrm. degli A-
stronomi. Divisione segnala con una cro-
ce sulla bale.<lriglia. Cai. Sagg. HO. te-
ca non solo misuraU in una sola stazione
qualsivoglia lontananza in terra, ma senza
errore alcuno stabilite le dutanze de cor-
pi celesti, f/l)
* g. 111. Stazione . diceia.ii anche anlicn-
mcnlc Quel .<egno. o divisione del tavolie-
re nel giuoco degli scacchi , che oggi di-
cesi comunemente Casa. Fr. lac. Cess. I\
5. l3o. L' alCno ce in sei suzioni e an-
damenti attorna tutto il tavoliere ( il lat.
ha stationihus) . (N)
t* STAZOKIEBE . r. A. Botti-
gaio. Kim. ant. Folgoie da .?. Cemigna.
no 2. 182. E dare ad ogni slazonicr gua-
dagno , Torchi , doppicr che vegnan d.
Chiareta, Confeltl con citnata di Gaeta;
Bea ciascun, e conforti il compagno. (I )
ir STAZZO, termata. Stanza, far.
Fn IO. 447 Ile con tutti i remi Di tut-
ta forza, e si pingete i legni, Che si fac-
cian da lor canale e stazzo (vedi anche
STAZIO )■ (B)
* STAZZONAMENTO. Lo staziona-
re. Plut. Adr. Op. mor. 4. 2l8. Il sen-
timento dell' udire in colai guisa guasto e
corrotto corruppe la musica ; e il tutto da
lei avvezzo aUe morbidene e lascivie, vol-
le e domandò i disonesti sollclicamcnU e
stazzonanienti delle donne. (C)
f STAZZONABE. Toccare, e Trattar
colle mani. Maneggiare. Lat. attrectare.
Gr. M^i'y--'- l'uon. Fier. 2. 4. IL Le
mercanzie ec. Simbrattan, si slarzonan ,
si sgualciscono. * Bed. leti. 46. E com-
parsa qui al Granduca una gran cassa di
vipere da Napoli ; ed io ogni giorno ne
stazzono qualcuna. (C)
* g. I. Ffguralani. Car. pari. 2. lett.
182. Ve le rimando cosi ( alcune poesie ),
scusandomi dell' ardir che lo. preso a slaz-
z..narle, come ho fatto, dalla piacevolezza
loro, dalla libertà che voi me n' avete da-
U, !■ dal sollucheramenlo che me venu-
to del tempo e delle rose pa.^sate ce. '.B;
+ g. II. Slazzcnare . vale anche I al-
peggiare. Toccar lascivamente. Forch.
Slor. 16. 6.1q. Palpando e slazzonando il
Vescovo. Alleg 7 Ed b miral.il cosa. Che
sLnzzonar si dica Toccar la gola o 1 petto
dell' amica.
STAZZOSATO . Add. da .<!tazzona-
re. Lat. attrrctalus. Gr. ! ;T,)ajr,^!vi;.
r-i-ir. Cara. 16 Che nessuno e a chi
piacci Vna cosa stazzonala . I: IBS. "»-
leci pur faccenda. Ma non lavoro slazzo-
nato e vecchio.
t S STAZZONE. l ■■Il cAr gli
antichi iisaivno così in genere maschi-
le , come in femminile. Stazione. .1-
hilazione. Lai. ..<»(io. Gr. oTaJt?. Mo'g-
16 82 E rilornosii Orlando al suo slaz-
zone . E la fanciulla al padre al i.adigl.one
* e Stazzoiie. vale anche Bottega, ed
• " y. A - r.md r. 35. Per le
dette piazze erano li luoghi dell ari. mec-
caniche con proprie stalloni, /'fcor.y I.
„„,. I. Come fu notte, si m.-e una balla
e un capperone, e andò allo .la.zone.ove
„ vendeva questa vitella. I rane .■^acch.
, ,,0. Mostri) d' andare a sollazzo p. r
la tcl'i'i e andando dove quesL. calzo-
laio sura con U sua slazzone , e ines-
ser nidolfo si ferma, e dwe . I rane.
Parh. 237. ly- Guarda come depom Pe-
cunia a garzoni, O a gente novella, Vf
eh' abbia slazzon UUa ». iCì
STE ATOMA ;■. C ."Spezie di tumo-
re pieno di grassume simile al ttg» ■
Lat. steatoma. Gr. 5T ■:«'•:<.);»«. Lib. cur.
malati. Volle essere curalo di ono stea-
toma d' un braccio. /■: appresso: Li «te*^
tomi fa d' uopo che U medico chuurgo gì.
tragga fuori interi.
' STECADE. Spezie di erlia. Lai. ttae-
chas.CT r,^ci;_ii . Bice". Fior. Xl\
Le conserve de' fiori e deU erbe ..fanno
pestando o tagliando dette erbe e 6on o
interi o spicciolati , come deUa l«Ktonica
ce., dello steeade. /; appresso: Lo steca-
de, la salvia, le rose, e simlU ee., con-
Tiene , trite che sono , pesUrle. ,
STECCA, rezzo di legno propnamenu
piano, noce. nov. 89. 9. Per U qual cosa
un mulattiere, presa una stecca, pnma as-
sai temperatamente lo incom.nco a bat-
tere. E appresso: Gì' incuminc.o con 1.
stecca a dare i maggior colpi ^«1 ">ondo
(qui pezzo da catasta). Borgh. Bip. 173-
Avvertendo pero di lasciare ogni volu see.
care , e colla stecca andar pareggiando e
spianando Q gesso. Penv. Celi. Oref 3».
Appiccasi poi a dello slacco sopra una
slVrca o grande , o piccoU , secondo la
grandezza del lavoro.
e 1. Stecca, si dice a un Legnetto.di cu.
si sen'ono i calzolai per lustrare e perfezio-
nare le scarpe. , .^^
P. II. .Stecca, si dice anche Quel ferro
che si mette nel manico della vanga, sul
quale il conladino posa il piede, e 'ffrtva
La vanga per prufondarla ben net terre-
no , altrimenti detta Vangile.
% III. .V(cfr//e , .<. dicono anche alcune
Strisce di una cartilagine che comunemen-
te si appella Osso di balena, che si met-
tono ne- busti delle donne per tenerli di-
"i \ IV. Stecca. Term. degli Orefici
Co.,) chiama.» un piccolo Strumento d, ^
gno fatto a tornio, con un manichetlo che
^r.e per empiere di f" . ' f'"""^''^
pra In piastra ,V argento, rame, o a^ln
Ltallo'. col quale debbano •"T"'-''^'^
sigilli, e fare intagli per ismalti Baldm.
Foc. Pis. (fi) , , . ^
« g V. Stecca. Term. de- librai . e,.
Strumento da piegar carta , ec(A)
# STEt CAPENTE. Dentellurt. Muz
zicadenti. Lai dentiscalpium . dr. ot-^
TOviv?.;. Malt. Iranz. rim. ''"'''/■ 9^^
Io crei pur ch'abbiate posto •»™'' ^^
quanta sicumera e quant^o onore In lasou
si porta il stercadenle. (")
STEI CAIA . lavoro che tifa a tra-
verso de- fiumi per mandar Vccqua a mo-
lini, o simili ediCzii. * /""r ' ""-^ '^„
Sappiano che nelle spese di mantenimento
non si cmprendono rifacimenti di sl«-
c.ie . gore , stanze , o muragU. che per
caso fortuito . e senza alcun, colpa del
eondiillore rovinaisero I Ci
if o Ste,^aia. diccsi anche alla Chiusura
di le^no che fanno i pastori per raunani il
besUame. Cai. Pif Cape. 210. On con-
tadino nel fd.bricarsi malamente un c^
1 paniH.n di paglia, o '1 pastore nel piantar
I male una steccaia pel .uo gregge , non
acconciamente sanano ripre.i da eh. ac. u-
.asse quello di p-K. intelligenza, ec '/ ^
3 STECCARE F<irr "eceaU, l'«""-
dare di steicato . Guarnire di .leccalo
I al valium cireuminiicere. circ-rnvalla-
re. Gr. sip.^^ix';"^»". ' "' ''• ',.
7l iV V^E n poco tempo ,ppres«> 1
li. i.Tii. r. I s unprese a
alTossam e slecearo. I.i> • •" '. _'„_,,
1 • . .i-^rar la sua Olle in un rooBir
turrnirc e steccar la su« «.-,_
1 ,1 „„■, pr....im.no Star. lisi. I»- SU^-
pifi pp.
S T E
S T E
S T E
l38i
„r«no U. vie .OD tavole , -"^""hi.- con
..«tessono e.«e.-e covs, .1. sfiato ^ Sy^
a sente de' Pisani r.n.ane a .'Me .■>!»• -o
aircca, e qu.Ua steccano e aHossano per
modo, che vettovaglia non v. s. ,."« ">elte .
* 8. I. K.n .«?'■■/»■ "<•""• /•"■"•, " '-"■
Jl,. ATten.i;..si e steccarsi di sotto alla mon-
taena d' Alhalunga ». (C) . , „, . _ .
# <! II. Slnrarr. Ttrm. di' Ch.rurg,.
F„rcX„n fase-Mura nd „n«san,ba.o brac-
cio rotto, v^r mezzo di stecche. (.-Il
STECCATA. Piparo fatto coa.sleco.
„i. ri,ia„. Disc. Jrn. /,l. In luo^o d.
steeeatc, ponei sempre in opera de sud-
detti cantoni di smalto __^^„ , ^.
•+STECCATARE. I ■ A. Steccare, l-^^^
Jiarc. Gr. ^=p'-"Z'?"-'- '^'"'••,.:;^:
20 Poscia ivi a podi. d. fecero stecca-
Ze il castello. K .55. Qn.ne puosono
campo e assedio, steccalandosi la c.tla .n-
torno intorno. ..
STECCATO. Sast. Chiusura, o A,,ar~
t,me„lo fatto di stecconi^. Lat. .•<.//«"> ,
sepes. Gr. yasàxaixtt , £/>«;• Ir. o. 1.
4. Si dee cH^rcondare la corte d. muro
2»Tero di convenevole steccato . Inlrod.
Virt. Divisi sono in due pari. , secondo-
cht tu vedi lo steccato eh' e tran.ez.o d.
loro. r,oe-.. Varch. 1. fros. 6 »on altri-
menti che per lo fesso o apertura d al-
con legno d' uno steccato ti sia nascosa-
mente entrato nell- anima la malattia delle
perturliaiioni della mente.
§ I Per Kiparo degli esercii, 0 delle
ciltà. o terre, fatto di legname. Lat. .»'-
r li 42 4- Afforiaro i Pisani di lossi
e di steccati Chixica. Toc. .')...;• Ann. 2.
36. Cesare co' Pretoriani suo. lu primo a
pigliar lo steccato e sloriarc il liosco.
e li. Per Piazza, 0 luogo chiuso d:
steccato, o.e s- esercitano e combattono,
comhattitori. Lat. agon. Gr. ayt-v. ' ire».
Stor. II. Gliele voleva provare co» arme
in mano in isteceato a campo aperto, ien.
Ben. larch. 5. 3. L'uno de' coml.attenli
passalo da molti colpi , e 1' altro leSB"-r-
menle ferito, si dicono essere usciti dello
steccato pari. Jr. Fnr. 3o. 44 Po^if '"' :
conda a popol lo steccato , Sonando ìi cor-
no , s* appresenta armato.
STECCATO. Add. da Steccare. Lat.
circumtaìinlus, ch.<e.<sus. Gr. Tiss'f.s»-
y^.l.-. Diltam. 5 20. Qui mi trasse Soli-
no .una fonte Al.ondevole d' acque , ed
altre grolle , Chiusa e steccata dalle ripe
conte . Iiv. M. Gi'a il secondo anno 1 Ko-
mani noi. sleccati d' intorno e rinchiusi ,
con fame macerano.
STECCHEGGIABE . Percuoter con 1-
stecche . Fa,: Esop. Andavalo d' intorno
steccheggiando .
t STECCHETTO . Pim. di .stecco:
Piccolo stecco , sottile e appuntalo . Pa-
la/r. •> Ella Iiorliotla allo stecchetto fer-
ma . Oli. Com. Inf l3. 236. Fané di
quelle che sono appresso terra, con molli
stecchetti, e foglie cespugliate , quasi im-
pacciamento .
g. l. Stare a stecchetto, vale Vivere
miseramente, Fare a miccino. Usar gran
parsimonia . Lat. maxima^ rum paratale
victitare.Gr. ìiTTTOTaTK ^lolv.
§. II. Fare stare, o Tenere a stecchet-
to , vate Tenere altrui col poco, magra-
mente, e con iscar.iilà di villo, di danaro,
o d' altro, larch. Sncc. 2. 3. iSon mi
piacciono quei padri che vogliono vederla
sottilmente 61* filo co' figliuoli , e teneili
sempre a sl.cchctto. Malm. 2. 22. Che il
Duca per la sua spilorceria Ognor vie più
tenevalo a stecchetto.
•f STECCHIRE. Keutr. e acuir, pass
Rislecchire. Pivenir secco. Lat. arescerr.
Gr. ^T,crti''.'!-y'. Puon. Fier. 2. 4- •'
Si riliran. rientran, si stecchiscono.
STECCHITO. Add. da Slecchirej Sec- j
ro, Bistecchilo . i'uon. Fier. 2. 1. l5.
l'aleggiar cicatlici , e spianar butteri , t
calli sradicar secchi e stecchili |
STECCO. Spina che e in sul Jiislo, o
,„' rami d' alcune piante . Lai. spina .
Z..le,.s. GV. .S,.rz..Panl.lnfli.yo^
pomi V eran, ma stecchi con losco . Petr.
can- 36. 5. Pien dilacci.e d. stecchi un
.turo corso Haggio a fornire. I-. san. Hi-
E,leln..o campo mieta Lapp.de e stecchi
colla falce adunca. Fr. Cord. Fred. J 27.
rodavano stecchi ovvero card, m queste
fiml.iie , e faceansi pugnerò . piedi^
e. I. Permetaf .1/. A. Il- 3;. Con-
siderando che la foriera era stec,_o nel
occhio al Pisano. Slor. Eur. 6. l33. Con
le asln.ie ed ingegno suo era uno stecco
e spina gravissima denlio pi. occhi di Gì;
selherto. Jar./,. Stor.-]. 174- AccioccLe
„1- Imperiali avendo nel regno quella mo-
fcstia, non altrimenti che uno stecco neU
occhio, non potessero limirare ne volge, s.
altrove . ^ . j , •
8 li Per Peutelliere , Stuzzicadenti.
Lai.' dentiscalpium . Gr. dc^-JToyltjy.? .
Calai. 80. Ne , iu levandosi da tavola ,
pollai lo stecco in Locca a guisa di ue-
ceUo che faccia suo nido ec. , e gcnUl
costume . , ^ ,
111. Stecco, dice.<i anche Qualunque
fuscello aguzzo, 0 appuntalo.
* S IV. Stecchi, dicono gli Scullor, al-
cuni pezzetti A legno di bossolo, noce, osso,
avorio, o altro simile, lavorali a foggia di
/;,„■ con le cocche simili alle lime, pero
alquanto torte, e alcuni simili agli
scarpelli . dei quali essi si vogliono
per lavorar figure di terra, 0 cera, in
quelle parti principalmente *;"•'■»" P"-"
sono comodamente arrivar colle dita. Lai-
din. I oc. Vis. (lì)
STECCONATO. Susi. Palancalo, iniu-
sura falla di stecconi . Lai. valium , scp-
(uni. Gr. li'J.oà/a}'.», if'ly
* STECCONATO. Jdd. Ucciso con stic-
y- \im Case. Ord. f il. L risi,
coni. ir. òim. (CSC. *-,,.,. ,, -
cap. 5. Alcuni sono molli di leiTO, altri
arsi ec. altri stecconati, altri tanaglia-
li f<^P'
STECCONE . Legno piano appuntalo ,
alto circa tre braccia , e largo intorno a
un .lesto di braccio, per ...« di fare slec-
cati stecconati, palancati, chiudende. Lib.
son. 42. Che cricca ti sia data d. stecco-
ni . Serd. Stor. Ind. 2. Se,. Fece ficcare
la notte alcuni aguzzi stecconi per lutto il
guado. Cirij: Calv. I. 8. E pò. cogli slec-
con d' intorno serra.
STEFANO. / ore bassa, che vale Mo-
naco, 0 lenire. Buon. Fier. 2. 4- I»'
Accocchi: pien lo Stefano , aceulaU D.en
mano a Irar su carte , e shahar dadi
Cecch. Fiali. Cr. 3. 6. Vemte meco Ld
alierete il fianco alle rigaglie, ec. (.Pur-
ché noi empiam lo stelano . I >-rcli. ir-
col 6i Quando altfi . avendo pieno lo
Stefano e la trippa ( chfe cosi cl".-""°° '
vol.ariileorpo. o il ventre), e riscaldato
dal vino. Fir. I „c. ì. ^. Or che 1 com-
pare ha pieno Io Stefano , e trangugiatosi
°°* STEGOLA. Manico delP aratro .su
cui si appoggia il bifolco Serd. Prov
Stiva è parte dell'aratro detta anche da.
villani" di Toscana stegola, e l't"^- /^''
ìf STEGOLO. Termine de" Mugnai .
Crosso pezzo d, legno posto in piano, che
e attaccato all' alle d' un molino da ven-
to, e girando fa girare la macine. (Al
STELLA. Corpo celeste luminoso. ì^3.\.
stella. Gr. à-^rrlz. Pece. g. l-p- I- Ogni
stella era già delle parli d' Oriente fugg -
la. Vani Far. 2. Che n'ha coDg.unt.
colla prima stella. E appres.io; Cos. I .n-
lelli-enzia sua honlate MnllipUcata p" '"
stelle spiega. Girando si sovra sua unita-
te. Petr. son. 202. Quanto mai piovve
da lienigna stella.
f :> g. I. Stella Piana , dicesi Quella
che apparisce innanzi al sole. P. DIA-
NA ; e figurnlani. a Ponna di somma
bellezza. Vii. S. pugen. .380. Or ogni
cosa mi pare scurata, perche da noi ti
sei pallila, stella Diana? iì'ì
* §. 11. All'ora della stella, vale Al
vespro . Dial. S. Creg. 3. l5. Va', e m«-
na queste pecore a pascere , e torna al-
l'ora della stella. (A)
4. :;i §. ili. A Stella levala, vale A
giorno fatto, chiaro. Bocc. Tes. 1. I9.
Onde alcun dorme , e chi guarda e ri-
sponde, E cosi infino alla stella levata. (Ti)
•:• §. IV. stella cadente, o precipitante,
dicesi Una specie di meteora notturna ignea,
per cui pare che una stella distacchisi da
un luogo, e vada in un altro, r che tosto spa-
risca. Lat. stella cndens. l ras. Fior. P
4. voi. 3. pae- 123. Di altre affezioni non
vedemmo gran diversit'a: tuoni non mol-
li- saette lare; stelle cadenti . senza nu-
mero, e grandi in laolo. chedi poi d' es-
ser arse rimane impresso il lume nell' a-
ria. (ISS) Segner. Fred. 10. 2. Allora
(salendo al cielo per P alia) intendere-
te che volean diic quelle esalazioni loco-
se, che sotto nome di comete atterrivano
i Principi ; quei fochi pazzi , quei ilrago-
ni volatici, quelle stello precipitanti. fC/*;
:;: g. V. JSon cs.iere sotto le stelle
una pcr.'Onn o una cosa, vale !\on tro-
varsi nel mondo una persona, o una cosa,
pece. g. 1. n. 5. Fu per un cavalier del-
lo, non essere sotto le stelle una simile
coppia a quella del marchese, e della sua
donna. ( f )
g. VI. Stella , per Punto di costella-
zione. Lat. sidiis, a.spectus siderum. Gr.
«STepic/iOS. Petr. son. 277. In tale stel-
la presi l'esca e l'amo. E son. 222. In
tale stella duo begli orchi vidi. Tac. Dav
Stor. l. 265. Ei fu eriato a buona stella
del oadre e fondatore della nostra città
(il lesto lat. ha auspicato).
§. MI. Figuratam. per Occhio. Lat.
ociilus. Gr. o'vSv.Vo;. Pelr. -lon. 258.
Ov' è 1 bel ciglio, e 1' una e 1' altra stel-
la, Ch' al corso del mio viver lume dcn-
nò? Ar. Pur. 7. 27. Come si vide il
successor d'Astolfo Sovra apparir quelle
ridenti stelle, ec.
g. Vili. JPrr Z?ej/i/io. 1.3\. fatum. Gr.
siuafusv/i- /'r(r. .son. 181. Tal fu mia stella,
e lai mia cruda sorte. Tac. Dav. Slor.
3. 3oO. Con miglior fede e stella guida-
van la guerra i capi Flaviani (il testo
lat. ha meliore fato ).
* g. IX. Pi figuratam. dello di Persona
celebre, chiara , gloriosa. F. Vili. ì il
pag. 24. Due stelle della nostra Cll'a,
le 'quali due Arti più che eccelse, e utili
ec. fecero facili ed aperte. (P)
i:- ^ y. Peder le stelle, vale Sentir
^dolore. P. VEDERE. (C)
* g. XI. Stella, chiamasi anche Quel-
la macchia bianca che si vede nel mezzo
della fronte di alcuni cavalli detti perciu
stellali. iPorg. 12. 42. Cavalcava un Al-
fana smisurata , Di pel morel o e sleUa
aveva in fronle. (Ti) Galli. Posili. Ko"
chiamate voi stella quella ancora piccola
macchietta bianca, per la quale un caval-
lo si dice stellato in fronle? (A)
? XII. Stella , dicesi anche Quella
parte dello sprone fatta a uso di stella
che pugne. * F. PHP '■';P"^:^%^'-
rava una stella di spione. (P>) I ir. Trin
2 3 11 padre, che faceva gli sproni, cre-
dendo che lo similare russe come far
oueUe steUe. bel capriccio ■;»"■ bI- J»"""
a fare studiar questo suo figliuolo, creden-
done far un Sanso.,... e n' ha fatto un bue.
i382
s T r.
S T E
S T E
* g. XIII. Persimi/il. Berti. Ori. 1.6.
42. I*"i, presi) il suo (Icslricr, ratto caval-
ca j Trova una rrorr, anzi pure una ilei-
la Di inoltf vie clic r una 1 allra incalca,
IVè sa qual piti ìì pigli» o questa o quel-
la. (!)
* g. XIV. Stella. Ter mine degli Oriuo-
lai. Pezzo tielle ripetizioni, così detto per
In Slift figura, e serve « dii'ider un' ora
dall'altra, fj)
* §. XV. Stella dell' argano j dicono
gli Ottonai ec. per ifanuhrio. (ji)
'.' g. XVI. Mclla. Term. de* Calzo-
lai. Arnese di ferro, che e una spezie di
stampa che si fa sopra il hiico della bul-
letta die ha fermato il suolo , per rico-
prirla. (A,
* §. XVII. Stella. Term. pirotecni-
co. Composizione di materie comimstihili,
le quali essendo gittate in alto nell' a-
ria , danno l' apparenza d* una t'era stel-
la. (A)
§. XVIII. Stella, chiamasi ancheun Ani-
maletto marino, del quale vedi gli scrittori
della Storia naturale. Lat. stella marina.
* Plut.Adr. ()p. mor. !\. 187. U pesce siella
conoscendo tulli i corpi che tocca dissolver-
si e disiarsi, porye il corpo suo, e l'appres-
sa ad altri pesci che gli vengono intor-
no. (€■
STKLLJ^NTE. Stellato. Lat. stellans ,
stellatus. Petr. .ton. 268. Por adornarne
i suoi slellaoli rhioslri. Semb. rini. 66-
Anima, che da 'liei slcUanli cLiostri Cinta
da' raggi si del vero Amore Scendesti in
terra.
§. Per metaf vale Rilucente a guisa
di stella. Lai. sidereus. Gr- a-jrpwi;.
Petr. son. 167. Oli occhi sereni, e le sU-U
lanti ciglia.
STELLARE. ]\'eutr. pass, Riempiersi
di stelle. Lat. stellis exoinari . Gr. cip-
■jTSKUt )«;ji:T3tv. f'irg. h'neid. M. Intanto
il cielo sì stella» u la notte cade sopra '1
Mare Oceano.
STELLARE. Jdd. Di stella. Lat. stel-
Inris. Or. a^r/swo;. Derlam. Quintil. P.
Camliioc la vita 'presta degli stellari corsi.
J'arch. Lez. 268. Chiamandola ora calor
celeste , e ora stellare , e quando altra-
mente.
STELLATA. Spezie di medicamento da
giumenti. ì al. astoletiim , Cresc. Cr. 9.
26. 2. Se gli occhi (del cavallo) sono
osrur.-iti ce. , sotto entramlù gli occhi si
ponga la stellata. /T cap. 32. I. Prendasi
convenevole stellala , e si ponga sotto 'I
capo dell'anca sconcia per un sommesso,
acciocché gli umori concorsi al luogo per
la stellata alihiano luogo e via d'uscir
fuori.
STELLATO. Jdd. Pieno di .«/<•//<•. Lat.
stellatus. Gr. «sresosti. Dant. Pnrg. II.
Sicché mondi e lievi Possano uscire alle
.•^teliate ruote. Petr. son. l3l. ^otle il
carro slellatowin (;iro mena. Tass. f'.er.
12. gì. Kd ecco in sogno ih stellala
vc*tc Cinta gli oppar la sospirala ami-
ca.
f §. I. Per timilit. Fiamm. 6. 3. Era
già in ogni luogo quella slagionr , nella
quale ec. la lcrr.i di varii fiori, di viole e
di rose quasi sti-lltila, di Mleixj conlr.ista
col cielo iillavu. '^ Sannnz. .4rcad. pr. ^.
(^lucila andava stellala di rose, quell'altra
liianchcggiava di gelsomini. /'." pros. IO
Il suo manto era di una pelle ;;randisii-
ma, stellata di macchie hiaiiche. (Hr)
§. II. Stellato, o Stellato in fronte, è
aggiunto di Cavallo che ahhia nella fron-
te alcuna macchia bianca, jir. h'ur. 38.
77. E su un liaio corsicr di chioma nera,
Stellalo in fronte, r da tre pie haltano, A
par a par con lui venia Ruggiero (alcu-
ne edizioni hanno : di fronte hiaiira ).
# §. ili. Stellato, in forza di fusi.
Quantità di stelle che si veggono in del
sereno. Penv- ('eli. Pit. Egli era unf> slel-
latu che faceva un chiarore grandissi-
mo. fA)
* STELLATORE. /'. J. Astronomo.
Zenon. Pist 69. Arato vedi , il grande
Slellatore. (Ci
•f * STELLEGGIARE. Bicamarr ,
Tempestare , Coprir di stelle. Chtabr.
Fir. 2. 60- Ed in lucilia pelle iodi l' av-
volse D* aspro serpente « e slclle^giolla
d* oro. A poem. Ma dentro quattro lori
ce. hcn disposte io quadro Si scorge stel-
leggiato un ampio aliare. (A)
^ g. Stelleggiare, per Hi splendere, .Scin-
tillare come una stella. Cliìabr. poem.
Quando cola su vedrai Fuor di costume
stelleggiar Gammelle . E per lo spazio
de' nollurni orrori Olire 1' usato scintillar
le stelle. (A)
* STELLEGGIATO. /^rf^iW/.</a.yte/-
leggiare. (A)
*t * §■ Aggiunto di cavallo, vale Stel-
lato, .Segnato con una stella ; ma e vo-
ce poetica. Chiahr. Fir. .*>. 69. Con l»ian-
ca macchia e slelleggiato in fronte. (A)
'^ STELLETTA JJim. di Stella j Aste-
risco. Lai. anta. Gr. cij/^jiov. / . alla
voce ASTERISCO (•)
STI-LLIFERO. Add. Che ha stelle.
Pi pieno di stelle. Che portn stelle. Lai.
stellifer. Gr. diTpofo -o;. But. hif. V.\.
2- Sopr* essa viene lo colmo del ciclo ,
che inchiude la terra, cioè h) stellitelo.
E P»rg. II. 2. Per comparaiionc al
movimento dell* oliavo cielo stellifcro. F
Par. 2. 2. Lo cielo slellifero, nel quale
sono le stelle fisse. E altrove : Questo e
un segno che e nel cielo del firmamen-
to, cioè del cielo stellifcro. Frane. Sac-
eh. rim. 68. E nella volta di sopra stcl-
lifera, Attoiniala con stormenti ce, Son
pinti li tuo* Angeli che suonano.
* STELLILA. Dimin. di Stella; Sic I-
luzza. Gal. Sagg. 2^)9. La qual i piaz-
zetta biancheggiante j Avriva (lai congiun-
gimento de' fulgori , di che cia>f ht-duna
stellina s' inghirlanda. /.' appretso; E ne-
cessario che ciascheduna spezie di esse
stelline sia realmente e distintamente ccl-
r occhio. (iSSf
-•.i STELLIONATO. Term. de' legali.
Pelitto di colui che vende una pos.tes-
sione non sua, dichiarando per contral-
to che tal possessione e franca e libera
da qualunque ipoteca , sebbene veramen'
te noi sia. (A)
STELLIONE, ^/i/ma/e simile alla lu-
cerlolaj Tarantola. Lai. stellio. Gr. y«-
>,!w'Tr;. Tes. Pov. P. S. cnp. l5. Lo
fe;;:tlo dello slelliulie, posto in sul dente,
incontanente leva %ia la doglia, lied. Oss.
an. 7. ^[cgli stellioni, the per altro nu-
me a Fireoie son delti tarantole, ed in
altri serpenti quadrupedi, la iHirsutla del
fiele trovasi piantata tra i due lohi del
fegato.
* STELLOORÀKO- Intendente, o De-
.vcriltore di stelle. Astronomo. Lat. astro-
nomns. Pros. Fior. P. ^. %-ol. 3. pag.
126. Come di quella (stellai che è sot-
to r Equintìiiale per la haUfla del Polo au-
strale .30 gradi, sclihcne gti slellografi la
pon^on 18 solamente. ^A.V;
* STELLO>E. Term. de' (iettatori.
Cenhio di ferro con tre punte, che ser-
ve a tener in centro P anima del can-
none. Si fanno anche a uso di trepte-
de. (A)
STELLtZ7.A. Dìm. di Stella. Lai. stel-
lula. Gr. aoTI^'cdo;. Hed. Oss. an. \.
La qual coda era tutta (emiteslala di mar-
chie hianrhe in figure di mmutissime slrl>
lune. ^ lac. Sold. .tal. I\ \ rdr anco per
%irlù di lai crislaHi Quattro nuove ttcl-
luxxe inluruo a Giove, ce (B)
STELO. Coli' E aperta. Gambo di fio-
ri e d'erbe. Lat. calamns , Colum. Gr.
/'/kv.fxo^ . Dant. Inf. 2- Quale i fioretti
dal notturno gielo Chinati e chiusi, poi-
I Ile '1 Sul gl'imhianca. Si diiiuin tutti
aperti iu loro «telo. Ar. Fiir. I. ^3. Ma
non li tosto dal materno stelo Rimossa
viene, e dal suo ceppo verde , Che quan-
to avea da^li uomini e dal cielo Favor ,
graxia e helU-ua, tutto perde.
:;: §. I. Per Fusto d'albero. Pedate
P usò P Ar. Fur. 8. 20. Sol la cicala col
noioso metro Fra i densi rami del fronmlu
stelo Le valli, e i monti assurda, e il mare e
il cielo. ( />'r)
§. II. //i vece di Perno. Lat. ojcis. Or-
K^btv. l'ant. l'urg. 8. Gli occhi miei ghiot-
ti andavan pure al cielo. Pur là dove le
stelle son più tarde , Si< come ruota più
presso alto stelo. Poez. I arch. i. rim. 2.
II Sul, la Luna, e tulle l'altre stelle, O
vaghe o ferme, d' intorno al suo stelo Ve-
dea senza alcun velo.
* STEMMA. Scudo gentilizio. Arme,
Insegna. (A)
STEMPKUAMENTO . Stemperania .
Lai. distolutio, intemperies. Gr. OJ^KSu.-
9t'a. Pass, 332. Il quale, commosso dal
Diavolo ce-, o per soperchicvoU stempe-
ramenti d' umori ec. , trae provocando for-
temente la volontà. Maini. 3. 20. Che
giacché questo mal par che cagioni Stem-
peramento f«»rte, umor piccante. Per tem-
perarlo recipe ce.
g. I. Per In temperanza. Lat. inconti-
nentia, inte/nf>eranlia. Gr. oc^pot-CioL. 31.
/'. 5. 81. Avvenne che per iiceleralo stem-
peramento della lussuria accolse nella ca-
mera sua venti, tra donne maritale e fan-
ciulle, e altre femmine.
§. II. Per simili!. Commovimento, Com-
mozione. Lai. commotio , motus. Or. rai-
pa'X.rl. Fr. lac. Cess. I sonatori si mara-
vigliarono di tale stemperamento e hor-
Imtlio delle femmine.
^ ^.111. Per F.ceesso in generale. Coli .
S.^. Pad. Molte volte ahhiamo veduto che
coloro che non son potuti ingannare per
golositade, SODO slati aUiatluli per islem-
peraniento di digiunare. ( \j
^ g. IV. Stemperamento , vale anche
Alterazione del naturai temperamento,
ì'arch. J.cz. !\(^2. Averrois ce. vuole che
il dolore si cagioni solamente dalla slem-
per.inxa , n vero distemperamenlo ec. , e
non è dul.lno nessuno che il dolore nasce
ancora d.dr alteraiione delle qualità, cioè
del caldo e del freddo. (C)
f STEMPERAN7..\. Intemperanza. Lai
intemperantia. Gr. a'/faji'a, stroÌMCiw-
Oit. Com. Purg. 2^. 4^ '' grado della
.sleniprranza , che ò prossimano al vino ,
usoe essere via alla non conceduta lus-
suria. Frane. Sacch. Op. div. 91. Lio-
corno è una hoslia che ha tanta diletla-
xione di stare con una doniella vergine ,
che come clli ne vede alcuna , ci>ti va a
lei, e addormentasi nelle sue hraccia ; poi
veugono i ranialori, r si lo pigliano, che
altrimenti non lo polrehlK*no pigliare , se
non per questa sua slcniperanaa.
§. Per Internitene, Lai. intemperie^ .
Gr. cJirpv'siv. Liv. M. IVr la slempe-
ranaa dell* aire. Mor. S. Ot^g- No» 'fig-
giamo questo apertamente , che quando
per alcuna slcmperanaa d' aria la vigna
fii)rita fosse tocca dal freddo , allora essa
perde itgni umor di versura.
STEMPERARE, /'«ir rfJ»vnir quasi li-
quido checchestta, disfacendolo con liquo-
re. Lat. dissolvere, liquefacere , soh-err .
Or. a«a)uiiv. ixrTi'jttiv , avi/v«i. Tes.
/ir. 3. 6. Guarda non U sleinprrarc f la
calcina i eolla rena di mare , che la fa-
relilie troppo sei care ( cioè , ilemperarc ,
rimescolandovi la rena). Bicett. Fior. "jg.
S T E
Questa 0|.<TO.ione e .in.ile mollo alb in-
fere , la e ■!iir,,reole , che ,.er d.ssol-
,e ; e un>pera,c si fisLa uu.Uo manco
moro , che per info.»l"o . r.,lìa.l a.p,
^O Su'n.l.era e risolvi, e uuU. e forni,
nelle ciuuwre. . ,
e. I. in jie"ii'<^- ""•"■ p""- ;■"'' ;
srìrsi Corrim'pers, . Lai. ,l,ssoUi- ^'■
^va/i.U.. ■l>s. Br. 2. 35. Se 1 corpo
laisc A- «DO elencalo seu.a piò, egU non
p„Uel,l,e s.en,re,ars. mai l""""^" ""°
avrebbe mai conlrar.o . / ». ^.. a.^ *■
Liescando, che par propi.o '^"^^•■"'
peri denlro, non lenii la non ina. p.u scn-
«MIO. I^ir "."■»• >>■ '■"■ S''tf:. .lei
U7 CreJea che per la Loppa Iclu.a .lei
^«namenlo si s.emperassono gì. an.m.
•'''r'nf/'Ìl^^C«.»-r */ suo Ump^ra.
mm(o Lai. allcran , corrumpere- Gr.
L'iia ec. al luUo stempera T uomo, e re-
^irio tanta servili, e del>oler«, che no.
S T E
S T E
i383
li può difender, ne aiutare.
% e IV. Mutr. p-ss. ^en:n la pnrt-
celìaìi. (W-./C-. I.,„sil.l6i. Lal.n.ua
,,lacal,ileed«lceèle8..od,v,La;ma.,ue-
l de stempera, sì gnasla lo spn.lo ("•;«'
mot. ìang.. alale Ma ..ore PLACA-
BILE. nu'M r-"^'' "'•". ■'r['g«"''r'-
.,„„,.X-La'inBUach;èrlacaWeel..
gno di .ila; e .,uella eh' e .n.moderala e
Icostumata, al.balle lo spi.ilo). (J J
e V /'"■ i-'^ar la unipera. heil- I sp.
„«( -7.' Avendo stemperala col fuoco una
deUe suddette gocc.ole , la nnale pesava
ire danari. , . .,
+ «e. VL Slemperan; d;i-es. anche della
pJnna, ed è ro,.(r»r.o di lewpcrare. Ca-
Wr. Ai-.?i/. 242. t:ome Jun.ioe vegg.a-
mo che gì. scrittori hanno m..Uo per male
clic luo.no stemiM-ri la loro penna, ed ado-
perila ad altre scrilture fuor, della sua tor-
ma: cosi ec. ' / J ^ I /
STEMPERATAMENTE, ^..erft. la-
temperaiamenle Lai. intemperate , ■">"»'-
derate. Gr. «^£tf »,-- >">r- -V. Creg. la.j-
10 più risidamenlc lo percosse , .|uanlo la
sua supe.hia lo levo in allo pm stempera-
tameote. lini Qnasi dica che spese .1 suo
stemperatamente.
S l'rr flccedentemeate. Smoderatamen-
te frane. Sacci,. «0... 176. ^iunoe.che
tanto distrugga B corpo umano , quaulo
questo (>--ao/. usandolo stemperatamente .
Cas leti. 71. Io stimo che sia maggior
l-arte di vini, in desiderar gli onor. me-
rilaU e giusti, che di vizio in desiderargli
stemperatamente , e massimamente m un
"iovanelto, come sei tu.
° «r * STEMPERATISSIMAMENTE.
.?i<Mr/. d, Stemperatamente . L'den. A ic
3 12- Giovao Boccaccio traliocco stem-
peratissimamente in silTalla licenzia di con-
Uminare le opere sue di miUe sozzure la-
scive. lAi
t STEMPERATISSIMO . Incontmen-
tinimo. Lai. intemperantixsimus. Gr. «-
«;aT55T-jiT0;. Od. Com. Inf. 5. 77. Ella
('Semiramisl fu per animo uomo, ina per
abito ec. fu stcmperalissima.
STEMPERATI). Md. da Stem/tcrares
Liquefatto. Lai. liquefactus, solulus. Gr.
a'votlsÀU/.EVOS.f.o'""' 7- ^ Kicevetle
dal servo mandalo dal nuovo sposo con
ardita mano lo slem].crjlo veleno. Cr. 6.
36. 4 Per se medesima si può dare I la
scatapuzza ì pesta e slcm) cala con acqua
calda, o con vino.*/"»" frer. 4. 5.3.
Vorrò veder se sa ven.I.r per sapa Sapon da
scU stemperato in ranno. "1
§. I. Per Jlteralo. Ia.<<. 358- Quando
-li umori sono slcinperaU. e rimescolali in-
sieme, fanno i sogni g""'. """»' "^ r=""^"
8 II Per Incontinente . Lai. inlempe-
raì's. Gr. a«X«ot»i. M. V. 6. 83. Mollo
eia stemperalo nella coiicupiscenia deUc |
femmine. Lemb. Asol. 3. 169. Se io ad j
amaie disonesta e stemperala donna mi |
disporrò . li appre.<.<0 : Suole essere ob- ,
biello d' animo disonesto e stemperalo . |
/;cri;/i. II'P- 36. Da cose tanto stempera- |
le e'disoneste non si può far derivare no- ,
bilia, ni; perfezione. ]
§. III. J'er lumoderato . Lai. immoile-
ratu.t ■ Gr. Ku.irpo:. Amm. Ani. 4o- 9-
5. La meni.- del corretto viene subita-
mente ad odio, se lo «temperato riprendi-
mento la molesta | iii che non dee. I.il>.
liang. Quando sono questi stemperali
caldi , si si fuggono <iuesle formi, he nel-
la terra dall' ora della terza in.sino a» ora
della nona. Coli . Ó'.V. Pad. Ingannando
con islemperali e scouvenevoli digiuni.
§. IV. ler J.mirdalo. l'ir. Lnc. 3. 2-
Oh trippa mia , come ella è guizza , eh
ella pare un tamburo stemperato ! (^«i vate
colle corde ijlentate ).
§. V. Per Malsano . Sen. Fisi. IO7.
.«e r aere è stemperata , convienci essere
infermi . 1 1 1
§. V I. Stemperalo, tale anche ( he non
ha tempera , l ui e stala ledala la lem- |
pera . P.ed. esp. nat. 77. Dal che s. può ,
in gran parte, se non in tutto, argomen-
tare quanto sieno pii. dure le gocciole
tempeiatc, che le stemperate.
s;-- STEMPEbATUI'.A. fa "-^alo dai
Medici per lo sles.'O che .yiemperamenlo .
Pel Papa Coa.<. Che 1' essenza di questo
male consista in una notabile impunta e
stemperatura del sangue , ec. (Aj
■.■ §. Per Intemperie. Ics. Hor.Slor.l\.
206. Egli di temi era delicata e non pun-
to avvezzo a quelle stemperature di celo
e di suolo. iCi
STEMPIARE. r. A. Spogliar le tem-
pie . I rane. Sacch. rim. 68 Quando s
abbassa, e di fronde si stempia, Viver non
cerca nel cuor simulacro.
STEJlPIATlt. Add. da Slempiare.
g. I. Per Ispropositato. Lai. ahsurdns.
Gr. g) o/Ci- «■ lasc. lìim. 2. 8. Oh che
stempiate, grosse, e grasse risaec. N arebhe
fattolo studio di Pisa. (C, Pros. fior. Ci.
218. Colla sua maostrevol disinvoltura, ri-
dendo sotto le basette, sballa, e le ficca ca-
role si mailornali e stempiale, che ne disgra-
do ec. (•)
* !". II. Stempiato, vale anche Cros-
so, hrande. Salvia. Geor. lil>. 4- .^^ .":
cquaiuola serpe Stempiata, che le ripe iv.
guardava >ell' erba alta non vide avanti
J, piedi La damigella , che dovea moli-
le. iPl , . ,
STEMPRARE . Stemperare. Lai. coi-
Ihnuefaccre. Gr. cuv7r,'/2iv. Fr. Jac. T.
7. 3. L' amor m' ha si scaldalo. Che m
ha Io cor stemprato. * Ang. Mei. 2.
■>', Par che il feiio, e T .icclar divori e
stempre, E se si poD trovar cose più so-
de. iDì ^ ,
* S. E figuralam. per Trai-agliare ,
Jrrwnr dispiacere, o dolore. Piani. Inrg.
3o. Ma poiché 'mesi nelle dolci tempre
Lor eompaUre a me più che se dello A-
vesser: donna perchè si lo stempre? Lo
gel che m- era intorno al cor ristrello
ec. (Krj
STEMPRATO . Add. da Stemprare .
Lai. colliiniefaetus . Gr. 5UVTT,z5a=vo; .
Venz. .<al. I\. Ma voi bevete le stempra-
te aurore. Polverizzale stelle, ec. (17.» per
melaf. ). .,.
•STENDALE. Stendardo. Lai. feiflum,
sisnum. Gr. 'ir.p.ùoi. Dant. Purg. 29.
Questi stendali dietro eran maggior.. Che
la mia vista. G. P. 7 60. 1. Diede bo-
cc , e levò stendale d' andare sopra 1 Sa-
lacini . 31. r. 3. 63. Il terzo portava lo
stendale, e gì" altri quattro seguenti caluno
una grande bandiera. Tac. Ilav. Ann. 6.
122. Mudo sacrificherebbe montone, cre-
dendosi che Erisso fusse portalo da quel-
r aniiiKilc; o fu lo stendale della nave (il
testo lai. ha; navis insigne).
'■\ :'.: STENDARDIERE . Colui che
porla lo stendardo, il gonfalone, o simi-
le . JScllin. Bucch. 169. E i|Ucl bel crc-
sciuloceio stendardiere V" era stalo più
volte di quailiere. (A)
\ STENDARDO . Insegna, o Bandiera
1 principale . Lai. iC.rillnm ■ Gr. onjULSÌov.
1 '/"flf. /■(/. Il più vantalo di prodezza gua-
.lagncia lo stendardo posto nel mezzo del
' prato, liriff'. Calf. 2. 66. E porla in
1 carni o giallo un drago nero Nello sten-
1 dardo pauroso e fiero. £ appresso : Por-
' lava lo stendardo tutto rosso, peni. Ori.
2. 6. 45. Al vento ogni stendardo era
spiegato .
g. l. Stendardo, si dice anche quel Se-
gno a foggia di banda , che portano in-
nanzi alcuni cleri quando vanno proces-
sionalmenle . Lai. sacrum vexilliim . Gr.
l'cf.o'v cr.aCoJ. Pav.Scism. ■;l^. Per con-
fiscare con questa si lisa calici, croci ec. .
stendardi , paramenti.
g. 11. Alzare lo stendardo, figuratain.
vale I arsi capo. Tac. lìav. Ann. l. 26.
Divenuto polente appresso uno, odioso a
tulli, lo stendardo al/o a coloro che , se-
1 guilandulo ec, tiovaiono lo altrui, e al fine
il loro precipizio ( il lesto lai. ha : dedil
' exem| Inni ). idi
'.- %. III. Stenitanlo, vale anche Bal-
dacchino. I eie. IH. lolomh. lil. E ap-
presso del santo Padre andavano ( i po-
veri ) : e due di loro pollavano 1' aste del-
lo stendardo sotto il quale cavalcava. (Ci
S1E^DA1;E. Levar le tende. Lai. ca-
stra movere, casa coltigcre. Gr. eluva^ca-
Oiìv T»l'-' 57;;aTiKV, avv--:'SJ!''?S'''- G-
p. 7. 147. 3. Per necessità si torno la
detta oste indietro , e appena si poterono
ricogliere e slendare.
STEiSDENTF. Che stende. L^l. exten-
dens . Cr. ;/T£.vuv . Amet. 5l. Le cui
boci stcndenlisi in altre parole rotte da
me , il domandai che fossero gV Iddu
l'iamm. l. Ti- *'= '^l"' '''"' '" °°''° ?
delle sue Ione , stendenlisi negli animai.
irrazionali, co»i celesti, come terreni?
f STENDERE. P)istcnderc . 7: si usa
anche nel signific. neiilr. pass. Lai. exien-
dcre, porrigere, porrigi, extendi. Gr. £z-
■zililti. sVriiv-iiai. Bore. nov. JO. 19.
Avendo ec. alquanto le dita deU'una ma-
no stese in terra fuor della cesta ec, que-
sto asino ve gli pose su 1 lede . E nov.
68. 6. Arriguccio , stendendo il pie per
lo letto , gli venne questo spago trovato .
Dant. Inf. 8. Allora stese al legno arabe
le mani. E Purg. L'i. Si che quantunque
carila si stende. Cresce sovr' essa 1' eterno
volere. L I ar. 2. Benché nel quanto tan-
to non si stenda La vista più lontana .
Oli. Com. Inf. 19. 340. Nel cui no-
me Idi Cri.itol li Appostoli rendevano il
vedere olii cicchi , 1' udire alli sordi,
U parlare alli mutob, stendevano li con-
tratti , sanavano li corpi , e liberavano 1
anime. O. I ■ 8. 55. 9. V eggendo 1 F.am-
minghi usciti a campo , fece stendere il
campo suo . Tes. Br. 2. 38. Appresso 1
intorniamento dell aere si e affisso U quart..
elemento, cioè il luoco.il quale ènne aeredi
fuoco sanza nullo umidore , e slendes. in -
fino entro la Luna, e aggua -lueslo aere
dove noi siamo. , .
?. 1. Per metaf Pelr.eap. IO. Daluipen-
de L- arte guasta tra noi allor non v-ile.
Ma breve e oscura; e! la dichiara e stende
(cioè, spiana. Lai. ezplicare . E son.
234 Pie miei , vostra ragion la non si
stende Ov' è colei che esercitar Vi suole
i384
S T E
(cioè, noa arriva, non ugsiugnc ). Bocc.
no\'. ^9. i!^. La cui ^cicnzia iiun m sten-
deva l'urse più olire . che il medicare 1
fanciulli del lattinie ( noe , Don passava
più avanti. Lai. procedere, progredì, por-
ngi. Gr. ~poQ'/.iJiiv)- E nov. 98. 6. Alla
jùaciula giovane roniiaciò a pensare, tao*
lo più accendendosi, quanto più nel pen-
^ic^ !>i ^tendca (cioè, »ì profondava. Lat.
deroergi. Or. ,3art'^ì533tt ). /iett. Tufi.
Con grande sollecitudine stendettc suo in-
gegno a traslatare di ^reco in Ialino una
«erta ec. [cioè, ap[)lico. Lai. aniinuni ap-
pellere, animum ìinpcUere. Gr. Tipo-iìy^tLV
T9V --ojv). Maestruzz. 2- ^t. Non incor-
re in i&comunicaziune, iraperocclic le pene
non si di;l)l)ono stendere , ma ristrigncrc
(tioè, estendere, allargare. Lai. ampliare,
cxlcndere, proferrc. Gr. e/reivsiv). 7'es.
Br. 7. i5. E allora disse elli medesimo:
("Ili è lusinghiere stende malizie (cioè, spar-
ge . Lat. tendere. Gr. Titustv ) G. /'-
11. 6. 5. Stendendosi la novella in Firco-
xe , i Fiorentini la niaj^jgìor parte ne fu-
rono allegri (cioè, divulyandttsì. I.nt. dif-
ferri, pcrrrehrcscere. Gr. oiàii-jiro-j yi-
vsTHfat. ota3,-u>/iT5^at). Frane. Sacch.
niH-. 20'ì. E perù non voglio più stender-
mi sopra la presente materia (cim-, alluri-
garnii , estendermi ). l'it. S. M. Madd.
77. Io non mi stendo di dire di lei o-ni
tx>sa (cioè, non mi estendo, non mi al-
lungo). * Bus. 39. li '1 senno del Re
«stendendosi a'giovandi e puerili sollazzi .-e.
lilieri saremo ( cioè , avendo con>idi:razÌo-
ue). Fior. //(i/. 4- Ed a costoro .solamente
si stende la sentenza d'Anglut ( cioè, ri-
guarda). (C) Salv. -fi'vert. i. 2. 12. Se
avesse avuto a stendere molto lungo poe-
ma ( cioè, fomjiorrc ). (Fj
g. II. Stendere , per lo contrario ili
Tendere. Buon. Tane. 5. 3. Ed or le
reti tese Stenderò, senza aver preso nien-
te. Morg. 18. l^l\- Slu mi vedessi sten-
dere un hucato, Diresti che noti è donna
o massaio Che l' ahhia cosi pre>to rassel-
UtO.
§. III. Stender l' arco , \-ale Scaricar-
lo. Lat. rem it fere . Or. ;^xìàv. Amm.
Ant. 20. I. 2. A studio si stende l'arco,
acciocetiè nel .suo tempo utilmente si ten-
da. Frane. Barb. 20. 7. Che perciò non
ton pozzi Li savii tal fiala a stender 1'
arco.
f STENDIMENTO. Dixlcndimento .
Lat. exicnsio , porrectio . (»r. Ritraiti .
Ordinarti. Mcss. 82. Lo prete quando sta
»opra r altare , rappresenta 0 significa la
passione nello stendimento delle mani .
OU. Com. Purg. 21. 387. Si generano
ncU* aere diverse passioni , scrondo vario
ktendimeoto e slrignimenlo clic fa il ca-
lore che signoreggia n<'ll' aere. # S. Gio.
Grisost. 254. Non pugnando come coni-
hallitori , ma stando come cori , e collo
stendimento delle mani a Dio, de' nemici
trionfavano. (TC)
* §. F fi^uratam. « Teol. Afist. La
tjual sapienza non e altro , che uno sten-
flimento della mente a Dio m. (X) Beh.
t'it. Co/omh. l6y. SignifìiM uno adorna-
mento ec. , ed uno stendimento d'amo-
re alle cose di sopra. (Min)
t stenditore. ì'erhal. mate. Che,
0 Chi .stende -
STENEBRARE. Tor via le tenebre.
Alluminare. Lat. illuminare» illustrare,
dimovcrt umhram , Firg. Gr. }.afj.itpj'
v'iv. Dant. Pur}^. 22. So così è, qual
sole, o (piai candele Ti stcDeliraron, li rhe
tu drizzasti Poscia dirclro al pcscator le ve-
le?
* STENEBRATO. Add. da Stenebra-
re. Bari. Stor. It. Uh. i. cap. 8. Col
rhiariniento ec. della giuridica assohiuone
ce. aperti e stcnelirali gli verbi di Bomo,
S T E
lornò sopra Ignazio e i suoi rompagoì un
sereno di paradiso ( qui figuratam. ) . (CP)
STENSIONE. Stendimento, Lat. exWn-
.Kio, porrectio. Gr. iJtra^i^. (V. 5. I. 3.
Ma se (|ueslo si tacesse fino alla slensione
(Ielle radici, sanza duhhio multo giuvcrch-
Ite all' arliorc (cioè, infin dove elle si
stendono ) .
STENSIVO. Add. Atto a distendere.
Lat. • exiensii'us. Gr. «xT«riJ(5;. G. F.
II. 47* 2- ^^^ dopo il giudicio la detta
gloria sarchile istcnsiva uell' anima, e nel
corpo.
•\' STENTACCIIURE. ISeutr.frcqacn-
tat. di Stentare. Bottar. lìial. 201. Si-
mili ingegni freddi e pigri essere nati più
p<--r iDlarsene stentacchiando al treppiedi
su rjualche tavolino galante, che per mo-
strar risoluzione ec. (M )
STENTAMENTO- Stento, Patimento.
Lat. arumna. Gr. raiactTwJia . Lih.
Pred, F- H. Erano avvezzi allo stenta-
mento del di;serlo. E appresso : incalliti
in que* lunghi stcntamenlì.
STENTARE. Patire, o Avere scarsità
delle cose necessarie. Lat. rebus necessa-
rii.\ laborare. Gr. dtop'Xi a-rfK'/>!ca'»y.
Bocc. nov. 16. IO. Altra maniera trovasse
a soddisfare all' ira &ua, siccome di fargli
ini()ri^ìonare, e in prigione stentare. Bern.
Ori. 3. 2. 3 Or per mare or per terra
travagliando Son iti i padri per farvi star
l>ene, Arriucchè non andiate voi stentan-
do. Geli. Sport. 4- 4- '" "'*" ^'*** spender
in una sera ciò chi i' lio ; cliè ehi sguaz-
za per le feste , slenta il di di lavorare .
Malm. Q. 1. E stenti poi per altro come
uu cane. Car. leti. |. 98. Chi gode una
volta, dite voi, non istenta sempre.
•f §. I- Stentare, per Intendere. Dani.
In/"* 23 E a tal modo il suocero si stenta
In questa fossa . But. ù>t .- Si stenta ,
cioè si stende attraversato o confitto con
tre pali (Si stenla, cioè si martira , in-
terpretano col Lombardi i più giudiziosi
chiosatori }.
§. IL Stentare, per Indugiare, Andare
in lungo. Lat. morari, cunctart. Gr. ^/*-
iitv. M. r. 9. 61. Pareva a loro , che
quanto più si stentava, venire in maggio-
re indegnazionc d«i P'iorentini. Frane.
Saerh. nov. 20G. Costei mi ha latto mul-
to stentare , prima eh' uUM.i acconsentilo
al mio volere. Sagg. nat. crp. l!\(). La
verillt si Q, che noi stentammo as%ai più
che non ci saremmo mai dati ad intende-
re, prima di poter rinvenire alcuna cusa
rii r«rto inturno a' periodi di questi acci-
denti.
§. III. Stentare a far qualche costi,
l' usiamo anche per Farla con difhcutt** ,
0 Averci dtffteultà. Lat. difficultatem pa-
ti. Gr. ou^x'r*^* TTcarrtiv. Bem. Ori.
2. I. 4^- ^'^(-^ 't guadagnare onur si sten-
ta e suda, E sol s'acquista con la spada
nuda.
*f §. IV. In signi/ic. att. vale Dare,o
Arrecare stenti». Mandare in lungo. Frane.
Sacrh. nO¥. 5a. Deh pagami re. .eh* egli
mi minaccia, rome tu odi, per forma, rhe
mi leverà di terra; sicché non mi stenta-
re, e priegoleuc. E quelli rispondea :
aspettami, oc.
^ §. V. Stentarsi, per Darsi fatica.
Fir. As. a:'a. Io sventurata lulla la uot-
tf, e tutto il giorno mi stento a filare , per
tonerti coperto, e potrei anch' 10 fare ce. { F)
STENTATAMENTE . Avverbio. Con
/stento, A .«tento, A poco a poco. Lat.
pnulatim, nioihce. tenuiter. Gr. yi^^j^pw^.
Fr. Gionl. l'red. !<■ Quando il cristiano
povero steiilatamenle ugonizia e muore.
Sagg. nat. e.tp. 106, Incomincio a slil-
larne P argento assai >teiitalaii)eDtr.
« STENTATISSIMAMENTE. Jh/vW.
di Stentatamente. Lat. dif^cUlime, aegerri-
S T E
me. Gr.x»ierrwraTx // Focabol. allawxc
A. GRA.NDE STENTO. (")
* STENTATISSIMO. Superi, dt Sten-
tato. Lat. durissimus , laboriosissimus.
Gr. x«*s:r'-i'TaTo;. lied. Cvns. x. li.
Maggiore si ricaverà dalla buona regoU
del here e del mangiare , congiunta eoa
una slentatissima e lunga astinenza. (*)
STENTATO . Addiett. da Stentare.
Frane. Sacch. Op. dtv. 60. Puot' egli es-
sere più stentata vita che la ni/stra , che
uhiiiamo a correggere ec. o a dare pena
a'delitli che fanno tutti quelli d'una cit-
tà ? Tratt. S. Ag. U Salvator gli volle
ahijracciare, tenendo vita stentata e som-
mamente penosa.
%. I. Per ì'enuto adagio, e a stento j
contrario di Bigoglio-to j che anche si di-
ce Scriato. Lat. tenuu. Gr. yÀ'C)£^'$.
Cr. XI. II. 2. Ma da guardare è clic i
semi oltr* a misura si gitlin nel campo ;
che se si farà, verranno stentati , e non
faran prò.
g. II. Per Fatto con istento , o con so-
verdi in fatua. Lai. durus. Gr. ;x/i)pos.
Tac. Dav. Ann. l!\. 188. Ragunava poe-
luzzi nuvellini, metteva loro iunanù, e fa-
ceva levare e porre e rabberciare i versi
suoi ; e ben si paiuno allo stile stentalo .
rotto, e non di vena, ne d' un *olo.
* STENTATOKA. Term. degli Inci-
sori, ed altri artefici. Difetto di ciò die è
stentato. Magai' Lett. Che amcrabile
stentatura è mai slata quella , dopo aver
pensato cosi bene, di non aver sapulo ese-
guire il disegno I (A)
3 STENTO. Lo stentare. Patimento,
Calamità. Lat. calamitas, crueiatus. Gr.
raiaiTTWJi'a. G. V. 8. 88. I. Poco tem-
po appresso ammalo il dettu Marchese, e
mori in grande stento e miseria. E cap.
92. 4- Tenendogli più tempo in prigione
a grande stento. Bocc. Lett. Fin. Boss.
273. Io potrei , oltre a questi, mettere io-
nanzi le catene d' oro di Dario , la pri-
gione di Olimpiade, la fuga di Nerone, Lo
slento di Marco Attilio, e molti aliri- tf Sal-
vin. Disc. t. 180. Persona non si ritro-
va, che della lunghezza non si ranunari-
chi , e dello stCDlo che nelle liti talvolta
si provano. (Cj
* g. I. Fare .stento, vale Patire, Sten-
tare. .. Pass. a5i. Quanto stento faouo
grinfermi ne' dolori^ nelle pene, nel non
trovar riposo, ce. Serm. S. Agost. D. Che
fai nel diserto T tuo padre e infermo, tua
madre fa stento». (C)
f §. II. Per Passione, Fastidio s onde
Essere stento, o uno stento, vale Essert
una noia , un fastidio, e simili. Frane.
.Sacch. rim. 17. A vederla ballare è gran-
de stento. * Bern. Lett. 40 Prima ne
faceva sì il guasto, ch'era uno steoto ad
udirlo ragionarne. (C)
§. III. A stento, posto avt-erbialm. ,
vale Con fatica , Con diffieottà , A poco
a poco. Lat. negre, vtj\ dtjjicile, Gr. x»-
icnrtJ;. Cron. Morell. ^6o- S* rg\i Iwddo
a avere nulla, e' non gli possono avere se
non a stento. Frane. Sacch. nov. l53.
Non rispondendo se non a stento , disse
messcr UulciWae ec Cirijf. Ca/v. 4-
128. Ma chi vive a spcranu , muore a
stento. Sagg. nat. esp. III. Il quale fro-
rallo j , ove non sta finissimamente polve-
ruzato, si risolve più a stento. Bern. OH.
1. 2i>. 4^ Ove spigneodo 1' un 1* altro a
furore. Entrar que primi cavalieri a steatu.
§. IV. A malo stento, vate A faUcm,
Apivn.i. Malm. 9. 55. Perchi gli par
d'avi ile dato piano, Aiui d* averla tocca
u malo steoto
•| » STENTtmOFONICO. Aggiunto
di tntmba che anche dicesi Parlante, e
che prende il nome dal celebre Stentore ,
mensionato da Omero. Magai Lett. tcient.
S T E
S T E
S T E
l385
ptìfi. 276- Como tla tromba slcoturofunica
<;c. Jj quel corpo ili risoujnzu ce. ritro-
verà ce. f/éj
STE.NUAKE. J\'eHfr.prtjj. Divenir ma-
grvt o maciUnte , Smagrire. Lat. ea7<-
nuari. Gr. >.£ttJvs!J&k*.
§. I. E in signijic. att. i-aie Far JiVi*-
nir magro y macilente.
6. 11. h'. figli ralant. fii/e Dinuniiire. Se-
gner. "reti. 2. 5. CoofoDderc, a mio giuditio,
coloro ì (|uaU con taato fa&lo usano d'in-
grandir 5(.Tvij;ii tcnuisbìmi , menti-' egli
voUc ìteDuar servigli sì graodi con tanta
moderazione.
STENOATIVO. jidd. Che ha virtù di
ttenuare j Cfu' fa divenir magro, macf
Unir, e menoma ie- forze e sirtù vitali i
EsUnuativo. Lat. ex/M«(7/iJ, Or. isTTTwv-
.STENUATO. Add. da Stcnuarej Ma-
gro, Macilente. Lai. graalis, eitentiattts.
Gr. t'syvtf ;, iiTra;. But. E verisimile
6Dxione, che ii mostrino sì slenuati.
STE.N0AZlO.\K. Astratto di Stt'unato.
Lai. extentiatio. Gr. iirrT-^vi;. /jHf.Ali-
biano in sé per rjpprc»entaiione quelle
stennaxioni eli' ebbe Mcleagro. i^ Bari.
Uom. pitnt. 1. 4- Veggendosì divenuto
il corpo per la ateiiuazion del dij;iuno |>o-
•■o più che un' ossatura d' uomo, ec. ( fC)
STERCO- Fecce che si mandano fuori
del ventre dall' animale per le parti pò»
steriori. Lat. stercus. Gr. xÒTZpo^. G. V,
11. 3. \!\. Passò quel tempo ec , quando
k) sterco colombino si com|tero cou poco
argento, l'ant. taf 18. Vidi gente alluf-
fata in uno sterco Che <laj;li uman prì-
Tati parea mosso.^ Fr Zac. T. ^è ster-
cora ne vermini E si fetente cosa. Ca-
vale. S'pecch Cr. Ogni cosa mi reputo
sterco, per potere avei' Gesù. Buon, Fier.
5. 4- 5. Fogna che delle fogne Kaccoì gli
iterchi. e le immondizie ingozzi.
* STERCORACEO. AiUL Appartenen-
te a sterco. Fallisn. ( 1}
*t * STERCORaKIO. Add. Che pren-
de nome dallo sterco, ed è per lo più ag-
giunto di SeJi'i. Scgiicr. Mann. .Jgost.
3o. I. Il Calvario, luo^o poco distante
dalla città , dove conduce a quella porta
che col suo nome slesso mostrava quanto
era vile, mentr' era intitolata la stercora-
ria. (A)
* STEREO^IETRA. Term. didascali-
co. Professore di Mereometria. (A)
•* * STEREOMETRIA. Terni, de'
Geometri. Scienza che tratta della misu-
ra de" solidi. O. Grand, /■.lem. tìeom.
Dividesi questa { Geometria ) in quattro
specie : 1. in Planimetria, che considera
ec. ; ^, in Stereometria, che raggirasi in-
torno alla misura de' solidi. (Aj
* STEREOMETRlCAMEiNTE . Av-
vero. In modo stereometrico. Gal. Comp.
17. Questo spazio preso si doverà ste-
reometricamente duplicare, cioè applicar-
lo a qualche numero, ec. (B)
't * STEREOMETRICO. Add. Ap-
partenente a stereometria. Galli. Comp.
i:>. Snnii le presenti linee stereometriche
rosi dette per esser la lor divisione, se-
condo la proporzione dei corpi solidi, si-
no a l'^S ce. (A)
t * STEREOTIPO. Aggiunto che si
dà alle Opere stampate con pagine, 0 la-
stre, i cui caratteri non sono amovibili,
e che si conservano per ristamparle. (A)
* STEREOTOMI'A. Termine de' Geo-
metri. Scienza del taglio de" solidi. (A)
STERILE. Add. Che non genera, non
produce, non fruttifica j contrario di Fe-
condo e di Fertile, hai. sterilis. Gr. «yo-
vo;. G. r. 10 122. 6. Egli è di natura
sterile, e '1 segno del leone sterile. Coli.
SS. pad. Tutte le cose divengono infrut-
tuose e sterili- Esp. Vang. Il sesto mese
Vocabolario T. il*
della sua gravìdezza di quella che è stata
chiamata sterile. E appresso : Non aveauo
6gliuoli, perchè Lisabclla era sterile. Pist.
S. Gir. Abbiamo vedute le cose sterili
tornate abbondevoli, e del consumato pe-
dale uscire nuova radice, e seguitarne gran-
dissimo frutto. Dittam. 3. l3. Se sterile
è, diventa poi feconda. ì'it. SS. Pad.
2. 221. Le Iprre erano rimase sterilì.
* Buon. Fier. 3. 4- 8. L' ostinazioa de' le-
;;ni Non so se a luna scema, Oppure in
luogo sterile e stcrpigno Piantati ec. Fan
che ec. (.\)
* §. I. Anno sterile^ dice.u Quello in
cui la raccolta è poca. V. STERILISSI-
MO. (C)
"f ^ g. IL Sterile, vale anche Scarso.
Tass. Ger. 3. 56. E dì fontane sterile e
di rivi, fy)
* g. HI. Si usa pur figuratam. Vit.
S. Gir. ()C). Imperocché cjuesto vizio è
radice di molti peccali, e ta l' anime mol-
to indurire, e diventare sterili d' ogni buo-
na operazione. fJ'j
STERILEZZA. Sterilità. h;ìi. sterilitas.
Gr. Kvopi'jt.. Tratt. scgr. cos. dona. Per
questo mancamento avviene la sterUezza
nelle femmine. Lib. cur. malatt. La sa-
Iiina giova alla ritenzione de' mestrui , e
giova alla sterilezza. La slerilezza si è un
grande male per le femmine.
STERILIRE. Rendere sterile, e in signi-
fic. neutr. Divenire sterile. 'fiSalvin. Geor.
lib. 2. Quella pianta eziandio che sterili-
sce Dall' ime barbe, ciò farà so sia Smal-
tita per le vacue campagne. ( T)
3 STERILISSIMO. Superi, di Steri-
le. ^ Tass. Ger. i5. i5. Indi alla riva
Sterilissima vien di Rinocera. (Bj
%• ,<. I. Per Svarsissimiì. « Guicc. stor.
5. 257. Per essere quelli paesi sterillssi-
mi d' acqua» . (C)
* §. 11. Anno sterilissimo , dicesi
Quello in cui la raccolta e pochissima.
« Guicc. Stor. i3. 647- Essendo stalo
queir anno sterilissimo, gli mancavano le
vettovaglie >» . f C)
t 3 .-iTEHILlT.^', STERILITADE e
STERILITATE. Qualità di ciò che è
sterile j contrario di Fecondità. Lat. ste-
riliias. Gr. a'ysvi'a. Cr. 6. 77. 4- Anche si
dice pubblicamente che la mandragola ha
virtù di fare impregnar le femmine sterili;
la qual cosa non è vera, se non forse quan-
do la sterilità fosse per troppa caldezza dì
matrice, n* Menz. rim. 1. ii3. E qual
più egregia prole. Che fecondar di se ec.
Aon è sterilità, se questo Sole, Qual per
siderei segni, Fia che a virlude 1' alimen-
to appresti. (B)
* g. 1. Sterilità, vale anche Pochezza,
Scarsità di raccolta. " G. V. IO. 122. 6.
Sicché dà caro e sterilità, e non uberlà e
abbondanza. ì it. SS. Pad. 2. 221. Av-
venne, che fu una grande sterditade, cuna
gran carestia, perocché '1 fiume del Nilo
non era quell' anno riboccato, e sparto per
le contrade». M. V. 4- 7- Avvenne che
dove si stimava sterilità grande per la ri-
colla prossima a venire, conseguì uberto-
sa di tutti i beni. (C)
* §. II. Efiguratam. l'ine. Mart. lett.
73. lo avrei molte volte scritto a V. S.
Reverendissima, se la sterilità del suggel-
lo non me 1' avesse negato. (C)
STERILITO. Add. da Sterilire. * Mar-
cheti. Litcr. 2. l6l4- E già manca l'eta-
de , e già la terra, Quasi del tutto isteri-
lita, appena Genera alcuni piccioli anima-
li. (B)
STERILMENTE . Avverb. Con iste-
rilita .
§ Figuratam. vale Con poco frutto .
Lat. steriliter, infructuose. Gr. oixoic-jzù)^.
Fir. Disc. an. Leti, dedic. A Roma, dove
assai sterilmente seguitai la Corte.
•f STERLINO. P'. A. Spezie di mo-
netti immaginaria d' Inghilterra j e si dice
di Lira, Soldo e Denaio, come Lira ster-
lina. Soldo ^terlino, Deoaio sterlino, equi-
valenti al decuplo almeno delle nostre mo-
nete corrispóndenti, a. A'. 8. 20. i.AIaa-
dolli il Re d' Inghilterra trentamila mar-
chi di sterlini, acciò venisse con suo sfoixu
in Fiandra. ^ il. 87. 1. Si trovarono a
ricevere dal Re ec. più di centottantami-
la di marchi di sterlini. But. Purg. 20. 2.
Lì darclibe per questo trentamila marchi
di sterlini -
STERMINAMENTO . Lo sterminare.
Lat. e.rterniinatio . Gr. i^o^ó^pzwsi^ .
Coli. SS. Pad. Cotal fatto leggiamo noi
figurato nel libro de' Giudici, sopra lo ster-
minamento delle genti spirituali, che sonci
contrarie al popolo di Dio.
t * STERMINANXA. Lo .sles-io che
Sterminio, ma è voce poco usata. Cor.tin.
Torracch. 17. 5g Aflìn che Ippodamia Non
fusse come il vate avea predetto, L' ulti-
ma d' altri e sterminanza mia. 1^)
STERMINARE, Mettere, o Mandare in
rovina, in conquasso . Lat. ejrterminare.
Gr. 250)0 jjssu'iiv. lì. Gio. Celi. Che non
credo il faccia se non istermìnando i nìmi-
ci. Annot. Vang. Nondimeno eglino sono
sterminati e morti.
f g. I. Per /scacciare . Lat. expel-
lerc. Gr. i/.Sx)/£iv. Coli. SS. /ad. Colla
continua ricordanza della Passione di Cri-
sto potremo sterminar da noi i diletti delle
nocevoli bestie.
t §. II. Per Privare. Fir. As. 141.
Niente altro ritroverai , la mia sirocchia,
che o questa pessima femmina infinge una
grandissima menzogna, o ella non sa come
sì sia fatta la forma di questo suo marito;
delle quali cose sia quale es.ser sì voglia,
egli è da sterminarla di tanto bene.
STER^^IINATAMENTE. Avverb. Smi-
suratamente , Fuor fieli' usato termine.
Lat. immense. Gr. a^iTiù);. Frane. Sacch.
nov. 218. Promettendoli di fare uno hrie-
ve , che '1 suo figliuolo sarebbe cresciuto
sterminatamente . Ped. Oss. an. lfi8. I
quali intestini , avendo pareti sterminata-
mente grosse , sì allungavano alla misura
di otto braccia.
STERMINATEZZA. Astratto di Ster-
minato; Smisurata grandezza . Lai. im-
manilas . Gr. ò.u.l":zì'x . Segner. Crisi,
instr. 2. 3. 3. Rappresentatevi in primo
luogo , dilettissimi , tutta la vastità della
terra, e tutta la sterminatezza dei cieli.
STER.MI.NATISSIMO. Superi, di Ster-
minato . Lat. immensus , immanissimus .
Gr. jTTì'puLsTD »-;- Pcd. Oss. an. 27. Vi tro-
vai raggruppato uno sterminatissimo lom
brico morto.
STERMINATO. Add. Che passa ogni
termine , Smisurato , Grandissimo . Lat.
immensus, waximns. Gr. v.[XtTpOi.^ I-'ior.
S. Frane. i5l. Entra in cucina, e vede
tante e così grandi pentole a fuoco ister-
minato . (l'j Guid. G, Per la qual cosa
Troiolo, scoperto il capo , con forze ster-
minate si difendeva da loro. Burch. I. 64.
Perchè nel buon covile Si ghiribizzan cose
sterminale . Fir. As. 2']!\. Queste tante
e cosi falle cose cou grandissima ed isler-
minata paura di quel povero uomo, e di
tutti gli altri di casa . avevano fallo ca-
dere ognun, che vi era, in una grandis-
sima paura ed ammirazione. lied. esp. nat.
57. In altre varie parti dell'America me-
ridionale e settentrionale si trovano certi
sterminali e disonesti lucertoloni , o ra-
marri acquatici, chiamati iguane.
■f STERMINATORE . /erbai, masc.
Che, o Chi stermina. Lat. exterminator.
Gr. i^oXo^p-UTtli . Coli. SS. Pad. NoQ
morrete, come mormorano alcuni di loro,
che furon morii dallo sterminatore. CoU.
^74
i386
S T E
S T E
Jb. Isaac. Cliiunquc vien miglioraDiio
te. , e divenuto uno slcrniwwlorc dtgli
avvelenali serpcnli.
femm. </i Stermiiialore. Salvin. Ilitid. l3.
,4l Ma se vui la ^wm Slcrnnnalncc
lalserrlc, or certo Parsi il di d' esser do
mi dai Troiani . Ueìlin. lUsc. I. 264.
Sono re. portatori d' impeto , e d impelo
qnal d' arco taeltalore quand" egli scocca,
qual di mina sterminatrice quand cUa vo-
la ce. (.4) __ . , ,
STFIIMINAZIONE . Sterminio . Lat.
txUmm, strages. Gr. Sliìp'.i . f o«4 .
Col/. Ali. Isanr. rap. 17. Adunque da ora
innan.i apparecrbia Y anima tua ad ogni
sterminaiione di questa vita.
STERMINIO . /(Olino , Distruzione .
Lai. crilium, slragts. Cr. o'iiifOi, f'-
,0;. .V. r. I. « In Ro'"» f"'= l";";
sterminio de" suoi abitanti, h 7 lOi. L
altro frateUo , clic era Conte d. Vico , di
„oca virtù e semplice uomo , vedendo lo
Ttcrminio de' fratelli , si parti del regno .
Tac Dav. ni. Jgr. SpS. Vennero Enal-
mentc a tale sterminio, che si mangiavano
fra loro y ,j n- .
STERSATO . 1'- A. Àdd. Disteso in
terra . lat. strcfliis . Gr. STf WT05 . Ca-
vale Med. cuor. Per la qual parola qua
si turbato posò lo legno e diedcli tante
che lo lasciò giacere stornato in terra pir
morto, e poi ripreso lo legno, /iut l'ar.
e I Alla fine morto lo cavallo , come
véniano a quel luogo dove era stornato ,
non si poteano tenere che non si spavcn
tasserò .
3 STEUSERE. Distendere per terra,
Atterrare, Spianare. Lat. slernere. Gì.
* g. I E in signifir. neutr. pass.
.. Dani. Par. 11. Tu dubbi , ed hai vo-
ler che si riccrna, In si aperta e si distesa
lingua Lo dicer mio , che al tuo sentir
si sterna Colui ce.». (Ni
•f e II. Slernere, figuratam. per Di-
chiarare, Spiegare. Dani. Par 26 Tal
vero allo 'ntelletto mio sterne Colui che mi
dimostra '1 primo Amore ec. Sternel la voce
del verace autore, ec. Slerndmi tu anco-
ra, incominciando L' alto preconio.
* STERNO. L'osso in mezzo de! pet-
to alle cui parti laterali stanno impian-
tai alcune delle coste. Vìi. slernum. Gr.
e-^pvov. Kcd. leti. 1. >.''>6. Questo ca-
nale, prima di arrivare ai polmoni, entra-
va in una cavila ossea dello sterno. Pros.
ì'ior. 6. 243. Non avesse patito ammac-
catura iiualche muscolo dell'osso sterno. (*)
Jìeilin. Di.<c. 1. 160. Tutto questo ingra-
licolamento d'ossa che voi vedete che gl-
ia dal dinanii al di drclo , lutto si chia-
ma petto, o torace, e la parte di lui an-
teriore dicrsi sterno; la posteriore schiena,
o rene. ((')
STERNUTO. Starnuto. Lai. sternuta-
Come quella che ferro, o vento sterpe. E
canz. II. 6. Che l'ha chiamato, accioe-
rhc di lei sterpi Le male piante, che Oo-
rir non sanno . l'allad. Setlemh. IO. A
cui piace di formare il prato di nuovo ,
scelca , se puote . il lerrcoo grasso e ru-
giadoso, piano o lievemente inchinato, ov-
I vero v.ille, ec. : vuoisi ec. sterpare ogni
' virgulto. Cr. 2. 20. tu. Del tempo e mo-
do d' arare, e di sterpare le male eibe
e Figuralam. Tass. C.er. 17. 50. lo
slCTperoUi il core . io darò in pasto Le
membra lacerate agli avoUoi . /•. l5. «>.
F. se di tal dolceiza enlro trasfusa Parte
penetra , onde '1 desio germogUe , Tosto
ra-ion nelV armi sue rinchiusa Sterpa e
risica le nascenti voglie. « Segner. l'red.
18. 8 Non vi quietate ec. , finche non
ces>in gli abusi, finch'e non sieno sterpale
le ininiicirie , finclib non sieno smorbale
le imiiurit'a. (Bj
* S I ERPATO . Add. dn Sterpare .
Salvia. Ceor. lih. 4. H pastore ArisI.o
le Pcneic Tempo fuggendo, l'Api, com' e
fama. Sterpale dalla peste e dalla lame,
Dolente si fermò ec. !f')
.STERPE. /. STF-RPO.
+ * STERI'ETO. I iiogo pieno di sler-^
pi. Magai, .''idr. I. 25. Onde superba Da'
suoi slerpeti ancor Feacia insulla. (A)
STERPIGNO. Add. Di natura ili ster-
po. Dm: Colt. 172. Quando si pota, la-
glia fra le due terre lo sterpigno o frullo
che vuoi innestare ( qui i Susi, , e vale
lo sUsso che Sterpo). , ~, ■ .
* g, Sterpigao, vale anche Che e pie-
no di sterpi, o Che mena sterpi. Buon.
Pier. 3. 4. 8. L' oslinaiion de' legni .Von
so s' a Luna scema, O pure in luogo
sterile e sterpigno Piantali ec. , fan che
ce. (•)
STERPO . Che da alcuni si disse an-
che STERPE in genere fcmm. Ini. tcolo ,
o lliniettiliccio stentato , che pullula da
ceppala </' allnrro .tecco, o caduto per vec-
chiezza , o da residuo di liarim d' altiero
tagliato . Lai .<//iy>.t , slipes Gr. S'/pK-
o uà ;. In''. 30. Fra gli aspri sterpi e le rigide
piante , piangendo , mi parea dimorare .
J.iv. Dee. 3. Collo mani ritenendo i vir-
gulti e gli sterpi. Dani. In/. l3. Non han
si aspri slerpi ni si folli Quelle fiere sel-
vag"o , ihe 'n odio hanno Tra Cecina e
Corneto i luoghi culti. /•: appiesso : Uo-
mini fummo , e or som fatti sterpi. But.
ivi: Fatti sterpi, cioè pruni, ovver tron-
coni. Dani. l'ar. 13. E ne^li sterpi ero-
tici percosse L' impelo suo . /)'ii(. n-i :
Sterpo i legno bastardo non frullifero, e
cosi sono gli eretici; e come lo sieri») na-
sce sul legno frullifero, ed inipacci»b>. e
levagli della sua vivacit'a . cosi lo eretico
nasce tra' fedeli Cristiani , che sono frut-
lifori nella fede , ed egli gì' impaccia , e
toglie loro la vivacit'a, ed impacciagli col-
r eresia , e fagli cadere in irroro . J\-tr
S T E
ne. E 10. 96. Io lon fallo cognato di uoo
stcrpone .
STERPOSO. Add. Abbondante di stir-
pi , Pieno di sterpi . Lat. dumosus . Gr.
a.M.-ii'Àòr.-, . Buon. Pier. 1. 3. 11. Cu.
si dovria, degno del guardo oggetto, Slet
posc anpresenlar monlagne e rupi.
t SIEBQlIILlMO,e STERQUILISO.
Luogo dove si fa adunanza di telarne. Stal-
la. Lai. fimelMim, sUrquilinium. Gr. p«-
Jsuv. r.OT.p'Ji. /'OCC. Leti. Pr. S. Ap.
292. Se io avessi deiideralo ec. sterquUi-
nii, e i brulli e disonorevoli luoghi. OmeJ.
S. Cris. 217 Aveva per la sua casa lo
sterquilinio, cioi; la stalla; per tappeti
aveva la terra, ed il letame per vesUroeo-
li. Mor. S. Creg. 3. 3. Il nostro Adam
giacca forte nello sterqnilino.
STERRAMENTO. Lo sterrare.
STERRARE. Levare il terreno. Sba.<-
sar la terra. Baldm. Dee. Nello sterrare
una cava di tufo da uno inaspelUto sUc-
camenlo con rovina di quella materia ri-
masero maltrattati. lAf
tf g. I-: in signi/ic. neutr. .•'egr. Fior.
Leti. ined. pag. 45. Dove bisognerebbe
sterrare. (Min) t„..
■ StEMKIO.Aild. da Sterrare. J rati.
.,egr. COS. donn. Vanno per li campi .ter-
rari cercando de'riposUgli delle foruucole.
S In forza di Susi, vale il Luogo che
.„ ? sterralo; e taloia anche Luogo, o
Strada che non sia ne selciata, ne Uuln-
cata , ne ammattonata.
STIRRO. Lo sterrare , Sterramento
T'it Pitt. 64. Non si considerano ec. le
spese noi faro gli stoni, nel cavar 1' acque.
:; STERTOKE. ltus.<o , fragore che
na,ce dalla difficoltà del respiro. Lai.
rhoncus, • slertor. Cr. f«/X°?- f«''?°,<'
Ped. leti. 1. 247. A propomone doUo
spulo si vede scemar 1' affanno, e lo slcr-
lore del respiro. (")
STERZARE. Dividere in Uno, o n
proporzione. Lai. in tres parles dividere.
mentiim, stcraulalio. _ rr .
Ime .<on. 33l. A farvi pure uno sternuto
drento, Diresti allora: un gran tremoto 1
STERPACNOLO. AM. Sterpigno. Pi-
celi l'ior. 27 Facendo lo messe secondo
il costuino di questo albero , che a guisa
di nocciuolo escono del terreno sei, o «elle
più vlerpaj;noli.
STERPAME. I . STIRPAME.
STERPAMENTO . I.o sterpare. Lai.
ertirpalio. Gr. l/,= -;wr,.;. Cr. a. 10. 2.
Lo studio che s' ha nel campo novale, il
quale allora prima è ridotto al cuUivamen-
10, è lo sler].anienlo da' salvatichi iter-
STERPARE. Sbarbare. Diradicare.
Sveric, Levar via gli sterpi, l al. ri »/r-
pnrr, evellere. Gr. lx/>i?ouv . leti. son.
277. Al cader d' una pianu che »i svolse.
,11(0. Lai. sternuta- » eresia, t; ..„.. ■- -;
Gr. 7rr-/=^o•;. Ilei- -'On. 247. Non t sterpo n» sasso 11. quo-
fon. 2:^7. l^OM e ■,,.|." ..- . . I
Sii monti ec. , Che non sappian quant e
mia pena aceri». 7? son. 277. Al . adcr
d una pianta che si svelse. Come .piolla
che ferro, o vento steqie , Spargen.Io a |
terra le sue spoglie eccelse. Mostrando al |
Sol la sua squallida slorpe. Vidi ec. Ir. \
Sacch. riut. 25 In se' iniqua e maligna
slcrpe: Chi |iùllsersr, più doglioso lan-
gue (qui per melaf). * Tasi. Him. .•'acr.
Cam. 1. Cosi dal legno sacro. Che della
noslra vita è viva sterne Risana il mal che
più si spande e serpe. 'Dj
STERPONE. Mcrpn grande.
S Per similit. fu adoperalo i» iignifi. .
di Pa.lffrdodn V. / 3. p.). llu.,to slcr-
pone, loinando alla sua natura, santa fede
o fralernalc .jiil'j. di preienic intese al
tradimento del fratcU... P cap lOl. Sili
veniva provvedendo alla ilif«».i lo ileqio-
Vi. {.Stei-Jre. Termine de- Coediie-
ri. Carrettieri, ec. Girare, o Pollare pei
isterzo. :A) , , , ,,,„,.
* g. II. Sterznre, e anche lenmne
de- Manifattori di tabacco , e vale tare
una me.,cola„za regolala di pm qual"-
di tabacchi. (A) . . . e. —r».
•t * STERZATO. Add. da Sler-^re,
Divi.<o in terzo. Tripartito. Magai, pari. 1.
leti. 27. L'na vermena abUe a produrre
lutti e tre questi pomi ognuno da per ac,
e poi un pomo sloruto di tutti e Ir. in-
sieme. (Al „ j. €•.-—«-
•+ * STERZETTO. Dim. dt Sterzo,
Piccolo sterzo. Fortig. rim. «p. 10. Non
ci son mute, svimeri o stenett». Ma si ca-
valca un .|Uabhe bel somaro, O sulla
schiena di foili muletti. (.4)
if SI Eir/.O. .Sorlo di carrozza "f*""'
capace di due persone. I. U I ocabol. al-
la voce CAMERA, S- ''*'• * '
STESAMENTE. A^'>erhio. Distesamen-
te, llitru.<rmenle, 1 lungo. Lai. prol'^,
1 ruse. plii.ibus verbi,. Cr. o.« »«»»■»■
I <i. / . 8 36. 4. E seguire P« lo innan-
.i istesamente i fatti dei Kiorentmi. £
I cor. 38. 7 E pero avcmo con tlosamen-
1 lo raccontato l'origine di questo ctsmin-
' riamonto delle maladelte parli Bianca e
Nera. Pass. 161. Porremo qui quelli ver-
si, e sporrengli slcameote. Mor. .N. i^ref.
Ma IO voglio che noi espojnamo un poco
più stesan.enle lo lesto, eh. duM ■" «o-
pra dell* uomo iniquo. ^^
•+ «■ STESO. Susi. Dettai: Drp. vt-
cani. iSl Verche ora cosi nel lilolo ov.
sia bene ec. pensò eh. che sia eh, fu«.
M.,i enato nello i.lcso della noveUa II )
STESO. Add. da Stendere Lai. exlen-
.„.. tu"i> Gr. <«rlT».u««iv Amel 9\
S T E
Tiiamlu iu ialesa novella i miii {viilaii
( cìoi' , lunga, o Jillusauif nti- n;irrntj ) .
Cavale. McJ. cuot: Vide inoìli Uutiuoli
del nimico stesi [>cr terra ( tioÌ- . cli^tcìi).
G. y. 8- 71. IO. Avcndouc latUi ^i stesa
uiemoriii , peri'liè a ciò t'uniniu presenti
(cioèt lunga, difiusa). E IO. i\\. 3. Era
&i steso per au<ljcia tli «|Uolla >uj siienza
in coie iiroìLite 1 ctc'c , indulto, iulervo-
i-ato ) . Jfìoez. In refi. 5. rim. 5. Di molle
e vaiic forme CjKau la terra diversi aui-
luali : Questi con piallo steso corpo eiun- j
me Spaszan strisciando lol petto la polve;
ec. (cioè , disteso). •'.= Cai-a/c. I*uiigil. 1
362. Sudo levale le figliuole di Sion , e
vaDoo a collo Nieso ( cioè , leso ) . Sit/v.
Jvvert. 1. 3. 12. Il eonieiUo di Dante, I
^leso da colui in volgare (cioè, composto,
scritto), f/'y March. Lucr. lib. 5. Solean
tremaDti sigli ospiti crudeli Cedere i letti
lor sleii di fronde. E appresso: In ((ursta
guua a poco a puco i letti , Stt-bi d* ciiie
e di fiondi, abltaiidonali Furo ( cicc , tor-
niti d* erlie , e di fiondi dìslese iu ter-
ra ) . (Br) Saltiti. Cas. l36. K lien vero,
che iìcconie eonicdiare si dire da' Greci
assolutamente pei' motteggiare anche fuor
di commedia, e con più sle^o significato,
rosi ce. e cioè, largo ) . (?>')
§. Steso, in /orza (V avverbio, per !sU-
snmentf. Lat- prolixe, plitribiis verbis .
Gr. iix TtOA^fZ-i. Mor. S. Creg. 5. 28.
Però un poco più sleso vojilio che anco-
ra ragioniamo ih'lla varietà di molti.
STf.SSEHE. Contrario ih Tessere, Di -
sfare il tessuto. Lai. retejere. Gr. «va-
Au'ìtv. IJemb. Asol. 29^. Come fu all' an-
tica Penelope agevole lo stessere la poco
innaou tessuta tela.
STESSISSIMO. Supcrlat. di Stesso.
Lat- ipsissimiis. Gr. ajT'-VaTO:. lied. Di'
tir. 4- Crescerà sì lua vaghezza, Che nel
fior di giovanezza Tairai S'enere stosissi-
ma. /*.' Oss. an- I^- lo uon ho multa dif-
ficoltà a credergli er. che le vipere lione-
ii Steno le slesse ste^^i>^tme che le ita-
liane.
t STESSO. Jdd. Clic non è un altro.
Che non è differente; 3/edesimo. I.at. ipse.
Gr. auT5;. Bocc. no%'. ^j. 16. Infino n qui
creduto ahhiamo che costei nella casa, che
mi fu quel di stesso arsa, ardesse. Vant.
Par. 3. Ed iu, per confessar corretto e
certo Me stesso ce.. Levai lo capo. E 17*
Così dis&* io a quella luce stessa, Che pria
m' avea parlato. Veìr, san, 2i3. Ma co-
m' è che >i gran ronior non suono Per al-
tri messi, o per lei stessa il senta?
# §. I. Stesso, talora si unisce a' no-
mi, o pronomi per dinotare con maggiore
efficacia la persona , o la cosa di cui si
parla . Segner. Mann. Agost. 3- 3. Do-
vendo tra gli eletti slessi precedere prima
i più uniti a Cristo per riccbexya di me-
riti. (C)
^ 5. 11. Stesso, talora si apgiugne a'
nomi indicanti nualclie qualità , per di-
notare che essa qualità si trova in su-
premo grado nella persona di cui si par-
la . J'nrch. Stor. 12.44*- ^* raccomandò
all' abate ile' Bartolini, ed egli il quale non
pur eia gentile , ma la gentilezza stessa ,
Io fece nascondere segretamente in ca-
sa di Giovanni suo fratello . Celi. Capr.
lìott. rag. 4. Uomo non solamente buo-
no , ma la stessa bontà! (C)
^ §. 111. Stesso, si usò anche in lito-
go del plurale Stessi. Cavale. Med. cuor.
274* C'^iti'^ questo fanno tulli gli pagani
idolatri, e tulli quegli che troppo amano
se stesso, o altrui. E Discipl. spir. i3o.
Quelli solo sono TÌrtuosi, a' quali segui-
tando la divina grazia , fanno a se stesso
forza. (F)
t §■ \\. Stessi, nei caso retto del mi-
nor numero , come Quegli, e Questi, si
S T I
i387
trova talora ptvsso gli antichi. Dant. Par.
5. Siccome il Sol, che si cela egli stessi.
•',' Evitnc. Siiccb. nov. 166. Fa nel rapo tu
stessi un nodo scorritoio. Pep. Decani. 48.
Sì dice egli stessi qualche volta, che per
r oidinario si direbbe egli i tesso j ma
uon si direbbe gii esso stessi, o quello
stessi. ( f'j
t * §■ V. Talora si trova anche ne*
casi obliqui. Cavale. Pungil. ì^. Or per-
chè mi lodi Iu a me stessi! ( f^ j
s*.* g. VI. Stesso , vale anche Simile ,
Eguale . lied. Oss. an. l!\. lo non ho
molta difficultà a credergli ce. che le vi-
pere liouesL sieno le stesse slessissime che
le italiane. (Cj
* STESSUTO. /Jdd. da Stessere. Bel-
ila. Disc. II. Perchè le filamcnta perle
fibre di lei non sono stessute ancora, ne
consumale. (Min)
STIA. Gabbia grande, dove comune-
mente si tengono i polli per ingrassar-
gli- Lat. cavea. Gr. oi/i'otov. Eir. Lue.
I. I. Ma chi volesse teneie un prigione
in modo che non si fuggisse , bisogne-
rebbe legarlo a" piedi di una botte di
trebbiano ec, di una stia di capponi gras-
si, ec. Ai Matt. Franz, rim. buri. 3. 92.
E stando come polli nella stia , Si vi-
vono a pie pali spensierati, ec. (B)
%. Per similit. fu detto per Chiusura
Jatla anche per altri animali. G. F. 6.
71. I. Uscio il detto lione della sua stia,
correndo per la terra. E io. 187. i-
Nacquero 111 Firenze due leoni di leone e
leonessa del Comune, che stavano in istia.
Frane. Sacch. nov. 25. Il prete doloroso
ce. ne fu menato cosi capponato a una
stia, e l'a alquanti dì si fece curare.
t STIACCIA. Lo stesso che Schiaccia,
co.ù nel proprio, come nei figurato. Dnv-
Graz. Cen. dclib. 148- E noi potremmo
trovarci alla stiaccia. Fir. l'isc. an. 62. |
Il povero peregrino, per essere agiato e
poco atto a conere, non potendo fuggi-
re, lìnìase alla sliaccia. L'iion. Fier. 2.. 3.
Cor. iSellc cui dure braccia La colse il
zoppo alla 'iigegno^a stiaccia. /'-' 2. 5. 7.
E '1 pevi) sopra i petti lor rivoltosi, Fece
di lor non mollo dolce stiaccia. 7'.' 4- i*
12. Parti, o di questo mur, che li sta 'n
faccia. T' aspetta di restar tosto alla stiac-
cia. Malm. 7. 24. E che sia il vero, te-
de ve ne faccia II Garani, scampato dal-
la stiaccia.
STIACCIARE. Schiacciare. Lat. colli-
dere, elidere, opprimere. Gr- y.KTy.pdz-
Tiiv, 5U"//jCou£iv. Buca. Eìer. 4- !• i-
Fistiator, che alla testa di due strade Par
che uccellino a le, messoli in mezzo. Per
istiacciarti il capo. E 4- 2. 5. Sliaccitis'il
bicchiere. Dove '1 palato il tocca, e vada
giù. Cani. Cam. 34- Se e' è alcuna , a
chi la fava piaccia , La meglio infranta
ablnam, che ci si faccia, Con un pcstel
che infino i gusci stiaccia.
g. Per Taroccare, incollerirsi s che
anche sì dice Stiacciar com' un picchio.
Buon. Fier. 4- i- 6. Stiacciano e cuocon
bue. Che, per qnant' io mi credo, Vor-
rcbbono ire altrove. Cccch. Esalt. Cr. 4.
7. lo detti un canto In pagamento , e
1' ho lasciato in chiusa. Che stiaccia co-
m' un picchio. Malm. 9- 56. E di quel
tiro stiaccia come un picchio.
STIACCIATA. Schiacciata , Focaccia.
Lat. placenta . Gr. Triaxs-j^. Fir. As.
174. E tutte queste trappole e questi in-
ganni t'avverranno la mercè di Venere ,
a cagione che tu ti lasci trar di mano
una di quelle stiacciale. Fase. Spir. 5. p.
3/. Ringraziata sia santa Chiara. L. E la
sua stiacciata benedetta. Buon. Tane. 4-
2. Tale un penzol d' argento in scn si
pone, Che non ha pan da fare una stiac-
ciata. Malm. 7.21. Ben se n'avvede, e
già mette a entrala Di macinarsi, e fare
una stiacciala {qui figuratamente, cioè,
stiacciarii, stritolarsi ).
STIACCIATINA. Pim. di Stiacciata.
Maini. 1. 52. E per lo meglio si risol-
se al fine Tornare a rasa a queste stiac-
ciatine. i[' l'ro.r. Fior. part. 3. voi. 1.
Cic. pag. 208. Bcmhè ser Agresto dica
che mandasse per una stiaeciatina un-
ta, ec. e/;;
STIACCIATO. Jdd. da Stiacciare j
Schiaccialo. Lat. cUsu.t, oppressus, Gr.
«ZTe&/ijU/ut£'vo;. />or^h- Hip. 321. Si veg-
gono di sua mano una nostra Donna den-
tro nel marmo di stiaccialo rilievo. Bi-
cett. Fior. 5o. La noce nioscada è il frut-
to di un arbore delle Moluche ce. , il qua-
le produce la noce moscada di grandezza
ce, quanto una pesca mediocre, ma più
stiacciata.
STIACCIATONA . Stiacciata grande.
Buon. Tane. l\. 9. Tornava appunto mo-
gliama dal forno, E aveva in grcndjo quat-
tro stiacciatone.
STI AFFO. Schiapo. Lat. alopn. Gr.
J(o)«©o^. Cant. Cam. 197. Del liuto
al tempo andiamo Col pugna! , culate e
stiaffi. lasc. Sibili. 4. 4- ^*^ '" """ aves-
si rispetto a questi Gentiluomini , io ti
darci uno stiaffo.
STI AM AZZARE. Schiamazzare.
STIAMAZZO- Schiamazzo. Lat. cla-
mor. Gr. /cv.vyn. Dav. Colt. 197. Tra
la gente che viene a vedere , e noia e
sturba, e gli stìamazzi spaventa. Borgh.
Bip. l32. Nel quale, senza esser veduto,
l'uccellatore colla civetta, cou lH stìamaz-
zi, e con gli altri suoi strumenti al tem-
po convenevole esercita 1' arte sua. Buon.
Fier. 5. I- 6. Zufolate , bussate, agli
stianiazzi, Alla civetta olà ( in (fuesti esem-
pii è nel .lignificato del §. I. di SCHIA-
MAZZO ) .
S^1A^CI'0. /'. SCHIANCI'O.
'.' STIANTAGIRAADOLE. Dicesi di
Chi inventa e narra cose fantastiche j
Fantaslicatore. Be/lin. Ì i.ic. I.ll3, Egli
è una bozza, e una fiaba stdcnoe ec. di
piantarci, e di ficcarci la quale s' indu-
striò quel macchinista beflàrdo , quel
baione, quel pancacciere stiantagirandole
di queUo scioperalo di Luciano. (Cj
STIANTALE. Schiantare. Lat. discin-
dere, evellere , eradicare. Gr. sxpi^oOv.
Cant. Cam. 8 E chi tagliando fa V oro
stiantare Nel filar , sempre dolersi udìi-e-
te. E 235 II forte covdovan morbido e
netto In pregio alto si tiene , Perchè le
forme e Ì colpi del bussetto Senza stian-
tar sostiene. E 296. E qualche volta gli
è rotto e stiantato". Malm. 6. 84- Pluton
diede con tutti una risata, Che fecegll stian-
tar sino il brachiere.
STIANTATO. Add. da Stiantare. Lai.
discissus. Gr. c'caox^'^-'-*
-.:- STIANTATURA. F. SCHIANTA-
TURA. (B)
•f t^ STIANTEBECCIO. Add. Che
agevolmente si stianta. Cant. Cam. pag.
2'j5. { Cosmopoli 1750 ) Legne stiante-
recce Ci i'd far triste lafore. (Ai
STIANTO. J.o stiantare. Lai. eriJj/o,
fractura. Gr. ì/.'j-y.lpói, /)«5-i;. Cant.
Cam. 48. Che 'n certi bei fregelli stianti
fanno Da fargli lur pagare. ♦ Benv. Celi-
Ore/. 42. Essendo di necessità che nel
lavorar 1' opere sempre vi nasca qualche
piccolo buco, o stianto, ev. (B)
STIANZA. Schianza. Lai. crusta. Gr.
7T)a^ Farch. Stor. \\. 527. Lo trovarono
roso dello stomaco quanto un barde, con
una stianza nera sopra quel roso. F'ir. rim.
14. Or te ne leva, lo 'I pur dirò, vergo-
gna , Va altra volta, e più, se più biso-
gna. Una stianza di rogna. Malm. 6. 44"
Nepola mena allora alle sue stanze. Che
i388
S T I
S T
S T I
i paramenti avcan di cuoi umani Ricama-
ti di fì(;n(ili, e di atianzc.
STIAPPA. Schiappa.
%. Per Ischeggia. [.ut. assit/oj schidia,
scandtifit. Gr. 9X'''°^' 5;fi'^i5v. Buon.
Ficr. /(. 4' 5. E s| iuc, e sterpi, e stop-
pie, e sliappe, e sprocchi.
STIAKE. Tenere in istìa. I at. cavea
inciti su m delinerf.
STIATO. j4dd. da Stiare; Tenuto in
istin- Lai fa\-ea detenxus. Gr. ev xu^rip
xaTS^o'/^evo;. /.'non. l'ier.^. z. I. Se' miei
polli aliati Non heziicano lor le groppe a
sodo. Bezzicata mi sia la mia da' lupi.
STIATTA. Schiatta. Lat. stirps, prò-
genies, prosapia. Gr. '/evce^. Din. Comp.
I. 7. Il Vescovo d'Arezzo^ come savio
uomo, rc<nsidcrandi) qurl che avvenire ^li
potrà dellii guerra , cercava palleggiarsi
ro' Fiorentini, e uscire con tutta la sliatta
sua d' Arcuo. 7-! i. 19. Multi cittadini
tirarono da loro, e fra gli altri messer La-
£) Salterelli, e mes!>cr Donalo Ristori giu-
ci, e allre potintì sliatte.
STIAVINA. Schiavina, hai. cento, cen-
itmculus. (ir. e j^p'a^/ta. ^«0/1 Fier. 3.
3. C). Vedrò se 'n guardaroba tu lascia-
sti Per sorte una stìavina. I: [\. 3- 4- I*^
poter mal soffrir ferri e stiaviua. E t\.
q. 5. Gillar giù la stiavina, e della spor-
ta Sgiavatcsì le spalle, in quella vece Por-
vi uno stioppo,
t STIAVITU', e STIAVITUDINE .
Voci poco usate. Schiavitù. I.a.X. captivi tas.
Or. «i//jLa).W7i*a . Jiuon. Fier. 4- 5. 3.
S' e^li avvìcn che turni Di stiavitudin li-
hcrato riuQb.
STIAVO. Schiavo, Lat. scrvus, capti-
vuSf mancipium. Gr. cfvSpelTtoSov. Buon.
Fier. 2. 4- 27- Naviganti d'amor, stiavi
di dame.
STIDIONATA. Quel/a quantità di vi-
vanda che si arrostisce in una sola volta
collo slidionc . Buon. Tane. 1. Interm.
Oli che belle slidìonate , Se da noi son
ramatale 1
STIDIONE. Schidione. Lat. vera. Gr.
Ò2,>.ìài. lìicett. Fior. 8l- Le cose che si
arrostiscono, si tengono vicino al fuoco in
uno stidionc , voltandole continuamente .
Buon. Fier. 3. 1. 5. E quel che ti ferì
dolce quadrello , (Chiamalo uno stidionc .
Ma/m. 2. 18. Perchè bucar sentitosi in
un fianco , Si vedde prima uscirne uno
stidionc .
STIDIONIERO. Che porta lo stidio-
nc , armato di stidionc . Buon. Fier. 3.
I. 5. Lei che dicesti arciera, Dira'la sti-
(Uoniora .
STIE.NA Schiena. Lat. dorsum . Gr.
v&JT^v. fhion. Fier. 1. 3. y. Vogliam noi
{trevcnir con qualche pena La moilitota
or ribalderia, E romper lor quest'aste in
su la stiena? ^ J.or. Med. Beon. cap. 8.
ISÌ» pria Ir sticne ulli nostri occhi volse ,
CW e ri pareva al culo un cavriolo, ec. (B)
STIETTAMENTE. Àvvcrh. Schietta-
ntcntr. Lat. sincere, candide, pure, sim-
pltcitvr . Gr. xa^otfoj; , aTr>w; . Circ.
Geli. 2. 44" P''''''bè voi caschiate in que-
sti tut oiivenit-nti, ella (In /mf»rn> ha fatto
che voi mesc<iliate coi cilii di quelle cose,
«he erano stiettamentc obietto dell' odo-
rato .
STIETTE7.ZA . Schiettezza. Lai. sin-
cvritas, condor, puritas, simplicitas. Gr.
/KSapoT*)^, c':tìot>5>.
't S- Fifiuralnni. fwr Agilità , Sotti-
gliezta. JVov. ant. lOO. 16. Quando l'uo-
mo e ben compreiiionalo o ben sano , si
.togna eh* egli corre, o vola, per la isliet-
Irzza degli spirili.
STIETTISSIMAMENTE . Superi di
Stiettamentc .
STIETTISSIMO. Superi, di Sltetlo
^TILTTO. ^dd Schietto. Lat. since-
iNS, tìierus , puru.s , candidus , simplex-
Gr. /aìycs'i, «ttÌoÙ?. lìorgh. Arm. 5o.
Ora de' colori slietti porhissimc si trove-
ranno l'arme. Buon, l'ier. I. 1 . 2. E di
lutti i successi Vo* relazioni stictte e pon-
derate .
n-- STIEZZA . Scheggia . fìeav. Celi.
Vit. 2. 88. Mi venne dritto gli occhi a
certe sliezzc sottilissime, le quali mi era-
no avvanzate. (C)
t 5 STIF1CAN7A. l'. A. Signifcan-
za.
f §. I. TVr F.tpetta:ionej ed è pur
/*. j1. Lai. expcctatio , indoles . Gr.
yi/ot;. Fiamm. 4- l38- Del quale ^y/.*crt-
nioj Vcrgilio tanti versi d'ottima stifìcanza
di giovanetto disrrissc (così i buoni lesti
a penna j gli stampati per errore hanno
teslificanza ) /'. /. II. 79. I.ssendo d'a-
•Tpetio e di stifìcanza di farsi in esse valcnlre
uomo. Ott. Com. l'urg. 7. lo3. Questi
morì giovanetto , pieno «li buona stifìcan-
za . /-li'. Dee. 3. rViuna paura d' iddio ,
ninno giuramento, o ninna religione ebbe:
con cotale slifiranza di virtù e di vizìi tre
anni nnlilo sotto Asdrultale f il lat. ha :
cum hac indole ). E appresso: Costui era
venuto a somma stifìcanza per la distipli-
na di Gneo Scipione.
'^ §. IL f'er Importanza j ed e pur
7'. j4. u M. /'. 9. 5i. Quello che se-
gue , tutto paia <la' prinripìi suoi da po-
co curare j e di uicciola sti6caDza ec. può
generare divisione e scandalo nella nostra
cilla ». fC)
t STIFICAHE. J'. A. Significare. Lat.
tcstari, significare. Gr. fxy.fTvpùv, cyja»»'-
vitv. Com JPurg. 7. La madre essendo in
lui gravida , sognò eh' ella partoriva una
vcrf;a che toccavi! il ciclo: la qual cosa vol-
le stifieare, eh' ella partorireld)e uomo che,
pailan<bi dell' alle cose, toccherebbe il cic-
lo (così ha il Mss.fConic avverte la stampa
alla pag. ()3 ).
STIGA'mE>TO. 7.0 stigare, Stigazio-
ne. Lat. instigatio. Gr. TTa^o'sjuviOt;. il/or.
S. Orcg. l5. 7. Che dobbiamo noi adun-
que iritemlere per li piccoli aspidi, se non
i segreti stigamenti, ovvero 1' ociulte ten-
tazioni Ai r]ue11i spirili immondi 1
SriGAHE. Instigare . Lat. ìnstigare .
Gr. TTacc^Jvecv. 7>av. Scism, 48 Lo sti-
gò il Diavolo a spoj;liare i conventi. Tac.
Dav. Ann. I. 5. La cupidigia <lel domi-
nare d'essa fu che lo sligò giovinello pri-
vato a sollevar con doni i soldati vecchi.
7-: Star. 4. 358. Tutore, Classico. Civile,
ciascuno nel suo posto stigava i suoi a
combattere .
STIGATO. Add. da Sligarr. Lai. in-
stigatus. Gr. :ry^5?yv3ii'$. M. J'. 7. la.
Stigato dal peccato non purgato ne am-
mendato dei Franceschi, si levo in parla-
mento. Tac. ì^av. Ann. \. j3. Segno di
grande e non placabit movimento agli al-
ti intenditori de' militari animi fu il ve-
derli non isbraneati , ni; sfigati da pochi,
ma uniti accendersi ce. Dav. Svisin. 66.
Viva per ctdpe loro, ma slìgatu dagli ere-
tici per levarsi dinanzi callolici tanto |hi-
tenti .
STIGAZIONE . Instigazione . lai. in-
stinctiis, hortatiis, ìmpul.fii.<. Gr. TTa^a*-
Cfnniii. M- / . 4- 7^* ^'"'^'-^ *i guaitlu dì
muoversi , alla sligationc , e conforto de'
Ghibellini d' llalia-
•f # STIGE . Terni, de' Htilo7ogi . il
jtecondo de' fiumi infernali. Dant. ìnj. t),
Vid' io pili di mtir aiiìtnc distrulle Fug-
gir cosi dinanzi .iti un eh* al passo Passa-
va Stigc con le pianto aiciutle. /.' 14. Lor
corso m que>la valle sì diroccia ; Fanno
Adicronte, Suge e Flegetonla, ee. (A)
« STIGIO Add. Vello Stige , In/ir-
nate ■ Chìaf-r PiTm. Gli ocelli gli rac-
rhiutlea tiigin letargo. fAj
# §. Per similit. Nero, Oscuro. Amet.
12- Il Cielo ce. chiudersi di nuvoli sti-
gii. 7C 16. Soltilìssime ciglia ec. di «ulorc
sligio. ^V;
t "•= STIGMA. Ì'.A. Stimate. Feo Belc.
37. (7-'ir. l485) Per quelle selle stìgme che
avesti Da Gesù Cristo nostro Salvato-
re. (F)
STIGNEBE, e STINGERE. Tor via
la tinta e '/ colore j e in signific. neutr.
/■erdergli. # Bari. Stor. Jt. lib. 2. cap.
l3. Ben può consumarsi un tal panno dal
tempo, e logorarsi dall' uso, dod pero sii-
gncrsi. (CP)
%. I. Per similit. Dant. Purg. 1. Gli
lavi il viso , Si eh' ogni sucidume quindi
.stinga . ftim. ant. mess. Cin. 37. E con
y altra in la mente mi dipinge L'd piacer
simile in si bella foggia, Che l'anima guar-
dandoi se ne stinge.
§. IL J'er l:stinguere . Lat. exttngue-
re. Gr. c6«v; JEtv. Dant. Par. 3o. A poco
a poro al mio veder si stinse . /firn, ant,
fìant. Maìan. 8l. E lo disio noD s' attuta
ne sligne Dì lei amare.
— g. 111. />r Denigrare, Oscurare.
Benv. Celi. Vit. 1.7. Gloriandomi mollo
iiiù ec. aver dato qualche onoralo princì-
pio alla casa mia , che s' io lussi nato di
gran lignaggio, e con le mendaci qualità
io l'avessi macchiata, u stinta. (C)
# STILACCIO. Peggiorai, dt StUe nel
senso di Modo di comporre. Lasc. Bim.
2. 260. Clie hai tu fallo altro mai che
UD sonetiino Asciutto, secco, stiracchiato,
e gretto. In istilaccio furfante , e meschi-
no? (C)
STILARE . Praticare , Costumare ,
Procede fv j termine curiale. Lai. ohtine-
rt , in usu esse, usurpari. Gr. it^iVfti-
vov et vai.
•f STILE. 1 erghetta sottile, fatta di
piombo o di stagno , la quale sers't per
tirare le prime linee a chi vuol disegnare
con penna. Lat. .tlylus . Gr. ypafuov .
Bocc. nov. 55. 3. Ninna cosa ec. fu che
egli collo siile e colla penna, o col pen-
nello non dipìgnessc . Dant. Purg. 12
Qual di pennel fu maestro e di siile, Che
li traesse 1' ombre e i traili eh' ivi Mirar
farìcDo UDO 'ngegno sottile? Petr. son.
58. eh' a mio nome gli pose in man lo
stile .
g. I. Stile, per Quel ferro acuto con
cui gli antichi scrivevano sulle tavolette
incerate. Lai. st^lus, grnphium. Fiorett.
Crvn. L' uccisoDo con istili da tavolellc .
che altre armi non avrano.
§. II. Per similit. Cr. 5. l6. 3- Se
fosse da veiniini molestalo ( il nespolo ) ,
si si dee da e»sì liberare e purgare con
uno slil ili rame, ec.
# Ì-. 111. Stile, per Chiavistello. Sal-
via. Disc. 3. 84. Benissimo sì dice stile
il chiavistello , perciocrhi* è appuntato ,
perchè entri più facìlmeule. (Cj
^. IV. .\tile , diciamo anthe a Legno
tondo e lunghissimo e diritto, ma che non
ecceda una certa grossezza.
$. V. /•; per Qualsivoglia altro legna
piccolo, rome manwo di falce , o simili.
7hal. S. Creg. 2. 7. Tagliando lo pre-
detto Gotto Ir spine , e dtslK>sraDdo con
tulio suo potere , lo ferro usceite dello
stile , e cadde nel lago . E appresso :
Prese di mano del Gollo lo stile , r mi-
sclo nel lago , e incontanrnle lo ferro di
profondu loruò, ed entro nello siile.
* g. VI. Per Tronco , o Fusto iteli'
affcto , o altro qualsìsia all'ero lungo e
rimondo, di cui si srn-ono gli Arcftitetl.
per fare i ponti in luoghi eminenti dell'
edificio, e a più altri usi. Diersi più comu-
nenirnlc Af*ctclla lialdin. Voc. Pis.fAj
STILE. (ìuatilà e Modo dt dettare,
sì dt prosa , cvma dt verso . Lai. forma
S T I
tiìrfttdi, st^ftts . Gr. yyprixrr'p . Patti.
tnj\ 1. Tu se' solo colui, da cu' io tolsi
l-o Lello stile die m' h;i fjito onore . £"
Pitrg. 24- t'he '1 Notaio e Guidone e me
ritenoc Di qua dal dolce stil nuovo rh'
' odo, ce. Pelr. xon. 20<1 Parrh l'orse ad
ialcun , che 'n lodar quella , Ch* ì* adoro
io terra , errante sia '1 n)io stile. /'," scn.
271. ^è d' aspelldto lien Tresche novelle,
Kk dir d'amore in stHi ahi ed 01 nati. /'."
ean£. l^l. ^. Kd alzava '1 mio stile Sovra
di sé, dov' IT non pona giro. Tac. pav.
j4nn. l\. l88- Ragunaia poetutii novel-
lini, metteva !t»ro innanzi, e facrva levare
e porre e ralilKTcìare i versi suoi ; e hen
si paiono , allo stile rollo , stentalo , non
Hi Vena, ne d' un solo.
STILE. Costume f Modo di procedere .
Lat. consitetueto, mos. Gr. rùó~o:. Petr.
cans. /|6. 5. Ond' io vo col pensier can-
giando stile, fi svn. 200. Però s'oltra suo
stile ella s' avventa. Tu '1 lai. Cron. Mo-
re/i. 261. Tenendo questo siile, non po-
trai essere di troppo in-.-annato . E 267.
Dico che a mio pnrerc è da tenere e da
seguitare questo stile di sopra . v Sefir.
Fior. Disc. I. cap. 52. Se quelli cittadi-
ni che gareggiavan seco avessero preso lo
siile suo di lavorirc d popolo, gli venivano
ee. a trarre di mano quelle armi . Tax.r.
j4mint. I. I. Se^jui, seguì tuo stile. Osti-
nata che sei. (Cj
* g. Sti/e^ dicesi anche a Ciò che si
pratica ordinariamente in certi luoghi, o
in certe occa.tionì . Cns. lelt. 38. .'^i po-
trà rispondere a sua Santità che il gran
mastro non coocederebhe mai licenza per
amendue le commende , ne anco per una
sola, se non con condizione che Monsignor
Instiniani assicurasse il mastro che 1' altra
dovesse andare a chi la tocca secondo lo
stile, o legge di quella religione. ( C)
STILETTARE. Ferire con isti/etto.
STILETTATA . Coìpo, o Ferita data
con isti/etto . * Pros. Fior. 6. aSp. A
ogni minimo cenno di male ( /' inocon -
driaco } si melle nel letto; ogni pìccol
6ato che passi, l'ha per una stilettala che
Io ferisca. (*)
STILETTATO. Jdd. da Stilettare.
Segner. Mann. ^gcst. 2^. 2. Piima mo-
rire hruciato , stilettato , svenato, che mai
peccare .
* g. Spade stilettate , diconsi Quelle
spade che hanno la punta a uso di sti-
letto. Pffnd. ant. Spade slilettate, cioè con
punte lunghe a uso di stiletti. (/I)
STILETTO . Spezie d' arine corta da
offendere, che dicesi anche Stilo. Lai. si-
ca . Or. ftf ov . Scrd. lett. l^. 85<). In61-
«ata in alcuni stiletti, o punteruoli. ^ Sai.-
vin. Seno/, lih. 3. pag; ^5. Preso uno sti-
letto , di concerto con Iperante entro di
notte nella casa d' Arislomaeo , e Irovolo
coricato ec. Io colmo d* ira colpisco in
pieno Aristomaco. (7fj
g. Stiletto, per Piccolo stile, nel primo
^ignific. JUrgh. Bip. i38. Si può dise-
gnarvi sopra con isliletto d*ariento. Jìeiiv.
Celi. Ore/. 87. fi deMie er. disegnare
con uno stìIeUo di acciaio brunito.
« STILIFORME . Term, de* Natura-
listi. Che e conformato a guisa di stile.
Che è sottile come uno stile. fj4)
STILIONE. ;•. A. Stellione , Taran-
tola . Lat. steli io . Gr. ysrJì&jTy;;. Mar.
S. Greg. 6. 4 Lo slUione s'aiuta con le
mani, e abita nelle case de' Be.
STILLA. Picciola gocciola. l.at. stilla.
Gr. ffTa>'^*v. Dant Par. 7. Io dubitava,
e dicca, Dille, dille, Fra me, dille, dice-
Ta, alla mia donna. Che mi disseta colle
dolci slille. Petr. son. 2^7. Stilla d'acqua
non vicn di queste fonti. E son. 2o5. Fu
breve slilla d' infiniti abissi. Mor. S. Greg.
Que&to egli appella piccola stilla de' suoi paV-
S T I
Limenli ce. Noi abliiamo veduta una pie
cola slilla, ovvero gocciola, de' suoi par-
lamenti .
STILLAMENTO lo stillare. "Lai. stiì-
latio , destillatio . Gr. OTa/ay^o^ . Vav.
Craz. Cos. 1. i33. Muove miniere, cave,
marmi, ordigni, segreti, stillamenti.
t ST1LLÀ.\TE. Che stilla. Che goc-
ciola. Lai. stillans, destillans , Jìuens. Gr.
7T«>a;wy Oiwrf. Pist. 186. E così la-
mentandomi , le lagrime scorrono dagli
stillanti occhi . Petr. cnnz. ^p- Q- Medu-
sa e r error mio m' bau fatto un sasso
D'umor van(» .vtìllantc. * yilam. Jvarch.
6. 28. Mosse il fido Bavcn tutto pietoso,
E , di tema ripien del colpo rio. Tirò lo
strai, che, inlorno sanguinoso. Della pia-
ga stillante fuori uscio. (lì)
STILLABE. Cavare l'umore di qua'
lunque cosa per forza di caldo , 0 col
mezzo d* alcuni strumenti fatti per ciò .
Lat. stillare, ^utfas emitlere, e.rpnme~
re. Gr. ■ v^Ta/Kiciv. Socc. nov. 3i.25.
Falle.si venire erbe e radici velenose ec.,
quelle stillò. F nov. ^O- 6. Fé la mattina
d'una sua certa composizione stillare un'
acqua, la quale l'avesse ec, a far dormi-
re. Picett. Fior. q5. Questo modo di co-
lare si chiama slìlJare , o passare per fel-
tro . /." 108. L' cibe troppo umide ec. si
stillano, acciocché durino assai, per istufa
secca. Pav. Man. 107. Kelle viscere del-
la terra il Sole e I' interno calore . quasi
stillando, ca\ano i sushi e le sostanze mi-
che pei pori colate nelle vene e
nelle proprie miniere, e quivi corgelate ,
e dal tempo indurile e stagionate, si fan
metalli .
§. I. Per similit. Frane. Sacch. nov.
83. Tommaso stillava su per Io letto , e
fece orecchi di merralanle.
§. II. Per Infondere . Lat. instillare .
Gr. ev(rTc)y'CEtv. Pant. Par. zS. Tu mi
stillasti collo ^lil!ar suo . Petr. son. 281.
Spirto già invitto alle terrene lutlc , Ch*
or su da! ciel tanta dolcezza stille.
't *S- "'• ' metaf detto delle pa-
role. Sen. Pist. 85. li< n è vero, che coni'
io non voglio , che versi le j-arole , cosi
non voglio ch'egli le stilli. ( Fj
§. IV. Stillare, neutr. , per Uscire a
gocce. Scaturire. Lat, stillare, guttatim
fi nere . Gr. 7TC/) «'T-riv . P^ant. Par. 20
L'altra per grazia, clic da si profonda
Fontana stdla . Cr. l\. 3o. I. Il mosto,
che di quelle slilla ec, metti in qiicl me-
desimo di ne' vasi impeciati dentro e di
fuori.* j4ng. ^fef. 1. 23. J"til]ava il mei
dagli elei e dagli olivi; Correan nettare e
lalle i fiumi, e i rivi. fDj
§. V. Stillar del caldo, si dice del Pa-
tir soverchio calore j tolta la metaf. dal
disfarsi e liquefarsi che fan le cose nello
stillarsi. Lat. desudare, astuare , suda-
re. Gr. x&SiOfOjv.
§. VI. Stillare , neutr. , per Chiarifi-
carsi , Farsi lìmpido a guisa d* acqua
stillala. Lat. clarifcari . Gr. ia/ATTjSuvs-
nS'ai . Lih. Viagg. Ivi son vantaggiali
vini di novello, cioè di vendemmia, e poi
r altr' anno sono potenti e più chiari , e
quanto più stanno, tanto più stillano.
§. VII. Per lo Cadere dell' acqua mi-
nuta dal cielo , Spruzzolare. Lat. leviter
pluere . Gr. Jayi'^iiv . 31. F- ^. 7. Il
terzo di comincio a stillare minuto e poco,
ed il quarto a piovere aVbondantemente.
g. Vili- Stillarsi il cervello, vale Fan-
tasticare, Ghiribizzare, j4fatnar P intel-
letto, Mulinare; che anche diciamo J3ec-
carsi il cervello . Lat. suum cor edere .
Simile appresso Omero .• 0% "rv pò v /«te-
Ciiv. pareli. FrcoL 67. Ghiribizzare er.
si dicono di coloro i quali si stillano il
cervello , pensano a' ghiribizzi , ec. Pern.
Ori. I. 18. 48. Né pare a me che sia gran
S T I i38<)
gentilezza Stare iu su' libri a stillarsi il cer-
vello. /•; 3. 7. 39. E scriveva, e stillavasì
il ceivello. Jr. Cass. !\. I. Con quanto
aflaticar , con quanto avvolgere , E stillar
di cervel , j:ià più di quindici Giorni ri-
cerco ec. Cani. Cnrn. Ott. 67. Noi can-
tereni con quel poco sapere Che resta a
I quei che perso hanno i cervelli , Perchè
stdlati quelli Ci siam nel voler troppo an-
tivedere .
g. IX. /•; in signifc. alt. vale Versa-
re a goccia a goccia .ì^att. guttatim f un-
dere . Gr. xxtk' arùyovv. X«-iv . Petr.
son. 20. Cercate dunque fonte più tran-
quillo , Che 'I mio d' ogni lìcor sostiene
ino; ia. Salvo di quel » he Uignmando stil-
lo. Mor. S. Creg. i3. i3. L" ticchio, mio
slilla , cioè a dire lagrima a Dio. * Tac.
Pav. (,erm. 385. Siccome adunque iji Le-
vante souo arbori che sudano incensi e bal-
simo , così credo io che iu Ponente ve ne
sieno che da' razzi del sole percossi stillano
quest' umore. /'J'CJ
* g. X. Stillar negli orecchi alcuna cosa
ad tino , figura tam. vale Suggerirgliela .
Cuicc. Stor. 2. 220. La qual varietà ec.
molli attribuivano a sospetto slillatopli (co-
me per natura era mollo credulo ) negli
orecchi da altri. (L)
■■'• g. XI. Stillare a rena^ o a banco secco.
r. nE^A,§. i. o
STILLATO, .''ust. Umore stillato da
consumalo di cappone, pane, e altri in-
gredienti posti a stillare insieme , che si
dà agli ammalati. Picctt. lior. 2y5. Stil-
lato di cappone magistrale . Sper. Piai.
Per certo male starebbe quella repubbli-
ca , se ella fosse ridotta allo stillato del
mio Viilore f qui per metaf. } . Segner.
Mann. P'el'hr. 18. 2. Il quale (digiuno)
non da altri cibi verrà interrotto , che di
zolfo liquefatto, di pece, di piombo; non
da altra bevanda, che da stillati di tossico
(qui per similit. ).
STILLATO. Jdd. da Stillare. Lai.
siillaltis , disti/laiiis. Gr. eiTKJ.K'/uEvo:
Pocc. nov. 83. IO. Io ti farò fare una certa
bevanda stillata molto buona e piacevole
ec, che in tre mattine risolverà ogni co-
sa. 7*; num. II. DomallÌDa ti manderò ik
quel beveraggio stillato . G. P. 10. 123.
2. ta sera fece fare un bagno, ove fece
mettere acqua stillila. Piceli. Fior. 6. L'
acque stillate sono quelle che si cavano
per limbicco. Lem. Ori. 3. 7. 5l. Mail
Fiorenlin volea cose stillale, Perocché la
lalica odiava a morte. Purch. i. 6. Cacio
stillato, e olio pagonazzo.
•f STILLATOLE. Ferhal. masc. Che,
o Chi stilla, jéllcg. 16. Tralico stillatore
Dà fuoco nel fornel della campana. Buon,
lier. 2. 4- 18. Slillatore egregio. Paro
strioD , poeta d' improvviso . /■, 5. 5. 2-
L'acque odorale . e i cari unguenti , e 1
i:uanti , Di slìllatorì sono e profumieri
Deliziose e care largizioni . Menz. sat. 6.
Farebbe vento il suo polmon gagliardo D*
un stillatore a quinditi edifizii.
3 STILLAZIO^E. /o stillare, infu-
sione. Lai. instillatio. K' Pcnv. Celi. 1 il.
2. 271. Il qual L'omo propose alcune di
queste islillaziooi le quali molto dilettor-
no al re. (C)
* §. E per metaf. .< Teol. Misi. Que-
sta sapienza dell* amore e scritta nel cuore
con divine illuminazioni e celestiali stilla-
zioni >». (C)
* STILLERI'A. Stillazione, foce poco
usata. Pellin. Visc. II. Come vi è noto
succedere all' acqua arzente, e agli spirili,
e alle quintessenze condotte per artifiziosc
stillene. (Min)
•f * STILLICIDIO, lo stillare deir
acqua da tetto male coperto , o simile .
Cavale. Pungil. IJ:^. Salomone assimiglia
queste tali f femmine garritriei) ec. al tello
i3()0
S T
S T I
male coperto ce. E perù unco dice , cfae
tre cose cacciano 1* uomo di casa; cioè lo
stillicidio, cioù l'acqua che vieoe dal tetto
male coperto, il filino, e U moglie. ( Vf
* g. SUllicidio , vale anche Eni-
brocazione. Doccia. Lat. irrigatio, 'slilli-
cidinm. Gr. ìa^pox'i- lied- Cons. 2. 10-
CoD poco buon successo usò i bagni di
NapoU , e alcuni slillicidii rcfii^cranti so-
pra gì* ipocondrii. (*)
•f * STILLO. Luogo per do%'e si Ja
!o stillicidio. fJeHin. Disc, 12. lo trorero
luogo neir incavo più bj>so, dove io for-
merò certi traBli e stilli, per i quali pas-
sando i componenti , glj Irasforinjti , in
componenti d' uomo , ec. (Min)
*■* §■ P^f" ntet.tf. Sottigliezza , Cosa
studiata^ e rfitasi lambiccata per arriva-
re ad un fine. (A )
STILO. Stile. "Lai. stylus. Or. 'jr/fo;.
Buon, f'icr. 3. I. 5. Un con lostiloSopra
tutti quei muri Si vede disegnare Della
donna il pro6Io.
§. I. Stilo, per Ispezie di pugnale di
lama quadrangolare , stretta e acuta, che
oggi più Comunemente si dice Stiletto .
Lai. sica. Bocc. ì'is. 37- Prostrato Tra'
senatori si giacea morendo , Lui avendo
essi gi^ lutto impiagalo Con loro stili.
/'ut. Inf. t^. Fu morto in Campidoglio
da Bruto e da Cassio, e loro seguaci co-
gli siili.
g. II. Stilo j diciamo anche a Quel fer-
ro della stadera, doi-e son segnate le once
e le lilfbre.
STILO . Modo di comporre . Lat. /or-
ma diceadi , stylns . Gr. 5T'J/o;. Dant.
Purg. 2^. E qual più a gradire oltre si
mette , >on vede più dall' uno all' altro
itilo. A' Par. 2\. È sei;uilai: come il ve-
race stilo >e scrisse, patire, del tuo caro
frate ec. Fede è sustanzia di cose spora -
te. Hocc. g. 4- P 2. Le quali ( noKellct-
te ) non solamente in fiorentin volgare e
in prosa scrìlte per me sono, e senza ti-
tolo, ma ancora in istilo umilissimo e ri-
messo . ffut. Stilo non è altro che modo
di dire, lo qual si distingue in tre spezie,
cioè alto , mezzano, e in6nio. Pctr. son.
295. Clic stilo oltra lo 'ngcgno non si
stende. * Tass. iez. son. i'as. 179. E
iiuando io dico Stilo, inlemio non 1' elo-
cuzione semplicemente, ma quel carattere
che dall' elocuzit)nc , e dai concetti risul-
ta. Cos. lett. 69. E sebbene io scrivo
cosi correndo , per le occupazioni che io
ho , I ispondi tu in ̻lilo per tuo eserci-
zio, e sfonati di dettare le tue lettere con
parole elette , e non plebee. (Cj
STILO. Costume. Lat. mos , inslitu-
tum t consuetuda. Gr- s Sto; . fioco, g. 8.
f. 5. La reina, per seguire dc'suoi prede-
cessori lo stilo p.c.y comandò a Panfilo che
una ne dovesse cantare.
:C: STILOIDE . Ternt. de' Sotomisti.
Aggiunto di un proces.to delle ossa tem-
porali , lungo e sottile quasi a gui.fa di
uno stilo. Imperf. Jnat. 174. Nc^Ia parte
inferiore s* articola ( l'ulna ) col corpo, sì
per mtiio d' una < arlilai;ine , si per un
processo acuto, pero chiamalo sliloidc, d"
ondr nasce un legamento che Icrnia l'os-
so del gomito da quella parte con l'arti-
colo del car|)o. (F)
t? STIMA . L' azione fletto Stimare ,
dell' Apprezzar una cosa, ed anche II prez -
zo assegnalo per istimn ad una cosa. In-
str. Cane. Òg. Per il che fu dclermioato
che nel Contado di Firenze, a ciascun ca-
po de* beni ec. si assegnasse , e tassasse
rorla valutazione, o stima della porzione
altcnoDlc al lavoratore ce. (C)
f 5 S '■ Stima, vale anche Opinione
Javorevole che .riha dì qualcuno derivante
dalla conoscensa de' suoi meriti, o delle tue
virtìi. hnl. prrtiiim, trstimatio . Gr ti a»]'.
Bocc. nov. 5. 6. CommendoUj forte, tan-
to nel suo desio più accendendoci, quanto
da più trovava e^ser la d<*nna, che la suj
passala stima di lei . 'À Iteti, leti, 1.
36- Questo gran U-llcralo è rima&o in-
namorato di Firenze e de' Virtuosi che
vi ha conosciuti , e di tutti scrive con
somma slima ec. fT 81 Gli dica di più ,
che r eccellentissimo Sig. Principe Dona
intendentÌs>Ìmo delle materie Filosofiche ,
mi ha scritto una lunga lellcra, tutta pie-
na delle lodi di esso Sig. Dott. Giuseppe,
ec. ed ha per lui una grande slima ■ E
168. Mi comamU ora questo Gran Prin-
cipe , che io le iraìnielta questa sua let-
tera risponsiva , conforme riverenlemente
eseguisco, accertandola che altissima è la
stima , che egli tiene per le singolari al-
tissime qualità di V. S. lUustriss. ec. (C)
g. II. Tenere in i stima, Avere in is ti-
nta. Fare stima, o altri simili modi, va-
gliano Stimare , Avere in presto . Lat.
magnifacerc . Gr. "s^t tisa/où TiOist»
sQxi. Bocc. nov. 47- 3. Facendo de' suoi
costumi, e delle sue opere grande stima.
Sen. Ben. l'ardi. 7. 18. Debbo tenere
più conto, e far maggiore slima del debito
di che sono obbligalo alla spezie umana ,
che di quello di che a uu solo tenuto
sono. Buon. rim. 83. DÌ me non fu chi
facesse mai stima.
* §. 111. Fare stima, vale anche Far
conto , Darsi a credere . Cecch. Dot. 5.
I. Se io posso là nulla per voi, fate sli-
ma d' avervi un fratello. (C)
!? §. IV. Stima , talora si piglia
anche per Lode. Segner. Mann. Cingn.
24* t* ^on danno sempre la stima a chi
se la merita ec. , perchè quando an-
che diano la slima a chi se la merita ,
non sanno togliere in ciò la misura giu-
sta : danno meno lode a chi ne merita
più, danno più lode a chi ne merita me-
no, {l'j
•? §. V. Senza stima, posto awerbialm.
Più di quello che .vi possa stimare, cre-
dere. H /ìocc. nov. 48. 2. Per la morie
del padre di lui e d* un suo zio , senza
slima rimaso ricchissimo ( cioèj senza po-
tersi slimare) t , (C)
STIMABILE . Add. Degno di stima .
Lai. in pretio habendii.v . Gr. Ttfi.r.T'ìsi •
* fu. SS. Pad. 2. 270. Parve che mi
menasse in un moltu dilettoso giardino e
di stimabile bcllexza, pieno di frutliferi al-
beri . fyj Segner. .Mann. Febhr. 22. 8.
E qunl e quella strada cosi slimabde? L'
umdtà .
STIMABILISSIMO Superi, di Slima-
bti'e. Zifinld. Andr. Le mercanzie , che a
noi portano , sono stiinabilissinìc. Sutvin.
Disc. 1. 44'- Slimalnlis&imu adunque in
primo luogo si è |>cr la gloria dell' armi
Cesare .
♦ STIMABILITÀ'. Attratto di Sti-
mabile . Bcllin. Pise. 2. 174- E perchè
infinite sono le dificronse della stimabilità
delle cariche ce. E 175. Essendo sem-
pre vero che in ugni istante di tempo in-
finite sono le dìRcrcnie della stimabilità
delle caridic ce. ( F)
STIMAGIO.XE. f. A. Lo .ttimare ,
Stima . Lat trstimatio, e.yistÌmafio. Gr.
Tta/. Sen. Pist. In luogo del rimedio è
la stimazione, e la fermezza del coraggio,
che fa più. f al. Mast. E cpianlo la iti-
magione del movimento fatto.
STIMAMKNTO. Lo stimare. Lat. <r-
stimatio . Gr. Ttti/, . Lib. Astr. Poni la
parte del capezzale di sopra, e poni l'ap-
piccatolo inverso la parte di Setlentnooc
per istimameuto.
* STIMANTF. Che stima, l-al ciic/i-
mans. Gr. v«>at^6j'>. S.ifvin. Pif. a. 5(i8.
Lo che drbdita multo l' aulonlà del l*aU
lavicioo , stimante che il trattare cttnlnj-
vcrsie di religione in dialogo sia cosa pcr-
niziosa. (*)
t STIMARE. Dar giudirto della t'aiu-
ta d' una Casa , d' un podere , o simile ,
dichiarandone ti prezzo. Lai. iudicare ,
o" stimare , rti precium statuere . Gr. t»-
ti'lv . M. V. 9. lOO. Fece stimare tutte
le rendite e beni de' prelati e cherici che
erano sotto sua tirannia.
5. 1. Stimare , vale anche Giudicare ,
Pensare, Credere. Lat. trstimare, ejistt-
mare, putare. Gr. vsut'^ctv , JTto'kv.^xt'À-
v£iv, /5yt'^s5J«.c. Dant. Purg. 17. Re-
sta, se «Ubidendo bene stimo Che 'l mal
che s' ama è del prossimo. E Par. \. >'on
dei più ammirar, se lieoe stimo. Lo too
salir. E S. Quelle stimando specchiati sem-
bianti, /i i3. >'on sien le genti ancor trop-
po sicure A giudicar, siccome qoei che sti-
ma Le biade io campo pria che sien ma-
ture . Bocc. nov. 45. 1 1. Questa giovane
forse, come molli stimano, non è da Cre-
mona , né da Pavia, anzi è Faentina. E
nov. 80. l3. Le quali cose tutte ioaieme,
e ciascuna per sé, gli fecero stimare, co-
stei dovere essere una grande e ricca don-
na. Petr. canz. 3l. 1. Quella, se ben si
slima. Più mi rassembra.
V §. II. Stimar ma/e d' alcuno , vale
Averne cattiva opinione. Sen. Pist. 3l.
Molli SODO che simuno male di lui , ma
e' non gliene cale. ^V^
§. 111. Stimare checcJtessia , vale Far-
ne conto. Averlo in pregioj e ti usa così
nel/' alt., conte ne/ nentr. pass. Lat. mo-
gnifacere, probare, in pretio habere. Gr.
3xu/iX^ei^. rtjux' Ti'/ti^xoj. Sen, Ben.
ì'arch. 6- 3o. Dicendosi in questo modu
molte cose da ogni lato, le quali lui, che
|M-r troppo tltmarsi menava smanie, coo-
cilavano e mellevaoo su. Buon. rim. l3.
L* imma^in dentro cresce, e quella cede.
Che in sé diffida, e sua viitù non stima.
■'• Ang. Met. a f\0. Me dal viaggio mio
già non ritira Gli vo sicuro incontro e uou
Io stimo. (D) Day. Tac. lett. Bacc. I al.
Piacciavi per amor mio ec. dirmene il pa-
rer vostro, il quale io stimo per cento mi-
la. (Tj
§. IV. ]\'on istiinare un fico, modo
basso, vale yon far conto alcuno. Lat.
nrg/igere , contenmere , ftocctfacere . Gr.
Bern. Ori. 2. 18. iS- Questa caoaglu
non islimo un fico. Belline, son. 11^.
Questo ìmbriaco non gli ttima un fico .
Lasc. rim. Vi dico certo, eh' io, meuer
Donalo, non Io stimo un fico.
* g. V. Stimarsi a felicità , vale He-
carsi a ventura. Tenersi fortunato. Agn.
Pand. 86. Appresso a* Signori , le pro-
messe sono obbligo, le prestanze sono do-
ni e danno, e sono un gittarc via. E pero
stimateli a felicità, le non vi costano le
conoscenze de'Sigoorì. (C)
"^ §■ VI. Stimare, vale anche Temere,
Curare, .4r. Far. |5. 4^- ^'« "oo isti-
mo per 1' onor periglio. (M)
t STIMATE. Le cicatrici delle cmqne
piaghe dì Cesiicristo. Lat. stigmata. Gr.
STt'yuara. Cavale, Sf*fc*h. Cr. lo porlo
le stimale di Cripto nel mio corpo. Frane.
Saceh. nov. 307. A segnarlo delle sue
preziose siiinate sul santo monte della
V ernia.
§. Per Qualunque piaga, o cicatri-
ce. Cavale, Tratt. Pazienz. Stimale, se.
condorhè dice santo Agostino, si chiama-
no i segni delle tnbulaaioni, o le pene e
le piaghe che ebbe per Cristo ricevute.
STIMATISSIMO Superi, di Stimmto.
Lai. celebra ti ssim US, proba li tstmus. Gr.
òofuuòirxrii lieti. Iks. 74. Ne* suoi sli-
matis»imi Commcnlarii sopra le cose ma-
Irmaliche scritte da Aristotile. E ìtp.ì.
6|. Ei non fa qui le putì di quel gran-
S T I
dissimo e stimatisjimo scrittore .li.- cfl.
" V STIMATIVA. Susi. I trb,tl. Fncol-
<n A s».rf«-»re, C.U.dicìo. Lat. iuàicmm,
crilerium. Gr. /e.Tnfiov. /-"ni. ''••'■^°-
Finch» la stimaliva noi soccorre, /./or. 3.
ni. Senti' un l.ieloso ,)i..nto , al M"»';'.'
perche vici,.o a n,e la stunativa lo ^xmh-
caTa, porsi inlenlivan..ntc g'' '"™^''.'-
Gal. Sisl 254. Votr-a mai la nostra sti-
mativa, o il nostro giuili.io comprende.
"t'sTlMATlVO. ^M- ^"o " ""
m«rf. lì<„. r«r. i6. Cioè infino a tanto
rhe la virili stinialiva non soccorre ali oc-
chio, che -1 fa (IcliLerare .indio che vuo-
le fare, cioè tenerlo aperto, ^ "<'»;'""^°-
+ * ,STIMATIZZA10. //*'■ /'"/"■"-
so\lel/r siimele. Che è sefnato .1, .<l,mn-
,c. F,or. S. Frane. 122. Fecev. snso .1
segno della santissima Croce eoa le sue
saSte mani istimati..ate. /■. iS^. lo lu da
t^rislo istiniatizjato nel corpo mio. (/ ;
STI^UTO. ■■l'Ili, da iliniare. 1-at.
t!6. Altra dota t la slmiata. altra la non
.stimata . che si .Va . della qnale cos, .
Kliadagno. come il danno, s appartiene al
marito, siccome al compratore della cosa ;
,i,a se ella non t isiiniata , il danno ci
i!U.idasno s'appartiene alla donna. O. I .
1 1 C|2. i. l'er aml.asciadori che vanno per
lo comune, sliujati l'anno piv. di fiorini
.inquennla d'oro (cioè, f indicali di spe-
sa ). * £arl. Ben. rim. pa-;. 9. / /-'«'•-
no irqo) A Campi.al'osgil.onr. ec. Non
è di m? contadin più stimato : Ognun mi
mene i suoi danari in mano , ec. Mal'-
Palm. y.l. eh: vi:- i85. r Milano l825)
Con somma pace e stimala ripulaiione del
regno quarantatre anni ul.l.idiiono. (Jll
+ STIMATOLE. Icrhal. masc. the,
., C'A. .'lima. Lat. asliinalor. Gr. Jon-
urriT.;-:, )svi<!t/5. Jioee. no.: 20. 5. Mi-
gliore stimatore delle sue forze, che stalo
non e.-a avanti. Frane. Xaeeh. no.-. J»7-
Come non islimatari di questa legge, ne
del primo fallo venuto da loro, s adira-
rono torte. ... ^
•t * STIMATRICE. ferhal. femm.
di Slimalorc. Sahin. I non. Tane. 1. ^.
Violante di Baviera, dotta esploratrice
e slimatrice degli spinti e degli mgc-
uni, ec. (J)
' STlMAZIONE.iVimn.Lal. exi.Wimado,
indieium. Gr. Sót'J.. ^ Amm. Ani. 411.1 ■ 2.
Veramcnto bisogna che elli f ./ yielalo,
sollecitamente sludii di misurare per quan-
ta necessit'a i; coslrclto a tenere dirillura
quelli, sotto la cui stiraaiione lo popolo e
greggia chiomato. Boe-.. l^\. Quando voi
giudicate esser v.istri her.i le cose vilissi-
mc, a loro per vostra slimaiione vi sotto-
mettete./>«.<. 28(1 La vanagloria ec. e
uno app.-lito di loda umana, ovvero di ripu-
tazione, secondo la slim.iiione e l'opinion
delle genti. 6"icc. *wr. 16. 792. 11 mar-
chese era sdegnalo per la poca stmiaiioue
che aveva falla di lui il VicerJ;. (lì)
t STIMITE. / A. Slimale.
%. I. Far le stimile, dieiamo per Ma-
ravigliarsi, o Alzar le mani per la ma-
raviglia; modo basso. Belline. .<on. 274.
E le slimite fo . s' io vegso un grosso ,
Benché io sia dalle pulci iodanaialo. / ar-
eh. Freol. 97. ^on istate punto in duh-
liio , eh' ella maravigliandosi tra s'è e fa-
cendo le stimile, non dicesse ec. Morg.
21. 122. Quel messaggio le stimile facea.
* §. II. jispellarc le stimile, vale Al-
iare le mani alquanto aperte in allo
d'ammira:.ione. I.asc. rim. 1. 234- lila
mi par di vedere Fargli ceri' atli strani,
E certi gesti inciti Co' piedi e colle ma-
ni. Che proprio par che le stimile aspel-
li. (C)
S T l
STIMO. /'■ A. Aome, Slima. Lat. a-
stimano, pretium. Gr. t.'/*»..;.», ti.ar,'. «.
/' 12. 24. 2- Franchi i Fiorciiltiii in Pi-
sa'di quello veni.-se (ct mare l'anno la
valuta di 20000 fiorini d' 010, allo stimo
della Legalia. Cavai,: Med .«or. Ce 1 ,
richiedei'a a <luello stimo che fu compe-
•+•;: § I. Slimo, vale anche Fstimazionc,
Opinione; ed e pur I . A. Fr. Giord. 17J.
Ed in pi ima ogni scienza hai pcristimo; poi
cresci , e vedi più, e haint- l.uona opinione,
S 11 flimo, per Fslimo, 0 Censo, l.^i.
een.<us. Bui. Par. 6. 1. Fece anco.a lo
slimo in Boma , ed ordinò cinque classe,
secondo lo slimo.
.STIMOLANTE. Che slimola. I-ai. sli-
^.ùlans . e.rstimulans. Gr. ó /EVTi'?wv
S T I
1391
Iniel. Ct!^. y. poiché i rapaci cani stimo-
1 inli S.illa avemmo passali , vedemmo lo
èleroo tumulo ,lalo da Enea a Palinuio.
STIJIOUARE. Propriamente J ugnerò
colla stimolo.
fi I Per Pugnere semplicemente. L.il.
stimulare. Gr. ^cVTiCe.v. Boec. noo. 17 .
jO Sl.ioolo tanto quelle che vive erano ,
che su le fece levare (-rioi , dimeno, pun-
zecchio ) . F nov. 77- 55. V'erano mo-
sche e tafani in grandissima quanl.la ab-
hondali, li quali ec. .■^1 fieramente la sti-
molavano, che ciascuno le pareva una pun-
tura d'uno spuntone. Fani. InJ. 3. Era-
no Ignudi, e slimolati mollo Da mosconi,
e da vespe ch'erano ivi.
g II. Per Imitare, Infestare. Lat. in-
diare, infestare, dive.rare, slimiilare, ur-
gere. Gr. e'TiKVf.v, -:'vox)£'v. r.<A'.ou-» ,
z = vn'Ì2i», £-:■•/=■»• '"''«■■ ""''■ V' '■
p'cr li" molli pensieri .he lo stimolavano
ce non s' era ancor potuto Tedaldo ad-
dormentare. /• nov. 48. l3. Vo, m ave-
te lungo tempo stimolalo che 10 d amare
questa mia nimica mi rimanga. E nov.
8l 3. Essendo questa gentildonna ec. as-
sai sovente slimolala da aml.asciale. /: «o.;-
q8 i" Non so quale Iddio dentro mi sti-
mola ed infesta a dovili il mio peccalo
manifestare. Ao.'. ""'■ 64- 1; La sua ma-
dre lo stimolava molto di voler sapere di
che li Komani aveano tenuto consiglio.
* STIMOLATIVO. Aild. Che .'timo-
la Atto a stimolare. Lat. slimulan.i. Gr.
/.'v-r:Ti«':. /••.•''■ C'"^- 2- 81. I eristien
siino mili.piacevoli ec. , senza ver.in al-
tro ingrediente caWo, o stimolativo. ( )
STIMOLATO. Add. da Stimolare; In-
dialo'ì-M. slimulis anilalus, c.v.ilaliis.
Gr /svT>-.B£ii. />"■• "•"■• 77- ^.°- "'
mille noiosi pensieri angosciala e slimola-
la e trafitta ce., cominciò a guardare se
vicin di se vedesse, o udisse alcuna perso-
na. Cron. Morell. 236. Tirato e stimola-
to solo dalla virludiosa sua volontà. ( ani.
Cam. l53. Giovani siamo, e di Imona na-
tura, Ch' l- quel che import.! e d. l.uon
sangue nati, Da' padri stimolati Al giogo
maritale. ^- , , .. /^i,*
f STIMOLATORE. Terlial. masc. Che,
0 (hi stimola. Lat. .simulator, cestimu-
lalor. Gr. /=-vrr,Tr,'f. Cniee Stor. 6.3o2.
Chi altri essere stato stimo atore e lauto-
re di questo m..to dell' Alviano? Buon.
Pier 5 4. 6. Gli epici ammelterei gravi
e burleschi. Che son stimolatori All' opre
gloriose. . ^, .- ;
S.- STIMOLATOBIO. Add. Chestimola.
Min. Malm. pan. 186 .4rri là. Cammi-
ni l'a Va l'a . Termine stimolatorio, u-
satopèrasinie muh ec. da' vetturali. f.Cj
STlMOLATllIl.r. Feibal. fem. (he
slimola. Lat. slimnlalrix. Gr. xtMT(!i;.
Fiamm. 5. 5o. O Mcfera, o Aletlo, sU-
molatrici deUe dolenti anime, dirizzate gli
spaventevoli crini, e le feroci idre con ira
accendete a nuovi spavenlamBnti. -.- /"'-
per/. Frov. P. 10. T. 4- 123. A questo
fine favoleggiarono i Platonici esserci due
Veneri^ 1 una UhIÌ""'" «l^lC'elo onde i
veri giusti e santi amori discendono infra
i morlaii, 1' altra piii vulgare, di Giove fi-
gliuida. stimolatrice di concupiscenze car-
nali. (/■;
STIMOLAZIONE, la slimolare. Lai.
stimulalio. Or. r.i ■jrr.iJ 1/ . Fsp. long. Si
lever'a per la stimolazione e molestia che-
colui fa, e dai'agli .luanli pani gli sono di
bisogno. Bui. Inf. 32. 2. Lo nostro au-
tore finge che stringesse con istimolazione
e forza colui che ce. /■,' altrove : l.' acu-
me si pone per la punzionc e per la sti-
molazione. / olg. Bas. Poiché ella seni.-
questa csluazionc e bollimento e stimola-
zione, allargasi il muscolo che coslrigne l.c
bocca della vescica.
STIMOLO. Strumento , col quale si
pungono i buoi, cavalli, e simili animali,
per sollecitargli al camminare; al quale
diciamo anche Pungolo, e Pungello. Lai.
slimulus. Gr. x='vTP"V. Alam. Coli. 4.
(IQ. E più d'un vcmicr poi, più stive c'
imri. Lo slimolo, il deulal, sievi il timo-
ne. .-Ir. Pur. 37. 108. KJ ="". per ven-
detta del suo pianto. Gli andò facendo la
persona rossa Con un stimolo aguzzo che
un villano, Che qui\i si trovo, le pose in
mano.
g I Slimolo, per metaf. , vale Incita-
mento, nani. ì'urg. 25. Se di bisogno
slimolo il trafigge. 'JFr.fiiord 125. Que-
sto r eli scagli ; é lo stimolo deUa nave .
e il suo naufragio ( cii che teme e dove
rompe); e pero gli alti mari sono cosa
sicura perocché non ci si teme scogho. ( / ;
C/re. .V/er. 17. 280 Gli stimoli dei con-
sultori suoi medesimi ec. lo indussero a
volgere contro le tene dei Colonnesi
quelle forze che ec. (C)
g 11. TT talora vale !S'oia, Importuni-
li, Iticadia, Seccaggine. Bocc. nov. 26
Q Egli é lo stimol di FUippeUo , il qual
?u con fargli risposte e dargli speranza
m' hai fallo recare addosso. /•- nov. 74.
5 Parendo .|uesto slimolo tropico grave e
troppo noioso lOla donna, si penso di vo-
lerlosi levar d'addosso.
e. III. Per Incentivo. Lat. slimulus.
Gì. /.ii-T,u'j.. noce. nov. 'l'i. 3l. E d'al-
tra parte lo stimolo della carne I assali
subilamentc. Jmm. Ani. 25. 1. 2. Cru-
dele slimolo tra gli altri peccati lussuria
é la quale mai non lascia 1 aflelto dimo-
rare in pace; la notte bolle, lo di angoscia.
". IV. Fer Angoscia, AJflizione. C.
j" 2.. 6. 4. E cosi durò la signoria
de' Goti in Italia 125 anni, con grande
stimolo e slruggimenlo d' Italiani e Roma-
ni, e dello Imperio di Roma.
* e. V. Stimolo. Terni, de' Medici,
Questo nome ebbe significali diversi; og-
gi comunemente .cc-r.e a denotare quelle
sostanze che, applicate al corpo animale
vivente producano un aumento delle azio-
ni, dalle quali risulta la vita. Slimolo
vale anche presso i Medici moderni I JJ-
fello dell- azione degli .'limoli, cioè lo sia-
lo di vigore da e.<si prodotto. Cocch. Ba-
sa Prive d' ogni acrimonia o pungente
ttlivil'a, onde il loro slimolo e innocente
e benigno e breve. (A)
STIMOLOSO. Add. Fieno di stimoli,
e figuratamente Travaglio.io.Lzt. mole-
/lus, an.rius, spinosus. Gt.l,."«FO,. l^-
Tiràc,, KZCvSw^V.;. /•Ì/0.-.3.M8. E cosi
ristav;inistimolosas,,ll,.dtucl.ne,eno.
sapea che si fare. Guid C. *•." " '"'
gj.te alle gi^ii-e'"'!'-'''";*^?,' e Non
duro e slimoloso ,,ensiero. h altrove . Non
valeva neente =•'' cavalcatori d. pungerli
colli stimolosi sproni, lini. Inf. 3- !"<°"
• . ;i..l saiiiue in che sta la vita, da
privati del sai-g". , *"
pungenti e sl.molosi ammali.
l3(J2
S T I
* STIMULO. Lo staso che Stimolo.
j4r. Fui: !\'S. 36. 1 mici preghi le espon-
go, indi il tiiulvjgiu Stiriiulu iananzi del
mal lar It- aneto. (Pei
STINGA, l'oce antica. M. V. 8. I05.
Più altre terrL- poste in furliasimi luoghi
in sulla stinca della muntagna ( pare che
vaglia lo stesso clic cima, o schiena. LaC.
rlivus, iugum ).
STINCAIUOLO. Prigione ritenuto nel-
le stinchi: Tac. Dav: Posi. 456- Lega-
vasi a^sai lunga catena alla destra de! pri-
gione, e sinistra d'un ^luldalu , alla guisa
de* nostri stincaiuoli.
STINCATA. Percossa nello stinco.
g. l'igitralnin. per Camhata, nel sìgni-
fu: del %■ Buon. Tane. ^. 1. Ed io, che
era degli amanti veri, So dir che questa
stincata mi costa.
STINCATURA. Percossa nello stinco.
Stincata.
STINCIIE. Così s' appellano in Fi-
renze le Carceri nelle quali stanno i pri-
gioni per ttef'ìto , o i fondiinnatt a vita ,
i\W. ani. 102. .'». Egli è stato dalla sua
giovanezza iuGuo a (juestu di quasi conti-
novamcntc guardiano alle slinchc, dove fa-
cendo rimediare i poveri prigioni ec, ha
già guadagnato un tesoro . Borgh. Orig.
Fir 128. Questo è della carcere pulihli-
<a chiamata Slinrhe, il qual nume si gua-
dagnò perchè i primi, che vi furon messi
dentro, furon certi del castello delle Slin-
che di Chianti ; ma oggi si crede quasi
per tutti clic stinrhe di sua natura vo-
glian dire prigioni pulddiche.
STINCO. Osso della gamba, che e dal
ginocchio al rollo del pièj detto anche da-
gli Anatomici Caiina^ 0 Fucile maggiore.
Lai. tihia . Gr. r.'Mf*-^ • Fir. Dial. beli,
donn. (\2.'\. La gamha ri darà Selvaggia
colle ptdpc
quanto Inso-
gna , hianchc quanti» la neve , e ovale
quanto ricliiede, cogli stinchi nun al lut-
to ignudi di carne , onde si veggiano i
trafusoli, ina comodamente rij>Ìoni in gui-
sa, che la gamha non ingrossi soverchio.
Buon. Pier 3. 4- 2- *^^ sentirne le hotte
Welli stinchi, nel petto, e nella faccia. E
4- X- I. E sassi sfondar suoni, e mondar
stinchi .
g. I. Stinco, si piglia talora per Tutta
la gamha. Lai. crus. Gr. G/iì-o^. ISem.
Ori. 1. 12. 34- In terra giace la furfan-
teria, Che ha st-mpre mai (jli stinchi pien
di rogna.
§. n. Stinco , .*(■ prende anche per la
Parte anteriore della gamba.
V §. MI. Per Cima, l'ertice . Salvia.
Jan. Ohi. .'>45. Sotto il nevaio monte di
Parnaso , Ch ha lo stinco rivolto in ver
Ponente. f.\)
STINENZIA . T'. A- Astinenza. Lat.
abstinentia. Gr. Èyxpv'rti». Palbul. I^lagg.
7. E castralo faccia slinenzia del herc .
^ Lcpg. fi. (Jmil. G5. Incomlncioe mol-
to a thgiunare in pane, e in acqua, e fare
grande stineniia. (C)
STLNCKKE. / . STIGNERE.
STIKGUEUE. F.stingneir, Cancellare,
Tor via . Lat. e.xtinguere , tielere . Gr.
o€evv jetv , £*^a)ei'y5tv . Pnnt. inf. 14.
Perciocché *I vapore Me' %\ stinguova men-
tre cir cr.i sol.». /'.' Par. 23. Clie mai non
si slingue Del lihro che '1 preterito ras-
segna .
•f %' iVr Uccidere. Guid. G. %1. Coi!
alla per fino nullo ne rimase vincitore ,
perciocché lutti furt>nn stinti /(/ ì'ocahol.
alla voce AVVICENnEVOLE /r^'j;*' estimi)
con avvicendevoli colpi.
STINIEHE. Schiniere . Cani. Cam.
/(3<). Quel liir di fogli, o di ferro slinicrt,
E da persone agiate. Cecch. Sen-ig. 3. 3.
Fu fatto una sera correr tutta Via Ghi-
bellina , ed aveva la spada , Il giaco , la
S T I
segreta, la rotella , I guanti, gli slinierì.
Cor. lett. 1. 5l. In dosso una corazza al-
l' antica , aopra una veste rossa succinta ,
in piedi un paio di «linieri d' argento .
Segr. Fior. Art. guerr. 2. 32. Aveano
le gambe, e le braccia coperte dagli sli-
nicri, e da' bracciali.
STINTO, r. A. Sust. Instinto. Lat.
instinctus, incitatio , impuljcus. Gr. TTX-
p6pur,<sti f TtKfO^^luÓi. Pass. 352. Si-
mile dico di ccrli alti che fanno alcuni
animali, che si muovono secondo lo stin-
to del cielo.
STINTO . r. A. Add. Distinto. Dit-
tam. 1. 17. E ciò non dico da me, ma
secondo Eurosio, che gli ha partiti e stinti,
£ compresone il vero in6no al fondo.
STINTO. Add. da Stingere. Lat. de-
coloralus. Gr. ^y^poo^. iJittam. 5. 3. Che
quei che son più riccamente tinti , Nelle
più nohil parti gli pon sempre ; Ed e
converso nel mcn li più stinti . Dant.
Purg. 12. Uisposc: «[uando i P, che son
rimasi Ancor nel volto luo presso che
stinti, Saranno, come 1' un , del lutto ra-
si. Uut. ivi: Stìnti, cioè cancellali. Buon.
Fier. Intr. 2. 7. Che portano i vestiti
stretti stretti, Logori, stinti, addreto sette
usanze .
S- Per Fstinto, Smorzato. Lai. extin-
ctus . CtT. àTTO^SisJit'; . Liv. M. Né la
lussuria d' Appio non e niente stinta.
STIO. Aggiunto d' una spezie di lino.
Pallad. Fehbr. 22. Di (jueslo mese semi-
nano alcune persone lo lino stio in terra
lieta .
STIOPPO . Schioppo. Lat. *sclopus .
Buon. Ficr. 1.3. 3. Per filiera vi son
volti alle porte .Molt' archi, e sempre te-
si, e molli stioppi . /:.' 4- >■ IX- A cui
sgusciar di mano A chi asta, a chi sliop-
po, a chi lanterna. F Tane. 5. 1. Rivol-
tandomi al petto ronchc e stioppi.
STIORO . La quarta parte dello sta-
ioro . Scn. Pist. (.)0. Non avevano appa-
rato a j'artire la terra a stiora . # Busp.
son. z. Bue col campanello , Tu pa^ci 1*
ignoranza in quadrt* e *n tondo , K vuoi
saper quante sliora e il mondo! (Bj
STIPA. Sterpi tagliatilo Legname mi-
nuto da far fuoco. Lat. ramale, truncus,
creniium . Or. oùjyiov . Bocc. nov. 37
l3. Fattali dintorno una stipa grandissi-
ma , quivi insieme colla salvia l* arsero .
F nov. 46. 11. Davanti agli occhi loro
fu la stipa e *1 fuoi o apparecchialo . E
Pit. Dant. 326. oh in>eusato giiidicio
degli amanti 1 chi altri, che essi, estime-
rebbe per aggiugnimenlo di stipa fare le
Camme minorìT Ì)in. Camp 1. |5. Il jm-
polo trasse al palagio del Podestà colla
stipa per artiere la porta .
-!• §. I. Stipa, per Porcile, Stanza dove si
tengono i pori-i, forse chiamata così perchè
fatta di stipe. Car. Long. So/'. TìZ. Governa-
vano i buoi nelle stalle con la paglia, e le
capre e pecore nelle capanne con la fron-
da , ed i porci nelle stipe con la ghian-
da. (C/
§. 11. Per Hfiiccfiio , o Moltitudine di
cose stivate insieme a guisa di fastello
di stipa . Lat. acervus , congeries . Gr.
lupòi . Dant. Inf. II. \'eniiiniìo sopra
più crudele stipa. /-»/■ ivi : Mi|>a , cioè
siepe che rhiiidr e circonda . Pant, inf.
24- E TÌdivi entro terribile stipa Di ser-
penti, o di li diversa mena. Che la me-
moria il sangue ancor mi sripa.
g. ni. Per melaf. Mor. S. Grrg. 9.
22. Ben possono i giorni dì quegli anti-
chi essere assìmìgliati alle navi che por-
tano i pomi , pcrocrliè ì detti loro mo-
strando i mislerii della vila spiiilualo , sì
la conservano nella »lipa della storia.
t « STIPAMAlXniE. (olui che ri-
monda le tnaci hie , o boschi dalle stipe .
S T I
Corsia. Torracch. 9. 3. Settecento ec.
Conduce egli dì Marie alla gran scuola
Poveri stipomaccbie , e rompizolle , Che
sovente alle furbe cìltailine Vanno a Teo-
der la brace, e le fascine. /".Y^
STIPARE. Circondar di stipa. Lat.
stipare, sepire, circitmdare. Gr. srci'Siiy,
OfàTTSiv, :TCj3i6K>>e53at. G. f . 8. 76.
5. Ciò fu, ch'eglino sliparono due case*
]' una contro 1* altra , le quali erano ìa
capo del ponte del fiume della Liscia ■
f'egez. Puntellatolo con secchi puntelli, e
stipatolo , e messoW fuoco.
§. 1. .Stipare , fguratam. per Conden-
sare , Chiudere . Dant» inf. 7. Ahi giu-
stizia di DioI tante chi stipa Nuove Ira-
vaglie e pene, quante ì' viddi ? (cioè,
mette insieme, ammucchia). E 3l. Lo
sguardo a poco a poco ralRgura Ciò che
cela il vapor che l'acre stipa.
§. II. Stipare, diciamo anche il Ri'
mondare i boschi, tagliandone via la sti-
pa . Buon. Fier. 2. 4- l5. E roDche da
stipare, e piop[-*i ed olmi Rimondar, quan-
do ai colti fan Iropp' uggia.
STIPATO. Add. da Stipare j Circon-
dalo da stipa . Lai. circiimdatus , stipa»
ius . Gr. fr£j5i'TTai;f(4o'/JL£ìO; - G. /'. 8-
75. 5. Come furono presso al ponte, raip
sor fuoco nelle dette case stipale ■ K IO-
Il8. I. Le quali sì trovarono allogate a
pigione, e stipate di scope appresso a' det-
ti fuochi.
§. Stipato, vale anche Inetto di ttipaj
ed è aggiunto proprio del Bosco rimon»
dato .
STIPENDIARE. Dare altrui lo sii-
ftendio. Lai- stipendium dare. Gr. /its^ov
oioo'vxi. Buon. F$er. 3. 2. 8. Mi tenga
unta la bocca , Cb' ci mi stipendicrà &uo
oratore .
t STIPENDIAKIO. Add. usato anc/te
in forza di sust. Che tira stipendio, Sti-
pendio lo . Frane. Sacch. rim. 66. La ra-
gion militar si converria Ordinar sì , cb*
e' slipcndiarii sui Fusson pagali ogni me-
se . l'arch. Stor. II. 342. Egli era nalo
di Giovanpagolu Baglionì ec, che avera,
essendo suo slipcndìario, la repubblica fio-
■ emina liadilo . Borgh. Col. Lat. 386.
Succedevano i federati, e Dell' ultimo e
quinto lungo gli stipcodiarii.
STIPENDIATO. Add. da Stifìcndiarej
Che lira stipendio , Provvisionato, Sala-
riato. Lat. *stipendiarius. Gr. v7rOT<ìv]{-
fìemb. Stor. 7. 107. Quasi tutta la DobUl^
della Francia itipenthata conducea seco.
STIPENDIO. Salano, Provvisione,
paga , Soldo i ed e proprio Quello che li
Principi, e Signori danno alle persone di
qualità. Lat. stifH-ndium , salarium . Gr.
ucsro,-, ^t3J3y"pa. Ar. Fnr. il. 25. E
tu spalla un scoppio, o un archibugio prea-
dì. Che scnxa, so, non toccherai slipcDdi.
A' 20. l4- Fero con buon stipendio lor
soldato Falanto . Buon. Fier. 1. 3. 3.
Buone voglie courorronci ì lettori Scosa
stipendio alluno. ^ Ouicc. Stor. 18. 96.
Cosa impossibile se prima non era assico-
rato ( l' esercito ) degli slì|iendii decor-
si. (C)
* STIPETTAIO. Colui che fa stipi,
ed altri simili lavori. (A)
SlIPETTO. iìim. di Stipo. LM.7&.
rulus. Gr. ov)«x{Ov. Malm. x 17. Dìqoa
r armadio lece uno stipcUo.
•t * STIPIDEXZA. r. A. Stupiiie^
za, Fr. Ciord. 86. Che slipidetta e a cre-
dere in ci.>uli ntalrdiùonil Dicono alcuni;
non mi taglicrri oggi i panni per nulla ,
ec. (ì )
t STIPIDIRE. y. A. Stupidire LaU
obstujKscerr. tir. «jiiT)T*TTI«&flti. M. V.
1. a. Convenendone divisare il tempo e ìl
mollo, e la qualità, e la <|UaDlìU di quelli,
slipidiscc la mcnle . Ott Corn. inf i3.
S T 1
a^a. Vedendo Virpilìo che Dante per la
cosa non mai veduta, cioè hocc ianra cor-
po» era stiputito.
STIPIDITO. /*. A. Add. da Stipidi-
rr. Lat. stupidus , obstupefactti.s , attoni-
tus. Gr- «x7i5:T/»;yjtttvo» . M. / ■ 9. 5o.
Il eentile uomo stipidito e impaurito di
tale comaDdameDto , e non nituo di lui
tuUi i auoi amici e paienti oc, cercarono
ce. yenJ. Crist. ()^». diV. Andr. 2']. Olo-
AÙ quasi tutta i»tipidita, e lo santo Padre
disse allora: ec.
STIPITE, fusto. Stelo, 0 Pedale d'
albero. Lat. truncus, caulis. Gì. cre^e-
xo;. xauio; Pallud. Gena. l. Del mese
di Gennaio le vili >i vogliono scalzare ne'
luoghi temperali, cioè d' intorno allo sti-
pite della vile aprire la terra. £ ì6. In-
torno alio stipite si faccia una cava nella
barba . Cr. 2. 23. 4- ^* ^""^^ "^ ' caman-
giari. cbe hanno gU stipiti, ovvero ^ambi
molli e teneri ec. , in nessuna pianta si
poùoDO innestare . t" num. 32. Quando
pare che sia appreso, taglisi lo stipite, ov-
ver pedale , di sopra '1 bucciuolo , E 5.
23. 2. Sia innestato ec. ne' rami grossi ,
nati presso alla terra e presso allo stipite.
E num. 4 E dee avere un solo stipite
poco levato da terra.
§. I. Stipite, Stile di legno, che piti
comunemente diciamo Palo . Lai. stipes ,
truncus , palus . Or. xopiJ.cii . Cavale.
Frutt. ling. Essendo di poi insieme lega-
li ad tino stipite , e messi al fuoco, il mi-
sero cherico incontanente arse.
§. 11. Stìpiti, diciamo a' Due membri
della porta, che posano in sulla soglia, e
reggono l* architrave. Lat. anta: Gr. Tra-
pasraoei. t'ir. As. 19. Le porte fuiooo
aperte, anxi spalancate. le soplie rotte, gli
stipiti fracassati. Malm. 9. 16. Gli stipili,
le soglie e gli architravi A questo effetto
euendo già smurati.
g. HL Stipite, parlandosi delle disccn-
dai£e , apiazioni , parentele ec, vale la
Ptrsona prima e comune, onde discendo-
no l' altre.
STIPITO. Stipite, nel signiRc. del %.
11. Lat. anta. Gr. Tra^sa^Tatìss . Tac.
Dav. Ann. 4- 96. Si scote da' fanti di sì
gran forza , e sfracellossi in uno stipilo il
capo, che quivi spirò. Buon. Pier. I. 4-
10. To' farmi a questo stipilo, e guardare
S'è' si sono scostali-
STIPO. Sorta d'armadio, colla fronte
e parti di fuora ornate , per conservar
cose minute , di pregio e d' importanza .
Lat. scrinium, armariolum. Gr. /lÉWTtov.
Buon. Pier. 2. 2. 6. Veggo un' officina
Ampia, piena di vasi, stipi e 'nvoglie. E
3. I. 7. S6bbÌancÌ queste cigne , E sgra-
TÌanci le spalle Di queste casse , o stipi «
o scatoloni. Ped. Annot. Dìtir. 212. Sca-
rabattole, fogge di stipi, o sludioli traspa-
renti da tu)a,o più parti.
# g. E Jìguratam. Erario. Viv. lett.
Uom. HI. 2. 6. Cominciai di 17 anni ad
esser dì proprio moto assistito dal Ser.
Granduca Ferdinando con provvisione dal
suo stipo- (C)
* STIPULA. 1'. L. Seccia, Stoppia.
hiX. stipula. Gr. y.oÙ-XfJ-r,. lavale. Prult.
ling. 21. I 6gliuoli d' Israello erano op-
pressati da Faraone in Egitto di durissi-
ma servitù, cioè di fare mattoni, cogliere
stipule , e cuocere i matloni nelle forna-
ci. (") E Espos. Sìmb. 1. 467. Chi edi-
fica sopra lo fondamento, lo quale è Cri-
sto , lino , fieno 0 slifula , cioè peccati
minuti e veniali, sarà salvo , ma per fuo-
co. (T) S. Gio. Grts. l56. E quelli che
adoperano iniquiUi fieno innanzi a lui co-
me stipula. (TC)
STIPULANTE. Che stipula. Termine
dei Legisti. Lat. stipulans. Gr. Stou-O^O'
79uu.£V0>> Stat. Mere, A far rinunziagio-
Focaboìario T. II.
S T I
ne per grazia e per amore al detto uficia-
le stipulante e ricevente.
STIPULALE. Himanere in concordia ,
obbligandosi per parola, o per iscritturaj
j'iecordare. Concordare, Par contratto.
Lai. stipulari. Gr. J(Ojuoio-/eTo2ai. M.
V. 3. 69. Questo fu assai lieve legame
di pace, avvegnaché ci si stipulasse pena
fiorini 200000 d'oro- Maestruzz. I. 62.
Imperocché non si può stipulare più cbe
in quattro colanti, frane. Sacch. rim. ser
Pilip. dì ser Albiz. II. La legge tien
valer men eh' un' acciuga, E quello stipu-
lar chiama vanezza- ^ ì'areh. Star. II.
428. Tornarono la sera a sei ore di noUe
co' capitoli , i ({tiuli furono approvati agli
undici, e a' dodici si stipulò il contratto .
Ciov. Celi. hit. .^Z/". 169. Per questa de-
liberazione di Cesare cbe non stipula nul-
la a caso, fu ec. mantenuto Reggio a Al-
fonso. (C)
STIPULATO. Add. da Stipulare. M.
f. 9 lo3. Fermate e stipulate solenne-
mente le delle coDvegne, ec. Stor. Eur.
6. i38. Per lo che, stipulato solennemente
il contrailo del matrimonio, fu data Ge-
biiga al re Ludovico.
STIPULAZIONE. Lo stipulare. Lat.
stipulano. Gr. Siouo)^óyrì<:ti. M. T'. 1.
74> Per solenni prìvilegii e stipulazioni
pubbliche dierono al Comune di Firenze
ogni ragione. Cuicc. Stor. 5. Le quali
pratiche, benché si conducessero quasi in-
sino alla stipulazione, nondimeno ec.
* STIRACCHIABILE. Add. Che può
stiracchiarsi. Soggetto a stiracchiatura .
Nagal. Lett. Selvaccìa ec. d' autori e di
poeti stiracchiabili a diritto, o a traverso. ^^^
•f * STIRACCHIAMENTO. Stirac-
chiatura, Stiracehiatezza. Uden. ^is. 5.
32. La poesia di Stazio è scabrosa e affa-
ticata, e per lo troppo stiracchiamento sta
sempre in se ritirala. (A)
•f STIRACCHIARE. Cavillare, Sofsti-
care. Pare interpretazioni sofistiche. Lat.
eavillari. Gr. fff ^l'Zscjat. Tac. Dav.
Ann. I. 17. Costui fresco, pro,si diede
in senato a stiracchiare le parole de' Pa-
dri. * Bttcell. lett, 73. Ke' dialoghi di
Vostra Eminenza a voler ritrovare qualche
piccolo neo, è bisognato stiracchiar la cen-
sura. (Cj
g. I. Stiracchiare il presso, vale Dispu-
tarne con sottigliezza la maggiorerò mi-
nor quantità. Sen. Ben. 1 arch. L. 12.
Nessuno, che voglia comprare un luogo a
Tuscolo, o a Tigoli per amor dell* aria ec,
sta a stiracchiare il pregio.
g. II. Stiracchiare le milze, Jìguratam.
vale Stentare. Lat . vieta laborare. Gr.
Eivai s'v EvGit'at; ^loy. j4nt. Alam.
son, 21. Io mi sto pianamente, il me' eh'
io posso, Stiracchiando le milze a più po-
tere.
STIRACCHIATAMENTE. Avverh. Con
isliraechiatitra. Gal. Lett. Mar. Guid.
6o. Se in essa ha pur una parola , la qua-
le anche stiracchiatamente possa interpre-
tarsi. Salvin. Pros. Tose. 2. 9. Per ave-
re tratta stiracchiatamente ec. 1* origine
della voce ec.
•f * STIRACCHIATEZZA. Stirac-
chiatura, Sofisticheria neW interpretare.
Uden. ]S'is. 4' 8. E una stiracchialerza
e uno indovinello di parlare molto di-
sdicevole a invocazione. (A)
STIRACCHIATO, ^c/rf. da Stiracchia-
re. Lasc. madr. 40. Ma le lor fantasie
Slitiche e stiracchiale, Com* elle sono an-
date, Da un dì in fuora e una notte so-
la. Non se ne sente mai fiatar parola .
Infar. sec. 28". Se pure da stiracchiate
conseguenze se ne potesse trarre argo-
mento. Bed. Vip. 2. 2!\. Contro questa
lieve , stiracchiala e frivola conghiettura
mi ii potrebbe rammentare che ec.
S T I
1393
STIRACCHIATURA. Lo stiracchiare.
Sa/i ut. Pros. 1 ose. I. 108. Da uno
.strabere ec. senza stiracchiatura veruna ,
bello bello, come dalle forme, n' cicc il
vocabolo stravizzo. # Lueell. lett. 76.
Elle sono per la maggior parte stirac-
chiature ec. che ponderazioni ben fon-
dale. (C)
^- STIRAMENTO. Stiratura. LH. di-
stentio. Gr. cnoic/ja. Scgner. Mann.
Ciugn. II. 5. A te tulli dovevansi quei
flagelli scaricati sopra di lui ec. , a t«
quegli spuli, a te quegli stiramenti , a te
quegli schiaffi, ec. (J'j p Pred. Pai.
Ap. 2- 3. In essa ( iHvinità ) Cristo ri-
milo ad un' occhiata quante battiture egli
doveva ricevere, quanti schiaffi , quanti
stiramenti. (TC) Lellin. Disc. 1. 3i.
Il loro moversi mai succede, se non do-
po che sono stale violentemente stirate,
e dopo tale stiramento, se son lasciate in
libertà (le membrane J, rientrano da per
loro in lor medesime. (l'J
*f ^ §• Stiramento, metaforic. Sal-
vin. di.ic. 3. l44- La stessa parola mo-
bili pare che finisca la lite, solamente col
farsi vedere che non vi va un grande
stiramento o violenza di etimologia a far
capire che ec. {*)
STIRARE. Tirare distendendo. Lat. di-
sfendere. Gr. ctwTcrvEiv. Fir. nov. 4-
232. Laondeegli s'affaticò, e n eli' affa-
ticarsi e' venne a stirar la pelle di quel-
la cosa in modo, che ella enfiò.
* g. E per meta/. Jntperf. Tim.
D. 6. T. 7. l\S. Cotesto è uno di que-
gli indovinelli peripatetici, che si possono
stirare alle sentenze d' ognuno per met-
tersi sempre al coperto dell* esser con-
vìnto d' errori. (Fj
STIRATO. Add. da Stirare. Car. lett.
2. 70. In vero non se ne possono far
più, che non siano troppo stirali. ^ Se-
gner. Pred. II. 3. Nelle corde di un
musicale strumento, in cui le più stirate,
e le più sonanti corrono rischio di frat-
tura. (]\')
STIRATURA. Lo stirare. Lat. tarsio,
tortura, Gr. ffTpc'yo;- Segner. Crist. in-
str. 2. 18. 12. Esso farà sentire il fer-
ver della brace, il freddor delle brine, i
morsi de' vermi, le stirature delle funi.
* Bellin. Disc. I. 3i. Ritornino (le
membrane } nella medesima misura the
erano avanti la stiratura. (Cj
STIRPAME, e STERPAME. Copia di
sterpi. Lai. stirpium, truncoriim copia.
Gr. y.op^jxCfi ivTtop'a:. Lio. 1 iagg. Al-
lora mi dissono i maestri nocchieri, eh' e-
gli erano state navi, le quali la calamità
avea tirate a se, e di quello legname era
nato quegli arbori, e quello stirparne.
STIRPARE. Sterpare, Sverre.l^zi. ex-
stirpare , evellere , eradicare. Gr. ixùi-
CoJv. Pallad. Lugl. I. I campi salvati-
chi utilmente aguale si stirpano d* ar-
bori, 'f- S. Ciò. Grisost. 198. Quando il
lavoratore dispera d' aver la ricolta, non
si cura, ec. di stirpare la mala erba. ^rCj
•J- g. Per metaf. vale Distruggere ,
Tor via. Lat. exstirpare. G. E- 4- 29.
2. Mollo la sliiparono in Firenze e 'n
Melano. Pass. 68. Egli e i suoi descen-
denli, come uomini evangelici e appo-
slolicL, stirperanno i vizii, semineranno le
virtudi, e ricoglieranno frutto , predican-
do e operando , d' eterna vita. S. Gio,
Grisost. 200. In se medesimi dunque
i vizii s' accendono e crescono, e come
r uno nutrica 1' altro ; cosi stirpato 1* uno,
è stirpato l'altro. * Ang. Mei. I. 45.
Ma la natura pia cbe non consente Che
quella stirpe sia stirpata affatto Fa ger-
mogliar di nuovo un' altra gente Dal san-
gue loro in terra putrefatto. (Dj
t STIRPATO. Addiett. da Stirpare;
x39^
S T
Svelto, Schiantato. Lai. avu/sus, exstir-
patns- Gr. E/^t^'jru';. S. Gio, Grisost.
aOO. Così stirpalo 1' «no , è stirpato 1' al-
tro. V Cr. Fauno aocora con opera ma-
nuale, stirpati i Ixjschi e i luoghi salva-
tichi, e rjppiaaati i campi, ce. (Bj
f STIRPATOLE, ferhal. m^sr. Che,
o Chi stirpi ; e per meta/. Distruggito-
re, Contumntore. Lai. exstirpator, evul-
sor. Gr. è eVpi^oJT/f;. G. V, L 2Q. 2.
Molto ne fu grande istirpatore il valcate
sao Piero roarlire.
f * STIRPATRICE. Verhaì. femm.
di Stirpatore. Colei che estirpa. Pros.
Fior. pa^. 227. '' Fir. 16S1 ) La sapìen-
ca e la prudenza sono stirpalricì del vi-
lio e dell" iynoranra. (A}
STIRP.^ZIONE. Lo stirpare.
STIRPE. Schiatta. Lat. stirps. Gr.
yEV!«. Hant. Coni'. 186- Noo dica que-
gli degli Ubcrli dì Firenze , ni* quegli
de' Visconti di Melano: perdi' io sono di
rotale schiatta , io sono noliilf ; che il
divino seme non rade ia ischialla , cioè
io stirpe, ma cade nelle singulari perso-
ne nobdi ; e, siccome di sotto si prove-
r^^ la stirpe non fa le singulari persone
noliilì, ma le singulari persone fanno no-
bile la stirpe. Din. Camp. I, io. Tra'
quali fu un grande e potcnlc cittadino,
.savio, vaìfute e buono uumo , chiamalu
Giano della Bella, assai animoso e di buo-
na stirpe. E 3. 78. Quelli della Torre
erano gentili uomini , e d' antica stirpe.
7^it. SS. Pad. I. 25 1. Nato, secondo il
corpo, di stirpe servile, ebbe tanla liber-
ta e gentilezza d' animo in Dio, che fa-
cea vergo;;na la perfezione della sua vita
a quelli rh' erano più gentili di lui.
* STIRPETO. luogu pieno di ster-
pi. Dial. S. Gre-;. 4- 56. Fate una fos-
sa io qualche slirpelo, cioè luogo im-
mondo, e gittatevi lo corpo suo. (F)
* STITICAGGINE. Modo di proce-
dere fastidioso; Stitichezza , Stiticherìa.
Lat. morositas. Gr. oisxoXi'a. Red. ìeft,
1 . 220. Queste sono solite mie stiticag-
gini da non farne conto. {•)
* STITICAMENTE. A^-verh. Stret-
tamente. Tass. Leti. Pai Picrolomini
abbiam però qucslo di favorevoli' , eh* e-
gU intende la ncressitìi degli episodii ,
non in quel modo che V avete intesa
Toi altri, slilicamenle a dire Ìl vero, ce. (B)
STITICHEUI'A. Stitichezza.
g. I\t Modo di procedere fastidioso .
Lat. fastidiiim, morositas. •"? Cccch. Prov.
pag. 5o. (Fir. 1820) Eh, maestro, o*
sarebbe una limosina, Che sapesser la
vedova e 1.T Livia Queste stilicherie , e
ci voUa.''Strii 11 bel di Roma. (B)
t 5 STITICHEZZA. Qualith di ciò che
ha dell' astringente, che ha dell* aspro ed
acerho. Lat. autteritas, • stipticitas. Gr.
à\itz-r}c6xrtZ. Palladi, cap. ^. E meno
umida che nessuna altra acqua, ed ha in
se alcuna cosa di stitichezza .
V §. I. Più comunemente vale Difetto,
o Difjicoltà di Ivaefcio del corpo. •» J^olg.
Afes. Medicina inventata da IsdracUla, uti-
le al flusso, I- genera stitichezza <1Ì cor-
po -. (B)
§. 11. Per Modi di procedere fastidio-
.10. L.*t. fastidium, moroiitas. Gr. ^aoj-
T»);; TO* òoia5S9rov. Buon. Fier. 1.
5. 4- Snoceiulimi '1 mio resto, e le car-
rucole Metteroniui' io a* piedi a scappar
via Da qui-sta «litirhezia.
STITICITA', e STITICITADE, e STI.
TICITA.TE. Stitichena. Lat. auJterilas,
* stipticHas.
§. Per Sapore aspro e acerho. Lat.
ncrimjnia. (ir. iJji/jutijì. Cr. 6. 23. 6.
Avicenna dice che nella cipolla è acuità
ÌDcensiva, e amaritudine, o tliticiudc, ciob
afreua, orvci-<> laizitadc. E 6 33. I. In
S T I
e*so ( capelvenere } e stiiìctlade. .^erap.
62. Vale e giova in molle cose, nelle qua-
li è un poco dì >titicilade.
•j-.STITICO. Quegli che con dif/icul'
tà ha il benefìcio del corpo. Lai. * sti-
ptiCHS. Pallad. Fehhr. 42. Il qual vino e
medicinale (la stampa legge medìrinevo-
Ic ) , ed è da usare agli stilici. Cron . Mo-
rdi. 282. Se fossi iìtilico e duro del cor-
po, fatti un argomento degli otto di, o
quindici di. %thald. Andr. 45. Alcuni so-
no soluti, ed alruui slitirhi.
§. I. Stitico, vale talora Che è infet-
to di stitichezza. Cr. i. 4- 9- Queste
acque ce. fanno sete, e *1 ventre stilico ,
e malagevolezza di vomito.
§. 11. Stilico, e anche aggiunto di Co-
sa che ahhia dell' astringente , e che ca-
gioni stttichczz'ì. Lai. • stipficus, adstrin-
genr, adstringendi vim hahent. Gr. st'J-
TTTtzo',. Tes. Br. 3. 5. Sopra lultc ma-
niere d'acqua si e <|uella che novellamen-
te è colta di piova , se ella è bene mun-
da, e messa in ri^lerna ben lavata nella -
mente , sanza alcune lordure , pcrciocrhè
ella ha meno d' umidore che tutte 1' al-
tre, ed e UQ poco slilica, ma non tanto ,
eh' ella nocria allo stomaco, anzi il con-
forta. Cr. 5. 1^. 5. L'agre (more) son
fredde e secche, e hanno potenzia e virtù
slitica, cioè lazza, ovvero agra.
g. III. Sfitiio , per meta/. , .ri dice a
Uomo ritroso , e che malifolentieH t* ac-
comoda all'altrui voglie. Lat difftcilis ,
durus, morosus. Gr. y^%\fxii^ ^9.pji ,
0Ji3C5£iT0; Fir. Trin . prol. Voi vi ma-
ravigliate poi, se quesli giovani diventano
stiticbi. La<!C. Pinz. 2 4* Dubito ch'ella
non vorri venire, ec. A. Diavul I ben sa-
rebbe stitica. Amhr. Cof. 2. 1. Tu non
sai com* egli e slitico, Stoldo.
§. I V. StiticOj dicesi anche u Componi-
mento .^ecco, freddo, de'wle , o insipido.
Lai. aridus, siccus. Gr. ^r}pó<i. Lih. Son.
32. Slitiche fantasie «on pelli? pelle.
STITICUZZO. Dim. di Stilico. Dice-
si più comunemente di Persona ritros.i, e
che malvolentieri .e* accomoda all' altrui
voglia. Lai. morosulus. Buon. Tane. I.
[. Non vedi tu com' ella è slilicuzza ,
Fantastica, incagnaia e permalosa? Jlleg.
45. lo sospetto grandemente degli siiti-
cuzzi ignorantelli.
STITUIRE. /''. A. Cofistituire, Insti-
tuirc. Lat. instituere. Gr. «atàuravact.
M. V. 9. i3. Nel quale stituì sua teda
mcsscr Guido suo figUuolo. ^ S. Agost.
C. D. 7. 3o. Quello Dìo adoriamo , il
quale stituì alle nature da se create li
principii ce. E sotto : li quale slitnl
alla Luna il moto suo, ec. (F)
STITUITO. /', A. Add. da Stituire.
•f STITUZIONE. /'. A. lo stituirej
Ordinament'ì. Lat institutio. Gr. oi5't«-
^({. Coli. S.V. Pad, Sono ordinali in do-
dici libretti delle sliluzioni de* monasterìi.
E appresso: La quale slituzione non so-
lamente insegnerà andar lo fjiovanc per la
vera via della discrezione a diritto, ma ec.
STIVA. Propriam. il Manico dell'ara-
tro . Lai. stiva. Alani. Colt. 4- 99- 'vi
in disparte sia l'aratro e '1 giogo, E più
d' un vomer poi , più slive e buri.
*tS* ' Stiva, dittamo anche a (Juel peso
che si mette nel fondo della na»r . Lat.
sahurra. Gr. ìpjxoi. Buon. Fier. a. 3. 4-
*N una medomia barca a in una stiva
( tfui vale Stivament-y, MucAtio, Unione
stretta. Stipa §. I. Lat. acerx'usj.
§. 11. Trovar la stiva, vale Trovare
il modo di far checchessia. Lat. viam ne-
pt'hre. Gr. o'^a'v iìjpìatu*. l'areh f>-
('(>/. lOi. Coloro che conoscono eli umon ,
dove peccano gli uomini , r gli sanno in
nudo secondare , che ne traggono quello
die vogliono, SI dicono trovare la stiva .
S T I
Lasc. Gelos. 2. 4- ^^^ potessimo noi al'
meo favellare a CiuUu; che per li consigli
suoi non dubito punto che noi oon Irò*
vasstmo qualche stiva. Matt. Franz, rim.
buri. 2. 66 La vera stiva, a chi piantar
le vuole, E trovar buon terreno.
* STIVALACCIO. Peggtorat. di Sti'
vale j e detto altrui per dispreizo , vale
Gran minchione. Pros. Fior, (A)
* STIVALATA. Colpo di stivale.
Dati Lepid. 58. Giunti all' osteria ,
quelli che era in sella disse a quello della
groppa , che smontasse : facendo egli le
cirimonie, ne volendo essere il primo, qael
di sella gli dette una solenne stivalata nel
muso, (^tin)
STIVALATO. Ada. Che ha gli stiva-
li in gamba. Lai. ocreatus. Gr. iuxv)]/i.({.
Alleg. 81 ■ Il quale con un suo fante ,
anche egli stivalato , era di viaggio ìn
fretta venulo. Buon. Fier. 3. 2. 17. Egli
è qua dietro un messaggier , che viene
Stivalaio e in isproo.
STIVALE. Calzare di cuoio per diftn-
dcr la gamba dall' acqua, 0 dal fango ,
che si usa per lo più nel cavalcare. Lat.
ocrea. Gr. /.V)j/*i;. Lib. Son. 64- Riman-
doti il ronzin, stivali e sproni. Alleg. l3l.
In compai^nia di più sort' animali Riposa,
e fa dcgh aljili coltrone, E capezzal di fel-
tro e di stivali . Ambr. Furt. 2- I. Le
veslimenla vuol dire cappello , stivali , e
altre cose a proposilo. Bern. rim. i. 90-
E ban dietro un codazzo Di marchesi, di
conti e dì speziali. Che portan tutto l'an-
no gli stivali.
f §. I. Stivale, talora fptratam. di-
cesi altrui per disprezzo, e vale Minchio-
ne . Lai. nebulo . Gr. oi;tiÒ«»3*; . Alleg-
l56. Donde non esce a bene se non chi
è uno stivale affatto. Buon. Fier. 1. 3. 4-
Si falle ciance e mcnio((ne colali Son da
dar ad intendere a' merlotti, A donne e a
ragazzi, A gufH, a pazzi, a uomini stivali.
F 4- Intr. Che nel calzar talvolta una
scarpetta. Comecché troppo strella storpii
un piede, Dicon eh' ella sia ben, ne puii
far male j E M gentiluomo succia , e pur
se 'I crede , E diventa egli a forma uno
stivale. Malm. 7. 58. E tu resterai quivi
uno stivale.
t §- n. Ugnere gli stivali, fptratam.
vale Piaggiare , Adulare , Lodare. Lat,
palpari , subpalpari . Gr. y^ia^twii» -
farxh. Ercol. O7. E dì questi tali, che
s' ungono o untano li stivali da lor po-
sta, cioè sì lodano da sé medesimi, sì suol
dire che hanno catlìvì vicini. Alleg- ll8.
Pur non mi piace, ugoendo gli stivali, 11
fosso cavalcare. /-,' 225. Al come s*usa in
gonfiando il pallone Cortigianesco, e u-
gnendo gli stivali.
§. HI. Son saper quatti piedi entrino
in uno sti%'ale; modo prcverb., detto per si-
gnificare un' ignoranza massiccia ■ f ar^'h.
/■'n.-o/. q/S. D'un cerinolo, o chiappcdinn.
il quaU* non sappia quello che si peschi,
ne quante dita s abbia nelle mani ec, ti
dice: egli è un chicchi Lichirchi , e non
sa (pianti piedi s'entrano in uno stivale.
STIVALETTO. Piccolo stivale; e xi
dice pritpnamentr d' una Spezie di calta-
ri a mezz^t gamba Lai. cvthurnus . Gr
ró^op-éo;. Morg. 18 l47> Un paio di sti-
valetti avea ìn pie gialli . Ferrati e eogli
spron , cnm* hanno i polli - E 19. l43-
Gli stivaletti di gamba gli trasse. Ed ap-
piattngli por aver piacere. Seni. Stcr. 6.
221. Vestono calte fatte eoo nuestrrvol
artifizio . e stivaletti mollo gentili. E l3>
5i^. I Portoghesi cr. erano vestiti di
panai Unì , e di più coperti di stivale Ili
■' di gitanti.
STIVALONE . Accrejcit. di Stivale.
Lati'. Sif'ill . 2. 2. Ho procaccialo feltri
bianchi ec. , cappelloni grandi alla spa-
S X I
S T 1
S T I
i395
KDUi.1. , e «ivaloni grossi da «valere
vJon dan -lualche imi.accio E l.nlc su
^'^ilTJ^mrO. Lo siWare; Unione
stretta. Lai. acerxus, congeries, /arctu
ra Gr. owfOi. »u»<x^(;<"»;- "".•?>"''•
i„(. /«/. 4- •• TerrMe s.,pa, co. con-
.„B«ione e slW.meDlo di serpe.iu.
STIVAHE. Slrrll-immU unire ,n.-ume.
L.t. «g'"-. ""'"' *"■'"«"*.' ""fP""-
OUJTsUsiv. ^n^n<•. Bari: 200. '■ "
lae a,cx«.n., Arg.n, eoa co e Lane A
,Uvar cose denlro . -^.gg- ""'• "P' '"°-
Avervi cacciala e sùv.tavi grand.ss.ma qu.u-
Uli d- arb col m.desimo schmuto.o
\\ Ins.gnifi'^ neuir pass, .ale lo
.tram, e slJvansi insieme.
* Vii- A"'"«- ^""'"- '•'P""' ,'
iletlìre il pesce marinalo a suolo a suolo
"uè g.a,.'s.a intero s. è piccolo j e
'"s^nATO.T.^:^/:^".— I-^'"'-
,atus. coactiis. eonsi.patus .^lipalus,
larctus, ralcalus. Gr. oudTt/U.;. Aoi|.
Wrf. 24. In <,«cllo slival. s. me. ono le
.nercalan^e oell- navi a suolo a suolo, con
poca terra si ricopneno. 1 rane iacch
Z.. no. Eranvi si ^^^f'.'^'^^'"''
aon ne polieno . Bern. Ori. I. 6. bp
La gonl/cl,c egli avea seco menala, tra
dodrcimda, o poco meno, E '-«a m un
drappcl sUetla e stivala. E 1. I3- U-
Taaio innanii ne vien stivata e folta.
*§.!.£ per melaj: Malt. l raiiz.
rim. buri. Cosi muso.uo e con la lac-
ci, arcigoa, E col capo stivato d, pen-
'"s" ll.'^Sli.^lo, V»'.- anche Bipieno per
oii parte. Fir. As. 65. Ne v. eia tet-
tSTo luogo alcuno, che non fosse stivalo
•+'°* STIVIERE. Sorla di calzarello.
Cai pari. I. UH- S^. Per cimiero le
f„ei /.. mner.a) una «vetta , e per
pennaccLio un lamoscel d oliva ec m
piedi un paio d. stivicii d aigenlo. (yl)
■-. STll'MA. Schiumn. Lai. .tpiima. /•
ner me non Lo stilla con nessuno, f. 6.
t .. .. , n :.... ..ni c^tn^lilif. donna Da
28. (he la Regina p
i
[. SDII
een. /vòr.^I Ti li.argù-o ec. e una sliu-
„.o pietra, la quale si genera dalla mi-
la ilpiondio. £95 Levando la st.uma,
ehe viene^ galla, con la mesto a d. ferro
Itai-nata ec (B) Pros. Fior. P. 4- ^ol.
3 pas. 94. Ne'MUal, (burchiellini) va un
u^iio^he rema con un remo simde ad
una mestola da sliuma. (ISS)
STIUMARE . ic/iii<mare , !ilumiare .
Lai. despumare. Gr. aVafp.';"-''. Ricell.
Fior q5. Le medicine, che si cuocono ,
„ sUu^ano e purgano , levando la sl.u-
,„a, che viene a galla, con la mestola d,
(erro stagnata e forala. E appresso: SUn-
mansi ancora 1 sughi , U mele ed il zuc-
chero , per levar via le parU pm grosse
ed escrcmentose. .
STIUMATO. Jdd. da Sliumares òcliiu-
mato . Lat. de.<pumalus . Gr.' a'nasfi?!)-
^.:„;. mcetl. Fior. L'io. Mele sliumato,
come di sopra, lihbre due.
STIVMOSO. Jdd. Schiumoso. Lat. spu-
mosus. Gr. àfpuir.i. Bicell. Fior. 90.
Si mette al sole, e si getta via continua-
mente quella parlo acquosa e stiumosa.
STI7.ZA. Ira, Colhra . Lai indiana,
tic , ira. Gr. òf/'i. Su/t»^. <!|u&i;u.c..
Bocc. no^. 2.3. A. La richiamai indietro,
e piena di sliua gliele tolsi di mano. M.
r q 44 La pace si rimase coUe strade
handile, ma cogU animi pregni e pieni d'
odio edi swia. Lib. Son. ijl,. Sta cheto
senlof io; spula la stilla. Disc. Cale. òi.
Bon dee ad alcun di essi la sima mon-
tare, o sdegnarsi per esser «■•"PP» '°''°
dalla «uffa divelto ìMm. I. 53. Ch io
larci per la suzza e pel rovello Bullar a
pit la forma del cappello . - Clo^■. Celi.
ì il. Jif. 4i- l'e'' h^ '"'""' '^ '""
e sfocala la slina e l'ira. f(V , _ . . .
•■: 8 1 Stizza , vale anche desiderio
«randf. ecce.'.ma Cupidipiaj onde Cavare
"la tli-za di chccches..:a ad alcuno , vale
Calarel.cue la voglia ,1 ilesiderio. Car.
leti 2 212. Non desidera rosa maggior- |
mente quanto veder del mondo, e nessun ,
allro ne gli può cavar la sl.«» pm di ^
lei. iCi , „ r \
5 li Slizza, diciamo nmlietn male |
simile alla scabbia, il quale e proprio de' ,
cani, e de'lupi. Lat. scabies. Jranc.Sacch. ,
«o.. 177. Qual caso di morie e pm nuo-
vo, che esser preso e mollo un lupo per
aver messo la coda nel cocchiume d una ,
Lolle , grattandosi dcUa rogna, 0 dcUa
stizza ? r) '
ST17.ZAFE. Tieutr.e mulr.pass.fren-
dere stizza, Incollorir.ii , adirarsi, lai.
indi^uari, irasà , incamlescere, excande-
scere. Gr. opV''^»-=" ■ ^T: \""^- P'-'
non isdcgnò, ne slizzò, ma rivolscsi a di-
scepoli , che lo prcgassono per lei. iir.
As 2'6. Oi.ni po.o che voi mi facciale
' suzzare, io farò prendete a'miei setviduri
questo ril..ildo per le orecchie, e gUlare a
terra d' una di queste lalze.
STIZZATO. Add. da A lizzare j ^'i--
-ilo, Incollorilo, Adiralo. hM. iralus .
Gr. OfV.5S£.'5. F.r.luc. 4.6 Che hai,
che 111 pari co>i slizzalo ? /l alm. 4. J2.
Perdi- egli allor, per farmela vedere Suz-
zato meco se n' andò con Dio.
STIZZIUE. Far prendere stizza, e in
sigli, f!c. neulr. e acuir, pass, liicollorir-
si, adirarsi. Lat. i><.«i , indignali. Ci.
cV/.-Cstieai. i-T- '"".«• Qu^'^i™""-
na non si scandalezzò, ne slizzi, ma slelle
ferma . -,. ,.
STIZZITO. Add. da Stizzire; Pien d,
<li-za. Adiralo, Incollorilo. Lat. indigna-
liis, iralus. Gr. c>7'^'=-'- Frane. Sacch.
„ov «8. Il fanciullo tulio sozzilo, piagnen-
do, crollando la lesta, s'aggirava. »l. / .
q 'q riesser Bernalò ec. era molto slu-
ziló'e infocato, e come signore animoso e
vcndicaliso , non | osava. t , ,.
J- STIZZO . Tizzone , Tizzo. Lat. li-
„o.' Gr. òMi. Feir. l'cm. ili. Con uno
slizzo arsiccio fue scritto sopra 1 sasso:
Cui è seppellito Pompeo. Dani. 'nj.\3.
Come d'un slizzo verde, eh' arso sia Dal-
l' un de- capi, che dall' altro geme, E ci-
gola per vento che va via. Oli Com.InJ. li.
S43.QUÌ esemplifica 1' autore quello tron-
co , e nota che fa uno slizio verde ar-
STIZZONE. Tizzone. Lat. tilio. Gr.
oVio = . Tao. UH. Gli due giganti, mlen-
dendo tali parole, fummano per lo viso
come stizzoni ardenti di fuoco. Ar. tur.
1 i3 35. Del foco, eh' avea presso, indi ra-
' pilo Pien di foco e di fumo uno stizzo-
se. E si. 36. Lo sozzone ambe le palpe-
bre colse . , t ■ r^
STIZZOSAMENTE . ^.eeriio . Con
istizza . Lat. iracimde , indignanler . Gr.
Si Sf/rii- Dani. Inf. 8. Stizzosamente Di-
cean : chi è costui , che senza morte Va
per lo regno della molta genleT £u(. »-i.-
Vide più di mdle dimonii in sulle porte,
e stizzosamente diceano ce. T anh. Lez.
2oq. Gitlala via stizzosamente la spugna,
e folto appunto U cavaUo neUa bocca ,
STIZZOSO . Add. Inclinato alla stiz-
za. Predominalo dalla .slizza. Colleroso.
Lai. iracundus. Gr. o'f-/<)<!?- -B".'^^- "".'■■
!i8. 3. La quale era tanto pm spiacevole,
I sazievole e stizzosa, che alcuna altra, che
a sua guisa, ninna cosa si poteva fare. C
r 8 41 ■ 3. TJomo vcrtudiosu in molle
cose, se non ch'era Iropro tenero esti^
.oso. Beni. Ori. 2. l5. Sp. Rispose Fer-
raù : scudo lu grande. L'esser sluzoso assai
li disconviene.
§. 1 er Injetlo del male della stizza; t
si dice propriamente de' ioni, edc'liipi.
Lai. scalile laboraiis. Or. «[(u.^iadv. Cr. 9.
78. 6. Alcuni con noci giube con acqua
trite ungono loro fa' cani) gli orccihi, ed
entro a' dili , accioc.bè le mosche e Jjul-
ci, che quivi star sosliouo, non gli oBen-
dano; che se non si facesse, disentcreb-
I bono sUzzosi. Frane. Sacih. noi.. 17. Ecco
quello lupo, come quello che era forse per
' la vecchiezza stizzoso, ed accostandosi alla
I bolle, a quella si comincia a giallore.
I ir- STO. y. A. Questo. Fr. lac. iod.
I 3. iq. 6. La coite u' si fan ste nozze Si è
1 qucs"la < blesa Sanla. (C)
* STOA. Stazione, /"or/iio in Alene,
dove Zenone insegnava la sua filosofia .
Lat. Sica, Porlicus . Gr. s-.ca. . tilic.
rim. iqq. ( Son. Yivi'a ec. } Ne Sloa mai
tanto. 'n'e mai tanto visse L Accademia e
'1 Liceo, di cui favella Dell' antica non
men 1' cl'a novella. I^^'^)
I STOl CATA. Colpo di stocco, 0 di spa-
da , ma di puma . Toc. Cav. Ann. IJ.
lil II Inbuno la liapasso di stoccata (il
lesto lai. ha: iclu Iransfigilur ). .Pern.
Ori 1 16. 5l. Tu poi mollo di lagll e
di sloccale. E rim. 1. 8. Tale av^van di
me fallo governo Con morsi, graffi, stoc-
cale e forile. ^
g I. Ter melaj. Tac. Tao. Ann. 1^.
182. Tali sloccale, alla supciba madre
dafe con lacrime e aite concubinesca, pia-
cev.-iDO a lune per abbassarla (-//'"'o /a(.
ha: haec alque lalia penclranlia ). ."a/m.
4 41 Ogni volta con mio maggior dolo-
ré ?enlivo darmi una stoccata al cuore .
P li. ilare sulle sloccale, vale ilare
«.iMamenle e con sottigliezza in su' pro-
prii vantaggi; traila la mela/ora da quel-
li che nel' combattere tengcn sempre la
punta della .ipada al viso del nimico.
•+ * STOCCATELLA. Dim. di boc-
cata. Salvia. Buon. Tane. I. 1. -'^on mi
star piìl su per le tanlafere. Noi lanlaje-
re, cioè ciancie. Stare su gU stocchelti ,
sulle sloccalelle. (A)
•+ * STOCCHEGGIANTE. Che stoc-
chc-'ia, efgiiralam. Che ferisce. Che la-
cera" alimi. Alleg. pag. 16 (Amslerd.
1-54 ) Non altendon ad allro, che ee. ad
arruolar la stocchejgianle linguaccia in su
la mal bilicala girella del loio duro e ma-
ligno cervellaccio. (A)
STOCCHEGGIARE. Ferir collo stoc-
co. Tac. Dav. Ann. 2. 36. Dove 1 no-
slri con iscudo a petto e spada in pugno
stoccheggiavano quelle membrona e facce
scopcrle ni testo lat. ha loderei), i
Slcr. 5. 370. In quelle pelli impastoiaU
gli stoccheggiavano ( il leslo lai. ha : tru-
cidabanl ). , j- ■
•f g. I. Andare stoccheggiando, dicesi
del Pifcndcrsi collo stocco senza Jerire .
Fav. Esop. Disdegnavasi di ferirlo col
ferro e andava d' intorno stoccheggiando
o ferendo coU'asla ( led. STECCHEG-
GIARE). ,,
g. II. E fguralamente vate òlar sulic
parate. „
•+ # STOCCHETTO. Firn. <■' Stoc-
co. Salvia. Buon. Tane. l. 1- "^"""J^-
\ re, ciofe ciancie. Slare su gli slocchelti ,
sulle sloccalelle. (Aj
STOCCO. Alme simile alla spada, ma
pia acuta, e di forma quadrangolare.
Bocc. nov 48. 7- Co» uno stocco in orba-
no lei di morie con parole spaventevoli e
villane minacciando. C. f. ',. 29. 5. GU
die d'uno stocco, dicendo che a Im non
era licito di seutenziaie a morte li gran-
i396
STO
de e jeaUle uomo. Cani. Cam. 82. Va-
glioo poco, e posson meno Dei nemici
lajice e stocchi.
§. I. Per legnalo. Stirpe, Ceppo.
Lat. stirpi, soboles. Gr. yjvEa. G. 1'.
I. 20 I. Il diriKo stocco reale di Carlo
Magno venne meno al tempo d" Ugo Cia-
petta /f 8. 57. I. Questi Conti non sono
per lignaggio masculino dello stocco de-
gli antichi Conti di Fiandra. M. r. 8.
100. Il reame di Tremisi si ruLeliò, e
tornossi allo storco de' Re usati.
§. 11. Per lo .Stile, attorno a cui 1' al-
ia il pagliaio. Frane. Saech. nov. Iiq
Lancio la lancia perfino allo stocco dei
detto pagliaio.
§. III. //wre .flocco, il diciamo per
Avere ingegno. Lai. .tapert. ingenio L.,e
pratdilum. Gr. vs^v ly.v,. Jlfalt. Franz
rim l,„rl. 3. 100. Ma lien sapete eh" una
simU caccia E da persone ch'al.liian gar-
ho e stocco. Droiiz. rim. 2. 270. Varchi
i" vo' sostener con tutti a gara, Che tra le'
bestie e' hanno qualche stocco, 11 princi-
pato tenga la zanzara.
§. IV. vivere .Uocco, l'ale anche Avere
onore, riputazione. Buon. Tane. 4. 6. Ma
i'ho avuto sempre un po' di stocco
# STOFFA, rezza di drappo di seta,
o di altra materia più nobile. Maeal
Leu. (A) ^
STOFFO. Foce particolare, dinota.-ite
Quantila di materia in cliccchetsia. Dav.
Mon. 118. Il nostro 6orino valeva, sessan-
ta anni fa, sette lire; oggi si cambia per
dicci. Perchè? Perche in quelle sette tan-
to stoffo e buono ariento era , quanto io
questi «licci.
t * STOGGIO. J'oce poco usata .
Cirimonia, Lusinga, Ammuinamento. Lai.
illecebrae, mollta verha. Gr. $riXyr]Tx
SuT^rai >óyoiv. .l/o/m. 9. 48. Ed'^ei',
che in una camera locanda S' era accula-
to, voUe mille sloggi Pria eh' ci n' uscis-
se. Buoa. Tane. 4. 2. Bisogna eh' a lor
Prcto tu t'acconci, E non volere or più
moine, o stoggi. (•)
STOGLIERE. Icd. STORRE
* STOIA. led. STUOIA. (•)
* STOICAME,\TE. .avverbio. Secon-
do li sentimenti degli Stoici, In maniera
stoica. Lai. .ttoice. Gr. jtmizw;. Salvin.
Disc. 2. 5.?5. ^'il admirari prope rcs est
una, Kumici, Solaquc quae possi t faccre
et servare bealum , disse stoicamente fl
buono Orazio; e il geografo Straljone, ec. (•)
t * STOICISMO. Modo d'intendere
e d' opinare degli Stoici. Salvia. Di.v.
2. 337. Egli è di quei servi, qu.ile era il
filosofo Cane Diogene, il cui cinismo si fu
un ramo dello stoicismo. rA) E 476. Era
lo Stoicismo uu ramo del Cinismo (Cj
* STOICO. Filosofo della setta d, 7,e.
none. Lat. sloicus. Or. 7rwc>5,-. Prd Esp.
nai. 2. Mostrerei ec. per lo meno d'esse.^
re un ruvidissimo e quasi insensibile stoi-
eo. E leti. I. 210. lo sarei uno stoli-
dissimo stoico, se non confessassi ec. Sai-
vin. Disc. 2. 217. Gli stoici, quan.Io di-
cevano il mondo, intendevano questo no-
stro E 327. Viene oggi io questa fiorita
adunanza un rigido stoico a spacciare pa-
radossi della sua setta. (•)
t STOLA, l'està, /Ibito. Lai. stola.
Gr. TTOiir;'. ^for. S. Greg. I. 5. vide
ciascuno prender la sua sl.ila , cioi uno
vestimento, rr. E date furono a ciascuno
una stola bianca, ce. Cr. 9. 80. 5. E 'fu
chiamato uno che venne adornalo d'una
stola con una cornamusa, e fu ronun<l.ilo
che sonasse e cantasse : egli subilo gooCó
la cornamusa, e comincia • sonare. Mi/i(.
Inf. 23. Per qual privilegio Vanno sco-
perti della grave sloia 7 E Purg. 32. E
videro scemala loro scuola ec. , E al mae-
sUo suo cangiata slola. E Par. i5, L'a
STO
■love tratU delle bianche stole. Cavale.
Med. cor Lavarono le stole loro, e fé-
certe bianche nel sangue deU'AgneUo.
1 /,""■'""• ^*^- Vederlo vestilo della
stola deUa immortalilade, e coronato della
gloriosa corona, deUa quale il coronò U
padre suo-
t §■ Stola, si dice anche quella Stri,
scia di drappo che si pone il sacerdate al
collo sopra il camice j ed in questo signi-
Jicalo oggi s'usa più comunemenu , che
nei precedente. Lat. .flola tir. !Tit»»x1-
*H' Ord. Mess. 82. La stola, L qual si
pone lo prete al coUo , significa la fune
colle quale lesucrisU. fuc legato prima-
menle. Boce. Test. 2. Una pianeU con
"loia, e manipolo di zendado vermiglio.
Maeslruzz. 2. 54. Siccome è dire colla
stola salmi e orazioni , ovvero menare in
cùiesa lo scomunicato. Ar. sai. 3. lo né
pianeta mai ae tonicella , Sé chierca vo'
IJ'^^'F" "" " P°""- Come oè stole.
.STOLATO. Jdd. Che ha la stola. L.i.
■flola arpielus. Gr. ,ro)f, i,roU,ui,Oi.
fÌHon Her. 5. 4. 4. Seguace Stolalo un
sacerdote.
* STOLCO. Term. degli Ornitologi.
Fagiano nero, coi pie coperti di penne,
che nasce nelle montagne. (A)
•t * STOLIDAME.NTE. ^^i.erA.
Con ìslolidila. Betlin. Disc. 2. 3^8. Far-
si scudo e possanza col nome di fervore
f «elo, ma in realtà con un furore stoli-
STOLIDEZZA. Astrailo di Stolido;
Sliipidila Stoltezza. Lai. stolidilas, fa.
tiiitas. Gr. fX.-pa^tfC'j., puùU. Segner.
Mann. Apr .4. 4'^M, „„„^^,e|,|,/ ..
slo^un prodigio di stoUdezza?
rf "e, *;^0'-'DISSIMAME.NTE . Superi,
di Stolidamente. Uden. Kis. /Al
STOLIDITA'. Stupidezza ', Stolidezza.
l-M. stolidilas, stupiditas. Gr. a'i'ATS-
pi!«, «r«,=r«l,a. Buon. Fier. i. 2. 4.
Stolidila, com'io diceva, umore, Bizzar-
ria, stravaganza, aflìssazione.
I ,f''?';'?°- ''''''• '""^"'alo. Stupido.
r'L '"'•t"' '■"■'"■'■ Gr. a.oi,To,-. «■,«■;-
ripoi . Tac. IMv. Ann. 4. 88. Nu-
manana sua prima moglie fu d'averlo
con malie fallo stolido accusata e assolu
STO
Il K.j 7. "•.cusaia e assolu-
,, . ''"*• Oss. an. 127. I lombrichi
le corpi umani fuor di essi corpi sem-
brano pigrissimi, lenti, e quasichi, dissi
melensi e stolidi. « Buon. Fier. i. l„,r.
E chi son io Anch' io. eh' un negroman-
te 7 Non distruggo Forse anch' io el, uo-
nun com ei fanno ? Forse ec. Non gli
attalturo stolidi 7 (B)
,'t* STOLLO. Lo stile del pagliolo
che dalla plel^ ;. ^nche detto Vanima
•lei pagliaio, horlig. Bicciard. I. -2 Ed
da^"r ^\"' ?r f'"«S'0 un sloUo
rta pag ,a,o Parrebbe uu manichino di
cucchiaio. fAj
* STOLONE. Term. de' Banderai,
fregio o Ornamento d'oro, d, ricamo.
*/ piviale. (A)
STOLTAMKNTE. Avveri. Con isloL
'..». Lai. .,,,,/te. Gr. •«j.pi.a.j. Filoc.
IJI. Polche tempo gli parve d. m*
» rare la sua pietà inverso di coloro che
.tollamente . avieno lasciali ingannare.
Jass. 52. Presumendo deUa divina misr-
ricor,!,, indiscretamente, e stnltamente
Ì'« J"""" "'■' * '^'■^'■"■- »•'•"■ K
■W» E laisan.Io «allò su con un calcio Slol-
Limenle nel fianco, ni- Ini fuori Del c.m-
min mosse, ma rimase saldo. (B)
STOLTEZZA. Stoltizia. Lai .lullìi.a
Gr. uu^u. ;•„. irisl. E quello che pa-
re stoltezza , dchulez^i. />„,. /.„;. i,
Per cu. tanta stolleZM io terra èrebi,;.
frane. Sacch. nov. 219 Le fu dello per
lo marito e per lo cognato . che partile
per sua slollema s'era messo.
STOLTIA. y. A. Stoltizia. LaL ,tat.
litia. Gr. /zta^i'a. But. Sloltia è predpi-
lamento m mal fine con mali meni mi».
plicemenle. Fr. Ciord. Fred. S. Ouea.
e vie maggiore sloltia. E altrove :atì\.
maggiori stollie , che in lutto T mondo
su, •' ' «• ^-«m- Ani. 19. ,. 8. Lo 'b-
paziente innalza e accresce U sua .i»lu,
, t * STOLTILOQUIO. Fave^^„.
IO da stolto, ìaniloquio. Uden. \^%
2i. Il poeta voUe frammettere quel éon '
cello piacevole nello stolUloquio deU' ,.
nianle, per temperare aUi speluiori la
malinconia di quella materia dolente lAi
STOLTISSIMAMK.VTE . Su^^^L
Slollamenlej ( oa grandissima jZltilia
l^M. .,iuus.ime. Gr. ^«^oraw. S. Ago-
't. (. /;. Queste cose e diconsi e Je-
aonsi stollissimameote.
STOLTISSIMO. Superi, di Stolto.
Lai. stulussimus. Gr. /iiwio'rocroi. Bocc
nov. 23. 2. Stoltissimi, e uomini di nuo-
ve maniere e costumi, si credono più che
gU alm in ogni cosa valere e upere E
«ow. 82. 2. Assai sono, U quali ^ueod,,
slolUssimi, maestri degli altri si (inno
3 STOLTIZIA, e STULTIZIA. 7cioc.
Cavale. Specch. Cr. Questo Cristo'^/ J^
Giudei ^ndolo, ali. GentiU pare stolti-
'U. E Fruii, ling. La terza cosa, perchè
no, non siamo esauditi, si è la nostra slol-
Uzia. Bocc nov. ^. 2. j ^. ^
assai mamfesialo la stoltizia di Calandrino.
E nov. 98. 35. Se Gisippo ha ben So-
fronia marnata, l'andarsi del modo dolen-
do e di lui e una stullizia superQua. Fsp.
la Uullizia degli uomini.
* §. Stoltizia, dicesi anche delle Azio.
"chi °l T" J" ""•"'/<""•"" 'tollizia in
ch> le fa, 0 dice. . /„. s Gir. 36. Ab-
bu 1 uomo quella compagnia, che alla sa-
pienza dilett^, ec. ; altrimenti , .e si di.
usare con altra continua compagoia. cade
di slolUzia in istoltizia- iCi
STOLTO. Add. Pazzo, Sciocco, Di
poco senno. L,l. .„„/„„, i„s,p.dus, insa-
Bocc. nov. 60 22. Li quali poiché al-
quanto la slolu mollùudine ebbe con am-
mirazione riverentemente guardati , con
grandissima calca luti, s'appressavano. E
Ti: ^\ '^ ^'ff' • '^ ""•'l'è «lato sì
«olio, che avesse creduto che in Mognonc
" ''"'•;'•"' "-""re una cosi virtuoa pi,,
tra altri che noi 7 E nov. 77. 39. Chia-
"■•■1", Slolu che tu se', s! bZ. leu.
Muna cosa e tanto utile allo stolto, quan-
lo servire a un savio. Ptir. ..o„. <vv Qn-
<le la mente stolta S'adira e piagneva;,»
'ar. 5. Ed ogni permulaoza credi stolu.
!■■ appresso.- E cosi stolto Ritrovar puoi
lo gran dura dei Greci.
S TOLTO. Coir O largo. Add. da Sto.
gliere, o Slorre; Distolto . Frastornalo
" f IO. 62. Li Turchi, veggendo che
loro unpresa veni, stolta, con Toro vergo-
gna e dannaggio si partirono.
•e STOMACACLIO. Catm-o stomaco.
« "Jv" ^" """"• P"" fi-"- 4. 3.
»5. ^è anche J ber fresco fari itom««ce»
loro. r,\.v;
STOM*CAGCI.>E liivotgimento di .lo.
maro, lo stomacare . Lat. nausta. Gr.
»»UTi». /,„/,. 294. Sé medesimo esaltan-
do con parole ,la fare per istomacaggin I,
pietre saflar ,lel muro . e fuggu-si
STOMACALE. Add CJie è grato allo
stomaco, e gli s, confà; Slomachico. Llt.
stomarho gralus Gr. c'ujTo.ottxet.
' .V. E vale anche semplicemente Hello
stomaco. .Vati. Fr.inl. nm. buri. S 1,19
SoQ bugne secche (le castagne ) 1' Uuw
STO
STO
stomacali, A. quei .lol corpo, a chi sanfiUO
sputassi ( Kob hanno ine' di queste gl< ipc-
«ali. (B)
STOMACARE. Propriammtt Lommuo-
tersi e Perturbarsi lo stomaco. Lai. nati-
K<mt moderi:. Gr. vaUTc'av tyj.st'v-
* Helc. Ili- Cohmh. ib. Ma quando la
donna di Giovanni hi vede, per onore
dcUa hrulla infcimila inl'astidita , inciiut.1-
nenlc sloroarando, o Giovanni disse. (( ì
Fr. lac. r. I. (). 5:1. S' io contare vi v»
lessi A un a un 1i"voslri eccessi, Credo certo
Ti facessi Tutte quante stomacare. Malm.
li. 38. l'n rospo lece rome un pan di mi-
glio , Che avrebhe l'atto stomacare 1 cani.
* §. I. Kxeutr. pass, vale 3/otcc(-.« a
nausea. Segner. Co,,/. ia.<lr. cap. 8.F„Vf.e
il Signore si stomacherà di maniera, che la-
sctcra di soccorrerlo. fT )
g. II. Per metqf. in signifK. alt. vale
Infastidire, Stuccare. lat. stomaci,;,,, nw-
vere, irritare. Gr. a'ià». Tac. Dav. Ann.
2 io. Stomacavali anche egli co'suoi mo-
di diversi dagli antichi ( qui H lesto lai.
ha accondehal). K 3. 77. Stomacan-
do si .ihbictla servitù colui che non vo èva
la puhhlica blierta (qui il testo lat. ha :
taedclat ).
STOMACATO . Jdd. da Slon,aca,v .
Arrigh. 59. Io sono stomacato de' tuoi
•conci e soni detti. Buon. Pier. 3. I. 5.
Che travagliata , e sottosopra tutta ( Per-
donatemi voi), le medicine Stomacata ri-
hotta, E la vcriigin sua non ha mai 6ne.
li se. 9. Oiho! eh' io caddi quivi, Kon so se
di paura, o stomacalo.
STOMACAZIONE. Stomacaggine. Lat.
aausea. Gr. vaurt'a. Cr. In acqua cotte,
il calor febbrile refrigerano, e la stomaca-
tione. e l'enfiamento dello stomaco.
STOMACHEVOLE . Jdd. Che com-
muove e perturba lo stomaco. Lat. nau-
sea plenus. Gr. vaUTi'av iyùfOi-J. Galat.
7. Non solamente non sono da fare in pre-
senu degli uomini le cose laide, o fetide ,
o schifo, o .slomachcvoli, ma il nominarle
anche si disdice. /■' appresso : Quando ad
alcuno vien veduto per via , come occorre
alle volte, cosa stomachevole.
g. Per mela/ vale Noioso, Stucchevo-
le, Spiacevole. Lat. molestus. Gr. |3«pu5.
Bocc. Leu. Pia. lloss. 274. Le parole,
l'opere, i modi e le spiacevolezze di que-
sti colali, quante e quali elle sieno, e come
stomachevoli, e udite e vedute e provale
r avete. Lab. 807. Ma furonli si gli oc-
chi corporali nella testa travolti _, che tu
non vedesti lei esser vecchia e già stoma-
chevole e noiosa a riguardare.
■ STOMACHEVOLISSIMO. Superi, di
Stomachevole. Demelr. Sega. 10l{. Per la
qual cosa egli mostrò insieme , la vec-
chia esser cosa stomachevolissima e da far
ridere .
•f * STOMACHEVOLMENTE. Jv-
verh. In modo stomachevole. Pallav. Star.
Conc. I. 110. Immerso in quel lezzo di
cui anche il nome putiva stomachevolmen-
te. (Al
STOMACHICO . Àdd. Di stomaco ,
Che giova allo stomaco, Che conforta lo
stomaco. Lat. stomaci, 0 gratus. Gr. eu-
OTo'/xa^Oi. Volg. Mes. Pillole stomachiche
il capo confortano e lo stomaco. E altro-
ve ; Pillole stomachiche ec. evacuano la
superfluità d' ambe le collere.
* STOMACHINO. Term.dei Macellai.
Specie d' animella che sta attaccata alla
milza ed al fegato. (A)
•f STOMACO. ì'iscere membranoso
del corpo animale fatto a similitudine
d'un sacco nella parte superiore e an-
teriore del bas.to ventre, destinalo a rice-
vere l cibi triturati, e dar loro la prima
e pia necessaria preparazione per diven-
tare materia di alimento. Lat. stomachus.
di.
venlriculus. Gr. 5to.o«X»' • •^<""'"- ""''•
Q2. 6. Quando Ghino era più giovane ,
ètli studiò in medicina; e dice che appa-
rò niuna medicina al mal dello stomaco
esser migliore, che quella che egli vi tara.
;V ;' i) 5l. Ili tale varietà lo stomaco
riglia conforto. Te.<. Pr. 5. 36. Lo suo
stomaco i; forte più che stomaco di ninno
altro animale, l'etr. cap. 7. Fianchi, sto-
machi, febbri ardenti fanno Parer la morte
amara più che assenzio (qui par che valga
commozione di stomaco ) . Pranc. Sacch.
nov. 87. Però è grazia a Dio d' avere si
fatto stomaco, che ogni cosa patisca. I.asc.
rim. 3. 3lO. Appresso questa perdon pre-
gio e fama Fegati, lombi, stomachi e mi-
gliacci .
e. I. Figuratam. yer Indignazione ,
Commozione. Lat. stomachus, indignano .
Gr. avava/Tr;5.;. Tac. IJav. Ann. l5.
209. Onde i veri Padri con grande sto-
maco ricorrono al Senato. Cari. Fior. 19.
Che da me si nominano con islomaco .
' */ifn. Decam. I18. Kè detto con minor
forza , ne men pieno di maraviglia e di
stomaco insieme. (J )
+ g. II. Omic Fare stomaco, o J enire a
stomaco, figuratam. vogliono .stomacare,
nel.<ig,iifc.del§. II. Lat. slomnchummove-
,e. 'lac. Dav. Ann. 12. l6l.rion si lesse il
testamento, perclii; al popolo non facesse sto-
maco r ingiuria e 1' odio dell' aver ante-
i.osto al figliuolo il figliastro. Car. leti. 2.
49. La sofistena, e l'incivilita di quesl uo-
mo è venuta a stomaco alla gente.
^ %. III. Passere una cosa a stomaco,
figuratam. vale Di.'piacei-e. Car. leti. 3.
'7 e Comin. 1735. ) Se fusse possd)de ,
vorrei che in questa voi mi duraste que-
sta faUra; e quando pure vi fusse troppo
a stomaco , vi scuseremmo il meglio che
si potrà. (Bì
§. IV. Centra stomaco , o Sopra sto-
maco, vogliono Contro voglia. Tac. Dav.
Perà. clòq. 409. Tengan pur me le dol-
ci Muse , come dice Virgilio , tra quelle
sagre ombre e fontane , fuori di soUecitc
cure, e nirislà di far cose tutto di conlra
stomaco (il testo lat. ha: contra animum).
Car. leti. 1. 48. lo vi do qu.sta commis-
sione malvolentieri, perchè so che v' i;
contra stomaco, come a me. E 1. 76. Mi
lascio trasportare a questa cattiva usanza,
ancora che le voglia male, e lo taccia so-
pra stomaco. * Cecch. Prov. 73. Chi sta
con altri, come me , gli accade Di far di
molte cose conlra stomaco. (C)
g. V. Portar sopra lo stomaco , figu-
ratam. vale Avere in odio; metaf tolta
dal non potere smaltire il cibo. Lat. odio
habere. Gr. piatii. Cavale, .••pecch. ir.
Gli comincia a dispiacere, e portarlo qua-
si sopra Io stomaco, e portargli alcun ran-
core .
C. VI. Buono stomaco, dicesi d'Un gran
mangiatore; e figuratam. dicesi anche di
Persona a cui si possa dire liberamente il
fatto suo.
STOMACONE. .stomaco grande, tr-
ine. T. I. 16. II. Ogni crosta è radunata
Per empir mio stomacone.
^ J STOMACOSO. Add. Che al-
tera, e commuove lo stomaco. Lat. mole-
stus, nausea: plenus. Gr. a'viKfO; , vau-
Tc'a; ttJi »;:»;';. io'-- l"ed. canz. 24. 3. Tro-
vasene alcuna brutta , Gialla , nera e sto-
macosa.
* g. I. Stomacoso, figuratam. vale
Che inspira avvasione , 0 ripugnanza.
.. Lab. 159. Quanto ella nel farsi servire
sia imperiosa, noiosa, vezzosa, stomacosa,
importuna »». (C)
* §. IL Pale anche fguratam. Che ge-
nera disgusto, dispiaceiv, o simile. ■• Lab.
248. Immagina, queste mie parole così suci-
de, e cosi stomacose a udire, esser quelbeve-
S T O 1397
raggio amaro, il quale ec. il discreto me-
nile tue corporali infermità t' ha
■0 gt
donato 1». (Cj
f STOMACUZZO. Dim. di Stomaco;
ed usasi per la più al figuralo, e vale Sto-
maco delicato. Bern. rim. 1. 24. Non ha
'I mondo il più ladro stomacuzzo. * Alleg.
259. ( Amst. 1754 ) Non doverebbe parer
ost'ico, se non a qualche stomacuuo di ec.
Maur. rim. I. 122. E mi par che vivia-
te per dispetto Con tanti lattovari e pur-
gazioni ec. , Quanto fareste meglio a con-
fortarvi Lo stomacuzzo con altri bocconi.
(P) Pros. Fior. Salvia, leti. 4. 2. 283.
Queste sono superstizioni, delicature di
stomacuzzi. (C)
* STOMATICO. Tcrm. degli Anato-
mici . Aggiunto di una delle propaggini
della vena porla . Baldin. P'oc. Dis. in
VENA. (A/
STONARE. Uscir di tuono. Salvia.
Pros. Tose. 2. 121. In certo modo biso-
gnava nel fine quasi scordare e stonare.
STOPPA. Materia che si trae dopo 'l
capecchio nel pettinar tiiio,o canapa, l^at.
stupa. Gr. STuJCrtv;. Lab. 256. In questo
gonfialo, che tu sopra la rintur.a le vedi,
abbi per certo eh' egli non v' è sloppa ,
uè altro ripieno, che la carne sola di due
bozzacchioni. Cr. 3. 6. 1. Nella qual (ter-
ra) diventerà grande (la canapa), e avrà
molta stoppa, e grossa. Frane. P,arb. 3o2.
l5. E da quel eh' avviloppa Lo panno co-
me stoppa . il/n/m. 7. l3. Che per casa
non v'i; stoppa, ne iusa.
g. 1. Spegnere il fuoco colla sloppa;
modo proverb. , che vale Piparare a un
male con un mezzo che piultoslo il faccia
maggiore .
g. IL Far la barba di sloppa , vale
Far beffa, o danno a chi non se I' aspet-
ta. MÒrg. 18. 55. Quanti ne giunge, ri-
scontra orintoppa. Faceva a tulli la barba
di sloppa. Ciriff. Calv. 3. 92. Per far di
sloppa a chi passa la barba. Buon. Fier.
3. 4. 5. E colui v' era fisso. Che li ven-
dè la barba, e che la barba A te fece di
stoppa . ^
STOPPACCIO , e STOPPACCIOLO.
Stoppa, 0 altra somigliante materia, che
si mette nella canna dell' archibuso, 0 si-
mili , acciò la polvere e la munizione vi
stia dentro calcata . Bed. Esp. nat. 17.
Poscia sopra la stoppa melteva una con-
veniente caricatura di polvere, alla quale,
benissimo calcata, melteva addosso un buo-
no e ben serrato stoppacciolo . :> Salvia.
Annoi. Fier. Buon. 4. 1. II. Stopparsi,
cacciar giù nella canna della gola , come
si fa dello stoppaccio nella canna dell' ar-
chibuso, che si inzeppa e si rinzeppa. (IS)
* STOPPAGNOLO. Add. Ch' e a gui-
sa di stoppa; Stopposo, Alido. Lat. stii-
peiis , stiippeus . Pros. Fior. P. 4. voi.
3. pag. 76. Paiono queste piante , in n-
spctto di quelle del Zedan, veramente sal-
valiche, essendo stoppagnole , forcheltute,
e con molli rami. (JS S)
STOPPARE . Pitiirare con istoppa .
Lat. stipare. Gr. oTìi'fiet*'.
g. I. Stoppare, per Bitiirare semplice-
mente. Lat. obturare, obstruere. Gr. aTTO-
opaTTStv . G. r. 5. 29. 2. Si dice che
per gufi, che neUe bocche di queUe trom-
be fecero nido, si stopparo i detti artificu
per modo , che rimase il detto suono , e
per questa cagione hanno i gufi in gran-
de reverenza ec. , per memoria che stop-
parono le trombe. E 7- ^'-i^-.X 1 !'
Saracini rompessono le mura d di, la notte
erano riparale e stoppate . Fccor. g. 20.
nov 1. I gran signori Tarlar, portano la
penna del gufo in capo, per memoria ch
e' Bufi stopparono le trombe. Buon. Fier.
34 4. Ad ogni cosa bisogna ber gros-
so ad ogni cosa stopparsi gli orecchi. E
II
1398
STO
4- Z- li- Ed a gran furia ognun stopparci
zeppo Di quegli ossami il gru;;Du.
g. II. Stoppare alcuno, figuratam. va-
le Non curarsene, I\'on fame conio. Lat.
Jloccifacere , negligere. Gr. OMy<apztv, «/i.-;-
ieiv. Cecch. C'orr. l. 1. M' importa il ser-
vire messere Alessandra; quest' altro io 1'
ho stoppalo. Ma/m. [ì. 34- E eoa un fuor
(li lingue e orrenda vista Suffiavan, eh* i*
ho stoppato UQ alchimista.
V STOPPAUOLA. Uccelletto di fjue'
che vii'ono di hacherozzoli . V. Il P'oca-
hol. alla voce SALTANSECCIA. (NS)
5 STOPPIA . Quella parte di paglia
che rimane in sul campo, settate che soa
le biade , e talora il i ampo med>'ximo ,
doi'' è la stoppia . Lai. stipula . Gr. /a-
j^KIÀfì. Pallad. Fehhr. 38. Sicchìs i figliuoli
ii pascano poi d' erbe sotle u delle stop-
pie . Cr. 2. i3. 25. Si seminano le rape
ioturnu la fine di Luglio e '1 principio d'
Agosto nelle terre cuUivatc, o nelle stop-
pie , ovvero secce due volte arale . Lor.
Aled. rim. q6. E si polca vedere io una
itoppia Col lupo lieta star la pecorella .
jllam. Colt. I. 9. Sol che non lascc O
di cenere Ìnimoiul4, o di letame Porgergli
aita , o far al tempo poi L* aride stoppie
iue di Vulcan preda . '? Ar. Fnr. 12.
87. Come nel hosro dell* umil gincprc, O
uclla stoppia alla campagna aperta ec. <N)
'1^ g. I. Mettere stoppia inaia, vale Far
cosa che non sen-e a niente. Gettar via
il tempo j perche dalla stoppia messa in
aia non se ne può trarre alcun /rutto.
•( Sah, Cranch. 2. 5. Io non sou u»o a met-
tere Stoppia in aia » . (Cj
^ §. II. Stoppia, chiamano i Tagliato-
ri di hoschi Tutto ciò che rimane sul suo-
lo dopo il taglio^ 0 la segatura, tanto delle
piante maggiori, quanto delle minori. (,4)
u- STOPIMAKO. Il campo dov'è la
stoppia. Car. Long. So/, pag. 8- ( Fir.
1811) La Cloe su ne andava ora in tiual-
che sloppiaro a lavorar galiliic da grilli, o
tesser frontali di paglia , ora io un giun-
4ibcto, ec. (li)
f STOPPINARE. Dar/uoco collo stop-
pino, o meglio , Acconciare lo stoppino ,
perchè sia pronto a pigliar /uoco , e fi-
guratamente. Dispai- la trama, l'inganno,
perchè possa riuscire, i'ecch. Servig. 3.
A. Si, eh' i' vo a stoppinar questa giran-
dola. * F Corrvd. ^. II. Andate a casa
A Moppinar la girjmìola. (IVj
•f '^ STOPPl.NATO. AdJ. da Stop-
pinare. Car. Apol. piig. 129. E se fosse
caccialo in una coluìjrina, o ripieno, stop-
pinato , ed acceso come un razio , ancor
voi volereste. (A)
!rg. Candelotto, o simile, stoppinato dicesi
Quello a cui è slato acceso lo stoppino. Ces.
J)e^r. 38. L"na delle parrocrhicdi ronudo
( ed era non delle chiamate ) venendo por-
tò air altare heoc 83. candelotti , i quali
non ancora stoppinali, lasciò in nome di
offerta. (C)
:;: SrOPPlNlERA. Term. degli Ar-
gentieri, Ottonai, ec. Arnese da adattar-
vi i moccoli, o lo stoppino per girar per le
stanze con lume. (A)
•f STOPPINO. Lucignolo di candela.
"L.ìi. ellychnium. Gr. i)Ìvxi"<'«- fatiti. S.
(ireg. \. Ci. Serrò l'uscio, misevilo stoppi-
no, e acceseli', e cosi arsoDo, come se 1' a-
fqua, eh* era nelle lantpane, fosse sialo olio.
Ditlam. 4- 18. Venuto men lo stoppino e la
«era (/' edtz. di Venezia 182O legge : V<-
nuto men lo stoppino alla cera ) , K spen-
to '1 lume della prima schiatta, ec. ((/ut
^gitratam. ).
§. I. Filare stoppini , figuratam. vale
lo stesso che Arar diritto. Car. leti. \.
57. Vi promeiio che, ancoraché siauo qua,
61eranno stoppini ; (al >aj(giu hanoo a^ulo
di lui questi pochi giorni-
STO
V g. II. Stoppino, diconsi anche Alai-
ne /Ha di bambagia a guisa di lucigno-
lo, coperte di cera , delle quali altri si
serve per accendere i lumi, sigillar lette-
re, ed anche per veder lume andando singo-
larmente qua e là per casa. Red. lett. ^O-
^ella quale (cassetta) avrà VS. trovato
e le lellerc , e tulle quelle altre cose
eh* Ella arca chiesto, come carta, penne ,
stoppini, saponi, e ceralacca. (C) tmper/
V. Tth. 1). 4. r. 12. 226. Come il lu-
me d* uno stoppino iu faccia alla luce del
sole ec. (F)
* STOPPIOiNACCIO . Accrucit. di
Stoppione. Fir. nov. 6.226. Aveva la più
liella lattuga tallita, e i più hegli ttoppio-
naeci che mai vedesti-. (*)
STOPPIONE. Erba pungente , che
cresce e viene tra le stoppie. Lat. car-
duus, cirsium. Gr. /l'^^tov. Fr. Giord.
Pred. S. Lane di stoppioni, che fanno al-
heri, cioè Lamhagia , e altre colali cose .
Fav. E.top. Prese stoppioni e legacci , e
ciosene il pedale dell' aliterò, e misevi
fuoco. ^ Malm. 6. Ii5. Fiutila è la tova-
glia e le salviette Di verdi pugoitopi e di
stoppioni. ( B)
§. Per Istoppia. Cr. g. 89. I. Del me-
se di Maggio e d'Aprile, arati gli stop-
pioni, non si partono , e fanno molli fi-
gliuoli (parla dei colombi J.
STOPPOSO. Add. Che ha della stop-
pa, oca guisa di stoppa ; Alido : onde
limone, o melarancia, o simili, diconsi stop-
posi, quando il loro sugo è inaridito. Lai.
stupeus. Gr. Ìa t^ìì TTÙTTTtj; yàvOjuieyo;.
Dav. Colt, 194. Quando per diligente cu-
ra la detta umidezza pur s' asciugasse , il
legname di lei voto restando, necessaria-
mente ne diviene stopposo, \anu, frale e
leggieri. Buon. Fier. 3. 1. 7. Perduto
troppo tempo in gettar 1' amo A quei pe-
sciacf i magli de* villani Duri e stopposi .
f STOltACE. Ragia odorifera, che stil-
la da un albero indiano, detto anch'esso
Storace, ed è di due sorte , cioè liquida e
secca. Adoperasi come profumo, e ad uso
di medicina. Lai. styraj:. Gr. ^Ty'fa^.
M. Aldobr. P. .Y. 5^- Si dee r aere pur-
gare e diseccare con fummi <!' incenso, di
oioscado, di costo, di storace, di mastice.
Sagg. nat. esp. 266- La pastiglia, il hal-
bomo hianco, la storace e l'incenso si li-
quefanno, ma non si accendono. lUcett.
Fior. 67. La storace è di due sorte: una
chiamata storace calamita, e da' Greci sem-
plicemente stirace; l'altra storace liquida.
* STORARE. /. .'/. Ristorare. Rim.
ant. GuUt. ( y. Aot. 297. Guitt. lett. y
l*ur esser non porà che alcuno acuto Non
doni altrui che non stori il penare, (f)
STORCERE. Stravolgerti e si usa in
signi fìc. alt. e neutr. pass. Lai. distor-
quere. Gr. otajT^s'»£iv. lìant. hi/. IO.
Perchè lo spirto tutti storse i piedi. Fd!\.
Vedi come si storce, e uun fa motto, fìocc.
nov. 11.5. Martellino si storse in guisa
le mani, le dita e le braccia ec. , che fie-
ra cosa pareva a vedere. ^S Car. Rett.
Arist. I. 1. SareliUc non altrìmcuti che
se uno storcesse un regolo del quale «'a*
Tesse a servire. ( TC)
* §. I. F in modo proverò. Chi storce
di qua e chi di là, dicesi comunemente
quando ad una moltitudine è preposta
una cosa che non piace, e vuol dire : Chi
disapprova per un verso e chi per un al-
tro. Cecch, Prov. 97. Comandando la
guerra chi storce Di ijua e chi di là. (d
§. 11. Storcere, per meta/. Lat. verte-
re, convertere. Gr. ir^/f iiv, 9V9rcÌ9ti*.
l'etr. .«o/I. 67. E fuggo ancor cosi dchi-
le e toppo Dall' un de' lati, uTt 'l drsiu
m'ha storto (cioè, volto). Roez. t'anh-
5. pros. 3. Perchè se in altra parte, *he
ui quella, cho prevedute sodo, si pouuno
STO
storcere le cose, gi^ noo sar*a dell* me
Dire prescienxa nessuna ferma, ma piatto*
sto oppcnione e credenza incerta. Tac,
Dav. post. 44^- 1-" quale (legge) slor-
rrndo per modi iniqui>»imi, erano con lo-
ro sicarìe armi legali delli stati d'ognuno
ammazzatori ( in questi due esempii vale
Spiegare, o Interpretare sinistramente^ o
al contrario J.
§. III. Storcersi un piede, o un brac-
cio, o similiy si dice del Muoversi l' osso
di esse parti del luogo suoj che anche si
dice Slogare, e Dislogare. Lai. e loco mo^
i-ere, luxare, distorquere. Gr. «?«p&50Ù».
Fir. Lue. 5. 5. Usateci diligenza cosi
nel pigliarlo, come nel portarlo , che voi
non gli storceiite qualche suo membro ge-
nitale ( qui in ischeno ).
§. IV. Storcersi , /ìguratam . per Con-
trapporsi. Lat. adversari, tergiversari.
Gr. e'vKVTiOjs&at. O. /'. 11. 3. 16. Se
peravvcntura alcuno svergognato, o arro-
gante presumesse di storcersi contro al-
l' opere dell' eterno artefice, intenda ec.
§. V. Storcere, talora si piglia per lo
contrario di Torcere, come Storcere una
/une. Lat. retorquere. Gr. a'vxiTpiftiv.
# §. VI Storcersi, detto di Chi cerca
sottrarsi dal /ar cosa che teme possa tor-
nargli/une^ta. Dati Lepid. 167. Quando
1' auditore gli disse che contrafacessc lui
ancora, si storceva, dicendo: con V. S.
non si scherza. (Min)
STORCILEGGI.// disse il Davansati ut
significato di Dottoretto che per maliitOy o
per ignoranza in terpreti stortamente le
leggi. Lat. leguleius, rabula. Gr. Tttpt-
rpitsfxa. rr,i àyoiii- Demost Tac. Dav.
Post. 44^- Andavano dottoretti storcileggi
messi al terzo, o alla metà del guadagno a
cercarle case e levar le scritture, per tro-
vare chi godesse lasci, o rcditìi contro alla
legge.
STORCIMENTO. Lo storcere. Lat. ter-
gii'ersatio. Gr. àvazrpOfr^. Fir. nov. l.
186. Dopo mille storcimenti, dopo mille
strani pensieri, ella fu forzata a dire : fa
di me ciò che li piace. Serut. Lett. Ind.
1 . 690. Tremo si fattamente, e con tanto
grande storcimento e movimento di mem-
hra, che i circojianli < hhero gran paura.
I.asc. madr. 43. Ella facea certi alti, E
certi gesti , e certi storcimenti. Certi mu-
golamenti Da fermar per piexk le stelle e
i venti. Malm. 9. 5*. Al Duca vera-
mente pare strano Ch' eli' ahhia a far sì
grande slorriinento.
* STOKt:iTURA. Sust./em. Storci-
mento. Magai, lett. a53. Nella veemenLi
d* una passione che iu un primo molo in-
terdica l'uso della favella , cenni, gesti ,
storcilure di cullo, straluoamenli d* occhi,
voii inarticolate , strida, urli, tutte sono
parole. (R)
5T0RD1GI0NE. Stordimento. I^L tar-
ditas, .ttupor , stoliditas. Gr. da'/i^Of,
«jSeÀTSCi'a. Tesrid. 5. 70. Ritornò in
questo punto Pali-mone ce. Ch'altro g&
non a\ra, che stordigionr Perlo gran col-
po. Farch F.rcol. 61 Stordire, onde na-
sce stordito e slordigione , h verbo cosi
attiva come neutro, perchè cosi si dice :
io stordisco a qucMo romore ; rome : tu
mi stordisci colle tue grida; ovvero: Ì tuoi
gridi mi stordiscono. Remb. Asol. 3. 14O-
Vi%ono jiirni sempre ih roentecatlaKine
e di stordigione. Alam. Gir. 3. II^* H
me', ch'ci può, di slordìgion risorge , B
va ^ er lui come ringhiai ferito.
STORDIMENTO. Lo stordire. Lai.
stupor, stupidita^ Gr òdflfio;. et^tXn-
pi'«. Amet. 9. Poiché lutto fu del preso
stonlimenlo lucilo , quivi , senza niente
parlare a quelle, si pose sopra V erbe a se-
dere, n.int. Conv. 198 Stupore è ano
stordimento d'animo per grandi e mara-
STO
STO
STO
«399
vigliojc cose redcrc o udire, o por alcun
modo sentirò.
STORDIRE. In sien,f,c. ali. l «r r
„. rer««. Fa.. K..op. Col suo gridar
LestiJe stordisco gli altri "«■»■'" •^'''"■
pauriscegU. Omel. S. Grcg Apcrtame,^-
L stordisce i peccatori. I arch. 'rcl.^^-
Stordire, onde nasce ^(orrf.to e ^(orrf.g.o-
„e, i: verlK. cosi attivo come neutro, per-
chfc cosi si dice : io stordisco a l""'" ■■';•
more; come: tu n,i stord.sc. coUe tue
grida • ovvero : i tuoi gr.d. m. slord.sco-
"°§. /„ signific. neutr. e neutr. p«ss-
SMonlirr, Bimanert allomlo o fcr ro-
JT, «rér ro/po c/,e ^ M^" n"'"- "
,7 cno/o prr,,, .alche impensato e ma-
ra^-ifuóso Leniremo. Lat. siupescerc
,a.^ficri. Or. «",i'^r"^="/-"„j'-
Il Rè fne stordito del subaano colpo, «ore.
..ov. 21. l8. Udendo coslu. parlare d
quale ella teneva mutolo l..lta stordì
,i gran colpo i; giunto Sovra . conf.n del-
la sinistra guancia , Che ne stordisce .n
rolla sella. Sagg. nat. esp. II?- ^" ";
nocchio si stordi prestissimo , e gonlio
tutto notalolmenle.
STORDITAMENTE. Ji-^erlno . I on
istordieione. Sm. Pisi. 11>.\- D'ee ' "'"
Irò : di' tu che le l.cslie si muovono stor-
ditamente e disordinataiiicnlel
STORDITIVO. MJ. yltlo a .«ordire.
nuon. Fier. I^. i- 5. Studii regnar v.tlo-
rioso in piaaxa Col grido stord.t.vo dcUa
plebe. ,. (.,
STORDITO. Add. da Stordire; M'a-
ìordilo. Attonito, Stupido, Confuso. Lat.
tinpidus. stnpefactus. Gr. 'U7:nù.-n-ipi-">i-
BMC. no.. 82 6. Da così latto soprap-
prendimenlo storditi ce. stettero fermi. O.
y a 302. 3. Caslruccio ciò sentendo, e
am,e"na credendolo, come stordito s. par-
tì di Pistoia. Bed. Annoi. lìitir. 205. Quel
poco di barlume di luce che al volgo stor-
dito dalla paura par di vedere su gì. al-
beri e suir antenne. 1 arch. l.rcol. DI.
Storditi si chiamano propriamente quelli
i quali, per essere la saetta caduta loro
appresso, sono rimasi attoniti e sbalordii.;
i quali si chiamano ancora .ntronati.
if Bern. Ori. 1. 4. 86. Perchè Ba.ardo
via per la pianura Ne porta il suo padron
meno stordito; Ma in poco d ora si tu
risentito. Pucc. Centil. cani. 17. E stretti
stretti usciron della valle ec. Gridando :
Tu se' morto, tn e i tuoi; E percossero a
loro: onde storditi Fur lutti quanU , co-
me pensar puoi. (B)
STORIA. Propriamente Diffusa nar-
razione di co.se seguite. Lat. ì.istoria.Gt.
iTrwsia. Bicord. Male.^p. cap. l. Abbia-
mo dimenticate alquante belle storie e di-
lettevoli, imperciò i maestri filosaB, cioè
coloro che hanno fatte le storie, le com-
pilarono, e recaronle di gran fascio in pic-
colo volume. Borgk. Orig. Fir. !^ Cre-
dono molti che avesse origine ec. dalla
Tavola ritonda, e dalle storie del re Ar-
ti della gran Brettagna.
§. I. Per Successo, ^n-enimenlo. Lai.
casus. Gr. «fl^I^n'O!. Dani. Par. 19.
Ed in terra lasciai la mia memoria Si
fatta, che le genti li malvage Commeo-
dan lei, ma non scguon la storia. Bocc.
no.. l{0. 25. Cominciatasi dal capo, gli
contò la storia insino alla 6ne. E g- t{.
nen-. 8. Raccontata la istoria stala la not-
te ( il caso a..enulo I di questo giovane
ee. , manifestamente per tutti si sep-
pe ec. (f)
§ II. Per Leggenda, Poemetto , o si-
mili. Mah: I. 4. Mi basta sol, se vo-
stra Altezza accetta D' onorarmi d udir
questa mia storia.
S. III. Per ripintura , o Scultura 1
ravprcsentante alcuno avvenimento. Fr.
.■sacci, . no..^5. Mai non dipignesli tanto
bene alcuna storia, quanto tu hai d.pin-
,0 bene d caso di questi potei. Dani.
Purg. .0. I- mossi ip.t dal luogo dov 10
,Uva Per avvisar da presso un altra sto-
ria ec. Quiv' era storiata Valla gloria Del
loman Prince. Cronichett. d' A mar. 112..
Di fuori a quella pietra e intaglialo di sto-
rie deUe battaglie che Troiano vmse. tir.
A' iSi. E facendo dlpignere in una ta-
vola la stona della presente fuga a tuo
perpetuo nome, l'appiccherò nelle logge
della casa mia. . „ n _ J:
* g. IV. Storia, si dice delle Opere d,
Storia in generale. I arch. Err. Ciò. l\2.
Gli dissero in somma che a patto piuno
non volevano essere mcnaionali nelle sue
storie, e tanto fecero, e tamo dissero, che
bisognò che egli facesse stracciare il loglio
che era di già stampato, e gli levasse. ,1)
§. V. .Sfona, figuralam.,si prende per
Co.'!a lunga e intricata.
(J \l' Fare molte storie, .ale Usare
molte, e replicate diligenze intorno a cl.ec-
ch.-s.<ia. tir. Lue. 4. I. no avuto a me-
nar lestimonii, che dicessero a modo no-
stro, e farci tante storie, eh' i non credetti
mai uscirne. , .,
+ * § VII. Storie, nel numero delpm
si piglia anche per Fa.^tidii , o .nm.l,.
Amhr. Cof. 1. 2. Non si trova eh. vog la
dar un baghero Senza mallevadore, e mdlc
storie. (1 ) , , e,
if STOBIAIO. Colui che cende òto-
rie, cioè leggende, 0 almanacchi, portan-
do la .sua ^mercanzia in un cesto soste-
nuto da una cinghia appesa al collo, liot-
tar. Annot. l'osar. {.4)
STORIALE . r. A. Su.st. Scrutar d,
storie. Lai. hisloricus. Gr. i 5T3/X0V P«-
05:. T'it. Plut. Incomincia il primo libro
ai Plutarco , famosissimo storiale greco .
::: Palla.. Stor. Conc. 1. 853. La quale
invenzione i la più gradila comparsa de-
gli ."Itoriali. (X) , . , .
STORIALE . .'dd. m stona. Lat. fti-
storialis. Gr. .'tTOSizo; • Mar. S. Grog.
Lelt. Chi non cura di prendere le parole
storiali secondo la lettera , nasconde a se
medesimo U lume della venta. Omel. ò.
Creg. Le parole della storia e. cacciano
dallo ■nteUetto storiale. But. pr. Per dare
aiuto a tutti coloro che del detto autore
prendono diletto per la narr-izione lette-
rale e storiale. * Palla.. Stor. Conc. 1.
753 Rifiuto dcUe opposizioni del Soave
grammaticali, teologiche , storiali, e politi-
STORULMENTE. A..erb. Secondo la
storia , Con modo storico. Lat. historice.
Gr. ;,«^.«d:;. Mar. .S. Gre». Lett. Una
cosa voglio predire, che nel procedere no-
stro no? sporremo alcune cose stonalmentc
e con allegoria. Fr. Giord. S. Pred^lii-
Scriverò alcune parole più utdi , che si
toccano inti-a molle altre, dispognendo U
Vangelo storialmente . E 44. Molte altre
belle cose ho lasciate, delle storialmente
per lo Vangelo. . .
STORIARE. Dipignere stona, eoe]
avvenimento. Lat. historias pingere . Gr.
.':;«;. ovociti», i'*- Fiagg. Perocché
non dipignere nfc storiar le chiese in nes-
sun modo.
§ I Per Dar materia d'istona. Vii-
tam. I. 2t. Camdlo e degno qui d'alta
memoria, Perchi; allor mi soccorse; e sa-
per dei Che fu secondo Romol , che mi
storia . „
§ II. Per Jscri.rre storia . frane.
Sacch. rim. 5oo. E che mi vaglia al-
quanto questo scrivere , Che 10 ho latto
col tuo aiutorio. Nel qual de" Bianchi le-
I delmente storio.
§. HI. Talora .ale Patir per lo 'n-
dugto. Lat. mora divexan . Gr. (SfaOo-
T..T. .'voX^'-^ •>-«'• ^'- ' ■ ^- ^'- ^ T'
cagione e 1' altra potè essere per non tar-
lo storiare. I.iv. M. Molli della plebe di-
sperati , innanzichì: volessono storiare, e
morire con si gran lormenlo, si avvilup-
parono il capo, e si traboccaro nel Teve-
re. Fr. lac. r. 6. 36. 6. Te vo cherendo
languido d'amore; Or non mi fare andar
piiistoriando . Sen. Ben. Varch. 2. 4-
Prima indugiano un pezzo a prometterli;
e poiché gli hanno promessi , fanno sto-
riare altrui, innanrichi: gli diano.
STORIATO . Add. da Storiare . Lat.
depictus . Or. zaTs'vf»""»' ■ ^'"'' '*''•
Lanrilotto fae alla Reina grand' onore , e
falla assettare in una gabbia cavalleresca
1 tutta dipinta e storiata, la quale portava-
no quattro ricchi e grossi palafreni. Guid.
CO. Nel palazzo suo assegnate loro le
camere ricche e storiate. Pant. Purg. IO.
Quivi era storiata 1' alta gloria Del roman
prince . Buon. Fier. I. 3. 3. E quai vi
sono I ibri pi., pellegrini , o manuscritli ,
O storiali, o miniali, o postillali.
STORICAMENTE. Av.crb. Per .,a di
storia, A modo di storia. Lat. historice,
historice instar. Gr. iCTOCi/tZ^. S. Agost.
C. D. Quel che si legge, predetto stori-
camente e adempiuto nel seno d' Abraani.
Sa^g. nat. esp. 3o. Ne vena fedebnente qui
raccontalo il successo, osservando sempre
il nostro costume di storicamente narrare.
STORICO. Sust. Scrittor di storia. Lat.
liistoricus.GT.UropioypùfOZ.Pelr.Uom.
ili. Questo , eh' io dico , affermano tutti
gli storici.
STORICO. Add. Appartenente a storia.
Bed. Tip. 2. 29. Se dovessi apportar la
cagione di questa differenza , o slorica o
favolosa che sia , direi ec.
f * STORIEGCIARE. Dipignere sto-
rie. Storiare ; ma meno usato . Ca.alc.
Med. cuor. Sl^. Dipingi questa casa, e
storieggia; La memoria dei Santi fa eh'
ei veggia In te formata, (f }
STORIELLA. Piccola storia. Lat. par-
.a historia. Gr. /iwfist l'iTipia. Sal.in.
Disc. 2. 71. Se in quei tempi ci fosse
stalo qualche suo confidente , che avesse
voluto far questa cortesia alle genti avve-
nire di sporre i suoi indovinelli, ed ar-
ricchirli colle novclluzze e storielle e bar-
zellette di quei tempi . * Ces. Ho.. 86.
Egli è però anche vero; che in quelle co-
tali storielle de' nuovi e strani modi che
tenea Fdippo co' suoi . se ben vi sia un
poco da ridere , egli v' i: troppo più che
imparare. tCì
STORIETTA . Vim. di Storia. Lai
parva historia. Gr. fi./p!»' l'.-offJ.. Buon.
Fier 2. 4. 4. Quelle sloriette attorno che
significano? Ben.. Celi. Orcf. Sg. Si fac-
cia un dintorno alto due dua alla detta
storiella di cera. Car. lett. 2. 189. In
questo farci o grottesche, o storielte di
figure piccole (in questi esempii e nel si-
gn.fic. del §. III. rf. STORIA).
:? STORIETTINA. Dim. di Stonetta.
rasar. Stanze trovale sottoten-a piene di
grotteschine , con quelle stonetune cosi
belle. Ealtro.e: Qu? tro stonettine mino-
ri (qui si parla di pitture). (A)
STORIEVOLE. r. A. Add. Apparte-
nente a stona, D, .stona. Lai. histoncus.
Gr. ì^op.xo; . F.sp. Salm. Questa e la
sposizioo testuale, e stonevole. ,
STORIOGRAFO. *.sl..«'>r"'°^'""'.'
storiographus, historicus. Gr. " • ^'''7;°''-
oec. Vit Plut. Ed alcuni stenografi scris-
Lo che ec. * rW.. .«or. 6. l55. Se-
guitando 1' esempio e 1' autorità, che non
voglio dire superstizione, de' pm nobJi e
lodaU storiografi . cosi antichi come mo-
, derni , ec. (fì)
1^00
STO
* STORlOGnAFO. Add. Apparta
nenie a slona. JJocr. Fit. Dani. 224- E
arvedeadosi , le poctithe opere non esser
vane , o semplici favole ec. , ma sotto se
dolcissimi fruiti di verità istoriografe e fi-
losufiche aver nascosti, ec. (Bj
STORIONE. Pesce marino che amai'
acqua dolce , ed è ottimo per mangiare .
Lat. asellus, acipenser. Gr. s>>o^. Bocc.
not'. 88- 4- 'p*'scra ne furon mandate tre
altre più lielle , che queste non sodo , e
uno storione a messcr Corso Donali. Frane.
Sacck. nov. l83. E^lì era di quaresima ,
e al ponte avca storioni e lamprede. Bel-
line, son, 274" Se co' ritrosi ne! tuo fon-
do pesco , O storioni o altro v' ha a dar
dentro. lìurch. i. Il5. Ha fatto già can-
tar da cento messe Per l'anima di cento
storioni .
STORIUZZA . Vim. di Storia. Lai-
parva hisioria. Or. fUKpoì IvTOpìa.. Bocc.
Lctt. Pr. S. Jp. 3o8. Lui spesse volte
veggiamo intra* più sommi sedere, e par-
lare , e recitare storiuxze note alle fem-
minelle .
STORLOMlA . F. A. Astronomia .
Lat. astronomia , sideralis scientia . Or.
àcrpo-ioif-iy. • O. ì . 12. l\0. 3. Secondo
il detto e scritto de' liliri degli antichi ,
grandi maestri di storlomia . ì it. Buri.
6. A quella festa si v' erano bene sessanta
rherici, che tutti sapevano di slorlomia.
STORMEGGIARE. Fare stormo, A-
dtinarsi. Lat- coire, convenire. Gr. cuvis-
vai, cuv>]'/-itv. M. f. 3. 62. I paesani,
stormeggiando da ogni parte, s' accolsono
a' passi.
§. Per Sonare a stormo . M- V- t\-
li. Il signore fece aollicitare la gente co*
suoi bandi , e stormcggiare le campane .
Cron. Veli. \l\']. In questo di andòe il
bando parecchi volte, che ognuno ponesse
giurarmi; e stormcggiarono le campane
del palagio de' Priori.
STORMEGGIATA. Romor di stormo.
Lat. conci amat io , Gr. xaT«So>]5t5. 3/.
y. 7. 73. Lasciatosi dietro i due legni,
che facessono grande romorc e grande
stormeggiata ■
•f STOUMENTO. V. A. V. STRU-
MENTO .
* §. S tormento , si disse anche di Un
uomo goffo. Cccch, Assiuol. 2. 8. Oh che
grosso stormenlo è questo l (J' }
STORMIRE. Far romore . Lat. per-
strepere. Gr. oist^jjoysrv . Dani. Inf, i3.
Ch* ode le bestie e le frasche stormire .
Poiiz. st. X. 27. Di stormir , d' abbaiar
cresce il romorc.
3 STORMO . Moltitudine , Adunanza
d'uomini per comhattcre . M. V. 2. 10.
Di stormo in istormo si mossono i conta-
dini sanza ordine o comandamento del Co-
mune, e urcuparono le montagne sopra la
Valdimarina. s? Texeid. I. 73. Ma il nu-
mero di lor , ch'era infinito. Ognora la
battaglia rinfrescava ce, E ammirar di se
ciascun facca , Che in quello stormo rai-
rallo potca. (B)
* §. I. Onde Sonare a stormo, vale
Sonar le campane per adunar la pente .
« G. V. 11. 117- 7. Quasi per fnna fe-
cero sonare a stormo la campana del po-
polo . M. F. 2. 10. l Fiorentini ec. so-
narono le campanu del Comuae a stor-
mo n. (C)
§. II. K generalmente per Qualsisia
moltitudine. Petr. cam, 4 8- Ed ancor
de' mici catt fuggo lo stormo . Ar. l-'ur.
25. 12. Come stormo d' augei, che in ri-
pa a un stagno Vola sicuro , e a sua pa-
stura attende. Cirijf: Calv. i. 7. Quello
stormo <t' uccci dietro veniva Con urla ,
strida , e spavcnlevol voce.
§. HI. Per Combattimento. Dant. InJ.
22- r vidi giìt cavalicr muover campo, C
STO
cominciare stormo , e far lor mostra . G.
V. I. 21. 1. Avendo perduta Creusa stia
moglie allo stormo de' Greci.
3 STORNARE. Far tornare indietro.
Frastornare. Lat. retro adigere. Gr. OTt'cw
av3t9TS'5.Ì£iv. Bim. ani. M. Ctn. 8- Pe-
rocché fona di soipir Io stoma. Bim. ant.
Cuid. Cavale. 70. Muove cangiando core
e riso e pianto , £ la figura con paura
storna.
* g. I. Stornare un parentado j un
delitto, 0 simile , vale Impedirlo , Far
che non ahhia effetto. ** ^'ov. ant. 5l. 7.
Egli non dee essere in luogo dove falso
giudic;imenlo sia dato, ne tradigione par-
lata, che egli almeno non se ne parta, se
altramente non la puote stornare. - Lasc.
Pinz. 1. 6. Di poi, per non essere stalo
d* accordo della dote , stornò Ìl parenta-
do .. . (C)
^ §. II. Stornare, e anche terni, degli
scritturali. Salvin. Annoi. Cas. 167. Di-
stornare, è termine degli scritturali e ra-
gionieri ; dicendo essi Jare uno storno, o
stornare una partila; quando in una scar-
sella o postilla, la dichiarano errala e mal
piisla. fC)
g. III. Per Dissuadere, Bimuovere ,
Lat. dissuadere, dehortari, deterrcrc, re-
varare. Gr. TTa^anet'àiiv , àrtorpiTtiiv.
Filoc. 7. 8- E non che a questo io vi stor-
ni, ma confortar vi deggio.
§. IV. In si»nijic. neutr. per Tirarsi
indietro , Ritirarsi. Lai- retrocedere. Gr.
av3t;^a^-tv . Fai. Mass. Combaitcndo a
piede , sanza alcuno stornare , sopra un
grande strazio dì gente , eh' avea fatto ,
cadde .
* STORNELLETTO. Dim. di Stor-
nello . Morg. 14. 54- Gli stornellelli in
frotta se ne vanno, E tulli quanti in becco
hanno 1' uliva. (BrJ
f STORNELLO. Storno. Lat. slur-
ntis. Gr. 'l'ap. Vant. Inf. 5. E come gli
stornei ne portan 1' ali Nel freddo tempo
a schiera larga e piena. Ott. Com. Inf.
5. 75. Per mostrare la forma di queste
anime , che andavano a schiera , come
stornelli , li quali sono uccelli mollo lus-
suriosi . Cr. 4- 18. IO. Dagli stornelli
spesse volte sono infestate (l'uve). Buon.
Ficr. 3. 1. II. Per pigliar quattro gran-
chi e sei stornelli In vece di pernici e di
lamprede . Capr. Boti. 4 68. Lo stor-
nello che fu donato a papa Leone , sa-
rebbe stato più dolio che questi che han-
no la lingua Ialina solamente ce. O. Ah
si T tu vuoi la baia: cotcslo stornello non
intentleva cosa che si dicesse.
*t §• ^- ^^'' '{'""^lo Strtimc'tto fitntiul
lesco che si dice altrimenti Palèo . Lat.
turbo . Gr. orpòStìo; . Omel. S. Ciò.
Crisost. 229. Non giudicheremo noi quc-
sti rotali essere più stolti che 1Ì parvoli
fanciulli , i quali d giuoco puerile della
trotlola, ovvero ancora dello stornello, ov-
Vero palco, il quale pcrcolendo colla sfer-
za , fanno girare per lunghi spazii di por-
tici e per larghe piazzo?
§. Il Stornello , in forza di add. , si
dice del Mantello de' cavalli misto di co*
lor bianco e nero.
f STORNO. Uccello di passo, che va
a schiere, le cui piume nericcie sono pic-
chiettale di bigio j Stornello . Lat. stur-
nus. Gr. 4**'^' ^'"'""- 4* '^* ^^'™* **•■
lan gli storni a schiera a schiera. Ar. Fur.
la. 84. Come per l'aria, ove han si lar-
ga piazza , Fuggoa gli storni dall' audace
smerlo . E \!\. 109. Come gli storni a'
rosseggiami pali Vanno di mature uve ce.
Bed. Ins. |56. Nel picchio e nel filun-
guello n'ho veduti de* simili a quello del-
lo storno .
STORNO. Lo stornare. Lat. revocatio.
Gr. KvKAÀr,9ii. Crci'A. Donz. prol. Moo
STO
si facendo Questo storno del tempo, U
fanciulla. La qual s* ha oggi a maritar, s»-
relibe Troppo invecchiata in casa. X^r.
Med. canz. ili. 3. Non faccia qui tog*
giorno. Se non farebbe storno. Malm. 5.
40- Van le parole a balzi e per islomo ,
Prima ch'ai segno voglun colpir bene
( qiii per similit.). ♦ Salvin. Annot. Cos.
167. Distornare è termine degli scritturali
e ragionieri, dicendo essi fare uno sterno,
e .^tornare una partita ; quando io una
scarsella o postilla, la dichiarano errata e
mal posta. (C/
STORPIAMENTO, e STROPPIAMEN-
TO. Lo storpiare, tf Bart. Uom. leti. \.
73. Cosi Alessandro ec. nella scuola d* A-
pelle, lodava li storpiamenti , e gli scor-
ci. (TC)
STORPIARE, e STROPPIARE. Gua-
star le membra. Lat. mutilare. Gr. KO-
Is^ojv. Buon. Fier. 4- //l'r. Che nel cal-
zar talvolta una scarpetta. Comecché trop-
po stretta storpii un piede, Dicoo eh' ella
sta ben, ne può far male.
g. I. Per metaf. impedire» Lat. impe-
dire, obstart, turbare. Gr. s^*9^i^cty,
xwij'civ, ivoyXtìt. M. V. IO. 102. Gli
Aretini con loro ambasciadori storpiarooo,
che '1 Comune non fece la impresa- Star.
Pisi. 123- Perche stroppiassono, che pace
non si facesse per li Pistoiesi col Comu-
ne di Firenze. Cr. 12. 2. 2. Si fa otti-
mo potamento di vigna ne* luoghi tempe-
rati e caldi , se la molta neve u la trop-
pa gran freddura non la stroppiasse. Vii.
SS. Pad. Quando vedesse che alcuno co-
minciasse a dir mal d'altrui, saviamente
lo storpiava e rimoveva da quel parlare
(cioè: gli dava in sulla voce) . 4 Fav.
Esop. 21. Per lo antico buon uomo, il
quale indusse gli esempli del Sole, inteo-
di ciascuna provveduta persona che stor-
pia che male non sia, e saviamente a ciò
sa provvedere. J il. S. Gio. Jiatt. l5^.
Incomiaciaro a gridare al Re ec. che gli
spiaresse di non istorpiar la festa. (ì'i
§. II. Per Alterare, o Pronunziare er-
ratamente Bed. Annot. Dilir, 13^. Gli
abitatori del contado storpiano facilmente
e corrompono i nomi. E lio* E*»M»do
sempre stato , per cosi dire, destino delle
voci proprie ec. 1' essere storpiate strana-
mente quando passano d'una lingua in
un' altra.
* g. III. Per Istuprare. V.A.Brun.
Lat. Cai. 17. Non solamente stando ad
assedio per istorpiare vergini ; ma per es-
sere intorno del tutto alle male opere. ^O
« STORPIATACCIO. Peggiorai, di
Storpiato. Sem. rim. I. 112. Storpiatac-
elo, ignorante, ed arrogante. (ì)
3? STOKPIATAMENTE. Av*^erb. U
maniera storpiata. Salvin. Annot. Buon.
Tane. 3. 7. Per gramaU : cioè storpiaU-
mente per gramatica. ^.V^
3 STORPIATO, f STROPPIATO. .rfJ-
dtelt. da Storpiare, e Stroppiare. Lat. man-
cus, mutilus. Gr. xoio^o'v P**nt' / V- '
28. Vedi come storpiato è Maometto. M.
f. 4. 37. Trovarono il fanciullo storpia-
to , e la galla sopr* esso ancora vivo.
# 3/. Bin. rim. I. 209. Per questo sia-
mo ora stroppiati, or marci. Pieni scmpr*
di mille malattie , Per sì g aglio fijunentc
governarci. ( B)
# S- I. E i/i forsa di sust. « Fir. As.
l3. Aveva un coloraccìo livido ec. , •
non parc\a allro, che un di quegli stor-
piati che stanno a chieder le limosinc in-
torno alle chiese ••■ (B)
« g. II. Presso i PittùH,egliScuttoH
vale Mal dipinto, o .ìtale sculto. BaiMm.
toc. Vis. 1 pittori e scultori dicoo* stor-
piate o stroppiate quelle figure, le mem-
bra delle quali dall* artefice sono sUtc Bul
dipinte. (.V^
STO
•+• * STORPIATOBE, e STP.OPPIA-
TOBE ì erbai, muse. Che. o chi storpia.
Salvi.: Od.ss. 21. 406. Ma U ... nave
DMia a Echelo ic , Ulorp.atore de mor-
uS lulU, Invierem; quindi non sarai sal-
"STORPIATORA, «STBOPPIATURA.
io storpiare J e anche La cosa storpia-
ta. Rtd Annot. VHir. 76. Tal nomo ec.
i una storpiatura fatta da' Gcnld. dtl no-
me del vero Iddio f./". nel significalo
àtt paragrafo U. di STOBPURt).
STORPIO, « STROPPIO. / erbai, da
Storpiare. 0 Stroppiare, m sea.<0 d' Impe-
dire Impedimento , Contrarietà, I^oia.
Lat. molestia, inipedimenli.m , turbano
Gr. avi-». !>-oo".o», Evsxi':''' "ant.
Pur'. j5. Ora era, onde '1 saUr non vo-
I ° <- / 3 1. i. Davano quan-
lea storpio. C. / . J. »• 4 ^ .
to storpio poteano aUa reedi6ca«.one di Ti-
,e..J,Jid. C. Conscntio lo re fruì, o
. tutti gU altri lo stroppio deUa detta
MlaKUa Ua duo. Petr. son. 32. -■< Anio-
'e!Ó Morte non da qualche stroppio AUa
leJj novella cU- ora ordisro.
i g. Per r o. Bellin. ''"■ Uom.
ai. \. 295. Las. io considerare a V. A
ohe sa J povero ani. miseral.Je stato del-
le cose mie io ogni genero, di q"-'°""<';'°-
00 e storpio sia per ossoiim questo fatto.
Bert. Camp. u8. 11 perdere d quale a
aie non è di storpio v.-.uno, mentre
de' galatei me n' avania. ' O ,
•+ « STORRATO. Jdd. Che e ^«M
icrrt; contrario di Tornato. Aal.in
Odiss. 11. 33.,. G.tt'ar le lon.lan.enla D.
Tehe dalle sette porte, e quella Tomaro,
che non po.ean, storrala, Ab.tar 1 ampia
Tebe, ancorché torte. (Al
STORRE, e STOOLIEBE. /..r'orre.
Lat. remoiore, dimovere. Gr. o.at.»''»;
«:,<,T=i:r£iv. G. / . 4- =«>• ''■ «-^ .1"?'
«sa se di fare U slorra., sanza per.colo
Ji morto non puoi scamiaie. JIocl. (?. t).
f. 4. Da imporlo no., n.i puole istorie
quello c.'.e voi mi volete mostrare. .I/or.
S. Oreg. 1 quali, per lo loro umili pre-
ghiere, moUri che al,l,iano stolti . pensie-
ri suoi. Noi doLUamo sapere che eternal-
mente Iddio ave provveduto dentro dal
suo segreto, che questi colai, colle loro
preghiere potossono slogliero la seii en.ia.
^rrL.slch. Op. div. 1.4. Tutu gì
Jtri mali sono aocuUati, sicché nessuno
si stolga mai dal ben fare. c:<./<.(. 44' ^\''-
dietevi dal cosi fare e dal cosi dire. ( a-
ìr lìolt. 4. 63. Cosi i dappochi , come
quegU di mala natura , non fanno altro
che slorre gU uomini dagU stud...
STORSIOSE . Propriamente Aggra-
vio ingiusto, quale sogliono imporre i ti-
ranni ai sudditi. Lai. indictio Gr. cpavo;.
Lab 137. Acc.occhè noi lasciamo slare lo
imbolare conlinuo che a' mariti fanno e le
niberie a' lor pupiUi «gUuoli , o le stor-
sìoni a quosli amanti che troppo non piac-
ciono. M. y. 9- 76. A^"'!'' f="= '"■'"=
crudeltadi, e tante storsioni e ruberie, co-
me volpe vecchia, seppe si fare, che ec.
liberamente se n" andò.
§. 1. Per Torsione. Tes. Pov. P. S.
,np 19. llom a' dolori e storsioni di ven-
tre, che hanno gli dissenterici, togli cru-
sca, ec.
§. II. Per Tormeuto. l.at. tortio, cru-
eiatus, lormentum. Gr. gasavo;, fior.
firt. A. 31. Vennono i Filistei, e pre-
soolo, e dopo molle slorsioni cavarongli
gli occhi.
STORTA, lo storcere. Storcimento .
Cant. Carn. 202. E dassi spesso qualche
storta all'ago.
* §. i. Per Kipiegrmtnto, Tortuosità,
e. Circuito di strada, o. <imile. Fr.Ciord.
<r. Avvegoachè oggi per cerio impedi-
mento non si può fare quella via, ma fas-
Vocabolario T. II.
STO
si una grande storta per 1' Erminia, ed è
bene sessanta giornate, (l'i Galli. Lett.
Ma quando il fiume andasse, conio si di-
ce serpeggiando, e che lo storte fossero
in arco, credo resolulameule che l' arresto
sarebbe imporcellibllo . (A)
§. II. Per Sorta d' arme offensiva, al-
trimenti detta Scimitarra, o Sqiiarcina .
Serd. Stor. Imi. 12. 485. Queste l'armi;
sono, e lo fveizo, oltre 1' archd.uso e 1 ar-
co,' la storta e il pugnale.
R III Storta, è anche Uno strumento
da/iato^ yarch. Ercol. 267. Hanno bi-
50"no o di fiato naturalo, come le trom-
be'; i Hauti, i pifferi, le storte ; o di fiato
arlificialo, come gli organi.
•+ § IV. Storta, si dice ancora adUn
vaso da stillare per lo piU di vetro, fat-
ti a foggia di bottiglia riciinata in se
..(e.t,ta per la lunghezza del collo. Lai. re-
torla. Iticett. Fior. 99. Maggior quantità
(d'olio ) e più facilmente se ne cava di-
stillando per istoria la cera sola.
:S §. V. Storta, Term. de'lhinirgi.
Dicesi comunemente per Pislensione vio-
lenta ed immediata de' tendini e de" liga-
menti di articolazione in conseguenza di
una ca,)ula. di uno sforzo, o di una per-
cola, qualche volta accompagnata da lus-
sazione. La più frequente e quella del
piede. (A)
* STORTAMENTE. Avverbio. Bieca-
mente, Travoltamenle. Lai. oblique. Gr.
-r)y.-/iw-. /' locabol. alle voci BIECA-
MENTE, SBIECO g.I., e STORCILEG-
GI (■)
J. STORTETTA.dm. distorta. Benv.
Celi. 1 it 2. 23. Portava una sua stor-
iella, che alcune volle segretamente si por-
tava sono iqui nel signi/ic. del g. II. di
STORIA). ^
STORTIGLIATO, e .STORTlLATtD .
Sustant. .'pciic di malore del cavallo. Cr.
a 111 1. Avviene alcuna volta che la
giuntura doUa gamba allato al pii; si daa-
nifica |>er percossa fatta in luogo duro, o
per cader correndo o andando, o perche
•1 pie non si posa alcuna volta .butto in
terra; la quale infermit'a volgarmente s appel-
la Uoiliglialo • il testo lat. ha sloil.lalum).
SrOf.TlLATUBA. Stortigliato. Cr.Q.
41. 2. Ma se per cagione della storlila-
lura predella 1' osso si muove del luogo
suo, a piede compagno di quel che lop-
pica si bevi in allo, e si loghi colb coda
del cavallo.
* STORTINA. Dim. di Slortaj fic-
cola storta. Strumento da fiato. Giamb.
Appar. (A) .. V. ,
STORTISSIMO. Superi, di Storto.
Segncr. Mann. Agost. 29. 2. Non userà,
giammai U linguaggio degli uomini, che e
stoltissimo.
STORTO. Add. da Storcere.
§. I. Per IsconvoltOj Stravolto. L3t. di-
storlus. Gr. ÒM-.zffOi. Sen. Pisi.
Quando i piedi ci dolgono, e noi senUa-
mo punture nelle giunture de' nodi , noi
c'infigniamo, e dic.amo che noi abbiamo
i lalloni slorti e sconci. Lern. Ori. 1.2b.
25. E fece un certo viso storto e strano.
Quando disleso trovossi 'n sul piano.
§. \l. l'iguratam. Frane. liarb. 3ll.
iC. Altri per ciò da provvedenza storti
(qui allontanali) .
§. III. Per Iniquo, Perverso. Lat. i«l-
quus, pravus. Gr. àjixol, novYlf £(';. E.<p.
I ang. Cerlamenlc costui perde U premio
di Dio per la storta inlenziono. Huon.
Fier. 5. 2. 2. Che per rovina Disvenlu-
rala, o per governo storto. Caddero ec.
STOSCIO. r. A Slro.<cio, Colpo del
cadimento, Sovina. Lai. fragor , mina,
lapsus. Gr. zaTsc/O^, STWJi?. Albert,
cap. 39. A' grandi si nuoce ;iù la «adu-
la, eh' elli fanno maggiore stoscio. Tratt.
STO
1401
ron.t. Le grandi cose ec. sono sollevale
in alti acciocché facciano maggiore isto-
scio. Pataff'. 2. Un bollo caddi, e uno
stoscio al bruzzolo. Frane. Sacch. rim.
9. Talora stoscio d'a, Che ben gli sta,
sicché non fa sua voglia.
STOVIGLI, e STOVIGLIE. General-
mente si dicono tutti i Fasi di terra, dr
quali ci .lerviamo per uso di cucina. Lat.
vasa coquinaria. Gr. tk /laysipti^x ffiteul].
Tratt. pece. mort. Rompe oreiuoli , e
nappi, o alili stovigli. lìocc. nov. \\. 12.
Suoi slo^igli colla rena o coli' acqua sal-
sa lavava. Galat. ;4. Se tu vedessi una
nobile donna e ornata posta a lavare suoi
stovigli nel rigagnolo della via puliblica.
r<ic. Pav. Stor. I. 253. Onde Claudio
r altro giorno fece lui solo servire in isto-
viglie di terra ( il lesto lat. ha: fict.libus
minislrari iussil). Buon. Tane. !\. 5. Le
mie stoviglie bianche chi 1' ara?
§. I. £ generalmente per Ogni vaso,
ancorché non sia di terra. Lat. vas. Gr.
ox'.m:. Cr. 12. 12. I. Si posson far le
corbe de' vimini , le ceste , le gabbie , e
molli altri arnesi e stovigli di bisogno.
Pallad. cap. 6. Fabbri da far ferramenti,
e di legname, e di stovigli da vino.
§. li. Diciamo in modo basso .• Dar
nelle stoviglie, che vale Grandemente Adi-
rarsi j che anche diremmo Dar ne' lumi.
Lai. ejcandescere.Gr. ifjSu/JETv. Farcii.
Suoc. 4. 6. Dubito non dia nelle slovi-
gUe, 0 faccia qualche pazzia, -f Buon.
Fier. 3- 2. 2. Han comincialo a dar nel-
le stoviglie Bestialissimamente. (Cj
STOVIGLIAIO. Colui che lavora, o
vende stoviglie. Lat. va.scularius, fictilia-
rius. Gr. t-:pv.litoi:ùHi. Buon. Fier. 2.
j. 7. Gli ortolani, altrimenti gli erbaioh,
E 1 pentolai, o slovigliai eh' io dica, Son
venuti a contesa. * Gioì'. Celi, f it. Alf-
Faceva ancora oltre a iiucslo qualche vol-
ta vasi bellissimi di terra, a uso d. stovj-
gl.ai. IC, ,
•f * STOVIGLIERIA, l oce scherze-
vole. Stato e Qualità del va.tellame dello
Stoviglie. Bellin. £kit/i. 255 Levisi dun-
que quella porcheria Dello sgrigbare, del-
lo sgretolio. Del crocchiare e del far cric-
che. Veli nomi di stoviglieria, (.éj
:;= STOZZARE , co//' O largo. Term.
delle Arti de' metalli , come Gioiellieri,
ylrchibusieri, ec. Far uso delio stozzo ,
/Idoperar lo stozzo. (Al
i- STOZZO, coir O largo. Termine
degli Orefici, Archihusieri, Magnani, ec.
Strumento ad uso di stozzare, ossia fare
il convesso ad un pezzo di metallo, come
alla coccia di spada, pistola ec. , batten-
dolo sulla bottoniera. (Al
*. STRA. Particella che in composizio-
ne denota accrescimento. Il T'ocabol. alla
voce STKABATTERK. (J)
•f * STRABALZAMENTO . Palza-
mento fuor di luogo. Magai, part.l.lelt.
10. Nelle più moderne relazioni dell' Ame-
rica si leggono altri strabalzamenli di fin-
mi e di la^hi, e altre mulazioni di spiag-
ge marillinie cagionate da' diluvii, ec. (A)
STRABALZARE . Mandar chicchessia
in qua e in là con i.<cherno e con islra-
pazzo. Tac. Dav. Ann. 2 54. Ecco per-
ché lo stralialzaro in Orinci ; perciò ebbe
Pisone la provincia ( il testo lai. ha : in
eitremas teiras rclegatum ). Alleg. 121.
Non risparmiando amico né | arenle. Pur-
ché .1 più favonio si strabalzi. Quando men
se lo crede , o vi pon menu- . * Segn.
Stor. 2. 62. Non ha egli strabalzato m
Francia Baldassarri Carducci , perche e
non ci restasse un citta.lino vigdanlissimo
deUa salute di questo goverlio? (l )
STRABATTERE. Travagliare grande-
mente, perche STRA, e TRA in compo-
sizione denolano accrescimento. Lat. di^e-
170
X^U3
S T R
rare. Antm. ani. ^0. 7. 4- Spesse volle
la rippvula cura del reggere istraltalle il
cuore (»er diverse cose.
* STRABELLO. Add. Molto bello.
Più the Hello . Hip Impr. 2!5o. Mentre
io slavo alleuto a contemplar quell'; no-
Tith che a me parcvan pure e strabello;
ed ecco nel mettere (leU' ultima imbandi-
gione , comparire un uomo tutto raUiuf-
falo. iC}
::* STRABENE. Avverb. fieni. 1 simo .
Plttt. Adr. Op. mor. I. 81. Cbi fa uà
raccolto de* versi d' Omero che son sen-
za capo, o senza coda, ne trapassa un' in-
finità che composti sono strabene. (C)
STRABERE. /Jcre smoderatamente.
Salvin. Prof. To^c. \ 108. Da uao stra-
bere ce. scnxa stirarchialura veruna, bello
bello , come dalle forme , n' esce Ìl voca-
bolo stravizzo.
* STRABEVIZIONE. Lo strabere, Be-
cimento smoderato . Salvtn. Pros. Tose.
X- IQÌ- Che quel che uno ec, dice, anzi
cicala, presso una strabevizione, vulb dire
stravizzo , sia carta rogata da pubblico
notaro , certamente io non lo mi crede-
va. {•)
STRABILIAHE, e STRABILIRE, che
e più in uso. In Signiftc. neutr. e neutr.
pass, vale Fuor di modo maravigliarsi .
Lat. vebementer mirnri . Sulv. Spin. 4*
il. Io strabilio, io vo' sentire il fine, s' io
posso . /.or. Med. .Vc/ic. 43- >'enciozia
mia , tu mi fai strabiliare , Quando io ti
veggo cosi colorita . Ambr. riirt. 5. 4-
Io strabilio , trasecolo , e spanto afTallo .
Tac. Dav. Stor. 2. 28;). Guatano le mas-
se dell'armi, le calaste de' corpi, e stra-
biliano. Red. Dilir. 45. Me ne strasecolo.
Me ne strabilio , ec. * £" Lett. 35. Io
per me mi sono strabililo , ma mi sono
kliabililo da vero. (C)
STRABILIATO. Add. da Strabiliare.
Ciri. Fior. 143. Sono gli Accademici del-
la Crusca rimasi in tutto storditi, non che
stupidi, confusi, spantati, strabiliati, e trase-
colati. Salvia. Pros. Tose. 1. 201- La gente
se n' andava da me strabiliala, come s* io a-
vcssi serbale tulle le parole a qucU* otta.
STRARILIlìE- r. STRABILIARE.
SrnKmUTO. Add. dtSlra'nlirej Stra-
biliato. C<tr. lett. 1- 62. Io sto strabililo ce.
di trovar questa sorte d'uomini.
STRABOCCAMENTO. Lo straboccare,
Kccesso. Lat. cxccsstis, casus. Gr. ottì^
fi5>r) . Amet. i. Gli straboccamenti con-
trarli ce. in continovi inuvimenti ed in di-
versi disii r anime va;^be de' viventi ri-
volgono. .V. K. r). 85. Volgete un poco
questi pensieri a considerare gli slraboc-
ramcnti della potenzia mondana.
STRABOCCANTE. Traboccante. Lat.
gravis , erubcrans , praecipitans . Gr.
STRABOCCANTISSIMO . Super/, di
Straboccante. L.it. immensus, Gr. u'tì^-
juieTPe^ . Allef^. 108. Se non è scarso
delle vostre inctrubili cortesie stralwccao-
lissiine .
f 3 STRABOCCARE. Xeutr. Traboc-
rart'j ma è di più Jorza.
f §. I. Per Precipitare . Lat. pnrci-
pitem ferri. Gr. /aT«>t0l/*70v ps^esàxt.
Outd. (i. Vvstendosi di quello vestimrnta
rbc polito siibilain<'nte , quasi straboccando
scese della sua sala.
* §. 11. /C in .ri':nifir. att. « Hut.Pvr
f.u- la sua jmusia verisimile, che fosse stra-
boccato . /'< a/lrovc .' Cadde giù dal cie-
lo, quando fu straboccato t o vero prccipi-
lato -. (O
g III. per meta/, ^for. S. tiree- 26.
8. Ma con gli occhi chiusi del moro 1'
anima loro (unto si strabocca nelle rose
infime e terrene, «juanto h accecata nelle
celetti. E altrove: Non considerare , non
S T R
aver fermezza, straboccare d* amore dì se
proprio . M. y. 10- 25 Perche il caso
parca , rome suole fare , o per fortuna o
per privati odii contra loto straboccare .
/{ut. Sulla navicella dell ira governati so-
no dallj turbaziun della mente , e stra*
boccali nella tristizia della mente, e del
corpo .
STRABOCCATAMENTE . Avverbio .
Con istrabocco. Smisuratamente. Lat. im-
mense, maxime, in immensum. Gr. jTTìO*
p.ifp'di . M. /'. 9. 6- Per la baldanza de'
passati cittadini , che sempre straboccata-
mente è cresciuta.
§. Per /Precipitosamente . M. V. 9.
107. Gli popoli furiosi non si poterono
quietare , ma correndo slraboccalamcnlc
Ira' Giudei ec, oltre a mille Giudei spen-
dono .
STRABOCCATO . Add. da Straltoc-
care .
§. Per Precipitoso, /aconsiderato. Lai.
praceps , inconsullus . Gr. aSsuAo; . O.
I'. 12. 42- 4' Avvoluntatamenle fanno le
leggi straboccate sanza fondamento di ra-
gione . E cap. 4^- 4' ^^'" ^' "P'^rc degli
straboccati nostri rettori . ^f. V. 8 62.
Sileno avvisati a' rimcdii della strabocca-
ta e ventosa volonl'^ de' Sanesì. Cas. lett.
84- Egli \, ti ha ritenuto la tua straboc-
cata natura.
STRABOCCHEVOLE. Add. Ecce.rsi-
vo. Smoderato. Lat. immensus, majrimus,
prceceps - Gr. jTZiptxZTSOi , ixi'/i'S'Oi ,
rrzpfsió;. lìocc. nov. 46. I Grandissime
forze ec. son quelle d* amore , e a grau
fatiche , e a strabocchevoli e non pensa-
li pericoli ^li amanti dispongono, y/mm.
Ant. 26. 2. 7. Quali freni riterranno a
certa fine la strabocchevole cupidigia? Sen.
Ben. l'arch. j. 26. Venga con queste co-
se la strabocchevole tenierilà e la paura .
fioez, Parch. 4- pros. 6. La natura d*
alcuno è per avventura strabocchevole.
§. I. Per Precipitoso . Lai. prxceps ,
prarruptus. <\t. TTxpa'fpiiuvo;! xpriO-vJ-
ov];. /.ab. 2|6. Le dure rocce e gli stra-
bocchevoli balzi conviett che rompano , e
la via ti facciano. Lìv. M. Il luogo da-
vanti di sua natura strabocchevole e di-
rupinato . (iuid. G. Acciocché gli stati
dej;li uomini più agevolmenle condura con
istrabocchevol rovina . f'irg. Eneid. 3/.
Allora strabocclievole Turno con tulle l'
armi si lancioc nel fiume.
* §. IL /Vr Cfte strabocca. Bus. 122.
E noi averne sentito lo strabocchevole ma-
re. (C)
STR.\BOC(:iIEVOLISSIMO , Superi,
di Straniaci hevole . Buon, t'ier. 1-3. 2.
Queste d' Icaro sono e di Fetonte Le stra-
bocchevolissime rovine.
STRABOCCHEVOLMENTE. Avverb.
Precipitosamente. Lai. prtrcipitanter. Gr.
Tr^aTTercJ; . Bocc. nov. 77. 5l. L'anima
tua ec. potr^ vedere se gli occhi miei d'
averti veduta strabocchevolmente cadere si
saranno turbali o no, But. I*urp. 2\. 1.
Quamlo s'incomincia a peccare, l'uno viene
tiopo I' altro più strabocchevolmente.
§. Per Eccessivamente, Smoiterat. inten-
te , Senza ritegno . Lai. e/fuse , immode-
rate . Gr. 7ii^i79t3; . Bocc. nov. i3. 7.
Più che ni.ii slrabocchuvolmenle speudcano .
Arrifjh. f)!ì. Acciocché coloro, i quali ella
(la fortuna) slrabocchrTolmentc fece n»nn-
tarc, alla terra volga.
STRABOCCO. Sutt. Lo stessa che Tra-
bocco. I.al. catnt, mina. Gf. TTTwii^.
STRABOCCO. Aid. Straboccato, Stra-
boccante . Lai. superefflitens , superabun-
dans. Gr. T<pi975;. PatafT. 8. Oro itra-
1m>cco ne vien da Cnrneto.
f STRXBONDANZA. F. A Grande
abbondanza. Lai. redundantia , excfftns ,
^'ls , copie Gr. ittsititìx t «'uttsOiV ,
S T R
■JTspSaiif. Com. Purg. 17. La stral>on>
danza della chiarezza del Sole aggrava
tanto il oostro viio, che la virtù non puo-
le corrispondere (qui ti testo ha strabun-
danza, e la stampa ai/a pag. 3o3 stnl*-
liondauza). * /mperf. Tim. /). I. T. 6.
46. Per l'infinita strabondaiiza del Leoe,
che h in lui f in Dio J non perchè ejli
uopo n* avesse ciò fece (creò /'universo}.
/•: D. 6. 7'. 7- 81. Iddio per la strabon-
danza della luce non si discerne. (/')
* STHABONDEVOLE. Add. Che ha
strabondanza. /mperf Tim. D. 8- T. 7.
192. Quindi procede quello ardentissimo
primo amore equivalente alla perfezione
di esso infinito bene, per la cui strabon-
devote fecondità spargesi poi indefinita-
mente per lo lutto quella focosa e ine-
'linguibile carità, ec. E ivi 3ii. Iddio
slrabondevole di ione e di potenza ec. (E)
STRABULE. E. A. Brache, l^nmc.
Sacch. nov. 25. Messcr Dolcibenc aven-
do fatto trarre le stralmlc al prete, lo fece
salir sulla bolle a cavalcioni , e li sacri Ir-
sticoli fece mettere per lo pertugio del coc-
chiume .
STRABUONO. V. A. Add. Mo/to buo-
no. Lat. admodam probtts , optimus. Gr.
^■'>rt?r'S- Difend. Pac. Sapeano che i
fruiti della pare sono strabuoni.
STRABUZZANTE . Che strabuzza .
Frane. Sacch. nov. 97. Per paura della
gittata di quel calice verso li suoi occhi
strabuzzanti V avea renduta.
STIIABUZZARE. Stravo/gere gli occhi
affissando la vista. Lai. obtutum fgere ,
ocu/os circttmvo/vere. Gr. «Tivi!j£cv, Ot»-
TTacTTrotivicv. ^firac. y/ad. M. Veggeudo
crIÌ il servo d' Iddio, straburzando gli oc-
chi , menava il capo. patafT- 7- ^ stra-
buzzando cosi ingrugnato, Uscii del pozzo
de' lavoratori. Morg. 19. 71. Margutie
un trailo gli occhi ha strabozzati . E 2S.
284* Ma Farfarel due occhi rossi e gialli
Gli strabuzzò, poi gli fece paura Con un
l>aston. E 27. 200. Carlo piangeva, e per
la maraviglia Gli trema il core, e 'I cap«»
se gli arriccia , E Salamonc slrabuna Ir
cij;lia. Burch. 2. 86 Col collo torto stra-
buzzando gli orchi. Gè//. Sport. 1. 1. Deh
pon mente come la spiritala guarda •Itrui
a traverso , e come ella strabuzEa qncjli
occhi di struzzolo.
* STRACANNARE. Term. drg/i Or-
ditori di seta. Trasportare in parti ugua/t
sovra un determinato numero di ntcchetti
la seta che rimane sovra alcuni di èssi. (Af
* STRACANNATURA . Term. de§/t
Orditori di seta. L'azione di stracanna-
re (Ai
STRACANTARE. Cantare com eccesso
di .tqttisitezza . Bocc. no\: 79. SO. P«t
certo con voi pen.lerÌeno le celere de sag-
ginali, sì arlaftotiramente stracantale.
•f * STKACARCO, e STRACARICO
Add. Più che carico. .S'a/vin. Teocr Idt/i.
II. Cacio non mi fallisce o ncll'eslate, O
neir autunno, o nel più fitto verno, E le
fiscelle son stracarchr sempre. E Annoi-
/"ter. fhion. 2. 4 " ^' 6«f'Oo, corno
gli alberi slrac-irirhi di fnitti, o con ghiac -
ciò addosso. ( .4)
4STRACARO. Add Ottremodo caro,
Caristtnio, (A)
STRACCA. ì'erf'nl. da .Straccare; Strmc-
camento . Lai. de/atigatio , tassibido, Gr.
xa.uKTOv G. /'. Il- 53. 3. Crrdendosi .
sanza mettersi a ballaglia , sorprenderli
tulli prr iitracra , e assediarli. .V. I'. c^.
3l. Diffidandosi di vincere i Fiorentini
per istracca . frane. Sacch. nov S\. Lv
rose per istracca si rimasuno per quella
notte, t'nrh. />ot. 5. 1- lo vo" vrdir di
cavargli del rapo Sì pazza frenesia ; e »*
io non posso lu altro mo' , viocerlo prr
' istracra .
S T R
Jsaac, JO- »" ì 15 E lauio sono
,o . .trace .Vo>- ^- ^ ,„,„„„,„„„ le
cu. DÓ»aec' credien raccortato .1 .an.-
"§° n. 5«-«<r<., '-/"'■a anche si prende
Mr /o Straccale. .
Uco1am,e.U- .n '."f ^ ^J^^' , .e^-"-''
prorompono sovente in sospu ,
''''sT«r<^t^LE: Jrnese per lo piUdi
/«a. Gr. ""''"i"., far micci, e strac
W». crtr 70. l'andc a, m.cc,
,ali di O.UU-. ',;'■■, 7*;„\,r^:"l,, all'acino
■ he "ii aveva allcnlalo lo straniali
;e'! rispcc ce,. e parole tanto ,ru he
rh•cnalo^.Ucm.Uo per male f,.../,
.f"""'"'^f;;::;;Ì,"Do«son'
la caveaa. list"'-'^' " 3 p„rla a
S Per simiht- l-ern. rim. y--
traverso al collo uno straccale.
STRACCAME>TO. Lo slraccnre.M.o^
t„^e,^s. Userò ,^rWome,Us,n^
del comlialterc. W. ' »■ °"'. „ ,,,,,
«Idolto il Comune di lerug.a per strac
"sTB°CCABe""c,.... e ne,.,r. pass
.„L"^'^t>r«"c//'o,.™-.Lat.',e
§;«n«.cn,peramen,oi=a,g.av^oerer
Upesse "-'"'^^^::;:"s,^Ul,ono s,ra^-
,. D, certo ■ li?' tj" ;Vloro discordia a
cali .ns.cme, e dal I e. i ^
messer Mastino della Scala. l-J
Sentendo che il nav.l.o del Re 'U Tran
aa era assai scemato e stradalo .
"fV;-. ««. «^''iA'••"''^^"^"/"'"■■
™LL/c/o-.e.ial*/-'..-.~:
:;:ae::ii::rcfm.anodi^,..^^
r:itrC:h^-"Sfs.raccau
S T R
S T R
l4o3
/lirf Seccare, i ««• ■• "•*" i . ,
sr"«o io f ho inteso: picchia , ed esc,
ne *V»r. Slracc. I. A- Q"c^'> "'" T^
"ona nu ha stracco con .ante n,u.u«c
^I.'plli mi »li>nian<l.»- fO
ST ACCATIVO. JM. Che stracca^
len.po Suo slraccativo aringo, ec.
STRACCATO. ^dJ rfa i"-»"""-.'- !-='•
la.<su! , defaligatns. Gr. x£/;*r,/w;. '^•
r 12 «6. 1 Si ^-'i" '■""'° '"'
camenle. credendolo avere '"PP^"»; "'j
me straccato e vinto il- I ■ i- 1°
,,oal. in ro- tempo straccai., saura po-
dere tenere assediata a "»"-;» ne le
varono, e lasciaronla libera. Fir. As. Ii2.
Spacca.. 6l. occhi col p.anlo, jercosses.
^"•sT;IccHK'^\^^<™„<...5.-
«^•"r'■'-•--'T■;r^.''tdT;'".
TamaZTaTi'^ '» --'a.ciue 'he {.m -
gUouo alla stracchexxa , che nuli al. e
(Wn Mordi. 335. Arrenderuns. Pcr i-
'.;:ecb^icra.,uasia.sfa.lo.u,.oJca.
. 11, r/r ^J. 24q- Avendo dispoml.rala
::'me^ ni Mrac.t«a colla morl„dc„a
Ullcllo A-,/. Or/. 1. 5. =0. E>e,.ur
;ùacchc..a vuol venne 11 sonno m
';:.! ti 'so lagrimoso. 1 sogni tradilor
lecS e e.e.ne,lanto dalle , ose tcm, orai, so
n,óan^i una causa che ho avuto per qualche
iS stracchete ho lal.o che le mc^
Lai. aliquanttim JesMis. oi
• Tir^tf Franz, rim. bitrl. 2.
'.-^r Mezzo '"-'■■"■"... ^^^1^;
lotto Venni a Bologna. -• ^"'g'"- P"!?'
M»..vr :754)Epercb-,o era, an-
zi ;he no, stracchiccio, 11 nostro geni -
Ussimo Fiòrelt. El,l,e per me J medes-
mo capriccio, ec. (Bì i;,rm:
^rr,'"'i"2"-p^r;'restrai
~io, eapintonueslaseraslrac.
:S°o torno dV Arezzo, cola Irasferilo-
i a servir mia madre. .
\%; STRACCIAHI. E. ^^'^'^^i
enrememhranetteedimusco. c.oed
materie racilissimamente -^'"«'='"'' 'X"-*;
STBACCIAFOGLIO. I^luferno che .
noinndov, le parlile pr.wn d, r«:""-'^ "
/,/,„■ nwssiori ■ Lai- "d.'-rsar.a. Gr^
,^e eli- nella cill'a o si facevano,» s.
Invano di giorno in giorno, piutloslo con
1/i:mr;iSr^^::^-c;::
e^me stracciffogh ai ^pese m.nu e no"
si conservano, ma in capo -J'! "'«= "■
si mette la somma .n una parlila uscita,
e quindi si tiaspor.a a' libi, f'^ffl',
^TltACCIAlUOLO. Con. che col pe,
Une stracca i hozzol, della scia , o n-
rÓ T/:ellin. Disc. I. 97- Sono armale
dTpungtntissimi spuoton. ".or., a guisa
di rampini ritorti de' pettini da sUacca
'"t- '"t^Slracciaiuolc, anUca.nente di
ce.ìsi forse nn Bigattiere o più pm
;Z,e:,e K.'enditore d.rohe n,.^to n..a-
e, stracciate. Cren. Mnn. "S; ^"«'^
lo'ro promellere questi danari G.oUo d
al compagno suo slraccia.uolo o rigatile
"•s^A^cS;sTb^^- i'^--^
fo 0 stracciamen.o a' un ld,ro avesse
plento.^.. rntna *r."'-- ,„-J„
Carlo di Valos, ne sua gente , non m.se
consiglio, ni! riparo.
STRACClAnE. Sqnarcarej e d^cn
propriamente di panno, di fogl,, oswuh
LI discindere. Incerare. Gr./«T«p,_^ /vv|-
vai. ZJocr. .o... 43- •4- Tantoché Mcrro
le straccio de' veslimenli. A «<» . »»■ 9- ' on
lo ólo porlo fango, lutti ■ panni indosso
gli straccio. ;l'.e.,,,« 2. 37- Chiunque d.
ir':e::?r"v^^'"-^-'-r^
Sk,,'r:i::rm:,i;t^'"r'=
sno cesso in colle, andò a straccar o.
„,ani .e..sula mi aveva . V Car. in 12^
,4,4. Stupì, si raggriccio, mulo divenne
Turno per la paura : e 1" .;orella los<o
,helo.;.iiaor seminile e lai.. Le ch^
„,e si s.raccio, graffiossi ,1 vol.o, ec. (Jl)
Jr. Fnr. 10. 22. Si stracca . crini , e l
; '-r.^-rtwir .-...'. '^M^ccano
lo mare colle vele dis.ese e con «a,od.
zeffiri (coè . fendono) . ''""'.. %.^^^i
v,esr"li '1 braccio col lunedilo. Sicché
ircandonepoitoun Wof.^.
' ''"""in n are a'atÙnaici delle sue galee
::remr altre Tuppono e stradarono
L diverse parti rc,oé,lracassaron.J/.
; 10. 24 La cil.-a n'era m nioUepar
■ ■ . ,tivi,a I cioè, disunita )
'["""i?r/52TAncorl,lasmo colui
Srtropto't""-^^-"™'-''"^^-
oni conforto rt.'Jc, mi priva), f/;
^ S: S II. .Stracciare, m sign,J,c. neutn
, „,., Uscir d. traccia. Lasc. Htm. 2.
Crseruna (.fiera, si^'""-;
c?n leggieri La irapassan con furia ;ond
^lla accorta. Ritorna in dreto per altri
nTRAcSASACCO. /erf, A STBAC
'^^f 'stracciatamente. ^^.e.*^^_
stracci. A straccio a stracao f hran
uìli A brani. Bemh. Jsol. (A)
"tìRACCATO. Md. fj';;;r^
Lat. scssns, d.scissns. '"«'-'"-^ «7
r".»rv ^Su';. Bocc. nov. I. il- i""'
à::fgH-^ono indosso. raeca.^^^^^
1i?cuffir:ra"po"e:::^«aec.c««.
t nVt 3o Se -1 nian.el per sedere e
s^:i;:urm.g;^'f U- ij:^
ni<c 1. 4iq. Sicuo come sgiaffiali e sere
p'^ra,i,che\Lano la pelle s.racciaUfO
^ §. I. Jo.,„„to a "om.. , o a donna,
,1 Co' lest.ment, ^"■«"""'- i"^ ' '"[ri'
e noi scalzi e straccali.
^ ^"srE-a^^i^^rft^^^ciatan.
re'da-Vaesam veduta ("oc.'on.yC.ud
'T'm ?"••■"■■'""•• •'•■"""
Che, 0 Chi stracca, hut. Pe m
straccialori, e ancora spreziator. deUe
n?RlcnAT.RA.io--;-';j:
:^r"c^::;.'^'-;„:";f^rd^::
la rcai.-a del suo cuore.
i4o4
S T R
STRACCIO. Vestimento, o Quaìsivo-
giia panno consumato , e stracciato. Lat.
vestis attrita, f.r. o'«/iov. fìocc- nov. 5o-
21. Io vorrei innanzi andar con gli strac-
ci indosso e scalza, ed esser ben trattata
da te nel Icllu. A' nov. 100- 32. Come
donna, la quale ella eziandio ne»li stracci
pareva, nella sala la rirnenarono. Tratt.
gov. fam. Se elr-tla se' andar vestita di
stracci, va. I*ataff. 7. Amico di parole, o
copertoio. Che ȓa fatto di straccio , noo
mi piace.
^' 5- '■ Presso gli antichi si trova
Straccia al plurale in luogo di Stracci.
Frane. Barb. 35. 20. Kè diro piaccia chi
veste di straccia. A" 237. I^- E tingoasi la
faccia, E veslonsì di straccia. (V)
§. 11. Straccio, vale anche l'eizo della
cosa stracciata, detto altrimenti Brandel-
lo e Brano. L-di. frustum. Gr, TSjui-/jfiov.
Benv. Celi. Oref. 80. Pij;lisi uno straccio
dì panno lino ec. , che sia ben unto con
olio.
§. III. Straccio, dicesi ancora la Boi-
tura che resta nella cosa stracciata j che
anche si dice Stracciatura. Lat. fractura.
Gr. x)ff.'7tg. Buon. lier. 2. 1. i5. Ago-
ra da cucir, da rimeudarc Stracci, e sdru-
citi quanto si vuol grandi.
§. IV. Fatto a straccio, /iguratam.
vale Bastardo. Frane. Sacch. nov. li3.
Come il Piovano ode costui, si mutò di
mille colori, come colui che si sentiva es-
sere fatto a straccio.
§. V. Straccio, diciamo qualche volta
in vece di Niente^ o Punto. Lat. nihil ,
47icum. Gr. OJoì'v, '/pS- Tratt. gov.fam.
85. Cavalieri ec. prendono tal segno e di-
gnità per difendere la giustizia colla spa-
da in mano infiiio alla morte, e Doa oe
fanno straccio, ma spesso sono i primi at-
terralori di qui-Ua. Bern. Ori. 3 7. 3q.
(Credeva il po%*er uom di saper fare Quel-
lo esercizio, e non ne sapea straccio. Gal.
cap. log. 3. i83. Onde color che si piglia-
no impaccio Della mia salvagione e del
mio bene, Bravano, e dicon eh* i' Don oc
fo straccio.
§. VI. Stracci, diciamo ta ,yeta de' l/cs-
ioli, e- simili, stracciata col pettine di Jer^
ro, o in altra maniera.
* §. VII. Diccsi in proverbio: Gli strac*
ri van sempre all' aria , e vale Che le
pene ed i castighi della giustizia , od al-
tri danni, cadono .tempre addosso ai più
deboli. Bert. Giamp. 181. Quello del me-
schino è stile condannato, perchè essendo
meM:bino gli stracci vanno sempre all' a-
ria; e quello di quest'altri è l'approva-
to, perchè e' son tutti ben vciiiii. fC)
* STRACCIO.NK. Susi. Term. de' Car-
datori. Specie di cardo di Jil di ferro da
scardassar la lana. (A)
STRACCIONE. A dd. Stracciato. Buon.
Fier. 3. 2. 8. Donde ha e' fattu venir di
sotterra Così straccione e frusto e scredi-
tato 'N un punto il pollo freddo.
STRACCO, Susi Stracchezza. LM.las-
situdo. Gr. TCxpy.TOy- Bern. rim. 1. 26.
Crediate che guarrebbe dello stracco ,
Dello svogliato, e di mill' altri mali.
* 5. Per Importunità, o simile. Cecch.
Jiol. 5. I. Io vo' veder dì cavargli dal
capo questo farnetico pc. , se nou altro
per islracco . Sen. Ben. f arch. i. 2.
Com' e possibile die alcuno sta grato ver-
so colui, il quale ^li ha 0 superbamente
gitlato il beneficio dinanzi degli onhi , o
slizzo&amenle liatliilogliele ori mostarcio ,
o datogliele finalmente per iilracco , per
torsi quella seccaggine dalle orecchie. ((')
STRACCO. Add. Indebolito di Jont .
>Scanco. Lat. lassus, drfessus,frs.uis. Gr.
X8X^l}Xb)';. Annot. ì'ang. V'è ti luogo,
dove nostro Signore puosr giù la croce ,
parocchc egli era lasso e stracco. Petr.
S T R
cap. 8. E Calulo inquieto. Che fé '1 po-
pol roman più volle stracco. Pim. ani.
tncert. 117. Io cosi lasso, innamorato e
stracco. Desiderava morte. IJem. rim, 1.
102. Essere stracco, e non poter sedere.
■J- 5 §. I. .Stracco, per similit. dicesi
di (JuelP istrumento , o ordigno che per
lungo uso non sm-e troppo bene a quello
a che e destinato. Lat. atlritus. Buon.
Fier. 3. 2. O- Scndune ornai la slampa
molto stracca.
* ;;. 11. Borsa stracca, vale Scemala,
Assottigliata per troppe spese. « Puon.
Fier. 2. 4- 20. E' viandanti stracca han-
no la borsa » . (C)
§. HI. Terreno stracco, vale Affaticalo
per continuate raccolte. Sfruttato. Lat.
efftrtus. Sen. l'en. Tarch, I. I. Mede»i-
mamenlc ninno si-mioa le terre o strac-
che, o slcrili. * Tac, l)av. post. 426.
Cosi nel campo stracco nasce di grano
vena, o loglio; erbe non diversissime. (Brj
'f * §• *V- d''l'one stracco , diccsi
Quello che non arde più con forza. Pcnv.
Celi. Oref 97. Ed essendo questi (carboni)
accesi e consumali lauto , che avevano
perduto il vigore, e quasi stracchi ce. ( V)
§. V. .Stracco, dicesi delle Carni de-
gli animali morti, allorché cominciano a
puzzare.
V §. VI. Stracco, si dice anche figura-
tam. di Chi e annoiato d' alcuna imprC'
sa. « Cron, Murell. 3l3. Il contado era
più stracco e più pericolato che la citta ».
Guicc. Stor. 18. ì\6. Wondimeno appa*
rendo manifeslamenle che erano stracchi
(i ì'eneziani ) procedevano mollo lenla-
menle allo spendere, come similmente era
il Re di Francia. (C)
f STI'.ACCURA.NZA. V. A. Trascu-
raggine , yeclig'enza. Lat negligentia ,
incuria. Gr. ocai/itst, oifpùJTt'JTiv.. (ftt.
Com. Inf 7. i3o. Le spezie di questo vizio
sono: ec, imperfezione, ovvero non per-
severauza. slraccuranza , dissoluzione, ec.
STRACCUHAHE. /'. A. Trascurare .
Lat. negligere. Gr. a'^eisTv. Tac. Vav.
Post. 44 !• Straccurando le faeoltadi per
attendere alle tragedie. Buon. Fier. 3. 2.
2. Voi gli vedreste manco ire a sollazzo
l'er r amorose strade, Straccurando i pa-
droni e le lor case. Segr. Fior. Stor. 6.
l58. Eglino slraccurarono gli ordini delle
difese loro.
STRACCURATAGGINE . Trascurag-
gine. Lai. negligentia, incuria. Gr. a.p.é-
)eia, aj>0avTi9Ti'a. Fir. IJial. MI. d^ìnn.
406. Quella slraccuralagginc fa in loro bel-
lezza. F As I \\\. Fate che la straccur»-
taggine degli ullimi riniedii non guasti iì
beni'Gi'io de' primi provvedimenti, linov.
8. 2()fì. Più gli piace la strarcurataggine,
che i pensieri . iVpr. Fior. Mandr. 3. 4-
È seguito , che o per strarcurataggine delle
monache, o per cervcUinaggine della fan-
ciulla la si truova gravida di quattro
mesi.
STR ACCURATO. Trascurato, Negli-
gente . Lat. neglìgens , incuriosus . Gr.
oiftù-rii, oifpovTfSTo;. Segr. Fior. Ari,
puerr. 5. I16. Essendo la maggior parte
giovani e slrjccurali, quanl» più liaiino ,
tanto più sema neces.Mlà spcudimo . Sen.
Ben. l nnh. 5. 7. Il quale allo non è meo
brutto e verg<»gnoso, che essere verso se
sozzo, duro, crudele, e di ih medesimo
slraccuralo . Buon. Fier. 4* 5. 3. Stalo
a mala cura Di strarcurtli e sen&a carit'a
'I ult»ri .
* STRACICALARE . Cica/are eccessi-
vamente. Salvia. Pros. Tose. I. Sia, Ci-
calare e bene , ma noo istraricalare. (*)
•f * STRACINAMFNTO. / . A Stra-
scinamento, fluì. Purf. 24. i. Rimase di-
lacerato per lo strac io a meo lo (vedi la nota
ao'j Fra Gullt. Leu.) (F)
STR
•f * STRACINARE. V. A. Strosci'
nare . Bui. Purg. 24. I- A coda d' una
bestia tratto, cioè stracioato a coda d'una
bestia. F appresso: A furore di popolo fu
stracioato. (F)
STRACOLLARE. Tracollare. LaL col-
labi, Gr- òhi^m'vstv.
't ^.' STRACOLLATO. Add. da Stra-
collare. Fav. Esnp, 142. Fra su uno gran
saccone allato al fuoco, scinto col gomito sul
ginocchio , e con la mano alla gola mez-
zo ebbro dì sonno, e stava stracollato ( l'
eiliz. di Padova 181I a pag. 108 legge
tracollalo; e roù ti Vocabol. a questa voce,
citando per errore Introd. P'irt.). <V)
•f * STRACO.N-ilGLIARE. Molto e
molto consigliare. Salvia. Hiad. 12. 283.
Non s'addice, 00, chi è di popolo Mem-
bro slraconsi;;liar, né nel consiglio ec. (Af
« STRACO^TE.NTO - Add. ConUn-
tissimo . Varth. Suoc. 5. 5. N' arai tal
premio, ebc li chiamerà; stracontento. (•)
Salv. Avveri. 2. 1. 4* Èssi quella sillaba
( tra > in non pochi vocaboli trasfigurala
in straj dire1>besi stracontento ec. ciò che
ec. tracontento oe' libri si truova scritto
de* più vecchi autori. (P)
S JRACORREKE. Correr forU e senza
ritegno. Passar oltre correndo. Lat. excur-
rere . Gr. esTi'xS'v. Pern. Ori, 1. 14.
23. La spaventata memoria stracorre. Che
ricordarsi tanto mal noo vuole . lUatl.
Franz, rim. buri. 2. Io4' E pascano , e
slracorron quinci e quindi.
STRACOI.RhVOLE. Add. da Stracor-
rerej Fucgevole , Che passa velocemente.
Lai. velocissimus, praeceps . Gr. TOt;fi-
stO^ . C/rb. Mentre che lo stracorrevol
tempo passava.
STRACORSO. Jdd. da Slracomre.
STRACOTANZA. /'. A. Tracotanza.
Lai. arrogantia. Gr. aia^9»€i'x . G. f.
lì. 7^. 3. I quali poi per loro superbia
e stracolaoia ec. vennero tosto a mal fine .
STRACOTATO. /'. A. Add. Traco-
tato. Lai. arrogans, insolens, superbus.
STRACOTTO . Add. Colto eccedente-
mente . Lai. praecoclus . Gr. Tr«f t55M;
«'-p'.Srct',-. ^- Salvia. Pros. Tose. 2. 141
Non è la sola dole della poesia la dolcet*
za, la quale soverchia essendo, viene a farli
parlare , come le fratta passe e stracotte ,
oc. (•)
* STRACCRAGGINE. /,* sie.'.so che
Trascuraggine. Car. leti. ined. 3. 1 15. Si
danno più a incontinenza che a slracu-
raggine. (Pr,
STRADA. Spazio di terreno destinalo
dal pubblico per andare da luogo a luo-
go. Lai. via, il<rr. Gr. oòo'i. Bocc. no*\
60. 6. Come a (avola il sentirono , cosi
se ne Scesero alla strada . Dani. Par. 4.
Così 1* avna ripìoie per la strada , Onde
cran traile. }falm. 6. 4^- Ella, che quivi
star voleva in tuono, E non cambiar, par-
len<lo>i , la strada . ec.
§. I. Strada maestra , si dice Quella
che condure da luogo principale ad altro
luogo grande. Lat via regia. Gr aux-
fìjTo; . Fir. Disc. an. 71. In una tana
assai vìrina alla strada maestra un lupo •
un Milpiioe r un corvo abilavao di roni-
pagtua .
# §. Il Strada corrente , vale lo
stesso. Tass. Piai. Pad. Fam. Se l«
possessioni siano vicine a strade cor-
rrnli . per le quali i peregrini , e i mrr-
canii d' Italia io Germania ec cogliono
trapassare. ( P}
^ §. \U. .Strada, fguratam. per }frs-
s^, Utodo di proifderr che alln tiene per
giunfsere a tjuilche fine. Prtr. canz. .Tp.
(1. ('he la strada d' onore Mai noi lassa
seguir chi troppo il crede. (Cj
§. IV. Strada vicinale, st dice Quella
che conduce ad alcuna casa partn-olare.
5 T R
§. V. Strada battuta , si dice Quella,
Ove di continuo passano molte genti. Lat.
via trita. Gr. ^aiXMpoi ÒòÓi- l'. il §- di
BATTUTO, add.
§. VI. Strada del cielo , Jiguratarn. si
dice It retto operare, che conduce a eter-
na salvazione, Lat. l'iti , iter, Gr. o3oz .
Petr. son. 221. Che la strada del cielo
hanno smarrita.
§. VII. lìsserCj Mettere, o simili, per
la buona strada , o per la strada , assO'
Intani., x'agliono F.s sere bene indirizzato,
o Indirizzar bene altrui in checchessia .
Lai. rectnm viam tenere , rectani vtam
tnonstrare. Gr. ÓJ^'jÙ; ÒSa'/'-Ì-J' Fir. ^4s.
l44- N"' t' meltcremo p*^r (juclla strada
che, scrondo da noi e ìtalo |>iti e più fiate
pcD&ato , sola ti può condurre al bramato
porto della tua salute.
§. Vni. Jìssere, Uscire, o simili, ov-
vero Menare, o Mettere fuor della buona
strada, o fuor di strada, fìguratam. va-
gliono ICssere in errore , Fare che altri
erri. Lat. errare , decipì, falli , in erro-
rem inducere . Gr. 55«>l£c5ai , 5j)a>-
>sttf. liant. Par. 8. É iute Re di tal eh'
è da srrmonc » Onde la tratfia vostra è
fuor di strada. Jìoez . / arch. 3. pros. 2.
Nelle menti degli uomini è natuvjlmcnle
il desiderio del vero henc innestatoj ma 1'
errore , che gli mena fuor di strada , gli
travia a' beni falsi E 3. rim. ii. Chiun-
que vuol profondamente il vero Cercar ,
ne fuor di strada uscir giammai. Dell'in-
terno vedere i chiari rai In se saggio ri-
volga .
§. IX. Gettarsi alla strada , Andare
alla strada , Stare alla strada, e simili,
vagliano /assassinare , Hiiharc i passeg-
fieri per le strade . Lat. grassari . Gr.
iwTTCòuTàiv . Bocc. nov. ^O. 3. Siccome
savia e dì grand' animo, per potere quello
da casa risparmiare , si dispose di gitlarsi
alla strada, e voler logorar dell' altiui ((/ui
per similit., e vale appigliarsi a chicches-
sia che se le presentas.*.e dinanzi).
§. X. E' si va per più strade a Po-
ma j detto proterb. che vale, eh' h' si
può per più mezzi venire allo '/i tento
suo. Morg. y. aj. Or son tradito, or son
giunto al boccone , E vassi pure a Roma
per più straile.
^ §. XL Strada, term. de' I anaiuolì,
dicesi a Quel difetto o mutazione di colore
che sì scorge in alcuni luoghi del panno
meno fomiti di lana. (Jj
•«' §■ XI I. Strada coperta , dicesi in
term. di fortificazione Quello spazio di
una larghezz-a sufficiente o per esercita-
re le difese del solo moschetto, o anche
quelle dell' artiglierìa minuta , il quale
gira intorno al fosso, e rimane coperto
dalla parte della campagna da un para-
petto che si unisce allo spalto. Gnlil.
Tratt, Fort. pag. 36. Avendo la ritirata
dell* argine e strada coperta, possono in
tal luogo fatti forti volger la fronte al ne-
mico e ribatterlo. (C)
STRADARE. Far la strada. Lat. praei-
TT , viam monstrare . Gr. iTCor^y it srat .
Buon. Fier.'i. i. n. A cui strada il sen-
tiero il salciccione.
* §. Stradarsi, vale Mettersi per la
strada. Incamminarsi, ed usasi per lo più
al figurato . J'iv. lett. uom. il/. 2. 20.
Per potere rimosso dai pericoli d'inciampi
pensar meglio a stradarmi per l'importan-
tissimo de* viaggi. (C)
# STRADATO. Jdd. da Stradare j
Instraàaio, Incamminato, Avviato. (A)
* STHADELLA. Stradetta , f iottola.
Salvia. Buon. Fier. (A)
*Ì" ^' %• Stradella cieca , vale Svicolo
senza riuscita . Sal%-in. Buon. Fier. 2.
5. 6. Una stradella cieca da noi delta rou-
«o. (A)
S T R
•f * STRADELLO. Piccola strada .
Accad. Cr Mess. Fece gran danno que-
sta prima scarica, e maggiore sarebbe sta-
to se ce. non avessero gridato, a chi ve-
niva dietro, che si fermassero, e si tirassero
fuori dello slradi'Ho. Cnrl. Svia. 2- L' En-
nio Toscano s' invio bel bello Per un stra-
drllo tortuoso e stretto Verso un pogget-
to, in sul cui verde tergo Avea 1' albergo
il suo compar Menj;hiiio. (A)
SI RADETTA. Strada piccola. Lat. vi-
culus. Gr. zoj^ui'oiov, Fir. As- 248. Ri-
feri al padrone, che egli era uscita di una
stradetta ivi vicina una cagna arrabbiata .
E nov. 3. 216. Riusciva in una stradetta
accanto alla casa.
STUADICCIUOLA . Dim. di Strada.
Lat. viculus . Gr. /.ùtfn'òtO'J . M- / . 8.
t)5. Da Oriente ec. infino alla stradicciuo-
la . e siccome corre la detta stradicciuola
in6no ;dla collina, ec.
* STRADIERACCIO. Peggiorai, di
Stradiere. (Ai
STRADIERE . Colui che a' luoghi del
dazio ferma le robe, per le quali dee pa-
garsi la gabella . Lat. publicnnus . Gr.
Ti) w'vrj, . Salv. Grandi. 3. Q. In si^
Scambio sostituì uno di quelli Slradieri .
Buon, f^ier. ^. Intr. E che nell' arrisliarti
a' contrabbandi , Gabellieri, slradieri, do-
f;anieri. Birri, grascìni , spie Non sospet-
tino in te malizia alcuna. Malm. ii.i^^.
Di ferro da slradieri impugna un fuso.
'.' STRADINA. Forse lo stesso che
Cantoniera, Sgualdrina. Lai. scortill/imj
.icrapta, ambubaiae. Gr. TTOjSVtOiov , yv.-
//aiTUTIvi'. Alleg. 162. Mentre i' fui gio-
v.inetto , le stradine Mi facevano ognor
mille moine. (')
STRADIOTTO. Lat. miles graecani-
cus , slraliota. Gr. 7TpaTiùJT'/]5. Guicc.
Stor. 2. Duemila cavai leggieri , la mag-
gior parte Albanesi, e delle provincie cir-
costanti di Grecia, i quali condotti in Ita-
lia da* Veneziani , rilenendo Ìl nome me-
desimo che hanno nella patria, son chiamati
slradiotti. Cani. Cam. ^7. Non curiamo
alla batiaglia Slradiotto o balestrieri.
A' STRADOLORE. Dolor grandissimo.
Salv. Avvert. 2. I. 4- Essi quella sillaba
(tra } in non pochi vocaboli trasfigurata
in straj e divebbesi stracontento , stra-
pagato , stradolore, strasapere e strafare,
ciò che trafare, trasapere, Iradolore, tra-
pagato e tracontento ne' libri si truova
scritto de'più vrcrhi autori. (E)
•| STRADONE. Stratta grande , e si
dice per lo più di Quella strada grande
che conduce a qualche ca.ta di villa. Lai.
via ma'or . Gr. 7riaTUT-'o« oòo'^ . Red.
Ins. 12y. Il giorno cinque di Giugno,
andando alla villa del Poggio Imperiale ,
vidi che ne' lecci dello stradone passeg .
piavano moltissimi bruchi. '? Magai, lett.
Vedi tu colui che spunta laggiù dal fondo
di quello stradone? ( ÌS )
'^' STFADOPPIO. Term. de' Botanici,
ed e aggiunto dato singolarmente al Gia-
cinto . Magni. Lett. Anche da S. M. n'
ebbe, due anni sono, uno (giacinto) lat-
tato , e stradoppio spaventoso- (A)
* STRADUCOLA . Pim. di Strada ;
Straduzza. J allisn. 2. l53. (A)
STRADUZZA . Dìm. di Strada . Lat.
viculus. Gr. /w/xiOi'V. Fir. As. 212. ISIi
mise per certe straduzze sì fuor di mano,
che egli era impossdìile dì pensare mai d'
avermi ritrovato persona.
'f '\- STRAERE. Estrarre, Cavar una
cosa da un luogo. Salvin. Odiss. 22. 32^.
In quelli Impeto fero, e strassero da' mor-
ti Le lame, e i Proci di bel nuovo acute
Aste ne saettarono, bramosi Di ferir. (Aj
STRAFALCIARE. Tralasciar segan-
do colla falce . Lat. secando praetermit-
tere .
S T R
1405
§. I. Per metaf Camminare senza ri-
tegno .
§. II. Per similit. Tra.tcurare , Ope-
rare, 0 Parlare senza ordine . Lai. incu-
riose agerc. Gr. a/AS^s'v. Farch. F^rcol,
54. Quando alcuno in favellando dice cose
grandi, inipo!,ilbili o non verisimili , e in
somma quelle cose che si chiamano, non
bugiuzze o bugie , ma bucioni , se fa ciò
senza cattivo fine, si usa dire; egli lancia,
o scaglia, o sbidestra , o strafalcia.
STUAFALClOiNE. Errore commesso
per trascu raggine. Lai. error , allucinatio,
Gr. :T)a V») , Tra;;0|Cot/xa . / arch. Frcol.
98. Dire farfalloni, scerpelloni, strafalcioni,
si dice di coloro che lanciano, raccontando,
bugie e faUilà manifeste.
§. /Vr /stravaganza. Buon. Fier. A.
4- 2. Se de' negozii Del mar, se delle in-
cette Temi gli strafalcion, paventi Ì balzi,
Gettati ai cambi.
STRAFARE. Far più che non convie-
ne , Lat. plusqiiam oportet facere , Gr.
Trisfov roG os'ovto; aoistv . Bem, Ori.
1. 20. 3. E di questo strafar convien che
sia Cagione o fiaude,
super
o pa:
zia- Borgh. Bìp. 485. Dal che si può giu-
dicare , che quando gli uomini vogliono
strafine, fanno peggio.
STRAFATTO. '/^rf^A rfrt .y^-fl/are.
§. Strafatto^ e anche aggiunto di Frutte,
Biade, e simili, che per troppa maturità
si guastano, o abbiano perduto il sapore.
•r Salvia. Disc. 3. C|8. Ne ha che far ciò
che dicono alcuni, che mezzo quando si-
gnifica inzuppato o fracido , come i pomi
quando sono strafatti ec. (A)
•f * STRAFELATO. Add Trafelato,
Costernato. Magai, part. 1. lett. li. Non
è egli maggior sicurezza ec, subito che si
comincia a toccar della montagna, il met-
tere piede a terra , che non è T ostinarsi
a vedere ec, sentirsele cascar sotto sfiata-
te e strafelate, ec. (.'ij Bed. I.ett. in Ma-
gai, lett. fam. i. ^3. Qui ci va una gi-
ratina di cappello, una rifiatatona da stra-
felati. (^)
STRAFFICAltE. Strigare, Stralciare.
Cron. Mordi. 238. Pensa quello che a te
dai-ebbe il cuore di fare, trovandoti a tal
tempo e in si fatta faccenda; e pure que-
sto istraflBcò e isviluppò dalla maggiore
cosa alla più minima bene e diligente-
mente . E 239. IstrafTicato e isviluppato
eh' egli ebbe ogni cosa ec. , la donna di
Giovanni col suo fratello ec. furono ad-
dosso a l'agolo.
STRAFFICATO. Add. da Strajlcare.
* STRAFIGUlìATO.^rft/. Lo stesso che
Trasfiguralo. Lasc. Ccn. 2. nov. 2. pag.
45. Venute le persone in camera , lacri-
mando lo segnavano, domandando, mara-
vigliose , perchè cosi gli avessero turato
il viso : perchè egli era sì trasfigurato ,
rispose il frate Berna, e sì brutto, che egli
averebbe fallo paura a chi V avesse guar-
dalo. (Bj
•f* STRAFINE. Add. Traperjelto, Di
là da perfetto . Salvia. Buon. Tane. 3. 1.
Strafine signifit a traperfctto, di là da per-
fetto. (A)
•f :".' STRAFINEFATTO. Foce usata
nel modo avverb. Di strafinifatto, e vale
A ssolu tissimamente , F' una maniera fi-
nitissima e solenne. Buon. Tane. 3. I- Io
lo rovino di strafinefalto. (Ai
STRAFIZZECA. Lo stesso che Staf sagra,
hat. herba pedicularis. Gr- (jract; aypta.
rr.6-17. I.Alla doglia del capo per freddo
si faccia gargarismo della colatura della sua
decozione (della hrettonica ) in acelo col-
la strafizzeca insieme. E cap. 109. I. La
strafizzeca è calda e secca nel terzo grado,
ed è seme d' un' erba così appellata, la
quale è di grande efficacia, ed è detto ca-
popurgio , perocché purga il capo della
i4o6
S T R
flemma , e asciuga V utoU , e fa schifare
la reuma , e lo sl'»mjio mondifica . Tes.
poi'. !'. S. rap. 25 Anco arqua di co-
citura di stra6zceca bevuta cura gP idru-
pici .
$. Figuratam. si dice di Cesa nuova, o
strana. Cecch. Esali. Cr. I. 3. E' patria
molto ben questo garzone Voltar con questo
Itaochelto far qualche StraGizeca.
STHAFORARE. Traforare, Forar da
una banda all'altra. Forar fuor fuora.
Lat. perforare, transadigere. Gr. otaTD'J*
ri'X-i , otK/ATTlT^itv. * / asar. J'it. Buon.
Alla quale opera non pensi mai scultore .
ne artefice raro, potere aggiugncre di di>
segno , ne di grazia , ne con fatica p^Her
m.iì di Bnczzi, pulitezza, e di str^urarc il
marmo con tanto di artt* » quanto Miche-
lagnolo vi fece. fB)
* STRAFORATO, jidet. da Straforare;
Traforato. Ben.'. Celi. l'it. 3. l5- In
que&to tempo si fece una cintura d* oro
ec. straforato. fCf
t STRAFORMAGIONE. V. A. Tra-
.^formazione . Lat. transformatio . Gr. pz-
zxpópftait^ . Fior. ì'irt. G. S. Amore
non è altro che straformagionc nella cosa
amata .
t STRAFORMARE. T. j4. Trasfor-
mate. Lat. transformare . Gr. t^trtpo ù-
yoJv. Fior. J'irt. C S. Straformandosi
in atti, in modi o in costumi.
t STRAFORMATO. Àdd. da Strafor-
marej Trasformalo. Lat. trantformattis .
Or- jyieTKU9^p'jj?u'c. Oli. Com. ìnf. 12-
2l8. Elli aveva saputa la novella iofi-
Do neir oìtc dello straformato parto della
moglie .
STRAFORO. Lo straforarv, Forofat-
lo collo .^traforare , Piccolo foro . Lat .
perforatio . Buon. Fier. !^. 4- i6. E co-
me in un momento Sparito è via qual se
per tstraforo Timido e spaventalo augel
racchiuso .
g. L Lavorar di straforo , vale Tra-
forare, o Bucherar latne, o altri ferri, o
rose simili.
f g. II. Per simtlit. fìarl. Ben. rim.
Tifi. I. E rantar con tlic spillo di stra-
foro M* abbia Amor cominciato a lago-
rare.
3 §. Ili. Per metaf vale Operar di
nascosto, copertamente. Vii.furtim, clam,
clanculum agere . Gr. À'x&pat'w; Ttpoi-Z'
ztiv. Fir. rim. buri. 127. E però ordinò
'n un concistoro Un certo di que' buon
Papi all'antica. Che non ci Javoraron di
stiaforo, Glie la campana sì si benedica.
* g. IV. Lavorar di straforo , presso
I maestri di icherma , dicesi del Motlen-
trare quando il nemico men se l'aspetta.
M Sem. Ori. I. 8. l4- Ma il Conte, rh'
era coperto ed avvisato, Lavora di straforo
ad ogni mano •>. (Cj
§. V. Lavorar di straforo , pur per
metaf Lai. ahsentem exagilare , notare .
Gr. xKTzJizierv rivo; «TTOvrr;. l'nrch,
Frcol. 55. D' uno che dira male d' un
altro, quando colui non e presente, s'usa-
no questi verbi ; cardare ce, lavorarlo <li
straforo, da quelli rhe fanno i bucherami
o i ferri danimaschìni.
g. VI. Passare, Operare, e simili, per
tstraforo, proi-erhial si dicono dell' .4 do-
prarsi in qualche nepoiio senza apparir-
vi. Salv. Spia. 2. 2. Scr Ciappelletto ci
passa per islraforo, e sidjmcnlr rome per-
sona che può dispor della fante , rhe sta
rontinua al servigio della fanriulla.
•f STRAFUGARE foce poco usala.
Trafugare, Lai. raplìm auferrr. Gr. STTt-
cpoa,%òfìv df^tpttv. Fir. l'nn. 5. 3. Chi
si fuggì qua, e chi la, e quella mcs> bina
fu slrafugala toulo, eh' olla fu roodotla a
Siena ■
9 STRAGE Macello, Mortalità, CA-
S T R
citione . Lat. strage* . Gr. yn'vS; .^tnr.
F.ur. 3. 64. Foca , pervenuto a* nemici ,
gli ruppe e gli supero eoo grandissima
strage loro . Fir. As. 275. RacconlògU
come a confine delle sue possessioni era
stata fatta una grandissima strage. # Car.
Fn. 3. 376. E per far carne, prese L'ar-
me, a predare andiamo er. Fatta la strade,
e già parati i cibi , E distese le mense ,
ec. K 12. 8l4- Poscia tra loro Gittossi
impetuoso , e strazio e strage Prospera-
mente, ovunque si rivolse. Ne fece a tutto
corso. 'Bì
* §. Per Danno , Bovina , Guasto ,
Ditertamenlo. « Tac Dav. Ann. I. 27-
Nel detto anno il Tevere per lo lungo
piovere allagò il piano della città , e nel
calare grande strage fé* di rase e perso-
ne w. Car. Fn. 12. 744' Q"*' d'alto mare
a terra Squarciato nembo, quando, ohimè!
che segno E chtr spavento , e che ruioa
apporta Ai miseri coloni; e quanta strage
Agli alberi, a le biade, a la vendemmia
Se ne prepara ! fCl
* STRAGGERE. Distrarre, Distor-
nare. Lai. avertere, dìsiraliere. Gr. Ta-
p^-pi-ivf. Vtt. S.f. Pad. 1. 67. Gli
passavano innanzi agli occhi come lupi
urlando, e come to1|>ì e altri animali, per
istraggerli la mente dall' orazione. (*)
•■}• * STRACOUERF. Più che godere.
Godere as.tai. Salvia. Fier. Buon. 2. 2.4-
Smtazzare vale stragodere, far tempone ,
trionfare. (.4)
*\ * STRAGONFIARE . Gonfiare , e
Più che gonfiare. Gor. Long. sa. 3. Se
nella tragedia, che di sua natura e cosa
fastosa e gonfia, e ammette grandiloquen-
za , pur nondimeno lo stragonfiare e in-
soQribile , molto meno io giudicf> che alle
veridiche orazioni ciò si convenga. (A)
* STRAGRANDE. Add. Più che gran-
de, Tragrande , Trasgrande, Grandissi-
mo. (A)
STRAGRAVE. Add. Gravistimo. Lat.
imntanis. Gr. VTZipfJ.l'/i^r,^. Buon. Fier.
4. 5. 16. Un grave grave e slragravc ac-
cidente .
STRAINARE. Levare dal traino. Buon.
Fier. 2. 3. 4* Chi porla , chi carreggia ,
chi stratqa, Chi carica, chi scarica, chi posa.
STRALCIARE. Tagliare i tralci. Lat.
vitium Iraduces obtruncarc . (ir. a^T/-
/ousyerv. lied. Ditir. 3 Infiniti capri e
perore Si divorino que' tralci. E gli stralci
Pioggia rea di ghiacrin asiTÌksiniti.
!^ §. I. Per Cogliere, detto ^dell' uva.
Jtlenz. sat. Q. Se avesse a tiir di me, chio-
sa ne lesto Non troverebbe , perchè dalla
vite Paterna io non i»lrab-Ìo uva. ne agre-
sto, fi)
§. IL Per similit. Tagliare checches-
sia alla peggio. Lat. amputare. Gr. 3(~o-
ys'TTTetv. itorg. 27 66. ('Iie combalteva
come disperato, E p"la , e tonda, e sca-
pezzava, e stralcia.
g. III. Per metaf vale Strigare. Lat.
componcre. Bocc. nov. |. 4- Sentendo egli
li fatti suoi cr. non potersi di leggiere ne
subitamente slralriare, pensò qurglt com-
mettere a più pcriiino. * ("(ir. leti. ^. 2t.
Voi cereale di stralciar le rose vostre per
modo che non vi dia più briga, e venite
con anuno risoluto di star saldo fioche giù-
gniatc a miglior fortuna. fCj
§. IV. .\traltiare , vate anche Termi'
nare una controversia fter accomodamento
con Consenso delle parti, o cont-enendo tra
loro, o dando piena facoltà ad altri, che
la componga a suo piacimento.
# STRALCIATO Add. da Stralci.i-
re Car. Lett. Tornii. 17. Allendcto alla
sjiiilà rnn dìligrnia. e slraltiatc le ruslrr
ccitc ili costà , venite via , che ancora ne
daremo buon tempo ( ipii net senso del
§. MI.,. (Cj
S T R
STRALCIO. Lo stralciare. Buon. Fier.
4 5. i8. E se tra voi Caduta e differen-
za, intero stralcio Facciasi d'ogni affar. E
5. tic. Quattro ahri giorni ritte le ban-
diere Slaran , segno di stralci , e fian fe-
nati 'in questi esempli e net signific. dd
§. IV. di STRALCIARE. Lai. transactio).
STRALE. Freccia, Saetta. Lat. sagit-
ta, telum. Gr. qC-stÌ:;, ^e'io?. Dani. /nf.
12. Chiron prese uno tirale, e colla cocca
Fece la barba indietro alle mascelle. Bocc.
g. 3. p. 4' Esso (giardino) avea dtnloroo
da se e per lo mezzo in assai parti tì« am-
pissime , tutte diritte come strale. Amet.
14. N'è son sì forte aguale i ferri agoti
Degli volanti slrai, falli ferventi Da* caldi
raggi allor sopravvenuti . Petr. son Xo3.
Amor m' ha posto come segno a strale .
* Tass. Ger. II. 4*- Curvo Clorinda sci-
le volte e sette Rallentò V arco, e n avven-
to lo strale. (X)
§. Per metaf. Dant. Purg. 3x. Ben ti
dovevi per lo primo strale Delle cose fal-
laci levar suso. But. ivi: Cioè per lo pri-
mo colpo che dato t' avea la Fortuna col
suo strale . Dant. Par. 2. Certo non li
dovrien punger li strali D' ammiraaionr
ornai . F l3. Iq che lo »tral di mia *D-
tenzion percuote.
STRALETTO . Pim. di Strale. Lat-
par\um telum. Gr. pispit ^i'toi . Lor.
Med- cani. 84- •^- Punto son d'uno slra-
Ictto , Che non resta fiammeggiare.
STRALIGNAME.NTO. Lo strolignare,
che oggi più comunemente diciamo Tra-
lignamento. Lat. dcgeneratio. Gr. TTa^sx-
6x?i;. But. Purg. 14. 2. Finge che mes-
scr Guido seguitasse la sua querela ge-
neralmente dello strolignamcnto fatto de'
gentiluomini dì Romagna.
* STRALIG.NANTE . Che straligna.
Bari. 1 it. Kosth. Uh. 1. cap. 9. Come
dunque arditosi ad infamare tutto il suo
legna^gio in sé , ed c>scre egli solo, «tra-
lignante indegno, l'indegnità e 'I vitupe-
ro di casa Koslka? (CP)
STRALIG.WRE. Tralignare Lat. de-
generare Gr. «/-'-TStv. Bui. Purg. \\.
2. l'iglìano a far si falla schiatta, quale è
quella che e straliguala dalla virtù degli
antichi virtuosi. F appresso: Non ebbe
desrrndcntiche stralij;na*sero da lui. Ovid.
Pisi. Dell come tlraligni tu 1 imprima fo-
sti uomo, ora se* fanciullo.
STRALIGNATO. Add. da Stralignare;
Tralignato. Lai. detener. Gr. ayc««'f •
flut. purg. i4- a Fatti piscia rii, r ttra-
lignali dalla gcntilczu de* loro maggiori.
STRALL'CKNTE. Fuor di modo lucen-
te. Lai. prnfulgens , renilens. Gr. IZlSt-
5Ti'>6wv. /.or. Med. .\.*/tc. 4> S« *" "'
pessi, Nencia, il grande amore Ch io por-
to a' tuoi begli occhi stralurenli, ec.
STRALL'NAMENTO. Lo stralunare .
Tralt, .tegr. cos dona. Mirano allora con
grande e torbido stralunamento di occhi.
F appresso : Quando il mr<lico osserva
quello stralunamento di t>crhi . ^ Bed.
lett. 3. 282. Oh, oh, oh , il brodo non
le piace I E gli acridenti , e i tremili , i
moli convulsivi, gli stralunanicnli d'occhi,
e la febbre Ir piarnonoT fB)
3 STRALUNARE. Stravolgere wi qua
e 'n là gli occhi aperti il più che si può.
Lai. ocutos cir%umiclverr , circumducrre,
distorquere . Gr. 5upv.rx oiasr^yiiv ■
Dant. Inf. 22. E '1 grao Proposto volto
a Farfarello. Che stralunava gli occhi per
ferire. Disse: fatti *n costà, malvagio ur-
rcllo. Berm. Ori. |. 6- 3l. Quel grande
ocrhiarcio tnlorno slrahinava . tialaf. 85
K I III straluna gli ocrhi , e 1' un ciglio
lie%j 4 mnzo la fronte , e l* altro china
fino al mento. Red. lelt. 2. 17Ì Non oc-
rorrr qui scontorcersi e divincolarsi, lira-
lunando Ir lun.
S T R
S T R
S T R
1,07
* e. K in signifc. nentr. .. l'alaff- ■<■
E straluna alle -lue o»,-nJo .n Uacr.o ^.
hu... r«nc. .. .. 1° PK.«n,u,noac 1
vidi stralunare. Salvi,,. Annoi. .>•.: Slra-
ìùnarè, ciob SUTCcre gì. occb,, e- cavarsi.
ilei lor naturai luogo. f.\;
STRALUNATO. .'*'• àa Stralunare.
Lat. dislortns , s(rahn.^ Gr. »-,=«69; •
J!,rn. Ori. l. 6 8. L' -""=' ='"',;';;
chio aTca stralunato A 1. 12- 51- V
ie'tu, Laslardo sti alunato 1 J!non. ticr.
3. 5. Lf fiera un oc, 1..0 addosso stralunato .
* STRALUNGO. Add. I.nngo J,wr d,
modo . Udcn. y.s. 3. 162. No., basta s.-
,„a difesa per Icsitlimaro r" ' ".^'' 'f''"'
bile i virio: s.ccon.c è il r'""»^'" '''^' '""
«tralunuo parline. (f>}
* STrÌlUZZARE. C<./,.ir. co,, p.cco-
li slral,, Dardeggiar,. Lat par^-a .nenia
en,.Ue,r. Sold. Sat. ì. Stnsc.a a terra
e brutta scaglia piglia, Velen ;;'>";<=''
piccino occhio straluna H Contrin che ad
un serpe s' asso.niglia ( qui per far st.a-
'■^^^AMALVAGlG.^rf''. Irrotto malvagio.
Bene è malvagio chi serv.g.o obblia , K-
bene stramalvasio e sconoscente <-h. g'^n
rispetto mette in obblianza.
STRAMAZZARE. Celiare impeluo.<a-
mentt a lem, in maniera, che 'l gellalo
resti shalordUo, e quasi pn.-o d, senl,-
mento. LA. proslcrnere. Gr. ,K-:'y.fiy.ni,^-
Fior Ila/, n. Potente com!>«tlitrice. clic
se- sopra Icbatlagl.e, vergine Minerva,
rompi coUa tua mano la lanca d. .(ueslo
ladron di Troia, U quale fe venuto per
rubar questo regno, e lui dioann alle no-
stre porte stramazza.
§ In signific. neutr. vale Cader sen:a
sentimento a lena. Lat. consumar,. Gr.
xaT«Sx>Ì£«a.. Tac. Dav.Slor.i.Zb^.
Pativano sopra tutto d" acqua, e g.a mo-
ribondi slramaMavano in terra per tutto
( Il lesto lai. ha proeubueranl ). Ar. tur.
12. 84. Stordito deirarcion quel He stra-
maxiT Morg. ;. 42. Ciascuno a quella
voce slramaizava. Sallu.<l. Caldi. «■ '
popolari romani erano caduti e stramaz-
zati per molte cagioni ( qui Jiguratam. )■
STRAMAZZATA . l'erlml. su.<t. da
Stramazzar,:; Caduta, Cerco.'i.m in terra.
Lat. lapsus , mina. Gr. -Tuli;. !«'".
/)».•. Ann. 1. 24. 1 quali in quel te.;re-
no di sangue lordo , e di loto moll.eco ,
davano stramazzate (Il te-ito lat. ha la-
psantes ) .
•f STRAMAZZATO. Add. da Stra-
mazzare. Lat. consternatus. Gr. zarK^i',-
Ssi';. Ovid. list. Giaci in terra stra-
ma^la e tramortita ( Que.<lo esempio non
t tratto dalle Pistole d' IMdio, avvisali
Rigali , e noi l' ahiuamo rinvenuto nelle
Favole d- F.<opo , pag. 84 , 1 Padova
181I ) così: quando bei i dolcissimi vim,
bei con essi il fiele dell" amara morte ; e
se l' alia avventata della ventosa rosta t.
caccia, o sei vinta per morte, o piaci iu
terra stramazzata e tramortita f è la for-
mica che parla alla mosca I. CiriJÌ'. Calv.
3. 8^. Allor si fé' pili gelida che i mar-
mi. Pel gran dolore, e cadde istramazia-
ta Huon. Tane. 4- 9. 1° m'accostai, e
veddi stramazzati Cecco e Ciapino, eh" e-
ran disperati.
STUASIAZZO . Strapunto . Segner.
Fred. 2. 4. Per non aver chi prcstassegli
una casuccia, uno stramazzo, un saccone ,
gli convenne giacer come cane morto in
uo pubblico letamaio, f Car. in. g. 5i8.
A costui trasse uo colpo. Che gli mando
giù ciondoloni il collo : Indi al padron di
netto lo ricise Si, che '1 sangue splccian-
do d'ogni vena. La terra, lo stramazzo, e
M desco intrise. (B^
* §. Per Istramazzone. Bern. Ori. X.
fi. 17. Il Conte licite in terra uno stra-
mazzo. (J ) j tt ,
STRAMAZZONE. Vatto dello stra-
mazzare. Lat. ca-<us lap.<„s, ruina. Gr
r.-S,',,:- Fir. As. 281. Alzatolo cos. m
poco air aria, gli lece dare .1 p.u beli,
stramazzone in terra, che ec. J5„e«. / er.
556 Ma 'l sentii tiare un grande stia-
ma.zone, E due e tre volte 6,i<lare : uh.
ubi. Malm- 4. 67. E convenne talor lars.
da piedi, Battendo gii. Ui grand, stramoz-
zoni. , , ,.__,
S 8 I. Stramazzone, e anche term.
del giuoco della scherma , e vale Colpo
d, .,pada dato ,li manrovescio da alto a
ha-Jo- Buon- F,er. 1. 3. 3. E cento al-
ir' armi strane da ferire E di punta e d.
taglio e di rovescio. Da imboccar , da ti-
rare stramazzoni A man salva, solteeco, e
a viso a viso. ,
:;: § 11. Ver Colpo di spaila, 0 d'al-
tra arme Inanca menalo in t,-aver.<0 .
..Bern- Ori- 1. 4. 6. Dannosi . p.u cru-
del. stramazzoni. Le pii. fiere ed orrende
bastonate, llie par che mandi gru saette
e tuoni, Quand' è più il ciel crucc.ato a
mezza state»» . (-"^J , t t
STRAMBA. Fune fatta d' erba. Lai.
funis sparleus. Gr. s/oCvo; (j:to/=-"0;.
nani- In/ iq. Perche si forte gu.zzavan
le giunte, Che spezzate avcrian r.lorte e
strambe. /.'„(. .Vi •• Ciofe le funi, che lus-
sono torte, che sono p.u fori, che ]e
st.ambe. perocché le strambe non sono
torte, ma sono intrecciate. Ir- 2. 20.11.
Palladio co.nanda che si colgano . sem.
maturi della spina, ovvero pruno, che s.
chiama rovo canino, e mescol.nsi colla la-
rina de'Ieri, con l'acqua macerata, e poi
in tal maniera si mischino nelle lum vec-
chie della stramba, che fra le lun. s. con -
servino insino al principio della pr.mave-
ra. Pataff. 9. Coceudo le gavacchie coUe
strambe. .
STR AMBASCI ARK.rrnmtwcarc.Lat.
augi- Gr. aòruovSLV.
STR^MB.iSClATG. Add. da Stram-
basciare. Lat. defatigatus- Gr. z-xur,/.-^;.
Malm. 3. 76. Perciò si ferma sUa.nba-
sciata e stracca. * Hip- Strav- 2Ì-]- Oh.-
mè, ohimè, io non posso più, .0 sono strac-
co, lasso, macinato, oppresso, strambasc.a-
lo. (C) , . ,,.
STIlAMBELLARE. Spiccar brandelli.
Lai. lacerare, discerpere, dilaniare. Gr.
Fir As. 23 1. Erano atter.ati quei che
stavano fermi, erano strambellat. quei che
cran iier terra.
* l- E fìguratam. per T:ias,mare, Cen-
n. CU 1 il 3 338. Insino
surai-e- Bcnv- teli. I 11. J- •'•'^
a quel di non si era scoperta opera d,
qualsivolessi gran maestro, che la non lus-
si stala lassala n, n tanto, e strambella-
" STRAMCELLATO. Ad.l- da Stram-
hellarej Fallo in itlrambelli. Sbranalo.
Lat. discerplns, dilaceratus . dilanmlus-
Gr. »,«,-a,Ì£.', . F,r As. .10. Tulio
strambellato da' morsi, sforacch.ato dalle
ferite, e generosamente la presente lortil-
na sopportando, a se riservo la glor.a , e
alla neccssit'a de' fall restituì la v.ta. /:.
278. Tutto strambellato e tutto pertugia-
to se ne passò di questa v.ta.
STRAMBELLO. Parie spiccata, 0 pen-
dente dal lutto: lo sles.':o che Brano, o
Brandello; ma per lo pi,', dices, de ve-
stimenti lacen. LA- f '-a slum- Gr. TS.'ja-
Y,o,. Malm- I. 80. Con due sl.-ambelh ,
e" un par di scarpe rotte. F. 3. 67. Piena
di sudiciume e di strambelli Gran gente
mena tpia Palamidone.
STRAMBO Susi. Stramba.
•| STRAMBO. Add. A gg, unto di gam-
ba, vale Torto. Lat. varus, valgus. Or.
os.So;. Morg. 21. 73. -Sospeso avendo
la sinistra gand.a Di scorcio strana, or.i-
bil, torta, e stramba.
S: §. L Strambo, dicesi anche di Ch,
ha gli orchi stravolli per cui guar.la ma-
le . Farch. l-rr. Oiov. 27. E se egli lo
loda di fermezza d'ingegno, e di molta
accortezza , e di proni. ssinia eloqucuza.
perchè vuob- egli, che gli occhi strambi,
e il volto pallido ec. lo rendessero inde-
gno del GonfaloneralicoT (Cj
V ^. II. t'ert-ello strambo, si dice di
Uomo di poco giudizio e sgraziato. Bed.
leti. I. 37. Questo gran letterato è rima-
so innamoralo di Firenze, e ile' virtuosi
che vi ha conosciuti, e di tulli scrive cou
somma stima ; eccello che di quel cervel-
lo slraml.o e più che balzano , che alle
settimane pa.s5ate fece a V. S. Illustrissi-
ma quel tiro. (J ì
STRAMBOTTO. Poesia solita cantar-
si dagf innamorali, e per lo pia in otta-
va rima. Morg. 12 36. Tanli strambot-
ti romanzi e ballate. Che tutti 1 canlenu
son fatti rochi. Allcg. 36. Nove donne .
di' al sole. Al suon del filatoio Siale in
l>arnaso a cantar gli strambotti. Bed. Di-
tir, iq. Trescando iutuonino Strambotti
e froliolc D' alto misterio.
STRAMBOTTOLO . Lo stesso che
Strambotto- :? Bellin. Bucch. 5^. E U più
insù de' saggi e dotti Egli è il conte Ma-
galolli, Qual perciò d. questa scala. Che
con le ciarle mie quasi ha confina A pi-
volo a pivol questo slrambottolo. Gli e
come si direbbe ec. ,£l
-^ :;■. § Per Cosa non vera, fando-
nia. Iros. Fior. 6. 23o. La cui dottrina,
ner lo più, serve d' autentica ec. alla
semplicit'a di coloro che alla bella pr.ma
si credono per veri lutti gli strambotto-
li ec. (*) , ,
f STRAME . 0<:ni erba secca, che s,
di in cibo, o sc,-ve ili letto alle bestie, co-
me fieno, o paglia. Lat. slramen. Gr.
«^oyr,. (;. r. 9. 241. 2. La loro pastura
è d" erba-gio, o di strame, sanza altra bia-
da Cr. I. 12. 5. Procuri se lo strame da
métter sotto le bestie vi manca. Dani.
Inf- l5. Fareian le bestie Fiesolane stra-
me Di lor medesme. Oli- Com. ivi ; pag.
200 Dice eh' elli facciano stcìme per se,
cioè paglia. Pani- Par. 10. Che, leggen-
do nel vico degli .strami. Sillogizzo invi-
diosi veri. F,-anc. Barb. 126. 9. Lassa
r avaro il pan, vive di strame.
8 I Figuratam. Malm- l\- 2. Ma se
due dì del consueto strame I poveracci
mai rimangon privi, E' basta.
* §. 11 Strame, fu dello anche per
Seccume into<-no al pedale della pinata dal
Cresc- l,b. 4. cap. 12. E taglia ogm
legname vecchio e nocivo, e ogni strame
secco che troverai. iT j
STRAMEGGIARE . // mangiar che
fanno i giumenti lo strame- Fir. As- 260.
Essendo dato spazio assai per tempo agli
altri animali che andassero a slrameg-
eiare, ella non voleva ch'io fuss. legato
alla mangiatoia se non al tardi al tardi.
:S STUAMEGGIATO. A'Id- da Alra-
meggiare- fX>)
* 8. aggiunto di terra, vale Sparso
di strame. Ang. Mei. 1. IJL E le sue
piume son dove la serra La non ben
sempre strameggìata terra, (fìrj
) STRAMENARE. Slraporlare. Lat.
iransferre, versare. Gr. fiSTKfS^stv.
%\ Ffiguralam. vate Guidare Me-
® z) T„„r 2 2. Ma la mi
nare. ■' Buon. Tane. 2. ^-
vnol». a suo mo' stramenare •» . 1^ )
t STRAMEZ/.ARE. 7 ramezzare- Lat.
,„lcr,„-erc, „,(cr,.o„erc, ,aterpellare Gr.
;T=évTT&£-.'.,<. "« Com. Inf. .0. 68. Qui
conUnuando, senza strameizare,dicc ec.
l4o8 S T R
•f * STRAMOGGIANTE. Che s tra-
moggia , Soprafihonciante. Salviti. Opp,
Pese. 4. 38l. F- roroDa per lutto stra-
niog(|;iaDte Iticfvitrìrc del frumento^ den-
tro L'aia $'int1>ianca. (^J
STRAMOGGIARE. SopraUbondare j ed
e proprio della ricolta^ quand' ella passa
d' assai il solito. Lat. exuberare. Gr.
STRAMORTIRE. Tramortire. Lat. con-
sternarij collabi, deficere. Gr. e/rrii'i'TTa-
STRAMORTITO. Md. da Stramortire.
Lai. semianimis. Gr. r,/it&yy/;';. Sagg.
nat. esp. Il8. I quali f pescetti ) , suhi-
tu fatto il volo, &'t videro notabilmente
gon6are, e quasi stramurliti venirne col-
la pancia all'aria. * /llleg. rim. pag.
262. ( .4mst. 1754 ) Misera mei ciò det-
to, iX vicn nianct» , Stramortita cadendo
in sul mio fìauro. (Ji)
•f * STRAMPALATERI'A. Spropo-
sitane. Magai, part. 1. lett. 18. Ho fat-
to troppo uoore a questo mio concetto,
dandoli nome di fantasia, parendovi anzi
una strampalatcna, uno spropositoae, una
dcholeuaccia da ragazzo. /: appresso :
Almanco almanco io culla mia strampala-
lena, dopo aver cavata qucst' i»tc&»a sa-
pienza dalla materia, trovo la via di far-
ne conserva, ce. (^j
STRAMPALATO. Foce bassa. Stra-
vagante, Strano. Salvia. Pros. Tose. i.
221- Alcuni, (juanto più strane, ardite ,
e. per così dire , strampalate maniere di
dire usarono , e ìtraordiiiarie metafore ,
più Sì crederono di pindareggiare.
* STRAMPALATONE, ylccrescit. di
Strampalato. Mt'gal. Lett. Quell' epiteto
di eterna mi pare in quel luogo un po-
co «trampalalone, e clic puzzi d'Acliilli-
ni. (J)
# STRANACCIO. Peggiorai, di Stra-
no. Bern. Catr. Ho trainato un asin pien
di cose ec- Per queste vie stranacce e
rovinose. (*)
STRANAMENTE. Jvverb. Con i.stra-
nezsa. Zoticamente. Lat. duriter, aspere.
Gr. cxXflSws. Bemb. Stor. 6. 87. Il
quale della vuloutù del Senato verso dì
lui stranamente molte volle scritto avea.
§. 1. Per Islravagantemente. Pranc.
Sacch. nov. l52. Egli ra;;ghiava più stra-
namente, die lutti gli altri asini. Pir.
As. 277. Dieron loro tanti morsi , e sì
stranamente altliaiavano loro , che ce.
* Car. P.n. II. I071. Ornito, un cac-
ciatore. Gli già davanti ; e stranamente
armato Cavalcava di Puglia un gran de-
striero. Per sua corazza avea d ispido
toro Ud duro tergo, per celata un tescbio
Di lupo, ce. (Hi
g. il. Per I smisuratamente. Lat. vai-
de, maxime, immamter, mirtfice ^ supra
modiint. Gr. lyso-a. rtot.p'X [lircoj, /aà'
UTtStfSoiriv. /ìocc. nov. 35. 3. Avvenne
che egli le 'acuminciò stranamente a
piacere. IL nov. &^- I. Stranamente pa-
reva a tutti niadoima Beatrice essere stata
maliziosa.
STRANARE. Straniare, Allontanare,
Alienare j e si «sa in signi/ìc. alt. e
neutr. pass. Lat. alienare st. Gr. «aurc'v
a)Ì0Tpi3'jv. Sen. Pi't. Egli e gran parte
atranato dal fjicio eh* ci sosteneva. Cren.
MorelL 335. Dal dì si parli da noi, ci
kiamo dal pensiero di lui istranati . quan-
to è possibile poter fare , eccetto clic
dall' oratione. TVfor. g. 2^. ball. O qual
forza, o destino, o qual consiglio L'ab-
bia potuto mai da me slraoare.
§ Stranare , in signijic. att. ^ st usa
per bistrattare , Usare stranezze con al-
cuno . Lat. contumetiis affictre , tnmrtam
facere. Gr. uCyìi'^liv. lena, Crist. Andr.
Fece oiulli di loro legare a quattru cava-
lieri, e faceTagli lutti così istranare. Geli.
Sport. 2. 2. Perche , se io slranassi , ella
è superba , ella si adirerebbe , ella riror-
rebbc la dota sua , e furs* anche si rima-
riterebbe .
STRADATO. Add. da Stranare. 3for.
S. Oreg. 8- 5. Tanto più sicuramente a-
dopercrà male , quanto esso si vedr^ più
straoato dai doni di sopra.
t STKA.NATURARE. Far cangiar na-
tura . Lat. alienine naturam immutare .
Gr. fy^tv /i!Ta>>«TTStv, Ott. Com. inf.
3. 20. Won solo lo diavolo, o il peccato
tormenta per martirio di fuori il peccato-
re , ma eziandio lo stranalura , che '1 fa
divenir*- , di creatura intellettuale, bestia.
■i- STRANATURATO. Add. da Stra-
naturart . Salvia. Annoi. Mur. I. 277-
Questc SODO immagini, ma immagini stra*
naturate, e fuori del decoro. (C)
STKANEARE. P. A. Straniare. Lat.
alienare , discedere . Gr. oLAÌorpto-jv .
aTTo^uaeiv. Maestruzz. Peregrino si chia-
ma colui che si slranca della sua patria
per visitare li strani luochi.
STRA.NEATO. /'. A. Add. da Stro-
ncare . Lat. alienatus . Gr. «À/tTjJtw/Jte-
vo;. O.irf. Pist. II. Se il tuo amore è
pure LslraDeato da me, costringine a mo-
rire.
•f * STRANEO. r. A. Stranio. Ca-
vale. Att. Apost. 4l- lliisrgli che '1 seme
suo, cioè li GgliuoU , farebbe peregrini in
terra stranea. (P)
ST!tA>ETTO. Dini. di Strano. Fir.
nov. 3. ai5. Imperocché, oltre allo esser
vaghetla molto, e avere assai dello allrat-
tivo , uno abilo straiietto ec. le dava una
grazia maravigliosa. Porgli. Orig. Fir. ^5.
Sebben si trovano spesso mollo varii e tal-
volta un poco stranetti i giudicii umani .
^ Bellin. Disc. 1. 172. La rosa e un po'
slranetta, ma sapete voi com 'ella va? (Cj
STRANEZZA. Astratto di Strano; Mal-
trattamento, Angheria. Lat. contumelia ,
iniuria . Gr. u6pt^ . ^f. l'. II. l3. Mo-
strando clic per le stranezze di me^ser Bo-
nifazio il Comune n" avesse gran Insogno.
Fir. As. 262. Desiderando dì lasciarla
guardata di maniera, ch'ella non facesse
te vendette di tante stranezze.
g. I. Per Cosa straniera. Anim. Ant.
1^. 3. 3. Lo tuo vestimento né sia molto
adorno, ne sozzo, e nulla stranezza \i sì
possa trovare.
^ g. IL Per Stravaganza . Segner.
Pred. Pai. Ap. 12- l. Un Dio Snalmen-
te che spira ec. da un patibolo è disegno
di tanta non so se io dica o stranezza, o
>ttTminatexza, che ne pur la medesinu on-
nipotenza lo può mettere in opera da se
sola. (TC)
SI BANGIO. /'. A. Add. Straniero,
Stranio , Strano. Lat. peregrìnus, exott-
ctts. (ir. ^'vKo; , t^wTt/o;. ti. I. 10.
l5i. 5, Per non potere avere panni in-
tagliali , vollono panni divisali e istrangt
l'iu cir elle poleano avrrr, mandandogli a
fare indio in Fiandra, e in Brabanle (cojl
ha il testo Pav 1.
* STHA.NGOGLIOM . Io stesso che
Stranguglioni j ma meno usato. Car, lett.
ined. 3. l3g- E comparso il corriere di
V. S. il ipiale ha trovato il Cardinale al-
quanto indisposto degli suoi solili strango-
glioni. /'AV
« STRANGOLANTE. Che strangola,
l'it. Pitt. 9. Bellissimo fu anche tenuto
Ercole in culla strangolanle i dragoni, f /'/
STRANGOLAIIK. Propruimente tVri-
dr re alimi sojfotando, Stfvzmre l.Ml. am-
mani intercludere, sufocare, ttrangulare.
Gì, ct/X«»v . ti I ■ l7. Chi. 4- Essendo
per parte «li detti traditori er. preso , e
tiralo pe* piedi , tanto che lo >trangt>ta-
roDO . Bocc. nov. 17. 3o. Sopraggiuutuvi
S T R
il Duca, lui strangolarono. F nov. £^. 8.
La qual tuttavia gli pareva vedere o da orso,
o da lupo strangolare. Sen. Ben. Varch.
7. 18. Se egli in presenta de' padri strango-
la i figliuoli.
§. I. Per similit. Declam. Quintil. P.
E la stancata fame colla utollitade straa-
g oliamo .
f $ §. IL Strangolare, si trova anche
in signijic. di Scannare . Boez. 12^. Il
greco AgameonoD, re poderoso ec. , ógni
atto pio di padre avendo spento, Prese *1
coltello , e tristo Sacerdote La ttnngolò
(la figlia). fP)
§. 111. In signifc. neutr, pass, vale
Alzar la voce s/brzatamente . Pataff". 5.
Che a strangolarsi, o ire a repentaglio.
Frane. Sacch. nov. 177. E così gridando,
e strangolandosi ec, corse giù per la piog-
gia in verso Ìl mare.
* §. IV. Vale anche Strozzarsi. Cor.
F.n. 12. 986. E dopo mollo affliggerai «
dolersi , Già furiosa e di morir disposta ,
Il petto aprissi , e la purpurea vesta Si
squarciò, si percosse, e dell' Infame Nodo
il rollo s* avvinse, e strangolossi. (B)
STRANGOLATO . Add. da Strango-
lare. Lat. strangulatus , suffocatus . Gr.
^tvi/SetS - * l'ellin. Pise. 2. 385. Se a
voi piace di ristringer 1' Anatomia ancor
di vantaggio , e di escluderla dalla giorii-
dizione delle ('iante e degli animali , e
giudicarla solamente buona ce. a sciattar
quattro cadaveri di pochi strangolati , ce.
( tjui in /orza di sust. ). (B)
§. I. Per similit. Ped. Ditir. 44- ^
quei gozzi strangolali Son arnesi da am-
malati.
§. II. Strangolato , si dice anche di
Foce .toverchiamente acuta e sottile , e
.i/orzatamente alta.
't « STRANGOLATOIO. Add. Atto
a strangolare , Che mette il laccio alla
gola j e per meta/, dicesi di Passo peri-
coloso. Salvia. Fier. Buon. 3. 4- >'• D>
qui angustus, quasi strozzato, e angustia,
angoscia, quasi cosa strangolaliùa. Segner.
Pier. 2. x5. 9. Massimino Erculeo ( si
troncò la vita ) eoa laccio strangolatolo .
Accad. Cr. Bless. 5. 668. Fecero Ganco
air esercito, e diedero animo all'altre Da-
zioni, che :.i accostavano a quel passo slriD-
golaloio con qualche sospetto. {A)
f STRANGOLATORE. P'erhal. masc.
Che, 0 Chi strangola. Lat. strangulator.
Gr. 6 «y;fwv. Sannaz. Arcad. pros. 3.
Totiliio pastore, oltra gli altri ricchissimo,
mi volle per quello dare un cane animo-
so , strangolatore di lupi.
STRANGOLO . Sust. lo strangolare.
Tae. Dav. Post. 455. Bella legalità os-
servata per farla donna , e abbiente allo
strangolo ■
STHANGOSCIARE. T ramini sci are. LaL
a Stuart , defalif^ari. Gr. r«y7039à«i, Òt/-
/iva^^ai. Ti-alt.gov.Jam.Seù provassi su-
dare , o strangost iarc, o sangue gittarc.
STRANt;OSt:iATO . Add da Stran-
gosciarr . Lat. lassus , constemalus . Gr,
xtf-ar,p.bii , xaTJTi~l»;yuf»3; . Bem .
Ori. 3. 4 >S ^- slraogoscialo in sulla
terra resta.
STRANf.UGLIONE , e STRANGU-
GLIONI. Malattia del cavallo \,m\. tonsil-
lae. V.r sx:i'o9atot. fr. 9. 16 I. Sono an-
cora altre gangole inlorno al cap4> del caval-
lo, delle quali alcune sono sotto la gola, le
quali ac.ìdentalmente crescono per gli O-
nior del cavallo infreddato , che dal capo
discendono ad esse , per Io creKÌmento
delle quali enfia tutta U gola , e rostri-
gncsi la via del fiato . eh esce per via
della (;<ila. |ht I.1 qual cosa il cavallo ap-
pena può respirare, e questa infennilk tuI*
garmenle s' appella alrangugliona . la cui
cura h colale
S T R
R. 1. Slnwgulslhm. si dice .im7..' "C^j' !
uolini .ma ilalalùaJeìk glanJnlc Mia
gota delie Toiuillc, che perla ,m,.f.;mi.'«-
loainngl..ol,.re.Car. Ma,, -'O,. b.TU
ncr Kuarirlo .It-gU sUane"»'""» • F-" ^'''
grilli e luccU- e soi.i iughiotu f-;... per
similit-, parlandosi d'un gujo).
8 11. Stranguglioni , si prende anche
,^r Jn/i-rmiià in gencn- , ma non gnue .
Bocc. no>- 50.8. Alle g,ov»m i buon boc-
coni, e Me vfccl.ic gì. strangugUom.
# § IH. t: Stranguglioni , dicesi an-
che a quella Sorta di eòi che o per la
materia d, che sono composti, o pel gusto
con che s. trangugiano par come che Siro.-
uno. Cecch. J'ro.: 38. Nascono e b.ade,
e sopra tulio .1 grano del quale lacen-
dosi iW.na «e ,c..gono le sl.accate mfo-
S T R
S T R
1409
lliate, il pai
liull'cUo, berlin^oMl, e nulle
alUi stranguglioni. rD; . ;,. ^
•+ STRA.NGURU. Espulsione dell o-
rina a gocciola a gocciola, accompagnala
da dolore ed ardore dell' uretra, con con-
tinuo prurito di orinare. Lai. iirmtE slil-
licidium. stranguria. Gr. .Tfav/oopc»
Tu. Pov. P. •!>'■ '"P- 30. Cap. d agi o
cotti in olio , <• inipiasUali-, tolgono la
stranguria. E appresso: Anco le «me
della vile bianca, ovvero rorastio ec, cu-
rano la stranguria. Cr. 5. 18. 9. Se s.
dari uno esagio deUe sue cortecce , o Io-
glie o dell" arbore con vino a mangiare ,
ouimamente sovviene alla stranguria . E
6. Oi. 3. Contro a stranguria e dissuria
ce. M dia il vino deUa decozione del suo
seme , e di sasseiVica.
STRA^G^R1ABE. Patire di stran-
^ " STRAJSGI'BIATO . Jdd. da Stran-
guriare ■ Lai. stranguria lahorans . Gr.
'««vv'"'.""^^- ^"- ''"''• ^- •*'• "'': V-
La radico di ringi ec. guarisce 1 calculo-
ti , i nefritici e gli stranguriati ( i/ui m
forza di SUSI.).
* STRANIAME.NTE. //i.ert. Strana-
mente , I smisuratamente . Jìocc. g. 4. n.
5. Egli le "ncominciò slraniamenle a pia-
cere (il locaholario legge stranamente;
ma ne- testi migliori col Mannelli e con
quei del l'i, si legge slraniamenle). ff-;
STRAWIASZA. / . A. Stranezza, nel
signific. del §. Lai. peregrinitas, no^itas
Gr. "Isvizov, vsott:; . G. /. 12. 4- •',•
Questa islraniania d' .ibito non bello , ne
onesto, lu di presenlc preso per U giovani
di Firente.
5 STRANIARE. Allontanare, Aliena-
re. Lai. alienare, abalienore , avocare,
avertere , disiungere ■ Dani. furg. 33.
Kon mi ricorda Ch' io straniassi me giam-
mai da voi. /..V. M. E per loro conforlo
"li stramaro da' Romani, -l'or. i\ Orcg.
I. 7. Suole Tabbondania del mondo tanto
i.iii straniar la mente dell' amor di Dio ,
Iiuanlo ec. <■ t.uid. C. 3. 2. Se tu farai
secondo il mio consiglio non temo che a
te , anii a me possa intervenire quello
»ommo male ond'io in perpetuo fossi stra-
niata dalle tue braccia. tC)
* §. I. Encutr. pass, per Allontanarsi,
Scostarsi, Dwenire straniero, 0 forestiero.
■■ Lib. Maccah. 9. Non attenne le sue pro-
messioni , ami liientio di ciò che promesso
avea , e straniossi da Gionala ". l 11)
* §. II. E per Jìitenir straniero, t'e-
gez. pag. 36. (Eir. l8l5j II modo di com-
battere, che dà le vittorie, in neuna gente
si stranio anche, o si mutò, che uno me-
desimo modo non fosse, tfì)
STRA.MATO. Add. da Straniare. Vii.
S. il. Madd. 229. Ragionando come il
popolo d' Iddio era allargalo o straui.ilo .
* Boez l5 I quali (Canio, Seneca, ec.)
nuli' altra cosa mono in morte , se non
che elli di nostri costumi ordinali , dagli
sludii degl'improbi parevano straniali. (^;
l'icabo'ario T. II.
STRANIERE, e STRANIERO. Eorc-
sturo. Lai. atienigena , peregrinus , ea o-
(icii.v. Gr. (ivo;, KÌ/i!J«a<i4, ìJwtizoì-
Uoic. Inlr. 12. E così 1' usava lo stranie-
re , pure che ad esse s' avvenisse , come
1' a'vrebbe il proprio signore usale. Eno^.
Ilo 4. Avvilo che gcnlduomini e stianicr
fossero, e desiderò d' onorargli. Coli. SS.
Pad. Io sono straniero della terra e pere-
grino, come tulli i padri mici. fr. 9. 82.
■.. Il maschio ipagonc) 1' uova e 1 6gliuoli
suoi perseguita , siccome stranieri , infin
a tanto che non si vegga lor segnale di
cresta alcuna.
i? §. I. Per Strano semplicemente. J'oliz.
stanz. 2. 23. Di varie forme e stranier
portamenti. (Lj
S 11. Per Lontano. Lat. alienus. Gr.
«UoVp.o;. S. Ago.<t. C. D. Essa cosa i;
tanto chiara, che i; straniera da ogni scru-
polo di dubitaiione. ="• Amm. Ani. 38. I.
3. Giammai la ventura non far'a essere lue
quelle cose , le qu;ili la natura ha fatte
straniere da le. ( l>ì
§. III. Farsi straniero d' alcuna cosa,
vale lo stesso che Farsene nuot'o . I ed.
NUOVO, §.X-SXII. Coli. SS. Pad.O che
tu li facci straniero della sua refezione.
STRANIO . Add. Alieno , Straniero .
ifCuidott. Bett. Tuli. pag. IÌ2. (Venezia
1821) Molte volte la cagione è per quella
cosa medesima, sopra la quale si consi-
glia ; e molle volle non per quella cosa
medesima, ma per altre stranie cose. (B)
Fecor. g. 16. noi-. 1. Conciossiachè avca
per augura doverla maritare a genie stra-
nia .
§. Stranio, per Islrat-agante, Inusitato.
Lai. alienus, insolitus , inusitatus . Gr.
liioi . Fetr. son. 219. Qual celeste non
so nuovo diletto E qual strania dolcezza
si sentia . /•: canz. 35. 4. Stranio cibo e
mirabil salamandra. Or. S. Gir. I7. Islra-
nia fellonia e chi la cosa del povero dona
al ricco.
STRANISSIMAMENTE. Superi. di Stra-
namente, sf Dep. Decani. 2.\. Stravolgerò i
sensi, stranissimamente interpretarli, (il
g. Per Ismisuratisstmnmente, Strava-
gantissimamente. Lat. mirimi in modiim.
Gr. SKU/j-aoTWT«Ta. Tac. Dav. Ann. I4.
216. Per divertirlo adunque ne processo e
stranissimamente puni quegli odiali mal-
fattori , che '1 volgo chiamava Cristiani
(il testo lat. ha: quaesilissimis poenis af-
fecit ).
STRANISSIMO. Superi, di Strano.
§. Strani.vsinio, per Istravagantissimo.
Lai. miri ficus . Gr. Sau/iaiToVaTo; .
Sagg. noi esp. 261. Messi insieme un
terzo di sale armoniaco , e due terzi del
suddetto olio di vetriolo , ne segue un
eil'etlo stranissimo . Buon. Fier. I. 3. 2.
Ed han congiunto Un presepe grandissi-
! mo di bestie Stranissime , antropolaghi ,
' centauri , ec.
3 STRANO. Add. iVo/i congiunto di pa-
rentela, ni- d- amistade. Lai. alienus, alie-
nigenu.<,extranens. Gr. KJio'fU*";- i^'^c. |
nov. 23. 8. A voi sta bene di cosi fatte :
cose, non che gli amici, ma gli strani |
ripigUare. E no.'. 27. 9. Uno strano ave- |
van pianto e seppellito in luogo di lui.
E no.'. 94. l3. Viene uno strano, e mos-
so a compassion dello 'nfcrmo , e' se '1
reca a casa, e con gran sollecitudine e
con ispesa il torna nella piima sanila .
Tes. Br. 5. 8. Ciò non avviene per cru-
delt'a di natma, ma per giudicamento di
dirillura, .he non ha per suo figliuolo,
anzi come uno strano. Frane. Barb. l^0. l5.
Della patente osserva. Che se la trovi nella
I lena tua , Ed <; pur sola , o dua ; Sed
ella è bella, fa come di strana.
■> %. \ E in forza di sust. - Cron.
'■ Morell. 258. Baratta 1' amore e carit'a del
padre verso il figliuolo, che e infinita, a
iruella degli strani, o parenti, 0 amici. Istra-
ni gli chiamo , perchè dove giuoca pecu-
nia, o alcuno bene proprio, ne parente
né amico si trova, che voglia megbo a te
che a sé , diposla la buona coscienza
da parte .. . ( O , t ,-7 ■ „
f §. 11. Strano, vale anche lite e, 0
appartiene, o riguarda ad nn altro paese,
o nazione , Forestiero , Straniero . Lat.
atienigena, peregrinus , cxoticus, extra-
neus. Gr. à.llóf\iloi,t/.'i').r,fj-j.TtÀi,liiOi.
e'foTixoS. ISocc. no.'. 99. 48. La balha
grande e lo strano abilo ec. gliele toglie-
vano (la conoscenza). E Leu. Fin-
Ross. 272. Assai nostri cittadini son già
di troppa più splendida fama siali appo
le nazioni strane, che appo noi. Tes.
Br. I. 27. Nabuccodonosor fu re, e non
a diritto, chi; egli non era di schiatta
regale, anzi fu un uomo strano scono-
sciuto che nacque d' adulterio celata-
mente. Dant. Inf 22. E con cose no-
strali, e con islrane.
§. III. Per similit. vate Ignoto, Inu-
sitato. Stravagante. Lai. no.'n.f, inusi-
tatus, insolitus. Gr. vioi, aiSr.c, asuv-
»:Srl5 . Dant. Inf 1 3. Fanno lamcnl. in
su gli alberi strani. E 3l. Acciocché 1
fatto men li paia strano, i'cli'. son. 201.
Me empiè d' invidia 1' atto dolce e stra-
no . Bocc. no.'. 89. 8. Ed è nuova e
strana cosa a pensate, che per lutto que-
sto io non posso trovare uom che ben
mi voglia. E nov. 96. 14. M' e si nuo-
vo e si strano, che voi per amore amia-
te che quasi un niiracol mi pare. ì it.
Ptiit. Il Re tre di innanzi aveva vedu-
to un segno strano. JS'ov. «n(. 33. 1. Il
cavaliere In turbato, e comincio a lare
strano sembiante, ed ingrosso contro al-
l'amico suo. Bern. OH. I. 26. 25. E
fece un certo viso storto e strano, Quan-
do disteso trovossi in sul piano. Malm.
2 21. Ostico gli pareva e mollo strano
£ 3 I Se gli son rotte 1' uova nel
panit're , Considerale se gli pare strano.
Fav Acc. 144. Io vi conlesso che I
i„io ( ingegno ) e schizzinoso, fantastico,
e mollo strano.
§. IV. ter Buvido, Di maniere scor-
tesi Che usa stranezza. Lat. durus,ru-
dis' Gr. isìrifOi. Catat. l8. Alcuni al-
tri sono si bizzarri e ritrosi e strani,
che ninna cosa a lor modo si può la-
re E 21. Non si vuol essere ne rusti-
co , né strano , ma piacevole e dome-
R V Per Alieno, Allontanato, Lon-
tanò Lai. alienus. Gr. K>)ÌTf 105. .Soie,
no.' 75. 2. E assai altre cose tutte stra-
ne da ordinalo e costumato uomo. Lab.
70 Con aperto viso di ciò con meco ra-
giona, come se sempre (ossi stato di lei
Tirano, M. V- 4- ^9' Essendo strana da
quelle virlù, e dalla provvisione di quel
Reggimento. E 6. 40' Avvedendosi al-
quanto il Comune di Siena, che 1 esse-
. , I .- .li Pirenrp li DO-
quanio " vv...."..- - •_
re strano dal Comune di Firenze U po-
teva tornare a pericoloso danno, ec.
S V 1 Strano, t' usiamo ancora per
Pallido e Macilente, e Quasi trasfigu-
ralo. Lai macie diformis , sqiialidus^
Gr ÙTlfli:, vXwfo'i- ^''""- ^'''- ^ ^*-
Ella avev' anni piò che la Cumana, Grin-
za, torta, riarsa, nera e strana.
STRANO . Avverbio. Bruscamcnle ,
Cruccio-tamenle. Lat. torve. Gr. rauj;/,-
oVv Fit. PI"'- Calo non rispose nulla,
ma guardalo strano, e con fiero viso
* STRANUTARE. Lo stesso clic Sta, -
""hV^Ìtranutazione. ì. a.
Starnuto. Cavale. Espos. Sinib. .. 91.
V ottava spezie sta m osservare Ic.slra-
DUtatioui. (1 )
177
i4io
S T R
* STRANUTO. Sìist. Lo stesso che
Starnuto. (Cj
STHAOROINAIUAMENTE. Av^'.Con
modo slraonUnttrin. Lai. immodice. , im-
moderate. fir. jntpixiTpUi. Cìrc. Geli.
^. loH. Ma pcrrliè ejjli arreca taali co-
modi al VÌV4T nostro, voi 1' amate tanto
straordinariamente. l'I 5. l33- Si che noi
non amiamo slraordinariampott; e loro e i
mariti nostri. Pareli. Lez. 298- Il Petrarca,
il quale, come avemo detto, non era gelo-
so per r ordinario, mostro d' esser diven-
tato straordinariamente per quelita cagione-
•f * STKAOriDKNAHIETA'. Qiialit,'i
e Stalo di Ciò cite. i- stranrdinario. Hel-
lin, Jìticth. 123. Onde noi altri del
mondo dì qua, Che a) nostro gretto or-
dinario usi &iumo. Sospesi a queste straor-
dinarietà , Di noi mcdesmì non ci rivcn-
ghiamo, ec. (/I)
STRAOUDL\AniISSIM0. Superlativo
di Straordinario, /.'uon- l'Uer. 2. 3. 9.
A tutte quante quelle gentildonne , Che
capileran qui, i'nr cortesie Straordioariissi-
me disegna.
STRAORDINARIO- Corriere che non
ha giorno determinato a portar le lei*
ter e.
g. I. Per Donzello, o Mazziere di alcun
magistrato. Fir. As. 33. Comandò a un
di que' suoi straordinari 1, che saltandovi
su co' piedi» lutti gli calpestasse.
§. li. Lettore straordinario , si dice
quegli che o legge le materie che non
leggano gli ordinariij o legge in giorni
ne' quali comunemente non si legge da-
gli altri. IJuon. l'icr. 1. 3. 3- Ben è
ver che il reggente ci ha promesso Uno
straordinario Per la materia necessaria
tanto £ praticahil sì degli alimenti.
STRAOUDKNARIO. Add. A'on ordì-
nariOj Che e fuor dell* ordinario. Lat.
miri/ìcus j i/tcrciUhilis. Gr. Ttepi'arifXOi ,
TTapo^oofo;. Cron. Moivll. 254- Questa
spesa fu nel mortorio ce, nella dota di
nostra madre, e in molte spese straor-
dinarie. Farch. ErcoL Sj. Cotesti sono
casi o mostrosi o miracolosi, o almeno
rarissimi e straordinarii. Fir. As. 35.
Con un gran disio e con una straordina-
ria diligcmcia io andava considerando ciò
• he mi si parava davanti. Amhr. Co/. 5.
8- Ch' è cerio un miracolo Straordina-
rio. * Matt. Franz, rim. 3. 92. Que-
ste f le gotte ) son certo un ben straor-
dinario. Clic sta iir'gli altri heni appunto,
appunto Come lo teste fan nel calenda-
rio. (//)
STRAPAGARE. Pagare oltre al con-
venevole. Lai. plui solvcn'. Gr. nipii^òii
airoTi'etv.
# STRAPAGATO. .Idd. da Strapa-
gare. Lat. large compcn-^atus. Il /'o-
cahol. alla vore OLTRAPAGATO. (')
t * STRAPANATO. Add. Meschino.
Jnfchce. Jìcllin. Disc. 3 34- Da far sue
prove solo fra li strapanali e poveri mini-
stri degli Apedali. (Min)
STRAI'ARLARK. Parlar troppo e in
mala parte, /ii,i cimare , Sparlair. Lai.
ohloqui. Gr. KOtTXypoviì-j. ì'arch. Frcol.
5o. Alcun! dicono straparlare , cioè dir
male e biasimare. ^ Segner. Crist. in-
str. 2. 2. 16. Mi dÌ!(pijre «ti non poter
dur<> una simile penitenza a più <l uno ;
ma singolarnieiile a «pulii che dopo .iver
lietlcmmiato ee. pare, per cosi dire, .hr-
ti'- ne lecrhiiio ancora le labbra su ipie-
SÌ.Ì scusa , che h la collera che (jli fa
Ntiuparlar rosi. (CI'J
STRAPAZZARE. Far poco conto di
ihecchcssia. Lai vexare, despectui halfc-
tx. Gr. KaTay^vii», u^pi'JJsiv. Tac.
J)av. Stor. 4- 35o. Non affogare i Ro-
mani nitanto neir armi civili, che insino
a' Treviri e Lingom gli deano strapunore.
S T R
§. I. Strapazzare, vale anche Maltrat-
tare, Straziare. Car. lett. 2- ^O. Com-
parve qui una censura di quest' uomo ,
che non soUmenIc la strapazzava , ma
r auuuilava del tutto- * Imperf. V. Tilt.
T. 12. 137. Né ingiuriare, o strapazzare
si debbono i servitori come né anche la-
sciar loro pigliar animo, comandando ad
essi autorevolmente, ma f on discreta ra-
gionevole e piacevo! maniera iF)
g. 11. Strapazzare il mestiero, figura-
tamente si dice di Chi opera inconstde*
ratamente, o fa alcuna cosa a strapaz-
zo. Lat- inconsulte rem facere. Gr. d^O'j-
>4i5 TiXTTZiv. Malm. 6. {\2. Ma e"*ien
eh' egli .strapazzano il mesliero.
§. III. Strapazzare un cavallo, o simi-
li, vale Affatu-arlo senza discrezione.
STRAPAZZaTA.MENTE. Avverlf. Con
istrapazzo. Lat. contemptim. Gr. xcera-
fpovriTixòti. Segner. Crist. inxtr. l. 10.
22. Proferi in essa, serontlo T antico vi-
zio, il nome santo di Dio strapazzata-
mente. /; 3. 34- 3. Si contenta di re-
citare strapazzatamente la sua corona-
STRAPAZZATO. Add. da Strapazza-
re. Lat. contemptus, contemplui habitus.
Gr. xxTay^ov/iiet'i -
•f * STRAPAZZATORE . VerbaL
masc. Che, o Chi strapazza. (C)
•f * STRAPAZZATRICE. Ferhal.
femm. Che strapazza. Segner. Crist. in-
str. I. 19. 11- La ragion è per quella
obbligazione che ha ogni buon Ggliuolo di
risarcire , nel miglior mo<lo che |'Os^a ,
r onore al padre, quando lo sente gra-
vemente affiontare da una lingua slra-
pazzatri'-e- (*)
STRAPAZZO. Scherno, Strazio. Lai.
contumelia. Gr. u^pt;. * Segner* Pred.
Pai. Ap. 6. 12- Ohlationem in vita
fra continui strapazzi, et hostiam in mor-
te fra crudi scempii ( TC)
g. 1. Cosa da strapazzo, vale Cojta
da .servirsene senza rispetto. # Segner.
Pred. Pai. Ap. 3. 16. Seppe ancor de-
porre tal abito da strapazzo, e cambiarlo
in uno non solamente decoroso, ma splen-
dido. (TC}
g. II. Strapazzo, vale anche Lo stra-
pazzarsi , o Aver poca cura della pro-
pria .salute, fiuon. Fier. \. 2. 2. Per-
cb* ei torni di nuovo a' suoi strapazzi.
t * STRAPAZZOSAMENTE . Av-
veri» . In modo strapazzato . flcllin .
Disc. 2. 348. Strapparle a viva forza
di dosso il candido velo della st hiclla
interezza delle sue massime , e strapaz-
zosamente avviluppatala in un infami- in-
tessimento d' imposture sacrileghe. (Mini
K 3. 35. Quegli che dclP Anatomia rosi
strapazzosamente parlarono, (l'i
•f * STRAPAZZOSd. Add. Trascu-
rato, IS'egligentissimo. l'rcs. Fior. part.
4. i'ol. 1. png. 265. Appresso gli scrii
tori d' ogni linguaggio ella sn che lai fi-
gura (la zeugma / e frequentissima, ed ir
a maraviglia bella . e superiore per lo
strapazzoso modo di servirsi delle parole,
ec. (A)
STRAPERDERE. Perdere as.tais.iimi*.
Salv. Granch.5. 2. Pure egli ir me* per-
dere, che slraperdere,
STRAPIANTARE. Traspiantare. Lai
imccrerc. Gr. <_uyuTSuH».
STRAPIOVERE . Strafwcrhetolmente
piovere. Lat. vehementer pluenr. ("ti-f. rim.
hurl. I. 7. Doverhfe 1' altre 1" han sempre
mutfalo , Che vi strapiuvc loro in venti
lati.
STRAPOIlTARK. Trasportare Lai
e.rpftrtnrf. Gr. i^x'/KV. Hnon. Fter. fi.
3. H. Altro agi' incarrhi Portare e slra-
pvirlar per la ilogaoa.
§. Per simi/tt. vale C^>mmuo%frr di-
sordinatamente Lai supcrhuun e.tcitare.
STR
efferrt, Gr. aTTat'petv. Amm. Ant. 37. 2.
4- Le prospere cose non islraportano il
savio, né le avverse il snltumeltono. Sat-
vin. Pise. 1. 164. Fermando gì' inlellel-
ti nostri, che di sua nalura a ogni vento
di dottrina si lascerebbero strapoitare ed
aggirare, alla saldissima àncora delia fede.
* STRAPORTATO. Ad^i. da Stra-
portare. Segner. Jtttp. tjuiet. 6. 5. E
ciò che ho detto di un solo ec. dir po-
trei di lutti -gii altri scrittori nostri egual-
mente da lui stirati, o straporiati a suo
prò (qui allegati ) . (TC)
t STRAPOTENTE Add. Di gran poten-
za , Più che potente. Lai. pra-potens. Gr.
tJp j-'Sì'^c't- Taf. Dav. Ann. 3. 71. Il
popolo odiava Quirinio per aver, cwm' è
dello, rovinalo Lepida, e per esser Tec-
chio sordido e slrapoteote.
■■^ STRAPPABKCCO. Voce usata nel
modo nvverhialc A strappaltecco , che
vale Con prestezza , In furia. Magai,
lett. uom. ili. 1. 33 1. Questo mi pare
un calderugio di pietre commesse, che
ne vaglia bene un mazzo de* miniati in
earlapcrora , e anche a pigliarli, come si
dice a slrappaberco. ((')
•f -i.- STRAPPABILE. Add. Che può
strapparsi. Pellin. Pise. li. Vengono ad
urtare le parti del porfido, rese cedenti e
trattabili , cioè strappabili dagli aliai ra-
menli loro, e strappabili dallo sforzo dello
smeriglio. (Vin)
* STRAPPAMENTO. Lo strappare ,
Strappata. Lat. avulsio. Gr. «TT^OTTaff/Aa.
Gal. Piai. mot. loc. 485. Nel legao si
scorgono le sue fibre e filamenti dislesi
per lungo, «he lo rendono giandemenle
più resistente allo strappamento, che non
sarebbe ec. {*) F. appres.io : Come duvria
vedersi quando la division della corda si
facesse non per lo strappamento delle fi-
la, ma ec. Sagg. nnt. e.tp. 1^2. Venuti
in cognizione, dopo replicai*- esperienze ,
delle varie forze che allo strappamento di
ciascuno di essi < anelli ) li richiedevano ,
si poteva ec. f/l)
3 STRAPPARE. Spiccare, Lacerare,
Levar via con violenza. Lat. extirpare ,
avellere, veliere, extorquere . Gr. aJTo-
art&iv. Bocc. nov. 36. 6. Malgrado di lei,
con maravigliosa forza gliele strappasse di
braccio. A. nov, 44' *^' ^-""^^ *"**'' fi''
fosse il cuor del corpo strappalo. Hut. An-
dando al bosco per pigliar legoe per far
sacrificio agi" Iddìi, cavando e slrappand ■
mortelle. V /fellin. Pise. I. 269. 0"^'" ■
cedenr.i e arrendevolezza si è congiuni..
I con una coerenza di parti si grande, e si
gagliarda, rhe il peso del c»>rpo sospendi-
bile non possa superarla e slrapparoc le
parti. fC,
* S- I. Strapparsi la preda, o similr .
vale Torsela dt mano l'uno /* altri'
- Tac. Pav. Star. 4- 3.'i8. Lasnarono l.<
viiloria, per isirappani la ptv^a ■ . fC'
^ §. 11. /'." neutr. pass, fìeitìn. Dis*
I. 3|. Allenlandtde (le corde degli stru-
menti musicali I »i vedono nentrar da »c
stesse in se steur ee.. e se A» sé si strap-
pano, pur rientrano in loro stesse. fCt
§. IIL Strappare, per I schiantare. Sagg.
nat. esp. 128. Quelli (vasi) d'oro pìii
schietto solliglÌB e distende, e finalmcnle
slrappa .
* §. IV. Strappare urta co.*a di hocca
ad uno , fìguratanr. vate Levargliela di
borra. Setiner. Pred. Pai. Ap. 5. l'i
Strappiamo noi queste parole di borra
all' .iiltllaxione. ' TC)
STRAPPATA. Lo strappare. Stratta.
I.al tor.iio , avulsio. Gr. ffrjeop*)' . «Tff-
o:ra9rj;«. Segmer. Pred. 21- l. Le piante
salvalii he sono quelle, da cui non si pos-
sono c-iniunemente nrrr frulli se Oon »
lon.1 di ttrappiite e di scosse E Mann.
s T n
Mar-.. 3o. 5. Oh che l.raccia ^i vogliono
scosse oh ihf iC'-'" ^o"""' ^
STRAPI-ATtLUA. iJm.. di Strappata.
/'«■ O-fo^. 5. 4. E qualche stnipl.atcUa
5 Ouosli n>inislri .lolla giusta sono ri-
pausimi, inlanloché io polte. toccarne
5uJchc strap,.aUlla Ai fané, e fotsc pog-
aio ancora, t fO „ t _,
STRAPPATO. .^<W da Strappare. Lai.
rn</i./.<. Or. a'nosTrao&si's.
fi. />p iim.V/r /)».•. .Sr.^m. 20 Ne ac-
cettava per giu-iice lu. ""fpf ;;%';;
eie dal Re , an.i che nìandato da Pa|_..
fcioe ottenuto i.cr lorxa . A K. ''•" S-*-
Videìerov",c d'ila patria distrutta, strap-
paio dalla consorte i cioè , separalo, o al-
lontanalo Ycr fona ). ».„„„
* STllAPPO. A»cc™:;.o/.e, o iioltiira
'":?^t;;;^i;;:^«o.7;::;:^V7
iéfj. Gli ho lenuli (i '■"<'"•"'.■"«'*".
Li sopra stvarun.in d. taffetà nnbast.U
STB^USTO . Spezie di materassa .
Buon. ner. In,r. 2. I. S-os'-'""; "j^
gliaten,,, traetemi Di questi vosU. mo.L.-
S T R
S T R
1411
di strapunti . t 4-
3. 2. Colli e spolpati
Ci addo™enlan>n.'o su per gì. strapunli
£ 5 •. 2. E stretto il suo Icsor rebla-
manie -N uno slrapunto dc%uo. vd, slrac
ci, ec. =? SaUi,,. Eaeid. hh. 3. i>on pi
grò Dallo strapunto sorge Palinuro, t tulU
'''^^^O.Add.Biccl.,.s,...Sa!..a^
Pns Tose. I. 106. Erano un deluato
^^ntar^to degli Orientali e de-Parli an-
cora straricchi, che dell'ovaie ancora l.ian-
rhe deUe cicale eran ghiotti.
STBAHIP.VBE. lo sgorgare e .U.ahoc-
car cheta l'acqua .wpra la r.pa. ■■■ .<«'.■'«•
Zno:.M..r. i 259. Fglii un fiume che
ec. trabocca e strarijia. '^)
* STARIPATO. .Susi. Luogo^'cos""^;
Dirupo, rari, ae.gr. cap^ z^- t»» ,la r-
Tu, e quando si rannuvola, e dove e stra-
ripalo ? e mentre o,ni vostro Lene prec.
pS* e va in conquasso, vi r.spkude pm
I^War. . V accompagna più ledele vi eon-
sola più tenera in un medesimo e fiu for-
'" ST^BAHIPEVOLK. T. J. Md. Molto
dirupato, .scosceso, Bepeate. !-»'• P/-"™"
ptu.'. declivis.C.,.-J.r.i'.?'.a-.o,. l'ioc 1.
02. G.ii per la slraripevole monlagna
?en.a tener via o sentiero diritto, si diru-
pava 1' iniquo esercito. , ^ .
"^ •+ * STBAliUE. /. W. Fstrarre.
Fai' r.<op. 121. Una spina per sua sc.a-
'ura gli entro per lo pii: in tal maniera,
che non potendo strarnela, cesso 1 ope.a
,lel suo corr.mento ( f ed,,, d, Pado.a
1811 a pag. q3 legge- Una spina g . en-
^ fa/ toL> per lo pie sic m tal ma-
niera, che, non potendola trarre rise te
di correre). (1) SaMn. Cas '49- »I°1'^
cose altresì Sesto Emp.nco dai medesimi
porta contro i filosofi, le quali già strasse
e puhWico alle stampe Arrigo Stefano. (iV;
STBAS.\PERE . Sapere a sopralihoa-
danza. lat. magnam scire . Or. £.0-: vai
a---H5Wi. *./>■. (iranch. 1. 3. A che
,erve infin tanto sapere E strasapere, per
non lo recare Mai in atto? .v«/>m. Disc.
1 6- Qua si può ridurre quello strasa-
pere', che diceva san Paolo : plus quam
oportet sapere.
STRASAPUTO, /'drf. da Atrasapere.
+ # STKASCICAMENTO Stra.,cico .
Bellin. Ihsc. 2. 274. E perche tal stra-
scicamento de- ruU. dal peso soprapposto
non si fa per altro . se non perche esso
soprapposto peso si muove ec. (Mmj
* STRASCICANTE Che strascica .
Sal.,n. P'ros. Tose. 2. iS?- H "•"d"';»
critico ce. taccia Omero di ave,,- adattalo
un lungo esordio e strascicante ce. ad una
corta orazione I qui figaralam.). ( ) '-
Jliad. 8. 525. Ma Minerva d. Giove , d
una capra AUiovo figlia, .1 delicato manto
Lasciò andar strascicante al pavimento Del
padre, ec. (IH i , ,„
STBAsnCABE. Stra.scmare. Lai. (rn-
7,frc, prolrahere. Gr. au>:iv , a-us.v.
frane. Sacci,, noe. l3o La gatta , che
era affamata, sentendo V odore de tordi,
lascia i calomici , e da d" uncno a tordi,
1, quali strascico ec. per tutta la casa .
1 lire Celi. 8. ig2. E molto manco an-
1 cora d. quella f,,n,rfeMa ; di quegli ani-
' mal. che vanno st.asccando d corpo per
terra, come sono le serpi. Tac. Dav. I 't.
Agric. 3q9. 1 Britanni spars, con mesco-
lato piani? d' uomini e donne strascica-
vano i feriti. Malm. 12. IO. Chi dietro
strascicar si vede un fianco.
* §. òlra.<c,care, in signific.neutr. pass,
dicesi di Chi cammina a stenla d, eh,
in camminando strascina per debolezza le
nambc. (i ) ,. ■
STRASCICATO, -idd. da Strascicare.
Lai. traclus, protractus. Gr. '"f^J^^-'"?.
TTpo^/isV^vo; . Tac. Dav. Jan. 3. bl-
Spezzavano le sue immag.n. strascicate
alle Gemonie . Huon. l'cr. i-l- 3- Le
•1 vorrei far venir con lo staffUe , Colle
funi tirato, strascicato.
STRASCICO i' alto dello slra.sccare .
Lat. Iractio, piotractio. <•,. mpu-Oi-
S 1 Strascico, La parte deretana del-
la >'este, che si strascica per terra. Lat.
srrma. Gr. =.V.u:a . .Sai.. Cranch. 2 2
(JappeUo, e un paio di borzacchini Avrò
io: pelliccia che s,a "l caso, ^o, s 10 non
r accattassi; chi le mio Son come dire,
da gottosi, larghe, Gravi, ed hanno, si può
dir , lo strascico.
S 11. .WrnicifO , per mela/, l'ale /Ig-
ei,mta, .Sopraianzo, t.esuhio. Sagg. nat.
c.tp. 154. ni questo strascico di moto non
si è tenuto alcun conto.
g III Fai'cllar collo strascico , SI dice
di Chi o allunga troppo le vocali , o ri-
batte le sillabe, 0 replica le parole aU
fmc del periodo . ìarch. Star. 12. 4^/•
Eri bel parlatore, ma favellava collo slra-
""s ' IV. Strascico , e anche una Specie
di caccia che si fa alla colpe, pigliando
un vezzo di carnaccia fetida , e slrasa-
caadola per tcra legata ad •'"'•"'f-
per far venir la colpe al fetore di essa,
ilalm. 1. 59. E paion con la spada in
su le polpe Un che faccia lo slrasc.co al-
°"t*' STRASCICONI. Awerb. A ma-
niera di strascinamelo. Vin^^lalm- JgS.
Facendolo tirar strasciconi da' '.noi. Ma-
gol, leu. scienl. pag. 149. Un che der-
^e un che si bisticcia col fratello, o coUa
I sorella , un che va a spasso strasciconi per
■ la paglia , ce. (A)
i STRASCINAMENTO. Lo strascinare. .
! Lai. raptatio . Gr. c-^fp-Oi . Bui. Purg. ,
24. 1. Rimase dilaceralo per lo strascina- .
"""^STRASCINARE . Tirarsi dietro al- \
! cuna cosa seaza sollevarla da terra. L^t.
' Tahere, raptare . Gr. ryJpt-,, O/.e.v.
Ovid P,st. 86. Non tacesti come tu stra-
scina;ti per ninferno Cerbero U portinaio
C r ' ll3. I 11 f^" strascinare per
laterra,'e poi impiccare per la gola. Dani
Inf. l3. Qui le strascineremo , e per la
meila Selva saranno i nostri corpi appesi.
But. ivi: Finge per convenienza di pena
al loro peccalo, intendendo che strascina-
1 re sia portare la cosa malvolentieri Crom-
I cheti d- Amar. 21 Nella battaglia Achdle
uccise Eltor, e slrascinosselo dietro. Bern.
Oli 2 i5. 49. 11 giovinetto giù SI china,
E lo ,.iglia pc' piedi , e lo strascina
!.•: §. //. signifc. neulr. pass. Andare
stra.fcicoi,, , a stento. Bari. As. pari. I.
/ 5 p. ai. Cosi disfallo rom' era e con
indosso la sua lebre si strascino davanti al
P. Gaspare. ( P)
STRASCINATO. Ad,l. da Strascinare.
Lat. rnptatus. Gr. 50,:oy..:vo;. G. ì'. O.
78. 2 Tutti rimasero niurti al campo, e
la sua insegna sUascinala a vergogna per
lo campo, e in Firenze.
STRASCINATUBA . Strascinamento .
Lai. raptatio . Gr. iruf.ui; . lih. l'red
Quali si erano le crudeli slrascmature sof-
ferte da' martiri de' pumi tempi.
3 SlHASCINrO. .\lra.<c,namento. Lat.
raptatio. Gr. ajfiid;. . , ,
* § I. Ber lo Komore che SI fa stra.
scinaado alcuna cosa. •• fior. S. frane.
l36. Ecco che senti uno gr^inde sUascinio
per lo chiostro ». (Cj
■ * § Il Per la Parte delle vesti che
si strascina per terra, 0 che penzola so-
lamente . .. Fraac. Sacch. nov. 178. Lo
•mbusto è fatto a istrettoie, le braccia con
lo strascinio del panno , ec. ». I^J
+ STRASCINO. Sorla di rete da pi-
gliare uccelli j Frpicato.o. Lat. everricu-
li.m. Gr. vo'p.&f =v, !7a-/r,..«. Mail. I raaz.
rim. buri. 2. 169. ^on si può senza spa-
BO fare archetti. Ragne, giacchi, lunga-
O . ■ ,-. ; l;,_ ^»c^i If nri .
are arcucm , ■•«q".., t, _- «.
li e strascini Da pigliar pesci .lepri ,
uccelletti. Bern. Ori. I
6. 17. Non fu
m^'Vàlto' gioco cosi pazzo . Con un stra-
scino a quaglia, o altro uccello.
g. Stiascno , e anche una Aorta d,
giacchio aperto da pe.'^care.
STRASCICO. Dicesi anche una Bazza
di beccaio vilissimo e plebeo , che vende
la carne per le strade senza tener bot-
"^^STBASECOI.AHE . Tra.molare . Lat.
obitupciceie , admiralione percelli . Gr.
ìaaS'iv. Bed. D.tir. 45. Me ne strase-
colo, me ne slcaliilio. E, fatto estatico.
vo in visibilio.
:;= STRASECOLATO . Add. da Stra-
secolare. Bed. Annoi, lìitir. 210. Onde
andare in visibilio, per andare in estasi
quasi strasecolato, cioè fuor di queslo se-
colo, ec. Ma non si userebbe se non per
ischcrzo. (fj ^ „ .,
STRASE2ÌTIT0. Md. Sentilo assai ,
Sentito vivamente. Tac. Dav. Ann. 2. 48.
Cose da Germanico strasentite , ma sop-
^"•■f STB ASERV ITISSIMO. Superi. 01-
iremodo .servito. Benv. Celi. ìit. 3. 33K.
Mi disse a viva voce, che 10 lo avevo slra-
servitissimo mollo più di queUo che Im si
^'"ST^IASORDINARIAMENTE . Av-
verb. In modo straordmar.o. Lat. praHer
modum. Gr. ^t-y.^d "0 p-i-?'"' ■ ^"^f-
Orio. Fir. X^-I. NeUe stesse muraglie ,
tempii e case slrasordinav.amente danneg-
giata dal fiume. Segr. Fior. .^^"r.J-^J^
Avevano condotto slrasordinariamente sotto
titolo di capitano di guardia tesser Iaco-
po Gabbrielli. K 2. 57. Ci pare esser certi
che voi vogliate strasordinariamente olle
nere quello che pc
r ordinario noi non
'''T:^-^r::oi^^>^^^o.Add.Fi,ordeiv
V- ho delio Della cagion che gli ha latto
cercare Passo sliasuidmauo. •>'^' ,,:
Slor 2. 48. A lui rifuggivanolutt quel"
che alcuna cosa strasordUiaiia di ottener.
^'tTZ'lo strasordinario, posto av-
verb,aim. vale Stra.<crdinariamenle ..Bor-
ghOrig.fir. 2... Spianando gUscoghche
^r lo slfasordinario CI s'attraversano.. (( J
l4t2
S T R
^STRASORDINATAMENTE. A.verb
Disoreìinntamentf , Senza alcun ordine.
Uenv. Celi. Tit. 2. 56o. Correvano in-
nanzi, e indietro tutti infacccndati istrasor-
dinatanipntf. (C)
STHASl'ORTATO. Àdd. Trasportato.
Lat. actus. Gr. r'^Òitq . Buon. l'ier. ^.
l^. 21. E itrasportali come se dal vento.
STRATAGEMMA, e STRATTAGEM-
MA. Inganno, A-^tiizia. Lat stratagema.
Gr. 'jrpxTÀyfiij.'x. Varch. Stor. 7. 171.
Bcncliè il suo araldo fu con certo strata-
gemma ingannalo . Cecck. l'sa/t. Cr. \.
1. Io 1' tio lasciato Sulla parola; un pò*
di slrattagomma. Car. Utt. X. 5"]. Risen-
tirsi della contumacia di Savignano, e certi
altri stralta;;emmi nuovi.
* §• Talora si trova anche usato in
genere femminino . Segner. Pred. 6. 6-
Guardate nuove slratagemme da prende-
re le città, non per via di macchine, ma
jirr forza di suono. (V) Corsin. Torracch.
8. 17. IN-rcbc non meno è (Manganorre)
di facezie un vaso , Di quel che sia fra
tauti uoniin preclari Mastro di slratagcm-
nu- militari. (U)
STRATAGLl.^RE . Oltremodo taglia-
re. Lat. i'ehementcr caedere . Gr. ostvói^
xorrTEiv. Jìern. Ori. 2. 4- 4*- '^ Conte,
con quel tirando the strataglia , Gli tira
un colpo alla testa giù bassa.
•f * STRATIFICARE. Disporre chec-
chessia a suolo a suolo. Art. J'etr. Ker.
I. 14* Nel fondo di essi corrcggiuoli fa-
rai un suolo di zolfo polverizzato, poi un
di dette lamine, e sopra un altro suolo di
zolfo polverizzato, e uno di lamine di ra-
me, come sopra ; e con questo ordine em-
pi il correggiuolo , che altrimenti sì dice
stratifìcaie. /? i.l. Il rame , in cambio di
stratificarlo col zolfo nel correggiuolo , si
stratifichi con vilriolo , e poi si calcini
ec, poi Iti cavi, e si ritorni a stratificare,
ve. (ì-)
* STRATIFICATO. Add. da SU-atifi-
catvj Disposto a strali. (A)
* STRATIFORME . 7Wm. de* Nat.
Ciò che è a forma di strato. (A)
STRATO. Su.n. Solaio, Pavimento.
Lai. pavimenlum , solum . Gr. £oapo5 ,
Sd-KZQOv. But. Pavimento è vocabolo in
gramatica che significa lo strato, e an-
che la paura \ ma in questo luogo vicn
più a proposito per lo strato . Frane,
fìarh. 202- 8 Talor si mette Per orna-
to Iq basso strato.
g. 1. Strato, .ti prende anche per Tap-
peto, o Panno che si distenda in terra, o
altrove, in segno d* onoranza. Lat. stra-
fpilum, Gr. 'STpòtiÀtt.
t * §■ 11- Sfrato, si trova anche per
Letto. Mor. S. (>reg. 8. 17. Ccrcan den-
tro da si; lo strato e '1 letturcio , ovve-
ro i! covile . K appresso .- Sarò alleggeri-
to parlando meco nello strato, cioè nel
lettuccio mio. ff)
^ g. III. .V/rrtfo. Termine de' datura'
/isti. Dicesi della disposizione in piano
delle cave , e delle diverse cose che ca-
vando si trovano nelle viscere della ter-
ra. (A)
* STRATO. Add. Quasi sternato. Lat.
^trntus. S. .Igost. ('. D. 4- 3. Il riero
sta sollecito di timore ec, sempre inquie-
to, e sempre :%lralo dì perpetue contcn-
sioni di niniicizie. (f)
STRATTA. Strappata. * Ru%p. son.
6. Un certo ec. noi mangiar si gratta La
gola, storce il rollo, e dà una .«tratta. Per
ingozzar que' cibi d' avoltoio. Torricell.
Le%. png. 5. Immaginiamoci ec. che m
questa .slama siano trenta uomini, i quali
con tutta la lor forza tengano unilanifìnlo
il capo di un' asta, e che per qiirtla stra-
da là tùori pH.ssino in ordinanza tutti gli
uomini dell' Europa uno dopo V altro, ma
S T R
però in tal modo, che un solo per volta
nel passare dia una stratta ali* altro capo
dell'asta. Certa cosa è, ec. (li) Lasc. Cen. I.
nov. 2. pag. 73. E dato una grandissima
stratta alla persona, il piuolo con che Dio-
gene piantava gli uomini , strappò per for-
za, e cavo di boera a quel maladetto luc-
cio. (TCl
STRATTAGEMMA. Ved. STRATA-
GEMMA.
STRATTO. Sust. Zihretto ove si nota
checchessia per ordine d' alfabeto. G. J''.
IO. 56. 2. Tuttora si faccia andare di-
nanzi un gran giudice di legge, il quale
avea per istratto V ordine dell' Imperio.
Tac. Dav. Post. 43o. Il dì del mortoro
è lo stratto di tutta la vita del morto, poi
non se ne parla più (qui ftguratam.).
STRATTO Add. Strano, Strava-
gante. Stor. Aiolf. Vide Àiolfo il costu-
me di questa stratta gente , come sozza-
mente viveano. l'ranc. Sacxh. nov. i65.
Carmignano da Fortune ec, fu uno uomo
di stratta condizione. Crun. Morell. 23o.
Ma egli intervenne che pe' modi suoi
strattij altieri e superbi si fc* in conristo-
ro ec, che non si potesse mai più fare
Cardinale degli tJbaldini ( Lo stampato
forse per errore Ita: stretti), l'arch. F.r-
col. 20. Credete che queste oppenionl co-
sì stratte abbiano ec a ritornare?
§. I. Stratto, vale anche /astratto, O-
riginato, Di-fcendente. Lat. originem dii-
cens. Gr. Tpoip^ófi-t-^o^. G. F. l. 32.
4. Non è da maravigliare $' e' Pistoiesi
sono stati e sono gente di guerra fieri e
crudeli ec, essendo stralli del sangue di
Catellina. /:.' IJ. 57. 3. Questi Conti di
Minerbino furo stratti di vile nascimento.
* /C 2. II. 3. Vi rimasero le schiatte
de' signori e baroni, e borghesi stralli de'
LoDgoIiardi. fCj Stor. Sari. 82. I Giu-
dei sono stralli del Icgnaggio d' A-
braam. (J'}
* g. II. Per Astratto. T'it. S. Frane.
206. Mostrò che del castello, e di quelle
persone non avesse veduto niente , tanto
era strallo in Dio in quel tempo. (J'/
§. HI. Per l'ratto, Fstratto, Cavato.
Frane. Sacch. nov. 72. Le cose stratte
fuori di forma, e nuove dì scienze ec. fu-
rono tante, che lingua appena le potreb-
be contare.
t §. IV. Per Separalo, Diviso. Lai.
separatus, divisus, secretut. Gr. Jf*'.**"
O^tU- Ott. Com. taf. 20. 370. La detta
vergine, vedendo questo luogo stratto da-
gli altri ec, andòc a fare quivi sua abita-
zione.
§. V. Per Inclinato, Dedito. Lat. de-
ditus, proclivis, pronus , proiectus. Gr.
éTTt'yoio; , «;rtp;i:r/i5. I it. SS. Pad. Il
quale o per la ignoranza del l>eae, o per
diletto delle possessioni più inchinevol*
mente stratto a' vizi i, ce.
* STRAVACATO. Terminedegli Stam.
patori. Dicesi quando la pagina vien tor
ta, per non essere stata bene addirizzata
e legata. (A/
STRAVAGANTE. Add. Fantastico,
Sformato, Fuor del comune uso. Lai. /lo-
fus, absurdus , insolitus. Gr. vl'5;. :?«■
f'a'oofo;. ai5&»('«- Petr. (Jom. ili. l.a mu-
A fatta ferrare con ferri d* aricnto, e mol-
te spese stravaganti fere- Stor. Etir. 6.
129. Sapendo non aver dato orrasione al
cognato in maniera alcuna, e molto mono
al proprio fratello, di far cus* si slrava-
gante. f'arch. Stor. <). 228. Nella quale
eitt'a entro a ore vrntidur con un saio in
dosso di teletta d* oro, r una cappa di
vt-llutn d' un c*)lorr mollo stravagante 0
l>iu.irr<i, tutto cliìazz.ito tra pagonazto r
ro-sso. Salv. tiranrh. ^. |. Odi rosa aro*
nialiia e si>ft\tira, E stravagante rastellur*
tio in aria tbe è ■piean vnstr.» "
S T R
* STRAVAGANTEMENTF. Av^er^r.
In maniera stravagante , Stranamente-
I.at. inusitate, novo et abnormi modo. Gt-
tr.rjbtdi, TTKpaisy &»(. Segner. Crisi, instr.
l. 28. 11. Sen*iva si vivamente il s»alo
re Davide V essere giudicato sì stravagan-
temente dagli uomini, che ec (*) Pros.
lior. voi. I. Oc. pag. 26. Tale ona ma-
nica avea vermiglia, che veniva accoppia-
ta da una verde, e ehi stravagantemente
il di dietro del basto si aveva travolto di-
nanzi, e quale ce. (fì) fìellin. Disc. 2.
232. Il fuoco con queste sole ronditioni
modificato, ma mantcDUtu sempre 1* istesso
in se medesimo, fa tagliamentì si stravagao-
tcmente diversi, ch'egli taglia ogni cosa. (F)
•f * STRAVAGANTETTO. Alquan-
to stravagante. Salvin. Cas. l3. Altra-
mente sarebbe slravagantetta la voce per
la ragione che abbiamo detta (A)
* STRAVAGANTISSIMAMENTE. Su-
peri, di Stravagantemente. Il ì'ocabol. al-
la voce STRANISSIMAMENTE. §. (*)
STRAVAGANTISSIMO . Superi, di
Stravagante. Lat. incredihilis , mirifcus ,
inauditus. Gr. TToe^yco^?;. Lasc. Gelos.
5. II. Questo, secondo che io ho potuto
comprendere, e stravagantissimo. E Streg.
4- 1- T. Oh! è egli però abito sì stra-
vagante questo? F. Stravagantissimo.^uo/i.
Fier. 3. I. 7. Quel fia stravagantissimo,
eh' al capo Attaccato ha le mani.
t 3 STRAVAGANZA, f n//'a/i/iraSTR A-
VAGANZIA . Attratto di Stravagante j
Qualità di ciò c/te è stravagante. Lat. novi-
tas. IJu-'n. Fier. \. 2- 4- Stolidili, foro'
io diceva , umore. Bizzarria, stravagania,
affiss azione.
* §. I. Per Cosa stravagante , Fuor
del comun uso. m Sagg. nat. esp. 7. Per
somma stravaganza un anno è arrivalo a
otto, e un altro a sei (gradi). Buon.
Fier. Jntr. 2. 3. Sogni, voi maghi miei ,
miei negromanti. Che a tutte V impossibil
stravaganze Sussistenza donate ec , Fair
arrestare i canti De' galli e *legli ureelli.
K 3. I. 7. È la più strav-tganlc strava-
ganza Che voi sentiste mai ^ . • C)
* §. II. Stravaganza, vale anche A-
zione, o Di.fcorso stravagante. Cas. leti.
86. Ohra che fareste una stravaganzia ec fC)
* STRAVALICARE. l'nlnar di subito.
Trapassare con fretta. Lai. propemnter
transire. Gr. ra^sw; O'K^wSìv. Bem.
Cair, Stravalira il fossato. (')
3 STRAVEDERE. Vedere assai. Lai.
fierspicerr. t arrh. Suoc. 2. 3. Aorora
che io non sia di quegli uomini che la
guardano in ogni bru>colo , e vogliono
stravedere lullu quello che si fa io casa
^ g. Per l'eder malamente , Pigliare
errore. Lai. se decipere. « Matt. Franz,
rim buri. a. 327. E se si trova pur*
qualche aniore. Che tien che 1* amor ve-
de, anzi aiilivrde. Questi ancora stravede
a tutte l'ore-.. Meni. tip. 3. 2l3. O sia
lii-enta che essi, rome padri e fonilatori
«ella e|oi|urnu si presero, o sia perchè
anche ì ben chiarì inleUetti dì quando in
auando stravecgnno. (C) Bart. Stor. /t.
fib a. cap. G. Fu tàlibaglio dì chi stra-
vide, prendendo in iscamliìo di Lainei ,
Giovanni Feruandn. (CPf
« STRAVENATO .4dd. Uscito fuori
delle vene. Lai e venis eruptus. Red. leti.
I. i()l. Come qiit-l sangue slravenalo in
quelle interne parti della le»ta e UJ.citi>
poi lutti) tuli» ludo . senta rimanervenr
pure una stilla aggrumala, che alibia avu*
lo aUlità ec. (')
STRAVERO. Add. Fate lo stesso e ht
ti superi, frriisimo. Più che vero. Lai.
i'erixiimus. Gr. «) r.SisraTOi. Salv. Spi»
3- 3. Ed è possibile che sia Vero questo,
che In mi di'? It Stravero.
Jf STRAVESTIMENTO. lo stm%t4tt-
S T R
„. Trai-estimento. Scgn. Pelt p"?- '\
7t'.„ l'i'llt Però cuusrsuiU' <'' nec.sM-
:J"e.uuVli>.n.vcs,,,,,t.m Jena perso.
n» e le Bniioni >UUe v.ki ec. (VJ
•+ STRAVESTIBE. Seulr. e nculr.
«,f« conosciulo, Irmeslirsi. Lat. per-
"oLm indurre. Gr.uV,x.=.-v.»a«-W«;
tir. As. 263. Sofg.ungeva, Ce slrave
..endos, una sera quando non lu«ss. la
luna, sitch'c-non potesse esser conoscm
lo ec. Segr. Fior. Mantr. 4. 2. No. ab-
biamo tulli a slravcslircl.
* fi. K .-. ^-gnific- ""■ ^"'"^ "'"'
no dfgli nìtrui p.nni, r'rchenon s.a co-
nosJ.10. CroJstrin. ,32 Scampo fa-
poleone Fran.esi da San G.m.§nano me -
^ianle messer Piero Vespucc, che lo slra-
vesU, e roandoUo via, dices., per pecu-
"'sTBAVESTITO. AM. da Slrn.cstire
Lai. r'-r.^c-nlus Use. l'areni. A «>■ ^^'^
condun-. più coloralamenle alla >"rP"^" •
, cosi straveslilo in mano cosU del voslro
*^'T STRAVINCERE . r>n"r più ài
nJchr si <o„..e,.e. norgh. lesc.F.or.^
460. Io non voglio fu negare, che torse
scioccherà sarcl.l,e, e un volerò stravn-
ccre. nella cilla nostra come nelle ale
d'Italia, 0 come nel resto del mondo tul-
io, essere stalo de' buoni, e de rei.
STRAVISATO. .MI. Tra^i-'alo- «•">•'■
Pier 5. 5. 6. Che mi par veder sempre
que' ribaldi Brulli, strani, delormi t slra-
vìsati pormi ec. ^
STRAVIZIARE. Fare stra^-n-o. Lai.
perquam lanle cpulari. Gr. Oaia-^j
eJwYsrj^ai. Buon. F,er. 2. 1. 14. 1-a
trovai gente in copia ImpoUromla stare
«raviiiando, E invitarsi co' bnnd.s. a ere-
rare, f Impcrf. r. Tib. /). 2; T. II
Ss. (Qualora in si falli diletti l'uomo
t'abbandoni soveichio, o per proprio ap-
petìto, o per vana gloria, e e. si appas-
sioni troppo lautamente e delicatamente
stravixiando. pian piano seni' accorgersene
decade nel vizio fi)
•\ * STRAVIZIO, io J'e."»'"''^*'"'
.■izio; ma e meno n.^alo. I rcs. fior. f>.
1q3. Gridando allegrezaa, allefrewa, e pio-
ve, e' verranno i bigioni, si tara lo stra-
viiio, e si raguneri pure una volta que-
sta benedetta Accademia. C) Mi'on-J'"r.
I. X. 3. DaU' altra parte, di quegli stra-
viiii. Di quei serrati ritrovii , ec. che ne
dìciam noi ? IHl
ir- STRAVIZZAPiTE. Che .<lravi:za .
Prx>s. Fwr. voi. 1. OV. pag. 212. Pero
se vi è nessuno Ira voi Slraviiianti , ene
su innamoralo, sa come egli ha a fare. f«;
* STRAVIZZARE. Vare .ilraviz-.o.
Leon, nm .Non sapevano all' aulica , Se
non v'erano i manti. Straviziare e lar
conviti, f -IJ . .,
STRAVIZZO. Convito; e prendesi u
pili delie iolle per Disordine che si fac-
cia in mangiare e bere /acri del consue-
10, o del bisogno, e per puro piacere Lat
convi>lum, epii/a Or. 5u.u7t0l'O'. Iir.
As. 261. Ella faceva ogni di mille me- ^
renduue e mille stravizzi di nascosto al ,
marito. Tac. Pao. Ann. 1. 23. I barba-
ri in feste e stravizzi, con allegri canti, o
urli atroci . rintronavano le valli e' bo-
schi. F FU. Agric. 393. A poco a poco
coli' uso de' bagni, slravizii e riUovi cad-
dero nelle lusinghe de' viiii (il lesto lai.
ha: conviviorum eleganlia). Fanh. Alor.
8. 198. Che volcnlieri faceva stravizzi.
Bed. Ditir. 5. Un tal vino Lo destino
Per stravizzo e per piacere T)elle vergini
severe. Che, racchiuse in sacro loco, Han
di Vota in cura il foco.
STRAVOLERE. ì olerne troppo, oltre
al convenei-ole. Tac. Pai-. Ann. I Per
S T R
Iiando iliopolo ammoni, non queste esc-
,t, come Y altre .lei divino Giulio, sconi-
pigliassono cobo stravolere, ^l>e >«"?'" n;'
Foro della ragione ec. s ardesse^ I. ost^
437. liasla vincere, e nou si dee slra^o.
'"stravolgere. Propriamente Tor-
ce- co- violenta, per min-vere , 0 canard'
suo luogo. Lat. de(or,7,if7f. Gr. a:T»5 .,--
S T R
l4l3
'^'s.'l. Per mela/. Firg. Eneid. M. E
col ferro stravolgi il dolor tuo fnoe, be-
va, e togli via). .
*C. II. Stravolgere, parlandosi di imi
Iure, libri, o simili , vale Interpretargli
..tortamente. Fuori del vero ,«•-..». l'ep-
recam. 24. E di più die il volersi oppoi-
re a-li Scrittori e scritture ricevute in quel
secolo, o stravolgere i sensi e stranissi.
mamente interpretargli, non '-= fj" ^Jf
voler fare un mondo nuovo. (^) -'^egny .
Mann. Asceus 3. Non li lasciar mai stra-
volgere {dare inlerprelazione storta) un
si bel testo, a distaccarti da rio e hanno
ad essere in terra le tue delizie. (J )
g III. In signi/ic. neutr pass, per
Capolevare. Lat. inverti. Gr. '=<-«"P=-
= .-,S«i. C. F. II. Il3. 3. Un grande
r ricco cero ec. si stravolse sprovveduta-
mente con tulio '1 carro, e cadde in su
"ladi della porta de' Priori.
STRAVOLGIMENTO. Lo stravolge-
re. Lai. inveruo , dislorsio . Gr. /i/.r«-
srpoy/. 6. r. 11. 3. 4 Passare a nostra
correzione, non a stravolgimento di di-
sperazione f eoe, rivolgimento) . iagg.
nai. «P. Il5. Quindi a poco ritornarono
i primi accidenti con isconci slravol.i-
menti di bocca.
STRAVOLTAMENTE . Jvverb. In
maniera stravolta. Lat. Pf^'^"^- Gr.
Ji«,T.,>t.c. Cai. .V,.<(. 35o^ Sebbene .
Copernichisti risnondono, benché assai stra-
vollamenle, a queste e simili altre ragio-
ni, non però ec. , t . ;_
STRAVOLTARE. Stravolgere. Lai. m-
lertere , pervertere. Gr. ò.«5T^!y=>v.
Jìuoa. Fier. 5. 2. 5. Confusi e stravolta.
Il successo a mio modo (qui fguratam. 1.
STRAVOLTO. Add. da Stravolgere.
Lat. inversus. Cavale. Di.'cipl. .«p;r. Sie-
ci per esemplo colui che ha stravolto, po-
»nam caso, un braccio, il quale ec. / .(•
SS. Pad. I. 244. Essendogli menato un
giovane , lo quale avea si crudele demo-
nio addosso, che tutte le membra aveano
quasi perduto il loro u6zio , ed era tulio
istravollo, intantochè quaudo volea spula-
re gli andava in su le reni.
t g ler metaj. ci/c S,ompo.tlo , Di-
sordinalo , Sregolato. Rim. ani. Ollltl.
q3. Or ben mi par che '1 mondo s.a stra-
?obo. Ott. Com. Inf. .1. 206. Dice nel-
l'Etica, clic sono tre maniere d. cose da
fu-ire intorno a' costum. : inconl.nenzia,
malizia, besliabtade. Quando 1 uomo hae
stravolto T appetito, ma la rag.one pratica
rimane diritta , ec. Pass, l'jfi- La figura
del diavolo s' imprenta nell anima; e tan-
te sformale immagini , sozze e stravolte ,
a quante cose superbamente con v.zioso
affello la menle si rivolge ed ama. Buon.
Fier. 4. 4. IO. Con gli abbachi stravolli
Mi colga. , I .
STBANOLTURA. Slravolgimenlo. L.at.
di quoti malvagi uomini straziare. F nov.
',:i 1-. È molto nun male essere dagli
uomini sl..izi..ta, che sbranata per U bo-
schi dalle fiere, l'etr. son. 62. Non temo
-ù che p.ii mi slraiii, o scempie. I ardi.
/«. 5oo. Il medesimo significa slrazure e
scempiare nella nostra lingua. Cani. Cam.
5o. E quanto pii. eravamo straziate. Tanto
il nostro piacere era maggiore.
g. I. Per r>efarc, Burlare, Schernire,
Aggirare. Lat. illudere, irridere, tradu-
ccre. Gr. jj'S'JK?-'"' ò'KOu'pS'^ ■ ■''<'"^'■•
nov. 73. 21. Se tu avevi altra ira, tu non
ci dovevi però islraziaie, come fallo hai.
Celi. Sport. 2. I. Delle nostre : sempre-
mai noi straziamo le povere persone. Cas.
leti ■"]. Dal quale sono slato tenuto a ba-
da, e sUazialo a tutti i tribunali di questa
cilt'a presso a tre anni.
f 11 ler Mandar male. Celiar via.
Dissipare . Lat. prodigere , profundere ,
con.<umere, di.<sipare . Gr oiy.fcfi'.i^ ■
lìocc. nov. 7. 12. Io ho dalo mangiare il
mio, gi'a è molli anni, a chiunque mangiare
n- ha voluto ec, e ad infiniti rd.ald, col-
r occhio me V ho veduto straziare. <<"!(•
Carn. (ìli. 29. Ma voi giovani ancora ,
Perchi; straziate danar , tempo, e panni
ee. ( ire. Celi. 3. 76. Veggendo che di
quello che ha fallo la natura per tutti ec ,
a uno ne avanzi tanto , che lo strazi..
STRAZIATAMEJ.TE. Avverb. Con i-
<tr,uio. Bcmh. Asci. 1. 27. Da essi stra-
ziatamente qua e l'a in uno slesso tempo
essendo portali ec, il senso si djegua loro,
e il cuore.
STRAZIATO. Add. da Straziare. l-»i.
male habitus, vejialus. Petr cap. 4. Ne
rallentate le catene o scosse. Ma straziai,
per selve, e per montagne.
t STRAZIATOnE. J erbai, mase. ( lic,
o Chi strazia. lai. eruciator , vexalor .
Dial. S. Creg. Venne, secondo eh e usan-
za , uno straziatore , che viveva d andaic
1 per li conviti con una sua sc.m.a ( qui
schernitore, 0 buffone ).
STIIAZIEGGIARE. Straziare , in s,.
gnific. di Beffare. Lai- ludibno habere.
I Con iscede, cioi con delti beffevol., che
' slrazieggiano e contraffanno lo parlare al-
leni Sceda i; la prima scrillura , ed an-
co simulazione e contraffacimento , come
quando 1' uomo straziegg.ando eonlrafia
"sTRAZIEVOLE. Add. Di stranio, m
,e,iso di Schern.,; Schernevole. Lai co«-
tumeliosus . Gr. u8p.cT.X04 . Cuid. O.
inver..io
.,-,.,.„, rf,.<(or...o . Gr. /aTacTSOfv; .
■.= Vasai. leti. Peggioramento che ap-
parve 'il quarto anno dependentemcnle da
quella slravollura del piede. (Bj
•+ * S F /hural. per Interpretazione
.■,forzala..iliracehiala. Magai. Leti. VeTÒom
V. S. lUustriss. la pedanler-a d. questa
slravollura d' un luogo di Pbn.o. (A)
STRAZIARE. Maltrallare . Lai. male
habere, lacerare, . e.r«,^.Gr. /»Z!)vv. Jloec.
i nov. II. l3 Non mi vogliale ad istanza
lumeliosus . ^e. ur,^ ,-
Non temperandosi al mov.memo della sua
ira, con parole strazievoli s'erse contr a
Priamo . . . .^,
STRAZIO, /o straziare, in signljii
di Scempio j mlaceramenlo. Lai. crucia-
liis , .luppliniim . Gr. p-««<>4 . »,,i'.
/„/. l3.Cbe giunte .Siete a veder lo si a-
zio disonesto. E 19- Per 'o n""' °°° "•■
mesti torre a .nganno ' a bella donna, e
di |.oi farne strazio. Hoce. nov. 4». IO. ■
a giungo qui, e qui ne fo lo slraz.o che
reLi.Tes.Br.l. 5. Alla fine gli pre-
sero, e fecero di loro grande ucc^ioue e
prande strazio, letr. son. 3 I. Fuor b
man d. colui che punge e molce. Che g.a
fece di me si lungo strano.
e I Per Jseherno . Lat. ludihrium ,
cniitumelia. Gr. Z^^^^'/^'^' f'^'^^f^'ai
Petr. canz. 29. 5. Peggio e b. strazm al
mio parer, che '1 danno. '^"X' '"'J/^^
•n i'razio d. °",-'i-,,;;;"'X ViUanà-
scorrendo per "»'" ' '"f^;';;,"„„e beffe e
menle la sprezziamo , e laccian
'"^"V II Per Profusione, Sprecanien-
"'^' rli 4sr cap. 6. Ne'vamono-
:tde''gUsp'el'tacób^re/ec. con piò sari.
ehe Lazio I il Lat. ha: ut. longe a 1»-
larti , '0» hm^. ^ffffnar . Dal verbo
«TRAZIAftR'. $. n y. r«rrA J/ar' *•
3- AM.n II f»tu *Tjfat >!!« co« <I«J o»-
f sTBAziosAtiKBrre. r ^. ^t--
vAI^. r*'*» iétrusi'», SfhrrntvolmenU. Lat-
tttntumdyim , inkurU>at. &f. >?fti«T*/i?.
i ilj lai. e «aJsUrJwo «iraóoM
<fflafi rfjmH wnmtt dw volcMc r«||«are, «
STfiEBeiARE,r STRIBBIARE. ^(/W'
fticciarr, Pultr*} ed k pr^pfrto qutUo che
fomiti le dtinn* in li$fion^Jit . E et mé<t
tn tiffmfir. alt. e ntutr pAt». Lat per-
patire. Gf, raJi'^tc'^jij- /,<*6 aO^- **«-
lo ttm drtrrwr U»«<ore ar*^W-«j(Ca . I^asc.
Siref prt>Ì. QnviUt pu n rf'/rx*oo , ♦«-
feieofSmi ài »*iJ e «)* '>»'' . * «' - of»J«A>-
M, h»ciawÌMÌ, e arrf>»iart4//ii il »'jlto, 4t
•Crwo Jf ti otrin àn' tf^iuaA»aU «cecine e
* ftTRKB«IATe/ZA, Qualità M eii
the e *tr*tf*riatA} fhiltirzsa . tjérn, >'lt.
Ub ti }>KrA»: Uial/> b«IU pOArnle OrelyW-
Ijnxa àrWt: ^fMtfAr., 'h« nm-kO^ «^4^ Ai t^rO'
U«i'^«ti HB/-»rt '7«r^ ptr timUtt. i. f/tf
STRKBBIATfl. '«TMBISIATO. yidé.
d/ti lf>r verhi. (. ' " '' ^utut «*.. * T
▼IK* e I» gftU < ' ' ^ff^ÀÀ^AK
e firwic/M** , M W spd '^«i
AwMlPtlll. MRzi aA o%ln n»«!«fHnrr. Lt/r.
àfed. cani. l5 3. CI»' «fcb « j«w»> 'W vi
lAr/-4 , ffwmAtt <*At«- ti ftlrcUMatc . Buon.
Fier. 4, ). 7. Vu «ìa «facOJi «trcMMata ,
4^n«aa Ww'Urvn «rattsuMvi .
ffTP.RrEBKTMCK. e vnilKeiATF.!-
CE . Verhat. Jemm. t he tlrehfria , f fu
gi strAhta. Taf- ffav f' " '-'-^ Inerfa-
n . qvjlowitw %*■* , rr. 'fi#« ,
iHulrtrtlMU, «JilamMlr» - >.* jf<^
»T»KC/:Uf E, Cantmrit, d" tHtrttria-
r€ . Lj*. dàrpetrrre . Cf. ^<aiff;iS«»n>
Buon. Tane. 5. 7. Il laJV. i'nrtrmrr» Brar-
Ha ««>n Wa/^/ia ; Menlr* un i' aBa^ia, L*
allr'# «I «trc^/i
Grifone, ^fatfrllone, » timUe. Car. Mail.
um. 6. F«n« ba pMai|^*^o «taf^H ai» St-
ratta IH rtr«rvAr. di «fragMÌ, e A ''■■f^
•TfifTFOLAflK- lfi»/are l Urpai.
STKf.CA. Mmlìaréa. Lat. Mjr«, «-«n^-
^< , Cr. f9ya.V/tiritv . iJant. Purf.
19. Tcvlrtli , *M« , i^tMrlIa anb«a Ur*^^ ,
<;(p. -'ì — -- .-> /-...
IP»' ■ ■ -
*» *' '" ■' ■ "■-'.-
mr. '
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e f ' . V cto* ▼■ ^
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fmrrre , « ■
9 CW IO i^><i «w 'Mtf'f «r.M
^ ^r. Tr-. 3. 1 H« .
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£a««, 3treff. 2. 2. FaMuriiM mi >}»»« die
la loa v«erina , qa*Ua iUrf(»rri« di m/.na
Sa^aCiaa, gli aveva «ieU/i 'be cr^w^ figimc/lo
era vivo . /; 3. 3. Cb^ «pelia aUc^gaccaa
■«a ^<ia V^ t^ioAfh*- osale.
STHiLOAhE- Ammaltart, Affatlurare.
Lat. /asctnarr . Or. ^'?/«/mi» . Ta^r.
qoea«. «-b* v»an// ii/fr^tao^/^, 'i*«r f/«r l/^
f'/ di*f^otaf 1^-"^ T / «**■ ''<'''' madrt^.
3. V »'^ iaptii'T }.rf*^ f»o-»ol/. pt*Tf oeil/>
itreipr ti trovj ce , l>tf«»u fj*** Da//ta
Parervi iaalmeate. Cb'a ore^aj ft^^a m dea
tstU b %ifUU.
%. f*er meta/. Malta. 5. fe- St/^T^a U
Uiftj di biT •■atofcw^ u»y(/(<l'j, E U Mul^cxe
a*«rpa ileUe ypf^
ftTHEGATO //«irf. --ia Stregare. Lat.
faseiMatut . *■ '•■'- ' ■ j>eremptMJ . Or.
fiV.'Z^'X.nV. t . l'or. I)av. Ana.
3. fil. £ II. *»*«ieo^l//, *U«-
ÀTRKOHEKI A I ut^i df^e vatuta, *
ti rttrtjvanif le tlre^he . hìaim. !^. 78*
Martjnana . 'W rr^ 10 O/ei^Wna , Vaaao
Ak la f^r?(»«» '<#l f.t'n*'.-
fcT. ..... ^^^
|« ri, .-ano
e r'f.^ 'naJt.
Liti, atnfftiu. i>t. •STLf/^i- />*'•*. /•/
2^ lo «''V «*^ m^mméi nraarc «trcig^u
A ra^Hio mafrtiMi* d» uipB'/rw/, *x. O/om^
riìiran »eaa*a ifictv/ li w»Hwt Dell'uà-
0ue vewra tk. liem rtm. |. II. kòu^wa
m «pKl lem» pia b (/icIm. A br b^U e
■wyliarci vi crLobU, Cl*c b Kyy|ictU a 2ia-
pMi , o b it/eglaa.
%. Avere, p tiare una hu9aa moMO di
«al MKflrf'.' .ui:c ■ baatotji
afta hwm» t/rum* muM^t dt
itrtt^tjij
1%'itLOOHikHZ , « feTAKOLIAfrF.
Alrtgltare, f- recare e fitpuJir tolta stret'
ghia. La*, slrtftù exp^tre <*r. f^^Tfr*
<>uv. /r. fi 5. I. La auUioa per tew
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bfcjfdo, ed * (i|^«au, &tic|(uor, fi — lilnri
l< ni.
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rr, /«/
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f.-T alrtt«« maliltir, e per
'J. t . A Ao «ir*y«'
AffatUàrtuH.nla. Ljt.
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t^ f/nsripaJfnettU Mt-
.>.'....-,., ■ j . ■ ^ A . Strrfòntecit. Ltf. *«.
ntjtllum. r.f. ^v.^ji^Jjl'jìii.
3 STIteCUA. Iliixii prapnamoiU Quei-
la ralM che U/ctM allrui ntt pafmr Im et-
wa, U deiinan, o itmUt aitrt ip*M /mtu
M tomune j ma fmtrmlmtnU n pnad*
ói *tt€ di l*aru, o ftmfffuag/u. LM. aym-
Wtf , pftrtìjrt^ rata part. Gr. ^V/tSoitlì-
Bar^. Ong. fu-. 88. En,c<iM«Xre,U
parte A' ttao. e ava w m sm dic<liMfi
Lrae la rata, o la iix«c«a. * if fut.
/"/or. ^23. Vi >«ao Butale k diilnbaóo-
bi dfonw At\ vivere per aaa li«c£a, UM'
pò per teM(M« , « p«ctc p«r pi»«r, • ^1
roawgitr della rjvne io laori • viaMana
alla iCrcyaa , ' Ite a* «om vosaci area S .
4> J. I. . tiuUn ad una, o alu mtéetim <i
ilrrffuOf volt Cf/rrrr la Eletta /ortmmM,
Andare alla sarte mtdeitma. . Toc. Orni-
.1t»r I Vii riH l»-oe, u naie «he •• •»-
verrà ' la wl Ki ad «a» itrc'
ÌLUM f 't. hai mio). Varth.
StAr ■ II. luAi^ jtmttriim'
mi '1
le U
le *jn*ìi ij -ij " t,'.Tfjitij 1.
aww. òeiÀiottij vidma atta flwdaiiaM rtra*
(aa. e al mriammm rag(Ba(l>a iafli d-
Ina . m
• f. II. K tlaadart . » MeUBr ■>■•
iTua'aJ-
la sarte ,
. fartà
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• tT Hi; VI AMIATE. Atf-ari. FjMma,
mrnu. Il fatabal. alla f. iTaCTTA-
3IK\1E. /Al
a «ll-PMtflF iToT/mr. rHanaain
-/. »
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.. l'oa. Mam
^, dw lUa-
Hl trilla' I
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IT..- 1. af/e. .-olla dal P«f*-
/ «rrA iil.>f 11. 441 ^l'""'l
per «awaiiiia» A Clliatr
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frT'!.^al-'- '*.rj^i a p'.*^ a ptìew rtfewa»'
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Strafa 4aée Ma^i
IIIlKMtTU. .^dd da tlramarr. Utt
immiaatMi Or iiti-:-!mÌtii- Tar. Dar
Star I 2ÌS
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„ (il I"' '"> per"-""") •''■',, !-„,
STRE3IE.NZ1KE. /(irf«rrr ./«<«?». ^■"-
bù'c. di Spa.u, aissc «sere- . >uo. 6ch.
dicova egli, che gì. «l'""""" „= f J.^b-
meniiva; che se queXo non fos>e. «rcb
Liro dìù TcgncDll e |.iu f,rusii.
re .s»/..». Z'"'^- TO''- ••492-. *'""•
To ;he' altri .appia che si '-- on„,.
che cresca in repulaiione. e l suo ere
^e,c non is.in.are propr.o scen,..nen,c,
^à venir a parte d. sua repuUz.one con
cederne e Roderne veracemente '.entro
à cuore,' non%er isUea,enx..a allettaz.on
d'apparenza I r,ni per metojl.
* STREMEZZA StrttU-.ia, Angustia.
llia Terra, che sette m.gl.a, Po. ritor-
na in an,,..er.a. E poi in tale stren,e.za
Ch-To no'n credo che pass. Che c.n4»e-
cento passi. (t.'ì .^,r,r c-raTr,
STREMITV, STREMITADE.eSTRE-
MITATE. L' "'<>"'" P"-" * q-,"''""!"^
' y. 10. 8y. 6. 1 qu..l. erano
S T R
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I4i5
lon loro tende alla stremila dell oste.
T« Br. 2. 3l. Ciascun d. loro ha di^e
slr.n...adi e un mezzo; rag.one , come lo
(uoco. che è di sopra, si ha una slrem,-
tade che tuttala va in suso, ec; 1 .JUa
stremitade è di sotto, eh e meno legs.era
e meno delicata che V altra. Jn,c, 22.
XascoDdere vede le loto strcmita sotto le
prime sai. te. ^,
1 1 lei- Mancamento d'avere, iJtrc-
mt bisogno. Lat. inopia. necc.,.<ilas ege-
,tas, penuria. Gr. a-o/).». <" ' • .7-7-'-
3 Fue dililK^ra la rillade, che era .n ul-
tima stremiti di viltuaglia /^ Jl ■ jS- 4-
Il recarono a maggiore stremila, che con-
venne che 'ngaggiasse a usura la sua co-
rona. . ,-.. r-
JJ: S II rer .^omma parata. / i'- J-
Frane. 176. Si diede a vive.e in tanta
stremiti, che '1 riho che prendea era m.-
possUiUe a sostentare la v.la. (I )
J STRIMO. Sust. stremila. Lai. e-r-
fremi^rn,., eitremun,. Gr. E-ejf»-'»' "'"
r^yaTO». /'<"". r..rp. IO. Tanto che pr.a
lo stremo della Luna R.giunsc al letto suo
per r.corca.si. li 21. Toglie il penter vi-
Hndu, e negli strcm.. i Par. 3l. Co,.
kU occhi vidi pait.- neUo stren.o \ meer
di lume latta V altra Ironie.
J- * e. I. ì'ale anche II pui alto gra-
do', L- ultimo .tegno al quale una eo.<a
possa e,ugnere. " Otl. Com. Inf. 7. tO-i.
Intendi nel presente setl.mo cap.lolo trai- |
tare della pena del v.zio dell avariz.a . la
^aale (avar,:ia) Ì! uno degli strem. di
liheiakude - . (^ì
8 li. Per fiecessila. Lat. necrssUas ,
,„fpia. Gr. o;:top.« M ' • 1. 64- Co",
.lurreld.e lui e la terra in tali strem., che
aeevolmenle ali" ultimo ne diverreM.e si-
gnore- Cron. ilcreJl. 288. VeduUc. nello
alterno, ci ricomperammo dalla compagnia
di messer Giovanni Aguto 6orini 22O
mila d' oro. ^, ,
STREMO. Alia. Ultimo, Che tiene
rulUmo luogo. I.M. extremus. Gt. 11-
,a-0?. Dani. Inf. 17. Cosi ancor su per
1. strema testa Di .pel settimo cerchio
tolto solo Andai. Frane. Sacch. no.- Ì2.
Acrtoetbè voi non crediate che 10 dica da
beffe, o .he io lac. a stremi »'(;';"'«■'> '^•
loica^cioè, 8liull..i...e,.iuconcludcn.).
=, lanh. (Juest. .4Uh. 9. 1" H»">i ""
bitazione, come in tutte le altre dilfi.d..
furono ù- opinioni ">""•=.'= "'""''''"■d^'i^J
e quali tntte riducer.mo a "e. ''"= <i "^
quali sono streme, eoe contrariai una
'^'/T ifj Sommo, Grandissimo. Foce,
nov'. 49. IO. Egli, con tutto che la sua
PerìS' fosse strema , non s'era anco a
lanto avveduto, quanto lm..gno gì. Iacea
eh" egli avesse fuor d' ordine spese le sue
ricchezze. , ^,- t , „;.pt.
e- Il Ter ii;i.!ero, y/i/e/'ce. Lat. n..:fer.
Gr iài.05. «"«■ "<"■■ 4,9 '4- »""''
consolazione lasciaU f ba la tua strema
fortuna. . ,
'• III Icr Creilo, Tapino. Lat. _-«»
diJus. Gr. fJuTt^p»;. Eocc. no.. Jt.. 2_
Sono uomim di povero cuore , e d. vita
tanlo strema e t.into mise, a, che altro non
ptre ogni lor fatto, .he u.ia P"'""'""-
R IV ler Priio, Manchevole. Lat.
, rr aooZòoi. Socc. Inlr. IO. !>.
^^SjlÌ:r?:^::isLmi,cheufiaoa!cu.
■'"...■'°" Cper'Z^'rello. Minuto, dal oer-
ho sfamare. Fr. i.iorj '^9. « linee
fossero dalla terra al celo, sareLbono p.u
streme alla terra, e larghe inverso il eie-
^°..l 'J Yi Per Sonile, Debole. Cron.
5/nn 125. Fu fatto .1 palfo, ed ammat-
tonato, e fue fatto uno ass.lo stremo da
palco e una scala. yT ) . r- .,
^ + e VII. Strema unsione, diccsi Lno
de-<ìtle SacramenU della Chieda, Quello
che .V, amministra a' malaii che sono ,n
pencolo di prossima morte.^.V ex rena
Inetio. Gr. Ta..7-/.i'a X.^i"?: Haestru.^.
, 5i È negata la strema uniione.
sIbEN.nL V. L. Manca. Lat. sire-
na. Gr. e•-.v'.^.■5. rioni, /-«rj. 27. E mai
^u„ furo strenne. Che fosser d. piacere a
queste iguali. /.«<• -V. •• .M-' ""-. f""».
Strenne, 'cioè mance, eoe annunz.aziom
primamente falle la mattina . - / ««■
Cernii, cani. 62. Nel predetto anno IDal-
fin., di Vienna Scon6sse in carneo .1 Con-
te d. Savo.a, Ed a sua genie diede mala
^'^STReIs^AMENTE. /-. L.J.^er,no.
laloro.ianiente. \,^u strenue. Gr. avo^'-
-- Fir As 11. Metti mano a questa
i^p'resa strenuamente ora che egli U può
cosi agevolmente venir fallo. F. 102. .4
vendo gii ogni cosa strenuamente rasset-
lato. Li. S..^l- 345- Strenuamente SI
,«rta a signor Simpluio, e molto acuta-
""TsU^^^^^n^O. Superi, di Sire-
I- ^ l'irli IxfS' tionn. pari. O.
mio. frane harn. l'Cp^- ' ... r .
QoesU suoi figliuoli erano heUissimi, e
graziosi, e slrenu.ssimi. (I > ,,,^„...
^ -^ ti. STREM;1TA. V. 1: A.<lratto
di Strenuo, l'elr. Com. HI. 217. fer la
Islrenmta fu chiamalo Maravigli de
mondo. K.m. ani. C ecc. ^"S'"'.^^^}':
nmti mi richcr per Sgl.uolo Ld 1 1 ap
nello leu per madre mia. (' ;
;rtrtMarc'eU.:;vere a sé raccolto, che
ròuo anemico uno strenuo e forte com-
pagno, r.t. Plul. Era in tutte le cose
!,rcnuo. ^mor. Ii.<. H- Pallam.de se-
XTc Lionello. E Pol.nor e^l» f «■>""
Galvano. Frane. Sacch. rim. 66 Strenuo,
gentile, e, pii eh" altro, cortese Degl. A-
lidoei messcr Ludovico.
1^* STREPENTE . Che fa, 0 rende
stupito. Lai. strepens. Boee. Tes-.rf-
S- udien tuli, quei Inogh. strepenti. (B>1
STREPERE. / I- F"'^ strepilo.
Bomoreggiarc.Vi\. strepere. Qt. JOy^^'
li,- Dee. 3. Strepesse il romor delle
femmine lamenlantisi. /■; appre.<so: La re-
puM.lica medesima strepeva negli appa.
recchiamcuti .l.Ua guerra.
STREPIDIHE. ;. /'• B'empier disin-
olo. Lat. .-irepilu implere. Gr. ^o^ou TrXiJ-
Tol\ 1 ..■■ ree. 3 L- orec.hie strep.d.-
scoDO de- rumori dei compagni piangenti,
e chiamanti più spesso no..
3 STUEI'1I\E. r. A Sln-pidire. l.jil.
strepita implere. Gr. ^.ifou TlUpO-.-'-
li,: nec. 3. Perchè ogni cosa d. vario
tumulto slrepivanof cioè, emp.van di strc-
*" * S In. ugnile, neulr. Fare strepito.
..Teseid. II. 49' f''> islrepivan per lo
messo foro Le prime frondi...fU
\: STKEPITAMENTO. Lo Strepitare.
Segnèr. Crisi, instr. 1.9- '» -"<'<;° '"-.
pefdo voi fulminar le vostre maledizioni
lenza s.re,,i....nenli. e senza schiamazzi
che sveeliuo tulli a udire. , CTI
STIU P1TA^TE. Che fa slrepito. La^.
..trepens. Gv. ^..^"v. f »''■?'■"• ^g^^'
Jlutole, slrepilantielarde.-.-i'«A'm. Geor^
,"4. Fraltanto i luus" lavoro col
can,;^re consolando Con slrepitanle pet-
tine le tele Giù e su ne ripassa la eon-
orte K Fneid. lih. 6. Cui rapido con
fiTnime ardenti fiume Gira J Tartareo
Flegelon.e, e sassi Strepitanti ne ruzzo-
^'STBEFITAUE. Fare strepito^ Lai. stre-
pere Gr. 4«?"V. :? Segner. Mann. My-
^3 1. ivi 1 cani della citli non fann al-
tro che strepitare. (I J F Fred. JW. ^p-
6 3 Strepitavauu (gli /(.«,; ,schiamaz-
„o lale che molti di essi
z.ivano , a sejno lalc io.;
■ .,„n tulio d dalla fede. ( i CJ
Tìrpvancavano luiio "• „ . . • j-
prevarica Quinci s udì-
Corsia, luriaccii. i;. /" x ^. „,,„,,.
ro in questa parte e "n quella B^uona,
tromlie, e sUepilar laml.uri, ec. (h)
tsirepitarì di checchessia, o simiU
,1 Farne romore. Variarne allamenlc^
, Fi,r 2 3. q. Guardarsi d.igli
fcTdolfch; figliuoli belle discoldie so-
no è maggior bene. Che lorre a strepi-
niai chi strepiti contro d un architetto ,
ove questi due che ec. ( J C)
•+\ STREPI! EGGIABE. Frequenta-
li J di Strepitarej Far qualche strepito.
Uden JV/<. 4. 92- Ma Stazio per natura
fter .^•^a.o' sempre cerca di spropo.i.a-
ref a lui basta, a guisa di Sterope ed.
Brontc, inlerribilire e strepiteggiare con
qi^eUa sua fiegelootea e gorgoneggianle
'"TsTBEp'lTO. Homore grande e scom-
posto. Lat. strepitus. Gr. +»f = ;.^f^°"i,
C 7 „. 2. Kon istelle guari a levarsi il
Be' il qiale 1" ^^"^V"" ^' '"^'"°" ''
AA\f bestie ;ivcva desto.
% % l'er Gran qiiantilà di cose, intor-
no a cui molli si affaccendano. .. G. I ■
r iS. I. Perocché il primo luogo dove
'i-p'esav... non era sc,ffiaen,e a. auto stre-
pito, vi fecero due luoghi.. . ri>;
' ^ STBEPITOSAMENIE. Avveri,. Co,,
i.trlilo. Lih. cu,-, maiali. 1 Hat. nel
venTe inferiore si fanno slrepilosarnenle
sentire. * SaMn. Buon. lane. l. I
Si dice fare uno scapponeo anno, quan-
]■ Uri r attacca e o rimorchia, e gli la
d altri 1 '"^".e riprendendolo slre-
romure sopra Icapo, r.pi.u „ 7-
pitosamenle. (Bl Imperf. Prov D. V ?_
-"-^r..r:3-^an:t::r:::.
^sXano' otme^^e per via di pf-diche
si salvano . „ con un sdiilo »n-
rrTnie.% .W..«. Eneid. Uh. 1.
i4i6
S T R
Eolo re fn vasta grotta i conlmblanti
vcDti, E le tempeste strepitose preme. (F)
STIlETTA. Sust. Veróni. Lo strin-
finere, Strignimenlo. Lat- constrUtio, op~
pressio, pressura. Gr. &it'|it;. Dani.
Inf. 3l. Ond' Ercole sentì giìi grande
stretta. * Lasc. Cen. I. nov- 2. pnf^. 72.
4^omc il piloto sentiva tirare così miago-
lando, gli dava una stretta , e stra6gge-
vuglienc. (TCj
2 I- Stretta di neve, per Abbondanza
di neve raduta, disse Dant. Inf. 28. Or
di' a fra Dolcin dunque che s' armi ec.
Si di vivanda, che stretta di neve Non
rechi la vittoria al Noarcse.
f g. II. Stretta, per Calca, Frequen-
za. Lat. freqncntia. Gr. Tro)'jav3^&>7rta.
introd. ì'irt. .^.'ÌJ. Non si ricorda mai,
che per alcuna sconfitta, o mortalit'a di
gente, che nel mondo fosse, quella stra-
da si calcata andasse , e a quella porta
rosi grande slrcda avesse, ^f. V. i. 5G.
Quando quattro , quando sei, e talora fu
che dodici vi si trovarono morti dalla
stretta e dallo scalpitamento della gente.
# Fr. Giord. ^i!\. Delle quali non dis-
se, elle non potè, se non pur parecchie,
per lo grande popolo e stretta che fu a
questa predira, (l )
5 g. 111. Stretta di vettovaglia, o si'
mili, vate Scarsità, Penuria. Lat. angli'
stia. Gr. c/TTO^i'y. , ctevot)];. G. V. ^.
106. I. Essendo in Genova graode stretta
di viiiuaglia.
# g. IV. Onde TCssere a stretta di chec-
chcssia , vale Jvemc penuria , st arsit4\ .
Il G. V. 9. 92. I. Non si poteano più te-
nere , sì erano a stretta di vittuaglia e d'
assedio »• . (C)
*} g. V. Strettii, fguratam. per Op'
pressione, Affanno, u G. ì'. 13. 72. 5.
Questo ci diede gran difetto, e più volte
grande stretta e paura » . (C)
g. VI. Stretta, per Luogo, o Passo stret-
to e angusto. Lat. loci angustiae , Gr.
tJTZVorrì^. Petr. cani. 5. 7. Ma Marato-
na, e le mortali strette, Che dife^e il Leon
con poca gente . # Sen. Ben, ì ardi. 6.
3o. Le strette ronimesse alla guardia loro
dii'cndcranao e fortificheranno con lor corpi
medesimi. (N)
g. VII. Essere alle strette, o simili, si
dice del Trattare strettamente insieme per
conchiitder tfuntche negozio, o dell' lisse-
rc in sul concbiuder/o. Lor. Med. canz.
72. f\. Quando poi siete alle strette. Or-
dinate il che e '1 quando . Varch. Star.
8. 2l5. Per compiacere a Cesare, col qua-
le era alle strette di doversi accordare. F
Star. 9. 221. La pratica, chf era, se non
conchiusa, alle strette di doversi conchiu-
dcre, si conrhiuse in guisa, die ec. Tac.
Vav. Ann. l5. 219. Il quale il di innanzi
al destinato fu con Antonio Natale motto
alle strette.
g. Vili. Essere, o Mettersi alle strette,
o Avere la stretta, e simili, vagliono anche
Esver ridotto in gran pericolo, o all' estre-
mo , Es-tere oppresso, fiera. Ori. 2. l5.
23. Chi non fu presto a staccar le tana-
glio , lo dìi o a sciorrc il cav«i , clihe la
stretta. /;.' rim. l. 7. E poi e* e quella
Del mio compagno , eh' ehhc anch' ci la
«trelta. Car. leti. i. I17. Ho curo di tro-
varmi a queste >treltc. £ 2. 7. Vedete a
che stretta vi siete messo da voi incdesì-
nio, per astuto che siale. Meni. snt. .\ K
mi dispiace aver s[)CSso la stretta Da un
qualche porta , che gì' imiirogli Dnl suo
trrvfl mi legge allorché ho fretta.
Tf? g. IX. Giungere uno alla stretta,
vale Ridurlo a gran pericolo. Ar. Fur.
4- 27. Un vcncraliil vecchio in faccia me-
tta Vede esser quel eh' ella ha giunto iilla
»trctla. (fi,
*è g. X. ISota uso. Fav. Fsf*p. 129.
S T R
Un troncone di legna della soma , met-
tendosi alla stretta, da al cavallo pel cor-
po, ed ebhelo ihutlellalu (qui par da in-
tendere in scuso proprio di passare per
luogo stretto, essendo il cavallo, che pas-
sa per un chiassetto , attraversato da un
asino carico di legne, che teneva tutta la
via). (J)
§. XI. Dare la stretta, vale Ridurre
in gran pencolo, o all' estremo , Oppri-
mere. Rem. Ori. I. 7. 42- Uggicr , che
gli conosce , coir accetta , Stringendo i
denti , a tutti da la stretta . Cas. rim.
buri. i. 1^. Che m* ban dato ai mici dì
di grandi strette.
STKETTAMENTE. Avverb. Con islri-
gnimento , Con tslrettezza . Lat. artlc ,
anguste. Gr. gtevcÌÌ.- Rocc. nov. 86- 6-
>è v' era per lutto ciò tanto di spazio ri-
maso, che , altro che strettamente , andar
vi si potesse . E nov. 99. 50- Giltalasi
oltre, quanto polè, l'alibracciò strettamen-
te . C /'. 9. III. 1. As-vediandola stret-
tamente per mare e per '.erra. .U. / . 0.
105. Per forza di fame più giorni ^tretla-
mente patita, come arralibiali cttmbaltero-
no il castello (cioè, stremamente).
S § I. Per ì scarsamente. Parcamente.
Lat. parce, strictim. Gr. e'yrsiw;. Dial.
S. Greg. M. Ciò che gli soperchiava della
settimana , traendone btreltamente la sua
necessità, dava a* povtri.
* g. 11. l er Cortamente. »• Pallad. Do-
po la buona vendemmia strettamente, do-
po la piccola largamente pota » . (C)
g. III. ter Caldamente , Con ajfetto .
Lat. vehementer, etinm ntque etiam. Gr.
tfóSpa.. Mar. S. Greg. i. ^. Bea si di-
segna per la conciliazione degli amici di
Giobbe, per H quali esso prego si stretta-
mente. Fir. Di.tc. an- 29. l'iacque multo
al Re il consiglio del Carpigna, e lo pregò
strettamente die gli desse esecuzione.
g. IV. Per Pigorosamente . Lai. acri-
ter. Gr. ^ptfj.ioì;. Mor. S. Greg. 8. l3.
Considerano ancora quanto egli deblie slrcl-
tamenle giudicare le nostre colpe. E 16.
l.'|. Nulla anima è tanto giusta, che se ella
sarà strettamente giudicata ec. , essa non
sia da esso aggravata. ^ Amor. J'is. 16.
A]>presso ancor pur il mcdesnio Iddio (GÌO'
ve ) , In nuvoletto d' oro rifulgente Tra-
sformato , discendere vid' io Giù ìu alla e
ferrea torre, audacemente In greml)o a ver-
;;ineila, eh' entro v' era Uichmsa e custo-
dita strettamente. (/>'j
g. V. Per firevemente , Succintamen-
te, In compendio. Lat. breviter , summa-
I tim. Gì. i/ (ipvx^'.i, 7>>>/'6onv. Hcigh.
\ Orig. Fir. 3o. Che qui si è ora così stret-
tamente accennalo.
* g. VI. Per Affatto, Pienamente. Rrun.
Lat. Cat. I. Non senti che la tua congiu*
razione è già strettamente in saputa di
tutti costoro? (C)
STRETTEZZA . Astratto di Stretto ;
Angustia, nel sìgni/ic. del g. Lai- angu-
stia . Gr. TTivoT»]; - fìocc. nov. i3. I^-
Come andrò io nella camera dell'abbate,
che sai che è piccola, e per utrelleiia non
v' è potuto giai-ere alcuno de' moi mona-
ci ) /■; Leti. Pin. Poss. 272. Le catene
trionfali, e la strettezza della pi i^ione colla
rigidfsza del prigioniern. infino alla mor-
te ontosa provo . # Segr. Fior. ì.egaz.
Frane. 6 Arrivammo qui doTc si trova
sua Maestà con poca rorlc |icr strcltrixa
di luogo. (TCj
§. I. Figuralam. Rocc. nov. 96. 2. lo
fui sempre in opinione che nelle brigale
ec. si dovesse sì largamente ragionare ,
che la troppa streltrzxa della iuteniìon
delle cose delle non fosse altrui uialvTi«
di disputare (cioè, limilaaione ). Fir. At.
iOO. Trovandoci noi adunque nel niezio
di così taglienti forbui ce pigliammo ot
S T R
quel migUor rimedio che ne porgeva la
presente slrettexxa ( cioè , urgeoca , don
contingenza j.
=? g. II. Strettezza di sangue, vaie Pa-
rentela, Consangutnità- Rorgh. Tose. 3a5.
Si troverà poter nascere non meoo dalla
comune paura ce. che da strctteiza alcn-
Da di sangue che fusse fra loro. (V)
3 g. III. Per Parsimonia, Scarsità.
Lai. parsimonia , penuria, parcitas. Gr.
viropia. ■ Cron. Morell. 258. Usa in co
slei più streltezza , eh' ella abbia le spese
assegnate . Fr. Giord. pred. R. M^vo-
Icntieri si accomodano a tante strclteue .
Guicc. Star. 19. Tolsero le vettovaglie,
che venivano ali* esercito , che ne aveva
strettezza . ^ E 2. 36o. Essendo per la
streltezza de* pagamenti il Damerò dei
fanti molto minore di quel che aveva
disegnalo ec. non si faceva progresso al-
cuno. (L)
* g. IV. Strettezza , fgìtratam. vaie
anche Gretteria, Avarizia, u Fir. As, 33.
Ma io, che m* era accorto della sua stret-
tezza, negava dì volere andare». (C)
V g. V. Strettezza, dicesi Jigurntam.
dai cambisti della Poca quantità di da-
naro che ha la piazza . « Dav. Cmmb,
I05. Non possono anco i pregi del cam-
bio star fermi in sulla pari, ma vanno io
su e 'd giù , secondo le strettezze o lar-
ghezze, e secondo che richiede Tutilc che
dee porgere il cambio •». (C)
g. VI. Strettezza di cuore, vaie Ansie-
tà, Passione. Lai. anxielas. GT.àòiifiOfia.
l'iamm. ^. 37. Egli mi sarebbe duro , o
donne , il pttter mostrare con quanta fo-
cosa ira, con quante lagrime, eoa quanta
streltezza dì cuore io quasi ogni di colali
pensieri e ragìunamcntì soleva fare.
§. VII. Strettezza di petto, vale DiJJt*
colta di respirare.
* STRETTIRE. Term. degli Arte/-
ci. Ristringere, Diminuire lo spazio, oP
ampiezza. (Al
STRETTISSI.MAMENTE. Superi, di
Strettamente . Lat. strictissime , arctu-
simc . Gr. 8Tgv'*»TaTa . Fiamm. 2. 4^*
Strettissimamente lui abbracciando , cosi
dissi .
§. 1. Per Iscarsissimamente. Lat. par-
cissime . Gr. yXio;ijior«Ta . lìocc. nov.
49. 4* D*^ll^' rendite del quale slrettissi-
mamcnle vivca . ^ Giircc. Stor. 2. 36o.
Mando quelle genti nel campo che al-
loggiava al Finale , diminuito molto di
fanti , perchì; strcllissimamente erano pa-
gali. (L)
§. II. Per Instantemente, Con grandissi-
ma premura. Lat. vehementer, instanter.
Gr. oow'òpa, «vsraTixw;. * Relc. f'it.
Colomfi. 33. E più volte slrettissimaraeole
la pregò che gli desse licenza. (Cj Cas.
Lett. i4> Pregandola »lrelli»simamente ,
che le piaccia tcuer le cose nostre a me-
moria . / arch. .ftor. a. 19. Va cMlretlo
a mandare per don Ugo , e re. pregarlo
slreUissimanienle che gli dovesse piacere
di venire a parlamento con esso lui.
§. III. Per liigorosissimamente , Con
grandissima precisane , o limttaiione .
I arch. Lei .18 1. Tutte queste cose si deb-
Inino intendere, quando si favella del por-
ta slrcitissimamrDle e proprÌLnimameote.
STRETTISSIMO. Superi, di Stretto.
Lat. anguslissimu.f , arclissimus, parcis-
sunus . C.r. "/its^rfl"*^'* • ^'*<^' "<'»'•
p6. 6- Il quale dalla cintura io su era
strettissimo, e da indi in giù largo. Fir.
A.*. 176 Cupidu ec. non polendo più
sopportar l'assenza della sua Itella l'sichc.
scapolai*» per una slicltissìma fioestta di
nuclei camera, dove egli era rutretlo ec,
se ne veonr là ì\ì>\v ella dormiva Alam.
Colt. 5. 111. Lo slrettissiino (cammino)
locor che inosiri avaro Di soverchio il
S T R
badroD, ili liiusmo è degno. lìcmb. ^-isol.
X. 57. Poi vi rimasero inat lur ^railn con
fermissimo e itrettiwiino nudu iniìcraLil-
mente ritenuti.
§. Figuratam. fìocc. nOi-. 89. 6. Molli
di diverge p^rti dt-I mondo a lui per loro
strcltÌ55Ìn)Ì e ardui Lisogui concorrovaoo
per consiglio (cioi^, urgcutissimi). / it. S.
Gio. Sat. Oli atrcLtissima povertade , aU
tamente rimunerata (cioè, scar^iiìiina ) .
Frane. Sticc/t. Op. dtv. i3l. Alcuut jUiÌ
teologhi la mettono strettissima , e tanno
che le guerre, e le cose che muovono li
comuni, siano tutte giuste (cioè, rigoro-
sissima). Cuicc. Stor. li^. Col <fuale avca
pratiche strettissime (cioif, segretissime).
# STRETTIVO. Jdd, Terni, de' .Ve-
dici e dei Farmacisti. Lo stesso che A-
stringcnte. liicctt. fior. Smpiaslro d'Ar-
chistiato strettivo, exocrocer. (JJJ
*§.!.£ inforza di sust. Serd. Ca-
ìeott. Ularz. !^2. Si che non passi a;;li altri
luoghi, uè abbia tanto dello strettivo, che
stringendo la bocca dello stomaco lo cor-
robori. (Cj
* §. II. Eptr similit. Car. Jpol. 176.
Che argomenti son questi T di malva , di
mercorella, o di che altro? perciocché non
hanno ne dello strettivo , ne del soluli-
TO. (B)
STRETTO. Sust. Luogo angusto, di
poca larghezza. Lai. locus angustus, an-
gustia , faucis , /return. Gr. ffrevoiTTo; ,
napello;. G. y.S. 77- 5. l'assaro per lo
stretto di Sibilla, e vennero in questo no-
stro mare corseggiando, h io. 5^. !\. Per
forxa gli ripiosero allo stretto e rottura
delle mura. M / - 7- 7- E '1 tornare ad-
dietro di luogo viaggio, per lo stretto de'
loro nemici ec, oon se ne potea pensare
alcuna salute (cioè, per lo meno). Toc.
Dav. Ann. 12. l5t). Avendo i Greci pian-
tato Bisanzio nell' estremila d'Europa, di-
viso per piccolo stretto dall'Asia per ora-
colo d' Apolline Pitio.
s? ^. I. fC figura tam. Sen. Ben. J'arch.
l. l. Chi sosjiellamlo di dover esser ri-
chiesto d' alcun piacere ec. se mai si vede
allo stretto che non possa fu^^ìre, o egli
differisce la cosa , 0 la nìega fjeddameu-
te. (Cj
# §. II. Per Conclusione. Ambr. Furt.
I. 3. La Cammilla è allo stretto di mari-
tarsia quel medico (come stretta). (J )
%. 111. Per DiJJìcultà gravissima. Lat.
dijficultas , discrimen, angustia. Gr. x°t"
istorili, Xi'vÒjVO;, OTèVOTKj^. f it. l'iut.
Trovossi in molti grandi stretti e perico-
li. * Buon. Tane. l. l. V t' impromello
ec. di darli aiuto 3 ogni stretto, (yj
g. IV. Mettere a stretto, vale Mettere
sforzatamenle , per viva forza . Palìad.
Metlavisi a >trello una caviglia d' ulivo
salvatico (il Lai. dice: talea vehemeoter
arctetur ).
* §. V. Stretto. Term. de'Milit. Luo-
go angusto , che non si può passare in
ordinanza . Bcmb. Stor. 4- 55- >un po-
tendo sperare di sicuramente a Bibbiena
passare, ira per le nevi, e la disagevolei-
ta delle strade, e le genti de' nemici per
gli stretti delle montagne , e pe* castelli
distribuite. (J')
STRETTO . Add. da Strignere j e si
usa , non che nel sentimento proprio del
verbo, ma eziandio ne* si^nific. figurati
dello stesso , e in espressione di molte
proprietadi . Lat. constrictus , strictus .
Gr. ffUJTaiu; . Dant. Jnf. 32. E vidi
due si stretli. Che '1 pel del capo aveauo
insieme misto . F Purg. 30- Si congela
SoBìala e stretta dalli venti Schiavi . E
Par, 3- ^la visione apparve, che ntcnne
A se me tanto stretto per vedersi , Che
di mia confession non mi so^venoe. Petr.
jon. 168. Che la mia nobil preda noD più
foca bo lario T il.
S T R
stretta Tenni al bisogno. Bocc. nov. 3i.
26. Rivolta sopra la coppa, la quale stretta
teneva, il cuor riguardando, disse. F. nov.
43. 5. Tenendogli glh»spiani stretti al cor-
po ec, il ronzino sentendosi pugneie, cor-
rendo, per quella selva ne la portava.
g. I. Stretto, per Serralo, Biserrato ,
Chiuso . Lat. constrictus , clausus . Gr.
xÌektto^ . Bocc. nov. 8. 3. In onorare
allrui teneva la borsa stretta. E nov. ^5.
4. E cosi ingelosito, tanta guardia ne pren-
deva, e sì stretta la tenea, che ec.
g. 11. Stretto, per Unito, o Serrato in-
sieme, l'ir. As. 116. Stretti stretti in un
tratto assaltarono la camera, dove io era.
V Piicc. Centi/, cani. 17. E stretti slrelti
usciron della valle , E Curradino avendo-
gli per suoi , Non si parli , che gli furo
alle spalle ( in questi esempli così repli-
cato ha forza di superi.). (BJ
* §. III. Per Spremuto. Magai. Ope-
rett. 52. Questa grattouata ancora, messa
a rinvenire in acqua, e poi stretta, ren-
de un latte ec. (IS')
•"^ §. IV. Per Ispesso, Denso. Lat.
densus. Gr. ^u/vo'?. Bed. Cons. I. l\\.
Ma se si ha da fare un decollo corto e
stretto, con molla quantità di cioa bollita
e ribollita, Ìo per me crederei che ec. (*)
§. V. Stretto, per Angusto, Piccolo j
contrario di Largo . Lat. angustus , ar-
ctus. Gr. 5T£v9^. Bocc. nov. 56. 6. Po-
tete vedere i Baronci, qual col viso mol-
to lungo e stretto , e quale averlo oltre
ad ogni convenevolezza largo . F. g. 6.
f- 7. Dentro dalla quale per una via as-
sai stretta ec. entrarono . 'J es. Br. 3. 5.
Sappiate che 1' acqua nuoce al petto , ed
allo stomaco, ed a" nervi, e fa dolori nel
venire , e fa slreUo petto. Frane. Saceh.
nov. 210 Valicavasi il fosso su per un*
asse assai stretta di faggio.
^- §. VI. pronunzia stretta, vale Ser-
rata; ed è contrario di Larga, o Aperta.
Salv. Avvert. I. 3. !• 3. Le pronunzie
sono queste: e larga, e stretta ec. O
largo, o stretto. (F)
3 g. VII. Stretto, per Intrinseco, Con-
f dente, hocc. nov. 27. 32. Egli non e or
tempo da fare più strette accoglienze . E
nov. 7g. 9. Freserei di grandi e dì strette
amistà con alcuni. * Tac. Dav. Ann. 2.
5o. Pomponio Fiacco soldato vecchio, a-
mico stielto del Ile, per ciò più alto a
giugnerlo. f.V;
g. Vili. Stretto, aggiunto di Parente,
vale Propinquo. Lat. proximior, necessa-
rius. Gr. TZùozfi/.Oi* ^ cf.'^ot.yxaXoi. Cron.
Morell. 25;. O s' ella avesse fratelli, o
stretti parenti, che fussono bisognosi. E
258- Appresso vedi, che mancato aUe pe-
corelle il pastore, i lupi le divorano, ec. ;
così avviene a' pupilli: e' sono rubali, in-
gannati e traditi da tutti, e massimamente
da chi è loro più istrelto. Cuid. G. Era
congiunto con lui d' assai stretto parenta-
do. £ern. Oli. \. 5. 4- Perù quei che ci
son di sangue stretti, l'ar che '1 più del-
le volte s' amin meno.
^ § . IX. Onde Essere cosa stretta
d' alcuno, vale Essere suo parente pro-
pinquo, o suo intimo familiare . « Car.
lett. I- 6&. Sendone ricerco da messer Giu-
Lo Spinti, cosa mia molto stretta e mollo
cara ». Cron. Stria. lOl. E detto Davan-
zato di \ itlanuzzo tolse per moglie una
donna, the fu cosa stretta di messer ribal-
dino Mavabottini. (Ij
§. X. Stretto, per Segreto. Lat. se-
cretus, arcanus. Gr. aTopp^jTo;. Bocc.
nov. 26. 9. Io trovai colla donna mìa in
casa una lemmìna astretto consiglio.
g. XL Stretto, per Biservato, Ritenuto.
Lat. cautus. Gr. SJ/atSr.'^. Vant. Par.
20. E voi, mortali, tenetevi stretti A giu-
dicar.
S T R
1^17
g. XII. Stretto, per Manchevole. Lat.
parcus, ntodestus. Or oiiyox^'s. /*« V'O^-
Bocc. Lett. Fin. Boss. 278. Voi dovete
essere contento d' aver piuttosto stretta e
scarsa fortuna in allevare i vostri 6gliuoli ,
che molto larga.
* §■ XIII. Per Sordido, Spilorcio. IVov.
Aut. Fior. 77. Ecco quello che più volle
avca udito dire da chi per certo ne poteva
jiarlare , che la Caldana era la più avara,
e la più stretta gente del Ponente. (Cj
g. XIV. Stretto, per Angustiato, Afflitto.
Lai. agcr. Cron. Moirll. 1 Cardinali ,
consideralo la spesa grande ^ e lo 'mpera-
dore povero di moneta , e stretto d* ani-
mo, ec,
g. XV. Stretto, per Estremo, Grandis-
simo. Lat. crtremus , ma.r-imus. Gr. ea-
jfars;, //.s'yi^To^. Cavale. Specch. Cr. In
ciò ci dà ammaestramento di mai senza
stretta necessitadc non dar vista di noi.
g. XVI. Stretto, per Preciso. Lai. sin-
gularis, minimus. Gr. ij^iJo^. sia^iffTO^-
Fiamm . 4- 8. Con maraviglia pensando
qual cagione potesse essere, che costei in-
ducesse a dimandar così strette particola-
rità.
t * g, XVII. Per Arduo, Dificile .
Tes. Br. 1. 56. Ma essa sotlilitade Toc-
ca a Divinilade ; E io non m' inlranielto
Di punto così stretto. (Ts)
* g. XV III. Per Mosso , Spinto,
ec. Fior. S. Frane. 3- Stretto d" avarizia,
disse a santo Francesco: tu non mi paga-
sti, ec. (7 ) Ar. Fur. 2.6. Il5- Ruggiero
a quel protesto poco bada, Ma stretto dal
furor stringe la spada, ff»)
',' g. XIX. Per Obbligato, Cosfivtto.
Borgh. Fies. 211. Trovandomi stvello dal
bisogno di pagare. (F)
§. XX. Per Rigoroso , Severo. Lat.
acer. Gr. ò^i^J;. Mor. S. Greg. 8. l5.
Sarà da quello strello giudice dimenticalo
al tempo dell' ultima sentenza.
STRETTO. Avverbio. Strettamente .
Lat. arcte. Gr. otevwJ. * Guitt. lett. 10.
3l. Promessa e legata è lui stretto. (ì)
g. Per metaf. Cas. rim. buri. I. 22.
E non si punge e giuoca sempre stretto
( avaramente ) .
STRETTOIA. Fascia, 0 altra legatu-
ra, di cui ci serviamo per uso di stri-
gnere. hat- fascia, vinculum. Gt. ci'spó^*
Frane. Saech. nov. l56. Sicché quasi in
islrelloie si dovesse far ritornare nel suo
luogo. E nov. 178. Lo imbusto è fallo
a strettoie, le braccia con lo strascinio del
panno. Pallad. Magg. 9. Quando è ras-
sodato in quelle sli'ettoìe, con sale trito si
sali non troppo.
* g. Per Strettoio. Belc. Vit. Eg. cap.-
l3. IVel tempo delle vendemmie aiutava
gli uomini a cogliere 1' uve, le quali ezian-
dio alle strettoie, e lina portando, co' suoi
piedi sopressava, e pigiava. (Cj
* STRETTOIAIO- Term. de' Lana-
iuoli. Colui che mette e strigne le pezze
di panno nello strettoio. (A)
:;:STRETTOIATA. Term. de* Lanatuo-
li, ed altri. Quella quantità di pezze di
panno, o altro, che si strigne in una vol-
ta nello strettoio . (A )
STRETTOINO. Dimin. di Strettoio.
Lat. parvum torcular. Gr. TrtSCT^^tov-
Lib. segr. cos. donn. Se ne sprien» il
sugo con uno strettoìno.
^TBETTOIO. Strumento di legno, che
strigne per forza di vite, e serve per uso
di spremere checchessia. Lat. torcular ,
pra'lum. Gr. TTisiT^/p, TrtsoT?:'piov. Pal-
lad. cap. 20. Facciasi torni e strettoi da
sprìcmere, secondo eh* è usanza nel paese.
Cr. 5. 48. 12. Messo in panno lino bian-
co, si prema fuori con lo strettoio. Frane.
Sacch. rim. 20- E so che ben premete
lo strettoio, Perchè del sugo n' «ca to-
178
i4i8
S T R
lenlicri. Hicett. Fior. 97. Di poi si spre- I
mono culle mjiu e rollìi strettoio. Ma/m.
8. l6- Che quaii inaii|^analo, e per slrel-
loio, Pus$as&e ad alto il cavalicr di cuoio.
S Per /''a. te in tura stretta. Lai. arctuni
litanie II tu Iti. (ir. oiivd? Cyvis£9/J0;. Cr.
q. 3l. 2. Le reni, o i lomlii del ravallo
maialo ottimamente &i radano ; appresso
vi si l'accia strettoio in cotal maniera. E
Huni. 3. Quest'altro strettoio è migliore.
Prendasi ec.
STKETTUALE. V. A. Add. Distret-
tuale. Lai. nnterminns. G. ì . II. II7.
A. Perchè avea oiFesu un suo fedele da
Vernia, non i^treltuale di Firenze. M. V.
10. 83. Siimilalaiiientc hande-jjiacouo di
loro ciltadiai, contadini e Atrettuali , uo-
mini atti j cercare mutazioni.
f SMUvTTUKA. Slrif^tiimento, Stret-
ta. Lat. voiistriitio. iiuid. G. 1. 2. So-
:>teDne ^l'or^alanicnle in aere il giogaate
Anteo insino che per inloUcrahde strettu-
ra divenne senza anima. Cr. 2. 23- 22.
Con vinco sonile e lesso, o con cordella,
con poca strettura si leghi, fieni'. Cefi.
Oref. 78. la somma , a due stn-llure di
vite sempre v»-rrà stampata la medaglia .
§. I. Per metafora. Jiut. In/. 38- I.
Che strettura della nicvc noi faccia mo-
rire.
g. II. l'cr I strettezza Vi luogo. Luogo
stretto, Luogo di piccolo circuito. Lat.
angustia. Gr. CTCVOTfl,. Dcclam. Quin-
ti/. (\ Toclie api ehbi tra la strettura
dell' orto assettale. ì'il l'iut. E ancora
|>er questo, che vedrà la strettura <lel luo>
go. Cr. IO. 35 7. ^è le gatte per quel-
la strettura potranno entrare-
•f J^i STKIA. Sorta dica\'0 nelle colonne.
Baldin. roc. Dis. alla V. ACCA.NALA-
TO. Trovansi questi canali appresso al-
cuni autori chiamali strie, donde hanno i
Botanici moderni cavato il dire alle pian-
te accanalale, piante striate. (.4)
^ %. Per similitudine 1 Xotomisti dan-
no il nome di Sirie midollari alle jsostan-
ze intcriori della midolla .opinale. lA)
* STÌUATi>. l'atto a slrie^ Scanala-
to, Scannellato. Jìaldin. J oc. Di s. Si&iXO
j haccelli. ( 1 f
* ST»lIAZ/.0. Esercizio proprio delle
.itrcgltc. Bern. rini. \. gg. Van su pc' ca-
mini E su pc' tetti la notte in istriax-
10. (V)
STH nuli ARE. Ved. STKEBBIARE.
STKIIJBIATO. ì ed. STREBBIATO.
STKIBBIATUICE. f'ed. STIlElìBIA-
TRICK.
•f STRIBUIUE. y. .4. Distribuire.
Lai. distrif'ucre. Gr. otKVSjULEtv. Din,
Comp. 3. 68. Gli uficioli , rho avcan la
^ua^dia della vìttua^lia, suviamentc la stri-
huivano. G. f . II. /|(). 8. Kllino ordi-
narouo tra loro una taglia di reiilunida
fiorini d' oro, il tetzo prestare le dette
(umpagnie ul Comune, e le due parli stri-
liuirc tra altre ricchezze. V. V. 1> 7* ^
cittadini di Firenze lasciarono a strihuin;
a* poveri per li capitani di ipieìla com|>a-
gnia più di Irccunto cinquanta migliaia di
fiorini d' oro.
§. Per Rovinare, Guastare j maniera
antica. Stor. Pist. 87. Quando nicsscr
Auo e iiiesscr Passarino funiuo nel tior-
j-o di Panicale , mandarono loro gente
prc>so alla « itia di Bologna, ardendo, ru>
haiido e slrihuendo ciò che si trovavano
innanzi fin presso alle mura della città ; e
quando cliliono cosi guasto e strihuito ,
tornarono vcrao la ritt!i di Modona. I\
1)2. Comi) costoro furono partiti <li'lla ter-
ra . e '1 Conte vi fere mettere Inoro m
tutto 1 castello e nella rocca , e tutta la
fvco ardere e &tri*iuirc.
•f .STUinUITO. /'. A. Add. da Stri-
LutrT. Lat. distnlmius. Or. ci%tt^r[ìui
S T R
t^ Fr. Zac. T. 2. 23. 18. Ed ai mcmhri ha
strihuito, Omle vita possan trarre, (f^)
STRIBUZIO.NE. V A. Distnhuzione.
Lai. distrihutio. Gr. Kva'oosc^, ciavoy*;'.
jU. V. \. 48. La entrata del Comune re-
co a sua stribuiione, e mandò haodo da
sua parte, che ce.
* STRiCARE. Strigare. Segner. Con/,
istr. cap. ult. Osservando il aodo prima
di applicarvi a strìcarlo. (yj
STRIDENTE. Che stride. Lai. stri-
dens. Gr. ^p\jyoiV. Cr. g. g6. 2. Le qua-
li I pecchie j prima sanxa pietli nascono, e
incontinente con le stridenti ale si mi-
schiano e si levano in allo. Guid. G. Col
capo scoperto e con stridente jtianto Ìl po-
sarono ivi. Amet. 99. Gli stridenti grilli
per le rotture della secca terra s' avevano
fatto cominciare a sentire. 'Pass. Ger. 3.
76. Etl altri impone alle stiidenti rote
D'orni e di cedri l'odorale some. t'ir.
As. 58. Spingendo assai sovente ornhe h'
mani verso il morto corpo, con voce stri-
dente, ma da multi sospiri impediti, gri-
llava.
§. Per Freddo ecces.ùvamente. Boez.
l'arch. 1. rim. Ìì. Tu, quando usa sfron-
dare La bruma i hoschi al più stridente
algore, Tarde le notti e i di veloci fai.
STRIDERE. Gridare acutamente, così
dell' uomo, come d' altro animale j e figa-
ratam. si dice anche di cose inanimate .
Lai. stridere, stre/'itnm edere. Gr. ^p'J-
jjiiy. Fr. Giord. Pred. S. Sihilasse co-
me serpente, e strìdesse come Ì porci e
come i sorci, ffocc. nov. 79. ^O- Comin-
cio a saltahellare ec. e a stridere, a gui-
sa che se imperversato fosse . Pass.
1^6. \'c'nne la feiiimiua stridendo, e *1 ca-
valiere dietro. Farcii. Stor. 6. l52. I
quali gli dissero, fra l'altre rose, essere
gran differenza tra sU"idere, che fa fugj,Ì-
ro gli uccelli, e schiamazzare, che gli al-
letta. F Eri'ol. 61. Stridere per lo con-
trario è sempre neulrt> ec. , e noi fareu-
dolo della teiia, iliciamo stridere coU'ar-
ccnto acuto in stdl* antepenullima, il qua-
le dimostra la penultima sdlaha esser hre-
ve. lied. Jns. 128- Stuzzicato ed irritalo
strideva, come se fosse un pìpisliello.
Tass. Ger. 16. 2. Le porte qui d" cfligia-
to argento Su i cardini stridean dì liirid'
oro. ^! /'ocz. I ardi. l5. La fiera raldtia
di Nettuno irato Quando più gonfia , e
dal più hasso fondo Più roro stride e più
minaccia il mondo. (^} Sannaz. Ari nd.pros.
II. Montano ce. ponendo una viva »elce
nella rete della sua fionda, e con (ulta sua
iorza, rolandolasì intorno al capo, la lanciò
andare; la quale t\iriosaineii'.e stiiitendo
pervenne n dirittura ove mandata era. (C.
Salvin. Om. f .'>6a. Ma fuor fuore la pe-
liade Fras^inea lancia trapasso, e stiise
Sotto quella lo s> udo. (Min)
"^ % F. in siifuilìr. alt. (^avalc. Alt.
Apost. /|8. Le ijuali parole quegli uiIfu-
do, lutti si rodeano dì cuore , e islridva-
no gli denti contro a lui. ( F) .S'ah'in. Di-
sc. 3. 182 Del gridare, e dello itriilcre
alcuno, o motto joilarlo. aslienli. tJ\'t
STItlUEVOl.E. Add. (he stride. Lat.
striduli! f. Gr. )tyj£3;. liemh. pr^ys. a.
91. D'altra parte, cercando la pìuccvolez-
fta, puossi trascorrere r M'vndere ul disso-
luto, credendo iiuellr voci graziose rur-
re, che rulictde sono, e le inihelletlale va-
glie, e Ir insipide dolci , e le sliidovoli
soavi. Farch. t.ez. (67. Le tlridovoli pa-
role ) in iscamhio dello xsavi.
•f « STRIDIMENTO. Strido, Siri.
dio. Stridore. Uden. !\is. ^. ^6. La for-
za dì questa comparazione consiste nello
stridere, che li fa talora nel pianto , il
quale stridimenlo lagrimoso era , ce. (A)
4 STRIDIO. Lo stridere. Stridore
Lat. flridor. Gr. r^t7^o;. .VnA-i/i. Pros.
S T R
Tose. I. 102. Beo si sa che stridio e cbe
schiamazzo elle fauno. (') E Geor. tih.
1. Con gran stridio per 1' aure la perse-
guila >iso. ( Fj
STRIDIRE. I'. A. Stridere. LiLttridere
Gr.^pjy^tt-i. Mor. S. Greg. 32. Ecco io «Iri-
derò sopra di voi, ticcome stridisce il car-
ro carico di fieno. Cr. 9. 82. 3- Il desi-
derio d'usar con la femmina il maschio
f pavone } dimostra, quauilo la bellezxa del-
la gemmala coda sopra di se volge, e coi-
rendo stridisce.
* g. I. Eia signi/ic. alt. FiU SS. Pad.
1. 76. Di notte lo facea urlare, e piagne-
re, e stridire li denti. (Fj
g. II. Per similit. Lat. facere strido-
rem, I itr. Frese. 1. IL. 2. Quanto alla
hunt^ della rena è da sapere clic quella .
la quale presa con mano sLridisce, è utile
a colui che vuole edificare.
STRIDO . Foce che si manda fuori
stridendo. Lat. strtdor , clamor, quiritO'
tus . Gr. fizjyaó., Bocc. nov. 43. I^-
Fu per mettere un grande strido, temen-
do d' esser fedita. Petr. canz. ^S. IO. A
questo UD strido Lagrimoso alzo, e grido.
/'.." son. 222. >on chi recò eoo sua Ta.;a
lieliczta In Grecia affanni, in Troia ulti-
mi stridi, /ant. Inf. 12. Ove i bollili fa-
ccno alte strida.
"^ %. E fer simiht. detto i^l Fragor
del mare . Tass. Ger. 3. 6. O quale in
fra gli scogli, o presso ai lidi Sibila il mar
percosso in ratirhi stridi. (IVj
*f 5 STRIDORE. Foce che si manda
fuori stridendo. Strido. Lat. strider. Gr.
,3ouyu5? . Zìi*. ^F lo mando, dì»s' elli ,
dinanzi a me paura, stridore e fuga, uc-
cidimento e sangue. Guid. G. Con lamen-
tevoli slrìiluri manifestano te misere loro
Itoci. :;: (ar. Fn. 12. 991- La turba V ac-
corse delle donne, e di tumulto Di piaDli,
di stridori e il' ululali La reggia tolta e
la citlade empiessi. {Ii)
§. I. / tei amo anche Stridore a Freddo
ccccsuvo. Sug^. nat. esp. 7. Ne' maggiori
stridori del nostro inverno si riduce a 17 e a
16 gradi. Fir. Disc. an. 101. Or non li
ricord' egli, marito mio iozucrherato, avci
udito dire , che due anni fa noi avemmo
qui una mala vernala, e furonti 1 mag-
giori slridoii che io mi ricordi niaìT Farih.
Lrz. 52^. >ej;li .«Iridori del verno si sec-
cano dimoili frulli , perciocché ìl caldo ,
per temenza del freddo suo nimico, si ri-
tira e fugi;e.
^ 3. II. Stridore, dicesi anche dei Ro-
more che fanno alcune case scagtialt, o
prnoste. « S. Gio. Gnsost. |35. E quao-
tunifue, come dice la Scrittura, quivi sia
stridore di denti, pianto e ululalo ec. Stcr
Fur. 6- 145. Ammonì il fanciullo di ooo
muoversi in motto alcuno , anzi Icoerc il
capo saldissimo e pari, e sopportare pasien-
teinenlc lo ^trìdore della freccia « . (Ff
Far. En. 8. 6^6 11 picchiar dell' iurudi
e de* marlelti, Cit' entro si sente, lo sUi-
dor de' lerri. Il fremere ec. (li)
•j STRII»ULO. Add. Aggiunto che SI
dà a canto , o a suono di voce acuta #
striilente, o a cosa che dà suono stHdem-
te. I al. .itridulus. C.r. )t/y;a;. Fir. As.
lC>X Accompagnando ìl uunvo coro c(»n
uno stiidulo canto, andavano scherzando
le lascive paiscre , r altri infiniti uceell .
* S- '^'' t'"*ilit. afsgtiiHto di cose I-
ntnimate che fanno ingrato remore. Ar
Fur. 14. I119. t oiur as\alìre o vasi pfts(>v
rati , O le dolci reliquie de' convìvi So.
glion con rauco $u«tn di stridule alt Lr
impronte mosche ai caldi );iornÌ esiivi. (M)
Hill eli .-tp 220. Se ipiivi appretto poi
surges>e il tasjo, Sharlul dalle radici, r l
homo fendi. Per incurvare i lunghi e stri-
duli archi Che ce. (F)
STRIGAHE CotflraHo d'intrigare-
STB
s T n
S T R
i4«i)
Ravviare , Siiliippnrf . Lot. exlrìcan! .
Gr. «{sii'rrsiv.
>P g. I. 7'<T Sol/ciilare. Fr. Ciord. i.
E se ci sono caJuli (nella scomunica), si
li strighi a uscirne, e l'arsene [iroscioglicrc
i] più loslo che l'UÓ. (l'I
3 e 11. l\i- im-liij. J>iir sesto a cosa
imbrL>gliala , /Igpiiislarla , Trar rf" im-
broglio. Lai. exirican-, eiliiccrc. C.r. a.-cr.).-
ÀKTTi.v, s^avi'"- '"• ' ■ 9- '°"- "J"-'":
do per Io possalo ha lallc 1 alte e grandi
imprese, per li governatori .Iella th.csa d.
Roma addosso gli sun limase a strigare.
fr. Ciord. S. l'red. (il. Delle qu.di aviaino
delle le cinque, e non Lene strigale le due
stamane. Se,,. I!c„. larci,. 6. 2;. .-e lu
r intrigassi in .lualche piato , e poi ne lo
strigassi, niuno dul.ilerel.l.e che tu non
avessi scclei-ataniente operato.
* e 111. /.in sigiiific. neutr.pass. Trar-
si d- intrigo . .. / oez. I nrch. i. pros. 12.
Beffimi Ui, risposi, tessendomi con coleste
lue ragioni un lalerinlo da non poterse-
ne strigare e sviluppare mai ..? f A> l-asc.
Ce,,. 1. no^: 2. 73. l'er non toccarne una
neUa testa che lo ponesse in terra , deli-
herò di suigarsi, o d.svilupparsi da quello
impaccio, e da quella noia, andassene ciò
che volesse. (Ti)
* STRIGATO. Jfi'erb. lehcemenle ,
Senza imbrogUo. Lai. crpedile. feliiùter.
Pros. Jior. 4. 2. 94- Com'ella vede, e
necessario pensare ad altro modo per u-
scire sUigato e nello di questo mlri-
STRIGATOBE. I erbai . in.isc. Che
striga, lib.cur. malatt. Appellano il me-
dico per unico strigalorc di tanli mali (i),,,
fieiiratam. }.
* STRIGE. Sorta d'uccello notturno.
Lai. strix. Gr. cjyiv.o'. Menz. .tal. i.
E solo a gufi, a stiigi ■ a cornac, hioni
Nel palano real poneaM d ghigno . /..-rf.
Oss. \n. 148. Se tulli gli uccelli .h ra-
pina ò grandi o piccoli clic sieno, cctet-
lualòne i l.arbagiauni. i gufi , le strigi , 0
nottole , ed altri rapaci notlurm , han-
no cortissimi i loro .lue intestini cicchi ,
S STBIGIO. Sorla di erba detta al-
Irimenli Solalro. Lai. solanum. Gr. syf J-
vvo; . Cr. 6. 104. I. lo strigi.) , solalro
e morella è una medesima erba. {')
STRIGLIA. Slrcggbia. ^
STRIGLIARE, .•tlreggbtarc. i- J ass.
Vial Pad. t'a'u. (Quando lo spcnditorc
avri compro da mangiare , il cameriero
.vii fatto illello, e ii.llale le vesti 1
famiglio di stalla sliigliati 1 cavalli . (V)
Mleg. 265. E menando la man coni uoni
"''•/"sTrÌgNKNTE, e STRlKGliNTE.
Che strigne . Lai. .firingens , astnngens ,
eogens. Gr. sy.'y/wv. Cr 10. Jl. I.
Presso al laccio sia un folle cannello
slrisuenle il laccio . .4met. l3. Vede h
rivi ec. discendere , o quelli tutti in pie-
Ira per lo slrignente fieddo, essere tor-
nati l'igri. * /•. 59. Dal freddissimo Borea
canuto, L' acque' strigncnte, e dal veloce
Eoo , O da quale altro fiero o leu tenu-
to, ec. (Hj
* 8 Per Importante, Di gran premu-
ra, l'aliai, lerf. Cri.,7. 1. 2. Non veg-
riamo noi che molli rifiulan.. di mangia,
re a una lauta mensa di tredici convitati,
o d- imprender viaggio, exiandio per aliar.
slrineenli, in giorno di marte? (HI
STRIGNERE, e STB1^GERE. j4cco-
stai-e con violenza e con forza le pa,t, in-
sieme, ovvero luna cosa coli' altra. I.at.
stringere. Gr. ^f. '•//='»■ ^o"- '""■ "'
1- Poiché mille volte, dis.derosamenlc
tl'ringendolo, bacialo V ebbe ec, n.Ua ca-
mera se ne andarono. /•' nov. 3l il.
Suingendosi al petto il morto cuore, dis-
se ec. E nov. 47- 7- r"-' queste parole
vennero a pigliarsi per mano, e stiigner-
si l'elr. cani. dc). 2. D.h stringilo , or
che puoi, lìcrn. Ori. I. l5. 48. Slrigne-
va i denti, e dicca ; Iradilore, Fa', se sai,
che di 'lui non puoi campare .
g I. Slrignce, per metaj.« Fior. II.
324. Tanto lo strinse la pietà paternale,
che per difendere lo padre si missc alla
morie. tC) l^occ. nov. 63. 12. Tanto l'alle-
zion del figliuol lo strinse, che egli non pose
l'animo allo 'nganno fattogli dalla moglie. E
no.'. q8 29. Che il legame .lell'amislà trop-
po più siringa, che .|uel del sangue e del
parentado. Ilant. lar. 32. Ma 10 ti solverò
forte legame. In che ti strinson li pcnsier
solidi. l\l. r. I. 96- >1 tonte si scuso
che non polea , eh' era lorte stretto dalle
gotti (cioè, tormentato). Tac. Hav. Ann.
3. 66. Meno strignevano que' figliastri al
patrigno, che questo nipote all'avolo ;rioè,
gli erano meno a cuore; il testo lai ha :
levior iiecessitudo ).
§.11. Slrigiiere, per Accostare, Pac-
cogliere insieme. Unire; e si usa in ii-
miì/ic. alt. e neulr. pass. Lai. colligere ,
cogere. Gr. suWsys.». Pani. /«/ 9. Gri-
davan si allo , < h' i' mi strinsi al poela
per sopetto. /; Par. II. Ben son di quel-
le che temono il danno , E stringonsi al
pastor. /•; 22. Cosi mi disse; e indi si ri-
colse Al suo collegio, e '1 c.dlegio si strinse.
J„,ci. pr. 3. Che più di costui le molte
lode in poche parole strignendo diremo ?
Pelr son. 2o5. Seco si stringe, e dice a
ciascun passo: Deb fosse or .jui 1 (cioè,
SI raccoglie in se medesinio). h canz. 24.
3. Che pur tanta baldanza al mio cor die-
di, eh' i' le mi strinsi a' piedi, i: cap. I.
All'or mi strinsi a rimirar s' alcuno Rico-
noscessi nella folla schiera. C. ! ■ II- 76.
1. Addi 21 d' Aprile si slrinsono presso
alle poite di Verona al gillare d' un ba-
lestro .
g. HI. Strigncre , pur figurntani,, per
Coslrigncrc , l'iolcntare , .\foi-zai-e. Lai.
a.Hringcre. urgere, cogere. Gr. KVayKt/-
£s.v, sTliiysiv, ^.«^ssSai. Pani. Purg.
29. Ch' altra spesa mi strigne. Tanto che
'u questa non posso esser largo. E Par.
6. Ma la condizione Mi strigne a segui-
tare alcuna giunta . lìocc. nov. 5o. lì.
Vide colui , il 'luale starnutilo acca , e
ancora starnutiva , a ciò la forza del sol-
fo strignendolo . E nov. 85. l5. Comin-
cio mollo a strignere e a solliritar Bru-
no . /; noe. 100. 3. Voi mi strignete a
quello che io .lei lutto acca disposto di
non far mai. Cas. leti 65. Se e' pai dun-
que .al Vescovo di tornare a ragionare
col Conte , come da si; , e stringerlo , e
mostrargli le comodit'a che egli noveri
più in noi , che in alcuno altro , ec.
* CnifC. Stor. 4. 29^. Nel qual tem-
po, preso animo della prosperità dei suc-
cessi, slrigneva con parole alle il Papa
a dichiararsi per la lega. (L)
i? ^ IV Sti'ignere il cuore, vale Mettere
in angustia. F.CCOP.E.g. XCVllI.f,V;
:^i g. V. Strignere il pelo alligni, vale lo
stes.io che divedere il pelo . I . PELO ,
§. XXII. (Ni
+ :*.- §. VI. Strignere I' argomento , vale
Pinforznr la prova , I enire alla conclu-
sione. Segner. Mann. Cinga. 14. I. Ogni
sua parola e piena di nervo a slrignere
sempre più 1' argomento. (Ì'J
§. VII. Strignere, per .ferrare, Asse-
diare. Lai. concludere, obsidere.Gr. 5uy- ,
zl-i'siv, TToiios/sTv. C. f. 5. I. 8. Venne
allo assedio di' Roma per dislruggerla , e
aveala molto slretla. /■, 7 lo3. I. Misesi
a strignere la ritta di (;irona . /'J 8. 89.
2. Si puosono ad oste al castello di Gar-
gosa, e quello strinsero per battaglia. /Jocc.
nOi\ 17. 44- Prima che da due potentis-
simi signori fosse stretto in mezzo , andò
contro al Ile di Cappadoeia. Cas. lei,. 49.
Par che sia necessario o di pigliare alcu-
no accordo sopra le cose di Sieno di pre-
sente , innanzi clic i nemici la stringano
tanto, che possano poi voler 1' accordo a
lor modo.
g. Vili. .S't,ingere la spaila, e simili,
vale Impugnarla . Ar. pur. 9. 3. Dor-
mono , e 'l Conte ucci.ier ne può assai ,
Né però stringe Durindana mai. -•- Tass.
Cer. 2. 74. Vibra contro costei la lancia,
e stringi La spada ec. (K)
g. IX. .ytrignersi , per Uistrignersi ,
Usar parcità. Lai. parce vivere, Gr. e'u-
TS/tà; fl.o-Jv. /ìocc. Introd. l3. Molli al-
tri servavano tra questi due di sopra delti
una mezzana via , non i»trigncndosi nelle
vivande quanto i primi . ne nel bere , e
neir altre dissoluzioni allargandosi <)Uanlo
i secondi.
•+ •,' §. X . Stringersi addosso ad uno,
vale As.taliilo, Investirlo. Segner. Pred.
3. 5. Si strigne improvvisamente addosso
al nemico; lo gilla a Icrra. (V)
i"? ^. XI. Strignere, talora vale anche
Importare, Calce, legg. P. Unni. 18.
Lascio 0 te queste rose , e Iralliamo di
quelle cose , che più mi stiingono. (Ci
g. MI. .^trigiicrc i cinto/ini ad alcu-
no, si dice del I lemere molto ed Impor-
tale altrui alcuna cosa. LaC cura^ vel
cordi esse . Gr. iitip.ikii si vs<i . l^oec.
nov. 40. 22. Siccome colei, alla quale islri-
gnevano i cintolini ec, ordinatamente di
quello la fante informo.
;;: g. XIII. Strignersi nelle .spalle, 0
Strigiter le spalle, esprimono uno Scusar-
si tacitamente per più non potere j e ta-
lora Cedere alla fortuna con pazienza .
Frane. Sacch. nov. 36. Slrinsono le spal-
le , e ringraziaronlo , ed andossi con Dio.
iVoi-. ani. 102. 31. Si die ad intendere
d'avere errato, e strettosi nelle spalle dis-
se : per certo io sono stasera fuor di
me. (C)
g. XIV. Strignere il sangue, vale Ri-
stagnare il .tangue . Lai. astringere , si-
stvre. Gr. OTj'fe.v. Tes. l'ov. P. S. cap.
16. Il sugo dell' ollica, messo nelle nari,
fa uscire il sangue, ed ungendone la fronte
slrigne il sangue. /'.' appresso: Il sangue
di pernice , o di tortola , e colombo , si-
milmenle slrigne il sangue che esce del-
le ferite.
f K' g. XV. Strignere il passo , per
Affrcltare il passo, lor. Med. poe.t. l5.
Prende nuovo vigore, e strigne il pas-
so (Min)
g. XVI. Strignere fra l' uscio e il mu-
ro , vale I iolentare alcuno a risolversi
.venza dargli tempo a pensare. Malm. IO.
g. Chi la stringesse poi fra 1' uscio e '1
muro. Pagherebbe qualcosa a farne mon-
te . .Menz. sai. 5 Ma tu mi stringi qui
tra r uscio e '1 muro.
'r §. XVII. .stringere i panni addosso
ad uno , figuratam. vale I ostrignerlo e
ijuasi liolen tarlo a fare la tua volontà.
Car. leti. ined. 2. 257. Gi'a s' ha levati
d' addosso questi benedetti ferraiuoli con
tullochè 1 Cardinale e "1 marchese insie-
me gli abbiano di nuovo stretti i panni
addosso. (J\')
* §. XVIII. Slrignere, talora vale an-
che Concludere, Recare ad ejìetto. Cuicc.
Stor. 4. 75. Conosco che chi cosi presto
vuol tanto abbracciare , va a pericolo di
non strignere cosa alcuna. (LI
* e. XIX. In proverb. Chi follo ab-
braccia poco Slrigne J e dicc.li di Ib""''^
conchiude per troppo imprendere. ì . AB-
BRACCIARE , ;;. IV. (C)
I STRIG^^IME^TO . Io slngnere.
Lai. constrictio, eonstipalio. Gr. ST-jfi;.
Oli. Cam. Purg. 21. 387. Si generano
l430
S T R
ncir apre diverse passioni , secondo Tario
stendimento e strignimento che fa il ca<
lore che signoreggia ncll' aere. Cr. Q. 65.
4. Ancora en6ano i buoi per costipamen-
to, cioè per istrignimentu di ventre. Gal.
Sist. 355. In somma, questo allargamen-
to e strignimento si diversifica più assai
che in decupla proporzione.
t # STRIGMTORE. l'erbai, masc.
Che, o Oli strigne. Helltn. Disc. 3. 57.
Io gli aggiugnerò braccia e mani in foggia
di strumenti prenditori , strignitorì , rìte-
nìtori, con cui si ponga in possesso dì ciò
che gli fa di mestieri (Min)
STRIGMTURA. Lo strignere . Lai.
contractura , pressura. Gr. S>i\Jit;, su-
§. Per Congiuntura, Jttaccatura. Lat.
iuftctura . Gr. c-j^sufi;. Lib. Astr. Sal-
derai ani1>o ì lor capi con i^tagno , sicco-
me io li dissi elle facessi nella prima par-
ie, poi torrai la slrignitura, e piglia quel
foratore eoa che furasti gli altri fori, o un
altro che sia così grosso come qtieilu.
STRI';()LO. Membrana, 0 /iete gras-
sa j che sta appiccata aile budella de^li
animali. Maini. 6. 47- ^^^ *' rallt-gra al
giugncr d' un cibreo Fatto d' interiora di
magnano , 1-^ di ventrigli e strigoli d^
Ebreo .
STRILLARE. Strìdere. Lat. stridere.
Gr. ^^j^'-cv. Àr. Fur. 37.97. Ella, che
teme che non ben le accada. Lo nega in-
darno, e piange e grida e strilla. ì'arch.
Krcol. 6l. Stiillare, il che si dice ancora
mettere urli o urla, stridi o strida, strilli
e trifoli, è quello proprio che i Latini di-
cevano vocijerarif cioè gridar quanto altri
n'ha in lesta, ovvero in gola.
STRILLO. Lo strillare. Varch. Fr-
ed. 61. Strillare, il clic si dice ancora
mettere urli o urla, stridi o strida, strilli
e trifoli, è quello proprio che i Latini di-
cevano voci/erari , cioè gridar «[uanlo altri
n'ha in Icsla , ovvero in gola.
:? STRILLOZZO. Tcrm. degli Orni-
tologi. Sorta d'uccello iti paretaio, simile
in grossezza al Frosone , di becco perù
più sottile, e del colore del Tordo j forse
io stesso che il Braciere menzionato dal
Pulci nel suo Morgantc. (A)
^- STRLMPELLAMENTO. Frastuono,
Strimpella (a . (yi )
STRIMPELLARE. Sonare così a mal
modo. Lat. perperam pulsare. Gr. pau-
/w; xfo'jivi. Bcd. Ditir. 20. Strimpel-
lando il dabbuddà, Cantino e ballino il
bonibababa. Buon. Fier. A. 1. 2. Suona
puro. Suona forte, strimpella.
•f •.:: STRIMPELLATA. Strimpella-
mento j Sattuta di alcuno strumento a
mal modo. Sali'in. Fier. Buon. ^. i. 2.
Dà due pizzicate, cioè pizzicottate , col
plettro dell'ugna e delle dila ; strimpel-
late, come si fa sulla «bitarra. ( J j
•f * STRIMPKLLO. iìomore d'uno
strumento mal sonato, e lo Strumento
stesso. Cori. Svin. 7. Quivi Ciapino in-
cominciò bel bello A risvegliar le ìudur-
inentale corde Del ncghitlusu e stupido
strimpello; Né veruna trovatane ci>ncor-
de, Per accordarle i bischeri girando, Mag-
giormente il lor »uon rese discurde. ( .i )
STRI.NGA. Pezzo di nastro, o striscia
stretta di cuoio, comunemente di lunghez-
za di mezzo braccio, con una punta d' ot-
tone, o di altro metallo da ofini capo , e
sci'i'C per allacciare. Lat. ligula adstri-
ctoria, adstrigmentum. Hern. Ori. 2. 23-
ll^. Ma lancia che co' nastri ella si strin-
ga: Ogni Cristian n' ara cento per strin-
ga. /',' rim. I. ()3. Con un certo cotale
Di Romagnuolo attaccato alle ichìenr Con
una stringa rossa che lo tiene. Buon. Fier.
4. l^. io. Io entro in un mereiaio, com-
pio ktnoghc, ce. Mestieri ho di lervu'mc-
S T R
ne: le sgruppo. ì'arch. Suoc- 2- I. Io
t' ho detto mille volte , Fulvia , che tu
tragga da tutti in tutti modi lutto <]Uello
che tu puoi, se tu dovessi bene caTarne
un puntale di stringa. Lasc. Pinz. \. 6.
Io so ch'io DOD ho mai avuto da voi tan-
to , che ODO vaglia più un puntai di
stringa.
'■f ^ §. Son dare una stringa , vale
lo stesso che Non ne dare un pelacuc-
chino. I ed. PELACUCCHINO, g. (')
* STRINGAIO. Facitore di siringhe.
Lat. ligularum opifex. Bemb. lett. 2. 5.
79. Battista stringaio, imprigionato per ciò,
che Tenuto a parole con un altro strin-
gaio, gli avvenne con un martellino della
loro arte segnarli un poco la pelle del
volto. (')
STRINGARE. Bislrignere. Lat. astrin-
gere, premere. Gr. eTotvasT^J/etv, &>t'-
^Hv. Toc. Dai' Che tanto stringava i
suoi scritti per aver vita.
f * STRINGATISSIMO. Superi, di
Stringato Bel/in. Pise. 2. 288. Voglio
parlarvi coll'iitesse sue parole latine, per-
chè son troppo stupende nell' espressione
del vero spiegato io una stringatissima suc-
cintezza. (Min)
STRINGATO. Jdd.da Stringare, Com-
pendioso, Succinto, Breve nel parlare, o
nello scrivere. Lat. compendiarius, pres-
sus, concisus. Gr. 9-j-JTOftoi. Dav. Toc.
Lett. Volgaritrare tutt«' Tacito non pare
che occorra, avendol fatto Giorgio Dati
con ampio stile e facile, e credo per al-
largare e addolcire il testo sì stringalo e
brusco.
§. Per Piccolo, o Stretto. Car. lett. i.
17. Che non sìa sì forbito nasino, né si
stringato nasetto, ec.
^- STRINGERE . l'ed. STRIGNE-
KE. (ys)
•f * STRINGHETTA. Dim. di Strin-
ga. Cortig. Castigl. lib. 2. pag. 160.
( Giolito l5'>4 ) Qual e di noi, che ve-
dendt> passeggiar un gentiluomo con una
roba addosso quartata di diversi colorì ,
ovvero con tante strìnghelte e fettuzze
annodale, e fregi traversati, non lo te-
nesse per pazto, o per buffone? (.\Sj
* STRINGIMENTO. Lo stringere.
Segner. Seni. Graz- 37. Altro non è che
r abbracciamento, lo stringimento, e 1' u-
nionc col suo amorosissimo Dìo (qtiiji-
guralam. ). (TC)
STRINTA. .Stretta. L^l. pressura, an-
gustia. Gr. r>*'^{'t;. otsvs't»;;. Bim. ani.
M. Gin. 36. Cosi miser m' aito e mi soc-
corro , Per ritornare , e dar maggiuie
slrinta.
't # STRINTO. Jdd. da Stringere,-
Stretto . Lat. strictus , adstrictus. Gr.
es^i'/juivo;. Bed. Oss an. 186. Ne son
ec. armati di crosta, anzi teneri , e che
slrintì fra le dita si ammaccano subilo ,
e si disfanno scasa rcsistensa veruna. (*)
Lasc. rim. part. I. pag. 8. z* f ir. I?^')
Sì dolce è 'I foco , e sì soave il nodo,
Ond' io luti* ardo, et onde io tono stria-
to, eh' io non vorrei che V un inai fus-
se estinto, ec. (ti)
•f STRIONE. Istrione. Lai. hislrio. Or-
fjtaoi, uT5/SiTT^'>. Frane. Saceh. rim.
l53. Carlo di Buem Iniprrailore il (ecv
Re de'buflfoni e degli strioni f tjui è
erroif, dovendosi leg^rre, per la misura
del verso . klrì«m ) il Italia. Tac. Dav.
..-/nn. 1. 26. Diceva 1' accuiati>re . che
Falanìo aveva mcuo Ira'iacertloiì d'Au-
gusto ec. un certo Catùo strione , dis-
onesto 4lcl corpo. F Pk'rd. eloif. 4*6.
Onde è nato quel travolto , ma spesso
dettato, che 1 ni'slri oratori parlano scioc-
co, e gli strionì ballano saporito. Buon.
Fier. I. 3. a. Che gli »tnoo ri sono,
SI alti a trasformarsi in ogni parte, Che
come una persooa slnoniea ai quelle
S T R
muovono a timore e a pietade Cliian-
que gli ascolta, come a rìso ancora. F
3. l\- 9. eh' io non vidi a' mìei dì strìon
che *\ duolo Meglio imitar sapesse di
colui.
* STRIONESSA. Donna che recita
in commedia. Commediante- Lasc. Rim.
2. 1^3. Così cioppe , o gammurre aper-
te, e fesse Son da giocolatrìci, o strìo-
nesse . fCj
•f * STRIONICO. Jdd. Da istrione.
Disc. Cale. 2. Come dell* arte strionica,
de' cori de' mimi , della musica antica,
della magia e della cabala , e dì molle
altre arti e scienze è avvenuto ^rf* ejjrr-
si perdute,. Uden. Sit. 3. ^5. Parlando
come una p
se ec. ( I)
STRIPPARE. Dicesì in modo basso
deir Empier soverchiamente la trippa ,
Mangiare assai. Lat. .te cibo ingurgita-
re. Gr. >aiyàv. Puon. Fier. ^ i. 7.
Che, '1 tuo ingoiato, a strippar qui ve-
nuto. Meriti di mostrar nuda la peecia.
Busp. son. 3. 200. Vo' fare una scom-
messa. Che sempre eh* egli strippa all'al-
trui spese, Rece poi roba, eh' ci ne cam-
pa un mese.
STRISCETTA. Striscia piccola. Lai.
Jatciola. Gr. iTZioz-SfliOV . Sagg. nat.
esp. 66- Si potranno sopra ciascuno di
essi appiccare esteriormente con gomma
due striscelte di cartapecora. F 8i. Dopo
di averla strofinata, e riscaldata sulla stri-
scelta di panno.
STRI.^CIA. .Si dice a Pezzo di panno ,
o d'altra cosa, the sia alquanto Bìtt lun-
go che largo. LM.Jasria. Gr. imoE^ao^.
Fir. As. 275, Ne gli bastando questo ,
e* cominciò a metter mano alle strisce
de' campi ; e mossogli non so che lite so-
pra de' confinì , gli andava usurpando a
poco a poco ciò che egli aveva. Gal. Si-
st. 356. lo pìglio due striice di carta ,
una nera, e l'altra bianca. F appresso.'
La striscia nera di mezzo ascondereblic
precisamente la bianca opposta.
* g. I. Sfri.tci-t , chiamasi anche un
Pezzo di cuoio più lungo , che largo su
cui si affilano i rasoi, fìellin. Disc. 2.
3o8. A tali strisce pur si vedono tatto dr
affilare ì barbieri i lor rasoi. fCj
§. II. Per Biga. Bed. Ins. l5o. Sco
però minori^ e men fieri ; men pelosi , e
solamente listati tutti dì strisce trasversali
nerissime.
§. III. Per simiìit. Dante P utò per
.9erpe. Lat. coluber, anguis, srrpens. Gr.
opc;. Dani. Purg. 8. Tra l'ertw e i fior
venia la mala striscia , Volgendo ad ora
ad or la testa e '1 dosso.
§. IV. Striscia, per P Orma che rima-
ne in terra dallo strisciare. Lat. vesti-
gium, orbita. Cr. t}fv9{. ì'arch. rim.
post. 231. Lunga dietro di se lasciando
striscia. Che segnata da lei la polve terha.
g. V. Striscia , in modo basso , per
ispada. Malm. |3. 55. Ma Calagfillo al-
tiero e pien di stitaa Colla sui striscia fa
colpi crudeli.
h STRISCIAMENTO. /,' azione del-
io strisciare. Bellin. Ih.tc. 2 99. Ocnun
sa che con ule strisciamento si tagliano
in un batter d'occhio braccia e braccia
dì lela. (Mini
« STRI5CIANTE. Che .ttriscia. Sal-
vili. Opp. Pese. Per esso dentro mellerai
strìiciante Polpo 0 locusta, ambi dal fuoco
arrosto. (A)
STRISCI. \RE. Camminare con impeto
stropicciando e fregando il terreno, come
fa la serpe. Lat. serpere, rcptare. Cr
r^JTCì», l^ti^nv. ì arch. rim. post. 221 .
Vedila là , eh* ella si fugge, e merita Fr«
cespo e cespo, e via sguinando striscia .
Boci. ì'arch. 5. rim 5. Di molte e v*-
S T R
ri» forme Calcan la terra diversi animali.
Questi con piallo strso corpo enorme Spai-
no, slrisriando, col petto la polve . Ar.
Fur, Li. 7. Qual nomade paslor, che ve-
dut* abuia Fu^*;Ìr strisciando 1' orrido ser-
pente.
g. I. Per mctaC l'afe Passare rasente
con impeto. Dov. Colt. 1^6. Con andari
coperti, perchè (gli uccelli) non aUino ,
ma striscino , e insacchino nella ragna.
Jtfbrg. 5. 5g. Rizzo>si in sulle staffi', e *1
brando striscia, Che lo Tacca fischiar co-
in' una biscia. Berti. Ori. 2. 2'^■ l\2. Ra-
ichiò la coscia al marchese Ulìviero, E
giù strisciando colse il buon destriero.
Guicc. Stor. io- L* artiglieria piantata di
Ik dal Tesino strisciava tuli' i loro ripari.
Cani. Cam. 188. Per distender le crespe
questa liscia. Quando egli è pui rasciutto,
Gagliardamente in qua e in là si striscia.
^ §. II. Stri.iciare, in signijìcato att.,
vale Stringere colta mano 1 rami carichi
(fi fruita, e facentlola scorrere staccarli ,
e Jarglt cadere. Sah-in. lìnon. Fier. Pier
Vettori ec. rimette su il Iiuon uso degli
antichi agricoltori, de' quali era proprio
oieam stringere : strisciare i rami , non
percuotergli. (/4)
* STRISCIATA, lo stri.iciare. Gal.
Dial. mot. loc. 542- Quando la stnsciala
passava senza sibilo, non restava pur mi-
nima ombra di tali virj^iilette, K appres-
so.' Nelle strisciate sibilanti sentiva tre-
marmi il ferro in pugno. E appresso :
Misurando poi gì* intervalli delle virgolet-
le dell'una e dell'altra strisciata, si vede-
va la distanza che ec. (*}
*STRISCIATAMENTE.^i'i'er*.A«mn
niera strisciante, Bellin. Disc. 2. 97. Ed
è il taglio strisciato talmente opera di
mera punta che lo strunienlo che si ado-
pera per islrisciatamente tagliare , mentre
taglia in tal forma, non adopera di se al-
tro che una sola unica mera e vera pun-
ta. (F)
t « STRISCIATO. Add. da Strisciare.
Bellin. Disc. 2. 96. Fd è il taglio stri-
sciato talmente opera di mera punta ec.
E altrove: Le quali lutte maniere si conten-
gono in quei due generalissimi capi di
taglio fermo e taglio strisciato, (Min)
* STRISCIATOIO. Quel cencio (ano,
pel quale Janno passare il filo dell'accia
te donne quando dipanano. (A)
•f* STRISCIO. Lo strisciare j e la
Striscia stessa che si fa strisciando. Tass.
Gt?r. l^. 34. Siccome soglion la vicino al
polo S* avvien che il verno i fiumi a:;-
gbiacci e indure Correr sul Ren le villa-
nelle a stuolo Con luoghi strisci e sdruc-
ciolar sicure. ( P)
•n* §. I. Fare un buono striscio ad una
vivanda , vale Mangiarne as.vai. Lasc
Cen. 3. nov. 10. 295.1 giovani, fatto un
buono striscio a' tartufi, e bevuto di vo-
glia , chi volle restò con Fileno. (C)
* g. II. Tiro distriscio. Galil. Tinti.
Fort. 33. Quando un tiro d'artiglieria va
parallelo ed equidistante ad una cortina ,
senza luccarìa in luogo alcuno si doman-
da tiro di striscio, (l'è)
« STRISCIOLINA. Dim. di Striscino-
laj Piccola striscinola. Lat. parvafascio-
la. Gr. 5TIÒS3/J110'-. Jl vocahol. alla voce
PASSANTE, §. (•)
* STRISCIONE, e STRISCIONI.
Avverti, Onde Camminare striscioni^ vate
Camminare stropicciando e fregando il
terreno . Salvin. Opp. Pese. Or sorti an-
dare eguale con questi , che camminano
striseiooi , V astuta seppia. (Aj
* STRISCIUOLA. Dim. di Striscia,
h»U fasciola. Gr. £:ri0£7/jic37 . // Foca-
boi, atta voce LUNGA , sust. {')
STRITOLABILE. Add. Atto a stHto-
larsi. hit. friaòilis. Gr. Sj&^IjSt;'?. Ri-
S T R
celt. Fior. 85. L'allume sia Linneo, leg-
giere, e stritolabile culle mani.
STRITOLAMENTO, lo stritolare.
Lai. comminano. Gr. oJvrpi'j'i^. lil>.
cur, malati. SÌ percuota , e se ne faccia
un grosso stritolamento- ^ lìeltin. Disc.
I. 17. Parli, le quali poi cadendo appiè
del corpo che si consuma , formano que'
vari sfarinamenti , o stritolamenti ec. F
28. No[i vi è abuno che udito nominare
uno stritolamento di grossi ferri, o di
grossi marmi subilo nnn comprenda che
chi potè stritolar quel metallo e que' sas-
si dovette essere d' una vigorosissima ga-
gliardia. (F)
* STIIITOLANTE. Che stritola .
Pellin. Pise. T. 3l. Questa sola forza
stritolante è di stupore, e può essere an-
che una piccola parte della forza intera
del muscolo. (Ci
STRITOLARE. Spezzare minutissima-
mamente j e si usa in signific, att. e
ncutr. pass. Lai. deterere , comminuere .
Gr. aJT0Tpi'j3;tv, fl'jvrpi'^ìtK. J irg. Eneid.
M. Delle focaie pietre traggono fuoco ,
e stritolano le biade. Vett. Colt. l^^. Le
quali piote, acciocché nel cavarle elle non
si stritolino e disfacciano, egli ( Cotumel-
la) mostra come s' abbia a fare a mante-
ner quella terra serrala- lied. Es[>. nat.
74- Le palline dunque di cristallo vote si
stritolano iu poche ore ne' ventrigli degli
uccelli.
§. Per metnf. tah. 282. Ella tutta si
stritola, quando legge Lancellolto, o Tri-
stano, o alcuno altro, cou loro donne nel-
le camere segretamente e soli raunarsi
(cioè, si consuma e vien meno).
STRITOLATO. Add. da Stritolare.
Lai. nttritus, detritus, comminutus. Gr.
d'n:o-::zft(j.}jivo^y •jU'JTzrpifjfxivoi;. Ciriff.
Calv. 2. 46. E risguardandt) il povero
LioncHo Col capo stritolato e d corpo in
pezzi, ce, lied. Fsp. nat. 72. Avendone
fatte inghiottire sei (pattine di cristallo)
ad un cappone , passate che furon cin-
qu' ore , lo feci ammazzare , e le trovai
tulle stritolate n^ ventriglio. Buon. Fier.
2. 4 18. Stritolati , affettati e grattug-
giati.
3 STRITOLATURA. Slritolamento .
Lat. comminutio. Gr. ouvr^siij/t^.
* §. Per la Cosa stritolata. « liti,
cur. malati. La stritolatura di queste co-
se si metta eci.f IKj
^ STRIZZARE. Frequentativo di Strin-
gerCj che general ni e ale si dice Spremere,
con voce meno esprimente e di minor for-
za. Salvin. Batrac. Quel, come fu lasciato,
cosi cadde Addirittura supino nell' acqua .
Le man strizzava, e morendo stridia. (Ai
STROFA , e STF.OFE. Quella parte
della canzone, che piti comunemente diresi
Stanza, Lat. strophe. Gr. arpofr, . Bed.
Annot. Ditir. 96. Le stampite de"Pro^'en-
zali erano per lo più scompartite in tante
stanze, o strofe, come son le nostre can-
zoni . E 121. Pindaro nell'Olimpie, ode
terza , strofe seconda , dette Y occhio alla
Luna . Salvin. l'ro^. Tose. 2. \o\. Non
voglio dire di Pindaro, e degli altri Lirici
greci , i quali non solamente di strofa in
islrofa trapassano , ma ancora le parole
dimezzano .
''.' STROFACCIA. Peggiorai, di Stro-
fa. Magai. Lett. (A)
* STROFETTA. Pim. di Strofa. (A)
n STROFINACCIO, e STROFINAC-
CIOLO. Propriamente Tanto capecchio ,
o stoppa, o cencio motte , diesi possa te~
nere in manoj e a tanta quantità asciutta
diremmo Batuffolo; e serve per istropic-
dare, o strofinar le stoviglie , quando si
rigovernano. Lat. *penirulum. Pass. 229.
Come sarebbe uno stroBnacciolo, e ventre
pieno, o cosi fatte cose.
S T R
1421
'*■ ^. I. E Jìguratam u Cavati'. Pun-
gii. e. 12. p. l3l. Molto vdifica Iddio ti
nostri detrattori , poiché delle lor lingue
fa forbitoio, e strofinaccìolo delle nostre
puzze ... ((')
§. II. Figuratam. per Donna di mal
affare il disse Frane. Sacch. nov. 106.
Benché tu se* imbratto e vituperio co'tuoi
strofinacci ; va , strofinali con essi quanto
tu VUOgli .
t STROFINAMENTO, lo strofnare.
L-^t. frìclio , frictus . Gr Tpi'|i; . Oli.
Coni. Purg. 21. 389. Corruscazione s'in-
genera per comballimento di nuvoli , e
strofinamento di venti nella nugola. Sagg.
nat. esp. 40. L' argento saliva ec., e per
esterno strofinamento dì ghiaccio calava.
STROFINA KE. Fregare, Stropicciarcj
e dicesi per lo più delle cose che si vo-
gliono ripulire, o nettare , Lat. fricare ,
defrirare . Gr. ^^-'X-'^ ' 'j-w'/iiv . Fior,
/lai. D. Ma stringendosi al muro , stro-
finò il piede alle pietre . J'it. SS. Pad.
2. 353. Allora ella mi cominciò tutto a
]»alpare, e con una pietà femminile tutto
strofinare . Burch. 1. 104. Però, se non
li cale , Lasciagli strofinar pur le scodelle.
*t '^ §■ /•-" neiitr. pass. Frane. Sacch.
nov. 106. Benché tu so' imliratlo e vitu-
perio co' tuoi strofinacci; va, strofinati con
essi quanto tu vuogli (qui figuratam. ).
Bui. Par* 27. Ruj;geran questi cerchi su-
perni ; cioè girando faranno sì fatto rug-
gito e romore , strofinandosi insieme , ec.
( ur. Matt. son. 2. Il gufo strofinandosi
ha già rotta La zucca , e 'n sulla stanga
spenzoloni, Per farsi ec. (A)
^ STKOFINATIiNA . Dim. di Strofi-
nataj Stroficciatella , Fregatina. Magai.
lett. Formare uno stucco ne tanto duro,
che non si lasci ammorvidire con un pò*
di strofinatìna de 'polpastrelli pel pollice e
dell' indice, ne tanto tenero, ec. (A)
STROFINATO . Add. da Strofinare .
"Lui. f rictus. Gr. xz-pipp-i-JO^. Sngg. nat.
esp. 229. Assai curioso è il vedere, come
accostandosi r ambra già strofinala e calda
a quel fumo ec. , questo piega subito alla
volta dell' ambra.
STROFINI'O. lo strofnare j ma de-
nota frequentazione, o continuazione di
strofinamento . Lat. friclio , f rictus . Gr.
"r'r^s- l 'f^- Encid. M. Sopra i cui sassi
per lo strofinio de" fondi il navilio sonava.
Cr. 9. 6. 2. Quando per ispazio d'un mese
sanza sella sarà cavalcato, gli sì ponga soa-
vemente la sella, e sanza strofinio , e sanza
romore .
•f STROLAGARE. T'. STROLOGA-
RE .
•f STROLAGATO. T STROLOGA-
TO .
't STROLAGO. /'. STROLOGO.
*f STROLOGARE, e att'untica STRO-
LAGARE . Astrologare , Esercitare l'a-
strologia. Tac. Dav. Ann. 12. l56. Fu-
rio e Scriboniano , quasi avesse strolagalo
la morte del Principe, fu mandato in esi-
lio (il testo lat. ha: quasi finem Princi-
pis per Chaldaeos scrutarelur). Malm. \.
61. Stampa gli enimmì , stndag.! e di-
pigne . Car. lett. 1. 69. C)r pensale co-
me possiamo strologare , poiché strologhi
ci chiamate.
§. Per metaf. vale Pensar sottilmente.
Stillarsi il cervello . Lat. meditari . Gr.
jUieisTàv, yjjoyji'^iiv. Malm. 8. 58. Tan-
to la biascia, strologa e rimastica. Che a
compilo leggendo , finalmente II sunto
apprende .
•fSTROLOGATO,e a// (iVrtme/i (e STRO-
LAGATO. Add. da' lor verbi.
STROLOGI'A. Astrologia. Lat. astro-
logia . Gr. aizpoy^oyìy. ■ O. P. 11. 99.
1. Secondo che scrivono gli antichi dot-
tori di strolugia.
X422
S T R
t STROLOGO, e anticamente STRO-
I.AGO. .ìstrolor^o. Lat- pfnctfiliaciix , a-
stro/ogns. Or.-/ svìBf) i«>d"/9 5, aVrpsìo'ys;.
G. y. lì. q6. 2. Uscirono diMeldoo pupolo
(* cavalieri ad<1i l5 di Frtiliraio eoa ordioe
di loro slrolago . Cr'onii/iett. d' Amar. l3.
Egli c!(I)C gli slrnla^lii suoi, e diwi- loro
questi sogni. Tac. J)av. Ann. 2. 38. I.o
indussi! a credere a gran promesse di
strolaghi, ncgronianli, e disfinitori di so-
gni. Car. lett. I. 69. Or pensate come
possiamo strologare , poiché strologhi ci
chiamale .
STKOMBAZZVr.E. ruhhhcare a snon
dì tromba, lieudrr /hmo<o , Pubblicare.
I-al. tuba- signo ftuf'Iii'art'. t'-r. «a).:t('^£iv.
(Wch. Corr. 5. 7. Cerio eli' e hella' ro-
sa l'sser per lutto il mondo slromhaxzato
Da monoa Fama, come iictc voi (qui Jì-
guratam. ).
STr.OMBAZZATA. Suonata di trom-
ba, Stromfn'tlio. Lai. classicuni. Gr. tv.a-
n't'/l . 7'ar. Pnv. Ann. ?.. 3c). Tuldio
Marzio ehlie da' Consoli il supphzio an-
tico fuor della porta EN»|Uihna con la
strombazzata. *'.* Sa/vin. /iatrac. Allor con
grandi troinlie Slrombazxata crudel Teano
di guerra. ( .\)
STROMBKTTAF.F,. Sonar la tromba^
e dicesi anche del Pubblicar checchessia a
snon di tromba. l.i\\. clas.^icum canore. Gr.
XIJ/>UffffslV.
^ %. E figuratam. Hart. Star. It. \.
12. Il fallo andò ro!,i tulio aUrimenli da
quello che ne stromliclta il Alijciio. (CPj
STHOMlìETTATA . Strombazzata ,
Strombeltio. l.^t. rfas.ticuni. Gr. caO^rty? -
§. Per .tintili t. vale Scal/'ore, fSoniore.
Lat. .«trepilu.ffjnigiìr. Gr. 'ló^soc, 'joZtco;.
J'arc/i. Slor. io 3o4- Uopo più lunghe
slroinhctlate e slaiiipitc fatte con incredi-
Iiilc ronihazzo.
t.STT.OMBETTIKilE. Colui che strom-
helta. Trombetta. Liti.tuhicen. Gr. 5a>7riy-
XTr,'^. Maini. 2. 33. Poi chiese il 6d di
tanti stiomliclliert.
STROVIBETTl'O. Lo strornhettare .
Lat. lubarum sonitus , classicum . Gr.
SlliOMENTO. / . STRUMENTO.
STRO.NCAMENTO. Troncamento, lo
stroncare. Sals-in. /'rot. Tose. I-47- ^*^°
han poi lo struncamcnlo ec, che aggiunga
durezza a durezza
STUONCAIU;. Troncare. Lai. franca-
re , obtrnncare , secare . Gr. n'fijnv ,
anoxo'nz&t'j . iior. Hai. Questi ire fati
si dipì^neano lo primo culla rocca piena
di lino, lo fecondo filava, lo terzo slron-
rava questo lino filato . Sah-in. Disc. 3-
101. NcUo stroncare si dee avere riguar-
do alla .V , la rguale per la sua naturai
forza non isfugge la compagnia di niuna
consonante. !•'. apprcs.to : Aello stroncare
le voci ce. la S appartiene non alla pri-
ma , ma alla seguente stllaha.
STRONCATO. A dd. da Stroncare. Lai.
secatus. Sal\'in. Disc, 3. 101. Va stron-
cata dunipie la voce così-
STHOINCATUHA . Stroncnmento , Lo
.ttroncare . .SV/i-i/i. lUsc. 3. c)<). Questo
dimcuamento, e (|ue^ta stroncatura non si
dee fare a ca^o . /.' lOO- La stroncatura
dee conforntjr>i alla maniera del compi-
lare, o del rilevale le voci.
# STH{ìW(;iI.E. Sorta d'allume. Iti-
celi. fior. ì\. L' allume kcistile, il roton-
do, lo strungile, l' a^tragalote. (*)
STHO.NOMI'A. /. A. Asl'vnomùi.
Lat. astronomia. <-r. v'irfOVOut'v.. G. / .
10. 4'- '■ A*'^*»" dette e rivelate per la
scienza d istronomia, ovvero di nrgronun-
«la, molle ro^e future, •'^f OtI. Coni. In/
4. 6l. I>icr*i che egli (Tale) il primo
tra gli filosafi tratto di sironomia, e anli-
disse le oscurazioni del sole. (Cf
S T R
* STRONOMICO. r. A. Astronomo.
Fr. lac. Cess. 3. 5. 92. Gramatici e ]<.tci
ec. e stronomici. (Ti)
STF.ONZAHE . Diminuiremo Jìistrin-
gere soten Inamente. Lat. decurtare, val-
ile coarctare. <tT. /o/o6«^v.
STRO.NZATO. Add. da Slromare.
'fSTHO^ZO.Add. Stronzata. Lat. fOrtr-
ctatus,decurtatus. Gr. fo'to&'ji^f-t^o'io^bi-
fjivoi- Buon. Fier. 2. 4* >8- QucU' eran,
signor mio, di più monete Le miserahil
teste scorticale , .Sfaldate , losc , stronze ,
sdottorate, E di lettere prive. £'4-4* '^■
Gran romori Di malvage monete, stronxe,
rase. •"? Salvia, ivi: Stronze, cioè stroncata,
tagliate, (fi)
STllONZO, e STRONZOLO. Pezzo di
sterco sodo e rotondo. Una chiosa sopra
a Petronio Arbitro il dice in Lat. stru-
nelus, e i/i Cir. ?:ri')!S5;. Frane. Sacch.
nov. 211. Danno di morso a gran hocco-
iii, ciascuno in una, e subito l'uno spula
fuori, e dice: oimc , eh' e' sono stronzi di
cane. Surch. 2. 8ì. Cacar li farò stroa-
zoli sinopi, E duri si . che 'I cui ti parrà
acceso. Menz. sat. 7. l'erocchè dcltlic ai
rinzeppali stronzi E poderi e casino e ga-
hinelto.
*f- §. Confettare uno stronzolo , modo
basso, che vale Far cortesia a chi è dap-
poco, e non lo merita. / . CONFETTA-
LE , §. VI. (C)
STRONZOLETTO. Dim. di Stronzo-
loj Stronzolino . lied. lett. 2. 172. Vi e-
rano ancora molli e molti come cache-
relli , o stronzolclli gialli - F appresso :
Aperto lo stomaco, nÌ trovò pieno pienis-
simo ec. di quegli altri cacherelli, o stron-
zolctlì ec.; nelle hudella ancora erano di
questi slessi slronzolctti.
STHONZOLIM) . Dim. di Stronzo/o.
Lib. cur. malatt. ISon fanno se non pic-
coli stronzolini e secchi. JJb. son. 52. Che
'1 hrachier non ne schianti, > esciuzza ,
stronzolino , anzi cristeo ( qui Jìguratam.
detto ad altrui per ingiuria, o in i.tcher-
zo ).
STRONZOLO. /'. STRONZO.
STROI'UCIAGIONE. Stropicciatura ,
Frega, Fregagione, \. si- /rictus. Qv. ipi-
■^t^. / oìg. Jias. Le legature e stropiccia-
gioni hanno questa stessa intcuzionc.
t STROPICCIAMENTO. Lo stropic-
ciare, l.il. /ricatio , Jrictus. Gr. rpi^^i-
Otl Coni, l'urg. 21. .390. Baleno non
è altro, che subito infiammamento d'aere
che prorompe ed esce fuori per viceode-
vole stropicciamento . /■- appresso : La
folgore ce. si forma di vapore grosso ,
e levato al soprano interstizio dell' acre ,
e disseccalo per forza di calore, per stro-
picciamento de' venti. }L Aldobr. P. JV.
217. Quando la femmina è gravida oc. ,
allora desidera lo stropicciamento dell'
uomo .
STROPICCIARE. Fregar eon mano.
Strofinare. Lat. /ncare, efl'ricare, per/ri-
care, terere. Gr. TZt'Gttv. Jiocc. nov. l5.
25. Sbadigliava, e stropìcciavasi gli occhi.
F noi'. 8o. 10. Tutto lavò Sulabaello . e
appresso si.' fece e lavare e stropicciare
alle schiave . Fir. As. 3l. Va nella di-
spensa» e arreca prestamente iluo Unioni
per islropicciarlo , r gli sciu};jloi per ra-
sciugatlo. Sen. Jien. I areh, ti. 12. Colui.
il quale ingrassa i buoi, e gli stropiccia.
* Ccrch. Prov. 39. I Sartori ce. con un
islTumrnto di legno ce. pigiano e stropic-
ciano forte , fuichì* tal costura si spia-
ni. iC)
§. L Per similit. Petr Fivll. Non pu-
re ad uno scoglio Ilo siroppiciiato il legno.
Maini. 3. 68. Con che la fomiidMbil Mar-
linasza A lor, ch'i) eh* è, le costole stro-
pirria.
g. IL /Vr meta/ Quid. G. Non i" og-
S T R
gimai bisogno che io questo io vi stro-
picci con molti sermoni (cioè: v'inquie-
ti, v'infastidisca) . /iocc. Fil. Dant, 261.
Coti avverrà al suo nume : egli , per es-
sere stropiccialo dal tempo, sempre diven-
terà più lucente. Lab. 238. Questo le
potrebltc essere assai agevole , se con al-
cuno dei reggenti si stropicciasse { qui in
sentimento disonesto } .
't * STROPICCIATELLA. Strofnìo,
Fregatina. Oiiarin. Jdrop, 2. 5. Qui non
puu dirsi com'egli si ringalluzzi, e come,
datasi una stropicciatella alle tempie , va
tutto in succhio (Aj
STROPICCIATO. Add. da Stropiccia-
re, ì. al. /rictus, effriclus Gr. rtrptfifu!-
voi- Cr. 5- 8. 8. L' cmpctiggini e leo*
ti^gini stropicciate con quella rimuove-
Sagg. nat. erp. 86. Allora recatasi l'am-
bra in sulle dita, e stropicciata forte sol
panno, si presenti alla carta, o alla paglia
sospesa. Galat. 77. E le mani cotanto
slrebbiatc e cotanto stropicciale, che si di-
sdirebbe ad ogni femminella, anzi ad ogni
meretrice.
STROPICCIATURA. Lo stropicciare.
Lit./ricatio. Gr. rpi^i^- Dav. Colt. 180
Tic pure il bue vi si gratti, perche quella
slropicciatura gli fa seccare.
STROPICCIO, e STROPICCIO. Lo
stropicciare j e per lo più denota Fre-
quente stropicciamento. Lai. /ricatto. Gr.
T^i'-itc. Pocc. nov. 4- 5. Parendogli aver
sentilo alcuno stropiccio di piedi per lo
dormentoro , ad un pìccolo pcrtuggio
puose l'occhio. Liv. M. tlli, sentito il
romore e lo stropiccio dell' armi, ce. Fir.
Disc. an. II. Aggiuntoli molti stropicci .
che egli ebbe innanzi che egli uscisse del
fango, e' fu quasi per moriivi. Galat. 37.
Fatte prima alquante riverenze con gran-
de stropiccio di piedi.
§. I. Per meta/ vnle Travaglio , A/fan-
no, Danno. Lat. iattura, in/ortunium.
Gr. Cr.ui'a. ^>a^T,. C.uid. G. È stato
ardilo di combatter me e li miei con
istropiccio di tanta guerra. Coli. .V.V. Pad.
Richiamandogli allo stropiccio del mondo.
:'.: g II. I figurat.per fiomore. Strepilo.
Otl. Com. Par. 21. 4^6. In questo ca-
pitolo dirizaa la sua Commedia a trattare
di quegli, che per vita contemplativa, re-
mola dallo slropiccio del mondo, seguita-
rono Tirluosamcnlc la influenza di Satur-
no. (Cj
STROPICCIONE. Picchiapetto, Bac-
chettone. Lai. hrpocrita. Gr. u:t3<j3tr/.'>-
Alteg. rim. 17Ó. Io non son lorticollo o
slropiccione j Adunque Ìo sono un grande
scapigliati).
* STROPPIAMENTO. Storpiamento,
Storpiatura, Lo storpiare. Lat. mutila-
tic, depravano. Gr. ;rr/phist;. J*/nt. Adr.
Op. mor. 3. l63. Mollo maggionnenl»
dee guardar sua persona da lali impedì-
menii, e anttare iJI interpretazione della
volontà divina lutto puro, incorrotto , ed
intero , pcichìr la piagA si rassomiglia ■
stroppiamento, o macchia del corpo. (Cj
t? g. /•: nel signific del §. II. di
STORPIARE. Salila. Pros. Tose. I. l64-
Tutte quasi sono stroppiauienti di voci
della Scrittura (')
STRtH'PIAHE ì ed. STORPIARE.
1.'! STROPPIATAGGINK ^)N«/ir«t A
ciò che e stroppiato. J/i*. Malm, E uoa
6gura ce. lavorala cosi maravigliosamente
male, che s'è resa cclcbrissima per la su«
slroppiataggine. (A)
^ STIiOPPIATAMENTE. A*-%-erhio.
In maniera stroppiata. Con ittroppiatu •
ra, Tromcalamente. Lai. ideisi', deprava-
te, tir. Tu.'òi;v. Srgner. CH.fl. instr 1
3. 10. Si apjugauo quei.ii mi»eri, perchè
sanno a niemovia stroppiatamente alcune
pi>che orazioni. F. |. li. 26. I nostri Cr»-
S T R
.Uani .1 presenta riaucono lultj la loro
onuioDc a maslirare slropi.ialam.nlo una
corona con mille dUuaiioni cil ur.vcrcD-
"STBOPVIATO. /></. STORIATO.
* STROPPIATORK. lerhal. ntasc
Cht o Chi stroppia. Min- M;lm. Costui
era scullore iUoppialorc Ji figure, e non
fabbricava se non lai.locci d. carta pc-
'"«^STROPPIATURA. ì'fd. STORPIA-
# %. K figuralam. .u/e .^concio, P'-
pnxiazi^'itc. Vagai. LfH f-^)
STROPPIO. /<•</. STORPIO.
STROSCIA. La riga che (a l acqua
correndo in terra, o su checches.<ia. Lat.
Iluxus. Gr. peisi;. <■'"/?"• '"••• ^. °°:
Faceva gii. pd suo petto una stronca D,
Hm. O qui si cbc l'acqua croscia, t i
fa più di una stroscia, P.ù di venti, più di
cento Che mi fanno il cor contento. I(J
STROSCIARE. Komorcggiare ; ""ce-
si propriamcle di quel romore che fa
l' acqua in cadendo.
%.\. Talora tale Cadere assotulamen-
le. LM. Jlucre, cadere. Gr. (!j5i'.
+ # §. 11. Per similìt. Pisciare. I asc.
Cen. l noi'. 2. Sdilacciandosi la bra-
chetta, cacciò roano al pisciatoio ec. e co-
mincio a strosciare. ( l)
STROSCIO. Strepilo j ed e propr-
S T R
S T R
Iii23
quello che fa l'acqua cadendo. Lai. stre-
pitus aquie decidenlis. Gr. uòaTWv C5.-
jTo; . Dani. Inf. 17. r senlia fjià dalla
man destra il porgo Far sotto noi un 01-
rU.Ue stroscio. But. ivi : Stroscio , cioè
suono di cadimento d' acqua pauroso.
t 5 §• ler lo Colpo del cadimento, Kui-
na,o Caduta di checchessia, .Stoscio. IM.
ictus, casus, mina, lapsus. Gr. ^iTWSi;-
Inlrod. ì irt. 356. Cadd' ella di sotto al ca-
vallo, e fu si gi-andc lo stroscio |icv la fos-
sa, che era cava e profonda, e | er lo de-
striere, che addosso le cadde, che tutta
quanta si lacerò e 'nfranse. l'ass. 23^.
Egli il fa, perchè e' cagliano, e abbiano
maggiore stroscio, e sia maggiore e pm
grave la mina loro.
STROZZA. Canna della gola. Gorgoz-
zule. Lai. gullur, iugiilunt. Gr. ifj.c^r/%.
Dani. Inf. 7. Qucst' inno si gorijogliau
nella strotia. K 28. Oh quanto mi pare-
va sbigottito, Colla lingua tagliata nella
slroiia. Curio, che a dicer fu cosi ardito!
Pass. 246. La lingua e la stioua tutta
arsa, e fattone carbone. Ar. Fur. 18. 8t
Grida Aquilante, e fulminar non resl.i, E
la spada gli pon dritto alla strozza. .1/ti/m.
3. 6. E. giunto a basso , lagrima e sin-
ghiozza. Gridando quanto mai n" ha nella
strozza -
STROZZAME.NTO. Strozzatura. Uh.
fur. malatt. Sentono un fastidio intorno
alla gola, simile ad uno strozzamento.
STROZZARE. Strangolare. Lat_^. ii/?ii-
lare, strangulare. Gr. lyaTTiiv, -JJX-^'-
Bocc nov. \3. 17. Alla 6nc da loro al-
ternilo e strozzalo fu. .Imm Ant. 17. 4.
g. Il soprastante . mosso per pietà , non
fa strozzo incontanente. / it. S.<. Pad.
Una leonessa gli usci incontra , la quale
era ivi entro nascosa co' suoi leoncini , e
gittóglìsi al eolio, e slrozzollo. Pass. 362.
Sogner'a la persona, che le sieoo messe le
mani nella gobi per essere istroizata.
STROZZ.VTO. Add da Strozzare. I at.
iiigulalus , slrangnlalus. Gr. aTtoOf a-
yli'i, à/xitlfoi. lied. Vip I. 4I- Forse
in quei tempi fortunati era il vero , che
un capo di vipera strozzala con un fil di
leu tinta in chermisi, e portalo al collo,
iwliluisse la sanità a coloro che avevano
la squinanza.
g. 1. Strozzato , si dice anche Quel
i-aso che ha il collo stretto, -f Sah^m.
Annoi. Fier. lìuon. 56\. Borbollini, bu-
chieretti piccoli , stretti di collo sbozza-
ti; dal borbolUo che lanno nel vuolar-
"s li Strozzato, aggiunto a l'eslimen-
10. , 'ale Stretto , Serrato forte addosso.
ttuon. Fier. /J. Intr. E con queg 1 abi-
Uni Tutti strozzali a nodi E gangheri e
cappieUi. , -,
STROZZATOIO. Add. Che strozza.
Lai. strangulans, suffoCan.<. Gr. ayXW.
nv.'voiv. /%. Giord. Fred. if. Ancorché
meritasse d' avere al eoUo una fune slroz-
zaloia. >.,
8. I. Su.iine .ttrozzatoie, diciamo a Una
sorta di susine di .<apore acerbo e aspro;
e .«• dice anche d'Ogni altra cosa di colai
.■sapore, lied. leti. 2. 291. Ed m vero che
il sapor degli acerbi esser dee molto aspro
ed astringente, e , come suol dire la ple-
be, strozzatoio.
15 11 /•; raso col collo strozzatoio, e
raso che ahbia il collo .<trellis.^mo e la
bocca larga. Red. (I.«. an. 9='/", ^
nuesti sacchetti son figurali come fiaschel-
le, col collo strozzatoio, ritorto o diutlo,
secondo le positure.
STR(iZZ.\TUIiA. Lo .strozzare. ■'>agg.
nai ctn 8q. Si cali un termometro ec. ,
fallo in modo ec. cV ei si possa reggere
in sul risalto che la indentro la strozza-
tura (qui ''ale, quel ristrignimenlo che
hanno i va.ti nel collo).
STLOZZlEliE. Quegli che custodi.tce
e concia gli uccelli di rapina, che ser-
vono per la caccia. Lai. accipilriim cu-
^los , accipitrarins . Gr. lifci.y.ozzO'SOi .
lìurch. I. 16. Monsignor r ha promessa.
Che la vuol dare om«mo a suoi slroz-
zieri. Lasc. madr. 2. Se tu non sei si-
gnor, nfc cavaliere. Schermidore o slroz-
ziere, ec. Cant. Cam. l6\. L arte dello
sirozziere llen faticosa assai vogliam pro-
vare. JRed. Uss. an. .^6. Si trovano
tanto ne' falconi addomesticati e pasciuti
dagli strozzieri. quanto ne' falconi salvati-
chi e raminghi.
•+ STRO-iZULE. F, A. ■"^'"'P"- I-/'
iugulum. Gr. fa,»u-/;. Cr. 5. 14. 6 An-
che il lor sugo (delle more) vale molto
al dolor della gola, e dello strozzule , e
deU' uvola. /•: cap. 18. 6. Ed esso mele
diventare in tanto medicinale, che. latto-
ne beveraggio, curi 1' arterie e lo slroz-
lule. G. y. 12. 8. 20 Gli (oee cavar
la lingua infino allo strozzule.
•-;= STRUERE. r. L. Fabbricare. Alnm
Colt I 28. Sicuro almen nel poverello
albergo. Che di legni viciu del natio bo-
sco, E di semplici pietre ivi entro ac-
colte T' hai di tua propria man londato
e strutto. Con la famiglia pia l adagi e
"struffo, e STRUFOLO. naluffolo.
C.rif/-. Cai.. 3. 90. E cavi , e taglie, e
pezzi delle vele , Che ne venivano a
brandcgli e strufoli.
+ * STRUFONARE. Stropicciar con
sii .ilri.foni. lìellin. fise. 2. 3o8. Slru-
fonare con istrufoni di paglia 6no al lu-
stramenlo perfetto. (ìlUn)
tf STRL'FKNE. Struffolo. Fellin. Di
se 2. 3o3. Su i lavori d' arcbileltura ,
come stipiti, fregi, architravi, e gli altri
strofina (lo scullore > eon pomice pol-
verizzata, e cencio molle, e '■'6°'' ">"
i.lrufoni, o mazzetti di pagha . fi JOO.
E poi strufonare con istruloni di paglia
fino al lustramento perfetto. IF)
•J. * STRUGGENTE. Che strugge.
Sah'in. Iliad. l5. 35l. Me alle esUeme
navi degli Achei, Struggente i suoi com-
pagni, i\ prode in guerra Percosse Aiace
con sasso nel petto. fA}
STRUGGERE. Liquefare j e si uic m
signifie. alt. e nei.tr. pa.<s. Lai. liqnef,-
cen-: Gr. »:!<TaTr;'/5lv. Peir. canz.^.lt.
Che mi slruggon cosi, come 1 Sol neve.
Bocc. nov. 85. II. Ben ti dico, che tu
la fai struggere come ghiaccio al Siile.
Hicett. Fior. 80 Lo struggere e diBe-
rente dal dissolvere, perchè si strugge
sempre col caldo o di fuoco o di Sole ,
o di cose riscaldate per putrefazione. Sagg.
naI. c.<p. III. Cosi ci accorgemmo, che
quel che aveva strutto si velocemente il
piccolissimo pezzu.d di neve nella prima
esperienza, era stalo l'argento, e non al -
Iriniente il voto.
§. I. Struggere, per metaf. Lai. ar-
dere inlahcscerc. Gv. r.aTKT'.'jt^sSai.
noce, noi: 43. 20. Egli si slruggea lutto
d'andarla ad abbracciare. F noi'. 80. li.
Al quale pareva che costei tutta si strug-
gess' per suo amore. Cron. Morell.^si.
Per "rande ismisurala letizia pavea che il
cuore" in corpo mi struggesse d' abbrac-
bracciailo. Ar. Cass. I. \. Or come Tan-
talo Sarò nell' acqua sino al mento e slru|-
sere Mi lascerò di sete 1 Geli. Sport. 3.
6. Costui mi fa proprio stmggere.^e//..
lìrl 2 l5. 62 Soprala verde ripa s e
chinalo, E la sete non già, che lo strug-
geva. Ma la stanchezza e 1 duol con 1
acqua leva. -
8. 11. Struggere, per Distruggere. L.it.
d.ìlri.ere. <:i. /aTV.6a)>.iv. Stor. P,.<t.
33. Ordinaro insieme di volere struggere
in tutto la città di Pistoia , e assediarla .
Frane. Sacch. noi: 181. La quale (guerra)
■e disfacimento delle città , e slruggonsi e
vengon meno . Tass. Cer. 16. 47- fat-
tene , passa il mar, pugna, Ijavaglia ,
Cr,u"oi la fede nostra; anch io l aSretlo.
•'• Ar Fur 8 61 ■ Ma ecco iutanlo usci-
re una tempesta Che slruggea i fiori, ed
abbattea le piante, tni
STRL'GGIME.NTO. Lo struggere, ton-
sumamenlo. Lai. liquefactio, consumptio,
desinano . Gr. TrT,-.; . Sngg. nat. esp.
2A6. Si trovò che l'acqua tanto agghiac-
ciala, quanto ril..rn.ila Uuida, dopo lo slrug-
"imenlo del ghiaccio , alle nostre bilauce
si mantenne sempre dello slesso peso.
e. 1. Figuralam. Pass. 371. Innanzi
che f il icrniine) vi ficcasse entro d ca-
PO gli dileUeasse; donde interverrebbe
uno struggimento alla persona, per lo qua-
le si formeiebbe nella immaginativa .1 pre-
detto sogno. _.
8 li Per Hofina , Distruzione , Vi-
.ifacimenlo. Rim. ani. Faz. Ub 104. Più
son cacciato via. Che se di vita loss. strug-
gimento. Frane Sacch. Op dii: 234- J""
?hè r uomo superbo è struggimento delle
case , delle città e de' reami . G. I . IO
35 7 Ma dopo volta si ravvidono con lor
danno e slruggimenlo. Cuid. C. Con gran-
de struggimento delle persone furon co-
strette di tornare addietro. Diltam. I. 23.
Quando ricordo il grande struggimento D.
Claudio, che a dir la lingua aggroppa.
s 111 L' usiamo anche per quella pas-
sione che si sente nell- a.,pellare o sta-
re a disagio. Lai. lo'diiim, moleslm. Gr.
"w^.Sal. Grandi. 2. 2. Oh Dio , che
slruasimento ! ,
o" IV /-- Slcwinicnlo , per un certo
Iiiìnso desiderio": o Pas.ùone amorosa ^
Lat. desiderium , amor, cupidilas . Gr^
^aà,, . lir. Visc. an. 102. Le portava
un grande amore ec, e inoltre 1 avea tol-
ta p°r istruggimento. '^ ì"^- ^J^'^^^l
hai a far meco tutto quello '■'"'P ="_[,*.
,e, delizie e struggimento 'l"'' •"■■■^;./'|
l'anima mia innamorata. -«''■.„ .„,.
,6 53 Perch-e'fu l'uno e 1 alilo am
, il ,„ n- litro che d'amoroso slrug-
niartcl aio "^f'"; ,, . ,^.
[^•""■"Hi-Jlòlseo," fastidio di Cateri-
1 Sn lo^strug^imeu-to di Auna Bolec, lo
i424
S T R
facevaDO ad ogni nicDoma occasione ri-
pensarvi .
t STRUGGITORE. Verbal. masc. Che,
0 Chi strugge , Distruggitore . Lai. de-
structor ^ ever.tor. Gr. v.'x'^-jnpitr,^. An-
noi. Vang. Ai(]uanli di loro mormoraro-
no, e perirono dallo struggitorc. lUm. ani.
Guitt. O strug(jilor di noi| se ho tjui gra-
vezza , Ove è dun(iuo jUcgreMa ? Ih'id.
Pisi. 78. FuL- nella sua gioventute uomo
forte e (jolenle, domatore de'vizii, e slrug-
gitore de' tiranni. =? Salviti. Senof, lib. 1.
png. g. Amili ne fuggìran sovra del mare
Dalla ral)I)ia rarciali, e gravi rose ralìran
da color rb* usano il mare ; E ad ambi
6a il talamo sepolcro, E '1 fuoco slruggi-
tore. (B)
•f * STRUGGITRICE. Verbal. fcm.
Che strugge. SaU-ìn. Odiss. 3- I77. Pe-
rò molti di loro mala morte Conseguire
dall' ira struggilrìre Dell' Occhiaixurra ec,
Che tra' due Atridi la discordia mise. (A)
F. lltad. l(^. Peirhc la guerra è in abhan-
don lasciata Struggitnce degli uomini, (y)
f STBUIRE. I oce poco usata. Instrui-
re. Lai. instruere, informare. Gr. òioa-
oxeiv. * Star. liarl. j)l. E quelle don-
ielle vi misono , perchè lo struissono j e
quelle lo servivano multo piacevolmente,
e isforaavansi di vinceilu, (ì' ) Day. Scism.
qi. Altri Domenicani, rhiamali di Spagna
e di Germania, i quali la gioventù strui-
rono e innamorarono dì dottrina cattolica.
E Oraz. Cos. /. l3^. Lo strui di maniera,
che oggi il Graniluca per noi non è morto,
ma rinnovalo come fenice.
STRUITO. Add. da Slriitre. Lat. i/i-
structus , edoctus . Gr. otòa/^-*'* ^"^'
Day. Ann. 6. 126. A cui moria la moglie
Claudia , prestava la sua Ennia , struìta
d* innamorare e legar di matrìmooio il
giovane .
* STRUMA. /'. /.. Scrofola. Lai. stni-
ma. Gr. yS'^'r^^- ^'^'^- '^"*- ^ 2;8. Ol-
tre lo scirro, vengono prodotte le scrofo-
le , o strame . E lett. i. l{(\i. Dico con
essi, che questo è quel male che comune-
mente si chiama ec le strumc. (*)
't ::= STRUMENTACCIO . Peggiorai,
di Strumento . /tronz- rim. buri. 3. 5o.
Come puote esser utile o giocondo A spen-
der un Icsor, per impazzare In questo stru-
raentaccio senza fondo? (paria delle cam-
pane). (A)
* STRUMENTAIO. Colui, il cui me-
stiere è di far liuti , ed altri strumenti
musicali di corde . lìald. Ih-c. A sorte si
■bhattc a vederlo in bottega di quello stru-
mentalo- (Ai
STRUMENTALE. Add. Che tiene luo-
go di strumento . Term. filosofico . Lat.
instrumentalis, organicus. Gr- Ojsyavixo'^.
Cr. 2. 25. 6. Il calore del luogo è si ro-
me stiumcDlalc. Dani. Conv. 70. La forza
dunque non fu ragione movente, siccome
credeva chi gavillava, ma fu ragii>ne stru-
mentale, siccome sono i colpi del mart«.d-
lo , ragione delroluUo. * lied. leti. 1.
365. Si farcia animo , Signor Marcello, e
si ricordi , che anco con le grau<li olFesc
strumentali de' reni si può vivere lunga-
mente, (> 4|uel che imporla, senta crudcitìi
di dolori. (C)
* §. Musua strumentale, dicesi Quel-
la che è fatta per gli strumenti. (A)
STRUMKWTALMKNTE. Avscrb. Con
virtù strumentale . Term. fìosofico. Lat.
'inslruntffitaliler. Gr. o^yacvotùf. Cr. a.
21. I. I qujii slrumentalnirDtr- sri vono
alla virtù formativa. Troll, got-. fam. la
questa nicdcvieiia Irgge parte ha nel corpo
umano il padre e la madre, da'quali stru-
mentalmente procede,
*? STRUMK^TAnlO. Add. Strumen-
tale, htrnmeutale. Cai. Gali. 267 E la
figura vien poi cuosidcrala al \. 7^- più
S T R
presto come cau5.a strumentaria della for*
za' della grività^ la quale divide ce. (SS)
ir STRUMKNTI>0. Dim. di Strumen-
to. Lat. parvum instrumentum, /ied. lett.
2. 29. Non è sialo possibile che pel pro-
caccio ordmario di questa setlimana io man-
di ce. gli strumentini da misurare il peto
dell' acque . ('j Pros. Fior. Salvia, lett.
4- I- 29O- Bisognerebbe per questo che a
pie didr albero ci fussero , ec. uno stru-
mentino del caldo e del freddo , che si
chiama Termometro. (C)
•f STKUMtlSTO. Che anche ne' suoi
derivati si varia tn STROMKNTO, crf
all' antica STORME.NTO, e STURMEN-
TO . Quello col quale, 0 per mezzo del
quale si opera. Lai. instrumentum . Gr.
5'^yayov. Maestrnzz. Imperocché la pa-
rola e '1 fatto sono strumento dello 'n-
gannarc .
g. I. Strumento, term. delta Musica,
generalmente si prende per Liuto, (ira-
iicembalo. Trombone, o simili cose, onde
dai sonatori si trae ti suono. Lai. orga-
num, instrumentum musicum. Bocc. Intr.
54. Comando la Reina che gli slrumenli
venissero ■ E g. 5. /). 3 Con gli stru-
menti e colle canzoni alquante danzctte
fecero. E nov. 79. il- lo non vi potrei
mai divisare cheotJ e quanti sicno i dolci
suoni d' infiniti strumenti. G. f . 8. 76.
5. Sonando loro stormenti , e facendo
scherne dei Fiamminghi . Arrigft. "jS.
Mentrechè Io stormento fae dolce verso ,
Iradisre gli uccelli. ?iov. ant. 3l. 1. E-
rano li Saracini in grandissima moltitu-
dioc , e con multe generazioni di stor-
menti .
g. H. Strumento, particolarmente e
quasi per eccellenza , il diciamo al CrO'
vicembalot
§. III. Per Macchina, Ordigno ec. per
facilitare l'operazione di checchessia. C.
/. 13. 40- 2. Diasene che co' suoi stor-
menti visibilmente ride la congiuozionc ■
lioez. I arih 3. pros. 11. Sono come al-
cune macchine e itormentì.
* §. IV. Strumento , vale anche Or-
gano , J'arte del corpo degli animali .
J'rcs. Fior. I. 3. 244- ^^^ significa al-
tro r armonia , che il componimento dei
uostri strumenti interni e degli cffetlì io>
sieme bene organizzati colla mente. (Cj
V §. V. Strumento,fu detto anche ac*
cennando il corpo umano . Jìenv. Celi,
ì'it. I. 23o. Questo sarramenlu diviuo
non è possibile che io lo possa ricevere
in questo di già guasto strumento . E
373. Ogni giorno mi pollava nuov' ri>
niediì , cercando di consolidare il povero
isicmpi-rato islrumento (C)
g. VI. Strumento, per Contralto , In-
striimento, e simile j Scrittura pubblica.
Lat. instrumentum. Bocc. nov. I. 6. Avea
granitissima vergogna, quando uno de'suoì
strumenti ec. fosse altro che falstt trova-
to. G. I . 11. 3o. a. E ciò fatto , e ioli-
fermalo prr solenni strumenti, ec. Mae-
strnzz. 3- Tu. Della quale richiesta si dee
fare pulddico stiomrnto , ovvero autenti-
che lettele.
t-STRUPARE. Stuprare. Pt Ir. C'cm.
ili. Molla vita fu ( lUlaviano ) alquanto
lascivo e Idtidiiioso, molto di strupare 1 /.t
slampa del Jìindoni del l534 a pag. 5. e
quella del iGa'i a pag. 12 , leggono stupra-
re) le vergini dilettandosi,
t STRL'PO. / . A. Stupro. Lai. */«-
prum . (ir. ^Oijiflix. Ott. Cam. l'urg.
25. 4^4' ^* seconda fspeste di lussuria)
si e slrupo , che è inlicito duvrrginamcnl»
Maestruii. 1- 8«), La lena è la pjura
dello strupo , la quarta fc la paura della
>erviludine. E 2. 3t. 1. Islrupo è propria*
mriitr <|uando li toglie il 6ore dclb \ir-
gtnitade alla vergine, o al vergine.
S T R
't §. Per Moltitudine. Dani. Inf. 7.
Dove Michele Fé la veodelta del superbo
strupo .
* STRUSCIARE. Sciupare, Dissipare.
.Salvia. Odiss. 16. Che se vi sembra que-
sta esser migliore E più bello, d'no uom
struggere il vitto Senza gasti^o; sì itm-
sciate (il vitto). (IVj
* STRUTTA. Term. de* Ceraiuoli, e
de^ Fonditori. I,' azione dello struggere la
cera od i metalli; ed anche la Cosa strutta
lienv. Celi. I it. 3. 38o. Essendo 1' uno
e V altro caldo, tu te ne farai come se e'
fosse una strutta. (Cj
STRUTTO. Susi. Lardo. Lai. lari-
dum. Gr. )i':ro^. ^ Fortig. Bieciard. a.
68. Già eh' è un cattivo stare a dente a-
sciutlo , Quando si vedon gU altri assapo-
rire Totani e sfoglie frìtte oello strutto,
ec. (B)
5 STRUTTO. Add. da Struggere. Lat.
liquefactus. Gr. Terirjy/xrfvo; - G. J'. io.
95. I. Per diverse pioggìe cadute io Bor-
gogna , e Deve strutta alle montagne , il
Rodano crebbe. Pass. 34O- O considerare
figure, che si facessono di piombo strutto
boglientc .
ir %. I. Efigiiratam. m Oli- Com. Inf.
\i\. 262. Sopra '1 quale sempre fianuncUe
di fuoco piovono, a dimostrare la strutta
caldezza dell'animo *>. iC)
* S- IL Per Consumato. Ar. Fur.
43. 180. Gli accesi torchi che vi furoD
strutti. (C)
* §. III. E per metaf. Poliz. Bim.
( Fir. 1814 ) p<tg S4. L' ardor dell'em-
pio foco, che mi ha consumato il core e
strutto, (C)
t §. IV. Per Distrutto, Desolato. Lai.
destructus , eversus ■ Gr. xaToci^edst'i -
Ovid. J'ist. 4- Troia è strutta quanto al-
l' altre donne , ma per me sola è ella in
piede. Tac. Dav. Ana. 2. ^6. Rislorara
quelle proviocie strutte per loro discordie
e nostre angherie (il testo lat. Ha fe»sas).
g. V. Figuratam. Frane. Sacch. nov.
7,^. Messer Bernaltò a>eva ciò fatto perla
strutta e dolorosa apparenta del suo ara-
basciadore .
g. VI. Per Magro Lat. macie ohductus.
Gr. ii;^ «c'i- Malm. 6. 24- Ond' e ridotto
per il mal governo Si strutto, eh' e' tien
1* anima co* denti.
t * STRUTTO. Add. da Struere j
Costrutto. Lat. structus. Bocc. Testid. x
79. Prima oe* fiumi gli bagnavan tutti,.
Po' gli porrieno sopra i roghi itruUì .
(^)
3 STRUTTURA . Fabbrica , Costru-
zione. Lai. adificium, struclura. Gr. oÌxo-
Òctii\ , ^.TìZHX . ì IV. Disc. Ara. l5. E
perchè alla struttura di questo nuovo t pon-
te) si richirdrva l'elezione di un sicuro e
comodo sito, mi e stato necessario ee.
<! §. .*>trultum, dicesi anche de/l'0rtii'
ne, o Modo, con cui una cosa è costrui-
ta. « Guicc. xStor. i5. 760. La muraglia
assai forte, e di antica stnitlura «. (A)
STRU7.IO.NB. l'istruzione. Lat. rser-
sio, destructio. Cr. oivocsTjfopi;', avarra-
01;. M. y. 5. 21. Tutti erano venuti io
grande speranza. aspellandi> per lui essere
esaltati, e vnlcre la slruzione de* Guelfi.
Slor. Pisi. 43. Per non volere che la cit-
ici venisse Ìo maggiore slruzione, che ella
fusse. E 45 Tanto ftic lon> soflerto, che
mìsono Pistoia in grande sliiiiionc. Cro-
nichett. d' Amar. 17. Profeto, che se Pa-
ris audassr in Grecia, e menarsene moglie,
ne seguirebbe la slruzione di lutto il re-
gno di Troia . Frane. Sacch. rim. ^2-
Dopo la >tiiuion della gran Troia.
STRUZ/.OLO, e STRUZZO. Lat. *<rii-
ihtocameliis. Gr. irpo-^ìiOsoLutii-Oi ■ Tes.
Br 5- 36. Struiaolo è uno uccello grande,
tulti^hè molti uomini rassomigliano a una
S T U
bestia , e ha le ^eane siccome urcello , e
gambe e pìvili siccome cammrlK». Zihuld.
^ndr. 120. Come slruEzolo vile , e frul-
tUOiO come ape. M. Aldohr. P. JV*. 202.
Stolto e uliliusu come strtiuulo mIc, e frut*
tuuso come api". Mor. S. C,rfg. i. 5. Io
sono »ta(u fratello di (.Iiagoui , e compa-
gno degli btiuzxuU . Dittani. 5. a^- Ve-
dousi »truui iiiulli scuxa tallo. Ì'H. Bari.
l6- lo II dico rh' c^li hi uel mio {jouo
uDa prczioiid mav^hci'ita, eh' è più giiinJe
eh' uno uovo di slruzxuKi. Beni. Ori. 2.
33- 63. Co»tui che 1 struzzo per cimicr
portava , Per tutto il campo Orlando lo
seguìa .
à'. Ventri' di struzzo/o, si dice in mo-
do Itasso, di Persona che mangi assai ,
Clolni. A. 8- E per cibare i lor ventri di
ìtruiznli, Cercavan per le ta&che de* mi-
nuzzoli.
STU. r. A. In vece di Se tu. J ed.
SE, §. X.
STULCARE. Propriamente Biturarc, o
Appiccare con istucco. Lat. illinire. Gr.
iTHXfi*'!'- ' ''■ »• 9- 2- Le (|uali giuntu-
re si deoDO poi dentro slucrare con cal-
cina viva intrisa con olio. 2£ 9. 66. 3. Il
loro sterco ( de' imoi j è buono a lelami-
nare i campi e alberi, e a òtuceai e i gra-
nai, e cerli altri vaselli e canestri. Sagg.
nat. esp. 3x. Tal niestura ce- sarà atlis-
lima a stuccar vetii.
*f §■ *■ ''"■ simi/it. in signif. nctttr.
pass. Maini. 7. 45- E tanto s' inveruicia,
impiastra e stucca, Ch'ella par proprio un
Angiulin di Lucca.
§. IL Stuccare, diciamo an-.hv dei Cibi
che inducono noiosa sazietà. Lat. sattcta-
te nauseam afferre. Gr. rr^oszcpcìv. Ca-
iat. 55. La carne soverchio grassa stucca-
3 111. f i^urataniciilc si dice di (ìiia-
lunqtte cosa che arrechi nausea e Jasti-
dto. Palap'. 6- Ter non !>tuccar , di eam-
mellii: mi vesto. I.or. Med. canz. 117.2.
Ogni ^ baata ; il troppo stucca poi. Tac.
Vav. Ann. l3- l66. Senza aspettare il li-
j>eDtere, o stuccare del figliuolo ( t/ui il
Lat. ha: satielatcm )■
sp g. IV. E in signijìc. neiitr. pass.
Infastidirsi y Annoiarsi. Segr. lior. Disc,
iib. 3. Perchè, come altra volta si disse,
ed è il vero, gli uomiui si stuccano nel
bene, e nel male si affliggono. (^)
STL'CCATO. Add. da Stuccare. Sagg.
nat. esp. 34- Uoa 1 esperienza ) fu col co-
prire il vaso ce. e la sua canna con una
gran campana di cri»ta11o ec, stuccata al-
l'intorno sopra una tavola. ■'• L'cnv. Celi.
Oref. 125. Come sarà giunto al pali , e
bene stuccato con terra fresca e invece di
calcina ec. (V )
§. Per yoiato, o Saziato noiosamente.
Tac. Dav. Ann. 3. 65. Alcuni A^ princi-
pio, o quando stuccali furon de' Re, vol-
lero anu le leggi.
•f « S'IL'CCATORE. Artefice che la-
vora di stucchi. lìaldin. TU. lìcrnin.
P*ig- 101 • Quando lo stuccatore fa il suo
abbozzo di calcina grossa, fa allresi in al-
cune parti del suo lavoro un'armatura di
chiodi ; di poi ec. (At
* STL'CCHEVOLÀGGINE. Fastidio-
saggine, òtucchevolczza. Lat. tadwm, sa-
tìetas. Gr. o-5X-.-'-'°^' '-^f^i- '' ì ocabol.
alia voce FASI lÙlUSAt.GI.NE . (')
•f * STULCUEVOLAKE. Voce usa-
ta per Isiherzo. infastidire , Importuna-
re. Lat. obtundere, tadio a ffìcerc. Gr. ;ia-
pswx^iì-j. Bed. leti. 1. l55. Perciò lut-
to giorno stava stucchcvolando mcsser
Giove, e lo pregava a man giunte che
ce. (•)
STUCCHE\OLE. Add. lìincrescevole.
Lat. mo/estus, gravis. Gr. f o^roo';. Tac.
Dav. Ann. I- 7. Stucchevoli ancora cia-
no i padri Del piaggiare A^u^ia. Buon,
l'ccttbolario T. II.
STU
Fier. 4. 5. 3. E de' Pievi Giovauni Fio-
rentini La iVequenza stucchevole sfuggen-
do. A' Tane. 4* 6. Che stia 'n contegno,
stucchevol, leziosa.
STUCCHEVOLEZZA. Astratto di Stuc-
chevole. Lat. molestia, t.idium. Ct. Kvt'a.
STUCCHEVOLISSIMO. Superlal. di
Stticchcvolc. Lat. molcslissimus, gravissi-
nius. Gr. avia^Oi'raTOc, fOùTix.ojTcn.tOi.
lied. Oss. an. i4o. Da' quali due sac-
chetti, se sicno spumuti con le dita, su-
bito schizza fuori una materia ec. di feto-
re stomacoso e slucihevolissimo.
STUCCHEVOLMENTE. Avvcrb. Con
istucchevolczza. Lat- moleste^ cum tadio.
Gr. avta^w^, ^op^i/.dj^. '.- Plut. Adr.
Op. mor. 3. 399. Alcuno degli accusato-
ri d* Euricle, senza modealia e slucche-
volmenle usando la licenza del dire, par-
lò in6ne in questa maniera. (Cj
STUCCO. Sust. Composto di diverse
materie tegnenti, per uso propriamente
d' appiccare insieme^ o di riturar fessu-
re. Pataff. 8. Che per lo stucco tinto ven-
go siliceo. Lib. Astr. Con runimettiture
di legno. 0 di canna ^ o di stucco , o di
cuoio. Sagg. nat. esp. 36. Cora' è pur
forza che si mantenga per la resistenza
che in vece di tutto 1' altissimo tratto del-
l' aria le i'd lo stucco, o Ìl cristallo. Buon.
Fier. 4- 2. 7. E di stucchi e di paste e
di cristalli Diverse stravaganze. iJorgh.
Bip. i56- Di due sorte si fanno gli stuc-
chi per rappiccare le membra insieme.
STUCCO. Add. liìsiucco^ Infastidito,
Sazio. Lai. satitr, lassus, satin(iis,fasti-
diens. Gr. xKTazo;//^. Pataff] 8. Che per
lo stucco tinto vengo stucco. L-ant. Inf
iS- Quaggiù m'hanno sommerso le lu-
singhe, Ond'i' non ebbi mai la lingua
stucca. Tac. Vav. Ann. \. \o\. Jla seni-
jtre eh' ci ne fu stucco, si servi de' nuo-
vi, e i vecchi noiosi si tolse dinanzi. E
Stor. 2. 279. Trovo scritto, the ambi gli
eserciti spaventali dalla guerra, o slucchi
delle biutle sccleiatezzo , ec. Lor. 3l€d.
canz. 6g. 2. Di promesse io son già stuc-
co; Fa che ornai la botte spilli.
3 STUDENTE. Che studia^ Che dà o-
pera alle scienze. Lat. litterarum studio-
sus. Gr. ^ùotiuirli. Frane. Sacch. nov.
123. Il giovane studente si pose a sedere
di fuori su uno deschclto.
^"^ §. F in forza di sust. Colui che
studia; e diccsi propriamente de' iiiovani
che studiano a qualche Università. »• Coli.
SS. Pad. Ma di ricevergli, o di schifargli
a (tgni studente in ciò è ben possibi-
le». (Cj
* STUDIÀBILE. Add. / cgno, 0 Atto
ad essere studiato. xS^alvin. I ros. Tose. 2-
169. Poniamo ([uulche cosa da noi segna-
la, per far più bello e più ancora studia-
bile il dialetto più puro dell" Italia. (')
•- STUDIAME^TO. foce poco usa-
la. Studio, Diligenza. Lat. sludiuni , di-
ligentia. Gr. c~5uo<'- Sallust. Jug. li. Il
popolo è inci edibile a dire come Tue ;it-
leso e volonteroso, con quanto studiamen-
lo coniandòe che 1' inquisiziou fusse fatta.
STUDIASTE. Studente. Lat. Iittera-
rum studiosus, discipulus- B<cc. nov. qG-
2. Multo più si couvicne nelle scuole tra
gli àludianti, che tra noi. tior. S. Frane.
Tra' quali furono due nobili studiami del-
la Marca. Capr. /Jott. 4- 57. Che so io
adunque , se quando tu sei un tratto fuor
di me. e' li venisse voglia di nou tornare
più in me, ma d' entrare nel corpo di
uno di questi studiami? Beni. Ori. 2. i.
83. Che poiché in quel paese fu venuto,
Diventò un sollecito studiarne.
't STUDIARE, yeutr. Propriamente
Dare opera alle lettere , o alle scienze.
Lai. littehs itudcre, scientiis operam na-
vare. Gr. -eii tv" yca/A^uara ::Toyj3c^£ty.
STU
142J
Bocc. nov. 77. 3. Avendo lungamente
stiulialo a Parigi ce., tornò da Parigi a
Firenze. /:' nov. 79. 27. Come ibe Bruno
m' abbia dello che voi studiaste li in me-
dicine, a ine pare che voi studiaste in ap-
parare a pigliare uomiui. A nov. 92. 6.
Messere, quando Ghino era più giovane,
egli studio in medicina. Dani. Par. g. E
solo a" decretali Si studia si, che pare a'
lur vivagni. ♦ Bocc. Coni, l'ani. ì. 2^1.
Similmente ncih» facciano tulli quegli che
a' nostri di in filosofia studiano- Car. lett.
l. 6. Non avendo io de.sitleralo n)ai tanto
cosa alcuna, quanto di studiare a dilungo
un par d'anni a mio modo. Salvin. Di-
sc. 3. II. Ma questo pure è difetto di chi
studia male. fCj
f •>' §. I. Studiare, si usa anche at-
tivamenle in significato di Bar opera ad
imparare un'arte, una scienza, ad inten-
dere un autore, o simili. / il. .V. C'ir. 2.
Si diede con tanto studio a leggere \d di-
vina Scrittura, che mai libri de' Pagani
non a\ea tanto studiali , ne con tanto af-
fetto, (l J Ijut. Par. 4- 2. Tanto cresce-
re vede lo lume del suo inteUcUo, lo slu-
diatore dì quella, quaulo più in eiisa si
esercita, ed essa studia. fl\j
§. IL Studiare, generalmente per At-
leiidere a qualunque altra cosa, l al. stu-
dere, incumberc. Gr. l'^iOM^à.^ziv. Bocc.
nov. I. 7. Aveva oltre modo piacere, e
forte vi studiava , in commettere ec. ini-
micizie e scaudali. G. / ■ 7- 83. 4- f^"
ciono ordine ec. de' migliori e maggiori
cittadini della teira compartire per sopras-
saglieuli per galea, e di studiare alle ba-
lestra. S'allusi. Jug. B. Fabbricatore e
operoso di brighe , studiava a novità .
-i- Cavale, med. cuor. 140. Lo luogo di
questa vila è luogo di tribolazione , e di
battaglia; e in questa è da studiare. F
Vrutt. ling. 260. Eziandio quelli che stu-
diano ad essere buoni, diventerebbono rei.
J'il. S. Gir. Il3. Questo è quello in che
egli studia solamente, l'ass. 276. Va' don-
zella vezzosa; che studii io ben parere
azziniandoti e adornandoti. (Fj
f §. III. Studiare, in signi/ìc. neutr.
pass., benché talora colle particelle MI ,
TI, SI ce. non espresse, come si usa e si
e detto anche in altri verbi di sìnul ma-
niera e della stessa proprietà, vale Affa-
ticarsi, Industriarsi. Lat. stadere, labo-
rare, qua:rerc. Gr. 57Tauo«Ceiv, TtovsTy,
^rjTerv. Cavale. Specch. Cr. Per reve-
renza di lai maestro ci doverenimo stu-
diare d'impararla. Coli. .S'S. Cad. La ca-
gione di questa nocevole vergogna, per la
quale noi ci studiamo di ricoprire i no-
stri pensieri. Cctr. cap. 7. Questa vien
jier partirci, onde mi duole : S' a dire hai
altro, studia d' esser breve. Tratt. gov.
fam. Tu. carne, se' compagna, ovvero co-
me sposa dell' anima , e pero la debbi
amale, e studiarti eh essa ami te. Begg.
B. Umil. 3o. Questa santa Umiliana, one-
stamente ritenuto abito e vestimento se-
colare, tenca Tita e costumi di perfetta
religiosa , i^tudiando di piacere e amare
Iddii) di smisurato amore. Cns. lett. 71.
Studiali dunque, figliuolo , d' imparare il
loro linguaggio vago e copioso.
f V §. 1\. IC seguito dalla preposizio-
ne A. fisi. S. Gir. 375. Ma bene (Iddio)
si diletta che l'uomo si studi a castità.
I.occ. g. 9. n. 8. E convoltolo per lo fango,
tutti i panni in dosso gli straccio; e si a
questo fatto (di batterlo) si studiava, che
pure una volta dalla prima innanzi non gli
potè Biondello dire una parola, ne doman-
dare perchè questo gli facesse. (I ) Tes. Br.
1. 2. Alquanti savii che si studiano a ri-
chiedere e cercare di questo tre cose ec.
furo delti figliuoli di filosofia. (Br)
■J- 3 g. A . Studiare, per Affrettare, Soi-
»79
1^26
S T U
leciiat-e, jli'accìnre j che pur j* adopera
in tal sentimento anche ne! significato
neittr. pass. Lat. properare, stadere , /e-
stinare. Gr. ■ste-Josiv. Bocc. nov. 86. 5.
Noi ri credemmo dover potere entrare in
Firenze, e non <:i starno sì saputi studia-
re, rlie noi uon &iam qui pure a cosi fat-
ta ora, come tu vedi, giunti. Pass. 2^0.
Non lasciò il mangiare, anzi più ni studia-
va , scostumatamcute facendo maggiori
liorconi. <>rid. Pisi. l35. Se tu non U
studii di fuggire, questa notte ti sarà la
sezzaia. Malm. 3. yS. Ma que' vie più si
studiano a fuggire.
:;■ §. VI. E in signijìc. alt. vale Sti-
ìiwlare, Affrettare. Lai. slinin/are , salii
citare. 'I Cr. l. 12. 2. Appresso dee itu-
Hiare , ed eserriiar la famiglia. Frane.
Sacch. noi'. t^S. Uscito fuori Lapaccio, stu-
dia il fante, clic selli le Iiestic »• . (Cj
♦ g. VII. Onde Studiare il passo ^ il
cammino _, 0 simili , vale Affrettarlo .
». Tfonl. Vnrf>. 27. >"on v' arrestate , ma
studiale il passo . Morg. 23. 18. Comin-
ciano a studiare allora il passo » . Giiid.
fi. 4- 1- Desiderando d'cssei fedele mi-
nistro, e sollecito cseguitore della della im-
presa non pigro studia il cammino . Car.
En. 6. 940. Poiché la Sil.illa V^^^c ciò
detto, Via (soggiunse) attendi A 1' impre-
so viaggio e studia il passo. (C)
g. \MI. Studiare, fìgìtratam. per Col'
lii'arc. Lai. colere, excolerc. Gr. d77.EÌv.
.fniui. Ant. 2. 2. 2. Sì comc il campo,
quantunque da se sia buono , se non e
Jienc sludialii, non puole essere fruMuo-
so j così l'animo sanza dottrina. Frane.
Sacch . nox-. 112. La don iia lo studia-
va ; e quanto più lo studiava . più di-
magrava (cioè , i* affaticava nell* atto car-
nale ) .
i? %. IX. FZ detto delie Vesti. Menz.
Sai. JI. Vo' che 'l cai>pello io già non
p<M ti sotto Al braccio , e che *1 vestilo già
noi) studi Brodco, o sia '1 celiar sudicio
e rotto. { V)
>r g. X. Studiar la carne, vale acca-
rezzarla. Vit. SS, Pad. I. 2i5. Alcuna volta
diviene (la tentazione carnale ) per trop-
pa gagliardia di carne, quando trO|'po la
studiamo, fi)
'"? STUDIATLSSIMO. Superi, di Stu-
diato. Penv. Celi. Fit. 3. 317. Tutto
quello che fa di pillura, lo cava dagli stu-
dialissimi iiiodelh falli di scultura. (CJ
3 STUDIATO . Add. da Studiare .
Cant. Cam. Dtf. cjt). Ilan più viilù as-
sai, (he quanl' arte dier mai A noi lihri
e dottor lauto studiali.
* g. \. PiT Fatto, Ritratto. « Borph.
Hip. 22. Il modello di cera, studialo dal
naturale, [irometle che ella althia a esse-
re una figura di tutta perfcrione e bel-
^ g. IL Sludi'ilo , va/e anche Fatto,
o Inventato eoa cura e studio. Ben lavo-
rato, /lellin. Disc. I. Il3. I quali lutti
nomi non >on«) poi altro in >oslania « lie
tante .studiate maniere di lare ec. con più
v\\n e riccB espressione roooscerc quanto
};ioco voi vi prendete di cosi fatto rac-
conto. (C)
g. III. /Vr melaf. jtmet. 62. Pcrocclil;
a possedere le lielleue da me lungo tempii
studiate Xu dato un vecchio ^ rii>è, hrama-
le, loltivate). /l'uon. Fier. 5. A. a E
trionfar tra le studiale cene (cioè, ricer-
chIc ) .
*t * S- 'V* '*' '" Jòrza di .lust. per
la Cosa studiata , Ciò che risulta dallo
.ttutlio. Car. part. |. lett. IO. Non avendo
in desiderato mai tanto cosa alcuna, quanto
di studiare a dilungo un par tV anni a
mio uiodn, e valermi dello studiato d'un
valentuomo vostro pari, (A/ Salvia. I)i.tc.
3. II Ma questo pure ir difetto di chi
STU
studia male, e uon usa pure lo studia-
to. flVj
t STUDIATOKE. Ferbal. masc. Che,
0 Chi studia , ma è voce poco usata.
Lai. studiosus . Gr. srtouoaTo; Jmm.
Ani. 38. 5. l3. Sar^ Cdato governatore di
l'iccolo terreno, ovvero continuo studiatorL-
di non pomposa dottrina. Jhtt. Purg. 6.
I. Questi era sludiatore , e avea compo-
sto un lihro che si chiamava lo Tesoro
dei tesori. F Par. 4- 2. Tanto crescere
vede Io lume del suo inteUello lo studia-
lorc di quella, quanto più in essa s' eser-
cita, ed essa studia.
STUDIATHICE. l'erbai, femm. Che
studia. Lai. studio dedita, incumhens. Gr.
C7to\JÒnv noioju.zvYi. Lih. Fred. Era fem-
mina modestissima , e sludiatricc di libri
spirituali.
* STUDIENTE. Add. Studente. Buon.
Fier. 3. 5. 2. Costui stalo e studieule. (Ì^J
".: STUDIETTO . nim. di Studio, in
.'ren.to di Scrittoio. Galil. Cons. Tnss. 1.
i^^. Farmi giusto di penetrare in uno stu-
dielto di qualche uomello cuiioso che si
sia dilettato di adornarlo di cose che ab-
biano per aulirhilà, o per altro, del ]>elle-
grino. (/irj
-'.i STUDIEVOLE . F. A. Add. Che
studia. Tuli. Fr. Sim. Ca.rs. Ord. Fit-
Crisi. [\i. E la vigilia coipoialc viene da
sludicvole e vegghicvote mente, la quale
vorrebbe esser iti notte ec. (C)
STUDIEVOLMENTE, e STUDIEVO-
LEMENTE. Avverò. In pruova , Appo-
sta, A hello studio. LaL consulto, dedita
ojcra. Gr. ÌTn^r.^ì^ , e'^»:i(t>;o5 '^ Pett.
Tuli. Se un ruflìano di mala condiiìone ,
lo quale studievolmenle ha morto una ve-
dovella, priega ec. ì'it. Bari. l. Studìe-
volrmeule e sania paura facieno e predi-
cavano lo nome di lesù Cristo. Maestruzz.
1. 43. Alcuno fa questo iitudicvolmcntc ,
e così non paie che s'intenda colla Chie-
sa, ne tenga con lei. =;= l allav. SUI. 87.
Ciascuno il quale abbia cognizione di a-
mendue, conoscerà, la seconda esser falla
studievolmenle a similitudine della pri-
ma. (CJ
STUDIO, lo studiare. Lai. studium .
Gr. 5-5uJ/i' . Tes. Br. 8. ^.Q- Studio si
è una continua impresa che *1 cuoi e fa
con gran voU)ntà, >iccome e studiare in fi-
losofia, e in altre scienze. Albert. 1. 9. Lo
studio è accostamento di grande animo ad
alcuna cosa con grande volontà . l'ant.
fnf. 1. Vagliami il lungo studio e *1 gran-
de amoie. Che ni' lian fallo rcrcr U« Ino
volume. Boic. nov. 20. l6. S'egli v'era
più a grado lo studio delle leg(;i , che la
moglie, voi non dovevate pigliarla. F nov.
J)8. 4" E»sÌ avevano cominciati gli sliulii .
e parimente ciatrunu d alli?.siino ingegno
dotato saliva alla gloriosa atlczxa della fi-
losofici .
§. I. /^■^ /' Arte, e Scienza medesima
che si studia. Bocc. l'it. Pnnt. 32^. Cre-
scendo insieme con ^\i anni l'animo e lo
'ngcgno , non a' lucrativi slmlìi ce. si di-
spose, ma ec. /;* 235. Il quale, ne'lìberali
studii ammaestralo, sommamente i valorosi
Uomini onorava .
« g. II. /Vr Artificio, Arte di fare
una cosa. Mor. S. Cief;. lett. Come tu
sai quando il corpo 1> afflitto mancano gli
studi liei dire. (Cj
§. III. Studio, per luogo, o Scuola, o
Università, t/ove si studia. Lat. fjymnn-
siiitn , acadeitìia , inujteum . Gr. yuuva-
ifsv, ot^uifiriiv., juoujiìov. M. ì . i. 8.
Mise opera clic in Firenze fo\se generale
Stuiliii di catuna isrienu. F 7, Cfy. Pe-
rocché al lutto avcano legato e spento lo
Studio generale in Firenze , mostrando
clic la spesa rr. <lovesse essere incompor-
tabile. Bocc. ì'it. Pnnt. 334- ^' ^"" *"""
STU
me IO varie etadi varie scienze furono da
lui conosciale studiando, così in rarii Stu-
dii sotto varii dottori le comprese. ^ Ctcch.
Assiuol. 2. 7. E' non faa giovane in que-
sto Studio, il quale si serva dell'opera mia,
che ec. .^mir. Furi. l. 1- Tornai da stu-
dio che io avea veutiqualtro anni, non mi
trovando al mondo che ec, (Fj
g. IV. Per la Stanza, ore si sta a $tu-
diare. Scrittoio. Agn. Pand. l^i. Sempre
tenni le mìe scritture non per le maniche
de" vestiri, ma in casa serrate, e in buo-
no luogo allo;;ate nel mio studio. Jl/n/m.
3. \!\. In sulla entrala Dell' unto studio
gli fa la 'mbasriala ( qui per simi/it. in-
tende del Fattoio dell' olio}. /ìnon. Fier.
5. 4- 2- Fermandoci a veder cose curio»,
Opre d' arte e capricci di natura , Onde
s' orna il suo studio , e que" bei libri E
peregrini, ond' e riero 'I suo studio.
* g. V. Per Opera che si studia .
F. Fili. Fit. 1. Intra i ]>iù celebrati /'an-
fori J , i cui studii nelle mani de* periti
morlcrni si rivolgono, fu il nostro compa-
triotta Claudiano. (Dj
V g. VI. Studio, per Un' intiera rac-
colta di cose rare o curiose, per cagione
di studio. 3fagal. Lett. Adesso in Amster-
dam si potrebbe avere per lOO doble uno
studio ( di nicchi ), costato in altri tempi
non so se cinque mila 6orÌni , o quan-
to. (A)
* g. VII. .Studio, term. de" lettori e
Scultori, Quel disegno o modello cavato
per lo più dal naturale , che essi ese-
^niscono per dctei minare e perfezionmv
l' idea di quella rosa che vogliono rappre-
sentare. 1 II. Pitt. Si. Chiaramente si vide
che tutti gli altri, i quali senza questo para-
gone apparivan perlctti, erano stali studi,
ed abbozzamenti per disegnare e colorire
questo vivo ritratto della perfezione. (C)
g. Vili, ter Piligenza, Industria, Cu-
ra . Lai. studium, diligentia , industria.
Gr. «TTTouor,', '^.'^s/cta, d'pititv.. Hocc.
nov. 65. 4* Conosceva che ella con lutto il
suo studio s' ingegnava di piacergli. Tes.
Br. 5. 19. E quando (i colombi/ [perdo-
no la veduta per vecchiezza, o per alcuna
malizia , ellì la ricovrano poi per grande
studio. Pnnt. Par. |5. L' una vegghiava
a studio della culla . Petr. .fon. 202. E
ceriti ogni mìo studio in quel tempo era
Pur di sfogare il doloroso cuore. G. /'.
II. 139. 3. Nulla fé o carità era rimaca
ne' cittadini ec, ma ciascuno alla sua sin-
gularità, o di suoi amici e parenti per di-
versi studii e modi. Omel. S. Grrg. Pef-
I he le menti vostre si destino a studio di
cautela. * Guid. G. 4 *■ Poic bi è piac-
ciulo agli Dii che noi siamo scesi ìb que-
sta terra, convien piincipalmenle di porre
i nostri studii intorno a tre cose . Segr
Fior. Princ. cap. 25. Vedesi ancora ec.
duoi egualmente Iclicitare con due dirersi
studii , essendo 1' uno rispettivo , 1' altro
impetuoso. (C)
g. IX. Onde in proifrh.: Buono stu-
dio rompe 0 vince rea fortuna j che si iti-
re i*er dinotare , che Coli' indiislrém si
fHsssitno o prevenire o superare te ingiurie
della fortuna. G. F. 7. 3- 2 Ma Carlo.
ri>me franco e ardito sign<^re , si mise a
passare , non gtiardando agli aguali , di-
cendo uno proverbio, oii"^'cn.> sentenzia di
filosofo . che dice: buono studio fa pr^Kl'
uomo, e rompe rea fortuna. .*'. !'■ 4- *^^'
E pero si vcrific.'i qui 1* anlirtt proverbio
contrario alla vile pigrizia , il qiul dire .
che liuono studio vince ria fortuna. Cas.
rim. cnns. 3 6. Forse (e ben fvmper lutd
foituna rea Buono slutlio talor) nella dob e
onda, eh' ì' bramo tanto , ec.
* g. X. Per Coltura di piante. Bon-
g. 4- "- 5 II bassilico, sì per lo lungo r
continuo studio, e sì per la grassena nelU
S T U
lena ce, ilivt'nnc Lelli&siiiio , e uduiifeio
mollo. (T)
« g- XI. Per Cura, Oj[fisio . Jmm.
Ant. ^O. ^. 6. DUsc Cristo che per Io
NtuJio Jl-I SaiiKuiljDo quegli rhc kia met-
to niorlo, lu nieDjto ull* alliergo. (V)
V §. XII. I cr j4 ffeziùne , / rvpcnsione.
Bemb. Stor. i. 7. M. Ftiìeriro così con-
veocDdoìi di verace di lui e sommo slu-
Jio ver&o Id Re^iuLLlica, Tu dd lui duuato
della cillaiUnanzj . E 3ì. Fu lUliLeialo
che .1 oliiunquc- di loro ec. Tossito pub-
Micamenle campi doDati; e spcfialmcnle a
Teodoro Paleologo per lo suo ver la Bc-
puLblica sommo studio e sumnia fede e
«omnia coslauia. ^.V^
* g. XIII. Per Desiderio. Vit. S. (Mofr.
l38. Molla genie veniva a me ]icr lo stu-
dio delle mie opere ( cioè, per lo deside-
rio di vedere, o a%'ere i lavori delle mie
mani). ( f)
g. XIV. ^ studio, A bello studio, A
sommo studio, e simili, posti avverliialm.,
vaglionù In pruovit , Apposta, Con ricer-
cato studio, ^studiosamente, lai. consul-
to, dedita of>era. ^ Cavale. Specch. pece.
l5. La quinla è ìramondiua , quando V
uomo per se slesso si corrompe a studio,
o pecca con l>eslia . (Cj Petr. cnp. 8- E
Fulvio Fiacco , Ch" a gì' iograli (roncare
a I)el sludiu ena. Ar. Fur. ^3. 125. E
per diverse e soUtaiie strade A studio ra-
pitó su una riviera. Sen. /leu. J ardi. 6.
35. Molli, i quali avevano a sommo stu-
dio accresciuto i mali, e falligli venire in-
Danzi , per ri| orlarne, guaicndugli, mag-
giore onore, non poterono {lui sanargli .
fir. nov. 5. 233. Corrono a quel rumore
alcUDÌ che Hai Ciarpaglia furono mandati
a sommo studio.
* STUDIOLETTO . Studiolino. Mo-
gul. Leti. In un di quegli sludiolelti d"
elkano, cbe venivano d'Alemagna^ \i àtan-
no coDge^ttati diversi oidij^ni. (Aj
* STUDIOLIAO - Vim. di Studiolo .
nel sie^nijìc. di Scrittoio. Tass. leti. Ja-
mil. 5|. lo ho lo studiolino , raa non è
possiltile portarlo sopra la schiena sino a
ec. (ì-f
STUDIOLO. Dicesi comunemente per
Piccolo stipo , Scrigno , nel signijic. del
g. Lai. scriniuni, armariolum. Gr. /iSw'-
Ttov . lied. Annot. Litir. 212. Scarabat-
Iole, fogge di siij'i , o siudioli trasparenti
da una o j'iù parti , dove a guardia di cri-
stalli si conservano ludi i generi di mi-
nute mi,\cce , ec. Puon. l'icr. 2. 2. IO.
^'el piccolit >tudiul son più medaglie, Co-
mechè la più parte inlartarite Perduta al>-
liian la farcia . /'.' 3. \. 9. Uno studiolo
Trae per un pirxicaguolo . Borgh. Hip.
oio. Ha fatto fare il granduca Francesco
■ ol suo disegno uno studiolo d' ebano.
* §. Studiolo, dim. di Studio, nel si-
gnifc. di Sirittoio. Pros^ Fior. P. !^, voi.
2. pag. 2«)6. E una bella cosa lo stare in
vesle da camera l'intere settimane, stu-
diare senza essere da questo e da quello
interrotto, dormire quanto un vuole, go-
dere 1' aria aperta e serena e li])era colla
vista della campagna; quando lira vento,
star riposto nel suo studiolo, rome ho fatto
per tre giorni. (^'S) Benv. Ceti. Vit. 2.
233. Ero rimasto solo io un mio studio-
In. (C)
STUDIOSAMENTE. Awerh. Con istu-
dio, A studio , A posta , A bella posta,
in pruova . Lat. dedita opera , consulto.
Gr. tTriTio^;, i^nuTTior^i. Pocc. nov.
<)2. 8. Ce quali egli studiosamente e di
nascoso portate v* avea. Bui. Par. 6. 2.
Essendo venuta la Pasqua de'Iudei, nella
quale tutti li ludei si congregarono in le-
rusalem , come era loro usanza ; la qual
cosa Vespasiano aspetto studiosamente -
J'arcfi. f'rcol. 3oi . Arci caro le mi di-
S T U
cbiaraile qualche volta , perchè io n* ho
p.tssale più d* una a guazzo senza inleo-
derle , se già non fate rio studiosamente
e a bella posta per non essere inte^o.
§. I. Per Diligentemente. Lai. diligen-
[ ter. Gr. !:tiju£Ì&7ì . Bocc. Introd. 54.
Trovaiono l'armeno studiosamente a\er
dato piincipio al suo uficio. ^U legg. B.
l/mil. 67. .Meditando ella studiosamente
dell'opera della creazione, e della pieva-
ricazione del | rimo uomo ec- fu ralla in
dolcezza di Dio. (Cj
g. II. yVr Jspitcciatamenic , Spedita-
mente. Lai. celeritcr. Gr. TKyj<»~- -Vot*.
aut. Q2. 3. Gli giovani aimarono iSlallio
il più studiosamente che egli uoque pote-
rono. Petr. Coni. ili. Studiosamente dun-
que mosso il campo, in quìndici di venne
nel paese de' Belgi.
STUDIOSISSiMAMEME. Superi, di
Studiosamente . Lai. studiosissime . Gr.
'S7:omÒohoz«.t«.. S. Agost. C. D. Cosi a
lui non bastava ciò che del liberar l'ani-
mo studiosisdimamenle a\eva apparato .
A/nm. Ani. 26. 2. 10. Aggiuogansi le
nobili iitatue e dipinture, e ciò che alcuna
arte studiosissimamente adoj eiò.
SI L'DIOSISSIMO. Superi, di Studio-
so. I.at. studiosissiwus. Gr. z~o\/0xt6~v.'
rOi. Sul. ìnf. 1. 2. Virgilio ec, del qua-
le egli era st;ito studiosissimo . liamm.
4- 75. Di che io gi'a , in ciò studiosissi-
ma, quasi niente curava.
3 STUDIOSO. Add. Che studia. Che st
compiace e diletta nello studiare, v Pros.
lior. 4- 123. Del cui sacio viaggio (di
Dante), come di quello del Vespuccio ,
fu indicibilmente studioso. < TCj
^ §. 1. L in forza di sust. " Car. lett.
2. 54- ^on mi occorre altro , che alle-
grarmi seco della molta laude che ne
Irarr'a , e dell' ulilit'a che ne viene agli
studiosi •>. (Cj
g. 11. per Diligente. Lat. studiosiis ,
diligens. Gr. ■stzoxjÒolIoì . Coli. SS. Pad.
La qual cosa , o siamo negligenti o stu-
diosi . colla divozione abbiamo da impu-
tare alla sua dispensazione o plo^ìde^za.
Pass. C)8. La negligenza non gli occupi,
ma studiosa sollicìtudine gli sproni . Lib.
Am. Pur vedendo che nondimeno questi
era studioso nell' amor suo, un di gli disse
cota' parole.
^ g. III. Per Pieno di zelo. Vino.
Mnrt. lett. 75. Per li quali (amici) deb-
bo essere cosi studioso ad aspettare, e ri-
cuperar le lettere com'è VS. amorevo-
le e diligente in sollecitarle , e procurar-
le. CO
g. IV. Per Sollecito , Frettoloso. Lai.
celer, vclox. Pont Inf. 33. Con cagne ma-
gre, studiose e conte. Lab. Ii3. !l luogo
dello quali, posto giù il superlluo peso,
come con istudioso passo fuggono, cosi loro
fuggirebbero.
"^ %■ V. Per Pensato, Provveduto. Sai-
lust. Oiug. it)0- Tutto r altro la natura
siccome per opera umana, o per studioso
consiglio avea fatto pendente, e quasi ta-
glialo da ogni pai te. (Ì\J
STUELLO Si dice a più Jila di vec-
chio panno lino avvolte insieme in Jorma
lunga e ritonda, che si pongono nelle fe-
rite e neir ulcere . Bed. Vip. 2. 82- Si
guardino gli uomini , che vivono in so-
spetto . dalle lasle e dagli stuelli de'
chirurghi .
STUFA. Stanza riscaldata da fuoco
che le si fa sotto, o da lato. Lat. balnea-.
Gr. ^a>avH5v. Bocc. nov. 14 l3. In
una stufa messolo, tanto lo stropicciò, e
con acqua calda lavò , che in lui ritornò
lo smanilo calore. E nov. 22. 7. Piima
in una stufa lavatosi bene ec, nella gran
sala si nascose- E lett. Ir S- Ap. 307.
Pagguarda le stufe di Domiziano . Fir.
S T U
1427
lue. 2. I. Che volete voi fare adesso
dell.^ ;lufc?
g I. Per Fornello da stillare. Lai. hj-
pocaustum. Gr. C7r&/«y5T0v. Bed. Os.v.
an 121. >cir acqua di Bori d'arancio
stillata a stufa ec. sempre ho veduto mo-
nrvcgli (i lombrichi, in lorhi momenti.
Fd l sp. nnt. 27. Ho fallo stillare la vi-
triuola ec. nel castello della stufa. E 2Q.
L* acque poi , che si stillano nel castella
della stufa er. , quasi tutte generalmente
sogliono intorbidare.
^ %■ IL Stufa, per pagno caldo.
Mil. M. Ihl. 240. Questa citl'a hae be-
ne tTcniila istufe , ove prendono gran di-
letto gli uomini e le femmine j e van-
novi molto ispesso, jeiocrliè vivono mol-
to netramenle di lor corpo , e sono 1
più belli bagni del mondo e i più gran-
di, che bene vi si bagnano insieme" cento
persone. tC) Buon. Jicr. 3. 4- 4" I^"re
soffrir conviensi Diete, vomiche . purghe,
unii ed im|>iastri, Sagni, stufe, fomeuti ,
incendi e tagli. (I\'j
g. IH. / tT Fomenta , 0 Suffumigio .
Tes. rov. P. S. 19. Fa una stufa, quando
vai a ditrmire, di laudano e olibano messo
in sulla brace. E cap. 22. Anco lo tasso bai*-
basso cotto con vino, faltone stufa, ovver
fomento, ovvero impiastro, guarisce.
STUFAlUOLO,c STUFÀIOLO. Mae-
stro della stufa , Colui che stufa . Lat.
alipilus , alipìlarius . Gr. oo&iTTV./.i'^bv.
Lasc. Spir. 3. 4- Questo è un sopranno-
me che mi pose la Biagia dalle Marme-
rucole , quando io slava per fattore con
gli slufaìoli. Cant. Cam. 460. tit. Canto
degli slufaioli. '"^ Ilut. Adr. Op. mar. 2.
23p. Non sentì mai piacere, in guisa dell'a-
sino dello slutaiuolo, che sempre porla legne
ec. e mai non partecipa del bagno. (CJ
3 STUFA BE. Lavare nella stufaj e si
usa in signific. alt. e neutr. pass. Cant.
Carn. 460. L' abito che portiamo Con
queste masserizie vi dimostra. Donne, che
lo stufare è 1' arte nostra.
g. E Stufare, fguratam. , si dice per
l enìre a fastidio. Lat. taedio , fastidio ,
nauseile esse. Gr. Bvz-jvstv.
STUFATO. Add. da Stufare.
§. I. Per Chiuso a similit. di stufa .
Bicett. Fior. i^z. Melti in infusione il
le;.no 'santo) neil' acqua calda in pentola
di terra nuova ec. , e tienla stufata per
spazio d' ore ventiquattro.
g. II. Stufato, è anche aggiunto di
Carne, 0 altra Vivanda cotta in una par-
ticolnr maniera j alla r/unl vivanda cosi
cotta parimente diciamo Stufato. * Cari.
iSvin. ti. Così pian pian con un cucchiar
di bossolo Gran parte a sé tirò di quell'
intingoloj indi avventatosi Di ghiri a uno
stufato, e di coniglìoli , ec. (B)
!? STUFATURA. Pratica delle stufe.
Esercizio di stufe e di suffumigi. Magai .
Leti. Da ultimo datele due o tre buone
stufature di sufiumigio dì balsamo bianco,
avvertendo ec. (A)
* STUFELAPE. ;■. A. Fischiare,
Sufolare. Ott. Com. Inf 25. 437- Intor-
no alla quale trasmutazione si è da sape-
re cbe ccmunemenle le serpi hanno la
lingua forcellula, e pero zufolano, ovvero
stufelano, ovvero sublano. (C)
* STUFETTA. Dini. di Stufa. Lat.
thermuliF. Bemb. lett. i. 2. 8. Dicemi
che io aggiunga questo poco, cioè che gli
mandiate le altre istorie che s' hanno a di-
pingere nella vostra stufetta .£"1. 2. II-
La stufetta si va fornendo, e veramente
sai'a molto bella. (')
STUFO, ^dd. Stufato, Infastidito. XiX.
tadio, nausea, fastidio afftctus. Gr. ^a-
puvo'uiviv. Malm. Il- 4?- Quasi *'» '^^-
ver Batislone stufo, Egcno afironla con
un punteruolo.
1^28
S T U
STULTIZU. J'ed. STOLTIZIA.
■J- * STULTO. y. /i. Stolto. iUm. ani.
Cerco di yt. ^ngio/ìerì, presto /' allacci
198. Che troppo umarc fa gli uomini stili-
ti ; Pero non voi lenir colai usuta. (1)
STUMIA, rSTUMMIA. ^c/immrf. tal.
spuma, despumatto. Gr. cufpói.
§. Stumia di ribaldi, o simili, si di-
ce per ingiuria a dinotare ecresso di ri-
balderia. Tac. Dav. Ann- 6. Il3. Ti-
berio, dicendoli stumic de* rilialdi ^ co-
mando a O. Ccstiu senatore, clic quanto
a lai ne aveva scritto dicesse al Senato.
fìuon. Fier. 1. 3. II. La slumìa de' ri-
baldi veramente Si posson dir costoro.
Hfa/m. 7. 91. Andato, dice, u slummia di
furfanti.
STUMIARE, e STUMMIARE. Toglier /a
stumia. I.at. dftpnmare. Gr. arr«y Ji'Csiv .
Alleg. 128. Vedcsi un guatteraccio , che
si gratta 11 cui rolla manritta , e colla
manca Gira lu spicdc, o slumia la pignat-
la. Dav. Colt. 160. Quel funere che la
vinaccia piglia di sopra (slumtala, se tu
sai ) fa pigliare fuoco al vino, i'.uon. Fier.
2. 2. x6. Or dunque chi? si pesti, Si stum-
mii e si rimesti.
* STUMIATO, e STUMMIATO. Jd-
diett. da Stumiare, e Stummiarc. Ricelt.
Fior. l38. Sciroppo dì l'rassu di Mcsuc.
Recipe maroldno ce. , pcnniti, mele stum-
miato, er. fB)
STUMMIA. T'ed. STUMU.
STUM:\nARE. red. STUMIARE.
* .STOLMIATO . f'ed. STUMIA-
TO. (Hj
STUOIA, e STOIA Tessuto o di giun-
rhi , o d* erha sala, 0 di canne sjesse.
Lai. storea. Gr. ^TpCiii.'/.. Cr. 3. IO. I.
In su lenzuoli, o stuoie -A so\e fijagiitoli J
si seccano. Co/I. SS. Pad. Ammonendoci
di giacere in su ([uelle medesime stuoie ,
dove noi sedevamo. AiV. .V. Al grido di
coloro ch'egli avca fomanilalo di lormcn-
larc e d' uccidere di sotto a una stuoia .
Jiocc ì'it. Pant. 258. Quivi trovarono
una stuoia al muro confìtta. Din. Comp.
1. I<). Essendo l'uso della terra a simili
raunate i cittadini sedere basso in su stuo-
ie di giunchi , e i cavalieri e dottori su
alto in sulle paochc- Buon. Fier. 2- 4-
l5. E catene e chiavarde per le stoie.
:? Jtfa/ni. 8. 18. Più giù da banda un ta-
volin si ve<le, Che sui trespoli fa li ninna
nanna, E fa spalliera al muro, ove sì vede
Una stuoia di giunchi e sottil canna. (Bj
STUOLO. Moltitudine , ed è proprio
di tJrnte arniaiaj lìsercito. Lai. ererci-
tus , copia- , classis . Bui. Inf, 28. 2.
.Stuolo e mnltiludine di galee ce. Qui
nuoDsi per la moltitudine di tjucUe ani-
me che erano della quarta spetie. Dani.
Inf. li. Quali Ales-iandro io quelle parti
calde IJ' India vide sovra lo suo stuolo
Fiamme cadere. !•'. Par. 6. Invcr la Spa-
gna rivolse lo stuolo. Poi ver Duraao.
Bui. ivi: Stuolo è armata di galee per
ioare ; ma qui si pone impropriamente |>er
l'esercito di terra. <i. /'. 7. 37. 3. Pas-
sò il detto stuolo sano <■ salvo con loro
navilio, Tes. fìr. 2. 28. Gli veniva in-
contro con sì grande stuolo di gente, eh'
egli vide apcrtamenlc eh* egli non poteva
vincere. * Tas.*. Ger. 3. li- Non lungi
scorte l'n Franco stuolo addur rustiche
prede. A' 16. Cede lo sluol de* Franchi a
poro a poco. ^.Y^
§, Per simili t. vale Moltitudine, Gran
quantità di checchessia. Lat. agmen, mul-
titudo. Or. ■nXri'^oi. Petr. son. |3(). Tal
d'armati sospir ronduce stuolo Questa bel-
la d' Amor nemica e mia.
STUPEFARE. F.mmere di stupore.
Lai stiiprfacere. Or i<(Tr)*>TT|tv. j4mct.
8^- Prima i circustanli turbò con paura ,
u apprc&in gli stupefece con maraTtglia .
S T U
Dani. Par. l5 Poscia rivolsi alla mia
donna il viso , E quinci e quindi stupe-
fallo fui.
§. I. /rt .figai/ic. neutr. pas*. vale Di-
venire stupido, F.mpiersi di stupore, l^fa-
ravigliarsi. Lai. stupescere , stupfjìeri,
Gr. ^/:T)ii'TT59rai. Dani. Trtr. 3i. Veg-
gendp Roma, e 1* ardua su* opra. Stupefa-
ce'nsi. /•>. lac. T. Ì\. 32. 19. Chiunche
m'ode mentovare, Sì si deggia stupefare.
§. II. .Stupefare, per Intormentire, Pri-
var di sentimento. Lai. slupejacere. Gr.
e'xTZf f'zTtiv. Kirett. Fior. Servono ec. a
stupefare il senso come le pillole di cino-
glossa.
STUPEFATTIVO. Jdd. Atto a stu-
pefare. I olg. ìfrs. Vo;;liono cose >tupe-
fatlivc, le frc^'agioni col sale, er.
STUPEFATTO. Add. da Stupefare. Lai.
stnprfactus. Gr. e/Tsrr/iT/juc V54. Bocc.
noi'. 100. 3l. N'andarono in l'a , dove la
figliuola tutta stupefatta, queste cose sen-
tendo, sedea. G. J'. 8 So- 7- Quasi stu-
pefatto d'allegrezza gli sì gitló a' piedi ,
e disse. Coli. SS. pad A queste co-
se vedcn<loci stupefatti il padre santo, ec.
Tass. Ger. io. 52. Riman ciascuno a quel
parlare, a quella Orribil Ciccia muto e siu-
p.;fatto.
^ §. Per Intorpidito, Insensato. />.
lac. Cess. 2. Ct 56. Vide uno ('avaliere
invecchiato e -^lupi-fallo per lo freddo. (Cj
•f STUPEFAZiri.NE. .Stupidezza. Lii.
siupor, stupidita*. <".r. T/Tr)»);!;- fìocc.
nov. /jO. ijj. Pur gli rimase nel cerebro
una stupefazione, la quale ec. parecchi di
il tenne stordito. Sen. Ben. ì'arch. ^. i3.
A Voi f;iova, o Epicurei, avvezzare il vo-
stro corpicino a non fare mai nulla ec,
e seggendnvi nascosi sotto alcuna omiira ce,
dilettale la stupefazione de-11 animi vostri,
che si muoiono ili mallana.
STUPK NOAM ENTE. Jvverhio. Con
istupore, Marns-igliosamrnte. Lat. mirifi-
ce. Gr. &auyy.57'Z^. Uh- cur. malatt.
La decozione dctlj gramigna suol fare slu-
peudamenle bene. Vit. Pitt. 5o I tra-
vaj^Ii del qu.de rappresento col pennello
stupendamente.
-STUPENDISSIMO. Superlat. di Stu-
pendo. Lai. mirifìciis. Gr. SwvvaTiwTK-
T'j;, ^y.JiJiv.'ìTO zvroc. Cavale. Pi.tcìpl.
ypir. Sempre In tua mente sia indotta e
traila a considerare le mirabili cose , anzi
stupendissime d' Iddio. Lave. Pinz. 3. lO-
Afcadde, che facendo segai della sua vir-
tù stupendissimi, fu i\i quegli levalo dal-
l' osteria, e menalo a casa loro.
t ^' STUPE.NDn A', buratto di Stu-
pendo. Bellin. Disc. 2. 2I. Ma volete che
io vi dica come vanno queste slupendil'aT
(Min) h' 337. Pelle slupendit'a ne avete
vedute pur troppe, ti')
STUPENDO, /tdd Miracoloso. Da in-
durre stup.^rv. Grandissimo, Lut. admi-
rnndus. Gr. &ayaa?ro;. S. /Igost. C. D.
Mostrrrrbbono alli lor sensi cose stupen-
de. Ar. Fur 32. 48. Ella la mise . non
però sapendo Che fi»sse del \alor, eh' era,
stupendo Miilm. 7. 10. E meiilre rh' ei
balocca In cuocer 1* uovj e il cacio, eh* e
stupendo , Sente \ coirsi 1* acquolina io
lincea (qui vale nliimo , saporosissimo).
arch. Quest. Alch. .3o. E che l'arte
possa far di golfo e d argento «ivo i
non pc
metalli,
ella di
poro
irgento
zolfo
bone fa rose tanto imrcddiili e tanto stu-
pende t iC)
*\ # STUPIDACCIO . Peggiorat. di
Stupido. <iuarin. Idrvp. I. a. Concludi,
stupidaccio, dal primo all' ultimo, su. (A)
h STUPIDAMKNTE. Avi-rrf: Con stu-
pidità, In modo stupido. Pnt.f. Fior i. i
6a. Altri e. che ammiri (liipidamentp , o
più d* altro o colali splendori aggrandi-
sca a suo senno la noliillk ; a me ba-
S T t
sti solamente accennare siffiitte grandei-
ze- fTC)
STUPIDEZZA. Astratto di Stupido
Lat. stupiditas, stupor , tarditas. Gr.
i/Tlr.^c;. * Tolom. J.ctt. Uh. 5. pag
127. (Giolito 1547 j L'ignoranza, U
stupidezza, la malizia, la sceleratezza , il
peccato guastano ogni bcllexu dell' anima
nostra. (B) Segner. Prrd. 1. I. Oh ce-
cità, oh slupiderxa , oh delirio, oh per-
versila! E niim. 3. Oh stupidezza infi-
nita! oh sUdlizia immensa I
STUPlUlliE. Dis-entre incensava, stu-
pido. Lat. hehesctre. Gr. a, u^l'jv effuse*
Tac. Dav. Ann. 3. 78. Nelle gran fac-
cende chi si risveglia, chi stupidisce.
g. Stupidire, per Stupire. Lat. stupe*
scere, stupefieri . Cr. eJtff>»;'TtSff2»a* .
Mor. S. Greg. Nelli giorni suoi stupidi-
unno, cioè a dire temeranno li senai , e
la paura assalirà i primi. # Vit. S.
Frane. 223. Vedendo il beato Francesco
questa cosa, lutto stupidi, e lo cuore suo
si riempiè di grande allegrezza, e di do-
lore mischiatamenle. (F)
STUPIDISSIMO. Superi, di Stupido.
Lat. maxime stupidus. Gr. xw^:>'t(xt04'
Alleg. i56. I quali annaspando a cre-
denza, stupidissimi trasecolano.
STUPIDITA'. Stupidezza. Lai- stupi*
difas, stupor. Gr e/7rÀr,^t;. Ì,ih. cur.
malatt. Divengono stupidi, e la loro stu-
pidità è durabile. * Segner. Crisi. In-
str. 3. 17. 16. Il dolore del petto, di-
cono ì medici, ove sia congiunto colla
snervatezza e stupidità delle membra , è
cattivo segno. (Ci
STUPIDITO. Add. da Stupidir*. Lat.
demirans, stupens, stupefactits. Gr ^a.ji.-
^À'.'/^ . Coli. SS. lad. Alla qual cosa
stupiditi noi, il vecchio disse. Amm.
Ant. II. i. 12. Stupiditi del suo par-
lare , sanza spargere di sangue, le rimi-
sero nelle guaine. Mir. Mad, 3f. Per
V abbondanza delle lagrime il ronfessoro
era tutto stupidito.
STUPIDO. Add. Pieno di tlupore ,
Attonito. hsil. stupidus. Gr. fltTrf~>r,/T05.
Pant. Purg. ^. Ben s' avvide il poeta
che io stava Stupido lutto. E a6. Non
altrimenti stupido si turba Lo montana-
ro, e limirando ammiila. Quando rozzo e
salvatico s'inurba. But. ivi: Stoj-ido h
r uomo, quando li sentirne mi non fanno
le sue operazioni.
f §. Per Intormentito , Senza senso.
pass. 247. Santo Bernardo dire, «he 'I
membro stupitili, e che non si sente , è
più di lungi dalla salute.^ .Segner. .Mann,
seti. 6 2. Ha r inlellelto. che è il pa-
lalo dell' anima , istupidito, se non 1' ba
anche forse stupido. ' C) lied. Ftp. aat. ^7-
£ cosa notissima tra gli scrittori, che quel pe-
sce marino chiamato tremola ec. se sia
toccato renda intormentita e stupida la
mano, ed d braccio di colui che lo tiM--
ca. (Br)
STUPIRE . Stupefarsi , Empiersi di
stupore. Lat. obstupescrre, stupore af^-
ci , stupere , stuprscerr. Gr. l«T)»;'rTf-
«&at. ^ f it. S. Gir. laa. Maraviglian-
dosi di si gran cosa stupi d' ammirazio-
ne, (f) Da.tt. par. 26. Fec* io in tan-
to, in quanto ella diceva. Stupendo. Pav.
Colt. 162. Tu stu|>irai , quanto ei sarà
di colore , sapore e bontà peggior di
queir altro.
« STUPITO. Ad4t. da Stuptrej Com-
preso di stupore, iVrtrtt» '/r''*'"' ' •'• ***•
Pouiilil. 2(>3. E vrgpcndo^' velate, lui-
li stupiti e niaravioliosi, disse Sulpizio. Ilenf-
Ccll. t II. 2. I(>. Vctiult.mi " '"rate istu -
pilo delle virtù sue , pen*o "<»' altra
»ia. (C)
•f STUPORE Stato dell' animo di co-
lui che, vedendo, o per alcun mudo *en-
STI)
t„A. coff mararigliose o grandi rMM
n„<,si muto. lai. slupor.stur«l„as.Gv
L^So:. Co,,,- 198. La stupore e «no
,lor<rù..onlo A- anin.o per gran.I. e mara.
tìbHo« cose veJere o u.l.re, o per alcun
modo senlire. V,,;,,. P-r. 22 Oppresso
di stupore aUa m.a S>mla M'^ol"- '«''«•
l„lr. tS. Era tao.a n.lla c.Ui la n,o 1.-
tudine di quelli che d< .1. 0 d. no. e
morier.o. che un,, stupore era a uuir
dire. ro.o/.-. ."'■''■ """•• I-" 1'"' *■""
quella misera femmina considerando, per
lo grande stupore asgh'adò.e cadde morta.
E I /Vr Intormenlimotlo. Lat. stufar,
tcrpor. Pisi. S. C.ir Conciossiacosaché
r anco^ce e miserie dello 'nfermo corpo .
t lo slupor venuto ne' membri si(;o.osi tu
conforti colla fclicuh. * r)mcl. .S. Gn-g.
Tutto il corpo inlirino in loro e rimase-
ro in suliito stupore e slordmienlo. /.i".
c»r. maiali. Miracolosa cosa ce lo stupore
e lo dolore che produce la torpedine nel-
la mano di colui che la tocca. (Bn
* §. II. J .iliiporc, posloatterliinlm.
vale Slupendamcnlc Segner. Fred. Pai. Ap.
II. a. Comprovi) tristo a stupore ciò clic
è stato questa mattina il tema principale
del mio discorso. (CP)
f STUl'RARi:. Commellere stupro.
* Peir. Vom. ili. pag. 18. Colle sue so-
felle fC. Cnlisula) giacque, le quali poi
ali- esilio dannò; e molte altre nol.ili don-
ne romane stupro. (H)
•f S STDPBATORE. Terhal. masc
Chi; o Clii stupra. Lat. .<lupralor Gr. /ioi
Y!JTn';. Morg. 14. 9. Malfnsso , ladro ,
stupratore e mccco, Fornicator, uom picn
d' ogni maliiia, BuBian, briccone, e sacri-
leco e liecco.
* §. E per siniilil. dello di Chi con
i:iolen:a ahu.!a di donne anche non icrgi-
tSeer. Fior. .V(or. l. l^- Mostii'gl
. *> .... _„ Ali..,;.
S T U
S T U
l4»9
come in suo aihitrio o ammaizare AMioi-
no ec, o essere morto da quello , come
stupratore della sua moglie . (Ci
•f STUPRO. Corrompimenlo difergini-
làj ed è propriainenle quando si toglie
il fiore della terginiinde alla vergine , 0
al ver"ine: Pisterginamenlo illecito, flut.
Stupro e corrompimento di verginità .
Crea:. Mond. I'. N. l hi commette pec-
calo con vergine ; e questo si chiama stu-
pro. Tass. Aminl. 3. I. E 1 suo Lei
cinto. Che del sen virginal fu pria custo-
de, Di quello stupro era ministro, ec.
* g. Per Adulterio, .'•'egr. Hor. Stor.
lib 1. Filippo Visconti ec. accusò Beatri-
ce sua moglie di stupro, e la fece mori-
f * STURA. Lo sturare; ""de Dar
la stura, vale Aprire, .'•turare un ia.<o,
un luho , o simile. Bellin. Disc. I. 198.
Il fontaniere gira questa o quella chiave
ec, e da la stura a tutte insieme, se tulle
le macchine insieme devono operare, e più
o meno le gira, ec. f ■!)
•j. :!! g. figuratam. vale Scinlacqun-
mento. Pellin. Bucch. 124. Quel ch'egli
spende ogni qualsisia giorno ec, quella e
la stura , Lo sciupinio , lo scialo, lo sfar-
xaccio , ec. I Ai
S STUBARE . Contrario di Turare
I.al. returart , reserare , recludere . Or.
■xvci'/'Av . Frane. Saceh. Op. div. 121.
Il dito che chiamiamo mignolo, si chiama
auricularis , perche con esso si stura gli
orecchi, come dee fare ogni Cristiano per
udire la parola di Dio. ì it. S.l. Pad. Si
(ili disse che sturasse un canal d' acqua
che v' era, e innalBasse 1' orto, l.uig. Pule.
fìec. 21. Reca , sai tu quel che Vallerà
ha detto ì Cb' io l" ho sturata e rotta la
callaia .
* §. I. Sturar gli orecchi a uno, vale
Farlo intender liene, Pirgli il /ulto suo
I . ORECCHIO, § XXV L (l')
# S II. Si usa anche neutr. pass, per
lo più' neir imperativo , e vale Intender
l,ene. ■■ Fr. Oiord. Prcd.S. Or vi stu-
rate bene gli orecchi •. (C)
STURATO. Add. da Sturare. Lat. rc-
turalus , reserutus , reclusus. Gr. «v. .-
■/&'.'• Cr. 4. 41. 8. E '1 vaso sturato
il.fino al di seguente si lasci, e sarà chiaro
„,.l seguente di o nel teiio. Buon, fu-r
3 4 II. E for.se che chi beve Oggi a tal
conca, che sturata versa. Ne potrebbe una
volta poi scoppiare.
t * S. E figuratam. per Accorto, l.asc.
Ccn. l. nov:-i. pag. ;tì. Fu dunque in
Firenze ec. un certo N.ri Chiaramontesi , |
nobile e assai beneslanle, ma sturalo e sa-
gace quanto alcuno altro uomo, che fosse
allora nella nostra cilt'a. (B)
:? STUBBAMENTO . Lo sturbare,
Sturhanza, Sturbo. Lat. perturbano,
turbamentum . Gr. ?x)'ll.:. Pcmb lelt.
1. 5. ji. Ho estimalo ilie le cose di Ca-
merino .ibbiano recalo alcuno slurbamento
alla quiete vostra. (')
STUI'.BAINZA. / . --/. Lo .^turbare. Lai.
turbamentum . lurbatio . Gr. ■:J.^l-/oi,
0y)l«5.c. Bim. ani. P. .V. Arrigo Bai-
dòna.<co. Hanno ben che fallire; Ma nullo
lor lalliie, Ch' aggia pero sturbanza.
t STUHBAHE. Interrompere , Impe-
dire le azioni, o i di.segni altrui. Lai. per-
turbare, impedire. Gr. ^r(!Z)s"v, is^^-^"
^s.v. riocc. nov. 19. l3. S' ingegn^avano
di .sturbar questo fatto. O. / . 7. .>7- ^
Fu sturbala la della impresa , per abbal_
tere la superbia de' Franceschi, il. / ■ :J.
I 3. L' amico suo, che sturbò U patricidio
de' grandi cittadini ec , ebbe per mento
condannagione grande pecuniale. Alam.
Colt. 4. 84. Ora fe l'ora miglmr, che non
si sturba Da quablic opra maggior.
* STUIIBATO. Add. da Sturbare. I or-
.sin. Torraccb. \\. 5o. Diami era -Matteon
tutto festoso ec. Or è tutto sturbato alle
odiose Memorie che a se slesso il fanno
esoso C'/iii per Turbalo,. ("V;
t STURBATORE. l erbai, masc. tlie,
0 Chi sturba. 1 al. tnrhator, perturhator.
Gr. Tf/..-'/./T/4. ^V. / . ; 6r>. 11 popolo s.
levò a romorc e a furoic contro al «-on-
te , dicendo cb' egli era slurbatore della
pace .
STUPRO. Lo sturbare. Disturbo, Im-
pedimento, Scompiglio. \.3\._Uirbamentmn,
lurbatio. Gr. Ta^vX"' ' «Z^«"^ ''• ', '
7. 58. I. Grande sturbo aveva messo nella
sua impresa. E q. 74- 1- Ancora n ebbe
sturbo e difetto per le sello che nacquero
grandissime- M. F. 9. 17- ^" •" ''"'''°
che di ciò seguiva alla Ione di Roma ,
vi s'interpose. "•.■ Car. Fn. 12. J'I- E
vi prometto e giuro ec. che guerra o lite
o sturbo Alcun altro più mai non gli la-
"sTiJRME^TO. V. STRUMENTO.
STCTAHE. r. A. A Untare. LM.extin-
euere, compe.icere, cohihere, comprimere.
Gr. ÌTliyji-i, xaTaoT = X)si». Filoc. 2. 29.
Voi, conio savio, prima che più s' accen-
da il fuoco, providanienle pensiate di slu-
l,arlo- Bim. ani. Inc. 1)9. E la cui vita
a più a più si sluta In pianto ed in lan-
1 " 'f * STI'ZIA. r. A. A.tluzia . Sallust
' Catell. 30 Non gli mancava di saper de-
•f * STU7.7,1CAMENT0 Inizia-
mento. Irritamento. Magai. Leti, scienl.
pag. S!>. yucsto conlinovalo sluizicamcn-
to del sensibde , tanto il naso , quanto il
palato , a lungo andare fanno piuttosto
ce. (Al
J STUZZICARE. Frugacchiare legger-
mente con alcuna cosa appuntata s e si
usa anche nel neutr. pass. Lai. levitej-
tangere, scabeTC, .tcalpere. Gr. «/(SoQiycù;
xvr,'0;iv. Morg. 19. 87. E' si poteva pur
fare altrimenti. Che sogghignare e stuiricar-
si i denti, /;no/i. Fier.giorn. 5. tir. Non stuz-
zicate i boti di cartone Belli , eh' e' son
poi dentro spazzatura . Cani. Cam. 2^'J.
Trovasi quabbe bossol disperato , Che ,
per ben che sia srosso e stuzzicato ec. ,
Dinanzi nulla mai non [ar che getti.
:;- g. I. E figuralam . •• Buon. Fier.
4. 5. 18. Ma" i' vi consiglio A lacere a-
mendue, ne stuzzicare Queste vostre ma-
terie .. . (B)
i.: g. II. Stuzzicare, in sìgnijic. neutr.,
per Essere in sul punto. Essere per ri.tolve-
re r u.sò llcm: Celi. Fit. 2. SgS. Il duca
pli disse, che si molleggiava, e che mi
voleva per se : di modo che io stuzzicai
parecchi volle di andarmi con Dio. (C)
gin Per Toccarsi, Soffregarsi insie-
me, lai. attreelari , africari. Gr. -055-
t;i'(?€c!S-^i. 1>occ. nov. 17. TiO Quasi da
iguale appetito tirali , cominciatisi a stuz-
z'irare insieme ce, fecero parentado.
§. IV. Per Islimolare, Persuadere. Lat.
slimulare , insligare . Cr TZXJ^olJtiri ,
EainiJTi'v. Cion. Moi-ell. 3o3. Ddibera-
rono in 6ne di darsi al Duca, perchè erano
mollo stuzzicali. I arch. Ereol. 25^. Stuz-
zicatemi pure : io vi ho dello che uessuno
mi pare atto a ciò
(j. V. Per Irritare, Commuovere. Fir.
As. 1.33. Malasazict'a e la gran copia di
quelle ..lesti licrbezzc gi'a aveano entro
al petto delle due sorelle stuzzicato il ve-
leno della rabbiosa invidia. Car. leti. 2.
61. L'animo mio 'e di non volerla pili
seco in nessun modo, se egli nou mi
stuzzica di nuovo.
§. VI. Stuzzicare il can che dorme, le
pecchie, il formicaio , il vespaio, il naso
dell' orso quando fuma , e altre simili
maniere proverbiali, vogliono Irritare chi^
ti può nuocere, 0 chi e adiralo, o chi puì
più di te. Lai. fumanlem ursi nasum ten-
tare , crabrones irritare, larch. Ercol.
81. Quando un si sta ne'suoi panni sen-
za dar noia a persona, e un altro comin-
cia per qualche cagione a morderlo e of-
fenderlo di parole, se colui è uomo da non
si lasciare malmenare e bistrattare, ma per
rendergli, come si dice, i collcibni, si usa
gli ingegni e delle stuzic. (Fj
STUZIO. Lai. brassica ngrestis . Cr.
6 112 1. Lo stuzlo e '1 cavolino salvat.co
sono una medesima cosa.
STUZZICADENTI. Sottile e piccolju-
.leello, o simile strumento, con che si cava
,1 cibo rimaso fra' denti . Lai. dent.scal-
pium. Gr. o'òovTOviuf'?- Gì'»' 00. Cl.i
porta legalo al collo lo stuzzicadenti, erra
senza fallo . Malm. 7. 56. Dell' ossa pò,
ne fa sluziiradcnli.
ilire : egli stuzzica il formicaio, le pecchie,
o si veramente il vespaio, che i Latini di-
cevano irritare crabrones. Lib. Son. 27.
Tu stuzzichi le pecrhie . Allcg. 224. Voi
gli presenterete, pur come 1" altre, questa
ullima lelterina, dicendoli che e'non isluz-
zicbi più il can che dorme. * Tac. l-'av.
Ann. II. l35. Perche stuzzicate i calabro-
ni ? CO ^ ,
§. VII. Stuzzicarsi i denti, fguratam.
vale Mangiare. Lat. edere. Gr. €ij2i'-:>v.
Buon. Fier. 3. 3. 2. Ma sempre il vi-
no in tavola , ma sempre Da stuzzicarsi 1
denti. .
* g. VIII. Stuzzicare iferruzzi, vaie
Ingegnarsi e Adoprarsi con tulli gli .f°r^
zi Lat. omnes nervos intendere. Gr. TiTKi-
«=«=-.. Bcd. leti. I. l53. E per confes-
sarla altresì giusta , non istiizzico egli .
suoi ferruzzi per tornarvi? ( )
STUZZICATO . -•/*'• *' ■S'"-'^""
Lat. irritatus, stimulalus. Gr. -y.?»?";'-
^,,-c fìed. Ins. l65. Stuzzicato ed irritato
strideva come se fosse un pipistrello.
STUZZICATOIO . Strumento appun-
j43o
S T U
tato iti /erro, o it* altro, per uso eli stuz-
zicare .
f STUZ2ICAT0RE . Verhal. mate.
Che, 0 Chi stuzzica. Lat. ii-ritalor. Gr.
0 nv.p9^Jvuv. Cron "Morell. 277- E così
li guarflii daj,'IÌ sluziicaUiri, che vanno sot-
traendo per iniliratlarc il cotnpagno.
STUZZICORHCCIH. Piccolo strumento
Hi avorio , o d' altra materia , col quale
si nettano gli orecchi. Lat- auriscalpium.
Gr. 6JT0/) jyi4-
S U
SL'. Preposizione , vale Sopra ■ Lai.
super. Gr. Oiìp. Da osservare e che
questa particella SU si unisce ed attacca
talora coll'articolo seguente, raddoppiane
do/te la consonantej e se incontra alcuna
vocale, talora si scrive e pronunzia SUR,
aggiugnendovi.ii la U, che gli antichi diS'
sera nnclw SOR , forse accorciato da So-
pra. /'. SUIl.tf SOK a' loro luoghi. /Jocc.
/. g. g. 9- Il It*^ dopo qucita (canzone)
suir eilia e 'n s» i fiori avendo falli molti
doppieri accendere, ne fece più altre can-
tare . Peir. son. 265. Io pensava assai
destro esser sull* ale ( cioè , coli' ale , 0
ncir ale ).
# §. I. E in senso morale. Giov. Geli.
Vit, Alf. l3. Piacque uniTersalmenle tanto
a ciascuno che appoggiatosi e sostentato sul
grande amore e f.ivore dei suoi cittadini ec.
usurpò it dominio e 1' imperio di Ferra-
ra. (C)
'tf 2- *'■ ^"* ''"^'^ anche Innanzi, Da-
vanti; onde durare su l' Agnusdei, vale
Giurare alla presenza dell' Agnusdei. Ar.
Fur. 28. !\0. Sicché, per dirlo, e non far
danno a lei, Il Re fece giurar su l'Agnus-
det. (C)
f 3 §. HI. Su, in vece di Allato, Vi-
cino, Lat. prope , penes , iuxta , nd. Gr.
s'yyu^, TTfo;, cTii- Dant. Inf. 5. Siede la
terra, dove nata fui, Sulla marina dove '1
Po discende. Tes. AV. 3. Ì\. Dietro verso
Meztodic sono li diserti d'Etiopia sul ma-
re Oceano, e '1 fiume del Tigro.
•ì- §. [V. Esser sul far checchessia,
vale ICsser vicino a far checchessia. Man-
car poco che non si /accia , 0 avvenga
checchessia. <« lìocc. nov. 74- l5. Il che
i;li era si gran noia, che egli ne fu sullo
'mpazzare » . (C)
f g. V. Su, talora denota tempo, e vale
Circa. Lat. sith. Petr sou. 176. Sull'ora
prima, il di sesto à' Aprile, Nel hiln-rinto
intrai , ne veggio ond' esca . M- f ■ II-
18. La sera, su 'l tramontare del Sole
ec- ( fece dare alla terra una haltaglia .
'f Chiahr. ì it. [i- Prese moglie su' riu-
quant' anni della sua %ita. (C)
■f" s- §. VI. Su, talora denota Fiducia.
.^egner. Mann. Oli- il. 3- E commendan-
dogli, su l' igiioraiiu clic in lui presuppo-
ne , il far rose olire alle sue forte cr. lo
tenta di presunzione. (!')
'Ct §. VII. Su, talora vale anche Popò .
Hed. ffitir. 28. Perchè a berne sul po-
pone Panili proprio sua stagione. /O
f * g. Vili Talora vale In. Cavale.
AU. Apost. 161. Non essendo più sicuro il
navicare, perchè era in sul verno, ce. Se'
gner. Mann. IuììI. a3. l. Qualor tu af-
fermi arreslanduin ( il tempo ) eh" è pre-
sente, ti scappa suhilo su quell' .ttlu nic-
ilcsimo in cui h* arietli, e gi!i M è fatto
pauato. (F)
* ^'. IX. Dormire tu un afiaiY . va'
le !\'on Darsene pernierò j e Dormir su
di uno , vale Fidi^t-sene ciecamente, i ed.
DORMIRE, t XIV, e XV. (C)
5 SU. Avverh. che gli antichi disscm an-
che sur. Contrario di Giù. Pale .S'opra ;
e st congiugne con varie preposizioni, av-
%erbii , segnacasi e partieeÙe , com'i mo-
s u
strano gli esempii. Lat. supra. Gr- avw-
G. V, 9. q. 3. Fallo a forma d'una ghir-
landa d' alloro, ivi su chiavate rio he pie-
tre preziose, tìocc. g. 2- p. 1. Gh uccelli lU
per li verdi rami cant.indi> piacevoli versi.
F. nov. 43. 8. Per non essere dalle fiere
divorato la nolte, su vi montò. Pant. Par.
2. rhc di SU prendutio, e di sotto fanno.
Petr. cap. 8. Quando , mirando iulorno
SU per r erba. Vidi dall' allm parte giun-
ger quella Che trae 1* uom dal scialerò ,
e 'd vita il serba.
§. I. Su , talora vale Ad alto , Xella
parte superiore. Lat. sursum , superìus.
Gr. e; rò avw. l'ant. Piirg. 4- Ed egli
a me: nessun tuo paiiso caggia ; Pur su
al monte dietro a me acquieta, Finche n
appaia alcuna scorta saggia. F l6. E di-
manda se ijuinci si va sue . Bocc. nov-
12. II. Va* su, e guarda fuor del muro,
appiè di questo uscio , chi v' e . F nov.
14. II- Ando sotto l'onde, e ritorno su
notando . E nov. 61. 3. Quando amlasse
o tornasse da un suo luogo, che jlquanlo
più su era . Pass. 67. Orando il Padre
santo con grande fervore, di subilo fu le-
vato e rapito in ispirito. e vide Gesù Cri-
sto su neir aria in quella forma, clie verrà
a giudicare il mondo, l'etr. son. 281- Spir-
to già invitto alle terrene lultc. Che or
su dal ciel tanta dolcezza stille.
* §. II. Su, o Pi su, talora denota ante-
riorità di tempo, e vale Addietro, Innanzi.
Lat. supra. •< G. /'. 12. iG. l5. Tal fine
ebbe della sua forz;ila industria di trovare
nuove gabelle, e gli altri di su delti delta
loro crudeltà >« . f O
•f '"? %. III. Su, e Su di sopra , peH
pìelle camere di sopra. Cecch. Assiuol.
5. 4- Dove e r Creila ? Agn. E su che
cucie . La.tc. Gelos. 3. 3. Tosto che vi
partiste, io, per ubtiidirvi , ne andai su-
bito a nascondere il lume su di sopra. (ì')
't * § IV. Dicesi anche Su da alto,
per iSeW appartamento di .topra . Fir.
As. 127. Prendendo ognora maggior pia-
cere della bella visla , e ora una cosa e
ora r altra rivcggendo, ella se ne salse su
da alto. (F)
t? g. V. Su , per In quello , ec. Fr.
Ciord. 93. Oh come è questa parola di
grande dottrina! e come belli ammaestra-
menti ci ha sul (cioè, in essa). (P)
§. VI. Su, si congiugne talora in una
.fola parola con IVI , e Jasscne la voce
SUVI 0 SUVVI,eivi/e Ivi sopra. Frane.
Sacch. nov. 64- Mosse la scurcumedra con
Agnol suvvi. Car hit. 2. 186. Per fi*(u-
rar questo bisogna fare un altare , e suvi
la sua statua. JC 234» Minerva con bi jcu-
do, con l'asta ec. , con una celata in le-
sta, suvi l'uliva, e la civetta per cimiero.
Bern. rim. i. io5. Con porri e schianzc,
e suvi qii,d<:be callo.
* §. VII. Pire SII , dicesi delP Offerir
prezzo di cosa che altri vende, (etch.
.*ttiav. 2 3. So io sentirò ragionar di ven-
derla ila Stiava), io vi diro su, e torrolU
per te- (/^)
§. Vili. Levar su, e levarsi su, va'
gliono Surgenr , iiizsarsi. Lat surgere ,
cxsurgrre. Gr. àvi^TOt'vatt. Rocc. nov. 17.
IO. Stimolò tanto quelle che vive er«no,che
su lo fece levare. Pant. Inf. 1l\. Cosi le-
vando me tu ver la cima l>' un ronchio-
ne, avvitava un* ultra scheggi'-
* 5. IX. Metter .in , ha varii signi-
ficati, di che F METTi;u SU. (Ci
§. X. lenir su, vale Crercrre. Pav.
Colt. 172. A kcudirciuolo è agevolo od-
neslarc, r i neati vengoii tu* e frultaou
presto .
§. XI. ì'enir su, figurtitiUH. vale Sur-
gfiY, lit/evarsi. Innalzarsi a onore e ri-
putazione . Lai. inclarrseetr , surgriv ,
incretcerr. Gr. iy<Jo/i/A»v y*'vtiOiM. /'.ci/.
s u
Par. 16. L* oltracotata schiatta, che »'io-
drac.i Dietro a chi fugge ec. , Già vcDia
su, ma di piccola gente.
SU. Particella esortativa, corrisponden-
te al Lat. age , eia , eia age. Gr. xye. .
lìocc. nov. 44' II- Su tosto, donna, lie-
vali , e vieni a vedere. /:,' nov. 82. 4- ^
picchiando 1' uscio a lei , che già rispOD*
deva, dissero: su, madonna, leTatevi to-
sto . * S. Cater. lett. 3. Su , a dare la
vita per Cristo. E lett. 85. Dunque su a
comballcre , carissimo figliuolo. //';
§. Talora si uSa raddoppiato , ed ha
alquanto più di /orza. Fr. lac. T. 2- 3o.
78- Su su andate, e non tardale. Finche
qui vi ritrovate. '^ Tass. Cer. i5. 47- Su
>u gridaro entrambi, e il lur viaggio Ri-
cominciar con voglie ardile e pronte.^/';
f * SCADERE. /'. L. Consigliare,
Esortare. Lat. suadere. Ar. Fur. 3. IO.
Dov* egli , vago Di soddisfare a lei che
gliel suase , Vìvo corcossi e morto vi ri-
mase ■ E 6^. Quivi r audace giovane ri-
mase Tutta la notte, e gran nexzo ne spese
A parlar con Merlin , che le suase Ren-
dersi tosto al suo Ruggier cortese. Bemh.
Stor. lib. 2. £ quelli che appo lui mollo
poteano, parte la guerra suadendoli, parte
dissuadendogliele, niente ancora deliberato
avea. Angui/1. Mct. 3 I05. Ma tutto quel
che le siiade e parla. Bende la donna io-
cauta più tospetta. (M)
SVXlìEWOLr. Add. Persuadtvole, Auo
a persuadere. Lat. probabilis, suasibHis.
Gr. -£tsav5^ M. F. 2. IO. E giunti Ik,
esposta la loro ambasciala c<m molte sua-
devoli ragioni, ì Pisani ec. dissero di ri-
spondere all'Arcivescovo.
SUADO. V. A. Add. Suade%'ole. Dant.
Par. 3i. Vedeva visi a carili aua^ , D*
altrui lume fregiali.
SVAGAMENTO. Lo sxagarr , Inter-
rompimento , Distrazione. ^ Pros. Fior.
5. 21. Parve a lui che più lunghe doves-
sono essere le occupasioni , acciocché gli
uomini slessero intenti, e da ogni svaga-
mento lontani, a' servigli dell'anima. (*)
Imperf. Firn. Ji. \. T. 6. 23^. Accioc-
ché la dimenticanza delle co^e anteceden-
ti, che per qualunque minimo svagamento
ne sopravviene in materie si malaceToli ,
non ci farcia pregiudizio all' intelligenza
di quello che seguono . lìeilin. LHsc. 2.
l83. Per farvi lermioarc quinto si fisso e
sì serio discorso in uno svagamento, e in un
laccolo ì\a carnevale. (Fj
* SVAGANTE . Add. Oie svaga nei
senso del §. Bart. Fu. Bellarm.lib. l.cap.
7- Si consigliarono di mandarlo ad inse-
gnar lettere di umaoit'a in Firenze; d qual
niiniìlero , ancorché sta faticoso , pure è
svagante, e da non dovervisi logorare io-
lorno il più bel fioro degli spalili, cornerà
chie<lc il non far altro che sprcularr. (CP^
SVAGARE. Interrompere, o Pistorrr
chi opera con vaghezza e di %'ogli.ì . Lat.
interpellare, interrumpere, avertere, avo-
care. Gr. l'vox^tìv, aTfl/orrntw, aT3T^f-
Ttliv . aTxv<iv Dant. rim. 26. Se \«iU
gli occhi mici di pianger ^aghi ec. , Per
lei ti priego, rhe da le non liig|tc. Signor,
che tu di ijl piacere ««aghi. Tac, Dav-
Ann. 11. |33. Ma dal trovar le ragioni
e accusatori la svagava il nuovo amore di
Caio Silio, giovane d (nii hello di Roma.
Farch. Frcol. 22*). Metta innanzi male-
ria assai per isvagarc i giudici.
S- I. Svagarsi, neutr. pass., w dice
del .VoM s' applicare di continuo a f/ier-
chessia, ma dn-erttrsi in altre operazioni
o pensieri. Lai. avocare animum , remit-
tere Gr. txuTftv «vxtkw'civ . Mor. S.
f'n'g 9. il- Conviene che ella HA ral-
lorniata e legala da' ntnii della disciplina
di Pio, acciocché essendo e»w libera, ella
non «i andasse svaffaiido per li destri.
S V A
g. 11. Tnhia anche si pmiiìe per fii-
emisi, /'rendere alcun .«//ino " -«''''':-
so. rallad. Oinen. ■}■ Come giovani pir-
sone si vanno volcnlicn svagando ( qui
ISguratani.. n.irlandosi dell'api)-
t *SVAGATlVO.//rf<' Chehavirlu
S V A
S V A
i43j
Jl svagare. ISellin. /Use.
•he
mai non riiluss" ella lU lusiDgli.vole e sva-
galivo, di conloito e di liclio, di conlrnlei-
u e di jioiaJ (i/ni in forza di susl.) I.^'"')
SVAGATO . -Idd. da Smagare. l-il>-
j4mor. 22. Dopo sonno piccol desiali, slu-
dianimo di conciar li cavalli svagati (cioè,
che erano ili vagando).
t * SVAGO. Svagamento, rei/m. J'isc.
2. 7. Sono et. (alenai animali) 1 e
seinpio e V amore delle denteile con la
schieUfHa del lor candore, lo svago
ed il sollievo de' pensierosi con 1 ai-
monia dcMor canti. (\tin) /mperj. I ■
TU', n. 3. T. 12. l65. Tulle le aiioni
e le maniere anche più decorose , e più
«ravi, come s' allungan troppo, ne alle-
viano e liramano qualche svago. I /• )
•+ * SVAGOLARE. Alt. e neiitr. pass.
Svagare , Svariare . S. Caler, leti. 100.
Sapete che frullo nasce per Tandaic Tore!
Fratto di morte; perocché la mente se ne
svagola , jiigliando la conversazione degli
uomini, e aliliandonando quella degli An-
gi'l'- l-^l .. ,
* SVAGOLATO . Add. da ivagola-
re. (Aj
SV ALIARE. J'. A. Variare, him. ant.
li. .V. Fai. Uberi. l3o. lo guardo inda
r erWtle per li prati, E veggio isvaliar d.
più colori Rose, viole e Bori, Perlavulu
del ciel , che fuor Ìì lira.
* §. J: in sigiiifc. acuir, pass-, vale
Mon islar fermo nel proposito. Svariar-
si. Cren. ì eli. 63. Ma mollo si svalio per
lo grande dUelto prese di la, e sialo che
vi tenne. tCj
SA AL) ATO. J'. A. Add. da Svaliare .
§. /'er similil. J'ariamenle adorno .
Pass. 276. Va, donna svaliata e leggiadra,
quando ti diletti d' essere guatala, e gio-
vali d' essere pregiala, e tenuta liella
SVALIGIAUE. Cavar della valigia.
§. Svaligiare , dicesi anche dello Spo-
gliare altrui violentemente delle cose pro-
prie. Lai. expilare , depraedari. Gr. T.t-
p.suKv. Dav. Scism. Tip. ^on era ancor
Vanno, ch'egli avea svaligialo le chiese.
Cuicc. Stor. 19. ^ella quale terra entrato
di notte eolle scale , la svaligio . Jli'on.
Fier. 3. 3. 9. Come se "1 fisco slesso Per
omicidio o per ribellione L' avesse crudel-
mente svaligiata. .Vn/m. 7. 6. the svali-
giarli aflalto le Imsecchic . Ar. iupp. 2.
2. Sareste svaligiati , ed altre ingiunc E
scorni avreste.
SVALIGIATO. Ac/il. 'Il Svaligiare.
Lat. expilatiis. Gr. -5;5i5u)»;05i;. Tac.
Pav. Ann. 1. i\. Credutosi poca gente
,• svaligiata ingliiouiie. 1'. Stor. 3. 3lO.
Belle case e ne' templi svaligiati per pia-
ecvoleiza giUavan fiaccole . lìuon. l ier.
4. 4. 12 Poi le lascian diserte E nude e
scapigliale e svaligiate. /." 4- 5- "■ ^'IBS"^*'
un ladro Con un sul.l.io in ispalla, svali-
giala D" un drappicr la liottega.
SVALOnlRE. /" //. Perdere il valore.
Lai. dehilitari . Gv. a.-.'ìn'i'i'-.'la.i. . l'ut.
Dilunga '1 fine, al qual dee con deliher-i-
xione intendere , e svalorisce , e non in-
tende a (juel che dee.
SVALORITO, r. A. Add. da Svalo-
rire . Lai. enervis . Gr. ii.ti'JfOi . Uh,
Fred. Era in quella citt'a un popolo sva-
lorito, e datosi alle lascivie.
SVAMPARE. Vscir fuori; ma dicesi
propriamente di fuoco , fiamma, calere,
vampa, 0 simili, /lillam. 1. 7. Mi disse:
fa che svampi fuor la 6amma. E 5. i.\.
Vedrai che fuor ne svampa la calura .
# Salvia. Disc. 3. 21I. Certi corpi sot-
lili in tutte le cose per via di occulti
meati e di molecole , insinuandosi e svaiii-
iiiBdo o svaporando, (y)
rt S 1 Per /svanire, jVon aver effetto.
r,vj!'lior. Horgh. leti. 4. 4. 332. Come
queste cose si mandano per la lunga, I.1-
cilmcnle svampano , e si risolvono in lu-
nio. (C) , ,, _^
Ss S. II. /'.neulr. pass., vale Menar vam-
po: "menare smanie, /mpazzare. Casligl.
Corti". 2. Il8- Pi-io 1""" '^'"= q""°''"
son p°er fare qu.dche impresa, pailanlan.
IO e saltano , ni; posson star leimi . pare
che in quelle tali ™se si svampino; e ce.
fanno come i faniiuUi , che andando .li
none , per paura cantano , quasi che con
quel cantare da se stessi si facciano ani-
mo. (TiS)
* SVAINEVOLE. Add. Alto a svanire .
Bellin. /n.<c. 11. I balsami perpelualori ,
gì' innumerahili sali , gli svancvoh spuMi,
gli ori, gli argenti. fMin)
SVAMMEiNl O. / o .svanire. Fass. ijg-
La fame e la scie lascia poco sognare, o
forse mito il sonno i; sogno di svanimento
o di mangiare o di l.e.e . =S Plut. Adr
0,1. Mor. 1. l8fi- Diceva Socrate che la
morte era somigliante a profondissimo son-
no ec. o vero ad annullamento e svam-
menlo assoluto dell' anima e del cor-
''"sVANIBE. L' Fsalare che fanno i li-
quori. 0 quelle co.<e che evaporano le par-
ti loro più .sonili, onde rimangono senza
sapore, odore , e simili. Lai. evancscere,
evanidum fieri . Or. tìi5c;Tvei 53^. • J™-
Pisi, the l'odore non vada via e sva-
nisca . ^
S. I. Per similil. Sparire , Cessare,
Mancare. * Fior. .V. l-ranc. 2. 188.
Onde sul.itamenle delle quesle parole,
quel fuoco del chiostro isvaui , e il lia-
te molto se ne venne a Santo France-
sco. (O Cai. Sisl. 4b. Molle di I.1I1
macchie si veggono nascere nel metro
del disco soLire, e molle pannienle dis-
solversi e svanire , pur lontane dalla cir-
conferenza del Sole.
!■: e II Ier Diventar vano. A. Agosl.
r '/J 2. 5. Santa la quale rZ-.'^^; ogni
ingegno , quantunque laudabile e nobile ,
is,°inisce per superbia , e casca e manca
(il lai. ha vancscit). (f )
8 III Per .'Voi riuscire. Maini. X).^
Ebbero concetto Scacciarne il Duca , ma
svani I' cflelto.
g IV. /'ressa gli antichi si trova usa-
to per mclaf tanto in signìfic. alt. , che
in neulr. pa.ss. ^hha.s.sare , (,-»« anni-
chilare, corrispondente al Lai. exiiianire.
Gr. .:'/xòv5Ùv. .Wor. S Greg. Ma se me-
desimo svani, prendendo ^«""' /' '"'°-
Pass 2-0. Gesù Cisto, essendo Iddio,
svani e 'annullo sé medesimo, prendendo
forma di servo, ed abilo di. omo
SVANITO. .Idd. da Svanire . Puon^
Fier. 1. 2. 4. 1: tuli, gli svanii. , J Ulti
flalle.geiili Di mente e di cervello, i
r I 1 A quelle che, svanite ^i ^''i;™''.
V.iJecin(cn..e.Car.le,,.^.i^^.^^^l^
più chiare (immagini), quali più fosche
alcune inleriolte. alcune contuse, e celle
quasi svanite del tutto.
+ %-. SVAMTOltK. /erbai, muse, ine
sviisce. bJiiiii. Pise. •-,'.'-'' !„":";:
s.di, gì' infiniti spinti svan.tori.che n uo
gran teatro i vasell.,mi riempiono. iMin)
«J- * SVANIZIO-NE. / oce poco usala.
.Sparizione, lo svanire, /felini. J/ucch
■Ai. E fecer la suddetta svan.t.om . I.-l;
SVANTAGGIO. Conlrariodilantag-
gio. /nccmclo. Hanno, P'--S''f-'ll^f.
incomniodum. wopporliinHas. Gr^?'«6'.
a'/a.p.'«. Segaer. Fred, proem. Ma torse
qui finiscono gli svantaggi da me provai..
ami ora appunto incominciano, v Snivin.
/)isc. 2. 25o. A traverso di tulle le dif-
ficoll'a che 1' ingombrassero, e di lutti gli
svaiilag"! e di tulle le fastidiose circoslan.
le, dalle quali si trovasse slrelto ed intor-
nialo, ec. (B)
* SVANTAGGIOSAMENTE. Avverb.
Con svantaggio. (A)
SVANTAGGIOSO. Add. Che ha .svan-
taggio. Che arreca svantaggio. Lai. invp-
porlunus , ìniommodus , adversus . Gr.
a/aipoi. >^>k€ì(:o4, ì'vavTi'o.. 7"<ic Pav.
Stor. 5. 368. Cosi era il luogo di guado
non sicuro, e svantaggioso per noi. 5c Sal-
via. Disc. 2. 272. Non vi ha stagione ,
per inconio<1a e svantaggiosa, o allannosa
od aspra ch'ella sia, che ec. i /l ,
"t '.. SVAPORABILE. Adii, /'apora-
bile, /salabile. Magai, pari. I./e((. 23.
Stimando non esservi via da distinguere
tra l'anima svaporabile e l'immortale, che
ec. (Aj
3 SVAPOP.AMKNTO . lo svaporare.
Lai. evaporano. Gr. il'xrp.i.lp.ii. Cr. 5.
1. 19. Anche inipedimentiscc che lo sva-
poramento che si fa dalle parli di sotto
non pervenga alle radici . * lied. Coas.
I. 78. L' acque salmastre quanto più a
forza di fuoco^ o di sole svaporano, tan-
to maggiormente diventano salmastre ; e
continuando lo svaporamento, finalmente
ec. (Pj
:? §. Per la Materia che svapora, F.sa-
lazione. .. Cr. 4. 47. 5. Lo svaporamento
dell'aceto caldo fa prò alla malageviilczta
dell'udire ... (Cj
* SVAPORANTE, (he svapora. Pel-
lin. /h.sc. 2. 117, Con gli esempi de-
gli spiriti ed altre materie svaporanti
avete di più nuovi molivi da corroborare
la proposizione dell' insensibilità delle parti
dell' acqua. I F)
3 SVAPORARE . Mandar fiora i va-
pori. Pallad. Jgosl. 8. Se nel dello luo-
go farai fuoco, e la terra svapon'a fummo
nebbioso , purgando (il testo lai. ha ru-
elare). Piion. Pier. 5. I. 1. E svapoiarc
al seren qucU' umore Che dal vin vi s"
accese .
;;= §. 1. j:fìguratam. u Piton. Tane.
3. 2. Non posso svaporar la fantasia, S" io
non mi ficco per qualche ragnaia ... (C)
* V. II. Per Cavare i vapori. Asciu-
gare.^ l'allad. 37. Fagli stare allo scopc.--
to cielo per di dieci , sicché il Sole gli
svapori bene. (/ Jl^cr. //ri. /'clr. 2. Sg.
Le fecce che saranno gialligne, si butlino
via , e si svapori quest' acqua in orinali
di vetro. fA'v
§. III. /n signìfic. neulr. si dice dell
Uscir l'nora i vapori, /isolare. Lat. eva-
porare. Gr. :'|KT^i'rs^&ai. Liv. /Ice. ?,.
Alcuni abbronzali dallo svaporar del luo-
co . Cr. q. 25. 2. S' incendono a mezzo
la fronte", acciocché gli umori freddi ri-
scaldati sieno coslretli a svaporar fuora .
/'av. Colt. 161. Kisogna, subilo p.giato ,
imbottarlo, spesso travasarlo, non lasciarlo
ne' vasi sturali svaporare.
* §. IV. /•: neulr. pass. Pcd leti. I.
lOi Tulli i moti di corpo violenti si deb-
bono sfuggire, perché in questi si svapora
mollo umido fuori della corporatura. f/>;
SVAPObATlSSlMO . Superi, di Sva-
porato, lih. Pred. Hanno il cuore svapo-
ralissiroo , e di nulla atl.viti nelle cose
( atti per meta/, j.
SVAPORATO . Add. da Svaporare.
Lat. evoporalns. Gr. £jar^(<r.-J«;- -"SS:
„„, csp 07. Poiché allr.menti non pu.
d;«i dfclìo se venga qui» i ^.i-l-
-°T'l:!i":rx;r::;;.:ioti:''"^:::.
^CeltC/rer l?.5. Laddove essendo cotto
il fo, nello', ni svaporato, non avremmo
mai fonduto dello metallo , se ce.
x432
S V A
S \ A
SUA
svaporazione, svaporamento. Lat.
evaporalo. Gr. i|aT/*i5jxo;. Tratl. segr.
COS. dona. Il che avviene dalle svaporaxioni
elevate dMT utero-
SVAPORE, svaporamento. Lai. evapo-
ratio. Gr. t^'J.XjXi'itiÒi. f'uon. Fier. l.
2, 5. Cb* egli uslUsc Qua fuor con quel
&UO gregge Sempre smarrito allo kvapor
dell'uria.
* SVAPORO. Svapore. Imperf. J'.
Tusc. lì. l^. T. \. 119- FasscDc in però
più frc<|ucnteniente lo evaporo , ed il niij>
vimenio più velore. (F)
t SVARIAMENTO.Zo svariare, Viter-
sità, 7'nrietà. Lat. varictas, diversità.'!. Gr.
ciaoSjSc/- Amiti. Ant, 2. 1.7. Lacclcsiidle
pruvidcnza ha (urtilo i nostri petti ed ìu-
^e^ni di molto Ì!.vjriamento.
g. /Vr l'arnelicamcnto. Lai. phrcnesis.
Gr. ©ftv»Ì7i5. Oeclnm. Quinti/. C- U fu-
rore suttcntroe allo svariameato della
mente.
>:- SVARIANTE. Che svaria. Bart. Star.
Jt. l. 2. cap. 6. Chi fu curio^o di riscon-
trarne le copie, clic a' Padri si davano,
col &U0 medesimo originale , non trovo
quelle svariauti da questo, nò pur d'una
Icllera. (Cf)
SVAKIANZA, r. A. J'arietà. Lai. va-
rietas, di%er.'iitas. Gr. ^iv.fopoi. Amm.
Ani. 6. l\2. ^ou è dilettevole co&a , che
non ha invarianza.
I SVARIARE. Naitr. e neulr. pass.
Pt'on istar fermo in un proposito, ^indar
vagando. Lat. vagari , in.ttahilem esse.
Gr. a/«5;at, :r-:^tyi'f es&ki. /Imm. Ant.
32. 1. 9. L' occliio che vanamente si
«varia , e '1 piede non istallile, sono se-
gni d' uomo, del quale non si dee avere
alcuna huona speranza. Fir. J.tic. 5. 2.
Osserviamo i gestì suoi e Ìl suo parlare,
se egli svaiìa.
K- g. l. Detto delia mente. Fior. S.
Frane . 182. Sentiremo percuotere la
mente ec. di diverse tentazioni, le quali
mettono li dcmonii per farci isvariare la
mente, acciocché l'anima non abbia di-
letto ce. (cioè, spaTj^crsi). (f )
§. 11. / cr / ariare. Lat. discrepare ,
variare. Gr. oiap^^Sitv. * Seni. Claustr.
vag. 3. Li quali o(fi";i se alcuna persona
li cerca Lene, e pensa come si svaria 1' uno
dall'altro ec. ( Cj Macstruzz . i. 28. L'
Arcivescovo non ha giurisdizione ne' suf-
fraganei, se non se in certi casi. Il [trmiu
si è quando isvariassono ne' divini tiflirìì
dall' usanza della Chiesa metropolitana.
Rim. ant. Dani. 3/aian. Se M cuor va
dalla penna svariando. Sagg. nat. csp. 7.
La quale (pratica J insegna ec. a;.giu»ta-
re in modo la dose dell' ai-qua arzente,
che non is varino ( t termometri ) srcgola-
tamenti- la loro operazione.
* §. Iti. F per Fs.ter differente. Lai.
dissimilem esse. lìus. 82. Il mio consiglio
non si svaria dalle loro voloutadi. (Cf
SVARIATAMKME. Awerh. Con va-
rietà, Piversnmente. Lat. vavte^ diverse .
Gr. Sitffip'ti,. Dicer. ')iv. Molti s' ac-
cordavano al suo detto, e altri al dello al-
trui svariatamente. Dant. Conv. 117. Con-
viene ant he che li due spaili, the sono
mezzo di-Ue due cilladi inimagiiialc, •- '|
Sole del mezzo , vcggiano il Sole svartala-
meotc.
$. Per Separatamente. Lai. seorsum.
Gr. ^u^i'^. ì)iter. Piv. Chi dicea che »i
tenessero in prigione svariatamente.
SVARIATO, .^dd da Svariare ; fa-
riOf I)iver.to. Lat. variiis, instafn/is. (ir.
ivfj.tr^lio'ìoi. G. I. 11.63 5. ^ola .
lettore, isvariate vicende e casi che I.1 la
fortuna. F 11. 96. 6. Avcmo fatto sì lun-
i;o conto per le svariale battaglie e rotte
the furo tra le genti Amm. Ant. 7. 1.
16 II superbo SI diletta dello «variato au*
dare ; V iroso sì conosce dall' acceso
isguardare.
* §. I. Per Distinto, Singolare. Vit.
S. Gir. 2p. Poco fa prò per essere UTa
nato di vestimenti da' secolari , e concor-
darsi con loro d' una medesima vita. (J'J
g. II. Svarialo , vale anche talora Di
più colori. Pallad. cap. 2!^. Se ad alcu-
na di quelle finestre sospendi colali cenci
o cenciolini, che sìcno di panno vermiglio
e isvarialo. F Marz. 27. Se avera peli
biscolori ec. nelle nipitella degli occhi ec.
genera figliuoli svariati di colore. ^V. Jac
Cess. Di vestimento doralo, e di mantello
ammantati svariato.
^ 2- *"• Svariato dì me/ile, vale Fuor
tli .d-, Itimpaizato Salvia. Trif. Coman-
do che fosbC la pub ella di mente svariala
condotta dentro al cupo ^abioello. (A)
t hVARIO- Sust. I i/ferenza. Varietà .
Lat. discrimen, errar , discifpantia. Gr.
òtr/.^opXt :rJav>i, gy a'X/ia. Sagg. nat. esp.
18. Non abbiamo creduto che quando mai
nel novero di molte vibrazioni una se oe
sfaltisra ec, arrivi quel piccolo svario a
montar mai tanto , quanlo ec. Gal. Sist.
176. Un sol dito in conseguenza sarà lo
svario di ciascun tiro occidentale.
SVARIO. Add. Svariato, l'allad. Lugl.
4- Del montone bianco si può crìare a-
gnello svario (qui nel signijtc. del §.11-
di SVARIATO ).
SVARIONE. Petto .spropositato. Lat.
allucinatio. errar, ineptia, absurditas. Gr.
Triot'v/], cjja'i^K, avaf;i59Tt«, dpikioi.
Cant. Cara. i^^8 Saper dovete che di due
ragioni Passerotti si trova: L' un' ha le
penne, e su pe' tolti cova ; L' altra è poi
di parole e di svarioni Detti a rovescio, e
senza discrizìone. iir. Lue. 5. 3. Oh oh
udite che svarioni e' dicci Car. Alati. IO.
Qui cadde il mastro degli svarioni.
•j- t? SUASIBILE. Add. Ita poteres-
ser persuaso. Segner. Pred. Pai. Ap. l3.
7. Quella (sapienza) che, per contrario,
non solo non è mai suasibìle da veruno, ma
è ec, questa, dico, vien da Lucifero. (A/
SUASIONE. Jl persuadere. Lat. snasio,
Gr. "Ecjuov»;. iV. / . 1. 77. Cim queste
suasioni cercava sturbare la detta Ie-;a.
Mor. S. Creg. Con maliziose suasioni
perturbano le vie della verità- Maestruzz
2. 33- Sicché quasi dal serpente venga la
su<:gcstione, e alcuua suasione. A* Ar.
Fur. q2. 26. Ch' .illor mendace suasiou
s'immerge Nel mar d'amore, ov' è a mo-
rir condotto. ( Pe)
t SUaSIVO. Add. Persuasivo. Lat.
suasorius. Gr. TTStàavOi. Ott. Coni. inf.
10. 186. Qui con parole suasivc {a l'au-
tore una sua quiilione, che risulta in due.
t ^: SL'ASO. ;■. L. Add. Per.tnaso.
Ar. Fur. l^2 Io4- Quasi Rinaldo di ccr
car sua>o Quei che poi ritrovar non vur-
na forse. Messa la mano innanzi, ce (.il)
f * §. Suaso, vale anche ./Itratlivo,
Che alletta. Pant. l onv. 88. Soave e
tanto quanlo Suaso, cioè abbellito, dolce,
piacente e ddelloso. (Aj
SUAVE. Add. Soave. Lai. .fuavis. Cr.
r'ò-Ji. Fr. iac. 7*. 3 ai. l4- Da tulli i
cori fotti cirrondala. Con suave voce pre-
sa V sublimala ^ I asc. nov . voi. 3. pag.
1. ( Milano l8ir>> A mezzo il giorno so-
la
verde
niÌDUIiksima ri betta
sUave odore di miUc diverse maniere di
vaghi fiori, ec. (tt)
* SUAVEMI-NTE. Avv. Soavemente.
Cavale. Fsp. Simh. l. 171. Sapienza non
si trtiova nella t«-rra di quelli che voglio-
no ^ìvere sujxemente. (/ J
SCAVEZZA. Soavez^a, Soavi t.'i. Lai.
.luavitas. Or. zìo j'rr,;. Fr . lac. T. 3.
27. 11. O anima bcftta. Cotanto hai gu-
stata Della sua dolcezza. Che ti era »ua*
vemza ìufcrmitadc.
SUAVISSIMO. Superi, di Suavej Soa'
vissimo. Lat. suavissimiis. Pit. S. Gir.
38. Ecco rhe io passo da tenebre a locc,
da perìcolo a sicurtà ec, dj fetore a odo-
re suavissìmo. ^ Lasc. nav. voi. 3. pag.
39. ( Mil. i8l5) La donna, ardentissi-
mamente sospirando, ruppe Ìl sdenzio ( dì
già avendola Amore sottoposta al suavis-
sìmo giogo suo ) , e con lai note la lìn-
gua sciolse, i/ì)
SUA VITA', SUAVITADE, e SCAVI-
TATE. Soavità. Lat. siiavitas. Gr. 1; 0 u-
rr,;. Fr. Zac. T. 2. l8. 55. O suavità
redolente , Tanto gaudio dai alla mcnle,
Che ec. F 5. 25. 6. E vi s' inselva V
uccelletto, e canta. E svcrn.ici con gran
suavitate. t'it. S. M. Madd. 3o. Pon-
gonki a sedete mcsser Gesù e la Madre,
e tanta altra gente d' intorno a loro con
riverenza, e con dimeslicht>zza »' appres-
sano alla Madre, e davano loro grande
suavitade. l'it. S, Gir 36. In tutte le
cose voi medesimi disponete, come mi-
nistri di Dio, in molta paziciuia ec, io
longanimità, in suavità-
SUBALBIDO. ;'. A. Add Alquanto
bianco , Pianchiccio. Lat. siibaìbidus,
Cr. 4- 4^' 9' ^' ^"' umidità è meliti
mata^ e fassì dì colore subalbido ^ cioè
sotto bianco.
SUEALTKRNANTE. Che ha sotto di
se subalterni. J'aixh. lei. 199. Dell' ar-
ti alcune sono suballernanti, ovvero prio-
cipali ce-, che danno i prìncipìi deU^ al-
tre, come r arimmetica alla musica.
SUBALTERNARL . liendere , o Fare
Siif'allerno.
t SUBALTERNaTIVO. .^drf. Che può
esser snbalternato. Ott. Com. Par. 39.
641- Altre scienzie sono che sono sd-
balternativc da un* altra scienza, sì come
r arte della cavalleria dalla civile.
subali LRNATO- Add. Che è, o può
esser subalterno. Farch. Lrz 201. In
un certo modo la medicina è subalterna-
la aUa filosofia. * J iv. I it. Galil. 87.
Kbbe ancora perfetto gusto nelle opere
di scultura, e architettura, e in lulte T
arti subalteinate al disegno, it)
SUBALTERNO. Add. Che dipende da
un altro che gli contribuisce o pjrte o qua-
lità principale per l' intera sua pellaio-
ne. * Cocch. Jìagn. 217. Né altro che
sintomi di questo male sono quei tanti
mali subalterni, pa>seggicri e ricorrenti ,
di cardiJgia, o dolore acuto, ec. (B)
§. ter Subordinato, a Ministro *e-
condario . Salvia. Disc. a. 5l4. Alcuni
affari comuni e quotidiani spediti tsdoo
per mezzo de* primi ministri, e dei loro
subalterni. ^- Inslr. t^anc. 63. E dove
fossero altri Camarlinghi subalterni, siano
i suddetti termini di tie giorni di più. fCy
« SUBASTARE. /'. L. tendere sotto
r asta all' incanto. Lai. subhastare, hn'
sta- suhiicert Itona alicuius. Cr. ^^r.^jo-
eity TEt c'vTa. U ' ocahol. alla vote
TROMBA, §. IN. Paldin. Dee. Quan-
do si subaslavano ec. pitture e disegni
re. egli alla prima oflerta nr aliava tanto
il prezzo che non mai sì trovava il se-
condo oflrrrnte. (Al
« SDBASTAZIONE Termine de' Le-
gisti. 1 endita sotto I* asta all' incanto,
instr. Cane. a3 Contenente iìa/edetkl
canctlliere ) le subastazioni , e la ronces-
sitine di della canova, o canore. (C)
C SUD AVVISARE. Avvisar» di Sop-
piatto. .S'alvin. Miis- Sovente in pace aa-
rir rs»a ascose 1' amorosa sua vita, con fur-
tivi senni sulainsandolo a Leandro. Tv^^
SUUOIA. Specie di .rearpello .ippun-
tata, che .'crr\'e per lavorar le pietre . ("ant.
Cam. 168. Questi con suUiic, manovelle
e pali Faranno si buon'opra, (.ho ogni
^r4in torre mandcrao sossopra. L ai^. Dt
SUB
DOstro melterem 5uU)i;i e martello. Gal.
Sist. 10^. E '1 It'rrore era tuh; , clic più
DOQ si karcljhe aiililu d* aflruuUrlo cuQ le
^ubLic e '1 nKiExui'lo.
SUBBIARK. Imorar Colin subbia.
SUBBIATO. Jdit. da SubUiarv. Lat.
smbactus. Gr. xaTSpyas^Et^. * ì'as. Op.
3. 364- Dopo loiiiinciù una statua ili Car-
lo V. iinperature, quando tornò il;i Tune-
&Ì , e quella aliboxzala v sutiliiata iu alcu-
ni luoghi, rimase ^ratlinata, perchè ec. (Cj
Buon. J-'ier. ^. 5. 7. VoUa volta a man
ritta, Di là h lo ipetlal , qutH' uom sub-
iMato ( qui ^^uratam ).
* SUBBiKLLO. Term. de' Lanaiuoli .
Cilindì-o, sui quale si avvolge il panno
a misura che vien tessuto. (.4)
* §. Subbiello. Termine de' Carrozzie'
ri. Pernio c/te gira ne* rotelloni del ca-
lesse per allungare e accorciare i cigno*
ni. (A)
SUBBIETTA . Dim. di Subbia. Benxf.
Celi. Or^f. \!\2. 1 miglior ferri da sco-
prire sono alcuDo aulibiettc soUdÌ!>&ime.
^ SUBBIETTARE. SuggetLire. L'den.
A'is. Che sieoo Elici non satirici quelli
che nella satira vogliono subbiettare la
commendauonc delle virtù e delle perso-
ne meritevoli, ec. (A)
* SL'BBIETTIVO, e SUBIETTIVO.
.4dd. ^strallo. Consideralo scparatanientej
Esiraordinario, Che si soggiugne , Eteroge-
neo, Lat. segregatus, exlraordinarins, etite-
rogrneu.t,subievtii'us. Salv. inf. scc. l3 E
il dir voi, come dite, che Vuna e l'altra, cioè
il Ibadamcoto e la 'nvenzionc, sono parti,
ma subbiettive , questa del poema , quel
della fabbrica, allramenti nou aflernia eh'
elle &iaa parti; che, secondo che parte
d' alcuna casa può chiamarsi tutta la ter-
ra che sotto le mura di essa viene a di-
stendersi fino al centro, ec. (PiS)
* g- Per Menowahile , Che si puole
adulterare. S. Jgost. C. P. p. 12. E la
amicizia dice eterna ed inclefettiliite sia
ivi, e qui sia caduca e subiettiva. (Cj
SUBBIETTO, e SLBIETTO . Sust.
Suggello. Lai. subievlum, materia. Gr.
ujjo/£i'jU£vov. Put. Zar. 2. 2. Subietto è
quello che sottostà alP accideiUe . Petr.
son. 277. Vedi ud' altra eh* Amore ob-
hietto scelse. Subietto in me Calliope ed
Euterpe. Capr. Poli. 2. 3l. Pìcssuno ac-
cideute può slare se non in qualche sub-
bietto che lo regga. Pcrn. Ori. 2. l. g.
Porgete voi 1' orecchie alla mia voce ,
Kinfe, che state giù nel Itasso fondo; À
lei non già, che è bassa, ma al suLbietlo
Alto sì, che supplisce ogni diletto- Gas.
leu. 61. Ma perche Lucrezio è pure un
bello e prudente poeta^ io quel subbiello
falso, che egli prese , può e debb' esser
Vero che quel proemio sìa congruo.
SUBBIETTO , 1' SUBIETTO. Add.
Suggello. Lat. subiectus. Or. jTsfoJijeo;.
Pocc. nov. 89. 3. Chi ha bisogno d' es-
ser aiutalo e governalo, ogni ragion vuo-
le, lui dovere essere obbediente e sub-
bietto e reverente al governator suo. Coli.
SS. Pad. Come i giovani apprendessero a
esser subbielli a loro per esempli dì co-
slumi. Fr. lac. T. 5. 3. 1. oh libertà
subietta Ad ogni creatura 1
t SUBBIEZIONE . e SUBIEZIOKE .
l . A. Suggeztonc . Lat. subiectio . Gr.
w'jiOTay/,'. Albert, cap. \. Di quanto a-
more e di quanta dilezione la mia carità
di padre ami la tua subbiezione di figliuo-
lo , appena lo li potrei diie . Coli. SS.
Pad. Di picciol tempo, ch'egli vi slette,
diventò ricco, sì del bene della subbiezio-
ne, come della scienzia di tutte le virludi
insiememenle ■ Put. SigniBca ec. simula-
tione, e vaotaniento, e sulibiezione d' uo-
mini. * J'it. SS. Pad. 2. 36o. Conlento
dello stalo di viltà e di subiezione, come
Vocabolario T il
SUB
1433
desiderato aveva sempre. (J) Din. Comp.
Die. Sé ed ogni sua possa e virlude oftcra
sotto la vostra suliietione. (Pi
* SUBBILIOSO . Add Alquanto hi-
iioso. Lat. aliqiianlum />iliosu.t. Gr. urro-
);oitxo'; . Ped. Cons. l. 122. E l'Eccel-
lentissimo sig. Presidente d' anni 60, e di
un temperamento sanguigno subbilioso ,
di fegato caldissimo , e di cervello caldo
e umido. (')
SUBBILLARE. SoUe^-are a far chec-
chessìa, Instigarc. Lat. subornare , insti-
gnre. Gr. ^-xpo^jvnv. l'ardi. Mar. l5.
589. ^on resterebbe di subbillarla tanto ,
che la farebbe condescenderc per ogni mo-
do alle voglie loro.
* SUBBILLOSO. Jdd. Sedizioso .
Ped. (A)
J SUBBIO . Legno rotondo , sopra 'l
quale i tessitori av\-olgon la tela ordita.
Lat. iugum. Gr. ^vyói- Puon. Fier. l^.
5. 7. Fuggesi un ladro Con un subbio in
ìspalla , svaligiata D' un drappier la bot-
tega.
* §. E Jìguratam. «Petr. canz. 3q. 8.
Che pur deliberando ho volto al siìbbio
Gran parte omai della mia tela breve. E
cap. 10. Poi con gran subbio e con mi-
rabd fuso Vidi tela sotlil tesser Cilsip-
po,..( li)
SUBBISSAMENTO. Il subbissare. Lat.
excidiuni. Gr. Kva5TK5i;. Fior. ì irt. A.
M. Nel romor del subbissamento la donna
di Lotto ec. diventò una statua di marmo.
'•^ Segner. Parr. Jnslr. 26. 2- Giona ec.
non si doleva della morte di tutta Winive
sentenziata al subbissamento. (C)
fSUBEISSAHE, e SUBISSARE. Man-
dare precipitosamente in rovina, Sprofon*
dare. Lai. evertere. Gr. avatosìv. Jilcr.
S. Greg. Quelli tre Angioli, che venno-
no ad Abram , vennono a lui nel tempo
del meriggio ; e quando andarono a sub-
bissar Soddoma, dice che andaron la sera.
Ovid. Pist. Deh , Iddio , confondete e
subbissale la nave ove ella viene (la stam-
pa a pag. 46 ha sobissate) . Fr. lac. T.
à. 25. 37. Haimi messo in tal corrotto,
Che m* hai morto e subissalo.
§. In signijìc. acuir, vale Rovinare ,
Sprofondare , Andare in precipizio . Lat.
evcrti. Gr. xctTaST^ày i^àat. G. J . II.
26. I. Quella (villa) con tutte le case e
persone, e bestie salvatiche e dimestiche ,
e alberi subissò, e assai di terreno d'in-
torno . Fior. Fin. A. M. Essendo Sod-
doma subbissata per lo pessimo peccato
de' Soddoniili.
SUBBISSO, e SUBISSO. Rovina gran-
de. Lai. eversio j excidium j ruina. Gr.
3 §. I. per Gran maraviglia. lilalm.
2. 1. Faceva notte e di tanta orazione E
tante carità , eh' era un subisso.
# g. II. Subisso , vale anche Gran
quantità . t J'arch. Ercol. 325. Pensa-
le come arebbe conceduto che di tutte
le lingue italiane, che son tante eh' è un
subbisso ec, se ne fosse potuto fare una
sola "7 (K)
* SUBBOLLIRE. Sboglientare , Sob-
bollire; e si usa in signi fìc. att. e neutr.
Lai. fervescere f ebullire. Gr. ava6j;a^:iv,
ava^ììv . Car. leti. I. 82. Dalia super-
lluità del quale (sangue), e dal caldo che
subbolli lutto il corpo nel trasportarlo di
quella stagione, deve credere che ec. Se-
gner. Fred. 6. 4- Tanto erano mordaci
que' vermi , i quali gli subbollivano dalle
viscere (qui per similit.}. {•)
* SUBCELESTE. Sottoceleste ^ Che è
sotto il cielo . Ott. ( om. far. 28. 6o3.
Dice beato Dionisio ; tre sono le gerar-
chie : sopraceleste , celeste , subceleste ,
si come la Deità consiste in tre perso-
ne. (Cj
« SUBCELESTIALE . Jdd. Soggetto
a Ciclo . Fr. Giord. I03. Nulla virtù ce-
lestiale ha signoria o potenzia sopra nulla
vtdontà o arbitrio umano d' uomo, perocché
dice che non è di natura subcelcsliale ;
non hanno a fare neenle insieme. (ì')
^* SUBCLAVIO. /'. SUCCLAVIO. (À)
* SUBDOLO. /'. L. Add. Ingannevo-
le j Fraudolento. Segr. Fior. cap. 4* Oh
mente umana, insaziabile, altera. Subdola
e varia, e sopra ogni altra cosa Maligna,
inìqua, impetuosa, e feral fI\'S)
* Sl'BDUPLO. Add Terni, de' Geome-
tri. Sudduplo. Calli. Cali. 68. Diminuite,
o cresciute quanto si voglia le dette super-
ficie, sempre con subdupla proporzione sce-
mano, o crescono i loro perimetri. (NS)
E Leti. 1 tempi de' movimenti fatti per
essi hanno la proporzione subdupla di quel-
la che hanno le loro pendenze coutraria-
mente prese. (A)
* SUBENTRANTE. Term. de' Medi-
ci. Aggiunto di Febbre j e dicesi Quella
che sopraggiugne prima che sia fatto il
parossismo della precedente. (A)
SUBENTRARE. Entrare in luogo dt
checchessia . Lat. alterius locum occupa-
re. Cai. Gali. 227. Nel sommergersi che
fa il solido tiralo al I^asso dalla propria sua
gravilade, viene discacciando V acqua dal
luogo dove egli successivamente subentra.
^* Salvia. •Senqf. lib. 1. E in ciascuno di
essi subentrando la considerazione della
vista dell' altro, 1' amore in loro venne a
rinfocolarsi. Instr. Cane. 4- Devono con-
tinuare a esercitar le loro cariche gli ufi-
ziali vecchi fino a che subentrino i suc-
cessori. ( Cj
•f K- SUBENTRATO. Jdd. da Suben-
trare . Magai, part. 1. lett. 22. Anche
dopo subentrata alla prima operazione del
caso , la succedanea amministrazione di
quella sopravvegnenle necessità ec. (.^J
* SUBIETTATO. Jdd. Suggellato j
ma è meno usato . Pr. Fior. p. i. y.
3. Or. 7. pag. 23o. Per questa maniera
adunque di parole subbiettale alla musica
(che si debbono eleggere , in accordando
parole e musica , parole opportunamente
erudite, e non curiose e vane) molta sai4
la congiunzione che la musica colle lette-
re si vedrà avere (qui piuttosto per ac-
comodato. Adattato). (A'Sj
*SUBIETTUDiNE. E. A. Suggezione.
Oli. Com. Purg. 6. 88. Eravamo sud-
diti al diavolo, in quanto elli ci tentava ,
e per la subietludine del peccalo eravamo
costanti in verso Dio. iC)
SUBIETTO. /'. SUBBIETTO.
* SUBIEZIONE . V. SUBBIEZIO-
NE. (C)
SUBILLAMENTO . Eed. SOBILLA-
MENTO .
SUBILLARE. V. SOBILLARE.
SUBISSARE. /'. SUBBISSARE.
t '^' SUBISSATIVO.^rfti. Allo a su-
bissare . Magai. Lett. scienl. pag. 2Q0.
Di quel tuono subissativo , istantaneo , di
quando il fulmine ha dato vicino. (A)
* SUBISSATO. Add. da Subissare.
Filic. Pim. pag. 396. (Son. Qui pur fo-
ste ec.) Deh sorgete a mostrar l'alto por-
tento , Subissate citladi ; e sia 1' orrendo
Scheletro vostro ai secoli spavento. (XS)
SUBISSO. /'. SUBBISSO.
SUBITAMENTE. Avverb. di tempo,
e vale Senza indugio. Immantenente, In-
contanente. Lat. sul'ito, continuo, slatini,
illico. Gr. £uBu5 , auTiza, Tta-pruvri/oi.
/ìocc. nov. 42. 17. Subitamente colle brac-
cia aperte gli corse al collo. Mor. S. Greg.
Allora suliilaroenle e presto si lamentano
del loro falso giudicio. Pelr. canz. !^6. 1-
E i soavi sospiri e '1 dolce stile ec. Volti
subitamente in doglie e 'n pianti. Odiar
vita mi fanno. Dani. Par. JO. SÌ scorge
180
«434 ^^^
Di lene in meglio » suliiamcnle . f-
"à/c Spccch. ir. 11 fuoco .kU amore,
q„„a„b multo grande, oon M può es m-
guer sul.ilumeDie. Te.. Br I. •O,/';"-
L pu..le aomauJare, che facea Idd.o am.
eh- egli fareste il mondo, e eon.0 g . -renne
.uLi.amenle in volonlade <U fare lo n.on-
do.* Cu,cc. .V,or. i233 Vemya per
taeitar gli allri a eomballerlo .ul.tan.en-
"'# ii Vale taU-clla All'impro^'^iso. I >t-
SS. ìad. 2. 362. Ei venendo suliilamente
una notte alla mia cella , e yoUndo vedere
quel che io facessi, ce. e?-;
trailo . Impr>,.vi.<amcnlc . Lai. r'r""" ■
Gt iÙ(:^Jr„. I>a,,l. nm. /|. Che Amorm
a;,alV:ùi,i.anamen,e Sicht la v.ta quas.
m- al.l.andona. =.= Cluahr Oucrr. l.ot.J.
20. E de! periglio ella s'accorse appena ,
I„ che la trasse a dcs,der.o ardente Ch
dalla vita nostra alma e serena Uscio 1 a
mante suliitanamentc. (H)
Ti-- SDBlTANEAME^TE. ^..ffc. In
" ,à. Essendovi suhilo accorf d. aver
Troppo subitaneamente e senra nfless-one
'"T^StBlTANElTA'. Aslrallo éi Su-
hilaaeo. BdU,,. Visc. H- Può superare
résbtenka di forze a dismisura grand, an-
co in Lanlanea suhttane.ta , non che m
troSso Lat. repcnlinus , suh.tancs
P™"",^" -r,. p,7„ 2 4lQ. Prima clic
a penfiero mai mi venisse, m. mandmo
A^ fd,l.i morte sul.itana. lU,,!. l'urg. 3
l'v 'cl.cbi= la sul..tanu fuga B-perg^-
rokr%er la campagna A l'ar- <>• L>
more prese sul,il..na ..latra. l<p- ' -•■
AW 05. Ac.iuis.ane spessamente la mur-
Usulitaua Lil: M- " "-^ '" ^'"'^'"'^'^
fui "ano colpo . Pass. cjì. O per snln.a-
;,ea morte, o per non aver cop.a dr con-
*■""'?■ .V..*it..'.eo, .ale anche Che opera
,„ un ^uhito, <li presente. •• l>r. jts.
'^.''."qusJo nhaldoson g,a molt. gtorm
Z n^ ha sollecita,.» eh- .0 gì. venda ve.
Icno suhitano.. . U; (.,.,„„ Frane.
SUBÌ VA^^A. / . A Snhtlcz.a. l rane.
Sarh. 85. 7. Con lemperan.a ".«"Fa-
n,i .he suLilanra pur U >''"- J^/jX
Amic.-ii. llsctimento '^. '' Pfi "'? '"
^orle la suL.tania del morire 1. tolse. (I >
repenl.no. foce -sala daW ani.co >olga
rLalore di J..V.O, per esprunere / / «j-
suLitar...s milcs, Cr. ^5""' ■«"",'.' ■,''°\'",
.,. /,^ V. Mandassono »ul..taton per
.mella oste fornire, che cosi a,.pelUvano
in quello il suhito aiuto.
SUBITEZZA. /(Jirrtdo A A"'"'»» ""
me . Lai. cr/erila. , inconsideranlia . <.r.
ladetta possa esser la mia suh.tei.a. Me,
SCrel Ter la sua sul,ite«a spesse volle
consuma le nott. nostre V>an,m. 5. SO.
Al .lualc io con feinni.n.l subiteua. preso
consigUo al mentire ec. , risposi . Amel.
34 Tu solamenlc a me presenle se. a co-
noscere per «uhitcwa diffide.
i? .SIIUITISSIMAMENTE. M.perl. d,
Suhitamenle . Lai. o.;r"'n'e . Gr. rdx'-
=T« .?■ Acosl. C. I>. Le .,ual. cose tulle
Mccon.e vili e che perirono sul..l.ss.mamen-
" Ti SUBITO . Jdd. lmpro>>i.'o , Ile-
Pisi. Veramente .(uesU d.m.iran.a .he
voi fate, n.m b .e ""»'"",''"■ ^''^j,'.-
.ccnde .lai suhit.. volere J" M-lm- /'-> ,
no. l\t 1« I-er.l.!: r amor d. lu. gii o'I
S B B
SUB
1
cuor di lei intiq-i-lif. "» »"'"", ^^Z
si raccese. Perr.'.»,.. 235. P" -b.la par-
t.nia il gran dolore Lasc.ato ha 1 alma.
Vani. Inf. .9. All..r eh' . '«' ,^" '■';.
d.mando. /• 21. E cu. paura *"^^'' '6»
gl.arda. E Far. ',. E 'l»"", ";'''""'7
ravaic »r. si velar di suh.ta d.s anta . /-
25 Dentro al wo seno D. lucilo ncen-
fo ...molava un lampo Sob.lo . .pc»so
't'!VlTs..lUaneo.lmpr...i.o.
J}el.h. Slor. I. 8. La fortuna è «r.a ,
iDolleplice , subita. (T ì .
? e II ler l'ronlo . « Vani. J ar.
,4. Tanto mi parrer subiU e accori. E l
uno e V allro coro a dicere ammc ..10
Franc. Saeeh. no.. 179. Ora che d.rem.
dello ingegno della mal.zia femm.mna ?
Più acuto hanno V intelletto , e p.u su-
bito e a fare e a dire .1 ...ale. f/ - <■•■'"_
Slor. 4. 162. Però non avendo modo (•
„,in,slri di Cesare) a fare scopertamente
guerra gagliarda, e che partorisse rmicdii
sì subiti, volsero 1" animo ec. (L/
HI. S.ilnlo, diciamo anthe d. l ".
losto s- adira . Lai. praceps, iracundns.
117. 3. M. Iacopo GabnelU d' Agobb.o ,
uomo subito e crudele » ;»™'S."„/;";",
Celos. I. 5. Il mio padrone e sub.lc e
;. IV. E.nforzad-a..eH,.'A'ac'.
96. E quinci poi subila sparve nel c..l
tornando ella sua luce (U
SUBITO. A.^erh. Sahilamenle . 1.^}.
sah.lo, slal.m. ill.co. repente- Gr. O.'--^..
no.. 44. i. lì giovane rispose sub.lo ec
VantPar. 3 Subito s.ceom' .0 d. lor
,„• accorsi ec, Ver veder «'•/''• '"f/^;
gli occhi torsi, leir. can- 2^. S. >a -U
bito spar.re ogni altra stella . ('■"T^
d- Amar. 53. Subilo la terra s. nch.use,
e la tribulaiione cessoc. -r '■'■ ^- y
Cali,. 2t,0. S. Giovan.u sub.lo come tal.
parole u.fi , si vergogno, (l )
•..• * S I Per T0.U0 che. Appena. 1 .r.
^..'314 Bacapricciossi il pent.l Signore
subito udi la scellerata ruba der.a. ì)
Cnicc. Slcr. 18. 36. Che sub.to s. f..s.se
ritirato al primo alloggiamento, gì. fosse-
ro pagati ducati 'essanlamUa. (t/
* C 11. Snh.lo .-nlnto, così rad.lopp.a-
,0, ha forza di saperi. ''•""/"'"''"'■
màmenL Segner. Pred. l'ai. ^P:'°J-
Quand,. nasce un disordine tulio .o..eme
la vera regola e volar sub.lo sub.lo ad
.schiacciarlo. ( TC) , „,,„„
« SUBITOSAMENTE. A.^erh. meno
usalo che S.,hilnmenle, Impro.i.samenle.
Bemh leu. 'A)
* SUBIUGARE . »•. /- A-??»-»""- •
.Vo(,o„.e,/erc . Lai. ....hingare , ■""'F'"- "
Gr. J-(,TttTT5.v. I il. -V ';>"-'■«•. ^"
i tutta la seltin.ana cosi aflr.g«eu. .mi. . .a
' ripugnante n.ia carne ^ub...sa^a_ l . ""-
nett'nell.fol. 148 (Lione .568j -Sorte r-
rete voi che per u.....in. •"cnil.eei uà,
o cilladin. subiugata? (P ) .,„.;c.
SUBIU.>TIVO. ( o,....'.(..o, ne >ljn,l.
caio del §. Sai.. A..erl. l.l. li- ^^^'-
b„ che .Upen,le da lu., suole ec ....nda-
re al subiunt.vo. 1- appresso .■ la regola
.1,.l romecAi, .he spinga ognora al su -
biunliso il suo verbo, noni .. ferma,
che lalor ..on s. muli. ., , f,,,
« .SUBLAI-.E. / . A. .<:>Mnre- <"'■
Cam. Inf. 25. 43,. Intorno alla ., ale
trasmutazione si i. d. sapore. '.^ ""J^
ncmcntc le serpi hanno U hngua l..r-
cZl.!, e pero zufolano, orv.ro , tutelano.
..vvcro sublano. (O . j jm Tolto
« SUBLATO » I. edA -*'7^ ''^'°
C.nlc. Ali Aposl. 53. lnum.llUo.uo
o.ud.cio è sublalo. iì' )
SUBLIMAMI NTO. // suhlimare.
J SUBLIMAHE. Far suhlinie , Innal-
zare, Aggrandire . Lai. exlollere, subli-
mare. Gr. ,a'.TS4.f.:e.v. Serm. S. Bern^
Misero uomo, riconosci una volta U ino
errore, e ripensa la tua degniU, e qaanlo
alla divina Matsli se' tenuto , che l Ha
sublimato più ch'altra creatura. ^'■■. '«';
77 l. 36. Tua profonda bassezza Si »llo
è sublimata. Vani. l'or. 22 Che'n Icrr»
addusse La verili, che Unto ci subUrna.
e I Sublimare, diciamo anche il Kaj-
finare per distillazione. Lai. sublimare.
* P n. /■: in signifc. neulr. pass.
„ Cai. S,.<l. 44. M^ «■»» repogoanza al-
cuna nel poter credere che U ■>>•'<";'»-
ro sia elementare, e eh' eUc possano su-
blimarsi quanto piace loro-- (B)
« SUBLIMATISSIMO. Superi, di Su-
blimato, lac. Sold. Sai. (.4)
3 SUBLIMATO. Add. da Sublimare
Lat. elalus, suhl.motus. G.. f "="?•:
,&-..■;. «occ. leti. Pìn. Boss. 273 Tol u
dalla cazzuola e dair aratro, e sublimai,
al nostro magistrato magfiore.
A p /; liguralam. .ale Lodalo , l-ele-
hrato^'..JÌi.on. Fier. 3. 2. M- ^r^''^
cedenti, e sublimale al '"°''^'' " ' <^L,
* SUBLIMATORIO. Termine de" ini-
mici. Taso o recipienle in cui s. raccol-
gono le parti .alatili esalale dal calore del
^""sUBLI JIAZIONE. // sublimare. * Slor
Fur. 1. l3. Successe ancora la corona-
.i„ne e deposir.one di . .rio G'««- «^^
Germania ' e la sublimatone d. Arnolfo
da noi detta su nel pr.nc.p.o. '«-'
+ e Talora e termine di PislUlatio-
J, "e .ale r.af.namenlo. Lai. S.M-
malia. Oli. Com. Inf 29. 4^4 «-'.n.ae-
slro .1- alchimia per ignoranza p.cca .n zu
àlmazione, o inTalr.naz.onc, o in fusso-
ne. Cr. I. 4- 6. La snbl.maz.onc e d.-
sl.lla.ionc rctliBcal- acque mal.age.
* SUBLIME, fast. Complesso delle
mento. I-or. long. 1 -"- ",%.;.:
( ecilio del sublime i. .mperfello . Egli e.
parve, come tu sai. esser d. gran luog.
Fnferiorc ali" argomen.o. E appresso :Jio.
ostante Cecilio in m.Ue ^"""'"SZ
d. n.oslrarc appunto c.m. a eh. Dol «-
pesse. che cosa sia .1 sublsme IBI
•^SUBLIME. Add. Alto , Iccelso. L«.
.u.bl,mis. Gr. ^ST.-.«;. P-" ''« .^._
,;osi veloci seguono . suo v.m., Per»m.
aliarsi al Punto quanto ponno. E poMOB
quanto a veder s..n sublimi.
* s 1 Suhiime , e anche agginnlo di
L e Guelfo. ip.i. >»'•"■"*. C^'™"*^'-
frcd.. per lor duce i primi fW)
* K II. Sublime, e anche agpu'lod-
co.,a ìhe sia ,n allo. Ta>. C.er. .7-61
Or vorrai tu lunge dal alt. "me G»eer
„..a.i l.a vali, augel .ubl.me- (PI
' « IH PerlJe.alo,Kccellenle«ella^
cXùone. Lai. .'..blfi'- «',".t.i«:
noce e 3. r- 1 J^li" f""""" " ' i
bC.en.igUe e più «ro in.ene...^
lab. 22. Welle quali >PI en. ' r*'"^"'
eslreme si possono da fiu subl.m. inge-
cui fompri-iKlcrc.
'' SUBLIMEMENTE. A..erl.. Co, «-
blim.i:,. Jltamenle. L.l. sublimiter. Cr.
Jc,nl«;. Omel. S. Orrf. Dn,«. . fl»-
..'lli sono sublimemente nce.ul. .n re-
quie ».SVf..er rrrrf Ini. V J>- '«;
I.,„e subl.memente S. Af""'"» «• '^'
SUBLIMISSIMO. -»"r^"- * «"'"f
Lai .mblimissimus. Gr. v;r)<T»TO<. M-
^,r Cri..l. instr. 3. 26. |5. Il m.lnmo.
„i„ i. stato .olleT,.o Jlo stato suM.m^s,-
mo d. .apramenlo. .V«/.fn. Pise. I- KO-
Come s. vede ne" profeti subl.mu.inu J.
lui ioipirali-
S U IS
t SUBLIMITÀ', SCBLIMITADE, e
SUBLIMITATE. astratto di Suhlime; Al-
texxa, Oramh'iziij lùici/ensa. Lat. su///i'
mitas. Gr. ■S'^v^. Ott. Com. l'nr. 33.
721. Coii oyu' inlclletlo creato se dr e ac-
cedere a lauta ^uMimilatlc > i{uanta è ve-
tlcre Iddio per es:»CDtj, la liUuguo die la
•UvtDa grazia lo disponga. Mar. S. Itreg.
I quali gunfiaui» Del loro cuore per qual-
che sublimità terrena.
* §. 1. Per Sui'iime, sust. Cor. Long.
11. 65. Da qualunque dell' altre 6^ure
amplificative, iDglìcrai come da un corpo,
r anima, poiché multilo indebolisce e sva-
nisce r opt-Tativo di quelle non conulio-
rato dalla «ublìniilalc. (Bj
§. II. Per Titolo d'alcun magistrato,
o Jt se/uìto. Cus. lett. ^g. E henchè io
creda che non piaccia a Lor Sublimità che
queste aniiutc kiano loro co&i vicine, non
per questo ce.
SUBLntO. / . A. Add. Sublime. Coli.
Ah. Isaac, cap. p. Ma appo Dio è più
sublima 1 anima, che '1 corpo.
* SUBLINGUALE. Add. Term. degli
Anatomici. Afgiim'o di quelle parti che
SI trovano sotto la lingua. (A/
* SUBLUNARE. Add. Su/lunare,
Cosa che sia dalla Luna in giù. Magai,
pari. I. lett. l5. Cosi Aristotile disse, il
primo ente astratto agire, e trasmutare i
sublunari coli' intervento del corpo cele-
ste tip'i tn JorZit di sust.j. (I!)
SUBODORARh. Arrivare e.tpertamen-
te alla notizia d" alcuna cosa. Averne sen-
tore. Lat. subolere, prtrsenliscerc. Sahin.
Disc. I. Ì2I. Scheriaiido seriosamcntc al
suo solito, anche nelle tenebre del Gen-
tilesimo ravviso rlalone e qua.'^i subodorò
la necessità e 1* uljitìi insieme della con-
fessione cristiana. ^ t ros. l-'ior. pari. Z.
%,-oL I. Cic. png. lit. Abbiamo le in-
telligenze qua dentro, e ognuno stordisce?
Subodorasi la ribellione , e neuno si cor-
regge, o gasligasi? ('A'>
SCBOliDlN AMENTO. Pipendenza da
superiore. Lat. subiectio. Gr. •j~ora'/V(.
Salvin. Disc. 2. ^77. Raddirizzamento del-
le opinioni, moderamento delle passioni, e
sal>ordin.inienlo a Dio.
•t * SUBORDINANTE. Ad,l. Che su-
bordina. Segner. Incr, 1. [\. 5. k questa
mollitudine di motori subordinati neces-
«arìamenle ha da darsi il subordinante, da
cai dipendano tutti, come gli strumenti
dipendono dall' arteBce ( qui in forza di
SUSI.). (A)
SUBORDINARE. Costituir dipendente
da alcun superiore. Salvia. Disc. 2. 2^5.
L* amore uguaglia, non subordina; ì's
prender fidanza, non ammaestra a servi-
re. ^ /mperf. I . Tih. D. 1. 'P. 11.91. Im-
perciocché a' diletti . a' piaceri . al poter
più degli altri, e al godimento di tutte
quante le terrene cose gli subordiniamo
ec. i il vivere, la sanità^, fi-')
't * SUBORDINATAMENTE. Av-
verb. Con suhordinazione. Magai, part.
1. lett. 1^. Se non è ne^li uomini qual-
che altra cosa, che ec. faccia operar que-
gli istcssi organi subordinatamente alle sue
influenze, ec. (A)
SUBORDINATO. Addiett. da Suhor-
dtnarej Che S£r\-e, o opera in checchessia,
fitpendente però da altro superiore. Lat.
subditus. Gr. ij:roT£Tec-/,utvo4. /!ut. Purg.
17. I. Queste potenzie sono si subordina-
te, che dell'una si viene all' altra. * J-'cl-
lin. Disc. I. l33. La cognizione poi a me
pare che presieda a tutti questi altri per-
sonagg^i come a mmistri inferiori e subor-
dinali di b-i. fCj
SUBORDINAZIONE. // subordinare j
Dtpendenzii. Lat. sttbordinatio . Gr. ulkfl-
Tay»i- Salvia. Disc. i. i63. La fortezza
è una giusta estmiaxiooc de' perìcoli e de'
SUD
doveri ec., una giusta e perfetta subordi-
nazione della parie dell' anima ruvida ce.
alla sovrauil'a del senno e della ragio-
ne.
■f SUBORNARE. Imbecherare, Persua-
dere, 0 Instigare di nasco.m , a far cosa
inonesta. Lat. subornare. Gr. 3«^a5jpetv.
Petr. Com. ili. Dopo aI(]uanlo tempo il
Papa fu accusato da certi cberici ec. , i
quali subornando falsi tcstimonii , a Teo-
dorico re gli mandarono. Car. lett. I.
175. M' avete anco subornato con pro-
mettermene ricompensa. •"? Matt. Franz,
rini. 3. 80. Che più ? con esse (carote )
iufinorchi e suborni L' umana gente , tu
dubbia speranza , Con dir che dopo '1
male il ben ritorni. iB) Guiic. Stor. 3.
129. Tanto sono dissìmili i modi della
milizia presente dalla virtù degli antichi ,
i quali non cbe subornassero ì percusso-
ri, rivelavano all' inimico se alcuna scel-
leratezza si trattava contro a lui. (L)
g SUBORNATO. Add. da Suborna-
re. Lat. subornatus , illectus , pellectus.
Gr. £-i(X&ìt;. * Ouicc» Stor. l. 18. p.
60. Essendo riferito da certe spie { o ve-
re o subornate che fossero ) le trincee
falle in Prato dagl' Im[>eriali essere più
gagliarde che non era la verità. ^C^ f ar-
eh. Ercol. 5fi. Imbecherare nella lingua
fiorentina significa quello che i Latini di-
cevano subornare , onde ancora si dice
subornalo. Salvin. Di.\c. 1. 339- Accusa-
to di parricidio da un tale Erazio, messo
sa e subornato da Crisogono, liberto favo-
rito di Siila il dittatore.
^ g. Per similit. t Bed. son. I miei
servi, i sensi mici, Subornati da Amore ,
ognor mi danno Nuovo veleno» . (IS)
-\' SUBORNAZIONE. Il subornare.
Pallav. Stor. Conc. I. Aj2. Gli rispose,
non dispiacergU queste, purché si vedes-
sero sostenute da un tal decoro che to-
gliesse ogni mostra o di ten-er nella cau-
sa, o d' aspirare a suliornaziune. (IS)
^- SUBSCAPOLAHE. Agg. di musco-
lo. Impcrf. Anat. I03. Per di dietro tre
{muscoli, r infraspinalo, il subscapolare,
e il muscolo traverso più breve. (C^
'^' SUBSESQUITERZO. Term. di Pro-
porzione . Minore del Sesquiterzo. Cai.
Cali. 232. Imperocché se il cilindro o
prisma M, men grave dell'acqua v. g. in
proporzione subsesquiterza, sar'a posto nel
vaso immerso, ec. (I\'Sj
'A' SUBSOLANO, r. L. JS'ome di ven-
to che spira da Oriente j ed è lo stesso
che Soltosolano. Oli. lom. Purg. 2^. l^5l.
Ciascuno di questi venti ha seco due col-
laterali venti, uno dal destro lato , uno
dal sinistro ; Subsolauo dal destro ha Vul-
turno, dal sinistro Euro. (C)
•■^' SUBSTANZIALE. Add. Lo sles.to
cbe Sustanziale. I\im. ant. B. M. scr
Bonag. 175. Amor non è che un suIj-
slanziale. (yS)
V SUBVENTANEO. Aggiunto di Co-
vo, e vale l ano., Infecotulo , I\on buono
a covarsi. Lat. b^ pvnemius. Gr. uniOvi'-
{Xt-OV. Pros. Fior. 6. 175. Qui si parla
non deir uova zeffirie subventance, ma del-
le gallate. (•)
bUCUGLIO. /'. A. Confusione, Scom-
piglio. Lat. susurrus , susurratio, Gr.
\|(iru;t(;yoi. G. V. li. 24. l. Subuglio
e mormorazione nacque in Genova tra*
Guelfi e' Ghiliellini.
•t '^ SUBURBANO. Add. Prossimo
alla Cina. Scrd. Stor. i. 5l. Si veggono
molte ville subuibane con giardini ben col-
ti. Salvin. Pier. Buon. 2. 1. 17. I\arcc-
tri, luogo suburbano e ameno di Firen-
ze. (A,
'^ §. E inforza di siist. Luogo su-
burbano. Bemb. lett 2. 4- 2. Sono stato
in questo vostro piacevole suburbauo ,
SUB 1435
concedutomi dal nostro ce , quindici gior-
ni con molto piacer mio. (fi)
't ^= SUBURBICAIUO. Term. degU
Starici. Diccvansi Annonarie , IJrbicarie
0 Suburbicarie quelle provincie che dove-
vano pagare un tributo di frumento al
fisco dell' Imperio llomano per la vetto-
vaglia de' soldati. (A)
•f '.■ SUCCAVERNOSO. Add. Che sta
sotto caverna. Salvin. Disc. 2. 435. Lo
spirito nserrato nelle viscere della ter-
ra, che tutta sotto è vota e minata ec, o,
come Aristotile la chiama , hypantros ,
cioè succaverno.\a , cercando a'ibrza l'u-
scita, essere la vera cagione del terremo-
to. (A)
SUCCEOANEO. Add. Che succede, o
si sostituisce a checchessia. Lai. succe-
daneus. Gr. ùrco^oy'fl'Ao^. IH. Piti. 1.
Cunsidcrando come l'inventare sia pros-
simo e quasi succedaneo di quell' ammi-
randa e incomprensibil maniera che nel
creare usa ad ogni momento 1' Onnipo-
ti-nza. Salvia. Di.ic. 2. 173. Dove la na-
tura dei luoghi è stala scarsa o infeconda
di vino . hanno ammendata gli uomini
quella ster.lit'a coti altri sughi e di pomi
e di biade, succedanei del vino.
t g. Succedaneo, si dice da' Medici di
erbe, droghe, o simili, da mettersi ne'
medicamenti in vece di altre di ugual vir-
tù, che non si trovino , o non si abbiano
f ronte .■ ed in questo significato si usa
per lo più in forza di sust. A^ Ricett. Fior.
126. Dichiarazione de' pesi e misure , e
de' succedanei. (*) K 127. Quando saran-
no pojti a dirimpetto a UD semplice due
o tre o più succedanei, s'intenda ec.
SUCCEDENTE. Che succede. Lat. suc-
ccdens. Gr. iiySex'^jizvOi- G. V. 9. l32.
1. L' Imperadore a sua vita area fatto Im-
peradore succedente a lui Ìl Bgliuolo del
suo maggior figliuolo , eh' era morto. E
12. 9. 2. Fecelo cavaliere, e farli fare
omaggio a lui e alla moglie a tutti ì ba-
roni del regno, siccome succedente Re e
Beina. v Salvin. Annoi. Mur. 2. l44*
^è anche tutte le parole di Cicerone han-
no seguito i secoli succedenti a quelli. (C)
*t -r SUCCEDENZA . Ordine succes-
sivo, fìellin. Disc. II. La cosa è genera-
le per tutte le serie di parli disposte in
succedenza. (Min)
SUCCEDERE. Entrare neW altrui luo-
go , o grado , o dignità. Lat. succedere ,
in alterius locum subrogari . Gr. oi%Sé-
jfEsS'at. Dant. Inf 5- Ella è Semiramis,
di cui si legge Che succedette a Nino, e
fu sua sposa. G. V. 11. 20. 5. Diremo
della lezione di papa Benedetto , che suc-
cedette appresso di lui. ^' Pecor. g. l5.
n. 2. Al quale successe Alderico terzo fra-
tello . porgli, l esc. Fior. 474- Dietro a
Rinieri successe Gottifredo. (ì')
g. I. Per Seguitare , o Venir dopo.
Lat. subsequi, succedere. Gr. àosTisàac.
Dant. Par. 6- Perchè onore e fama gli
succeda . E 32. E dal settimo grado in
giù , siccome Insino ad esso , succedono
Ebree , Dirimendo del fior tulle le chio-
me . /l'ore. Introd. 17. Il che , in quelle
che ne guarirono , fu forse di minore o-
neslà, nel tempo che succedette, cagione.
/:. nov. 79. 3. Alle quali come gli effetti
succedano , anche veggiamo tutto giorno.
Pass. 148. Succedendo V un pensiero all'
altro ec, forte tenlazìone commosse il cuor
suo. * Cuicc. Stnr. l. 4l5. A queste in-
clinazioni comuni cosi a' fanti come a ca-
valli succederono molti disordini. (L)
5 g. IL Succedere, per ereditare. Di-
venire erede , f'emrc nella eredità . Lat.
succedere. Gr. oiaoiX-'^-^i ns^iow^i'av
rivo?. Maestruzz. 1. 66. Morendo la don-
na ec. , il marito succede alla moglie , e
guadagna la dola .E 1 68. Che prò è
i436
sue
a* Bgliuoli essere legìttimi 7 siirce^ono in
tutti i I>cDÌ del padre e della mudre.
^ ^. III. Prr Scadere, o ì enire per
eredità. Il <•. f . II. Il3. 5. Che i Leni
de' lulx'IIi, the erario in romune, fussono
renduli olle vedove e a*pu[)illi, a cui sue-
cedeano »». J-'ranc. Sncch. nov. l5. Kon
avea alcun erede, né a cui Icgillimamcn-
te succedesse il suo. ^f. f. i.i). Figliuolo
del Duca Andreas, e della Regina Giuvan>
Da , a cui succedeva il reame, fyj yir.
Fur. 46. 83. Elena nominata era costei
Per cui lo padi|;1ione a Proteo diede; Che
poi successe in man de' Tolomei , Tanto
che Cleopatra ne Tu erede. ( flr)
§. IV. Succedere, per ^frK-ertire . Lat.
accidere. Gr. «yuCat'vatv. ^rt. ì'ctr. Pier.
3. 58- Lascia clie il vetro incorpori la pol-
vere, clie .suole succedere in cinque ovve-
ro sei ore . -f Cuicc. Star. ly. 224- Ma
nel tempo medesimo che queste cose suc-
cedevano ee. gli oratori ve. intimarono ce.
a Cesare la lega l'atta. (C) Scgtter. f'red.
Pai. /fp. I. p. Tuttavia può succedere ,
che talora vi sia {qualciic disordine) , ma
non si conosca. (TC)
# §. V. Succedere, per IsgorgarCf Sca-
turire. Ar. l-\tr. \!^. 50- II pianto, come
un rivo che succede Di viva vena nel Lei
sen cadea. (^ì)
* g. VI. Per Riuscire. Lasc. Celos.
1. 5. Ciullo, avvertisci a quel che tu fii
che ti succeda. (F) Jr. Fur. 3^- 4^- ^
gli succede cosi ht-n qui-ll' opra. Che più
le Arpie non torneran di sopra. (M)
SUCCKDEVOLE. Jdd. Succedente.
Lat. siiccedcn.f t suhscquens. Gr. eoETTO-
juievo;. Cr. 4- i(\- 3. Per questa tortura
nasce infra la legatura succedevol mate-
ria, e non la alcuna oflesa all'uve nascen-
ti. Sagff, nal. vsp. Il6. L'aria per suc-
cedcvoli attrazioni con lelltis^imi e poco
meno che insensilùli acquisti assottigliasi.
SUCCEDEVOLMEME. Jvverò. Con
succcdimcnto, Succe.tsii'amentc. Lat. suc-
cessive, dcinceps , conset/iienter. Gr. £^^?.
Guid. G. Per ogni tempo che venir dee
succcdevolmenle. K n/trove: Li loro suc-
cessori poi succedevolmcDte ec. furouo
agiati .
SUCCEDIMENTO. Successo. Lat. suc-
cesjtus ,^eventus . Gr. to' ouju.6av . fai.
Mass. E di non poco prospcrevol succe-
dimento quello che ora segue. Guid. G.
Sanza ilift-lto larciano i) nuslro oste alt-
l)ond;irf di xilluaglie nei nu.stri continui
succedimeuti . -'.' Sannaz. Arcad. pr. J.
Alle quali io prego ({ualunque Iddio esau-
disce le voci de' dolorosi, che o con pre-
sta morte , o con prospero succedimcnlo
ponga fine. (C)
f SUCCEDITORE. ì'erhal. ma.-sc. Che,
o Chi succede, Succr.t.\on'. Lat. succes.-cor.
Gr. òtaO^X»; ■ l'oc. Dav. Ann. 2. ^l.
Per avere i maggiori miei meritalo succi;-
ditori (il te.tto lat. ha postero»). ^4-85.
Pensava come levar via i 6gliuoli di Ger-
manico, certi succeditori (il testo lat. ha:
quortim non duhia successili).
SUCCEDITRICE. ì'erhal. fetnm. Che
succede . Fr. Gtard. Preti. lì. La sua so-
rella fu succedilrice nelle sue ricchi'ue .
Ar. Fur. l3. 6t). Che ti dirò della itcond.i
uuor.i, Succedilrice prossima di questa 7
# SUCCEOITUUO. Add. Che rfcvr
.tttccedere . l)av. Scism . 6. Dirliiarulla
principessa de' Ilrrltoiii Vuiilli, grado pro-
prio liei re suctediliiro. (Cj
SUCCEDUTO. Add. da Succedere. M.
/'. 4' 77- Mantenendo a* nostri Comuni
di Toscana 1' untici Idiertìi, a loro succe-
duta dalla civiltà del pupolo romano (cioè,
venuta dopo ) . Tac. Dav . Star. 3. 3l5.
Vesiiutiano <rl>lic in Egitto avviso del suc-
ceduto a Cremona ( qui inforza di sust.,
cioc di ciò che ora avvenuto)
sue
SUeCENERICCIO. Soccenericcio, Sue-
cenerino . Lai. suhcinericius ■ Gr. tyxpxt-
9t'a5. flior. S. Greg. Ad HSraim è slato
latto uno pane succenericcio, il quale non
si rivolge.
SUCCENE«I>0 /'. A. Add. Socce-
nericcio, Cotto .lotto li cenere. Lai. sub-
cinericius. Gr. e*//cu»i«?. Fr. Giord. Pred.
S. Avendo un giorno li suoi frali fallo un
pane succenerioo.
SUCCENTURIATO. Add. Terni, ana-
tomico. Aggiunto di /iene. Ced. RE>E ,
t 3 SUCCESSIONE. Seguito, o serie di
persone o di cose , che succedono l' une
alle altre senza interruzione, o con h/e-
ce interval/oj II succedere. Lat. succcs-
sio. Gr. òiV.C0'/*ì. Cr. 5- 2<). 3. Cogliesi
il suo frullo (del ginepro) allorachè dimo-
stra per succes.sione colla nerezza ovvero
rossezza la sua maturitade. Petr. cap. 8.
Bella successione infino a Marro. Dant.
Purg. IO. Non attender la forma del
martire; Pensa la sur-cession (cioè, il suc-
cesso ). Gal. Cali. 248 La qual aria ce.
senza renitenza si srpar.i, oc contrasta pun-
to alla successione dell' acqua . ^ Giov.
Geli. T'ii. .'Ilf. g. Teniamo per certissi-
mo sì per r antichità , e si per la felice
fortuna della non mai intcrrotla succes-
sion sua che ella superi e avanzi di gran
lunga tulle le allrp d'Italia. (C)
^ §. I. Successione, dicesi anche il Di-
ritto di succedere al godimento di heni
che uno la.tcia morendo. «« G. ì' . 12. 62.
2. Avea nel reame di Francia più ragioni
per la successione della reina Isahella sua
madre ». Guìcc. Stcr. 5. <)7. Era egli il
più prossimo alla successione dell' Imperio
Romano, e de' reami di Spagna con tutte
le dcpeodenzc loro. (C)
^ §. II. Per Avvenimento al trono .
Guicc. Star. i. 3i3. Furono delti tre ora-
lori che andassero a rallegrarsi della sua
successione. (I.)
*t ''' §• *'l- Succe.tsionc , talora vale
Figliolanza. Buon. Tane. 4- 7- S' io tol-
go moglie su gli assegnamenti D'aver go-
verno , o di >uccessÌone , La slare' fresca
la propapazinne. ///>
SUCCESSA AMENTE. Awerh. /.'un
dopo l'altro. Lat. successive, ordinate.
Gr. e,^r,^, ra/Tw;. JJocc. nov. 5. 6. Qui-
vi essendo il P>e suctessivamcnic di molti
messi servito ec, sommo piacere avea. F.
g. 6. y. 8. Come ne' teatri vecgiamo d.illa
lor sommità i gradi infìno all' infimo ve-
nire successivamcnle ordinati . Jlui. ìuj.
2. Perocché l'uno trasfonde la p'amalica
neir altro juccessivanienle. /lem. Ori 2.
28. 60. Da questo Vedrai latti la slr.ida,
e gli occhi aprirli Da esser successiva-
mente il resto.
* §. Per Quindi, />i poi. Giiicr. Star.
2. 56. Penetrato Cristoforo Culomito più
oltre, e dop<i lui Amerigo Vcspucri Fio-
rentino , e successivamente molti altri ,
hanno scoperte altre Iside. (/,}
SUCCESSIVt». Add. C/ie va per suc-
cessione, o i'/ie succede. Frane. Sacch.
rim. 20. Amor, fortuna, e morte succes-
siva, E di moli' allri . rhe n' è il mondo
pregno. Jìuon ì'ier. 1. i |. Trar piacer
nuo\o , e successivo spasso. /'.' 2- a. 20.
Queir educaiioii ria, che le Limiglir Tulle
diserta , e poi vien riucrrssiva.
g. /n Jorza d' avverlt. per Successiva-
mente . /luon. Fier. ^. /ntr. Aect>crarla
Ilo ilabililo a lutti , e successivo Circo-
lare.
t 3 SUCCESSO . Sust. // sticrcttere .
Seguito. Cavale. Med. cuor. Continuo suc-
cesso di prosperila ì* segno dVternu dan-
nazione .
f * 5* '■ ^'' Successo, o /n suecef-
so di tempo . posti avverttialm. va/p->no
sue
Coir andar del tempo. In seguito. Cavale.
Esp. Simh. I. i2y. E cosi poi per suc-
cesso dì tempo questo error venne in u-
sanza. K di sotto: Sicché poi per successo
tli tempo rrescendo questa mal usanza, gli
uomini la incominciarono ad adoiare per
Dio e la statua di Pelo ). (F) Segner.
Crist. instr. \. 3|. 14. Le spine deU'Islri-
ce da principio sono come peli, ma in suc-
cesso di tempo diventan dure, quasi uno
strale. (C)
f §. II. Successo, per la pia vale Av-
venimento, Quello che succede ad Sino di
favorevole , o contrario allo scopo c/te si
era prefisso in un affare , o in una im-
presa. Lat. succexsus, evcntus. Gr. a;io-
^arvov , ÙTio^r.ióatvov , £x6ii7&'/i2vov .
/''ir. Disc. an. 3o. Aspettando con gran-
de ansietà il surcrsso della rosa . Cas.
lett. ip. Perche noi ci rendiamo certi che
nella prudenza e autorità sua sia posto il
felice successo di lutti i nostri coosigli.
^ Cuicc. Stor. 16. 18. Nella quale (guer-
ra ) avendo cattivo successo , si sarebbe
ridotto in grandissime difiìcoltà. (C)
* §. IIL /Vr Caso, Fvento qualun-
que . M /tuon. Fàcr. 2- 4* 28. La più
nuova novella , Ìl più garbalo Successo
che vu' udiste ". Guicc. Stor. 18. 55. Ar-
rivò ce. per entrare in Roma la sera me-
desima , ma inteso il successo, ù ritirò a
Otricoli. (C)
Kr g. IV. Successo, per Buon succes-
so. Profitto, Vantaggio. Cas. lett. 79. Ho
più caro io d'averlo fatto in parie, benché
con poco successo , che io non ho altra
cosa, che io abbia mai avuto. (Cj
* SUCCESSO. Add. da .'succederei
Succeduto. Segr. Fior. /V. 18. E a quel-
lo che ha meglio saputo usare la ^olpeè
meglio successo. (C)
t SUCCESSORE. I erlfal. majtc. Che,
o Chi succede. Lai. siiccessor. Gr. Ìiol-
Soyò:. Petr. .lon. 23. Il succcssor di Car-
lo, che la chioma Colla corona del suo
antico adorna, pant. Inf. 2. V* siede il
succcssor del maggior Piero. E /'ar. 27.
Non fu nostra inlenzion, eh' a destra mano
De' nostri succcssor parte sedesse. Borgh.
ì e.u . l'ior. 417- Si dicono lutto il gior-
no successori (li san Pietro tutti 1 romani
Pontefici, e non solamenle Lino.
§. Per Prede. Lai. hares. Gr, vltipo-
vo'uoz . Bocc. /ntr. 27. Quante famose
ricchezze si videro senta succcssor debito
rimanere 1 * Guìcc. Stor. 3. 52. Aveva
ec. condotto di nuovo Carlo Bastione ec.
co' figliuoli ec. successori deUa graudeua
paterna. (/.)
SUCCHIAMENTO. Succiamenlo. Lai.
surtus. Gr. juy!:f]5i;. But. Purg. 14. 1.
I>.d quale ax iugamrnlo che fa Io cielo
iteli' acqua marina , cioè dal quale suc-
chiamento hanno li fiumi ce. ciò che va
con loro.
SUCCHIARE. Bucar col imcchie/lo. Lat.
tert'hriire . Gr. T^wTÓt» • Pat/oii. Ott. 8,
Se l'aliterò non fa allegro il suo frutto ,
succhisi infiao al midollo . e iiirttaTÌsi a
stretto una cavi|elia d'ulivo sahalico. Cr,
5. 8. 5. Alriiiii del mese di Febbraio suc-
chiano il pedale dall.1 parte di sotto con
pertugio torto in m<»lo, che non trapasj.i.
/■.II. 28. 3. .Se l'arbore fa frulli vermi-
nosi, succhisi il tronco sopra le radici , e
nel foro si metta conio dì quercia. ^ Sal-
vin. /•'neid, lih. 2- K succhiare, E lenlare
del venire le latebre. (F)
SUCCHIARE. SuceiatT. Lat. sngere ,
e.rsugrrr. Gr. Sr/a^liv , ^uXcìv. * But.
l'urg. n). Li volgari dicono che le stre-
ghe sono femmine che si trasn>ulano in
li>rma d' animali , e succhiano lo sangue
ai fanciulli. CT; Sagg. not. e.tp.2(Xt. Sur-
ehiandosi in quello scambio lanla acqua .
Bed. J'ip. I 3l. Anlicameole si erano
S V e
sue
sue
1437
nomini che piwolali facevano il mestiere
di lucchiare le altossiratc morsure.
+ ? E/ìg<iral,<nl. Frane, /'«ri'. 27O.
l5 Che UQ sol u.im U potru Succhiare.
* Sfgnrr. Prr,l. l3. 6. Per lasciar ricca
dolo DOD dubilasli «li succhiare il sangue
de' poveri, ec. f jV;
StCCUlF.LLAME^TO. Il mcchitlla-
rr. Fi^.Iìuon. I. 2. 4. E 'llor»'»S=-
rao dedito a- succhielli. Succhiellando so-
verchio , si disperde Ne" suoi succhiella-
menti (qi'i fiftumtam.).
SUtXHIELLARE . Forart ni sue
**""" ■ ,^ . » f,
8 1. Per mela/. Buon. fier. 1. 2- !)•
E •! loro ingegno dedito a" succhielli. Sue-
chidlando soverchio, si disperde ^e suo.
succliiellamen.i .Et,.!. «2. P"o 6a d.
meslur ec. Appuntar l.en gli orecchi A
succhiellar per lutto. K Tane. 5. j . Oli
occhi suoi mi succhiellano e m. buche-
rano . . ,. j /
§. II. Sueehiellar le earte, si dice del
Guardarle sfisHandole, o tirandole su a
poco a poco. * Hahin. Fier. Buon. 1. 2.
4. Succhiellar le carie nel giuoco , e tl-
rarh) su a poco a poco , come fa della
rota , che leva a poco a poco U succhiel-
■f § 111. F. fipiratam. Malm. 7. 4^-
In quanto a lui" gli p" 'he la succhieUi,
Per terminare il giuoco a" paBerelli.
SUCCUIELLETTO. Pim. di Succhiel-
lo. Lat. tcreMlum. Ci. Tf u-avsv. Benv.
Celi. Ore/ Il 8. Facciasi poi con un suc-
chiellctlo grosso il Imco.
SUCCHIF.LLl.NAIO . Colui ehe fa, o
vende i sueehielli. Lat. lerebrarum faher ,
vendilor. Cani. Carn. 2;5. ("(• Canto de
sncchiellinai .
•f * SUlCHlELLINARE. Succhiella-
re I arch. .Mor. l5. 690. Mise mano a
un coltello eh' egli aveva per sorte con
esso seco , e 6ccatolo nella gola al Duca .
andò tanto succliicUinando, che lo scanno
(cioè, adoprò il ferro a guisa che si fa del
succhiello ) (J)
SUCCHIELLINO . Piccai succhiello .
Lat. UreMlum. Gr. t.oj-»v5v. Cant. Cam.
2-5. Chi vuol da noi comprar de suc-
chicUini, ^oi vendiam, donne . 1" un po-
chi quattrini: Noi n' al.l.iam di più sorti e
piii ragioni. E tulli sodi son, diritli e buo-
ni ; Che molli vecchi e già duri panconi
Halino bucalo i nostri succhicllini.
SUCCHIELLO. />"". di .•iucchio. Lai.
lerehra , terebellum . Gr. TfjV^tvov . te-
=E-pov . Cr. 2. 23. 33. Fori la pertica ,
ovvero bastoncello verde de' delli legni,
con sottile e aguto succhiello, lor. Med.
Piene. 3. Ed in quel meizo ha il naso
unto bello . Che par proprio bucato col
succhiello. Cor. Matt. 2. E gii 1 Uccel-
latolo e A sinaia In soccorso gli mandano
i succhielli.
SUCCHIO. Strumento di ferro da bu-
care, fatto a file, appuntato dall' un de'
capi, e dall' altro ha un manico per lo
più di le^no. Lat. lerehra. Gr. TESJTfJOv.
Pallad. Mar:. «O- Hicoperto il tronco,
conviensi forare V ulivo sterile col succhio.
Pani. Inf. 27 La dove soglion , fan de'
denti succhio ( qui per similit. ). Morg.
18 l33. E succhi d'ogni falla, e gri-
maldelli. Frane. Sacch. nof. 192. Fece
un foro con un succhio in quel muro.
SUCCHIO, e SUCCO. Sii^o, Umore j
ed è proprio delle piante, te quali per
ifirtù di quello cominciano a muovere ,
generando le fo^ie e i fiori. Lat. .lucciis. Gr.
Yuaoi. Day. Colt. 194. Dove passa-
lo Gennaio ec. , escono dalle barbe il ca-
lore e l'umore, gralissirao succhio degli
alberi che se ne impregnano.
•+ g. I. Onde ìsser in succhio, dicia.
mo degli alberi, o delle piante, quando l'
umore viene alla corteccia, e rendela age-
vole air essere slaccata dal legno. Lat.
inlumescere, tumere. Gr. Of/àv. Bui.
Burg 25 1 Quando la vite e in succhio ,
punta o Ugliata gocciola ; e anco per se
medesima, quando a hae troppo. Burch
2. A6. Kel tempo eh' era in succhio .1
mellonaio. Pav. Colt. 172. Spicca le labbra
della buccia dall'osso, che essendo in suc-
chio sarà agevole. Tac. Pav. Slor 4, 303.
Hanno di più palmeti alti e vaghi e 1 bai-
samo piccolo arbore, del quale, venuto m
succhio, se intacchi un ramo con lerro ,
le vene ghiacciano ; con isvena d un sas-
so, o coccio, versano liquore medicinale.
§. II. Bssere in succhio, o simili, fi-
euralamente e in modo ha.iSO, vale Esse-
Ve in concupiscenza. Lit. libidine Jahora-
re. Gr. «ofMiBia:;!», oaTUfoistv. J a-
t„n: 5. lo son già nlornalo mezzo m suc-
chio, lor. Mcd. canz. 28. 5. Poco andò il
garaone attorno. Che fu ritornato m sue-
chio. . ,
« § III. Mettere uno in succhio, vale
Fargli venir gran voglia. Il Vocabolario
alla V. FILÒ, §. XXIX. iCì
g IV. Succhio, i" anche r Umore che
si trae dall' erbe, da' frutti, e da altre
cose .^premute. Tes. Bov. V. S. 35. Da-
gli a bere lo succo dell' erba cresciuta per
mezzo d'una pietra forata. Bui. Inf. 32.
I. Come lo succhio esce della cosa umida
e premuta, così ec.
SUCCIABEONE. Voce bassa. Gran
bevitore. Buon. Fier. I. 3. IO. Tutte le
bolli Andavano in un di a g.imbe levale
In preda a quei moscioni, In preda a quei
briccon,' succiabeoni.
* SUCCIAMALATl. Foce bas!:a che
si dice in dispi-egìo a persona che ha qual-
che mestiere, co'n cui ricava utile dagli
ammalati. Buon. Fier. ty 2. 5. Anche
tu, scroccatore , spulcialelli ; Anche tu.
leslrigon, succiamalali, ec. , Piattolon da
sepolcri, esci al sereno. (')
SUCC 1 A M E LE.^pecie d'erba detta altri-
menti Orobanche. Lat. oivbanche. Gr. 0-
po^xy/,t>. Belline, son. 253. Stu mangi
assenzio, o vendi succiameli.
SUCCIA>IE-^TO. Il succiare. Lat. sii-
ctus. Gr. /<;:»;ii" i"'- Succia tirando a
si;, del quale succiamento hanno li fiumi
lu'lU, non pur l' Arno. Bed. 1 ip. 1- 3l.
Ancorché dica Eliano che a quel tale, a-
vanUchè spirasse, gli marcirono e le gen-
give e la bocca, con tulio ciò questo non
è argumenlo suIBciente per provare che
fosse effetlo del succiamenlo. E 3']. Fin-
gendo ec. la medicina del veleno per lo
succiamento de" loro parli latlanli.
SUCCIASTE. Che succia. LA.sugens,
exsusens. Gr. ir;)a'iwv, /ij^uv. Cr. 6.
1. 8. Perchi? son dure, non succiami gli
umor de' luoghi . imperò non tanto , quan-
to le piante , acquistano proprietà de luo-
ghi. . ,
SUCCIARE. Attrarre a se I umore
e '1 sugo. Lai. sugere , exsugere. Gr.
S.iia^E.v.^JJj.'-'- P-"'"'- Ol'obr. 2. Per
la sua malizia non si semina , perocché
tutta la virtù della terra si succia. Cr.
Q q8. 4 ^el!a quale aggiungono lana
pura, la quale succiano alcun tempo, ac
ciocchi! di troppo bere non s' empiano.
Bed leu. 2. 172. Chi vorrà negare che
gli animali nel!' utero della madre non
si nutriscano per bocca 7 Io per me cre-
do che i cignali non solo possano larlo,
e che non solo possano colà dentro Slic-
eiare la pappa smaltita, ma sto per dire
che potessero masticare e rodere checche
" §. I. Per metaf. Dant. Inf. 19. Chi i
colui. Maestro, che si cruccia ec. , Diss
io , e cui più rossa fiamma succia 7 Bui.
ii'i. .- Cui più rossa fiamma succia, cioè I
che li piedi suoi erano arsi da più rossa
fiamma. /?..«/.. Fier. 3. I. 9; J"'""'"
Da un sommo conlento. Succio Uà me
il mio gusto, e tra medico ec.
§. II. i'nccirire, e Succiarsi checches-
sia, si dice per .,imilit. dell' Appropriar-
sene /• i<(i/e e l' avvantaggio. Lai. de-
vorare. Gr. ««Tayaysiv. * Din. Comp. 2.
46. O voi popolani, che desideravate gli
ulficii, e succiavate gli onori, e occupava-
te i palagi de' Rettori, ove fu la vostra dife-
sa? ( Vi Farcii. Star. l5. 600. Egli con pochi
altri a governare, e popparsi , come si u-
sava di dire, e succiarsi lo Stato. Car.
leu. 1. Jl4- Dicono che si succeranno
quella Francia come un uovo.
# g. III. .SHfcirtr su una cosa ad uno ,
vale 1 oglierglielit. Cavargliela di sotto con
bel modo e aslutnmcnte. Leop. rim. 8.
Con questo inganno al corbo pastricciano
La golpe aslula succiò su quel cacio. (C)
K^ ^^. IV. Succiarsi su una cosa, vate
Crederla troppo corrivamente. Tenerla per
certa senza esaminarla più che tanto.
Beltin. Pi.ic. I. l52 Io che sono slato
sempre dolce quanto i lupini giulebbati
con r acqua forte, me la son succiata su
anch' io come gli altri, come bere un uo-
vo. (C)
§. V. Succiare, è anche quel Tirare che si
fa del fiato a se, ristrignendosi in si stesso
quando opercolpo 0 per altro si sente grave
dolore. Lat. in^rmi.tcere. Gr. -;:ii5TSyEtV.
Morg. 7. 42. Talché Morgante di molte
uova succia Per le ferite, e com' orso si
cruccia. CirifT. Calv. 3. gS. E pel colpo
che ha avuto Col baston nella man, quel-
la si succia , Dicendo 1' orazion della
bertuccia. Buon. Fier. 2. 5. 7. Duri e
tardi si rizzano succiando. Maledicendo il
caso e 1 negromante. £ 5. I. 3. Succia,
libaldone. Cant. Carn. 7. Scontorcesi ,
e fa viso di bertuccia. Che 1 suo ne va,
straluna gli occhi , e succia.
g. VI. Succiar checchessia, vale Sog-
giacervi , Sopportarlo, benché contro vo-
glia j lolla la figura da cerio atto che
naturalmente si fa allora che offesa di
subito la mano , si accosta alla bocca ,
quasi per mitigarne col succiamento il
dolore. Malm.^Q. 54- La donna, benché
sentasi far male , Senza alterarsi, in burla
se la succia.
* SUCCIATA. L' attraimento che si
fa d' un umore, o d' altro succiandolo .
Ilari. Tens. 38. Quanto d' aria a ogni
succiata si veniva estraendo ec , tanto
r argento vivo del cannello veniva giù
discendendo. (BrJ
SUCCIATO. Add. da Succiare.
■j- SUCCIATORE. / erbai, masc. Che
0 Chi succia. Buon. Fier. 5. 4. 5. Suc-
cialor delle vene Dell' altrui facoltà.
•f * SUCCI ATRICE. ; erbai, fem. di
Succìatore. Salvia. Fier. Buon^ 5. t,. 5.
Succialor delle vene ec. Mignatta ,^ detta
dal calore, quasi Lat. mini.i(u/n , |3òi'ila,
cioè succiatrice. (A)
SUCCIDERE,? SOCCIDERE Taglia-
re dalla parte di sotto. Lat._ succidere ,
subsecare. Gr. Jno/OTiTSiv, uT«T£'itv£i'<.
J'allad. Marz. 3. Se rinascono le felci,
soccidilc colla falce. * Salvia. Geor. lib.
I. Ma Cerer rosseggiante al fitto caldo
Suecidesi (Fj
g. Per metaf. Albert. 2. 12. La cu-
pidità in lutti li fatti é da rimuovere e
da fuggire, e con fuoco e con Icrro da
succidere. * S. Bern. Serm. mis. l5.
Acciocché ce. il signore adiralo non co-
mandi che tu sia successo (il lesto ha
succidi, quasi dica ti sia tagliato tifilo
"llcCIGSERE, e SUCCINGERE. Le-
gare sotto la cintura i vestimenti lunghi
per tenergli alti da terra. Lat. succmge-
1438
sue
re. Mor. S. Creg. 21. 2. Il succingere
i luml>i della rame si è rifreDare la lus-
suria dairaffetlu suo brutto; ma succin-
gere i lomlii (Iella mente si è rifreaarla da
quei cattivi pensieri ((lui fieuratmn.j.
'é Chiaf'r. riin. pari. 3. pag. 207. f l'en.
1730). A que&ti delti dalle man di Pietro
Caddero i ft-Tri, e T Angelo soggiunse:
Succin;^! rattamente il fianco, e vesti L'
ignude piante, ec. ilìj
*? g. /C Jipiirtit. IHspor.ii a fare una
cosa, flovc. Fihstrat. Sempre son succin-
to A far non sol per te ciò che conviene;
Ma ogni cosa senza esser sospinto O da
furia " da priego. (C/
* SUCCINEKICCIO. j4dJ. Colto sono
la cenere. Filìr. Jìtni. pa^. ^66. fCanz.
Sullo ec.) Sorgi, (ad Llia fu dello) Sorgi
e di questo eletto Succiijericcio Pane Pren-
di su su, che a te gran via rimane. (SS)
* SUCCINGERE. Fed. SUCCIO.NE-
RE. (Bj
SUtXI.XTAMEXTE. .'U'ferb. Con bre-
vità, Compi'ndiOiameiite. Lai. hre^'tter,
succi/tele. Mor- S. Greg;. Co>i più succin-
tamente dìi diletto a quegli vigilanti , i
quali, quando dormivano, il gallo gli sveg-
ghió. Morf^. 27. 20t)- E ragionaron pur suc-
cintamcnU- Della battaglia, e d'ogni loro
efFcllo. fir. Hai'. iSg. Io te la narrerò più
succintamente che io potrò.
t ^ SUCCINTEZZA. Qualità di ciò
che è succinto, breve ^ e dicesi del par-
lare e dello scrii-ere. fìelltn. Disc. 2. 288.
Spiegato in una stringatissima succintezza
congiunta con una limpidissima intelligibi-
lità, (^fin)
•f * SUCCINTISSIMAMENTE. Su-
peri, di Sncciittamcntc. Bald.n. Vit. Beni,
pag. 3. Quanlunqur egli 1(7 Gli'- Hernini)
sia viva storia a se slesso oc egli si vuol
ncndimcno ee. ridirne a' posteri alcuna co-
sa : il fbe io imprendo a fare succiniissi-
mamcnte, uon tanto per acquistar fama^
ec. (A)
* SUCCINTO. Sitst, Compendio, Sunto»
Jiistrelto. Pros. Fior. Pari. i. voi. Z. Or.
5. pag. L'io. Perchè del loro contenuto
(delle composizioni) baviera un breve suc-
cinto , per ridurlevi alla memoria. (NS)
SUCCINTO. Àdd. da Succingere; Cinto
di sotto. Dani. inf. 3l. Ma ci tenca suc-
cinto Dinanzi 1' altro, e dietro il braccio
destro.
§. I. Per Corto, 0 Che ha la veste
corta j o alzata per accorciarla. Lai. suc-
cinctus, adductus, hrevis. Gr. j3okj(j;.
^r. Fi*r. 27. 52. In abito succinto era
Marfisa, Qual si conviene a donna ed a
guerriera. Alam. To//. 2- 3'(. Vien tosto,
vieni a nui succinta e snella Bern. Ori.
1. 8. l5. Serviano a lutto pasto ijuelle
diinne Succinte a mezza gamba in bian-
che gonne.
§. II. Succinto, agf'iunto a Parlare o
a Scrivere, vale Breve , Compendioso.
Lat. compe/idiorius, hrevis , succinctus.
<ir. ffyvTOUS». Ar. sat. 1. Egli disse in
parlar breve e succinto Chi egli era , e
che venia per render merlo Dell'averli»
si bel sempre dipinto. Salvia, pros. Tose.
2. 107. Giovami di farne qui come in
soprassalto ec. una succinta dìfensione ,
" "P'd"gia.
S U ce IO. // .iHCciarv, Sticciamen fo.
Sorso. Lat. .luetus. Gr. ii-J^rf7ii. Lih. .ton.
83. Sol Monsignor ini st bere' in un suc-
cio.
g. ]. Succio, dicesi ancora Quel .rnngue
che viene in pelle, e ros.teggia af;nistì di ro-
saj tiratovi da bacio, o sumle. Lat. .uictus.
Gr. /jLj^r]4i;.
g. II. In un .cuccio, posto avverbialm.t
vate h\ un attimo. Lai. in ictu ocuU. n-
ti'a unius verbi moram. Gr. cv <x.*xpiì.
Morg 24. ioa. .Ma rilurQalu Tcrigi in un
sue
succio Cui torchio, ognun s* allargavj da-
vaoli.
3 SUCCIOLA. Castagna cotta nell'oc-
qua colla sua scorza. Lib. son. l3-^. Fam-
mel bruciala, eh' io nun vo' più succiola.
Morg. 23. 34. Per dare al Saracino altro
che succiole. Ciriff. Cnlv. 1 . 35. E scuo-
pre i bussoletti e la mandragola, E spac-
cia per un dattero una succiola : Pensa
lu la corbezzola per fragola.
iS §. I. Andarsene in broda di succiole ,
vale Godere assai di citerchessin. Aver-
ne pnrticolar compi.icema; modo basso.
« Buon. Tane. 5. 7. Mi struggo, e me
ne vo in broda di succiole ». ((■/
§. II. Uomo da succiole o simili, si dice
in modo basso di Persona ignorante, de-
bole, o di poca stima. Ma/m. 9.60. Get-
ta nel muso al medico da succiole L' un-
guento che le fa veder le lucciole.
SUCCISO, ./dd. da Succidere. ì irg.
Kneid. M. Siccome il porporino fiore ,
succido dall' aratro, morendo latiguisce.
Dant. rim. [\^. E 'n sulla nun si posa.
Come succisa rosa. Fiamm. 1. 3l. E
qual succisa rosa negli aperti campi fra
le verdi frondi sentendo i solari rag^i ,
rade perdendo il suo colore; colai semi-
viva caddi nelle braccia della mia serva-
* SUCCLAVIO. e SUBCLAVIO. AtUl.
pre.to talora sustantivamente. Che è sotto
la clavicola; ed è termine degli Anato-
mici. Bed. Cons. 2. 78. Il sangue ricc-
ventlo nelle succlavie un sugo uniforme ,
si andrà ancor esso riducendo, e rimette-
rà i suoi minimi com|ionenlì in miglior
tuono. {').Vegni'r, Inired. |. 7.6. Vi diranno
come ivi il chilo ec. per lie poc' anzi sco-
pertesi alLi vena succlavia sioislra arrivi
misto filialmente col sangue , mediante la
Vena cava, al ventriglio destro del cuo-
re. (C) Jmperf. Anat. lOO. I muscoli del
torace propriamente souo sci per lato po-
sti sopra gli intercostali, e nascono nel to-
race, due dalla parte dinanzi^ che sono d
muscolo subclavio ce. F appresso : Il
muscolo subclavio , così chiamato perchè
è sotto la clavicola , empie lo spazio, che
è tra la clavicola e la prima costola. E 278. Il
tronco della vena cava si divide alle clavicole
nun in quattro rami, ma in due solamente
dall' uno e dall' altro lato, i qujli rami sub-
clavi, e da molti assillari si dicono. (Fj
SUCCO. Fcd. SUCCHIO.
•f « SUCCON riNUATIVO.//(/rf. y///o rt
prestare succes.uva continuazione. Udcu.
I\'is. 3. 26. Dobbiamo avvertire di ordi-
narla ( la favola drammatica) in una l'or-
ma di cose tanto ben collcgate e succon-
linualivc, che quivi dove sono collocate ,
iia il proprio e opportuno luogo loro. (A)
SUCCOSO. Add. Sugoso. Lat. succi
plenus. Gr. ^fuittofl^. Segner. Maun. .-tpr.
22. 1 . Contiene in se , come iu succoso
compendio, tutte quelle ragioni che han-
no fona di reoilerci più conformi al vo-
lere divino. F Giugn. 18 6. Sono aride,
sono arsiccc, non v' è tra loro una stilla
d' umor succoso che possa fare ni fuoco
una minima resistenza.
StCCU.MBEKE. /'. L. Soggiacere. Lat.
succumbere. Gr. u:T9xr«S'ja. Sa/vin. Pi-
.w. I. XOO- Non succumbc alle miserie,
ma le calca nel cuore , e le sopraranza.
* §. Per /testar i>erdenle tiuicc. Av-
veri. (>7. Sempre che pensi venire iu con-
correnza o coinpar-iiionc di chi o più pò-
lente *t risprtialo, più suciumlic d più de-
bole non ostante che la ragione o V one-
stà, o lu gratitudine , voloMe il cuotra-
no. (C)
* SUCCUHSALE. Term. degli Fnleua
stici. Chicta la quale serve in vece d'una
l'arrocchia che è troppo di-rcotta. (A)
* SUCCUTANEO.y*(/rf. Termine dcg'i A-
natomtcì. Che è posto sotto la cult. Ìm/Kif
sue
Anat. 285. Il TAtjnt ( della vena basilica)
succutanco al tubercolo interno del brac-
cio, cioè al f;onfianienio interno del gomi-
to, ù divide in ramo anteriore e poste-
riore. (F)
SUeiDISSIMa Superlat. di Suddo.Lai
fa^dissimus, .torttidissimus. Gr. puTia-
poi-zoLTOi. Frane. Sacch. nov. 98. Peroc-
ché quella cappellina era sucidissima.
•f SUCIDO, e SUDICIO. Add. Im-
brattato, Sporco. Lai. succidus, sordidus,
fadus, immundits. Gr. ^'wTatpj^. Dant.
Inf. 8. Ed egli 3 me : su per le suridc
onde Già scorger puoi quello che s' appet-
ta. Se *1 fummo nel pantan nul li oa-
scondc. Amet. 6 Cacciatisi dal viso i sa*
cidi sudori con la rozza mano, l'arida
bocca rinfresco con 1* umide Crondi delle
verdi piante. Lab. 2^8. Immagina queste
mie parole cosi sucide, e così stomacose
a udire, essere quel beveraggio amaro
( cioif, disoneste, e che rappresentano brut-
ture e sporcizie ) . Car. lett. I. 21. Si mi-
se a negoziare una tregua tra la sudicia
e lui ( qui dello di femmina vile e diso-
nesta ). * Bern. rim. i. io5. Non credo
che si trovi al mondo fante Più orrida ,
più sudicia e squarquoia. Meaz. sai. 7.
Ma pur son gentiluomo, e porto al brac-
cio Un bel maniglio d* oro ; e tutto il
giorno A un sudicio lacchè do qualche
impaccio. (Bj
g. 1. .'Sudicio, ogfii più comunemente si
dice de* panni lini, e opponst a Bianco;
o della persona, e oppoasi a y'etto e Pu-
lito, o Che fa le cose nettamente e con
pulizia. Fir. As. |3:'>. Pensa da per te,
come quelle puzzolenti medicine con pan-
ni sudici, e con gì* impiastri fetenti mi
conciano queste mie diltcale mani. Burch.
2. 23. Nel letto uvea due cam.cc sucide.
Ilicamate di macchie di cristei.
g. II. Sudice mazzate, o simili , vaie
Forti, Sode, e Date sc/iza riguardo e di-
screzione. Lat. immanit. Gr /i.S'/a{, 9?o-
Qpòi- Ciriff". Calv. 2. .'Ì7. E ricevute Da
lui avea di sudire mazzate. Buon. Fier.
4. 3. 7. E di sudice udimmo andare at-
torno Mestolate, e intronar gomiti e ooc-
ca. # Bert. iiiamp. 2l5. Di che avevi
paura? delle buste ? ad ogni modo ooo le
potevi scampare ; e l* avele anche tocche
sudicie. (Cj
^ g. 111. Lana sudicia, o greggia .
Term. rie' Lanaiuoli ; e dicesì (JueB» che
è tale quale esce dalle Itestie pccorme, (A)
^ g. IV. Sucido, o Sudicio. Term.de'
Piti, Imbrattato, Sporco. (Quando paHia ■
mo del colore delle macchie delle pietre
dure, o Simili altre cose, per simtiitiidiuM
diciamo Color sucido, o sudicio , Un co-
lore qual sia più o men chiaro , ima af-
fumicato, e che pende al nericcio j 4 più
propriamente. Che è privo di quella vi-
vacità che sogliono avert' tutti i cWon
schietti, ciascheduno per se stesso. Bai
dm. foc. Dis. (ti)
SUeiDUME. e SUDICIUME. Sporci-
zia, Loiiiura. Lai. sordes. Gr. av>]- Dant.
Purg. 1. E che gli laii il tuo, Siccb' o-
gni sucidume quindi stinga. Bocc. g. 2.
f. 3. Usanza e delle donne di lavarsi la te-
sto, e di lor via ogni |M>lvcrc, ogni suci-
dume . /:' nov. 60. lu. Scasa riguardare
ec. a un suo farsello rotto e rappctuto .
e intorno al cullo e sotto le diteUa unat-
tato di sucidiimr. Buon. Fier. ^. 1. Il
Kran d* un btdo Circondali indelebile e te-
nace Di sudiciume e loto Ma/m. 3 07.
Piena di sudiciume e di strambelli Gran
gente mena tpia Palamidone-
SUCO. led. SUGO.
SUt.GSirA'. ;>rf. SUGOSITÀ.
SUeO>0. Fed. SUGOSO.
<t SUD. J'oce olandese, usata da' o»-
t;ra^, che vale MexzoiU. t^uella partt dtl
SUD
mondo che è opposta al Settenlrione. j4c-
cad. Cr. Mess. Quella verso Ìl Sui) . per
1j quale cDlrarono ^ì Spagouoli , era di
olto miglia, (yl)
SUDACCHIARE. Dim. di Sudare.
* SUUAMIM. Piccoli iunioretti che
sogliono nascet-e nella ente ^ e cagionare
un gran prurito. !-al. piistula-j * sudami'
na. Gr. i^pòìv. Red. Cons. i. 280. In
oltre se ìl mentovato siero sì sparge per
\ì cute , nasroDo quei piccolissimi tumo-
retti sudamini, e per altro nome dal vol-
go chiamati piHirelli. (*)
•f * SUDA^TE. (he è molle di su-
dore. Che suda. S. .ff;ost. C D. 6. 2^.
La onesta matroua coronava ec. y stando
a vedere tutta la moltitudine, ove era pre-
sente il marito rosso e sudante, ce. Car-
En. 12. 566. Di nemici Miscral)il ruina
e strage e strazio Or ron 1" armi facendo,
or ro* deslrìeri , Che sudanti , funtanli e
polverosi ec. Sah'tn. lliad. 8- 733. Stac-
<\ir dal giogo i lor cavai sudanti, E col-
le briglie gli Icgaro appresso I suoi coc-
chi riascuDo. (A)
*t * §- Sudante, per Che costa sudo-
re^ Che affatica, fìcee, Am. Vis. 26. Il
drago ancora con sudanti pene , Che ec.
fu morto da tene. (A)
* SUDAWTI.SSIMO. Superiate jlffati-
eantìssimo. Faticosissimo. Salvin. Vros.
Tose. I. i<^5. Appunto ha voluto la sorte
che alihiaao incontrato me ec. a casa uno
di questi generosissimi e sudantissimi
provveditori. (*)
5 SUOAKE. JS'eutr. Mandar fuora ti
sudore. Lat. sudata , sudorem emittere.
Gr. iopoZv. Petr. son. 33. Sospira e su-
da all'opera Vulcano. Hocc. nov. 80. 10.
Quivi, poiché di sudare furon restati, dal-
le schiave fuori di que' Icozuoli tratti, ri-
masono ignudi negli altri.
* §. 1. Sudare i capelli ad uno, dice-
si ad aceennare che uno dura ^rave fa-
fica, a Bern. Ori. i. ^. 3o- Al re Gian-
donio sud.tDO i cai elli " ■ f^')
§. II. far sudare alcuno senza ai'er
caldo , Jiguratam. \-ate /fargli da fare ,
Travagliarlo. Lem. Ori. i. [\. 84- Won
gli parrà, come gli altri, Rinaldo, E lo fa-
rà sudar senza aver caldo.
§. III. Sudare, -i dice, anche del Man-
dar fuora (fualiinque umore. Lat sudare,
exsudare. Gr icpo-jv. Tes. Br. 3. 7. E
se ^1 vasello suda dentro, o tu vi truovi
ghiotti d' acqua, non dottare , che quivi
avrai huono pozzo. Tìurch. \.^\. E quan-
do un u»»vo suda. To' di quell'acqua, e
fregatela agli occhi.
* §. IV. E in signifiC. att. " Cuar. Fa-
st. Jìd. 5. 2. Suda sangue la Dea, hema
la terra- . tC) Toc. /'av. Cerm. 385. In
levante sono arbori che sudano incensi e
balsamo. ' TCj
^ §• V. Sudare una,o più camicie ec.
vale Faticare as.tai. tìern. rim. I. 5.
Pure a coprirlo tutto due famigli Suda-
ron tre camiscie ed un farsetto. (V)
t SUDAIUO. V. L. Sciugatoio. Lai.
sudarium. Gr. souoa^tov. fa.is. 28. Per
le multe lagrime che piangendo gittava ,
portava uno sudario in seno, col quale le
rasciugava. Hfed. Jrh. Cr. 44- Lo riipo-
gliarono un' altra volta da capo , e di un
vii sudano il cinsero intorno , e ricopri,
ronlo un poco.
§. Per Quel panno nel quale restò ef-
figiata /* immagine di Cristo ; ed in que-
sto senso precisamente si usa oggidì que-
sta voce. Lat. sudarium. Gr. 5C*j6k'ci5v.
G. /'. 8. 36. 2. Si miL-itrava in san Pie-
ro la santa Veronica del Sudario di Cri-
sto. A' IO. 55. 6. Il santo Sudario di Cri-
sto f uè nascosto per uno Calooaco di san
Piero.
•t * SIDATICCIO. Add. Alquanto su-
S U D
dato, Molliccio di sudore. lìim. hurl. 2.
142. Qualche persona sudaticcia e stanca,
Che io quel punto la rosta non avessi .
Coi guanti arrosta, e vento noD le man-
ca, (^f)
•f * SL'DATISSIMO. Superi, di Su-
dato. Min. Maini, pag. 108. Tutto una
broda di sudore. Ttillo molle dal sudorej
sudatissimo per la fatica del viaggio vio-
lento. (A)
SUDATO. Jdd da Sudare. Lat. su-
dore madt'factus. Gr. lòpóÌTi /aSry'/fJO^.
fìocc. nov. 60. 9. Tutta sudala , unta e
aflìiniata. E nov 73. ig. Calandrino tutto
sudalo, rosso e afl.uinato si fece alla 6ne-
stra. JS'alm. 1 . 49' *■ he può , de' soldi
avendo nella cassa. Pisciare a letto, e di-
re : Io son sudalo.
g. I. Per mctaf, vale Lavorato, Fab-
bricato, loliz. st. 1. 93. Sopra i crini
D' oro e di gemme uu gran palazzo folce
Sudato già ne' cu ilian cammini.
^ g. II. Sudalo , pure per meta/, di-
cesi di ogni cosa , dove sia impiegala
grande diligenza e fatica. Lat. laborio-
sus, Cat, Fir. rim. dedìc. Volentieri leg-
gi le altrui fatiche, e le mie massime,
sebben sono inutilmente sudate. (J>)
*r g. IH. Per Acquistalo con sudore e
fatica. Pucell. j4p. v. 586. Toriiansi a
casa, e de' sudati cibi Kuirono i loro af-
fai icati corpi. fL'r)
^^ SUDATORIO. Susi. Stufa, Luogo
Caldo da provocare il sudore. Lat. suda-
toriunìj vaporavium , laconicum. Gr. !«-
/wvt/o'v, otT.uiiTr/^tov. Ped. Cons. I. 20i}.
Questi tali incallimenti non possono mai
domai'si ne dai decotti sudorifici , ne da
quanti sudatoiii sì trovano in tutto l'uni-
verso mondo. (*)
^ §■ l er Bevanda, o Cibo che eccita .fu-
dore. Magai, f^perett. l30- A'ogliono dun-
que che qtiesta polpa, preparata con va-
rii argomenti , sia un sudatorio infalliliiìe
e potentissimo, (fì)
'> SUDATORIO. Add. Allo a provo-
care il sudciv^ Sudorifero. Lat. sudato*
rius. Or. lOjSWTixs;. lied. Cons. 1. 204.
Intendo essere d' altronde stali proposti ì
decotti sudori6ci, e le stufe sudatorie. (*)
SLDDECANO. Titolo di dignit) eccle-
siastica, che viene dopo il Decano. Lat.
subdecnnus. Borgh. ì esc. Fior. ^62. A
lui vengono dietro 1* Arciprete ec., e il
Decano, e Suddecano.
SUDDE'ITO. Add. Sopraddetto. Lai.
pradictus. Gr- :rrosicr;u£yo;. C J'. 12.
8. 6. Per volere maggiori salarii di loro
lavorii per le suddette cagioni. 'I* Red.
leti. Queste suddclti? acque termali. (JVJ
SUDDIACONATO, /crf. SODDIACO-
]NATO.
SUDDIACO-NO. /Vrf. SODDIACONO.
:".: SUDDITEP.ELLO. l im. di Suddi-
to. Allcgr. 168. Dile a bocca alle Muse
ec. -, elle le mi paiono un bel presso ,
ch'io non l'ho dello lor in sul moslac-
cio, a tratiare i lor poveri suddilerelli a
questa foggia f /''
^ SLDDITE/ZA. Aslr. di Sudrti/o;
Qualità di òuddilo. Olt- Com. Jnf. J7.
3lO. I a seconda specie pone che s' usa
in quattro modi j o verso parenti, o verso
cittadini ec. o verso i noslri magiiiori ,
alti quali siamo obbligati per sudditcz-
za. (C,
SUDDITO. Quegli che e .9otto signo-
ria di Principi, o di Repubbliche , o di
iSignori j 1 as.vfillo. Lat. imperio subt/i-
tus. Gr. vf'/o'pViO-,- Bocc. nov. 16. 3.
>'on volendo suddito divenire del nimico
del suo signore, di fuggire s' apparecchia-
va. E nov. 100. II. E similmenie verso i
sudditi del marito era tanto graziosa e
tanto benigna, che niuu ve n'era, che più
che fé non l'amasse. C. J . 9. 244- '■
SUD
1439
Riformaro la terra a loro signoria in par-
ie Guelfa, siccome terra loro distrettuale,
e come loro sudditi.
SUDDITO. Add. Sottoposto. Dani. Par.
3l. Tanto che veggi seder la Regina, Cui
questo regno è suddito e devoto. * ì il.
S. Ciò. Guaio. 285. Che colale reveren-
zla fosse fatta a costui, il quale vide sud-
dito al suo timore. (V^ Guicc. Star. 18.
37. Andò a Borbone ad alloggiare Ìl se-
stodecimo di a Santa Sofia, terra della
valle di Calcata suddita ai Fiorentini. E
107. Ordinò (il He) che per tutta Fran-
cia lusserò ritenuti i mercatanti sudditi a
Cesare. (Cj
SUDDIVIDERE. Dividere di nucvo in
più parti qitel'o che già era diviso j e
dicesi di trattati, dispute , di.-rcorsi , li-
nee, e simili. Lat. snbdividere. Gr. -jTZc-
òionpiì-j. ir. 2. 23. 12. Ma questo mo-
do, e '1 secondo simigliantemente, si sud-
divide in più modi. i.al. Sist. 196. Sud-
divi»b?ndo la F A in mezzo , la parallela
prodotta dal punto della divisione sarà la
metà della F G.
i^ SUDDIVISIBILE. Add. Che si può
suddividere. Cai. Piai. mot. loc. 698- Ma
perchè, quanto si voglia lo spazio *7a bre-
ve, è egli però divisiliile e suddivisdiile
sempre, si continueranno ec. (*)
SUDDIVISIONE. // suddividere. Gal.
Sivt. 196. Continuando la suddivisione in
infinito , le parallele susseguenti saranno
sempre la mel'a delle prossime precedenti.
•'- E Piai. mot. loc. 535. Se noi andre-
mo seguitando la suddivisione sino che si
riduca il primo solido in una minuta pol-
vere, troveremo la gravità ec. (P, Jmperf.
Prov. D. 3. T. 3. 1^8. Di tutte le moH
maggiori dell' universo puossi fare divisio-
ni e suddivisioni finche agli atomi non
giungano, principii di tutte le cose create
da Dio. tFj
•f * SUDDtPLO. Add. Term.di Pro-
porzione j e dicesi quando il termine minore
e la mela del maggiore. Lat. subdiiplus-
Cai. Dia/, mal. loc. 5l3. L'accrescimento
della superficie è sudduplo dell' allunga-
mento , come io potrei geometricamente
dimostrarvi . E 614. Come la superficie
del cilindro A B alla superficie del cilin-
dro C I> , cosi la line;! E alla A F, cioè
alla C D, ovvero la AB ;illa E. che è
proporzione suddupla della AB alla CD. (*)
•f * SUDICERIA. Sudiciume, Sordi-
dezza . Pros. Fior. pari. 4. to/. 1. pas-
262. Dovendosi spiegare in quel verso la
viltà de* piaceri della fortuna, cioè la bas-
sezza, la povertà , la gretteria , la sudice-
ria loro , mi pare ec. fAJ
^- §. Sudiceria, vale anche Azione vile.
Indegna. ( Cj
:^ SUDICIAMENTE. Avverb. In modo
sudicio. {C}
^' §. Per Senza di scrizione , Senza ri-
guardo . Bert. Ciamp. 21 5. Uno scolar
d' Ippomaco , maestro de' lotlalori , fu da
lui sudiciamente bastonalo , perchè e" pia-
ceva troppo al popolo. (Cj
SUDICICCIO. Add. Alquanto sudicio.
Celi. leu. 3. lez- 4. 94. Pare che egli
alibiano il più delle volle la barba unta ,
come si vede avere spe>se vulte i golosi,
e atra e sudicicciii per la qualità del luo-
go, e della piova brutta.
SUDICIO, r. suciDO.
SUDICIONE. Accrescit. di Sudicio.
Lat. perquam sordidus. (Jr. "x'vv cuTta-
pd;. Menz. sai. 5. Quand'io vedeva que-
sti sudicioni.
SUDICIOTTO. Arcre.tcìi. di Sudicio.
Car. leu. i. Q. Intendo che certe di que-
ste sudicione ballano.
* SUDICISSIMAMFNTE. Avverh. Su-
peri, di Sudiciamente ; In modo sudicis-
simo . Lat scrd.dissime . Pros Fior. 3.
SUD
S V E
S V E
2. l5> 278- Aveva io preso di mira cin-
que o sci , e rivedeva loro Icr buccio , e
lavava lurti il capo sutUcissimamente sentì
ranno e- senza sapone, e s«-nzu risparmiar-
gliene, e gliele tirava giù alla paggio (tjiii
vale: A più non po.tso, Alla dirotta, Al'
la disperata. Lat. ohnixe ). fASj
SUDICIUMI-:. / . SL'CIDUME.
3 SUDOKE . Quell'umore ch'esce da
dosso agli animali per soverchio caldo, o
per affanno, o fatica ■ Lai. sudar, Gr.
i^pc>>4. lìocc. no\'. 5l. 5. A madonna
Oretta, udendolo, spesse volte veniva un
sudore, e uno sfinimento di cuore, come
se inferma fossr-. Lah. 7. Mi sopravven-
ne un sudor freddo, e una compassion di
me stesso , rou una paura mescolata di
noD passare di malvagia vita a piggiorc .
Dani. Inf. 3. Dello spavento La mente di
sudore ancor mi bagna. lìcrn. Ori. i. 6.
33. Ma ben gli fece sì doler la schiena ,
E per lutto sentir tanlo dolore, Che della
morte gli venne il sudore.
s? g. I. Tornare in sudore, vale Ri-
solversi in sudore. Sudare assai. Vit.
SS. Pad. 2. 357. Tanto s' airatirò , che
tulio tornò in suilore , e lutto trango-
sciava. ( Ì^J
# §. II. Sudore, per similit. , dicesi
anche air Umore che esce dalla scorza
degli alheri. lìart. Pov. coni. cap. 10.
I balsami non sono sudori d' ogni cor-
teccia ; perciò come cose preziose si sti-
mano. ( Hr)
# §. III. Sudore, si dice anche dell'
Uscita di questo umore. lied. Esp. nat.
54- Una dramma della sua scorza, o gu-
scio provoca potenlenieule il sudore a co-
loro, che hanno il mal Traiizcse. (C)
■f §. I V. Sudore, /ifjuratam. dicesi della
Fatica, e del J'ensiero che altri si dà per
riuscire in una cosa . * « Coli. SS. Pad.
Acquistiamo la i>urilà del cuore, non per
Olio ne per sicurtà, ma per continuo su-
dore, e contrizion di spirito. .S'. Gir. Pisi.
Mentre che tra le spine e tra' pruni col
corpo chinalo, con sudori si cena d'avere
frutto», d'} Agn. /'and. Mende la villa
alle sue fatiche ed a' suoi meriti ismisuralo
frutto ce. per un ['icrolo sudure più Itotti
di vino. ylr. Fur. 7. 55. Direndo: è que-
sto dunque il frullo ch'io Lungamente atte-
so ho del sudor mio ? f /Ir) .SVi/r. Granch.
1. 2. Fortunit) Mi da per mio sudore ce.
una Mancia ed una limosina di trenta Fio-
rin per marilar la IN.mna mia .
SUIH)IU:TT0. ])tm. di Sudore. Lih.
ciir. malati. Comparisce un sudorcllo scar-
so e inutile.
# SUDORIFERO. Add. Che provoca il
sudore. Sudorifico. Valli.tn. I. 21. {Min)
SUDOIUFICO. Add. Che vrovocn il
sudore. Lat. sudorificus. (Ir. 0»aoopr;Tt-
Mi. Lih. cur. malati. Quando lo sto-
maco si è afilillo, non convc>ngonvi me-
dicamenti sudorifici. E appresso .- Quan-
do Usano i medicamenti sudorìGci , slic-
no io una camera calda.
SVECCHIARE, l'or via le cose vec-
chie. Tac. Ì)av. Ann. l\. 8a. Dicendo
aver gran bisogno gli eserciti d' essere
svecchiati e rifornili.
^ §. E in sipnific. neutr. pass, va-
ie Lasciar d' esser vecchio, /lari. uom.
punì. 1. 8- Ma interi, con tutta l' ani-
ma in corpo , ringiovaoirelibono svec-
rhiandosi , e morendo in cstt quel <hc
solo e corruttibile e mortale. (l'Cf
SVEGGHIAMKM'O . Svediamento .
Lat. e.rcitafio, vi}:i/atiì. <ir. ì/ip-Ji^. S.
Ag- C /'. Lo parole , che jblium pò.
tte, contendono non significare morie e
risurrezione, ma sonno ed isvcgghiamen-
to.
t 3 SVECCHIARE. Svegliare. Lat.
excHare. Gr c'/sijSStv- J/or. S Crtg.
3o. 7- ' quali , quando dormivano , il
gallo gli svegghiò col più luogo e gran
canto.
* §. £■ in signijìc. neulr. pass.
** Seat. Claustr. 435. Se le lagrime si
muovono, e si sTcgghiano solameole per
aver V uomo memoria, e desiderio di te.
K 455. Nella lezione si svegghla pauro-
so, che domila nel sonno del peccato »
( in (fuesti esempii Jiguralam.) . (C)
SVEGLIA. Susi. Strumento antico da
sonare col fiato, del quale s'è perduto
r uso. Lih. Astrai. Ama mollo d' udire
voce tli stornieoto che suoni con boc-
ca, siccome è Eulolo, sveglia e tromba .
Sen. l'i.il. 87. Siccome sono corda, sve-
glia, e qualunque altro strumento è ac-
concio a cant.ire. Ciriff'. Calv. 2. i^.
Tante trombeltc e sveglie e cembanelle
E tandiuracci e naccheroni e corni Si
sonavaii, che ce.
§. I. Sveglia, per lo Sonatore J' e.f-
sa sveglia. G. V. II. 92. 3. I trom-
badort e banditori del Comune, che sono
i banditori sei, e tromliadori, naccherino
e sveglia.
%. II. Sveglia, per la Squilla liegli
orivoli, che suona a tempo determinato
per desiare. /ìuoh. Fier. 5. 5. 2. Un
orivolo e questo. Che sopra ha per pin-
nacolo una sveglia.
^ §. III. Sveglia, per Suono di trom-
ha, 0 di tamburo in sul mattino per
avvertire che 1 soldati si levino. (A)
§. IV. Sveglia, per Sorta di Stru-
mento da tormentare i rei- Lai. equw
leus. Or. i';r:r«^iov. Buon. Fier. 1. 4-
6. E eh' alla sua «juerela Fune non dee-
si, o sveglia Stata colta la notte an-
dandt> a veglia, h' 3. 2. 2- E in un al-
tro una sveglia Pur senza campanel- F
5. 2. 7. Io credo che se sveglia, od al-
tra tale Macchina da tormenti, Mi fosse
stala sotlopo.\ta a' fianchi , ce. Jnjar. sec.
224. Con tanlo sfinimento dì chi 1' a-
scolta, che poco peggiore è la sveglia.
V §. V. Onde Èssere, o Stare su la
sveglia, vale figuratamente , Stare in
pena , e come anche dicesi Slare su la
corda. Cecch. ^logl. 5. a. Lasciami an-
dar via che e* non mi trattcnessen qui
tre oro che il povero Ridolfo e sulla
sveglia. (C)
* §. VI. E in proverbio Chi aspetta
.Ita sulla sveglia j e vale Che l' tispet*
t'izione è .tempre cosa penosa. Cecch.
l*rov. 5;J. Ricordati Che chi asp'-Ma sta,
sai, su la sveglia. (C)
SVEGLIAMENTO. Svegghiamento , Lo
.fvegliarx. l.at. cxcilatio , evipilatio. Gr.
t-/tpati. llut. Inf. 3. a. Per lo AUo a>I-
dormcntamento, e pas».miento de' fiumi ,
ed isvfgliamento che ebbe poi di là.
SVEGLIARE. Destare, Kompere il
sonno. Lai. ej citare, ejftergisci, e.yper-
gefacere. Gr. cyci'jSitv. Pant. Purg. 19
Quel mi sveglio cid puzzo che u' u>ci*
va. liocc. nov. i\^. 11. Loro non sola-
mente svegliarono, ma prestamente seuza
alcuna pietà presero e legarono.
§. I. Svegliare, per metaf, vale Com*
muovere , Pendere attento e operativo .
Lai. excitarv. Gr. ì'/upnv- Amm. .-tnt.
II. i). la. Niuoa cosa coti contra le
tentaziimi inforza 1' -inimo, uiuiia c\>»a co-
si isvrglia ed aiuta 1' uomo, come lo
studio della santa Scriltuia. Cuid. <i.
Sottt> tanto peccalo da loro commesso
conlra b>ro ^vegliarono la potenza delle
\oslre fiirsr. lUltam. 1. 32- Or.i, figliuo-
lo, a ragionar mi sveglio Le gran bat-
taglie.
i> $. IL Svegliare, vale anche Avvi-
sare, Scaltrire, t'etr. cap. i.Urniathi
'1 prova, e »iati cosa piana Ann iiiiir
anni, e 'nfio ail or ti sveglio. ' Drj
^ 2- III. Pur per metaf . e in sigtiific.
neutr. pass., vate lìavvedersi. iìocc. lett.
Andr. Acc. 322. Se non senti che tal Lene
sia in le , svegliati col rossor della mcole,
riprendendo te stessa , che segnata del
battesimo cristiano, d^ onestà , di pudici-
zia, o di virtù, t' abbia lascialo sincere da
una straniera. {C)
!? §. IV. Svegliare , parlandosi di
Strumenti , vale Cominciare a sonarti»
March. Lucr. Itb. 2. Che la soave me-
lodia si forma Da musico gentile allor-
ché sveglia Con dotta man 1' armoniose
corde Uì canoro strumento. (Br)
f g. V. òvegliare , in sìgnific. neutr.
pass-, lale Destarsi. Lat. ejrpergisci ,
expergefieri. Gr. «^u^vi'^s^&at, atvi'/u*
pi^baci. Ilocc. nov. l\\. 10. In total gui-
sa dormendo senza svegliarsi, sopravvenne
il giorno. Petr. son. i83. Così mi sveglio a
salutar 1* aurora, E 'l Sol eh' è seco. Dant.
Par. 3o. Se si svegli Molto tardato dal-
l' usanza tua. But. Purg. 19. 1. Jn que-
sti sei Icrnarii lo nostro autore finge co-
me , svegliato , levato lo Sole , sollecitalo
da Virgilio, seguita lui, e vanno alla mon-
tala del quinto balzo. ì'it. SS. Pad. i. Il5.
K di po' questa e molle altre cose, che vi-
dero e udirono in quella visione, si sve-
gliarono, e dissero ai frati quella visione.
§. VI. E per metaf. vate Divenire
attento , Cominciare ad operare. Petr.
son. 248. Or cominciò a svegliarmi, e
veggio eh' ella Per lo migliore al mio
desir contese.
§. VII. Svegliare il Can che dorme.
Vedi CA.NE. g. XXXIV.
g. Vili. Svegliare, vate anche Ter-
minare la veglia.
SVEGLIATEZZA. Accortezza, l'iva-
cita. Salvia. Pros. Tose. l. 3j. Delle
quali cose la città nostra £no dagli anti-
chissimi (empi è stala sempre, per la
svegliatezza, e per 1' acutezza degl* inge-
gni de* suoi ciliadini, doviziosissima.
SVEGLIATISSIMO. Superi, di Sv^
gliato. Ped. lett. 2- 35. Oggimai è ri-
tornato nel suo pristino slato di ottima
salute, crescendo a giornale nella vi-
vacità di uno spirilo svegliatissimo.
SVEGLIATO. ^<W. da Svegliare. h»t.
ejutatus, CJperrectus, expergrfactus. Gr.
Gc!*/sp3«i';. Dant. Purg. 9. Non altl>
meiiti Achille si riscosse, Gli occhi sve-
gliati rivolgendo in giro. Lasc. Gelos.^,
4. lo ho sveglialo r occhio di maniera^
che sarebbe uiipossiLile eh' io potessi più
dormire questa notte.
3 §. L Svegliato, fipiratam. vale Che
e di ingegno vivo, acuto e destro. Lai.
vifiit, perspicax, acutus^ diligens , atten-
tus, sollicitus. Gr. o^jòtp^rli, lusJvi-
T04. Pera. Ori. a. a. 3. Ma chi go-
verna particolarnienle, E della vita d'al-
tri cura tiene , Dcbhe essere svegliato o
diligente.
# g. II. Per to più r aggiunto d' inge^
gno, o simile. « Carì. Fior. 32. Siete d'uo*
apprensiva molto svegliata w ( qui è detto
perironuì). (C) Penv. Crii. Or^. 110. Co-
mo di svegliato e singoiar giudicio nell' arie
deU'Hrchitellura. (ì') .4ng. Met. l- 3l. Fer
le ricchcue i già sve|;liati ingegni Darsi
ai furti, allo forze, ed agli inganni . (D)
t §. III. Per Fficace , Attuo. Bed.
Oss. an. |3. Le vipere di fitto verno
consertano sveglialo e polente il veleno.
SVKGLIATOIO ■ Cosa alta a sve-
gliare . Buon. Fier. 5. 1. IO. E sian
corde e catene Sul pigro 6anco svcglia-
toio del cuore.
t * S\ EGLIATORE. J'erhml. nnue.
Che, o Cht sveglia. Salvia. Opp- Caex.
Con testa inghirlandata di fiori , del la-
scivo sveg1iali<rr di carolellc Bacco, alme
nutrici. Magai. Sidr. Ma se scortese Co-
S V E
mito ivoglijlor eoo importune Slrcllc le
|>ÌBÌ,i, e si le desta, ve. (A)
SVEGLIEHE. SVELLERE, e SVER-
RE. Che in alcune vai si suppliscono l*
un coli* altro; e si usano tinche nel xen-
ttm. neutr. pass. Sradicata , Stirp.ìre .-
«f 0 proprio delle piante^ e dell crf'< che
ii spiccano daila terra. Lat. evellere ,
exsttrpare Gr. a';toTii>ìtv , aTO/it^ayv.
Petr. son. 277. Al cailer d* una puota
rhc sì svelse , Come (|UcU3 che leiTu, o
vento slrrpe Dttt't- f^nrg. 1. L* umile
pianta cotjl sì rinacque Suliitjnienlf là
onde la svelse . Cr, 5. l. I9. Cooven-
gonsi adunque dil>arl»are (inerite) e sve-
jtliere con tutte le radici. ^5. 8. 2. Sem-
pre la prossiniana erba dalloroo si svelga.
-V/.im. Colt. ). Il- Quiudi b sveglia, e
dal vi» in più presso li più nodoso tralcio
in vere prenda . 'J'ass. Ger. i3. J. Cosi
crescasi, ed al»itante alcuno Dal fero Lo-
iCii niji ramo non svelse, v Car. hn. 3.
\1\. In questa iseUctta) entrando, Per di
Irondc velare i sjiri altari, Mentre de' suoi
più teneri e più verdi Arbusti or questo or
quel diramo e svelgo, ec. (lì)
%. ler meta/, si dice d' Ogni cosa che
SI spicchi dal suo principio, o di là ov'
eli' e radicata, o attaccata . Ljt. eyelli ,
egredt, exirv. Gr. a7ro5^«5=«(, 5/6stc-
vdtv, sf'pxS'S»*- ^"'»'- ^'i/' >2. D'in-
torno al l'osso vanno a mille a mille Saet-
tando quale anima si svelle Del sangue
più cbc sua colpa sortille. jimet. t)8. Lon
quell* ardur che più caldo si svelle Del
petto mio, insurgo a ringiatìarli. "^ Inss.
Ger. 16. 64. Già il giun-o . e '1 prendo,
e *1 cor gli svello e sparte Le membra ap-
pendo, ai dispieiati esempio, f l*)
* SVEGLIETTO. Meglialoio , Cosa
atta a svegliare, .-lll^gr. l3l Perchè sic-
come al corligian perletto Bisogna essere
in pie sempre a buon' ura. Cosi gli è ne-
reuario lo sveglietto. (I )
3 SVEoHEVOLE. Add. Agevole a
svegliar.<i .
* SVEGLIME.NTO. Lo .stesso che Svel-
timento . Lat. evulsio . Gr- E/sTTai/iO^.
Segn. l.tir. 7. 353. Altri sono, che ven-
gono da malattia, o da consuetudine, cu-
me gli sveghnienli dcpeli, e il mangiarsi
l'ugna . e i carboni e la terra. (*)
SVtGLlOWE. Sveglia grande. Frane.
Sacch. nm. i^- Giù trombe e trombel-
lini, Sveglioni e naccbermì. ì'arch. />-
col. 19. Prendono maggior diletto del
snono d' una eoinamusa, o d' uno sve-
glione . che di quello d' un liuto, o d'
un era* ic embolo. Lor. .ìfed. Acne. 27.
So maneggiar la marra ed il marrone, E
suono la staffetta e lo sveglione . Morg.
16. 25. Corni, tambur , cornamuse e sve-
l^lioni , E molt' altri stormenti alla nio-
mca .
SVELARE. Tor via il velo j e si usa
sempre per meta/, in signijic. di Pale-
tare e di Dichiarare . Lat- explanare ,
detegere , revelare , esplicare , enodare .
Gr. aTToitalj'uTSiv. Vant. Pnrg. 3. Che
come fa non vuol che a noi si sveli .
f'iamm. 5. 44- '^'' sarebbe caro che tu
ornai gli occhi deUa tua mente, dalle tene-
bre di questo iniquo (iranno occupati, sve-
lassi, e loro della verità rendessi la luce
chiara . Boez. I arch. 2. pi^s. I. Ella ,
che ancora agli altri si cuopie , a le si
e svelata tutta ( qui in sigmjìc. neutr.
pass, ).
SVELATAME>TE . Avverò. Scoper-
tornente , Manifestamente . Lat. palam ,
aperte . Gr. Cp-stvefù^ . Segnrr. Mann,
lìuemt'r. 25. I. .^e 6n ora agli uomini
fu promessa, fu profetala , e fu adombra-
ta sotto varie 6gure, oggi finalmente ella
apparve svelalamente . V L Sett. Prmc.
Jlluf 2 1- Dove disse che noi vediamo
/ oca'olario T. II.
S V E
svclalamoute. ma lo vediamo in aenigtnu-
le. f TCJ
SVELATO. Add. da Svelare. Lai. re-
lectus , detectus. Gr. ffva/i/aivwYJi-'vo;.
Red. ì'ip. 1. 63. lo lodo tutte le selle
de' filosofi, ed in tulle trovo molle cose
che svelata ci niostraun la verità, v Chiiihr.
rim. part. 3. pag. 87. ( f'en. 1730 ) A
me mostrossi Euterpe Quale in rima di
Pindo apparir suole ec. : ella mosti ava il
seno Quasi svelato , e delle belle gambe
Il purissimo avorio in bei coturni. (Bj
SVELENARE. Tor via il veleno. Lai.
venenum iollere. Gr. ^a'^c^v/ov àfxipitv.
# Bronz. rim. buri. 2, 258. K rosi purga
via per gli emunlorii Cuor, fegato e cer-
vello , e gli svelena Più che ce. (Bj
§. Jn signijic. neutr. pass, vale Trarsi
la rabbia e la stizza. Lat. iram cvomere.
Gr. opy^v s^ZfAsXv . Pecor. g. 5. nov.
2. Tolse la stecca, con che egli legava le
balle , e dagli di sotto , da lato , per lo
capo e per le coste, e quivi si svelenava
sopra di questo mulo. Frane. Sacch. nov.
192. La donna rispondeva a ritroso, e co-
lui colle battiture si svelenava tanto, che
*1 romore andava per la contrada.
SVELENIRE. Contrario d'Invelenire.
* SVELLATO. Add. JS'on raccolto in
vello ^ Pi steso, e diccsi de' capelli, e della
barba, f'as. Op. 1. I03. Siano i suoi ca-
pelli e la barba lavorati con una certa mor-
bidezza , svellali e ricciuti , che mostrino
di essere sfilali. (Cj E J it. Boiiarr. Con
l'altra ( mano ) si tien la liarba , la quale
nel marmo svellata e lunga , è coudolta
di surte ec. che pare impossibile che il
ferro sia diventato pennello. (P)
SVELLERE. V, SVEGLIERE.
SVELLIMENTO. Lo svellere. Lat. e~
vulsio . Gr. s/^Tia^oo'i . Cr. 9. i5- 2.
Se per lo svellimeulo , ov\ero scarna-
inento suo s' apra vena alcuna , e faccia
sangue , allora incontanente si prenda , e
stretta con le mani con filo di seta stret-
tamente si leghi.
SVtLTEZZA . Astratto di Svelto.
Tratt. segr. cos. dona. Amano sopra ogni
altra cosa la sveltezza della persona . IC
appresso : Si gloriano della propria svel-
tezza . ■> Imperf. Tim. D. 6.. 7'. 7. 35.
>on dobbiamo noi credere , anche natu-
ralmente favellando , che se gli enti in-
corporei ci sono, ch'essi abbiano l'attività
de' moti loro di più vigore e di più svel-
tezza che i corporei non hAUDot ( F)
't •■•' SVELTIRE. Si dice dell* Essere
le figure, o fabbriche fatte .fcnza vizio, e
in maniera che più tosto pendano in sot-
ti/e e lungo, che in grosso e corto. Bai-
din. Dee. Fece risplendere in propria vir-
tù ec- singolarmente nello sveltire e ri.sol-
vere delle attitudini, particolarmente degli
ignudi. E f oc. Dis. Per una certa infe-
licilà del gusto suo ( del pittore ) nel lare
sveltire le parli delle figure , e dare ad
esso moto e prontezza , ec. ( Aj
SVELTO. ..dd. da Sverre. Lat. evul-
sus. Gr. E'/.5;r:X7^c('c. Dial. S. O/e^. Av-
vedendosi r ortolano del danno predetto ,
e trovandosi l'erbe conculcate e svelte,
ec. l nllad. Liigl. I. Gli alberi, che era-
no svelti ec-, si vogliono aguale ec. scal-
zare intorno. * Car. En. 6. 36."^. E da
ciascun di mezzo le due corna Di setole
maggiori il ciuffo svelto, Die per saggio
primiero al santo foro. (Bj
•f §. I. Svelto, vale anche Alquanto più
lungo del giusto , ma non sì che sia
sproporzionato j opposto a Tozzo; e ag-
giunto a persona vale ÌH membra .sciol-
te , e di grandezza proporzionata, e po-
co aggravato di carne. Lat. agilis. Gr.
eiaf^o';. Bim. ant. Poi guarda la sua
svelta e bianca gola. Commessa ben dalle
spalle e dal petto. Fir. Piai. beli. donn.
S V E
1441
3pj) Piace la persona che è complessa,
quando eh' ella gclli fuori i membri svel-
ti , e destri. E appresso: Porta così bene
quella sua persona, cosi intera, così svelta,
cosi agile , cosi destra : oh Dio , egli è
pure un pia» ere a vederla camminare.
Aìam. Gir. 7. i44- Già de' miglior ca-
vai tanno la scelta , Di possente perso-
na, addritta e svelta. Borgh. Rip. i53.
Quando occorreià far qualche figura ve-
stita . o con panni attorno , sarà molto
bene tenerla svelta.
* g. II. Svelto, vale anche Lesto,
Che opera con prestezza . Buon, Fier.
4. 1. 10- Non sentite voi Lo sgrigiolar
dell'armi e la favella Rodomontesca? cheti,
lesti , svelti. fCj
3 SVEMBRARE. /'. A. Smembra-
re. Lat. dilacerare. Gr. oixa*r«p«TTs(v.
f^etr. Uom, ili. Partorii costui , e del
mio latte lo nutricai, ed ora, misera me,
r ho svembrato ^' Fr. Giord. iq6. Era-
no tagliati, stracciati e isvembrati per la
fede. (F,
SVEMBRATO. F. A. Add. da Svem-
brare. Lat. dilaceratus- Gr. Ota^~«czfti;.
Petr. Uom. ili. Presento loro la metà del
figliuoKi svembrato.
SVENARE. Tagliar le vene. Lat. ve-
nas amputare, secare, incidere. Gr. oVi-
^oxop.il-i. G. V. 8. 35. 8. Quando han-
no sete , e non trovano acqua , svenano
r uno di loro cavalli, e beoo>.i d sangue.
Bocc. nov. S!^. l4- Lei gridante merce e
aiuto svenarono. Bern. Ori. 2. 2li. 25.
Urta per mezzo alla nemica gente , E
quello svena, e quelT altro scotenna.
-I' §. I. Svenare il sangue, vale Ca-
varlo dalle vene . Buon. Rim. 78. Co-
stei pur si delibra Indomita e selvaggia
ec. E 'l sangue a libra a libra Mi svena .
e sfibra . (Cj
^- §. IL E in signific. neutr. pass.
Tagliar.H le vene. Imperf. Prov. IJ. 12.
T. 4. 282. Seneca stesso di Nerone pur
degnissimo precettore cui convenne disfa-
vorito svenarsi. (C)
§. ni. Per similit. Morg. 23. 47. E
svina e svena di botto una botte ( cioè,
spdla ).
'^ §. IV. Svenare, dicono gli Ottonai,
Argentieri ec. il fare la pelle più mor-
bida. F. SVENATOIO. (A)
'A' SVENATO. Add. da Svenare. Se-
gner. Mann. Apr. 19. 6. Se pur molto
patirono a tal effetto , lapidali , segati ,
svenati, chi di loro pati i dolori di Cristo,
che portò i dolori di tulli? E Agost. 2^.
2. Prima morire bruciato, stilettato, sve-
nato, che mai peccare, j Fj
•^^ SVENATOIO. Term. degli Argen-
tieri, Ottonai , ec. Specie di cesello che
Ja la pelle più morbida , cioè di grana
più sottile e più granila . (A }
* SVENATL'RA. Term. de^Ianaiuoli.
Piccola .faldatura nel taglio delle forbici
dei Cimatori j la qual cosa accade- più
comunemente ne' coltelli che hanno poco
ferro per regger i' acciaio. (A)
* SVELENARE . Svelenare. Chiabr.
poem. Ungi queste armi d' alcuna erba,
o note Mormora sopra lor, che sian pos-
senti A svenenarle. (A)
-'.' SVENEVOLAGGINE . Svenevolez-
za , Sgraziataggine . Lat. inconcinnitas .
Gr- «:r-:i^o/a/i'«, à'/xpiarìa.. Red. lett.
1. 348. Egli si porto con tanto mal gar-
bo e con tanta svenevolaggme, che sto-
macò tutto quanto quel notturno conci-
liabolo f)
SVENEVOLE. Add. Sgraziato, Sgua-
iato, Senza grazia , Stomachevole, Mo-
lesto , Disadatto j contrario d' Avvene-
vole . Lat. invenuslus . Gr. avaTTaypo'-
otTOS ■ Burch. I. 125. Quanto sieno
svenevoli I caroli e le rape riscaldate .
181
,442
S V E
S V E
Buon. F.cr. 3. 1. 5. E quel rhc d oro
a collo cinge, La cola aver d. una sve-
nevol grue. Il 4 - 9; \ «'P""; '"•
nevolc Entrerà motteggiando. Use. la-
rent. prol. Se 1' una e rustica e svcne-
»ole , e r altra liligginosa e mal fatta.
•+ SVENEVOLEZZA. Astrailo di .S.e-
ntvolcs Mancanza di garbo, o graz.a. 1^1-
'invenuslas. Gr. a>0U3.a .^"'c L'"
Pr S. Ap- 3l6. Due volle e suta «per-
chiata la pazienza mia daUa .venevol«ra
deUe cose, e da vane promesse, f ron. Mo-
rdi 2',0. Scaccia paura , limideua , poi
tionena , avarizia , menlecatlaggme , sve
nevolena , ed altre simili.
•+ i:. SVENEVOLMENTE. Avveri. In
modo s.entvoU, Con isguaiataggine. Lden.
\is 3. 87. Ma di queste commedie ne so-
no svenevolmenle piene tutte le rapsodie
d'Omero. (A)
SVENEVOLONE. Accrtsal. d, ii'enc
yoU. I-r. no.: 8. 29*>- Stringendo San-
tolo coUc braccia con certe amorevolcx.oc-
ce svcncvolonc , che ce. |
* SVENEVOmCClO. Vim. di Si'cne-
foU. (Aj . . c^„.-
SVENIMESTO. Lo si'enirsi , ■''.fini
memo. Lat. animi defeci,, s . Gr. Ì6inO-
S„aiK. Tass. Aminl.3. 2. Igl. re.sp.ra
pufe : questo fia Un breve svenimento .
Buon. fier. 5. 2. 5. Tacendo J suo s.
6eto svenimento . Sen. Ben. I arcli. 3.
6 Ciò non era svenimento del Sole , ma
congiungimento di due pianeti ( 'l'" P"'
ecclisse ). _j.,„- ,7
SVENIRE, fenirsi meno. Perdere il
senlim.jesi usa in ■"P!Ìfi^- "''['•■ P"";;
benché lalora colle parcelle Mi. TI, ee.
non c.<rresse. Lat. consumar,, animo de-
ncere. Or. «TlUrT^.à»., >^'^''S"^";;-
led. I-los. 21. Bocc. ,.o.. 36. M.Quan-
,lo -1 Bescio ec. u.li questo, lutto svenne
. disse ec. Ilern. Ori. 2. 18. 61. ITe^
sene il cavalier tanto sconforto, t^he quasi
svenne , e con essa piagneva . Norg. 2J.
214. K«aldo quasi per le risa svenne .
Varch. sur. 7. 176. Si disse che Niceo-
lo , sentendo quel remore si evenne per
la paura. * Bnon. Tane. 4. 7. Ob.nic ni.
SVENTARE. Svenlolare. Lat. anula-
re. Gr. Xixat?-:.v. l'allad. cap. IQ. Dice
Coluni.lla, elle M grano non si vuole sven-
tare ni; muovere, peroccbfe v entrano tra
esso allora gli animali nocivi a lui.
e 1 Per mela/. ISiion. I ,tr. 2. I. iq-
Mastri di volar borse Sventar salvada-
nai, E far rccer scarselle ( q,„ e dello i/i
burla). . .
g IL Svenlar la vena , dicono oggi ■
Cerus,ci al Cainr sangue . Lat. venam
laxare. Gr. fìt^o-oi^:^'-
+ e 111. h: in s,gnij,c. neulr. pass,
per Isciorinarsi . Bui. Inf. 22. 1. C""
faceano quelli peccatori , che si mostra-
vano .olla schiena un poco foori per 1-
sventarsi . , . ,,,
S IV. Svenlart , si due anche dell
Impclire. o Kendcr .ano r elìcilo delle
mine per me:u> delle conlrammme ; e
si «,,.. in s,gnijic. alt. neulr. e neulr.
'""s V /■' per simil,l. ■<, dice di ()ii<i-
lunnue 'nego:,o . trattato o .lisegno che
si guasti . o non abbui effetto.
SVENTATO. Add. da Si-enlare.
t S. Sventato. M adopera eziandio per
Pr.vo di senno. Senza giu.lizw. Lai. im-
prudcns. levis. ,nco„.„,ltus. Gr. «««Jo;-
Alien l57. Se noi mancaiiinio allatto .11
nursi, cola' ccrv diacci .veniali , -.• nian-
cheremmo ancora d' un estremo diletto
nenv Crii. ' " ' ""^ "" K""""" '""'
tato, bravaccio , soldato del signor I..".o
d. Ce.i. ■» Mug''l- I"l J"" ^-'M *
questo rispondo quel che rupose d Duca
di Veimar alla corte di Francia a un capo
sventato. IC) ,1
SVENTOLAMENTO lo sventolare .
Mail. Franz. r,m. buri. 2. 186. Pur non
fc poco che 1 suo testamento M. faccia ere-
de di tal paramosche , Qual d' ogn. banda
fa sventolamento. .
SVENTOLANTE. Che sventola. Aold.
sai. 4. E faccia pnioTa ancor, se cola
mano Afferrar può lo sventolante cullo
Di lei clie fupge . * Salvia. Seno/. /.'■•
I pag. 3. Fioriva la sua persona in leg-
giadria di falteae, e il mollo ornamen-
fo deir assettatura conferiva alla bellet-
.a. Cbioroa bionda, la molla discolia la
piccola intrecciata , aU' aure sventolante ,
SVENTOLARE. Fropriamente Alutre
in allo, spandendo al venloj Agitare chec-
chessia in aria per forza di vento. Lat.
ventilare, ventilabro purgare. Gr. /inf"-
^e.v. Cr. 3. 7. IO. Allacuiconservaiione
molto la prò, se spesse volle si ricerchi
che i moolicelli da strano calore non s.eno
inletli, la qual cosa quando avvenisse ,
I con la pala si rivolU e sventoli pei gra-
nai . li 5. iq. l5. Se non vorrai far to-
stamente l-ofio. converri che, pittandole
in monlicelli (l'ulive), le sventoli. Hor.
S. Creg. Quando la terra sarà svento ala,
ovvero soffiata dall' Austro. Bern. Uri I.
4. 34. Era .1 Sol chiaro , e V aura sven-
tolava Le bandiere con vista mollo grata.
Ar. Fur. IO. 96. E 1' aura sventolar 1
aurate chiome, lìurch. 2. 40. Ma se lor-
tuua la mia vela sventola, Mi faro la mi-
nestra colla pentola.
t S. 1. /" signific. neulr. dicesi la-
lora del Muoversi che fa la cosa esposta
al vento. Lat vento moveri. Gr. «veytv-
,-r'/i. Bern Ori. 2. 16. 25. Dette di man,
come fu giunto , al crine , Che sventola- |
va bendo nella fronte. TaC. Vav. Cerni.
377. 1 mollo ricchi si conoscono al vesti-
ré, non di roba ec., ma assettata, che mo-
stra ogni membro (,l lesto lai. ha: veste
non Uuilanle). ■•? Ulalm. I. 48- Fan per
impresi, in un Icniuol che sventola , Ln
pappino ramparne ad una pentola, (t)
* g. 11. .Sventolare , vale anche 7 rar
pela, 0 rulli. Ia.<c. Cen. 1. "<>'■• 4' l'"S-
8q Ritrovandosi dunque questi tali spesso
ilisienic a desco molle , beendo , e man-
giando , a far buona cera , avviene , che
quando per lo troppo tosto, o per lo so-
veicliio bere e mangiare , per le pari, di
sopra e per quelle di sotto sema rispetto
alcuno sventolare si sentono , b.nno un
colai proverbio, o ribobolo, dicendo sem-
pre : alla barba di chi non ha debi-
to. (C) , ...
SVENTRARE . Trarre gì' lulenori di
corpo altrui ; che anche diciamo Sbu.lel-
lare. Lat. fjc(i(r™ir. «ir. iJl-TiCi^"''-
/;oce. nov. 43. 17 A"» ^ne da loro at-
terralo e strooato fu, e subitamente sven-
irato. G. V. 12. 66. 7. Solo inlendeaiio
a sventrare i cavalli. Buon. Fier. 5 1
8. Che spieiato L»rne6ec sventro questo e
quel nudo. ,
+ §. I. Per Pas.<nre coi colpi ,1 ."e/i-
Ire liccùlere J ed oltre all' attiva .<i usa an-
che nella signifc. neulr. yass. T.ir. lav.
Ann. 2. 3<1. Ilimaso al buio o»gimai
della morte," con due colpi li «venir..
S. II. I iguratam. per Vangiarr e It-
■ ir../,« *• 12 lo vo' stasera an-
rr assai. Mann. . la 1
eh- io far le mie lotte , Bench 10 stia be-
ne, sia ripieno, e sventri I cioè, quasi scop-
rii per aver troppo mangialo )
<• SVENTRATA. Susi. Sivrparcata .
Mang,ata a cnpaprlle. (.4)
SVENTRATO .Iddielt, da Sventrare
l.at. erenteralus. f.r. iflvCt/niSHv He1
Ins. IO? In quella guisa appunto . che
fanno le vipere sventr..te
SVE
SVENTURA. Conlrano dt Ventum.
Lat. inforlunium, inforlunilas. Or. an-
■ila.. Bocc. nov. 3l. IO. Gismond», ebc
ner isventura quel di fallo aver. T.ntf
Guiscardo ee., pianamenle se n enUo nel-
la camera. E nov. 43. 12. Di sospirare ,
ne di piagnere U sua sventura e quella
di Pietro ee. non ri6ni. Peir. .ron. 22».
Via men d'ogni sventura altra mi duole.
nani. Purg. ll[. Virtù rosi per nuniea u
fuga Da lutti, come biscu, o per sventu-
ra Del luogo, o per mal uso. S. Cir.
Pisi. Appo Dio non possiamo esser len-
ti, se non siamo combattuti dalle svcn-
""'sVENTURATAMENTE. Avverb. Pi-
savventuratamentc. Lat. infeliciter, infor-
tunau. Gr. aTvx«5 «"f^; "■",• "-.^^
Intendo di raccontarvi quello che nnroa
sventuratamente , e poi ec. assai feUce-
mente ad un nostro cittadino avTemw .
tì ;■ 12 76 2. Furonvi tvenloraU-
mente seon6tti dal Conte di Monferante.
SVENTORATISSIMO. Superi. di Sven-
turato. Lat. mfelicissimus, infortunalissi-
mus. Gr. T«)'/iwo.(>5TaT0i • lì^l""'-
Quintil. C. Il mio beUissuoo onieo fi-
gliuolo ec. la sventuratissuna olirà gU u-
sali affitti della carilade eommovea. Fir-
l.m. 5. 3. Oh sventurato Ira tutu gli al-
tri svenluratissimil
■SVENTURATO. Add. Conlrano ^ Av-
venturato. .Sfortunato. Lat. inforliinatus .
infehx, mìser. Gr. àriio?- Hocc. nov.
43 8 Ando adunque questo Pietro sveo-
Uirato tutto il giorno per quesU selva gri-
dando. E «oi'. 46. 12. Gì sTenturat.
amanti, amenduni vergognandosi forte, sta-
vano colle teste basse. E «.Oi'._ 77; fH-
Oh sventurata I che si diri da tuoi Ira-
telli? Dani. Purg. 12. Come AlmeoDC a
sua madre fé' caro Parer lo svenlarat"
I adornamento.
SVENTUROSO. Add. Sventura^. 1-il.
infortunalus. injelij , mi,er. Gr. fiSilo;
/■■i/o:t(<. O alma mia tapina, alma smar-
rita. Chi! non ù fuggi del p.u sventuroso
' Corpo che viva? Iloez. lareh. I. nm.
I Ohimè sventuroso, ohimè lasso. Quanto
e sorda la morte a ehi la chiama, D ogni
ben priv.i, e di o^ni speme casso.
SVENUTO. Add. da Svenire; e si
prende anche per HeMe, Fiacco, l.^. de-
'feclus. consternatiis. 'i'. ,i«'^,f "?«"«f
i<-£T/ .!•//*€ 'o;. Cron. Morell. 336. 01-
locenlo vi erano da combattere, e questi
erano si svenuti, che non poteano per la
fame tenere d ^.abstro fermo in mano
non che tirarlo iro..l nel Usto a penna).
Pass. 362. La parte fantastica, runanen-
do vota , che si rovescia indietro, quella
offuscata e quasi ..ffogata, e questa ••ola e
svenula, riceve fantasie gravi e noiose per
r affanno dalla parte della memoria. * •!.
SS' Pad Per questi pensieri era cosi sve-
"nuto. Stor. Fur. 2. 43. A casa non si
può ire, che il nimico armalo '•< vieli, w
éumare lo proibirono, ed i e.vaUi .trae-
chi e svenuti ce lo niegano .meramente.
<sVERGIIF.Gr.lARE . Percuotere con
verghe. Lat. >-irg<s cadere , flagellare.
Cr f»3òi:ilv. Uh. I ,agg. Unnoeopiu
,nnan« si v' te un. valle, dove i\ nostro
Signore fu sTcrgheggiato eon aspre ver-
* t SVERGINAMENTO Lo st-*rginarT
Lat. dnirginalio. OH Com InJ 5 TO
La seconda ^ stn.po, che i inlic.lo uver-
tin.meulo Pav S,,sm IO. Coloro che
r udivan giurare, non p.iteano manangliar-
.i a baslania. come egli ec. credesse dar
ad intendere che tra lant. adulterii e .ver-
«inamenti alloggiasse cotale scrupolo f.
rac. Slor. 4. ì»9. Solo cogli svcrt.n.-
ment. e adullerii si rooslf»v. Bgliuol del
Principe
S V E
SVERGINARE. Torrt altrui la ^crgi-
at(à , Violare le i-ergini. Lai- itevirgina-
rtf virgìnitattni soh'ere , adimere. Gr.
oiajto^sìv, oiarse^&svsj'siv. Jìav. Scitm,
ti. Di quiudici anoì si lasciò j^vergioare
dal coppiere. J\ Tac. Ann. 5. 109- Di-
cono eli srrilturi di que* tempi , cho dod
ù essendo più udito dare a pulzella il
supplizio de* triumviri , Io tnacigoldo col
cappio a ciotola la sverginò.
•■J- §. .Vi'crp/nar checchessia, per simi*
Ut. si dice deli' Incominciare ad usarlo j
e si usa anche nel signìjic. neutr. pass-
LoiC. Streg. 4- ^' Qucito spadone e sta-
to per isvcrginarsi. J.ib. Son. 78. Piglia
un lupino ignudo a pinco ritto , Che ab-
l>ia sverginato una saliera.
t SVEROINATORE. Ferhal. masc.
Che, o Chi svergina. Lat. virginis con'
jtuprator. Gì. Sioi.nxp'èzvfJu-j . Dav.
Scism. 63. Quando Ìl He prenderà una
moglie per vergine, che non sia, ne al
Re si manifestino ella e gli svcr^inatori ,
si puoiscaoD tutti di maestà offesa.
* SVERGOGNA. Smacco, Lo svergO"
gnare. Lat. contumelia, dcdccus. GT.ovi-
t'SiUfUt. ^ \jSpii. Il ì ocabol. alla voce
SMACCO. (')
SVERGOGNAMENTO . Sfacciatezza .
Lai. impudentia. Gr. avat(r;fuvri'a. Sal-
lust. lug. H. Per lo cui svergognamento
e ardire ec. Albert, cap. 10. Dalle sozze
parole ti guarda, perciocché la licenza di
se nutrica svergognamento. S. Agost. C.
D. Esso vi riprenderebbe da questo sver-
gognamento. Tes. Br. 7. 82. Di volontà
nascono cattive allegrezze , molte parole ,
vanti di parole ec. , dismìsuranza disone-
stà, svergognamento.
SVtRGOG^A>ZA. / . A. Svergogna-
mento. Lai. impudentia. Gr. avaic^^jvTt'a.
Esp. Salm. Molte pertosse vengono a
tanta svergognanza , e a tanta audacia
sTergognatd, cbe ce. S. Agost. ('. IJ. Se
nella memoria degli uomini rimanesse
questa svergognanza si nubile.
SVERGOGNARE. ! arv altrui vitupc-
revolmente %-ergogna. Lai. vitia obìiciendo
pudorem incutere, traducerc. Gr. ovsto'i-
l^tiv. linee, nov. 26. 17. Farmi mille an-
ni, che noi siamo al lume, che io li pos-
sa svergognare, come tu se' degno, fass.
38. A quel cotale il Figliuolo della Ver-
gine farà vergogna, ovvero svergognerà ,
quando verrà nella maestà sua ec.
§. I. J'er Violare. Cavale. Frutt. ling.
Narra anche d* un gentiluomo delle con-
trade di Valeria, cbe tenne a battesimo
una giovane in Sabato santo, e poi la not-
te seguente la svergogno, h'ern. Ori. i.
I. 55. Che se* venuto qua, com* un la-
§. IL /« signìjic. neutr. vale Vergo-
gnarsi. Lat. pitdere. Gr. oiff^yv-o^^*'-
Fav. Fsop. Allora il cavallo tutto sver-
gognò.
* SVERGOGNATACCIO. Avvilit. di
Svergognato. Geli. Err. 5- 1. Tu ne re-
sti vituperato tu e la casa tua. Ch. Uh ,
uh, uh. ^f. F. E piange ora il moccico-
ne: ei bisognava pensarvi prima, sver-
gognataccio. flij E apprvsso : Ed eriti pro-
messo d' avere il migliore, svergognatac-
no ch? (Rr)
•f SVERGOGNATAMENTE. Avver-
bio. Senza vergogna. Sfacciatamente. Lat.
mtpudenter. Gr. avaiòù;. Ifial. S. Gr.
M. 3. 16. Volendogli far perder la pro-
va e '1 proponimento buono, arditamente
montò in sul monte, e svergognatamente
andò alla sua spelonca. Mor. S. Creg.
Le loro male opere svergognate fatte, più
svergognatamente, difendemlale, le multi-
plicano. pass. 209. Svergognatamente di.
iconendo, traggono ogni uomo, di qua-
S V E
lunqiie condizione e stato &id , rhe trarre
:>i bi>ri.
SVERGOGNATEZZA . Sfacciatezza.
Lat. impudentia. Gr. «vai7;<uvTiV.. l'a-
ler. Ma.ts. Non perchè avesse difetto di
peccati, ma perchè abbondava di svergo-
gnatezza. Vcclam. Quinti/. P. Maraviglio-
mi. giudici, di questa svergognatezza.
"t SVERGOGNATISSIMO. Superi, di
Svergognato. Lat. impudeniissimus. Gr.
«vao^u^Toraro;. S. Agost. C. D. 2.
27. Questa placazione di colali Dii ec ,
svergoi^nalissima, nequissima e immondis-
sima ec, levò. E 5. 27. Li loro detti sie-
no tali, che si debban piuttosto disputare,
che atterrare ; con garrimcnlo svergogna-
tissimo, e quasi reprensorio ovvero con le-
vità gioculatorie ristringano le loro parole
di truffe.
SVERGOGNATO. Add. da Svergo-
gnarej Sfacciato. Lat. impudens^ propu-
diosus. Gr. avixia)^V'jroi,%vxt.S-/,i,. Dant.
Purg. 23. Ma se le svergognate fosser
certe Dì quel che '1 ciel veloce loro am-
raanna. Già per urlare avrian le bocche
aperte. lìoce. nov. 23. l(\. \>di, svergo-
gnato j odi ciò che e' dice. Amm. Ani.
2 5. 8. 2. A' giovani fa più svergognata la
loro dislcmperanza. Colì. Ab. Isaac, cap.
iS.La perseveranziain essi vizii ècosa sver-
gognata e sozza. Cani. Cam. io. O trom-
bette svergognate. Noi v' alibiam si ben
tenute» ec.
"t * SVERGOGNOSAMENTE. Av-
verb. Svergognatamente . Stor. S. Eug.
384- Egli entrò una sera quasi di notte
isvergognosamente nella camera della Ma-
donna mia. (Ì'J
SVERNAMENTO, lo svernare. Lat.
hiematio, hU'ernalto. Gr. •/^iifi.oiiì'J-. Tratt.
gov.fam. 35. Tu adunque la debbi me-
nare a considerar la varietà dell' erbe ec,
svernamenti di uccelli, giocondità de' cie-
li ( tjui nel signifc. del §. IH. di SVEH-
NARE ).
SVERNARE. Dimorare il verno in al-
cun luog.-ì. Lai. hiemarc , hiemem pera-
gere, hibernare. Gr. Si'jy_t'.p.oÌ^tKv. T'it.
Plut. Di poi eh' ebbe nrdiaata la GalUa,
venne a svernare a Padova. Car. leti. 1.
125. Stiamo iufra due : o di tornare a
Roma, o di svernar qui.
§. I. /n signifc. att. vale Tenere
checchessia in alcun luogo nei tempo d'
inverno. Tac. Dav. Stor. 5. 37O. Tor-
nando per nave da rivedere il campo cbe
si faceva a Novesio e Boona, per isver-
narvi le legioni, senza alcuna ordinanza
ne sentinella, accortisene i Germani, gli
tesero insidie.
§. IL Svernare, per Uscir del verno.
Dant. Par. 27. Ma prima che Gennaio
tutto sverni. Per la centesma , eh' è lag-
giù negletta, Ruggeran si questi cerchi
superni. Che ec
§. III. Svernare, parlandosi degli uc-
celli , vale Cantare , ed e propriamente
■juel cantare che, usciti del verno, fanno
a primavera. Guid. G. Colli dolci canti
de' versi gli usignoli con dolce modo sver-
nano nel mese di Maggio. Poliz. st. i.
17. Udir gli augei svernar , rimbombar
r onde. I>ant. Par. 28. Perpetualementc
Osanna sverna Con tre melode ( qui per
similit.). * Vr. Inc. T. 5. 25. 6- E vi
s' inselva l' uccelletto e canta, E sverna-
ci con j;ran suavitade. (£j
•^i SVERNATA. Io Svernare. Bart.
As. p. 1- /. 2. §. ult. Già cominciavano
a disarmare e disporsi alla svernata. ( Pj
SVERHE. Ved. SVEGLIERE.
SVERTARE. Votare la verta arrove-
sciandola.
g. Per melaf. vale Dire senza riguar-
do quel eh' e occulto , e che si dovrebbe
tacere. Lat. vulgare- Gr. ^(«jsTiui'^stv.
S V E 1443
Tac. Dav. Ann. i. 26. Inasprito anch' e-
gli da certe poesie senz' autore, che sver-
tavano le sue crudeltà, ec. Salv- Gmnch.
3. 8. Ed è possibile Cbe tu abbi però co-
sì svertata Ogni cosa ? ì'arck. Ercol. 58.
Di coloro i quali ce. confessano il cacio,
cioè dicono tutto quanto quello cbe han-
no detto e fatto ec, s' usano questi ver-
bi : svertare, sborrare, ec.
S VE R Z A . Minima particella di legno
spiccata dal suo fusto, o d' altra materia
divisa da altra maggior porzione. Lat.
fragmen. Gr. /.>a7/i.a. Tac. Dav. Stor.
5. 365. Hanno di più palmr-ti alti e va-
ghi, e '1 balsamo piccolo arbore, del qua-
le venuto in succhio se iutacchi un ramo
con ferro, le vene ghiacciano ; con isverca
d'un sasso, 0 coccio, versano liquore me-
dicinale.
g. I. Sverza, si dice anche una Sorta
di vino bianco dolce e piccante.
f g. IL Sverza , si dice anclie una Sor-
ta di cavolo verdastro. Buon. Fier. 2. 3.
4. Lasciato ho '1 luogo usato, ov' abbian
spaccio Sverze e finocchi e ravani e ca-
rote.
SVERZARE. Fare sverze, riturar con
isverze.
f g. In signific. neutr. e neutr. pass,
vale Uscire , 0 Spiccarsi sverze, Scheg~
giarsi. Penv. Celi. Oref 70. Perchè, ^-
Irimeuti essendo, si sverzerebbe la stampa
e subito sarebbe guasta. * /t appresso :
Essendo ec. quanto si può bolso (il ferro},
la slampa non potrà mai sveizare. (B)
*t SVERZATO. Add. da Sverzare; Al-
quanto scheggiato. Lue. Mari. rim. buri.
Sudicio, vecchio, e sverzato il cerchiello
( l' ctempio non è tratto da Lue. Mari.,
ma da S. B. Vedi le rime buri, al voi.
Z.pag 232.)
i." SVESCIARE. Voce bassa , deriva-
ta da Vescia- Ridire tutto ciò che si sa,
o che si sospetta, ancorché si debba tener
segre t^^. (A)
* SVESCIATRICE. Che spetezza; e
figuratamente Ciarliera, Che non sa te-
nera il segreto. Lat. loqua.v. Gr. )«/i5-
rzp'A. Salvia. Disc. 2. 187. Chiama qui
(le femmine) meravigliosamente trombette,
cioè strepitose e stridule cicalatrici e sve-
sciatrici, che quando sanno una minima
cosa, o che la sospettino, subito la buci-
nano , e, come si dice, pigliano la trom-
ba. (•)
-r SVESPAIAHE. Ton-e i vespai, cioè
gli ornamenti fatti a guisa di vespe. Buon.
Fier. II. 4- 12. Le scatenan, le sborchia-
no, svcspaiano. {*)
3 SVESTIRE. Spogliare j contrario di
Vestire. Lat- exuere. Gr. aTTa^Jstv- Ar.
Fur. 18. l63- Ne tutta notte mai 1* arme
si sveste.
#(*./? figìiratnm. Deporre checches-
sìa, che toglie la i-era sembianza. « Dant.
Par. 30- Poi come gente stata sotto lar-
ve. Che pare altro che prima, se si sve-
ste La sembianza non sua ». (B)
* SVETT AMENTO. Lo svettare. Bel-
lin. Disc. 2. 25. Qual si sia di essi chp
voi n' apriste ( de* corpi preparati dall' a-
nafomia f trovereste per il suo svenamen-
to ne' tenerumi , il suo ilessibile nelle
giunture ec. (qui nel signific. del §. di
SVETTARE.) (F)
t * SVETTANTE. Che svetta. Bel-
ìin. Disc. I- 212. Fu un vibrarsi quasi a
tempo di suono e di musici l'acqua da*
suoi canali in istrumenli svettaoti, quali le
lingue di quelli uccelli , quand' essi can-
tano. (A) lì 1 . l83. Intendeste cam-
minando per la via delle meccaniche
facoltà perchè gli istrumenti sospendilori
non potettero farsi di materia dura, ma
svettante a foggia di molla ( qui nel .H^
gmf del g. di SVETTARE). (F)
1^44 S V E
SVETTARE. U^-ar la vetta DavCoU.
169. SveUalc (le marze), s* elle son lun-
ghe. •? Car. Lon^, So/, pag. 80. ( Fir .
181 1) Attesa la notte, al giardino aoda-
tone, e per la siepe salitovi, di quanti ve
n' erano (de' fori) o sveglieodoli , o svet-
tandoli er., quello strazio ne fere, che,
per lui si potè maggiore. (^)
g. Svettare, si dice anche il Muoversi
con certo tremolio, come /anno gli scudi-
sci, le vermene^ e simili cose, che agitate
e scosse si crollano nella vetta. Lai ver-
ticem agitare. Gr. ó.:f-pov dw/uiìv.
SVETTATO. Add. da Svettare. Dav.
Colt. 193. Più di tutte l'altre piante ri-
guardali ( i pini J er. , perchè questi, svet-
tati una volta, non vanno più su.
# SVEZZAKE. Disvezzare, Far perde-
re il vezzo, o /' usanza, u Bimh. 1. 50-
O Gaio Erennio, poiché la ventresca Ti
svezzo dell'usar la rerhottana , Non pea-
»ar che la zazzera li crebra ». t Ai
3 %. I. Svezzare, per Spoppare. Lai.
ablactare, a lacte dimovere, Gr. oilZO'/v.-
Ì«>:t*?£»v. Cr. Q. 77. II. Quando i por-
relli $ono svezzati djll,i poppa, se '1 po-
dere e *1 luogo il dò, si suol dar loro la vi-
naccia e i granelli dell' uve.
§. W.tn signi/tc. neutr. pass, vale Tra-
lasciar l' uso di alcuna cosa , l^imaner'
sene Lai. desuescere, desuefieri. Gr. a-€-
£ri'^£533't. Omel. S. Greg. Già non ap-
petisce r interne delizie, perchè lunga-
mente s' è svi.'zzato di mangiarle. .S". fiern.
Lctt. Schiudi anche dagli occhi di fuor
quelle cose, le quali tu ti se' svezzato di
vedere-
•f J? SWVETTO. Surrogato, Sostitui-
to j e /ti detto propriamente dai Jiomani del
Console che prendeva il luogo dì quello
morto prima di terminare il tempo del
suo u/fìzio . Lai . sufìectus . liorgh.
Fast. Bvm. /|63. Quegli altri (Consoli)
buffetti (che noi diremmo per avventu-
ra o sostituiti, o Mirrogati ). F 4^4' ^^^
era ciò con intera satìafazione di que'
più ambiziosi e vani , che non si appa-
gavano dall' essere de' Sutìetti. F appres-
.KO : Ve^gonsi tuttavia notati ne' Tasti di
pietra talvolta questi Sufietti. /: 469. Per
cagione di quei Consoli SulTetti, che in-
torbidano spesso la storia. tV)
■J- SUFFKEKTE. SUFFICIENTE, erf
all' ant. SLFFIZIEM'E. Add. lìastevo-
/r. Lat. su//icicns. Gr. STTir/ciio;. Dant.
Par. 28- Se li tuoi diti non sono a tal
nodo Sufficienti, non è maraviglia. Mae-
stniiz. 2. 27. E licito di lavorare i dì
delle leslr ne' lavorìi delle chiese , ovve-
ro de' monasterii ? Credo che sia licito,
f spezialmente nel lavorio dei mona-
stcìii poveri , i quali non hanno ren-
dita a sé sulTìciente. # Guicr . Star.
18. 38. Dove entrarono il terzo giorno
d' Aprile lascialo in Imola presidio sutlì-
cionte a difenderla. (C)
t g. ì'er Alto. C>'pace, Ahile. Lat. a-
ptus, idoncus, peritus. Jìocc. nov. S^- 4-
Non perchè egli noi runuscessc bene ad
ogni servigio sufficiente, ma perciocché
egli giurava- /- /'(/. Pant- 2o5. Accioc-
ché ad altrui jiiù di me tuffi* irnle , e più
Ta)to , alcun luogo si latcìasse di dire .
Pani- Pnr. *J. Che più largo fu Dio a
dar sé stesto. In far Tuom sufficiente a
rìlcvursi. /'.' l3. Ei fu l'.e che chiese
senno , Arriocihè Me suffirirnle fosse.
Maestruzt l.?8. Quando munr*- il Ve-
«cuvo, e la Chiesa non ha sulfiticnli rlie-
rici. "^ lìul. l'urg. II. 2. E pre^unziunc
pigliare a sé quel che è d* altrui, come
quando V uomo si tiene lo migliore atti-
lla che ti Iruovi, et) ararci degli altri più
lufficnnti di lui. r//; Fior. //. 277. Krlla
quale (cittì)) pose la molliludinr drllc diin-
ne con tulli li vecchi e con lutti quelli.
S \} ¥
che non cran lieoe sufficienti all' arme.
Ar. Fur. 21. ?»9. Un medico trovo d'in-
ganni pieno , SuflGciente ed altri a tinnì
uopo, Che sapea m«-glio uccider di vene-
Do, Che risanar gì' infermi di silopo. (C)
•f SUFFICIENTEMENTE, ed all'an-
tica SVFF1ZIENTP3IENTE. Avverh.Iia-
stantemente , A bastanza. Con su/fictenza.
Lat. su/ficienter , satis. Gr. a'^/oJvTWi.
Amm. Ant. II. 5. 5. Allora si dice su f-
6cientemente , quando si manifestano le
cose secondo la proposta materia. Cr. 2.
x5. I. E adunque prima di necessità di
aprir la terra , imperciocché altramcnie
ne riceve i semi che vi si gettano, né
quegli che ha in sé sulficientemente man-
da fuori. Jl/or. S. Creg. Leti. Quando
egli avrà suf6cientcmente pieno il campo
dell'occorso ammaestramento, allora ritor-
ni al luogo del primo sermone. Legg.
Asc. Crisi. La morte di Cristo fue prova-
ta bene e sufEcientcmenle nelli tre di che
stette il corpo nel sepnhro,
't * SUFFICIENTEZZA. Voce poco
usata. Sn/firienza. Salvili, f/o/. 242 Dal-
la sua sulhcientezza, e dall' essere bastan-
te e contento sé medesimo, altri l' Uno
di lui considererà. (A)
•f SUFFICIENTISSIMAMENTE, ed
all'antica SUFFIZIENTlSSIMAME>TE.
Superi, di Su//icientemeiile . v Su/fizien-
temente. Maestruzz. 2- 26. Conciossiaco-
saché r olibedienzia sia massima sopra lut-
ti i boti, per d^^ni boto sufBcientìssima-
nientc ricompensa. Capr. fìott. IO. 2l4-
Avi-ndo noi letto tante volte in^il•me quel
dìvinissimo trattato di fra Girolamo, imi-
lulato da lui il Trionfo della Fede, dove
è da lui provato tutto quel che io l* ho
detto sufficientissimamente.
SUFFIt:lENTISSIMO, eSUFFIZIKN-
TISSIMO. Superi, di Sujjinenle e Su/-
/ziente. Filoc. 5. 93. Certo non debita-
mente avete di Keina provveduto ali* a-
moroso popolo, che di surficientìssimo \\v
aveva l)is(ii;no. S. Agost. C. D. Il suffi-
cicntissimu ajipo loro uomo Varrone , di
grandissima auloritade, facendo dislinli li-
Iiri , ec. But. Par. 10 2. Fu vaUnlissì-
mo e suffiricnlissimo uomo, come dimo-
stra la sua opera.
■•t SLFFICI^:^^A, ed all'ont. SL'F-
FICIE.NZIA. r SUFFIZIENZA. Astratto
di Su/ficiente. Quanto occorre all' uopo ,
Bastevolezza. Lat. su/ficentia. Gr. i^avo-
Tì):.
"t §. ì. Fer A/iilità, idoneità, Capacitù.
Lai. peritia, per/celio. Gr. K^uTCtsi of, ?f-
\u'(iiCti. Cavale, i'riitt, Itng. Nelle quali
cose sola consiste la no>lra tutTicicnta e
perfezione in questo numdo e ndl' altro.
Coli. SS. Pad >on the noi siamo ido-
nei a pensare alcuna mia <la noi, ma la
sufficienza nostra è da Dio, Maestruzt. i.
38. Per lo pane s' inlmde liilla la >uf()-
cìenzla del vivere. / orr. / /l. Pani. 26.'».
Perchè forse la rullìi ienta. «he a tanta ro-
sa si richiedrrrbbr. non ri era. ^' t-iiicc.
Star. 4. 68 I rn he in Leone fu di gran
lunga più sufficenza che Inmlà. fi.)
§. II. Per Ahbondanta. i.»\. copia, vis.
Gr. iJTTOZi'X. I.iv. M. Grande sulfirienza
di biada n' avea. ^ Ir. liiord /'rrd
3O0. Il corpo glurifiralnhae in tè. e da »è «>-
gne sufficieniia. e o^ne gloria, e oj^iie gran-
dezza, e non abl'isogna di nulla creatura. //'v
§. III. A suj fu tenta , /tosto ai ver*
hialm. ì ed. A StKKlClEN/A.
SUFFIZIENTE. Fcd . SUFFICIEN-
TE.
SUFFIZ1ENTEMENTE. Vrd . SUF-
FICIENTEMIM E.
SrFFIZII-:>TlS«IMAMFNTE 1 ed.
S L I- F I ( : 1 1 > 1 I S S I \l A M K .Xl E .
Sin- 17.11 .\TISSIMO ì eti. SUPFI-
CIE.NTISSIMO.
S U F
SUFFIZIENZA. led. SDFFICIEII-
ZA.
SUFFOCAMENTO. Suffocaziotie,Soj-
fogamento. Lat. suffocalio Gr. a?rrf:t*i-
^15. Tratt. segr. COS. dona. Valevole con-
tro lo «ufforamento della matrice.
S= SUFFOCARE. Lo slesso che Soffo-
care , o Soffogare. Capr. Bott- |. I7.
Violentemente sufioeaodo gh spinti TÌtali
re. , son cagione della morte vostra in-
nanzi al tempo. (B)
* g. Per Allagare. Cuicc. Star. l.
38l. E dìfBdandosi di poter coDdarre per
terra 1* artiglieria a Cascina perchè dalle
pioggie erano suffocale le strade, rimbar-
cò alla foce d* Arno. (L)
* SUFFOCATO. Add. da Su(focare.
Cavale. Ali. Apost. 93. Si aslenghino
dalle contaminazioni di simulacri , cn^t i-
doli, e dalla fornirazinne , e da animali
sufTocati. e da sangue. (V)
SUFFOCAZIONE // sujfocare. Lat
suffocatio. Gr. «TTSìrvi^i;. Cr. 6. 8. 2-
Contra la sufTocazione per funghì deasi lo
sugo suo f dell' assenzio) con acelo e
acqua calda, fted. Cons . I . 91 . DÌ
qui vengono le sufToraciooi , le difficoltà
di respiro, gli affanni angosciosi, e le pal-
pitazioni di cuore.
* SUFFOLCERE. So/folcerr, Appog-
giare. Lat. su/fulcire. Gr. •JTZtpu'ònv. Ar.
Fur. 27. 84. Quando gli narra che M soi-
til ladrone , Che in un alto pensier 1' a-
veva colto. La sella su quattro aste gli
suffolse, E di sotto il deslrier nudo gli
tolse. (•)
t SUFFRAGANE0,SOFFBAGANEO .
eSUFFBAGANO. Add. usato anche in
/orza di susl. Pitesi il / escavo sottopo-
sto al Metropolitano j ed e termine de'
Cnnonisli. 'Lai.' su/jTraganeus. Jifaeslruzz.
1. 28. L'Arcivescovo non può costrìnge-
re alcuno suddito del Vescovo suffraganeo
a ricevere le commissioni sue ne'piatì* F
più sotto : L' Arcivescovo jmò visitare la
sua provincia, avvegnaché suoi sofTraganei
non sieno negligenti, ec. Fi. 39. Che
iuridizione hanno i Patriarchi , ovvero i
Primati, ne' sudditi de' loro tulTraganei ?
^ Slor. Fur. _2. 34. Salvamente se ne
fuggì; senza che altro conto se ne te-
ne»se, che di farlo spubblicare, e di farlo
scomunicale da Enriro successore di Fol-
co, e da tulli i suoi sufTiagani (C)E'j.
167. Soth^pojele allora sei Vescovadi per
sulTrapanei.
SUFFHAGANTE..yi»^''"/r«"«>Lal.*/ii/-
/raganeus. G / . 2. 7. 4' Occupava Ir
ragioni del Vescovado, e delle sue Chiese
sulTraganli.
SUFFRAGARE. C.iwarr Lai. valere.
Gr. 5yvavw»''^8«S«' '>'• /*'" 56- Wè ti
suffraga Ìl diic : io l'ho comprato. ^
Srgner. Pixd. Pai. Ap 4 5*'' I*ert: io ri-
mirale te a voi suH'rai'hi 1' andare sola-
mente per via di grazia, rom* è proprio
de'prrtatoii / 5. IO. Se qualsivoglia 1-
gnoranza suffragasse tanto a tcusarri dal-
le omi»sii>ni, a che dunqoe su queste er.
<Tr,
g. Per /scolpare. Lat opitulari. Gr.
j9or,S:i"v. Buon. tier. 4- 4* i*- ^ giura-
mento ^nn batti a sulTragarti, né ragione
Vaglia, rhe li disgravi.
5? MFFRaGATO. Addielt. dm Smf-
/ragiirr. Magai. Lelt. E' intanin . sufTra*
gaio da qnetla buona mlrniionr. mi tli-
meiM Iccilii di continuare il romroerrio
ci»n e»»M lei. fA)
SUFFRA<;iO. SotTorfO, .^owmirmemlo.
Lat, auxifium. tir. ^5«ì;%ii*», 9uvy,-/o^«-
Cavale. I rutl. ling. La salminha è ron-
«olation de' Insti, cura de' dolenti, sani-
tà flrgl' infermi, e nmrdio dell* anima, e
>ulTra';io d'ogni miseria ^ Segnrr Pred.
/W. Ap. .ì. IO Giairhè quetti ( dnnmnj
S U F
più li varranno ad avvantaggiarsi, che i
&utVr.igi tutti a lui (Iati fallii s.)[iienirf. (TCf
§. I. Per Jote, nei signi/ìc. del %■ ult.
Lat. jtujfrnv!iiim. Gr. i|»i(^a)0^. ì'arch.
Sior. la. 4^ Trovaronsi a squittìnare ,
cìofe a rendere la civaia, come ilicevaiio
essi, rioè la fjva o '1 suJTrnyio a coloro ì
quali nominati andavano a partito. Jiemb.
Star. I. Q. Queir ;iDno stesso i signori
Dieci ordinarono die i sufTra^ii aperta-
mente non si dessero ; e chi altramente
facesse, per ispazio dì due anni dar suflra-
gio ed essere eletto in alcun magistrato
non potesse /{■ i. 12. Era stata per lo
addietro ìnGnn a quel tempo la usaaca di
dare il sutTrayio di questa maniera.
* §■ H. Per quel hene Spirituahjtitto in
soddisfazione de' defonti . Segner. Crist.
instr. 2. 20- 16. Professava un aflelto spe-
ciale alle anime del Purgatorio, da lui so. -
porse con suffragi frequenti. H 20. Ma
che sarelihc poi »e taluno , non solo non
coDtrihuisce loro que* suffragi, che ci con-
siglia la carità cristiana , ma ee. (C)
5 SUFFUMICAMENTO . Il suffumi-
care , jifiumicamenta , Suffumigio . Lat.
Auff'umìgnlio. Gr. yToS'uocaTi^. VV.c. Pov.
P. S. cap. 5. La polvere del cubel)e,e del
macis si confettino con laudano , storace
e olibano , e facciasi in pomo , il quale
tenga speNso al na»o , e facciane sufiimii-
camento .
SVFFUMICARE. Spargere di fumo .
Lat. suffumigare. Gr. u-^Suyia^atv. Cr.
4- 2Q. 1. 1 vasi, ìonanzichè vi si metta il
mosto , con acqua salsa pura, e con ispu-
gna lavar si convengono , e con incenso
sufl'umirare. Tcf. Poi-. P. S. cap. 5. Aucu
lo suflumicare col vìdo, nel quale sia collo
lo rosmarino , toglie la doglia del capo .
Paltad. cap. 3j. Alctmì la coccoveggia
coir ale stese sufTumirano f così forse er-
ratamente l'antico volgarizzatore tradus-
se il I.at. suffigitur ).
t SUFFUMICAZIONE. Il suffumicare.
Fumacchio. Lat. Sìi/fumigalio , suflìtus ,
.uiffìmentuw. Gr. u7T'5^u^«<'«7i; . uTro&w-
fi.iv^lt.'x . Ott. Com. Inf. 20. 358. Usano
ad essi sacrifirii di sangue umano, sulfu-
miraiioni . e per questo appaiono e dan-
no responso, ed è api oliato negromanzia.
Formansi immagini da diverse materie se-
gnate con carattere e inscrizioDÌ con di-
verse aufiumicazionì . per le quali li de-
moniì danno responso . ir. 6. 7. 2. La
iuffumirozìoD di lui fatta , i mestrui pro-
voca
SUFFUMIGARE. Sufumicare. Lat. suf-
fumigare. Gr. j7ro&u,i*(a^=iv. Picett. Fior.
25. (ìuelle f canterelle , ec. che debbono
servire per le medicine degli uomini , sì
suffumighino in ogni modo ton aceto.
SUFFUMIGATO. Jdd. da Suffumiga-
re. Te.<. Pov. />. .V. cap. 7. Blatte bi-sin-
zie suffumigate, ovvero bevute, curan Y
epilentico . '
SUFFUMIGIO. Suffumicazione. Lai.
SìifTumigatiOy su£fimentum. Gr. u-o^ut/t-
«71;, •J7ro&uuta//.«. Cr. 3. 35. !\. Avicpn-
na dire, che se se ne faià sufiiimìgio alle
femmine , quando avranno ijian desiderio
di giacer con uomo, gnarranno . Un eli.
Fior. ii3. Tutti gli altri mediranieiili ctn-
posti er. sono le inliisioni ce, i suHtinii-
gii, le palle odorale, ec. j4r. Fur. 2.42.
E seppi poi come i demoni indu.^tii. Da
^ufTllmigii tratti e sacri cinmi. Tulio d'ac-
ciaio avean cinto il bri loco. 'J ass t er,
l'j, 4-- Tolga Dio rh"u>i noie o snlTumì-
gii , Per ìsforzar Cucilo e Flegelonic.
SUFFUStONE. Alterazione drgli umori
dell' occhio , e sf^ciaìmente del crislatli-
no , che impedisce il i'cdere . I.at. .luffU-
sio , catarrhacta. Gr /'j- nòe &,*.■: r,^, i ih.
Masc. Alquanti autori di>sero: se ructhio
lue suflusiune, o alLugmc , er. /■ nrpres-
S U F
so: La suffusioue degli ocrhi , come agli
uomini, così alli giumenti impedisce il ^i-
so. Ped. Cons. 1. 142. INon è maraviglia
alcuna, che ec. si lamenti ora di qualche
c.iligine della vista , e di qualche princi-
pio di suflusìonc. A" appresso.' Non è ma-
rnviglia parimente che ciucsta calìgine 0
suffusione per ancora non cedano a' me-
dicamenti . y? 146. Per lor via le ultime
reliquie della caligine e suflusione si po-
trebbe adoprarc d zucchero candi impalpa-
bilmente polverizzato, e soffiato a digiuno
nell' occhio siccome ancora 1' osso di sep-
pia, le fornente falle con radice di centau-
rea maggiore , ec.
* §■ Suffusione . Term. de* Medici .
Spargimento d' umori tra carne e pel-
le (J)
* SUFFUSO. r. L. /ìdd. Asperso,
Imhagnnlo. Lat. suff'usus. Gr. 'j7Zoèps.)^Ò-
fj.tvoq. .-ir. Fur. 43. 179. Poi seguia Or-
lando , e ad or ad or suSusi Di lagrime
avca gli occhi rossi e mesti. (*)
SUF0LAME^TO. Il snfolare. Lat. tin-
nitus. Gr. zw&wvtcyo'i. M. Aldohr. Vale
a gravezza dell' udire, e a suono, e a tutto
sufolaniento.
g. E Su/olamentOj per Mormorazione,
Cicalamento . Lat. susurratio , .iusurnis.
Gr. ii(3upi7/jto'?. Arrigh. 70. Ì\on curare
i sufolamenti de' popoli.
* SUFOLANTE. Che sufola . Ovid
Pisi. 65. lo aveva udite orribdi boci. the
lossono pensava sufolanli spiriti che urlas-
sono j ma ec. < 8)
SUFOLARE. Fischiare. Lat. sihilnre ,
sihilum edere. Gr. tJUSiTTttv. Dani. Inf.
22. Per un, eh' io so, ne faro venir selle,
tonando sufolcrò, come è oostr'uso. F. 25.
Si fupge sufolando per la valle. Bocc. nov.
79. 34. Andra facendo per la piazza di-
nanzi da voi un gran sufolare . Tes. I.r.
4. !• Morena è una generazione di pesti,
di cui li pallori dicono che elle conceponu
di serpenti, e però li fanciulli le chiama-
no sufolandc. siccome le rerpi. M. / . 8.
3p. Sufolando , e picchiando le panche ,
quando faccano loro diceria { qui per i-
sdit'rno j nel qual .tcn.w diciamo Far la
fischiata). Calai. 7. il dirugginare i dcnli,
il sutolare. Io stridere, e Io stropicciar jie-
tre aspre , ce.
§. I. Sufolar negli orecchi, vale Dire
altrui il suo concetto in segreto. Lat. in
aurem insusurrore . Gr. ='~ 0 j? e'tti'Li-
3uri'^£(v. /-«t/i. 279. La quale ha faccen-
da soperchia pur di far molto a ques^a e
a queir altra . e di sufolare ora ad una ,
ora ad un'altra nell' orecchie.
g. II. Siijoltir nesli orecihi , vale an-
che Vire segretamente ad altrui cosa che
*l metta in .vnspetlo j che anche diciamo
Mettere una pulce ne/C orecchio.
* >UFOLl>. Sufolaniento. lior. Ciri.
cap. IO. S* egli { il basilisco ) non tro^ a
altro da potere alloscare, sì attosca gli al-
bori [ure con uno sufulo che fa. Segner.
Parr. instr. 7. 1. Fender paghe col su-
folo quelle pecore che non sa nutiicaie
colle vermene. (J')
SUGAIVTK. Che suga, Succianle. Lat.
sugens, ejsugcns. Gr. /jtu^'v. £//iu^wv.
■'•■ Salvia. Ceor. lih. i. E di quel che una
eolla di stagnante Umido trac dalla sugante
rena tF)
§ Carta sugante, diciamo quella carta
che per mancanza di colla non re°ge, ma
inzuppa e succia l' uichio.itroj onde si pò-
ne .mila scrittura Jalta di fresco, accioc-
ché non si scorili. La(. charta , bibula,
exsugens . Gr. yrr.f-o-i -ì^o-zì-^-q'-ì . Pcd.
( ons. 1. i55. la colatura subito sì ricolì
di nuovo per carta <uj;ante. e si seibi per
1 Uso dello di sopra, facendo I.1 composi-
zione quante volte faià di bisogno. =:■ La.sc.
Guerr. Mcslr. si. 18. Porla , scambio di
SUO
1445
spada, un punleruobi. Del quale ha fatto
intera notonna, A forar trippe; e dal ca-
po alle piante Armato è tutto di carta su-
gante. (P)
3 SUGARE. Succiare. Lat. sugere ,
exsugere . Gr. ;jiu?£ry, ex/iU^st v . Amet.
96. Benché il sangue non sughino, ne la
virtù scemino di quella . Ovid. Metani.
Strad. Se il caldo «lei Sole non sugasse
la supeichia umidità , V aire si corrompe-
rebbe. Sen. Pi.it. 99. Così acconcìam noi
i piccoli fanciulli ec, e diam loro la pop-
pa a sugare. Cr. 2. 3. 2. Usano le piante
ovvero il sugano a se, spe-
li nutrimento,
zialmente puro, e convencvule e simigliante
a loro. :;: /inceli. Ap. 23!^. Da cui rugia-
da liquida ec. sugando questo animaletto
ameno Colora, odora, e dà sapore al me-
ie.jCj
''•• §. 1. E fguratam. u Frane. Sacch.
rim. II. La fonie, che dov' entra mai
non suga Se non amor, virtù e gentilez-
za ». (IS)
^ §. II. Sugare, in signifìc. neutr. as-
soluto . Cresc. 5. 1. 23. Conviensi dun-
que, s'egli è possibile, che proporzionai,
mente s' asciughi il luogo, sì che le piante
non sughino olir' a misura. (I }
§. III. Oggi Sugare, si dice più pro-
priamente di quella carta che per difetto
di colla non regge allo 'nchiostro.
SUGATTO. '.yofl//o. Menz. sat. 4. O
Pasqui , le tue funi e i tuoi sugatti Fan
muacol per dio, se san legare Questi bi-
storti , ed a sghimbescio fatti, i.": Pellin.
Pise. I. 8. I vincoli poi e gli ordigni, che
legano e fermano osso ad osso sono vere
iunirelle, e veri sugatti. ( h )
SUGGELLAME.NTO . Il suggellare.
Lat. obsignatio, sugillatio. Gr. /ara-jca-
'/inf/òq . Valer. Mass. Acciocché '1 con-
tanjìnaniento di cotale infamia non passi
al snggelhimento della gloria di Mario.
SLGGLLLAIìE. Segnare, o Improntare
con sug^elloj e prendevi generalmente per
Serrar lettere con cera, o altra materia te-
gnente. Lai. ob.tigntire Gr. /.u.7y.zspuyi'
C£(V. Filoc. 3. 190. Falla la pistola, Flo-
rio la chiuse pianj;endo, e sugyellolla. C.
y. 9. 79. 3. Aveali lollo il suggello, per-
chè avca suggellate le delle lettere senza
sua coscienza. Pass. 78. La rinchiuse in
una piccola cella , serrandola di fuori , e
suggellandola coU'anello suo ec., che indi
non uscisse infino a tanto ch'egli, chela
v' avea rinchiusa . non 1' aprisse . Dani.
Inf. II. E però lo minor giron suggella
Del segno suo e .*loddoma e Caorsa, E
chi , spregiando Dio , col cuor favella.
g. 1. ler Combaciare, Turar bene j
e .fi usa tanto nel signijic. alt., ile nel
neutr. Lai. occludere, abiurare. Gr. za-
Ta/)-::'£:iv . Paìlad. Cenn. l5. Voglionsi
quelli orciuoli di sopra da bocca chiudere
e 5Ug.;cllare . ])av. Colt. l65. .'^cotenna
un pezzo di carne secca, lasciandovi tanto
glasso nel mezzo appiccalo , che a guisa
di cocchiume turi la bolle , e ù' che v'
eniii jUT forza , e suggi.'lli.
§. li. Suggellare, per Segnare la carne
a' malfattori col Jèrro infocato. Lat. inu-
ìvre . Gr. ■tz^c-Tpi^zn'h'A Ttvt o^^tooi ,
flut. Frane. Sacch. rim. 69. Scopare e
sugi;ellar. mozzar 1" orecchio , La legge
li dimostra , e falli specchio . Sen. Ben.
7 arch. 4- 37. Faceste quel rapacissimo
soldato . queir ingralissìmo oste, quell'ava-
rissimo naufrago suggellare. Poez. ì arch.
\. i-ros. 4- la qual cosa risaputa, il Re.
fece bandire , che se eglino fra tanti dì
non si fussero da Ravenna parlili, devcs-
sero prima essere sugi;cllali , e j'oi scac<
ciati e mandali in esilio. Maini. 9. 11. E
per fuggirne a" | assi la gabilla , Lo bol-
la, marchia, e Uilto lo suggella ( tjui per
.iimilitj.
,446 suo
5. HI. Pfr mtlitf. Lai- imfrimert , inu-
rtre . Or. tvTUTT'.rv , if.i.axi^-t . Disc.
Cale 33. L' uomo forte non licnc severo
ronlo il quelle |.ercosse ohe fanno livido
il eorpo nostro , ma solamente d. quelle
cose ehe possono alruna macchia noli a-
nimo suggellare . Lasc. Spir. ^. 4- «"
mio pari rom' egli apre la bocca , ognu-
no appunta , ognuno suggella, ognuno ri-
badisce . ,,
SUi.GKLLATO. AM. da Suggellare.
Lai. ohsignalus . Or. /».T-.«l?5='.7"=-:'« ■
lìaal. Inf. 3o. Dov' io faUai La lega sug-
gellata del Batista V'Uoe. 3. 192. Prese
il servo la suggellata pistola , e quella ,
con istudioso passo pervenuto a Marmo-
rina nelle reali case, presento a Bianco-
Bore occultamente . K 7- ^96- '"^ M"» <•
l.,epoltura] da armate guardie , e suggel-
lata, fu guardata < col-, chiusa /. M- I ■
8. 72. Portarono 1 patti giuraU soscritU e
suggellati per li caporali. Omd. O. Oli
ammonio Antenor ■ . che .1 detto trattato
celino sotto suggellalo sileniio f qu, per
meta/., e ^ale segreto). Cr. 9. 95. l\- 1
fori debbono esser piccoli, e le fessure
dcU' alveario otlimamente suggellate, llern.
Ori. 2. 24. 60. Che r un peMO in sull al-
tro suggellato Rimase senza muoversi nien-
te eco!' rombaciato, unito strettamente m
sieme). , , «, _
)!CSU&GELL\T0RE./ crbitl.masc.Uie,
„ Chi suggella. SM. l'ht. l'olg. 21. E se
no lo facesse possa essere coslrello d. farU
suggeUare per lo dillo suggellatore. E se
alcuno suggellatore suggelleria ee. (Ci
* SUGOELLATURA. Z.'<J-io"e *' sug-
gellare. Sl„l. P«t. l-olg. 21. Si tolga di
ciascheduno paio tra misuratura, e siig-
Kellatura.e racconciatura denan M ■ f(V
* e. Per Impronta ehe s, fa col sug.
gello . Lasc. Cen. 3. no.'. 10 pag. 25».
Se fili fece incontro , e sema riverenza ,
anzi con mala cera gli porse la lettera, la
quale non aveva né soprasrritla, ne sug-
gellatura. (lì) .
+ S SUGGELLO Strumeato per lo
pia di metallo , nel quale e inca,'ala la
impronta che s' ef.g.a nella materia col-
la quale si suegella. Lai. .<,gilh,m,s,gna-
q5. 1. Se ne portò seco il suggello dello
Ercole del Comune. E H; 108 i- ^"'■
landò in insegne e suggello 1 arme di
Francia e d'Inghilterra dimezzata.
+ S, 1. .Suggello , dircsi anche l Im-
pronta Jalla col .suggello, nant rar. ».
La circular natura, ch'e suggello Alla ce-
ra mortai , fa ben su' arte.
* § II. OndeI'ar.<i .tuggello di alcuna
«M, vale nimanerne improntalo ~ Dani
Par 2 E'I cicl, rui tanti lumi lanno hel-
lo. Della mente profonda, che lui volvc ,
l'rende l'image, e fassenc suggello ". f.V
e III Per Segno, nani. Inf- '9 *•
questo 6a suggel eh" ogni uomo sganni .
/ìut. iVi.-Fia suggel, cioè segno, che ogni
uomo sganni, cioè che credcMe ehe fuise
sialo altramente. _
* S. IV. r: figuratam . - Tlant. I ar
,4. Ma chi s- avvede che i viv, suggel 1
U' ogni bellezza più fanno pili suso . tlut.
„.i,. Chiama li pianeti suggeUi vivi ». 1^1
e V Per Compimento , Somma. Lai.
complemenlum . ..ummum . extrenium
rac. Va.. Ann. 3 6.,. Anca.io .•risco
accuso Cesio Cordo , viceconsolo di l.an-
,lu di la.lroneccio e di mae.ti . suggello
allora d'ogni accusa. F. Ann. 4- ;)7- ^
,.ntro la discordia nelle .vvcr.iladi , sug-
gello di tutti . mal. * Kiion. l""'J>;
l.Cec.'V.e dello rnChiesalOlo. No. (ec
A me parmi che '1 fallo .ncor non abbia 11
SUO suRK'^^*"' ' '' ^ / ;
e VI. Suggello di conftisiont, fole la
s4'rele:-a alta quale è tenuto il COnfit-
SUG
.core. \.A.'sigillum. Cr. 'f.^f/'V ^.?"
l5l Si dee tenere celato quello che 1 uo-
mo riceve in segreto , e sotto suggello ds
confessione.
J SUGGERR. Succiare. Lat. "'g'f' •
ersugere. Or. ^J%C;, i'f^'-:f^\. •^'"•.f "^•
30. 37 E quc-l, suggen.r, dagli umidi rai
Quel dolce pianto e quei dolci martiri ,
ce. Fir. nini. MI- donn. 39.3. Se voi
considererete bene la natura della poppa,
voi troverete che, a.icorch' elU sia di quel-
la uberli e al.bondanza che sa ognuno ,
non ,.ero ne getta il lalte in bocca da per
se, ma Insogna suggerlo.
* « /•; figuratam. per Consumare.
. Petr. Son. 2l8. Cosi gli afflitti e stanchi
spirti miei A poco a poco con.sumando
sugge. ras. rim.son. 2. Ch' .o temo non
vita arda e deprede. (() F- son. iS. O
fera voglia, che ne rodi e pasci, E suggi
il cor, quasi affamalo verme » . (.y
SUGGERIRE. Mettere in con.fiderazio-
ne Proporre. Lai. suggerere. monere. m
mcmoriam ro^ocare. Gr. j-^o^l^-^r.'.f.ti;
i?.Segner. Con/, inslr. cap. 6. Suggerire-
mo ugualmente in lutti i rimedii, the so-
no almeno i più ovvii, e i pm opportu-
ni (C) K altroi'e: Prima di suggerir-
1 vi' come dobbiate maneggiare quesf arme.
' :;: e Per Pare, .Somministrare. Guitc.
Slor. io. 62. E perciò prima as^a favo-
rito il concilio , e suggerito al Pontefice
materia di sdegnarsi , acciocché la ci la
provocala da lui ec. fosse quasi necessita-
la a far questa deliberazione (Ci Segner.
Pred 3l 5- E volete che non ci sugge-
risca aiuti bastevoli ad avvalorar iJi for-
"^'•1 * SUGGERITO. Add. da Sugge-
rire. Sali'in. Buon. Tane. 2. g. lero hen
mio. Quel vero , aggiunto a hea mio.
quanta forza d' affetto ha I suggento dal-
l' anlecedenle parola, ce (Al
if SUliOERITORE. / erbai, masc.tlie
0 Chi suggerisce. Imper/ Prov. "■ V^_^
„<,. E Pitlagora , e Socrate e Platon,
ec si recarono a credere volare per tut-
te le regioni deU' aere alcuni spinti ra-
gionevoli, che d.moni e capodemoni no-
minarimo, i .lual. siccome Di. e sugger^
tori del bene e del male ali uman gene-
re assistessero. ( F)
SUGGESTIONE. Stimolo. Tentatone.
Jnsligazione. Lai. ' doliis. ■'••gP^f- ^J'
»V)o;,«T«r^. mestru:z.^ 33. La sug-
gestione si fa per la memoria, ovvero pei
sensi del corpo, quando veggumo e udia-
mo alcuna cosa, odoriamo, o gusl.amo , o
tocchiamo. Mot. S. Greg. Acciocché, cs-
s..ndo aggravata la forza del dolore , allo-
ra ag.volmenle vincesse in lu. la sugi,.-
sl.one, cioi b. 'nganno che a lu. era al-
lo dal nimico , per parlar della fc.nn, uà.
M F 'i 38. Provvide, che per astuta e
dissimulata sugResI.ono gli eoo.eo.. pro-
cclere. But. l'u'-g- 8. 1. Sumo tenui
in do. m.Hl. : o .li nesligcni.a «•.•"/''
suggeslmne ;•; l8 l. Benché ' "O l">-
vii':,,., le suggestioni diabo iche. F altro-
■e .■ Per la suggesUone dd demonio ipcs-
S U G
un trailo di
o poi vi raggiano.
* SUGGESTIVAMENTE. A.-^-erlao
Con suggestione. In maniera .nigge •'"•'
Lat. .uihdote. Or Irriirflfluil'"^"-
l,ol. alta voce ARCATA. S ' ( > ..
SUGGESTIVO. Aggiunto ehe si da
prr lo più a Jalerrogatorio. o l'•''^■•^^•■
jionc. e vale Che ingannevolmente Ira'
altrui di lioeea ciò che non avn-h'-e Mi-
lo l.sH.'.<uggeslivus. Segner. l onj i •
Oui le interr..gaiioni, che cliLsmans. sug-
gestive, quan.lo sien falle «n g....b.K^ e
con garbo, n.in si disdicono^ # ,„.Z«\
Pai Ap. 11. >0. Sentendosi (Pietro)
domandar, dai ministri regi, con termini
suggestivi ee. rispose
* SUGGETTACCIO. PeggioraUvo dt
Suggello; Cattivo suggello, in signifie. *
Persona. Salvia. F.urìp. E gnda, ch« di
visu io son monocola. Ch'io sono un
sueccllaccio, una carrucola. (C)
SUGOETTAME-NTE, e SOGGETTA-
MENTE. Avverbio. Con suggezione. Lat.
servililer. Gr. Ò5uX.«w;. Tes. Br I. l6.
Tennclo suigettamente Unto , che De-
metrio , Bgliuolo d,l soprascritto Deme-
trio, uccise Alessandro. # S. AgosL C.
n 1 2i. Li quali IgiusU) non abbandona
in quella umile suggezione quell' Altmi-
mo? che umilmente e suggelUraente ven-
ne per loro nel mondo. (V)
.SUOGETTAMENTO, e SOGGETTA-
MENTO. // "'P?"'""'-„„rrFTTARE
SUGOETTARE, e SOGGETTAKe .
Far suggello. Lat. suimcere. m diUontm
redigere. Gr. 515 o«"'»' «^«/S"' ««"
* §. 7! neutr. pass. Segner. Pred.
Pai Ap. 3. 2. Merci! che se i popoli,
nati liberi , si andarono a poco a poco
soggettando d'accordo ad alcuni e.p. ec.
si suggellarono sempre con questo paUo .
"^VGGlrrKTO, e SOGGETTATO
.4dd. da .Suggellare, e Soggettare. Lai-
.,„b,eclus. in dilionem redactus Or^ ««
-ao-wiwiti'v * netlm. Disc. 3. J?»- «»
.iva Iddio che egli non volle la primoge-
nita della sua mente soggellala ali igno-
minia ni; pur del mondo, « <■«;
SUCGETTATORE, e SOGGETTA-
TORE. r'ie suggella. „ . ,. .
SUGGETTI.NACCIO. PeggioraUvo d,
SuggelUno. Zibald. Andr. Non lo a«-oI-
10, «noseendo ehe era un saggelUnac-
""sUGGETTINO . Dim. di 5"«fe<».
Parlandosi di persona, si prende per irò-
aia in mala parte. Fr i.iord. i>rrAfl.
Si prendono a fare stima grande di certi
sURiiettini scandaliziosi. . e .
SUGGETTISSIMO. Superlat. di Sug-
gello. Lai -''''"'•"'"'"'■ /"r x'^^Z
"-tr>0,;. Sega. Star. 9. f ^.C»' I^J^^
esempio ammonita , tutu la Fiandra il-
venne incontinente suggettissima ad ogni
ef SÙGCETTITUDINE. I A. Sug-
gezione. Pisi S. Ci> 369.M0rt.Scav. .1
corpo suo, e recavalo in serv.tudme e «og-
gelliludine dello spirilo. 1^1
* SUGGETTO, e SOGGETTO. Susi
Cosa in cui.o.<opra cui ne sia posta alcun
altra. Cosa che ne .sostenga u» alln-.
.Valeria sogiriacente. Lat. siiluectum Gr.
o'-to«t.'M<«v Maeslriiu '/* vViriVa
.0 mo,lo si può considerare a carta dalla
parte d.l suggello, in che ella sta. Pani.
/"rg, .7. M^ai non pu,, dalla salute Amor
d.l suo suggello v.ilg.r V.,... h '•"'^ »^
Come .• colpi dclli caldi rai Della neve
rima» nudo '1 suggello, fl..'. "'••«"''»
il suggello della neve, ci.* lo monte o la
pietra, in suUa quale ella e. o ita.
e 1 Per Valeria di cui si parli e
^iva Argomento o Concetto di ecmpo-
,ìsione. Lai argumentun, . matena Gt.
;,0-i«i!. Petr. con:. 18. 'E ""•■;-"
ragiona. Tien dal suggello un aiolo gen-
tile. Fcan:. 46.4 *"•■ *"6"i"',!, Z
liassc rime. Tac. Pav. •*'"'■ ^ 121. Mo-
slrò il luggetlo d' una Iragclia di Scu-
ro, i cui- versi i' a.l.t.avano a TiWno.
e II Per Suddito. Che Soggiace air
altrui podestà. Lai. siihdilus «'<"•-£»•
(,,.1,11. subiecl,,.. Gr. *ttl{0J»'»=- «•"
no.. 2.) 12 Di che 1 suggett. .1 conlen-
taronomolto, e lei ebl-ro mollo c.r..J'.
07. »3. Csi a.lun.|ue operando, SI piglia-
„;. gì, animi de' suggelli. Slcr. I «r. i
S U G
IJO. Si lece iwm fonlro a Coniacchio,
e per fona si fé" suggello.
e III Per Persona ; e pigliasi m /mo-
na e in callida parie. Ljt. pfr.ro/in, t'ir.
Tac. Da^. Slor. l. s^^- *' '"' "T"
Pijoiie Liiioiano. l'iaicssepU il suggello ,
o «pintovi, comi' alcuni vogliou,., ila La-
cone, ec. * (or. /.((. Tornii. 1 1;). Per
non dare in questo scoglio . s. gelleranno
facilmente a fare un soggetto f. arnese con
che h» 6accata del tutto la speranti lo-
ro. Calli, leu- Vom. ili. 9- Stanando io
che siano per provvedere la corte, e lo
studio di soggetti simUi ai mancati , ec.
ho voluto ec. (C)
SIGCETTO, e SOGGETTO. Aàà.
Suggellalo, SuMilo, Solloposlo. Lai. su-
hiellus. siMilus. Gr. u7tOTeTav,.Evo; ,
J^tr.xooi. Ciiid. C. Voi sapete, o carissi-
mo mio padre, che al di d -Sg' '"' ''
r Affrica e V Europa e quasi soggetta alU
Greci. Pani. Par. 8. Se mala signoria,
che sempre accuora Li popoh soggetti,
non avesse Mosso Palermo a gridar: mo-
ra, mora. Pass. 8l. La carne sica sog-
aetta allo spirito, e la sensualità alla ra-
gione. Maeslruzz. I. 5o. La penitenza
non ha altra materia, se non se essi alti
suggelli a' sensi, i quali sono in luogo del
materiale elemento.
* §. Suggello, talora vale Ihe si Ha
ira mano, ed e aggiunlo di materia. Lai.
subìecla materia. SaUin. Disc. b. li^.
Sicché si vede da questi esempli e da al-
tri moltissimi su questa dala , che si po-
treld.ero addmre, che una voce può avere
due signiBcali uno più generale e largo,
!• altro più parlicobre e stretto; e none
giustiiia dandole quello, negarle quesl al-
ilo, ma secondo la suggella mateiia , e
secondo le verisimililudini e le circoslan-
te che r accompagnano, ora riconoscervi
r impronta, per cosi dire, del sigillo pic-
colo, ora del grande; cioè o della più
stretta, o della più larga signiBcaiione. lA;
•f SUCGEZIONE, e SOGGEZIONE.
Mirano, di Suggello, e Soggetto, in si-
gnificato di Suddito, o di Soggetlalo. l-o
slàr .icggello, L- esser sotto l' altrui po-
destà. Lai. subieclio, ser\'ilus. Gr. ooui=i«.
Oli. Cam. Purg. 2. 3o. Imprima con-
Tiene essere umile, sotloroeltersi ad ogni
soggeiione I la slampa seguendo il MS.
ha suhiezione ). Pass. 279. Ahliracdava
i paivoU , e poncvagli in esemplo d u-
milti e di soggeiione. jV. F. 4. 49-
Trovato che i Perugini si potevano di-
Ulierare dalla suggeuone dello Imperio
ce, s'unirò insieme co' Saoesi. Fr. Ciord.
Prtd. D. E questo per la suggezione
sua. S. Ciò. Crisost. Se ci flagellano ,
sostepnamo e sopportiamo con ogni sug-
gezione, temendo che peggio non ci lac -
ciano I qui la stampa pag. 1 2. legge : Se
ci flagellano e ingiuriano, sostegnamo e
sopportiamo con ogni sui.ieiione, ce. ) .
Bim. ani. Frane, degli Àlbizzi 102. Che
quand' uom si disprezza Sotto degno si-
gnore, Allor si fa maggiore. Che se si sli-
me in più vii suggezione.
5r g. I. ,S'«g^e2Ìo;iC , dicesi anche La
rilenulezzM che il rispetto, o la stima, o
qualche altra causa obbligano d' avere.
Plul. Jdr. Op. mor. 4. i3i- • maschi
senza furor d' amore, senza lascivia, senza
prezzo, travaglio e suggezione compiano
r alto della generazione . (C; Imperf.
V. Tih. D. 3. T. 12. 137. Ne pari-
■ j_. : J' — ^
S U G
•4. * SUGGIUGAKE. y. A. e Poe-
tica. Soggiogare. Pani. Purg. 18. Ma-
ria corse con fretta alla montagna : E Ce-
sare, per suggiugaie Ilerda , Punse Mar-
siglia, e poi corse m Upagna (A) Ir.
Ciord 58. Sempre stare in l.atlaglia , e
vincere ogne resislenzia, e suggiugare e
non essere soperchialo m alcuna. iJ;
-/,. Ii,r 33. 37. Voi come volga 1 Ge-
nov'esi in fuga, FatUribeUi, e la citta
S t G
1447
suEgiuga. (l'è)
* SUGHERA.
mente esser si dee nemico d' ogni sog
•'czione oltre il convenevol modo , e del-
la formalifa delle cirimonie. 1 F)
* S, Il . Per ftegola , Sistema. Red.
Leti. J24. Continui però la sua regola
di vita, ma con moderazione, perchè non
v bene che si metta a una strettissima
suggezione. (C)
,. -,^„......... I Cd. SUGHERO. (Ai
't'sUGUERATO. y^rfAV». Pi sughe-
ra Fav. Fsop. y'e si vergogna di por-
lare calzari e pianelle sugherate I questo
sle.,.io esempio leggeri nel Vocabol. alla
voce SUVEBATO). j. ;.
•4- i: SUGHERETO. Posco di sughe-
ri. Fortig. Picciard. 3. 20. Deh scifra-
n,i per dio questo segreto, Cli io non so
se mi sia in monte o in piano. In una
cella, o pur 'n un sughereto, (yi)
SUGHERO, e SUGHERA. Albero che
fa le ghiande, la cui corteccia del me-
desimo nome -e leggierissima, e serve a
tenere a galla checchessia, e ad altri
usi. Lai. suber. Gr. ,f,tUi. }!org.20.
12. E sopra un alto sughero impiccoUo,
E lasciai quivi appiccalo pel coMo. Pav.
Colt iq6. Dentro ( nr/'<i ragliala ) poni
varie prante, allori, corbezzoli oc, sughe-
re, olmi, ontani, ec. E appresso: Allo-
ri, querce, sughere, e lecci seminai, m
buon divelli, vengono più presto, che m
altro modo. E appresso : Gli allori ec. ,
sugheri, lentischi, e simili , quando non
abbiano il pane, si contentano delle l.ar-
le con assai del vecchio. Sagg. nat. esp.
12 Eeli i; un tronco di cono formalo
di sughero, maini. 10. l3. E pere ha
inteso che tu lai duello. Un rotellon d.
sughero ti manda.
§ Sughera, diciamo anche Una spe-
cie di canlinetla falla di sughera.
ECGLIARUO. V. A. Scbi/o , Lordo.
Lai. canosus, lulosiis , sordidus. C.r.
no.: 60. 7 Egli i tardo, sngliardo e
bugiardo. Giiill. leti- R- Vedrete lu, nel
vestire sngliardo mollo, e neepte curante.
SUGNA. Crasso per lo più di porco,
e serve per medicine, 0 per ugner cuoi, e
simili materie. Lai. aliingia . Gr. o?JV-
yi.,./. «r. 6. 74. 2- I dimestichi fg/fr/'A
se saranno pesti con sugna vecchia, o in
olio colli , maturano il lieddo apostema.
E 9. 77. l4- L" ^"r -^"S"» '■'" !""'">
e buona per ugnere calzamenli, e con-
servargli, e in molli unguenti da cura-
re inlermiladi. Rim. ani. Ann nel drap-
po suo cardo, e non sugna, ior. Uled.
caiiz. 71 4- Sa di bozzima e di sugna.
s'uGNACClA . Peggiorai, di Sugna.
Lih. San. l3l. È piena di sognacela e di
biluro Da fare operazion come un cristeo.
SUGNACCIO. Quella parie di grasso
che e intorno agli arnioni degli ammali.
Mor. S Creg. Dalli fianchi suoi gli pen-
dono i sugnacci ec. , e da quesl. fianchi
noi possiamo dire eh' e' pendono I. sugnac-
ci, perche ec. Ir. Sacch. nov. l55. Con
,lue baiali dinanzi, che pareano due su-
gnacci di porco aft'umicati.
S;. Per Sugna. L.it. o.vr/nj/d. Gr. ofjy-
■/15V. Frane. Sacch. Op. div. 91. Gras-
so ovvero sugnaccio d. porco Iresco ec.
libbre due ec. Cola il sugnacco del por-
co al fuoco con la pezza, come quando ,1
fai per mang.a.e. h appres.^o : Fa colare
al fuoco il sugnaccio del porco scritto di
sopra. Cr. 3 7. 12. La farina del grano
mischiala col mele sana i cossi della tac-
ila , e alle mammelle per congelazione del
lalle indurale, con sugnaccio e vino cotta,
la durezza mollifica-
SUGPiOSO. Add. da Sugna ; Che ha
sugna, Crasso. Mail. Franz. Rim. buri.
- 12.1. E con perfetta sua divinila 11
purpureo Rossello e Grassellino, Ed il su-
enoso Lencio umetterà.
3 SUGO. SUCCO, e SUCO. Lai. sue-
cus. Gr. xu^o?- Cr. 2. 4. I. Egli e da
sapere, che siccome negli animali, cosi c-
ziandio nelle pianle è una cosa eh' i; in
potenzia a ciascuna parie della pianta , e
chiamasi sugo, ec. Il sugo e umore per
li pori della radice attratto a nutricare
tutta la pianta, il quale si distribuisce per
le parli della pianta dalla virtù nutritiva.
-.' §. I. Sugo ec. dicest singolarmente
Quel liquore che si cava dalla carne, dalle
piante, dalle erbe ec, spremendole, e che
conliene ciò che hanno di più sostanziale.
.. Bocc. nov. 85. 22. Premendoli tutto ,
non uscirebbe tanto sugo, che bastasse ad
una salsa. G. T. 11. 63. 4. In quella
contrada ha molta erba che si chiama ci-
cuta, donde del sugo si fa veleno. Pelr.
canz. 36. 3. Ed ho cerco poi '1 mondo a
parte a parte. Se versi, o pietre, o suc-
co d' eibe nuove Mi rendessero un di la
mente sciolta. E son. 45. 1. col terzo
bevete un succo d'erba. Che purghe o-
gui pensier che '1 cor afflige ". (Ci
%. II. Per mela/. Pani. Inf. 32. l'pre-
nicrei di mio coocello il suco Più piena-
mente (qui suco, per la rima, in vece di
succo). Car. leu. l. 61. Usa un certo
suo modo di procedere, che questi cervel-
li, che lambiccano ogni cosa, riniegano la
pazienza di non poter Irar sugo del suo
{Cioè, cavar costrutto).
g. 111. Sugo della pentola, dicesi in i-
scherzo per Proda. PalafT. 7. Mia con-
sobrina e pur vaga del sugo Della pentola,
g. IV. Per Letame. Lat. laelamen.
Tes. Pr. 3. 6. Lo granaio del signore dee
essere in quella parte medesima, acciocché
sia lungi da sugo e da tutti umidori. IH.
SS. l'ad. Vedendolo lavorare la terra, e
portar lo sugo. /•- altrove: Obbediva a lui
nella cura dell'orlo in portare sughi, e
altri lavorìi vili. Pav. Colt. l58. Faran-
no ile villi, aiulantele questo sugo, una
cosa bella di uve.
•f :? SUGOSAMENTE. Avverb. Con
sugo. In modo sugoso. Segiier. Pred. 28.
3. «on men sugosamente che brevemen-
te descrisselo S. Cipriano. lA)
SUGOSISSIMO . SiiperL di Sugoso.
Lat. .tucri plenissimus. Gr. i-/x^^'^~'-~''y-
Lib. cur. maiali. Fanno quel decotto in
acqua di fonte con erbe sugosissime.
SUGOSITÀ', SUGOSITADE, e SUGO-
SITATE. Astrailo di Sugoso. Cr. II.
17. 1. lu quello, dove e poca durezza e
molla sugosità , ottimamente ( l' innesta-
mento) s' appiglia.
SUGOSO. Add. Pieno di sugo. Lat.
succosus, succi pleniis. Gr. yiM'^oior,^,
TOJlJXU»'«. '■'•• 2- '2- 5- 1^'' ■""■■'° •
quando le pianle si costringono dalla par-
te di fuori, dalla parte d' ciilro si Iruovan
sugose molto più che nella state. Anici.
24. Che gli uberi di quelle fan sugosi Di
tanto lalle, eh' i' non posso avere Vaso
sì grande, iu cui tulio si posi-
* SUGUANTONE. Spezie di panno.
Ln.tc. cen. 3. nov. 10. pag. 243. E fatto
levare il Medico , cosi accennandolo , gli
fecero vestire una camiciuula di suguan-
tone rosso, e cosi un paio di calzoni alla
marinaresca del medesimo panno. (C)
SUGUMERA. .Sicumera. Pala//'. 2. Deh
non ne far rosi gran sugumera. TaC- Pav.
Perd.elon. 414. Di piii'emi di Cicerone
aver dello lame cose, e rooUe .1 ho la-
sciale, delle quali sole questi cratori. che
si dicono antichi, fanno gran sugumera
( Jl testo lai. ha: mirantur alque expn-
munt ). _ „ ,
t SVIAMENTO lo sviare. Fsp. Salm.
>«8
S V I
L' uomo spnza sviamento perviene e saa-
za impcditin-nto a vita eterna. Ot(. Cam.
Purg. i6. 287. In voi è tale sviamento,
rome è nel nìondo. Pass. I^<). Ditendo
la cagione e '1 processi» del suo sviamen-
to. Jioez. l'arch. 5. pros. 1. E da du-
l)itare rlir tu, stanco di questi .sviamenti di
andare fuori di ^trad;l, non sii bastevole
a fornire il vÌa{;fjio diritto. Cas. lett. j6.
Ma iu mi doglio più , che io dubito eh'
ella non si tiri dietro lo sviamenti* dello
studio.
3 SVIARE. Propriamente Trarre del-
la via. Deviare. Lat a via tìimovere. Or.
cinoTiiizziv.
•^ ^. I. K per simiht. Trar tìella dire-
zione , della linea, o simile. « Tass.
lA'r. 19, i;^. Mentre il Latin di solten-
trar riteutii. Sviando il ferro che si vede
opporre » . (N)
3 g. II. /n sentim. figurato. Pant. Purg.
16. Però se M mondo proseulc vi svia ,
In voi è la ragione. Petr. canz. 36. 3.
Che ratto mi vulge^ti al verde bosco , U-
salo di sviarne a mezzo 'I corso. Frane.
Sacch. Op. di\'. iS?. Tre sono le cose che
ri sviano dal servire a Dio : la vana li-
beriate, la profonda cupiditate , la vile
fragililate. fiocz. I arch. 3. pros. 3. Cosi
vi sviano <lal medesimo, e vi ritraggono
molli errori dì varie maniere.
g. Ili- /n signific. neiitr.e netitr. pass,
vale Uscir di via. i'.' « C'r. 5. I. l3. In
colai maniera la nociva moltitudine delle
forniicbe predelle, impedita dall' usato sa-
lire dall'arbore, si svieiìi per forza •>. f'O
Dani. Piirg. 29 . Ma quel ( carro } del
Sol sana pover con elio, Quel del Sol,
che sviando fu combusto.
f §. IV. /•' st usa anche frequente-
mente in sentimento metaforico e figurato .
Lat. a rccta via recedere. Gr. sc^'Aixv.p-
Toivscv Tvì; óòoj. * " Nov. ani. 12. 2.
Meglio è tagliare, che sviare; che a dolcezza
di suono si perdono le verludi-». fl^'J Pant.
Par. 27. Onde si svia 1' umana famiglia.
Tes.' /ir. 7. 27. t.uavdale dunque che
'1 diletto non abliia signoria sopra di voi,
che fa molto sviare 1' uomo dì virtude-
Pass. 1^8. Ella si sviò in lanto , cb'
ella divento comune e p.dcse peccatrice.
Cron. Mordi. 270. Ma non perseverare
in questo , che ti svieresti dalle virtù.
/fgn. Pand. 68. E pare loro che 1 {;ar-
zoni meno se ne sviino. Tac. J^av. Ann.
2. 4V Tiberio mandò Druso in llliria
per milizia apprendere , e per iar^i dalP
esercito amare ; slar meglio in campo, che
a sviarsi ne' piaceri della ciltìi. Cas. lett.
67. Tu sai quante volte li ho dello che
lo sviarsi b la più facil cosa.
§. V. Sviar la bottega, si dice del
Perdere gli avventori. Tttc. Dav. Perd.
floq. 422. La ver(;ogna, non meno che
r utile , gli stimolava a non essere nel nu-
mero de* dientoli. ma degli avvocati, a non
isviare la bottega aperta da' lor maggiori
( qui per sìmilit ).
SVIATISSIMO. Superlnt. di Sviato. Uh.
Pred. Era uomo sviatissimo, e gran nimico
dei buoni religiosi.
SVIATO, .'idd. da Sviare ; ma deno-
ta propriamente Cosa^ o Persona che .ùa
fuori della Iniona i*t(i, o volta a mal J are.
Lai. dcvius,nrquam.penlitus. ("ti. a.^rTo;
':tovr,poi . p-OX^Ti^Oi
(Jrfi. Dove lu ucl-
* e usante cortigiane svialo, se persrveri,
ti troverai ec. Itant. Par, lo. Adora [ler
color che sono in terra , Tutti sviati ibe-
tro al mulo esemplo. Pass. Sf». Di quclb
figliuolo prodi}!
>vialo, che riloriio al
padre, ec. A' 65. l'ieio ricevette perdono
Il figliuolo svialo fu ricevuto a misericor-
dia, e abhrucciatti dal padre. /V. Oionl
pred. S. Quivi vidi gente sviata . e cor-
rotta ne' peccati, fl/. /• 8- 83. S' erano
S V I
ricolti con assai genie sviata, e atta amai (àie.
Petr. canz. 39. 6. E questo ad alla voce
anco richiama La ragione sviata dietro ai
sensi. Calat. tjg. Ma le pìù persone noi fan-
no, anzi dirtro all' appetito sviale, e senza
contrasto seguendolo, ce.
n;. Per Trasandato , Ridotto a mai
termine Lai. confusus^ inordmatus^ per-
ditus. Gr. ijyz!;(j^ajv5;, ara/TO; , cc'at-
psret';. M. V. i- 5o. Dandoci alquanto
tregua le novità dello svialo regno.
f SVIATORE. I erhal. masc. Che, o
Chi .tvia. Fr. Oiord. Pred. /t . Fuggano
l'amicizia degli' scellerati svialori. ^ J.egg.
B. (Jmil. ^i. Lo m-miro invidioso della
nostra salute e della umana generazione ,
e iivialore d'ogni bene, accesesi forlemculc
d'ira. (C)
SVIGNARE. Fuggire con prestezza e
nascosamente. Voce hassa. Lat. solnm
vertere. Gr. jt/STavi'cra^àat. Cecch. In-
cant. 2. /^. Oh non credere Ch' egU svi-
gnino. Malm. II. 7. Bel bello svigna,
e vanne alla rifrusla D'un luogo da sai-
varsi da tal mischia.
^^ SVIGORIRE. Far perdere il vigore,
l iitt. /fdr. Op. mor. 2 288. Fb bene
avvezzarsi a ber due o Ire volle infra il
giorno dell' acqua pura, che svigorisce la
forza del vino, e rende famigliare al cor-
po il beveraggio dell' acqua. (C/
* SVIGORITO. Jdd. Spossato, Sen-
za vigore. Lai. debilitatus. Gr. a^Srsv/^^.
Plut. j4dr. Op. mor. ^. 2ì!\. Abbacinali
e svigiirili non hanno più forza (i raggi
dell' animai di penetrare alla contempla-
zione de' Bui delle cose iqui figuratum.) .
(Cj Salvia. Disc. 2. ^99. Il vino che è
stalo alla prova de' rigori del verno ec, ,
piglia in questo mese la ((ualilìi', come
noi diciamo , di settembrino, cioè di svi-
gorito e passato. (')
ìY- SVILIMENTO. I.o svilire, Avvili-
mento, Spn'gio. Lat. ahiecfio, conteniptus.
Gr. ■^yyit^uo';, ny.zy.fpÓjfì'Hi. Salvin.
Disc. 3. 88- Noi diremmo non e cosa,
detto in segno di disistima e di svilimento
ec. Cj lìellin. Disc. \. Il3. I quali lu'.ti
nomi non sono poi altro in sostanza , che
tante studiate maniere ce, quanto al si-'U*
so tulle significanti svilimento e scherno,
ec. (B)
t SVILIRE. Avvilire. Lai. extcnuan-,
deprimere. Gr. e/^«u)t^»iv. Agn. Pand
6.^. Voi ora ci sviliste mollo il danaio, e
secondo che diciavale, niuna cosa sareb-
be più utile. * lieav. Celi. J'it. a. 17. Il
dello frate, per farmi dire il mio segreto, mi
sviliva. (C) /•" 258. Prese quell' altro lom-
bardesco ispediente, cercando di svilire 1'
opere mie.
•f^SVILITIVAMENTE. ^iverA. Con
isvitimento. Per dispregio. Salvia. lìtton.
Pier. ^. a. 7. Gli serrati hhricoli ; cioè
libvicciuoli , e più svililivamcntc Idiereo-
li. (A)
* SVILITIVO. Add. Atto a svilire.
Salvia. Annoi. Mar. 2. l65. La quale
( patria ) punto non e offesa da simili svi-
lilive maniere di procedere. (Cj
SVILITO. Add. da Svilire. Lai. e.i fi"-
nuatus, deprrssus. <;r. t'/yauìti-lii .
Salvia. Disc. 2. 25o. l'regio è delle lel-
Ivre , die quantumpie in alcuni scuri tem-
pi non guiderdonale, uon pregiate, non
accolte, non acrareuale, non ri>petlate. ma
piuttosto sgra<lile e svilite, sieiio state da
alcuno gentile ctl onoralo spirilo mai trm*
pre collivule.
•f * SVILLANEGGUMENTG. L' n-
zione ttello svillaneggiare. Satvin. Buon.
Pier. 3. I. 5. L'omo scopato: cioè fru-
stalo dal boia , esposto ce. alle lorsolale
del popolaccio, e a'ioro svillaneggiamrnti.
l/ilen. \is. 1 l. Rinaldo e Sacripanir »Ì
danno drl ladrone pel capo ; i quali s\il-
S \ 1
laneggiameoti, se non ofTendono per ser-
ie r onestà de* costumi, re (A)
'\ * SVILLAXEGGIANTE. Che svU-
Inneggia. Sa/vin. Alan- Kptt. l'jS, Mao-
i>ui-to ti pollerai verso il maldiceote e
svillaneggiante. (Ai
SVILLANEGGIARE. Dire altrui vUla-
nia. Lai. conviciari, contumeliam dicert.
(ir. S^piluv. Cavale. Pungil. Li Farisei
superbi e gli altri principi rifiutava e sril*
laDeggiava. / it. SS. Pad. Recandosi a
vergogna, che in loro presenza lo Patriarca
fosse cosi svillancggbtu. Liv. /.'ce. 3. Tan-
to gli svillaneggiarono li niinici orgoglio-
samente, che r odio di fuori vinse. Mor.
S. Creg. Più si studiano di riprendere il
male con isvillaueggiare, che di confermar-
gli nel bene.
g. In signi fic . neutr . pass . vale
Dirsi leciprocamente delle viilaaie. Din.
Comp. 3. 80. Ricominciato l* odio , io uo
consiglio si svillaneggiarono di parole , le
quali ingrossarono per modo, the presero
r arme.
SVILLANEGGIATO Add. da Svil/a-
neggiare. Lai. contitmeliis ajjectus. Gr.
■J5pt55Ei'4- Cavale. Frutt.luig, La quale
quantunque cacciata e rifiuUla e svillaneg-
giala, non rcslò d' andargli dietro.
* SVILLANEGGIATORE. I erbai.
ma.fc. Che, 0 Chi svillaneggia. Ingiuria-
tare. Lat, conviciator . Gr. ìoico^so;. //
i ocal'ol. alla voce CON VIZIATORE. (•)
SVILLPI'ARE. iropriamente lìavviare
le co.\e avviluppate. Ordinare, Strigartj
contrario d' Avviluppare; e si usa in si-
gnifìc. att. e neutr. pass. Lat. extricare.
Gr. i'^eiiTTSiv. * Morg. 23. !\. Ecco ,
per dio, la serpe, cb' io sognai Che mi
parca s'avviluppassi meco, E per paura
di ciò mi destai: Non mi parca poterla
sviluppare, ce .'r. I.en. 3. 2. La roba
fra le gambe avvduppandosi , Che gli ca-
dea da un lato, fu per metterlo Tre vol-
te o quattro in lena : al fin gettandola
Con ambedue le mani, sviluppossene. (Dì
Segner. Pt\d 2. y. Senza aver modo o
di troncarsi 1 c-pJlli, o di svilupparsc-
gii. (y)
g. I. Per similil. vale Molgere. Lai.
evolveix, explicare. Gr. otvC'i'tTit». ai»«-
7rru7T£iv. ìiocc. nov. 60. l5. Soavemen-
te iviluppando il zendado ce. , fuori la
cassetta ne trasse.
§. 11. Per meta/, vale Lil^erart, Di'
strigare. lìocc nov. 97 7. Accioccbk io
consolata morendo, mi sviluppi da queste
pene, t.iv, M. Signori cavalieri , soccorre-
temi; e svlluppossi dalle mani de' Ultori.
Civn. Morvll. 238. A ritrarre mercatan-
lia, a venderla, e a svdunparc tulio non
fu sansa grande sollecitudine e fatica. E
appresso: E pure questo ikUallìcu e ìsvi-
luppo dalla maggiore rosa alla più meno-
ma bene e diligenlcnicnle.
s? SVILUPPATA. Term. ite' Geome-
tri. Sitecie di lìnea cnr\-a, per cui un' ai'
tra cur\-a fuiò essere formata. Alluni di'
cono Fvoliita, (A)
SVILUPPATO. Add. dm .Wwpnirr.
Lal.ct /ri(.i/iijr. Gr. otTr.iìay ai VO». /?<hV.
nov. 59- 6. Prese un sali", e fussi gitUlu
dall' alita parie; e svduppalo4Ì da loro,
se n'andò. F nov. 77. 3. Da ogni altra
sulleciluiliue svilup^iala re., SÌ dava buon
tempo. Vtttam. |. 4. Poiché s^ ilup|4lu
«la ili fui. /■ 1 11. Si n»i piacque Quan-
do x\ji lui wiluppalo fui. .SV« lien.l arch.
7. 9, Io per me non voglio legarmi a co-
desio peso senta |H»lermcne sciorre , ui
voglio r animo mio sviluppalo in culai fec-
cia abbassare.
SVINARE. C^var il mosto dei Uno.
Dav. Colt. iCo. Svina e iml>olu un po'
giovane , acciocché nella botte alquanto
^.rilli, e perciò si risenta e scluaiisca. Poi-
S V I
rhè svinato è, non pigiar più la vinaccia
per nioDle, ma favvi sopra un 1iuoDoucque«
fello. Tac. Dav. Ann. 11. l'ò<^. Mcs&alì-
oa , più sfrenata cbe mai , t'art-\a in casa
le maschere ite* veiKlemiiiiaturi nel liuono
dell' autuuno, pigiare, svinare, ec. Morg,
33. 47* £ svina e svena di botto una
botte.
SVINATO. Jdd. da Svinare.
•f * SVINATORE. ì'erbaL masc. Co-
fui che svina. Cari. Sv:n. 11. Al nominar
rh'eì fece Iddìo deftli urli. Tutti quei svi-
oalori Ebbero per le risa a cader mor-
ti. (B/
SVINATURA. Lo svinare s ed anche
il tempo dello svinare.^ Cari Svia. 10.
Egli è pure il Lei sollazzo 11 veder si dif-
ferenti Masserizie ed i^trumenti Cbe per
arte e per natura Seco trae la svinatu-
ra. (B)
* SVI.NCERE. Contrario di Vincere.
Sega, l it. Capp. il signore Iacopo tratto
fuori d pugnale, disse in gran collera:
questo viuceià il partito , se non lo vin-
cano le fave. Quando Lorenzo Berardì an-
datogli incontro con un altro pugnale sfo-
derato disse: e questo sviuceià d parti-
lo. (CP)
SVINCIGLIARE. Frustare con vinci-
glio. ir. ine. T. I. 2. 10. Se non già
alla scola, giami frustando £ svincìgliando
con mio lamentare.
•f * SVI^COLARE. Keutr. pass. Stac-
carsi, SciogltiTSi. Corsin. Torracck. 8.
5l. Non cosi ben si svincola la pasta, Se
donzella gentil su puUt'asse l'er farne ba-
stoncei la pigia e mena , Come di luì si
svincolò la schiena. (^J
SVISARE. Guastare il viso. Lat. de-
nasare. Cr. ^'ivoxeTTSc v. Bocc. nov. 68-
17. Né li consiglierei cbe tu fossi tanto
ardito, che tu mano iiddosso mi ponessi;
che alla croce di Dio io ti sviserei. Lasc.
Pinz. 3. 5. Io non so com' io mi sia te-
nuta, eh' iu non r abbia svisato. ^ Jiusp.
son, 5 Pare un santo a capriccio, ce. j
Ma poi negli intestini Poggior d* un ro-
milaccio passeggicre, Cbe svisi co' cazzot-
ti UDO slradìere. (Bj
SVISATO. Jdd. da Svisare.
§. Fagiuoli svisati, si dicono quando e
levato loro l* occhio. Buon. Fier. 3. 1. 5.
Svisati, Don è vero, que* fagiuoli ?
* SMSCERAMENTO . L'atto dello
sviscerare, di cavar il cuore j Esenterà^
zione. (.4)
* §. Per Dimostrazione d' affetto svi-
.tcerat'>. Uden. Sis. Con qual efficacia ,
con che svisceramento di cuore ec. (A)
SVISCERARE. Cavar le viscere. Lat.
exenterarx. Gr. s'^svTijCt'^Etv. Fior. Jtal.
Lo sparviere, poi e' ha presa la colomba,
la sviscera e sbudella. * Car. Fn. 12. 357-
In cotal guisa Fermati i patti, e 1* ostie in
mezzo addotte ec. , Le svenar, le smcm-
biàr, le svisceraro. (Bj
f §. I. £ in signijic. neutr. e neutr.
pass* Esp. Salm. L'api , le quali, pun-
gendo altrui, da loro si s\'ìscerano. Cavale.
Specch. Cr. cap. 38- Cristo ec. si svisce-
ro, e si aperse il costato. ^ Fsp. J'ang.
Il ragouolo , tessendo tutta la sua tela ,
sviscera e votasi dentro. >B}
* §. II. Sviscerare, Jìguratam. vale Fn-
trar bene addentro nella sostanza di cheC'
chessia. Art. Vetr. Ser. 2. 37. E neces-
sario che i metalli sieno benissimo calci-
nati, assottigliati , e sviscerali da ottima
acqua forte, f^')
SVISCERATAMENTE. Jwcrh. Con
isvisceratezza. Lai. medullìtus. Gr. otrro
fXMiioù- '-v Pltit- Adr. Op. mor. 2. 4^8.
Avvenne che sempre potè molto in lui, e
fu da lui amato sì svisceratamente, eh' a-
mò di morire per gloria di ii gran fra-
tello- (€} Bellin. Disc. 2 lo3. Quei gnau-
Focabolario Tom.U.
S V I
Icvoli topicidi animalini sono così affeU
tuosi e così svisceratamente cordiali di
noi . (Min)
SVÌSCERATE7ZA. Astratto di Svisce-
rato, in sentimento di Cordiale j e vale
Arìwre cordiale, eccessivo. Lat. dilecfio ,
vehemens amor. Gr. «yaTUfi. lied. leti.
2. 17. Son sicuro che V. S. llluslriss.
gradini le cortesi svisceratezze di questo
gran cavaliere. ^ Segner. Sent. Oraz. 35.
il che mi è parso una finezza di amore
singolare, e la quale mi obbliga a corri-
spoa<lere a Dio con altrettanta sviscera-
tezza d'affetto. (TC)
•f * SVISCERATISSIMAMENTE.
Suptrlat. di Svisceratamente . Segner.
Mann. Cenn. 18. 1. Quei (diletti) che
da Dio, vengono da un Signore che ci
ama , come sue creature , svisceratissima-
mente. (A)
SVISCERATISSIMO. Superi, di Svi-
scerato. Lat. addictissimus, summo amo-
re coniunctissmius. Gr. TT^coapiitaraTO^.
Farch. Stor. ^. 92. I Sanesi ec. nondi-
meno, per lo essere stali sempre sviscera-
tissimi , per dire come oggi si favella ,
della maestà dell' Imperadore ec, stavano
in sulle luro ( qui nel signiJìc. del g. I.
di SVISCERATO). * Calil. Leti. uom.
ili. pag. II. ( Fir. 17/3) La qual cosa
ho voluto io di proprio moto ec. comuni-
care a V. A. S. ; il che Id supplico a ri-
cevere in buon grado, e come effetto na-
to da uno svisceratissimo desiderio di ser-
virla. (B)
SVISCERATO. Add. da Sviscerare.
Lat. exenteralus. Gr- t^iitspia^ei'i.
g. I. Per Appassionato, Affezionato.
Lat. deperiens , devotus , flagrantissime
amans. Gr. sTi^uacvo/ASvo^. Tnc. Dav.
Ann. 4- 86. Sviscerati della memoria di
Germanico , a' quali pareva veder lui. E
Stor. 4" 343. Quando 1' ebbe pien di spe-
ranze e di vento, gli levò le forze, man-
dando in guernigione la legion settima ,
sviscerata di lui. Segn. Stor. I. 18. La
famiglia de'Sal^i, che faceva la sviscerata
del popolo, era venuta in tanta grandez-
za, che nelle loro case i micidiali, gli as-
sassini , ed ogni sorta di facinorosi stava-
no sicuri. Borgh. Col. milit. 436. Il qua-
le si mostra per tutto svisceralo partigia-
no di questa fazione.
§. II. Per Eccessivo , Cordiale. Fir.
Disc, an, 2^> Nondimeno lo sviscerato
amore ch'io porto a Sua Altezza, la rive-
renza eh' io debbo al trono di Sua Mae-
stà ec, non mi consentono Io star cheto.
g. III. In forza di sust. per Amico
intrinseco. Lat. f'amiliaris , intimus , ex
intima amicitia. Gr. 5ixeio:C(To;, auvv;-
^e'^Taro?. Tac. Dav. Ann. 2. 53. In
contrario Doroizio Celere, suo sviscerato ,
disse ec.
* SVISCERATORE . Fcrhal. masc.
Che sviscera. Lat. eviscerator. Gr. 0
e'^EvTEf t^tjv. Il Vocabol. alla voce EVI*
SCERATORE. (•)
* SVISTA. Sbaglio. Lai. allucinano,
error. Gr. /KTa^Xs'j'i?, 'Sfcc^p^v.. Il T o-
cabol. alla voce SCAPPUCCIO. (')
•f SVITARE. Scommetter le cosefer-
mate colla vite. * Magai. Leti. Questo
sigillo si s\ìta in tre luoghi. E altrove :
La vile, che è nel fondo della cassa, può
svitarsi sempre cbe pare e piace. (B)
•f g. Fu usato ancora per Stornarlo
invito j contrario d' Invitare. Frane. Sac-
eh. nov. 23. Tu hai la scritta, con che
tu invitasti quei cittadini a desinar meco;
recatela per mano, e come tu gì' invitasti,
va, e svitagli.
t SVITATO. Add. da S%-itare. Frane.
Sacch. nov. 23. io non so se questa fu
maggiore cattività, che quella che avreb-
bon fatto gli svitati, quando avessono ava-
S V I iii49
to li corpi pieni (qui in forza di sust. e
nel signific. del g. di SVITARE).
SVITÌCCHIARE. Contrario d' Avvitic-
chiare. Distrigare j e si usa in .vignijica-
to alt. e neutr. pass. Lat. avellere, ex-
tricare. Gr. «TtoaTràv, a ;ia)>aTT£iv. Pa-
taff. 2. Tu se* incerato : che non ti svi-
ticcbi T
SVITUPERARE. Vituperare. Lat. ti-
tuperare, elevare. Lih. cur. malatt. Non
possono con ragione svitiipcrare quel cat-
tivo ministerio , e pure lo svituperano fa-
cilmente.
SVIVACNATACCIO . /eggiorat. di
Svivagnato.
§. l'er metaf. vale Disadorno, Scompo-
sto. Lat. incomptus. Gr. u^.Ojx-^og. Buon.
Fier. 3. 2. i5. Bandiera cbe tu sei, Sciat-
ta, svìvagnalaccia.
SViVAC-NATO. Add. Senza vivagno,
^ Salvia. Buon. Fier. 2. 4- ^8. Sviva-
gnato, cioè s61accicato , come un panno
senza vivagno , che è il vivo che rattiene
le fila. (Bj
§. I. l'er metaf. vale Sciocco, Sgan-
gherato. Lat. incptus. Gr. ot'py*,'^. Buon.
Fier. 2. 4' 18. \'ogliou parer più savie
e più garbate, E nescon più scempie e
svivagnate.
§. II. Bocca svivagnata, vale Eccedente-
mente larga. Lasc. l'arent. Prol. Questa i;.vi-
vagnata bocca, brutti denti, e picco! ca-
so. Alleg. 288. Le palpebic hanno quasi
arrovesciate, Gli occhi traversi, e ciglia e
cape' neri , E denti radi, e bocche sviva-
gnate.
SVIZIARE. Levare il vizio. Lat. i-i-
tium tollere. Gr. ìt.y:/.ìa.-i àfcf.ipe\v. Frane,
L'arb. ip5. l4- Volgiti qui; afiVena , Se
puoi, cotal notizia : Per lei aver, da tutto
mal ti svizia.
SULFUREO. Add. Di qualità di sol-
fo. Lat. sulphureus- Gr. '^udS^^. Lab.
262. Del quale ec. spira un fumo sulfu-
reo sì fetido e si spiacevole, cbe tutta la
contrada attorno appuzzola - Amet. 70.
Dietro alle spalle i non conosciuti anco-
ra, tiepidi e dilettevoli bagni di Baia s' a-
veano lasciati , e le montagne sulfuree.
Tass. Ger. 18. 83. Wè dal sulfureo sen
fuochi mai tanti II cavernoso Mongibel
fuor diede.
•f « SULLEVARE. V. A. Sollevare.
Vii. S. Gio. Gualb. 325. Il manipolo e
la stola e le loro fimlirie sullevando, in
là e in qua variamente portavano. (V)
Fior Ital. 129. Noi vogbamo alcuno af-
flitto consolare, e lo suo dolore sullevare.
E appresso : Li amici adunque del bea-
lo lob per sullevare lo dolore dell' af-
flitto si brigarono ec. (C)
•f * SULLOGARE. .'Jfittare, o Ap-
pigionare ad un altro una cosa affittata
per se. Sold. sat. 4. (Londra 17^7) A
certi geometruzzi ha sullogali (Aristoti-
le} Qualche moto lassù, qualche girella.
Ove si son con laude esercitati ( qui per
similit. }. (A)
SULLUNARE. Add. Dicesi ciascuna
cosa che sia dalla Luna ingiù. Lat. * su-
blunaris. Gr. uTrO(Js).y,vKio5. Lib. cur.
malatt. Ha potestà sopra tutti i corpi sul-
lunari. Varch. lez. 1\12.6. Della materia
prima ec. si compongono tutte le cose
suUunari di questo mondo inferiore. Gal.
Sist. 38. Per persuaderci, la natura dei cor-
pi sullunari esser generaliile e corruttibile-
SULTANA. Donna del Sultano.
§. E Sultana, I<ave grossa turchc.^ca.
SlJLTAM^O. Specie di moneta tur-
chesca. * Salvia. Fier. Btton.^ 4' ^ 7-
Dove un sultan ben scarso, cioè un sul-^
tonino j moneta d'oro turchesca, piena di
molli arabeschi. (Bj
SULTANO. Titolo di soi-rnnìtà pres-
so i Turchi. Lat. Sultanus.
182
ll{5o
S t M
§. Per lo slesso che Sultanina. Buon.
Fier. 4. a. 7. E sfromliuli zecchini, e
doppie snoccioli. Dove un sulUiD ben scar-
so era soverchio.
# SUMMAIUO. Aitd. Sommario. Cron.
d* Amarci. 122. Parve a loro questa sum-
maria cosa, e vollono che il Re Io man-
dasse a sapere- (C)
s;: SUMMESSIONE. V. A. Sommis-
sione. Cronichcll. 2'](^. Mandarono tulli
loro commcssari a Pisa a fare le debite
summessioui. E 280. Dopo la giunta de-
gli dtiilusci itori a Firenze furono uditi ,
e i'alta la debita summessione, fu di poi
L-lcltu Gino per Capitano di Pisa. (C)
* SUMMLMSTKAMENTO. Summini-
strazione. Lai. sitppcdilalio, sitbministra-
lio. Gr. TTO^i-j/io';. Segner. Crisi, inslr.
3. 2. IO. Egli non serba in tal summi-
nislrainento Io stile usato nella sua cu-
ria celeste. {*)
SUMMINISTnAltE..Vommi>M\f frrtre. Lat.
suppeditare, snhminislrare. Gr. s/.TTopi-
?£*v, X^p^''/^'"^' '"'"'■ ''""■ ^^- ^^^ ^*'
fummosa di quella bettade , Che 1* amo-
revol Ciau ti sum ministra.
•f * SUMMINISTHATIVO. ^tld. ^Ìl-
io a sttmministrare. Sega. Polii lih. i.
cap. 5. pag. 20- ( T'en. l55l ) I-' arto
che cava il ferro delle miniere , è sum-
micistrativa all' arte fabbrile. {A}
* SUMMINISTRAZIONE. Lo stesso
che Somminislrazionc. Sega. lAic. 9.
A66. Siccome egli è ancora impossiliilo
che sieno amici coloro che nell' utile vo-
gliono il più, e ne' carichi e nelle sum-
minislrazioni vogliono il meno. (*)
* SUMMITa'. Sommità, .Sommo. 'La\..
summum , fastigium. Cortig. Castigl. 1 .
l52. Chi tende alla summita, rare volle
interviene che non passi il mezzo. (ISSj
* SUMMO. Sitst. Sommo. Dani. ìnf.
7. Gente che sospira E fanno pullular
quest' acqua al sumiiio. ( P)
* SUMMO. Add. Sommo. Lat. sum-
miis. Ar. Fur. 22. 2. Per questo io non
oscuro gli onor summì D' una e d'un* al-
tra , ch'abbia il cor sincero. (NS)
'f 'è- SUMMOHMOUAUE . Mormorar
sotto voce, Sommormorare ■ Sannaz. Ar-
cad. Pros. Il- In una fissa e lunga cogi-
tazione vidi ( Ergaslo J profondamente oc-
cupato ec. , e con le labbra non so che
fra se stesso tacitameotc summormoran-
do. (A)
't * SUMMULTIPLICE, e SOTTO-
MOLTIPLICE. Acid. Term. de' Geome-
tri. ^Sumero compreso esaltamente in un
maggiore un dato numero di volte . / iV.
prop. 2. Parte, o summulliplice, cioè sot-
lomoltiplice, si dice la minore di due gran-
dezze omogenee, terminate e disuguali, che,
muliplicata più volte, misura appunti» la
maggiore, (yl)
SUNTO lììstretto , Compendio. Lai.
.uimma, epitome. Gr. titiTOjxr!. Lib. Son.
128. E quando e' fa parlila, Avvisa sopra
tutto , e questo è '1 sunto . Ciriff'. Cai*'.
'.\. 89. E fatto ch'ebbe nella pietra Ìl sun-
to. Si rivolse piangendo invcr la riva. Gal.
Sist. 287. Voi ec. lo vedrete da qucslo
breve sunto , eh' io ho fallo , di tulle le
combinazioni .
*t * §■ Sunto, per Sugo d'alcuna .fo-
itanza , ICstratto . Segner. Pred. 9. 3.
Giungono i chimici giurnulmeute a rav;).
re con la loro arie una tal suslania , la
qual è come un piccol sunto del tutto. /■."
Mann. Magg 8. 4- Q""* sunto più lam-
biccalo, che noi pur volgarmente chiamia-
mo ipirilo , ec, (A)
•f # SUNTUARIA. Tcrm, degli Sto-
rici romani. Aggiunto di quella sorta di
Iffige prvs.to i liomani , con la quale si
comandava che ne* banchetti e nelle cene
non si eccedesse, prr la spesa, certa .tom-
SUN
ma di moneta . Salvin. Pros. Tose. 1.
12. Oltraggio che fanno ce. i miscredenti
provveditori alle salubri pragmatiche, alle
suntuarie leggi. (Ai
SU.NTUOSAMENTE. V. SONTUOSA-
MENTE.
SUNTUOSISSIMAMENTE. /'. SON-
TUOSI SSIMAMKNTE.
SUNTUOSISSIMO. /'. SONTUOSIS-
SIMO .
SUNTUOSITA', SUNTCOSITADE, e
SUNTUOSITATE. V. SONTUOSITÀ'.
SUNTUOSO. /'. SONTUOSO.
SUO /Pronome che denota proprietà, 0
attenenza , ed ha propriamente relazione
alla terza persona del singolare di tutti i
generi, dicendosi anche talora, in vece di
Suoi, e Suo', e Sui. Lat. .titiis. Gr- 0;,
yj , ov. Bocc. nov. 46. 5. Comandò che ella
fosse messa in certe case bellissime d' un
suo giardino . Dani. Ìnf. 2. Da quel eie!
e' ha minor 1Ì cerchi sui. K Par. 1. DA
suo lume fa il cici sempre quieto . /::.' 2.
Cosi r Inlelligcnzia sua bonlate Multipli-
cata per le stelle spiega. Pctr. son. 208.
Quando fia chi sua pari al mondo Irovc?
* Siilv. Avveri. 1. 3. 2. 36- Juo' per
suoi y cosi verbo , come nome , ec. Per-
ciocché potrebbe scriversi ce. 1 suo'ardori,
i suo' dolori j tu suo' ire, tu suo* stare, (f'j
g. I. Suo, talora si rijeri.sce al numero
del più , invece di Loro . Bocc. nov. 1^2.
1^ Poiché gli arcieri del vostro nimico
avranno il suo saetlamento saettato. Dant.
Purg. 26. Non son rimase acerbe ne ma-
ture Le membra mie di la , ma son qui
meco Col sangue suo, e colle sue giuntu-
re . IC Par. 19. Che potran dir li Persi
a' vostri Regi, Com' e' vedranno quel vo-
lume aperto. Nel qual si scrivon tutti suoi
dispregi? /i 3i. Vedeva vbi a carila sua-
di. D'altrui lume fregiali e del suo riso.
Liv. Dee. 3. Alli tribuni parve luogo e
tempo d' assalile i suo' avversarli. (V. 4-
8. a. Non cosi agevolmente tralignano ,
ovvero si partono dalla sua generazione,
quelli che di colai luogo si colgono. /:.' 5.
12. \t\. L'acetose e acerbe (mele) gene-
rano fleniina e | ulredini e febbri per la
proprietà del suo umore e della .uà cru-
dità. ^ liut. Inf. 3l. I. Elefanti sono in
terra grandissimi animali ec., e delle ossa
sue è r avolio. {ì)
§. II. So , per suo , affìsso ad altre
voci. Dant. ìnj. 29. E non vidi giammai
menare stregghia A ragazzo aspett.iio da
signorso . lior. Hai. D. Allora fìltn la
suorsa alla Reina: Vuoi tu ch'io meni tua
sorella?
•f # g. III. *$"/ disse anticamente an-
che Sua, per Suoi e Sue . Salv- Awert.
1. 2. 10. Sua par-ole v tua piedi ec. c-
ziandici nel miglior secolo, non che nella
favrllu, all'Una volta trasconero nelle scrit-
ture, t'runc . Sitcrh. nov. 2. Vide li servi
e sudditi sua mollo ordinati. /')(. .V. do.
Bai. P. iV. 235. Vi farà salvi, se osserre-
rete li' coniandamenla sua. (I')
g. IV. ^uo, d'una sillaba, in vece di
Sua , per proprietà di linguaggio e per
r armonia. O. l\ 12 8. 22. > mere nel
Leone gradi otto, faccia di Saturno, e ron<
Iradio alla suo triplicità . Bocc. nov. 29.
28. Lei sempre come suo sposa e moglie
onorando, l'amò. ^ A" g. 2. n. 9. Aven-
do Elisa ctd suo (così net lesto Mannelli)
compassionevole novella il suo dover for-
nito ec. Kg- 9' ". 9. Tornato a casa suo
ec. disse ciò cTir da Salamone avuto aven.
Liv, M. E qur'ftta ì^ la dìrrlana opera rho
Enea fece che alIor.« finio *uo \ila. I\ sot-
to : Più avere di leugeretia , r fare a .vun
guisa, /i' altrove! Gli riri»rdavanu le suo'
tiromes*t'. Mirac. Mad. Udirete vtdrntieri
e suo'mojsc. Sen. Pisi. Ella è sì gentile
e sì nobile per nio natura. (I')
SUO
§. V. Suo, coli' articolo , in /orsa di
sust. , vale II suo avere , La sita roba .
Bocc. nov. l'i. 39. A Perugia lornossi ,
avendo Ìl suo investito in un anello . E
nov. 49' 3. Il suo senza alcun ritegno
spendeva .
* §. VI. Suo, vale il Proprio suolo
nelle seguenti manierej Stare in sul suo.
Lavorare il suo, e simili, y. STARE. (C)
§. VII. E nel numero del più, vale I
suo' parenti o amici , 0 in altra manie-
ra allenenti. Lai. sui necessari!, cives ,
conterranei, propinqui. Gr.oi t^toi a'vay-
/.«ìoi , TToiitai , o'asYwjiioi , Tlfiooif-
xovTSi . Bocc. nov. 3. O. Vaghi ciascooo
d'essere il più onorato tra' suoi. E nov.
48. fi'. Vassenc pregato da' suoi a Chiassi.
* Tac. Dav. Germ. ^'5. Le peccata mi-
nori puniscono in tanti cavalli o bestiami:
vanno mezzi al comune , e mezzi al dao-
neggiato , o a' suoi. (TC)
g. Vili. A\-er le sue, 0 Toccar le sue,
vale Essere aspramente sgridato, o per-
cosso . Lat. plagis ajjici . Gr. ~Ì*)*/as
Ìa/i€av!i». Bocc. nov. 45. 8- Se ella non
istaià cheta, ella polr'a aver delle sue.
* §. IX. Dal suo, o Dalla sua, vaglio-
nò Dal parlilo, o Dalla parte di colui di
cui si parla. Varch. Err. Giov. 3|. Egli
pensò subito, per esser poi raffermo gon-
faloniere , a tirar più dal sno di tutte le
parti che poteva. Borgh. Vesc. Fior. (\6q.
L' Imperadore ec. ed alcuni altri dalla sua
ec. tentano di divenire assoluti padro-
ni. (C) Dav. Mism. 111. Il Duca di Not-
tomberlanda si tenea la cosa fatta, perche
la nobiltà avea giurato; il popolo gli pa-
rca dal suo. (f'j
* §. X. Dir la sua, vale Dir la sua o-
pinione. I\'ov- ani. 54- 7- La gente era ri-
stucca (d'una novità), e non voleanu più
vedere , e molti il biaslcmmìavano , e cia-
scuno dicea la sua. (J'j
^ g. XI. Esserci per la sua, vale Es-
.terci per la sua parte, A*'er la sua parte
d' autorità, potere, o simili. Magai, leti.
1. Il freddo non e per avventura cosi dap-
poco com' altri si pensa . Anch' egli r' è
per la sua. ((')
§. XII. Far delle sue, signifea Operare
con poca ai'vedu lezzo , o senta prudenza i
sotlinlendendovisi scioccherie, del*olezze, e
simili , cioè Far delle .tue solite sciocche-
rìe , ec. ì . FAR SUO, §.
* g XIII. Star sulle sue. V. STA-
RE. (C)
SUOCERA, e SUOCERO. Padre, e Ma-
dre della moglie, o del marito. Lat. socer,
socrus . Gr. ?tsv&C4o'« , mv&Cfa. Dani
Par. 16. Sicché non piacque ad Uhcrtin
Donato, Che 'I suocero d facesse lor pa-
rente . Bocc. no%\ 100 33. Tolto Gian-
nucolo dal suo lavorio , come suocero il
pose in islalo . Amm. Ani. 35. 4- '- ^
un altro male tra suocera e nuora , che
una lulia l'altra. Boez. C. S. 21 La
compagnia degli onestissimi amici, il suo-
cero Simmaco ec. tlifcndono noi da ogni
sospizionc di tale peccali). Bemb .Slor. 7.
90. Fu eletto dal Senato per aml>aiciat«>-
re a dolersi con Filippo della morte della
suocera .
SVOGLIARE. Contrario d'Invogliare
Tot la voglia. Lat. avocare, remo\'ere ,
dimovere a pi'oposito. Gr. «TtJ t»ìì y»o*-
ui;; oLTtOK'vt'v . Prtr. canz. id- l- Del
mio fermo voler gii non mi ivoglia.
g Insignire, neulr. pass, vale Perder
la voglia. Him. ani /'. A" Air delle / t-
gne. Perdo gioia e mi svoglio, (Quando di
sua contezza mi rimcmbrc . ^ / n*. Leti-
uom ili. 2. 17. Ma dopo quei primi an-
ni vedendosi i giovani interrotte le Iraìoni.
se ne svogliarono. (C)
SVOGLIATAGGINE. Astrailo di Si'o-
glialo Lai. /aslidium. nausea Gr. otv?'
S V o
pe^t'a , vauTi'a • Segner, Mann. Genn.
18. i. Se gi'iin tempo mm provi diletto
alcuno licite cose &piriludli ce , nu piut-
tosto provi una svu^lijlag^inc somma, »ta
bene attento , qualche demonio ti pa&ce .
^ E Increti. 2. 37. 4" Donili' il dicadi-
mcDto dalla pietli , se non dall' esser:(i a
poco a poco dismesso di frequentarlo, sino
al concilio dì Trento, che deplorò svoglìa-
(aggine si noti\al (C)
* SVOGLIATAMENTE . Jvverb.
In modo svogliato , Con isvogliatezza .
Stgner. Parr. instr. 6. I. Al popolo po-
co prenif V aicoltarc, e al sacerdote meno
preme il discorrere: onde , se mai Io fa ,
io fa si s%'ogliatamente , che non alletta
con verun' arte i ritrosi. (V)
SVOGLIAI ELLO. Dim. di Svogliato;
^alquanto svogliato. Lat. nausea affectusj
percitus. Gr. vaurtwv. AUeg. 212. Per
ìslrapauo si guatano o da leziosi svoglia-
lelli , e donne gravide, ec.
SVOGLIATEZZA. Svogliataggine. Lat.
fasiidium f nausea. Gr. ocvo^e^t'a, vaun'a-
Stgner. Mann. Agost. 22. 1. Kon altri-
menti succede Del far del Lene, massima-
mente in tempo di svogliatezza . Salvia.
Pros. Tose. I. ^23. Donde ni:ii viene in
alcuni una sToglialeua dei discorsi , un te-
dio , una ini^uicludiue , ec.
SVOGLIATO. Wrfrf. da Svog/iarej Sen-
za voglia ; e dicesi propriamente del man-
giare, benché ad altre cose si riferisca.
Lat. nausea affèciiis. Gr. vxwzitùv. Bocc.
nov. 3g. 8- Il cuoco mandò il manicaret-
to , il ijualc egli fece porre davanti alla
donna , sé mostrando quella sera svoglia-
to , e lodògliele motto . Fiamni. 4. 118.
Solo il riguardarle aveva forza d'invoglÌ.ir f
appetito io qualunque più fosse stato svo-
gliato. Bemb. Jsol. 2. 125. Kè lascia di
veder la sopposta borea , di piccolo spazio
contenta, con due rubinetti vivi e dolci,
aventi fona di raccendere desiderio di ba-
ciargli in qualunque più fosse freddo e svo-
gliato. Car. lett. l. 6. Iddio vi guarisca del-
lo svogUuto { qui injorza di sust. per /svo-
gliatezza). Ped. Ditir. 37. Son bevande da
svogliati. E da femmine leziose
SYOGLIATURA. Svogliatezza. Salvia.
Pros. Xosc. 2. 54- Come questo disprez-
zo, questa svoglialura, questa nausea pur
troppo comune al di d' oggi? ♦ ^ccad.
Cr. Mess, Ith. 4" P"^- 541- Banchetto in
<pielta congiuntura di tutta squisttezzj, sa-
crificate alla necessità le svoglialuie dell'
appetito . (B) Iros. Fior. Salvia. Lett.
4- 2* 276. Questa svogliatura, questo fa-
stidio , questo disprezzo di tutto ciò the
non e, o che non pare perfetto, ec. è
uno scoramento de" giovani. (C)
SVOLAME.NTO. Lo svolare.
•f SVOLARE . folare. Lai. evolare ,
volitare. Gr. a^titTao&ai. Pallad. Ott.
l4- Farina d" orzo, che svola dal mulino
macinante .
SVOLAZZAMENTO. Lo svolazzare.
SVOLAZZANTE. Che svolazza. Lat.
volitans. Gr. apirtTay-svo;. fìuon Fier.
*• 4- '8. De' quali svolazzanti oggi qui
molti ec. Cercan far preda ec. ^- impcrf.
/. Tib. Proem. T. JI. 5. Lasciamo da
un lato U far ricordanza della diversità de'
pesci oc. e il simile degli augeUetti svolaz-
zanti per r aria. (F)
g. Svolazzante, vale anche Che sven-
tola. Che e agitato dal vento. Pass. 45.
La quale, traendo guai, presa per li svo-
lazzanti capelli, crudelmente fedi per lo
meno del petto col coltello che tenea in
mano.
SVOLAZZARE . Propriamente Volar
piano or qua e or là. Cant. Cam. 460.
Or poiché un przzo in queste parti e in
quelle Svolazzando siam ili . donne belle,
Vcrrem, quando a vui paia, A beccar nel-
S V o
la vostra colombaia (Parlano pippioni ).
Salvia. Disc. l. 14*)- Si finge che qursto
fanciullo, svolazzando a ^uo piaceri', capi-
tasse un di iu quei boschetti di mirto.
§. 1. Svolazzare, diciamo anche per Di-
batter l' ale. Lai. volitare. Gr. avKTri'rs-
5&ai. Dant. Inf. 34. Kon avean penne ,
ma di vispislrellu Era lor modo; e quelle
svolazzava Si , che Ire venti si movean da
elio. Cant. Cam. Ì\l\Q. Le cornacchie si
calan giù di fatto ec. , Che svolazzando ven-
goD pronte e liete.
g. II. Per metaf. vale Vagare or qua,
or là. Coli. Ab. Isaac. Svolazzando per
tutte queste cose a modo d' una cotalt*
incomprensibile e rapacissima fiamma. ^"^ Im-
perf. Prov. D. 2. T. 3. 71. Kon è egli
vero che in questa infinita ampiezza di
latitudine e di longitudine , e di profon-
dità svolazza torma infinita d' atomi 7 (Fj
g. 111. Per similit. vale Fssere agi-
tato dai vento . Ped. Ins. 78. L' altro
filo , vagante or qua e or là , svolazza
per r aria.
SVOLAZZATORE Che svolazza.
•f '^^ SVOLAZZETTO. Piccolo panno,
o velo Jinlo dall' artefice in atto di svo-
lazzar per l' aria, Baldin. J'oc. Dis. in
VERISIMILE. Gli abiti ec, siano natu-
rali , fuggendo certa odiosa soprabbondan-
za di ricami, fiocchi, svolazzetti, collane,
ec. (^>
^' SVOLAZZl'O. Frequente svolazza-
mento . Pollar. Lez. ylcc. Il moto dell'
aria , che si fa dalla lingua ec. , o dallo
svolazzm di molti insetti, o da' cardini di
una porta , ec. (jl)
SVOLAZZO. Svolazzamento, Cosa che
svolazza. Porgh. Arm. 62. Que' forni-
menti, o svolazzi , 0, come altiimenti si
chiamino, che pendono dall' elmo, e ador-
nano e ricuoprono lo scudo. Car. lett. 2.
182. Cosi la veste, come la sopravveste j
siano scosse dal vento, e facciano pieghe
e svolazzi.
-^ g. Svolazzo, dicono i Maestri da
scrivere i caratteri arti/ìziati, che .ti for-
mano con gran tratti di penna maestre-
volmente condotti, ed ombreggiati con mae-
stria. (j4)
SVOLERE. Contrario di Volere. Pi-
svolere Lat- nolle, non velie. Gr. ou* Sì'-
JiEtv- Lab. 140. Mobili tutte e senza alcu-
na stabilità sono , in un' ora vogliono e
isvogliono uua medesima cosa ben mille
volle.
SVOLGERE. Contrario d' Avvolgere.
Lat. evolvere, explicare. Gr. s'^ìitTtetv.
Alam. Colt. \. 4- Con poca riga, che più
in alto muova , La svolga altronde, ec.
§. I. Per metaf. vale Pimuovere alcu-
no dalla sua opinione. Lat. exorarc, a
proposito ad suam scntentiam traducere y
flectere. Gr. ì^uitrijziv. Maestrusz. i.
59. Dee 1' uomo isvolgere la moglie, eh*
ella non addoraaodi il debito ? Risponde
san Tommaso : noi dee fare sanza ragio-
nevole cagione, e anche allora non dee
con grande importunità isvolgerla, per gli
pericoli che polrebbono intervenire. Bemb.
pros. 1. 5. O voi aveste me a quello di
lei credere persuaso ec. , o io voi svol-
gere da celesta credenza potessi. J'arch.
Ercol. 75. D* uno il quale avea delibera-
to ce. di voler fare alcuna impresa, e poi
per le parole e alle persuasioni altrui se ne
toc giù, cioè se ne rimane, e lascia di far-
la, che i Latini chiamavano de.\istere ah
incvpto, si dice : egli è stato svolto dal
tale, ec.
g. IL Pur per metaf. vale talora Svi-
luppare, Spiegare distesamente. Lat. e-
disserere, enodare. Gr. oi5^t='vo(t. Boez.
ì'arch. 4- pros. 6. AH* ufizio tuo s'ap-
partiene di svolgere e narrare le cagioni
delle cose nascose.
S V o
I45I
-*• §. III. E in signific. ncutr. pass.
vale Slogarsi. Salvia. Mann. L'pit. 168.
Talora perdere un braccio, svolgersi un pie-
de, ingollar molta polvere per le prese. E
17^. Nel passeggiare siccome tu badi di
non mtinlare sopra un chiodo , o di non
isvolgrrli im piede, così bada ec. (I\'J
SLDLO Superficie di terreno, o d'al-
tro, sopra il quale si cammina. Lat. SO-
lum. Gr. -zioov Dant. taf. 17. Di qua
di là ioccorren colle mani. Quando a' va-
pori, e quando al caldo suolo. £"34- Non
era camminata di palagio La' v' eravam, ma
naturai burella, Ch' avea mal suolo, e di
lume disagio. Bocc g 6. f. 9. Poco sole
ec. entrava infino al suolo, il quale era
tutto un prato d' erba minutissima.
^- g- I. Per Terreno assolutamente. Se-
gner. Mann. jég. 22. 3. Won basta final-
mente ne spargere il seme buono, ne spar-
gerlo iu suolo buono ec. bisogna inoltre
difendere il seme sparso da quegli uccelli
che stanno pronti a rapirselo. (C)
§. IL Suolo, per similitudine. Lai. so-
lum, aequor. Gr. TTitì't'ov, Tria'ro^. Dant.
Purg. 2. Per li grossi vapor Marte rosseg-
gia Giù nel Ponente sovra 'Isuol marino.
^ E Inf. 26. Tutte le stelle già dell* al-
tro polo Vedea la notte j e *1 nostro tan-
to basso, Che non surgeva fuor del ma-
rin suolo. (N) Tass. Ger. \^. 34. Tale
ei ne vien sovra l'instabil snolo Di que-
ste acque non gelide e non dure. (P)
f §. III. Suolo, dicesi anche Quella
parie della scarpa , che posa in terraj
ma nel plurale esce sempre in A. Lat.
solum . Gì. ì^Lfioi;,. Cr. 9. ^. 2. Altri
( buoi ) sono di perfetta elade , i quali
propriamente per le loro forze sono da
mettere alla fatica, e le lor cuoia sono ot-
time per far suola di calzari. Pataffi g.
Il pie nell' o non gli hai, né pur le suola.
Fior. S. Frane. ll^3. Una lesina, colla
quale si racconciava le suola. Malm. 3.
75. Ma quei vie più si studiano a fuggire,
£ mostra ognun se rotte ha in pie le
suola.
§. IV. Suolo, pur diciamo a quel Di-
steso, o Piano di mercatanzie, o di grasce,
o di cose simili , poste ordinatamente e
distesamente in pari l' una sopra l' altra.
Lat. solum. Gr. zéyo^. Cr. 6. 98. 3. In
prima si lavino ottimamente (le rape J, e
appresso s' ordinino nel vaso a suolo, e iu
ciascun suolo si semini sale co* semi del
finocchio e della santoreggia. Serd. Stor.
Ind. 16. 636. In questa erano stivale le
mercatanzie a suolo a suolo infino al som-
mo.
^ §. V. Suolo, trovasi detto ancìie di
Cose sovrapposte l'una alP altra infor-
ma larga e sottile comechessia. Fav. Esop,
01. Venuti ì campioni nel campo, cioè il
bifolco con grossa mazza ed un farsetto
bene a otto suoli, pezza sopra pezza. (?i)
§. VL Suolo, si dice anche alla pian-
ta del piede, e alla parte delV unghia
morta delle bestie da soma e da traino.
§. VII. Uscir del suolo, vale lo stesso
che Uscir del seminato. Impazzare. Lat. a
via aberrare. Gr. aoaactJTa vsiv Tic?
ÓÒoZ- Buon. Fier. 1. 4 8. Per questo
strade appunto come pazzi Furiosi, usciti
affatto fuor del suolo, Assaltan le botteghe.
SVOLTA. Svoltamento, Luogo dove si
svolta. Duua. Fier. 4. 3. 6. Non vo guar-
darle iu viso vergognose, Ch'io non l'ho
riverite in quella svolta. E /air. 5- 3. E
quel eh' aspetta L' impubere alla svolta-
Lasc. Parent. 6. 7. Per 1' uscio di die-
tro m' uscii di casa, e alla svolta del
canto appunto ti venni a riscontrare.
* g. L Svolta, per L'atto di .tvoltare.
Vasar. In quella .«volta che si fece andan-
do verso la dogana. (Ai
^ §- IL Svolta, diceti dagP Idraulici
14^2
s V o
Una Curva in una ripa o sponda di un
fiume, ed è lo stesso che Lunata. I i-
vian. Wel principio delle mezze luoe o
delle svolte ec. si fermeranno i sassi- (jIJ
# §. III. Per Serpeggiamento, Tortuo-
sità. Matt. Frani, rim. buri. Acque ec. Che
coD soave mormunu &ca vanno Irri^jando
li campi in strane svolte. (Br) Calli, lett.
L* acqua ripercotcndo nelle svolte del ca-
nale tortuoso viene ributtata ec. e impedi-
ta nel suo corso. (À)
SVOLTAMENTO. Lo svoltare. Lai.
ftexus. Gr. x5/juii|"5-
SVOLTARE. Contrario rf" Avvoltare.
Svolgere. Lai. evolvere, explicare. Gr e'^s-
ÌITTSIV.
§. I. Si prende talora ancora sempli-
cemente per Volgere, o Voltare. Lat.y7e-
cterty deflecttre. Gr. rrsi'&eiv, rrp&TCTrav.
Buon. Fier. i. [\. 6. Ed avaniaiido In.p-
po in fretta il passo , Nello svoltar
d' un canto diinnu d' urto. E t\. 3.
6, Vuol la sorte Ch'io me le vegga allo
svoltar d' un canto Aver per ultra via
fattomi un ganghero. J'iv. Disc. Am. lA-
Dopo che si fosse svoltato a seconda a*
Arno il detto shocco d' Omljrone.
§. 11. Svoltare altrui , vale Indurlo ,
Persuaderlo a checchessia. Lai. fìectere,
suadere. Gx. Trei&stv. Jìuon. Tane. \. l\.
Ed è impossibili chi dura ad amarle , A
qualche po' di amor non isvoUarte
SVOLTATO. Addiett. da Svoltare j
Svolto. Lat- flexus. Gr. ;re:T!i7asvo;.
t SVOLTATORE. l'erbai, masc. Che,
o Chi svolta. Lai. flexor. Gr. Ttporpo-
Tir, 0 olì.
SVOLTATURA. Lo svoltare. Lat. e-
volutio. Gr. i^OiyiMÒi. Viv. Disc. Arn.
l4- Come dono la svoltatura predetta ul-
timamente si e fatto sul modano lascia*
lo dall' architetto Silvani.
•f * SVOLTICCHIARE. ^'eHt^. pa.fs.
Rimettersi dal torto al dritto, e dal drit-
to al torlo. Magni, pari. 1. lett. 8. Collo
stropiccciar l'ambra, v. g., a un panno,
que' peli del panno acchiappano l' estre-
mità di quei 61amenli glutinosi ec. e gli
costringono a svollicchiarsi, ce. (A)
SVOLTO. Jddictt. da Svolgere; Con-
trario di Avvolto. Lat. evolutus , Jlexus,
Gr. oivrììr/p-ivo^.
■f §. Ì.Per meta/, vale Persuaso. Lat. e-
xoratus. Gr. izm^p-ivoi Ott. Com.
Par. 12. 283. Questo ordine è detto de'
predicalori massimamente , perchè predi-
cando l'evangelio di Cristo alla gente cri-
stiana che già vag illava, li dubbii confer-
masse, gli svolli inducesse alla fede.
§. IL K Svolto, per Slogato; il che si di-
ce delle giunture delPossa. Lat. luxatus. Gr.
i^^ìp^pupivoi- Frane. Sacch. nov. l56.
tit. Mcsscr Dolcibenc fa ec. tornare una
mano a una fauriulla, che era sconcia e
svolta, nel su» luogo.
•f «t SVOLTURA. Svoltatura, Conver-
sione, Piegatura. Salvin. Fier. Buon. 3.
4- Q. E '1 quinto (atto della commedia)
scioglieva adatto ; che però si domantb-
va catastrofe, ovvero conversione , e svol-
lura, o totale diicioglimento. (A)
* §• Pf'' Stravottatura , Slogamento .
Lasc. cen. |. nov. 6. pag. l33. Trovò certa
sua scusa dell' essere uscito a quella foggia
travestito, e così della rottura del ginoc-
chio, e dello iivollura del piede. (Cj
SVOLVERE. Svolgere; ed e per lo
più voce poetica. "LaX.. evolvere, esplicare.
Gr. ^^sXiTTtiv. * Petr. son. 32. E s'io
mi svoWo dal tenace »i*co. (B)
§ Per Bitranr, e Distorre. Lat. re-
trahere, dimovere, avellere, Gr. «yag^^itv,
aiTox(v€'v, c'iroaTtàv. Petr. son. ì^5. Poi.
ijuaiki maggior fona indi la tTolva, Convicn
rh* altra via segua.
SUONO Sensazione che si /a nel/' udi-
SUO
to dal moto tremolo dell' aria, cagionato
da percossa, strumento, voce, o altra si-
mile cagione. Lat. sonus, sonilus. Gr.
fSro'yyo;. Dant. Purg. 1. Seguitando *1
mio canto con quel suono. K Par. ji. La
trovò sicura Con Amiclale al suon della
sua voce. F 20. E come suono al collo
della cetra Prende sua forma. Petr. canz.
38- 6. Ks»er non può che quell' angelic'
alma Non senta 'I suon dell' amorose no-
te. F .fon. i83. Destami al suon degli a-
morosi Iialli. fiocc. nov. SO- 12. Parendo-
gli che di quindi venisse il suono dello
starnuto, aperse un usciolo. /::.* nov. 6o.
20- Donommi ec. in una ampolletta al-
quanto del suono delle campane del lem-
pio di Salomone. F nov, 77. l^- Videro
io scolare fare su per la neve una carola
trita al suon d' un batter di denti, che
egli faceva per troppo freddo. Fnov.^'].
12. Le quali ^/7aro/e; Minuccio prestamen-
te intono di un suono soave e pietoso.
Fr. Giord. Fred. S. Gli uomini delle
battaglie si u^ano romorì e suonora. Sagg.
nal. esp. 2l\\, Il suono, accidente nobi-
lissimo dell' aria, osserva un tenore rosi
invarialiile ne' suoi movimenti , che ec.
Boez. farch. 1. pros. 4- O pure sei
( come dicono i Greci per proverbio) qua-
le e 1' asino al suono della lira. Cas. lett.
71. Ella segue per lo più le buone ope-
re, come d suono le percosse , e come
r ombra i corpi. Galat. 53. Le parole
ec. vogliono essere ec. belle in quanto al
suono e al signi6cato. K 67. L* onestà
de* vocaboli consiste o nel suono, e nella
voce loro , o nel loro signÌ6cato.
§ . I . / igu ratam. Cron. Mordi. 3 1 0 .
Mundossi a Viuegia Giovanni di Bicci , il
quale pagò centoquaranta mila 6oi'ini di
primo tratto; lo Imperadore si mosse al
suono, e venne forse con quattromila ca-
valli. F 328. Ne profferimmo tanti ( da-
nari) a Ruccicaldo, e al signor di Pisa
ec, che dove contra di noi erano inacer-
biti, e' si cominciarono a arrendere, e a
addolcire come il mele, e stavano a udire il
suono dr'molti fiorini molto volentieri. ''•f//.
Sport. 4- 5. Ghirigoro, che m ha caccia-
to di casa a suon di bastonale. Fir. lue.
5. 2. Prima lo voleva guarire in un ba-
leno, e come e' senti U suono del paga-
mento, e' 1* ha allungata insino a quattro
mesi. Pav. Scism. 78. Ruppero a suo-
no d' archibusalc la nemica ravallena-
# §. II. Suono degli orecchi, dicefi Ouel
rombo, o zìijolamento che altri taìora
sente agli orecchi. Lai. aurium sonilus. Cr.
4- 4^' ^^ svaporamento dell' aceto caldo
fa prò alla malagevolena dell' udire, ed
uguxialo , e risolve il suono degli o-
recchi. (l^'J
§. IIL Per lo Strumento che si suona.
Lai. instrumentnm musicum. Gr. 9Jtf jO:
paJìinov. Bove. g. 2. /! 7. Più danze si
fecero, e >onarono diversi suoni.
§. IV. Pk'r lo Sonare. Bocc. no*-, ^t.
10 Di canto divenne maeslru, e di suo-
no.
§. V. Per le Parole e Cantoni che si
cantano col suono. Lai- cantilena, melos.
Uocc. nov. 1)6. 12. Cominrianmn a can-
tare un suono, le cui parole cominciano:
Là ov' 10 son giunto. Amore. /■" nof. 1)7.
13. Comincio si dolcemente sonantlo a
cantar questo suono , che quanti nella
real sala n'erano, parevano uoniin adom-
brali. Fr. ttìord. Fred. Avca < onipo*ln
un suono scandolusn, e pieno ili profani-
tà r ili lascivia. Tav. Bit. Udendovi io-
nare, io dico che voi siete mesirr Trillano
di Cornovaglia, per cui d suono fu tro-
valo da prima {cioè le parole eh' e' can-
tava).
%. VI. Per Fama, fTrirfo. Lai rumor,
/ama. Cr- f^'p^, <•■ /'■ 8. 89. a Mo-
S U 0
*trando di scender 1* Alpi, e di venire al-
la città di Firenze , dando suono che gli
dovea esser data la terra- Car. lett. a.
44- '1 suono, che V. S. dice, del mio
nome non so come le sia potuto venire
alle orecchie, tf Tass. Cer. I. 26. Per
arquitiar di breve suono un grido Volgare
Pallav. Per/. Crist. 1. 6. Se più di Itti
s* alza alcun favorevol suono, ciò acirade
là dov* egli non è. (D)
* §. VIL Per Modo y Forma, Guisa
Tass. Ger. 12. lOl. Or meotre in Ini
volte le (urbe sono, Va in meoo Argante
e parla in colai suono. (D)
* §. Vili. Per Parola, Concetto, Foce,
ec. Frane. Sacch. nov. 52. Sandro usciva,
dicendo forte : non possa io mai aver co-
sa che buona mi sia, se io non te ne pago;
e se questa presura non ti costa amara ,
Tosto cui suono di Sandro ( secondando
le parole e la voce di Sandro ) andava
volteggiando verso il giovine, e die ea: deb
pagami, ec. ( $■'/
3 SUORA. Sorella. Lat. soror. Gr. aJ«i-
frj. Dant. Par. 23. Che Polinnia con le
sue suore fero Del latte lor dolcissimo più
pingue. G. y. IO. 7- 3- Avea ec. per
moglie una nipote del Re, naia di sua
suora. Mor. S- Greg. Con questi tre fi-
gliuoli ancora muoiono le tre luort, ]\ov.
ant. 80. 2. L' ammenda è, che ci rendano
nostra suora Eusiona. * Cavale. 3fed. cuor.
321. Or ecco , suor mia; dunque se bai
volere D' avere Dio nel cuore a possedere
Di tale umiltà conviene avere II fonda»
mento. F 323. M' odi, suor mìa, cb' è
mio tal diviso Per ragione. E appresso:
Di buono esemplo, che a virtù conduce.
Tu dunque di virtù, suor mia, riluce, ff )
f §. I. Suora, per Monaca ; e si usa
anche talora come aggiunto a nome di
Monaca. Lai. soror sanctimonialis . Gr
aosJyii' uovacrpia. Pass. i47- ^**° '"'
tendo, disse la suora, se più specificata-
menle non parlate, fegg. /t. Umil. lo.
Se a le piace, o crutiaoa , manda del luo
alcuna cosa per 1* amore di Dio alle mo-
re rinchiuse. F 45. Vai cercando di con-
versare colle suore di Monticelli e di Bi-
poli, ^lam. Gir. i. I05. Noi siam qui.
gli dirra. per divozione. Come son l* al-
tre, clic si chiaman suore. Fir. /tot'. 5.
238 \ ide correr suor Appdlagia alla sua
cella a fuggire la tentazione.
* ^. II. Suora, dicest talora in se-
gno d' affetto a Donna qualunque Cri-
stiana come figliuola dello stesso Dio pel
battesimo. uDant. Par. 2^. O «anta suo-
ra mia. che si ne pregbe Devota, per lo
luo ardente afletto Da quella bella spera
mi duleghe ( è S. Pietro che parta a
Fealricej fC)
* §. SUORE, r. A. Suora. Ctn'alc .
Pungil. 2o3. Moriva per amor di Tamar
sua suore. ( F)
SUORSA. /'. A. Sua suora. Lat. so-
ror sua. Gr. «otuToJ aJiiy»:- Fior. /tal.
D. Allora disse la suorsa alla Reina: Vuoi
tu ch'in li meni sua sinellaT
« SUPERAUILE. Add. Che può supe-
rarsi ; contrario di Insuperabile. Tom-
celi. /,«. pag. 6. Se noi potessimo r»r-
chiuderr in una sola tulle le virtù e tutta
I attività delle dicci palle, averemmo una
forza di mille libbre unite insieme, e w-
rebite appunto tale, che posandola sopra
quel marmo ( la cui resislenia supponem-
mo clic fokir superabile da mille libbre ) ,
esso marmo resterebbe rollo. (B)
W St'PERARlLITA'. Qualità A' dò
che f .superabile . Bellin . Dtse . 2 -
2.'>.^. Con unu varia superabilità di re-
sistenza fino AV immenso grado. F 255.
In ogni positura, in ogni spaaio , in ogni
superabdità dt retislenza (Slin)
!? SlPERALTI*SIMO. Snptrlat. Of
S U P
tremotio altissimo. Soiif. S. J^ost. 112.
Dio onnipotenle, sempre laudjKilf, e glo-
rioso, e supcrt-'iallalo, e iUitcra!(i>sinio ce.
Sfi oominjto. ' C)
SUPERAMENTO. // siiyerare. Lai.
Victoria.
» SUPERANTE. Che supera. Lai. jk-
pemns. Gr. vtxtJv. Demelr. SegH. 23.
L' eroico certo ha molto del pomposo ,
non gi^ accomodato al parlare , ma rim-
liomLaote , non numeroso , ma superante
r armonia «Iella prosa. (*)
SUPERARE, l'incere. Rimaner supe-
riort, Sopra^anzare. Lat. superare, vin-
cere. Gr. xpaTStv, vt/av. (i. V. Fu si-
gnore di gran potenza e valore, e superò
tutti i signori. * Tass. Cer. 1^. l!\.
Prenderà maggior forza a nuova impresa:
E i rinforzali muri, e d' Oriente Supere-
rà l'esercito possente. (B) Gioì'. Gel/.
f'it. Alf. 9. Teniamo per certissimo si
per r antichità, e sì per la felice fortuna
della non mai interrotta succession sua,
che ella superi e avanti di gran lunga
tutte r altre d* Italia. (C)
SUPERATO . Addiett. da Superare.
Citar. Fast. fid. \. 6. O fanciul glorio-
s*i. Per cui «ìell' Erimanto Giace la fera
superata e spenta. * Car. En. il. Bo^-
Woi dopo molti Superati pencoli e fati-
che. Egregi cittadini, al rampo argivo Nel-
la Puglia arrivammo. (B)
f SUPERATORE. TerW. ma^c. (TA?,
o Chi supera. * ^fatt. Palm. Vit. civ.
pag. 94. ( Mtl 1825) Altro modo di for-
tcna procede dalla consuetudine e dall' u-
so d' avere molto vinto, perocché non te-
mono essere superati in quello che molte
Tolte sono stali superatori- (B)
« SUPERAZIONE. Il superare. Su-
peramento. Lat. Victoria , superatio. Se'
gner. Fred. Pai. Jp. 10- I- Non può
ì* ÌDìelice rendersi allo slato di grazia, sen-
ta la superaiione d' infinite difficultà. (TCJ
* SUPERBA. V. A. Superbia. Tesorctt.
Br. 21. 208. Hai mostrata faccia Cruc-
ciata per superba E la parola acerba Ve-
dendo altrui fallare. (C) Morg. t>. 38- La
lancia abbassa con molta superba. (T )
* SUPERBACCIO. -^rcrejcKiVo rfi Su-
perbo. Lat. valde superlms- Gr. xmipoy-
xoi- Segner. Crist. imtr. 3. l5. I^ Le
andò subito a dire che lo scusasse, se non
potea più curare una superbaccia, che sen-
za prò gli area messo la vita a sì gran
cimento. (*)
SUPERBAMENTE. Avverò. Con super-
bia. Lat. superbe, arroganter , contume-
liose. Gr. uTTEpoTtTt/w^, ccla^ovixwi ,
w^piffTixw^. Fav. Fsop. /). Si superba-
mente dalla mosca esser viUaneggiata.
Jtfbr. S. Creg. Benché, superbamente vi-
Tendo, si partano da Dìo. Pass. 25. To-
gliendo loro il tempo, che superbamente
usavano contra Dio. * Foliz. stanz. 1-
121. Ivi racquete le trionfanti ale, Super-
bamente inver la madre sale. (E)
t §- Per Nobilmente, Magnijicamente.
Matt. Franz, rim. buri. 2. l6\. Cammei,
statue, colossi, e parimente Lassar pien di
stupor r architellura. Fabbricando cosi su-
perbamente.
SUPERBETTO . Alquanto superbo.
Jifenz. rim, i. 23i. Io mai più non vo*
btasmarti, Ma lodarti, Benché vano e su-
perbello.
f SUPERBIA. Lat superbia, arroga/i-
tia, Jastus. Gr. JTTfipiiyctviot. aXw^ovìi'a,
a*/*Ivopta. S- Ant. Conjess. Superbia è
appetito , ovvero disiderio disordinato e
perverso di propria eccellenza. E altrove:
Superbia è desiderio disordinato d' eccel-
lenza, ma vanagloria è desiderio della ma-
nifestazione di quella eccellenza . Albert,
cap. i8 Ed è la superbia un desiderio di
tenersi 1' uomo se medesimo troppo buo-
orchi
ella
S U P
no. E appresso : Ogni superbia è comìn-
ciamcnto di peccalo. Ott. Com. Purg. IO.
l5o- Superbia non è altro, che uno amo-
re disordinato d' eccellenza che la creatu-
ra desidera. Pass. 2o8. È adunque super-
bia ec. uno appetito disordinato , ovvero
uno amore perverso della propria eccel-
lenzia. E 247- Conciossiacosaché la super-
bia, come dice san Gregorio , sia una ce-
chilà della mente. lìut. hif. 9. Superbia,
considerata largamente, è non volere sot-
tomettersi a Dio. /'.' Par. 6. 2. Superbia
è non volere soggiacere al comune reggi-
mento. Mor. S. Greg. La superbia cosi
si genera nella mcnlo, come la maglia ne-
gli occhi, la quale tjnto più diminuisce la
vista, quanto più distende per gli
Cose. S\ Bern. La superbia, come
nascimento e capo di tulli i peccati, cosi
è rovina di tulle le virludi. Giambon.
Mis. Uom. 90. Quando la superbia piglia
r uomo, ogni peccato commette j e quan-
do si parte da lui, ogni peccato abban-
dona. D'int. Purg. II. E non purea me
danno Superbia fé', che lutti i miei con-
sorti Ha ella tratti seco nel malanno. E
Par. iq. Li si vedrà la superbia , eh' as-
seta. B^occ. noe. 100. l4- Questa risposta
fu molto cara a Gualtieri, conoscendo co-
stei non essere in alcuna superbia levala.
* §. Si trova anche Superbie nel nu-
mero del più. G. /'. lib. 12. cap. 66.
Talora bene e sovente fa (Iddio) che
meno gente e potenza vìncono li grandi
eserciti, per mostrare la sua potenzia , e
abbassare le superbie e orgogli, e punire
le peccata de' Re. Cavale. Espos. Simb.
I. 352. Disse a Daniele, e agli compagni
che il loro Dio non li poteva aiutare, e
cadde in altre superbie. (P'J
f SUPERBIAMENTE. /'. A. Avverb.
Superliamente, Con superbia. Lat. super-
be. Gr. jTTijSxrf^aTTw;. Guid. G. Antenore
per lo traverso con viso crespo, che colali
parole diceva, superbiamente rispose ec.
Ott. Com. In/.lO 595. Costoro questo amore
di madre ricevendo superbiamente, e non
volendoli ricevere , si partirono dalla co-
munione della Chiesa.
SUPERBIARF. l'. A. J'ed. SUPER-
BIRE.
SUPERBIENTE. V. L. Che s* insuper-
bisce. Lat. siiperbiens. Gr. aXa^ovfiUO/xE-
vo;. Amet. ^Q- Diedero aperta via a' su-
perbieDti giganti. E 58- Non solamente le
mie angosce, ma le lue forze superbiente
schernisce.
§. Per metaf. Abbondante di soverchio.
Lat. superbiens, se efferew: , luxurians ,
exultans. Gr. ay-'Uoy.svo;. Cr 5. 1.7.
Se r umore superlnente non si spanda per
lato, ma mandi i rami in allo, si dee ri-
cidere in quel luogo, dove i rami più con-
venevolmente cresceranno.
•f t- SUPERBIFICO. Add. Superbo,
Superbioso. Uden. JSis. 4- ^3 Nota P al-
bagia superbiGca di essa persona quivi na-
turaìeggiata. (.-Ij
SUPERBIO. /^. A. Add. Superbo. "LdX.
superbus, superbiens. Gr. «Xo^oiV. a)a-
?5v£U5/isvo;. G. /'. 8. 38. 3. Colla biz-
zarra salvatichezza nacque il superbio sde-
gno tra loro. E cap. i\S. 12. Fu alibat-
tuta e cacciata di Firenze la ingrata e su-
peri)ia parte Bianca. Guitt. lett. 19. Toc-
ca superbio sovra d' umiltà, che paragone
è suo, scovrirailo.
SUPERBIOSAMENTE. V. A. Avverb.
Superbamente. Lat. arroganter, superbe.
Vit. Plut. Ma egli tornava per V altra
superbiosaraente , sanza riguardo. Fior.
Jtal. P. N. E con lui superbìosamente
dispulato , ec. Fior. S. Frane, cap. t^.
tit. Frale Elia gli rispose superbìosamen-
te . Albert. 3. 195. La Iredecìma cosasi
: è, che tu non parli superbiosamente.
S U P
1453
* SUPERBtOSETTO. Alquanto su-
perbioso. (B)
SUPERBIOSO. V. A. Add, Che ha
superbia. Altiero. Lat. superbus, super-
biens. Gr. a)a!^w'v, a)a(5ovsuo/xevoi. Fi-
st. S. Girol. Non mostrare superbiosa si-
gnoria, ì'it. Plitt. Pigliaron quattro na'*»
del tiranno, e furon superbiosi per la vit-
toria. Fior. J'irt. A. M. Dice Aristotile:
tutti ì vecchi naturalmente sono super-
biosi.
SUPERBIRE, e SUPERBIARE. Insu-
perbire. "LaI. fasta ex tolli, superbire. Gr.
uTTjCTiyaveJes&ai. Pass. 208. Superbire
contra Dio si è trapassare i comandameo-
ti suoi, peccando, e non volere esser sog-
getto a Dio per obbedienza , e gittare da
se il giogo della sua signoria. Dant. Purg.
la. Or superbite, e via col viso altiero ,
Figliuoli d' Eva, e non chinale il volto .
But. ivi: Che cosa sia superbìare , lo di-
mostra Io vocabolo : superbire è sopra gli
altri andare. Dant. Par. 29. Principio del
cader fu il maledetto Superbir di colui che
tu vedesti. Mirac. Mad. Af. L' uomo pri-
maio, quando superbi, cadde del Paradiso.
Dittam. i. 25. Non si superbi alcun per
aver possa, Che qual si fida in questi ben
terreni. Va drieto al cieco, e cade nella
fossa. Tass. Ger. 7. 84- Non superbir
però; che me qui vedi Apparecchiato a
riprovar tue prove. E 12. 58. Ne gode e
superbisce : oh nostra folle Mente , eh' o-
gni aura di fortuna estolle I
* SUPERBISSIMAMENTE . Superi,
di Superbamente. Guicc. Star. '] . Ì2.Q.
Seguitavano molte fanciulle ec. , tutte or-
nate superbissimamente ec. Sega. Stor. 7.
198. La casa de' Medici gli fu data per
alloggiamento, la quale adornata superbis-
simamente, e gli altri maravigUosi edifizii
veduti da lui gli deltono e maraviglia e
piacere (in questi esempii per nobilissi-
mamente, splendidissimamente ). (B)
SUPERBISSIMO. Superlativo di Su-
perbo. Guicc. Stor. 14. 669. Le dispre-
giavano con superbissime e ìnsolentissìme
parole. But. Purg. II. 2. Perchè fu su-
perbissima persona.
§. I. Per Grandissimo e ■Vobilissimo.
Lat. superbis simtts. Gr. uTspoy/OTOCTo;.
Bocc. Lett. Fin. Boss. 282. Avendo Car-
tagine e Numanzia , superbissime cittadi ,
ed il romano giogo sprezzanti, abbattute-
§. II. Per Flci^antissimo , Bellissimo.
Lat. eleganlissimus . Gr. xo/Aif's'TaTOS ■
Salvin. Disc. I. 35l. Secondo che ne
cantò nel superbissimo suo Ditirambo il
gentilissimo signor Redi. * Red. lett. 27.
Tutte le opere del Silvio in un grosso
volume in quarto con un ritratto super-
bissimo di esso Silvio. (C)
SUPERBITO. Add. da Superbire.
SUPERBIUZZA. Dim. di Superbia.
Lib. Son. 44' Superbiuzzd^ venen , di-
spetto ed aschio.
3 SUPERBO. Add. Che ha superbia.
Lat. superbus, arrogans. Gr. uTtipnofX-
4*94, aix^w'v. Pass. 107. Superbo è co-
lui il quale vuol parere sopra quello eh'
egli è. Chi vuol salire sopra quello eh'
egli è, superbo è. Dant. Par. II. Nella
presenza del Soldan superba Predicò Cri-
sto. Fetr. cani. !^l. 5. Ma poiché morte
è stata si superba , Che spezzo '1 nodo
ond' io temea scampare, ec. Bocc. g- O.
p. 4- La Licisca, che atlempaletta era , e
anzi superba che no ec, volutasi verso
lui con un mal viso, disse.
^ %. \. E in forza di sust. - Dant.
Par. 19. E ciò fa certo che M primo
superbo. Che fu la somma d' ogni crea-
tura. Per non aspettar lume, cadde acer-
bo. Ut. S. Girol. 39. Tu aumilii^ il
possente e '1 superbo ricco, ed esalti 1' u-
raile. Amm. Ant 27. I. 2. La glosa so-
"454
s tJ p
pra quelb parola del salmo : I superbi
iniquità facevano , tlice : brandissimo pec-
cato neir uomo !a juperbia è. Frane.
Sacch. Op. div. 112- Il superilo non vuo-
le mai vedere, come dire la gente meo-
canica, ne |iari, ne compagnone». (S)
^ %.\\. Talora chiude in si- /' idra di ^Z-
to e di Magnijico in un tempo. Petr, Son.
I06. Gì' idoli suoi saranno in terra spar-
ii, E le torri superbe al ciel nemiche. Cor.
TCn. I. 38. Vedrebbe Le suc torri super-
be a terra sparse. (C)
•f * g. III. Per Alto, che e il signi-
ficato proprio. Dant. Purg. ^. Lo som-
mo er* alto, che viocea la vista , E la
costa superba più assai , Che da m«'zzo
quadrante a centro lista. E In/. 21, L*
omero suo, eh' era acuto e superbo, Car-
cava un percator con ambo V anche ,
(f^J Car. F.neid. 7. 968. La possente
Atina, Ardea 1' antica, Tivoli il superbo
(cioè, posto in altura). (C) Tass. Ger.
l5. 46- Veggion che per dirupi e fra
mine S* ascende alla sua cima alta , e
superba. (D)
# §. IV. Per Altero. Tass. Bim. Eroic.
son. 1^. Giace il Tcrato qui, che in rcal
veste Superbo, od in servii abito avvolto.
Nel proprio aspetto , o sotto finto volto ,
Come volle sembrò Davo, o Ticstc. (/))
# §. V. l't-r /.'ravo, J'a/ente. fìellin.
Disc. I. 100. Il camaleonte poi è il più
superbo imberciatore che mai si potesse
ritrovare nel mondo. (C)
# §. VI. Superbo, vale anche Eccellente
nel suo genere. Dant. Par. 3o. Non che
da se sian queste cose acerbe Ma è d di-
fetto dalla parte tua. Che oon hai viste
ancor tanto superbe. (C)
g. VII. Per i\obile. Magnifico ^ Pom-
poso. Lat. superhus, nohilis, magnificus.
Gr. fi.iyv.yonptny)^ . Dant. Inf. 1. Voi-
chè M superbo lliun Tu combusto . Socz.
Varch. 4- rim. 2. Se a quei, che ne'do-
rati Scanni sopr* alte e preziose sedi Di
bisso regio e di porpora ornati» Splender
superbi vedi , ec.
§. Vili. Superbo muscolo, si dice uno
de* muscoli dell' occhio, che serve per al-
zarlo verso la fronte . Salvia. Di.fc. i.
33o- Quei che governano propriamente
gli occhi , sono i muscoli che sono im-
piantati neir occhio, de' quali V uno ti-
ra allo *nsù, e chiamasi muscolo superbo ,
oc.
# §. IX. Superbo, vale anche Aspro,
Crudo , Acerfto . Ar. Fur. 19. ^. E 1*
incontro ai destrier fu si superbo , Che
parimente parve da una falce Delle gam-
he esser lor tronco ogni nerbo. E 26. 82.
Le lance infìno al calce si Gaccaro, A quel
superbo scontro , comò vetro, (Pe)
SUPEHBO'E . Accrctcit. di Superbo .
ì^falt. Franz- nm. buri. 2. 67. lo parlo
sol d* ingrati e supcrboni.
SUPEn BUZZO . Ihm. di Superilo .
Lib. Pred. Sono Bgliuoli superbuazi, e
ostinatelli .
# SUPERCELESTE. Add. Che i so-
pra il cielo. Oh. Com. Par. 8. 2ln. La
sua provcdeniu fa essere virtù , rioc in-
fluenza in questi corpi grandi che tu ve-
di , cioè in questi corpi supercelesti , che
veramentr sono urandi. (Cj
SUPKnCllIAMENTO . Ved. SOPER-
CHIAMENTO.
SUPERCIIIAMK / SOPERCIIIAN-
TE.
SUPERCHIANZA. /'. SOPERCIIIA.N-
ZA.
SUPERCIIIABE. /'. SOPERCHIARE.
SUPERCHIATO. /'. SOPERCHIATO.
supi:rchiatiiice. r soperchia-
TRICK .
SUPERCHIERI'A. f^. soperchie-
Rl'A.
S U P
SUPERCHIEVOLE. V. SOPEnCHIE-
VOLE .
SUPERCHIEVOLMENTE. /'. SOPER-
CHII-:VOLME.NrE.
SUPEKCIIIO. y. SOPERCHIO.
SUPERCILIO. V. L. Sopracciglio. Lat.
supercilium. Gr. o^p'S^- Fir. Disc. an. 7.
La filosofìa apparisce più bella con man-
sueto aspetto, puro e semplice abito, che
coir orrido supercilio co|ierto da qualsivo-
glia capitilo. E 9. Le vt-nncr veduti quegli
occhi spaventali, e quel supercilio crudele.
Tass. Am. |. 2. <.hc i sciaurati prono-
stichi infelici , Ch' ei vende a* malaccorti
con quel grave Suo supercilio , non han
mai e (Tetto.
* g. Term. Anat. Agg- di processo .
Imperf. Anat. 160. Il processo della cavità
( dell' acce ttabolo ) fc cartilaginoso, e dicesi
supercilio. ( F)
* SUPEREDIFICARE. Edificare sopra.
Magai. I.clt. Fondamenti così profondi da
potervi, occorrendo, superedificarvi il palaz-
zo, ec. (Aj
•f * SUPEREMI.NENTE. Jdd. So-
praeniinente, So^- rem inente. Segn. Polit.
lib. 3. cap. 9. Ei mando bene a terra con
una bacchetta tutte le spighe che erano
supereminenti , e ridussele tutte al pa-
ri. (A} Guicc. Star. 2. 12. Battè con im-
peto grande dalla parte del porto e dalla
parte del monte, detlu volgarmente il mon-
te d' Orlando, congiunto e supereminente
alla città. (L)
SUPEREROGAZIONE- Soprabbondan-
za , Ciò che si fa oltre al proprio dove-
rv. Lat. *supererogatio . Gr. ittpiy<stta .
Segner. Mann. Marz. 2. 3. Se tu non fai
opere di supcrcrogiaione ce, sci spedito.
F. num. 3. >c menu tu sei robusto, se IÌ
contenti di quelle opere di supcrerogazio-
nc , che fai. E nov. 11. 3. Tali hanno
ad essere di ragione quell'opere che sono
detto (jui di misericordia; hanno ad essere
opere di soprabbondanza e di supcreroga-
zione.
# SUPEHESALTATO. Add. Grande-
mente esaltato. Salii. S. Agost. 112. Tu
certo Dio onnipotente , sempre laudabile,
e glorioso, e supcresallalo, e supcraltissi-
mo ec. sei nominalo. (Cj
# SUPERESSEKZIALE. Add. Somma-
mente essenziale. S'olii. S. Agost. n3. Su-
percsallato, e superaltissimo e supercssen-
ziale colli santissimi e divinissimi tuoi ser-
moni sei nominato. (Cj
'"? SUPEHESSE.NZIALMENTE . Jv
verb. Oltre il modo essenziale . Solil. S.
Agost. ii3. Super essenzialmente e sopra
ogni intendimento se' conosciuto d* essere.
/'.' ll4* Trinila mìrabde ec. La quale su-
percsscnzialmente trapassi ogni sentimen-
to. (C)
* SUPERFETAZIONE . Term. de'
Medici. Concepimento d'un feto nell' ute-
ro , in tempo che già ve n' è un al-
tro. (Al
SUPERFICIALE. Add. Che è metta
superficie. Lai. *superjìciarius , extimus.
Lab. 82. Come prima le parti ^upe^fi^iali
andò leccando , cosi poi nelle intriasicbe
trap^usato , più vivo divenne.
f §. I. Per meta/, si dice di Cosa che
non SI profonda. Esterno^ contrario d'In-
trinseco . tUl. Com. Par. 4- S^- Anda-
rono pure alla intrusione suprriiriale della
lettera .
^. IL Superficiale , è anche term. ma-
tematico , chiamandosi alcune figure su-
perficiali , a differenza liellc solide . Gal.
Sist. ao4- Tiene Ir» Ir figure solide quel
luog» che il cerchio Itrnc tra Ir super*
ficLili .
# SUPERFICIALISSIMO. Superi, di
Superficiale ■ Bettin. Disc. il. Le l'arli
che SI staccano, parte >t>no tupcrficialtssi-
S U P
me . E poco dopo .• Che in essi con poca
rottura e guastamentu di scarpelli u pof.
sa fare un superficialissimo incavo, e noB
più largo della grossezza della sega. (Min)
5 SUPERFICIALITÀ. Astratto di Su-
perficiale.^ Itellm. Disc. 2. 38i. È adun-
que l'anatomia scienza di tutti: le cote,
perchè tutte esattamente le taglia , cine
ne distacca d' insieme tatti i componenti
loro , posti o nelle più na^osle viscere ,
o nelle più scoperte superficialità di cia-
scuno. ( Fj
^ $. E nel signifc. del g. L di Super-
ficiale, m Segner. Mann. Ciugn. 7. |. Lo
vuol fare con una tale superficialità che
gli basti ad incannar se medesimo •>. fC)
3 SUPERFICIALMENTE. Avverb. in
superficie; che anche, in modo bassc^ di-
ciamo Pelle pelle. Lat superficie tenus ,
Gr. «:Ti^0Ìi)5 . Sul. Le cose unte ardo-
no superficialmente tanto , quanto dura 1*
untume.
Sr §. E per metaf. - Mor. S- Greg.
Queste parole superficialmente si discor-
dano dalla ragione. Maestruzz. 3. 33. 4-
Queste cose degl' infami cosi snperficiaì-
mente dette , bastino . Fine. Mari. leti.
36. Ma se si rorrà vedere superficialmen-
te , parrà ec. ». (Cj
SUPERFICIE. // dì fuori di ciascuna
cosa. Esp. Salni. Nascosta sotto la superfi-
cie della terra. /'V^mm. 5.9. I paurosi spiriti
non altrimenti mi cominciarono per ogni
parte a tremare , che faccia il mare dasollQ
vento disteso nella sua superficie minuta-
mente . Amet. IO. Siccome la fiamma si
suole nella superficie delle cose unte con
subito movimento giltare ec, cosi Aneto
ec. =9 Gal. Sist. 70. Dion è luogo alcuno
al quale non arrivino molliuimi raggi ri-
flessi da moltissime superficieltc sparse per
tutta r intera superficie del corpo scabro-
so. (Cj
§. / Geometri dicono la Superficie es-
sere Ciò che ha lunghessa e larghezza ,
ma non altezza . Lat. tuperficiet . Gr.
SUPERFICIETTA . Dim. di Superfi-
cie. Gal. Sist. 70. Non è luogo alcuno,
al quale non arrivino moltissimi raggi ri-
flessi da moltissime superficiette sparse
per tutta 1' intera superficie del corpo
scabroso .
t SUPERFLUAMENTE. Awerb. Con
superfluità. Di soverchio, Più del dot.'ere,
o del bisogno , o della convenienza. Lai.
immodice , immodtrate . Gr- :r£pi39if( .
Maestruzz- 2. 11. 1- L'uomo, avvegna-
ché superfluamente ami le riccheaic , ec.
Circ. Geli. 7. 180. Ha fatto (la natura)
che voi non potete mangiare né bere più
che d bisogno vostro . ne cosi usare an-
cora supertluamente rosa alcuna , donde
abbia a nascere il male. Gal. Sist. II7.
La particola poi, che voi dite essere stata
lasciala da me , ho pinlloslo sospetto che
sia suprrfluamcnlr aggiuDlA da voi.
superfluità", su PER FLUITA DE,
e SUPERFLUITÀ! E Astratto di Su-
perfluo j Soprabf>ondama . Lat. rrditndan-
tia , superfluttas . Gr Tri^i7SCt'«. Bocc.
Introd. lu. Il guardarci da ogni superflui-
tà avesse molto a così fatto accidente re-
sistere. Cr. 3. 16. 6. Anche se ne fa im-
piastri» ( dell' orzo ) eoo mele cotogne e
arrlo sopra le gotte de' piedi, r ceua il
discorrimento delle superfluità alle giun-
ture. Coli. Ab. Isaac, IO. Adunque nella
la cella tua dalle suprrfluitadi, e dalle de-
lizie. Srn llen. Farch. 7- ij- Mettimi in-
nanzi agli occhi le sptiglie di tutte le gran-
dezze e superfluità. Galat. ^. Per la qual
cosa, ubbidito che mti abbiamo all'usanza,
tutto il rimanente in ciò è superfluità.
SUPERFLUO. Add. Soperchio. Lai sm-
per%acancus, supenacuus- Gì- :Tipi98tfi.
s U P
Jiocc. noi'. i5. l8. RichicdenHo il natura*
le Uso di dover diporre il superfluo peso
del ventre , dove ciò si t"uc(.'s.sL' domandò
quel rantiulla. E nof. q8. 35. Se Gisippo
ha ben Sofronia maritjta. l'andarsi <lel mo-
do dolendo e di lui , è una stoltizia su-
perflua. Jifaestruzz. 2. 7. 3. L'uno modo
si è, quando 1' uomo va cercando di glo-
ria per superfluo adornamento de' vesti-
menti. Soder. tWf. f^o. Giova assai 1' al-
leggerirle f/e viti) di pampani, che si co-
gnoscoDo esser superflui e inutili.
* SUPERFLUO . A^-verb. Soperchia-
mente, Soperchievolmcnte , Superfluamen-
te. Paint, tìt. civ-pa:;. 288. (Mi/. 1826)
Volendo io seguire, il Padre santo m" in-
terruppe dicendo : Tu parli mero super-
fluo y e ritardi quello che ti farà conten-
to. (B)
•f * SUPERI . Dii del cie/o , Numi
de* Gentift. Car. voi. 1. lett. 232. Secon-
do me , Plulo non arebhe a trovarsi con
i Superi . E appresso : Per questo non
farci Fiutone con gli altri Superi io cie-
lo. (Aj
* §■ E per J'iienti. Poliz. Fav. OrJ.
an. Chi più chi men tra superi soggior-
na^ Ognun convien che cerchi queste slra-
de. (V)
# SUPERILLUSTRE. Adtì. Più che il-
lustre. Ott. Coni. Purg. IO. l54- Policrcto
ec. fu sì superiiluslre di quest' arte , che
le inmagini non parcano intagli, ma pa-
reano quella propria persona, o cosa, e in
quello proprio atto , alla cui similitudine
egli r avea ritratta e più. (C)
# SUPERINFONDEhE. Infondere so-
pra. Lat. supei'infundere. Bocc. Lett. Pr.
S- Ap. 3o3- Kon altrimenti tratta ciascu-
no , che se dal cielo a lui solo sia supe-
rinfuso lo spirito , agli altri da^ bruti ani-
mali. (D
•f * SUPERINFUSO. Jdd. T. L. Man-
dato , o (''ersato da luogo superiore. So-
pra infuso . Amet, 5. Com' Ìo posso co-
mincio, tua vertute Superiofusa aspettan-
do che vegna , ec. (A) Ott. Com. Par.
29. 653. Veggiono Iddio per essenza co-
tanto , quanto e possibile a sua natura ,
ed oltre , per la grazia a loro superinfu-
sa. (C)
* SUPERIORATO. Ufficio, e Grado
di superiore. Bart. f'it. Jiellarm. lib. 2.
cap. 2- Aggiungeva all' esser padre di tut-
ti, r essere ancora servo dì tutti; eh' è il
carattere proprio de' superiorati religiosi .
E appresso : Nel trattamento della sua per-
sona fu si lungi da ogni singolarità , che
dal superiorato non prese per se altra li-
cenia , che di trattarsi peggio de* suddi-
ti- (CP)
SUPERIORE. Sust. Principale, Capo.
Lat. princeps. Or. r,-/oùp.VJO^. Bocc. nov.
60. 16. lo fui mandato dal mio superio-
re in quelle parti, dove apparisce il Sole.
# Maestruzz. \. 32. Rota che lo inferio-
re puote lassare la penitenza ingiunta dal
supcriore. Giticc. Avveri. Il3. Chi desi-
dera essere amato da" superiori , bisogna
mostrar d' aver loro rispetto e riverenza ,
e con questa esser piuttosto abbondante ,
che scarso. ( C)
3 SUPERlORE.^rfd.rAe soprasta j con-
trario d' Inferiore. Lat. superior. Gr. avw-
•Zipo^. # Segner. Pred. Pai. Ap. 2. 12.
Quando le acque superiori rimasero tutte
immote più che cristallo al passar dell'ar-
ca , e le inferiori ec. (TC)
# §. I. Superiore, si dice in Geogra-
fa la Parte d* un paese più vicina alla
sorgente d'un fiume, o la più lontana al
marej che anche diresi Alto. Stor. ICur.
2. 32- I confini della quale a ponente e-
rano l'Austria, a Tramontana il Danul>io,
a Levante la Misia superiore. Salvìn. Se-
nof, !^. 91. Bisognava che egli camrai-
S C P
nando per 1' Egitto supcriore , venisse in
Etiopia. (C)
^ §. II. Corpi superiori, diconsi dagli
Astronomi 1 Pianeti . « Poca. Introd. l^.
La quale ( pe.^tilenza ) per operaxion de'
corpi superiori, 0 per le nostre inique o-
pere ec, nelle partì orientali incominciata
ec, verso l'Occidente miserabilmente s'era
ampliata. E f'it. Dant. 262. Cppinìone è
degli strolaghi , e di molti naturali filo-
sofi , per la virtù ed inOuenza de' corpi
superiori, gì' inferiori e producersi e nu-
tricarsi ». (C)
f n! g. III. Superiore, vale anche Che
e al di sopra di un altro o per merito ,
o per dignità , o per forza , o per condi-
zione, 0 simile. /■'. /. J it. Giott. Dopo
lui (Cimabue) fu Giotto di fama illustris-
simo, non solo agli antichi pittori eguale,
ma d'arte, e d'ingegno superiore, (f'j
^ g. IV. Essere su pei'iore a checches'
sìa, o situile, vale ^on si lasciar domi-
nare da checchessia, I\'on curar checches-
sia . Segner. Pred. Pai. Ap. II. 3. Ma
la venerazione non si conseguìsce con al-
tro più che con questo: col dimostrare un
antmo superiore ad ogni interesse. (C)
^ §. V. Superiore, talora figuralam. va-
le I incitare . « Sagg. nat. esp. l5. Ma
restando superiori qae* ( venti j che soflìa-
vano da Tramontana, a poco a poco restò
di sudare, e in poco più di raezz' ora il cri-
stallo era asciutto ». (N)
* §. VI. Superiore, parlando di tem-
po, come Anni, Mesi, Giorni, vale Pas-
sato, Andato, Trascorso. Poliz. rim. lett.
203. La qual cosa se ne' prossimi supe-
riori secoli stala non fusse , non sarebbe
di poi la dolorosa perdita di tanti e sì mi-
rabili greci e latini scrittori con nostro gran-
dissimo danno intervenuta. (C)
SUPERIORITÀ', SUPERIORITADE,
e SUPERIORITATE. Astratto di Supe-
riore. Lat. dignitas,maieslas, auctoritas.
Gr. a|twjuiof, my-'iòv, auSevrc'a. Guicc.
Stor. ic). 122. Nun aver voluto satisfare
a'giusti priegbi suoi, di restituire a' Ge-
novesi la solita superioril'a di Savona .
# Pros. Eior. Salviu. lett. ^. 1. 3l2.
Ho odiato sempre 1' aspettazione di parere
ec, un virtuoso, o un Signore d'impor-
tanza , sfuggendo più che la morte ogni
atto dì superioril'a. (Cj Segner. Pred. Pai,
Ap. 3. 9. Che è dare ad uno quel grado,
quella soprintendenza , quella superiorità
ec. di cui non è meritevole. (TCj
* SUPERIORMENTE. Awerb.In supe-
rior modo. Dalla parte superiore. Baldin.
l'oc. Vis. in TORACE. (A)
SUPERLATIVAMENTE. Avverò. In
superlativo grado. Lai. superlative . Gr .
uTTìpàSTt/wi. But. Inf. 8. Parlando hy-
perbolice j cioè superlativamente. 7? 32. 2.
Disselo forsi 1' autore, parlando superlati-
vamente. Frane. Sacrh. nov. 207. Peroc-
ché *n tutto il mondo sono due luoghi
superlativamente notabili.
t SUPERLATIVO. Add. Più superio-
re di tutti. Il più sublime. Lat. egregius,
eminentissimus . Gr. i^&.i'psto: , s^oy^ol-
To:-Oi . Teol. Misi. Queste cose si truo-
vario nel superlativo grado nella glorio-
sa Vergine Maria tra gli altri santi. Ott,
Com. Inf. II. 196. Chi offende Iddio,
creator di tutti , offende in superlativo
grado , perocché Dio è eccellentissimo e
perfettissimo sopra tutti . Ciriff. Calv. 1.
20. E porta lui , come i soldati fanno ,
Cornuto a quattro, eh' è superlativo. Bern.
Ori. I. 12. IO. Ne per crescer finisce o
si matura. Che non ha grado amor super-
lativo .
§. Superlativo , è anche term. grama-
ticale , ed e aggiunto dì quel nome che
denota la maggior grandezza, 0 il più allo
grado di qualsivoglia proprietà^ al qual
S U P
1455
nome superlativo gli antichi aggiunsero
talora altre particelle accrescitive , come
Molto, Assai, e simili. Hed. Annoi. Di-
tir. 208. Fu costume de' nostri scrittori
antichi toscani 1' aver dato sovente I' ac-
crescimento a' superlativi. 2:209. A"che
i Latini aggiungono particelle accrescitive
a' superlativi. /•; lett. 1. 233. Osservi,
dico , quella particella molto appiccata al
superlativo , e sappia che questa è una
delle finezze della lingua toscana , usata
dagli antichi maestri a cagione di mag-
gior espressiva . J'arch. Ercol. 167. La
lìngua volgare ha ella superlativi?/ . Ra-
gli , e gli usa variamente in quel modo ,
che l'accano cosi i Greci come i Latini ,
perciocché alcuna volta si pone il super-
lativo senza nessuno caso dopo, se ec. al-
cuna volta rolla preposizione tra ec. , al-
cuna volta con altra, ec.
■> SUPERLAUDABILE. Add. Oltre-
modo laudabile. Solil. S. Agost. I28. Lu-
me ammirabile , lume superlaudabile , il
quale illumini gli occhi degli Angeli. (C)
SUPLilLAZiONE. Astratto di Superla-
/(l'o.Lat. superlatio. Gr. j-nip^lZi^. I arch.
Ercol. 167. E comparazione, ma non può
esser superlazione.
SUPERNALE. Add. Superiore, Di so-
pra. Lat. superior, supernus. Gr. avw-
T:po;, 0 «vw. Teol. Mist. E questo atto
divino supernale dì necessit'a. Sfor. S,
Greg. Chiunque è cittadino della citt'a su-
pernale, non lascia la bruttura della carne
per paura della pena , ma per amor della
carità- E altrove .• Sono stolti e ignobili
coloro che , per seguitare il loro appetito,
fuggono d' avere la supernale sapienza
d' Iddio.
t SUPERKALMENTE. Avverò. Con
potenza supernale, Con forza o virtù su-
perna. Lat. divinitus. Gr. cè'vw^sv. Ott.
Com. Inf 7. 122. Se non facesse il con-
trario miracolosamente e supernalmente
la infinita potenza d' Iddìo.
i^ SUPERNAMENTE. Awerb. Daluogo
superno. Imperf. Tim. /). 8. T. 7. 2Q2.
Dio che dispttne suj ernamcntc tutte le
vicende dell'universo ec. (F)
* SUPERNATURALE. Add. lo ste.K.KO
che Soprannaturale, ma meno usato. Legg-
Gio. Batt. 22. Ciò fu supernaturale ri-
cevimento, sanlificamento nel ventre, e dì
dono profetale riempimento. (N)
SUPERNO. Add, Superiore, Di sopra.
Lat. supernus. Gr. 0 avw. Dant. Par.
3. Se disiassimo esser più superne, Foran
discordi li nostri desili Dal voler di colui
che qui ne cerne. E 20. E quel che se-
gue in la circonferenza, Di che ragiono ,
per l'arco superno. Morte indugiò per ve-
ra penitenza. Pctr. son. 265. Suoi santi
vestigii Tutti rivolti alla superna strada
Veggio. Mor. S. Greg, Le mentì de' fe-
deli si levano a contemplazione delle cose
superne. Coli. SS. Pad. Essendo inteso
alle superne ed incorporali cose.
'"? SUPERO, f. !.. Add. Supcriore,
ed è aggiunto di mare. Benib. Stor, I.
HO. Non credete voi che io ancora ec.
agogni ec. il mar supero e infero sotto il
nostro domino contenersi? iN)
* SUPERPAliZIENTE. Term. degli A-
ritmetici e Geometri. Dicesi, Quella parte
che manca, perchè un numero, o una gran-
dezza sia precisamente misurata da un*
altra. (A)
SUPERPURGAZIONE. Soverchia pur-
gazione fatta da medicamento violento.
Lat- super purgatio . Gr. JTTjr/a'Sapci?-
Bed. Fip. I. l5. 5. Abbiamo osservato
che un mezzo grano d' ostia unta con olio
di ricino ha fatto ad un omiciattoli» vo-
miti, andate di corpo , e superpurgazioni
angosciose e lerriliilì.
SUPERSTIZIONE. Curiosa e vana oS'
i<)56
S U P
sérvazione d' aiigurii, sortilegii , o simili
cose proibite dalla i-era religione j Falsa
e vana religione. Lai. super.itìlio. Gr. ^jt-
5toxi/tOvt'a . Paxs. 35i. li nome d'Id-
dio ce. sanza niuna osservanza o Tana su-
persUztunc si dee invocare in ogni neces-
sità corporale e ipiritujle. Pelr. (Jom. ili.
Poich' C-Ilo venne in Affrica , apparìe eh*
«Ilo era dispregiatore d'ogni cosa vana,
rome elio era delle super&tizìoui e volga-
ri opinioni- Mor, S. (ireg. Ove sono le
superstizioni de' matematici, ì quali, rag-
guardando il corso delle slelle, pongono
ec. Coli. SS. Pad. S' ella «' appartitene
alla superstizione de' Giudei. Mae.itruzz.
2. l^. Siniigliantetnente alla generazione
della superstizione s' appartiene oj-ni li-
gatura, e tutti i rimedii , i quali eziandio
la scienza de' medici vieta, o in parole, o
in cateratte , ovvero in ciascheduna cosa
che si sospenda, o che si leghi, o sciolga.
*t * §■ Figurai, vale Soverchia scru-
polostttt, o e.iattezza in checchessìa, farch.
Ercol. 187. lo per me vorrei ec. la hri-
glia, non le pastoie ; il digiuno, non la fa-
me; r osservanza, non la superstizione. (Ai
SUPERSTIZlOSAxME.NTE . Jvverb.
Con .iiiperstizione . Lai. stiperstiliose.
* Plut. y4dr. Op. mar. 2. 70. E male
il temere Iddio superstiziosamente. fC) lied.
Fsp. nat. 80. Altri più supersliiiosamen-
le si ristringono a dire che la virtù con-
tro '1 mal caduco solamente consìste nel
corno destro (della gran bestia).
* SUPERSTIZIOSISSIMO . Superi,
di Superstizioso. Salvin. Disc. 2. 320.
Non voglio mancar di dire quello che in
Artemiduro Del giudicamcnto de* sogni si
legge , autore , come lo mostra il titolo ,
vanissimn e superstiziosissimo. (*)
* SUPERSTIZIOSITÀ'. Qualità di ciò
che e superstizioso. Tass. lUal (A)
5 SUPERSTIZIOSO. Add. Pieno di
superstizione. Lat. superstitiosus . Gr.
^etsioai'jmcjv. Lib. Op. div. Andr. 109.
Veggio che al tutto siete superstiziosi e
vani, e avete fra voi diverse sette.
*§.!.£■ inforza di sust. ** Cavale.
Pungil. Contro al peccato degl'indovini,
e incantatori di dimoniì, e dcUi supersti-
ziosi ". (C^
f g. Il, Superstizioso , si dice anche
delle Cose derivanti da superstizione , o
dove vi ha superstizione . Pass. 338 .
Questa arie magica , e superstiziosa
e dialiolica scienzia , s' adopera in molti
modi e a molti effetti , secondo ì quali
trae diversi nomi. Maestruzi. 2. l!^■ Que-
sto sar^ indivinamento inlicito u supersti-
lioso. /'il. S. Gir. 7. Woi eravamo sic-
come pecore erranti, e senza pastore, per
gli errori e superstiziose favole seminate
e che si seminavano per molti falsi pro-
feti e maestri hugiardi.
« SUPERSUSTANZIALE. Add. So-
prasu stanziale, legg. An. 34^. L" quar
lo è Io cielo supersustaniialc. F di sotto;
Andò fino al quarto supersustaniiale, cioè
al suo padre. (V)
•f # SUPERVACANEO. Add. Super-
fluo, Aon necessario. Salvia. ìiuon. Iier.
4- 4* '?■ P'"'*' ("he voglia dire, di vani-
ta, di superlluità, di cose supervacancc. (Aj
•f * SUPERVACANO. Add. Suf>er
vacaneo. f ore poco usata. Morg. a". 17^.
E dice alcun, ma par supcnacaoo , Ben-
ché e* sia autor «la farne stima , Che le
montagne diventorno piano. (1)
't # .SUPERVACUO Add. Di nessu-
na utilità. Cavale. Discipt. spir. 160.
Pazzia è la nostra spenderlo (il tempo)
in coso »anc e supervacue (così una va-
riante; il testo legge luperQuc ) , lastian.
do le necessarie, (f }
« SUPEltUMEHALE. Termine degli
jLcctesiasttci. Specie dt abito sacerdotale
S U P
del sommo Sacerdote prtiso gli Ebrei che
gli copriva gli omeri. (A)
* SUPINAMENTE. Avverh. Con po-
situra supina. Colla pancia all' insù. Lat.
ventre in ctrlnm verso. Gr. uTTt«^. //
f'ocabol. alla voce SUPINO , avverb. {*)
SUPI.NARE. F. A. Seutr. pass. Ponti
a giacere sulle rene, e colla pancia all'
insù. Lat. se supiniim locare , se supt-
nare. Gr. Ìv.\jtÓ^ jlfztcltn*- Sen. Pist.
121. Alcuni animali cui dosso duro, se si
supinano per alruno avvenimento, non s
arrestano di menare i piedi e le gambe .
V §. F in signific. attivOj vale Al-
tare orgogliosamente , e in atto di baldan-
zoso la faceta, sicché rimanga presso che
supina incontro al Cielo. Ott. Com. Jnf.
l4- 267. O uomo furioso, che supini la
faccia contro a Dio tuo creatore e dell'u-
niverso, com* è che non si spegne in te
la superbia T (Cj
* SUPINATORE. Agg. di muscolo.
Imperf Anat. Il3 Une tmu.tcoli J supi-
natori perchè Io volgono ( il braccio ) per
di sopra a rovescio. (Fj
^ supinazioni;. Term. diitasca/ico.
Chiamasi Molo di supinazione </fiW/o ;jcr
cui si volge il corpo, o dorso della mano
verso la terra. (A)
SUPINO. Sust. Uno dei tempi de' ver-
bi. Lat. supinum. Varch. Ercol. \Q^.
Manca ancora la lingua nostra de 'supini,
come fanno i Greci e gli Ebrei , ma si
serve in quello scambio, come essi fanno,
degli in6mli. F appresso : Cotesti sono
supini io um, che significano azione; ma
che dite voi di quelli che finiscono in u,
i quali significano passione 7
3 SUPINO. Add. Che sta, o giace col-
la pancia all' insù, o in sulle rene. Lat.
supinus. Gr. jrTTifl^. Dant. tnf. 23. E
giù dal collo della ripa dura Supin si die-
de alla pendente roccia. liov. ant. lOO
17. In quel sogno egli giacca supino, ócn.
l'ist. La testuggine, quando eli' è supina,
non sente niun dolore. Pass. 362. Gia-
cendo la persona supina in sulle reni, in-
tervengono rei sogni e noiosi. Malm. g.
24- ^bi boccon, chi per banda, e chi su-
pino Giù se ne viene.
•f g. I. Supino, nel .templìce signifc.
di Rivolto parallelamente all' insù. « Dant.
Purg. 14. Cosi duo spirli, 1' uno all'al-
tro chini, Ragionavan di me ivi a man
dritta : Poi fer li visi, per dirmi, supini .
Ar. Fur. i4- 69. Con le man giunte , e
gh ocelli al del supini. Filic. rim. pag.
649 ( Canz. O di fiylio et". ) E qual sul-
la supina Faccia dei monti estivo raggio
piove. Tal pìovca in le 1' alla belU divi-
na. (.\Sj
t §• "• Ignoranza supina , vale igno-
ranza grandissima ed inescitsabile in co-
sa importante, e necessaria a .tapersi.LA.
supinus Gr. pUìS\JyOi. Maestruzs. 1. l3.
Potrà il Vesrovt> con lui dispensare, se gi'a la
Ignoranza non sia crassa e supina. TT 2. IO.
5. Ignoranza crassa e supina è detta per
metafora dell' uomo grasso e supino , il
quale non vede eziandio quelle cose che
innanzi gli sono ; tosi anche cedui, il
quale le publilirhc manifeste cose dice se
ign^irare, al quale aitevulmente non è cre-
dulo. <« Srgnrr. Crist. instr. 1. 3l. 3.
Una tale ignoranza, benché supina , non
laM ia <Ii venire oggidì iniilata da molti .
Pip impr. 218. Signori no. che il cre-
dere i^nttrjnza in uomo di tanto senno
sarebbe ignoranza troppo supina. (Cj
SUPINU. Avverb. Supinamente. Lat.
supine. Gr. ùnTt'Mf* Dant. Inf. \!\. Su-
pin giaceva in terra alcuna gente.
I SUPPA. Zuppa Lai. panis ex iure,
vel vino. Gr. aipTOy ^tttfn^, r otvu djA-
fi»ixai-*oi, Dant. purg 33. Che vendet-
ta di Dio non teme suppc £ut. ivi : E
S U P
volgare opiniooe ec.» che se alcuno foue
uccìso, e infra li nove di dal dì della uc-
cisione r omicida man;;i suppa di vino in
sulla sepoltura, gli offesi non ne possano
mai far vendella; e pero quando alcuno
vi fosse morto, «tanno li parenti del mor-
to a guardare nove di la sepoltura, accioc-
ché li nimici non vi vegnaoo o di di o
di notte a mangiarvi suso la suppa ; e
pero dice 1' autore, che la vendetta di Dio
non ha paura d' essere impedita per sup-
pe. Fsp. Pai. S. 8. Come una suppa di
vino, piena di pan caldo ed intinu in vi-
no. Frane. Sacch nov. 98. La Benve-
gnuda avea subito fatta la suppa. Virg.
Fneid. M. Al quale la Sibilla venne in-
contro con una suppa confetta con mele
( qui impropriamente in Cambio di Schiac-
ciata, o di Panellino ) .
SUPPALLIDO. /'. L. Add. Pa/lidic-
ciò. Che ha del pallido. Lat. subpaitidus.
Or. Jtwj;^;. Cr. 4 4^' 9* Sono al-
tri colori intra questi, cioè glauco e ro-
seo, i quali sono intra *1 rosso e '1
bianco e '1 pallido, e '1 suppallido, i quali
sono intra l' aureo e '1 citrino.
* SOPPEDANEO. Tavolato di legno,
su cui si posano i piedi. Cas. Jmpr.
Fuori della quale si posero a sedere H.
Arcivescovo sul faldistorio, sopra un sup-
pedaneo. (A)
SUPPEDIANO. Ved. SOPPIDIANO.
SUPPELLETTILE. Arnesi, Masseri-
zie. Lai supellex, Gr. xaTai/tyi'. Dav.
Scism. 65. Non ancor pieno di tanti da-
nari e gioie ee. , e tanta suppellettile
preziosa. Cor. letL 2 146. Voler pit-
ture, sculture, cose tutte di nobil dise-
gno, e suppellettili di casa preziose.
g. Per metaf. Lat, supellex. Gr. «a-
raffxguyi'. Segr* Fior. Princ. lett. Non ho
trovato, tra la mia suppellettile , cosa la
quale io abbia più cara, o tanto itimi ,
quanto la cognizione delle azioni degli
uomini grandi. ^ Salvin. Pi-os. Tose.
voi. I. pag. 472. ( ì'en. 1734 ) Che pre-
ziosa suppellettile di cogniaioni e varie .
e multiplici . le quali fanno apparire )' uo-
mo maravi(;lioso, ec. iB)
* SUPPEIiIRE . Sopperire . Ambr.
Furt. I. l. Che s* ha a fare ? supperi-
remo col tenerla bene, e col farle vea-
zi. (A)
* SUPPLANTARE. ;'. L. SoppioA'
tar-e. Mor. S. Creg. 2. l6. GiacoUx si
sforzò di supplaolare con la uccisione del-
la carne quel Dio, il quale il popolo geo*
lite certamente vide con gli occhi deUa fede
( Lai. supplanlare , dar il gamt>etto.). (f'J
* SUPPLANTATORE. ì'erbal. masc.
Colui che dà il gambetto . Mor. S. Greg.
2. 16. Giacobbe è interpretato suppUnU-
lorc. fFy
« SUPPLEMENT0.5Mpp/imf/itó. Seni.
Stor. i. 40. Della quarta ( nave j ec, so-
lamente per portare le veituvaiibe per
supplemento dell' altre, fu capiUno Con-
salvo, ec. f/'j Segner. Pred. Pai. Ap.
l3. 5. La lezìon frequente è l'altro
supplomeolu alla scirob* debuie, suggeri-
to da S. Ambrogio a quaLivoglia ELcde-
siasiico meno dolio. (TC)
« SUPPLENTE. Che supplisce. Bémv.
Celi. I it. 3. 221. Con tulle le diligen-
ze che piumelte 1' arte, hanno vista , e
misurata la della casa, e dato di poi la
loro falla slima al supplente magistra-
to. (C)
SUPPLICA. Memoriale, o Scrittura,
per la quale si supplicano 1 superiori
di tfualche grazia. Lai. libellus aupplex,
Gr. Ci >;ii». Tac. Dav. Ann. I. l35.
Fanno scgrelam'-ute una supplica in no-
me degfi eserciti, pregano Io imperadore.
qu,
andò voleva dar loro un Genera-
le, gli desse prima le trionfali.
S U F
* §. Pariar per supplica, l'. PAR-
LARE, §. VII. CO
:? SLPPLICABILE. ^dd. Degno d' es-
sere supplicato. Sah-i/t. Inn. Orf. Or
Dea, reioa supplicabil moltOj A te lo |)re-
«0. (A)
* SUPPLICANTE . Che supplica .
Lai. supplex. Gr. ìrÌTta. Car. t.n. 12.
l5ll. Allor gli occhi e la dc&lra Alzao-
do in atto umilmcDte rimesso £ suppli-
cante, ec. (B)
* §. K in forza di siist. Ar. Fur. IQ,
l3. In questo lueuo un cuvalier vili»-
no. Avendo al suo Signor poco rispetto.
Feri culi una lancia sopra niaoo Al sup-
plicante il delicato petto. ( B/ òegntr. l rist.
instr. 3. 34- 8. Come sarebbe possibile
che la divina piet^ non si piegasse a tante
VOCI concordi di supplicanti T (')
SL'PPLICA>TEMENTE..-/iicr/.. *$■«;)-
plichfsolmente. Lat. suppliciter. Gr. iJte-
«tA»;. Fr. Ctord. Fred. /.*. In quelle di-
sgrazie supplicautemente si volgono ali*
aiuto de' »anti.
3 SUPPLICARE. Pregare umilmente
e affettuosamente o a i'oce, e per iscrit-
Utra- Lat. supplicare. Gr. t/.eTejìiv. But.
Supplicare è sotto altrui se piegare, sicché
supplicare è con umiltà pregare. G. / .
10. 70. 3. Fue isposto dinanzi a lui , e
supplicato eh' egli procedesse sopra al detto
Iacopo di Caorsa. Dant. Par. i5- Ben
supplico io a te, vivo topazio, Che questa
gioia preziosa iugemmij Perchè mi l'acci
del tuo nume sazio. Cas. ìctt. 5. Suppli-
co V. M. che si degni di udirlo con la
sua benigniti solita.
* §. 1. Supplicare a uno, vale lo stesso
che Supplicar uno, «• iV- / . 1. 29. Fu sup-
plicato al Papa , che nel prossimo futuro
cinquantesimo anno la Chiesa rionuvel-
lassc generale perdono a Roma ". Cuicc.
Stor. j. l56- Sup[iLco al padre e agli al-
tri cardinali, che ec. gli concedessero la
facoltà di lasciar la dignità, e l'abito. Lai-,
Scism. 00. L' altro giorno supplicarono
alla Reiua e Re, che per loro intercedes-
sero a ottener perdonanza. (Cj
^ g. II. E unito alla particella A pre-
cedente all'' infinito. Car. lett. 52. E la
supplico a prestargli Tede. Bed. lett. ^.
Supplico la sua ^ornma bontà a gradire
questo riverente ossequio, f C)
^ g. III. E colla particeJla DI. Cuicc.
Stor. 6- 203. E benché i fiorentini ec.
supplicassero di alcuna dilazione, perse-
vero ostinatamente nella medesima sen-
tenza. Pros. Fior. Sahin. lett. !^. 2. 283.
Avevano sapplicato il Papa di poter dir
1* ufizio divmo in Greco. (Cj
^ g. IV. Supplicare alcuna cosa, per
Dimandarla. Frane. Sacch. no\'. 35. ///.
Un chericone ec. vuole ec. supplicare di-
nanzi a papa Bonifazio un benefizio. (ì'j
« SUPPLICATO. Sust. Per la Cosa
dimandata. Pav. Scism. 34- ( Comin.
1754 ) Ogni falso esposto vizia Ìl suppli-
calo ( parla della supplica per la dispen-
sa d' Jmgo). (Fj
SUPPLICATO. Jdd. da Supplicare.
Buon. Pier. 2. 3. 8- De' cavalier cortesi
Quai certo siete voi, desiderati, Richiesti,
supplicati^ Convengonsi i consìgli. E 3- 4-
l4> Invitato, pregato, supplicato. Violen-
tato.
* §. Per Chiesto^ Invocato. Guicc. Stor.
%. 396. Aveva con ardentissimi preghi
supplicato r aiuto suo contro al Re di
Francia. /Z>
*SCPPLICATORE. Verbal.masc. Che,
o Chi supplica, Segr. Fior. lett. 1. Il quale
abbiamo fatto nostro suppUratore a quella
e a lui ogni liberta di trattar questa cau-
sa conceduta. ( C)
SUPPLICATORIO. Add. Che supplica.
Atto a supplicare. Lat. supplicatorius.
Vocabolario T. il.
S U P
Gr. tx^oto;- G. /'. 12. 108. 3. La pre-
sente orazione ec. si divide in tre parti:
la prima è racconiaiidaloiia e otVeriluria,
la seconda narratoria e supplicatoria , ta
teiTa confutatoria.
•f * SUPPLICATRICE. Verbal.fem.
Che supplica. Segner, Incr. X. 3. 5. Posto
al tormento tli qualche dolore insolito ec,
vedrete subito come il contumace si vol-
gerà ad invocare il braccio di qualche
Nume, ec, mostrando al pari con la sua
lingua , o supplicatrice o sacrilega^ che
egli errò ec. (A)
SUPPLICAZIONE. Il sujtplicare , Pre-
ce . Lai. supp/icatio. Gr. i/£5c'a. Bocc.
Jntrod. 5. In quella non valendo alcun
senno, ne umano provvedimento ec ne
ancora umili supplicazioni, non una volta,
ma molte, ec. a Dio fatte dalle divote
persone. * Imperf. V. Tib. D. 3- T". 12.
l35. Come le cose sacre più venerazio-
ne acquistano ce. esposte talvolta con
luminosi ornamenti alle supplicazioni de'
devoti. (Fj
f g. I. Jn vece di Scrittura, per la quale
supplichevolmente si chiede alcuna gra-
zia a' superiori j il che più comunemen-
te diciamo Supplica , o Memoriale. Lat.
libellus supplex. Gr. oa'vj^i? . Pecor.
g. 3. nov. I. Fecegli segnare tutte le
supplicazioni sue. Frane. Sacch. noi-. 35-
Gli fece fare una supplicazione per im-
petrare alcun beneficio. E appresso : Lo
Cardinale trovò la supplicazione ; e da-
tagliele ^ il menò dinanzi al Papa. E ap-
presso : Come il Papa ebbe la supplica-
zione, la lesse, ec.
•S g . j I . Supplicazione. Term . degli
Storici romani. Preghiere pubbliche or-
dinate dal Senato in certe occasioni im.
portanti, acccompagnate da cerimonie e
riti particolari. Jn questo senso non s"
usa fuorché nel numero del più. Bocc.
C. D. Non si saprebbe a quale delle Dei-
tà ordinare i sacrificii debiti e le suppli-
cazioni. Adim. Pind. 1 rami dell' oleastro
si usassero nelle supplicazioni. (J)
SUPPLICE. Add. Supplichevole. Lat.
supplex. Gr. l'xEcio;. Ftr. As. iSp. Pre-
gato dalle pietose parole della suppUce e
afiànnata tua donna, consentile il frutto
de' sirocchievoli abbracciamenti. E 15^.
Soccorri alla passionata anima della tua
supplice Psiche. Tass. Ger. 3. II. Traean
supplici e mesti alle meschilc.
SUPPLÌ CEMEiNTE. Avverb. Supplì-
chevolmente. Lat. suppliciter- Gr. txscri'w;.
liamm. 1. 102. Quanto più supplice-
mente posso, la vostra pietà invoco. ''.'
/.li'. Pec. 4- proem. Il quale io suppli-
cemente priego. (Cj
SUPPLICHEVOLE.^ Add. Che suppli-
ca. Lat. supplex. Gr. t/s'cio;. Tass. Ger.
3. 25. Vuol eh' ella sappia eh' un prigion
suo fere. Già inerme, supplichevole e tre-
mante. ',' Cuicc. Stor. 4. 34. Scrisse ma-
dama la Reggente ec. a Cesare lettere
supplichevoli e piene di compassione. (L)
Accad. Cr. Mess. lib. 1. png. 88. Era
egli di parere che in quelle formalità, le
quali formano il carattere di superiore ,
non v entri mai dispensa, ne che si deb-
bano soffrire inavvertenze nel rispetto di
chi viene supplichevole, ec. (B)
^ §. Detto di Processione. Bemb. Stor.
10. iSp. Ordinarono Ì Padri, che suppli-
chevoli procesb-ioni si facessero. ( f j
•f SUPPLICHEVOLMENTE, e SUP-
PLICHEVOLEMENTE.^wier/.. Conmo-
do supplichevole. Con supplicazione. Lat-
suppliciter. Gr. l'/e-jt'w;. Fiamm. 1.57.
lo supplichevolmente per questo vecchio
petto ec, dal quale tu prima li nutritivi
alimenti prendesti, ti prego che tu me-
desima t' aiuti. Serd. Stor. Ind. 16. 644
Impetrasse suppUchevolmeote dal sommo
S U P
I407
Vicario di Cristo nostro Signore, che des-
se li>r(i autorità. /■' l6. 652. Invocarono
supplichevolmente l' aiuto della beata Ver-
gine. * Bemb. Stor. 9. l36. Suppliche-
volemente ne addimandavano perdono. ( V )
Car. in. 8. 2iy. Pria che tu m' affidi,
Poblu ho me stesso e la mia vita a ri-
schio, E supplichevolmente alla tua casa
Ne son venuto. (B)
t SUPPLICIO, e SUPPLIZIO. Pe-
na, Castigo corporale imposto a' maljat*
tori dalla giustizia. Lat. suppltcium ,
poena. Gr. rip-Oifia.. /,occ. nov. y6. 16.
Qual tradimento si commise giammai più
degno d" eterno supplicio, che saria que-
sto ? G. J'. IO. 2^0. 2. Cosi dicea ec. e
la pena e 'l suppUcio essere imperfetti.
Fir. As. 76. Avvegnaché maggior sup-
plizio merita il mio peccalo. Circ. Geli.
3. 72. Come può farsi questo ec, se uon
con pene gravissime e con suppHzi tanto
crudeli per ispavento de' malfattori ? Ar.
Fur. l'i. 3. Bench'io sia certa, dice, «
cavaliero, Ch' io porterò del mio parlar
supplizio PC, Pur son disposta non ce-
larti il vero. ^ I.or. Med. Beon. 3.
l6o- Ed ha apparalo che '1 maggior sup-
plizio, Che avesse in terra il nostro S j-
vatore, E quando ec. (Bj
g. Supplicio estremo, vale la Morte.
Lat. extremnm suppltcium. Gr. Es^sfTV]
7ip.(tipix. Amet. 64- Quasi dal pessimo
fiato della sua bocca, condotta ad estremo
supplicio, gì' impungo silenzio.
SUPPLIMENTO. il supplire. Lat. sup-
plemenlum. Gr. Tì>y;';w/Jia. Fiamm. 7. 60.
Questo uno solo e ultimo a tutti gli al-
tri dia sup[jlimento. Petr. Uom, ili. E-
rano stati dati a' cavalieri per supplemen-
to della disciplina dell' armi.
3 SUPPLIPiE. Adempiere, Sovvenire al
difetto. Lat supplere. Gr. ai>7^0jv. Bocc.
nov. 69. 5. Ho per partito preso di volere
ec che il nostro Pirro co' suoi abbraccia-
menti gli supplisca. Filoc. 6. 181. Io con
nuova noia supplirò al difetto. Mor. S.
Greg. 3. 8- Io supplisco nella carne mia
a quel che manca delle passioni di Cristo.
But. Purg. 9. 2. La fede sua supple lo
defetlo del sacerdote. Agn. Pand. 12. Se
siete stati in cosa alcuna negrigenti , alla
quale possiate per allora rimediare , su-
bito vi supplite.
sJ^ g. I. Supplire ad un servigio , per
Bastare a farlo. Lasc. Sibili. 2. 5. Voi
siete tre, due serve ec, e non supplire-
te a un po' di cena? (l'j
-1= g. II. Supplire a un' obbligazione, o
simile, vale Soddisfarla. Guicc. Stor. 7.
3o7- Dei quali (danari) essendo piuttosto
dissipatore che spenditore ninna quantità
bastava a sup|iltre a' bisogni suoi. E 18.
77. Scusandosi i Veneziani , che suppli-
vano alla loro obbligazione con le genti
che tenevano nel Ducato di Milano. ( C)
^ g. III. Per Bastare, Provvedere.
Cuicc. Stor. 2. iSj. Né il sussidio pecu-
niario che gli avea promesso la dieta era
tale che potesse supplire a una minima
parte della voragine della guerra. (L)
SUPPLIZIO, l ed. SUPPLICIO.
•f ì:? supponibile. Add. che può
supporsi. Accad. Cr. Mess. lib. 4- p^g-
435. Quando fosse supponil)ile in Cor-
te's una trasruraggioc di questa sorta , è
indubitato che costoro ec. (A,
SUPPORRE. Presupporre. Lat. poncre,
dare. Gr. vTiCTi'&SffSat. S.Agost. C D.
Suppon;;asi però che luppiter sia a modo
loro animo di questo mondo. ^ Bellin.
Lett. Uom. Jll.l. 244 Parlo, come V. A.
conosce, supponendo che debbano conti-
nuar quest' anno le medesime turbolenze
dell' anno passato. (C)
§. I. Supporre, per Metter sotto. Tass.
Ccr, 10- 26. Altri suppor le fiamme , e
l83
1458
s u P
il Tolgo misto D" Arabi e Turchi a un
foco ardere hi viilo . -r March. Luir.
6- 1 consanguinri stessi Puaeim con alte e
spaveotusL- grida Su i roghi altrui. Vi
supponeaa le ani^nti Faci. (?*t
"iè §. II. Supporre, vale anche Credere,
Reputare. Bert. Giamp. io4- Se non che
avendooe discorso, mi suppongo con chi
vi dovette caritativamente avvertire a ne
men nominarlo, voi ora ec. avete qui vo-
luto prender quest* occasione di nominar-
lo per baia. (C) Segner. Sent. Graz. l8. |
Quando ancora quest' uomo fosse tale ,
quale il suppongono quei, che laggiù lo !
maledicono, non conviene a te maletiir-
lo. (TCj _ '
§. Ili- Per Porre in luogo d' altri.
Scantinare. Lai. supponere. Ar. Snpp.
prol. Che talora i fanciulli si suppongano
A nostra etade, e per addietro siano Sta-
ti non meno più vulli- bupposili. Oltre che
voi r aliliiatc nelle fabule Veduto, e letto
Dell* antiche istorie, Forse è qui alcuno
che in cspcrienzia L* ha avuto ancor: ma
che li vecchi siano Similmente dai giova-
ni su|iposiU, Nuovo e strano vi dee parer
certissima-Mente ; e pur anco Ì vecchi si
suppongono. * Corsia. Torracch. i5. l5.
Già si pensò ec. Supporre al di lei parlo
una bambina. (N)
f ::= SUPPORTARE. Lo stesso che Sop-
portare, ma meno usato. Semb. Star. L. 57.
Essi non sono per supportare che alcuno
lievi del regno suo un Re loro paren-
te, (l'j
1 SUPPOSITIVO. Jdd. Che jti suppo-
ne, ì'arch. Lez. 5. Queste sì manifesta-
no ec. con alcun sillogismo ippotelico, cioè
suppositivo.
^ g. J ale anche Che si pospone, Po*
spositivo. « J'arch. Ercol. x65. In molte
cose sono diversi dagli articoli grecij cosi
prepositivi, rome suppositivi » . (X)
SUPPOSITIZIAMENTE. Awerb. In
cambio. Lat. supposititìe. Gr. y7rOj5i»;'To;.
Pecor. g. 20. nov. l. Son ricorso alla co-
mune legge, la quale vuole che i 6gliuo-
lì sieno Don di quelle che suppositiziamen-
te gli allevano, ma delle madri proprie.
'f ^.: SUPPOSITIZIO. Add. Che si
suppone j ed è singolarmente aggiunto
dato a Parto che si crede di un padre,
ed è di un altro. St'gner. Incr. I. 25. 17.
Attrìbui»coDO essi alle stelle, quel parto
Aupposilizio, ciò che è del sole. (A)
■J- SUI»POS1TO. .-/(/(/. Supposto. Buon.
Firr. l. 2. 2. Data I.» volta taciti a' ri-
medi Legittimi , provati , é razionali. Gli
adultt^rini accettano , e suppositi.
SUPPOSITORIO. Sust. Cosa da por
.tatto. Supposta. Lat. suppositorium. Gr.
J:roTi9!JV. Cr. 5. a. l3. Anche vale
( l* olio (ielle mandorle) a provocare i me-
atrui. se se ne farà suppositorio con trifora
magna. K 6. 9. 2. Dì quella e d*olio co-
mune si farcia suppositorio.
SUl'POSr/.IONE . !l supporre, Sup-
posto. Lat hypothesis, nrj;umt'ntum, po~
.fitto. Gr. JTrossìii^. /tut. pp. Si richiede
di manifestar tre cose principalmente, cioè
le cagioni, e appresso la numinaiionc, e
poi la supposiiion dell' opera f'arch.
Lez. 5. Questi' si chiamano iupposìzinni,
le quali si concedono nt-lle scirnie, »■ ma>-
Mmamente nelle naturali, che ec, non pos-
sono avere Ir dimustraiionì inatcìnatiche,
rioè ccrtbsime.
SUPPOSTA. }ffdicamento solido, fat-
to rt cuisa di randtlotlo, che si mette /ter
fa parte deretana per mucxrrv gli escre-
menti. Lat. suppositonum, glans. Gr-
fioc>av9;. Cr. 6. 91. a. Ma se uddivr-
niatc per vitio dell» budella di sotto, si
farcia supposta delta sua polvere f del
ftsdioh Hed. Annot. Pitir. 20O. Sicromr
a cura, u >uppost.i, \ieu chiamata spera,
S U P
per essere un volgolo; cosi po»$ono es-
sersi dette spere quei fasci legati e avvolti,
che si gittano in mare per arrestare e rat-
tenere la nave.
SUPPOSTO. Sust. Supposixione, Pre-
supposizione, Il presupposta. Lii.positio.
Gr. ■jTs'àcsi^. Sagg. nat. esp. 190. Vuul
esser gran cosa, che non ne dia de' bar-
lumi, o non discopra intorno ad essa la
faUilà di qualche contrario supposto. #
Impcrf. r. Tusr. l). 16. T. 2. 363. Ma
con tal supposto mi sembra più facile a
riov(>nÌre qualche cagione dejfli ìaBu»sÌ
celesti sopra la terra. E V. Alh. D. 3.
T. 9. 107. Io avanzerò il mio favellare
con questo supposto, o vero, o falso eh*
egli sia. (F)
'■• g. Per Essere, Individuo. Segner.
Mann. Die. 3l. 2. In Cristo una tal na-
tura (divina) ec. sussiste da se nella per-
sona di lui. come in un supposto umano
insieme e divino. Ne' giusti una tal na-
tura ec. gli truova già sussistenti nel lo-
ro supposto compito di uomini puri. (E)
SUPPOSTO. Add. da Supporre. Lat.
suppositus, positus- Gr. uTTSTtsit?. Gal.
Sist. 221. Proposizione anco un' altra vol-
ta da voi supposta per vera, ma non di-
mostrata. # Segner. Sett. Princ. Dichiar.
Op. Non altro sono che sette principti
falsi, ma supposti dal Direttor come in-
dubitaU. (TC)
SUPPBESSIONE. // supprimere. Lai.
supprcssio. Gr. «TTo'xpu^f't;, Guicc. Stor.
'9 795- Furono segretissimamente , e con
suppre&sìone de' nomi veri, fatti consi-
gli ec.
* SOPPRIMERE, r. L. Celare, Oc-
cultare . Lat. supprimere , occulere . Gr.
aTro/sj'rrTsiv. Il J'ocabol. alla E. SUP-
PBESSIONE. {•)
* SUPPURABILE. Add. Term. de' Me-
dici . Atto alla suppurazione. Del Papa
Cons. Allora le parti tumide sono in6am-
mabili e suppurabili. (A)
* SUPPURAME.NTO . Suppurazione .
Lat. maturatio, suppuratio. Gr. e/~-j»l-
5t; . Red. Cons. 2. 83. Richiedmio la
manuale operazione , a 6nc di farne 1' e-
strazione , prima che giungano al suppu-
ramento. (")
* SUPPURANTE. Term. de' Medi-
ci. Digestivo, Suppurativo, Maturattvo.
Cocch. lìagn. Il3. S'intende come, ac-
crescendo r afflusso e il moto e il calore
e le forze vitali , possano queste istirsse
acque internamente servire di suppor.into
e maturante medicamento, o almeno ec. (B)
* SUPPURARK. Term. de'Medici. /V-
nire a .ruppurazione j e dicesi di tumori , o
cose simili. fA)
* SUPPURATIVO. Add. Term de'
Medici . Atto a promuovere suppurazio-
ne. (Ai
9 SUPPURATO. Add. Ridotto a sup-
purazione. Lat. suppuralus . Gr. l/.Tuiì-
o^St'v // Eocahcl. alla E. VOMICX. (')
^ %■ E tn l'orba di sutt. per Marcia .
Buon. Fier. ^. I. I. Abbiasi cura Di mo-
do si che chi per piaghe immonde Fetido
laogue, e *l suppurato versa Con color non
si mc»coli ec. {St
? SUPPURAZIONE . Maturazione di
tumore. Lat. maturatio , suppuratto. Gr.
fXTv'rni;. Rrd. t^onx. 2. 60- Fu vorpreio
m prima da una fiera r dolriili»kima go-
norrea di diverko r brutto cob»re, e poscia
da due bulM'DÌ ncll* an^umagha , ì quali
vennero a suppurazione. E 178. Si è ot-
tenuti) fino a qui. che regilopc a ptM-n a
poi-o ed in»rn>il>ilni('nlc è svanito senza
venire a suppuraaione. (*)
*f * SUPPUTAHE. Raecùrre 1 nume-
ri , Sommare. Magai, part. I. Irtt. 10.
Noi jbliiaiutt una con p«tca pratìct rr. , e
siamo m un' ignoranza cosi profonda ec
S C P
del loro modo di supputare i tempi .
ec. ^A)
* SUPPUTAZIONE. Calcolo, Cam-
puto , Somma . Calti. Sist. 2iL. Fatta
questa ingegnosissima e esquisiti*sima sup-
putazione dimostra che un grave cadente
di lassù consumereblie a>sai più di tei
giorni p^r arrivare sino al centro della
terra . iS} Mafial. pari. I. lett. 12. Ni
gli astronomi nelle nipputazioni, oè i me-
dici nelle dottrine, ne i politici nelle mas-
sime si trovano d' accordo . E part. 2.
lett. 8 Ora vi par egli che la durata di
circa undici secoli in questa legge, e l'es-
sersi ella distesa, come, secondo le più ag-
giustate snpputazioni. si trova euer in oggi,
per la sesta parte del mondo conosciolo,
sia da contarsi ec. fA)
SUPREMAME!>iTE. Awerb. Somma-
mente. Lat. .fummopere , magnopere, mi-
rum in modum. Gr. jTrEpÉsiiy w;. Cor.
lett. 1. l!\(ì. Il Reverendissimo Gonzaga
m' ha fatto grazia di mandare un* altra
sua in mia raccomandazione, la quale ra*
è slata supremami-nlc cara. ^ E lett. To-
rnii. 98. Questo sarà de'supremi, e ne le
Saro supremamente, e immortalmente ob-
bligato. (C)
f SUPREMO. Add. Eminentissimo ,
Quello che e il più alto , Quello che è
sopra ad ogni altro nel suo genere, o nella,
sua specie. Lai- .tupremus. Gr. J^s'^Ta-
Toz. hard. Par. i3. E fosse il cielo in sua
virtù suprema. A' 27. E tale eclissi credo che
*n ciel fue. Quando patì la suprema Possan-
za. Vetr. canz. t\2. 6. Le parti supreme era-
no avvdlte d'una nebbia oscura. Bocc. nov.
c^. .^6. La qual mai da me in si supre-
mo grado non fu meritata. -'.= ì'arch. Star.
q. 266 II cappuccio nel fare onore , o
riverenza a qualcuno non sì cava mai, se
non al supr*'mo magistrato. (C) Ang. Met.
X. 81. L'acqua anco il giunge, eì si sostien
col braccio Al più supremo ramo, e non
gli vale. E 2. t36. Dal più supremo ciel
Febo avca vi>to Tutti il caldo fuggir del
mezzo giorno. ( H)
•f * §. I. Supremo, talora vale Ultt-
moj alta latina, fìocc. Lett. Fiamm. pag.
39. (Parma l!*Ol) Questa una sola cosa
IM-r supremo dono addimando (questo pare
il senso ). (Et
f <= ^^ II. /-' ora suprema, vale L'ora
della morte. Tass. Ger. Conq. 18. 35.
Talché Arifon fu da improvvisa tema Mos-
so invano a fufigir 1* ora suprema. ( P)
tf §. 111. in supremo grado , modo av ■
verf'iale , che signifira E^*tremamente .
Earch. Stor. 9. 267. Sono ingrati . sono
invidiosi, sono maligni, e malvagi in su-
premo grado. (C)
f SUR. Sor, Su, Sopra. E hom si po-
ne se non innanzi a parola primeipiantr
da vocale . Lat. super . Gr. UTcp. «» -
Cr. IO- 33. 5. La cui parte di snWo sia
sur un ba«Ionrello piccolo. Tesorett. tir.
Vidi uno sndaio Sur un molello baio qut
la tlamfo di Etrense 182^. cap. 2. pof.
14 ''fìri' Invonlra» uno sfoUio Sovr' un
muletto baio), t^av. Colt. 16^. MeUivi
buona parie dr' ra»pi triti lK>ne e battuti
in sur un' asse col coltrilo.
^ SL'KA . Osso della gamf>a. Imperf.
Anat 182 L' altro osso detto fibula ec
chiamasi an* he sura, canna minore, e focil
minore. (Eì
5: SURALE. Adi. Term. degli Amato
mirt . Agì:iuHto d' una delle dtramaùcnt
del tronco inferiore della i-cnrt cava. Im-
perf. Anat. o^\\. Il quinto ramo si k U
vena siiralc, che è gran vena, e divide»i
in due mmi, l' uno ekleriorr minure, Pal-
Iru interiore maggiore. ( F)
USURCOLO. /' •/ Sortolo, Marza. O.
4. Il 7. Poi»on*i intomo alla viir più De-
sti roDVcncvulmeotr innestare , 0 otliina-
SUR
nicnlr pcrvit-nc, se solamente s'innesti un
MircoK) nuovo, rioè marza. (H)
•f V SUHDKSOLIDO- 'let-m. tlegli an-
tichi ///^ehristi . la quinta podestà del
solido. 1 (f. Tr. Kesist. z^\}. ^el ruiioi-
de culiicu il solido A 11 C .il solido D B
E sta come il >urdcsolido A C al »urdesu-
lido D E (init-ndendo-si , apjtri-s&o yli al-
gebri>li unlichi , per surdKsolidi le quinte
podestà di csie linee). lA)
StRGENTE. Che surge. Lat. surgenSj
nascens, exoriens. Gr. etvarì'ìiwv, tV^ut-
flSVOi, XaTKff>fl'7IT6»V. ffoCC. g. 5. p. 1.
Li surj;enli rugpi per tulio il nostro emi-
spcrìo avean fatto rliiaio . V'.' g. 8. /'. I.
Apparivano la domenica mattina i lagyi
della surj^cnie Iure. A* J it. Jht/U. 227.
Farevano li >uoi occhi due ahliondanlis.si-
me rontanc d' acqua surgcnlc. Alani. Colt.
3. 48. Ma questo adopre alla surgcnlc au-
rora .
SURGERE, <• SORGERE. Uscir fuori.
Levarsi, l.al. surgere. Gr. «viffTOtcSrat.
Dani. far. IO. ^cll' ora che la sposa dì
Dio surpe A mattinar lo spo.NO, perchè 1'
ami . Bocc. nOi,: 17. 6. E sur^iendo già
dalla tempesta cominciata la terza notte
ec, sentirono la nave sdiucire.
§. I. Per Sollevarsi. Lat. se attollere.
Gr. e:raip55rai . Dant. Zar. 9. Si leva
un colle , e Don surge moli* alto . Tass.
Cer, i3. 2. Sorge non lunge alle cristiane
tende Tra solitane valli alla loresla.
§. IL Per Iscaturire . Lat. scatere j
scaturirei fluere. Gr. p/j^iiv. Petr. canz.
3i. 4- Surge nel Mezzogiorno una fontana,
E tien nome del Sole . A l\'i. !\- Chiara
fontana in quel medesmo l)o,sco Surgea
d'un sasio . Jant. l itrg. 28. L'acqua,
che vedi, non surge di vena. Borgh. Hip.
470. Moisè, percotendo la lerra, fa surger
l acqua.
§. III. Ter Salire. Lat, ascendere. Gr.
ay«€acv£iv. petr. so». i3o. E tu pur
ria di poggio in poggio sorgi DÌ giorno in
giorno. Sagg. nat. esp. 22t>. Accostandosi
1' anilira già stro6Data e calda a quel iu-
mo che sorge da una candela allora !>pen-
la, questo piega subilo alla volta dell'am-
Itra ■
§. IV. JW Incominciare. G. J'. 11. 16.
a. Fornita la detta lezione , surse un altro
ufficio di maggior heva.
§. V. /er JS'ascere , Derivare . Lat.
oriri , provenire. Gr. i/f i/s^Srai. G. V.
7. 91. 5. Che ancora ne surge materia .
Tes. Br. j). 4' Mandarli brevemente la
somma di tutto :>uo uBcio a schiarare sì ,
che nullo errore vi potesse surgere.
* § VL Efguratam. M. l'. 8- 62.
Ingelosito i il Comune di Firenze) che per
loro riotle non surgesse allettamento di Si-
gnore forestiere. { C)
§. \ II. Suìgere, per Fermarsi, Pigliar
porto , Approdare. Morg. 22. jfig. Snr-
giam pur presto, e fuggiam via , fortuna.
K it. 160. E conforta il padron tanto e
minaccia. Che surse finalmente, e '1 ferro
spaccia. E st. 222. E rome dentro al porlo
surti sono , Rinaldo dal padron fa dipar-
tita . Ar. Fur. 3o- 5. E perchè sa notar
com' una lontra. Entra nel fiume, e surge
air altra liva. * Guicc. Slor. t. 5. pag.
2o3. La quale (nave ) surta in su T an-
twri!, e dato il cavo alla fortezza , già co-
minciava a scaricare le vetlovaglie. fV)
t * SURO, r . J. Sicuro. Lai. tutus,
securus. Bell. 3fann. 60. Kon più lusin-
ghe ornai, non lieti visi. In vista che al
tornar mi rassicuri, Kon subili sospir son
questi , e suri , Non alti pien di frode , o
sguardi 6si. fJSSj
•f SURRESSIONE, e SURREZIONE.
Foci meno usate che Besurrezione . Lat.
resurreclio. Gr. avastaii^. Ci. S. Gir.
44- Arele guidardooe alla surressìone. Ir.
SUR
/oc. T. 3. 16. 22. Ben cinque \ ohe 11 (li
di suirezione Parve , e cinque altre sino
air Ascensione.
§. I. Pasqua di Surrrssiotic , si ilice
la Solennità celebrata dalla Chiesa in
memoria della resurrezione di Crtxto .
G. ì . 12. 8. 16. Per la pa^qua di Sur-
ressionc .
•I^ §. IL Surrczionc, vale anche Impelo
inconsiderato. Scgner. ]\tann. Genn. l3. 2.
In due modi si può peccare: per disprezzo
e per surreiione. Chi pecca per suirezione,
cioè per inconsiderazione o per impelo, non
pecca si graveaifiite , ]; Seti. 17 . 2.
Ella sola fra lutti i santi non ebbe mai
minima sorte di macchia , non intorltida-
zione di mente , non ignoranza , non im-
prudenza, non ri^mguanza ad alcuna sorte
di bene , non .'^uriczion di fantasmi , non
suggestione di fomile ( lat. subreptio , da
subrepere ). (J j
* SURRETTIZIAMENTE. Avverò.
Term. de' Curiali . In modo surretti-
zio. (A)
SURRETTIZIO . Add. Aggiunto di
Scrittura che sia falsa, 0 di Grazia che
siasi ingiustamente ottenuta , per essere
esposta alcuna cosa non vera. Term. te'
gale. Lat. subreptiiius. Gr. "«pstCKXTOi.
Serd. Stor Ind. 3. 112. Sospettando per
alcuni indizii, che la patente de'Portogbe-
si , mostratagli da' marinali, fosse falsa e
surrettizia . Lav. Scism. 23. Che dichia-
rasse la dispensa di Giulio surrettizia e
nulla .
SUPREZIONE. r. SURRESSIONE.
::- SURROGAMENTO . Il surrogare .
Segner. J'arr. instr. 8. 2. Sicché quando,
a cagione del loro numero , chiamiate al-
tri (figliuoli) ad esercitarli, sieno in soc-
corso, non sieno in surrogamento, sempre
mal tollerabile a un padre vero. (ì )
SURROGARE . Mettere uno in luogo
di un altro. Lat. siibrogare. Gr. Jourra-
vat. Ordin. Pac. Un altro al detto modo
e forma si debbe surrogare ed eleggere .
Guicc. Stor. 9. Fu ec. surrogalo in luogo
suo Francesco Carducci.
3 SURROGATO. Add. da Surroga-
re. Lai. sujfeclus. Gr. uTToxaTacraEjii';.
Guicc. Stor. 16. 806. Borbone surrogato
anco in caso della sua morie veniva a
succedere .
* §. £ in forza di sust. Colui che tie-
ne le veci di un altro. Segner. l'arr. instr.
6. 2. A quale bocca fé' Cristo un onor sì
grande , di non la distinguere dalla pro-
pria? Lo fece alla bocca de' surrogati, de'
sussidiarli, de'mercennai? Lo fece alla boc-
ca unica de' Pastori. (B)
'^ SURROGAZIONE. Sostituzione, Sur-
rogamento. Bemb. (A)
t SURTO. Add. da Surgere j Uscito
fuora . Vant. Purg. 21 . Che Cristo ap-
parve a' due cb'' erano in via , Già surto
fuor della sepulcral buca. E Par. 18- E
come augelli surti di riviera ce. Fanno di
se or tonda or lunga schiera.
t g- I. Per Fermo. Dant. Inf. 26. lo
stava sovra ""l ponte a veder surto . But.
ivi: Surto, cioè fermo, come si dice surta
1' àncora, quando è fermala. ^ Guicc. Stor.
t. 5. p. 203. La quale (nave) ec. surta
in sulle àncore , e dato il cavo alla for-
tezza già cominciava a scariiarc le vello-
vaglie. (Fé) Tass. Ger. i5. il. Poi del
porto vedean ne' fondi cavi Surle e legate
all' àncore le navi. (Pj
■J- §. II. Surto di collo , parlandosi di
cavallo , o simile j vale Diritto, Svelto .
/ 1/. Pitt. 94. Fecelo adunque (il cavai'
lo) alto di testa, e surto di collo.
* SUSCETTIBILE. Add. Capace di
attrarre , e in se ricevere . 3Iagal .
Lett . Mi sia lecito ec. il considerar
1* anima per suscettibile di piacere e di
s u s
1459
f ena dependentcmenle dal molo. Per qual
dr [iloialiile fatalità saia più suscettibile di
qnr-sl' inganno l'uomo ragionevole, che il
biutalc? /Ircad. (Y, ^'css. Quel posto,
essendo ferie di sua natura , si rendeva
più suscftiibile dogli aiuti dell' arte . (A)
* SUSCETTIBILISSIMO. .4dd. Su.
peri, di Su.vcvtt,htle . Magai, lett. La
fiarchezza dello spirilo umano, suscettibi-
lissimo di ogni più tlclicala impressione
di timore e di speranza , durerà fatica a
difendersi ec. gli spirili un po*delicati son
susceltdjilissimi della curiosità e della pre-
venzione. (Aj
-:: SUSCETTIBILITÀ. Q««//M di ciò
che e suscettibile. Hìa^al. Lett. (A)
•f i" SUSCETTlVli. Add. Che riCf
ve. Atto a ricevere. Dant. Conv. ]85.
Poi quando dire cìie solo Iddio all'ani-
ma la dona, ragione è del iusceltivo ,
cioè del suggello, dove questo dono di-
vino discende ( qui inforza di sust.). (•)
* SUSCETTORE . Suscitatore. Ca-
vale. J-rult. ling. 95. Tu, Iddio, sei il
mio susccllore, Iddio mio, e misericordia
mia. lì ) S. Agost. C. D. 17. 9. Tu
se' il padre mio , idolo mio, e suscettore
della salute mia. ^A^
't * SUSCEZIONE. /'. L. Bicevì-
mento. Lat. su.tceptio, receptio. Gr. k'vx-
òi^ti, à/coyj!. ••• Beg. Malr. 38. Nola
che voto solenne si chiama quello , che
si fa per suscczione, o recezione d alcun
ordine sacro. Cj Segn. Polii. 7. 383.
Ancora la suscezione de figliuoli in certi
padri verrà quando e' sono ec. in sul
buono della età. (')
SUSCITAMENTO. Il suscitare.
§ Per metaf. Lat. ejcitatio, motus.
Gr. i'yipctq, /ivYinii. HI. V. 6. 61. Al-
lora s' accorsone, sanza suscitamento dì
gucna, quanto guadagno tornava al loro
comune.
f SUSCITARE. Di morto far tornar
vivo , Bisuscilare . Lat. suscitare, a
mortuis e.ìcitare. Gr. lyn'peiv, ava^w-
yfsxv. Tes. Br. 2. II. Egli predicò in
Acaia, e là fu egli crocifisso, quando egli
aveva già fatti molti miracoli , come e di
morti suscitare, e d'altre infermitadì sa>
nare. Omcl. S. Ciò. Cris. 248. Suscita-
va i morti, curava i lebbrosi, e cacciava
le dimonia- Coli. SS. Pad. Il quale susci-
lòe loro il Salvatore , e liberogli. Dant.
Par. 20. Di viva speme, che mise sua
possa Nei priegbi fatti a Dìo per susci-
tarla.
* §. I. E per metaf. Poliz. rim. lett.
2o5. Della quale (lingua) non pure in
quelli due primi Dante e Petrarca , ma in
questi altri ancora , ì quali tu. Signore ,
hai suscitati, i chiarissimi esempli non ri-
splendano. (C)
\ ^ %. IL Suscitare , in signific.
neuir. vale Tornare in vita, Bisuscitare.
Fit. S. Gir. 38. E nel di ultimo del
iudicio debbo della terra suscitare , e un'
altra volta circondare la mia anima con
questo mio corpo. Stor. Bari. 75. Ti di-
co che tutti i morti susciteranno. (F)
-f" 3 §. HI. Suscitare, fguratam. per
Eccitare , l-'ar levar su , Far risen-
tire . Lai . exciiare , suscitare . Gr.
ì'yéi'f iiv. Coli. Ab. Isaac , cap. 37.
Ogni allegrezza, la cui cagione non è da
virlude, incontanente suscita movimento di
concupiscenzia in colui che la truova.
]\Ior. S. Greg. Bene diciamo nel testo
nostro, li quali sono apparecchiati a su-
scitare Leviatan. Seal. Claustr. 452. Ditt
ec. alcuna volta suscita li figliuoli d'A-
IjTaam delle pietre, ec.
+ §. IV. E in signifc. ncutr. e neutr. pass.
vale Risvegliarsi, Bisentirsi. Bocc nov.
42. 16. L' amor di lui ce. divenne maggio-
re, e la morta speranza suscito. 3.'. J . i.
i46o
s u s
53. tit. Come per lievi cagioni su&ritò no-
Tilà io Romagna.
# §. V. Suscitare il seme di alcuno,
o ad alcuno, vale Continuarne la discen^
denza, la razza. <• Da^'. Scism. 5. Giuda
patriarca comandò a Onan suo secondo-
genito, che sposasse Tamar , moglie stata
del prìmo defunto senia 6gUuoli, per su*
acitare il seme al fratel suo». (.\)
f SUSCITATO. Jdd. da Suscitare,
così nel proprio , come nel Jigu rato. Lal-
excitatus, commotus. Gv. eyej^si'?, 5U"/-
KtvJi&si?. Hocc. Vit. Dant. 223. Per co-
stui la morta poesia meritameotc si può
dire susatala. Stor. Eur. i. i. Se il
terzo Leune pont*'6ce ce. , desideroso del
ben comune, non avesse revocato, o, per
meglio dire, su^xilato 'n Ponente Ìl di-
menticato titolo dello Imperio.
t SUSCITATORE. Verbal.masc. Che,
o Chi suscita.
§. Per meta/. Lat. excitator . Gr.
Ò s'yei'^wv. Filuc. 5. 269. Dunque costui
Don è cacciator d'onore ec. , ne &uscita-
tor di vizii, ne largitore di vane solleci-
tudini. ^ Ouicc. Stor. 4- '7- E le pos-
sedè (le città) in6no a rhe Giulio se-
condo suscitatore delle ragioni già morte
della sedia Apostolica ce. roppe guerra al
Duca Alfonso. (L)
SUSCITATRICE. Verbal.Ji-mm. Che
_suscita. Lai. excitatrìT. Gr. ri gyetpovjoc.
/■"Hoc. 7. 143. Tu, non conoscente, se' dt;'
meriti guaslatrice, invocalrice d' ira^ e su-
scitatrice di briga.
•f ::- SUSCITAZIONE. ^feno usato
che lìisuscitazione. Cavale. Frutt. ling.
182- Figura, ad esempio di ciò, al^hiamo
nella suscit.izione ( co.ù legge una varian-
te} il testo ha rcsuscitazione ) di Lazza-
ro. (D
•| SUSINA. Frutta d'estate, che ha
nocciolo, e pelle liscia e sottile, ed è pol-
puta e sugosa. Enne dì varie e diverse
specie, le quali hanno diversi nomi , se-
condo i diversi lunghi. Lat. pninum. Gr.
ro^/up-fl^-^v. Dant. Par. 27. Ma la piog-
gia continua converte In liozzacchioni le
«usine vere. òf. j4ldohr. Tiene il corpo
l)cn soluto con acqua cotta di susine. A-
nict. l5. Ti scrho gelse, mandorle e su-
sine, Fravulc e Uozzarchioui in questo lo-
co. Cas. lett. 74" Non lo perder dunque,
e non ispendcre in ciriege e in susine ,
ne in feste ed amori di montagna sì Lel-
I.1 e sì cara occasione e ventura.
•f * SUSINETTA. Dimin. di Susina.
Sa/vin. Buon. Ficr. Jntr. 5. 3. Prugno-
li ec. cosi detti ec. o perchè colla roton-
dità loro somigliano le susinettc delle
macchie. (A)
SUSINO. Alhero che fa la susina, hit.
prunus. Gr. xo/.)(ujii»;Xoi. Pallad. IVovemb.
7. Il susino, ovvero pruno, si semini co'
noccioli nuU' autunno di Novembre. ^V.
5. 21. I. Il prugno, oTvero susino, è ar-
bore noto, jilant. Colt. 5. 109. Ove a
diletto suo verdeggc il pomo, E *1 cam-
pestre susino. Pav. Colt. i85. Il susino
({eneralmeule ama luogo grasso, basso ,
fresco, umido e uggioso , particolarnirnte
e fuor di modo il simiano e il porcino .
Sodcr. Colt. ^. Hanno K- vili in odio i
nocciuoli e' susini, e di erbaggi i cavoli ■
E 68- Non è dubbio ce. essersi veduto
un susino vivere sopra un olivo; ma »ono
sconciature e abttrtivi che non bastano ,
ne possono bastar più che tanto.
SUSO. Avverh. Su. Lai. sursum. Gr.
aye . Dant. In/. 33. E gli .iltri duo, che
M canto suso appella. K Par. a. Beatrice
in suso, ed io m lei guardava. E"}. Quan-
to disubbidendo inlese ir suso. /locc. nov.
5o. II. Gittovvi suso un panoarciu d' un
«•crune che lutto aveva il di votare f^it,
i'nst. Chff vi fu [Otto nel fieno suso
S V 5
T'it. S. M. Madd. 35. Levatevi sum , e
siate sani, e andatevi a procacciare il re-
gno del cielo. Cronichett. (C Amar. 128.
I Fiorentini disfecìono a Fiesole alcuna
fortezza, che rimasa v*era suso Tass.
Ger. 4. 36. Risponde: il tuo lodar trop-
p* alto sale, N^ tanto in kuso il merlo no-
stro arriva.
* g. I. Suso, particella esortativa: Su
via. Lai. eia, hem. Vit. S. M. Madd. 80.
In questo giunse san Giovanni evangeU-
sta con gran pianto , e disse : suso , ao-
diamgli dietro^ e moiamo con lui (cioè Ic-
viamci ) . < J'}
^ §. II. È anche preposizione. Gr. S.
Gir. 6l. La lucerna che T uomo tiene
tolto il luminiere, non può far buon lu-
me; ma la mette uomo suso lo lumi-
nieri, che faccia lume a coloro della ma-
gione. (P)
SUSORNIARE. V. A. Susurrare. htàl.
susurrare. GT.^tòupt'^UV. Mor. S. Crvg.
Certamente non possiamo dire che esso
a|)erlamente con noi parli, ma che mor-
mori, ovvero susorni.
SUSORNIONE. Che pia comunemen-
te diciamo Sornione. Si dice di chi tenga
in se i suoi pensieri, ne si lasci intende-
rej e pigliasi in mala parte.
SUSORNO. y. A. Sufumicaiione,
Suffumigio. Lai. sufHmentum. Gr. Syjui'-
ace^. M. Aldobr. La cura è, che sìa pur-
gala la materia della cagione con ghiera
pigra, e poi riceva susorno di queste er-
be, er. Cr. 5. 49- 3. Contro la frigidi-
tà del ccrebro si dia la sua decozione (del
ramerino ) in vino, e Io 'nfermo riceva
il susorno col capo coperto. Patajf'. 3.
Ecco susorno di questa baldoria.
g. Susorno, diciamo anche (Jn forte
colpo che si dia altrui in sul capo.
Morg. 7. 17. Prima pensò d' applicargli
un susorno Al capo, e dir cb' al suo
modo zampogni. E 19 6. Morgante un
pran susorno gli appiccòe Col gran bat-
taglio, e '1 capo gli schiacciòe.
SUSPENSIONE. Sospensione. Lat. .w/-
spensio. Gr. acyt'a. Fior. S. Frane.
184. Che *1 grado della contemplazione
sia ec. suspcnsionc di mente inebriala.
§. Per Censura ecclesiastica. l.A. su-
spensio. Gr. àp/i'a. Maestruzz. 2. 5i .
In qua* cose s'accordano la scomunirazio-
ne e Io 'nierdetlo e la suspensione?
t # SUSPENSI V AMENTE . Av%-erh. In
modo suspensivo. /foce. C. D. 3. g. E
però disse lo spirito forse, su^ensivameo-
te parlando. (A)
SUSPENSIVO. Fed. SOSPENSIVO.
SUSPESO. Sospeso. Lai. suspensus.
§. Per Incor.to nella cen.uira ecclesia-
stica detta Sospensione. Lat. suspensionis
censura damnatus- Gr. ttp'/Oi. Maestruzz.
I. 4^' Santa necessita non si dee rirrvr-
re (il battesimo) dall'eretico, né dallo
scomunicato, nt ilal suspeso.
t # SUSPETTO. Su.ft. r. A. So-
.tpelto. Fr. liarb. 205. l3. lo ho suspet-
lo Del romper la dura (ì')
•f * SUSPEZIONE. Suspizione , JV>.
speziane. Sospetto. Serm. S. Agost. 38.
Indi viene contumelia, mormitraxione, dv-
traiionc, «uspezione, ingiuria. E 58. Non
giudicando il peccuto alimi per sola suspe-
zione. Poce. g. 4- a. 6. La giovane rar-
cnnlandoglì il sogno ec., o la smpnìone
prcjfl di quello ec. (1/
SUSriCARE . Sospirare, Sospettarv .
Lat. .fuspicah. tir. urrovoiTy. Itocc. nov.
36. IO. Suipiranilo, e non tappirndo rhr.
più che r uiato spesse volte il riftiurda^ a
nel voUo. Jl/'ert. cap. 33. La mente dcl-
r uomo aficvolnienle suipica e crede di
■ lasruDo quelle roxr che sostiene. Cas.
Iftt. 2«>. (he non avendo 1* e (Trito sui»,
pulrebbr far su»picarc le pers«^nc maligne.
%V S
"^ %' A questo verfto, per proprietà di
linguaggio, si dà talora il IS'on, o PloH
forse, ammettendo il Che. fìocc. nov. I<^.
27. Sicuran, vedendol ridere sQspicò non
costui in alcuno allo V avesse raffigura-
to. (V)
* SUSPINGERE . Sospignerr . To-
lom. (A)
* SUSPIRARE. V. A. Sospirare. Im-
trod. Virt. 6. A questo domandameoto
suspirando in prima duramente , dissi :
Maestra delle Virtudi, a voler ec. fC)
SUSPIZIONE. Sospezione, Sospetto .
Lai. suspicio. Gr. jio'voiv. ffocc. nov.
27. 9. Lo innocente per faLa snspizionc
accusalo. ^ j4r. Fur. 32- 99. Alla don-
na d' Islanda, che non sania Molla suspi*
zion stava di questo. Il signor disse: che
serviam l'usanza Non v' ha , donna, a pa-
rer se non onesto, ffi) E 46- 3o. E lei,
che dato orecchie abbia, riprende, A taola
iniqua suspizione e stolta. ( Pe)
"t * SUSSECUTIVAMENTE. Aw. In
modo sussecutivo , Susseguentemente. (J-
den. .\/>. 4- 4®- Sì potrebl>e affermar qui-
vi esser sussecutivamente coUegate insie-
me la ic. !\'e me e la seguente, diccodo-
si ec. ^A)
SUSSECUTIVO . Add. SusMtpiente.
Salvia. Fros. Tose. I. 2o3. Si potrebbe
render l' uffìzio senza questa sussecutiva
solennità della cena. ^ Ked. Cons. 1 .
208. Il giorno sussecutivo alla medicina
si contenterà dì pigliare ì seguenti scirop-
pi. fC)
*f * SUSSECUTO. Add. Che è se-
guito immediatamente. Salvin. Buon. Pier
3. 4- 9- ^li antichi nostri dtceano netnte,
come ni- mica e ni mira, franzese antiro
ni mie, cioè ne anche una mollica di pa-
ne, un minuzzolo , in vece del susseculu
pas e pntnt , apposto dopo il verbo alle
nt^alive, cioè ec. (A)
SUSSEGUENTE. Che seguita imman-
tenente. Lat. proximut, subsequens. Gr.
zy/'JTVTO:, e;:a/9)cu-tijv. Pace. g. 6
f. 5. Il simigliantc facemmo del kabalo
susseguente. Ouid. G. Tulle l' altre schie-
re- susseguenti assai dispuuse proveduta-
mente. Ped. Ins. 45. Eldte per aderente
in gran parte ne* susseguenli tempi il gre-
co compilatore de' precetti dell' agricoltu*
ra.
* g. .Vi dice anche di persone che sien*'
sedute P una dopo P altra. Frane. Sacch.
nov. 145. Il quale messer Dolribene, es-
sendo susseguenti a lui a tavola 1Ì due
collaterali, ec. ' /';
SUSSEf;UtNTEMFNTE.-^»'S'erA..Vi*r.
ces.riv,imente. Ordinatamente. I at grada-
tim, deinreps, deinde. Gr. e?^;. Guid.
*.'. P*»i Pari, e poi lo re Priamo, e poi
sUssi'gurDiemenle Enea». Pant. Conv. lyj.
Poi susseguentemente dice, com' ella va-
Inra e accende amore, fìut. Pelle qaaU
tratterà sussegueulemenlr, ovvero sucrrs-
sivanieate.
SUSSEGUENZA. Contrguenza Lai
consequentia. Gr. i.T3'9ÌoJ^*19i«
t * S- l^^f" sitsseguenza. porto ax-t'er'
bialm. vale Conseguentemente. Ked. Cons
i. 78. Quello che più importa, tutta la
massa saofiuigna rimarrà poi più pregna
e più carica di sale, e per susseguenza d
sangue sempre più imperver»erà.(*) P lett
I 104. Tutti i moli di rorp«> Ttolroli si
deldiiino «fuggire, perche in queiti si sva-
pora moltii umido fuor delta o>r|M>ralur» .
e per eonsegueUM i Ouidi no>tri nman-
gono più ricchi di sale, onde per tuisr-
guenta anco l'urina viene a farsi più m*
lata (1)
* SUSSEQUENTE. I.0 stesso che Sus-
seguente Mor S. (ireg. 3. 3 Adunque
la xirlù susiequente Iestì6ca con che men-
ti Il d*a la irnteniia della malediiionr.
s u s
Sah. avveri. 1. 1. 14. IWhr ,,ure _ nei
,„..,„,,... Uhn e.. naU„e,e„H...>-
ari ricoDOScendo. /. I. -i- =— y
^t.Mia cht fi. tra csw («) e la sujsc<,...n-
ù7»rola. E 1. 3. 2. 37. Voc. d> .onu-,
.manlanquc se ne truo^.no, che nel sin-
«„lar numero al.l.-an T usc.la in r. con r
Lnipia. e snssequon.e a vocale, d esser
ironcilir^/r; sostengono comunemenlc. (V
<:al Si't. iq6. Continuando la suddiM-
.ione in infido. 1.. parallele sussequenu
saranno sempre la meta deUe prossime
precedenti. (H) Buon. Fi^r. 2. i. .2 Ma
„ celebrarne U detto anteriore. Perche
s c s
s u s
1461
il sussequenle. Frenai
non mi scapi'ass». ■* - — - ; ... ...
la lingua, e hcn pli orecchi sciolsi. ()
Slesso che S,.sseguen,en,en,e lY^Con.
88. Poi sussequenlemenle duo 1 effetto di
questo pensiero, a dare ad i-'f""'"^.!^ ""
doIce..a. (•) Borph.fes.- ^""■•567. Al-
cuni altri, che ci furono in quesU tempi,
e snssequentemenle io quel! altro, fi)
« SUSSI. Giuoco Janciulksco , clic s.
fa«r lo più da-ragaz^' poncn.Io m (erra
Lrrillo una pie Ir,. . cu, danno ,1 nome
di Sussi, sopra la quale 7;^"°"'' ''/'"■
„ar, convenuto, e poscia ""■"''"""'•■^ "f^
una determinata disianza. ordtn„am,nle
tirano una lastra per uno in I'"' J>^^■"•^
e ehi ci coglie, e ne fa cadere ,1 denaro,
guadagna quel denaro caduto che e pm
licino alla sua lastra . e quello che e
pia vicino al Sussi vi «,"P»7 /"?;"'/
f0.rl fino che resUfnito. lilin. Malm (A)
<f S. Esser il sussi, dicesi proverlnalm.
per sign./care Esser quel bersaglio do-
ve ognun tira . cioè sopra ,1 qual dcvon
cad^ tutte le burle e tutte le m.achiO-
nature. tAì _ , . a
* SUSSIDENZA. Posatura. Lai- sul>-
..dentia. Gr. jTio'-Ta».;. Ked. leu. 1.47:
(Sire .1 sangue , vi si scorge ancora di
nuovo una certa lorbideaa, che lascia nel
fondo dell'orinale una sussidenza o depo-
liuone di materia grossa hianch.ccia. ( )
•f * §. Susside.ìza , dicesi anche da
Medie, Una depo.<izion d'umori in alcuna
parte del corpo.che faccia saccata o pro-
duca ostruzione, lied. Con.<. l. 15!^ Tal-
volU può augumenlare, e rendere pio osli-
naU la sussidenia e 1' ostruzione ( )
* SUSSIDIARE. Dar sussidio, henv.
Celi. I it. 3. 56. lo la priego che le piac-
eia di sussidiarmi di trenta , o trentacin-
nuc, o quaranta SI udi il mese. (C)
* SUSSIDUKIAMENTE . Avverh .
Term. de' Legali . In modo sus.!Ìd,ano ,
In secondo luogo , Per modo di sus.n-
dio. (Jt) „, .^,
* SUSSIDUBIO. Add. lerm. de" Le-
gali . Ausiliario , Appartenente a suss,-
dio. (A) j,
* §. E in fona di Susi. Segner. Pare,
inslr. 6. 2. A quale hotca fé' Cristo un
onor si grande di non la dislinguere daUa
propria ! Lo fece alla Locca de' surrogali,
de' sussidiarti, deraercennai! Lo fece aUa
hocca unica de' Pastori, ti)
+ SUSSIDIATORE. ì erbai. masc.Che,
o eh, dà sussidio. Lai. adiutor, auxilia-
tor. Gr. ^oriSc/;, ivvav^v""''- ^■«'"■.
fier 3. 5. 2. E scoperchiati quei sepolu
vivi . Uscir di quella lumha, chi per ma-
no D" alcun sussidiator, chi in braccio ad
esso .
J SUSSIDIO. Aiuto nella necessita. Soc-
corso . Lat. subsidium . Gr. eTTi/oupi'ot .
Bocc. Intr. l3. A coloro ec. che infer-
mavano, niuno altro sussidio rimase, che
o la canti degli amici, e di questi fur pò-
chi, o r avarizia de' serventi . il. ì'-
S. 10. Il maggiore sussidio che avesso-
no, era 1' asreslo e le frutte non mature.
» La.K. Guerr. Moslr. l\. Umile dunque
a voi la Musa mia Si volge, o mostri in-
villi ed immortali: Date sussidio e soccorso
al mio canto. (B)
« 8 I. Per Entrata, Rendila. .. (..
V II 54 4- Gli levo lullo il sussidio
dèlie decime di Cristianilk a lui conce-
dule " . (C) ,
* § Il .•iu.t.tidio, e anche lerm. de .Mi-
litar, .'e vale Squadrone, o Corpo di ri-
«•rvaj e talora Kinforzo, Soccorso. Cor.
In l 8 V. 10. Messapo, Ufenle, e 1
empio' de' Celesti Dispregiator Mezenzio
uscirò in prima. Accolsero i sussidi, armar
eli agresti ec. iM)
•+ § III. Per Susgestione. e Insttga-
me,,to ; ma in questo .<enso è voce anti-
ca . Lat. suggestio , incitamenliim . Cr.
,:«.<,>/.r.=i; . <;. V. 5. 38. 1. Inconta-
nenle, per sussidio diabolico preso di lei,
la promise ed isposò a moglie. A ». 3»- I-
Il peccato dell' ingratiludine, e I sussidio
del nimico dell' umana generazione, della
della grassezza fece parlorire superbia cor-
ruzione .
SUSSIEGO. Gravita, Sosleniitezza .
Lat. ernvilas , superclium . Gr. t!-:/*v9-
T„i,uT£D»;f«v.V. * Beìlin D,sc. 2
103. E se voi fusle più degnevoli che voi
non siete, e non giudicaste disdicevole al
vostro sussiego il far le baie. iMin)
SUSSISTENTE. Che sussiste, .^nlvm.
Disc. I. 124. Il piacere della virili è sla-
bile e fermo e sussistente. Segner. Mann.
Apr 1 I. Guarda quanto tu su tenuto
a rendergli grazie d' una instruzjone si co-
piosa, si soda , si sussistente. =- E Pred.
Pai. Ap. 6. IO. Come dunque sperare
nella Chiesa di Cristo tanla union d'ani-
mi, più ideale, che sussistente? (TC)
* § Per Avente un essere individuo .
Segner. Mann. Die. 3l. 2. In Cristo una
lai natura f divina ) e forma sustanziale ,
la qual sussiste da si; , ec. Ne' giusti una
t,il natura è una forma accidentale, la quale
gli nuova gi'a sussislcnli nel loro supposto
di uomini puri. (I f
* SUSSISTENTISSIMO . Superi, di
Sus.u.!tentc . Salvia. Disc. 2. 164. Come
la bonl'a divina attuala, e come un raggio
di quella penetrante prima negli angioli
ec. , e finalmente nella materia , e una
cosa sussislenlissima e re,ile. ( )
J SUSSISTENZA . Attuale esistenza .
Lat. suhsistentia . Gr. J;ia,»f •; . Buon.
Pier. Inlr. 2. 3. Ch' a tutte l'impossibll
stravaganze Sussistenza donate.
* §. I. Per Essenza, JSalura. •• Dani.
Par. 33. Nella profonda e chiara sussisten-
za Dell' allo lume parvemi tre giri ... (iSl
* §. II. Sussistenza, per Cielo il disse
Dani. Par. l3. Per sua bontale il suo rag-
giare aduna. Quasi specchiato in nove sus-
sistenze. (M)
* §. III. Sussistenza , dicesi anche a
Tulio ciò che è necessario pel sostenta-
mento d- una persona. Accad. Cr. Mess.
Consiglio di guerra per la direzione del-
le leve , e per la sussistenza degli eserci-
ti. CiV; .
SUSSISTERE. Avere attuale esistenza.
Lat. cvistere. * Imperf V. Tusc. D. 8.
T. I. 248. Ma queste [le cose finite) sen-
za r ente infinito non potrebbon essere, ne
sussistere in alcun modo. (F/
* §. I. Per Avere un essere indivi,
duo. Segner. Mann. Die. 3l. 2 In Cri-
sto una tal natura ( divina ) è forma su-
stanziale, la qual sussiste da sé neUa per-
sona di lui. £31. 4. La bonl'a divina ec.
si come fece aver 1' essere a tulle le cose
creale ec. , pero si dice che in lei sussi-
stano tulle. (Vj
§. 11. Sussistere, parlandosi d, ragion,,
discorsi, e simili, vale Esser valido. Es-
ser fondalo, Reggere al martello. * Im-
perf V. Tusc. lI.S. T. I. 2.39. Da que-
sto polele argomentare s' e' si possa in
verun conto capire con 1' inleUello finito
come sussista , e come stia lo infinito^_ E._
243. Parimente non puù sussistere ch e
li sia una materia sola infinita , e pero
agibUe in se medesima. (F) Segner. Seti.
Princ. lllus. 5. 3. Paragoni pur dunque
il direttore la calca delle dispute ec. alle
tenebre della immaginazione ce.; il para-
gone non sussiste. (TC)
SUSSOLANO . Uno de" quattro venti
principali , che spira da Oriente . Lat.
subsolanus . Gr. ay»l)iwTYl5. Lib. cur.
malati Quando il sussolano soiRa, allora
cresce la bile.
SUSTA . Corda con che si legano le
some. Buon. Pier. 2. 1. l5. Un che reca
bacchelle da cavalli, E sovaltoli, e sferze,
e sproni, e pungoli, E funi, e morzi , e
cavezzoni , e suste.
g. Essere, 0 Mettere in susta, vale Es-
sere, o Mettere in moto, in agitazione, o
simili. Lai. cxagiinre, incendere, accen-
dere. Gr. o'nTcr;)!<TETv . Bern. Ori. I.
24. 5. Però quei due Pagan melleva in
susta. E 2. 27. 5. Eir aran, fate conto,
altro pensiero ec. , E si provvederan di
preti e frali. Ed ecco in susta i vescovi e
gli abati.
SUSTANTE. y. A. Dicesi In sustan-
te, e vale In pie. Ifov. ani. 5l. 4. Ap-
presso il fece rizzare in sustanle , e gli
cinse una bianca cenlura.
* SUSTANTIFICAMENTE. Avverh.
In modo suslantifico. Bed. Cons. 2. l3l.
E per questa cagione io gli aveva ordi-
nalo a siero, a fine di umettare siislan-
tificamente , e di rinulrire qualche poco
ce. (1)
* SUSTANTIFICO . Add. Siistanzta-
lej e propriamente Che si converte in .(»-
stanza propria del corpo. Bed. leti. Trar
fuori del corpo 1" umidil'a vitale e sustan-
tifica , che i; tanU) necessaria alla conser-
vazione della sanità . (A)
SUSTANTIVAMENTE , e SOSTAN-
TIVAMENTE . Avverh. A maniera di
suslanlivo. Lat. .tiilistantive . Gr. iusia-
STcxu;. Farch. lez. 247. Venghiamo o-
mai a trattare del caldo , preso sustanli-
vamenle .
SUSTANTIVO, e SOSTANTIVO. Add.
Che ha suslanza, o sussistenza. Lat. sub-
stantivus. Gr. uTTap/Tiz!)':.
§. l. Suslanlivo, i anche term. grama-
ticale , e dicesi del Verbo , o del .Xome
Verbo sustantivo è quello che significa
sustanza , o sussistenza , e nel quale si
risolve ogni altro verbo. Maestruzz. I.
52. Pare-che si debba dire , che quando
questa parola voglio si congiugne collo
infinito del verbo suslanlivo ec. , ovvero
del verbo che non significa allo , ma re-
lazione ec. , allora per questa parola 1.0-
glio piulloslo si suole isprimere la volontà
che seguila , che la precedente.
§. II. e: IS'ome sustantivo , o Suslan-
livo assolutamente , si dice quello che
per si sussiste, declinandosi per un sol ge-
nere, il cui oppo.rìloì detto Addieltivo. But.
Inf.'ìì. I. Servio pone pure alfea addiel-
tivo del sustantivo origine. Frane. Sacch.
nov. II. Non accordando 1' aggettivo col
suslanlivo, giunse balbettando a uno scu-
ro passo l'a dove dice : da nohis hodie .
Cari. Fior. 72. Non ci ha '1 suslanlivo ,
cui possa aggiugnersi. E 73- Non e e su-
stanavo , a cui appoggiarsi. E appresso .
In questo il ratto non è avverbio , ma
addielUvo , al quale U sostantivo nome
passo siccome replicato si ^""l; '°""°f :
re. Bed. Annoi. Ditir. 59. Negli esempi-
suddetti per lo più drudo e nome sustan-
livo : ma io lo trovo ancora in forza d.
addieltivo appresso gli scrillon toscani più
■""•fj' SUSTANZA e SOSTANZA,»./»/.
i462
s u s
r nnt. SUSTANZIA . e SOSTANZIA .
^1/(7 che si sosleniu per se medesimo, e
dà foiidanienlo n tulli (fui-f;/i accidenti
che non si possono per /or medesimi so-
stenere j e st prende talvollu per JCssen-
zia. Quiddità , e simili. Lui. suhstanlin.
Gr. qjÙ'j^ j— a;?t5 , •Jrrd'JTK.^t; . Dant.
Par. 2^. l'VHe è suslanzia «li cosi' spera-
te, E arcomptitn delle non parventi. Xov.
ani. 8. J- Il fumo non si può ritenere ,
clic torna ail aulinirnto, e non ha sostan-
zia ni; propriftacK' rlie si.i ìitile . Pass.
107. Non lasria errare in quelle eose cLe
sono della austanzia delLi fede. ,1/. /'. 2.
3. Questo non elilie &u.tliinxia alcuna di
verità . Tes. lìr. I. I-^. 1.' anima non e
divina sostanza, ne divina natura, e non
è fatta anzi rhc '1 suo corpo , ma a quel-
la ora medesima è creata, che ella è messa
dentro dal suo corpo.
'è 3, I. Siistanza , ec. si dice anche
Quel/o che vi ha di meglio , di più n«-
iritivo in una cosa. « Soder. Coli. 23. La
TÌtc ec. è Vaga d' aliliracciar multo paese,
e massimamente in allo; e quanto più va
alta, tanh» più frutto gotta, ma di sustan-
za più del»oìe e minore. A' yS. Si fa vino
il' assenzio . ili rosmarino e di salvia , e
tutte queste cose si seccano nel forno, se
non altrove, e secche si spolverizzano, e
si mettono diperse sopra la liottc di ven-
demmia, avendo iniljottalo ver(;Ìne , per-
chè bolla con esso, e allrayfja a se quella
sostanza o sapore » . (C)
§. IL Per Facnitadi ^ ^vere , Bendi'
ta. Lai opes,fortttn££. G. I. II. 91. 5.
E mala provvetlenza accrescere l'entrata del
comune della sustanza e povertà A-Vilta-
tiini. M. J'. 6. l3. Presa la terra, la spo-
gliarono d'ogni sustanza . ì'il. SS. Pad.
1. Z2. Tornando a casa , disperse e di-
strihuelte, o vendendo, o donando ai Ti-
cini e ai poveri , ogni sua sustanzia , ri-
scrhandone una pirciula (juantitade per la
sorella . f'il. S. Gir. 18. Che diremo al
presente di certi non pastori, ma itruggi-
lori in consumare le sust.inric ecclesiasti-
che 7 Jfr Scgner. Pr-ed. l'ai. /ip. 2. 16.
Pensò a cont'.accamhiarglieli (i henejìzii )
eoa la metà delle sue :.ostanzi: novel-
le. (TC)
■f 3 g. IIL Sustanza ec.figiiratam. per
Quello che vi ha di più importante in
un discorso^ o sintilej Somma, Contenuto,
Jiistretio Lai. sumrra. Cr. Xìy«7aiov.
O. f. 10. 6g. 2. Confermò le infrascrit-
te nuove I''ggi p»-'r lui nuovamente fatte,
la sustanzia in hieve delle quali è questa.
fìern. Ori. 2. 17. 47- L' istorie nostre,
io molle parti sparle , Convicu raccorre ,
(• farne una sustanza.
§. IV. Per Intelligenza, Spirito angeli'
co . Dant. Purg. 3o. Ella pur ferma io
sulla destra coscia 17el carro stando , alle
sustaozie pie Volse le suo parole cosi {k>-
sci,-) ec. /hit. ivi: AUc sustaoiic pie, cioè
agli Angioli.
§. V. Per lo Spirilo separato dal cor-
po . Dan:. Par. 7. Cosi , volgendosi alla
nota sua , Fu viso .1 me cantare essa .nu-
stanza. Pai. ivi: Essa sustanza, cioè essa
anima di Ciusliniano, che in'avea iiurlato.
Dani, Par. l5. Come saranno a giusti
preghi sorde Quelle suslnniie clic , per
darmi voglia Ch* io le pregassi , a tacer
fur concorde? /iut. ivi: Quelle sustancie,
cioh quelle hcate anime.
# §. VL In sustanza, futsto avverhialm.
vale Sommariamente , In ristretto . «. .V.
/'. 3. 5i). ^clla pace in suslaniia si co.i-
trnne , che generale e perpetua pace sia
Ira l'Arcivescovo di Milano, e tutte le sue
ntlj , ec. ». fC)
SUSTANZIALE, e SOSTAN/1X.LE .
j4dd. fu sustanzia , Che ha sustanzia ;
t talvolta si prende per Esstntiale. L«l.
5 U S
suhstantialis . Gr. oUffiWOTt'o'^ - Pant.
l'urg. i8- Ogni forma suslaozial, che sci-
ta E dj materia, ed è con Iri unita. Spe-
cifica vittutle ha in sé nillclla. Co/I. SS.
Pad. Cosi ntedesimamenle non doldiianiu
prendere per questo spirilo alcuna cma su-
slanziale. Maestrusz. l. |5. Dicono ijuasi
tulli i dottori, che in niun modo putite es-
ser»- Vescovo, se non e prete; imperorchè 1*
ordine sacerdotale è (]ujsi fondamento su-
stanziale dell' ordine vesrovale . f'arch.
l.rz. l54> Se r anima è la forma sostan-
ziale dell'uomo, e gli dà Tessere e 1' ope-
razioni, o no.
5. 1. J'nle ancora Importante ^ Consi-
derabile. ^Gutcì. Stvr. lih, 2. cap.l. E
sono cose, che per non essere tanto so-
stanziali , si difTeriscono sirurumeotc a più
comodo tempo (TC) l'uon. Cier. 2. l^.
10. Coie cun.«Ìderaliil, cose Imone , Cose
sustaniial ? C. sustanzialiisiine.
g. IL In Jorza di sutt. linon. Fier. 2.
^. 18. Ad un signor che, saJdo in .sulle
cose Ami *l suslanzialc, e '1 vano ahorra.
SLSTANZIALISSIMO. Superi. di Su-
stanziale. Lai. ad rem maxime pcrtinens.
Jiuon. Fier. 2. !\. IO. Cose coosiderahil,
cose huone , Cose suslaozìal 7 (^. sustanzia-
lissime.
SUSTANZIALITA' , SUSTANZIALI-
TADE. f SL'STANZIALITATE; e SO-
STAiN ZI ALITA', SOSTANZI ALITADE,
f SOSTAWZiALlTATK. Jslrallo di Su-
stanziale^ e di Sostunzi.ile. 'J'eol. Mist. A
Dio si cunvien dare ec la soprassustan-
ziale scienza della ignoranza e della su-
stanzialil'a. ^ Cuicc. Stor. 16 106. Cosa più
presto di cerimonia, che di sostanziali-
tà. (C) Magai, part. I. /c(f. 23. L' im-
malerialit'a dunque è d halsamo che pre-
serva dalla corruzione la sustanza; non
la sustauzialit'a lo spirito. fP)
SUSTANZIALME>TE , e SOSTAN-
ZIALMI NTE. Jvverb. in quanto ap-
partiene a/la sustanza, 0 all' es.tenza, J:s'
.u-nzia/mente. Pass. lOO. L' alto della con-
fessione sustanzialniente si dimostra in ciò
che dicono che è uno manifestare ed a-
jirire colla parola quello eh' era nascosto.
F 334. Non puotc adunque il Diavolo
mutare rea cosa in altra susI anzi al men-
te, trasformando le cose , o di nuovo
creandole, eh' e propria e sola virtù d'Id-
dio. Circ. Geli. *). 205. Trasmutarsi su-
slanzialmentc , e diventare un altro, sono
pochi che lo faccssono. J'arch. /rr. 387.
Se il hello e Ìl huono sono soslanxialm''ntr
una cosa medesima . ec.
t SUSTANZIAHE,!- SOSTA^ZIARE.
^'eutro passivo. Hicevere sostanzia. Lai.
suhstantiam acciftere. Gr. o-jotav fr^Ofiotp.-
^avetv. Olt. Com. Par. ^. 521. Però che
ella e cagione che quelle cose che si spe-
rano nel tempo avvenire, io noi sì su-
stanzino, e per alcun modo fa quelle in
noi suSiarc.
SUTSTASZIEVOLE, e SOSTA^Z:E-
VOI.i:. j4dd. Pi sostanza. Che ha su-
stanzia. Che dà, o portai sustanza. Perni',
pros. 1. 3o. Molle cose recò il Calmela
in difesa della sua nuova lingua, poco su-
staniievoli nel vero ■ tf Lasc. Him. 2.
73. Chiamasi zuppa, e nuo si può Irovaie
(lisa più sustauiicviile, u migliurr. (C)
f ^. 1. I tr I\utntivo. Che dà nuiri-
t'ieato. Segr. Fior. Cliz. ^. 2. Io cenerò
jioclu- cose, ma tutte sustaoiirvu'.i.
2- IL Per Utile, e Profittevole. Lai. n(*-
liSf/ructuosus. Gr. ;fjur,ai/Ao;, ij/o^rs;.
Frane. Sacch. /lot-. 22. Forse fu più ve-
ra e sustanzievole picdica questa di que-
sto frnlicello, che non son quelle dei grao
teologi. lì. Gio. Celi. lelt. a5. Siccome
cose necessarie alla nostra salute, e dtmo
sustanzievole.
SUSTA.NZIOSISSiMO Superi, di Su-
S U S
stanzioso. LaL succi plenissimus Gr. yy-
iwcs'^TotTOi- ì.ih. cur. malatt. Errano nel
nutrirsi con cdti suslanziosissimì, e talvol*
U più <he sustaoziosissimi, e troppo fre-
quentcmenlc.
t SUSI A.\ZIOSO, f SOSTAWZIOSO.
/4dd. Sustanzievole. Lai. utilts, /rug^er.
Cr. yprizifiO;, tj/.0ip~0i. Fsp. Pat. ÌSosL
12. L'uomo dire, che vivanda è siutao-
ziosa, quando ella ha assai di sustanza e
di nudrimenlo. Soder. Colt. ià. Quella
terra che con la grassezza ha sustaDza e
leggerezza, e non grave, e ancoraché ella
sia di sopra dehìle, se dentro è grassa e
sustanziosa, sarà liuona.
■f ■■*. Per Sntrilivo, Che dà nutrimen'
to. lied. Leti. 2. 125- I hrodi grossi e
suslanziosi , viscosi, e di natura dì colla,
non sono huoni per lei .
f SUSTE>TAZI0>E. Il sostentart.lM..
alimentum, sustentatto. Gr. -pofr^. Pace.
nov. 2. Q. Avendo alla manij'esta simonia
proccureria posto nome, e alla golosità so-
stcnlazione. Guid. G. Se la vettovaglia
non manc^^se per loro sustenlaziooe.
SLSTITUlhl-:, e SOSTITtlhE. .l/f*-
tere uno in luogo suo, o d* altrui. Lat.
substituerr, in .ilterius loium subrcgare.
Gr. sii (Li)o\j •zù.^i-é xv.ht-s'oiv'Ai tìvo.
Bocc. nov. 17. 34" Perciiè prestamente
in lor l'renze un fratello del morto Pren-
ze sustituendo. lui alla vendetta con ogni
lor p«iterc incitarono. Frane. Sacch. nov.
4. All' ahdte parve inill' anni di sustiluire
il mugnaio io suo luogo. Tac. Dav, Stor.
3. 3li. Sostiluisre Alfcno Varo.
§. .Sostituire, è anche termine legale, e
vale Instituire il secondo erede. XM. sub'
stituere. Ut. Jn5zaài9Tavai. Bocc. nov.
49- 5. Lei, se avvenisse che *1 Sgliuolo
senza crede legittimo morisse , suo erede
sustitui.
SOSTITUITO, e SOSTITUITO. j4dd.
da Sustiluire , e Sostituire.
SOSTITUTO, e SOSTITUTO. Susi.
Chi tiene la vece altrui. Lai. subrogatus,
vicarius, substttutus. Gr. 0 a»T* a/ìou
TETayuivo^. fit. Plut. Voleva che i ca-
pitani polessono ire fuor della terra coli'
oste, e polessono avere l' onor de" Consoli,
che potessimo venire per sustituti. lìern.
rim. l. 58. Che paiou &usl(luli della pe-
ste. * / arch . Stor. 12. ^Sì ■ Sen-
za lui, o suo luogotcocnle, o suslilutu non
si poteva non che vincere cosa alcuna .
proporre partito nessuno. fCj
SUSTITL'ZIONE . f'ed. SOSTITU-
ZIONE.
•f * SUSUr.RAKTE. Che susurrv.
Mormorante. Saanat. Arcad. pros. 3. Ki
credo ancora che le susurraoli api vi
fossero andato a guastare i teneri 6ori. E
son. (Liete, >erdi, fiorite ce.) Voi, susur-
ranti e liquidi cristalli ec. , Deh state a
udir ec. Salvia. Ina. i)m. (Sovverrt'mmì
rr. }. Di qua tli l'a il nero Hutto usciva
Pe' venti A terra acuto sUkUiranli. (j4f
SUSUnRAHE. Mormorare , leggiermen-
te romoregguire. Lai- susurratr, murmu-
rarr, Gr. «^i3u^t*5s*v. / ar\h. FnoJ. 58.
QurJli che favellano piano, e <U segreto
l'uno all' altro ec, si dicono hithigUarr, •
ancora, ma non cosi pruprianieotr con
verbi latini susurrare, e mormorare. J/^^u.
rim. I. 63. Porge ddellu il susurrar soa-
ve Dell' api industri per fiorita sjHtnda.
!> §. I. A" col quarto caso per HtpC'
irre. Far risonare. Sannas Àrcad. pr.
5. E questi pini, e questi crrri, e questi pi*-
lani, che d' intorno li stanno , mentir ìl
nitindo sarà, susurreranno il nome tuo (Ci
'I § IL Per Dir mate d' altrui. Mor^
mcrurr, nel significato del §- IH. Lai de
alicuius fama tieirahetr. Gì. /Siòo^lìv,
«ataJter><Tv. (V. Pist . Qumt. Per ca-
gione di guadagnare ooa at possa tusiu-
s u s
l-arc o pispigliare ( La stampa di Fireit'
rv i8i5 rt pa^. 9 le^r : Sìcno gli orcc
chi tuoi tali, rhf quello che odono si cre-
da per lutti averlo udito ; non stono tali
che ìd essi 6ttÌ2zian)etite o simulatamente
per cagiouf dì gujdugoo non si puàsa sus-
surrare o pispigliare (>ifi sus&urrare con
dui iy/orse per errore di stampa.). }Jae-
struzs. Z. 8. 5. Siccome alcuno convi-
siando intende dì cacciare a terra V onore
del convizìalo, e detraendo iscemare la fa-
ma, e susurrundo togliere 1' jmiciria ; co-
sì iscbcrnendo intende che colui , che è
iscbemito, si vergogni.
SUSURRATO. ^ust. V. A. il sttsur-
rare. Lat. susurrus. Gr. «|/i&yf»'J(Jo;.
<''■■ 9- 99 3. Fanno (le pecchie) dentro
alla casa il susurrato più grave.
SUSURRATO- JdJ. da Susurrare.
t SUSURRATORE. l'erbai, masc. Che,
o Chi su surra,
§. Per Mormoratore t Detrattore occul-
to. Lat. susurrator, murmurator, detra*
ctor, susurro. Gr. xarctÀaio;. Cavale.
Med. Cuor. Gli uomini susurraturi e mor-
moratori son maledetti da Dio, perocché
turbano la pace di molti ; e san Paolo di-
ce : susurratori e detrallori sono odiosi a
Dio. * Magai, part. 2, lett. 5. Oh Dio!
perchè ha egli a meritar maiigior fetle il
secondo su-surratore, che *1 primo ? Di
grazia, non mi dite che '1 primo è un dia-
volo, ec. (B)
SDSURRAZIONE. // susurrare. Lat.
susurratio.
i" §■ Pf Mormorazione. Lai. detraciio^
* murmuratio. Gr. /Kra/aÀta. S. Ani.
Conjèss. Susurrazìone è quando la perso-
na dice mal d' alcuno , o quello che p;ir
male , eh' è a provocare e a dispiacer V
uditore inversi» la persona di chi dice, non
essendo presente. Maestruzz. 2. 8. l^. Qual
di queste cose è più prave ? Risponde san
Tommaso : la susurrazìone è più grave.
But. Par. 6. 2. Significa ec. susurrazioni,
bugie, falso testimonio, e multe altre cose.
X! SUSURRl'O. Susurro, Mormiirio.
Lat. susurrus. Gr. <^t^\ipt>sfj.6^. Sah-in.
Pros. Tote. I. 5o8. Kel cesto, o trapun-
to, o cinto di Venere, dove erano storiate
le avvenenze e le grazie tutte, vi era tra
r altre il susurrio ^ il eicalamento, pur
troppo da' nostri cicisl>ei ec. adoperato. (*)
J? pae^. ^83. (edizione di J'enezia \'j'ò!\).
Che se roco susurno di pìccoli invidi(.>-
ù in qualche cieco angolo ec. Corsia.
Torracch. i5. 5l- Se le apri sotto una
voragìn nera. Che non giov.mdo a lei pò*
co ne punto Magico susurno. bella e giu-
liva. Siccome eir era, se V inghiotti viva.
Baldin. Lett. Quel tumulto e quel susur-
no che sarebbe stato nella contrada e nel-
la vicinanza nel l'arsi per la sua persona
tal funzione . 9fin. Ma/m. Bisbiglio e
pispiglio ec. viene da quel susurno che
sentiamo farsi da coloro che parlano in
segreto. fLt)
SUSCRRO. il susurrare. Mormorio.
Lat. susurrus. Gr. ■iuà'tpicjjo; . Mor.
ò. Gre^. Lo mormorio, o veramente, se-
condo il nostro testo parlando, il susurro
dell' occulte parole, non è altro, se non il
movimento innanzi al parlare. D. (ito.
Celi. Non ascollÌDo li suaurri e le lusin-
ghe di queste cose. Hed. Tip. i . 85.
Come se udito avesse gli orrendi , ma
per mio credere inutili e bugiardi susur-
ri de' Marsii incantatori.
StSURRO.NE. Siisurralore, Che susur-
ra. t'arch. F.rcol. 58- Non pertanto sì dice
ancora bisbiglione, ma in quella vece si
dice susurrone.
t §. l. Per Mormoratore, Detrattore.
Lai. susurrator, miirmurator, detractor.
Gr. /arstj'aÀo;. Maestruzz. 3.. 8- 5. Su-
Mirroni tono detti coloro che Ira gli ami-
S U S
ci seminano discordia. Ca%'alc. Pungil.
Guardati che non sii chiamato susurro-
ne cioè occulto detrattore, e che non sii
preso al laccio della tua lingua . Pvtr.
Lett. P. JS' Il tuo Rfi t'on alto animo
gì' iniqui rapportatori, e susurroni scacci
da se. Morg. 22. 197. Egli ha con seco
certi susurronì. Che peusan contro a me
sempre lacciuoli.
* §. !L Per Ciance , Ciuffole. S. Agost.
C. D 2. 6. E non ci si vantino di non
so che ciuffole o susurroni sofGati negli
orecchi di pochissimi (il lat. ha: nesrio
quos susurros eie). (ì )
•f* SUTO. /'. A . Add. da Essere,
tronco da l-lssulo ; lo stesso che Òtato,
add. Lat. factus. Gr. 7£vo/i£vo;. liocc.
noi'. 16. 27. E se io avessi credulo che
conceduto mi dovesse esser suto . lungo
tempo è che domandato V avrei. .Sallitst.
lug. B. La sua virtù è suta grandissima
e dismisurata. Legg. B. Umil. ii3. Ma
ella ritornò a letto, acciocché la fante non
s' avvedesse 0 accorgesse di quello eh' era
suto. G. r. 8. 18. I. Il detto re Giaco-
mo si scusò dell' impresa che don Fede-
rigo suo fratello avca fatta della signoria
di Cicilia, e rome non era sula di sua
saputa, ne di suo consentimento. ^' Teseid.
8. II- In ver di cui il buon Arcita volse,
Avendo lui appena conosciuto. Per lo gran
polverio, che v'era suto. E II. IO- Il do-
lor dentro ìstrinse con virtute. Per dare
esempio a chiunque 'l vedea Di confortar-
si delle cose sute. (Bj
*f ^ SUTTE^DERE , e SOTTEN-
DE HE. Term. de' Geometri. Tender sot-
to j e rficesi particolarmente dell' azione
della corda condotta per te estr-emitù del-
l' arco, la quale tien teso, o sembra te-
ner le.fo C arco stesso conservandolo
nella sua figura. GaUl. Operaz. Astron.
1^62 . Investigare quale e quanto sia 1'
angolo a cui suttende il diametro di
qualsivoglia stella. E Dif. Capr. 191.
E questi, prudenti lettori, sou quelli,
li quali non avendo («rima che ieri 1' altro
imparato quanti gradi sottendono agli an-
goli d' un triangolo, hanno ec (Ai
SUTTEKFUGIO . forma da .i/uggir
checchessia j Scampo ; Modo da scampa-
re , da uscir di pericolo , o d* impegno .
Lat. suhterfugium . Gr. jTr^zyu'/l' • L>.
Giord. Prcd. JN'ella giustizia umana se lo
processo sia fatto colie necessarie forma-
lità, vi può essere qualche sulterfugio di
tempo per lo reo ; ma ec. Bed. i ip. i.
6i. ^'on sapendo trovare altro scampo o
suttcrtuLio. ricorrono alle ravillazioni. Gal.
Sist. 88- Conviochianio 1' error suo con
mezzi che non ammettono risposta, o, per
cbr meglio , sutterfugii.
•f V- SUTTESA, e SL'BTESA. Term.
de* Geometri. Linea retta opposta ad un
angolo , che si prvsume tirata Jra due
estremtti't dell' arco che misura quell'an-
golo. Gali/ Operaz. Astron. ^63. Per lo
noto diametro della corda avremo 1' an-
golo G , e per conseguenza la sutlesa ad
esso, cioè il diametro del t.ane . /:, Lett
voi. 3. pag. 177. Sicché se, v. g. , dal
contatto imo si tireranno sino alla circon-
ferenza le sultese di l. 4* IO.3o.ec.gr.,
il mobile .-^opra tali inclinazioni e lunghezze
srenderà ec. (.4) E Sagg. 17. Prima ti-
rata la subtesa A B all' arco dell' orbe ter-
restre, fys)
t SUTTILE . r. A. Add. Sottile .
•.' Fr. Giord. Fred. 9. Queste quattro dif-
ferenzie jono scritte ec. in quella bella e
sutlile arte del misurare . (L) E 2. Q5.
Veggiamo di vapori sultili ; il loro luogo
è molto ad alti, t C)
8UTTRAKRE. Sottrarre. Boez. G. S.
62. Che è perchè tu non lo ronlessi. con-
ciossiachè continuamente il più forte al men
S U T
1463
posssntc contra voglia sulrraggaT # S. Ciò.
G risovi. i56. Le stelle ed ogni ornamento
del Cielo suttrarran Io suo lume. (TC)
suT^RA/IO^E. r. sottrazione.
* SUTURA. Term. degli Anatomici.
Quel/a parte , ove sì connettono le ossa
del cranio. Serd. Galeott. Marz. 167. Al-
cune fiate si è veduto il teschio dell' uo-
mo senza suture , o commettiture , come
che la più parte 1* abbia. (C)
*tSUVERATO,eSUGHERATO. Add.
Si dice di scarpe, panùifole, e pianelle che
abbiano cortecce di suvero tra suolo e suo-
lo , e di qualunque altra cosa dove sia
suvero . Fav. Fsop. >è si vergogna di
portar calzari e pianelle suverate (questo
esempio Icggesi anche alla voce SUGHE-
RATO ) . Cr. 10. 36- J. Questa rete è
molto lunga, e assai ampia e fitta, avente
corda dall' un lato piombata, e dall' altro
suverata .
SUVERO. Sughero. Lat. suber . Gr.
pEÀ/j'^. Cr. 5. 69 I. Il suvero è un ar-
bore che fa ghiande più serotini che la
quercia, la cui corteccia è grossa, leggie-
ri, e ottima per pianelle. -I- Car. fin. li.
880. Poiché a tutto ebbe pensato , Con
un subito avviso entro una scorza Di
salvatico suvero rinchiuse La pargoletta
figlia. (B)
SU\1. J'ed. SUVVI.
SOVVERSIONE. Sovversione, Il sov-
vertire. Lat. subversio. Gr. zaracTpwoi]'.
Guicc. Stor. I. 37. Ebbono principio mu-
tazioni di stati, suvversioni di regni, de-
solazioni di paesi.
* SUVVERTENTE. Che su wer te. Se-
dizioso . Tratt. gov. fam. Dividitori di
Dio, dell' anime dissipatori , fondatori di
sette, suvvertenti di vere e sante religio-
ni. (Ai
SUVVERTIRE. Sovvertire.
SUVVI, e SUVI. I ed. SU, §. VI.
SUZZACCHEHA. Ossizzacchera . Lat.
oxysaccharum. Gr. o?U3«/"i;acov. Frane,
Sacch. nov. 210. Noi ce n' avvedremo a*
medici e agli sciroppi e alle suzzacchere,
che sapete quello che costano.
§. Figuratam. si dice di Cosa che re-
chi altrui noia, o dispiacere . f'ataff. 2.
E alla buona Guelfa e' fu suzzacchera .
l'ardi. Fj-coI. 55- D' uno che dica male
d' un altro, quando colui non è presente,
s' usano questi verbi: ec. , dargli il cardo,
il mattone e la suzzacchera, massimamen-
te quando se gli nuoce. Lasc. Gelos. 3.
12. (-)h oh, voi non sapete; oh questa è
la suzzacchera! Amhr. Berti. 5. 8. No
no ; io vo' questa suzzacchera Lasciare ad
altri.
SUZZAMENTO. // suzzare.
SUZZANTE. Che suzza.
SUZZARE, hasciugare a poco a pocoj
ed usasi nel signific alt. e neutr. Lat
paulaiim tergere, siccare. Gr. xara [j.iì'.pov
SUZZATO. Add. da Suzzatv.
SUZZATORE. (he suzza.
SUZZO. Add. da Suzzare. Lat. siccus,
emunctus, e.rilis. Gr. ^ipoi, aTiOjUujfSrat'?,
ie/To'?. / ett. Colt. 80. -mentii dire ad un
contadino ec, che quel tempo era stato a
proposito per 1* ulive, perciochè eli' erano
ingrossate, dove prima pel molto secco e-
rano troppe suzze.
§. Per metaf. Fir. rim. buri. 5l. Mon-
na Maria, s' i' ho enfialo i talloni. In
quello scambio 1' ho suzzo l" ingegno .
V Lib. son. 82. Noi savamo sì suzzi, a-
ridi, e secchi. Che noi non siamo ancor
ben ristagnati. (N)
■{■ T. Decima ottava lettera dell' Alfa-
beto Italiano, decima quarta delle conso'
i464 T
nauti; di mono simile al D, e molte vo-
ci sì dicono coli' una , e colV altra, come
ETATE, ETADE, POTEUE, PODERE,
LITO, LIDO. Consente dopo di si- la L,
e la R, col perdere alquanto di suono, ma
la L malagevolmente , perche una tal con-
giunzione non è suono di nostra lingua,
ne si adopera, se non in voci , It quali
non san fatti^ interamente nostrali, come
ATLETA, ATLANTE Colla R fa mi-
glior suono, e più usitalo tanto nel prin-
cipio della parala, t/uanto nel mesio, co-
me TRAVE , SCALTRO, /iiceve acanti
di sé in mezzo della parola Ai L, la >,
la R, e la S. come ALTO. PU-N'I A, OK-
TO, ASTA. Jn principio didizione ricf-
ve la S, comi- STOHIA, STUDIO, e si
pronunzia la S nei primo suono, quale è
nella voce CASA, come nella lettera S
al'biam detto Raddoppiasi nel mezzo ttel la
parola egualmente all' altre consonanti,
come ATTO, l'ETTO, ec.
V g. Dalla Jigura del T du-ersi Arte-
Jici danno questo nome ad alcune parti
delle loro opere, il T della molla delle
carrozze è quella parte da piede, che la
ferma sullo scannello. Presso de' Coltel-
linai il T t; quella vile che unisce la la-
ma del coltello al suo manico, senza chio~
di. (A)
\
T A
* TABACCAIO . renditor di tabac-
co. (A)
•f ^' TABACCHIERA. Scatoletta in
cui si tiene il tabacco da naso. Magai.
Leti, scient. pag. IO9. Dite , cavaliere :
e* è mai caso che certa gente ÌDlinf;a nelle
nostre taliacchicre, e che suhitu che han-
no tirato su, la loro (irima parola non sia
ec. (A)
# TABACCHISTA. Voce poco usata.
Colui, o Colei che ha per uso di prender
molto tahacco da naso. Magai. Leti. (A)
TABACCO. l'irha che, seccata con va-
rie diligenze, si mastica , si brucia per
prenderne il fumo, e si riduce in polvere
per tirarla su per lo naso s è di tre
spezie, e chiamasi anche lìrha regina.
Lat. nicotiana. Salvia. Disc. 2. 5. Quel-
l'erba, che, perchè »la un Giovanni Ni-
col ec. fu la prima volta portala in Fran-
cia, e alla regina madre donata, dai Fran-
tesi nicoziana, e della regina vien delta
ce.» e ddgl' Italiani similnienlo tahacco s'
appella. Red. Cons. 1. 243. Scrisse di
aver messo io opera ce. U tahacco in pol-
vere.
•f TABALLO. e TIMBALLO. Red.
Annoi- Ditir. 82. Le nacchere sono
altresì due slruinenti di rame in fog-
gia di due glandi penltde ve&lite di
cuoio , e per «li sopra ul-I larj;" del-
la hocca coperic con pelle da tamburo , e
si suonano con due hucchelle hall*.-ndo
con esse vicendevolmente a tempo or su-
pra r unt», or sopra P altro di tiuesti -.Iru-
nieoti, detti poi tahalli e prescnlemcnle
Uraballi. * Rellin. Disc. 2. ipt). Un inci-
to sole sarà parie piano e parie rotondo
come un liiiiballo alla lurchcsca. (Ff
TABANO. Dicrii Lingua lahana d' Uo-
mo maligno, e maldiirnle. l'arch. F.rcol.
92. Questi l.di Illaidii enti si chiamanti a
FircDK! male hn({uc , linguacce , lingue
fracidc, lio^uo serpcnline, e lingue taha-
no. H Suoc. 5. 1 ■ Dubito non abbiamo a
ire in vocq di lutto Firensc per certe Im-
gue tabanc, che ci sono.
TABARRACCIO. Peggiorai, di Tabar-
ro; Tabarro catino. Rern. Ori. 2. 36.
44' ^1 prima un tabarraccio h* ha cac-
ciato.
« TABARRETTO. Diminutivo di Ta-
barro. Car. Long. òof. 47- TiUlo, spo-
T A D
gliatosi in un tempo del suo tabarretto ,
si mosse a correr ec. ignudo, che parve
un cerbiatto. E 85. Comandò che Dafni
sonasse ec, promettendogli che gli done-
rebbe un tabarretto. ed un capperone. iB)
TABARRO. Quel manto che gli nomi
ni comunemente portano sopra li altri ve-
stimenlij Mantello. Lat. pallium, penula.
Gr. T;5i',5wv. ZfofC. nov. 72. Il- loti la-
scerò pegno questo mio tabarro di sbia-
valo, ec. Si, cotesto tabarro, oh che vale
egli 7 Frane. Sacch. nov. l55. E con
quello ti racconcerò i batoli de* vostri ta-
barri, flellinc. san. 263. Sema ridersi più
del mio tabarro.
TABARRONE. Accrescitivo di Tabar-
ro. Frane. Sacch. nov. 200. Ella è cosa
da avere ditello a vedere ec. ì nuovi gab-
bani, i nuovi labarruni, e le antiche armi.
/Sem Ori. 2. 26. !^6. Che dietro gli ve-
niva a jiasso lento. Inviluppalo in quel suo
tdbarrone.
•f ^ TABE. / Meda: chiamano con
questo nome tutte le sorti di consunzioni
generale da diverse malattie croniche j
quindi Tabe polmonare dicesi la consun-
zione per malatlia del polmone; Tabe e-
patica quella per malatlia del fegato, ec.
Rucell. Orest. alt. I. vers. 122. Oh che
veggio 1 elle tono leste e busti. Che di
corrotta tabe e sangue negro Gocciolan
sopra r esecrabd Icrra. (M) Cocch. Due.
acq. Questa ta)>e si trova distintamente »
benché in breve, descritta da Ippocrale.
/:.* fil. Piti. pag. 55. ( ì'enezia l'j(\'.\)
La tabe o corrullela delle glandulc e delle
viscere eoo febbri lente e abituali , pur-
ché ec. (Ai
TABEFATTO. /'. L. Add. Infradi-
ciato. Lat. labefactus. Gr. /iapavàei'4.
Amet. 24 ■ M'i le lue molle tirano il
licore Mescolato con limo, e labefaltc Cor-
rompon l' altre, e muoìon con dolore.
t sl- §. Per insudicialo. Teseid. g. 18.
Ma poiché Emilia, tabefatto il viso Di
polvere, di sangue e di sudore. Vide e
sentì che '1 corpo avie diviso^ ce. (Rj
TABELLA, òlrumenlo di suono stre-
pitoso, che si suona la settimana santa
in vece delle campane. Rurch. 1. 91. Mon-
te More! di fuor tulio fummava Pel gran
romor, che facien le tabelle. Rtion. Tane.
I. I. A suon di legna? che? colle tabel-
le?
§. I . Per metafora, vale Oracchiatorr,
Ciarlone. Lai. garrulus, blatero. Gr. aO&-
ÀÉS/o^. Belline, son. 268. Convicn eh' un
di mi frodi una bisaccia. Per non e«ier
più giuoco alle tabelle.
g. II. Sonar le tabelle dietro ad alcu-
no, vale Dirne male, Sl»effarlo. Lat. ir-
ridere. Gr. '^Itjv.^U'i. Car. leti. 1. 17.
Se lornercle in qua snasato. Vi soneremo
le tabelle dietro. Buon. Fier. 3. 3. 12.
Perpetue le tabelle Fu* sonar del suo dir
crude e 'niporluni-,
j- * §. III. Tabella, ditesi anche una Ta-
voletta dipinta che s'appende nelle l'htese,
od altrove, per voto di grazia ricevuta.
Sannaz. Arcad.l gì. 13. L'na tabella |H>se per
munuscobi In su quel pui ; se vuoi ve-
derla or aliali. lA)
TABERNACOLETTO. Dtm. di Tn-
bernacolo. Lai. ttflicula. Gr. Oi^i'iiOv. Fér.
As. 87. E 'mi venne vr«luto attaccalo a
una ctdonna rr. uu tjieinacoletto , entro
al quale eran dipinte in caria non so che
Ggure.
TABERNACOLINO . Tahernaeoietto
Lat. ttdicula. Gr- ot«i'o>oy. Fr. titord.
Pted. R. Era ninlln divulii d* un taberna-
culino della Passione dipinto nella via
maestra.
3 TADEnNACOLO CappeUetia nella
quale si dipingano, o conservano tmma^
gmi di Dio, 0 di Santi ; e si dtct dt qua-
T A B
lunquó altro edifzio fatto a quella tomi*
glianza. Lat. tabernaculum, sacellum, la*
rarium. Gr. fi'oesriov. Rocc. nov. 73.3.
Vedendolo slare attento a riguardar le di-
pinture e gl'inlagU del tJ>ernacolo. fai.
Mass. Si s' avvide che '1 tabernacolo d
si viziò. Agn. I*and. ^5. Quando iu ebl»
alla donna mia consegnala tutta la casa «
serratici in camera ella ed Ìo, e' inginoc-
chiammo al taWrnacolo di nostra Donna.
•I- %■ l. Tabernacolo, vale anche Tenda,
o Padiglione ; ed in questo senso non si
dice propriamente che parlando delle
Tende , o de' Padiglioni degli Etfrri .
« Morg. 25. 21^. E dice: questi mì paioa
miracoli ; Facciam qui sci , non che tre
tabernacoli " . (('j
**■ %. II. Tabernacolo, lem. della Sacra
Scrittura, Tenda, sotto alla quale si ripo*
nevai' Arca dagli israeliti nel deserto. (B)
* §. III. Tabernacolo, dtcesi anche ta-
lora a Quella specie dt tempietto nei qua-
le si conserva l' Fucarislìa, dello più co-
munemente Ciborio. ì'as. fu. (Af
* §. IV. Per melaf. vale Abitazio-
ne. Relc. Agg. Pr. Spir. E quello ba-
ciandolo disse: Dio che sta innaoti a me
in quest' ora |>er separarmi dal tal>ernac(^
lo di questo corpo ec. fCj
t $ TABERIMACULO. lo stesso che
Tabernacolo ; ma meno usato. Star. S-
Fusi. 275. Venite, amici miei, e intrate
con meco nel tabernaculo mio» e mangia-'
te ec. Allora sì gli meno nel tabernaculo
suo, e pose loro innanzi di ciò cb' egli
aveva ec. (qui vale Cella/. (V)
TABI'. Sorla di drappo. J'arck. Star.
g. 265. L' abito <le' Fiorentini, passato il
dicioUesimo anno, è la state, quando van«
no per la città, una veste o di saia, o di
rascia nera ec, soppannata di tafictt^.ed
alcuna volta di ermisino, o di tabi. Cani,
Cam. 137. Tabi, bissi , rensc e sete. Fra-
sche, favole e novelle Ci hanno vote le
scarselle. Maini. 3. 3. E tatun. che si spac-
cia i milioni» Manda al presto il tabi pe*
panni lani.
't 9 TABIDO. ; . L. Add. infetto tk
taire, i'elr. Leti. Sinisc. Fremeranno i lor
denti e diventeranno labidi ( qui fgu*
rat.}.(C) 'f.Marchelt. l.ucr. lih.l^. v.X&l.
Tal per cieca ferita incerti errando, Ta-
bidi Unsi a poco a poco, e mancano. (A)
't*TABIFICO. /. L. .-idd. Atto a
struggere, a liquefare. Marchett. Lucr.lib.
6. i'. 1092. Sccndon le bianche nevi , a ciò
costrette Da' lal>i6ci rai del Sol, che cÌB-
ge II tutto, il tutto alluma, ti lutto scal*
aa. (A)
tf §. Vaie anche Che apporta corru-
zione. Pestilente. Ott. Com. Inf. 2l\.
t\\%. Qui intrinluce uno di questi pecca-
lori ad esser trafitto da un serpente, che
chiamato s' è labifico, il quale lome mor-
de r uomo » immanlcocnte il consti-
ma. (Ci
« TABULARIO. |. t. Archivio. \^\.
tabularium. Borgh. Orig. I ir. 2^3. Es-
sendo, già tante e tante centinaia d'anni
avanti, spenti i libri pubblici dell* archi-
vio o tabulario, n, comr 10 lo veggo da
alcuni chiamalo, sacrario romano, ove era-
no minulissiniamenlr notale tulle le eoo-
diiiuni r raf.ioni di queste colonie. I F)
TACCA, i'ropriamenle Piccol taglio.
Mil. M- Poi. Certi atbiiri, ne' quali si
fanno certe inlaccature , e per quelle lae-
che escono gorciule. P^av. Colt. |56. Fa-
raivi quattro dita sotto un roltorio di tre, u
qualtru lacche, ond' egli sfoghi e si slem-
prri.
%. 1 Tacca, SI dice anche Vnle$netào
divido per lo lungo in due parti j sulle
quali a riscontro si fanno lertt segni pic-
cvlt per memoria , e riprwa dt coloro ,
che danni', e lolgono r^ba a crttkma, cké
Tic
più comunemente diciamo Tagìia . Lai.
tessera . Gr. «jV^^^^» • *''''■ '^'^^ ^*''-
Egli non hanno lettere, uè scritturo, ec. :
qUiioiK) a laif 1' unti ioli' altro, l'juno lac-
che ili It'gno, i- r uno tiene l.i nielli, e 1'
altro r altra metà . Quamlo uno dee pa-
gar la moneta , egli b ^aga « e la&si dar
r altra metà della tacca.
§. II. Tacca, si dice anche Quel poco
dt mancamento che e talvolta nel taglio
del coltello, o altro ferro, simile alla tac-
ca della tagffi. Fir. nov. l\. 2.11. Fattosi
dar dal fratello uà certo rasoiaccio lutto
pieno di taccile, cui quale alcuna volta Ìl
sabato la moglie gli faceva la barba , lo
mise sul cassone. Henv. Celi. Ore/. i3g.
Si fa ai delti ferri alcune lacche co' quali
ii sgrossa 1' opera.
§. HI. Tacca, per similit. vale Piccola
macchia. Lai. macula. Gr. pùitoc, . Tes.
Br. 5- 3. Gli uomini anziani dicono, cLc
{il basilisco) non nuoce a chi lo vede im-
prima. e la sua yrandeua, e' suo' piedi ,
e le lacche bianche sul dosso, e la cresta
SODO proprie come di gallo . "^ Mil. M.
/\)/. 200. Kgli (il rubino) non ha uiuna
tacca, egli è vermiglio come fuoco , ed è
di si grau valuta , che non si potrebbe
comprare. (C)
§. IV. Tacca, per meta/., vale Vizio,
3Iagagna . Lai. lahes , macula, vitium .
Gr. Ìu'/XT) , p'j'tto; -, xa/OT>;i. Lib. Seni.
Chi biasinta lo schernitore , fa noia a se
medesimo; e chi biasima lo malvagio, ac-
quista delle sue tacche.
g. V. Tacca, diciamo anche per Jsta-
tura , Qualità , o simili, sì d' uomo , sì
d* altro animale j come : /iella tacca d'
uomo , Bella tacca di cavallo Lat. Jor-
nuL , statura. Gr. fiiyi^o^. Ambr. Co).
a. 1. Coni* io rapito Alla Corona, v' aoc*
chiai una giovane Bella mia tacca. Buon.
Fier. 3. 4- 9- E d'una slessa lacca ogni
altro arnese , Mantel , berretta , brache e
calte avea { qui per similit- J. Malm. q.
I^. E suo amico , ed è pur seco adesso
Salvo Rosata, un uom della sua tacca.
g. VI. Stare , o Tenere sotto ìa tacca
del zoccolo , maniera di dire , che vale
Stare, o Tenere con gran soggezione.
g. VII. /Ivere alcuno nella tacca del
ioccolo, vale lo stesso che Averlo in culo.
Lib. Son. l^S. Nella tacca del zoccolo io
t*bo, Gigi.
•t * TACCAGNERI'A. Grettezza, Mi-
seria , Spilorceria. Corsia. Torracck. 8.
a3. Ma quando son nel 6or di giovinezza
Sogliun pur esser magni e liberali ; Ma
forse fece lor tener tal via De' padri lor
la gran taccagneria. (A)
•f TACCAGNO. Add. Misero, Avaro.
Lai. illiheralis, sordidus. Gr. a7t£).ij0i
pOi , pUTtUpÒi . Tac. Dav. Ann. 2. 34-
Con genie si taccagna, crudele e superba
puos«' egli altro, che mantener libertà , o
morire ? l'ir. Disc. an. 92. Partiamo d'
accordo questo tesoro, ec. a cui quel, che
aveva del taccagno , rispose. Buon. Fier.
Intr. 2. 7. Tu vorresti eh* ei fosse. Per
quanl* io veggo, un furfante, un taccagno.
Menz. sat. 12. Ma veggo che non preme
a ser V'orano , Che il popolo lo chiami
OH raugeo , Va vii taccagno , un Àretin
marrano .
TACCAGNONE . Accre.^cit. di Tacca-
gno . Buon. Fier. 3. 2. i5. E pagar lor
la fiera, Taccagnon che tu se*.
* TACCAMACCA . Resina gialla-
stra semitrasparente, che stilla da un
albero di questo nome , la quale, premu-
ta fra le dita , getta un odor piacevole ,
ma forte , simile allo spigo . l i si reca
dal Brasile e dalla Cuiana, e si adope-
ra in suffumiga e fregagioni , come cor-
roborante , e come risolvente nei dolori
estrtmi. (A)
Vocabolario Tom. ti.
TAC
5 TACCATO . Add. Fieno dì tacche ,
Cioè di macchie j Screziato. Lat. maculi^
aspersus, maculosus. Gr. /otTa'snzTo; ,
C7HÌWT05. Tes. Fr. 5. 11 E Tuie lun-
ghe infino alla terza parie della coda , e
la piuma di sotto la roda sia taccata . F
cap. 57. Un* altra maniera di lupi sono ,
che si chiamano cervieri, eh- sono laccati
di nero, come leonza. Bocc. nov. 77. 25.
Lo scolare, che ili mal pelo avea taccata
la coda , disse ( qui è detto , in maniera
proverò. , di persona che ten^a a mente
le ingiurie , e perseveri nel desiderio di
vendicarsi ).
TACCHERELLA. Dim. di Tacca.
§. Per tnetaf. vale ì izio , o Marchia
di costumi. Lat. labecula. Gr. /ii/i'oov.
Bocc. nov. 60. 7. Scnzachè egli ha alcune
altre taccberelle con queste, che si laccion
per lo migliore .
•f * TACCHIA. Bruciolo. Soder. Colt.
93. Volendo farlo con le tacchie o brucioli
di nocciuolo, e ancora di castagno, ce. (A)
E appresso: Aggiungendovi ancora a lor
le tacchie, ras'perà molto piij. (Br)
•f * TACCHINO. Animale che ha
la testa rossa e cerulea , e sparsa
di alcuni peli. Alla radice del naso è at-
taccala una Caruncola carnosa e conica ■
Al petto del maschio è un fascio di peli
neri e duri. Salvin. Buon. Fier. 2. 5. 7.
In Lombardia i polli d' India si chiama-
no pitti, cioè dipinti; altrimenti tacchini,
cioè macchiati , dal franzese tache , cioè
macchia. (A)
TACCIA. Pecca, Mancamento, Colpa.
Lat. menda, vitium, culpa. Gr. TZ'V.ìrsp.'X..
Fav. Esop. Possiamo intendere per la ma-
gione del tiranno ciascuna taverna , nella
quale hanno luogo i giucatori e* cioncatori,
e uomini di mala taccia iqui vale di mala
fama, di cattivo nome).
TACCIARE . Dare altrui mal nome ,
Imputare. Lat. criminari, insimulare. Gr.
«irtasà^ai . Fr. Giord. Fred. F. Oziosi
tacciano subito il prossimo di questo loro
vizio. Tratt. segr. cos. donn. Tacciava il
medico di poca avvedutezza. 1 arch. Er-
col. 75. Tacciare alcuno e difettarlo, è non
lo accettare per uomo da bene, ma dargli
nome d' alcuna pecca, o mancamento.
* TACCIATO. Add. da Tacciare,- Tas-
sato, Biasimato. Lat. notalus. Gr- ^-yo-
}i-.'w^. il l'ocabol. alla voce TASSATO,
§■ (')
TACCIO. Diciamo Fare un taccio, e
vale Stagliare , Finire , Stralciare . Lai.
crassius (estimare . Gr. TTa^u/WTà^ov
Ti^àv . Cecch. Servig. ^. IO. Veggiam
di fare un Uccio seco , e darli 11 manco
che si può.
^ TACCO. J'oce sincopata da Taccone,
e vale lo slesso. (A)
T §. Tacco. Term. degli Stampatori.
Pezzuola di carta, o simile, che si pone
sul timpano per rialzarlo nelle parti di-
fettose. lA)
TACCOLA. Uccello loquace, spezie di
cornacchia. Lat. coracias . Gr. xopoL/.i'tx.^.
Fui. Purg. 1. 1. Le figliuole di Pierio ,
che furono mutate in piche , cioè in gaz-
ze, ovvero taccole, imperocché queste due
spezie d' uccelli paiono esser d' una me-
desima natura; se non che sono diverse in
colori, che le gazze son nere e bianche, e le
taccole son tutte nere.
§. Per Tresca, Giuoco. Fir. Disc. an.
5o. E come questa taccola fusse durala
molli giorni ec, e' supplicò un dì all'uc-
cello, che lo menasse a veder i suoi com-
pagni . E Lue. 2. 2. Be', quanto ha a
durar questa taccola, viso di pazzo? Lasc.
Spir. 1. 3. Quesla taccola duro quasi per
insino a giorno chiaro. Dav. Scism. 06.
Trovandosi utile questa taccola , sempre ,
mentre visse, peggiorò la moneta. E Camb.
TAC
1465
100. Non da altro regolali , che dal fare in
modo . < he la taccola possa durare.
TACCULARE. Ciarlare. Lat. garrire,
ohstrepere, nugari. Gr. y).ua^2Ìv. Alleg.
96. Per voslro avviso adunque io voglio
starmi ce. A taccolare al fresco, al punte
e a' marmi . # I.eop. rim. 32. Ma basta
taccolar una mezr' ora. Tanto eh' e' passi
quel primo furore. Come fa il Batti, se V
arte lavora. (C)
g. Taccolare , si dice anche per Tre-
scare, e talora per Altercare, Piatire. Lat.
contendere, altercari. Gr. ìcC^tfj.
f TaCCOLATA. Baiai Cosa da nulla.
Ciancia. Lat. garrulitas, nugce. Gr. tf'},rj'x-
pi'a. T'arch. Suoc. ^ 6- Tu mi slai a rac-
contare laccolate; e delle cose che m'im-
portano la vita , non mi di' nulla.
^ §■ Taccolata, dicesi anche di Fa^io-
namento lungo di cose che non ben con-
vengono insieme. J'arch. Ercol. 88. Quan-
do alcuno per procedere mescolatamente,
e alla rinfusa, ha recitato alcuna orazione
ec. senza capo , e senza coda ec. s* usa
dire a coloro che ne dimandano : ella è
stata una pappolata ec. una trescata, una
taccolata. o tanlaferata. (C)
TACCOLATO. Add. da Taccolare.
* TACCOLERI A . Taccolata , Ciar-
la . Cecch. Prov. QO. Dicci quel che «
seguito , e non far tante taccolerie. (B)
t * TACCOLEVOLE. Add. Che tac-
cola. Che fa chiasso. Bellin. Disc. I.
268. Han fatto sempre e fanno ancor tut-
tavia tante e si belle le prove de' balli
e de' canti loro quei sì moreltevol mente
taccolevoli e si squille voi mente armonici
bestiolini a grilli). (Min)
TACCOLINO. Spezie di panno rozzo,
e grossolano. Lib. l iagg. Ancora v' è la
casa d' Erode , nella quale fue menato, e
fue vestito d* un aspro taccolino . Tratt.
gov. fam. Ove bastasse agnellino o tacco-
lino, se fossono lavoratori o pecorai, per-
chè tu abbi assai danari, non gli vestir di
panno fine. Cuitt. leti. F. Il suo vestire
era fatto di povero e vile taccolìno . Pe-
cor. g. 7. n. i. Fece fare una roba di
taccolìno alla moglie , salvo che la parte
di dietro era di sciamilo foderata d'ermel-
lini . Fed. leti. I. 38. Che veramente il
taccolìno appresso de' nostri antichi fosse
una sorta di panno , e panno vilissimo ,
lo ricavo dalle novelle del Pecorone ma-
nuscrìtle .
g. Taccolino, diciamo anche oggi di Chi
parla assai, e senza verun fondamento. Lat.
garrulus. Gr. )v.\,^.
TACCOLO. Ti-esca, Scherzo, Tacco-
la , nel signific. del %. '^ Bellin. Disc. 1.
178. Non vi rinvenite ancor bene se pur
sia possibile, e pur sia vero ch'io v'abbia
condotto a tanta altezza di contemplazione
per la via di quelle scempialaggini , e di
que' taccoli , eh' io faceva con quest" ossa
spolpate ec. /'-2. l83. Per fani lermioa-
re questo sì fisso e si serio discorso in uno
svagamento, e in un taccolo da carneva-
le. (F)
§. Taccolo, il diciamo anche per Cosa no-
iosa, o imbrogliata.
TACCONCINO. Dim. di Taccone. Lat.
frustulum. Gr T£^a;^io*j . Buon. Tane.
l^. p. E mi avea con que' dato un laccon-
cino Di carnesecca, eh' a costor la cossi :qui
per similit., e vale un pezzetto).
TACCONE. Pezzo di suolo che s' appic-
ca alle scarpe rotte. Cani. Carn. ^. Con
tomai, e tramezzato Sol d' un pezzo, e non
tacconi. Buon. Fier. f\. 4- 19. E facea di
laccon la gelatina.
* §. Battereil taccone, fguratam. e in
modo basso , vale Partirsi in fretta . F-
BATTERE, §. MI. {Cj
TACCUINO. Kome di un libro simile
air Almanacco , 0 Lunario. Dott. lac.
184
\!i6e
-r A e
T A e
T A C
Dani. A voler giudicare , Si conviene a-
dequiire Imprima il Uiccuino» Per vedere
ec. Mcrg. a5. l34- li '1 tarcuin remcaso
Miaaciia Ìl ciel di quaUhe caso straoo .
Cant. Cam. l\!i. Sicronie aperlamente s'
è dimu:itro> K la ragion del (arcuino ap-
prova . * FU. Vili. f'it. iiom. ili. pag.
77. Costui (Paiolo, <;eomctra e astrologo)
di tutti questi rlcl tempo nu&tro fu il primo
che compose lacruino , e di futuri avveni-
menti compose molli annali. (B)
TACENTE. Che tace. Lai. tacens, si-
lenx. Gr. ctuT/]'««;. Dani. Par. 20- Co-
me '1 segno del mondo e de' suoi duci
Wel lieucdcllo ro>tro fu tacente . Amm.
Ant. 7. 3. 3. Se la persona e tacente »
dico che quegli è savio. Amel. j)3. Tutte
le rlonnc aveano parlato , tacente Lia .
Alani. Colt. 2. 35. Nella tacente notte
alla fredda uinlira Del suo ferro fatai ^en-
ton la piaga.
TACERE. In .tigniftc. neutr. e neittr.
pa.t.i. vale Star cheto^ Non parlare, Re-
.vtar di parlare. Lat. tacere , silcre . fir.
er/Kv , fliwTTàv . Dant. Inf. 2. Tacette
allora, e poi comincia' io. E "j. E disse:
taci, maledetto lupo. E Ptirg. 25. Ancor
digesto scende ov' è più bello Tacer, che
dire. Bocc. noK'. 4- I- Già si Iacea Filo-
mena, dalla sua novella espedila. /- nov.
18. 6- Avendola il Conte già due volle
dimandaU della cagione, per che fatto V
avesse venire, ed ella taciuto; ultimamen-
te, da amor sospinta ec, cosi mi comin-
ciò a dire . E «ov. g8. 32. Io mi taccio
per vergogna delle mie ricchezze . Petr.
canz. 4- 3. E giammai poi la mia lingua
non tacque. Mentre potèo. E st. 5. Ne ta-
cendo polca di sua man trarlo.
g. 1. Per meta/. Lat. silere, quiescerc.
Gr. 5iyàv , TraJso&ai . Petr. .lon. l3l.
Or, the '*l cielo e la terra e '1 vento tace .
Bocc. g. 6. J\ 4- !-•-' leggi, cosi le divine,
«'•me le umane, tacciono. Dant. Inf i.
Mi ripiogcva là dove *1 Sol tace . Bui.
ivi: Cioè nella selva detta di supra. dove
non luce lo Sole, e però dice tace, v Frane.
liarh. 207. 9. In me latro ^10 non ho) Co-
nosceva d' onore. (P') Pass. Ger. i3. 56.
Nelle spelonche suo leRìro tace . E l5. 43.
Tacciono sotto i mar sicuri in pace. (D)
f g. II. In signiftc. alt. vale Passar
con silenzio. Tener segreto. Lat. sìlentio
involvere, .iilentio praterire, silcre Gr.
•5cy«v. liocc. nov. 6. 1. Ne io altresì ta-
cerò' un morso dato da un valentuomo se-
colare ad uno avaro religioso. Petr. son.
18. Vergognando talor eh' ancor si taccia.
Donna, per me vostra hellczia in rima. S.
dio. iirisost. 36. Che mi gioverebbe a
tacer le parob-, poiché i fatti gridano 7
* §. 111. Per Par tacere. Fr. (itorà.
Pred. Se tu mi turerai la borea, ch'io
non possa parlare con voce del mio cuo-
re, non la potrai lu tacere, e giammai del
cuore mio non trarrai Cristo. (Ilr)
* §. IV. IS'ota costrutti. Vit. S. Gir.
63. Al certo eh' io parlerò , e inm lacero
di lodare Girolamo Santissimo. Bocc. g.
3. n. 3. Ella ha in6no a qui ec. Uciulo
di ciò che fatto hai. (!'}Oant. Vit. nuov.
p. 17. Mi pareudi me assai aver manite-
slato, avvegnaché sempre poi tacessi di
dire a lei (cioè m'astenessi di dire). (/Ir)
* g. V. E colle particelle mi tt ci ec.
Gr. S. Gir. 53. Sere, dì' a' tuoi disce-
poli che si tart-iano di iropp.i favellare.
Horgh, l'ir. lih. 3lj). Ma di questo, cu-
ine di non mia iin|iresa, mi laccio. // )
TACERE. .Vomr. Silenzio. Lai, silen-
tium. Gr. cVfÀ- ifytd. Metani. .S'Inid.
Sauxa compugmii auiiò per li inutuli ta-
ceri della meiza iiolle.
* TACEVOLi:. vtf</</. Tacilo. Uh. Sen.
Virt* 20. A rnliii t he parla sia tu lacrvo-
le uditore. (Cj
TACIBILE. Add. Da tacersi^ Da non
ne parlare. Lai. ne/ariits. Gr. v.òpr,rOi.
Cap. Impr. 5. Ciascuno s' astenga dal ta-
cibile peccato carnate e d' avollt-riu.
TACIMENTO. // tacere. Lai- .*i/fn-
tium, taciturnitas. Gr. Ct'/rJ . Dtclam.
Qiiintil. C- Il quale lacimento e segno
d' ionoceozia. Declam. Quintil- P. Avel-
lerò sarebbe provalo tacimenlo del padre.
Ilut. Par. 5. 3. Puoser silenzio, cioè la-
cimento.
3 TACITAMENTE. Avveri». Con ta-
citurnità. Chetamente, Segretamente. Lat.
tacite, ciani. Gr. fftwTTijiw;. Jiocc. nov.
12. 10- In casa di lei medesima tacita-
mente avea fatto fare un bagno, E nov.
17. 42- Tacitanienle colla sua genie nel-
la terra entralo , molti sopra le letta ne
prese. ^ Maur. rim. buri. I. l6o- Qual
furia è questa di chiamar la morte Cui
ferro ignudo , la qual senza guida Tacita-
mente vi viene alle porte 7 (H)
•>' %. Per In modo tai.'to, Aon detto e
sottinteso, u But. Inf. 7. Tacitamente
rimprovera a Pluto e a Satan, che furon
cacciati dal cielo per 1' Angelo S. Miche-
le. Maestnizz. l. 65. Siccome la moglie
ha tutti i beni del marito tacitamente ol>-
bligdli per la dota sua . e cosi è data al
marito per le cose parafernali» . (O)
* TACITISSIMO. Superlat. di Taci-
to. Lat. f/iiiettssìmus. Gr. fftw:ii)£o;. //
J'ocahol. alla voce CHETO §. X. , e
OLIO §. IV. {')
5 TACITO. Add. Cheto, Non parlane
te. Lat. tacitus. Gr. C(W7roi/Jicvo>. Bocc.
nov. 97. 12. Parevano uomini adombrati,
sì lutti stavan taciti e sospesi ad ascolta-
te. Dant. Purg. 8. V vidi qucll' esercito
gentile Tacilo poscia riguardare ìn sue.
Petr. son. 16. Tacilo vo, che le parole
morte Farian pianger la gente. Poez.
Varch. I, pros. l. Mentre che tacilo me-
co medesimo queste cose riandava ce, mi
parve che sopra il capo mi fusse una don-
na apparita.
g. I. Tacito, per Non detto. Sottinteso.
Lat. tacitus. Gr. aiw7rw,usv05 . Poccm
Conci. 2. Ad alcune cosette ec, quasi a
tacite quistioni mosse , di rispondere in-
tendo.
* §. II. Per Occulto, J\'a.tcoso. Tnss.
Ger. 12. 23. Quivi sovente ella s' atterra,
e spiega Le sue tacite colpe, e piange e
prega. (D)
^ g. III. Per Queto; contrario di Hu'
moroso, u lìocc. nov. 27. 48- 'I convito,
che tarilo princìpio avuto avca , ebbe so-
noro fine " . (C)
* TACITURNAMENTE. Avv. Con ta-
citurnità. Chetamente. Bocc. Fiamm. l. 3.
I quali con lento pa^o e lacituruamente
lui a poco a poco spingendo fuori <1)-l mio
cuore s'ingegnavano di tornare nel loro
primo luogo. (Pr)
3 TACITUH.MTA' , TACITURNITA-
DE, e TACITURNITATE. lo star Che-
to, Il tencrr, e far silensio. Il non par-
lare. Lat. taciturnitas. Gr. l);iiiw3iV.
liocc. nov. 37. 4^- ^' laciturniia stala
per lo fresco dolore roppmenlalo no' ve-
stimenti oscuri de* pai enti ili Teilaldo.
Mor. S. Grrft. Vedendo il canto «Iella
preiticasionc stare in sileniio, roD dolore e
tacilurnilà si mettono a piagnere.
* §. Per .Mntolrzza. n /.**C^. S.G. It
Si II
ndu
pra la piaga
della lacilur-
nilade, cioè che li tolse la polrnaa del
favellare* . (N)
TACITUUNO. Aid. Che tace , Che sta
cheto. Lat. tmtturnus. Gr. 9ib):r*]f C>'<.
.4gn. Pnnd. \'i. Matti, »c rrnlono la mo-
glie oe' falli del marito etscre più lantiir-
na, che eglino medesimi, fiuon. Fier. 4-
a. 1 Se savie o 'n sulle buie. Taciturne
o loquaci.
§. Per similit. si dice a/uhe di Cosa
che nel suo moto non faccia romore. Lat-
tacitu.t. Gt. itoiTiipc^ Ar. Fur. 3a. 74-
Quando al fio sente dopo induge tante ,
('he il taetturuo chiavislel si muova.
^ tiuar. Past, fid. 2. 5. Care »L-)ve bea-
le, E voi solinghi e tacìturui orrori, DÌ
riposo e di pace alberghi veri , Oh quan-
to volentieri A rivedervi io torno I (Iij
TACIUTO. Add. da Tacere; Non del'
to. Lai. silentio prtetermissus. Gr. itapa-
ieìeiuus'voc.
•f « TAFANARIO, lece hassa. Il se-
dere. Il culo, La parie deretana, che an-
che si dice II preterito. Salvia. Fier-
Puon. 3. 4" 3. Chi ha perduto ec. , cioè
non abbia nulla , si gratti , come Jiassa-
mente si dice, it cedere, il tafanario. Cari.
Svia. 23. La coreggia strapposM, e, rotto
il nodo, Ognun resto col suo randello in
pugno ; Ma con questo divario , Che la
Cberchina se '1 batte nel grugno , E il
prete il suol battè col tafanario. (A)
TAFANO. Insetto volatile, simile alla
mosca, ma alquanto più lungo . Lai. ta-
baniis. Gr. fiìJttU, Oi5T^O?. lìoct. nov.
77- 55. V erano mosche e tafani ìn gran-
dissima quantità abltoodati. Vani. Inf.
17. Quando soo morsi O da pulci, o da
mosche, o da tafani- IHor. S. <»reg. Voi
liAciate il tafano, e Iranghiottite il cam-
mello.
§. Diciamo in ischerso: All'alba de* ta-
fani, che vale Tardi , Intorno al mit-
zo dì, perciocché quelP animaletto no.i
ronza, se non e alto il .toh. Malm. 10-
8. Perche ìl nimico all' alita de* tafani
Vuol trucidare in singohir battaglia-
TAFFhHl'A. Vaso di legno, di forma
simile al bacino. Lai. patina. Pallad.
l'ehhr. 3l. Altri in nuova tafferia , o
testo , tra M gesso secco, sparlila 1' una
dall' altra, le serbano. But. Purg. 22. 2.
E dicesi a Satira, che era una tafferia ,
ovvero scodella die s' oflcrìva agi' Iddei.
Belline, son. 280- Ueh rompi di tua
man la tafferia. .^«0/1. Fier. 5. 4- 4*
Veggo Turchescbe tafferie di drappi e
tele Piene.
•f TAFFERUr.lA, e TAFFERUGLIO.
Pi.K.ta, (Juistione di molte persone in con-
futo. Lat. lurf'ir . turbellie , rixtr. Gt.
Tv.p'xyT,, Ta^«X*o*®*' «r*»* ^'""' ^^^'
Ann. i3. 170- Nerone per le vie, taver-
ne e chiassi , travestito da schiavo , con
mala gente correva le cose da vendere,
e faceva tafferugli si sconosciuto, che oe
toccava aneli* egli , e ne porto il tììu
segnato. Morg. 26. 89. E se si fece più
d' una moroca Giù nclt' Inferno, e taffe-
ruglio e tresca /'* 27. 85. E' si vedea
cader tante cervella. Che le cornacchie
faran taflerugìa. larch. Stor. 8- 198. Si
tn>vava, benché vccrhìo, a tafferugli , io
gimKhì e tresche con giovani. Ctcch.
Corr. 1. 4- ^<* scoprir or qursta cosa
sarebbe Troppo gran tafferuglio.
taffettà'. Tela di stia leggerissi-
ma, e arrt-ndci-ole. Lat. f^rnhì ctnum. Gr.
^•u^j/ivov. / arch. Stor. 5. 12I. Era
questa bamUera dì taffrtl'a mr^ta ad oro.
Burch. 1- a4- Suro di taffettà dì carne-
secca ( ifui tn ischeno). t'ar leu. I
5l- Farci <|uclla di ceicstro chiaro, e que-
sto d' un velo, ovvero d* un taffetlà scu-
ro cangiarne. # Pia. rim. buri. |. 211.
O rilegar bÌM>gna qualche laccio ce. , O
tirar futira e sparpagliar la tocca O I
laffclt^ pei tagli de' cosciali, ec. fB)
$. T'tffèltà, SI dice anche Certfi arnese
fatto delta metle.finia tela, con cui talo-
fit le femmine si cuoprono il capo^ e le
spalle. Alleg. 57. Chi V ha regalala d'
un paio di maniche di tela vergata d o-
rn tal»o, chi d' un taQeltì co' dindcrli
d' orpello
TAF
•+ * TAFFIABE. Mangiar Itne, Fa
„■ Ina ccrpaccala. SaMn Fi<r. l:„on.
Inlr. 4. Simonìe à pa.io *'."«"•''(?:
«IO a«or»gu in. i "'■."'"^""./'"J. ', t
Om«o aclto Tx'?»;, r;;.e "W "™^/ ■"
nella mia lra.l«iione 1 Lo osalo d. dir
l^/?i« , dacché in bassa maDiera vale 1
mangiare, e scote dell' origin g"">'= '
taf,an . n.cUcre io cotlona , seppellure
Dt'l ventre (A)
•+ « TAFFIO. Banchello dcic st man-
gia Une- Sahin. lUad. Poiché, o vivo
fu -1 troverà., o pur T uccise Oreste pr^
Tenendo, tu al laffio iuterve.rai. t- -<""
nat. Firr. /Juan. Intr A^*'"""'' ito
„«,o */ mono ec. . da Omero dell^
ri,Oi. cioè Sfp<du.ra ; e .0 nella mia
traluione V ho osato di dir «/Ao,. dac-
ché m bassa maniera vale U mangiare .
e sente deU- origin greca. M;
TAGLIA. ;/ ta^liart. Lai. cad.s. Gr.
Tou,!'. fa„L Oros. >on t dunque giusto,
ma giustissimo, il lagUamento e la mor-
talifa di coloro che non gmstamcnte .1
maU, e la taglia seguitano, ^"'rf; ^■
Gr.nde lue T alibatlimento e la taglia ,
quinci e quindi caggiono li ">""• .^''■■
M. Grande uccUione e grande taglia ne
+'"§. I. Taglia, per Imposizione, Gra-
tella. Lat. mActio, Ktcligal. Gr. £,;:<-
«=. ,uu^elW. a- r. 9-232. 1. La ca-
gióne fu" perchè i nobili gì. gravavan
ttoppo della taglia che aveano a paga-
re. 0<r. Com Inf. 7. 1.1. Li PJ-jr
laici, per ragunaie pecunia con d verse
generiìoni di taglie e di gravamenti , a -
foeano U suddito. E 12. 2l3. Sono al-
e,ii, che sotto colore d' alcuna signoria
impongono taglie e gravamenti. -.- òegr.
Fior Pr 21. Acciocché quello non si
astenga di ornare le sue possessioni per
tìnrorc che non gli sicno tolte , e quel-
!• altro di aprire un traffico P"^ r^ura
delle taglie. fO Por^.h. ilon. l55. Le
eondanolfioni, o vogliam dire con voce
più propria le taglie poste alle eituepo-
polì vinti, ly) , ,.
§. II. Taglia, oggi più comunemenle
ti dice il Prezzo che j' impone agi, schia-
vi, o simili, per riscattarsi; ed anche
Quello che si promette, o si paga a chi
mmazza shanditi.o ribelli. Frane. Sac-
eh. no.: 38. Puosongli ducaU cinquanU
di taglia, e lasciaroolo aUa fede. J arch.
Stor 2. iq. E di più , che J sig. Cam-
maio ec dovesse subitamente, senia pa-
gar un quattrino d. taglia, esser liberato.
Salv Cranch. 4. I. Fui bandito Di que-
sU terra, e perseguitato Con grossissime
taglie. I.uon. Fier. 3. 2. 18. O ci met-
ta la taglia Per aver fatto un tratto un
manichelto A un Blosofuol di cappa e
spada. Bern. rim. I. 33. Si manda tu
con taglie e bandi espressi.
?. III. Taglia, per Lega, ^il f'C-
du'i. Gr. onovòr.'. G. F. 6. 80. 1 . (-h
erano allora in taglia col Comune di Fi-
reme, f cap. 84. 2. Vi furono ali asse-
dio le masnade de" Tedeschi, che erano
alla Uglia de' GhibelUni di Toscana. E
7 14. 2. Per pagar le masnade de' Te-
deschi, che erano col conte Guido capi-
tano della taglia.
§. IV. Taglia, per la Porzione d,
checchessia che 1 collegati contengono di
dare nel far lega insieme. M- V. 6. 4.
Con patto, eh" e' Sanesi vi potessono en-
trare colla loro parte della taglia de ca-
valieri. .
+ 3 S. V. Taglia, per Assisa, Divi-
sa, Livrea. Bui. Inf. 29. 2. Tenendo
famigli vestiti a taglia e spendilon. / i(.
SS. Pad. Avca con seco donielU e don-
iiUe. tutti vestiti a taglia.
* §. VL Taglia, dicesi anche del
T A G
TAO
1467
3lo:lo, 0 Maniera in cui e fatto un ve-
stito o .umile. - Slor. Jiolf Li soprad-
detti cinquanta, tulli vestiti ad una ta-
glia, giunsero a Parigi. Dani. InJ.^.
Igli avcan cappe con cappucci bas=. Di-
na°n« agli occhi, fatte della taglia Che
per li monaci in Cologna lassi » . tt
S. VII. Taglia, per Arbitrio, 1 olon-
,,; Lat. arhitriiim. Gr. -/v!,./!»: ien. 1 1-
I su Quando tu vuogli morire, questo e
in tua taglia. ^ ,
8. Vili. Taglia, per Tacca, nel si-
gnificalo del %. I. Lat- '"'"■"■ ^^■
ifuSoU.. lett. Colt. 33. Si seghino
questi rami in que' pe«i che ne escono,
i quali peni cosi spiccati di luosheaa
tre quarti di braccio l'uno, o m circa,
egli chiama talee : la qual voce s e mun-
llnuta nel nostro parlare, ma s usa oggi
in mostrare altro ; che gi'a non d altron-
de sono nate quelle che, nel segnare quel
che si vende a tempo, noi chiamiamo ta-
glie. Bern. Ori. I. 7- I» K°° " "^"
conto d- abbaco o di taglia. Ma ognun di
contanti vuol pagare.
i e IX. Taglia, per ^ahlra, (Jua-
lilL Mole, Grandezza, .Vi.<ura, Statura.
\ Tesoirtt. Br. II. 87. Che son si divi-
sati ec. Di corpo e di fanone. D. si Ic-
ra ragione E di si strana taglia, rem.
Ori. 2. IO. 9- Gigante non fu mai di
miglior taglia.
1 X. IJi mezza taglia, vale Tra gran-
de e piccolo. Lat. mediocris staturae.
Cecch. Miav. 2. 2. Le cameriere con-
vengono a'nobai, E non a noi, chesiam
di meiia taglia f-;!/! figuratam., e valetx^
nobile e ignobile).
e XI Taglia, chiamiamo anche unoilru-
menlo meccanico, composto di carrucole
di metallo, per muovere pesi grandi, hit.
irochlea. Gr. TpoyclUo-^. Fr. Cord. ò.
Pred l maestri, che vogliono collare , o
riuare un gran peso , si ordinano molte
taglie e molte funi. Buon. Her. 2. 4^ 15-
Argani, verricelli e taglie e conu. Jienv.
Celi Oref. 123. Avendo posto una taglia
a una Uave del palco, e messovi dentro
a detto canapo, si debbe l'atle6ce serwe
di un argano possente a sostenere la det-
ta forma. ...
* S XII. Taglia. Term. de" Ceraiuoli.
Strumento da tagliare i lucignoli a quel-
la lunghetza che si ricerca. (A)
*g XUI. Taglia. Term. del Giuoco.
Lo alzare le carte separandole in due par-
ti e la parte che si e così separata. (A)
•+ ■•? TAGLIABILE. Add. Aggiunto
che dicesi di quel corpo il quale, o duro
o molle che sia, si divide senza che si
stritoli, 0 pur vada in pezzi 0 minuzzo-
li, e che non più si divide di quello che
' dividalo il dividente. Salvia. Teocr. idilì.
32 Operosa fatica, e dura assai ; Poiché,
per prove da me fatte, eli" era >on taglia-
Li da ferro, o pietra o legno Beltin. l'isc.
2 5. E"li é pertanto il tagliar perfetta-
mente uno staccar di sieme col taglio tut-
te le cose che si trovano insiememente at-
taccate nelle materie tagliabUi, ec. E ap-
presso : Verr-a a essere 1' anatomia un
talmente staccare di sieme con istrumenti
da taglio i componenti d' ogni composto
Usliai'ile, ec. (Al
TAGLIABORSE. Quegli che per ru-
bare taglia altrui la borsa. Lat. manticu-
larius, crumeniseca. Gr. |SaXavri5rs^3;.
Bocc. nov. II. IO. Avendo udito che per
U^Uaborse era stato preso. * Plut. Adr.
Op mor. I. 34. 1 gran tesori e palesi
sono il bersaglio de" tagliaborse e de ladri
domestici e calunniatori. (C)
«t TAGLIACA^TOSI. Squarciane,
Spaccamontagne , Bravazzo. Lat. miles
gtoriosus, thraso. Gr. SfaJwv. Cecch.
Corr I. 3 Cominciò a vagheggiar la
stessa il mio Tagliacanloni. Buon. Ficr.
4. 4. 12. Di rompicolli. Di tagliacantoni
ec. Tante tante avanie. E l\. 5. 2. Siu'a
sUmato I ni Qualche tagliacanton, qualche
sicario. Malm. II. 49 L' armi Papino
ad un Fiandron guadagna. Che fa il ta-
gliacantont e lo smillanta.
* TAGLUCEBCHIO. Term. de Ma-
tematici. Cna delle gambe delle sesie, la
quale e tagliente , e taglia il cerchio, la
carta, o simile, su di cui si calca. (A)
* TAC.LIADORE. ì'. A. Taglieri.
Frane. Bach. 65. 18. E vo" che ancor
gli strani Serva, se sono a tagliador con
seco. (P')
* TAGLIAFERBO. Dicesi dai Co-
stnillori una Specie di scalpello d' ac-
ciaio finissimo per tagliare il feri-o. (A)
TAGLUME.NTO. // tagliare. Lat. in-
ci.510, seclio. Gr. to;ì^'. 6' f. 7. 22. 2.
Di lì faceano gìtiar fuori, mostrando che
fosse del tagliameuto del muro del castel-
lo. Maeslruzz. I. 85. Puossi contrarre ma-
trimonio con quella eh" è istretta, ma per
tagliamenlo si può fare atta ? ec. Dice
Cgo, che non crede, se non se quando e
i fatto a tagliamenlo. Arrigh. 63. I quali
' la nobil vita gli diede disarmalo al tagba-
mento. (V. 2. 8. 4- Conciossiecosachè 1
uno e 1' altro arbore sia dì rara suslanzia
comunica la sua virtù all' altro, e così
delle virtudì mischiate nel luogo del ta-
gliamenlo é fallo sugo di mescolale virtu-
di.
S Per Uccisione. l-3t. caedes. Gr. fo-
vo:. G. r. I. 32. 3. Sella quale ebbe
gran tagliamenlo di Romani. M. V. 4;
12. Pochi di appresso U tagliamenlo de
cittadini di Bologna.
ir- 1 \l,\.\k^'Ì^.Clie taglia. Belhn. Disc.
2. 240. Perchè a taglio si fa perla forza, che
il Ugliante fa patire alle materie tagliabili ; a-
dunque bisogner'a che tal fona passi e si con-
tinui dal tagliarne alla materia tagliabi-
le. (F)
.^^■S.Per Tagliente, Di soltil taglio.
Atto a tagliare. Alam. Colt. 4.99.Piuli sien
per potar gli acuU ferri. Il lagliante
pennato, il ronco attorto . ec. (Fj Bern.
Ori. I. 2. 7- L" elmo aefalalo a quel bran-
do tagliarne Ogni possania di ferire ha
tolta. (BJ „ , j.
* TAGLIANTISSIMO . Superi . di
Taglianle. Bucell. Prcs. 80. Ma gi'a mi
pare di accorgermi che voi mi vi rivolta-
te contro le armi taglianlissimc. (Bj
* TAGLIARE. Sust. Taglio. Cavale.
Specch. pece. 6. La bellezza della femmi-
na è coltello da due tagliari f(/«i A?'"''"-.'
S TAGLIARE. Dividere, Separare , o
Far più parti d" una quantità continua
con istrumento tagliente. Lat. incidere, se-
care, caedere. Gr. Ts';iv:tv. Dani. Par.
16. E molte volle taglia Più e meglio
una, che le cinque spade. Bocc. nof.
6g. 18. Quando Mcostralo uiaDgiava, 1
uno gli tagliava innanzi , e 1' altro
oli dava bere Icio'e, trinciava.). E num.
lo E ad un" ora te e me vendica, ta-
gliandolo. Maini, l. 28. E col brando che
taglia, com' ei cuce ec. , Vuol Uucidare
ognuno, ognun vuol"morto.
§. I. Tagliare, si dice anche l'Opera-
re del .var(o, allora che stacca dalla pez-
za il panno.
.„ .. ,.„ , - sì lo divide secondo la
forma, onde debbe cucirsi. Bocc. nov. ItX).
,7. E, oltre a questo, fece lagbare e far
più robe belle e ricche al dosso d una
' giovane. Frane. Bari,. .^02. l3. Dal sarto,
che tagliare «on vuol, che 1 veggi» , "
"s li Onde Tagliare secondo il panno ,
fiiiralameate, vale Adaltars, al bisogno
S- I" Tagliare, per similit. , vale
Separare, Segregare. Maeslruzz. l. 4^
i468
T A G
Se il reo minislro è taglialo djlk Chiesa
e ispartitn, pecca mortalmente, >alvu che
in caso di nL-cfisità.
g. IV. Tagliare, per Finire. Lat. ab-
scindere, «ir. d'JO/.o nrtvt. lìern. Uri.
3. 3. 6 5. Ma VI)' qui il lor tagliare e 'I
Toslro affanno.
•f- g. V. 'Fogliare, o Tagliare a pezzi, o
per pezzi, vale C/cridere. L,it. caederc, in-
ter/Icere, occidcrt', ohtruncare, truridare.
liocc. nov. 3^. l(\- Con una spaHa in ma-
no or questo or (juel tagliamlo de' Sara-
cini crudclmeole molti n' uccise. IC nov.
8.^. 23. Cominciò umilmenle a pregai la
moglie che noa gridasse, s'ella non vo-
leva eh' egli fdi.sc tagliato lutto a ['ezzi.
5r Fior, ir 354- !•• padri vedciinii tagliare
li figli dai nemici, e non li poticno dculio
dalle porte recuvcrare. ((') Cron. J'ell.
146. Messcr Simone tiiudice ec. i'uc lutto
tagliato per pezzi, e fattone gran<le islraiio.
(Pc) lìemb, Slùr. 12. 175. iJa* suo nemi<
ci ec. fu tagliato per pezzi. ( l'J Sen. Ben.
Varch, 5. 16. Non solo dava il segno,
ma era esso il segno di sliandire tanii cit-
tadini, e tanti tagliarne a pezzi. F 6- 3l.
1 colonnelli de' soldati furono più volte
tagliati a pezzi.
!*=§. VI. Tagliare la borsa, vale Hiiba-
re la borsa. « Hocc. nOi-, li. IO Kgli è
i{ua un malvagio uomo, che m' ha tagliata
la Itorsa. F niim. 12. Fatevi a ciascun, che
mi accusa, dire (juando e dove gli tagliai
la horaa». (M)
^ g. VII. Tagliare una sentenza, e
.cimili, vale Riprovarla, Incettarla, Scar-
tarla. Jìcnib. Star. I. 12. Le sentenze di
lutti gli alui magistrati proponevano ad
una sola di ques.te due Quarantie che au-
licamente erano creale, ed ella o le appro-
hava e confermava, ole tagliava e rescin-
dea. (V)
* g . V I li . Tagliar la detta, vale Cedere al-
trui la pretension de' crediti, col perder-
vi (fuafclic cosa, l . DETTA, §. IV. (C)
g. IX. Tagliare fra le due terre, par-
landosi d' alberi, o di piante, si dice del
Tagliare al piede sotto la superfìcie della
terra. Fr. Giord. Fred. Non basta tagliare
le piante e l'altre erlie malefiche tra le
due terre ; Insogna lolalmcntc eradicarle,
ec.
g. X. Tagliare il ragionamento , e si-
mili, vogliono Troncarlo , 0 Terminarlo
prima che ne sia venuta la fine. Lat. ab-
scindere. Gr. oLTtoy.ónretv. Fir. Trin. 3.
1. Tagliamo il ragionamento : allia volta
ci rivedremo. /•,' Di.vc. an. 70. Venendo
a noia al Carpigna così discrete ragioni ec. ta-
gliandoli le parole disse. Tar. lìav. /inn.
l\. lOi. Oli lk> scantonava, chi, renduto il
laluto, fuggiva , chi tagliava i ragiona-
menti.
•f g. XI. Tagliar le parole in bocca. I.al.
loffiientem interpellare, ohloqui alicui. Gr.
Ìvoy(\t't TiVi. / arch. Frcol. 80- Alcuni
usano ec. ; tu m' hai rotlu la parola in
hocca, e alcuni tagliata: il che pare pttit-
luslo convenire a cnloru che mozzano alimi
• interrompono il favellare.
g. XII. Tagliare il ritorno, la strada,
o simili, vale Impedire la via del ritorno,
ce. Lat. reditum praeclttdere. Gr. V33T0V
xaTaxJiUiv. Outcc. Slor. 12. 56y. Man-
darono i loro rjvulli e i5 mila lauti te-
deschi per tagliar loro il ritorno. F i;).
120. Olirà '1 far tagliar loro certi passi,
ricomincio re. F. 121. Serviva er. a ta-
gliar la strada ,1 nemici. ì.a.tc. Celai. 3. 6.
L' altro, vcggcodo V uscio aperto, mi taglio
la strada, l'ì /V/is. 1. 6. Poco .liuto a^pit-
to , perciocché m' e ^lato taglialo miglior
via iqui Jiif tiratamente).
g. Xlli. Tagliar le calUtO'l giublfone,
maniera proverbiale, che valilo stesso che
^tvrmorare. Lat. Jamam alicuius prò-
T 1 G
scindere. Gr. xoizu.la.}tìv, òtv.iJpti^ai.
fiera. Ori. 2. 25. 1. Che quel che me'
di voi le calze taglia. Colui che più I*-
sleiiiiuia orrìbilmente. Quegli è miglior sol-
dato e più valente.
§. XIV. Tagliare le legne addos.10 a
chicchessia, vale I\'iiocerli con cattivi uf-
fizii, .^parlarne. Lai. obloqui, obtrectare,
alif/uem lacerare, laedcre.Gr. /.y.7y->a> !*v,
Ota?u^S5&yi. Frane. Sacih. nov. 106.
Credi tu
appia
chi tu
se* 7 e non li misuri, e hiasinii pur me,
e taglimi h-gne addosso 7 Lasc. linz.S.
3. Avendo fallo scalpore, mi sarci taglia-
lo le legne addosso, e datomi , come si
dice, della scure in sul pie. Malm. 6- 69.
Un di roloro fu, eh' alla pancaccia Ta-
glian le legne addosso alle persone.
*^ g. XV. Tagliare, per Offendere, Svil-
laaeggiare. Cavale. Pungil. 28- Se noi
fos.'-inio veri figliuoli di Dio, non potrem-
mo patire di udire il nostro heiiigiio pa-
dre cosi tutto il di la^'iiarc e bestemmia-
re. (I )
g. XVL Avere una lingua che taglia e
fende. 1 ed. LINGUA, §. VII.
§. WIL Tagliare , Jìguratam. , per
Giuntare, Ingannare. Lai. fallere, inter-
cipere. Gr. s'^K-otTav. /'arch. Fri ol. 5^.
Se lo fa artatamente per ingannare e giun-
tare chicchessia, o per parer bravo, si di-
ce frappare, tagliare, frastagliare.
't §■ XVIII. Tagliare, si dice anche
de' liquori, quando uno si mescola, o si
tempera con l' altro. lied. Anno(. Zittir.
l35. Per ringentilire r acutezza di esso a-
ceto lo tagliano discretamente con acque
di fiori stillate.
g. XIX. Tagliar le capriole, vale lo
stesso che Farle. Malm. 7. 23. E vede
all' ondira di salcigne fras» he, Fra le più
brave musiche acquaiole. Parte di loro al
suon di bergamasche (Quinte e seste ta-
gliar le capriuole.
g. XX. Tagliaronsi di Maggio. ì'arch.
Frcol. 93. Quando alcuno, dimandato d'
alcuna cosa, non risponde a proposito, si
suol dire : Albanese messere. Io sto co' fra-
ti, o Tagliaronsi di Maggio ; o veramente
Amore ha nome I' oste, l.asc. l'inz. 2.
1- G. Oli quel Trebbiano e sialo deliralo!
C. A proposito. G. E quei fegatelletti
cabli m'hanno tocco 1' ugola! C Taglia-
ronsi di Maggio.
g. XXI. Tagliare, per Mettere la ta-
glia per riscatto. Taglieggiare. Lai. tVi-
dictioncm imponcre. Gr. oo'pov sm^àX-
>»iv. G. F. 10. 33. 2. Luchino e Azzo
gli tagliò in 260000 fiorini d* oro per lo-
ro redenzioni
^ g. XX IL F in .rignific. neutr. pass,
vale Imponx a .re .\trs.<o una taglia .
Hart. As. lib. 6. pag. 58o. (/toma l653)
Perciò coDsi;,lialosi col suo timore, prov-
vide saviamente al bisogno, e collegosst
co' Porloghesi, anzi si fere loro vassalb>,
e lagliossi il) cento misure annovali di ga-
rofano per tributo, ec. (Ih
*'.• g XXIII. Tagliar gran colpi, modo
proverbiale , the vale Fardo spaccamonlt.
Parlare da Bodomonte. Ar. Fur. a3. 58.
Chi è costui che sì gran colpi taglia T Iti-
spo,\e un che parer volle più fido: Se
di cera noi fossimo o di paglia, E di foco
egli, a»sai fora quel ^rido. {M)
— g. XXIV. 'Vagliare a mezzo le mi-
nacce, il parlare, o simili, vale Troncar*
lo prima 4 he sia finito. Ar. Fur. |. 61.
Quel che di lui non slimo già che vaglia
Un grano meno, e ne fa paragone. L'or-
J><
ri.o taglia. (M)
TAfiLIATA. Tai;lhimento LaC. caedrs.
Gr. XOftr,. Jliion. Tane. 5. 5. Oh clic
fagliala Si fa quand' una qurrrc e rovi-
nata I
§. L At Uccisione. Lat. rAcJr/. Gr.
TAO
rofit' , Bui. Inf. 28. I. E per«b« m
questo luogo fu grande tagliata di gente,
però ne fa menzione 1' autore. ^ Guid.
G. 22. I. E furi.>.tamenle li abbattè, e con
grande tagliala gli confuta. F. \\. t\. Per
lo cui soccorso si cesso la tagliata , e so-
Ì>ravvenendo l* ombrosa notte ti rìiDMe
a battaglia. Fior. /(. 354- Per questo
si comÌD< IO una grandissima tagliata di
gente. (C^
g. IL Ver I spianamento che si fa tagliane
do coste o argini, o simili. Lat. incisio.
Gr. zoixifì . O. F. IO. 87. 2. Facendo
/are fortezze e tagliate. M. F. 7. 76.
Feciono fare una tagliala, che comprendea
i passi di quello Stale, per ispazìo d'un
miglio e mezzo tra due poggi ; e sopra
la tagliala feciono barre di grandi e grossi
faggi a modo di steccato. Car. lelt. I. 8.
Si disegnano spianale, tagliate, magazzini,
gran cose s' imprendono. * Teseid. 1.
/|8- Con viva forza givan difendendo Ta-
gliate falle avanti , e di gran sassi I balzi
a grosse schiere provvedendo. (B)
§. IIL Diciamo Fare una tagliata, per
Minacciar con molte parole e bravando .
Lat. interminari, increpare. Gr. €Tiri/Jw£v.
Morg. |5. 56. Giurando vendirar sì fatto
tolto, E minacciava, e Iacea gran tagliata.
Farch. Frcol. 83. Fare una hravata.o taglia-
ta, o uno spaventacchio , o un sopravvento ,
non e altrc^ che minacciare e bravare; d che
si dice ancora squartare, e fare una squar-
tata, 'f Lasc. Cen. l.nov. 3. Neri, gongo-
lando tra si;, faceva loro una tagliala e uno
squartamento ec. girando intorno con quel-
la roncola, ma guardando sempre a corre
dove potesse far loro assai paura, e poco
danno. (H)
^* g- IV. l'agliata, dicesi dai militari
Un' opera di difesa fatta d' un fosso Con
parapetto o senta, a fine di difendersi, o
di ritardare la marcia del nemico. Guicc
Slor. 10. 10. Si ridusse l'esercito loro verso
Vicenza, e Ligoagu in luogo forte, e quasi
come in isola, per certe acque, e per al-
cune tagliale che avevano fatte. fC)
TAtaLIATELLI. .^e/ numero dei più,
si dicono alcune Pa.tte tagliate in piccoli
pezzi, che comunemente si usano per far-
ne minestre. ^' /lellin. /lucch. l3l. Tulli
a un mo" fratelli. Come tulli fratrlli a un
modo sono 1 cialdoni, li gnocchi e ì ta-
glialclli Perchè la oaxion lor tutta s'impa-
sta D' una farina . e son tulli una pa-
sta. (Bj fiert. Giamp. l^O. Che ne ave-
te voi fallo 7 Che ve ile siete servito in
minestra per tagliatclli T r C;
TAGLIATO. Add. da Tagltart . Lai
incisus, secatus . Gr. ^laTjutTjàsi';. Bocc.
nov. 68. 7. Trovatosi taglialo lo spago dal
dito, ìnconlanonic s' accorse che '1 suo in-
ganno era scoperto. G. I . I. 32. 3. I ta*
gliali e fediti ec. SÌ ridussero ove è oggi
la città di Pistoia. At. F. 3. 70- La don-
na rimase vedova di due mai ili taghati a
ghiado in piccolo Iravaliramrnto di tem-
po. Brrn. tiri. 2- 2.3. 23. * avalli r fanti
e cavalier tagliati Subito fernu il campo
sanguinoso. Malm. 6- 3o Lui mago, pur
tagliatole a suo dosso , Le spedisci' per tuo
traltenitore .
* S- I /Vr Castralo. / 1/ S. Fvgm
37^- Euiiurhì, cioè vergini per Torva nel
cor(M) da picculini tagluli. f / ;
*t §■ II. Bea tagliato , parlandosi di
statura , o di corpo , vale Hen disposto ,
Profwrzionato . Lui. iuxitr formtr, statu-
ra . Gr. tujtAiytrn; - Mil. M. /W. »
picrobi no granile, ma è di mezzana falla;
egli è cADulo. 4I1 bella maniera. i>glièlrop|Mi
ben taglialo di tulle le membra.
*t * § III- Fsser tagliato ad una tal
misura, vale quanto Fsser così fatto. Di
tal naturale. Ambr. FurL ^. a. lo noM
conosco questo Manu, * manco il suo set-
TAO
YÌflore; ma qQando li conoscessi, m'arei fat-
to questo medesimo, perche Ìo son tagliato
a questa misura. (V)
* §. IV. Tagliato sottOj dicesi da:* Ci-
matori a quei panno che t cimato assai ra-
so j e Tagliato pulito^ quando la cimatura
è perfetta. (A)
■f TAGLIATORE, l'erbai, masc Che,
o Chi taglia. Lat. incisor, sector. Gr. t9-
urj;. Fitoc. •). 322. Allora ella e Florio
lerati , e venuti a' verdi Itosibi , e rimi-
rando lì nuuvi ta;^lutori, ciò che Gloricia
il passato giorno le avea parlalo ec gli
raccooló. i'ctr, Uom. ili. Alquanti taglia-
tori di Icgoc, li quali niente temevano di
questo .
# TAGLIATRICE. Femm. di Taglia-^
tare. Bellin. Disc. 2. laS- L' acqua o co'
sali in corpo, o scoia , io vi dirò cb' ella
diventa tagliatrice e taglia difatto ec. (F)
5 TAGLIATURA . // tagliare , Divi-
sione/atta dal taglio. Lat. incisnra, sec-
tio . Gr- rojj.r' . G. V. 12. 8. 20. Poco
appresso per quella tagliatura dt-lla lingua
morì. Cavale. Med. cuor. Tanto 1" uomo
più pazientemente porta la tagliatura del
medico, quanto più è fracida e ria quella
parte eh* e' taglia. ^ Teseid. il. Z^. Ta-
gliato fuvvi ancor l'audace al>etc, E '1 pin
similemente, il qual odore Dà di'lla taglia-
tura, coni' sapete. Ed il fragil ec. ( /ìj
* §. L Tagliatura j si dice anche il
Luogo dove una cosa è stata tagliata .
m Ufir. Mad. M. Dormì , e vide una
donna bellissima toccargli colla mano la
tagliatura del suo piede ». Soder. Colt.
25. Se s'abbiano a trasportare f i magliuoli)
qualche poco di spazio da lontano, pongasi
OD panno lino molle , che di quando in
quando si rinmolli in sulla tagliatura, per-
chè secondo lo spazio lontano si rammor-
bidisce . (C)
* §. II. Tagliatura , dicesi anche la.
Sfaniera , con cui una cosa si taglia
- Cr. 2. 7* 7" M'*glio s'appicca e vive il
ramo tagliato per lo traverso con tagliatura
alquanto lunga , che quello ch'c tagliato
per lo dirìlto circxilarmenle , cioè a ton-
do ». (Cj
* §. Ili. Tagliature j diconsi Quelle
parti che si levano dalla cosa che si ta-
glia, dette altrimenti Ritagli. Soder. Colt.
Le tagliature de* sarti, pellicciai, calzolai
ec. e tutto fa più operazione alle novelle
▼Hi, che -ille vecchie, e falle. (Br)
t TAGLIEGGIARE. Metter taglie al
paese conquistato , imporgli gravezze d"
ogni maniera, quasi per prezzo di riscat-
to. Segr. Fior. Jrt. guerr. 1. i3. Si ra-
gunarono insieme più brìgate , le quali si
chiamarono compagnie, e andavano taglieg-
giando le terre . / arch. Stor. io. 270.
Ru]>ando sempre e taglieggiando, per do-
vunque passava, quanto poteva. Tac. Dav.
Stor. 2. 285. I Vitelliani alloggiati a di-
screzione (>cr le terre spogliavano^ rapivano,
svergognavano , taglieggiavano , vendevano
con ogni avidezza il sagro e *I profano .
f §. Taglieggiare f vale anche Metter
taglie , Imporre il prezzo agli schiavi ,
banditi, o .timili. Varch. Stor. io. 3o6.
Kon vollero acconsentir mai dì voler fare
a baona guerra coi giovani Fiorentini, in
nome perchè dicevano loro esser gcntiluo-
mmì, e non soldati ; ma infatti per poter-
gli, come danarosi, taglieggiare.
* TAGLIEGGIATO. Add. da Ta-
glieggiare. Pluf. .-idr. Op. mor. 3. 284.
Pericle . taglieggiati i Greci, ornò coi de-
nari che ne trasse, i templi, e la fortezza
d* Atene. (C)
TAGLIENTE. Add. Di sottil taglio.
Bene ajftlato , Atto a tagliare. Lat. acu-
tus. Gr. c^j^ . Amet. l\'ò. Quella che il
matto Erisitone violò colla tagliente scure.
£' 61. Perocché l' uno con tagliente uo-
T A G
gbione ha laniato il misero popolo. Filoe.
I. 145. Portava nelle sue mani una ta-
gliente accetta . Pallad. cap. 6. In ogni
opra d' innestare e di potare e di ricidere
usa taglienti e duri ferri Tes. Br. 5. 8.
Dicono molti, rhe quando ella (l'aquila)
invecchia , il becco le cresce tanto, eh' 0*
si volge in giuso , ce. : ella vae ad una
pietra, e tanto ella vi percuote, che quel-
lo eh' è cresciuto si parte dall' altro, e in
tal maniera , che torna così bello e così
tagliente come egli era quando era giova-
ne. ^ Alam. Poes. 2. 176. Tu gloriosa ,
e d'alte lodi ornata, Prendi questo mor-
tai viaggio estremo, ?Ìon da nocente infer-
mit'a distrutta, Kè percoss' anco da taglienti
spade ; Ma ec. (Bj Gal. Sist. 88. Ferite
da una parte dal Sole, gettano dall'oppo-
sta ombre negrissime, terminate, e taglienti
più assai dell'ombre delle nostre |'^«i per
similit. cioè, acute).
§. I. Per metaf. aggiunto a Lingua ,
vale Maledico, Pungente. Cron. Veli. 37.
Frate Lambertuccio, del detto Taddeo, fu
comunale di persona ec , discreto , e mollo
cavalleresco, molto ardito, e buono predi-
catore con lingua laglienle.
* §. IL Tagliente, dicesi nelle arti del
Disegno di QueUa viziosa maniera nel co-
lorito, e nelle pieghe , che toglie In gra-
dazion de* colori , o la morbidezza delle
figure. ì'asar. Op. Vit. 3. io. ^'è si può
esprimere leleggìadrissime vivacità che fece
neir opere sue Antonio da Correggio, sfi-
lando i suoi capelli con un modo non di
quella maniera fine che facevano gì' innanzi
a lui, che era difficile, tagliente e secca,
ma d'una piumosità ec. (C)
TAGLIfc-NTEMENTE. Avveri. Con ta-
glio, J^i taglio, l'er via di taglio.
TAGLIENTISSIMAMENTE . Superi,
di Taglientemente.
•f g. Per Acuti.'! simamente, ed e term.
de' Pittori. Golii. Macch. Solar. 171.
Dove taglientissimamente e crudamente ,
quanto più immaginar si possa, i lumi con-
terminano colle ombre.
TAGLIENTISSIMO Superi, di Ta-
gliente. Lat. acutissimus. Gr. s^'JTatTO?.
Cr. 2. 23. 27. Sia la corteccia levata sot-
tilmente con laglienlissimo scarpello in lai
modo , che la gemma non riceva lesione.
Dav. Colt. 169. Auzzale e scarnale con la-
glientissimo ferro.
3 TAGLIERE, e TAGLIERQ. Le-
gno piano , rifondo a foggia di piattel-
lo , dove si tagliano su le vivande. Lat.
quadra. Gr. "('vy^". Cr. 5. 32. i. Se
ne fanno (dell' anedano) convenevolmente
taglieri e bossoli , li quali radissime volle
fendono. F cap. 33- L'acero è arbore as-
sai grande . il quale si truova Dell' alpi ,
ottimo per far nappi e sciidelle. e taglieri,
^orc. nov. ^9. 16. E questa mattina ar-
rostilo r avete avuto in sul laj^iiere. Liv.
M. Del rimanente furono falli Ire taglie-
ri d'oro, ne' quali lue scritto il nome di
Cammillo . Bern. Ori. 2. 18. Sg. Ma e*
di lor facea certi bocconi. Che sarian troppi
ad ogni gran tagliero. Morg. 18- 1()4- '"
ti vorrei per mio compagno avere Ad ogni
cosa , eccetto eh' al tagliere.
•{■ §. I. Gli antichi l' usarono per Piatto,
o piattello assolutamente . Frane. Barb.
30- 7. Foir è chi prima leva Da se il la-
glier, ancor gli altri maugiando. E 3o. 22.
Ne ben dimora sul laglier lo sale.
=S §. II- L' u.farono altresì al plurale
ad accennare le Persone che intervengono
al pranzo, dicendo Convito di io, 20 ec.
taglieri in luogo di IO, 20 ec. convitati, o
quello che noi diremmo di 10, 20- ec. posate.
m G. f. IO. 154. 3. Fu fallo ordine, che
a nullo convito si potesse fare più di tre
vivande, e a nozze avere più di venti la-
glieii, e la sposa menar seco tei donne e
t A G
1469
non più ; e a* corredi di cavalieri novelli
più di cento taglieri di tre vivande •». (Cj
t g. MI. Essere, o Stare a tagliere
Con alcuno, vale Mangiai^ insieme. Far
vita insieme, l.^i. convivere. Gr. su/zfitoùv.
Olt. Coni. tnf. 27. 468- Tirata la donna in
camera dentro, che altri, che la compagnia
con chi ella era a tagliere, non se n' ac-
corse , ec. Franr. .*-acch. nov. IO7. E 'l
Volpe essendo a tagliere con un di loro,
recasi innanzi una le^ticciuola, e comiuciala
a partire . /: appresso .• Grande scoslume
è , stando 3 un tagliere con un altro, che
uno non ha tanta temperanza , che si possa
poco aspettare.
*t S- 'V- f^sser due ghiotti a un ta-
gliere, o simili , si dice in maniera prò-
verb. dell* Amare , e Appetire due una
medesima cosa. Lai. duo unum apetunt
palumbem . Morg. ^. 55. Ma parmi que-
sto assai chiaro vedere. Che noi sarem duo
ehiotli 3 un tagliere . Bern. Ori. 1. 25.
61. Or romper mi convieu la pazienza ,
Ch' ad un taglier non pon due ghiotti
stare, ec. Burch. 1. l^6- Quando due
ghiotti sono a un tagliere, Tu vedrai sem-
pre per esperienza Affogar lor la mosca
nel bicthiere.
^' g. V. Far i taglieri, vale Ordinare,
Amministrare . Frane. Sacch. nOv. 228.
Ogni cosa si chiama guadagno, e li più in
questo latino trascorrono, e fannosi la mi-
nestra come a loro piace. ^la una cosa ci
è , che colui che '! tutto vede , fa poi li
taglieri , e taglia come a Ini pare che si
convt-nga. (1)
t TAGLIERETTO. Dim.di Tagliere.
'.' Benv. Celi. / it. I. 205- Il bottone del
piviale ec. si fa tondo a foggia di un ta-
gliere , e grande quanto un laglieretto di
un lerzo di braccio- (C E 2. l33. La qual
cosa io feci in un tondo di pietra nera ,
grande quanto un laglieretto da tavola.
TAGLIERO. / . TAGLIERE.
TAGLIERL'ZZO. / /m. di Tagliere.
Zihald. S' accostano ingordamente a quel
taglieruzzo .
•f * TAGLIETTINO . Dim. di Ta-
glio j Piccai taglio , Leggiera incisione .
Fortìg. Bicciartt. l6. 85. Sopra del tal-
lone Le danno un laglieltin con un col-
tello. E postolo ec. E 20. 85. Io vo'che
gli facciamo un laglìettino Un palmo buono
sotto r ombilico ; Che sebben non fec' io
mai il Norcino, iVuUadimen lo servirò da
amico. fA)
TAGLIO. Parte tagliente di spada, o
strumento simile da tagliare. Lat. acies.
Gr. c(.XfXTl. I\'ov. ant. 5l. 5. Signore , que-
sta spada ci significa sicurtà contra il Dia-
volo, e contra ogni uomo che misfacesse al
dirillo. Li due tagli ci significano dirittura
e lealtà. Filoc. l. 1^7. U taglio della sua
arme era perduto. Gal. Cali. 2.!\i. Un col-
tello di lafjlio acuto e sottile taglia benissimo
il pane e '1 legno ; il che non farà, se 'l ta-
glio sarà ottuso , e grosso.
^ §. I. Taglio, per Guisa, Sorte, Fatta.
Menz. Costr. Jnrg. 23l. Ed a questa re-
gola ancora vuol richiamarsi quando di-
ciamo, siccome, cosìj così, e non altrimenti
ec, e se altri ve ne ha di simil taglio, do-
ve per vaghezza, o per neces^ilà e questa
ed altre parli dell' orazione si raddoppia-
no. iC)
g. IL Taglio vivo, e Taglio morto,
vaglicno Taglio che sia acuto, od ottuso.
Salvia. Pros. Tose. 1. 262. Colla saetta
di taglio vivo, ferrata d'oro, feri Apollo;
colla saetta di taglio morto, ferrata di piom-
bo , percosse Dafne.
g . III. Ferir di taglio , vale Ferir
colla parte tagliente. Lat. Ctrsim ferire .
Gr. 7fxr!ÒT,y nat'ìiv . ^ov. ant. 92. 5.
Fedì il nemico a due mani d' uno gran
colpo di taglio.
i470
T A G
t § . IV . Mftterc al taglio del/a
spada, 0 delle spade ^ ed anche asso-
lutam. Mettere al taglio , vale quello
che oggi più comunemente diciamo Met'
tere ajìl di spada. G. 1'. io. 29. 5.
Piccioli e grancìi mistTo al taglio delle
spade. liut. Mettere al taglio della spada
tutti coloro che non fossero di lor setta .
* S. Agost. C. D. 3. 28. Uds ( cittù J,
come meno colpevole, fu comandato cwere
tutta messa a t;igIio . (J'J Frane. Sacch.
Jìatt. I ecch, z. àt). Sopra f]ur-I corpo cia-
scuna giurando Metterne mille al taglio del
suo brando. fP}
§. V. Taglio, per Tagliamenio . Lat.
cades. Gr. to/a/;' . S. /4gost. C. D. Con
impeto di gran taglio e uccisione di gente
distrutta .
g. VI. Per la Cosa stessa tagliata.
JPallad. Man. 21. Pìantaosi colla pianta
del 6co , e *1 terel)into, ovvero un taglio di
lentisco .
§. VII. Taglio, diciamo anche la Squar-
cia tura , eia Ferita che si fa nel tagliare.
Lat. incisura, citsura. Gr. oi^yOTirl. Dav.
Colt. 172. Falle un taglio nella buccia ìn-
sino air osso circa due dita per Io lungoj
in testa del taglio fannele un altro per Io
traverso , sicché li due tagli facciaoo que-
sta figura.
# g. Vili. Per taglio, posto awerliialm.
vale Ohbliquamcnte. Salvia. Georg, lib. L.
Quattro aggiungono Feritoie , che dagli
quattro venti Piglian luce per (aglio. (F)
^ §. IX. Taglio , parlandosi di vino,
vale lo stesso che Punta. Pini. Jdr. Op.
Mor. 5. 2l5. Qual fallo ronmielliamo noi
se discacciando e dissipando la parte del
vino infuriativa e torbida con alleggerirlo,
e non conciarlo, ne levargli il taglio ola
punta, come dite voi, ve lo porj;iamo pur-
gato e netto come dalla ruggine e lordu-
ra ? (C)
%. X. Taglio , per l' zitto, o la Ma-
niera di tagliare. Fir rim. 116. EU" ha
un taglio mirabil ne' calzoni (quiin equi-
voco) .
g. XI. Dare, o Vendere a taglio , fa-
vellando di cose da mangiare, vale I ca-
dérne datone prima il saggio, o Fenderne
a minuto j e parlandosi di panni, vale
solamente Fenderne a minuto. Cant. Carn.
164. Woì ne daremo a taglio, e n' tutti i
modi Che voi volete.
§. XII. Taglio, per Taglia. Surch. 2.
87. Bene auanipatu, e sia di mcxxo taglio;
Sia avvcdulo, e ben vada iu guiniaglio
(qui nel signific. del §. IX- dt TAGLIA).
§. XIII. Taglio, per Occasione ..Oppor-
tunità. Lat. occasio , opportunitas. Gr.
àfO^iiri. Pass. 101. Di clic e rome il
confessore debba domandare, diremo nel
luogo suo più oltre , dove meglio ci ca-
dri in taglio. Frane. Sacch. nov. 32. Se
io avcrò tempo, io ne prc<lirhcró Dome-
nica mattina; « se io ntm avessi il tem-
po, uo altro dì, che mi venga a taglio.
Buon. Tane. 4*9- S* p* viene il taglio ,
ì* ci farò buon' opra.
§. XIV. Essere, o I\'on esser taglio in
checchessìa, o simili, vale Poterne , o non
poterne sortire l' effetto che si desidera.
Lat. aptum , vel non aptunt esse. Gr.
et va», r, fijx (ìvai e Tritino 110 v. Finir.
Cali'. 3. ()\. Si (he per nessun modo io
questo panno ^o^ ri conosco il (aglio.
Car. Ictt. I. (>.'(. Sebbene io ri ho vedu-
to semprt- pnco buon taglio. Geli. Sport.
3. 4* ^^ ''"'*' '"'^ poco parlare e ogni
buon taglio. I.asc. I areni. 4- IO. Qui
non è taglio buono ; orsù, qualroia sar^.
Atalni. 2. 48- l'er tutti in somma sem-
|iTc vi fu taglio Di stajr lieto cosi 'n Ilar-
ità di gatta.
f # §. XV. / enire al taglio d' una
cosa, valefìguratam Homftcrla, Farla ces-
T A G
sare. Segner. Pred. il. 9. Avrebbe vo-
luto venir subito al taglio di quella pra-
tica scellerata. (P)
%. XVI. Taglio, per metafora, si dice
di Proporzionata statura, o disposizione
del corpo. Salvia. Disc. I. 232. Come
vrdeìscro una femmina di bri taglio e dì
buona presenza, ogni più preziosa cosa po-
nendo in abbandono , fermano in quella
il suo intcndimeoto. * E Odiss. l5l-
Nel taglio non v' è male e'n Ganchi c'u
polpe Kd in ambo le braccia per di so-
pra. (K)
* TAGLIOLI.M. Nel numero del più,
si dicono Alcune fila fatte di pasta, che
si aitano per farne minestre. lieti. Cons.
1. 175. E' può essere o una pappa bro-
dettata, o bollita, o stufala ce. , o una mi-
nestra di tagliolini^ er. {*)
t TAGLIO.NE, e TALIONE. Contrap-
passo. Lat. tulio. Gr. or^oi^r/. Ott. Cam.
Purg. 21. 383- Taglione è similitudine di
vendetta; e colui cosi sia punito com'e-
gli peccoè, occhio per occhiti , mano per
mano ec. S. A^osi, C. D. Il danno, la
prigione, le battiture, il taglione, la ver-
gogna, l'esilio. Mac.ttruzz- I. 5"^. Voglien-
do il marito accusare la moglie dell' avol-
terio a pena di legge, dee iscrivere e ob-
bligarsi a pena di talione, cioè di ricevere
quello che vuole fare altrui, se egli non
prova ce. K appresso : S* egli vuole ac-
cusare innanzi al giudice ecclesiastico a
sparlimento di letto, dee iscrivere, ed io-
ne tenuto a dare il libello dell' accusa ,
ma non si dee obbligare a pena di ta-
lione.
§. Taglione, vale anche Taglia , nel
signific. del §. 1. Stor. Eur. l\. 79. Non
potendo persuadere agli abitatori il ricom-
perarsi con uno taglione, adiratisi fuor di
modo, proposero non partire quindi senza
lo esterminio di quella terra-
TAGLIUOLA. Ordigno di ferro yCon che
si pigliano gli animali. Lat. pedica. Gr.
TZÌqtì. Cr. 10. 32. I. Volpi e lupi mas-
simamente si pigliano con la tagliuola di
ferro, che intorno a se hae molti rampoui
aguzzati, ed eglino hanno intorno ad esse
un anello pri'sso al luogo, ove annodati si
volgono, al quale s' annoda un pezzo di
carne, e ogni cosa s' occulta, fuor che la
carne. Mor. S. Greg. Nascosa e in tulio
la piedica, ovvero tagliuola sua sopra la
via.
§. Per similit. Frane. Sacch. nov. 177.
E qual tiranno h che possa vivere sicuro,
e guardisi quantunque sa, che il più deUu
volle non >ia colto a nuove tagliuole, e
in luogo dove 1* uomo non lo penserebbe
giammai T Pataff'. 7. Veggendo giunto il
prete alla tagliuola. ^ Pucc. Centil. cant.
27. Kd ordinò che quel fosse caccialo
Co* suoi ceguari, e preso alla tagliuo-
la. Uh
TAGLIUOLO. Piccola particella , ma
non si direhlte forse se non di materia
atta a tagliarsi. Lai. frustulum. Gr.
ztiÀV.'/_<ov- Lasc. Parent. 4-5. Dipoisen-
du apparecchiato, tanto fece, che io tolsi
due tagliuoli d' arista fredda, e bevvi un
metto bicchier di vin bianco, tf Pip.
Strav. 238. Una cucchiaiata di fragole .
due tagliuoli dì fegato bianco , un tordo,
uno slarnolto, un lantìu di Irprnnr. (C)
* S- I. Tagliuolo. Trrm. de* /lottai.
Sorta di .ualpellello ad uso di cacciar la
stoppa, o stmtlc, ne' luoghi delle ctiprug-
gini, ond' esce del vino. (,-f)
»5* ^'. 11. Tagliuolo^ Term. de* Magna-
ni, Scalpello da tagliare il ferro a cal-
da. (J)
TAi;LIVZ/AMFNTIÌ. // tagliuzzare.
•f TAr.LIU//.AI»E. Minutamente f.i-
? Ilare. Lai. minutim concidert. Gr. it {
«TTTOTfltTa iTTiKo'sTcìv .^oder. Cott. 75,
T A G
Alcuni cavano, pestala che sia e lagliuz-
xala 1' uva posta intera co* suoi ^rapfoli
nel tino, cosi destrameole, ma non affat-
to , la mel^ del vino, e lu pongoncj io una
linocza, ce.
■"^ TAGLWZZKTO. .4 dd. da Tagliuz-
zarej Tagliato minutamente. Lat. minu-
tim caesus. Gr. fiiir^tiiÒuf^O^. Sud.
Colt. 83. Vedi di metter interi tulli i
grappoli nel lino, spiccati con diligcnta
della vi^na, e subilo accuratamente posti
e pigiati e tagliuzzati dopo ventiquattro
ore, er. (/Jj
r AL AH AhkCCO. lied. Ditir. 20. E dal
poggio vicino accordi e suoni Talahalacchi,
tamburacci e corni. /■.' Annot. 86. Tala-
halacchi. slrumenio da sonare in euerra
u-^alo da' Mori. /iem. Ori. 3. 8. 3. So-
pra lasciai (se vi ricorda) quando S*ndl il
romor nel campo de* Pagani, Talahalac-
chi e timpani sonando, Islmmenli di
bromo e corni strani.
TALACIMA-NNO. Colutche appresso t
Samcini di sulle torri chiama il popolo
al tempio. Ciriff". Calv. |. 24. Tibaldo u-
diva i suoi talacimanoi. Che gridavan da
certi torracchioni, Come fanno gli allocchi,
o i barbagianni. /*. 2. 64- ( on istormcnti
e fuochi e balli in tresca, Per tutta U cil-
t^ sono in galloria. Cantando in sulle lorrì
alla moresca Molti talacimaoni per vitto-
ria f Che rosi s' usa alla saracinesca, >è
altrimenti vi si suona a gloria , Perche
non ri e campane e non vi %' usano , E
co' lalarimanui il suono iscusano.
TALAMO. / . /.. letto nuziale. LaL
Oialamus. Gr. Sstìta.p.o:. Fr. iac. T. 6
28. 3- Quando sente lu suo sposo Nel
suo talamo passare, Neil' amor tutta spro-
fonda. Salvia. Disc. a. 378- Come novello
sposo che dal talamo suo esca giocondo, si la
vedere allegro spuntare dall' Oriente.
^ %. E per la Camera degli Sposi.
Salt-in. Jliad. Egli scese nel luamo odo-
rato Di cedro e in alto sofittato. fji)
* TALARE. Aggiunto di veste lunga
fino al tallone. Mor. S. Greg. \. aO- Eb-
be la gonnella talare sino al tallone- E
che altro è il vestimento talare . se non
r opera continuata io6no alla fine T (I )
* TALARI. Ac/ numero del più, si
dice una Sorta di calze alate che si attri-
buivano a Mercurio. Lai. talana. Gr.
Ta :tioi>». Car. leti. 2. l85. Dal lati,
sinistro dell'ovato si farii Mercurio nel
mollo ordinario, col suo cappelletto alato,
co* talari a* piedi, col caduceo nella sini-
stra, con la borsa nella destra. (*)
* TALCHÉ. Av^fth. riimanierachè ,
Talmentech'c. Lai- iM ut. Cr . cI^Tf.
Porgh. Pip. 262. Talché dal piano del-
la terra iosino all' altecia del carro era
alto questo edificio l4o piedi. (C) Buon
Fier. 3. 3. 12. Talché >' io fui digiuno.
Stomaco e ciò ch'io v* ebbi muto loco. /*.'
apprts.to : Ed ugni sonno tprlra. Talché
'mpossibil sia eh uom più 1' rappicchi. (*}
'^ §. Picesi anche .-t talché, fìorgh.
Fast. 465. Hanno commessi errori infini-
ti, j talchi non si liovrra agetolmcnlr
uno anno nel medesimo liliro, che si ri-
scontri con gli altri- f/^
* TALCO. Spezie di pietra» che ti
divide in foglie .totttlt e rilucenti. Sagg
nat. rsp. 172. Mentre in esso pareva che
Tosterò siale messe in gran copia scagliuo-
Ir di talco sutlili»imanirnle sminuiuto. (')
tf ^. E anche una Sorta di materia
diafana artificiata, formata dt .totuìitsi-
me foglie, e taglialnle. Buon. Fier. 3. |.
c). Ma rhiusa la lanlerna. Ralto il im\n*
giralo, n»c la colsi. (C Imperf. V. Tu.tr
l' l3. 7'. a. 221. So VOI anderelc p^».
nendo un talco od un rn^lallo sopra qual-
che ritrailo, cui altra pittura, voi vedrete
addolcirti vie più la maniera del pittivr
T A L
chc r l.a falU, e manco secchi e risentiti
i ilintorni- (F) , v«#..
* TALCOSO. Jdd. Term. <fc 3fl('<-
ralilU Che partecipa della .piatita e na-
tura del talco. (A)
TALE. Relativo A qualità . « P*'" '"
pu. corrispoade a Quale. Lat. lal.s. Gr.
?^Ì.«:t.'. «occ. no... 3». 8. Non sono
le mie l)elK«e da lasciare amare ne da
tale, nfe da .[uale ( eoe. ne da questo,
ni da quello, o da ognuno )./•- ? 3. y.
7. Tale, nual tu V bai , colale la d. . /-
L. qi. i 11 <l»ale f accidej,te) fu tale
. di Vanta forra, che in lei spense ogn.
«gno di via. Kant. Pnrg. 28. Che tene-
van bordone aUe sue rime Tal , qual d,
ramo in ramo si raccoglie Per la p.neta
,n sul lilo di Chiassi, Quand Eol^S"™;-
co fuor d.scioglie. Pelr. son. 9. Onde tal
fratto e simUe si colga. £ canz. 35. Z).
Ma miracol non e, da tal -s. vuole.
-^ fi 1 Tale colla corn.tponilcn.,a
diWme: Grad. S. Gir. 20. Tal per-
dono troverk ciascuno inverso D.o, com
egli fari agli altri. E '^8- Tale grado g .
sa Dio, come lo fa padre a colu. che gì
uccide lo suo 6ghuolo dmatir. a Im. (/ J
*§.U. Kel numero del ptuju detto J a
e Tai, per Tati. Fr. Giord. Pred^ 5. E
fecer la' palagi e ta' roaravigbe che non
si potrebbe dire. Sah. Ji^erl. 1. ó. 2.
37. Questo troncamento aUe parole di
scempia consonante convien ne più ne
meno, dicendosi tai e tó', per tali. (I)
S III Per Taluno. Vani. InJ. 0. t
gii di qua da lei discende T erta. Passan-
do per li cerchii sema scorta , Tal , che
per lui ne 6a la terra aperta.
S IV. Un tale, vale lo slesso clie Un
certo. Red. Ictt. 2. 294. Giorgio Elmacino
autore arabo, scrive che da un tal medico
fu somministrato ad un Principe della
schiatta degli Abassidi, ce.
•j. :J g V. /'.' anche assolutamente
net numero del pm Tali, per Certi. Cavale
Pungil. 268 Fanno cadere eiiandio tali
uomini, che pareva che già volassono per
aria per alta conlemplasione. Segiier. Majin.
Lii'l. 25. 3. Da tali desiderii, che sorgo-
no "involontari!, non a tutti i.- dato esser
privo. (Vi ^. . .
* e VI. Tate, talora accenna distri-
buzione, e vale Taluno, Chi, Alcuno ec
e si replica più volte. M. I . 103. Ta e
venne in Ogura del Be di Franca, tale
del Re d' InghUterra, e cosi degli altri re,
duchi e signori.ro ^ov. ant. 61. Con-
venne che disvestisse de' cavalieri di sua
terra, e donasse a" cavalieri di corte itali
rifiutarono, e tali acconsentirono, (l')
*§.VII. Per Alcuno, senza altra cor-
rispondenza. Frane, .facch. nov. l4? •-'
loro cani abbaiavano forte, e tde piglia-
va per lo lembo or l'uno, or 1' altro . fP)
* §. Vili. Tale, aggiunto a Messere o
Madonna, serve in luogo del nome proprio.
Frane. Sacch. nov. 179. Si volse alla
compagna, e disse : o Madonna tale, guar-
date quanto è bello questo grano, l ì I
* §. IX. Co.il dicesi: Il tale di tale
per esprimere il nome ed il casato di una
persona Farch. Stor- 11. 344- Chiun-
que vuol lamhurare ec. scrive in sur una
polizza : il tale di tale ha commesso il ta-
le eccesso. (^J
* §. X. Tale, talora vale Simile. Segner.
Mann. Lugt.H. X- Perche quando anche tu
faccia azioni in si; per altro lodevoli, come
wno digiunare, disciplinarsi, udir messa,
e più altre tali, ce. (Vi
* § M. Un tal i/uale, in forza d'add.
vale Un certo. Pros. Fior. Rellin. Leu.
L. I. 273. Cosi io non so se non appro-
vare una tal quale oscurità di dire. :C)
* §. XII. Esser de' tali e de' colali, di-
icsi come perischerno di chi vuol mit-
T A L
TAL
1471
lantart nobiltà d'antenati Sen. J nrch.
ben 3. 28. Non bisogna che tu ti lasci
in-annare da coloro i qual. dicono : 10 so-
no'de'tali e de' colali. <C)
R XIII. Condur.ri a tale, Giugnere a
,ale o ..imili, vagliono Condursi a tal
termine, e denota mi.^cria. Lat. eo. I etr^
canz. 3l. I. A tal son giunto. Amore E
son. 86. Ivi m- acqueto, e son condotto a
"'s's XIV. Per Così, A que.<ta guisa.
Pecorg. 16. noL.l. Ella con molte lagrime
eli soggiunse: loti conosco; tuo desiderio fe
di si-noreggiare l'Italia: or tal sia ; e pò.
t Alameli. 2. 36. E mentre egli opra
,J, la sua famiglia Con ''"•1>1",'^»-''1<' j
K- attorno mande. r TJ --Ir Pur. 45. 4o. Tal
Bradamante si dolca , che tolto Le fosse
slato il suo Euggier temea. (1^)
# 8 XV £ colla corrispondenza
di 'come.' Cavale. Pungil. 260. Co-
me dice il proverbio: «ale menta eh,
tiene, come chi scortica. E Espos^i.mb.
1 l5o. Questo è tale, come se 1 uomo
riputasse invidioso chiunque non 0 prodi-
go e dissoluto. Kl. 22 Tal sarebbe al-
!• uomo far bene, come far male ( Ij
if O.XVI. Tale, in forza di Questo ,
Pi questo modo. Cor. En.-J. l-??- IH-»"
xio lutto F. tutta Italia in ogni dubbio
caso Quindi certezza, aita e indrizzo at-
tende, E l' oracolo è tale . (Mi
i? S XVII. Tale quale, per Comun-
que a modo di avveri,. Borgh. Orig. Fir.
•^02 Or queste tutte considerazioni, ag-
giorna (tale quale ella sia per dover es-
.er presa) quella del ViUani ee., ni. fan-
no credere che ec. lì j
■.f % svili. 7<i/e e late, vale Qiie.jto
e Quello. Cavale. Espos. Simb. I. 69.
Si promette certe quantità di pecunia a
chi prima saglie in sul muro e in su tale
e tale fortezza della terra assediala- E
Pun-il. 288. Stolta cosa e dar fede a
ceni" nomi di nio , o salmi , o vangehi, e
dire che chi gli dice aia tale, o tale co-
sa. (ì"l ...
^ XIX. Tale, in forza d avverino, va-
le Vo stesso che Talmente, In guisn.l.=.l.
sic, ita. Gr. ojrca . Bocc. 73. 16. Io gli
darei tale di questo ciotto nelle calcagna,
che egli si ricorderebbe forse un mese di
questa beffa. E nov. 79. 27. lo fo boto,
che io mi tengo a poco che 10 non ti do
tale in .sulla testa, che U naso li caschi
nelle calcagna. Dant. Inf 2. E donna mi
chiamo cortese e bella. Tal che di coman-
dare i- la richiesi. E Par. 3o. E d. novel-
la luce mi raccesi Tale, che nulla luce e
tanto mera- Che gli occhi mie. non si
losser difesi. Petr. .lon. l56. Tal eh 10
incomincio a disperar del porto, ilor
Awlf Borcutte gli di!; tale sulla coppa del
capo, che roppe l'elmo. Gal. Gali. 2.>I.
Tal che la medesima lavuletla ec. non
men si fermetebbe a mezzo l" acqua , che
circa la superficie.
* S XX In tale che, avvcrlnalm.
Talchi; Snelli!. Cuilt. Lelt. 38 89. Sa-
lle suso, se ti piace; in tale, che scen-
der dei a mio volere, non a torto ripolrai
(cioè: talché dei scendere a mio vale-
re, né potrai di nuovo salire a mio di-
spetto) . (1) . , , I
:■,: g. XXI. Più 'ale che tale, vate
Piuttosto questo che quello. Imperf y.
Tusc. n. 14. T. 2. 243. Asseriva Era-
clito trattando dell' apparenze, e de colon,
ninna cosa essere piii tale che tale; ma
per via del moto, della mistione, e della
relazione d' una cosa all' altra farsi, e pa-
rer tale a questo , e tale a qucU altro, (t)
g XXII- Tal .un d' alcuno ; maniera
pro've'rh. che vale lo v(e.«o che Suo dan-
no, led. DAN.NO. §. IH. Fir. Tri,,. 2.
1. Tal ne sia di lei- Car. leti. I- I- Ma
tal sia di lui ; non mancale voi dS essere
il medesimo. * Segner. f'red. Pai. Ap-
Q 8. Meritava pertanto la donna ingrata
che Cnsto le vultasse irato^ le spalle, e le
dicesse: tal sia eh te. (TCl
TALEA. /■. L. Ramo d'alcuni alberi
tagliato per piantarlo. Lat. talea. Or.
3«)it'«. Cr. 5. 8. l. Seminasi nel mese
di marzo in molli modi, cioi; con seme ,
con ramo e con glaba, cioè talea. E cap.
16. 1. Piantasi ( ,1 nespolo) nel mese di
Marzo, o di Novembre con talee. I etl,
Colt. 33. Si seghino (|Uesli rami 10 quei
pezzi che ne escono, i quali pezzi cosi
spiccali di lunghezza di tre quarti di brac-
cio V uno, o in circa . egli chiama talee .
la qual voce s" è mantenuta nel nostro
parlare, ma s' usa oggi in mostrare altro,
che "i'a non d' altronde sono nate quelle,
che "nel segnare quel che si vende a tem-
po, noi chiamiamo taglie.
"t TALENTARE. Andare a gusto, a
talento. Lat. a,-ridere. Gr.^ Tipopùà-i.
Guid. G. Conciofossecosaché più la talen-
tasse il consentimento, che lo sconsenti-
mento ( Il Vocabolario alle voci ATTA-
LE>TAI1E e SCONSENTIME.NTO ha
nue.sta stesso esempio con variazioni J.
Poliz. si. I. 48. Che fuor di lei nuli al-
tro a lui talenta . Ar. Pur. 24 98. Cosi
fanciulli o femmine spaventa ec; Me non,
cui la battaglia più talenta D'ogni nposo.
a- TALENTO. J'oglia, Disiderio, y o-
lonlà. Lat. voluntas, cupidilas. Gr. =7:1-
Sua.'a. -Bocc. nor 7. 10. Primasso , il
quale avea talento di mangiare ec. , si
trasse di seno 1' un de' tre pam. E nov.
Q2 8 Niun altro talento ho maggiore,
che di mangiare. Frane. Barh. 203. I.
Vienti in talento Uno oroameuto. Dant.
Inf. 2 Più non t' è uopo aprirmi il tuo
talento. E 5. Intesi eh' a cosi fallo tor-
mento Eran dannali i pecralor carnali ,
Che la ragion sommeltono al talento, les.
Br 5. 6. Quello serpente, quando egli
ha talènto di lussuria, mette d capo nella
bocca della femmina, ond' ella 1' uccide.
Tesorett. Br. 18. l63. E quivi pianezza
E con bel piacimento Le disse suo talen-
to. * h'ov. ant. 5l. 1. E venne in talen-
to di ricever questo grado, sanza mancar
di ninna cosa, ec. (Vi Salvia. Senof.
lib. 1. Talento avendo 1' un 1' altro di n-
mirarsi. rivoltandosi e soffermandosi , tro-
vavano molti prelesti d' intrattenersi. fO
:;: §.1- Talento, vale anche Mente. Bim.
Ant. nani. Maian. 7;. Lo qual ( deside-
rio amoroso J m'incora eh' io deggia al-
legrare Lo core e lo talento a ciascun o-
ra° ID) Calit. Leti. Uom. 111. l^. ì\,:-
stando per non breve tempo come luori
di me stesso, non ebbi talento di dettar
parole degne e proporzionate a rendcrie
le dovute grazie. (Ci
+ 5 §. II. 31al talento, vale Rancore ,
Sdcno , Intenzione rf' o fendere. Bocc.
nov. 39. 6. Fellone e pieno di mal talento
con una lancia sopramano gli usci addosso
gridando: ec. Din. Comp. 2. 29. -Tanta
paura li misono, che venne luon di Pi-
Itoia per la via d' un piccolo fiumicello^,_
mostrando contro Pistoia mal talento. E
2 34. Quelli che aveano m;d talento, di-
cevano che la caritevole pace era trovata
per inganno. Ti:<. Br. 5. 41. Quando e-
-li fil leone) 'e più crucciato contro al-
l' uomo, e più d' ira pieno e di mal ta-
lento contro a lui, allora gli perdona piut-
tosto, se egli si gitta in '""' ".[? """,,'
dimandargli mercede. E.<p. l'at- ^"''-J^'
Tutte le volte che tu di' tuo paternost o
dinanzi a Dio che vede tuo '^""" • '""<■
ira. e tutto rancore, e tulio mal talento.
1 "■ S III m '""' talento, diccs, eli,-
licamente per Pieno di mal talento , di sde-
gno, o Con intea:^ione di offendere, 0 vendi-
i472
TAL
carsi, m /4!am. Gir. 3. 67- Kc quil'ardilo Rr
resU coDtcnto, Ma si surra con lui di mal
talento. Maini, 'j. 8i|. Se n" esce colle man
piene di vcnti^ Mu dicci volte più di mal
talento » . (C)
^ §■ 'V. Di nifi/ìs.finio talento , vale
lo stesso j ma ha più di forza, Varch.
Slor. lih. 4. Erano veriO i noluli di ma-
Jissimo lalt-nlo, he altro , per manomet-
tergli, «spanavano che quello che avven-
ne. (C)
f g. V. Mal talento d'alcuno , posto
CO.SÌ avi erbial mente f vale lo stesso che
Contro voglia, A dispetto d' aldino. I.at.
invito aliquo. E»p. l'at. JVost. Se egli ti
xcmiira forte cosa e prave a perdonare luo
mal talento, ec. ( (/iii la stampa alla pag.
^^- ^*"/rff^ <]Uando questo spirilo 1' hae sì
alluminato cr. allora gli fa giltarc del cuore
tulio odio, e tutta rancura, e tutto perdo-
nare suo mal talento, se cUi n' bac pun-
lo).
* §. VI, J)i suo talento, posto avver-
hialm. vale Spontaneamente . Segner.
Jtfann. IS'ov. 4- 3. U conforto suppone che
il confortato concorra di suo talento a par-
te dell' o[iera. (f'j
f §. VII. Talento, e anche Somma di
danari presso gli antichi, e vi e il grande
e il piccolo. Lai. talcntum. Gr. TotXavTOV.
Pass. 2^. Al servo vìie nasrose il talento
del suo signore, perchè non guada|^no con
esso, fu tolto il talento. A' 25. Inlendesì
per lo talento commesso al servo, col qua -
le Iddio vuole che si guadagni e facciaci
prò, la grafia, il conoscimento, il tempo,
il buon Volere die Dio da all' uomo. Zi-
hald. Jndr. 6. Domandandogli un povero
UDO talento, dibse: troppo barebhe darlo a
uno suo pari. Ovid. Pist. 21. Con queste
rose ti dunavano dieci talenti d' oro.
f §.VIII. Talento, /ipuratam. vale anche
Grazia, Dono della natura, Attitudine, o
Disposizione natura/c a far ijucsla, 0 quel'
la cosa, Al'iliti'i, Capacità, f'.tp. J'ang.
Non è niuno che possa dire con verità :
io non ho ricevuto da Dio verun talento.
5? Maini. 3. 2C). Ove mostrar volendo il
kuo laleiilt» Fece un discorso, e disse co-
se tali, Che er. Segner. Fred. 3. I. Essi
osarono far insulto a persone così chiare
per liloli, o per talenti, come io vi voglio
concedere faiiliinMile che voi siete. fO li
28. l3. MeriloUe (le vendette) quand'e-
gli ( Iddio ) vi doto di talenti si rìguarde-
voHI A* Mann. Ott. i^- 3. Ti semlira d*
essere sì hcii fornito o dì maniere , o di
ineriti, o di talenti, che si dcMia a te, co-
me le, usar più rispello , dì quel che si
usi al comuDi' dell' uman genere, ne* fal-
li stessi elle Min eoininesii tla le. (.X)
'f i^ TALI'A. Term. de' Mitologi.
Quella delle nove Muse, che presiede al-
la Commedia e alla Poesia lirica. Chia-
br. rini. pari. |. pag.^i). ( Cervmia 1731)
Per qua! I agion la hi-ll.i lancia arresti ì
Ah che Calliope, ah che Talli non san-
no ce. (A)
TALIONE. Ved. TAGLIONE.
TAM-IRK. l'art il tallo . Lat. ger-
minare. Cr. Ej«>/etv. Dep. Decani. 77,
Un bel cesio di lattuga si dice quando si
allarga in terra , e fu come una grossa
pina iti fitglie ; ina quando si innalta per
fare il seme , si dice con v«ice , ctmie si
txcde, cavata da' («teci ; tallire.
TALLITO. Add. da Tallire Tir. A-f.
27». Certe lallugacce lallile, «he era co-
me mangiare scope. Cant. C-irn. Oli- 7I.
«Quando la nostra è hen IbIIiIw e dura. Se
ne slilla un liquore rie*ro, e .li lai n.ilura.
Che
spe^n-'
olle itifirmitli 1' aiilore
TALLO. La nie.ixa dell' erhc, quando
rogliono .lemenzirr. Lat. thallus, gennen
Cr. &«/)o;. CV. 6. lOl. 4- ^ quel me-
«l«»iino adopera il sugri pestato, e i suo
TAL
talli, OTTero cime giovani fritte nell* olio-
Pallad. Fehhr. 25. Voglionsi veliere i tal-
li ancora mezxì secchi col seme, e poi al
Sole seccargli. Alam. Ct^lt. 5. I28. D* un
picciul sasso Se le carchi la fronte, e ta-
gli alquanto Del sormontante tallo.
§. I. Tallo, per Marta da innestare, o
Bamuscello da trapiantare. Cr. 5. 7. 2.
Ottimamente sì piantano co' talli, o culle
vette ne* lunghi caldi del mese di Ottobre,
e dì Novembre. Pallad, Man. 20. Si pon-
gono i talli, c'wìc piantoncelli, in terra le-
taniinata e lavorata, sicchi: caluno capo del
(.allo sia imbiutato dì sterco. !ìav, Colt.
198. Poni, trasponi salvia, ramerino , ru-
ta, talli di vivuoli.
§. II. Mettere, o Pimeltere il tallo, Jì-
guratantente vale liisorgere, Hinvigorire.
Tac. Dav. Ann. l5. 210- Nondimeno T a-
dulazione rimise il tallo. Malm. 6. l4-
Perchè il vizio ri6glia, e mette il tallo,
g. MI. /iimetlere un tallo sul vecchio,
si dice di Chi nella vecchiaia ripiglia vi-
gore. Cecch. Spir. 1. i. La sortaccia Con-
tro V oppcninn di tulli i medici Lo fé'
guarire, e rimettere un tallo In sul vec-
chio. Segr. Tior. Mandr. 5 6. Voi, ma-
donna SoNtrata, avete, secondo mi pare ,
messo un tallo sul vecchio.
TALLONE. Os.-to del piede, posto qua-
si come base sotto gli o,tsi della tibia.
Lat. talus. Gr. asTsayaXo^. G. ì'. 2.
7- 2. Aveano ce. le calze santa peduli ,
infino a* talloni legale con coregge. Petr.
cauz. (\2. 6- Punta poi nel uUon d* un
picciol angue ec. Lieta si dipartio. Mor.
S. Greg. Il profeta è menato per 1* acque
ìnfino a' talloni. M. Aldohr. P. A'. 3o.
Ne' piedi sono duo vene dì sotto i tallo-
ni dal lato di fuori, che la fisica appella
sciatiche. Alam. Colt. 2.54- Sian nervo-
se le gand>e ce. , Corto il tallon, che non
sì pie-Ili a terra.
TALMENTE. Avverb. Con modo tale.
^ Segr. Fior. Pr. 16. Talmente che
viene a usare la hberalità a tulli quelli ,
a clii non toglie, che sono infiniti, e mi-
scria a tutti coloro a chi non d*j, che so-
no puebi . Ilorgh, Hip. 263. Da tulle le
bande si apriva, talmente che la Dea in-
torno inturno rimirar si polca, e non a-
vea partt- che a rimirarla non empiesse
altiui rii maraviglia. (C) J'iv. prop. 22
Talmente che la prima (grandezza) alla se-
conda abbia maggior pri>poruone , che la
terza alla quarta. A' 29. Talmente che la
rimanente C F resti ap|>unto proporzionale
alla E. Salvia. Pros. To.w. l. 17. Qxic-A?
dote del scnuo ce. ella aveva falla talmente
sua, che lo stesso era il vedere il suo mae-
stoso insieme ed amabile sembiante, quan-
tt> la prudenza medesima.
•f « TALMUDDE.c TALMUDE. Ti-
tolo di certo libro degli I-J'ret, che ostenta
dottrina e instriizionr, e che e pieno di mol-
te favolose e false esposizioni tifila Sacra
Scrittura. Segner. fncr. 2. a3. 6. Gli Ebrei
ec. nel Talinudde, da lori> tanto stimalo, che
lo pareggiano ai libri dì Mosè ec, vomitano
contro il Signore del cielo beslemmie ulì .
ec. /■.' appresso : Di questo empio Talmud*
de si puu direche ec. ( ,4)
't * TALMUDISTA. Commentatore ,
ovvero Os.tervalon' del Talmuiie. Tolom.
lett. ^ 137. Non posso adunque racconciar
le parli, quando il tutto e scomposto. Ma ciò
non vi turbi, perchè non s'impara mai altri-
menti, < he col far da principio male,erol-
r avvezzarsi a poco a poco a far Itene: e Dìo
(secondo i Talmudisti), prima the faretsr
qiieit.t mondo, fere molti altri niondije per-
che nmi iilavaiiii a kuo mtttlo, li guatiò. /ted.
tn.f. S^. Strabone similmente, t-d i Talmu-
disti citati da PC, no ntivrraao di sette ver-
tebre, re Segner. Incr. a. 2^, la. Non so
IO io qui soggiunga qucUu che ioicgUauo ì
TAL
Talmudisti . E appresso : Staliilisrono ì
Talmudisti, che se un reo sia condannato
a morte, ec. (A)
TALORA. Avverb di tempo, che vale
Alle volte, .Hlcuna volta. Talvolta. Lai.
interdum. Cr. rfvt'oTC Dani. Par. i. Così
da questo corso si diparte Talor la creatura.
Petr. son. i3. Talor m* assale in meno a*
tristi pianti Un dubbio. lìocc. nov. 1.32-
Fra se talora dicevano.
TALOTTA.^tie/-*. Talora. Lat. intera
dum. Gr. evtOTS. Fr. Giord. I*red. S. Uc-
cide altrui lalotla, e talotla e morto egli. E
appresso: Taglia alcuno membro, talolla la
mano, talolta no dito, e talolta l'occhio.
Coli. SS. Pad. Laonde i frali fanno se-
dili per setlerc, e talotta gli tengono per
guanciale, quando dormono. Dani. / ir.
Niiov. 8. Salvo che talotta gli suoi occhi
mi parca che si vidgestero ad un fiume
bello e corrente, ec. Cron. l'eli, 47- Abi-
tò talotta solo, e talotta con tutta la sua
famiglia, e talotta con parte.
•f» TALPA, e TALPE. Term. dt* Sa-
turalisti. Animale che ha il capo che ter-
mina in una lunga e mobile proboscide j
gli occhi assai piccoli j in luogo degli
orecchi esterni un orlo poco rilevato in-
torno al meato uditorio j le gamlte na-
scoste sotto il collo, fa sotto terra per
lunghe tane the es.to si scava. ì'ive di
vermi. Lai- talpa. Gr. c::a/af, a7Ta)«f -
lìut. Purg. 17. I. La talpa è uno anima-
le simile allo t<
po,
la quale vive di ter-
ra, e dicesi non mangiare tanto quanto
r t bisogno, per paura che non le venga
meno. Fior. ì'irt. A. M. Puolesi appro-
priare lo vizio della bugia alla lalpa , che
non ba occhi, e va sempre sotterra; e
s* ella apparisce all' aria, si muore incun*
tanenle. Ott. Cvm, tnf. 7. lo5. Neil* A-
pocalisse , capitolo nono, è scrìltu: guai,
guaì, guaì a quelli che abitano in terra ;
lì abitanti in terra a modo di talpe, sono
lì avari. Cr. 6. 3. 17. Contro a' topi e
talpe fa prò negli orti gatte, o mansuete
e dimestiche doUnole. Dant. Purg. 17.
Se mai nell'alpe Ti colse nebbia, per la
qual vedessi Non altrimenti che per pelle
talpe. Petr. Frott. Certo non pur le tal-
pe nascon cieche. Alam. Colt. 3- 37.
Questa chiude il terrcn , questa è veneno
Alta notturna talpa, al topo ingordo. Buon.
Fier. 4- a. 7. Sott'acqua pesciolio, talpe
sotterra Non si celi, ec.
* §■ Talpa. Term. de' Mtuiiscaichi.
J'ed. TESTUDINE. ^A)
TALLWO . 1.0 stesso che Alcuno .
$ Malm. 3. 3. Era in quei tempi la ,
quando i geloni ec, E talun che si spac-
cia t milioni , Manda al presto il tabi.
cc.(B) Segner. Qiiares. prol. Ho io bensì
prttruralo nella elocuzione di mettere ogni
studio, come ritrovo che vr lo pit>cru uoa
ordinario un Leone, un Girolamo, un Cri-
sostomo, un Cipriano, e lalun altro de'
Padri. Menz. sat. 1. Mi domanda lalun ,
s* io studio in Marco, re F 4- ^ forse
v' ha laliin, che, mentre ascolta. Se d* a-
tra invidia, o di «lisdegno rode. (ì)
TALVOLTA. Avveri. . Talora. Lai.
intenhim. Gr. Cvt'oTC. Pocc. nov. i. 3.
Avviene forse talvolta, che da opinione
ingannali, re. F nov. 17. 36. Come usa-
to era laUolta di fare Coli. SS. Pad
Della qual lalv<dta rravam toccali per ten-
lazion del nimico, v Jleav. Celi Fit. 1.
255. A Denvcnulo talvolta potrete dare
qualche cosa Inuma. iC) lied. leti. 2.
382 Ha non poca ragione 1' eruditissimo
>ifi,. Erbelol di lame stima, e di non ave-
re a vile ili comunicai' talvolta trco )|li
amenissimi suoi studii. F 2<fO- tonando
sou cosi russi e maturi sull* aliterò f 1 «^uf-
lili ) , ne gocciola talvolta ec. un «.irti*
dolce liquore, che ti rappiglia-
TAL
* g. I. E per Tuttavia, Nondimeno.
JScnv. Celi. Vit. a. 35. SeMiene io vidi
uà* altra guardia, talvolta quella non vol-
se veder me. (C)
« §. II. Per Forse. Jìenv. Celi. Fit.
1. 209. P'atlo suIjÌIo uu consiglio di me-
dici, lo medicarono , non si risolvcado a
spiccargli la gaml>a affatto, che talvolta sa-
rebbe campato. K 298. Mi consigliava
che io non fossi co:ȓ turiobO a partirmi, che
talvolta polria essere, che il male non l'un-
si tanto grande quanto e* mi parve. fCj
TAMANTO. Jdd. Tanto grande. Tan-
to fatto. Lat. tam magnus , tnntus. Gr.
TOffOUTO^. Tdi'. Kit. Acciocché taraanto
disonore sia per voi ammendato. Dtttant.
6. 12. Tamanta invidia per questo s' ac-
cese Nel ctior di Saul, che^ come è det-
to, Più volte e più alla sua morte attese.
Cecch. Esaft. Cr. 4- l- 1» ''^' <^^*^ '^^^
pigliamo orsi taniauti- Buon. Tane. 3.3.
C. Evvi cipolla? O. Sì, fa tu» taniantaj
L' ho 'nialata, condita, ed bolla infranta.
TÀXIAKINDO. Albero di grandezza
simile al frassino, che nasce neW Arabia,
felice, e nelle Indie orientali e occidenta-
lif donde sono a noi portati per uso di
medicina 1 suoi frutti simili a" baccelli ,
detti anch' essi Tamarindi. Lat. tamarin-
dus. M. Aldobr, Tiene il corpo soluto
con acqua cotta di susine» e di cassia fi-
ttola, e vivuole e manna e tamarindi. Mil.
31. Poi. Sì gli danno a bere i tamarindi
coU' acqua salsa, por farlo andare a scila.
f'olg. Mvs. Sono i tamarindi certi datte-
ri agretti e acetosi, e sono frutti d' una
palma salvalica dell' Indie. 7'ej. Pov. P.
S. cap. 6. Anco la medicina di tamarindi
non ha pari. Hicett. Fior. 68. Il tama-
rindo ec. h frullo d' un albero simde di
fatleua al carrubbio.
TAMARISCO. Tamerice. Uh. cur. ma-
lati- Il vino sia stalo tenuto per tre ore
prima ìa un nappo di tamarisco di buon
foodo e ben coperto , e '1 coperchio sia
ancor esso di legno di tamarisco. Tes.
Pov. P. S. cap. 26. Anco mollo giovano
( al male della milza j le foglie di tama-
risco colto iu aceto, e postovi sopra-
* TAMBASCIA'. Sollazzo, Tempone.
T'arch. Ercol. 65. Credono che da que-
sto verbo, e non dal nome borgo, sia det-
ta l>«rgbinella, cioè fanciulla che vada sber-
lingacciando , e si trovi volentieri a goz-
zoviglie e a lambascia. E 285. Noi pro-
uuniiamo chermisi, talTettà, scangè, tamba-
scià, ce. (•)
# TAMBELLONACCIO . Peggiorai-
di TamMlone nel signific. del g. Cecch.
Prov. 32- E 2^ic\ie ( ì tambelloni ) sono
ooia materiale^ però a uno spensierato se
gli dice per simuitudìae tambellone e tam-
bellonarcio. (C)
TAMBELLONE. Sor la di mattone gran-
de, che scn-e principalmente per uso d
ammattonare i forni. ^' Cecch. Prov. 3l.
Tambelloni. Questi sono una sorla d' em-
brici di terra colla in quadro, grossi tre
dita, lunghi tre quarti di braccio e larghi
un mezzo braccio , tondi sul taglio più
rorto, che servono per murargli su' mu-
ricciuoli da sedere. ( C}
t §. Detto altrui per ingiuria e
scherno vale Scimunito, Dappoco. Lasc.
Streg. 3. 1. Eh eh, lavaceci, lambellooi,
di che ridete voi ? * Cecch. Prov. 32. E
perche sono (i tambelloni) cosa materiale,
però a uno spensierato se gli dice per simi-
litudioc tambellone e tambellonarcio. f Q
TA.MBCRACCIO. Peggiorai, di Tam-
buro.
§. Per Sorta di strumento da sonare.
Ciriff. CaU\ 2. ^8. Tante Irombclle, sve-
glie, e cembanelle, E tamburacci, e nacche-
reni, e corni Si sonavano, ec. Ped. Annot.
Ditir. 89- Il lamburacrio è un grande stru-
Focabolario T. il.
TAM
meuto da suono alla moresca, simile di fi-
gura a UDO de' due timballi delta cavalleria
alemanna, fatto di rame, coperto di pelle di
tamburo, e si suona con battervi sopra un
pezzo di canapo incatramato.
3 TAMBUKAGIONE.// tambitrare,Quc-
rela, nel significato del ^. l'arch. Stor. 4-
77. Pagare per ogni volta cinquanta fiorini
d' oro ec-, scrìvere e fare scrivere in sur un
libro nuovo ec. tulle le accuse, lamburagio-
ni, noliCcazioui, ec. E 78. Tutti i so-
praddetti niugistiali erano tenuti sulto la
medesima (iena di dovere avere fra venti
T A M
1473
■mi, dal dì della notizia, giudicato secon-
do lelegfìi e statuti del Comune di Firenze
ec. ogni e qualunque «luerela o tamburagio-
ne io qualunque modo falla.
^ §. J'^ per la Ccirta contenente la <jtie-
rela . « l'ardi. Stor. II. 3f^^. Quando
il magistrato apriva il tamburo ec. le più
volle ardevano e stracciavano tutte le poliz-
ie e taniburagioni» . (C)
TAMBUHARE . Querelare altrui con
mettere quercia contro di esso nella casset-
ta detta il Tamburo, l'arch. Stor. li.
3.^4- *-*'* chiunque vuol tamburare, cioè
«ccusare o querelare chi che sia d* alcun
maleficio ec-, scrive in sur una polizza : il
tal ditale ha commesso il tal eccesso.
g. I. Per Bastonare, Percuotere. Lat.
cadere. Gr. tuttsìv- Burch. i. 26. Tam-
burarono il cui di Gramolazzo. Hfalm. II.
26. E talor, non vedendo ov" essi danno ,
Si lamburan fra lor come vitelli.
*-J- ì'r §. II. Tamburare, oggidì è voce
usata anche ila' Macellari, i quali /quando
hanno ammazzato un vitello, o bue ec. , lo
gonfiano, ed acciocché il vento passando da
per tutto faccia spiccare la pelle dalla car-
ne, bastonano la heslia con alcune mazze.
Min. Mahn. pag. 5o4. i>* dice tamburare,
perchè date ( le bastonale } in quelle pelli di
bue ec. gonfie, fanno il suono simile a quel-
le del tamburo, strumento guerriero. J-'ed.
TAMBUSSAUE, g. (Jj
TAMBURELLO. Dim. di Tamburo.
T'iagg. Sin. Ciascun prete di ogni popolo
Va la notte tre vulle con Uno tamburello
Sonando. Frane. Sacch. nm. i\. Giù trom-
be e trombellini, Sveglioui e naccherini
Ver li nimici torni e tamburelli. Morg. 2.
DO. Nacchere e corni e trombe e tamburel -
li. E 12. 36. Sentiensi tamburelli e zufolet-
ti. But. /nf. 22. I. Prendono cammino
con suoni di tamburelli, di corni, di nacca-
ri.
♦ TAMBrRETTO. Tamburello, Pic-
colo tamburo. Accad. Cr. Mess. Per il suo-
no non v'erano alti i strumenti, che due
tamburelli di lej^no concavo, disuguali nella
grandezza, e nel tuono basso e soprano, uni-
ti e accordati non senza qualche proporzio-
ne. (A)
*t ''■ §■ Tamburello, per Piccolo sedile.
Accad. Cr. Mess. lib. 3. pag. 334- I-a ta-
vola del Re era grande, ma liassa, ed egli
sedeva sopra uu semplice taraburelto. (A)
TAMBURINO . Sonator di tamburo .
Lat. tympanisles., lynipanotriba. Gr. ru,u.-
TravtTTT;'^ , tu^TTsivotìi^t;;. .V. F. II.
89- Mandarono un loro trombettino e uno
tamburino in sul fosso delle mura. Bern.
Ori. 2. 28. 53. Mentre stanno alla festa ,
un tamburino Dal catafalco si getta a stra-
mazzo.
g. I. Far come ti tamburino, maniera
proverbiale, clic vale Tener da chi vince.
§. II. E Tamburino, diciamo anche a Uo-
mo finto, doppio, e che fa l'amico ad amen-
due le parli contrarie. Buon. Pier. l\. 2 7.
Si rivollan frittate, e tamburini Saltan da
qua a la, scambiando manto.
S. III. Per Tamburo piccolo. Beni. Ori.
2. 12. 35. Sonavan trombe e corni e tam-
burini. >4r. Fur. 10. 74 Dove ne' prati
alla cillk vicini Vide adunati uomini d' ar-
me e fanti, Ch* a suon di trombe e a suondi
tamburini Venian parliti a belle schiere
avanti.
g. IV. Sonare il tamburino colle dita ^
vale Batterle su checchessia, come si suoi
fare sul tamburo. Galat. l5. Non si deono
anco tener quei modi che alcuni usano, cioè
cantarsi fra' denti, o sonare il tamburino
colle dita. Farch. Ercol. 265. Come si vede
chiaramente infino quando altri suona il
tamburino colle dita.
•f * TAMBURLANETTO. Dim. di
Tamburlano. Magai. Leti, scienl. pag. 3A1.
Teneva a stillarci fìoii sopr;i uno studiolo
della sua camera in un tamburlanetto d'oro,
a lume d' acquarzente. (Aj
*t '*' TAMBURLANO. Term. da' Chi-
mici, Distillatori, ec. Arnese di metallo
per uso delle distillazioni. Magai. Lett.
scient. pag. 83. Una campana di piomho
duri a stillare dieci anni, non imparerìi mai
a farmi quelle separazioni ec. che mi farà
un tamburlano. £"Ze«.j^/n. part. \. 18.
Tante sono 1' eSsenze o gli spiiiti che esco-
no da un tamburlano, quante sono le sorte
dell' erbe o de' fiorì che vi si mettono Bel-
lin. Bucch. 109. E là quel tamburlan col
suo strumento, Che gli rinfreschi il capo
quando ci stUla, E li quella gran turba di
pestelli, ec. (A)
^§. Tamburlano, dicesi anche nell' uso
un Arnese di legno afoggiadi tamburo, per
iscaldare la biancheria. (A)
f TAMBURO. Cassa di forma cilindrica
fatta di .-sottilissimo legno, i due fondi della
quale sono coperti di una pelle stesa, e su
di uno si batte con due bacchette di punta
tonda per farlo sonare. Lat. tympanum.
Gr. rJu.~&vOv. Dant. Inf.22.. Quando con
trombe e quando con campane. Con tambu-
ri e con cenni di castella. Esp. Salm. Lau-
dino il nome suo nel coro , nel tamburo e
nel salterò, e dicano ì salmi a te.
g. I. Tamburo, diciamo anche ad una
specie di ì'aligia Jatta di legname a uso
di forziere , e coperta di cuoio. Buon,
Fier. /ntrod. 2. 4- Apri e riserra Or ras-
se, ora tamburi. E 2. 1. i3. Uno, due,
tre, quattro e sei Fra tamburi e fra va-
lige.
§. II. Tamburo, per similit. J'arch.
Stor. II. 344- Stavano e stanno ancora
in alcune delle chiese principali , e spe-
cialmente in santa Maria del Fiore , certe
cassette di legno assai ben grandi, serrale
a chiave, appiccate d" intorno alle colon-
ne, le quali cassette, chiamate tamburi ,
hanno dinanzi il nome scritto di quello
uCcio, o magistrato a cui elle servono, e
di sojTa un'apertura, per la quale si può
da chi vuole mettervi dentro, ma non già
messa cavare, alcuna scrittura. Ora chiun-
que vuol tamburare, cioè accusare, o que-
relare chicchessia d' alcun maleficio ec. ,
scrive in sur una polizza ; il tal di tale
ha commesso U, tale eccesso , ec. ; poi l.i
getta segretamente nel tamburo di quel
magistrato, al quale s' aspetta ordinaria-
mente la cognizione di quel delitto , ec .
Dittam. 2. 23. Qui non temeva la gente
comuna Trovarsi nel tambur, ne d' esser
preso Per lo bargello sanza colpa alcuna.
5? Kov. ant. g. 2- A questo tulli s'accordaro-
no, e fatto Lodovico una tamburazionc la
mandarono nel tamburo della detta gabella-
(N) Sah-in. Disc. 2. 74- Questo tamburo s'
apriva dall' esecutore degli ordinamenti
della giustizia, ufiziale forestiere.
^^. m. Tamburo, dicono gli Architetti
a Quella parte d' una cupola che resta
per l' appunto sotto il principio d' una
volta fino ai piloni degli archi. Baldin.
Dee. Non dentro la cupola per non rom-
per le legature de' mattoni, non dentro il
tamburo per essere egli sotto il conùcio-
ne. (Aj
i85
8. IV. Tamburo , si d,ce anche ,IM
Spìzie di pesce. Red. Oss an 166. fie
nostri ^ari pescasi , ancorché a. ra.lo UQ
certo pesce che .la-pescato,. L.vornc.. eh, -
masi pesce tan.l.uro, ,1 quale ec. dal Sal-
"anoLnom.nalo mola, e .lai P.on.leleno
fu dello oriraeoriscus . E 167. Avca lo
squarcio della Locca il doppio p.u grande
della hocca .li questo pesce taml.uro.
* g V. Tamburo, term. degli Ormo-
Ini , aiindro composto di copetchio .fa-
scia e fondo, in cui i cl.iu.<n la molla, e
.,u cui si ri.'olge la catena degli onuol, da
""TAMBUSSAnF. . Darhus.te, Percuo-
itWm. 3. 35. Ch- celi
T A rr
terc . Bastonare. — .
stesso , che sa d' astrologia , Vuol , prun..
che '1 nemico si lamhussi , Veder che n
cielo sien hcnigni influssi.
•t * e. Tamhussare. dicono 1 Macel-
lari per lo .<l,-sso che Tamtmrare .nel
senso del § IH. Min- >'al">- P"?- ^■\-
Quaiid.. i niaccUari hanno anuu.iKato un
vitello o l.uc ec. , l.asl,>nano la bestia con
alcune n.a«e, e questo si dice lamburare.
n lambiissare. (A) ~-i..i'
tTAMEKlCE. TAMERICE, e TAME-
RIGIA. Arbusto con lo slelofornito d, molti
rami sottili e pieghe, ol, con figlie piccolis-
sime simili a quelle del cipresso. Produce
fiori bianchicci . e la sua scorzasi usa in
medicina come astringente. ' fi^"f" «"■}■''•
tamanscis. myrica. Cr. 5. 60. 1. ^ la-
.narisco, dello tamerige, fe arbore .1 quale
ba foglie sirene e solidi , sempre verd, .
Pallad. ^o^■. 8. Di .lucslo mese ali en-
trala r api fanno il mele d, fi"" '^f"""';
,. d'altri fioii sal»at,ch. (qui inforza d
add., e l'ale di tamerice). Af- ani. 22
, Av.-a distesa una tovaglia h,anch,>s,ma
sull' erba veide , ed aveva suso un lame-
rice con vino, e suo mangiare mollo po-
lito (cioè, un vaso di lameccc).
•t * TAMIGIAKE. .Stacciare. J\ir.
Art. letr. 7. l3l. Finito di sfumare lui-
in il zollo, cosi caldo si cavi del tegame,
e di nuovo si pesti e tamigi ben.ss.mo, che
pure sari in polvi;re ni-ra. (.'/; .
•+ * TAMIGIATO . Add. da lami-
giare. Tier. Art. l'elr. ;. 1 Ifl r,gl.a acqua
vite di prima passala ec, pò, meli, once
una di chermisi polveril.ato e tam.giato ,
come ec. (Ai ...
+ TAMPOCO. Awerb. Ancora, di-
meno, ni pure,esiusa sempre con la ne-
gatila innanzi . Lai. nec elian, ne qiii-
con tampoco Neil' aver favorev.dela M..>a.
Cai Sist. lli-J. Nt i.> lanipoco ho preteso
dip.ovarla, ma s.do di mostrare come ..e.
E 3.'>7. Non si scorg.i.d.i una tale ( ,"■'-
iationc ) , nb lamp..co un.. m,nore ,.elle
fi.se. * Chiabr. HI. 6. Egli v.«e non
gii bisognoso , ma nb tampoco ahhondan-
lissiino. (C)
TANA. Stanzn da bestie, Caverna. I.M.
luTtriim , caverna. Gr. S7tvlX«iov. Pani,
laf. 24. S..n Vanni Fu. ci Best,a, e FisLoa
n,i 1.. X-gna lana. Cr. 10. 3^. 2. Le volp.
nelle lane loro si prcndon.i in '|"eslo mo-
do. Cavale. Uled. cuor Le volp, hanno la-
ne , e gli uccelli nido.
§. I. l'er tossa, lìnea. Pallad. S ,n-
frarider.-l.bon le vitiliosle , racc.dl.. l'.,m..re
,n .lueslo la,..' , se inronlanente non si r.em-
niessouo colla terra.
f II. Per similit. ìhit. tnf. 33. 2 Il.em-
pi.m sotto il egli., l.mo il coppo, clob tut-
ta la tana degli occhi.
TANACETO. Sorla d' erba odorosa si-
mile al Malricale . della allrimenti .ita-
nasia;edè di due .<petle. Lai. laaaceltim,
attanasia .
+ TANAGLIA. Strumento difcrnK
composto di .ft..- pe-zi attaccati insieme
per via di un perno, intorno al qua-
le si aprono , e chiudono ; e serve
per uso di strignere. di sconficcare, o di
trarre checchessia con violenza. LA. for-
crps . Gr. itufa'v pa /''cc nov. O9. 21.
Messegli le tanagl.c .n b..cra ec, lu dall
■iltra per viva fona un dente Urato luor..
Pataff-. 6. Con le tanaglie di cerracch,..
venne. //cr,i. Uri. 1. 4 45- Scontrasi
con Spinella per la via, E T afferra qual
.biodo la tanaglia. E 2. l5. 23. Ch. non
fu presto a staccar le tanaglie , lo dico a
sciorre il cavo, ebbe la stretta. Vav. Uraz.
Ceu. delib. 148. L'aggavigni, e cinga, e
1' aggrappi , e tenga come tanaglia.
i l. PersimUil lìant. Inf 29 O'".
clH- colle dita li dismaplie, Commc.o '1 duca
I mio a un di loro, E che fai d' esse talvolta
tanaglie , ec.
g? II. Levare, 0 Cavare alcuna cosa
colle tanaglie ; modo proverh. , che vale
Ottenere, o fare alcuna cosa con gran-
dis.iimo s/orzo e violenza. Salv. tiranch.
a 5. lo „..n ho ancor dietro A iiuesto tuo
ehiribUio polulo Cavarti pur di b.>cca una
,,ar..la Colle tanaglie. Ilern. Ori. l. IO.
2. E quand- eli' è di .luella fina e buona ,^
Colle tanaglie non si levena.
§. 111. Tanaglia, per metaf. Din. (omp.
3. 56. T.neasi col popolo grasso , pcroc-
chb erano le sue tanaglie, e pigliavano .1
ferro caldo (cioè, le sue Ione ).
fi. IV. Tanaglia, per lo Tornitalo del-
r attanagliare . .M. 1'- 10. 33. Sania al-
runo l„rmenlo c.nlessò la sua ,mqu,lade,
e condannala alla tanaglia ce, fece terr,b,le
esempio air altre.
# §. V. Tanaglia, dicesi dai Militari
un- Opera alta di fortificazione innanzi
alla cortina che si distende verso la cam-
pagna con due punte somiglianti a quelle
d- una tanaglia aperta. Calli. Mem. leti,
ined. l. 32. Questa maniera d, forl.licare
s. domanda forbice o tanaglia, (ij
* S VI. Tanaglia imbracaloia . Lina
sorta di tanaglia così detta da' EonJitor,
di metallo, per essere fatta in forma di pò-
tere abbracciare i correggiitoli .ne' quali
esso metallo si fonde. Jlaldtn. (B)
* TANAGLIARE. Tormentar con ta-
naglie. Segner. Mann. Gemi. 3. 3. S. sen-
tono ora .lislogare 1' ossa , non allrmienli
che se fossero su un rculeo, or arrotare,
or tanagliare, or. f/J
TANAGLIETTA. Pim. di Tanaglia;
Piccola tanaglia, lolg. .Mes. Tirai., colle
tanaglielle, e tagliai., loslo colle lorl..c...e
rovenli rasente la r...lire. Jlenv. Cri' Oref
11. Tenendosi dal manico con certe una-
gliene falle a fMlsta.
•| TANÈ. Color lionato scuro . che e
color mezzano fra il ro.<.'0 e il nero .ed
e proprio del gu.Kio della castagna, tir.
ìlìaì beli. dona. ict\. U cb.r bi..n.l« e un
giallo non mollo arcoio. ni- m..llo chiaro,
ma .leclinanle al lane. /•-' 4o3. L uso co-
lmine pare che abh.a oticnulo che il lane
..seuro. Ira gli altri colori, .itlenga n.ll
..e.bi.. il prin... grado. I.ib. Son. Ix\. Ve-
slininii di lanb in un cerio fosso. Ilorgh
Hip. 242. Il lanb b color menano tra il
rosso o il nero.
TANFANARE. Tartassare, lac. l'av.
Poti 451. Teocrito ne' l>io>curi dice che
Amilo r.' dei Debrici facendo con Polluce
alle pugna col cesi.. , le b. larlassavu , lon-
tanava , loml.ava , conciava male.
TA>FO. Il Jelor della nnitì'a Lai. sl-
lus mephilis . Gr. aiiwor,; »T5fV«'-
I arch. Star 6. 161. Una pesl.leni.oia
infen.iili re eio mirala in tulio qnel
campo . nel quale Ira il mal governo r
il lanlo degli allogg'amenli liUli umidi ,
e ripieni d' eibe . erano m..ili Mnll. e.
Eir. As. 2.5.1. O l«. che mi hai ven.lu-
ta quésta bolle . eli' b m.illo vecchia , r
por lo tanfo che vi b dcniro . non posio
T A N
vedere se e' b alcuno luco (qui M*'^[
la muffa medesima). Serd. Stor. 1». itig-
li pestifero puMo della sentina, e 1 un-
fo e 'l succidume affligge e corrompe 1
corpi .
t TANGENTE, f'ic tocca; ed e pro-
priamente Aggiunto di linea retta che tac-
chi una curva in modo che non giunga
mai entro la sua circonferenza . ed usast
per lo più snstantivamenle . Gal. Siti.
173. I tiri , che sono aggiusUli secondo
la delta tangente allo scopo orientale, ( il
quale , mentre la palla vien por la lan-
genle, si abbassa ) doverthber riuscir alti,
e gli orientali bassi.
TANGERE, r L. Toccare. Lai. tan-
gere. Gr. à-:T£53»ai. * Sanazz. Egl. *>
Quand' io appena incominciava a tangorr
Da terra i primi rami ec. Il vecchio pa-
dre mio ce. Con amiche parole » se chia-
mavami. E 12. Mille ne son che qn. «-
dere e tangere A tua posta |Mtrai. I C)
%. Efguratam. Pani. Inf 2. Io son
fatta da Dio, sua merce, tale. Che la vo-
stra miseria non mi lange. Frane. Bari,.
35 17. Lo quarto molli lange , Ecceder
troppo suo grado in veslire . Ci(M».. 3.
22 Cosi come doniclla, a cui 1 uom tan-
te Parole proverbiose, lor. ifed. 92. 6.
lo non vo- contar la trama ; Tangerei 1
particolare . _
* TANGEBOSO. Add. Vi tallo fine.
Delicato, Squisito, e vale anche Hensibi-
le. Sensitivo. Seni. Clauslr. 442. Egli b
lanlo langeroso edilicalo, che non puote
sostenere di vedere , nb d' udire , ne di
sentire alcuna soiiura, uè alcuna immon-
dizia. (Ci .
TA^GHEBF.LLO. Pim. di Tanghero,
voce bassa, e vale fiUanello alquanto ru-
stico e grossolano.
TANGHERO. Persona grossolana e rii-
itica '. Bed. Pitir. 12. Quei Lapponi son
pur tangheri! Son pur son, nel lor bere ._
Solamente nel vedere Mi fariano user de
gangheri. E Annoi. 46. Tangheri , vUIa-
ni , lolichi , di costumi rotai , d, natura ro-
vida e roixa; opilelo proprio, m. per di-
spreuo, de'conladioi |iil salvaUcbi.
TA.NGinlLE. Add. Che si può lorcn-
re Che cade sotto il senso del tallo. Lai.
,,,,'i langi potesl. Gr. «STO,. Dani. Conv.
I j6. Non si può dire che sia propriimenle
visibile, nb pr.ipriamente langd.dr . Cai.
Sul 62 Sebbene la materia celeste non
,,uó esser l..ccala, prrchb manca delle Un-
gibdi qualili . /""A. le-.. 258. Non SI
|,u,. trovare atcuno miglior giadite delle
.lual.li tangibili.
TANGOCCIO. Dieesi di Chi per so-
verchia groisezza apparisce goffi. Li».
crassior , ohesior . Gr. T«Xu*"«?" •
larch. Slor. l5. 621. Perchb essendo
I0..0II0 e langoccio . gli rendcT. un p..
d'aria. _
J.1 TANIE. f ocr luissa, e fuor iT uso ;
Litanie. Cavale. Erult. ling. 3. L uomo
domanila grazie come son.. le lanio. nelle
quali la Chiosa doman.la cerio grane e da
ilio e da- ..^anli. (J'J Alleg. l37- (Amsler-
dam. 1754) Del vostro prehl.alo miisico-
no Chi disse lo mi («ian le lame. Ch. lo
risposto dopo le Irt.oni Do' morti , « chi
altro pur da compagnie. (( )
« S. Tanie . vale anche Tanlafera ,
Ciancia e simili. Lase. rim. 2. .>5. Ter-
rebl...n peccati o gran paiz.o . A lor 0-
Kliu..li .oetlcr, l.allrnando. N..mi ch. non
aves.er le Tanie. Bellm. Pise. |. 257.
Dono che voi .vesto imparalo cinquecen-
lo di queste lame l.isogncrobbo che voi *i
faceste da capo a farvi .n.ognaro che cosa
significasse ciascuna di loro. (C)
TANTAFERA. Bagionamenlo lungo di
ce.se che non ben convengano insieme. Lll
fabula sine rapile Gr. pJSoi ««if«'»«
T A N
Bevn. rim. l. 63. Io noQ v* accoppicrò
come le pere , E come 1' uova fresche e
come i frjli Kellc mie 61aslrocche e (jd-
taferc t ce. Sai*'. Sptit. 4- 4* Q"*-'**^ ^*^'
tafcra non diì piace punto, e non mi posso
immaginare ove diavolo ella sia per l>at-
tere. Buon. Tane. i. i. riè mi star più
iu per le tantafere-
TAWTAFERATA. Tanta/era. Buon.
Fitr. 1. X. 2. Kè eh' i procuratori m'Ìn-
finùcchino Con lor taotaferate . £ 2. 4-
12. Quante tantaferatc e quanti agguin-
dolil * Car. pari. 3. Utt. g. Ho^-vi detto
una tanlal'eruta, che così m' è stala deltM,
cioè del modo dell* eleggere j che me ne
rapporto ec. (B)
TANTINETTO. Dim. di Tantino.
§. Un tantinetto , posto avverbialm. ,
vale Alcun poco, Alquanto. Salvin. Pros.
Tore. I. 99. Convenne un lantiuetlo lo-
darmi .
t TANTINO. Sust. Dim. di Tanto.
Pmnome, o nome relativo riferente quan-
tità. Tac, Dav. Stor. ^. 344- Sia lecho,
anti che correre tantino di rìschio , spro-
fondare il compagno. Buon. Fier. 4. 4- 2-
Per trarne un taulino Di sugo più di salsa .
^ %• I- Un tantino, posto avverbialm.,
vale Alquanto , Alcun poco . Segner .
Mann. Genn. 22- 3. Sol che un tantino
rimuova da te la mano. Buon. Fier.
3. I- 9. Lasciale ec. Le scarpe anzi alla
teglia y e pian pianissimo Voi innanzi ,
sempre più un tanlin schiudendo La lan-
terna a mirare; e veggo alfine ec. (l )
Imperf. Anat. C. i. lo volea riposarmi
un tantino ; ma che volete eh' io dira ?
llammi ingannato Ìl sonno, e stato sono
mezxora di più. (F)
* g. IL l'ale anche Pochissimo. Red.
leti. \S. Il povero Tozzi poi è mancato
un tantino che non sia andato in prigio-
ne. (CJ
f TANTINO. Add. Piccolissimo. Gal.
Sist. 363. Perchè tanto remote , accioc-
ché appariscano Iantine , e niente assclu-
tamente possano operare in terra? /V 364-
L' apparir tantine non detrae della loro
operazione. ^ Salvin. Jliad. 22. 638. Or
dunque noi Due con un sol destino ne
nascemmo er., E io in Telic sotto monte
placo. Selvosa, in la magion d'Eeiione,
Che mi allevò quand' io era iantina, ec. (/J)
Fortig. Bicciard. 3. 23. lo questo ben sa-
pca , eh' era tantino , E il numero dicea
delle peccata. Onde il maestro davami il
laotino , Disse Rinaldo, er. (Aj
* TANTINO . Avveri». Pochissimo .
Salvin. Odiss. 190. E avanti della nave
a negra prua Gillo, e fallì tantin che non
toccasse La punta del limone. (C)
TA>TO . ]\'ome relativo , o Pronome
che il dicano i Grammatici j riferente quan-
titàj che se riguardi una quantità conti-
nua j dinota grandezza. Lai. tantus. Gr.
TOffO'jTO^. Se una quantità discreta, di-
segna moltitudine. Lat. tot. Gr. TOffOjT^t.
Talora si usa colla corrispondenza di
Quanto e di Che, e talora senza. Filoc.
3. 101. Tante volle, quant* ella nella me-
moria mi viene , tanto questo desio più
focoso io me s' accende . Bocc. Pr. 2.
NcUa qual noia tanto rifrìgerio già mi
porsero ì piacevoli ragionamenti di alcu-
no amico e le sue laudevoli consolazioni,
che ec. F nov. 79. l4- Il maestro ec.
diede tanta fede alle parole di Bruno ,
quanta si saria convenuta a qualunque
venta . e tu tanto desiderio s* accese di
volere essere in questa brigata ricevuto ,
quanto di qualunque altra cosa più disi-
derahilc si potesse essere acceso . Petr.
son, 2* Non ebbe tanto ne vigor ne spa-
tio. Che potesse al bisogno prender l' ar-
me . E 119. Non può più la vertù fragile e
■lanca Tante varietali omaì soffrire- Dant.
T A N
Par. 2. E forse in tanto , in quanto un
quadrel pòsa, E vola, e dalla noce si di-
schiava , Giunto mi vidi ( ciac , iti tanto
tcm[io), l'arch. Stor. 11. 344- Quando il
magistrato apriva il tamburo, «he lo apri-
vano ogni tanto tempo, ec. ( cioè , ogni
dctcrniioato tempo).
f V g. I. Tanto, sì trova colla parti-
cella Sì innanzi, ed equivale a Grande .
ì'it, SS. Pad. 2 269. Lo tempo sì tur-
bò , e venne si gran piova, e fu sì tanta
tempestade per tre giorni, che non si potè
sotterrare. ( P'j
§. II. Darne, o Toccarne tante, e s*
intende Busse, vale Percuotere, o I\sser
percosso. Bocc. nov. 32. 10- Presomi per
la cappa, e tiratomisi a' pie, tante mi die,
che tulio mi ruppe. F num. il. Io ci
tornerò, e darottene tante, che io ti farò
tristo per tutto 'l tempo che tu ci vive-
rai. Eern. Ori. 2. l3. 39. Perchè il Re
gliene dava ogni di tante.
g. ili- Comprare, o Vender tanto, vale
Comprare , e Vendere a un determinato
prezzo. Lat. tanti. Gr. Ttsoi rozojzOM.
g. IV. Fsser tanto, vale Esser sufficien-
te. Bastare. Lai. satis esse. * Vit. S. M.
Madd. 22. Senta mille morti ogni ora; e
anco, se questo non bastasse, insino alta
6ne del mondo, non sarebbe tanto. Dant.
Par. 9. Rivolta s* era al Sol che la riem-
pie » Come a quel ben eh' a ogni cosa e
tanto. Tac. Dav. Ann. 3. 72. Se noi guar-
diamo ec. con che nefanda voce Lutorio
Prisco ha sporcato la sua mente e gli o-
recchi degli uomini, nfe carcere, ne laccio,
ne servile strazio gli è tanto (il Lat. ha
suffecerini;. Cecck. Dot. 2. 5. Bisognereb-
be \i» zecca un anno ; e appena che la fusse
tanta a' nostri imbrogli. (J^)
* g. V. Tant' alto, si usa a dinotare
l' altezza d' una cosa j e s* accompagna
sempre con un atto delle mani , che ac-
cenni l'altezza che si vuol dinotare. Buon.
Tane. 3. 3. Vienne, ch'io non arei la parte
mia. Gli è un cavolon, che fummica tant'
allo. (Cj
3 §. VI. Tanto, cclP articolo e senza,
in forza di sust., per /* astratto di Tan-
to, add. Petr. canz. 18. 6. Quel tanto a
me non più del viver giova . Bocc. nov.
27. 16. Nella quale ec. tanto di piacevo-
lezza gli dimostraste, che se egli prima v'
amava, in ben mdle doppii faceste l'amor
raddoppiare. Dant. Inf l\. E 'l mio mae-
stro sorrise di tanto (cio'c, di ciò).
* g. VII. Talora serve a dinotare la
grossezza, 0 la grandezza di alcuna cosaj
ed in questo senso s' accompagna sempre
con un atto delle mani , che accenni la
grossezza, 0 grandezza che si vuole dino-
tare. « Malm. 7- 85. E spalancando poi
lanlo di gola, L'rla, bestemmia il ciel, mi-
naccia e brava. E IO. 17. Cosi le fa in-
goiar tanto di micca . E st. 18. Si rin-
galluzza , e fa tanto di cuore ». (C)
^ §. VII!. Talora col secondo caso dopo
di sé trovasi accordato in genere femmi-
nile, se tale sia quel genitivo. Bocc. Lab.
Né è donna, in cui tanta dì vanità fosse,
che quella di colei, di cui parliamo, di gran-
dissima lunga non la passasse. (C)
X ''i g. IX. Due tanti. Tre tanti, e così
degliallri, vale il doppio più, Tre voltepiù,
ec. Vtt. S. Za/106. 3i2.Veggendo santo Zano-
bi lo slato l'a ove egli era provenuto, si multi-
pricò duo tanti in santità. 3/or. S. Creg.6- I.
Cercate il more e la terra , per farvi un
discepolo; e quando 1' avete f-ilto, lo fate
6gliuolo dell" inferno duo tanti che voi non
siete. Vit. S. Gir. HO. Il quale era di
tanta bellezza e chiarità, che a suo avviso
avanzava per sette tanti ogni bellezza del
Sole. Fr. Giord. i52. Noi avemo abun-
danzìa di sapienzia più che nou ebbero gli
I antichi mille milia tanti più. (T'}
T A N
1^75
# §. X. E variamente. Alam. Colt. 5.
Il3. Non passe il sesto pie, sia per lun-
ghezza Due volte il lanlo, e dove abbondi
umore, ce. (V)
t * g. XI. Trovasi anche Due tanto.
Cento tanto, Mille tanto, ec. e vale Due
volte più. Cento volte più. Mille voltepiù
ec. Cavale. Fspos. Simb. I- 72. Chi ri-
nunzia a questi beni temporali visibili, ne
riceve in quesia vita cento tanto, cioè doni
e grazie spirituali. E 1. 146. Promette loro
in questa vita cento tanto. Fior. S. Frane.
178. Vedendo egli vendersi la sua der-
rata mille tanto pregio più che uon va-
le, (f J
^ g. XII. Tanto, talora vale Sì efficace.
Pallad. 37-E dicesi che è tanto questo rime-
dio, che né gielo, uè animale alcuno, uè neb-
bia puote nuocere (il testo lat. ha : cxxxmì
vis tanta esse perhibelur). (V)
^ %■ XIII. Accattare, Ton-e, 0 simili,
a tanto per cento , o a un tanto l' anno ,
dicesi dell' Accattar danaro per pagarne
interesse fermo a chi lo dà. Giov. Geli.
T'it. Alf. 92. Accattò oltre a questo una
somma grandissima di danari a tanto per
cento. J'. TORRE. (C)
TANTO- Avverb. Dinota Lunghezza di
tempo. Grandezza di spazio. Quantità di
cosa. Si adopera, non che coi verbi , ma
pur co* nomi d' ogni genere e numero ,
anche superlativi. Se ha la corrisponden-
za delle particelle CHE , QUANTO ec. ,
esprime diversi sentimenti, come In gui-
sa. Talmente , Dì sì fatta maniera. Si
fattamente. Lat. tantum, tam, adeo, ita,
ita ut. Gr. To'jov, t55ojtov, coctì. Bocc.
nov. 5. 3. Quanto tra' cavalieri era d'ogni
virtù il Marchese famoso, tanto la donna
tra tutte l'altre donne del mondo era bel-
lissima. E nov. 26. l5- Tanto pregò e tanto
scongiurò, che ella vinta con luì si pace-
fico. E ncv. 42. 8. E tanto la pregò, che
in una sua capannetta la menò . E nov-
43. 2. Amandola , tanto seppe operare ,
che la giovane cominciò non meno ad
amar lui, che egli amasse lei. E nov. 60.
24. Affermando che tanto, quanto essi sce-
mavano a far quelle croci, poi ricresceva-
no nella cassetta- E nov. 96. iq. Tanto
e si macerò il suo 6ero appetito, che ec.
libero rimase da tal passione- E nov. 97.
i3. Di questo fu la giovane tanto lieta e
tanlo contenta , che ec, Apparver segni
grandissimi della sua sanità. Filoc. 7. 454-
Appresso i quali BiancoBore ec. veniva tan-
to bellissima, che ogni comparazione ci sa-
ria scarsa . Petr. son. 87. Le trovo nel
pensier tanto tranquille, Che di nuli' altro
mi rimembra o cale. Dittam. 4- IO. Qui
appresso gli Antropofagi sì stringono , 1
quali vivon tanto crudelissimi, Che d'usar
carne umana non s' infingono.
V g. I. Per A bastanza . Bocc. g. 2.
nov. 8. Essendo più medici richiesti, ed
avendo un segno ed altro guardato di lui,
e non potendo la sua infermil'a tanto co-
noscere, tutti comunemente si disperavan
della sua salute. Stor. Bari. 96- >'on si
polria tanto della grandezza parlare (parla
d'un prato deliziosissimo ). ( J'j
^ g. II. Per Nondimeno, o simile. Ca-
vale. Stoltiz. 260. Non sarai più forte che
Sansone, più santo che David, ne più sa-
vio che Salomone; e tanto questi per troppo
assicurarsi caderono . Segner. Mann. Die.
16. 3. Quando ancora tu stìi desto ad at-
tendere il tuo Signore, può sembrare a te
eh' egli tanto verrà nell" ultima ora a tro-
varti in guisa di ladro. fV)
* §. III. Per Altrettanto, Egualmen-
te. Benv. Celi. Oref. 106. Se non si aTes-
sero limoni, piglisi aceto forte, che tanto
monta. (ì'}
* §. IV. Per Almeno. Borgh. Ami.
p^am. 53. Sicché io questa parte tanto
»456
T A N
uon li poisono dir f.vole, ma recacc ùlo-
"%''é V rer Tante fo/te. Così spaso.
ni ? M. Madd. 53. Io voglio mnann
morirò mille migliaia di volte , « tanto
potessi risuscitare, che di venire a questo
nartil". (1')
' .j. ;;: §. VI. Tanto . talora si accor-
di nel numerose nel genere co' nomi che
eli K'eneono dopo anche là dove secondo il
costruito più regolar.; dovreU.e porsi co-
me semplice a.vcrb. l,r. S. Gir. 5. Quan-
do esimo odono questa isrrittura , H cre-
dono tanto rorle, e tanta grande isperania
v'hanno, che alquante 6ate M muoiono. 1
E 3Ì. l'er quello flmco) vi potrel.l.e tanta
entrare dell' acqua . che ■'^'''^y '"";;
5arel.be perduta. Hocc. p. 5. '.. 8. L tanto
fu la paura che di questo le nacque, che
ec r così ha il testo Mannell, e la ed,z
del 73. Vedi Peput. lìecam. r"f- " )
E l IO. n. 7. l.a quale r/is'-"»'"' """"
contenta rimase, quanta altra donna di suo
amante fosse giammai r^"-" '' ''■^'" '""";
nelli.e qucllndel 7?.). lìorgh Or.g l.r^
QQ Tutti ( /• prenomi de Jtoinam J non
iJfrivano a XX ; che era e per loro co-
modissimo , e in sé (essendo tanU pochi;
aeevole. (J ) , j-
* § VII. Tanto, colla corrispondcn:a<li
Come.lit. S. Gir. 120. Pico ec. che pochi
uè Siene sL-iti ec, per cui Iddio ahhia mo-
strati e fatti tanti miracoli, e si nuovi, co-
me per lui. Sah: /Iv.ert. 2. 2. 10. Ma
in ciò che pertiene al senso, tanto monta:
Lepido è stato cagione ce. , come se ( le
parole) con questo ordine fosser tessute
da chi le parla: lepido il ribaldo ec.JI )
*§. Vili. 7ri/i(o, colla corrispondenza
di Che, I-ale Tanto quanto, omero ó! e sì.
Lat. lequc ac. Lih. c„r. m«fa». Dimora-
no saluhrementc in quell' aria di eoUina
tanto maschii, che femmine. (I )
rt fi IX Tanto , colla corrispondenza
di Onàalo, vale Sì e sì, Xì come, tted leti.
2. 196. 1 frutti ce. sono sanissimi, tanto cru-
di, quanto colli, ffj
« e S. T<in(o, ri.tpondendogti In mo-
do che. Petr. Uom. ili. 29- Tanto pianto tu
in Roma dopo la sua morte, in modo che
ciascuno piangeva. ;V)
+ * e. XI. A'on tanto, colla corri-
.,pindcnza di Ma, vale Non solo. Cavale.
Specoli. Cr. 68. Uol,l.ian.o non tanto do-
lerci de' nostri mali, ma della passione di
Cristo, i: 1()2- Quando d domando se
doveva perdonare sette volle, rispose: Non
tanto sette volle , ma setlanla volte set-
te (V) , jr.
sj! g. XII. E per ISon solo non . 1 lor.
S /'rune. 1^7. Ma non tanto ritrovo lei ,
ma non trovò persona, /"ni'. K'op- I7I. *
.[uali, non tanto che li sovvengano, ma con
iichernimento rispondono. (I )
* §. XIII. Non tanto, vale Non solo an-
che colla corrispondenza di IJuanto. - Cas.
leu. 23. Ballegromi senta fino non lauto
per r esaltatione di casa mia, quanto per
Io grandissimo rnntenlo che ec. ... (I J
Ki € XIV. r<l/l(o come , per Secondo
che, l'er quello che. Sto,: Jlarl. 7. Uno
di quelli maestri di slorlomia disse: Tanto
com' io posso conoscere, e secondo che 1
arte mia dimostra , lo tuo figliuolo non uri
nel tuo regno, ec. fT;
l> fi. XV. Tanto quanto, vale Quanto.
Gr. S. Gir. Assai si travagli:ino luUora di
menare gli altri al nostro .Signore, e tanto
nuant'egli possano, a salute delle loro a-
nimc. 1:26. Tonto quanto tu sepiu umile
in tutte le tue cose, tanto troverai più gra-
,ia in verso di Dio. li appresso: Tanto
quanto noi ci tegnamo più vdi , t.<nto ri
ama piii Iddio. A- \i. Tanto quanto 1 a-
nima vale piii dello corpo, e lauto vagiro-
no più le spirituali, che le temvorali fmi-
T A N
sericordie. Nota e tanlo). Soee. g- 7- "■
'■, Tanto quanto la se' più sciocco e più
Ì„.sliale, cotanto ne diviene la gloria mia
minore. (P') ,.. ^ ,
+ * fi. XVI. Tanto troppo. perSijal-
talente. In modo '"" ■^""■- f' ,'";'^-
2,1. Molti altri sono, che tanto troppo
sentono 1' avversili , che si disordinano in
dolore, (yj _ I I .,1
fi. XVII. Tanto, per Tanto che. LM.
adìo„t.Gr.J:z'..O.r.^2. 66. 6. t di
sua persona fece maraviglie m arme, tanto
fece riliarre gì' Inghilesi al carruio.
J §. XIII. Tanto, per Solamente, ma-
niera Ialina. Lai. tantum. Gr. y.5vov .
Unni. Par. 2. Se raro o denso ciò faces-
ser tanto. Una sola viitu sarehhe in lui ..
F 18 Tanto poss' io di quel punto ridi-
re. 7-c<. /Ir. 7- 4Ì Eglino sono uoinini.
non per opera, ma per nome tanto. M„lm X
i6. Non ch'io fugga d pericol di mor^
?e. Perch'io fo huou per una volta t:.nto
* /lorfli. (Mg. tir. 300. Rendono la vera
.emlu.;n.aduna croce; '''J- 'l""'»'»"'"
sono differenti daUe auliche (parla delle
chiese). (I ) , ,
if e. XIX. Tanto , talora ha Jor-
za diQi,e.<lo. lìorgh. Tose ììì ■ t
tanto sia dello di questi XII popoli
finché da sé stessi si ressero. J. ^rm_
Fam. 54. E tanto sia detto per ora dell
arme d'un color solo. E 86. «.isti ora a»er-
ne accennato tamo. I.Sl- E del nome LasU
averne detto lauto. f>'>
T A S
«fi. XX. Òi'c' l'i""', "ale Quello, Tut-
to quello. Borgh. Fa.<t. klÌ. Credendo
netto, nurgii. t -,y-- ,.
che' pur troppo sia quel lauto che se ne
dello fin qui ( se non valesse quel solo). 1 1 )
* e XXI. Questo tanto, vale Questo,
Tutto questo. .Ver. S. Oreg. l. 20. Que-
sto tanlo ee. ahhiamo detto con Ire in-
tendimenti. d'I ,
e XXII. r<i/iW solamente, vale Sola-
mente. L:,t. tanlum. Gr. ^l>'»»v. Hoce.
nov. 98. 3o. Essendo contento d avervi
tanto solamente ricordato di quelle , ce.
Liv. il. Kon erano rimasi se non U soc
correvoli lauto solamente.
* § XXUI. Tanto, talora vale Lnn
.stessa cosa. Seguer. Mann Magg. 29.1
Tre heni di valore tra loro cosi unilornii.che
non puoi dire qual nell' cstimaiion del se-
colo sia maggiore, son tutti tanto. (J)
fi XXIV. Tanto, vale talvolta Si lun-
go tempo. Per tanto spazio di tempo.
Lai. laniJiu. Gr. TO«0:ov x.^ovov, t!oi;.
l'elr. canz. 7. 6. Se tanlo viver può hen
colto lauro, noce. nov. 98. 4- ^-o»-';-
ro aveva né hen nb riposo, se non tanto
Quanto erano insieme.
e. XX >. yl tanto, vale A lai termine
Lai. eo. lìocc. lalrod. 2.',. Era la cosa
pervenuta a tanlo. che uon altramenti si
curava degli u.imini .he monvaiio . die
ora si curereldie di capre.
e XXVI. Da tanto, m forza d aggiun-
to, vale Di tanto valore. Docc. nov l3.
j6 Fu da tanto, e tanto seppe fare, che
egli paceficù il figliuolo col padre, /ir.
X<. 95. Ma non fui mai da tanlo. eh 10
potessi dar la volta tonda.
fi XXVII. Di tanto, vale lo stato che
Tanto. Sì fattamente, In tal guisa. Lai.
ita. Gr. o'twì. Docc. nov. l5. >9: "■
lauto l'amo Iddio, che ninno male si lece
nella caduta.
§ XXMII In tanto, vale In questo
mentrr. Lai. i'Kerr... Gr. t» rù .u<7»«.i.
l'etr. canz. 3o. 5. E 'u unto lagriniand..
sfogo Di dolorosa nehhia il cor condenso.
ì ed. IMT.^NTO.
« fi \MX. l'ale anche In tanlo
tempo lìanl. Purg. ^2■ Kunne ricoperla
E {• una e I' allia ruol... e I Icim. in
tanto, Che più tiene un lospir la Locca
aperta (f'}
# S- XXX. Né tanto ne quanto, av-
verbio, vale Ni poco ne molto, lolgariaa.
Pisi. Senec. 21. Tulli i signori ee. sono tor-
nati in ohliania, e non sono né tanto ne qnan-
lo conosciuti, y. QUANTO,§. ^ »• f*^"-'
e XXXI. Per lauto, avverb. lercio.
Lat. proinde, idcirco. Gr. iio'rttf , «i« «»-
-a. yed. PER. S- CCLXVIl.
fi. XXXII. Talora vale Nondimeno,
Tuttavia. Lat. nihilominus. Gr. /iSVTOiyt.
Lab. 346. A questo servigio e ad ogni al-
tro molli, ami lutti quanti, che di U n«
sono, sarehhono stali più di me suHicienU
ce • ma per tanto a me tocco la voli. ,
perché la cosa ec. in parie a me apparte-
neva, yed. l'ER, §. CCLXVIII.
e XXXIll. yon per tanto, vale eiondi-
meno. lat. nihilominus. Gr. fiitTOiys-
yed. NON PEllTANTO.
o XXXIV. 7'aii(o , o quanto, dinota
Qualche poco. Lai. a/i,;ua/iru/i<m. Gr.
;:o>io,Tr,J.«,;.o.. Liv. M. E quando egli
ventava o tanto, o quanto, non pur «la-
mente la polvere, ma la eeoere gh fcnva
ne' vbaggi. Peir. cap 2. Ed ella d ere-
de E tu, se tanlo, o quanto d amor »«l-
ti.' F. cap. 3. Costei non é chi tanto , o
quanto siringa. Nmf Fies. l4o^,^« O'^"
mi |UÒ di questo niuno alare. Ne confor-
to donarmi tanto, o quanto. Horgh. Ung-
/ir. i3q. Non fu naiione si fiera, che non
sentisse tanto o quanto di questa dolceua
.lei cullo divino, /lem. Ori. I. 6. 6l.Se
tanto, o quanto accostar mi ti posso. Malm.
o. 63. Slimando che 1' indugio tanto , o
■quanlo Sia sempre hen per ogni buon n-
'""fi "kxXV. Tant' i , pronunziato come
unn sola dizione, vale la somma, In con-
clusione. Infatti. Lai. in siimma. i.^-
ÌT.i >c8v«!i»iou Salv. Spia. a. »- Tao-
l' é, non mi dite a me. che a ogni modo
ella non sappia un poco di non so eoniM-
dehhia chiamarmela. lìeilinc. son. ìStS-
Tant' e. poi eh' io son fatto Calandnno.
A gran pcricol vo.chio non mi sconci.
Geli. .V"-'- ^ 7- Tai'l" t, i" me ne vo-
elio andare alle mie faccende, tir. Irta.
3 r. Tante, io per me la vo credere a
mio modo. Morg. 21. l5o. Tant e. che
spesso é util disperarsi, E fassi per ude-
coo di gran cose.
*§ XXXVI. Tanloé, significa Tantova-
le, È lo stesso. Segner. Mann. Apr. b. 2.
Tanto t sapiens nelle divine Serillure .
quanto é .lir iustus. E Nov. i3. a. Ciei-
la frase el.rea tanto é moltissime volte dir
vocaimntur, quanlo dir erunl. (V)
*e XXWIl. Tanlo e a dire, o simili.
vale lo stesso. Pass. 3. Gesù Ctuto ec.
disse: Non pure selle volte, ma wlUnU
volle fette ce ; che tanto e a dire: Imle
volle gli penl.ina, quante pecca, t J2D.
L' nitro modo, che si pouono cogooKcre
i peccati . si é , secomìo che e sono ce.
nella volontà o nel cuore , che tanto è a
.lire (che è II medesimo). Piai. .V OJg
a 8. Vidi sopra a me lo mantello del-
l' abate, ed esso pareva che mi traesse del-
l' acqua, tanto soleva ciò dire (••'*'
voleva dire ì . che per gli menu del S.n-
ti fosse l'atto questo mirac.do. (I)
!» e. XXXVIII. Tantoelungi, vale Ion-
io mìnca. r. LUNGI., MANCARE./ 1<
+ 1» 8 XXXIX. Tanto fa . vale t, t>
„...,... l.alil. Ihal. Sist Ito. l'er consegui-
re il medesimo cfletlo ad ,.n.s.<cm. tanto la
selasidaTcrra si muova. ccwando tutto u
resto dell' universo, che se, restando fer-
ma la leira sola, tulio 1' universo si muo-
va d'un istesso molo. (Il
<ìi e XL. Tanto vale, significa lo
stesso.' Salv. Avveri. ». l. l6. Nomi .
avveibii. i quali hanno terminatone e g. -
nere di maschio e di femmina . e uolo
\ jg\iono ^y)
t AN
ft e XI l. Ta-to, stguUo da un geni-
. ^ ,^ Mlora ad «ccennanr grandi^-
„;,„ più volt, ed .mmasl.ato. Ed ha
ciso funi tanlo gros.c. IW ^
§■ *>-"■ '^ ,. /. ,„/ proporrlo-
qMslo ragguaglio, Con M< f /-
rnrr/po:rra;."di,ue.o„e,o.
pare che noi abbiamo a ""s'-ore lune quel
Fé che noi vedrei ne^eun^o che -.„
per una mia non m saral.mo
voi ne vegniale insieme con loro fU
"i% XLVIII. r»/.«-'<-Ae,perWe„-
Bio ) neun maschio osava di entrare
r • e ancora , se alcuna immagine
Giorno ci avea, da era cope^U Un-
^h' e' saTÌ6cii sifaceano. / H- A O.o. aai
fj I\ ? nciullo Slava .ulto chelo e tran-
^io lanlo che la madre aveva adoralo
^:i^rert.^3ec.,bav.WaWiar.'
il riconobbe R IO'' 02 4 ,- j r
seppernueUe che a ciò badavano. 0.»d. O.
Adunque lo re Agamennone .an.os.o scese
in terra, e andòe al tempio d. Diana. E al-
irce : EgU, fornendosi dondnnque- poteo ,
untosto Teine. Bin,. an,. G,..»^97- Tan-
.oslo,aonnam^aCom-;ovo.,^ifu.d^.|
w:tros;:iiw;to.Wr./i..4-^^8^
M. chi vive a speranza muore a slento, Bn
.«tosto di Francia .i.n poserai ( qu, m/or-
""4TAn,os,o eh., .aUSubUccHe,
Te J che. La., simul ac. - Sen- P,st.Cre-
ii tu che 1- altre cose piene di [racidumc ec.
T A N
tan.os.o che l'hanno gi.la.c sulla bracia
"«TANTOSTO. ^Iggiuntochesi rf.i 1/
''— "'??t/'XT8/^t^-
'■:r;r;„t iofe la'no la tos,a, che si
ir^^rs'^rcond^-n'-daniuna
marilato, ec.( ) „,^_ ,, j Juverb.
+ *TANTO TOSTO. /. .-J. .«'K™-
.,,' . /■,. V (;.r 20. Tanto tosto co-
^■:r,riT vede «'sslre^dlue buone opere.
^'..'%\T,NAMENTE. ^.l-ft. /n ".odo
tapino nuo„a.: Pro., ig?- Nt lapinamen-
u'Tovemavalasuavi.a, maera galante e
magoi6ro insieme. (£) jr„„„ri-
inrel.ce.Ua,Tnbolare.l..^..nr,usen.sde-
^M-iro^r.VheVsali sono ani. quatlor
^'^'•;''7°.rv':^:pe;i::^:c"e^::n!:^
re:"etr'e m carF-.ua. luogamenleanaata
T A P
»4?7
son tapinando. V -Wrf. ->■ -'^- -—
r„rdi Lituo caro Orlando. Che va pel mon.
dn inciso or tapinando. ( ar. In. II. 410
ro'^^^i- a^esLipoigit. del -ondo «^P'-
nando, Con nefandi suppUcu e con aUoei
Morti pagandoli 60, ec. (/I)
iJ^o .ale Tribolarsi, affliggersi grande-
'Z^aé:SaWin. Disc. .. 365. Era venula pe
' ugnerlo all' usanza del paese , e imbalsamar
lo; e si noi trovando, si tapinava. I
% %. II. Valeanche Dolersi. Cccch. Bis-
,„„.% 7. Ella tosto tosto SI raffa«on.,,
semnre piangendo e tapinandosi. I^ ) ^<"--
iTnJ Sof. %. Dopo messo un gran mug-
^To: piangelìilo, e Upinandosi.or sene cor-
reva al faggio dove solevano stare assisi, 01 a
spoe calava al mare, ft-/ ,.
TAPINELLO. Dim.di Tapinoj deschi-
nello. X-nl-iniselliis. Gr. Talt-:.v5?. liocc^
1.57. 6. solamente le donne UpioeUe
/•■ 5 Vi. 36. Or ti muta, tapinello , E>ci d
eslo MÌngibeV,o. a.irch. .. 65. Andandoa
uccellare una stagione , Di ■"-» "f ."^ P
U tlla pe1-c"i faue P-le, vdloss. a
nuelbi vecchia, e baciandole le mani, disse .
T210. Poscia che la tapinella si fu cruciala
per lungo spazio co' pianti e co' 1-""="" "'
Sede pur Boalmenlc luogo al gran dolore
tTart r,ea. rim.pag. 22. ILi.orno^m)
ò tapinelle mie compagne afflale, Che so
1 " rnLzion meco acquistate Con gli usci
chiusi e finestre confitte, ec. (ti)
*TAV1MTA'. Bassezza, y^t. hiimili.
,as. Gr. t«=iv<,'t.I5. Ferf. alla .oce VIL-
'^*^ TAPINO. Add. Misero, Infelice, Tri
baialo. Lai. mi'.cer, inJelU. Gr^ "-;';»';.
r l-los. 24. Bocc.no,: 27. 22- E che voi
Mi suo esS?o e dell' essere andato tapino
per lo mondo sette anni non siate cagione
nnesto non si può negare, tranc. inceli.
^o"m3. Ed egli con l'avanzo, che vera
no rimasi, si stelle misero e. apino^/^e-
Ori 1 "i. 26. Perché principio ardilo e
deba fine Fatto ha spesso molte anime la-
r'*'s I. E in forza di sust. «Vant.
Inf. 24. nilorna a casa, e qua e la si la-
' gna. Come '1 lapin, che non sa che s.
^''tù-'plr simili,. ialeGreUo.Bas..o,
Ordinano. Lai. '^•'"' ''"?f-'- 'IZof^^-
Gr. Ta:t£.vo;.C<ir/.r.or..45. Il primoCer
,0; e 'I terzo di gretta e tapina uscita.
•1. * TAPPA, luogo per mangiare t
■ A.r,; „e' .■iVi""i. Sahin. lier. liiion.
d' alimenti, di tappe, cioè 'l' '""6'"- •?■
:,„■., per mangiare ne' viaggi dal lai. barb.
fodruni, alimcnlo. lA)
' « y. rer Gita, o liiposo digita. In,-
perf F. Tib. n. A- T- "• 336- '"Sa-
dico d. mandar uno di buon ora, che o
aspetti dove le strade si dividono, e ce lo
avvii quassù, e cosi , quando non si di-
sapprovi questo pensiero , fermeremo le
tappe per Zagarola. f/J
:;: TAPPARE. Serrare, Chiudere. (A)
• j. * 8 li in .lignific. neutr. pass.
FoJtig. Uicciard. I3. 37. EUa si copre
e Lippa Meglio che puote, e seco s ab-
baruffa; Ma nelle mani de giganti incap-
pa, E s' attacca di subito una zuffa, ec. (A)
i: TAPPATO. Add. da Tappare. (A
« S Per Coperto, Imbacuccalo. Magai.
Lett a ha dato ad intendere essergli s.a-
to picchialo air uscio due ore avanti gior-
no da una donna tappata. (A)
TAPPETO. Spezie di panno grosso a
opera di .'arii colori, e con pelo, per uso
principalmente di coprir lai-ole. Lai. (a-
r,e<, tapetiim aiilaemiim. Gr, ^«.T.r,,. ^ov.
an. 18. 2. 11 siniscalco, ovvero tesonere
prese quelli marchi, e mise uno tappeto
In una sala, e versollivi suso. G. ^. 7-
IO. 2. 11 quale (tesoro) si fece venire in-
nanzi, e porre in su' tappeli. Bocc.g.-].
p V Fatti in su V erba tappel. distendere,
V vi, ini al lago a seder postisi, comando
il Re ad Emilia, che cominciasse, /'er/..
Ori 3. 1. 20. Ad un tappeto vide ar-
1 mi distese Di ciò che ad un l.^ogna in-
teramente. Belline, scn. 279. Per sem-
pre ti diciam leva .1 tappeto fcioe, non
' CI dar mai più da mangiare ).
« I lìicesi proi-erbialmente Lei'are, o
darsi da tappeto, che i-ale Abbandonar
la impresa che s" ha Ira mano . quando
si conosce eh- ella non P"» PT,'" Ln
che diciamo anche Torsene giù. -Sah- ip'"-
2 3 E quando egli avesse altro capriccio,
mettalo pur da parte a sua V"^^^^^ ''t"
Ivisenepur da tappeto .l/.ta. IO. 35.
Quinoltre gli enno stali tulli neto Per le-
var questo morbo da tappeto.
fi II. Metter .<,il tappeto, i-nle Mettere
in trattato. Cominciare a "■""r'-„fT
porre. Sah-in. Pros. Tose. .. Il3. Quando
le cose messe sul tappeto non s. speiU -
sero in una sessione, repl care le tornale
qui a tavola, fintantoché le materie si e-
saurissero. . ,. . »
S. HI. Pagar .sul tappeto, s, dice del
Pagar per .la d, corte. -LA "''f^rZ
toren, solvere, Plani- ^falm- 6. 83^ So
gi'a che qualche debito ha Baldone, E eh
e' lo vuol pagare in sul tappeto
S IV. Slare alla finestra col tappeto,
fi^iratamente si dice dello Starsi cj.g'"
e .licurezza, «spellando l' esito di chec-
chessia. , _ . , ,,^„.„
TAPPEZZERIA. Parameulo da slan.e.
Lai. peripetasma. attalica, P'-",""""""'
l^"Q^tr:ul;=^:eS
<ale 1 che sergenti ; ec. /...-
^. 5 25. Seta e° tappezzeria E aromati
?eca^ di Soria. ^.^ ^^ . g .
■e §. i' P^'^ ""■' -1 , ■ ja canto
le tele della commedia , e p"'^""'
''"* tITpKZIERE. Artefce di tap-
pZJi^Cocch. S. V. V Tappezziere
■>V;'l%'STotrc1iilo per bolli.
1478
T A P
conche^ truogoli, ce. Cari. Svia. 10. Qui
punlcUi e qui sedili , Scale e predelle ,
Doccie e caooelle j Baraliage e sugheri ,
Tappi e turaccioli , Bicchieri e cioto-
le, (/t)
TAUA. // tarare. Defalco che si fa a
conti quando si vogliono saldare j e per
similU. si trasferisce ad altre cose. Burch.
X. 57. E sol per la gran tara, eh' elle
fauno, Corrono i buoi, e M carro non u
muove. Varch. JCrcol. 7^. Quamlo ci pa-
re che alcuno ahhia troppo largheggialo
di parole, e detto piti di quello che i;,
tolemo dire : bitogna ihatterne, o tararne,
cioè farne la tara, come si Ta de* conti
degli speziali. Car. lett. i. 26. Non le
posso accettare senza rossore e senza ta-
ra. Buon. Fier. f^. 4- Ì2. K che noi le
facciam quel po' di tara, Che par rhe si
richiegga per buon uso ( cioè, crediamo
meno di quel che vien riferito). Salvia,
Disc. l. 36l. I precetti sono buoni, ma
SODO talvolta come le speculazioni matemati-
che, le quali adatt.ite alta materia patiscono
le lor tare (cioè, eccezioni, difficoltà j.
•t TARA BARA. Modo di dire del
volgOy per esprimere Sottosopra, A far
tutti i conti. Varth. Ercol. 252. f. Pas-
sate dunque a raccontarmi qua! lingua è
più copiosa di parole: o la latina, la volgare.
A'. Ella è tara bara. C. Che vuol dire ta-
ra bara T ce. y. Vuol dire, che ella è ne
fané fa; o volete, come dice il Pataffio, ne
hai ne hai ; o come si parla ▼olgarmcnlc, la
ronfa del Vallerà, ec. lo per me non ci so
conoscere troppo vantaggio , perciocché
come in alcune cose siamo vincenti, co-
sì in alcune altre semo perdenti.
•f TARABUSO. Uccello di padule,che
ha il becco lungo, aiizso, grosso e tagliente,
il collo lunghissimo. Il romore eh' egli fa
col becco nel metterlo neW acqua e così
grande , che sembra il muggito d' un toro.
Lat. ardea steilarin. fir. s'^swoto; asTS-
pótt^. Morg. 25. 4**- iToTato avea per
isralzargli il dente Tutti i suoi ferri e
poi del laraliUbO L' artiglio, e non avea
fatto nit^ntc. ^ Hcd. Uss. an. 8. Ilo a-
vuta 1* occasione bene spesso di toccarlo
con mano, e particolarmente ne' grotti ,
ne' tarabusi, nelle gante bianche, ec. (fi)
•f # TARADOKE. Verme piccolo che
rode le viti. Cr. {\. x8. l\. Alcuna volta
DcUe vigne entrano bruchi, che ogni ver-
dezza rodono, e vermini verdi, e uziurri
fiiccoli, i quali taradori, si chiamano a Bo-
ogna. (A)
* TARANDO. Term. de* Naturalisti.
Sorta d' animai sabatico de" paesi setten-
trionali, grosso quanto un bue, peloso co*
me un orsOf ed armato di corna pia lun'
gite che quelle del cen-o. {/4)
* TARANTELLA. Tarantola, Bagno
velenosissimo della Puglia. Salvin- Opp.
Pese. Saltare pil dolore, come fa l'uomo
morso dalla tarantella. {,4}
TARA.NTELLLO, Pezio di qualità in-
Jcriore, che si dà da alcuni bottegai a'
compratori, /lù sì direbbe propnamenle
se non di commestibili. Lat- auctanum,
mantissa. Gr. t7t<fttrp9V.^ Allegr. 281-
Comportatemi, prego, quaii un magiiero
tarantello dietro al pctsu della r.irn<- prin-
cipale, (f) liellin. /iucch. 2\^. K qui
|)er tarantello, Che ancor non so con che
tresca di più Più ri rinseppi, ce. ( B)
TARANTOLA. Serpentello simile alta
lucertola, di color bianchiccio ^ chiazzalo
quasi comedi lentiggine, ed e di due spe-
cie.t.il. stellio. Gr. */ale6*T»i; Mil. 3f.
Poi. Se vi viene alcuna taraniolj, che re
n' ha molte. Fir. Jm. |55. In che modo
reitrigncrò 10 questa laraotolaT ("ant. Carn.
87. Se tarantola, o scorsone. Donne belle
vi pungessi, Fatev* ugner luU'i fessi Di
vostra gentil figura.
T A n
$ §. Tarantola, è anche una Specie di
ragno velenosissimo della Puglia, onde
son delti Tarantolati coloro c/te sono morsi
da questo animaletto. Hed. Or. Tose.
La tarantola di Puglia e una spezie di
ragno, e non vi e duttbiu che sia cosi
detto dal nome dulia città di Taranto. (j4)
TARANTOLATO. Jdd. Morso dalla
tarantola. Bern. Ori. 2. 17. 6. Come in
Puglia si fa contro al veleno Di quelle
bestie che mordon coloro Che Janoo poi
pazzie da spiritali, E chiamansi in vulgar
tarantolati. Sold. sat. 3. Vedesi in Puglia
che i tarantolati. Come che tutti al con-
cento salubre Commossi al saltellar restin
sanati. Non guariscon però tulli al lugu-
bre O al contrario suon.
-.: TARAN TOLETTA. Dim. dt Ta-
rantolai Piccola tarantola. lied. Oss.
anim. 1 20. Non avendo dato alcun segno
di tiirantolismo, fa tener per fermo che
la tarantoletta non fosse velenosa. (N)
* TARANTOLISMO. 3/rt/rt«ia singo-
lare, vera od immaginaria, che consiste
in una smoderata passione per saltare e
danzare, e che si dice prodotta dalla mor-
sicatura della tarantola, lied. Oss. an.
I20- Non avendo dato alcun segno di
tarantolismo, fa tenere per fermo che la
tarantoletta non fosse velenosa. (N)
TARARE. ^'1 dice del Pidurre, nel
saldare i conti, al giusto il soverchio
prezzo domandalo dall' artefice, o diti
venditore, l'arch. Ercol. 77. Quando ci
pare che alcuno abbia troppo largheggia-
to di parole, e detto assai più di quello
che è, solemo dire: bisogna sbatterne, o
tararne, riuc farne la tara, come si fa dei
conti degli speziali f qui per similit.).
§. E perche i conti quasi sempre si
tarano, a quel che j' ode dire a' millan-
tatori, si dice proverbialmente : Tara per
uso. Salv. Grttnch. 1. I. Oimè, Granelli^,
appena credo io Che fusse un miglio fuor
di porta. Gr. E anche Meno: Ura per
uso.
* TARATANTARA. Foce finta da En-
nio per significare il clangor delle trom-
be. Magai, lett. scient. 20. pag. 268-
Senia conlare in questo numero il decan-
tato taratantara d' Ennio, come smacca-
to, arbitrario contrafl'acimcnlo, ec. (C)
TARATO. Àdd. da Tarare. Ricett.
Fior. Prov. Di poi riveduti e tarati, di-
ventano in verità debitori. E appresso :
Ancorché avcssono 1* esecuzione parala ,
è di fatto di tali conti non tarali.
# §. Tarato, Termine araldico j a si
dice fitlla situazione dell* elmo, o cimiero
dello scudo, f.-i)
t TARATORE. Verlml. ntasc. Che, o
Chi tara . Hirett. Fior . Prov . Li ta-
ratori di Firenze tarino i conti della
città intra sei giorni. E altrove: Non
saranno stale ( le mercamie ) in tal
tempo tarale per li taratori predetti.
«TARCIIIATI-LLO. lUm. di Tar-
chiato . Lat. habilinr. Gr. uTtorraX''»-
Luit;. Pule. Bec. 23. La Beca mia è so-
fia e tarrhiatella, Ch' e' le riluce. Dio U
salvi, ì\ pelo. (*)
TAKCIIIATO. j4dd. Foce bassa. Di
grosse membra, Fattircio. Lat. membrit
crasrioriòus. Gr. :ix.y\t).bàrtBOi . /lorc.
nov. 72. 4- ^^^ pure una piacevole e frc^
sra foresotsa, brunatxa , e bra tarchiata.
Cron. Fell. Matteo ec. è piccolo r tar-
chiato della persona , e trae dal padre.
Lor. Med. JSenc. 36. Eli* e gronoccìj ,
tarchiata e giuba, Frcscoccia cgraua, che
si fendcreb)»e.
TARDAMENTE. Avverb. Con tardità,
Adagio, Con lentezza. Lat. tarde , cun-
ctanter. Gr. ^pxòita;. fiut. titf. II. E'
ci conviene teenderr tardaramle , sì che
s' ausi lo senso dell' odorato al tristo fia-
T A R
lo. Volg. Mes . L' aloè è Del novero del-
le medicine che purgano tardamente .
$ Guicc. Stor. 10- 122. I quali (avvisi)
per le difficullà del mare pervenivano tar-
damente, f Ci
TARDAMENTO. // tardare, Indugi».
Lat. tarditat, cunctatio. Gr- fkpxòJTm ,
o/v>i7i;. M. F. 7. 12. La piena vittoria
che Iddio V* ha apparecchiala, non vi scam-
pi per tardamoDtu de' vostri trallati. Teg.
Or. 6. 5i. La dilettazione Don è movi-
mento, perocché ciascuna cosa che si può
muovere, ha tardameoto e affrettamenlo.
TARDANTE. Che tarda. Lat. cunctaits,
cunctator. Gr. ^pao J; , '/JtsiìijT»;'^. Liv.
Dee. 3. Che se egli con istanzia tardasse
contro a' tardanti Nolani , che la plebe
moverebbe alcun movimento. 4 Salvin .
Eneid. lib. 7. Allora la regina degli Dei
er. Spinse con mano le tardanti porte. fF*^
TARDANTEMENTE . Avverb. Con
tardanza. Lat. cunctanter. Gf. ^p'xSita^.
Lib. cur. malati. Opera senza fallo, ma
però sempre tardaotcmenle e con nausea.
•f TARDANZA. // tardare. Lentezza.
Lat. tarditat. Gr. ^paiurr.^ , oxtti'Hi.
Filoc. 5. 3o6. L* amor della donna per
sua tardanza aveva perduto. Amm. Ant.
3l. 3. 3. E' si conviene consigliare con
tardanza. Dant. rim. 22. Però con tua ra-
gion piana e umile Muovi, novella olia ,
non far tardanza. Gas. lett. i5. Che tol-
ga via ogni sospesone d'animo e ogni
tardanza.
TARDARE. Indugiare, TratUnersi j e
si usa in signific. neutro e neutro pass.
Lat. cunctari, morat-i.Gr. /isiÀttv, o'/vCt ».
Post. i5. Ricordati che la morte ha da
venire, e non tarda. G. F. IO. a5. 2-
Lo indugio della cavalcata della gente del
Duca si tardò. Albert, cap. 64- Non ti
tardare adunque a convertire a Domened-
dio. $ Slor. Bari. 60. Allora Giosafalte
non si poteo pure tardare, che avea paura
di Tardan suo ministro, (f) Guicc. Stor.
4- l56. Perchè per le diflRcullà che s'in-
tendevano essere nella condotta degli Svic-
zeri, si dubitava che la venuta loro non
tardasse molli giorni. (L) Cas. lett. 25. lo
ho lardato a rispondere alla lettera di T-
E. Illuslrtssima de' l5 di questo.
§. I. Talora vale Essere ora tardi .
M. F. 3. 70. Già si cominciava a tardare
il giorno.
§. II. E col terso caso vale Parer tar-
di j e si II ta per mostrar gran desiderio ttt
alcuna cosa aspettata. Dant. Inf. ^. Oh
quanto larda a mr eh' altri qui giunga! E
21. Allor mi volsi, come 1' uom cui larda
Ui veder quel che gli convìen fii|[gire.
$. III. in signific att. vale Ritardare ,
Intrattenere, Tenere indietro. Lai. retar-
dare, delinei^, lardare. Gr. OLVl'/_Hv, ^ptl-
iìJvtiv . Dant. inf. 23. Ma lardavacli '1
carco e la via stretta. G. F. 12. i3. a.
La lardeua del re Ruberto er. tardo Un-
10 il soccorso , che in quella starna don
(•uiglwlmo re. venne a Messina ^V. 6.
22.9. Avirenna dire che la sua dceoaione
(del cavolo) e *l seme tardano l'cbrielade.
# Ar. Fur. |3. 49- ^ seguitò , narran-
dole di quello Magico error che gH avea
ordito Atlante, ec. E come tarda con si-
mile inganno Le donne r i cavalier rb<
di là vanno. Tass. Ger. I. 81. Ma pre-
corsa é la fama, apportatrice De' veraci ro-
mori e de' bugiardi. Ch'unito è il campo
vinnlor felire. Che gt^ s* è mosso, e rbe
non è rlii *l tarth. fDr)
TARDATO. Ad'i. da Tard.tre . Pttr.
canz. 5. 3. Onde Del petin al nuovo Carlo
spira La vendetta, che a noi tardala nuoce.
I*ant. Par. 3o. Se si svegli Molto tardalo
dall' usanta sua.
TARDETTO . Dim, dt Tardo . Lmt.
tardimscttlus. Gr. ^^dotòJrcoe;. Ftr. As.
T J^ R
T A n
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T A B
I
U. 1. >01- S« Vico d.icv. alnu-o dell.
,l.,l. t.rdctla «., r «'«" , ;„, ,0-
TARDETTO. -J" Spa^JtEOOv .
/'ir. ^-y- "*'■ . _ Ji risa ec, >o ri-
«"^'"°''\"rilT,o°uderr:to alloggia.
„„,., -»° ;' j:,ti„.i ladroni,
memo ec. ir< "" . . 7 f„/M:(i. Lai.
^TARDEZZA. ^^-^^ -;^;:,, J',,„.,.
e polendo con suo o ore _^^__^^^„^,,
Tes. Br. 7. SJ. " . ift,ppo molle
che .«a andatura non "" '^/P; , „,.
per <-de«a 'l.e -^-B^^i,,/,,,
U. «<.-.«. Co'.v. 99^ ^ dodici segni
ai !:.^: irli "-- -^ --•
licaia f ora. Dopo l J'^PJ , ^j_^^,^, „„,,.
opporWno- Lai. ier ■ quando , <
''•.■"Virin'anol co^^nJiaidoà ad ac
,„d. dello insanno e ^ ^,^ ^^ ^^_^,^,„
corgere , ec. I"'"^- ' 3 Ed t Cl>en sai)
di sua lerilale. E son. 2"_ j\ ;,„„,.
Qu.ricercarsU.n.en.ps.oe'ai^j_, f„^,,
"■/.'•/7''r;,.!"cic^^;bencbè fosse .a,d.
lardi. Bill. ""• ^ ji<.e, perche lu
lo mio nascere; e queslo dice 1 ^^^^
'"'"r'^^TsCTo-codTesh.checo.
re. P«.«. "*,.'''Peenalo,n,achel.op
noscevahene \^"l'\ penitenza, disse
pò era lardi a lornave p.^^__^^ _^^__ ^^^
'"''i, "ars- a li suoi doni , non gli
saudisce , careggia ^^^ ^^ „„„
cx/rut::;urU^:^:x
m,edeUac«saarnaaneh-de^.^^^^^^^_^
di propria '»■; ""'"^^ ^ [,1,,,, „ i„,ped,ta
e .ardi, ^"""^"fj^.o cammina con iu-
//•irti- corre cou iit»»**-" ,.,.,,1,
«„, cAe rf- "'■,'.'""'. -^^'aa Castel Gui.
^, a%^:t; d- J: «ume ec. assa-
dirimpetto alla Lo lega ■»■ ^^J'.'-g'g^. Tol-
-"-""-.Slrdrdue'-rrinra lettura
Uuna sera al •»^''' "^j^ „e , cavalcan-
ec., sopra J P>"../' ;;",f ° /.>;. Gioì. 43
t^^r^t::^da«;^:stawo.a.n.
tì."ir>:Trsi«|^^
^rrrÙi?rio^ni^armil
"^ ^°"i\ Tardi, vale anche Lentamen-
,.-, ^ poco «/""ni . alo, trovò nuovi
E ammaestrato dal D " o^,
?!""•:« Tn^ rendei V aspetto all' alte
^':^ct si movieno inconuo a no, SI
,ardi, Che foran vinte da novelle spo-
"■ i^'i VI E i" for-'" * "''•'• ^'i'- *■
* S- * ' ,. ,,ucsto r ora si facevi
''■ '"","'• r^voc" SSima madre, ve-
r,'"hero7at;ardi.i-98 ^edi . he
;■-■" ^ LT- vuoisi tornare a casa. 1 )
d"""""- l", '3 È un- altra maniera, che
-,^:.a\.ta.la,nale.ar^sm»m^tc
fj, camminato tarfissmiameo^^^^
■•,*'>"'^^Tr r^■WL^^"■-•
:;;;r^.8.L:;gi.fss.mepl•omesseec.,
^^ti^S^'^TA^^A^^reXAR-
,,a vendetta; ma b.-Urd^^^_P__
P"-8"r"V ne iTi' invidia sono : Upi-
,,. 297. L"! ='P"'^^^^„„,e„ta , oziositade,
indugio lai Jitadc ,^,^„,„, ,,„esta
r,on CI d^-l.l e ^d^°^g ^ ,„,a la matura
;::^;l:i^Che-raUri.providen..iano.
.„r. mnM». Sono pm sani i liu i
ticci , elle . lardivi. ^__ ^ ,;.
TARDO. '^:'''- .^.f ;'j,„ Lai. tardns.
^I-o^à^^er-'conv^ esser lardo.
,,/.„..... Simovea tardo, s.,^_^^^
Lr.a.o^-^rdo-rplro'', H-. aal sonno
iraUca.,cn,o * ';3;- /;-' ^^ra Ira
,2. La giovane, ve en _^^_^ g^
r^mSu-rgi^s^^^T^;^"--
.^entiv-eranconoccM-a-^^o^^^.
p,tr. ^"•■'pjji,, U dolcissime pa-
vé sguardo !> accoi
rolcE V alio n'ansueto, um e e^ ^^^
XAHDO^^--^/-'-^ spada d.
Gr. òii . P""'- -f^"^- " Né tardo .
quassù non lag^ia in fr; .-»^.,.,„ „, ,.„,.
Peir. son. 3l. A ^e"" ^ ^^^
-';";r;rQu:re:c:l.en.abgio.
gè. E son. ^^^'^ ,^ a natura, a me
ria, s'io non erro Giand ^^^^^^^ ^
sommo ddetlo ■J'^'"^^ ^Ima real. di-
r:;;;^„r;-?mr---'°""""°'
°l"JM:'*,P--..er6.W-n.r.AL
^-"tVrENO rirro/a mo„eM, -lei pe.^o
i^;„^^i-!-"^; òn^^-'';^-o>-
^^ss^u^ larga in liiogodiscuo^^i^
LLri^T,Srn:^oUe^.-
pir-;:irs^x;::.""^- con u
hiro consigli »"'■— ,;;'::ia';a:;a':(:ii
''"'^TFire^"z:.^c.V'-7.
poiiolu ni urtili*-. t.rrhevcc-
,^:,ié'la',:uefe^nseoveari,,co,i.ro
-d-tT-r:TtrVrs^^::
r.' ^.. i- 4.'98. ESSI per contea
Mi ripignevano, ammazzavano , precip.la-
^',no«u targale, lanciottatc, sassi e cau-
'° TARGHETTA. Dim. di Targa. Frane.
SaccTno.. .50. In ispigoere e r.pignere
J/una targhetta costo un ^11^ r>r,„.
g„ grande -""/y; „,,,,,. .. ,24. Qual
^'^U^o^.^UonascirnitarraQu^^a
ii:,einpùlur°n='P^>''"-'"^«°-"-
^^t^s^r^nierlia^o ^,>y-;
/e ,„c,.c»,.=,e -'"'f j.„rp„f :<,./.3.
.„„rfo per -"OS'n'o^ lac ^^ ^^^.g,^,
,,9. Cesare ^''^^f^ /X' puliMicani, 6no
"■•VARTsCA.r.FAnETAR.SCAn
* TAM.AUE. Generare, o Produr ta, ■
tarlata, non nera ne scorte CUI ^ ^^ ^
r"- rCvólta ifv^ll. nel cdi meno Vengon
IjeTt^tto letri- travi, corre tra-hosch..=
-;f%n;:t;-r- '--•". Co.
-f 2i. / e* i ^ avuto a pena
quale, per -" ^^/^^rnuovo serVito-
cn.ratura, mi par * ,'^^" , de' tarlali
re , ancoraché sia de veccui, ..
■"rTABLATL'UA.ro/i-c^e,-,. ro-
dendo e fatta dal tarlo. Bnldm . Foc.
^TAULO. Vernre che si ricovera -elle.
^*" , . , ,, ipredo . caries. Gr.
gno, e lo rode. L^'- "™°> siccome il
tarlo consuma il legno ec, .. Ag.
'nvidia il corpo dell' uomo. P''^l"l\X,
L2^;r.r:tcr^r....
-n^i:;:^;-^^f-^"^-"-
sendo a t"»' fienoso tarlo 7
..ere che ''''"*"*/', piane lesioni so-
Ito. 4. A saldare tutu, e 1 ^.^.^ ^^^.
pra si pougano queste H^" '„„,ji„e d.
br:::r^u:::r^"^^-'^-"'''""'
'^fU't%ro.cr!,. diciamo L'^r-or del
T A n
T A R
T A R
tarlo, di Chiama solo per suo u ti/e. h^i.
ut lupus agnfis , ut lupus ovem.
§. III. /1 vere il tarlo con alcuno, vale
Avent rahhia . Lat. alicui irntum esse .
Gr. òp-/ì)^o»; ^X-'*'' "'^' ■ l^lalm. lO- a^-
Ma fd pur qudutu sai , eh* i' Lu teco U
Urlo, E ti vu', se tu fossi ia grembo a
Carlo .
TARMA . J'ermicciuolo che alla ma-
niera del tarlo rode diverse cose. Buon.
Vier. 5. 5. 2. Ove sicuro Schermo aver
pon da' tarli, o dalle tarme Gì' illu&tri trevi
e le pregiale carte.
^ %. E mela/: hnperf. Prov. P. i3.
T. i. 323. Egli è un vestimento il corpo
che 1' anima cinge e ricuoprcla cui giova
talvolta il haltcrlof che le tarme nun ro-
dano delle iiialf inteniioni. (Fj
# TARMATO. Jdd. /{oso da tarme.
Lat. terrdifu' corrosus . Soder. Colt. 55.
Non ogni vile è liuuna a essere annesta-
ta , come le tarmate , Imcate e rose. (•)
lied. Op. 2. 83. L' osso scorgeasi tutto
(guanto , per cosi dire , lai malo e trafora-
t-j. (Ni
^ §. Per Pieno di butteri, fìutterato .
Salvia, Jnnot. F. lì. 5. 5. 2. Uno rhe
sia nel viso guasto dai butteri ritiè buchi
rhe lascia la trottula nel girare con la sua
punta di fcrru sul mallonatu, a Ruma chia<
mano tarmato , quasi tarlato. (S)
TAROCCARE. Voce bassa. Gridare.
Adirarsi. Lai- ira crcandescere. Gr. 0;U-
&j^ity, 'ii'j.Z'j-j.i. Malm. 7. 16. Non ti
so dir se Meo allur tarocca . ^ Fortig.
Ricciard. t^. 81. ^Ma mentre eh* ci falìca
e che tarocca, Ecco che piomba ancor so-
pra di lui Un' altra rete da qucU* altra
rocca , oc. (lì)
!".- g. Taroccare, dicesi del giuoco delle
minchiate, quando alcuno non ha del se-
me delle cartacce dove sono ^gurati da-
nari, coppe, spade e bastoni, e conviene
che risponda alla data con qualche taroc-
co. (A)
TAROCCHI. Sorta di giuoco; ed an-
che diconsi TaroCihi alcune delle carte con
che si giuoca. Varch. lìrcol. 88. Dare il
suo maggiore, tolto dal giuoco de' germini,
u vero dei tarocchi. Malm. i. 38. Han per
insegna il diavcl de' tarocchi.
§. Essere come il matto fra* tarocchi,
o simili, figuratam. vale lùttrar per tutto.
Cecch. Corr. 3. 6. Io era tra lor (come
Si dice) il matto ne' tarocchi.
t * TARI>AG.\UOLO. Dim. di Tar-
pano. Car. Long. So/. Suppl. Era Dor-
conc un total tarpagnuoloiciframmettcnie,
di ])el rosso , di persona piccoletla, e di
maniere lutto nel praticar curioso» nel
parlar lu^ingliicro, e nel pensicr matignuz-
to , insomma un cattivo besliuolo. (Afin)
Sr TARPALO. Persona grossolana, e
rustica j Tanghero. (Cf
TARPARE . Propriamente Spuntar le
penne dell'ali agli uccelli; e per similit.
si dice anche d' altri volatili . Lat. aids
ctrcumcidere . Gr. ~T£Ca Ti(3i/ó:tTiiv .
Salvia. Pros. To.tc. 1. 102. Anacrvunle,
uon polendo cavarsi il sonno e sognare
con agio per una rondinella garrula e
cianciusella che gU rompeva nella le%ta 1'
alto sonno ec. , niinarria di prenderla e
di tarparla , traendule le penne maestre .
Buon. Ficr. ^. ^. 23. Che mastro accor-
to Sappia tarpar le vespe Moleste al fianco
de' corner spedili.
§. E figuratam. si dice dell' Indebolire
alcuno, o Togliergli le forze. Morg. 22.
23. Che 'I Icmpo m' ha tarpato in modo
l'ale, Ch' io mi comincio arcor<lare or con
lui. F lì- 70. lo vo' che '1 traditor tarpiam
discosto. E 35. l3a. Se non che corte ab-
liiam tarpale 1* ale.
TARPATO. Jdd. da Tarpare. Lod.
alarteli, rim. 3. E rìmpenaalc sodo Le
tarpai' ale al signor nostro , Amore . Po'
liz. st. I. 6. Ma fin ch* all' alla impresa
tremo e bramo, E son tarpali i vanui al
mio desio, ce.
TARPIG>A, e TARPINA . Specie d'
erba detta anche Cuscuta. Ved. EPITI-
MI O.
TARSI'A . Lavoro di minuti pezzuoli
di legname di più colori commessi insie-
me. Lai. tessclla. Gr. eu^i/j/jiaTtOv. Sov.
ant. io3. 2. Il dello Manetlo era ed è an-
cora uno che fa le tarsie , e stava a bot-
tega sulla piazza di san Giovanni, ed era
lenuto buonissimo maestro di dette tarsie.
f §. I. JC per similit. Bem. rim. i.
Io5. Pare '1 suo capo la cosmografia, Piea
d* isolette d'azzurro e di bianco, Commesse
dalla tij^na di tarsia.
-r §. II. Tarsia, trovasi anche in senso
di Provvisione. Cecch. Incanì. I. I. Acciò
per questo mezzo più facile Io ne cavassi
una tarsia da vivere In vecchiaia. (Vj
§. III. Tarsia, dicesi anche, in modo
basso, di Persona avara e spilorcia.
•^ TARSIARE . Lo stesso che Intar-
siare. Salvia. Odiss. 23. a66. Da questo
incominciando. Il letto ne polii, fioche fi-
nii, Tarsiandol con oro e argento e avo-
rio, ec. f/lj
TARSO. Marmo duro e bianchissimo,
che in Toscana si cava appiè della Ve-
rucola , a Seravezza , e altrove, di cui t
vetrai si sen'oiio per far la frìtta. Art.
J etr. Ner. l. 2. Il tarso adunque è una
specie di marmo duro e bianchissimo, che
in Toscana fa a'
della Venirola di Pi-
a Seravezza, u<l a Mus^a di Carrara,
e nel fiume Arno sopra e sotto di Firen-
le , ed io altri luoglii aueora ; è pietra
assai not4 e conosciuta. IC appresso: Que-
sto tarso, più bello e bianco che sia pos-
sibile, si pesti minulamcnlc in polvere in
pile di pietra.
-|- V §. I. Tarso, chiamano i ^ìotomi-
sti la parte di mezio del pieite tra il cal-
cagno e le dita, lìellin. Disc. i. l65. Si
dividono le sue ossa co. in falangi de'di-
li ; ma le prossime a queste non sì chia-
mano metacarpo , ma metatarso , e le ri-
manenti fino al calcagno non carpo , ma
tarso . (A) linperf. Jna(. 18J. Gli ossi
del piede da basso si dividono in Ire partij
in tarso , o pedio , in metatarso , ovvero
metapediu, e in diti. (F)
^ §11. Tarso, dicesi ancora l'orlo e con-
torno dell'occhio, fìaldin. Voc. Dis. (A)
TARTAGLIARE. Balbettare. h^X- bal-
butire. Gr. rpxyii'Ziiv . J'^arih. Fr^.il
5o. Di coloro i quali ptT vizio naturale,
o accidentale non possono proferire la let-
tera R ec, sì dica ce. più fiorentiuumeu-
le Irogliare, n barbugliare, e lii più tar-
tagliare. Lib. cur. mal.rlt. Se tartagliano,
taglia loro il frenello della lingua. /•; ap-
presso : Dopo che avrai tagliato il filetto
della lingua a* fauciuUi che tartagliano ,
ec. Buon. Fier. \. 3 9. Qual *i dia a
creder mutolo , un tartagli. Malm. 5. 39.
Ch' ci tartaglia <■ scdingua amhe a hac-
rbelta. * /^T. Med. fteoti 3. l63 E lui
rispo.-c taitagliandn in modo. Che ìntcD-
der noi potemmo \\ seve ed io. (H)
TARTAGLIONE. Che tartaglia . Lai,
halbutitns. Gt. Tr«'J'''*?W' Burch. son.
Mess. Ansrim. 71. lu li rispondo. Bur-
chie! tartaglione. Che tu li puoi chiamare
assai infelice.
* TARTANA. Trrm. di Marineria.
Un bastimento da carico nel Mediter-
raneo , cfie ha un solo aliterò a calce-
se, ett una vela latina simile a quella
delle galee, gueniita nello stesso modo, con
sartie a culonna . Ituon. Fier. 2. .\- 1.5.
U>lo poi rh* altri legni ancor duo visti ,
Scafe , tarlane , suetlie , liuti ce. Portan
pur roba molla. ('.V^
* TARTANONE. Term. de' Pescatori.
Rete simile alla Sciaf'ica, ma più Jìnc e
più piccola, che si tende in mare, e si ti-
ra a braccia da due parli nella barca, e
prende picco/i pesci. (A)
•f TARTARA. Sorta di torta fatta di
pappa , mandorle e zucchero . Tes. Pov.
P. S. cap. 59. Fa' tortethoe a modo di
tartare , e mettivi mandorle peste . Late,
Sibili. 2. 5 Kcir ultimo duoi migliacci
bianchi y o tartare che le le chiamino co-
sloro .
TARTAREO. Add. Infernale. Lui. tar-
tareus. Gr. Taarapes;. Petr. son. 3o8.
Che col pie ruppe le tartaree porle . .Sé-
gner. Mann. Man. 21- 3- La grazia, che
fa che queir anima , la quale djanu prò-
dncea frutti tartarei , produca frutti dU
vini .
* §. Vale anche Di tartaro; e si usa
dai Medici per similit. Red. Cons. I. 26.
Le glandule del mesenterio, essendo ripie'
ne di materie tartaree e mordaci , stagna.
in esse la linfa. E 27. Eli' è un fluido
salsugginoso fisso, tartareo, il quale non
dalle vene, ma bensì dalle arterie e depo-
sto ne' tendini» ne' ligamcnli, enei perio-
stei o membrane, che vestono i capi degli
ossi. (•)
* TARTARESCO. Add. Appartenente
a tartaro. Infernale. Salvin. Inn. Orf. Ti-
tani ec. in case tartaresche nel profondo del
terreno abitanti. (A)
* TARTARETTO. Sorta di vivanda,
o forse Specie di tartara, l-ros. Fior. (A)
TARTARO. Gromma. Lat. tartarus .
Gr. ■zv.pxv.poi . Cr. 6. 66. I Contr' alla
rogna prendasi il sugo del lapazio acuto
ec. , e alla colatura si giunga |>olvere dì
tartaro , cioè gromma dì vino e di fuli-
ginc . Lib. cur. malatt. Aggiugni una
mezza oncia di tartaro . Tes. Pov. P. S-
cap. 3. L' acelo , nel quale sia collo e
bollilo il tartaro , ungendone la raschia»
essendo prima ben netta , sana. Capr.
Bott. 5. 93. Mi ordino non so che ricet-
ta ec. , dove infra 1 altre cose n* entrava
una eh' ei chiamava rob, un' altra tartaro,
un'altra altea, le quali mi credetti io che
bisognasse mandare )>cr esse in queste iso-
le nuove, e poi l' una era sapa , e l' altra
gromma di bolle , e l* altra malva.
^ §. I. Tartara , per similit. , chia-
mano I Medici quella specie di gromma
o materia calcinola che si genera nervosi
del corpo animate . lied. Cons. Gruma o
tartaro ne* condotti. (A)
^ %. 11. / Dentisti danno anche Ìl fiome
di Tartaro al calcinaccio de* denti. (4)
* §. 111. Tartaro, secondo 1 Poeti, è
il luogo più profondo dell' Inferno , doi-e
son punite le anime de' dannati, tmperj.
Tini. D. l3. T. 8 ^92. ndla maggiore
e più ampia voragine favellando er. mo-
slra che da Omero fu chiamata il baratro
profondo sotto terra , e da multi altri poeti
oomioata tartaro. fF)
t TARTARUGA. Animale anfbio che
ha quattro zampini , e cammina lenta-
mente. Sta tutto racchiuso in una specie
di cassetta ovale, ossea, la cui parte su-
periore è di forma convessa, durissima
scagliosa, ed a scacchi; Testuggine. Hett.
Oss. an. 1^1. Sun vissute ancora altre
multe tartarughe terrestri , alle quali ec.
cavai lutto qtunlit ì\ cervello. /rif2. >oa
son sole le tartarughe terrestri ad aver que-
sta virtù di viver lungamente e di muo-
versi di luogo , prive lotatmenle del cer-
vello ; ma rio avvirite ant ora alle tarta-
rughe di acqua dolce. /'.' 1^3. Tagliarono
di nello la testa alle tartarughe . e face-
I vano con gran mislerìo stillar subilo lutto
' quel loro freddo sangue sulle reni drlla
meilesìma dama, e le testuggini poi leoiA
I testa continuarono a vìver molti giorni.
T A R
§. Tartaruga, si dice anche certa Jl/d-
lerta di sostanza ossea , cavata per via
di fuoco da' gusci delle testuggini, che
sen-e per fare stipi, stecche di i-cni,ig/i,
e simili layori. ■'? Salwin. Georg. Uh. 3.
NÒ Liaraan già (gli agricoltori J di bella
tartaruga Intarliate imposte , e vo&tiincul.i
D'or ricamate. (Fj
TARTASSARE. Malmenare, Maltrat-
tare. Lat. consternere , plagis male acci-
pere, vexarx, lacerare, tir. xa/ojv, «t'zi'-
5«lV. Tac. Dav. .tnn. 4- 89. Tacf.irina-
ta adunque sparge l'ama che ì Romani da
altre oaxiooi erano taitassali. JC Pertt. eloq.
4l5. Con che torrente 0 impeto difend' tyli
lo nostro secolo I con quanta e varia co-
pia ha tartassato gli antichi ? E Postili.
451. Teocrito ne' Dioscuri dice che Amico
re de* Bctrìci, facendo con Polluce .die pu-
gna col cesto, te lo tartassava, lant'anava,
sumbava , conciava male.
TARTASSATO. Jdd. da Tartassare.
* Salvin. Iliad. l^\ 20. Prese la forte
lancia in ferro agurza, Fcrmossi fuori del-
la tenda, e tosto Rimirò d fatto laido ed
isconcio : Quei tartassati , e quei dietro ,
menanti 1 Troiani orgogliosi. (/ì)
TARTUFO . Piatita di figura bernoc-
coluta, senza radice e senza foglie., la (piale
sta sempre sotto terra, e sonne. di due spe-
cie: altre di polpa nera, ed altre bianca.
Lat. tuber . Pataffi. 9. Tartufi brrgaina-
Jchi e pece greca. Belline, son . 256. Per
che cagion son caldi si i tartufi. Standosi
nella neve, e non al Sole. Burch. i. io.
Per questo le testuggini e ì taitufi N'hanno
posto 1* assedio alle calcagne. Rirclt. Jior.
17. L* aristologia, detta d.i' Greci aristolo-
chia, fe di tre spe7Je ec : rotonda, lunga
e clematite; fra le quali la rotonda è og-
gi notissima, per avere ella la radice lu-
tonda a modo di rapa, o piuttosto di tar-
tufo .
§. Tartufi bianchi , diciamo ad alcune
Radiche simili a quelle delle canne , che
si mangiano in diverse maniere in tem-
po d' inverno , e si cavano da una pian-
ta detta da' Lat. Aster peiuanus tuberosa
radice .
•f TARVA. Sorta d* animale quadru-
pede mentovato dal Redi nelle sue Espe-
ricnze, e posto in ischiera colle J' igognc,
co' Guanachi, e co' Pachi. Red. Esp. nat.
59. Come sono le pietre ec. che nell' In-
die orientali si trovano negli stomaclii de'
inatti mammoni ec, e nelT Indie occiden-
tali negli stomachi pur delle vigogne ,
delle larve, de' guanachi, e de' pachi.
TARUOLO- Sorta d' infezione che vie-
ne altrui sulla verga.
f 3 TASCA. Quel sacchetto attaccato a
calzoni, o altre vesti per tenervi dentro ed
aver seco le cose che occorrono tra giorno.
Lai. pera. Gr. Tr;'pa. Peir. i'rott. Rade
volte r alchimia empie la tasca. Malm. 3.
39. Perchè air uno ed all' altro empie la
lasca , Acciò gli faccian fede eh' egli ha
male.
* g \. Per Borsa, h Dant. Inf 17.
Che dal collo a ciascun peadea una ta-
sca, Ch' avca certo colore e certo se-
gno M . (C)
*f %. II. Tasca, per Sacca simile a
.juella dc'frati mendicanti. « 7'it. S. Gio.
Rat. E così stando, e Giuseppe Iruova la
tasca del pane» . iC)
* g. III. K per Sacchetta. « Cr. 9.
104- 3. E poi quel che nelU tasca rima-
ne, si punga a fuoco Icilio tn un puiuo-
li), e santa bollire si scaldi •• . (C)
§. IV. Jvere in tasca, figuratam. in
modo basso, i-ale Odiare, Disprezzare .
Aon curare Salvia. Pros. Tose. 1. lo3.
?ÌoD cura il più fulgido pianeta, il pianeta
delle fortune, della giustizia, della Ubera-
lilk e de' dominii ; in somma, ha intasca
^Vocabolario Tom. il.
T A S
Giove. V Beri. Ginmp. 182. Sapendosi
il vostro naturale di approvare quo! che
gli altri condannano, dii mi sentisse esser
lodato da voi, penserebbe subito, che tutti
ra' avessero in tasca. (C)
"^ §. V. Tasche, chiamano i Lanaiuoli
Certi mancamenti del panno nella tessi-
tura. (A)
TASCATA. Tanta materia, quanta ne
capijice in una tasca.
TASCHKTTA. /V/n. di Ta.fCaj Sac-
chetano. Ir. 9. 104. 2. Con una palella
vi manda il mele e la cera, il quale poi
in una forte taschctta poni. /'" num. 3.
Se più volte s' addoppii la tasrlietta. tanto
meglio si strignerà. Morg. 8. 21. Subito
tolse la taschelta e '1 corno.
TASCHETTt). Sacchetto. Lat. saccu-
lus. Gr. av.y.AiO'J- I^ov ant. c^5. 2. Allo-
ra per sentenza d'Iddio appaile in quella
nave un grande sciniione, prese il taschet-
lo di questa moneta, e andonnc in cima
dell' albero. l'r. lac. T. 6. 7. 7. Tutta
moneta ria Lassa dentro '1 taschelto.
t * TASCOCCIA. Tasca alquanto
grande . Car . Long . Sof. 28 . Ecco-
ti comparir loro avanti un vecchione ,
con un vestito di pelle in dosso, con
scarponi di corde in piedi, e con una ta-
scoccia a lato di sacco lutto rattoppa-
to. (Min)
TASCONE. Accrescit. di Tascaj Ta-
sca grande. Malm. 12. 38. Ellera a maz-
zi, e un bel tascon di ceci.
TASO. Tartaro. Lat. tarlarus. Gr.
T'/zT'xzo:,. l.ib. cur. malati. Il taso anco-
ra della bolle del vin bianco ec. fae lu-
brico il ventre.
TASSA, imposizione, o Composizione
di danari da pagarsi al comune. Lat. aes
multatitium , pecunia multatitia. M- 1'.
9. 17. Avieno fatta la *mpo>ta a tutti i
citladini e cortigiani, la quale era una cer-
ta tassa in nome di capo censo e per ca-
sa e per famiglie e botteghe. Cas. lett.
5l. Lascin pure che la tassa sia fatta dal-
la corlesisslma sua natura. Malm. 8- 9.
D' acconci, tasse, e lastiicbi di strade.
TASSAGIONE. Tassazione, il tassa-
re. Stat. Mere. A volontà e secondo la
tassagion del detto giudice.
TASSAHE. Propriamente Ordinare e
Fermar la tas.ta. l^-A. constituere, firma-
re. Gr. xaSrcjTa'vai. C /'. 8. 82. 5.
Convenne che tutti i cittadini ce. pagas-
sero una imposta, come era tassato. Mae-
striizz. 2. 56. Allora coloro che dierono
la cagione (alla cessazione delle cose di-
vine ) s<ino da condennare, e anche a tut-
ta l'altra quantità da essere tassata a essa
chiesa, nella quale si cessò, e de'si con-
vertire nel collivamento divino. Borgh.
Orig. Fir. 62. Che fu ne' prioripii dì Fo-
nia tassala da Servio Tullio per la mag-
gior somma. Car. leti. I. ^6. nestommi
solamente obbligato alle spese che s' era-
no falle a Fermo nella prima istanza, se-
coudocliè dal Vicario sarebbono tassate.
§. I. Tassare, figuratam., vale Stabi-
lire, Fissare. Pass. 108. La satisfazione
simigliantemente si tassa e impone nel
giudicio del prete, a cui si fa la confes-
sione. Scn. Ben. J'arch. 3. 6. Ma essen-
do malagevole il tassare una cosa incerta,
e dichiarare qual pena si convenisse a uno
ingrato, lo condennammo solamente col-
1' odiarlo.
^ g. II. Tassare, vale anche Porre ,
Dare un prezzo. Segn, Stor. l5. 376.
Mettev.i il prezzo del grano a lire cinque
lo staio ed in sulla ricolta, benché il Du-
ca lo tassasse a lire Ire e soldi dieci Io
staio. Inslr. Cane. Zq. Fu determinalo
che nei contado di Firenze a ciascun ca-
po di beni e pezzo di terra ec. si asse-
gnasse e tassasse certa valutazione , o sti-
T A S
1^81
ma della porzione attenente al lavorato-
re. (C)
§. III. Tassare alcuno, vale imporgli
la tassa dì tanto, 0 quanto debbe paga-
re. Lai. tarare. M. V. 7. ly Pagando
alla corte cinque per cento di quello die
catuno era tassato dagli uficialì. ^9. no.
AvcNSono pagato alla camera sua quelli
danari, che 1 benefizio era tassato, f?- Se-
gr. Fior. Art. Cucrr. Uh. 6. E però ti
conviene averne (delle vittuaglie) icm^Te
in munizione coli' esercito per un mese,
e dipoi tassare gli amici che te ne prov-
veggano. (C)
g. IV. Tassare, per lo stesso che Tac-
ciare, Dar taccia. Lat. taxare. Gr. /«tk-
^!'y^ì<7&«i. Stor. Fur. 4- 85. Sfogò fi-
nalmente lo sdegno suo, avvegnaché tri-
stamente, e da csscrni- sempre tassalo.
Tac. Jìav. Ann. l3. ifiS. Tassali furono
alcuni, che facevano il grave, di essersi
case e villo, quasi prede, spartiti in tale
stagione. Borgh. Tose. 357. Bisognereb-
be tassare d' una estrema negligenza 1' uno
e r altro scrittore. "^ Berlin, rim. 3. 25:i.
Ma s* io non lasso alcun particolare. Vor-
rei sapere un po' con qual ragione Questo
sciocco la vuol rimpolpettare. (R)
* TASSATIVAME^TE. Avverb. Se-
gnatamente e con mi.<!ura. Precisamente,
Spccifìcntamentc. Baldin. Dee. Vasari èc.
dice molto chiaramente, e tassativamente
afllMma, che Ugolino ec. (A)
'^- TASSATIVO. Add. Termine de'
Forensi. Che stabili.?ce. Che determina in-
variabilmente, (.f)
TASSATO. Add. da Tassare. Lat. ta-
xatus , aestimatus. Gr. Tt/jtri&si';. Sen.
Dcclam. Giustamente addimandò 1q tassa-
ta provvisione.
§. Per Tacciato. Lat. notatus. Gr.
•S^i'/o'iJ.i-JOi,. Borgh. Orig. l'ir. 278. Si
trova tassato Mario da gravi scrittori co-
me ambizioso e sedizioso.
TASSAZIONE. // tassare. Tassa. M.
F. 9. no. E fatta la tassazione, eblie per
nome e soprannome lutti li secolari ec. ,
e '1 beneficio rispondea alla tassazione.
Maestruzz. 2.. 8. 6- In questo modo e
punito, secondo il giuramento dell' attore
e la tassazione del giudice, 't^ Inslr. Cane.
/j5. Si stimino come se si dovessero ven-
dere e comprare, e a ciascuno capo di
essi si assegni un' arbitrata tassazione, re-
golata dalle suddctle slime la quale si
chiama l'estimo. (C)
TASSELLARE. Fare, ó Metter tassel-
li. Lat. opus tessellatum conficere. Gr.
TASSELLFTTO. Dim. di Tassello.
Lat. taxillus, lesserula. Benv. Celi. Oref.
t^Q. Lavorando sopra quel tasscllctlo , o
ancudinuzza che di sopra dicemmo.
TASSELLINO. Tasselletto. I.at. ta-
.rillus, lesserula. Benv. Celi. Oref. n.
Si mettono sopr' una ruota d' acciaio le-
gati in certi tassetlini di piombo e stagno.
TASSELLO. Pezzo di panno attaccato
di fu ora sotto 'l bavero del mantello ,
foggia oggidì disusata. Ricord. Malesp.
161. E passavano la maggior parte d'una
gonnella stretta, e di grosso scarlaltino di
Proino e di Camo, e cinte d* uno ischeg-
giale all' antica, e uno mantello foderato
di vaio col tassello di sopra. ^' / il. Pitt.
26. In qualunque modo ciò sìa, tassello
vale pezzo quadrato, o che tiri a detta fi-
gura di qualunque materia. E tale per av-
ventura doveva essere il tassello che po-
nevano i nostri vecchi sopra il mantel-
lo. (B)
g. I. Dicesi anche Tassello a Piccicl
pezzo di pietra, o legno , o altre simili
materie, che si commetta in luogo, dovg
sia gunstamento, o rottura per risarcir-
la j e talora anche per ornamento, 0 vt-
1482
T A S
ghtzia. Lai. Ussella ■ * yu. Piti. HO.
Rimesci i palchi, emenJò 1' upcra co' tasiel-
u. (yj
*t '"^ §■ ''■ Tassello, si dice ancora
uno Strumento di tutto acciaio Jinissimo,
il quale serve per intagliarvi dentro i
ritti e' rovesci delle medaglie. Benv. Celi.
Ore/. 71. tit. del cnp. 8. E come rifac-
ciano i tasselli di dette medaglie. K 'JÒ-
Poi avevano i loro tasselli , cbè cosi &i
domandavano i ferri con che si stampa-
no le dette medaglie, a differenza di quel-
li delle monete , che pile e torselli si di-
cono, ec. 7i appresso : Questi tasselli si
fanno tutti d'acciaio. (l-'J
* TASSETTiNO. Dimin. di Tas-
setto. Benv- Celi. Ore/. ^6. Tenendo un
tassellino tondo dinanzi, sopra il quale la-
vorando di mano in mano, tiravo l'oro
ec. (•) E Vit. 3. 293. Tenevo un certo
tassellino tondo, in sul quale io lavoravo,
e di mano in mano io tiravo 1' uro del
campo con un piccolo martellino. (C}
* TASSETTO- Tnsselktlo che serve
da ancudinuzza e per varii usi agli ore-
fici. Benv. Celi. Óref. 6. Si pigli il suo
pezzo della f%lia con panno lino bianco,
cbc sta Detlissimo, e si alihia un tassello,
il quale sia bene arrotato, ec. E l3. Quan-
do egli si stiaccia col martello in sul las-
sctto, egli penda più presto nel largo^ ebc
altrimenti. {*)
* §. Tassetto a mano , termine de'
Calderai, Pezzo di ferro traforato, stiac-
ciato da un capo , che si appoggia in
quella parte dove si vuol bucare. (A)
TASSIA. Lat. thapsia. Cr. 6. 125. I.
La tassia è calda e secca nel terzo grado,
e serbasi per tre anni, e truovasi in Ara-
bia, in India e in Calabria, e mettesi nel-
le vomiche medicine, e sì dee caulamen-
Iti porre ce. La tassia è erba tuniranorum,
imperocché pesta fa en6ar la faccia e '1
corpo, come se fosse lebbroso, e curasi,
come è detto, col populcone e acelo, e col
sugo della sempreviva. M. /ìldobr. Reci-
pe gitlaionc arrostilo nella Icggbia calda,
tassia, persice, di calauno once una.
fTASSO- Lo stesso che ìSasso. Lai. ta-
xus. Gr. 5;mt)a|'. Cr.Q.^S. I. 1 frutti sieno
ec. lercliinlo , lentischio, cederni , tigli,
leccio minore e lassi, /ilam- Colt. 5. 108.
£ di mortai liquor produca 1' erbe O le
piante crudei cicute e tassi.
■f TASSO, ^■inimale quadrupede che si
nasconde sottetTa, e che una volta sì
credeva , che dormisse assai , sicco'
me i ghiri , e simili, e ce ne sono di
due spezie, cioè Tasso porco, e Tasso ca-
ne, e '/ Tasso porco è buono a mangia-
re. Lat. mclis. Gr. /Jis7(;. jér. Fur. 32
12. Oh quante volte da invidiar le diero
E gli orsi, e i giiiri, e i sonnacchiosi tas-
sil Alleg. 3lX. Di quei compagni un rus-
\», un per Upasso BuTtmcbia , un se ne
rìde, un ne contende, Uà far morir di
sonno un gliiri>, n un lasso.
t TASSODAIIBASSO. Pianta lanutac
romunissima detta allrimrnti ì'erhasco ■
e ve ne ha di varie spezie, alcune delle quali
sono dette comunemente Cuaraguasrhi. LaL
Uiapsusbarhatus,%'eritascuni. Gr. y/ous^.
Cr. 6.117.1. Il bagno dell* acqua dL'lla sua
dccofione (della .fcah/iiosa) e del lassobar-
haiso vale contro alla lopixia. E cnp. 126.
1. Il tassobarbasso è caldo e secco , e la
rormcntacionc fatta d<rlla sua decozione va-
le contro alle morici. Tes. Pov. P. S.
rap. 20- Iteiii cuoci lo tassobarbasso in
acqua, e fanne fomoolo.
TASTA. Pìcciol viluppetto d' alquan-
te fila di tela lina, o di checchessia, che
si mette nelle piaghe per tenerle aperte ,
affinchi: si purghino. Lai- turunda , le-
mniscus- Gr. [àotÓì. M. Aldobr. P, A-
87. Ancora potete prcoderv una tasta di
TAS
cotone, cioè bambagia. Malm. | 60. Con
fasce, pezze e tasto accomodate Per farsi
alle ferite le chiarate. E 10. 3. E senza
pagar taste, o chi lo medichi, Dar campo
che di lui sempre si predichi.
t §■ Eiguratam. Incomodo , Noia ,
o simile. Amhr . Furt .1.3. Can-
chero I cotesla e una gran tasta. Lasc.
Sibili. 3. 5. Spenderete inloroo a duoi
scudi d'oro ec. M. In verità, che ella
è tasta che si può comportare.
TASTAME. Moltitudinedi tasti. Brtnz.
rim. buri. 2. 2^7. La musica vi tiene il
luogo primo, E massime di corde e di ta-
stame.
t TASTAMENTO. // tartare. Introd.
fin. 302. I tastamcutì vadano dinanzi
alla tua via.
TASTARE. EserciUtrt il senso del ta-
sto. Toccare. Lai. palpare, tangere. Gr.
t|/>^>aoàv. Star, jfiolf. Il fé' disarmare ,
e tutto 'I tastò, se egli era ferito , o per-
corso. Amet. 63. Colle tremanti mani ta-
sta li vaghi pomi Dant. Purg. 22- Per
quel che (^lio lì con tcco tasta. Bui. ivi :
Tasta, cioè cerca: tastare è cercare.
g. Per metaf. vale Tentare , Biconosce-
re. Intendere per bella guisa- Lat. tentare,
ejpforare. Gr. xaTseTCìpot»- Cron. 3tor"ll.
309. Diliberossi mandarvi a vedere, e senti-
re, e tastare l'animo e la possa. DittA.-n. 3.
23. La guida mia mi tenta ancor eh' io *1 ta-
sti, Per udirlo parlare. Frane. Barb. 2^6.
7J\. Per cerlu, eh' appostando Vanno, e ciò,
e' hai, tastando. Frane. Sacch. nov . 103. Il
cherico avca una mazza, e andava innanzi
tarlando Ìl guado. Fir. Trin. 1- 2. Alewan-
dro Amadori ha fatto tastare più volte così
dalla lun;i;a se voi volete la sirocchia.
't* TASTATA. Toccamento, Tocca ùi,
e specialmente di strumenti musicali da ta-
sto. Magai. part. i. leti. 4- Entrando una
mattina di festa in Santa Maria del Fiore,
sentì er. una semplice tastata di or;:ano , e
domandò subilo: chi b quel gran valentuo-
mo che suona? Buommatt. Tratt. 5. cnp.
1. Sentcsi talora un organista toccar due ta-
sti con taot.i velocita, 1* un dopo 1* altro,
eh' e' non si può così facilmente discerne-
re qual de* due fosse il primo : onde con
ragione (juclla tastata ha meritalo il nome
di gruppo. fj4j
TASTATO. Aitd. da Tastare. Lat. 61-
ctus, attrcctaius j exploratus, Gr. ija/xi'-
vo;, Oofìfixdtii. Bocc. nov. 80. 33. l'ri-
mieramente tastale lo botti, che si crede-
va che piene il' olio fossero, trovò quelle
esser piene d'acqua marina (cioè, cei ta-
te, guardale ) .
t TASTATORE. J'erfral. masc. Che, o
Chi tasta.
TASTATURA. L' Ordine de' tasti. Sal-
via. Pros. Tose. 1. 208. Il loro corpo
(delle cicale) e un cor|K} di liuto ec. ,
una siringa culle sue divisioni, una tasta-
tura.
tf §. Tas tatara, fu detto anche a Quella
parti' della cetera, violino, e simili, nella
Zuale si posano le dita a fine di pnnturre
1 varietà titi suoni e dei tuoni . Bart.
Op. 1. 6.^1. Alessandro re. comincio a
prrnilctc lezioni sopra la celerà, ponendo
le dita su la taslalura. (P)
« TASTEGGIASTE. Che tasteggia. (4)
•f « TASTEt.GIARK. Toccare i tasfid*
uno strumento . (ini- Sagg. 3l.'Ì. Quel che
fanno molte di queste ( corde dell' ar/te l
lo fa un.i sola nel liuto , menlre che col
tasteggiare si cava il suono ora da tutta,
ora da una parte, di' è 1' islrsso rbr al-
lungarla e ftcor«iarla. (jt)
9 TASTEGGIATO. Jdd. da Tasteg.
giarr. Taglm. lett. (A)
TASTETTA. Pim di Tasta. I.ib. cu r.
malati. Metti nella cavità una tastella di
radice del tutumagltu seccala all' ombra.
TAS
't * TASTIERA . Parte degli stru-
menti da suono , dove sono i tasti j B*'
gistro , Ordine di tasti. Gal. Dif. Capr.
211. Erra nel tener lo strumento ui ma-
no, appoggiandosi le corde al petto, e ap-
plieando la man destra alla tastiera. (*)
TASTO . Tatto. Fr. ìac, T. Da cin-
que partì veggio Che la m' bai assediato
Audito, viso e tasto.
§. I. Andare al tasto, o col tasto, va*
le Ser\irsi del latto in vece della vista.
Lat. palpando incedere. Gr. a^sayùvTa
^xot'^etv. Bern. rim. 1. 33. Cosi riven-
do voi quieto e casto. Andrete rìtto rìtlo
in Paradiso, E traverete 1' uscio aodando
al ta»to . Buon. Fier. I. 2. 3- Sempre
garagoltare , e ir col tasto.
•f §. II. Tasti, st dicono anche Quelle-
gnetti dell' organo, buoaaccordo, e simili
strumenti , che si toccano per sonare , e
Quegli spartimenti del manico della cele-
rà , o del liuto , 0 d' altri strame ti di
quella guisa , dove s" aggravan le corde
colla mano manca . OlL Com. inf. 16.
297. Ed è suono di tasti , come quello
della chitarra. Lib. Son. l35. Ma fa, Bec-
ca , che i tasti sien di casa- Varch. Er-
col. 276. Nel sonare il liuto la mano si-
nistra , che si adopera in sul manico in
toccando i tasti , cagiona il numero-
S. IH- Toccare un tasto, per metaf,
vale Entrare in qualche proposito eoa
brevità e destrezza. Lai. rem caute lan-
gere. Gr. euiafiw; aTtrtffàat. Salv. SptJu
2 3. Per rìspondere al primo tasto che ta
toccasti. Malm. 3. ^9. Avendone più vol-
te torco un tasto, E sentendosi dar sem-
pre cartacce.
§. IV. Toccare il tasto buone, vale
Entrare nel punto principale, o nella ma-
teria che più aggrada . Salvia. Disc. 2.
204. Quando si arriva a toccare, come si
dice, il tasto buono, cioè quel soggetto e
quella materia di ragionare che all' ascol-
tante più aggrada , dove prima era e^
stato qucio e composto io udire, si taglie
allora , non io come , dall' indifiereoia ,
te. Menz. sai. 3 Dica il Meccoli poi , s*
io tocco un tasto. Che sìa de'buouL
# S- ^- Tasto, talvolta vale Strumen-
to da tasti j onde Sonar di tasti è lo stesso
che Sonare tali strumenti. Baldìn. Dee.
Ebbe varii ornamenti: canto di musica,
sonò ben di tasti. (A/
^ §. Vk Tasto, dieest anche ti Saggio
che si fa per riconoscere qualche dijetto
in una fabbrica. Baldin. J)ec. Erssi avuto
fier bene er. il fare alcuni tasti ìotomo al-
e pile ec, con (he eransi scoperte intorno
alle medesime alcune ravitadì. (Af
TASrOLINA. Dim. di Tasta; Tastel-
la . J.ib. cur. malati. Si vagUoDO di certe
tastolinc fatte di giunco.
TASTONE, e TASTONL Avveri». An-
dar tastone, o a tastone, vale Andar bran-
colando , al tasto, l'it. Bari. ai. E sì fa
egli assai quando va a tastone, e sì cade
alcuna volta ìn uno fossato. Salvia. Disc.
1. 261. Ognuno cr«de d' avere dal canto
suo la vrril'a ; gli uomini la vanno al baio
come a tastoni, cercando.
§. Per metaf vale Far checchessia a
caso, o a %'anvera. Lai. temere. Gr. f'iJtjT-
Bim. ani. Salvia. Don. 1^1. Grasia gli fé*
la divina pntenca , Senza la qual ciasrun
parla a tallone. M. /tldohr. P. A. 44*
Santa qtiettc rose guardare , non puule
niuiio diriltaniente operare, se non a ta-
stone, »icrome al giorno d' oggi fanno an-
cora i mah agi &kirbi.
TATA , e TATO. Foci fanciullesche .
che vogliono Frattlh, e Sortila. Lai. fra-
ter, toror. Gr. «Ofi f o;, «Vtif »f- Malm.
3 66. E piangendo diceva: o tato mio.
Se tu muori, ec. Buon. Fier. Imtr. %. 5
Che 'n cura m' accettò Itta t tutrice . E
T A T
2. 3. 12. EUc Ule e nutrici L'eblcr CI e- r
sciato amico , e fur felici. , c„
TATTAMELLA . / a'Wi. &co/. 52.
Nel mcilcsimo Mellificalo si piglia Ulta-
rocUarc, onile nasce latlamtUa , ciuc uno
che cicala assai, e non sa che, ne i-erche.
« Itop. r,m. l3. Questa e .Iella liugia
carnai sorella. Che l" una e 1' altra scnU-
rete in bocca Di qualche [larasito , o tal-
tamdla. (C) ^
TATTAMELLABE. < tarlare. Lat. ma-
nittr verbafundUare, effulir,:. Or. •l/<'Xf
Joytìv. yarch. Frcol. 52. Nel nie.lesinio
ùcoificato si piglia latlamellare, onde i.a-
„e taltaniella , cioè uno che cicala assai ,
e non sa che , uè (lerché.
•+ TATTERA. Tacca, «ci signi/ic. ai
Vizio, Magagna. * Uop. rim l3. Ma
finalmente io vo' con un carleUo Scopiir
certe sue lattere segrete . Ch a suo di-
spetto eli" ha dar nel largeUo (l )
+ * e l Per Incomoda, Difetto di corpo.
Car. Utt. ined. 2. 2O7. lo che l'ho (il ca-
tarro) quando non l'ha niun altro, mi trovo
aver questo di più , il che accompagnato
con la indisposiiion degli occhi , e con 1
altre mie tattere, mi scusi se non le scrivo
di mia mano, (fi) 7 ,
•+ § li. Per Bagattella, Minuzia, Nac-
chera, Cosa di poca considerazione. Ma/m
10 3q. Dell' esser folto il bosco, e d al-
tre taltere , Che gli narra costui , saper
non cura . * Car. long, iof pag. IO.
( Fir. iSlIjEgli (Dorcone) aveva frale
sue taltere una gran pelle d' un lupo vec
cbio, il quale ec. (B)
* § 111. Tattera.si dice per baia II
J-'ico , malore che tiene nel sesso, detto
altrimenti Cresta. Gr. ou/wjis. f- «""
,.oce FICO, §. XI. (•) Min- *'■''"' P"?-
482 TatUre, per scherio, s intende una
s,iecie di malore che viene intorno al sesso
per crescenia di carne. iBj
* TATTICA. Terni, dottrinale e mi-
litare, ec. V arte di disporre i soldati o
le naii in battaglia , e di fare le cyolu-
"" #' TATTIVO . Add. Del tatto . Lat.
tangenti facilitate pnrditus. Gr a7tTj«;.
Segn. Anim. 2. 92. Come quelle nel tat-
lo feriscono il senso tatuvo . i i- 129-
Oueslo tale strumento per necessita sarà,
doT' è la prima radice dello strumento
lalliTO . E 181. Si conchiude che il sen-
sorio tallivo non è composto di terra, ne
ec. (•)
TATTO. Tolcnza .lensitna esteriore,
sparsa per lutto 'l corpo, per la quale
J- apprende la qiialili tangibile, propria
delle cose corporee. Lai. taclus.G^.afr.
Esp J'ang. I cinque sentimenU del cor-
po, ciò sono: vedere, gustare udire, odo-
rare e tatto, retr. son. .58. Alcun d
acqua e di fuoco il gusto e '1 tatto Ae-
quetan. Dant. Pi.rg 8. Per lei assai di
lieve si comprende Quanto in femmina
fuoco d' amor dura. Se 1' occhio o 1 tat-
to spesso noi raccende.
t TATUSA. Animale quadrupede detto
anche Infingardo dal muoversi che fa con
estrema'lenteiza. Serd. Slor. 2. 62. Le ta-
tuse di vUta insolita . di grandciza come
porcellelli. hanno nella pelle alcune scaglie,
f J TAVERNA. Osteria da persone
,i7i. Lat. tabtrna meritoria, caupona. Gr.
TaSsfvsrov. Bocc. Introd. li. Ora a quel-
la taverna, ora a quel!" allra andando. E
noe. I. 8. Le lavcinc e gli allri disone-
sti luoghi visitava volentieri. Liy- Dee.
3. Allora prese Virginio la sua figliuola e
la balia ; trasscle da p.iitc appresso una ta-
verna eh' era quivi. 0. I II. 2. 21. Più
si logora oggi in un popolo di Firenie a
taverne, che non solcano logorare 1 nostri
asuchi in tutta la cill'a. Tesorett. Br. l5.
125 E legno grande schema Chi dispen-
T A V
,le in taverna. Bcrn. Ori. 2. l3. 2. Per
glori» già solea la gueira farsi; Taverna
e mercanzia può or chiamarsi.
* §. I. Dicesi in modo proverbiale: In
chiesa co Santi, e in Imerna co' gbiolto-
ni, per esprimere che si debbono regola-
re' le nostre azioni col dovuto riguardo al
liio-o nel quale siamo. .. Dani. InJ. 22.
Ma nella chiesa Co" sanU , e in taverna
co 'fthiolloni » . (C)
I * §. II. Taverna, pigliasi anche per
Bottega semplicemente. Bocc. l'ist. Ir.
SS. Ap. 299A modo delle mosche con aggi-
rar continuo , allorniando vada ora le ta-
verne del macello , ora quelle del vi-
no. (Br)
TAVERNAIO. Quegli che tiene taver-
na; Ostej e gli antichi il presero anche
per Beccaio. Lat. caupo. Gr. fàltvioi.
lib. Moti. Va tavernaio, dicendogli uno,
che comperava carne da lui, pei che gli
vendesse meglio, ec. Frane. Sacch. nov.
70. 11 pensier sia vostro, che volete tor
r arie a' tavernai (parla di due che vole-
vano da loro macellar due porci) . E
nov. 102. Sempre vi è slato un tavernaio
che ba taglialo carne , e fra 1' altre buo-
nissime vilelle e gran porci. Fr. lac. T.
1. 3. 5. Or son cosi avvdato Daunamer-
cenaia, Figlia di tavernaia. Vii. SS. Pad.^
2. 225. Fece chiamate lo suo fattore, eh'
era sopra gli tavernai , e comandogli ec.
g. I. l'er Freqiientatcr di taverne.
Maeslruzl. 1. 24. Se sono pubbbcamente
tavernai , e tre volte ammoniti non se ne
rimangono, ec.
§. II. Una ne pensa il ghiotto, e l al-
lra il tavernaio. V. GHIOTTO, §. VIL
* TAVERNELLA. Dim. e avvilii, di Ta-
verna.Belc. Vii. ('o/om/).3o6. E cosi cammi-
nando giunsero a una tavernella molto af-
faticati. (Ci
f TAVERNIERE. Quegli chefrecjuenla le
taverne. Lat ganeo,helluo. Gr. «(JWT05 ,
-/a57/:i>afvo;- .^'"''"- ^"'- ^''"^ ^°"'
274. Acciò eh' io taccia, per meno vergo-
gna di noi, i ghiottoni, i tavernieri, i put-
tanieri, e gli allri di simile lordura diso-
ncsti uomini. Pass. l3l{. Non sia ebna-
co, ne taverniere, non giueatore, ne ma-
snadiere.
§. I. Taverniere, per Tavernaio. Lai.
caupo. Gr. «raTtnio;. J it. SS. Pad. 2.
225. Un giorno venendo egli a briga con
un taverniere della terra, ec. E 226. In-
cominciaronlo ad animarlo e provocarlo
contro a quel taverniere, dicendo che trop-
po gli tornava a gran disonore the il suo
nipote fosse villaneggialo da una vile per-
sona . E appresso : Coniandogli che da
quel taverniere ec. non togliesse mai ne
galieUa, ne pigione. Cuid. G. Quivi li
tavernieri, quivi gli speziali. Jnim. Ani.
23. 3. II. Quello rhed e' fa al canlodel
secondo gallo, lo prossimo tavernieri anzi
di sapr'a.
§. li. Un conto fa il ghiotto, e un al-
tro il taverniere j proverbio (he vale lo
stesso che Fare il conio senza l' oste.
Varch. Slor. l5. 60O. Ma come dicono 1
volgari con quel proverbio plebeo : Un
conio faceva il ghiotto, e un altro il ta-
T A U
i483
vci uiei e.
f * TAVLA.F. ^. Tavola. Crad. S.
Gir. var. lez. 47. Alla lavla dove sono
gli Religiosi poveri mangia Cristo con lo-
ro. Guitl. Leti. 25. 67. Anima venne m
corpo come tavla lavata. But. Inf. 32.
Apparecchiato '1 convito a lavla li fece uc.
cidere tulli e tre ( I edi la noia 325. Cuilt.
Lelt. ). (ì)
•f * TAUMATURGO. Operatore di
miracoli. Segner. Paaegir. pag. 61O. t T e-
nezia 1723. ) Mi si fanno innanzi i Tau-
maturghi o co' labili da lor seccali, o co'
monti da lor mossi, ec. (A)
* TAUNA'. Lavoro che si fa commet-
tendo ne' metalli inlagliali argento od oro J
ed altrimenti è dello Lavoro alla dama-
schina, perchè è molto usato in Damasco
e per lutto il levante. Baldin. V'oc.
Vis (.4)
TAVOLA. Arnese composto d'una, o
di più assi messe in piano, che si regge
sopra uno, o pih piedi, e serve per di-
versi usi, ma principalmente per mensa.
Lat. mensa. Gr. TfaTre^ot. Vit. Crisi.
Che imbandigione non conosciuta fue por-
lata dinanzi a quella tavola t
g. I. Essere a tavola, Andare a tavo-
la, e simili, vogliono Essere, o Andare
alla mensa per cibarsi. Bocc. nov. 6. 7.
Come che gli altri, che alla tavola dello
inquisitore erano, lutti ridessono. E nov.
l5. 17. Ed essendo da tavola levati, ec.
E nov. 29. 25. Sentendo le donne e' ca-
valieri nel palagio del Conte adunati per
dovere andar a tavola, ec. Enov.!\l. 3o.
Le nuove spose ec. gi'a a tavola erano per
mangiare assettate. E nov. 5o. II. Es-
sendo noi gi'a posti a tavola , Ercolano e
la moglie ed io e noi sentimmo presso di
noi starnutire. E num. l5. Senza alcuna
scusa fare, da tavola si fuggi. Guid G
Essendo il dello Re allora a tavola ripie-
na di diverse imbandigioni.
§. II. Mettere, 0 Far tavola, vale Far
conviti. Lat. conviVnre. Gr. ev/wx""-"'-
Bocc. nov. 89. 8. lo sono ricco giovane,
e spendo il mio in metter tavola, e ono-
rare i mici cilladini. Cron. Morell. 29O.
Fra questo tempo i Ciompi non restava-
no di far male, di rubare certi, e d" arde-
re per le vie, e ad ogni uscio era messo
tavola. Cecch. Corr. 2. 7. Anche nel cam-
po È necessaria la cucina, e massime A
chi tien grado, e fa tavola magna.
§. III. Mettere e Levare le tavole, va-
le Apparecchiare e Sparecchiare. Pocc.
g. 3. /. 5. Come levate furono le tavole,
cosi comandò che la Lauretta una danza
prendesse. E nov. 79. IO. E maravigho-
sa cosa a vedere ec. le tavole messo alla
reale. * Segr. Fior. Ari. guerr. .1. 9.
Ma passati i convivali piaceri, e levale le
tavole ec. giudicò Cosimo ec. condursi
nella pili segreta ed ombrosa parte del sua
giardino. (C)
g. IV. A tavola non s' invecchia; pro-
verbio che si usa per dinotare l'allegria
delle mense.
# g. V. Mettere a tavola alcuno, vale
Introdurlo a mangiare. Bocc. g. I. n. 7.
Il siniscalco ec. comandò che 1' acqua si
desse alle mani; e data l'acqua, mise o-
on' uomo a tavola Ccioè, fece sedere 1 con-
vitali ) . E g. 9- n. I. Tulli, secondo il
piacer della Reina, gli mise il siniscalco a
tavola. (V)
g. VI. Bagionar de* morti a tavola, o
Ricordar i morti a tavola j proverbio che
vale : Dire cosa non proporzionala al tem-
po e al luogo. Far cosa impropria. Lai.
loco et tempori non consulere , non prò-
spicere. Cecch. Servig. 5. 12. Costui va
ricordando i morti a tavola. Ambr. LoJ.
3. 2. Sicch' e' sarebbe un Irassinare , e
premere Le piaghe vecchie, e ragionare a
tavola De' morti.
g VII. La tavola e una mezza colla;
proverbio che vale, che Gli uomini so-
praffalli dal cibo e dal vino facilmente
manifestano la verità delle cose. Lat. in
vino verilas. Gr. a/>lSsr« o.vo«. I^ed.
Flos. 116. Bed. Annoi. Ditir. 27. La
tavola 'e una mezza colla. Salvia. lUsc 2.
1,1. Noi nel nostro dellalo: la l.iyola .
una mezza colla; eoe ec. : la tavola per
mezzo del vino i; un dolce si, ma squisi-
to tormento per far confessare, e per apri-
re il nostro interno.
g. Vili. Tavola, per lo Banco de ben-
IW
T A V
ehieri» Bocc. nov. 73. io. Che avrem noi
a fare altro, se oon ce. andare alle tavo-
le dei caniLiatori, le quali sapete che stan-
nu icnipre cariclit- dì grossi e di Conni ?
M. f. II. !Ì8. /i(. Come in Firenze s' oc-
dÌDÙ lavula per lo romune per servire ì
loldali. Dep. Decam. proem. 6. Avca Ìl
Dome nella ragiune degli Scali della tavo-
la, che così allora dirt-vano, pi^jliaodo la
voce da' Latini nel puro seolimeato loro ,
che V uso comune ogyi dice banco e ban-
chiere quel che allora diceano tavoliere} La
qual voce non intesa nel Novellino , era
sljta mutata in cm-aliere. Borgft. Mon.
l85. Oudc- ebbero agevulmeatc princìpio
le tavule del cambio minuto, e a beli' 'igio,
e ad altro 6ne conseguentemente del grosso;
che mi piace qui per ora chiamare co'no-
stiì vecchi, che presero il nome puro de'
Latini, tavola e tavoliere quel che oggi di-
<-iamo banco e hanchiere.
§. IX- Tavola, per Asse, o Pezzo d'
asse semplicemente. Socc. J/ttrod. 22.
Fallo venir bare, e tali furono, che per di-
fetto di quelle sopra alcuna tavola ne po-
nieoo. li nov. i5. 17 Egli era in un chias-
«etto stretto ec, sopra due travicelli trai'
una casa all'altra posti, alcune tavole con-
6tte ec-, delle quali Livole (juella che con
luì cadde, era 1' una. -
■J" §. X. Tavola, Jìguratam. dicesi an-
che di Ciò che scr\-e d'aiuto, di scampo.
Pass. prol. Questa seconda tavola ( della
penitenza ) f dove è lo scampo eia salute
della maggior parte della gente umana, ac-
cortamente prese , ce. E appresso .■ Sten-
diamo le mani u prendere questa necessa-
ria e virtuosa tavola dtdla penitenza.
g. XI. Tavola, per Quadro d'altare.
M. 1' . ^. 7. Feriono trarre fuori l'antica fi-
gura di nostra Donna ^ dipinta nella tavola
di Santa M;iria in Pruncta. Frane, ò'acch.
nov. 121. lo quelli triiipt ^ che mori papa
Urbano Quinto, una tavola essendo di lui
posta in una nobile cliiesa d'una gran città,
vidi a quella essere posto un torchio acceso
di due lilibre. liorgh. Hip. Il5. Due tavole
ri rimangono in Santa Croce.
V §. XII. Per Qualunque sorta di qua-
dro. Cortig. Casttgl. I. 87. Potrt'i dirvi ec.
come tanto pregiata fosse una tavola di Pro-
togene, che ^;^5endo Demetrio a campo a
Itodi, e possendo ìntrar deatro appiccandole
il foco dalla banda, dove sapeva che era
qu'dla tavola, per nuu abhrusciarla resto dì
darle la battaglia, e cosi non prese la ter-
ra. (SS)
g. XIII. Tavola, per /spazio quadro.
Cr. 4 9- 4 ^* quattro ovvero cinque ge-
nerazioni di nobili sermenti porremo, e bi-
sognerà massimamente le generaxioni a
tavole disporre. JC cap. 1^. 1. Sicché una
vite sia nel mexxo dì questa tavola, e 1* al-
tre intorno slanli.
g. XIV. A' Tavola, Sorta di giuoco
che si fa sul tavoliere. Aoi'- ant. 5. 1.
Appresso mangiare qual prese a gìucare a
ara , e qual a tavole, o a scacchi, o ad altri
diversi giuochi. /Jucc. g. 3. p. 10- Cbi a
giurare a scacchi, e chi a (avute, mentre gli
altri dormirono, si diede. Frane. Satth.
nov. l65. Quando gìucava a scacchi, e quan-
do a tavole.
§. XV. Dare a due tavole, o Dair a due
tavole a un tratto, metafora presa dal
giuoco ili sbaraglino, vale lo stesso che
Fare un viaggio e due servizii, o Pigliar
due colombi a una fava. Lai. in salta
lino capere duos apros , duos fuirieles
eadem fidelia dealbare. Malm. 5- it{. E
;i due tavoli' ilar vorrebbe a un ti.ilto.
sjt /Icrt. tliamp. <)(>, A voi s' appailirno
di mostrare che quod ad , e quo (i</ signì-
(ìrano lo stesso, se vedete far bene \\ giuo<
IO e dare a due tavulc. (C)
%. XVI. Giuoco di pocht tavole , vale
T A V
Impresa btvve e facile. Fir. Trin. I. 2.
Questo è un giuoco di poche tavole a
chiarirsene.
g. XVII. Far tavola, vale Tavolare ,
Intavolare, fiore, nov. 20. 4- P*"" '* P""
ma notte incappò una volta , per consu-
mare il matrimonio, a toccarla, e dì poco
fallo che egli di qurir una non (ere ta-
vola ( qui Jigurntamtnle, e vale, non ar-
rivò a consumar 1' allo carnale ) .
*§. XVIII. Tavola, nel Giuoco degli
scacchi, ditesi propriamente Quando il
He è per sempre scacco , cio'e che è
soggetto ad essere incessantemente tor-
mentato dagli scacchi, senza che egli ab-
bia con che coprirsi, o liberarsene j lo che
è diverso dallo Stallo. Fed. STALLO ,
§. XIX. Tavola ritonda, 0 rotonda,
era un Antico ordine di cavallerìa , che
si disse anche Tavola vecchia, a tlistin-
zione dell' istesso Ordine rinnovato , detto
Tavola nuova. Tav. Hit. Scontrano un
antico cavaliere, lo quale era stalo della
tavola vicchia. Morg. 18. 4- '** ^'^^" ^*'^'
tomila in uu momento Cavalicr della ta-
vola rotonda.
§. XX. Onde si dice Potere andare, o
stare a tavola ritonda, di checchessia che
abbia in si- somma eccellenza. Bed. Ditiv.
28. Ma non lice ad ogni vino Di Fumi-
no Slare a tavola ritouda.
3 §. XXI. Tavola, per Libro, o cosa si-
mile, ove si registrano le cose pubbliche.
Lat. tabulae. M. V. 5. 74- M'souo in-
nanzi a^ signori, che si facesse una tavo-
la, nella (|Uale si scrìvessono tulli i beai
immobìli della città e del contado.
§. XXII. E Tavole, si dicono altresì
Quelle carte aggiunte a' libri, nelle qua-
li sono figure, immagini ec. intagliate in
rame, o in legno.
§. XXIII. Tavole, si dicono ancora
Quelle raccolte di termini particolari e di
numeri determinati, per comodo delle pra-
tiche delle scienza e dell' arti, fatte in
forma di repertorio , e sono di diverse
speciej come Tat'olc astronomiche, genea-
logiche, ec. Srrd. Stor. 1. il. Con ugua-
le avvedimento fecero le tavole delle de-
clinazioni, delle quali oggi si servono i
marinari a trovare la Jalitudine ce. dei
luoghi.
g. XXIV. Tavola delubri, per lo stes-
so che Indice, Repertorio. Lat. index. Gr-
cui>aj93;. * Salv. Avvert. 1 3. 2. 29.
Fu introdotta ec. questa usanza della ma-
iuscola ec, perchè valesse come nei ^•
gni e rubrica da trovar prestamente le
cose più nolabìli: il che a' nostri tem-
pi, che l'uso delle tavole (rosi oggi le
chiamano ] s' e cotanto allarftalo, gran fai*
lo non abbisogna. fFi
§. XXV. F Tavola, per Quella carta
contenente l' alfabeto, sulla quale i fan-
ciulli imparano a leggere. Lat. tattella
aftecedaria.
4 § XXVI. Tavole iltlla legge , di
Mose, de'dieii comandamenti ec. tticonsi
Le tavole di pietra sulle quali Mosè
scrisse sul Monte Sinai le teggt detta-
tegli da Dio. .. Pass. 1(>5. I)*' dicci co-
mandiimcnli delle tavole di Mosè, ec. I co-
mandamenti della prima tavola s' apparlea-
gono all'ainoir di Dio» . t!\'j
Ki g. XXVII Tavole delle leggi, dn-r-
vansi in Poma Quelle sulle quali st ol-
pivasi la legge * he era stata ammessa ,
e si affif^geva nella pubblica piazza . «
Liv. Dee. 3. Già era passata la maggior
parte dell'anno, e le due tavole delle leg-
gi era» giunte >*. (C)
* g. XWIII. Tavola, dicrsi anche un
pezzo di marmo, o simile , jttgato fter lo
più bislungo f e senza t'Ctun ornamento.
Dorgh. Orig Fir. 187. Vi ti vide anro-
t A V
ra pefxi di pavimento intersiato di mar-
mi e di pietre mittie segate in sottilissi-
me tavole, e alcune mura delle medesime
tavolelle incrojtalc. (I )
■f g. XXIX. In tavola, 0 Per tavola, si
dicono Le gioie di superfìcie piana, affaccet-
tate solamente nel/' estremità. ^Benv. Celi.
Oref. ti. Si riducano a quella perfezione t
bellezza che si veggono iolaglìali, in tavola,
a faccette, e in punta, i l) F. Fit. 2. 3\S.
La quale (punta di diamante) veraroeo-
tc non faceva bene né per tavola, nh per
punta. (Cj
t TAVULACCIAIO. Queglichefa i ta-
volacci. Guid. a. Quivi li legnaiuoli ec. , i
quelli acconciavano li cani culle ruote voi-'
genti, quivi li tavolaeciaì.
TAVOLACCLNO Servo de' magistrati.
Lai. accensus. Gr. oyjyts;. Pataff". (\. fi
in Catalogna i buon tavolaccini. l'arch.
Stor. 11. 363. E perchè le cose andasso-
no per l'ordine loro, v'erano non solo,
oltre i ramarri delle compagnie , i lavo-
laccini e i mazzieri della signorìa , ma i
famìgli de' signori Otto. Belline, son. 27}.
Più che un tavolaccin, mi trovo al ver^e.
Malm. 6. 108. Tavolaccini, Raccogliete
pel numero . e le fave Pigliate io man.
TAVOLACCIO. Spezie di targa di le-
gno. Lat. parma. Gr. TTapy;. liocc. nov,
l5. 3l. Costoro assetati, posti giù lor ta-
volacci e loro armi e loro gonnelle , co-
minciarono la fune a tirare. E nov. 43-
l4- Poste giù lur lance e lor tavolacci ,
ce. Val. Mass. Prese uo tavolaccio, che
sì portava a collo a cerio costume di sa-
crificio. lAb, Astrai. Si dee coprire di
cuoio, con che si cuoprooo gli scudi, o i
tavtdacci.
g. Dicesi Far tavolaccio, che vale Far
grande apparecchio. Cecch. E^all. Cr. 2.
2. Il padre, eh' è avveno a far liaochetli
E tavolaccio, se la terr^ J^.
TAVOLARE. Che oggi pili comune'
mente diciamo Intavolare . Far tavola ,
cioè Pattare il giuoco j e dicesi degli
.scacchi . Fi/oc. 6. 87. Mostrando con al-
cuno alto di ciò avvedersi , tavolo quel
giuoco .
g. Tavolare, va/e anche Coprir di tavole -
TAVOLATA . Vicesi P Aggregato di
quelle genti che sono alla medesima ta-
vola per mangiare insieme nelle taverne,
o altrove . Malm. 2. 35. Però lasciami
andar , eh' ìo ho faccenda, Aveodo sopra
un' altra tavolata.
TAVOLATO. Sust. Parete, o Pavi-
mento di tavole , che anche diciamo As-
sito . Lat. tabulatum Gr. ootviVw^ .
Bocc. nov. I. 32. S' eran posti appresso
a UD tavolalo , il quale la camera , dove
ser Ciappciletlo giacca , divideva da un*
alila. M. I . 9. 21. Scese nella cappella,
ed arse i paramenti e *l tavolalo dcU' al-
tare maggiore - Fir. As. 79- Tutta con-
turbata salse sopra d* un certo tavolato ,
eh' è >ulla più alla parte della c»,*«. Serd.
Stor. 2. 1)1. I tavolali parte distaccati dalle
loro sedie cjderono m acqua.
TAXOLATO. AdJ da Tavolare^ Co-
perto di tavole ■ Lat. contahulatus . Or.
ctvavtòttifiiitoi. Gutd. G. La sua coper*
tura era tavolata di legni rediini. Cr. 5.
19. l4' L'uliva, che fa olio, si dee ra-
gunare in monliretlo , e nettarsi per cìa-
siun «Il in luogo tavolalo- O Sttlvin. Odis».
166. Nelle Ikcn tavolale Da\i entrando, ^a•
vigando partir (^)
X» ■\k\ OLKCt; I A r.E. TCeutr. pass. Met-
tere in fatala ; %'P,rpoco usata. Demetr. Fa/.
.5l. Il parlar freddo è quello rhr trascende il
srntimcnlo del nuo concetto , come li>
sfondato lalice non »i lavoleggia , dello
per »ignt6car che 'I bicchiere che non se
ne «etle il fondo , non sì debbe mettere
in tavola (Cj
t X V
T A. V
T A V
i585
TAVOLELLA. Piccoh Ugnella ptr uso
di giucre a la.o/c. O: 5. ;ì& 1 Del »■"
lt.no (del l-osso ) si fa oHim. pcUm. , e
cucchiai , 6 manichi di cullcll.ni , e >cac-
chi, o tavolollc.
§ Per Tavoletta inctrala usala dagli
antichi per ...<o di scrivere, o di disegna-
re. Lai. pusillaris, pugillar. Gr. 7r.v!<«.
S\5< . £«(. /'."■g. 32. 1. Come disefina
lo dii.inlotc con lo >lilo nelle tavolelle .
Sen Pisi. 87. La nostra vivanda e ap-
pùrecchiala a lutto 1" ore , ma lutto ciò
non è sania fichi secchi , o santa lo ni.c
tavolcUc ( il leslo /al. ha puedlares ). i
108. Vero e , che alcuni se ne vengono
con loro tavolelle da scrivere. ^
TAVOLELLO. iJonfO- Buon. ''"■•-•
a. 8. Ch' io mi tolga giammai Dal lavolcl ,
dov' io fui canihialore. , „ r
§. 1. Essere, 0 Slare sul la^oMlo, Ji-
guratan.. iule Essere in pericolo. Luon.
Tane. 4. 6. L' onor tuo sta teste sul la-
volcUo . „ , , 1 „
§. II. E Tavolello.per Piccai banco rtoie
lavorano gli orefici. ,
TAVOLETTA . Picciola tavola . Lai.
labella. Gr. 7!lva«V<ov . Fir. As. io.
Trovailo, che M si era apiiunto allora po-
sto a una sua piccola tavolella , e voleva
cominciare a cenare. E 128 Le venne
veduto lì vicino entro ad una bella e ricca
starna , falla in guisa d' una luna , appa-
recchiata una tavoletta.
§ 1. ler Quadro piccolo . Bocc. nov.
l3. 19. Davanti a una tavoletta , dove
nostro Signore era effigialo ec., gli si fece
sposare . ^ ^ .-
§. 11. Per Tavolozza. Cani. Lara. //.
La tavoletta abliiamo pe' colori, Per poter-
li acconciare. ,- . 1
S 111. Per Tavolella, nel signijic. del
§. Jmn,. Ant. 9. 8. 28. Aggiugne Tul-
lio , eh' e" luoghi sono come tavolette , o
carte, e V immagini come IcUere. Annoi.
J'ang. Zaccaria domandò una tavoletta, e
scrisse Giovanni.
* g IV. Tavoletta, diasi anche d uno
Strumento che serve agli architetti per le-
var d, pianta, lialdin. I oc. Vis. (A/
+ « §. V. Tavoletta di rame , dicesi
,r Cna piccola lamina di metallo ad uso
d'incidervi sopra. Jlorgh. Urig. Fir. 27O.
Se ne mostra una molto anlua tavoletta
di rame, ritrovata in <|ue' munii 6n 1 anno
l507 piena d" una Leila notula. (J ì
* § VI. Tavolella, dicesi anche Quella
lastra sulla quale i fanciulli imparano a
far di conto . Plut. Adr. Op. mor. 2.
203 l loquaci veramente affliggono gli o-
recchi con le repeliiioni in guisa di .inelli
che scorhiano le tavolette da abbaco (Li
a- # §, VII. Tavoletta, duesi anche
Quella piccola lastra di marmo, o simi-
le, che serve per far pavimenti. Jlorgh.
(Jrig. Fir. 188. Si è scoperto un pavi-
mento delle medesinie tavolette di marmi,
e di mislii segate. E 2o!{. .'ii è scoperto un
pavimento di bellissime tavolelle segate d.
marmi, o di mislii- (E)
* §. Vili. Tavoletta . Term. de" La-
naiuoli. Quell' a.sse, su cui si tira la pelle
che regge i dcnli de' cardi ( 4>
t TAVOLIERE,cTAVOLIEni,cTA-
VOLIERO. Tavoletta, sopra la qnal s:
giuoca a tavole, a zara, e simili. I.M. al-
veus, alveolus, fritillus. Bocc. Inlr. 56.
E hacd , come voi vedete , e tavolieri e
scacchieri. Oli. Com. Piirg.6. ili- Quan-
do 11 giucalori si partono dal tavoliere ,
quegli che ha perduto rimane solo, e di-
ce fta se slesso : quaderno e asso venne
con lara. Arngh. 52. Sono come lo scher-
nito giucalore . a quale il tavoliere ritie-
ne Bern. rim. I. IO. O si reca dinann
un tavolieri . * Car. leti. ined. 3. 120.
Mandate il lavoUero e lo scacchiero, per-
chè il vcnlo ci tiene assediati iu casa, e ci
bisogna trattenere con qualche cosa (N)
§. I. Avere tutto 'l suo in sul tavo-
liere j maniera che vale Avere in rischio
le sue facoltà. Lai. omnia uni navi cre-
didisse . , ,.
§. II. Essere, 0 Restare sul tavoliere ,
vale Esser nel trattato.
§ III. Talora vale Essere in pencolo.
Buon. Pier. 3. 1. 5. Gli spiriti miei restar
sul tavoliere . , „ t-
-f TAVOLIERE. Lo slesso che Banchie-
re J ma oggi è voccfuor d'uso. Lat. mensa-
rius. Gr. Tiia-iii'r'ii ■ J""' ■ S Oicg.
22. 23. A le coDveuia raccomandare 1»
mia pecunia al tavoliere , e , tornando io,
avrei richiesto quello che era mio con
usura . Jep. Pecam. proem. 6. Avea il
nome nella ragione degli Scali della ta-
vola , che cosi allora dicevano , pigliando
la voce da' Latini nel |'Uro sentimento lo-
ro , che 1' uso comune oggi del mercato
dice banco e banchiere quel che allora
diceano tavoliere i la qual voce non in-
tesa nel >ovellino, era stala mutala in
cavaliere . Borgh. X'on. l85. Oude eb-
bero agevolmente principio le tavole del
cambio minuto, ed a beli" agio, e ad altro
fine conseguentemente del grosso; che mi
piare qui per ora chiamare co'nojlri vec-
chi, che presero il nome puro de'Lalini,
tavola e tavoliere quel che oggi diciamo
banco e banchiere.
TAVOLINA. Pim. di Tavola. P.orgh.
Bip. 332. Dipinse fra Filippo nella Pieve
di Prato in una lavolina sopra alla porta
del fianco ec. la morte di san Bernardo
(qui nel signifc. del §. XI. di TA\ OLA).
i:- J'as. Op. I il. 2. 493. Ed in S. Agnesa
(dipinse/ una lavolina assai ben lavorala. f( ;
^. TAVOLIMETTO. Pim. di Tavoli-
no; Tavolinuccio . Magai. Lelt. Gli ri-
mando la relazione del gran cavallo innal-
zato al Cristianissimo, dopo averla fatta go-
dere ai signori del tavolinetto. (Aj
TAVOLINO. Pini, di Tavola. Lai.
tabella . Gr. 711 v-x/iòiov . Buon. Fier.
Inlr. 2. 5. O in un trailo di dado Fer
venir sopra un picciol tavolino A pascer
cento pecore per volta . £ 2. 2. 4- "<■"
mi vi ritrovai piii di sei volle A simil ta-
volini . £ 2. 3. IO. Son tulle tavolin ,
deschi e trabacche.
* §. I. Slare a tavolino, vale Studia-
re, o applicarsi intorno a scritture. .Va-
sai, leti. iSon essendo cosa sperabile da
un ragazzaccio lo stare a tavolino l'ultime
sere di carnovale. (Aj
^ %. lì. Al tavolino, posto avverbialm.
vale Colla probabilità del discorso sola-
mente, Teoricamcnlej contrario di Prati-
camente. Salvia. Disc. 2. 219. L' errore
di Aristotile nacque dal discorrere delle
cose fisiche metafisicamente, e colla pro-
baliilil'a del discorso solamente , e come
noi diciamo, al tavolino ; non colla venia
delle esperienze- (C)
* TAVOLINUCCIO. Tavolinetto. Ma-
gai. Lctt. Mangiare sopra un tavolinuccio
vicino a questo fuoco due cucchiarate di
pappa. (.-Ij
TAVOLITO. T'. A. Tavolalo. Lat. ta-
bulaliim . Gr. sxviou/AK . Eirg. Eneid.
M. Turno vi Ccroe il fuoco, dal lato della
quale abbruriue d tavolilo. I allad. Eehhr.
3o. E in sul tavolilo ordinatamente le po-
sano (le mele ).
TAVOLONE. Tavola grande. Tac.
Pav. Star. q. SSp. Avevano i BaUvi riz-
zalo una torre a "due solai, la quale acco-
stala alla porla Pretoria, luogo pianissimo,
fu co' lavobni e tra\i balluta.
* TAVOLO ITO Tavola alquanto
grande. ìlnlm. 12. 33. Spiegasi prima
sopra un tavolotto L'n abito niavi di mez-
zalana. l')
TAVOLOZZA. Quella sottile assicella,
sulla quale tengono i pittori i colori nel-
l'alto del dipigncre. ì iv. Irov. S^. Cui
proporgli que" molti e variali colori posti
in confuso sopra una tavolozza. l,al. Sist.
102. Il pillole dai semplici colori diversi,
sepaiatamente posti sopra la tavolozza, va,
con l'accozzare un poco di questo, e un
poco di quello e di quell' altro, figurando
uomini , piante , fabbriche , ce.
3 TAVOLUCCIA. Tavola piccola. Ta-
voletta. Lat. tabella. Gr. Triva/i òto-;.
V g. Per Quadrello, l'iccola tavola nel
signijic. del %■ Xll. " ì'nrch. Slor. 9, 269.
Gli uomini della quale (compagnia del Tem-
fio., dato che s' L" i! comandamento dei-
anima ad alcuno che dee esser giusti-
zialo , vanno a confortarlo tulla nulle , e
il di r accompagnano a uso di batUili ,
colla tavoluccia in mano , sempre confor-
tandolo . E IO. 330. Gli teneva la tavo-
luccia dinanzi agli occhi ... ' Cj
•f * TAUHINO. .'dd. Di lauro. Mar-
cheti. Liicr. lib. 6. V. l509. Si congiun-
ge insieme Con la colla di loro il le-
gno in guisa ec. , Che di punto allentar
le commessure 1 taurini lacci abbian pos-
sanza. (Ai
*\ TAURO. V. E. e della poesia. Toro.
Lai. laiirus.lf jjr. Fur. 27. Ili- Come
paitcndo afflilo lauro suole , Che la gio-
venca al viucitor cesso alibla , Cercar le
selve e le rive pili sole, Lungi dai paschi,
ec. (M)
§. Per Uno de' segni del zodiaco. Lai.
Taurus . Gr. ifì'spio; TKJfo; , Liician.
felr. son. 9. Quando 'l pianeta, che di-
slingue r ore , Ad albergar col Tauro si
ritorna. Dani. Piirg. 25. Ora era , onde
'1 sahr non volea storpio. Che '1 Sole avea
lo cerchio di merigge Lascialo al Tauro,
e la nulle allo Scorpio.
TAZZA. Sortti di vaso di forma piat-
ta, col piede di diverse^ maniere. Lai. pa-
tera, col) la. Gr. t.f^lòf, M-\àti. Frane.
Sacch.nov. 221. (i(. A messer Ilario Do-
ria ec. è tolta una lazza d'argento di va-
luta di trenta fiorini. E appresso : Chia-
mò un suo famiglio, e fegli dare una tazza
che passava ben tre libbre d'aigento. ien.
Ben. J'arch. J. 9. Veggovi tazze di por-
cellana, come se nelle soperchio spese sj
consumasse poco , se e' non bcessono 1'
uno .-iir altro in tazze preziosissime e pie-
ne di gemme quel vino, che poco di poi
debbono ributlaie. Ar. Pur. 29 22. Gran
tazze e pieni fiaschi ne tracanna . Bern.
Ori. I. 1. 19. E scherza oc col bicchiere,
or colla tazza.
§. I. E per siniilit. si dicono Tazsc
Quei gran vasi rotondi di marmo , o di
pietra", che servono per ricevere l' acque
delle fontane , che salgono m allo.
§. II. ,7 lazza, si dice d'Una maniera
di fonder metalli. Ilenv. Celi. Oref 82.
Questo 'e un modo facilissimo e perfettis-
simo I di fondere J , del quale essendo 10
slato inventore, siami lecito chiamarlo e.:,
fondere a lazza.
TAZZETTA. Dim. di Tazza. Borgli
Moli. l58. Rè era nelle lor case se non
se una colai lazzetta , e come ciotola , <;
una piccola saliera , che adoperavano ne
privali sacrifizii.
TAZZETTA. Sorta di fare di diverse
spezie, detto altrimenti IS arriso. I.M. nar-
cissii i . .r ir
TAZZONE. Accracit. di laz^a. rir.
As. 3o3. Piglia quel tazzone . e lavalo
multo bene. E appresso^ Bevvi tulio ...
uno sorso quel grandissimo tazzone d.
vino. Duci: Pier. 1. 3. 6. Che quel no-
bil tazzon di quel razzese M andò più giù
pel sen , che per la gola . E i. II-'-
Questo gran tazzon di vmo Io propmo A te.
Dio , fahro degU anni * Car. En. 8. 273.
i486
T A Z
D' arrostiLe caroi De' tori , di via puro ,
di focacce Craa fratti , gran canestri e
gran tuxoni S* andaro a lorno- (U)
T E
TE. Coir E chiusa, foce di tutti i Casi
ohi iq Ili del pronome primitivo TU, distia'
ta dai segni de' casi, o dalle preposizioni
espresse, o sottintese . Lai. titi, tihi, te .
£occ. nov. 18. 2^. Miuaa cosa è, che per
contentamento di te far potessi ec. , cbe
io, come per me mcdciiraa, non la faces-
ti ■ E noi-. 28. 22. Tu non gli puoi né
vedere ne udire, se non come essi le. J,ah.
Q. Mentre tu e>timi altrui in te crudel-
mente adoperare, tu solo se' colui che ver-
so te incrudelisci . Jì 293. Ahi cattivello
a te , rome t' eran quivi colle parole graf-
fiati gli usalti! Petr. canz. a^. 5. Sgom-
bra da te queste dannose some . E canz,
l\0. 8. Non fa per te di star fra gente
allegra^ Vedova sconsolata in veste ne-
gra. Dani. In/. i6- Felice te, che si parli
3 tua posta.
§. I. Te , quando seguita il pronome
senta altro segno, è sempre nel terzo ca-
so. Bocc. nov. t\1' 17. lo medesima te 'I
son venuta a signi£care.
§. II. Te, si prepone alle particelle LO ,
LI, GLI, LA, LE , NE. Che quando
si volesse posporre , non più si direbbe
TE, ma TI. K. TI. Socc. nov. 23. l5.
Figliuola, se tu di queste cose ti crucci ,
io non me ne maraviglio, ne te ne so ri-
pigliare. E nov. 43. 12. Vogliamtelo aver
detto , acciocché tu poi , se questo avve-
nisse , non ti yiosii di noi rammaricare. E
nov. 69. 7. Lusca , io non posso credere
rhe queste parole vengano dalla mia don-
na , e perciò guarda quello che tu parli ;
e se pure da lei venissero, non credo che
con r animo dir te le faccia. E num. 21.
E* mi pare che egli stea in maniera, cbe
sema alcun maestro io medesima te 'I
trarrò ottimamente. E nov. 85. 12. Oh,
disse Bruno , tu le la griferai . Fi/oc. 2.
Il Re mosso a pieth di lei , cite 1' amava
come 6gliuol;i, disse: non piagnere, che
non te gli darò.
§. III. Te, quando è posto avanti alla
particella NE, o affissa, o non a^ssa al
verbo , e lo stesso che il TI che accom-
pagna il verbo , e fallo neulr. pass. , e
talora semplicemente ha forza di parli-
rella riempitiva. Bocc. nov. 58. 4- Cesca,
cbe vuol dire questo , che , essendo oggi
festa , tu te ne se' così tosto tornata in
casa T
f TE- Pronunziato coli' E larga , e
coti' apostrofe, secondo diligenti gramma-
tici , e la seconda persona elei singolare
dell' imperativo del verbo TENERE, e va-
le Tieni- Lat. accipe. Gr. rei. Bocc. nov.
62. |3. Te questo lume , liuono uomo ,
r guata se egli è nello a tuo modo . E
nov. 100. l5. Te, fa compiulamentf quel-
lo che il tuo e mio signore t' ha imposto.
5* Es. Fav. T. Bice. 62. Cane , non mi
mordere, e non mi al)baiare ; e te' questo
pane. (C)
$. I. Te, si congiugne talora rolla NE,
raddoppiandosi la N, ed allora NE ser\-e
in vece del secondo caso. Bocc. nov. 76.
I^. Forse con alcuna altra cosa gliele fe-
ce sputare ; Icone un' altra ( cioè , lo-
gliene ).
§. II. TV te, così raddoppiato j modo
di allettare 1 cani . Cin'- Celi. 8 l83.
Ma che vuol da me questo cani', che egli
mi fa tante carme T te te> Oh quanto è
amico o fedele all' uomo quesl' animale I
§. Ili. TV te, è anche Sorta di giuoco
fanciullesco. Afalm. fi. 35. Altri giuoci a
le le con paglie e spilli, t^ Miniicc. ivi .-
TV te, ec. E un giuoco da fanciulli, che
T E
si fa così. Pigliano due spilli, o due corte
fila di paglia, e posandole sopra un piano
liscio, vanno spingendole colle dita tanto,
che uno di detti spilli o fili caralcbi l'al-
tro , e quello che resta di sopra vince j
giuoco rosi detto dal TV te, doè tagli ,
togli. (B)
TE. Arboscello che nasce nel Giappo-
ne, nella China e nel Siam, donde a noi
vengono le foglie accartocciate , per uso
di bere il loro decotto , che parimente si
appella Te. Lat. 'the. Bed. Jnnot. Di-
ttr. 40. Il te è una l>evaoda usilatissima
tra le persone noliili nella China e nel
Giappone , e quasi in tutte le parti dell*
Indie orientali, e si compone col tenere
infusa netr acqua liollentc una certa erba
chiamala Te, ovvero Cia
TEATRALE. Add. Di teatro. Da tea-
tro. Lat. Oieatralis, theatricus. Gr. rea-
rpir.o'i. Salvia. Pros. Tose. I. l55. E
chi dìrelthe che la canora Melpomene ,
f;uemita d' una teatrale tragica rìmhom*
haute voce, col pianto stesso dilettando,
movesse e ammaestrasse 7
TEATRICO. A'. A. Add. Teatrale.
Lat. tJieatralis , tJteatricus. Gr. &£KTpi-
Ito'; . S. Jgost. C. D. Non vo' dire che
quelle cote mistiche poetiche sicn più
brutte che queste tcatrichc . E altfove :
Quella tcatrira e favolosa teologia discen-
de da questa civile , e rispondcle nelli
versi de* poeti , come rimbalzasse nello
specchio .
* TEATRINO. Pim. di Teatro j e
dicesi per lo più di Piccolo teatro nelle
case particolari. (A)
•(■ TEATRO. ÈdifìciOj dove si rappre-
sentano opere drammatiche , o si danno
spettacoli . Lai. iheatrum . Gr. HrsaT^Ov.
Bocc. g. 6. f p- Le piagge delle quaU
montagneltc , cosi digradando, giù verso
'I piano discendevano, come ne' teatri veg-
giamo dalla lor sommit'a i gradi infino
air infimo venire successivamente ordi-
nati , sempre ristrignendo il cerchio lo-
ro. Petr. son. XO. Qui non palaxxi, non
teatro , o loggia. *
# §. 1. Teatro , per simili f. dicesi di
Qualunque luogo cospicuo pubblico, dove
SI fa piena mostra di qualche cosa. Meni,
rìm. i. 28. E di Ncllun 1' impero Tea-
tro fu della virtù divina. E \- ll5. Fe-
bo mi prese a dir: Queste, che or vedi.
Capanne e abbietti arrt-di Saran teatro delle
Muse un giorno. (yS) Bari. Tens. Press.
cap- 4- Il primo trovatore di questa og-
gidi tanto celebrala ispcrienta rsser>' «t.ilo
VangcUìla Tttrrirelli, onor di Farnta che
gli fu patria, e di Fircnte clic gli [u schoU
e teatro. (D) Tass. Ger 12. 54. Pegno
di un chiaro Sol, degne di un pieno Teatro
opre sarien sì memorande, f Min)
>? §. II. Teatro , fgiiralam. vale an-
che /apparato. Spettacolo. Menz. rim. 1.
l44- Vfdrein donna reale , e a Irt d' io-
torno Alteramente adorno Ampio teatro di
trionfi e spoglie. (KS)
tf %. III. Teatro, vale anche Udtenut.
Segner. Fred. Ma prima vi confesso, udi-
tori , rlie mi d^ quaii rossore il dovere
agitare un tale argomento Ìo questo tea-
tro. (C)
tf §. IV. E per Certhio, Corona, ec.
Menz. rim. I. 330. Questa remota « so-
litaria valle. Cui d' intorno »U|terbe ergon
le fronti , E fan teatro delle curve spalle
Vestiti di smeraldo orridi monti. (SS)
TEBKftTI.%0. /' TIDURTINO.
3 TECCA. Piccolissima macchia , Un
mimmo che di cattivo. Lat. laltecula , men-
da. Gr xvjìt'Jigv Sen. I*ist. Della qual
rosa e' non bar ne viiio , ne terra. Tes.
Br. 3. 7. Tu la metterai in un vasello
di rame ben nello; r i' rlla genera alcuna
mala tccca infra tre di , qucU* acqua non
T E C
è buona. E %. 34- Io non perdono volen-
tieri altrui lo misfatto, di cbe io non sento
nulla tccca di me.
^ §. ,Vo/i rtf sapere, o Non ne inten-
der tecca , dicesi quando d' a/cuna cosa
non se ne sa niente. - Varch. F.rcol. ^.
Quando i maestri voglion significare che ì
fanciulli non se le sono sapute, e non ne
hanno detto straccio , usano queste voci :
boccata , boccicata , bocricune , cica , calia ■,
gamba , tecca , ec. ». (C)
TECCHIRE. Attecchire. Lzl. provenire.
Gr. rr^9/o:TT£tv.
TECCHITO . Add. da Tecchire . Pa-
taff". 2. Ed è nuovo anigogo, e mal lec-
chilo ^noè, cbe ha fatto mala pruova).
TECCOLA. Dim. di Tecca. Lai. labe-
cula. Gr. x»)itòi3v.
TECCOLINA - Dim. di Teccola . Lai.
labecula. Gr. xi;>iòiOv. Fr. Giord. Prtd.
B. Si confessi in maniera , cbe non ri-
manga una menoma teccolioa di peccata
da dire.
TECO. Con te. Con esto te ; e si ac-
compagna alcuna volta con le voci STES-
SO, e MEDESIMO, e talora anche vi si
replica la preposizione CON in amendue 1
generi. Lat- tecum. Gr. fitroi eoZ. Bocc.
nov. 80. 26- Spero d' avere ancora assai
di buon tempo con leco . E nov. 83. 6.
Egli ti dirà incontanente cbe tu avrai a
fare, e noi ne verrem tcco. /'-' Amor. Fis.
21. Insieme me ne venni tcco istesso , E
sai cbe '1 picriolino mio fratello Uccisi .
Fiamm. X. 56. Cerio voler noi dei, uh
credo che 'I vogli, se savia tcco medesi-
ma ti consigli . Petr. son. 206. E con
duro pensier tcco vaneggio . Dant Inf.
IO. Mio figlio ov' e, e perchè nonèteeoT
Bim. ant. F. B- Con leco a guerreggiar
si muove Amore. Ciriff. Calv. I. 3. Or
vo' venir con leco , acciocch* io intenda.
t TECOMECO. Posto in vece di susL.,
si dice di Colui, che parlando teco , dice
male del tuo avversano , e parlando col
tuo avversario dice male di te . Lat.
versutns . Gr. «UoT/;o JatiJo? . Cavale.
Pungil. 216. E questi tali si cbiam«no
comunemente tcconieco , che non ban.
no fermexta in sue parole , sì che per
seguente generano molti scandoli. l'arch.
hrcol. 79. D' un commettimale, il quale
sotto spcxie d' aroicisia vada ora nferendo
a questi c ora a quelli, si dice; egli e un
tecomeco . Camp. A-antell. Fgli ha roda
di scorpio, e viso umano, Gran tecome-
co, simoniaco e ingordo. Lupo rapace e
di lingua e di roano, l.ib. Son. 10. E* si
conosce fra'tuoi ailtaldoni Vn certo hurias-
so, un Irromeco. J.asc. madr. 8. Credimi
che tu se' un tecomeco.
3 TEDA. f. L. Fiaccola che usavano
gli antichi nelle solennità nuùali . Lat-
ttrda . Gr. o«; . Amet. 37. Ed entrala
colle accese tede nella camera del novello
sposo ec, lieta Ira 1' altre giovani contonla
mi poteva dire-
^ %. E figuratam. per te slesse y'otze.
m Jmet. 4Ò. La qua'e eui pietosi ad uno
armigero di Marte congiunsero con do-
lorose tede in malrimonio ". Ovid. Pist.
57. L'onesta leda diede le a me , e me
a le. (C)
TEDA . Spezie di pino satvtHico , del
cui legno si fanno varii lavori. Lai teda,
tarda, pinus sylvestris Gr. c«Jio»- Ber».
Ori. 3. 7. 16 Ove aveva di pianir ugni
maniera. Lerci, querce, ed altri arbori da
ghiande. Larice, leda, pino, abeto v* era ■
•f « TEDDEO, e TEOEO. foce po-
co usata . Inno della Chiesa , con cui si
suole ringraziare iddio de* suoi heneficii;
ed è così detto dalle parale latine Te Peum,
onde cominci,! . .Morg. 37. 157- E dopo
lunga e dolce salmodia, Ad alla voce udir
ranlar Tedeo , ce. Pticc. Centit. cani. 3.
T E D
E poichi.- a Tdaeo rirtcUo il .anto. Il
P.pa fé- -cnir quivi .1 «Itero . E d«se :
''tEDIABE. Te^re a tedio. Inttrlenere
noiondo, l^oiare. LdI. lu-d.o nfficere. ,V.
r 10. lOO. Ogni uomo che 1 udia, te-
diando face» niaravieliire- l^l^rg- l?- *7-
E- colpi e r altre cose che faca Per con
tediar chi Ugge, non si conta. Cas. UH-
rer DOD tediar V. S. lllnslriss. con lungo
* e. Em signific. '>ei,lr. e neuir pnts.
,.alc Annoiarsi tior. S. Iranc. l5o. E
cosi aspettando per grande spa"0, alquanti
cominciarono a tediare e dire che pecorone
è costui? (ì'ì f „,-»
TEDIO. !<oia che si patisce per lo pm
nelr aspettare , Rincrescimento. Lat. (<r-
dium .molestia . Gr. ^ujyofca , av.y .
itacstru::. 2. 10. 1- L' acc.d.a .mpo. ta
alcuno tedio. M- / ■ 9- S^' ^"^ '^•". 7'-
ture e Iravaglie contlnove , sema intro-
messa delle forestiere, possono ingenerare
tedio. Cabale. Fruii. Img. Almeno per
tedio si vincano face, per importunila).
Petr. cap. 3. Vuoi vedere in un cuor di-
letto e tedio Dolce ed amarol or mira il
fero Erode. Bern. Ori. I. 4- 25.1'icnd.
malinconia tutto e di tedio , Sol se ne sia ,
ne vuol pur eh' altri il veda .
§ I. Tenere a tedio, e Stare a tedio,
vaetiono Tediare, o Esser trattenuto no-
iosamente, ìlorg. 5. 8. E non ha ignuo,
per tenerla più a tedio, Ch' a corpo a cor-
po con lei voglia guerra. E 11. iS- Si di-
partì sema più stare a tedio.
- ~ lì. Venire a tedio di una cosa .
T E G
1 E G
,/i«7
,.ale Attediarsene . S. Caler, leti. Sg. La
mente ne viene a tedio e tristizia. (ì ì
•+ « TEDIOSAMENTE. Ai'i'Crb. Con
tedio. East.diosamente . Stucche^'olmente.
Uden. !Sis. 3. 45. Il secondo pecca in c-
pisodcggiare affettalamenle sopra le delizie
de'baci; la quale incidenza ingomlira spes-
so tediosamente, non meno che impudica-
mente, le parli ec. (A)
•+ * TEDIOSITÀ'. Bincrescevolezza .
Stucchevolezza. Uden. Nis. 3. 38. Ammon-
lar le centinaia de' versi ove non operano
cosa alcuna , salv,. la tediosil'a e .1 disagio
del mal rapitalo lettore. (A)
TEDIOSO . Add. Pi tedio , ?>oioso .
Rincresce.ole. Lat. molestus. Gr av.afOJ.
J?occ p. 2. /. 3. Giorni per le vivande , le
quali s' usano in quegli , alquanto tediosi
alle più genti. Fiamm. 4. 101. Poiché
quelle dante essendomi divenute per altro
Jensier tediose, ec. M. V. 9. 5l. Loro
guerre erano inferme e tediose. Cron. Mo-
rtll. Tu diverrai tedioso , ontoso , e ma-
ninconico, e tristo. * Borgh. Arm. Pam.
56. E tanti altri, che sareUie cosa tediosa
a dire. (F) , ^,
•+ * § Tedioso, vale anche Che si te-
dia. Che s- annoia. I il- SS. Pad. 2. 68.
Era mollo grande bevitore ec. dissoluto e
tedioso delle cose divine. (V)
TEGAMATA. Tanta materia, quanta
entra in un legame.
§. Per Colpo dato con tegame. Lasc.
rim. madr. 3o. L' ha tocco più picchiate.
Panate e piattellale e tegamate, Che non
ha peli addosso.
TEGAME. Vaso di terra piatto con
orlo alto, per uso di cuocer vivande. I ed.
Flos. ìli. Frane. Sacch. nov. 124.Aven.
do mandato uno tegame con uno lombo
e con arista al forno. E appresso : Que-
sto tegame è carne d' altrui, e non e la
nostra. Slorg. 27. 56. E Boncisvalle pa-
reva un tegame. Dove fosse di sangue
un gran mortilo. Buon. Fier. 2. 1 17
Accompagnate da una gran corte D' or-
ciuoli e di legami. E Tane. ti. 1. Ed ha
lascialo andar tulle le dame. Perche tu
pigli un viso di tegame.
TEGAMINO. Dim. di Tegame. Art.
Vetr. Pier. 7. 129. Questa polvere d'oro
si mella in tegamino di lena a cabina-
re in fornello, tanto che venga polvere
rossa.
TEGGHIA. Vaso di rame piano, e sta-
enato di dentro, dove si cuocono torte ,
migliacci, e simili cose. E Tegglua si
chiama un Vaso simile di terra, o di
ferro, con che si copre il piatto, o il te-
game, e anche la sle.<.<a Tegghia; la qual
leggina infocala rosola le vivande. Lat.
cfil,anus. Gr. zK^xvO;. Dani. Inf. 29.
Io vidi due sedere a sé appoggiali. Come
a scaldar si popgia tegghia a tegghia. fr
6 19. 1. Si confelli la sua polvere (del-
la bistorta) con albumi d' uovo, e s; cuo-
ca sopra una tegghia, e si dia allo nfer-
mo. .
§. E Tegghia parimente si dice un
Arnese di rame di superficie convessa,
sostenuto da alcuni piedi dì ferro, sopra
di cui, postovi sotto il fuoco, si distendo-
no i collari, e simili.
TEGGIIINA. Dimin. di Tegghia. Tes.
Pov. P. S. Empine una gallina, e cuc-
cila in una leggbina.
TEGGHIUZZA . Dim. di Tegglua .
Bocc. nov. 5o. 14. La tegghiuzia, sopra
la quale sparlo 1' avea ec., 10 la misi sot-
to quella scala.
TEGLIA. Tegghia. Ì-M. clibanus. Gr.
xiliavo;. * 31. Aldohr. Recipe gillaione
arrostilo nella teglia calda. (B) Buon. Fier.
2 1 l5. E lu che porti Da vasi rispran-
gare,' e teglie fesse, ec. E 4. 4- 7- f°-
pra '1 cappello Messagli una gran teglia,
ov' altri in capo Gli slia a mangiar la
torta a suo beli' agio. Malm. S- 20. Te-
glie e padelle, inutili ornamenti. Star ap-
piccate al muro per gli orecchi.
TEGLIATA. (Juanlila di roba da cuo-
cersi in una volta nella teglia.
TEGLIONE. Teglia grande. Malm. i.
5l. La pala nella destra tien del forno,
NeUa sinistra un bel teglion marmalo.
3 TEGNENTE. Lo stesso che Tenente,
cioè Che attacca. Che tiene attaccato. Che
difficilmente si stacca. Tenace. Lai. le-
na.v. Gr. CiaSr,:.. Cr. I. II. 2., M" *"
la terra si Iruova più soluta , cioè meno
te"nente, si deono i fondamenti pm aden-
tro cavare. Amet. 45. Con loro eongmnte
con tegnente vinco. Fir. rim. buri. 82. Db
che bella calcina. Bianca come farina, t
più tegnente che la gelatina 1
+ § l. E figuralam. per Avaro, Bi-
tenuto nello spendere. Lat. parcus. Gr.
= 5i^w)!r,. Agn. Pand. 67. Dicem. uno
' mio amico, uomo in altre cose intero e
severo , ma nella masserizia forse troppo
tegnente, che ec. E appresso .• Ove vi do-
vere' 10 insegnare essere liberali e cor-
lesi io v' insegno essere troppo tegnen-
S li. Tegnente, per Possedente. Lat.
lenens. Gr. ypxToTv. ^me(. 89. Oh me-
co tegnenti le case superne 1
TEGNENZA. Astrailo di Tegnente;
Tenacihi. Cr. 3. 22. 3. Congiugne e fa
tenere le paste di quei pam che cotti non
hanno tegnenza, ma spezzansi e tiilansi.
TEGOLA. Tegolo. Lat. legula. Irgii-
lus, Plaut.GT. yip-y.pUi.Cr.li. 35. 2. In
mondo vaso si ponga con salvia avente
nel fondo due mazze, ovvero una tegola
netta. Buon. Tane. 4. 1. E le faine am-
mazzinmi 1 pippioni, E del tetto mi rom-
pano oj;ni tegola.
* § Tegola, per Mattone si trova u-
.,ato dagli antichi. Vii. SS. Pad. Ammonio
avea un monasterio muralo intorno di
tegole crude, come quivi s' usa. (Aj
* TEGOLAIA. Fornace dove si fan-
no le lesole, come dicevasi Mattonaia quel-
la dote si fanno 1 mattoni J onde in
Firenze v' e un luogo dello ancora og-
gidì Porgo tegolaia. Salvia, Malm. lA)
TEGOLETTA,eTEGOLETTO. dm.
di Tegola e di Tegolo j Picciol tegolo.
TEGOLINO. I)im. di Tegolo.
f TEGOLO Propriamente Sorla di
lavoro di terra cotta, lungo e arcato, che
serve per coprire sui telti le congiuntu-
re degli embrici , e in alcuni luoghi
i Telti stessi. Lai. legula. Gr. r.iptt-
fio^. Cr. 1. 7. 2. La casa, o piccola o
"lande che sia, o murala , 0 non murata,
sia coperta di tegoli, o di cannucce. Sen.
Pisi. 90. Miselo in prima a cuocere sot-
to la cenere calda, poi dopo alcun tem-
po il mise in uno tegolo caldissimo. Val.
Mass. P. S. Tolse tegoli di marmo.
* TEISMO. Terni, dottrinate Dot-
trina del Teista. (A) , „ ,
u' TEISTA. Term. dottrinale. Colui
che, ammettendo f ciistenza di Pio, ri-
getta ogni rivelazione, ed altro non rico-
nosce circa la riviniti, se non ciò che la
filosofia naturale ne .miopie. Pallav.
Per/. Crisi. 1. l3. Si rifiutan ec. 1 puri
teisti, cioè conoscitori di un Dio in quanto
egli è sol autore, e governatore della na-
tura. (P) _, . .
f 3 TE'LX. lavoro di fila tessute insie-
me i e si prende anche per Tutto quello
die in una volta si mette in telaio j e più
'comunemente s" inleiidt di Quella .fatta
di lino, o canapa. Lai. tela. Gr. uf >I, ^fOi-
Pass 36o. La donna buona massaia so-
"na lino, e '1 buon filato, e la tela ordi-
ta e tessuta. Poco. nov. 23. 4. Veggen-
do lui ancora con tulle le sue ricchezze
da niuna altra cosa essere più avanti, che
da saper divisare un mescolato, o lare or-
dire una tela, ec. Enov. 80. 29. Li cinque-
cento, che mi rendesti, incontanente man-
dai a Napoli a investire in tele. Pani.
Inf. 17. Ne fur lai tele per Aragne im-
poste. Petr. cap. 10. Poi con gran subbio
e con mirabil fuso Vidi tela solili tesser
Crisippo. Buon. Fier 5 5. 2. Da fondachi
vi s' offre il dcippo a fiamme, 11 panno ver-
de, e le tele d' Olanda. * Bellin. disc. 1.
23q. Aviam determinato esser la tela un in-
lessimento di fila. Ora e' bisogna che voi
sappiate che questo ìntes,simcnlo 51 fa con
disporre per lo lungo due ordini di fila-
menti che si chiama ordito, e attraverso
di questi due ci si conduce un altro filo
che si chiama il ripieno. CO
S §. I. Efi'guratam. .< Petr. son. 32. S
Amore, o Morte non d'a qualche slroppio
Alla tela novella eh' ora ordisco. Cavale.
Fruii ling. La tela deUa vita tua spesse vol-
le e tagliata per morte in sul telaio .. . (C)
8 11 Per metafora. Boez. G.S.prol.
La nostra cognizione, velata dalla corpo-
rea tela, a discerner la veriladc de sin-
golari efl-elti e le loro cagioni P" seme-
desima i; insofiicienle. ^ov. ani. 83. J. A
dire come fu temuto, sarebbe gran tela
( cioè, cosa lunga). Varch. Slor 8. I»?.
Giano fuggi, come si dice, la tela, e lece
vista o di non sapere, o d. non curar
quello eh' aveva di lui sparlalo Lorenzo
e cioè , le insidie ). , „ . „-,
S III. Tela, vale altresì Quadro, Pil-
tura. * Baldin. toc. Pis. E perche di
questo panno lino o canapino si^ fanno
i quadri per dipignere, perciò fra pittori
si piglia bene spesso questa voce tela ,.er
lo slesso quadro. (!S) j.^.,. r
+ * S IV. Tela giiidiciaria, dicesi l
Andamento di una causa, la Formolo,
prescritta per la formazione di un prò-
Lso. /^"-.'d.-.c. ».. 42>eprc e an-
mavversioni, ovvero giustizie de rettori gè-
nerano più spavento nelle menti de po-
poli che quelle che si fanno secondo la
'''tIlAIETTO.'^Ì).".,,..* Telaio; Pie-
i48S
TEL
col telaio. Ricett. Fior. 92. Le cose u-
midc ec. si passano per stamigna, o pan-
ni tesi sopra un tclaìctlo.
TELAIO. Striiìficnlo di legname, nel
quale si tesse In tela. Lai. textrinum. Gr.
isxO<Jf'y£7ov. Cavale. Fnttt. Img. La
tela della vita tua spesse vulte è tagliata
per mortf in sul telaio. Fir. As. \')\.
Tu troverai certe vecrhie tessitrici, le qua-
li ti preglierannn rlie tu sii coalcnla d'
aiutar loro un poco a tessere una tela eh'
elle liunno in sul tehiiti. flurch. %. 2. Ed
a pena son posto in sul descbetlo , Chd
mia madre si leva dal telaio.
§. L Telaio, vale unclie Le^/infne com-
messo in quadro, 0 in altra forma, sul
quale si tirano le tele per dipingervi so-
pra . T'ed. il J'ornl>ol. del Disegno.
§. II. Telaio, e ancora un /-imese di
ferro, o di leiino, nel qua/e gli stampa-
tori serrano con vili, 0 simili, le forme
per lo più nel metterle in torchio.
* g. III. Telaio, è anche termine ge-
nerale degli /iflisti, e specialmente de*
Legnaiuoli , i quali così chiamano quat-
tro pezzi di legname commessi in quadro.
Fasar. Telaio dille impannate, ve. Quel
semplice telaio di Ic^^no, che prima ser-
viva per coro in chicca. (A)
* g. IV. Telaio di un tavolino, chia-
mano i Legnaiuoli quella parte che col-
lega i piedi, e su cui posa il piano. (A)
* §■ V. Telaio, è anche tcrm. usato
dtì varii artefici per denotare qualunque
macchina che ahhia qualche similitudine
ron quello da tesser la tela. Telaio di fer-
ro da far calze , «;d altri lavori a ma-
1^1 ia . Telaio de' legatori di lihri per cu-
cire insieme i quinterni. (A)
V g. VI. Telaio, chiamano i Parruc-
chieri una Macchinetta composta di due
ritti imperniati in un' asse ad uso di tes-
sere i capegli . fA)
* g. VII. Telaio, per Ossatura ove
s' attacca che che sia. imperf. Anni. i33.
I muscoli non s' atlertelihero con fi'rmez-
za , se gli ossi non fahhrirasscro, per cosi
dire, un telaio dove sodamente attaccar-
*i- (F)
•f « TI:L.\BETT0. Dim. di Telaro,
o Telaio; l'iccol telaio, liicett. Fior. '^l^.
Le cose umide ce. si paesano per istanii-
gna, o panni teiti sopra un telaretto (così
legge il Focahol. alla »occ STAMIGNA).
fìaldin. J'oc. Dìs. Di queste lettere ce.
»c ne formano pagine, telarelti, e forme
della grandezza che si vuote sia il foglio
du imprimere , ec. (A)
* TELAHO.io stessoche Telaio. Ma-
gai. Lett. Le facce sono quattro, co' te-
lari di noce d* India, e le colonnette , i
sostegni ve. di canna parimente d' India ec
ogni telaro è da sì-, ec. (Ai
» TELEGRAFICO. Add. Attenente a
telegrafo, a venuto per telegrafo. (C)
t # TELEtlHAFO. Macchina posta in
rima alle totTÌ, o in altri luoghi elevali,
lolla quale per via di segni convenuti si
può dar notitia di checchessia a coloro
che si trovano in grandissima lontanan-
za. (A)
TELERI'A. Quantità di tele. Cecch.
Servig. 1. /|. E ciò fu, che morendo L' an-
no trentotto in Bolof^na un mercante di
telerie, ec. /lufin. Fier. \. ^. 8. E »i tra-
vestono Non pur «li telerie: ec. F l\. 2.
^. E panni e telerie, velami e tocche.
TELESCOPIO. Strumento di più cri-
stalli, coi quale si vedono le cose di lon-
tano j che più comunemente si dice Can-
nocchiale. Gal. Sagg. 3f)7 Quando noi
a1)Iiian)0 detto che il telescupio spoglia le
•Ielle di quello irraggiamento, alihiamo vo-
luto dire ec lìuon. I ier. l\. a. 7. Te-
ner vidi in niiuio Liliri o romjKissi e le-
Icscopii 0 squadre. Red. Lett. Occh. In
TEL
quella guisa appunto, rhc ce. avvenne al •
nostro famosissimo Galileo Galilei, il quale 1
avendo udito per fama, che da un lai
Fiammingo fosse stalo inventato quell'oc-
chiale luoj;o, che con greco vocaholo chia*
mabi telescopio, ne lavoro uno simile con
la sola dottrina delle relrazioiii, senza a-
verlo mai veduto.
TELETTA. Dim. di Tela.
g. Teletta, diciamo anche una Sorta di
drappo tessuto per lo più con oro, o ar-
gento. Serd. Stor. Intl. i5. 6l!^. La sop-
pannò di dentro di dummasco, e di fuo-
ri la copri di lelella d'oro. F 16. 65o.
Si aggiugncvano doni di real magnificeu-
za , vesti di teletta d'oro e d' argento.
E lett. Ind. 3. 8u6- Erano stati porta-
ti dall'India alcuni fornimenti da chie-
sa con una pezza di teletta d'oro, f'arch.
Stor. II. 3,iQ. Avevano indosso ciascuno
una casacca di raso rosso, colla manica
medeiimaniente squartata di teletta ; ave-
vano le calze di raso rosso filettate di te-
letta Lianca. Fir. As. 5o. Vcdevansi i
letti ricchissimi, e di cedro e d'avorio ri-
splendenti, le cui cortine parte erano di
hrorrato e di velluto, alcune altre di te-
letta d'oro.
•f * TELLINA. Cenere di nicchi In-
vaivi marini. Tagl. Leti. se. Sostiene che
alcune piante siano ermafrodite , siccome
asserisce essere fra gli animali le telline
e le conchiglie. (A)
TELO. Propriamente Pezzo di tela,
che cucito con altri somiglianti compone
vestito, lenzuolo, o cosa simile j ed è per
lo più della lunghezza della cosa che egli
compone. JJocc. nov. 38- 9. Dietro a teli
di trabacche, che tesi v* erano, si nasco-
se. Frane. Sacch. rim. ^7. Fece la terra
il Re dell' universo Si grande , e M mar,
che infra lungo telo Può solo star chi
vuol, senza contesa (qui per similit. ) .
Malm. 7. 34. Mentre in quel telo Con-
templa in campo liianro ì 6or vermigli
(qui sì parla di tovagliolo }. Farcii, l.ez.
2i4' Non coDohhc un telo dipinto, giudi-
candolo vero, e comandando che .si le-
vasse per poter vedere la Ggura (qui va-
le tela) .
TELO. Pronunzialo coli' E larga. F.
L. Sorta d'arme da lanciare. Lai. telum .
Or. fìi'koi. Dani. Purg. 12. Vedeva Bria-
rco fitto dal telo Celcstia! giacer (qui per
fulmine) . Rim. ani. C.uitt. 90 Ruppe
l'aureo telo, Per empier del Roman le
sante voglie. Tcseid. 1. 7. Ciascuna col
suo telo De' masi hi suoi gli spirti s«t.gni
nosi Caccio. Ar. Fur. il. 22. Ma poco
ci giovò; che 'I nemico empio Dell' uma-
na natura, il qual del telo Fu l' invcn-
tor, ec. ( qui Jìguratam per »rrhihuso).
* Red. Son. 20. Poi di morte cadrà quel
ferreo telo, Forse in giorno non tuo, che
il tutto rompe; Che gioveran tanti trion-
fi, e pompe, Se fia, meschino, che tu per-
da il -CicIoT (DJ
* ;;. /' per metaf. Ar. Fur. 35. l.
Poi che uscì da' lui To>tr" occhi il telo
Che il cor mi fisse. (If)
•f * TELONARIO. Foce poco usata.
Cabellierr. Fit. SS. Pad. a. a3o. cap.
19. tit. Di Pietro lelonario, cÌoJj baochir-
re, che diventò ec. F a33. Or come »i
somiglia questo ischiavo a ntcsser Piero
lelonario? /-; appresso: Quanto più lo
guatavano , tanto più si certificavano rhc
Vfi}i era Piero lelonario. F a34- Vera-
mente questi è mc«ser Piero lelonario. fF)
t * TELO.NIO . Ranco de' gaMlieri
Raldìn. IW. Aveva rappresentalo un ga-
belliere sedente al suo trlouio. (.t)
t * §. Telonio , dii-esi anche il Ran-
co del canit'iatore, e per similit. di (Qua-
lunque banco dove si stia a lavorare ..^egner.
Mann, Sttl. 38. a. Con quella risoUuio-
T E L
ne, che avevano dimostrata non solo un
Giacomo e un Giovanni partitisi dalle re-
ti, ma un Matteo stesso ipiccatosi da no
telonio. (Fj
TEMA. Pronunziato coU' E stretta.
Susi, da Temere. Timore, Paura, Te-
menza. Lai. timor. Gr. eóBoi- Rocc. In-
trod. 21. Mossi non meno da tema, che
la corruzione de' morti non gli offendes-
se, che da carità. F nov. 17. ^|, Per te-
ma delle reprensioni d>-l padre ^ e che U
donna rubala non gli fosse lotta. Xov.
ant. 5g. !^. Per tema di ciò, che era av-
venuto, che non avvenisse. Dant. Jnf. 2.
Di questa tema acciò che tu li solve.
Dirotti perch'i' venni. E 3. Si che la te-
ma si volge in desio. Albert, cap. 50- La
tema di Donieneddio sia procacciameolo
tuo, e verratti guadagno senta fatica, per-
ciocché la tema d' Iddio è chiave ad ogni
bene, ed et condotto ad aver parte della
gloria. Ciamhon. Mis. (Jom. Go. Meglio
e un poco acquistalo con tema di Dio,
che non sono molte riccbeue guadagnale
in mal modo.
I TEMA. Pronunziato colf E larga.
Soggetto, Argomento, Materia di compo-
nimento, di ragionamento, e simili. Lai.
propositum, argumentum. fir. òifix. Pe-
tr. cap. 6. Ma per non seguir più si lun-
go tema. Tempo è eh' io torni al mio
primo lavoro. Dant. Inf t\. Perocché si
mi caccia il lungo tema, Che molte volte
al fallo il dir vien meno. Bocc. g. 6- f-
3. lo dubito che io non avessi gran pci-
za penato a trovar tenia da ra;;ionare.
Fior. S. Frane. 18 Per tema del ser-
mone propuose quesie parole. Galat. 23.
Non si dee anco pigliar tema mollo sol-
lite, ne troppo squisito, perciocché con fa-
tica s'intende da' più. Malm. 2. 4?- Lbe
quei eh* esce di tema nel rispondere ,
Coiivien che 'I pegno subito depositi.
§. I. Trovasi anche, ma di rado, nel
genere femminino. Rocc.g. Q.f 4- La tema
piacque alla lieta brigata. Dittam. I. l5. E
seguir oltre alla mia lunga tema. * Fior. S.
Frane. 102 Cominciò a predicare , propo-
nendo per tema della sua predica, ec. E so-
pra questa teina ec. predico e' divoUmenle ,
ce. ;/')
g. II. Tema, per Radice, Origine, ter-
mine gramaticalc. Salvin. Disc. 1. 222 E
strano veramente il carattere ebraico ec. ,
r aspra e gutturale pronunzia , il ridurre 1
verbi al suolrina, o principale radice.
* g. III. Tema, per F..u'mpio, Azione
Sosta innanzi, fu usato dnlT Ar. fur.
7. 54. Ma perché avea dinanzi agUorrht
il tema Del suo fralcl che n' era stato nwr-
to. (Mi
TEMENTE. Che teme. Timido. Lai.
tiniens, limidus. Gr. onis';. f '.^cj-j». O.
F. 11.3. i5. Soggiacenti a unii marosicr.,
Icmenii il pericolare. Lih. Amor. Temente
batlagliere non e di proditia lotlaio- Amet.
19. Actiorchc »U cader non sìa temente. /*'
4"l II quale in parte segreta trovatosi con
lei. r uno e r altro lenienli, con voce som-
messa a* loro congìui;nimenli invocarono
Giunone. * Pucc. Centil. cant 18 Ma
nondimrn, rom* uoin sa* io e ralente. Ap-
pello a Carlo schieralo si slava, E di spro-
nar ver lui era temente. (R)
t TEMI:N7,A. Timoir . lai. Umor.
Gr. j>o.?o^. jVof. ant. 82. 2. Alquanto cl>-
Itcro temenza, ma pur se li pamrun di-
nanzi per sapere perché fuggita, i». ì ■ 4-
19. 2. %!a per irmenta di motte quasi rome
monaca si nutricala. Pttr. ean:. i8- 2 Ohi
se questa temenza Non temprasse l'arsura
« he m' incende. F son. Il5. Che gran te-
menza gran desire aOVena. Dant. l*Mrg.S.
l'ai che *l tuo suecrssor lenirnia n' aggia.
Foce. nov. <)7. g. itigli che a morta vcgno.
Celando per lemcnsa Ìl mio volere.
T E M
TEMEnARIAMEKTE . Jvi-erh. Con
temcriià. Lat. temere. Gr. iiari. Liv. Dee.
3. Vcocntlo temerari amen te, urlò lì cavullt.
£ appresso : Essendo temerariamente il
cavallo mosso, poteva esser conihjtluto .
^laestruzx. 1. 8o. Il padre e la madre non
lemerariamente giurano il matrimonia de'G-
gliuoti. * Segner. Crisi, instr. 1.28. l.Chi
giudica temerariamente il suo prossimo, non
altro ad un' ora la, che dannar se stesso. f^<7^
TEMERARIO. Troppo ardito, Jmpru-
denle, l neon. tider alo. Lat. temerarius. Gr.
a^o\iXoi. Petr.cam. 5. 7. Pon mente al
temerario ardir di Serse. Ar. Fur. 27. 121.
Temerarie, crudeli, inique, ingrate. Per pe-
ttilcDua eterna al mondo nate. ^ f ir. Di-
jc. an. 70. Emmi iotcrvenutu come alle
mosche, le quali ec., come presuntuose e
temerarie che elle sono, sì metton nfj;li oc-
chi degli uomini, donde son bene spesso
cacciate roD perdita della vita, (tì)
■f §. I. Giudicio temerario, dicesi
Quello che la nostra mente forma senza
ragione sulla vita altrui. S. Ant. ConJ'ess.
Chiamasi giudicio temerario, cioè giudicar
per suspiiione i f;ilti altrui. ^ Segner. Cri'
St. instr. l. 28. 2. Dissi senza ragione;
perche quando grindizii sono violenti, e lo
presuDcioni sono valide a giudicare , si cliia-
ma giudizio prudente, non temerario. (Cj
# g. II. Temerario, talora vale Ca-
suale, Fortuito. Boez. Varch. !\. 5. Egli
non e maraviglia, lìspose, se alcuna cosa ,
non sappiendosi la ragion dell' ordine suo,
sì crede che sta temeraria e confusa. £"5. i.
Se alcuno difBnisse il caso essere un avve-
nimento temerario e non prodotto da con-
catenazioni e legame alcuno di cagioni, io
allora dico per fermo, che il caso veramente
non è nulla . (L)
TEMERE. Aver paura t Essere oppres-
so da timore. Lat. timere, metuere. Gr.
^o^craSat. Bocc. nov. 11. l3. Temelter
forte, seco dicendo. F nov. 92. l^. Mes-
sere, voi siete in parte venuto , dove, dalla
forra di Dio in fuori, di niente ci si te-
me per noi. Dant. Inf. 3. Alla riva mal-
vagia. Ch'attende ciascun uom che Dio
non temt^. Petr. son. 3l. Io temo si de'
he gli occhi l'assalto ec. , Ch'i' fuggo lor,
come fanciul la verga. E son. 207. Onde '1
cor lasso ancor s* allegra e teme. Albert.
cap. 5l. Cotidianamente sta in tormento
du sempre teme.
■f * §. I. Talora si costruisce col dati-
vo alla latina. S. Agost. C. D. i. 3o. Quel
rostro ec. Scipione ec. temendo a voi la
miseria, non volea che si distruggesse Car-
tagine- Bemb. Stor. 2. 2l\. I piìi savii
ed i più prudenti , e capitani e condot-
tieri al Re ed a se stessi temeano, e più gra-
TÌssimo caso sopraslar loro estimavano. E
IO. 137. A se stessi temendo, spesso indietro
si rivolsero. (P')
^ §. H. E in signijic. neulr. pass. M.
ì^. 6. l\S. Gli Ascolani, temendosi della
campagna, perchè non erano ancora in ac-
cordo col legato si disposono di rendersi a
fare la volontà del legato. £.'55. Quelli del-
la città poco si temeano. E 8- 92. E comin-
ciarsi i collegati a temersi de' signori di Mi-
lano. (P')
3 g. III. Temere, per Dubitare. Lat. du-
bitare, vertri. Gr. aTtoJtTv, tì'Etote'vat.
Bocc. nov. 2\.'j. Temette di non dover\'i
G&sere ricevuto. E nov. 43. 4- Temevano d'
esser seguitali. E nov. 77. 12. Credi tu
ch'io, se quel ben gli volessi che tu temi ,
aofferissi che egli stesse laggiuso ad agghiac-
ciare T
*§. IV. Al verbo Temere, per proprietà
di linguaggio, si dà il Ao/j , 0 Non forse
ammettendo il Che. « l'etr. son. 84. Cb' io
temo , lasso, no '1 soverchio affanno Di-
strugga il cor - . fCj
§. V. Per Patire. Cr. Quell' aibor* ha
Vocabolario T. IL
T E M
temuto. Dav. Colt 82. Trapiantalo alla lu-
na di Ottobre con gran pane di terra, ac-
ciocché egli ( non se ne avveggendo quasi
le barbe sue) non tema.
§. VI. Per Curare, nel sìgnifc. del g.
Vili. Cron. J/ore//. Nata di buon uomo, e
cosi conversata, cioè col marito, che sia stato,
0 sia uomo che tema vergogna. Pass. 37O.
Potrebbe essere alcuna cagione dalla parte
dentro, o grande letizia di cuore, eh' altri
avesse, o aspettasse d' avere, o grande ab-
bondanza di molto sangue, o che la persona
temesse molto il dilelico. E3']2. Qualun-
que di quello cagione sia, o 'l vermine, o '1
temere il diletico, o altro, si termina a quel
sogno Lor. Med. cani. 3l.4- ^^^ ch'elle
abbiano il parletico ; Quando un teme il
solletico , Menan più che Arrigo bello.
§. VII. ?ioit temer grattaticela o Non
esser uomo che tema grattaticct, vale Non
si curare così d' ogni cosa, e star tosto ,
senza muoversi dal suo proposito , per
quanto altri si dica, 0 faccia. Fir. nov. 5-
240. Come quella che molto bene lo cono-
sceva, esapeva che egli non era uomo che
temesse graltalicci. Alleg. 181. Ricordatevi
nella vostra malora , che e' non tenion
grattaticci. E 268. Non temon più le Muse
grattaticci. Ma/m. 6. lOl. E perchè tu non
temi grattaticelo, Mentre stima non lai del-
le bravate, Quest' altra volta le saran pec-
ciatc.
TEMERITÀ', TEMERITADE, e TE-
MERITATE. Astratto di Temerario. Ar-
dir soverchio. Impeto violento della parte
irragionevole, senta ordine, 0 ragion della
mente. Lat. temeritas. Gì". TTiOTicTSia, to-
^/jtT), a|3ou>t'a. Declam. Quinti/. C. Cer-
ca il crudelissimo vecchio del consentimen-
to de' medici trarre la scusa della sua te-
meritade. Cavale. Frutt. ling. Oh profana
temeritade, oh sonmia pazzia, lo Dio delJa
verità di doppia ignoranza condennarel
* Car. Fn. 6- 8^1 Vidivi V orgoglioso Sal-
moneo Di sua temerità pagare il Bo ; Che
temerario veramente ec. Cai, Sist. 36^.
Bisogna che voi ec. neghiate ora la loia
( delle stelle ) operazione ec, o sì veramen-
te ec. confessiate che il giudicar nostro cir-
ca le loro grandezze e distanze sia una vani-
tà, per non dir prosuniione o temerità. (B)
sì' §. I. Temerità, talora vale Caso. Far-
eh. Boez. ^. p. 6. Conciossiachè nel regno
della provvidenza non debba cosa nessuna
potere la temerità. E 5. p. 1. Qual luogo
può (costringendo Dio tutte quante le cose
in ordine ) alla temerità rimanere ? (L)
f §. II. Onde Con temerità-, posto ai'-
verbia/m. va/e ConfusamenlCj. A Caso, Lai.
temere. But. Imperocché audrebbono le co-
se senza ordine e con temerità.
* TEMIBILE. Add. Che è da temer-
si. (A)
TEMIMENTO. /•- A. Timore. Lat. ti-
mor. Gr. fó^oq. Agn. Pand. 28. La villa
porge utile grande e onesto; tutti gli altri
csercizii si trovano pieni di travagli, di pe-
ricoli e di sospettij di danni, pentimenti e
tcmimentt.
TEMO. Co/I' E larga. V. L. e poetica.
Timone. Lat. temo. Gr. eyo'ixiov. Dant.
Purg. 22. E già le quattro ancelle eran del
giorno Rimase addietro, e la quinta era al
temo. E 32. E volto al temo, eh' egli avea
tirato, Trasselo al pie della vedova frasca.
But. ivi: Al temo, cioè al timone del car-
ro. Fr. toc. T. 1.4-4 ^'^ ■^a barca senza
remo, ^è si torce senza temo.
•f TEMOLO. Termine dei Naturali-
sti. Spezie di pesce d' acqua dolce, non
molto grosso , di scaglia minuta, che tira
all' argentino, la cui carne ha un certo
sapore come di timo Lat. thjmallus,
thjmalus. Gr. SJya>/a^ Pem. Ori. j.
25. 12. Temol si chiama V un , 1' altro
carpioa*.
T E M
1489
TEMONE, r. A. Timone. Lat. temo.
Gr. g'po).ztov- Frane. Barb. 269. 24. Or
torna su, e poni D* arbore e di temoni Ve-
le grandi e veloni. /:." 276. 18. L' un temon
leva suso,L' altro Icggìer tien giuso. u-Car.
P.n. l. I. V. 192. Venne da Borea un'onda
ce. che da poppa in guisa urtolla , Cbc'l
temon fuori e *1 temooier ne spinse. (C)
TEMONIERE, e TEMOMERO. /'. A.
Timoniere. Frane. Barb. 257. 21. Pedotte
e lemonieii. -r Car. En. lib. 1. v. igx
Venne da Borea un' onda ec, che da pop-
pa in guì^ urtolla , Che '1 temon fuori e *1
icmonier ne spinse. (B)
TENORE. /'. A. Timore, Tema. Lai.
timor. Gr. yt'^o;. Amm. Ant. l^o. 7. II.
Questo cotale temere è coltello messo nel
lato mio.
•f '-^^ TEMORENTE. J'. A. Timoroso.
Bim. ant. Guitt.Q2. E per scusato in cor-
tesia m' aggiate, Che sempre sto pensoso e
temorente. (V)
*t TEMOROSAMENTE. F. A. Av-
verb. Con timore. Lai. timide. Gr. ao^t-
pcti^. G. f . 7.9. 7. Tulli temorosamente
dissono di sì.
TEMOROSISSIMO. Superi, di Temo-
roso. Lai. timidissimus. Gr. aoBtpoìzoLrOi.
P\amm. 3. 66 Con temorosissimo caldo si
m' in6ammava 1' animo, che quasi ad atti
rabbiosissimi m' induceva.
TEMOROSO . V. A. Add. Pieno di
timore. Timoroso. Lat. timidus, pavidus.
Gr. o£tiC5 , foèìpo'i . Col/. SS. Pad.
Quando con temoroso cuore contemplia-
mo la sua potenzia , colla quale tutte \m
coae governa, tempera e regge. Fiamm.
1. 85. Poste con umil cuore le ginoc-
chia in terra, cosi temorosa incominciai .
Petr. cap. 7. E la ùonte e la voce a sa-
lutarti Mossi, or temorosa e or dolente .
Guid. G. E' non vi ebbe intra loro tanto
forte ec, che e' non avesse 1" animo dul>-
bievole e temoroso. Bim. ant. Dant. Ma-
ian. 78. Ch" omo eh' ama di core , e te-
moroso . E appresso : Ver la mia dorma
son sì temoroso , ec.
§. Per Inducente timore. Spaventoso.
Lat. terribilis, horrihilis. Gr. Ì/.tiXt,vìti-
y-ói , Sei[xa.}.iOi . Lib. / iagg. Aperse la
sepoltura , e uscinne un corpo bruito t
sozzo e temoroso, il quale strangolò il detto
giovane , e la città e '1 paese innabissòe.
TEMPACCIO. Peggiorai, di Tempo j
Cattivo tempo. Cron. More/I. 282. Piglia
degli otto di una volta a tai tempacci una
baiba di gengiovo in conserva , e bevi
meazo bicchiere di malvagia. * Lasc. Cen.
I. nov. 5. Guglielmo , che fate voi qui
a quest' otta, e a questo tempaccio stra-
nol (B)
TEMPELLAMENTO. V. A. il tem-
pel/are .
§. Per metaf. vale Vaci/lamento, Am-
biguità. Lat. vacillatio . Gr. TiOLpafopoi.
il. y. 3. 2. Procacciò con ìsmisurati doni
nel continuo lempellameoto del Papa per
lo suo aiuto.
TEMPELLARE . /'. A. Pianamente
crollare. Dimenare. Morg. 27. 5o. Tutto
il dì tempellaron le campane, Senza saper
chi suoni a morto, o festa.
§. I. Per metaf. va/e Far vacillare^ Te-
nere ambiguo, intra due, irresoluto. Cron.
More/l. E dall' ;i!tro lato tempellava la
mente l'ambizion deUa signoria.
g. II In signific. neutr. va/e l àci/lare ,
Stare ambiguo . Lat. vacillare , titubare .
Gr. Tiapapc'pcC&at, aTTo^srv. M. F.3. 6,
E però tempellavano negli animi tra '1 so-
spetto e la paura.
"• g. 11 K E per Battere, Percuotere.
Bronz. rim. buri. 2. 266. E tutto di con
un certo suo legno TcmpeUa in sur un
ferro , ne giammai D* un mìnimo ripo«Q
si fa degno. (Bj
187
1/J90
T E M
TEMPELLATA. Tempello. Luig. Pule.
Ree. 22. Se tu vuo' b più lidia tcmpcUata,
Noi verremo a sonarti una lirigata.
TEMPELLO. Suono interrotto, o a sten-
to , di rampane, o d' altro simnicnto. Lai.
tinnitiis . Gr. ,9o/ji6o5 . Tue. Dav. Perd.
eloff. /(i6. Io lorrci anzi l'impeto di Gracco
e la maturcxza di Crasso , che i ricci di Me-
cenate e i tempelli di Gallioiic (qui ptr
me taf. }.
TEMPELLONE, Uomo grosso, che fac-
cia il goffo j ed anche si dice di Chi sta
irresoluto , non conchiude , e si lascia so-
pra ff^tr da' negozii.
TEMPERA, e TEMPRA. Consolidazio-
ne artifiziale , Induramento fatto con ar-
tifizio j e dicesi per lo più del ferro che
bollente e stato tuffalo in acqua , o in
altro liquore , per consolidarlo, f^it. Plut.
Area una corazza di ferro con pietre, e una
spada di maravigliosa tempera.
§. I. Per Qualiti'i, Maniera. Petr- son.
28. E fiumi e selve sappian di che tem-
pre Sia la mia vita. K canz. l3. 2. E ten-
de lacci in si diverse tempre , ec. Tioez.
Varch. 5. rim. 3. Ma non può , chiusa
in questo career cieco , Col lume oppre:^-
so e Meco Veder la mente tulle umane
tempre. •*• Tass. liim. /tm. Canz. 6. Coiì
solo io r amassi, Come il mio vero fuoco
ogni altro eccede, Che non temerei sempre
10 disusate tempre. (D)
* §. II. Tempre celesti, fu detto per le
Sfere dall' Ang. Mei. 1. 181. the posso
altro per te che dolermi io? E mentre ro-
tan le celesti tempre , Il tristo caso tuo
pianger mai sempre? (D)
g. IH. Per Canto, Consonanza. Petr.
canz. l\. 4" Ne mai in sì dolci , 0 sì soa-
vi tempre Risonar seppi gli amorosi guai.
Dant. Par. 10. Cosi vid' io la gloriosa
ruota Muoversi, e render voce a voce in
tempra . E \l\. E come giga ed arpa in
tempra tesa Di molte corde faa dolce
tintinno .
§. IV. Tempera, si usa anche assolu-
tam. per Disposizione. Bncc. g. 6. f 18.
11 Re , che in Imona tempera era , fatto
chiamar Tindaro , gli comandò che fuor
traesse la sua cornamusa . Frane. SaccH.
nov, 6. Chi s:ipessc la disposizione de si-
gnori, quando fosscmo di buona tempera.
Cecch. Dot. 4- 7- lo non sono oggi in
tempera Da far qui^tione . Car. leti. 2.
95. Quanto alla burla, io non son punto
in questa tempera.
§. V. Tempera, dicono i Pittori Ogni
liquore , 0 sia colla , o chiara d' uovo ,
con che liquefanno i colori ; onde Dipi-
gnerc o Lavorare a tempera , vale Dipi-
gnerc ce. coi colori liquefatti nella sud-
detta maniera , senza mc.scolan'i olio .
l'arch. Lez. 2i5. Olirà le diverse ma-
niere e modi di lavorare e colorire in
fresco, a olio, a lempera, a colla e a guaz-
ao . IJorgh. Hip. 170. Questa (pittura J
in tre maniere operando si manda ad ef-
fetto , e qu'isle sona lavorando a fresco ,
a tempcr.i, ed ultimamente a olio.
§. VL Tempera della penna, che più
comunemente si dice Temperatura, e Quel
taglio che se te fa per renderla atta allo
scrivere . Dant. ìnf. 2^. Ma poco dura
alla sua penna tempra.
TEMPLRAME.NTO. Il temperare. Lai.
temperamenlum . Or. itt^Ànii . }tor. S.
Gn'g. Per singoiar medicina di Dio, e per
singolare temperamento di dulurc.
t S- '• '''^''' Governo, Modo di regge-
re , 0 guidare. Ott. Cam. In/'. 17. 322.
Qui'gli (lumandò il carro del padre e *1 tem-
peramcnto de' cavalli. # /iart. tip. i. 8.
Non v* è sloa , ne ucradomia , né |irripa*
to the alla curazion de' costumi e al I<unn
lemperamcnfo delle repuMiliilte delti o più
iiQÌvcr»ali, o più salutiferi aforismi, (lì)
T E M
§. II. Per Misura. Liv. Dee. 3. Ne guar-
dava spesa, ne temperamento, purch' elli se
li potesse far olihiigati.
S- ni. Per Compenso , Ripiego. Dav.
.'icism. 33. Parendogli aver trovalo certo
temperamento , lo volle al Re dire . Gal.
Sist. g^. Potremmo trovarci questo, o al-
tro temperamento , che supplisse in vece
di quelle , come accade neU' Egitto dell'
tnondaiione del Nilo. E 379. Non vi get-
tate del tutto al disperalo, signor Simpli-
cio, che forse ci e ancora qualche lemije-
ramento perle vostre- difficullà.
§. IV. Per Mescolamento. Fr. Giord.
Pred. S. Poi vennero a tanto, che questa
fanriuUa )j i\ manicava, senza altro Icin-
peramcnlo. '."^ ylmm, /Jnt. !^0. 9. 7. Mi-
schiare »i dee dolcezza con giustizia, e di
questi due si dee fare un temperamento
{ qui fìguratam.}. (D)
g. V. Per Comliinamento, o .accoppia-
mento di qualità. Lai temperatura , tem-
peramentum. Gr. /Cxsi^. Tratt. gov.fam.
In ogni lor cibo erano questi due Icmpera-
mcnli, solventi ciascuna indispo>izion cor-
porale. Cr. 2. 17. 1. Quando il caldo e '1
secco si mischia all' umido e al freddo, si
fa un lemperamcnto. Tes. Rr. 2. 33. Sic-
come il temperamento, che accorda la di-
versità di essi elementi, fa li corpi inge-
nerare e nascere e vivere, così il distem-
peramento di loro li, corrompe, e li fa
morire . * Ang. Met. 2. 1.52. Le parve
fare il saggio ancor dell' acque, E dentro
il piede postovi , e sentito 11 suo tempe-
ramento assai le piacque. (D)
§. VI. fC per Qttalitù e Stato del corpo,
che anche diciamo Complessione. ^ Lif'.
cur. malati. Mentre hanno ottenuto dal-
la natura un temperamento calìdo e sec-
co. (C>
TEMPERANTE. Che tempera. Lat. tem-
perans. Gr. ffcy/u^vwv. Amet. !\i. Dian?
gli aspri fuochi temperante Colle sue on-
de, e con arco protervo Chi la volesse of ■
fc^nder minacciante. A' 74- Nel quale, tem-
perante Aptdlo ì veleni freddi <IÌ scorpio-
ne, sicura e sola una notte dormiva.
§. Talora vale Che ha la virtù tlella
temperanza. Salvin. Disc. I. 123. Il tem-
perante , ehc ha acquistato 1' abito, giunge
nella medesima astinenza a godere.
t TEMPKRANZA.eflrtf/icfrt/or,! pres-
soi poeti TEMPRANZA. l'irtù morale per
la quale P uomo tiene in freno ogni di-
.vordinat't appetito. Lai. temperuntia. Gr.
awppo5uvij . Ott. Cam. Par. 21. 477.
Temperanza è ferma e moderala signoria
nelli beni contea la libidine , e gli altri
non diritti movimenti dell' animo. P2 ap-
presso : Temperanza è signoreggiamento
di ragione rontra libidine , e gli altri im-
portuni movimenti. Tes. Rr. 7. 23. Tem-
peranza è quella signoria che 1' uomo ha
rontra )ii>suria , e contra altri movimenti
die sono disavvcncvoti . Alfwrt. cap. 5.5.
Temperanza è signoria della ragione con-
tro alla libidine, e rontro agli altri incre-
scevoli movimenti . .S. Agost. C. D. Co-
perse r contile la sua Icmperania con bel
motto e giucando.
§. I. Temperanza, per Temperamento.
Dant. Purg. 3o. Siccht per temperanza
di vapori L* occhio lo sostcnra lunga fia-
ta. Roez. l'arch. 4. rim, 6. Que>la tom-
pranza , ciò che spirar suole Vita nel
mondo , a lunghi giorni o brevi Produce
e nodre .
g. II. Per Modestia. G. V. 7. 27. 3.
(*on gran temperania e Mvie parole riten-
ne il Ite.
§. III. Per Moderazione. Mor. S. Gn'g.
Almeno per la tcntperansa tirila correzione
ritornino j slato di salute.
•| TEMPERARE, e per sincope TEM-
PRARE; per lo più prejtQ i p^tt . Dar
TEM
la tempera j e si usa anche nei neutr.
pass . Lai. temperare . Gr. svyxt^va» ■
Pallad. l.ugl. 5. Chi facesse bidenti ec.
di ferro all'arare, e cignessegU (la stam-
pa di Ferona legge più correttamente :
di ferro da cavare, e tignesseli in «angue
di becco, e quando si fabbricano, li vi ec.) di
sangue di becco, e quando fal>brìcaoo,gU
vi temperasse entro , ec.
g. I. Temperare, fìguratam. Dant. Ìnf.
27. Come 'I bue Cicìlìan , che mugghiò
prima Col pianto di colai (e ciò fu dril-
lo ) Che r avca temperato con sua lima .
But. ivi : Che l'avea temperato con »u.i
lima, cioè l'avea fatto con suo artifizio.
g. IL Temperare , per Concordare. Lat.
constituere, convenire, pacisci Gr. 4u^su-
vsrv , oi5,ufl)o'/ EÌc^Kt, cu^Sx/ìetv sua-
€o)a{a. G. /'. 9. 80. 4- *^*>'"p furono in
Pisa , come era temperato , la detU spia
scoperse al Conte e agli anziani del detto
corriere .
g. III. Temperare, per Correggere, o
Adeguare ti soverchio di checchessia col-
la forza del suo contrario. Coli. SS. Pad.
In tal modo, che quello spiritual vino,
che rallegra il cuor dell' uomo , non sia-
mo lasciati bere senza temperarlo con essa.
Dant. Pnrg. 28. Vago già di cercar den-
tro e d' intomo La divina foresta spesu e
viva , Oh' agli occhi temperava il nuovo
giorno, lìut. ivi: Temperava il nuovo gior»
PO, cioè rendeva temperato lo splendore del
nuovo di eh' era venato . 3for. S. Greg.
Temperando la bilancia dall' una parte e
dall'altra, essa santa Scriltum non paia grave
a* lettori per troppa sottile esaminaiìone .
Sen. Rea. Farih. 6. 23. Quelle cose ec.
che temperano egualmente il mondo , s*
accendano in un tratto e si abbrucino .
* Ang. Met. i. Due fra gli estremi (cer-
chi i e il mezzo stanno in loco. Che son
temprali e dal freddo, e dal fuoco. (D)
§. IV. Temperare, per Moderare, Raf*
frenare. Lat. temperare, moderari. Rocc.
nov. 79. i5. A gran fatica si temperò in
riservarsi di richiederlo che essere il ri
facesse. E nov. 94. 22. Tempero onesta-
mente il suo fuoco . E nov. 98. 7- ***'^'
frena il concupiscibile appetito, tempera i
disiderii non sani. G. /'. II. 23. a. Fu
giusto per temprare la soperchia amhitio-
ne del frate. Coli. SS. Pad. Quando con
temoroso cuore contempliamo la sua po-
tenza, colla quale tutte le rose governa ,
tempera e regge. Dant. ìnf. ^. In quel-
la parte del giovinetto anno , Che '1 Sole
i crin sotto l'Aquario tempra. E Par. 12.
Quindi m* apparve il temperar di Giove
Tra 'I Padre e 'I Figlio. Petr. canz. 18.
2. Ohi se questa lemeoza Non temprasse
r arsura che m' incende.
* § V. Per Rappacificare, Raumilia-
re . Frane. Sacch. nov. 192. Costui ave»
Uni' ira sopra la donna . che quasi dod
si sentia : se non che Bunaniico giunse,
e accostandosi a lui, il temperò dicendo :
ce. (l )
§. VI. Temperare , per Unir le voci
degli strumenti , e accordargli anche co/
canto. F. P. II. lOI. Giovanni dell'A-
gnello, che con Giovanni dell'Aguto avca
temperata la celerà, ec. ( qui figiiratam.,
e vale : ct>l quale era segretamente d'ac-
cordo ) . petr. canz. 38. 2. Temprar po-
Icss' io in sì soavi note I mici sospiri, eh'
addtdrisson l.aural Iqui per similit.). Boti.
G. S. 91. Temperando Ir corde a suono
agulo Dello strumento . Roea. Farch. 3.
rtm. 12. Ivi alle curde amate Temperando
i dolci omei. Morg. 28. 47- K P" ^'***« *
per Delfo, e pel tuo cinto. Ti prego che tu
temperi la lira.
§. VII. Temi*erar la penna, dicesi del-
l' Acconciarla all' uso di scrutre . Fr.
Sacth. noe. i63. Comperò non una ptn-
T E M
temperare una gran Lrigala Lene un Ji .
&/„. r,m. .. 67. E .uenlre ,1 ferro a
temprarla s'arruola (a p<n„.,). -Ve,.« .
sat 3 Forse che nella cuna J padre , o
r ,TO Fé un po' di roba in un Icniprar di
'*s'"vill Temperare, per Preparare,
nellignific. del §. I. fiamm. 2. I. La
nimica fortuna a me di nascoso tcmpera-
Ta i suoi veleni. _ ,
S IX. Per ytcscoìare, Bimeslare. I al-
uì.Cenn. 21. Togl. ec. UU.re di mele ot-
timo, e ogni cosa insieme tempera.
§. X. ì: per Regolare. Segr J-or. Slor.
3 r8. Temperava l'orinolo d, palaf.o >n
quei tempo che Simone si tormentava e
che i ciltidini si ragunavano. uno ft.ccolo
da san Friano. , ,,
TEMPERATAMENTE, yh^erb. Con
temperamento, iloderalamenle. Lai. mo-
derate, umperanler. Gr. /*£-f'"^, ="?(==-
7».!. Bocc no,: 19- 7- T' far'^!'''''-" '"■
p„ ,u«U materia più temperatamente
^UA . E no.. 89. 9. Assa, tempera a-
^^ntelo incomincio a battere, t no..
^12. Del piacere della bella giovane ,
^vegnacbfe più teraperaUmente, era pre-
!„.lrm./^go^'. 5. Concedo che colla
KraiiadiDio ec. la Domenica beviate del
vino lemperatamenle , e sperialrnenle gì ]
antichi . Ca.aìc. Frult. line- L'^ano .
beni del mondo temperatamente. Jll,.rl
rao 38. Chi temperatamente dispone U
suo. più lungamente durano le sue pos-
'"tEMPEBATISSIMAMENTE . Superi,
d, Temperalamenle. Lai. lemperaUssm'e
Gr. «w?povs,raTa . Ilocc. Inlrod. IO.
Dilicatissimi cibi e ottimi vini Icmpcra-
tbsimamente usando.
TEMPERATISSIMO. .S-u/ier/. di lim-
reralo. Lai. lemperatissimus. Gr. auff-o-
v--'jT«Ta . Coli. SS. Pad. D un tempe-
ralissùno caldo rattempeiiamo il l'ep-'l" ";;-
hitrio della nostra volontà. -.■ T •' Si. Pad.
T E li
T E M
»4y«
trio delia oosua .«w^.-. - - ,
,. ,6o. Non cercate altro, che vilissimo
«stimenlo e lempcratìssimo cibo. (/>
Vrr. Jrl. Icir. 2. 42. Se U di., fuoco
'temperatissimo, tanto che in venUsuallro
ore svapori tutta l'acqua forte; avverlen-
do in ultimo non dar fuoco gagliardo, ma
temperatissimo, accio gli spini, dell acqua
forte non svaporino . (Bj Iwpcr/. T,m.
j) ,3 T. 8 490. In 6ne lutto la tro-
varsi lemperaUssimo e per le stagioni e
per r aure che vi spirano. (I)
A 58 Fu temperatissimo in ira , coinc
dice Seneca ec: fu grato, giudicatore di-
Kieto, veridico. (C,
+ TEMPERATIVO. Add. ^Uo a tem-
pere . Ott. Cam. Purg. 30. 5^9- ^'o"
llra che eli. sia velato di una nuvoletta ,
U quale hae virlulc tempcrativa . Omel.
S. Crrg. Il morlino i di virtù lempera-
livo. . . -
a. TEMPERATO, che da' poeti per sm-
«K si usa anche TEMPRATO . Add.
da, verbi Temperare, e Temprare, m tuli,
i lon, signific. Lai. temperatus. Gr. ;is-
-;io;, z'rp-xTOi. Socc. noe. 77. SI- t
se con culeslo caldo U mescolerai , senza
fallo il Sole sentirai temperalo. J: I il-
Dani. 233. Questo recente caso U faccia
con più temperate redini correre ne^ tuoi
puceri. j: leu. Fin. Boss. 276. L am-
lùion degli animi non temperali Irovo le
riech«.c . Fiamm. 1. 70. Sovra '1 tirato
uervo adatta le sue saette da noi fabbri-
cate e temperate nelle nostre acque. Psp.
Pai ISost. 38. L' uomo dice di una ra-
dice o di un' erba che ella i: temperata,
noando ella non e ni troppo fredda , ne
troppo calda, ni- tropno secca, ne troppo
«nuda. G V I- 5- 4 Q""" l'^P"-
te ec. è del tanto la pii popolala parte
del mondo, perocché tiene al freddo; ed
b più temperata . Vani. Inf. 29. Tranne
lo Stricca, Che seppe far le temperate
speso. E Purg. l5. K l signor mi parca
benigno e mite Risponder lei con viso lem-
peraTo: Che farem noi» (cioè, modesto).
Maestruu. Z. 3o. 9. Chiunque toglie al-
cuna cosa del mare, ne dee avere alcuna ,
temperala particella . S. Agost. C. V. Il
povero ec. allegrisi di dolcissima pace, re-
ligioso e devoto di , ietade , benigno di
mente, sano del corpo, temperalo di vita,
casto di costumi , e sicuro di cosc.enia .
Bui. Aggiugnendo ancora altre suasioni
da muovere ogni modesto e temperato a-
nimo . Pelr. son. 34. Ch' a Giove lolle
soni' arme di mano. Temprate m Mon-
gibcllo a tulle pruove. ì ine. ilari nm.
l5. Ma voi sotto temprato am.co celo Tor-
naste fredda e cieca d primo giorno Che
dieder gli occhi il lor ufiuo al core. Mern.
Ori. 1. 12. 56. E questa sia d'un piace-
vol veleno Con lai industria ed arte tem-
perato , Che '1 spirto nosUo a un punto
venga meno . Bcd. Esp. nal. l5. Aveano
la lor propria pelle temperaU a botta di
pistola . Borgh. Bip. l38. Si potranno
leggermente toccare i dimoro, con .ncliio-
slro dato con penna temperala sottile .
* AUeg. rim. gS. Con una pennuaa di
gaUo vecchio, a ciò temperata sema fesso
in lellcra minutissima scriveva ec. (Bt
( questi ultimi due esempi nel signifc.
del %. VII. di TEMPEIIARE).
* §. E coir aliai. Kelc. 1 il. Colonib
171. Di poi essendosi li delti poven dal
pianto temperali videro il loro novello pa-
dre Francesco in tal modo nel dolore som-
merso , che ec. (C> , _,
TEMPERATO. A>>erb. Temperala-
menle. Lai. temj.erate . Gr. fj-:Tficj;.
Amm. Ani. 2. 4. 5. Dionisio lir.iuuo un
tempo bevendo temperato , inconlancnle
cadde in tisica, e non ne potè guarue se
non tornando ebbro.
+ TEMPERAT010. lo slesso che lem-
perinoj ma meno usato. Tao. Da,: Ann.
5 lOg Vitellio , vedutosi dar lunghiere ,
speranze e umori, si fece dare un Irmpe-
ratoio , quasi per mettersi a scrivere , e
scalBlosi leggermente la vena, mor. d an-
^'"t"'rEMPERATORE . lerhal. masc .
Che , o Chi tempera , Moderatore . Lai.
moderator, icniperalor. Gr. òioinuTr,;.
TEMPERATRICE. I erbai, femm. Llie
tempera. Lai moderalrix . Gr. Jioi/.r.-
Tpia . Coli. Si. Pad. La discrezione e
madre e guardiana e lempcralrice di tulle
le virludi S. Agost C. lì. E per questo
1 vogliono che queU' opera abb.a per lero-
' peralrice la mente.
+ 3 TEMPEBATCr.A. Tempera, Tem-
peramento, Il temperare. Lai. tempera-
tura. Gr. «pà^.?. legC'- Ferri da caluna
leroperalura a fare arme . Bcrn. Uri. 2.
4 ..6 Tosto quel brando le tolse di ma-
no , Che fu per darli morte fabbricato ,
eh' era l'alto con lai temperatura, Che la-
clia incanti ed ogni falatura.
rt e I. Temperatura della comples-
sione, dicesi la Qiia/ilà e Stalo del corpo.
u Capr. Boll. 1. l5. Guardali dal far dis-
ordini di sorte, che quella temperatura
della complessione, dove è fondala la tua
vita , non venga ad alterarsi di maniera, e
soffocare gli spirili vitali, eh' io sia forzala
partirmi da le (in altre edizioni si legge
temperanza). Ore. Celi. 1. 19- Q""'"
nasce dalla temperatura della romplessici-
ne, nella qual cosa noi vi trapassiamo di
gran lunga ". (J^J
* g. 11. Temperatura della penna, di-
cesi IJuel taglio che se le fa per renderla
alla allo scritere. .. Bui. Inf. i\. 1. Poco
dura la brinata, come dura poco la tem-
peratura della penna allo scrittore, quando
scrive con essa ". {?, }
•f TEMPLRAZIONE. lece poco usa-
la . Temperanza . Lai. lemperanlia . Gr.
nuffo'.i^fi . l.ib. Amor. iio. Molto nu
pare dura la temperaiione vostra i ma a
lama e tale auloril'a temo di conlradire.
' f TEMPERIE. Sialo sensibile dell'aria
I che agisce sui nostri organi secondo che
I è freddo , o caldoj secco , o umido . Lai.
lempcries. Gr. /.fòLcii. ■■■ Sagg. nal. esp.
222. È da considerare se i io possa nascer
' da accidenti estrinseci, come sarebbe la di-
versa temperie dell' ari.i, dell' ago più rug-
ginoso , ce. (B)
TEMPEF.INATA. Colpo dato con tem-
perino .
+ TEMPERINO. Piccola lama di accia-
io posta in un manico d' osso, o simile , la
quale sene per lo più a temperar le penne.
* Bcd. 1 ip. 26. Ne campo una volta nno
(piccione), e campò forse, perchè quando
con la punta solliJissima d' un temperino
io lo ferii , percossi una vena grandet-
ta. (C) Magai. Leu. scient. pag. 140. Se
ec. su questo medesimo tavolino io , la-
sciata star la cotogna, avessi col temperi-
no comincialo ec. (B) Bcllin. Disc. 2. 79.
I rasoi, i temperini tagliano ciascuno an-
ch'essi. rT;
TEMPESTA, TEMPESTADE, e TEM-
PESTATE. Ma per Io più si usa la prima
voce. Commozione impetuosa dell'acque, e
principalmente di quelle del mare agitato
dalla forza de" venti. Lai. (fmpcsl<..r, pro-
cella. Gr. yjipu^, t'Ari. Bocc. nov. 17.
8. Quelle tutte, per la tempesta del mare
e per la paura viole, su per queUa qu^i
morte giacevano . Petr. canz. 21. !\. Se
non gliel tolse o lempeslale , o scogli .
Dani. Inf 5. Che mugghia, come fa max
perlempesla. Boez. G. S. 2\. Rettore eter-
no, costrigni l'amare Tempeste, ec. i CÌ7.
E ra-gia U m.ire con IranquiUilade Ispesse
volti sanza muovere onde. Poi si rivolge m
dura tempcstade.
§. I. Tempesta, fgiiralam., per Impe-
tuosa veemenza. Lai violenlia . Gr. ^IB.
Pani. Inf. 21. Con quel furore e con
quella tempesta, Ch' escono . cani addos-
so al poverello .* ^r. Fur. I.61. Saers-
panle ritorna con tempesta, E corronsi a
ferir testa per tesU . (£>y E 5. 82. Ri-
naldo se ne va Uà gente e gente ; Fassi
far largo il buon destrier Baiardo : Chi la
tempesta del suo venir sente, A darli via
non par zoppo né lardo. (Mj
1 §. II. Tempesta, per melnf. vale^AJan-
no. Travaglio, Gran turbazione. * Cuid.
' Ciad. 12. 2. Io non posso essere senaa
grande tcmpeslade d'ira. fO Petr. canz.
20. 4. Cosi nella tempesta Ch 1' sostengo
d' Amor gli occhi lucenti Sono il mio so-
gno e '1 mio conforto solo. Poez. t'arch.
2.pros. 1. Ma perciocché nessuno muta-
mento di cose subilo non avviene senza
una qualche , come noi diremmo , tem-
pesta d' animo, quinci è nato che lu al-
quanto U sei dalla tua consueta tranquil-
lità allontanalo.
f g. III. Tempesta, vale anche tra-
casso di venti e di tuoni, /jurrasca. Lal_.
turbo. Gr. yàiata.. Tes. Br. 2. 3-,. L
altro principije (vento) di verso Mcziod.
si è caldo e umido, e spesso fa folgori e
temiesle . e da ciascuna parte d' mtorno
lui ha venti caldi, che tulli fanno spe«o
lem, està in terra. G. 7. 12. 3l. 4- Fu
in Firenze disordinala lempesla di venU .
tuoni e baleni molto spavenlevoli.
t g. IV. Tempesta, vale anche L.ra
g„LLLal. g'Wo. Cr. 4 18. 5. La
tempesta ancora spesse volte la vigna con-
suina in luU*»-
# e. V. Per Fracatto, homore tfum^
i492
T E M
lunqtte. Dia/. S. Creg. l- 3. e. ^. E mai
aon ri lornó più (il liiavo/o) a far le co-
te , e le tcinpcstadi rhc vi faceva . (f^J
■^gn. Pantl, Quello che più diletta (abi-
tando aìla Villa ) fugj;unsi gli strepiti , i
tumulti , e la tempesta della città , della
piazza , del Tolgo, (/ir)
§. VI. In modo proverò, diciamo A
tal otta giugnesse la tempesta , a Chi
arriva per mangiare , quando gli altri
hanno quasi finito ; e vale , che Colui
non pregiudica a' convitati , siccome non
pregiudica la tempesta dopo la ricolta .
Lat. sero post tempus venis.
\ §. VII. E' s' intende acqua , e non
tempesta, o assoliitam. ,4cqua, e non tem-
pri taj modi proverbiali, che valgono che
ì\/on si dee cercare in veruna cosa l' ec-
cesso, che e sempre biasimevole. Lai. mo-
dus optimus omnium. Gr. juir^ov TT'y'vrwv
^ÌXriìzov. Cas. rim. buri. 1.7. Ma pur
ei sMnteude acqua, e non tempesla. ^ Se*
gner. Pred. Pai. j4p. IO. 2. L'ypplicaziù-
ne al negozio e lodevolissima: ma tanta è
troppa. Acqua e non lempcita, usiam di-
re. (TC)
TEMPESTANTE. Che e in tempesta.
Che soffre tempesta . Lat. procella labo-
rans. G. J'. li. 3. l5. Or non è questa
terra qua» una gran nave portante uumini
tempestanti T
TKMPESTANZA . T. A. Tempesta .
Lat. tempestas . Gr. ;f stjuw'v . liim. ant.
P. N. Jic h'nz. Dotto marino fugge tcm-
pcstanza, E attende clietanza. Fr. lac. T.
5. I. 2. Nave sanza noccLiero Rompe in
Icmpestania .
TEMPESTARE, alenar tempesta. Es-
tere in tempesta. Lat. eteri, turbari, com-
moveri, ventis ngitari. Gr. 3tv.TV.p6ÌTTZ-
cOk», JtaTaXìJssOat. Lih. Pred. Il mare
ti rominriò fortemente a tnriiarr e a tem-
pestare. / olg. Mor. S. Greg. Il mare è
commosso a tempestar contro essi. -^ Amm.
Ant. 37. t\. 7. Non credere ora a questo ri-
poso: in uno momento tempesta il mare;
e in quello medesimo di, ove le navi avea-
no giurato, sono annegate. Sali. Ciug. 170.
Quando il mare e grosso e comincia a tem-
pestare di venti. (V)
§. I. Tempestare , Jiguratam. , vale
Star coli' animo travagliato . Scn. Pist.
Son da riprender quegli che sempre tem-
pestano, e angosciano in f;»IÌca e in pen-
siero. Cuid. O. Per la qual cosa non pa-
tendo il fervor di amore» con angoscioso
desiderio tempesta.
* §. II. E neutr. pass. Affannarsi, Tra-
vagliarsi. /■>. (Uord. Pred. 2. 3oo. Quan-
to posso io vivere? cotanto: quanto mi lii-
togna a rolanio |>er anno? perche dun-
que si liussa, e si tempesta in acquistare
più? (N)
'I* §. III. F. per Agitarsi, Conturbar-
si. Jìus. 32^. l'erehè ec. Io Tostro animo
tanto si tempesta ? (C)
*t §• ^V. Tempestare , vale anche ta-
lora Imperversare . ^^ Fr. (Uord. 27.
Questi sono coloro che tem|H'itano , e so-
pra i quali le fortune e le temp<-ste ven-
gono , (Fj Sen. Pist. t)5. E s'egli ode
romorc o suono d' arme, 1' uon>o noi può
tenere , e romisce , e salta , e lenipcsla .
Frane. Sacch. nov. 160. Il qual mulo ,
sentendosi liezzirjre «{uel luogo di rlie più
sono schifi re, cominciò l trarre e a tem-
jieslare si diversaincnle , che re. /;' rim.
a. Qual gonfia, e «piai tempe^la con ìslri-
na, Qualgitla la berretta, e \ienra ressa.
Morg. 10. 3. E mentre che il cavai furia
e tempesta, ce. Stor. Fur. 6. 13^. Ma il
Conte ce. temporeggiava il più che e'po-
leva , tempestando pero tutto giorno , e
facendo mille molestie alle citse di Gìm-I-
litrlo .
^ §• V. Tempestar* ad uno ti pan nel
T E M
forno, vale Pericolargli anche le cose ti-
cure. F. FORNO, §. Vili. (C)
§. VI. Tempestare , figuratam. in att.
signijìc. vale Conturbare , Inquietare ,
Metter sossopra . Lat. perturbare . Gr.
oiaTvpaTTCtv . Cavale. Frutt. ling. O
perchè pessimo ladrone ri tempesti il ma-
re PC. , per quello che tu tempesti tutto
il mondo, cioè per più avere. Guid. O.
Il quale perciò sono tempestato con molta
angoscia . Tratt. gov. fam. .Se in questo
atto il sonno fugge , godi col dilello , se
veramente ti tempestasse, perchè poco dor-
mito avessi. Frane. Sacch. nov. 70- I porri
andarono in cucina, ed in quella tempe-
starono ci'j che v' era . Ambr. Furt. 3.
9. Chi tempesta questa porta? (qui vale:
ehi liatle furiosamente questa porla,?
§. VII. Tempestare , pure in signifìc.
att., vale Instigare , Importunare . Lat.
ciere , urgere, sollicitare . Gr. e:T£iy£iv.
Liv. Dee. 1. La disleal femmina pungea
e attizzava il marito, e non Gnava di tem-
pestarlo . /■" lÀv. M. Fosse suta tempe-
stata e inizzata. Farch. Frcol. 7 5. Su-
hillare è tanto dire , e tanto per tulli i
Versi e con tutti i modi pregarlo, che egli
a viva forza, «{uasi a suo marcio dispetto,
prometta di fare lutto quello che colui, il
quale lo siibtila, gli chiede; il che si dice
ancora serpentare e tcmpe.<.tare , quando
colui non lo' lascia vivere , ne teucre i
piedi in teiTa ; il rhc i Lalini dicevano
propriamente sollicitare,
* §. Vili. Eper similit. Cor. En. II.
8.^8. E tra le selve Asrosa una pianura, con
ridotti Acconci a ritirarsi, ed opportuni A
spingersi o dal destro o dal sinistro Lato, che
si rincontri oche s'aspetti Nemica gente,
o pur che di gran sassi 5i tempesti di so-
pra, (/f)
t * g. IX. Tempestare una cosa di
checchessia, vale Spargerla di checches.ua.
Segner. Pancg. di tutti i Santi. Fahhriraro-
no molli dei principi supeihiisimi mausolei,
dove riporre le ceneri de' loro riveriti ante-
nati, e spesso ancora gli smallarono d' 01 o ,
e gli tenipcjtaron di gioie. (Min)
* TEMPESTATO. Sust. V. A. Tem-
pesta. Fr. lac. T. 3. 24- •^4- ^^ f^ome è in
porlo la nave, Quando è fuor del tempesta-
to. rF;
TEMPESTATO. Add. da Tempestare.
* lìartol. liicr. Sav. lih. \. cap. I. Il mare
Atlantico, tempestato dai venti ce., avvenu-
tosi nello stretto di Giliillcrra, colà uve 1'
Africa e 1' Europa s' a&rontano, quivi endo
si caccia. (Jì)
*t §. L E Jiguratam. Travagliato, Mal-
trattato, (ì. /'. 6. 20. I. Papa Gregorio,
vcppendo la Chiesa d" Iddio così tempesta-
ta djFederi>;o irnperadore, ordino di fare a
Roma concilio generale.
't §■ II- /'. per Travaglioso. Duon.
Fier. 2. /|. (). Tolto a' frangenti Di que-
sta nostra tempestata vita.
g. III. F Tempestato, l' usiam» per Tìiliot-
tato, Iticamato. hai. gemmis dtstinctus, ri-
gens. Gr. ìt'Sot; :t8Toi>riJ^j'vo^ . t'etrh.
Esalt. Cr. I. i. Nel meuo d'una farcia del-
la sala E un tribunal tempestati» «li gioir.
Ituon. Fier. 3. a. 17. Fregiale, agglier^ma-
te, tempestale (parla d' insegne). À. 5.5. 3.
E tempestate di liisaniì d'oro. Ped. Oss. an.
3. Appariva di color chiaro di ruggine, lutto
tempestalo va;;amriite di marrhir nere,
t TEMPESTIVO, r. /.. Add. (oppor-
tuno. Che fa, o si fa a stio tempo. Lat.
tempestivus. Gr. votipio^. Ituon. Fier. ^.
4- 16. eh' io non so s'io me gli ho risposto
cosa Utile e lenipestivn. E 5. I. 8. Tutte le
piante han, TeiMlor.lo cime, Rivolte inver-
so '1 rici, qual sì su sole, Piaggia, monte, o
giavtliii che le nutrichi : E spieean tempe-
stive egual la gloria, Non tralignante da
nativi semi.
T E M
t TEMPESTOSAMENTE. Avverh. In
modo tempestoso. Con tempesta. Lat. prò*
cello!se. Gr. &ueÀiwow5. Ovid. Pist. 173.
Parmi che quanto io sono più soUicito ék
riguardare il mare, se egli si rabhonaccia,
che egli piue tempestosamenlt ondeggi .
Arrifih. 48. Ora Aqudone, tempestosamcB*
te spirando, tutti gli discaccia.
%■ Per Impetuosamente , A gutta tO
tempesta. Lat. impetuose. Gr. ^tatwf- Fl-
loc. I. ()3. Veggcndogli sì tempestosamente
Tenire, divenne siccome timida cerva di-
nanzi al leone diviene, t? Car. Long. Sof.
lib. 1. Neil' ultimo cottosi IcmpeslosameD-
te si seoutraro, che ali* uno di essi un corno
si svelse. (lir)
TEMPESTOSISSIMO . Superlat. di
Tempestoso, dell. leti, i.lez. i. 110. Cam-
minano propriamente con quel sospetto e
con quel timore che fa una nave ce. in un
mare tempestosissimo e pericolosissimo.
TEMPESTOSO. Add. Che porta tem-
pesta. Che èin tempesta. Agitato da gran
tempesta Lat. tempesluosus , proce/losus.
Gr. àtìXri-, S?uci>wo);?. Jlocc. nov. 4'-
17. Sursc un tempo fierissimo e tempestoso.
Amet. 48. Ed il tempestoso Danubio cre-
scente per le risolute nevi. Peir. son. Il8-
Non d' atra e tempestosa coda marina Fug-
gio in porto giammai stanco nocchiero, Co-
m' io. ('avalc. Frutt. ling. Il cuor dell'em-
pio è come mar tempestoso, il quale mai
non può posare.
§. 1. Figuratam. vale Conturbato , Agita-
to, Commosso. Guid. G. Avvegnadiochè 1*
animo mio pertanto spesse volte sia tempe-
stoso, nondimeno con maggior tempestade
è travagliato di ciò, che tu desti alla morte
Patroclo. * Petr. cant. ^l. 3. Era possente
Cantando d' acquetar gli sdegni e 1' ire. Di
serenar la tempeitosa mente. E sgombrar d'
ogni nebbia oscura e vile. (S) Frane. Sac-
ch. nov. 14 Parca una casa cheta e riposata,
eht: prima parca tempestosa e iDdemoniata
(per lerisse tra figliuolo e matrigna ). (ì')
^t^ §. II. Per lmpetuo.to. Fremente. Car.
En. lib. 2. O tempestoso e rapido torrente
Che dal monte precipiti, e le selve Ne me-
ni, e i colti e le ricolle e i campi. Buon.
Fier. 1. 5. II. Non si creda nessuna esser
sicura Dagli assalii sbrigliati e tempesto-
si. (Br)
* TEMPETTO. Breve tempo. Pucr.
Centil. cant. 2 E per fare allo 'mperio pifi
dispetto, Tolilc fece Fiesole disfare. Ed a-
bitolla co* suoi un tempetlo. (B)
3 TEMPIA. Parte della faccia, posta
tra r occhio e l'orecchio. Lat. temput. Gr.
^$- I- Talora nef numero del più ti pi'
glia figuratam. per Tuttala testa, m Bocc.
Fit. Dant. 25t. Li quali degni si fanno di
doversene ornare le tempie. Dant. Inf. %
Serpentelli e ceraste avean per crine, Onda
le fiere tempie erano avvinte •• . ^.V^
'J^ §. II. Talora si piglia anche pei f*-
pelli. n Petr. son. 175. Non s'accorge Del
fiorir queste innaoii tempo tempie. Lah.
101. Sclrtempie già bianche e la caoutA
barba non m' ingannano, re >■ . E altro-
ve : Quantunque di nere candide sico di-
venute le tempie tue. (fìri
t <t TEMPIALE. Tempia. \^t. temput.
Gr. npoTUfó;. (^ar. lett. 1. 16. Dìresi eh*
e* era un tratto certo Tempione, che si tro-
vava un paio di si gran leiiipiali. che facen-
do alle pugna con chiunque si foue ec.
( non ) si poteva mai tanto riparare , eh*
ogni pugno non lo investisse nelle tem-
pie {•)
TEMPIERE. Soprastante alla custodia
delle tempie. F Tempieri, nel numero del
ptù, s' intendono i Cavalieri tf una religio-
ne, ovrero miliiia, co.ù detta dalla custodia
che aveano del tempio in Terra santa. Lat.
templarius. G. ì . 6. 18. 3. Lo 'mpcrador*
T EM
b' «dò in Acri/e loIlc ihh'O il tempio .1'
Acri >• tempieri F m.m 3. Lo mperaJore
Y assenti, per ai>pelto e mala volontà eh a-
T» co' tempieri. ...
TEMPIEKELLO.Cim. r/i Tempio- Lai.
o-Acu/n, sacclhm. Gr. •'spiv o.x.oiov. ;?.
^p. e. D. Nonlotennono degno d un pic-
colo tempìerello.
f TEMPIETTO. Vim. di Tempio- Lat.
tanlUm. Gr. l'sfdv o.».'ò;ov. /'cK. ^o/i.
ai. Marco Tullio in una lettera parlando
d- un orto che e^li aveva aUe m A» d. com-
prare per farvi un sepolcro, o pm presto un
tempietto alla 6gliuola, dice che sapcv^a che
»• era dentro una selva nol.de. norgh U-
rie. Fir. 26;. L- accompagno con una cap-
pèlla, o tempietto cousecrato secondo que
riti. £300. Vi fu aggiunto un tempietto
d- esso Augusto. Brnv. Celi. J .1. 2. 255.
Avevo fatto un tempietto di ordine lomco
soltdissimaniente lavorato.
TEMPIO. Propriamente edifcio sacro
dedicato a Dio, 0 a' Santi; ma si disse an-
cora di qinlli de' Cent./i.h^l icmpìum. Or.
Up6i ««»';. D""'. '"/■ 'O- T»''' ""'l"" "^^
far nel nostro tempio, lìut E tempio luogo
di contemplatione . ovvero ampio letto.
fit. SS. Pad. I. 78. Pervenne a Pelusiaun
fiiorno, che quelli della terra, che erano Sa-
racini, faceano la festa del loro idolo, ed era-
no tutti congregali nel tempio di \ enere.
T<i^.r. Cer. 16. 5;. O cieli , o Dei, perche
soffrir questi empii. Fulminar poi le torri e
i vostri tempii? ,
* § E Tempio, fu dello anche del
Cielo. Tass. Ccr. 8 44- Essi del Ciel
nel luminoso tempio Hao corona immortai
del vincer loro. E 18. :3. O quante belle
Luci il tempio celeste in se raguna! E nm
Eroic. Son. 18. E gli errori del Sole e 1
ceni giri ni questo, che si volge a noi d in-
torno. Tempio etemo immortai, fanciullo
ammiri. { D) _, ,-
* §. II. Per albergo, Jsilo. Tass. Cer.
16. 64. Che la più meco il pianto J Altre
arme, allr'artelo non ho dunque? Ah se-
guirò pur r empio : Ké 1' abisso per lui ri-
posU parte Né H Cicl sarà per lui sicuro
tempio, (n) ,- r.
* §. Ili. E figvratam. Bocc. I il. Uant.
3. Solone, il cui petto un umano tempio di
divina sapienia fu reputalo ec. era ec. spes-
se volte usato di dire ec. Àr. Fur. 46. 9.
Anna Uella, gentil, cortese e saggia. Di ca-
sUtà, di fede, e d' amor tempio. CO, Pros.
Fior. 5. 120. Cosi si profana r anima no-
stra, che è a tempio sagrosaoto dell' Allis-
limo, e non che il sacri6carvi il timiama
odoroso del cordialissimo amore ec. (C)
TEJtPiONE. Colpo dltocon mano nella
tempia, 0 intorno ad essa, fluon. Fier. I.
intr. ili lasciò andar un si fatto lempione ,
Ch' incominciai a girar come un palèo. E
appresso .- Ch' ammonita da lei pna co
tempioni A torleti d' appresso, ec. Salvm.
Disc. 2. 187. Dalle parti che si feriscono
col colpo della mano, sortirono questi colpi
Tarli nomi, come quei che si danno alle
tempi';, tempioni; ce.
|. Per Como stolido e sciocco. Lat.
stolidus. Gr. avó»lTl>5. 7.i*. Son. 5l.
Uaodar fuor quel lempion della riheca.
* TEMPISSIMO . r. TEMPO, §.
LSIX. (.4)
TEMPLO TeTTipw.Lat. templum. Gr.
Upó-l, irnxlìi. Dani. Par. 18. Sicché un'
altra fiaU omai s' adiri Del comperare e
vender dentro al tempio. E 28. In que-
sto miro ed angelico tempio. Lah. 168.
A te t appartiene ec. più d' usare 1 so-
litarii luoghi , che le moltitudini de'tem-
pli. Frane. Sacch. nov. 212. Sallo egli
medesimo ec. chi sono, o da che sono li
più che hanno a governo li suoi templi.
+ TEMPO. La durata delle cose indi-
cala da certi periodi o misure, e singo-
T E M
larmente dal movimento e dalla rivolu-
zione apparente del sole. Lat. lempus. Or.
WOVOi. Dani. Com: 146. Il tempo se-
condo che dire Aristotile nel quarto della
Fisica è numero di movimento, secondo
prima e poi. Jlut. Purg. 24 1. Tempo
non é altro che lo spailo nel quale que-
ste rcvoluiioni si fanno, e questo spMio
produce Iddio dal suo essere eterno. Ca-
lale. Fruii, ling. Il lenipo e un bene:
che tanto n'ha il povero, quanto U ric-
co. Capr. Boll. 9. 191. Il tempoec_non
e altro che una misura , colla quale si
misurano tutti 1 moti .he fanno le cose
corporee, in quel modo che fai tu con
quel braccio, che tu bai giù in bottega,
tulle le lun.heiie. * F.t. SS. Pad. 2.
384. Predicò a quella gente barbara ccrli
tempi. Ca.alc. /Iti. ^posl. l33. Non e
ancora grande tempo, che concitasti e la-
cesti tumulto. (Fj ^
• S I Tempo, per Eia. Lat. atas. Or.
/),z.K * "Pelr. son. 202. L'altre, di
niaggior tempo , o di fortuna Trarsi in
disparte comandò con roano, h.'p. J^al.
\ost 17. Queste persone, che sono due,
una giovane , e 1' altra 'e di più tempo .. .
T,n. rtil E quando fu nel tempo di quin-
dici anni si lo fé' cavaliere . E appresso:
Essendo il fanciullo Lancillotto di tempo di
quindici anni. (Cj JH. SS. Pad. l. 69. Re-
putandosi a dispetto che un garzone di si
poco tempo ec. stesse in quel deserto. L.
iqq. Lo santissimo Arsisio , lo quale era
d'un tempo con s»nt' Antonio. Hocc.g.
ani. Acca più 6gl.uoli , de quali tre
n' erano femmine, ed erano di tempo
maggiori che gli altri. (Fj
i° S II. Onde cogli aggiunti ìlio, tuo,
suo ec. vale molte volle Contemporaneo ,
Coetaneo, u Bocc. nov. 38. 3. Con una
fanciulla del tempo suo , BgUuola di un
sarto, si dimestico n . (Cj
3 §. III. Tempo, per Fin avanzata, e
tendente alla vecrliiezza. Pctr.son. 11^ E
se '1 tempo è contrario ai be desiri, non
fia eh- almen non giunga al mio dolore
Alcun s..ccorso di lardi sospiri. Piov.
nnt. 85. 2. M. G. da Cornio , un di es-
sendo in una cavalcata, perchè era giudi-
ce e di tempo, come maravigliandosi, do-
mandato come CIÒ era, disse che 1 fece
ree potere consigliare sopra guerra, o ca-
talcata. M. F. IO. 70- La quale era d.
tempo, e vedova di due manti, iift. ^-
mor 5. Non potei contradire alla divina
essenria, che il nascimento mio contro a
suo provvedimento indugiasse, o più tar-
di mi menasse a luce, e perciò non e mia
colpa se tanto sono in tempo, -e Seri,
leti. Ind. 696. Mi fu comandato ch 10
abitassi in Funai insieme col P. Cosimo
Torris ec. che gi'a era molto aggravato
dal tempo. (C)
* S IV Uomo di tempo, vale Altem-
«>■ . — 11 :_C •II:,...!.. t\
T r. M
■ to'
vato. Aov. nnt. i\
4. DaUa ìnfaDlilUade si
vaio. i^Qv. ""*■ •\- '- . .
cominciò a farlo nodrire da savu uomini
di tempo. E ivi : Era stalo con savu, con
uomini di tempo, lungi da ogm fanciul-
lezza. (Mini
§ V. Tempo , .vi prende talora per
Un determinato punto del corso del gior-
no, della vita umana, e simili Bocc. nov.
18 16. Io la mariterò a quel tempo che
convenev.dc sari,, lìanl. Inf. 1. L' ora del
tempo e la dolce stagione.
J § VI. Tempo, .'i prende anche per
Jspazio preciso, particolare e determinalo
di alcuni anni, mesi, ec. Bocc. nov. 12.
2. Era adunque al tempo del marchese
Azzo da Ferrara un mercatante. Petr.
Cam. 27. 3. Tempo verr'a ancor forse ,
Ch'aU- usalo soggiorno Torni la fera bel-
la e mansueta. E 38. 3. Quante lagrime,
lasso, e quanti versi Ho gi'a sparli al mio
. ^ ir , /.n 1 In ni-u-n tpmno SI
fece buona cittadcsecondo il tempod allora
Dani. Purg. 23. Tempo fuluro m e g.a nel
c.spetto. Cui non sar'a quesl' ora molto au-
lica -.^Borsh. Orig. Fir. 69. Par che lo
mostri chiarissimo quella pietra antica ec.
che chiaramente è nei tempi dei Vespa-
siani. (V) I ardi. Stor. 6. 142. Chmn-
que pagava la sua parte dell' imposizione
a" debiti tempi ec. si doveva mandar cre-
ditore di quella somma dagli uficiali del
monte. {C
if §. VII. Tempo, per Durata. Fr.
Ciord. 3l5. Vedete pazzia .Ielle genti ,
che per queste cose cosi vdi e di poco
tempo ce. lutto di combattono. (Vj Bocc.
Fiamm. III'. 4 O bellezza, dubbioso be-
ne de' mortali , dono di picciolo tem-
po. (Brj , f
:? g. Vili. Tempo, vale anche Spazio,
Intervallo di tempo. G. r. 1 39 I. Ove di-
moro per tempo di dieci anni al conquisi., di
Francia ed Inghdlerra e d' Alemagna. (C)
Cuicc. Stor. 2. 362. Pagando i Vene-
ziani ec. , ma in tempi lunghi , quantit'a
grandissima di danari. (I.)
:> §. IX. Tempo, vale anche Dilazio-
ne. Inslr. Cane. 19. Di più cascono in
pena cosi quelli che facessero, come quelli
che ricevessero il tempo. (C)
* g. X. Tempo , e per lo più nel
numero del più , vale anche pres.!o i le-
gisti il Tempo determinato a pagare .?
riscuotere : onde Pagare , Soddisfare a
tempi, vale Pagare, Soddisfare al tempo^
stahilito. I ine. Mari. 27. Voi dite ch e
privilegiati sopra V entrale del principe non
son pagaU né soddisfatti a' tempi, h ap-
pre.!.!o .■ Restano in potere degli eram,
per pagargli loro a' tempi che sono obbh-
gati.\Bem. Celi. Ut. 3. l45- Se U det-
to conduttore trapassi le due paghe del
detto pagamento alli tempi convenienU,
sia in arbitrio ec. il ripigliarsi il detto Po-
dere. Sen. Ben. Varch. 1. li- Nessuno
scrive al giornale i benefizi che egli da,
né, come tanno gli avari, li richiede su-
bito venuto il tempo, e se ne richiama. E
4. 39. I danari, ancorché siano mal pre-
stali et a chi noi merita, si possono ri-
scuotere, e d' uno che ci sia debitore, ce
ne possiamo, venuto i tempo, richiama-
re. rO , ...
* §. SI. Tempo, si dice altresì dei
secoli, delle varie età, ri.^pello alla cro-
nologia. M. V. proem. 1. Esammando
nell'animo mio la vostra esortazione, ce.
di mettere opera a scrivere le stone e le
novità, che a' nostri tempi avvennero,
pensai ec. Farch. Frr. Oiov. 23. Il Gio-
vio non solo non osserva i tempi, ma li
confonde quasi tutti. (C)
* §. XII. Tempo, per Stato dell aria.
Condizione dell' atmosfera. Bocc. g. 5.n.
1. Con essa /notte) surse un tempo Se-
rissimo e tempestoso. K/i. 7. Avanzavano
neUo andare la madre di lei e 1 altre
compagne assai, forse non meno da amor
sospinti , che da paura di tempo f s'era
levato un malvagio tempo). (1 ) Tav.
Bit. E a quel punto il tempo era bello
e chiaro. Alam. Colt. I. 4- Ma perche
il tempo allor piovoso e molle Pur il tutto
compir forse conlende , Basti il principio
dar. (C) Cuicc. Stor. 2. l^t^. Erano per
sorte quella vernala i tempi freddissimi, (l.)
Segr.Fior. As. cap. 8. Ogni animai tra
noi nasce vestito. Che '1 dilende dal fred-
do tempo e crudo , Sotto ogni cielo per
qualunque lito . (TC) Buon. Fier 4. ^.
5. Color che di quei feltri fer 1.- °" »•
Caveranno dal tempo Catuvo uld gua-
'Tg xnl. Tempo, si dice anche re!,.
tivatnenle allo Stalo in cui sono le co''
rispetto al governo d'un paese, al mod„
r Xi:.. . ^..f.ire d" una Beriona,
tempo
G. V
versi Ho gi'a sparti al mio "'f ^^^'f,; : i„f,Hc,d' una persone.
l. 42. I. In poco tempo si I del vivere jeticc, o, j
^w^
T E M
'• G. J'. 10. 122. 4- ^' trovai o6riale
ron altri a queslo amaro Icmpo n. Dani,
ìnf. 5. NcssuD iiiaggiiir diilurc Che ri-
cordarti «Irl tempo (Vlire Kclla miscrìj.
St^r. Vii^r. l'r. cnp. 25. Pai a Giulio ce.
Irovò IjqIo i tempi e le cose ronformi a
quel 5Ui> modo di procedere, cbe sempre
torti felice fine, (t)
s? §. XIV. Tempo, vale anche Circostarf
ta di cose e di fatti, f it. S. Ciò. fìat. 2^').
Tornarono costoro (che erano anduti alla
corte d' Erode per vedere di riavere la testa
di S- Ciò, Jiattista ) , e dissono a^li al-
tri : Vedete che non La luogo di potere
avere quota testa a (]uesli tempi (perchè
la corte era tutta turbata per la subita
morte d' l:rodiade } . (1)
^ §. XV. Tempo felice^ vale Fclirità,
Prosperità. Frane. Saccfi. nov. 222. We'
tempi rhc messer Kgidio, Cardinale di
Spagna, con felice tempo dominava, ce. (f'J
* g. XVI. Tempo, dicesi da' Gram-
matici Le vane inflessioni che ne* verbi
denotano il Tempo al quale si riferisce
l'azione, o lo stato di etti si parla. (C)
§. XVII. Tempo, per Opportunità ,
Occasione, Jgio, Comodo. Lat. opportu-
nitas, cccasio. Gr. àfopy-n. Liv. Dee. 3.
Alli iriliuoi parve tempo e luogo d' as-
salire i suo' avversarii. f'ctr. son. 2. Com'
uom eh* a nuocer luogo e tempo aspet-
ta. Bocc. nov. l6. 22. Come prima chLc
tempo, questo racconti) a Currado. E nov.
27. 3o- Parve allora a Tedaldo tempo di
palesarsi. Tac Dav. ylnn. 6. 126. A fu-
ria chiamò aiuti di Scizia, e senza dar
tempo a* nimici a pensare, ne a^jli amici
a pentire, corse via cosi lordo, per muo-
vere nel volgo rancura. Àr. Fttr. 10. Bg.
Perche d' ogni lardar, che fallo avesNc,
Tempo di giunger dato avria ad Alcina ,
Che venia dietro, ed era omai vicina. E
25. 6. Che ad or ad or in aiodo gli af-
frettava , Che nessun tempo d* indugiar
le dava. •? Car Fn. 6. 66. Ora è 1' tem-
po , dis&e La vergine ; dì , dì , chiedi tue
sorti. (Cj
§. XVIIl. Tempo, per lo Mestruo delle
donne. Lat. mensìs, menstrutim. Gr. za-
Ta/jiv5'vi5/. Tes. Pov. P. S. cap. 'j. Una
mezza libbra del sangue del tempo delle
donne seccato e spolverizxato, è cosa ot-
tima. E cap. 28- Togli vino di -cocitura
di rigamo; bevuto, fa venire il tempo al-
le donne. E appresso : Uem la farina di
nigella confetta con mele, sottoposta, fa ve-
utre il tempo con vivdenzia, ma è cosa pe-
ricolosa. I arch. Lez. 5i6. Come si può
vedere negli specchi, dove si siano spcc-
cLijte donne , o vecchie che abbiano il
tempo loro.
§. XIX. Tempo degli orivolì, .« dice
Quella parte die ne regola con eguali vi-
hrazioni il tnoviniento. Cai. Sift. l\^'J.
In questo fatto accade giusto quel rhc av-
viene nel tempo dell' orivnlo, rappresen-
tandoci la Luna quel piombo clic s* attac-
ra or più lontano dal centro per far le
vibrazioni dell' asta nten frequenti, e ura
più vicino per farle più spfrssc.
g. XX. Tempo, nella À/iisica , si di-
ce la Misura del moto delle voci e de'stio-
ni per lunghi, o brevi intervallli, per mo-
derare il ritmo, second.ir la battuta, e
regolar la velocità, o le tartlanze e le
pause j onde andare a tempo , Andare a
battuta, ec. ì'arch. I.ez. 583. (Quando
uno o non balla, o noD raiila, o non suo-
na n tempo, cioè non cuserva la battuta,
rd rsru fuori della misura, noi diciamo rhe
egli non va a tempo ; e ciò non senta r.i-
gione, e verità, perchè il numero con*!-
stc nella proportiouc de* moti locali, e il
tempo non è altro chela mìfura del mo-
to, come dichiarammo nella Ictiuue del
tvinpo.
T E -VI
* §. XXI. Tempo, fu detto non so-
lo della musica, ma anche della poesia.
Ott. Com. Inf IO. 178. Amcndue parlarono
in rime, canzooi, e altre specie di dire
con misure di piedi , e di tempi sillaba-
ti- (C)
%. XXIL Tempo, per /stagione. Lat.
tempus. Cr. u>py.. Socc. g. 3. /j. 3. Essen-
do ogni cosa piena di que* fiori che con-
cedeva il tempo. f'I nov. 7g. II. Ed ol*
tr' a questo le molle e varie vivande ,
secondochè ciascun disidera , che recate
ci sono davanti ciascheduna a suo tempo.
j4met. 62- III Acaia ec. surge un mon-
te, appiè del quale corre un picciolo fiu-
me, ne' tempi estivi poverissimo d* onde.
Quist. Filos. C. S. Fa, per ben vivere,
mutazion di cìIjì in diverse tempora.
§. XXI li. Primo tempo , 0 Giovane
tempo, vale la Primavera. Lat. primttnt
ver. Gr. (J^a vsa. Jmet. i3. Ella le sue
arme racronce a tal guerra utili^ veggea-
do il giovane tempo, cerca le selve. G.
/'. 7. g3. (\. Facesse disarmare, e ȏ e
sua gente riposare infino al primo tem-
po. ^ M. /'. 4- 22. Egli provvederebbe
del luogo dove dovessono tornare al primo
tempo. (C)
'"■- §. XXIV. Tempo nuovo, vale lo stes-
so. Sen. Pist. 23. Il freddo che doveva
essere d' inverno, è prolungato infino al
tempo nuovo , quando e' si dovea tem-
perare. JBorgh. Fir disf. 278. Veggia-
mo in questi tempi i corsari d' Affrica o-
gni anno a tempo nuovo mettersi ia cor-
so a roba dì lutto uomo. (F) Alam. Colt,
lib. I . In guisa di pastor eh' al nuovo tem-
po Faccia zampognc. (Jir)
g. XXV. Tempo nero , si dice allora
che l'aria oscuratasi mostra vicine prò-
cellej e si usa così nel proprio, come nel
metaforico. Tac. J)av. Ann. II. iBg.
Dicono che Vczio Valente per capriccio
inarpirò sopra un alto arbore, e domanda-
lo che vedesse, rispose : venire di vciso
Oslio un tempo nero.
g. XXVI. Tempo di palla , 0 Tempo,
assolutamente , parlandosi del giuoco del-
la palla, del pallone, o simili, s' intende
Quello spazio di tempo che impiega la
palla ec. nel percuotere, o ribaltare, o fa-
re altro simile effetto. Pise. Cale. ^. Sia-
le sapr'j pigliare una palla, o rimetterla ,
o ben darle colui che non avrà gran tempo
di palla (cioè, che non saprìi Kiudicatne il
tempo). /-.' 27. E dal suo buon tempo.
Senza pericolo dì fallo, là, onde vennero,
si rimettano.
g. XXVII. Avanzar tempo, vale Anti-
cipare, Sollecitarsi. Ambr. Cof 3. 3. Mi
piace; avanziam tempo.
§. XXVIII. A vere, e Parsi buon tempo
o M tempo, vapliono Far tampone. Sla-
re allegramente. Far buona cera. Sguai-
nare. Lai- indulgere genio, facere animo
suo volupe, animo obscifuiiim sumere ,
Plaut. Gr. Toa? rlSovUi^ ifiiva.t. Pace,
nov. 20. ai. Lavorarono, e buon tempo si
diedono. E nov. 35. 3. Avendo insieme
a^sai di buon tempo e tli piacere. Enov.
43. i8. \y intorno al quale trovò pastori
che mangiavano e davansibuon tempti. E
nov. 'j(). 5. Comincio ad avere di lui it
Siù bel tempo del moudo. Jioez Fareh.
. pros. 2. Moltissimi poi sono coloro, i
3uali misurano il fruito del bene col go-
ere e darsi liuon tempo,
* S- XXIX. In questo .ten.to dicesi fors*
anco Parsi tempo, e Trarsi tempo. ì'it. S. %f .
Madd. 3. Diede sé mnlrsima ad unj Mia di-
spi'rala.per non voler morire didolore, e per
darsi vita r tempo. /'," appresso: Conim-
ela la Maddalena a darsi vita v tempo, r
antlare alloroo alle feste, ce. /*.' l\. 1 pa-
renti suiii, (he r amavano mollo , nano
multo liuti , eh* ella si desso vita e lem-
T E M
pò. i: 6. E pare cbe gli gìOTÌ di trarsi
vita e tempo con lei insieme (ma forst
non direbbesi se non coli* accompagntt-
mento di vita ). (Fj
g. XXX. Corre il tempo, e simili,
vagliano Prendere la congiuntura. Pant.
Inf. 22. Lo Navarrese ben suo tempo col-
se. Pern. Ori. i. 21. 22. Nel menar le
itercossc aspre e diverse Rinaldo, che aspet-
tava, il tempo ha colto.
g. XXXI. Dare il Umpo , vale Fis-
sare, Stabilire il tempo. Lat. temporis
modum staiuere, temperare.
g. XXXIl. Dar tempo , vale Indugia-
re. Lat. cunctari. Gr. /jl^Ì^Eìv. Tac. Dav.
Ann, 11. l3l. Caccia Golarie sprovve-
duto e spaventato, piglia, senza dar tem-
po gli Slati vicini.
g. XXXIll. Sondar tempo al tempo, vale
procedere con soverchia fretta in qualche
operazione. Malm. IQ. 27. Senza dar tem-
po al tempo, o pigliar sosta. Insacca nel
salon là dove è il ballo.
§. XXXIV. Dare, o Vendere pe' Um-
pi, vagliono I\'on vendere a contanti, ma
per ricevere il prezzo solamente al tempo,
0 ai tempi accoratati. Lai. statis anni tem-
poribus dare, aut solvere. Gr. TETflty^C-
voi; yvAfoX:, ctoovat, r, aTTori'stv.
g. XXXV. Es.tere a Umpo a far chec-
chessia, vale Esservi ancor tempo, pri-
ma che passi la congiuntura del farlo.
Cas. leti. 67 Che ancora se* tu a tempo
di farti dotto con facilità.
§. XXXVI. Essere buon tempo^ vale
Es.iere un pezzo. Esser già forso molto
tempo. Pocc. nov, ^2. 18. Fgli è buon
tempo, che io intesi che tu perduta eri.
§. XXXVII. Fare buon tempo, che st
dice anche Far tempone, vale Stare in
allegria. Sguazzare. Cecch, Spir. 5. 5. E
venitene via tutti. Che e' si faccia buon
tempo in tante nozze. Cant. Cam. 63.
Far buon tempo e trionfare Tutti noi di-
sposti siamo. Car. lett. I. 9. Raccoman-
datene r uno air altro, e lutti insieme fa-
te buon tenipo.
g. XXXVIII. Fare buon Umpo, vale Kf-
ser buona stagione. Essere il cielo sereno.
Lat. bonam tempestatem esse , seu fai-
stere. Gr. xaio'v x^o^^^ ervKi.
g. XXXIX. Far cattivo tempo, vale il
contrario. Lat. malam tempestatem esse
Gr. xaxov xpóvov eiv«i.
g. XL. Far tempo, vale Conceder tem-
po. Concedere dilazione. Lai. tempus con-
CTitere . Gr. ffoy^u^Stv jortpsv. Cecch.
Dot. 2. 5. Insino in quella somma, eh'
e' vorrebbe. La prometterò io, eh' e' me
ne faccia Un po' di tempo . * Instr.
Cane. i5. Sovvenga ai medesimi cancel-
lieri, e ne avvertano i loro ufiziali , che
non si può far tempo alh debitori de' ci>-
munì, popoli e luoghi, uè possono tali de-
bitori ricerraroe o accetlarlo santa liceiua
del Magistrato. (C)
g. XLI. Metter tempo m una cosa ,
vale Consuman-e/o, Impiegarvelo. Pass.
II. Molto tempo si mette nelle medicine
g. XLII. Ao«'«c(rcr temfto in mezzo, va-
le (}j>erare senza dilazione di tempo, senza
indugio. Lai. non interni 1 tleir. Jjocc. Ftl
Dant. 228. Santa mettere guari di tempo
in niezio, al ragionamento segui 1 elTelto,
e fu s)Huati>. E 2.1^. Seiiu metter tem-
po in mezzo, raccolse , e ordinatamente ,
come poste erano stale, recito quelle. Ftr.
1 As. 9^. Volevano adunque i ladroni er. .
I per nou mrller tempo in meno, levarmi
I la soma d* addosso. E 175. >oo messe
1 tempo in mezzo ; Psiche ec. se n' «Dirò
I nella se);nata strada (f^i stampali hanno
! /«er errK>rr sdegnata). E Trin. |. 2 Vo-
; glio andare via adesso, rhè non e da met-
I ter tempo in tnczao.
I >> g. XLIU. Optrartt 0 Jdoptrmn U
T E M
Non per pass.re, ma fc. u.Jn.cnte ado-
fi XLIV. Pfisar tempo, vale Mila.
««. , Fuegir r ozio, impiegare, o Con-
S.aTP>'3eiv Zfdvov. £occ Conci. 10. A
BcnvenC.o pas«Uvi tempo l.c.amcntequ-
chc giorno, e conloiuiev.. Icore, e al-
tcndeU- a far buona cera. ((-)
K XLVI. /■.•r^c« .' tempo, vaU òtar-
„,% Consumari U tempo m vano- Lat-
non sai a quai.li ''i i= "" '''^S;''- ,
§. XLVll. P-g/'or (e»,po, l'or <™p»,
e ìmil,, si Juono dell' 7,../,-g.-.« ,.cr
prf/irfcr pii P'Of'-m conei»"C"-a. ..mf(.
r -erocche il piagnere accompagna.» non
?ieva.l cadali, né gli si può per. oda
Rio lor tempo, ylhm. Cir 23. b2. Ma
Tammo gli corse Di dar dok. parole , e
um'po torri P" "-si-"; f '',?''r"?'
lere esporre, lediin TOGLIERE ,1 §■
akuna cosa, vale Pigliarsce giuoco, tren-
éersene piacer.. Lat. voluptatem capere
Gr TS>n£i:a'- iSofC. nov. 8j. io. ij
miglior 'tempo del mondo prendendo de
'"f^:t^X;ciarsi,onassettarsi U
J,»"^,'»/; Rasserenarsi, W <o^^Wo>r.
J,,<,3«a<. .Eoe.:, nov. 4?- 7- » "•"'.P"'
T E M
T E M
1495
non si racconciò prima
che essi ec.
i do-
lo piii"«
Ter segretamente V un deU' alUo aver p.a-
"'it:"i:::fi:t:po,vaiecr.sc.
r.f Avanzarsi .^^:-,,^^:'^r .^l
adolescere. Gì. av;^'^'»»'- ^"'
„o^. 205. Quanto più verna ■» '""P"'
meno sapea ii*. .-""■"■. ko. A me che
oggimai vegno in tempo, amore pare cosa
inutUe e da schilare. 1
§ LI. Chi ha tempo, ha vita, manica
pi^verbiale, colla quale si accenna cheto
'umpo si pui mutar sorte. Dep. Decam.
85. E pare che accenni il proverbio commie.
ehi scampa di un punto scampa di cento,
ovver queU- altro: chi ha tempo, ha vita.
e. Lll. Chi tempo ha, e tempo aspella,
le^poperdej ovvero •■ Chi ha tempo non
espetti U-mpo, e simili ; proverbii che SI
usano per dinotare Kon doversi lasciar
passare l'occasione. Malm. 7°lJ-^!^
per chi ha tempo, e tempo aspetta. ■<■ lir-
Lue. 3. 3. E' mi starebbe molto bene a
fc, che chi tempo ha e tempo aspetta ,
tempo perde, {^j
§. LUI. Tempo, e nongrazia, maniera
di chiedere dilazione, e non assoluzione
dtir affart di che si parla.
§. LIV. Tempo viene, chi può aspet-
tarlo, o simili; modo proverbiale che va-
le, che Colla pazien^ si consepiisce /' in-
tente. Cant. Curn. 59. Riesce mcgUo chi
suo tempo aspetta.
§. LV. Anzi tempo , 0 Innanzi tem-
po, vagliano Innanzi il tempo dovuto. Lai.
ante lempus, immature. Gr. n.-o r-J.i,zo-j.
aWflMJ. Peir. caiiz. !fi. 4. Onde s' i' non
son giunto Ami tempo da morte acerba e
dora, Pietà celeste ha cura Di mia salute
Doo questo tiranno. Dani. Jnf. 3l. Eiyi
ve, e lunga vita ancora aspetta. Se -n
nanii tempo gialla a se noi chiama.
§. LVl. yi tempo, e A' tempi . posti
avverhialm., vogliono Ad ora opportuna ,
41 tempo debito. Lat. m.i(iirr, ■'■ tempo-
're, opportune. Gr. sv xxc,.-ù, iMtAifUi.
Jlocc nov. 5l. 2. Per larvi vedere quan-
lo abbiano in se di bellezza ( 1 molli J a
tempi detti . Sant. Par. 8. Per suo si-
gnore a tempo m' aspettava . lac Uav.
Ann 2. 35. Esso a tempo andrebbe a soc-
correrlo . Cas. leti. 26. Che non è proce-
duta da altro, che dal ^oler lare 10 quest
ufficio più a suo tempo.
S L\U. A tempo, e A' tempi, voglio-
no anche Per alcun tempo. Per qualche
spazio preci.^0 di tempo j contrario di
S^empre. Lat. ad tempus, alìquando. Gr.
T.n-s.. Cr. pr. 2. Avvegnaché la lor for-
tuna a tempo pala prosperevole , in fine
pur manca e perisce . G. ^ . I- 20. 2.
Non dee niuno porre lede né speranza in
M-noria mondana, che e data a tempi,
st°condo la disposizione di Dio, e secondo
i mcr.li e pecciti delle genti.
g. LVlll. Al tempo. Al suo tempo, e
ìlei tempo, posti assolutam. , vagliono
Al tempo dovuto e prefsso . Jlocc. nov.
2Q 23 La donna ingravido in due li-
gliuoli maschi, come il parto al suo tem-
po venuto fece manileslo . Jf. nov. 100.
12. Al tempo partorì una l'anciulla. Pelr.
can- -0 2. Or m" abbandona al tempo ,
e si dilegua. E 45. 6. Che morte al tempo
è non duol, ma relugio. SI. T. 9. 110-
Convenne che cosi latto fosse, perche il vol-
le, e nel tempo. i<i^c. / ar. prò/. Al tempo
una sua figUuola legittima e sola gli diede
per moglie.
g LIX. A tempo e luogo, e A tuo-
•ro e tempo, vagliono In congiuntura pro-
pria, Quando il luogo e il tempo lo per-
menano. Lat. opportune, tempore. Pocc.
nov. 98. 21. l'oi a luogo e a tempo ma-
nifesteremo il l'atto . Filoc. 3. 210. Spe-
rando che a luogo e a tempo gì" Iddu ri-
muteranno consiglio . pianini. 1. 8b. Di
me sia siccome li piace, e, come promet-
ti, a luogo e a tempo merita la mia fede,
acciocché io di te tra l'altre lodandomi, cre-
sca il numero de' tuoi sudditi senza fine,
f'r. 1. |3. 7. Ancora le cose che s' ap-
partengono alla sementa , si deono a loro
luogo e tempo apparecchiare . ylr. Pur.
\ 25. ;q. E eh' era certo , che maggior
del vanto Faria veder l' effetto a tempo e
A loco. ,
' §. LS. A miglior tempo , vale Pm
a buon'ora. Lat. Icmpesliviiis , opportii-
nius . Gv. /jiàJXsv ev zxiiW . Pelr. son.
67. Poiché mia speme è lunga a venir
troppo, E della vita il trapassar si corto ,
Vorreimi a miglior tempo esser accorto ,
Per fuggir dietro più che di galoppo.
§. LXl. A mal tempo , o Ha mal
tempo , si dice di Cosa cattiva . Car.
lelt. 1. 18. Questo oste è peggio che da
mal tempo.
S. LXll. A tempo a moglie, maniera
bassa, vale ÌSel caso di prender moglie,
dicendosi : Gli ho dato danari a tempo
a moglie; cioè per riavergli quando pren-
derà moglie.
* g. LXIIL Ad un gran tempo, va-
le Per lungo spazio di tempo . Pace. g.
8. n. 4. Senza che poi ad uno gran lem-
10 egli non poteva mal andare [ler via ,
che egli non fosse da' fanciulli mostralo a
dito. (F) , , o
* §. LXI"V. A tempo che, vale Quan-
do, ISel tempo che. l'it. SS. Pad. 2. 18.
E a tempo che l'uomo è tentato e tribolato,
dee dire così : ce. iJj
* g. LXV. Certo tempo , posto av-
verhialm. , Vale Per alcun tempo . J it.
SS. Pad. 1. l35. Dentro alla quale (spe-
lonca) certo tempo si riposo e stette, (f J
§. LXVl, Di gran Uni pò , e simili.
:.\:
vagliano Vn pezzo fa . Lat. iampridem .
multo ab hinc tempore. Or. 7t!>!/«i. .Bocc.
nov. 27. 6. t'n lor fratello , che di gran
tcmio non e' era stato ce, fu ucciso.
* g. LXV II. Pi picciol tempo, vale Po-
co innanzi , Teste . Frane. Sacch. nov.
219. Tra quello lino trovò e vide av-
volte certe serpicclle, nate di picciol tem-
po. (V)
:? §. LXVIIl. Picesi anche Di picciol
tempo in qua . f'it. S. Eufros. t^^>•] ■ E
venlinove anni che io non l' ho veduta ,
se non di picciol tempo in qu'a. (P)
g. LXIX. Di notte tempo, vale Piel
corso della notte. Lat. nocdi. Gr. ttjy.rdi.
Pass. 23o. Venendo di notle tempo alla
cella di costui, cominciossi a rammaricare
dolorosamente della sua sventura.
;;: g. LXX. Di prossimo tempo , va-
le In breve , tjuanto prima . Vit. S.
pyanc. 212. Va in pace , e di prossimo
tempo aspetta consolazione da questo tuo
marito, f V)
§. LXXI. Tj' ogni tempo, vale Sempre.
Lat. sempcr. Gr. Kii'- Petr. canz.ìl. 6.
tosi gli occhi miei piangon d' ogni tem-
po , Jla più nel tempo che Madonna
vidi .
•f 5? §. LXSII. Fra questi tempi ,
vale Allora . Vit. S. Ciò. Balt. 236. E
fra questi tempi tcio'e quei tempi de' quali
era detto di sopra) i discepoli di Giovan-
ni vedendo ce, cominciarono a mormo-
rai-e. ( ì J
g. LXXIII. Giù tempo, vale In tempo
già decorso. Un pezzo fa. Lat. multo ab
hinc tempore, olini, iampridem. Gr. TTK-
/at . -Voi. ani. 5^. 1. Fu gi'a tempo in
Koma, che ncuna donna s'osava di rima-
ritare .
g. LXX IV Gran tempo, è lo slesso che
Per lungo tempo , Per grande spazio di
t'mpo . Pelr. son. 1. Sìa ben veggi" or ,
siccome al popol tutto Favola fui gran
tempo.
§. LXXV. In tempo, posto avverhialm.
vale A tempo. Opportunamente. Lat. op-
portune. Gr. euzaif w: . Bemb. pros. 3.
198. Ed è in tempo delle'prose. p: Mor.
I. 8. Non sempre si possono i consigli del
nemico prevedere , non sempre altri può
in tempo essere apparecchiato.
§. LXXVl. In processo di tempo, vale
JS'el trascorrer del tempo , Col tempo .
Lat. procedente tempore, Cels. Amet. 02.
In processo di tempo mostrandogli io co-
me le viti , gli olmi ec. erano contenti
delle loro fiondi, ce. E 72. L'a dove 1 loro
discendenti per la loro virtù , avanzante
sempre chi segue lei, in processo di tem-
po ebbero grandissimo stato ed in ricchezze
e in uficii e in uomini.
* g. LXXVII. Jn questo tempo, vale
In questo mezzo. Lat. inlerea. lep. Dee.
61. Noi per altre parole diremo in questo
mezzo; e più pienamente in questo mez-
zo tempo; o pur semplicemente in questo
tempo. (V) . .
't :S §. LXXVIII. In su questi tempi,
vale Allora. Ut. S. Ciò. Balt. 236. In
su questi tempi f cioè, in que' tempi de
quali era detto di sopra) messer Giesu
predicava , e cominciò a fare miraco-
* S. LXXIX. Ogni (empo, vale Sem-
pre. Culti, lelt. 9. 26. Benevolissima re-
Verenzia ec. , ogni grazia rendere dovete
lui ogni tempo. (J ;
. * g. LXXX. Per altro tempo, vale In
allro tempo. ìli. S. Ciò. <""■»■ 3o4'
Anche per altro tempo uno cavaliere ec.
aveva una grande mfermita. (Il
e LXXXl. /■"■ a tempo, valeler al-
^ V ., t,.mi,re . Lat. ad lem-
cun tempo, r^on Minpri.s-
,6. Levato per a tempo dal servino del
1^96
T E M
lignor Prinripp di SaU'rno. S* Salvùn. Disc.
2. 4^7- Colui dio i".-' tt-mpi principe sie-
de dcU'accadcniia, «: Apatista sopra gli altri
[>er la figura dell* erci-llenza vien detto. (C)
§. L\XXn. Per tempissimo^ superi, di
per tempOf A hnonissim' ora. Lat. siim-
mo mane. Gr. tt^w'i . Bocc. not-. ^3. 3.
Pietro una mattioa per terapLssimo leva-
tosi , con lei insieme nionlu a cavallo .
Varch. Star. 3. ^0- Mosso per tempissi-
mo tutto il campo.
§. LXXXm. Per tempo, vaie A buon'
ora. Lat. primo mane . Gr. TTpOi . Bocc.
nov. 63. 9- V. quivi anelasse la mattina
per tempo . /V/r. cnnz. 3g. 2. Cbe duli-
hioso e il lardar , rome tu sai , E il co-
minciar non fia per triiipa ornai. /'Vr. ,is.
211- Menatomi la mattina per tempo per
la solita strada, a quel monte per una so-
ma di Ic-gne ec.
# §. LXXXIV. Per tempo, vale anche
SollecttamC'itc , Prestamente. Petr. son.
173. Perclie non venne Ella più lardi ,
ovver io più per tempo ? Ang. met. 2.
28- Questo non sarà già cosi per tem-
pe. (DJ
3? §. LXXXV. Per tempo, vaie andie
Coli' andar dei tempo. Cas. Canz. 1. 3.
Età cangiando , ogni valore Cosi smarrito
ha '1 core. Coni' erba sua virtù per tempo
perde. (FP)
* §. LXXXVI. Più tempo passato, pò-
sto av\-ert>ialm., vale Mollo prima. Mol-
to innanzi, l'it. S. I^omitii. 2'j5. Domi-
lilla ec. rispose: A Dio fosse piaciuto che
già più tempo pas.sato questa dottrina di
Dio ( (kila verginità } alli miei orecchi
fosse venuta ; imperocché giammai non
avrei pres»» sposo. (P)
g. LXXXVII. poro tempo appresso, vaie
Poco dopo. Amet. 83. Essendo Corito bel-
lissimo monte, il (]ualc i[ui a noi di sopra
vedete, di poco tempo appresso lo 'ngan-
110 di Europa altitato da Atlante figliuolo
di Giapirlo.
§. LXXXVIII. Tempo fu, vaie Per V
addietro. Già, Nel tempo passato . Lai.
olim . Gr. TraJat. Pass. 39. Costoro so-
no, i quali , tempo fu , avemmo a vile •
iu dispregio. Car. Lelt. 1. 7. Tempo fu»
rji* io credetti Don avere mai più a capi-
lare in paese abitato.
g. LXXXIX. Tempo per tempo, vale Di
tempo in tempo , Secondo la stagione ,
Successivamente. Lat. statis temporibus.
ì\t. T£T«V/Ji^vot5 x«ipoì>. Circ. Geli. 4
105. Voi, che lo sapete, vi vedete sempre
la morte iunanii, e contate l'ore a una a
una , e auJate pensando sempre di quel
die vi bisognerà tempo per tempo. Disc.
Cale. 6. Questa vostra città , tenendo le
medesime vie che tennero i Romani, non
ha mancato giammai insino a qui d'occu-
pare la gioventù in eserciaii nobiIÌ4>imi
tempo per tempo. Itorglt. i'oi. Lat. ^l3.
Ma conseguentemente se ne couduccsiero
ancora tempo pr-r tempo.
tF g. XC. Tutto a un tempo , o
Tutto in un tempo , vale Tutto ad un
tratto. Ar. Fur. ^^. ^5. Astolfo tutto a
un tempo, che era quivi. Che questo Or-
lando fosse ebbe |ialeic. ( P) Segner. Mann.
Sett. 26. 3. Non si partire da te forte tutto
in un tempo, (f)
g. XCl. Un tempo , posto avvrr-
bialm. , vale Per qualifte spaiio di tem-
po , per qualche tempo. Lai. aliquando ,
atiquandiu . Gr. ITT* Xf^vov , l'rtt' Ti va
y^ùòiO-i ■ Bocc. nov. 27. 2* La donna a-
vendo di se a Tedaldo eompiaciuto un
t^mpo, del tutto si tolse dal volergli più
Oìmpiaccre. E nov. <)I. 2. Freso per par-
liti) di vitlere un tempo essere appresso
mi Alfonso re d* Ispagna. I\'lr. canz. 35.
^. Felice agnello alta pcDosa mandra Mi
{pacqui uu tiMitpo.
T E M
g. XCII. Per Già. Petr. son. 300.
Fu forse un tempo dolce cosa amore.
^ §. xeni. Un tempo, vale antiie Una
volta, p'it. SS. Pad. I. l35. Un altro
tempo venne ad un monastero. ì'tt. S.
Frane. 181. Udo tempo addivenne nella
mente al B. Francesco ce. d' udire alcu-
00 dolce suono. (F)
g. XCIV. In proverh.: il tempo ven-
de merce . Ved. TEMPORALE sust. ,
g. III.
TZMVO^iE. Jccrescit. di Tempo.
g. I. Figuratam. si prende per AHegria,
Gioia, Festa, Passatempo, e simili. Car.
iett. I. 1^. Credete anco cbe uoi vi deb-
biamo avere invidia? e di che 7 di cotesto
vostro tetnpone T
g. IL Onde diciamo Far tempone. Dar-
si tempone , 0 Aver tempone, die vaglio-
no Darsi buon tempo, >tare in aHegria,
Sguazzare. Lat genio induigere. Gr. f^ti-
v«i ToT ; Ttoovixìi. l arch. Frcol. 6^. At-
tendere con ghiotlornie e leccornie, senta
darsi una briga, o un pensiero al moodu,
a godere e trionfare, il che oggi si chiama
far tempoDe. Cecch. Donz. 5. 3. Pensia-
mo a far tempone allegramente. E Esait.
Cr. ^. ^. Disposto di cavar sol dello slato
Vitto e vestito per lui e pe'suoi, E la co-
modità del far tempone. /:.' Dot. 3. 3<Si
dette a spendere Quel poco ch'egli aveva,
e far tempone. Lasc. madr. g. E di santa
ragione Con appetito poi mangiare e bere,
Altendendt» a goder 0 far Icmponc. Malm.
3. 70. A ballare, cantare, e far tempone.
Buon. Fier. 3. 3. 2. Se voi sapeste, com-
pagni, il tempone Che questo carnoval uoi
vi ci demmo, ec. Car. leti. 1. 7. Non vi
basta il tempone che ora dovete avere sema
noi , che ancora da noi volete esser trai-
tenuti.
* TEMPORA. Coir aggiunto di Quat-
tro. Si dice Quattro tempora, per sì^nijìc.
ié digiune di tre giorni, che si fr.nno nei-
le quattro stagioni dell' anno, una volta
per istagionc. F. QUATTRO TEMPO-
RA. (Aj
TEMPORALACCIO. Peggiorat.di Tem-
porale. Cecch. Esalt. Cr. 2. 2. Oh noi siam
oggi l'ur in un in.il temporalaccio.
f 3 TEMPOHALE. F. A. Susi. Tem-
po. Lat. tempus. Gt. ^(Covo;. Dant. Conv.
x52. Tutto questo fu in uno temporale ,
che Davit nacque , p nacque Roma. Lih,
Op. div. Andr. l3o. Vcdca morire la po-
vera gente di fame, per li forti temporali
che sono passali per questa città. Tes. Br.
6. 20. Esser savio in prudcnaa »i rw'-'
avere per longo conoscimento di molle
cose particolari , lo quali non st possono
avere te non longo temporale.
•f g. \. Temporalt, per Istagione. V.
A. Lai. tempus. (ir. tupv.. Zifiald. Andr.
81. Siccome vcdemo nr'' quattro tempora-
li dell'anno, come primavera, state, au-
tunno • verno. ^ Buon. Tane. 2. 5. E'
si fa poco iu questo temporale. Non scu-
do r annual di piovitura. tC)
* §. IL Per Ft'ì. Gr. S. Gir. Gg.
Bene sa l'uomo ferniamrnle, che in qua
dirielo sono slati fanciulli , 0 vecchi, e
uomini, e femmine di lutto temporale. ^/'^
* §. III. Temporale, si due anche dei-
io Stato deli' aria. Buon. Tane. 2 5.
Gli è vero i tcm[»orali vanno strani. (C)
g. IV. temporale, fxr Tempesta. Sai-
rin. Pise. 1. ^9 Per volere ipie^art on
grande e scuro temporale. >> l)av. Tac.
Fit. AgcH'. 22. Non avendo animo <|' at-
taccar queir esercito, liench}» malconcio
dal temporale { Il lat. ha: »ar» ii Irmpe-
statibiH conllictatum ) . ^/'^ Pros. Fior. ^.
1. 2<>8. Venne un temporale cosi fiero ,
4 he fini di guastar Ir strade già rotte. (Cj
* S- ^- '^'' Opportunità, Occasione.
M Cron. Mordi. Ma secondo il temporale
T E M
e la condizioD delle cose si vuole sa|>er«
pigliar partilo*. (CJ Buon. Tane. 3. 3.
Ma in fatti allorcb' e* viene 1 temporale.
Il fare M fatto suo non è mai male. (Pf)
— g. VI. Per Giurisdizione secolare.
Pecor. g. 17. n. 2. Abbattè ( Costantino)
tutti i tempii de* Pagani, e hfennò la
Chiesa in sua libertà , e die il temperala
dello Imperio alla Chiesa sotto censo , •
se n' andò in Costantiuopoli. (Brj
•é g. VII. A temporale, posto avi'er-
bialm. vaie Opportunamente, A tempo
debito. Lat. tempestive. •• Fegez. Tutte
l'altre cose a lemporal si possono alare;
ma L vivanda e l' annona nella occeuiU-
dc non ha rimedio »• . Bim. Ant. Buonag.
Urbic. da Lucca. I. ^29. Amore ha io
se 'ncrescenze divisate E temperate io
grado ne la fanno Ed agh amanli a tem-
poral ion date. (C)
* g. Vili. Dicesi anche A suo tem-
porale, e vaie lo stesso. « Fai. Mass. La
quale couosciuta, a suo temporale perrea-
ne alli successori d'Enea- . (C)
§. IX. Diciamo in proverbio: Tempo-
rale vende merce j e vaie , eh' E' bisogna
valersi dell' occasione, che porge il tem-
po, nel vendere ben la mercanzia.
•f ^ g. X. // temporale darà consiglio,
maniera proverbiale die importa Col tem-
po si troverà miglior partito. Cecch. DoU
4- 2. Il temporale vi darà consiglio : per
ora, polendo , adagiatevi ìn casa vostra. (F)
TEMPORALE. Add. Caduco, Monda-
no. Lai. temporalis. Gr. XKi'^iOi. Bocc.
nov. ^t . 2. >cU' isola di Cipri fu uno no-
bilissimo uomo ce, di tutte le temporali
cose ricchissimo. Mor. S. Greg. i. 6. Pri-
ma descrive le riccheue della mente , ajH
presso l'abbondanze temporali. Frane.
Sacch. rim» 36. Che gli omeri guasti Dalli
ben lemporal non han podere.
g. I. Temporale, per Secolarej opposi»
a Spirituale. Lat. projanus. Gr. àviipo^.
G. y. 12. 5l. Kscomunicò, eprivò d'ogni
heoeficio spirituale e temporale chiunquo
avesse operalo ce. Maestruiz. \. 27. Cb«
dee fare ìl Vescovo, che in alcuno luogo ha
temporale giuridiaione. Frane. Barh. 285.
19. Anco alle temporali { cose ) Aggia co*
tanti e tali, Chente è la possa tua E U
Lis(>gna sua.
g. II. Per Durevole a tempo j contra-
rio di Perpetuo. Lat. temporarius. Gr.
::poiKaLtpoi. Dant. Purg. 27. E diue :
il lem[H>ral fuoco e l' eterno Veduto bai ,
figlio ?
g. 111. Temperale, vaie anche Di dem-
po. But. Purg. 17. 1. Or questo è ec. av-
verbio temporale , cioè ora. ^ Beg. matr.
17. La seconda regola principale che Io
per.^one coniugate debbono osservare oell*
atto matrimoniale si chiama temporale. (C)
TEMPORALEMIìNTE. /'. TEMPO-
RALMENTE.
TEMPOHALITA', TEMPORALITA-
DE, e TE.MPORALITATE. Astratto di
Temporale ; contrario J* Eternità. LaL
temporaltias. Gr. ts' xji'jiov. .Ver. S.
Greg. Pigliando l'ombra della no>lra lempt^
rahlà, mise id doi il lume della sua etrmiU.
t g. Per Affetto alle cose mondane, o
temporali. LaL tenif^oralium rerum stu-
dium. Ott. Com. /*wrjf, 1. i5. Quegli cbe
hae a fare tale viaggio, conviene essera
yciollo da n^ni rigulctu e temporalità, W
quale aliliia sua radice io concupiscivo ap-
pelito.
TEMPORALMENTE,? TE*n»ORALE-
MENTE. Avveri». A tempo, Non eterna-
mente. Lai. temporalifer. Gr. ;^/}ovixù{.
Pass. 7. Puniscesi di peccato temporale-
niente, /i" 8. Volea temporalraenle fare giu-
stizia di s^. S. Ag. C. l>. Li rei nondimeno
ec. sono temporalmente llagellalt. |H>stocb*
noD sjeao clernaliucntc puniti.
T E M
# g. I. Per in senso temporale, moit'
dano. Fai'. Esop. II. TL-mporalracnle s' in-
tcDiie per la ranocchia il lalìu mercatante^
ce. ( così l'usa spesso t/iieslo autore). ( f J
§. II. per Mondanamente j contrario di
Spiritualmente. Lat. profane. Or. ^idriXoì^-
J.ab. i66. Che temporalmcDtc è tenuta più
che niun' altra eccellente. ^Jaes^ruzz. i.
6g. Ma questo cotale non sar^ legittimato ,
quantochè agli atti secolari, se non se nelle
terre che temporalmente ^ono sotto il Papa.
G. V. 12. 3. 22. Eziandio rilucono tempo-
ralmente ad esemplo del mutamento ile'
buoni. Mor. S. Creg. E però questo co-
tale dolor semina, e dolor rìrogUe, quan-
do per tali per\ersitadi cresce temporal-
mente.
3 TEMPORANEO. Jdd. Temporale,
Chee a tempo, Son perpetuo^ Lat. tempo-
rarius. Gr. npó'sxa.tpoi. Lor. Med. Com.
l6l. La pace è una perpetua quiete tem-
poranea.
# §. Frutto temporaneo, fu detto anti'
camente per Primaticcio^ contrario di
Serotino. t^Dant. Conv- i47- Dice santo
Iacopo apostolo nella sua pistola al quinto
capitolo : ecco , lo agricola aspetta lo prezio-
MJ Irutto della terra, pazientemente soste-
nendo, infinochè riceva lo temporaneo e lo
serotino « . (I\')
TEMPOREGGIAMENTO . // tempo-
JVffgiarc. Lat. procrastinatio. Gr. ava^o-
Xr,. Tratt. scgr. cos dotta. Si governano
con savio temporeggiamento nell applìca-
tione del rimedio.
t 5 TEMPOREGGIARE. Secondare il
tempo. Governarsi secondo l' opportuni-
tà j che anche prover'jtalmente si dice
navigare secondo il vento j e si usa in
signi/ìc. neutr. e neutr. pass. Lat. lem'
pori i.iservire. Gr. 3ìpv.7iZjtt'J tov xai-
fóv. Lab. 227. Secondo i mutamenti de*
tempi sanno temporeggiare. Bett. Tuli.
Tempo è da vendere, e tempo è da com-
perare; tempo è da fuggirete tempo è da
incalxare ; savio è l' uomo che sa bene
temporeggiare. Segr. Fior. Cliz. I. l.
Addio; temporeggiati il meglio puoi : e se
vuoi cosa alcuna, parla.
# §. I. E in signijic. att. Temporeggia-
re alcuno, vale Secondarlo , Seguitarti il
suo parere, o volontà, a Lasc. Spir. 3.2.
Non fe meglio, che temporeggiargli, e an-
dar loro a' versi " . (Cj
§. II. Temporeggiare, in signtfic. neu-
tr. e neutr. pass, vale anche indugiare ■
Lat. cunctart. Gr. /i-'À>£tv. Stor. Lur.
6. l34- Ma il Conte, che molto più si
valeva dell' astuzia, che delle forze, senza
voler venire alle mani, temporeggiava il più
cJie e' poteva. Guicc. Stor. 3. 122. Si fer-
mò a Monlefuscoli , per temporeggiarsi ,
aenia tentare la fortuna, v h lib. 12. pag.
II. Però il Re ec. pensava alla difesa di
Abeville e Amiens ec. ed a resistere che
non passassero quella riviera ; e così an-
darsi temporeggiando insino che la stagione
fredda sopravvenisse. (C)
^%. 111. E in signijìc. attivo vale Becare
ad indugio. Segr. Fior. disc. 1. 87. Qua-
lunque Volta ce. si ricordava (la legge
agraria } andava sottosopra quella città ,
e i uoliili con pazienza ed industria la tem-
poreggiavano. (Cj
TEMPRA, r. TEMPERA.
TEMPRANZA. T'. TEMPERANZA.
TEMPRARE. 7. TEMPERARE.
TE.MPRATO. / . TEMPERATO.
* TEMPBE. Tempra. Alam. Colt. i.
a/t. La folta schiera Si spiega in quadro ,
« 'n minacciosa tempre Volge al nemico il
volto. (Vi
TEMUTO. Adii, da Temere. Buon.
Fier. 5.4 6 Andrio, per quant* io scor-
go, sì temuto , E Diceo tanto amato, lu-
cerne uniti. Insieme amati, egualmente
Vocabolario Tom. ii.
T E N
temuti , Vi sgraveran di qualsisia gran
pondo.
TENACE. Add. ì'i.tCoso , Tegnente.
Che agevolmente s'attacca e ritiene. Lat.
tenax, VÌ.1C0SUS. Gr. i*|wVio;. y^isy^pói-
Pani. in/. 21. Quale nell' arzanà de' Vi-
niaiaoi Bolle r inverno la tenace pece- Pe-
Ir. san. 32. E s'io mi >volvo dal tenace
visco. Cr. 1. II. I. E se si troverrà so-
da e tenace argilla, basterà che si deputi
ai fondamenti la quinta, o la sesta parte
dell' altezza di quello che sopra terra si
dee muiare. Tes. Br. 3. 2. Il mare mor-
to ce. è tutto, come il buturo, tenace.
j- g. I. Per similit. vale Che ritiene lun-
gamente, o Jortemenlej ed in questo senso
suol essere aggiunto di memoria. Amm.
Ani. Q. 8. 7. Molto è più tenace la memoria
dì quelle cose che s' apparano nella prima-
ticcia età. Pass. 2^. ì beni naturali dell'
anima sodo: ec, la tenace e salda memoria,
coir altre potenzie intellettuali, le quali son
pur neir animo. Petr. son. 128. Oh tenace
memoria I oh fero ardore !
g. II. Per istabile. Fermo. Lai. con-
slans. Gr. ol[Xl7Ct.7ttiCTOi. Albert, cnp.
6f^. Non ti dà la natura del luogo che tu
vivi dirittamente, arni lo ti dà la mente di-
screta e lo tenace proponimento. ^ Car.
En. 1.6. Come il traea l' insuperabil forza
Del cielo, e di Giunon l'ira tenace. (FP)
* g. Ili. Per Fedele. T'it. S. Gir. 7.
Girolamo fu ammaestralo di tre lingue, la
cui inlerpelrazìone è posta innanzi a tutte
r altre, perocché ella è più tenace della pa-
rola, e più chiara che il ragguardamento.
(C)
f §. IV. Tenace, per metaf, vale A-
varo , Spilorcio . Lai. tena.v , avarus .
Gr. piiow>o'^ . Albert. 58. Scevola , tu
se' tenace a tutti, e ninno a le, e secchi
i beni altrui, e niuno secca i tuoi. Agn.
Pand. 67. Aiutandovi essere non liberali ,
non larghi, ma tenaci e stretti- Ott. Com.
Inf. 9. i5o. Le ricchezze mondane non fan-
no r uomo essere liberale, ma tenace.
t TENACEMENTE. Avverb. in modo
tenace. Con tenacità. Lat. tenaciter. Gr.
7>t3;^pw;. Introd. J irt. E perciò hanno
preso la fede pagana molto tenacemente.
Outd. G. E quantunque persone per fortu-
na navigandovi capitavano, erano sì tenace-
mente presi, che mai più non isperavano di
partire. Amm. Ant. 16. 3. ^. Conciossiaco-
saché ec. questi (beni) tosto si dimentichi-
no, le ingiurie tenacemente stiano nella
memoria. ^ Tass Ger. 7. q8. E par senza
governo in mar turbato. Rotte vele ed an-
tenne, eccelsa nave. Che pur contesto aven-
do ogni suo lato Tenacemente di robusta
trave, ec. iBj Introd. l'irt. 36o- Hanno
presa la fede pagana molto tenacemente ,
e vorrebbe prima catuno di loro morire, che
la fede pagana perdesse. (C)
TENACISSIMAMENTE. Superlat. di
Tenacemente. Bed. Fsp. nat. [^. Si appic-
cavano a quella teoacissimamentc a guisa di
piccole coppelle.
TENACISSIMO. Superi, di Tenace.
Lat. tenacissimus . Gr. y> 15^(^0*70.705.
Fr. Giord. Pred. R. Tenacissimi d' ogni
loro eretica opinione. Cecch. ine. 5. 3.
Eccovi questi trenta ducati d'oro, cavati
dalla tenacissima borsa dì Baldo vostro pa-
dre. Ar. Cass. 5. 3. E diasi li guasto a
questo vecchio tenacissimo.
TENACITÀ', TENACITADE, e TE-
^KC\TkT^. Astratto di Tenace, il rite-
nere, Fiscosità. Lat. tenacitas. Gr. y/i-
axp<^~^-i- Cr. 5. 9. 2. E generalmente si fa
di quello tutte quelle cose. le quali richieg-
gono durezza e tenacità di U-gno.
g. Per metaf. vale Avarizia. Lat. tena-
citas,avaritia.Gr. ip.i,fpo\o'jl<yi, siiapyu-
^l'a. / it. SS. Pad. Due generazioni so*
no di fame : 1' una si è difetto di sapienzia ,
T E N
1497
e d^ intendere la parola di Dio, e non em-
pierla ; r altra d' avarixia e tenacità. Mor.
S. Greg. Volendo fare onesta masserizia,
noi caggiamo in peccato di tenacitade- O-
mel. S. Greg. Ma ripresolo del delicato
mangiare, e di superbia e di tenacità.
TENASMONE. F. A. Tenesmo. Tes.
Pov. P. S. ttitiene la soccorrenxa, e sana
lo tenasniODe.
t TENCIONAMENTO. /'. A. il ten-
cionare. h^t. concertatio. Gr. ayaivis/xo';.
Fai. Mass. Egli 3Lver 3 intanto pacificati
gli scordevoli tencionamenti
fTENCIONAKE. f.A. Tenzonare: e
si usa in signijicato neutr. e neutr. pass. y
Lat. concertare, contendere. Gr. luvayw-
vi'^iffàai. Lib. Mott. E cominciarono a
tencionare dì tornare, non accordandosene
r uno. Gr. S. Gir. Il servo d' Iddio non
dee unque tencionare agh altri. Liv. 3/. Ne
voi non rionale, e non tencionate di questa
cosa. E appresso : Fu fatto edile curale, e
fieramente si tencionò centra i gentiluomini.
E di sotto : I scoi compagni se ne tencio-
nan con lui. E altrove : I cittadini e gli a-
mici tencionavano infra loro. Amm. Ant.
G. 177. Troppo tencionando, si perde la ve-
rità.
TENCIONATO. Add. da Tencionare.
Amet. 88. I vostri efifetti mostrino chi più
possiede della tencionala quistione.
t TENCIONATORE . Ferhal. masc-
Che,o Chi tenciona. Albert, cap. 10- Non si
converta in amisUde di malto ec , o di ten-
cionalore, o di adiroso. Z/^rt/rf. Andr. 118.
Si è sciocco, pauroso e tencionatore. Liv.
Dee. 3. Eglino eleggeranno i più riottosi, e
i maggiori tencionalori di tutti.
t TENCIOIVE. /'. A. Tenzone. Lat.
lis, iurgium, dissidium. Gr. £pt?. Bocc.
nov. 98. 22. Dopo lunga tencione ve '1
pur mandò. Coli. Ab. Isaac, 38. E con
tencione si sforzavano di menarlo nelle lo-
ro case. Zibald. Andr. 36. Ove sarà su-
perbia, ivi saia tencione.
TENDA. Tela che si distende in aria
e allo scoperto per ripararsi dal sole, dal-
l'aria, o dalla pioggia. E generalmente
Tela che si distende per coprire, o parar
checchessia. Lat. velarium. Tes. Br. 1.
20. Quella Cubabel, e coloro che di loro
uscirò, fece primamente tende e logge per
loro riposare.
§. I- Levar le tende, si dice del Par-
tirsi gli eserciti dal luogo ov' erano at-
tendati. Lat. castra movere, vasa collige-
re. Gr. ì'^otva^fwpsrv xrrJ cr^aTiav, a'va-
5Z£Ja^itV.
g. II. Tenda, si dice anche ne^ teatri
Quella tela, che distesa dinanzi al palco,
cuopre le scene, Jinche non si dia comin-
ciamento alla commedia. Lat. srparium.
Gr. ■TZup'.'Ki-z'yL'zp.oc.. Maini. 1. 39. Che qual
tenda calando alte calcagna. Scopri scena
di bosco e di campagna. ^ Pallav. PerJ\
Crist. I. ^. Finche il recitante piagne le
Énle sue sciagure sul palco , il teatro si
avvisa per poco che elle non sìan ritrat-
ti ma originali ; ed accompagna le altrui
simulate lagrime con le sue vere; ma ca-
lata la tenda, repente si discerne le falsi-
tà, e s' eslingue la compassione. (D)
f §. III. Tende, per li Padiglioni de-
gli eserciti. Lat. tentoria. Gr. c/>jvw^«-
Ta. Liv. M. Fidandosi del discordio de'
Romani, gli assalirò alle tende. Guid. G.
Lo re Peleo comandò che lasone, e Er-
cole, e gli altri re e maggiori del suo ci-
ste venissero alla tenda sua. E altrove.-
Li Greci, traboccando in gran fretta, si rac-
coglievano per fuga alle loro tende. Ovid.
Pist. 20. Profferendo a te di raccompa-
gnarmi infiuo alle sue tende. Bocc Leti.
Pin. Boss. 273. Gaio Mario col padre cre-
sciuto dietro agli eserciti facendo i piati-
li, a* quali si legano le tende, soggiogai t
188
»^98
T E N
^ifTrira, catenato ae menò a noma Giu-
gurta. M. /'. 6. 54. L'uomo e 'I cavallo
in sul campo a scoperto ciclo fanno uo
letto santa altra tenda. * Cor. Ea. 2. 53-
Qui s' accampava Achille, e qui de' Do-
lopi Eran le tende. (FI*)
%. IV. Levar te tende, Ji^uratam., vate
Terminar checchessia, /iem. Ort. 1. IO-
2y. Forse eh' iu vi farò levar le tende ,
Gente sol da dormire e da |jer buona.
g. V. /4l levar delle tende , posto av-
verbiattn. , t'ate Al fin del fatto. Alt' ut-
ttmo. Lat. tandem, postremo. Gv. ts'^o? ,
Z'snpov . Pataff'. g. Al levar delle tende
parve afflitta. AJorg. 2Ì. l. Non mi lasciar
perir presso alla foce , Poiché noi siamo al
levar delle tende.
*f * TENDALE. Tenda grandissima,
che serve a coprire galere. Chiabr. Fir.
5. 49- L* ampio tcodal, che sopra lei &i
^tcnde, Ha di seta gentil vario colore. Ove
Ira spume altrui dipinta appare, ce. (Af
VTENDAROLA. Dim. di Tenda. Buon.
Fier. 3. I. 7. E 'n quella galtitia , Che
quella tendarola ticn coperta, Uo mostro
vivo v'è. (*)
TENDENTE . Che tende . Viv. Disc.
Arn. 28- Rimettendomi a ciò che in ap-
partato discorso ne diedi scritto ali* A. V.
S. moli' anni sono, con altro tendente a
facilitar lo scarico d' Arno a prò della città
di Pi>a, e delle campagne ad essa adiacenti.
liicctt. Fior. 26. O^gi si usa la cina detta
volgarmente impietrita, di colore tendente
al higio oscuro.
* TENDENZA. Propensione. Lat. prò-
pensio. Gr. e'— ipcOTT/;'. Salvin. Pros. Tose.
I. 170. Ancora la tensione e la tendenza del-
r animo dell' oggetto dell' amato studio e
de' diletti ce è vatanza. {*)
TENDERE. Distendere in signifc. d'Al-
largare, 0 Spiegare. Lat. espandere, esten-
dere , cxpUcare. Gr. s/'eTKvvuvKi. / e-
gez. Sopra le quali si tendano pezze di ri-
liccio, le quali rifrenano il furor delle saette.
Nov. ant. IO. 3. il padre fece tendere uno
ricco padiglione. /'.. 96. I. Vno mercatan-
te, che recava bcrrclle, so gli Lagnarono;
«■ avendole tese, sì vi apparirò molte scim-
mie , e ratuna se ne mise una in capo .
I iagg. Mont. Sin. ^3. Poiché gli aveva
lavali , gli portava a tendere in un orto
quasi a una gittata di mano, e quivi gli ten-
dea sopra ■
3 g. I. Tender reti, lacci, trappole, e si-
mili, si dicono dell' Acconciare colali cose
per uso d' acchiappare animali, o simili,
e figuratam. vagliano Insidiare^ che an-
che diciamo Tendere insìdie. Cr. 10. I7.
II. Due reti assai lunghe e alte ec, che
Volgarmente >i rhianiiino pareti, e tcndonsi
ili prati, ed in vicj ed iu campi, e presso
ad acque, ec. Bocc. nov. l5. 20. Avendo
<|ucllo , a che ella er. aveva teso Ìl lac-
ciuolo . E nov. 77. 46. Mille lacciuoli ,
col mostrar d* amarti, t' aveva lesi intorno
a' piedi. IC nov. C)2. [\. Ghino dì Tarco ,
sentendo la sua venula, tese le reti. I^etr.
son. 48. Sicché avendo li> reti indarno tese,
II mio duro avversario se ne scorni. Jìant.
tnf. 3o. Grido: tendiam le reti, siedi* io
pigli La liones^a e i lioncini al varco. Fir.
As. 208. Kglì non vi andò guati, che len-
dcndomi ima maggior trappola, egli mi vi
fece cadere denliu senta darmi ad a.^sapo-
rarc il cacio. Gal. Sist. 86. Quegli , che
tendono le pareti al comune, si iranno anco
fare autori di-ll* intenzioni d'altri.
^f §. ìl. l'aloni si usa itssofiitam. , e
vale lo Slesso. « l'ram-. Bnrh. lai. 6.
Ognun che tende non piglia . ma spes>o
Chi tigda più trova ; Dormendo , rado »i
fa liuon.i prova ". Ar. Fur. 1.1. 33 Ecco
jugrl novo . A cui non te.ti , e nella rete
il trovo. fBr)
§. III. Tendere . per Aver la mira .
T E N
Essere diretto . Lat. tendere . Gr. e»T!i'-
v = 7£rac. Frane. liarb. 129. 10. Non dee
alcun sol tendere a dannare Quel ch'aude
tutto. Gatat. 65- Que^tì modi, e multi al-
tri a questi somiglianti, che |end<ino ad im-
pedir la voglia e V appetito altrui ce, sono
spiacevoli, l-'ir. Di.fc. an. 110- Se la leg-
gerezza in ogni uomirciatto e l>ia>imevole>
che dol>1iÌam<i dire di quella d' un FrÌH'
cipe , del quale ogni atto ed ogni opera-
zione tende o al danno , o ali* utile dello
universale?
* g. IV. Per Intendere, Avere inten-
zione. Cr. S- (tir. .3q. Voi, che non avete
moglie, e tuttora la tendete avere, guar-
date ec. (l )
g. V. Tender l'arco, vale Caricarlo.
Lat. arciim tendere . Gr. to'^ov ivtci'v!-
5ziai . Amm. Ant 20. I. a. A studio si
stende t' arco , acciocché nel suo tempo
utilmente si tenda. Petr. canz. t\l. 7- In-
darno tendi r arco, a voto scocchi.
g. VI. Tender r ano dell' intelletto ,
figuratam. vale ì'olgere il jìcnsiero. Ap-
plicar V animo j tolto dall' affissar V oc-
chio , che si fa in mirando ove si vuol
trarre^ che anche diremmo Porre, o (or-
re la mira, fìocc. nov. 97. 23. Alla qual
cosa oggi pochi , o niuno ha Y arco teso
dello 'ntelletto.
§. VII. Tender gli orecfhi , gli occhi,
e simili, vagliano Stare attento coli' udi-
to, o colla vista. V.'A. arrigere aiirts, oru-
los intendere. Gr. e ira vai ra wt«, tei-
vgaà^Ki TOÌ 0p.fJ.u7a.. Buon. iter. 2. 4
20. Stiam poco, e intanto tendiam ben 1'
orecchio .
g. Vili. Tendere, per lo stesso che Ti-
rare, Accostarsi. Lai. vergere. Gr. <5uv-
TSi'vifv TZpÓi Tt . Fir. Diat. beli. donn.
375. Furono plasmate adunque d'una ma-
teria che tendesse al molle, ma non fusse
languida , sicché al riposo non desse im-
paccio .
^ g. IX. Tendere , dicesi anche , con
maniera latina, di luogo che tien d' alto
in basso e per convento . Ott. Com. Inf.
I. Il colte tende al cielo, ed è luogo sa-
lulire; la valle tende alle parti inlime e
basse. (Jìr)
* g. X. Tendere , parlandosi di aer-
citi per Fs.<cre , o Stare attendato . Ar.
Fur. 3o. l5 Verso Levante andò corren-
do in fretta, Fin che trovo dove tendea sul
bto Di nera gente esercito infmitu. (FP/
TENDKTTA. Pim. di Tenda. ISemh.
Stor. ^. 57. Chiamati 1 provveditori e i ca-
pitani sotto 1.1 tendetta sacra , gì' ìnliodus-
sero nella città f tjui per baldacchino ).
* TENDINA. Dim. di Tenda ; e dicesi
spezialmente di Quella specie di velo che
fermato in alto delle fineslir, d gli spor-
trlli delle carozz , e simili, si tira giù
per riparar.(i dal s le, o dall' aria. (A)
TENDINE. Term. anatomico. Parte
del muscolo che biancheggia , e forma /*
estremità del medesimo . Lat. tendo . Gr.
TevEu'v. ì.ib. cur. malatt. Fortifica a (pie-
sta unzione le fibre ile* nuuroh e de* ten-
dini. Salvia. lise. I. ^1. Galeno re. non
trovò migliore similitudine , colla quale
spiegasse il muoversi de* lendini, e *l pron-
to slungarsi e raccorciarsi de" niu>coli, che
quella «Ielle macchine, che con ucrnlli fili
appicralivi fanno varii giuochi e movimen-
ti. *> Jmpcrf. Anat. 77. I lendini na>coiio
dal seme nel coiiiinciamenlo della gcnr-
ratiiine e ^ono ionie corde che pigliano ti
muscolo d,il principio al fine fia b* quali
SI viene poi a metter la carne potlalaM
dal sangue ec. e chiaman>i lenilini imper-
ciocrhc giusttk come la corda netl* arco si
leodi>no, e ciò più o meno secondo che fa
di inolini per lo mi»lo di ewi. (F)
'> g. Tendine, trovasi anche in genere
femminile. Imperf. Anat 8.^. La coinp<»-
T E W
sizione sostanziale de' muscoli è in Mmnu
la carne, Q nervo, il legamento, e U teo-
dine. CO
* TENDINEO. Add. Term. de Me*
dici. Appartenente a tendine. Cocch. ht%.
Orlo quasi tendineo di questa ovale aper-
tura ( del cuore j è attaccata in giro ,
ec. (Af
* TE>DINETTO. Dim. di Tendine.
Jiart. Simh. 1. i5. Alle l>ocrbe de' ven-
tricelli del cuore vita lendinetli, come a-
nella, che gli orlano, fi)
* TENDINOSO. Add. Di tendine.
Attenente a tendine , Pieno di tendini .
Lai. *tendinosus. Bed. Oss. an. C|0. Con
espansioni lendinose si attaccano intorno
intorno al petto ed al dorso . E l'^!\. Si
veggono in essa vescica due corpi rossi
quasi semiritondi , i quali con le loro e-
stremità lendinose vanno a formare le due
tuniche proprie dell* vescica. (*)
I TENDITORE. ì erbai, masc. Che,
o Chi tende. Ftloc. ^. IL Io medesimo
fui il tenditor de' lacci , oc* quali son ca-
duto.
't * TENDONE . Acrreseit. di Ten-
daj e dicesi per lo più di quella de* tea-
tri. Carl.Svin. 18. Mirando che appariva
Al tirar del tentlone ignota scena D' ampia
campagna orribilmente amena. (A)
^ J^. Trnd^ne, dicesi anchf dagli dia-
tomici in srnto di Tendine . Dellin.
Di,tc. I. 254. Ci varremo d'un altro no-
me usato anch'esso ec. e questo è la voce
di tendini o di tendoni, e perciò saper do-
vete cbc i tendini o i tendoni de^muscoli
Don son altro che le lor testate d'argentn
con le quali s' attengono agli ossi. (C)
TENEBRA. Scurità, liuto. Mancanza
di luce; e si usa più comunemente nel nu-
mero del più. Lat. tenebrar , caligo . Gr.
a/Ó70^ . OLX^'^i • S. Agost . C. D. Non
sono altro le tenebre di qualunque luo-
ghi, se non acre senta luce. E altrove:
Dove non è la luce, i? necessario che sien
le tenebre. Tes. Br. 1. IO- La nalura dr-
gli Angeli, che non trapassano la volontà
di Dio, è chiamata chiaretta ; e la natura
<li coloro che trapassano, ^ apjiollata teor-
bra . E pero dice U Bibbia, che al prin-
cipio fu divisa la chiarezza dalle tenebre ;
cioè a dire, che Dio creò tutti gli Angioli,
e de' buoni fece la chiarezza , e de' rei le
tenebre . />. Giord Prcd. S. Or questa
bene è gran cecliitade e somma tenebra . E
Prcd. D S|»esse volte avviene che 1' uo-
mo, disiderando d'aver lume di graua di
Dio spirituale, e uscir di tenebra di pre-
calo, si rimane ed è impedito per lo grido
delle genti . Dant. Inf. 3. Nelle tenebre
eterne in caldo 0 'n gielo. E Pnrg. 7. Non
pi-rò , che altra cosa desse briga , Che la
i)r>lliirna Icnebra ad ir suso . Itoce. no*-.
77- 3i. Veggcndo lei colla bianchetsa drl
suo corpo vincer le tenebre della noUe .
(oli. SS- Pad. Di noli» cercando per 1*
DM urc tenebre . Pass. 38- Quando Iddio
iMuiiiinerli le rose nascose, e fatle in le-
nebre e al buio.
g. I. Tenebra, per metof. , vale /-
gnoranza. Peir. canz l\. 6. E rio sepp* io
da p*)ì Lunga stagion di tenebra vestito
* liorgh. ttng. Fir La cagione gii del-
la, che gli >rr)tlori che noi alibiamo He'
paesi r di* |Hipoli. e delle rillà di que' tem-
pi, non piiiljiio elle «Ielle princi|ka1i, ci d'a
queste laute lenebre, e confusioor ne' par-
ticolari . ff!r) Segner. Mann. Aprii, la
I, Avendo rui {Hirtatn un tal amore allr
Imrbre , ne segue per ecnscguenza che
abbiano portato amore anche a quei per-
rati di volonl'a . 1 quali vanno congiunti
con tali lenebre. (C)
# 5. II. Estrrt panra da tenebre, vale
ì'ssrrr di.rgrasintissimo . t'. E*»SFrK
PANCA DA TENEBRE. fA}
T E N
TENEBRARE. Babbitiare, Fare sciir-o.
TEKEBRATO . Jdd. ila Tenebrata: .
Vant. Purg. i6. Buio ti' Int'cino, e di notle
privata D* ogni pianeta, sutto puvt'r ciclu,
Quanto esser può, Jì duvuI tenoI>rata.
TEJNEBRI'A. /'. A. Tenebra. Lai. te-
nebra. Gr. 0*6x0 i , oix^'Ji- fr. Giord,
Prtd. S, Quelli cbe nou ci Ten^uuo ri-
majfgODO in molta tenebria. Tcs. Pov. P.
S. cap. S. llcm zucchero fregato in su una
pietra da arrotare roQ \ÌDo bianco dram*
mo tre , e di quello vino messo nell' oc-
chio toglie la matrhiu e la tenebria. Ir.
Jac. T. 5. 35. 22. Disfà o^ni tenebria L'
alta luce del Messia . E 6. 29. 5. Che
par tutta si disfaccia L' alma mia per te-
nebria .
§. Per meta/. \ale Oscurità, Ignoran-
za . Pass. io4- Acciocché conveilisse il
mondo a via di verità dall' errore e dalla
tenebria del peccato, stette dieci anni, che
non bevve vino.
t TENEBRORE. /'. J. Tenebra. Lat.
tenebra-. Gr. 5xoto; . <x.y^y<Ji. Ott. Com.
Inf. 29.499- Questa decima bolgia ha lutti
li sensi: noia alla veduta, tenebrore, ec.
Fr. lac. T. In te sento riposo veramen-
te, Ma non perfettamente, Perch' io sono
in quello tenebrore.
TENEBROSISSIMO. Superi, d'i Tene-
broso . Lat. tenebrosissìmus , obscurissi-
mus . Gr. j/.oT£ivoTaTO; . Boez- J arcb.
2. pros. 2. Al cielo e lecito di cavar fuori
bellissimi giorni, e questi stessi nasconde-
re con notti tenebrosissime.
t TENEBROSITÀ', TENEBROSITA-
DE,eTENEBROSlTATE. Tenebra. Lat.
tenebra. Gr. gaozoì , ax^-A- Ott. Com.
Par. a, ^i. Li quali lumi e nella quali-
lade , cioè in chiarezza e lenebrositadc , e
nella quantitade, cioè grandezza, si posso-
no considerare esser diverse figure.
g. I. Per Bufera, o Tempesta di venti.
Cr. 8. I. 6. Sia chiuso dalla parte con-
traria per la tenebrosità e pestilenza de'
veoli che quindi soffi.^no |(/ testo lat. ha
lurhulenliam ).
§. II. Per Offuscamento dì vista, o di
mente. J'olg. Mes. Tosto avrà scotomia ,
o vertigine, cioè cotale tenebrosità ed av-
volgimento, come se il mondo s" aggirasse
intorno intorno.
3 TENEBROSO. Jdd. Pieno di tenebre^
Buio, Oscuro. Lat. fenebrosus. Gr. c/o-
rstvo'i. ISov.ant. l3. 1. Il Re lo fece no-
Iricare e guardare in tenebrose spelonche.
Petr. son. 17. E non so fare schermi Di
luoghi tenebrosi, o d' ore tarde. Filoc i.
29. Giove da se il divise, e in sua parte
a lui e a* suo' seguaci diede i tenebrosi re-
gni di Dite. Dant. Inf. 6. Grandine gros-
sa, e acqua tinta e neve Per 1' aer tene-
broso si riversa .
V §. 1. Ttnebroso, detto di 11^ occhio ,
vale Cile ci vede poco. " Tes. Br. 5. I.
Le nature de' serpenti son tali, che quan-
do egli invecchia, li suoi occhi diventano
(urbìdi e tenebrosi". (C)
§. 11. Tenebroso , per metaf,valc Tur-
f^ato , Torbido, Confuso. 3/. l'. 10. 25.
Stando per questo i governatori e ì citta-
dmi di Fireoic nel tenebroso sospeltu .
Lib. Amor. 2. Il vero amadore di nessu-
na avarixia può esser tenebroso . {V. !^.
48. 2. il vino ce. r oppilaziou del fegato
beva, e apre la tenebrosa fummosità , e
la trislizia generata dal cuore scaccia, e i
membri di lutto '1 corpo fortifica . fìocc.
J'it. Pant. 18. Oh nienti cieche , oh te-
nebrosi intelletti , oh argomenti vani di
molti mortali!
TENENTE . Che tiene . Lat. tenens .
Gr. Jt;«TWv . Bore. nov. q5. i5. Nelle
sue mani tenente la preda. Amct. 26. £
già di ciò, che nella loro stanza dovesse-
ro operare, tenenti trattato. E 44- Apollo,
T E 31
tenente del cielo quella parte che ora tra-
scorre , più ì lavori abbelliva.
%■ Per Tenace. Lat. te/tax. Gr. 7X1-
ay^pd^. Tes. Br. i. 16. La memoria è sì
tenente, che se alcuna cosa si leva dinanzi
del corpo, ella serra in se la similitudine di
quella cotal co.<.a.
TENERAMENTE. Avverb. Con tene-
rezza. Affettuosamente. Lat. care, aman-
ter. Gr. yiii;tw4. Bocc. nov. 16. 8. Quelli
teneramente prese, e al petto gli si pose.
E num. 32. Lei nelle braccia ricevuta ,
lagriinando , teneramente baciò . E nov.
19. 36. Teneramente, siccome suo mari-
to , abbracci.indolo . E nov. 1^2. 18. Te-
neramente lagrimando 1' altbracciò . Tes.
Br. 4- I. Quando la madre gU vede na-
ti , ella gli va guardando molto dolce-
mente e molto teneramente . Circ. Geli.
5. x32- Ma la natura ec. ha posti in loro
( ne' figliuoli ) una certa inclinazione d'
amore verso delle madxi, che e' pare che
la maggior parte amino più teneramente
quelle, che non fanno i padri.
§. Per Debolmente, Con poca stabilità.
Cron. Marcii. 289. Per allora si quieto
in parte , come che teneramente stavano
le cose.
TENERE. Ferbo che, usato in varie
maniere, si adatta a diverse signifìcanze,
e forma molte locuzioni, la più parte delle
quali, a maggior comodità rff' lettori , si
trarrà fuori col solito ordine dell' alfa-
beto.
t TENERE. Impedire con mano, o
con altro checchessia , che e' non possa
muoversi, 0 cadere, 0 fuggire, o trascor-
rere. Lat. tenere. Gr. ÌtzÌ'j^uv. Bocc. nov.
69. 21. Tenuto fermamente dall' una, fu
dall' altra per viva forza un dente tirato
fuori. E nov. 75. 7. Maso dall' un lato ,
e Ribi dall'altro pur tenendolo.
§. I. Per Impedire assolulam . But.
Purg. 9. I. Lo malo amore delle cose
mondane, che ci tiene la iutrata della pe-
nìlenzia . s^s Dant. Inf. 7. Non ti neccia
La tua paura ; cb'e, poder eh* egli abbia ,
Non li terrà {altri buoni te.sti leggono lorràj
lo scender questa roccia. { ì'j
^ g. II. Per Impedire opponendosi j
Parare nel signi fìc. del %. VII. Capr. Bott.
8- Sai come avviene dello invidiare come
d' una casa la quale per esser troppo alta
tiene il lume alla tua. (IVj
g. MI. Tenere, per Pigliare, Prendere j
ma non si usa se non imperativamente .
Lat. accipere. Gr. 7r|C05).K/i.6Kv£(V. Aof.
ant. 94- ^- Rendete il danaio mio, e te-
nete la medaglia vostra. Bocc. nov. 7I- 7.
Madonna, tenete questi denari, e daretegli
a vostro marito , quando sarà tornato . E
nov. 76. l4- Tenne un'altra, e presa la
seconda , gliele mise in bocca.
g. IV. Tenere, ptr Arrivare, o Esser
giunto. Lat. tenere, pervenire. Gr. ^ir'xziv,
/■Jmet. 6. Disceso alle piagge , teneva il
piacevole piano. E 68. Per cui spero te-
ner la somma altezza - ^' Dant. Inf. 21.
Così di ponte in ponte ec Venimmo ,
e tenevamo 'l colmo , quando Ristemmo
ec. (V)
\ %■ V. Tener.-, vale anche Possedere,
Avere in sua podestà. Lat. tenere, possidere.
Gr. /j3«7£Ìv. Petr. canz. l^. I. Che tien di
me quel d' entro, ed io la scorza. Bocc. nov.
29. IO- Voi mi potete torre quant'io ten-
go, e donarmi, siccome vostr' uomo, a chi
vi piace . E nov. 85. 20. Quanto tempo
ho io desiderato d' averti, e di poterti te-
nere a mio senno! ec. Può egli esser vero
che io ti tenga? E nov. 100- 21. Ne mai,
come donatolmi, mio il feci, o tenni. G.
t - 4- 36. 1. Monte di croce si tenea per
loro, e guerreggiava. J it. SS. Pad. I. 23.
Eziandio pur voghamo tenere queste ric-
chezze mondane. ^ Teseid. 4 ^7. Onde
T E N
H99
se quelle pene, che '1 tcnieno. Non miti-
gasse d' Emilia il vedere. In breve tempo
assai r ucciderieno. (P)
§. VI. Tenere, vate anche Abitare.
Lat. colere, incolere, Bocc. nov. 3l. 6.
Era in una delle camere terrene , la quale
la donna teneva .
* §. VII. Tenere, v al it anche Occupa-
re, Ingombrare. Eav. Esop. X28. Nel quale
(chiasserello) un asino carico d' una gran-
dissima soma di legne teneva la via ec>
Deh , asino ribaldo ! si che tu mi chiudi
la via, e logli il mio spedito andare. (V)
§. Vili. Tenere, ptr U-*:are, Osservare.
Lat. uti,adliibere.GT. Xr'^'''^'^^' Bocc. nov.
35. 11. Noi ci siamo accorti che ella ogni
dì tiene la culai maniera. E nov. 77. 23.
Ma il modo che ella abbia a tenere in-
torno a ciò, attendo di dire a lei. G. V.
6. 60. I. I Pisani terrebbero il peso di
Firenze , e la misura de* panni , e una le-
ga di moneta (così nel testo Dav. ). E*].
9. 2. Non tenne V ordine della battaglia.
F. 7'. II. 82. Adunque sì tenne questo
ordine. T'it. Bari. 1^5. Poiché questo co-
mandamento è così antico, perchè noi tie-
ne dunque lutto il mondo ? E appresso :
Molle genti il tengono, ed hanno tenuto.
E appresso : Nostro Signore ci comandò
per li suoi Profeti e per li suoi Apostoli,
che noi legniamo la sua legge; e se noi non
la legniamo , non rimane perciò eh' ella
non sia buona. l'it. SS. Pad. 1. 2^.È dun-
que da tenere continuo e fervente lo rigore
della penitenza.
* g. IX. Tenere, talora vale Trattare;
ma in questo senso e sempre accampa'-
guato dagli avverbiì bene o male, o altra
cosa simile , che indichi la qualità del
trattamento . Fir. Lue. 1. 2. E che li
manca ? E' ti dorerebbe [lur bastare che
ti tengo come una regina. (Cj
f 3 §. X. Tenere, per Mantenere , Con-
servare. Lst. .tervare. Gr. (?iaow'?€tv, yu-
iaTTitv. I\'ov. ant. stamp. ant. 7. I regni
non si tengono per parole , ma per prodezza
e per franchezza. Frane, lìarb. 48. II- Di-
cem' alcuno: io spargo Li don , per mia
liberiate tenere , Non per altrui piacere .
* Car. lett. ined. 3. 149- La prego a
dargli intera fede , e a tener quella pro-
tezione alle cose mie, che io mi prometto
dall' allezione che mi porla. (C)
^' §. XL Tenere, in sìgnifc. neutr. si
dice dei colori che mantengono il fiore e
la vivezza loroj ed usasi per lo più con
la negativa innanzi, ed allora equivale a
Smontare, a Buon. Tane. I. 4- Ma il co-
lor fu a guazzo, che non tiene >» . (C)
■f 3 §. XII. Tenere di checchessia,
vale Aver sapore, odore, o altra qualità
di checchessia. Lai. sapere, olere . Gr.
;(ujui'^ìr.v, o^itv. Dant. Inf l5. E tiene
ancor del monte e del macigno . Bocc.
nov. 61. 2. Perciocché tenendo egli del
semplice, era molto spesso fatto capitano
de' Laudesi. Cron. Morell. 219. Tengono
(i colli) parte di salvatico e parte dì do-
mestico. Burch. 2. 47- Beo d' un vino a
pasto, che par colla , E tien di muffa , f
sa di riscaldalo.
5»= §. XIII. Per Avere in s'è. Conte-
nere . u Cr. i. 4- l4' 1*' acque che ten-
gon ferro, risolvono, cioè distruggono, la
grossezza della milza, ec; quelle che ten-
gono rame , sono utili alla corruzione della
complessione ». (C)
* g. XIV. Tenere alcuno in checches-
sìa, vale Essergli cagione di checchessia.
P'arch. Stor. 5. 120- Non si potrebbe dire
agevolmente quanto si commovessero gli
animi dei cittadini, cominciando a temere
ec. non divenisse ec. ricco e reputato ,
sicché egli tenesse la città in contìnu.i
spesa. (C)
g. XV. Tenere, per Bitenere, Ricettare.
i5oo
T E N
T E H
T E W
Lat. recipere. Gr. ffvKiay.Éavei». Amet.
43. Cipri, di molte città ricchissima, tenne
il padre mio , non di sangue ne d* animo
popolesco, ma di mestiero.
g. XVI. Tenere, per Occupare^ Disteri'
der.ù. G. V 7. 14 4- Tenca la detta
cavalleria da porta san Piero infino a san
Firenze . E IO. l55. 3. La qual bastila
teneva più di sei miglia nel piano. # Petr.
XJom. Cu. 179. E r Aquitania una parte
della Gallia, la quale, secondo la descri-
rione degli antichi , tiene dal fiume Ga-
lunna per insino a' monti Pirenei , ed a
quella parte dell' Oceano , la quale è in-
verso Ispa^^na; ed è volta tra l'occaso del
Sole e 'I Settentrione. Fr. Giord. Fred.
32.'). Scogli son detti sassi grandi , o colali
nionlicelli rbe sono in mare, che tengono
insino di sopra, e scuopransi. li 282. Fu
figurala altresì nella scala che vide lacoli,
ce. la quale lenca dal Cielo alla lerra. (V)
Teseid- p. 8. Sotto al qual (destriero)
cadde il già contento Arcìta , E 'I forte ar-
cione gli premette Ìl petto, E si glicl ruppe,
ched una ferita Tutto teneva il corpo giovi-
netto. Che ec. (B)
3 g. XVII. Tenere, per Ritenertj con-
trarlo di Versare. /ìmm. /4nt. 9- 7- 8- Le
piccole vasclla, le quali non tengono, avve-
gnaché ricevano ahhondevoi mente, non s
•■nqiiono , come si vede del vaglio ; e le
vasella grandi, s' elle tengono, avvegna-
ché non ricevano cosi alihondevolmente, a
I>oco a poco s' empiono, liern. Ori. 2. 12.
5. Perdonatemi , donne , in questo caso ,
Parlo del tener vostro solamente . liuon.
Fier. 2. 4- 28. Quel tuo involto bianco,
Che tu ti se' creduto Mctlcre in (jUcUa
manica , Usciune per di sotto ; ella non
tenne, Come tu ti credesti. Alenz. sai. 4-
O pur provar se qualche pozzo tiene. Car.
leti. 1. 72. Arcmnio tutti certe memorio-
ne grandi , le (juali arcbbono pìÙ buchi ,
più ripostigli, e più succcrebbono e più ter-
rebbono che le spugne .
•':• g. XVIII. Tenere, vale anche Com-
prenderr. Contenere in un certo spazio, in
una certa estensione . •■ Car. lift. I. 72.
A guisa delle vesciche , le quali , quanto
più sono tramenate, più s' empiono e più
tengono .» . (C)
3 §. XIX. Tenere, per Trattenere, lìi-
tenere. Lat. cohihere. Gr. errc'j(£iv . J'it.
SS. Pad. X. 69. E volgendo llarione la
faccia , e volendo fuggire , quella ardita-
mente il tenne, e disse : perchè volgi la
taccia? perclie fuggi?
*^ §. XX. Tenere, vale anchr Fare stare.
Far dimorare. " Pctr. canz. 43. 2. L'altra
mi tii^n quaggiù centra mia voglia» . (C)
\''? g. XXI. J^on lo terrebbe il cielo., o
.■itmilt, maniera proverb. che si usa a de-
notare In risoluta volontà di qualcuno di
fare ijuahhe cosa. Sepr. Fior. j4s. I. E
giunto in !.ulla testa della via. Lascio ire
li luanlello in terra, e disse : Qui non mi
terrà Cristo , e corse via . /'.' appresso .*
Non lo terrebbe il ciel che non ragghias-
si. r'/'O
'^ %. XXII. Tenere, vale anche in-
trattenere , Tenere a bada. j4r. Ftir. 3.
40. Io tarerò, per non tenerti troppo. Co-
me al bel regno aggiugneran Faenia. ' M)
# g. XXMl. Tenere, parlandosi d' al-
Iteri, vale Allefjarv. » f'allad. Marz. 18
.Se r albero non tiene i Gurì, niiscliìa ori-
na vccrliia per igual misura con acqua e
tre volle l' anno infondi le radici . (Cj
# §. XXl\. Tenere , vale anche ì\efìa-
re , Ricusar di dart una cosa . ì it. S.
Frane. i55. Allora si pose in cuore e
promise lì Dio che gtantniai , mentri* che
l'are lo potesse non vietert'bbc limosina e
non la terrebbe a nullo che per {'.iniure dì
Dio gliele dimandaikse, ( l')
( * 5. XXV. Tenere, per Serbar jf-
P'Cto, A'o/i manifestare quello che si sa.
Lasc. Gigant. st. 5o. Quella spiaecia intan-
to della Fama, Che non tien punto punto
ed è si gr.mde A Giove vola , e tutta
questa trama *»li dice, (/{r)
§ XXVI. 7'enere, per yi vere e/acacia.
Falere. Lat. valere. Gr. oyva-s&at .
* Bocc. Test. 3. Intendo che quello che
costoro ec. faranno intorno ai fatti de'
detti miei nepotì vaglia e tenga, ne possa
essere per gli altri rivocato o annullato o
permutalo . (C) /Jorgh. Col. Milit. 4^2.
Come viziose (le leggi} si dovcsser lulle gii-
tare a terra ec. e per ciò non tener nulla. E
Arm, Fam. 16. Se sempre si fosse gover-
nato il mondo p in tutte le cose a un modo,
terrebbe 1' argomento, che il costume no-
stro , e quel degli antichi fosse il medesi-
mo. (V) E Orig. Ftr. 87. La forza che
colui faceva sopra questa voce, se non aves-
se altro appoggio , lerrcbbc poco . Bcrn .
Ori. I. 27. 3. Won vede che qucll* obbligo
sol tiene, Ch* è fatto a buono effetto e per
far bene.
t 3 g. XXVII. Tenere, vai,' anche Sti-
mare, Giudicare, Reputare , Far conto.
Credere, Esser d' opinione . Lat. habere,
ej estimare, censore. Gr. vo/xi'^£iy . /Jocc.
nov. 16. 28. Currado avendo costui udi-
to , si maraviglio , e di grande animo il
tenne. E nov. 94. l4- Gli altri tutti, che
alle tavole erano ec. , tutti insieme disse-
ro, se tener quello che da IVicccdurcio
era stato risposto . /fmet. 52. E come Da-
fne , sempre portante le verdi foglie , era
tenuta bella . Nov. ant. 5. 2. Quando
alcuna questione nasceva intra ì giuca-
lori , questi diffiniva le sentenze , e cia-
scuno lenca suo giudicio per diritta sen-
tenza per farli onore . E nov. 23. 3.
Fuc tenuto , che a colui che avea detto
che poteva dare e torre come li piacea ,
donasse robe e palafreno, come a giullare.
Tesorett. lir. i5. 125. E tengo grande
schema Chi dispcnde in taverna . Cron.
Morell. 317. Di poi si rubellù messere
Otto ec, e tennesi toccasse danari da'Vi-
niziani . Fir. nov. 1. 177. Non conlenti
a'valorosi fatti de' lor passati, ne lenendo
le opere altrui per veri ornamenti. Galat.
38. Ma chi va alquanto più oltra di quello
che egli è tenuto, pare che doni del sui>,
ed e amalo e tenuto magnifico. Sen. lìen .
J'arch. 4- 21- Alcuna volta eziandio que-
gli e grato, il quale è in concello d" in-
grato, perchè 1' oppcnionc degli uomini,
che mille interpreta le menti altrui, l'ha
fatto tenere per tale .
* g. XXVIII. (>/!*/<■ Tenere alcuno per
checchessia, vale Ricono.fcer'o, Averlo per
checchessia , « !\'ov. ant. slanip. ant. 7.
Se tu dirai loro dolci parole , pani che
tu abbi paura del popolo ; onde essi» li
soggi(igherà , e non li torri per signo-
re » . (C)
* §. XXIX. Dictsi in provrrtiio: Chi
è reo, e buono è tenuto, /'uò Jìm- il ma-
le y e non è creduto j e vale Che di chi
gode buona cpinione non si crrde mai, o
pensa malf . « Jlocc. no^'. 3a. 3. Chi è
reo, e buono è tenuto, può fjie il male,
e non e credulo •» . (C)
g. XXX. Tenere, per Adunare. Lat.
haberi. Gr. ouva*/8i&«i. Tac. Dav. .-tnn.
a. 4>- Venne dunque in senato, che ti
tenne in palagio, con quallro figliuoli alla
porla .
g. XX M. Tenere, p'r Andare, Incam-
minarsi. Lai. progredì , Iter arrifH-rr. Gr.
TZpoà'/tiV, ÒcOTTOitìe'ittl. Fll. SS. l'ad.
I. .5. Parlando come |>otea . nnti lingurl-
tando conflisanw'iile , moslroe ad Antonio
la via, onde dovea li-nere. Frane. Saah.
nov. LH. Uscio di Kirenie, e tenne verso
Bologna. * /ìant. taf. 18. H poeta Tenne
a sÌDistrn; ed io dietro mi moui. (Br/
§. XXXII. Tenert , si dice della pa'
aia , della colla , e simili cose riscotw €
tenaci .
g. XXXIII. /n maniera proverò. Temtr
la pania. V. PANIA, g. III.
t « §. XXXIV. Tenere , fguratam. di-
cesi dello Star unito , d' accordo una , O
più persone con altre . Fr. Ciofd. x49<
I rei sono tutti scuscìti e sdruciti, e dod
tiene l' uno coli* altro . E appresso : Ma
il ninferno è debilissimo, che un solo noa
vi n' ha che si voglia bene, o che teoga i*
uno coir altro. ( Fj
§. XXXV. Tenere, parlandosi di don-
ne, o giovani, si prende sempre in cattiva
parte, e vale Fargli stare a sua posta,
o requisizione, per giacersi con esso loro.
Bocc. nov. 20. 8. A Paganino, Tedendola
cosi bella, pareva star bene; e noD aTen-
do moglie, si pensò di sempre tenersi co-
stei . E Com. Dant. Quando *l figliuolo
fu grande e bello , ella se lo teneva , ed
ebbe a fare con lui.
t *§. XXXVI. Tenere, parlandosi di
leggi, precetti, costituzioni, e simili, vale
Obbedire, Non trasgredire, ( )s fervore .
Gr. S. Gir. \0. Chi Dio ama, e non tie-
ne li suoi comandamenti, menzogneri è (il
Lat. dice: et mandata eius non custodii).
/'>' l3. Intanto come più ama uomo Iddio,
e più tiene li suoi comandamenti ; e in-
tanto, come l'uomo meno l'ama, meno
li tiene . E 56. S* egli tiene i comanda-
menti di Dio , santa fallo è come Aog^
lo. (l)
!r §. XXXVII. Tenere, vale anche Por-
re, lare sture in un luogo. Red. Annoi,
Vitir. io. Il Te è una bevanda usitatissi-
ma tra le persone nobili nella China e nel
Giappone , e quasi in lulle le parti dell'
Indie oiÌ4-nlali , e si rompone col tenere
infusa nell'acqua bollente una certa erl»a
chiamata Te. (C)
T- g. XXXVIII. Tenere, vale anche Fa-
lere, ^er%'ire a checchessia. Cr. 5. IO- 6.
Le nespole ec. provocano 1' orina, e ten-
gono più a uso di medicina , che a cibo,
perchè poco nutriscono , e generano nu-
trimento grosso. (C)
t * g. XXXIX. Tenere, vale anche
Ossen'are , Adempire . Bntn. Etic. 34-
(Lione i568j Perciocché non i possi-
l>ile che le regole universali si terna-
no e si servino in tulle le cose, le quali
non sono universali. (F)
* S- ^L. Tenere , parlandosi di
religione , vale Professare . Pass. 376.
Cosi faceva nel Ponente, dove noi abitia-
mo, in tulio il romano impero, in mentrc
» he tenne il Paganesimo. (Ff
•f « §. XLL Tenere, vateanche Attenere,
tmportarej ma in questo .tenso »■ /■'. A
l)ep. Decam. ai. Fra* molti significati che
ha questo verbo Tenere, secondo eh' egli
è diversamente |>oslo o accompagnato, que-
sto per avventura è uno ; per essere a cuo-
re una cosa , ed importare a qualcuno ,
ed averla per sua. Il rbe pienameolc si
dice oggi attenere: non quanflo e"valc at-
tendere od ossrr\'are ci>.fn prt^messa , ma
avere interesse, o esser congiunto, o stret-
tamente obbligato. E appresso : Non do-
veri parere strano che sia detto tenere
per atlennr , quando tanti altri se ne
vrdr'a usali in que' tempi nella medeiimii
maniera, ft i
§. XLII. Tenere, neutr, pass, pimorare.
Star. Fur. l. 28 Diflìdalosi dì ugni altra co-
sa, si ritirò Della fetidissima sua Verona,
con animo di tenersi dentro di quella si-
no che venisse maggior fortuna. ^ Ang.
Met. l5. 5. È ben che arcenne Parte di
quel che udì, che il le si saggi», E dove
allor Pitagora si tenne. (P)
g. XLlll. Tenere, neutr. paxsiì'o, asso-
lutam. detto, valt Avere stima e riputa.
T E N
t E N
T E N
i5oi
sione di si: Sen. Ben. Varch. 2. 26. Il
troppo tenersi, vizio comune a tutti gli uo-
inÌDÌ, di stimare troppo se nietltiiimu e le
cose sue. E 5. 'j. Tanto si riprende uno
adulatore, che seconda le paride d' altrui,
presto di lodare ancora le cose che meri-
tano biasimo, quanto uno che si compia-
ce in se medesimo, e si tiene, e, per dir
cosi, è adulatore dì se stesso.
» §. XLIV. Tenersi^ per Fidarsi^ Con-
tentarsi, col dativo. Dani. Inf. Q. Volgiti
indietro , e lieo Io viso chiuso, ec. Cosi
disse il maestro; ed egli stessi Mi volse,
e non sì tenne alle mie mani, Che con le
sue ancor non mi chiudessi. (ì')
f §. XLV. Tenersi, per Ritenersi, A-
stenersi. Contenersi. Jìocc. nov. 79. 29.
Va, tienti oggimai tu di non far cÌo rh' e*
vuole. E nov. 83. 9. Avcvan sì gran vo-
glia di ridere, che scoppiavano ec. , ma
pur se ne tenevano. E nov. ^^. 16. Kon
potendosene tenere, la domandò se Bo-
lognese fosse, o forestiera. Amet. lOO. E
di lui invidioso palesare , Talvolta fu, mi
volli, poi mi tenni , Temendo condizton
non peggiorare. ?»ov. ant. 99. 6. Per po-
co mi tengo, che io non vi faccia un gran-
de male. Ovid. Pist. A pena mi tengo eh'
io non mi getto in mare (la stampa a pag.
16. ha: ritegno ). K altro\-e: A pena mi
tenni , che io colli capelli sparti, come io
era , non gridassi ec. ( la stampa a pag.
117. ha: m'attenni). Car. leti. I. 5. lo
mi tenea di scrivervi, per temenza d'es-
servi molesto.
^ §. XLVI. Per Astenersi; e con nome,
in luogo tV infinito . 1 it. S. Gir. 67.
Io ce, per grande allegrezza , di lagrime
non mi potei tenere ( cioè di lagrima-
re ) . (Fj
§. XLVII. Tenersi , per Appigliarsi ,
Attenersi. Tes. Br. 8. 12. L'ordine del
parlare aitificiale non si tiene al gran
cammino, anzi ne va per sentieri e per
dìrizzamento, che '1 mena più avaccianieo-
te là ov' egli vuole andare. Nov. ant.
stamp. ant. 7. 5- Lo stoltissimo Rohoam
si tenne al giovane consiglio.
§. XLVllI. Tenersi, per Jncrescere, Ca-
lere. Lat. miserere. Gt. iXnZv. Bocc. nov.
II. l3. E ogni cosa per ordine dettagli,
con loro insieme il pregò che de' fatti di
Martellino gli tenesse.
§. XLIX. Tenersi, per Attenersi, Sta-
re attaccato. Lat. adharere. Gr. TTson/ó)-
laffSac. Cr. 5. ^8. io. Quando segui-
terà quasi a far filo (lo zucchero), se lo
toccherai col dito, o che pendente si ten-
ga alla mestola, sar'a cotto. Frane. Barh.
9^- Z. Or ci convien tener meglio agli
arcioni-
^ §. L. Per Perserverare . Segner.
Mann. Agost. 10. 2. Ricordati di quegli
ali» che già facesti una volta, ed in essi
tienti. (V)
* g. LI. Per Sostenersi, Esser fon-
dato. Segner. Mann. Magg. i. 2. I qua-
li (Apostoli ) doveano essere come dodi-
ci pietre fondamentali , su cui si tenesse
la Chiesa. (V)
§. LII. Tenersi, per l'attenersi , Ar-
restarsi. Dant. Inf. 22. Alichin non si
tenne, e di rintoppo Agli altri, disse a
Itti. Bocc. nov. li. 6. Di Firenze usciti ,
non sì tennero, sì furono in Inghilterra .
Nov. ant. 35. 8. Il Re gli chiamò, e que',
quando il videro, tennersi.
g. LUI. Tenersi a martello, vale Reg-
gere a marte/lo : e dicesi de* meta/li, che
non ischiantano sotto la percossa del mar-
tello j e per metaf. vale Non si lasciare
svolgere. Non si piegare j che anche si
dice talora Tenersi semplicemente. Lat.
non flecti. Gr. o'ux cWecw. Bocc. nov. 7^.
7. lo mi son forte maravigliato, come voi
vi siete tanto tenuta. E appresso : Se le
femmine fossero d* aricnto» elle non var-
rehbon danaio, perchè niuna se ne ter-
rebbe a martello. Borgh. Orig. J-'ir. 83.
Il più gagliardo (verisimile), se alcuno ci
è che potesse tenersi punto al martello,
sarà quello del quale appresso si ragionerà.
^ §. LIV. Tenersi a una cosa , vale
Contentarsene, Averne a bastanza. Stor.
Bari. 82. Ancora non si tengono solo a
questo ( di adorare gì* Idoli ) , anzi ado-
rano r uno un bue, 1* altro un porco ,
ec. (J)
"f "^ %' LV. Tenersi buono , o in
buono, vale Godere. Fir. nov. l\. png.
l83. Or non domandate se don Caprone
si tenne in buono di si fatta richiesta. ( Fj
Cas. lett. Guali. 273. Se Ìo me ne so-
no tenuto buono o no , lo lasciò pensare
a voi. (C)
^ g. LVI. Tenersi cerio, vale Aver per
certo. Credere con sicurezza. Cron. Mo-
rdi. 36l. Tennesi certo che i Veneziani
avessono morto il padre. (C)
g. LVII. Tenersi di patti <, vale Conten-
tnrsi.hat. acqutescere. Gr. ap/sTcSat. Tac.
Dav. Stor. /J. 3^9. Ammazzando i Legati
soli delle legioni, gli altri di già col|ievo-
li, per la speranza del perdono, se ne ter-
rebber di patti.
t g. LVIII. Tenenti d*una cosa, vale Dar-
sene vanto. Gloriarsene. Lat. gloriari, se
iactare. f it. Crist. D. Quando dee pen-
sare di Dio, e quegli ordina, e pensa nel
cuor suo , come possa fare bello lavorio ;
e quando T ha fatto, e si se ne tiene.
Sen. Ben. J'arch. 6. 3o. Demarato Lace-
demonio disse che quella stessa moltitu-
dine (onde egli tanto si teneva e gloria-
va) disordinata e grave a se stessa, do-
veva essere temuta da chi la menava, per-
ciocché ella non aveva forze, ma peso.
^ g. LIX. Tenersi in grazia una
cosa, vale Compiacersene, Reputarsela a
grazia. Fr. Ciord. 61. Come si tien bea-
ta la femmina, che è in grazia del marito
suo ec. molto il si tengono in grande gra-
zia le donne. (F)
* g. LX. Tenersi in onore checches-
sia, vale Recarsi, Reputarsi ad onore chec-
chessia. Fr. Giord. o\. Siccome vedete del
cavaliere, che nella battaglia per Io suo
Te ricevette una fedita nel volto , noi si
tiene in vergogna, ma in onore, ec. (F)
§. LXI. Tenersi in se , vale Reggersi
sopra se stesso.
§. LXII. Tenersi insieme, o in se,
vale Stare unito, collegato. Lat- cohcere-
re. Gr. 5Uve;i;i5Sai. Cr. 2. i5. 5. JNel
tempo, nel quale un poco la terra è ba-
gnata, e non ha tanto d' umore , che le
sue parti in se si tegnano. G. 1'. 6. Sj.
2. Erano in selle per le dette parti, e te-
nevansi insieme . Mor. S. Greg. Elle s'
accosteranno l'una all'altra, e tenendosi
insieme non si divideranno. Tes. Br. 2.
35. Altresi sono gli altri elementi, che si
lenpono insieme in questa maniera.
^* g. LXI II. Tenersi in verge gna chec-
chessìa , vale Recarsi, Reputarsi a ver-
gogna checchessia. Fr. Giord. 84. Sicco-
me vedete del cavaliere , che nella bal-
t.iglia per lo suo Re ricevette una fedita
nel volto, noi si tiene in vergogna, ma in
onore, ec. (F)
* g. LXIV. Tenersi la co sa fatta, vale
Crederla fatta. Dav. Scism, 85 II Duca
di Diortomberlanda si tenea la cosa fatta,
perchè la nobiltà avca giurato. (C)
g. LXV. Tenersi le piazze, le fortez-
ze, e simili, vale Non arrendersi. Non
cedere. Resistere agli assalti, o agli as-
sedti. G. F. 6. 36. 2. Ter lungo e for-
te assedio, e fallimento di viltuaglia, non
potendosi più tenere, fecero que'd' entro
consiglio di patteggiare. E 7. l33. 2. I
Gaetani si tennero francamente, e man-
daro per soccorso al re Carlo. Cron. Mo-
rdi. 223. Assai fortezze sofficienli a te-
nersi da tutto il mondo. ii3oo. Per mol-
ti di e scitinune fece combattere Gover-
no, il quale si tenne bene ; e se si per-
dea, convenia al sij,'nore perdere la ter-
ra, così si tenea. Bemb. Stor. l^. ^9. La
rocca di Marala, tuttavia nella sommità
del monte posta, per essere di difendilo-
ri ben fornita, si tenne. Tac. Dav. Ann.
l3. 175. Artassata fu arsa e spianata, per-
chè tenere non poteasi per lo suo gran
cerchio senza gran genie ( il testo lat. ha:
nec teneri sine valido praesidìo).
* g- LXVl. Tenersi onorato di una
cosa, vale Recarsela ad onore. Alani.
lett. Farch. Rìngraziovi poi sommamente
non quanto io debbo, ma quanto posso,
dell' onore, e favor fatto al mio Girone ;
di che mi tengo tanto onorato, quanto vi
mostrerà U presente sonetto. (C)
'■• g. LXVIl. Tenersi per alcuno, vale
Seguire le parti d* alcuno . Lett. Feder.
li. Imp. nella Tav. Barb. alla voce PU-
RA . La città di Piagenza, che si teneva
per noi, trasse allo spergiuro de' Milane-
si. (FJ G. 7'. 10. 209. Messer Azzo di
Melano avendo trattato d'aver la città di
Chermooa , che si teneva per la Chie-
sa ec. (Ni
g. LXVIIJ. Tenersi savio, hello, d'
assai, e simili, vagliono Riputarsi , Sti-
marsi tale. Bore. nov. 61 . 3. Altri così
fatti uficietti aveva assai sovente , di che
egli da molto più si teneva. E nov. 98.
39. Più che gì' Iddìi, o che gli altri uo-
mini, savii tenendovi. -.- Fior. II. 35o. Se
tu sei cosi valente, come tu ti tieni, dis-
monta di cavallo e facciamo insieme tu
ed io a piede, e conoscerai che di noiduoi
n' anderà onorato. (Cj
^ §. LXIX. Tenersi suW ali , vale Es-
sere indifferente. Ces. Fit. Gon:;. 118. E
fu allora quando egli propose di non ri-
spondere mai ne si ne nò , ma tenersi
sempre in bilico, o (come dicono) sull'a-
li; cioè indifferente a ogni cosa, senza pe-
cuhar affetto più qua che là. (C)
g. LXX. Tenersi sulle gambe , vale
Reggersi in pie. Lat. suis viribus inniti.
( r. 9. 23. 2. Per le quali cose indebo-
lisce lì cavallo, in tanto che appena si può
sulle gambe tenere.
TEMERE A BADA. Trattenere e Ri-
tardare alcuno dal suo pensiero, e dalla
sua impresa. Lat. remora ri , re tardare ,
detinere. Gr. trii'xitv. Petr. cap. 8. Che
con arte Annil>alle a bada tenne. M. F.
5. 69. Cominciaronvi r assalto, per tenere
i nimici a bada. Sen. Ben. Farch. 7. i.
Xon ti terrò con verso lungo , e dubhii
Discorsi, e varii aggiramenti a bada.
TENERE A BATTESIMO. Esser com-
pare. Lat. tenere. G. F. 9. 171. i. A-
vea tenuto a battesimo d detto Re. Geli.
Sport. I. 2. Per averla tenuta a battesi-
mo, e' vuol sapere quando Ìo la marito .
* TENERE A BEFFE. Farsi beffe ,
Non curare. S. Cater. lett. 12. Guardale
quanto avete cara la vita, che non ci
commettiate negligenzia, ne tenete a bef-
fe le operazioni dello Spirito Santo. (J)
TENERE A BOCCA APERTA. Ca-
gionare in altrui maraviglia , desiderio ,
curiosità, espettazione.
TENERE A CALCOLO. Dare altrui
debito 0 credito rispettivamente secondo
il calcolo.
TENERE A CASO. Governare , o Am-
min istrare senza considerazione o inav
vertentemente.
* TENERE A CAVOLI- Fed. TE-
NERE A CKUSCA. (B)
TENERE A CENA. Far restare altrui
con sé a cena. Dar cena.
* TENERE A CIANCIA. Tenere al-
T E >
T E N
T E N
trai sospeso con belle parole, T(on veni-
re alla conclusione. Ar. Fur. l\\. ^Q. Ne
Bradamaote più Icrreblie a ciaDcia, E ver-
ria a Eoe onesto de' suo' amori. (Br)
TENERE A COLEZIO.NE. Dar cole-
zione. Fare ad altri colezione, imbandir-
gli da coletionc.
TENERE A COMUNE. Possedere in
comune. Circ. Geli. 3. 8o. Tenendo a
comune, e lasciandosi governare da uno di
loro.
TENERE A CONTO. Hegistrarne il
conto per riceverne il dovuto pagamento.
Lat. rationibus adscribere. Gr. s/ysocj-si»,
/oyi'^sTàat.
^ TENERE A C^ESX'SW. Figuratam.
Tenere a bada, l.asc.rim. 2. 78. Così per
non tenerti troppo a creiima ce. Vorrei che
t'osse ogni giorno quaresima. (C)
* TENERE A CRUSCA E A CAVO-
LI. Tenere a stecchetto , Trattar male.
Cecch. Esalt. Cr. 4- 6. Se il vecchio Ti
vede cosi in cimberli, e' ti tiene Otto di
interi interi a crusca e a cavoh. (*)
TENERE A CUORE. Aver passione.
Premere^ Applicare. Lat. cordi habere .
Gr. intfiz^ù'ìsat.
* TENERE AD AGIO- Trattar be-
ne. Seri, l'ist. i!\. lo non vi nego che
non si delilia tenere ad agio {U corpo) ;
ma non si dee servire, (l )
# TENERE AD ALBERGO. Alberga-
re. Bocc. g. t). n. 10. Sempre alla sua
casa uè '1 menava, e quivi il teneva seco
ad albergo, (y;
•f * TENERE ADDIETRO. Parlan-
dosi di piante, vale ftingagliardirle te-
nendole basse. Dav. Colt. 172. ( C'omin.
1754} Vanga a fun<Io , e pota corto, te-
ncnaola (la vite) addietro , massimamente
in poggio. 7i 173. Per tenere addietro
una vite, meglio non ci ha che ce, e si
riduce coita e gagliarda, (f)
# TE.NERE ADDOSSO ALCUNA CO-
SA r. ADDOSSO. §. VM. (C)
TENERE A DESINARE. Far che al-
tri desini seco. Convitarlo, Dargli desi-
nare .
TENERE A DETTA. Operar che al-
tri se ne stia al detto e all'opinion tua.
TEMERE A DIETA, lìietare. Sommi-
nistrare il Cibo scarsamente e a stento.
Lat. victum extenuare, ciborum abstinen-
tiam prtescribere. Gr. oi«i't«v STTiTei-
>ety. Lib. son. Xl4- Ma lo Dìo de* pa-
stori il tiene a dieta.
§. Per stmilit. vale Somministrare scar-
samente checchessia, ti. /'. 11. ili. 5.
Al Re d* loghiherra fallia moneta, che i
suoi uficialì di 1^ il ne lenienu a dieta e
scarso.
TENERE A DISAGIO. Fare stare al-
trui con iscomodo. Farlo aspettare. Lai.
cutn inconimodo detinere , incommodare.
GT.oi'S\J[i.fOpbti Ì7t(X^^^- ^*""' !*'■"'■ pf^/'
Ma lasciamo andar questo, per non vi te-
nere più a dis.igio.
TENERE A DISCRIZIONE. Avere in
suo arbitrio e dominio, regolato dalla con-
venienza e dìscriztone.
TENERE A DONDOLO. Tratteneir,
Fare altrui perder tempo. Lai. detinere ,
morari. Gr. itt^x'*^- «viriti'-
TENERE A DORMIRE. Dar comodità
di dormire.
TENERE A DO/ZINA. Tenere altrui
in casa, ricevendo da esso ti pattuito pa-
gamento. Lat. convictum locare, (ìr. 9uu-
TENERE A FONDO. Far che la co-
sa tenuta non venga a galla, ma stia a
fondo .
TENERE A FRENO. Hafrenare. Lai.
ì-ef regnare ,cohibert,Ox. i:nxt*v. (i. /'.
8. 73. 2. PiTorch' rra molto foile , ed in
una runlrada che tenea molto a freno gli
Aretini. Sen. Ben. Varch. 5. 7- Più age-
vole cosa è tenere a freno le genti barbare
ec, che noa è raffrenar l'animo suo me-
desimo. Alam. Colt. 3. 5q. Che *I som-
mo Giove Tenga per qualche di le piogge
a freno.
TENERE A GALLA. Far galleggiare s
e in signific. neutr. pass. Stare a galla.
Sagg. nat. esp. io. Queste, per l'aria che
hanno in se, dovcrannu tenersi a galla in
suU' acqua.
TENERE A GIUOCO. Dispr^zzare ,
JVon far conto. Lat. posthabere. Gr. oii-
yupù-*. liim. ant. Cin. 5o. Così degg'io
tener la morte a giuoco. Dacché mi vien
da cosi allo loco . Capr. /Jott. 10- I99-
Noi altri vecchi non siamo solamente sti-
mati poco, ma siamo quasi sbeffati e leouti
a giuoco da (ignunti.
TENERE A GUADAGNO. TrafHcare
danaro , o simili case , in modo da trarne
guadagno , 0 dafan'i utile.
TENERE AL BUIO. Lo stesso che Te-
nere allo scuro. Efiguratam. Far che altri
non abbia lume o cognizione di quello di
che si discorre.
TENERE A LIVELLO. Possedere con
titolo di livello , Avere in enfiteusi , Avere
a livello.
TENERE ALLA GRANDE. Tenere al-
trui informa cfie mostri grandezza. Trat-
tar con magnificenza. Lat. laute suscipere,
tractare. Gr. iauT^w; vToìì'/ecwai.
TENERE ALL'ARIA. Tenere in luogo
scoperto , o esposto all' aria.
TENERE ALLA VIA. Tenere a ordine.
Avere in punto. Lat. m promptu habere.
Gr. r:p6ytipo-i ?;feiv.
TENERE ALL'ERTA. Jolgersi verso
l* erta. Incamminarsi verso l'erta. Avan-
zarsi all' erta.
g. Tenere un cocomero all' erta j che
per lo più si usa colla negativa , ^on
tenere un cocomero all' erta , vale Aon
saper tenere segreto _; modo basso . Lat.
secreti incapacem esse. Gr. a~ó^;»;TO>
a~o/aj:TT£tv OJ òy^a53»i . Malm. !^.
4". Non sa tenere un cocomero all'erta-
TENERE ALL' OMBRA. Collocare in
parte , dove sia ombra.
TENERE ALL'UMIDO. Collocare in
luof^o umido , donde possa ritrarsi umi*
dita .
TENERE ALL' USCIO . IS'on ammet-
tere in casa.
TENERE A LOGGIA. Tenere a ba-
da. Tenere a disagio f e 'l più dell' colte
s* intende iiuasi con beffe ■ Lai. morari ,
detinere, distinere. Gr. xar^j;*'^' ^^oìtoì-
^«iv , nocpxztiviiv . farch. Frcol. S^.
Dicesi anrora tenere a loggia, gabbarsi d'
alcuno . lìern. Ori. I. 19. 12. A loggia
m' ha costui tre di tenuto . Cecch. Dot.
1. I. Ti ghignanu in bocca , Poi ti ten-
gono
loi!
# TENERE AL PUNTO- Provare,
Rorgh. Col. Lat. ^o!^. Ancora, clic ciò
!ki allegava ce- fusie %ero, e tenesse noa>
dimeno al punto , di che era la disputa ,
ec. (fi
TENERE AL SOLE. Collocare in par-
te , dove batta il Sole . Soder. Colt. pO.
Quello che si scola da per slt , lascialo
bollire ne' vasi , dove si scola , per qua-
ranta di al Sole si tiene , e apprcksu s* im-
botta .
TENERE AL TRATTATO. Unirsi al
trattato , Concorrete a qualche trattato .
\.A\. favere alicuius partibus tei lonsiliis.
Gr. «yjUTOaTTiiv tiv». <i. T. 8. 63 3.
Disseti rulr assento di alcuni Cartlinalt ch<*
trneano al trattalo.
TENERE AL VENTO. Collocarr in
parte , Oi-e tiri ti \tnto.
TENhRE A MANO. Aver manesca, o
pronto per l' uso
TENERE A MEMORIA , 0 IN ME*
MORIA. Tenere a mente. Lat. memoria
tenere. Gr. )r«T«;(ei; t^ p-tr'.^, Amm.
Ant. Q. 7. I. Poco gioverebbe apparare ,
se uomo non si brigasse di tenere a me-
moria. E 9- 8. 36. Li versi ciascuno lieae
meglio a memona. * Belc. Vit. Colomb.
320- Sai che il morto non ha memoria ,
e così tu non voglio che tenga nella me-
moria se non i comandamenti, e i consigli
di Cristo. (C) Ar. riegr. prol. Alcun vo-
cabolo Passando udi a Bologna, dov' è I-
studio, Il qual gli piacque , e lo tenne a
memoria . Segner. Pred. 2. 10. Pero te-
nete quanto abbiamo detto a memoria ,
Gucb' iu mi riposi.
TENERE A MENTE. Ricordarsi,
Conservar la memoria . Lat. mente tene-
re. Gr. •S-:tou.vrì'siti%v . Bocc. nov. 90. 9.
Guata ben com' io faro , e che tu lenghi
bene a mente com' io dirò . .-ìmm. Ant.
9. 8. l5. Metrodoro filosofo per cootinuo
adoperamento si recò a tale memoria, che
parlando molti insieme, tenea a mente cìo
che detto aveano di parola a parola. Frane.
SaCch. nov. 187. Se alcuno uomo di corte
fu vendicativo, e tenesse a mente, fu mes-
ser Dolcibeue . / arch. Suoc. 3. I. lo ti
protesto, tienlo a ntenle, e legatelo al dito.
Bern. Ori. 1. 19. 38. Uccisel Ferrai», s'
a mente avete , Quel eh' io bo detto, te-
nulo e tenete.
^ TENERE AMICIZIA, o AMISTÀ'
CON ALCUNO. Essere amico d* alcuno.
Belc. J it. Colomb. 88. 11 quale Vescovo
tanto s'innamorò del bealo Giovanni, e
de' compagni, che sempre tenne con lon.>
fraternalc amicizia , e dimestichena . E
pi. E tanto adopero die non che infra le
dette famiglie si levasse via 1* odio , ma
tennero poi amicizia insieme- (C) Bemb-
Stor. I. 3. Questi avea lungamente col
nostro senato ambia tenuto. ( Pej
^ §■ E figuratam. 3/att. Frani, rtm.
buri. Tiene aiiùrÌKÌa con 1' ambisionc. (BrJ
TENERE A MODO. Consen'are eoa
diligenza .
TENERE A MOSTRA. Collocare al-
cuna cosa in luogo, dove possa essere ve-
duta , per allettarne i compratori , e in-
durne tiesiderio.
# TENERE A NIENTE. Avere in non
cale. Stor. Bari. 16. Tutte le gioiose cose
di questo secolo sì dispregiara, e teneva a
niente. (E)
TENERE A ORDINE. Avere in pronto,
in assetto , preparato.
TENERE A PANE E ACQUA. Ao/t
somministrare altro cibo , ne bevamdti ,
se non di pane e d* acqua . Fr, Gierd.
Pred. B. Lo tenevano in prigione a pane
e acqua.
TENERE A PARAGONE, Sottoporre
al paragone, per provarne la bontà, bel-
lezza , o simili.
TENERE A PAROLE. Allungar le pa-
role per tenere altrui sospeso, ,\on venire
alla conclusione ■ Lat. sermone alnfuem
tenere, Ovid. Bore. «os'. 77. ^6. A cut lo
scolare, che a diletto la leoeta a parolr ,
rispose .
TENERE A PARTE. Avere separata-
mente , o in luogo separato.
TENERE A PETTO Allattart. Lat.
lac tare. Gr. yxìont^tXv.
§. Figuratam i-ale Fare stare in ton»
traddit torio.
TENERE A PIGIONE- Abilmn cAsn,
o simili , I i>/i pagarne in rtcompensm la
I pigione.
TENERE A PIUOLO Fare aspettare.
Buon. Fier. a. 4* 4' ^**'^ ^* tenete più qui
a pinolo .
TENERE A POSTA. Avei^ per alcun
determinato fine
§. Tenere a posta d' alcuno, vai* Man-
T E S
Untrt a sua rrq.Mzionr. Socc. no. 76.
.6. Tu avevi quinci su una s.ov.nelta
che lu tenevi a tua posta. A «0... »J^(|.
Ve ne menò una che avea nome la Nic-
colosa . la quale un lri.t«,cho era chia-
mato .1 Mangione, a sua posta lenendo a
io una casa a lamaiaoli , preslava a vet-
"^«TENERE A J'HEZZODNA COSA,
o DNA PERSONA. h«rne holtego, torne
traffco. Plul. Jdr. Op. mor. 3. 479. "■>
altro venuto in Alene, e veduto 1 cittadini
vender salumi e carne, ed altri appallar le
gabelle, e altri tenere a preHo le merclnci
ec. tornò alla patria (C)
TENERE A PROVA. Soltoporre alla
prova , al cimenlo , al paragone.
TENERE A QUARTIERE. Pare . quar-
titri. Alloggiare la soldatesca.
TENERE A REGOLA, l ar che altri
stia eoa regola, non esca A regola-
TENERE A RITROSO. 1 o stesso che
Tenere al contrario.
TENERE A SALARIO ■ Avere altra,
a" suoi sen-igi 'on istipendio.
TENERE A SCl'OLA. Insegnare, Ad-
dottrinare . , , -r
* TENERE A SE. Tener segreto, Te-
nere .n se. Car. lelt. ined. I. 40- Tenete
questa parte a voi e provvedete destra-
mente il Insogno. E 2. 217- l"" 1 ^"
di Dio tenete a voi queste cose. (J\l
TENERE A SEDERE. Fare stare al-
trui a sederej e figuralam. vale Tenere, n
ozio, J\on impiegare.
TE-iERE A SEGNO. lieprimere, lare
che altri non esca de" termini della conve-
nienza , del rispetto, o della ol,hed,e,j-.a .
Lai. contente aUquem hahcre, l'iaut Asm.
Menz. sat. 8. Se non che gì occhi stra-
lunò il padrone, E tenne queU. scimuniti a
segno. %Alam. Colt. 5. 109. L aspra rosa
del can, V adunco rogo. Che son più da
pregiar, quando gli avrai Ben contesti Ira
ior, terranno al segno li furor d AquJou
non pur le gregge, ff ) ,
TENERE A SIEPE. Figuratam. vale
Fare stare a segno . Lat. intra cancellos
cohihere. Gr e'v z(ù 025vTi x XJ '.■/.■-■■■' ■
Frane. Sacch. nov. 12^. La qual cosa m
tutta la vita sua ni avea fatto , ne avea
trovato chi a tavola il tenesse a siepe
TENERE A SINOACATO. Hivedere ,
conti . Mhac. .««. l55. E- ci e venuto
un gufo di Cuccagna, Che tiene a sinda-
cato i quarteruoli. Capr. Uott.G. 116. 01.
questo mi par bene un voler proprio tenere
Iddio a sindacato.
•t * TENERE A SOSPETTO Pu-
ntare . Fr. Zac. Ces.'. 3. 3. 82. Impero
che per sua hellena dava molla sollicilu-
dine agli occhi delle femmine, et egli sen-
tendo che per questo era tenuto a sospetto
da' loro parenti, ec. iC) /lorgh. Orig. Fir.
237. Quantunque in questo luogo, come
dice a Poliziano , si sia duliitato di scor-
rciione per la varicll che vi si vede in al-
cune; in Florentia nondimeno non se n e
veduta mai alcuna, onde sia slato o possa
esser tenuto a sospetto, fi')
TENERE A SPERANZA . Par luogo
di speranza. Dare .speranza. Fare sperare .
TENERE ASSEMBLEA. Adunare as-
semblea per consultare, o ri.wlvere sopra
checchessia .
TENERE A STECCHETTO . Fare
start altrui col poco, magramente, e con
iscarsità di vitto, di danaro , 0 d' altro.
Varch. Suoc. 2. 3. ^on mi piacciono
quei padri che vogliono vederla sottil-
mente fil 6I0 coi figliuoli, e tenerli sem-
pre a stecchetto Malm. 2. 22. Che il
Duca per la sua spilorceria Ognor vie più
lenevalo a stecchetto.
* TENERE A STRETTA Tenere a
disagio , Fare sottili spe.ìe . Sali. Ciug.
T E N
181. E non terrò loro a slretla, e me in
abbondanta. (V)
TENERE A TEDIO . Tediare , Fare
a.<peltare con tedio o disagio. Lai. taglio
a/ficerr. Gr. «OT/.a.'siv ri-i%.Jmhr Cof.
l a Son certo eh' egli mi terrebbe a
tedio Un- ora o più , com" 10 so eh e 1
suo solito. Morg. 5. 8. E non ha ignun
per tenerla più a tedio.
* TENERE ATTORNO . Mantenere ,
^■on dcpoire. Segntr. Mann. Lugl. 7.
Questi sono coloro, i quali hanno a durar
fatica ; diro quei che , intricati nella ini-
qua consuetudine , si tengono ancora at-
torno le male pratiche, o sono oppressi da
gravi restituzioni di riputatione , di roba,
di cose tali, f 1')
TENERE A VEGLIA. Avere appresso
di .« nell' ore della veglia.
f TENERE A VILE. Disprezzare Lai.
parvi facere, prò vili hahere. Gr oiiyw-
pav. F.sp. Pai. j\ost. 23. Umiltà e quel-
la virtù che fa 1' uomo se medesimo spre-
-iare , e tenere a vile quando elli si co-
nosce veracememc. Dani. Conv. 53. Si a
se"UÌtatrice di viziose ddeltaz.oni , ne e
quali riceve tanto inganno, che per quelle
ogni cosa tiene a vile J'inc. ^lart. rim.
5l. E gir cantando, e ringraziando Amore,
Per VOI la liberta lenendo a vUe.
* TENERE A VITA. Conservare in vita.
Moral. S. Greg. 2. l5. Coniechfe T interna
mano nella prescienza tenesse a vita il loro
spirito, nientedimeno il Umore carnale tolse
loro la vita della fede. (1)
* TENERE A UNA COSA . Inclinare
a quella'. Pendere a quella, o Sentirne
qualità. G. V. 1. 5. 4. Perocché tiene al
freddo, ed è più temperata (l' f-uropa). (I )
TENERE AVVERTITO. l'arche altri
.Ila avvertito. Avvertirlo. Lat. monere .
certioremfacere. Gr. /A^.vysiv.
TENERE AVVISATO. Avvisare, Dar
le notizie opportune. Lat. certiorem face-
re. Gr. òJ=:v T.f6i -i^-J.- * Car lett.
Tornii. 72. Delle rose di qui so che V.
E. è tenuta bene avvisata, e cosi deUe al-
tre nuove del mondo. (( )
TENERE BANDITO . Allontanar con
bando, F.iiliare, Tener fuori , o lonta-
no del proprio paese. Lat. relegare. Gr.
* TENERE BASSO ALCUNO . Im-
pedirlo che arrivi a" suoi disegni . Segr.
Fior Pr li. A tener addietro 1 Vini-
ziani bisognava r unione di tutti gli altri ,
come fu nella difesa di Ferrara; e a tener
basso il Papa si servivano de Baroni di
Roma. fC> . t jT
* § E Tener basso, vale anche figu-
ratam' impedire che altri venga in istato,
che s' innalzi. Varch. Stor. 2. 7- Tenen-
dolo basso, e povero sempre, non lo lascio
mai sorgere. (CJ
TENERE BENE. Governar con ablicn-
danza. Custodire diligentemente. Fare al-
trui buon trattamento. =? Cronichett. d"
Amar. 109. Tenne Roma bene , e tulle
le Provincie si contentarono di lui . (1.^1
Fir As 20i. Gli stalloni di quella man-
dria , che per esser ben tenuti e ben pa-
sciuti , e non durare fatica alcuna , erano
gogliardi e terribili , ec.
* P. Tenere bene sua vita, vale Con-
dursi" lodatamente. CronichcH. d- .4mar.
109. A suo tempo non ebbe guerra iTiloi;
morì con buona fama; tenne bene sua vi-
■" * TENERE BORDONE. V. BORDO-
NE ,?. VI. e Vili, t O
TENERE BOTTEGA. Far bottega.
Mercanteggiare alla bottega, Esercitar la
propria arte nella bottega.
* TENERE BRONCIO AD ALCUNO.
Fs.tere adiralo con alcuno. 1 BRONCIO,
fi li (Ci
T E N
i5o3
TENERE CALDO. Diciamo per io più
di que' Vestimenti che ritengono econ.fer-
vano il caldo.
g. Tenersi caldo, vale I\'on si lasciare
ofreiider dal freddo. .Bore. nof. 83. 8. Val-
lene, e di' a Calandrino, che egli si ten-
ga ben caldo.
* TENERE CAMERA. Tenere compa-
gnia, Accompagnarsi, Praticare , Stare
insieme. Pant. rim. canz. 6. Che il buon
col buon sempre camera tiene. (I\ S)
TENERE CAMMINO . Camminare ,
Viaggiare, Incamminarsi Lai. iter face-
re, pergere. Gr. ooo-zoiit-i.
TENERE CAMPO. Campeggiare. Lat.
castra haberc, in castrii es-ie. Gr. CTpx-
To;i.:o5'j'-:iv. G. / . 8. 58. 5. L' oste del
l'.e venne in tanti difetti di villuaglia e
d'altro, che non poterò più tener cam-
po. E cap. ;8. 7. Sentendo che '1 Re con
sua schiera tenea campo, tornarono a die-
tro.
^* g. Tener campo, vale anche Tener
fronte, Avaazarsi contro il nemico in cam-
po aperto. Car. En. 9. 1082. Giunto agli
animi infesti il sangue sparso , S' accreb-
ber l'ire; e de' Troiani intanto Tale un
numero altronde vi concorse. Che pren-
der zuffa e tener campo osaro. (M)
TENER CARO. Avere in pregio. Trat-
tar bene. Lat. chariim hahcre. Gr. ay7.-
r^v.l. F-occ. nov. 5o. 20. E liella cara ,
come si dee tener moglie. Petr. canz. 2g.
5. Tien caro altrui chi tien se cosi vile.
Cas. Uf. com. 122. Ma certo non è cosa
veruna da far più agevole, che amare e
tenere grandemente cari coloro, della cui
graia famigliaril'a sentiamo diletto.
f * TENERE CASTITÀ'. Viver ca-
stamente , Conservare la castità. Belc.
Vii. Colomb. 28. Insieme con lui si pro-
posero, e deliberarono fermamente insin<i
alla morte caslil'a tenere. (C}
TENERE CBLATO. nascondere. Lat.
occultare, in occulto hahere, Gr. a—o-
xpjTlTctv. Bocc. nov. 12. 18. Pregandolo
che questo tenesse celato. Pass. IDI. So-
pra tulle le cose attenda il confessoro di
tener segrete e celote le cose che egli fi-
de in confessione. Fir. As. 164. A cagio-
ne, che se alcuno fraudolenlemente la te-
nesse celata , e' non abbia cagione di di-
fendersi con dire: io non la conosceva.
TENERE CERTO. J ver certezza. Lai.
prò certo hahere. Gr. vj òiòzv/.i. Ar.
Cass. I. 3. Pur vo' creder e tener certo
che li uostri amanti non ci abbiano a la-
sciar giugisere a tanta miseria. Ceech. E-
salt. Cr. 5. 10. Tien cerio , o sommo
Principe invillissimo, Oh' ogni nostro va-
lor ec.
TENERE CHETO. Chetare, Far che
altri taccia. Ar. sat I. Se gi'a '1 timor
non vi tenesse cheti.
TENERE CHIUSO. Fare star chiii.io.
Lai. chiusiim tenere. Gr. Xszisiiasvov
*X--iv l'etr. son. 26. Giunse nel cor, non
per r usata via. Che '1 sonno tenea chiu-
sa, e '1 dolor molle.
TE>ERE COMPAGNIA. Accompagaa-
re. Lat. comitari, sociari. Gr. a<JJCl.'.o).oil-
3-;ìv, ouvxv£/a;siv. Bocc. nov. 19.36.
Fattile venire onorevolissimi vestimenti
femminili, e donne che compagnia le te-
nessero. E nov. 49. 10. Non avendo a
cui farle tener coinpognia ad altrui, disse:
madonna . poiché altri non e" e , questa
buona donna , moglie di questo lavorato-
re, vi terr'a compagnia.
■ TENERE CON ALCUNO. E.sser dalla
sua parte , della sua opinione, e siiml, j
e si usa anche in signijic. neutr. pass.
Lai. ab aliquo stare, cum aliqao facere.
ri.rtes aliciiius .<ectari Gr. ^-:Ta rivo;
Jva.. Ovid. Pi.<i Or ella nondimeno Uen
teco forse più che ella non deverebbe. G.
l5o^
T E N
y. 2. 19. 3. I Fiesolani sempre si ten-
nero co' Goti, e poi co' Longobardi. Bocc.
noi'. i3, 8. Tutta l'isola si divise, e chi
tenca culi' uno, e chi coli* altro. Cron.
J^oreli. 25 1. Sempre tenne co' buoni uo-
mini antichi dì Firenze, Guelfi, e leali al
comune. Din. Comp. 2. 5o. Vannaccio
Bonconti Pisano tenea per mont-la eoo
parte Nera, e però da lui niuno aiuto cb-
Lono, o favore, f'it. SS. Pad. I. ^g. Al-
quanti Arriani andavano dicendo come An-
tonio teneva con loro, ed era di quella
setta.
TENERE CONCISTORO . Termine
proprio della Corte Pontificia, adunare
il concistoro. Adunarsi i Cardinali da-
vanti al Papa per affari di somma im-
portanza. O. /'. II. 47- '■ Essendo per
papa Benedetto tenuti più concestori con
suoi Cardioidi ec, sopra l'opinione di pa-
pa Giovanni della visione dell* anime bea-
te.
* TENERE CONCLUSIONE. SosU-
nere pubblicamente una proposizione di fi-
losofia, o teologia, Menz. sat. 1. Per log-
ce e sale e per le stanze tutte Vi tien
conclusion qual baccelliere Ogni vii loqua-
cissimo Margulte. (Cj
TENERE CONSÌGLIO. Consigliarsi,
Adunare i consiglieri per consultar so-
pra checcliessia. G. /'. 8. 35. 5. Cassa-
no, contristato di ciò, tenne consiglio co'
iuoi savii. L IO. 160. l. Preso Monte-
catini in Firenze n' ebbe gran questione ^ e
più cousigli se ne tennero di disfarlo al
lutto, o di lasciarlo in piede. ['Hoc. 2.
3oy. Coniiiiciossi per la cort« un gran
mormorio, poiché '1 Re fu partito dal con-
siglio, che tenuto avca, del fallo che di-
fca aver fatto Biancofiore. Noi', ani. 21.
1. La polcstade ne tenne consiglio.
:Js §. /i Tenere il consiglio d' alcuno ,
vale Far quello che egli consiglia. Fior.
Ital. 5q. Ma odi le mie parole, e tieni lo
mio consiglio, e lo sifjnore sarà teco. (C)
TENERE CONSOLATO. Con.^olare ,
Fare star quièto chi per altro e trava-
gliato.
TENERE CONTENTO Contentare.
•f §. Tenersi contento, o per conten-
to , i'aie Reputarsi contento. Bocc. «oi-.
68. 22. Ii> non mi terrei mai ne con-
tenta ne appagata , se io noi levassi di
terra. * Borgh. Tose. 352. Quando si
aiTecatio cose probabili, e per ragionevo-
li riscontri verisimili, se ne può tenere
ugni discreto lettore per contento. (V)
TENERE CONTO. Avere riguardo ,
Fare stima. Far caso. Lai. rationem ha-
hcre, ciiram gcrere. Gr. )o'yo», fi '.Tlip-t-
>5tav «'x*' Tivo'?. Bocc. nov. 77. II.
Non ci si tien conto de' compari. Ore.
GelL IO. 232. Dove tu, essendo filosofo
fc, non terrai conto alcuno dei piaceri del
rorpo. Stor. Fnr. 1 . 22. Il He vidi- il
tutto, e non mostrò di leuernr conto, ò'tvi.
Uen. Varch 7. 18. Debbo tenere più
conto e far maggiore stima de! debito di
che sono obbligato alla spezie umana, che
di quello di che a un solo tenuto som».
Segn. Star. 9. 24^' ^**" 8^' restarono al-
tri nimici ec, che i suoi figliuoli, da te-
nerne conto.
§. I. Tener conto di checchessia , vate
liisparmiarlo. Averne cura . Cron. Mo-
reti. S^2. Il provvedimento della speia e
di tutte cote opportune fu commesso e
detto Gualberto , avendone cs^o u tener
coni»» # Car. ì.ett. Tornii. 3. Dopo la
rovina di Cartagine si sono ridotti al
porto di Tunisi a tener conto del sa-
le. (C)
§. II. Tener conto, vale anche Pren-
ile.r memoria, o ricordo. Bed. lett. 2. ^■
Tenga V. S. « onto di quello che spen-
de
T E N
§. III. Tener conto, vale anche Os'
servare, Beflettere , Ahhadart. LaL cu-
rare, prospicere. Gr. «TTi/isJ^ec^&ai. Se-
gn. Stor. 6. 161. Era ancora incolpalo
di non tener molto conto in che modo
guadagnassono la roba gli agenti suoi-
TENERE CORTE. Far tavola. Lat.
convivium agere. Gr. £j«x«ì^'^«*' ^''*'-
ant. 5. I. Tenne una grande corte e
festa, dove furono tutti i gentili uomini
del paese. Bocc. nov. l3. 4- Comincia-
rono a spendere, tenendo grandissima fa-
miglia, e molti e buoni cavalli, e cani e
uccelli, e continuamente corte. Ar. Fur.
16. l5. Che là dentro dovea splendida
corte Tenere il ricco Re della Sona.
§. I. Tener corte bandita, vale Far
tavola puhblica. Lih. Op. div- A. I18. E
uscito della via di Dìo, e tiene corte
bandita d'amore e di cavalli e dì bufib-
ni e giucolari ( qui fìguratam. ) .
%. II. Tener corÌc, vale anche Far tri-
bunale. Amministrar giustizia. Bim. ant.
Giiid. Cavale. 62. Li mici folli occhi ec.
Fur quei che di voi, donna, m' accusa-
ro Nel fiero loco, ove tien corte Amore,
t * TENERE CORTO ALCUNO .
Dargli poco da spendere. Dati Lepid. 83.
Un giovane ricco, ma tenuto corto Aa\
padre, aveva bisogno di danari- (Min)
^ §. Tener corto ha anche altri signi-
ficati di che Fedi CORTO. (C)
TENERE CREDENZA. Son manife-
stare. Tener segreto, Son ridire quello
che è stato detto in confidenza. Lai. cela-
re, clam habere. Gr. a-5X|3i/:ir£< v. liocc.
nov. 21. 10. Se io credessi che tu mi
tenessi credenta, io li direi un pensiero
che io ho avuto più volte. E nov. 79.
23. Ove voi mi promettiate ce. di te-
nerlomi credenza. A'ov. ant, 64- 2. La
madre, che gli avea promesso di tenere
credenza, il nianifesto ad uu* altra donna,
e quella a un' altra.
TENERE DA ALCUNO. iVeg-wir /a .jh-i
fortuna. Correr la sua sorte. Seguitare
il suo partito. Lat. partes alicuius seda-
re, prò aliquo stare. Tac. Dav. Stor.
I. 252. S' elessero i prefetti del Preto-
rio a lor modo, cioè Plozio Firmio gii
soldalello, allora capo di scolte, e quan-
do GaU)a era in pie, tenne da Ottone.
* Gioì-. Geli. Vit. Alf 126. Col qual
felice successo di cose avevano gli Spa-
gnuoli spoglialo di lutto lo stalo della
Discaia Giovanni Re di Napoli, che te-
neva da* Francesi. (C)
g. Tenere da alcuno checchessia, valt
Averlo ottenuto da quello. Riconoscerlo
da quello. Petr. canz. 5. 5. E che 'I no-
bile ingegno, che dal cielo Per grazia tien
deir inimorlale Apollo, E 1' eloqucnzìa
sua virtù qui mostri. G. /'. 5. 2. i. Ri-
conoscendosi fedele di salita Chiesa, e che
r ìsola di Cicilia tenea da lui.
TE.NERE DA BANDA. Allontanare ,
.Xon permettere che ah una cosa si accosti.
TE.NEIlE D'ACCORDO- Operare che
st stia in couconita , Promuovere In quie-
te e la pace.
* TENERE DALLA SUA, MIA. TUA.
ec. Seguire la parte , o opinione sua ,
mia, tua. ec. Borffh. l'esc. Fior. 482.
Armata mano scacciò, e pencguì acrrlm-
mente lutti i vescovi, ed altri religiosi,
che non tennero dalla sua. fCj
TENERE DA PARTE, Tener lontano,
o in luogo srpariito. Lai. arcere. remo-
vere. Gr. aTTS^Wf* **"■
TENERK DKNTRO Fare star den-
tilo , Avrix nell'I parte interna.
TENERE DICERIA Tener parlamene
to , Ragionare. Lat. tractarr, .termonem
habere, loqui. Or. noiiiJ&att ^0^0-*. .Vof.
ant. 54. 13 La gente di Rtmia e d* al-
tronde ne tcimcro grande diceria
T E N
TENERE DIETA. Adunar la dietm
per consultare , o risolvere sopra ckec»
chetsia.
TENERE DIETRO. Seguitare. Lat- Je-
qui. Gr. axo/ouasrv. yov. ant. 53. I-
Quelli gli tenne dietro per lo preso.
Fit. SS. Pad. lacontanentc si levò sa-
no, e tenne dietro al padre, e gionselo.
Pass. 72. Gli tenne celitamtale dietro,
e salulollo. Dant. Jnf. i- Allor si mos-
se, ed io gli leoni dietro. Frane. Sacch.
nov. 159- VoUosi dietro alla cavalla, ver-
so santa Maria Maggiore le tenne dietro
furioso, com' è d' usanza degli stalloni.
§. Tener dietro a uno, vale Osservare
i suoi andamenti. * Cecch. Mogi. l. 1.
Di modo ho guidata la cosa, che, ancor-
ché ci sia stato chi m'abbia tenuto die-
tro, non si è però accorto niuno di cosa
veruna, (f) E 5. 9. Dubitando che IÌ
suoi. Che mi tenevan dietro , non mi
dcssuno , O mi facesson dar da* lor ca-
gnotti La stretta.
* TENERE DI FERMO. Lo stento
che Tenere per fermo. S. CaUr. lett. ^l.
Sicché sperate, e tenete di fermo che la
divina grazia ve li ha perdonati. (ì')
TE.NERE DIGIUNO - Fare stare al*
trui senza mangiare.
TENERE DI MANO. Lo stesso che
Tener mano.
TE.NER DIMESTICHEZZA. Ejrtren-
mico , Praticare, Conversare , Avere a-
micizia. Lat- cum aliquo consuetudìnem
habere. * Belc. fit. G>/om//. 88- U qual
vescovo tanto s' innamorò del beato Gto-
vanni, e dei compagni , che sempre leo-
ne con loro fralernale amicizia , e dime-
stichezza. (C) Segr. Fior. Mandr. I. I
E perch' egli è piacevole uomo , mcsser
Nicia tiene con lui una stretu dimesti-
chezza.
TENERE DI MEZZO , i- TENERSI
DI MEZZO, pson inclinare piti a una
parte, che all' altra j Esser neutrale-
TENERE DIRITTO , o DRITTO.
Collocare, o Fare star checchessia per
diritto. Boez. G. S» iG- Uà potuto tener
dritta la faccia-
§. Vale anche Andare a diritto. Lai
recta pergere. Gr. £u&jav ^aòi'tjci».
* TENERE DIRITTURA COLLE BI-
LANCE. Amministrare la piustizia. L»l
ius dicere. Cronichett. d' Amar. |8* Ma
disse andate a Paris , che tiene dirittura
colle bilancie, ed egli la deterruinerì. fC)
TENERE DISTESO. Fart che alcu-
na cosa stia distesa.
TENERE DUBBIO. Fare stare altrui
dubbioso. Lat. suspensnm tenere.
TENERE DURO. Stare ne/I' opiniom
primiera. Mantenersi costante nel suo
proposito.
§. I. Tener duro, il diciamo anche del
Fare ogni sforzo per sostener checchessia
Tac. Dav. Stor. 3. 319. I sold«ti priva-
ti tennero tlum per VilclHo. Cecch. Dot.
3. 2. Mj perch' io t«>uni duro, E mostrai
lil
pò.
*l viso ve , E' le danno
§. 11. Tener duro, vale anche .Von ri-
l'clane, o manifestare alcuna cosa a ehi
le ne doniantla. Tenerla segreta. Lat- se-
crctunt celare. Gr. ocTOpprrow ftTtoitcd-
TTTIty. Maini. IO- 9. Ma tutto questo fin*
gè , e in sé tien duro ; Fa farcia tosta, r
va con lieta fronte.
TENERE FAMIGLIA. Spesar gente di
ser\'izio . Um. fantiliam nlere . Gr otxoi'
TJ«pjtT». Bocc. nov l3. 5. Tenendo gran-
dissima faniiglta, e molti e buoni cavalli-
TENERE FANTASIA Esser sopr^
j^nsiciv, Aver f animo turbato, o a/te-
rato. Bern. Ori. 1. 23. 3?. Rolla la lan-
cia. Chiahon va via. Che 1 »uo cavai te-
nevA fantasia (qui per ttmihtudine f
TENERE FAVELLA Restar .U par^
T E N
T E N
T E N
i5o5
lare ad alcuno per isdegno. Lai. colloquio
intrrdicere. Bocc. nov. 72. l5. La Eclco-
lore vcnae in licrczio tol icre, e lenncgli
favella ìdBdo u veoilt-mniia. l'.ern.. Ori. l.
18. 25. Perche &i iliie eh' e* lenea favella
AU'eccel&o signor di Moutalliano.
TENERE FEDE. Credere, Jicr opi-
nione. Lai. opinari. Gr. ijo^a^iiv.
>? §. Tener Jc de , vale anche Mante*
neriot Osservarla. « Pclr. san. 80. Las-
sol ben so che dulorose prede Di noi fa
quella eh' a iiulT uom perdona , E che ra-
pidamente n' alalia n don a II mondo, e pic-
ciol ti-nipo no ticn fede » . (Cj
TENLHE FEKMO. ì\oh muo%-ere. Far
die alcuna cosa non si muova. Aniel. 80.
Aineto ce. gli occhi, gli orecchi e la mente
ad UD* ora al vi^u, alle p:irolc ed agli a-
niori della >infj teneva fornii. Dnnt.
hif. 6. NoD avea membro che lenesae fer-
mo.
* TENEnE FIGURA . Esser figura .
Fr. Giord. 2^3. Questa donna ( Jaele )
significa priocìpalmenle la donna nostra ,
ce. In appresso tiene figur.i di calUQ dì
noi. (Fj
TENERE FORTE . Ritenere tenace-
mente. Bocc. nov. 67. 12. l'resa la sua
roano con amenduue le sue , e lenendol
forte, ec.
§. Figuralam. vale lo stesso che Te-
ner duro j Far checchessìa di forza, con
vigore j l'sscr costante j I\'oit mutarsi.
Amm. j4nt. 12. 12. 4- Lo riposo del mo-
nasterio , lo quale io avendo n<.)D tenni for-
te, perdendolo ho cognosciuto come stret-
tamente era da tenere, lì^nig. 2I. 77. Or-
lando , benché ugnuno abbia paura. Ed
Ulivieri e gli altri tcnien forte.
TENERE FRESCO. Contrario di Te-
ner caldo. Mantener fresco.
TENERE FRONIE. Affrontarsi, Far
fronte. Farsi incontro. Opporsi.
§. Tener fronte, o Tener fronte sco-
perta, vale Aver buona fama , IK'on aver
di che vergognarsi. Dant. Inf. 27. Se '1 no-
me tuo nel mondo tcgna fronte. But. ivi:
Tegoa fronte, cioè abbia fama-
TENERE FUOKA. Fscludcre, Operare
che altri non entri.
TE-NERE GIÙ'. Abbassare, Inchina-
re verso la parte inferiore . Lat. demit-
le re .
TENERE GIUOCO. Dar comodità di
giucarc .
' * TENERE GIUSTIZIA. Amministrare
la giustizia, l'av. Fsop. Test. Bice. 22. Fe-
cìono loro signore ra^.;uylia, perchè franco
uccello e valente, da tenere u tutti ragione
e giustizia. ( P) Lasc. Cen. i. nov. 5. Por-
tala dal furore se ne andò, che era quasi
sera , dentro a uno Magistrato , che giu-
stizia teneva , cumc nella città nostra gli
OUo di guardia , ve. (lì)
TENERE GRADO. Aver dignità. Amhr.
Furt. 4- 7- A questo modo fanno gli uo-
mini che teogon grado ì Cccch. Corr. 2.
7. Anche nel campo È necessaria la cu-
cina , e massime A chi tien grado , e fa
tavola magna.
§. i'iguratam. vale Gradire, Bestar te-
nuto e ohhligato d* alcuna cosa.
TENERE GUAl^DATO. Assicurare,
Citsiodire . # Car. lett. tned. 3. 263. Io
mi stava riposato e sicuro ec. parendomi
che la pace universale, e la protezione del-
l' imperio ec. e il mìo non tìar noia ne
ragione ad altri di nuocermi mi tenessero
guardjlo abbastanza; quando mi trovo es-
sere slato ce. spoglialo, f^i)
IENE RE IL CALDO . Vicesi di vi-
vande, o d' altre materie, nelle quali duri
itssai 1/ calore.
TENERE IL CAMMINO . Batter la
strada. Lai. iter face re. Gr. Troosj'sS^xc
zK'* v. Bocc. nov. 8ȓ. 6 Uscendo d'
Focabolario T. il.
Antioccia con un altro giovane chiamato
losefo , il quale quel medesimo cammin
teneva , che faceva esso.
§. Tenere il cammin dritto, vale An-
dar per la via retta , I\'on uscire della
strada diritta, o più praticata. Lat. rccta
via progredì. G. ì'. 7. 7. 2. Non tenne
il cammino diritto da Cupova.
TENERE IL CAMPANELLO. Si dice
di Chi nella conversazione cicala per tutti
gli altri j detto perchè neW udienza de'
magistrati quegli che è Proposto tiene il
campanello in mano, e dà le ri.tfioste per
tutti. Lat. architiv crepitaculum . ìcd.
l'Ios. 27t). Malm. 7. 5o. Brunetto , che
teneva il campanello , Dice chi sia , e di
che casa egli esce.
TENERE IL CAMPO. Campeggiare.
Lai. castra haberc. Gr. otCktoti; j£u£iv.
§. E figuratam. vale Fsser superiore.
Lat. primas tenere. Gr. TrpùJTsJàiv. Dant.
Purg. II. Credette Cimabue nella pittura
Tener lo cam[)0, ed ora ha Giotto il gri-
do, Sicché la fama di colui oscura. ^> Fa-
sar. l'it. Baff'. Vrb. Fece conoscere che
egli voleva fra coloro che toccavano Ì pen-
nelli tenere il campo senza contrasto. ( J'rj
TENERE IL CAPO ALTO. Figura-
tam. vale Aver haldanza, Esser fastoso.
TENERE IL CERVELLO A BOTTE-
GA. Badare con tutta applicazione a quel
che sia d' uopo . Lat. rem stimma cura
agere. Gr. cJTcìuoa'^stv mpi ti.
TENEHE IL CÒLLO TORTO , o A
VITE. Stare in positura umile e devota.
Malm. 2. 9. Tenendo gli occhi in mol-
le, e il collo a vite, E le nocca col petto
sempre in lite.
TENERE IL CONTO. Conteggiare,
Scrivere i conti. Lat. rationcs pittare,
siibducere. Gr. )oyo-i Lfi~^'i-'*-
§. I. Tenere il conto aperto, vale ?^on
saldare il conto.
§. 1!. E figuratam. vale Seguitare a
far checchessia lungamente e continova-
mente .
§. III. Tenere il conto per bilancio ,
dicono i mercanti quando non iscrivono
un defiitoiv, eli' e' non lo impostino anche
creditore delle somme pagate . Lut. codi-
cem dati et accepti habere . Segr. Fior.
Mandr . 4- I- La fortuna e la natura
tiene il conio per bilancio ( qui per si-
mili t. ).
TENERE IL FERMO. Non far varia-
zione alcuna, Non mutarsi. Tac. Vav.
Stor. 3. ^^21. I soldati ti tengono il fer-
mo, t'avanza il favor del po[ioIo (il testo
lat. ha: perstare mì\hem). Sagg. nat. csp.
2.7.!\. Rimossa di quivi ogui sorta di ferro,
ci tennero sempre Ìl fermo.
TENERE IL FILO. Proceder con or-
dine .
g. Tenere il filo appiccato , vale Non
rompere la pratica, o il trattalo di chec-
chessia , benché se ne intermetta il discor-
so. Cecch. Dot. 3. I. Pure i' gli ho dello
che tenga Questo Glo appiccato.
'Y- TENERE IL GONFALONE. Figa
ratam. per Aver preminenza . Lat. pra^-
stare. I it. S. Domitil. 280- Mosterrotti
che la virginità hae scm[ire tenuto il gon-
falone. (} }
TE^ERE IL LUME. Figuratam. vale
Intervenire in alcun maneggio .venza aver-
vi utile , o faccenda , ma solo per servi-
gio allruij che anche diciamo Servir per
lucerniere, lardi. Stor. 12. 4^*^ '°
somma, non facevano altro che stare, co-
me si dice , a vedere il giuoco , o tenere
il lume .
TENERE IL LUOGO. Occupare alcun
posto . Lat. locnm habere , oblinere . Gr.
y^ùpoi-v ;j(£iv, £7T;;{ì:v . Bocc. nov. 27.
34. Se n'andò alla signoria, e in segreto
.1 un cavaliere, che quella lenea, disse co-
sì : Signor mio, ciascun dee volentieri fa-
ticarsi in far che la veritb delle cose si
conosca, e massimamente coloro che ten-
gono il luogo che voi tenete.
§. Tenere il luogo d' alcuno, vale Es-
sere in luogo di quello. Lat. vices gerere
alicuius . Serm. S. Ag. I. Colui che
Iddio vi darà per vostro capo, ubbiditelo
con grande reverenza , perocché tiene in
voi il luogo di Cristo.
TENERE IL MERCATO . Adunar
gente e mcrcatanzie ad effetto di compra-
re e vendere.
'-? TENERE IL MEZZO. Stare egual-
mente lontano dagli estremi. J'. MEZ-
ZO, g. XL. (Nj
^ TENERE IL PARLARE. Lo stesso
che Sospendere le parole. Chetarsi. Ar.
Fur. 18. 174- Cosi diss' egli ; e tosto il
parlar tenne. Ed entrò dove il dotto Alfeo
dormia. (Mj
K' TENERE IL PASSO . Impedire l'
entrata. Fior. It. 355. Acca giunse a Tur-
no in quella selva , dove essi era in a-
guato ad Enea per tenerli lo passo , che
non venisse alle mure. / ". PASSO, §.
XXVIII. (C)
K' TENERE IL PATTO lo stesso
che Stare al patto, Dlantenere la data pa-
rola. Dant. Inf. 21. Si ch'io temetti non
tenesser patto. Ar. Fur. 2(). 18. .Ma poi
pensò di non tenere il patto. (M)
'? TENERE IL PENilERE AD UNO.
Pensare ad uno. Bocc. g. 7. n. 7. S'ac-
cese in tanto disiderio di doverla vede-
re, che ad altro non poteva tenere il suo
pensiero (cioè, non poteva pensar ad al-
Uo). (D
* TENERE IL PIANTO. Frenarlo,
Reprimerlo. J'. PIANTO, g. IX. (IS)
TENERE IL PIEDE, fermarsi. Lat.
sislere gradiim . Dant. Inf. 23. E un ,
che 'ntese la parola Tosca, Dirietro a noi
gridò : tenete i piedi , Voi che correte sì
per r aura fosca.
g. \. Tenere il piede nel sepolcro j vale
Esser vicino alla morte . Lat. cum Ly-
bithina congredi. Gr. TtjSÒ^ ravxrov sy-
yi'Csiv . Albert, cap. I. S' io tenessi lo
piede nel sepolcro , ancora vorrò appren-
dere .
§. II. Tenere il piede mentre che altri
scortica , f gara tam. vale Dar mano, o
Porgere aiuto all' opera. Lai. alieni ope-
ri manus dare , collaborare. Gr. <s\>iJ.-o-
vsìv. Cecch. /ne. 2. 4- ^^' l'^' *'*'' tenere
un piede mentre eh' io lo scortico.
§. III. Tenere il piede in due staffe ,
vale Incamminarsi per più e diverse stra-
de , Attendere a due fini diversi. Tener
trattalo doppio . Lat. diversas spes spec-
tare . J'arch. Ercol. 32. Per giucara al
sicuro , avea tenuto il pie in due staflFe.
•f- E Err. Giov. 12. È dubbio, anzi si
crede per molti eh' egli tenesse il pie in
due staffe. iCj
§. IV. JSon poter tenere i piedi, o Non
poter tenere i piedi in terra , o simili ,
vagliono Sdrucciolare, Accennar di cade-
re. Malm. 4- 67- Là dove non si può te-
nere i piedi, ?<Ia bisogna che Tuom vada
carponi. 1 arch. Ercol. 73. Quando colui
non lo lascia vivere, ne tenere i piedi in
terra (qui figuratam.).
* TENERE IL PONTEFICATO , e
PONTIFICATO. Fsser Pontefice. Petr.
Uom. ili. 34. Anacleto ce. tenne il Pon-
le6cato anni nove, e mesi due, e dì dieci.
£35. Evaristo ec. tenne il Ponteficato anni
dicci, ec. E 37- Alessandro ec. tenne il
PonliBcato anni olio ^ ec. iJ )
Jli TENERE IL PRIMATO. Dicesi di
Chi soprasta a tutti gli altri in checche.c
sia. y. PRIMATO. (N)
t TENERE IL SACCO . Aiutare al-
trui a rubare, o a far male j che anche
189
lSo6
T E S
T E N
ti dice Tener mano , o Tener di mano .
Lat. tradere operas mtUtias . Ott. Cam.
Inf. 26. ^52. Diomedes per lo più tenne
il sacco, e colui furòe. Geli. Sport. 2. 1.
Io dubito che costui non sia aochegli un
tristo, e tengagli il sacco. Varch Slor.
Tenevano il sacro a chi rullava . Cecch.
Donz. 3- 2. Avendo in casa chi Ci tenga
il sacro. Buon. Fier. l^. X. 6. La Serva a
me discreta tiene il sacco.
§. Onde in proverbio ; Tanto ne va a
rhì ruba, che a chi tiene il sacco, o si-
miti; e vale, che Della stessa pena son
degni i complici e i delinijuenli . Lat. a-
gentes et consenticnies pari poena puniun-
lur. Frane. IJarh. l35. 6. Tant' e chi lieo,
quanto chi empie il sacco.
TENERE IL SEGGIO, /legnare. Do-
minare. Lat. imperare. Gr.a>Z'ìv 'Z""-
Petr. son. 110. Amor, che nel pensier
mio vive e regna , E '1 suo seggio mag-
gior nel mio cuor tiene.
TENERE IL SEGRETO . ,Von mani-
festare le cose occulte , o confidate ._ Lai.
promisso secreto stare. Gr. !Ì.itòpfr,-:oi
Tr^ptXt . Maeslrnzz. 2. 32. 3. Tenere il
segreto e di ragione naturale.
TENERE IL TENORE. Tenere il fer-
mo, o Secondare altrui nel parlare, o ne"
moti. Malm. 6. 35. E tutti quanti in quei
IraslulU immersi Si tengono il tcnor, si
vanno a' versi .
TENERE IL VISO BASSO. Jfarecofffi
faccia inchinala per umiltà , o vergogna .
noce. nov. 28. 12. La donna teneva il viso
liasso, ne sapeva rome ocj;arlo.
TENERE IN APPRENSIONE. Fare che
altri stia con timore, o con sospetto.
t TENERE IN ARIA. Tenere sospeso in
aria. Tener sollevato da terra. Ovid. Pist.
86. Levandoli in sul petto Anteo ec., tanto
il tenesti in aria, che 1" uccidesti.
TENERE IN 1)\ND0. Fare stare in esi-
lio , .Sbandire.
TENERE IN BIL.\NCIO. Bilanciare,
Equilibrare .
TENERE IN BILICO. Tenere le co.<e
bilicale informa, che agevolmeaU si muo-
vano . ., ,
* TENERE IN BRIGA . Molestare .
Fr. lac. Cess. 2. 1. l3. fl. Con una galea
lenea in hriga lutto il mare. (C/
TENERE IN BRIGLIA. Figuratam.
vale lìeggere , Governare . * t'ir. lelt.
Tomit. l5l. Con tulio cii) è necessario
che sia tenulo in briglia . e credo ancora
che le minacce di rimandarle m qua non
faranno poco. (C) Malm. 9. 20. Ond' ella
spesso, che lo tiene in lirigUa , Lo tira su
con qualche bella cappa.
* TENERE IN CAPITALE. Stimare.
3lìl. M. Poi. 16. Sappiale, che poi si grande
teine furo fidale a costoro di menare a
loro signori a lunga parie, eh" eglino era-
no bene amali, e tenuti in gran capila-
''■ '^' „ „
TENERE IN CAPO . Portare II capo
topeitocon cappello, o simili. Lai. operto
capile incedere.
g. Tenere altrui le mani in capo . I .
TÈNERE LE MANI.
TENERE IN CARCERE . Trattenere
alcuno carceralo , o prigioniero . Lai. in
vinciilisiletincre. Gr.lv Sl^fioli ««T'.zt'v-
Cas. MI. /i5. Vuol tenere Flaminio m
carcere ed in miseria.
TENERE IN CERVELLO. Costrigne-
re a non uscir de' termini dovuti. Tac.
Dav. Ann. l5. 2O9. Gii si mandava lo-
r.i, olire al Pretore ce. , visitatori che ec
tenevano i popoli in cervello. /■-' / il. /tgr.
3<)3. Ni per prosperili invanilo, quella
appellava impresa, o «illotia, ma aver te-
nuti i vinti in cervello.
if TENERE IN CIELO. Tenere in
, p. p. eanz.
rilucenti ec. )
cor, fate
beato. Cin. da Pisi. Bim
( Quando Amor gli occhi
Or se pietà si serra Nel vostro
che ognor contempre II bel guardo, che
in eie! mi terra sempre. (Mi
I TENERE IN COLLO. Sostenere
alcuno avvinghiandolo colle braccia, e ac-
costandoselo al petto. Lai. in sinu tene-
re. Gt. i' nilr-a pipiti. FU- Crisi. D.
Tienlo un poro in collo, almcn tanto, che
giungala madre (il Lai. sallem quousqiie
veniat mater } .
%. I. Tenere in collo, l'usiamo anche
per impedire lo sfogamento, per lo più ,
dcir acque. Tac. Vav. Slor. 1. 275. Por-
to Lene danno presente, e spavento di fu-
turo, il suliilo allagamento del Tevere,
che aitato a dismisura rovinò il ponte Su-
blicio, e per quella materia tenendo in
collo, cavalcò non pure i luoghi bassi e
piani della città, ma i non più allagati.
<Vo/i. Fell. 82. Per la qoal cosa ( la pe-
.tcaia) tenendo mollo in collo, sempre
guastava dimollo terreno de" Fucecohiesi,
e di que' di Valdinicvole. Fiv. Disc. Arn.
20. Trovai che la prima pescaia colle sue
sole tavole teneva allora Ombronc in rol-
lo inlorno a braccia uno e un quarto.
g. II. Tenere in collo, si dice anche
per Impedire, assola tam. Fir. nov. ^.
232. Avvegnaché, per essere la serratura
tulta scassinala, il boncinello tenesse in
modo in collo, che il coperchio non si ac-
costasse alle sponde del cassone a un mci-
zo dito.
§. III. Tenere in collo, per Trattene-
re, o .Sospendere checchessìa. M. ''. P-
l5. II valenVc cavaliere ce. formo franra-
ad animo di far-
ollo il pro-
menlc suo processi
ne giustiiia, sania tenere in e-
cesso.
g. IV. Tenere in collo, figuratamente,
larch. Ercol. lo3. Quando alcuno non
dice lutto quello ebc egli vorrebbe, o do-
vercbbe dire, si dire: egli lienc in collo.
TENERE IN COLLORA. Dare altrui
cagione di continuar nell' ira.
TENERE IN COMUNE. Possedere in
comune.
TENERE IN CONCORDIA. Coopera-
re che altri stieno concordi e d'accordo.
TENERE IN CONTRASTO. Dar ma-
teria di contrasti, di disunioni, di dispa-
reri.
TENERE IN CUORE. Aver nell' ani-
mo, in pensiero. Lat. menu agitare. Gr.
ev vw^ytiv.
TÈNERE IN DEPOSITO. Avere ap-
presso di se con titolo di deposilo per re-
stituire a ehi si debba. Ar. Cass. 2. 1.
^on sai tu, come io, che quella cassa ec.
è d" Arislando, che mio padre la tiene in
deposito?
TENERE INDIETRO. Allontanare ,
yon lasciare accostare.
§. Figuratam. vale Impedire ad alcuno
il .tuo avanlamenlo. * «Vir. leti. Tornii.
108. Se non che Monsig. <li Pola Oli tiene
indietro con imlujiiar ili rimanilarnii la co-
pia. (C, Segner. Mann Fe''br. 12. 1. Ar-
diresti tu d" arrivare fino a vantarli d aver
tenuto indietro quell' eiiiolo ancora per vie
non giuste?
* TENERE IN DIMORA. Minar per
la lunga. Lai. inorai neclere. Pecor g. ao.
n. 2. E cosi non sari bisogno lenrr la rosa
iu dimora, i I j
TENERE I.N DISCORDI*. Contrario
di Tenere In concordia^ Par materia di
discordia .
TENERE IN DOZZINA rru<Mrc rfo;-
zinalmente .
TENERE IN Dl'BBIO . .Ven manife-
stare la cosa , ma far ,ht altri ne stia
sospeso e dubbioso. I\lr. cap •) Tenner
IN CIELO- tenere in sospeso e awt'ivjv. *,... »"|-^/-
grande lelisia j Bender inoli" anni in dubbio il mio desirc.
T E N
TENERE IN ERRORE. Far che altri
stia in errore , o s' inganni.
TENERE IN ESERCIZIO . Eiercila-
re. Dare occasione d' esercitarsi, o d'ope-
rare.
TENERE IS ESILIO Lo stesso che Te-
nere in bando. Impedire il ritorno alla
patria .
TENERE IN FEDE. Mantenere altrui
in fede, Constn-arlo nella opinione e ne'
pensieri che si vorrebbero.
TENERE IN FILA . Conservar chec-
chessia nella fila e riga diritta.
TENERE IN FORSE. Dar maUria di
stare in dubbio , Porgere occasione di star
dubbioso,
TENERE IN FRENO . Lo eletto che
Tenere a freno . Lat. cohibere . Gr. tTli-
ZSiv. Segr. Fior, decenn. 2. Intanto papa
Giulio, più tenere Non potendo il feroce
animo in freno , Al vento diede le sacre
bandiere.
« TENERE IN GIUOCO E BEFFA.
lìemb. Stor. 8- 78. Acciò che voi mede-
simi non gilliale quelle cose che vostre
sono , e spontaneamente io giuoco e in
befla da veruni uomini tenere non vi fac-
ciale, (l j
TENERE IN GOGNA. Fare stare in
gogna; e figuratam. Schernire. Lat. lu-
dibrio exponere. Gr. xara^iist Jià». Lor.
Med. canz. 72. 3. Non si vuole un ama-
dore Sempre mai tenere io gogna.
TENERE IN GRASSO, yudrir lau-
tamente. Pera. rim. I. 88. Voi sete quel
famoso Pritaneo , Dove teneva in grasso
i suoi baroni II popol che discese da Te-
seo .
TENERE IN GUARDIA. Avere in cu-
stodia. Custodire, Cuardare.
« TENERE IN LUNGA. Tenere a ba-
da, Far aspettare. Ar. Fur. 3l. 18. Ri*
naldo mollo non lo tenne in lunga , E
disse: La battaglia li prometto. iMj
TENERE IN MACERO . Tenere nell'
acqua checchessia ad effetto di macerar-
lo . Dep. Decam. 72. Si dice tenere in
macero , come del lino , della canapa e
de"]upini, e di allre rose tali si usa tull>>
giorno .
TENERE IN MANO. Avere in ma-
no J e figuratam. Avere appresto di sé,
in sicuro . Lat. habere apud te . Gr. Cv
X!ip^' ^X^^'*- ^occ. nov. t\l\. 11. Tua fi-
gliuola i; siala si vaga dell' usignuolo, che
ella 1" ha preso, e tìeolosi in mano. Dani,
rim. 1. Allegro mi sembrava Amor, lenen-
do Mio core in mano.
TENERE IN MOLLE. Tener eota to-
lida immersa in alcun liquido. Red. Etp.
nat. ^. Affermavano que' buoni Padri, es-
ser necessario lavarle col lalle monto di
fresco, ed in quello lencrle in molle.
* TENERE IN OFFICIO. Fare che
altri non esca del tenore, e modo dovuto.
Lai. in officio conlinere Cor. leti To-
rnii. 83. lo so quanto vi porla rispetto ,
e vi prego a tenerlo in officio . prote-
standoli ancora della disgratia vostra , e
mia. iC)
TENERE IN OPERA. Tenere oceupm-
lo, o in faccende. Lai curam alicui de-
mandare . Gr. «"-:iTfCT«iv T' Ti»t'. Ar
Cass. 1. a. Mi mandano ora • trovalo
Filoslrato , acciocché mi tenga in onera .
ni., ritornale mi lasti, finche non abliiaiio
essi il lor disegno foinilo.
TENERE IN ORAZIONE . Operare
che altri stia orando , che faccia ora-
zione .
TENERE IN ORDINANZA. Disporre
e Conservare nell' ordinanza.
TENERE IN ORECCHI. Dar materia
che altri stia con attenzione.
TENERE IN PACE Porner materia
di unione , di concordia , di pace ; / re-
T E N
muover ìa pace . Cron. Morell. 222- A
tulle queste caslcUa &Ù un Potesl^ citta-
dinu ili >'ircnic, il quale ce tiene in jiacc
i suoi sottoposti.
* TEWERli IN PALAZZO. Tenere a
loggia t 7'enere a linda j e per io più s'
intende tjuasi con beffe . Lat. dtsiinerc .
Cr. 7i«^«TC*v£tv. Eemb. iett.z. lO- 120.
Bo diliberato pregar vostre Signorie a non
Toler Uiar meco, il quale non cerco altro
che giustizia , ne son persona da tene-
re in palazzo , quello che forse dovcrcste
usar con un liligioso^ che volesse torvi del
vostro. (*)
TENERE IN PAROLE . dilungar le
parole per tener altrui sospeso^ Non ve-
nire alla conclusione . Lat. sermone ali-
quem tenere , 0\id. Bocc. now 5o. 4-
Acciocché io non ti tenga più in parole,
ti dico ec. Vit. SS. Pad. j. 6l. Veden-
do li frati che egli s' aflrettava di tornare
al suo romitorio, iogegnavansi di tenerlo
in parole, e di ritardarlo da quell* andata.
sjs Fior. It.y]5. Tcnnelo in parole iu6no
a tanto eh* ehbe fatta la cittadc. (C)
* TENERE IN PASTURA. / . PASTU-
RA, §. VI. (•)
TENERE IN PEGNO. Jscre appresso
di se con titolo-di pe^no.
TENERE IN PENDENTE. Fare che
alcuna cosa rimanga sospesa , o dubbia ,
o indecisa. Lat. sitb indice litem haherc.
Albert, cap. 29. L' amistade dell' amico
duhilato tiella in pendente . K appresso :
Delli dubhii non diffinire, ma tieni la scn*
lenza tua in pendente. M. V. 7- 85. Dis-
simulò il fallo, e lennclo in pcDdcntc.
TENERE IN PENSIERO, /are r/ien/-
tri stia coli' animo sospeso. *r Fardi.
Stor. 12. 470. Per lo che postoli mag-
gior odio lo tenne sempre in pensieri. (C)
TENERE IN PETTO. Occultare al-
cuna cosa, per pubblicarla a suo tempo .
Tac, Dav. Ann. 3. 63. Ogni altri per
futuro Principe s' intonava, sperava, vene-
rava, che costui, che la fortuna teneva in
petto {il testo lat. ha: fortuna in occul-
to tcnehal ) .
* §- Per Passar sotto silenzio . Lai.
silcntio involgere. Ar. Fur. l3. 65. De
r altre lacerò; che come ho dello Lungo
sarebbe a ragionar di lanle ec. Le Bìau-
i-hcj le Lucrezia io terrò in pctlo. (Br)
TENERE IN PIE. Beggere, Conscr^'a-
re, Mantenere in islalo, in essere. Lat.
conservare. Gr. fftu'uìiv. G. F- l\. 5. 4*
Facendo i Fiorentini della citta loro pia-
cere di disfarla, o tenerla in piede.
TENEltE IN 1 O.NTE. lo stesso ilio
Tenere dubbioso j e Tenere in pendente,
Aort dar risposta risoluta. Cecch. Mogi.
2. 2. Quant* ho io A tener quella cosa in
ponte? Segr. Fior. Clìz- l. i. Ha tenuto
la cosa in ponte più settimane. Ulalm. 2.
24. Acciocché più tener non T abbia in
ponte.
TENERE IN POSSESSO. Conservar
nel possesso, l'nr che altri possegga.
* TENERE IN PT-EGIO. Pregiare,
Apprezzare. Segner. Pred. 5. I. NuUa la
ragion delle genti tenendo in pregio. (Jìr)
TENERE IN PRIGIONE. Biletiere in
carcere. Lat. in vinculis habere. Gr. ev
cisp-oi^ xa-i'/^tv. c. F. (\. 26. 3. Poi
•vendo tenuto in prigione alquanto il del-
io Papa e i Cardinali j fu accoido da lui
al Papa.
TENERE IN PROTEZIONE. Proteg^
gcre. Lat. lucri, prolegere. Gr. lipotz-
Tao&ai, c,«.jvstv. Cas. leti. 6. Pregando
nostro Signore Dìo che la consoli, e ten-
ga in sua .vanlissima proiezione.
i'.' TE>ERE IN RAGIONE E IN
GIUSTIZIA. Far che altri stia in do-
vere e operi rettamente ec. Fs. Fav. T.
Pier. 5*. Volevano Re che loro sigao-
T E N
reggiasse, e tcncsselc in paura e in giu-
stizia. E 5g. Una volta furono li ranoc-
chi insieme, e andarsene al DisliDalo , e
domandargli Signore, lo quale gli tenesse
in giustizia. E']5. Disse loro che doves-
sono trovare un altro Signore, del <|uale
cileno si contentassono, e che le tenesse
in buona ragione e giustizia. (C)
TENERE IN REPUTAZIONE. Soste-
ner checchessia^ acciocché sia avuto in
riputazione, 0 in istima.
* TENERE IN RIGUARDO. Custo-
dire, Guardare. Lasc. Ceri. 1. nov. 2.
T E N
i5o7
r ultima coppia tenne La briglia più , ne .
quando gli altri , venne. (Mj
^ §. E fìgiiratam. vale Tener eh' e'
non si trascorra . Cas. rim. buri. 1. l3.
E però clii battezza le persone Dovecebbe
tener la briglia in mano , ec, (Bj
TENERE LA FORTUNA PEL CIUF-
FETTO. Aver gran fortuna. Aver buo-
na sorte. Lat. prospera fortuna uti. Gr.
TENERE LA MANO . Propriamente
Prendere la mano di colui che impara a
scrivere , o simili, per ammaestrarlo nel
Fecero intendere al padre ^ quanto fosse ì muoverla per l'effetto suddetto. Lat. mu-
da tenerlo in riguardo, e non gli lasciar
pigliar pratica. (C)^
TENERE IN SE. Lo ste.iso che Te-
ner segreto. Tes. Br. Tieni in le ciò rlie
tu odi, più volentieri che tu non parli.
*t TENERE IN SERBO. Custodire
alcuna cosa altrui con patto di restituir-
la, 0 alcuna cosa propria per farne uso
quando che sia.
TENERE IN SICURO. Avere assicu-
rato.
TENERE IN SPERANZA. Lo stesso
che Tenere a speranza , Fare sperare.
^ Bed. Lett. Questi per ora non ha avu-
to ne l'inclusiva ne 1' esclusiva , ancor-
ché sia tenuto in buone speranze. (C)
TENERE IN STIMA. Stimare, Ap-
prezzare. Lat. magni Jacere. Gr. jus'/w-
* TENERE IN SULLA MOSTRA. F.
TENERE SULLA MOSTRA, (fi)
* TENERE IN TEMPO. Tenere a
bada. Lat. distinere. Gr. ava^a^/e-jSat.
Bcmb. lett. 2. 10- 121. Fatemi voi giu-
stizia, che io ve ne priego , e non tenete
in tempo me, se desiderate che Dio non
tenga in tempo voi del maggior Lene e
del maggior desiderio vostro. (•}
TENERE IN TII^IORE. Far che altri
stia con timore. Intimorirlo.
TENERE IN TRANQUILLO. Fare
che altri stia in tranquillità. Tranquil-
lare^ nel signi fic. del g. I. M. F. IO.
2-'(. Secondo le offerte clic gli erano fal-
le, dava e toglieva parole , e lenca in
tranquillo.
TENERE IN TRAVAGLIO. Dar ca-
gione che altri stia travagliato , Trava-
gliarlo.
TENERE IN TUONO. Figuratamen'
te Fare che altri non esca del tenore e
modo dovuto. Lat. in officio continere. Gr.
* TENERE IN VERDORE. Conser-
vare verde .» Fsp. J'at. J\'ost. 3. Innaf-
fialo della fontana ec. e lo tiene in vcrdore
e in vita ». (Fj
* TENERE IN VILLA ALCUNO .
Farvelo stare . Cecch. Sliav. 3. 6. Ecco
a chi in malora io fui data con si falla
dotai acciocché mi tenesse in villa a sten-
tare , ed egli si sieste a dar buon tempo
con le sciagurate . E appresso .• Che mi
può' lu far peggio, che leneimi in villa,
e qua giù empierti la casa di sciagura-
te? (FJ
f TENERE IN VITA. Conservar vi-
vo . Esp. Pat. JSosl. 3. Innaffialo della
fontana ec. e lo tiene in verdore e in
vita . Petr. son. 191. E *1 cor sollrag-
ge A quel dolce pensicr , che 'n vita il
lene .
TENERE IN ZUCCA . Tenere il capo
coperto . Lat. tectitni caput habere ■ Gr.
y.i/.uÀulxpiiyr,j xe^-airr; s^-''^ ■ ^'(""^ ■
sai. 7. Sgorbia , se nel parlarli io ten-
go in zucca , Di tirannico sdegno e d'
ira acceso II tuo sguardo superbo mi pi-
lucca.
^ TENERE LA BRIGLIA . /" senso
proprio vale Andar adagio, /Indar lento
cavalcando. Ar. Fur. 27. l5. Ma chi guidò
num alicuius manu supenniposita regere ,
Quintil.
§. I. E figuratam. vale Ammaestrare,
Cooperare, Aiutare. '^ Segr. Fior. Framm.
Stor. Fu fallo chiaro die M. Antonio Ma-
nelli ec. avca tenuto le mani a metter den-
tro Gostanza. (TC)
§. II. Tenere le mani a se , vale Non
impiegarle a pregiudizio , 0 aggravio al-
trui. Lai. mnnus abòtinere, continere- Gr.
KTT-:'x£'J^*'' 'ivo;. Eir. Trin. 2. 6. Oh lien*
le mani a le, prosuniuoso , improntacelo.
Bern. Ori. 2. 19. ^&. Turpino in questo
lo chiama insensato; Ma basta, e' lien le
mani a se , e cammina.
^ g. ili. Tener le mani addosso ad
uno, vale Averne cura. Custodirlo. Car.
lett. Tomit. 83. Io desidero che li leniate
le mani addosso , perchè talvolta suol far
di gran carriere, e se non e rimesso tra-
scorre volentieri. (C)
§. IV. Tenere la mano, o le mani a
cintola , e Tenersi le mani a cintola , o
simili , vogliono Non esercitarle , Starsi
ozioso. Non operare j e talora anche Non
si risentire. Lai. otio indulgere, desidem
esse. Gr. 6/vzi-J- Bocc. nov. 20. 2. S'im-
maginano che le donne a casa rimase si
tengano le mani a cintola. Pern. Ori. 2-
3o. 45- Or chi sarà quel Iraditor villano,
Che così far vedendo al suo signore. Alla
cinturasi tenga la mano? Buon. Ficr. 4-
4. 2. E non m' hai viso D' aver sempre a
tenerti A cintola le mani.
§. V. Tener la mano j e le mani in
capo ad alcuno, vale Averne cura. Pro-
teggerlo, Custodirlo, onde per troppa li-
bertà, 0 per soverchia ignoranza non cada
in errore. Lat. peccaìv non sinere, custo-
dire, tueri. Gr. i^v.jxcf.pTclvziv ojx sàv,
uTTcpacTttCstv . Cavale. Med. cuor. Se
Iddio non mi tiene la mano in capo, co-
sì caderò io, come egli. Tac. Dav. Stor.
4. 35i. Teniate a' soldati le mani in capo,
che non fallino. Lasc. Gehs. 4- l3. Uh,
uh , che san Brandano ci tenga in capo
la mano . Cas. Lett. 82. Nostro Signore
vi tenga le mani in capo.
i\' TENERE LA MIRA. Figuratam.
Aver la mente volta a checchessia. Salv.
Cranch. 2. 2. Dove domine Tienlamira
costui? (Cj
TENERE LA MULA. Figuratam. va-
le Accompagnare alcuno tanto che faccia
qualche faccenda . Buon. Pier. l\. 1. z.
Ne eh' anch' io pur la mula Non tenga a
le , siccome a me tu fai.
TENERE L' ANIMA CO' DENTI. ìj-
ser cagionoso , Esser in pericolo di pre-
sta morte . Lat. a-grotare . Gr. -^ociìv -
Lor. Med. canz. 71. 5. Non lien V ani-
mo coi denli, Ch'un non ne ha per me-
dicina. Lasc. Pinz. 1. 6. Benché egli non
sia troppo vecchio, lien 1' anima coi denli.
Malm. 6. 24. Ond' è ridotlo per lo mal
governo Si sUullo, eh' e' tien 1' anima co'
denti .
* TENERE LA PACE, ^/rt/ifc/icre. Os-
servare la pace. Fior. S. Frane. 4o. Al-
lora santo Francesco rcpele qui : Frale
Lupo, d.ippoicbé li piare di fare e di te-
nere questa pace, io li prometto ec (F)
i5o8
T E N
T E N
T E N
* TENERE LA PARTE D* ALCUNO.
Seguire la /azione d'alcuno, (iiov'. Geli.
Vit. Alf. Il'j5. I Tt-'clcst-lii perseguitarono
con gran guerra Roherto Sed^miu nella
città ili Liegia, che teneva la parte Frac-
tese. (C)
TENERE LA POSTA. Term. di giuo-
co. Acconsentire di giucare la somma con-
venuta, Giucarla.
%■ I. l'^iguratam. vale Acconsentire^ Ac-
cettar l' invilo di checchessia.
§. II. Tener la posta, vale anche Te-
ner cavalli e calessi per dare a prezzo
a* viandanti che viaggiano per cambia-
tura .
TE.NERE L* ARCO TESO. Figuratam.
vale Star pronto , Esser preparato per
alcun determinato fine.
TENERE L'ARIA. Impedire che l'a-
ria non penetri^ Pararla che non passi,
chi: non offenda .
TENERE LA SIONOP-l'A. /leggerla.
Amministrarla . Lat. administrare . Or.
(Jtotxeìv . iiocc. nov. 17. 3. Se n' andò
alla .signoria, e in segreto a un cavalicr ,
rhc quella lenea , (iis.sc.
TE^EUE LA STAFFA. Far forza alla
staffa, acciocclti non giri la sella , quando
alcuno sale a cavallo . Lor. Med. cnnz.
Il5. 6- La mi tenne la staffa, E io montai
in arcione .
TENERE LA WK. Lo stesso che Tener
via. Ar. Far. IO. Il3. Non più tenne la
via, rome propose.
§. Figura tam. vale Tener modo. Frane.
Sacch. nov. 228. Monsignore , io di pri-
miera tcnca la via cbc ora volete che iu
legna, e a voi piacque che quella più io
non se^t.issi.
TENERE LEGATO. Fare che alcuna
cosa stia legata j e fìguratam. Aver sal-
damente unito. IJoez. J arch. 3, prov. 2.
E me vorrà la cupidigia degli uomini ,
la quaU' mai non si empie , tener lega-
ta alla costanza , e farmi es^cre stallile e
ferma?
TENERE LE RISA. Non ridere, RaJ.
frenare il riso. Lat. risui temperare. Fir.
Disc. an. 105. Il padrone del ferro, uden-
do cosi sconcio miracolo, appena potè te-
nere le risa . Tac. Vav. Ann. lo. iG3.
Ma rjuando egli entrò nella sapienza, nel-
la provedcnza, neuno tenne le risa.
TENERE LIBRO, o LIBRI. Scrivere
i conti al lihro. Cron. Veli. 6^. Avea una
buona testa , e molto affaticante e bene
esperto mercatante, e teneu molto bene un
libro . Galat. ^0. Ci i; un* altra maniera
di cirim'iniose persone , le quali di ciò
fanno arte e mercataniia, e tengonne libro
e ragione f qui per similit. ).
# TENERE LI COMANDAMENTI .
Osservare i comandamenti . Gr. S. Gir.
6o. Non hanno tenuto gli comandamenti
delli rjuattru Vangtlisli. (F)
TE.NERE L'lMl»ElllO. Imperare. Lat.
imperare. Gr. xara/u^itJsc/ . ffoez. G.
S. 3. In quel tempo teneva lo 'mpcrio d'
Orimi»' Zenone. # iVgr. Fior. Pr. li). Ve-
gnamo ad Alessandro, il quale fu di lanla
boiitj , che tra V altre lodi che gli sono
atti iliuitc, h che in i[tialtordici anni , che
tenne l'imperio, non fu mai morlu da lui
nessuno ingiudicato. (^)
3 TENERE L* LWITO . Accettare l'
invito . Lai. conditionem accipere . Gr.
Ttpfi»; %Ìfk^xti'i jfw^sJv . Docc. nov. 27.
43. Gr invitò, ed citi liberamente ce.
tennero lo *nvito. /■' nov. oq. (i. S'avvi-
de clic questo cavaliere avea dulut.itu che
essi non avesser tenuto lo *nviio.
*? g. I. Tener l'invito, e anche term.
del giuoco, e vale lo stesso che Tener la
posta, li Mnlm. 8. 75. Lo 'nvito tiene e
regge n ugni posta . E y. 34- Ritiransi ,
a nini tengon più lo 'nvito w. (X)
§. II. Tenere l' invito del diciatto , si
dice di Chi cicala assai . ì'arch. Ercol.
95. Di simili f;racchioni si dice ancora :
e' terrebbe l'invilo del diciotto.
TENERE L'OCCHIO A CHECCIIES-
SIA. Badarvi attentamente. Considerar-
lo, Averne cura. Lat. invigilare, sedulam
curam agere. Gr. 7r_:off/y.f rspstv. ^f. V.
r). lf>. .Semplici e idioti, che solo tengono
gli occhi alle cose che sono loro davanti.
Anthr. Cof. 4- >5. Voglioci Tenere gli
occhi, o anco bene intendere ec. Ar. /.en.
5. I. Tien* r occhio, che se là passassero
Le carra , in un momento pos*i corrervi.
Sfgr. Fior. Chz. 3. 7. Ticnvi su gli oc-
chi, Pirro, cb* e' non v" amlasse nulli in
cjppf-ruccia ; e' ci è chi sa giucar di ba-
gattelle .
§. I. Tener l'occhio teso, vale Stare
in attenzione, Badarej che anche si dice
Star coli' occhio teso.
§. 11. Tener /' occhio , o gli occhi a-
perti , vale Usar vigilanza e attenzione .
lìern. Ori. i. 20. 28. Il ravalier, di lui
molto più esperto. Voltava intorno, e le-
nea l'occhio aperto. E 2. 6. 2G. Sirdiè,
rVamo mio caro , intendi bene , Tenere
aperti gli orchi ti conviene.
§. III. Tenere gli orrlii addosso altrui,
vale Avergli cura , Badarvi , Osservare
i suoi andamenti . Ar. Cass. 1. 3. Poi-
ché *I vecchio levatomi E d'appresso, e
tener gli occhi continua-Mente nou mi po-
trà addosso,
§. IV. Tenere gli occhi bassi, vale
J'olgerlt a terra per timore , umiltà , o
simili. Amct. 57. Gli occhi lenendo bas-
si, quante volle gli aliava, tante gli aspetti
di tutti vcdiM mutare.
•■* §• V. Tener gli occhi a terra, vale
Guardare in terra . Segner. /*red. Pai.
Ap. 10. 8. Tien ( il leone ) pli occhi a
tcira per non vedere gli spiedi dei cac-
ciatori. (TCJ
§. VI. Tener l'occhio alla penna, o al
pennello , vale Star canto , Guardarsi ,
Badare attentamente. Lat. sedalo incum-
bere. Gr- TZifpoirtsixi-JOii OTto-Jov'^nv .
Ciriff'. Cali'. I.' 8. E pel mar di Lio.n poi
volteggiando. Ci bisognò tener l'occhio al
pennello . E l. 22. Mi non pensar che
Maldui'co di Ramina N in lenl^s^c ancor ci
rocchio al pennello. L 2. 47- Bisognava
tener P occliio al penni'Ua, Perche e* me-
nava certi colpi a sghendio.
'\' TENERE L'OCHE IN PASTURA.
/'. OCA. S I. (•)
•f * TENERE LOGGIA DE'FATTI
D'ALCUNO. Sindacare puhhlicamente le
azioni d'alcuno. Alleg. 121. Che là si
tien pancaccia , e si tien loggia De' fatti
d* altri , e qucll' i; più valente , Che nel
dir mal d'ognun si sbranca e sfoggia. (l'J
TENERE LONTANO . Allontanare ,
Proibire che altri non si accosti. Segner.
Pred. 3, 2. Bisogna periler le ricreaxionì
con tenersi lontano da tulle quelle adu-
iKìntc dov*egIi pratica.
TINERE L' ORICCIIIO, o GLI O-
RECCIII AD ALCUNA C0^\. Baiarvi ,
Starvi attiralo Lat. aures d.tre fc' prabcre.
Gr. wVa Ttv.pCx*^'* ' /-ah. Ho. Con tanto
piacere di me, che uHc loro parola Icnra
gli orecchi , eh*! dir non potrei.
TENERE L* USCIO , o .timili . tmpe.
dire , o Ficlarf altrui /' ingresso . Bocc.
nov. 65. 31 E quale uscio ti fu mai iu
cAi^ (uà tenuto T
*? TENERE MAESTÀ'. Starf in .utt
grave . Dav, Fit. Agric. 38<). In consi-
glio o magitlralo era grave re. ; altrove
noli tene\a maestà, (f)
TENERE MALE. Contntrio d, Tener
hene ; Trascurare , ,Voh custodire colla
dettila Cura e diligenza.
TENERE MANIERA . Lo stesso the
Tener modo. hit. modum tenere. Gr. ftt*
Tpia'Csiv . Bocc. nov. 16. 36 Le cagioni
gli mostrò , perchè quella maniera , che
fatta avea , tenuta avesse- ^ E g. I. n.
4- Pensò di volere tenere io ciò altra ma-
niera (cioè, fare altrimonti. Lat. alilcr se
gererc). (F)
*! TENERE MANO, 0 DI MANO.
Aiutare a fare ; e s'intende per lo pia
in pregiudizio del terzo: il che si dice anche
Ten- re il sacco . Lat. opem jerre . Gr.
^on^iiv. Bocc. nov. 85. 17. E con loro
insieme teneva mano a beffarlo . G. F.
II. 79. I. A queste discordie tenieno roa-
no i Baruni del regno . CeccH. Stiav. 5.
5. Cosi si fiacchi il collo , come ella Lo
sa, e ci ha tenuto mano.
* TENERE MATRIMONIO. Fiver
moglie e marito insieme , non serx'ando
castità . Vit. SS. Pad. 2. 2f>8. Faremo
credere ec. che tegnamo malrimonio ec,
e nientedimeno Cristo ci vedrà ec. por-
tarci amore, come siroccbia e fratello. (V)
TENERE .MEMORIA. Avere a memo-
ria, incordarsi. Lat. reminlsci , non oh'
livitci Gr. «vK^i^v/'l'j/e^&at. Cas. tett.
5. La ringrazii umilmente della memoria
che le piace tener di me . Ar. Fiir. 36.
^. Che se già r avea udito da fanciulla
Or ne tenca poca memoria, o nulla.
TENERE MENTE. Attentamente ri-
guardare. Badare. Lat. attente prospice-
re . Gr. rzif-ovTtip.ivoii rzpoyotìfticti ,
Bocc. nov DI. 5. Tenesse mente in una
vigna, la quale .dlato alla casa di lei era.
Amet.53. £ tutte insieme tenendole menle,
non conosce a quale apponga alcuna rosa.
Frane. Sacih. nov. I78. Noi ci abbiamo
questa nostra usanza di queste gorgiere ,
o doccioni da cesso cbc vogliamo dire ,
nei quali tegnamo la gola si incannata ,
che noi non ci possianm tenere meote a'
piedi . ^
•5 g. I. Per Pen.tare, Por menle. Pass.
355. Non h al tutto da negare che oc'
sogni si possa tener menle. (V)
V g. II. Tener mente alle mani, me-
taforicamente vale Tener gli occhi addoi-
•co. Fil. I ili. II. 73. Determinarono li
fo>sc tenuto mente pile mani, «ì che non
gli venisse fatto. (ì')
TENERE MERCATO. Trattar di ccm-
perare, o di vendere. Lat. mercatum age-
re. Gr. ìultiptJtz^OLi. Bocc. nov. l5. 2.
Assai ne gli piacquero, e di più, e pìù
mercato tenne. /.' nov. 83. 3- Con quanti
sensali aveva io Fircnic cr. teneva mer-
cato.
TENERE MODO. Adoperar mezzo.
Adoperare. Lat. modiim tenere. Gr. fit-
TJia^iiv. Bocc. nov. 21. 6. Comiociu
Masetto a pensare che modo dovesse te-
nere. E nov. 23. 5. Avendo seco peota-
tu che modo tener «lovessi* , se n' andò a
convenevole ora .lUa chioa. Crcnuhett
d' Ami:r. 252. Ragionalo i«q>ra le 1 hie»te
quanto accadeva, e voluto da lui sapere
che modo terrebbe a darci la possessione
bbera di l'i%a. Cas. leti. Ij). Avendo lo-
dato ec. il nobii modo ce. che aveva te-
nuto uè* suoi ragionamenti con f Illustris-
sima Signoru di Venezia.
§. Tenere a modo, volt Constrs-nrt ccn
diligenza.
TENERE MORTO. Parlandosi di da-
naro, o simile, vale ^S'on lo trafficare ,
J\'oa rilramr utile. .Segner. Mann. Gin-
gn. 2. 3. Il loro ddelto era qui non s<>Im
arricchire, ma tesoreggiare insaiiabilinenlc
ec., Icncodo morto nelle casse il danaro.
* fìiion. Fier. 2. 4- •' "^ " ""*• IcDcr
i tuoi danar più morti. fC)
* §. 7frtfr.fi morto, vale Rimatttt
vinto e confuso. Es. Fav. T. Bice. 77
Lo lupo si tenne morto, e non seppe rb«
si dire. (C)
T E N
TKNERE NASCOSO. Cehrc. ^.<con.
*«. L.l.a-A.re.Gr. c^T.'fi^TTe.v.i/occ.
Conci. IO. Esse, per non logannare al-
cun, persona, tnue n.lla ..,.„.e portan
Lgnal^o nU.U« che esse . .n,™ .lai loro
„.L nascoso tengono. I. "°''-. '«V^";
Madonna, ninna allra cosa m. v. ha fatto
tenere il mio amor nascoso, ec.
TENERE OBBLIGO. Fssere obhliga-
to *' ; me. .Mari. leti, t he voi ne g.t-
tiate la colpa nella signora principessa .
olire che mi pare uBi.io non giuslo. ne
degno degli oLUi.lii, die tone.e a quella
signora, non potete essere credu o da me.
che conosco la honta di lei. (tj
TENERE OFEKA Operare, Far diU-
Bcnza. Lai. sludcre.opfrnrì. Gr. «ttouok-
^"tENERE OPINIONE. Avere opinione,
Creden, Slimare. Lai. cpinnri. Or. lOfU-
iZ i helc. ìit. Colon,!,. 64. Io len-
ìò questa opinione, che le yirtudi sono
ianeale, perche i mancalo .1 parlare di
Dio. (Ci . , .7.^
* S \el anni senso dices, anche te-
nere ìer'opinione. Belc. Ut. Colo.nb. 294.
Girolamo teneva per opinione che per la
olbedicnta d' Andrea Dio avesse manda-
to quel vino. ftV
TENEl-.E ORDl.NE. Q«n.<i lo stes.o
che Tener modo. * rocc. g. I. n. i.
Tenne siniigliante ordine ne suordiscen-
denli, e cosi lece, come fallo avea U
suo predecessore. fV) ,, ,
R ; ale anche Procarare che allr, slia
in ordinanza. G. V. g. IO. 3.. Non te-
nendo ordine di schiere ec, s afironla-
ro co' oiniici.
TE.NERE OSTERl'A. Far l osteria.
Esercitare l'arte dell' oste.
^ « TENERE PASCACCIA DE fat-
ti' D' ALCUNO. Sindacare puhbltcamcn-
,e le n-Joni d'alcuno. Alteg. 121- Che
Ih si lieo pancaccia. e si tien loggia De
fatU d- altri , e queir e più valente , Che
nel dir mal d' ognun si sbraca , e sfog-
^' TE-NERE PARLAMENTO. Trnttnre,
Parlare, Kagionare ,l' oleina cosa. Lai.
tractare, lo,,,.i, consaltare. ^'J'P'/;'/^-
ani' ' A- Li baroni e cavalieri ne ten-
nero grande parlamento, e lutla la cor-
te sonava della dispensagione di questo
"'% Varch. Ercol. 5o. Dieesi ancora le-
„er parlamento, cioè favellare a ddun-
6"
T E N
* TENER PER COSTANTISSIMO.
Jxer percertissi,no. Segner. Mann. Die.
5 3. Tieni per costantissimo che 1' ot-
"tENERE PER FEDE. Credere per fede.
Lat fide tenere. Gr. ziareilsiv. Dani.
Par.' 2. Li si vedrà ciò che tenem per
^' «t TENERE PER FERMO , 0 PER
LO FERMO. Avere per certo. Credere
certamente. Lai. Pro compcrlo hahcc.
Gr. «Vp.^w? :'<òsv«i. * Ir. Ciord. l.en.
83. Sono sapiiutissimi ed ammaestrali, e
tulio di apparano, ma non cose natura-
li questo tieni lu per lo fermo, r/'ej /'OCC.
noi' 26 5. Si per fermo da tulli si te-
I neva, che. non eh' altri, ec. Din. Comp.
2 il. Tenete per fermo, che se il no-
Siro Signore non ha cuore di vendicare
il mislallo a vostro modo , fateci levare
la testa.
T E N
i5o9
F,r. .ts. ()9- Per 1» 'F^' eai^
TENERE PARTE. Aver parte, Pnr-
lecìpa're. o simili. * Fav. Esop. 112.
Lo giudice messere scim.o era favorev^,-
le perchè teneva parie a suoi furti (l )
TENERE PATTO. Osservare ,1 pal-
le Mantener la promessa. Lai. prom,s-
.,is stare. Gr. T'V; ^'JO'^f.l'St'i ^-•--
Jjiv. Dant. Inf. 21. Sicch 10 lemelU non
tenesser patto.
TENERE PEGNO. Essere assicuralo
"TElfERE PER ALCUNO. Esser dalla
sua parte. Seguir la sua fortuna, Aiu-
""tENEBE per ARIA. Tenere sospeso
in aria. ,
g. Figuratam. vale Tenere irresoluto,
dubbioso.
TENERE PER CERTO. Credere con
eeruzza. . ^ ,
8 Tener per certissimo, m'e ( rertc-
« >on erandissima, 0 indubitata certez-
za. Ambr. Co/, prol. Cosa graUss.ma
GU sari fatta , che tien per certissimo
Ch'imparerà da loro. „, .,^,,„r,
TENER PER CONTO D ALCUNO.
Ave,^ checchessia per conteggiarlo con
esso lui
. .'.'. ^;f- ' .,
noi deliberammo che costui fosse il pri-
mo fedito , tenendo per fermo che , ap-
piccando la baltagbacon un solo, noi
non avremmo diflìcollà.
:;: TENERE PER INDUBITATO. A-
vcr per certo. Seizner. Mann. Apr. 21.
3 Tieni per indubilalo, che tal è sem-
pre il nostro corpo, se veggasi far carei-
"'/ TENERE PER INFALLIBILE. A-
ver per certo. Sesner. Mann. Agost. 10.
5. ^Ia se pui> farlo, tieni dunque per in-
flUiliile che lo fava. iF)
TENERE PER ISTIMA. Avere ap-
presso di s'è alcuna cosa per Jarne buo-
na, e renderne la stima pattuita.
TENERE PER NlENTli. Pisprezzare.
Lat pnrvipcndcre, spernere. Gr. oUyu-
p-r^. Albert. 2. 1. Tenendo per mente
la ricchezza degli avversarii, ec.
TENERE PER SICURO. Avere certa
opinione. Tener per certo.
•+ * TENERE PEI! UNA VIA. Andar
per quella. Cavale. Specch. Cr. 111.
I Chi ha tenuto per allra via, e male ca-
' iiilato. (l'I
TENERE PIEDE. Aver piede, Lsser
ben piantato.
:■.: S 2ener pie terra, vale Toccar
terra lasc. Gelos. 4. 12. Mi disse per
parte vostra, che tosto andassi cosli ec,
E con lama furia, vedete, che non mi
lasciava tener pie terra; tanto che a la-
tica ebbi agio di tor questo fazzolet-
to. (I )
TENERE PORTA. Aon lasciar passa-
re Frane. Sacch. nov. 2- Comandando
a tutti gli altri, che quando ser Hazzco
volesse venire a lui, giammai porla non
oli fosse tenuta ='.= 6'ioo. Geli. Ilt..'llj.
iql Promclleva non solamente dar quel-
la lerra al Papa, ma ammazzare ancora
scelleralaraenlc di sua mano Alfonso al
quale non gli era mai lenulo porta. (CJ
* TENERE PORTIERA. Impedire
l'entrata. Segner. laneg. di tutti i Sali-
li Riuovò sempre tal adito nella reg-
gia, che non gli era ma. tenuta porlie-
"V'VeNERE POSTA FERMA. Avere
dimora slabile. F. POSTA, g.XVIILfO
TENERE PRATICA. Praticare, I rat-
lare. Lat. agere. Gr. cuvo'.«T.5i^;'V /*£-
Ti -IVO?. Conichelt. d'Amar. 253. l,on
Gabbriello teneva pratica papa Benedet-
to d- andare a stare a Pisa. Dav. Scism.
42. A lui né suoi agenti niuno scrives-
se, ne tenesse pratica.
TENERE PRESSO. Aver vicino. Lat.
bere. Gr. !. St-^p.oU ?X"' '=• '' '°-
7 o. In quello castello fu lenulo corle-
seniente prigione. Segner. Fred. 2. b.
Tenne Faraone lungamente prigioni in
fondo di torre due suoi prima amatissi-
mi famigliari. „„, », ^,1.
* TENERE PROTEZIONE D ALCU-
NO, l'rotetigere alcuno. Bed. leti. 0-|.
Spero ec. che la houli di VS quando
alle volte si troverà in Siena abbia a te-
ner prolezione del mio nipote e favorir-
lo. fC) -
TENERE PULITO. rii.!(orfire, o ton-
servarc eoa In Ila pulitezza. Segr. Fior.
Mandr. 5. 1. Mutai un velo ad una
Madonna che fa miracoli. Quante volte
ho io dello a questi frali, che la tenga-
no pulita? e si maravigliano poi, se la
divozione manca.
TENERK RAGIONAMENTO. Fagio-
nare. Ilocc. nov. 21. l5. Prima tenne-
ro rasionamenlo insieme di doverle accu-
sare * Con. Morell. 36l. Nondimeno
a tulli i priorati seguenti se ne tenne
ragionamento. (C) iti
S E Tener ragionamento, vale imi-
tare. Praticare, Negoziare. Cronichelt.
d' Amar. 254. Il Signore di Padova ec,
vedute le novità di Pisa, e 1 ragiona-
menti che si tenevano, ruppe il ragiona-
mento dell'accordo. o.rin
TENERE RAGIONE, o LA RAGIO-
NE. Amministrar giustizia. Lai. ins di-
cere. Bocc. nov. -,5. Ut- Tre giovani
trageon le brache ad un gmd.ce Marchi-
giano in Firenze , menlrechè egU essen-
do al banco teneva ragione. G. f . IO-
I. 3. Albergò nel palagio del Comune
di costa alla Badia ove solca slare la
Podestà, e si lenea r.igione. E li- 1- t-
Al palagio del Comune, ove isla la Po-
dcslV sali nella corte di sotto, dove si
Itene la ragione, braccia sei.
:■; § 1 Tener ragione ad uno, vate
Fargli' ragione, giustizia ; che dicesi an-
che Far diritto ad alcuno. Flt. S. Lu-
een 383. Signore, tiemm. ragione, pcroc-
fh'io sono stala presso che viluperata
da un giovane, ec. FU. SS. Pad. ■>..
246. Gli si gillò a" p
iiedi, e
disse : Tiem-
habere. Cr. i-fl'ii'-X-'-
prone iiaiKrr. k,,. -//"-a.- ; .
S Tenere presso di se. vale Avere m
suo dominio, in sua balia, sotlo la sua
""tenere prigione, oPRECIONE.
Tìilenere in carcert. Lat. m "rrcrc ha-
m. ragione. Padre, e fammi gmstizia del
mio genero, (l)
8 II Tener ragione, per Tener con-
to Bocc. nov. 70.^1. Va, sciocco, non
dubitare, che di qua non si tiene ragio-
ne alcuna delle comari.
R III Tener ragione , vale ancne
Scrivere i conti al libro. 1.^1. in ralio-
nes con/erre. Gr. £^.y.o».f eiv , Ì-O'/^C,--
tjJKi. Gfl/n(. 40. Di ciò fanno arte e
mercalanzia, e tengonne libro e ragione.
TENEllE REGOLA. Osservar rego-
" :■-■ TENERE RIDERE. Secondare ri-
dendo il' ridere degli altri. Frane. Sac-
ch nov 64 Tulli quelli dattorno scop-
piavano delle risa: Agnolo non tenea ri-
dere, perocché si Senna dare . maggior
colpi del mondo negli arcioni. (U
l S. iYon lener ridere, vale ?.on pò-
ter rìdere. Frane. Sacch. nov. 160. In-
torno intorno per le botteghe era ulta
a eente fuggila , e la maggior p^tte ri-
do a'L a' tavernai non tenea nde„
(pecchi erano siali danneggiati . Cbe^
tramenìi si direbbe, soggiungono i Drp^
Decam. a questo passo, non gli sen
.'a cuore, o avea Coglia, «pensiero di ri-
■^"tInER^ RITTO, f»-- e/,e -/<--. ^'t..
"tenere SANO. Consertare m sa-
^ ""tenere SCOPERTO. ISon coprire,
r:,,. che altri non cuopra.
^r TENERE SECO. Far dimorar, ap.
l5io
T E N
presso dt se. Avere unito con s'è . Lat.
secum tenere, retinere. Gr. XKTÌx--t/.
Bocc. nov. l6. II. OiTeiendolc ec. tlise-
co tenerla in ([ul-Uo onoro , die sua so-
rella. 0\'uì. Piai. ()0. Questo mio sangue
sparto nella mia camicìj tiene seco le for-
te d' amore. Serm. S. Agost. 10- Bealo
colui che seco ti tiene.
TENERE SEGRETO. T<on parlare ,
fion discorrere , Aon ridire ad alcuno.
Bocc. nov. 28- 9- Turche a voi dea il
cuore di segreto tenere ciò rhe io vi ra-
gionerò, l^ass. l5i. Sopra tutte le cose
attenda il confcASore di tenere segrete e
celate le cose eh' egli ode in confessione.
Cecch. Inc. 2. 3. Ma tenetemi Segreto ciò
ch'io vi dirò, lardi. Ureo!. 252. Se voi
non favellale altrimcnle, io il vi terrò se-
greto, ancoracliè non mi ponghiate cre-
denza.
§. Tener segreti i handij vale Sascon'
dere le cose pubbliche. Lat. silentio pre-
mere nu(v in ore omnium sunt. Gr. p'fi~<JL
ùi; tÀndppurx /pjTrrsiv. Fir. Tnn. 2.
3. Tu mi lien Iiene più pura ch'io non
credeva; tu vorrai tenere a mano a ma-
no segreti i bandi .
TENERE SERVITÙ*, .^/fer^ert/i al suo
servizio.
§. Tener sen'iln con alcuno, vale A-
ver conoscenza^ 0 familiarità con es.to lui.
TENERE SICURO. Avere openione
certa. Stare sicuro.
TF-NERE SlGNORl'A. f^ssere signore.
Possedere signoria. ^ lìocc. nov. 27. ^!\.
Se n'andò alla Signoria, e in segreto ad
un cavaliere , che quella tenea > disse
ec. (V)
TENERE SILENZIO. Tacere. 'Lai. .ù-
Icrc , tacere. Gr. sc/xv, ijiwttkv. Coli.
Ah. Isaac , 8. La discrezione dimostra
allo intelletto dell'anima, che tenga si-
lenzio. Gr. S. Gir. 20. Lu ventesimo gra-
do di questa santa scala si è tenere silen-
zio. /'- appresso : Tale può tenere sden-
xio dalla nona per infino a vespro.
# §. Tenere silenzio ad uno, vale Non
favellare ad uno . ì'il. S. Gir. 5g. lo
.<iono ammutolato, e tengo silenzio a tutti
loro. (C)
# TENERE SINGOLARITÀ'. Esser,
o Rendersi singolare. Beh. J'it. Colomh.
67. Quando glien* era posta innanzi, per
non tenere singolarità, si fingeva prender-
ne come gli altri. (C)
TENERE SODO. Lo stesso che Te-
ucre duro.
TENERE SOLDATI. Aver milisia ^
Slare armato. Stipendiar soldati.
:'^ TENERE SOMIGLIANZA. Aver
somiglianza . Car. Long. Sof. 3. Una
folta maccliia di pruni d' cllcra e di vi-
lucchi in modo da ogni hatida avvinchiata
e tessuta, che d' una deserta capanna te-
jieva somiglianza. (M)
TENERE SOPRA. Avere in luogo su-
pcriore. Tener dalla parte superiorej con-
trario di Tener .totlo .
§. Tener sopra di sé, vale Avere per
suo conto , a suo conto , a posta sua.
TENERE SOSPESO . Sollevare da
terra .
§. Figuratam. vale Fare stare in duh-
hio, o in attenzione. Lat. suspensum ha-
here. Gr. cv ot:to^oi; ifpi^rtìv Ttv«. /hrc.
nov. I. 28. Puichli ter Ciappelletto, pia-
gnendo, eblir un grandissimo pruo tenuto
il frate così sospeso , egli gitlo un gran
tospiro. Pani. Par. 20. Per Don tenermi
in ammirar sospeso.
TENERE SOSPETTO. Sospettare,
F.sser .sospettoso . Lai. suspicarì . Gr.
U7to:rTCJCtV . Fr. Gìord. Pred. /?. Te-
nendo sospetto eh* egli volesse ingannar-
la. /*.' appresso: Non in vano avea tenuto
botpcito di lui.
T E 5
TENERE SOTTO. Tener nella parU
inferiore .
§. I. Tenere sotto, vale anche Depri-
mere, Abbassare. Cecch. Stiav. ^. 3. E*
si par ben , eh' e' non chiamaron uoi , E
che e' vollon tenerci sotto sotto . Salvìn.
Disc. I. ^25. Il quale (Burro) di con-
certo con Seneca cospirava a tener sotto,
come si dice , Nerone , e a governare la
sua gioventù.
^ g. II. Tener sotto chiave, vale Te-
ner celato, segreto. Car. lett. ined. I.
259. Questa pratica per V amor di Dio
tenetela sotto chiave , che cosi domanda
chi ve la fa intendere; perche risapendosi.
egli perderebbe la credenza, e voi sareste
mali! avvisati. (C)
%. in. Tener sotto di sé, vale Avere
in sua potestà , o in suo dominio , CirC.
Geli. 5. i35. Niente di manco ci tenete
sempre sotto di voi.
§. IV. Tener sotto i piedi, vale Depri-
mere, Calcare s e figuratam. Dominare.
Boez. G. S- 16. Qualunque sia con l'a-
nimo composto, Tien sotto i piedi il su-
perbo fato.
* TENERE SPERANZA . Sperare .
Ott. Com. Inf. 4. 46- Poi tennero (li Gre-
ci } continova speranza di vincere . Car.
Itti. Pam. j. 35. E tengo speranza con-
forme a quella di VS. Reverendi», che le
cose debbano pigliar qualche buon aspet-
to. F 52. Lo riceva per un segno di buona
disposizione di sua .vantit'a verso di lei, e
ne tenga maggiore speranza nelle occor-
renze da venire. (Cj
TENERE STILE. Costumare, Aver
modo di procedere . Lat. soletv, .lolitum
tsse . Cron. Mordi. 261. Tenendo que-
sto stile, non potrai essere di troppo in-
gannato . I£ 282. Tenendo questo o mi-
gliore stile , tu verrai a purgare lo sto-
maco ovvero il corpo tutto per modo ,
che la corruzione ilelF aria non troverà
materia da appiccarci.
TENEHE STRADA, f.o slesso che
Tener via . Lai. iter tenere , l'irg. Ar.
Pur. 1. 3l. Altra ventura al buon Ri-
naldo accade, Che da costui tcaca diver-
se strade .
TENERE STRETTO. Serrare, o Fare
che altri stia serrato . Dant. Purg. 19.
Cosi giustizia qui sUctli ne tiene , No'
piedi e nelle man legati e presi . F 25.
Per questo loco Si vuol tenere agli occhi
stretto il freno.
§. I. Tenere stivtto, vale anche Stri-
gnere colle mani. Bocc. nov. 3l. 26. Ri-
volta sopra la coppa, la quale stretta te-
neva , il cuor riguardando, disse.
§. II. Tenere stretto, vale altresì Te-
nere accosto . Bocc. nov. ^3. 5. Tenen-
dogli lì sproni stretti al corpo ce, il ron-
zino ce. ne la portava.
§. III. Tenere stirilo, vale anche Fs'
je/r assegnato, ICsser soverchiamente cco^
nomo .
§. IV. Tenere stretta la Itorsa, vale lo
stesso, fiocc. nov. 8. 3. In onorare altrui
teneva la borsa stretta.
g. V. Tenere stretto alcuno , vale an-
che Guartiario con diligenza. Averne gran
cura. Lat. sollicite .tertare. Gr. -rxupOLTr,-
pùi. liocc. nov. 65. ^. Tanta guardia ne
prrndea , o si stretta la tenra , che (orso
ce. Cron. Morell . 17. Tcnnclo il pa-
dre molto stretto , perocché era molto di-
verso .
TENERE SU. Sollevare, Innnlzart j
contrario di Tener giù . Lat. e.itollere ,
attollere. Gr. i:ttt(p%iv.
TI NERE SULLA FUNE, SULLA
CORDA , e simili. Tener sospe.iO, ì^arr
altrui pena Cali' indugio ■ Lai. spe tor-
quere , suspensum tenere . Sen . tìen .
f'aixh. ]. 1. Fgli erra sr alcnuo spera
T E N
colui doTerlo o aiutare , o amare , o ri-
munerare , cui egli ha stancato col pro-
mettergli d'oggi io domane, e tenuto in
sulla fune col farlo aspettare di di in di
lungamente. J'arch. Suoc. 3. 6. Su, che
e* èT di' su; spacciatene per 1' amor di
Dio , e non mi far tanto storiare : tu mi
tieni in sulla fune. Buon. Pier. 2. 4- ^8.
Il voglio un po' tenere in sulla corda. }faim.
12. 4?- Dite, non ci tenete suUa corda.
TENERE SULLA GRUCCIA. Tenere
sospeso. Lat. aliquem suspensum deline-
re . Gr. a-i3£T»j;i!vov «Kte^eiv tivk •
Fir. nov. 8. 299. Tenutigli un pczio sul-
la gruccia, disse loro. F Trin. 3. 2.
Guarda chi m' ha tenuto in sulla gruccia.
§. Talora vale anche Uccellare . Lat-
illudere alieni . Gr. EjrevTpuyàv Tìvc -
Parch. Ercol. 5^. Dicesi ancora tenere a
loggia , gabbarsi d* alcuno ce. , mandare
ali* uccellatoio , e medesimamente tenere
alcuno sulla gruccia, dalle civette, le quali
in sulle gruccie si tengono,
TENERE SULLA MOSTRA, 0 IN
SULLA MOSTRA. Lo stesso che Tene-
re a mostra. Lat. prò exemplo ostendere.
Buon. Pier. I. 3. a. Vedrete uno spe-
ziai , che 'n sulla mostra Tico bea co-
perto
di dij
ipro.
TENERE TERRA TERRA. Fare sta-
re al basso. Non lasciar surgere.
TENERE TRA DUE. Tener sospeso, o
in dubbio. Lat. in utramque partem ver-
sare. Petr. son, 1)9. Ma pur, come suol
far, tra due mi tiene.
TENERE TRANQUILLO. Tranquil-
lare, Far che sia tranquillità.
TENERE TRATTATO. Aver pratica,
intelligenza. G. 1'. 8- 63. 1. Favorava i
Fiamminghi suoi rubelli, e tenea trattato
col re Alberto d' Alamagna . Bocc. nov.
17. 43. Avea tenuto trattato con Basano
re di Cappaducia v P. g. l\. n. 4- Con
lei certi trattati tenendo , da doversi , se
la fortuna conceduto 1' avesse , vedere e
toccare, (l)
* TENERE VELENO. F.sser i-eleno-
so. Pr. Giord. 287. E' si trovao ben le-
gni amari, e che legnun veleno, ec. Onde
i legni tegnon veleno; come si dice del
nasso , di che si fanno le balestre , che ■
legno velenoso. (P)
TENERE VIA. Tener cammino. An-
dar per via. Camminare. Lat. incedere,
ire. Gr. ^aoV?t«v. Ar. Pur. l!^. 88. Do-
manda a costei l'Angelo, che via Debba
teaer, sicché *1 sUcotio trove.
3 g. I. Tener via , vale Prendere i
mezzi necessarii, 0 adattati. Tener modo.
lìocc. nov. 3o. 6. Cominciò ec. a pensar
ctie via e die mudo egli «lovessc cun lei
tenere. F uov. 89. 6. A Salamone andava
per aver consìglio da lui , che via tener
dovesse con una sua moglie, più che altra
femmina ritrosa e perversa.
^ g. II. Tener mala via, vale Andar
fuori ddla buona strada . « Dant. inf.
17. Gridando il padre a lui : mala via
tieni m . (H)
# §. III. F metaf. vale Viver male.
Cavate. Vungil. iGo- Tu terrai malaria,
e farai mala 6nc. (ì) Fr. Giord. Pred.
Vcdià r uomo t figliuoli suoi tener mala
%ia, e dar»i ai prerati, (llr)
TENERE VIRTÙ' DI CIIECCUESSI A.
.ivcfx sirth, o Partecipare ddlr qualità
di essa. Cr. 8. 6. 3. La qual cvt\^ fatta,
r uva (he nascerà, Irrrìi la virtù di quella
rosa che Ga messa in essa.
TENERE VITA. Vivere. Lat. vi^-ere.
Gr. /Stou* - G. V. IO. 7. I. Tegncndo
\ìta ili aTullerio ed in lussuiia. ^ Pelr.
Vom, ili. pag. 12. ( Pmegia l5a7) Lu-
rio Quinto ce, ndutlu a |K>%cilà, abito
olirà 'I Tevere, lenendo vita priverà • eli
villano, {fìj
T E M
R 1. r^,»r ImOM vila. v„lv Vivcrt
san,.n..nU. e secondo i P"CC,U n.or^J.-^
Zibald. Ji-dr. Non tenevano ol..monle
buon» vita, ma »ncora cscnM.br.ss.ma
Tyu SS. yad. 2. 166. In veli, alate
Pea.co, buona, e vera t .luesU v.la, che
tu tieni, e la tua doltima. ,t;
§. II. Tener callWn vila , y«le •' •""'
contrario. ..
§. 111. Tener gran ..(«, T*'m« ' '»
cJalleresca. e sinùli. .ogUono JraUnrj.
con magnificenza , alla grande. Lat. ma
gniJicAifere. Din. Con.p. Aven.lo n.u a-
fo e cresciuto .1 r-1»»» • ' " ""' [ «""
vita.£occ.„o...5.i. 2. V.ta cavali rcsca
tenendo, continuamente m cani ed m uc-
celli 5' è dilettato. j j .),
* TEfiEliE VIVO, rarlandosi d, d..
naro. .-ale Farlo fra Ilare . Ben,: (e//
ru ì 6. .\ me basta che quc. danan vo.
me U lenghiate vivi, e mi guadagnmo qual-
'•■rTENERE. Acme s,.s,. Quella parte
dJla cosa, per la quale ella si tiene -n
manoj Manico j ma e ì . A . Lai. ma-
rt.ium.Gr.^«S.-.r<,.- /.■.'. Prende a
.nada per la punta, e rendcla al cavaliere
per lo tenere ./».r(. cap. A- Y,, """
spesso unta non prende lo tener della spa-
\ C I Tenere, vale anche Territorio,
Dlmìnioj ed è pure V. A.l.f 'errilo-
rium.^. Ott. Com. Inf. 25. 42.7- /«"
suo ridotto in una caverna m su >1 •o""'-
di monte aventino , tra la manna e Pallan-
tea, che e oggi ""ma- .'/ ,1 ,
\ S. II. Tenere, figuratam. ^nle anche
Potestà, Potere; ed i pure 1 A. R<m.
ant.P. .V. Re tnto.ì.. i;3.D.slretlom ha 1
amore in suo tenere, Ch' co non posso pen-
sare Altro, che bene amar queUa che
avanza Le altre di savere. Him. ani. Vani.
Ma,aa. r2. Poi lo dimanda lo gentd parlare
Della eiolosa che m" 'ave iu tenere ii
'8. E la spietata , che m" avea n tenere, 1
Più non mi donerà dolor doglioso. |
TENERELLO. Dim. di Tenero, l-it.
tenellus . Gr. «Tl/li; • Alam. Col. b.
120. Sé il tenere! suo germe sveglia ai-
fallo Dalle radici fuor.
+ 58 1. Tenerello ,fgiiralam. fa e
n poca età. Guid. G. 2. 3. Quale ardi-
re t'indusse, che tu coDsenlissi d fianco
della lenerella pulcella essere allato dello
strano uomo? l'ir. Pise. an. 79 Tutta-
via loroava a far 1' uova in queUa coluiii-
haia , dove mille volle V erano stati tulli
e mangiali 1 6gliuuli ancor tencrelli.
* e. II. E inforza di sust. » Jass.
Aminl. 2. I. Che vuoi tu far di questi
tenereUi , Che di molle lanugme Borite
Hanno appena le guanrie »! (Cj |
* TENERETO . liamo tenero di una
pianta . 7/and. ani. Legargli con tene-
reti di castagni , qucrciuoli , o altro le-
gname. (A) ,
TENERETTO. Tenerello .1.^^. tenel-
lus Gr. «rraX»; ■ Cr. 9. 68. 3. Allora
che a rominciamenlo della rugia.ia la lau-
dabile per sua suavila la tenerclta gt.inii-
eoa. ^lam. Colt. 2. ^9 Né caldo o g.e o
Al tenerello figlio oltraggio taccia, fforg/i.
Col. milil. 1\22. Sebbene ec. e si mostri
alcuna toIu un po' tenerello. non pertanto
non e , dico, da dispregiare (qui nel s,-
gnific. del § IX. rf. TENERO).
t J TENEREZZA . Qualità di co che
e tenero J contrario di Purezza. L='- '^-
neritudo, tenerilas. Gr. asaio-rn;. Pnl-
lad. Gena. 17. Credesi che quella cenere
proccuri tenerezza.
* S I Tenerezza, pigliasi anche per
reboLza . .. Coli. Ah. Isaac, cap 20.
La delta ■.irtude fa come la madre che in-
segna andare al fanciullo, la quale s. di-
lunga da lui, e poi chiama il figliuolo;
T E N
e quando egli vegnendo comincia a tre-
,„a,e per la tenerezza de piedi, ed e m
sul caflcrc, la madre corre , e portalo in
braccio". fO , «- / - ,"■«
g. II. Per mela/, .ale Piccola, 0 Co-
lane età . IU. S. Mnrgh. l^l. O vana
fanciuUa, abbi misericordia della lua tene-
rezza; consenù a me , o adora . mie Id-
dìi. Cren. Mordi. 2bfi- Avendo dall altra
parte rispetto alla tenerezza del giovane.
S n\ E figuratam. .ale /lffello,lom-
passione. Amore. L.-.I. ajeclus , miseri-
cordia. Boec. noe. 17- 'A- Da quello a-
more e da quella tenerezza , che 10 a lui
tenuta son di portare. moss.r ec. , m. U
feci palese . E no.. 98. 47- Tania fu a
tenerezza che nel cuor gli «"■>=?" '^
innocenza di questi due. /a//«d. A cam-
po tuo non soprappor ma. coltivatore a
te congiunto di parentado, o tenerezza d
amislade. / .(. i'^-. Pud. I.61. Lequ.^U
parole quelli udendo , commciarono_^ tulli
con mirabile tenerezza a piagnere. -.- òc-
gner. Seni. Oraz. 8. Ed ho avuto m ero
eran chiarezza di cognizione congiunta a
ienerczza ed a lagrime ancora p-u deU usa-
S IV. Pur figura lam. per Cura, l,e-
lo Hoec. no.. 77. Sg. In lui t'ingegna
di mclter tenerezza del tuo onore.
* 8 V. Tenerezza di moeenzn. leim.
dei Pittori. Dicesi di un tal piaceeole pie-
gamento delle parti del corpo nelle giun-
ture delle membra, non facendole rilte e
intirizzite se non do.e richiede il caso ,
come nelle gambe che reggono il corpo ,
le quali hanno a star ritte a guisa di co-
lonne : il torso parimente non islia diritto
. , „;,.d/.. i.inin o nitan
ma gin sempre , e pug
T E N
iSlI
;/ii tanto o quan
lo, se già nin ricercas.<e il contrario al-
tro pià principal obbligo. Baldin. Toc.
Dis. (Bl ^ I ,
TENER IN O . Dim. di Tenero. Lai.
tenellus, mollicellus . Gr. a.1ty.)oi . i-";
lae T 3. 5. 6. E 'n questa carne tu l
umiliasti, Crucifiggendo quel corpo lene-
rino. ;•>. As. 147. Godeva a vedere Ira
le più grosse penne alcune lenerme piume
ballare al suono d'una dolce aura che vi
spirava . Bern. Ori. 2. 8. iS- Orlando
dalla porla s' allontana , E mentre calca
r erba Icnerina , Vide posto nel mezzo
una fontana Di perle adorna , e d ogni
pietra fina. Ceech. Esali. Cr. 4. 7- E 1""
piccion ben colli e lenerini, l h avean 1
ossa di zucchero.
TENERISSIMAMENTE . Superi, di
Teneramente.
§. Per AP'ettaosissimamente. Piocc.no..
26. 25. Voltata la sua durezza in dolce
amore verso Ricciardo , tenerissimamente
da quel siorno innanzi l'amo. ìli. tnst.
E pero la raccomando loro tenerissima-
mente. E 1 il. Crisi. V. Allora quella
rallegrandosi, e gi'a tutta piena di letizia ,
e accesa dello Spirito Santo, si levo su,
e tenerissimamente l'abbracciò.
TENERISSDIO. Superi, di Tenero
Lai. tenerriinus. Gr. a;tKlwT«TO;. Guid.
fi Mia si stiacciava colle sue unghie la
sua tenerissima faccia frìoè, delicatissima,
'{lìovanissinia) .
P I-igiiratam . ,er Affl-Huosissimo .
Bocc. noe. 3l. 26. Ho verso me Uovalo
tenerissimo del mio padre 1' amore. -.= Bor-
gh. Col. Lat. 385. Paillglano e tenerissi-
mo de' Siciliani. (V) . .. t .
TENERITA'. FA. Tenentudine. l.^t.
teneritudo. Gr. «-y.)or>i = . -"'■ Aldobr.
P V 162 Questo medesimo opera U su-
„o' suo (della ruta), solo bevuto, e e
lenerifa sue frille nell'olio, e soprapposle
leioe. le sue lenere punte, o ciocche).
:J Fr. Ouilt. leti. 39. 89. Ve la tener-
li lua, u- meglio pelea commettere le mie
imposte, (f J
•1 TEKERITUDINF.. /'. A. Tenercz-
-a Lai. teneriliido. Cr. -iltaX^T»?. Cr.
A II 10. Conciossiacosaché in muno mo-
do paia approvar la ragion naturale per la
molla leneriludine della gemma.
TENERO. AdJ. Pi poca durezza, Llie
acconsente al tatto. Che tende al liquido.
Che agc.olmenle si comprime 0 cede. LM.
tener, mollis. Gr. tipr.t, a-«)2?- '«'''■■
canz. 28. 4- Qnalor tenera neve per li
colli Dal Sol percossa veggio di lontano,
f * g. 1. Tenero, aggiunto a nube, va-
le Tenue, Che ha pochi vapori. Dani.
Par. 12. Come si volgon per tenera nu-
be Du' archi paralleli e concolori , Quan-
do Giunone a sua ancella iube. (P )
■'.' 6. II. Tenero , aggiunto di Cova .
vale il contrario di Sodo. Lasc. rini. 2.
72. Le tenere (uova) son poi scipite e
g.ello: L'affogale e da ber son da min-
chione. (C) ^ ., ..
S. III. Tenero, per mctaf f>ovello ,
Giovane, Di poca età. Bocc. nov. 4. 10.
Avendo forse riguardo al grave peso del-
la sua dignilk, e alla tenera eia della gio-
vine. Pelr. canz. II. 5. Le donne lagri-
mose, e '1 vulgo inerme Della tenera e-
late J'it. S. Margh. l36. Molto mi con-
liislo , quando da cosi piccola e tenera
pulcella sono vinto.
g IV Pur per metafora vale Delica-
to. Lai. mollis, delicatus. Gr. ,zalax0 5 ,
-pu-j=.(,'c. Bocc. nov. 18. 8. Le quali
(forze d- Jmore) sono di tanta potenza,
che i fortissimi uomini, non che le tenere
donne, hanno gii molle volle vinti, e vin-
cono lutto il giorno. Pass. 10. Diccano
che non potrebbe sostenere 1' asprezza del-
l' ordine, conciossiacosaché fosse molto te-
nero, e morbidamente allevalo, lavale.
Specch. Cr. Comincia un poco a dolersi
- dispiacersi, ed esser meno tenero. /•-
Med. cuor. Il (Olente in ciò ha peggio
che l'uomo di bassa mano, che esi te-
nero per la superbia , che se ogni cosa
non hae a suo modo, si gli e grande cre-
pacuore. Ar. Cas.<. I. 3. Cbi crederla
che qui, dove é si splendida Corte, ove
sono si salanti giovani. Non si dovesse a
due fanciulle tenere Più che lalle trovar
mille recapili ? .
J §. V. /Incora per metnf. vale AffU-
tiioso. Lat. benevoliis. Gc.i^piMi.fiocc.^
nov. l5. 8. Esso maravigliandosi di cosi
lenere carezze, lutto stupefallo rispose. J:
niim. l3. Veggendo le tenere lagnme ,
gli abbracciali, e fli onesti baci , ebbe ciò,
che ella diceva, più che per vero. Boez.
G S Ci Perchè essendo nel glorioso fio-
re Di me felice e di mia giovanezza. Non
obliate del tenero amore ce.
? VI Per Zeloso, Curante. Lat. sin-
diosiis, sollicilus. Gr. ■j-r.^-ji'xUj.i-' ..Bocc.
nov. 6. I. Comeché mollo s ingegnasse
di parere santo e tenero amatore della cri-
stiana fede... urj Conci. .2. Da buon ze-
lo movendosi, lenere sono della mia la-
ma. Croii. Morell. 276. Acquistalo che
avrai gli amici, sarai savio con loro e co
parenti, con quelli però che t amano e l.
Lrvon; e sono teneri dello stalo tuo.
Stor. Aiolf La novella ne audo a ma-
donna Isabella, come il Re si armava, ed
ella corre, tenera del fratello.
g. VII. PC. ree„.WC,,e...e,^
5i:srr„:;iJ;o^,tnouch;era^.rop.
e 1 1,0 il vivere e dimorare con esso
fragili, che il vivere e i„„,acciarsi
loro ninna altra cosa e, che u ,
fra tanti ='^»'"*""V''„'"c/ie dà gelosia.
e vili Per Geloso, cni u" 5
g. vili, it, queste cose
-.'^u^.\l^^-h-^^'
sospetto, quanto la certezza
l5X2
T E N
T E N
T E 5
Amhr. Cof. I. 3. I casi degli stati sì son
teneri; Pistoo , liisogna f^irar largo acan-
ti, E Don si fidar troppo. •,• C'ar. lett.
2. 123. Considerando «juanlo le rose del-
le donne siano tenere, e come s' hanno
a governare per rìipetto de' parenti. (D)
g. IX. Figttratam. per ]\on con/èrma-
io. Non assodato, JVon istahilito. Lat. in-
Jìrmus, dehilis. G. /'. 9. 8o- 3. Essendo,
come è detto dinanzi , rinnovalo lo stato
in Firenze per la signoria del Conte di
Batlifulle ( ed era ancora molto tenero } ,
r. avendo la guerra di Pisa e Lucca^ non
erano in sicuro slato M. V. 3. ^o- H
Ite vedendo ancora il reame tenero sotto
la sua signoria, e il l'rovenzale baldanzo-
so, temeva di muovergli guerra. /•'(>. Triti.
3. 3. Dove le cose son tenere , ogni mi-
nima cosa è assai.
§. X. K Tenero, come Uomo tenero,
vale talora Credulo, Debole , Dolce di
sale.
§. XI. Tenero di calcaf^na, dicesi di Chi
-ti lascia Jacilmente svolgere. Salv. Gran-
eh. I. 2. Credi pure ce, Cbe noi siam
quasi tutte quante un poco Tcacrc di cal-
cagna.
§. XII. Tenero di checchessia, vale
Fresco, 0 Nuovo di quella cosa. Cirijf.
Calv. 4- 128. La qual, siccome tenera di
parto. Faceva ogni mattina il sonnellino.
■J- '.• §. XIII. Tenero, in forza di .*«-
si. parlandosi di cose, vale Quel clic è
molle, flessil'ile , cedevole, o simile. Cr.
Ci. 1- il. Il tenero dellr vette si purghi
diljgenlcmentr da' vermicelli con lo stro-
])Ìcciare e strignere delle mani e delle di-
la. (rj
u- S- XIV. F parlandosi di persona ,
vale Fanciullo, (Giovanetto. Ì)av. Vit. A-
^ic. 387. Ritrasselo da-IÌ errori giovani-
li ce. l'aver avuto, mollo tenero, per sua
stanza e srunla Marsdia ( Il lat. ha par-
vulus ) . (V)
TE.NEUONE . /iccrcscit. di Tenero,
r>av. Colt. 172. Facendo lor messe ( i
nesti ) in poclii di calosce e tenerone, che
si fiaccano per ogni poco.
TENEnOIlE. /'. ^. Tenerezza. Lat.
teneritudo. Gr arrai^r*;;. ^/. Aldohr.
Per lo tenerorc de' membri, che volentie-
ri si piegano e dirompono.
TENEnUCClO. T>tm. di Tenero. Lat.
lencllus. Gr. oiint-lo'^. Tratt. f(ov. fam.
Quella teneruccia mente si riempiè del
inondo- * l\ed. lett. 2. I77. Il lampre-
dotto del daino è vie più (;entde , tene-
luccio e saporoso di quello di qualsivoglia
altra hotiac.ia. [lì)
TENERUME. Sostanza bianca e pie-
ghevole, la quale sposto e unita all'è-
.itremitn degli ossi. Lat. cartilago. Gr.
VÓvòpOi- Mor. S. Greg. Il suo tenerume
e quasi piastre di ferro ; il tenerume ha
forza d'osso, niii non ha fortezza dell'os-
so, e per tanto il tenerume sut> è assomi-
glialo alle piastre di ferro. 1/. Afdoftr. P.
l\. 8(1. Ella gli fece (gli orecchi I di te-
nerume; che s'ella gli avesse latti di pu-
ra carne, si non potiehhero lungamente
avere rilenula la loro forma. Ai''. Son.
91. Che cavava il midollo d' un harlotto.
Ovvero il tenerume, a dir più retto ^f^»i
fguratam. ) .
§ . Per le Pipite tenere dfgli allteri.
t'r. 6. 68- I- Si prenda il tenerume del
lentischio, e si faccia hollire infìnrh}? sia
consumato 1' ardo. J^aol. Oros. Essendo
(Tcsciuta per tutta Alfrica smisurata mol-
titudine di grilli, e non solamenlr ogni
speranza di hiada , ma tutte l'erhe con
jMile delle radici, e le foglie degli ulheri
col tenerume do' rami avessero consuma-
lo, ma le cortecce, e aridi legni avessero
rosi.
TENERUZZO. Lo stesso che Teneruc-
ciò. Lat. lenellus. Gr. arrai^j. Vit. Cri-
si. Oggi sparse il sangue suo preziosissi-
mo, e fu tagliata la carne sua tencruzza.
TENESMO. Struggimento continuo d'
andare del corpo, accompagnato da usci ■
ta di poca muccosità tinta di sangue. Lat.
tenesmus. Gr. TSivesuo's. l'olg. Mes. Il
tenesmo è cagionato dalla ulcerazione del-
lo sfintere, o da qualche materia che pu-
gne, onde nasce uno frequente e vano de-
siderio d' andare a sella.
•f •? TEMA. Sorta di verme, che ha
il corpo schiacciato , e composto di arti'
coli insinuati l'uno nel/' altro j /iella te-
sta ha quattro boccucce , ed un doppio
giro di uncini. (A)
*t ''*" §■ Specie di pesce, di corpo as-
sai compresso, lungo da due a tre piedi.
Lat. tccnia Gr. tai'vtot. Hed. Oss. an. 12.
L'ho ben veduto molte volte ec. Del pe-
sce rondine, nel delfino ec, nella tenia ,
ec. {•)
TEMERE. Fu.<ito della balestra. ì'ed.
B.\LESTRA. '•? Lasc. Cigant. si. l5. E
sopra un gran tcnicr questo metteva- i lìr)
TEMMENTO. Il tenere. Sostegno. G.
ì'. ì'it. Maom. La della arca col suo
corpo sia sospesa in aria senza nullo altro
tenìmento.
•f g. I- Per Territorio , Tenuta, ri-
stretto. Liv. M. I Romani gli condanna-
ro in una parte di loro tenimenlo. Sen.
Pisi. j)0. Stenda i suoi lenimenti in di-
verse contrade, dicendo tulio essere di sua
possessione (il testo Aif. /i^i rura ) . ^ Te-
jseid. I. IO- Regnando dunque animosa
costei, Alle sue donne fé comandamento,
Cbe Greci, o Traci, o Sarmati, o Sabei ,
Uomini in somma nel suo lenimento >'on
lasciassono entrar, ec. (S/
§. IL Per 0''bligo. Lat- ohligatio. Gr.
ETi'Ji^t^. M. V. 3. 106. Se la compera
era licita, senza lenimento di restituzione.
Pass 5. Si dice penitcìizia , quasi pcrntv
tentio , cioè tenimenlo di pena , per la
quale si puniscono i mali che altri ha
fatto.
■\i TEMTOIO. Manico, Tenere, sust.
Salvin. llìad. In timone ben liscio il po-
ser giuso JVel primo pezzo , e al tcnitoìo
Miser l'anello. (A)
t TENITORE. Ferbal. mnsc. Che. o
Chi tiene. Lat. teiiens. Gr- rpxziÌ-i. Lib.
Astrol. Parleremo d* un* altra figura , la
quale si dice in Latino lenens habenns j
in Castellano ci tcncdor de tas rendas j
in Fiorentino il lenitor della redina. Guid.
G. Imperocché corrotta a guisa di putta-
na la tiene il suo tenitore.
TENITORO, e TEMTORIO. Con-
tenuto di dominio e di giurisdizione. Di-
stretto. La", territorinm. Gr. ol/pOi, XU-
pi'ov. G. /'. II. 89. 3. Il castello di Po-
scia e quello di Buggiano, e loro tenilo-
rii. M. /'. 7. 2'|. Acciocché non t* alTati-
chi tenendo sopra il Milanese, Piagenli-
no, ovvero Parmigiano tenilorìo. A' 1 1 .'\-
La quale è posta a otto miglia presso a
Tortona , e più altre castella e ville del
tenilorio di Pavia. Frane. Sacch. Op. div.
.'>5. Noi abbiamo famosa città con bellis-
simo tenilorio. /-.' nov. 228. E' fu già uno
Duca di Borgogna , Ìl quale si dispose ,
come spesso s' usa, andare per gran par-
te del suo tenilorio. '^ 3/. liin, rim. buri.
1. 197. S'io però, che mi sto qua giù
nel piano, E inai non esco del mio leni-
toro. Venissi costassi! , parriu pur strano, (fì)
Ar. Fur. 20 q. I cavalier doiiiaiidano ■
Guidone Com' lia sì pochi matclii il tu*
nitori». (FP)
•f * TE.MTURA. Tenimento , Soste-
gno. Salvia, f'ier. lìuon. |, f^. .^. Scallo
si dice della molla , quando ella scatta ,
cioè scappa dalla sua lemtura e prcisto-
nc- 'Aj
•j- TENORE, frf all'ani. TINORE .
Suggello, Contenuto, ììreve somma. Lat.
argttmentitm, summa. Gr. TTSeiOX'ì* C*
f. 9- 3^9- I. Ci^truccio gli mandò let-
tere, dicendo il tinore- Ovid. Pisi. 2O7.
Acciocché ella sappia heoe Ìl tenore àA
fallo, raccontale le parole. # Mor. S.
Greg. lett. Che, secondo che dimostra 3
tenore di questa pistola , io non fuggo il
vizio del mctacismo, DC la coofusione del
barbarismo. (C)
f g. I- Per Formay Maniera, Lat te-
nor. Gr. Tf o'tto;, fjy^^p.v.. Ott. Com. Inf.
^. 55. Elli dimoròe in quello medesimo
tenore di volto nelle prosperiladì , che nel-
le avversitadi. l.iv. M. Cinque constilali ,
li quali egli tulli arca menati per un ti-
nore. Oniel. S. Gio. Grisost. 264- Non
cesserò spessamente ricordare il teoore
della mia [iromissione.
^' %. II. Per Senso, Concetto. Vìi. S.
Dorot. i32. Allora Saprizio, non posseo-
dolo vincere , si diede contra Hi lui la
sentenzia in questo tenore. (F) Bus.
l83. Le lettere legge, che ìd questo te-
nore parlavano. /'," appresso: Messere An-
tonio risponde in questo tenore. (C)
*f^ g. 111. Tenore, va'e pure alcuna vol-
ta il Contesto, I' Andamento del discorso.
Ar. Fur. 27. 57. Gradasso non udì tutto
il tenore. Che disse : >on ro'darta a te,
né altrui; Tanto oro, tanto affanno, e tan-
ta gente Ci ho speso, che é ben mia de-
bitamente. (.M)
* g. IV. Per Sotizia, Contezza. Bocc.
JS'ìnf. Fies. st. 93. Il corpo suo ancor vi
sta nascoso, Che mai non se ne teppe al-
cun tenore, t/ìr}
X? g. V. Tenore, vale anche Direzio-
ne, I ia. Car. Fn. IO- 520. Alcanor suo
fratello nel cadere, Mentre le braccia al
tergo gli puntella, L'asta nel trapassare il
suo tenore Continuando, insanguinata e
elida La destra gli trafisse. (C)
g. VI. l'er Concerto, Armonia. Lat-
concentus. Gr. 5U^ywvi'a. Petr. cani. ^2.
[\. Me pastori appressasan , né bifolchi ,
Sia ^infe e Muse, a quel tenor cantan-
do. Cani. Cam. A9. Rare cose en nel
mondo, per le quali Non sìa misura ma-
sica e tenori.
g. VII. Fare il tenore, vate Accordar*
si neir armonia , Ks-sere in concerto. A-
lam. Colt. 1. 8. Ove il tristo lupino , u
l'umil veccia Fero a' venti tenor coi sec-
chi rami ( qui /ìguralam. ) . $ Car, Long.
Sof. rag. 1 . Queste f acque ì per le scheg-
giose cadute romoreggiando, e quelle f* au-
re y per i fronzuti pini fisclùando, facen-
dosi r une all'altre tenore, »* uniscono
instememente in una dilcltevolc conto*
nanza. (FP)
"t §• ^"'1*- Tenere il tenore, %ate Te-
nere il fermo, o .fecondare altrui nel par-
lare , o ne' motti, l^fafm. 6. 35. E tulli
quanti, in quei trastulli immersi. Si ten-
gono il tenor. sì vanno a' versi.
3 §. IX. Tenore, si dice anche Una
delle quattro parli della musica, eh' è
tra *l Contralto e 'l Passo. Lib. Son. 85-
Ma e' non si accorda ìl canto col tenore.
^ S ^ F Jiguratam. *• Frane. Saecfi.
nov. 225. Di che r a^ino per lo cardo
scontorcendosi e saltando, nell' andare fa*
era sonare Ìl cembalo, e alcun' ora con lo
ipetcKare li facea il tenore», fi'')
^- g. M. Tenore, dicesi anche la /Vr-
sona che canta in vocr di tenore. Belila ,
Ihsc. I. 199. Suona lutto il coro de^lì
strumenti iutieme, e dei mutici, sentite:
eccovi due soprani ad un tratto, reco che
si sente solo il lia\so, ecco il tenore • il
, basso insirnie (C)
^ TKNSA. Sorta di carro sacro, se-
cando gli antichi tlentili, destinato al Cul-
lo degli Dei. Lat thenta. Boss. Sì-et. Ftt.
T E N
Ces. Permise (Cesare) ec. d' avere nella
curia ec. uua settia (.1* oro; e d" avanti al
Tribunale, e nella pompa solenne dei
giuochi Circensi, la tensa e il ferculo ; e
che ìd suo onore fossero edificati tempii.
(IP)
TENSIONE. Disttndimento violento e
sforzato di checchessia^ benché si dica più
propriamente de' nervi. Cr. I. 5. 8. Av-
viene a lutti loro asma, tensione, cioè di-
stendimento di nervi ed epilessia. ^ Sal-
via. Pros. Tose. I. 170. Ancora la ten-
sione e la tcntlenta dell'animo nell'og-
getto dell' amato studio, e de' diletti e fa-
voriti cscrcisii, fe vacauia. (B)
TENTA. Sottilp instrumento, col qua-
le il cerusico conosce la profondità della
ferita. Lat. specillum. Cunt. Cam. 60.
Bassi una tenta, eh' è un terzo lunga,
Spuntata, acciocché dentro non lo punga.
£ appresso: Che si potria d' altra cosa
imbrattare La tenta , e Cassi male al po-
veretto. * Red. lett. I. no. Dico a V.
S., che nel fondo della cavità interna del-
l' utero, non sono se non due soli forami
aperti, per li quali si possa introdurre uno
itile, o una tenta- (T'J
§. Per sintilit. wi/e Tenlalii-o. J'arck.
Stor. 1!^. l quali dubitando ancor essi
che questa non fusse una tenta, ec.
* TENTABILE. Jdd. Che si può ten-
tare. Che si può provare. Magai. Lclt. (A)
* TENTAGIONK. /'. .4. Tentazione.
Vit. SS. Pad. 1. 238. Quasi obumbran-
doglisi il cuore , non si curava di questa
infermità e tentagionc medicare. (J'j
TENTAMENTO. Tentazione. Lat. ten-
tatio. Gr. TTSi^aT/Jo'^. Amm. Ani. 25.
10. 3. Tentamenti sono de' cherici Io spes-
so andare a femmine. M. /'. I. 76. Ma
invano s* affaticava con questi tentamenti.
* §. Per Tenlatiio. Bemh. Stor. 3.
^1. Conciossia cosa che da quella una
(rocca) tutte le pruove e tentamenti ma-
rittimi de' Pisani ce grandemente s' im-
pedivano. E 5. 6x. Couosccmlo la fortuna
essere a tutte -le voglie e tentamenti dei
nostri avversaria ed inimica, (f^j
TENTANTE. Che tenta. Lat. tenians
Or. TTSiCa^wv. /.//». Am. SÌ truova con
femmina non conoscente , o con meretii-
ee , a tempo dì tentante lussuria. Amet.
85. Onde io più volte stalo presso alle
sordide mani , tentanti ogni cespuglio ,
spesse fiate m' immaginai co' miei mem-
liri compiere la sua rabbiosa fame.
TENTARE . Far prova » Cimentare >
Sperimentare} e si usa in signiftc. att. e
neutr. Lat. tentare, experiri , periculum
facere . Gr. itiipK-J . /iocc. nov. l5. 36.
Tentò più volte e col capo e colle spalle,
se alzare potesse il coperchio. E nov. lo.
28. Si dispose a voler teotare, come quel-
lo potesse osservare, il che promesso avca.
E nov. 38. 12. Prese consiglio di volere
in altrui persona tentar quello che il ma-
rito dicesse dì farne- E nov~ 69. 6. Du-
bitò non la donna ciò facesse dirgli per
tentarlo. E nov. g5. 5. Pur seco propose
di voler tentare quantunque fare se ne
potesse . E nov. 99. 48. Tempo parve a
messev Torcilo di volerla tentare , se di
lui si ricordasse . Petr* son. 20!\. Tenta
S*^ forse ancor tempo sarebbe Da scemar
nostro duol, che infin qui crebbe. Alam.
air. 17. 3l. Io pensai ben; ma creder
non polea Ch' ei volesse tentar sì gran
periglio . * Cuicc. Sfor. 4 85. E oggi
uscito di prigione temerà ancora delle ar-
mi vostre ; né avrà più ardire di tentare
la vostra fortuna. (L)
3 §. l. Tentare, per Toccar leggier-
mente alcuna cosa tastandola , per chia-
rirsi di qualche dubbio che s' abbia in-
torno ad essa . Vant. Inf. 24. Ma tenta
pria s' è tal, eh' ella li reggia. Bocc nov.
Vocabolario Tom. II.
TEN
17. 9. E or r una e or l'altra, dopo mollo
chiamare , tentando , poche ve ne trovò ,
che avessero senlimenlo.
§. 11. Per Toccar leggiermente , 0 per
Far volgere altrui a .*è, 0 per Avvertir-
lo, quasi con cenno, di checchessìa. Lat.
fodicare. Gr. vuTTStv. Bocc. nov. 38. 12-
Stesa oltre la mano> acciocché si sveglias-
se , il cominciò a tentare ; e toccandolo ,
il trovò come ghiaccio freddo. Dant. Inf.
12. Poi mi tentò , e disse : quegli è Nesso,
Che morì per la bella D ianira . E 27.
Quando '1 mio Duca mi tentò di costa.
§. 111. Per Toccare, o Biconoscer col-
la tenta . Cant. Cani. 4''^4' ^*^' l^""'' ^'''
biamo, e di quante ragioni Si possa ado-
perare, ec. Questi son per tentare, Quest'
altri a trapanar.
f 'ì* g. IV. Tentar le corde di un in-
strumento da suono, vale Sonarlo. Poliz.
st. 1. 69. E posta giù dagli omer la fa-
retra , Tenta le corde di tua bella ce-
tra. (Br)
^ §. V. Tentare il guado, fguratam.
vale Esplorare con diligenza ed accor-
tezza r animo altrui. " Amet. 12. Volle
con pietose parole ec. tentare il nuovo
guado ■>. (C)
t * §. VI. Tentare il fumé, 0 simi-
le , vale Riconoscerne la profondità* Ar.
Far. i. 25. Con un gran ramo d'albero
rimondo , Di che avea fallo una pertica
lunga , Tenta il fiume e ricerca sino al
fondo. (Br)
f §. VII. Per Importunare. Bocc. nov.
4l- 12. Più volte fece tentare Cipseo pa-
dre d' Efigenia, che lei per moglie gli do-
vesse dare.
f 3 g. Vili. Per Instigare al male,
ai peccato . Lat. tentare , instigat^ . Gr.
eirtztVTsrv, Trasop/jiKv. Pass. 58. Il dia-
volo lascia di tentare coloro i quali egli
pacificamente possiede . Coli. Ab. Isaac.
Ogni uomo che nnn è tentalo , non è
provato. ìli, SS Pad. l. 1^ Intenden-
do lo nimico dell' umana generazione in
Antonio tante vìrtudi, e tanta fama e glo-
ria, brigava molto, tentandolo, di ritrarnelo
da quello santo proponimento, v Scgner.
Mann. Giugn. l5. 2. Il diavolo non ha
da tentar costoro se non a una cosa sola,
a togliere quel danaro di mal guadagno .
A ritenerlo egli non bada tentarli, (l'}
V g- IX. E fguratam. Cercar di co-
noscere V animo altrui per bella guisa j
Tastare. Fior. It. 3oo. Per questa fidan-
za non ti volsi tastare ne tentare ne per
legati ne per ambasciatori, ma io in per-
sona volsi venire. (Cj
^' §. X. Tentare uno di superbia , o
simile , vale Insegarlo a divenir super-
bo, o simile. Fr. Giord. Gen. 220. Ebbe
il diavolo tanta superbia che tento Cristo;
che '1 tentò di superbia, e di vanagloria,
d'infedeltà e di gola. E 221. Tentollo d'
idolatria. ( Pe)
•'.- §. XI. Teninre P animo, vale Cer-
car per bel modo di scoprire il pensiero ,
o la volontà di alcuno. J^. AMMO , §.
LVUl. (C)
* g. XII. Tentare, vale anche Allet
tare. Cercar di corrompere la fede altrui.
u Tac. Dav. Stor. 4- 34o. Tentando con
ambasciate e promesse le legioni nella fe-
de ". (?•') E Ann. lib. 3. cap. l^2. Floro
seguitando l' impresa, tentò una banda di
cavalli Treviri ec. Pochi ne corruppe ,
gli altri stettero in fede (il lat. Ita pelli-
cere). (E)
* §. XIII. Per Esaminare. Dant. Par.
i!\. Tenta costui de' punti lievi e gravi ,
Come ti piace, inturno della fede. Per la
qua! tu su per lo mare andavi. (E)
si* g. XIV. // tentar non nuoce , ma-
niera proverò, che si dice per incoraggiar
altri , o se stc-iso a veder modo di otte
TEN
i5i3
nere , 0 riu.tcire in checchessia. Fir. Trin.
3. 5. Andate via : il tentar non nuoce ;
se non , penseremo a qualche altra co-
sa. (C)
* TENTARE. iVomc. Tentazione. Vit.
SS. Pad. I. 26. La loro malizia è partita
divisamente; che alcuni sono sopra '1 ten-
tare d'un vizio, ed alcuni d'un altro, ed
alquanti ce. (V)
•f * TENTATIVAMENTE. Avverò.
A modo di tentativo , Suggestivamente .
Car. part. 3. lett. l^. Il che penso farà,
o daddovero o tentativamente che se '1
faccia. (A) E lett. ined. 2. 68. L'ho vo-
luto far tentativamente come da me, per-
chè so che non ha per bene che mostriate
in modo alcuno di aspirare a questa gi-
ta. (S)
f TENTATIVO. Sust. Azione, me-
diante la quale si tenta, si fa prova di
riuscire in checchessia. Lat. conatus. Gr.
'nitptfL. Segner. Mann. Magg. 17. 2 Ogni
tentativo che il misero mai facesse, a fine
di recarsi seco neir altro mondo punto di
ciò che qui gode, sarebbe inutde. E Ot-
tob. i3. I- Se non giunse ad arrecargli
tali danni con 1* effetto riuscito vano , si
studiò almeno e s' ingegnò di arrecarglieli
col tentativo. * Bcllin. lett. fjom. ili. i.
246. Del resto vìverò ec. poco curando
gli altrui tentativi contro il dovere quan-
do ho dalla mia la ragione patrocinata e
mantenuta da chi comanda. (C)
3 TENTATO. Add. da Tentare. Bocc.
g. 5. f. 2. l'voglio che domane ec. infra
questi termini si ragioni, cioè di chi con
alcuno leggiadro motto tentato si riscotes-
se. -^ Guicc. Stor. 3. 98. Cosa di grande
artifizio, e invenzione { il puntone } j ma
che tentata, come fanno spesso simili mac-
chine, non succedette (cioèj posta in ope-
ra ). (L)
'r g. l. Per Incitato al male . " Mor.
S. Greg. 1 1 . 25. Puossi ancora questo
testo intendere in altro modo, se non vo-
gliamo che r uomo tentalo dica cosi »» (IV)
■f §. II. Esser tentato d'alcuna cosa,
vale Averne grandissima voglia , Essere
in procinto di farla- Bocc nov. ^. 4- E
tutto fu tentalo di farsi aprire . * Bern.
lett IO. La voleva pur con esso me , e
pure diceva; tanto che io fui tutto tentato
di dargli quel che andava cercando. (C)
* g III Tentato, inforza di sust.
per Prova , Cimento . Tuli. Amie. 44-
Questa si è usanza de' dottori Grechi, che
sia loro proposto il tentato, de) quale su-
bitamenle disputino. (C)
t TENTATORE, l'erbai, masc. Che,
0 Chi tenta. Lat. tentator. Gr. TTEtpajTi;'^.
Filoc. 5. 5l. Io non assalitor de'lor regni,
né tentatore della loro potenzia, ma fede-
lissimo e divoto servidore di tulli. Pass.
62. L' una si è, se noi consideriamo la
debilitade del nimico tentatore.
g. Per lo Diavolo. Lat. diabolits . Gr.
^la'So)©^. Vit. Crisi. D. Incontanente
venne lo tentatore , cioè il diavolo , per
voler sapere s* egli era figliuol di Dio .
Cavale. Med. cuor. Lo tentator ri fu; ma
che elli non mi vincesse , tu m' aiutasti .
Lo tentator non ci fu ; e eh' elli non ci
venisse , tu lo vietasti. Venne lo tentator
tenebroso in ispezie di buono Angelo; ma
eh' elli non m' ingannasse , tu m* allumi-
nasti eh' io il conoscessi. Venne lo tenta-
tore , e ferimmi '1 cuore ; ma eh* io non
potessi mettere in opera il peccato, tu m
impedisti, togliendomi '1 tempo e '1 luo-
go e l'opportunità del mal fare- Mor. S.
Greg. I. 3. Appresso è dato nelle mani
del tentatore. E altrove : Nella quale li-
cenzia il disiderio del tentatore ha ef-
fetto .
TENTATRICE . l'erba/, femm. Che
tenta . Scgner. Mann. Ottob. 26. 2. Il
190
I5i4
T E N
prtnfo studio dee da te porsi in difriidcrti
dalla carne, percioccbfc queita è una len-
tatrirc intestina, che non si diparte da te
ne pure un niomi^nto.
TE.NTAZIONCELLA. Dim. di Tenta-
zione. Tratt. segr. cos. dona. AHlilte dal-
la sete, sofirono continue iL-iitaziuncclla di
hcrc. K appresso: Tali tentazionccllc non
si lasciano vincere giammai , se non con
legrelezia grande.
TENTAZIONE. Il tentare ^ Pniova ,
Cimento. Lai. tentalio , Gr. ^tstpotff/^o's .
M. 7'- 5. 12. Manifesto fu a tulli eh* e'
parlava daddovero, e non per alcuna ten-
tazione .
§. Pvr istigazione diabolica. But. Ptirg.
8. 1 Tcntatioue è quando lo dimonio
cerca in che pccralo i'j;li possa far calie-
re r lionui, e quando c(^lÌ ha preso cspe*
rienza dell* uomo, e vede th' egli è meno
forte a contenersi in un peccato che in un
altro, ed egli gli da ec. Coli. SS. Pad.
Della quale talvolta eravamo toccati per
tentazione drl nimico, stando noi nelle nu-
slrc celle. G. /'. 12. 3. IO. Non ci la-
scia tentare olirà alla nostra po&sa , ma
rolla tentazione fa frutto. ì'it. SS. Pad.
1. 34' Se fos>e tentazione di nimico , in-
cnntanentc 6a sconfitto , vedendovi cosi
sicuri e arditi.
TENTELLAHE. K. J. Tinlinnif-e, Bi-
.\onarc, Scn. Prov. Questa Loce e tra 1'
altre magniBche cose del nostro Deme-
Irio^ e ancora suona e tcnlelta ne' miei
orecchi (il testo latino ha vilirare).
'JENTEiNNA. Diciamo Stare in ten-
tenne di Cosa che tentenni , barcolli , stia
male in piedi, o aicenni di cadere. Lai.
vacillare. Gr. ■nv.pv.fì placai. l''ir. .4s.
\g. Il letto, che da se medesimo, per es-
ser picciolo, e un i>iì> manco, stava in tcn-
tcnne ce, cascò per terra.
TENTENNAMENTO. // tentennare.
TENTENNANTE. Che tentenna. /Jaon.
f'icr . 3. l\. 2. Che 'nsi< me andando a
maua tentennanti Si dolgono ec.
TENTENNARE. Dimenare j e sì usa
in signijìc. att. e nentr. Lat. agitare,
commovere. Gr. cr'vaiei'siv. Patnfl'. 8. Sec-
caggine era ali* uscio a tentennare. Buon.
J'ier. 4- 2. 7. E rientrare , e tentennar
di teste. Malm. 5. Si. HaLhiosa il rapo
verso il cicl tentenna. Menz. Sat. 8. S' è
messo a tentennar presso un altare.
g. Diriamo Tentennare, o Tentennar-
la, per l'acillare. Titubare , o Aon an-
dar risoluto, 0 di buone gambe, a far
checchessia i che diremmo anche , ma in
modo più basso, Ninnarla , o Dimenarsi
nel manico. I,at. titubare, nutnrc. J ariii.
ìù-col. 55. Ogni volla che ad alcuno pa-
re aver ricevuto picciolo premio d' alcuna
sua fatica, o non vorreldie fare alcuna co-
sa , o dubita se la vuol fare o no , mo-
strando che egli la farclihe , se maggior
prezzo dato, o prome.s>o gli fosse, si ili-
ce : e' uicdiia, e" j>igola, e* miagola , e' la
li-Ila, e' tfiitcnna. /'ir. rim. Inni. 128.
Pel vo.'.tro tentennar, per vostro amore ,
Il tempo si divide tn metto e 'n quarti.
Tac, Dav. Ann. 12. l^^- ^i furono di
quelli che, prtitestando, se Cesare la trn-
(ennasse, d' andare a fargliele far per for-
la. usciron eh senato con furia. JC Stor.
1. 248. I Germ.ini ec. la lenleunaronn.
TENTENNATA . Tentennamento j e
vale anche Picchiata, Colpo. Lat. ictus.
Gr. TrXfi'/rl. Fir. /Is. l8.>. Ne resi o mai
cun un haston pica di nodi, eh' egli a\r:\
tra mano , di darmi all' usalo di klrane
tentennate, .\forg. 17. lOl. Diede ad Or>
landò nna gran tentennala. I asc, Pinz.
4- 13- E, non conoscendo . polrehhf* darvi
({ualrlie lentenn.ita, die voi non sareste
ntai pili hiiono.
TENTENNATO. Jdd. da Tentennare.
TEN
TENTENNATORE. Che fa tentenna-
re , o Che tentenna.
* TENTENNELLA . Term. de' Mu-
gnai. Quella parte della ruota del muli-
no, che muove la macine. (A)
4t §. Diconsi anche Tentennelle r/nelle
pCottole che tengono con corde certi pezzi
di ferro , i quali , quando non v' e più
grano nella tramoggia, cadono ^ ed avver-
tono il mugnaio. (A)
TENTENNINO. Uno di qne' nomi ,
co* quali dal volgo s* appella il Diavolo.
Pataff'. 6- E M diavol tentennino al buio
arriccia. Mor-g. ij). 71. Cb' eia per cerio
il diavol lenlennino. Malm. 3. 6cf. Costei
è quella strega maliarda, Che manda i ca-
vallucci a tentennino. Car. leti. 2. {^i. I
tentennini non desistevano però di doman-
dare quando si risponderehLc (qui per si-
mili t. f.
TENTENNI'O. Tentennamento, Il ten-
tennare. Menz. sai. 2. Perch" io m' accor-
go a un certo tenlenuio , Che gli orec-
chioni air asino stropiccio.
:? TE^TE^NO. Tentennamento. Car.
Long. Sof. rag. 4- '1 pancione ch'era ub-
briaco, e per ogni poco di tentenno bar-
collava, ce. si trovò per terra rovescio. (FP)
^ 2. Andare a tentenno, dicono 1 cal-
ciatori quando la sera di notte buia si
va alla caccia delV allodole con la /an-
terna da frugnolo, con una specie di rete
situata in un cenhio col manico lungo,
per coprire le allodole che sono in terra.
Bed. Voc. Ar (A)
•f * 1 ENTENNONACriO. Peggiorai,
di Tentennone. Magai, i.clt. fam. 2. .'li.
(Fir. 176;)) Andate a farvi mugnere, Icu-
tennonaccio che siete, salvo il rispetto do-
vuto ec. (A)
TENTENNONE. Si dice, in modo bas-
so , di Colui che è nelle sue operazioni
irresoluto, riso/vC adagio, e conclude po-
co. Lat. cunctalor. Gr. /jlsX).*!?/,"^. Buon.
Fier. Jntr. l^. Ac<ieca le persone , Fa *I
sordo , il goflb , il dormi , il tentennone .
E ^. I. 7. Ch'uscir dianzi sgritlandu e
minacciando Que* tentennoni della serena-
la . J.*^ Magai. Lett. fnm. z. H^l. ( Fir.
lydt)) Ilo letta, niella, e sempre con dir
nel mio me: gran tculeouone che è Ìl sig.
Francesco , ec. (B)
'I^ §. Andar tentenno/» tentennone, vale
Andar tentone. /'. TENTONE. Allegr.
254. In vedendo qualcuno andarsene ten*
lennon tentennone per la sua via con le
mani .<ipenzidoni, ce. (l'J
TENTONE,* TENTONI. Avverf>.
Diciamo Andare tentone, o a tentone, e
vale AndatT adagio e leggieri, quasi ta-
stando co' piedi il sudo , o facend-ssi la
strada collo stendere le braccia innanzi j
il che si fa per lo buio, o per non es.ter
sentito. Lat. pedetentim. Gt. ày'òf.v. Boec.
nov. 86. 8. A tentone dirilUmrnle al h-llu,
dove il mai ilo <loriiiÌva , se n' andò. Ar.
Fur. 28. 6a. \ iene ali* uscio, lo spìgne ,
e quel gli cede ; Entra pian piano , e va
tcnlun col picdf . I a.u\ Pinz. f^. 3. An-
davi culle mani innanti a questo motlo
tentoni, come coloro che fanno a nielli 1*
uovo .
g. IW metaf. Frane. Sacch. nov. 3.
Sospettando Parcittadinn che quella ridia non
fosse lerpe o badalirhio che ìl mordesse,
a tentone la ricevette f cioè , con riguar-
do ). Cas. Vf. com. ^3. E da slahilirc e
conrhiuitei'c quale sia quella rosa, la quale
in questa lugione d' amiciiia il piimo luo^o
tiene, acciorrliP, non la sapcnuo. a tenli'iii
non andiamo (cioè , con intertrtta , con ir-
resoluiione).
f 1 TENUE. V. !.. Add. Che ha te-
nuità. Sottile. Lai. tennis. Gr. ^i)o(.
*!* §■ 1. Tenne , è anche aggiunta che
gli Anatomisti danno a tre parti dell' In-
TEN
testino. Il VocaboL alla V. DIGIUNO.
§. III. (C)
* § II. Tenue, vale anche figuratam.
Di poco momento. - Salvia. Disc. I. 300>
Con volonterosa prontetza m* esercito, in-
citando, per quanto io posso, col tenue sì,
ma assiduo esempio raÌo migliori e più dotti
a far lo stesso, .fr^/ier. .l/a/t/i. Marz. 26. a.
Siano pure ignobili le opere che ale spetta-
no, sian triviali, sian tenui; non dubitare: ba-
steranno a santificarti, purché sian falle con
quella perfezione maggiore che lor eonvien-
ii ... (C)
^ g. III. Fale anche Scarso di guada'
gno . u Salvia. Disc. 1. 192. L'arte de'
quali ( legisti ) nel colmo e nel vigore
della repubblica era tenue e rislrcltissi-
ma ». fC)
* §. IV. Tenue, dicesi anche de/la
Pronunzia di certe lettere, ed è contrario
di Bozzo, u Fir. Disc. lett. 3ll. Z tenue
e Z rozzo w. (Cf
t TENUEMENTE. Avverb. In modo
tenue. Lai- tenuiler. Gr. Istitw^. farch.
lìrcol. 238. Nessuna delle sue parole ha
larghezza, e conseguentemente non s' aspi-
ra, cioè si proferisce tenuemente.
TENUISSIMO. Superi, di Tenue. Amet.
22- Vede sorgere in giro non d' altro co-
lore , che le tenebre , due lenuissiroe ci-
glia . Fiv. Disc. .ira. 3o. Con che spe-
sa convenisse operare, la quale a propor-
zione del benefizio grandissimo io stimo
lenuissima .
TENUITÀ', TENUITADE. e TENUI-
TATE. / . A. Astratto di Tenuej Scar-
sità, Leggerezza, Sottigliezza. Lat. lenui-
tas. Gr. ÀcnTOTT]^. Cr. 2. l3. i3. Spesse
Tolte passano e si mutano in altra spctie,
per la tenuità del cibo e del letame. * /m-
perf. Tim. D. 6. T. 7. 55, L'anima dell*
universo, o la nostra ec. awci^na che senza
corpo j>cr la sua tenuità non abbia urto
ne colpo per muovere le cose esteriori ,
ce. fFj Segner. Sent. Graz. 8. Difficil-
niente sopj<osta Timperfezionc e la tenuità
del mio spirilo , potrei mantenere quel
porti (li divozione ce. (TC)
t TE:NUTA. Godimento^ o Facoltà at-
tuale di go<iere di un bem-: Possesso. G
/'. 12. 57. I. Essendo per rettori del no-
stro Comune messo in tenuta e possessione
di certi beni. lìocc. nov. 45. 7- Con eerli
compagni armati a dovere mirare in tenuta
atidu. .1/ / . I. 6«). Il Ulive a cammino,
e mandollo a pigliare la tenuta di Bolo-
gna . P'sp. l'ai. yost. .3o- Il leame del
Ciclo e loro non solamente per promessa,
ma per tenuta rertana. Frane. Sacch. no*'.
11. 8- Io piglierò la tenuta doman dt sera
a buon' olla .
§. I. Piciamo in proverbio: Chi è In
tenuta , Dio t' aiuta j f*er dinotare , che
Chi è in possesso è di miglior condizione.
I.at. meliar est conditio possidentis. l'ed.
Flos. 228. Cecch. F.talt. Cr. |. 3. Clii è
in tenuta, il licl t'aiuta. 4 F Assiuot.
5. 3. F'si son serrati dentro. Am. E* si
sono avveduti eh' i' son tornalo; e* non
varrà loro: picchia ce. Cia. Intuito cbì è
in tenuta , Dìo 1' aiuta. ( f >
tS 11- Tenuta, per Circuito di paese,
o dì terreno che si /possegga. Possessione,
hai. fundus. Cr. jfw^si'ov, à'/còi- G. 9'.
^. 5. 4- Altri se n andarono ad abitare
per lo contado uiloino, dove aveano loro
pi-ocessioni V tenute. (ìtt. Com. Inf aj.
464. E sotto questa pr4>ntcssa entrasse
raulameiite nelle lor tenute . M. ì'- a.
42. Facea grandi e belli fiuti di l>eslia-
me, iraeudo i buoi delle Irnutr murale e
guardate. Pittam. I. a3. SeuMintatrè cìllà
rnn più tenute Prese.
t 3 g. III. Tenuta, ti Capite, Con--
tenere e Hicevere in tè , Capacità . Off.
Com. Par 3. 5o Siccome esemplifica san.
T E N
T E N
T E 0
i5i5
to Àgofitiuo dellì vasi dififereDli in tcnulj,
e iutli pieni» ec. * Jìiion. Ficr. 3. i. 3.
Un buco bicchier di CoriO che ralloppij
E sia di tal leouta , Che l'amor eh' egli
ha 'a seD v* affoghi dentro, ììarcbbe fatto
suo. (N)
# g. IV. Effguratam. » Pass. 266.
Fa crescere 1' umilia, la quale crescendo,
sempre diventa più capace e di maggior
Cenata a ricevere più della grazia n. (C)
* §■ V. £■ pur /ìgttratam. per ottun-
dine d'intendere." liut. Par. a. I. Di-
ricto alla capacita e tenuta del mio inge-
gno ». (C)
* g. VI. Ttnuta, per Pesce. 1'. SCA-
RAFAGGIO, g. (J)
* TE>OTARIO. Term.de* Legali. Co-
lui che è in tenuta. (A)
TENOTELLA. Dim. di Tenutaria si-
gnijic. di Possessione. Lat. pan-us /un'
dus . Or. oìypiSiO'J • ^^- ^ ■ io. 83- E
questi in diversi luoghi e tempi tolsono
certe teoutelle del distretto del Comune
di Fìrence.
TENUTO- Add.da Tenere. Bocc. g.
\. f. 1. Se io ho ben riguardato oggi alle
maniere da Pampinea tenute.
§. I. Per Giudicato, Biputato . Lat.
habitus . Gr. vo/ji(?5£t; . Frane, parò.
3oi. l3. E se tu se' con egli. Non segui-
tar tu quegli In correre a follia , Che poi
tenuto 'n sia.
§. II. Per Obbligato. Lat. devinclus .
Gr. JiOftjms'voi . JS'ov. ant. 7. 5. Il mer-
catante non m' insegnò neente , non gli
era neente tenuto- Bocc. Conci, li. A
queste son io tenuto di render conto. Cro'
nickett. d* Amar. lo^- Ogni Cristiano e
tenuto di fare bene a' suoi. J'it. SS. Pad.
1. 24- Siamo tenuti di servire a colui che
ci creò . Cron. More/I. 262. Siamo tutti
tenuti a quel deposito , e ciascuno in tut-
to . E 203. Assegna quelle f masserizie )
si appartengono a lei , e che ancora sia
tenuta d'assegnare ragione. Bemb. Stor.
6. 86. Gli disse, nessuna cosa essere , di
cui egli alla repubblica tenuto non fosse.
* g. 111. In proverb. Chi fa quello
che sOj non è tenuto a far più j e vale
Che ninno è obbligato a far più di quel-
lo che porta la sua capacita , o le sue
forse. Fir. Lue. lic. Chi fa quello che sa,
non è tenuto a far più. (C)
TENZA. r. A. Tenzone. Lai. conten-
tio. Gr. £j3t;. C. / . 8. 67. I. Ciò assenti
lo Re di Francia per la teoza rh' egli avea
colla Chiesa . F 10. 86. 2. Per la lenza
che aveano della della guardia colla gente
de! Duca. Bim. ant. P. S. Pier. T'ign.
Novella canzon , prega Quella che senza
lenza Tutl'or s'agenxa di gentil costume.
TENZIO.XABE. V. TEISZONARE.
TENZIONE. r. TE.NZONE.
* TENZONA. Tenzone. Bemb. Pros.
1 . 20. E medesimamente quadre/lo voce
provenzale, ed onta , e prode, e talento ,
e tenzona, e gaio, ed isnello, ec. (V)
* TENZONANTE. Che tenzona. Pluf.
Adr. Op. mor. 3. 269. Alessandro me-
desimo accusando un giorno Efeslione ten-
zonante con Cratero, disse. fC)
t TENZONARE, e (T/iftVvT/7(. TENZIO-
NARE. Disputare, Combattere, Contra-
stare, Quistionare di paro/e. Lat. concer-
tare , pugnare. Gr. E.pi%nv, /Ji«;(573«t.
Tes. Br. 1. 5. La prima è dialettica, la
quale e' insegna lenzionare, rontendere e
disputare Timo conlro 1' altro. Dant. Inf.
8. Che sì e no nel capo mi tenzona. ì'arch.
Ercol. 76. Altercare, onde nacque alter-
cazione, è verbo de* Latini, i quali dicono
ancora altercari in voce deponente , in
vece del quale i Toscani hanno tenziona-
re , ovvero tenzonare , cioè rissare , con-
tendere e combattere , cÌoc quistionare di
parole.
TENZONATO . Add. jlu Tenzona-
re. Lat. dispntatus . Gr. oiy-Js/s'^uivo; .
^ Bocc. Amet. I vostri cflelli nio.slriun
chi più possedè della tenzonata questio-
ne. (W
•f * TENZONATORE. VerbaL masc.
Disputatore, Combattitore. Uden. Ais. 5,
2. Avrò cuore tanto sicuro ec, che io vo-
glia essere pure spettatore, non che tenzo-
natore in questo perigliosissimo agone. fA)
•f TENZONE, ed «//' (in/. TENZIO-
NE. Contrasto, Qiiìstione, Combattimen-
to, e per lo più di paro/e. Lai. concerta-
tio. Gr. spii. G. V. 6. 3. 2. Cominciossi
por così vii cosa, come per la tenzone d'
un picciolo cagnuolo. Bocc. nov. i5. 37*
Pur dopo lunga tenzone un prete disse .
Dant. Inf. 6- Ed egli a me: dopo lunga
tenzone Verranno al sangue. ì'etr. canz.
5. 5. In nulla sua teozone Fur mai ca-
gion sì belle.
* TEOCRATICO. Term. didascalico.
Appartenente a Teocrazìa, f.-l)
f ^TEOCRAZI'A. Temi, didascalico.
Governo nel quale il Principe impera as-
solutani. a nome di Dio. (A)
TEODl'A. Canto in lode di Dio. Dant.
Par. 25. Sperino in te, nella sua teodia,
Dice, color che sanno il nome tuo.
TEOLOGALE. Add. Vi teologia. Lat.
tìieolognlis. Gr. &=o3lo*/ixo;.
t §■ T irtù teologali, si dicono Quelle
che hanno principalmente per oggetto Id-
dio, che sono la Fede, la Speranza, e la
Carità, j^lbert. cap. [^. E anche un' altra
fede, la quale è virtù teologale, e questa
si piacque a Dio , che '1 nostro Signor
Gesù Crislo niuno uomo sanava, se io lui
ferma fede non trovasse (così negli stam-
patìj ma neW ottimo testo a penna dell'
Accademia si legge: la fede si piacque a
Dio). * Segner. Bisp. Quiet. 2- 6. Stia
esercitando j>iù atti, ma di virtù puramente
ordinate a Dio, quali sono le teologali di
fede , di speranza , e di carila. (TCj
t TEOLOGANTE. Che attende alla teo-
logia. Bocc. fit. Dant. 54- Il quale af-
ferma , se aver trovati i poeti essere siali
li primi teologanti, (l' ediz. del 1723 ha :
teologizzanti ).
* TEOLOGARE. Parlare, Tener ra-
gionamento sopra Dio . Plut. Adr. Op.
mor. 5. 8. Platone ancora nel suo con-
vito dispulando del fine dell* uomo e del
primo bene , anzi per dir più vero teolo-
gando , non allunga le prove e dimostra-
zioni. fC)
TEOLOGASTRO . Teologo di poca
scienza . Pai\ Scism. d2. Quanti dotto-
ricchi e teologastri potè , coniperò.
-r- TEOLOGRESSA. Fcm. di Teologo.
Sah'in. Disc. 3. 9. Una Diotima fu pure
la teologhessa nel convito di Platone . E
5.5. Non mancano gli esempi ec di Dio-
tima teologhessa, introdotta da Platone nel
convito a parlare d' amore divinissimamen-
te. E pros. Tose. I 44- '^ ragionamento
che fa Diotima ec. filosofa e teologhessa
ce. mostra chiaramente che 1' uomo non
dee in una creatura coli' amore fermar-
si. n
•f TEOLOGI'A . Scienza intorno gli
attributi della Divinità . Lat. tkeologia .
Gr. &£5)c7ta But. Purg. i8- i. La ra-
gione umana non apprende se non le cose
sensibili, e le 'ntellettuali secondo le sen-
sibili; ma la teologia insegna le spirituali,
che s' apprendono per fede, e non per ra-
gione. Bocc. J'it. Dant. 234- Se n' andò
a Parigi, e quivi lutto si diede allo studio
e della filosofia e della teologia.
t TEOLOf;lCAMENTE. Avverb. Se-
condo teologia. Lat. theologicc- Gr. Sì3-
io'/izolj^. Olf. Cam. Par. 3o. 63i. Infino
a questo punto ho io non prccisamenle
trattato, teologicamente, del Cielo. Vanh.
Lez. Il5. Sant* Agostino ec. , favellando
teologicamente de* giganti, e donde nac-
quero, dice ec.
•f •"? TEOLOGICARE. Scrivere. Par-
lare, Disputare teologicamente. Uden.
Nis. ^. 33. Quanto all' ordinanza de' sup-
plicii assegnali nell' inferno dai poeti ec.
io non voglio leologicarci sopra. (A)
TEOLOGICO. Add. Di teologia, Tet>-
logale. Lai. *lheologìcus. Gr. 3EO/oyixoc.
Pass. 294- I l»eni acquistati dell* anima
sono le virtù teologiche e le divine. But.
Purg. 7. I. Fede, speranza, e carità, che
sono virtù teologiche. E 9. 2. Questa è
sentenzia teologica. E altrove : Ogni vir-
tù teologica e cardinale hae in fondamen-
to la fede. Frane. Sacch. rim. Zi. Nelle
tre teologiche fu fino , Vivendo ognora
colle cardinali (parla delle virtù).
* TEOLOGIZZANTE. Che teologiz-
za . Bocc. Vit. Dant. 25o. Ma credasi
ad Aristotile , degnissimo testimonio ad
ogni gran cosa , il quale afferma, se aver
trovato li poeti essere stali li primi teo-
logizzanti. (T'~)
TEOLOGIZZARE. Scrivere, o Parla-
re teologicamente. Lat. theologice loqui ,
scribere. Gr. ^to)oyt~-i. Salvin. Disc i-
239. Da tutte queste maniere e vie, per
cosi dire, di teologizzare, come da varie
corde, una bella e nobile armonia ne ri-
sulta.
TEOLOGO . Professore di teologìa,
Lat. theologus. Gr. '-s-.ùìó'/o:,. But. Purg.
16. I. Aggiunge la vera sentenzia de' teo-
logi. F. altrove: Furon gran teologi, e
spirìtualissimi uomini. Eocz. G. S. fi. Ni-
comaco arismetrico, Euclide geometro, so-
no uditi Romani; Pialo teologo, Aristotile
logico ec, dispulano . Fir. Dial. beli.
dona. ZS'j. Io affermo, non di mio capo,
ma di sentenzia non solamente de' savii
naturali, ma di alcuni teologij che la vo-
stra bellezza è un' arra delle cose celesti,
una immagine e un simulacro de' beni del
Paradiso.
* TEOLOICO. r. A. Add. Teologi-
co. Com. Dant. Inf 27. E così vinse il
Demonio per ragione teoloica e loie a, che
frate Guido era suo. (]')
* TEOMETRICO. Add. Aggiunto di
libro, figura, 0 simile, con che son dise-
gnate le opere di Dio. Bartol. Bicr. Cosi
vedute le opere di Dio, elle son linee e
figure, per così dire, teomelriche. (A)
t TEOREMA. Termine perla più de*
geometri. Proposizione d' una verità spe-
culativa che si può dimostrare. 'Lil. theo-
rema. Gr. '^t<jlpT,p.%. J' ardi. Lez. pitt.
Come mi avverti Ìl gran filosofo Marcan-
tonio Zimarra ne' suoi dottissimi teoremi.
Gal. Gali. 228. Il che dichiarato e sup-
posto , vengo a dimostrare la verit'a di
quanto ho accennato, formando il seguen-
te teorema.
^ g. yota desinenza plurale. Ott. Com.
Inf 4- 66. Questi passò gli altri in Geo-
metria, e compose le teoremate di geome-
tria. (C)
f * TEORETICO. Add. Appartenen-
te a teorica. Salvin. Disc. I. 234- Alcu-
na a distinzione dì questa teologia, che è
pratica, e regolatrice di nostre azioni , si
chiama teologìa speculativa , o teoreti-
ca. (A)
TEORICA. Scienza speculativa^ che da
regola alla Pratica, e rende ragione delle
operazioni. Lai. contemplano, specnlatio.
Gr. ^soìplot. Tes. Br. i. i- Ciò app.ir-
ticoe alla prima scienza della filosofia, cioè
teorica. E cap. 3. Delle cose che 1' uomo
dee fare, e che no, secondo teorica. La
prima si è teorica, ed è quella propria
scienza, che a noi insegna la prima qui-
slione di sapere e di conoscere la natura
delle cose celestiali e terrene. Teol. 3fist.
x5i6
T E O
TER
TER
Imprima si cooTÌene aver la pratica, che
la teorica. * J'iv. ì it. Galil. 74. Dell'
anno dunque i6i5. in circa { trovandosi
il Sig. Galileo d'aver conseguito quanto
in teorica, e in pratica si richiedeva per
la sua parte all' efictiuazìonc di così nobi-
le impresa) conferì il tutto al Screnissi-
mo Gran Duca Cosimo suo Signore. (C)
§. Teorica, e anche termine astrono-
mico, che vaie Ipotesi degli astronomi per
rappresentare i moti de* corpi celesti , e
salvare le hro apparenze. Gal. Sist. ^^g.
Come poi ciascun pianeta si governi nel
suo rivolgimento particolare, e come stia
precisamente 1u slrutlura dell* orliesuo^cbe
e quella cbe vul;^armentc si chiama la sua
teorica, non possiamo noi per ancora in-
duliitalumfiite risolvere.
;:= TEORICAMENTE. ^it-erA. Pervia
di teorica. J iv. Itesist. Sol. 201. Per il-
lustrar teoricamente la materia. ^C)
•f TEORICO. Sust. Colui chehateo.
rica. Lat. thcoricus. Gr. &£wci/o;. Teol .
Mist. Così il pratico, come il teorico, usa
gli u6cii dello intelletto.
•f TEOIUCO. j4dd. Di teorica, Jp-
partenen te a teorica. lìut- Purg. t\. i .
La ragione ba due parti: ec. ; la supe-
riore è teorica^ che traffica colle cose ce-
lesti; ce.
TEPEKARE. ì\ L. lìiscaìdare. Lat.
tepefacere. Gr. x^t^'^stv- Amet. Bp. Ma
puicbc io col proprio caldo della mia ma-
no il petto l'reddissimo tepefecì , manile-
htamente sentii li smarriti spiriti ritornare.
TEPEKATTO. A. L. Jdd. da Tcpe-
farc Lai. tcpefactus. Gr. y).iv-iói. * Kuc.
v4p a47- Il tepcfullo umor ìoUendo on-
deggia. (V)
TEPERE. V. L. Esser tiepido. I.at.
tepere. Gr. ;()iapov st vai. Dant. Par. 2g.
ly amor la dolcezza Diversamente in esse
ferve e tepe.
::■• TEPIDAMENTE. Lo stesso die
Tiepidamente. Chiahr. Poem. Ed ecco di-
sgorgò con larga vena Un vermiglio ru-
s«el dal collo cburno Tepidamcnte , e le
gelate membra Si riposaro in su la secca
arena. {A)
*f V g. ir fìguratam. Pigramente ,
freddamente. Segr. f'ior. Princ. 6. Quel-
li altri difendono tepidamente in modo ,
che insieme con loro si periclila. (A)
Chìcc. Stor. lib. 17. Procedevano le altre
cose di Lombardia lepidamente. (Er)
'f ::= 'JEPIDETTO. Lo stesso che
Ticpidclto. Snlvin. Teocr. idill. 32. L'al-
tro poneva i cari figli sotto Le care ma-
dri, e gli invitava intanto A bere il dol-
ce e tepidello latte. (.4)
TEPIDEZZA. ì'cd. TIEPIDEZZA.
t * TEPIDITA*, TUPIDITADE, e
'I i;plDITATE. Lo stesso che Tupidit,) ,
et . Olt. Com. Ptirg. 17. 2(^7. Le specie
d' invidia sono: lepiditade, mollezza, son-
nolenta, utiositadc, indugio, tarditadc f t/i/i
nietaf. per pigritia). (*)
TEPIDO. I ed. TIEPIDO.
TEPIFICARE. l'ar tiepido. Lat. tvpc-
fncvre, Gr. )£^*^* veiv. Cr. 2. 23. 6. Poi-
thè sarti tratta (l'acqua), kia in alcun
luogo posta, o *1 Sole l' abbia lepiBcata
e conolla.
TEPORE. Tiepidilà. Lat. U-por, tepi-
dita^. Gr . jfiiflttori;;. J'arch Lez. l3.
Quel lepore etereo, cagionato non tanto
dal moto del cielo, quanto dal lume. /'.'
267. Una virtù spiritulc, la qu.dr alcuni
rhìamano calor celeste, ed alcuni tepore
etereo,
•f >> TERAPEUTICA. Term.de' Me*
dici. Quella parte della Medicina , che
tratta della cura delle malattie, e de'mcs-
ri per guarii le, o mitigarle. (A)
TERCinO. V. A Add. Zotico, Sai-
i-lìtico. Bozzo; aggiunto propriamente di
contadino. Frane. Sacch. rim. 68. Meglio
saria a star tra le marmotte, O tra le zol-
le sempre come lerchio.
*Ì 4 TEREBEWTI.NA. Lo stesso che
Trementina. Red. Cons. pag- l63. ( ediz.
Class.) Ardirci di non commendare l'uso
della terebentina mescolata con le spezie
di diagratite fredtio, cr. (A)
TEREBENTINATO. Term. de' Medi-
ci. Aggiunto dato a rimedio che abbia
qualche porzione di trementina.
TEREBINTO . Spezie d' albero, dal
pedale e da' rami del quale stilla un li-
quore dello Trcmenlma. Lai. teref>inthus.
Gr. ripiAi^^'ii. Cr. 9. q8- 1. I fruiti sie-
no ec. roveri, bossi, terebinto, Icnliscbio,
ccderni, tigli, leccio minore, e i lassi e i
pini si lievin via Pallad. cap. 38. Fiori
d' alberi salvaticbì non s* osi tenere loro
vicino, cbe sono nocivi, cioè rerro, tiglio,
lentischio, terebinto, e somiglianti-
* g. Terebinto di Orio , termine de'
Farmacisti, chiamasi nelle speziente la
Trementina vera. (A)
* TERGEMINO. F. L. Add. Tripli-
ce. Sannaz. Arcad. pr. io. Ma convo-
cando la lergemina Ecate ce (cioè che
ha tre nomi: Luna in cielo. Diana in
terra, e Proserpina nell' infimo }. {!')
March. Lucr. lib. 5. E com* può esser
mai eh* una Chimera, Leon pria , quindi
capra, alfin serpente. Dal lergcmino corpo
unqua spirasse Fuoco e fiamma per boc-
ca. <y)
TERGERE. F. L. Pipulirt. Lat. ter-
gere. Gt. Cfj.òpyvjf'x.i. Petr. san. Il^- O
riise sparse in dolce falda Di viva ne\f ,
in ch'io mi specchio e tergo. / it. fili.
57. Leviamoci dinanzi agli occhi le neb-
bie, e lerghiaino gli umori. ■'•* Car. Fn.
10. l3li. Di sua mano L'alta, il so<
sliene, il lergc, e della gora Del suo san-
gue lo traggo, ove rovescio ce. (/l)
* TERGIDUTTOnE . Wfe.fi (JuclC
ujfuiah che chiude la fila, quandi nel far
della fi-onte spalle, egli viene ad essere la
guida, il capo del drappello della compagnia.
Segr. Fior. Art. giierr. 2. Due ceniurio-
ni stieno nella fronte , due dietro alle
spalle , i quali fact iano 1' ufiìcio di quelli
che gli antiibi cbiatiiavano tergiduUoii. E
lib. 3. Degli Ire conne^ta^iU ne mene-
rei un nella lesta, e l' jltro nel mezzo,
il tei^o neir ultima fila , il quale facesse
r ufHcio del lergidutlore , che così chia-
mavano gli antiLhi quello che era pre-
posto olle spalle dell' esercito, fyj
* TERGIVERSARE . Schermirsi ,
Sfuggire. Lai. terqiversari. Gr. vùJTi'^ftv.
Scgner. Mann. .'pril. 26. 2. Si finge fai*
lila (la carne) ec. tergiversando sotto no-
velli pretesti. (C) F I^'oventhr. ^. 1. i^UAn-
ti pur SODO, die ce. fanno come quel
ladro . il quale allora trionfa , quando ,
benché collo talora col furio in mano, sa
tuttavia ec. tergiversare, che la eorlo Io
lascia libero, e va in sua vece a fermare
chi non v'ha colpa T (*)
« TERGIVERSAZIONE. Sfitf:gimen.
to. Scusa. Lat. tctgiversatio. Gr. vwTt-
aiio;. Segncr. Mann. Maf;g. Cf. 2. tibc ter-
giversazioni brulti»sime ton le tur ? /•'
l'red. 8. 6. Che tante Irrgivcriazioni? che
tante dbsimulaxionì 7 die lanle limitli-
tiro
* TEIIGIVEISO. AJd. Alieno, Che
tergiversa. Che ffips^' ^■*- "^'^f*"^» «•
versus. Gr. arrosT^OfOf . Puon. Fier
3. 3. 9 Kè tendesti la mente A studio,
a disciplina, od arie alcuna. Sempre osti-
nato, sempre Tergiverso r liiroso al to.
ler mio. (')
TERGO. La parte deretana dell'uo-
mo, opposta al petto; rorso. Lai. ter-
gum, dorsum. Gr. vcaro;. Dani. Purg.
2')- K chi ò quella turba Che ti ne va
direlro a' vostri terghi ? Ar. Fur. 18.
119. Poiché SI vide a lutti dare il tar-
go. Vincitrice venia verso l' albergo.
g. I. A tergo, o Da tergo, patti av*
verbialm., vogliono A dietro. Dì dietro.
Lat. retro, retrorsum. Gr. a.^. Petr,
cap. 9. Ma chi fé l'opra, gli venia da
tergo. Tac. Dav. Stor. i. 267. Il Le-
vante e Ponente, con loro forze a tergOi
se avessero avuto altri capi, erano mate-
ria da guerreggiare un gran pezzo. Fir,
rim. 29. Quando la bianca mano Que-
sta mìa fida scoria Mi porge, accio non
le rimanga a tergo.
* £. li. Tergo,, si usa anche per lo
Parso di animali bruti. Tass. Cer. 17,
28- E smisuralo a un elefante il tergo
Preme cosi, come si suol desinerò. Car.
Fn. lib. 5. V. 127. Indi strisciando (ti
serpe) fra gli altari e i vasi. Le TÌvan-
de lambendo, in dolce guisa Con le ce-
rulee sue squamose terga Sen ciò divia-
colaudo, e quasi ec. (M)
TERl*. Sorta di moneta napoletana,
og^i più comunemente detta Tari. G. V.
7. IO. 1. Trovo il tesoro di Manfredi quasi
tulio in oro di terì spezzato.
TERIACA. Lo stesso che Triaca. Lat.
theriaca . Gr. &/ipia/»j . Cr. 5. li. 3.
Universalmente (fa corteccia dell'alloro)
e li riaca a tutti i veleni bevuta . E cap.
l4- 8. La corteccia del moro è teriaca
del iusquiamo. Picett. Fior. 106. Teriaca
d* Andromaco vecchio , secondo Galeno .
Capr. Jìott. 4* 72. lo ti dico, che lo aprir
degli occhi, che ha fatto agli uomini que-
sta Accadi mia, e per esscie la teriaca loro
( qui figura tanr.}.
* TERIACALE. Add. Term. de' Me-
dici . Che ha la virtù della teriaca ,
Che è composto di teriaca. Ped. Lett. ined.
( Giorn. Arcad. Sovemb. 1819). Le farà
più utile una gìarra di acqua pura , che
({uanlc acque leriacali sono nell* universo
mondo, (fi)
* TERMA. Bagno. Pros. Fior. pari.
4- i'o/. 2- pag. 101- Andar punendo in-
nanzi ì nomi dei luoghi della cillìt, come
hanno fallo degli altri; come verhigrazia
di Terma , e i bistondi di alcune strade ,
che si dicono esser vestigii di teatri e d*
anGtealri. fiXS)
* TERMALE. Add. Pi terme, AtU-
nente a terme . Red. lett. I. 53- Son di
parere ce. che queste suddette acque ter-
mali prt>ducauo gli stessi ciTelli, ec. (*)
TERME. /'. L. Pagni. lat. thermn .
Gr. ^i^pr,. Rorgh. Ong. Fir. i3o- De-
gli acquidotli e terme poca fatica ci sari
a moslrare ch'elle ci fossero. F l3l. Do-
vendo fra l'altre cose somministrare l'ac-
que a (]ue' bagni pubblici, delti eoo voce
greca , donde a principio elle venocTu ,
terme, che .incora ritiene 1' antico nome.
* TERMI.NABILE. Add Che st può
lermina/T, o Che ha termine. Roez. l^^.
E dunque la Flcrnìlade pussri^ionc lulla
insieme e perfetta dì non lerminalule vi-
ta. ^' appresso : Quel che di non termi-
nabile vita tutta pienezza l'arinicuie com-
prende , ec. F. 1^6. Altro e menar vita
non terminabile ec. , altro ^ esser pari-
mente abbracciala la prescnia di noQ ter*
minaliìle vita. Set^n. Antm. 3- aOl. Que-
sto apparisce verhigrazia aell' aria la quale
per te stessa e>>endo lerniinabile, ni>n può
in alcuna sua parte terminata aver molu
proprio. ("1 Imperf. F. Tusc. D. 8- 7*.
1. 23i. Abbiam provalo di s(q>ra che non
sì possan dare due infiniti , alirimenii 1*
uno sarei Jie terminabile do\c cominciasse
l'altro. (F)
tt TEHMI.NADII.ITA'. Qualità di C4Ò
che è terminabile . Rellin. Vite. IX D"
una numerabilità senzanumero, d*una let-
miiiatiililj tenta termine. (Min)
TER
TERMINALE. Aid. Pi Icrnwu-, T.r-
m,„«,.V0. Paol. Oros. La Un. .1. C.r.a-
Rine,6cc«li i paU lernunali . u- la .liso-
gnavlno, !.. notte à^' lui>i "onhu. e morsi
• rosi fuo>" liovol".
TERMlNAMliNTO. // terminare.
TERMINANTE. l'I'f hrmi/w. Liit. Irr-
minans.Ci- épO^^^^-Cr- ='• ?*■ 5- »"'
profondo .iella terra s. l.ra (' "'l"" '<:
S,cscola.i Leno, e digc.I.sce .al cado .lei
luogo torn.inante. =S BMn. Ihsc l. 258.
Geni osso ec. l.a .1 suo museolo determi-
nato, che e veramente o tutto in un ruo-
tolo unito insieme e terminante in un sol
tendine, o è oc. (O . ,
+ TER-MINARE . Porre f.Tmi/i. , col
contrassegni, o con/ini tra /' ..napossts-
sione e f nltr,,. Lat. lermmnre. Gr. Sfc-
P'i-, M !'■ 8. 95. renile semo cnliatl
fn ragionamenti .fi con6ni, diremo de con-
fini tra a nostro Comune e quello di lio-
losna ce. , i .|uali furono tcnuinal. [.or
niesser Mderighi da Siena, ail.ii.;o ijitra
i detti Comuni Oi'l- Pi^l- »;H- ■=■ ^
,,iil n..l.iU. contrada ( f Jsm ) .Uè su. la
quale per la sua f randella a pena 51 puole
terminare . , r-. ■ -, . r
§ 1 l'er similit. vale Finire. Lat. _/i-
nem imvoncrc . Gr. T£).o; STI.T.Ssv»» .
Pass. 2. Delle quali cose con del.ilo .u-
dine nostro trattato proseguendo, soffi-
oientemente si terminerà la .lollnna della
vera penitenza, «occ. /nirod. 2. Siccome
la estremiti dolf allegiezza il dolore oc-
cupa , cosi le miserie da sopravvcgnente
letizia s.mo terminate. E no... 3;. IL O
felici animo, alle qu.di in un medesimo di
addivenne U fervente am..re e la moil.il
vita terminare . Vant. Par. 8. Ove ogni
Ijco si termina e s' inizia.
* g. 11. rer niflìnire. Spiegare. Frane.
Sacch. no.'. 4. Le quattro cose terminerò
in forma, ch'io credo farlo contento (era-
no qiiallro dimande simili a indovinel-
li)- f'V D. ,
* 8. 111. Per Determinare, Hisolvere.
Urh. II. Ma alla 6nc accorgendosi ogni
sua fatica esser ciò in vano operala , più
volte terminò in se slcss.. incrudelire .
Crcniehell. 221. E quando fummo quivi
vonnono a nostra chiamala de Celletrani,
ed altri in via S. G-illo , e qmvi si ter-
minò che domani in su l'ora di terza si
levasse U romore. (C) Perni., itor. /,. 5^.
GU ambasciatori risposero che scrivciel.l.o-
no di ciò al Senato ; e quello che il Se-
nato terminasse, rinonzierchbono . f ( J
Morg. 1. Jg. Poi *> P^'^' pof'^'o ''*' '""
rore, E terminò passare in Pagania. (P)
# e IV. Per Cireoscrìvere , Piestrin-
eere. Mor. S. Creg 2. 3. Sono circo-
scrilli , cioè deputati, o terminati ad ope-
rare in alcun luogo. (1)
§ V. Insignifc. neiitr. vale Aver ter-
mine e fine, [ion si stender più avanti.
Dani. Inf. I- Li ove terminava qneUa
g VI Per Morire. Bocc. noi'. 01. »•
Come se inferma fosse , e fosse stala per
terminare .
* §, VII. E Terminare i suo) di , 0
simile , vale pure Morire . Cuicc. Slor.
Iib. 6. pag. 135. Ciascuno presupponeva
dovere in hrcvissimo tempo terminare 1
suoi di. (C) . , r,
TEBMINATAMENTE. ylvverh. Deler-
minatamente. Precisamente. * Pace. Cen-
Ul cant. 3l E cornandogli che tutto il
dannaggio •:he ricevuto avea la sua gen-
le Restituisse ee., E pagasse il trihulo di
Guascogna Fra certo tempo terminata-
mente. IB) lìemh. pros. 3. 108. n ma-
uicrache dire si può terminataroente cosi
larch. Frcol. 269. Il verso ee. ha tanti
piedi, e tali Icrminalaroentc e con tale or-
dine posti.
TER
TERMINATEZZA. rermiimmento , L
mitazione. Lat. limes. Gr. opoi. i.ilvi,
TER
i5t7
Cito I 377' Con.isccmlo i'dilclli dilla
materia delle cose oc, la ficvolczxa e ter-
minalezza dell' umano intendimento.
TERMINATISSIMO. inperl. di Ter-
minalo . Cai. Sist. 128. Per non essere
il molo retto di sua natura eterno , ma
termÌDatissimo,non può naturalmente com-
petere alla terra . E 3o6. Le altezze me-
lidiaoc della stella sono più agevoli da
osservarsi , come quelle che sono tornu-
nalissimc, e concedono qualche spazio al-
l' osservatore di poterle continuale.
TERMINATIVO. Jdd. Clic da termi-
ne. Biit. Pnrg. 7. I. L'orizzonte e cir-
colo tcriuiuativo della nostra vista, /l al-
trove : Orizzonte : (lUCsU. è lo cerchio ter-
minativo dell,, nostra vista, mezzo tra uno
einisperio e 1' altro.
5 TERMINATO, .^dd. da Terminare.
Jmel. 22. Ldiera lascia la candida Ironie
mirare ad Ameto, il quale nella sommità
ile-li aurei crini con nero nastro ponente
.rll'una, e agli altri dovuto confine ter-
minata conosce, /^org/i. Pip- 228. I Ire
clementi ancora, che seguono sollo 1 cicli,
rome cori.i semplici e trasparenti, non
terminali, non hanno veramente colore.
* §. Terminalo , da Terminare , nel
sianific. di Velermiiiare. « Hcn. Pisi. l5
Fa un segn.ae terminalo a te medesimo,
,hc non poss.i passare benché lu volessi ..
Ar. Far. 38. 7G. Per dare al giorno ter
minato, e all' ora Cb' era prefissa alla bat-
taglia, .■.-ipo oc. (M, 7.-/,5. 64. La no te
che andò innanzi al terminato Giorno dea
liitli'lia Ruggiero ebbe Sinnle a quella
ohe s°uole il dannato Aver, che la mattina
morir debbo. (Pcj
+ TF.RMINATORE. Colai che pone ter-
mini. Porgli. Orig. Fir. 58. Non son gi'a
sicuro che questi lusserò i primilermina-
lori della prima condotta della colonia.
t 8 /'.!• Colili che termina, che finisce.
Lat.Lilor. Gr. t,>'?t^v . Petr. Uom. ili.
Con somma confidenza dimandarono lui ter-
minatore di si gran cosa . S. ^gost. l ■ IJ.
Scipione, mirabile e preclaro termmatore
di Iiuella crudele e mortale secon.la guer-
ra affricana . F appres.10 .- Nel cominca-
mento 1' iniziatore, e nel fine il teim.na-
'"WtERMINATRICE. Ferbal. fem. di
Terminalorc. Segn. Ànim. I. II. E olia
stata anco.a rettamente chiamata orizzou-
te. quasi teiminalrice delle due nature so-
praddeUe. (') • ,, . _.
TliRMlN AZIONE. Termine, Il termi-
nare. Lai. terminano , /inis. Gr. T-:>04 .
larch. Stor. Aspellaudosi da tulli la ter-
minazione dell' aflare in qucU' anno, =.= / " -
lav. Pei-r. Crisi. 1. li- Al che prima della
terminazi.me non si agevolmente, ne s. ei-
mamcnle aviebbo prestala credenza. (D)
lied. lett. 2. 186. Si lavora fortemen-
te intorno alla terminazione totale della
stampa del Vocabolalio. (IS)
if 9 Per U.Kita, Cadenza. Saìv. Jv-
verl 2 I. l6' Del '"'""'' 'l"»"'" "" "■
scita, cui dicono Terminazione, oc. Ivi:
Terminazione , o diciamole Uscita 10 O ,
i, molto propria del primo sesso h ap-
presso: Nomi e Avverbu , . quali hanno
(erminazione in genere di m..scbio ,. d.
femmina, e tanto vagliono ec. E rf- .ro(/o .■
i;, ha ni.ndimanco .U questi nomi chi mo-
stra .he comune abbia 1' una e 1 altra ler-
mioazione. (I ) e....,».,/.;
TERMl.NE. Parte estrema ,0 itreniila
costituita, 0 stalàlila d'alcuna cosa, Confi-
no. Lai. terminus. Gr. ^ipaf. Pant. Inf.
q. Che Italia chiude, e i suo' lermmi bagna.
F Par 2. Esser conviene un termine , da
onde Lo suo contrario più passar non Lisci.
Bocc. nov. 3'(. 3 Ne solamente dentro a ter- 1
mini di Cicilia stette la sua fama racchiusa,
,„ i ,'c in Barberia era ehiarissima. F nov.
.,8 5l Ila costei fuor degli estremi ter-
mini della terra in esilio perpetuo relega-
ta. >* Stor. F.ur. 3. 55. I termini, o confini
suoi sono la Sassonia .piaoto alla luna , e
quanto al resto 1' onda manna. ((;
S. I. Termine, per Contrassegno di con-
fine. « Pari. Op. mor. I. 274' ?" >' ™'
sponde Er.ole piantò i termini delle sue
fatiche, e i bu,.iii antichi U Non pm oltre
della natura. (V) ■ . r
* § II. Onde Passare i termini , fi-
giiratam. vale Uscir del convenevole , Non.
ìstare nel dovere. Tac. Vav. Ann. 3. 66.
Ma essi per agonia di loro stiegue passa-
vano i termini, e rapivano la citta, 1 Ita-
lia , e CIÒ che era de' ciltadini. fC;
+ R HI /■; V.fCir de' termini, Jigiira-
Jn.vale Partirsi dal gii.-^to 'L^"' /'";-
venienlc. Tac. Pav. Ann. 3. 68. Se la
donna esco de' termini , questo e ( chia-
miamola porlo nome suo) dappocaggine del
marito. ^ ,. ■ /i„
s IV. Termine, per Condizione, (Jr-
dine prefi.<so. Lai. finis, terminus Gr.
rO05, 7t£>y.v Bocc. nov. 14. 2^ A qua-
lunque della proposta materia da quinci
innanzi noveller'a, converr'a che infra que-
sti termini dica. F nov. 89. 5. IropfO
Inori de- termini posti loro si lasciano an-
dare . Fiamm. 5. 25. Oltre ad ogni ter-
mine di ragione t' ho amato
R V. Termine, per Fine, Termina-
.ione. Bocc. nov. 25. 18. Gli ultimi ter-
mini conobber d' amore. E nov. i^- ^'- '■
cosi .1 suo disavventurato amore ebbe ter-
mine. ,1/. K. 7- 2- ^ «i" pi^"l"'= ^' T"""
termine a quello- lignaggio. Pclr. cap. t>.
E di tua vita il termine nnn sai.
S V! Termine, per Fine, o InUnzione
chT altri si prefigga , od Oggetto a che s'
indirizzi nell- operare. Pocc. 1 it. Dani.
233 Acciocchb siccome in termine hssu ,
lasciando le transitorie "^f' ,"^''" " ';;.■;"
mi ogni nostra speranza, lab. bo. In lei,
siccome in termine fisso , avesti sempre
ferma speranza. . ,„„„„
S VII. Termine , per Ispazio di tempo.
Cr.'s. Gir. 28. Quando egli ha digiunato
un termine, tanto che la pelle gU sia av-
vizzala.edegli va, e cerca un "gulo per-
lu-io e snello ce, e poi valica oltre. Z?o«.
nov. l5. 22. Se pur son cosi latti 1 paren-
tadi di Cicilia , che in si picciol lermme
si dimentichino . F nov. 99. 23. «Questa
è la cagion, per la quale 10 questo lermi-
ne, e non maggiore, li domando. - Amm.
Ani 16 2. 8. Più onesto e negare la cosa,
che dare lunghi termini; perocché meno e
ingannalo colui, a cui tosto e negato. ( D)
Pucell. Ap. V. 641. Sebbene ban picciol
termine di vita. (Ilr) ,^ , „
* S Vili !■: posto assolutam. I r. lac.
Cess ì 8 Il4- nomando in prestanza
dieci' milia hvre , termine tre di r "«e- ,
nello spazio di He di; ed e modo coniu-
"U's Ix. rcrminc, per Tempo prefs-
so^. Ly. dies dieta. Ov. ■è.p.ip^. :^<^^2,.
Bocc. nov. 33. II. Aspellarono il cimi-
ne dato . /•: n.v. 98 5. Appressandosi .1
termine .Ielle future nozze. O». fo'"- l"J-
,111. In vendere a termine, eh' e spezie
^' usura. G. F. 9. '56. 2. Di ciò dicevo
lermine a' frati , che a questo -.rticolo d^-
libeialamente rispoudessono . ."- ' ■ ^
K'i Venne a composizione di dare al a
'•'TrVnZ: per Grado, Stato
^' T, .. \ K niun convenevol
'-"'■"■„tirsci':vac;ntmoslare.Enoi..
r'i" M ni lo cose erano in questi
Marchese e Stecchi ec. lemellcr
leimiui , ^'"^"\. s,^„do adunque in
forte. F nov. 9». 2J. -"'lau" 1
i5i8
TER
TER
quesli termini il maritaggio di Sofronia e
di Tito , Pulilio suo padre di questa vita
passò. Se^n. Star. j). 2:^8. Altura i signari
Veneziani , essendo astretti da una gran
fame ce,, si condussero in cattivi termini.
# /ìorph. J'esc. Fior. 629. Questi dispose
dell' uGzio, e quegli scomunicò, 6nrhc gli
ridusse agli anticbi termini (cioc, al giu'
sto stato antico). (ì^)
# §. XI. Per Maniera iti trattare. Se-
gnar. Mann. Gena. 8. [\. Oh che Iirutlo
termine è questo a un Signore sì grande I
]^ IO- I. Gunsiilera il lirutto termine che
giornalmente usano tanti con Dio. /:,' Lugl.
7. 2. Dovrelilic egli aspettare che tu per
termine almeno di civiltà gli uscissi in-
contro ad accoglierlo in su la strada (f)
^' §. XII. Termine, dicesi anche a Pa-
rola e Locuzione particolare di scienze ed
arti. Cnr. leti. 2. !\1. E massimamente
dello avvertenze della grammatica, le quali
sono necessarie per non errar ne" termi-
ni . Segr. Fior. 7V. i5. E questo è che
alcuno è tenuto liberale , alcuno misero ,
usando un termine Toscano (perchè avaro
in nostra lingua e ancor colui che per ra-
pina desidera d' avere, e misero chiamia-
mo quello che troppo si aslienc dall'usa-
re il suo), l'iiit. Adr. Op. mor. i- 134-
E necessario ec. il sapere che cosa inten-
dono quando nominano Anima e Destino;
e se sono termini presi in una o più si-
gniBcazioni da essi , comò molti altri . E
l36. Prendendosi adunque in doppio signi-
ficato molti termini , bisogna sapere e ri-
cordarsi, clic con la voce Giove intendia-
mo ora Iddio, or la Fortuna, e sj>csso il
destino. (C) Segncr. Mann. Genn. 3o. 3.
l'arló non solo con termine enunciativo ,
ina imperativo . /'.' Fehhr. 8. I. Non si
dice sis ciim metu , ma noli esse sine
meta , che è un termine più rimesso . E
Apr. 3. .T. Dice reccsscrntis , che è un
termine di chi si parte avvedutamente. E
27. 5. Questa gloria di dire agli uomini
con termini cosi espressi: Diligile ec., fu
riserbata tutta intera a Gesù. ( I^) E Hìsp.
Qtiict. 7. 6. Ogni arte , secondo che in-
segna il cardinale Sforza Pallavicino, ha i
suoi termini proprii. (TC)
§. XIII. Termini f presso a' Laici sono
gli Estremi della proposizione, corrispon-
denti pr'Csso a' Cramatìci a' nomi sustan*
tii'i e addiettivij e generalmente sotto que-
sta voce si comprendono tutte le parole
proprie e particolari , appartenenti a scien-
ze , o (II/ arti ec. , che perciò si dicono
Termini di esse. Salw Avvert. 1. 3. pr.
IS'ol qual trattato i nomi e i termini de*
Latini grammatici useremo quasi sempre,
poiché oramai dimestichi son divenuti in
l-uisa del parlar nostro, che ec.
%. XIV. Termini, nell' Architettura, si
dicono Una spezie di statue di mezzo bu-
sto, che finiscono a foggia di pilastri,
/'ed. il f^ocahol. del Disegno . Borgh .
Hip. 507. Con un fregio di fanciulli e
ti-nimine a uso di termini. Car. Ictt. 2.
I. I piedistalli rb«t sostengono i tcrmì-
ui. ò'alvin. Disc. 1. 25. Lo stesso Er-
mes unito con Alena, cioè Pallade , dic-
ale il nome ali* Ermatene, cioè sorta di
termini , o staine di mezzo busto , che
per ornamento del sui> studiuulo di villa
e lìlireria ron lantn Nolb-citudine si fa
provvedere Cicerone dal suo amico e con-
fidente Attico.
# g. XV. Termine di febbre , dice*
(■dfi dai Medici per Accessione. /Jr</.
Lclt. Questa r<-bbre e intermillenle , e
non ha ilolur di lesta, e ne ha f;iìi a-
vuti sei termini; e domani dee aver la
Aettima accessione. lìenv. Cellin. f'it. Quivi
ini prese un pìccid lermìne di febbre, la
quale noti impedi punto il mio viag-
V TEHMINETTO. Pim. di Termi-
ne, o Statua per ornamento d' archi-
tettura. I^asar. Nicchio con lerminetli. (A)
* TERMINO . r. A. Termine , Fi-
ne, Confine. Ott. Com. Par. 1. 2. Idtlio
è ultimo 6ne di tutti i fini , il quale per
se è creato , ed i tutto, oltre al quale
nullo termino. (C) *\ Sannaz. Arcad. pros.
12. Finalmente sempre si arriva ad un
termino, ne più in là che alla morte si
puote andare. (A)
f TEUMOMETRO. Strumento fatto d'
un sottilissimo tubo di vetro, ripieno ili
spirito di i'ino, 0 di mercurio , per uso
di misurare il caldo e il frtddo. Lat.
thermometrum. Gr. ^ipnófisrpoii. Saqg.
nat. esp. 2. Serve questo (strumento),
siccome gli altri, per conoscere le muta-
zioni del caldo e del freddo dell' aria , e
diccsi comunemente termometro. E 4-
Con un simile imbuto adunque si potrà
finir d'empiere il termometro. fC appres-
so : Allora si serra la bocca del cannello
ec. colla fiamma, ed e fatto il termome-
tro.
* TERMALE . Term. di Marineria.
Fune con cui, quando si spiega la ve/a,
si .sostiene, acciochè non cada in acqua.
Fr. l'arh. 258. 17. Quinal porla e tcr-
nalc, Senale e quadcrnale. (f^}
TERNARIO,* TERN\nO. Aggiunto
di numero, e vale raccolto di tre cose in-
sieme. Lat. numeriis ternariiis. Gr. r^ta;.
Dant. Par. 28. L* altro tcrnaro, che co-
si germoglia In questa primavera sem-
piterna. •"? Segner- Mann. Apr. 6. I- La
pienezza della giustizia ha tre parli, giac-
ché nel numero ternario consìste la per-
fezione. (E)
§. I. Ternarii, si dicono anche i Ver-
si toscani in terza rima. liuon. Fier. 5.
4. 3. Maggior reca a' poemi Dignità, che
i ternarii far non ponno. /.or. Med. Com.
J2I. Confesso, il ternario essere più allo
e grande stile, u' «« f'arch. Lcs. 643- Que-
sta maniera di versi, chiamati ora tcrrct-
ti, ora ternarii, e quando terzine ec , si
dicono volgarmente terze rime •» . (yj
t 3 §• f'- P^f" Quella parte di sonet-
to c/ie e compresa in tre versi , detta al-
trimenti Terzetto, o Terzina. Farc/t. Lez.
162. Nel primo quadernario e nel secon-
do, e ne' due ternarii, le quali tre parli
dichiareremo ad una ad una.
TERNO. Punto de' dadi, quando am-
bedue scuoprono tre punti. liut. /*urg.
6. 1. Sette ha tre paril'a , cioè tern^i tJ
asso, cinque ed amhassi, duino e Ire.
# §. Temo, nel gioco de/ Lotto, e la
Combinazione di tre numeri. Fortig. Rie-
ciard. Ambi parecchi ce. , ma pochi ter-
ni. (A)
•f 3 TERRA. Co/ nome di terix si
cìiiamano quelle sostanze che formano /a
base di tutte /e pietre. Alcune di queste
sostante entrano anche nella composizione
dei corpi organizzati. Tes. /ir. i.3o. La
terra a fredda e secca, Taerc e caldo e u-
mido.
•f §. I. Terra, per to Pianeta da noi
abitato. Petr. canz. 3. 1. A qualunque
animale albrr^ in terra ce. Tempo da
travagliare è quanto è '1 giorno. E son.
4. Venendo in terra a illuminar le carie.
A" 10. Levan di lerra id riel nostro in-
telletto. Semi. S. Agosl. 4- A voi non ti
conviene possedere nulla in lerri- Cr. .V.
Gir. 2. In quella via è posto una hrlla
iscala. che è iliriiiata <lalla terra al ctrlo.
§. II. l'erra, per /.ido. lìocc. nov. 17.
IO Vrggendo hi nave ìn terra percos»a,
Sen. Hen. Farch. 7. 25. Lui. che dal
mare era gittato n terra, RnrroKi, e, atol-
ta I del mio regno n parie 11 posi.
§. III. Terra, Iter lo Terreno che si
coltiva. Cr. 2 aS 5. La Icrra dolce, la
quale abbonda nel caldo dissolvente e Del-
l' umido vaporante , spesiaracDlc si lieTA
in colli ed in monti ; e la terra di molta
salsuggine s* abbassa giuso. //oes. G. S.
l3. E chi la primavera verzicante Tem-
peri sì, che i fiorclli novelli La terra a-
domaa eoo allegre piante. Soder. Co/t.
4. La terra grave, che non si può vinc^
re ruD alcuna sorte di lavoro, e la leggie-
re, che non si tenga insieme, sono con-
trarie. E 5. ti'e e maraviglia io tanta fre-
quenza di massi e penuria di terre.
•f §. IV. Terra, per Suolo. Bocc.
nov. 77. 34. Fu quasi per gittarsi della
torre in terra. Petr. son. i3. Poi ripen-
sando al dolce ben eh* io lasso. Al cam-
min lungo ed al mio viver corto, Fermo
le piante sbigottito e smorto, E gli occhi
in terra lagrimandu abbasso. Cron. Mo-
rdi. 280. Multi se ne gitlavano ne* poi-
zi, a terra dalle finestre, e in Arno.
§. V. Terra, per Solaio de/ luogo dove
si sta, bcnc/ie talora non sia di terra .
Bocc. nov. 4t' ^4' ' Rodiani, giltando in
terra l' armi, quasi ad una voce lutti si
confessarono prigioni (erano in nave) .
g. VI. /'tana terra, si dice il Piano,
0 la Superficie della terra. Tav. Bit.
Traggonsi a fedire arditamente di tal for-
za ce, che amendue i cavalieri andarono
in piana terra. Fir. As. 172. Se ne an-
dò da una altissima torre, per volersi di
quivi gittare in piana terra. Bern. OH.
2. 2. 21. lo piana terra a* pie se lo diste-
se. Che par\-e stramazzata una civetta.
lied. Ins. 77. Può esser parimente, che
volendo ( i ragni) tendere il filo da un al-
bero all' altro, 1* attacchino prima ad un
ramo, e poscia giù per quel filo si calino
in piana terra.
§. VII. Terra, per Luogo, Provincia,
Paese, Regione. Lai. locus , regio. Gr.
^(Jpff.. l'ctr. canz. 20. 3. Questo e quel-
r altro rivo Non convien eh' l' trapasse, e
terra mute. IC cap. 6. Poi vidi iil padre
nostro, a cui fu detto Ch* uscisse dì sua
terra. Bocc. nov. 17. 38. Che giìi alle
terre del Duca s'avvicinava. Tes. /ir. I.
26. Il re Nino tenne io sua signoria tut-
ta la terra d' Asia , e gran parte d' In-
dia.
§. Vili. Terra, per Città , o Caste/
murato. Lai. ur/is, oppidum. Gr. Ttó^t^,
xùiuTt Bocc. nov. Ho. I- E una usanta in
lulle le terre marine. E nov. jji- 4" ^
ima sua possessione, forse tre miglia alla
terra vicina , essendosi ce. andata a sta-
re. M. /'. <)• 27. Standosi diniestiramen-
Ic co' cittadini per la terra in pace e in
sollazzo. Cronichett. d' Amar. 224- B>
conlinoTo si farea solenne guardia per la
lerra di di e di notte. * Teseid. 6. S?. E
cosi cttglì amici se ne venne lofino in ter-
ra in alto baldanzoso, E di lese» al pa-
lagio esso ritenne II cavai Gero, re. fB)
Guicc. .Ktor. 3. 26- Entrali ( gli Spagnuo»
/i ) senza opposizione dentro «la più par-
li comincìarv>no a correre per U terra. (L)
* §. IX. /nfra terr.i, o Fra terra, e si-
mi/i, è aggiunto di Que/le città , terre, par-
SI, e simi/i, che risiedono /ontano da/ ma-
re j ed è contrario di Marittimo. Serd.
.fior. /nd. 6. 216. Ciascuna ( proviitcia )
h.i la sua mclropoli, sei sono le marittime,
e le altre infra terra- (C)
f §. X. Terra, figuratam. per g/i A-
bitatori del/e terre. G. F. 6. 73- ». Fu
richrsto di pace; la quale, raunate le ter-
re, onde era il ronlaslo, si fermo con ma-
trimonio Ira loro. Tesorelt. Br. 2. 17
Che giìi non può scampare Terra rolla di
palle. Cronichett. d' Amar. 23o- Per gli
umniunìli il marleiU si dorrà levare la
terra a romore.
g. XI. Terraferma, si dire {ìue/la
terra che non e circondata dal mmrvj coh
TER
iriìfio d' Isola. Lai. contitu'ns. Cr. rr^rsi-
054. O. y. I. IO. I. La quale provincia
di Frigia ai è di là «lalla Grecia, passate
l'Isole d' Arcipelago ili leirj ferma. E
cap. 17- 2. Il dello Antinoro ai partì di
li, e venne ad abitare ia terra ferma, ove
è oggi Padova. Tnc Bit. Passa per l'al-
to mare ec, siccliè ella si trova con co-
storo io terra ferma. Dittam. 4- l5. Tro-
vammo Olaoda, Ch^ è terra ferma, e par
eh* isola sia.
§. XII. Terra ^ per ì'ia^ o I ia^gio ,
fatto per terra. Lai. iter, via. Gr- oòo^-
FU. CrLft. È Iroppo malagevole al fan-
ciullo andare cotanta terra a piedi.
§. XIII. Terra cotta, vale Quella che
è cotta nella fornace, sendo stata concia
avanti per questo effetto. Jmel. ^g. Gli
spezzati monti, e la terra cotta con lavo-
ralo bitume raggiunti, pììi sicure tolsero
via r uso dcU^ ombre de' pini. E 56. La
quale (età), tenuta allora pessima, non
fu rea come quella che usiamo , perve-
nuti dal ferro alla terra colta. Fir. Bag.
l35. Tutti se ne vennero sopra un pra-
tello, che è tulio di muricciuoli dì terra
cotta attornialo.
§. XIV. Terra terra, posto avvcrhialm.
Dep. Decani. 32. Fra i molli effelli e
proprietà del replicare la medesima voce
due volte, questa è una, moslrar la cosa
vicina , o non si discoslar troppo ; e cosi si
dice una pianta starsi, o un uccello volar
terra terra, quando non mollo si alzano
verso il cielo, uia si stanno bassi bassi vi-
cini a terra : onde poi la iraportiamo alle
azioni umane, dicendo una persona starsi
terra terra, che attende a' fatti suoi, senza
entrare in grandi imprese, o impiegarsi ìn
faccende d' importanza. Lih. son. 11:^. Ec-
co a te up poeta , Che ne vien lena ter-
ra incoronato D' un cerio alloro uscito d'
un bucato. # Car. Et- 4- 38g. >"' andò
l'aure secando. In quella guisa clie ma-
rino augello , D* un' alla ripa a nuova
pesca inteso. Terra terra sen va tra rive
e scogli Umilmente volando. {£)
§. XV. Terra terra, come la porcel-
lana, vale lo stesso j e fi^uratam. si di-
ce di chi è in f/asso stato, e non si può
avanzare. Lat. circa niontit radices ver-
sori, ì ed. il g. di PORCELLA-NA.
g. XVI. j4 terra cavolini , modo bas-
so, dinotante la necessità di abbassarsi.
§, XVII. Andare per le terre ^ modo
basso, vale Cascare,
§. XVIII. Jndar per terra, o in terra,
vale lo stesso . Lai. cadere , sterni ,
concidere. Gr. £14 -/Jìv :rt::r£iv. Bem.
Ori. 1. 6 11. Il Conte per quel colpo
andò per terra. E 2. 20. 22. Ognun che
giugno o d'urto, o della spada. Non v' è
rimedio eh' in terra non vada.
§. XIX. Talora vale Perire, Manca-
re, Finire. Dant. rim. 38. E tocca a tal
eh' è morto, e va per terra.
§. XX. Andar per terra , vale talora
Camminar per terra, a distinzione del
Camminar per actfua . Lat. terrestri iti-
nere progredì. Gr. TTì^f" &'òot~oozi-> .
Bern. Ori. 1. 16. 2. Chi va per mar ,
chi per terra, chi l>rava, Chi fa '1 ricco ,
chi ') hello, ce.
§. XXI. Andar per terra, vale an-
che Andare toccando con tutta la vita, o
almeno altre parti, che 1 piedi, la terra.
Lat. repere, reptare. Gr. £cni?£iv. Coli.
Ab. Isaac, cap. l5. Ma ancora andando
col corpo per terra, e ancora non potendo
volare.
§. XXU. Andare in terra, vale anche
lenire al basso, /avvilirsi. Lat. cadere,
dilabi. Gr. "t'ttTStv. Fr. Ciord. Pred.
B. Onde fu violo da' nimici, e la poten-
za e la ricchezza del suo reame andò io
terra.
TER
g XXIII. Baciar la terra, in gergo ^
vale Bere al boccale. Lasc. Celos. 5. I.
In verit'a, che quel baciar la terra è una
ghiotta cosa, cioè por bocca all' orciolo.
•f §. XXIV. Cadere a terra , figura'
tam. vale Mancare, Perire, lenir meno.
Lai. deficere. Gr. >£i:roSfu/j;srv . Petr.
canz. 34- 6- Vinca il ver dunque, e si ri-
manga in sella, E vinta a terra caggia la
bugia.
* g. XXV. Cadere in terra, fìguratam.
vale Aon avere effetto. Cavale. Med. cuor.
60. Le quali maladizioni non caggiono in
terra, (f)
* g. XXVI. Dare a terra, è lo .vtes-
so che Mandare a terra. Mettere a ter-
ra, così nel proprio, come nel figurato.
S. Cater. lett. 28. Dico, carissimo fratel-
lo, che questo tale non dura, ma ogni
piccolo vcnlo il dà a terra. E leti. ^O.
Ogni piccolo vento o piova che venga, el
dà a terra, i f J
§. XXVII. Dare in terra, vale Urtar
navigando nella terra j e anche Appro-
dare. Lai. appellere. Gr. Tr^sooSà'/Zaiv-
Fir. As. 194- ^^^ come prima egli die
in terra al porlo di Durazzo, ec.
g. XXVIII. Dare in terra, vale anche
Percuotere in terra. Lai- tcrram pulsa-
re. Amet. 84' In terra dando del destro
piede, e la terra cavando, ec.
§. XXIX. Dar del culo in terra, mo-
do basso, vale Fallire. Lat. decotfuere.
Gr. yptoi/OTzilv.
•f §. XXX. Dare come in terra , va-
le Percuotere senza discrezione. Lai. gra-
viter verberare, pulsare. Gr. t^fJ-^i /la-
STiyoOv. Bern. Ori. 1. 20. 35. Al giu-
gner suo si rinfresca la guerra, AdzÌ se
ne comincia un' allra nuova: Il giovanet-
to dava come in terra, ec
g. XXXI. Gettare, o Spargere a fer-
ra, vale Abbattere, Bovìnare. Lat. solo
aquare,diruere, evertere. Gr. /.«TZ^a/-
/£tv, /aTKij/aTtritv. Dant. Inf. 27. Fin
or l' assulvu; e tu m' insegni fare, Sic-
come Peneslrino in terra getti. ì arch.
Stor. 2. 26. S' erano, con Ìn6nito di-
spiacere e rammarico di chiunque ciò vi-
de, quasi tulle le torri ce. rovinale , e
gittate a terra. Cas. son. 35. Per cui
l'Europa armossi, -e guerra feo , Ed alto
imperio antico a terra sparse.
à*. XXXII. levar di terra, vale Uc-
cidere. Lai. e medio tollere. Gr. a j^avi-
ilstv. Bocc. nov. 68. 22. Io non rai
terrei mai ne contenta, ne appagata^ se
io noi levassi di (erra.
=:* g. XXXlII. Mandare a (erra, vale
Abbattere. Benib. Stor. 7. 91. Gli arne-
si via portatine, e la rocca a terra man-
dala , lasciarono V isola all' importuno
ne. (T-)
* g. XXXIV. Mettere a terra , in
terra, o per tcrrn , vale Atterrare. Scn.
Pisi. 8. Fortuna non può mettere a ter-
ra coloro che fanno questo, benché ella
gli batta e percuota . l'it. S. Margh.
l35. Allora beata Margherita prese il
Demonio, e misclo in terra, e [losegli il
piede in sul collo, e dissegU ; ec. I ass.
04. Sempre ebbe vittoria in lorniamenli
ec, mettendo per terra chiunque tocca-
va. (J'J Bert. Giainp. 2O9. Non si pre-
sume the voi venghiale a chiederli pietà
quando vi dale ad inlendeic d' averlo
messo in lerra. (C)
§. XXXV. I^on aver terra ftrma ,
si dice di Chi e raminco. Lat. incertis
vagari sedibus Gr. «/a^àat. Malm. 7.
96. E bench' al mondo io sia , come gli
Ebrei, Che non han lerra ferma, o patria
alcuna, ec.
S- XXXVI. IS'on dare ne. in ciclo ne
in terra, vale A'o/i operare n propcsitoj
I sser astratto , 0 fuori di se j Avvilup-
TER
i5i9
parsi nelle operazioni, e niuna condurne
a buon f ne. Lai. netfue calum, nequc
tcrram attingere. Gr. OJ'ts y^i, OJTE
o'ufav9u ocTirisàai, Lue.
g. XXXVII. Tion esser terra, o terre-*
no da por vigne, si dice di Persona so*
da, e da non lasciarsi indurre a far l*
altrui voglie, o concorrere negli altrui
sentimenti così di leggieri, e senza mol-
ta ragione j e si dice anche di Persona
da farne poco capitale.
f §. XXXVIII. Pigliare, 0 Prender terra,
termine marinaresco, dicesi dell' Appro-
dare lilla lerra, accostandovi il navilio
per isbarcare. Lat. ad litus appellere ,
ad aliquem locum navim appellere. Gr-
àfo^c'^s^&ai ct'^ it^sva. Bocc. nov.^l.
21. Si sforzarono di dovere in essa pi-
gliar terra, se si potesse. Tesorctt. Br,
II. 89- Or prende lerra, or lassa, Or
monta, or dibassa. Cuid. G. Lo re Ulis-
se col suo navilio prese terra. Amet. 82.
In Trinacria, forse da necessità sospinto.,
preso terra ec, frettolosi il mare ricerca-
rono.
^ g. XXXIX. Porre in terra, vale At-
terrare. Bern. Ori. i. 9. 42- Ma quel
ch'è poco pratico di guerra. Fu da Or-
lando tosto posto in terra. (Cj
V g, XL. Bestare in terra, vale fìgura-
tam. Pestare addietro, IS'on intervenire a
checchessia. Bern. Ori. 1. 25. 37. Onde
domane a questa nuova guerra O egli o
noi convieu che resti in terra. (Cj
'\' g. XLI. Bivocare a terra. V. TER-
RA. (C)
'? g. XLII. Scoprir terra , figura tam.
vale Certificarsi, Prender notizia. Buon.
J-'ier, 2. 4- ^7- Abbiam scoperto terra
Coir aura della nostra cortesia. (C)
g. XLIII. Smontare, o Dismontare in
terra, termine marinaresco vale Sbarcare.
Bern. Ori. 2. I- 54- Che come disnionla-
re in terra vuoi , Tutti i Cristiani stanno al
lito armati
g. XLIV. Tagliare, 0 Bicidere fra le
due ttrre , o tra terra e terra, vale Ta-
gliare i frutti, o simili, sotto la prima co-
perta della t<rra, affinchè rimettano. Fr.
Ciord. Pred. ISon basta tagliare le piante
e r altre erbe malefiche tra le due terre;
bisogna totalmente eradicarle. Pallad.
Marz. 8. Poi si ricida tra terra e terra.
Bed. Cons. 1. 294- decisa (la palma)
tra le due terre, di nuovo rigcrmoglia.
* g. XLV. Tener pie terra. / . TE-
NERE PIEDE, g. (l'j
t TERRACCIA . Pcggiorat. di Terra
nel signifìc. del %. IH. Viagg. Sin. 12.
In Alessandria ha due monti fatti per forza
d' ogni lerraccia , d' ogni letame e spaz-
zatura. Car. leti. I. Ii5. Sono stalo asse-
diato in quella lerraccia 12 giorni. E Ij6.
Sono questa sera in una ferraccia , son
solo, non ho che fare, l'umor m'assassi-
na I in questi due esempi e peggiorativi*
di Terra, nel significato del §- Vili.).
TERHACCIO- /. A- Quella parte
della botte, per dove si sfonda, oggi detta
Mezzule. Pat.iff. 7. Dà per terraccio, ed
esce per cocchiume.
TERR ACREPOLO. Spezie di piccola ci-
cerbita, the nasce per le muraglie anti-
che, e si mangia in insalata. Lai. terra-
crepulas, sonchus levis angttstifolius. Dav.
Colt. 198. Di Febbraio semina cavoli ec
serbaslr'ellj, lerracrepoli, lalluga. ce /:
altrove .■ Tra 1 erbe più comunali 1 ler-
racrepoli.
TERRAFINAftE. F. A- Esiliare. Lat.
ia exilium niiticrc . Gr. £/,3x»eiy , yy-
yacijEtv. Cuid. O. Deliberarono li Tro-
iani con solenne consiglio, che Antenore
io perpetuo fosse lerrafinato di Troia. 7>.
lac. T. 7. 5. 3. Sottomesso alla ragione
L oco r ha Icrrafinalo.
l520
TER
TER
TERRAFINE, e TERRAFINO. T'. À.
Esilio, Confino. Lai. exiliitm. Gr. yuyvf.
Guid. G. Ma altro pensarono, che e' fun-
sero i 6gliiioU Av\ Ri', (he venisicro a pi-
gliare li (ietti due regii ambaseiadori , e
ciò era Ulisse e Diomede, per li terrafiai
Al AnBnriaco- E altrove: Per adempiere
li terragni che » Greci gli aveaa coman-
dato.
* TERRAGLIO. Terrazzo, Specola a'
stronomica. Gal. Gali. Lctt. Nella casa ,
che ho presa, ho un lerraglio eminente ,
e che sruopre il rido da tutte le parli, e
vi avrò gran comodila di continuare le
osservazioni. (Miti)
^ §. Terraglie , è anche termine di for-
tificazione, e vale Terrapieno. Gali/. Tratt.
Fort. 62. Quoto pomenio, come ho det-
to, contiene il terraglio, la sua salita, e la
strada tra il lerraj;lio e 1' ahitato. Il ter-
raglio è roiia cliiaru, che quanto più sarà
larj;o, tanto più sarà gagliardo per resi-
stere alla haltena. (C)
TERRAGNO, y/rfrf. Che e in sulla pia-
na terra, o ratto in terra, o Che s'al-
za poco da terra. Dint. Pur^. 12. So-
vra a' sepolti le lonilie terragne Portaa
segnato quel < h' egli era pria. Sul. ivi .-
Le tornile terragne, cioè li avelli, che so-
no in piana terra colle lapide di sopra.
g. Mulino terragno. Dani. Inf. 23. Non
corse mai sì lOito acqua per doccia A vol-
ger ruota di niulin terragno. But. ivi :
Lo mulino terragno è quello che ha la
ruota piccolina sotto , come lo mulino
Francesco 1' hae grande e da lato, e ha bi-
sogno di più acqua che '1 Francesco , e
però conviene che la sua doccia abbia
maggior corso.
TERRAGNOLO. Jdd. f'icino a ter-
ra. Terragno. # Fr. Giord. Prcd. 125.
Ma i superbi, i mari terragnoli (l'autore
aveva paragonato gli umili ammari alti),
pieni di scogli e di sassi e di colli, ogne
nave ci si spezza. 'I') l.ih. cur. malntt.
Come costumano naturalmente tutte le
piante terragnole, che serpeggiano, e non
sbalzano da terra. Fticett. Fior. 38. L*eu-
forbio è un sugo che distilla da una pian-
ta simile a una ferula, ce. : è pianta ter-
ragnola, e secondo Dioscoride se ne tro-
va di due ragioni. j4lleg. 289. Son le ca-
se terragnole e sotterra La maggior parte.
* TERRAIUOLO. Aggiunto d' una
sorta di piccione. Benv. Celi. J'it. 2. 49-
Benvenuto , perchè e* non si paressi tal
rosa, tirò a un colombo terraiuolo. (C)
TERUAIMENARE . Fare terrapieni.
Lai. aggercs entruere, aggirare. Gr. aw-
pi^Jl\■^. liuon. Fier. \. 3. l\. E non ad
altro buoni, Fuor che a riempier fosse ,
Terrapienar bastioni, si* Galil. Tratt. Fort,
pag. 35. Dovendo.si terrapicnar la mura-
glia, la terra che si cava dalla fossa può
servire per terrapieno. ^^V^
TERRAPIENATO. ^dd. da Terrapie-
narcj ItipiCno, o Fatto a guisa di terra-
pieno. Lat. aggeratus. fttton. Fier. ^. 2.
7. Saldi, senza piegar, tcrrapicnali.
•f TERRAPIENO. Termine de' Mili-
tari. Una elevazione di terra rivestita or-
dinariamente di mattoni o dt piota, sul-
la quale sì dispongono le artiglierie e gli
uomini armati per difesa della fortezza.
Lai. agger. Gr. jfwjuia. Guicc. Stor. An-
rora che fosic battuto il muro , restava
troppa altezza del terrapieno.
t TERRATICO. Quel che si riscuote
dal r affitto della terra, //ut. Inf. 17. 1.
E qui occorre uno dubbio, cioè se 'I ler-
ratico , o r affitto che si ricovo della ter-
ra, è usura.
TERRATO. /'. J. Sust. Biparofatto
di terra. M. V. 6. 55. Francamente »i
mostrarono apparecchiati alla difesa, e con-
tro a* trabocchi avevano fatti lerrali, e aU
tri utili ripari. J'it. Plut. Ma in pochi di
il suo figliuolo s* adirò, e cadde a*ia sul
terralo, e mori. * Guicc. .Stor. li. 160.
Cominciò a battere con due cannoni il
muro a quella vicino ; eletto questo luo-
go, perchè al muro era congiunto un fer-
rato alto , dal quale si poteva facilmente
salire alla rottura del muro di sopra che
si batteva. (C)
t §. Per Ilaltuto, Solaio. Oli. Com.
Inf. 17. Poi dovendo uscire dello terralo
della detta torre , e prendere il cammin
per r aere, ec. (così ha il codice, sehhe-
ne la stampa pag. 324- Iff^g" ■' serrato).
TERRAZZANO. IS'atio, o Aiutatore di
terra murata, 0 castello. Lat. incoia. Gr.
ivotxoi- Guid* G. Salirono al castello, lo
quale trovarono colle porle aperte per ri-
cevere li fuggitivi terrazzani. G. /'. S- 5l.
3. Gli altri terrazzani rimascr fedeli de*
Lucchesi. F 9. 280. I. I terrazzani del
castello di Carmi^'tiano ce. si renderono
di lor propria volontà al Comune di Fi-
renze. Morg. Q. 40- Grand' onor fanno
tutti i terrazzani A quel che crcdon Fie-
ramonte sia. E 22. 109. I terrazzan tra
lor son consigliati , £ poi facean questa
conclusione.
§. Per Paesano, o Che è dei medesi-
mo paese. Galat. 2- Conviene che altri
si avvezzi a salutare e favellare ce, e di-
mostrarsi con ognuno quasi terrazzano e
conoscente. Dav. ^fon■ 119- Un gran
maestro di sapienza ordinò ce. che la re-
pubblica a chi di fuori con forestiera mo-
neta venisse non la togliesse , ma giusta-
mente la ^li pagasse a terrazzana-
TERRAZZINO. Piccai terrazzo.^ J'it.
Pitt. 10". Pergula presso gli antichi era
quasi un terrazzino, poggiuolt>, loggetla ,
ringhiera o galleria, che sporgeva in fuo-
ri. (C) lìenv. Celi. J'it. 1. 383. Mi
feci portare in nel palazzo de' Medici, su
dove è il terrazzino. (C)
TERRAZZO. Parte alta della casa,
scoperta, o aperta da una, o più partì .
Lat. solarium. Gr. yjico/st^tvo?- C'r. Q.
8o- 4' Conciossiacosaché fosse in un luo-
go che si chiama /fger laurentanum, nel
quale era un luogo con un alto terrazzo
ovvero triclmio. Frane. Sacc/i. Op. div.
64- Hannomi lasciale casolari e terrazzi ,
e cjuclli ben forniti dell* arse e rotte co-
perte, ì ardi. Stor. a. 261. Hanno tulli
gli ornamenti e tutte le comodità che pos-
sono avere le case, come terrazzi, logge,
stalle, corti, anditi, ricelli, ce Malm. 10.
IQ- E gii dell' aria i campi azzurri «cor-
re Quel che i bucali in su i terrazzi a-
sciuga.
TERRAZZONE. Accrescitivo di Ter-
razzo) Terrazzo grande.
t TERREMOTO, e TERREMUOTO.
Scotimento della terra più o men violen-
to, cagionato da fuochi sotterranei, o al-
tri vapori, che vegliano sprifiianarsij Tre-
muota . Lat. terra^motus . Gr. 9ei7,uo'> •
M. /''■ IO. 65. tit. Di gr.mdi lerrcnuioli
che furono in Puglia. Fir. Disc, rt/i.t)l.
ConciossìacoNacbè tutta notte io sia >l.ita
in tanto travaglio tra tanti tuoni, tra t.inli
baleni « tra tanti terremoti ce. , che non
pareva se non eh* e* r«>tsc venuto fiaimoo*
do.
§. Per me taf. Dant. rim. 4- Nel cuor
mio s* inroiiiìuria un (errrmolo.
« TERRE.NALE. Àdd. Terretlro. Lai.
terrestris. Pros. Fior. 4- 3. 18 Quoto
legno (l'aloè) si trova in una delle pro-
vincie della China, viene a seconda di un
fiume, tutto consumato da*kas>i; ma dorè
e* fa, ne\»uno finn a tjui che vi sia italo
è conosciuto; dicono lìi, che viene dal para*
di*'» terreiiale. ' ^St
TERRENAMENTE. Àvverh. Secondo
il mondo. Lai. terrtne . Gr. yi;rxckJ« S
Agost. C. D. Allora iatendoao terreoa-
mente .
•f * TERRENELLO. Dim. di Ter-
reno coltivahilej e per avvilimento Terreno
magro. Lat terrula, agetlus. Gr. '/iji^toy.
Bed. Ins. 5. Fu dottrina d' Archelao sco-
lare d* Anassagora , che non ogni terre-
nello magro ed arenoso, non ogni morto
sabbione fosse il caso. (*)
* TERRENEZZA. Qualità di ciò c/te
è terreno. Ott. Com. Purg. ig. 343. Co-
loro che ora piangono , in futuro si coo-
soleranno per vedere Iddio: eoo l'acqua
delle lagrime perfettamente sì caccia la ter-
re nezza. (C)
■J- 3 TERRENO. Sust. La terra c/te
si coltiva perchè dia frutto . Lai. agtr ,
terrenum Gr. ay^^; , y^. Dant. Purg.
3o. Ma tanto più maligno e più Silvestro
Si {à '1 terren col mal seme e non collo ,
Quant* egli ha più di buon vigor terre-
stro. Bacc. nov. 60. 3. Conciossiccosachè
quel terreno produca cipolle famose . Cr.
2. 16. 7- I troppo magri e maninconici ter-
reni per la secchezza non sono alle biade
convenevoli. Serd. Stor. ij. 545. Andasse
cercando terreni sodi e incolti, tanto lon-
tani , tanto diflìcdi . Soder. Colt. 4- Non
vorria anche ( la vite ) terreno uè troppo
caldo , ne troppo freddo.
g. I. Terreno , figura tam. Bocc. nov.
7. 7. Avvenne che , trovando Tingoccio
nelle possessioni della comare il terreo dol-
ce , tanto Vangò e tanto lavorò , che una
infermità ne gli sopravvenne. E nov. 3a-
8. E parendogli terreno da' ferri suoi, di
lei sutiitaniente ed ollremodo s' innamo-
rò. Alleg. 237. Ogni sacciulcllo , dov' ci
trova il terren tenero , vuol fare del let-
teratone al buio.
5^ g. II. Terreno , si dice anche ad
Uno spazio di terra considerato o sotto
r a.tpetto che vi si fa, o può fare gual-
che fahhrica, 0 sotto /' aspetto di qua/che
azione che ivi accade. « Guid. G. Abbia-
mo con braccio forte occopati li terreni
del regno suo . Boez- J'arc/t. 2. rim. 4-
E questa viene , Mancandole d terreno ,
A piegar tutta, e venir tosto menu >*. (C)
§. 111. Mancare il terreno sotto i piedi,
che ancìie si dice Mancare il terreno as-
solutam. , vale Mancare tutto il più ne-
cessario j e si dice d'Uomo avaro, che di
ciò sempre teme ■ Geli. Sport- 5. 3. Chi
sta con vedove, che sempre hanno paura
che non manchi loro il terreno sotto i pie-
di , come al presente sto ìo , può dir dì star
nello *nfcroo.
g. IV. /',■' non è terreno da fyorci vi-
gnaj cioè IS'on si può far fondamento, o
porre speranza. Fir. Lue. 4- I- Lasciami
andare a vedere s' Ìo trovo da sbocconcella-
re in qualche lato, che qui per oggi non h
terreno da porci vigna. Morg. 18. II7. Ve-
drai che la mia schiatta non traligna, E rb*
io non sim lerren da porci vigna.
§. V. Terreno , per Territorio. Lat. ter-
rttorium. Gr. ot'y fio;, jfwcóv. Maestrtisz.
2. at) 4' ^- anche >e fu»e fatto alcuno mici-
dio in sul suo terreno, puotc lomineUrre ad
alcuno, che in ispezulila dt questo mìcidio
e' cerchi la verità, e seguiti la giustisia.
Frane. Sacch. nov. 132. Fece legge, che
per tulio suo terreno fosse pena l'avere e
la persona a qualunche facesse dudi.
§. VI- Terreno, diciamo tinihea Tut'
to l' appartamen lo nhitahle della casa ,
che è più vicino alla terra , o che po-
sa in sulla terra . Fir, Trin. prol. E
tornale V anno in terreno a Iiuon' otta .
Malm. 12. 3|. Del manto e d'altri ad-
dobbi si dispoglia , E comincia a girarlo
dal terreno.
§ VII. Terreno, si dice anche U Stan*
»a prima della casa, che si tiVi'a giù ra»
sente la terra , presto atta porta. Late.
TER
TER
TER
l52I
Cehs. I. 1. ÀTvcrtisci a levare il lume
di terreno, acciocché «Iella via, penetran-
do pe' fessi , tu non fussi veduta. K op-
presso : Stalli cosi per lo terreno spas-
»eggiaodo al Imio , tanto che tu oda il cen-
no. Tac. Dm\ j4nn. 2. Sp. Intanto soldati
gli accercbÙDO la rasa, giù io terreno l'anno
romhaiio, perchè gli oda e vegga (il te-
sto iat. ha : in vestibulo ) . f'ir. noi-- 3.
aai. Mostrando d'esser dilaniata , in ter-
reno lasciatolo , se o* andò all' Agnoletta.
t 5 TERBENO. Jthl. Che appartiene
alla terra, o viene dalla terra, o ha qua-
lità della terraj Terrestre. Lat. terrentts.
Gr. yr.Vvoi . l'etr. canz. 5. C Volando
al ciel colla terrena soma, l' son. 25. Che
*1 duro e greve Terreno Incarco , come
fresca neve, Si va struggendo. Coli. SS.
Pad. Vedete adunque, che non è terreno
ne piccolo il dono della discretione. Jìoez.
G. S. 2. Pasce sol ciLo terreno. ^ Sali'in.
Odits. i44- Quando il biondo Radainan-
te Condussero a veder Tizio terreno Fi-
glio. iPe)
* §. I. Paradiso terreno, dicesi il Luo-
go dove Iddio colloi'ò Adamo ed Fin dopo
di averli creati, il che piti comunemente si
dice Paradiso terrestre. « Tcs. lìr. i. 20.
Poiché Dio clil)c caccialo Adam di Paradiso
terreno, ingenero egli in Eva sua moglie
Cairn. £"3. I. Infino al mare Oceano, e a!
Paradiso Terreno ». (C)
fg. II. Stanza, camera, 0 simile, terrena,
dicesi Quella che i- nel piano della casa più
vicino a terra . Bocc. Introd. 54- Entrati
in una sala terrena , quivi le tavole messe
▼idero. Pnllad. Olt. I7. Ma meglio ecc.
metterlo in terrena cella e fredda. Alleg.
145. Non altrimenli che posate in camera
terrena , sollo la sfogatissima volta dilla
luna, o come i legnami intarlano, o come
le pelli intignano. Lasc. Celos. I. 3. Essi
giltato in sul letto di camera terrena cosi
vestilo .
t TERREO. Add. Che appartiene alla
terra , o viene dalla terra , o ha qualità
di terra. Lat. terrenus. Gr. '/^Kw'^^;- Z/-
bald. Andr. 80. Quando la Luna è in Tau-
ro , è segno fermo di mezzodì , freddo e
secco, malinconico e terreo (^ masculino .
Bicett. Fior. 12. Quelli (sughi) che si
serbano secchi, purgati prima dalle fecce
terree, si seccano al sole. Cai. Gali. 2^0.
Se sieno terrei, o aeiei a predomìnio (l'e-
bano, e V alieto), chi ce lo manlfesleiìiT
TERRESTITA*. I. TERRESTKIXA'.
TERRESTO. /'. TERRESTRE,
t 3 TEBRESTHE, e anticam. TEB-
RESTRO . e TERRESTO. AdJ. Di ter-
ra , Che ha qualità di terra , Terreno.
Lai. terrestris. Gr. ì-:ily-.ioz. Fetr. son.
9. Gravido fa di se il terrestre umore .
E S5. Ma'! sovrastar nella prigicn lerre-
»tra Cagion m' è, lassol d'in6niti mali." E
266. Chiuse '1 mio lume, e '1 suo career
terrestro . Fant. Purg. ?0. Quant' c-lì
ha più di buon vigor terrestro. Tes. Fr.
3. 5. Quando questo addiviene all' acqua,
iX mostra ch'ella non abbia in s"e cosa ter-
reslra . ^ Tass. Icz. son, Cas- E ne' con*
celti la magnificenza se di alcuna gran-
de e illustre battiglia navale o terrestre
ec. si ragiona . (Ì'P) Stor. Eur. 2. ~\5.
E' non hanno più di noi altri se non quella
matta be&Ualil'a ce che di cavalieri barcaioli
e di terresti gli ha fatti acquatici. (CJ
* §. Faradiso terrestre, e anticam. ter-
reste, dicesi il Luogo dove Dio collocò A-
damo ed Fva dopo d' averli creali. •■ G.
f. I. 3. 1. Cominciando dal mare Ocea-
no , e Paradiso terrcsto. Fui. Purg 3l.
2. lonanti che potesse salire a vedere lo
Paradiso terrcsto prima, e poi lo celeste n.(C}
TERRESTREITA'. Terrestrità. Art.
Fetr. Ner. i. I Si lasci stare il ranno per
due giorni, e di nuovo dando in fondo nX-
Vocabolario T. II.
tra terrcslreita, la rannata vien più chiara, e
lìmpida, e questo si reitiTÌ tre volte, che così
s' avranno le rannate limpidissime, e sca-
riche da ogni terrcslreita.
f TERKESTRITA', TERRESTRITA-
DE, TLBRESTRITATE; e TEltUESTI-
TA' , ec. Qualità di ciò che è Terrestre.
Fallad. cap. l^. Dee esser lieve , e nulla
avere in se terrestilate. Cr. t. 4- 7- Sono
acque costrette , e che lungo tempo rice-
vono tcrreslritadi . F 2. 6. I. La materia
della fo-Iia in tulle le piante è V umore
acquoso alquanto mutato e mescolato, non
ben digesto, e purgato dalla fercia della
terreslrit'a . E cap. l'S. 5. Il corpo della
pianta ha bisogno di t.d cibo , che sia iudu-
abilc , e seccabile
pei
la
terrestrità.
fTERRETTA. r>im. di Terra in si-
gnijic di Città, o Caslelloj Piccola terra.
Lat. oppidum, oppidulum. Gr. TToii'x'^*^''''
Bcmh. Stor. io. 1^5. Il Contarino sotlo-
proveditore, ed. Alessandro Bigolino, per-
duta la speranza di poter quella lerrelta
ritenere, trattone i soccorsi , a Padova se
n'andarono. ^ Bcmb. Stor. 8. n3. La
rocca, e due altre lerreltc di quella con-
trada, al Duca rendesse. E I18. Castel-
franco, nella qual terretta prima era il Mo-
ro, a ^Tassimiliano si diede. (J')
*T §■ Terretta , o Terra di cava , e
anche una specie di terra, con che si /.in-
no vasi dt credenza , che mescolata con
carbone macinalo serve a' pittori per fare
i campi , e per dipignere i chiaro-scuri ,
e anche per far mestiche , e per darla
temperata con colla sopra le tele , ove
dcvonsi dipignere archi trionfali, prospet-
tive, ec. Borgh. Hip. 173. Chi volesse so-
pra le mura dipignere di chiaro oscuro ,
bisogna che faccia il campo di terretta ,
e l'oi tre colori ec. :I- / as. Op. J'it 2.
485. Fu [rimo ancora a dar luce alle grot-
tesche che somigline) l' antiche, e le mise
in opera di terretta e colorite in fregi con
più disegno e grazia che gì' innanzi a lui
fallo non avevano. {C}
't TERRIBILE. F. A. Susi. Turibo-
lo. Lat. *thuribulum Gr. '^•sp.ioiTr.pio-i ■
Antiot. Fang. Rei quale è il lerriblle del-
l'oro , e r arca del Testamento . Frane.
Sacch. nov. 35. Il cherico udendo questo
nome cosi tenibile, e non sapendo che ri-
spondere, gjiardava il Cardinale, il quale
menava il braccio, ccmc quando si da lo 'n-
ccnso col terribile.
TERRIBILE. Add. Che apporta ter-
rore. Lat. ternbìlis. Gr. yoÉs^c'^. Foce,
nov. 87. 8. Ed ecco vicino a lei uscir d'
una macchia folta un lupo grande, e ter-
ribile. G. F. 2. 3. 2. t\l detto Tolde ap-
parve in visione, dormendo, più volle un'
ombra con un viso terribile e spaventoso,
minacciandolo - Fani. Inf. Z^. E vìdivi
entro terribile stipa Di serpenti . letr.
canz. 34. 3. S' i' 1 dissi, unqua non veg-
gian gli occhi mì<'i ec. Kè donna, ne don-
zella , Ma terril'ìl procella- Maestruzz. 2.
29. 5. La fine di tutte le cose terribili è
la morte, l'it. SS. Pad. 1. 47 Vide una
forma d' un uomo terribile.
V §. Terribile, vale anche 3faravi*
glioso. Straordinario nel suo genere. Bed.
leti. I. 372- Ai saranno bene le salire di
Benedetto ISIenzìni , che sono terribili. E
374- Si ^ usurpata una terrìbile e dispo-
tica autoril'a. (C)
'A' TERRIBILEZZA. Qualità di ciò che
è terribile. Sega. Demelr. tì. Cosi l'ira-
condia e la terriljilczza del favellare diventa
per la lunghezza snervata. (C)
TERRIBILISSIMO. Superi, di Terri-
bile. Fr. Giord. Fred. B. Non sì spaven-
tano al nome delle terribilissime fiamme
deir Inferno. Trait . segr. cos. donn.
Ancorché afflìtte da terribilissimi dolori.
Borgh. Fir. disf. 27O. Con Agilulfo, che
poco innanzi al suo pontificato era nel re-
gno successo al terribilissimo Autarì. Buon.
Fier. 5. 3. 6. E poi terribilissima ci sferza.
E 5. 4- 3- Terribilissim' ombre, Ferocis-
sime belve.
TEUniBILITA' , TERRIBILITADE.
e TERRIBILI lATE. Astratto di Terri-
bile . Lib. Op. div. Ed io vedendo una
terrdiilil'j di pene, dimandai ce. Car. lett. a.
81. Ma per la terribilità sua sì farà largo
da se. ^ l'as. Op. Fit. 2. 121. Hanno
r animo pieno di tanta grandezza , ed il
cuore di sì smisurata ternbilil'a, che se non
cominciano cose dìifiiili e quasi impossi-
bili ec. mai non danno requie alla vita
loro . Farcii. Stor. 2. 22. I quali nella
lor lingua il Gran Diavolo , per la sua
incomparabil furia e terribilità , lo chia-
mavano. (Cj
TERRIBILMENTE. Avveri). Con ter-
ribilt:à. Lat. *terribiliter. Gr. cJooiow§.
Dani. Inf 3l. Dopo la dolorosa rolla,
quando Carlo Magno perde la santa ge-
sta. Non sonò si terrìbilmente Orlando.
Pass. 233- In più altri luoghi della Scrit-
tura terribilmente gli minaccia Iddìo , a
dare ad intendere in quanto odio egli ab-
bia la superbia.
'•' §■ Talora vale Eccessivamente , E-
stremamente. J'as. Op. ì it. 3. 36. ive-
va veduto Giorgione alcune cose di mano
di Leonardo mollo fumeggiate, e cacciale,
come si è detto, terribilmente di scuro. (C)
TERRICCIO. Concio macero, e me-
scolato con terra . Dav. Colt. x58. Bar-
batelle anfora a capogatto puoi fai e, pi-
gliando della vite, che vuoi far razza, un
tralcio , facendolo ìnsino al ceppo passare
per lo fondo d' un [laniere, e quello em-
pier di buon terriccio, nel quale ei barberà.
£181. Si semina d'Ottobre il nocciol suo
(del pesco) in terreno umido e caldo, duo
puntate divelto con molto terriccio.
TERRICCIUOLA. Vim. di Terra, in
signifc. di Castello, o Cillà. Lat. oppi-
dulum. Gr. 7ro>t'xv(Sv. .V. F. io. 85-
Addi 28 furono in Valdera , e certe ter-
rìcciuole l'obbedirono. Frane. Sacch. nov.
127. Con questo si regge cosi bene, come
lerricciuola d* Italia.
J»" g. E in signifc. di Terreno coltivati-
vo. Alleg. 211. M' è venuto in taglio di,
mutando il logorator del mio , riallogar
certe malandatissime terricciuole , le quali
ec. (F)
i\' TERRICURVO. ^f/^. (^urvato verso
terra. Menz. sai. 4- ^'^ voi, cervelli ler-
ricurvi e corti, Alla parie del ciel chiara
e suprema Chi mai vi rende ad innalzarvi
accorti? (ì)
TERRIERE. J'. A. Terrazzano, Della
ten-i!. Lat. incola, oppidanus. Gr. rroic'-
ZYti. M. F. I. 87. Cavalcando per lo Pa-
triarcato, da certi terrieri suo' suddiii ec.
fu nel cammino assalito . Cti .i. C. Gli
abitatori e terrieri di questo castello con
armala mano, e con istrabocchevol corso
pervennero al lito. Frane. Sacch. nm. GA*
E di lor terre poca guardia fanno. Perche
a' terrieri tal signoria piace. >*'egr. Fior.
Stor. 8. 206. Quelli terrieri, disperali del
soccorso, si dicrono.
•f * TERRIFICO. Add. Che atterri-
sce , Che cagiona terrore. Terribile. Se-
gner. Crisi, instr. 3. 4- 7* -^^ arriva a te-
nere la lingua a freno per quel breve lem-
po che assiste al sacrifizio lerriC*^o della
messa, pare ec. E ìncr. 2. 21. 8. La e-
rcsia gareggia col coccodrillo , il qual*
non ba termine fisso alla sua statura ler-
rifira. (A)
''t- TERRIGENO- Add. IVato, o Gene-
ralo dalla terra. Salvia. Opp. Cacc. O
sia uscita da pietra questa lazza Dannosa,
o sien lcrrigÌDÌ,c da terra Spuntino, fjj
^ TERRIGNO . Add. Fella ttrra . «
191
xStz
T E H
T E n
TER
rfic abita sotterra . Salviti. Opp. Cacc-
Vie accora delle ulpc le terrigne Rax-
zc y che mangiaD erbe j e cieche sono ,
ec. (J)
t TERRITORIO, e antìcam. TERRI-
TORO. Contenuto tìi dominio e di giit-
risdizionej Distretto. Lai. terrttorium. Gr.
M'/-o.;.xw;i'oy. Stat. ^ferc. Hanno rigrctso
contro il popnlu, e uomini, e persone del
popolo, nel territorio del quale ce- fatte
ii trovassero. S- Ant. Conjes.t. I signori
&e conoscono in lur territorio farsi que-
ste rose, e non puniscono , peccano mor-
talmente. Macstnizs. 2. ?4- '• Puotc il
Prelato iscomunicare fuori del suo terri-
torio ? (fini per Diocesi J . Alam. Gir.
9. /|6. Al qua! miir altri cavalieri erianli
Tenuti son del territorio nostro. Bern.
Ori. 1. g, i'|6. E iieró sempre per quel
tcrrìtoro Cbiamossi il cavalier dal scudo
d* oro.
TERRORE. Spavento, e Paura gran-
de. Lat. terror. Gr. fó^o:- Mor. S. Greg.
Nientedimeno in tutte queste cose stette
quella mente santa senza terrore, e quel-
1.1 citt^ forte sanza commozione. P,occ. g,
6. _/! 5. La quale (onestà), non che ra-
gionamenti sollazzevoli, ma il terrore del-
la morte non credo rhe potesse smagare.
ì/tirstruzz. 2. 3o. 5. La qual cosa è or-
ilinata così a terrore degli altri. Da%-.
Scism. ^2. A terrore degli altri citò il
liarone Dacrcs, cattolico e potente.
t TERRO.S0. Attd. Misto, o Imbrat-
tato di terra. Lat. terrosus. f'ett. Colt.
71. Fermandosi quivi quel)' acqua torbida
•: terrosa. ^ Benv. Celi. Ore/. i4- Quan-
do egli (il mastice) cade dall' albero, per
Io più è raccolto terroso, e imbrattalo d'
altre materie. f/'> Car. Long. So/, rag.
2. Così vecchi come erano ce. con le m.ì-
ni terrose, e coi rupi rabbuffati, ma d'a-
spetto ce. rispetlcvole. (TPj
* TER.SAMENTE. Ai-icrb. Con ter-
sezza. Pulitamente. (Jj
•f * TERSEZZA. Forbitezza, ]Siti-
tìezza. Pulitezza. Pallav. Tralt. Stil. cap.
20. Dobbiamo prima investigare in che
consista quella tersezza che negli stili è
nominala eleganza, ve. (A)
s;: TERSIONE. L'azione del tergerej
Travatura. Frane. Parb. Pegg. donn. 388.
El lino per molte tcrsioni viene a can-
dore; e r anima per Iribulazioni. {C)
TERSISSIMO. Superi, di Ter.to. Lat.
nttidissimus, emaculaiissimus. Gr. y^p.-
~pOT«TOr. Srgner. Mann. Novemb. 12. 2.
Qual' è nello specchio la disposiiiune più
proìbima a venir tutto investilo del Sol
predente Tèi' essere gì^ tersissirao da o-
gni macchia.
TERSO Add. da Tergere s Senta mac-
</iia. Inetto, Pulito. \.2t. nitidus, tersus.
Or. \vp.TZp'J^t x^y^l'o';. Pant. Par. 3.
Qu.di per vetri trasparenti e tersi ec. Tor-
n.iri do' nostri visi le postille. Petr. son.
127. Tessendo un cerchio all'oro terso,
e crespo.
t l* §. I. Terso, trattandosi di stile, o
simile, dinota La proprietà delle voti, e la
regolarità de'costrutli j ed equivale a l'or-
bito, /'legante. Menz. Poet.lib. i. l'en h^
il vivere eterno a qurl si debbe Slil puro
e terso che per lui fioriva- f Pj Salvin.
disc. 2. 337. E quasi sparse gioie, dentio
a un terso stile r grave, quasi io Gnu or.i,
Irgurle. ^.V;
t * §. il. Aggiunto di scrittore, va-
le Che u.ta molta proprietà ne'^ vocaboli ,
t regolarità ne' costruiti Segner. Prvd.
Pnf. Ilo io bensì prnrnrat'» nella eloruiinne
di mettere ogni min »ludio, come lilruvn
che 1m posero non ordinario un Leone, un
Ciiulaino cf. e l.dun «Uro de' Padri fra
noi più tersi. (Pr)
tj TERZA. Susi. Vna delle ore cano-
ntthej che si canta, 0 si recita nel terzo
luogo. ♦ Vit. S. Frane. 208. Dicendo
lui terza una volta, sì gli venne in me-
moria quello vasello, e imbrigu un poco
la mente sua. (V)
f §. I. Per lo Tempo in che FAla si
canta, o si suona, j/occ. introd. 5ì. Co-
me terra suona, ciascun qui sia. E nov.
16. 7. Già l'ora della terza valicjla- Cr.
4> 22. 4- ^^ '' ^^^ '* colgano dopo ter-
za, quando la rugiada e risoluta , e che
Paria sia calda e chiara, Ìl vino sarà più
poderoso, e miglior da durare. Dani. rim.
z!\. Pigliandole anzi terza. Con esie pas-
serei vespro e le squille, lìern. Ori. 2.
26. 32. >è maitioa , ne sera, a leria o
nooa. Lascia che pur dal Sole io sia vc«
duta.
'è g. II. Mezza terza, e la metà dello
spazio tra il levar del sole e terza, «l'occ.
nov. 43. l6. Perche entrati io via, in sul-
la mezza terza vi giunsero u . F g. 3.
proem. Avanti che mezza terza fosse, ad
un bellissimo, e ricco palagio ec. gli ebbe
condotti. Dunt Inf. 34- E giìi ti solo a
mezza terza riedc. Pallad. Genn. 26. Nel-
r ora prima del die, cioè ijuando la mat-
tina apparisce V occhio del sole al monte,
farà lutig.i l'ombra dell'uomo ventinove
[.iedi. Kclla seconda, cioè nella mezza ter-
za, diriannuve. (t )
TEllZAMENTE . Avverò. ;Ye/ terzo
luogo. Lai. terlio, lertio loco. Gr. r^tiffol^.
Vant. Conv. 65. Terzamcote , perocché
l'operazione della virtù per se decessero
acquistatrice d'amici. S. Agost. C- D. Pri-
mamente percuotono il soglìare colla scu-
re, e poi col pestello, e terzaLaentc lo spaz-
zano colle scope.
TERZANA. Febbre che viene un di sì,
e un no. Lat. tertiana. Gr. Tptryìo;-
M. y. 7. 47- Videsi la state singulare e
grandissimo caldo , e lungamente secco e
sereno, e molte terzane nell'arie gri'v»i".
Tes. lir. 2. 32. Quelle che sono per
collera , sono meno rie , siccome sono le
tersane } perciò è bene che li flemmatici
usino di verno cose calde e secche. Poez.
f'arch. 3. pros. 8- Quello, iiualunque sia,
che voi con tanta meraviglia guardate ,
potere per un raldicciuolo d' una febbre
terzana dbsolvcrsi. Red Cons. 2. 53.
Tutti son d' accordo , che i mali vagaoli
sieno terzane, delle quali altro lon conti-
nue, ed altre sono iotermiltenli , r che le
intermittenti per lo più sono le terzane
semplici.
§. Terzana doppia, si dice Quella /ri-
bre che viene ogni giorno, ma the ha i
parossismi alternamente simili. Tìemb.
leti. I. 3lf>. Quanto al mio male, egli è
stato una fi-bbre terzana doppia assai vee-
mente. Ped. Cons. 2. 53. Le intermit*
tenti per lo più sono le terxane «empiici,
ancori he queste ec. soglìano, di semplici,
falsi doppie.
TERZANA". 1\ A. Arsenale. Lai. na-
vale. Gr. vJùi'v. Put. Inf. 21. I. Telli-
na è luogo di navilii, dove si serb.ino r
dove si fannia (•■ / . t) 281. I. Ordinò
ec. che in Nap'Ji dovessero uccidere il re
Roberto e *t Dura, e meitcr fuoco nella
teraana, ov'erail navilio.
« TERZANACCIA. Peggiora t. di Ter-
zana, ped. (4)
>> TI RZANEI 1.A . Febbre teit<tna.
Chiabr. Pìt. 5. Non mai stolto iu Irllo
per infermila salvti due volte jur cidpa
Ai tlue fcblirr lerzanellr , ne ria»runa dì
loro (rjpassò selle pjrrotismi. (C)
t * S- l- ferzanella , i ambe Una
specie di fiori, (''ir. Long. Scf. 58. Tro-
vuriino lielle viole mammole . de' nar*
ciiii, delle lerzanelle , e d'ogni »urta
fiori. (Min) /*■ 77. Gli nrlifirii>ii (fiori)
orano conio lo rose, i giartnli , i gigli;
i natii come le viole, i oarcissi, e le ter-
uoelle. fC)
* g. II. Terzanella, è anche Term. delP
Arte di seta, e vale .^c/a soda, ossia SeUt
falla di doppi! . (A)
TERZARE. Termine d' Agricoltura s fi
vale Arare la terza volta. Lai. Urtiare.
Gr. TptTO-v. Cr. 2- 20. 2. Del mcM di
Settembre s* arerà la teiza volta il grasso
campo, e quello, il quale avrà per u«u di
tener l'umore, avvignarbè nell' umù^o an-
no si possa tcrzarc innanzi. Pallad. Sei'
lemb. 1. Di questo mese i campi re. si
vogliono la lei za volta aguale arare, ed
anche il campo grasso, avvegnaché 1' an-
no che corre omoroso si poua aocbe ler-
aarc.
TERZARUOLO. F. TERZERCOLO-
TERZAVOLO , e TERZAVO. Padre
dei bisavolo. Lat. abavus- Gr. oi«~aT-
Tio;. Fr. Ciord. f'red. S. Ora e* non ci
ba oggi nullo che sappia chi si (oste stio
quiniavoln, appena il terzavolo, ani^ appe-
na il bisavolo. Put. Poiché ha mostrato
gran congratulazione al suo terzavo.
TERZERIA. Una delle Urzt parti di
cosa che si numeri per tempi , o stmiÙ.
* Jnstr. Cane. 71. .Ma l' altre eccezioni
non s'attendono, e si rimettano all'ulti-
ma terzeria. F 73- Ma non potranno già
fare astringere alcuno a levare e pagare
il sjle destinato, o assegnato rome sopra ,
se non un mese avauli la fine di eiasru-
oa terzeria. (C>
TERZEltUULA. Spesie di misura di
%'ino. M. Aldobr. eletti io una teraenio-
la di vin cotto, e fa bollire, l rane. Sac.
eh. nov. 176. Essendo mesciuto una ter-
zeruol.1, ed avendo ciascuno i bicchieri in
mano, ec.
TERZERUOLO, e TERZARUOLO.
Pant. Inf 21. Chi lerzeruolo ed artimon
rintoppa. Put. ivi: Atlimono è la mag-
{;ior vela che abbia la nave , (eiTcruolo e
la minore; im|>erocchè la nave porla Ire
vele : una grande, che si chiama arlinio-
ne; una mezzana, che si chiama la mez-
zana; e un' altra minore, che si chiama
lerzeruolo. Frane. Parh. aSp. 26- Vele
grandi e veleni, Teizaiuoli. e parpaglio-
ni,
g. I. Far lerzeruolo, ji dice delC Ac-
conciare le altre vele maggiori all'allea'
sa e forma del lerzeruolo.
§. 11. Te'zeriiolo, dic'amo anche a Una
spezie d' itrihibuso corto.
* TERZETTA. Sorta diarmedafuo-
co simile alla pistola, ma alfjuanto pin
piccola. Ped l'sp. nat Nel fondo della
canna d'una lerzelta d* giusla misura
mritcva por hi soli gr.>ni di poh ere. (*)
TERZETTO, (ompfniwento in Urza
rima j ed anche (Jue/lu parte di capilo-
lo, sonetto, o altra poesiiì, che è comipre»
sa in tre versi. Ternario, Terzina, rar-
eh. Les. 6.|3. Questa maniera di ver»! ,
chiauMli ora trisi-lli. ora Icrnafii, o quan-
do terzine, i quali non sono jliro « he Ver-
si d' undici silUlio rintanali, onde sì di-
cono vulgarmeotc terme rime. / aie. rim.
Udito , udilc un |>o' questo toiTcttot O
lutti quanti toi, rhe ctwnpooele , Noq fa-
te nulla mai, che vi »ia dello. Se poco
onore aver non ne vulrlr. Ped. Tip- I.
36. Ouervìjnio soveutcmente i primi (|Ua-
4lrin.)iii, e talsoUa d primo lenrilu d* una
U-tiilura, noli rome qui'lla dil Petrarca,
o degli altri migliori poeti. Salvia. Pros.
Tose. I. 2jil. So la tenio.', o lenrllo si
considrr.isse da per se solo, (omr un mem-
bro rriiso da tulio il rupo Jcl sonet-
to , eserciterebbe 1' oliliiczione lutla sua
forta.
* TERZETTO. Componimento musi-
cale da cantarsi a tre voci, o dtf sonarsi
.1 tre islrumenti. (C)
TER
TERZINA. Componimento in (crr.i ri-
ma,- ed anche Qi-elln parie .li cnpitoto ,
sonetto , 0 altra poesia, che e compresa
m tre versi. Ternario, Tcr-.eUo. 1 nrch.
Lei. 643. QucslD maniera di veni, cliia-
maù ora Icrxclti, ora lernarii , e quando
tctiinc, i quali no» sono altro che versi
A- undici sillabe rinleriali, onde si dicono
volgarnienle leiic rime. XaUin. l'ros.
Tose. 1. 291. Se la leriina, o lenello si
considerasse da per se solo, come un mcm-
l>ro reciso da ludo il corpo del sonetto , I
eserciterebbe 1' obbiciione tutta sua lenza.
TEEZI^O. Vaso da tener liquidi , e
tiene la terza parte d' un fiasco.
t TERZO, iiust. Una delle tre parti
del tutto, l.at. trrtia pars. Gr. -sirov
^ifOi. M r. 9. 107. Questa pest.leni.a
ricominciò del mese di Mapgio ui Fi.in-
dra, che di largo U terto de-cittadm., e
olirà morirono, /locc. non. 77. H- buc-
ala non i stala lunga per lo terto, cbe [u
la sua. Da,'. Camh. 100. Un terzo per
eenlo per provvisione. Malm. 6. 109. D'
nuovo attorno il bossolo si manda Da vm-
cersi il parlilo pe' due terzi.
§. 1. Terzo, si dice anche Una squa-
dra di soldati, composta d' un certo de-
terminato numero. Malm. 1. 3?. Bieco
de' Crepi, duca d' Orbalello, Mena il suo
terzo, e' ha il veder nel latto. ^
§. II. Terzo, i ale talora Uno de par-
ticolari che compongono alcuna universi-
là, o moltitudine. Sen. Ben. ì arch. 4.
28. Erano alcune cose, le quali non pote-
vano toccare al terzo ed al quarto, se non
si davano a tutti.
TERZO. Xome numerai-' ordinativo ,
che seguita dopo il secondo. Lai. tcrtius.
Gr. «ito;, l'occ. nov. 11. 3. L uno
era chiamalo Stecchi, 1' altro Martellino e
il terzo Marchese. E iiov. 14. 14. Dale-
slralo daUa fortuna due velie, dubitando
della terza, pensò convenirli molla caute-
la avere. /-. nov. 97. 8. Avanlichi: passi
a terzo giorno, ti credo recar novelle chr
sommamente ti saran care, l'elr. son. 2^
S' ella riman ira '1 terzo lume e Marte
Fia la vista del Sole scolorita.
§ I. Tenere una terza parte, vate òta-
re infra due. Mantenersi neutrale tra due
partiti. Boec. Ut. Dani. 232. Veggendo
.he per sé medesimo non poteva una ter-
T E fi.
T E S
l523
con qu
iella s' acco-
M parte tenere ce . .
.10, nella quale ec. era più d. ragione.
§. II. Terza p.rsona, si dice (Juella
che s' interpone tra le due parli che
trattano J ine. Mari. leti. 23. li non
farla, o il farla tardi , o per tei-za per-
sona, cresce il sospetto m sua Maestà.
§ III. /n manirra provarli. Maini. 0.
23. I due contrarli fan che il Icrzo goda
lini, inler duos liliganles tertius gaudel) .
* TERZO, //il-. T.rzamenle, Inter-
io luogo. Lai. ("do, t,rlio loco. Cai.
Sagg. 28. Tera, resta ancor manchevo-
le la scusa del Sarsi, perchè ec. E iQ-
Secondo, doveva mostrar che la medesi-
ma applicazione non era un tor via le
nuvole ec. terzo, eh' ei non era un ser-
virsi d' un paio d' occhiali da naso or-
dinarli. lySi
TERZODECIMO . Kome numerale ,
comprendente tre oltre la decina. Pani.
Vii. JVuov. 35. Ed ella fu dei Cristiani
del tenodecimo centinaio. Giiicc. *(or.
4. 196. 1 capiuni il lerxodecimo di d"
A«oslo posono il campo alla rocca.
* TKRZOOEINITO. Figliuolo nato im-
mediatamente dopo il .secondi:genito. Se-
„„,r. Mann. OH l8. 4- N"' "°° '"™
ne pure serondigenili , ne lerzt, ne quar-
ti, né quinligeniti- (IT)
* TEHZONE . T.rm. de' Mercanti
Sortn di grossa tela per u.'O d' invol-
ger le balte. (^1
•+ TI RZUOLO. Nome che si dà al
macino di alcuni uccelli di preda, e ciò,
ucondo alcuni, per essere il terzo mi-
nore d. Ila femmina , ovvero perche de
tre che per lo più nascono in una ni-
diata , questo i minore , e l' i.lKmo a
nascere. Cr. IO. 9. I- Tutti questi fal-
coni son femmine, e i lor maschi son
chiamali lerzuoli ; e son detli terzuoli ,
imperciocché tre per nidio ne nascono
insieme, due femmine e '1 maschio, e
1 però tcrzuolo e chiamato. Tes. Br. i 9.
1 i minori ( astori J sono a guisa di ler-
zuolo ed e prode e maniero, e bene vo-
lonteroso di beccare , ed è leggici 1 da
uccella, e. Eiloc. 5. 64. M' era diviso ve-
dcr dalle guaste mura ec. uscire un ter-
zuolo, e coli forte volo aggiugncrsi agli
altri. Lor. Med. .«f. 96. Kou teme la pci^-
nice che '1 terzuolo La stringa , come il
ferro suol tanaglia.
e Tcrzuolo , è anche Una spezie di
vela. Cirif. Calv. I. 6. Di poi 'n un
tratto si mise AquUone, E comincio a sof-
fiar , tal che fu forza Col teizuolo alla fin
caricar 1' orza.
TESA, l'erbai, da Tendere; Il tendere.
Lat. tensio. Gr. ^6mi. Vani. Vurg. 3l.
Come balestro frange , quando scocca Da
troppa tesa la sua corda e 1' arco. V Sal-
via. Odiss. 441. Nò troppo tempo più vi
riUaele DaUa lesa dell'arco, (le)
g. 1. 'l'esa , diciamo anche a Luogo ac-
concio per tendervi le reti.
g 11. Te.fa , diciamo a Quella parte ilei
cappello , che .ri stende in fuori sotto al
cucuzzolo . * Sold. sai. 5. Dell' islesso
color, ove 'e rivolta La tesa del cappel, po-
ne una rosa. Un' altra al petto, ec. (Bl
*f TESAUHEGGIARE. J A. Tesau-
rizzare. Lat. ihesaurizare , ihcsauros con-
gerere. Gr. Srioyupi'Ceiv. l'.uitt. Iclt. 34.
the tesauregsi di tesauro con te porlevole .
;". POIITEVILE.
*t TESATJRERIA. l'. A. Tesoreria,
■f Bcnv. Celi. I il 3. 67. La propna sup-
plica ec. è in tesaureria insieme col m^indalo
se"nato, e spedilo da sua eccellenza. (C)
°t TESAURIEKE, e TESAUKIERO .
I'. A. Tesoriere . Lai. thesauri cnstos ,
prirjeclus a-rarii. Gr. zv/J-i-J-i. l'r. CiorJ.
Fred. S. La quale era tcsauricra del suo
Fi"liuolo. nellinc. son. I-JÌ. Memento
mei che e' è il Ic.-auiiere ; Galeazzo tu
intendi. :;= Borgh. lese. Fior. 388. Quel
che oggi si direbbe depositario , o tesau
rierc. (f)
* TESAURIZZAiSTE. Che tesaurizza.
Oli. Com. Par. 22. 496. S. l'iero, primo
Papa cominciò senza oro; li successori sono
tesaurizzanti in Terra. fO
TESAURIZZARE. Ammassare, Accu-
mular (coro . Lai. ihesauros colligere ,
thesauros congerere . Cr. Sriuaufi Jeiv .
G. V. 11. 20. 3. Il vostro tesoro sia in
§. Ter metaf Baunala, o Conserva di
nualsisia cosa di pregio . Maestruzi. 1.
36. Kclla Chiesa e il tesauro de' menti cosi
della Chiesa, come di Cristo; del qual te-
sauro il Prelato ne ha le chiavi.
TESCHIO. La parie superiore della
testa s Cranio . Lai. cranium . Gr. xp«-
viov. C. F. IO. 17». I. Levarono alquanto
del suo teschio del capo. Dani. Inf 32.
Non aluimenti Tideo si rose Le tempie a
Menalippo per disdegno, Che quei faceva
il teschio, e 1' altre cose . E 33. Riprese il
teschio misero co' denti.
g. Per lo Capo spiccato dal bu.^to. "Lìl-
caput. Gr. zsjaXv;'. Bocc. nov. 61. 3. Egli
vedrebbe un teschio d' asino in su un palo.
Peir. cap. 3. Tornar soletta Con una aneli-
la , e con r orvibil teschio.
•-;: TESCHIONE. Acer, di Teschio. Car.
/ipol. 196. Per cominciar questa cura la-
sciatevi pigliar prima per le orecchie, alzate
questo vostro leschione, guardale ora come
stanno le cose. ( C) .1
* TESI Asserzione di verità che ri-
chiede indi d' essere dimostrala . Segner.
Quares. prcl. Lasciando pure a chi vuo-
le sfogar 1' ingegno in procmii dispar.i-
lissimi , in tracce non usale , in tesi non
utili. (Vi
f S TESO. Add. da Tenderej Spiega-
lo, Disleso. Lat. extensus. Gr. Ezia^ei;,
opro'?. Ovid. Pisi. 93. Mi parve vedere
le vele tese al trabocchevole vento chiamato
Noto. Fir. As. 201. Volli per la mia par-
cielo , e non tesaurizzate in terra . Coli
SS Pad. iNon vogliate tesaurizzare tesoro
interra. Fr. Ine. T. 2. 20. 23. D'ogni ben
si t' ha spoglialo ec. Tesaurizzi il tuo mer-
cato In tua propria utililade.
g. Per metaf. Cavale. Friilt. ling. ì.
pero si tesaurizzano ira nel giorno del giu-
sto giudicio òi Dio.
TESAURIZZATO. Add. da Tesauriz-
zare. Cnid. C. Li ricelli de' vostri mag-
giori dal fondo rovesciaro , e le tesauriz-
zate ricchezze de' nostri maggiori dispuo-
sero a preda
•f TESAURO. V. A. e della poesia .
Tesoro. Lat. thesaurns . Gr. Sriiaufo;.
l'etr. canz. 5. 6. Tu e' hai, per arricchir
d' un bel tesauro , Volte 1' antiche e le
moderne carte . G. V. II. 3. 19. Non
1 erano auro ne argento da provare nella
fornace del fuoco , né da ripone nel le-
I sauro del sommo Re.
IIOIO. r II . /T.i. .<."*. . 1-— -- 1
te far segno di non esser manco di loro,
C tesi gli orecchi , e gonfiato il naso , rag-
ghiai quanto mai della gola mi usciva.
f §. I, Per Diritto. Lai. rectus. Tes.
Br. 5. 37. Cuculo è uno uccello di colore
e di grandezza di simiglianza allo sparviere,
salvo che è più lungo , ed ha il becco le-
so. Cr. Cf. 7. I. Il ventre lungo, el an-
che lunghe , e lese .
* §. II. Per BUIO . •• Frane, iacch.
nov. I.'>9 II vostro cavallo ne va dietro a
una cav.illa col mazzafrusto leso •> . fC;
g. IH. Arco leso, 0 .Vaella tesa, si di-
cono Quando sono in punto per iscocca-
re. Cuid. G. Pari coli' arco teso il fedio.
Lìisc. Cale. 12. Tutte le zuffe, non al-
Irimenli che un arco stando gran tem-
po leso, si snervano e si fiaccano. Buon.
Fier. 5 1. 10. Sicché all' alla saetta. Te-
sa in mie colpe tetre. Da Dio mercè m
impetre.
g. IV. Orecchio, 0 Ocehio teso, si
dicono quando si tengono intenti per udi-
re, o per vedere. T-oez. lardi. 3. pros.
I Ingordo di udire, e pieno di stupore
slava con gli orecchi tesi , ed a bocca a-
pcrla per ascoltarla . lasc. Gelos. 3. i.
Sta' con 1' occhio leso , acciocché se del
tuo aluto meslier ci facesse, ce ne possi ac-
conciamente soccorrere. ^
V. Andar col petto teso , vaie
Portar alto il petto , Andar pettoruto .
« Semi. S. Agosl. Aprile li sepolcri voi,
ricchi e giovani, che andate col petto te-
so-. (Cj
§. VI. Slar coir arco teso, fguralam.
vale rodare. Attendere, Usar diligenza.
F. STARE COLL'APCO TESO.
:;: g. VII. Tenere l'arco teso, figura-
lam. vale Slar pronto, Fs.<er preparai^
per alcun detcrminato fne. I . TESERt
I L' ARCO TESO. fAl
if TESORARÈ. Tesoreggiare, lesau-
reggiare. Tesorizzare. Arricchir d. teso-
ro Zenou. Pi.,t. II. O voi che avete 1
intelletto pronto A voler lescirar la vostra
mevUe (cui figuratam.). (l)
«TRSORÈ. V. .4. Tesoro^ Bini, ant.^
F B. Moni. Jndr. canz. 36. Ora vo
dico discerner lo vero , Come tesore e
dell' uom corona. (V)
TESOREGGIARE . Tesorizzare Lat.
l534
T E S
thesauros colligere , vet congertre . Gr.
&*]sauj;i'^Etv . Scgfier. Mann. Ciiign. 2.
3. il loro <liK-tIu rra f|ui non solo atTÌc-
cbire, ma l('M>rcg<^ijrc insjzuhilnii-Dtc ce,
tenendo morto nelle casse il danaro . ^' /■,
Pred. Pai. j4p. 8. l\. Che vogliamo noi
credere? (bc coloro i quali lasriarono tan-
to di beni alla Cbìr&a , Io lasriusscrn con
tal animo , che i suoi Ministri potessero
spendere e spandere a piacer loro ec. o
veramente tesoreg^^iare a beneficio dc'po-
tteri ? ( TC)
TESO' EHI'A . Luogo dote si tiene il
tesoro. Lat. aToriitm . Cr. Tv^LtXo-i- G.
7'. IO. l6^. 2. Fecegli dare una camera
sotto la sua tesoreria, e libri da studiare.
Din. Camp. 2. 5i^. Huppono la s:igrestia
e tesoreria del Papa, e tolsougU multo te-
soro . '\' Toc. Dm^. yfnn. z. ^l- Quasi
iconficcar la tesoreria, la quale se noi vo-
teremo per vanita , V avremo a riempiere
per ingiustizie. (/\'J
g. /Vr amministrazione dei tesoro .
ì it. Pltit. Facea 1' uGcio della tesoreria
molto bene. * Tac. /'ni'. / (/. /igr. 388.
Tra la tesoreria lasciata , e *1 tribunato
della plebe preso e tenuto un anno, nien-
te operò e il Lat. ha : inlcr quacsluram
eie. ^ (V)
* TESOnETTO . Vim. di Tesoro .
Tass. lett. 322. Vorrei che nel medesimo
modo se ne ricordasse, quando è nelle ca-
mere del suo tcsoretto. (J )
t ',' TESOBEZZARE . Tesorizzare.
Dav . Lez. Mon . |i5. Per non potersi
tante cose ri|>orrc e serbare quanto oro si
tesorezza. (JK)
t TESORIERE, e TESOUlErO. 3//-
nistro, e Custode del tesoro. Lat. thcsau-
ri cuslosj tril'tinus nrarins. Gr. tk/juc.?.
lìocc. l/tlr. 52. Voglio che di noi !.ia spen-
diture e tesoriere. Lah. i86. Perchè cosi
tosto iV alcuna quantità dì danari , cb' io
aveva , mia te>uriera e guardiana non la
Jcci. JVov. ant. 2.t\. 2 Fece chiamare suo
tesoriere, e <lisse. Cap. /mpr. Anime te-
soriere della divina grazia . / ine. Mart.
lett. 27. Lasserò rispondere in mio luogo
al tesoriere del Principe. * Frane, Saceh.
now 222. Udita la risposta del tesoriere ,
s' avvisò aver teso nello spaniate (così ne'
Mss. lo stampato ha: spianato). {(^) Ini-
per/. Tim. D. x3. T. 8. 474. Delle cui
vite e tesoriera la madre natura per com-
partirle di mano in niauo alle nascenti co-
.e. d')
TESORIZZARE. Ammassar tesori j
Ptiporre nel tesoro. Crescer ricchezza. Lat-
thcsauroscongerere, vcl colligere. Gr. Ssr,-
sauciVciV. G. /*. 1I.()8. 3. Intcndesl solo
a tesorixtare, senza vol-rlo spendere al ser-
vigio della Cristianità.
t 3 TESORO, Quantità d'oro, 0 d'
oriento coniato, o di gioie, e cose simili
preziose. Lat. thesaurus. Gr. 3t]c«j^o$.
/ioec. nov. 3. 3. Avendo in diverse guerre
<■ in grantlisvimc sue magnificenze speso
lutto il sito tesoro . lù no*', il. 20. Con
grandissima parte de' tesori del Re d'In-
ghilterra mio padre. 7'es. A'r. 8. .^.\. l'cn-
kavaoo Io comune tesoro rubare . Giard.
Cons. Mnn ò cosa sicura, ma stolta, pi>rrc
lu tesoro in quel luogo , che a tua po.Ma
nul pos5Ì ritrarre a le ( la stampa piig.
iy4- /'^ff' alquanto diversamente,. Jiern.
Ori. X. 23. 2- Cosi poireslf, al mio parere ,
«trotto Tenere in cassa no tcioro di tassi
i tfui per similit. ),
# §. I. lesero, vate anche Erario puh-
blico. u Lift. Vicer. Il loro avere sia pub-
blicalo , e mesiLO in tesoro m. (J\')
f §. IL Per meta/, vale Raunata , o
Conserva di tfualsisia cosa di pregio .
Jfant. Ptir. 1. (,*uanl' io del re^no santo
Nella mia niente potei far tesoro Saik
ura uiulcrÌK del mio cauto. Cas. lett. 71.
T E S
ScoprìraoDo i maravigliou tesori della loro
scienza. ^ Tass. Cer. i3. 59. E il picciol
Siloc, che puro e mondo (jflrìa cortese a'
flambi il suo tesoro, Ur di tepide linfe a
pena il fondo Arido copre e dà scarso risto-
ro (cioè le sue acque). (D)
* S- III. Per Scrigno, jfrca, dove si
tiene l oro . Segner. Mann. Pie, l5. 3.
L' avaro ha il suo tesoro, cioè ba quell'arca,
in cui tien difeso sì ben sulto cbia\i altissi-
me lutto r oro da se adunato, (f'j
•^ §. iV. lesero, lo diciamo anche a
Persona grandemente amata, jlmore, nel
senso del ,';. Xll. ec. Bell. Man. 80- O cic-
lo, o rnuvìiiimii, onde procede Virtù che
reggi- chi mia vita ba in mano. Siavi rac-
cumandato il mio Tesoro, (li) / etr. son.
28]. Qual fcio pianeta Ne 'uvìdiò insie-
me , o mio ni'bil tesoro T Cas. Cnnz. 3.
6. O mio nubii tf-suro Troppo innanzi tra-
scorre La lingua, e quel ih' io non detto
ragione. (II')
V TESSENTE. Che tesse. C»r. j4po-
Icg. png. 205. D<>[H) questi seguila\a una
schiera d' uomini lutli venerabili , tut-
ti togati , lutti coronati , o tessenti coro-
ne. (Li)
t :;: TKSSERA. V. /.. Pezzetto di legno,
panno, marmo, o simile, per lo più qua-
drato da ornar checehessiaj i he noi ditem-
mo Tassello. Lai. tessera. / 1/. Pttt. 2^.
Che opera, o che tessera intcssuta poteva
ìd cs3a spiccare, che in un mede^i^lu tem-
po moìttras.se il nenie di Zeusi, ed osten-
tasse ricchezza? Ji 26. Non sarebLc strano
conretto il dubitare ec. che in questi tas.selli
e tessere portas>e Zcusi tessuto o ricamalo
il suo nome, f }')
t ^" §• I- Tesscic di liheralitii, dicevonsi
dai Pomani Quelle tavolette che si distri-
buivano al popolo perche andasse a rice-
vere quello the gli si voleva donare, e che
in esse era inscritto. Porgli* Mon. 20I.
Ci figuravano ec. la Liberalità con la tesse-
ra , la Giustizia con le bilance. (Pj
■j" -^ g. IL Tessere ospitali, dicevanti dai
Pomani Quelle tavolette di legno che ser*
vivano di testimonianza dell' amicizia che
insieme contraevano persone di diversi pae-
si, ed erano tagliate in due pezzi, perchè
i due ospiti ne serbassero uno per eia*
scheduno , per potersi in processo di tem-
po , con/rontandolc , ricono.u'ersi. Porgli.
Pese. Fior. 493. Cosa simile a quc* sim-
boli u tessere dagli antichi delle Ospita-
li. <P')
•f * §. III. Tessera, è anche Una Ta-
voletta che seri-iva negli esertiti remani
di contras.tegno per distinguere i soldati d'
una medesimi^ parte, o per far lo ronda,
ed essere dalle guardie riconosciuto. Ser^
viva altresì per l' ordine militaiv della
sera , o qualunque altro straordinario ,
che si scrive* a sopra queste tavoleli.' , e
si portava dai tesserarti ai corpi di guar^
dia ed ai quartieri . Porgli, jirm. l-airt.
II. E quanto al dar questi segni della
giornata per via d' una lesserà segreU ,
aueur si soleva , ed a suud di tiombe ,
ec. (ì }
t "^ £■ IV. Tes.tera, fguratam. vale
Segno, Contrassegno. Segner. Mann. j4pr.
27. 3. E non ha data egli a* Cristiani | cr
tessera prepria Iure l'amor recipr<Hu? (*)
TESSERANDOLO. Tessitore. Lat. /.-
xtor. Gr. C^Uvxr.i. G. I . 9. 3oj*. I. Ne
fece cacciare tutti i caporali de* tessei an>
doli, e folluni. M. f. j). .H8. Ur' quali si
feciono capo fultoni e tesserandoli. /; ap-
presso: Di Iure fecinno tre capi, uno Ir**
seraudulo, e uno carpentiere, e uno cai-
zolnio .
* TESSERAR IO. 7'»7o/o del grado di
quel .toldiito che nelle legioni r-omane ri-
ceveva il .tegno detto tlai t'omani Tessera,
ì rget, Tetscraiii son quelli che .^onovc-
T E <
raoo inoanci alle iosegoe , però cesi d*-
minali , perchè per loro opera e rirtiuiU
r operamcnlo cresce oe' campi. (N)
TESSERE, t'al'bricare , e Cemporrm
la tela. Lat. texere. Gr. u^ai'vei». J/or.
S. Greg. Essi ruppono 1' uova degli aspi-
di , e tesserono le tele de' ragnuli. Frane.
Sacch. nov. 5o. Cosi per lutto si lagUaoo,
e stampano i panni, che con gran fatica
sono tessuti. J.ab. 5l. Non è |>aono ma-
nualmenle lessulo. anzi è un fuoco dalla
divina arte composto. l'etr. son. 140.
^)Uwnto al mondo si lesse, opra d* aragna.
I: son. l65. L' auro eh* Amor di sua man
fila e ìciye. *.' Fir. As. 174- Tu troverai
ecric vecfhie tessitrici, le quali ti preghe-
ranno che tu sii conlenta di aiutar loro a
tessere una tela che elle hanno io sul le-
laio. (?s)
§. I. /Vr similit. si dice del Comporr*
checchessia a guisa d'un tessuto. ììt.
SS. Pad. 1. 39. Lavorando Aolooio * *
teNScndo una sportella, senile tirare la ìn-
trerrialura. della quale facea la sportella.
/: €^. Lavorava tessendo iporlellc. A x
16. Insegnò loro lesserc funi. / olg. Pat,
Si tessono insieme vene sottili , le quali ,
quando la vergine si corrompe , cioè si
spuirella , si rompono. Salvia. Disc. I.
(«8. Quei buoni monaci aveano per co-
slume di trattenersi ìu tessere sporte ,
io fare stuoie, e io altri simili lavori di
mano.
t 3 §■ IL Pff meta/, vale Comporre,
Compilare. Poec. g. 4. p- 16. Perchè que-
ste cose tessendo, ne dal niente Parnaso,
né dalle Muse non m* alloolanu. # Porgh.
Ohg. Fir. •j.Wct- Mi vo finalmente risol-
vendo in qur.ta sentenza, che quest'ope-
ra ce. fiisse ! ìuttosto oidi'a o imbastita
che noi voglia 11 dire, che iotcramcote tes-
suta. (C)
''■ §. in. J)et:o del discorso, non solo
vale Compone, ma anche Cominciare.
Ott. Com. Inf. 4- 48- De' quali ire no-
minatamente con iene dire in questa chio-
sa, e un poco conviene tessere d' avan-
"■ '^^
*^ g. IV. F Jiguratam. per Unire, ( on-
giungere, m Poez. G. S. ii4- Conviensi
un pochette questa Tolontade rafTrenare
eoo indugio, infino eh' io tesso insieme le
ragioni . Poez. ì'arch. !\. prcs. 6. Biso-
gna de tu diflerìsca un poco e proluo-
gin questo diletto, mentrcebè io aooo-
do insieme e tesso per uidioe colali ragio-
ni ... (Ct
A' §. V. Per Macthinare. Lai. moliri.
M Alam. Gir. 22. 7^. Ogni uomo, ogni
donzella intenta bada A tesser tradimenti, a
rondlir male ». (C)
§. VL In proverb. Pcllinc. son. 102-
Ma r uomo ordisce, e la fortuna tesse (é
vale, che I disegni dell' uomo hanno bi-
sogno dell' aiuto della Jorfuna ).
« TESSIMENTO. Tes.<utura . Pellim.
Disc, chi mi mostra gì* i>tiunienti delle
sue arti per rendur la niatrtia del lessi-
nienlo. (A)
* g. /■; figuratam. Imperf. /'. 7*li«r.
D. 14. T. 3. 284. È da notare che la lue*
sparsa per 1' aria, e altro mesto è uo \t\-
simenlo d' innumeraltili raggi di qua, dì
1^ , di sopra , r di solfo , diseorreoti . £*
Tim. D. I. 7*. 6. ja. Il cui miracolo-
so tes>iiTienlo ( dell' uiiis'er so ) scorge Leu
r oerhiu delle menti umane eh' e* e* è j
pf. (F)
t TESSITORE. ì'erl^al. mate. Che,
0 i hi tesse Lai. textor . Gr. uf Kyti;f ■
(>. / . 8. 54- 3. Questo Piero era tesst-
l>'r di panni. Giaml>on. Mis. Uo*n. lOI-
1 di nti^lri loslameiitc trapassano, e sia-
mo orditi e tessuti e la|.lialì, come fa
il leisilor della tela . Puon. Fier. 4- ^•
7. Che Tarii fili sotlcnvaou ce. Io quiUa
W
t « s
T E S
T E S
i5jS
gaU, Che •! tessilor Uà 1 r^»'"' ' '""'
'"teVsITRICE. Vcrbaì.frn,. Che Usst
Lai. texirix. Gr. u'f«vT/=i«. ^rn;;/.. 7^1.
Con fragile tela la uwiliue rogna lo«e .
B»«. "«.■• 79- >3. Or cho menar d, cai-
cole , e di lirar le .asse a se, per lare .1
nanna serralo, facrian le u-ssilric., lascerò
IO pensar pure a voi Fir. Js. I7J; »■=
•Terai gran fallo camminalo, posciacbe sa-
r.i smontala del picciol legno, che lu tro-
Ttrai cerle vecchie lessilr.c. , le >iuali ti
pregherà.: DO che fi sii coolenla d, a.ular
Foro un poco a tessere una tela eh eli
hanno in sul telaio.
+ TESSnUltA , /' irsserc, o la foJ"
(,„>,M. Lai. lcxl«r„. Gr. Jf «a,^a. ie??-
S. B. y A modo d'una bellissima e arlih-
ciosa tessitura. e , T •>
§ I rrr similil. Cr. li- 13. i- i-e
cortecce nelle piante sono siccome il cuore
negU animali, il quale non ò generato per
tessil-ra e ordioamento di vene, ma per
umor di vene mandalo alla supeiBcie.
§. II. Per mctcf. /1A' .V- Creg. Per
lo l.nteo del lenzuolo si figura la soll.l
tessitura della santa ptcdiciionc . -• 1 "■
lem. le». 3. 1. Questa lesilura di parole
i più netta , più spedita , e più corrente
di queir allra. (X)
TESSUTO. Susi. Cosa inUssula. Lai.
texi„ra. Gr. ryasfia. Quad. Coni. Fu-
rono per una rete e intrecciatolo di perle,
e per un tessuto d" arienlo , e [cr una
ghirlanduua , e per un fnraicnno eh e
comperò per la moglie d' Andrea suo fi-
gliuolo . SaMa. Disc. I. BjS. Formano
come un tessuto di strade cieche, ed uno
innenarral.ile laberinin (qui P"' .'""''"J-
TESSUTO. JdJ. da Tessere, l-at. (e-
x(>i.r. Or. jfa-ijiisvo?. Mor. S. Creg.S.
So Non ti menerai vestimento tessuto di
lana, o di lino, ^gi /'"'"'■ /jo. Nel qua-
le luogo lo induslrioso animale osserva
sua sedia e mansione , e quivi dimora ,
tessuto, ed ordinalo il suo lavoro. Pemb.
Asol. 2. q!\. Come fu ali" antica Penelope
agevole lo stessere la poco innami lessu-
'• ''^'»- . j <,.
TESTA . Capo, Tutta la parte dell
animale dal cello in su. Lai. eapnt. Cr.
xsyotJir:. Bocc. Intr. 5l. ^e fece una ghir-
landa onorevole e apparente, la quale mes-
sale sopra la lesta , fu p.i ec. manifesto
segno a ciascuno allro della real signoria
E nc^-. l5. 2l\. A quella boce levala la
testa, vide uno, il quale ce. T. noi: 3g.
6. I suoi famigliari ec. , voltale le teste
de" cavalli , quanto più polcrono si fug-
girono verso il castello del lor signore .
Petr. canz. 20. 4. Con'e a forra di venli
Stanco nocchier di notte alia la lesta. Dani.
Jnf. 1. Questi parca che contra me vcnesse
Colla testa alla, ec.
§. I. Testa, si prende anche per la Par-
ie anteriore del capo, dagli occhi in su;
Fronte.
J §. Il Testa, per Persona; che an-
che si disse Testa d' uomo . 31. F. 8.
l3. -Misono la gabella al vino , e un" altra
più grave di 6orini uno per testa d' uomo .
* §. HI. Talora vi si premette la ne-
gatila, e vale Alcuno. .. Eocc. noe. 99.
32 Nelle secche di Batbcria la percosse,
né ne scampò testa . Hojgh. Fir. disf.
258. Gli 6ni di rompere con tanta loro
strage, che e' non ne campò ( come si di-
ce ) lesta che non fnsse o morto, o pri-
gione ". Ciriff. CaU: 2. 6\. Di cinque-
mila non ne campò testa. (CJ
# § IV. Testa, vale anche Uomo in
genere'. Segner. Fred. Pai. Jp- IO. l3.
Tolga Dio che veruno ecclesiaslico goda
mai d' incontrarsi in leste gagliarde per
un tal 6ne , perchi; si vegga ehi sappia
coxzar più. (C)
* g. V. Per testa, vale per Ciascun
uomo. Lai. per singulos hommes. Plut.
Adr. Op. mor. 3. 23. Arei desiderio ec.
che queslo ragionamento si compartisse Ira
la compagnia , come si fa del vino , eoe
non ai più ricchi e nubili solamente, ma
fosse distribuito egualmente un tanto per
testa. (C) , ^.. ,. ,
* g. VL Testa, vale anche P ita. h ardi.
r.rr Ciov. 60. Mablesla sapea mollo be-
ne, che se si fosse condono a s.ds amento
e avuto vetloria, eia per niellervi la testa,
e forse innami che si combattesse . C< )
Ar. Far. 8 53. Nò per iscusa o per picla
la testa Le perdono. iFl')
%: g. VII. Testa, per Capellatura. Foni.
Pur». 8. Ben discerneva in lor la testa
bionda, Ma nelle facrie 1' occhio si smarria .
Ar. Fur. 19. 38. Assai più larpa piaga e più
profonda Iv'el cor seni! da non veduto strale
Che da' befli occhi e dalla lesta bion-
da Di Mcdoio avvento 1' arcier eh" ha V
ale. :J;r)
g. Vili. Testa coronata, lo stesso che
V.C. Dern. Ori. I. I. 17- '"■ » man de-
stra e sinistra ordinale Furou le mense
con gran discrezione, Nella prima le teste
coronale, Un Inglese , un Lombardo , ed
un Erettore.
^. P. IX. Testa di becco , 0 simile ;
modo di ingiuria. Menz. sai. 3. Dunque
a CulTulion testa di becco Apprestale o
schiavacci al Ponte a mare, In luogo del-
la toga un vii giulecco. E ivi.- E che sa
egli mo, tesla di p;,zzo. Se tu sei dotto,
o se lu sei dottore? if)
* §. X. Te.tta , talora si piglia per
V Imposizione che si paga da ciascuna
persona compresa nella legge delle impo-
sizioni. Inslr. Cane. l\. lulendonsi abili
a' dell! ufizii ciascuno che abita in quel
luogo in el'a da anni 22 in su non sendo
liberi delle leste . E 5. Chi non ha beni
proprii debbe pagare la mel'a della deci-
mina, che ha sopra i beni che lavora, o so-
pra la lesta (C)
g. SI. Testa, per Intelletto, Inge-
gno. Lai. iudicium, ingenium. Gr. -/vwjiri,
s'uyut'a. 3/. 7 $ *)5. Era nonio al suo tem-
po riputato astuto, e di buona tesla. * Sal-
vin. Fise. 3. 7. Del resto possedere esse
da per se spU-ito , e talento , e lesta ec.
da governare non che una casa, una cit-
•■•"■ CA'^ „
^ g. XII. Per Immaginazione, Pen-
siero. Lai. mens , animus. 7 arch. Slcr
l5. 6o3. Al duca Alessandro, il quale era
di "ran cuore, e d' animo libero, non an-
dava per la tesla ee. questa neutralil'a .
Bcrt. Giamp. 21 7. E cosi voi che pre-
tendete di scriver bene vi sarete messo in
testa di usar solamente voci e locuzioni che
sieno degli antichi. (Cj
•'.' §. Xlll. Avere in testa, vale 'tvere
in pensiero. Salvia. Seno/. 3. 62. Poiché
quinci, Ipoloo aveva in lesta di ra. coglie-
re giovani nel fior dell' et'a e formarne di
nuovo una compagnia di ladroni. (C)
* ». XIV Cavare il ruzzo di tesla
di checchessia ad uno, vale Fare che uno
la.ici il pen.iiero, o la voglia di checches-
sia. Malm. 2. 43. E cosi a tulli con suo
vanto e fama Cavò di lesta il ruizo della
d:ma. fC)
§. XV. Testa balzana, .'l dire di l'er-
sona stravagante , 0 strana . M 1 ■ 5.
;i). O che il Vicario , che era lesta bai-
lana ec. , per soverchia baldanza ce. fa-
cesse da se cose sconco Cfo.!Ì l'i "/''"" buon
testo a penna; lo stampato A/l: lesta Luc-
chese).
§. XVI. Di .'ua testa, posto avverhialm.,
vale Giusta il proprio intendimento. Sen-
za altrui aiuto, o consiglio. II. P . 10.
ai. Dicdcgll rene scritture di sua tesla
compilale . r<ir. Pav. Dial peni. eloq.
ioS. Io non ardirei rispondere di mia le-
sta a sì grave quistione. Ilorgh. Fir.disf.
;8q. Non 'e da credere che scrivesse que-
arliculare <li sua tesla.
XVII. Tesla lesta, 0 Tesla per le-
sta , posto avverbialm., lo stesso che A
.mio a solo. Malm. 2. 53. Perche a roder
toglieva un osso duro,Jtenlre non lo chiap-
passe testa testa. Ar. Fur. I. 61. Sacri-
pante rilorna con tempesta, E corronsi a
ferir testa per tesla.
g. XVlll. Testa, diciamo anche all' E-
slremilà della lunghezza di qualunque si
voglia cosa, come Tesla del f.onle, della
camera, della tavola, della tela, e simili.
Frane. Sacch. rim. 53 Era da Hubaconte
sulla tesla Luis de' Mozzi , e Sandro da
Quarala. lise. Cale. 22. Quando la palla
in una delle leste dello sleccalo condona
fosse. Borgh. Pip. 2l6. Con due bastoni
ec, unii nelle lesle con olio di lin seme,
vi varimenando la detta pasta per lo ran-
no. :;= Fani. Inf. 17- Cosi ancor su per
la strema lesla Di quel sellimo cerchio
lutto solo Andai, ove scdea la gente me-
sta . (ì') Segr. /'wr. ^i. 1. E giunto
in sulla lesla della via Lasciò ire il man-
tello in terra, e disse ec.fC;
V g. XIX. Testa, dicesi anche da'
Militari all' Unione di motti soldati rac-
colti in un luogo per opporsi alt inimico,
o per combatterlo , ed in questo senso si
accompagna sempre col verbo Fare, o Bi-
fore . ■•^Stor. Fur. I. 10 Avvegnaché
Suemlialdo si sforzasse con ogni industria
di rifare lesta, ora fermando, ora garren-
do, ora nominatamente chiamando chi ei
vedeva ». Cuicc. Slcr. 17. _ l53. Dalla
rocca entrò subilo nella Cill'a , e si con-
dusse in6no in sulla piazza, in sulla quale
la "ente menala da Malalcsta e il rinfie-
sramenlo che era venuto poi, aveva fallo
la sua lesta. E I9. l83. Ma nel regno di
Napoli didiilando gì' Imperiali che la ri-
bellione dell' Aquila, e della Malricc e la
lesta latta in Puglia non partorissero cosa
di maggiore momento, dchberarono di vol-
tare alla espugnazione di quei luoghi le
genti che avevano. ^C)
I 3 g. XX. Onde Far testa, vale Fer-
I -arsi per contrastare al nimico. Opporsi,
Bcsislere, Difendersi. Lai. vires opponere.
Gr. auS.'oTKoSa. . M. F. io. 59. Ben-
ché il subilo caso gli smarrisse , presono
ardire , e fecicno lesta , ordinandosi alla
battaglia in fretta. F cap. 67. Colui che
morto lo avea , con suoi parenti e amici
fece lesta . Frane. Bari. 265. 2. Faccia
nave in tempesta , E in allo mar sua te-
sla. Stor. Far. 6. 124. Né restarono mai
di fuggire , non che e" cercassono di far
lesla, se non dentro le terre loro. * /Ir.
Fur. 33 41. E fa da' monti, a guisa di
tempesta, Sceudere in fretta una Tedesca
rabbia. Ch'ogni Francese, senza mai far
lesta , Di qua da 1' Alpe par che cacciai'
abbia (Te)
+ g. XXI. /Indar eolla lesta alla , o
levata. Aver la lesla alla, e simili , va-
gliono Crocedcr con fasto. Inni. Far. g.
Tal signoreggia e va colla lesla alla, Che
gi'a per lui carpir si fa la ragna. Oli. Cam.
Ini. 8. 1 33. E di queslo riputare nasco
arroranzia. la quale va colla lesla levata,
e XXil Fidarsi in testa, vale Osti-
narsi. Cecch. Mogi. 1. 1. Che mio padre
s' è 6110 nella lesla Di darmi moglie.
S XXIII. Fs.icr testa, di lesta, 0 di
,iia testa, vale Fs.<ere oslinato, caparbio.
Lai. cervicosiim es.,e, dura: '"■"';.■' "i''
,. Conos^en/o il suo fratello per più le-
sta , che savio . Farch. Stor. 9 227. O
per le ragioni ullimamenle raccontate^, o
pure perché e' fosse d. sua testa . -r E
Suoe 5. 3. Benché Guallieri e d. »ua le-
1^26
T E S
T E S
T E S
sta t e pare il Dormi a cbì non lo couo-
5ce. Cecch. Pro*'. 4^* ^**" '"^<* '"^i sen-
tito dir così , ma \u-nv. , egli è di quella
cornatura, ciac di qui-lla natura, e si |ii-
glia in mala parte, cioè quando è uno dì
sua lesta e capone. (Cj
* g. XXIV. Mettersi a scesa di testa
a checchessia , vale Impegnarvisi ostina-
tament£. lìert. Giamp. 223. Siccome egli
usandole ha mostrata la sua perizia , così
voi nel passarglifDf- quando vi siete messo
a scesa di testa a volergli ritrovare quel
che non b degli Antichi , avete mostrato
la vostra ignorami. (Cj
§. XXV. figliar checchessia per iscr sa
ili testa j vale tmpegnarvisi ostinatamen-
te, Melterfi ogni forza , studio, applica-
zione , o diligenza i>er conseguirne l'in-
tento. Lat. lotis virilms inniti , omnibus
nervis intendere. Gr. otarei'vis^xi. Car.
lelt. 2. 59. Gli sarcltlie haslalo ancora far
lo prime opposizioni , senza pigliare per
iscesa di testa a mandare ogni di fuori
un suo trattato contra le cose mie.
§. XXVI. l'are alimi romore in tcstUj
vale lo stesso che Hrnynrlo . lìocc. nov.
79. 27. Di che BulTalinacco si mostrò
molto turbato , e fece a Bruno aa gran
romore in testa.
§. XXVII. Gridare in testa altrui, va-
le Importunamente garrir/o . l'it. Crist,
Gridandogli addosso ed in testa, e lie:>lem-
mianditlo, e facendogli ogni disonore.
§. XXVIII. Gridare a testa, vale Gri-
dare ad alta voce . Lai . voci/erari . Gr.
fiodi . linon. Tane. 2. 6. Povera a me !
e' mi griderà a testa. Cecclt. Corr. 1. [^,
Che cosa è stata, che tu gridi a testa, Bc-
stia incantata?
g. XXIX. Torre , 0 Rompere la testa
altrui j dicesi dell' Infastidire altrui con
soverchio strepito , o con importunità .
Lat. ohtundere . Gr. Tl'xpi'jO'/A-Xy rivi.
Fir. Lue- 2. 1. Deh di grazia non mi
torre la testa , se tu non vuoi che io li
spelli il capo. liern. rim. i. ij^. No;i vo'
rh' ella mi rompa più la testa.
§. XXX. y\'o/i aver più lesta, vale i,j-
scre shalordito , 0 smemorato per troppo
affaticare il capo.
§. XXXI. Darsi su per la testa, vale
J'cnire alle mani. Varch. Stor. 4. p3. I
Sanesi alla fine di Luglio fecero novità, e
si diedero (per usar le parole d* oggi) so
per la testa.
§. XXXII. Dare in testa , o liomper la
lesta ad alcuno , vagliano rcrcuoterc nella
testa. liern. Ori. I. 18. 47- "up|>» la lo»la
ad un maestro mio. Che pure intorno mi
stava a cianciare.
§. XXXIII. Testa di vetro non/accia ai
sassi, o simili s pi-overh. signi fic. , che JVon
bisogna mettersi a rìschio evidente. Cecch.
Stiav. I. 4- (^lii 1>^ lesta di vetro non vada
:i lialtaglia Di sa»i.
* §. XXXIV. Mettere alla testa, vale
Preporre come capo. Segner. l'red. 7.4. Mi-
ke alla testa le due schiave, Baia e /rifa. ( Cj
§. XXXV. Sahare in festa pensieri ,
prilli , 0 simili , vale I enire in mente ,
Cadere in pensiero . Cecch. Stiav. 4 5.
Oh ve* che grillo gli b saltalo in tcilal
g. XXXVI. jVo/i ja/wr dove un s'ab-
bia la tetta. Ville .Vo/i esser buono a nulla.
Maìm. 3 4^' ^'^•* pprdiè, i* io mi parto,
non li resta Un uoni clic sappia duv'rgli ha
la tcMa.
'? TESTA, Vaso di terra evita . Lai.
lesta. S. Agosl. C D. I. 3. t^mHo udo-
re, del quale la nuova lesta v inzuppala,
«:on&crva lungo tempo (Quo soitu-1 est ini-
liuta reccnt , servuliit udorcm Testa Aiu ;
cn.vì dice il Poeta, di cut è traduiione il te-
sto Citato). (V)
^ §. /Vr l'tizo di vaso rotto di ter'
m cotta . Lai. testa. Palimi, Genn. \!\.
Si tagli liefcmenle, cioè fenda, un poco di
garzuolo dentro, e con una ghìova, ovvero
testa ^cioc pezzo di vaso di terra rotto), si
prema e calchi. (1)
•\' TESTABILE. Term. de' Legali. Che
può entrare in ragione di testamento. (A)
•f TESTACCIA. l'eggiorat. di Testa.
Àr. Lea. 3. |. Se ben non nacqui fra' Geli,
né in Siria, Non ho 'n questa testacei^ anch'
io malizia ?
TESTACCIO. Lavoro di frammenti di
terra cotta. I.al. opus testaceum , Plin,
Pallnd. cap. 3q. Fa sopra loro un palco di
smalto , o di testacelo . lì appresso : Le
cjmere de' bagni sono più forti di maci-
gno, e chi vuote fare dì testacei.
f ^' TESTACEO. Aggiunto chf si
dà ai Pesci molli, quando essi sono muni-
ti esteriormente di una Conchiglia j e si
usa anche siistanlivamente. Lat. testa-
cea s. Gr. 0*5 rf a'/ ivo;. Salvin. Disc. 2.
186. Propriamente sono certe ostriche,
o genere di testacei, che hanno il gu-
scio o nicchio a foggia di Cornelio. (')
TESTAMENTAIU:. Testare, Far te-
stamento. Lai. teslamentum condere. Fr.
Giord. Pred. H. La luibazìonc che pruo-
vano allora quando testamentano. J'I ap-
presso : Passano da questa vita nell'at-
to del irst.inientarc.
TES'l AMKNTAKIO . Add. Lasciato
per testamento . Lai. testamentaria s.
Gr. ìvcioi?3r,/o;. But. Par. 6. a. Come
erede testamentario, prese lo 'raperìo , e
comballcUc contra Marcantouio, che vo-
lea usurpare lo imperio. Cuid. G. Con
animo testamentario li fu mio crede. Cron.
Morell. Tutori teslamentarìi dì Bernar-
do, Bjrlolommeo e Gualberto. Alleg. lo5.
E vero e legittimo tutor testamentario
ec. , curator eletto eziandio de' mondani
pupilli.
t TESTAMENTO. Atto autentico, col
quale l' uomo manifesta la sua ultima
volontà, e si costituisce /' erede. Lat. te-
slamentum. Gr. (JiK&r/x*). G. J\ 3. l5fi.
3. E non potesse essere a nulla csecu-
ziouc di testamento . Bocc. nov. 32- ti.
Quasi d' ogni testamento, che vi si faceva,
era fedel commessario. Pass. 12. Si faccia
ciò che si dee fare del confessare, del re-
stituire, di far testamento. Fir. Lue. 2. 2-
Eh pover uomo , ti so dire che tu stai
fresco; tu non puoi far testamento.
g. Per la Scrittura sacra. Lai. i>i-
strumentum, saccr coilex. Gr. Stia */^a-
ov)'. Hant. Par. 5. Avete il vecchio e
1 nuovo Testamento. But. ivi: Cioè la
Bibbia, nella quale è lo vecchio Testa-
mento e lo nuovo , li quali sì chiama-
no Testamenti per similitudine , impe-
rocchb siccome lo padre della famiglia
lassa nel testamento quello che vuole che
osservino gli ere<li suoi, se vogliano 1' e-
rcdil'a sua; cosi Dio Padre fece b> vec-
chio Testamento, nel quale fu la legge
della Scrittura a' figliuoli suoi, e lo nuo-
vo 1 estamento lece alli ('ristianì , nt'l
qualo e la legge della grazia, cioè evan-
gelica, ec. l'ass, l85. Che gli AposUdi
predetti e gli altri av.inzassono lutti gli
altri Santi «lei vecihio Teslanimlo e del
nuovo e in grazia e in gloria, non ò mia
sentenzia, ma di santo Agostino.
« TESTAUDO. Add. Testereccio. Se*
gner. Prtd. 8- 4- Eti solennonionlc tac-
ciata rome testarda. (F)
I TE-STAHE. Manifestare ;vr via di
testamento quello che si vuole che sin fat-
to, dopo la propria morte, di tutti, o d'una
parte de' propri i averi. Lai. testari , te-
stamentutn facirr, testamrntum condere.
Vant. Inf. 3o. Testando, r dando al Ir*
stainrnlo norma. HI. /'. 10. 100. Sania
diipune ultiimenlr dr* suoi falli , di-
cendo, clic nienic avca di suo da le*
stare ce. , rendè 1* anima a Dio- Cron.
Morell. 234. Teslo circa a fiorini qualp
tromiU. E 240 Testò Ìl valsente di Bo-
riai ventimila. E 254- Che noi, ovve*
ro i nostri manovaldi si trassono di mt-
no in pochi anni fiorini cinquemila, di
ventimila ne testò.
^f TESTATA. Cima della parte w
periore di Cosa solida; CapOf Punta, E-
stremità . Dellin. Disc. i. i63. Tut-
ta la mole degl'ischii, del pube, e de-
gl* ilii sta attaccata alla parie posleiiore
di se, alle testale dell' osso sacro quasi
con un sostegno fuor del suo giro. (C}
Baldtn. Voc. Dis. in CURRO . Usa-
no anche (gli Architetti j r-Aeni éi cur-
ri cerchiali di ferro nelle testate , facen-
do ec. i.4)
* §. I JC figurai. Bellin. Disc. 1. 235.
1 muscoli non son altro che fitetlì dì
porpora con le testate d'argento. lù ap-
presso. Oh bel maniglio , oh bel ferm*-
glio, un filetto dì porpora con le testa-
te d' argento. E 238. Ogni filo di mu-
scolo considerato da se è un' ìslessa tela
col suo ordito, col suo ripieno, e co' suoi
vivagni allu testate più sudi della tela di
mezzo. (F)
^- %. 11. Testala, Termine de" Getta*
lori. Il piano della Campana, da cui pen-
de il battaglio. (A)
* TESTATICO. Imposta del Princi-
pe sopra le teste de' sudditi. (A)
* TESTATORE. I erbai, masc. Che,
0 Chi fa testamento. Lat. testator. Gr.
oiaTtr^'y SVO-; . lemm. Test. 34. An-
cora il detto testatore volle, dispose e co-
mandò che per rimedio ec. (C) Saivin.
Disc. 3. 140. In somma, il testatore fa
un fidccommisso di l>ella vij»ta, che com-
prende ec. E 148. I testamenti, intesa la
volont'a del testatore, si di»teuduno da* le-
gali» come fu questo della felice memo-
ria ec. (*)
* TESTATBICE. Ferhal. femm di
Testatore. lìemb. leti 1. 7. 07. Deside-
rava ec. che questi fiorini mille e Irecon*
lo ce. potessero dispensarsi alla susteota-
zìonc e vita di queste due nipoti, « ni-
poti parimente della lestalrìre. E ajtpres-
so : A sostentamento delle quali più si
conviene che vada il lascialo adpias con-
sas, che sono nipoti della testalrìre , <.he
a quello ce. {*)
'A' TESTAZIO.NE . /'. .Y. Attesta-
sione. Cavale. Espos. Simb. | 43. lo cbhi
tcslazìonc maggiore che Giovanni. (J'^)
•f TESTE. Avvtì-Ì». ili tempo patsato.
Poco avanti. Lai. niiper, dudum. Gr
Spri. Iloce. nov. 80. 16. Io ho testé ri-
cevute Icllere di Messina. /.' nov. 85. 6.
lo me lì' avvidi testò. Amet. 12. A cui
ignoranlcnicntc avea pur leste V anima
data. Sen. Pen. f'arxh. 4 11. I quali so-
no pur teslè arrivali ne* nostri porli. E. 7
6. In tulle queste cose, che io ho pur le-
ste raccontale, r uno e 1* altro è padrone
d'una medesima cosa. Tac. l^av. Amn-
4' ina. Che costui uiorlo gran tempo di
lame, o leste di questa arte ariiccUilo, e
scialacquante la seguitasse. n<>n fu mira-
colo. f'ar\h. /'.'rio/. 287. lo mi ricorilo
che 'I Vellulello nel x\ canto del Pur-
gatorio, quando egli s|Mine qursl' avvrrruu
lombardo ifsa, cioè fr/fr , il i|uale testé
Sii paro pìggìore e pìÙ goflo che issa ,
ice: ce.
f §. L Teslè, è anche av%-trtùo di tem-
po presente, e vale Ora, In questo pun-
to. Lai. modo. Docc. nov. 85. l8- A me
conviene antlaro leste a Firciiic. Dani.
Inf. 6. Colla forra dì tal che leale piag-
gia. '(< /ir. Trin. prvl Se voi volete
delle fcvtc. delle livree, delle canzone, del-
le commedie teste di carnovale, ^uada-
gttalrle tutto 1' ann» con gli sguardi. ;Cj
T E S
# §. 11. Teslèfè anche avvcrb . iti ttm-
pò futuro, e vale />i qui a poco, t'riìnc,
Sacch. nov. l47- K' '■' *-• li» r>" hfWà uo-
vclla che voi udUtf mai : the '1 tale [nu-
derà teste qui, clic \iciir djl luogo suo ,
ed lias&i iiiciie le lujilie d'uova. ^/J
TESTERECCiO. JtUI. Ostinato, Di
Sita opinione. Di sua testa, Caparhio .
Lat. *ceì-yicosus, Gr. «uSra'o»;?. Guid. G.
Per piccola e vana cagione con leslercc-
cia superbia s' avveulaioDO nella no.stra
città. E altrove: Kou per tanto a' vostri
Dii è graxiosa e accellevoi quella polen-
la^ la quale non tien superbia^ e non co-
nosce i vizii della tcstcrvccia orgoglianzj.
Varch. Stor. 6. l6l. Essendo eglidi na-
tura leslerecrio E Sen. J^en. 3- 37-
In questo solo fui pertinace e testereccio,
dì non Volermi la&ciar %in<'crc di cortesia.
Cecclì. Dot. 5. 2. Sarà Come dibatter 1'
acqua nel mortaio; Gli h troppo tjsteicc-
cio.
t 1 TESTESO. j4nerb. di tempo
passato, poco J'a j Lo sfesso che Testé.
Lat. m/per, duiiuìu. Gr- a^rc. IJocc.nov.
69. 17. Tu non sentivi quel che io, quan-
do tu mi tiravi tcstcso i capelli. Lant.
Purg. ZI. Disse : perche la l'accia tua te-
steso Un lampeggiar d' un riso dimostroni-
mi 7
t §• 1- Testeso, è anche aiverh. di
tempo presente, e vale Ora , in questo
punto. Lat. modo. Dani. Par. ig. E quel
che mi convicu rìtrar tesleso, Won poito
voce mai» ne scrisse inchiostro, /liberi.
cap. 63. Adopera adunque per V altro se-
colo, siccome tu dovessi morir testeso.
* S* !'■ Testeso, è anche avverò, di
tempo futuro, e vale Fra poco. m£occ.
nov. S^- 7- fgli dee venire qui testeso
uno che ha pegno Ìl mio farsetto», (l)
TESTICCIUOLA. Pim. di Testaj ma
si dice propriumente di quella d'agnello
e di capretto, quando e staccata. Lai. «-
gai caput. Frane. Sacch. nov. IO7. tit.
Volpe degli Alloviti , essendo a tagliere
eoo uno, taglia lestìcciuole di cavretlo. F
appresso : Il Volpe , cvvcndo a tagliere
con un di loro, rerasi innanzi una te&tic-
ciuola, e cominciala a partire. Fir. nov.
8. 2g6. E le testirciuole nfrilte coli' uo-
va. Maini. IO- 52. Che 'n due parli di-
visela di netto , Ct-m* una testicciuula di
capretto. s
* TESTICOLAKE. Specie d'uva. So-
der. Colt. iiQ. La galletta bianca, addo-
mandata dagli antichi testicolaie, (i buo-
na) per la &uttìl sua buccia, debcala car-
ne, e gentilissimo sapore, f*)
•f TESTICOLO, e TKSTICULO .
Parte genitale dell' anima/c maschio , do-
ve si fabbrica il semej Coglione. Lat. te-
sticulus, testis. Gr. opx*^- Filoc. 5. i65.
Ag^iunsevì pietre cercale ncU" estremo O-
nente , e brina rarcolia le passate notti,
insieme con carne d' inlaniale streghe, e
di testicoli di lupo. Frane. Sacc/i. nov. 25.
Messer Dtilribene , avendo fatto trarre le
strabule al prete, lo fece solire su la bol-
li.' a cavalcioni, e li sacri testicoli fece
metteje per lo pertugio del cocchiume.
§. 1. t'er Salirio. Cr. ^. 106. 1. I
suoi testicoli ( del salinone, ossia appio
salfatico j confetti con mele, provocano il
coito. Jiicett. Fior. 62. Il >atirio appresso
gli Arabi e nome comune a tutte le sor-
te de' testicoli.
g. II. Testicolo di cane, che anche si
dice Testiculocanis , Spezie di satino. Lai.
orchis, r)nosorchis. Gr. opx^^, /Mvò^ op-
^15. (V. 6. 128 1. Il leslirtdo del cane
è un* altra spezie dì satìrion , ed è nelle
foglie e nel gambo simigliante a* testicoli
deUa volpe, e la sua radice è di due no-
di, perocché ha uno tondo di sopra, e un
altro di sotto , e 1* uno è molle , e T al-
T E S
tru h duio e pieno, e in quello e super-
flua umidità.
§. III. Testicolo di volpe, o golpe j che
anche si dice Testiculovulpis , Spezie di
satirio Lat. sa t-^ riti m tn^olium. Gr. sa-
T'jptov Tptfijy/OV. Cr. 6. 127. U te.sti-
culo Tulpìs è butno e dolce al gutto, e
preso col vino dà talento d'usar con fem-
mina, e dà a ciò aiutorio; ed è caldo e
umido, ed e spezie di satirion . Picett.
Fior. 62. Intendendo per teslicidi di gol-
pe quelli che appresso i Greci si chiama-
no propriamente salyrii, che hanno la ra-
dice grossa come una mela y di fuori ros-
sa, e dì dentro bianca.
^ §. IV. Testicolo , diresi , in modo
basso, od Uomo gaglioffo e balordo . (Cj
TESTIERA, ijuèlla parte della briglia,
dove è attaccato il portamorso della ban-
da destra, e passa sopra la testa del ca-
vallo, e arriva dalla banda manca, dove
termina Colla sguancia. Mor^ 11. 3l.
L'na grillaiida avea nella le.sticra. Ed una
in sulla groppa del cavallo. Cant. (ara.
i6. Cuffie abbiam di più maniere ; Chi ne
vuol dia danar su; A bcnd(>ni ed a testie-
re, Pur le tonde s" usan più. -e lioss. Svet.
i'it. j4ug. Usava donare a' suoi soldati te-
stiere, ed altri abbigliamenti di caval-
lo. (FP)
•1* §. E per Una sorta d~' ornamento
donnesco, che si porta in testa. Stat. Sunt.
l'ist. 12- Che niuna donna si vesta , o
polli ec. abun vestire, cappuccio, o cap-
pcltina> ghirlanda, o testiera, nella quale
ec. (Cj
TESTIFICA>'TE. Che testifica. Lai.
testijtcans. Gr. fiypTVpói'J. Bocc. nov. 8g.
3. Cose tutte testificanti, noi avere dell' al-
trui governo bisogno. Serd. Stor. Jnd.3.
Xo8. Lasciò nel lito una colonna col ti-
tolo testificante la >ua venuta.
J EST^FI(:A^ZA. J.J. Testificazio-
ne. Lat. testificatio. Gr. vstprupt'a. JBocc.
Lett. Ir. S Jp. 3ii. io bo udito, e cre-
dulo, lui avere con viso e parole ed ani-
mo immobile uno giovane figliuolo d' ot-
tima lestificanza perduto. Fr. Zac. T. A-
12. 11. ^e farà lestificanza 11 suo Ange-
lo guardiano. E 12. Aogel viene incon-
la nenie A far sua testificanza.
lESTIFIC.\r;E . lar testimonianza.
Lai. testificare, testinionium dicere. Gr.
jua^STUstt i/. fjccc. nov. 96. l5. Testifi-
cando per quello quanta àia la fede ch'e-
gli ha in voi. Mor. S. Creg. La virtù
sussogueutemente testifica am che mente
si dà la sentenzia della maladizione. Mae-
sfriiis. 2. 32. 3. ^e già non giura , che
non imparò le cose testificare. ^ Farcii.
Stor. 5. 104. S" ingegna di giustificare la
cau>a sua con molte e diverse ragioni ,
testificando nondimeno ìl tulio essere sta-
to latto ee. senza la saputa dì lui. ( C)
Cuicc. Stor. 3. 39. i'rescute tutto il Con-
cilio testifico non avere mai Cesare ac-
consentito al Concilio Fisano. (L)
TESTIFICATIVO. .-ìdd. ( he testifica,
^tto a testificare. Cap. Impr. prol. E
prima si porranno molte cose ec. per pro-
lago d' eisi ordinamenti testificativi del sin-
T E S
1627
gulare privilegio, ec.
^ TESTIFICATO. Jdd. da Testificare.
^* JScmh. Stor. 5. Sp. Ma nel vero mol-
li così credettero, e lusciaronlo teslifirato
ad altrui. (J'j
t lESTIFICATORE . T'crbal. wasc.
Che, 0 Chi testifica. Lat. testificotor. Gr.
,ooLfTUp, S. Jgost. C. D. Testificano es-
sere autori 0 lestìficatori di vita scellera-
ta.
TESTIFICAZIONE. Il lestifcnre. Te-
stimonianza. Lai. testificatio , testimonium.
Gr. p.v.p^'jpi'x. ^'aestruzz. 2. 21. Il bo-
lo è una testificazione di spontanea pro-
musìonc, la quale fare si dee di Dio , e
di quelle cose che di Dio sono. Serd.
Stor. 2. 74- E* accusatore, confuso da que-
sta teslìficazìone tanto tbiara, e tanto mi-
racolosa, quasi muto si tacque.
TESTIMUNA^ZA . / ed. TESTIMO-
NIANZA.
TESTIMONARE. Fed. TESTIMO-
ISIAHE.
TESTIMONE. Fed. TESTIMONIO.
TESTIMONIA. F. J. Testimonian-
za. Lat. testimonium. Gr. p.v.ptvpi.ai. Lib.
Op. div. l'rincìpalmente rende testimo-
nia, e buona fama di tulta la gente. Ca-
vale. Med. cuor. Lì falsi testimonìì comu-
nemente sono scomunicali, e per certo so-
no tenuti ad ogni dauno che riceve il
prossimo per la falsa testimonia. E ap-
presso .• Sentendosi grande allegrezza del-
la buona sua pazienzia, e una testimonia
di buona coscienzia dentro. ^Imct. 47. Se
la vista di esse ec. non mi fosse veridica
lestìnionia, T audito non vi darebbe fede.
/ ìt. SS. Pad. I- 4" '" segno e testimo-
nia della qiial cosa Paolo vi trovò ancu -
dini e martelli da quel mestiere. E l5.
La tua iscurìtà e laidezza, e si T etade
inferma ec., sono segno e testimonia della
tua impotenza.
'•■ §■ Tenere la testimonia , vale Fare
da testimone. Es. Fav. 7\ Rice. iS. E
disse il cane, se voi mi vorrete tenere la
testimonia contro alla pecora ce. si parti-
remo poi per terzo. (Cj
TESTIMONIALE. Jdd Di testimo-
nianza. Che fa testimonianza. Fit. Plut.
Serrava gli orecchi colle mani , e impac-
ciava, che non si leggesse quella scrittu-
ra testimoniale.
TESTIMONIANTE. Che fa testimc-
nianza. Lat. testans. Gr. iiv-pzipóiv. S.
jigost. C. D. La divinità della sua veri-
tà, e la verità della divinità, e li testìmo-
nianti segni delli miracoli.
TESllMO.MANZA, chegli antichi dis-
sero anche TESTIMON'ANZA. Propria-
mente Il deporre che si fa appo 'l giudi-
ce d'aver veduto, o udito quello di che
uno è interrogato. Lat. testimonium. Gr.
p&.p't^jpiv.. Bocc. nov. I. 6. Testimonian-
ze false con sommo diletto diceva, riche-
sto, e non richeslo. .Miteslruzz- 2. 6. 2.
Questo colale diventa infame, ed è cac-
cialo dalla testimonanza , e non puolc es-
ser testimonio. E 2. 32. 3. Inferma la te-
stimonianza per la discordia de" testimo-
nii ? Risponde san Tommaso : la discordia
de' teslìmonii ec. toglie 1' efficacia della te-
stimonanza.
g. Per similit. si dice d' ogni Fede ,
0 Segno che si faccia appo chicchessia ,
che la cosa è così. Bocc, nov. 2. 2. Ne
deono dare e colle opere , e colle parole
vera testimonianza. E g- 2. p. i. Gli uc-
celli su per li verdi rami cantando piace-
voli versi, ne davano agli orecchi testi-
monianza. E nov. 57. 3. Aveudo, al fallo
della donna provare, assai convenevole te-
stimonianza ec , la fece richiedere. Coli.
SS. Pad. Recandogli all'opere, calle te-
stimonianze degli Apostoli. Dant. Inf. 32.
Tra lur testimonianza si procaccia. Cas,
leti. IQ. Il valuroso mio lUuNtrissimoMon-
sig. d' Àvanzone ed esso Monsìg. di Man-
na le potranno far sempre verace testimo-
nianza. J'it. SS. Pad. I. 6. Sccondochè
dì ciò quasi tutto il mondo può rendere
testimonianza. E l\&. 5econdnchè per del-
lo e testimonianza di provalissinii monaci
si può manifestare.
t 3 lESTIJMOMAPE, cAf .?//rt/i<tV/ii
dissero anche TESTISIONARÈ. IS'eulr.
Far testimonianza. Far fede. Lat. tetla-
■ F, testimonium perhibere. Gr. fi'V.p-ZMptTy.
Bocc. nov. 98. 37. Siccome esa.» medesi-
ma pyo con vcriià testimoniare. 3Iaestruzz.
I. 56. Tulli coloro che sono ricevuti d«
i528
T E S
T £ S
T E S
accusare» si ricevono a testimoniare- E 2.
6. 2. In questo mezzo, come infame, non
può testimonjre. E 2. 32- 3. Tolimo*
iiaodo non dee T uomo afiermarc per cer-
to quello (il tlie e* non è certo. Dtttam.
I- 21. Onde il suo c;impo il te&timona a
Doi. Exp. Pat. liosl. 8. Tutte le creatu-
re lodano Dio, e testimoniano come Dio
e buono. Coli. SS. Pad. ('oucio^^iacosa-
chè quel vasello eletto testimoDÌi dì se ,
eh' aveva bisogno di ragionare co^ suoi
compagni App<i5toIÌ. •.• (iuicc. Stor. 3.
112. Percliè nella guerra, come 3 oga'ora
testimoniava la esperieuza, molle vullc ac-
cadeva che il valore degli uomini era sof-
focato dalla potestà troppo graude della
fortuna. (L)
"^ %. \. Testimoniare, in sìgnijìc. alt.
« Jmet. 83. Per le tue eccellenti vitto-
rie, le (jujli ancora le sparlc membra de'
giganti tealinmniaiio io Kb'gia » . (Il) S.
Ag. C. J). 22. 9. ((/. Tulli li miracoli
fatti per li martiri nel nt)me di Cristo,
testimoniano la fede per l.t quale essi mar-
tiri credetlooo in Cristo, (f )
§. II. Testimoniare , per Affermare con
giiiraminto. Lat. iiirarc. Gr. 0_a">j2tv.
Oiiid. G. In veritadtì per li nastri Dei
leitimoni.imo, che nostra intenzione ec.
TESTIMONIATO. .4dd. da Testimo-
niarej Proi'ato con testimonianza. Salvin.
Pros. Tose. 1. !^^'J. Bontà e onesta, che
virtù sono interne dcir animo , a signifi-
care la cortesia, e V amorevolezza con se-
gni esterni lesLimonìala, nel franzesc dol-
ile idioma si stesero.
3 TESTI.VIOSIO, e TESTIMONE.
Quegli che fa, o può Jan' testimonianza,
Quegli die è presente ad alcuna cosa.
I.at. tcslis. Gr. p.'y.pTxjp. Bocc. Inirod.
19. Assai n* erano di quelli che di questa
vita senta tesliniouio trapassavano. E num.
32. Noi dimoriamo r|ui, al parer mio, non
altramenti che se essere volessimo , o do-
vessimo testimone di quanti corpi morti ci
lieno alla sepoltura recati. 7^ nov. 77.
5o. Tu ora ne puoi per pruova esser ve-
rissima testimonia. E noi'. 91. 7* Q"^""
tunque io vi creda senza testimonio. Pe-
tr. Cam. 18. 3. O teslimon della mia
grave vita.
* §. 1. Detto di femmina. Vit. S.
Eugcn. 383. La quale è testimonio di
quello che io dico, (l)
§. II. Per Testimonianza. Lat. testi-
monium. G. f. 9. i35. 5. Contuttoché
le sue nobili opere, las' ìatcci in istrìt-
ture, facciano di lui vero testimonio. E
10. l.'|9. 5. A questo cose io posso ren-
dere testimonio. Filoc. 5. 319. Che dun-
que più manifesto testimonio vogliam
che questo , che sia più jlbgrerxa od
vedere, che nel pensare ? All'eri, cap.
33. E >i è mestiere eh' egli abbia buon
testimonio da coloro che fuori .ono. Dant.
Jnf. l8. E se di ciò vuoi fed o testimo-
nio. Recati a mente il nostro avaro seno.
TESTINA, e TESTINO. Ihm.diTe-
staj Piccola ttsta. Car. Icfl a. 162. !«>
non ho so non una testa del Salviati, e
un picciolo testino del Bronxìoo.
t '^ §■ Testino, pressagli Stampatori, t
Some che si dà a due diversi caratteri ,
detti Testino maggiore e minore , prece'
duti dal Garanione, e seguiti dalla Som-
pariglia. ( .4)
TESTÒ. ì'aso dt terra cotta, dove si
pongon le piante. Lat. vas, testa. Gr-
xipUfXOi. liocc. nOi-. 3.'». 9. Poi prese un
grande e un bel tcAlo di questi, ne' quali
fi pianta la persa u il bassilicu , v «lenirò
la vi mise. E itum. 10. E per usanxa a-
vej preso di sedersi sempre a <|iie»lu te-
tto virina Lifi. Son. 72. Cena'nii un in-
lalata in casa mia, DÌ mia mao colta a'
l«ili a filo a filo.
§. I. Per similit. Dant. Par. 27. E
come '1 tempo tenga in colai lesto Le sue
radici.
§ . II. Per Quella stoviglia di terra cot'
ta, rotonda, e alquanto lupa, colla qua-
le si cuoprc la pentola. Lat. testus. Lib.
ciir. malatt. Metti queste cose io una pen-
tola, e cuoprila col suo testo, e Ìa che il
testo serri ec. la bocca della pentola. Pi-
cett. Fior. 82. Cuopresi la pentola con un
testo furato, acciocché si possa compren-
dere, per lo fummo che ciré dal testo,
quand'elle son cotte (le rondini ) .
§. III. Per Sorta di stoviglia di terra
cotta, piana a guisa di tagliere, per uso
di cuocervi sopra alcuna cosa. Lai. te-
stéim. Cr. 3. 7. 16 Migliore è quel ■ /Ja-
ne^ eh* è collo nel forno, imperocché lut-
to egualmente si cuoce} ma quello eh' è
cotto iu testi, è pigjjiore. E 5. 18. 2. E
Sullo essa si «Ice mettere o pietre u lesto,
secondo Palladio. Pallad. Eebhr. 3l. Al-
tri io nuova tafferia, o testo, Ira U gesso
.«lecco, spartita V una dalP altra, le serba-
no. Fr. Giord. Pred. S. Ecco eh' io v' ho
dato lutto M mio sangue, e iu sono rima-
so as( iutlo come un lesto, e come un mat-
tone colto alla fornace. Hett. Tuli. Di
palrimouio non m' è rimuso un tcsto^ do-
ve del fuoco potessi recare.
TESTO. Componimento principale , o
Particella di esso j a differenza delle chiù-
se, o altri cementi che vi fossero fatti so-
pra. Lat. codex, contextus. Or. jit^Xoi.
Dant. Purg. 6. l' cominciai : E* par che
tu mi nieghi, O luce mìa, espresso in aU
cun testo. Che decreto del Ciclo orazion
pieghi. E i'onv. i34- Dove sono da ve-
dere tre rose, che in questo testo sono loc-
cate. Sen. Vcclam. Egli e testo di legge,
che non si debba lasciare il debito e prez-
zo presente, per quello eh' e a venire. M.
/'. 9. 1. Chi volesse questo lesto chiosa-
re, a suo modo e piacere lo si chiosi, che
dire non potrà tanto male, che assai peg-
gio non sia. 'r Dav. Ictt. 1\&S. Quando
lascio il lesto ordinario, piglio delle corre-
zioni di più valentissimi uomini quella che
per ora mi piace più. (C)
g. I. Far testo, vale Avere autorità da
poter servire di regola, o di legge. Sal-
via. Disc. 2. 343. E troppa vanità il vo-
ler far testo, senza ammcllerc altri che
quelle medesime con felicità specularono.
E Pros. Tose. 1. 579. Beato chi può in-
ventare e far testo j questi sono da ripor-
re tra gì' ingcj^ni di prima sfera.
* g. II. Testo, parlandosi di lavoro leltC'
rario vale Tessitura. F- ì'ill. ì it. Col.
l4- Nel lesto della prosa ha già acquista-
ta tanta dignità, che meritamente si può
nominare scimmia di Cicerone. (FP)
^ §. HI. Testo, o Testo a penna, di-
resi un Libro manoscritto , e per lo più
di quelli che fanno autorità in fatto di
lingua. Ped. Ins. 38. Avendo confrontalo
quel passo con molli amichi lesti a pen*
Pitt. a3. E così parimenli è nel
ponna della Vaticana. tC)
J
testo
* g. IV. Testo dt lingua , dictsi co-
munemente QueJ libro a stampa, o ma-
noscritto che in fatto di lingua fa auto-
rità. (C)
* §. V. Testo , dicesi dagli Stampa-
tori, un Carattere di mezzo tra il Paran-
gone e il Silvio. (^4)
3> g. VI. E Testo d' Aldo, dicesi pure
dagli stampatori un Certo carattere tondo
o Corsivo di mediocre grantkiza.dt cut Al-
do Manuzio il vecchiofu inventore. Menr.
Sat. [\. K, quel che »*»ai gli Scritti orna
ed aiuta, Pcmelevi per lemma in testo d'
Aldo : Bella clic piscia, e Bella ancor che
fiuta (C)
« 1 KS I i> Add. da Testerei Tessu-
to, ì'oct «issai propna dellm poesim. Ptir.
canz. l\2. 6. Ed avca m dosso sì caodida
gonna, SÌ testa, eh' oro e neve parea ia>
sieme. Bell. Min. i3. Ordito era di per-
le, e testo d'oro 11 crudel laccio, e di
tanl* arte adorno, A tal, che Aragoc trop-
po avrebbe scorno, Dove natura é vinta
dal lavoro. Tass. Oer. 18. 81. Urtò la
trave immensa, e cosi dure Nella torre
addoppiò le sue percosse. Che le beo te-
ste io lei salde giunture Lentaodo aperse»
e la respinse e scosse. (NS*
+ TESTOLINA. Dim. di Testa; Pic-
cola testa. Penv. Celi. S'it. i. 268. Faceva
quattro testoline di liocorno con sempli-
cissima invenzione. E Oref. 6^. Inlagliaodo
colla medesima diligenza, che s* intagliarono
le lesloline, le lettere del detto alfabeto.
* TESTONA. Acer, di Testa; Testa
grande. Car. Com. 27. Cerroni locigno-
lali come d'oro, in quella lesiona bella
come di Dio. ( FP)
TE^ONCINO./'/m. di Testone. Malm.
8. 7^. Ovver sì metta fuor in sol LaSet-
to Un tesloneino , e sìa guerra finita.
•f TESTONE. Spezie dt moneta d' ar-
gento di valuta di tre giulii. Puon. Fier,
!\. 5. 3. Il ranno mio a te pelerà '1 capo.
Come pelalo V avea quel testone Che to-
so tu mi desti. E i\. 5. 8. O miei testoo
di Cosmo e Ferdinando , Specchi sereni
miei, ec. Malm. 8. 3. Che 1' un di loro
al più vale un testone. Menz. sat. a. So-
lo pert'hè aducchiò ccrii testoni.
TESTONE. Accrescit. di Testa j Te-
sta grande. Car. leti. i. 87. Vi priego per
parte degli amici a tener fiù conio, che
non fate, d'uo testone, qu^le è il vostro.
^ %. Testone, dicesi anche d' Uomo di
testa dura, difficile a imparare, o inten-
dere. (C)
TESTORE. Tessitore Lat. textor. Gr.
usa'vm;. Tratt. gov. firn. Come testo-
ri, laoaiuuti, camhiatori, etaiuolì, ce.
g. Figuratamente per Compositore. Pe-
tr. son. 22. Al l'uon testor degli amorosi
detti Rendette onor.
TESTUALE. Add. Del tetto, in si-
gnijìc. di Scrittura, Che è secondo il te-
sto. Lat. *textualit. Esp. Salm. Questa
esposizione e più testuale, e accostasi più
a sporrc il testo. E appresso : Questa k
la sposizion testuale e siorievole. Puf, lo-
oanxi eh' io venga all' esposizion testuale
e alle sue allegorie , ovvero moralìU. K
Infx. 2. Ma sarebbe qui un dubbio testuale .
E Purg. 16. I- Qui si può muovere uoo
dubbio teslu.ib'. E 20. 2. Ora è da vede-
re lo testo colla esposizion trslualc.
# TESTUDINE. Lo stesio che Testug-
gine. Sannaz. Arcad. pros, O. Ponendoli
sovra la lìngua uno occhio <1i Indiana le-
studine ni-lla quintadecima luna. (')
K' §. I. Per una Sorta di tumore eh»
nasce per lo più nella trstn. Lat. tetta,
'testudo. Gr. xc>vv>]. Cr. 9. 12 I. Di
tulle le superfluità della carne , le quali
nascono intra 1 «uoio e la carne, che vul-
gai mente si Lbiaman gangole, Icstudioi , o
scrofole, dico ce. j*}
tf §. II. Testudine, per (Jn antica or-
dinanza di soldati che si nst-pavano ìa>
sieme coprendosi cogli scudi . Lai. testu-
do. Cr. cvvrtisntapòi. Serd. Stor. |. SO-
Falla una levtudiue, o paKesata, sì ruo-
pTooo di maniera tutti sullo lo scudo, che
non vi resta .druno luogo di ferirgli. (F)
•f P §. Ili Te studine . T>rm. dell'
anti,a milisia. ^facchtna di Ugno, posta
sulle ruote, dalla ifuale f ariete, a modo
del capo delle testuggini, ora traeva fuori
il capo t ora lo ritirai a per uscir fuori dt
nuo%'o, e fare imfteto contro le mura at'
.tediate per fare la breccia . Tac. Dav.
Ann. i3. 174. Fece dell' esercito quattro
parti : una ^otlo U testudìni a tappai U
trincva, ce- (*)
T E S
* S- IV. TestmUne, o Talpa. Term. dei
3faniscalchi . InJ'erntHà del cavallo , così
detta percfit prodotta dn un tumore , il
quale scava e produce molte stniiosilà dal
principio della Jr onte sino alla cervice del
cavallo. (A)
* TESTUDO. Voce della Poesia, tolta
dai Lat. tesludu. Testuggine. Morg. 26.
7^. Egli aveva una scoglia ili testudo Que*
sto ghiottone adattala a suo modo, E porta
queUa al petto per iscudo. f.l/;
•f TESTUGGINE . Jiumal terrestre
ed acquatico , che ha quattro piedi , e
cammina lentamente , ed è tutto coperto
d* una durissima scaglia o coccia, da al-
cuni detto Tartaruga , ed anche JJotta
scudellaia . Lai. testudo . Gr. yzXcuvr) .
Sen. Pist. La testuggine , quando eli' è
supina, non seule niun doloie. Tes. J'ov.
J^, S. cap. \. Lo sangue della testuggine
terrena unto genera capelli. Tes. I>r, 8.
l/|. D'un uomo pigio Ìo diiò: questo è
una testuggine. Jlarn. Colt. 5. 137. Chi
porta intorno La tesluggin palustre al riel
&upioa. Jmbr. Cof. 1\. l'ò. Ma questi sou
più tardii che testuggini.
§. ì. Per similtt. vale la tolta, 0 'l
Cielo della stanza. Lat. testudo , forni x^
camera. Gr. So/o^. Amct . l\\. I luogLi
atrii de* gl'ai! p^^gi» con tonda testuggine
di pietra coperti.
••f §. II. h parimente per similU. si
dice un* antica ordinanza di soldati che
si costipavano insieme coprendosi cogli
scudi . Lat. testudo . Tac. I-av. Star. 3.
30Q. Allora messesi le larghe in rapo ,
(alto serrata testuggine , vanno sotto le
mura . A" appresso : Vedendo i Vitelliaoi
non poter reggere a tanta serra , e fuori
della testuggine ciò che di sopra picnibava
aballare, diedono al nianganone la piala .
* g. III. Tfstupgine . Macchina mili-
tare . /. TEST UDÌ M; , g. IH. Iceez.
rag. l5y. ( l'ir. l8l5 ) Il gallo è detto
per lettera testuggine, a similitudine del-
la verace testuggine , peicliè secondocbè
quella or mette fuori il capo, ur lo ritrae
dentro , cosi il di6ciu ec. Ar. Fur. ^O.
18. Coperti da testuggini e da galli. Con
arieti e lor altri inslrumenti, A forar toni,
e porte rompere alti , Tosto sì fero alla
citta vicini; >è trovaro sprovvisti i Sara-
cini. (I^i)
*f §■ *^- Testuggine , T^rm. astrolo-
gico, riome di costellazione dell' emis/tro
settentrionale. Lat. h ra, Jìdicula, vultur
cadens . Gr- >uìk , yOv^. Lib. /^slrol.
Parleremo dell'altra 6gura , alla quale si
dice in Latino testudo , e in Castellano
galapago , e in Tioreutino tesiuggine.
* TESTL'GGINO>E. Jccr. di Testug-
gine. Lai ingens testudo. Pros. l'ior. ^.
3. 126. Entrando nella Zona calda in 12
e ]5 gradi, si cominciano a tiovare certi
testugginoni >ljardellali. (I\Sj
TESTURA. Tessitura, Il tessuto. Lai.
texlum, textura. Gr. ts uj-kvtuv. Sr y/r.
Tur. 17. 8a. Il F^e di iiuliilissìma testura
La sopravveste all' armi aggiunse, ec. (Mf
* §. I. K per simtht. i'iut. Adr. Op.
mor. 4- 160. Se vegpouo (le rondini, la
testura (del nido ) aver nie;ìtieri di mate-
ria piccaliva , volando alla palude vici-
oa o al mare , vi dtguazzan dentro V alio
ec. (C)
••J- §. 11. Testura j figuratam. per Or-
dine, Pisposizione delle parti dì qualche
componimento. Oal. Sist. 25l. Molte co-
se sareljlK>no da dirsi e da considerarsi
intorno alla testura di questo argomento.
èiens. sai. 4" Quindi è, che il volgo chia-
ma Toxza e oscura Ogni più saggia e glo-
riosa penna. Le frasi, i versi, ì ritmi, e
la testura.
* TETA>0. Term. de' Medici. Una
malattia gravissima , nella quale tutti o
Vocabolario Tom. il.
T E T
una gran parte de' muscoli si contraggo-
no spasmodicamente, e tali rimangono per
lutto il tempo della maini tia. ( /] )
•"r- TETRACORDO. Term. de^ Musici.
Strumento antico musicale di quattro cor-
de. (J)
•f TETRAFARMACO. ì'. C. Term.
medico. I\'omf generico neW antica medi-
cina di nudicameuto coniposlo di quattro
ingredienti , e comprende lattovarii , im-
piastri , unguenti , ec. Lat. tetrapharma-
cum . Gr. TàTf!/ca,;/x«)(t>; - J ib. Muse.
Lo curano col tetrafarmaco. Lib. cur. ma-
lati. A questo male è molto giovevole il
tetrafarmaco .
*;: TETRAGOMCO. T. C Jdd. Ap-
partenente a tetragono. Gal. Camp. Ceom.
25. Sono queste linee letragoniche così del-
le dal loro uso principale, the è di qua-
drare tutte le super6cie regolari- P' Di/,
l'apn 2o5. l'a.vsa nei due capitoli ec. alli
usi della linea quadratrice , detta da me
tetragonica. (f'j
TETRAGONO. /'. G. Add. Bettan-
golo equilatero quadrato. Lat. quadratum,
Gr. rETpa'ywvov.
2- 1. Talora si prende per Piguj'a so-
lida cubica, usata per simbolo di Jortez-
za d'animo, (ostanza , so^erenza , e si-
mili j e in questo signijic. e usato anche
in J orza di add. Dant. Par. 17. Avvc-
gnacir io mi senta Ben tetragono ai colpi
di ventura. Tac. Pav. òtor. 4- 33l. Per
governare la repubblica ben tetragono a"
colpi di ventura (il testo lat. ha: firmior
adversus fortuita). £ Oraz. Cos. /. iS'J.
Oh animo forte, e tetragono a' colpi delia
fortuna, e del mondo!
^ §. II. Presso gli Astronomi , vale
Unione di qualità pianeti esistenti a un
tempo istesso in una delle mansioni cele-
sti. Serd. Calcoli. Marz. 3;4' *il» sguar-
di o aspetti de* jiianeli adunque sono quat-
tro a uoveio; il liigono, 1' esagono, il te-
tragono, e l'opi'oslo. (C>
'\' TETRAoliAM.MATO. ì'. G. Qua-
drilillero. ÌSome composto di quattro let-
terej e si dice spezialmente dell' ineJJ'iJnle
nome di Pio. Lat. letragrammaton . Gr.
TET/rayra'jut^aTOv. Salvia. Disc. 2. 525.
Le sette vocali de' Greci talora v' intaglia-
vano variamente rimescolate , che allude-
vano al nome ineffabile lelragramniato ,
ovvero di quattro lettere presso gli Ebrei.
7i Pros. Tose. i. jGi- Testimonio ne sia
10 stesso nome di Giove, che dall'ineffa-
bile tctragramniato lehova si vede esser
formato. {*)
■'.■ TLTr.AlT. Quella pianticella che an-
che dicesi Prba giudaica. Cr. 6- 124- I-
11 tetrail, cioè 1' eiba giudaica, è calda e
secca nel terzo grado. (*)
*t -^ lETRAMETHO. .Vorrà di verso
che consta di quattro piedi. Lat. telrame-
ter. Cr.ztzpo^iJirpo:. Car. Reti. Arisi.
221. Come si vede per li %orsi tetrametri ,
r andar de' quali , perciocché son falli di
trochei, è cumc a sdruccioli. (C) Salvia.
Disc. 2. 38^. Della quale non hanno e-
sempio i Greci , i quali ec. o il tetrame-
tro usarono , ovvero trocaico ottonario di
otto piedi. ("}
•f * TETRARCA . V. G. Chi co-
manda alla quarta parte del Pegno .
Menz. sai. 2. Or di qu*sl' aiti a mante-
ner r impero Servissi il gran Tonante; e
non fu esarca , Kon fu tetrarca , ma ser-
bollo intero. (A)
•f TETRAhCATO. Governo e Pomi-
nio del Tetrarca. Scgner. Fred. Pai. /ip.
1- l3. Osservassero tulle le circostanze di
luogo, di tempo, di teliarcali ec. che se-
condo i delti profetici dovevano concorrere
alla venula di lui. (TC)
* TETRARCHIA. Governo del regno,
diviso in quattro parti. Cuarin. (A)
T E T
i52y
•f *• TETRASTICO. Poesia di quat-
tro versi. Salvia. Pier. Buon. 3. 4- 2. È
da notare il bel lelr.istico lat. al giuoco del
maglio nella città di Malta , dove sono e-
sortati i cavalieri a questo nobil giuoco .
Magai. Leti. Citarvi la chiusa del vostro
galantissimo lelraslico. (A)
* TETRICITA' . Stato e Qualità di
ciò che è tetro. Segner. Miser. Tal giu-
stizia non voleva insegnare egli come fan-
no alcuni, con tedio, con lelricità , con
isvogliataf^gine. (Aj
t TETRO. Add. Che ha poco lume.
Oscuro. Lat. obscurus , ater , teter. Gr.
cxoTCtva; . Dant. in[. 7. Così tornavan
per lo cerchio tetro. P, Par. 2. Or dirai
tu eh' el si dimostra tetro Quivi lo rag-
gio. Petr. cap. 4- Rimirando, er' Ìo fatto
al Sol di neve, Tanti spirli e sì chiari in
career tetro.
f g. I. Per Di colore tendente al nero.
Alam. Gir. 5. l45. Si ligiace Girone, e
poi sospira, Per la bocca versando sangue
tetro .
'•■ §. H. Per Spaventoso, Orribile , Mi-
serando. Ang. mei. 1. 86. Che dovea fare
in voi vista si tetra, Se or da chi non la
vide, il pianto impetra?, 2?j
K' g. HI. P me taf. dello del puzzo .
Car, En. 3. 383. Con dire voci e spa-
ventoso rombo Ne si fan sopra le bramo-
se Arpie, E con gli uili e con 1' ali e con
gli uguooi, Col tetro, osceno, abbomine-
vol [juzzo IVe sgominar le mense , ne ra-
pirò ec. P 6. 2QI. Giunser dove d'Aver-
no era la bocca, E il tetro alito suo schi-
vando , in alto Ratte 1' ali spiegaro . (M)
Pucell. Ap. 236. Ma non voglion senlir
fiato che s|ùri D' impudico vapor , ne d*
odor tetro D'agli, porri, scalogni, o d'al-
tro agrume. (V)
TETTA . Pronunzialo colP E chiusa .
Poppa , Mammella. Lai. mamma , uber.
Gr. TiT^O- Petr. Uom. ili. Traendo colli
labbri il latte dalle tette della detta 6era,
insioo che furono trovati da Faustolo pa-
store . Vit ■ llut. Cosi, come le tette,
quando il fauciullino le mugne. Dittam. l.
17. Gli fcr sentire il mei delle sue lette.
t TETTARE . Poppare. Lat. lac vel
ubera sugere . Gr. òr,).!/.Cziy . OH- Com.
Par. 23- 517. Così verso lui steodeano le
braccia, come fanno li piccioli lattanti ver-
so la madre, quando dimostrao 1' afiezion
loro del tettare.
TETTARELLO. Dim. di Tello. Dut.
Inf. \(\ \. Spingendo T uno l'altro sotto
un tellarello che era sopra la porta del
palazzo.
u' TETTINO. Voce dell' uso. Dtm. di
Tettoj e dicesi propriamente di varie co-
se che servono a coprir checchessia , a
guisa di picciol tetto. (A)
t 3 TETTO. Coperto delle fabbriche.
I\'el plurale fa cosi Tetti, come Tetta, e
anticamente anche Tettora . Lai. teclum.
Gr. a--'-/ri . Pocc. nov. 27. 8. Vide una
giovane assai bella tener questo lume , e
verso lei venir tre uomini , che del tetto
quivi eran discesi . Dant. Purg. 10. Co-
me per sostentar solaio, o telto Per men-
sola talvolta una figura Si vede giungerle
ginocchia al petto. G. 7'. II. Q. 2- Fug-
gendo le genti di casa in casa, e di tello
in tetto. E li. ii3. 3. Cadde io Firenze
e dintorno una gragnuola grossa e spessa,
che coperse le tettora . Poez. O. S. 60.
Se ella, volando in sull'alto telto, Vcdrk
del bosco r ombra graziosa, Avr'a ogni esca
e cibo in vii dispetto. * Salv. Avveri. 3.
1. 18. E di quelli (eterocliti ) v' ha an-
cora, a' quali l' una e l'altra forma è co-
mune : il tetto , le tetta , le tettora j il
tino, le fina, le ttnora, e molti di questa
sorte. (V)
* §. I. Dicesi in proverò. : E meglio
193
i53o
T E T
cadere, o cascare daUe finestre che dal
Ulto; e ^ale che "',/"' "•"'■'' '"'^
eleggere il minore . V. FI>ESTRA . %■
"'g [[' A ietto, vale All' ultimo piano
della casa, se,^ altro palco, che, lutto.
Alice- 3n- A tello, e corta e sltelU era la
>lan^. Belline, son. 276. lo dormo .0 una
cameraccia a letto , CU' UD pcUegrm non
Ti slarclhc io dono.
§ III Non credere da! letto ut su.Ji-
mratam. si due del Son aver credenza
delle cose soprannaturaU ; modo basso .
Capr. Jìolt. 2. a6. Con tutto che «^.
moslrassopo di non creder mollo dal Ul-
lo in su. , ^ ti
« e IV Tello . dicesi anche Quella
lastra,'o s.mile , sulla quale U hallUore
percuote la palla affine di mandarla ali
avversario, llaldin. lice. Vorre Aero >p.-
aacre la palla tanlo in su , che ella pa»as-
Tc questa panca, che i: qui poco dopo -1
paliouolaiu, o Ulto, che dir vogUamo. Il)
8 V. rialzar la palla snlV altrui Ul-
to, maniera provcrb. larch.LrcolSo.
Alcun., quando vogliono «Bn.ficarc che m
.ia detto male d'.-.lcuno, sogliono dire,
e' s- è letto in sul suo l.hro; o la palla e
haliata in sul suo tetto. Cant. Cam. Olt.
26. Come vegRion venire o passar uno ,
I,a halia in sul suo tetto.
*§. VI. Tetto, pguralam. vale anche
Albergo, Casa, u Jmm. Ani. 2. «>• "•
Or ragRuarda questa moltiludme, alla quale
..ppenfhastanoletettora di """- ••■/'''■';■
tiri 3. I. 68. Ui bianchi torchi, al lue
do splendore Poi s' andare a P°"' "j^Sl'
ampli tetti . (C, Ar. Tur. 12. 9-. »"'' °
>monla, e fulminando passa nove pm dentro
,1 ),el tetto si alloggia. Segaer. Fred. ^. i-
Ver la fame non lasciò Kutl. ancor ella .
letti paterni , e non andossene più d una
volta pe- campi , povera vedovella a rac-
< or le spiche 7 (l!r)
* « VII Torre il tetto , modo pro-
verò per Terminare afalto. Impcrf.Anal.
M. Ma s- ha egli a credere che gì mge-
cni degli uomini s.eno tanto in dcclina-
z^ione.eh-e-sisiaposto il '"'^lo • "T^
volgarmente si dice, allo scoprimento della
verità, e di nuove sciente? ^r;
* S Vili. Tetto morto. Term. degli
irchitetli. Quella copertura della fabbri-
ca . .lopra la quale i: fabbricato un ter-
razzo .<copcrto. Fas.,i questa per riguar-
do dell- acqua piovana, la quale cadendo
sopra il terrazzo, se per fortuna pene-
trasse il di lui pavimento, non vada per
r attiv stanze sottoposte , ma esca nella
strada per me-M del tetto morto . Hat-
dm. Voc. Dis. iBt
TETTOIA. Tello fatto l« luogo a-
''"tettola. Dim. di Tetta; Mamniel-
hnn. Lai. mamilla. Gr. Tiràiov.
*8 1 l- per Tetta asiolutamente.t rane.
Ilarh lìegg. dona. 3n. Disscm. una mac-
ella donna, che quando ella il dovea aver
maschio, uvea l.uon colore nel viso e
chiaro .angue per lutto , e la tettola de-
stra più dura e |iii grossa. <<^>
K II. Per .■.imilil. Bargiglione, nel signi-
fi, del S Lai. verruciila. Cr. 9. 76. 2. Colui
che vuole ordinare e far greggia delle ca-
„rc , conviene nel suo eleggere consideri
prima l'eladi ce. Nella lor forma si dee gu..r-
dare ce. che al.l.iano sotto '1 minto due
leltole pendenti , perclii; queste colali sono
i.iii fondi e fiutluoic.
•+ TETTUCCIO. Dim. di letto; I ic-
roh letto Sen. Trov. La piova o con
fronde o con tclturcio difcnd.ino ( il le-
sto lai. ha culmus ) .Vi'.' Oraj.ch^a.
2 E quivi inerpicando »u per quello Me-
larancio , salire in sul tettuccio Della «o-
vlra anticamera.
TEL'
•t * TEURGI'A. Stregheria. Magia j e
ndoprasi anche a buon fine. S. ^gost. L.
lì 10. 8. Gli altri, li quali deputano alla
teurgia, vogliono esser leouli buoni e lau-
dabili, conciossiacosaché ec. (A)
tf TEDliGICA. Sust. Lo stesso che
Teurgia . S. Agost. C. D. IO. 9 ^"^ ,
polc negare che essa teurgica , la quale
commenda come congiungitrice con gli
Angeli e con Dio, s" aopera ec. I^A)
:° TEURGICO. Susi. Lo stesso die
Teurgo. S. Agosl. C. D. »0- ^^ Duse
cerio altri Angeli essere quelli che, discen-
dendo, agli uomini teurgici qua giù aunun-
liano le cose divine , ec. I^S)
* TEURGICO. Add. Attenente a leur-
gia. o Teurgica. S. Agost. C.l>. IO 9-
Per questo si può intender quali dica che
siano le visioni fatte con le teurgiche con-
secrazioni, ec. (IVS)
if TEURGO. Sust. Colui che adopera
la teurgia . S. Agosl. C. D. 10. 10. Se
nondimeno al buono teurgo mancarono e
sacre , per le quali purgasse prima quel-
li Dii, che invocava purgatori dell anima,
ce. (SS)
TI. Particella che serve per esprimere
il terzo . o il quarto caso del pronome
TU, e s'alliioga davanti al verlio, o s af-
fige ad eiso . siccome MI , SI , CI , VI.
Bocc. nov. 42. IO. Goslania, 10 li me-
nerò in casa d" una honUsima donna sa-
racina. li nov. 43. 12. Ma lulUvia U vo-
gliam ricordare, che per queste contraile
ec. vanno di male brigale assai . h nov.
77. 38. Ed étti grave il costassù ignu.la
dimorare . li num. 52. Insegnamegh , e
io andero per essi , e farolU di costassù
scendere. Pant. Par. 2. Fa che dopo 1
dosso Ti slea un lume che i tre specchi
accenda. Petr. son. 12. Da lei U vico 1
amoroso pensiero. Che, mentre il segui,
al sommo Ben t" invia Tit- Si. lad-
1. l5. Oggimai non li temo, h iS. Che
vuoi tu , Antonio mio , che io ti taccia!
§. 1. Talvolta ha forza di faie ,1 ver-
bo di signific. neutr. pass. Bocc. nov. 1».
16 Se tu "ti contenti di lasciare appresso
di me questa tua figUolella ec, io la pren-
derò volentieri.
S II. Talora è particella riempitiva .
po.,tn per vaghezza . e per proprietà ,li
linguaggio. Bocc. nov. 21. U. lo non so,
se tu t' hai posto menle , come nei sia-
mo tenute strette. li nov. 43. 11. Che tu
con noi li rimanga per questa sera , n e
caro. »/ CI
g III. Ti, SI pr pone alle particelle si,
CI , e si pospone a MI , SI . VI ; come
pure si positene alle parlicelle IL . LO ,
LI. GLI, LA, LE. noce. nov. ab. I».
lo non so a che io mi tengo che 10 non
ti ficco le mani negli occhi, e Iraggogliti.
/■; noi'. 45. 14. Acciocché 10 per quesU)
dono possa dire d" avere ritenuto in vita
il mio figliuolo, e per quello averloli sem-
pre obblig.it" . t: nov. 6-,. 6. Abbi per
cerio che tu non ci tornerai mai, inhno
a tai.lo che io di questa cosa ee. te n
avrò fatto quello onoro che li si convie-
ne . I: num. 8. Dio .1 li perdom: faial
riporre .luesla mia rocca , che 10 lascio
qui. /. nov. 73. 19. Mai. frate, il <<'a«"l
ti ci reca; ogni gente ha già desinalo
quando tu torni • desinare I: "ov^ 70.
II.F.irò itanolle insieme con BuBalmar.
co la •n.anlaiioue .opra le galle, e reclK«-
roUcU domallina a casa. /; nov. 77- M*-
Se io vendicar mi volessi, riguardando a
che partito tu ponesti 1' anima ima. la tua
vita non mi b..,lcrebbe l..gllcndolali , ne
cento altre alla tua siniiglianti . h nov.
80. l.'l S.iUh»illo mio dolce , 10 mi li
T 1
raccomando . E nov. gS. 8. Niono é in
questa contrada , che megho di me cote-
sto ti sappia mo.trarc, e perciò , quando
li piaccia, io vi ti menerò.
* TIALISMO . io stesso che lltli-
smo. (Bl . ,
•+ * TIARA. Sorta di ornameMlo aei
capo sacerdotale e reale presso gli «"lli-
clu Cernili. Car. T.n. 7 36? . ««"0 re-
gno in test» , Quando era in soglio , .1
gran Priamo avea: Questo e lo sceltro,
quesU è la tiara , Sacro suo portamen-
to. I.l) Salvia, hneid. I,b. 7. Questo por-
lava Priamo allor quando Ragion teneva a
popoli chiamali: Scellra e tiara. (F)
t * S O'gi si dice di Queir ornamento
a Ire coroni che m certe cerimonk porta
in caiio il Sommo fonufice Domano in
segno della sua dignità . Uenz. nm. I.
l3- E d" olivo di pa.e Torno non men
che di Uara avvinto II Vicario di Cristo
Sold. sai. 7. eh- io temo eh .Ha debba
ancora Un g»rno gareggiar eoo la_ nani
Che porla quel che m VaUcan . •*>-
ra. (SS} , -,
^ * TIBIA, r. L. Lo slesso cU Stin-
co'. Bell,n. Vi.,c. I. i65. Sotto A ginoc-
rbio quel due ossi , che seguono in eop-
pia ec. sono gli ossi delle gambe , ed d
piii grosso si chiama sUnco o ubia, il più
solide fibula. (^J
s. * g. Tibia . e anche uno Strumen-
to 'da fiato , usalo nelle antiche commedie,
ferie lo stesso che Plauto. Car. leti. 2. l32
Con assai bella graiia porta in ciascuna ma-
no una tibia, o un flauto che voghamo dire.
/■ Ko /. 8. i- I03(>. Quinci de SaUi ec.
scolpito Vavea le tresche e i cantici e 1
irii-udii , Ed essi tutti o coi lor hocchi in
testa, O con gli ancdi, o con le lib.e in ma-
no. lAj Plut. Adr. t)p. mor. 1. 3. Uannc
i musici, oltre 1' altic una maniera di so-
nare la Ubia, che nominano Ippothons ,
usata da essi per risvegliare 1 appeUlo di
Venere ne' cavalli- iC)
* TIBIALE. Term. degli Anatomici
Aggiunto dato a due muscoli della favi-
ha. (A) . „
* TIBIABE. BatUrr il grano colle ca-
valle. Trebbiare. Serd. Prov. (A)
TIBUBTISO.e TEBEBTINO. Pttl'a
viva, di bianchezza simile al marmo, ma
spugnosa , che oggi più comunemente si
dice Travertino . Lai. lap>s tiburtmus .
Tes Br. 3. 6. La calcina sia di pietre
bianche e dure , o rosse . o tiburliD. , o
pungenti . o almeno canute . o aUa hne
nere, che sono peggiori. Cr. l. »'■ "l-
Quanto alla calcina , dico che si dehhe
fare di duro sasso , e oianco Uburtino , o
colombino d. fiume . Pallad. ctp. IO. L.
calcina farai di sasso bianco duro, ovvero
di teliertino. ,
TICCHIO. Capriccio, Ghinbau. fo-
ce bassa . Malm. 9. 56. Al fin gli tocca
il ticchio Di lor del sale, e ve te spolve-
riaaa . ., , \t
•f TIELISMO. Term de hledic Ma-
lattia, per la ,,i,ale la .oliva si separa ,n
maggior quantità di quella che si suol sepa-
rare naturalmente. Lai. pi} altsmus, pi} e-
lismus . Cr. TtTi/fxiiou« . Trj€ii»).«i
l.ib. cur. malati. Si lamentano d un Ur-
liinio salato e amaro . Prati, srfr. cos
dona Nel tempo de' fiori son sorprese dal
tlelismo . .
TIE.NTAMMENTE. Susi. I oce busa,
che .<i i..<n l'I ischeiia per dinotar Colpo
che altrui s, dia, quasi ad oggetto ,r in-
durlo a tenere a mente chnchessia . Al-
lec. ,im. 12 11 grillo per paura Si chela,
e '1 componente . Forse per non toccar,
un ticntammenle . ec.
TIKPIDAMENTE. i<.''»^- l«" "'f^'
Xi- Per melaf. . alt Pigramente, PrfI-
T I E
T I E
T 1 G
i53i
rfamwft L..I. pigre . Gr. oVvwv . Ecce.
>ioi- 23. 17. Assai lic'piilamciitc negava , se
aver mandata la borsa. Ou. Con,. Purg.
17. 3o6. O per poco , 0 ticpuiamenle a-
marla .
TIEPIDARE. Ditenir tiepido. Lai. m-
leiKscen: Or. xltaivs'&a'- Socler. Coli.
Jl5. Si schiuma in bollendo con diligen-
ti , e scemalo il quinto , si pouc a Uepi-
"«TIEPIDETTO , e TEPIDETTO .
Vint. di Tiepido, e Tepido. SaUin. Upp-
Cacc. Ed e bagnala sotto alle niaromelle
Di caldo sangue e liopidctto latte. (/))
TIEPIDKZZA , e TEPIDEZZA J-
slrntto di Tiepido. * Segncr. Mann-
Jgosl. 3l. I. Due ragioni vi sono di
liopideHa: L' una i nel passar che lan le
cose dal freddo al caldo ; 1' altra e nel
tornare dal caldo al freddo. (J J
t § I. Efsw"'""'- p"' P'gr'''" ' '•'
Freddezza. Lai. pigritic Gr. Xxvnt!.;.
Dant. Purg. 18. O gente, in cui fervore
acuto adesso Ricompie forse negligenza e
'ndugio Da voi per tiepidewa in ben far
messo . Lab. 18;. La qual t.ep.de^a il
vestimento , che vermiglio mi vedi ec. ,
riscalda. Car. kit. 2. II. Per voi mede-
sima potete esser certa che ciò non può
venire da lepideua d' affeiione.
fi. n. Per Peritanza , Timidità . Lai
timidilas. Gr. S-ziUa.. Bocc. noi'. 98. 49-
Prima della sua tiepidezza e diffidenzia ri-
presolo , gli fece niaravigliosa festa.
* g. 111. Tiepidezza, i-ale anche Man-
canza dt passione neW operare . i'cgner.
Mann. Agosl. 3l. 3. Percbfe se con la
tua tiepidezza tu li disponi ad uscir dal
seno di Dio qual maraviglia sarà che Dio
non aspetti che tu n' esca da te, ma che
ornai ti vomiti. (C)
TIEPIDISSIMO . Superi, di Tiepido .
Lai. tepidissimus. Gr. ^iiKfWTKTO;.
g Per metaf. eale Lentissimo, Deho-
lissimo. filoe. 3. 225. Amor diviene tie-
pidissimo , come gli sguardi cessano. Coli.
SS. Pad Dall' altra parte, che guastassono ^
questo tiepidissimo stato.
TIEPIDITA' , e TIEPIDITADE , e
TIEPIDITATE . Jstratlo di Tiepido j
Tiepidezza
i- §. 1. Per mela/, ^-ale Pigrizia, Len-
ti zza . Lai. pigrilia . Gr. ?/tJiisii . Jn'r.
Viri. 294. Ticpiditi e una pigrizia d' a-
nimo, per la quale 1' uomo è neghittoso.
Cai'<l/f. Piscipl. spir. Cosi abbiamo ve-
duto che '1 primo vizio ec. si e tiepidita,
la quale non è altro che piccolo amore
del vero bene. E Prutl. ling. Questa Ico-
tezta e tiepidita comunemente viene da dis-
>,rdinato amore che questi tali pongono
ne' 6gliuoli. E Ned. cuor. Questa negli-
genza, e liepidilà non ha buona scusa.
f * §. II. l'ale anche Mancanza di pas-
sione nell' operare , Disappassionatezza
Segncr. Mann. Jgost. 3l. 2. Che ti pen-
si, che la licpidil'a sia mai stato di consi
stenza? l'inganni molto, il }
TIEPIDO, e TEPIDO. Add. Che e di
caldezza temperata. Tra caldo e freddo
Lai. tepidus. Gr. Y)ia.p6z. Bocc. g- 3./.
4. Anzi non facendo il Sol gi'a tiepido al-
cuna noia, a seguire i cavrioli e i coni-
gli ec. si dierono. Petr. san. 44' Easso I
le nevi sicn tiepide e nigre ce. , Prima
ch'i' trovi in ciò pace, né tregua. E son.
284. L' ultimo, lasso 1 de' miei giorni al
legri ec Cium' era, e fatto '1 cor lepid.
neTC. Cr. 6. 6. I. Ogni stalo del cicl so
sljcne r anice J, ma pii) del tiepido si ral
legra
g. I. Per mela/, tale Pigro, Lento, Ve-
bole. Leggieri. Lai. piger, lelitus. Lab.
187. Pili tiepido che l'usalo divenuto .
seguiva il suo volere. Pass. 85. Piasce da
li tiepido e difettoso amore, che non ag-
"uaglia la misura della gravezza del pec-
cato .1/. /'. H. '8. Pur mosso dal gn-
do, strinse la terra prima con battaglia
tiepida. ,
* g. II. Tiepido, in termine di du'ozione
dicesi di Chi coltiva Dio con poco/eno-
re. Segner. Mann. Ag. 3l. I. Caldi r -so-
no ; quei che abbracciatolo vi allendono
come i giusti, con gran fervore : Lepidi
quei che vi attendono si , ma rimessa-
mente. (Ci
if TIERA Accozzamento. Lai. ronjor-
tium. /■'<■. Darb. 19. 2. Sembri te non
.schifar lor tiera. E S!^. 1. Se tu armeg-
cerai, Bigorderai, o correrai aUeia. ( (Jitm-
di una lier. di pane s, dicono due fili di
pane congiunti insieme, che si chiama
Piccia, rorrrrc a tiera, signifca^ Corre-
re in fila, con buon ordine.) (J J
•t TI EOLO. Strido, Strillo j l'oce bas-
sa. I arch. Ercol. 61. Strillare, il che si
dice ancora mettere urU o urla, stridi, o
strida, strilli e tifoli, ce.
•f t- TIFONE. Specie di temporale
che consiste in un vento vorticoso che gira
con rapidità impetuosa in tutte le direzioni,
cdi accompagnalo soventedagrandinejPro-
cella. Lai. lypho . Gr. TUywv. Segner.
Mann. Ollob'r. ll\. I. Non v' e spavento pa-
ra"onabile a queUo de' naviganti, 1 quali m
mexzo all'Oceano assaltati d' ogni intorno
da turbini e da tifoni, veggono ec. E Jred.
6 3 Tien assoìdaU Dio tanti Imhini ,
tanti flutti , tante voragini , tanU scogli,
tanti mostri, tanti tifoni. (')
* TIFOMCO. Add. Spetlnnle a li/o-
nc. Salvia. Opp. Pese. E lungo i lidi an-
cor le rosse ripe Rosseggian dalla sanie
de' tumulti Tifonici. (A)
TIGLIA. Castagna. Si trova pero usa-
la comunemente nel numero del più, est
dice propriamenic delle castagne colle. Jn-
lap: 4. D' un grosso marlignon le calde
"^TIGLIATA. Piglia J e si adopera, co-
me la voce antecedente, nel numero del
^'"t TIGLIO . Albero assai grande ,
che ha le /rondi simili a quelle del noc-
ciuolo, e produce frulli tondi e piccoli ,
ma non buoni a mangiare, ed ,1 suo le-
gno è ottimo per gì' intagli. LM. Iilia.
Gr o0.u/5«. lallad. cap. 38. Fiori d al-
beri salvatichi non s' osi di tenere loro a
vicino , che sono notivi, cioè cerro, tiglio,
lentisco e terebinto, e simigliami. Cr. I.
II. 6. L'uno e l'altro salcio, e 1 tiglio,
sono necessarii alle sculture ed intagli.
Alam. Colt. 4. 83. Uà vestir torma in se
per dotta mano D' onorato scultor d uo-
mini e Dei, Pili di tutti è richiesto il s,-d-
cio e '1 tiglio. . ,
* e ferro senta tiglio, termine de
Magnani, e simili, dicesi quello che e
Ironcativo per tulli i versi. (A)
TIGLIO. Si dicono Quelle vcnf, ovvc-
.ufila, che sono le parli pili dure del
legname, o d'altre materie. Cani. Cam.
loi. Castagni e Echi esser sogUon perlet-
li, C'han dolce tiglio, e ciò che vuoi ne
fai. E 458. Chi vuol ben far quesf arte,
industria e 'ngegno. Donne , aver gli con-
viene, E saper mollo bene II tiglio e 1
verso conoscer del legno, nav. Colt. 194-
11 buono abeto vuole ec. avere il tiglio
6tto, dritto, incerato.
TIGLIOSO. Add. Che ha tiglio. ( r.
5. 27. 4. Il legno del sorbo è sodo, e non
tiglioso, ma agevolmente frangibile
§. Tiglioso, trattandosi di carnaggi,
■ale Duro j contrario di Frollo. Buon.
Tane. I. 1. Eh, quando l'appetito a un
aguzza. Non vale a dir che la carne è
tigliosa.
J TIGNA. Ulcere sulla cotenna del c.i-
;>o, onrfe esce viscosa marcia , cagionala
da umore acre e corrosivo. Lai. achores.
Gì. àxi^fli- ^""^ ""'■• ^'' ^' ^°'d
grado ha chi tigna pettina. Tes. Pov. P.
S. cap. 3. Alla tigna , poni sopra tutto il
capo elleboro bianco con sugna. Belline,
son. l38. Avera mosche assai per la sua
tigna. Se va scoprendo in quella valle il
capo.
§. 1. Per mela/, vale Angoscia, i\oia.
Fastidio. Dant. In/. l5. Se avessi avuto
di tal tigna brama.
g, II. Grattar la Ugna, per mela/. ,
vate Offendere, Far male, per lo più con
liatlilurc, o percosse. Lai. offendere, la-
uainn" ' . " ^.. ........ -.L" '
dere. Gr. ^3;a':^Telv, ^apjveiv. Pani. In/,
22. Io direi anche; ma i' temo ch'elio
Non s' apparecchi a grattarmi la tigna.
Maini. II. II. Che dovendo a Baldon
grattar la tigna.
g. III. Tigna, in modo basso, si dice
di Persona avara. Lai. sordidus. Gr.
puTtoiséi, nji.ixpoydyoi.
TIGTSAMICA. Erba che nasce in luo-
ghi sterili, di color bianco e di grave o-
dorè, la quale produce /ori gialli a rap-
pe Lat. elichrysiim angustissimo folio,
pataff. 5. La tigna con lignamica mi sbnc-
chio: Con. Morell. 220. Vedi grandi sco-
perti, adorni di oloriBche erbe , serpUlo ,
sermoUino , lignamica e ginepri, liicett.
\ Fior 37 '1 vero I epitimo ) si conosce
daUe' fòglie piccole del timo, le quali so-
no portate insieme con l'epitimo, come
SI portano ancora queUe del timbra, e del-
la ticnamica.
e II L'er mela/ si dice d' Uomo nva-
ro Lai. sordidus. Gr. cuTtapo'i, oyixpo-
if TIGNARE. Intignare. (C)
* TIGNATO. .4dd. da Intignare;
Roso dalle tignole. Car. Apol. 19I. Guar-
dale poi che crusca 'e questa; se vi scor-
sele altro che gusci schietti di certi po-
chi granelli, e quesù marci, t.gnaU, e bu-
" TIGNERE, e TINGERE. Dar colore.
Colorare, Far pigliar colore j e si usa
anche nel signi/ic. neuir, e neulr. pass.
' Lat. Ungere, inficere. Gr. ^«"rsiv, yc«,-
a«TTciv. Pani. /n/. 5. Noi, che^tignem-
mo il mondo di sanguigno. E ;>,•■/-"
medesma lingua pria mi morse, S, che m.
tinse 1' una e l' altra guancia (cioè, mi
fece arrossire). Pallad. Apr. 11. Tignia-
mo un poco le reni all' ape quando bee.
Calai. 71. La tenera eli, siccome pura , .
più agevolmente si tigne d' ogni colore
S. Per meta/ Frane. Sacch. rim. 48.
E chi cerca valore, in quel si tinge. .-Jm-
br. Bern. L 4. E serrarlo benissimo A
chiave ; e s' egli scappa poi, tignimi, t
Cor. Il 8 S' io non me ne vaglio, tigni-
mi (•>'' '/"""' *"■' "'"'P' ' ""''° " """'
niera d' imprecazione ). , _.. „
t? TIGNOLA. Lo slesso che Tignito-
la. Buon. Ficr. 4. 5. 6. Ma '1 Terenzio
Restò in mano al libraio, che gh voleva
Rimpastar l' Eunuco, quasi affatto Roso-
dalle tignole, oggi sporcato, r^^
3 TIGNOSO. Add. In/elto di Ugna.
Lat. achoribus laborans. ISov. ani. 50. 2.
Pieli'arsi a' capelli ; lo passcggiere gli puose
la mano in capo; quegli era lignoso.
Petr Froll. Poich' agli uomini scarsi So-
vente innamorarsi par gran cosa D una
vecchia tignosa.
* 5 \ In /orza di susl. -Bocc.no.
5o. 23. Non mi pongo con ragazzi, ne con
sia, che il Ognoso ''et capello, dicesiin
próverb. nd accennare che se ne ha grnn-
Lsimo bisogno. " '"--f-t Gualtieri
ho masgior bisogno di trovar Gualtieri
che non ha il tignoso del capeUo Car.
leu. 1 4
i5. Avendo piil bisogno
di
x532
T I G
T I G
T I M
che U tignoso, come &i suul dire, del ca-
pello .. . (C)
^ g. HI. Tignoso, e anche aggiunto che
si dà a cosa per denotarne fa poca stima
che se ne fa. l'urch. Siioc. I. 4- Dun-
que cento scuili tignosi hanno ,i esser ca-
gione che quelli! povera fi;;liuola ce. ca-
piti male, e che io non ali1)Ìa ad oscrc
mai più contento alla viUmial (Cj
5? §. iV. Per similit. Car. Apol. 199.
Vi voglio adesso fare un poco di sapona-
ta per la forfora, che v* avete di quc:>ta
vostra tignosa grammatica. (C)
§. V. In proverh. Cavale. Fritti, ling.
Secondo quel provcrhìo, iXic si dice che la
madre pietosa fa il figliuolo tignoso (e
vale, che spesso nuoce la soverchia dol-
cezza. Lat. familiaris dominus Jatitum
niitrit servititi } .
'r §. V(. Tignoso , vale anche Che si
picca delle cose, ed halle per male. Bern.
Lett. IO- V. il tignoso entrò in collera, e
cominciò a dire : Io me n* andrò j io non
ci voglio stare. (C)
TIGNOSUZZO . Dim. dì Tignoso.
Lih. San. \oS. Miindanii in campo un po'
quel tìgnosuzzo . •!* ì'nrch. ICiCol. q6.
Questi tali foramclli e lignosuzzi, che vo-
gliono contrapporsi u ognuno, si chiama-
no sor saccenti, ser sacciuti, ce, (fì)
TIGNUOLA. Piccolo vermicello , che
rode per lo più i panni Inni, della ijital
rosura si alimentn, e si forma la casa ,
che e un cannellino il quale si strascina
dietro in ffiiella stessa guisa , che fanno
del loro guscio le chiocciole, Lat. tinca ,
hlalta. Gr. cr!^, ^p-Z-ji^. Fior. Viri. A.
%T. Siccome Ìl tarlo ronsumii il legno , e
la lignuola il panno , cioè le ve.stimenta ;
cosi consuma la 'nvidia il corpo dell' uo-
mo. Frane. Sacch. t)p. div. l'orlatemi
odio, come tignuola a panno, Anim. /ini.
25. IO. 2. Siccome dalle vfilinicnla |.ro -
celle tignuola, cosi dalla femmina la ini-
quità dell'uomo. .S'. /tgost. C. D. Que-
ste veste Sono senza lignuola (cioè, sen-
za roditura di tignuola).
§. Tignuola, è anche un J'eriniccllo
rhc si nutrisce nel grano, e lo vota. Cr.
.3. 2. 2. Culuniella comanda che '1 gl'ano
non si rimeni, perocché più si mescolano
le tignuole, o altri animigli rhe l'alihiano
a on'cndere. Coli. SS. Pad. Là ove la rug-
gine e la tignuola il rode, e là dove i la-
tlronl imlìolano. Maini. 6. 5t), Come sareh-
hc a dir tonrliii e tignuole, Punteruoli, mo-
sriiin, tarli e farfalle.
TIGRA. ;. TIGHE.
TIGRANE. Acgi'inlo di una spezie di
rolomho. Cr. Q. 88. 1. Di quelli ( colombi )
che vi si mettono, migliori sono i sas-
saiuuli, e dop^ quegli .sono i tigrani, cosi
rlalla gente per Io color delle penne chia-
mali.
tT(GRE, cAt" gli antichi dissero anche
TIGRA,e TIGRÒ. Animai quadrupede ,
il più feroce, e crudele di tutti glt animali,
/ti cui pelle è picchiettata di vnrii colori.
Lat. tigris. Gr. ti' /pi,', f.ah. ri.*». Le tigli,
i lioni, i serpenti hanno più d'umanità adi-
rati, che non hanno le femmine, /lini. ani.
Dani. ,l/ai(i/i 86. Siccome ligra per mirar
.\i prende. Ovid. Pisi. l!\. Uarro , Iddio
del vino, e siede allamirnte in sulle rjrr;i
menato dagl' incapolrali tigri. T"**,*. Pr. .*).
Ci. Quando il tigro vedi- negli specchi la
sua immagine, crede che egli sia il suo fi-
gliuolo. Sannaz. Arcad.egt. 2. E cerco un
tigre umiliar piangendo. Pcrn.Orl. I. 1.
a6. Ha fare innamurare un tigre, un sasso.
Aforg. 27. 74. Non fur tanto crudel mai li-
pri ìrcani. l'ine. Mnrt. rim. 32. Sicché
ogni tigre rcnderelthe umano.
•f « TI<;UETTO. ficcoirt tigre. Ti-
grino. Tigrotto. Segner. Incr. I. l.'|. 5. Lu
tigre, tanto cfTernla oc, è nondimeno si
smaniante ancor ella de' suoi tigretti, che
una volta fu veduta ce. ^./^^
'.' TIGRI\0. Tigretto. Salvia. Opp.
Cacc. Alhirrliè là per le foreste i la-
tranti tigrini di naicosto dirnhan cacciato,
ri. (A)
* TIGRO. Lo stesso che Tigre, e
propriamente il Maschio della tigre. Sal-
viti. Opp. Cacc. II non vedersi cosi facil-
mente il tigro, perchè fugge alla vista dei
cacciatori e sparisce , la tigre si ha dato
luogo alla favola, che tra loro non ci siano
maiihi. (.4)
•:• TIGKOTTO. Tigretto. Salvia. Opp.
Cacc. A corsa ruggc (il tigro) quando ve-
drà i cacciatori; e quella segue i tigrotti,
e nel suo ruor dolente nelle reti a<idiril-
tura dà. (A)
'.' TIGUItlO. r. TUGURIO. (*)
TIMBALLO. /'. TABALLO.
•fTIMBKA.eTIMBRO. Sorta di piccola
erba odorosa simile alla santoreggia. Lat.
thymhra. Gr. ^■Jfj.Qpx. Piteli. Fior. 3y.
Quello .epitimo) che comunemente già si
usava , era I' cpitimhra , per nascere egli
sopra la limhra, tenuta già per il lÌm!iro
(il Vocahol. alla voce EPl TIMBKA legge:
tenuta già per Ìl timo). -? E ivi: Il vero
( epitimo ) si conosce dalle foglie piccole
del timo, le quali sono portate insieme con
l'epitimo, come ->i portano ancora quelle
del timhra, e della lignamica. (fi)
*f •'? TIMELICA. Quella pianta, dalla
quale raccogliesi quel celebre .teme medi-
cinale , che chiamasi tirano gnidio . Pi-
celi. Fior. 47- Il mezrereon degli Arahi,
o la timelea rulla rameica (che ancora sotto
il nome di niezzcreon si comprende), sono
oggi amendue conosciute. (*)
^ TLMIAMA. /'. G. Profumo. Lat.
thymiama. Gr. ?u/M'«y.a. Segner. Pred.
34. l3. Come a Dio terreno gli avea e
scannate vittime, e sagrifìcati timiami. ÌC
Crisi, instr. 3. 3o. 19- Figuratevi < iie il
Sole fo^se dotato d' intendimento ce. , e
che però mirando egli dall' alto ce. ap-
prestarsi i turiliili, accendersi i timiami, li
fosse studiato di apparire ec. Pros. Fior.
5. 12(4. Cosi si profana V anima nostra,
che e il tempio sagrosanto dell' Altissimo,
e non die il sacrificarvi il timiama odoroso
del cordialissimo amore, ec. (")
V TIMICO. Aggiunto dato ad alcune
diramazioni del tronco ascendente della ve-
na cava, le quali nutriscono il timo. Pai-
din, l'or. Dis. (yi)
TIMIDAMENTE. Avverh. Con timi,
dita. Lat. timide. Gr. yofijjSw; . Pelr.
Uom. ili. Bene eh' elio fosNC audacissima,
con pochi e (imidamcnte assali Tihcriada.
Filoc. 4. 53. Vedendolo turlialo si mara-
vigliò, e timidamente così gli disse. Car.
leti. 2. 222. Non la richiederci cosi timi-
damente, rome fo.
TIMIDETTl). Jdd. Dim. di Timido.
Dani. Ptirg. 3. Come le pecorelle escon
del chiuso Ad una . a due , a Ire , e l'
altre ìtanno Timidi-tte, atterrando l' nc-
«liio e '1 muso. Amrt. 23. Pasronsi quivi
limidetle e mite , K servan lor grassezza
di tal forma, Che non curan del lupo le
ferite . .-tgn. Pand. S^. Ella era puro da
prima timidelta nel comandare.
TlMlUi:7//.A. Astratto di Timido. Lat.
limidttas. Gr. p^'g^;. //"/. Furg. 2.1. I.
Iiidure una simililiidine della sua volontà
e della limideua. F appresso: Prima \o-
Ica domandare, uni Itiiiìdezza mi rileuci.
/■' altrove : Qui tlimnstra 1' autore Ielle-
ralmrnle , che I' ardire e la timidezza si
dimostra nella fronte , imperocché lo le*
vare significa ardire, e lu calare paura, e
cosi la vergogna , e la sfacciatczia- Car.
lelt. I 176. Per una rcrt* sua naturai
tiniidezij sì li^tolvu piuttosto a patire, che
mostrarsi importuno.
TIMIDISSIMAMENTE. Superi, di Ti'
midamente .
TIMIDISSIMO. Superi, di Timido.
Lat. timidissimus . Gr- ^cSs^suratof -
Sen. Ben. P'arch. 7. 26. L'audacia degli
uomini timidissimi ec.
TIMIDITÀ', TiMIDITADE, e TIMI-
DITATE. Timidezza, Timore. Lat. timi'
ditas , timor. Gr. ssSg; . ('ire. Cieli. 6.
l44- Troverai molti che chiamano I* ira
fortezza ec. , la timidità dtligcnzia. Dant.
Conv. 91. Io conosco chiaramente, che la
timidità ed il poco animo suo non gli la-
scia conoscere il vero. F. l8l- La prima
si chiama fortezza, la quale è arme e freno
a moderare 1' audacia e la timidità nostra
nelle cose che sono correzione della no-
stra vita- Fir. Disc. an. 65. Te ne po-
trai chiarire da le stesso per molti segni,
come è una insolita timidità, un tremar di
voce , ec.
TIMIDO. Add. Che teme agevolmente
e per poco. Lat. tiniidus, pavtdus, meti-
culosiis. Gr. ysSìj»?';, òt>X6it ct7o)iioi.
Bocc. nov. 89. 3. Ci ha fatte ne'rorpi di-
licale e tiiorhide, negli animi timide e pau-
rose. Petr. cap. 3. Timida, ardita vita de-
gli amanti.
g. I. Per Oppresso da Umore, Impau-
rito . Bocc. nov. 17. II. Trovò la gentil
giovane ec. sotto il Lecco della proda del-
la nave tutta timida star nascosa. E nov.
43. II. Tutto timido divenuto, e quasi
non avendo pc!o addosso , che arricciato
non fosse . h' nov. 82. l3. La giovane
vergognosa e timida , siccome colpevole ,
non sapeva che si rispondere. Amel. 5o.
Io non Usala di così fatte hoci , tìmida ,
duhitando di peggio, cominciai a tremare
come il mohilc giunco mosso dalle soavi
aure . Dant- Inf. 17. Allor fu' io più ti>
niido allo scoscio, Pcrocch* i' vidi fuochi,
e sentii pianti . Ovid. Pisi. 9. La qual
cosa poiché pervenne a' miei timidi orec-
chi, il mio petto è stato sanza anima.
§ II. Per Formidabile, Che impone
timore. Amet. 71. Tutto il cerchio ripie-
no di popolo possente, e timido a tutto il
mondo .
TIMO. Lat. thymus, lA_imMm.Gr.9u.uo/.
Cr. 6. 129. I. Il timo è un' erha molto o-
dorifera , il cui Gore è epìtimo appellato,
ed è questo fiore medicinale, pcrocch* egli
^irtn di
purg
ar la malinconia e la flem-
ma , e pero vale conti o alla quartana .
e 1' altre malinconiche infermità. ì'aler.
Mass. Il quale h ornato e fiorito dì fior
di timo . Iticett. Fior. 69. Il timo , se-
condo Dioscoride , % pianta sermentosa ;
fa le foglie piccole, strette ^ appuntate , •
folle.
* §. Timo . Term. degli Anatomici .
Corpo glanduloso, o Gianduia conglome.
rata , situala nel davanti alla parte su-
periore della cavità del petto immediata,
mente sotto lo sterno . Cocch. /.«. La
gianduia limo spesse volte è sì scemata ,
che si cerca in vano dai dissettori . tB)
Imperf. Anat. 280. K una memhrana (il
mediastino ) che tramezza li polmoni e si
pa«sa vicino al tiniu, cioì; alla gangola sotto
il collo. (Fi
TIMOLOGI'A. V. A. Etimologia. Ut.
etymologia , vertd notati». Gr. irufioì^^'
yt'at . Fior. /tal. D. Isidoro nell' oliavo
hhro delL tiniologia.
t TI.MONK. Quel priso di legno /un.
go e mobile fìssalo nella ruota di poppa
di una nave, che scrive a guidarla e reg.
perla. Lai. guf»ernactilum , clavus navis.
Gr. :ti;^xAiov . Frane. Sacch. Op. div.
91. Timone e quello che serve, sicché la
nave non percuota, nb vada in luogo pc-
riculoio. /tocr. nov. l^2. 5. Fece vela , e
giltò via i remi e il timone. F ì'it. Dant.
220. Alle quali cose qual fine scrhi il giù*
T I M
T l M
T I M
i533
dici© (1* IdJio, coloro il vi'ggiono, the il
timune governano di questa nave- Inatti.
Pitrg. 3o. Quat timoa gira per venire a
porto .
§. I. Timone , si dice anche Quel /c-
gno del carro , o simili , al quale x* ap-
piccati le t>estie che l'hanno a tirare.
Lai. temo. Gr. pyjj.ói . Cr. 3. 7. 8. Dal
dosso di quel medesimo carro due Itrcvis-
simi limoDÌ si fìcrhiuo. litit. Purg. 3a. i.
Lo limone di questo cario è la croce di
Cristo, la quale egli portò net suo corpo;
sicché Lene figura 1' autore , che egli ti-
rasse col suo collo lo limone. E appres'
so : E così tirò lo timone, che lira tutto
lo carro .
§. II. Timone, per meta/., vale Gui-
da . jélam. Gir, 8. 54- ^forir vogP io ,
poiché perduto ho quella Che fu del vi-
ver mio timoue e stella.
t * TIMONEGGIARE Hegolare, Con-
dur Ipene il timoncj e Jìguratani . Gover-
nare . Scgr. fior. Disc. lìi/orm. 3z5. E
sono c«rto che in poco tempo, mediante
1' autorità di Vostra Sanlilà, che timoneg-
gerebbe lutto, che questo stalo presente
si converlirehbe in modo in quello, e quello
in questo, che diventerebbe una medesima
cosa . (Min)
t TIMOMERE, e TIMOMEP.O. Co-
lui che governa il timone. Lat. gubernn-
tor. Gr. xuSsjv»;?*;'-- . Mcnz. sat. E die
di cavalier 1* insegna A uu mascalzone, a
UQ tìmoQier di barca. ^ />' art. /ts. pari. j.
lib. 1. g. V. Postosi egli medesimo al go-
verno delle navi , fece il timoniero ed il
piloto. (Pj
TIMONISTA. Quegli che governa nel-
la nave il timoue . Lat. gubemator . Gr.
KìjQetwr,TAC. Morg. 28- 26. Ch' e' mi bi-
sogna scambiar timonista.
TIMORATO. Jdd. Di buona coscien-
zOy Che ienie iddio. Lat. timoratus, pius,
religiosus . Cr. euseS/;'; . Lih. Op. dtv.
Uomini timorati e giusti seppellirono Stc-
lano, e l'cciono grande pianto. Fr. lac. T.
2. 3i. ^2. Colui che è timorato , Dio '1
guarda dal peccato.
* TIMORAZIO^E. V. A. Timore. Beg.
Matr. 6. La prima cosa , la quale e te-
nuta la moglicra al suo marito si chiama
timorazione ; cioè che tu ce. debbi stare
sempre in paura , e in gelosia di uon
fare alcnna cosa, che dispiaccia al tuo ma-
rito. fC) I
3 TI.MORE . Perturhazìon d' animo , !
cagionata da immaginazione di futuro ma-
le. Lai. timor , metus. Gr. ^c'6s; . J^ut.
Inf. p. I. Onde qui è da notare, che ti-
more procede da vilfa dì cuore, o dispe-
rante d' avere la cosa desiderala , o spe-
rante d' avere la cosa odiata . Cctr. cap.
5. Timor d' infamia, e sol desio d'onore.
Maestruzz. 2. 10. 3. Il timore è pecca-
to , secondo che egli è disordinato , cioè
fugge di fare quello, che non è. secondo
la ragione, da fuggire. /'//. SS. Pad. i.
32. Dopo il timore sentiamo nel cuore
sicurtà , e gaudio.
* §. I. Timor servile j dicesi dai Teo-
logi Quello , che nasce dalla sola paura
del castigo . « pass. 80. Questo dolore
debbia procedere, e nascere non da servii
timore di tormento, o di pena, ma dall'
amore della cahlade che s' ha a Dio ». (C)
* §. II. Timor Jiliale, dicesi dai Teo-
logi Quello, che nasce dall' amore, e dal
rispetto. (C)
TIMOROSAMENTE. Jwerb. Con ti.
more . Lat. pavide . Gr. oo6e5w; . Cit.
Crisi. D. Vergognosamente , e timorosa-
mente si riveste, come fosse un uomo ce.
Calai. 3o- Timorosamente mostrano di di-
re loro openioni sopra qualsisia proposta.
t Ti.MOROSO. Jdd. Timorato. Mcr.
S Greg. I. 6. Queir uomo era semplice.
e diritto, e timoroso d" Iddio. Maestruzz.
2. l\l. Se egli è uomo tale, che si creda,
che sia timoroso ec. , posso credere , che
sia assoluto. Fsp. Pat. Nost. Fae il cuo-
re umile, e timoroso (qui la stampa alla
pag. 3l. legge temoro.to).
|. I. Per Timido, fsp. Pat. Kost. Que-
sto pubblicano »i sentìa molto peccatore ,
e però egli stava tutto timoroso . ìS Se-
gner. Seni . Graz. 6. Quale scioccheiza
ec. è stata la mia ec. essere sì timoroso,
sì diffidente? (TCj
^ §. II. l'cr Che porta timore. Fr.
Giord. 38. Quella del peccatore è vìa lun-
ga , ed è grave, e malagevole, e timoro-
sa . (P') Guicc. Stor. 2. 423. La venuta
dei quali faceva mollo più timorosa , che
essendu i soldati Franzesi divenuti più li-
cenziosi che il solito, cumìnciuva a essere
ai popoli non mediocremente grave l' im-
perio loro. (I.i
t- TIMORUCCIO. Dim. di Timore.
Lat. parvus timor . Gr. fitxcòi cjfio; .
Segner. Crisi, instr, 3. 10- l4- E pure
alle volle, per timorucci minori ancora di
questi, non si vergognano alcuni di met-
tere il Signore dentro una stalla. (')
::= TIMPA^ELLO. Te rm. degli Stam-
patori. Quel telaio che s" incastra nel tim-
pano. (J)
•f '? TIMPANETTO. Dim. di Tim-
pano. Accad. Cr. iMess. lib. 3. png. 2^3.
I viva, e le acclamazioni andarono alle stel-
le, aggiunto alle grida del popolo tutto il
frastuono de* loro limpanelU, de'loro flauti,
e de'lur nicchi niaiini. (A)
*t -:• TIMl'AMSTRIA. ;'. A. Fem-
mina che suona il timpano . Cavale. £"-
spos . Simb . 2. l84- Salmeggiavano in
mezzo alle giovanette tim[>anislrie , ec .
Per le giovanette timpanistrie s* intendo-
no r anime divole. (ì)
TIMPAMTE. Specie d'idropisia, al-
trimenti della Idropisìa vfntosa. Lat. tjm'
pauiO's. Gr. ru^u.~avt t-zj;. Lib. ctir. ma-
lati. L* anice, rompendo i flati, giova alla
timpanite- Tratt. segr. cos. donn. Si la-
mentano quasi ciime se patissero di tim-
panite. Buon, f'ier. 3. I. 5. Dette In una
timpanite, th" è poi cresciuta affatto In
una rnnGrmala idropisia.
t TIMPAMTiCO. Add. Di timpanite.
Che patisce di timpanite. Lib. cur. ma-
lati. In quella guisa, nella quale si gnn-
63 e risona il ventre de' timpanitici (qui
in forza di siist.).
•f * TIMHAMTIDE. Specie d' idro-
pisia, delta anche Timpanite. Red. Cons.
1. 280. Insinuandosi questa flatuosità nel
concavo del ventre inferiore, produce 1'
idropisia timnanilide. (*)
TI:MPAN0. Strumento di suono stre-
pitoso, risultante da percosse date ad
una pelle secca, fortemente tirala sopra
all' orlo d' un vaso di figura circo/are
concavo. Lat. tympanum. Gr. TUW.~av2v.
Buon. lier. 2 4- 7- O di concerto Di
trombe , e di chiarinej £ cennamelle e
timpani, e di pive.
g. I. Timpano, e anche uno Strumen-
to militare come il tamburo, e si suona
a Cavallo j che anche si dice Timballo ,
Tahallo, e IS'acchera.'.' Ar. Fur. 16. .^6.
L' allo rumor de le sonore trombe. Di
timpani e di barbari slrunienli . (FP)
Bcrn. Ori. 3. 8. 3. Sopra lasciai, se vi
ricorda , quando S' udì il romor nel
campo de' Pagani, Talabalacchi e timpani
sonando , Instrumentì di bronzo, e corni
strani. (C)
%. II. Timpano dell'orecchio, e una
Membrana interiore del medesimo, stru-
mento principale dell' udito. Gal. Sagg.
387 I suoni allora son fallì ec. quando
un frequente Iremor dell* aria ec. muove
certa cartilagine di certo timpano che è
nel nostro orecchio. F Piai. i.w/o(. 543.
Consonanti ec. saranno quelle coppie di
suoni I he verranno a percuotere con qual-
che ordine sopra il timpano.
§. III. Timpano, si dice anche una
Macchina in forma di ruota, per tirar
su acqua e muover pesi.
§ - iV . Timpano , si dice altresì la
Faccia dell' astrolabio^ nella quale sono
i cerchii della sjera, e che è coperta dalla
rete, in cui sono segnale le stelle.
§. V. Timpano, per Mezzule. Bui.
Inf 28. I. !Mai botte non fu sì forala per
perdere timpano, o lulla.
*t S- ^^- Timpano, Term. degli Ar-
chiictli , dal Greco TJ,a:iy.vov , che si'
gnijica Tamburo j ed èia parte del fon-
do de* frontespizi i, che risponde al vivo
del fregio. Questa parte è triangolare ,
e posa su la cornice dell' intavolalo, ed
e ricoperta da due altre cornici in pendio
ì'ed. FROiNTISPIZIO.
*t §■ ^^'- Timpano, si dice anche
Quella parie del carro del torchio della
stampa, coperta di cartapecora, sopra la
quale stanno appuntati i fogli da impri-
mersi, dislesi su buoni feltri , e serrati
da un telaio di lama di ferro, dettò la
Fraschetta.
't §■ VIII. Timpano, e anche una Spe-
zie di tormento, ed e quello in cui il
Condannato è batlulo colle verghe f no all'
Il Itimo respiro .
*-:- TIMULTO. r. A. Lo slesso che
Tumulto. Vit. SS. Pad. 1. 3g. Ispesse
fiate sentìo grandi timulti , e strepiti, e
voci, rome di gente che passasse a suo-
no d'arme, e di cavalli. (')
TL\A. Piccol Imo. Fr. Gtord. Fred.
S . Perocché '1 sangue non è unito col
corpo , anzi sta nel corpo , come io una
tina. Soder. Colt. ^3. E' sedili delle bot-
ti, e tine sono ancora da potersi muta-
ve, e acconciare a suo modo.
TINACCIO. /'. A. Tino. LM. labrum^
vas vinarium. Gr. oiiosopcv. Cr. 4> 44*
7. Allora ottimamente si lavi, e nell'ul-
timo si risciacqui con acqua calda bene
insalata, ed in questo modo si curano ì
tinacci.
TINAIA- Luogo, o Stanza ove si tea-
gono le tina. Soder. Colt. 72. L' accomo-
dar la tinaia a questo modo dee esser fat-
to da coloro che raccolgono grandissima
quantità di vino. E 73. Le tinaie, e le
cantine stanno meglio più pulite e più
accomodate con volta di sopra , che al-
tramente.
•f TINCA . Term. de* Naturalisti .
Sorta di pesce che ha due fili o cir-
ri, le squame minute, il corpo muco-
so, e la coda intera. Cr. Q. 81. 2.
Ma se sarà di lago, ovvero di stagno,
che sia lotosa, meglio sarà per quelle tin-
che, le
ali.
a modo di porco, si dilet-
tano del fango Bern. Ori. 1. 4- 49* ^
chi la testa, a chi il braccio ha tagliato;
Chi fende , come tinca , per la schiena.
E 2. 24 5S. E lo parli in due pezzi in
mezzo appunto. Comesi partina tinca o
gallina.
TICCHETTA. Dim. di Tinca.
'.- TI>"CIOISARE. P. A. Tenzonare.
Gr. S. Gir. jg. San Paolo disse , che '1
servo di Dio non dee mai tincionare con
gli altri, anzi de' essere buono e umile.
m
* TINCOLISA. Dim. di Tinca. Serd.
Proi: (ÀI
•f TINCOSE. Postema ncW angui-
naia , cagionata da mal venereo, fìern.
rim. 3. 3lIV. Voi, macslri colali. Medici
da guarir Ugna e tincoui, fiele un bran-
co di ladri e di caslroni. Hel/inc. san.
3 16. Da medico il vorrei, non da lineo-
i534
T I N
TINELLA. Tinello. Ltb. cur. malati.
Piglia una graa quantità di uve ^alvali-
rhc acerbe, e mcUilc in una lincila di
legno. Lif'. Moti. Un fantlullo accusalo
d' aveif sforzata una fanciulla, per consi-
glio della madre stelle un pezzo in una
lineila d' acqua fredda.
TINELLO. Dim. di Tino. * Morg. I.
60. E posegli in ispalla un gran linci-
lo e/';
5 §. \. Tinello, si dice anche II luogo
dove mangiano i cortigiani nelle corti de'
principi f e i Jamigliari nelle case depri-
vati.
^ §. II. E per l* Arnese t dove i sud-
detti mangiano. « M. V. 3. 43- I »Uoi
oslicrì tenne alla reale, con apparecchia-
niealo di nolnlì vivande , con grande
tinello di cavalieri ». frane. lìarb. 259.
19. Porai per me' passare , Più vivande
portare. Galline e caponcelli Gielladtuc in
tinelli. (C)
* §. III. Per Vitto; onde Dare, o Far
tinello^ vale Dare il vitto a' famigliari.
Allear. 107. (Amst. 175^) Mu se il vo-
mirò signor non fa lincilo, Tre paocUini
avrele, e due mezzette Di vino il giorno»
e la meta rbiarcUu. (C)
!? §. IV. Per Desinare^ Pranzo. « Ar.
sat. 3. La maggior cura, che sul cor gli
calchi, È che Fiammetta slia lontana, e
spesso Causi, che l'ora del linei gli vai-
chi... (Cj
f •'? %. V. Fare tinello, vale Mangia-
re. Dati Lepid. 16. Si fece una mattina
di ImoQ* ora lineilo, per istar fuori tutto
il giorno. (3fin)
TINGERE, r. TIGKERE.
* TiriNULO. /'. L. Squillante, lìiso-
nante. Lat. tinnulus- Gr. ^oa^tizi^. Sal-
via. Pros. Tose. 2. 5o. Per non far ve-
dere sfacciatamente, o piuttosto udire la
toro tinnula apparenza, (*)
f TI>'0. Vaso grande di legname^ nel
quale si pigia l' u\Ut per fare il vino. Nel
numero del più fa Tini, e Tina, ed an-
ticamente anche Tinora. Lat. labrum, vas
vinariunt. Gr. oCvofópo'J. Cr. 1. l3. 3.
Proccuri i vaselli del vino , e le lina , e
gli altri vaselli, se sono assai, o pochi. E
4- 24- ^- Messe r uve nel lino, inconta-
nente co' piedi premere si convengono da
coloro i quali sono ordinali a ciò. Alam.
Colt. 58. Indi agli altri strumenti, ai vasi,
ai Udì, Che alla vendemmia sua dovuti
suno. Non racn cura convien, che a quelle
isicsse.
§. I. Per Tinozza. M. Aldohr. lì V.
(Quegli che vorr'a sua sanità guardare, e
sarb sano, e si vorrà bagnare in tslufa,o
in tino, ce. E P. iV. 19 Lo bagnare in
acqua dolce, fatto in islufe, o in tiuora.
g. 11. Per Vaso da conservare il vino.
1 end. Cri.it. Andr.l. Venne meno d vi-
no, ed egli fece empiere le linora d* a-
equa.
^ §. III. Tino, dicono 1 Tintori a Que'
vasi, in cui ripongono il bagno con cui
tingono i panni. (Af
TLNOHE V. TENORE.
TINOZZA. Vaso di legno, o di rame
a uso di porre sotto le fina, o di bagnar-
.ti. Soder. Colt. 75. Alcuni cavano ce. la
metà del vino, e lo pongono in una ti-
nozza. E 76. Di poi vi rimettano dentro
quella mela della tinozza con bigonriuoli.
iC 79. La cavciai (l' acfpta) la sera del
mercoledì, depositandola cosi awiuala iu
una tinozza, a Gu che esali. Menz. sajt- <^-
Come se dessi, vcrbigrazia , un lufTu In
una d'alob piena tinozza.
TINTA. Materia colla qual w li),'/ir-
l.ib. Aitrof. Affermalo in quella apritura
<-ol conio, e fae nella tavola secondo cer-
rhio con tinta, cioè inchiostro Sen. Hen.
Vatxh 7 9. Ne' quali quella >tPA»a va-
T I .V
rietà e verità che piace, è in modo con
diverse conce e tinte distinta e colorala,
che paiono animali veri. Afalnt. 7. 44* ^j
se ne incontra mai di quella tinta. Vuol
poi chiarirsi a' eli' e vera, u 6ola f qui
assolutam. per Colore, o Colorito ).
%. I. Tinta, SI dice anche la Bottega
e *l Luogo dove si esercita C arte del
tignere. Frane. Sacch. nov. I04- Avea
accattalo un cavallaccio di quelli della tin-
ta di Dorg' Ogaissanli. E appresso.- Non
ristelle mai il cavallo, che giunse alla tin-
ta, dov' era il suo albergo. Varch. Stor.
10. 276. Con queslo ancora, che i tiratoi
e' purghi e le linte non si potessono alie-
nare per gli uflìciali di dette vendite.
Borgh. lìip. 55i. In Vinegia a<lunque na-
cque già di un Balista Robusti, cilladino
di quella cìllà, il quale faceva arte di la-
na ed una tinta, Iacopo Robusti.
^ §. II. Tinta , vale anche Tintura.
Benv. Celi. Orcf Gioia che per soverchia
solligliezza non possa reggere alla tinta. (A)
* g. III. Tutta, e anche una Specie di
stucco colorato, che si usava mettere nel
castone, in Cui legavasi il diamante. Benv.
Celi. Vit. 1. 401. Gaio innanzi a tutti
cominciò a parlare, e disse : salvisi la
tinta di Migliano, e a quella ec. tu farai
di berretta. (C)
* §. IV. Tinta, Jiguratam. si usa an-
che per Superficiale notizia , 0 perizia di
checchessia. (Cj
TINTILANO, e TINTILLANO. Spezie
di panno fine. Bocc. fiov. 63. 6. Non di lin-
lillani, ne d* altri panni gentili, ma di lana
grossa fatti ec. si vesUsiero. Cron. Veli. 18.
Il detto Bernardo sempre di bene in me-
glio ha perseveralo; e lasciando la botte-
ga, il dello Iacopo 1' ha falla poi del suo
capo con Salvestco, e oggi la fanno di
tinlilani, e sono per far bene i fatti loro.
TINTIN. Voce fatta per esprimere il
suono del canipanuzzo. Lat. tinnitus. Gr.
xwowviiuio'; . Danf. Par. 10. Che 1* una
parte e P altra lira ed urge, Tinlìn sonau-
do con sì dolce nota, ec.
* TINTINNABOLO , e TI.NTLNNA-
BULO . V. L. Campanello . Belc. Agg.
Pr. Spir. Ma un dì per disposizione di Dìo
circa r ora sesta il vecchio sonò il tinlin-
nabolo secondo la sua consuetudine. E
appresso : Il vecchio di cerio dimenticato
che avesse sonato il lintinnabolo per vo-
lontà dì Dio lasciò aperto 1* uscio. (Cj
TINTINNANTE. Che tintinna. Lat.
tintinnans. Gr. /(uowvi'^wv. Filoc. 6.
328. Co* cavalli tulli rbouautì di tintin-
nanti sonagh armeggiando, onorevulmente
la festa esalto. Amct. 5l. Quivi sonali
i tamburi, e i rauchi comi, e i lintìnoan-
lì bacini in segno de* suoi trionfi.
TINTINNARE. Tintinnire.
TINTINM'O. // tuitinnire. Tintinno.
* Salvia, pros. Tose. l. S\S. Molli
dei moderni quasi han ridotto a legge d*
oliava, che si canta, il sonetto , che si
legge, con comporre i quadcrnarìi a cop-
pieltc e distici, e cliiudendo nel verso il
sentìmenlo, per farne sentire il tintinnio
della rima più -vello e pìù spiccalo. (DJ
TINTINNIRE. Hisonare. Lai. tintin-
nare. Gr. xwowyi'^civ. Ar. Fur. 7. 19.
Faceano inlorno V aria linlinnire D' ar-
monia dolce, e di concenti buoni .
3 TINTINNO. Suono. Lai Unnttus.
Gr. X0l^c*ivi7/i0v Dani. Par. 14. E co-
me giga ed arpa in leinpra*te>a Dì mol-
le corde fan dolce tinlìono. /■ i/»h . 7. 3o.
L' una froniJa nell'altra ferendo, e di
tutte dulce tintinnii rendendo.
# § /Vr lìomore. •> Tav. Rit Egli
u<lironii un tintinno di mulino, r allora
vanno in quella parte -, ^.Vy
•f TINTO. Susi. Tintura. Lat tin-
ctus. Or f^oty*;' Bim ant P ,V. Buo.
T I N
nag. Urb. canz. (Ben mieredeaec) Ch«
tutte gioie dì beliate ha violo. Siccome
grana avanza ogni altro tinto.
t 3 TINTO. Add. da Tignere. Lai.
tincUts. Gr. fictftti. Petr. cani. 5. 7. E
tinto in rosso il mar dì Salamina. Esp.
Pai. Nost. 8. Noi siamo non solamente u-
vati, ma netti, e tìnti ìn grana.
§. I. Tint'i, vale anche Imbrattato ,
tonto. M Dant. Inf 9. Ove in un tem-
po vidi dritte ratto Tre furie ìnfernal dì
sangue tinte. Petr. son. 29. Neil' attrai
sangue già bagnato e tinto. J'arch. Lez.
43o. Sì possono chiamare piuttosto tinti
o imbrattati di loto, che composti, o me-
scolati- . (C)
§. 11. Tinto, fìguratam., vale Oscuro,
Nero. Dant. Inf. 3. S' aggira Sempre in
queir aria senza tempo tìnta. But. ivi :
O vogliamo intendere tìnto senta tempo,
che r aire era nero senza tempo, che ne
fosse cagione.
§. Ili. Tinto, pur fìguratam. , si dice
di Chi abbia alcuna superficiale notista ,
0 perizia di checchessia. ♦ Varch. Ercol.
69. Persona Unta di lellere. (FP) Salvin.
JJisc. 1. l83. E chi è alcun poco tinto
nello studio delle leggi, sa ciò eh' io d:co.
§. IV. Tinto, il diciamo anche figura-
tamente per Cambiato di colore a cagio-
ne d' ira. Bocc nov. 88. 7. Tulio tinto
nel viso, dicendo : che arrubinatemi e che
zanzeri souquestiT Fir. .-/j.i 56. Tutta infu-
riala, tutta tinta, tutta in coLlora se n*
uscì fuori. Ciriff. Calv. 3. 74- Come Ir-
lacon la vide cosi tinta. Comìncio a darle
del buon per la pace. Tac. Pav. Ann. I.
6. Gallo, vedulol tinto, replico ec. (U te-
sto lat. ha: vultu ufTensioocm conseclave-
rat ) . E Sto/. 3. 3l2. Veggon Vìlellio
tìnto bene da poter dare a Bleso lo scareu
(il testo lat. ria asperatum ) . Malm. 11.
43. Tutto lioto ne va Puccio Lamoni Stoc-
cheggiando nel mezzo della zuffa.
f TINTORE. Susi. Colui che esercita
l'arte del tignere. Lai. infeclor. Gr. )5ot-
p£J;. C J. 11. 1. 5. Ruppe il muro dtl
Comune di sopra al corso de* tintori. /.jA.
cur. malatt. Usa la polvere di quel seme
che i tintori appellano grana paradisi
Volg. Mes. Immergono nel sugo drllr
mele la seta tìnia nella grana da' Untori.
Lib. son. 71. Dove i tìnlorì irnhottan U
vinaccia-
* §. ^ i/i forza d' add. Puon Fier.
à. 2- 3. Zingana, quella seta Che 1 Don-
dola timor posta avea al sole. Chi la le-
vò d'in sulla canna ?f£y
* TINTORIA. L' oleina e V artt de*
tintori. Acead. Cr. Mess. (A)
if TINTORIO. Aiid. Spettante a tinto-
re. PiiCtt. Fior. (A)
•f * TINTURA. V azione ilei tingetr
checchessia. Benv Celi. Ore/: Il Papa, co-
me cauto, commesse che due gioiellieri si
trovassero alla mia Unlora. (At
t §. I. Tintura, dictsi anche la Mmtertm
che ser\e a lignerr j Tinta.
f §. Il . Tintura^ dicesi anche il Cohr
della cosa tinta. Lai. tinctus. Gr. |3«if *;'.
Tes. Br. 4 4' Quando r uomo gli taglia
ìotorno, egli nairono lagrime, di che I* uo-
mo tigne le poqwre di diversi colori, e quel-
la tintura è delle sue carni. Mor. S. <>reg.
Nou avendo essa gli adornamenti della eUw
quenza, noi pi'ssiamo dire eh' ella sia *icco<
me lo ve&timenlo saoza tintura.
* §. 111. Tintura, dieesi anche da' chi-
mici, e da' farmaceutici II colore d'un mi-
nerale, 0 d' un estratto per via dt qualche
liquore. Sitici;, nnt. rrp 238. Ciò fallo si la-
sci posare peri» spazio d'un' ora, che v\
•vera una tintura di rose vivameole accesa.
1 ed olire modo bella. {C}
* g. I V. Tintura, vale ancht DissotuMie-
' ne d' una sostanza colorata in un liquido
T I S
ra di rose. fCì ^
+ B V Tintura, si ii.«i M'"'-'' /g"""
leaLsin sÌhi„. Pise l- 2.9. Come
UDO .vcva ,uJchc linluva cU Greco, .ubilo
il eritema in Iradullore,
+ l§ VI. i:jìgi<rat.im.per /mpresjiù-
ut Usciata nell-onwu, dalla huona„ catti-
la educazione. Ca.'l,gl. Cortig. hi: \- W-
m.( Giolito l56'\l P"""" esser possa, le
levargli ( a Dione 1 .,uella linlura della t.-
rannide, della quale tanto tempo già era
macchiato, ce. (U) „
+ #? VII. i: pnrjiguratam pei t.asa.
Segner". Ired. 5. 9. Noi ,'» «•^'■"■"" I'"
istoria evangelica, per verità eterna, e se vo.
ei aveste agsinnta, che non sapp.amo qual-
che tintura del vostro, tal Ma d. vo,. (I I
TIORBA. Strumento musicale .umile al
Liuto , <*• intenzione non mollo antica
* Segner. lacred. 2. 18. 1. Ha come .1
caso può accordare tante circostanze ec. se
egli non è né pur al.Uc ad accordare una
tiorba stonante. 'ÌN;
* TIPO . Idea, Ksempio , Lsempla-
" i TIPOGBAFI'A Term. delle Arti.
].• arte della stampa. (A)
* TIPOGRAFICO. Term.delte Arti.
Apparleneate a tipografia, l A)
* TIPOGRAFO . Tcrm. delle Arti.
Stampatore, Impressore. (A)
riPOK^. l'oce bassa l'alare, I igore.
Tac. nav. Perd. eloq. 412. Avete letto
lettere di Calvo e di Bruto a Cicerone, al
quale si vede che parve Calvo di poco san-
gue e tipore. _ „ .
B. l. Per Qualità: Tac. Da^: Perd.
eloq. 4l3. Non legge la difesa di Decio San-
nite, né di Bruto del re Deiolaro.ne gì. altri
di slmil nerbo e tipore , se non chi anche
ammira i versi loro messi nelle librerie.
?.11. Per Tiepidezza. Lat. (epor. Gr.
■iXiupizrr.. Sen. Ben. farci,. 4. 23. Egli
T I R
0 sonili coir inchiostro, che si pone Ira
''"tiramento, n Urare. * Lcgg. B.
Vmil 74 La propria cintola molto loite
con poco tiramento delle sue mani ruppe
incontanente. /V.,(. AAr.Op- mar. 2. ID.
1 Uramenaeglispasim.de norv. ec, con
più forra si ritirano allora che tu corri aUa
vendetta. 11^} „ . i- „ ,/
8 PerloStraxolgerc.o Stiracchiate il
senso delle scrilture con sottigliezza. Lat.
,mfr,./o. Gr. ava(rrf!Of>/;.i?«'. In/.J). 2.
E questo cagionava lo tiramento dell ora-
rione tronca, forse a pigglor sentenzia, che
nuclla che Vergdio aveva intesa.
* TlRANr«ACC10. Peggiorai, di li-
ranno. Bemh. (A)
^TlnANNANZI. Acme di grado m
compagnia di caccia, come forse Araldo 0
Alfiere nella milizia, l'ai. Di.if Cacc- pag
35 Mandarono i Piacevoli ec. a spiare .1
luoco : stabilirono i Tirannanzi , ordinarono
i Lasci, ec. E pag. 36. Ed alli Tirannanzi
diedero il bastone del comando, h pag. ÌJ-
Comparse anche egli in campo, venendo la
l-ucina la notte con molla diligenza, per
esercitare 1" ofSzio di Tirannanzi. (JiJ
TIRANNARE. J'. A. Tiranneggiare.
Lt tyrannidcmexerccre. Gr. TOfKVVElv.
G ì' IO. 105. l.Per volere esser signori e
i tirannaie. /..ft.f«r. maiali. Altri malori,
che tirannano e tormentano lo corpo dell \ìo-
\ tao ( qui figuralam.j. , . , „
TIRA-N.NATO. r. A. Add. da Tiran-
T 1 r.
i535
non i dubbio eé. che dall' efficace tipore e
nenetrevole della Luna si sparga ed lonaBi
la malurexia delle biade. ;
§ 111. Diciamo: .Vo/i avr sapore ne li-
pore, di Cosa che non abbia veruna buona
qualità; modo basso.
TIRA. Cara, CoiUroversia , Distensio-
ne . lat. rixa, lis, coatenlio. Gr. 5.;i;. C-
r - 58 2 Durò la tira e vacazione pm
di cinque mesi. .1/. / . 3. 103. Tra i Cardi-
oiliebbe divisioni e tire di coloro che aves-
sono la legazione per venire con lui, e per
le delle tire ec. si rimase la commessione
de' legati. .
«. l. Onde Fare a tira tira , che si dice
del i\'o/i convenire, per voler l' una parte e
r altra tulli i vantaggi. * < ari. Svin. 23.
Bietolone all' incontro a tutta forza S. dime-
na e si sforza Per mantenersi possessor del-
l' asta; E mentre ognun di lor pugna e con-
trasta Con veleno e con ira , Si pougon am-
lio a fare a tira tira. (P)
* g. II. Tira. Salvia. Annoi. Upp-
Pese. 4. 358. Le tire de' bambini, quando
per la soprabbondania del pianto vengono
quasi affogali e tirano in lungo la rcsp.r.izio-
ne, e raccolgono il 6ato dopo un considera-
bil tempo , diciamo : quel bambino ha pre-
>o una tira, cioè una tirata di 6ato soppres-
# TIRAFONDI. Term. de- Bollai e
marinai. Islrumenlo consislenle in unfer-
ro lungo a vile tagliente, che termina in un
occhio, del quale si servono per mettere e
levare dal luogo i/ondi delle botti.fA!
•f * TIRALINEE, rermine degli Ar-
ckitetli . Strumento d' acciaio con due
punte sottilissime , le quali col mezzo di
una piccola vile si allargano, o .« .strin-
gono per uso d, tirar linee più grosse
+ 3 TIBANNEGGlARE,e TIRANNIZ-
ZARE. Neutr . Tirannicamente, e ingiu-
slanienle dominare. Usar tirannia. Lai.
t^rannidem exerccre. Gr. ■zuy.i.l-itK-l. l^.
r IO 17"^ 2. Perocché il detto capitano
tiranneggiava in Fiienze con certi grandi.
17 ;' 10.67. Ilqualeconlungae compo-
rta diceria, volendo tiranneggiare li anima-
va a mantenere loro libertà e franchigia.
J'il. Pilli. Dicendo, che la 'ntenzione di
Dione era di tirannizzarc.
« F. E in attivo signifcalo. •• Alam.
Cir l5. 84. Tiranneggiando qm questi
con6ni .. . (IS) Val. Disf Cacc. pag. 6. I
quali nelle prosperiti e nelle vittorie fatti
.ilquanlo incoienti , cominciarono a tiran-
uec-iare al' inferiori. (Bj
TIRASNEGGIATO, e TIRASMZZA-
TO. Idd. da Tiraaneggiare, e Tiranniz-
zarc. Segner. Mann. yovenib.2-j. !\. Dovrà
giudicare altresì le sentenze ingiuste , per
tener ragione ai danneggiati , ai depressi, ai
tiranneggiati. _.
TIRAINKELLO. Dim.di Tiranno; li-
ranno di picciolo potere. C. V 12. 27. I.
Per abbattere 1 Tarlati d Arezzo e ogni U-
rannello d'intorno. .1/. /'. 10. 61. L ani-
mo insaziabile del tiranno, che sempre e
con desiderio di sottometterei popoli liberi,
e eli altri tirannelli, che sono minori. Vav.
Scism. 64. 1 molt. suoi Urannelli strug-
gendola, parve a' popoli, per vivere in pa-
ce d'ubbidire a uno. * Pucc. Centi!.,
cani. 18. Ed un messer Provenzan de I
Salvioi Di Siena, quasi come un tirannel-
lo. Perocché lutto andava per sue mani,
ec. tBj - —. T ,
TIRANJvERrA. 7. A. Tirannia Lai.
lyrannis. Gr. TO = v.v.';. Pover. Avved.
Sii: Non si teneva né ragione ne giustizia,
attendevasi a tirannena, e usu.pamenti_
TIRANNESCAMENTE. Avverb. 1 1-
rannicamente. Lat. lyrannice, crudeliler.
Gr. Tjtxnw.ù:, a-p-ui. C. I . 12. 4/.
I. La quale i Viuiziani ten.eno, per loiza
e potenzia eh' avieno per mare, tiranne-
sc'mente. P.icord. Malesp. l32. Veggen-
do che la forza dello 'mperadorc era cosi
grande, che quasi tutta Italia l.iannesca-
menle signoreggiava. Din. Camp 3. b^.
Non ardivano a lamenlarsi di coloro che
messo ve l'aveano, perche tirannescamen-
te teneant. il reggimento. . , ,
t TIRANNESCO. Add. Tirannico. l-nt
hrannieus. Gr. z-Jyy'n^ci- G. I . 10.
i5 1 Per soperchii ricevuti della sua ti-
rannesca signoria. Bui. Inf 28. I. Tutta
la soggiogo, e tcnncla con tirannesco mo-
do pS anni. Frane. .Sacch. rim. 36. Le
terre tue su quel di Piagenza Vendesti a
tirannesca signoria. Onici. S. Ciò. Gri-
sost. 23l. Come una fiera e crudele ti-
ranna i cuori di tutti possiede, e con ti-
rannesca signoria li vince ed abbatte.
TlRANNl'A. Dominio usurpato violcn-
lemenlc, 0 temilo ingiustamente. Lai. ly-
rannis. Gr. TU.=»vvi';, T'Jfavvi'a. Dani.
Inf. 12. Ove la tirannia convien che ge-
ma E 27. Tra tirannia si vive e stato
franco. * r<ti'../c. Espos. Simb. 2. 4. Nel-
le terre che si reggono a tirannia si fan-
no tulio di molte rivollure. il)
% Per Azioni, Maniere, e Costumi
di^tiranno. G. T. 2. 5. 3. Il contastava .
di suoi difetti, e tirannie. Maestruzz. 2.
36. Il terzo si è quando il cherico, dispre-
giando r abito, porta 1' arme ; ed essendo
ammonito tre volte, non si corregge ec,
i eziandio che nou sia ammonito, s egli
studia in tirannia (cioì: , se attende a far
I violenze ) . ^ , f
TIRANNICAMENTE . Avverb. Con
modo tirnnnico . Lat. tyrannice . Gr.
r\j-.y.->-n/.ùi. ni. Pilli. Congregaronsi
contro a Dione, dicendo : egli fa male ti-
rannicamente. * Pelr. Uom. ili. 109. Non
molto tempo dopo Basilisco ec. prese ti-
rannicamenle l' imperio , e caccio Zenone
in Isauria, donde egli eia nato. (B)
* TIRANNICIDA. Ucciditore del ti-
ranno. Lat. lyrannicida. Gr. TUiKVVOzro-
vo;. J arch. Stor. l5. 6o3. Molti ec. com-
posero e volgarmente e latinamente molti
versi ec. in lode e commendazione del
tirannicida. I Cj Salvia. Pros. Tose. I.
3l6. L'oratore accusante s'erge in tnran-
nicida. {*) .
t TIRANNICO. Add. Di tiranno , A
maniera di tiranno. Crudele, Atroce. Lat.
lyrannicus. Gr. Tuf a'-nzo?. C. P. II.
121. 1. Corressono il loro errore del suo
tirannico uficio. Olt. Con. Jnf. 12. 2l3.
Questa maleiia è intorno a gente tu-anm-
ca. E appresso : E da notare, come la ti-
rannica signoria e pestilenziosa e malva-
gia. Cren. Morell. 221. Colla loro buona
sollecitudine si trovarono a cacciare 1 ti-
rannici tbaldini Ghibellini. Alam. Coli.
I 8. Componga in giro A' seminati cam-
pi orrende faci Di tirannico uccel, di fera
e d' uomo.
3 TIRANNIDE Lo slesso che liraii-
nia. Lat. tyranids. Gr. Topavji';. * Se-
ga Peti. 'Arisi. 3o. In due modi si si-
gnoreggia: nell'uno, secondo un ordine
cerio ec. , e questo é il regno : nell altro
che non v' e modo determinato e che a
nulla è sottoposto, e questo si chiama ti-
rannide. fFP. lir. As. 191 Nonsareb-
bono pochi coloro, li quali da una pove-
ra e servii vita partendosi , venissero alla
lor setta, la quale era simile ad una po-
tente tirannide. Salvia Disc . l 4=6 La
natura della tirannide e tale, che fa oblia-
re i piò stretti vincoli di sangue, d ami-
cizia, di carit'a. ,
i? e Si dice anche dun Governo le-
gillimn, ma che u.<a maniere "';''"'"''"■
liusle e crudeli. .. I arch. Lez. iOH.
%uei,ó avvenire massimamente appresso
lì nazioni barbare, e dove reg..ano le 11-
" TÌRrNNlS. r. A. Add. J^rann^
Lai. '."■""""";•,'■/ ,7o Re di ciò si
rra::g;rn::^.'fe„do: che cosa ti-
rannia è bellore di donna
i536
T I R
T I R
T I R
TIRANMZZARE . V. TIRANNEG-
GIARE.
TIKANNIZZATO . V. TIRANNEG-
GIATO.
t TIRANNO. Propriamente Quegli che
usurpa con i-iolema e ingiustizia alcun
principato s ed anche Signore ingiunto e
Crudele, e amatore solamente dell* util
proprio. Lat. tyrannus. Gr. rupavvos-
I-'ior. J'irt. A. M. I tiranni amano Ìl
lur pruprio l>rnc, e lo Re ami il 1>ca cu*
mune. M. V. 3. 88. Pulendosi catuiiu
dolete con ragione iu ^è della corrotta
fede ec. , mercutauzia de* tiranni. Ontel.
S. Gio. Oriso.vt. 23i. Come una fiera e
crudele tiranna Ì cuori di tutti possiede ,
e con tiranncacu &ignuria li vinte ed ali-
l>altc . •'•• " Dani. ìnf. 27. Homagna tua
non è e nou hi mai Santa guerra ne' cuor
de' suoi tiranni »». (M)
g. 1. Per similtt. s: dice di Pertona
crudele e ingiusta . Peir. canz- l\S. l\-
riel^ cclesto ha cura Dì mìa salute, non
(jucslo tiranno. Che del mio duul si pasce,
e del mio danno. Lati. 179- ("orsa la casa
mia per sua , ed in quella fiera tiranna
divenula . Montcm. mndr. 2. Sempre di-
nanzi Amor mi rappresenta Quel sacro ,
onesto, e graziuìo ;Jlero Viso gentil della
tiranna mia.
3 §■ "■ Trovasi anche preso in buona
parte per lo stesso v/ic Signore. C /'.
10- 87. 6. Questo Casliuccìu fuc un va-
loroso e magnanimo tiranuo.
* g. III. E in forza d'add. Tass. Cer.
Ci. 55. Serhandu sempre al giudicare in-
villo Dalle tiranne passioni il core. ( P)
s;: TII'.ANTE. òust, Term. degli Ar-
chitetti . Pezzo di legname , che serve a
tener saldi i puntoni del cavalletto di un
tetto, e chiamasi anche Prima corda. (A )
TIKANTi: . lite tira. Lat. trnhens .
Or. li/(tì-i. Amet. [\<^. Costui generò Ce-
l'ore , la <|Uale , a^^iunli i carri suoi a'
colli de' tiranti serpenti ec. » di&corsc Ìl
mondo .
=^ §. I. Tirante j vale anche Che ten-
de. Che s' indrizza. Salvia. Pros. Tose.
l. 17. È più tosto a.stu2Ìa che senno ec,
tirante tutta all' utile del potente, che
■ un improprio nume Ragione di stato sì
appella. (•)
^ II. Carne tirante, si dice di Carne
dura, e tigliosa. Malm. 6- l\^. Crudo è
il carnaggio, e si tirante e duro, Che non
viene a punlare i piedi al muro.
§. 111. Onde diciamo in modoproverb.
Carne tirante Ja buon /ante j e vale, che
J cibi grossi e non delicati Janna /a com-
plessione altrui più robusta,
# §. IV. Tirante, figuralam. per Osti-
nato, Pertinace. Ciard. Cons. 181. Alcu-
na volta la crudell'a e chiamata giuslizia, e
la ne({1ìgenza *.' cliiatiiala pìeiìi e dolcezxa;
ed cssei e tirante, e duro ù chiamato co-
Alante, cioè virtuosa fern^cua. (C)
TIRAUB, e TRAUHK . c/ii! tn alcune
delle sue voci si supplisce , o si confonde
con quelle degli antichi verbi THAEHK,
e TRAOGERE . I erbi che si adoperano
mescolatamente nelle lor significanze, ben-
ché forse in alcuna maniera particolarr
si adoperi più propriamente an:t l' uno
che l' altro . A distinzione di che le ma-
niere accennate col vert>o THAIIRE sono
per avventura proprie sue, laddove l'al-
tre concepite colla voce TIRAHE, sempre
che quivi in contrario non s' eiprima ,
sono appresso di noi comuni ed all' un
verbo ed alt' altro , come mostrano gli
esempli ,
§. I. Tirare, per ("ondurre con forza,
o Muoveie alcuna cosa verso se con vio-
lenza . Lat. trahere . Gr. c>x((V . liocc.
fioi'. l5. 3o. Come lavalo foksr, crollasse
la fuucj ed essi U lirerehhcr «uso. p. nov
17. 33. Per lo capestro tirò fuori Ciurla-
ci, e andavasclo tirando dietro. A' nov.
43. l6- Il roDxino ec. , tirala la lesta ,
ruppe le cavezzine . /i nov. 81. i3. Pre-
se Alessandro pe^ piedi, e luì fuor ne tirò.
i\'or. ant. lOO. 12. La moglie tiro a sé
la mano. Pit. SS. Pad. i. 72. Per forza
lo tirarono al monastero d* llarione sì in-
traversato con questi legami. Poez. G. S.
l5. E me gridando e cuntraslaudo, sicco-
me in parie di preda tirassono , la vesta
ec. squarciarono- fìoez. farcii, i. pros.
3. E me , che gridava e non voleva an-
darne , tirando ])er forza come lur preda,
mi stracciarono la vesta. 4S>/i. i?ir/i. f'arch.
5. 23. Questi tali bonno hisogoo d* esser
tirati e punti.
3 §. II. E per metaf. Petr. cani. 6.
I. Seco mi tira si , eh' io non sostegno
Alcun giogo nicn grave . iJant. Inf 6.
Ed io a lei; T angoscia che tu hai, Forse
ti tira fuor della mia mente . iSocc. nov.
32. 1. Aveva la novella dalla Fiammella
I accontala le lagrime più vtdte tirate io-
fino in su gli occhi alle sue compagne.
§. III. Tirare, per Istra.tcicare. Petr.
son. 1^. Indi traendo poi 1' antico fianco
ce. , Qu.mto più può col huon voler s*
aita . Tass. Cer. I<). 28. Trar molto Ìl
dehil fianco oltra non puolc , E quanto
più si sforza, più s'aflanna.
§. IV. Tirare, per Jtimuovere da sé in
un subito checchessia con forza iti trac-
ciò, a fine, per lo più, di colpire j Sca-
gliare, Gettare. Ar. l\tr. 3^ 81. E fer-
ro, e fuoco, e sassi di gran pondo liiar
con tanta e sì fiera tempesta , Che mai
non cblic il mar simile .( questa.
§. V. Tirare, per Allettare, indurre.
Lat. allicere , inducere . Gr. i^0./\jtn .
cVayés^ai. iiocc. nov. 12. 2. A raccon-
tarsi mi lira una novella . l'I g. ^. p. J).
Malagevulmeule le cose del mondo a se
il dovrehhono trarre . /'-" proem. 7. De'
quali modi ciascuno ha fona di trarre o
in tutto, o in paite l'animo a se. L nov.
80. 5. Questi colati meicalanti s'ingegna-
no d' adescare, e di trarre nel loro amore,
e gi'a molli ve n'hanno tratti. P^ nov. t)8.
IQ. Tirandolo dall'una parte amore, e d*
altra i conforti di Gisippo sospigneitdolo .
Petr. canz. i!\. I. Perche quel che mi
trasse ad amar prima, Altrui colpa mi te-
glia . Peni. Ori. a. I. 18- Ma la natura
lur benigna e buona Tirava ad ubbidirgli
ogni persona.
§. VI. Tirare, per Attrarre. Lai. tra-
here , ad se trahere. Gr. t^-fHt, ~pOt
s'aurov imeiv. l'ranc. Saccli. nov. 3.
Come la calamita lira il ferro . cosi colla
sua virtù tira ciascuno con desideiio a ve-
der la sua dignità. ^ Pant. Par. 28. Que-
sti ordini di su lutti rimirano E di giù vin-
con si, clic verso Dio Tutti tirali sono, e
tulli titano. ^AV
s? §. VII. Tirare, per Crrnre. Tass.
Lez. Son, Cas. I9L Uà quc>t.i npposi-
siune Sì dichiara la erandexta del Crea-
tore, che dall'uno all' altro si grande e-
stremo fu pi>tenle di tirare il mondo. (Cj
§. Vili. Tirare, per Distendetr, Con-
durre, Costruire. Lat. ducere, producere.
Or. tirnv, :rap«)x«iv. Tae. Pav. Ann.
II. l35. Per non tenere in olio i solda-
ti , liru dalla Mo>a al Reno un fosso dì
venlìlrii miglia , ihe riirvrksr ì rrlUlssì
dell' Oceano. Pern. rim. 1. 18. Or le sue
laudi sono un rdifiiio , (ho chi lo %uul
tirali- infino al tetto , Avrà (accenda i>iù
rh* a dir 1' ufitiu. K> UmÌcc. Ator. 2. 88-
Ove i Pisaui ce. av«*iino, mrulrc »i bai-
{•u^a, tirato un riparo cod un fosso innau-
•i. (I.)
^', IX. Tirare, per ì incere, Term. del
giuoco
g. X. Tirate, ptr Ottenere a suo
modo j Spuntare, f 'incere , Conseguire,
Cecch. Ùonz. 3. 2. Hai troppa maggio-
ranxa , E io le a* ho lasciale tirar troppe.
* §. XI. Tirare, dicesi anche de'
Muri , e vale Voltare , f'olgere . Lai.
vertere. Cuicc. Stor. 4- 161. E nel tem-
po medesimo faceva due trincee in so la
piazza del castello, una che tirava a mano
destra verso il Po ec. l'altra ec. (L)
^ §. XII. Tirare, pure parlandosi di
muri, vale anche Stendersi , e continua-
re . C'ron. Strin. lo3. In somma tutte
le case sodo braccia LWI. in sulla piaz-
za , traendo sino alla piazzuola di Cam-
pidoglio . ìiorgh, Orig. Tir. 292. Da
questa (porta) tiravano le mura a diritto
( come e' dicono } per la gran ruga da
Santa Maria in Campo fino, come io cre-
do, al principio della via che oggi Ta alla
Nunziata. L' 2^. Di qui tirava drillo (il
recinto della città j fino al prÌDcipio della
via del Garbo . (PJ
g. XIII. Tirare, vale talora Vedere,
Esercitare il senso della vistai modo basso,
g. XIV. Tirare , per Aver la mira,
Piguardarc , Tendere, Indirizzarsi, in-
clinare. Lat- tendere, fHirtinere. Gr. T«-
vEtv . /ìocc. Introd. 10- E tutti quasi ad
un fine tiravano assai crudele. Lab. |33.
Tulli i pensieri delle femmine , tutto lo
studio , tulle r opere a oiuna altra cosa
Urano, se non a rubare, a signoreggiare,
e ad ingannar gli uomini.
%. W . Tirare j diciamo il sangue
tira , del Itisvegliarsi alcuna inclinazio-
ne, o altro sentimento da naturai simpa-
tia , somiglianza , o congiunzione di san-
gue . Malm. 8. 3o. Aniurchè tutte (le
donne), perche il ceivel gira. Le girelle
vorrun , che *1 sangue lira.
* §. XVI. Dicesi anche mei senso me-
desimo : I.e carni tirano. Segr . Fior.
Mandr. 3. 3. Diietc due mesi ogni lu-
Ded> la messa dei morti per 1' aoima
del mio marito , ed ancora che foue
un om.iccit., pure le carni tirano ; io dod
posso far rh* io noD mi risenta , quaodo
io me ne ricordo. (TC)
§. XVII. Tirare , parlandosi di ven-
to, vale Spirare. Lat. flare. Gr. yyffòtv.
Itocc. nov. ^2. 6. Essendo quel vento ,
che traeva, tramontana ec, ad una piag*
già vicina ad una città chiamata Susa ne
la portò. Ciach. Malesp. 2a5. E traiM
la notte uno grandissimo vento . Cr. 1.
3- 4- I quali ( venti occi'/entali ) se «of-
GerauDo , ovvero trarranno in fine della
nulle e nel comiuciamenlo del di. Ter*
ranno dall'aere, nel quale il Sole nieoke
averà opetato. /iellinc. rim. Pero quando
trae vento , Non esco punto fuora alle
campague . Pcd. lett. a. 92. Siamo ali*
Amlirogiana, dove tira e tirerai io elemo
il solito vento.
3 §. XVIII. Tirare, parlandoti d'ar-
co, di balestra, d' archibuso , e simili,
vale Scoccare , o Scaricare . IJant. Inf,
12. Ditcl costinci j se nou l'arco tiro.
Petr. son. 36. E che avete \\\ schermi
sempre accorti Cootra 1' «reo il'Ainurtche
indarno tira. 4 Cuicc. Stor. 3. &>. E di
quivi condoiii>i a Marghrta in >ulle actfuc
salse, tirarono, acciocché fosse piii chiara
la meninria di questa c>|>ediuone con dir-
ci peni di artiglieria grossa verso Vene-
zia, ti.)
^ %. XIX. Tirar d'archibuso, o simili,
tale lo stesso, m ienv. (eli. Oref 21-
Kssendoiiù io Ìo giuvaociaa ddetlalu di li-
rare d' archihuso ». tC)
* §. XX. Tirare, vaia mncita Ar^
rivar col tiro. Cuicc. Stor. 1. 379- Ac-
quislala Staiiipace , Pagolo \ì fece tirare
in allo alcuni falconetti e passavulanli , i
i|uali tiravano per tutta Pisn, ma nou oi-
lvudc\auo I ripari- (L)
T I R
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153;
§. XXI. Tirare, parlandosi di muh,
cavaiiif e simiiij va/c Tirar calcia Seat'
ckeg^are. Lat. calcitrare, Gx. 'iix.r^-i.Xtii.
Piov. ant. QI. 3. Il mulo trasse, e dièyli
un calcio nel capo lale , che 1* uccise .
Frane. Sacch. nov. l6o. Il qujl mulo
sentendosi beziicarc quel luogo , di che
più SODO schifi ec, comincio ìi trarre e a
tempestare si diversamente, che ec. Btrn.
rim. I. ^. Dà una volta tonda La mula,
e Ti xoppicando e traendo. C<is. lete. 02.
Persuada loro, ch«; chi ha delle bestie as-
sai per casa, come son costretto d'aver io,
coQvicn per sorte averne di quelle che
mordono e traggono.
# §, XXII. Tirare, parlandosi di detti,
o d'azioni, vale Interpretare, Pigliare in
buona j o mala parte j ma in questo senso
si accompagna sempre con voci che ne indi-
chino la parte buona, o cattiva . Dani,
ìnj. 9. Ma nondimen paura il suo dir
dicnne, Perch* io traeva la parola tronca
Forse a peggior scntenia eh' e' non tenne.
CuiCc. Stor. 18. 19. Il qual procedere
( sospetto mollo al Pontefice ) chi voleva
tirare a miglior senso, arguiva che le pra-
tiche sue degli accordi erano causa del suo
procedere con questa sospensione. fCj
§. XSIII. Tirare, parlandosi di tem-
pò, vale Mandare m lungo, allungare.
Bocc. nov. 100. 32. U sollauo e '1 fe-
steggiare multiplicarono , e in più giorni
tirarono ^CiOt;,ieccr durare più giorni).
§. XXIV. Tirare, parlandosi di misu-
re, o di spazio, vale Distendersi , Ab-
bracciare spazio, Allungarsi. Bern. Ori.
1. i3 23. Turpin lo scrive, io l'ho per
cosa certa, Tirava dieci braccia ogni ala
aperta. Amhr. Furt. 2. 7. Togline tre
pexze ; credo che queste saranno d' avan-
so. 3/. Quanto posson tirar l'una? Z.
Quarantacinque, u cinquanta braccia alla
nmura nostra.
§. XXV. Tirare , parlandosi d** alcun
lavorio, vale Condurlo a perfezione. Fab-
bricarlo. Sagg. nat. esp. 19.Ì. Giudican*
dosi poco men che impossibile il trovare
un cannel di vetro (che finalmente non è
tirato con altra regola, che col soffio del-
l' artefice ) cosi perfettamente cilìndrico,
che tanto, o quanto non abbia delle disu-
guaglianze. * Bcnv. Celi. Ore/. 83. tit. del
cap. 12. Del modo di tirar vasellami d*
oro e d'' argento (lavorare). Ang. Mei.
1. 31. Non era nato ancora il ferro duro
Tiralo a fuoco in forma che offendesse. (J)}
* g. XXVI. Tirare, parlandosi di
metalli, vale Distendergli col martello, o
Fargli passar per la trajìla. Benv. Celi.
Oref. !^6. Tenendo un tassellino tendo
dinanxi, sopra il quale lavorando di ma-
no in mano tirava 1* oro del campo con
un piccol martellino. (ÌS') Car. En.lib.-j.
Annestar maglie, rinlerzar corazze, E per
fregiar più nobile armatura Tirar lame
d'acciar, fila d' argento. March. Lucr. lih.
5. Col batterlo, limarlo ed arrotarlo, Ti-
rarlo in punte acute. (Br)
* §. XXVII. Tirar di martello, neW
arte dell' orificeria , vale Far lavori col
martello. Benv. Celi. Oref. 37. Av"\-egna-
chè Qoi dicessimo che in Parigi ec. con
più pratica e maggior sicurezza si tirasse
di martello, ec. {V)
%. XXVIII. Tirare, parlandosi di can-
ne d' archtbuso, o simili, vale Ridurre
la loro superficie a convenevole ^gura e
pulimento.
g. XXIX. Tirare, parlandosi de* vi-
nt, vale Chiarire, nel signifìc. del §. I.
Soder. Colt. q3. Questi trucioli ec han
p ri età ai
no propri
tirare il vino e rischiarar-
lo, ec E lO^- I gessi e le calcine vive
ec. si danno a* vini deboli per rinfrancar-
gli, o a' torbidi per ischtarirgli^ o a' grassi
per tirargli, o a' grossi per assotligliargli.
J'ocal>olario T II.
$ g. XXX. Tirare , parlandosi pure ,
del vino, vale anche Cavarlo dalla botte.
Spillarlo. Morg. 18. 162. Vorrei prima
che i lumi sieno spenti, Che tu traessi
ancora un po' di vino. (C)
g. XXXI. Tirare, parlandosi di stam-
pa, vale Stampare, Imprimere,
§. XXXIl. Tirare, parlandosi di con-
tratti, vale Procurare di vantaggiarsi nel
prezzo il più che si puòj che anche di-
ciamo Stiracchiare.
g. XXXIH. Tirare, vale talora Mori-
re. Lor. Med. canz. 44' ^ Chi ha 'Ico-
re innamorato Venga avale a far lamento
Di quel bel gìglio, che è spento. Della
Ncncia, e' ha tuato.
f * g. XXXI V. Tirare, talora vale
Bere, Tirare a se succiando un liquido.
Pccor. g. 9. n. I. Lo porse (il Jiasco)
al compagno, e disse: tira, che tu non
beesti mai meglio. (ì)
* g. XXXV. Tirare, talora vale Ten-
dere, Accostarsi ad una data figura , o
somiglianza. Sagg. nat. esp. 78- Le quali
(gocciole dell' argento vivo) o schizzino o
piovano per lo mezzo dell' aiia , o posino
sopra un corpo asciutto, tirano sempre al
rotondo. (C)
f ^ g. XXXVI. Tirare, parlandosi di
bilance, o simile, vale Segnare, Indicare
il peso. Sagg. nat. esp. 146. E pesata
r acqua ec. trovammo con bilancia che ti-
rava a 1/4^ ^' grano, il peso di quella
al peso di questa slare come 25 a
28 1/19. (yj
^ g. XXXVII. Tirare, parlandosi di
pitture, 0 simili, vale Bicavare, Ritrar-
re. Benv. Celi. ri7. 3. 3l8. Gli altri che
hanno f.U(o , e fanno professione dì Ar-
chitetto , tirano le opere loro da un pic-
col disegno fallo in carta. (C)
* g. XXXVUI. Tirare a dote, o alla
dote, dicesi di chi nell' accasarsi ha più
in considerazione la dote che la persona
che dee sposare. Leop. rim. 62. NobU
secondo la mia condizione. Gli è pur do-
ver, che s' lo non tiro a dote, Ch' io spac-
ci almanco un po' d' opinione. (Cj
§. XXXIX. Tirare a fne, vale Com-
pire. Finire, Terminare. Lat. complt-re ,
Jìnire, ad Jìnem perducere. Petr. canz. l8-
3. Via corta e spedita Trarrebbe a fin
quest* aspra pena e dura. Cas. lett. 16.
Sua Maestà Cristianissima perseveri nella
sua gloriosa impresa, e tirarla a fine , ad
esaltazione di Santa Chiesa.
^ g. XL. Tirare a fondo, fguratam.
vale Avvilire, Deprimere. Bucell. Dial.
71. Perchè galleggiar la malizia? e si su-
blimar l'ignoranza, e la saggezza tirare a
fondo? (TC)
g. XLI. Tirare al buono, vale Esser
ben composto. Pigliare in buona parte.
g. XLII. Tirare al buono, o al cat-
tivo, vale Pendere nella bontà, o nella
malvagità. Aver (/nella per suo fine.
V g. XLIII. l'irare alcuno a parla-
mento, vale Farlo venire a parlamento.
Guicc. Stor. 18. 39. Il marchese ( an-
corché il Duca di Urbino tiratolo a par-
lamento a Castel S. Piero cercasse d'in-
terporre o diificoltà. o dilazione) fu pron-
to a passare le Alpi. (C)
^ g. XLIV. Tirare alla mente, vale
Tornare innanzi , Far sovvenire. Ces.
Pros. 264- t'n luogo di Dante, mi tira
alla mente il verbo Bispondere. (C)
§. XLV- Tirare al peggio , vale In-
terpetrar le cose malvagiamente , Esser
d'animo maligno. Tac. Dav. I quali al
peggio tirava e serbava ( il testo lat. ha:
in crimen detorqucns ). '^- E Stor. 2. i84-
E tenendo i Senatori per nimìci d' Olo-
ne , osservavano le parole, atti, e volti,
tirandogli al peggio. (C)
^ S- XLVl. Tirare a morte uno, va-
le Farlo morire, o Esser cagione che muo*
ia. Guicc. stor. 17. a32. Ma, tirando i
fati Giovanni a presta morte ìn Lombar-
dia, aveva per consiglio del luogotenente
ec. differito a chiamarlo. (C)
g. XLVII. Tirare a pochi, vaie Con'
tentarsi di poco. Pigliare il poco; tratta
la metaf dagli uccellatori. Bocc- nov. 80.
24. Parendole aver tirato a pochi , pensò
dì restituirgli i cinquecento , per poterv
avere la maggior parte de' cinquemila .
Lib. Son. 20. E pur per ora lira a que-
sti [lochi, E dì' ciò che tu vuoi.
*'? g. XLVIII. Tirare a pulimento una
pietra, un metallo, un pezzo di legno, o si-
mile, vale Lustrarlo. V. PULIMENTO-
g. II. i^)
§._ XLIX. Tirare a riva, vale Con-
durre a riva j e per metaf. vale Cow
durre alfine. Petr. canz. 3l. 2. Che, in
carne essendo, veggio trarmi a riva.
§. L. Tirare , o Trarre a se , rife-
rito a Dio, vale Permettere che altri muoia.
Mandare la morte. Lat. rapere. Gr. oip-
"k'^siv. Bern. rim. 1. l^l. E tiri a se
Ire delle tue bambine.
^ g. LI. Tirare a se, vale Aver mag-
gior riguardo al proprio interesse che
all' altrui . Frane. Sacch. nov. 221.
L' ambasciadore , non istante al danno e
alla beffa, se ne rise , dicendo che per
certo in Firenze dovea avere di sottili uo-
mini da saper tirare a loro. (V)
g. LII- Tirare a se la porta , P •tscto.
o simili, vale Serrare per di fuori. Fir.
As. 3o6. Tiralo a lor 1' uscio, ne lasciarono
Ubera comodità.
g. LUI. Tirare a segno, vale Ti-
rare per colpire. Bern. Ori. I. 19. i-
Forse chi t' insegnò di trarre a segno Con
quel tu' arco, a non volere errare, Ti dis-
se che la vera maestria Era dar nella te-
sta tuttavia. E 3. 8. 5- Certi strumenti
da tirare a segno.
g, LIV. Tirare af suo' colombi j fi-
gttratam. vale Far cosa che ridondi in
proprio pregiudizio , Pregiudicare a st
stesso. Geli. Sport. 2. 6. Be' se costei
se n* è avveduta , padrone , voi averete
tratto a' colombi vostri. Cecch. Inc. 1. 2.
Oh voi siete pur semplice A creder che ■
lo Stramba, perdonatemi. Voglia trarre
a' colombi suoi 1 Buon. Fier . 2. 2. IO.
Oimè 1 mira, mira Quel patzercl , eh' a'
suoi colombi lira.
f g. LV. Tirare a terra un lavo,
ro, vale Demolirlo, e per metaf. Svilir-
lo j e Tirare a terra,figuratam. parlan-
dosi di popolo, vale Distruggerlo , Farla
morire. * M. V. IO. 4^- E (la pesti-
lenza ) tirò a terra il popolo quasi affat-
to. (F)
g. LVI. Tirare a un colore, vale Ap-
prossimarsi a quello . Lat. in colorem
aliquem vergere. Gr. ÌTiì '/pùpv. ti Bpi-
5£iv. 3/. /. 3. 74- L^^'^''^'^'^°^' dietro un
vapor renerognolo, traendo allo stagneo.
^ g. LVII. Tirare avanti, o innan-
zi, vale proseguire. Continuare un di-
scorso , o una operazione. Bellin. Disc.
I. 238. Io se vi contentaste vorrei dire
che la tela è un inlessimenlo di fila: vi par
egli che sia ben detto? Tiriamo dunque
avanti. (C) Scgner. Fred. Pai. Ap. 9. 12-
Chi però scorge sì deboli tuttavia le di-
sposizioni nel cuor de' suoi penitenti, non
si disamini j tiri innanzi, tolleri, tempo-
regg.. ITO
g. LVIII. Tirare colpi, e simtlt , va-
glìono Ferire, Percuota-e, Colpire. ^ Ar.
rur. 10. 102. Ruggicr giù cala, e spessi
colpi tira. (C)
g. LIX. Tirare costrutto, vale Bica-
vare utile , Approfttarsi. Bern. Ori. '2.
3. 22. Dopo molta fatica e molto stento Non
ho potuto trarne altro costrutto.
193
t538
T 1 n
T 1 R
# g. LX. Tirar dalla parte mia,
sua, ce. vale Condurre alcuno dalla par-
te mia, sua ec. Giov. Geli. ì'it. Alf. xSg.
Giu(lic3Q(lo clic ntissuD potc:>&e loro impe-
dire la vittoria, che c^li speravano, se e'
l'Otevanu tirar dalla parte loro il papa. ^C>
§. LXI. Tirare dalla sua, vale Gua-
dagnarc alcuno per la sua opinione. Con-
darlo nella sua fazione, lialla sua parte.
^ g.LXII 'Tirar dal suo, vale lo stesso
che Tirar dalla sua. t'ardi, h'rr. Gioi'.Sl.
Egli pcn^ò suljito, per esser poi raHermo
gon fa lo UIC re, a tirar più dal suu di tutte
le parli che poteva. (Cj
g. LXUI. Tirare danari, vale i?i-
scuoter danari. Aver soldo.
§. LXIV. Tirar da parte , da banda,
da lato , in disparte , e simili , vagliano
Allontanare , Discostar dagli altri . Lat.
seducere ab aliis, seiungere. Gr. "^upi^ivi.
Jìocc. nov. l5. 5. E^ta, tiratolo da parte ,
disse .
f §. LXV. E in signific. neutr , e
neutr. pass, vale Allontanarsi, Di.icostar-
.ii dagli altri. "-l! Vit . SS. Pad. 2.
172. E ijUflla subito uLliidii-ndola si tirò
in disparte, infinocliè quelli frati furono
possati. (Cj Petr. son. 201. L' altre ,
maggior di tempo, o di fortuna. Trarsi
in disparte rumando con mano. foce. /iov.
26. 7. Tirati adunque da una parte, che
da altri uditi non l'ossero, Ricciardo co-
minciò cosi a dire. Dant. Inf. ^. Tracm-
nioci cosi dair un de' cauli. Malm. G. 3().
Tiralo colla strega il Re da bantla Le da
la ben venuta.
g. LXVI. Tirare da uno , vale So-
migliarlo. Cron. ì eli. 25. Gino fu anche
di comune statura, ma più savio di Gbc-
rarduccio, grande parlature ; anche Iracvu-
uu dalla madre, h' j32. Matteo, B^Uuolo
dulia detta monna lìariola, e di Francesco
è piccolo e tarchiato della persona, e trae
dal padre.
*'.• g. LXVII. Tirare da uno, vale an-
che Aderire alla parte, o fazione d' uno.
Din. Comp. lih. i. Erano ben veduti ce.
r molti cittadini tirarono da loro. (P)
§. LXVIII. Tirar de* calci al vento,
vale Kssere impiccato. Lat. suspendio vi-
tam finire. Gr. ù'JZV.y'/ì'J^v.t.
g. LXIX. Tirar diciotto con tre da-
di, dicesi del fìiuscire in alcun negozio
con ogni vantaggio possibile. Malm. <).
s. L^ gli uomin si disfanno, e chi ne
scampa Ila tirato diciollo con tre dadi.
g. LXX. Tirare di dadi, vale Git-
tarli con mano ad oggetto di giuocarc.
Buon. Fier. 3. I. q. Poi traggo il dado
r Vince Per la parte del si la mia licenza.
g. LXXI. Jn maniera proverbiale di-
ciamo : Il dado e tratto } che vale : Il
negozio e spacciato, L' affare è fatto, il
negozio e terminato, sicché non può stor-
nare . Lat. iacta est alea. Gr . kxìSoì
tppl7tT0C.t.
g. LXXII. Tirare pel dado, tolta la
similitudine dal giuoco dello sbaraglino,
vale Cominciare allora, 0 in tfuel punto.
Fir. Trin. I. 2. E ora, di' Ìo pensava
questi dì riposarmi, e' si trae pel dudu.
Malm. 12. DI. Adesso ^ tribuUia al mag-
gior grado ; E s' allor pianse, or qui lira
pel dado.
§. LXX 111. Tirare un gran dado, va-
le Avere una gran fortuna, o Scampare
da un gran pericolo. Lai. Vtneris la-
ctunt Jace/x. Buon. Fier. \. 5. 3. No*
uhbiam trailo un gtau dado , Scampala
una gran furia.
::= §. LXXIV. Tirare di dietro. Dep.
Decani. i^O. Or qui ci par a otta a nlla
un che ci tiri di tlictru ( ci tiri per la
veste) , r ci dica ec. (f',t
§. LXXV. Tirar di mira, figuratam.
vale ! edere. Lat. pnfipicere.
g . L X X V I . Onde Tirare poco, o molto
di mira, vale Aver buona, 0 cattiva vi-
sta. Lai. parum vel multitm prospicere.
%. LXXVII. Tirare di pratica, f^arch.
Krcol. 80. Tirar di pratica si dice di
coloro \ quali, ancorchi; non sappiano una
qualche cosa, ne favellano nondimeno co-
sì risolutamente, come se ne fossono mae-
stri , o 1* avessero fatta co* piedi ; e tli-
mandaiì di qualche altra , rupondono \
senza punto pensarvi, o si, o 00, come
vien lor bene.
g. LXXVIII. Tirare di spada, e Tirare
assolutamente, vale Giucar di scherma j
rhe si dice anche Giucar di spada. ^ Ar.
Far. ^o. 81. Per questo mai di punta non
gli trasse, E di taglio rarissimo feria. (.Min)
-1^ g. LXXIX. Tirare di spadone. Salvia.
Fier. liuon. 3- 3. 9. Quando in una casa,
o slanza non v' è niente, si dice : vi si
può tirar di spadone, il quale si maneg-
gia a due mani, (y)
§. LXXX. Tirare d' una parte e d'
altra, figuratam. vale Avere diversi sen-
timenti, ftagionar variamente d' alcuna
cosa, liocc. g. 10- f 1. La novella di
Dioneo era finita , e assai le donne, chi
d^ una parte e chi d* altra tirando ce, q*
avcan favellalo.
^ %. LXXXI. Tirar fuori la somma,
tcrm. de' Computistij vale Scriverla in
numeri arabici sul margine al di fuori
della scrittura andante. Instr. Cane. 37-
Descriva i pndcrai cnn esprimere nella
parlila i nomi di quelli che servono at-
tualmente, come sopra, al podere che la-
vorano; e tiri fuori la somma della loro
decimina. (C)
§. LXXXil. Tirare fuori la spada ,
coltello, o simili, vapliono Impugnare la
spada , o il coltello, cavandogli dalla
guaina. Lat. educcre. Or. s^a/eiv. Bocc.
nov. [^\. 3l. Cimone e Lisimaco e li>r
compagni, tirate le spade fuori ce, verio
le scale se ne vennero. K nov. 6G- 7.
Tirato fuori il collello, lutto infucato net
viso ec. , come la donna gì' impose, così
fece. Stor. Aiolf. Allora furi)n triiUe più
di cento spade, e Mirahello tratta la sua,
ec. AW. ant. I9. (\. Allora il figliuolo
trasse la spada del fodero. Tass. Ger.
JO- 27. Sospirò dal profondo, e *1 ferro
trasse. Malm. g. 3g. Se mai vengono a
quel tirarla fuore , Credete che e* lo fan
mal volentieri.
§. LXXXIII. Tirar giù, vale Abbassa-
rv. Lat. deprimere, demiilere. Gr. x«t«-
«J.t'veiv.
* §. LXXXIV. Fole anche Pattar giù.
Demolire. Guicc. Stor. ^. j6.^. Fu anche
dal canto del castello tirata giù una parte
del cavaliere. (L)
g. LXXXV. Tirar giù, figuratam. va-
le Bestemmiare , e Giurare, /lem. Ori.
l. 22. !i5. lo giù tirava Tutti i Maroni
e tulli 1 Trivigìanti.
§. L\XX\I. Tirar fiiù tabu flit, figu-
ratam. vale Dispregiare la %-ergogna, l'or
da banda il rispetto , Non aver conside-
ra tio ne.
g. LXXXVIi. Tirarla giù ad altrui, vaie
Ingannarlo, Fraudarlo , e anche Dirnema/e.
§. LXXXVIII. Tirar giù un lavoro, vale
Strapazzarlo , Abborracciar/o.
§. LXXXIX. Tirar-e gli orectbi, figura-
tam. vale Hiprendere , Ammoniie . I.al.
aurem veliere. Gr. cu; offàv. / arch. I r-
col. 80. l'irarr gli orccrlii a uno, significa
riprenderlo, o ammonirlo, cavalo da' La-
tini , che dimano vflletx aurem. Sen.
Ben. I arch. 5. 7. lo tirerò rorecchìc, e
riprenderò me mcilesinio . Jtern. rim. |.
65. l'rovai un li.itlo u tciivrr elegante,
ec Ma me).MT tlintio mi tiro gli orecchi, E
disse : Ueriiia fa pur dell* aiigtldlc.
' g. XC 2'irart ti collo aglt uccelli, ftolli.
e simili, nule Uccidergli. Lat. necare, oc-
cidere. Gr. avat^sTv. Bocc. nov. ^q. xi.
Sema più pensare, liralogti il collo, ad li-
na sua f.iQtìcclla il fé prestamente pelato
ed acconcio mettere in uno scbidoae, ed
arrostir diligentemente. Lib. Son. 69. Ti-
ra* le il cullo , ed era in dì di cavoli.
* 5. XCI. Tirar il collo alle viti,
vale Fatarle più lunghe del dovere. Fed.
COLLO, g. Vili. (Fj)
g XCII. Tirare in arcata , figura-
tam. si dice del Dir checchessia senta
averne fondamento di notizia, farcii .
Frcol. 80. Peggio di coloro, i quali ti-
rano in arcala colla lio^^a. ^ Cas. Lett.
Giialt. 192. Non ne fate capital nessuno
di quel che M. Bouavvcniura ha detto a
M. Ercole, perchì: trae io arcata e DÙsura
a occhio. (D)
g. xeni. Tirare in casa, vale Con-
durre ad abitare nella propria casa. Salv.
Grandi. 1. 1. Eli* e sua figliastra, e tì-
ruhscla In casa in fine quando toUe que-
sta Seconda donna, di chi cH* è figliuola.
t g. XCIV. Tirare indietro, vale Bi^
tirare, o Far volgere indietro j e si usa
anche in signific. neutr. pass, Ovid. Pist.
1A6. Certo per me non riceverai tu suo-
cero crudele, per lo cui peccato Ìl Sole
tiri indietro li cavalli del suo lume. $ Bocc.
i:iora. 5. nov. 8. Non solamente gli fece
indietro tirare, ma tulli gli spaventò, e
riempii; di maraviglia ( questa e proprie-
V'i del verbo FAItK in simili costrutti ,
che senza la partitella Si fa valer come
neutro passivi anche gli attivi). (V)
f g. XCV. li in signific. neutr. e
nciitr. pass, e anche senza la particella
Indietro, vale llttirarsi. Scostarsi. Lai. rc-
trocedfir. Gr. « va^a^e»!*- 'ruDant. Purg.
7. Sordel si trasse, e disse, voi chi siete "Tft*^
Bocc. nov. 96. 12. E questtt fallo, al-
quanto indietro tiratesi , cominciarono a
cantare. Bem. Ori. 1. ao. 10. Tirossi
addietro più dì qu^itlro braccia. Sen. fìen.
J'arcli. 5. a. Il quale ha bene potuto il
^uo nemico ammauare, ma farlo tirare un
passo addietro non gi'a.
g. XCVI. Tirarsene indietro. h9\. ab
incrpto recedere. Gr. «va^aCnv. Vorch.
F.rcol. 55. Ogni volta che ad alcuno pa-
re aver ricevuto piccolo premio d' alcuna
sua fatica, o non vorrebbe fare «Irunaco-
sa, o dubita se la vuol fare, o do, mo-
slrando che egli la -farebbe , »c maggior
prezio dato, o promesso gli fosse, si dice:
ec. , e' se ne lira indietro, e* la pensa.
g. XCVIl. Tirar r acqua al suo muli-
no, vale Aver mapfiior riguardo al pro-
prio interesse , che all' altrui . Lai. ad
suam utilitatem referre . Frane. Sacrh.
Op. div. 5q. lo avrei Iroppu a scrivere ,
se io voles.'>ì dire in quante luogora que-
sto così l:illo eriore è divti1g.ito, sol |>er
tirare acqua a suu mulino . Belline, son.
23. Se ognun al suo niultn ogni acqua lira .
g. XCVIII. Tirare la corda , vale Aprir'
la porta. Dar I' adito in casa, intenden-
dosi comunemente di quella corda che ,
alzando il .lalisccndo , apre T uscio della
rasa. Belline, son 266. S'egli e picchialo
r uscio , a dirlo a voi, Ella non tirereblM
pur la corda . Fir. Lue. 3. 3. lo dirò
mille lienì di voi alla sicnora, e lirerovxi
la corda >cmpreniaì, sebbene ella fosse ac-
compagnala . Buon. Ficr. 3. 2- l5. Ella
parve una fante, Che, guardato citi k. Si
( bini a Irar la ci<rda.
g. XCIX. Tirar l' aiuolo, figuratam,
vale Adescare , Allettnir , o Ingannare
allettando, lab. 277. Ma non vorrei che
tu credessi per udire divino tificio, o per
adorare v'entrasse, ma per tirar V aiiioln.
g. C. Tirar t aiuolo , vale anche
J\'on pei-itere alcuna occasione di gua-
dagno , bench'i: di minima imp*;rtaAUt,
T I n
T I n
T I n
1539
rrnne. Sacch. ne: f;3 Q.ni.Jo era on-
valiere, e quando medico, 0 quando giu-
dice, e quando uomo di corte; e quando
liarallieri, come meglio i-edesse da arare
r aiuolo. Jl/orr- l8. 1^5. Dove lu v=". '<>
.empre qualche cosa, CU' io tirerei 1 aiuolo
B una cliiosa.
g. CI. Tirar l' aiuolo , >l(e «"•
tht Morirti modo basso. .V^/m. 9. 27.
E gli facean tirar presto 1' aiuolo O col
ferirlo, o col tirarlo a basso.
fi. CU. Tirar la paga, vale Jfi-
scuourt il salano, o la provvisione, hil.
trahere slipendium. Giusi. Gr. ,ui53o?o-
^"fi.Clll. Tirar le calze, ole cuoia,
„L bassi, '"'?'"'"°.;"°'-'«j'r'' i.^Dei
1 3 E' s- aspettav.1 il tirar delle calie Del
vecchio, /luon. Ficr. I. 3.3. L arte e
i del tirarcisi le cuoia Facilissimamente.
Malm. 4. 20. Perocchi: mi couvien tirar
le cuoia Per gir con esse a rincalzare A
pino. E 8. 38. Che •! poveraccio v. tiro
le cuoia. E 9. 64. A lei s' aspella .1 far-
mi trar le cuoia.
* e CIV. Tirare le calze, 0 Tirar su le
eahclduno, vale ^f-'"' '.".'"fi *
bocca i s«oi segreli. V. CALZA, §.XV.
(Ci
«. CV. Tirare saapie , vale Segna-
re, nel signific. del%.y\. Lib. Masc.Ge
nerale cura e trarre sangue, se ragione
volmente li medici lo traggono. V: appre.
M- Li vecchi savii medici dissero che
ninno animale si dee trar sangue, se non
per necessit-a. * Scgr. Fior. As. l- Ed
ci "li fé cento profumi al naso, Trassegli
sangue della testa, e poi Gli parve aver
il correr dissuaso, f TC)
fi evi. Tirar sangue da un sa.sso
o dalla rapa, vale Far cosa impossibile
Alam. Gir. 18. 134- Voi 5I. so^igiunge,
che sarebbe vano. Più che 1 voler tirar
sangue da un sasso. Ogni soccorso.
R CVII. Tirar sollo , vale ieguila
re Continuare. Lat. ab istituto non re
cedere. Gr. e>i-:i' t-ó ^e^^^P'-'-^
Malm. 7. 16. Di nuovo appicca al suo
cannel la bocca, E lascia brontolare, e tira
sotto. , ji
e CVIII. Tirare su, vale AUare .
Lat' atlollerc. * Din. Comp. Uh- l- Vno
di loro, che avea nome Pietro Manzuoli,
il fé" un' altra volta tirar su ( parla <l,
uno che era collato ) . (Pi
e CIX . Tirar su , Jtgiiratam . il
diciamo del Far dire con astuzia ad al-
trui quel eh- e- non vorrebbe j che anche
si dice Scalzare; e Cavare i calcclUl e ,
talora vale Mettere uno, o Mantenerlo in
su qualche umore, larch. Ercol. 79.
Tor su , o tirar su alcuno , il che si dice
ancora levare a cavallo, è dire cose ridi-
cole e impossibili, e volere darg .eie a
credere, per trarne piacere e talvollauti-
le Mail. Franz, rim. buri. 2. 123. Man-
giare alla turchesca in furia e 'n posta ,
Abborracciarsi seni' altro bicchiere , E ti-
rar su qualcuno a bella posta.
§. C\. Tirar su , vale anche Al-
levare, Kutrire. Lat educare. Gr. TfS-
osiK. Salvia. Disc. 1. 298. Or di questi
( peniieri I alcuni dobbiamo rigettare, co-
me abortivi e illegittimi, altri allevare e
tirar su, come naturali e legittimi.
•f §. CXI. Tirar .iu , vale anche
Promuovere alcuno a qualche grado, o
ammaestrarlo in qualche arte, o scien-
za. Tac. Dav. Ann. 2. 47. Con donare,
praticare, tirar su infimi fantaccini , cas-
sar vecchi capitani, ec. * £ M- I99.
Ma tu hai secondo i tempi , con la ra-
gione, consigli, e precetti tirato su la mia
fanciullezia, e poi la gioventù. (C)
e CXII. Tirare innanzi , vale lo
stesso. Lai. promovere, provehere. Gr
■XSixyUI. Cron. Morcll. 267. i'c pure e*
si' riinimcnla, ed è si saputo , che per sé
medesimo si voglia tirare innanii, poco gli
giova. Maitn. I. 52. Kè quivi essendo
men tirato innanii. Posò la spada , e ri-
pigliò la toga. =? J-arch. Slor. 5. 109.
Mi godeva l'animo di vedere essere da
questa repubblica riconosciuti e tirali in-
nanii coloro che di lei avevano in ogni
tempo bene meritato. (C/ MenZ. .fai. 9.
Il dottorale anello Ei porta almeno in di-
to, e piiote anch' esso Tirare innanii
qualche mignoncello. (V)
i? fi. CXIII Tirare uno nella tua
sentenza, 0 simile, vale V.ecarlo ad es-
sere del tuo parere, o simile. Guicc.Stor.
18. 95. Kè mancava il Pontefice a se
medésimo ; perchè tirò nella sentenza sua
Girolamo Morone. (Ci
* §. CXIV. IS'on Tirare, 0 ISon pò.
ter tirare un peto , vale In modo basso
Konfare, o Non poter fare cosa alcuna.
V. PETO, §. IL (Ci
§. CXV. Tirar via, vale Allontanar
da s'è con forza e violenza.
§. CXVl. Tirar via, vale anche Muo-
vere alcuna cosa ver.to di se con violen-
za. Boec. nov. 87. 3. Lei gridante aiuto
si sforzava di tirar via.
f * §. CXVn. / <i/e anche Cavare,^
levare. Bocc. g. 2. n. 5. Costoro che d
altra parte erano, siccome lui , malignosi,
dicendo pur, che ben cercasse , preso tem-
po, tiraron via il puntello , che il coper
chio dell' arca sostenea. (Ci
CXVIII. E in signijìc. neutr. vale
Andar via. Partirsi, l'ir. / .<c. 5. 6. Co
stui è collo fradicio ; Tira via, va a dor
mi poltrone.
3 §. CXIX. Tirare, in signific. neutr.,
ale Incamminarsi , Inviarsi , .andare .
Lat. iter capere , proficisci . Gr. TT^p
sSkc. Slor. Jioìf. La sera vegnente dor-
Badia di S. Maccario, e la mattina
tirò verso la cill'a di Parigi . Slor. Pi<t
38 Quando quelli dell' oste sentirono la
partila di quelli d' entro . alcuni di loro
trassero dirielro; ma pcr>h' erano già trop-
no dilungali, non gli poterono giugnerc.
Alam. Gir. 22. 162. Rimontato a cava
tira al più breve Sentier , che porta alla
funebre valle .
§. CXX. Tirarsi . per Accostarsi .
Lat. accedere. Gr. ttsoj^mvsiv. Tes. Br.
2. 43. Come il Soli si lira più verso 1
Meazodi, e si dilunga da noi, tanto ave-
mo noi più grande freddo, e più grande
notte. Telr. cap. 2. Trassin.i a que tre
spirti, che rislrelti Er.ino per seguire al-
tro cammino. * lianl. Purg. 6. Pur V.r-
gUio si trasse a lei, pregando Che ne mo-
strasse la miglior salila. (Ci
* g. CXXI. Per lìitirarsi , Ricove-
rarsi. Celi. Frr. 2. I. Eccoti quella don-
na ec. tirali in casa, che ella nel vederli
meco non pigliasse qualche sospetto. (Ci
g. CXXll. Tirarsi addosso, vate Ad-
dossarsi, Procacciarsi, Acquistarsi. Lat.
acnuirere, lucrari. Gr. zspoVvsiv. Sen.
Ben. Farch. 4. 12. Mi tiro addosso Io-
dio d'una setta che può assai. Segner.
Fred. 3. I. Venite a tirarvi addosso un
cumulo di sciagure inimmaginabili.
§. CXXlll. Tirarsi dietro alcuna cosa,
lìguratam. vale Esserne causa, o origine.
Lat. causare. Cas. leti. 76. Io mi doglio
più, che io dubito eh' ella non si tiri die-
tro lo sviamento dallo studio.
g. CXX IV. Tirarsi dietro uno, vale
Farlo suo seguace. Segr. Fior. f'r. 4
E poterono dipoi anche quelli comballen
do tra loro, ciascuno tirarsi dietro parli
di quelle provincie, secondo Tautoiil'a vi
aveva preso dentro. (C) Segner. Fred
Pai. Ap. 10. 4. E cosi (la tribù di Giu-
da ) spintasi innanzi animosamente, si tiro
subito dietro se 1' altre men risolute , al
temuto valico. (TC)
* §. CXXV. Tirarsi il cappuccio su
gli occhi , vale Procedere .senza vcrun
rispello . Lat. nullius ralionem hahere .
Gr. ixnòfiòz tJtifisXsiKv 'x^'"- .''"'■
leti. I. 392. Sono slati necessitati i no-
stri rigidissimi censori di allacciarsi il va-
io, e tirarsi 11 cappuccio su gli occhi per
non la perdonare a persona. {')
* §. CXXVI Tirarsi indietro, vale
Farsi indietro , Tornare indietro . Vit.
SS. Pad. I. 171. Corse fuori scalza e in
trecce ec. e volevalo abbracciare, ma egli
si tirò indrleto. (Ci
*+ §■ 3 CXXVII. Tirarsi innanzi , o
avanti, 0 Tirarsi assolutamente, voglio-
no Farsi avanti, lenire innanzi. Lat.
procedere. ■? Dant. Inf. 21. Innanzi che
l'uncin vostro mi pigli. Traggasi avanti
l'un di voi che m'oda. /■: Purg. 28.
Deh, bella donna ec. Vegnati voglia di
trarreti avanti ec. Tanto ch'io possa in-
tender che tu canti. (Ci Ta.<s. Cer. 2.
88. Kè '1 celò gi'a , ma con enfiate lab-
bia Si trasse avanti al Capitano , e disse.
*§ CXXVIII. Trarre, per Rivolgere,
Convertire. FU- SS. Pad. 2. l65. Allora
era tanta la carit'a , che ciascuno si sfor-
tava di trarre il prossimo suo a Dio. (C)
if g.CXXlX. jTrnrre, Inlora vale Reputa-
re, Recare. Bemb. pros. 2. 5o. A quesU
termini giugnere ancora niuno s' è vedu-
il che senza dubbio a vergogna del
nostro secolo si trarr'a. (Ci
* g. CXXX. Trarre, vale anche Ten-
dere. I il. S. Gir. 4. 61. Non e vero a-
more quello il quale trae solo al proprio
suo utde. (F)
g. CXXXI. Trarre, per Ritrarre, la-
vare , Ricevere. Lat. obtiiiere , consequi.
Gr. iayxavEiv. Bocc. nov. 36. 6. Non
potendo trarne altra risposta , alla madre
il dissero . E nov. 61 . 3. Li quali , per-
ciocché qual calze e qual cappa e quale
scapolare ne traevano, spesso gì' "'S'=S°'-
vano di buone orazioni. E nov. 74. 5. II
Proposto , per quella volta non potendo
trar da lei altro, non lece , come sbigot-
tito , o vinto al primo colpo. E nov. 79.
A. S' avvisò che d' alcuna altra parte non
sapula dagli uomini dovesser trarre pro-
filli grandissimi . E num. 6. Né di no-
stra arte , né d' altro frullo , che noi d
alcune possessioni traiamo , avremmo da
poter pagar pur 1' acqua che noi logoria-
mo. E nov. 85. 14. Traevano de fatti di
Calandrino il maggior piacere del mondo.
Albert. 2. .^O. Con l' aiuto di Dio trag-
.■eremone ulilit'a. Vit SS. Pad. 1. I. Ac-
ciocché non solamente i liltcrati , ma e-
ziandio li secolari e sanza gramalica lo
possano intendere , e trarne ulilitade e
conforto . E l3. Le virludi di ciascuno
considerando ec, si studiava di guadagna-
re , e di trarre mele spirituale.
g. CXXXII Trarre, per Eslrarre, Ca-
var fuori del territorio , o confine, o di
qunlsisia luogo. Lat. e.rportare. Gc y.-
aipziv. M. r. 3. 57. Erano mfamati d
Lvcre venduta la traila , e lascialo Irarre
il grano della loro maremma. Vani. Inf.
1. E trarròtli di qui per luogo eterno, h
4. Trasseci 1' ombra del primo parente .
D 'Abel suo figlio , e quella di Noè.
g. CXXXI li. Trarre, per Cavare sempli-
cemente . Lat. exlrahere . Gr. j|siX£>'J ■
Bore. nov. 81. 9 O se essi mi caccias.
sero gli occhi, o mi traessero . denti ec.
ache sare'io? Pallad. ^ov. 19 81. Po.
riposata la morchia per trema di , trai 1
olio purificato di sopra, e riponi in va..
di vetro ^ ...
e ex XX IV Trarre, per Cavare di dos-
.,0 noce. nov. l5. .8. Si spogliò in far-
setto, e irassesi i panni di gamba, t nov.
i54o
T I B
j5. 5. Io voglio che noi gli traiamo quelle
brache.
§. CXXXV. Trarre, per Cavar senti-
mento da a/runa scrittura , o simile .
Bocc. nov- 88. 8. Tutto in iè medesimo
si rodca , dod poteudu dalle parole dette
dal haratlierc cosa del mondo trarre.
*§. CXXXVI. Trarre, per Profittare,
Imparare. Jmm. Ant. 3. 3. 10. Platooe, e
Aristotile, eT altra grande moltitudine de'
iavij , più trasse de' costumi di Socrate ,
che delle sue parole. (V)
§. CXXXVU. Trarre^ per Deviare, Di-
storre. Lat. dimovere, tìocc. g. 4- p- 8.
Acciocché esse da così fallo servìgio noi
traessero .
g. CXXXVIII. Trarre, per Eccettuare .
Lat. excipere. Gr. «latpsìv . Dani. Inf.
2Q. Tranne lo Striccu , Che seppe far le
temperate spese. Nov. ani. 3^. 2. Voi,
signore, ne melto, ne traggo, t'r. (iiord.
Prcd. S. Prese l«te quelle miserie che
hanno gli altri garzoni , trattone peccalo.
Tass. Ccr. i- /JS. Vico p<»i Tancredi, e
non è alcun fra tanti (Tranne Rinaldo) o
feritor maggiore , O più bel di maniere , o
di sembianti-
§.CXXXIX.7r(irr^,per/:(7'cr(ire. /?occ.
nov. 3. 2. Il senno di grandissimi pericoli
trae il savio. Petr. son. lO:^- Ne mi vuol
vivo, né mi trae d' impaccio (quijigura-
tam., evale: non mi trae di vita). Cron.
l'eli. 7,(\ Fu fatta badessa, e oggi è, ac-
crescendo il dello monistero, e Iracnditlo
di molli debiti , ne* quali era. =v Cavale.
Alt. Apost. 5o. Come dello è , trassene
il popolo suo dalla servitù di Faraone ,
facendo molli segni e maraviglie nell' E-
gitto. (C)
§. CXL, Trarre, per Promuovere,
Condurre a f;radi e dignità. Lat. promo-
vere , provcherc . Gr. apoaysiv . fiocc.
nov. 93. (). Nò mai ad altro , che tu mi
vegghi, mi trasse. Dant. Par. 16. E già
erano traili Alle curuU- Sliii e Arrigucci.
§. CXLI. Trarre, terni, de' Mercan-
ti , vale Pigliare una somma di danari
in un luogo, e fargli pagare in un altro.
Dav. Camh. 102. l'cr dare a cambio a se
medesimo ec j e in quanto e datore , ri-
metler per suo conto ; e in quanto i.' pi-
glialure, trarre per un aUro. [•'. 103. Sa-
rà meglio ch^ Ìo gli conti a me , e faccia
conto d' esser pigliatore e datore , e così
rmictta per me , e tragga per G io me-
desimo .
:^ §. CXL ti. Trarre , parlandosi di
' urne , fu detto nel senso d' Incarnarsi .
Ir. Giord. 77. Incontanente che la don-
na nostra disse ecce ancilta domini in-
contaaeDte trasse Iddio carne di lei. (V)
^ g, CXLIII. Trarre, parlandosi di
i 'urta, o simile, vale Scrivere, Distende-
te . Cron. Strin. 106. Quando il palagio
nnstro ec. fu disfatto , fecero trarre quei
da casa una caria come il muro del det-
to palagio era serrato lungo \* detta lor-
r^ (V)
g.CXLIV. Trarre, per Adattarsi , Se-
i:uitare I' inclinazione. Bocc. nov. 47- ^■
Traendo più alla natura di luì, che all'
.irridente, romiuriò ad esser costumato.
§. CXLV. Trarre , ver Accorrei^ ,
Cuucorrere. Bocc. nov 85. 23. Quaii al
lomor venendo, coli trassero. I\'ov. ant.
<)0- I. Vide entrare uno topo per la G-
nesl rolla, che trasse all'odore. G. / . 6
8 il quali vi irastono a vedere con
gran divotione . Lih. Moti. Riprendeva
messer Vieri de' Cerchi d' uno romurn ,
j| quale non era tratto dù uomo di rasa
jU.-) . M f 3. 107. Molti snidali chr a-
veano contniule Ir lun» ferme , santa vo-
lere più soldo , traevano a fra Monri-alr .
/itit Inf. 3l. 1. È suono rho si fa nelle
|cl%c dai cacciatori , perchè li cani trag-
T I R
gano al suono. Frane. Sacch. nov. iS^-
ttt. Uno piovano giucando a scacchi, vin-
cendo il compagno, suona a martello, per
mostrare a chi trae , come ha dalo scac-
comatto ; e quando gli arde la casa, nin-
no vi trac . * M Din. Comp. 2. 39. Tras-
sonvi i soldati , che non erano corrotti
ce, i quali stando armati al palagio, era-
no da alquanti seguiti ; altri cittadini an-
cora vi trassono a pie e a cavallo, amici,
e alcuni nimici . Dant. Par. 5. Come in
peschiera eh' è tranquilla, e pura Traggo-
no i pesci a ciò che vien di fuori «». (Cf
g. CXLVL Trarsi, vale lo stesso. Bocc.
nov. 46. 22. Gli uomini tutti a riguardar
la giovane si traevano.
•,• §. CXLVII. Trarre a capo, vale
Condurre a fine. l'r. Giord. 83. Que-
sto dire consumato s' intende quando so-
no compiute e tratte a capo opere gran-
dissime. E 198. Avemo tratto a capo il
trattato della fede ec ., ed anche avemo
compiuto di dire, ec. (1^)
* 2. CXLVIH. Trarre a correzione , vale
Correggere , Ridurre al dovere. Fr. Zac.
Cess. I. 3. 5. Disegnandoli ec. i costu-
mi, che il re dee avere ce, si il trasse a
correzione. fC)
* g. CXLIX. Tran e ad ago, vale La-
vorar d" ago, o Ricamare. Frane. Barh.
21. 4* Po' dirai col »artore Del trar ad
ago, e lavorar il'inlagli. (l')
^ g. CL. Trarre addietro, figiira-
tam. vale Hender vano. intr. I irt. pog.
&ù. ( Fir. 1810. ) Ben ti converrà esser
ingegnoso, che *1 possi ingannare, o trar-
re addietro i suoi propouiraenli ( di
Dio ). (V)
^ %■ GLI. Trarre addosso ad uno ,
vale Andargli sopra , Assalirlo . Fav.
F.sop. 190. Francamente alto la maii.n. e
menò un gran colpo al cavaliere , e diì-gli
nel gombilo ritto ; per lo qual colpo gli
cadde la lancia, e hallo scavallato ; e poi
gli trasse addosso, ferendolo per la testa
e per le gambe. (V)
* §. CLII. Trarre a dietro per Ri-
vocare. Cavale. Pungil. 112. Poiché l'in-
famia è sparsa fra molte persone, così ma-
le si può trarre a drielo , come l'acqua
che è caduta in terra, (f^)
'.' §. CLIII . Trarre a effetto, per
Recare ad effetto. Effettuare . Segncr.
Pred. 3. 5. Di nuovo agitato da interne
furie, trasse a eflctto l'orribile fellonia. f/''>
g. CLIV. Trarre ami/assi infondo.
Farcii. Ercol. 90. Si dico ec. de'merca-
tanlì, quando hanno trailo amhassi in fon-
do , cioè quando sono fallili.
=!* g. cLv. Trarre a perdizione , vale Es-
ser cagione che altri si danni. Bocc. Conci.
Sono stali assai che quello (scritture) per-
versamente inlendondo, se è altrui a per-
dizione lianno trailo. fC)
* g. CLVI. Trarre a profondo, vale
Rovinare. Fr. Zac. Cess. 4- >• 1*0. Per
mancamento de* savi le ciltadi sono traile
al profondo. (<^)
* g. CLVII. Trarre a *è . vale Gua-
dagnare. Frane. Sacc/i. /kh-. 117. Avendo
avuto quella utilità che gli uomini di cor-
te ec. possono avere, e più nulla spt^ran-
du, penso di ec. partirsi ce. Il signore
veggendo che costui si volta partire, per-
che non vedea ila potere più trarre a sé,
ec. (F)
* g. CLVIII Trarre a lè, per Ap-
plicare, Appropriare a se un detto , o
simile. Fit. SS. Pad i. la. Trasse a
se stesso cotale romandamcnto ( I' eM»e
per fatto a sir ) , (F)
§. CLIX. Trartr a sorte, o per sorte;
che anche si dice Trarre assolulam. ,
vale t'Urggere alcuno , o Determinar chec*
chessia per mezzo di pMuze estratte. Lai
sorte legere , sortin Gr. «)t)^o^v .
T I n
# Frane. Sacch. nov. lil- Quasi pres-
so all' uscita del suo obcio gli Teooe
una questione innanzi , e già era sialo
tratto uno Podestà successore a lai, ec.
Cron. Strin. 128. A* dì 28 d' Agosto l477
fui tratto Gonfalonieri di Compagnia dd
Gonfalone Drago Santo Giovanni. Toc.
Fit. Agr. 388. Fa tratto tesoriere in Asia
quando Salvio Tiziano viceconsolo ec.fi/
lat. ha: sors dedìt provincàam ec). (F)
E Dav. Ann. i4- 190. Anche quando d'un
esercito rigliacco e'si trae per sorte de' dieci
l'uno a morir di bastone, n'escono de'valen-
li. Fir. As. 96- Dove ogni notte alcuni del
numero di que* ladroni tratti per sorte in
guisa di sentinelle, facevan buona guar*
dia. A' 97. E tratto per sorte chi avesso
a servire, mangiarono così alla carlona. £
nov. 7. 261. N'è prima fu tratto il buon
uomo (d^ Consoli dell' arte) , che ec. fe-
ce intendere questo suo bolo al confes-
sore.
* g. CLX. Trarre, talora vale anche
Eleggere per via di fave . Cronichett,
223. E se caso avvenisse, che fosse tratto
a niuno ufficio, che gli fusse dalo divieto
6no a detto tempo , e fusse nondimenu
rimesso a quel t.de ufficio, a che ei fosse
stalo tratto . E 224- Del detto mese di
giugno si trassono i priori nuovi , e par-
ve che per quella tratta tutta la cilU si
rallegrasse. (C)
* g. CLXI. Trarre dal latino, o si-
mile, vale Tradurre dal latino, o simile,
in italiano. Salv. .tvvert. 1. 12. Il vol-
garizzamento e' è della terza Deca, ma per
nostra credenza fu tratto dal Latino. (F)
* CLXII. Trarre d,il mondo, vale Uc-
cidere, Ammazzare. Lai. vitam adimere.
Car. Leti. Tomit. l\. Se voi slavate tre
ore più in Roma, senza manco niuno, vi
volea trar da questo mondo. (C)
g. CLXIIl. Trarre del capo, vale Ca-
var dei capo, del pensiero. Cron. Moreti.
E quivi volendo , e non potendo Iranni
del capo r immagine del mio 6gliuolu
( qui neutr. pass. ).
* g. CLXIV. Trarre del sepolcro, va-
le Rendere immortale. Petr. cap, 6. Vi-
di dall'altra parte giunger quella Che trae
r uom del sepolcro, e in vita il serba. Ar
Fur. 3y. 16. Qucst' una ha non per sé
falla immortale Col dolce std di che d
miglior non odo ; Ma può qualunque dt
cui parli o scriva Trar del sepolcro e fal-
che eterno viva. (Hf)
g. CLXV. Trarre di bando, vale Sban-
dire, cioè Rimettere, o .-Issolvere lo sb*m-
dito. G. F. Q. 176. I. lì quale Comuno
promise loro di trarli d' ogni bando.
g. CLXVL Trarre di mano, volt Ot-
vare delle forze altrui . Bocc. nov. ^.
l8. Colla mia sollicitudìne e opera delie
mani la trassi alla morte . l'etr. cani. 4-
5. Nfc tacendo pntea di sua man Irarlo , 0
dar soccorso alle virtuli afOille.
g. CLXVII. Trarre dimora, o dtmo-
ranta , vale Dimorare. 1 at. moram tra-
here . Gr. ava6o)f;v T'HiTàati. Amet.
40 Si dispose ■ seguire con somma sol-
lecitudine Giunone , e re ne' servigii di
lei ec. trasse sua dimoranaa- E ^i- ^fellc
oscure nolti triste dimoranzc traeva pian-
gendo .
g. CLXVIII. Triimr d'inganno, vah
Sftannare. Bocc. nov. 26 21 Dililierò di
palo«arsi , e di trarla dello 'nganao , nel
quale era.
« S CLX IX. Trar di tj mistione alcu-
no , vale Impor termine alla quistiona
di lui . Bocc. g. IO. n. 6. poiché il Re
alquanto dispulare ebbe conceduto , alla
Kiammella guardando , c«imandu che no-
vallando traesse lor ili quisitone (cioè, fa-
cesse ii-rminar la loro quislionc). (F)
§ CLXX Trar di se. 0 simili, raU
T I K
t 1 n
T I K
i54i
Far u,c,r d, «. « L«l: &;. M. .i m'
aYM ed il dolor sostenuto, o la r™" di
■me trailo, che cosi, come mai stalo non
ti foisi, d' esserci stato mi ncorcia»a. V La-
sale Vcd. cuor. 24fi. L'an.ma veramen-
te fc più quivi ove ama , che nel corpo ,
perocché T forte amore la trae di se , e
uniscela all'amato, (l)
« CLXXl. Trarre di stano, vale t.a-
,.art di senno , Fare impazzare. Lai. ad
,asa,nam rtdiprc Gr. «'? I^'^'^J l^'''
i.Jv.iv . Bocc. no.: 66. I. Moli, sono,
U quali semplicemente parlando dicono che
amore trae altrui del senno.
8 CLXXU Trarre di ulta, vale Ucci-
dcfe. Ammazzare. \.^X. cnccare , ..u,m
adimcrc. Gr. XTSi'.scv Peir. canz. 38. 4.
Né a pianger mio, ne 1 prcsh. pon lar
Laura Trarre 0 di vita, o d. mart.r quest
*'fi. CLXXIII. Trarre d- uno, va
U Cavar ulilili da checchessia . .Sen.
Pisi 19 Quesl" lusinga'"" e piacentien
ec. U seguivano, non per amore di le ,
ma per trarre di te. (Fj
# S. CLXXl V. Trarre esempio d" uno,
vate Imitarlo nelle sue azioni. IH- SS.
Pad 1 17- Volendo dunque Antonio
trarr'e esemplo di Santo Elia e reputando
ec. partissi dal primo abitacolo, (l)
* S CLXXV. Trarre fuora, vale tc-
cetluare. Ar. Pur. 20. /jl. E quando
ogni altra cosi fosse ancora , Me sola di
tant' altre io vo' trar fuora. (M)
« S. CLXXV! Trarre fuori, parlando-
si di Voci , vale Porle in ordine alfabe-
tico , Registrarle . Salvia. Annoi. .Mur.
1 287. Che poi sia stalo trailo fuoryo-
Asmo, e sofisma, ciò non fu forza. (1\)
*S CLXXVII. Trar fuori, talora vale
anche Inventare. Dant. Purg. 24. Ma di
s' io veggio qui colui che fuore Trasse le
nuove rime. iBr)
§ CLXXVIM. Trarre piai, Lamentarsi.
\.M. connueri . Gr. ^E>ys<!3=" ■ -"• ''■
IO 33. E levato il pianlo, traendo guai ,
incominciò a gridare. Petr. son Ì2. L
aspetto sacro della terra vostra Mi fa del
mal passalo Iragger guai . E canz. 8. o.
Tal eh- io non penso udir cosa giammai.
Che mi conforte ad altro, eh' a trar guai
fìern. rim. 1. 7^ lo attendo a Irar guai
, cenùoaia , E fammegU tirare una lan-
' S CLXXIX. Trarre il filo della cami-
cia] modo proverh., e dicesi deW Indur
chicchessia al suo desiderio . Bocc. nov.
85. 19. Tu m' hai colla piacevoleiaa tua
tratto il 6I0 della camicia.
"!. CLXXX. Trarre il sottile del sot-
tile, vaie Maneggiare con industria le cose
piccole, a fine di ricavarne utilità, o van-
taeeio. Lai. parcere , comparcere . Gr.
ost'òs^aai Cron. Morell. 2\G. Era sa-
iuta nella masserizia della casa , e non
con punto di avariiia , o di miseria , ma
traeva il sottile del sottile.
§. CLXXXl. Trarre in volgare, vale
l'olgarizzare . Lai. in vernaculam lin-
gua'm vertere. Gr. si; 'l-i-/.àztoi yJwj-
joiv u£T«y?a!:Eiv . Declam. Qiiinlil. P.
Libri bellissimi e utilissimi da gramatica
hanno trailo in volgare.
§. CLXXXll. Trarre la bambagia del
farsetto ; maniera proverbiale . che vale
Snerbare , Indebolire; e s' intende pro-
priamente per cagione dell'atto carnale.
Bocc. nov. 3o. 12. Si la bambagia del
farsetto tratto gli avea, che egli a tal ora
sentiva freddo . che un altro sarebbe su-
dato . . , , ,
§ CLXXXIIl. Trarre /a /ime, /artif, e
simili, vagliono Sfamare , Dissetare . ec.
Alam. Colt. 5. 106 A trar 1' csUva sete
ai Bori e 1' erbe.
S CLXXXIV Trarre lagrime, vale
Piagnere, Lagrimare. Lai fere. Gr.
§. CLXXXV. Trarre la seta, vale Ca-
taria seta da' bozzoli.
* C CLXXXVL TrarlasorU, vale Ei-
mettersi all' arbitrio della sorte. Borgh.
OriQ Fir 3l.rinchfenou SI mette in chia-
ro quando, da cui, e a cui fu ed.6cala Fio-
renia , sarebbe mettersi aUa ventura, e co-
me si dice, un trar la sorte, voler risol-
vere, ec. (Ci .
+ S CLXXXVU. Trarre la vita , vale
Menare la vita, I ivere. Lai. vitam age-
re. Gr. tòt ^lov Jia-piS=tv. Ott. Com.
Par. I. 21. Glauco pescatore a lenza e a
reti , per trarre sua vita, andava pescando
su per li lidi del mare.
§ CLXXXVIII. Trarre le notti, i giorni
ec. ', vale Passare le notti , i giorni ec.
Lai. dies, noctesqiie trnduccre. Amel. 74.
iNclla mia camera le paurose notti traeva
nel freddo Ictlo. Tass. Ger. 7. l3. Cosi,
agli amici Boschi tornando, ho tratto 1 di
felici .
:;: 8 CLXXXIX. Trarre nel segno, meta-
foric. Frane. Sacch. nov. l^Q- H Vescovo
di Parigi mono; di che pensando e gli
elellori, e la comunit'a di nuovo Vescovo,
tulli traevano nel segno con le voci a
questo Abate, per lo più santo uomo che
fosse in Francia (lutti s' accordavano
nella scelta di lui). (V)
§. CXC. Trarre patto , vale Conve-
nire Paltovire. Lai. paci sci , convenire.
Gr. 5J;U*u»sTv . M. V 2. 12. Sanza
consigUo de' suoi castellani, a suo vantaggio
trasse patto , e rendè il casleUo a' nimici.
§ CXCl. Trarre sospiri, vale So-
spirare ; e talora anche Far sospirare .
Petr. son. 269 Ma per me, lasso! tor-
nano i più gravi Sospiri, che dal cor pro-
fondo tragge QueUa eh' al ciel se ne porto
le chiavi.
* § CXCll. Trarre un saggio, vale
Fare una prova, un tentativo. Cor. Fn.
II 8oi. Lascia me col mio stuolo assa-
lir prima La troiana oste, e che primiera
io tragga Di qnesU pugna e de' tuoi ri-
schi un saggio. (M> . y ,.
§. CXClll. Trarsi, vale anche Appli-
carsi, Attendere, noce. nov. 67. 2. E per-
ché egli alla nobilt'a del padre, e non alla
mercatanzia si traesse, non 1' aveva il padre
voluto roeltere ad alcun fondaco.
* §. CXCIV. Trarsi , figuratam. per
Tendere. « Cron. Morell. 235. Ma la na-
tura, per se medesima gentile, si trae sem-
pre aÙa virtù >•. (N)
§ CXCV. Trarsi, per Ritenersi, Aste-
nersi, il disse Dani. Inf. 3. ln6noal6u.
me di parlar mi trassi.
* g. CXCVl. Trarsi di testa , 0 di
capo , vale Cavarsi il cappello in segno
di riverenza, o per salutare altrui. ì areh.
rim. buri. Deverebbe ciascun quando li
vede Trarsi di testa , e farti un beli' in-
chino. Matt. Franz, rim. buri. Che strana
foggia è quella che baiala Trarsi di capo
come arriva il lumel ( Br)
* §. CXCVIl. Trarsi d' obbligo, vale
.S-Jebilarsi . Ar. Fur 46. 12. (he non
r.inl parmi, Ch' io possa mai di tanto ob-
bligo trarmi. (C)
* g. CXCVIl I. Trarsi fuori di qualche
male , vale Liberarsene . Ar. Far. 46.
3o. Che pochi mali al mondo son si pra-
vi Che 1' uomo trar non se ne possa fuo-
re. (Br)
« §. CXCIX. Trarsi gli occhi , vale
Cavarsegti . Fior. S. Frane. l85. Se tu
vuoi ben vedere , traiti gli occhi , e sia
cieco; e se tu vuogli bene udire, diventa
sordo (parla della santa cautela ,<piri-
'"«'§. ce. Trarsi vita. F. TEMPO,
g. XXI!. (F)
* g. CCI. Trarsi la voglia , vale
Cavarsela, Sodisfarla. Matt. Franz, rim.
buri. Parte vi fa di sua somma bontà ,
Tal che possiate trarvene la voglia. (Hr)
TIRARE, nome. Corda, o simil co.ta,
con cui si tira. Cecch. F.ialt. Cr. 1 I.
In sur un piede Di berilli dall altra ban-
da ha fermo Un gallo d' oro, qual per via
di certi Tirali balle l'ali.
TIRATA . Feritale . Il tirare . Fior.
Ital. D. Le falci fanno peggio da tirala ,
che da percossa
g. I. L' usiamo anche per Continua-
-ione , 0 Lunghezza continuata di ehee-
cliessia. Pera: Uri. 2. 9. 44. Era la stra-
da una buona tirata Un miglio , e più ,
sin eh' al petron s' arriva. Oal. Sist. 5j.
Vi se ne scorgono alcune tirate e conli-
nuazioni lunghe di centinaia di miglia. E
02. Intorno alle macchie sono grandissl-
me tirale di montagne . * Pros. tior.
Bellin. leti. b,. 1. 278- E qui finisco ,
perché veramenle ho le rene rotte, e non
credo d' avere scrino mai tanto in vila
mia in una tirala. (C)
i: 8 II. Tirata di penna, dicesi per
accennare una Scrittura fatta presto e
<enza tulle le debile consiilerazioni . t.a-
hl. Leti. Uom. III. 1. 7'- " l"»'"^ < "r
mandamento), quando della mano e del-
la vista mia gi'a potessi servirmi , torse
in una sola tirata di penna avrei esegui-
° * § III. Tirata , detto di malattia
Cecch. noi. 4. 2. E' se ne prese tanto de
lore, che e' se ne pose nel Ietto, e n ebbe
una tirala di più che tre mesi. (IJ
f IV Per Beuta, modo basso. Matm.
6.^49 È falle due tirale da Tedesco, La
tazza'liutta via subilo in terra.
* TIRATELLA. Dim. di Tirala. (A)
* TIRATESTA. 7'crm. de' Chirurgi.
Strumento chirurgico ad uso dì estrarre
la te.'Ha di un bambino merlo net par-
'"/* TIRATEZZA. Lo stalo di ciò che
■e leso, o tirato con forza. Bellin. Pise.
I 228 Non e' è ce bischeri ne ponticelli
che faecian queste diETerenze di tiratezza
in questi strumenti. (A) E 232. La
vela starebbe sempre nel medesimo gon-
6amento, o nella medesima liratezza se in
lei battesse qualsivoglia altro corpo , che
avesse le medesime condizioni del ven-
TIRATO. Add. da Tirare, in lutti i
.,uoi signifie. Bocc. nov. 6. 3. Gli suo.
poderi erano grandi, e ben tirala la borsa
f cioè, piena , onde non facea grinze), t.
nov. 17 16. Dalla piacevolezza del beve-
raggio mata, più ne prese, che alla sua
onest'a non sarebbe richiesto r™e, allet-
tata ) . * /? g. 8 n. 5. Il quale Uratos.
in una camera scrisse in su quella carta
certe sue frasche ( cioi , r.l.ialos. ). (If
lab. 258. Alle gote dalle bianche bende
tirale risponde la vcntr.iia (cioè, distese.
contrario di grinzose, 0 lente). Irane.
Sacch. nov. 80. tu. Tiralo pe panni, mo-
slra agli uditori nuova ragione di quello
(cioè, fatto accostare prendendolo pe pan-
ni). Dav. Colt. 160. Taglia 1 raspi bene,
acciocch'e n' esca un certo umore asprigno
e rodente, che U vino fa tirato e risenti-
to (cioè, chiaro, limpido). /•- Tae. Da..
Ann. l3. 164. Mostrerebbe se egli s. ser-
ve d' uomini da bene , o no , se d. capi-
tano valoroso senza invidia, o «'"to
ner ricchezza e favori. F Stor. i- ^'^-
'mo1.7 centurioni e soldati fra,, innanzi
da Vitellio, a malincorpo ">"'"»" ''"°-
ripe ( in questi due esempi vnte pro-
"'%'V' ! Ben tirato, parlandosi d' ope-
ra d'ingegno, vale Ben lavorato . fatto
bene. Red leti. 110. Bello e .1 sonetto,
\^2
T I n
ben tirato, e condono al Bne con leggia-
dria, ed il puDiicro è nuovo. (C)
g. II. Stare in ntl tirato. V. STARE.
V §. III. Venir tirato , vale quanto
Venir difilato. Ceccft. Corr. 5. 9. E* ne
vengono Via tirati per aver la moglie. f^^
* TIR.\T0IA10. Term. de' Lanaiuo-
li. Colui che stende i panni al tiratoio.
TIRATOIO. Luogo dovesi distendono
i panni di lana. * Fr. Giord. 33. Andan-
do io, disse fiate Giordano, a uno tiratoio
trovai panai, eh* cran loro tratte le 1>udclla
fc/o<' stirali). (V) f arch. Stor. io. 276. C<ìn
questo ancora, che i tiratoi e' purghi e le
tinte non sì potessono alienare per gli
uTfìciali di dette vendite.
* §. Tiratoio , Dicesi anche Ciò
che sm-c a tirare 1 detti panni. Piicc.
rim. nel Ceniti. f'oL i^. pdg-. 291 . Quan-
do tu mi radi tanto peni, Che di ntauin-
conia Ira man ti muoio, E par che tu mi
metta al tiratoio , Tanto piegar mi fai
drielo le reni (parla al barbiere), (li)
f TIRATORE. Verbal. masc. Che, o
Chi tira. Lat. ductor. Gr. a'yuyo's. /"i-
ìoc. 5. 66. Lo mirifico tiralor del carro
di GiunonCj e ima calandra, e un picchio.
Lib. ^strol. Fae un cannun ritorto tale,
come quello che la gente chiama il tira-
lor deli' acqua.
§. I. Per Torcoliere. Car. leti. 2. 83.
Di già si è fatta la provvisione d* assai
huoni caratteri, ed è venuto il tiratore a
questo cfTclto.
^ g. 11. Tiratore j chiamano i Mari-
nai una l'ifcola fuw, che sen-e per xo*
spendere 0 tirar giù la barca , o trozza
de' pennoni di mastra e trinchetto nel
ghindargli o amnintnargli, per impedire
che non s' attacchino alle trinche di detti
alberi. (A)
* TIKATURA. // azione del tirare,
dell' imprimere. (C)
* TIRCHIEIU'A. A\'arizia, Spilorce-
ria. (A)
t * TIRCHIO. Add. Avaro, Spilor-
cio. Lasc. cen. I. nov. 6. png. 125. Non
ti vergogni lu, villan tirchio? (A)
TIRELLA. Fune, 0 Striscia di cuoio,
o altro, con che si tirano carrozze, o Ji-
mili. ^f Salvia. Om./acc. 2o5. E nel tem-
po che il vecchio del destriero Lo tirelle
tagliava, andato suso Colla cultella, ec.
( »/<«;
TIRIACA. r. //. Triaca. Lai. theria-
ca. Gr. br,piax/,. Ros. l'it. F. P. cap.
19. Il quale desiderio per iofrenarlo ci
ha Iddio dato Ituona liriaca , come e il
pensiero di-Ua morte ( (fui Jìguratamcn-
le),
TIRITERA. Stravagante lunghezza di
ragionamento i Voce bassa. Lat. sermo-
nis circuìtio. Gr. ;Tept09o)9yi'a. Varch.
Krcol . 323. Questa e una lunga tiritera.
Allcg. 217. Ma venutagli a noia questa
ricadiosa tiritera ce. fece ce. un solenne
politxolto.
f 3 TIRO. // azione del tirare colle
armi da fuoco in un luogo determinatoj
ed anche il Colpo che sì fa tirando. Lat.
teli iactus. Gr. i/>:3oii"='- Co/ Sist. lao.
Ma 1' esperienta nittstra, i tiri essere c-
guali ; adunque 1' artiglieria sta immutulr.
/i appresso; Mai non si correlihe nel se-
gno rhe altri avesse tolto di mira , ma
sempre sarehliero i tiri costieri verso Pu-
nente. # /^' 17^. Ma rredclo voi rhe si
trovasse homhardirr cosi praliro rhe to-
gliesse a dar nel liertagliu r)gni liro7 (w/irr.
Stor. 17. 36. Il secondo tiro percosse e
roppc una gamha alquanto sopra il ginoc-
chio a Giovanni de' Medici. (C)
# §. I. Tiro, si dice anche la Linea
secondo la quale si tira ; e si usa sin-
golarmente parlando del Cannone. iialU.
T I R
Tfttt. Fort. 33. Il medesimo ancora si
deve considerar rispetto al piano della
campagna , dimandando tiro di striscio
quello che la va radendo, e di f eco quel-
lo che venendo da allo la percuote in uo
sol punto. (C)
* g. II. Tiro, dicesi anche la Distan-
za, 0 Spazio che è dal luogo d'onde si ti-
ra, al luogo dove si arriva tirando; ed in
questo .tento dicesi cosi delle armi da fuoco,
come d'altro. - Cuicc. Stor. 9. Accosta-
ronsi le armate 1' una all' altra sopra Por-
to Venere quanto pativa il liro delle ar-
tiglierie ". /'. 19. 189. Accostatosi con una
trincea al diritto di>lla hatlena, e fatta uà*
altra trincea al diritto degli alloggiameoli
Spagnuuli, lontana al fosso un tiro di ma-
no, ec. vi piantò su l'artiglieria. (C)
■\ §. III. Onde I ssere a tiro di moschet-
to, o simili, diresi dell' l'ssere dentro al-
lo .-^azio, dove arriva ti tiro del moschet-
to, o simili.
§. IV. Fssere a tiro, assolutamente, di-
cesi per mctaf. dell' Fssere vicino alla
conclusione, o al termine di checchessia.
§. V. Tiro , Sorta di malattia d'' ca-
valJi. Lib. Ma.tc. Quando i cavalli han-
no il male del tiro, voglionnc esser curali
con maniera differente. F appresso: A'
cavalli che hanno Ìl tiro^ da* a mangiare
la vcrminaca.
§, VI- Tiro a due, a quattro, o asci
si dice di Carrozza, o simili, tirata da
due, da quattro, o da sei cavallij e anche
de ^Cavalli medesimi uniti insieme per
tirarla.
g. VII. Tiro, si usa talora per Offesa,
Giaria, o fìefja fatta altrui insidio.ta-
mente. Puon. l'ier. 2. 5. 5. Un hcll' u-
mor, che per fare un liei tiro Dichiarò
ec. Malm. 9. 56. E di quel tiro stiaccia
come un picchio.
TIRO. Spezie di serpe, T'ipera. Lat.
thiro. Guitl. lett. 20. Coslum' è di sag-
gio uomo non trarre di arnia vcneno, ma
di liro triaca. 3/. Aldohr. P. .Y. IO9. As-
somiglialo alla natura dei serpenti, che si
appellano tiri, de' quali ^i fa 1' otriaci. Ar.
Fur. l3. 32. Da muovere a pictadc a-
spidi e tiri. Morg. \!\. 82. E '1 tir eh* a-
vea lo ' ncantalore scorto, Acciocché le
parole sue non oda Aveva V un orecchio
in terra porlo, E 1* altro s* ha turato col-
la coda.
* TIRO. Porpora. Lat. tyrium. Te-
sorett. Br. il. o^- Sono in quello giro
Balsamo, e amhra, e tiro. E lo pepe, e
lo legno Aloè, eh' è si degno ce. (C)
t TIROCINIO. 1'. L. Studio che uno
fa per apprendere qualche arte, o profes-
sione j I\ovizinto. .^'alvin. Disc. 2. .^08. Vo-
leano quei valenti governatori di città e
datori di leggi, che i sollaui ancora e 1'
allegrie ilei popolo fossero frulluose, e il
valore militare, da impiegarli seriamente
nelle occasioni, avesse anco tra'giuochi un
dilettevole tirocinio.
* TIROIDE. Term. d,gti Anatom.
Cartilagine che forma quella prominenza
chiamata l'omo d' .■4damo (.4)
* TIROIOIDÈO. Term. degli Anató'
mici. Appartenente alla laringe. (A)
« TIHO.NK. V. L. Pnypriamente Sol-
dato levato di fre.xco. Lal.r>ro. Gr. vfOi-
Sper. Sper. Apol. part. 1. Negli rscrciti
de' Rumani la Icgiour de* lironi non era
meno ordinata , ne di più frale comples-
sione che fusse qui-IU de" veterani, (t'/*)
*t §■ '''*'■ similit. A'oi'fsio In generale.
Morg. 27. 37. Il qual nuovo lirnn questa
volta erra , Peroecb* egli era un sempli-
cetto agnello Con un tiravo leoo, eh' ognu-
no atterra .
* TIRSO. Asta attorcigliata di pam-
pani, e di frondl di eìlera. Lat. thyrsu.<.
Gr. &i/pio;. polis, slam ì 1 1 a.' I.' ar-
TIR
dite Ninfe 1* asioel suo pavido Pongon col
tirso ed ei colle man tumide Ai trio »*
appiglia. Car. lett. 2. l'jS. Nella sloùlra.
tiene un corno di dovizia, e nella deUra
un tirso vestito lutto di froodi e di ghir-
lande- E 23^. E Bacco col tirso rinvolto
d* cllere e di pampini. Segner. Vred. 27. 6,
Antigono, signor de* Macedoni, voleva che,
come a Bacco, gli fosse sempre recato di-
nanzi un tirso vestilo dì verdi pampaoi .
Salvia. Pros. Tose. i. 162. Nella stessa
guisa che Bacco co* suol pampinosi e ede-
race» tirsi ( le punte fcritricl dell' aste fa-
sciando col verde della raaDsoetudine ) la
natura d' Iddio dimostra. (')
"f TISANA. V- L. Bevanda d'orto
cotto in acqua , 0 vino fatto con orso ,
Birra. Lai. ptisana. Gr. jiTtfffl^vii . Al-
bert, cap. Il- Se tu triterai lo matto nel
mortaio , siccome si trita V orzo e la li-
sana col pestello , non si parte da lui la
m altezza .
TISICA. F. A. Ttsicfiexza.L3t.phthi-
sis. Gr. oStsi;. Amm. Ant. 2. 4- 5- Dio-
nisio tiranno , un tempo hcvendo tempe-
rato, incontanente cadde in lisica, e dod
potè guarire se non tornando ehhro coma
solca essere di prima.
TISICHEZZA, infermità di polmoni
ulcerati, che cagiona tossa, e fa sputar
marcia . Lai. phthisis . Gr. yài'ffi; . Sen.
Pisi. Il corpo de' quali e in grassezza, e
r anima è in magrezza, è in tisichezza.
t TISICO. Sust. Tisichezza. Lai. phthi-
sis . Gr. o&i'?i^- M. Aldohr. Se alcuno
sentisse di tisico, liolla i fior del ramerino
col latte di capra. Sold.snt. 3. Gl'infermi,
che più adentro che \\ polmone Haano il
tisico, ond' e 1* anima infetta (la stampa
legge la plisi). Dav. Man. 1 16. Standosi
nel capo e ne' grandi oppibla, lo stalo ne
cadrà in atrofia. Idropisia, diahctlca, tisi-
co, o NÌmil m.ile (qui figuratam). * Cuicc
Avveri. 76 Come ancora avviene ad uno
che muore d' etico, o di tisico, che la stu
vita sempre si prolunpa olirà T opinione
che hanno avuto i medici. (C)
3 TISICO. Add. infetto di tisichezza.
hH. phthisi lalH)rans. Gr ySi5i/05. Cron.
Morell. Tu non arai figliuoli se non a step-
to, lu l'arai femmine, tu gli arai tisici,
e mai non parrà che vadano innanzi. iJh.
cur. maiali. Perciò vale a quelli che sono
tisirhi , etichi, e magri, ihlt.im. 5 l5.
Che per vederlo un san verrehhe tisico .
Circ. Geli. 6. 1^4 ^ " "°° troverai mai
nessuno , che in quc' ( mah ) del corpo
chiami mai la felihre sanità , oè V esser
tisico liuona valetudine.
sS §. I. /,■ in forza di sust. - Cr. 5.
48. 5. In quel medesimo modo si (* il mele
violalo, e vale a* tisichi che hanno Ichhrc,
dato con r acqua tiepida m. (C)
g. II. Per mela/. Frane. Saech. nov.
l44- r>cl centro di quella luna tisica e nera
si vede uscire uno heodone liianco , che
parca uno husecrhio.
TISICUCCIO. Tiscuzso. Frane. Sacch.
rim. 26. E tu se* lisicucna , Che ti criepi la
huccia.
TISICUME. Tisica, Tisichetxa. Ltt.
phthisis . Gr. f ài'stc . Lih. cur. malati.
Questi sono i rimedii che giovano al listr
cume. F appresso : Chi Irnic di avere a
patire di li>icume . uii il Ulte di Tacca .
E allroi'e : Coloro che hanno gomito il
sangue , pizzicano di lisicume.
g. Ter mel.if. Ta< . D,u . Perd. eloif.
!\\'S. A qualunque altri della medesima
infermeria quesl* osu e questo liucume
piacesse .
TISICUZZO. Dim. di Titéeo.
g Per similiL vale Di poche foru^ Di
poco spirito . liocc. «<»»■. aO- 20. Si tisi-
cuzzo e triilaniuol mi parete.
<t TITILLAMENTO SolleUcarmen^ ,
T l T
^jCo.io'^ .u od. esser gii v.cno 1 am.co
^. ti semi tosto svegliare .i. te un l.l.l-
lamento di iM''}o , el.e li spinge » cor-
rcrcli ''"'o'>"'».(') ,ij„,
•+ * TITII-LARE. >.«i("ir blanila e
„olle commozione in P"--'», """f "."°;,"
, nm«« rfe/ oor;.o «mmaU . M-rch,'-
lucr. I. 846. E sol prestai (g{' ,'""•'''"'
freden-a a\uei cone.t.i Cl,e l.,.llan 1 o-
rccchie, e con sonora E soave armoma 1.-
sciati sono, f./^) _. .,, .„
•+ * TITILLAZIONE. Titiltamento.
Sera. CaUot. Mar-.. 169.. E de' avvertire
che il seme del n.ascl,io e pm caldo ibe
quello della femmina, onde nasce più per.
fetta lilina.i0De, e toccamento, e q"^*' sol-
leticamento. fCM-"'- lnal.mol.loc.^^.
Oneste tre (pulsazioni) con tanto mter-
^au" di tempo, quanto è la me.i d. quello
che -e tra ciascuna coppa e le solitane
dell'acuta, fa una titillazione ed un sol-
letico tale sopra la cartilagine del l.mpa-
no, ec. Cocci,. Boga. Questa materia SI
rende sensibile alla sorgente per <,uellu
gentile tilillaiionc dell' odoralo. M)
TITIMAOLIO, e TITIMAI.O. Pian-
ta, la quale, in qualsi^-oglia parie tnta-
gliata, gctla lane , e sonne molle specie.
Lai. tithymalus. Gr. -:,ìl^a'^)o;. Cr.g.
QQ. li. Dopo i freddi digiuni del verno i
Smagli, i fiori amari dell' olmo, che pri-
ma nascono, desiderosamente .appetiscono.
Tes Pof. P. S. cap. 6. Anco la radice
del litimaglio agresto , collo con assenzio
ec della suslanzia sua lanne impiastro .
Bicett. Fior. 37. L' esula si chiama da
Greci titimalo ec. l'cr 1' esula maggiore
s'intende la piliusa di Dioscoride ec, per
r esula minore il titimalo ciparissa. /^ 92.
Da' lilimali si trac I il su^o ) , cogliendo
r erba nel tempo della vendemmia.
3 TITOLARE. Inlitoinre. I.M. litnlo
insianire, inscrihcre. Gr. T.'r>ov ! -<•/.= -.<-
= P.v. G. r. 7. 43- 5. U dello Papa fu- re-
Jorio Decimo j cominciò a fondare la chiesa
di san Gregorio olir' Arno, e per lo suo
nome così la titolo.
* § I. Einsignifc. neutr.pass. .. V.
r. 8. 3o. Sicché mai per innanzi ne 1
Doge né '1 comune se ne titolasse .. OV;
Sper. Graz. Fu il primo che Bc di Fran-
cia si titolasse. II.)
* fi. II. Coir ly. lìorgh. 1 esc. lior.
355. Par che voglia che l'antica Catte-
drale fusse titolala in San Salvadorc ffioe,
avesse il titolo di S. Salvadore). Il')
TITOLARE. /liM. Che ha litolo, l he
appartiene a titolo. S= Jìorgh. l'ir. disf.
282. Questo uso de" Vescovi titolari ec.
non era allora. (I )
* §. I. Per Che ha il titolo e non la so-
stanza , 0 il posse.<so della cosa . Cas.
Orai. leg. Se lo inllierio non le ha il ti-
tolo della libertà tollo e cancellalo , egli
le ha ben fallo, e fa pagare, per lo suo va-
no e lilolar riscatto, lanla e si grossa som-
ma, che egli se ne può tener per conten-
to. (fP)
* § 11. Titolare, in forza di sust.
dicesi II Santo a cui è dedicata una Chic
sa, un henejìcio, o simile, f Ci
•f * TITOLARIO. l.il'ro de' titoli ,
che ser\'e di regola come usare i titoli .
Magai. Lea. seleni pag. 259. A studiare
i titolarli di tutte le Segreterie d'Europa,
in tulle vi sar'a una lettera più popolala
dell' altre . E pag. 260. Ho trovalo che
questa (Cj , nel mio tilolario ancora , su-
pera , dal B in poi , tulle 1' altre. (A)
TITOLATO. Add. da Titolare. Lai.
fi(«/o insignitus, appcllatus.Cr. -ftsayo-
peU5>-:«9;. M f 9- 94- " m^fS'or fra-
tello del Re, titolato Impcradore di Coslan-
linopoli, SI tramnieltca di fare concordia Uà
T 1 T
loro. Zihald. Andr. \!^2■ Non fu solo uno
titolato Ercole, ma molli, siccome 1 liomani
nomarono i Cesari ( cioè, appellalo chia-
mato ) . * Pecor. g. 17- n. 2. \ ave,'^
un picciolo oratorio, titolato col nome d.
S. Pietro, (fj ,
e Titolato , in forza di sust. ^ lo'e
Personaggio che ha titolo di signoria o
,/, dignità. Segner. Crist. instr. i. 4. 8.
Un certo titolalo , comparso aUa corte <^i
Carlo Quinto con una pompa supcriore di
molto alla sua condizione , benché onore-
vole , dicea di esser venuto per veder 1
Impcradore. „ „ ,. -
•f :'.= TITOLEGGIABE . Dare altrui
i titoli che gli appartengono. Allegr- rm.
p. 167. r Am.-t. 1-54 ) L' Abuso e latto
Imperatore, Al qual, s'io non m inganno,
s' appartiene Tiloleggiar secondo il proprio
umore. <Al , , «-
TITOLO. Dignità, Grado, o J^ome
che significhi '"'■ '■<'^'- !-»'■ ''1"';"' ■'"
gnilas. Gr. aC'»- l^""- '""'• ^^- 'i' *™"
pre rifiutando d' esser chiamato maestro,
il nual litolo , rifiutalo da lui , tanto più
in Ini risplendeva . Lab. 31^. Quanti so-
no i signori, li quali, se io per li loro ti-
toli le li nominassi, in tuo danno le ne
vanaglorieresti. C. / . 8. 42. 2. Gli die-
de titolo di Paciaro in Toscana. MI . f-
60. Uomini che non sapicno quello eh
e' titoli de' giudici portassono , e a loro
non se ne aspettava alcuna "sa.
?: § 1. Titolo, si dice anche delle (Jua-
lificazioni che si danno agli uomini ad ac
cennare certe relazioni. Gioì. Geli. Ut.
Alf. 12. Fu cognominato universalmente
pacificatore e chiamalo onor della patria ,
col qual titolo furon battuti in Ferrara
que' ducali d' oro , che si veggono ancora
in.sioo a di nostri. fC; , j. ^ ,
* g. 11. Titolo, si dice anche di (erte
qualificazioni che si danno per onore. F.
TnOLO.NE. fC
+ :S g. III. Titolo, si dice anche par-
lando dì alcune Chiese di fioma, o de-suoi
dintorni, il cui nome viene assunto dal
Cardinali. Beni: Celi. Oref 58. INel qua-
le ( suggello I intagliai 1' Ascensione di
nostra Donna con dodici Aposloli; i\ qua-
le era il litolo di dello Cardinale. (I)
+ §. IV. Titolo, si dicono anche le
Parole che si pongono nel Jrontespizio di
un tihro, per farne conoscere In materia,
e per lo più anche I' autore che l'ha coni-
posta; Iscrizione. Lat. inscriptio, tilulns.
Gr. iiiiyfy.fr:, rM.oi. Bocc. g. 'j,. p. 2.
Il che .issai manifesto può apparire a chi
11 .- ----,^J... t^^ti'ila Tinv
t l T
1543
le presenti novellelte riguarda, le quali non
solamente in fiorenlin volgare e m prosa
sciillc per me sono, e senza titolo, ma
ancora in ist.Io umilissimo ( I edi .sopra
questo luogo la prima annotazione de, De-
pulntiì.-f'SaU'in. Annot. Buon. Pier . 2.
4 3 Titoli curiosi ricercali e bizzarri di
barzellelle o commedine. Questi titoli ap-
peUlosid. libri ec. Minio gli burla garba-
tamente, (ri'j
:^ fi. V. Per Inscrizione, Memoria.
Bemh. pros. 1. li- Mostranvisi a' riguar-
danti in ogni parte e in ogni via titoli di
vilisMme persone in pietre senza ninna di-
piit-a scritti. iVl Poliz. rim. lelt. 2o3.
Nessun alleo litolo sollo la sua slalua u
intaglialo , se non quest' uno , the dello
insb'me ridurre il glorioso omerico poema
lui primo fusse stalo autore . 7f.r. /'<"■■
Ann. 2. 36. Cesare chiamo, e lodo 1 vin-
citori . e rizzò un trofeo d' armi con su-
perbo titolo. (C) ierd. Stor. 3. 108. La-
scio nel lito una colonna col titolo testi-
ficante la sua venula. (1^1
f fi. "VI. Per Denominazione . Vant.
Inf. 33. Breve pertugio dentro dalla mu-
da. La qual per me ha'l tilol della fame
1 ce. , M' ave» mostrato per lo suo forame
Piò lune gi'a , ec. * P.orgh. Orig. Tir.
l5l A>ea in concetto di fargli (a Mar-
te ì un tempio sotto il titolo di Vincilo-
re. ff^l
§. VII. Per Cognome. Bocc. Vii. Dant.
223. Il valore di costui fu cagione a quel-
li, che discesero di lui, di lasciare il titolo
degli Elisei, e di cognominarsi AUighieri.
■■» §. Vili. Ti(o/o, per Intitolazione,
Dedicazione d' un' opera . Bocc ■ Lelt.
Co: Altai-illa. Veggendoti a' tempi nostri
per molli tuoi splendidi ed onorali fatti
chiaro esemplo d' anlichil'a , come a tuo
splendor benemerito ho voluto aggiugner-
vi il donodcllilolodi questa operetta, giu-
dicando ec. 1 1' )
g. IX. Per ì'anlo. Fama. Lat. laus ,
gloria, fama. Gr. £-aiv05, òo'la, ^riiir',.
Lab. 214. Siccome quella che di tulle a-
vrebbc volulo il lilolo. Pelr. cap. I. Poi
vien colei e' ha '1 tilol d' esser bella.
§ X. l'er Ragione , Diritto; termine
legale. Lat. i.i.r. Bocc. no,: 94. 19- Que-
sta donna meritamente è mia, ne alcuno
con giuslo titolo me la può raddomanda-
re. E niim. 21. Giuslo titolo parendogh
avere in ciò che la Iracutaggine altrui a-
veva gillalo via. * Pros. Fior. Borgh.
leti. 4. 4. 249. Essendovi mescolato tan-
to del loro ce. le possono fare con giustis-
simo lilolo. (C) Segner. Mann. Marz.
10. 5. È vero the su essa I corona) non hai
finora quel lilolo che si chiama titolo in
re, ma vi hai ben quello che si nomina ad
rem. (I )
S. XI. Ser Pretesto, Colore , Motivo .
Lai', color, prirleitus. Gr. -/.p'^u-t)., Ttpi-
£,c<5i;. Bocc. noi: li. IO. ^on parendo
loro avere alcuno altro più giusto titolo a
fargli dar la mala ventura. E no.'. 33. lo.
Vendute alcune possessioni, le quali ave-
vano , sotto titolo di voler con denari
andar niercalando. C. I .!{■ 5. 3. Entra-
rono in Fiesole sollo titolo di vedere la
della festa . Frane. Sacch. noi: 210. E
son pur de' tali, che sono gentdissima ta-
nii"lia; e' pare che per lale lilolo e'si con-
,cCga loro usare qualunche vila più laida
sia. S= / arch. Stor. 5. 105 Pretendeva il
He d' Inghilterra, sotto onoralo titolo, noe
pur di volere anch' egli, ma di dovere ec.
soccorrer Itoma, e il Papa. (Ct
g. MI. ri(o/o, si dice il Benefizio , 0
il Patrimonio che dee avere il cherico per
esser ammesso agli ordini sacri. Lai. (1-
tulus . Maestriiz'z. I. 10. Si dee lar lo
scrulinio per 1' Arcidiacono , e isaminare
coloro , che si debbono ordin.ire , della
vita , della gcneraziotie , del paese , dell'
etadc, del titolo al quale egli s ordi-
na, ec.
:? §. XIII. Titolo, si dice anche par-
lando di benefica ecclesiastici , per desi-
' -nare il Santo in cui sono intitolati, l ine.
'Mari. leti. 18. M. Lione Strozzi sotlo la
prioria sua di t apua ha un beneficio o ac-
comandila qui in Salerno , sotto il titolo
di S. Giovanni. (Ci
fi XIV litolo, diciamo anche a tluel
punto the .<i pone sopra la letle,-a I. Alf.
Po'Z. rim. E dirci ancor, perche il titolo
all'i, E non all' allre lettere si pone.
* ? XV. Efgiiratani. Buon. Iier.
1 '2' lo vo' toccar col dito Esser bene
informilo Restar capacitalo D' ogni fallo
e ragion lai eh' un accento, Un titolo A
un i non mi s' occulti (Cj , 1
* e XVI. Titolo, dicesi anche di Li-
neetta', Accento, o "''ror"'''-'lZ"'"A'
si ponga sulle lettere . Vep. Pecam ^.
Co^e che ciò d-bba -»" .-;='';^'" / ^
dimenticanza di far quel ti "lo sopra la
parola, col qual sogliono supplire per que-
sia lellera fi ) . ,. «r ,.
.+ :;= TITOLONE. Acerttcìt. di Tito-
lo; Titolo grande, e motto onorevole. M-
1544
T I T
legr. pag. 2lS. (j4ms leni, l'^ 5^) Per non
vi dare i Utolunì a macca, Solameote di-
rovvi : Al mio Signore ec. (A)
TITUBAJ^TE. Che titnha . Lat. titu-
hans. Gr. ^ajsafiSo/Aiva;. Amet. 78. E
con mormorio titubante ne porgeva mi-
nacce . E 88- Davanti al qu^e ( Giove )
ciascuno per iè porte efficaci ragioni , li-
lubantc il (;iudÌcio nella mente del giudi-
cante , a quelle niuna cosa disse.
f * TlTUBAItE. PropriamenU Facit-
lare. Non istar fermo. Lat. titubare^ <iu-
f'itare. Gr. T:apay!p£7sai,aVopaTv. Car.
En. 4. G81. Come annosa e valida Quer-
cia, che sia nell' alpi esposta a Borea, S^
or dall' uno, or dall' altro de' suoi turltini
È combattuta, si scontorce e tituba- (M)
f §. Ma per lo più si usa Jìgnratam.
e vale Stare ambigHO , IK'on si risolvere.
Stare fra due. Zibald. Titubarono grandc-
menlf prima che si mettessero all' opera.
Tac. lìav Ann. l5. 221. V'ebbe cbi con-
sigliò risone, che mentre era ascoltato Mi-
lico, e titubava Sccvino, andasse in cam-
po , o salisse in ringhiera a tentare il favor
de' soldati e del popolo. Gal. Sist. 47-
Questo non lo die' egli resulutamente , e
sema punlu titubare ? E 120- Che peccato,
rhc r arliglicne non fussero al tempo d'
Aristotile! avrebbe ben egli con esse espu-
gnata 1' ignoranza , e parlato senza punto
titul>are delle cose del mondo.
3 TITCBAZIONE. // titubare. Lat.
hasttatio, tiluhatio. Gr. dizopìv.. l'arclt.
Lcz. 548. Stante il molo dato dagli astro-
logi air ottava sfera , rhiamalg da loro il
moto dell' accesso e del recesso , ovvero
della litubazione. ♦ / iV. lit. Calli. 'jQ.
Avendo ce. avvertito col telescopio un nuo-
vo molo o litubazione nel corpo lunare per
uiczio delle sue marcbie. (Cj
V §. EJÌf^uratani. Perplessità. *t Zibald.
Fu osservala questa loro paurosa tituba-
tione".fC> Guicc. Star. 4- 123. Ma non
perciò vi andò secondo riferiva Pietro da
I*esero , senza qualche titubatioDe e per-
plessità . (Lj
TIZZO. Tizzone. Dant Purg. 25. Se
1' ammenlassi, come Meleagro Si consumò
al consumar d' un tizzo.
# g. Dare il tizzo , vale ftguratam.
Itic/tiedere or questo ^ or quello, che ti
presti danari con animo di non glie li
rtnderc j il che più comunemente dicesi
Frecciare. Cecch. Esali. Cr. 2. 2. E eh'
IO non abbia a dar la freccia , e '1 lizzo
tigni di al suocero. (C)
•f * TIZZO.NAIO. Term.de' Vetrai.
Quel luogo, d' onde .<' introduron le legna,
r si dà ti fuoco alle fornaci da vetro. AVr.
Art. Ectr. I. 20. lo li mettevo f i pez-
zetti d' orpello ) nel tizionaio della forna-
ce dalla banda dove si sbracia , e li la-
sciavo slare per quattro giorni a fuoco
grande, ec. /•' 21. Io h* mettevo (il
lantcrtllo ) nel litzonaio della fornace a
i.aleinare per ventiquattro «ire- (A)
TIZZO.NCELIO . Vini, di Tizzone;
Tizzone piccolo. Er. t'.iord. Ired.It.Te-
iifva in mano un tìuonccDo di quercia
mezzo acceso.
TIZZONCINO. Tizzoncello . Uh. S'on.
31 . Non posso fare, quando fai lor chio-
ka , Cartoccio , linoncio non ine ne m-
( rcsca .
TIZZONE. Pezzo di un legno abbru-
nato da un lato. Lar. litio, toiris. Gr.
òctlii- l'iv. M. Con questi mL-driimi tiz-
loai giltare il fuoco urlla città de' nemi-
ci. Eit. Plut. Arrappo un liizune di fuo-
co, e vcnnescnc alli suoi. .I/or. .V. iireg.
Or non è questo tizzone stato tratto del
luoro? liern. tfrl. I. 4- ■^- '^'''•* |»'" ' 1''
un lizzon . quand* egli h spento
T L
T L
t TLASPI. Term. botanico. Pianta
della famiglia delle crocifere che fa nelle
terre umide, e sahbionosej ed enne di va-
rie specie. Lat. Utlaspi . Or. &/a'5:rc5 .
Bicett. Fior. 69. Il tlaspi , secondo Dio-
scoride , e un' erbetta piccola , con foglie
lunghe un dito, volte verso la terra, fesse
in punta , e grosselte.
T O
♦ TO'. Voce accorciala da Togli, o
Toglie. Dep. Decam. 113. Con la qual
voce si to' via quella pura e natia dolcez-
za. (V)
V TO, o TOH. Interiezione dinotante
meraviglia . Lat. papa . Gr. Ttaffou' .
Buon. Tane. 5. 3. Toh , e* è la Cosa
seco 1 /:.' Fier. 1. 4- ^- '^^^ sguar-
do altiero I toh sfrontata fronte I E l\. S-
l6. Anzi unguento da imbrogli e da gi-
randole ; Confusione , lohl confusione.
Red. iett. 1. 140. Oh lo! io voglio em-
pierla con un'altra osservazione. (") E
60. ( Fir. 1825 ) Venga il ravcUo quan-
do si scrìve mai una veri lai oh tot u va*
ad aver furia a scrivere . (C)
*f * §■ '■ ^°' * castrami questa , si
dice, in modo basso , quando si fanno le
fiche a qualchcduno . Lai. medium oslen-
dere ungucm. Varch. Ercol. lOO. Posto
il dito grosso tra 1* Ìndice e quello del
mezzo, chiusi e ristretti insieme quegli al-
tri , e disleso il braccio verso colui , gli
fa ce. una castagna, soggiugnendo spesse
volle: to', castrami questa. (*)
♦ §. II. To' qua , e da' qua s si dice
in maniera provcrb. quando »{' tratta con
persone di poca fede. Salvin. Disc. 3. l35.
Noi sogliamo dire , quando abbiamo che
fare con certi smemorati e di nulla fcdv:
To' qua,eda'qua: Ji p.'/. SióO\J, f.'xÀ Xxp.-
HfX.il , per non avere a piatire con loro ,
pesa, e paga. {*)
♦ g. III. To*suj modo di dire ironi'
co, e vale: Questo è il guadagno che hai
fatto. Cecch. Doni. 2. 2. O lo' su, po-
vero Lapo, In tua vecchiaia avvezzati a
parlare Per :>upplica, e per punta di forchel-
la. (C) Menz. sat. 11. D' intorno bai cento
furbi e farinelli. Che a un girar d'occhio
ti squadernan tutto ec. To' su, che questo
è il primo tuo costruito. (Ej
TOCCA . pronunziala co/I' O largo .
Specie di drappo di seta , e d' oro , o d'
argento. Tes. Br 8- 58. Egli dice che la
tocca sanguinosa , che tu porti , è segno
che tu fosti alla niislca} e tu di' che que-
sto è Icggier segno, che la tocca s.mgui-
nosa puu esser *egno chi: tu se* sangui-
nalo. -1= 7/1/1. rim. buri. l. 211. O rilegar
bisogna quab'hi- laccio er. , U tir-ir fuora
e sparpagliar la tocca O 'I laflctli pel ta-
glio de' cosciali . (PJ Buon. Firr. 4- a.
7. E panni e telerie, velami e tocche. /•,*
5. 4 6. E questi cinti D* una gonfiala
tocca a' venti sparsa.
« TOCCABILE. Add. Che è foggetto
allatto. Tangibile. Plut. Adr. (tp. m<t.
3. 2l4' Credo che ce. di fu«K-o e di terra,
primi necessari elementi fu generato lutto
il mondo , accio fu»sc visibile e loccaliì-
le . (C) Imperf. V. Alh. Ih 2. T. p. 5l.
Mer« urio TriinegiNto Filosofo colui clic tra
emidi seppe me' d'ogni altro dare i propri
attriliuli air Esseota Ihvina , non seppe
definire Iddio per altra maniera rhc per
negazioni , rÌo^ a dite , cb' e' non h toc-
cabile , non vikiliilc re. f /V
TOCCALAPIS. Sorta di matitatoio che
trrvc per disegnare , o per iscrivere fter
mezzo d'una punta di lapis piombino
't TOCCAMEISTO. // toccatr. Lai.
taclut Gr »ffì. Bore. nov. il 3 Qua-
TOC
si tutti dovessero dal toccamento di que-
sto corpo diveoir sani. Amm. Ani. 3o.
6. 12- Siccome certe infermità al tocca-
mento del corpo s' appiccano, così 1' ani-
mo appicca i suoi mali a chi a lui s' ap-
pressa. Albert, cap. io. Li primi movi-
mcnti, li quali nascono dalli cinque ftco-
st, cioè dal viso, dall' udito, dall' odor^
lo, dal gusto, dal toccamento, in noi dod
sono, ma da Domeneddiu. yiaestruzz, %.
3l. 1. E peccato mortale ne' hasci, o loc-
camenli, o cola'coseT Risponde san Tom-
maso: Il Lascio e abbracciamento e tocca-
mento, secondo la sua ragione, non nomino
peccalo morule, ec. /='r. Giord. Prtd. D,
Disfassi la purità in più modi : 1' uno modo
è per toccamento, 1' altro per mescolamen-
to. But. Lo spirilo non può muover toccan-
do, perchè non ha toccamento, cb' è noa
delle virtù sensitive. Cr. U. 19. 1- U loro
granello ^ dr//' ui-e^ sia dalla luce traspa-
rente e risplendienlc e *l loccameolo eoo
morbida giocondità catl'jso.
* TOCCANTE. Che tocca, Chemuove,
Che sprime. Che appartiene, o spetta. Bar-
gh. Hip. 3lO. UUimamenle essendogli sta-
to dato a fare sopra la porta dì San Tom-
maso in Mercato Vecchio l'islcsso santo .
luccanle la piaga del costato di Gesù Cristo
ec. (C) Sa/vin. Pros. Tose. I. 4- I moder-
ni componimenti ponno essere bene più
sul'limi in parte e più adorni, ma non già
ce più torranli. /::.' 178. Quantunque l' ar-
gunicnto tosse tenero, toccante, lascivu, affé
alTè, che ec. /: 269. E di quelle descrìxioni
maravigtiose e vive e toccanti. E Disc. 1.
307. Coir alu cima toccante il cielo, aere
lieto e puro e luminoso si gode. E 3^7. BCi
giova di por qui le sue stesse parole, come
mollo ri>olulÌvc, e luccanli il presente pro-
blema. (•)
TOCCARE. Sust. Toccamento. Tratt,
gov,fnm 1 motteggi ssen morti, i toccari
uccisi.
TOCCARE. Accostaix l' un corpo ai'
l'altro, sicché l' estremità , o le superfi-
cie si congtungano. Lai. tangere. Gr.
anrisà-at. Botc. nov. |3. 17. Postagli la
mano sopra il petto, lu 'ncomiociu a to^:-
care. Ptt/'. canz. B- 8. Non la toccar; ma
riverente a' piedi Le di' cb* io sarò b
tosto eh' io possa.
t^ g. I. A" informa di neutr. pass Dani
Par. 27 Si come di vapor gelati fiocca
In giuso r jer nostro, quando il corno
Della capra del ciel col Sol si Iucca ^c^ix
si congiugne ) . (1')
♦ §. Il- Toccare, parlandosi di Stru-
menti da suono, vale Sonare. Oit Com.
Purg. 10- David toccava gli organi, i-
saltava con tutte le forte dinanii al Si-
gnore Car. Long. Sof. lib. 2. Cosi sono
quando a lamento , quando a lu^nghe e
quando a raccolta, si nucstrcvnlnitute toc-
candola (la sampogna) che Fileta mara-
vigliandosi, si levò SUS4.I, e baciatolo in do*
no la gli diede. (fIr) Bemb. Aso/.lib. 1.
Un bellissinso liuto che cun una mano te-
neva al petto recandosi , v assai maestre-
volmente toccandolo ce. (yj f'arch. Er-
col. Tot care piuttosto mitZJnaineDte un
violone, che perfettamente starahillarr il
rtbcchtno. Cf
^ §. III. E 'letto del seftno che dà lo
strumento. Ciò. Celi. Iett. i3. E vcgnrD-
do la siTa ec, coirne la campana tocco il
vespro , U fanciullo rendè l* anima a
I Dio. fVj
I <t §. IV. Toccare , parlamditst di
Anni, vale Giugner^. Him. Buri. a. 8
; La ranciuUctta che non tocca ancora Gli
I utio a nov* anni al futarcl s' adalla. fSl
I § V To*>are , fier me taf » n atee
anche di to.»^ ineor/toree , e vale Htuot^-
I re, /nettare. Inspirare , Sttmolart. Lai.
' tenlair, pn-rtentaiv. Cr. THia'Jtiy Dmnt.
TOC
P(tr. p. In sulla Terra sant.i , Che poco '
tocca al Papa la memoria. Jìocc. nov 28.
6. Questo ragionamento con gran piareie
toccò r aoimu dell' abate. K nov. 3']. 4-
Mon sema gran dili-lto, ne in vano (la
fama) gli orecchi del Gerbino avca toc-
chi. E Vtt. Dnnt. 244- Qual^ita è tanto
umilei che dalla dolcexza della gloria non
aia tocca f ^met. 58. Queste oraiioui toc-
carono il ciclo, l'tor. S- l'ranC. cap. 2-
CoDsideraDdo divotamente le parole che
dicea, file toccato e ispirato dallo Spirito
Santo a mutare la vita sua.
§. VI. Toccare, /ìgiiratam. per Car-
nalmtntr conoscere. Lat. rem hahere. Gr.
yivcùffxstv. Bocc. nov. 2^. 7. Da toccare
la propria tua moglie ti conviene astene-
re. Pass. l47- Klla v' era entrata fantlul-
la di selle anni, e mai uomo non Tavca
tocca. Aot". rt/if. stamp. ant. 5\. i. Es-
sendo io letto, volendola toccare, l' ami-
ca ooD si lasciava, dicendo: molte impro-
nie^se m'avete fatte, e non me ne atte-
nete oeeDte.
g. VII. Toccare, per Torre, Levar vìa.
Lai. adimere, au/crrc. Gr. a^ooe'j^Eiv ,
apsccpcìv. Bocc. nov. i5. 32. Sema al-
cuna cosa toccare, quindi deliberò di par-
tirsi. E nov. 8o- 32. Acciocché ninna co-
sa gli potesse esser tocca. E nov. 92. 5.
I cavalli e tutto l'arnese messo in salvo,
senza alcuna cosa toccarne.
g. Vili. Toccare, per Donneggiare, Of-
fendere, Provocare. T'it. S'<. l'ad. I. 28.
loh ec. non potè toccare uè in avere ne
in persona se non poi che ebbe da Dio
la licenzia; e non solamente l(jb tribola-
re, ma eziandio ne' porci non poterono in*
trare seosa licenzia di Cri>lo ec. Se dun-
que li porci non possono toccare se non
di licenzia di Cristo, (juanto maggiormen-
te non toccheranno V uomo ? E 77. Po-
nea di ciò esemplo di Gìub, che iunanzi-
chè il Diavolo toccasse lui in persona ,
loccòe e tolsegli tutte le cose sue. / ine.
Mari. Utt. 70- the se '1 Tasso mi va
toccando per queste vie, che io adoprerò
la penna sin che io posso.
§. IX. Toccare, per Denunziare a*
debitori li termine perentorio assegnato
loro dal giudice. Cani. Carn. 67. Ogni
altr' arte cì par strana , Fuorché que^ta
del toccare. E appresso.' PuossÌ a gitto
di costoro Otto e dieci il dì toccare.
§. X. Toccnre , diciamo all' Incitare
che fa l'uccellatore il tordo, perch' egli
schiamazzi j e si dice anche generalmen-
te dello Zimbellare. Dttv. Colt. 197. Dove
r uccellatore stia a vedere origlijre e lue-
care meglio, che non farebbe sotto la ca-
panna.
•f g. XI. Toccare, parlandosi di be-
stie, vale Sollecitarle peri olendole. Lat. in-
Stigare. I it. S. Ciò. L'at. 2l5. Giovanni
sapeva troppo bene la via , e andava in-
nanzi toccando 1' asinelio. Lib. 7 ìngg.
Caricano questi traini, e poi toccano le
bestie, cioè i cavalli e le vacche, verso il
monte alla largura. Durch- 1. 32. Toc-
cando lor le bestie con un subbio. Lor.
Jtfed. J\'enc. l5. Koi ce n' andremo insie-
nac alle poggiuole. Insieme toccheremo le
hesliuole. Bern. Ori. 1. 16. 58. E come
disperalo il cavai tocca, Che gli bisogna
o vincere, o morire.
^ S- XII. Toccare , per Cammina'
re. Salvia. Eneid. lih. 6- Tocca quegli alle
navi, ed ai compagni Portasi. (È)
# §. XI II. Toccare, vale anche Pare
spinta comechè sia . Star. Bari . q5. E
quando lo vento ^M toccava quelli alliu-
scelli ce. , le fronde di quelli albori face-
vano molto dileltcvole suono, (f)
^ §. XIV. Dicesi anche del Percuote'
re, I ihrar colpi, frane. Sacch. nov. l38-
Booanno croscia un* altra buona piatto-
yocabolario Tom. 11.
TOC
nata: Viva Bonanno. Ancora noi disse 1' /a
moglie ) .' onde Bonanno tocca la terza.
Eir. .'s. 21 4- E chiamaiuloli ladri ce.
e toccando lor tuttavia di buone pugna,
dicevano che traessero ec. ( Ej
^- §. XV. Toccare, vale anche Avere, In-
contrare j e dicesi di cosa dannosa 0 spia-
cevole. Tac. Pav. Jnn.lib. 2. Intanto Vi-
tellio ce. da Giunio Lupo toccò un'ac-
cusa di maest'a danneg^ata fl\')
§. XVI. Toccare, per Appartenere, ./-
spettarsi. Lat. perlinere, a Itinere. Gr.
'KfOQ'^AZi*. Bocc. nov. IO. 4* Qu<?sta ul-
tima novella di quelle d' oggi, la quale
a me tocca di dover dire, voglio che ve
ne renda ammaestrale. /:' nov. 67. 6-
Le leggi deono esser comuni, e fatte con
consentimento di coloro a cui toccano.
Cuid. G. Avvegnadio che tutte queste
cose mi tocchino strettamente, nondime-
no e voi lutti toccano comunemente, e
quello che tocca ad ogni uomo, da cia-
scuno si dee approvare. Malm. i- 17. E
passandola sempre in piagnistei. Pigra si
sia, come non tocchi a lei. ^ Pliit. Àdr.
Op. Mar. I. 384. Le malattie, i debiti,
le differenze con la moglie sono più na-
scose a colui che toccano, che al nimi-
co. (CJ
g. XVII. Toccare alcuna cosa ad uno,
si dice Quando quegli I' ottiene, o In
conseguiscc. Lat. obtingere, sorte obveni-
nire, confingere. Gr. 7y^_5c.ivàiv. Bocc.
nov. i5. 28. In parte ti toccher'a il va-
lore di troppo più, che perduto non hai.
E nov. 16. l3. Toccò per avventura
tra r altre cose in sorte ad un messcr
Guasparrin d' Oria la balia di madama
Beritola. E nov. 20. 6. ISon senza ma-
linconia della donna, a cui forse una volta
ne toccava il mese. Poez. T'ardi. 3.
pros. 4- Quinci è che noi ci sdegniamo
di vederli f i magistrati , molte volte toc-
care ad uomini niquitosissimi.
•\- g. XAIII. Toccare , vale anche Im-
portare, / sscre d' interesse. G. l ."J 60.
Era impresa che molto toccava alla Chie-
sa. (Pj
g. XIX. Diciamo in proverbio: Men-
tre l'uomo ha denti in bocca, non sa
quello che gli tocca, 0 similij e vagUo-
no, che Aiuno si può promettere di sua
ventura finche vive. Lat. ntmo beatus
Ante diein dici, suprcmaqite fu nei a de-
het. Cecili. Mogi. 2. 4' '" mentre che
Tu hai denti in boera, tu non puoi sa-
pere Quel che ti s' ha a toccire.
•'•' § XX. Toccare , parlandosi di
Tasse, o simili, va/e Dover pagare. In-
str. Cane. ^l. Questo f podere J per esem-
plo avrà di deciniina in tulio lire due, e
sai'a lavoralo da Ire famiglie, alte quali
toccher'a sol. x3. 4* ^ì declmina per cia-
scuna. f(^J
•>' §. XXI. Toccare, parlando.» dì
Anvi, vale Approdare. Cuicc. Sior. 2.
55. P-'avigazione certamente maravigliosa
ec. percLè passala la linea equinoziale
non banno più per guida la trunionlana
e rimangono privati dell'uso della cala-
mita, uè potendo per tanto cammino toc-
caie se non a tene non conosciute ec.
nondimeno la 6niscono. E 3oi. Toccò
1' una e T altra (armata^ ali* Isola deir
Elba. (L)
§. XXII . Toccare , per Discorrere
brevemente e super/ìcialnicnle , Accenna-
re. Lat. attingere. Gr. à'f a-TilSat. Dant.
taf 6. Toccando un poco la vita futu-
ra. E 7. Questa fortuna , di che tu mi
tocche, Che è? Cuid. G. Della cui sta-
tura assai brievemente di sopra alquanto
loccanmio. C. 1.5. icj. 2. Toccando in
brieve le cose più notabili. Pass. J02.
Qui basti quello che è tocco leggier-
mente, f er dare ad intendere che cosa è
TOC
1545
confessione. Poez. Earch. 4- pros. 4-
Per toccare brevemente e strignere in
picciol fascio alcune poche cose, che può
la ragione umana, delia profonda Divi-
nila, i? Lasc. rim. 2. 10. Ma quando
poi della carne si tocca , So dir che non
bisognan stranguglioni. Tanto la bella e
buona roba Bocca. (C)
f * g. XXI 1 1 Toccare, per ManifestarCt
Diro. iit. SS. Pad. I. 238. Udendo che
ella, come illuminata da Dio, gli toccava
Ja verit'a, si gli rivelò e aperse le tenta-
zioni del cuor suo. (JS'J
g. XXIV. Toccare bomba , figuratam.
vale Arrivare in alcun luogo determina-
to, e subito partirsi^ modo basso. Pataff.
3. E tocca bomba, e va chicchirillando -
Malm. 2. 32. Florian nella cittade Entrò
per rinfrescarsi, e toccar bomba.
f 3 g. XXV. Toccare con mano > fgu-
ratam. vale Certificarsi , Chiarirsi di
checchessia con dimostrazione sicurissima.
Lat. compertum habere, prò certo habe-
re. Fir. Trin. 2. 3. Prima bisogna toc-
carlo con mano, e poi crederlo. E 5. 7.
Vedrete, e toccherete con mano, che voi
non sognate, e faretclo toccare a lei.
Pemb. Asol. 1. Ma che vo io argomen-
tando di cosa che si tocca con mano ?
Ar. Snpp. 2. I. Ma so che nuocere Non
mi può questo suo parlar, trovandolo E
toccandol con n:an tulio verissimo. Tac.
Dav. Ann. l!^. 201. Kcrtine bandi che
Ottavia corruppe il prefetto per avcie 1'
armala dal suo ec, e che tutto avea
toccato con mano.
g. XXVI. Toccare danari, vale Pice-
vere. Pigliar danari , per lo più i-e/i-
dendo la sua mercanzia. Er. lac. T. 3.
25. 25. Tener voglio la via. Non vo*
aver sacco ne pera, Nèdu nullo di mia
schiera Vo*danaro sia toccalo. Celi. Sport.
3. 4- Oh e' non toccan danari. A. Oh
e' len^on chi gli tocca per loro, che è Ìl
medesimo; anche mio padre teneva in
bottega un cassiere che non toccava da-
nari, e pur non era frate.
g. XXVII. Toccare danari, 0 stipen-
dioj termine militare , che vale Ricever
danari per andare alla guerra. Lat. sti'
pendia sub alìquo facere. Gr. p-ti^ofO-
pe.ìv. Cron. 3Iorell. 317. E tennesi toc-
casse danari da' Venixiani. Ar. Eur. il.
25. E in spalla un sco[>pio, o arcohugio
prendi. Che senza, io so, non toccherai
stipcndii. Cecch. Esali. Cr. 2. I. Dalla
bestialira di nostro padre Vinto , tocco
dan.iri, e andò via. E 2 8. Chi vuol
toccar danar per alla volta Di Persia .
venga adesso adesso in piazza.
f g. XXVIII, Toccare delle busse, 0
simili, che anche si dice Toccarne assolu-
tam., vagliano Esser battuto. Lat. plagis
affici, percuti. Gr. ai/i'^s-iàai :'.* Morg.
I9. ^3. L'na percossa toccò si villana Che
parve una civetta slromazzata. l'urch. 2.
74. Rosei, tu toccherai di molle cionte.
Malm IO. 36. Ch' e' non 1' ha a briga
tocche (le busse) che T ha scosse. (A)
Beri. Ciamp. 2l5. Ad ogni modo non le
potevi scampare; e 1' avete anche tocche
sudicie (le busse). (C)
^' ^. XXIX. Toccar di sprone, si suol
dire in senso equivoco ed o.iccno. Ar. Eur.
28. 43- Così dicendo, e al bucolin venu-
to. Gli dimostrò il bruttissimo omìcciuolo.
Che la giumenta alimi sotto si tiene ,
Tocca di sproni, e fa giocar di schiene. (*)
g. XXX. Toccar dispruni, vale Spro-
nare. Lat. calcaribus incitare. Gr. TTpos-
6a')>ev Ta /i'vT^a. Malm. 2. 36. Tocca
di sproni, e vanne, e giunge in piazza.
-;■ g. XXXL Toccar ferite, vale Bice-
verle. Benv. Celi. Eit. I. 225. Quel
Berlino toccò certe ferite d'importanza,
le quali lo batterono per terra. (Cj
194
i546
TOC
§. XXXII. Toccare fondo , o ti fondo d'
alcuna cosa, /ifjuratamenle l'ale Saperla
bene e per fondamento. Chiarirsene. Lat.
4C0pum attinge, e, rem acu tangere. Gr.
«*o~ou Tu/Z"^2tv. Lib. Son. 5l. Sic-
cbè lo di' eh' io bo già tocco il fondo .
Car. let(. 2. 99- Avanti che io risponda
a V. S. , ho voluto toccar fondo di quel
rh' ella mi scrive. Buon. Fier. i^. a. 7.
A quei che insegnan scrivere in due
fjiorcii, Lcf^gere iu uno e mezzo, m' ac-
contai ( Minrfaion eh* io fui ) , e nel toc-
carne 'I fondo, Birbe eran tulle, ec.
••' §. XXX ni. Toccare il braccio, lo stes-
to che Toccare il polso, fiele. Fit. Colomh.
27 ì. E uno ile'fratclli toccandogli il brac-
cio, con letizia disse ; e non ha più feb-
bre. (C)
•t§ XXXIV . Toccar il del col dito, che
anche si dice assolulam. Toccare il cie-
lo, figuratamente vaie Fsser felice. Aver
tutti i suoi contenti. Lat. ca-lum digito
attingere, sublimi ferire sidrra vertice .
Gr. oM^avoj otTiTeaàat. fioez. I arch. 2.
pros. il. Ai quali parrebbe di toccare il
eiel coi dito, se una minima parte de' ri-
masugli ed avanzaticci della tua fortuna
toccasse loro. Morf;. 22. JC)2. L' Arpali-
sla toccava il ciel col dito. Maìm. 7. 47-
A lui parve toccare il ciel cui dilo. ^ ì.or.
Med. canz. ^. 16. A le par toccare il
cielo. Quando un po' mi gufi, o gabbi. (lì}
§. XXXV. Toccare il cocchio, che an-
fhe si dice as.iolutam. Toccare, modo has-
so, I-ale Camminare, o Seguitare il cam-
mino, liuon. l'icr. l\. 4" 7- ''oia il piede
Fuor degli inciampi, e tocca. Malia. I.
l\\. Oh via, dis:i' ella, locr^i innanzi il coc-
chio. A' 6. l8. Kd essa nllura abbassa il
capo, e tocca.
§. XXXVl. Toccare il cuore, che anche
si dice assolìtfam. Toccare, vale Far gran
pf^o, o Soninianieiite piacere, o dilettare.
Lat. mira voluptate perfiinderc, arridere.
Gr. òeivw; tsìtsìv, ìuf^ctivn-j. Petr.
canz- 8. 5. Ne cosa è die mi tocchi, O
sentir mi si faccia cosi addentro. Sen.
licn. J'arch. I. II. Devcmo cominciare
«(alle cose necessarie , perche altramente
tocca il cuore e si fa sentire nell' animo
una cosa che dia la vita, che una ctie la
faccia o più bella, o più abbondL'Vole.
ftuon. Tane. 1. 1. Quelle parole m' han-
no tocco *1 cuore. Malm. I. 6. Il vin di
Biotzi, un pane e una cipolla Talur per
UQo scherzo tocca il cuore.
§. XXXVII. Toccare il cuore, vale an-
che Convincere, Compungere , Convertire.
Lai. commovere, convincere, ^compungere.
Gr. xaT«vjTT2iv, jj'ttjiv- d-cch. ICsalt.
Cr. 4. 4- Tocchigli '1 ruote Din sirtb'
c* conosca La veiità, che '1 può far più
beato. * Belc. I il. Colomb. 26. K iu
questo fisso pensiero, il grazioso Dio gli
toccò il cuore in modo che cominciò a di-
sprcuarc le cose di questo mondo. (C^
.•C. XXWIII. F. Toccar il cuore, talora
vale Muoverà a compassione Ovid. Pist.
Mu se per avventura le mie parole ti toc-
cheranno il cuore, ce.
g. XXXIX. Toccare il polso, vale Hi-
conoscere il polso, ad effetto di argomen-
tarne la qualità delle forze, o della feh-
bre. Sen. Jicn. ì arch. 6. 17 Laonde a
un medico, il quale odo fa altro che loc-
ruimi il polio, e mi pone nel numero di
f-uluro che egli guarda, e passa ec, non
debbo io di più cosa nessuna
§. XL. Toccare il polso al licne , o
al mantocco . f'arch. ICrcol. j)l. Quan-
do l'ingerivano nelle faccentle, ed etano
favoriti dallo stato ce, si direano toccare
il polso al lione, ovvero marzocco.
';• g. XLI Toccare il polso ad uno,
figuratam. vale Ta.ttarh, Indagare come
la penta su iUeechessia C*ir iett. incd.
TOC
2- 63. lersera ebbe Tornonc un cornerò
di Venezia ec. e oggi e ito di nuovo al
Papa a toccargli il polso. (Pe)
S- XLU. Toccare il tamburo, o Toc-
car la cassa, vale Sonare ti tamburo per
uso di guerra j ma si prende anche per
Arruolar soldati. Malm. I. 25. Ond' e-
gli, entrato in fregola sì fatta. Fere toc-
car tamburo a spada tratta- F 3. 56. Fa
intanto nel caitel toccar la cassa, E inal-
berar la 'nsegna del carroccio.
* g. XLI II. Toccare il tasto, vale Dar
nel segno ragionando. Lat. rem acu tan-
gere. Varch. F.rcol. 87. Dare in brocco,
cioè nel segno, ovvero berzaglin , ragio-
nando, è apporti, e trovare le congentu-
rc, o toccare ti tasto, o pigliare il nerbo
della cosa. {*)
g. XLIV. Toccare il ticchio, vale lenir
voglia; maniera bass.t. Malm. p. 56.
Al Gn gli tocca il ticchio Di tor del sa-
le, e ve Io rpolvcrixza.
^ %. XLV. Toccare in somma alcu-
na cosa , vale Parlarne, o Scriverne con
gran brevità, .tommariamente. Fr. Ciord.
Gen. 200. Insomma sono diece le pene
de' dannali abbreviandole, delle quali pene
non diro; perocché se ne voirebbono fare
più di vt-ntidua buone prediche , ma loc-
clierolle pure in somma. (PeJ
* g. XLVI. 7ofCrtr la bizzarria, va-
le Venir desiderio, o volontà. Heav. Celi
Vit. 2. 265. Una volta che gli fusse toc-
co la bizzarria, più volentieri si saiebbc
partito da voi. iC)
g. XLV 11. Toccare la corda, vate Es-
ser tormentato col tormento della corda.
Malm. 3. 33. Seguì, eh* un ufizìal suo fa-
vorito cr. Toccò la corda.
-.' §. XLVIM. Toccar la fantasia ad
uno, vale Fntrargli in capo. Cecch. As-
siuol. 5. 2. il vecchio nella corte sempre
fece r assiuolo ( il verso dell' assiuolo )
non so io che diavolo di fantasia gli s'era
tocca, fi )
§. XLIX. Toccare lafregola, vale ì'e-
nire ardenti ssimo desiderio, 0 voglia. Celi.
.Sport. 3. 3. Hgli è teste lor tocco la fre-
gola di fare uoa commedia.
•J" §. L. Toccare la mano , vale Salu-
tare affettuosamente pigliando altrui per
la mano, liern. Ori. I. 14 57- Un gran
baciare, un gran toccar di mani Si ter
di poi che s' ebber conosciulo.
§. LI. Toccare la mano , si dire an-
che de/C Impalmarsi gli spo.u. Malm. 2.
44- Sceso di sedia poi rulla figliuoìn. Olì
fece allor allor toccar la mano.
* g. LII. Toccar la volta ad aicw
no , dicesi Quando nell' operazioni al-
ternative .*■" aspetta ad uno l'operare ì .
VOLTA. (S)
%. LUI. Toccare le scritture, vale
Corromperle , Adulterarle. Lai. vitiare ,
corrumpere, adulterare. Gr. xi|9 jfjM-jti v.
/'m. Comp. i. 18. E dubitando il no-
taio degli alti ave.1 prestati , guardo se
erano tocchi; trovò il raso fatto, e accu-
zolli.
* §. LIV. Toccar le .tur, vale Fssere
aspramente sgridato, o percos.fo. /'. SOO,
§ Vili. fCj
§. LV. Toccar l' ugola , /gara-
tamente vale Stusaicar l'appetito, itiive-
gliar desid''rin rf* alcuna cosa. Farch. Fr-
eni. 157. Voi mi airele torcalo l'ugola:
deh . le ne sapete più, raccontatemeoo
degli altri.
^V L\ L Toccar l'ugola, vale an-
che Piacere esttvmamente. I asc Pin:. a.
1. E quei fegatcllclli caldi m' hanno luccu
r ugola.
g. LVII. .\'on tocenr ì' ugola , si éice di
/fucile cose , delle quali st è mangiato
scarsamente , e non a sazietà. Salv. tiran-
eh. i a. .Sentendo che quel lor bere a
TOC
zinzmi Moo toccava tur 1' ugola, e non era
Altro che uno accendere lor più La actc,
vollon mutar verso Malm. 7. la. Dieci
pan d'ulto e un giulio di formaggio Non
gli loccaron V ugola.
# §. LVIll. Tot cor Tumore, vale Entra-
re, o Mettersi in apprensione. Benv. Celi.
Vii. 2. 230- liomincialou a appressare più
inverso la sera, sopra il mezzo giorno, mi
toccò r umore , e comincia a pensare a
quelle parole, che con finta semplicità mi
aveva detto quello ìsciagurato. {C}
g. LIX. Toccare sul vivo, o nel vivo,
vale Offendere nella parte più delicata 0
sensibile; e Jiguralam. si dice dell'Ar-
recare altrui grandissimo dispiacere con
parole, o motti pungenti, Tac. Dav. Ann.
l5. 2CK^. .Via quel che toccò nel vivo il
Senato fu una paroki, che Ìl fare ringra-
ziare, o no i Viceconsoli, ebe-turnavan di
Candia, stava a loi . E 224- Spesso Ìl
mottr;;gÌ3va con facezie ornare, ette, quan-
do toccan nel vivo , si conBccauo nella
memoria.
■>' g. LX. Toccare una mentirai , vale
Essere accusato di menzogna . F. M£M-
1 ITA, §. IL rv>
g. I.XL Toccare una parola tteila
fine. I arch. Ereol. 94* T)' uno che fa-
vella favella^ e favellando favellando con
lunghi circuiti di parole aggira se e al-
trui senza venire a ca|>o di conchiusionc
nessuna, si dice: e' mena '1 can per l'aia
ec. ; e a questi colali si suol dire : egli
e bene spedirla ec., toccare una parola
della fine, ec.
•^ g. LXII. A'on gli st può toccare
il naso, dicevi figiiratam. di ^hi per o-
gni minima cosa che gli sia folta se ne
riseate, e adirn.ti. F. NASO, g. W. (C)
§. LXIII. IS'on toccare il cui la cami-
cia, vale lo stes.to. Bocc. mov. 3a. l5.
Alberto si parti, ed ella rimase facendo si
gran gallona, che non le toccava il cui la
camicia.
g. LXIV. Son toccar terra, si dice di
Chi ha grande allegrezsa, o prova qual-
che gran piacere in alcuna cosa. Lat. ab-
rini gaudio. Gr. a.asxiprotv. Malm. "^
44- Ei, che non tocca per letiaia terra .
Entra nel borgo, e in gabbia ti riserra.
* TOCCATA. Sust. L'azione del toc-
care; Toccamento. Ìl FocaMario itila 1 .
TOCCATLNA. (S)
3^ g. I. t)i toccata , posto aweròtalm-
vale Avendo toccato. Pros. Fior. Borgk.
Iett. 4 4' '^- Questo vi posso io dire •
di veduta, e di toccala. (C)
f §. II. Toccata, e anche Some di
sonata, f>er lo più di cimbalo, che serve
come per preludio ad altre sonate , o per
far .rentitr qualche bizzarria armonica.
* Magai. Iett. iri>/if. VÌ siete voi mai tro-
valo a udire una toccala di lasli. e avervi
ratfiguralo quello rhe aveva in aoìmo il
sonatore? (lìr, tmprrf. Tim. lì. io. T.
8. l6a. (*li alti inlellrituali e di ragione,
siccome que' del scuso e della vt-^clasione
sono tutte toccale dell' armonia dell* ani-
me appresa perfettamente del conlr«|ipun-
lista eterno t qui figuratam. ) . ( F)
TOCCATILA." /^im. di Toccata; Pte-
colo toccameuto. Malm. 17]. Rianto in
pit con gran prosopopea. Ed una tocca-
lina di cappello, ve.
TOCt-ATIVO. Add. Atto a toccare.
Che ha forta , o possibilità di toccare
y.ihald . Andr. 1 13. Li sentimenti del
toccare sono propriamente questi per vir-
tù toccativa e palp^liva. ec.
TOCCATO. Sust. Tatto. I^t. tactiis .
Fr. tac. T. I. l3. l3. Ma nel quinto .
eh' è '1 toccato. Il nemico c'k saltalo
•f TOClATO .4dd. da Tmratx .
P.tnt. Purg. %i. E la parola tua sopra
toccata Si comonava a' nuovi preiltcanli.
TOC
TOC
TOC
i54:
B Par. 1. U quale è fino. Al quJc e fal-
la la toccata norma. H«l- l'ut- •■ '''■
Pone la aicbiaraiiooe dello amore toccalo
nel nrecedcnl* caolo ( questi eiemp, sono
utl significalo M §. V. A TOCCAUE).
* §. Pi:r Tentato. Coli. Jb. Isaac.
JO7. Se fosii toccalo di ridere , non si
Tegciano li denti tuoi. (F)
t TOCCATOLE. I erbai, masc. Che,
0 Chi tocca. Bocc. Introd. 8. U toccare
i panni ec. pareva seco quella colale in-
fermiti nel loccalor trasportare. Coli. Ab.
Isaac. Fallo solamente un loccalore e as-
laggiatore delli spirituali sentimenti .
§. Tocca tore , diciamo anche a un Uh-
nisiro della corte del ci,'ile, il qw'' *■
n„n:,a a- debitori il termme perentorio.
CmI. Cara. 63. ('/. Canto do' loccalor..
Lasc. Streg. 5. 1. Avendo a praUcar sem-
pre con bini, messi, loccalor. notai , ec.
Matm. 6. 44- Sembrano a solo a sol due
toccatorì. .
S= §. Toccatore di sampogna, 0 simile,
vale Sonatoir. Car. Long. So/, lib. 2. Si
vanlaTano chi d' essere U primo cantore,
chi a primo loccalor di sampogna che
fosse da Pane in fuori 1 Cj
TOCCHETTO. Ciiazzetlo di pesce,
Manicart'lo , Condimento di vivanda ta-
gliata in pezzetti. Iranc. Sacch. aov.ìi^.
LevaU questa vivanda, vennono sardelle
in tocchello. lìern. rim. 1. 23. Provar vi
possa chi non v' ha provali. Come vo. s.e-
le in ogni modo buoni. Caldi . Iredd., .n
tocchello, e marinali (parla dei ghioztij.
Belline, son. 27O. Fecion fuggir 1 anguil-
le d'un tocchello. Morg. 18. 27. Ma le
rose sotta, vo' che tu creda, Cons.slon
nelle torte e ne' tocchelti. 7! 27. 99-^"^-
chc nel sangue si stoico e gambelta, Che
pareva un tocchello di lamprede. _
TOCCO Tatto. Lai. lacliis. Or. af..
Tallad. Sellemb. 17. Quelle che hanno
r acino lucido e chiaro, o lo tocco cal-
loso, o eoo daetto. ,
e I. Tocco, per lo Colpo che da la
campanella nelf i,.<cio, o il battaglio
nella campana ; e si prende anchr per un
Piccai numero di delti tocchi separali per
breve intervallo dagli altri. M. '■ >"•
64. Avendo ordinalo col campanaio della
torre, che per ogni uomo .he venisse a
cavallo desse un tocco. lìiirch. I. 3. E di
compieU il primo, e a seno tocco. Buon.
Fier. 2. I. 1. E r uscio li picchio con
tanti tocchi.
* §. 11. Per Suono. Car. Long. -W-
hb. a. Purché un sol tocco sentissi della
sampogna di Dafni. (C)
§. HI. Tocco, si dice anche un t ii-
scellello, col quale i fanciulli in leggen-
do toccano le letlere. Lai. slilus, radiiis.
Gr. »TUÀ»;. Lasc. ìlostr. 23. Ha per ispa-
da un tocco grosso in mano. Di quegli
cb* ammattàr già san Casciano.
§. IV. Tocco, si dice anche cerio At-
to giudiziario, col quale si denunzia m
Firenze a' cittadini il termine perentorio,
prima di rilasciar contro di loro la f"'"''
ra per debito civile. Buon. Tane. 4- t>.
I he tra richieste, bulUllini e tocchi Alla
£n nelle Slmcbe mimerrebbe. Cani. Carri.
67. Chi non è impronto e 'mporluno, Ké
i suoi tocchi ben comparte, Toccher'a po-
chi. . .
§. V. Fare allocco, vale federe adii
tocchi in sorte alcuna cosa, il che si fa
alzandosi da ciascuno uno, o più diti a
suo talento, e facendo cader la sorte in
quello in cui termina la contazione, se-
condo il numero dei diti alzali. Buon.
Tane. 4. 9. E' facevan al tocco ec. Per
thi avea a morir prima di loro.
TOCCO ro//'0 largo. Sorta di ber-
retta. Srgr. Fior. Ll.z. 1. 3. Tu haico-
lesto gabbano che ti cade di dosso, bai il
tocco polveroso. Farch. Stor. 9. 2j8.
.Nella nual citt'a entrò a or. 22 con un
'saio in dosso ec. , e colla berrella in te-
sta a uso di tocco, di veUuto nero. E 2t)b.
La nollc, nella quale si costuma .0 F.-
ren.e andar fuori assai, s. usano .n capo
tocchi, e in dosso cappe. 3Talm. b. 62.
Levato U tocco e sollevate l anche, AUor
quel diavol "n un medesmo trailo Un ca-
pitombol fa sopr'alle panche.
§. Tocco, per Pezzo, come Tocco di ca-
cio, di carne, e simili.
TOCCO . Jdd. Toccato. SI. I ■ «O.
100. Tocco da divina spiraiioue, quasi con-
sapevole di sua morie , ec. Tac. Dav.
Stor 1 239. La Dacia r.nomale e toc-
che sconfitte, ec. =;= A mei. 58. Esli non a-
veva appena finitala sua oraiione , che la
sanu Dea, tocca dai prieghi suo., d.ede ope-
ra alle parole, e con luce , mai da me sim.le
non veduta, scese sopra i sno. aliar.. /O
Salvia. Fros. Tose. 1. 9. Tocch. da
rispcllo ec, non oseremo di mellere
avanti sentimento o parola che non s.
conlacesse a lor finissimo gusto. (B)
-.;•- TOE. Specie di lupo velocissimo
nel saltare, ma di corpo pia lungo e
che ha le gambe più corte. Salvia. (Aj
TOGA. Sorla d' abito lungo, usalo
dagli antichi Romani. Lai. fogo. tir.
Tn'Ssvva. Tac. Dav. Ann. 4. 8». ^el
principio di quest' anno D. uso d. Gerina-
nico prese la toga v.rae. L Slor. l. 25o.
E quella sola guardia di palagio, che e
in loca, non difende mica Galba, ma lo
ci serba. F Slor. 3. 322. Essere stalo
sempre in toga, e un senatore, come gli
g Oggi Toga, vale queir Abito lungo
che si usa da' Dottori nelle Università,
dagli 0/fiziali ne- Tribunali, e da' Che-
rici. Inllam. 1. 29. Vero ì: , che ap-
presso pensando com' io Mi nmisi la toga,
mi conforto. Malm. 1. 52. Poso la spa-
da, e ripiglio la toga, .l/oi sai. I. E
perchè a me non domandar piuttosto ie
ho converso la toga in santambarco 7 E
3. Almen Curculion di Ioga cinto Hi-
splende , e in quel velluto sigoonjc M
par vedervi Ippocrale dipinto.
TOGALE . Add. l;i toga. Apparte-
nente a Ioga. Gal. cap. log 3. lS3. La
logal gravil'a non lo com(.orla.
TOGATO. Add. J esilio di loga.haU
togatus. Gr. rr.Sfi-jOfópo^. C. f^ ■ 12.
4. 3. Anlicamcnlc d loro vestire ed abi-
to tra a più bello, nobde e onesto che di
nuli' alUa nationc, a modo di togali Ro-
mani. Amet. pr. Alcuni le candidale vii -
torio, e chi le paci togate, e tali gì. amo
rosi avvcDimenti d" ud.re si dacllano C(;ij
per metaf ) . Buon. Fier. 2. 4. 18. Col-
le formule lor lalinizzanl. Delle genU da
calledra e togate. * Bue. Ap. 219. Co-
me denlr'ai navai della gran terra. Frale
lacune del mar d'Adria [.osta, Serban la
pece la togata gente, ec. (C)
* T0GL1E^TE. Che toglie. Che to-
glieva. Oli. Com. Jnf. l3. 241. Arpie so-
no tre; r una ba nome y//ope , assaben-
le r altrui ; la seconda Occipele, cioè to-
stamente toglierne, la lena Celeiio, cioè
nera. E Purg. 28. 5o5. Qui introduce
questa donna parlante, e lo,;lienle via una
suspiiione dell'animo dell'autore. (Cj
J TOGLIERE, TORRE, e TOLLE-
FE. L' ultimo dei quali non si usa se
non se in alcune voci. Pigliare, Prendere.
Lai. capere, accipere. Gr. >!»fifaviiv.
Bocc. iiov. 34. 14. Togli; noi la udia-
mo qual no» possiamo, h nov. 32. o. Il
famigliare , forse sdegnalo ec. , tolse un
gran Basco. E nov. 72. 14. Togli quel
i mortaio, e riportalo alla Belcolore. Enum.
\ l5. Dimipie loi tu ricordania al sere? E
' nov. 62. 11. lo noi lorrei, se io noi ve-
dessi prima netto. E nov 79. 31 . Sie
r„re infermo, se tu sai, che ma. d. mu>
mestiere io non li torro un denaio.
§, 1. Per metaf. Dani. Inf. » Per
duo Eammellc che vedemmo porre, E un
altra da lungi render cenno. Tanto eh
appena a polca 1' occhio torre. Bui. ivi.-
Torre, cioè scorgere.
* §. 11. Togliere, per Acceltart. t«"-
Esali. Cr. 3. 2. lo non credelti mai Ad
Erasto forchctle, né li lobi Malle»ador ;
so dir , sarebbe stalo Più debole la fra-
sca che a pisello. (C,
f §. IlL Togliere, e Tor via , per Le-
vare, Levar via s e si usa in signific.
alt. e neiilr. pass. Lai. adimerc, aufer-
re. Gr. a>5c.pirv. Bocc. nov. 17 >2. "
quale preslamenle fattone giù torre la don-
ne ec, con esse n' andò ad un suo ca-
steUo. E nov. 18. 9. Non solamente non
m' ha a debito conoscimento tolto neUo
eleggere 1' amante, ma me n'ha mollo u.
ciò prestato. E num. 29. Vo. dalla po-
vertà di mio padre logbendomi, come h-
gliuola cresciuta m' avete. Enov. 20- l.\.
Piena di stiaia gliele tolsi di mano. E nov_
81. 5. Cosi questa seccaggine lorro via. e.
nov. o5. 5. Conoscesse, per muua altra
cosa ciò essere dalla donna addomaudato
se non per torlo dalla sua iperauia. E
num. l3. Avendo a negromanle dopo il
ler.o di lollo via a suo SJ^» '^!?° "' ' '
comando a Dio. E nov. 96 18. Si per
torre a se materia d opera, vdmenle alcu-
na cosa, si per premiare d cavaliere, i-rfr.
son 4 Tolse Giovanni dalla relè, e Pie-
ro. Omcl. S. Ciò. Griscst. 22I.Lav.rlu
della pazienza di coloro che sostengono e
ingiurie, non lolle via d peccato d. quelh
che con mal animo fecero ingiuria a pros-
sUui loro. Bui. Purg. 26. 2. Oppimone
è sentenzia dubbiosa e non certa, mgan-
nata dal parere , e malagevole s. può tol-
lero quando è fermala nella mente.
Bern. Ori. 2. .6.4 E^ un certo pro-
verbio cosi fallo Dice, che 1 danno toglie
anche d cervello. , , ^ j„
* § IV Torre, vale anche ( avaii aa
un luògo, Eslrarre . Ar. Fur. 19. 49-
Altr. attende alle Uombe e a lor di nave
L' acque importune, e d mar nel mar ri-
""j'e V. Torre, per Biibare, Usurpa-
re, Bapire, Levare ad alcuno quello che
possedeva, h^l.furari, rapere. Gr. «pTta-
£..., Ao.' ani. 5. 1. Questo Duca non
iogUeva ad alcuno, ma pur del suo pro-
prio donava largbissimamcnle. E nov. g.
2 Tu mi loUi a mio talsamenle. Bocc.
nov. 16. 21. 11 re Piero di baona ec. 1
isola di Cicdia ribello, e tolse al re Car-
lo. £ nov. 20. 18. Mai ben non seni.,
posciachè lu tolta mi fosti. Enov. 77-^0.
^on mi voler lor quello che tu poscia, vo-
sbendo, render non mi potresti, eoe 1 o-
nor mio : che se io tolsi a te l' esser con
meco quella notte, io Oi,n. ora, eh.; a gra-
do ti 6a, te ne posso render molle per
queUa una. E -io.'. 9» ^6. lo non venn.
come rallore, a torle la sua v.rg.n.la.
Amet. 8. t he toltale la sua v.rg.mlale .
Non valendole prieghi ne difese M inge-
nerò. 1.1. SS. Pad. I. 69 l" °°i'"^
si mossone per venire a lui, e per torre-
oli, se avesse alcuna cosa.
" * € VI. Togliere, vale anche J ro-
vare.Dant. Inf 18. Come i Roman per
V esercito mollo L' anno del S'»!''" ^ »"
per lo ponte Hanno a passar la gene mo-
do tolto; Che dall' un lato ec. (^
e. MI. Tosliere. per Liberare. Bocc.
J 8t. ,5. Lodando Iddio, che dallm-
paecio di costoro tolta r avea. D.„<^«/-
2 Toglieva gli animai, che sono in ter-
I ra. Dalle fatiche loro.
I V Vili. Togliere, per Impedire. Amet.
1548
TOC
29. Egli con iuterna rura U cantliJa go-
la e il dirilto (-!>llo, v (tei petto e (te|,r. o-
meri qucUa [Mrte, che il vestir nmi gli
toglie ec. , rimira lunga fiuta. =!* Jiocc. g.
3. n. 2. Il s'Jo basso &talu non gli avea
tolto, che efjli n<m couosrr»se. questo JUt*
amore esser luur d' o^iii lunvenieuxa. /'etr.
canz. 7^- -^- MjJuniia (IisaÌ. già ^ran tem-
po in voi Posi '1 mio amor, eh' io &cnto
or si 'fifìammalo; Ond' a rae in ([ueito
stalo Altro volere e disvoler ni' e tolto.
K son. 25g. Quanta invìdia ti porlo, ava-
ra terra (^h' uMiracci 'juclla, cui veder m*
è tolto I /■/'; Sef:r. V t. Cap. Fort. So-
pra un palazzo da o^.\. parie aperto Re-
gnar si velie, et! a verun non toglie L*
entrar in c)utl, ma è 1' uscir incerto. fT'CV
§. IX. 'Tu'^liere, per Distogliere. Lat.
nvcrlere, rcit'Oi-cre. Gr.aTOr-sTriiv. Jiocc.
Introd. 29. Li nomi delle quali io in pro-
pria forma racconterei, se giusta cagione
da dirlo non mi togliesse.
§. X. Torre, per /ntraprendt're. lìern.
rim. l. Sa. ^o^ so, maestro Pier , quel
che ti pare Di i]uest.i nu'iva mia manm*
conia, Ch' iu ho tolto Aristotele a lodare.
5? Ctc'h. Dixsint. 4- 6- Questo sciocco del-
lo Sfavilla ha tolto u volere vincer d'a-
stuzia le vol|'i. //'J
§. XI. Togliere, per Contentarsi. Lat.
rotttenttim esse, acquiescere. Or. ffr-:'p"/Etv,
ayaTT^v. Dant. rim. 32. Che mi torrei
dormire in pietra Tutto 'I mio tempo , e
gir pascendo 1' erlia,Sol per vcdeie u suoi
panni fann' ombra. •>' /'etr. son. 255. To-
gliendo anzi per lei sempre trar guai ,
Clic cantar per qualunque, e di tal pi^ga
Morir contenta, e viver in tal nodo. ( ì 'j
Cas. Canz. 2. Ben torrei Senza mirar la
rrud.i mìa consorte , Girmen per via con
!.•!. (FPj
'fi §. XII. per Prender norma e regola.
Dant. l'iirg. 2<). Ed or parevan dalla bian-
ca tratte (parla d'un bailo di donne ff-
stile a varìi colori) (ir dalla rossa, e dal
canto di questa L' altie loglican V anda-
re e tardu e ratte (anda\-ano o tarde o
ratte, a norma del canto della rossa). ( f^)
'è g. XIII. Togliere, per jéccogliere, IH-
revcre. ^fr. Far, l^. 6:^. Sia vero o Éalso
che Ginevra tolto S" abbia il suo amante,
io non riguardo a questo. /',' 5. 6. Cre-
dendo, amando, uoD cossai che tolto L'cb*
hi nel Ietto. (lir) h 28. l5. Ed il pa-
dre di lei, che io casa il tolse, Tornando
infermo , ec. (M)
* g. XIV. Togliere t p**'* Troncare,
Iteridere. .ir. f'iir. 36. 56. E s* avca al-
tr' arme, che quelle d' Etlorre , Gli polca
il fiflro colpo il braccio torre, (^f|
* §. XV. Togliere, per Intendere.
Segner. Mann. j4g. 6. 3. In due sensi
puoi togliere queste parole dette dal Padre:
u a ligoificare, ev. 1 f-'j
* §. XVI. Torre, diresi anche del
Hiceverc una data somma in sodi.vfasione
d'una cosa. Frane. Sacc/i. nov. 211.
Mii perchè voi mi parete gentil uomini ,
io vi torrò fiorini cinque dcir una 'pallot-
tola) . (I )
* S- XVII. Togli, a modo d' interiezw
ne, come a dire fé' I, I edi ma. I.asc.
Gelos. 3. II. Per lo corpo di . . . Mnc.
Deh odi voce I te noQ la pare uscita del
Limbo: togli t ci brava anche (così spes-
so ne' comici ), (}')
g. XVIII. Tolga Iddio, vale Xon
piaccia a Dio, pton voglia iddio. Lat.
omen aiijhrat Deus. Gr. fir) '/(voiro .
Hotc. nOi-. (j3. ttt. Tolga Iddio che cosi
rara cosa, come la voitra vita e, n<in che
in da voi dividendola la prrnd.i , ma pur
la desideri. A' /toc. 08 IO Tolga via Id-
dio chu mai colei, la quale egli, tircoiiie
1 più degno , ha a te donata , che io d^
lu la riceva per mia. E Lett. l'in- Hoss.
T 0 G
278. Tolga Iddio che voi io sì fatta estre-
iiiilà venuto siale.
* §. XIX. ;Vo/i si può torre die re,
talora vale Non si può negare che ec.
I.asc. Sif'ill. 2. 4- Won si può torre che
il lesso non sia sano. ( F)
§. XX. Torre a credenza , vale Pi-
gliar sulla fede con pigarea tempo. S-'n.
Ilcn. Carch. 7. 21. Un cerio della setta
e ordine di Pillagora aveva tolto a cre-
denza da un calzolaio uo paio di borzac-
chini.
•f S- XXI. Torre a ftto, a noh ,
a pÌ:;ione, o simili, vogliono Prendere a
usare alcuna cosa con pagare una deter-
minala mercede . Pocc. nnv. 60. 8 Egli
in ogni luogo vuol pigliar moglie , e tor
casa a pigione. Sen. Ben. I ardi. 7. cap.
5. lo ho tolto da le una casa a pigione:
in questo rato alcuna cova è tua, e alcu-
na mìa. F appresso: S' io lorro dj le un
cocchio a nolo, lu ar.ii l>ene6zio da me,
ec. j se io, rhe lu io sul tuo carro si'gga ,
conceduto t' arò, ec. /J7. 6. Egli può pi-
gliare doni, e essere obbligato cooipcrarc,
e torre a 5llo.
f g. \Xl[. Torre a interesse, vale
Prendere per pagarn»' interesse Jcrmo .
Cecch. Dot. 3. I. lo non posso maurarc
ec. di metterci spalla Con dugenlo , tre-
cento e ([uattroceiito Ducati , e gli torrò
anco a interesse. S'io nou gli aro.
§. XXXIIl. Torre a un tanto V anno,
vale lo stesso.
^- §. XXIV. Togliere alcuna cosa
dallo esempio operando e lavorando, vale
Imitarla , Copiarla ottimamente- ■ ^r.
L-'n. 2. I. Si ben cuce e ricama , quan-
to giovane Che sia in Ferrara ; non i; sì
difficile Punto, eh' ella non tolga dall'e-
sempio. (T)
g. XXV. Torre altrui del capo dee*
chessia, vale Farlo ricredente da una falsa
opinione, 0 da un vano sospetto, /ir. ( ass.
1. j'i- Le voglio questo dubbio Tor del ca-
po a ogni modo, che s' immagina Ch* io
le dia ciance.
* §. XXVI. Torre animo, per Avvili-
re, Scoraggiare. Cecch. Dissim. \. \. Lo
allieva salvatilo, solitario e raalcrcalo ce.
sgridandolo e togliendogli animo- (f)
* §. XXVII. Torre a pettinare un ric-
cio , maniera proverb. che importa hn*
prendere a far cosa impossìbile. /'. PET-
TINARE , §. IX. fC)
* § X X V I n Torre a prova, vale Torre
alcuna casa sotto condizione di farne In
prova per poi accettarla o no secondo che
riuscirà, r. PBOVA. g. XVI. (C)
* g. XXIX. Togliere a rjdere un osso
duro, vale Pigliare a fare una cosn dif-
ficile, ì OSSO, g. XVII. iC)
•I' g. XXX- Torre aiione, vale ìtichie-
dcre di giustizia. T. AZIONE. §. VI. (M
§. XXXI. Torre cavalli a i-ettura, o si-
mili, vale Pigliar cavalli a prezzo per far
viaggio. Lat. etfiium conducere. Gr. i TT-
nsv ^tiàoÙT^ai. fJocc. nov. 86- 3. Tolti
una sera al tardi due ronzini a vettura
ec. , di Firenie uscirono.
* P. XXXII. Toglier comiato, vale ac-
comiatarsi. Mit. .1/. Poi. 3. 1 oUoiio com-
miato dal Signore, e moDlaroDO a cavallo,
e prejono loro TÌa[!gÌo. ( lìr)
g. XXXIIl. Torre dal mondo, al mon-
do, o del mondo, e Tor di terra, vogliono
Privar di vita. Lat. e medio lollere. Gr.
«pavi^ctv, «TiOJtTCt'viiv. lioec. ncv. .'^7.
12. Acciocché una medesima ora togliesse
di terra ì «lue amanti ed il lor figliuolo,
/'' nov. 97. l5. In buona Te danno fa-
rebbe, che ancora fosse lolla al mondo si
bella cosa. Lab . 7. Mero immaginai ili
coslrigoerla a tornii ilei mondo. Jiut Inf.
33 2. Perche noti siete voi dal mondo
spersi; rio^ tolti via del mondo. .4r. Fur.
TOC
I^. l3. Fu d' Ulishooa il Re ( tolto dal
mondo Larbiu ) Teisira , di Larbio pa-
reole .
$. XXXIV. Torre del tratta , o della
mano, vale ICsser prima dell' altro a chec-
dirssia j die anche si dice Fincer della
mano . Lat. antevertere . J arch. F.rcot.
320. Chi può dubitare che ella nel mede-
simo pregio sjrebbe, e il medesimo grido
avreblic, che la lioreutìna? la quale, se noo
d' altro, r ha almeno tolto loro del tratto,
o, a vostro modo , della mano 7
tf §. X\XV. Togliere dentro, per in-
trodurre. Ar. Fur. 21. 38. Venia al ca-
rtello, e per iiasrosc porte Lo togliea den-
tro r ìufedcl consorte . /-.' st. l\6. E fatto
un segno , di rh' io I' ho avvertito, lo 1*
Lo a tor dentro che non sìa sentito. (Sff
g. XXXVI. Torre di bocca, o Togliere
la parola di bocca . Fardi. Frcol. 80.
Qiundo alrunu aveva in animo , e poco
meno che aperte le labbra per dover di-
re alcuna cosa , e un altro la dice prima
di lui, cotale atto si chiama furar le mos-
se, o veramente rompere l'uovo in bocca,
rìuc torre dì bocca; il che i Latini dice-
v.nno antevertere, e u'cuni usano: non tu
III* hai furato le mosse , o tu me 1' hai
tolto di bocca , ma tu me 1' hai vinta
del tratto.
* 3. XXXVII. Torre di hoeea ad uno
un concetto, o simile, vale I alersi d"
un concetto, o simile, manifestato da uno.
Segner. Fred. 8. !\. >è crediate questi es-
ser termini mìei ; gli ho tolti di bocca ad
un S. Giovanni Grisostomo. (F)
%. XXXVIII. Torre di vita. Torlo per-
.tona, e simili, vagliano ammazzare. Uc-
cìdere. Lat. e medio lollvre, necare, mor-
trm inferre. Gr. asavi^siv, à~oxTeiveiv.
liocr. introd. 27. Oltre a cculoroila crea-
ture umane si crede per certo ec. essere
siiti l'i vita tolti, lì nov. 1. l3. Non so-
lamrtile 1' avere ci ruberanno, ma forse ci
torranno, olir' a ciò, le persone.
-;: g XXXIX. To«liere errore , vale
Prendere errore, F.rrare. /'. ERKORE.
g. Vili. (C)
V g. XL. Torre fatica , vale Scemar
fatica. Bocc. g. 3. n. 4. Peosoui M egli
potesse per tor fatica a fra Puccio, di vo-
lerla supplire. ( C)
§. XLI. Terre fede a uno , vale Ft-
miioverlo dalla credenza, lìoec nov. 23.
17. Tiepidamente negava ce. , acciocché
al frale non togliesse fede di ciò .
'J'g. XLII. t ale anche Snrditare, Pen-
der incredibile. Dant. Inf. l3. Però ri-
guarda Ih-uc, e sì vedrai Cose che torneo
fede al mio scimone. {F)
§. XLIII. 7orre gita , vate Bi^par'
miare il viaggio, o la gita. Fir. Tria. 3.
3. Clii h questa che vìen dì quaT eli' h
la Purella per dio: ella m* ha tolto gita.
* g. XLIV. Toglier gh oc, hi , vale im-
pedire P uso della vista, t^ant. Purg. |5.
Kd creo a poro a poco un fummo farti
Verso di noi, come la nolte oscuro, ec.
Questo ne tolse gli oerhi e l'aer pu-
ro. '/';
* §. XLV. Torre gli orecchi, o le
orecchie, vale Fentre a noia ed cicaimre.
Hfatt. Franz, rtm. buri, lo la vo' pur lo-
dando alla sicura. Né m' accorgo eh* io t*
ho tolto r orecchie Con questa lunga mia
manitjitura. /'..' altroit : lo sod forcalo
Torvi gli orecchi almanco un quarto d'
ora. (Itr)
§. XLVI. Torre il capo » 0 la testa
a chicchessia .vale importunarlo. Infa-
stidirlo con importunila . Lai. caput ob-
tiinderr . Gr. :t3(pi'*o;(l«! » rivi . Fir.
lue a. 1. Deh di grazia non mi torre
la lesta, se tu non vuoi eh' io li spezzi il
capo. F. 4 6. C he casa o non casa . che
CI avete v>ramai tolto il capo? tC ÌJimI.
t Ó ó
T 0 G
T 0 G
»*49
*,//. don,,. 349. Perdonalcm., . .0 m l-
!^,c»i coiai vul.» il "P« col a.manaarv^
ìinJr.. Superar., (h.nhr. run Qu.v.
Delle »oc piume., e tulio .1 l.ocro ha gial-
lo, E toglie in aria aJ og... augiUo .1 vao-
If S XLVII 1. Torre impresto, o in pre-
sto. ?a/f .eccitare, l'rfn.lcre inprfslan-
z, mtl. Franz, rin.. hurl. To,, n"-'^''.
altra WMia io I-esto lolla S, vede .uvy
uu qualche n,....heralo . Car. r,n.. In.rl.
E s>uo.a in .u la fe.le , elogile impre-
""rt'^e XLIX. Torre infili» „nn persona,
o una cosa, .ale Pigliare """ l"'''""-'
una cosa in cambio d' un' altra. 1 ■ FAL-
^'e' L "" Torre in moltcfpo . vale ^on
istlmare. Visprez.nre /Urn. r.m. 1
QO. Si posson lor tutte V altre in mo -
Uggio; A quoto mal non e speranta al-
™ s' LI Torre in pace , t-ah Soppor-
tai. Lai. pali , snpcrre . Or. u-ou5-
vei,. Frane. Barb. ^\. II. E tu quella
pii folle Esser in lorla, polche vuole, m
''"1' LII. Torre insino al cielo con
lode vale Lodare eccessivamente , Innal-
zare con encomii. Lai. tollere ad calum.
Gr. €:r«.o;.v 5.5 'ò' o-..:avov . /.o«.
noi.. o5. 1. Era gi'a stato messer Gentde
con somme lodo tolto inBno al cielo.
* S LUI. Torre in urto alcuno, va-
le Contrariarlo , lenir seco in contro-
versia. J'. UliTO, §■ ■ O
* ^ LIV Tor la mano da uno, va-
le laìciard- assisterlo. V. MAINO, §.
CCSLI. (Ct , T> .
8 LV. Torre la mira , vale ITcn-
derla mira. Mirare. B.rn. Ori. 1. 6.
3r Par che sia stalo un' ora a tiT la mira.
e LVl Torre di mira, vale I' isles-
«. Ar. Far. 9. 3l. Dal Iraditoi fu in
niewo gli occhi collo. Che 1 avea di lon-
lan dì mira tolto.
e LVll Torre di mira alcuna co-
sa .' /guralam . vale Prefgscrsela per
fine . ., I y.
*§ LVUL Toglier la sella, per Isca-
valcare, Gittar'fì'u dalla sella Ar.
Fur. 19. q5. A mille cavalieri .."a sua
vita Al primo incontro avei la sella tona
Marfisa, ed ella mai non n' era uscita, E
n'uscì (come udite) a questa volta. f."|
* §. LIX. Torre la <■■•'<• ■ '"''; '^''
cidm. Am. Cron. 120. Poi se n andò
Santo Martino , e prolestogli (a ,V.«si-
mmo) che s'egli comLattesse con 'Teo-
do»io, Teodoiio lo vincerelihe e lorrehbe-
gli la vita. tC) , I- ,
S LX Torre la volta, vale Latra-
re innanzi , Preoccupare nelle operazioni
alternatile il luogo altrui; che anche di-
ciamo Furar le mosse . l-:il. '"P"-""-
antcverure. Gr. u:!£(;S:<lvsiv. Pass-ìl^b.
Fanno lanlo , che basta , di male , sicché
me ne lolgon la volta.
g. LXl. Torre la valla alle cicale .
Varch. Ercol. gS. Pi simili gracchioni si
dice ancora ; e' lerrehhe 1" invito del di-
ciollo, o egli sccchereUie una pescaia, o
e' ne torrebhe la volta alle cicale.
* §. LXII. Toglier /' onore, i<i(.
Privar dell' onore. Disonorare j e parlan-
dosi di donna , ì'iolare . Ang. ilei. 2.
144. Ma trattosi egli le mentile spoglie
ec. r onor suo le toglie. tCi
§ LXIll. Torre moglie, 0 donna, lorre
per moglie, e Torre marito, vogliono Am-
mogliarsi, Maritarsi. Lai. uxorem voi
virum ducere, nuhere. Gr. ■/'-'.'"-'.' 1""-
nov. 100. 5. Affermaidovi. che coi che 10
mi tolga, se da voi non 6a come donna
onorata, voi proverete ec. I. num. 6 Voi
sapete quello che voi mi promelleste ,
ciife d'esser conlenli, e d'onorar, come
dolina , qualuuque quella fosse che .0 lo-
"^Z: ì-ron. Morell. 255. «elitra d.
.or moglie e dì volere 6gliuoli . h 256.
Sii contento a questo, avere qY"", " "
richiede, secondo te e secondo la donna
togli. Maestri,:. . ,9. Uno medesimo
Riudiiio t siccome di colui che ins.en e
avea più mogli , in.peroccV egli e tenuto
di lorre quella che avea cacciala, se si
vuole convertire, e cacciare le altre. .e^,r.
7-Vor tliz. I. 3. Veianienle io non aveva j
il capo a tor donna; ma poichi; tu e ma-
donna volete, io voglio ancora 10. I.cra. 1
Ori. 2. 27. 2 L' oro b quel che marito
e donna toglie. Non .1 giudmo ne la ele-
lione, Jla r avarizia marcia e 1 ambizione.
IWch. Mogi. 5. 9. Quivi tolsi per don-
na la sorella Qui di messere Alberto
e LXIV. 'lorre su. 1 ardi. irto/. 11)3.
Tor su, o tirar su alcuno, il che si dice
ancora levare a cavallo, fe dir cose ridico-
le e impossibili, e volere dargliele a cre-
dere per trarne piacere, e talvolta uUle.
•X V' LSV Torre su alcuno, vate
ancL^ingannàrlo , Farlo fare. Farci, .
Frcol. 24S. Guardate a non esser tolto
so, che io non credo mai che 1 dotti e
giudiziosi uomini siano, non diro per lar-
vi buono, ma per comportarvi questo.
§. LXVL Torre tempo, vale Far per-
dere altrui il tempo opportuno, 0 l'j"-'"-
sione di fare alcuna cosa. Filoc. 0. 20.
La nemica fortuna assai ci ha tolto di
tempo ; or che contra la forza di lei qui
Siam nervenuti, non ce ne togliamo noi
medesimi. Jr. Fur. Sg- 4^. Stese le ma-
ni, e abbracciar lo volle, E insieme do-
mandar percbfe venia ; Ma di poterlo far
tempo gli lolle II campo, che in disordi-
ne fuggia.
* g. LXVII. Tor tempo, vale an-
che Indugiar.- per prendere pm propria
congiuntura, l . TbMPO, §. XLVII. f L)
5? g. LXVIII. Togliere un bacio aduno,
per Var'lielo il disse il - Bocc. nov. 94.
5. Ora, che difender non li potrai, convien
per certo che cosi morta, tome tu se , 10
alcun bacio ti tolga ». iCl
+ '.' €. LXIN. Torre un boccone, 0 simi-
li, vale Mangiar poco, e per lo più in fr. i-
la. Veli. Frr. ì. 3. No'iie ancor 10 a
tor quattro bocconi , benchi; 10 ti so dire
eh' io ho a capo ad altro che a mangia-
re. fBr) . . .
e LXX. Torre uno di se medesimo,
vale Cavarlo di senno. Lai. stuporcm in-
ducere , a mente deducere. Gr. E/.7r)-;-Tnv.
Fianim. 1. 49. U disio, quasi ogni mimmo
sentimento occupando, mi toglieva di me
medesima. ,
* §. LXXl. Torre via. per meta/,
vale Perdere. Bocc. FU. Dnnt. 235.
Abitò adunque Dante in Pavenna, tolta
via oijni speranza di ritornare mai io P i-
renze' (comecché tolto non fosse il disio)
pi'i anni sotto la prolezione del grazioso
Signore. (Ci
■:.. S. LXXII. Torre via, per listru^-
eerc. Fis/nre. Dani. In/. 10. Ma fu .0
'sol col'a, dove sofferto Fu per ciascun di
lo.re via Fiorenza , Colui che la diles. a
viso aperto. fBr; 611W0". Beli. b^j. Sci-
pione Numanzia tolse via , Scipione Car-
tagine disfece. (F'P/ ^ ,
§ LXXIII. Torsi, o Torsi giù da chec-
chessia , vale Desistere da alcuna cosa ,
Abbandonarla. Tur. Vav. Ann. 1^. I90.
Sforzò ancora Tiridate ec. a ntir.irsi , e
torsi giù dall' impresa. F ìtor i. JIO.
Vitellio dall' impresa non rìusc.bile si tol-
se giù per vergogna. Ambr. Bern. i. 9-
Ma non pensi che io me ne Voglia tor
giù. Cai. Sist. 129. Quanto duntme al
poter sostenere , che il movimento ec.<
loglielevenc giù del tutto. ••.• (.roo Oel.
J ti //.'/ l38 Tuttavolla e non si tolse
anche per questo dal tentare ce. di ricom-
icrarc ec. le sue città. (Cj
:■: § LXXIV. 'l'orsi ad uno, vale /tu-
bandonarlo. Cessar d'esser suo, e dicesi
degli amanti. « Hocc. nov. 27. 17. Qual
cagione vi dovea poter muovere a lorgli-
viii così rigidamente -ì (C)
§. LXXV. Torii d' adilosso nlcuno ,
vale lo stesso. Bocc nov. 81. 17. Con
recisa risposta ec. se gli tolse daddosso .
* /•; ". 10 n. .1 Con una nuova e al suo
j piudicl.. impossil.a domanda si pensò di vo-
I lerlosi torre daddosso. (1 )
\ e LW^ I. To^/ier.S( d' alcuna persona,
in seniimenlo osceno, vale U.!are carnai-
' mente. Lai. rem ciim aliquo ìiaber,: I if.
rlut. La qual cosa si farea per amor*
Servilia madre di Bruto, che Cesare se ne
loelieva, quando eia giovane.
* § LXXVII. Torsi dall altrui pa-
rere , vale Allontanarsi dall' altrui opi-
nione , Peii.<are diversamente, ec. Ar.
Sai. 3. So ben che dal parer dei più mi
tolgo. (M) , ,
S LXXVin. Togliersi dal pianto, vale
Cessare di piangere. ÌSov. ani. 7O. 3. Non
li scusare, loti dal pianto; se 1 tuo Egliuo-
1 lo 'e morto , altro non può essere.
■Al <^ LXXIX. Tor.t; da un luogo, 0 da
' una persona, vale Air/,r... m- . Car. Fn.
lib. XI. V. 520. E s'allrapa.le Cercano
e.l altre genti ( se pur ponno Torsi da
noi), ce (M, Tass. Amint. 1.2. Indi
si tolse , e più non voUe &e vedermi ne
udirmi. { TC}
:;: S LSXX. Torsi di colpa, per tJis-
colparsi. Ar. Fur. 33. 86. E perche tor
di colpa si vorrebbe. Giura pel lume che da
lume al sole, Che di questo imputato esser
non debbe. (Vj
9 LXXXI Torsi dinanzi ad altrui ,
vale Levarsi dal suo co.^petlo. Ilern.Orl.
1. 5.37. Così detto, dinanzi se gli tolse;
I n Jin voltar di ciglio fu sparito.
+ e: LXXXII Torsi dinanzi , 0 davanti
alcuno, vale Fare in modo che non coin-
parisca piti davanti. Mandarlo via, iVon
uè voler saper nulla. Ar. Fur. 3!i. Sg.
Cercand' io pur di lorlomi davanU.
•41 S:. LXXXIII. Torsi fame, o sete vale
Cavarsi Infame, ec. Ir. t iord. 48. Co-
me se tu bei o mangi, loU ,(. '01, I, 10-
sln sete o fame, ma non per sempre, no.
Fior. i'. Frane. 55. E in quel tempo mai
non si tolse fame alla mensa , ec. òen.
Pisi 18. Avea ordinalo alquanti di, ne
quali e' mangiava si poco, che appena si
togliea la fame. ■ F; Cronichell. d'Amar.
275. Molti per mangiate con troppa rab-
hia , e non si credendo mai torre lame ,
se ne morirono. (Ci
if §. LXXXIV. Torsi innanzi, per
Mandar,., .Spingere innanzi a se. Ar. I nr
32 64. Che lasciar le campagne a un pa-
stor vede. Che s'avea la sua gregge innanzi
lolla. ìM) ,, r'„,.
* S LXXXV. Torsi sangue, vale I al-
. r r lih 1. E la mo-
si cavar sangue. O. 1 ■ m ■ -=•
rio avendosi tolto sangue d. suo brac-
"°*V''lXXXVI. Torsi una satolla di
checchessia, vale Mangiar di chec'''"''''
in gran quantità . Pocc. «oi. 73' ^•'°
vi verrei una volta con esso >^'^° f "^l"^
veder fare .1 tomo a quei maccheroni,
tormene una satolla. rO^_ „„. vergogna
dalvìso. val'e Cavarsi, levarsi un-in-
/amia. Bocc. g- 4-
5. Dilli CIO di que-
r osa e d^p^isarsene tacitamente ed
^Bnge^si ec. in6no a tanto che tempo ve-
ni>s°%el qnaleessiec. questa vergogna
avanl che più andasse innan«, SI poles-
i55o
T O G
T O L
T 0 L
scro lorrc dal viso. Petr. canz. Sg. 5. Si-
gaor miuf che nun (oijU Oniai dal volto mìo
questa vergogna? (f )
* §. LXXXVIII. Torsi una voglia ^
vale Cavarsi una voglia, l'ecor. g. Q. n.
1. DÌmc alla madre : Or re ne toglie-
te bene U voglia j e spenò qaesU vilel-
la. (Fj
%: §. LXXXIX. Torsi un corri corri
ti' accordo , vale yjccettar per Jorttma il
potersi fuggire . Cecch. l'rov. 71. Simìl
gente han sempre cento Di queste lac-
cberelle , e ti turrcbberu Uu corri corri
d' accordo. (C)
TUGLIMENTO. Il torre, ilubamen-
to j furto. Lat. ahlatìo. Gr. «yat'c-ESi;,
K5ap:Tay;j:o;. Maestruzz. 2. 3o. I. Fur-
to è togliiUL-nto dL-lta cosa altrui mobile e
corporale . /i" appresso : E questo è da
'nlcndcrt; quando la volontà del ladro è
tale, ch'ella sottrarrebbe maggiori cose,
ovvero quando per Io logliaieulo della pic-
cola cosa il signor della cosa se ne grava.
Jiut. liif. y. 2 Superbia ec. si è ec. in
troppa esalaiiun di voci, o ìa rompimen-
to, o in di^giugulmcoto, o loglimcnlo di
punii. * iallav. Sttl. 82. Il nome dì torre
V di I ubare agli autori , in quanto è dì-
verso dall' imitare , e fondato in questa
special simigliaoza cui vero toglimcalo, e
rubamcntu , che ec. (FPj
f TOGLITORE. V erbai, ma.tc. Che,
o Chi togli f . l'ut. A(r^. 27. 2. Toglitore
della bcuedizioo paterna al fratello, .'irrigh.
71. Il datore toglitore somiglia il gambero
ritogliendo .
'":- TOH TOH . Interiezione dinotante
maraviglia Jìuon. l'icr. e Tane. (A)
* TOLDA. Term. di Marineria. Ta-
volato che forma il piano d' un basti'
mento , sul quale è piantata la batte'
ria , come sopra un i piattaforma, 0 cas-
* §. È anche una Specie di cassa, o piat-
ta/orma, che e nella sentina, in cui il mu-
nizioniere fa le sue misure per la bevanda
dell' equipaggio. (A)
TOLLEIUBILE. Add. Comportabile,
Comportevole, Da esser sofferto- l.at. to-
Urabilis. Gr. Ùjc/.tqì- Lab. 127. E for-
te saria tollerabile , se questi due o tre
avanzassero i mariti , o fusser alnien lor
pari. Vit. SS. /'ad. l'ìù luìlerabde ci pa-
reva a sostener l' ira di quella bestia, che
i|uclla degli uomini. Cas. lett. Ci"]. So be-
ne, che chi mi vuol pur lodare, conviene
l'he dica le bugie; ma io desidero ch'elle
kicno almeno tulleiabìli . v Giov. Celi.
/ tt. Alf. l38. TuttavuUa e" non si tolse
anche per questo dal tentare ce- di ri-
( ompcrarc con alcuni patti tollerabili ce.
le suo città. (C) Buon. Fier. intr. 5.
3. Non dico quello Interesse amorevol ,
mio rompagno t'iacevoi, toUerabil, giusto,
onesto , ec. (lì)
TOLLlilUBlLMENTE . Avvet^>. Con
tolleranza. In maniera comportabile, Lat.
lolerabiliter. Gì. ocvS/TÙ;. Cose. S. Itera.
l'iù tollera'.>dniente pule agli uoniiiii il ra-
ne puitolcnte, che non la t'anima petra-
Inre a Dio . S. JfiOst. C D. \*tn lolle-
rabilmente faresti gli lUvini ouori a quello
Scipione, the non adoreresti quoti colali
Jddii .
TOLLEKANTE. Che tollera. Lai. to-
lerans, pnttcns. Or. TTGÀyrìa?. *? Tass.
tier 1. 61. Sun quattro mila, e bene ar-
mali t e bene liislrulti , uii al disagio , e
loUeranli. (Vj Hai. Sist. 3t. Co.<.i tulle-
raoti verto ■ cervi , e impasieuii contro
ai cavalli . /; l65. La nn\iU delle rose
rhr sento, mi fa cuiiosu, non <lte tullo-
ranle di ascoltare.
t TOLLtnANZA . Il tollerare. Lai.
tolrrantia . Gr. a'vo^l' . Fior. Jtal. lì.
Colla virtù della tolleranza la vincea- Ott.
Com. Par. i5. 344- I*one m.ignanimita>
de, Sdaoza, sicurladc , magnificenza, co-
stanza, toJlcraDza e fermeMa. /fuon. Fier.
4- 4- 2- Sulla lor toUeraiua Se n'andava-
no SVfUi .
TOLLERARE. Comportare con pazie/i'
xa e franchezza , Sopportxtre . Lat. to/c-
rare , patienter ferre . Gr. av»'xs5&a* 1
ftfiitv. Bocc. I.ctt. l'tn. Ross. 280. Af-
fermerò ec, che dove buona e valorosa
donna non sia , essere mollo più grave
nelle felicità che nelle miserie a Uillerare.
Sen. Ben, l'arch. 7. 26. Tu domandi ec.
con che animo si debbiano lotlerarc gì*
ingrati. * Segner. Seni. Oraz . 36. Jn
due cose consiste 1' amarena di questo
calice, m tollerar disprezzi, e in patire
dolori. (TC)
•r g. Tollerare , vale anche Regge-
re , Sostenere . Cuicc. Stor. 3. I05. Né
si dubita che 1' aver tolleralo l'assedio da
cinquanta giorni fu cosa mollo salutifera
al Re di Francia. (/.)
TOLLEKATO. Jdd. da Tollerare.
t TOLLERATORE- Verbal. masc.
Che, o Chi tollera. Buon. Fier. 5. 3.
8. Il buon Dicco Tollerator, tollcralore
Andrio .
TOLLERE. / . TOGLIERE.
TOLLERO. Moneta nostrale d'argen-
to, di valuta di lire sei , ossia di nove
giutii . Menz. sat. 5- Vedi che picchia
il petto, e dà l'incenso Con quella man
che ì tolleri stropiccia, v Salvia. /Innot.
Fier. Buon. Introd. 5. i. h 'l suono a-
cufo dell' argento, ec. Or che non m sente
più sulle tavole il rovistìo de' tolleri, ma
il sordo suono de' ruspi, i giuochi vanno
più taciti. (B)
TOLLETTA. /'. //. 'folletto, l^ant.
Jnf. II. Nel prossimo si danno, e nel
suo avere, Ruine, inccndii, e toilette dan
nose .
TOLLETTO. J . A. Verbal . da Tor-
re j Tolto , Rapito . Ne si usa tal voce
che coli' aggiunto di MAL . Lat. male
partum , latrocinium, furtitm. Gr. yw-
pi'ov , x>£y/ia . Albert, cap. 6. Non a-
speltare che lì tuo' figliuoli od altri per
te facciano limosino , o rendano lo mal
tolletto. Fr. Giord Fred. D- Allora sono
le ricchezze accattate con peccato, quando
sono accattate per usura , o per furto, o
per rapina, o per mal tolletto , o per altri
mali modi. Dant. Par. 5. Di mal tolletto
Tuoi far bmn lavoro. Fr. Zac. T. l\. 21.
1. Figli, nepotì e frali. Rendete it mal
lolletlo. /:,' altrove: Se 1" un fa suoi sot-
tratti , Che nullo se n" addia. Tutta mone-
ta ria Lascia nel suo sacchetto; La liDona
in mal loUcllo Se ne rapisce Amore.
* lOLO. /'. 6. Cupolelta. Salvin.
Odiss. 473- Cavando fuor le serve dal pa-
lazzo Ben piantalo, tra il tolo o cupolelta,
E la gentil chiusura della corte. (PeJ
TOLO.MMEA . Nome del cerchio dove
Dante colloca i traditori f detto, secondo
alcuni, da Tolonimeo principe degli I brei,
che uccise per tradimento il suocero, e
due suoi cognati . Dant. Inf. 3.3. ( otal
vantaggio lia questa Ttdummca, Clio spes-
se volte r anima ci cade , ee.
t TOLTA. Toelimento, ti torre. Lai.
ablatio . Gr. a90»ci'<t; , ai.^ot.:^v/fxoi .
Introd. ì'irt. 2g6. Lailronrrcio e una pa-
leso tolta altrui contro la vuloiilà drl Si-
giioie . M. f . a. .^a. Il Papa medesimo
avoa già la ingiuria fatta a santa Chiesa
per r Arcivescovo della tolta di Bologna
temperala .
§. 1. fìiciaiHO : ftuona, e mala tolta, per
Buona, e mala iompera.
§. 11. /' .".ter tolta di alcuno , si dice dell'
ÌCsser suo aderente , o amico. Tac. Dav.
Ann. 16. 23a. Si ricordo che Silia . donna
conosriuld come moglie d* un senatore , e
«uà tolta in ogni sporcizia, era latta di Pe-
tronio ( il testo lat. ha : ipsi ad omnem li-
bidinem adsrita ).
* TOLTO. Add. da Toglure, Tollere,
e Torre. Fr. Barb. 7^. 7 Un altro vizio
tolti Fa li ben ta^gì adivenire spesso. E
ÌQ2. 19. Cosi li pana molto, Se al tall9
non se' loUo. E 216. 20- l'er tutti que-
sii, ed altri che son molli, Pauan li saggi
e i stolli, Né perciò vedi lor da vita tolti (im
questi tre passi l' Ubaldini nella Tav. al-
la voce TOLTO dice che la voce TOLTO
vale astratto, goffo, non accortq , guati
tolto da se. Ma potrebbe darsi anche„ tan-
to più che tolto e contrapposto a saggio,
che ti Barberini avesse detto tolto colf O
stretto, in vece di stollo; come veliere in
vece di svellere, chifaro in vece di schifare,
e simili, (f'j
'>• lOLU'. Nome di una pianta ame-
ricana, da cui stilla un baJsamo più Con-
sistente degli altri balsami , che ci vien
recato in zuccliette da Cariogena, il drap-
po inglese, che si adopera per le ferite, e
spalmato di questo balsamo. (A)
* TOLUTA.NO. Del Tolù, ed e aggiutt-
to di Balsamo. Red. Cons. talsamo tolu-
lano. (Aj
TOMAIO. La parte di sopra della scar-
pa. Lat. obstragiilum. Gr. ^ToCfia- Serd.
Stor. a. 221. Vestono calze fatte eoo mae-
strevole artifizio, e stivaletti molto gentili,
o scarpe cui tomaio di seta . F 12. 4^5.
Usano scarpette e pianelle senza tomaio .
o guigge a guisa di sandali.
TUMARE. Cadere, o Andare a capo
ali* ingiù , alzando t piedi all' aria. Lat.
precipitare , in prteceps ruere . Gr. /a-
raftii/Avi^siv. Liv. M- I Romani venie-
no a slascio in giù correndo, e percoleano
a' Galli, ed cUi tornavano l'un sopra l'al-
Lro . Morg. 27. 23a. £ non si vide mai
più «pade a Roma Addosso a qualche to-
ro, quando in caccia Isciolto giù dal plau-
stro quel toma , Quando si fa la festa di
Testacela .
S- L Per similit. Dant. Inf 16. Ma
Gno al centro pria convien eh' 1 tomi lC4oè,
scenda ). F 32. Nò ti dirò eh io sia « né
moslrcrolti. Se mille fiale in sul rapo mi
tomi ( cioè , ritorni a pormi le mani in
capo ) . Ar. Fur. ig. ^8- Sul mare in*
tanto, e spesso al ciel vicino, L* afllitto e
conquassato Wgno toma.
^' $. 11. Tornare, dicesi anche delle be-
stie che si iiittano in terra colle gamba
all' aria in segno d'allegrezza. Bart. Ben.
Rim. 4' Se gli azzoppassi 'I mio caro asi-
nelio. Che salta e raglia e d'allegrezza to-
ma , Sperando aveiti, Tina mia, per so-
ma. (N)
« TOMASELLA. Specie di polpeitm ,
o altra simile sorta di vivanda . Pros.
Fior. (A)
TOMBA. Sepoltura , Arca da seppel-
lire. Lai. sepulcrum , caverna , arca s«-
pulcralis . Gr. r j^6tf( ■ reir. son. \&\.
Giunto Alessandro alU famosa tomba Del
fiero Achille, sospirando di»»r. F cap. 3.
Avoa color d' uom tratto d* una tumba .
Dant. inf 6. Ciascun riirovtrà la liisla
tomba . E 9. Più che non cicdi son lo
lombo rarchc. G. / ■ 5. I. 6. I <)UalÌ ti-
rano nella ciiià di Uelaoo in Ire lumb*
cavato ili pioHerito.
S- I. /-Vr simtlit. Frane. Sacth. ncv.
190. Anilu verso la fecciosa loinlta per
IrariT il popolo iudaico ilrila conserva .
Sfgr. Fior. .\tor. 6. 149 DcqUt) alle sue
rase io una tomba falla y>cr ruosei var*
fiumenlv si oaaroso (qui vale Buca da
grano ).
S II. Per Corte, o Casa dt villa. Lai.
villa, casa. Gr. xaÀu'S». ir. |. 6. |. In
rho maoiora sono da far le corti, unrvaro
le toniliF nella villa, per ragion deU*abi>
TOM
IMion del signoic e de' l.vor..lor. , « /i
'Z .3. Delle .omI.e .he s. ,.o«oa »
:;U alberi .,.,fi.iosu„,e..,c •"^«'^"'^l
coni. 5i rberU al Ul.i" ""«vo . D /'. 1"
phL^mo Un-po di n..,l.e - B--'" P-
„.s>ioui e ville, e loml-e, e ca.uUa coni
ProL^nza. Dani. Inf. IJ): «.^«.vamo
Jla sccoud. tomba MoDUli .leH-'-B'-
ìd quella parie Cbc appunlo sopra 1 me.»
* TOMBOLA. Sorta di p.""" <:''' "
fa con carUlU .li q,..nà,ci m.mer. ,.rf^<
dair uno al acanto . e nel qnale .l'ice
'^L:H^.a ia cartella i C'.t nnn.ert
sono i prim, ad essere estratti, (ylj
TOMBOLARE . Cadere col capo al
belando pur diauzi v.d, il fondo. / .^ ^■'■
102. Ve6Bendolo.M>euioloD. ed immoto er,
J°„rcpf,?..uaed.uaspe,.a.a.pmtaellad
fece tombolare a ca, o di sotto . /. 2Ji.
Ad ogni passo che no, lacevamo, toiidio-
lavanio eosi be' cimbottoli , cb egli era
Ulvolta da ndere . Tac. Va.. Ann.z.
35. Alcuni con laida foga lualberat. s ap-
piattarono tra- rami , che scoscendendosi .
o boltonati per giuoco lombolavan gm. e
storpiavansi f./ testo lai. ha: prorutae
■irborcs adflixere ). , ic ^-k „i
e 1 Per similit. Fir. As. l36. Rem.
p„r-a mai esser donna , uè viver certamen-
te . insino a tanto ch'io non la fo lombo •
lar giù «la tanta feliciti.
* R II /■ in sigaific. alt. Lasc. tea.
I noJ. IO- Nello scender la scala, come
volle la sua disavventura , loc.umpando
ec. , la tombolo tutta quanta. (I ) ^l'eg-
3l5 Perch' io non abbia, tombolando un
balio. Poi rotolato m qualche [ossatelo.
Malm. II 45. Lo spinge luor. a toml.o-
lar la scala f-VJ
3 TOMBOLATA. // tombolare.
S: e iJicesi anche per Sorta di ballo.
. Ualm II. 45 the sapendo eh' e. fa
la contadina , Vuol eh' ei faccia pero la
tombolala ". (1^) _,
•+ * TOMBOLE! TO. /Idd. Tar-
chiato, Crasso e tondo „ foggia di tombolo.
Kellm. Bucch. 168. E ve,..i gli tenean
quallro paggetti, Tulli dell Arno, e tutti
lombolctti. (A) . ^ . r-
TOMBOLO. Capilomlolo. Cant. Lara.
Oli 34 11 (onibol schiavonesco e falico-
.0 Donne, si ben facciamo. Che senza
alcun riposo Tre volle e quattro già fatto
r abbiamo.
S I Onde in proverb. diciamo.- lo non
ne farei un tombolo in sull' erba ; che
«/e lo stesso . che Kon ne ^.oliere, la
mano so^pra . Lai. ne mannm c,titdem
verterem . l r< ..t^
+ 8 11. Tombolo, si dice anche Certo
strumento corto e rotondo sul quale si Jan
labori di trine, o simili.
J TOMO. Pronunzialo coli' O stretto.
Il tornare. Lai. casus, mina. Gr. ItTCo-
,.c. Boec. no.. ,3. 6. Vi vorrei una volta
con esso teco pur per veder fare d tomo
a quei 1 laccheroni , e tormcue una satol-
la Frane. Sacch. nov. l52. E brie-
vemente e' faceva un tomo quasi come
una persona (parla d'un asino). Ar.
Fur. 45. 1 Tanto più tosto hai da ve-
dergli i piedi, OV ora ha '1 capo , e far
cadendo il tomo, r.ern. Ori. I. 3. 2.\. Di
dietro, dico, andrà da valentuomo. Tanto
che gli faran fare un bel tomo . ]: i 4
27. Cn tomo fé , ma salto presto in pie-
de, Che non fu visto mai salto s. mito.
* .SWi„.. Om.facc. ,44 E nella polve
un tomo Di'e sopra la collottola e le spal-
le. (Slm) . , ,„
=;= §. /,. pro.erb Son ne /arci un 10-
T O M
T O N
i5Sl
mo in sulla paglia , .he vai. lo slesso
che Kon miteni la mano soszopra. l\on
ne farei un tombolo in sulf erba ... la-
t„ir. 2. non ne farei un tomo in sulla pa-
ì td
* TOMO Col primo O aperto, trall.in-
dosi di lihri, .ale lane, o Jolunie. Lai
tomus. Gr. T6;ul05. -B"<"'- ^ 'f- •'' ^: '*>.•
Fitto In qualche libier.a vorr. mangiarsi.
Divorarsi, inghiottirsi tomi interi. L J. S.
2 In quel tomo più alto si ragiona Del
maggio. domo. * S.-gncr. l-i..p. Qui'-t. b.
5 Cosi lungamente dimostra ec. >l j'ua-
rcz nel lomo secondo i/e religione. I J IJ
+ TONOLTO. y. A. Iiimullo. Lai.
tiimultus . Gr. SifvSo? . Te.^orcll. Ir.
Che un' ora cresce molto. E la grande to-
mollo (qui la stampa di I ir. 1824. tnp.
II. pas. Sq. legge- tumolto ).
TONACA. / .TOMCA.
TONACELLA. Tonicclla . Ir. Cioid.
Fred. R. Ofleii all' altare una bianca lo-
nacella . Menz. .^al. 9. O almen data gli
avrian la tonacella. Rè mostrerebbe 1 su-
dici ginocchi , ec. ^ .
* §. Tonacella , dicesi più propria-
mente il Paramento del suddiacono, ed
;. simile alla Palmali.a , se non che Ila
le maniche più larghe Cis. Impr . I
due Canonici assistenti , avendo indos-
sate tonacene dello stesso colore , fu dal
prelato incensato tre volle .1 santo taber-
nacolo. (A)
TONACIIINO. Pira, di Tonaca, l.at.
tnnicula. Gr. Z'-™'"'""'- '"''"^; ■""; ^■
Pur sotto il tonachin fia che s appial-
te Ciò che lor grava e 1' uno e 1 allro
lombo .
TONAMENTO. Il tonare.
•f g. Per similil. Ziliald. Andr. 120.
Tonamcnlo, 0 lucinamento negli orecchi,
ovvero chiudimento nelle nare (il I oca-
boi, alle cori BL'CINAMERTO , CHIU-
DIMENTO , e NAllE cita questo esem-
pio come trailo da iP Aldobr.). £ 121.
Tonamenlo e rugghiamelo di vento , e
fumosil'a d' esso montare alla testa.
" TONANTE. Che tuona. Che ful-
mina. Tass. Ger. 17. lì- Apelle forse o
Fidia in tal sembiante Giove formo , ma
Giove allor tonante. (I') Hi P-''- ^■
Fidia non vedde Giove, e pur lo fece In-
nante. (.-IJ
* e. I. E figuratam. Heg. Malr. 19.
E questo lo mette il tonante dottoie Am-
brosio santo. (Ci Segr. Fior. .^s.2. Per-
chè con voce tonanle ed arguta Alcun d.
loro spesso o raglia, o ride. Se vede cosa
che gli piaccia, o fiuta. (T( )
* §. II. Poh-ere tonanle. I . 1 Ul-Vt-
RE , §. V. (C;
TONARE Lo strepitar che Janno le
nugole, tal. tonare. Gr. fifo-i-.à-'. Tcs.
Br 2. 37. Li forti percotimenti de venti
"listringono e cacciano si fortemente eh'
egli passano la nuvola, e fa tonare e balena-
re e cade giù di tal forza, per gli grandi
venti che la cacciano, che alcuna cosa non
ha contra lei fortezza.
%\.ln signific. alt. Far tonare. Man-
dar tuoni. Pani. Inf 3l. Gli or, ibil, gi-
ganti, cui minaccia Giove del culo ancora
quando tuona. Pclr. son. 20. Se 1 ono-
rata fronde, che prescrive L'ira del cel ,
quando il gran Giove tuona, ec
? II l'er simili l. .ale Komorcggiare,
Strepitare. * Tass. Ger. IL 78. Tuona
per r aria la nodosa trave. (Pi
•J- ;;; TONAI OHE l'erbai, ma.ic. Ihe
tuona. Che ronwreggia come il tuono. Ze-
no,.. Pisi. 12. Giove il gran tonatole .Sede-
va con la sua squadra regale. /• "l- Quan-
do veduto dal gran tonatole. Apollo, disse
Giove, chi è queslo? l C, ChM.r. rim
pari. I. pag. .-81. (Qacm. 1730 Porse
de' bronzi ascolto L' alto rimbombo orren-
do. Tu mi rimembri in volto Su Flegra to-
nalor Giove tiemendo. lAl
:S TO.NATBICK. /■'e"'"'- * Tonalore .
Sahin. Ina. Orf Nubi lonalrici , focose,
allo frementi. (A)
TONCHIARE . Fssere offeso da lon-
TORCHIATO . Add. Offeso .lai ton-
chio ■
TONCHIO. Gorgoglione. Lai. curcu-
Ho. Gr. Tctu'l. ^ralm. 6. Sp. Come sa-
rebbe a dir loochii e lignuole. Punteruoli,
moscion , tarli e farfalle. » .'■'ah-in. Ceor.
Iib. I. E il tonchio A un gran monte di
grano dà il sacco. (F/
TONCHIOSO. /Idd. Che ha tonchii .
Buon. Ficr. 5. 4. 5. E lo spillo in un
nugolo fumoso Fu visto uscir da quell
atra cloaca Brutto, nero, tonchioso (qui
per siniilit. ).
TONDAMENTO /' tondare.
g. Per Tondati.ra , Tosamento. But.
far. 3. I. Cura d'acconciare li corpi,
londamento di capelli.
TONDARE. Far tornio. l.al. rolundare.
Gr. ouaipoùv, (iTpJ'/V'j)^.''-
J § I. Per Fondere, To.iare; e si usa
in signijic. alt. e neulr. pass. Lai. tende-
re . Gr. xeipscv . Mor. S. Greg. 2. 25.
Ora adunque tondarsi il capo non e al-
tro , se non tagliar dalla nostra mente
ogni soperchio pensiero. F appresso: Ini-
perlanto, udile 1' avversitadi, noi non pos-
siamo dire che ella si tonda il capo. fr.
lac. T. 3. 27. 7. f oich' egli t' ha fondata ,
Vii tonaca t' ammanta.
:? g. 11. Tondare, si dice anche del
Tagliare che fanno i legatori di libri le
estremità delle carte per recarle tutte a
un pari . « Hiion. Pier. 3. 2. 9. E nel
tondarlo avverti Di noi punto intacca-
re -. IC) , ^ . ,.
f J §. III. Toniinre , parlandosi rft
piante , .ale Tagliarne i lami insino in
sul tronco . Pallad. Febbr. l5. La vite
novella ec. non si vuole tutta tondare
(qui la slampa legge: londere).
V g. IV. /'.' per similil. parlandosi di
persone, .-ale Tagliare il capo. .. Morg.
2-. 66 . Che combatteva come dispera-
to'; E pota e tonda e scapezzava e stral-
cia ... (C)
t- %. V. Tondare, dicen da Corallai
all'operazione che Ja il londatore per al-
tondare il corallo chinnato. (A.
'\ i:- TONDARELLO. Aggiunto di Pi-
no di .<apore Ira l'abboccato e C asciullo.
l-ortig. Picc. 23. 62 Di vini non vi par-
lo ; v' eran luti: : Dolci, abboccali, tonda-
relli, asciutti. ( t)
* TONDATO. Add. da Tondare. (A)
'\ * g. Per Tosato. Sai. in. Jliad.
20. 57. Con lor sen già Vulcano ec. Ed
in sua compagnia Febo con chioma Non
tondata, e Diana cacciatrice, ec. lA)
* TONDATor.E. Tenn. de' Corallai.
Colui che l,.nd,i il corallo chianalo^ (Al
TONDATUTiA. Tonditura, o Cièche
si le.a in toiidiindo. Lai. prces gmen,
resegmen. Gr. o'i:c/M;>p.'y. Fir. As. 7».
riceva d- andar ricogliendo le tondalure
de'capell. de'povcri giovani. Art. I clr..\er.
2 44 In boccetta di vetro in libbre una
d' acqua forte potente solvetti once qu.il-
tro d'argento fine fogliato, cioè touda-
tuia dell' ar.;;ento in foglia.
* TONDEGGIAMENTO. // tondeg-
giare j P.olondilà. lìaldin. Dee. Vera ap-
parisce una mezzina di rame, "''!= -' Pf
'suo tondeggiamento, si pel co lodo gab-
ba eli occhi de' riguardami, fw;
i TONDEGGIANTE. Che 'o'feg'''
Che pende alla f,;:„ra tonda I '-/"'■
è8. Io non dubito punto che tutti tre
questi seri», r; narl.no de' din.oio. . il fa-
Je i quali .ondeggianti e sfamati sempi.
j552
T O N
nella pittura è stata lode grandissima- (V)
TOKUEGGIAHE. Vendere alla fgitra
tonda j e sì usa in signijic. att. e neiitr.
pass. Red. Ins. 52. Per di sotto londeg-
giano, son convciì,c e rigate per lo lungo.
£ Oss. an. 6. Wc'l destro fegato, che tro-
vai esser maggiore del siobtro , tondeg*
giavaoo cinque rilevale vescichette.
TONDECGIATO . ^dd. da Tondeg-
giare, l'arch. Lez. 2l8. Selihene il pit-
tore non fa la ['ersona tonda, fa ijuei mu-
scoli e memliri tondeggiati di sorte , che
ec. Cai. Sist. 204- Dentro al tjuale si
vada rivolgeudo rjsualrneale qualsivoglia
solido ;issji grossamente londeggiato. '
'f ^- TO.NDELLIxNO. Dim. di Ton-
do; Glohctlo. rSellin. Cimi, fìucch. 5- E
que'bt.-' londellini fatti a' biscanti degli oc-
chi, rhe sono ne' visi, ec. (.4)
?:• TONDENTE. Che tonde. Plut. Adr.
Op mor. ^. 36^. Colui che ristringe la
moglie e la riduce al poco ec. rassembra
i tondcnti le cavalle, che poi le guidano
al fiumt- e lago ove voggendo lor forma
per la mozzatura de' crini laida e sozza
dìsiiiottano r alterigia e si lasciano monta-
re dagli a-^ini . (C)
TO>DEl:E. Tosarej e si usa in sì-
gnijìc. alt. e ni'utr. pass. Lat tendere.
Gr. rii'pifj . Cavale Pungil. Era come
uno agnello mansueto, il quale è portato
alla vittima, e tace quando è tunduto.
Jìocc. nov. 22. tit. Il tondino lutti gli al-
tri tonde, e così campa dalla malaventu-
ra. Cr. 9. 70. I. Del mese d'Aprile ne*
luoghi caldi bi tondino le pecore, e i se-
rotini agnelli si segnino. Maestruzz. l- 2.!\.
I conversi ancora si tondone per la re-
uunziaziune delle cose temporali, ma non
f>i radono, pcnliè non s'occupano ne* di-
vini misterii. Fav. Ksop. Non si ardiva-
no di andare a tondersi, e a radersi la in-
canutita barba, -i^ /'//. SS. Pad. 2. 386.
Tondessile trecce, e niisesi un vestimento
del marito, (yj Da\'. Scism. l\2.. Si fece
tondere, e galante vesti.
•^ g. Tondere, dice.ti anche del Taglia-
re i rami superflui alle piante. /'. TO-
SAHE, §. III. ]C)
•.- TONDERELLO. Jdd. Pitondetio.
lUm. buri. 2. 207. Quel bel mcniino
auzzo e tonderello. Che me '1 par mille
volle aver veduto, (/l)
TONDETTO. Su.ft. Dim. di Tondo,
sust. lìorgh. Mo-i. 161. Un colai pìccolo
tondello d'ariento nel mezzo del bacino,
e nel coperchio dr-lla mesciroba.
TONDETTO. Add. Pim. di Tondo.
J^ifj. J'iagg. Abunì chiari come il cristal-
lo, e sono un poro più timdetti che gli
altri, e hanno grande virtù.
TO.M>l-.Z7.A. Astratto di Tondo. Lai.
rotunditits . Gr. aT^oy/uJoT*); . Dott.
Jac, Pant. 25. In tutte le sustanze D' in-
finite abbondanze. Di moto e di tondezza,
Di luce, e di fatteiza. A' 2fi. E la tondez-
za e l'arco. Che ci fa 1' ocrhu» , varco.
Varch. I.rz. 1.^8. Essendoci la forma ,
cioè la toDtIczza e la materia , cioè il le-
gno.
TONDINO. ìììcianio comunemente a
Quel piatto che si tiene davanti nel man-
giare a tat-ola.
•f §. I. Tondino, si dire anche per .Veni'
hretto tf ar.hitrllura negli ornimenti, the
e un cilindro di pncol diametro, detto an-
che /islragalo, /iottaccino. Lat. trochihis,
ì'itruw Gr. Tj;o;(t)o';.
t^ %. II. Tondino, ditesi anchea una Pic-
cola tavoletta ih figura tonda , o ovata.
JJaldin. /Vr. Quattordici pìrcolis»imi ora-
li e tondini contenenti falli di Gesù Cri-
»lo fJj
TO.^DITUnA. Il fondere. Tomura.
§ I. l'er Tondatura , Ìl paregt^iare,
V adeguiKre. Lat. exa<juatio. Gr. ('^l'aw-
T o r«
S15. Fiamm. 7. 66. Kon li sia a cura d'
alcuno ornamento ec. avere, cioè di nobili
coverte di colorì Tarii tinir e ornate, o dì
pulita tonditura, o di leggiadri niinii, o di
gran titoli- Frane. Jìarf'. 160 7. Allo
sparvier lo becco non si rade, &Li tondi-
ture rade Fanno grand' unghie, m lana gli
cade.
g. II. Per Quello che in tondando si
lieva. Lat. prcesegmina , resegmtna. Gr.
•f TO.NDO. Sust. Spera, Cloho, Cir-
colo, Circonferenza. Lai. sphaera, circu-
lus. Gr. if'xi'p'jc. Pani. Conv. Il5. Pia-
ione ce. scrisse ec. che la terra col mare
era ben il mezzo di lutto, ma che *1 suo
tondo tutto si f;irava attorno al suo cen-
tro , scfjueodo il primo movimento del
cielo. Dant. Par. i3. E vedrai il tuo cre-
dere e *l mio dire Nel vero farsi come
centro in tondo Amm. Ani. l^. 5. 6- Nel
tondo non può trovare ogni uomo lo mez-
zo, se non quegli che oe ha la scienza.
Pelr. cap. IO- Erodoto , di greca istoria
padre. Vidi, e dipinto il nobil geometra
Di triangoli, tondi, e forme quadre. IVov
ant. 28. 2. Matto e colui eh' è si ardito,
che la mente mette di fuor del tondo.
§. I. Tondo, diciamo anche a un Certo
arnese piano e ritondo, per lo più di sta-
gno, per uso di tenervi sopra i bicchieri
e il Jiasco in sulla tavola, e corrisponde
forse a quello che ila Petronio fu detto
in Lai- circulus incitega. Maini. 7. li.
Lasciato il fiasco voto sopra 'l tondo, Vol-
tossi a dicci pan da Veo provvisti. ♦ Puon.
Fier. 3. 1. IO. Vedi, apparalo, su pc'
tondi, Di lazze e di bicchieri. (J\'j
g. II. Tondo, per Colpo dato a tondo,
0 in giro. Morg. 7. 54- Punte, rovesci,
tondi, stramazzoni. /: 27. y^- E trasse un
tondo di maestro vecchio, Che 'Icapo por-
tò via sopra l'orecchio. Ctrijf. Calv. 2.
62. E, rolla r asta, trasse il brando pre-
sto, E sciorinòe infra i uimici un tondo.
^ §. Ili. Per Fiaggio fatto in giro.
Ar. lur. IO- 70- Or veder si dispose al-
tra campagna, (.he quella dove i venti
Eolo instiga , E 6nir tutto '1 cominciato
tondo. Per aver , come *1 sol, giralo il
mondo, (fìr)
TONDO. Add. Di figura circtilare, 0
sferica^ Che pende nel rotondo. Lat. ro-
tundus. Gr. 5r|CO'/yJ)o;. Ilocc. nov. l3.
1-. Trovò due poppcUinc tonde, e sode,
e dilicale. A' nov. yo. 9. Toccandole il
petto, e trovandolo sodo, e tondo. Punt.
ìnf. \\. Ed egli a me; tu sai che *l luo-
go ì; tondo.
g. 1. Tondo, per Semplice, Grossolano.
Pocc. nov. 23- 5. Quantunque fosse ton
do e grosso uomo, nondimeno ce. avca
di v.ileulissimo frate fama, fìellinc. son.
l5l. E s'io son grosso e tondo. Dite quel
che vi pare- Galat. ^O. I luiinglrirri mo-
strano aperto seguo di slimare che «.«dui,
cui essi carezzano, sia vano ed arrogante,
e, oltre a ciò, tondo, e ili grossa |>asla.
I.asc. Spir. 2. 3- Son eglino però uomi-
ni sì tondi e si materiali, come dicono A-
mcrigo e Giulio? Mahu. 5. 1. Un altro
è poi si tondo e sì miinhione, Che se le
beve tulle, e a ognun d^ fede.
^ §- II- Tondo, e anche aggiunto che
si dà a una qualità di pane sopranne.
ì . PANE. S W.tCi
« g. 111. Fsser pia tondo delP O di
Ciotto, difesi d' un t'orno sciocco. Cecc/i.
Assillai. 3. 5. Tu set più tondo dcll'O
di Gioito. Oedi lu ec. (F)
S- IV. Tondo di pelo, vale lo stesso.
Salv. Granch. a. 5- lla'mi lu per coiìinn
do Di pelo, rb' io li voglia imbarcare
Sema biscotto T
^. V. Tondo, aggiunto a Moneta, vale
Che è senta rotti, Cht non i ne più, ne
T 0 W
meno j che oggi, in modo basso, per mag-
giore energia più comunemente si dice
Tondo tondo. Patajf. 5. Per le Ire Ltt*
tonde lien carriera.
* §. VI. Detto di Aumero. Sorgh.
Jiton. 236. E quando pure aveMer volalo
che quel numero, che noi per laogbissi-
mo uso chiamiamo tondo, del XX , prr
comodità de' conti corrispondesse alla mo-
neta dell'oro, se l'avessero anche ballo-
ta a quel peso, lo potevano ageTolmente
fare. ( Fj
* g. VII. Carattere tondo, diceji Quel-
lo che e meno atto alla velocità dello scri-
vere, a differenza del corsivo. (C)
V g. Vili. li Carattere tondo , dicono
eli Stampatori Quello che non ha pen-
denza, a differenza del corsivo. (Cf
§. IX. Tondo, per Isolato, bi rilievo.
Che non e unito, o attaccato ad altra
cosa. Borgh. liip. 320. Un sepolcro di
marmo, dove si veggono tre Egure tonde ,
che colla testa sostengono la cassa.
§. X. Sputar tondo, vale Stare in sul
grande. Ostentar gravità. Lat. maximoj
spiritus haliere. Or. ^S'/atipovcIv. Fr.
Jac. T. 1-4- 12. Chi sì specchia in bel
parere. Spula tondo e va leggiere- J'ar-
eh. Ercol. yi. £ di questi tali si suol di-
fe, ora eh' ei gon6ano, e ora che egli spu-
lano tondo. Lib. Son. 5l. A cui tu inse-
gni così spular tondo. Puon. Fier. 3. 4-
IO. Tra se parlando , arricciando le lab-
bra. Spulando tondo.
3 TO.NDUTO. Add. da Tonderej To-
sato. Lat. tonsus. Or. /.oLpu'i. Bocc. nov.
19. 24. I capegli tondutosi, e trasforma-
tasi tutta in forma d'un marinaro, verso
il mare se ne venne. /;' lett. Pin. Boss.
281. Tondutasi i capelli e S[<rczzala la sua
bellezza , in abito d' uomo sempre il se-
guilo. jMacstrtiz::. 1. a4- 1^ cherico ha a
portare ].i rasura ìn raodo di corona, e
tonduti i capelli di sotto. Put. Così era-
no tutti li protlighi , rolli capelli tonduti
a modo delli ronversi de' fiati. Amet. 48.
Il sangue di l'irò non era ancora cono-
sciuto né caro per dare colorirle lane clie
per sé medesime radevano delle non ton-
dule pecore. Cr. 0. 70. 1 - Le tondule pe-
core aiuterai io questo modo. ^ Menx
sat. g. £ nel londuto iucamiciato Clero
Ben veder puoi chi con bcirclta a spicchi
Gi'a siede all'altrui desco, e squaita il ae-
ro. (PJ
* g. F in forza di Susi. • Pocc. nov.
22. tit. Il londuto tutti gli altri ton-
de n . (A)
* TONELLATA . /'. TO^.NELLA-
TA. fAj
TO'NFANO- Picettacoio d'acqua ne'
fiumi, ove ella è più profonda. Lat. gur-
ges. Gr. oi'vt;. Lib. Masc. Si tenga il ca-
vallo a notare per un* ora in un tonfano
d'acqua chiara. F appresso : Quando il
cavallo sar'a uscito drl tonfano. Buon
Fier. 2. 2- 10. Chine Slralnicrhevoli ,
tonfaui, paludi. E Tane, inlerm. 3. L ìn
quel tonfano Lag^^iù godono e trionfano.
g. Per I aso da tvrr, di vasta tenuta,
ec. Ped. Piiir. 45. In quel vi-tto che chia-
masi il tonfano. Scherza» le Graz. e e vi
trionfano. F appresso : Colmane Ìl ton-
fano, e porgdu a me.
TONFO i attuta, ed anche il Bcmwv
che sì fa in cascando. Jac. Pav. Slor.
a. 275. Gli avvcrsarii all' incontro rov«>
sciano loro addosso condotti massi , rbe
con gran lon6 sfrarellano, cooBccano, am-
maccano. F Oraz. Gen. dflth. i5o. Noi
I sentiremmo sopra di alcuni di loro alcuna
di queste ponderose macchine dar un ton-
fo lerrdiile, e fra);ellarlo. Ct AWrf. sai. tì.
Noli *l periglio, e vegga a' flutti foofi in
preil.i la mia barca or gir in cielo. Oi ne-
gli abissi dar gli ultimi tonfi. (Bj
T O N
* TONFOLARE. Cascare con rumo-
re. Far remore in cascando. Palajf'. g.
Se pi):;ae, ood nidligna tUDfulaodo. (*)
TOKICA, e TONACA, t està /unga
usata dagli antichi. Lai. tunica. Gr. X^^'
Twv. yit. S. Ciò. Bat. Quegli alzava la
tonica à" intorno, e coglie 6ori, e latto se
n* empie. Cascale. Pungil. Che a chi ci
toglie la tonaca, lasciamo eziandio il man-
teUo, prima che ci pogniamo a contender
con lui. Maestrutz. 2. 9. 9. Dice il Van-
gelio : a chi tuuI Icco in giudirìo conten-
dere, e torre la Ionica tua, lasciagli il
mantello. Fr. Sacch. rim. 16. Tristo a
colui che con costor s' incronica, S' e* non
empie lor man sollo la tonica.
§- 1. Oggi propriamente diciamo Toni-
ca Quella che usano i Religiosi claustra-
li. Coli. Ab. Isaac. Quando possiamo
stare di due toniche tra per lo dì e per
la notte , non dobbiamo volerne tre. Vit.
SS. Pad. 1. II. Prese la tonaca sua, la
quale in modo di sporte egli medesimo s'
avea tessuta di palme. E appresso : Per
reverenza del suo padre Paolo quella to-
cica portava pure le Pasque, e' di molto
solenni. E 91. Scrisse quasi un testa-
menlo^ lasciandogli lutte le sue riccfaez-
te, cioè lo libro de' Vangeli, e una toni-
ca di sacco, e una cocolla.
* §. II. Tonaca, dicesi anche Quella
vesta lunga che portano i cherici, e sin-
golarmente i Preti quando dicono mes-
sa. (C)
§. III. Per mela/. Frane. Sacch. rim.
l4' D' ogni opera perversa tu se' tonica
(cioè, ricoprimento , e ricetto). Benv.
Celi. Oref. 121. Tantoché la tonaca del-
la statua si vegga ben cotta (qui persi-
milit.t e vale: la terra cotta che ricuopre
la statua ) .
* §- IV. Tonica, per Membrana. Lat.
tunica . Gr. Xi-zo^v ■ But. Par. 26. Di
gonna ìn gonna, cioè di tonica in tonica-
Dìcono i naturalisti, che 1' occhio è com-
posto di più sode tuniche, come foglie. (')
Sr §. V. Tonaca, dicesi Quella terra,
che si soprappone alla cera dei modelli ,
per farne la forma. Benv. Celi, l it. 2.
4l3. Fatto che io ebbi la sua tonica di
terra (che tcnica si domanda in nell'ar-
te) ec. cominciai con lente fuoco a trarne
la cera. (C)
TONICELLA. Dim. di Tonica. Bocc.
nov. 63. 10. Era ec . spogliato, cioè sen-
ta cappa e senza scapolare , ìn tonicella.
§. Tonicella, si dice più propriamente
al Paramento del diacono, e suddiacono.
Lat. dalmatica. Ar. sat. 3. Io ne pianeta
mai , ne touicella , Kè chierca vo' . Serd.
lett. l. 707 Due Portoghesi con le torce,
e uno in tonicella, che portava la croce .
TONICO, y. A. Intonaco. Lat. alba-
rium opus . Gr. xovi'«/ia . Pallad. cap.
14. E '1 tonico delle pareli farai in que-
sto modo , che colla cazzuola fregherai
spesse volte ec.
*f TONNARA. Luogo dove stanno, o
si conservano tonni j ed anche Seno di
mare, ove sono di.tposti gli attrezzi e le
reti per pescare i tonni. G. V. 9. 82. 2.
Tutti i giardini e vigne intorno alla città
guastò , e le tonnare del porto . E cap.
l58> \. E poi guastarono le tonnare di
Palermo .
* TONNAROTTO. Term. de' Pesca-
tori, yome de' Marmai impiegati alla pe-
sca del tonno. (A)
* TONNEGGIARE. Term. di Marine-
ria. Tirarsi verso un punto per mezzo d*
un cavo dato in terra , o attaccato ad un*
àncora. (A)
•f * TONNELLATA, o TONELLA-
TA. Term. di Marineria ■ Sorta di peso
valutalo da due mila libbre di sedici on-
ce , che corrisponde a tremila libbre co-
ì'ocabolario T ti.
T O N
tnuni da dodici once, ovv'cro a venti saC'
ca di grano di misura toscana , e con
questa misura si determina la portata
delle navi . Onde dicesi che La tal nave
è di cento tooncllale, per dire Che il suo
carico è di trecento mila libbre di peso .
Accad. Cr. Mess. Itb. 1. pag. Z^. Ordi-
nò che si desse subilo carena ai quattro
vascelli, ec: se ne messero insieme dieci
di ottanta 600 in cento tonnellate . Ma-
gai. Lett. scient. pag. H2. La prudenza
v' è a libbre , il disinteresse a cantàra , e la
pietà quasi sempre a tonellate. ( .4 )
TONNINA. Salume fatto della schiena
del pesce tonno. G. V. 8. 54- 6. E là giu-
gnendo, erano, come tonnina, in pezzi ta-
gliali e morti . Frane. Sacch. nov. l45.
Mangiando col Procesta un di di quare-
sima col cavolo e colla tonnina . ÌUtrch.
2- 19. Disse il dottor: non sai tu ch'ier-
mattina Tu vi cocesti dentro la tonnina?
Lor. Med . canz. 7I. 5. I luccianti ha
quasi spenti. Tutti orlati di tonnina iqui
per similit. ;. Buon. Fier. I. 4- IO. Ho
dato a rinvoltar tonnina e lardo.
f TONNO . Pesce di mare grande e
tondo a guisa di fuso, di due fino a quat-
tro piedi di lunghezza, di color grigiccio
con testa piccola e bocca larga. Se ne fa
abbondante pesca nel mediterraneo j e la
sua carne è squisitissima al gusto, e fre-
sca e salata. Lat. thjnnits, thunnus. Gr.
^^■jvvs;. G, I . 9. 82.2. Vennero ìn que-
ste marine grande abbondanza di tonni .
Bern. Ori. 2. l3. 5cf. Quivi eran tonni,
quivi eran del6ui , D' ombrine e pesci
spade una gran schiera . Bed. Oss. an.
196. Un tonno ben netto dagl' interiori ,
e pesante trecennovanta libbre , passava
di poco un ottavo di oncia di cervello; ed
un altro tonno di trecenquarantadue lib-
bre, pur netto ancor esso da tutte le vì-
scere , non arrivava col peso del cervello
a quell' ottavo dell' oncia.
f * TONSILLE, rerm. de' iVofomij/i.
Sono due ghiandole mucose, delle quali
ne sta una per ciaschedun lato dietro i
due archi del velo penduto palatino , le
quali per mezzo di alcuni piccoli canali
escretori spargono un umore mucilaggi-
noso. (A)
t TONSURA . Tosatura . * Sannaz.
san. (E questo il legno ec. ) Vedi il Pa-
stor, che va per le sue gregge. Come agnel
mansueto, alla tonsura. (B)
§. \. Tonsura , dicesi comunemente
quell' Atto preparatorio agli Ordini mi-
nori , che anche si dice Prima tonsura ,
ed è II tondere che fa la prima volta il
Prelato i capelli a coloro che intendono
di divenir cherici, e passare agli Ordini
sacri. Lat. prima tonsura. Maestruzz. I.
12. Nota che da* sette anni ìnsino a* do-
dici si può pigliare la prima tons'Jra e gli
Ordini minori. E I. 24- Acciocché alcu-
no sia vero cherico, non basta che sìa let-
terato, se non ha alcuno ordine chericile,
o almeno la prima tonsura da colui che
dar la può . £ 2. 6- 2. Puossi lasciare
la prima tonsura , ec. ? Avvegnaché per
antichi decreti paia proibito , oggi si può
lasciare .
t §- II- Tonsura, dicesi anche la Ra-
sura rotonda che si fanno gli ecclesiastici
in sul cocuzzolo del capo, che altrimenti
dicesi Cherica. Lat. tonsura. Gr. aovsvÌ.
Maestruzz. 2. 6- 2. L' apostasia dall' or-
dine del cherìcato si fa in molti modi ; ìn
prima in lasciare la tonsura , o la corona , o
r abito cherìcale , ec.
TONSURARE. Dare la prima tonsu-
ra . Lat. clericali tonsura initiare . Fr.
Giord. Pred. R. Per potere esser cheri-
co è d" uopo che sia tonsurato di prima
tonsura , e per tanto si faccia tonsurare
dal Prelato.
T 0 N
1553
TONSURATO . Add. da Tonsurare .
Fr. Giord. Pred. R. Per potere esser
cherico è d' uopo che sia tonsurato di
prima tonsura . tr FU. } ili. l'it. uom,
ili. pag. 61. Questi (Arrigo da Settimel-
lo) ec. , fallo cherico tonsuralo, pei suoi
meriti ottenne la pieve di Calenzano, Le-
ne6cio assai ricco , ec. (£j
* §. E in forza di sust. Segner. Parr.
instr . Vescovi ec. che pongono la lor
gloria in aver numero grande dì tonsu-
rali. (.4)
^ TO'O. Specie di lupo, così detto da-
gli antichi , il quale non è altro che il Lin-
ce, o Lupo cerviere. Salvia. Opp. Caco.
Sovente i lupi co' sanguigni pardi E pante-
re congiungonsi nel letto, Oude i toì, rana
di robusto pelo. (A)
•f * TOPACCIO. Accresca, di Topo.
Fortìg. Cap. ( Liborio , il caldo mi ra-
sciuga in modo , ec. ) E serpi e falchi e
topacci affamali Faran di tutti voi strage
sì fera , ec. (A)
TOPAIA, yido de' Topi. Soder. Colt.
49. È cosa molto lodata mandar i porci
a ruffolar nelle vigne ec, che giova a dis-
radicar la gramigna e cattive barbe, e dis-
far le topaie col ṇfolo , e* nidi de' nocenti
animali .
§. Per similit. si dice di Case antiche,
0 che Steno in pessimo stato. Buon. Fier.
4- 4- 2. Ed ho spesso veduto Di belle case
fuori, esser poi dentro Topaie, e palchi
pendoli .
•S TOPAIO. Add. Di topo, o Da topo.
Salvia. _Vjc. Tosto predati luffansi in topa-
ie Buche. (A)
f TOPAZIO. Lat. topatius. Gr. ro-izoi-
?io;. Ott. Com. Par. i5. 353. Topazio
è una gemma intra l'altre maggiore, e
sonne di due ragioni: T una hae color d*
auro purissimo; 1' altra hae color di pu-
rissimo aere, ed è si perspicacissimo, che
riceve ìn se la chiarezza di tutte I' altre
gemme : dicesi che a colui che la porta
non può nuocer nimico . Mor. S. Greg.
Lo topazio è pietra preziosa. Esp. Salm.
Nota che topazio è pietra preziosa, che si
truova neir isola chiamata Topazio, nella
provincia detta Ebaride. Petr. canz. 7. 7.
L' auro e Ì topazii al Sol sopra la neve
Vincon le bionde chiome presso agli oc-
chi .
g. E per similit. Dani. Par. i5. Ben
supplico io a te, vivo topazio. Che questa
gioia preziosa ingemmi , Perchè mi facci
del tuo nome sazio. Bui. ivi: A te, vivo
topazio; cioè a te , beato spirito, che ri-
splendi più che uno topazio.
•f * TOPESCO. Add. Voce scherze-
vole. Di topo. Copp. Canz. Gatt. 2. 3l.
Chi or dalle notturne m' assicura Tope-
sche insidie ? o chi sopra il mio piede
ec. (A)
* TOPICA . Parte della dialettica .
Arte che insegna la maniera di trovare
gli argumenti . Lat- topica . Gr. TOTtxv;'.
Salvia. Disc. I. 356. Quella parte di essa
dialettica, che dalle sedi degli argumenti,
e da' luoghi donde si cavano le ragioni
probabili, locale ovvero topica s' addiman-
da , molto alla bella rellorica contribui-
sce. C)
* TOPICO. Jdd. Attenente alla To-
pica. Gal. Sagg. 3o6. Questo non mi par
buon luogo topico per persuader la nobiltà
di tale strumento. (ySj l arch Ercol.
52. Aprir le labbra, e sciogliere la lingua,
e rompere il silenzio , sono locuzioni to-
piche cavale dal luogo de* conseguenti, o
piuttosto dagli antecedenli, perchè ec. (B)
E Quest, Alch 46- Ella non è ragione
dimostrativa , ma topica e probabile sola-
mente. fC}
*t * §■ Topico. Term. de" Chirurgi.
Epiteto de' rimedii esterni, che si appli-
195
l5S4
TOP
'catto sulle parti ammalate. Segner. Parroc.
instr. Q. I. E un rimedio tuptco, cbc ha
più fona . (/Il Impcrf. Anat. i^^. Egli
e necc&sariu a* mcdiri che sappiano per 1'
appunto le luru origini e distinzioni (de'
nervi ) acciurrhè ìnteudano a qual parte
(iella .%piaa b* aliltiano ad applicare i me
(licanienlì topici , o vero locali , quando
resta nflV'so il moto, o l'osso. (F)
TOPINAIA. Topaia, nel sif^aific. del §.
* TOIMNARA. r. j4. Talpa; forse
detta così per essere simile al topo. Fior,
f'irt. cap. 22. tit. Della bugia appropiata
alla topìnara. (NS)
TOIMNO. Add. Simile al color di to-
pò. Cr. Q. 58. I. L' a&ino dee essere ec.
di strette e forti membra , e dì color dc>
ro, ovvero topino , o rosso.
V g. Topino, ed anche Topo, chiamasi
irt Toscana una Specie d' ulivo sativo con
foglie piccole , strette , nascenti a muc-
chi. (J)
t TOPO . Piccolo Quadrupede deUo
altrimenti Sorcio , a cui il gatto fa con-
tinua guerra; ed enne di più sorte. Lat.
mut Gc. fxZ^. IS'ov.ant. 90. I. Poco stante
vide entrare uno topo per la finestrella ,
che trasse all' odore. Rocc. nov. 7j). 16. In
una sim loggclta gli avca dipinta la batta-
glia de' topi e dello gatte. Dant. Inf. 23.
Dov' ei parlò della rana e del topo. Pataff.
8- O topo , o vispistrel noi pur saremo .
Alani. Colt. 2. 37. Questa e vcncno Alla
notturna talpa, al topo ingordo.
§. I. E* e* e più trappole che topi, ma-
niera proverò, che vale , che Le insidie
1: gì' inganni sono più che le persone da
insidutre . Lor. Mcd. canz. 1. 2. Questo
mondo è pien d' inganni, Son [mÙ trappole
che topi. Fir. Lue. 2. 1. Padrone, guar-
datevi da queste cortigiane, ch'eli' hanno
più trappole che topi . E 2. 3. Alla fé ,
Bello , che tu non s(kgnavi , quando tu
dicesti che ci era più trappole che topi.
§. II. Quando la gatta non è in paese ,
t topi ballano. F. GATTO," §■ XIX.
§. III. Par l' orma ti* topi. F. OR-
MA» §. XII. e Dare orma.
* §. IV. Arrivare dove i topi rodono
il ferro, in maniera proverbiale j si dice
di Luogo in cui si /anno cose sopramma-
no e quasi impossibili. Fir. Disc. an. io5.
Gli auticbi, quando e" volevano con un
loro proverbio mostrare che tu fussi arri-
vato in luogo dove si facc.s>cio cose so-
prammano e qua^i impossibili ec. , usava-
no dire : tu se' arrivato dove i topi rodo-
no il ferro. {*)
* §. V. Topo di Faraone j lo stesso
che Icneumone . Lat. ichneumon . Gr.
i'X'''«u/*wv . /'. alla voce IGNEUMO-
NE (•)
* §. VI. Topo ragno. Topo di color
rossiccio scuro, cangiante in bigio e ne-
roj la sua coda e lunga la metà del suo
corpo, ed è coperta di corto pelo. Lai.
-orex araneus. (A)
* §. VII. Pesce topo. Pesce così det-
to.per la sua somiglianza col topo terre-
stre, e specialmente nella bocca e ne'den-
li- Egli e corto e .ichiticciato j la sua pel-
le è durissima, e del color della rena. Uà
sulla schiena due piccoli .ipnntoni , uno
più lungo dell' altro, che s'alia e s'ab-
bassa come una molletta. Salvia, (fpp-
Pe.\c. Pesco topo, pesce di pelle durissi-
ma, p arditissimo. {A}
"^ S- Vili. Topo, chiamasi anche Uno
Strumento di ferro, tietto altrimenti Ori-
salcio, col quaie si vanno rodendo i ve-
tri per ridurrli ai tlesttnati contorni, vo-
lendone comporre figure nelle finestre ve-
triate. lìaldin toc. Dii f/l,
•? jj IX. Topo, chiamasi dagli Agri-
coltoci tojscani Quella specie ff ulivo che
anche V detto Topino ì TOPICO, §. /'^>
TOP
•f * TOPOGRAFI'A. Descrizione esat-
ta d'un luogo, d'un pacte particolare j
ed è diverso da Geografa, la quale è de-
scrizione generale della Terra, d'un Re-
gno, o d' una Provincia. Rim. bari. 2.
l38. Pure a Ferrara ce n* andammo a
cena; Della qual le faltcxtc io non dirò.
Per non peccar m Ib topografia. -A)
« TOPOGKXKICO. Add Apparte-
nente a topoorafta. (.4)
TOPOLI.NO. Dim. di Topo. Lai. mu-
scnlus. Gr. p.jtK.^i^. lìurch. 2. 5a. Ei
crederà che sia un topolino. Arrìgh. 58.
Tu formica piccola, topolino ce., che mi
farai T Morg. 18. l56. lo fo per caso co-
mpii topolino: Vedrai s'io so ritrovare
ogni cosa. Fir. As. 56- Che non ti parti
tu, brutta bcatirciuola 7 eh ratti a riporre
co' topolini simili a te, se lu non vuoi
sperinicntar l<r mie forxc adesso adesso.
^ TOl'OTESI'A- Termine geografico.
Posizione di un luogo, i'ar, Apol, 87. E
lor concesso (ai poeti) non solo di de-
scrivere I lochi grossamente, ma fingerli
di nuovo, e mclternc uno in iscamliìo di
un allro, servendosi della topotcsia talvol-
ta in luogo della topografia. ( U)
TOPPA. Sorta di serratura fatta di
piastra di ferro, con ingegni corrispon-
denti .1 quelli della chiave, la quale per
aprire, e serrare, si volge fra quelli or-
digni. Lat. sera. Gr. x/ei^sov. Dant.
Purg. p. Quandunque 1' una d' cste chia-
vi falla. Che non si volga dritta per la
toppa. Frane. Sacch. nov. IjS. L'a dove
era un uscctto serrato ce. dentro con
chiavistello , e loppa serrala a chiave.
I.ih. J iagg. Le loppe e le chiavi delle
camere pur son d' oro. licllinc. son. a.
Le chiavi si smarriron per le toppe.
Bern. Ori. 2. 9. 28. V. poi ognun , e*
ha seco la ventura. Apre bene ogni lop-
pa e serratura.
g. I. Toppa, diciamo anche a Pezzuo-
lo di panno, o simili, che si cuce in
sulla rottura del vestimento. Malm. 12.
•So. Di certe loppe, scampoli, e soppanni
Torsi d* impaccio volle.
^ §. II. Toppa , si dice amhe di
Qualunque risarcimento fatto a cosa u-
snta. Buon. Fier. ^. i. li. Dalle cui
teste assise eran duo fiaschi Vestiti di
tabacco e non di sala. Si eran neri , e
tutti sdruci e toppe. (C)
§. 111. Toppa, è anche termine del
giuoco della Zara, col quale da chi ti-
ra I dadi si accetta l' invito fattogli, a!
quale invilo si dice .Massa. ^ liuon. Fier.
3. ^. 3. Chi ma^sa T . . . Toppa e ten-
go . ... Sold. E anche ai dadi? (M)
^ §. IV. Toppa, si dice da' Sarti a
Quella parte che e unita ai due davanti,
e s' affibbia alla .terra per coprir lo
sparato de' calzoni. ( -l)
^ S- V. Toppa , in termine di Pit-
tura, vale Ritocco, l asar. Si vede orila
fine del lavoro, o col tempo, le toppe ,
le macchie, 1 rimessi, ed i colon sonrap-
posli. (A)
TOPPALLACCHIAVE. Facitor dit^-
pe e di chiavi. Magnano. Lai. falfcr
ferrarius, clavtum fat*er. (ir. • *\kkÌo-
TtOio; ■ Salv. Grandi. 5- t\. Mon-
na Costuosa mi manda per uno Toppal-
laccliiavc, eh' e' non ci sarebbe Oidìue di
potiT aprir quell' uscio Allrimcnti-
TOPI'ABK. Termine del giuoco della
Zara. / . TOPPA. §. Ili Hm^n. Fier.
3. ^. (^. Che avendo il datlu l»a1talore
amico. Tal topparc a tal paio li nega-
sic, C'Ite VOI |H>tea far d' or.
* TOPPE TTO. Dim. di Top/>o ;
Pezzetto di pedale gros.to di qualche albero
.ilterrato. Raldin. Foc. Vis. i/t TURCO -
LETTO. (A)
TOPPO. Petto di pedal grosso di qua-
TOP
lunque albero atterrato , solamente rici-
so j e si dice anche di Qualunque pez-
zo di legno grosso e informe. Frane.
Sacch. nov. 2i8. >e voi mcttrte il fan-
ciullo'su un toppo, come dice, ben sa-
pete cb' egli crescere.
* §- /'- per Quel pezzo di Ugno che
sostiene l' incudine, l' arcolaio, e simili.
Salvia. ()m. face. 5*^. .Mise nel Coppo
una ben grossa ancudine , E con ntn
prese un robusto martello. (Min)
t * TOPPONE. Pvi pcMii di tela cu-
citi insieme l' un sopra l'altro che si met-
tono sotto f malati, ed ì bambini, affin-
chè facendosi sotto i loro bisogni non deli-
bano tlanneggiare le materasse, (yj
•f * TORACE. Quella parte del corpo
contenente il cuore, 1 polmoni, e che, circo-
scritta anteriormente dallo sterno, lateral-
mente dalle coste, di stende si dalle clavicole
.Kino al diaframma. Red. Cons. i. 56. Quindi
per la contrazione della propaggine nervosa
ec. nascono i dolori negli ipocondri \ quindi
nel torace per la contrazione de' nervi. (I')
Salvin. Iliad. 5. 28^- Uno strai gli drinai,
e lo colpii Dal destro omer pel casso del to-
race. (A)
* TORACICO. Add. Termine degli A-
natomici. Appartenente al torace. Imperf.
Anat. 261. Verso il diafiagmate scappa-
no o dal reccltacolo, o dalle glaodolc, altri
rami di vene lattee delle toraciche, ec. E
262. Esso chilo si viene preparando , accioc-
ché preparato se ne p.is>i alle vene lattee to-
raciche. A* 26.5. Il Bartolioo dunque mostra
d' aver veduto manifestamente per vene
lattee toraciche portarsi il chilo ec. (F)
TOKBA, e TORBIDA. Ah//. La Corren-
te de' fìumiiatorhidata dalle piogge. Fif.
Disc. Ara. l3. Avenilo rosi sdegnato di
questi le torbide ec, quelle pianure si son
rimaste nella loro antica bassecza.
* TORBIDACCIO /'• TORBIDIC-
CIO. f/i)
TORBIDAMENTE. Avveri». Con torbi-
dezza.
%. I^r metaf vale Confusamente, Con
mente turbata. S. Agost. C D Si muovo-
no torbidamente, e disordinatamente a quel-
le cose che la sapienza vieta.
TORBIDARE. Intorbidare. Lat. turba-
re. Gr. yu/otv. * Ifoez. 28. E se Ostro, lr«»-
vando il mar giocondo , Torbidi 1' onda
ce. fi)
5 TORBIDATO. Add. da Torbidare.
Lat. turbatus. Gr. rSTxpsiy.it^vo;.
* g. Per Annuvolato, Oscurato, Tur-
hato. m I irg. Eneid. .M. Allora i cicli (orbi-
dati diedono copiosamente acqua - . (!^ t
* TORBIDETTO. Dtm. di TorUdo;
Torbidiccio. (Rj
TORBIDEZZA. Astratto di Torbido.
Lai. tnrbalio. Gr. ràpOi^ti. Prtr. (Jom. ili.
Non e>sendo alcuna cosa chiara sansa torlo-
desza.
f Jì. Per melaf Olt. Cam. Inf. 6. 97
Per rispetto di quella oscuriladce lorbidcau
della morte. Car- lett. t. 170. Comuceodo
dall' interpretazione delle parole vostre il
senso che date alle mii* , m* ha confermato
della toibidrtsa dell* animo voslru verso di
me.
t 1 TORBIDICCIO . Add. AlqumnU*
torttido. Segr. Fior. Mandr. 2. 5. O^Uo
qua '/'orf/tii/e^ (Mi t|uesto segno mostra de-
bilit'a di rene. A . >.' mi pur torbidiccio ;
(dueediz. di Giunti, dette della testina .
rtiiella di Londra ì-;H-J,edi Fila.telfa 1796.
/ejr^/io lorbidaccio) «pur 1' ba faUu ora
ora.
* §. I. F per similit. diirti ilelle pfrle.
pietre, e simili, e \-ale t'he tira, o r»ie/ co-
lore alquanto torf'ido, non candido. - 1 ne.
Dav. III. Agr. 3<)0. Queir Oceano gene-
ra perle, ma torbidicre e livide ( il tetta lat.
ha uilifu^ca ellivenlia). iitiv. Celi. Ort/.
T O R
T O R
T O K
l555
|33. NoUa Francia presso a PariBi*' "l'»"
una sona d. piCra, la qna\o i d. . olor l,.a.uo
rea non dcUa bianchoiia .1,1 marmo, ami e
un liianco loiliidiccio <• ■ (C)
•+ § li. r: /if;iirnl<im. tirilo di pai-ole. o
yoU, Jspro. Ptlr. Uom. ili. D.eJe torbi-
dissima risposta a' pietosi ammacslramcnti.
+ fi 111- Torhiiliccio, si ilice anche Ji-
guralam. di Persona ali/uanlo alterata
per ira. apprensione, od altro. Lai. com-
molus. Gr. luvmvr.rsi';.
TORBIDISSIMO, .'•iipcrl- di Torbido
* Jmcl. 12. Vede gli rivi per adielro
chiari ce. ora torbidissimi. (l^J ,.
* TORBIDO. i""«'. Tempesta. 1 iirui-
„e. Segner. Frrd. Pai. Jp- 6. 2. Epp""
nelpiùbcUo dilantapaccsi levo H"'" ""
torbido cosi nero, che di repente ebbe da
mandarla (la Chiesa J in conquasso (qm
ficitratam.'. (TCj
TORBIDO . JM. Che ha in se m
schiama cliegll toglie la chiareizne la Imi-
pidezzaj contrario di Chiaro; ed e proprio
de' liquori. Lai. tiirl'idus. Gr. Sais^s;-
C r. 11. 26. 1. Torbida come acquadi la-
vatura dicenerc. Dani. Inf. 9. E gii venia
su per le torbide onde Un Iracasso d un
suon pien di spavento. Cr.l.^.l^-l- acqua
torbida genera pietra e oppibiiionc. ioA/ .
Colt. 104. Le cenerate, gli aUumi, gli lold
i gessi e le calcine ec. si danno a' vini de-
boli per rinfrancargli , o a' torbidi per
ischiarirgìi. . .
g. 1. Prrmetaf. l'ale Conturbato. Jspro,
Brusco. Petr. cap. /(. Dentro confusion tor-
bida, e mischia Di doglie certe e d alle-
greae incerte. F. 6. Poi col cigUo men tor-
bido e men fosco Disse . /?«( La cagio-
ne che '1 mosse, credo che sia questa, che la 1
commedia ha torbido principio e lieto bue.
jlmet.SQ Da' caldi fijli del loibido Noto
( cioè, che fa torbida 1" aria ) .
* § II. Torbido, inforza di sust. e nel
numero del più. vale Principiidi rivolu-.io-
ne, di sommossa. 1 ..-. teli. Uom. ili. 2. 7.
In occasione dei torbidi che insorsero qm
in Toscana fui mandalo coli ingegnere Bac-
cio Del Bianco a forUficarc vani passi intor-
no ai confini. (C) -, , . x .,1
* TOBBO . Susi. Turbine . Lai.
turbo. Alam. Colt. 2. 38. Grandini e piog-
"ie e tempestosi torbi. (1)
TORBO. Add Torbido. Lai. turbidus.
Gr. aa-Ae^ov Tes. Kr. 5 1. Le nature de
serpenti son tali, che quando elli invecchia,
li suoi occhi diventano torbi e tenebrosi ,
perch-ecgli sono coperti, ed eli. si 1 conosce
bene. Alberi. 2. l^^■ La fede pugnaUice sot-
to dubbiosa sorte di guerra, torba, e con a-
spro volto, è la prima a venire in campo
Jlam. Gir. l. 9. Quando torbo e cruccioso
r Euro spira, Non mena tal romor, furia e
tempesta II mar d' Ionia , come questi fan-
no. line. Mari. rmi. ^O. E" nii fu 1 torbo
chiar, fosco il sereno. Onde 1 alma andò
cieca al suo marine I qui inforza d, Susi).
TORCERE . Ca.are checchessia della
sua dirilte-^a. Piegare; contrario d, Dir,:
s«re. Lai. flectere. Gr. ita/lTITiiv. Dani
Inf. 17. Nel vano tutta sua coda guiizava ,
Torcendo in su la venenosa forca.
8 I. iVr metaf. Dani. Puig. 8. Che.p
che '1 capo reo lo mondo torca. Sola va det-
ta e 'Imal cammin dispregia. K ''"'•■M- ^'=
fa come natura face in fuoco. Se mille volte
violenia il tor«a f qui lorxa ./. leced, torca,
per la rima ) ■ n . ,
S II Torcere, per ì oliere. Rivolgere,
o Far volgere. Dani. Par. 2. Giunto mi
vidiove minJ.il cosa Mi torse 1 visoa se.
Pclr son. 10. eh' ancor non torse dal vero
. „mmino L' ira di Giove per ventosa pi..g-
sia. F l5. Ch'io veggio al dipartir gì
.tti soavi Torcer da me le mie fata . slel-
1" Boez ìarch. '^. rim. 3 Le vele già
del <aE"io duco Ulisse, E le navi per ma-
re errando scorse. All' isola Emo torse.
0 ,11. Torcere, in signific. nculr.
pass., per Follarsi. lìocc. nov. l5. 26.
ì,isid;r'oso di volgersi al mare per lavarsi
si torse a man sinistra. •<• O. I . '"'; 1.
cao 5 E poi si torce verso Seltenlr.one
il mare detto Seno Adriatico , chiamato
og-l Golfo di Venezia. (1 ) Onice, itor
2 263. 11 quale (fiume), nato da. mo..t.
deHa Magna, come b condotto al piano, s.
torce in su la mano sinistra rasente 1
monti. (L) ^ , ■ /-,.
5 IV Per Isloirerti, Scontorcersi. 1 • .
Q 18 I. Se la doglia sar'a per supernm-
ti d'umori, 0 di sangue, la qual cosa si
conosce, perocché si torce, e 1 suoi b..n-
hi si muovono saoia alcuno enfiamento.
S V. Toi-cere la scia , 0 simili, vale ]
Avvolgere le fila addoppiale. Lat for-
tiere. Gr. ,v'=-f =1- Lib. Hepub. L arte
del lanificio contiene tessere, cucire, tor-
cere, ec. Ovid. Pisi. 40. Q"-^ -''^
quando tu fili, e torci lo stame colle due
dita, le forti mani hanno rotte le fusa?
■■: S VI Diasi che una camma, o si-
mile SI torcerebbe , allorché e molle in
guisa che se ne spremerebbe il sudore .
Cecch. Dot. 3. 4. Cavasi una camicia, che
per lo ben di me si sarebbe torta. (I J
- 8 VII Tort-ere il piede da un luo-
go, vaie lasciare un luogo. Allontanar,
lene. Tass. Cer. 10 66. Cosi in voci in-
terrotte irata freme, E torce 1 pie daUa
deserta riva. (.\ì
* Vili Torcere la via, vale Piegarsi
per un- altra via. Fior. S. Frane 69.
Se avvenia alcuna volta che frate Elia an-
dasse inverso di lui, egli lorcea la via, e
1 andava dall' altra parte, ff-;
S. IS. Torcere il grifo. Torcere ,1
muso. Torcere il viso, e .umili "''"'"■«'
accennano Gesti, e Atti di chi fa dello
schifo, dello sdegnoso , del ritroso. Lat.
\uaso su.,pcn,lere. Gr. ^uKTr;f=.:=iv. Dan
1 l„r. 3l. l'ero ti china , e non torcer lo
I grifo. Bocc. nov. 58. 3. Si forte le veni-
va del cencio, che altro che torcere .1
muso non facea. Petr. son. 49. Torcendo
il viso a' preghi onesti e degni. / ■(. <."-
si D. Mostravale la faccia turbata, e tor-
cevale gli occhi, dubitando non avesse
commesso avolterio . Calai. 18. A qual.
ninna cosa piace giammai, se non quello
che essi hanno divisato ; a tutte 1 altre
torcono il grifo.
g X Torcer le scritture, vale itia-
foleer loro il sen.so Bocc. Conci. 7. Chi
vorr'a da quelle malvagio consiglio, o mal
va"ia operaiion trarre, elle noi v.eteran
no ad alcuno, se forse in se 1' hanno , ■
torte e tirale Beno ad averlo. . ,
:*: e XI Von torcere un pelo ad al-
cuno, vaie' IS'on gli far torto, o dispince- |
re alcuno ne in detti , ni in fatti, t ed. 1
PELO, §. XXXllI. (C) \
ir §. XII. Torcere, dicesi anche Mi j
Vincere V altrui ostinata volontà. Cas. ^
canz. 4. 3. Un cor piegando di p.elate ,
avaro, Vegghiai le notti gelide e serene, ]
E talor fu eh' io '1 torsi, f /• P>
TORCETTO. Dim. di Torcia; Xor-
chiello. Lat. faculum, • inlortitium. Gr.
Jaòcov. Menz. sai. 10. Questa il .orlo-
re ed il tormento è questo. Che fia che
lo spaventi, e pii. l'accori Del torcetto, e
del palco atro e funesto.
TORCHI ACCIO. Peggiorai, di lor-
chio. Vii. Penv. Celi. 3ll. Costoro mi
poruvano via con un torchiacelo acceso.
TORCHIETTO. Dim. di Torchio. 1.^1.
raculum, •inlortitium. Gr. òv.òiov. Pace.
nov. 74. l3. Preso un torrhielto acceso
, in mano, e messosi innanti ce, si d.r.izo
verso la camera, f nov. 80. 11. Lascialo
I un torebietto acceso nella camera, ec
Frane. Sacch. Op. div. 128. Accendi uno
torchietto, e questo fa figura di Cristo
TORCHIO. Candela grande, 0 Ini
candele avvolte insieme; Doppiere, Tor-
cia. Lat. Oinale. Gr. S'Aci. Bocc. g- 1.
/. 8. Fatti i torchi accendere , comando
che ciascuno ec. s' andasse a riposare. E
nov. CK). 10. Al lume di torchio molli
de' più nobili cittadini fece al convito in-
vitare. Sen. Pisi. Assai son presso della
morte quelli che vivono a torchi e a ceri
e a faccellinc. Frane. Sacch. Op. div. j8.
Aveva dinanii acceso un torchio di due
libbre, e '1 Crocifisso, che non gli era
molto di lungi, avea una vii candeluiia
d'un danaio. Bern. Ori. 3. 1. 68. Di
1 bianchi torchi al lucido splendore Poi s
andaro a posar negli ampli tetti. -Ir. Fur.
23 46 Dopo non molto la bara funebre
Giunse a splendor di torchi e di facelle.
1 g I Torchio, 'e anche Strumento da
stampare e da premere. Lat. praeliml.
Gr. i-nvoi. Buon. Fier. 3. 2 9. Ed a me
meni 'n torchio quell' esame Dell uom
da bene. Cari. Fior. l5o .Ne potrete ve-
dcre una impennata d'inchiostro, o due,
in un' opera d' un fiorentino autore , che
tosto fia sotto '1 torchio. ,,,,,,
S 11 Torchio, fu detto anche lo Slret-
1 (Pio in' cui si pongono i li'jri per poter-
,li londare. Buon. Fier. 4. 5. 6._ -Non
Ivorrei che 'n volcrmel risarcire, E n n-
[ metterlo in torchio. Mei rilosasse in gui-
sa Che le postille n' andasscr disperse ,
I LÙcubrale da me con tanto studio.
* TOnCHlONE. Accrescit. di lor-
cHo. Bern. Ori. 3. 2. 34. Di sotto a lui
pur d'oro era il torchlone Con vent.sei
fermagli d'una slampa. (N)
5 TORCIA. Torchio. l.M.funale_, m-
tortitium. Gr. Ò-Aii- G. F. H .^l 7-
Messer Piero raccolta sua genie, inhno a
notte trombando, dimorò colle torce acce-
I se sul campo. Buon. Fier. Intr. 4. Ad
alcuno ho la torcia Accesa prima, il 0. 3.
8. Sotto la Iure di gran l'uste e torce.
Lasc. Celos. 5. IO Giulio, va T.a ratto ,
' non accender torcia alInmcnU.
St 8 Torcia a vento, dicesi Una tor-
cia gro.^sa fatta per lo pm dj fesinache
serve a far lume la notte, ed e cosi detta
pecchi resi.ite al vento. « Malm. 3. 29.
Sale in bigoncia con due torce a vento,
Acciò lo legga ognun prò Ir.bunali .. . r 6;
TORCIARE. r. A. Attorcere. Legare
stretto. Lat contorquere. Gr. OTCiyj'V.
G J 8. 78 3. Tutto torciaro e carica-
ro con lóro arnesi e villuaglia in su le
loro carra ( così gli stampati; ne testi
migliori e pili antichi , come e il testo
Davanzali e Salvini, si legge .- tornaro-
""•V * TORCIC0LLARE.3e«'r.'^"'''.r
col collo storio , come fanno 1 bacchetto-
ni Menz. sai. 1. E se chi un tempo fea
da Ermafrodito, Or fa da llarione e lor-
. cicolla. Sul ciuffo alla fortuna e già sali-
' to lìu'p. son. 10. Pero, lorcicoll andò ,
! per le vie Labbreggia salmi , e schiaccia
I avemmarie, Ch' e' pare un Graiianaceio
convertilo. (AJ ,,
\ + TORCICOLLO . Sorta d' uccello
della grossezza d' un' Allodola, cosi detto
dal tòrcere che fa la testa in dietro alle
^\ "1 Talora vale lo sle.'SO che fìac-
chettone. Alleg. 178 S' i' non son torci-
óllo o slropiccione, Adunque .0 sono un
brande scapigliato. * Min. Malm. pag
^è\Ve. slnlnfzza s'intendono cer.ior-
cico li che stanno tutto il giorno davanti
Cleoni, ^" santo, perche si
a una immagine d un san. , 1
creda che essi facciano orarione. im
Ve II Torcicollo, dicesi anche da,
Medici il reumatismo di alcuno de, mu-
scoli del collo, pel quale non possiamo
' I
i556
T O R
TOH
T 0 n
muovere senza doloi-e e liberamente la te-
sta. (B)
* TORCIEKE. Candelliere a cui si
sovrappone la torcia . Hip. Strav. %\&.
Dudici altre torcie di&triliuitc lungo il mu-
ro su gran torcieri d' argento. ( ìi)
TORCIFECClO.eTOKClFECClOLO.
Strumento di panno lino, col quale si
preme la feccia . Lib. cur. malatt. Questa
inatoiia si passi per lorcifeccìolo ben 6llo.
Ricetl. Fior. llg. Sopra al pane si inette
un torcifcctio sottile, che stilli quel suyo.
BuTch. I. IO. Così nel gocciolar de' lor-
rifeccìoli L'odor degli a^Ii colti e pctron-
ciaui Fanno piacere al l'apa i ficlii [^ec-
rioli. Matt. Franz, rim. buri. 2. l8S. lo,
perchè di vendemmia i torcifecci Son più
puliti, che non son ben spesso Colai len-
zuola ce, mi son messo À. velar 1* occhio
al huon tli più trombette.
TOHCIGLIARE. Frequentativo d' At-
torcere j attorcigliare. Lat. torquere ,
contorquere. Gr. grasfiiv. Lib. ì'iagg.
In quel paese v' è una forlexza molto an-
tica, la quale è quasi nascosta tra diversi
arbori clic vi son nati , e torcigliatisi in-
sieme (cioè, avviticchiati , e avvolticchia-
ti ) .
TOUCIMANNO- Turcimanno. Belline,
.son. 209. Con voi bisogncrcci il torci-
mauno. Sah-in. Disc. 1. 212- Sarà il
medesimo dunque 1* intendere altri favel-
lare nel proprio linguaggio, oppure l'in-
tenderlo per via d' interprete, o di torci-
raanno! Malm. 6. 3l. E perchè Martinai-
za v'è novizia, E non intende il gracidar
eh' e' fanno, L' interprete fa egli , e 'I
torcimanno.
TORCIMENTO. Tortuosità. 7^vgez.ì\
rircuìto del muro gli antichi dìrilto non
vollero menare, acciocché alle percosse de'
holcioni acconcio non fosse , ma con tor-
cimento fecero ì fondamenti delle mura.
M. /'. 8 74 Dov* era la via ec. erta a
maraviglia, inviluppala dì pietre e di tor-
cimenti (cioè, di svolte).
TOECtTOIO. Strumento f o Ordigno
lol quale si torce la seta.
f §. Per /strettoio. Lat. torcular. Gr.
>^v9?. Seal. ClausU: !\22.. Premela, ru-
^umando assai, siccome se la mettesse ai
torcitoio. E appresso: La rompe e ma-
stica e ruguma tanto, premendola nel tor-
citoio deU.1 meditaitione , che ella si leva
più in allo ( qui figurat.).
TOr.CITOUE. Quegli che torce.
TORCITURA. L'Atto, e il Modo del
torcere.
TORCOLARE. Strettoioj che anche il
diciamo Torchio , e Torcalo. Lat. torcu-
lar. Gr. Xfìvói. Annot. Vang. Le tue ve-
stimenta sono come di coloro clic pigiano
nel torcolare.
'.' TORCOLETTO. Dim. di Torcalo;
Piccolo strettoio, 0 torcalo, Baldin. l'oc,
Pu. (B)
* §. Torcoletto. Macchinetta composta
di due toppetli di legno bene squadrati ,
infilzati da due regoli, con una site di le-
gno nel mezzo, la quale ha il manico che
guida e regge tutta la macchina , e per
di sotto un ferro tagliente: serx-e alli-
brai per tagliare e pareggiare le carte de*
libri, lialdin. foc. Dis. (B)
« TORCOLIERE . Quegli che lavora
nel torchio della stampa ; Tiratóre. Lai.
lorcutarius. Gr. ìijvxt'o;. // l'ocabol. al-
la y. TIRATORE. §. I. {')
TORCOLO. Torcolare, Strettoio. Lai.
torcular, praclum. Gr. iir]v5';. iUcett.
Fior. 2C1. Metti in va»o di vetro di ilrct-
ta bocca ben turaln por ulto giorni, e da'
un liolloic, e cola) noi la ipremiamo col
torcolo. Ar Lea. 3. 7 Quanti lorcoli son
per la vendemmia, >on gli polrcbbcr f4r
un vero esprimere.
g. l. Per Torchio, nel signijìc. del §.
I. Lat. praelum. Gr. >»)>5^ Tif. Pttt.
25. Mentre appunto questa mia opera sta
per entrare sotto il torcolo. Car. lett. 2.
97. Quanto ai Castelvetro , io gli sono
addosso con la batteria, avendolo già sotto
al torcolo della stampa.
* §. 11. Torcolo da rame. Strumento
di Ugnarne, che strigne il rame intaglia'
to sopra la carta; acciò vi lasci l' im-
pressione, per mezzo di due rulli, curri,
o cilindri, posti per lo piano nel mezzo
delle due coree di esso torcolo. Baldin.
l'oc. Dii. (fi)
TORDAIO. Serbatoio da tordi. Lat.
*turdiirium. Gr. ^ay^fix pOftXov. Cr. Q.
()3. 3. Quando bisogno è che di questi si
prendano, dal tordaio &i traggono.
TORDELLA. Uccello della spezie dr'
tordi, ma un poco maggiore. Morg. i4.
58. Poi la tordclIa> e *l frusone , e '1 fa-
nello.
t TORDO. Uccello di grandezza me-
diafra 7 piccione e V allodola, col becco
diritto e convesso, le penne di color bigio
scuro, e 'l petto bianchiccio asperso di
macchiette nericce. La sua carne è d' ot-
timo sapore, ed enne di più specir. Lat.
titrdus. Gr. n*/).^- Lab. lyi. I tordi
grassi, le tortore, le luppe lombarde, ec.
Frane. Sacch. nov, l3o. Avendo quallro
bellissimi tordi, e volendogli arrostire a
suo modo, avea detto a una sua fantircUa
gli recasse a un fuoco che era in sala .
Morg. 14. 58. Il marin tordo, il bottac-
cio e 'l sassello. Sannaz. Arcad. pros. 8.
Con bastoni, e con pietre di passo in passo
battendo le macchie, verso quella parie,
ove la rrle stava, i tordi, le merule, e gli
altri uccelli sgridavamo. ì'arch. Ercol. 62.
Pigolare de' pulcini, cantare de' galli, e
trulilare dei tordi.
§. I. In proverb: Meglio e fringuel-
lo, o pincione in mano, che tordo infra-
sca, o simili; e significa, che Assai più
vale una cosa piccola, ma posseduta, che
una grandi", o migliore ^ la qual non s'
abbia, ma solamente si speri ; che anche
in modo più basso diciamo : È meglio un
asino oggi, che un barbero a San Gio-
vanni. Lai. praesentem mulge ; quid fu-
gientem inscqueris ? Gr. t/ìv TTaiSOUja»
Kfi.iX-/i, Ti^oj jJEu'yovTX 0'.u/£i;, Teo-
cr. yed. Flos. 261. Belline, son. 166.
Meglio t" fringuello in man, che in fra-
sca tordo. !■ rane. Sacch. nov, li)8. Io
avea trovato cento Borini, e volevane an-
che cento; il maestro mio mi dicea sem-
pre : egli è meglio pincione in mano,
che tordo in frasca. E nov. 322. E '1
Cardinale ui rimase senta il pincione per
volere il tordo della frasca.
t §• IL Tordo, diciamo anche figura-
tam. ad Uomo semplice, o balordo. Lat.
fungus . Gr. /jlj/i]{ . Buon. Fier, Intr.
4- Così spesso ad un lordo contadino (si
vende) O per saia, o per rascia il perpi-
gnano . Malm, 6. 56- Ove de* tordi ca-
la e de' merlotti Alla ritrosa quanlilà in-
finita .
# g. III. Schiacciare il capo al tor-
do, vale figuratam. Fare il colpo. Cecch.
Stiav. 4- 2. Tuo patire, Bugondo d'anda-
re alla messa, aodo via, e stiaccio il capo
al tordo: duolti di lui. (I )
* S- IV- Fare, o simile, che il tordo
non dia dietro, modo proverfi. significante
Aon SI lasciar scappar l'occasione. Cecch.
Dot. 3. 1. Io ho detto a Guido (he e'
tenga su le mani , che questo lordo non
dia dielro : che e' non ne dà de* siffatti
o^iii di nella ragna, (fi
TORELLO Dim. di Toro; Tor.i gio-
vane . i'it fì.irl. 6 Tutti appartavano
({raodi maniere di sacrifiriì, l* uno torelli,
0 gli altri montoni. E 3t). Aurora ti dich'
io, disse Giusafia , che tu sagrificfai uno
torello, od una bestia. Cuar. Fast, fd.
I. 4' Sacreremo tu il capro a Pane , ed
io Ad Ercole Ìl torello. E appresso: Sce-
gli tosto un torello. Di quanti n'abbia la fe-
conda raandra. Il più morbido e bello.
TORICCIA. Capra giovane. Lab. 3S8,
La quale di larghi e spessi solchi verga-
ta , come sono le loiicce , pare uo tacco
volo .
* TORINO. Add. Di toro. Salviti,
lliad. Deifobo il broccbicr torino leone
Lungi da se. E altrove: D* edera cinto,
di torina vista Martiale (qui e detto di
Bacco). E Inn. Orf. Furioso Bacco, di
torine corna Lcreo. (Af E Geor. lib. /j.
Tutti sotto La magna terra discorrenti fiu-
mi Rimirava diversi ec. E con lorin sem-
biante oralo Le doppie corna Erìdano
ce. (F)
TORLO, r. TUORLO-
a TORMA. Tarma, Truppa di persone.
Lat. tarma, Gr. cTi'y»]. Liv. M. Quell'
Aulo vide , che le torme de' Romani an-
davano cancellando e rinculando . Dant.
Inf. 16- Quando tre ombre insieme si
partirò. Correndo , d' una torma che pas-
sava Sotto la pioggia . Amet. 24- Sic-
come i paslor Siculi , da' quali Esempio
prende ogni ben retta torma . Frane.
Sacch. rim. 6. Fin ch'ella apparve fra 1*
umana torma . Pass. 348. Dicono che le
donne della torma, che guidano 1' al Ire ,
sono Erodia , che fece uccidere san Gio-
vanni Ualista. e la Diana antica Dea de'
Greci. Alani, t.ir. \^ 71. Voi siete stan-
chi, ed io mi sento in forma Da cacciar
tosto indietro una tal torma.
Jj! g. Per Branco , 0 Moltitudine di
animali . « Dant. inf 3o. Sostenne Per
guadagnar la donna della torma , Falsifi-
care iu se Buoso Donati. Ott. Com. Inf.
3o. 520 Per guadagnare la cavalla, eh* è
donna dell' armento ; e chi dice che fu
una mula, eh' è donna e guidalrice della
torma de' muli veiturcggianti. Alam, Colt,
lib. 2. Le feroci cavalle in lunghe torme.
Car. En, lib. 8. Al calpestar della fcr-
rata torma ( de' cavalli ). E lib. 11. Qual
a se spaventala esce d' un bosco Torma
di rauchi augelli. E Long. Sof lib. 1. La
disarmcnto d olio (sacche) delle migliori
di tutta la .sua torma- f Hr» Poliz. Stani.
1- 19. Or delle pecorelle il mxxo mastro
Si vede alla sua torma «prir la sbarra. ( P)
*f TOUME.NTAGIO>E. /'■ A. Tor-
mento. Lat. tormentum, cruciatus, dolor.
Gr. a)L'/r,^btv . Lib. cur, malati. Grandi
sono le tormenlagiooi che cagiona lo male
della pietra.
•f TORMENTAMENTO. /'• A- Tor-
menlagione . Lat. tormentum, cruciatus.
Gr. «Jyr.owv. Sen. I*rov. Miseria fc tor-
mcntamento di vtrlù (qui il te<tO lat. ha
occasio ).
« TORMENTA.NTE . Che tormenta .
S. Agost. C. D. ai. 26. Pcnwcbè quello
che non ha amato senta amore allarcian-
le , non («"rde senta dolore tormeulan-
te. /iVi
TORMENTARE. Dar tormenti. Lai
frMCi.inr, torquere. Gr. a»i»v. O. ì . 10.
87- 7. Assai fu crudele in far morire r
tormentare uomini . Pass. 63. Dcmooìo
stollo, perrhè tormenti tu que>U fanciulla
innocente T Frane. Sacch. nov. Ij5. Quelli
che avcano la ragione, e domandavano le
cose onf>le , furono lormenlali . e perde-
rono la questione, fif. SS. Pad. 1. ài.
Un gentiluomo de' baroni dello Imperano*
re, fikcndo vessato e torm<'nlato da uno
crudrlift>inio demi>oio rr., venne ad Anto-
nio, e pregollo ec. E ^^. La mia figliuola e
lormenlata da erudelissimr demonia. / il.
>■ .ìfargh. i33. Gli carncfin fortemente
lornicDlaxano santa Margherita.
T O R
8 I. Per Affligg'rt. Tra^^tglinr l' a-
,.1. La.. nPgere, •'■'■'-"'■' ^^"'f^o
fila meL' no.le noo r.6..u !.. dono, .1.
credo «««re io mu^s'ovc allegrerà ed
eli. muove cose, donde mollo m. contur-
lae.orn,enU. /'<"' '"/• '»• C- ">■ 'o-
menla più che questo letto . -- ' ■'; ■^•
"In,/, loo. Perchtsop,oda.e,glonoso
Girolamo, lormenl.to d. pene cos. dar -
simeTC.-,<,./.". 3. '»■ l--; "■°.'«^» i/M-
a' amariluJmi tante tormenta noi. ( / ; /"
,rod. Vir,. .4. E allor dee pensare che
Dio rami, ,ulndo di Ir.luUuou. da D.o
t visitato e tormentalo. (C) ,.,,„^
S. II. />r /«/««.re . Lai. 'f^'-^J
molest„m esse. Gr. svox^''",- ^'- .'^.- "■
L Tormentava le strade, e- cammm., e
tulio '1 paese d" intorno.
8 III. /« signijic. neutr. per Affl'g-
eersi, Jffhnnarsi. Sfre ,n tormento .
ZuanJo cngi. decrucar. Gr oo«.-
u,rv. Him. J. P- r<- Ou,U. the men.
T O R
T o n
i55r
rre io desiava. Ver fe ' V°/ 7 ,.^o E
dUiando. * Belc. VH- Cohmb 2W. E
volendo Dio arr.cchire il suo servo d, grazie
spirituali per me»o dell' inlerm, a corpo-
rale, permise venirgli grande mal.- d. C.m
co, intanto cbe di e ootle tormentava. I C)
/r. tur. 45. 21. O se dAmon la valo-
rosa e beUa Figlia , o se la magna.uma
MarBsa Avesse avuto di Rugg.er novel-
U , Che -n prigion tormentasse a questa
8. IV. In signific. "eutr. pass, vale Par.
si,om,enti, J/fligg'rsi. y^^- '' r™'"'
re, se cruciare.Gr. EMTOv r./iUre''*-;',-
Pass. 8. Quando era domandato perche
cosi crudelmente si tormentava, r.spondea,
che se egli avessono veduto qucUo che
vide eeli , farebbono il somigliante.
* e V. Tormentare, diie.ti anche Ji-
guratam. parlandosi delle piante. Creso.
lib.Ii. cap. 9. E U capo del sermento,
quando si pone, non è da torcere, ne da
lonnentarlo. (T; . ,
* e VI Tormentare, dicesi pur Jigii-
ratam'. anche delle varie azioni che dee
sostenere il grano pr.ma •''.^•'"".'■f""'.
Bellm. Pisci 93.ChemaidimolUplicita
di lavori son quelli con i quali e neces-
sano tormentare il grano prima che no.
ce ne possiamo servire in torma di pane
che ci conservi ? (Ci ,
•t * TORMESTATISSIMO. Superi,
di Tormentato . Sannaz. leti. pag. 4^7
(Cornino 1723) Sono stato un poco lardo
a risponderle , non per negligeniia vera-
mente . ma per la indisposizione del tor-
meolatUsimo stomaco ec. , che a pena mi
lascia respirare. (A) . ~ ,
TORMENTATO. Add. da Tormenta-
re. Lai. cruciatus, lortus. Gr. ■szpefi'-^i,
àxsavuSs.-; . Vani. In/. 6. Nuovi tor-
menti e nuovi tormentali Mi veggio in-
lorno. Cuid. C. 9. Istando Medea ne a
sua camera sola, assalila e tormentata dalU
6amma d'amore. Guar. Past. fid. i. 8.
Oh più d' ogni infernale Anima tormentala
Tormentato Mirlillol
+ TORMENTATORE . l'erbai, masc.
Che , o Chi tormenta. Lai. (orlor . Gr.
xoXaSTrU. Amm.Ant. 21. 3.8. Non la-
scerai mai la crudclli, essendo compagno
del lormenlalore . E 29. 1. 6. Tanti ha
lo 'nvidioso tormentatori di giusta pena ,
quanti lo 'nvidiato ha lodatori . / il. S.
j/argA. Allora dice che questi tormenla-
lori tormentavano lo corpo suo . Annoi.
Vang. DieUo a' tormentatori , che '1 lor-
menlassono. ,. , , .r ,-
TORMENTATRICE J erbai, fem di
Tormenlalc-e l>b. cur. malati. Affililo
da nausea grande, tormentatrice dello sto-
maro . * Sesner Fred. Pai. Ap. 2. 2.
Ella (la minila) fu la maggiore lormen-
lalrice del Redentore. (TC)
TORMENTILLA. Sorta di piccola er-
ba che ha la radice bernoccoluta, lejrondi
s,m,n a quelle del cm,,ueJolio , e 1 far,
gialli di quattro sole foghe. Lai. lor-
menUlla. Tes. Pov. S. cap. 47. Anco er-
ba di tormentiUa. o '1 succo , o la radico
sua . o polvere bevuta . caccia ogni ve-
leno. „ . n „
5 TORMENTO . Propriamente fcna
aWilliva del corpo, che si d.t a' rei. Lai.
cri,cw(«.t, supplicmm, p.inn. Gr. Ti/iupia.
Bocc. nov. 77. 60. Che più doveva 10 aspet-
tar da le . o da alcuno altro , se 10 tulio 1
tuo parentado sotto crudelissimi tormenti
avessi ucciMl Dani. In/. 5. Intesi che a
cosi fallo tormento Eran dannati 1 pecca-
lor carnali. M. V- 7- l3- *"' P"»'""'.»
essere molto certi, che dando loro le rem,
ci faranno morire a gran tormento . / .(.
y Margh. l32. Per questo tormento sal-
ver'a 1' anima mia, che godcr'a con lui vita
eterna . E 147. EgU non cerchena , Co
consiglieri eh' egli avna , Di farle durare
lormenlo Con qualch' altro martoriamen-
to E 149. Questo Olibrio malvagio ec.
ha fallo comaudanienlo Di farmi mettere
al tormento . E l5o. Abbie mercede d.
te slessa , Di questo tormento , dove se
messa . T » e.
* J. I. Tormento, dicesi anche lo Stru-
mento che serve a tormentare . « Sera.
Ori 1 l3. 5l. Fece subilo il Re quivi
venire Un tormento crudele , aspro e vU-
lano». (C)
3 S II Per Islrumento atto a pungere.
iib. Op. div. A. 66. Avevano le code si-
miglianti a code di scarpion. , e tormenti
aguli erano nelle code loro.
f §. 111. Tormento , ftguratam. va-
le anche Passione d' animo , Alf'^'O"' •
Travaglio. Lai. a/Pictio , a/jlictatio . Gr.
xa/01,.;, :t«So;- Bocc.nov. 48. 9. Per
lo peccalo della sua crudella , e deUa le-
tizia avuta de' miei tormenti ec. , e dan-
nata alle pene del ninferuo. Petr. son. II.
.Se la mia vita dall' aspro tormento Si può
lauto schermire ec. .,,.;,
* 8. IV. Tormento . Temi, de Mi'H.
\ome generico di macchine militari anti-
che da scaiiliar pietre, palle, o altro. Lai.
tormentum^ bellicum . l'egez. pag. 167.
IPir l8l.5) Il balestro con funi di nervi
si tende ec, l'onagro ec. manda le pie-
tre ec. Di queste due generazioni d. tor-
menti neuna altra generazione più lorte
si trova. Ar. Pur 40. 20. E con from-
be e con archi facea d' alto, E con vani
tormenti estrema guerra. Pass. Cer. 13.
2- E di tormenti bellici ha munite Le
ro'cche sue quesla novella Dite. Ang. Slet.
I,. 1-7. Da' fuochi e dai tormenti La
battuta cortina a terra cade. (M)
:S S V Tormento , si prende ancHe
per Archibuso dall' Ar. Pur. 9. 88.;4on
volse porre ad altra cosa mano , Fra tante e
tante guadagnate spoglie , Se non a quel
tormento eh' abbiam dello Ch' al fulmine
assomiglia in ogni effetto. IT J
TORMENTOSAME.NTE. Avverh. Con
tormenti. Fr. Giord. Fred R. I buon,
quando si trovavano cosi lormenlosamente
"tormentosissimamente, .fuperl.
1 ,/, Tormentosamente. Pr. Giord. Pred. li.
I santi martiri erano tormentosissimanienle
esaminati . „ . i- t-
TORMENTOSISSIMO. Superl.di Tor-
n,enlo.<o. Salvia. Visc. I. l44- Senza com-
parazione alcuna tormentosissima mi sem-
bra quella passione.
f TORMENTOSO. ^dJ Che apporta
tormento Lai. molestus Gr. tt.-iiv.fOi .
Med. Arb. Cr. 24. Fatiche, e lassezze, e
fami, e seti tormentose, e crudeh -.- Se
sner. Pred. Pai. Ap- 7- 9- "" ;l"""".""^
iuconlro f,;c'co,i(r^.<(i; dagli scribi ec. in-
veleniti contro di lui per le cure che egli
del continuo operava, quanto più insolite,
tanto più tormentose al loro livore. (IL)
+ § Per l'iena di tormento. Amm. Ani.
37. 3. 6. K-sa medesima, difesa dalla gran-
de ventura, <! tormentosa e soUicila. Petr.
canz. 26. 5. Onde '1 cor lasso riede Col
tormentoso fianco A partir teco 1 lor pen-
sier nascosti . Lod. Mari. 4. / irg. E la
mortai saetta Dal tormentoso fianco non
M svelle. Alam. Gir. 8. 7. S'accordo 1
altro, e quel le sue dogliose Cure gli narra
tormentoso in allo.
TORMENTl'ZZO. Dim. di Tormento,
lìenib. As. I. 55. Vaghe d alcuno lormcn-
tuizo de' loro amanti.
TORNAGUSTO. Cosa che faccia torna-
re il gusto , o la voglia di mangiare . Lai.
^ula irritamentiim. * /..*• dir. malati.
Si può dar loro un gentile zimino per tor-
nagusto . (Ni Cecch. St.av. 3. I. La parrà
doFce a me, che ho bisogno Di tornagusti e
di ristoro . Salvia. Pros. Tose. 1. 106.
Delle cicale ec. erano tanto devoti gli uo-
mini anticamente , che le mangiavano per
tornagusto .
« TUUN AIO. Colui che lavora al torno.
Maestro di torno. Bim. buri. 2. 234. E so-
pra tulio sia fallo fil pestello: al tornalo Di
legname tagliato a buona luna, Che non in-
"'tÓrNALETTO . Parte del cortinag-
gio , con che da piede si fascia e adorna
il letto. , T . ,
TORNAMENTO. // tornare. Lai. re-
diliis. Gr. avK«/.ic.l. Lih. Jstrol. Vuol
dire tornamenlo , perche quando ques a
mansione saglie sotto 1. raggi del Sole, la
mattina ritornasi il Sole.
TORNANTE. Che torna. Lzl. redien..
Gr a^iavscvo.usvt!;. Amet. 56. Adunque
a nonrornanre iempo adoperalo, acciocché
s7ra'fu^re:"no allrin.ent,cl..'onde
non mai tornanti alle loro lonlr (S)
TORNARE, la signific. neutr. vale In-
camminarsi, e Prender la via ver.jo.l luo-
™ , onde altri prima s' era partito Lai.
redire. Gr. a:tav = f X^'^»'- ■»""■ "? '^ '°'
„■(. Ed egli sconosculo , tornando di Sco-
zia, lo truova in buono sialo, hnov. 1,0
7. Esso non ardiva a tornare adlietro. fc
Lm. 8. A tal ora tornando addietro, che
eéù si credeva innanzi andare i no.. 86.
,3 Torna qua , che Dio ti dea la mala
none . Dani lar. 2. Tornate a riveder
U v"slri liti. E appresso: Cos. come color
torna per vetro, L», l"^' .^'"'^ "/^
piombo nasconde (cioè, si "1="= );^,,7^;
can- 3 I Qual torna a casa , e qual s
can... j. i. Y" ,yA Torna tu
annida in selva . E son. 2U^■ *
in li , eh' io d' esser sol m' appago. Bui.
Puro 8. 2. Tornarono addrielo per vede-
re se^a vedessono. * Cavale. Alt. Apost.
1,3 Accomiatandosi da lo«, promise di
tornare da loro. (l'I
■ - l. E neutr. pass. ■• Bocc nov.
5;. Disidera di tornarsi al padre ■
n Ò7. Uisioera i>i ."■ • ,,
; ,( .y Gir. 6 E non trovandone nulla,
tornaronsi a casa, e riferirono a Girolamo
°'''t\'^t. 'Tornare, per Biscontrarsi,
Jeri/carsi. Stor. Bari. 7.. ^0-= ""^' j
prof^i profelizzarono tutti ^^XZ
Figliuolo d'Iddio, e come '"' ' "^J-";^.
fez^e tornarono verso il nostro S^'^» «^
su Cristo (Lai. convenerunt in CI risi
e com- egli discese in <""-J^JZk, rf,
+ *§;;o,tTw*e .- .--./--
cosa, e vale Ci' arsi . Mirabil-
.0 ad un «"'■■' ^J^-'J^i Ciascun dal
mente ^PP""' ." "j,, ,3„„ : Che dalle
memo al principi" del
i558
T O R
TOH
T O R
reni era tornato il vollo , £J iaclictro vcuir
li cuuvcnia. (V)
t 3 S* 'V- P^^ indursi j Risolversi .
J-'ior. ì'irt. A. M. Tuttf: !ii per^oue fu-
rono falle di irrra; in terra lorneranoo .
g. V. Tornar,', per Ripigliare, o liicu-
perare le cose già tralasciate , o perdute
Lat. redire j repetere . Gr. Kvaiy.;(8£rv .
J'etr. son. 21. K se, loruanHo all' amo-
rosa vita, Per farvi al liei desio volger le
spalle. Trovaste per la via fossati e pog-
gi , ec. Bocc. nov. 8- 5. Ma tornaodo a
(io che romincidlo avea ec. , diro . J'it.
SS. Pad. I. 3l. M.i toiniamo anche a
narrare <!eir insidie delle demonia.
'f §• VI. Tornare, per Essere di nuo-
vo ciò che si fu innanzi. Bocc. nov. QS.
22. Bavvedili oggimai, e torna uomo, co-
me tu esser solevi. F.canz.Q. Ancor porto
fidanza Di tornar hclla, qual fu mia usan-
za . Circ. Geli. 5 119. Non hai saputo
rimediare a uno de' [irìncipali difetti che
arrechi seco 1" essere donna, eh ? Cer. E
quale è questo? (Jl- La voglia di cicalare,
che può in te tanto, che tu non desideri
di tornar donna , ma solamente di riavere
il favellare , ce.
*t C ^ "■ Tornare, per Risultare ,
Hidondnrc. Bocc. nov. 33. 2. Ogni vizio
può in grandissima noia tornar di colui,
«he l'usa. Cat-alc. f'rutt. ling. Pognamo,
(h'egli di ciò non aldiisogni; pure gli
torna a grande onore, clie noi riconoscen-
do, ec. lìittam. I. 16. Spesso avvien eh*
Uomo e turhatu DÌ cosa, e piange perchè
gli è fonlraria , E poi gli lurna in gran-
dezza e stalo (l'cdiz. di ì'enez 1^20 leg-
ge : Ma vedi , spesso avvien eh' uomo è
turhato Da rusa , e piange perche gli b
contrara , Che poi gli torna in grandezza
V liuon stato. Siniilemcnte a costui parve
amara La sua presura , ce. ).
§, Vili. Tornare, pe.r ftiusdre, DivC'
iiire . Jiocc. nov. l\\. 7. Cominciò a du-
bitare, non quel suo (;uardar così fiso mo-
vesse la sua ruslicit'a ad alcuna cosa, che
vergogna le potesse tornare. Car. lett. I.
1^0. Tornandole comodo a valersi delle
vettovaglie che vi sono . ^' Tass. Gcr.
l3- 20. Non rimirar le nere ombre si to-
sto Che lor si scosse e tornò ghiaccio il
core. (D)
^ §. IX. Tornare, per ìiivolgere, P'ol-
tare. Tcsoretl. Br. 12. C)5. E facendomi
iinore Disse : fi' di Latino Guarda che '1
gran cammino Non torni està semmana
(cioè guarda che tu non volti il cammi-
no, non torni indietro in questa settima'
na). fCj
* !i. X. Per Bi.toher.fi. f'it. SS. Pad.
2. 357. Tanto s'alTaticò, che tutto tornò
in sudore, e tutto trangosciava. ff-^}
s> §. XI. Per lo Mutarsi che fa una
cosa in un' altra. /■>•. Giord. 3o6. Quan-
do voi ve<tcte una ditale nuvulella in aria,
e a mano a mano non v* è, .si è, che si
disfa, e torna in aria, ce, Disfeccsi il Se-
gnore a ({Uesto modo , che il suo cor
tornasse in ^Krc ? f'it. SS. Pad. 1
'li. Se
oijzione , e la paura turncr'a in atlr^rcz>
pò tor;
M. Se
Sentirete una grande sicurladc e con-
ta, (f) Stor. Pari. j>. Tutta ralli'f;rezij
eli' egli avca , si gli fu tornata in grande
Irisliiia. (FP)
'fi §. XII. Per Diventare, Essere con-
vertito . ì it. SS. Pad. 1. a^. Conside-
rando r esemplo della moglie <li Lotto ,
che (ornò in islatua di tale , pcrorrhi;
rr. (f)
* g. XIII. Per Cadere, ì'enire. Stor.
Ilari. 2fÌ. K tornarono in taj« errore, clic
non ki trova chi intendesse in Dio , né
chi lui adt>rasse. (}' )
g. XIV. Tornare, per Restare, iitnta-
nere. Essere. Lat. esse, xe hnltere. Gal.
Sist. a()a. Con questa simile indagine tro-
vo dall' osservazioni del Camerario, e del
Munosio , la stella tornar situata in una
simil lontananza.
§. XV. Tornare , parlandosi di mi-
sure, vale Star hcne, Piscontrai'e. =* Cas.
rim. hurl. 22. O fortunata voi , che la
natura Fé con le seste , e le bilance in
mano , Cosi tornate a peso t a misura
(qui figuratam. }. (C)
•? %. XVL Tornare, per Riuscire j e
dicesi delle misure e de' pesi , o simili.
Frane. Sacch. nov. gz. Quanilo mcttea il
panno sulla canna, lasciava mezzo braccio
della canna a drieto, e quando più : si che
ogni quattro braccia (ornavano al buon
uomo forse tre e mezzo. E nppres.to: Ri-
misuralo (il panno) , e non Io truova
più, ec: mi ser^ stato furato. E va al ri
tagliatore, e va di qua e va di là ; 1* uno
gli dicea : questi panni Gorentini non tor-
nano nulla all'acqua; ce. E appresso:
La ca[)pa di cielo (di color di cielo } tor-
nò, che non arebhc coperto un ciel d' un
piccol forno (tanto era calata). E nOv-
199. Dice a Bozzolo, che la farina gli
tornava quando meno il quarto, e quando
il terzo; che ciò più non polca sotferirc.
Se non lo ri>toraste. E apptxsso : Addi-
venne come del buon cotto, che a mezzo
torna. E appresso .- Chiama la fante , e
dice : abburatta, e misura com' ella ( la
farina ) è tornata. La fante ce. Iruova le
sei slaia di grano esser tornate quattro di
farina. (E)
g. XVIl. Toraaiv, parlandosi di con-
ti , vale IVon esservi errore nel calculo .
Lai. rationem convenire. ■'*• lìorgh. Fast.
ij^ij. Afferma aver veduto negli Atti pub-
blici di Roma l'anno dì C. Pompcio iJallu
e di Q. Venanio, cioè ab U, C. DCCCL,
segnato colla Olimpiade CCVII., che tor-
na appunto conforme al conto nostro. (1"^)
Imperf r. Tusc. D. 8. T. 1. 2^3. Ne un-
che questo torna in verun conto, essen-
do che all' infinito si darebbe la mutazione
di luogo ec. ( F)
g. XVIII. Tornare, o Tornare a stare,
0 simili, vogliono ì'enire ad abitare , o
j4ndiir<' a stare, o ad abitare. Bocc. nov.
x5. 11. Il quale per amor di mia madre e
di me tornò a stare in Palermo. Salv. Av-
veri. 1. 2. 20. Sogliono i nostri esser mot-
teggiati comunemente del dir persona per
niuno, tornare per venire a stare, o an-
dare a stare ce. , e nondimeno tutti si
leggono nelle Giornate senza sospetto di
scorrezione. E appresso: Cosi si dice og-
gi : egli è tornato in via Maggio j e' si
torna col fratello.
•j- # §. XIX- Per Albergare, o Di-
morare all'albergo. Rocc. g. 1. n. 7. A-
Vendo ( Rergamino) seco portate tre belle
e ricche robe ec, volendo il suo oste es-
ser pagato, primieramente gli diede l'uua;
ed appresso, soprastan<lo ancora molto più,
convenne, se più volle col suo otte tor-
nare , gli desse la seconda . Cavale, Att.
Apost (}"]. Manda dunque in locppe , e
fa venire Simone ce. , lo quale torna in
rasa di Simone coiaio (il lat. ha: hospi-
tatur). (E) Belc. l'it. Colontb. 58- Quan-
do Giovanni co* suoi fnilelli aad.ivjno a
Monteccbiello, il più delle volle tornava-
no in casa sua . Frane. Sacch. nov.
l85. Uscendo la mattina dell* albergo do'
Muccì , ove tornava, andava in Urto S.
Michele. Cecch. Ihsstm. |. 1. M* appar-
tai ila lui tornandomi in i)uc>la caia col
mio Alessandro. tC)
* §■ XX T*>rnare , f*er Hicadere ,
nel senso del g. Vili. Ar. Fur. 6- l5. La
Duchea il' Albania , eh' al Ile torn.iva
Da poi rhe Polincsso ebbe la morte , In
miglior tempo di^cader non puoir, Putchii
la dona alla sua figlia in dote. (\t)
# g. XXI. Tornare , per Higermo'
gliare. Ripullulare. Ar. Fur. 5. a3. FaUo
il pensìer, Dalinda mia, niì dice (Chis coti
son nomata ) , saper dei Che , come suol
tornar dalla radice Arbor che troncoè^al-
Iro Tolte e sci, Cosi ce. (Mj
g . XXII. Tornare a bomba. Vté.
BOMBA, g. V.
* g. XXIII. Tornare agli orecchi,
vale Risapere. Car. lett. i. I07. Se ne fe-
cero tra li suoi più stretti molti ragiona-
menti e varii , i quali tulli mi sono tor-
nati agli orecchi. (C)
* g. XXIV. TofTtare a grond*uopo, va/e
Tornar molto conto. Risultare in grande
vantaggio, ('ar. En. lib. 8. i". 18. E gli
s'impone Che soccorso gli cbiegga, e che
gli esponga Quanto ciò dell'Italia e del tuo
stato Torni a grand' uopo, (.yf)
# §. XXV. Tornare al cuore, va/e Rav-
vedersi ec. }'. CL'ORR. g. CUI. (C)
t * §- XXV 1. Tornar al dovere,
vale Ravvedersi. Vtt. S. Gio. Gualb. 288.
Alla perfine tornato al dovere, molte volte
benedisse il figliuolo. (V)
g. XXVII. Tornare alla memoria, Tor-
nar nella mente , e simili , vagliano Ri-
cordarsi, Sovvenire , nel signific. del §.
IV. Rocc. nov. 81. 8 or incomiociù a
tornare a mente chi costui era stato* e le
cose che gi<i aveva udite dire rhe di Dotte
erano intervenute . E nov. 99. 28. Per
lo quale atto al Saladino torno alla men-
te messcr Torello. '^ Borgh. Tose. 3l4
Questo dice T. Livio in più d' un luo-
go; ma, quanto ora mi torna a memoria,
più largamente, che altrove^ nel quinto li-
bro. (I )
♦ g. XXVIII. Tornare alla menda,
vale Ammendarsi , Riconoscersi, Ravve-
dersi. Sen. Peci. 218. Se la tua figliuola
t' ofTesc , ella tornò alla menda . /:.' ap-
presso: Tornando alla menda perdonare-
DO loro. (l^J
^ g. XXIX. Tornare al/a mente, ro/e
Ritornare in se. Riaversi da uno smai'^
rimento. Tesorxtt. Brun. 3. l8. Ma tor-
nando alla mente. Mi volsi, e posi nienli.-
Intorno alla montagna. iB)
g. XXX. Tornare alle medesime, va-
le Riducersi di /iworo al mal Jart. Lai
redire ad vomitum. Gr. 8({ !/ì£TOvI*«-
UTOÌyy'jiv, Eschin.
g. XXXI. Tornare a mano, vale ì'e-
nire da mano.
^ g. XXXll. Tornar a niente , o ni
niente, vale Annichilarsi, Annullarti ,
/ enir meno . Ciwalc. Med. cuor. 58. Per
la concontia le piccole cose crescono, ■■
per la discordia le grandi tornaDO a nien-
te . (V) Rocc. Itt. Dant. a3l. Po»r
Dante ogni suo ingegno, ogni arte, ugni
studio , mostrando a' cittadini più savi .
come le gran co»e per la discordia in brie^f
tempo tornano al niente. ■ Sulvin. dtse, 1.
393. Se un cuore di vera forieua |uernilo
lo resiste , la sua fierezza fallisce, e torna
a niente >. (C>
# §, XXXUI. romane al ntfnte, vale
anche Impo\-erirr , Diventar mistrahi/e
Rarh. Hegg. Dona. a6. C ha figliuole di
Baroni, i cui padri lornali sono al nien-
te. (R)
*> g. XXXIV. Tornare a pace con al-
cuno, vale /tappaci/icarsi con a/ctino. Ca-
vale. Med. cuor. gq. Per la paticnu 11
ripacifica il Principe; e pero chi %uol toi-
nar a pare con Dio. a questa nrurra. E
Frutt. ling. 386. Confessando it |»eccalo ,
torniamo a pare ed a grana con Dio. (E)
* g. XXXV. Tornare a pe*xaio, vale
Etssere imputato a j^eecato Fior. Il
253. Prego rhe mi sia licito , e non mi
tornì a peccato di svelare, e manifeuarr
li secreti enosigli e 11 secreti fatti dc'Gre-
ei. (Cj
•1 O R
•- 8 \\\Vl. Toruart al pacalo, i-ale
«§.XX\>l' ' „or. ,70. E COSI
L„ebbono giovani, p.>..or^»o^P-';';^-'^
«, e muoiono bene. i^''<"^-.?- »° „,„che-
si,;,il pene era .lanna.al -"'"" j,"^' "^"f^.
se U-Vec ,so non tornava a penitene, f/ ;
ì'il sT Pad. a. 32. Poi «"^n^"-'" " P'-
calori tornando a pen.lonza .le loro pec
cali, si confessarono. (IJ ^ ^ ,-, y
# g. XXXVIII; Tornare a se ■
TORNARK liN SÉ- '''^
aè XXXIX. Tornare a' saoUcrmm,.
UmcnltoBnicosalorner-aasuo. icrn,.-
„Ji!; .«'e ro.v,.r <-o„,o,3M<erA«-e.
r ^ n llell 88. Se della morie di co-
l^„;t:rnalrndru.il..!.acos,ui,enue..o
fe Un o reo e mendico e avaro, a neuno
°u"o" che a costui, poteva .lucslom.cra>o
tornare a utilità. {B) , l„ ,i..s-
* 8. XH. Tornare a.'anli, lo sus
„ cAe ror„.re alla menie. i'^;"""'/-
Peir. .«». 23l. Tornam, avant., ^ alcun
3Jlce mai Ebbe '1 cor «'-'-..l P°' ^"^^^ ;
altra parte Vegsio al m>o navgar turbai.
''TXi^'l Tornar henc, che anche sili-
ce assoìatam. Tornare, .ale Essere J'
piacer., 0 M comodo, od- ut,le.Y,"^^
Jirre, condacere. Sen. Bea. l a,ch 4. 24^
Col»;, i nu^i- 'o-" 8"" • I'".';''" ' "'
loro bene cosi, non son grat. se non
quando e quanto torna ben loro. I. I\-
^ Ma tornava bene in ul.Uta comune
.h. il mare fosse aperto -ipc,le.^^^^^^^^
tìcare da ognuno, lir. Vial. "e"-
367. Sonci molte altre misuro, le quali ce
noi le lasceremo .V dipinlon, 1 quali con
una pennellala p.i., e """ ">'^"'« '\ P":
sono "^allungare ed accodare , come torna
lor bene. Ore. GM. 9 . "6. Ma e s,
vede anche poi, quando e' v. torna bene,
'"rxtlII.'rorMr Une. si dice anche d.
festimento che stia acconciamente m dos-
T O R
T O R
1553
''°* 8 XLIV. Tornar colle trombe nel
sacco, \'ale Tornare da "''"'"';"''";;:'
senza profitto. V. SACCO, §. XXU t;
8 XLV. Tornar conto, ialcE>seruU
le, comodo, o simili. Lai. intcrej<e,ex-
perire. Gr. 5J.a?=>ii''. ^'"'"*=;''-.;;, ,f '
Cr. Mann. iehh. 26. 1. Qual dubb.o
adunque, che per nessun altro acquisto ec.
ti può tornar conto un minimo pres'um-
ùo spirituale? ec. E num. 2. Considera,
che se non ti torna conio recare ali ani-
ma tua un minimo presiudiiio , ec. ( / I
* <• XLVl. Tor-iar da fare checchessia,
.ale ^Tornare da aver fatto checchess.a
allora allora. Sah: Granch. 3. 9. lo tor-
nava da udire un ricorso della mercalauiia.
tVccA. Dot. 4. 1. Tornando adesso da
portar la lettera k casa Bindo . rC; J'ir.
Asia. li3. Altri paesani lo videro lerse-
ra, tornando da cibarsi, andare qua no-
tando per questo fiume vicino. (!■)
* e XLVII. Tornare il medesimo, va-
le Essere lo ste.«o. Borgh. Orig. rir.
6. Ma comunque la cosa si creda o pigli,
tornerk a questo nostro proposito il me-
desimo, e la cosa di quelle storie s. Irò-
veri pur tale. 'O
+ * 8. XLVIII. Tornare in aknno, par
tando.,7di pene, vale lUcadere sopra al
amo. Fav. Bsop. io. La pena del tradi-
mento tornò in ogni Irad.lore. ({■)
* 8 XLIX. Tornare m bene, vai,, lo
stessi che Tornare bene. Esser ut.le .
'^:i:.Med. cor. 27. conciossiacosaché
molto frutto se ne possa liane (dall es
Tr W.«.-,V>-oi, gU torna p.u m bene che
'T%'L'\'rnare in capo, vale .figu-
rai, liicadere addosso. Venir ^opraj'or-
It 3o4. In questa citlU regno molli a.
ó[uno re molto crudele (la qualcrudel-
la li possa .incora tornare in capo)
ha nome Slcssenzio. (C)
5 LI. Toninre in cervello, dicest
del Ricapcrar l'uso della ragione Lai.
resipi.<cere. Gr. «■^=<^'■f"^ ''fV^i e
larch 2. li. Ami di te avrà da dolersi, e
con ran ragione, quando sari tornato in
:vaio,qua?,dogl.'ar'apasssatoqueUurorc^
■.:c e. Lll. Tornare ia consuetudine
una cosa, vale Tornarla in "^». /;';'^ ".
urla in corso. M. V. 7- 9^- ^^^ ''J'':
se messa in pratica, e tornila m consue-
tud^ie, era g'rau beneficio delle amme e
^''riln.%ornare indielro. parlandosi
diìollc . 0 simili malori, vale .Von venire
innanzi, yon far capo.
+ 8 LIV. Tornare indietro, o ad-
dietro. parlandosi di negozi, figuratam.
Tale /on avere efiitlo. l-^i- irrimm fieri
Gr 5.*/u53V TzouXiS-Xi. noce. nov. 9». 2I_. ,
Kon poiendo indietro lornave converrà 1
per fo.^a che sien contenti. F.loc. I. 194-
Questo mi mosse a far quel che orama.
non può tornare addietro.
•i :;: 8 LV. Tornare indietro , par-
landosi di' vite, vale Propagginarla sol-
icrrandola tutta per ringiovanirla .Iresc^
i 12. 3. Se ji'a la vile non ama d. e ser
nnnovelluta, o.ver loniata indietro. C/ ;
8 LVI. Tornare in grazia rf' alcuno,
o %n alcuno, vale Riconciliarsi con isso
lui. Riacquistare la -" ''"'""^"^''p^f
amicizia. Cas. Instr. Card. Caraff. 9.P>^^
parere bevanda troppo amara il lorn re
- grazia col nemico, rimettendo 1 ingiù
ria riceviitii. i^
-A S LVll. Tornar in memoria, vale
Ricoriarsi. Reno. Celi. Race. 9. ( I ".
,828.) Al «'o l-og" -"^ ragioneremo
quanto ne tornerà in memoria. 'I
' R. LVUI. Toraare in se, e a se, Kote
r.uuperare il discorso, lo 'niellelto; Ri-
cupjrare i sen.,i .narrili; iJ'-'"'";-
L.at. ad se redire. Gr. av-.<?;ev=cv. Pass.
58. Santo Antonio tornando in se , tulio
confortato, cognobbe la P--"" ^ "^lio
i„ quella luce. Pelr.canz. 3o. \^°J^^^
a me torno , trovo il petto moUe De a
niclale Le--. Asc. Crisi. S. B. Cr sto
r arti da'n^ii, e audoe in cielo, accioe-
chi torniamo a noi, tornando al cuor no-
,ro, e troviamo lui. ^mc/. 53. Onde alla
voce di quella in sfe tornato , s. riscosse ,
non aUramenli che Achille facesse , sve
"liandosi, trasportato ne' ouov regni della
sua madie. . . ,
if 8. LIX. Tornare in se, o a st, ,aie
nnchì Ravvedersi. TU. -SS. ''"'•^IJl
ripensando questo ortolano con molla a
mirilndine questo fatto, '<"■■">/ f"^ ""^^=-
Simo. E 96. Le q-^li cose udendo e con^
siderando quel monaco, torno a se , e fu
molto compunto. '• >9^- ?.<"-"i">' ° '°;^-
' prese a fare penilenzia. (V, Irall. viri
Lor 2. Cosi come 1' uno barbieri rade la
barba all' altro, cosi V uno malvagio fa ven-
àeua dell- al.ro, perciò, frate mio, .orna a
le niedcsimo. iC) _
* S LX Tornare in vila , vate «1-
susciìa,.. .. Bocc. nov. 28^ 26. Padre mio
le vostre orazioni ec. m" hanno delle pene
del Purgatorio tratto, e tornato m vi-
ta -. (Cj
■•• -• LXI Tornar .topra ad alcuno,
,,er limare ad assalirlo. Car_ En. 5.
651. Risurse, e più spedito e più fe'«« J-^.
Tonio sopra a Darete, e por lo campo Tulo
a fona di colpi orrendi e spessi Lo mise in
volta. (Mi , „_^
8 LXll. Tornare sopra alcuno, o lor-
nai-e in capo ad alcuno, vogliono lenire
addosso ad alcuno. Venire sopra d, colli.
il danno, Incorgliene male. Lai. m caput
vertere. Bocc. nov. IO. 4. Quello rossore
che in altrui ha creduto giltarc, sopra se
l- ha sentito tornare. Toc. Dav. Star. 3.
2-3 Ebbe a rovinar la Corsica la teme-
riti di Decimo Pacarlo proccuralore, che
oer odio d' Ottone voleva pure con le lor-
L de- Corsi dare a Vilellio aiuto 10 tanta
macchina di guerra, "-i-o'^'vTnrnò m
ne gli fosse riuscito, ma gli tomo m
'"* e LXIII. Tornar vero vale Verifi-
carsi Cronichelt. d-Am. l3. Risene e fu
molto allegro e disse, poichi. questi era
Re de- fanciulli, fia tornato vero .1 sogno
mio. (Ci . .^ ,,
1 <^ LXIV. Tornare, m signific. alt. per
RU-oìdu'rrc, Rimellerc . Lai. redi.cere.
reporlare. Gr. -.vàysi.. Bocc. «oi- , l3.
„■; Ogni danno ristora , tornandogh lu
buono'slato./-;.o...28. 23. Tacitamene
il lornarono nell' avello. E "'»•• '°° "^
Trovandola paziente, pm cara 'be "'ai m
easa tornalahsi, i suoi Bgliuoli S"»'"' !'■,"><'-
stra. Aniel. 55. Ricordai, che come fiumi
trascorrenti acque ne portano a mare
eon conlinovo corso, ne mai m su a le fon
le tornano, cosi Tore . giorn., ; S'»';'" k''
anni e eli anni la giovane eia. -.- ar-
F,?r 33 63. Il dolce sonno mi promise
pae Ma l'amaro vepgiar mi torna .n
^ F IS 7Q Poi, Suite le nozze ,
frcTior.^iif;-/'/'»'"-.'"- "'/•--"■-
p,';, ":?. Gir. 36l. La quale (moglie.
ito»»; sai che ei torno .n^>;'-J-
sale. Il) Pel'- canz. fe ^ ' f ^f^^T
benedetta. Che -1 l-ianto d Eva m al
leciezza torni . Ar. Far. 2». ig- A
f strano spettacolo Giocondo B.issere-
^a la fronte 'e gli occhi e 'l viso, E quale
in nome, divento giocondo D effetto an
cora, e torno il pianto in riso. Lasc. <■,",.
io ti giuro e promelto ec. Toruarl. d. P.u-
' •icello una pozzanghera. (Mi
•l * S. LXVL E per Mutare una
cosa in un- altra. Vii- SS. Pad. L
ALa necessiti tornò in volontà e inco-
andandosi a ddettare dello stato dell e-
Temo ec. , ebbe trovata una bella spelon-
cT ec k I. 16. Lo lungo stud.o della
volontaria servitudina la consuetudine avea
tornata in natura. (T )
8 LXVII. Tornare alla memoria,
vali Fare che allri si ricordi. Lai. ad-
monere, in memoriam revocare ,.nm-
mor.am redigere . Gr. «''•■'.•"•"' V"-^,!
Rocc. nev. I5. 1. Le piare da Landol
fotrova.eec. m'hanno .Ala memori tur-
nata una novella. -.nov. 77- 3^^ ^;'
nella mente tornandosi chi egli eia ec ,
"ile nel suo proponlmeu.o lermo. E no..
86 ,. 11 nonie della Niccolosa, an.ata a
Calandrino, m'ha nella memoria tornala
„n. nuvella d' uu' altra Niccolosa . Mn.
Pen.Varch. 7- ^5- F-S» » ^'■''"''."CoU
a- avanzo pian'amente . e con amicheVoU
,.role tornargliele u.^a^icn,e.^^^,,_,,
- e LXIN Tornare indielro una cosa.
f%nrcl^e'..na cosa non abbia e fello .
vale Far die una ^^^ ^^^^_
o compimento. Fior ''•^9*' ,„|„j
1 re delle minacce di Turno
i56o
T O R
TOH
T 0 R
tornare iadìctro quello che tu hai comìa-
ciato. (Cj
§. LXX. J'ale anche Jnntillare. Amet.
39. Ma perciucrhè quello rhc uno Iddìo
dispone, r aitrr) nul (orna addietro, come
io posso, il koQ'ero nulrontenta .
^ §. LXXI. I ale anche Hihuttarc, Di-
negare. Teseid. 7. 126. Ei non sapreUie,
posto che *1 volesse. Tornar indietro, Leila
donna e cara , Cosa che la tua bocca gli
chiedesse. ( /ì)
* §. LXXII. Tornar passo, per Dare
addietro , i4m'lrarsi d' un passo. Ar.
Pur. 27. 66. Va indietro !u; vavvi pur tu ;
uè passo Pero tornando , gridan tutta-
▼Ja. (M)
t TORNASOLE. Lo stesso che Gira-
sole. Lat. heliolropium, kcliotropium tri-
coccunt. Gr. r,'ì.io-p'Ì'J<.Oi. Din. Comp.
Die. A f^uisa di (jucl tornasole che sem-
pre le sue foglie gira u guisa della ruota
della solare virlii.
§. Tornasole, si dice anche una Tin-
tura, o in pasta, o incorporata in alcune
pezzette di seta, che serve a tingere \a-
rii liquori per iscoprir l' acido che in
loro si troi'a. Quella che viene di Co-
stantinopoli e f'itta di cocciniglia , e di
alcuni actdij quella che viene d' Olanda,
o di Lione è fatta dt' frutti della pian-
ta, detta anch'essa Tornasole, 0 Gira-
sole.
TORNATA. // tornare. Il ritornare ,
Bitomo. Lai. reditus , reditio. Gr. ava-
xo/ii(?/)'. /tocc. nov. 4- 6. Statli piana-
mente infina alla mia tornata. Enov.gQ.
46. Ognun pregò < ho di questa sua tor-
nala con ahua non parlasse. JJep. Decani.
<)7. Noi crediamo rhc sia qui la finita ,
come la tornata^ t' andata, la passala.
Sen. Ben. i'arch. 6 36. Che male t'ho
io fatto, che tu mi disìderi una tornala
assai peggiore che 1' uscita?
ff §. 1. Esser di buona tornata, vale
Tornar prato da luogo ove uno è ito .
Fir. As. l!\\. Fa' che lu sii di hnoua
tornala, perciocché egli in* è uecessario
fra picciul tempo riliovarnii nel teatro con
gli ahri Iddii. (Pe)
f §. IL Tornata di casa, dicesi V A*
hitazionc. f lagg. Sin. 18. Pagammo in
Alessandria al Consolo che ritiene i pel-
legrini, ducati uno per testa, dandoci so-
lamente la tornata della rasa senza darci
letta, o niun' altra cosa. E 19. Volle da
noi (lucati quattro per testa senza darci o
Icllu o altra cosa che sìa al mondo, se
non la tornala della casa. t'ir. Lue. 2.
4. Ter vedere se io me ne poles»i gua-
dagnare una tornata di casa.
§. in. Tornata, chiamò l' ultima Stro-
fé, o l' Apostrofe alla Canzone, Dani.
Conv. (.)3. Ullimanjenle ce. io mi rivolgo
rolla faccia Av\ mio sermone? alla canzone
medesima, e a quella parlo. E acrìocrhì;
questa parte più pienamente sia intesa ,
dico, che generalmente si chiama in cia-
scuna cannone torn.ita, perocdiè li dici-
tori < he prima usarono di l.nla, reiinn
quella perchè , canuta la canzone , con
certa parte del canto ad essa si rìlornas-
.Nc. Ma io rade volte a quella inleozione
la feci ; e acriorcliè altri se n' accorgesse,
rade volte la poti vuW ordine della can-
zone, quanto e at numero che alla nota e
necessario ; ma fecìla quamlo alcuna cosa
in adornamento dilla canzone era meslic-
ro a dire fuori «Iella .tua senlenta. /.' 30<).
La quale per tornata di questa ranione
falla fuc.
g. IV. Tornata, si prende anche per
Adunanza d' Accademie, di Magistrati ,
di Compagnie, e simili- Tac. l'av. Ann.
J. 39. Lu seguente tornata Quinto Atcrio
e Ottavio Prontoiie ec. mollo dissero ilei
disonc>^;> spendere ilclla cilti fi7 testo
lat. ha: proiimo senatiis die). E l\ti.
Ma r altra tornata pregò il Senato da
parte dì lei ancora , che di parole dette
contra leì niunu fosse reo. E Accus. l!\\.
Trenta tornate e più ncU* accademia doo
è capitato.
TORNATO. Add. da Tornare. Lai-
reversus. Amet. 56. Ma pognamo che tu
divenghi vecchia, che diverrai ; pensi lu,
che le guance ora distese, divenute allora
rugose e pallide, dove ora di Lellissimo
colore sono lucenti , e gli aurei capelli
tornali ìn liianchi , truoviuo chi a queste
cose gì' invili T cerio no. '^ Cavale. Med.
cuor. 299. Ben doht)iamo credere che *l
buono Iddìo gli noslri corpi , quantunque
tornati in terra, potrà e vorrà riformare,
e althellire sommamcQtc. (f^)
* S. 1. Per Cangiato. Dant. Purg.
14. Oh Romagnuoli tornali inbastardii (y)
§. IL Tu sii il ben tornato, o similij
Modo di salutare chi torna €li lontano.
Bocc. nov. 27. 32. Tedaldo mio dolce,
tu sii il ben lornato. E nov. 99. ^S. Fi-
gliuol mìo, tu sii il ben tornato. Cecch.
Corr. 3. 7. Capitano, Voi siale il ben
tornalo.
•S 2. 111. Dare il Iten tornato , vale
Ballegrarsi con altrui del suo felice ri-
torno . r. DARE IL BEN TORNA-
TO (Cj
* TORNATORA. Misura di terra e-
quivalente a staiora. M. /'. 7. 81. E
per tornatura di terra soldi 20 di bolo-
gnini r anno sopra V altre gabelle. (Cj
# TOHNAVIKA. Term. dt Marineria.
Cavo piano , le cui atremità sono ini-
piombate insieme, il quale avvolto all' ar-
gano scorre in coverta lungo i due lati
del vascello, e serve a salpar l' àncora ,
legando ad esso la gomena con salmastre
e paterne. (A)
TORNEAMENTO. l'ed. TOUNIA-
ME.NTO.
f TORNEARE . ?ieutr. Far tornei.
iVoi'. ant. 57, I. Il Re di Francia aveva
difeso, sotto pena del cuore e dell'avere,
che niuno torneasse. Toc. Dnv. Ann. 2.
32. Rifece r altare, e con le legioni die-
tro per onoranza del padre vi torneò.
f 3 §. L E in signiftc. neutr. pass,
senza la sì espressa , vale Muoversi
in giro. Dant. Par. \!x. Li santi cerchi
mostrar nuova gioia Nel torneare, e nella
mira nota-
-'.- §. II. E in signijìc. alt. vale Far
Muovere in giro. ** Tes. Br. 2. 38. An-
cora di sopra a quello aere è il firma-
mento, che tuttavia tornea, e gira lo mon-
do con tulle stelle da Oriente iu Occi-
dente -. . (Ci
§. HI. Per Circondare, Lat. circumda-
re , sepire. tir. Tepcxux)oyv . Albert.
Clip. 2. La mente, che non è torneata da
nmro di .%ìIenzìo, s.irà saettala dal nimico
da tutte parti. Liv. M. Mi>e 1* assedio al-
la cilt)i, e la lorncó d' ingegni e berte-
sche.
TORNÈO. Torniamento. Lat. * decur-
sia lutiicra. Bocc. nov. 18. 3l. Né in tor-
nei, ne in giostre, ne ìn qualunque altro
atto d' armo , niuno era nel paese, rha
quello v.de>se clic egli- Diltant. 2- 3. E
f(tan tornei, e una e altra giostra Far si
vi'dea con giuochi nuovi, e %trani.
§. Per Giro. Tes. Br. a, 43. La Tìa
del Side e 'I suo ctirso è d'andare cia-
scun di da Oriente in Occidente per lu
suo cerchio intorno alta terra in lai ma-
niera, ch'egli fae intra notte e giorno uno
torneo.
TORNE.SE. Spezie di moneta. IVov. nnt.
II. 1- .*^prndo più, che io non ho d'en-
trata, dugenlo libbre di lornesi lo mese.
Frane. tSacch. rim. 58. neniilandidi mrn
che due loruesi. C'/v/i />//. l3. Lascio a
mio padre libbre 50O0 da fiorini , ovvero
di tornesi.
TORMAIO . Torniero. Cani. Cam.
X04- Belle donne, noi siam lutti toroiai,
Siam buon maestri e lavoriamo assai.
Buon. Fier. 3. 4- 8. Ecco venir legnami,
ecco un torniaio.
TORNIAME.\TO, e TORNEAMEN-
TO. Lat. • decursio hidtcra. Dant. Inf.
22. £ vidi gir gualdane. Ferir toroea-
menti, e correr giostra. liut. ivi : Tornea-
menti si facevano, quando si conveniano
volonterosamente li cavalieri a combattere
dentro da uno palancalo per acquistare
l'onore; nel quale torneamento 1* uno fe-
risce r altro a fine di morte , se non si
chiama vinto ec. Giostra ec. è quando 1*
uno cavaliere corre cootra l' altro coU* a-
ste broccate col ferro di ire punte, dove
noQ si cerca vittoria se non dello scaval-
lare, e in questo è dìATerente dal tornea-
mcDto, dove si combatte a fine di morte.
G. V. 5. 35. 4- Cavalieri tutti vecchi, e
addurati in battaglia e 'n toruiameoti. E
9. 174- t. CombattcaDo a riprese, a modo
di torneamento. Bocc. nov. o^. 2- In co-
stume aveaa d* andar sempre a ogni tor-
niamento , o giostra. ?iov. ani, 57. 2.
Pregandolo per amore, che accattasse pa-
rola dal Re, che un solo torneamento si
facesse con sua licenzia. .1/<iejfrnss. 2. II.
6. Per questo l* uomo diTcnta ÌDchiuevule
a' vixii delle lascivanie, ovvero di crudel-
tà, per quelle cose che sono rappresenta-
te, come s* e nel lomiameato. E 2. l\2.
L'ottavo è in coloro a' quali è negata la
ecclesiastica sepoltura , come s' è a coloro
che muoiono nel torneamento, imperoc-
ché non e seppellito nel eimitcrio, esian-
dio che si penta, siccome si ilirh nel ca-
pitolo del torneamento. * Tass. Ger. 5.
25. E qui insieme in turneamcnti e in lotte
Rcndon le membra vigorose e dotte. (B)
§. Per Ctrcondamento, Circonferenza ,
Giro. Lat. cìrcuitus. Gr. X'J«>W3t?. Tes.
/ir. 2. 35. Questa è la ragione, per che
la terra, eh' è '1 più grande elemento , e
la più salda suslanza, è assisa nel miluogo
di tutti i cerchii. e dì tutti i torniameuti,
cioè il fondo de' cieli , e debili elementi .
Albert, cap. 2. Siccome citlade aperta, e
senza torneamento di mura; cosi V uomo,
lo quale non puotc nel parlare coiUigoere
lo spirito suo.
TORNI ARE. Latorare a tornio. Lat*
tornare. Gr. TopviJtiv . Lib. Astro/. Si
pongano li due capì del tornio nelli due
punti che trassero, e fermisi molto dirit-
tamente in modo , eh' e' sia al turniare
quello che sopra della ruota si fece in
prima. E altrove: E' bisogna che '1 lor
niero che la fac, sia bene usalo di lumia-
re. ì arch. Les. 22^. Direbbero che uno
giovane di pati ingegno , e di pari eser-
citazione neir una arte e nell' altra , n-
Irarrebbe meglio una pittura, che non ter-
niarehhe ima statua, l'ani. Cmrn. 237- Noi
gli sappiani da noi tutti toniiare.
* TORMARE. / . A. Intorniare. Pisi.
S. Gir. 36ì Tutti siamo circondati e lor-
niati di multe schiere di crudelissimi ne-
mici . fT) Car. Long. Sof. /ih. i. Tor-
niandolo prima che la subita paura lo la-
sciasse riksare, lo curoinriaruoo a mordere
di buoni denti. (ìirj
* TOUMELLO. Tornèo. Torneamen-
to. S. Cai. Lilt. (A)
t TOliNIEHO . Colui che lavora ai
tornio , ^/aextro di tornio; che oggi pi»
comunemente diciamo Torninéo . Lio, A-
strol. E' bitugna^che 'l tornìcro , che la
fac , sia bene usalo di tuiniarc , che sia
buon macklru .
« TORNIME.NTO. // lornirt. Imperf.
Prov. />. 3. T. 3. 168. F similmente ve-
dcrc (si può) come (ti caso) senta argo-
T 0 R
meati lu entro , e seau maestranic visì-
bili, qucU* a perfetto toroinicDlo di cilin*
Jri cuoduce (parla delie goccioli; d'acqua
ih€ formano i cristalli nelle ca\-crne). {F}
TORNIO. Ordigno, sul quale si fanno
diversi lavorii di figura rotonda, o che
tendono a quella, sì di legno, sì d* osso,
sì di metallo . Lai. tornus . Gr. to',-v5;.
7'H. Pluf. Alessandro fu sottile nell' arte
del tornio, e Dell* arte d* intagliare . Lib.
Astrol. Sì si dee far quello legno , il più
ritoDtlo che far si puote, ec. £ da poi si
dee mettere al tornio in questo modo .
Frane. Sacch. rim. 2. Le loro orecchie,
che forate a tornii Son per metter lor
cerchia .
TORNIRE . Torniare . Lat. tornare .
Cr. TO^Eu'etv . Buon. Fier. 2. 4- 3o.
Diavoli v' eran forse in guarnigione ec.
A gettar nelle forme ciiimonie , Compli-
menti tornir (qui per similit. ). E 3. 4*
8. Impotenti a ricever buona forma. Dif-
ficili a tornire.
TORNITO. Jdd. da Tornire. * Maini.
8. 36. Una sfera bellissima si vede , Cb*
è sopra a un ben tornito piedistallo. (I>)
Salvìn. Pros. Tose. 1. l\2.S. Un impensato
accidente , e non mai in simigliauti casi
da me provato , seguimmi , di avermi la
sorte presentato un tal sonetto , così ben
tornito, e così ben fatto, che io da dirci
centra non trovo { qui per metaf).
TORNITORE. Torniero. TU. Piti.
148. Apelle tornitore Mirleano presso A-
leneo , libro li. * Bellin. Pise. i. 16.
Così fa fona e scorre co' suoi ferri al
contatto de' suoi lavori il tornitore nel
contornargli. (F)
TORNO. Tornio. Bemb. Star. i. 12.
Si portavano intorno due bossoli falli a
torno a* gentiluomini che per le panche se-
devano del gran consiglio. * « Ar. F'tir.
19. 6. L* infelice s' aggira come un lor.
no , E quanto può sì tien da lor difeso .
£ 29. 22. Fece il buon vino , eh' andò
spesso inlorno, Girar il capo a tulli come
un torno. £" 4l- 9^- O"" *^*^" Frontiu glie
al fianco, or gli è davaute Cou quel Fron-
tÌD che gira come un torno ». (N)
§. I. Torno, per Giro. Lai. ambitus,
circuitus. Or. "Spi'Saio^, yjpoi. Zibald.
Andr. 92. Quanclo state in un luogo , sì
e' verrà in un altro per la ragione del torno
del Sole.
§. II. Torno , è anche Strumento da
strigacrc , Strettoio . Lat. torcular . Gr.
Ìtjvs;. Pallad. cap. 20. Facciansi tomi,
e strettoi da spriemere , secondo cb' è usan-
aa nel paese.
§. Ili. Torno, è pure Strumento da
Caricar balestre, e simili armi da trarre.
Frane. Sacch. nof. 112. Sta con la bot-
tega piena dì orci invetriati e di tornì da
balestra, e tiravi su le gambe atlràtle.
§. IV. Torno, dicono anche i Tintori
di lana a un Legno lungo , e ritondo il
quale nello avvolgervi, e svolgerne i pan-
ni gira. 5
* TORNO . Fu usato per Eitorno .
Jìrun. Tesorett. pag. l\Q. (Tonno 1760)
Ogni ora mi parca Maggior, che lutto il
giorno; Sì eh' io non volsi torno, Anzi m'
inginocchiava, E mercè le chiamava (l'ediz.
di Fir. 1824 ** P"^- 47 ^^g?^' Anzi m'in-
ginocchiai, E mercè le chiamai ec, spie-
gando torno per cammino, viaggio). (B)
* TORNO. Jdd. Tornato. S tur. Bari.
39. Fu disperalo dì luì (del suo amico) ,
e di suo aiuto che credeva avere; e torno
da lui , aiidussene al serundo amico. (J')
TORNO. Jvverb. Lo stesso che Intor-
no, Circaj ma si usa solamente inforza
di nome, ponendoglisi avanti IN QUEL,
o NEL- Lai. Ctrctter , circa. Cr. Tripi.
Bocc. nov. 45. 12. D'età di due anni, o
io quel torno. C. f . 8. 89. i. Trovarsi
J'ocaboUrio Tom. IL
T 0 R
nel torno di tremila cavalieri . M. p'. 8.
74- Vi vennono in numero d' ottanta , o
in quel torno.
♦ §. i. 7/1 quel torno, si dice anche
della misura. Cresc. lih. l^. cap. II. Si
commetta nella fessura l'i/ ramo; e leghisi,
e terra creta intorno posta, con una pez-
zuola di sopra , si cuopra , e per quattro
dita, ovvero in quel torno , la madre dì so-
pra innestala, sia fessa. (Ì'J
g. II. Torno torno , così replicato ,
vale Circolarmente, In giro. Intorno in-
torno . Lat. circumquaque . Serd. Stor.
6. 219. Lungo le mura ec. vi resta tor-
no torno tanto spazio libero, che vi pos-
sono andare al pari sei uomini a cavallo.
f TORO. Propriamente il maschio del-
le bestie vaccine non castrato. Lat. tau-
rus. Gr. xajpo;. Dant. Inf. 12. Qual è
quel toro che si slaccia in quella C* ha
ricevuto già '1 colpo mortale. E Par. 16.
E cieco loro più avaccio cade Che cieco
agnello. G. /'. 6. 4o- 3. Il primo fu il
campo azzurro, e 'l carroccio giallo; il se-
condo il campo giallo , e un toro nero .
Pass. 240. Il parlo è parlo mostruoso ,
quando non è secondo sua natura, come
se una donna partorisse uno toro.
§, I. Toro, e anche A'ome di Costella-
zione celeste. Lat. Taurus . Alam. Colt.
4- So. E in fronte al Toro Di tempesta,
e di giel ci fanno segno.
* §. II. Toro. Term. degli Architetti,
ec. Membro che anche per la sua tondez-
za è detto Bastone, Tondino, e Astragalo.
Egli è rotondo, informa di grosso anel-
lo , e ponesi nelle basi ■ Baldin. l'oc.
Vis. (A)
TORO. r. i. Letto. Lat. thorus .
Amct. Ò1. Quinci si fugge quella che del
male Del padre nacque nell'onde salate,
Restando sol nel toro geniale.
* TOFOSO. V. L. Add. Ben com-
plesso,' Robusto, Tass. Am. 2. 1. Que-
ste mie spalle larghe , e queste braccia
Torose e nerborute , e questo petto Seioso,
ec. (FJ Car. Apol. pag. 3o. ( Fiotto
i558 ) Non ci sono (nel Petrarca) que-
sti aggiunti , acerbetta , ondosa , torosa
ec. , e nondimeno son pure intromesse
nelle scritture , quali dal Casa , quali
ce. (M)
t 3 TORPEDINE. Sorta di pesce del-
la grandezza della raia , con pelle liscia
e denti acuti j così detto dalla speciale
sua facoltà di dare una scossa elettrica
alla mano e al braccio di chi lo tocca ,
intorpidendola. Lat. torpedo . Gr. -joipAy).
Lib. cur. malati. ^liracolosa cosa èe lo
stupore, e lo dolore che produce la tor-
pedine nella mano di colui che la tocca .
^ Bed. Esp. nat. 4?- E cosa notissima
tra gli scrittori , che quel pesce marino
chiamalo tremola, torpedine , ovvero tor-
piglia, se sia toccalo, rende intormentita
e stupida la mano ed il braccio di colui
che lo tocca. (B)
^ %■ Torpedine , fguratam. vale Tor-
pore, Pigrizia, u Buon. Fier. intr. 2. 1.
In preda al morso Delle vostre torpedini
portato M* avete. E 4- 4* ^4* ^^^ inseu-
sata torpedine addormenti ». (Bj
TOHPENTE. ?'. Z. Che torpe , Che
ha torpore . Lat. torpens . Gr. va^xcHv .
Dant. Par. 29. Ne prima quasi torpente
sì giacque. Liw Dee. 3. Il quale non po-
teva esser lungo, siccome torpente Anni-
bale, ne il suo campo senza duca lasciato
assalire.
TORPERE . l'. L. Rimanere intiriz-
zito. Essere impedito di moto, Ballrap-
pare . Lat. torpere . Gr. vccJ/KV . Petr.
son. 289. Di che pensando, ancor m' ag-
ghiaccio e torpo. Bemb. rim. 89. Ognor
eh* io le son lunge. Morte m'assale; ood*
io m' agghiaccio e lorpo . Bern. Ori. \.
T 0 Ji
l56i
14. 25. Vengo bianco, signore, agghiaccio
e torpo. l'iion. Fier. 2. 5. 3. A' Greci II
favellar non torpe infra le labbra (qui per
similit. }.
* §. £■ me taf Tass. Ger. x5. 44- Quivi
fra cibi ed ozit e scherzi e fole Torpe il
campion della cristiana Fede. (B)
* TORPIDEZZA. Torpore. Lat. tor-
por. Gr. va'^/wii? . Bed. Esp. nat. 5l-
Crede Ulisse Aldovrando, che il fiele im-
piastrato in qualche membro del nostro
corpo v' introduca il tremito e la torpi-
dezza. {•)
•f * TORPIDO. Add Torpente, Che
torpe j e fguratam. Pigro, Lento. Sal-
via. Buon. Fier. 4. 4- ^- La parte tor-
pida è come addormentata , cioè per qual-
che pìccolo tempo morta. (A)
* TORPIGLIA. Torpedine. Lai. /or;;e-
do. Gr. vv'py.T). Bed. Esp. nat. 47. È cosa
notissima tra gli scrittori, che quel pesce
marino chiamato tremola, torpedine, ovve-
ro lorpiglia , se sia toccato, renda intor-
mentila e stupida la mano. (*)
TORrORE. Intirizzamento , Impedi-
mento di moto. Lat. torpor. Gr. va'c/i) ,
Mà.pAOìzii. But. Par. 4- 2- Quine si ve-
slìa de! torpore e pigrezza, perdendo della
sua agilità.
t §. I. Per metaf. vale Tardità, Pi-
grizia . But. Torpore contro alli coman-
damenti , e diffidenze . ^S'. Jnt. Confess.
Le fighe deir accidia son sei, ec.: malizia,
rancore , disperazione » torpore, ovvero pi-
grizia , ec.
g. li. Torpore, per similit., vale StU'
pidità. Ottusità. Sen. Ben. J'arth. 7. 26.
Aggiugni a queste cose il torpore della
mente e la vecchiezza. Buon. Fier. 5. 1.
5. Non fu possente a rivocarli in seno Da
sì fiero torpor l' alma prostrata.
* TORQUE. F. L. Collana. Ott. Com.
Par. 6. l3i. Mallio Torquato acquistò U
torque dell" oro. (C)
TORRACCHIONE. Torrione antico, e
che minaccia rovina. Ciriff". Calv. l. zA.
Tibaldo udiva i suoi talacimanni, Che gri-
davan da certi torracchioni , Come fanno
gli allocchi, 0 i barbagianni.
TORRACCIA . Torre guasta , e scas-
sinata . Cavale. Frutt. ling. E cosi san
Piero, orando in su ima torraccia, fu ra-
pilo . Cron. Morell. A santo Andrea tol-
sono due fanciulle da marito ec, che erano
ridotte in una torraccia, che si perde con
guatarla. * Lue. Mari. rim. buri. 2. 269.
Sopra certe torracce e mura rotte Qui pres-
so , ho gufi, civette, assiuoli. Bestie, o,
eh' io '1 penso , dal diavol condotte. (B)
* TOFRACCIO . Lo stesso che Tor-
roccia. Ditiam. 5. 2^. E poi che in quella
parte giunti senio , Non è sì allo il tor-
raccio a Cremona, Come ec. (P)
TORRAIUOLO. Aggiunto di una spe-
zie di piccione. Bed. Oss. an. 16. Il gior-
no seguente ec. feci mordere Ire piccioni
torraiuolì e un galletto.
TORRAZZO. Torraccia. Buon. Fier.
4> 4- ^- L' franchi da' nembi Stemmo a
veder cader torrazzi e pini . v Car. En.
2. 4d9' Allor dal sonno mi riscuoto , e
salgo Subitamente d' un torrazzo in ci-
ma. (FP)
TORRE. /'. TOGLIERE.
TORRE. ColP O stretto. Edificio emi-
nente , per lo più quadrangolare , assai
pili a/to che largo, fatto comunemente per
propugnacolo j e per fortezza delle terre.
Lat- turris. Gr. ~-jpyoc,. Bocc. nov. 77.
33. Cominciò a volere smontare della tor-
re . F. num. 34- E vinta cadde sopra "1
battuto della torre. Dant. Inf 7. Venim-
mo appiè d' una torre al dassezzo- Croni-
chett. d'Amar. 267. Vidersi le insegne
del Duca dì Borgogna esser sute poste in
sulle torri di Pi^a . Alam. Gir 23. 66-
196
1562
T o n
T O R
r 0 n
Voi 'l conoscete, che 'n ferrata porta Chiù-
io *l leoete d' una torre al foiitlo.
f # §. I. Torre , dicesi anche Una
macchina fatta di U^no in forma di tor-
rCy che gli antichi adattavano sulla schie-
na degli rUefanti destinati a combatte-
re^ e dove ponevano un quattro o cinque
soldati. Buon. Fier. 4- 2. 7. Quant' ore è
per voler giumenta tale A trarla fuor di
I>arca Colle stanghe e con gli argani , e
stregghiarla, Vestirla e caricarla d'una tor-
re (parla del liofante ) . (S)
* §. II. Torre a tre canti fu dettala
Forca dal Cecch. Mogi. 4. 10. Che ve-
der ti possa io alla torre a tre canti fare
UQ salto e restar per V aria a metto, f^j
TORREGGIANTE . Che torreggia.
Tass. C.er. 16. 5- L'impelo è tanto, oo-
dc quei vanno e questi Co' legai torreg-
gianti ad incontrarsi.
t 5 TOUREGGIARE. ^eutr. Innal-
zarsi, o Stare in somiglianza di torre.
Lat. start: instar turris- Dittam. 3. 6.
Andando, noi vedemmo in piccol ccnhio
Torreggiar Lucca a guisa d'un boschet-
to. * Car. Kn. 3- 1036. Si movea (Po-
lifemo) con essa (gregge) insieme, E
torreggiando in verso la marina Per V u-
sato scntier se ne calava. (Br) Segner.
Prnd. Pai. Ap. 3. l3. Più giù che SI va-
da a mettere il fondamento , potrà la fab-
lirica torreggiare più su. (TC)
* g. I. Efiguratam. Per Tìssert supe-
riore. Puon. Fivr. 4- 2. 7. Visi' ho ec,
falilirithe molte Ruma imitar quando più
bella e grande Al mondo torreggiò donna
del mondo. (N)
* g. IL In signijic. alt. per Cingere
a somiglianza di torri. Far parere cinto
di torri. " Vant. Inf. 3l. Perocché come in
su la cerchia tonda Montercggion di tor-
ri si corona, Cosi la pruda , the '1 poizo
circonda, Torreggiavan di mezza la per-
sona Gli orribili giganti, cui minaccia
Giove del ciclo ancora quando tuona. (M)
* TOI'.REKTACCIO. Peggiorai, di
Torrente. Lat. turbidus vel immanis tor-
rens Gr. òoXspòi, »7 £ J/Ji!yì3»)- X-'M»p-
óo^. Segner. Crisi, inslr. i. 3o. 9. La
bugia, a guisa di un torbido torrentaccio,
è cresciuta a modo, che, rotto ogni argi-
ne, inonda ec. (*)
3 TORRENTE. Lai. torrens. Gr. x**'-
fxotppoi. JCsp. Saint. Torrente si è un
fiume, il quale subitameute, e impetuosa-
mente cresce, e manca ^ e scema, peroc-
ché non viene da vene d'acqua viva, ma
ila acqua piovana. Dani. Par. 12. Quasi
torrente eh' alla vena preme. Lib. Mnc-
cab. M. Quando Giuda s* appresser^e al
torrente colla sua oAc.
* §. L Torrente, dicesi anche la Cor-
rente dei marosi. /Ir. Fur. i(). 52. Ed
è eoo lui si rapido il torrenic Dell' agi-
tilo mar the in fretta cala, Clie porta il
legDO più velocrmrnte. Che pi-llegrin fai-
con mai facesse ala. (M)
•f * §. 11. Torrente, figìiratam. si di'
re di alcune cose per riguardo alla loro
quantità, o al loro impelo. - l'etr. cnp.
12. Oh felice colui che Uova il guado Di
questo alpcslro e rapido ti>rrenleB (qui
per Corso dell'umana vHa)l (iS) l'ass.
tier. 10. 5o. io che spani di sangue am-
pio torrente. Filic. son. Che giù da V al-
pi non vedrei torrenti Scender d' arma-
li (Br)
* §. Ili. /•: in forza di .4dd., vale
BapidOj Impetuoso a guisa di torrente.
Car. Fn l. IO. i-. 557- D' altra parte ovf
cipido e torrente Avrà il liunie travolti
arbori e sassi ce. ("•li Arcadi cavalieri a
\ìih smontare. (Hf)
•f « TORRENTELLO. P/m.rfi Tor-
rente Magai, f.ctt. .vcirnl. f*ag. 121. E
il monte aitai allo e ampio, e di falde cosi
doviziose, che nelle facce, dalle quali rimane
isolato, e rigirato da'pro|>rii scoli in due- tor-
rentelli, si vedono te. Accad. Cr. Mesi.
Ufi. 5. pag. 624 Stavano i Messicani di là
da un gran fosso , o spaccatura di terreno
ec. , per la quale scorreva un torrentello
formato dall'acque della montagna, ec. (Ai
TORRETTA. iJim. di Torrej Torricel-
la Lat. turricula. Gr. irj.eyt's/Oi- Fr.
Giord. Prvd. lì. Si salvò in una piccola ,
ma ben difesa torretta.
•f *TORniARK. Munire di torri. Or-
nare di torri. Sali-in. Odisi. II. 339. *^'*'
tir le fondamenU Di Tebe dalle sette porte;
e quella Torriaro, che non potcan storrata
Abitar r ampia Tebe, ancorché forte. (Aj
n TOUR IDOLO. Turibolo. Segner.
Pred. 2 6 F.gli il primo cominciò subito a
saccheggiare Ai mano propria 1* aliare , a
spogliare le mura, a volar le cri-denzc , a
torre i lorrtliuli. ad involar gK idoletli. (ì'}
TOliHICl lUOLA . Dtm. di Torrej
Torricella. LaLtur-ricuia. Gr. TTusy t'sjto?.
Cuid. (i. Nella sommitade della qual lancia
pareva che fosse uoii torricciuula tutta arli-
nciosamenle composta di pesci (qui per
similit. ) .
TORRICELLA. TVrrjVciMo/a.Lal. tur-
ricula. Gr. 7*opyts/o^. Bocc. nov. 77 . aS.
Lo sciilare, rjie ottimamente sapeva e Ìl luo-
go della donna, e la torricella ce, disse. G.
/'• 10. 86. 1. Era fortissima di mura, con
ispesse torricclle e bertesche. Feget. Quan-
do la torre al muro il giugne, subitamente
la torrici-lla, che dentro hanno futta, su la ti-
rano con luui. ^ Giov. Geli. FU. Alf.
154. Era luogo la ripa di qua una toiricclla
con una piccola ba^tielta. (C)
TORKICELLACt;iA. Peggiorai, di Tor-
riceìla. Fit. S. Ani. Poscia»! ricoverava in
quella sua torricellacria.
t 5 TORRIDO. Add. Che abbrucia.
Ardente. ♦ Marciteti. Lucr. lib. Ci. v. 1812.
Cui non vion manco L' anima t Cui d' allo
spavento oppresse Non s ' agghiacci.in le
membra, allor che d'ampia Torrida nube Ìl
foli
gor piomba
>Ìdi Sc'
I per
r alto
ciel murmuri orrendi? (fi) Salvia. I^eor.
lib. I. Delle quali (zone) Una pel sfol-
gorante sole sempre Rovente , e sempre
torrida dal fuoco. (Fj
^ g. 7,ona torrida, dicesi la Porzione
della terra, 0 del cielo, che resta tra i due
tropici, n/'ajj. 354. Bene scrivono i filoso-
fi, che in certa (larte, cioè inverso 'I merig-
gio, presso alla torrida zona, sono m^^lag^e
«li calamita che trae a se le carni unta-
ne» . (Cj Cor. Fn. 7. 332. Chi sì lui.g. e
posto Da noi ec, che dal foco Della torrida
zona sia diviso Dalla no»lra notizia f (l!)
TORRIKRE. Abitator della iorir. Ve-
Ir. son. 106 Gl'idoli suoi saranno in terra
sparsi, E le torri supeibc al etcì nemiche, E
i suo' torrierdi fuor, come dentr' , arsi. Fit.
S. Ant. L'n vecchio torrirre, che abitava in
una tornicriaccia m riva del Nilo.
t TOKItIGIANO. Guardia della torre ,
Sentinella. I al. turtis ctislos. <ir. Ttupye-
9v>a(. Ott. Com. Inf. 8. i3.'|. Poirclibcsi
dire che 'l segno è fallo dalli torrigiani a
guisa che si fa qui ndle terre di guai dia,
che quando si scote che '1 nemico ravjKhi,
o faccia appnrecdiiamenlo di cavalcare di
notle ec. fj srgno di fuoco ce.
TORRIO>Ci:i.LO. rim.di Torrione.
Cuicc, Stor. 8. 386. Aveiiilit per lutto ca-
se malte, clorrioncelh pieni d' ailiglieria.
* TORRIONCINO. lìim.di Torrionej
Piccola torre, o Cosa falla a guisa di pic-
cola torre. (A)
TORRIONE. Acrr. di Torre j Tom-
grande. M. /'. j). 5. Fece prendere il tor-
I ione che dava entrata alla rocca. liiccrd.
Malcsp. cap. 27. Èvvi un Itirrione grotto di
niur.i, che .incora oggi si vede. ììern. Ori.
1- l3. l\\. E le porte sud fatte eoo ragione.
Han tutte ìl baluardo, o'I torrione. Ei. i5.
5o. E già pareva al traditor ladrone Veder
la rocca d' intorno tagliata, K rovinato il
maschio e '1 temone. Malm. 11. 24. Ed a
foggia d' ariete, o montone Tiranla addie-
tro, e dannole 1' andata Verso qnel torrion
cheli dislese Col sipiÙM>tte Ìo bocca del
Franxese (qui per similil. parla d' un gi-
gante ) .
^ TORRITO. Add. Munito, o Cinto di
torri. Lat. Itirritiis. Car. JCn. 7, Cj/SQ- Cin-
que grosse città con mille incudi A fabbri-
care, a risarcir si danno D' ogni sorte armi:
La possente Atina , Ardea V antica, Tivoli il
superbo, E Cru^tumerio, e la torrita Anten-
na. (Bj F Leti. 2. 177. llcapo solograndc
della Dea con bella acconciatura , ailrato,
torrilo (qui per similtt.) . (Cf
f * TORRONE. Accrescil. di Torre.
J'as. Op. I it. 4- 602. Dipinse il medesimo
al tempo di Paolo IV. in palazzo del Papa
alcune stanze a fresco, dove stava Ìl Cardinal
Caraffa, nel torrone sopra la guardia de'
Lanzi. C.V;
•f * TORRONE. Confezione di man-
dorle, mele ed albume ridotta a candidezza
e a sodissima consistenza; Mandorlato .
Salvia. Fier. Buon. ^. 5. 25. Mele di Spa-
gna, che è bianco, e si mclte in quella con-
fezione falla di mandorle, che per la forte
presa che fa col mele si domanda torrone,
e di cui ne vengono le scatole. f*^>
TORRUCCIACCIA . Piccola, e cattiva
torre. ì'it. S. Ant. L'n vecchio lorriere ,
che abitava in una torrucciaccia io riva del
Nilo.
f TORSACCIO. Peggiorai, di Torso.
Benv. Celi. fit. 2. 891 . Le due gambe ec.
non si conosce io che mudo elle sieno ap-
piccate a quel torsaccio.
TORSELLO. Balletta, Balla piccola.
G. V. 7. i3. 5. Il campo rosso, con una a-
guglia d'oro in su uno torsello bianco
t^ìuad. Coni. E dee dare di |3 d'Aprile
3o5 per recalura d'un suo fardello, che
venne co' nostri torselli di Francia.
3 §. I. Torsello, per similtt, chiamano
le donne un cerio l'iccolissimo guancialino
di panno, o di drappo, nel quale consen-ano
gli aghi e gli spiltelti,ficcando%'egli dentro
per la punta. L»t. aciarium. Ltb. Son. 81
Chi fargliene incantar da un gallone, E chi
torsello ad agora e spillrKi. Cecch. Pot. \.
2. E tu non conti quanti Torselli, nastri e
cordelline e cuflie Ne cavi 1* anno.
* §. II. Torsello, dicesi anche una
Quantità di tela avvolta insieme e Jatto-
ne un volume a guisa di cono, detto al-
trimenlt liuololo . - Hurch. 1. ^. Ceni'
once d'oro, e un torsel di panno , £ duo
balftire colla mente greca Islctlon in pri-
gion presso a un anno '* . (l')
§. 111. Torsello, SI dice anche il Cento, 0
Vunsone con che s' improntan le monete.
Benv. Celi. Orrf.S',. Per mostrare il mo<lo
che io tenni, e che sidebbe tenere in far le
■lampe d( Ile delle monete, dico che si dee
pigliare due ferri, sopra 1 quali si stampa la
moneta, 1' uno de* quali t chiamato pila, e
l'altro lorsello, ec. L' altra parte, detto tor-
sello, è rinqur dita alto, ec. F appresso :
Fannosi quetti due ferri, cioi la pila e 1 tor-
sello, di lerro trhielto. fuorché le leste di
essi, soprale quali sidebbe appiccare per la
grosseua di un dito dt finissimo acciaio. K
73. AdidVtenia di quelli ferri > delle mo-
nde. « he pile, e torselli si dicono.
TOR.'^IONF. Avvolgimento, Intiri^sa-
mento. (V. 6. 24- '• *' *'*"' '^^'^^ *"* deco-
zione ( del cornino ) ec. mitiga il dolor* , •
torsione delle budella.
TORSO, e TOR.SOLO. Fusto iTalcuma
pianta, .wlamente nella sommità i-estito di
foglie, o di fiori; e più comunemente si di-
ce de' cai-oli. Lai. ih^rsus. Gr. ò-jpzoi G.
/*. 7. 7. 3. Coovcnòech* Tiveuero dicaTO-
T O R
li, e' lor cavagli di torsi. iVW. nnt. 5^. 7.
lo credo che ci scii oggi dato del faogo e
de' torsi, impprocchb queslo cavallo pule.
Buon. Ficr. 2. I. l?- Ho falla ima grau
prova A salvar queste tempie e queslo uaso
Da' torsi e dagli orciuo' iti per aria.
§. I. Torso, diciamo a Ciò che rimane
della frutta, come di pera, mela, e simi-
li, dopo averne levata intorno intorno la
polna. Palliìd. Oiltando via i cuoi delle
mele cotogne, e giltando il torso, mÌDur-
la trito. Bcrn. rini. i. 6. Era un torso di
pera divcutalo.
5 g. II. Torso, per similit., diciamo a
Statua, a cui manchino capo, braccia, e
gambe. Buon. Iter. i. 3. 2. Oh quanti
torsi, e quante Gambe e braccia diserte ,
e teste rotici Malm. 6. 52. Sui dadi i
torsi, nobili sculture ec., Rislaurali sodo e
risarciti. Borgh. Bip. 20. Nella prima,
oltre a mille teste, braccia , gambe, lorsi
ec., si veggono la notte, l'aurora, e l'a-
tre 6gure di Michelaguolo. E Orig. Fir.
188. Una testa, un torso di statua trova-
la a Roma, si è veduta a' dì nostri ven-
dersi a preui grandissimi.
sS S. III. Torso, dicesi anche la Par-
te dell' nomo dal collo alla cintura. Lai.
truncus. « Morg. 5. 39. Un occhio avca
nel petto a meno il torso w . (JS^J Car.
Long. Sof. lib. 4 Avea ec. le gambe
svelte e ben dintornale, il torso gentilesco
e morbidamente ciccioso. ^^rJ Sahùn. L-
ncid. lib. a. Giace gran torso al lido svello
il capo Dal busto e senza nome. (F)
•f * TORSOLATA. Colpo dato altrui
con un torsolo che se gli lanci. Salvia.
Buon. Fier. 3. 1. 5. Uomo scopato, trioe
frustato dal boia , esposto alle torsolale
del popolaccio, e a' loro svillaneggiamen-
Ù.(JJ
TORTA. Pronunziata coli' O stretto.
Spezie di i-ivanda composta di varie cose
battute e mescolate insieme, che si cuoce
in tegghia, 0 in tegame. Lat. pulmentum.
Gr. a'sroxsca;. Bocc. Conci. 8. Chi ha
a dir paternostri, o fare il migliaccio, o
la torta a) suo divolo, lascde stare. JSov.
ant. 78. 2. Tolse il signor molli danari
d* oro, e fece metrergli m una torta. Mor^.
18. H6. E credo nella torta e nel tortel-
lo : L' una è la madre, e l'altro il suo
figliuolo. Bern. Ori. 2. 4 66. Pur le vi-
vande, e fra T altre una torta. Fumano.
E 3. 7. 5l. Sopra la quale erano appa-
recchiate Vivande preziose di ogni sorte ,
Tutte dal cuoco frauzese ordinate, Sapor,
pasticci, lessi, arrosti e torte.
§. Òlangiar la torta in capo ad alcu-
no, si dice in modo basso dt Chi e più
alto dì statura j e Jìgtiratam. dell' Jvere
il genio superiore ad alcuno^ Soverchiar-
lo. Lat. aliquein sibi subiicere imperio ,
aut vi. Gr. ^iy'^-:(;=rat. Buon. Fier. l\.
4. 7- Ov' altri in capo Gli stia a mangiar
la torta a suo beli' agio.
* TORTA. Pronunziata coli' O largo.
Torcimento, o Strada non diritta- Fr.
Oiord. Pred. 9. Se lu se' essalo peccatore,
e torni a penitenzia, sì fai una grande
torta. (F)
TORTAMENTE . Jvverb. Contrario
dt Dirittamente . Lai. obliqtte. Gr. ;rÌK-
yi'w; . Cr. 4- l^- 6. SÌ tagli la vile,
che dee innestarsi, tortamente inGno alla
midolla, ovvero presso a quella. Pant.
Conv. Ii6. Dico adunque che '1 cielo del
Sole si rivolge da Occidente in Oriente,
non dirittamente centra lo movimento
diurno, ciue del dì e della notte, ma tor-
tamente centra quello.
f §■ Per meta/, vate In senso bieco, o
stravolto. Lat. oblique. Ott. Com. Par.
29. 641- the con non poco sdegno si com-
porta, quando la scrittura d* Iddio è pos-
posta, e intesa tortamente.
T O R
* TORTELLAIO. Colui che fa e vende
tortelli. (A)
TOr.TELLETTA. Torta piccola. M.
Jldobr. Se gli faccia lorlelUtte di pane e
di zucchero in maniera di datteri.
TORTELLINA. l>im. dt Torta. Tes.
Pov. P. S. cap. 5q. Fa' toilfllme a modo
di tartare , e mettivi mandorle peste.
TORTELLO. J'ivanda della stessa tua-
teria che la torta, ma in pezzi più pic-
coli. Morg. 18. 116. E credo nella torta
e nel tortello: L' una è la madre, e V altro
il suo figliuolo.
* TOliTETTA. Dim.di Tortaj Tor-
tel/etla . Pros. Fior. 6. 122. Veggi^mo
mandare uua bellissima e gran torta di
pinocchiato , e per adornare e arricchire
il dono sopr' essa mettere alcune torlette
piccole di marzapane. (*)
TORTEVOLMEKTE. F. A. Awerb.
Con torto , Ingiustamente . Lat. ininste .
Gr. aoV/.w^. O. V. il. 34- I- I Sauesi
gli aveano tolto Grosseto tortevolmente ad
inganno .
TORTEZZA. Astratto di Tortoj Pie-
gatura , Obliquità. Lat. obliquitas. Fav.
Esop. Del quule non poteva per tortezza
del becco assaggiare. Cr. 2. 8. 10- L'u-
more più lungamenle dimora in colai mo-
do, si per la tortezza , e sì ancora per la
sodezza. Cuid. G. Per la tortezza del so-
praddetto signifero cerchio del zodiaco .
# Cnr. Apol. 198. Dalla tortezza delle
sue linee, e dai risalti di certi suoi angoli
sbiechi ec. ritrassi che ec. (FP)
V TORTICCHIARE. Avvolger.^ per
vie torte. Andar per traverso, o tortuo-
samente. Allegr. 81. Non potendo correr
la posta per la medesima via di quelli ,
zoppicone, torticchiar balzellando s' afiati-
cano per un qualche Uagetto. (J }
TORTIGLIONE. La parte torta degli
alberi , e simili.
g. Inforza d' avverb. per Tortuosa-
mente. Lai. tortuose. Gr. d/iy/xKTWOw;.
Zibald. Andr. i!\\. Ogni fiume va torli-
glion" , come serpe.
f TORTIGLIOSO- Add. Torto in di-
ver.ic parti. Lat. tortuosus. Gr. £ Àf/^a-
Tw'0^5. Ott. Com. Inf. 16. 3o5. Siccome
la cor<Ia è noderosa e torligliosa, così è la
fraudolenza .
TORTINO. Vim. di Torta. Car. lett.
1. 98. Cicalato ch'avete alquanto con lui,
ed ordinatogli la vostra cenetta solenne ,
non senza il tortino, gli dite non so che
neir orecchio.
TORTIRE. Torcere, Deviare. Lat. de-
fleciere. Gr. a7ro/)t'vstv. Pant. Conv. l58.
Il cammino che altri sanza scorta ha sa-
puto tenere, questi scorto erra, e torlisce
per pruni e per le rovine , ed alla parte
dove dee non va.
§. Per Cacare, lat. egerere , cacare.
Gr. X-T-^'''- Po^°6- 2- A gambe alzate il
vidi che lorliva (modo basso, e in gergo).
TORTISSIMO. Superi, di Torto.
§. Per metaf. vale Ingiustissimo, Mal-
vagissimo. Lai. nequissimus. Gr. ttovt;-
p'Jrvro^. Fr. Giord. Pred. S. Le nostre
opere , dinanzi a lui di verità , elle sono
tortissime ed impure.
TORTITUDINE. Astratto di Torto.
Lat. obliquitas. Gr. )o^o'zr.^.
g. Per metaf vale Ingiustizia , Mal-
vagità . Lat. iniustitia , improbitas . Gr.
atfi/i'a, Tsvrjpt'a. Dia/. S. Oreg. M. 2.
3. La tortitudine delli quali offendeva
nella norma delia sua dirittura in correg-
gerli .
TORTO. Sust. Ingiustizia, Ingiuria,
Avania. Lat. iniuria, iniustitia. Gr. jfi^i?,
a^ix'a- Tes. Br. \. 18. Si convenne,
che per esaltar giustizia , e mortificare il
torto, fossero istahiliti in terra re e signori.
fi 7. 52. Chi la torto a uno, minaccia più
TOR
1563
persone, e fa paura a molte genti. Dant.
Inf 19. Da lui saprai di se e dc'auoi torti.
E 27. Gli diise : noi portar, non mi far
torto. Pctr. canz.'5. I. Ove piangiamo il
nostro e l'altrui torlo. Ecanz. I9. 4- Torlo
mi face il vi-lu E la man, che sì spesso s' at-
traversa. I\ ov. ant. 9. 2. Io non ti fo torto ;
e s' io lo ti fo , sianne dinanzi alla signoria.
Sen. Ben. l'ardi, i. 4- Essendo le Gra-
zie figliuole di Giove , non dcvemo pen-
sare di far piccolo peccalo , e offendere
poco gì" Iddii, se faremo torto a cosi bel-
le fanciulle. Malm. 4- 3. Lamentasi, e gli
pare ostico e amaro , Perciò riceve torto
dalla gente.
§. I. Torto, per Ingiusta pretensione s
contrario di Bagione. G. V. 6 aS. 7. E
perchè molti fecero quistione , chi avesse
il torlo della discordia ec, il torlo fu del-
lo 'mperadore. Bim. ant. Cin. 25. i:d ho
ragion, se non vincesse il torto. Cas. lett.
28- La Ulta ragione ec. è vinta dalla frau-
do e dal torto di chi m' ha per modi poco
legittimi e leali spogliato del mio tant'an-
ni Ar. P'ur. 21. 7. Se coniliatli per lei,
rimarrai morto; Che cosi avviene a chi s^
appiglia al torto.
g. II. Avere il torto , vale J\'on aver
ragione, Aon volere, o Aon fare il giu-
sto , Esser dalla parte dell' ingiustizia .
Frane. Sacch- nov. i[\. Gli vicini, uden-
do la ragione allegata per Alberto, dissono,
il padre aver Ìl torlo. Lib. Son. 66. Non
ho però sì sudice le tempie, Che chi non
me lo dà , non abbia il torlo . Morg. j.
33. Ma Cristo i suoi non suole abliando-
nare , Massime Orlando, eh' egli avrebbe
il torto . Belline, son. 280. Stu mi la-
sciassi in Arno e 'n sulle secche. Avresti
inver più eh' un balestro il torto . Bern.
Ori. 1. 4- 3. Non so chi s'abliia il torto,
o chi M diritto.
2. III. Dare il torto, vale Giudicare
in disfavore. Lat. damnare. Gr. xaraxpi'-
Vstv. Ar. Fitr. 27. 109. Se non che il re
Agramante diede torlo A Rodomonte, che
non può chiamare Più Mandricardo per
quella querela.
TORTO. Add. Piegato j contrario di
Diritto. Lat. distortus. Gr. ^tàirpofo^.
Bocc. nov. 88. 2. Con una zazzerina bion-
da, e I er punto senza un sol capello torlo
avervi . Dant. Inf. 12. I* vidi uu' ampia
fossa , in arco torta . Pass. 23. Il legno
vecchio e torto più tosto si rompe, o arde,
che non si dirizza , o piega.
n* g. 1. Linea torta, dicesi da Geo-
metri Quella linea che fa più giravolte j
ed è opposto di Diritta. Parck. Lez. 104-
Le lince diritte si sono piegate in curve e
torte. fCj
^' g. II. Torto, aggiunto di persona ,
vale Storio, Mal conformato. Alam, Gir.
6. 28. Eli* aveva anni più che la Cumana
Grinza, torta, riarsa, nera e strana. (]\'j
g. III. Per metaf. vale Irragionevole,
Indiretto, Sregolato. Bocc. nov. 10. 9. Da
torto appetito tirate, il capo f del porro }
vi tenete in mano , e manicate le frondi.
Dant. Inf 3o. Forsennata latrò siccome
cane. Tanto dolor le fé' la mente torta -
Pine. Mort. rim. 9. E non più dietro a'
miei desir vaneggio , Ma il torto pie tra
vie terrene e incerte Rivolgo or ben per
più sicure ed erte. Per appagar tutto quel
mal eh' io deggio. Boez. Parch. 4- pros.
4. Ne voglio ora intendere (come potrebbe
credere ciascuno) che i rei e torti costu-
mi 5' jromendino mediante la punizione.
' §. IV. Parola torta, vale Ingiuriosa.
Lai. convitium _, contumelia. Gr. jèpt^
Frane. Sacch. nov. l4- Mio padre, che
ebbe a fare cotanto tempo con mia madre,
e mai non gli dissi una parola torta . ed
ora perchè mi ha trovato giacer con la
moglie ec mi ^oiole uccidere. Fir. Bag.
i564
T O R
t 0 R
148. fo credo certamente i he fra noi due
sarelilje stalo odio e contenzione, che 6no
a qtie&t' ora, la Iddio grazia, non e stata
una torta parola.
^' $• V. Torto, vaie anche Torme/i^
tato. Guid. G. 8. 1. Quando Agamen-
none vide il suo ("rateilo Menelao essere
torlo da tanto dolore . Ca.t. canz. 3. 2.
Ne' tormenti Onde quesl' alma in tanta
pena è torta, Quasi giudice pio mi ricon-
forta. (FP)
§. VI, Torto, in forza rfi avverò.,
vate Tortamente. Lat. oblique. Gr. :rÌ5t-
ytw?. Petr. san. 20t>. Che spesso occhio
hen san fa veder torto Dant. Purg. 18.
Se dritto, o torlo va, non e suo merlo.
§. VII. ^ torto j posto awerbialm . ,
vale Ingiustamente , Senza ragione. Lat.
iniurioj inique, immerito. Gr. ò\i/. e't/j.
TW5 , avali'wj. Uocc. nov. 3i. 22. Chi
d commendò mai tanto , quanto tu com-
mendavi ce, e certo non a torto. E nov.
ili- 2. Le quali molli, sema saper che si
dicano, dannano e vituperano a gran tor-
lo. G. V. 6- 25. 5. Villanamente e a torto
infamò papa Gregorio IX. e' suoi Cardi-
nali . Pett-. son. 44- Che m' hanno con-
giurato a torto incontra - Din. Comp. i.
25. I Pistoiesi mal contenti vivcano in
gran timore ec, e da' rettori erano spes-
so condannati, e male trallali a diritto, e
a torto. Vinc. Mart. rim. io. Perchè pur
sempre indarno accusi e a torto Del mal
da le bramato , o cielo , o stella T
'*■ %. Vili. Onde il proverh. Pie a tor-
to , ne a ragione JVon tt lasciar mettere
in prigione, usato per denotare che IS'on
dee l' uomo fidarsi troppo della propria
innocenza , ov' ella possa essere messa in
dubbio. (C)
TORTOLA, TORTORA, e TORTO-
HE. Uccello molto simile al colombo, ma
assai più piccolo , e per lo più di penna
bigia. Lat. turtur. Gr rpoyoJv. Tes. Br,
5. 34. Tortola è un uccello di grun ca-
stitade, che dimora nei jjuchi degli arbori,
(^ volentieri dimorano di lungi da genti, e
quando le penne le son cadute , fje cin-
que buchi, e fae il nido de* suoi figliuoli,
e questo nido murano, e fasciano d'una
erba che ha nome sacchict. Amet. i5. E
di tortole ho preso una nidata , Le più
belle del mondo, piccolinc. Cr. g. 92. i.
Per le tortole si dee fare il luogo gran-
de, se multiludine nodrir ne vorrai. Frane.
Saccli. Op. div. 91. Tortola è un uccello
che mai non fa fallo a suo compagno ; e
se r uno di loro muore, V altro serva ca-
stità , e non s' accompagna . Fr. Ciord.
Pred. P. Gli uccelli mondi sono colom-
bi , tortori , polli , starne , tordi , e colali
uccelli. E appresso: In capo di quaranta
dì, quando venne al (empio, oOrrse due
tortori, eh' era 1' offerta de' mcoipossenti.
ì'it. Crisi. Quegli che erano poveri, uf-
lerivano due colombi, ovvero lortorc. # /4r.
Len. 2- 3. Cerco per le ircccole. Indi in-
nanzi al ciisicllo, e a' pizzicagnoli Vo di-
mandando, s'hanno quaglie o tortore, i'^?;
Tais. Am. \. \. Slimi dunque nemico
Il tortore alla fida tortorcllat (N)
t TORTOLELLA,eTORTORELLA
ihm. di Tortola , e di Tortora, ma per
lo più si usa in senso veazeggialivo. Lat.
turtur. Gr. Touy Jv. Alam. titr. io. 134.
Quai tortorclir, rhe di Tolo in volo Van
seguendo d .jniorc i dolci avvisi, fine.
Mart. rim. 33. Ma in secco ramo , e d'
"gni fronde nudo. Sento in mc^lu cordo-
glio umile e pio La tortorclla alle mio
fiamme scudo. Tass Am. \. 1. Stimi
•lunque nemico 11 tortore alla fida torto-
rella? Morg. 14 5o. Quivi è la tortorclla
j primavera.
TOHTOI.ETTA, e TOBTORETTA
Orni ,1, Tortola, r Ai Tortora I.al tur-
TOH
Itir. Gr. rpvjùv. Lor. Vrd. canz^ 43. 2.
Che savamu due compjgni; Toilolfilc io-
Jierac all' cica, Quando Amor tese ^ue ra-
gne . /;■ 56. 3. Voi larele gli sparvieri ,
Elle son le lortolelle. IStrn. Ori. 2. l8.
00. Tremale il cor com'una tortorctla (.he
mena moria alibia un uccellatore Tolu di
piede a sparviere , o astore.
t * TOKTOLI.VO . Piccola tortola .
Cìriff. Colt: I 26. Talvolta i tortolin del
oidio tratti Portava a consolar 1' afllitle e
sole Talvolta i paneruuol eh' celi ha fai-
I'. (A'i
* TORTONE . Jccrescit. rfi Torta .
Pros. Fior. 6. 126. Fece fare un gran
mangiamento, il quale non fu altro, che
un grandissimo tortone, dove ti sfamarono
tutti ec (•)
* TOKTO.NE. aggiunto di f,co duro,
immaturo . Iranc. Saccli. nov. 1 18. Se
nulle Echi avesse (il fante) mangiato con
quella lagrima, a ciascun dicca; non pian-
ger , non ti mangcri messere j e mani-
eavaselo elli. Nel canestro mellea 6chi tor.
toni , o con la bocca aperta . che a|.pena gli
averchhono mangiati i porci, (l'i
TORTORA. / . TORTOLA.
TORTOItE. / . TORTOLA.
•f TORTORE, y. I . Ministro di giù.
clizia, che a' pretesi rei data la tortura.
Lat. /or(or. Gr. ^ajx-yisTifs. Menz. sai.
IO. QuFsU il tortore , ed il tormento è
questo, Che 6a che Io spaventi, e più I'
accori Del torcetto, e del palco atro e
funesto .
TORTORELLA. / . TORTOLELLA.
TORTORETTA. r. TORTOLETTA
TORTOSO. r. J. Add. Ingiusto. Lai.
ncquam, innistus. Gr. r.o-'nfòi, v.iUo^.
Dani. rim. 2. Convenesi ch'io dica Lo tuo
fallir d'ogni torlo torloso.
TORTUOSAMENTE. Jwerh . Con
torluosità. Lat. obliquo, intorto tramite,
l'elcursu. Gr. ^/ayieo;. Jii. Disc. ylrn.
6^. Siccome d' ogni altro torrente, o 6u-
me che vada torluosamcule vagando per
un piano.
TORTUOSITÀ', TORTUOSITADE
e TORTL'OSITATE . Astratto di Tor-
tuoso. Lat. obliquitas . Gr. 7T>ay io'r»i ; .
Cr. 2. 24. 4 • quali nodi tengono 1' u-
mido nelle loro lortuositadi e pori trasver-
sali inSno a tanto che si maturi , e per-
venga a soave sapore. Teol. Misi. \a quello
andamento dirittamente e senxa tortuosi-
tade*i lieva suso. Fir. Dial. MI. dona.
374. Hanno (gli orecchi ) quelle rivollu-
re e quelle tortuosità, acciocché la voce ,
compresa per la diUicultà della via , non
se ne pos.sa rilornare indietro.
3 TOllTUOSO. Add. Pieno di torci-
menti , Torlo. Lai lortuosus. Gr. tjiy.
fir-TÙÒtli ■ Fir. Dial. MI. dona. 376.
Servono eiiandio quelle vie tortuose , e
come cavemelte scavate, acciocchir il suo.
no della voce entro vi cresca.
"e 5 Per Che si muot'e torcendosi .
« Mar. S. Greg. Servendone la mano
sua , fu cacciato fuori lo serpente tortuo-
so . Cuid. t:. Lo convertio io animale
bruto, ciò fue in serpente tortuoso». (Bi '
t TORTURA. Astratto di Torto; Stalo
di ciò che è torlo. Lai. tarsio, lortut. Gr.
or/cyo;. Cr. 4. 14. 3. Per questa tortura
nasce intra I.1 legatura la succedeval mate-
ria, e non fa alcuna offeia all'uve nascenti.
Pani. Purg. a5 E gii venule, all' ultima
tortura S' era per noi (cioi-, al luogo che
torceva). .I/or. S. Crg. Saper ib.l.l.iamo,
rhe per la tortura del serpente »' intende
ec. Fr C.ierd /Ve,/. /}. Perocché per la
tortura fae più lunga vii.
§. I. Tortura , per mela/. , vale Mal-
vagita, Ingiustizia Lat. nequilia, impro-
l'itas Cr. ;uo;^5iisi'» , rtiiTtùtx Fr
Oiord Pred S I 6l«>oE di clir ammae-
strano, se non di tortura ? tfor. S. Crrg.
Allori trovando quel distretto giudicio, di-
naia dentro da sé ogni tortura di ine ope-
razioni .
T o- ". Tortura, diciamo anche per
Tormento, cioè Pena afflittiva, che si Java
altrui per fargli confessare i misfatti. Lat.
crucialus . Gr. ^dutiio; . Fir. Ai. 7».
Aranti che Toi, spettabili rittadioi, ponif
le alla tortura il distrullore de' miei cari
figliuoli, lasciatemi discoprire i lor morti
corpi . K 295. L' ebbero per indizio luf-
ficienle da metterlo >lla tortura . Amhr.
Flirt. 5. 6. Spero che per le torture si
troverà il vero a punto.
* TORTURARE. Par la tortura. Por-
re alla tortura j e /guralam. vale Cru-
ciare , Angariare. (A >
* TOHVAMENTE. Ivverb. Con oc-
chic torvo , Orrendamente . Car. En. g.
1241. E qual fiero leone. Che dalla mol-
titudine e dall' armi Si vede oppresso , Ira
fiereiia e tema Torvamente mirando , ai
rilira ec. (/Jj
TOR VITA'. Astratto di Torto. Lai.
lorvilas. Gr. i:TpiÉUtr,i . Salvia. Disc.
1. 410. Questa piena di senno t di man-
suetudine, quella spirante upretu e tor-
vità .
TORVO. AM. Fiere, Orrihile, Bur.
oeroj ed è aggiunto che più propriamente
SI da agli ocrAi.Lal. tonus. Cr.ày*f<7L::d(.
Amet. 7. Con fatica a' cani, a quali con
lusinghe , a quali con occhi torvi e con
voce sonora , mazze mostrando , pose si-
lenzio. Alam. Colt. 1 2. E minaccioso e
torvo II barbuto guardun degli orti ameni
.>on resti indietro. .Maini. 6. I9. Sta in-
dietro, grida a lei con torva fronte. Che
qua non passa mai anima viva
t TORZIO.NE. r. A. Slorsione. C.
r . 6. 25. 6. Facendo forze e lorzioni alle
sacre persone. F IO. 38. 2. Con gran do-
lore e torzioni de' Pisani.
§■ Per Tiramento con dolore. Lai. tor-
tura , dislractio . Gr. o'iainajjuc'j . Cr.
9. 23. I. Questa infermili ec. si fa nel
ventre del cavallo. la quale induce lor-
zioni , e fa rogghiamcnlo nelle budella
Zibald. Andr. 121. .Medicina contea a do-
lore e a torzione di stomaco.
* TURZONCEl.LO . rum. ed avvili-
tivo di Torzone . Magai. Leti. Coocetlo
Iris ialissimo, che si sente dire a ogni lor-
zoncello che metta insieme quattro parole
da predicare alle femminucce, f 1)
TORZONE foie bassa . Frale ser-
vente .
TOSA. Foce lombarda. Fanciulla. Lai
puella . Gr. xozn . Bocc g. 3. / 7. Ed
rblievi di quegli che intender Tollono ilU
MeIjDese, che fosse meglio un buon por-
co , che una bella tosa.
* TOSAMENTO. Tosatura. Lai. ro<i-
sura. Gr. ro'jpa . Il locato/, alla voce
TONDAMENTd , §. (•)
t TOSARE, fagliar la lana alle pe-
'ore , e i capelli e i peli agli uomini , e
simili; ed usasi anche in signi/ic. neutr.
pass. Lai. tondere, detonsare. Or. misiiv,
aro-n>tiy . Te, He. i. 9. Come U si-
gnore lice guardare il suo*po<lere ec., e
ricogliere e guardar sue biade, e tosar le
sue pecore, e lo latte e formaggio, e no-
drire pole<lri .li cavalli . Buon. Fier. 3.
i V^ '*'*' ^'"' b'' uomini entrar nelle lor
lorbici , E tosargli a lur posta come pe-
core . Ilorgh. Arm. 102 Forbice, stru-
mento che a losare s'adopera. O Fior. Ilal.
Ili Alcuna volta si tosavano i capelli e la
barba. (Ci Salvia lliad. a3 186. In metto
ne |>ortavano I compagni l'atruclo; e co' ca.
pegli Tutto 'I morto copriano, che losan.
dosi Giiiavao sopra. (B)
S- I Ver similil vale Ritandare, Ta-
gliare suir estremità in giro ugualmentt.
losi il capo,
disse.
T 0 S
Lai. londere. Gr. x£<>!>v. Sah'. Crirnch.
2 5 Ma come le monete spesse volle Si
falsano e si losano ec, Cosi avv.en degli
uomini. Scgncr. Mann. /VW.r. :.8. 1. Cor-
re ben ella qual monda d. peso ma non
b tale; i scarsa e scema: i figU dejjli uo-
mini r hon tosala. , j ; t,
* e 11 Tosare, dicest anche del i a-
f tiare che fanno le bestie co' denti l'erba,
od altra yerzura per mangiari . A.arc/i.
Lncr. hb. 2. Le pecore lanute a rf"' '""'
Van bramose tosando ■ lieti paschi. (i<r;
* §. HI. Tosare, dircbbesi anche de
libri. V. RITOSARE. (V)
TOSATO. Add. da Tosare. Lat. lon-
Gr. x«fr6i. Ulor. S. «rcg. Tos,i-
giltò in lerra, e adoro, e
Stòr Ftir.6. l5l. Dove tosatoli il
capo , e vesUlolo monaco a suo dispetto ,
lo lasciarono , ma guardato, con gli altri
frali a seguitare la filosofia , come nell isola
SI coslon..,va. Gal. Si.,!. 33l. Non basta
la virtù del telescopio a radergli il crine ,
sicch' egli apparisca tutto tosato.
+ * TOSATORE. T erbai, masc. (he,
o Chi tosa. Band. ani. Procedere contro
agli tosalori ed inccllalori di sunili mone-
TOSATURA . // tosare, e la Materia
che si Ida nel tosare . .'ìah'in. Disc. 2.
482. Questi nuovi [ternani , al contrario
degli antichi, che stettero più di 400 anni
senta barbieri , mostravano colla tosatura
r esser Romani.
•f-S TOSCANAMENTE. Aiverb. ^el
modo usato dai Toscani, Alla Toscana.
SaU: A,Mrt. I. 3. 2 7. Pronuniia, che
da chi scrive toscanamente si dovrà tor
per esemplo. Vemb. fros. 1. 32. Non
sanno essi ragionar toscanamente, (fj
Varch. Ercol. 77. Quelli i (piali, avendo
udito alcuna cosa, vi pensano di poi so-
pra , e la riandauo colla mente , si dico-
no toscanamente , ma con verbo Iali-
no , ruminare , e fiorentinamente rtigu-
mare. (A)
* TOSCANESIMO , e TOSCANE-
SMO . // l'orlare, o Si-ri^ere toscano .
Car. lett. 1. 53. Simili altri vostri mo-
di di parlare ce., in bocca di questa don-
na potete immaginare se son altro che
Toseanesmi. (C) Red. lett. I. 146. Circa
il toscanesimo puro , e non affettato ec. ,
ci sarebbe da fare qualche dolce amore-
Tolc brevissima osservazione. E l!\^. Ne'
primi tempi del più rozzo toscanesimo di-
cevasi e scrivevasi feyole , fievolezza ,
ec. (•)
•f * TOSCANISMO
Salvia. Disc. 2. 209.
polire la nostra ling
ine o macchia s' apprese
Toscanesimo.
Onde si trascurò di
a , e in essa alcuna
di latinismo,
, di poco emendato loscanismo. lAì
•f * TOSCANITÀ . Parlar regolato
di lingua toscana. J'arch. Ercol. 279. Il
suo siile è più tosto puro , e servante la
toscanil'a, cioè le regole della lingua, che
numeroso e piacevole. E 280. Voi dovete
sapere, che come anticamente la latinità,
che oggi la toscanità schifa anzi biasimo,
che consegua lode , ec. (A)
« TOSCANIZZARE . Afellare il to-
scanesimo, o Render toscano un vocabolo.
Salvia. Buon. Tane. I. 1. Gio. Villani,
e altri antichi , dalla voce pubblico , per
metatesi ec. fecero , più toscanizzandolo ,
piuvico j come plebano , piovano , ec. E
Disc. 2. 504. Non mi son riguardato ben
due volle ec. d'impiegare altresì quel lom-
liardesimo , da Danle, per cosi dire , lo-
scanizxato. (A) ,
■(• * TOSCANO Add. Dicesi del più
nano, e del più solido de' cinque ordini
d" Architettura. Baldin. /oc. /)«. Or-
dine toscano. Uno de' cinque Ordini d' Ar-
chitettura , più nano e di maggior gros-
t 0 S
sezza degli altri Ordini , e più semplice
nelle modanature, ec. (A)
•f TOSCO. Tossico. Foce oggi usata
wlo dai poeti. Lat. to.ricum. Gr. roji/ov.
Pan. 248. U rimedio 1' i: nocimenlu , e
la medicina diventa losco. Dant Jnf. li.
Non pomi v' eran , ma stecchi con tosco.
l'etr son. 191. Il rider doglia , il cdio
assenzio e tosco ; La notte alianno , e 1
ciel seren m' è fosco. Alam. Colt. 1. 30.
Ivi, senza temer cicuta e losco Di chi
cerchi il tuo regno, o '1 tuo tesoro. Cac-
ciar la fame.
* §. Tosco, per meta/. Dani. I urg.
25. Al bosco Corse Diana , ed tlice cac-
cionne. Che di Venere avea sentilo '1 to-
sco, ./r. /'"'■■ 42- 52. Cosi sperando torsi
dalle spalle Quel brutto abomiuoso, orri-
do tosco (parla del mostro che mise in
tanto travaglio Hinaldo ). (Pr)
TOSCO, .'tdd. Avvelenato, Attossicato.
Lai. veneno mfectus. Gr. i'> So)o;. Burch.
1. 34. 11 freddo scorpio colla losca coda.
Salvia. Disc. 2. 72 Tosca coda, cioè che
attosca; il che sogliamo dire de' grandi odo-
ri, che caricano la testa.
TOSETTA. Dm. di Tosa. Morg. 27.
243. Le donne e le tosette scapigliate Cor-
revan tutte, come cosa pazza.
* TOSETTO. Term. degli Agricoltori
to.tcaiii. Grano di due specie, cioè bianco
e ros.!o , che è una varietà del Gentile ,
detto altrove ToscUo, i/uo.H dicasi Tosa-
to, ed in alcuni luoghi anche Zucco, dall'
es.fere senza reste. (A)
3 TOSO. Add. da Tosarci Tondulo.
Lat. tonsus. Gr. xy.f,-o;. Buon. Pier. t^.
2. 7. Benché lacero e pesto, e toso, e
raso. E 4. 5. 3. Come pelato l'avea quel
testone , Che toso tu mi desti. Gal. Sist.
33o. Talché i dischi loro si veggono tosi e
terminati . r» .o- fi
:;: §. E inforza di siist. « PataJJ. 0.
Tu non riguardi mai raso, ne toso. Lib.
Amor. 18. Questo sanno i losi e i rasi ,
che ne gentilezza di sangue, né molla bel-
lezza è quella che mette nell' animo saetta
d'amore ». fAJ
TOSOLARE. 1'. A. Tosare. Lai. ton-
dere, delonsare. Gr. Z5<',;£iv, aiTO/£if Eiv.
fu. Crisi. I). Rivelo a una sua divola,
che gli furo losolati i capelli, e pelatala
barba, ec. E certo, ch'egli fosse tosolato
non saprei provare.
•■.■ §. Per l'arsi tosare. Fav. Esop. i.
T. H. Fu mestiere che essa si tosolasse e
vendesse la lana per rendere U pane. (P)
•f * TOSOLATO . Add. da Tosala-
re; Tosato. Vii. S. Repar. 336. Allora
Decio la fece tosolare , e cosi tosolala la
fece menare nella piazza della città, (li
'\ TOSONE. Qi<e/ segno che portano
al collo i cavalieri di santo Andrea, on-
de I' Ordine slesso di tal cavalleria si
dice del Tosone, o del Toson d'oro. Tac.
Pav. Post. 451. I doni piccoli dei prin-
cipi grandi , come questi , e oggi Rosa ,
Tosone, Gerretliera , e simili son grandi
onori e favori. Borgh. Arm. 100. Nou pare
a me questa di quella sorte ce
nino da principe, o signore,
favore , o contrassegno , qual è il Tosone,
il san Michele , £C.
f g. I. 7o'0/i d'oro, o dell'oro, di-
cesi il l'elio dell' ArieU che trasporlo
nella Colchide Frisso ed Elle, e che Gia-
sone andò a conquistare. Ovid. Pisi. ^9.
Giansone nipote del re Pelleo di Tessa-
glia , quando andava a conquistare il to-
son dell- oro , ec. E 5o. Tu vincesti il
serpente guardalore del tosone dell' oro .
7?orj;/i. Orig. Fir. 22. Alcuni valorosi
giovani greci ec. feciono 1' impresa del
toson d' oro. ,
§. II. Tosone, si dice anche di Chi e
tosalo, 0 ha tondulo i capelli. Lat. vir
t Ò
1565
dclonSHS.CT.à-^np /.v.ptói. /ìellinc.son.
167. Voi, che i vostri capelli or Vi ta-
gliale , Che di vecchi tornate bei tosoni
( qui vale giovani, garzoni).
•f TOSSA , e TOSSE . Espirazione
veemente, sonala ed interrotta, per lo più.
cagionata da irritazione fatta nei nervi
de' polmoni. Lai. tussis. Gt. ^rX. Frane.
Aacch. rim. 17. Canti il suo verso ogni
altro che ci fosse, E forte tossa chi aves-
se tosse . Palina. Lugl 6. Questo vino
contrasta alla tossa , purga il ventre , ri-
solve la llemma . 7"/g. A.ies. Siioppo di
marrobbio, di miracolosa utililà, coU' aiuto
di Dio , alla tosse Ucmnialica, ec. Coli.
Ab. Isaac, cap. 5o. Se li venisse la tossa,
sedendo te a mensa , volgi la faccia tua
addietro, e cosi tossi. Red. Cons. 1. 241.
Queste stesse particelle pur biliose , me-
scolate con essi lluidi ec, son quelle che
ora in un luogo, ora in un altro con locande
incostanza e variazione producono i dolori
della testa, e colle medesime punture ne'
canali della respirazione producono quella
tosse che talora è affatto secca , e talora
col gettito di un poco di (lemma caloro-
sa , che la mattina per lo più si la sen-
tire .
^'. In proverbio ." Amor ne tossa non si
può celare. Jed. Flos. l56. Frane. Sac-
eh. nov. 16. Ben dice il proverbio , che
r amore e la tossa non si può celar mai.
Morg. 4 88. E disse: vero è pur, che 1'
uom non possa Celar per certo 1* amor e
la tossa.
ns TOSSERELLA. Dim. di Tosse. Lai.
tussicula. Gr. ,5>]-//ìc*'tiov. Red. kit. 2.
193. Solo si lamenta V. S. Illustriss. di
una poca di losserella che di quando in
ijuando si esaspera- (*; Inipcrf Anat.
207. E però nettandosi troppo addentro
le orecchie si eccita una losserella sec-
ca. (F)
TOSSICABE. Dar il tossico. Attossi-
care, Avvelenare. Lai. dare toxicum. C»r.
'^■jpo.a./.ij-.ii. 1 il. Plut. Scrisse ad Ales-
sandro, che
Fil
egli si dovesse guardare da
ppo.
che egli
che si do.
come suo
non lo tossicasse
TÙSSICAtO. Add. da Tossicare. Lat.
veneno infectns. Gr. ìo^o'toi. Morg. 24.
35. Ma egli aveva a ogni piaga unguento,
E "1 colle! lossicato sempre al fianco.
TOSSICO. l'eleno perfido sopra tutti i
veleni, benché oggi diciamo Tossico a o-
gni veleno. Lat. toxicum. Gr. TO|i/OV.
Tes. Br . 1. 27 Alla fine mori di tossi-
co, come è detto di sopra. Fir. Rag. 70.
1 primi favori, de' quali sogliono essere
più dolci che mele, ma poi molto più a-
mari che l'assenzio, e più che il tossico
velenosi. Sen. Ben. Farcii. 5. l3. Cosi
è ingrato colui il quale inganna la spe-
ranza d'un uomo da bene, come è vene-
fico; ovvero avvelenatore, colui il quale ,
credendolo tossico , dà bere ad uno del
trebbiano. Fir. As. 321. Colui d quale
con pestifero tossico fini cosi lietamente i
lodevoli giorni.
f TOSSICOSO. Add. ì elenoso. Lai.
'veneno.<us. Gr. .'0|5i)'lo;. Oli. Com. Inf.
l3. 237. Entrali in un bosco, dove nou
avia né foglia verde, non rami schietti,
nodorosi, non frutti, ma spine lossi-
Bed. Fip. 54. E se vi fosse
cuno che pur volesse che le code viperi-
ne fossero tossicose ec. dite pure a co-
stui ec. CO , , ,. .
TO3SI.MENT0. H tossire. Lai. <«s-
sis. Gr. ic.-f. Lib. cur. malati. Dal lun-
notturno tossimento, onde non posso-
mollo alTalicali
•f TOSs
menza e con suono
polmone, o volonlariameiilc
CIÒ che irrita i nervi di que.<to viscere,
necessariamente per effitlo della materia
ma
cose.
1-
S»
Giacere, vengoDO
RE. Mandar fuori con i-ee-
terrotto /' aria dal
per cacciare
i566
T O S
T O S
T O S
irritanU . Lai. • Utssirt , excreare. Gr.
^flTTsiv, e»t7rry'!iv. i<i6. 253. Se tu ec.
veduta r avessi ce. coli' ocrbìata livida
tossire, e sputar farfalloui , io non temo
punto, che ce. Mnestruzz. 1. Z(3. Se io-
terpoDcssc una parola cbe non corrompes-
se la forma, siccome io dicessi in nomine
Patris omnipotentiSf ovvero tossissi^ ovve-
ro interponessi alcuno silenzio , è battesi-
mo? Dant. Par. 16. Ridendo parve quel-
la che lossìo. /'r. Sacch. rim. X7> Canti
il suo verso ogni altro che ci fosse, E
forte tossa chi avesse tosse. E no^'. 178.
In quelli di iofreddarono sì della gola, che
noa faceano altro che tossire. Bern. Ori.
2- 2. 9- La bcllj aurorj s' apprcseala ,
Fuggila dal suo vecchio, il cui tossire, Il
cui russar non la lascia dormire.
* TOSSOLINA. Diminut. di Tosse j
Tosstrtlla. Geli. ICrr. 3. I. Quel Unto
stropicciarmi co' panDicelli caldi m* balc-
vato via quella tossolina che io avevo
stainaoi. (i'J
t TOSTAMENTE. j4vverb. Presta-
mentc^ Subitamente , Velocemente. Lai.
ccleriter, cito. Gr. ta/u, ta^^jù*;- Tes.
I>r. I. 9. Perciò non ha ia loro nul-
la fermezza, cht lutti i tempi si muovono
tostamente, e lievemente. iJant. InJ, 23.
Quando i' dissi: Maestro, se non celi Te
e me tostamcnle, i' ho pavento Di Male*
branche. £ocf. nov. 46. I^. Io veggio che
io debbo, e tostamente , morire . Tesorett.
Br. i5. 121. Cbe donar tostamente E donar
doppiamente. * Car. lìn. l. 57O. Poscia
fuggi di qua, fuggi, le disse. Tostamente
e lontano. (FP)
TOSTANAMENTE. 1'. A. Awerb.
Tostamente. Lif>. Amor. La porta del pa-
lagio tustaoamentc fu aperta. Frane. Barb.
l5j. 8. Quando '1 vede bramoso Di ser-
vir se, tostanamentc il veste Con quelle
donne cbe si vanno oneste. Tac. Dav.
Ann. i5. 204- Se ne levasse toslanamcn-
te, o r aspellasse come nimico. * Teseid.
9. l3. Subitamente Arcita disarmalo Fu,
e il pallido viso pianamente Con acqua
fresca gli fu si l^ignato, Ch' egli si lisea-
li tostanamentc. (Bj
TOSTA.NEZZA. P'. A. Astratto di To-
stano j Prontezza, Prestezza , / elocità.
Lai. ceteritas, alacritas. Gr. •^T-XJ'Ai ,
TOSTANISSIMAMENTE. V. A. Su-
peri, di Tostanamente. Lat. celerhme ,
citissime. Gr. Tot/taTa. Sen. Pist. B. V.
Per lo quale noi corriamo toslani»ima-
nieotc.
TOSTANISSIMO. V. A. Superi, di
Tostano. Lat. celerrimus, citissimus. Gr.
Ta^i^TOj- Tratt. segr. cos. dona. Vor-
rebbonu più che tostanissima la guarigio-
ne.
t 3 TOSTANO. / . A. Add. Presto,
Subito, P'elocc. Lat. celer, %-ehx. Gr.
taxy'i- Ott. Cam. Par. i. 12. Quegli la
lusmga e conforta a più leno correre ;
ijuclla non si fida, ma fugge con tostano
passo. Frane. Sacch. rim. 33. E perchè
sono di vario sapore, E al bene e al mal
d* altrui tostane . Fegez. Quciti rotali
ii sceglievano uomini tostani e b'ggiert ,
e bene ammaestrati a battaglia . Din.
Comp. 3. OO- Tarde sono le profl'erle del
Re, e troppo tostana è la venula di mcs-
*er Giovanni. Col/. SS. Pad. Pcrotchi ,
come r animo loro e tostano a prniare ,
rosi e corrente a compiere I' assoluta su-
stania. G. V. 8. 55. l\. Mandarono in
Francia per soccorso tostano. Cr. 9. 8-
3. Il cavallo rke tiene il tronco tirila ro-
da slrclLimentc intra le cosce, è forte e
soflcrcntc, secondo la maggior parte , ma
uon b tostano. Dant. rim. 5- Ingi'goali ,
te puoi, d' esser palese Solo con donna ,
u con uomo cortese, Che tt mcrranno per
la via tostana (cioè, per la più breve, per
la più corta, che si passa più presto).
* Salyin. Eneid. lib. 2. Appena questo
detto aveva il vecchio. Che con lostan
fracasso da sinistra Tonò. ( F)
*f %. E in forza d' avverb. w Frane.
Sacch. rim. Tostan ciascun mio senso fa
gire , onde donna sentì tra spine e verdi
(ronde». (Cj
TOSTA.NZA. r. A. Astratto di To-
sto. Velocità, prestezza. Lat. celerilas ^
velocitas. Gr. Ta;fJT»;'». w'/yT'i^. Guid.
G. Conducerti nella mia patria, nella qua-
le io posso, ogni sostanza m' è dimorantj.
Teot. Afist. La parte di sopra, cbe si le-
va con maravigliosa tostanxa de' movi-
menti.
=? TOSTARE, lo stesso che Abbru-
stolire, e dicesi propriamente de/ caffè. (N)
♦ TOSTATURA. L' azione de/ tostare j
ed anche l' Effetto di q uè st' azione, lied.
leti. io3. Io lo confesso, sono un negli-
gentonaccio, anzi un negìigeotonacciaccio,
mentre non le ho mai scritto cosa alcuna
a conto della tostatura del caffè . E ap-
presso : Intanto sappia che la tostatura e
ottima. (C)
* TOSTEVOLMENTE. T. A. Av-
verb. Tostamente. Tuli. Am. ^O. Il qua-
le disse, r anime degli uomini es»ere di-
vine, e quand' elleno si partono dal corpo
essere loro apparecchiato il ritornare ìn 1
Ciclo, cioè a ciascuno ottimo e giustissi-
mo lostevolmente e speditamente. ( i')
•f * TOSTEXZA . / . A. Toslnnza.
I it. S. Eufrag. 108. Allora Eufragia
con molta tostcìza si preparò ad empiere
il comandamento. (I) Tuli. Pai/ad.
3fagg. ^l. Questo mese sono da fare i
mattoni di terra bianca , o creta, o terra
rossa ; perocché quegli che si fanno la
state per la tostezza del caldo di fuori si
seccano, drento rimangono omorosi, la
qual cosa sar<i crepatura ( Fa slampa
cap. 12. legge diversamente, e non ha la
voce tostezza ) . (C)
TOSTISSIMAMENTE . Super/at. di
Tostamente. Lat. ocyssime. Gr w/ jTKra.
Teo/. Mist. Tostissimamente in molle co-
se saranno liberali, e ben disposti.
TOSTISSIMO. Super/, di Tosto. l.»{.
velocissimus. Gr. Ta^usTO?- Fiamm. 5.
35. O sommo Giove, contro a me giusta-
mente adiralo, tuona , e con tostissima
mano in me le tue saette distendi .
# Bemb. Stor. 1. 191. Dubitar non pò-
teano eh' egli a tutti gì' incomodi dare to-
stissimo riparo non potesse. ^.Y^
TOSTISSIMO . Avverb. Super/, di
Tosto, Tostissimamente. Lai- ccjssime.
Gr. wxuTara. Sen. list. 99. Ragguarda
la brevità dello spazio, per lo quale noi
corriamo così tosliuimo. Varch, Frxo/.
168. Va' tosto tosto, o pian piano , cio«
tostissimo, o pianissimamente.
TOSTO. Add. I resto , le/oce. Subi-
to. Lai. ve/ox, celrr. Gr. T«X*'»- Frane.
Barb. 252. 10- Cavalca tosto in piano ,
Soave nel montano. Dant. /nf. 2. Consu-
mai la 'mprcsa. Che fu nel cominciar co-
tanto tosta. /:.' 12. Mal fu la \oglìa tua
sempre si tosta. E l'urg. 6. Quella ne
insognerà la via più tosta ( cioè , più cor-
la , cbe si possa più speditamente).
§. Tosto, si prende anco per Ostinalo^
.y'rontato. Ardito} onde diciamo Farjac-
età tosta, che vale Essere s/nauìlo, art/i-
to, senza vergogna. Lat. perfrictae J'ron-
tis esse. Gr. avotioxwvT« v. Malm. IO.
9. La faccia tosta, e va con lieta fronte ,
Sperando ngnor che venga un arcidcote.
TOSTO. Avverb. Prestamente, Con
ve/ocitàf Subito. Lat. ittico, subito, cito,
Gr. tu3u;, fforpwuTi'jroi Bocc. nov. 85.
11. Chi avrebbe saputo, altri che io, far
coti tutto innamorare una coti fatta don-
na, come è costei? E num. l5. Deh sì ,
per l'amor di Dio, facciasi tosto. Petr,
cani. 7. 7. Che menar gli anni miei iì
tosto a riva. Cava/c. Frutt. lìng. Le eo-
se tosto date e trovate par che l* non
non le reputi care. Amm. Ant. 16. 3.
Ut. Di dare allegramente e tosto.
■f §. I. Tosto tosto, così raddoppiato,
aggiugne forza. Sca/. C/austr. l^i"] . A poco
a poco si parte da lei (dall'anima) lo spo-
so cotanto desiderato, e vassene tosto to-
sto, e di subito le sottrae se medesimo .
Ambr. Furt. I. 3. State di buona voglia,
che io son certo di servirvi ad ogni mo-
do, e tosto tosto. Burch. i. 7. Che ben
se n' avvedrebbon tosto tosto.
§. 11. Tosto, talora st accompagna con
altri avverbii. Bocc. nov. 23. 25. Molto
tosto ve ne è giunto il messo. E nov. 33.
3. Il fuoco di sua natura più tosto nelle
leggieri e morbide cose s'apprende, che
nelle dure e più gravanti. Filoc. 3. S^.
Le nuove piaghe con meno pericolo , e
meglio che le antiche, si curino, e più to-
sto. Fior. S. Frane. 7. Il più tosto, che
polca, si spacciava da lui, e partìvasì.
§. Ih. Tosto che, va/e Subito che. Lzl.
ut, ubi, siniut ac. Gr. CLfiSLy oifisazt.
Vani. Purg. 18. Tosto che dal piacere in
atto è desto. E Conv. 119. Certi corpi,
per molta chiarità di diafano avere in %k
mista, tosto cbe *1 Sole gli vede , diven-
tano tanto luminosi, che ec. £' 1 56. Cia-
scuno animale, tosto eh' è nato , è quasi
da natura dirixxato nel debito fine , che
fngge dolore, e domanda allegrezza. Petr.
cani. 8. 8. Le di* eh' io sarò Ik, tetto
ch'io possa, ce.
§. IV. Tosto come, vale lo stesso. Lat.
ubi, simul ac. Gr. «ju-a, a/xaTi- Dant.
Conv. 196. Siccome, nato tosto lo figlio,
alla tetta della madre si prende ; così, to-
sto come alcuno lume d' animo in etso ap-
pare, si dee volgere alla correzione del
padre, e '1 padre lui amm.iestrare. E Par.
28. Onde si tosto come gli occhi aperte
In ijuesto cìel, di sé medesmo rìse-
TOTALE. Add. intero} benché non st
usi in tutti i .tentimrnli , e in tutte /e
maniere di questa voce. Lat. totus, * to-
talis. Gr. óio;. /ir. Tnn. 3. 3. Fate
che l'amor non v' acciechi di sorte, che
voi non conosciate la totale mina vostra.
E Dial. Ae//. donn ^II. Chi non ha il
naso nella totale perfezione, è impossibile
che apparisca bella in profGlo.
TOTALISSIMO. Superi, di Totale.
Segner. Mann, l.ugl. 12. l3. La cessa-
zione da guardi tali vuol euer lotaU&si-
ma.
TOTALITÀ'. L' Integrità dT unm cesa,
Lat. integritas. Jnfar. sec. 127. Sicché,
diremo cosi , la totalità si determini oon
d' un corpo da ogni altro corpo spiccato
in tutto, ma d' un membro intero dì un
corpo. Gal. Sist 2. In quote tre sole
(dimensioni) si termini l'integrità, e, per
così dire, la totalità.
TOTALMENTE, .-/lirr*. Interamen-
fe, Aff'atto, In tuil^^ e per tutto. Lat. o-
mnino , prorsus . Gr. ?/mì, ?;3tvTc3iw{.
# Fr. Giord. Fred. Non basta tagliare le
piante e 1' altre erlw* malefiche tra le due
terre : bisogna totalmente eradicarle. (B)
Ar. Fur. 6. a. Avea creduto il mìscr
Polìnesso Totalmente il delillo suo copri-
re. Circ. Gè//. 5. l30- Mentre che sono
fiiccoli, e di noia grandi>»ima ec., voi gli
asciate totalmente sotto la cura nostra.
Fir. Disc. /vtt. 3l6, Si fc accorto pure di
certe sillabe, che non si pninuDuano ne
totalmente aperte, né totalmrnie chiuse.
•f TOTANO. Sorta di pescej /o stessa
che l.o/ligine, l^a/amaio, nel senso de/ ^.
I. Lat. /olifo. (ir. riudif. lied. Oss. mn,
170. In tutti quegli parinieole delle lol-
TOT
liRmi. che per allro nome .la noi Tosca-
orco, son chia.«U loUn, -..- //.-(.^rfr
Xe totano, o calamaio r-ccolo o sogno
Si ..an lon.po.taJ iC) I-'orlig- H->-c,nrd.
2. 68 Binal.lo ce. Foce i conti , che me-
glio era partire. Ciac, h- è un catuvo sta-
re a dente asciutto, Quan.lo si vo.lon gì
altri assaporire Totani o sfoglio Inlle nel-
lo strutto, ec. IB) ,. r „i a
TOTAMAGLIO. Tiliinaglio. \M. li
,!,i„,„l,.s. Gr. T.3u>«i=5- P""'"'- .">'■
38. Kon sia presso al luogo la ove s. fac-
cia favellio a. persone, ne la ove s.eno
queste erl.e, eoe totomagl.o, el.luo ec
K Mar:. l8. Ami che germogli, s unga il
tronco di sugo di totom.iglio.
TUTTO. ;Vrf. MOTTO, §• VII.
3 TOVAGLIA. P~rimo lino hhiico, per
lo pia tessuto a opere, per uso d' appa-
reechiar la me,na. Lai. ""'';"'•■; y':
e:r.rpan£;io;. Bocc. Inlrod. 54- tntrad
in una sala terrena, qu.vi le tavole messe
videro con tovaglie l.ianch.ssime. £ iw'-
pag. I. Due tovaglie menale di lunghei-
la braccia sei 1' una. Aoi'- ""'■ ^2. I.
Avea distesa una tovaglia hunchissima
suU'crha verde. i?e'vi. Ori. I. 8. U- Una
tovaglia l.ianca, che tenea , Dette min
mano ad una di coloro.
* § /•; Toi-aglia , dkesi anche Quel
panno lino bianco die scr.'C per coprire
la mensa dell' altare. ,./ìern. rim. l. III.
Non che tovagha, e" non v'e pure alta-
re»» . fC) ,. ^
TOVAOLIACCIA. reggiorat. di J o-
- ■ -fi. Un turcasso
vaglia. Beni. Ori. I. 7. l4- - ,. .
leuoa dal lato manco. Ed una tovagliaccia
agli occhi avanti.
TOVAGLIETTA. Tovagliuola. Lat.
m,inp„/a. Gr. ^iKfK oSovr.. lienih. leti.
l. 160. Olire lo medaglie, ho avule le
due belle tovaglie, e le dodici tovagl.ctle.
* Segr. Fior. As. cop. 4 ■ E dello que-
sto una sua tovagl.ella Apparecchio su un
certo desco al l'uoro. (iV'J
* TOVAGLIOLA. lo slesso che lo-
.■agliuola. l'isl. S. Oirol. 409. Se v. e
alcuna tovagl.ola ec. che gli 1 laccia , lo-
dala, lì') t'alai. 12. Conciano in guisa
le tovagliolo, che le peno degli agiamcnli
sono più nelle. Con le quali lovagl.ole
anco molto spesso non si vergognano di
rasciugare il sudore, ec. ( Cosi l'edizio-
ne di Cru.tca. ed altre ottime). (/SI
TOVAGLIOLINO. PiLColn lovagliuola,
che a men.ia legnam dinanzi per ncl-
lareì le mani e la bocca. Lat. mappa.
Gr. oSÓvn. l'ir. As. A'i- »'f '"""°-
ora ciò che era su per le tavole e su per
la credonia, bicchieri, guaslade , saliere ,
coltelli, vasi , tovaglie , tovagliolim , ec.
Slalm. 7. 3l. Neir affettare il pan ta-
gliossi un dito, Sicch'egl- insanguino il
lovagliolino. Lasc. Silnll. »■••?/ '""
vare le tovaglie e i lovagliobni di ron-
sa . L T»
* TOVAGLIOLO. Lo ste.<so che To-
.■agliuoh. ìed. alla voce TELO. (B)
* T0VAGL10^E. Accrescitivo di To-
vaglia. Band. ant. (A)
S TOVAGLIUOLA. Vim. di Tovaglia;
t si prende anche per Tovagtiolino. Lat.
mappula. Gr. (*.«pa o^ovri. Bocc. Te-
H pag. l. Duo tovagliuole convenevoli.
E nov. 92. 6. Allora in una tovagliuola
bianchissima gli portò due fette di patio
arrostito. Pisi. S. Gir. Se egli v. vede
alcuna tovagliuola, o guanciali., o alcuna
gioia che gli piaccia. ••» Calai, u. Dee
adunque r uomo costumato guardarsi di
non ugntrsi le dita si, che la tovagliuola
ne rimanga inibrallala. (S)
* 8 Tovagliuola, per Asciugatoio,
fu. S. 3». Madd. 3. 41. E inconlanenle
T 0 V
I. aiterò si levò, e tolse 1' acqua, e la Mad-
dalena la tovagliuola, (l'I
•f * TOVAGLIUOLO. Tovagliolino,
ed anche Salvietta più lunga che larga
per uso di asciugarsi le mani, e simili.
Segner. Crisi, inslr. 2. l3. 12. Apparec-
chiava la tavola, piegava i tovagliuoh la-
vava 1 bicchieri, oc. E 3. 24- A; «' '""
da tavola, si cinse di un tovagliuolo , e
versando dell' acqua dentro un catino ,
T07.ZETT0. Vi"', di Tozzo. Lai.
fri,.<liili,m. Gr. TSiua'x'OV. li'-, ciir. ma-
lati. Molli nel vino uu toiielto di pane
arrostilo. o . j-
§. Tozzetlo, si dice anche una Sorta di
acuto corto, e grosso. ,
TOZZO, .'usi. rezzo per lo pia di
pane. Lai. /.•«/..".. Gì. ■nte'.'opp.«..Pa.
tali: 3. Levai la quaglia, 0 1 lozio lane
porla. li 6. E gì' incruscali tozzi son fe-
ri-ni lib. Son. l3. Ed un tozzo unlo li
morrebbe un mese. Liiig. lulc. l:ec. 20.
Almanco, come alcan, mi dessi un tozzo.
Buon. Tane. 3. 11. E '1 mio amor vada
altrove a accattar tozzi. Valni. I. »0. Va
tozzo mendicava all' accatlolica. /■- »■ 20-
Che eia d'un tozzo aveva carestia. ■.- l-ar.
pari l. leti. 12. Ci lieno con un cerio
acquerello, e con celli tozzi di pane iole-
rigiio, che par che siamo veramente schia-
vi conBoali a cavare il metallo, (I!)
t :? g. Tozzo, per Sorla il' arme an-
tica di cui non si conosce più la forma.
I arch. Mor. 12. 472. Gli uoniim non
ardivano di tenere in casa, non che gor-
bie, o tozzi, o capaguli oc., ma no anco-
ra bastoni, o mazze appuntale. ( )
TOZZO. Add. Agt:ianlo di Cosa clie
abbia grossezza e larghezza soverchia ,
rispetto alla sua altezza,
* TOZZOLAllE. Al'""-- Cercar tozzi,
Mendicare. Fortig. Bice. E con U mulo
che porla il pan santo. Mi lan limosinan-
do i cercatori Tozzolare alle porte do si-
guori l'Ai _
TOZZOTTO . Accrescil. di lazzo,
add 1 arch. Star. l5. 621. forche essen-
do tozzollo e langoccio, gli rendeva un
po' d' aria.
TUA
l567
+ 3 TRA . rreposizione di luogo, che
vale lo stesso che Fra, Infra. In Ira j e
significa In mezzo, o quasi in mezzo d
uno 'spazio, che divida due, 0 più perso-
ne, 0 cose . Lat. Inter. * Dani. Inf. l^.
Vidi il maestro di color che sanno Se.ler
tra filosofica famiglia. E l'iirg. 24. Dim-
mi , s- 10 veggio da notar persona Ira
questa gente, che si mi riguarda. Ir. &ac-
ch. nov. 108. Aveva il dello M. Gu-
glielmo un catello, che mai non si parti-
va da lui , od essendo tra lui e tra prio-
ri, semi 1' odoro della carne salala. (C)
retr. canz. 14. l- Tra le chiome dell
or nascose il laccio. Al qua! mi strinse.
Amore. Pav. Colt. igS. Il buono abeto
vuole ec. , esser subilo che e in lerra
sbucciato e concio, perciocché ec. gli viene
ira la buccia e '1 legno un certo minuto
inlailaniento .
:!• g. 1. E fgiirntam. •• Peir. son. i2.
Tra lo stil de' moderni e '1 sermon pri-
sco.» .CO
« §. II. Tra, talora .^erve ad accen-
nare lo Spazio compreso fra due termi-
ni che si nominano. •• lìocc. nov. 22. b.
La quale ! sala ) in mezzo era tra la ca-
mora del Re e quella della Ueina ». . Pelr.
canz. 5. 3. Chiunque, alboiga Ira Caro-
na el monle E tra M Bodaiio e '1 Ueno
e r ondo salse L' insegne Cristianissime
accompagna, (Ci , i j
if f. III. Tra, si usa anche parlando 1
de"ìi anelli, delle passioni ec. in che al-
tri si trova . .. Bocc. Introd. 2. Quasi
sempre tra' sospiri e tra le lagrime, leg-
gendo, dolibialc trapassare ». . (CI
§. IV. Tra, talora vale Per mezzo.
IM. inlcr. Gr. /i5T!<?J. Bocc. noi». 29.
26. S.dila in sulla sala. Ita uomo e uo-
mo là se n' andò. /',' nov. 38. l5. Tra
donna e donna nicltendosi , non ristette
prima che al corpo fu pervenuta, f «oc .
7. 85. Tra fronda e (ronda graziosa luce
vi trapassava.
* §. V. Talora vi si premette la par-
ticella /'i, ed cifuivale a Mezzo . J il. S.
Frane, igo. Frate Mosca va' alla tua via;
che lu non so' ancora uscito della tua ca-
sa, né di ira' parenti tuoi. (E) .Vior. Tob.
n. ( riconto 1799) Onde conciossiacosa-
ch' olla avesse toUo uno cavretlo di tra
le capre, e avossolo recalo a casa ec. (C)
+ * g VI. Di tra, vale anche la mez-
zo a. ^ov. ant. Sg. Si le si solvi; il cuore
di ira si gran gioia , che in poca d ora
cadde moria. (ì)
f §. VII. Tra, vale Nel numero di.
Lat. Inter. Dani. Inf 2. lo ero tra co-
lor che son sospesi. * Fr. Ciord. l'red.
B. E"li ora tra gli uomini foraoso. Bui.
taf. 26. Tra le quali v' era una che si
chiamava Deidamia. Varch. Slor. IO. 3lO.
E ira quegli Avcrano di Piero Pelimi. (C )
•\. g.VIll. Andare tra ijiie' più, 0 tra'
più, vale H'orirej modo basso. V. AN-
DAiiE, e Pili', §. XXIII. rc;
* g. IX. E Mandare tra' più, vale Far
morire. I . V\V' , g. XXIU. (C)
:;: §. X. Tra, vale anche Appresso ,
J\'el concetto di. Segner. Iiicr.2. 5. II. Tra
noi <> rimasta una fama simile, e fama si
invitta, oc. che non può avere sua fonte
fuorché nel vero. (C)
f §. XI. Tra, Inlora vale l'iella con-
versazione. In compagnia, Con.hM.cum.
Gr. sj'v, ps-zU. Bocc. nov. IO. i- Fan-
nosi a erodere che da puril'a d' animo pro-
coda il non saper tra le donne e co' va-
lentuomini favellare.
:;: g. MI. Tra, talora accenna Com-
pagnia, e vale Unilamcnte, Insieme. Tirane.
Saceh. nov. 22. Cominciarono tra loro a
sorridere , e tiratisi da parlo disse 1 uno
all'altro: vuo' lu predicar tu! Alam.
Colt. 1. 29. Dall' arbor proprio, e date
stesso insello. Tra la casta consorte e 1
cari figli Quasi in ogni slagion goderse 1
frulli. CO
* g. XIII. Tra, talora acrenna òcam-
bievolezza, Beiiprocità. G. ''■ 8. 1. I; Si
erano i ciltadini tra loro invidiosi. (C)
* §. XIV. Tra, talora serve ad accen-
nare l' unione, odisuiiione, la somiglian-
za, o dissimiglianza ec. che è fra due 0
più persone, o cose. Bocc. nov. 98. 7.
Per la intera amicizia, la quale e tra te
e Gisippo. (O
* g. XV. Tra, si pone talora ad ac-
cennare Paragone e confronto. ì il. SO-
nofr. Chi è piò (orlo nel servizio di Dio
tra no, e quelli che stanno nel disello ?
Fior. II. cap. .14 Pon mente quale lan-
cia Ì! miglioro tra la lua e la mia ( L e-
diz. Bolog. legge : o la Ina, o la miaj.
Alam. Coli. 1. 28. So non spegni la la-
me , e toi la sete Con vasi antichi , m
cui dubbioso sembri Tra bellezza 0 valor
che vada innante. (C) .
3 g. XVI. Tra, in vece dell avverti.
Parie. Lai. partim. Gr. /ara' fl^o;. '•"«•
inlrod. 27. Tra perla forza della pesli^ra
infermil'a, e per l'esser niobi ... le. n. mal
serviti, o abbandonali ne lor bi5"gn| «■ »
oltre a cen,„onlia crealuro 7;»"= ^' "5]
,lc corto denlro alle mura .Iella ci ,a d.
rUnze essere stali di vita l.^lu. A "-
21. 5. Tra per l' una cosa e per 1 altra
in non vi volli star più. E nov. 4 '■ »■
1568
TRA
TRA
TRA
Tra per lo gridare , e per lo piagnere ,
e per la paura, e per lu lungo digiuao
era sì viato, che più avanti nun puleva.
O. y. 8. Ì6. I- Fere ravalieri selle Ira'
suoi 6gliuoIi e suoi nepoli. E II- 87. l-
Si Irovarono a ricevere dal He ec, tra di
capitale e provvisioni ec, più di ceoloUaa-
taiiiila di marchi di slerlini. M V- \- 80-
Più di dugento, tra dell'una setta e dell'
altra , se ne trovarono morti di ferro.
V §. XVII. Tra f si usa talora par-
landò di Ciò che partecipa di due cose ,
che tiene dell' una e deli' altra . J'arch.
Star. 7. l84- Alcune holliiine infocate tra
nere e rosse con certi raxzettj lividi, che
si chiamavano carboni. (C)
5 §. XVIII. Tra, in vece rf' /»i. Lai. in.
Pass. ijS- Non creda la persona che la
confesisione non sia intera, pereti' ella sì
confessi tra più volte e in diver:>i tempi
ad uno medesimo confessore per legitti-
ma cagione.
t? g. XIX. Tra una volta e V altra ,
posto avverhinlm. vale lapin volte, u/ìocc-
nov. 80. l5. Da lei tra una volta e l'al-
tra aveva avuto quello che valeva ben
trenta fioiin d'oro» . (Cj
§. XX. Tra , per Compreso, o Com-
putato. Lai. cum. Gr. 'jJv. fiocc. nov.
80 34- E in brieve, tra ciò che v'era ,
non valeva oltre a dugento fiorini. -^ Fr.
Giord. l36. Qui si mostra la vdtj de'
pescatori , che tra tutti non v.igliono un
lombrico , un fil di letame . (1) IJant.
Purg. 2(). Non eran cento tra' suo' pas-
si, e i miei Quando le ripe igualmcnte
dier volta Per modo che a levante mi
rendei. G. /•'. 7. i3o. 8. Furonue morti
più di mille settecento Ira cavallieri e
pedoni , e presine più di due mila. Tac.
Dav. Ann. 1. 23. Quarant' anni alla
guerra aveva Cecina tra ubbidito e co-
mandato. (C)
^ §. XXI. Tra, SI trova anche Se-
gttito dal nominativo dt persona. Frane.
Sacch. nOti. 83. Il meglio the vi sia è di-
rizzarle ( le scarpette J : e tra egli e il
Toso ebbono che fare anzi che l'avessono
dirizzate . (f) Cron. Morell. 286. Fé le
più aspre cose the mai si vedesse , e Ira
egli e pochi altri , e quei balestrieri so-
stennono tanto, che tulio il campo si ar-
mò. iPe)
# §. XXII. Tra, talora invece di ac-
cennare unione di più cose , si adopera
con nome collettivo che equivale a più
cose. Fr. Giortl. i36. Qualunque fu la
minore pena, o fatira, che sostenne (Cri-
sto), si era sufficiente, e più pesava, che
Ira tutta la pena de' dannali ( cioè , che
tutte le pene insieme). (ì')
^' g. XXIII. Tra, talora è ridondan-
te. Fr. tiiord. ì'rcd. 1^5. Più l'amo Id-
dio queir umanità (di Cristo) che tra tutte
le creature di ciclo e di terra. (Cj
g. XXIV. Tra, per Oltre. Lai praeter.
r.r. Ttirìv. /foce. nov. 1. <). Avendo tra
gli altri a fare con Dorgognoni , uomini
pieni d' inganni. ^ Pass. 36o- E , Ira 1'
allrc cose , che fanno fare rei sugni e
oscuri, sì e lo 'ntemperalo, e disordinato
Uio della lus.'kuria. (C)
§, XXV. Tra, per O, congiunzione dis-
giuntiva. Lai. aut. Guid. G. Quale do-
vesse avere il palladio , tra Telamone , o
Ulisse. Sov. ant. 64- 2. Li Romani ten-
nero consif^lio, quale era lo meglio, tra rlie
gli Uomini aveftsiTO due mogli, o li- fem-
mine <lue mariti, acciocthè la gente mul-
tiplirassc. F nov. 58. 4* Signmi, <iuale e
meglio, tra una cosa, o dueT Tes. //r. 8.
55. Se vostra vicina avr.\jc maggior teso-
ro di voi, qual vorreste voi innanzi , tra
il suo, o il vostro f Maestruti. 3. 17.
Quale è maggiore obbligagioue, tra '1 bo*
lUr o '1 giuramento 7
'f- %. XXVI. F..teguilo dalla particel-
la E in luogo della particella O. Fit. S.
Onofr. \\\. Chi è più l'urte nel servizio
di Dio tra noi , e quegli che stanno nel
deserto? (V)
"^ %. XXVII. Tra, alcuna volta mostra
Incertitudine , Perplessità . ■» Bocc. nov.
48- 12. Il quale, avendo queste cose ve-
dute, gran pezza stette tra pietoso e pau-
roso, (yj Dant. Purg. 2^. La mia sorella,
che tra bella e buona Non so qual fosse
più , trionfa liela ee. (Fj
§. XXVIII. Essere tra'l siel no, va-
le Es.ser duhhio, o incerto. Amet. Se me-
desimo mira, quasi dubbio» tra *1 si e *1
no, d' acquistarla.
* §. W\\. Tener tra due, vale Tener
dubbioso, sopeso, V. DUE. %. Ili. (C)
* §. XXX. Tra le due terre. 0 Tra ter-
ra e terra, vale Sotto la prima coperta
della terra. V. TERRA, §. XLIV. (C)
5? §. XXXI. Tra queste cose, posto av-
verbialmente, vale Fra tanto. Lai. inte-
rea. Bemb. Stor. l. Tra queste cose M.
Giovanni Renlivoglio bolognese, che que-
sta terra re^-geva, per veder la città, e sa-
lutare il Principe e gli altri signori » a
Venezia ne venne. (Fj
V 5. XXXII. Dtcesi anche Tra questo.
Bemb. Stor. 2. l8. Il re Carlo tra que-
sto essendo in Asie , ed avendo mutato
opcnione, chiamò a se da Genova Monsi-
gnor d' Orlicns. (Fj
* g. XXXIII. Tra me. Tra sé, e si-
mili, valgono Meco, Seco, Dentro di me.
Dentro di se, e simili. Fiamm. l. 4 E
sforzandomi poi di dare alla mente ripo-
so , con gli occhi chiusi , allettando gli
umidi sonni , tra me medesima in colai
guisa gli richiamava . (N)
* §. XXXIV. Tra via, vale Per la via,
o Mentre che si e pervia, l'ctr. san. 61.
r temo forte di mancar tra via, E di cader
in man del mio nemico. (C)
•f :;: §. XXXV. Essere una cosa tra
due, vale Averla qui due soli. Aoi». ant.
82. Si r uccideremo , e poi mangeremo
quanto vorremo , e saia poi tra noi due
tutto questo grande avere. (E)
TUAANTICO. /'. A. Add. Molto anti-
co. Lat. pcrantiifuus. Gr. TToiuem'i- Liv.
M. Ma in cose sì Iraanlichc si basta di
tener vere le cose che sembran vere.
TRAAVARO. /'. A. Add. Molto ava-
ro. Lat. sordidus , valde avarus. Gr.
puiotpòi, :ro).u yi>ap'/u^o;. Sen. Pist.
Quando il traavaro ode questi versi, egli
se ne rallegra,
TRABACCA. Spezie di padiglione pro-
priamente da guerra. Tenda. Lat. tento-
rium , Gr. oxfl'vw/jLat . G. F. 9. 3oi. 3.
Ed ebbono Ì Fiorenliui in loro oste ben
ottocento , o più trabarche . Bocc. nov.
38. 7. Trovò la sua Salvctlra maritata a
un buon giovane, che faceva le trabacche.
E nov. 48. 5. E quivi falli venir padi-
glioni e trabacche , disse a coloro che ac-
compagnalo r aveano, che star si voleva.
# Car. En. 9. 5o4- Rannele assaisc , Il
superbo HaDuelr, che per sorte Entro una
sua trabacca avanti a lui lo su' tapelì a
grand' agio dormia. (B)
§. /'." per simtltt. Frane. Sacck. rim.
26. Sicrh}^ con lai trabacche L'alta pianel-
la e *1 calcagnin si cuopra.
TRAUACCIIETTA . Pint. dì Trabac-
ca. Lat tentoriolum . Gr. exi]vb>/iartov.
Tir;//'. Calv. 1. 6. E sollo un «Ilo rover
ce ne andammo Con una trabacchella ap-
parrrrbi.ita ■
TltABALDARE, e TRIBALDAlti:. F
A. Trafugare. G. F."). l3o 8 Furonnc
molti più di mille selteccnto tra cavalieri
e pedoni, e presine più di duriiiila, onde
molli no furono Irabablali . /'.' 12- 36. I
Disscsi con più di cento mila Gorioi d'oro
contanti , eh* egli avea guadagnati ovvero
tribaldali al suo ufficio . /''. F. 11. 97.
Perchè, presa la speranza della delta pro-
messa , gran quantità di ricchi , e buoni pri-
gioni li soldati (rabaldarono.
TRABALDERI'A . F. A. Jl trabalda-
re. Cron. FeJl. l!^6. Fue tulio UgUalo
per pezzi, e fattone grande istrazio, come
di cane, per le mate cose isconce ch'avea
fatte , e per le Irabaldene. ^ Cronichett.
157. Prescrlo ( Monjiorito } % primi colla
famiglia loro per certe trabalderie, e cose
isconce ec. e molti Fiorentini ne furono
condannali per le Irabaldeiie. (C)
•t * TRABALLANTE. Che traballa.
Barcollante . Fortig. Bicciard. 28. 8a.
Che quando avrà bevuto bene II Grasso,
e che Tedrallo tra]>allanle , E che sbadi-
glia , e il sonno a lui sen viene , Cenno
ci dia ce. (A)
TRABALLARE. V Ondeggiare che fu
chi non può sostenersi in piede per de-
bolezza , o per altra cagione j Balenare ,
Barcollare, Tentennare, E dicesi delle cose
eziandio che mal posano , e non istann»
ferme su' sostegni loro. Lat. vacillare,
titubare. Gr. 'Jixpot.fipioìxi. Fir. As.
282. Il soldato ce. , traballando ad ogni
passo , appena sostenendosi sopra dì uo
suo bastone ec. , se ne venne così piana-
mente alla città. Morg. 6. 38. E appic-
colii una nespola acerba, Tanto che tutto
pel corpo traballa . Buon. Fier. 3- 4- 9-
Reggersi e traballar sonnifcrosi. Malm. ty,
39. Che voglia a Malmantil, eh' ornai tra-
balla. Far grazia anch' ci di dare un po'
di spalla (qui figuratam. }.
^ %.l Traballare, vale anche Ballare a
doppio, finché ne abhiam voglia , o simi*
li. Cecch. Assiuol. 3. 6. Poiché m* avete
fatto sonare, fate eh' io balli. J'er. E che
voi traballerete farò, non dubitate ( qui i
ballo equivoco, perche la donna promette
al vecchio di fargli godere la dama con
questo TRABALLARE, che si può anche
prendere in sinistra parte J. (Fj
# %. II. Traballare, in sigaific. alt. vat^
Scuotere, Agitare, Far traballare. Lssc.
J\'an. 2. 34- Che nell' aria V aggira, e la
traballa 11 vento , come penna asciutta e
lieve. (Br)
•f * TRABALLIO. 7/ moto di CIÒ cAe
traballa; Barcollamento . Bellin. Bucck.
171. Ond'ci vien, coir andare a trabalho,
A intaccaccbiare un pò* la gravità ; Ansi
eh' ei va talor tanto a pendio. Che a gam-
be air aria per andare ci sta. (A)
^ TRABALZARE. Tn^tandare da un
luogo a un altro. Pecor. g. 12. nov. 2.
1 Pisani si scusavano che la delta merca-
tanzia era stala trabalzata, e non dava loro
il cuore di poterla trovare. (B)
g. I. Traballare , per Mandare chec-
chessia in qua e in là con ischerno e
strapazzo; Strabalzare. Lib. son. Il3.
Che del cocchiume Uscir mi vuol , per
trabalzare un prelr. Cant. Carn. 39. ^oÌ
sappiam pur rh* a voi anche ne giova Di
questo trabalzare (qui in sentimento equi-
voco , nel signific. di TrafntliO ).
# g. 11. trahalsmrt, neutr. Ouel sal-
iare che fa una cosa cadendo giù, e per-
colendo in quello che incontra . Fior. S.
Fraine. 5l. E l'Agnolo che menava que-
sto frate si lo sospinse, e gilluUo giuso per
questa ripa ( dirupo ) j Ìl quale irabal-
lando, e percotendo di scoglio io scoglio.
ec. (FJ
TRABALZATO. Add. da Trahalmre.
Salvia. Pise. 2- l3o. Po[tolu certamente
vario, nero, inslalule , leggieri, mostruoso
e vano, e in tulle le più pazze forme can-
giabile al pari delle nuvole da* venti io qua
e in là trabalzale.
TRABALZO. Sorla à' usura e di gmo'
dagno illecito Farch. rim. buri i. ò^.
TRA
Busta s' e' foMOD più dc\ pepe cari , Cli'
e* sarebbe da far IraliuUi e scroftlii Per
istar a peducci co' pie pali. Coni, i'arn.
38. Soccorrete i sensali , necessitati a far
Irabalu e scrocchi. K 77. Ihi vuol spesso
dare spaccio A trabalzi 0 barallare, Venga
via fuora al buiaccio. Senza ìtar troppo a
pensare .
# TRABASSO. ;-'. ,4. Jil-erh. Più che
basso, Jiassissimo. OuUt. rim. i. 63. O
perchè tanto al)bassare , £ farle di maggio
minore? Venuto se' tanto Ir abasso , Solo
montando noi \aìso\ {C)
* THAJJASTARE. Più che bastare.
Ces. Veli. Dani. 3. 498. Basta e tiaba-
sla; e mille grazio a tutti e tre voi. fCy
* TRABATTEhE. Battere, Percuotere
insieme due cose. Salvia. I/in. Or/. Au-
reli col trabalter de' metalli Rumor facen-
ti- (^J
^ §. Per andare. Camminare in gran-
dissima fretta. Tesorett. Br, 19. 181 .
Così lanza paura Mi trassi yxii avanti E
trovai qnallro fanti Che andavan Irabat*
tendo. (C)
TRABEATO . T'. A- Add. Mollo bea-
to . Lai. tertfue quaterque hentus . Sen.
Pist. Vergilio chiama trabeati quegli che
moriano a Troia la grande combattendo.
TRABELLU. V. A- Add. Molto hello.
X.ZÌ. perpulcher. Gt.^-zip^^v.^0^. Sen. Pist.
Seguili le imbelle e tranobili cose. * Ces.
Pros. 203. E IrabcUo è pure quc&t' altro
del Boccaccio. (Cj
TRABEJ^E. /'. A. Avverb. Molto be-
ne . Lai. perhelle . Gr. :rayxa)w^ . Sen.
Pist. E perciò gli dee 1' uomo far rimem-
branza delle cose trabene conosciute. ^ Ces.
Pros. 23l. Dico io ben cosi, o Pedcrra-
oiT Ped. Bene e irabcne. (Cj
# TKABERE. Bere .imodatamente. Sal-
via. Teogn. Chi tralice , fa vergogna al
primier senno, (/f)
TRABICCOLO. Arnese composto d'al-
cuni legni curvati, che si mette sopra *l
fuoco, per porvi su panni a scaldare.
§. I. Dicesi anche Trabiccolo ogni mac-
china stiavagaate, partitolannente di le-
gno.
* §. 11. Epermetaf. RucelL Dìal. 74.
Qual colpa ci ha il provvedere eterno, se
noi quelli semo , che alle proprie cadute
ci alziamo i trabìccoli? (Mini
TRABOCCAMENTO. // traboccare.
§. I. Per metaf vale Roviaa , Disfa-
cimento . Lat. clades , ruina , excidiiim .
Gr. ?is3po;. 3/. / . a. 35. Abbatte e ro-
vina $e medesimo con debito e degno tra-
boccamento. Declam. (htintil. C. Taglie-
rotti qualunque nodi tu slrignerai , ogni
traboccamento ti rlvocheròe.
# §. II. Traboccamento, chiamano gli
Oriuolai quel difetto degli orinoli di ta-
sca , che ha luogo quando i circoli de-
scritti dal tempo sono troppo estesi , di
maniera che , portando le palette dell'
asta troppo lontano , la serpentina non
può comunicar loro il suo movimen-
to. (Al
TRABOCCANTE. Che trabocca, Lat.
exuberans, superfluens . Gr. £-j3iìJvùIv .
Bocc. nov. 63. 5. Di greco e d'altri vini
preziosissimi traboccanti. Teol. Mist. Mi-
tura buona e Iralioccante e dicrollala da-
ranno del vostro. />. Giord. Pred. S. 20.
L* odio di Dio e grandissimo , eh* egli t'
ha ; il peccato tuo è traboccante . £" al-
trove : Sempre le misure d' Iddìo sono
colme e traboccanti.
§. Traboccante , il diciamo al Fiorin
dell'oro, e ad altre monete, quando vo-
gliamo dire che sieno di bonissimo peso.
Malm. 12. 54- Intanto cro&ciar sentesi un
gran riso. E, quel che è peggio, poi so-
nar, ma forte , Bastonale di peso traboc-
«.acti (qui per similit. in ischerzo). v Sc-
A ocabolario T. il.
TRA
gncr, Sent. Oraz- ip. Non iì vuole in qua-
lunque moneta; ma in moneta mollo elclta
e molto tralioccaiile. iTC)
TRABOCCANTEMENTE. Avverb. Con
trabocco. Precipitosamente. Lat. pracipi.
tanter . Gr. tt/pottetws . Coli. SS. Pad.
Il quale traboccantemente sì conduce a'
peccali.
TRABOCCANTISSIMO. Superi. di Tra-
boccante. Salvia. Disc. 3. 90. Non s' al-
teri senza urgentissime e traboccantissime,
ed evidentissime ragioni.
TRABOCCARE, ì'ersnr fuori per la
bocca j lo che avviene di vasi, misure, o
altre cose simili , quando san piene di
superfluo. Lat. efflitere , redundare . Gr.
fi/^E'et». Dant. inf 6. Ed egli a me: la
tua citili, eh' è piena D' invidia sì, che già
trabocca il sacco, Seco mi tenne in la vita
serena. Buon- Fier. 2. 3. 7. Quando al
.''crtembre riccrchiato Ìl lìuo , 11 vuol far
traboccar . Cant. Cara. Il3. Se la tra-
moggia non è stretta io bocca. Non si fa
macinato che buon sia; Getta in un trat-
to, e subito trabocca, £ ciò che tu vì metti
butti via.
g. I. Per similit. Petr. son. 66. Onde
convien che eterne Lagrime per la piaga
il cuor trabocchi. E canz. 35. 7. Che di
dolce veleno Ìl cuor trabocchi.
§. U. Traboccare, figuratam. per So-
prabbondare. Lai. esuberare. Gr. suà))-
vsrv . Petr. canz. 8. 5. Corro spesso e
rientro Col'a donde più largo il duol tra-
bocchi. Cap. Impr. 8. La limosina quanto
è accetta a Dio, tutte le scritture ne tra-
boccano , e le esperienze il Icslimonano .
Bocz. ì'arch. 4- pros. 6. Avviene ancora
spesse volte, che il governo delle cose si
dia a' buoni, pei che la malvagità de' cat-
tivi , quando è tanto cresciuta che traboc-
ca , si rinluzzi.
§. III. Traboccare, il diciamo anche
per l* Uscire i fiumi, o simili, del letto
loro per la soperchia acqua, v Dìal. S.
Greg. 3- 9. Il fiume del Serchio , il
quale correa presso alle mura della pre-
detta citt'a, spesse volle crescendo traboc-
cava , e spargevasi per lì campi d' intor-
no . £"3. 10- Il fiume del Po era tra-
boccato, e entrato negli campi del Vescova-
do , e tutta la contrada e le ville guastava.
l'it. SS. Pad. X. 33. Annunziavanmi quan-
do doveva traboccare il Nilo y ed io me ne
facea beffe. (V)
3 §. IV. Traboccare, in signific. att.,
vale Gettare. Lat. ejjundere. Gr. e*x;[-'ìcv.
Tav. Bit. Ordinarono trabocchi , manga-
nelle, spingarde, e traboccavano nella città
fuoco con zolfo. C. / . 9. 94. 3. E così
dinioraro le dette osti in guerra stretta dì
badalucchi, e di traboccarsi e di saettarsi
tutta la detta stale.
* §. V. Traboccare una città, un ca-
stello , o simile , vale Offendere eoa ma-
terie scagliate con trabocchi, o con somi-
glianti stromenti da guerra una città ec.
ttG. /'. 9. 94- 1. Gravi battaglie cootiuua-
mcnte davano alla cittade , traboccandola
con più dificii >». E 9. 116. I. Gli usciti di
Genova assediarono Noli, traboccandola e
combattendola per più volte aspramente. (B)
# §. VI. Traboccare, nello stesso si-
gnific, usasi anche assolutam, « M. V.
2. 20. Dando opera i capitani a far fare
dificii da traboccare nella terra ». {B)
§. VII. Traboccare , per Precipitare ,
Gittar giù, Scagli^rej e in signifc. neutr.
Cadere precipitosamente . Lat. pracipita-
re. Gr. zara/^yjuvi'^-iv. Pass. 5o. I ho
veduto il segno del fuoco di Mongìbello,
che r aspetta per riceverlo . e traboccarlo
allo 'nferno . Guid. G. Li Greci traboc-
cando in gran fretta, si raccoglievano per
fuggire alle lur tende. E altrove: Peota-
silea traboccò morta alla terra. G- A ■ 9
TRA
i569
91. 1. FuroD giudicati a morte, e traboc-
cali di fuori. Alam. Gir. 12. 77, Guarda
nel monte or a sinistra, or destra. Se
cosa v' ha per traboccarlo destra, ^l: Bemb.
Stor. i. 6. Rinforzandogli addosso la calca
de* Tedeschi, egli traboccò con un drap-
pello de* suoi nel fiume. (Fj Chiabr. rim.
part. 3. pag. 255. (Cerem. I73o ) Ed il
corpo gentil, fjiio di gielo. Giù traboccò
sulla sprezzala polve. (B)
§. Vili. Efguratam. Tav. Dicer. Quan-
do la predetta malvagia sentenza fu Irahoc-
cala (cioè, fu data precipliosamenle, e sema
considerazione ).
* §. I\. Traboccare il sacco. V. SAC-
CO, §. XXI. (•)
'? %. X. Traboccare , dicono gli Orino*
lai del Xon combinarsi recìprocamente le
ruote della serpentina per traboccamen-
to. (A)
TRABOCCATO. Add. da Traboccare.
Guid. C. Ma quando Ettore il vide tra-
boccato mcilo itendersi alla terra (cioè,
gìtlato giù ì M. F. 9. 87. Loro stato
sovente si muove con vogliosa e Iraboc-
cala leggerezza (cioè, precipitosa, furiosa).
Morg. 2.5. 73. E r acque vidon traboc-
cate , e sparse Fuor della fonte ( qui nel
signìfic. del%. m. di TRABOCCARE).
TRABOCCHELLO. Trabocchetto. Stor.
Aiolf. Passava sicuro sopra il trabocchello,
e quelli che aveva lo 'ngegno in punto lo fé
svolgere , e cadde Bosolino nel fondo del
traboccbello .
TRABOCCHETTO. Luogo fabbricato
con insidie , dentro al quale si precipita
a inganno. Lat. decipula, decipulum. Gr.
^oàu-,-0,- , :ra/i'5 . Buon. Fier. 1. 4- 6.
Avverti a quella porta che sotterra Pel
fondo della torre presta '1 passo Per ire
al trabocchetto. E appresso : Le guardie
corrotte, Ch' al trabocchetto stanno.
§. I. Figuratam. per Jnsidie. Lat. in-
sidia-. Gr. XvtSp'x. Tac. Dav. Tendendo
trabocchetti a' più chiari.
g. II. Trabocchetto , è anche dim. di
Trabocco: Strumento da g i tiare . Lib.
Astr. O chi 'l volesse più immaginare ,
parrebbe a modo di carro , o di traboc-
chetto con pertica. Slor Aiolf. Fece driz-
zare due trabocchetti da gittar pietre.
t TRABOCCHEVOLE. j4dd. Che ec-
cede fuor di misura. Smisurato. 1,^1. im-
measus. Gr. •j-rtipjxzrpoi;. Ovìd. Pist. q3.
Mi parve vedere le vele tese al trabocche-
vole vento chiamato Noto. Salvia. Disc.
1. 398. Divenuto a un tratto per la tra-
bocchevole e cieca libidine nimico e tra-
ditore .
§. Per Precipitoso, Avverso. Lai. ad-
versus. M. / ■ 7. I. Acciocché per le loro
mine e pe' loro trabocchevoli casi si ri-
conoscano , correggano e ammendioo.
TRABOCCHEVOLMENTE . Avverb.
Precipitosameate , Con furia . Lat. prcK-
Cipilanter . Gr. TT^orETùIv . Petr. Uom.
ili. Fa grandi principii traboccbeTolmente.
e non mostra il fine. Amor, f is. 21. Or
min adunque questo empio accidente Qua-
lunque è quel che vuol legge ad Amore
Impor per forza traboccbevolmcnte.
TRABOCCO. // traboccare, Trabocca-
meafo . Lat. mina, lapsus. Gr. TrTWiia,
óyidr,fj.a . Fir. As. 172. Allora parve
bene a Psiche eh' ei fosse venuto l'ultimi'
trabocco delle sue rovine , e che a viso
scoperto eir era mandata alla beccheria .
Farrh. Slor. 3. 4?* Stando le cos di
Firenze tutte in bilico , era di grandissi-
mo momento a poter dar loro con ogni
poco di trabocco , in qualunque parte si
volgesse, il tracollo. * Bellin. Disc. |.
l65. Per ritenere la ruina. e il trabocco
con queir .nitro artifizio che si dirà , vi
ha posto Iddio un altr* osto per la parie
d' avanti. \Cj
197
i5:o
TRA
t n A
TRA
j. I. Per Luof»o dove si corra risico di
traboccare. Cor. Ult. I. 70. Non possiamo
uscir fuori , che non diamo in un moDte
che sta per caderci Ìd capo , o in certi
trabocchi , che ci strappano le budella .
* %. II. Per meta/. Danno, Disfaci-
mento, Sterminio. Giov. Geli. Vit A{f-
l65. La fortuna medesima , che apparec-
chiava a Roma la rovina e il trabocco ,
levò di maniera la fede dell* accordo che
non molto dopo Borbone cc- se n' andò
per la diritta a Roma- (C)
t §. III. l'rabocco, è anche Una mac-
china murale de* primi tempi della milizia
italiana, che serviva per iscagliar sassi
d' enorme peso e fuochi lavorati nelle
ritta assediate. Tav. Hit. Ordinarono tra-
bocchi e mang-inclle, e spingarde , e tra-
boccavano nella città fuoco con zolfo. Scn.
Pist. 82. Finalmente fu mortu con pietre
di trabocchi (il testo lat. ha: saxum mo-
lare). M, V, 6. 21. Rìmò lral)occhi, e maa-
gancHc che tribolavano il castello . Mae-
■itruzz. 2. 2Q. 2. S' egli conforto che 'I
trabocco gittasse , ovvero il balestro. O-
riff'. Calv. I. i^. Ed or farea far mangaui,
or trabocchi .
* §. IV. A trabocco, posto avverbialm.
vale In modo che traboc(hi. Beri, diamp.
l']!\ Ricolmar di prcgiudixii non vale sem-
plicemente apportare, recar pregiudìzii ,
come voi dite; ma signi6ca recar pregiu-
dìzii con soprabbondanza , e non empier
sulameotc la misura , ma empierla a tra-
bocco . (C}
* TRABOCCONE. Avv. Precipitosa-
mente, Furiosamentt', .-/ guisa di chi tra'
hocca. fìern. Ori 2. 44- Perchè sperava
gettarlo a grand' agio In terra traboccone
a cajio chino. (Br)
TRABONDARE. /'. A. Soprabbonda-
re. Lat. exuberare . Gr. eJSiiverv . Sen.
Pist. E tanto traliooda, che una bocc non
gli manca.
* TRABUCCAKE. V. A. Traboccare.
Stor. l'tst. 80. Egli lacca spesse volte
combatter il castello, facealo trabuccare.
Eappresso: Messcr Ramando stava a oste a
A^intcfalconc, e tanto lo fece combattere,
e trabuccare, che ec. arrenderono lo ca-
stello. (P)
tf %. l'I in signifc. neutr. pass. Cet-
tarsi giù. Precipitarsi. S. Agost. C. D.
1 . 22. Avendo letto il libro di Platone della
immortalila delP anima, trabuccossi a ter-
ra d'un muro, e così di questa vita trapas-
so a quella, la quale credeva migliore, if^')
t * TRABUCCO. /'. J. Traljocco.
Bim. ant. \. 21. Gridando mollo forte
Un trabucco rizzòe Che mi die nuove sor-
te (questa poesia sì legge anche in l'r.
lac. Tod. 7. 6. 5. con diversa lezione ,
cioè, trabocco). (P^
t TRABUONO, r. A.Add.PiU che
buono. Lai. opttmus. Gr. flù'i'STOi. lì-
*p. Pai. Sost. I. Elli dunoe il suo tra-
buono 6gliuulo ad essere giudicato a mor-
ie e a tormento. Guitt- lett. 46- Lo an-
dare in romeaggio èc trabuono . ma non
mica per curiositattc.
TRACANNARE, lìer fuor di misura ,
e avidamente. Lai. mero .*e ingurgitare.
Gr. x«T9iv5Ja^at. Morg. |C). fi2. Mor-
gautr, tu non bei, anzi tracanni. Ar. Pur.
20. 32 E liprciidmdo il rilo Saracino,
Gran tazze e pieni fiaschi uc tracanna.
K sat. 2. E 'I vin fumoso a me vie più
interdetto, Che 'I losco ; quivi a invili »i
tracanna, E sacrilegio e non ber molto e
^rbictlo. Tac. Dav. Ann. 4- Si '1 Cec-
chin per tale inganno |j prese ^/j tazza),
f porse al 6^IÌuiilu, ti quale, cnmc giova-
ne, la tracanno. Sen. Ben. Varch. I. IO.
Verrà un di, che gli ubbriachi saranno in
summ.i riputazione, e V aver tracannato di
molto vino ì.irà viriti grjndìi^inu
t TRACANNATO Add. da Tracan-
nare. Lai. largiter haustus. Gr. ~o))a
w o^tts'vo; . fìmel. S. GÌo. Grtsost. a36.
Nel corpo de' quali per lo Iracaonalo Ti-
no l'anima è morta.
t TRACANNATORE. FerbaL masc.
6he, 0 Chi tracanna. Frane. Sacch. nov.
167. Se prima era bevitore , diventò tra-
canoatore. Buon. Fier. 5. 4* ^- I^^Hc
borse sicario, Tracannator del sangue ((jui
per similit. f .
TRACAPELLO. Spezie d'erba, l'ed.
T'pitimo.
* TRACARCO. Add. Stracarico, Sfol-
to carico. Voce poetica. Bim. ant. (•uilt.
49 ( l etti le note 228. e 1^21. C.uitt.
Lett. ) La tambra d' aogostia è tracar-
ca. (T)
TRACARO. V. A. Add. Molto caro.
Lat. carissimus . Gr. TraoeetJs'sraTO^ .
Sen. Pist. 101. E perciò, tracaro :tmiro
mio Lucilio, studiati di vivere, /-'altrove:
E cosi è, trjcaro amico mio Lucilio; già
la mia etadc ec.
TRACATTIVO. F. A Add Molto
cattivo. Lai. periniquits. Gr. 7Cau~0v»i-
(S55. ì'it. Bari. 7. Avvenne sì Iracallivo
cb* ancora ne doverebbe tutto il rooodo
piagnere.
TRACCHEGGIARE. Temporeggiare j
Modo basso.
TRACCIA. Propriamente Pedata, e
Orma di fiere, e 'l Cammino che fanno
le fiere, o chi le segue. Lat. vestigium.
Gr. T/vo;. * Ar. Pur. 17. 3l. (orren-
do viene, e 'I muso a guisa porta Che '1
bracco suol quando entra in su la trac-
cia. (C) lition. Pier. l. \. 6- Le varie
tracce Rìcercan varii i bracchi, e i caccia-
tori.
§. I. Per similit. vale Segno, Contras-
segno. Liv. M. Le tracce d' altr" uomo
son nel tuo ledo. /:" appresso : Egli me-
desimo vide le fresche tracce del danno.
3 §■ 11. Pur per similit. vale Cam-
mino, Fiaggio. l'ctr. son. l45. Onde 'I
vago desir perde la traccia. Dant. Par.
8. Onde la traccia vostra h fuor di stra-
da.
§. III. Per Truppa che vada in fila ,
e l' un dietro all' altro. Lat. ctrtus. Gr.
cuvouTi'a. Dant. Inf. 12. E tra 'I piò
della ripa ed essa in traccia Correan cen-
tauri nrmatidi saette. ^'« /':i5. Ritorna in-
dietro, e lascia andar la tracria •• . (^) E
18. Da) vecchio ponte guardavam la trac-
cia Che venia verso noi dall' altra bau*
da. But. ii.'i.-<Dal vecchio ponte, in sul
quale eravamo già montali, guardava w
Dante la traccia, cioè la brigata e molti-
tudine grande che venia verso noi.
g. IV. Per Trattato, Trattamento ,
Pratica di negozio, ii. /'. io. 21 3. 3.
Parlilost il re Giovanni dì corte , se n '
andò in Franrìa, per seguire la tr.iccia. E
12. 3. 3. Sentendola traccia del Duca, e
il suo mal consiglio , e non srnlenilo>i
forti, ec. Pranc. Sacch. rim. 3- Con vi-
ziali modi V ci.n lor traccia, S'ell. han
pietà, da lor la fan partire.
§. V- Traccia della polvere , si dice
Quella porzione di polvere che dal luogo,
donde s'appiccia il fuoco, ti distende fin
presso ai mastii, e ad altri strumenti da
fuoco, per itrnrirarli.
§. VI. Andare in tracttn. /'. ANDA-
RE.
TRAC*:iAMENTO. // Imcriare.
§. Per Macchinamento. Lat. machina-
tio. Gr. ftriy^oije.ft.^. Liv. /Ve . 3. tìi>*' e-
g)i: distruggereste voi U rrpubMira per
lo tracciamento e per la guida di Pub-
blio ?
TRACCIARE . Seguitart la tmccia.
Lat. indagare , i-estigare. Cr. i^iuvotv-
ìfcr-g 22 1.1.1 Ognun vuol questa le-
pre, ognun la traccia- Buon. Tane. 4-
I. lo sono aodalo a caccia per un pUno,
E tracciando la lepre ho perso il bracco.
^.l. Per me taf. vale MaiJimare, Tene-
re trattato. Lat- molin. Gr. pri^a.-tàt-
da*. Liv M. Già erano due anni era tur*
baia, e andava tracciando nuovi consigli.
Sen . Fist. Queste facciamo, e queste co-
se tracciamo, f.'ro/i. Morell. 327. In que-
sti tempi ec. per lo Comune di Fireoxe ii
tracciava di aver Pisa, e di poterla guer-
reggiare. Stor. Eur. 6. l52. Parendogli
forse poco il tracciar la morte di un solo,
si dispose a farla di terzo.
I §. II. Per simiit.^ Segner. Mann,
y'ov. i4- 1' Esser deriso, insuluto , ca-
lunniato, insidiato, traccialo a morte per
qual cagione? (F)
f * TRACCIATORE. Feròa/. masc.
Che, 0 Oli traccia; Hintracciatore. Sal-
via. Opp. Cacc. Che a' cacciatori kileozio
è usato assai, e spesialniciUe a' tnccialo-
n. {AJ
* TRACHÈA. F. G. A sperar ter ia.h^.
aspera arteria, * trachea. Gr. TJxjfjtac
otpTT]pia. Bed. Oss. an. \. Due erano le
trarhce, o canne de' polmoni. (") Imperf.
Anat. 145. Il sito (delle cartUagiat j è
vario, come nelle palpebre. Del naso, nel-
r orecchio, nella larmge , nella trachea
ec, (F)
TRACHIARO. /' .4. Add. Motta
chiaro. Lai. pellucidus. Gr. Oiayavi;'?.
Sen. f'ist. Non è tracbiaro e lucente ,
ma egli e puro e nello. 3f Salvia, inn.
Om. 585. O, degli uomiui, Ancbise , io
terra nati, Trachiaro e glorioso Sovra tut-
ti. ^v;
•f * TRACOCENTE. Add. Più cht
cocente, Cocentissimo. Salvia. Jliad. o,
715. Quando ad alcun venia La tracocen-
te e fervorosa bile. Regalabili egli erano,
e con molli Aggiustabili, ec. (Aj
TRACODARDO /' A. Add. Molto
codardo . Lai. ignavissimus . Gr. pa.'^j-
ywTStTfli- Liv. M. Voi siete, diu egli ,
sconBlti da Irarodardi oimici.
# TRACOITATO. F. A. Add. Lo
stes.to che Tracotato. Cavale. Med. cuor.
123. La prosperità e la sanità fa uscire
l'uomo di senno e diventare tracollato.
Pist. S. Gir. 406. Non vado come tra-
eoitata sopra me , e più che coavenga al
mio stalo. Guitt. Ult. 28. 78. M' ha
sovente e forte offesa mio tracoitato co-
re. (F) E rim. 2. 121. O iracoitala. e
forsennata gente. fC)
TRACOLLA. Striscia per lo più dt
CUOIO, che girando di sulla spaila sotto
all'opposto braccio, sen'c comunesmtats
p-r uso di sostener la spada, o simi/e.
lai. balteus. Gr. ^vs^r^p.
TRACOLLAMENTO . // tracollare.
Tracollo ■ Lat. lapsus, ruina. Gr. oii-
t^Ttpu, TT&Tjot. Lth. cur. malatt. Quan-
do SI avvicina il tracollamentu del mtìe
(qui Jiguratam. ) .
TRACOLLARE Lasciare andar giù
ti capo per sonno, o simile actttétntej »
OJiche Minacciar dt cadere j « talora an*
che Cadere. Lai. caput demittere , colla-
bi. Gr. «csaìc'y xotàd'vat. I ardi. Stor.
12. 4Ì7- Essendo egli, mentre suooife-
rava, tracollalo delta seggiola, nella qu*>
le sedeva, battè della memoria io terra .
e morì. * Segner. .Mann. Ag. |5. 4-
Ti fanno tracollare in un precipiaio U
più spaventevole di tutti. (Ij Belila
Di.rc. I. i5o. Non ci è mai slato verso
che lo scheletro voglia star mai ritto ,
ma sempre si lipiega nelle sue parti ,
trarotla e capolcva, e bjitte giù. E l58>
Questo non succede ec. perchè lutta
tracolla, tutta m piega, tutta trabocca. (Cj
§. I. E per similtl. Hicrsi per lo stesso
che Traballare Lai fiutare , titubata
I
T K A
Gr. r.oLp^^fipicì'^'- Tac. Po'.- Sior. i.
j63. Tracoll«do i cavali, per lo peso
deiili uomini d' arme.
* fi 11. i.' P'-r melaf. Il mancar d
enuiUùrio delle hlanae . Imperf. Pro.'.
lì. II. r. 4. 199- l-J" " pareggiano
queUe bilancie, che qua ci sembrano o -
uc ad ogni giunto peso di mer.li, o d.
demeriti tracollare a caso. IFI
•+ TRACOLLATO. Add. da Traco-
lare. Introd. I irn Col gombito m sulle
«nocchia, colla mano alla gota, e mono
àbro di sonno, IracoUalo ec. r y""'"
«empio non è Imito dall' Inlr. I tri- ,
ma dalle /■<..•. Esop. ledi la cd.z.one
di Padova i8ll a pag. I08 , che leg-
ge: Il Leone stava su uno gr.mde sac-
cone ec. scinto, col gomito iu sul gmoc
chio, e la mano alla gota, e merjo ebro
di sonno, tracollato). Buon. 1-er. i 4-
1,. L. stadera cred' io della Dogana,
Che uacollata fa tremar le case (cioè,
traballata, tentennata) .
5 TRACOLLO. /' tracollare. Caduta,
Bovina. Tratt.gov. /hm. Piglialo peroc-
ch'é divino, e scntira'lo salire d. grado
in grado tanto, che non solo darà Ira-
collo aUa sinistra al tutto dilungala da
pensier terreno, ec. jVfl/m. i- 72
ocni pensici Lciicuu, . — • —
Chi di un urton, qnell' altro da un tra
collo. „. - r..
* S. L E figuratam. Disgrazia, 1 e-
ricolo^Malm. 8. 3. La notte, disse e
un vaso di Pandora, Che versa aBronti,
risichi e tracolli" . (>J , r\ ?
* e II. Tracollo, dicesi anche Quel-
r allo che fa la bilancia ncll' abbassar-
si dalla parte dove il peso e maggiore i
cade figurai. Dare il tracollo alla bi-
lancia. 0 Dare il tracollo assolutamen-
te, dicesi di Quello che nelle cose ugual-
mente pendenti e dubbie cagiona risolu-
tione. « Stor. Eur. 6. l3l. Ed erano
tuttavoUa si bilanciale le Ione loro, che
ogni poco di augumento era bastante a
dare il tracullo» . (Cj ., , .,
S III Dare il tracollo alla bilancia.
Jed. DARE IL TRACOLLO, §.
+ * TRACOLPiBE . Colpir bene.
Salin. Odiss. 6 69. Una batta-
glia battagliare Presso le preste navi, e
Tracolpiansi Coli' aste acute di temprati
rami (qui informa neutr. pass. )■ I^J
TRACOSFORTARE. 1- A. Confor-
tarsi, Consolarsi. Lat. se consolari. Gr.
una schiera e nell' altra si Iraconforta-
vano, secondo la stagione f qui neutr.
''"«' TBACOSTESTO. /Idd. Mollo con-
tento. Salv. avveri. 2. l. ^■ Direbbesi
stracontento, strapagato, .<tradolore, stra-
<apere, e strafare ciò che Irafare, Ira-
sapere, tradolore, trapagato, e traconten-
to ne' liliri si Iruova scritto de' più vec-
chi autori. (I )
TBACO-NVENEVOLE J.^.^dd.
Molto convenevole. Lat. admodum decens.
Gr. no»a tzpiltu^. Sen. Pisi. Tuttavia
iraconvcnevole non mi pare quello clie
TulUo usa ch'egli appella cavillaiiom.
TRACORDARE. 1 ■ A. CrandemenU
concordare. Lai. maxime concordem esse.
Gr. navraTtaacv ijio-iiwpottJ!.i^. Liv.
il. Varavigliositnente si Iracordavano , e
si mostravano di buon' aria a tutte ma-
niere di gente C(;iii iicrilr. pass).
TRACORBENTE. Che tracorre. Lat
cxcurrens. Or. •Urpt-AU-. Bemb. ,?(or.
I 7. I pouU da' quali le isole dcUa
citt'a dall' acqua Iracorrente separale si
congiugnevano, furono iocouiinciaU, es-
sendo prima di legno, a farsi di pietra
istriana a spese del pubblico.
+ TRACOBREKE. ISeutr I A Cor-
rere assai. Correr forte. Lai. exciirre-
IRA
re. Or. iXTpi'xS'"- ''"'"'• <^"'- . •'°; *;
12 Non vedi tu che tulli gli ammali, si
tosto come a nuocere si levano, Iracor-
rono ? r,. /.
ir. ^ \ E figuratam. per Disfarsi,
DissXer.ù. Rovinare. Sali Giug. 89.
Per concordia le cose piccole crescono ;
per discordia le grandissUne tracorrono
e vengono meno ( il lat. ha : dilabun-
+ e 11. E insignire, alt. vale Tra-
passale, Trascorrere. Lat. praelergredi.
Gr. ,af«Tp£'x-:.v. Frane. Ba.h. l5b.
16. Peggior son quei che tracorron li
""^i"' TRACORSO. Add. da Tracorrere}
Trapassato. Lai. praeleritus. Or. p.t^i-
U-ylioi,. Bemb. leu. 1. 1. A-. "^ ."""
vaio sopra l'usanza degli alili anni la
terra per la lunga serenil'a d- '!''"'■',"-
corsi mesi ec. gi'a tutta verde. ( ) /•- fros.
3 160. E questo uso di congiugnere
una voce del verbo avere con un altra
di quel verbo con cui si forma il sen-
timento non solamente in ciò, ma anco-
ra nel tracorso tempo, di cui s e già
dello, ha luogo. (J'j
* TRACOKTESE. T . A. Add. Mollo
cortese. Lsp. Pai. Aost II. U ci la-
sciò a suo comialo prendere il tracorle-
se lesù Cristo, e il tralargo. |AJ ,
:'.! TRACOTANTE . Add. l'ieno di
tracotanza. Insolente. Segner. l'rcd. [a 1
Jp 12 12. Come farebbe quel Cornilo
tricotanle, U qual volesse tratiare da ga-
leotlo il figliuolo stesso del Re. (ILI
TRACOTANZA. Insolenza, arrogan-
za, Pro.mnzione. Lat. arroganlia, super,
bla, insolenlia, audacia. Or. K^«;Kv!ia,
Spa«;. Dani. Inf 8. Questa lor tra-
colanza non m' e nuova, i. t-Onv. iJy.
Il quale contrario irrevercnia, ovvero tra-
cotanza, dicere in nostro volgare si può.
Liv V Contaslare alla lor liacolanza e
alla' lor foiba. G. T. 9. 284. 3. Mon-
to in tanta audacia e tracotanza, che l
uBcio del Priorato avea per niente.
TRACOTARE. /. A. Lui. I ar. 10
1. Tracotare è errare nel quoto ; quota-
re è poner la cosa nel suo ordine , e
però iracotato, cioè disordinalo nella e-
stimazione che fa di se. , , ^ _.
TRACOTATO. / . A. Add. da Ira
colare; Insolente, Arrogante, Prosontiio
so Che si tiene da mollo più eh e non
e ' Lat. arrogans, insolens, superlms.
Gr. aiociTw'v, apatjJ;. C. ; . 6. 79. b-
Per lo 'p"l'"l" superbo e tracolato si
vinse il peggiore. /(,m.a«(.t,«jH. 100.
Ouest' e '1 suo nome dritto. Che lo savtr
Si lolle , E mi fa tutto folle. Smarrito ,
e tracciato malamente. Tac. Dav. iter.
2 2Q0. Non si può credere quanto ei
divenne superbo e Iracotato ( il testo lai.
ha .- quantum superbiae, socordiaeve ado-
+ * TRACOTTO. Add. Più che col-
lo Stracotto. Salvin. Buon. Pier. I. 4.
6. Biscotto, pane non due volle cotto ,
ma discotto, tracollo. (A) ,,,,,,
TRACnUCCIOSO. r. A. Add. Mol-
to cruccioso. Lat. valile indignalus. Gr.
,f6òpx iu»x:p="»M^ ^'"- ''■"' "
maestro tracruccioso disputa che 1 uomo
non si dee crucciare.
TRACURAGGINE. Trascuraggine. Lai.
incuria. Gr. «'//s'Uia.
J TRACURANZA. lo slesso che Ira-
scuranza. Lat. incuria. Gr. d^iUi'.A_
Tac. Dav. Ann. 3. 67. Moli» strade d
Italia eran rotte, e non abilevoli, per mi-
sleanza de' conducenti , e tracuranza dei
magistrali. E Ann. II. l33. Ora noii si
stimare per la comune tracuranza dell ar-
T R A
157I
ti nobib! e per attendersi alle supcrstizio
' ni forestiere. E Ann. 16. 232. Come agli
altri r industria, a lui dava nome la tra-
curanza.
•f * TRACURO. Sorla di pesce clic
anche dicesi Codaspro. Salvia. Opp.^ Pt-
sc. 3. 3li|. Ed il larimo prese e de tra-
curi O co"daspri le genli. lA)
TRACUTAGGINE. Tra.tcuraggine.l-ìt.
negligentia, incuria. Gr. K/ii^dX. /ìocc.
nov. 94. 21. Giusto titolo parendogli ave-
re in ciò che la tracutaggine altrui ave-
va gitlato via. Tac. Dav. Ann. 4' 97- '
nemici, veduta lor traculaggine, fanno due
schiere, per assalire una i sacchcggianti .
e r altra il campo romano.
TRACUTAMENTO. rrocii (ungine. Lai.
negligentia, incuria. Gr. a^O.Eia. Kim.
on'l. /'. iV. Ragione è, che deggiate pati-
re Li gran Iracutamenti che usali Avete
lungo tempo a consentire.
TRACDTATO. Add. Negligente, Tra-
scuralo. Lai. negligens. Gr. a.p.ù'.~
Com. Dant. E UacuUlo colui che tutta
sua onoranza e sUlo di pregio si getta
dopo le spalle.
* TRADERE. r. i. Insegnare, tr.
Barb. 20. 21. Onde di lor ti trado. (/ .
* TRADIABOLICO. ì'. A. Lo stesso
che Diabolico j ma ha più di forza. Leni.
Specch. Uman. Scrivendo tra essi d altre
sconcissime cose ec. , e altre vituperose ,
diverse, e tradiaboliche opere perpetrate
per lo comune di Siena, t Cj
1 TRADIGIONE. Tradimento. Lat./jro-
^ ditio. Gr. Tiooo'oai'a. Adi', ani. 5l. 7-
Egli non dee essere in luogo, dove lalso
oiudicamento sia dato, né tradigione par-
lata. E nov. 60. 2. Sorpresero questo lor
signore a Iradigione sconciamente C. l
q 3l2 1. Il conte Alberto da Mangone
fu morto a ghiado per tradigione. Tes.
Br 8. 5o. Quest' uomo la omicidio, que-
st' altro fa ladroneccio , e quest' altro fa
iradigione. Alam. Gir. 4. 24. Ond .od.
voi pavento. Che non v' attcndan la per
la foresta, E quache tradigiou vi sia mo-
'''tRADIMENTICATO. y. A. Add In-
teramente dimenticato. Lat. oWi.'io". da-
lus. Gr. tvi \r'rzri Ttir.f Mosti i- Liv. .1/.
La cosa pe'r lo lungo tempo era tradi-
menticala.
TRADIMENTO. // tradire. Lai. prò.
dillo. Gr. -^poSozlu. Eoa: nov. 96. 16.
Qual tradimento si commise giammai più
degno d'eterno supplicio? Peir. Uom.
ili. La potenzia del traditore coperse la
infamia del tradimento. G. T . I- l4- '
La citt'a di Troia per tradimento fu presa
da' Greci. '.- Alam. Gir. 22. 76. Ogni
uomo, o-ni donzella inteola bada A tes-
ser tradimenti, a condor male. (B)
§. I. Pare checchessia a tradimento ,
^vale Farlo contro a ragione, con ingan-
"no, maliziosamente, a torto.
§ II Mangiare il pane a tradimento,
diciamo del Mangiarlo, e non lo guada-
' gnare. Buon. Pier. I. 5. 3. Puoegb es-
sere Che vo' abbiale a mangiare a tradi-
mento Si fattamente il pane, e si 1 sala-
rio Sguazzar bricconeggiando? Lasc.rim
Ma se vi par eh' 10 scrocchi, Mangiando
il voslro pane a tradimento, ec.
TRADIRE. Usar/laude cantra colui
che si fida. Lat. prodere. Gr. AUTX^fO-
SiSitii. Bui. Ciascuno che usa fraude
contra colui che si fida, si chiama tradi-
re. Dani. Inf 33. Aveva voce D aver
tradita te delle castella. E appresso ._Sap-
pi, che tosto che 1' anima trade , Come
fec'io, il corpo suo l'i tolto Da un Di-
monio r ciò;-, tradisce) . ■»"';,.",';, .l;^"'-
matrade,^ioèsid^n.imad.^e,otra.
d.mcnlo. !.. ' . 9- »y/- ■ ,,,;.>■ !■_
ui, e si rubello da loro per Uattal.. -e Fr.
làc Ccss. 2. 2. 25. Per concup.scenza
di pecclo carnale Iradette la terra sua
i572
TRA
(C) Vit. SS. Pad. 2. 336. Giuda «seo-
do in gloria e io onore di apostolato per
Cristo M "I (radale. (ì')
* g. I. Tradire una città, un castel-
lo ad alcuno, i'ale Consegnarglielo per
tradimento, a. l'. Q. 2*7. Cercò trattalo
con certi della citta di Lodi, che gli do-
Tessero tradire la terra, e doverne avere
odo mila 6orini d' oro. (B) Sa//. Ciug.
117. Che dunque giudichi tQ T Che iia-
no puniti coloro i qnali al nemico tradi-
rono loro patria? K 118. Ora e al nimi-
co crudelissimo tradita 1' autorità del Se-
nato e tradito il vostro imperio. (1) Se-
gn. Star. Itb. 2. Ferono levare un rumo-
re che '1 gonfaloniere voleva tradire al
Papa la lilierià (di Firenze). (FPj
* g. II. Tradire una persona ad uno,
vale Consegnargliela, Dargliela in mano
per tradimento. Sallnst. Ciug. 211. Egli
era usato dì molto volgere nel suo ani-
mo, se Gìugurla a'I.omani, ovvero Siila
a lai dovesse tradire. (CP)
* §. III. Tradire uno a morte, vale
farlo morire a tradi/uento. Med. .-frb.
Cr. ^o. Avvegnaché ce . non si com-
movesse coDtra V amoroso Gesù ragione-
volemcnte, né per telo di giustizia a tra-
dirlo a morte- (Cj
TRADIRITTO. /'. //. j4dd. Dirittis-
simo. Lat. directissimus. Or. p.d'ii'STo:
€'j &u?. Sen. Pisi. Alcune cose che sono
tradiritte, se alcuou le mette in acqua
chiara, e* pare ch'elle sien torte.
TRADISPRFGEVOLE. T. A. /fdd.
Molto Apregevole. Sen. Pisi. La cosa che
ciascuno uomo tradispregevole e tralordo
puote avere, non è huona.
TRADITEVOLE . / . //. Add. Da
traditore. Dì traditore. La*, proditonus.
Or. ^poòortriii. Quid. G. Immaginando
nel suo cuore li Iraditevoli ingunni d'An-
tenore e di Enea.
t IRADITEVOLMESTE. f.A.Jy
t cri. Da traditore. Con tradimento. Ouid.
C 26. 4- Or non diede Achille tradite-
vulmenle a morte Ettore il fortissimu, al
quale in prodezza nullo Tue , ne saràe si-
mìgliante ?
TRADITO . Add. da Tradire. Lat.
proditus. Gr. T^cojo&a'^. G. V. 9. l63.
3. Il Legato e mcsscr Ramondo si tenne-
ro traditi.
*TRADlTORA. Traditrice. Tac. Dav.
Ann. 1^. 190. Sapendo la voltabile gen-
ie che ella e, a' pericoli tarda, vedendo il
bello, traditora. (V) Car. pari. 1. lett. 100.
Le traditore satino d'esser tenute le più
belle di Roma, e ciascuna ha , come sa-
pete, la sua fazione di quelli che 1* ama-
no- Cani. Citrn. II- Or cosi vuol ella
andare, RibaKlelIc, traditore ? C.^) Salvin.
Seno/. 5. 109- O bellezza traditora I O in-
felici sembiante I perchè mi durate per
travagliarmi ì (C)
^■r §. E in senso generico vale bricco-
na, Malvagia, lìtnv. Celi. J'it. I. 374.
Disperatamente batlonava quella serva ,
dicendo: oiniè, traditora, che lume l'hai
morto I Lasc. Cen. 1. nov. 3. Una lingua
aveva la più traditora di Firenie. fC)
TRADITOMACCIO. Peggiorai. di Tra-
ditore. Lasc PinS. 4' 8- Ahi tradilorjc-
riii ! tu non vuoi aspettare il cappello? A'
Spir. 2. 5. Questi sono 1 ra-M mici, Ira-
diloraccia ; ni* innamori, e poi te ne vai.
Jìuon. Tane. 2 7- Traditoraccia, che mi
giunga il boia, S* ora non ti rigiuogo a
questo stretto.
•f TRADITORE, l'erba/, masc Che,
o Chi tradisce. Lai. proditor. Gr. Tipo-
co'tij; Pocc. nov. l6. a6. Ni desiderio
di danari, ne altra cagione alcuna mi fe-
re mai alla tua Ttta nò alle tue cose in-
sidie, come traditor, porre. Dani. Purg.
30 Cui traditore e ladro e patricida Fe-
T R A
ce la voglia sua dell* oro ghiotta. F rim.
16. lo maledico il di, che io vidi in pria
La luce de' vostri occhi traditori. Pttr.
cnuz. .39. 3. Fastidila e Utsa Se* di quel
frfUo dtjre fuggitivo , Che *1 mondo Ira-
ditnr può dare altrui.
TRADITORELLO. Dim, di Tradito-
re. Circ. Ce/I. 1. i5. Io vo' che tu mi
prometta, che mentre ch'io m'apro, co-
me tu vedi, per favellare teco , di slare
avvertito che ntiU venisse alcuno di que-
sti traditorelli , di questi granrhi marini,
e gillassemi un sassolino ira l'un nicchio
e l'altro.
TRADITORESCAMENTE . Avveri.
Da traditore. Alla traditora. /Jorgh. l'ir.
Jt.ff. 262. Fangli da Totila Iraditoresra-
mente ammazzare.
TRADITORESCO. Add. Di tradito-
re. Lai. proditorius. Gr. TTJSOtTfO;. i.ib.
Son. lOD. La tua fisonomia traditoresca,
L* esser bistorto, e le gambe a sghimbe-
ci. Danno nt>iitia del tuo mal pen^ie^e.
' TRADITRICE . J'erfial. fenim. Cita
tradisce. Lat. 'proditrix. Gr. "^scicsT-
ix . C. y. 12. HI. 4- Sposata quella
rea femmina adultera, e traditrice del suo
signore e marito. Mor. S. Grtg. Eleggo-
no per lor parte, quasi come sommo be-
ne, le cose visibili e fufigilive , le quali,
come traditrici, dilettan l'occhio. Tav.
Pit. Traditrtre , in che maniera ha' tu
morto lo mio figliuolo ? fUm. ant. Pier,
figa. 112. Traditrice ventura. Perchè mi
ci men.utì? E Mess. Guest. 137. E già
non son si nato fra gU Almidi , Ch'io
pensi mai di trovarla umatrice Quella eh'
è stula di me traditrice. Pera. Ori. 2. 26.
3o. A Bursia fui menata in Natòlia Dal-
la fortuna traditrice mia.
TRADIZIo>E. r. L. 3femoria cava-
ta non da scrittura, ma da racconto de
vccchij onde si dice Avere , o Sopere per
tradizione. Lai. traditiu. Gr. e cKy/AK-
Mahn. 8- 32. Legni li quali esse ban per
tradizione, Che fur fatti del giuggiol di
Nerone.
§. Tradizioni divine, apostoliche, eccle-
siastiche ec. sono presso a' Teologi i ta-
cri dogmi non scritti, conservati da* Pa-
dri della Chiesa, ed uniti a* precetti re-
gistrati nelle divine Scritture, per regola
della fede e de' costumi, i arch. Star. la.
465. Confermando le tradizioni de' Padri,
e le dctcrminaiioni de' Concilii.
tTRADOLCE. f. A. Add. Mollodolce.
Lai dulcissimus. Gr. ■/)u/jT0tTO;. t uitt.
leti. 1. Signore nostro , che per troppo
tradolce amore, che portò a noi e porla ^
di morte noi liheranao, sostenne morte.
JC 25. Se gustare poteste, amie» iradolre
mio, con sano vero palato, che gioia dol-
ce, chiara e cara rende virtù , ce. Psp.
Pat. JVost. 3. Or ragguardate la grande
cortesia del nostro Iradolcc maestro.
THADOLCIATO. f. A. .4dd. Tra-
dolce. Lat. dulcissimus Gr yijjc-jTaTO,.
/■>- lac. T. 3. 16 17. l'erocchè non 1*
avean riconosciuto. Che fosse il lor mae-
stro tradolciato. /:.' 5. 36- 23. Quando e-
gli era picculino, Tradolciato e buon bam-
bino.
•f TRADOLORE. /'. A. Dolore gran-
dissimo. Salv. /I%verl. a. I. 4 Direbbe-
si stracontento , strapagato , strado/ore ,
strasnpere e strafare , ciò che tttijarr ,
trasapere, tradolorr, trapagato e tracon-
tento ne' libri si Iruova tcrìllu de* più vec-
chi autori ft }
TRADOTTO. Add da Tradurre; Tra-
sportato. * Pass. iBo. l'rcfjlu drlU tisiata
natura, dal principio della naiura original-
mente tradotto e derivato. ì\ 186. \ Uiu
della corrotta natura, tradullo per la se-
minale geneiatioDc { ciò* coniUDÌ< alo ) ' ì }
t §■ Per f'o/gansmto . Morg ly.
TRA
l52. E fu uovato in lingua persiana ,
Tradotto poi *n arabica e 'n caldea , Poi
fu recato in lin(;ua soriana {cioè, trasla-
tato ; lat vcrMis ) . t? J'arrh. Quest. Al-
eh. 3a. lo certamente l'ho tradotte di
parola a parola, e recitate fcdelissiniam en-
te, e volentieri. (C)
TRADUCITORE. Traduttore.
t TRADURRE. Propriamente Trasporr
tare da un luogo ad un altro checches-
sia } e Jiguratam. Trasferire checches'
sia d* uno in altro soggetto. Lat. tradu-
cere. Gr. /zerayciv. Pass. i83. Quello
cotale non avrebbe il peccalo originale ,
il quale , come detto è di sopra, si tran-
sfonde e traduce col seme, di che il pa-
dre genera il Sgliuolo- Agn. Pand. 08.
A noi pare ec, che p^r non rispondere a
quello che da voi aspettiamo, voi rivol-
giate il ragionar vostro della masserizia,
e traducetelo in coutrarìa parte, dicendo
della liberalit'a.
g. Oggi Tradurre , si dice anche per
J'olgarizzare , o Traslatart. Lat. *^rte-
re. Gt. ntTKfpdZn*. I arch. JSrcol. 2Q2.
Si duole a cielo, che ec. si ritrovino mol-
ti, I quali non cessino di tradurre le cose
latine nella lor lingua. K appresso: I
Latini non traducevjno dal greco! /'.
Traducevano. ('. E Cicerone stesso non
tradusse le orazioni di Demostene e d'E-
schine? /. Tradusse. Cas. lett. 69. Ab-
bi Terenzio e % irgiliu in mano ec. : biso-
gna farseli familiari ec, recitarli, tradur-
li, iinpsirargli a iiK-ntc. Salvin. Disc. l.
178- Piafquerai sempre, e maraviglioso
mi parve qutl dello d* Augusto impera-
dure : e~\j^i p^pxcittt^ ; che comunemeo*
te si traduce : festina lente.
t TRADUTTORE . Colui che tradu-
ce, che d* una lingua trasporta nel-
V altra alcun componimento . Varch.
Ercol. 25o Dico che la giuria prima è
de' componitori, non de' traduttori. Sai»
via Disc. I. 319. Come uno aveva qual-
che tintura di greco, subilo si erigeva in
traduttore.
TRADLZI0>E. // Trasportamento d'
una lingua in altra j e anche l' Opera
così trasportata. Lat. versio , interpreta-
tio. Gt. fiizàfca^ii.^ Tolom.lett. l- IO.
Li quali ( Alamanni e Martelli } di poi
sono slati da più altri ingegni nella Ira-
duzion di variì lìltri imitali . (B) Salvm.
Disc. 1. 219 Leggevano il testo ebraico.
e poi la traduzione de' Settanta, e poi al-
tre traduzioni dall' ebreo nel greco . £,'
223. Ita posto questo argine la Chieia
alla inondazione degli eretici, che sempre
con nuove e con nuuvc traduzioni ardi-
scono di scappar fuori.
TRAE> IL. Clu- irne, o tira a sé. Lai.
attraheus. Gr. (^s')xMv. ^V. 3. 22. IX
Fuggente alle calde interiora della terra
lo naturai calure dell' arbore , e traente
con esso seco 1' umore e lo spailo della
{>iaata. L 4' 36. I. Alcuni, traenti i venti
torcali, assaggiano i vini (cioè, soflìonti).
* Tass. Lez. son. Cas. 192 Questa %o-
ce traesti importa movinicntu e nella per-
sona traente, e nella cosa tratta. (Cj
$ THAE.NZA. astratto di Trmenl* .
Pelila. Disc. 2. 17. Ed io che Gn prima
del finir della mia adolescenza ebbi r alta
ventura di seguire la dolce Iraenza delle
tue voci ( dell' Anatomìa } che tidi mai
Della sua reggia immortale ì ( F) F 3&^.
Ed oh fuggite, fuggite l'orribil mostro,
che ha nella favella 1' incanì» . e 1* insi-
die ila le pjfule, pertlic chi segue la dolce
traenza delle sue voci ne va perduto per
sempre . ( /t/
:?TRAERE f Tl^SnE. (Aj
I 9 TRAFALLARE. /. A. Trasgrr
dire gravemente Or- .V. Gir. 3. Kon sai
tu che tu lacchi, e Irafalli la legge? (/;
TRA
^on sai tu che lu pccch. , e Ir.laU. la
''■°f TrUfARE . Far più che „»„ con-
.,™«.n(e«(o, ^ir-pog..'". .«r»rf»/orr, .lr«.
Lere e .»ra>r. , co che tra/are ec
«• libn si uuova scr.llo ae" pm vecchi
'TrAFELAMENTO. // irafilarc. L^at.
TzXrie.i. Z,lmld. Andr. l'er la mulcs a e
lunsi agilaxione s. eraoo ndoU. m Ira-
TRAFELARE. rroprmmfnle lang'"
re, Massarsi. e quasi Venir mene per
s..er.hiafa,.e.,. e cMe.V.Ueons<erua
Ti viribus dejkere. Gr. itlzUr--.^^'-^^ ■
V' """"■' r' ,/ ,(, «o. 6. Non si Jio-
exxaavsiv. O. / ■ io. oy. " ■
tcano per istanchczia .lei caso, che a^ean
fallo , rcgge.e , n>a molli ne Ualclarcno .
j!>a:e. facch. Op. AV. 112. Non haoDO
però alcuno relnscrio , se noa come se
uno portasse uno gran.liss.rao P"°. "^ ''^^"
felasscvi sotto, e sudasse. / i( •>'"■• "";.
Dato bere a quel monaco che trafelava d.
sete, senpeUiron «luell' altro. L appresso:
Pognamo che non ci potessono B'"5n"«
né uccidere; pure e. condussono lU sul
irafelare per lo molto correre. Cren. I tH
I05. Rolli e sconfini si misono m luga ,
di che molli ne luron presi, molli ne trale-
hrono, molli n'affogarono in Arno. CeaVi-
Corr. 2. 2. Vienne, che e' t. vuole, e m
ha mandalo Trafelando . lUorg. 26. l/|2.
Kinaldo tanti a Astarot ne manda , Cbed
egli è tutto tracciato e stanco, ^ac ^'""■■
Ann. 2. 34. Su le mura trafelando , per
nomi chiamando, e promellendo, avea co-
minciato a sollevare.
+ TRAFELATO. AM. da Tra/elare .
Lai. viribus deslilulus, ccnslernatus. In-
irod. Viri. 343. Morta e trafelala la mag-
gior parte della sua gente. Fir. Tnn.prc-
Sono arrivalo or ora tutto Iralelato. J arch.
Ertel. 33o. Don Silvano RaMi ec. tutto
tiafdato comparse quivi , e cosi Uamba-
«cialo disse , che ec. ^ i „ .,
* TRAFELONE. AOannone- ( ar Long.
So/. q5. Menatogli la sua Cloe davaul. ,
e raccontogli con grande angoscia , come
un trafelone che egli era, tuli, gh avvisi
di quella impresa , gli stratlagemm. che
avea fatti ec. gU ne pi esento, ft;
TBAFERlKE.eTRAFlERERE. f . A.
Ferire, Percuotere. Lat. ferire, percu-
lere. Gr. Ws.v, tÙtitsiv. Ta^. lui. 1-^
cavalli e i cavalieri si trafierono di scndi
e di petti e di visaggio tanto fieramente,
che amenduni andarono alla terra. -• itil
^in. OdiSS. 16. 383. Maggior cosa a me
ancora in mente pose Saturnio, che a sor-
U avvinaixati , E piantando discordia tra
noi , Voi non vi Irafetiatc e svergogniate
« TRAFERMISSIMO. .Wr/. A Tra-
fermo . Sai.. A^'^ert. 1. 3. 4- A Esso
punto feimo . pii e men fermo può es-
tere in quattro gradi , cioè fermo , Iraler-
mo , e fermissimo, e Irafermissimo, ec. 11
trafermissimo richiede il capoverso, r' )
# TBAFERMO . AdJ. Mollo fermo .
Ja/v. Avoerl. l. 3. l^. A Esso punto fer-
mo più o men fermo può essere m quat-
tro gradi, cioè fermo, Uafeimo , e fer-
missimo . e traferuiissimo , ec Appresso
al fermo non seguirà maiuscola, al tra-
fermo si. (ì 1 ., , y
t TRAFESSO. Add. Mollo fesso, o
irèsso Lai. fissus Gr. ÒIESX"/'-,^''? ■
f:r Med. cL. .18. 4- Oh '^e buon
brodo fan le fave lesse 1 ec. E cotte in sul
niatlel paiun irafesse.
■^t TRAFFICANTE. Che Ir»#«^Lat.
nelotìator. Gr. :tf ayMaTS.'v Da.. Carni
TRA
TRA
1573
lOi Risultante dal molto commercio e In-
liecciamenlo de' trafficanti ( qui inforza
di SUSt.j. , , r' , _
TRAFFICARE. ;\ego=i<ire, Lscrcilar
la mercalura. e 'l Iratfico. LM. nrpocia-
n. Gr. noKvr-^TÉojaSai. M. f . b. 1».
La qual ^osa gravò tanto li mercaoU, che
abbandonarono in gran parie il «ame , e
'1 trafficare in quello . £occ. no.'. J». O.
Dove gran parie dcUa tua nccheiM ve-
drai come si traffica. Mor. S. Crfg. Ar-
ricchiti di virludi, son condotti a liafficar
la mercataniia della fede, 'f CcaU. Oonz.
I I. Comprai quella casa, Dov 10 abito
adesso, e He podeii. Che mi son riusciti
mollo buoni ; E mi vo trafficando ( come
voi Sapete ) i miei danar su le faccende
Piaueltamenle, ec. [Di
§ I. ler Maneggiare, Aver Cura, la-
vale Fruii. Img. Nientrdimec.o per ca-
gione di trafficare della pecunia , perche
era dispensalore del Signore, cadde 51 lai-
damenle, che per pecunia tradì Cristo.
:■.: § 11. Pir Tratiare, Maneggiare.
Lat. iraclarc. Fior. It. 296. Le sue ma-
ni r di Camilla ) non erano use a IraUr-
care né fuso nb rocca, ma solamente ca-
valli ed armi. (C) , , •
J- :J g. in. Trafficare, tale anche .i-
doperarsi per conchiudere e tiratv a fine
qualche negozio. Trattare. Borgh. Orig-
Fir. 3ul. Si sa per certo che elle si ta-
cevano dentro nelle citi e in luoghi co-
modi e da potere facilmente convenire il
popolo, e massimamente ai cattivi tempi a
liafficar lor faccende e passeggiare e trai
tenersi. (1) ^
g. IV. Ter Toccare, Stazzonare. Lai.
conlrectare. Gr. /aSaltisoSai. l il- SS.
Pad Levossi suso, e incominciavalo ad
abbracciare e baciare, e a trafficare impu-
dicamente, come fanno le male femmme .
/;„(. Purg. 21. 2. Non mi appensavaora
che lu eri ombra ec. , volendo trallare e
trafficare 1' ombre. Zi 28. 1. Ella trafficava
colle sue mani molti fiori.
TRAFFICATO. Add. da Trafficare.
Buon. Fier. 2. I. IL Nt si puolc avan-
zar sema il vantaggio, Ch" ì: una quintes-
senza delk cose, Che qua e l'a s'emugne,
trafficate .
f TRAFFICATORE. r erbai, masc.
Che, o Chi traffica. Lat. /le.odVKor. Gr.
Itpo^yiAo^tzJi. tr. Ciord. Pred. R. Vor-
rei ascoltanti divoli, e numerosi i Iralhca-
tori più opulenti.
3 TRAFFICO . // trafficare. Lat. iif-
gociiim . Gr. TTf K'/f^'' ■ ^o"' "°''- ^' j,
Leabssimo e diritto, e di g"n traffico d
opera di drapperia. G. / . 8- 68. 5. Que-
sto traffico del grano fu coli altre una delle
cacioni di voler rivedere le ragioni de} C''-
mune. M. J.ll 10. " traffico de Fio-
rentiDi fu levato da Pisa. Pass. 060. Dalla
pane di fuori son cagioni di sogni 1 arti,
gli oficii, i lavorii, ed ogni mestiero e tral-
fico, cbe si fa del continuo con isludio e
eon sollecitudine . ■•;= Segner. Pred Pai.
Ap 6 12 Guai a quello ardito noleggia-
tore, che ricettandole (quelle merci) vo-
lesse quindi farne alcun traffico a par-
te I (C) . „ ,
* S Traffico, vale anche 11 luogo dove
,<, tra/fica. .^ Malm. I. 82. Tosto che v
ebbe lillo il capo , volle Che ognun ser-
rasse il traffico e '1 negozio ■• ■ ( Cj
•f TRAFIERE. / . A. Pugnale acu-
tissimo, del quale andavano armali i ca-
valieri, per valersene contro l'avversano
venendo alle strette con esso. Lat. pugio.
Gr. J,<--.'5i!!»- Morg. 8. 72. La lancia di
Ciressc aveva in mano. La spada allato, e
cintosi un trafiere. F 8. 85. Rispose aMat-
tafoUe Berliughiere : Io ti darò col brando e
col Irafiere. ^
TRAFIERERE r TRAFEBIRE.
TRAFIGGENTE. Che trafigge. Lat.
vulnerans, confodiens . tir. TiTfWJZWV.
Tac. Dav. Oerm. Ìt!\. Pollano aste oggi
piccole , con poco e snello fono , ma si
Irafiggenli e destre , che con esse com-
ballono presso e lontano , secondo il bi-
sogno .
3 TRAFIGGERE. Trapassar da un
canto all' altro, ferendo e pugnendo; e si
prende anche per Ferire semplicemente .
Lai. transfigere, transverberare, transfo-
dere. Gr. ^i:>ajvsiv , <Jia:T£ip-'V. Vani.
Inf. 24. S' avvento un serpente , che 'l
trafisse L'a dove il collo alle spalle s' an-
noda . Vittam. I. 27. Prese ad ingegno
e per forza Cartago , Poi 1' arse tutta , e
qui finio la guerra , Che Irafillo m' avea
d' altro , che d' ago.
-.;: §. I. E per similit. •> Pelr. son.
89. Qui co' begli occhi mi trafisse il
core.i.rO
g. 11. Per meta/, vale Pugnere, 0 Af-
fliggere con modi spiacevoli e detti mor-
daci, o con cosa che arrechi noia e dis-
gusto. Lat. dicteriis eie. mordere. Bocc.
nov. 78. I. Mi pare che alquanto trafitto
v' abbia la severil'a dell' oB'cso scolare. E
nov. 100. 3o. E perciò, per prova pigliar-
ne, in quanti modi lu sai, li punsi e tra-
fissi. Frane. Sacch. nov. 20S. Il Papa u-
dendo costui , e sentendosi trafiggere ec ,
diede sorridendo certe scuse.
* §. III. Trafiggere, vale anche To-
-liere il vigore. Mortificare. Soder. Colt.
Affinché non sieno trafitte dall' eccessivo
caldo le lor radici. (BrJ
TRAFIGGIMKNTO. Trafiggitura,
Traplta. Lat. vulnus, transfixio. Gr.
TSaoUK . Lib. Pred. Si trovarono espo-
sti al irafiggimeulo dei denti velenosi di
quella serpe . - , ,
* TRAFIGGITOBE. ì-erbal. masc.
Che, o Chi trafigge. (Ni
* TRAFIGGITRICE. Che trafigge, f .
il Vocabol. in CORALE, §. H (!SS)
t TRAFIGGITURA. La Ferita che si
fa nel trafiggere. Lat. vulnus, plaga. Gr.
T(:(xo>a,"7r>«y»i'. Oli. Com. /,/. 24. 4ib.
Idra è un serpente d' .icqua, dal quale li
lediti enfiano; del quale alcuni dicono che
questa trafiggitura ha nome Boam, peroc-
ché si medica col 6mc del bue.
+ TRAFILA. Strumento che e come
una grossa pala di ferro , piena di fori
di diverse grandezze , pe' quali si fanno
passare l metalli, per ridargli in filo, ed
a maggior sotligliczza. Segner. Crisi. 1/1-
str 3. 20. l3. Quelle austerità , di cui
tanto temono i delicati, servono al viver
nostro, come le angustie della trafila ali
argento per allungarlo . ■•'.= Bari . Ricr.
Sav. Iib. 1. cap. 12. Quel gambo (del
tulipano) Uscio, erto, sottile. Le trafile
noi lirerebbon più eguale ; se non cbe nel
salile assottiglia con garbo. fBJ
:S TRAFILARE. Terni, de' Filatori d
oro, ec. Passar i metalli per la trafi-
la. (A) „ .
* TRAFISSO. Add. da Trafiggere;
■PraAlto. Ar. tur. t(i. Sp. Fu tal lisposla
un venenalo telo. Di che me ne senta
r alma trafissa. (V)
TRAFITTA. Puntura, lenta . i-M.
i.,r,7. Gr. rpao>a.rr.6.64.3l-l.n.o
dice che le sui cipoUe :del giglio), colle
col vino, sanano le trafitte de'serpenti, o
la malizia e 1 velen de' funghi.
S. I. Per metaf vale Grave dolore, o
„/|,„o„e.F,»mm. 7- 76- Dall' una parie
amore, e dall'altra gelosia con v^ le Ixa
fine io contiuova battaglia tenuero il do
^'""t t^^'Per Motto pungente Fian^'''^-
Fir Disc, leti- 3o6. Della di lei tutela,
nascer'a la difensione della nostra patna ,
• e 'onore dell' allabeto latino, e a me p<H
l574 TRA
vero padre di quella uoii sarà ogai tr^-
6lla mortale. (CJ
-•? TRAFITTIVO. j-Édd. Che trafigge.
Lai. conjotliens. Gr. TtT^o/o/wv. // /'o-
cubo/. alla voci GRAVE, §. XV. (')
TRAFITTO. Àdd. da Trafiggere. Lat.
tranxfossu.i , transvi-rheratus . Gr. t^w-
Sei;. />rt/i/- //{/; 25. Lo tra6lto il miro,
ma nulla disje. E Purg. 28. Non credo
cbe splendesse taatu lume Sullo le ciglia
a Venere, traGlta Dal 6glio fuor di tultu
iun coilunie. Hocc. nov. 9. ((/. Il Re di
Cipri , da una donna di Gua&cogua tra-
fitlo, di <altivu, Valoroso diviene (qui nel
iignijic. dfl g. II. di trafìggere ).
ThAFITTUKA. Puntura, Trafiggitw
ra . Lat. vulnus , plaga . Gr. TpaujLX ,
TiX-ny/,. fìocc. nov. 77. Sj. Il Sol di so-
pra , e il fervore dui Iialtuto di sollo , e
li- traGtture delle mi;sclie e de' tafani ec.
r avean concia. •? Segner. Crisi, instr.
1. .^0. 2. Prima contutlociò di venire alle
trafitture convien premettere, te. (/l)
* TRAFLUE.'STE . .4dd. l'inente m
mezzo. Gttid. <i. 2. 2. E molli fiumi eoo
coolinui cursi traflueotiquelia pianura ba-
gnavano. fCj
TRAFOGLIO. Trifoglio. liicord. Ma-
lesp. i35. Quasi come uno (rafoglìu a mo-
do d' uno piccolo arbore . lì. /■'. 6. 64-
2. Quelli ( fiorini ) che quivi furono co-
niati , cbbono tra' pie del san Gievanni
quasi coni' uno trafugliu , a guisa d' uà
piccolo albero.
fTKAFOGLIOSO. Jdd. Pia che pieno
di foglie . Dani. Conv. xS'J . Oh come è
grande la mia impresa in questa canzone,
a volere oniai cosi trafoglioso campo sar-
chiare! (Il Vocahol. reca questo medesi-
mo esempio anche alla f foglioso).
TRAFOMARE. Forar da una handa
all' altra , fuor fnora . Lai. tcrchrare .
Gr. Tp\/7:dv. '.> fJi'nw. Celi. Oref. 2;). E
ciò fatto SI potrà cominciare a traforare
alcuna di quelle rosette che saranno nel
compartimento dell' opera . (Cj Salvin.
Odiss. 8. 661). In Ire partilo lor piacque
il consiglio : O '1 cavo legno traforar col
ferro, O da rupi gìttar ce (/,'J
* g. I. Per Trapassare forando. " Dat'.
Colt. ifjj. Cigni di siepe fonda e serrala
r uccellare, perchè i tordi impaniali non
la traforino >». (^)
f 3 §. II. Traforare, fguratam. Tra-
\-alicare. J'edi l'esempio ò\ Agost. C D.
m TRAFOUATO.
* §. III. Traforare, per Incavarci ed
r quel che fanno gli scultori intorno a'
muscoli e panni delle figure, o più o me"
no incavandoli, secondo /' altezza del luogo
nel quale dehbono essere collocate. lialdin.
Voc. Dis. r. TRAFOItATO. §. (Jj
TRAFORATO, .-idd. da Traforare. S.
^gost. e. D. Trascorra tutta Gallia , e
traforate 1' Alpi con si gran circuito, ce.
(cioè, trapassale, travalicate). lìuon. Fier.
S. 5. 6. E u quell'altra col drappo mavi
cadente djlle spalle traforalo (noè, bu-
rlicrato ) . Tac. Dav. Ann. \. 4- Qncstc
lustre faceva per aver fama d'essrre stalo
all'imperio della rcpubblit a eletto, e pre-
gato, e non traforatoli per lusinghe di mo-
glie, e |ier barbogia adotione (4fui fìgura-
tiim. Il testo lat. ha.- inrepsisse ).
^ §• Traforato, dicono gli Scultori a'
sottoquadri così profondamente incavali ,
che sembrano quasi spiccar le cose dal
marmo. Vasar. Panni e mani traforate
con arte e eoo graiia. Lavorar panni tra-
forati, condotti tanto soiiilnit-nlc e si na-
turali, che ec. ha ciiin|>ali) n«J ni.irtiit> Ij
grosseiia che il naturale fj nelle jiirghe
e in su* lembi nella fine de* vivagni del
jianno. (A)
TRAFORELLEniA. V TRAFUREL-
] ERI'A.
TRA
TRAFORELLI.NO. T. TRAFUREL-
LINO.
TRAFORELLO. V. TRAFURELLO.
TRAFORERI'A. Trafurrlleria. f'arch.
F.rcol. 77. 1 quali (cr fare star forte il ter-
10, e 'I quarto colle barene , baratterie ,
trufferie, trappolerie, traforcrie e giuntene
loro, vogliono o vendere gatta io sacco , o
cacciare un porro altrui.
TRAFORETTO. Dim.di Traforo. Henv.
Celi. Oref. 29. Quando alcuni traforelli
messi con disegno a* loro luoghi si veg-
gono ne' lavori di filo , sono giudicati
mollo belli dagl* intendenti.
t TRAFOItO- // traforarci e V Foro
fatto nel traforare. Fir. rim. {^(\. Questi
merli da man , questi trafori Fece pur
ella. ^= L'env. Celi. Oref. 27. Chi in e>Ja
si vuole esercitare bisogna che abbia lu-
me non piccolo di disegno per i fogliami
e trafori che in essa intervengono . (Cj
E 2y. Poiché io sono venuto con propo-
sito a ragionare della vagheua de' trafori
nell'opere di filo, ec.
f g. Traforo , figuratam. vale Nascon-
diglio , lituscita , Luogo per trafugarsi.
Malm. 12. 32. Ed ella se uè va sicura
e franca , Sapendo ogni traforo a mena
dito.
TRAFREDDISSIMC Superi, di Tra-
freddo . Lat. perquam frigidissimus . Gr-
W5 j/u/csTaro; . Fr. t>iord. Fred. /{.
Correva un verno trafreddissimo , e più
che trafreddis-simo.
TRAFREDDO. ì'. A. Jdd. Molto
freddo. Lai prtrfrigidus. Gr. \/7t^p^\JXr^Ì-
l'allad. (Ht. 5. Se v' è il verno molto tra-
freddo , poguasi un poro di colombina al
fiiè di catuna. Tes. Jir. 5. 7. Il suo vc-
eno egli è più trafreddo che tutti gli al-
tri veleni, eh' egli nuoce a molle cose ^cost
ne' migliori lesti a penna j lo stampalo per
errore ha trafrillivo).
•f i"? TRAFUGAMENTO. // ti-afi,ga-
re. Trasportamento nascosto. L'den. ^is.
3. 20 Secca e frivola invenzione aìlresi
pare il trafugamento di Lavinia per le sel-
ve fatto da sua madre, cr. (j4j
TRAFUGARE . Trasportare nascosa-
mente. Lat. clam esportare. Gr. ).oìòpo(.
t/.fifuv. Cuid. G. Temendo lo re Tat-
libio della morte d' Oreste, insino allora
il Irafugòe . Dant. Purg. c\. Quando la
madre da Chirone a Srhìtu Trafugò lui ,
dormendo in le sue braccia. Farcii. Slor.
12. 449- Neir ultimo se gli offerse di met-
tersi a rischio della viia per trafugarlo, e
campargli la morte. # Stor. Fiir. 4- 81.
Lodovico figbuol di Carlo ce. fu da Elgina
sua madre con più prestezza che ella potè,
trafugato nella Inghilterra. (Cj
§. In ^ignific. neutr. pass, vale Fug-
gire, o Sottrarsi nascosamente. '^ Trso-
rett. Jìr. ic). 192. Ma O\idio per arte Mi
diede maestria, Si ch'io trovai la vìa Ond'
io mi trafugai, (osi l'alpe passai, ec, f//;
Oiov. t'.tll. FU. Alf 124. Quindi poi
trafugandosi per quel di Roma, di castello
in castello, stando sicuramrnle celalo , lo
licevetlc il sisoor Prospero Colonna. {Ci
lìuon. Fter. 5. I. 3. Vìstol poi salire Un
palco a lr.irugarsi fra la calca.
TRAFUGGIRE. /' J. Fuggire. Lat.
fugcri\ Gr. f)l j'yiiy. Mor. S. C'rrg. 8. 21.
IV'on siamo sufficienti ■ conoscer chiaramen-
te quel che sempre in questa vita ci dimo-
stra sotto alcun velameuto, e irafuftgeodo.
"l* Teseid. 2 70 Qual ivi, quale altrove
trafuggiro. Altri ne' cmvì monti si apput-
laro i Ed in tal guisa con grave dolore
Ciairun fuggiva innanzi al cacciatore. fF)
TRAFt'GGITORE. Soldato fuggitivo .
La!, transfuga . Gr. Ttfòvf^^ . l'edam.
Quintil. I'. Il Irafuggilure da cliiuderc h
nelle tenebre
« TRAFURARE Huhatr, Furare. Im-
T R A
per/. V. Thsc. D, 1. T. I. 35. Nulla un-
mettere per vero se non quel ch'ejce da
loro , o sì pure dove trafuraodolo altrui
eh* e' non paia lor fatto possan farsene eui
gli autori. (F)
TRAFURELLERIA , e TRAFOREL-
LERl'A. Inganno , Tranello. Fir. Trin.
3. 2. Tu se* causa colle tue traforellerie
di far che io non abbia l'attento mio.
TRAFURELLINO, e TRAFORELLI-
NO. Dim. di Trafurello , e Traforello .
Lai. nequam , furcifer . Gr. toviì^&j .
Bern. Ori. 2. 3o. ^0. Quel ghiotto di
Brunel traforellino.
TRAFURELLO, e TRAFORELLO.
Ladroncello; e anche Sottile ingannatore,
Raggiratore . Lat furunculus . Or. x/o-
TTsJj . tf Cecch. Prov- l\\. Trafurello fe
proprio quegli che per frode o inganno
cerca di far danno a chi che sia , ed è
quasi come giuntatore : solo vi è questa
differenxa che giuntatore è ingannare a
viso scoperto , e trafurello , giuntar con
astuzia, frode, inganno, e tn cose di non
grande importanza; che allrìmeiitc sareb-
be baro, mariuolo, o barattiere. (C. Fir.
Trin. 3. 2. Ecco qua qucst' altro trafo-
rello. Lìuon. Fier. 5. 5. 6. O diaToli , o
folletti , o trafurelli, O spiriti tranelli.
TRAFUSOLA . e TRAFUSOLO. Pic-
cola matassa di seta, che 1 setaiuoli met-
tono alle laviglie per nettarla, e per rav*
viaria .
g. Per l' Osso della gamba, detto più
comunemente Fucile. Fir. Dial. beli. dona.
424. Cogli stinchi non al tutto ignodi dì
carne, onde si veggiauo i trafusoL.
TRAGEDIA. J^oema rappresentativo,
che è Imitazione di azione grande , fatta
da personaggi illustri con parlar grave.
Lat. Irngadia. Gr. T/:ay wci 9C. /?»/. Purg.
22. 2. Tragedia è canto in sublimo stilo,
e tratta de' principi, ed ha felice princi-
pio ed infelice fine. Pant. Inf 20. Euri-
pilo ebbe nome, e cosi *l canta L'alia mìa
Tragedia in alcun loco . Lìut. ivi .• Dice
Virgilio, che la sua Eneide è alta irapC-
dia . Qucato finge Dante per dimostrare
che iu allo stilo e fatta, e che ai dee chiama-
re tragedia , perchè tratta de" fatti de' prin-
cipi, e incomincia dalle cose liete, e finisce
nelle triste e avverse. Galat. 25. Per lai
cagione egli affermava essere state da prin-
cipio trovale le dolorose favole , che si
cbiamaron tragedie , acciocché raccontate
uè' teatri , come in quel tempo si costu*
m.-iva di fare » tirassero le lacrime agli
occhi di coloro che avevano dì ciò me-
si iere .
§. I. Tragfdia , si dice anche fi aura-
tam. per /fccidente violento, e deplorabile,
liern. Ori. \. x3. 54- Legge Rinaldo U
tragedia dura, E molto pianto dagli occhi
gli cade. %= Guicc. Stor. 2. HO. Succe-
dette r anno medesimo alla tragedia co-
minciala innanzi a Fcirara nuovo e grave
accidente. (1.) Malm. 6. 57- (hi, per la
pizzicata che proiluce 11 luogo , fa trage-
die in sul cappotto ( qui figuratam cioè,
ammazia ).
*> %. II. Far tragedie aduno^jner Fmt gli
piagnistei, querele, o simili, Cecch. Dis-
sim . |. 1. Non fina m.ti di gridarmi d'
attorno, e farmi mille tragedie, con dirmi
eh' io l'avvezzo male, ce. (ì'f
O TRAGEDIANTE. Ccmponiior di
tragedie. Tac. Pnv. Jnn Itb. \5. pag.
363 (Parigi 1760) Andava attorno di
Subrìo questo molto: Levarne un chitar-
rista, e porvi un tragediante, non ìicemar
vergogna. Il)
^ TRAGEDIEGGIARE Far ptafni-
stei. Pluf. .-tdr. tip. mor. 4. 4l5 Si fc"
la donna Iragedieggiando quanto potè |>er
confermare la credenta della morie del
inarilo rC)
TUA
TRA
T n A
1575
•+ * TRAGEDIUCCU. Ticcola, 0 Brc-
« W-d.a. .V-'V'"'": '■'■'? "5. p.-
ccdiuccie, dice Salirò, essere d. Fll.sco E-
Binesc, scolare ai Diogene. 1.4)
usala Comporre IragtMe. Uden. liis. ì.
So Quale irragioDevol ragione ci vieleri
poler eiiand.o sopra santissime persone
traeedijMreT {^j
TBAGEDO . Susi. Componitor <h Ira-
gfdia. Lai. trag<rd„s. Gr. •i=»V."°<'5 .
Da„t. Par. 30. Da questo p;.sso vinto m.
concedo Pm, che gian.m.ii da punto d. suo
tema Sopralo fosse comico, o Iragedo. B,.l.
P„rg. 22. 2. Ed io, cofc Virgilio, che sono
'"^*^S- In for--" -*■ "■'''• ' "'<■ '° ""T
Bocc. Con,. Dani. Fu chiamato Marco An-
ne» Seneca, e fu poeta tragcdo. percioc-
ché egli scrisse queUe tragedie, ec. (Al
* TBAGEDO. Jdd. Ih tragedia. Tra-
g,co; opposto a Comico. Bocc. (om. In/.
A chi riguarda Io stilo eroico d Omero o di
Virgilio, o il tragedo di Seneca poeta, o .1
comico di Plauto, f/ll
•t « TBAGEMATO. Term. de Me-
dici. Confelturt , Friid^ conjetlate Lai
scilamenta , bcllana . Gr. T/jay.faTJ .
Buon. Fier. 1. 2. 3. E gargarismi e fo-
menti e tragemati. M; ,^„ , ^n-x»llF
•+ TKAGETTARE.eTRiGlTTARt
In signif,c. nmtr. pass, vali Passare ol-
tre. Lat. transire. Gr. iiST«6a'»5''- òai-
lust lag. R. Tutti armali e disarmali a
calca si tragittavano.
§. In a°l. s.gnifìc. .a/e Celiare m qua
e in là sconciamente. Scuotere j che an-
che diciamo Scaeliare, o Dil'allere. LH
iactare, exculere. Gr. fp'iZTaCe''- ■•'"""■
Ant. 9. fi. l4. S- io disputassi , 10 non
percolerei lo piede , ne Iragilterei la ma-
no , ne alzerei la noce. /' 3o. 1- !*• ' ,
lori trageltano le corna in voto , e spar-
gono la rena co' piedi. Bnon. Fier. ^■^^■
18. Ogni revolution tor via , levare ec. iNa-
sconder, irageltare. _„irlTTA-
TBAGETTATOBE , e TRAGITIA
TORE. Ciiicator di mano, Bagatlellteiv.
Sen. Pist. Questi so6>mi ingannano I uo-
mo sema danno, siccome fanno 1 l.osscletli,
e le palone . e gli altri slrunleoU de trava-
gliatori, e de' trageltatori.
TBAGETTO , e TRAGITTO Pro-
priamente Piccol sentiero non frequenta-
to ! che anche diremmo Traversa , ed e
per abbreviare ,1 cammino. Lat. Irames.
Gr. raSoi . Stor. /Iiolf. AUora con più
ira il seguitava, togliendoli per molli Ira-
getli il vantaggio. Tac. Vav. Ann. 2.l\'r
Quindi navigando a fretta per le Ciclade
e per Iragelti di mare, raggiunse in Rodi
Germanico lil testo lat ha: per Cvcladas
et compendia maris). E Stor. i. 3l2. ^e
mancò chi consigliarlo d' andar co" suoi più
fidali per iragetti , scansata Ravenna, a
Oslilia e Cremona. Malm. 1. 70. Ma vada
alla spenata e pe' tragetti. E, senta pensar
alno , ivi r aspetti.
§. I. Per Trapassnmento , Trapasso ,
Luogo onde si trapassa . Dani. Inf. 19-
Sin men portò sovra "I colmo dell' arco ,
Che del quarto al quint' argine e tra-
getlo .
t §. II. Far tragetto, e più comune-
mente Far tragulo , vale Trapassare .
Ott. Cam. Purg. 2. 27. Di cotanto tem-
po, che lu se' morto, e pure lesteso vieni
a fare questo Uagelto. Dani. Inf. 34- Da
sera a mane ha fallo il Sol tragitto.
t * TRAGGEBE . Lo stesso che Ti-
rare, Traere, e Trarre. V. TIRARE .
Jit.SS. Pad. 1 97 Potevamo Iraggcre
molto frutto . Gr. S. Gir. 53. Lasso lo
sua caldaia , che aveva porUla al poiio
per iraggere dell' acqua . Cavale. E.<po<
<;iml, I 283. E cosi me ec. piò e piò
volle dalla bocca e dalla forta del Diavolo
liaggesli. i: 287. Traggendolo della col-
pa , e recandolo a grana, r';
+ TRAGGITORE. ìerbal. masc. Che.
0 Chi tragsc Che. 0 Chi tira. Lai. lac,,-
Intor. Gf«x<,.7r.«.,'«- Peir. Uom. ,11.
Arcieri di Creti , e traggilor. di rom-
''°*' TRAGHETTANTE. Che Iraghetla .
.Ulvìn. Opp. Cacc. La razia de veloci
cervi ec. , traghettante 6unii , testa alta ,
ringue nelle spalle , ec. (.1)
X TRAGHETTARE . Passate da un
luogo ad un altro. Lat. transire. Gt. ^l-
Talai'vj.v. Cas. lelt. 72. A messere Ste-
fano , occupatissimo in leggere , e in tia-
gheltar r alpe . raccomando Grillo d un
poco di grammatica.
-^ S I ale anche Traportare, Con-
durre da un luogo a un altro. Lai. trans-
mitterc . deducere . Gr. zaf «Tri^Tie.v .
/aT«/5.v. Bern. Ori. 1. 9. 7-)- Q""" '
acqua incantata si passava Sopra ad un
ponte ch'ai giardin traghetta. Buon. Fier.
3. 5. 5. E, lavorando sotto. Di cappa in
cappa traghettava il furto.
y TRAGHETTATO. Jdd. da Traghet-
tare. Tac. Pav. Vii. Àgr. SgO- La cera
bronzina, e U pelo ricciuto de-S.lur. posti
dirimpetto a Spagna , mostra essere anti-
chi Iberi traghettativi, e accasativisi. foy
•+ if TRAGHETTATORE. 1 c-bal.
masc. Che, o Chi traghetta. Salvia. Tcocr.
IdUl. 17. Innanzi ch'ella Venisse ali on-
da negra, e a quell' orrendo Traghettalor
dell' ombre slanche e lasse, ec. (^11^
Fneid. lib. 6. Quel traghettatore E (a-
ron. quei che navigan, sepolti, (i)
* TR^i.HETTO. Tragetto, iegner.
Con/, instr. cap. ^. Non essendovi altro
d. metto dal giuramento superBuo allo
srellenito, come santo Agostino considero,
che un breve trathctlo. (ì) Buon. Tane.
2. 7. I' me ne voglio andar per un tra-
thclto .(B) ^ „
* «. E fgiiralam. Tass. Cer. 17^
32 ciida un Armcn la squadra, 'li""'
tragitto Al Paganesmo nell' el'a noveUate
dalla vera fede. (D) , -, /
TRAGICAMENTE. Avverb. Con Jine
tragico. Lat. t,-agice. Gr. ;tf «•/""'■ ,"•■
Ciord. Pred. R. La soziura di quell a-
moie termino tragicamente. 1
+ TRAGICO. Jdd. Di tragedia, Ap-
partenente alla tragedia, Pro,.r,o della
tiagedia. Lat. tragicus. Gr. -pcf/Y-o--
Ar. Far. 32. 3;. Qual crudeltà, qual tra-
dimento rio Unqua s' udì per tragiche
querele. Che non trovi minor, se pensar
mai Al mio merlo o al tuo debito vor-
rai? Buon. Iier. 4. I. 1- Mi serva d in-
termedio pastorale, Non di macchina tra-
gica appo '1 giorno. * Salv. .Ivverl. 1.
2. 6 Non polendosi aver cerleiaa del gra-
do delle parole , né discerner le nobili
dalle basse ec. , farem parlare il Re con
vocaboli da fantesca, e tessercm comme-
dia con tragico linguaggio , e parimente
allo incontro, fi)
f ". I. Tragico, inforza di SUSI, per
Compo.':itor di tragedie. Lat. tiagadiis.
Gr. Tsa-ywoo-- ' ■"■'*• ''""'■ ^^°' '*°''
potei 'avere . e consegnentemenle leggere
•quelle (tragedie) del Giraldo, d quale ha
grido d' essere ottimo tragico. .Salvia.
Disc. I. 401. Lurreiia ec. e fatta due da
un gravissimo e nobUissimo tragico dei
nostri tempi: .Va qui veggio la fama ec.
+ '^. II. Tragico, figiiratam. vale in-
nesto, Doloroso, Mesto.
=? TBAGICOMEDIA, e TRAGICOM-
MEDIA. Poema rappresentativo , misto
di tragedia e commedia; Commedia tragi-
ca. Lai tragicomaedia. Salvia. Pros. To-
se I 109 .Ne segui appunto quello che
accadde alla voce (raglcoco">e'''".che vcn-
ne a dirsi, per maggior comodila di pro-
lirirla, tragiconiedia, e alla vore i((e/o/a-
l,ia. rhe venne a dirsi P" simil cagione
Idolatria. [') F. Di.<c. 7. 388. Per 1 .-
ùoniiiieno molle volte che da privati, e
per terminare (alcune tragedie) in lieto
fiue hanno della commedia , e si potreb-
bero dira con mostruoso nome tragicom-
media. (P)
•f * TRAGICOMICO. Compositore di
tragìcomedie. Uden. Kis. 3. 5l. Gli esem-
pi de' tragicomici Blosofanti, essendo irra-
gionevoli, terminano lutti in conclusioni
false. 'A!
i? TRAGICOMMEDIA, l. TBAGI-
COMEDIA. (B)
TRAGIOGABE. Salvia. Disc. 2. 46».
11 tirare, come si dice, uno in qua e l'al-
tro in l'a, che i Greci ec. liagiogare ap-
pellarono, un tal giogo per sé stesso dol-
ce ed amabile, rende aspro , odioso , im-
portabile. T, , L
•f •-? TRAGIOVANTE. Add. Pm che
giovante, Ciovevolissinw . Salvia. Ina.
Om. (Canta, o Musa, a Mercurio inno
ec ) lo alno li dirò, di Maia figlio Tra-
gloriosa, e dell' Egioco Giove, Tra gli Dei
nume iragiovantcebuono. (Al
TRAGITTARE. ì ed. TRAGETTA-
""tBAGITTATORE Fed. TRAGET-
TATORE.
TRAGITTO. Fed. TR.^GETTO.
:,': TBAGIUSTO. Ad,l. Stolto giusto
Tran, l'irt. Card. Umile , tragiusto ,
snello, quando virlò di ubidicnta della
volont'a di Dio e del suo prelato il por-
•f ■':• TBAGLOBIOSO. Add. Più che
glorioso. Glorioso olirà misura. Gloria-
'sissimo. Salvia. Jan. Om. ( Canta, o Mu-
sa, a Mercurio inno ce.) Io altro I' di-
ro, di Maia figlio Tragloricsa , e dell E-
gioco Giove, Tra gli fei nume tragio-
vanle e buono. I. Itiad. 3. 433. Giove
traglorioso e sovraggrande ec. , Qual delle
due nazioni il primicr fia. Che ollraggiera
la lega e i giuramenti, Vcrsinsi in terra
ec. (.'I)
TRAGRASDE. F. A. Add. PiU che
"rande Lat. pracgrandis, maximus. Gr.
"pi-lir.-coi Liv. 3/. La preda lue tragran-
de. * .Ve/1. Pisi. Chi a sapienza è perve-
nuto, è giunto al suo fine, non Iralungo,
ma Iragiande. (B)
3 TRAGUARDARE. Guardare alcuna
cosa per mez^o del traguardo. Gal. Sist^
36- Se traguardando la summita del
trinchetto si fusse incontrato una slolla
fissa ad esser nella medesima dirittura
* fi JT per similil. » lluon. Pier. 4.
2 7 Traguardar di sottecco , e spiatori
Di ciò eh' altri o disegni, o metta in
opra « . (B)
TbAG€ARDO. Regolo con due mire,
per le quali passa il raggio visivo negl,
slriimeali astronomici, negli ottici, nella
livella, e simile. Lat. dioplra. Gr^ 010-
T.z,-y. lìiion. Fier. 4. 3. 8. lo gli ho ve-
duti un po' per un traguardo. Gal. òisl.
368. Voi non credete gi'a che 1 traguar-
do non battesse a quel punto della sfera
stellala, che risponde alla dintlura della
sommit'a del Irinchclto?
« TRAIETTARE. Traghettare. Tra-
passare. I aUcare. Car. Fa. lib. 6. .-.
484. A lor non fe concesso Traietlar que-
ste ripe e questo fiume, fé pria ec. A
V. 549. Non sepolto adunque L acque d.
Stige e la seveta foce Traietlar dell Eu-
menidi presumi? (B)
* TRA IETTO. Tragelto. (ar. long.
Sor q\. Di.aote guidandoli per traietli
e smotzLlure di strade, attraversando loro
innanzi tanto, che appunto nel metter
i576
TRA
la faDciulla ia casa li vennero a rincoo-
irare. (CJ
•f * TRAIKZIONE. Sorta di fif^ura
gramaticale . Lai. trnnsiertìo. Gr. ùjlip-
^«TOv. Sah-in. Pros. Tose. l. 284- H
che iià un altro effetto ec. j di levare an-
co quella traiezione , o iperbato, o saito
lrO|»pa grande. (*)
TRAIMENTO. // tirare. Teot. Misi.
Solamente col portamento dell'amore e
col solo traimento 1' anima è levata « por-
tata sopra se medesima quante volle ella
vuole.
TRAINANTE. Cfie traina. Cap. Im-
pr. prol. Fare muovere giovenchi trai-
nanti di quelle ordinate pietre d' io su il
dclto monte.
TRAINAIlE. Tirare il traino^ Stra-
scinar per terra. Lat. trahere , rapiare.
Gr. ijjp&iv, ii/eiv. Lih. IJicer. Le no-
stre corpora e le nostre nicmlira sarchbo-
no vilmente trainale. K' lUcord. Ma/csp.
196. Ititurnò nella chiesa, e prese Arrigo
pi>r gli capelli, e così morto il trainò fuo-
ri della chiesa. ( /ij Jìtton. Fier. 3. 2. 9.
O traino formaggio, o snn liliraio.
TRAILO. Che alle volle si dice e si
scrive coir accento sulla penultima. Quel
peso che tirano in una volta gli animali
che trainano. I ardi. Stor. l^- Sog. Si
deliberò, che d' ogni traino di legname
che si conducesse alla città ce, si pagas-
se una certa lassa allo spedale dì Sauta
Maria Nuov;i.
§. 1. Per Treggia, o Strumento, sopra
cui si traina- Lat. trofia. Gr. s/xr^^pov.
J.tb* J'iagg. Hanno fatti traini tessuti,
rome canestri, e altre masserizie, e lega-
no ì cavalli, e le dette vacche alli detti
traini. /V altrove : Caricano questi traini,
e poi toccano le bestie, cioè ì cavalli e le
vacche, verso 'l monte alla largura.
g. II. /'er r Atto del trainare. ì'arch.
Stor. 9. 220- Purché i collegati f;li pa-
gassouo ve. mezza la spesa 1 lie nel trai-
no e nella munizione deU* artiglierie far
hi dovrà.
§ III. Per Impaccio j e si dice sola-
mente di gente, di salmeria che altri si
conduce dietro in viaggio; Treno. Tac.
J)av. Ann. 3. 67. Allora Severo Cecina
disse per sentenza, che in reggimento non
t'andasse con traino di moglie. /? l5
2I(). Entrava nc'ba^ni, e mangiava, la-
nciato il suo gran traino di guardia e cor-
te. E Stor. 2. 2o5. Sessautamila arma-
ti lo seguitavano, licenziosissimi ec, scn-
xa il gran traino de* legali e cortigiani non
ulti M u1>bi<hre, ancorché con somma &e-
veiilk retti (il testo lat. ha: comitatus
inhabilis ad paronduni ) . Malm. 12. 22.
Ed eglino con tutto quel traino ce. Sì
mossero dì subito in cammino.
t S- IV. I*er siniilit. vale Strascico.
Frane. Sncch. iiov. 178 iNoii si finirel>lic
mal di dire delle donne, i^uardantlo ullu
sminuì ato traino ile' piedi , e andantlo sino
ul capo.^*"" Pr. Giord. t'red. 284- Ora in-
comincia fra Giordano con grandi grida a
riprendere le donne co' traini : e gli uo-
mini che non digiunano. (CPi
§. V. t'er l'eso semplicemente. Frane.
Sacch. rini. 26- Ver tirar con lì piedi un
gran traino.
♦ g. VI. Traino, figuratam. vale An-
damento GuìfC. Avvert. l33. Chi rego-
la il traino del vìver suo non in altro
che in sulla ikprrauzu di avere ad essere
crjiide cui popolo , \ìA poco ^tiidiiio ,
perchè apporsi h piuttosto ventura che
senno. (C)
* §. VII. Traino. Termine de' Ca-
vallerizzi. Andatura del cavallo j ed è
quella che è tra l' amf'io e 'l nalopfM ,
che anche dicesi Andar d' anchetta e spal-
letta. (A)
TRA
* S- Vili. Traino, nell'uso, per Fo-
dero di legname. (A)
'c §. IX. Traino, per Misura di le-
gname, e simili. (A)
* TRAIRE. V. A. Tradire. Cuitt.
Him. 1. 221. Torto è certo eh' bai face
D* entrar dove giustizia Dì giustizia fa-
vella, E a ciò, che Irait* bai essa t* ap-
pella. fC)
tf TRAITO. y. A. Traditore. J'it.
S. 9/argh. i53. Fel, ladro , trailo, sì pre-
se a dire. Che venisti per me tradire.
(f'J Cuitt. ftim. 2. 5. O felloneschi, o
traiti , o foraennalt, O nemiri provali Di
noi stcìsi più che d'altri mortati- (C)
i TRAITORE. f'erhal. masc. Che, 0
(hi tnie Scn. Hen. larch. 2. 3l. Se
uno traiiore d'a in quel segno, dove egli
aveva posta la mira, egli ha fatto l' ufi-
zio del buono arciere.
t TRALAIDISSIMO . T. A. Laido
in estremo grado . Lai- sordidissimus.
Gr p'uTap'jj'raTo;. Albert, cap. 21. La
lussuria è laida in ogui elade, ma in vec-
chiezza è tralaidissìma.
* TRALARGO. /'. A. Add. Mollo
largo. Esp. Fai. .Vojf. II. Il ci lasciò
a suo comialo prendere il tracortese le-
sucrislo, e il tralargo. (?»)
TRALASCIAME.VTO. // tralasciare .
Lai. omis.tio. Gr. :T3tp«)sr|i;. Sen. Pi-
si. Paura delta morte, doglia della perso-
na, e tralasriamcnlu de' dilelli. # Plul.
Adr. Op. mor. 2. 3^^. Non meno turba
e contrista il Iralasciamcnlo dell' opere
belle, che il facimcuto delle disonorate
ed infami. (C)
•'.' TRALASCIANTE. Che tralascia.
Lat. omillcns. Gr. 7ra37./CiTtuv. lìemb.
leti. 2. 9. Ili- Non rimarrò dì dirti, che
non vogli mancare a le stesso j del qual
maacanienlo nessuno può maggiore esse-
re, ne che più danno rechi al iralascìan-
te. (•)
TRALASCIARE. Lasciare. Lat- omitte-
re. ì'arch. Mor. li^. Ancorché non trala-
sciasse i piaceri ne della caccia, ne dc'bal-
li, ec.
TRALASCIATO. Add. da Tralasciare.
Lat. pracU'rmissus, omissus. Gr. TTxpa*
)et'To/x;v05. Lasc. Spir. Ictt. Ripigliate i
tralasciali studiì delle buone lettere .
't * TRALATARE. /'. A. Traspor-
tare. Sor^h. f esc. Fior. 5<)6. Sì tralatò
il corpo del glorioso san Zauobì nel luogo
dove egli e ora. (f)
fTRALATATO. f'.A.Add.da Tralata-
rej Tmtporlato. Lat. Iranslalus. Gr. /ji»T9t-
rotu^^l'i- Coli. SS. l'ad. Andando, co*
me Enoc, con Dio, e tralatalo da uni.ina
conversazione e costumi, non sia trovato
nella presento v;inita del secolo-
* g. Per Tradotto. Salv. Avveri. I-
2- 12. Kue Iralatato in nostro volgare la-
tino per mevser Bono Giamboni- ff)
:;: TRALATIZU) . Add. da Tralata-
re. fìorgìi. Orig. Fir. <)8. ChiamaViin que-
ste ta' parli, nelle leggi e negli editti, tra-
latixie ; eh* e a dire, copiate «la un altro ,
e trapurtate di peso in quello, senza mu-
tazione alcuna. ( I )
TRALA7-I0.NE. Traslazione. Lai. trans-
latio . Gr. /ACrot^^a- G. / . 12. 101.
I. Questi fu quello Re, di cui facemmo
menzione addietro nel rapitolo dello Ira-
laii'tni del detto reame dì Tunisi.
J? g. Per TraduBione. Salv. Avveri.
|. 2. 12. L'autor di colai tralazione .
a inulte voci e inamert- tutte singolari e
natie, non par da crederlo altro (he Kìo-
rrnlino. E d* rotto, • Traluìon* di Van-
geli. (F)
O TUALCE. Lo stesso die Trai, io.
Pallad. Fehfir. (j. Il trabe p^nipjnaio
na^ce nel duro dilla vite, (l i F. 16.
I Mcrgo SI liburna, quaudu d Iralcc a ino-
T R A
do d' arco si lascia sopra terra, e l' altra
parte dì quello iralce si sotterra . (*)
Fr. Giord. Pred. 1- 88 lo sono la Ti-
1e, e voi siete ì tralci : ogni Iralce che
farà in me fratto, il mio padre ec. si lo
purgherà ed avranne cura acciocché fac-
cia più frutto. (C)
* TRALCERELLO. Dim di Trtdee.
Pallad. Fehhr. ^. Ella empierà due Ual-
ccrellì da alcuna sua parte. (F)
* TRALCIATO. Add. Pieno di tral-
ci. Bocc. Am. I is. Via Iralciata f cioc ,
ìmped la da' tralci). (Aj
TRALCIO. Pamo di vite, mentre egli
e verde in sulla vitej e si dice anche di
altre erbe e alberi . Lat. palmes . Gr .
xi^/ia . Cr. ^. 18. 3. Alcuna volta il
freddo non l'uccide tutta (la vite), ma
solaroealc ì nuovi tralci, che per tenerezza
del legno e grandezza della midolla difen-
dere non si possono. Sen. Pist. Prendea
il tralcio del ceppo della vigna vecchia, e
metlealo sotterra. CoU. SS. Pad. Siccome
il tralcio non può far frullo da se mede*
Simo, se non è congiunto colla vite ; cosi
£a di voi , se non istarcte in me . Amet.
88. Non atlramenli cambiandosi, che le tele
delle 6gliuolc del re Mineo in tralci con
pampani per lo peccato commesso del di-
spregiato Bacco.
g. Per .umilit. si dice /* Ombilico dei
feto , i i-asi del quale , coperti da una
membrana , s' estendono per buon tratto
fuori del ventre di esso feto in forma di
cordone, o di tralcio.
TRALCIUZZO. Dim. di Tralcio. Dai:
Colt. \S!{. L'altro (tralcio) che segue,
cogli per magliuolo , se egli è vegnente ;
e senza rìmelUticci d' altri tralciuzzi su per
gli occhi.
« TRALEGGIERE. Add. Più che leg-
giere , Leggierissimo . Sen Pist. Pogna^
mo che '1 savio sia trasnello e lr;deggie-
re. (P)
*f TRALICCIO. Sorta di tela molto
rada e lucente. ^ Salvin. lliad. 23. lOlA.
Come quando Dì bella doooa al petto euh
è il tralìccio , Che assai beo colle mani ella
dtìlende ec. (fi)
# §. Dicesi anche d' una Crossa tela da
far sacchi , e simili. (A)
•f * TRALICE . Foce usata avverb.
In tralice, e vale A schiancio, ]\'on per
diritto , Obliquamente . Beilin. Disc. \.
245. S'b-an da fare ì muscoli anco di pca-
zi <li tela e di tela tagliala ora |>er Ìl suo
filo a diritto senza intaccar nb pur uno, ora
d' altri pezzi tagliali djlla tela in tralice.
/ . IN TRALICE. f(V
« TRALIGNAMENTO. Il tralignare,
Straligaamento. Lai. degeneralio. Gr. l'jt-
TpoTtr,. Salvia, l'ros. Tose. I. l\0^. Mate-
matico presso i Greci, non quel che presso
i Latini con vergognoso Iralignamenlu v^l-
se astrologo g i udì ciarlo . o artefice di na-
lìvitadi. ma dottrioalo. F 5yO. Fanno «r.
del lr.ilìgnjniento dall' anli<-u valore gli uo-
mini sospettare. (*)
TRALIGNANTE. Che traligna. Lat.
degeneranx . Gr- <(rT«:r»'~Tft*v «To toJ
•/{tOiti. Filoc. 2. 117. Come valoroso ca-
valiere , non tralignante da* suoi antichi.
Coli. Ab. Isaac. Se farcia indegni ec. di
cotanta adozione , e che ne privi , rome
tralignaulì , del retaggio palei naie. Buon.
Fier. 5. I. 8- Non tralìgnanli da' nativi
semi .
<" g. Per simitit. si dice ambe delle
piante the irnhastanUscono. Pallad. cap.
^. Allo scegliere del rampo e del silo si
, vuole porrr mente, che per callìvanu del
lavoratore e pigrezza non sia viziala U
terra , e produca tralignaoli arbuscel-
li (Iti
TKALICNAnE. PefTittnrt , h.sitrr .
\ o Divttitar dis/imite <t' grnìton. L*l. tit.
TRA.
I'
lirrt. cap
vouc. G. r. 10. 27- '• •=■ •;";' '""""
che non »olcs^e Ir.l.fnare e del nome, e
del tolo d. frale Alberigo. Dani. Purg.
l4 . Sicuro È .1 nome tuo , dacché p.u
nons-aspelU Ih. far lo po»a Iralinnan-
do. oscuro. Oeid. l'ut. 38. Oeh come
traligni tu 1 in prima l'osti ""■"".»" '=
linciuUo. « l'ros. lior. 1. 3. .63. A eh.
voelia sfuggir la nota dell essere, trai.-
gnando, tenuto indegno de suoi maggio-
* § I. £ col terzo caso. /Ir. Fur. 10.
l5o. Sia quel che vuol, non potrS. alcun
biasmarme Che mai l.aligm ««a progen.e
""s '\\ Per simiìit. si dice at,che delle
Piante che imbastardiscono. Palimi cap.
6 Ne- luoghi umidi tralignano ,..utt..sta .
semi, che ne- secchi. tV. 5. 12- 7- An-
che inTecch.a mollo tosto questo arl.ore
(U melo), e nella sua TecchleM» incalti-
Tisce . e traligna.
J TRALIG.NATO. Jdd. da Traligna-
re Bemb. rim. 102. Ahi sccol durol ah.
tralignato semel * Cas. t'raz- leg 2S.
Oh infelice , oh sfortunata , oh traLsua-
ta, oh veramente ebbra e sonnaccb.osa
""*'§. Per similit. Imbastardito, dello
delle piante. - Cani. Carn. ife- ""'"
popon serpati , Bianchi e vermigli e. ha
d- ogni ragione . E lu,chi , e tralignai. ,
Sottosopra hanno buona cond.z.oue ... i;.»y
*TRAL1G>0. Jdd. Sincope di Ira-
Ugnato j Degenere. Tac. Va,: ^nn. 12.
l5q. 11 contrario fecero i B.ganlm. ec.
quando avemmo guerra col He de Ma-
cedoni, che ne fu eletto F.l.ppastro, co-
me traligno. (iS)
'+ * TRALl.NEATO. Jdd. Uscito di
linea. Tralignato. Sal.in. fier. /iuon.
j 4 2. Oh mondo tralignato ! eoe Irall-
ne.7to , degeneralo dalla linea, e sene de
suoi passali . (^J
TRALOUllO . r. A. Add. Lordissi-
mo . Lai. i'ilissimns . Gr. KT./xOTaTo; .
ó'en Pisi L" uomo dee meglio amare
iralòrda e travillana morte , che tranello
" TR°AHJCENTE . Che traliice. * P'i-
celi. Orest. alt. 5. E 1' ampie e IraluceuU
onde marine. (P) „
e I ler Molto lucente. Lai. pellu-
„ns. Gr. o.ayav/; . G„id. C. Spaven-
tevoli baleni , iralucenli di repentini, non
veri fuochi. ,- /- T- .,
* S. 11. Efgiiratam. ili. S. Iranc.
t-2 La beatissima di Dio Ch.ara ec. fue
la primiera pianta di queste verg.n. ec. ,
iralucente come stella chiarissima, ec. (i*;
TRALBCERE. Hisplendere , Rilucere.
Trasmetter la luce . come fanno i corpi
diafani , o quasi diafani ; e si riferisce
tanto ad essi corpi, quanto alla luce me-
desima. Lai. splendere . lucere , mterlu.
cere, translucere. Gr. 5T./6-:iv, OiaiTU-
ee.v. Cr. g. 86. 5. A sperarle .que^e
(uoi'aì che tralucono son vane; quelle che
non tralucono son piene . lelr. son. J^.
Poiché vostro volere in me nsplende .
Come raggio di Sol traluce in vetro, i^oi'.
ani. 82. l- Come e' giunse alla grolla.
si la vide in certo luogo mollo Iralucere,
imperciocché vi avca mollo oro . C. / .
12 108. l. Nfl cospetto del quale la
Luna non risprende , le stelle non Iralu-
cono, e immonde sono fcioe, rendono lu-
ce appannala e abbacinala).
e Tralucere, per metaf. Dani. Purg.
li Ma dacché Dio in te vuol che Iralu-
ca Tanta sua graiia , non li sarò scarso .
£ Par 5. Son è se non di quella alcun
^esUgio Mal conosciuto, che quivi Iraluce
Bui ifi: Traluce, cioè trapassa con fai
la loce, imperocché pare quel che non e.
Vocabolario T. ti.
TRA
Pelr canz. IQ. 1- Q""" visibilmente il
cor Iralucc. ì. son. Il5. Paventosa spe-
,„e Dell' alma . che traluce come un ve-
tro Talor sua dolce vista rasserena. .-Il-
TRA
1S77
50 Mal si fa que
:1 che si fa a
fede della ventura, perciocché la ventura
iraluce a guisa di veUo , e quando ella ri-
splcnde, si si spezia. , . „,.
3 TRALU.NARE. Stralunai e. i.-i\.. ocu-
los circunnoUere . circumducere , distor-
,„ere.Gr. Ju.o'xTa J.a,Tp£fl.v. IranC.
Sacci., no,-. 84. Va Iralun.mdo quan unche
lu<uogli; se tu ti vuogll andare al letto,
si li va; e se no . va per casa , come le gal-
le , quanto li piace.
* S I. /'"■ Maraiigliarsi , 0 simile .
.. Frane. Sacci,, noe. 120. Tutta Firen-
le il giorno seguente andarono a vedere
,1 detto monimenlo; chi tralunava di qua,
e chi di la ... /. 199- " mugua-o col Iru-
eatu.o percoteva \ acqua, cou diversi alti
Inalando la gatta ; Notino smemoralmo
fraUinava. 1: 206. E quelli dice : ha u
il famelico ì La doDna risponde: farneti-
cato avrai lu . Farinello stava come Ira-
lunalo. Dice la donna; Iraluna bene, che
tu hai bene di che. f/ ;
8 11 ler Astrologare. Frane, iaccn.
no? l5l yuell' «^l"! ■''=""'° iralunando,
stando la noltc su' tetti , come le galle ,
hanno tanto gli occhi al cielo , che per-
dono la terra , essendo sempre poveri in
canna. ^ ,
TRALUNATO Jdd. da Tralunare.
t %.Per Quasi ba.iito, cioè Prifo di sen-
timento. Lai. consti-rnatus. Gr. xaT«-lK-
-yei'4. Frane. Sacch. «oc. 78. Tanto che
óer lo pensare e la vecchiezza stelle buon
pezzo, che parca tralunato. E noi: l5l. E
quegli pensa , e guata come uno traluna-
10. /;' rim. 47- Mostravasi la Luna a Ira-
lunalifni/i inforza di Susi.).
TRALUiNuO. /■. A. Add. Assai lun-
go. Lai. pralongus. Gr. o':tE/:/")'"l;- *"■
Pisi. Chi a sapienza e pervenuto, e giun-
to al suo fine , non Iralungo , ma tra-
erande.
TRAMA. Le fila da riempier la tela di
seta. Lai. trama, subtegmen. Gr. fpo/.r,.
Pani. Par. 17. Poiché tacendo si mostro
spedila L' anima santa di metter la trama
lu quella tela eh' io le porsi ordita. Buf-
ivi.- Trama é la tessitura della tela, che
si tesse nell' orditura, e compie la tela.
§. 1. Per metaf. insegno. Maneggio
occulto , o ingannevole . Fr. lac. 7 . J.
6 q. L' uom e" ha prosperilate , Truova
"rande amistate ; Se viene in tempestate,
Rompesegli la trama. Lib. Amor.Mpre-
-o che ingiuria dal vostro giudicio con
Trame non proceda. Bern. Ori. 2. 12-
63 Parse questa ad Orlando strana tra-
ma . Malm. II. 5. Questa è trama di
qualche tradimento
liuv......
IL Per metaf. in senso buono
f g. 1». .ti' f.'^...j. ...
Ar. Fur. 21- 3l. Ma quando mi compia-
ci, io farò trama Di racquistarti e liber-
tade e fama. (B)
•f TRAMAGLIO . Foggia di rete da
pescare e da uccellare, la quale e com-
porta di tre teli di rete sovrapposti l'uno
ali- nitro . Pataf. 10. Gi'a col tramaglio
vi prese tre moglie . Fr. lac. T. 2. 12.
3q. Stassi allaccialo e preso. Come in tra-
maglio leso Incauto , afflitto uccello.
TRAMALVAGIO. / - A. Add. Mollo
malvagio. Lai. nequissimus. Gr. TTovripo-
TKTO; /.IO. -W. Per la rimembranza de
iramaìvagii esempli della guerra proccia-
namente passata.
f * TRAMANDAMENTO . // tra-
mandare. Bellin. Disc. 2. l63. In o-
gni nascimento si far'a come un passag-
I gio, un tragetlo, un tramandamento del-
I r essere della cosa che fa nascere in quella
' che nasce. £ poco dopo: L'essere del chi
dee nascere contenuto in qualche maniera
nel chi fa nascere, il tramandamento che
di lui fa il chi fa nascere e il chi dee na-
scere. (Min)
♦-t * TRAMANDASTE. Che traman-
da Cor. Long. sez. Sg. Crediamo noi
che la composilura, essendo una certa ar-
monia di parole ec. moventi mille idee
ec, ed nnilamente col misto e colla mol-
lipUcilà de'suoni tra di loro, tramandante
r affetto , che é nel dicitore , negli animi
ce- <A , .
* TRAMANDARE- Trasmettere. Lai.
(r<i/ism,((cre. Gr. o\a7IJ>-:t£iv. Red. Cons.
1 224. Fa di meslieie proccurar che il fe-
gato come gianduia separatoria , separi
perfettamente la bile dal sangue , e la tra-
mandi in quantit'a suffic.cnle alla volta de-
gì' intestini. (") Segner. l'arroc. inslr. 5.
1 Questa legge tramando egli sopra ogni
altra a' discepoli, obbligandoli a camminar
su le sue pedale nell' eseguo la (F) Sal-
via. Disc. 2- 20. Le quali tulle faccende
d. bocca in bocca da padre a figliuolo po-
trebbero essere tramandale; poiché 1 uso
dello scrivere ec. (*; Imperf ' - T-'^e.
D 16. T. 2. 358. Degli influssi, che
variamente tramandar sogliono più V u-
no aspetto che 1' aluo , e più queUo che
queU- altro pianeta. Bellm. Disc. X.
i64 Non é altro un fiume che un a-
cqua scorrente per ogni più basso , a
cui ella si porli e pervenga, e vi si porta
e pervienvi perché la sorgente la vi traman-
da , e perché la conUeo fornita del suo na-
turai peso. (F)
rt 8 I Per Mandare semplicemente.
Segner.' Parroc. instr. 8. 2. Gli hanno a
poco a poco poi tramandati in oimenticanza
fra i libri inutili. (1 J
«S n. E neutr. pass. Bellin. Disc. 2.
l65. Una sorgente ec , da cui l'acqua con-
tenuta si parta e si traporli -= •""""^'
verso il basso - E appressa : E 1 acqua
' da lei si parte , e si tramanda verso .1
'^rTRAMANDATO. Add. da Traman-
dare . Eellin. Disc. 2. 349. Tu sei pur
1 queir Alchimia da essi negli annali delle
' tue glorie con si splendida pompa di ti-
toli e di attributi tramandata alla memo-
ria de' posteri, ec. (B)
* TRAMANDATORE- I erbai, masc.
Che o Chi tramanda. Bellin. Disc. 11.
Oh uomo, solo fecondo dentro sé stesso,
e fuor di sé stesso Iramandalore di tutti lo-
ro 1 (Min) . ...
TRAMARAVIGLIOSO - V. A. Add.
Molto maraviglioso. Lat. val.le mirabilis.
Gr- J-.^SaupcsTÓs . Tes. fr Proem.
Vidi Fdosofia in sembianza di donna in
tal modo ed abito, e di si tramaravigko-
sa possanza , ec- {così i migliori testi a
''^"'tramare . Riempier la tela colla
trama .
s Per metaf. vale Far trattati e pra-
tiche. Cron. Mcrelt. 335. Intra questo
lempo si stette a campo a ■* ico , si tra-
mava di continuo in Pisa e nelle castel-
la ma tulio era nulla. I arch. Stor. 10.
3lQ Perché egli avea tramato per mezzo
del protonotario Caracciolo questa pratica
j ■„, Àr Far I. 5l. Ma alcuna
medesima . ^r. 1 ur. 1. .t»
fizione, alcuno inganno Di tenerlo in spe-
ranza ordisce e trama-
TBAMAZZARE. Stramazzare. Lai.
consternari . Gr. x«Ta6a//£^S:=" ■^"
Pist. Non gittarsene fuori subilamenle .
siccome tramazzando e caggendo . Ir.
Ciord. S. Fred. Qui pare che ogn gen-
te tramazzi, e p,ii ne vanno a ninferno-
Fr! 7„c- r. 2. 32. 61. E picciola bestiuola
Fa destrier Iraniazzare. ^ r ^ .
TRAMAZZO Tumulto. Confusione,
Trambusto. Lai. tumultus . turba Gr.
J98
1578
TRA
TOto^X"'* TUffir] . r^ov. ant. 62. 6. Fé'
«elitre cavalli e tomieri; vallcUi vcgaono
e T;inno di giù e tli su ; chi |)orla Ireoi ,
chi selle ; lo luniatxo era grande. Pass.
368 - Si sogneranno cose rimescolate e
confuse santa ninno ordine, o più insie-
me, <i r una dopo l'altra, e tali tramazzi,
che il sognatore medesimo nun sapra rac-
contare .
§. Per Trama, nel signifc. dei §. I.
Frane, òacch. nov, 206. Trovando Clo-
dio , disse come la sua donna pareu the
sapesse il Iraniazzn di (]uclla notte.
I TUAMIlA>ClAMI-.WTO. // tramha-
SCiare.'Lk.l.aiiffor. «ir a9«uovi'a. Mid.Àrh.
Cr. 33. QuaiUo ell-i fu l'ansietà e '1 trjm-
Lasciamento in quell' ora nello spirito del
Figliuol di I»io iw-dentore ?
THAMBASCI AUE. /essere appresto ila
amhascia. Lai. angore opprimi. Gr. 0 - 5-
&u/*w; e^eiv. Patajf. ^. Della scal>l>iosa
trambasciando parrbio . I-'r. Jac. T. 6.
34. 2. ?iè partorisco , trambascio , o do-
loro.
g. Pt^ meta/, Omei. Orip. Vedere cbe
tutta si distrug)^e e trambascia di disidcrio
di vedervi.
THAMIIASCIATO. /tdd. ila Traniha-
sciare . Frane . Sncch . no\* . 28. Oimè
trista, eh' io sono tutta tramliasciala - F
noy. 53- In (|ue<ilo 1' altro compagno giun-
se alla piazxj trambasciato gridaudo. Lib.
Son. 33. .Stimo sii trambasciato e bene-
merto Per tanl' opera degna. Vorch. Ir-
col. 33^. Don Silvano Uazzi ec. ttitln tra-
felato comparse (juivi, e così trambasciata
disse: ce.
* TRAMBEDUE. Tramenduc : ma è
poco usato, t'ir. As. ^\. Le beffe e le
scuìf por all(>:.i furono grandi da tram*
bedue le parli. {C}
TRAMBUSTA. // tramhu stare , Tram-
busto. Lat. tumii/tuSf tuiha. Gr. Ta/JK^^s;,
Tu^£»j- Star. /Un. .Montali/. Mentre cbe
era questa Irandmsta.
TRAMBUSTAKE . Pimtiovcre le cose
Con/bndendo/f, e disordinando/e. ^- Soder.
Colt. Quando il vino ec. non e ben chiaro
o fatto, non riceve danno didrcs>erc tiam-
bu.<>tato. K altrove: Farai yiortarc quel va-
sello così pieno , senza più trambustarlo ,
nella volta. ( l< )
TUAMBUSTI'O. Il trambustare s Tram-
busta .
TRAMBUSTO. // tromba. ^tare j Tra-
vaglio y Sollevazione t Disturbo. Lat. /«-
niultus, turba. Gr. ra^ax^i- Tac. Dav.
Ann. 4- 98. Essendo la casa del Prìncipe
in trambusto per ordire ad Agrippina la
morte (il testo lat. ha: eommota Princi-
pis domo), farcii. Slor. il. ^ii. Men-
Irecliè Firenze era in incredibile trambu-
sto e travaglio, s' cblie lingua rbc '1 Prin-
cipe s' era parlilo dal campo, fìuon. l'icr.
3. \. 2- Correr al rumore di questo e qutl
trambusto . E 3. 5. 2- Avvezzo alle bur-
rasche ed a' trambusti . Ma/m . 5- 2Ì.
Mentre ella scrivea. Gettava gocciolon ai
questa posta. Per lo trambusto grande cb'
olla ba avuto.
1 TRAMENARE. Menare, Trattare.
Lat. versare, pertractarc. Gr. cip^oiiv,
xa^KTTTsaàat . Car. lett. 1. 72. Sono a
guisa delle vesciche, le quali, quanto più
sono trameoatc , più s' empiono e più ten-
gono .
# S- Figuratam. Manrggiare , Trat
tare un ni'gotio , o simile y ma v modo
contadinesco. ». lìuon ■ Tane. l\. p. Or di-
mi tu licenza rh* io trameni Questa facccn*
da, quando sia a proposilo »? (H)
THAMENDUE, TMAMENDUI.e TRA-
MEXDU.XL Intramendue , Tutti e due,
I.' uno e l'altro. Lat. ambo , utertfue .
Gr. ajULfi&t, u/jLj3OTij90t . Fir. Disc. an.
5i. Tramenduui caddero In terra ; ma
TRA
percliè il gambero rimase di sopra, e*oon
si iecr^ mal \ eruno. /;." 62. Venula l'ora,
che la bella giovane dormiva , tramendui
d' accordo andarono alla volta sua. A' As.
220- Grondj\a la schiuma da tramendue le
guance. Ar. Fur. 18. 18;. Fu il morto '
Kc su gli omeri sospeso I>i tr.inicodue , tra |
lor pattando il p« *o . /. \S 94 Troppo
sarà , »' io voj^lio ir rimembrando Ciò eh'
al partir da traniendue fu dello. 1
s;* TRAME^COLAME.NTO. // trame- 1
scolare. Impfrf. /'. Tusc. D. \l\. T. 2. ■
272. Plt i'hi.iriiii)cnc ne ho falla 1' espe- ,
rieiiza facendo di essi colori primi sopra-
dflti diverse misliche sur una tavolozza
da pilhtri , e vedutine nascere e il veidc
e il paon-izzu e il rancio , e pui col Ira-
mcsroljiiirnto di questi, secondo le vailC
dt'se permisi hiale insieme, gli altri di mezzo
far>ene di mano in mano. (Ft 1
t TRAME.SCOLAKE . Confonder me- \
scolando. Lat. inlermi.fcen . Gr. :T«p';^-
p.iyj'jvv\. l iv. M. >ulb> conosca né sé , .
ne i suo" antirlii , che avvcrrac, se i ma- !
lilaggi sì tramescolano. ^' Imperf. / . Tusc.
O. 11. T . 2 III. Que* raggi liimìni>si
ec. hanno perduta la luce, imbraltandu^i,
e tramescolandosi cogli alomi del mulio-
ne. (Fj
* TRAME-COLATO. Add. da Tra-
me.tcolare . Imperf. f-'.Tusc. D. IO. T. 2.
62. Il fuoco elenienlare sta nella compo-
sizion delle legna tramescolato con gli
altri elementi. /', />. II. T. 2. 92. I cii^li
non essere tlilicrentì Ira loro , ma esier
tutt' aria , e tutta luce più o meno tra-
mescolata . /',' O. 12- T. 2. I^8. Se gli
spirili vitali in cs-^o (cuore) sono del lutto
nudi 0 spogliati d' altra materia, ansi tra-
mescolati sono di sangue ec. fi')
f '•• §. Tramescolalo, vale anche Posto
in mezzo . Salvia, l'ros. Tose. 2. 101.
IVtl nostro caso 1' S tramescolata tra l'al-
tre lettere, non fa sentire il sibilo schiet-
to , ma ec. (*)
TRAMESSA. // tramettere.
§. /Vr Digressione, Fpi<odìo Lat. di-
gressio. Gr. E/rporr*]'. M. /'. 11. 17. Con-
tinuando nostro trattato della guerra tra i
Fiorentini e ì Pisani eoo poca tramessa di
cose forestiere.
* TliAMESSIONE. Tramessa. lìemb.
Pros. ?.. 71. In più versi interi ed in più
rotti finiscono , senta tramessione d' altra
rima, (f)
T R AM ESSO. Fivanda che si mette tra
r un servito, e l'altro. Lat. 'intromis-
sum. l . il Du - Fresne . Com. Inf 20.
Faceva recar la vivanda, una parte della
promessa del Re di Francia, una palle
del Re d'Inghilterra, li tramessi di Cici-
lia , lo pane d* un signore, e 'I vin d'un
allro , coi li confetti , e queste imbandi-
gioni dava alla sua brigata.
TRA.MESSO . Add. d.i Tramettere .
Red. Annoi, Ditir. I18. Queslf colali co-
se , come certi petzì d'anticaglie ne* nostri
edifìcìi tramesse ce, danno grazia.
TllAMHSTARE . Confonder mescolane
do, /iivo/tare, /ìovistare. Lat. invertere.
Gr. tf.'STpi^n'j. Pallad. cap. 6. La terra
che si tramesta <!' intorno agli alberi e al-
le viti, si TUol tramutare. Frane. Sacch.
nov. 161. L' uova schiacciando e trame-
stando, cominciò a pigliare i pennelli.
§. Per metaf. vale lo stesso . Iranc.
Sacch. nov. 11^. Trame«lava i versi suoi,
smoizit andò , e appiccando.
TRAMESTIO. Il tramestar*. Frane.
Sacch. nov. lOI. Sentendo la (cria il Ira-
mestio f ed essendo siala in ascolto , di-
ce: ce.
. t TRAMETTERE, e TRAMMETTE-
RE . Metterr una cosa tra due altre .
/ arvh. Frrol. 269. Il Iramcltcre numeri
poetici , cio^ versi , ne' numeri oratortì ,
TRA
cioè nelle prose, è riputalo vizioso. ^«/^A.
Arni. fam. 39. Dove Irametteodo, ed M-
coppiandu attamente gli chiari e gli scwi ,
spiccano tanto bene.
3 5. L per Introdurre , Metter dentri.
Lat. inlromittere. Gr. £iso^/E3^at.
^ §. 11. Tramettere per alcuno, vmf€
Mandare a chiamare ahuno. * A'ov. ant.
3. 3. Albira fu Irammesso per lo cavaliere,
cbe adili>nìJiid.iva il dono >. Stor. liarl.
3. Allora tr;imike tulli lì suoi servi «e.
per i{uello barone. (Pf
%. 111. ler Mandare. Lat. Iransmit-
tere. Gr. ciaT i'w-»iv . /\'ov. ant. 61. 6.
Allora egli scrisse a un suo amico secreto,
che ') di del tt>i iii-ameuto li trammettesse
arme e ra«alb> >ecrelMmente. t>ittant. 2.
l5. il qu.tl di<-iassi-il' aiiui tcunc L' impe-
pcrio, e < lir più leggi alliui tramite.
* §. IV. Per Ira/astiare, }htter da
parte, tentb. Iros. \. 6- M'increicc che
essendo e^t nella Ialina lingua gi'a avvci-
zo, egli Ij lr;«ld>ci e tramctla 1 osi spesso,
come e. Il fa. per inscrivere vulgarmcnle .
F I. 56. Ilo del tutto Iramessa la Icaione
delle ullramoiilane cose. (T )
3. V. In .fi-.inifc. neutr. pass, va/e Fn-
trare e Metti r.si di mezzo. Jister media-
tote. Lat. s inlerponere. Gr. òitp);c3àai.
0. y. 12. I03. 3. Trametlersi di pare ira
loro , come cari amici . M. $', 9. 9^. Il
maggior fraU-llo del Re , titolato Impera-
doic di Co»taiiìiiitipo1i, si tiamettea di fare
concordia tra loro.
§. \ I. /Vr Impacciarsi, /ngerirsi. Lat.
curare. Gr. S'Ti/jLj/uffàai. M. l'. 7. 87.
Il rapa fece armar Vignone, e afforzare s
guardale la citlà, e d* alUu non si tramì-
se. .'•'rt/t*. {.ranch. I. 2. Tu mi fai mara-
vigliare A dir che '1 Granchio si trametta
egli In queste vostre pralìrhe. * Saltust.
i'at. 69. Mon si Iramellea d' aver ricchrt>
zc a prova del ricco, né d* occulte malisic
e opere cogli o|'cr.ilori loro. tCj
1 K A .\l L /. Z A . Tramezzo.
'•:•• TRAMEZZADILE. Add. Che siptià
tramezzare . Imperf. P. Tu.tc. P. 6. 2*.
1. 172. S' ella e tuli' una materia indi-
visìbile, da nuli' altra trameualulc e con-
tinua , non ci può nascere vera o reale
niuna differenza di quantità. (F)
TKAMtZZAME.NTO . // trame ssarr ,
/nterntettimento . Lat. interpositio . Gr.
Trapivà«7t;. Sen. Pist. Se eli' i lunga,
eli' hae alcuno tramezzameuto, ed haL' spa-
lio dì ricrearsi, M. ì'. 9. 3l. Faremo
punto qui alle nostre fortune, per segui-
re delle straniere quante n' avvenne ne*
tranirzzameoti di quoti tempi ( cioè , in
questi tempi dì meito ) . V A' 9. 98. E
qui faremo pìccolo Iramcszamento d' al-
cune cose occorse fuori della presente ma-
teria , aerioccliè 1' animo e lo 'olellello
faticalo ec abbia per nuovo cibo ricrea-
zione, (/ì)
TRAMEZZARE. Entrari, e Essere
tra l' una cosa e l' altra . Lat. tnterpO'
nere. Gr. TttstvTidivoti . M. F. a. 5;).
Trovandole serrale e bene in concio, non
lo invotironu , e non s* afferrarono con
loro , o per codardia , 0 per maestria di
traniezxare l* altre galee de' Genovesi. E
5. 2. Molli cavalieri armali tramenaroan
tra la sua persona e della donna . Cren.
MorrJl. 33j. Credo, Irameimasse fra Dino
e lui ab una ddtr fcmmiue.
§. I. Per /nl<rporrf , Metter tramtM'
10. Maestruzs- l. .(3. Se li trametzassooo
certe parole, che togliessono la 'otenuooe
del batlezaanto re., non sarebl>e ballesmo,
per(hì> poi compiesse le persone delU Tri-
nità. * Puf. Purg. 12. a. Foga b aoda-
nienlo senza rallenersi, e operamento tenu
tramezzare liposo. (?il
* §11. /Vr Passar* in imezso. Cuict.
Stor. 2. l65. Baiocco ec. h a rìnconlro di
TUA
Boverè in sulla strad. J.nlta a mano dc-
sUa da andart- da Trento m Ilalu , Ira-
„,cx.anda quello e «»>--•■ ''^ ' "".'f'
m„o iioUlra, .1 6unu- dell Ad.ce. (L)
e III. /Vr /„;.rm,((.n.- . Lai. mler.
milùrc. Gr. OiaXec'si.v . Cr. 9. 91. i.
Cucito fe quasi tullu r anno, e sulanicnle
Uamenano da mexxo Dicembre a nurto
Mano , e fauno due pippion. per volta ,
i quali insieme crescono, e hanno le lor
ione , quando le madri pailoriscouo gU
**'§. IV. Prr Spartnt. Di^iJ're. Fr-
GioJ. 134. Cosi intervenne .n Crulo, che
Uame«ando questa .olla tra no. e D.o.egl.
ne fu morto. (I J .
» S V /i in senlim. neutr. e neulr.
pass yoU Mettersi per mediatore. Ir.
Ciord. 134. Or queste sono le buone pa.
ci, le paci ..cure; e queste sono quelle,
„,e « iranieiaa Cristo, f/ ) E l34 Osnen-
di i lacerdol. offerauo a Dio saer.Bc.. pur
per tramenare , e racconciare tra Dio , e
y uomo. (CPj
TRAMEZZATO. Jdd. da 7 ramfZZKre.
Lat. inlernositiis. Gr. :i../(:£vTi3£^!V5i .
Cr^n. Mcrell. 352. E allora tramena o
. modo che un «ciò , vid. una donzella
Liancbissima. i:<-mm. 5. i\- Tae.tanre.,-
le piangendo , ricominciai la tramezzata
angoscia, dicendo: ec. 1 eoe, intermessa).
Jjion. Ficr. 3. 2. 17. O squartate, o divi-
se , o tramezzate. . , ,
+ TRAMl-.ZZATORE. I erba!. n,asc.
Che, o CI,, tramezza, M,dialore. >!'=■
j„„o. Lat. -.r4.(er. Gr. o'.arnvr,;. ^«'.of-
fan'. Tramezzatore del nuovo Testamen-
to . °i{im. a„i. P. .^■ *•■■'"<*• "-='■• '^^
bene aggia Amore , Che fu tramezzatore .
# Fr. 0,ord. 134. Se Cristo non e e per
tramexzalore, ogne pace, che tu fai, e una
beffa, napprrsso: Interverrà alcun otta
che '1 tramezzatore fa.a la pace pur dall
una parte , cioi; dal lato suo ; ina interverrà
che r avversaria parte non tara pace. (/IJ
•+ TRAMEZZATBICE. / erbai, femm.
Mediatrice. Sahereg pag. 68. f Livorno
1799 ) I-a 1"-''= ^ iramezzauice tra noi e 1
uiudice di tutti. ,.,
*■ + TRAMEZZO, e TRAMEZZA. 6.»
che tra l' una cosa e l'altra e posto d,
mezzo per dividere, o scompartire. 0 a,-
stinguerc. Lat. q..od est inter ,„ed.um.
Gr. «-.«OT^u». 'atrod. I ,rt. ÌIQ- f = °
andarono allo steccalo, lo quale era ti a-
mezio dell- oste, e lecionlo tutto rovinare
e cadere . Cr. 5. Sg. 2. Delle canne si
fanno i pali e le pertiche nelle vigne e
stuoie, delle quali i poveri fanno Iraiiiez-
zi nelle lor case, iu.on. t ,er. 3. i. 12.
Ha per tramezzo un luur soprammattone.
Geli. Sport. 5. I. Entrai in chiesa per
quella porla che i fra '1 tramezzo , e la
cappella maggiore. 1 ■ r^l
K I Tramezza, chiamano anche 1 Cal-
zolai „„a .Striscia d, colo eh' e" ccono
tra 7 saolo e 7 (omii.o .Iella scarpa.
# 8 II Tramezzo, per Intermissione
di tempo. ìlalm. il. 21. Senza tramezzo
alcun, senza respiro. Ne diedero un car-
niccio di quei buoni. (Bj ^
* TRAMEZZUOLO. Term. de Scar-
pellini. Il primo filare, legato il quale si
arrita al sereno. (A)
* TRAMISCUIANZA. Mcschiamento ,
Mistianza. Lat. permixiio. Gr. o"ia>i?i5.
fied. leu. 2. 44- Quando sono quasi mar-
cie spirano odore gratissimo , e quasi si-
mile alla rosa , con qualche^ iramischianza
di «hiaggiuolo e di enula. (*)
TRAJUSCHIABE. Jl/i.«c/ii<ine. Lat. in-
urmiscere. Gr. TTKpE^ai/vJvai . ì- olg.
Ues. Altresì avviene delle quattro com-
plessioni, quando si tramischiano in alcuna
creatura, che ciascuna seguisce la natura
ie\ Via lUmento
T n A
TRAMISCHIATO. Jdd. da Trami-
schiare . Lai. inlermixtus . Gr. TZtiptp.-
liiyS'i'?. I>l'- """■ '""'■■"• Ordinano 1
Ldicamenli tramischiati col correttivo .
Sahi,, insc. 1. 24^- '■> '1"-^^'^ '■"'i'"''^':
za vi sar'a tramischiato qualche loto di
mala eosuutione. ,
•+ :5 TRAMISERABILE. Add. P,u
che miserabile , Miserabilissimo. AaUm
TRA
1579
ctie luiseraune , >•'... --
Odi.is. 4. 445. Pero ora alle lue j;.noc-
chia veSgo, Se di quello vuoi dir 1 acer-
ba morte ec. Che la madre le lui trami-
serabde. (A) t . .
TRAMITE . r. i. Senliere Lai. se-
mita , trames. Gr. T^.'S = ^ . M- Aldohr.
Kon d.svuno dal diritto '"""^'Lf''- '•■ "'
aione. ■:■ drsin. Torracch. 3. 35. Or tu
,„i mena In caso tal per tramite ond 10
vada Prudentemente ad adoptar la spada.
Z^4 18 Ed ecco la , dove la diitla strada
Da un tramile trasverso i intersecata.Arriva
un cavalier , ce. (11/
* e Tramite, fu usalo anche per 1 ral-
cio . Ciambon. Mis. Uom. I26. lo sono
la v,le, e voi siete i tramili, e qual Ira-
mite sarà sanza frullo, sarà sceveralo dalla
vile , e saia messo nel fuoco ed arso (?i<i
figuratali,. ). I (') .. _
TRAMITKLLO. Dim. d. Tramite.
Bemb. Asol. 3. 184. Per entro passando,
non ristelti prima, si m'ebbe in uno aperto
non mollo grande il poco parcvole trami-
tello portalo. ,,,t.t. '
TRAMMETTERE. ìed. TKAMET-
•f TRAMOGGIA . Quella cassetta
quadrangolare in forma d' agiiglia , che
/■ anomoda capovolta sopra la macne ,
0 sopra iljrullone d onde esce il grano 0
la biada che s' ha a macinare . o la farina
che si i-uol abburattare. Iranc. òaccli .
nof. iqq. Gli comando che con esso an-
dasse a mulino, e mai non si partisse ne
dalla macina, nij dalla tramoggia, che a-
vcsse a casa ritornato la farina, h appres-
so: Messo il grano nella tramoggia, e co-
mincialo a macinare, ec. Cii-.l. Larn. 113.
Se la tramoggia non i slrella m bocca ,
Non si fa macinato che buon sia. _
+ TRAMOLLICCIO. V. A. Add. Più
che molliccio. Sen. I',sl. Sono ingrassale
di fango, e hanno la carne cosi tramoUic
eia e limosa , che nocciono al corpo.
TRAMO-^TAME^TO . Il faniontare.
Lai. occasus. Gr i.ciu./. Biit. l'urg.
3o. I. Lo quale Settentrione, ne Occaso,
cioè tramonlamento, mai seppe, ne Olio,
cioè x,e nascimento, imperocché tale cielo
non ha rivoluzione , e cosi tale ScUen-
irione non ha nascimento, ne tramonla-
mento . , . ì .
TRAMONTANA, lento principale set-
tentrionale, altrimenti dello Korea, Aqui-
lone . Bofaio , leniai'olo . Lat . agallo,
boreas . Gr. Sopiui . Bocc. no,'. 42. 0.
Essendo quel vento, che traeva, tramon-
tana ec. , ad una piaggia vicina ad una
citta chiamata Susa ne la porlo . A nov.
QQ 32. Si levò una tramontana perico-
losa , che nelle secche di Barberia la per-
'^"Ti. Tramontana, per lo Polo Artico.
BÒcc. g. 6. f. 9. Q'"''!'^ '= 1"='' ^ "■■"
di tranionlana guardava , tutte erano d.
boschetti ec. E no.: 77. 32. La donna
montata in sulla lorre , e a tramontana
rivolta , comincio a dire le parole datele
dallo scolare. G. J'. IO. 86. 5. Tennero
a man dritta verso tramontana.
§ II. Tramontana, e anche aggiunto
di quella .Stella che e più .■icina al Polo
Artico 1 ed anche la Stella medesima .
Burch. l. 25. La stella tramontana e
suta folle A porsi in luogo da morir di
sido ■
* §. III. Tramontana, figuratimi, per
Iscorta. Guida. Pros. Fior. Borgh. leti.
4 4 aio. Con questa tramontana siamo
Camminati , e ci pare essere ass... sicu-
ri.ro li-P'-r/- T.m. I>. 12. T. 8. 4oO.
Tal sussidio della Grazia divina dovea va-
ler loro per traraonlana a tirarsi di 1 aggio
io raggio allo splendore della verilaec. (I-J
* §. IV. Onde Perdere la tramonta-
na, ditesi famigliarmente d, Chi s, con-
turba in un modo che non sa più quello
eh' et si faccia, o si dica. (A)
i? §. V. // tramontana , vale Valla
parte, o I crso la parte di tramontana.
Sagg. nat. e.cp. l6y. Ui p"i o a Tramon-
tana, o a mezzo giorno, o a kv.inle, o a
ponente, che lo slesso assorl.meuto di vasi
nella stessa notte sia stalo posto, da per
tulio si sono osservate le medosime stra-
1 vaganze. iC^-) „ . , j-
TRAMO^TANACC10 . Peggiorai, di
! Tramontano. Lasc. Celos. 3. 11. Questo
' Uamontanacrio gli ha latto villania.
* TRA-MO.NTANATA. Term. di Ma-
rineria. Bufferà tempestosa di vento set-
tenlrionnle. lA) , rr
•+ TIlAMONTANO. Lo stesso che I ra-
montana. Lat. boreas. aquile. Gc. f:opi«.i.
Dav. ro/(. l63. Conservansiivinidi pog-
gio e i vini di piano diversamente. Questi
di piano per li portici al tramontano; quelli
ec F l8j. tiran fatica durerai al coprirle
1 (• le piante di limoni / con paglia , stuoie
e lilame accolto, si che tu le scampi dal
tramontano e dal freddo che le uccide.
* TBAMO.VTANO . Add. Oltramon-
tano, l'ecor. g. 9. n. 2. Siate valorosi,
gagliardi a spegnere l'orgoglio e 1 auda-
cia di questi Gallici tramontani, che sono
venuti per la loro superbia in6no nelle no-
stre parti per volerci divorare. (A)
i.. §. E in fòrza di SUSI. Borgh. Fir.
lib. 323. A niun patto aiebbe voluto m
queste parli Tramontani. (ì )
TRAMO.NTA.NTE. Che tramonta. Lat.
occidens . Gr. ZKTKÒuaiv . iii'. Bcc. 3.
Il cadimento ancor della neve , tramon-
tante gi'a la steUa , a grandissima paura
ageiuose.
t 3 TRAMONTARE . ^eutr. il na.
scendersi del Sole e della Luna, e drogai
allra stella . o pianeta, sotto /' orizzonte.
Lat. occidem , ad occasum tenikre . Gr.
,.=<r'^fJe.» . G. r. 9. 198. 2- Q»"?' '"
sul tramontar del Sole, t it- .SS. lad. Lo
Sole incomincio a tramontare innanzi che
glugnessimo ec. In6oo che giunti non furn-
nio, il Sole non tramonto, letr. canz. i.
5. Innanzi 1' alba Puommi arricchir del
tramontar del Sole. Kinf F'es 3?. Ma
poi veggcndo che gi'a tutto iì Sole Era tra-
monto , ec. 0
* §. I-: neutr. pass. •• Petr. canz.lOi.
5. Se '1 Sol levarsi sguardo. Sento il lu-
me apparir che m' innamora: Se tramon-
larsi .-J tardo Parmel veder quando si volge
altrove. Lassando tenebroso onde si muo-
ve. (C) „ ,- 1 , i(
TRAMONTO, r. A. Susi. 1 erbai. Il
tramontare. Lat. occasus. Cr. '"JC/tr,.
Petr. Uom. ili. Dalla quarta ora del d.
per iuBno al tramonto del Sole. ■.• " Ovid.
Pnt. 126. Se il Sole ene tramonto , o se
egli ene sopra la terra , la notte e il die
mi reca dof;lia » .(C)
TRAMO.NTO. Add. Tramontato, ral-
lad. .Seltemb. l3. Nasce tramonlo il Sole .
E Ottobr. 12. Tramonto ■' ■'J"''-' • ''"'
queste tre stala d' acqua al pcd-'le-
TRAMORTIGIONE. T. A. Tramor-
timenlo. Lat. animi detiquium. Gr. U.lTO-
Soui'a. ìit. Ces. Le donne volean levar
Cornelia di tramortigione . -«-'*• ^"'^"■»-
late L'odore del vino giova aUe Iramor-
"TbAMORTIMENTO. ;/ tramortir..
Lai. animi deliqiiium. sjncopt. Or. /ti-
i58o
TRA
TRI
TRA
rro^i^/jiicc , CM-jroTZfi- Cr. 5. l\S. 7. Vale
ft/ zucchero rosato) contro '1 vomito col-
lerico , contro il tra morti mento , e coatro
la rordiaca, cioè passion del cuore. E 6.
16 I. ConLra '1 tramortimcDto e coatra
U cordiaca si dia la sua decoiione ( del
bassilico) con acqua rosata. But. Inf. 6.
1. Quando la mia mente fu ritornata, eh'
era assorta per lo tramortimcoto.
TRAMOHTIRE. J'enir meno. Smarri-
re gli spiriti. Lat. syncope lahorartf ani'
mi deliquitim pati , Itnqui animo . Gr.
Ì£iTOày'/i'v. Dant, rim. 3. Lo viso mo-
stra lo rolur del cuore, Cli* è Iramurten-
do dovurxjue s' appoia . Hiit. Fa compa-
razione dal tramorliic al morire, dal quale
non liJ dilTereoza, se non che '1 tramor-
tire dui a il teinjto, e '1 morire dura sem-
pre, che mai n'tii si ritorna. (V. 6. 128.
I. Ha natura i il fiore del timo > di f-ir
tramortire, e inducere angustia de' mem-
bri d' entro . i}vid. Pist. 93. Io divenni
allora più gelala che '1 gliiari:ÌQ , e tra-
mortendo divenni mezza morta- Bera. Ori.
1. 3. 67. Se ferire >ol posso , almeno il
farò tramorliie.
*\* THAMOUTITO. Add.da Tramor-
tire . Lat. animi ilcliqitium passus . Gr.
Ì5t7r5&i»;miÌ!i«5 ■ Bocc. nov. 16. 6. Tra-
mortita , il marito e' 6gliuoli chiamando ,
cadde in sul lilo . Dant. Ptirg. 33. La
tramortila sua virtù ravviva . Ovid. Pist.
Giaci in terra stramazzata e tramortila (que-
sto esempio non è trailo dalle Pistole d'
Ovidio, avvisa il Kigoli, e noi l'ahhiamo
rinvenuto nelle Favole d' Issopo, (ed alle
Favole d' ììsopo l* attribuirono gli acca-
demici nelle prime tre impressioni ) png.
Òl\. ( Padova 181I ) così: quando liei i
dolcissimi vini , bei con essi il 6ele dell'
amara morte ; e se I' alia avventata della
ventosa rosta li caccia , o sei vinta per
morie , o^ giaci in terra stramazzata e tra-
mortita. F la formica che parla alla mo-
sca). Tes. I!r. 5. l\\. Per lo gran dulore
che i leoni hanno al nascimento , nascon
quasi lutti isgomnntali , eh' elli giacciono
Ire di quasi come Iramorliti, siccome elli
non avessero vita . Varch. Star. 7. 176.
Si disse che Niccolò , sentendo quel ro-
niDre, si svenne per la paura, e così tra-
niorlito fu portato nella sua camera.
>!= THAMPOLAKK . Camminare su i
trampoli , e per simiiit. Camminar con
piede mal fermo, ed incerto. Benv. Celi,
Fit. 3. /i38. Questi dipingendo hanno
adoperala la lucerna detta : e dopo loro
la pittura piangi* essersi spenta , e così
cieca trampolando vive, (C)
f TRAMPOLI. Due bastoni lunghi,
nel mezzo di ciascun de' quali e confìtto
un legnelto , sul quale chi gli adopera
posa il pirdej e sentono per passare ac-
fjiia , 0 Janghi , senza immollarsi, o in-
fangarsi. Lui. gralltf. fiurch. \. 9. Che
i trampoli pialivan «on gli slecchi. /ìellinc.
son. 280. Cader possa de* trampoli uno
Sporto . 7'ac. Dav. l'osi. /|'|0. I piaceri
tono monti di diaccio, dove ì giovani cor-
rono alla china , a^ffiungovi in trampoli ,
Alalm . II. 22. Avellilo seco (Condotti,
coni' ei suole, un par di trampoli.
t ^ §• Slare tn trampoli , figuratam .
vale Essere incerto, duhhioso. Fr. Giord.
205. In questo fallarono molli savii , e
ktcllcru in trampoli , che Iddio fosse , o
no, ec. Sicché stavano intra due, che Id-
dio fosse , o no (la stampa ha trampoli ,
ma forse per errore ). (V)
* TRAMUGGIIUUE. ^fugghinre or-
ìthilmenle. Salvin. Trif. K la terra tlalle
I uole di bromo caricati lerrìbilmeutr tra-
mu^ghiavA. ( .i)
TIUMUTA . Tramutamento . Lai. vi-
cissitudo, permuiatio. Cr. 0Lii0t6rÌ. Dav.
Colt. 171. E quivi appiccati gli anDcilu-
vano, sema dar loro tanti marlorìi, o tra
mute, come noi facciamo.
TRAMUTAGIONE. r. TRAMUTA-
ZIO.\E .
t TRAMUTAME.NIO. // tramutare.
Mutazione. Lat. permutano. Gr. Upoitfl.
Oh. Com. Inf. 20. 359. Chi con iramu-
tamenli di vasi in vasi d* arqua, e di get-
tarvi uova. Annot . l'ang. Appo *1 quale
non è tramutamenlo , ne ombramcnlo di 1
vicenda . s? Pros. Fior. \. 3. 120- Che ,
se pure alle volle ec. fa qualche piaga di
qualche luogo medicata da Pier Vettori ,
si il fece egli ec. con tanto leggier Ira-
niulamentn della scrittura ce. iTC)
* XRAMUT\.%ZA. Tramu fazione. Lat.
mulatio . (Ir. [XtT'x&o)>/i . p'ed. alle va- j
ci TKAMUTAZIO.NE, e TRASMUTAI- t
ZA. (•) I
3 TRAMUTARE. 3futar da luogo a
luogo , Far cambiar luogo . Lat. tran'
smiitare, permutare. Gr. ^ira/iocTTStv. I
Bocc. nov. 8o. 32. Acciocché niuna cosa
gli potesse esser tocca , o tramutala , o
scambiata .
* §. I. Tramutare, vale anche TraS'
fondere . Segner. Mann. Du'htaraz. <)p.
Chi non sa pero «he se quesle (nutrici)
non faan copioso il proprio soslentamcnlu
difHcilmenle lo possono ancora tramutare
in altrui I (y)
•f §. II. Tramutare, vale anche Far
mutare stato. Dant. Par. 17. Per lui fia
tramutala molla gente , Caniljiaudo con-
dizion -
^* §. III. Tramutare, parlandosi di li-
quori, vale Far passare di vaso in vaso.
Travasare. « Cr. 1^. 35. I. Quando si
tramuta il vino a Luna piena , divcala
accio n. JCJ
* §. IV. Ai signific. neutr. pass. Pas-
sare, 0 /indarc da un luogo ad un altro.
M Ang. Pand. 22. La prima sarebbe ave-
re bene ordinala e disposta tutta la casa,
ove io potessi starmi a ogni n>Ìo dt-stro
bene agiato , sanza avermi a tranmlare j
tr(qipo è dannoso, e di grande spesa, <li-
sagio e molestia il tr^miularsi di luogo a
luogo •». (C
t 3 §. V. Per Mutare , Convertire ,
Trasformare una cosa in un* altra» Lat.
vertere. Gr. y eTK).)ar£iv. Bocc. nov. ^8.
17. Avendo r odio in amore tramutato ,
ec. Buon. Fier. ^. ^. i.'j. Camaleonti tra-
mutar colore.
*^ §. VI. Tramutare, dicesi anche del
Bimetlere, o Destinare in un dato giorno
quello che si doveva fare in un date al-
tro, u Dav. Accus. \t\l. In altri |;ioroi
ha tramutato molte tornale ordinane del
giovedì ». (Ci
TRAMUTATO Add. da Tramu-
tare. Lai. permutatus, versus, /lui. Purg.
32. 2. Transformato, cioì' tramutato. F put
sotto : Cioè alla corte cosi trasformata , e
traniutatj di carro in mostro. Borgh. Hip.
66. IVon minore eslimo che la rerliiuo le
insegne tramutate da quello che h il co«
slume di vedersi.
TRAMUTATOLE. l'erbai, masc. Che
tramuta .
THAMUTA/IO.NE, e TRAMUTAGIO-
NE. Tramutanta . Lat. mutatio , fransi'
tus, Lih. cur. malatf. Non di rado avven-
gono le tramutagioni da un m.ile nello
altro , la tramutagione della doglia nella
colira ce. *;. / '. il. 67. 2. Segno ili mor-
te di granili Re e signitri, o tramutagioni
di regni, o di genti . ff J*ros, f'tor. Borgh.
leti. !^. ^. 65. Ancorchlt io abbia ce. «rei
nondimeno caro ec. vedere in clic modo
questa tranintaiioDC potesse, v non potesse
verisimilmeiite passare. (C)
« TRAMUTEVt>LMBNTE . M^sfrb.
Mutevolmente, Con tramutazione. Bcmh.
Pros. 3. 205< Questa voce Per mezzo ti
dice toscanamente ancora cosi: Ptr mei,
troncamente e tramutevolmenlc piglundotì,
come udite- ( Fj
THANARE. Trainare, levatane la I,
secondo l'uso antico, come in Alare per
Aiutare , Compagna per Compagnia , e
simili j Strascicare . Lai. trahere , Gr.
ojpitv. G. y. 10. 7. 6- Fu tranato col-
le sue armi in dosso, e poi impiccalo. M.
y. 9. I08. Gli sbanditi furono tranati e
appesi vilmente. Ltv. M. Li servi che te-
deano sopra i muli, tranarano per terra ra-
mi fo^liuli.
§ I. Per me taf. Dant. Par. 10. Or le
tu r occhio della mente trani Di luce in lu-
ce dietro alle mie lode, ec.
'? §. II. Trana, usato alt' imperativo,
V voce con cui si dà segno al corso. Sen.
Ben. yarch. 2. 25. Come quegli che fanno
a correre , debbono stare alle mosse iafiao
che si dica: trana. (*)
■f §. 111. Serve ancora per inculcare prC'
stezza nel far qualche cosa j e vale lo stes-
so che Sbrigati, Spediscili. Lat. age, prO'
pera. Gr. ays, ffTTEuce. Fir. Lue. I. 4*
Cammina, vien giù alla signora; presto,
Irana; oh ve' cuoro freddo! * Malm. 12.
/{S. Cosi alla donna dice: Ovvia, su, Iraoa,
llispondi presto, cavaci di pene. (*)
TltANELLARE. Ingannare maliziosa'
mente , e con tranelli , Usar tranellerie.
Lat. dolo decipere. Amhr. Furt. 5. 6. E
quello che ha rubellato e traoellala la mia
lanciulla , che solo tenevo per rendere al
padre.
THANELLERI'A. Tranello. Lai. dolus»
fraus , prastigia' . Gr. 36^0^ , t/x'^I •
Cecrh. Dissim.n. ^. Che tranellerie lon que-
ste? Seiaijurali, Icvalemivi dinanzi. ^ Sai»
vin. Fier. Buon. 5. 5. 6. Uà tranello, cioè
macchina coperta, si h derivata Iranellena,
cioè frode astutamente condotta. (JV)
TRANELLO. Inganno malignamente,
e astutamenlefahhrtcatoj Trama, Traccia.
Lai. dolus, techna , offiicia. Gr. ÒÒÌO^, TC-
X^fiy Joiojppoiuvy;. Cton. Òlorell. a65. Si-
mili tranelli e molli altri si usano per gtu-
gncre il compagno. E 276. k Firenze ha
gente viziata e in cattiviti, e co' vixii t'ap-
portano male, e soltraggonli per nuove vie
e tranelli. F 356. Si maravigliava noi a-
vcssimo gelosia di lui, e che così «lesidc-
rava il nostro buono stato quanto il suo,
e molle altre zacchere e busbaccheric, bu-
gie, traneUi e falsila, sotto le quai pensò
giugncrri, e vennegli presso che fatto. G.
y. 8. 80. II. Non sappiendu la parte di
papa Uonilazto lo inganno e '1 tranello .
M. y. 3. 100. Aveva sconcio il loro tra-
nello per quella cavalcala. Fir. Trin. 5.
à. Vedete quel rhe aveva fallo quel ribaldo
del Golpe co' suo' tranelli I * /'moi Fier.
5. 5. 6. Irta questo io mi fu a creder che fu
un giuoco. Un iraucllo, un lavoro Di quel
malvagio tristo, ec. (B)
* §. (/.tasi anche in forza rf* add. Buon.
Fier. 5. 5. 6. O diavoli , o folletti . tra-
furelli, O spiriti tranelli (cioè, ingannalo,
ri). (Il)
't « TRANERO. Add. Assai nero.
J.ucan. 72. Cesare sedi'a sopra uno forte
destrieri , ec: egli uvea il pelo traoero e
sorrìcinlo ( Forse sorricino , di color di
sorrice, o sorrtce, F. la nota ^11. OuHl.
lett.). (F)
THANETTO. /'- A. Adii. IVetUssi'
mo , Lat. splendidissimus . Gr. \%p.Tt^-
raroi . Sm. Pist. L' uomo dee meglio
amare Irulorda e travillan* morte, che ira-
netto servaggio (qui per meUtf, ciO€,oTm
rcvolissimo ).
t TRANGIIIOTTIMENTO. il IrmM'
ghioltire. Med. Arh. Cr. 73. Gli condan»
nrr'j e disporr'a nella carne r uell' anima
al trangliiotlimento e al devoramento del-
le fiamme eternali (qui per metaf).
TRA
TRANCHIOTTIRE. Trang'igiarr , In-
ghMIir. <,.i^U.mente. Lat ,;/..<.« ./.-.o-
rarr. Gr. x«Ta7t.ve.v , v^^,''» <■■ '■
l i ^ lu Fu sommerso oil maro, e trao-
T B i
TRA
i58i
ghiollilo .lai pesce. <>. 9.
94
■thioUitu iiaj pesti V. ^. ^-i - '11
core e le caprellc del.l.ono esser nmole dal
luORO dell- api ec, e ancora le vacche, ac-
ciocrh'e la rugiada non IraDgh.oUiscano, e
allcrrino r erl>c nascenti.
e 1. l'tr siwilit- hai- exsorbere . Gr.
sxoossrv . Lai.. 261. Siccome in C.cJ.a
la "sedia e la Cariddi si dice che fanno
che r una Irangh.ollisce le nav. , e 1 al-
tra le gin., luori. Serd. Stor. 5. 199. I-a
terra è asriulla e spugnosa a guisa di po-
mice , sicchi, mm solamente succia .n un
momento le p.ofge che cadono dal ciclo,.,,,
tranghioltisce ancora le acque che scendono
da' monti . „ _
8. II. Per mtuf. Sen. Pisi. Puose men-
te aUa sua mano, che ardea nel fuoco del
suo nimico, e Iranghiolliva la pena .noe,
costantissimamenle soflcna). V /;«.•■ t^sop.
a3. Per questo lupo possiamo intendere»
tiranni, che rodono e tcanghioUiscono le
fatiche de" piceolini, r(; ... , 7.„„
THAKGHIOTTITO. Add. da Tran-
ghiotlire. Lat. elultt,.s, devoralu!. Mrd.
Star. 16. 628. Fra lanli mail non si rap-
presentava il minore , che o vivi e veg-
«enti essere dall' onde tran^hioHiti, o piu -
tosto percuotere ne' ciechi guadi e ne e
secche. Tac. Dai: ^an. 2. 3? Parte delle
navi far Iranghiotlite , le p,u ddeguate in
lontane isole. . .
3 TKANGOSCIARE. Ricmfirsi di an-
eoscia, Tramimsciare. Lat. angi, angore
opprimi. Omel. Orig. O anima mia, co-
me tu se- irangosciata , e non sai che l.
prenderei Hi. SS. Pad. Quasi tulio stu-
pefatto, trangosciando e sudando non po-
teva altro dire. * Fr. lac. 7 . 5. 36. I.
Amore mio Gesù, perche mi struggi?
Votli io chiedendo, e tu dame pur liiggi;
Spesso ti chiamo , e pur ancor tu indug-
gi ; D- amor languisco , cosi trangoscian-
do. (D) „
* R. Trangosciar di sangue, per on-
dar sangue per la grande angoscia il dis
« il « Cabale. Frali, ling. Come Cristo
orando trangosciò di sangue ». (l"^)
TR.\NGO.-iCIATO . /Idd. da 1 rango
,ciare . * Med. Jrb. Cr. 44. E poiché
ivi fu giunto tutto ansio, e trangoscialo ,
non gli fu dato pur un poco di sosta. Ca-
^ak Speccli. Cr. 100. Ed essendo tran-
goscialo d' angoscia, e fatica non el.bi letto
nì! riposo. (O S"''"'- ri'""- ^- ^'^- f P'
pena egli trangoscialo vi giugne, che altra
fatica ad altra fatica s' annoda.
TRANGL'GIAME.NTO. Il trangugiare.
Lat. devoratio.
TRA>GUGIARE. Ingordamenle e con
gran furia inghiottire j e talora sempli-
cemente Inghiottire. Lat. glftire, decora-
re, luhircinari. Gr- /.%-:!>.-p<f/li-i, p?''-
¥Si?;iv , avaSiW5X=iv. Vant. Inf. io.
La corata pareva , e '1 tristo sacco , Che
merda fa di quel che si trangugia. Bai. .
ivi: Trangugiare è mandare giuso. Bocc.
nov. 5o. II. Mollo tosto Tavele voi tran- ]
gugiala questa cena. Mor. S. Greg. Quel-
la cosa che si bce, tanto più tosto si tran-
gugia , quanto eli' ha manco mcstier d'
esser masticata * Car. En. 3. 685. Scilla
dentro alle sue huic caverne Staisene in-
sidiando ; e con le bocche De' suoi mostri
voraci, che distese Tien mai sempre ed
aperte , i naviganti Entro al suo speco a
se tragge e trangugia. iM)
e. \. Trangugiare altrui , figitralnm.
vate Sopraffarlo , Ingoiarlo. Pav. Scism.
65. Non osservando i Re seguenti le con-
diiioni, e i popoli trangugiandosi.
g. 11. Trangugiare, per mela/., l'ale
flora Sopportare, Soffrire. Cas. Vf. Com.
no. Poich'e la povert'a t' <; in odio tanto
"ce trangugiarlasi conviene, e quello che
ammendare non si può, con buon animo
soft'erire . _ .
- S Ili Per heprimere. Tenere dea-
tro di sé. Ar. Far. 28. 4|- I^" f S"'
dar, fu per non stare al patto; Ma orza
i; che la bocca al6n si luri , E che 1 ira
trangugi amara ed aera , Poiché giurato
avea su 1' ostia sacra. (M)
TRANGUGIATO . Add. da Trangu-
giare. SaU-m. Disc. I. 17- Voi msidiosa
Speranza trangugiata in un pomo, attossi-
cando i nostri primi padri, apporto loro
quella ruina. „ , .
t TRANGUGIATORE. Ferbal. masc.
Che, o Chi trangugia. Lat. vorator.hel-
luo. Gr. /y-TaDayn,-, :io).>,fa.yoi. Bocc.
Leti. Pr. S. Ap- 294. Se io sono di ve-
tro al giudizio tuo, io non sono uomo go-
loso, ne irangugialore, ai ancora per troppa
mollezza eflcmniinato-
* TRANGUGIATORIO . ^dd. T oce
dello stile burlesco. Atto, o Disposto a
trangugiare. Red. leti. V appetito v, si e
convertilo in fame, e la fame lu una ghiot-
tissima ingordigiaccia traogugialoria. MJ
JS TRANNE. Imperatilo deU-erbo I rar-
re, a cui e aggiunta la particella ne usato
in forza di preposizione; e vale hccetto.
Salvo. Lai. pra:ler. Dani. Inf. 29. Tran-
ne lo Stricca, Che seppe far le temperale
spese. E appresso: Y. Untine la brigata m
che disperse Caccia d' Asciano la vigna e
la fronda. Tass. Ger. 1. 45. -V'cn poi
Tancredi, e non è alcun fra tanti (Tran-
ne Rinaldo ) , 0 ferilor magi;iore , O più
bel di maniere , o di sembianti, (l )
TRANOBILF, A'. -■/. Add._ Nobilissi-
mo. Lat. nobilissimus . Gr. e'jyz-Jtira.-
TO- . Pi/end. l'ac. O Luigi travalenle e
tranobile , Imperador de' Romani . .^en.
Pist. SeguiU le trabellc e le tranobili
cose . , .. j.
* TRASQUILLACCIO . Accresci!, di
Tranquillo. Bed. lett. I. 197- Q""'»
bene si i una dolce, saporita , sbracata e
tranquillaccia in6ngardaggine. ( )
TUANQUILLAMENXE. Avverb. Con
tranquilliti . Lat. tranquille Gr. -/airi-
■,iii.S. Ago.it. C. D. Mirabdmente stette
in Egitto 145 anni tranquillamenle. bemb.
Stor. 1. 8. Piuttosto volesse nella patria
e tra' suoi quello che le avanzava di tem-
po sicuramente e tranquillamente passale.
TRANQUILLAMENTO . Il tranquil-
lare. Dimora, Indugio. Lai. mora, pro-
crastinatio. Gr. pilU'.n, a.l-x'ioir,. ì al
Mass. Per questo tale IraDqudlaroento di
consiglio rende ec.
* TR-\NQU1LLANTE. Che tranquil-
la . Salvia. Opp. rese. Sei vento ogaor
si guardi , Che spiri mite , tranquillante
a mare , Morbido lievemente raggiran-
te . (A)
TRANQl'ILL.iRE. Pender quieto, e
tranquillo , Abbonacciare , Sedare . Lat.
tranquillare, tranqiiillum reddere . Gr.
vaJirvoav . Guid. C. Veramente 10 volli
tranquillar la mia vita solto silenzio di
male, e non volli tempestare con romori
' di battaglie . Cas. san. 21. E pria tran-
quille Mio corso, o '1 turbi, e pur d or-
goglio s'armi. * -Tm/ '''"■ 69- Tallio
il diletto r avea tranqudlato. Di Menso a
cercando , e poi di quelle Ninfe che nella
valle avea trovato, ec. (fi)
i» % ì E Jìguralam. per Calmare .
Tass. Bim. Eroic. son. 44. Chi può
temprar. Consalvo, il gran disdegno Che
per alla cagion si muove e desta, E Ivan-
quillar il verno , e la tempesta De mie.
pensieri , e dell' affetto indegno J (D)
§. II. Per mela/, vale Tenere a bada,
o a trastullo , dando parole . Lat. /alsn
speprodiicere. Gr. zEvaTs siit'" =s.=..i''.'-
■;eu . .Vo/oc/. M. r. 2. 20. Imponendo
loro , che della volonl'a dello Arcivescovo
non si rompessono, ma tranquiUassono U
fallo. Frane. Sacch. nov. 32. Era molto
tarda 1' ora , pcrocch'e era passata terza, e
ciò avea fallo in pruova, per tranqudlare
la gente. 7ni-. Vav. Ann. 6. I17. Cos.
si serpenlav.i , tranquillava , alla ragion s.
gridava. ;'»r<7i. /.irò/. 77. Quelli che
sanno trattenere con parole coloro di cui
essi sono debitori , e gli mandano per la
lunga d' oggi in dimane , promettendo di
' volergli pagare e soddisfare di giorno in
giorno, perchè non si richiamino di loro,
e vadansene alla ragione, si dicono saper
tranquillare i lor creditori. * Car. Fn. 6.
127Q. Eccone un solo Massimo vera-
mente, che con arte Terr'a il nemico tran-
quillando a bada. {0}
' 111. E in signi/ic. neutr. e neutr .
pass, vale Soggiornare , dandosi piacere
e buoa tempo ; Riposarsi . Lat. gemo in-
dulgere. Gr. Èy.ivai Taf; r,oomii.!\ov-
ani. 97. I. Lo menò a un suo bellissi-
mo luogo , e l'a iranqudlarono per quin-
dici di. Dani. Par. 9. Or sappi che la
entro si tranqudla Baab. Bui. ivi: Si tran-
quilla , cioÌ! si riposa. Diltam. 1- I. Si
vedean tranquillar ne' suoi splendori, -r
Pier. Buon. 4. 3. 11. Goda il Podestà
pure , e si tranquilli Colla consorte sua
questo e mille altri Giorni beato eh el
suo merlo d chiede. (C)
TRANQUILLATO. Add. da Tranquil-
lare. Lai. pacatus. Bemb. Stor. 1- •;.
Quietata adunque e tranquillata l'isola,
la Reina con 1' autorità della Repubblica
avea dopo la morte del manto qmndici
anni pacificamente governalo quel regno.
Buon. F,er. 3. 2. 12. Appo la nostra ,
comechb leggieri, Contesa, eh e del tulio
tranqudlala.
TRA.NQUILLISSIMAMFNTE. Siiper-
lat di Tranquillamente. Lai. tranquil-
lissime. Buon. Fier. 5. 5. I. L" F'"»
negozia TranquiUissimiimeule. f Segner.
Inrr. I. 19 2- Il Sole non si altera ne
per nebbia di monti ec. , ma segue di qua-
lunque tempo il suo corso ti anquiUissi-
mamenle su le lor cime. (B)
' TRANQUILLISSIMO. .fi'/'er/. A rrun-
,7i<l7/o. Lai. trar.quillissimus. Fr. Giord.
Fred B. In quell'ora il mare si mostra-
va tranquillissimo. Tralt.segr. cos. dona.
Vivono in pace, e nel cuore tranqudlis-
sime. Gal. Sagg- 329- Si figuri V. S.
lUustiiss. d' esser lungo la manna in tem-
po che ella sia tranquilUss.ma. Buon.
Fier l. 2. 4. Che nuolan n' un golfo Di
pazzia tranquillissimo. E 4- 4- '8- E ser-
peggiar pel piano Tranqmllis.-.mo .1 no
tra eli arboscelli.
TRANQUILLITÀ', TRANQUILLITA-
DE e TRANQUILLITATE. //.tfrnrtórf.
Tranquillo j Bonaccia. Lat. Iranquillitas.
Gr. vaJvi'v»:. Annoi. Vang. Immantenen-
te ce<sò la fortuna, e fu latta grande tran-
quilUit'a. Fr. lac. T. 5- ?-.,7- Vv"n '
quiU.tale star fornito. ZTS. 04. 25. Nulla
infesta più mia menle, Vivone in Iranquil-
litade. * sur. Tob. pag.- li- (Livorno
17QQ. ) Dopo la tempesta fa. la tranqui -
I lilS, e dopo le lagrime e 1' pianto dalai-
lecrczza. (B) ^. j,-
\ Per meta/ vale Quiete, Giocondità
B„.c.«a... 38. .0. Inbeneeintranquil
lil'a con lui mi dimoro. Lab. ISJ. 1 •■« "
tranquillit'a mi credea avere in "" ^'="-
ta. Cavale. Fruii, ling- Al tempo del an
poscia non ode Iddio il prego di colu 1
quale in tempo di tranqu.llna non obbe-
disce h suoi comandamenti * Maur. r.m
I ,49. Per te quel Dio del sonno glo-
rioso ec. Il qual scendendo giù da 1 alte
porte Reca tranquilliti, -Iute e vita. Sot-
to soave immagine d. morte. (B)
1582
TRA
TRA
TRA
TRANQUILLO. Sitxt. TranquìlUtà ,
Stalo trantfuilh. Lat. tranquillitas. Gr,
•/aW vij. ù. y. 2. II. I ■ Tornato io
Fraocia, si riposò in alcuno tranquillo la
Chiesa e Roma. VI 8. i. 1 . Pt-r soper-
chio tranquillo ec. si erano i cittadiai tra
loro invidiosi e insuperbiti. .1/. V. 2. 38.
In questo tranquillo il Ke mandò il grande
siniscalco nella Marra. * Taxs. Ger. 7.
10. Me cura o voglia ambixiusa o avara
Mai nel tranquillo del mio petto alberga.
Bucell. Ap. y. 522- Ove si fanno e si
disfanno oga' ora Sereno e nube e bel
Iranquillu e vento. < fir)
§. Tenere in tranquillo , vale Tran*
(juillare, nel significato del g. I. W. /'.
10. 2^. Secondo \c offerte che gli erano
fatte^ dava e toglieva parole, e lenea tn
tranquillo.
THA.Ni^UILLO. Add. Quieto , Fer-
mOf in bonaccia. Lat. tranquillus. Bocc.
nov. l^- l3. Fattasi alquanto per lo ma-
re, che gi'a era tran(|uillo ec, il tirò in
lerra. JJant. Par. 3. Quali per vetri tra-
spareuti e Icr&i, Owcr per acque nitide
e tranquillL- oc., Tornan de* nostri risi
le postillf. /'rtr. soit. 20. Cercate dun-
que fonte più tranquillo.
§. 1. Per metaf. vale JUnip.io , Pia-
cevolc t Gioioso. I.1I. tranquillus, mitis,
benignus. Gv. 1771155. Oant. Purg. 33.
E eoo tranquillo aspetto : Vìcu più tosto
Mi di^sc;.
^ g. II. E figuratane Quieto- Scgr.
fior. As. 5. La virtù fa le ragion Irau-
quille. <TC)
•f * TRANSALPINO. Add. Che abita
di là diillc ilpi . ticnih. Star. 7. q8. Per-
ciocché a farla (la triegua l con collega-
ti transalj>iiii in nessun modo persuadere
•i lasciarono. ( .-t)
#TKANSANIMAZlONI-:.rrflrtfmf>»M-
tione dell' anima. SnUin. Disc. 2. S^-
Or sia quanto si voglia strana quir»ta tra-
smigrazKinr, che am lic coni^tranie nuovi
Tocaboli metcmpticosi ec. , cioè transani-
mazione ec, vien della. (*)
# TRANSATTO. Abbandono di do-
minio , liiniintia di porsciso. Vit. SS.
Pad. I. 1^.'). Le quali p.in>lc qurgli u-
dendo, subiljnicnlp tjM-iando ogni cosa iu
transatto, sania altrimenti ordinare sua fa-
miglia, andoKli dii tro all' eremo. (T)
»? §. ì'alc anche Transazione , nel
senso del g. llorgh. Ftr. lib. 326. Ave-
re udito e creduto che quello Imperado-
re avesse per (jucstn medi-sima via fatto
transatto o niercalo, o come si debba dire,
della Roma(;na ed altre terre. ( f'J
TRAN.SAZIO.NK. Artifizio rcttorico ,
con cui si piìssn e/fgnnlemente da una
cosa a un' altra. Lat. transitio. iiut.
Purg. I. Kd fc qui uno colore rellorico,
che si chiama Iransaiioue.
§. l'I termine legale , vale Trattato ,
Composizione, Putto ec. fatto tra le par-
ti, per isfuggir lite , o per terminarla
dC accordo. Lai. trnnsactio. Segner. ("risi,
instr. 3. ^. |. Dove polrtsc egli confer-
mare in persona propria tutu- le transa-
■ioDÌ, e tulli i trattali rlie surredt'sjero
vicendevolmi-nlu tra noi e il suo raro Pa-
dre ceiosie.
TRANSCEMJERE. /'.TRASCENDE-
RE.
« TRANSCItlVEHE. Copiare un li-
bro, o altra scrittura. l'etr. Uom. ili.
l^S' Venne a Ituma pn-gando il Papa ,
ebo gli faceste avere e' libri morali di Gre-
gorio per transrrivrrgli. ^/'^
TRANSEGNA. /'. A. Sopra^.xextn.'Liì..
e/ilamys. Gr. ;()lajuiu;. .Mov. ant. 60. ^
Dooògli un ricco destriere colla transrgna
coverta. Ut. y. <). 2J. Con ricrhf e rea-
li transrgnr e armadurc.
TRANSFERIRE. V. TnASFEUlHE.
TRANSFIGURAMENTO . Transfìgu-
razione. Lai tranijiguratio. Vant. Vit.
I\'uov. l{^. Proposi di dire parole, nelle
quali, parlando a lei* iigni6cassi la ca-
gione del mio trans6gurameoto.
't * TRANSFIGUkaKE. roce poco
usata. Trasfigurare. Sali'. Avvert. I. 2-
12. Ma egli le transfigura (le parole) as-
sai spesso, e alla nostra foggia le trave-
slisce, (y)
* §. £ in in signijìc. neutr. pass. Vit.
SS. Pad. 1.28- Spesse volle si iraosfigu-
rano in diverse forme. (1)
•f * THA.NSFIGURATO. Add. da
Tran sfigurare, f it. SS. Pad. l. 26. Do-
po qucAlo incominciano a dire le cose
future, cziandiu vere, apparendo traosS-
gurati in Angioli buoni. (*)
THANSFIGURAZIO.NK. Trasfigura-
liane. Lat. tratrifiguratio. Dant. yn.
Nuov. 1^. V dico the molle di queste
donne, accorgendosi della mia tran:>6gu-
razionc , s' incuminriaruno a maravigliare.
/iui. Purg. 32. I. Quali si levarono li
tre ApokluU ec. dalla trauìfiguraziouc che
vidono di lesu Cristo in sul monte Ta-
bor.
* TRANSFISSO. r. X. Add. Tra-
esse, Trafitto. Hled. Arb. Cr. ^5. Aperto
egli tutto, e trans6t»o cou quegli aspri e
duri chiavelli, h' l{6. Chi udirà la mia o-
razionc, e darammi ec. cb' io per tuo
dolce amore sta tutto tran>Gssa ì (Cj
TRAN>FOiNDEliE. /. L. rotare d'
un vaso in un altro. Lat. transfundere.
Gr. /israjfseiv.
§. per metaf. vale Far passare df li-
no in altro soggetto alcuna cosa. Declam.
Qiiintil. (* Il ricum|>cral*'rr fu modo ecj
spirando, 1' anima nt-l mio petto transfu-
sc. Pass. l83. Quello culaie non avreb-
be il peccalo orif-inale, il quale, come e
detto di sopra, si transfonde e traduce col
seme, di che il padre genera il figliuolo.
TRA.NSFOHMAME.NTO. Tra.lfornia-
mento. Lat. transformalio, in aliam for-
mam coiwersio. Iiut Purg. 32. 2. Chi
vuol vedere lo transformamenlo, metta lo
peccalo contrario al sacramento.
TUANSFOItMAKE. Trasformare. Lat.
transformare. Gr. ptr^p-op^o-jt. Mae-
struzs. 1. 34. Per cagione di percf-rina-
atonc possono i chcrici 1* abito transtor-
mare.
TRA.NSFORMATO. Jdd. da Tran-
sformare. Lai. tranxformatus. Bui. Purg.
32. 2. Vide la santa Lbioa, cioè la Corte
di Roma, transfvtrmata, e di spirituale d.-
vcnlata carnale. 4 Itocc. nov. 18. 37. Ol-
tremtdu era Iransformato da quello che
esser soleva, sì come colui che vecchio e
canuto V baibuto era. (V)
TRAN SFORMA/IONE Tra.fformatio-
ne. Lat. Iransformatio. Gr. ucr>x/>o^7(i>>9(;.
But. Purg. 33. 3. Ora uobbiamo vedere
che figurino le sette teste 0 le dìece cor-
na, e la loro transformaaione. E appres-
so : Per moilrare niegUo la loro traosfor-
mastonc.
TRANSFUGARE Trasfugare. Amet.
69. lo non ilubilrru di transfuf;arla per
lutto il mondo , se fia di bisogno.
>> TKANSFUSO. Add. da Trasfonde-
re. Lat. transfusuf. Gr. /ilTKXudli'{.
Salvia. Pise 3. l6o. Oh quanto bene
questo ultimo passo di Plinio &* adatta
ec. al fallo del primo ut>mo , nella sua
miserabile diirendrnta insirin* colle pene
al gran fallo dovute transfuso I (*)
•f TRANS(;hKS^IONE. Traxgressio.
ne. Lat. noxiì, piitcìilum. Gr. ai ti e, Tis^a-
^%9H. Maestrusz. 3- 1". La cui iransgres-
>iime contiene solamente sreverrosa ( ti
ì'ocaf>olario alla voce SHEVEBENZA leg-
ge trasgresiione )
TRA.NSIRF. f i passale \.»\. tram-
ire . Gr. /iSTa^ou'vftv. Fr. lae. T. L.
7. 7. Cbe nessun ci può traosire» Che U
veste abbia spiacente.
g. Per Passare tdC altra vita. Morirti
che anche si disse Transir lo Spirito»
Lat. ohire, mori. Gr. «■:oJv»f9K8tv. Lib,
<)p. div. 3u. Alzo la mente e gli occhi t
M cuore e le mani a Dio, e transi lo gi-
rilo. f'i7. Plut. Ma uno de' capitani di
Eumeoio, il quale aveva nome Golas , lo
conobbe dal cavallo, e guardatalo, e già
si transiva (qui a maniera di neutro pas»
sivo j.
* TRANSITIVAMENTE. Term, de*
Gramatici. in moda transitivo. (A)
•f * TRANSITIVO. Add. Term. de*
Cramatici j e tlicesi di Qne' verbi , i
quali esprimono un' azione che pas'
sa da persona a persona, o da cosa a co^
sa j e dislinguonsi in attivi, e passivi.
Lat. transilitus. Gr. /j sra^^aTi/c'^. tye-
gner. Alnnn. J^igl- I7. 2. Higlia dunque
queste parole in quello de' due ^eosi che
più ti piace, o in senso, come dicono, io-
transitivo ec, o in senso tranaitivo. {')
t? g. /•." per Transuntivo. tiocc. Cam.
Dant. \. 3. La forma , o vero il modo
del trattare e poetico, filtivov discrittÌTOy e
digressivo e transitivo. (C)
TRA.NSITO. il Iransire, Pasaamento,
Passaggio. Lat. transitus. Gr. oia/39r?t{.
Dani. Par. 26- Come la fronde, che lici-
te la cima Nel transito del vento, e poi
si leva. Per la propria virtù, che la sa-
blima. Fir. As. \ì\. Vedendo così per
transito quello abbattÌm'-nto. Gal. Sist.
338- Si fecero a mia richiesta osservaaio-
ni di tutto il transito di quella (macchia
solare J.
t 3 §. I. Per l* Atto del morire. L^l.
obitus. Gr. Tiisurn*. J/erf. Arb. Cr. 5l.
La cui morte dà vita a* morii, e nel cui
transito piange il cielo. * He/c, Vit. Co-
lomb. 189 Alquaulo dopo il transito del
beato Giovanni. ( C)
^ §. IL Transito, vale aitc-'te Pittura
rappresentante il transito. ■ Borgh. Rip.
509. Nella Trinit'a ec k di mano di Tad-
deo il transito della Madonna •• . (C)
§. IH. Stare, o Essere in transito, %-a-
le Essere in sul monte. Lat. animam a-
gere . Sen. Declam. Visitai il mio figliuo-
lo, che stava in transito, ed era per mo-
rire, ('eccfi. .V/iiP. 1. I. Quando io giu»>
si di Levante, Neri Era malato, e si pub
dire io transito.
ÌF $. ly. A lutto transito, parlandosi
di battaglia o duelli, vale Emo all' ulti-
mo sangue, A guerra finita. Cecck. l^rov.
Ss- Son trovatomi Nelle prime fauooì,ed
a comball rrr Nove volte in steccato a
lutto transito. fCj
^ ^. V. P-r transito, vale Di passag-
gio. Borgh. lese. Fior, ^/i- '**-''^ aprire
uo po' meglio, così per lrao>ito, quel che
il nostro Villani asciutlamenle accen-
na, (y^ Fir. As. l4- \ eden do cosi per
transito queiroliliattimenlo./'. PER TRAM-
SnO. (t)
TRANSITORIAMCNTE. Avi-erb. Per
transito , Per passo. Lat . obiter. Gr.
Tapty-/w{. Seal, S. Agost. La qual qui-
stiooe noi transitoriamente rirordaadu ,
! nel terso di questa opera lasciammo non
assiduta.
I TRANSITORIO. Add Che ha fine,
, Che passa. Che vien meno. Lai. caducus,
I 'iransitorius. Gr. itTcisi/«0{ , CjVktk-
> frTOiTOf. Bocc. HO*: 1 . s. Le cose tempo*
' rali tulle sono lran>itorie. Tes. Br. 7.
9. Tulle le cose che lu hai Irausilorie.
non le rredere grandi, l'avalc. Erutt.
Itng. Or cosi potrcm «lire degli onori .
e d* oji*iii altro Wd mondano . cbe non
son da domandare ne da disidrrair, pe-
rocché soQ vani e lraiuitiHÌi. Al^rl
T R i
TRA
iS83
tav.«y E «•■■'"' " fi'"'-''' • /'"^ '""^
le coic mo«d»n. san tr.ns.lonc .■ cade
,oll. * l'ucc. Cen..l c.,,.t. 26 Approsso
a lui t" il-rtiMÌ fi"l 'l"'"»» l«l:-' "■
;„rioDe'S.-.vcl\i da lU.„>a che v.vo.lc
Due anni; e come ognuno e IranMtor.o,
"""TBANSLAKCEATO./Zd.'. r™p««- |
Udalandn.M^d.Arh. O . 6. C«ù con-
«Ito in croce: C.e>a lon>lancealo. H) \
TKA]N^LATA^E. Trn.<laU,n.l.M.con- 1
«-■/e-v, .■c.l.rc. Gc. ^ST'/ffaie... 7«.
Br I 17- l'ii'" '•='*" """""■ "■■'"••'^ "•
„flopoiinlil.rod.S,.l,.nlal.BBea,do.
dici tavolo. - AIO'-- Toh. proci, paf. 2.
f7.,Vor«<. ,;99 ) Ci r,|;nmlono eh M,re.,
e dicono noiaverc l\,ll...o «miro la loro
Icgpe in avere tran>l..t..U- quolc cose d
ebreo in Ialino. (Bì
TBANSI.ATATd.^rfJ di Tran.^lala-
rt; Trn.<lnlalo. Lai. >ersus, comersus .
Gr. ui-v-Vpv.''^-^'' _ y ,
TRA^SLATIVAMENTE . A^verb.
Tr^slnlil-amentc . Lai. tran^laliln.m ,n
n.c.l,.,n. C.r ^..T«VC,^.x«;. I arci. Uz.
5oq. <:ome quando d.ciamu: va d. la
dai liliri, in aluo scniimento , cbe quan-
do si dice ! di li <1- Arno , cioè Iranslali-
vamenle . ^ , . /^ i„
* TFANSI.ATO. Tra.<lalo. Cabale.
Speccl: Cr. 120. roicbb Cristo l' ha trat-
to della polestà del Diavolo tu se, Iran-
.lato nel lume e nel rcsnod, U.o. /ìen,h.
Plot 3. 217. Translalo, che disse il Pe-
trarca, è Ialinamente, non toscanamente
detto. (J') ^ , e,
* T«A^SLAZ10NE. Tra.<!az,onc. Se-
gn. Flic. Gli animali l.iuli non son del-
ti ni intcmpcranli ni^ incontuienli i e se
e- son delli, son detti per Irauslaiione
(qui per liaslalo, in signijicalo di Ji-
mira rrllorica ). (B) , . _- ,
•+ * TIIANSLUCIDO. //■'<'. Traluci-
do . Snnnaz. Arcad. pros. 8. Kon altri-
menti cbe se di purissimo cristallo stalo
fosse, i secreti del translucido tondo ma-
nifestava. F pros. 12. Il suolo per terra
lutto coverto .li una minuta e spessa ver-
dura, con bellissimi setgi da ogni parte ,
e colonne di Iranslucido vetro, ec. (A)
* TRANSMAKINO. Termine degli an-
liehi Geografi. Che è di là dnl mnre.
Ptlr. Uom. ili. <)5. Fece ancora che nes-
suno cberieo traosmarino fussi ricevuto ,
se non con una lettera di mano del suo
Vescovo. I/i) .. ; „
* TnANSMUTABE. Miilnr di luogo .
Ptlr. Uom. ili. 191. Transmulo .inche il
corpo di san Gregorio , ordinando al ser-
vigio monaci. (ì ) . «,
■ * THANSMUTATO. Add. da Trans-
miliare; Cangialo. Ilorc. noe. 18. 35. Per-
chi; del tutto della forma, della quale esser
solea vegRenilosi Iransmutato, er. (V )
if THA.^SPAnA.^^) . Colui che ahila
di là dal Pò , rrn^padano. Peir. Uom.
ili. 180. Lasciatovi parte dell' esercilo, lui
col resto si volto a' Transpadani. (ì )
tf TRANSPORTARE. Trasportare,
Trasferire . PeIr. Uom. ili. 188. L' ossa
di san Vito martire furono da Parigi in un
monastorio in Sansopna Iransporlate. CO
Sega. Polii, lib. I. cap. 6. E' non e , a
dir il vero , agevole a transportarsi qua-
lunche cosa che e necess.iria alla vita: per-
ciò fu fermo un patto infra gli uomini di
dare e di ricevere una tal cosa, la quale
essendo utile, fusse alta ad essere agevol-
mente transportata per i bisogni del vive-
re. O
* TKANSrORTO. Il trasporlare. In-
slr Cane. 80. Descrivano sempre in cia-
scuna di delle poste con chiareua e di-
sliniione il giorno, mese e anno nel quale
si farà tale trasporto. (C) ,, , „
TRANSRICCHIMENTO . ì' ■ A. Il
-d. Fred n. ini
pensano ad alleo, I
icchimenlo . Lih.
tran.<r!ccl,irc . Fr. Cord. Fred
tutte le loro alieni non f
cbe ad un sicuro Iransric
Pred. Dopo il desidc.alo e sospiralo Iran-
sricchimeuto viene la morie.
TRANSItllClllRE. /'. /'. ,Smorffr(i(<t-
menle arricchire. Lat. i-alde locnplelari .
Gr. ■J3£p:i)i»'-'4"a«' ■ *<"■'"■ '""■■ '^^■
3 Mentre che di Iransriccbirc cercava- 1
"no ec., eo' suoi compagni fu preso e ru-
balo . ■ /
TRANSVEDERE. /'. //. Insannar.ii nel |
vedere j che oggi più coniunenicile dicia- <
mo Trai'ulcre. Lat. .■i,>« dccipi , alluci-
nari. C.r. TffaSU'jTsiv . l'occ. noi', bg. I
28 Perrbè di certo la magagna di questo
iransvedeic dee procedere dal pero.
* TI AiN.--Vl-.H.-iALMlNTt. Avi-erb.
Trasvermlmenle . I^al. Dif. Capr. 20J.
Tale divisione è totalmente superflua, pò-
lendosi ec. conseguir 1' istesso col mezio
delle linee arilmelichc, accomodando Iran-
sversalmcnte il diametro del dato cerchio,
"transumanare, r. trasuma-
nare. „ j,, ;
* TRANSUNTARE. Teim. de'I.egali.
Far transumo di contrailo, leslannnlo ,
e .umili scntinrc . Band, ani- Nou può
iransuntare , copiare, o mostrar teslamen-
TR aonestamente. ; . a. Awerl,.
Mollo onestamente. Lat. honeslis.time. Gr.
xaUnTX. .Vf/i. l'isl. Va raendo, ov«
C..1Ì viva traoneslamente, e non trasicura-
"'"tÌÌapACIFICO. r. A. Add. Molto
pacifico . Lai. laide paeificus . Gr. Xia»
s.fflvi/oU. .Vivi. list. Nel m.^wo dell,
cose chele e Uupaci6<he rampolla il ro-
more e la paura.
:;: TRAPACATO Add. Più che pagato.
.\alf. .•/iHiT(. 2. I. 4 Uireblicsi slracon-
tcnlo , strapagalo ce. ciò che Irapagato
I e Iraconlenlo ne" libri si truova scritto de'
più
veci
hi autori. (I }
iransuiii.li e , ..u^.....-, - — ^
li. Le scritture pubbliche de nolari moi
li iransunlale e pubblicate, o solloscril-
'°':? TRANSUNTIVAMENTE. Anerh.
Term. Jlelt. Per lrnpa.<.<o. Oli. Coni.
Par. 1. 6. Nel XXX. (canto) transun-
tivamenle palla di lutto il paradiso, figu-
randolo a modo d' uno fiume. (( )
?,: TlìANMJINTIVO. Add. Atto a Irans-
unzionc. Che apre .strada da una co.ta ali
altra . Bui. pr. l.o modo del Irallare e
poetico, fittivo, desnillivo, digressivo,.
Iransuntivo, e ancora difGmlivo e divisi-
vo. (AJ Oli. Cam. lurg. 24, l\52. Voi
ve ne andate strclli dielro al dittatore ,
cioè a colui che il dire suo adorna con
colori relorichi e transumivi. (C)
:'.: TRANSUNTO . Estratto di un di-
scorso , di una scritlurn . /land. ani. 1
notari ec. dispongono de" biro roghi ec. ,
facendone copie o Iransunti. lAj
•f :;: TRANSUNZIO.NE. Trapasso; ed
i sorla difgura reltorica, che da una in
altra cosa apre come strada . Lai. Iran-
.lumplio. Gr. ,i£TaXn.|<.4 ■ Bui. Inf. ii.
Muda chiama Y aulore quella lorre, o lorsi
percbi; cosi era chiamala, perchè vi si le-
nessono T aqmlc del t omune a mudare,
o per iransunzionc, che vi fu rmchmso il
Conte e li Bgliuoli , come gli uccelli nella
muda. (•)
TRANSUSTANZIARE. 1 ■ L. ISentr.
pass. , Trasustanzinre . Lat. ' '™«"'''-
slanliare. Gr. p.l-.ct.'JlOLXO^-l ■ P >or. i-
Frane, cap. 33. Vedca che Cristo non
colrava nell' ostia , ovvero , che 1 ostia
non si iransuslanaiava nel corpo di Cri-
' °* 8. E in signific. alt. Segner. Pan:
instr. cap. ik- Di" ^»'° P»" •'''" '°j".1
onnipotenza transuslaniiare il pane ed il
vino nel corpo e nel sangue del Reden-
lore, (I )
TRANSUSTANZIAZIONE. 7'. LTcrm.
pronao per esprimere nel Sagramenlo del-
l' Altare il trasmulamento del pane e del
IMO nel santissimo Corpo di nostro Si-
gnore. Lat. 'transiihstanliatio. Gr. ;j.-:Ta-
,T(J.X£'W"?-*-P°"'»'- ■^^■""■- '"'""■■ ^- ^9^'
Per opera della consacrazione si fa conver-
sione di luna la suslania del pane nella su-
stauza del corpo , e di lolla la sostanza
del vino nella suslanza del sangue di Cri-
sto, la qual conversione convenevolmente e
propriamente è chiamata transustanziazione
dalla Chiesa cattolica. (Pe)
TRAPANARi;. l'orare col trapano.
Lat. tciehrare. Gr. Tpu-àv. Cani. Carn.
434. Questi son per Icnlarc , Quest'altri
a trapanar , questi a ilar fuoco Usiamo ,
ec linon. Pier. 1. Intr. Noi eh' .abbiam
tutto trapanato il dosso , Scommesso le
giunture. /; 4. 2. I. Trapam loro 1 den-
ti, E le faccia invecchiare ( qui per si-
milil. )■ . r„
* TRAPANATO. Add. da Trapanare.
Il Vocahcl. alla I . FUNGO. 0^)
* IRAPANATORE. ì erhal. masc .
Che 0 Chi trapana, ( hr, a Chi fora. (A)
S: TRAPA.NAZIONE. Term. de' Chi-
rurgi. Operatone del trapano per l'Olar
qualche materia morbosaforniala nel cra-
nio, f.-l) , ,,
TRAPANO . Strumento con punta a
acciaio , col quale si fora -l ferro . la
pietra, e simili. Lai. lerelira . Gr. rpu-
Tt'/..9v . Uh. Astrai. E fac uno trapalici
che sia tanto grosso , come il foro ilelli
poli che avevi forato innanzi. Cani. Cara.
Al3 Tra l'altre m.isserizie tejniam care
Le lime e i grimaldegli. Né si può senza
fare , Cosi tanaglie , trapani e sucrhiegli.
1 mrg. l8. l33. E trapani, e paletti, e li-
I me sorde. Mnlm. 4. lì- E I. denti ap-
piccando a quel legname. Come se n boc-
' L avessero un Irap'ano , Presto presto vi
fecero un forame. E 6. 46- P"*" "^"^
vi son come trap'ani. •-•.= ^hnncc. ni: Im-
pano. Specie di succhiello, o foratoio atto
a bucar pietre , ferro , ed ogni altra ma-
teria, per dura che sia, e s adopra facen-
dolo girare con una corda. (Hi
+ % %. Trapano , dicesi da' Chirurgi
un Instnimenlo in forma di sega roton-
da .limile ad un .succhiello ; che sert'e a
trapanar le ossa , e specialmente quello
del cranio. (P)
•+ TBAPASSAB1LE. ^rfd. ^"'"'''•<'-
pas.iare; Contrario di Durei-ole. Lai.
tran.<ilorius . Gr. soKK-a-TWTO? . Ptt.
Bari. 3l. Dunque lascerestu le cose Ira-
passabili per le dmaboli.e le tenabre r<?».
forte va letto tenebre ) per la lumiera ?
E 36. Pero ti priego che tu lasci que-
ste cose trapassaluli per amore del no-
Siro Signore.
t TRAPASSAMENTO. Il trapas.rare-
Lat. tran.<itiis. Gr. ;iS7«Sa7.;. Fihc. 4.
174 Ove a tulli gU esempli detti di so-
pra mancasse per lungo trapassamento d.
tempo degna lede. Mrd. A.h. Cr. 3o. In
tanto trapassamento d' ardor di mente.
S I Per Morte . Lat. o/'i(".r, transt-
lu.<'.Ge. T=JeUT»i'. /..*. mc'r Avemo
fermato per sa.amento, the 1 detto Cur-
rado appresso il trapassamento della vita
del suo padic terremo a signore e mpe-
radore. Dani. Conv. 77. Appresso lo tra-
passamento di quella Beatrice beata, che
live m cielo cogli Angioli , e m tciTa colla
niia anima. rj^„.,„
+ S II Per Tra.sgredimenlo, trna-
ricazfone , Trasgressione . Lat. pravari.
calio, nansgressio. Gr. uaf a°'."- -f/""
Ani 1,0. 7 3. Acciocché per li subii, tra-
passam^nl, di parlare e di opere, quasi per
Lsi contrastanti, sia rolla. J>/or. S. Creg
1584
TUA
Net piede si figura il trapassamenlo dell'
operaziuoe , e ocl capu sì figura questo
mondo . Tesoretl. Br. 6. !\0. Per quel
Irapassamcnlu Mantenente fu miso Fuori
del Parudiìu . Coli. SS. Pud. Il peccato
che quejjli cetumise per trapas&amento del
comandamento d'Iddio, non dehlie vera-
mente ec. Giiitt. lett. 25. Mij^liure slimo
la condizione umana poi lo tra|iaìsanieato
del primo nuslro parente . f^arch. Lcz.
3o7- L' eccesso , ovvero trapassamento ,
non può essere ordìoariamcntc più d' un
bolo .
THAPASSANIE. Che trapassa. Lab.
353. Fece una ^ i a luminosa e- chiara, non
trapassante il luogo dove nui sav^iiiu.
t ^.- §■ I. /'('/• Trasparente. t)tt. Cam.
Par. 3. 54- Postilla è quella imaginc no-
stra, che ci ili rappresenta in acqua o in
ispecchio, o altro corpo trapassante, o vuo-
gli l'imaginc ce. {Sj
# g. IL /Vr Caduco, Transitorio. Ini'
per/, prov. n. II. T. 4. 253. Delle quali
tulle cose trapassanti ed incrrte , vane e
senza regola l'enne sono le vie. ( t')
IKAI'ASSAUE. ycutr. Passare oltre.
Passare avanti. Lat. transirc. Gr. /xara-
^ai'vjiv. liocc.nov. 18. 12. Prestamente
trapassò in lnj;hilterra. Dant. Inf. 3. Ch'
io sap[>ia quali sono , e qual costume Le
la parer di trapassar si pronte. K Par. 2.
S'egli e, (-he questo raro non trapassi.
§. I. Per passare. Lai. transire , iter
peragere, perdere. Gr. jUL-irafiat viiv, Oto-
^gj'iiv. Star. lùir. 6. IJO- Arricchiscono
or questa or quella delle proviacic , dov'
e' trapassano.
*1" '•' %■ *^- ^^'' •f'""/»'- Bocc. p. 2. n.
2. D' una cosa in altra, cocne ne' ragiona-
menti avviene , trapassando , caddero in
sul ragionare delle orazioni che gli uo-
mini fanno a Dio . Segner. Mann. j^pr.
10. 4- <v*"*^**^ "^ trapassare a materia as-
sai diUeieule. (l'J
t? g. IIL Per penetrare. Bore. g. I.
n. I. Mon polendo 1' acume dell' occhio
mortale nel segreto della divina mente
trapassare in alcun modo, (f)
\ •!- §, IV. Trapassare, parlandosi di
tempo , vale Scorrere , Terminare scor-
rendo. Bove. g. 7. n. 7. Avanti che que-
sta notte che viene tutta trapassi. (I j
§. V. Per Morire, Passar di questa
vita . Lat. obi re t mori. Gr. TJisuTav ,
3v/i'5*t£iv . fìocc. Introd. 34. E parmi ,
dovunque io vado , o dimoro , per (|uella
1' omlire di coloro che sctno trapassati ve-
dere, lì now l'J. 48- Il quale non islettc
guari che trapasso. l>ep. Decam . 123.
Trapassare da se solo importa morire ,
preso per avventura in que* tempi, con
molte altre delle voci già di sopra alle-
gate, da' Franceschi, che trespasiCi chia-
mano i morti, chiamati ancora da questo
nostro tiapassali, che noi per l'ordinario
diciamo i passati.
# §. VI. Trapassare di questa vita ,
vale lo stesso . Bocc. g. 7. n. 10- Una
inrcrmitli ec. dopo ulf{uauli dì si 1' a^^gra-
vò forte , che non putendola sostenere ,
trapassò di questa vita, f f)
g. VII. l'er Finire, Cessare. Lat. de-
sinere , cessare. Gr. aTToi»)''/»!^ , TiaJi-
t^cti. Tes. lìr. 1. 21. Quando il dduvio
fu trapaNsalo, e la terra fu srtipcrta , »ii>
chii ciascuno atitniale poteva andare ove
egli voleva, allora cominrio la seconda età
del secolo. Albert, cap. 63. l'utte le coso
trapassano, se non se amare Idtiio.
V §. Vili. Trapassare, talora si usa
anche attivamente in signijìc. di Pass.tr
oltre. Mar. S. Creg. 7. il. I miri iVa-
tclli mi hanno trapassalo, cioè a dire .d>-
liandonato ; sucome la il turrcnle, cioè il
fiume, il t|uale pas*a per la valle. ( f)
Segner. Pixd. Pai. Ap. 3. l3. V i mai
TRA
chi strepiti contro dì un architetto , ove
questi dice , che se si vuole alzare un
palazzo nohilc , conviene andare con la
zappa licn giù fino alle latrine? Anzi se si
trapassino tanto meglio. iTC)
5? §. IX. l'er Trafiggere, Passare da
banda a banda. Lai conjlgrre. Sali. Ca-
teli. 77. Poiché Catellina vide li »uoÌ male
andati, e se con pochi esser rimaso ce,
misesi in fra la grande moltitudine dei oi-
mici , e quivi comltattendo fu trapassato
(ti lat. ha: confoditur). {1}
^ §. X. K figuralam. Fior. S. Frane.
53. Parcano le tue parole celestiali a modo
rhe saette acute , le quali trapassavano si
il cuore di coloro, ec. ( l^ )
g. XI. Per Sormontare , Sopravanza-
re, Superare. Lat. superare , superexcei-
lere . Gr. uVìS^fixiviiw , rr«ptyi*v!9&«i .
Pocc. nov. 8. 2. Di gran lunga trapassa-
va la ricchezza d' ogni altro ricchissimo
cittadino. /:.' nov. ^l. 2. M quale di gran-
dezza , e di bellezza di corpo tutti gli al-
tri giovani trapassava . /:.' nov. ^3. 6.
Quaudo aggiugncro io alla liheralità delle
gran cose di ?latan , non che io il tra-
passi T
§. XII. Per Trasgredire. Lat. tran-
sgredi. Gr. Txp«eaiv!(V. J'it. Plut.Mz
quando la legge sarà fatta, chi la trapas-
serà, cunvenevolc cosa sarà eh' e* sia pu-
nito . Tes. Br. 1. IO. La natura degli
Angioli, che non trapa>sano la volontà d'
Iddio, è chiamala chiarezza; e la natura
di coloro che la trapa>sjuo , e appellata
tenebria, l'etr. son. ii5. Quando '1 vo-
ler, che con duo sproni ardenti E con un
duro fren mi mena e regge. Trapassa ad
ora ad or V usata le^ge. Maestrnzz. 2. 6.
2. Quando alcuno trapassa volontariamente
il coniaudameuto , siccome fece Adamo ed
Eva.
* §. XIII. Per Trascorrere , Andar
oltre il convenevole, Fccederc . Car. lett-
1. 9(. ( edis. Aid. j L'umanità, con che
mi s' oQTcrisce, mi pare che trapassi i ter-
mini. (IV)
§. XIV. Per Tralasciare. Lat. omit-
tere, pralerire. Gr. xaTaXetVstv, uTTec-
j3ki'v£iv. Conv, 1^&. E qui non e da tra-
passare con secco pie, secondo ciò che si
dice , in tempo aspettare, /'etr. canz. 4-
5. Onde più cose nella mente scritte Vo
trapassando .
* g. XV. E variamente. Bocc. g. 3.
n. 3. Ancora vivono di quegli, che per
questo sì caricarebltcro di sileguo, dove di
ciò sarcldtc con risa da trapassare (simile
l'aNsarsi d'una cosa )■ (f)
g. XVI. Trapas.tare il tempo , il gior^
no, e simili, vale Consumarlo , /.asciar
eh' e^ passi. Frane. Sacch. nov. 3a. MoD
voglio trapassare questa maltina , eh' 10
non vi dica ciò rhe io v* ho promesso .
♦ /foce. Introd. 58. Novellando ec. questa
calda parte «lei giorno trapasseremo. (/')
TIIAI'ASSATO. Add. da Trapassarti
Passalo, Preterito. Lai. praeteritus, Gr.
otyó}i.tvoi , fboi'd^. Bocc. nov. 17. 26.
Avendo a' trapassati mali alcun rispelto la
donna , V parendole assai hcne stare ec. ,
le suo hellczzc fiorirono. ^ Chìabr. rim.
part. 3. pag. 178. (tierem. 17-30) E pen-
sando ui cammin su quel dolore Gravo
cotanto, che a moiir 1' invita, E sul Imi
trapassalo , onde godca Dianzi in Uizan-
■io , ce. ' /l)
3 §. I. l'er Morto, Passato aW altra
vita. Lai. deftinctus. C,f.tìiX'i}if<tOi^ x«-
TOtx^'.ucvoi . Alam. i,ir. 12. 1.17. Prega
per I' alme quivi trapassate, lìern. t)rl, l.
It}. 20. li poiché finalmrnlr gli ba trova-
to 11 VISO freddo e lolla la prisuna. Onde
il giudica in lutto trapassalo, «e.
^ ^. il. Per Tratf redito . S. Agost.
C. D. l3. al. riiuuu vieta cbe s'intenda
TRA
per lo paradiso la vita delli beati ec. , it
legno della vita essa sapienza madre dà
tutti li beni, ed il legno della scienza del
bene e del male la esperienza del trapassa-
to comandamento. (^S)
* g. 111. l'er Convertito. Segner. Fred,
Pai. Ap. 7. 6. Malo lagrimevolc in vero,
perchè sì ha quivi da conti astare con 1*
abito vizioso , trapassalo quasi in natu-
ra. (TC)
* §, IV. E in /orsa di sust. vaie {To-
mo morto j ma in questo senso si usa
sempre nel numero del più. « Vep. De-
Cam. 123. Trapassare da sé solo importa
morire, preso per avventura in quei tem-
pi , con molte altre delle voci già di so-
pra allegate, da' Franceschi, che trespaS'
sei chiamano ì morti, chiamati ancora da
questo nostro trapassati , che noi per 1*
ordinario diciamo i passati. Bocc. Introd.
21. .Mosse non meno da tema , che la
corruzione de' morti non gli ofiendesse ,
che da carità la quale avessono a* tra-
passati •». (C)
TitAPASSATORE. Che trapassa.
§. Per Trasgressore . Mar. S. Oreg.
Per la qual cosa si possono degnamente
nominar frati e trapassatori. F appresso:
Come tu farai fornicazione e ucciderai ,
nientedimeno tu se' fatto trapassator della
legge. Maestruzs. 2. 3o. X. Furto è to-
glimenlo della cosa altrui ec, imperocché
sanza esso non è furto ; eaiandio che vi
sia la volontà, ovvero parola, nondimeno
per la sola volontà sarà trapassaiore d'un
altro comandamento. F 2. 3o. 3. Ma,
largamente pigliando, è detto alcuno com-
mettere sacrilegio , siccome il trapassatore
della ragione pubblica , la «juale cviuiste
ne* sacri sacerdoti e magistrali.
TRAI'ASSEVOLE. /. A. Add. Atto
a trapassare , Penetrabile. Lat. penetra*
bilis. Gr. oiyn^spo;- Coli. SS. Pad. Vi-
va e la parola d' Iddio, ed efficace, e più
trapassevole, cbe ogni coltello aguto. Al-
Itert, cap. 65. Or chi puote aver in que-
sta vita alcuna cosa durabile , conciossia-
cosaché tulle le cose sien Irapassevoh ?
(cioè , transitorie).
TKAPASSO. // trapassare, e 'l Luo'
go onde si trapassa. Lat. transitus. Gr.
Oiafiasij. O. / . 6. 32. l. Per Io buono
sito e trapasso , il quale era in sul cam-
mino di Pisa. F 6. 73. 2. Al trapasso d'
nna riviera più di quatlordiciintla sì diss*
n'annegarono. M. /'. 8. 73. In quelli
luoghi, donde dovea essere loro trapasso.
Dant. Par. i^. Sì inoven lumi, scintil-
lando forte Nel rongiungersi insieme e nel
trapasso. Tes. Br. 3 4- ^* Spagna é il
. trapasso in Libia.
^ §. I. Per Passaggio, Tragitto. Dit-
I tam. 5. (). Ma voi chi siete che parete
lasso , E che avete loquela italiana , £
chi vi mosse a far dì qua trapaisoT | Cy
§. II. Per Term. rettorico. Lai. trans-
gressio , egres.tio. Gr. ptto!tx9ii. Tes.
Br. 8. 63. Noi troviamo che Ermagora
I nel suo libro dice , eh* ìuaanzi alla con-
clusione SI dee mrlterv lt> trapasso ce .
Voi avele ben udittt indielio , che tra-
■ passo si é quando il parlatore esce un
poco di sua materia propria, e trapassa a
1 un' altra per lodare se o sua parte, e bia-
simare suo avvrr>ano e sua patte , o per
' cagione dì confermare, non per argumen-
I to, ma per accrescere la cosa ec. Ut que*
j sto trapasso dice Tullio , che non dee
' essere per sìmigliauza del ruuio , aott é
\ sottomesso agli argunienti delle parti del
! conto .
# §. 111. Trapasso , pure ttrnt. de'
Beton ! il pas.tare d' uno ternano , o
quaternario nell' altro. T-iss. Lei. son.
Cas. 175. Quando abbiano imitato nel
caso la dtflìcùllà delle dcsmcuic , ce. il
TRA
trapasso i' uno io un Jtro quaKrnaiio ,
ce. a kasunta par loro avtr latto. r( ;
e IV Trapasso, diciamo anche a una
Maniera dell' andatura del cayallo. Bcrn.
Ori 1 4. 64. Perchè quella GiraUa or-
renda e fiera Via ne lo porta, e va si di
renna e uci* ' ■- — •- »--.:. , , ^„
trapano, Che giugne al pad.glion del re
Gradasso. ,
TBAPELABE. Propriamente e lo icap-
rare i7 liquore , o simili . dal .njo che
lo contiene, uscendo per sottilissima Jes-
sura. Lat. effluire, permanare . Pass.
iqi. Siccome interviene , .e a cuno va-
sdUo pieno d- alcuno liquore al.bia alcuno
foro , per lo quale esca, o trapeli di que-
sto cotale liquore, tanto quanto n esce,
scema della plenitudine del vasello. l'ai- |
lad. ilagg. 11. E questo s incorporerà ,
con quello, e diventerà uno corpo, e non
Uapeleri mai di lui alcuno umore r>a,.t.
Pure. 3o. Siccome neve tra le vive liav.
Per lo dosso d' Italia si congela ec. Poi
Uquefalta in st stess.i trapela (cioè, pene-
tra 0 distilla ).
€. I. Fieuralam. per Usare 0 las-
sale nascosamente, o msensihi mente .
Kemb pros. 1. 12. Olirà che ne l.bn au-
rora si sarebbe ella, come che sia, trape-
lata, e passata infino a noi. Demetr..Sesn.
76. Partoriranno la medesima leggiadria,
la qual trapela quasi nascosamente da quel-
la soavità.
# g. II. Trapelare, pur Jiguratam.
detto anche delle persone. Disc. Cale- Per
r impaccio di qualche nimico innanii, che
tuttavia trapela , e loro al collo ovvero ad
un braccio s'avventa. (^)
* §. 111. In signifc. att. i'ale Com-
prendere anche da minimi indizii. Disco-
prire anche leggiermente. Cor. Long. sez.
17. Appunto sembra che allora ottima sia
la figura, quando non si trapela quest 1-
•tesso , eh' ella sia figura. (XS)
TBAPENSABE. f. A. Pensare atten-
tissimamente . Lat. seduto cogitare. Gr.
^£0 = .VT.!a2.w; (xa=.Tàv. fr lac. T.
6 Y2 I E vo trapensando , Chiamando
e gridando. E 6. ^2- 9- Jion trovo posa,
perdo il coraggio. Cosi smemorato \o tra-
pensando. r.. »• j
* TR^PERFETTO . -Idd. Bi la da
perfetto. Salvia. Buon. Tane. 3. 1. Stra.
fne significa traperfetto, di la da perjcl-
'"«TRAPEZIO, e TBAPEZZIO. Term.
de- Geometri . Kome generico di fgura
rettilinea di quattro lati ineguali e non
paralleli , 0 di cui almeno due lat, op-
posti essendo eguali non .sono pa) allei, ,
o essendo paralleli non sono egual,._ ial-
,in. Fier. Buon. 3. 3. I. Trapezio e una
figura piana geometrica, quadrilatera, due
lati della quale sono paralleli, T5a:r-:^iijv,
quasi tavolino , piccola mensa : ed e no-
me adattato ad uno studiarne di geome-
tri a. (N) , _,
* TFAPEZZO. Lo stesso che Ira-
pezlio. fìnldin. loc. Dis. 'A)
TRAPIANTARE. Trasp,antarr. Cr. ».
20. 4. Ne' temperali ncU' uno e nell' al-
tro tempo il pero acconciamente si pianta
e si trapianta. 7,ihnld. Andr. 40. La pian-
ta che spesse volte si trapianta e rimuta
da un luogo ad un altro, non può pren-
dere fona né vigore . Lor. Med. canz.
j6. 1. Donne, il pin , com' egli è nato.
Si vorrebbe trapiantare.
TRAPIANTATO Add. da Trapianta-
re . Red. Annot. Pitir. 42. Le viti tra-
piantate in paesi differenti producono al-
tresì il vino differente.
§. I. Per metaf. Buon. Fier. 2.4 Io-
Che dalle precederne Pur legUtime e de-
bile tra i grandi , Trapiantate nel volgo
fatte ciance. Vanno colle bilance Pesando
dell'onore gli escrementi.
Vocabolario Tom, li.
TRA
fi. II. Per Propagginato , nel signi/c.
del S Lai. defossus , impactus. Gr. xa-
Taoxaeei';. i^myui- '.ut. L' assassm,,
e comunemcote dannalo in ogni luogo del
mondo a tal pena , cioè trapiantato in
'"tRAPICCOLO. V A. Add. Piccolis-
simo. Lii: HI. Vogliono avere le grandi
cose in tal modo, eh' egli non sieno di
niente lenuU , altresì come s' elle fossero
trapiccole. Sen. Pist Trapiccola e la co-
sa ; della quale gli uomini si tcncionano
e si combattono si IrasoUiritamenle
TRAPORRE. Trasporre, I rappor-
re. Lai interponerc Gr. a«f ^VTiSc vai.
J'arch. F-rcol aoq. Se io per la Iretta ,
i o per lo fastidio n' avessi o lasciali, o Ira-
posti . F. 283. Il Iraporre i versi interi
nelle prose è cosa mollo laidissima.
* S I /■■ figuratam. vale E.iporre ,
Manijestare. iarch. Le:. 680. Noi non
saremo tanto più tosto folU che preson-
TRA
i585
aat va»»v !»-•■»'.' I -1
tuosi che osiamo di traporre il g
noslro fra tanti e cosi grandi autori. r(;
S: § II. Ver Interporre. Bemli. itor.
1 ql. Quelli che alcuna cosa grande e
faUcosa da' magistrali impetrar desidera-
vano, il favore degli ambasciatori e delli
Re e de' Papi a ciò usavano e traponeva-
no. (1)
TRAPORTAMENTO . // traportare .
Lat. transportalio, translatio. Gr. p-it'x.-
aopU. Borgh. Pese. Fior. 354. Ci da-
rebbe indizio, che assai bene antico lusso
questo trapottamenlo del seggio.
f * S 1. Traportamento , d,ces, an-
che fguratam. Cessione d' un diritto che
uno ha su qualche cosa . Borgh. 1 esc.
Fior. 5o8. Parlo ec. delle sincere e lea-
li donazioni , e veri trapotlamenti delle
ragioni. (V) , i.
* §. II. Traportamento , %'ale anche
Traslato, Metafora. Dep. Decani. 72. Cosi
si mostra o che 1' una lingua impari dal-
1' altra, che è facil cosa, o che la natura
fomun madre insegni all' uno e all' altra
che non è difficile quando cola' traporta-
menli delle cose del corpo, e quelle del-
l' animo sieno i medesimi io più d una
lingua . F 78. fi può vedere ec. come
con altissimo Iraportamenlo aiutando lo
iolellello de' lettori, esprimesse facilmen-
te il concello suo quel gran poeta. (I)
3 TRAPORTARE. Trasportare. Lai.
transfcrre , tran.tportare . Gr. j/=Taye-
pi,;.-f Alam. Colt. 3. 74. Perchè, scor-
rendo , poi di giorno io giorno L umor
del verno lo trapolle addentro. (V)
g. I. Per Portare . Lai. afferre . De-
clam. Quinlil. C. Traporla qua il corpo,
e sopra quelle fedile poni tulle le colpe.
# §. 11. Traportare, parlandos, d, di-
ritti, vale Cedere, Trasferire a qualcuno
le ragioni che uno ha sopra una cosa .
.< C„id. G. lo vi dono ogni ragione che
io v' hoe , Iraportandola in lui " fCj
* g. III. Trapanare , si dice anche
delle Parole che da un signific. si por-
tano ad un altro. Borgh Orig. Fir. 173.
Ora è da percuotere, dice questo Poeta
liberamente il pie in lerra, cioè da saltare
e ballare , onde fu poi la voce tripudio ,
e tripudiare, traportala da' Romani a fe-
sta , ed allegrezza. I C)
5 TRAPORTATO . Add. da Trapor-
lare . Lat. elatus , ahiatus , provectus .
Gr. à^r,.!.ìtU.. Mor. S. Creg. 9. 2. Per
tanto avendo dello de' monti traportati ,
odi come segue. Stor. Eur. 6. I^S. Spin-
se alla china il suo soslenlacolo, o vogha-
mo dirlo carretto, dallo impetuoso sdruc-
ciolo del quale traporlalo tra massi e balzi
precipitosi ec., non si perse mai punto d
animo . «# ^
* §■ E figuratam. « Calat. 64. Co-
storo Iraportati da un certo impelo scor-
rono, lor. Med. cani. 12S. 2. Sospiran-
do spesso canto , Traportato dall amo-
"* TRAPORTATOBE. Terhal. mate.
Che, 0 Chi traporta. Bellin. .<on. (Duce,
possente Dirce ce. ) Ed ecco oltre passar
veggiol repente Per 1' alto a volo u 1
monto si rompea , Che quel Iraportatore
impeto ardente Sicur sovra il gran rischio
il sospingea. ( Bj , ,
TRAPOSSENTE . F. A. Add. Mollo
possente. Li>: M. Fu si irapossente , che
Arunte non si potè di lui vendicare. * *"';
i-in. Iliad. 7. 421. Un bue loro immolo d
uomini il rege Agamennone ec. Al Ira-
possente figlio di Saturno. fB)
I TRAPOSTO, .idd. da Traporre; Frap-
' posto. Lat. interpositus . Gr. :iKfefi61»l-
I Se.'? . Cai. Sist. 162. La distanza trapo-
' sta si troverà esser di braccia quattrocento.
I E 354. Con r appressarmi e slonlaoarmi
' da essa corda , traposla tra me e la stella .
* §. Per Traspicmtato . Alam. Colt.
I. 16. Cresce U duro nocciuol traposto in
pianta, La palma invitta, e con mille altri
insieme L'alto frassino ancor, ec. (P) Serd.
Stor. I. 5l. Questi ( giardir.i) sono
ec. chiusi con rami piegai, d' alberi che
quivi sono nati e traposli. (C P)
* TBAPPABE. Lo slesso che Attrap-
pare. Trappolare. Brun. Favol. I. 2^^.
E r amico di ferro Mai non dice: disserro,
Infin che può trappare . fC)
TRAPPOLA. Propriamente arnese da
prender topi, benché si trasferisca ad ogni
cosa atta a prendere insidiosamente qua-
tunque animale. Lat. decipula, muscipula.
Gr. U.VCÌ-/PK. Cr. IO. 35. 1. 1 topi si pi-
gliano e uccidono in molti modi; uno modo
è con gatte dimestiche, che si tengono in
casa; l'altro modo è con trappole, che si
fanno di piccol legno cavato , nel quale
cade un allro legno piccolo grave, e tiensi
I sospeso con un piccolo fuscello, sotto 1
quale si pone un poco di cotenna di por-
co . Sen. Fisi. Senta fallo è da dottare
che io non prenda la parola alla trappo-
la , o che '1 mio libro non manuchi J
I cacio. Mor. S. Creg. 14. 6. La trappola
I si chiama in latino decipula, che tanto e
' a d're, quanto cosa ingannese. Celi. .Sport.
3. I. Questo è il cacio per farmi enlrar
nella trappola. Morg. 2. 21. O qualche
Saracin molto malvagio Vorr'a. che qual-
che trappola ci scocchi , Per pigliarci al
boccon, come i ranocchi. Ciriff. Cali-, l^.
l35 II sorco vecchio ha l'uggita la trap-
pola. Ped. Vip. I. 19. «è so che orcio-
letti di vino nascosti tra le siepi sieno
trappole proponionalissime per pigliarle
( le vipere J.
§. I. Trappola, figuratam. per Insidia,
Trama , Traccia . Lat. decipula , dolus .
Gr. Trayi; , S6loi . Pass. 274. Dovun-
que si rivolge, truova sdruccioli e trappo-
le. Ore. Celi. E ora vien ghignando alla
volta mia ; qualche trappola ha ei lesa .
Buon F,er. Introd. 5. 3. E le trappole
accolsi de' notai . Malm. 2. 74. E quasi
un rischio tal fosse una lappola , Volesti
andarvi, e desti nella trappola, lasc. Ba-
reni. 4. 6. Presi questo giorno a posta .
che io sapeva eh' ella andava a starsi col-
la madre, per condurvi più coloratamcnle
la trappola.
§. II. Far trappole , fguralam. vate
Ordire inganni. Cecch. Spir. 5. q. Stia-
mo ad udire In quello che e vai più . o
nel far trappole , O in coprirle.
S. III. Trappola, si dice anche a una
Sorta di rete da pigliar pesce. Lan .
Cam. Oli. 38. Qualunque colla trappola
disegna Trappolar avannotti e pescateli..
S'affanna tulio '1 di, ec. Buon. Fier. 3.
3 8 La trappola provai, provai più gab-
bie. Provai le vangaiuole, ec; Ma la Irao-
199
i586
T R i
T R i
poi. m.i ec. Fammi di dii.er.i«o, E dell. I
pMca mia mi Uovo fuori.
■^g IV. .W«»g.V.« ■' "'"'' nella rappo.
l,J,n.n..ra /ro^erb.. che .ale fc^J-
«un Mulo m luogo o^e non può fuggir
si il gasLgo. L>1. caliJum prandmm co-
LJe. Lsc. P.nz.5.S Dunque 06^,
,rà mapgiato il cacio nclU trappola . f^-
CACIO , §. VI.
* g V .Badar lanto al cacio, che la
trappola scocchi, yale Star tanto in un
pJ-Lolo, allettato da qualche ?•««"'''''•
il pericolo sopramenga . V- CAUlu, a-
e VI il" e" i più trappole, che topi ;
ciS Più insidie, che da insidiare. Lor.
Med. cani. I. 2. Questo moudo e p.cn d
iuganni; .Son più trappole, che top., tir.
lIc a I. Padrone, guardatevi da que-
ste cortigiane, che eli' hanno pm trappo-
tc! che topi- K 2. 3. Alla re. Belio che
tu non sognavi, quando tu dice.U che ci
ira più liappolc , che topi. . . , .
6 VII. Trappole da quattrini; frase
dinotante Cose che stieno in mostra per
rendersi , vaghe aW occhio , e di mima
" Tk"ìPPOLABE. Pescare,o Pigliarecol-
la trappola. Cani. Cara. Oli. 38. Qualun-
que rolla trappola disegna Trappolar avan-
notli e pesratelli, S" allanna tulio 1 di, ce.
e. Per meta/, vale Ingannare con al-
cuna apparenza, o dimostraziondi bene.
Lai. decipere. Gr. "Jlana-rav. Cro-i. ilo-
rcll. 2C5 In molli modi s. trappola il
danaio (cioi, si sottrae o si «'"^'"•""j
,.on insidio ) . Cant. Cara. Oli. 38. Chi
più s' ingegna Trappolare altri, pm piglia
Ile' granchi. Hiion. fier. 1. 4 6. Son ver-
higraria quelli Che non prestMia, e trap-
polar di mano , Ma ce. „ , ,
+ TRAl'POLATORE. rerliat. masc.
Che, 0 (Vii trappola, Ingannatore, Giun-
tatore. Lai. deceplor. Gr. aT5iT!«v .
TRAPPOLEKIA. // trappolare .L^t-
decipere. fallere. Gr. t';«rTaT«v. f-nrcA.
Ercol. 77- 1 1">' r"'/'" ^'f 'T }
tono e il quarto culle I.arene, l.aratlerie,
UulTerie, trappolerie, Iraforerie e giuntene
loro vogliono o vendere gatta in sacco, o
cacciare un porro altrui.
TBAPPOLETTA. Dim. di Trappola.
Cinir. Calv. 1. 35. E certa Irappuletla
danno ordinala Da pigliar due rigogol. ad
un fico. , . _ T ^t
TRAPPOLIERE . Trappolatore .Lai.
deceptor. Gr. cTiarVÒ;. -•'?'■• ''"^f'f^
Soleva r amico mio a questi cbied.tori e
irapiiolieri prima ri.pondere , che ec.
Vf TRAPPOLINO . Personaggio ridi-
colo da commedia , arlecchino . Magai.
Leu. Cominciai a dir tra me stesso , co-
me dice Trappolino, quando gì danno ad
intendere eh- ei sa parlar turche^o. (A)
* J TRAPPORIlE. Irapporre, l orrt
uni cosa fra due altre. )--\!"'"-P'"'''^^
quellV""'"J^'">"""''"""^°"'"''
quali li comhalloo, Ir.ipponcino.
# fi. K in signific. neutr. pass e Ji-
giiralm. vale Entrar "■"•««''" '7'-
,„>, rome mediatore. .- Kernh. ^W. 1.
Stimando rbe a me non dovesse volger
r- animo, ni dare diro carico di Irappor-
mi tra quote contese » . {ti
TRAPHENDERE. Prendere. L.t. |«-
ml^,acc,pere. Gr. >«^««/"-,f '"J,;
?he ne basii o,. per esempio Tolda e A
lila . ne- quali tanti scrillon d. JOO .inm
!„ qua hanno errato , traprendendo 1 un
""";:u'r;^REsr.^.«. .^^7'-^7*«,
<;,■,./ e. Il figliuolo di TMlco che cosi
vide traproso Achille. ruri«o.'.ddr«.oc
contea Ettore
TR.\PO.NTARE. Lavorar di trapunto.
Ar tur. 46 8o. Eran degli anni appres-
so che duom.lia , Che fu quel ricco pl-
diglion Uapunlo. Salvia, l'ros. Tose. I. |
275. lo mi credo che .1 poeta tulio ciu .
che nel cesto ovvero amoroso cinto di Ve-
nere trapuntato era, abbia veduto.
TRAPU.NTATO. Add. da 1 raf untare.
Buon. /■Ver. 3. 2. l5. E quella e" ha quel
busto verdegaio In maniche di lusso Ira- |
puntale. <= Salvia, lliad. 3. 5^T . i. io ,
slroiiava il trapuntalo cuoio, Sotto la de-
lirala gola stretto. (Zi) 1
TKAPilNTO. Susi. Lavoro fatta Con
punta daga. Spf.ie di ricamo . Pelr
son l68. Mia ventura ed Amor m avean
si adorno D- un bello aurato e serico Ira-
punto. Salv. Grandi. I. 2. Fior di seta,
Mani, cuori e trapunti. Alam. Gir. fj.
5. Li non erano i panni f ostro o d oro
Non di Persi trapunti , o d Inde lele , Ma
di ferro e d' acciaro era d lavoro.
TRAPUNTO. Add. Slemiato , Smun-
to. Punto. Lai. macilenlus. Gr. i'-^'^i-
nani Pur' 21. E quella faccia Di la da
Cpiù "hélilre tra'punta. Ebbe la .anta
Chiesa in le sue braccia.
S Per Lavorato a trapunto. Ar. tur.
22 63. Oh- avea di fiori il bel vestir tra-
^""t * TRARKVERENDO . Add Più
che reverendo , Reverendissimo . ialvin.
Iliad. II. 83. Io sono Dea , e nata onde
sei tu ; E me Irarevcrcnda ingencroe Sa-
turno (qui e detto di Giunone). (A)
TRARIcbo . y. A. Add. liucliissi-
mo. Lai. ditissimui. Gr. aXo.jliwTOiTOi
Liv. .1/. Citta traricca, e possente d arme
e d' uomini. „ . „ , - «
TRAIUPAMENTO. f A. Il Iraripare.
Lat. praedpUium. Gr. aTOx;!»l;*vov.
R l'er metaf Cose. S. lìern. Con que-
sti cosi fatti conforlamenli si può tenere
n cuore sfrenato, A quale corre in preci-
pizio e traripamento. i'. Agosl. C- l>. -Non
credo che nessuno possa impw.re insie-
me a si grande Iranpamenlo di furiosissi-
ma impielade e infedelitade.
* TRARIPASTE. CVie traripa . o pre-
cipita. S. Agosl. C. n. 19. 2I Misera-
biìle e la patria degli uomini, e per que-
sto in loro è traripanlc il fatale perico-
'"■/tRARIPARE. V. a. Precipitar da
ripa ; e talora anche Precipitare . asso-
lulam. Lai. praecipilare Gr. «>• ^•'.=''?";-
Oi-,. l-av. l-sop. Giugnendo a una grande
S.;i.a, mossesi a corsa e balestra, ed i,.si
iraripalo. fr. lac. T Ispesse volto la gui-
da in fossato , F. falla traripare. - lìar.
yu Koslh. 2. 8. Viagg.an.lo 10 nella ma
cartona, co' cavali, a tuUa ^""V'i. un
si stravolse, e trarqw g.u dall orlo di un
balio d'otto cubiti. (<■/'; .,„.„.
\.\.rermel.ifS.lgost.C.n.T«ito
che si triripi nello smisurato pelago delle
scclleraleiie e ncll' al.bominaiione dell ini-
quita,le.# E 2 18. N,.n .. p-o a poco
ma come fiume corrente furono trar.pali
negli vi,.i . E cap. I9. No» ' poco a
poco . ma come fiume corrente si trari-
parono. fO ... i
« Il Per Passare da una ripa ali al-
tra.' Lab. 17» Per q"'" «cale a.l essa .1
salga, e per quali bai" si Iraripi alle p«ti
contrarie . _ ,
» TRAROSSO. Jdd. Molto rosso. Sal-
via. Arai Trarosse nubi. (Al
TRAROTTO y. A. Add InUrrotlo,
Mo:k. Lat. manciis Gr. n^Mi fra.
Pist. Alcuna volta piaciuero alla gente le
.rnteniie ardite e m.riivigl.o.e. alcuna voi-
la le Irar.itle e sospeceiose.
TUAR07.7.0. k A. Add. Molto ro:-
10. L.t. valde riidis. Or. l.Ka «Sll,«;
Sta. Pist E chi può nrjare che alcune
TRA
cose .pessamenlc comandale non Umuo-
vano ancora gli trasciocchi , e traro» . «
crossi d' intelletto ?
TRAKKE. y. TIRARE.
•>■ TRARUPARE. T A Precipitm
da rupe , e semplicemente Precipitare
Lat. praecipilare. Gr. /.5tT«//>r,,a»i5!i» •
noce yit. Pani. 248. Seguitiamo le Tu-
tù . che in Eliseo ci meneranno ; e i vi-
lli fuggiamo, che in Dite ci faranno Ul-
1 '"^TBARUPATO . y. A. Adi. da Tror
rapare; Scosceso. Pira di «■■"TOM. .
dirupi. Lat praeriiplas. Gr ««J^'/^-
avo;. Liv. Dei. 3. mira luoghi tolU tra-
Tupati, e cascanti in una s alle.
•+ * TRAROPO. 1.0 slesso che Dirupo.
Poi. Com. Inf 2. 180. Barrato e trarupo
di luogo alpigno e salvatico. (A)
TRASALIUE. ;'. A. iluover.1 prtci-
pilosamenU, ed a salti, senza alcuna n-
Lia. Lat. subsiiltare. Tcs. Br. 2. 40-
Che -1 fermamenlo corre tra di e none da
Oriente in Occidente una fiata ii ratu-
menle e si forte, che 'l suo peso e la sua
Kiandena lo farebbero tulio IrasJ.re , se
non fossero li sette pianeti che corrono
contro al fermamenlo temperatamente.
* TRASALTARE. Saltar grandemen-
te. Lat. exullare. Gr. È/-r,òav Salvia.
Pro,. Tose. 1. 509. *-""'""°"Ì;"
(il cavallo), piglia voga, trasalì, e raUe-
erasi. C) E lUad. 23. 47 «• ^""'^ "
lerseguendo tu alla meta Passerai innan-
zi .non è alcun che poi Trasaltando l.
ciunea o ti trapassi. (H)
^ * TRASAMARE. Amare accesamente.
Lai deperire. Gr. eV.;aai v'-53»^ -•" •
Salvia Pros. Tose. .. 266. L" altro con
quella servili cercando di mercarsi ddel-
?o. traiamando molle volte, non e namalo
a un pexto. ( ) , ,
TRASANDAMESTO. Il Irasandare.
I TRASANDARE. Trapassar* molto
avanti ; Trascorrere Lat. praeUrtrtdi.
Gr. a!T«6ai'!'v. ^ov. <■»(. 35. 2. An-
danrlo dietro a una gran cerbia. era an^
1 trasandato, che era "maso tutto solo ..oja
neana compagnia. -Vor. S. Gref^ SoU"
' un telo di diriltura fa trasandar la men-
lein lurbaiione. Dani. Conv. .78 Sono
molti di si lieve fantasia, che .. luti" '"••
loro ragioni Irasvanno. e antiche slUog..-
lino hanno chiuso. ,„_,•-;
5 I. Prr metaf vale Uscir de termini
convenevoli , Ecceder /' onesto^ IM. ho-
neslalis limina praelergredi . Gr. J> '0-
Nondini.-no con buono provved.men o e
con sollecitudine grande visse regola .-
mente, e s.n.a Irasandare sopperì a tolto
de' bisogni della comun.li della famiglia.
/•• 25ti. Usa temperatamente eoo lei , e
non ti lasciar punto trasand.re; e »e vuoi
poter far questo, ti conviene ammaestra-
re lei, che non .i dimestichi lropp>. teco.
come che se ella vede tu voglia trasanda-
re. ella t. fugga din.nù ( cos ne lesti a
penna; lo stampalo in questo luogo e man-
Tante , . nocc.nov 41 12. Quanlunque
ec. siccome i giovani amanti nu.llo spes-
so fanno. Ira.andas.e. Calai 71. E nostra
cattiviti, e non suo difetl... se noi tras.n-
diamo nella vita e ne' costumi.
* e II. Trasandare , per Pimaneril
, pa.sar senta effetto. Ctceh. Dot. I. »■
Ili lasciato tr..an.lar la cos. qu.llro o ir.
giorni ; ma io vi prometto che .t«.Ii
che sia sera io goenc parlerò , e vi r.g-
'"tn°:',n'att.signiJle.v.leTr,.eur,-
re, Pismeltere. L.t. curam m(«v«m«.
Gr. a'..)ir. Frane. SacJ,. Op *.
121 N..ti ciascheduno comune, che come
cominci. • dare Uba . cominci, a sotto-
mettete 1. su. liberfa , e da .lucila per 1.
TUA
irasandare U più licllc volle sì viene a li-
raonia. E noi'. 189. Spesse volte uno lia-
saodarc acconcia una cosa , che tulio il
seguire dell' ordine , che lu mai , non 1'
acconcerebbe .
* §. IV. /'.' fer Superare. <• Coli. S.^'.
Pad. Dopo colarne falicbc e villudi, per
le quali egli avca Irasandulo lutti i mo-
naci abitanti nel dello luogo ». Cron. Mo-
re/1. 263. Tutte altre cose paragona co-
gli anni pajsati dia ricolta dell' anno, co-
me hanno trasandalo gli altri tuoi poderi
quelli del vicino. (i'J
* §. V. Per Sopravanzare. Cron. Ho-
rell. 263. Avendo prima veduto diligente-
mente , quella dei logorare , e se li tra-
sauda di* i' sono ingannalo, e tien\i mente,
e mettici rimedio. (Cj
TRASANDATO. JM- <la Trasandare.
Cron. Slorelt. 256. Appresso togli fanciul-
la ec. che ella abbia poco tempo , cioè
non sia punto Irai^andata.
§. Per Trascurato, Abbandonato. Lai.
neglectus. Or. o'iiyM/!>l35i'?. /Mi'. Co".
157. Per riavere una vigna trasondata, po-
tala subito fatta la Luna di Gennaio.
Buon. Fier. 5. 3. I. E le cose leggier
di qucsla sorte Vedute ho farsi gravi, tra-
sandate. i'.iAì/l. Pros. Tvsr. 1. 36. 11
santo e >cnerabil nome di filosolo ec. ad
uomo trasecolato, trasandato , rozio ec.
fino dagli antichi tempi attribuisse.
TRASAPiDATURA. Trasandamenlo .
Lai. lapsus, incuria. Gr. GfUifJ.^, «yì-
Ì£ia. Lib. Pred. Si mise ad avvertirlo
della sua trasandalura nella vita peccami-
nosa.
•f * TBASAPEnE. ,y<ipere a soprah.
hondanza. Sali: Afi'Crt. 2. 1. 4- Uireb-
hesi ce. slrasapere e slrajare eio che (rn-
fare e trasaperc ce. ne' libri si truova
scrìtto de' più vecchi autori, (l }
TKASATTAKE. Impadronirsi, zip-
propriarsi. Lai. sibi arrogari,poliri. iir.
KCXTtTv, «raT-i'tliai. 6. / . 4- ^- 4-
Son volle altro che Parigini piccioli , co-
me dìcca la carta, e nou potendogli Irò
vare a termine, sì trasatto la Normandia
e rccolla a sua suggeiìone.
TRASAVIO. /'■ J.Add. Molto savio.
Lai sapientiisimus. Gr. ssytu'tKTO?. Tes.
Pr. 8. 65. Altresì può egli essere mo-
ilrato per ragioni di loro antichi, o di
nostro signore, o della citl'a , o della gen-
ie, o di irasavii uomini, o del senato, o
dèi popolo, o dì quelli che fecero la Icg-
" •+ * TRASBONO. /'. A. yl<><'- -^-f-
sai buono. Ouitt. leu. 40. gS. Vostro
bone, che non bono sapea voi, savera voi
irasbono tornando, (l'i
TBASCAPJNARE. Svolgere il fio da
un cannone, e avvolgerlo in sur un al-
tro. Ceccti. Servig. 2. 4. Che ierser» al
lardi io ne comprai Un po', che si tra-
scanna.
TBASCEGLIEBE , e TRASCEKRE.
Sccliere. Lai. seligere. Gr. t/.-oU-/-u-i.
Tes. pr. 8. 64. La general dottrina di
tutte maniere di ricontare si è, che cia-
scuno di tuoi areomenti tu sappi Irasce-
gliere, e prendere quello che più vale, e
rieonlrarlo al più breve che lu puoi. (>.
5. 12. 6. Se per ispessewa de' frutti si
caricassero troppo ì rami, sì se ne deono
del mese di Giugno e di Luglio Irascer-
re tutti i viziosi. Pir. As. 167. Le qua-
li (formiche!, giunte al desideralo monte,
con ogni maggior presidia attesero a tra-
scegliere quei semi 1' uno dall' altro.
TBASCEGLIMENTO. Trascclta. Lai.
delectus. Salvia, l'ros. Tose. 1. 5. La
purità e la proprìct'a, il Irasceglimento del-
le voci si studia , acciocch'c possano ser-
vire di strumenti e d" armi alla bella e
alla grande eloquenza.
TRA
TRASCELTA. Susi. Il IrascegUerc.
Lai. dflcclus. Gr. s'/)oy»!'. Liti. Pred. R.
Si faccia diligente Irascelta dì sei buoni
religiosi.
TRASCELTO. Add. da Trascegliere.
Lai. delectus. Gì. iti iitói- Salvia. Disc.
1. 1. Egli è proprio de' savìì uomini, e
dalla volgare turba Irascelti , il parlar
tardi.
TRASCENDENTALE. Add. Termine
melafsico universalissimo, die conviene
a tutte te cose j e si dice cosi perclie tra-
scende lutti i prcdicanienli. Salvia. Disc.
1. 266. Si puote ella considerare tome
un essere trascendentale, e diffuso in
mite quante 1' arti e scienze. A. 2. 44?-
A voler che 1' odio duri e passi, per dir
così, in natura , e d' uopo che faccia lega
e s' accompagni coli' amore, passione uni-
versalissinia, e, lasciatemi dire, trascenden-
tale.
:;: TRASCENDENTALMENTE. Avv.
In modo tra.iccndentale. Ces.Eetl. Vani.
3. 565. La pittura del viso bellissimo di
Beatrice a questo ultimo confine ci parr'a
falla tanlo Irascendentalmenle bellissima,
da fai vi parer per poco nulla quanto ne
udiste fin qua. (C)
TRASCENDENTE. Che trascende. Lai.
excedens. Gr. uTrspai/ttav. l'r. Ciord .
Pred. R. S' invogliano di cose trascen-
denti il dovere e 1' onest'a. Put. Purg.
29, I. Sì falla materia ec. è alla, e trascen-
dente la ragione umana. Snlvin. Disc. l.
162. Questa virtù universale , e trascen-
denle per tulli i generi di virtù ec, si è
la giustizia, n 236. L' arricchite di lumi
e di cognizioni alla sua capacit'a superiori,
e trascendenti la sua portala.
•f * §. Geometria trascendente, dicesi
quella che si serve dell' injìnito ne' suoi
calcoli, ed ili questo significalo si dice an-
che delle curve la cui natura si determi-
na con una equazione li-a.-fcendenle. (A)
* TRASCE^DENTISS1M0. Superi.
di Trasiendente. Segncr. Parroc. instr.
<-. 2. Il fine del dicitori sani all'incontro
e persuader tutte cose trasccndentissime ,
come sono le massime della Fede. (^)
•-)■ * TRASCENDENZA . Eccedenza.
Magai, pari. l. leti. 20. Questo modo dì
volere i così lerrUiile, e insieme cosi fuor
d' ordine, che delle volle arriva colla tra-
scendenza della sua impetuosil'a a scon-
quassare gli organi nei quali e co' quali
ecli si esercita. (A}
« TBASCENDERE, e TBANSCEN-
DERE. Trapassare ascendendo . Dant.
Par. 1. Gi'a contento rcquievi Di glande
ammirazion ; ma ora ammiro Cora' io tra-
scenda questi corpi lievi. (M)
§ . I . Per Sopravanzare, Superare, Ecce-
dere. Lat. superare, eccedere. Gr. uTtefJ-
I _ n-_* i-r r. r^ì,,ì
TRA
158-
aipt
:vl , ^pti'/eiv. Dant. Inf. 7. Colui
lo cui saver lutto trascende. Fece li cieli
Esp. Salm. È cosa maravigliosa quella
che pasce e trascende il suo intendi-
inenlo. Tes. Pr. 11. Siccome 1' oro tian-
scende tutte maniere di metalli , cosi la
scienza di ben parlare, o dì governare la
gente che 1' uomo ha sotto dì se, è più
nobile che nulla altra scienza del mondo.
:? /Jellin. Disc. I. l38. Trascendi quelle
misure nel tuo cdiarti e 1' esenli da quel-
le le"gi del tuo mantenimento che Iddio
diede a me In custodia. Segner. Paneg.
486. Essendo poi bilanciato quello, che
Ira pane , e companatico consumava in
qualunque pasto, fu ritrovato (cosa novis-
sima a udirsi) che mai non trascendeva
il peso d' un' oncia. (Cj
* g. II. Per Salire, Passare. lìocc.
Com. Inf. Cominciò tacitamente ne' cuo-
ri d' alcuni ad entrare la maledizione, e
I quinci il desiderio di trascendere a più
' esquisita vita. (P)
* TRASCENDIMENTO. // soveixhia-
re. Bocc. Comm. taf. (A)
TRASCERI'.E. /'. TBASCEGLIEBE.
•f * TRASCINARE. .Strascinari. Fav.
Esop. 167. Vdendo la vipra cosi parlare
la lima, fu molto insuperbita, e vennela
trascinando per la casa fco.vì legge l'ediz.
di Fir. 1778; <7iie//(i di l'adova j8ll
a pag. 119 ha: vennela tirando). (V)
Maini. 10. 37. Tutti gli animali eh' ei
raccatta Ciutlando lì trascina liviritta. (N)
* §. Trascinar la vita, vale Menar
la vita, Eii'cre. Segner. Seni. Graz. 23.
IMi son ito sostentando all' odor del pane,
ed ho trascinato meschinamente la vi-
tu. (TC)
-':- TIìASCINATO. Strascinato. Segner.
Pred. 5. Q. Se dovessero essere trascina-
ti air Inquisizione tutti coloro che tengo-
no il giudizio per una favola, ec. (F)
TRAtiClOCCO. /'. -^ Jdtf- Molto
sciocco. Lat. insipientior. Gr.lìt/.v jj.oi pòi.
Scn. Fisi. Chi può negare che alcune co-
se spessamente comandate non ismuovano
ancora i trasciocchi e trarozzi?
# TRASCOLARE, l'rapelare. Lat. per-
manart: Gr. yuTV-fp^'ii-v. lìctl. lett. \.
^17. Qiitl liquorelto che vi trascula ne-
cessariamente dalle minutissime glandule.
è troppo acuto e mordente. (*)
TUASCOLORARE. T. A. Mutar co-
hrSy Caml'iarsi di colore. Lat. colorem
immutare. Gr. Xpf^JJV- /ieTa»aTTeiv.
Dant. Par, 27. Quando io udi' : se io mi
Ira.scoloro, Non li maravigliar; che, dicen-
d* io Vedrai trascolorar tutti costoro.
^^ TRASCORPORAZIONE. Trasmi-
grazione dell'anima in un altro corpo j
Transanimazione. Sahin. Pise. 2. S\-
Sia quanto sì voglia strana questa trasmi-
graziune, che anche con istrani e nuovi
vocaboli metempsicosi e metensomatosi j
cioè iransanimazione » e trascorporazione,
o rincorporamento, vien delta ; ella sarà
tale, ec. (*)
TRASCORRENTE. Che trascorre. Lat.
vngus, fluxus. Gr. olfXpoJioi, p'-.\j'sri-
/o';. Sen. Pisi. Il parlar de' quali è bre-
ve e confuso, e non è riposato , uè Ira-
6corrente. Albert, cap. 5o. Sappi che la
ventura è trascorrente, e a suo mal gra-
do non può esser tenuta. =!• Jnict. 99. E
ì gal uccelli tacendo, infra li folti rami
presi i loro ospizii, davano largo luogo a'
pipistrelli già per la caliginosa aire tra-
scorrenti . (/')
t TRASCORRENTEMENTE. A^-verb.
Vi passaggio. Trascorrendo. S. Agost. ■
C. D. Alcuna tal cosa, qual è posta nel
libro de' Re, e quasi trascorrenlemente si
piglia di Salomone.
TRASCORRERE. Scorrrere avanti, Ve-
locemente scorrere. Lat. evagari, trnnscur-
rere. Gr. TTCfe/^ai'vetv. Pelr. canz. 17.
A. Già, s' i* trascorro il ciel di cerchio in
cerchio, Nessun pianeta a piangermi con-
danna. Dant. Inf. 25. Mentre che sì par-
lava, ed ci trascorse. E 3i. Tu trascorri
Per le tenebre troppo dalla lungi. £ /^«r-
l5. Nou si partì la gemma dal suo na-
stro. Ma per la lista radiai trascorse.
* g. 1. Tra.fCorrcre , talora vale anche
Andare, Trasferirsi con veìocità. GuiCC.
Stor. 17. 239. Seguitò poi il cammino
suo il Viceré, ma travagliato dalla fortuna,
sparsa 1' armata sua, una parte ce. tra-
scorse in Sicilia, donde poi si ridusse a
Gaeta. (C)
§. II. Trascorrere, fguratam- , fate
Lasciarsi andare. Portarsi con impeto ol-
tre ai termini convcn'-voli. Pocc. nov. 1».
q A divenire innamorala mi sono lascia-
fa trascorrere. E nov. 33. 1^. In tanto
furor trascorse, che rivoltato 1 amore, il
quale a Restagnonc portava, in acerbo odio
ec, s'avvisò ec Cron. Uloreìl. 272. Se
iseit
TRA.
T A A
TRA
aoD puoi largamente fare queste cose^ non
le fare ; se puoi, e cb' elle non ti sviino
da bottega, Tulle ; ma sii bcD savio , sen-
<)o cose che alcuna volta fanno trascorre-
re t giovani a cose vituperose. G. /'. 10.
l54- 1- Essendo le dunne di Firenie mol-
to trascorse in soperchi ornamenti ec. ,
lue sopra ciò provveduto. Frane. Sacch.
nov. i37- L' oGciale nuovo fa sì bene il
suo oGcio, che le donne non trascorrono
mai nelle portature. Ma/m. 7. 87. Ma do-
ve col cervel son io trascorso?
-f ^r §. III. Trascorrere j si dice anche
delle voci, o simili, e vale Passare, Scor-
rere. Salv. Avveri l. 2. IO. Onde si ge-
nera il vezzo, che sposso, non accorgen-
dosene, trascorre nt-llc scritture. {!')
%. IV. In signijìc. alt. Trascorrere un
liliro , o cosa simile, vale Leggerlo su-
perficialmente, e con velocità j che dicia-
mo anche Dare una scorsa, fljor. S. Oreg.
Ma io ti prie;^o, che, trascorrendo lu i
detti di quL-sta opera, lu non dimandi le
foglie delle parole .
*t ''' §• V. Trascorrere lina cosa t del-
la quale si scrive, vale Trattarne supcr-
Jicialmente , con prestezza. Mor. S. Oreg.
5. 20. Disj>utijrao un poco piii sultilnieo-
tc quanto abbiamo di sopra trascorso de-
gli eretici . (D
§. VI. Trascorrere un paese , 0 si-
miiij vale Andare attorno per esso. Agn,
/'and. 26. Vorrei lutto insieme, o ciascu*
na parte bene vicina, per potere spesso
tutti trascorrergli e passeggiargli 0 a caval-
lo, u a pie.
§. VII. Trascorrere, per Trapassare .
Aniet. C>1\. Io non lra>corsi la l'Uciile età
»tìusa, uè tutta la diedi solamente alia
conocchia. * Fiautm. 5. 37. l'.gli nel se-
no d' un' altra giovane lieto trascorre il
luggevoli-- tempo. (S)
f §. Vili. Per Tralasciare. Lai. o-
niincrc. Cr. /araÀji'iTatv. Ovid. Pisi.
i5(). E trascorrendo di dire come Giove
lue bisavolo ce.
TRASCOllREVOLE. Add. Che ira-
s>:orre, e passa velocemente, 'Transitorio.
l''av. Ksop. Non hanno rispetto di fornir-
si degl* amici nel tiascorrevolc slato del
mondo. ^ Jìemb. Asol. 2. 101. Kon per
tutto ciò si pente, o donne, nò si ritiene
in parte alcuna » raffrenando la trascorre-
vtile fullij <lc* suoi ragionamenti Pcrotti-
110 ; anzi ec. (IÌJ
* THASCOItREVOLMENTE. Avveri.
Trascorsivamente, Di passaggio. Lat. o-
Inler. Or. 7iapipyùì<;. Bemh. leit. 2. IO.
X21. Mon giudico che !<ia ben tatto che
egli lasci nel numero di molte belle cose
«he vi sono, ancor quoUc che ogni fan-
i:iullo cono-iri.- ed intende; le quali io co-
iti trascorrevulmi-nte segnate ho con un
picciol punto ilinanzi. (*)
t THASCOltHIMENTO. // trascorre-
re. Lat. transcursus. Gr. ptruòpoprl.
/'noi. Orus. Di (jueslo cose non temendo,
jici' trascurrimeiilo di cavaliuri a casa fuc
morto. Ulor. S. Cn'g. Il legno sta appres-
ku il irascorrimentu dell'acque, quando il
nojtio Creatore ce. Ott, Com /*nrg. 21).
5l2. Di-srrivc uno trascorrimcnlo di lume,
poi una dobezia di canto.
TltASCOHUITOKK. Che trascorre.
TnASCOKHIThICE. l'erbai. Jem. di
Trascorritore. Lai. labtlis, noxia. Cr.
n«/;a^acvou5K. Scgner. Crisi. 1.9. 8. Af-
finchè apprendesse ancor ella, quant' era
maggiore di quel, che si figurava, la col-
pa della sua lingua Irascorritrice.
t IHASCOUSIVAME.NTK. Avvrrb.
/>i passaggio, /H cor.ta. Trascorrendo.
.V Agost. ('. />. l'ostu f he brevcnitu-
le e traicorsivanii'Ute iiioklrass<^ Cristo es-
sere Dio, ec. :;« /'allav. ì'erf. Crist. l. (j.
Jl più di quei numi trovandoìi da noi li,t*
scorsivamentc in un angolo d' istoria, ap-
pena veduti ci svaniscono dalla mente (/JJ
•f 'fi TRASCOliSIVO. Add. Atto a
trascorrere. (Jden. Ni.*. l{. 20. Il secon-
do e Q quarto (libro) »i p>Sìono appella-
re tempcratusimi di principii trascorsi-
vi. (A)
TRASCORSO. Sust. Errore. Lai. er-
ror , lapsus. Cr. ffsa'lua. * Sa/v. Av-
veri, i. 3. 2. a. Nel 7J e nel nostro si
legge e d' altri , nell' uno e 1' altro per
trascorso di slampa. /:.' 1. 3. 2. 6- L'a-
vere scritto il Mann, per trascorso di
penna. I: \. I. 9. Trascorso di memoria
dell' autore stesso sarà stato per avventu-
ra, r' ;
^ §. I Per Trascorrimento, Corso ve-
loce. Sdrucciolamento. Salv. Avveri, i. 3.
1. 7. Comporta la natura del nostro ver-
so ec, quasi per entro il suo corpo , il
trascorso delle vocali . /'- appresso : Ma
ciò che del trascorso delle vocali del no-
stro verso abbiam detto , luttavi:i si vuol
prenderlo con certe regole. ( f'j
■•• §. II. /Vr Corso , Decorso . Salv.
Avveri. 1. 2. t6. S'usa dalla plebe nel
trascorso del ra>;ionare. (V}
TRASCORSO. Add. da Trascorrere,
/.asc. Panni, prol. Ma per nemica for-
tuna trascorso , poi delle nelle mani de*
corsali .
* TRASCOTATAMENTE . Avverò.
Superbamente , Con tracotanza . Cavale.
Specch. pece. 12. Parlando trascotatamea-
te , e minacciando , e villaneggiando altrui
in molti modi. (C)
TRASCOTATO . V. A. Add. Traco-
lato. Lat. superhus , arrogans , insolens.
Gr. JT'^vjjsKvo';, a>a?ù>v. G. /'. 6.67.
4- Il dello popolo di Firenze ec. in molte
cose fu multo trascolalo. /: II. l\i.). 6. E-
rano i più Irascolati due fratelli Alberto e
Mastino , felli e dileggiati , con ogni più
abominevole vizio , die tossono in tutta
Italia . M. V. 3. 77, II Conte infocando
contro ai sudditi la sua trascotata super-
bia , fece dicretu, che chi non pagasse ,
fosse bandito.
TRASCRITTO. Add. da Tra.icrncre.
Lat. exscriptus , transcnptits . Gr. ano-
■/r/puuixi^Oi . Cai. Cali. 235. Tal dot-
trina a' Archimede vista, trascritta eil esa-
minala dal sig. Francesco Buonamico, et.
* TltASCRITlORE . C/ie trascrive.
Copista. (A}
TRASCRIVERE. Copiare scritture.
Lat e.tscribere . Gr. ujioy^a^stv . Sai-
vin. Disc. i. 265. Da' Digesti molte cose
attinNcrn, e talvolta le intere leggi ne tra-
scrìssero i compilatori dei cani>ai.
TRASCUUAGGl.NE. il trascurare . Ne-
gligenza. Lat. ncgligentia. Gr. «uscita .
Jiocc. nov. 16. 3a. .Se medesimo della sua
preterita Irascuraggine biasimando, lei nel-
le braccia riievula , la^^rimandu , Icnera-
nieote bario. ( ron. Morell. 2 »6. La na-
tura, per sé medesima gentile, si trae sem-
pre alla virtù, e quello che pei traicuraggi-
ne indugia, non perde, ma in poco tempo
il racquieta. * Peeor. g. 2.Ì. ". 2. Venen-
dogli alle mani quel lucrhieri col veleno
mescoKito. il quale |)er Irascuraggine s'era
ili queir armario senza serrarlo lasciato ,
tutto se '1 bevi , ed infra poco cascò 10
terra onie morto. (//)
TRASCURANTE. C/ic trascura. Lai.
negligens. Gr. aycln;. Lib. Pred. I tra-
scuranti ne taranno puniti sercramcnte.
TRAiiCURANXA Tratcuragfiine. Lai.
"f^gltgffttia , incuria. Gr. ajui>Cta. 3/wr.
S. (ireg. 4 37. Appresso, senta vergo-
gna, o confusione di ih medesimo, viene
1' uomo in trascuranta di manìleslare il
suo peci alo.
TRASCURARE. U^ar Irauuraggifie ,
0 negligeva, Trasandatr, Mttttfc in non
cale. Lat- nihtU facere. Gr. XEf t ou j«vdf
noteìssai. Mor. S. Creg. l. 6- Per S»-
lomone si dice: chi teme Dio, niente tra-
scura. A' 1- IO. Molti sono, che trascurano
la vita loro, i? Segner. Seti. Prmc. illuj.
6. i. Trascura afialto il pro6llo di se m^
desimo. ( TCj
* TRASCURATACCIO. Peggiorai, éi
Trascurato. Ar. Cass. 4- 6. Ahi las»o I
cb' io ho lascialo il Trappola io casa eoa
li panni del mio vecchio indosso , e non
mi son ricordato ec. Fui. Ah trascuratac*
ciò! va subito, e fallo hascoodere, che non
lo veda Crisobolo almeno. (Itf
TRASCURATAGGINE . Trascuraggi-
ne. Lat. ncgligentia, incuria. Cr. aìfiiXiiOL.
/■'r. Giord. Pred. Jl. Non si rendono ìa
colpa delle trascurataggini commesse. Lib.
cur. malati. Le trascurataggini del medico
sono dannosissime. Cecch. Oissim. prol.
Alcuni di essi esercitando sopra di loro
una tirannia più che di Fallari, alcuni al-
tri una trascurataggine e licenzia più che
di Saidanapalo. Jiotg/i. Orig. Fir. 67. La
\iene a replicare più volte, e conse<)ueD-
lementc ad assicurare, che non vi è corso
errore di penna , o altra trascurataggine .
/ ett Co/i. 67. Posti che eglino sono, e
cresciuti oramai in modo, che fanno graa
frutto, sebbene egli sopportano, come n*
è detto , per lungo tempo ogni trascura-
taggine e mal trattamento, non è per que<
sto che , custoditi bene e vetzrggiati, essi
non rendano merito delle fatiche prese
loro intorno.
* TRASCURATAMENTE. Avverò,
Negligentemente. Lai. incuriose. Gr. oc/tc-
XiTt^. Segner. Crisi, instr. i. 5. 7. Non
conviene , dice , considerar queste cose
transitoriamente e trascuratamente , ma
con un profondo timore. (*) f'asar. Op.
Vii. 2. 3. Tutto quello in somma che
sagacemente o trascuratamente con pru-
denza o con pietà o con magoaDÌmit&
banco in esse operato. ((^J
TRASCURATEZZA. Trascuraggftit ,
Lat. incuria. Gr. a/xe>S(X. Segner. Mann.
Febhr. II. 2. Che guadagno è il tuo, se
tu non ti guardi da* peccati veniali ec. ,
dalle iuvidietlc , dalle continue trascura-
tezze che usi nella vita spirituale ì v K
Sent. Orai. 8. Correrei a grandissimo ri-
sico di cadere in una tale trascurates-
«a. (TCj
TRASCURATISSLMO. Superl.ilj Tra^
seurato. Lat. incuriostsstmus. Gr. 'x^cttit-
TiOToVaroi; . Sorgh . f e.H. Fior. ^OO-
Prssimamente scritta da notai ignoraolis-
simi , e che è il peggio ed è loro propìj
culpa , trascuralissimi.
TRASCURATO. Add. da Trascurare.
Lai. negligrns , incurtosus. Gr. ot uiJlq ;.
Cavale Med. cuor. Noi voggiamo comu-
nemente , che la prosperila e sanità fa
uscir V uomo di senno* e diventar Ira-
sturato, sHilit ni>n pare che e' conosca
lu stato suo. Calai. l3. I noltili serxido-
n, i quali SI csercilano nel servigio della
tavola , non si deooo per alcuna eondi-
lione grattare Ìl capo, né aluove ec, ne
pure f^rne sembiante, sictume alcuni ira-
scurati famigliari fanno . Star. Fur. 6.
125 Percosse con tanta fuiia ne' trascu-
rati nemici suoi , cb' e' noti ebbero tem-
po alcuno , non dico a nicltcrsi io ordi-
nania , ma a prendere , uou che altro, V
armi . ì'etl, l'oli. 'yS. il che non inler-
verrà m.ii, se non a un molto trascurato
coni ad ino.
*t S- '*'''' f** stes.r0 che l'racotato .
Lat. arrogans , inso/ejis ■ Gr. J~c^c^a>
vn; , a>a^&«v. /ioet, nov. j\. 5. Ma u-
laiido la <tua trascurata proutetaa , la sol-
htito multe %olic. taf'. 6. Ora della mia
bestiatil'a dolendomi , ora della crudeltà
trascurata di colei ce. Fratte Sacch nor.
TRA
ni. D. questo freno è lufrenaU la loro
"«rural. e d.»olu.» l.JJun.u ( Ho per
firmò . d,c. .1 MonU , che ,n ,,.,1, e ,re
»;, tivmvi Qui "àJotU trascuialo sia le-
tnTZreL. e che. ,..^l'fa leggere
lr«cuUlo. K UMCUUU prò mena /.«««o
di fatto le pitt corrette editi om del Veca-
merone nel luogo citato J.
* TBASCURATOliE. f erbai, masc.
Che trascura. Segner. Pred. Pai A,.. 5.
4 Che se ciò avverasi ioEno Dell» perso-
;. d-un ser« Lasso, Uascuvalorc d. un
UalEco mercantile i che sarà ec. (1 U
TltASCUTAGGlNE. J. A. ^egligea-
u, , Trascurataggine, Stracciirataggme.
trod. ^. Accoccl.b no, per .schifiltà o
per irascntaggiue non cadessimo m cpid-
lo , eh che no. peravventura per alcuna
maniera, volendo , potremmo scampare
«i7e;,. Decam. 129. Vo.^o,,o.oicvc d.-
screti lettori quanto sia nein.ca alle buo-
ne lettere la trascutaggme d. quesU Uh,
"tBASCUTANZA. ; . a. Trascuran.a.
Lai. negligenlia. Olearia. Gr a.aiis.a
Him. a^t. P. A- -"'""'" ''" ^'"' \ ,
oeni Jtra inlendanza Esser vog 10 lonla-
„o , E farmene selvaggio , Averla in tra-
sculanxa. Agn. Pand. 5r ^e so quale s.
iia alle famiglie più dannoso , che la Ira-
scutania de' padri delle famiglie-
TKàSCDTAlO. t-A. Add. Trascu-
rato . Bocc. no.. 52. tu. Fa ravvedere
«esser Ceri Spina cV una sua trascutata
domanda. E nL: 60. ?■ Trascutato, sme-
morato e scostumato.
TRASECOLARE . Oìtrcmodo maravi-
gliarsi. Stupirsi. Lat. cchemenler mira-
ri. Gr. CjI£fSa«^a?="- Hurch. i. 4,2;
E la gallina diventò testuggine, Llic le
trasecolare o^ni profeta. ( 111^ t "'' • ^■
85. Or questo ripensando, .0 mi Uaseco-
lo, eh' ella sia Unto rigida e voltabiie.
Jllee. l56. Bastimi adunque dire, cbc
non la trovano a se' filar d'emine, co-
loro i quali, annaspando a credenza slu-
pid.ssimi trasecolano. Ambr. Furi. a. I|
lo slraliil.0, trasecolo, e spanto aBalto.
•t S. In. sign.fic. alt. per I orre in
confLlie. Car.'lell. 1. 68. Questa e
una gran cosa, messer Lorenzo, che .0 non
Jibia nuova ne di Monsignor, ne d. vo.,
né di cotesto vostro mondo; da che la Ui-
sgralia e la cattiva elezion m.a m. trase-
colo nella smarrigione di qucst allio.
TRASECOLATO . Add. da Traseco-
lare. Beni. rim. 1. ^l\ Ognun m. guata
per trasecolalo, E dice eh' .' sto male, e
eh- .0 vo via. Fir. nov. 203. Lavinia, du-
bitando quasi eh' ella non fusse dessa, la
comincio a guardar fiso, come trasecolata.
Buon. Fier. 4. 2. 7. E stetti a riguardar
trasecolato Le vipere e le serpi. Malm.
6. 36. La donna resta li trasecolata.
* TRASEN>0 . V. A. brandissimo
senno. Sai.. Ac.erl. 2. 1. !\. Dicevano
trabello , trasenno , trmorrere in senti-
mento di bellissimo, di grandissimo sen-
no, e di correre tclocissimamente. (rj
'•+ * TRASE.NTIBE . /ngaiinarsi nel
sentire, iegner. Imr. 2. 1. 18. Se l'aere
interno non posa , 1' orecchio non ode a
modo, o non sento quel suono che e nel-
1' ambiente prossimo, o trasente quel che
non v" è. (A)
* TRASFERIBILE. Add. Che può tra-
sferirsi , Trasportabile. Vagai. Lett. (A)
•j. :> TRASFERlME^TO. Traslazio-
ne ^Trasporuimeiilo. Tolom. leti. 4. l56.
Se'mai pensale di farmi cosa grata, se vo-
lete con nuovo benefiiio obbligarmi, fate
si che M. Antonio consenta al trasferi-
mento di qucta piccola pensione. (A)
TRASFERIRE, e TRA^SFER1RE .
rr^porlnre. Lai. transjerrc. Gr. /iSTSt-
T R A
oipe.v . Bocc. Vis. l3. E via di quindi
di quel trasferendo ec. Apprestato toina-
va qui correndo. Agn. land. %. Prov-
% edesse che le cose fani.gliari non si tran-
sferissono male. Bim. ani. Guill. 90. Essi
da me altrove trasferita Con sue belleize
rilucenti e conte.
* § I. Trasferire , si dice altresì
parlando dell- autorità, del potere, e simi-
li, allorchi: da una persona ec. viene a
passare ad un'alfa. Ator tur. i. Ì2-
Conoscendosi dall' altra banda assai mani-
restaiuente che dovendosi traslerue lo im-
I peno dalla nobilissmia e illustrissima stirpe
j di Callo Magno ad un' altra famiglia nuo-
va ne nasceranno mutazioni e innovazioni
mollo maggiori. iC)
f S 11. E in signifc. neutr. pass. An-
dare, Condursi. Lat. se conferre. * Belo.
I il E' cap. l5. Dopo queste cose ap-
prossim'andosi la quaresima, desiderava frate
lE-idio di trasferirsi ad alcun luogo limolo.
O^iov. celi. III. Alf 83. Lasciata la cu-
ra di queUa terra al Cardinale Al.dosio suo
Legato, si trasferì a Ravenna per ritornar-
sene poi di quivi, per la via di Rimini ,
a Roma. (Ci Stor. Eur. 5. II7- E per
questo delibero che , trasferendoti sotto
qualche colore nella Marca di Camerino ,
co' danari eh' io ti darò , sollievi e cor-
rompa segretamente gli animi di quegli
uomini dalla divozione d' Anscario.
•f * TRASFERITO. Add. da Tra-
sferire. Bed. leti. 2. 27. Non mi estendo
di vantaggio, eh'e appunto questa sera strac-
chissimo torno di Arezzo , colà traslentoml
a servir mia madre. (Aj
* TRAsFUiL'RAMENTO , che anche
scrivesi TRANSFiGUlUMEKTO. Tras-
figurazione , Tran.<formamento . Salvia.
Annoi. Pier. Buon. 5. 2. 1. Questo g.uo-
co geografico delle mutazioni e de Irast-
guiamenti de' nomi propru de' luoghi, e
utile a sapersi ec. (."^J
+ TRASFIGURARE . Far mutare
effisie, o figura. Lai. transfgiirare. Gr.
].:-.:^=yr,Ì^-.r.,'-<.t . Bocc. nov. 20. 12.
Forse che la malinconia , e il lungo do-
lore che io ho .ivulo ec. m' ha Ji tra-
sfigurato, ch'ella non mi riconosce. -.• Pelr.
Uom. ili. Si sforzò di trasfigurare un suo
servo ec. in femmina facendogli tagliare 1
granelli, (l'i
\%. E in signifc. neutr. e neutr. pass,
vale Mutare effigie, o fgura , Trasjor-
marsi . Bocc. nov. 32. 16. Con sue Ira-
sche the portate avea, in Agnolo si tra-
sfiguro. Cavale. I rutt. hng. Salendo Cri-
sto nel monte a orare , trasfiguro , e ri-
splendelle la faccia sua come sole- / ass.
23o. Il diavolo si trasfigurò in abito e in
fi-ura d' una femmina giovane.
TRASFIGURATO. Add. da Trasfgu-
rarej Che ha mutato fgura. Pelr. canz.^
i 3. Qual mi Ice' io, quando primier ra
accorsi DeUa trasfigurata mia persona.
.Bocc. no... 20. l5 Come può questo es-
sere? son io cosi trasfiguralo? Slor. tur.
7. l56. Solo, a piede, e trasfigurato , si
condusse nella Svevia * Morg. 27. i5j.
tosi tutto serafico, al ciel fisso. Una cosa
parca trasfigmala. (B) Segner. Mann. Vtt.
1. 1. Rimiro la gloria di Cristo nostro Si-
!,nore trasfiguralo. ( / ;
t TRASFIGURAZIONF. . Il trasfgu-
rarsi. Lat. transfigiiralio. Gr. p.l-.'J.ii.'jp-
fusi;. Lib. Ired. La seconda lu , che
risplendetle nella sua trasfigurazione, ò.
Ciò. Griso.tt. l5l. Come l'insegna a pen-
sare dell' eterna sua gloria per similitudine
di quella della trasfigurazione , e per al-
tre belle similitudini .
f TRASFONDI RE. Infondere da un
vaso in un altro ; e pguratam. Trasfe-
rire d' uno in un altro soggetto UH.
Com. Par. 7. 190 Ora mi di' , perché
TUA «589
questo fallo si trasfonde nell' acqua , nel
fuoco , neir aere , nella terra , ed in loro
misture? Bui. Inf. 2. Perché l'uno tra-
sfonde la gramatica nell' altro successiva-
iiu-tite .
S-. TRASFONDIBILE. Add. Che può
tia.sfondersi . Lai. 7111 tra.fundi potest.
Pros. lior. 6. 72. Altro di vero, sicco-
me io ciedo, non importavano, che la
luce trasfondibile di virili negli animi
vostri. (•)
* TRASFORMABILE. Add. Che può
essere trasformato. Tìcllin. Disc. II. Quel
tutto lucido e tutto fumi, tutto peso e tut-
to moto , r impaslatore de' metalli, il tra-
sformabil mercurio. (Min)
TRASFORMAMENTO. // Ira.tfirma-
re. Cavale . Fruii, ling. Quasi uno ri-
solvimento di cuore, e tiasformamcnlo in
Dio. But. Per Io irasformamenlo del car-
ro , e del rubamenlo della pianta detta di
sopra .
TRASFORMAKZA . / . A. Trasfor-
mazione . Lai. transformatio . Gr. fisra-
^o'^yw5i5. Fr. lac. T. 5. ?2. 4. Quanti
non sono accinli Di far la Irasformanza A
buona concordanza Della verace crucci E
7. 1. 8. Questa e tal Irasformanza Per-
dendo e possedendo.
TRASFORMARE. Cangiare in altra
forma. Far mutar /orma, 0 figura, l-at.
transformare. Gr. p-t-auopfoOìl . Bocc.
nov. 16 17 Tanto 1' età l' uno e l'altro
da quello che esser solcano , quando ul-
timamente si videro, gli avea Uasformali.
pelr. canz. 4. 2. E i duo mi Irasformaro
in quel eh' i' sono.
:? §. 1. Trasformare in volgare, per
Tradurre. Bocc. Com. Plani. Se alcuno
n' è che alcuno libro voglia vedere, e esso
sia in latino, lanlosto il fanno trasforma-
re iu volgare. (A}
^ §. II. Tra.-formare , in signific.
neutr. pass, vale Mutar forma. Pelr. canz. .
3.6. E non si trasformasse in verde selva.
E 4. 8. Ed in un cervio solitario e vago D.
selva in selva ratio mi trasformo. Fr. lac.
T 6. 16. 16. Che iu te si possa lutto tra-
sformare . * 6e//. Circ. Lea. dedic. In
potesl'a dell' uomo è stalo liberamente po-
sto il potersi elegger quel modo , nel
quale più gli piace vivere; e questi, co-
me un nuovo Prometeo , trasformarsi m
tutto quello che egli vuole, ec. (Bj Se-
ga r. Mann. Oli. li- 3. Si trasforma d
uomo in un Augiolo luminoso. (V)
:? g. III. Trasformarsi di sua per-
sona , vali lo slesso . Otl. Com. Inf. 4.
5o. Dicesi che seppe tutte le lingue , e
molto si sapea bene trasformare di sua
persona. (O . . ,
«1 !-.: TRASFORMATIVO. Add. Allo
a trasformare. Eden. Xis. 3. l3l. Io am-
miro assai Ovidio , il quale , come com.
pilatore di tutte le favole trasformalivc ,
necessitato a cantare ec. (Ai
TRASFORMATO . Acid, da Trasfor-
mare. Lai. convci:<us. Gr. ji.l-<Apoj,fo>-
&£.•; . Fr. lac. T. 6. 16. 33. FammiU
stare, Amor, sempre .l'ubracciato , Con te-
co trasformato , E 'n vera cantate E n
somma ventate Di traslormato amore.
Dani. Purg. 32. Trasformale cosi I di-
ficio santo. Mise fuor teste.
•+• * TRASFORMATORE, l erbai
masc. Che , o Chi Ira.fcrma Bellin-
Disc. 2. 29. Ciascuno di essi (bachi) .1
suo filo , o alno non meo maraviglioso
artifizio con cm fabbrica il suo bozzolo, in
CUI si chiude e vi diventa farfalla, e far-
falla n'esce, e larlalla seminatrice d, ba-
co, e baco fabbricator di bozzolo e boz-
zo o tri^focmatore d. baco .n farfal a
ec (A) E 294. Vi faro diventare rasfor-
n'aton d, ma7miin statue , fond.lor. d,
bromi ec. {J'J
i590
TRA
* THASFORMATRICE. Verbaf. fem.
Che trasforma. Betlìn. Disc. 3. 55. For-
merò le viscere sue , k" quali perciò sa-
ranno anch' esse Ji quella potenza Ira-
sformatricc fornite. (F/
TRASFORMAZIONE. Mutnmento di
forma , o figura j li trasformare . Lai.
Iransformatio . Gr. fj.iTV.fJ.ÓpfWJi^ . Fr.
Zac. T. 7. I. 34. Tu ìjevi, e se* Levala
In trasformazione. Pass. 333. I libri de'
poeti sono pieni di colali Ira^formaKioui .
J?ut. Inf. 25. 2. In questi sei tcrnarii 1*
autor nostro compie di narrare la detta
trasformazione . ^ Pros. Fior. |. 3. i56.
Egli togliendo via al Decamerone del
Boccaccio ogni liarl>aru e postìccia tra-
sformazione ec. ce d' ha fatto grazioso e
nohii presente. ( TC)
s!: TRASFlìEDDO. 7''. A. Mollo fred-
do. Paiiad. Ott. 5. Se v' h '\\ verno molto
tra&freddo, pongasi un poco dì colombina
al pie. (y)
TRASFUGARE. Trafugare. Lah. 27O.
Prima avendo delle mie cose occultamente
assai trasfugate, ce. /Jmet. proem. Un'al-
tra volta cui concupiscevole cuore trasfu-
gano Klena.
* TR\SFUMARE. liisolversi infumo.
Jmpt'r/. 7 . 'l'use. D. 12. T. 2. I<)I. Que-
gli ( spiriti animali ) cb' escono da' pori ,
cosi dottili sono, e di cotal finezza, e così
sparsi e disuniti trasfum.ino, che di suhito
»i disperdono ec. lì />. i^- T. 2. 280.
Mei medesimo modo dell'acqua, la quale
trasfuma da una caldaia ce. (Fj
•f TRASFUSIONE . Infondimento d'
uno in altro vaso ^ Travasaniento . 3/(7-
gal. Lftt. scicnt. pa^. 160. Con dislen-
dervisi sopra il meglio che poteva ec. ,
applicando bocca a hurca ec. , quasi pre-
tendesse col veicolo del calore di volergli
mettere in corpo della propria vita per
trasfusione. (/Ì)
"t 'f TRASFUSO. Add. da Trafon-
dere. Tass. Cer. i5. 66. E se di tal dol-
cezza entro trasfusa Parte penetra , onde
il desio germoglia. Tosto ragion, nell'ar-
mi sue rinchiusa , Sterpa e nseca le na-
scenti voglie, ec. Salvia. Disc. 2. Ipi^. La
bellezza, raggio di Dio trasfuso ne' corpi^
del più bel sentimento è l'oggetto. (Aj
* g. E fguratam. f-'ilic. rtm. pag.
553. ( Son. Dal core ce. ) Restiam poi
sempre inegaalmente eguali , Voi io me
trasfuso, io crocifìsso in voi. f!\'S)
TRASGRANDE. T. A. Add. Tra-
grande. Lat. prafgrandis , inimanis. Gr.
•JT8/>//£ya; . TTs^ijtt»;/^; . FiV. S. do.
Bat. Anzi mi convema stare di lungi per
lo trasgrandi- fervore della sua caritade .
E altrove: Allora tutti s'inginocchiarono
per la trascurando allegrezza.
TRASGREDl.MENTO . // Trasgredi-
re. Lai. transgressio , pracvaricatio. Gr.
TK^OeSaii;. * Sah: Avvert. I. 2. IO.
Certi trasgrrdimenti di cose gramalicali ,
che nel parlar pensato non s* ammetteva-
no . Segner. Mann. A7arz. l^. 2. Consi-
dera in che consiste questo Irasgredimmto
di limili (questo passar di là dai limiti,
oltrepassar i /imiti) «ì nell'Angelo, sì in
Adamo (parla della superhia). il )
TRASGREDIRE . U.icir de' comanda-
menti, o ttk- commessioiie , Non uhhidirr.
Lat. tran f predi , praevaricari. Gr. Ta^a-
Sat'vriv. I),al. S. Grrg. 2. i^- Ali» quali
lo pietoso padre perdonò quella colpa , e
d allora innanzi si guanlaroim di trasgre-
dire in ma assenzia. "^ /inceli, lelt. l\. Es-
sendo accademie» della Crusca non posso
trasgredire le sue leggi. (C)
* §. /Vr /eccedere, Oltrepassare i li-
miti ordinarti, o convenevoli di checifies-
sta . Magai, lett. Ma io conosco d' aver
trasgredito di troppo i termini di una let-
tera. (Aj
TRA
TRASGREDITO. Add. da Trasgre^
dire. Fr. Zar. T. 3. I. 4- A"-" gente già
dannala Per la trasgredita legge.
t TRASGHEUITOftE. terital, masc.
C/tCj o C/ti trasgredisce. Lat. transgres-
sor . Gr. TTa^SxSaTii? . Segner. Mann.
J'Ugl. 29. I. Gli altri precelti ec. sono
di lor genere più servili , perchè si pos-
sono adempiere per puro timore di quel
supplizio che è imposto a' travgreditori.
* TRASGRESSIONCELLA . f^iccola
trasgressione . Segner. Seni. Oraz. l5.
Ciò accade quando sotto pretesto di ca-
riti 1' uomo ec. si accomoda a diverse tra-
sgressioncelle. fTCj
TRASGRESSIONE. // trasgredire, Dis-
uhhidienza . Lat. transgressio , praevari-
catio . Gr. TTa^aSact; . /*ass. 2^1. Per
le diece corna ( intendendo ) il Irapassa-
mento e la trasgressione de' dieci coman-
damenti della ]*-'gg^ ■ Imperò d' ogni
peccato e trasgressione e cagione e prin-
cipio la superbia . Mor. S. Hreg. Della
quale noi fummo percossi al tempo della
nostra trasgressione. Cavale. Frutt. ling.
Dove si dice che 1' Angelo riprese il po-
polo d' Iddio di certa trasgresMone. ^^ Se-
gner. Pred. Pai. Ap. 5. 8. Le ommissio-
ni non sono violamento di precetti nega-
tivi, come le trasgressioni; sono violamen-
to di afiermalivi. (C)
* §. I. /*rr Travalicamento, il Passar
di là dai tertnini. Cavale. Specc/i. Or. l^Q.
Ricordati della mia trasgressione, della mia
povertà e del mio assenzio, cioè della mia
amaritudine . E chiama trasgressione T a-
more ferventissimo che ci mostrò in croce,
il quale trapassa ogni altro amore. (7')
§. II. t*er Digressione. I.at. digressio.
Gr. ir.rpo-nrl. Bocc. T^it. //ant. 2!\\. Mi
piace qui di fare alcuna Ira-'igressione, nella
quale io questo alquanto dirbìarì.
I TRASGRESSORE. 7 erbai, masc.
Che f o Chi trasgredisce , Trasgreditore.
Lat. trnnsgressor. Gr. TTcc^KoaTìl?. Pass.
377. E trasgressore del volo, per lo quale
s'obbligò, ed altri per lui, a rinuDziun- al
diavolo^ e a tulle Ic^ue vane e false pom-
pe. Fsp. Salm. Gli osservatori d'essi sono
elernalmcnle premiati, e i trasgressori pu-
niti . Cavale. Med. cuor. Pure , chi n' è
cagione in veruno modo è tenuto di ren-
der ragione a Dio , come trasgressore del
suo comandamento.
TRASr. K A. Così, Tanto. Lat. Wf,
adeo , tam. Gr. totoùtov , w^tc . Tiov.
ant. 5q. 3. Si se le solve il suo cuore di
Irasi gran gioia, che in poca d'ora cadde
morta. 7it. liarl. 48. Quando la fossa fu
aperta , si n* uscì uno trast grande odore
e si dolce , che tulli quelli che là erano
ne furono ripieni.
•f TRASICURAMENTE . W A. Av-
verbi Molto sicuramente. Lai. tntissime.
Sen. Pìst. Va caendo, ove egli viva trao-
ncslamenlc e trasiruramentr ( i/ P'ocabol.
alla voce TRAONESTAMENTE legge: e
non trasiruramcnle ).
* TRASLATAMENTE . Avverh. In
modo traslato, /'er traslato. Pros. Fior.
Salvia, lett. ^. i. 264. Sicché anche in
questo modo considerando la cosa , modo
anch' esso verissimo, resta saldo il sonet-
to . e ben posto ; ma traslatamente il ba-
gliore e be.i posto. (Ci
* TRASLATAMENTO // traslatore.
Traduzione. Lat. versio. Gr. ^trajJtìx*
fft;. Pros. Fior. l. 3. KX) Il qual Ialino
(raslatamenlo con piccolissima mutazione
avea dappoi alcuno pubbl irata per cosa
sua. (*) /•' )|3. Alla quale opera re. non
avendo posta 1' ultima mano, il medesimo
n' ha dis|M>)lo , che del traslatamento d*
Ipparro. ( TC)
TRASLATARE, Trasportare di luogo
a luogo Lat. tramferre. Cr. //iTocf t',- l'v
TRA
C. r. i. 57. 5. Fece traslatare il corp*
del bealo santo Minialo . E cap. 61. I.
Lo 'mperio de' Romani si Iraslaiu di Ro-
ma in Grecia per Gottantino. Dittam. 3*
4. Virgilio Manlovan , le cui ossa Fnr
traslalatc a più nobile ospizio . Ca%'a/e.
Frutt. ling. Per le quali cose volle Iddio
mostrare, che quel luogo era traslatato di
puzza e di tenebre a slato di santità e di
lume ( cioè , trasmutalo ), ♦ Tass. Cer.
l3. 23. Io credo ec. che in quelle piant*
Abbia la reggia sua Plulon trasLla. /:i4-
4- l'areali esser traslato in un sereno. E
17. 2- Qui Iraslato il gran seggio. (Dj
'r g. I. Traslatare , dicesi anche del
Trasportare una parola da un signifìc.
ad un altro. Sega. Demetr. 41. Bisogna
traslalar dalle cose grandi alle piccine , e
non e converso. (Cj
§. II. Per Ridurre le scritlnre e t com-
ponimenti d'una lingua in un^ altra j che
oggi si dice anche Tradurre . Lat. t'er-
gere. Gr. uzrK^p9:^itv. Reti. Tuli. Sten-
dette suo ingegno a traslalar di greco io
latino, /'ass. 3l4- La quale egli f.V. Gi-
rolamo ) ce. meglio e piò fedelmente e
più veracemente traslato, inter|ieirò, ìspo-
&c e comenlò , che niuno altro Dottore
greco, o Ialino.
* §. IH. Traslatare, dicesi dagli Arit-
metici per fìidnrrc i rotti di ffHa/tinque
specie ad altra denominatone più nota e
determinata , qualora il rotto o frazione
che si vuole ridurre contiene altra fra'
zione di essa frazione, e non si può ado-
perar la regola dello schisare. (A)
TRASLATAIO. Add. da Traslatarr
Lat. translaliis^ immutatus. Gr. fiiTxxo-
fttcìlti. Fr. Zac. T. 5. 20. 4* Oh com'
è grande stupore Di veder vii creatura
Traslatala j>cr amore Io sialo di somma
alluia 1 />/>. Decam. proem. 6. Ci giova
addurre per esempio V epistole morali di
Seneca, traslalate in questa nostra lingua
avanti 1' anno l325 con voci molto pure,
e naturali di quella eia (cioè, tradotte).
t TRASLATATORE . /erbai, masc.
Che, o Chi traslata. Traduttore. Lat.
interpres , versar. Gr. tpi^r,-»vJi^ /Afra-
p^saariis- tib. Astro/, Io traslatatore di
questo libro cosi la porròe in suo luogo,
come sta qui.
* TRASLATAZIONE. Traslatamen-
to, Traduzioae . Pros. Fior. i. 3. lOO.
Perciò egli la predetta seconda volta, rhe
con espressa traslataaionc diede quel li-
bro alle stampe ce. , si mise proBlisttmo
alla difesa. (*)
TRASLATIVAMENTE. Av%trh. Con
traslazione. Lat. translato modo. Gr. ud-
TOL^opt/di. * Tass. / ez. son. CaS. ipi
Però si può dire che non sia usata qui
nel suo proprio significato, Irastalivamen-
te. (Cj
TRASLATO. Sust. Metafora. Lai. me-
taphora . Salvia, /itsc . 1. 35a. Chiama
Dante con ele|[aole traslato quei, per rosi
dire, della nobiltà nuova lazzi soH*i , che
tanto è a dire, quanto acidi.
3 TRASLATO. Adi Trasfrrito. Lai
translatus . Gr. ^ ira/ouijàci'^ . /)ant.
Par. 14. E vidimi tra^ljto Sol con mu
donna a più alta salute. 4 Mor. S. Greg,
4> 36. Fuor, il quale fu tale che fu lr«-
slato ad an<lare col Segnare, ff)
*S- '*■'■ Metaforico, m I arch. Lez. IO.
Quella significazione t metafurìca, ovvero
Iraslala - (S)
TRASLATORE. 7Vn//flMMrc. LaU i/i-
/er;»nrj', irrjror. Gr. cp^iivi-j{, fxtrafpm.-
9Tr,;. I>ant Conv. loo. La sna senleou
non si truova cotale noli' una traslaiione
come neir jlira , e credo che fn*.»e 1' er-
rore de' traslatori . I\sp . Salm . Que-
sto verso non è nel salterò degli Ebrei .
ne ancora nella tratloiion di GeroDunn ,
T IX A
l5c|l
^'"^"""signiBcó ce. molt.
llcexx. P" .ccìaente c.oe Uè
"°" rr„e""e he ToToa p.rub ci ,,.-
o 1^ movenic luUc. l. ytp°t- ^. ,
;l:.e7n/or. .1 :;^'' ,'^^ "tT'^J^'.
i^VreidcUrtlU insi""e ricevute non
UasU-niamo dalla natura dogi, uom.m.
La Ln.n.nrinus. Gr. v,-E?Sa)a>. K-v
co che 3i conviene allo stomaco scorso ,
Tfa colore trasn,arino . e non genera
'"* Ssmesso. J^<i- •'« r"-'/",-
7'; «iic 3 35. Imprendendo colle
o1u:™*on,ane naion, bollale noI.de e vir-
:!?:" onorata gara, perpetu.amo m no.
il bel relasaio, e cresciamolo , trasmesso
ri 1'- nòstri maggiori , d' -^ornare ogm
Tecolo d' una felice raccolta ^ -6;8-^°
^anooaUresi',n.erav,5liaqu.s. altra do-
t.. AAV essere oscuri assai. ( i W
TRiSMETTERE. Tr«.'fonJere. Cr.
Meglio sari con solchi, m.pcroc-
tao.o strano da far rarca,,..cciare nn.o
.ellctto, anche assu. "K-"7;'"j;";
f, caso che Pittagora ec. (J) mip^rj.
%„T n ,3. T. 8. ^35. A lar la duvu-
u"ifle^sione a' sentimeut. l-Uon.c nu
S;"r'ìch:-Id.a'\ras.nigra.ol.e dell'ani.
"".+ * TRASMODAMENTO. Eccesso,
damonto elocutorio^ debilita e ammorta la
^"-'TlflsMODANzÀ. Tr<ismodamen(o.
ì'dcn Ms. 3. 'A- l'I- Virgilio in Enea,
Omero in Ach.Ue censurati per trasmo-
'^t" AsMonfuE. r. .^. f/-> '''•"'<'■
do di redola, rf. ".isurn. Lat. n,odum
r„„7 Par. 3o. lla'^bclleMa eh >o vd,
sUrasmodaNonpur d. l'a da no. ; ma
certo io credo Che solo il suo Fattortul.
CAI
" solcbi, siccome gli spatu
ÌD lullO
rattinau'uasm'éuon l'"">7;„.,,_ gr.
^ S. I. Per bendare. Lat. m.Uere. <^r.
,-a-!.v * *■«"•■'-• l""""- '^"T- "■
r*^» non sei qualcuno di que, most..
:,/:„ la terra tVr trasmette Lue.fero.n
t"sTo::nr-'>S-='''-°''"T''
la tratiinella cosii *»••'• "•"■'
*S Ti Ver rra^porlarcV^ff'..-;- i""""-
/^',r. 3 Percbfe richiede un'attenta
^„';i.SioL,%ctati di trasmetterla a. 1 /.e
*"*'°TRASMETT1T0RE, JcrLal. n.asc
Che, o Chi tr.smcitc. Lat. ''■""^"'""^
D„ve°a°:rS'voci e delle parole mes.
saggiere delV animo essere r.cettacolo .n-
sicme e trasmettitore. (")
* TRASMIGRAME>TO . /' f"-"
^'Trasmigrare, r. l. Passar da
un luO'O all' alf-o. Lat. Iransm.grare. Gr.
^,'rno 'talv'olta .^or.; più vivi do,e tras-
L;^5.no che dove nascono. (B)
■"TrasmÌgraxio.ne. «-. i. y' l-m.-
„„n Lai. lr«M'>"g™l<o. Gr. ,u.TO.«-
Z- Tcs.Br. I. 2%. Ciò fu appresso alla
U.smi«rax.one d, Babl.dlon.a ^6^ »■»■
óm"/ 1 Greff. Colui adunque e duno-
^,"toneUa.r«n>igr.«ooe,d.,ualeenun.
u'ìa sodaVóV,/..,.. Z^"c-- 2 ;<>• L= 1"
'La molto rende d. maraviglia, co,ueuo-
uTi^i cosi addo.tr.natiedingegnos..nn.a-
,"e,ia si alta ed impor.ante.avessero a tr -
smodare, e a trascura, s.. •- ^ 'f ";.""' '
, .fi6 Ma tu, reltoncando alla iinlusa.
Vedi cU- esci dal rigo, e che trasmo-
■'^'^TRASMODATAMEISTE. M-.erb
Inmcdo trasmodato. Sahin. Annoi. 1/«r.
,276. Quantunque ben.ss.mo condotto
e' caricato trasmodatamenle su quel del
"'trTsmodato. /-.^.^"■'•f ^'•'■
.„,o,;,„e. Lat. ,mmorf.c«..,.m-o.'-«^-
or. af*-i(^ „;„„,o nerpcluo s.eno ca-
;:::;^:dai-^aS;XuiT 229. Questo è
Iffetto troppo trasmodato, e l.berta d. d.-
'%77"trasmodatore rvw.
„Jc. chc.o Chi ''■"'";'''"' ft'^^'JJdl
op--"-'';;f"'-::rÌ'';3 ifvirif-
n^/ modo. U(Ì^"- ^'•*- •^' ' ; ,
duce ne-tvasmodatori di esso talvol a ope-
razioni di orroie e d. emp.ela. (A)
* ÌrASMO^TABE. .Sopra.^-nn.arc.
O». Com. Furg. IO. I58. Conc.os.a eo-
hc quell. che portavano 1' area del
Signore? trasmontassiuo se. pass., sacr.6-
r-iva il bue. e il montone. (^ì
"tRASmÓhTIRE. V.A. lra,,u,rt.re^
Lat Imnni animo. Gr. ).-:.:tM^u.. v. ./ r.
re Ì4 7- l- 1'""'" "" " '
Ed'io irasmorlisco Per le gran P"e.
TRASMUTABILE. Add, Alto a tra-
n „/ I nr 5 Trasmutabde son
smnlarsi. Dani lar. a. l ^^^ ^^^^^
tutte KU.se. Li. 2. JJ
.uelle cose, le cui sustanz.e son Irasmi^
E molto s- aiuta per .rie (la nau.ra)
:tcr eoltivamento, accciocchi. ,n megl.o
A'x nr"EÌo si irasmuli.
T-RASMUTAGIONE. rr».n,.""-°«-
Lat 'transmutalio. Gr. ;z£TK«'.<<r',- .W.
7 3 106. Avendo al cont.nuo uno nola.o,
che faceva carta delle trasnautag.on. con
""tTRlsM-TA-^E^^TO. H <rasmn.^
Onde V alch.mia verace non credo, Per-
ch- è formata d, trasmutamento. OU-Jorn^
Inf 24 4o8. Quest. pun.sce 1 autore con
l[:{pe;;^. e* bestie, nelle quabstfamutano,
e ma. non si partono .la tale trasmuta-
mento. Vani. Con.. 98. D.ce Albumas-
Tr "hera.cendimento di -lucst. vapor,
.igniOca mo.le de' regi, e trasmutamenlo
'"' TUASMUTANZA. r. A. Tramutanza
lat. mii(»(;<.. Gr.yST«5T»!"5 . B""'
Con,' l'6. Da lui alli modem, non s.
può t.ovare per quella ragione alcuna Ira-
sn.utanja. „ , i ,,
TRASMUTARE. Trasformare. Lai.
trans/ormare, converlerc. Gr. ^ET«,U0/5-
-ojv Cr. 2. 23 IO. Questo .nnesta-
mento si chiama tagliatura, ovvero lagl.a-
re, il quale non muta la p.anU .n altra
speiic , ovvero gcneraiione , ma falla d.
salvatica in dimestica trasmutare.
> S I Per Cambiare, Mutare, Blazer-
„rl, nel sign,Jica,o del §. U. Lat. traasmu-
18 Ad un altro n.e la trasn.utero d. be-
Òe' in meglio, il. V- 3. 106. (.he Reto
fossla camno poterli vendere e trasmu-
°e %-'• A"-J-8. Non eredo che a
sua madre più n." ami, Posc.ache trasmu-
''''jì'TT)::mulare uno,. ale Farlo
paJsare da un luogo ad un f ^^ " f "':
l„r. l5. Colui potè, che dal Servo de
si; i FU trasmitato d' Arno .n Bacch.-
„l,one Ove lascio li mal proles. nervi. (C)
' T§ UU E in s.gnific. neutr. pass
Passìr da un luogo ad un altro Bocc.
i Tn 2. A Viuegia, d' ogn. bruttura
^Hctitrice si trasmuto. Vani. Inf. 29
culi sovra 1 ve..tre, e qual sovra le spal-
Tl-uu deli-altro giacca, e qual carpone
S, trasmutava per lo tr.slo calle. fF;
- S IV Trasmutare, vale anche Tra-
durre da una l.ngua in un] altra. Dani
cZt 64. Questa i, la cag.one perche .
^er" del Salterò sono sanza dolcezza d.
mus ea e d' a.mon.a ; che ess. furono tra-
Z.:t.d-EbreoinGreco,e d. Greco
'""it^s' Trasmutarsi d- una cosa in
,c\-aÌe ras.'are da far checchess.a ad
; .. „:,, 18 T ra^.onerei volen-
""Td. Quello che fosse daffare, se noi
' ."eslr trasn,u.arc, di queUo che nor
siamo costumati di lar sempre, .n lare
grande apparecchiamento d. v.vaude, ee.
'^■^= TRASMUTATO. Add. da Tra.^mu-
tare: Trasformato. Uh. Amor. E ,n la
.ir amanza si mostra trasmutato, f/ ;
'^"T, TRASMUTATORE. VerbaLmasc.
Che , o Cln trasmuta. Lai. immutator.
%",'• TbITmUTAZIONE II 'rasmu-
, + ,V.»,^o™«=,o,.e. Lat. •,-.».-..--.<'.
^•Ì;;;°^odrdi;ra;mu,az.oned. molte
ar ciasclKo, il quale si sper.menta .n s. fat-
e cose ».;.<• Co.e . 1^5. Lltunamen te
olle e credersi che m.racolosamente los
°e accaduta si gran trasmu.az.one.
•- s Per Traduzione. •■ Dani. con.
sica e d armon.a , cne rrero
, .; ,1' Ebreo in Greco, e d. Greco
smulat. d turco irasmutaz.one
in Lat no; e nella pt...ia lra^
ra:T^:i!^"^F'-^'!±.'^l^^e
pag. 16. E ■l'""'».-" 'jV^^jChesanza
Ttitrageaallicos.u,...dcdled„nn_^,^^^_^^_^_^_^^
Sui Hr"A*nòn voler da lor ira.
snaturare. (Bl
l592
TRA
TftASNÀTURATO. T. A. Add. Che
e fuor dell'uso naturale. Lai. extra «•
sum naturae. G. J'^. JO- 10. X. Lo qua-
le ornamento ce, pcrctiè era disonesto e
trasnaturalu, avcauo tolto alle dette don-
ne. Borgh. Arni. 6i. Uammi fatto venire
questo pensiero il vedere que&ti animali
non solamente o russi^ o auurrì, o bian-
chì, e d' oro trasnaturati, ma ec.
TRASNELLAMENTE. V. A. Ai'verb.
3Io/to snellamente. Lat. a^illime. Sen.
Pisi. Elle corrono trasncllamunte e ratto.
TRASNELLO. /'. .'ì . Add. Mollo snel-
h. Lai. agillimus. Sen. Pist. Pognamo
che '1 savio sia Irasnello e traleggiere.
* TRASOAVE. /'. A. Molto soa-
ve. Guitt. lett. 3. 17. Dunque soave e
dolce, traitolre e li asoave, (f)
TRASOGNAMENTO. // trasognare.
Guitt. Ictt. li. Credete che mi trovava
in un strano irnsognamenlo.
•f TRASOGNALE. Andar vagando
colia mente, t/iinsi Farneticare. ISinf.
Fies. 38^. Con gli occhi lia^si e timidi
trasogna (//ediz. del 1778. alla stanza
383 legge : E non veggendo (Mensola )
che nlJgare il possa, Con gli occhi bassi
timida trasogna). Frane. Saccli. nov- 21.
Cavalcando e trasognando pervcnnonu a
tersa all' albergo, dove doveano desinare.
A' nov. 206. Andossenc al mulino tutto
tristo, trasognando, sanza avere mangiato
dell' uova.
TRASOGNATO. Add. da Trasognare.
tStupido, Insensato, quasi Che sogni. Lat.
stupidus. fiore, nov. 68. 18. Arriguccio
stava come trasognato, e voleva pur dire.
F nov. 69. 25. lo credo che voi ni" ab-
biate per ismenniralo o per trasognato.
Frane. Sacch. nov. 1^^. Quelli che '1
credeano, stavano trasognati. Morg. iq.
83. Margutte slava cume trasognato.
TRASOLLICITAMKNTE. y. A. Av-
verò. Sollecitissimamente. Lat. vehemen-
tìssime. Sen. Pist. Trapiccola è la cosa,
della quale gli uomini si tcncionano e si
combattono sì trasollicitamcnle.
TRASORDINARE. Disordinare, U.iCir
dell* ordine dovuto. Lat. modnm excedere.
Gr. to' p-irpov urrep^aiviiv.
« TRASORDINARIAMENTE. Avverò.
In modo trasordinario. Cren. Stria. Q'j.
Scriverò de' fatti di mia casa ce. , comin-
ciando trasordinai'iamcnte ni'gli anni i3i2.
ab iacarnazionc. f^ lOO. Abbiamo dislin-
(o personalmente ; ora distingueremo so-
pra altre rose trasordinariamentc. (f)
TRASOROINAHIO . Add. Che e.icc
dell' ordinario. Straordinario. Lat. extra-
ordinanus. Cron. Morell. aS^- Questa
spesa fu nel niortoro , ne' lasci , che fu-
rono assai nella dota di nostra madre, e
ÌD multe .^pe^e trasordinaric ( così né* te-
sti a penna , .tchhene lo stant^ato ha :
straordinarie ).
TRASORDINATAMENTE. Avverò. Di-
j/ordinatamentc. Lai. immndiie . Frane .
SaCch. nov. 176. Ancora si polrcbbono
contare delle vituperose^ che hanno segui-
to coloro che trasordinatamentc hanno u-
sato l'uso del vino.
TRAS0UI>1NAT0. Add. d.x Trasordi-
nare.
TRASORDINE. // trasordinm-e. Dis-
ordine . Cecch. Dot 1. 3. Guardatevi più
tosto Da certe spese e da certi Irasordini,
Che sono, 0 Voi '1 capete, quei che danno
Il luiFo a chi le fa (qm nel .ugmfu. del §.
]. di DISORDINE).
TRASORIKRK. rcTorir/r. Lai. thesau-
rarius- r.r. à») aotupo^uÌLaf . lìoce. nov.
80. 22. Era <|uivi in quc' tempi nostro
compar Pietro dello Canigiano . trai^orier
di Madama la 'mperulrictr di Coitautìno-
poli . Dep. Decam. no. QueHo che in
ijuesU medesima novella si leggf traso-
TRA
riere , non è cosi passato per errore, ne
dia noia se altrove e' dice pur , secondo
il comune uso , tesoriere , the e quesU
loquela allora propria del regno ove si ra-
giona, che era in mano de' Franceschi e
Provenzali .
* TRASPADANO. Term. de* Geografi.
Transpadano. (A)
t « TRASPALLARE. Neutr. pass.
Più che spallarsi , Rompersi le spalle .
Fav. Ksop. 173. Giugnendo (il òesttuo-
lo ) a una gran balza, mossesi a corsa, e
giù per essa si fu Iraspallato. (f'')
f TRASPARENTE. Che tra.tpare. Lat.
pellucidus . Gr. Jcafav/;'^ . Vant. Par.
3. Quali per vetri trasparenti e tersi ec.
Tornau de'nostri visi le postille. Ott. Com.
Inf. 7. 116. Lo nono ^rie/o^ e quello che
Don e sensibile ec. , lo quale molti chia-
mano cri.stallino, cioè diafano, ovvero tut-
to trasparente. Conv. 87- L' altro cielo è
diafano, cioè trasparente. Cr. t\. ig. l. Il
loro granello sia dalla luce trasparente e
ri^plendienle, e 'I toccamcnto con morbi-
da giocondità calloso . Rem. Ori. 2. 8.
t\\. Va altro muro lo spazio partiva Di
pietre trasparenti tanto e belle. Che '1 fe-
lice giardin si specchia in quelle.
# TRASPARENTISSIMO. Superi, dì
Trasparente, lied. Oss. an. 17O. Dall'a-
pertura scappa fuori spontaneamente un
canale trasparcntissimo, dentro al quale si
scorge un corpicciuolo lungo, serpeggiante
e bianco. (*)
TRASPARENZA, e TRASPARENZA.
Astratto di Trasparente. Diafanità. Lii.
pelluciditas . Gr. Jcotyavsia . Cr. 2. 4-
3. In molte piante , quando il calor re-
spira , rimane molto umido terrestre vi-
scoso , e lurido per molla diafanità , cioè
trasparenza . Porgh. Pip. 278. La quale
rulla sua Iraspareniia e vÌìIÙ destava i
morti colori. * Tass. Lez. son. Cas. 192.
Queste si considerano nella trasparenza
deir aria. (C)
TRASl'ARERE, e TRASPARIRE. Lo
apparire che fa alla vista lo splendore ,
o altra cosa visihile , penetrando per lo
corpo diafano. Lat. translucere. Gr. Oi«-
pai'vstv. Dant. Inf. 34- E trasparean ,
come festuca in vetro . E Par. 2. Se *1
priiuu fosse , fora manifesto Nulf eclissi
del Sol , per Irasparore Lo lume , come
in altro raro ingesto . Amet. 66. Cosi in
essa trasparevano Ì nostri corpi, come in
vetro traspare il fesluco.
*t §■ ^''^ Tralucere. Pern. rim. \.
109 Quella che per soperchio digiunare
Tra r anime celesti bencdelle , Ctime un
corpo diafano, traspare, I*er grazia sin^u-
lare Al suo padrone il di di Befania An-
nunziò il malan die Pio gli dia.
TRASPIANTAMENTO. Il traspianta
re. Cr. G. 2. 12. Il tra%pianlamento si fa
quasi di tulle erbe, Iraltone spinuri ec. in
ognitempo, nel quale le piante alquanto
saranno rresciule.
TRASPIANTARE. Cavar la pianta d'
un luogo , e piantarla in un altro . Lat.
transfenx. Gr. fttroifisuv. Pallad. Cenn.
l^. Del mese di Gennaio è da seminar lat-
tuga , ovvero di Oirenibre , sicch' ella si
tra>pianli poi di Febbraio - (V. a 2. 2.
Questo proprianieule non piantare, ma tra-
spiantare s'appelKi. All>erl. cap. 6\- Non
può crescere la pianU che si pur traspianla
1 ili luogo in luogo.
I §. Per meta/. Gtiar. PaxI. ftd. prol.
; Che inNoliio valor, che virtù nuova Vegg'
I io di Iraspiantar popoli e terre?
I * THASPIANTATO - Add. da Tra-
spiantare. Lai. translatus. Gr. uitkjto-
i/(9àli'; I it. S. Gir. 6). Eicti il piglio
del campo , r la belbi rosa della tiuale
' P^re il grande oitore, tra^piantata dell orlo
della Chiesa nel giardino di Dio. (FJ
TRA
* TRASPIRABILE . Add. Term. de*
Medici . Che può venir fuori per via di
traspirazione. (A)
t ^ TRASPIRANTE. Che traspira,
lìellin. Disc. 1. 63. E perocché, per quest*
isicssa causa che ella era insensibile, par-
Te loro di doverla giudicare sottile, agile,
penetrante, volatile come è lo spirito del
vino , ed altri somigliinti corpi , che noi
chiamiamo spiriti e traspiranti. (A)
•f TRASPIRARE. Mandar fuora per
evaporazione sottilissime particellej e di-
cesi particolarmente de* corpi degli ani-
mali. Lat. iranspirare , perspirare . Sal-
via. Disc. 2. 379. Or qual cosa mai dà
r ailito libero al traspirare, e tiene spat.
zaie e belle le vìe, per cui traspirasi, >e
non la fatica , 1* agitazione , il lavoro , Ìl
sudore T
§. Per similit. si dice di Cosa occulta
che cominci a farsi manifesta.
•f * TRASPIRATO. Add. da Tra-
spirare. Magai, part. 1 . lett. 5. Così in
sentenza degli autori medesimi ec. l'istes-
so spirito umano, imbattendosi io certi mi-
nutissimi animali che s* ingenerano nel
corpo umano , opera e discorre da ver-
me , e traspirato dalle tuniche di quegli,
e riassorbito nella propria massa univer-
sale , er. (A)
't TRASPIRAZIONE. 1/ tra<ptrare .
hai. perspiratto, transpiratio . Gr. Ji«-
nvsri. Salvia. Disc. I. i38. Gli umidi e
fluidi alimenti ec. le particelle dell'umi-
do , che per forza di focosa traspirazione
si ncrdcrono, abbondantemente ristorano .
^ Bellin. Disc. 1. 62. Piacque loro (al
Santorio ec.) chiamare quelle sei libre di
materia insensibile , che ogni giorno da
noi vanne del corpo fuori , traspirazione
ìn)ensil>ile. Fd ivi: Seppero dunque quei
felici ritrovatori della traspirazione*ÌDseD-
sibilc eh* essa ci era, e eh' ella era di sei
bhbre ogni di. fF)
t TRASPONERE , e TRASPORRE .
Traspiantare. Lai. transferre. Gr. /XSTSC-
fipnv . Cr. 2. 2. 2. Tulli da un luogo
ad altro si trasportano , ovvero traspon-
gono . E 2. 22. 8. Quando la pianta di-
mestica , ovvero salvatica , si traspone, la
parte volta al meriggio si segni con se-
gnale rosso, o in altro modo. Fett. Colt.
qS. Nel quinto inno , che queste pianto
si cavano per trasporre , e alcuna volta
prima , ce. ne trarrà quel tanto che egli
avrà speso nel fare il divelto.
S- L Per metaf. Traporlart . Lat.
transferre. Gr. pna.fiptiit. Coli. SS.
pad. Andò Enoc con Dio, e non si tro-
vava , perocché il Signor lo traspose . E
r Appostolo dice: Per la fede è trasposto
Enoc , acciocché non vedesse la morte .
# Amm. Ant. 327. ( ediz. Prrscia ) Le
quali scritture furono cominciale da lui in
Parigi; credendo noi eh' ci le compiesse
coli dove era sialo lrj>posto per lo Capi-
tolo. (D)
tf g. fi. Per Generare, Tramandare,
fìenv. Celi. ì'it. 2. ^78 Qui giace Brrnar-
don, asin, porcacriu. Spia, ladro, sensale,
in cui rìpONe Pandora i mag^^ior mali; e*
poi traspose Di lui quel pecoron. Mastro
Buacrio. (C)
§. IH. Per r ariane l'ordine. Mu-
tar dt luogo. Lai. invertert . Gr. xktoc-
<STp%fuv .
* S IV. Tra.fporsi da un .Signore in
altro, vale Mutar Signore, l'as tare sotto
la Signoria d' un altro. Pus. 29. Pogna-
mo che sìa u»anza della maggior parte
degli uomini , che sono soggiogati da Si-
gnori o tla tiranni, di volere trasporsi d'
un Signore in altro. (Cj
TRASPONIMENTO. il trasporre, f'a-
riaùone d' ordine , Mutazione di luogo .
Lai transposittis t tr an sposi tio . Gr. jus-
TRA
ra'ìesi»- ilaesimiz. I. l^ì- Se si facesse
trjspoDimeulo ilelle parole, tanto clie mu-
lassouo lo "ntelletto ce. , non è Ijaltcr-
lalo .
TRASPOnRE. r. TRASPOSERE.
# TRASPORTABILE. Add. Che può
trasportarsi . Sull'ili- Disc, 3. l49- Ella
sì dee inlcnder sempre non in altro lin-
guaggio , che in quello de' legali , che 1'
banuu fatta a posta acconcissimaineotc ,
per signi6care ogni materia trasportabile,
opposta allo stabile. (*)
TRASPORTAME.NTO . /' trasporta-
rt. Lat. Irans/alìo. Gr. /it-afOly.. I.ib.
cur. mal.UI, La sena e "1 rabarbcao ci
vengono ogni anno col trasportamento
dell' altre mercaniie. Cai. Sist. 367. Per
esser cotal trasporlaniento comune a voi,
e a tutte le cose terrestri.
§. Per Trasposizione. Lai. transposi-
Ho . Gr. /iSràS:5i; • Car. leu. I. 167.
Solo vi desidero che se ne lievino certi
Irasportamenti di parole, e certi verbi po-
sti nel fine.
S TRASPORTARE . Portare da un
luogo a un altro, Far mutar /uogoj die
diciamo anche Trasferire. Lai. trans/er-
re, transportart. Gr. itz.-:-J^'-pt-'', u-.t'X.-
xOjUi^siv . Cuid. C. L" Angiolo appa-
litte nel sonno a Giuseppe, che egli tra-
sportasse il fanciullo iu Egitto. Albert,
cap. 24. Neuna fatica ricusano le mani
che all' arme si trasportano dall' aratolo .
* Car. Kn. 11. 323. In altra parte I
miseri Latini ai corpi loro Fer cataste in-
finite . Altri sotterra Ne sepp^
alle ville intorno
trasporlaro. IB)
3 fi. I. Per Portare
ducere, firre. Gr. k/£ij, f .
noi'. 16. 5- Per forza di vento il legno
che a Napoli andar dovea, fu trasportato
all' isola di Ponzo. E liilr. 32. Veggiamo
corpi molti, o infermi trasportarsi dattorno.
:? §. II- Trasportare se medesimo ,
,ale Condursi. Lat. con/erre se. Bocc.
g. 5. a. 8. Comandato a tutta la famiglia
che solo li lasciassero per più poter pen-
sare a suo piacere , piede innanzi pie se
medesimo trasportò pensando infino alla
pìgncta. (CJ . ,. . ■
* g. 111. Trasportare, .« dice dai com-
putisti del Portare da un luogo ad uno
altro una partita trasentendola . Inslr.
Cane. 5o. Stiano molto vigilanti ec. per
iscoprire le fraudi di quei particolari , 1
<iuali ec. avessero tentato, o tentassero di
■ loro beni alle poste di
■Uiro ; altri
Ed altri alla città ne
Condurre . Lat.
noce.
far trasportare
persone privilegiate. (Cj
*+ * §■ 'V- 2*rasportar€ d'una lin-
gua i/1 un' altra , tale Ridurre le scrit-
ture e i componimenti d" una lingua in
un' altra , Traslatore , Tradurre . Lat.
vertere. Gr. ^5TKypa?ei' . Car. lett. 2.
24. Tutti quelli che ne trattano, o gli tra-
sportano nello lingua intesa da voi, vi pos-
sono giovare. ('J
■f §. V. Trasportare, parlandosi di di-
ritti, tale figuratam. Cedere. 37. V. 9.
^. Dee lo Re di Francia e suo primo-
genito renunziare e trasportare e cedere
ogni loro ragione .
* §. VI. Trasportare, dicfsi anche
d' imperio, o simile, che d'uno passa in
un altro. » Bocc. iiof. 18. 2. Essendo lo
'mperio di Roma da' Franceschi ne' Te-
deschi trasportato » . (CJ
* g. VII. Trasportar uno a checches-
sia, fate Esser ad uno cagione di chec-
chessia. >■ Petr- son- 6. l'mi rimango in
signoria di lui , Che mal mio grado a
morte mi trasporta »• . tC)
§. Vili Trasportare, per meta/. IfAmm.
Ant. 25. 3. 5. Le bestie a niun'allra cosa
tendono, se non se alla corporale diletta-
tone , ed in quella sono trasportate con
yocaòotario T. II.
TRA
ogni loro impeto . (CP) IJocc. noe. 46-
l5. Tu ti lasci agi' impeti dell' ira tra-
sportare . Capr. Bolt. IO 208. Tu ve-
drai pochissime cilt'a che si mantengant» ,
s' elle non sono amministrate da' vecchi
ec, perchè i giovani son molto trasportali
dalie voghe. Cas. leti. 29. Supplico V. E.
che mi perdoni, se la passione che io ho
nella causa contro Paulo Serragli mi tra-
sporta più del conveniente.
* g. IX. l'er Trapassare . Pecor- g.
18. «. 2. La sua vita iii6no alla morte
in castità trasportò (e così il J'ill. nello
stesso racconto della Co. Matelda}. ff J
TRASPORTATO. Add- da Trasporta-
re. Lat. Iransìatus- Gr. jutTaKO.unSjt'j.
Amm. Ant. G. 198. Arbore trasportato
sovente nou prende vita. Cuor- Past.Jtd.
prol. Ma chi mi fa veder dopo tant' anni
Qui trasportala, dove Scende la Dora in
Po, r Arrada terra? * Cai-. Fn. 12. 10o3.
Turno ec. Già sremo di vigore, e traspor-
tato Da' suoi cavalli , che ritrosi e stanchi
Ognor più se n' andavano e lontani , In se
confuso e dubbio se ne stava. (B)
•f * TRASPORTATORE . l'erbai,
masc Che, 0 Chi trasporta- Bellin. Disc.
3. qo. Vi fate perciò osservatori ec. , e
spiànatori e scavatori di monti, per trarne
l'oro e i metalli e le gemme più preziose
de' più chiusi e ruvidi sassi, e trasporta-
tori di merci, e affrontatori di barbare na-
zioni , ec. (Aj
TRASPORTAZIOKE . Il trasportare.
Lat. translalio. Gr. iil-.y.^ozù. Guid. G.
Pianse li corpi de' suoi fedeli , e la me-
moria de' prigioni, e la trasportazion loro,
e r assenzia della sua Elena . Gal. Sist.
232. Quello che comincia da divino mi-
racolo , o da operazione angelica , qual è
la trasportazione d' una palla d' artiglieria
nel concavo della luna. /; 246. Per 1' a-
gltazion della nave la trasportazion del
telescopio in alto o a basso , a destra o
a sinistra, non può importar gran numero
di braccia.
TRASPORTO . Susi. Trasportazione.
Lat. translalio. Gr. filTafozti. * Bellin.
Disc. I. 134. Per l'uso dello sceglimento
del cibo nostro, e del trasporto di esso dal
di fuori al di dentro di noi fu necessario
quanto ci è di sentimenti. (Ci
* g. I. Trasporlo, dicesi anche il tra-
sportare trascrivi ndo una partila da un
luogo ad un altro. Instr. Cane. l\^. Jfa
questi defalchi , si come qualunque tra-
sporto ec. non si passeranno già mai sen-
za la licenza espressa. (Ci
%. 11. Figuratam. M. V. g. 98. Deb-
bono rinunciare al reame di Francia ec ,
e farne trasporto, cedizione e lasciamento
per fede e saramento solennemente.
f g. III. Trasporlo, per Agitazione, 0
Commozione rf' animo , da Trasportare ,
nel signific. mela/, del §. Vili. Salfin.
Disc. 1. 347. Quando un simil trasporto
di crudel desiderio contro all' amata ec.
venga in capo dell' amante , è una cosa
ordinaria .
* TRASPORTO. Add. Trasportato.
Fr. Giord. 217. Ancora non so se ne fal-
lai alcuno ( de' nomi ) , ovvero se alcuno
n' è trasporto in altro membro , che nel
suo proprio. (J')
* TRASPOSIZIONCELLA . Dim. di
Trasposizione. Saltin. Pros. Tose. 2. 141-
Tanto è lontano adunque che in questa pic-
cola trasposizioncella non vi sia ec. (t/uel
leggiadro artifizio di parole che richiede
la poesia , che ec.} (*)
TRASPOSIZIONE . Trasponimento .
Lat. transpositio . Gr. u£T«-:5i5 - Cai.
TRA
iSgS
pST
Sist. 32. Non ho per impossibde che pos-
sa seguire per una semplice trasposizione
di parti senza corrompere, o generar nulla
di nuovo.
TRASPOSTO. Add. da Trasporre j
Traspiantato. Lat. transpositus, Iransìa-
tus . Gr. ^uiTaxo^ursi^ . Cr. 2. 22. 8.
Quando la pianta dimestica ovvero salva-
tica si traspone, la parte volta al meriggio
si segni con segnale rosso, o in altro modo,
acciocch'e trasposta sia volta e incontra po-
sta a' medesimi cardini del ciclo , a' quali
dinanzi era stata.
* TRASRlCCniRE. Jìender traricco.
Lai. difiliis quam maxime augere . Gr.
v~cp7rXojTi'?£iv . Segner. Preti. l3. I.
Dove sono coloro i quali, per ansia d'in-
grandir la famiglia u di trasricchirla , si
vagliono non solo di mezzi onesti e di sol-
lecitudini non viziose , ma ce. (•)
* TRASSALTAIIE. i\>i/(r. pass. As-
saltarsi fieeitdefolmente. Sah-in. lliad. Sì
Troiani ed Achivi, trassallandosi, battean-
si. (A)
f 3 TRASSINARE. Trattare , Aicrper
le mani , Maneggiare. Lai. tractare. Gr.
u£Ta3(-'P'^'''''- Of'd. Pisi. 6. Forse che
tu ragioni Tla mia moglie è m.olto rusti-
ca , e non fa altro cbe trassinare lana .
Zìi. T'iagg. Ardite e gagliarde al trassi-
nare e al brandir V armi . Cose. S. Bern.
Essendo così perverso nell" opere , cosi
bruito in parole, e cosi immondo dì cuo-
re, vo all' altare, e non temo di trassina-
re e di toccare il Corpo di Cristo colle
mie mani. Lib. son. 120. Qucst "e un tras-
sìnarti pelle pelle . C<in(. Cam. 36. Rari
us'ar trassinar già gli scoppietti. Ti 37. Chi
non sa 1' arte , lasci il Irassinargli.
g. I. Trassinare, figuratam. Toc. Dav.
Posi. 427. Lodovico ;Martelli nella sua let-
tera al cardinal F.idolfi, ove egli delle ag-
giunte letlere alla lingua italiana trassina
male il Trissino , non consente che ec.
t- g. II. Trassinare , t-ale anche
Maltrattare. - Cron. Morell. 266. Egli è
necessario che si sappia il valsente suo (del
pupillo), perché è Irassinalo e rivolto da
più genti». (Cj
f * g. III. Per Praticare, Usare. Fr.
Giord. Fred. 9I. Cosi degli usurai , eh"
hanno Irassinata 1' usura , quando si tro-
va r uno coir .litro , or dì che ragiona-
no? (f)
•f * g. IV. Trassinar le piaghe tec-
chie, dicesi in proverb. del Far cosa non
convenefole, e jìior di luogo. Lat. tracta-
re. Ambr. Co/. 3. 2. E' sarebbe un tras-
sinare e premere Le piaghe vecchie , e
ragionar a tavola De' morti, f/;
TRASSINATO. Add. da Trassinare.
Lat. deiriliis. Gr. xaTaTevi/i^sV!-?. Cant.
Carn. 16. Ogni dì sì straccia e sdruce Una
cosa trassinata.
'J[' * TRASTO . La parte di mezzo
della barca , dove stanno seduti i pa.rseg-
gieri. (A)
* g. Saltar di Iraslo in sentina, tale
iV'on islare in proposilo , U.scir di tema.
Serd. Prof. (A)
"t TRASTORNARE. V. A. Frastor-
nare. Lib. Astrai. Poni il grado, che tu
vuogli trastomare, sopra 1' armilla dell' o-
rizzone , e qual grado accadrae sopra 1'
orizzone , esso sar'ae il grado che volevi
sapere -
•f TRASTORXATO . r. A. Add. da
Trastornare . Lib. Astrai. E scriverai
sopra la prima di loro : ombra tesa; e so-
pra r altra: ombra trastornata (altrot-e la
chiama linea conversa, cioè, ritornala).
* TRASTRAVATO . Aggiunto di ca-
t-allo balzano . lied. lett. 1. 7. Balzano
trastratato si dice quando il bianco e nel
piede anteriore destro, e nel piede post«-
riore sinistro. (*) .ri.
^: TRASTULLA. Aggiunto di f.rba ,
e dicesi figuratam. per Panzane, Pastoc-
chie . Buon. Ficr. Che questi e un di
quelli Che, per lasciarsi imbeccar alle da-
200
i5<f-t
TRA
„,eDifiord>rl,alra.ul\aec.,Sogl.onr,.
dursi a morirli di fame. (J)
TRASTULLARE. TraMnere aìtru, con
Imperlo p,u «-•.'/-'-''j/'t;
Lai. Mcctare. tir. tsjjttcv. /..^. ."■ E>
.endo co.lun,alo qu»to mac.lro d. .non , e
ZL da 1..10 Fattore, VuUnl.er torna a
ciò elio la trastulla.
+ S. I. In signifiC. nenlr. pas,. e neutr.
assoLam. .ale Ì'«.«are '' , '"'V '«f 'f
cere. Spassarci, ''ren^"y;"%'Z,e
Lat. obleclari. l'elr. canz. ly. 4. VolgUe
il lume , in eui Amor m trastulla . Mn
PiH. Volere audare trastullando ora qua,
ora 11 , viene da infermo coraggio. Boce.
Ti Y 4- Chi a un diletto, e .hiadun
furo si diede: le donne a far ghirlande,
e a tiastuUarsi ec.; e dopo la cena al mo-
doL.oeanUnao,el.alla,idositrasul
larono. Lah. ^83. A guisa di una l,,...."'^
letta lasciva, eoo ceri, animale . cb in
casa tiene, si trastulla, -e /■- '''•'•'""'•
225 Servile le primo mense d. co ehe
la sua piceola eli poteva operare puerd-
menle si diede eogU allr. a Iras ulla e. f &
Tìl S. Frane. l54. E benché volentieri
trastullasse co' giovani della sua elade ,
non pero si dilettava ee. {t ) Boc-.. 33.
Ouesla (cnpMàj i nostra fona e natu-
rai potestale; eon questo gmoco continuo
trastulliamo. (Bj
•- t,' 11 /•' <ii((o <ìi eose inanimale ■
Ponz^Slanz/l. 92. Ma 1' arl.or che gii
unto a,l Ercol piacque. Co plalan s. tra-
.mila in meizo all'acque, l /IrJ
e 111 Traslullarc, per Giacere car-
nalmente . Lat. coire , rem hahere . Gr.
a-ja^i/vuriSa.. Bocc. no„. 4. 10. I er
lunTo spalio eon lei s. Iraslullo . I: no...
21 16 Col mutolo s' andavano a traslu ■
lare. Frane. Saccli. no,.. 190. Forse qual-
che altra volta si trastullo con la Oiudea.
Tac. Da... Ann. l5. 226. F..rse perche
C. Cesare, che randagio era, con sua ma-
dre si trastullò.
■•: § IV Trastullare ili parole , l'ale
Tenere a bada con parole. Lor. ;Verf.
Ball. 1- Di parole mi trastulla; Altro
ouella non può fare. (M)
TIIASTIJLLATO . AM. Ja Trastiil-
l,ire. Lat. ohicctatus , ohlectatiomlms de-
linitus. Or. iuy?av%ei4. ^t 0 rg. 25. 296
Si diparliron, IraslulLiti un pe.to. -■'.al-
,.in. Inn. Om. (Canta, o Musa, a Mer-
curio inno ee.) E facUmente P"'/"" ''•-
licato E tenore maniere , Iraslullala, l'aria
""^+ TBASTULLATORE. l'erhal. masc.
Che 0 Chi tr.i.<liilla . -f /'""• ''V- i".
,r. oenle, se 'ntenda t:he sia tra loro al-
cun trastullalore , S- un altro il caccia ,
donde r altro oUenda , oc. (Bl
* TKASTULLETTO. />""■ * Tm-
stililo. Fr. Cloni. Pred. l "■ Q"';;"
non è altro che Lene, o colai, trastullelti,
1 ciuali non sono peccai, a f-"'-/' "„ ,
+ TnASTULLEVOLi: . .-><*./ /'' Ira-
Duilio, Che apporta trastullo. LAiiirim-
diis. Or. TI«7rvo«. Ott. (om. InJ. 20.
365 love lasciò le gravi cure, prese tr»-
>liille»oli giuochi con lunone sua moglie,
e le disse , oc.
TUAS TULLO . Piacer che si prende
nel irasliillarsi , Inlerteniimiilo , l'a.'sa-
tempo, Scherzo. Lai. ohieclatio. loluptai.
Gr. fliovfl . /'ore. no.', l?- -'i'- 1-""R»;,
mente trastullo dell, fortuna ,ra siala. /.
noi. 77. 4.'>. Va«hoiia e trastullo e d.-
letto b .Iella giovan....a. Ilanl. furg.U.
Del hcii richiesto .d vero 0 al Iraslullo .
l'ttr. sap. 4. Compagni i' allo injegn"
TRA
e da trastullo . Frane. Sacch. noi'. 1^5
Pensando ancora a chi gì. la fere ,0 da
prenderne ancora un poco di Iraslullo.
T11ASVA-.MIE. Travasare. Lai. elii-
Iri.ire. Gr. a'.Ta/yi'^siv . <>■ 4- ^7-
Messo il v.n'^nel vaso, dopo alcun tempo
da travasare i m altro vaso pianamente.
lil>. cur. malati. Quando questo liquore
av.a posalo per tre giorni, si trasvasi gen-
tiliiicnte. „
TIIVSVASATO. Add. da Trasvasare.
\^M. 'elutriatus , difusiis.
* TISA.SUDAMK.NTO. Risiidamento ,
Il tr.isudare. Lat. 'Irauidalio. Gr. o.ot-
Tuilniii. ned. Con.<. 2. 3. Concorro ec.
che questa nohd signora ce. sia in oggi
idr,.nica asctica per cagione di un IrasU-
dameolo o gemitio di s.eri nella cavila
dcir addomine. /•; 126. Forse ancora .n
.,>o venire medio vi slagna .jualche a-
cquosili, scolatavi o per trasudamento, o
,,c, gemitio, o forse anche per rottura di
qualche vaso linfatico . C) Bart. /«" •
,'v.... I. 14. 23o. Corrono tulio d cor-
po, e con losensibd. Irasudamenl. il riem-
piono (Ci . w , ,-;
TRASUUARE. Sudare assai. Lai. v"«-
de sudare. Gr. \U' CiSpoZ:- Sen. list.
V uomo non si Iravagl.a , ne affat.ca, ne
trasuda, so non per le cose soperchievoU
e oltrageiosc. , ,„ # _-
g. Per metaf. vale anche T rape are .
* ìagg. nat. esp. 204. Ad ogni co pò si
vodea trasudare per tutti i por. • el me-
tallo a guisa di argento vivo , 1 q»a »
ec. (Ih Sahin. f.oor. Uh. I. E 1 ■■""''"^
umor fuor ne trasudi. fF)
if TllASUUAZIONE. Trasudamento.
Del Papa Cons. Non sembra probabile
che U descritto sputo cruento proceda da
una semplice Irasudatione. (.i)
i} THASVKRDKKATO. Add. Ilinver-
heralo , Tramesso per via di riverbero .
Segner. Mann. Aprii, icj. 5. E qui con-
sidererai ec. quanta in se stessa sia la sua
sanl.t-a , eh" h lo splen.lore Irasverberalo
negli Angeli. (")
TRASVERSALE. Add. Che va per tra-
verso. Lai. (r(in,(ier.>7ir..<.r. Gr. nXx/'f ' •
Cr. 2. 24. 4. I quali nodi tengono l u-
mldo nelle loro torluos.ladi e por. tia-
sversal. inf.no a lauto che si maturi . e
pervenga a soave sapore, lied. Uss. an.
3l. k tutto fallo a pieg-dine Irasversal. e.l
increspate , acc.occhò possa allungarsi e
scorci'rsi secon<lo i moli dell an.male .
dal. Sisl. 1 l2. Ual qual con.poslo ne 11-
sullerebhe, che M salso dcscrivereboe uoo
più quella semplice linea retta 0 perpen-
dic.dare, ma una trasversale, e forse non
retta . . . „
§. I. Trasversali, si dicono Inlti 1 I a-
reati che, dal medesimo stipile derivati,
non sono nella diritta linea. _
8. II. fidecomniisto trasversale, SI di-
ce Quello che è ordinalo da fiersona Ira-
sversate. .
§. III. l'endetta trasversale, si dice
Quella che non è fatta a dirittura sulla
persona offendente , e per quella late of-
fesa . .LI
TRASVERSALMENTE. .(l'ierA. In
maniera trasver.a . Obliquamente. Lai
TRA
tcrsecata , Arriva un caTalier con scudo
'%'. Per metaf. vate Perverso , Malva.
«io. Lat nequam, improhus. Gr. 7to»fl-
L-; , o,):3.1P01 . ."<"•■ S- ^■r'g- P" >5
pecore pigliamo noi gli uomini innocenti;
per li cammelli quelli che trapassano le
periecuiioni degli uomini trasversi, e c»-
richi di grandi pesi d. vi.ii.
TRASVIAKE. Traviare, Cavare d, stra-
da, o dalla diritta strada. Lat.J"*'|"««-
Gr ^ttsty»"- Ilo^-'-ov-i- 5^^'°/;
nando a ciò che comincuto avea, da che
giusto sdegno un poco m' ha Ir.svul.
piò eh- io non erodelli , d.co ec. I. nov.
L. 5. Il famigliare, "S>°"'"*'' "' «'J'
i^uomini di diverse cose, per eerU .U.de
eli Irasvio. _ .__ ,^.
g. 1. Figiiratam. per Fare "«'" 'f"':
I-ordine, o dalle lepgi del giusto e dell
onesto. Lab. Ì7. H lalso r""".r'' "'
duche coso, il quale più sav.o, eh .0 non
sono. Ria trasv.o m<dle volte.
« e 11. In .i.gnific. neutr. pass. Uscu-
di via. Ilari. IH. Ilellarm. lib. xcap. ».
Le strade sfon.lale non si potevano usare
ec. e co.iveniva Irasv.arsi e dar lungh.sii-
me volle per indov.oare ral.ballersi al men
pericolo di profondare. (Cl>)
# TRASVIATO. Add. da Trasviare.
oWi,;..r. Cr. Tt>av.'w4 '■■"'• '•••II- '^O'
l'r.ivaudo noi lutto H K>"rno , che mo lo
più spe.l.ta..ieule moviamo con vel..-
citi una mano e uno lavola tia.ver.al-
menlc in <|Uell> (aria), che in questa (a-
equa }.
TRASVERSO. MdJ. Che attraversa ,
Obliquo. Lai. /ni<it.Tr,....>. o'.liquus. Gr.
IzUm l.iv. Ilec. 3. Il Homo più cor-
rcnlr con trasverso corso ramo . .logli
ali,, ripe Ha i .al.ga.lri >> (or..». 7...-
raech. 4. 18. Kd ecco, li .love 1. dr.l-
la slroda l)a .in Irainilt Uavcrio t in-
>f inAsvi'***^- " — -
^inf. Fìes. 53. Cosi salendo suso verso
iì monte , Trasvialo d' Amore e da pen-
sieri. Alta lenendo sempre la sua Iron-
te , ec. /. 69. E pò. d. segmlarle ra-
sviato , Solver saper di Mensola noveUe ,
"trasumanare, e TRANSUMANA-
BE . I'as.<are dall' iimaaita a grado di
natura più alta. Lai. humanam naturam
immutare. Gr. «vàpeaTtivr.v yu,.. ^E-
TwJarre.v. Dani. /'«r. 1. Trasumanar
significar per verba Non si poria . «u .
i^i: Trasimanare ee. , eio. passar dal-
r umanifa a p.ù allo grado , ehe non
può esser se non Iddio. A. W'""-';''
esemplo dalo dimostra che transumanare
b montare dall' umanil'a alla divinila ì.
app,es.,o: Li santi uomini, che sono nel
m.mdo, si transumanano per g'"». "^•
do in vita contemplativa.
TRASUMANATO. Add. da Trasuma-
""trasvolare, lelocissimamente vo-
lare. Lai. citissime avotare . Gr. uKspi-
nT«5&». . * ''"..'.r. rim. pari 3. pag.
cÀ. (Cerrm. 173o ) Ardclo febbre nelle
«ne , e rende l forti vanni a tras.ol.re
infermi. (R)
8 l. Per metaf. Coli. Ah. Isaac, cap.
3l Con laudab.le eccesso di mente tra-
svola il cuore a Dio , e gr.da : 1 anima
mia è assetala a D.o , fonte viva.
§ II. Per Trapassar volando . Ul.
transiolare . Gr. ^itaTtiri^a». . Pont
Par. 32. PorUla nelle meni, sanie. Crea-
te a trasvol.r per quella alletta. Peclam.
Quiiilil C. Io ho cosi spatloso canip.-
cello , ehe quell' api truvol.rlo non pos-
sono .
§ III. ftr similll. vale Trapa.tsart ,
o Trapassare prestamente. Pani. Cmv.
1-8 1)1 quella concluiione vanno Inisvo-
landò nelV allra, e pare lor.. »»">!•"""'•
melile argomeulare . /•■'••■_ 5- 3->4. "
tempo , .he vola con inf.lld.ih fune , gli
p.rri che Irasv.di . scemando a ciascun
giorno delle dovute ore grandissima qu»n-
" THASVOLATO. Add. da Trasvolart.
Salvia. Pise. 2. 378 I sotlo,K.sli clementi
col conlinuo lluire e muoverli non veg-
ciamo noi vivi manlener.i e sempiterni,
le iraivolale. o .lepo.le parli pur mllavia
rifacendo e ristorando »
+ THASVOLGKRE Slravolgtrf, «■•
volgere ; e olti-e alf nllivo si usa anche
T R *•
-««■e Lai. convertert
in signific. "'""i/"//, per lo »"» P»"
Tac. !>«.■• ^'■".''p;j„Y Senato, che
ZJflV. Jciim. 50- Nel s»6 ^ Cattolici
«risU. " l"'"'""'"-. Cristo si trasuslan-
„gUooo che J ';-{;."^')\f" '"fichi; Zoio-
,ii; i Luterani, eh e J P ^^.^,.^,
glio, eh- ei si significh., 1-*1M
sii U virtù. .,,,_r, Àdd. <l,i Tia
i„itóM«« ,■ rromuMlo ,.„,
* TRA TASI"- •" „,.j„ tuiirc-
In,oU tutte le 6-'' ^ ^ kva.e (/. «-
come spagnuolc. r. t-'/- j; i„imki
„g/,>ri. J si voltarono > er o feU ^^^^.
.Josulundo tra umo Jo- .on g^^ _^^
Capiuni se fosso da passar
desima ,1 fiume per "PP^'^'j.^^^,, U „-
, TRATTA. '-'',';''■''';,„:;„,;. r»..
/ì,(. Fermasi d. "■""/"",;; legami,
gran tratta, che "PP« '"1^; ], ^,,„.„r ..«o
* * §. 1. Traila, vale an.he II
éa uì luogo. i-»--f"^;;;,f'^Ce/her^o
». I.a tratta che fece Ercule a.
dello Inferno ..fi; ■ pietanza.
Lat. laclus. Gr. ?""■■. ,^u pietra in
Lat. mclHJ . Gf • l"*"' _ ,-,.,j d'arco
M. Si videro forse per una tratta a
vicini alla nave. lenifica l'
s,„ d, «irorre. J".,;-,/;„,',a, e lasciato
ramali d" aver venduta la >^=" "^
uarre U grano della loro mare _ 1
§. VI. Traila per lo Trarr ^^^^^_
o ,.m.7.. *"' '■o"^' "^•'JB'" ,„„_ L„.
fordi-i. Gr. /yiirO'V. i^ „-,a,o la tratta.
Vresodiloro 'ospel.o, f" ->a«o _.^
E 325. Questo si vede per le e
fatte in certi SO-f^""";- ,,„ „ ,i traila
§. VII. Onde Per 'rf'". " ' ^^^
** I - ;« fafliono lo stesso «.ft
Per sorte. Lat. JOrle. Gr. «/«f " ;,
^ .* « /.^ Germanico ei'Uc w g"
fe:;o1":itr^™ìre^\vun,ueaoas
—:.v"'^"re;:Efn:::;mand;.
'%^V"nlTralla..ale anche Eie
* S *'"■ . .; ^a((a. Crontchett.
..ione falla per ..a à-^am^^
^^. Del detto mese ^^^'^ ,„,Ua
-t;a^;xu°r%£,i:k.
„f^.P;^:'y'V'^raUafu....ar-
TRA
TRA
iSgS
rrdf^io-^»; "■»"■»'' "•'"'""
"■"^Tlu;a -I'■B"-•^'^'■■""
:::;';.■"mii«XoChemortetantan-avesse
+ S; p"rc/.e/.d.>'« '■''■"'''"""
„.,/,,..."« P^'^^fJ^ ,-, c„™"«me«le
;:4:^£:d,f^eXJ:uedeUehuo.,
§■ . I Trarre o Cavare danaro dal i
f^'saS"r.s^-ore'jtu'Usad.A.e
l-^i^r^rrr:ua%sian.-,,eil.Va.
/m<o; nella tratta > .'*'"^. " ' ,J!rJ
rr ''«J^^ P»^'.' N-'r"n ut molt duro
^ftrattÌi^:e acconcio fornimenti /-.P^
come più e '''\^''Z^,l"'oJ. Gali. ^37
ro e lucente e '""^'"'f- Jl". Pesperien-
Chivorr-a vederne P".''""''°'ta nle% che
„ in qualche alua »»'<=■■- 'fg'lt^SFir.
rc^'i?'^'^art::.;/t>n.;.e
trrT-u--„-i^rrà"o.tue:
, tulle "^'^l°^^Wf'\u..e V orecchie.
;;tLrd:.cttra.lah.le e benigno russe
"^;;A¥Tl^U^Ma^^e.^.r^^
,„Me. G«.;. *"'X;„i,l a noi Irattahi-
i,7e, Arrendevo ez:a. -.- Jl"?'"' ^ _^„i
p„„.. l33. Dipiu,.ntrod"rY,al°;^ j
fé: di rocchetti e di luote 1 i tes _
g„zia di movimenti ec , 1 -te ^.^^
llita.di parli.."- ^,fi„ad. rinvenire
2. 60; y. è -n^»-"^, "'™::„„ coeren«
perchè r acqua ec. ne d. ^^^^_
diviene ncUe sue parti, ne n.
^.olezza. Loalita. ^"^■.J"". ;,/or. S
ludo. Gr. ^fOOTtii, "f^JfA^'neziaèdet.
Impre trat.ahil.fa ne^ costun.
Trattabilmente^ ^-_;_.^^
„,orfo "■«'."■''*■ i-;;,,.' e. Z?. GliAnge-
c,i)cfOV,TW;. J. ^^ ^.:,ii,ilniente e tratta-
fi, qukndo apparvono ;-*'"^^°,^ „„,ili .
^■'r:^'^;i'TAG10'^E" C-. .. ira,.
#TRAiia^»" frallamen
,„„, 0 rori^rsi con alcuno ^^^^^^^
,0. Bocc.Lell. Pr. ■^^/P^u^^iagtiine di
Iddio , che almeno una deue lag
Pesare concedine al morto Pompeo, aves-
? f ' Veliche esso vedeva queUo , che
'= ^'"V '^!' forse che atei io creduto
;„*';t' della td^natraltagione, essere
S'^;ouceduta, e più lunga-ente ma-
"''ÌS^l^^O-.'T^^Ualo.na^o
. Tti.eorso. Lat. Jermo , tracia-
namento , Vncorso. »- .^
';;:.%::^;t="n:;pS:^-^eue
fhe ha avut^pesse volte .rat.amen.o«
t^°-; rSmen^aa';;m^-;an^to.
■„;. della Luna. Calai . li. Potrai ec.
:;:rge e quale sia la luce de" piacevoli
^•rt'^.t=ò:^-^"-=-'^
.r ^' li ^56 Dopo molti tratlamenU
Tg trc^sa1e„se ne furono senza alcuna
Agenu ,^ . Francia ritornati. fC;
"°/'Tl' P " J/" c/..n— L^<- -"-'"■
?■ rrTrVKvr.ua. Esord. Rom. Fue
nnlio. Gr. /ir./.K"' fervenlis-
Simo studio di binano.
,. Della congiuratone , cioè de^ tra
Lento e del Iradimenlo di Catihna
conterò. (IS) trallare , o di
§. ,u. Per /'""'»"*''„""■. i6. 36.
P-'""'"S„frv.ft"t.amento fatto
Vergognando» del ^^^^^ maltrattalo
del garzone ("'J-^.,,,, D,sc. 3. l8. Agi.
e strapazzato), -e •»"""', „^3„liaaza delle
„aU fa di ■"";■"'"."• 'T modestia e 11
leggi e la »'"'";';°°„^„\to e gentile. rW
trallamento fj"";- """Ì"';'' ,1 Sotto un
■'f "^ mhiaute d "pecclre'ec.ledca chia-
tale sembiante u. ^ _,,„_„nto cosi cru-
tr^Ve": l^-n " co::enisse. <TC)
i..uno.mio_^aisUsotr^a..an.e^^^^^ l3. Io
•J" "^'^'„' sùlo^smi dialettici e sillogismi
ferrlt li traCli deUe cose che hanno
' 'tuAtÌ^ARE. Mane,s,ares e siusa^n
ancUenelneulr.pa^^^-'^.^^,,
u5TaX5'p^5.'" ■ „-^ „c„nce e trattate da'
Crudeli armi erano ="°°^= „ ;,„ ,„i.
'"^'rVn;-TVcoiroi quali ec.
te). ^''■".'"'Tua' Croce, e deUa Vergine
la immagine della t-"»'^ ^„eren-
Maria, e d;?!' •'''"f.^^^'J'^.u' ortica ec. ,
" trattando le gitano ^^^^^^ ^^^^.
sono riprovati ,_^e deuii ^_^ g ^^.^^^
mente P™'" :. ": ,'„i„ a mira.L'ammi-
'th^;no trattari- armi omic^-^;^^^.
§. l. Tratiare, per '*"':"1 ■ 5,^ai.
cai. Lai. ^°';'«.^"-'-'-:„?^ano"'l" membra,
i''*\^»e^%rso"ec'fas:i^-"-f
^rnfp^rikin^aho"-^--''''"-
«^^t'ì'^^tTvr^cTTh;
ofiMie. Z)<i"'- ""^^■., ■ i-io. Trattando
dnttef /•""'■; «"" ' ihènonsimu-
V aere coU' eterne pen«Y„r. Fa. 1.637.
tan come mortai peu . Trattando
Essi (cigni, con 6'» •»■= Mostralo han
1' aria col canl«, col pia ^^,^^^
d- allegria segno, e j^^^ anche dell..
rJchT.tCrP.nad.Oenn.^.^.^
urrà
iSge
TRA
terra che Del comiDciamcDto si tratta e
Uiora lotosa , dicfsi che in tulio 1' anno
non si può lavorare, ne trattare, (f^ì
'■•' §■ IV. Per Esercitare. Tass. Cer.
I. 39. L'uno, e l'altro di lor che ne' di-
vini Uffici gii trattò pio mìoislero Sotto 1'
elmo premendo i lunghi crini Esercita del-
1 arme or l'uso sera. (/}J
§■ V. Trattare , per Ragionare , Di-
scorrere. Lat. agore, tractare , percurrm.
Gr 7r/j«y^:<T£j£»=rai, «".aJa/iSavn, ,
ya^TOysrv. Pant. Inf. I. Ma per Irat-
tar del ben eh ivi Uovai, Dirò dell' altre
cose , eh' i' v' ho scorte . Petr. cani li
4- E tra gli .Ilari , e tra le staine ignu-
de Ogn impresa crudel par che si Iratti
noce. Introd. Ifl. Avien gii piò panico,
larmentc Ira se comincialo a li aliar del
modo. Pass. 27. Di questo parleremo
più distesamente, quando traile, cnio della
contriiione. Cas. leu. 5. Di quello che si
e trallato e slalòlilo qui con .Monsignor
a Avanionc suo aml.asciadore. Va/m 12
39. Perchè si traila che vi lòsse un ,ci.ó
Di perle che, seUjen pendeano in nero
Eran si grosse, che si sparse voce Che'
elle eran poco manco d'una noce.
§. VI. Trattare, per Praticare, 0 A-
doperarsi per conchinderr, e tirare a fine
qualclie negozio. Mettersi di mezzo. IJocc
noi: 8. 4. Soleva esser il lor mestiere e
consumarsi la lor fatica in Iralur paci ec
"trattar malrimonii, parentadi e amistà !
do dalla Chiesa a' figliuoli del capitano di
Melano . « Ciiicc. Stor. 17. a^A p^^
Irallar queste cose ec. offeriva ilVéncra-
le tregua per olio o dicci mesi. (Q
* §. VII. In questo senso si usa an-
'he in signìfic. nciilr. Ciiicc. Slor 1 3ii
Avendosi dall' una e dall' altra ncpubhlica
a Irallar delle coso di Pisa. (L)
§. Vili. Trattare alcun libro, o scrii-
tura ,l-„lcun„ cosa, vale Esser ,,uella
tal co.,a I argomento e soggetto di esso
Mro o scri^tlura. Aov. uni. tit. Questo
lil.ro tratta d alquanti fiori di parlare di
l.elle cortesie , ec. ffiircli. i. is Dis'nu
tavan con ira nel Digesto, Dove traila de'
zoccoli sconfitti.
S §. IX. Trattare alcuno bene, o ma-
le, o simili, vale Portarsi seco amore-
volmente, o villanamente. 0 simili. Lat
tene, vel male accipere. Gr. tZ ilycìiaLi
■'. yrnoir.ziv'.vj. JBocc. nov. 5o 21 io
vorrei innanti andar cogli stracci indosso
e scalM , ed esser Iicn trattai» da te nel
letto, che aver tutte queste cose, trallan-
■tomi come lu mi tratti . E nov. 6q. 1 1
Trattiamo adunque loro e le lor eoìc, co^
me essi noi e le nostre (raltano . (; ' /'
12. j8. I. Fu all'assedio di Firenie e
Iraltocci come suoi nemici e ribelli l'ètr
<on. 89. Sennuccio, i' vo' che «ppi in guai
maniera Trattalo sono. « Onice Stor. li
M. E che perciò il He Irattandolo sem.!
pre con onori convenienti ai He, sia con-
dotto se non si può in Ispagn. , almeno
in ^apoli. (t)
=> C- 'i- E in signìfic. neutr.pass. « Ca-
vale. Iriitt. ling. Però fugga gli „„„ri e
lo laudi e la gloria vana, e allligg,.i e Irai-
tisi come peccatore ». f.Xj
■< S- "'■ '-' pure in signijic. neutr
pass, per Governarsi, rivere. Portarsi .
Segner^ rred 20. li. Non ,i verg,.g„a
ni il Turco d. usar da Turco, nò il Ciu-
dco di far da Giudeo , ne il Gemile di
vivere d» Gentile: solo il Cristiano io ri.
iruovo , che si vergogna .li irollarsi da
Cristiano. E poco dopo .- Taluno, il qua-
le per le Mgaglie avvelenale de' Ilari,.,!
non SI rimarrebbe di trattarti publdic
mente da oltinio Cristiano, se oe ritrarr!
pe motteggianirnli, ec. (CPj
* § MI. Trallart uno. per Porgli
TRA
TRA
da mangiare, e bere. Aulrirlo. Salvia.
Odiss 101. Or io Lo eareaai.e lo Uat-
tai j dissi D' iromortal farlo. (.\j
» 7" A' \"'' '' '" ''e"'M <"•""■ pass.
Zihald. A„,lr. Avea poro buon nome,
perche s. trattava con modi avari, e eret-
tissimi, i C) °
* S- XIV Trattare , per Trafficare .
.Stor. Ilari. Jg. che il tesoro del suo Si-
gnore non avca trattato ni; dispensalo co-
me doveva, (l'j
* §■ XV. /„ proverb. Chi tratta male
un ,,uattrino fidar non gì, si debhe un
fiorino, l. QUATTI1I.no, !'. Il ICl
TRATTATA /'. A. Sust. Tratta-
mento. Ir. lac. T. I. 6. 6. .S„,pi.ion ha
in core , Che conlra lo suo onore Faccia
male irallate Iqui ,,er Macchinazione).
t TKATTATKLLO. lim. di Tratta-
lo. Lat. opusculiim. Gr. jronittariov V
Aat. Confess. D' alcune farò pur men
none nel principio della seconda parte di
questo liaUatello Uocc. Coni, j'ant. 8.
Gli delle predelle cose scrissi in sua lau-
de un trattaullo. farcb. Ercol. 282. Delle
rime CI sarebbe che dire assai, ed io se-
dro di ritrovare un trallatello che io ne
leci già a peli.ione del mio carissimo e
vertuosissimo messer Balista Alamanni
oggi vescovo di Macoue . /.'orgli. Or,,-
tir. 5^. Fra questi è un Iraltalcllo pur del
medesimo Frontino , coroentato da queUo
Agennio . ^
* THATTATI.no. Dim. di Trattato,
l'at. in leti. ined. d' alcun, accad /. 60
t parlieolarmcnie si seole che appresso
§:'s^;^".?f ;r""""= ■""^^'^'^"
TRATTATO. Sust. Discor.,0 compi-
lato e messo ,n iscrittiira. Lat. tractati.s.
<-r. ^px;p.,.Tiia. I>„ss. Prol. Pensai di
compor, e ordinare certo e speiial trai-
lalo della penileniia. Capr. lìott. 10 21 <
Avendo noi Ietto tante volle insieme quel
divinissimo trallato di Fra Girolamo
t g I. Per l-ratica. Negoziazione. /!occ.
nov. 17. 43 Aveva tenuto IralMlo con Ra-
sano re di Cappadocia . /■ nov. 08. 20
Dopo lungo trattato de' miei parati e di
quei d, Solronia, essa e divenuta mia spo-
"■ -e (.Ilice. .Stor. a. 329. Proposesi il
di seguente nuove c.mdiiioni ec. le quali
s. disturbarono per varie difficulli, di ma-
niera che Ciamonle disperato di potere
..re p.u, o c„lle armi, o per i Iralta-
11 della pace fiullo alcuno ee. ritornò il
giorno medesimo a Castel franco, (l.)
t §■ II. Per Congiura, Macchinazio-
ne, rrama. Lat. macliinatio. techna Gr
.«uza.fl^K, Tix^r,. <;. / . 6. -„ 3 p/
scopersono il dello trallalo , e apersono
oro e delle lettere . E y 295. 3. Vo-
endo o ingannare ee. , non .i compito il
irallato. Pocc. nov. 16.20. Il re Piero
d. Rnona per trallato d, messer Gian di
Procid. I „„ a .1, Cicilia ribello. * f,,,/re
Stor. 1. 2^4. Ma Don Federigo ee. a,„:
tane noli.,, entratovi .ubilo fece prigioni
d Vescovo, e certi Jlri consci, Jel irai-
[aio. ( i,j
§• III. Trattalo dopp,o , vale Tratta-
lo simulato . finto , ingannevole. Eranc
.WcA. nov. 223. /... Lo conte Ioanni d.
Barbiano fa al ^larcl.c.e , che tiene Ferrara
""ir.'il '''■'"■'"• """"• '"'•'"" ''"l'Ilo!
TRATTATO. Add. da Tratt.ire.^L,
^i',"/ 1';; /"«z'if '«ac'i . ti. I. i„
,;..■' " ''"■n'^'''^'" trattato per lo Comune
di firenje d avere la ..^n,,,,. di Luce,
per invidia clladina rimase. E con. 16',
Mandarono 1' Antipapa preso . Vig„„„',.
eori certi ordini e palli tr„|„,i ' |„^_,
amba.cadori col Papa . Ca,. leti r I^
commeuione. che io gli ho dato, d. ine-
rire al Re Cristianissimo molle c,.,e trit-
iate e >lali,|ite
t TRATTATORE, rerhal. mate. Che.
o Ih, tratta , Clie, o Chi pratica, tles-
zano. <;. / . 9. 295 3. Per eerti tralU-
tori fiorenlmi ec. non si corapièo il tratuto.
' C">nichett. d- Amar. Essendo cosi, un
Romano, eh' avea nome Lepido , ti fece
Iraltalore da Antonio ad Ottaviano, e fece
ami.>la e riconciliaiione tra loro. Ilus. 3a
Fra quali fu messer Gianni di ProcìU il
pruno traltatore. (C)
t S- I- £■ Tratlatore,per Macchinato-
re. Lai. machinaUr. Oli. Com. Inf. 19
35o Costui fallo papa fuc corrono pjr
pecunia , della quale elli era vago , da
messer Gian di Procida , tratutore della
riliellione di Cicilia.
§. II. Per Interfietre, Che spiega. Lat
inlerpres. Gr. ifu.r,;lj; Mor. S. Crtg
leti. Il traltat..re della santa Scrittura dee
essere a guisa d, fiume.
* g. III. Trottatore, vale anche. Che
o Chi discute. Che o Ch, ragiona sopra
alcuna cosa. Bari. Op. mor. 1. 56g. Un
lacoodissimo traltatore di questo medetìmo
argomento ec. (I)j l'allav. Sul. 77. A
fin d, conoscere quali sien que' eoncelli
che non disdicono a" Irattatori delle seien-
•e e delle arti. (EPj
THATTAZIOMi. Il trattare. Declam
Qiiinlil. C. La donna accusa il manto di
mala Iratla.ione (cioè, d'esser maltratta-
la 1 . norgh. Orig. tir. IO. Dubitando
non la minuta e particolare Iratlaiione re-
chi troppo di noia a quelli che più sanno.
TRATTEGGIAMENTO. // tratteg-
giare .
t * §. Tratleggiamenlo di penna,
v'ile Ghirigoro. Rabesco . Intrecciamento
di linee fatto a capriccio per abbreviatu-
ra, o per ornamento. Salvia. Pier. Buon.
1. 1. 2. Viene a tacciarsi I. maniera di
quei notai , che riempiono i contralti di
parole ec. , e le ripetono più volle , seri-
vendole con abbreviature di lunghi Iral-
leggianienti di penna. (Aj
TRATTEtìGIAIlE . Far tratti .ufo-
rIi . 0 simili . Lat. lineas ducere . Gr.
V/.a,ou,;.y a-/{,v. Jlfatt. J'ranz. rim. buri.
2; "43. E la vernata qualche abbrividato
l on e,»i Iratleggiando il foglio inchiostra.
■•• S ' Tratteggiare . vale anche Di-
pingere, ed unir le tinte a forza di trai-
li. Ualdin. Dee. lo so ,hc il pillor» non
trallepgia ne punteggia i suoi freschi per
ostenljii.ine, ma per necessiti I (A)
S- Il E in forza di sust. per Trailo
nelsipnifie. del J. XIV. Tac. Dav. l'osi.
^28. Maraviglia ó bene che quest'oso ec.
•hbia aceellalo molte lettere da'maesUidi
scrivere stranamente variale per ghirikii-
toso tratteggiare.
't * S- III Tratteg-fiart. vale anche
Motteggiare, da Tratto ,n senso di Mot-
lo ; e in questo senso si usa così alliiv,
<ome neutr. Sega. Ette. 4 209. Ma
quegli che tralteggi.no cou garbo , ,on
detti urbani e faceti. E Pidit. 5. j86.
Euripide gli voleva male, per. he egli |'j!
veva traltegji.ito non s.. che nel mal putì,,
del fiato. (•) E Slor. 6. 161. Filippo io-
gegnoio mollo, ed allo per natura a Irai-
teggiare, aveva in eonsuetu.lioe .li sbeffa-
re in simil modo la leligione /'/„,. Adr.
Up. mor 5. 57. Questa maniera di tr.l-
teggiare con lodi scoperte e simulale più
piing. il rmire «legli ascoltanti perchl han-
no grasia più acuta, laiche 1 lodali non li
opp.ngono ni- restano malcntenli. fC)
TRATTEGGIATO. .4dd. da Traileg-
foee. Cai. Sisl 166. A.rebbe potuto ca-
var dal muto ,1, qu,lla un'intera storia di
molle figure perfellamenle .linlornale , e
tratteggiate per mille e mille versi. Porgh.
Hip. 377. In libro ee. di animali lùuarri
tralleggi.l, di penna, e rond.-tli con gran-
'li'.ima diligenia
TRA
* TRATTEGGIATURA Temi.
TRA
T ti A
1597
Lttt.
li tratteggiare ,
pitt. 3. 117 •_ Oh
de'
nott. I
trai- I
Trtiltc^gio . fì>
con che l)cll<
teggiature ipcniu-Ui naturali siiingtvano l*
aria iu là, ilistoslamlola rfa'(>iiliitti ! (B)
f :? TRATTEGGINO- Oim.di Trat-
teggio; Piccoh tratteggùiniento. iialdin.
Voc. Dis. l5l. Cosi con (juc' iratlcggini.
levalo il bianco e scoperto , rimane una
pittura o disegno ec. (.4)
* TRATTEGGIO . Term, dell Arti
del Disegno . linee tirate a traverso ad
altre linee . Daldin. l'oc. Dis. Adornati
di traUej;gi apparteneali al vero scnllo-
TKATTENERE. Tenere a bada .^ Lat.
detinerf, morari. Or. aTTiZ-'^' «'••■-X^^''*
# Car. leti. ined. 3. 120. Intanto Irallc-
nclelo. che mi curo d'averlo qua, come
egli s'offerisce. (C)
f * §. I. Trattenere, vale anche Di-
vertire con cose piacevoli . Pep. Decani.
16. Corte ec. importava quelle feste che
per cagitmc di nozie ec. fj«evano signori,
cavalieri e gentiluomini , con mellcr tavola
solennemente, e l'cstrggiare i convitali, e
di
questo il
Si dccni
con doni e con ogni maniera di cortesie
trattenere i forestieri, f J J Car. tett. I.
7. Non vi basta il Icmpone che ora dovete
avere sema noi, che ancora da noi volete
essere trattenuti? (Cj
* g. II. Trattenere la pratica, vale Te-
ner vìvo ti trattato. Cecch. Jssiiiol. I.
2. Madonna Aofrosina trattenga la pra-
tica del vecchio , dandogli buona speran-
za. (C)
* §. III. Trattenere alcuno, dicesi dei
Sovrani che slifcndiano a titolo d' onore
persone ragguardevoli. Benv. (eli* r it.
2. 3oi. Il qu.il Signore stava al soldo
del Re, e trattenuto dal Conte Galeotto
della Mirandola. Red. Vip- I- ?■ ^ ?« =*
nosti: giorni non vivono gli Aristolili, so-
no pero sempre stali liatlcnuli nella To-
scana corte soggetti ragguardevoli e insi-
gni. (C)
* §. IV. Trattenere, in signìf e. neutr.
pass, vale Stare, Dimorai-e. lied. lett. 1.
372. Il poverello si tratteneva, in Roma
al servino della Regina Crblina di Sve-
«ia. (Cj
f * g. Y. Talora vale Occuparsi. Se-
gner. Mann. Die. 3l- i. Tu trattienli qui
in ponderare questa bella unione, ec. (l )
* g. VI. /.' per Occuparsi per sem-
plice divertimento , e per non tediarsi .
Car. lett. ined. 3. 120. Mandate il tavo-
Hero e lo scacchiere, perchè il vento ci
tiene assediati in casa , e ci bisogna trat-
tenere con qualche cosa. (C)
f TRATTi;NIMENTO . Cosa che o
vedendola , o udendola , o operandola ti
trattiene j Passatempo . Lai. occupntio .
Gr. òivTpi^Tt . Fr. Ciord. Pred. R. Si
occupano in trattenimenti poco civili. Car.
lett 1. 125. Bisogna dunque eh' io le di-
ca che io son negligente in questo genere
di scrivere per trallinimenlo- ^- /'."/■ Adr.
Op. mar. 4. l35. Tutto quello che per
ischeno o trattenimento alleila gli uomini
air apprendere , ed esercitarsi i bruii an-
corché sìa contra la disposiiione del cor-
po loro , imparano con agevolerà. Pros.
Fior. I. 3. 73. Laonde egli con que-
sta sua dulce maniera ec. di ogni onesla
brigata era il traltenimenlo , e la gio-
ia. (TC)
* g. I. E per Indugio. Car. Lett.
Tarn. 3. IO9. Ma crederò bene che con
lulta 1* intensione che si da all' imbascia-
lore di capitolar col Re , che non sia
per causar altro effetto, che Irallenimen-
10. (^fln)
# §. II. Per Provvisione, Salario.
Benv. Celi. J'it. 2. 333. Al Bandinello
ki dà dugento scudi per suo trattenimen-
to , sicché se tu ti coutenti di
tuo salario è fallo. F. 3. 56
di soccorrermi di qualche traltrniniento
per sostegno della mia miseralil vita. ! Cj
TRATTENITORE. Che trattiene j e
particolarmente si dice di Persona depu-
tata a servire un amba sci adore , o altro
personaggio distinto . Lat. comes oficio-
rum causa. Gr. 9epa-:uTt/o'^ 'j.A6'to-j-
So5 . Dav. Scism. Sj, \ tuiie j Londia
con 120 cavalli , secondo sua dignil'a , e
con un cav.diere datogli per guardia e spia,
in vista di trallenitore. £: 70. Oltre a cer-
ti giovani Irallenilori , e due pedagoghi .
Malm. 6. 3o. Lui mago , pur tagliatole
A suo dosso , Le spedisce per suo trat-
tenitore .
* TRATTENITRICE . F erbai, fem.
Che trattiene , Che apporta passatem-
po. Salvia. Pros. Tose. I. I97. Quando
io r avessi voluta fare di proposito col suo
esordio, colla sua proposizione , colle sue
prove ce. , non sarebbe slata cicalata trat-
Icnilrice, ma orazione noiatrice. (')
•vi TRATTEMJTO. Jdd. da Trattene-
re, y. alla voce RITENUTO. (A)
^ §. Trattenuto, è anche aggiunto d'
Uomo che sta al servizio d' un Principe , e
dal quale riceve uno stipendio , senza pre-
stare un servizio attivo. Red. lett. i.
372. Il poveretto si tratteneva in Roma
al servizio della Regina Cristina di Sve-
zia, con nome , e provvisione di lillerato
trattenuto . Pros- Fior. Salvia, lett. ^.
1. 287 Egli è gentiluomo trattenuto di
iua Altezza Reale , e consigliere di sta-
lo. (C)
TRATTEVOLE. Add. Trattabile,
Piacevole. Lat. tractabilis. Gr. -jJ/^^Ky/r
TO;. Tes. Br. 6. 2l\. L' uomo che è Irat-
tevole al suo compagno come si conviene,
e uul conlrisla con sozza cera, e non com-
muove altrui a sozzi giuorhi, ec. Coli. SS-
Pad. Il disideiio del mal guadagnare , i
falsi testimonii , le forze, non esser trat-
levolc , e la rapina.
TRATTO, //tirare. Tirata. l.a\. ine-
tus. Gr. ^oXrl. Bocc. nov. 27. 18. Quale
col giacchio il pescatore d' occupare nel
6ume molli pesci ad un trailo ec. , così
costoro con le Brabiie ampissime ec. molte
altre sciocche femmine ed uomini d* avvi-
lupparvi sotto s' ingegnano, fìuoa. Fier.
intr. 2. 5. O in uu tratto di dado Per
venir sopra un picciol tavolino A pascer
cento pecore per volta.
%- g. I. Tratto d' arco, di mano , o
simile , dicesi Uno spazio lungo quanto
andrebbe un proietto tirato coli' arco ,
colla mano, o simili. Pros. Fior. i. 3.
l35. Essendo ella come sapete, un tratto
d' arco , fuor della via maestra. J'. MA-
NO, §. CCXLII. (C)
g. II. Tratto della bilancia j diciamo
Dare il tratto alla bilancia , e vale Far
che la bilancia pieghi da una parte. Sal-
via. Disc. I. i8o- Perchè, dopo aver bi-
lanciale da una parte e dall' altra le ra-
gioni , non si dà il tratto verso quella
parte , nella quale pare che preponde-
rino?
•f g. III. E Jìguratam. vale Dar ca-
gione ad alcuaa operazione. Far risolve-
re alcuno che stia incerto, o dubbioso in
fare alcuna cosa . Lat. moi'ere , promo-
vere. Gr. TT^oayiiv. Fit. Pitt. proem. E
mentre ancor pendeva dubbioso ec, diede
( come si dice ) il tratto alla bilancia ce.
il parere e il consenso, anzi 1' esortazione
di Giovanni Cappellano.
'':• g. IV. Tratto Jìguratam. per Com-
pimento . Tesorett. Br. 7. 57. Chi bene
incoinenza Audito ho per sentenza Ched
ha ben meuo fatto Ma guardi poi il trat-
to. (C)
t§ V. Tratto di corda; Sorta di pena
che si dava ai r.l col lasciar scorrere sen-
punto di ritegno quello che e legato
alla fune. Galat. 61. Non ti avverrà mai
di dire: ben vegna messer Agostino, a tale
il. e ara nome Agnolo ec, che sono a chi
lì ascolta tratti di corda (qui Jìguratam.).
IJern. rim. \. 28. Non aspettò giammai
tratto di cord.i.
g. VI. Tratto, per Distanza, Spasio.
Lai tractus. Gr. òiÙflTr.tiK. Dant. Piirg.
29. Poco più oltre sette alberi d'oro Fal-
sava ucl parere il lungu tratto . lù Par.
2Q. leronimo vi scrisse lungo ti atto De'
secoli degli Angeli creati, Anzi che 1' al-
tro mondo fosso fallo . Guid. G. Quello
scampoletto del Sole del die, che era in
mezzo tra la luce e le tenebre , certissi-
mamente pareva a lei che avesse tratto di
due di. .-ir. l'ur. I7. 120. E lungo trat-
to di lonlan scopriva 1 larghi campi e le
diverse strade.
§. VII. Tratto, per Maniera. Lai
modus, mos. Gr. zpÓTZOi, i^o;. •!' Frane.
Barh. 179. 3. Poi fa ragion eh' el non
saccia i suoi tratti Se non come sai tue
Le contenenze sue- E 238. 7. Che soglion
serbar questi Di maggior tratti agresti. (C)
Imperf. l . Tif'. Proem. T. 11. 23. La
leggiadria e la beltà dell' animo , che ci
dà negli occhi con 1' avvenenza de' costa-
mi, e del tratto, e delle araaliili maniere,
di rado si conserva senza una buona e
sana mente ec. E D. 2. T. li. 246. An-
che ne' superiori fanno amirabil vedere si-
mili atti virtuosi, come non escono di mi-
sura , i quali consistono in form;dità di
buone creanze, e in parole affabili, e nel-
la piacevolezza delle maniere e de! trat-
to . (F) Segncr Sent. Graz. 7. Egli è
tutto bellezza, lutto amabilità, tutto dispo-
slezza ec ; ha un tratto che lega i cuori, un
parlare che rapisce gli animi. (TCj Salvin.
Pros. Tose. 1 . 16. Non voglio qui la sua ec-
cellente beltà ec. , la leggiadria del por-
tamento , e la convenevolezza e decenza
del -suo tratto rammentarvi- E 21. Da
questa sua fondata umUtà ne veniva la
clemenza ec , la piacevolezza del trailo,
r incanto delle maniere.
g. VIH. Onde Esseiv persona di bel
tratto, o simili f vale Esser persona di
nobili maniere.
g. IX. Tratto, per Atto fraudolente ,
Astuzia , che oggi diremmo anche Tiro.
Lat. astutia , f'raus . Gr. Travsupyi'a ,
r-ic-òo-sj-ifi ■ Fr. Ciord. pred. Avveden-
dosi del tratto , non ne voUcr far culla.
Frane. Sacch. nov. 2l3. Non fu netto
il tratto cbe volle fare Cecco degli Ar-
dalaffi , come furono netti gli tratti del
Gonnella . Morg. 2!\. 96. Questo è di
Malagigi, e de'suoi tratti- v Salvin. Disc^
Per un tratto politico, persuase al senato
di ec. (C)
* g. X. Significa anche il Trattare e
il Conversare. Segner. Mann. Giugn. 27.
1. Il conversare è un tratto di tanto in
tanto: il convivere è un Ualto continua-
to. (Fj
^: §. XI. Tratto, per Ritrovamento,
Ingegno. Lasc. Celos. 2. 5. Come fui
fuor di camera, tirai a me l' uscio, e poi
pian piano vi messi il chiavistello in mo-
do, che senza av\cdersene è rimasto ser-
rato, ec Pier. Bel tratto! (F)
'.' g. SU. Bel tratto^ vale anche Op-
portunità , Puon destro. Cecch. Dot. 4.
6. Egli è meglio perdere un amico, che
un bel tratto. (J'J Car. lelt. ined. 3. I^^.
Qual tranquilla pace potrà mai esser Ira
questi Prindpi, che mi possa tanto quie-
tare, che se io vedrò un bel ^tratto di ri-
cuperare il mio, non lo facci. A^
■ g, XIII. Tratto, per Motto, o Detto
arguto. Lat. dicteriuni . Gr. «&>/A/Aa .
Scn. Pisi. Il quale sempre parlava a Ual-
i598
TRA
ti. Lib. San. 20. E suol io versi usar chi
è gentile Qualche trailo sottile . Bem.
Ori. 2. 21. ^l. Si suulc ia SpagDa ud
certo detto usare ( Certo cbe gli iipa-
gDUoli haa di bei tratti), Cb' ua servigio
Val più , che s* abbia a fare. Che cento
mila milioo de' fdlti. Car. Leti. 3. 191.
Giudiziose e ingegnose mi sod parse am-
bedue queste compuaizìoDÌ , e con alcuni
tratti multo spiritosi.
*f §. XIV. Tratto, per Quet segno
che si fa in fregando, o strisciando. Lat.
tractus. Gr. ous/xf^;. fit. SS. l'ad. Ve-
demmo per la rena le vestigia del tratto
d* un dragone sì grande , che , secondo
che si niuslrava \>et Io suo tratto nella
rena , era bene cumc una grande trave,
ec-: volevano pur seguitar lu dragone do-
po le vcsligie del suo tratto. Jìuon. Fter.
1. Inlrod. Un sol trailo dì penna e poca
rarta ec. pu<pte in un* ora Grandemente
arricchire . da/. Sist. 166. Che poi del
moto lunghissimo della penna non restì
altro vestigio, che quei traiti begnati sul-
la carta , la cagione ne è 1' essere sla-
to ce.
5r §. XV. /Vr Quel segno che si fa
collo stile , o col penntllo . Pani. Purg.^
12. Qual di peunel fu maestro e di sii-
le , Che ritraesse 1' ombre e i tratti, eh*
ivi Mirar farieno uno ingegno sottile! Ae-
gner. Mann. Dtc. 29 1. Chi ha innanzi
I* originale , non ha più bisogno d' in-
terrogare il maestro , per udir come ha
da regolarsi ne* tratti del suo pennel-
lo. (V)
# §. XVI. Tratto, per Tempo oppor-
tuno. Congiuntura. « Fit. S. Ciò. iJatt.
235. E Salilo Giovanni, come valente ca-
valiere e l'rencipc di Dio, non lasciava
tratto a fare e a dire di tutto ciò che
Iddio voleva. (C)
S §. XVII. Tratto, per Fiata, Volta.
Lat. vicis, tempus. Gr. a/ioifir' , xaipo's.
Bocc. nov. 5o. IO. In cosa che far po-
tesse intorno a ciò , sempre del marito
temendo , non ne lasciava a far tratto
(cioè, ogni volta che le si presentava 1'
occasione). Ar. Fur. 1. 2. Dirò d'Orlando
in un medesmo tratto Cosa non della in prò*
sa mai , ne in rima. A' 4- ^^- Po*" così
scoprirlo al primo trailo , Senza tenere i
cavalier più a bada . E 29. 63. Ma gran
ventura 1* aiutò a quel tratto . E sai. 3.
Quanto ben disse il mulattier quel trailo.
Che , tornando dal bosco , ebbe la sera
Nuova, che il suo padron Papa era fatto.
E Cass. 4 9- Ho fa»o >1 debito Mio un
tratto: tuo sia il danno, se t'impiccano.
Bern. Ori. i. 27. 24- Ma non vuoi ben
contar cum' andò il fatto. Perche lu pur
fuggisti il primo tratto .
§. XVllI. Innanzi tratto, posto at-ver-
hia/m. j vale Per tempo, Anticipatamene
te. Precedentemente, Primieramente , La
prima cotn. Lat. ante, ante rem confec-
tam. Gr. !p.:tpov^t*. Bocc. nov. 27. 17.
Queste cose si volean pensare innanzi
tratto; e se credevate dovervene comedi
mal far, pentcrc, non farle. Ar. iur. 32.
74. Ma innanzi trailo gli levo la strada ,
Che non poli? fuggir verso il cutello . / .
INMAN/I THATTO.
9. XiX. Di primo tratto , posta av-
verbialm; vale Sul principio. Da princi-
pio, Sulutamente. Lat. primum, primo.
Or. fu3v5,ajTiV«,T0tX«w». Crvn. Morell.
3 IO. Pagò renloquarauta inda fiuriai di pri-
mo tratto.
§. XX. In un tratto, e Ad un tratto,
posti avverltialm . , vogliono In un suhito.
Di .tuhito. Lai. statim, illieo. Gr. cu3u>
auT*'/a. lìocc. nov. 80. a3. 'l'ioppi da-
nari ad un tratto bai kpen in dolntudinc.
Bern. rini- \. 54- Come falcitn eh' a far
la preda intende, Che gira un pozzo su-
T R A
speso io su r ali. Poi di cielo io un trat-
to a terra scende.
3 %. XXI. Dare i tratti. Alerei trat-
ti. Tirare i tratti, e simili, si dicono
dell' Essere all' estremo della sua vita.
Lai. animam agert, antmam efftare. Gr.
tinux'}.*. * / /(. S. M, Madd. 87. La ma-
dre e tuUe r altre stetlono chete e in si-
lenzio, mentrechè messer Giesù faceva t
tratti, e passava di questa vita. (V) Ltb.
Op. div. Andr. \?,Q. Venendo dentro alla
cella, dove giacca lo santo romito, trovol-
lo che avea i tratti della morte. Fir.jis.
67. E' mi venne veduto ec. giacerne a*
suoi piedi ire tutti imbrodolati di saogue,
che ancor davano i tratti. Lasc. Madr.
43. Dopo mangiare un di quello meschi-
no ce. Innanzi alla sua donna Cominciò
a tremare, E gli orrbi a stralunare. Come
fanno color the danno ì tratti- l.asc. Pinz.
4. 4- ^S'' ^ (}'*' presso a dare 1 tratti, e
vi si raccomanda.
* §. XXil. Efiguru'am. m Dav. Me.
145. Bramo eh' ella ( I' Accademia), che
nelle sue mani dava i tratti e boccheggiava,
nelle mie basuse» spirasse e intrafatto pe-
risse »» . \C)
* §. XXIII. Dare l'ultimo tratto,
vale Morire» Alleg. 223. Dice che fu in
Valdimarina un tr.itto Un pover uom ma-
ialo di maniera, Cb' era quasi per dar 1*
ultimo trailo. (F)
g. XXIV. j\on ne poter levar tratto,
vale Aon poter vincerne posta, /testar-
ne al disotto. Stor. ,\erh. Strad. Con
questi Cristiani noi non oc possiamo le-
var tratto.
g. XXV. Vincerla del tratto, è lo stet-
so che Vincerla della mano, f . MANO,
§. COL. Lat. anlevertere. Gr. fhoC'^HV.
Varch. Ercol. 80. Quando alcuno aveva
in animo, e poco meno che apeile le lab-
bra per dover dire alcuna cosa, e un al-
tro la dice prima di lui, cotale atto si
chiama furar le mo>se« o veramente rom-
per r uovo in bocca, ec. ; e alcuni usano,
non: tu m'hai furato le mosse, e tu me
r bai tolto di bocca, ma lu me 1' hai vio-
la del trailo.
§. XXVI. Pigliar il tratto, vale Pi-
gliar il tempo. Bern. Ori. a. 3o. 3. La
chiosa a tutti questi testi ha fatto Rinal-
do quando addosso andò a colui. Paren-
dogli che fussc alto da maggio Pigliare il
tratto innanzi e 1' avvantaggio.
TRATTO. Add da Trarre. Òtor. S.
Greg. 6- 6. L* acqua della terra , tratta
dalla 1 adice della vite , dentro nell'uva
diventa vino (cioc atlralta). Vant. Purg.
29- E vidi le Baninirllc andare avanle ,
Lasciandi.! dietro a sh l'acr dipinto, Edi
traiti pennelli avea ( i migliori testi leg*
gono aveanoavieii) sembiante, ^nic/. 83.
Achemeiiide, trailo da' fati, al figliuolo d'
Anchisc cercò commiato (cioè, guidalo,
condoli©).
* §. Per Sottratto, Petratto. CiamU.
Or. Lìng. Fior. 23. Per il che traili i
700 anni , che voi dite dai due mila qnat-
Irocenlo otto, resteranno 1738, che è l'an-
no seceolo oltanladuesimo della vita di
Noe. (C)
3? TRA'TTONE. Avverò. Eccetto, Sal-
vo. Fr. Ciord. aa^i- In lui (PioJ prrfrl-
lameole sono lulle le cnalure, trattone i
difelli , ce. Eleggine il buono , e quello
da' a Din. (Vj t'r. 6. 2. 13. Il Iraspian-
tami'iilo si f.i quasi di (utie erbe, trattone
spin.ui rv. in ogni tempo, nel quale le
piante alquanto saranno cresciute. (C)
TRATTO TRATTO. Avveri: Di pun-
to in punto , Pi momento in momento .
Lat . identidem , Icnge frrquenter . Gr.
«yài; xai ajàu , &»;*«>«■ A'occ. nov.
81. 11. Parevagli tratto trailo che Scan-
oadio SI dovesse levar ritto , e quivi
TRA
scaooar lui . Calat. 26. Male fanno an-
cora quelli che tratto Iratlo si pongono
a recitare i sogni loro . E 3l. Perocché
tratto tratto soo rinculali a guisa di ron-
zino che aombri.
•f * TRATTORE. Verbal.masc. Che,
o Chi trae. Tiratore, Traggitore, Trat-
tore. Salvia. Odiss. 21- 234- Certo te sì
fallo Non genero la veneranda madre, A
essere tratlor d' arco e di frecce. (Aj
*f' * $. Trattore da seta, dicesi Co-
lui die dai bozzoli fa trarre il filo , e
metterlo in matasse. Magai. Lett. sctent.
pog. 2l4' Opinione che corre in Firenze
tra i nostri trailori di seta ce, che 1' o-
vatta non sia altro che quella rimondatura
di bozzoli, ec. (A)
3 1 RATTOSO . Add. Di bel tratto.
Manieroso .
* g. I. Vale anche Che e pieno di
tratti, in senso di Motti, o Detti arguti.
m I arch. Stor. 12- 4^- ^'^ grazioso, af-
fabile e cortese molto, arguto nel favellare,
Iralloso nel rispondere , prudente nello
scrivere ». (Cj Segn. Mor. |3. 334. Q"**
sto fatto del Duca inteso io Roma da Don
Diego di Meuduzza. che si riputava trai-
toso e di gran giudizio, disse: Il Duca
certo ha fallo un trailo da gran cavaliero,
ma non già da Fidclfo dell' Imperado-
re. (FPj
•}• ^S. II. Trattoso, dicesi anche dei di-
scorsi. Dep. Decam . II9. Che se non
sono tali ragionamenti Irallosi , arguti , e
pieni di molti , non vagliooo. (Vj
TRATTURA. /'. A. H trarre. Il ti-
rare. Fr. lac. T. 4- 10. i3. Caggionli i
denti senza irattura (cioè, senza esser ca-
vati , o sradicati).
* TRATTUZZO . Dim. di Tratto
Bemh. lett. 3. IO. 132. Io ne ho segnati
alcuni con un traltuzto di calamo, ed al-
tri non ho segnati. (*)
TRAVAGLIA. /'. A. Travaglio. Lai.
molestia, afflictio, anxieta< . Gr. a'vta •
A'o»'. ant. 09. 1. Ercole fu uomo fortis-
simo oltre li altri uomini , e aveva una
sua moglie, la quale gli dava multa tra-
vaglia. M. /'. 8. 8o. Tornando alle Ira-
vaglie del reame di Francia. Dant, Inf. 7.
Ahi giustuia di Dio, tante chi stipa Nuo-
ve travaglte e peue, quante i* viddi? /firn.
ant. Dant. Matan. 06. E della mia Ira-
Taglia Terragi;io esto savere.
t TRAVAGLIAMENTO. // travagliare.
Lat. molestia, afflictio. Gr. avt'a. Guid.
G.proem. La pura e semplice verità del-
la delta stona vario in diversi Iravaglia-
roenli. Zibald. Andr. ^\l^. Siccome l'an-
no è distinto in quattro maniere ec, cosi
i corpi noslrì si mutano in questi trava-
gliamenti de' tempi . Coli. Ab. Isaac ,
cap. 32- Appara il Iravagliamrnio e cam-
biamento della lua natura, e le lue opere
non naturali . ^ Ciov. Celi. $ it. Aif.
208. Cercano ec. di lutto il faticoso tra-
vagUamenlo del vivere che la memoria
del nome loro ec. si distenda e allunghi,
il più che sia pouibde , tra color che
verranno. (C
•f TRAVAr.LIANTE. Che travaglia.
Operante , Affaticante . Lai- lahoriosus
Gr. xot^xTfSjco; - Sen. Pist. 36l. Tanto
è più mollile e travagliaute, quanto egli ^
più vigoroso.
TRAVAGLIARE. Dar travaglio, Af-
fl't^^re. Lat. molestia af^cerv, divexarr.
Gr. xar/ojv . J>nnt. Purg. 31. La sete
naturai , che mai non saaia ec. , Mi tra-
vagliava. # Alam. rtm. 1. 354- Nt si mra
al compir 1' empio disegno Travagliar V
alma sì , che d* ogni posa Sé stesso face
in mille aOTanni indegno . (ff/ Segner.
Sent. t^raz. 2. Sono sialo in questo di
travaglialo assai d'una leolaaìooe. (TC)
4 §. 1. £" astolutam. vale Essere la
quali n.vigavauo a larMl M 'J
..f- Era uaa lesse r"-l">-"-;',^
r^ULlo, . vi travagliasse qmeo e pa-
ciBcmenle ciò eh" e' voleva^ -. ^ '^J'^
I 385 Quclo oggi spenae sags.anicn
'ii l^i, Che col "^o travagliar ..avagl-
flmo.d,;. Cercarrau T ulil suo dcbU alt.u.
"'"°*V*111. r.r Fatica. K"""- ^P-
^U, ravallia, Fra 1-al.re piante, un frass-
J<s v^le impacciarsi. lninsars,,ln-
'Questi regno anni...,-» poco s>t a
V.gli6 de-fatt. '<■'"- ,,.tJ;./W
che SI trescUino , si trava,iia
,/* c|.,W. ^r.^f ,or. Sior. a80. Me.-
f/réh^ r= Romagna le cose secondo que-
ire cne IH f ,;.,„„ non stettero
sto ordine si tra^ a^iia% au .
eorenliniquielilraloio f(c;
.^. § VII. Trai'agliare , m sigm/,c.
TRA
(«.■«?/.o- Lat. /../.o™,,-,- . </"ri(er. Or.
TlUVA<;Ll.\rlS.SlMO . Snptrl . .1,
Tra.-aglinto . Lat. a.unmosissin.us . Gr.
^,glK>ti»imo, e si stesse talvolta senrapa.
— ■ 'nar:rai;r^o^: --
TRA
iSgg
neiilr. e ">""•■ P"*'-
■a/e anc/ie ^/Ti
neiilr. e neuir. ,...^--, ■■■■- ,,,„_•
zicaiii, r^ fT-isùnìxi.. ITIOJOK-
«««r„ .(.«».;«■ ^'-T^yf-^-^, M, tra
f ;iiVl' d, riirarre e "trovare di più au
.ili e diversi libri e croniche e au,o
le ceste e Tatti de' F.orenlini. E /i S I
ÌjZo spessamente s, "avagliavano .
FiorenUni di conquistarla. /-IO O i
fsànesi mandarono anil.asnadon a 1 isa a
Cstruccio.edimandrglichenonsitra
variasse contro a loro. Li"- M' • " ,„
cólo ravagliare come soleva ; poro do-
rresti l"re%nalche riguardo alla mia vec
limale alberga interra ec.l emenda
iravaiiliare è quanto e '1 giorno . -. ^/r.
Fur 1 n- Or mentre V un con V altro
f^ trav^-lu, bisogna al palafreu ec. (D
C„r /e«. 2. 356. E V. S. se ne potrà
servire senta alcun riservo, per. he non co-
noscé riputazione, e tanto ha bene quanto
"ravaglia . Chiahr. Ut- 9. Vedendo che
era qu-lione intorno alla favola e in or-
no al verseggiare, egli si travaglio di dare
esempio a ^gind.care-rO„^^^„„^,.,,.
Gir. 55. Tutti debbono travagliare della
salute desìi uomini. iJ ì
.; R. ?X. Tra.agliarù. r^r «'"'"."-
larJi, Alterarsi. Palh,!. .V-.,^;. 23. ^on
SI travagliano per mutamento d altrui aria.
Dant- Par. 33. Non perchè più eh un
^mplice sembiante Fos>e nel vivo lume
,h' io mirava. Ma per la vista, che s av.
valorava In me . guardando , una sola
parvenu . Mutandom' io , a me s. tra-
vag ia< a .^ ^^ ^^^^ travaglia , dicono i
ihriaai 'quand' e grandemente agitato '
' Un v«.rcW/o travaglia, quando difficil-
mente può solcare. lAì
TRAVAGLIATAMENTE. Avveri. Con
mini tr-ivaglialivi , ec. ( .' La'- '"• ■"=
""tRaIaC^IATO. ^d.l. da Travasi"-
re: Pieno d, tramaglio. Oppresso da tra -
vagl.o. .-tJPlt.. Lat. nfflutns , anxius.
laf 34 E s- io divenni allora travagliato,
La «ente grossa il pensi, l'elr. canz. II.
5 e" ine," haticeUi. cibici e 1 bianchi,
Con 1- altre schiere travagliate e ..erme.
Gridano: O signor nostro ^'^^'^'^^J;,
r Q. IQO. 3. Trovando la gente d. mes
'e Mar?o sparta e travagliata, gli misero |
; isconettaW, affaticita). ta.c. r,m
rome r oro nel l'uoco travagliato , Cosi
aelhllor mani b sempre uscito Se te vol-
te più netto e più l'Urgato fcioe, agitalo,
""VTTen,po travagliato, dicesi Quel
tempo che dà travaglio, nel quale acca-
dono sollevazioni , disord,m . ^""•■ff;^
ni Air. 30. Giudicando per molte e
molte cagioni , eh- ei non Josse bene in
modo alcuno, in cosi travagliato e turbu-
lento tempo , che la persona sua uscisse
■"-TtR^'ÌgIiATOBE. 7Vr/,„/. .111.C.
Che. o Chi travaglia.
S Per ÌSagallelliere . Lat. pra:.^tipa-
to^Gc. a-/u>Tr,5. Sen. Pi.l. Questi so-
fismi ingannano Y uomo sen.a danno sic-
/■ -1 . =„loifl e le nalottole, e
come tanno 1 ho^soletti e le | .. .
dui stiunienti de' travagliatori e de
t-ragettatori. Ir. C.iord. ?-'■ ^^ ,<=»";.! è
di mille volte fanno colali t^X^S'^lr ,', /
cotaU magi. Amm. .4nt. L'i. 3. 5. Ilt.a-
va»l ialore^ perocché non promette se non
d- in-annar'e , gli "omini diligentemente
mirano, e solliciti^simamente 0"""°°.
* TRAVAGLI ATIUCE. Jcrhal./em.
di Travagliatore. Plnt. .4dr. Op. n.or.
,0, Rimossero la travagliatrice opimo-
ne circa gV Iddii , pe.cbb nonché altro,
non la ruevetlcro. (tj
V TRAVAGLIO. Queir ordigno com-
posi di travi. -M"-''^ '■ -""'Xt*'
^„c»o.o le hesfe /ast.d.ose r'^^'"^; 1
per medicarle . o ferrarle . Cinti- < ""^
r 67. E- ti parrh forse esser nel travaglio
De- buoi en.fato , e 'o pastoie condo o
Morg. l8.- 143. Ch' io so domar le bestie
•"^'ÀwAGL.O. Per/nr^^ione, 3/<,/e-
,„„, Sollecitudine. Affanno. Lai. mole-
'ua armeno, anxietas. Or. avi«. Nov.
ant'm- 2. Ora avendone egli a poco a
"00 perduto lo bere , lo mangiare e lo
dormire, e solTerendo tanto di pena e di
t"Z"\t^,cbc egli non aspettava se non
U morie penso "di mandare "oa lettela a
madonna Isotta. * C.iov. Geli. T ,t. AIJ
■?Q Nienledimanco i Viniziam erano m que.
st^o Tempo io un pensiero e in un Irava-
"lio traudissimo. (C)
", "§. I. Travaglio, per Affaticamento
intorno all' operare . Lat. l^^' %
Trovo:. * fir. Disc. an. 88. Amici 1 di-
liàccr eh- io piglio del non profiUevol
^vaglio che voi" vi prendete per accen-
der questo fuoco, mi ha mosso a venirvi
adirle, che voi gittate va ■' J^'o "
tempo. /O Cns. ""^ '"«•,''"', "."u t
pigrizia ha operato , perocché questa e
deUe serve citta compagna , ma la virtù
e il travaglio, che sono delle nobili e
reali repubbliche satelliti e ministri, (t )
sS S 11. l'ivere, lampare, o simili,
sul travaglio, vale Vivere, Campare, o
simili, con quello che si guadagna avo-
rand... .. Malm. 7. 5. Omai serra gli or-
d.nghi e le ciabatte Chiunque lavora e vive
in sul travaglio ". (Cj
■i- §. 111. Travaglio, dicesi anche U
lavoro stes-to fitto, oda farsi. Car. Un.
1. 68.Ì. Mira il travaglio, mira la frequeli-
tia E le porte e le vie piene di strepi-
lo . (N) Kucell. Ap. 23!i. Tulle hanno
un sol travaglio, un sol riposo. (C) I iv-
DÌ.1C. .-Ira. Mantenere i travagli di terra
-^9 IV Per Cosa difficile, malage-
vole, "stor. Tiarl. y8. Or non fe travaglio
a credere, eh' uoro mortale possa fare Id-
dìo? ( ì' ì . . I ut I
* g V Travaglio , dicesi del Male
che altri ila in alcuna parie del corpo .
e ,in-olarme,itE nello stomaco. Bed cons.
, 16 Si e aumentata notalulmente la bile
nel suo corpo, onde prova piesenlemenle
grandissimi Iravagh nello stomaco. (^)
TRAVAGLIOSISSIMO. Superi . di
Travaglioso. .Salvia. Disc. I. 80. La la-
cilili del vizio giunge ad essere col tempo
un affare travagliosissimo.
TRAVAGLIOSO. Add. Che ha. 0 da
travaglio . Travagliatore . Lai cerumno-
sus. Gr. i^ìiic ■-? Ciov. celi. I .t. Alf.
l58. Successe a Leone con un conclave
assai travaglioso e perturbalo Adriano d
Olanda. fO Car. Fa. 2. 486. Cerca lo-
ro altre terre ergi altre mura-. Che dopo
luneo e travaglioso esigilo, L ergerai più
d' Iroia altere e grandi. (CP) Buon. Fier.
5 I 5 Se '1 travaglioso mio pensiero
Non fa smagarmi a giudicar men retto
E 5. 5. 6. Che s' oggi travagliosa \o.
provata l'avete. Ragion b che tranqui la
: \ dilettosa Voi la godiate pure. Salvia
Disc 1 144. S' io considero la passione
dell' amoreTquanto ella è travagliosa, quan-
to terribile! -.
:;: TRAVAGLIUCCIO. 75m.. dt Tra-
vaglio . Lat. levis molestia . Bed. Cons
I i«6 È impossibile che anco per 1 av-
venire ella di quando in quando non ab-
hia a sentire qualche comportabile trava-
oliiirrio dì tliverse sorte. ( )
° Ti'avAiE.nTE. V. A. Add. Molto
valente. Lat. egrcgius . Gv E|a.p-:TI>;.
Dif. Fac. U Luigi iravalente, e tranobile
Imperador de' Romani.
TRAVALICAMENTO. Il travalicare. .
MI 2 35 In 4""'° travalicamento
dei tempo delle due armate ci occorre
'a colare altre cose. /T 3. ;0. La don.
na rimase vedova di due manU laglia-
U a ghiado in piccolo traval.camenlo di
'"71' Per melaf vale Trasgredimento,
Jnl.«rvan-.a. Lai. ''■«";'y"%?'i;^,^-;.
5-yS» = i5. Med. Ari,. Cr. 49. Ed ini .er
^il abbi in memoria questo '"o 'ravalica-
mento e peccato. Olt. Com. P"'? ^2-
p„°oilnome,n,adel.ravalicameu.ose-
'"* TRAVALICASTE. Che travalica,,,
,ra„a«a. OH- Com. Pu'g. 12. 216. Ellafu
priC travalicante il ^^^"^7^
Sin voi, re essere simde a Dio. (C)
^ \ TRAVALICARE . / alicare oltre ,
TilpLarej e.ù '■'" ^'^- "' P/ZZ'
com^ al figurato. l..^./ransmea'trans^
''•«-■■ G;- /^'-^"f ;„'=:,• modo, ch'ella
correndo fortemente in j^^ "'" ; 3.
travalica monti ■= •" ''■ ^f .....^lurudo,
IVunragionanu-no in . ^^__^_^ ^^^
PAV-Gr'lddU erano usali di parlar per
Shocca d;^'innoeemi, non parlare per
e
i6oo
TRA
1* cSelto, che per la sua doltriaa possono
alcuna cosa travalicare.
§. Per Trasgredire . Lai. transgredi .
Gr. :ra^5co«i'vJiv . ^'- algosi. C. D. Al-
lora fu dtlto : se travalicherete il cuman-
damcBlo, morirete ; ora dice: se ricuserei
te la morte, il comandamento Iravalicfae-
rete.
TRAVALICATO . AdJ. da Travaìi-
care .
t TRAVALICATOBE. T'eròaì. masc.
Che, o Chi travalica. Che, o Chi passa
oltre. Filoc. 7- 366. Il cui 6gliuulo Nino
era »tJto primo travalicalor de' [atrimo-
oidli termiui , cuti mano armala soggìo-
f,'ando5Ì r Orirnlc.
* TRAVANTAGGUTO . Add. P,ù
che vantaggiato. Cs- Jivft. Dant 1.285.
Questa è una delle vive » e travantaggiale
metafore, che voi diceste di sopra. (C)
'f TUAVARCAHE. Travalicare. Rim.
ant. Jìcll. Man. l58. Onde procedon le
malizie Ijofe , Che i tuoi comuadameoti
ognun Ira varca . frane. Sacch. /Jalt.
Vecch. 2. l5. E dice: o Giove, tua ra-
gion travarra In fare altrui gran torlo ,
ed hai fMlito. rP)
TRAVASAME.NTO. y/ travasare. Lai.
elutrìatio, trans/usiO. Gr. /AiTay/t^/to';.
Lib. Citr. malati. Prendi cura che nel dì
del travasamcnlo non liri vento scirocco .
* §. Per nutaf. Taf. Pav. Stor. Itb.
2.. pag. 47- ( Tarigi 1760) Ordiva la for-
tuna in diversa parte del mondo princi-
pi! e cagioni d' altro Iravasamento dell'
Imperio, variamente alla Repuhiilica lieto
o atroce. (B)
TRAVASARE . Par passare il liquo-
re , o altra cosa , di vaso in vaso . Lai.
eliitriare . Gr. ^iTKy yi'^eiv . Cr. 4. 35.
1. Convii-nsi il vino tr.ivasare aventi set-
tentrionali, e Don meridionali. Buon. Pier.
2. 4- II* Le merci ii Irava^tn, si traspor-
tino.
§. l. Per mela/. Dani. Par. 21- Quand'
io fu* chiesto e tratto a quel cappello Che
pur di male in pegK''^ si travasa. **- Z*rnon.
Pisi. 35. Questa si e la riluccutc casa DÌ
tutti quei, che vedi qui con lei. Che mor-
te nuovamente li travasa (cioè, gli collo-
ca in altro luogo). (C) Dav. Canio. X02.
E da lui, ritenutosi un terzo per provvi-
sione, son travasali in E.
V §. II. Travasare f vale anche Tra-
sportare le robe da un luogo all' altro .
Car. JCn. f\. ^, Tutti insieme scioglien-
do, travasando, E spingendosi in alto, in
Un momento Lasciaro il lilo. Segr. fior.
Mandr. 1. 2 DÌ poi avere a travasare
moglie, fante, niasserìxie, la non niì qua-
dra. (MJ
TRAVASATO . /fdd. da Travasare.
Lai. elutriatus , transfusus. Gr. fitrxy-
Vi9&ei'v Salvin. Di.sc. I. 212. Come un
liquore travasato perde di suo sapore, una
pianta trapìanlala in slraniv> suolo non fa
prode ; così ì scnliinenti .svelti , per rosi
dire, dal huoa terreno ce, iutristi^cono .
Segner. Mann. Dicemfi xi. 1. Fu diluì
rome di un lìno. nobile si, generoso, ga-
gliardo , ma non travasalo.
* §■ /' figuralam. Pep. Dream. 73.
l'assali (i libri più antichi) per manco
roani e men travasali, portano minor pe-
rìcolo di ciierc siali ronlaniitiali o dalla ne-
glìgcnzia o dalle voglie de* copiatori, (l)
'f TRAVATA. Unione di travi conge-
gnate insieme per ripone , o per rrggrre
gagliardamente checche .tia. # Stor. .\arb.
In lungo di navilii con molli fnilrri , 1 he
sono travaio di legnami congiunti insie-
me. Tac. Dav. Ann. 13. l58 Fcccsi di
Iravale un cerchio , acciò non potessero
fuggire, agiato da poterviȓ rin|tiraTr, ma-
neggiare , vtigaro e romhaltcre. ( ?>') C$uicc.
Stor. 12.606. Accostatoli con gatti e ira-
TRA
vate al fosso e alla muraglia della fortex-
za , attendeva a far la mina.
* TRAVATO. Aggiunto di cavallo bal-
zano. Red. lett. |. 7. Balzano travato ii
dice quando A hianro è nel pte<le dinanzi
e nel piede di dietro dalla stessa handa. (*)
« TRAVATURA. Gli ordini delle travi
nelle impalcature. Baldin. /oc. iJis. (A)
Bart. Ricr. Sav. l. I. i^- 23|. E final-
mente ec. ducente e più ossa , che sono
la travatura, che lieva su alto , in castel-
la, figura, e tostien lutto il corpo. (C)
•f * TRAUCCIDEIIE. In forma di
neittr. pass. Uccidersi t Ammazzarsi gli
uni cogli altri. Salvia. J/tad. li. 4"7-
Cola i destrieri addirizziamo e '1 cocchio.
Dove massimamente cavalieri E fanti mala
briga in tra lor messa, Trauccidonsi, e cla-
mor sorge infocato. (Aj
•f TIlAUDIRE. Ingannarsi nell'udire.
Udire una cosa per un' altra . Lai. per-
peram aitdire . Gr. IZxpc/JKoJt.tv ■ l'ass.
Amint. I. 2. Quivi altilan le maghe, che
incantando Fan travedere e traudir cia-
scuno . Salvia. Disc. 2. x34- 1 pìccoli
moli sembrano grandi nel sonno , che fa
Iraudire e travedere maravigliosamente.
TllAVE . Legno grosso e lungo , che
s* adatta negli edijìcii per reggere i pal-
chi e i tetti. Lai. trabs, trahes. Loft. 16.
Tanto t' è per lei prendergli , quanto se
per una delle lue travi della camera gli
prendessi. Tes. Br. 3. fi. Tutte le travi
e gli arcali del tuo dìfirio sia taglialo di
Novembre, o almeno ìufino a Natale, in
tal maniera, che ne c»ca lutto V umidore
che e nelle vene del legno. Frane. Barb.
235. 12. Da quel che va si grave. Che
par che porli un Irave. Pani. Purg. 3o.
Siccome neve tra le vive travi Per lo dosso
d' Italia si congela (qui per P Albero dì
che si cava la trave J.
§. 1. Dicesi in proverh.: Ogni brusco-
lo , 0 altro che sia piccolissimo , parere
una trave j e vale Stimar per grandi le
cose piccole. Cron. Morell. Non lì darai
piacere ne in detti ne in falli, e parr'a che
ogni cosa li sia una trave . ì'arch. Let.
298. Se e adirato , o altramente dì mal
talento , piglia agevolmente ogni occasio-
ne , ed ogni bruscolo, come volgarmente
si dice, gli pare una trave.
^ g. II. Pure in proverb. Più debole
il puntello che la trave, e dicesi quando
chi aiuta è più debole dell' aiutato . P.
PUNTELLO. §. VI. (yj
g. III. Dar la trave. Varch. Ercof.
56. Usansì ancora, in vere d* adulare, so-
lare, o dar la soia, e co>i dar 1' allodola .
dar caccabaldola, moine, roselline, la qua-
dra, la trave.
TRAVECCHIEZZA. V. A. Decrepità,
Ultima vecchiezza. Lai. seniiim, senectiis.
Gr. '/ripai ■ Sm. Pi.it. 26. Altro nome
mi convieue trovare alla mia cl^, e ancora
al corpo si ron\ iene altro vocabolo, e que-
sto si e non solameote veediiezi.!, ma Ira-
Tcerhieua. P 4o- Dall' una parte ha l'at-
to fanriullczia, dall'altra giovanezza, dall'
altra un Irjpasso da giovanezza ■ vecchiet-
za, p dall' atira ha fallo Iratccchirzia.
* TRAVEDENTE. Che travede. Sal-
vin. Pios. Tose. I. .^8;). Il no>tro. delle
lettere amante , non faceva altro che di-
scoprire il vero, e Irar fuora, e mostrarlo
a guisa d' amante si, ma non travedente,
non int^annaln. (*)
TRAVEDERE. Ingannarti nel vederr,
Vedere una cosa per un'altra. Lat. ca-
ligare, aìlticimiri. Gr. 7SX.pt t^i~tiv. Pìr.
nov. 2- 204- Oh! rome pu" riserr avvc'
nulo questo T io ho paura di non trave-
dere, l'ass. .'tmint. |. a. Quivi abìtan Ir
maghe , rhr mrantanilo Fan travedere r
trauilir ri.isrunu. »> .Vender. Seti. /Vmr.
Dichiar. Op. E perchè mai noi può fare
TRA
con ragioni Tcre ec. si affatica di farlo
con apparenti , come fa chi fa travede-
re- (TCj
* §. Travedere, vale anche Prendere er-
rore. Ingannarsi nel far checchessìa. Dep.
Decam. 72. In quettc voci, dove ha qual-
che simiglianza, strana co»a a vedere come
ci traveggano spesso alcuni forestieri. (V }
P,ed. lett. 2. 2i. ( Fir. 1779 ) Ho infin
dubitalo dentro di me medesimo, che qnel-
r amore , ch'io porlo a V. R. non mi fa-
cesse travedere. (C)
* TRAVEDEVOLE. Add. Atto a far
travedere, /fellin. Disc. 2. io. Né il mio
ragionare magnifico è uno sfurso fanlasiu-
so di colori oratorii, ìnganDevoImente con-
doni con un magistero di dipintura più tra-
vcdevol che vero, come ce. (Bj
* TRAVEDIMENTO. Abbagliamento,
Abbaglio. Lai. allucinatio. Gr. Tiztpvit'lt-
'^t;. Segner. }fann. Agost. l!^. 3. A cre-
dere un lai viaggio che si richiede ? ce.
Giudicare con quei principiì di fede, che
soli al mondo non sono mai solloposli a
travedìmcnlo . (') Bellin. Pise. 2. 238.
Badate un pu'l>cne se questi son vani tra-
vcdimenlì d'incanti, o sodezze palpabili
di veril'a. ( F)
TRAVEDUTO. Adti. da Travedere.
f TRAVEGGOLE, e TRAVVEGCO-
LE. Sust. pi. ed e Quel sottilissimo appan-
namento nella luce degli occhi, per cui gli
oggetti si veggono alterati, e spesso /' un
per /* altroj onde Aver le travveggole ,
si dice di Chi in vedendo piglia una co-
sa per un' altra, o travede. Lab. l^^.
Tu menti per la gola, tu bai le Iraveg-
gole. Frane. Sacch. nov. 12O. Nella fine
dissono che '1 tianditore aveva aruto le
traveggole. Lasc. Sibili. 5. II. Quando
10 gliene dissi, egli mi uccellava ,e diceva
che io aveva le Iravveggolc. E Spir. 4-
3. Costui sospettoso gli jtare aver veduto
le meraviglie , come egli avesse le trav-
vepgole.
§. Far venire le traveggole, vale Far
travedere. Cecch. Incanì. 3. 2. Questo i
un inrantesimo, 1 he fa Tcnìre agli occhi
le traveggole.
TRAVERSA. Legno messo a traverso
per impedire, 0 per riparare. Lat. asser
transversus. G. /'. 12. gS. 2. Abbarrato
per mare e di fuori con pali e trarersc
di legname.
§. L E per sìmilit. si dice di Qualun^
qiie altra cosa che si ponga a trai'erso.
* Borgh. Arm. Fam. 4- Volendo cia-
scuno la propria insegna, e* fu forza d'al-
largarsi in più colori, e que' medesimi ìn
diversi mudi formare: a doghe, a sbarre,
a Irarersc , a onde , a scacchi. (1')
§. II. Traversa, per lo Spaziò che at-
traversa- Lai. of>liqiiita.t, spatìum tran-
sversum. Gr. /sJo'tt;;, "ìayiorr,;. JTjor.
Fur. 5. lo4- La forma sua ( della Boe-
mia} e quasi tonda, e con tanta traversa,
quanta può camminare ìn tre di uno a
pie, che non p<irtì se non >è stesso.
§. MI. Traversa, per tfcorriatoiaj Stra-
da non principale , che abbrrt-ia il Cam-
mino j Trageito. Lai. semita iransversm.
Gt. ri n/a/t5rf-
§. IV. Trtuersa, per yfanro%'escto.\.9^.
ictus. Gr. ttXt;'/»;*. Morg. 7. 54' E man-
dritti; traverse con fendenti.
f §. V. Alta traverta , pesto avver-
bialm. , vale lo stes.to che .4 tra%'erso .
Lai. transversim , in lrans%ersum . Gr.
izivyibii. Tesorttt. fìr. a. 17. Perdei il
gran cammino, E tenni alla traversa D'uoa
selva diversa.
§. VI. F figiiratam. va!e Con isde-
gno. Stranamente, Rabbiosamente. Frane
Sacch nov. 22(). Rispondendo nuovamen-
te e alla traversa spesse volle a mrsser
Aldighicri.
TRA
* §. VII. Traversa, dicono i militari
Una massa di terra, o Un muro di forma
quadrilunga , che si alza di disianza in
distanza, lungo i lati della strada coper-
ta per solfarla dall' essere imboccala dal-
l'artiglierie nemiche; e generalmente Ogni
opera della stessa fgura, che si costrui-
sce in questa, o quella parte del recinto
per lo stesso fine. Calil. Tralt. fort. 42.
Servono (i cavalieri) eccellentemente per
traversa al battere per cortina, e fanno
bonissimo 6anco alla cortina per di den-
tro. F. 48. Nello slesso tempo si sbasserà
il fondo , per tutto quello spailo che re-
iteri tra r uno e 1" altro di questi argini
di balle o fascine) e s' ajierà la traversa,
• sari ricoperta più sicura. (Cj
TRAVERSA . Avversil'a j che più co-
munemente fu detto Traver>i*J modo an-
tico. Lai. res ad\erstr, infirtunium. Gr.
*viiTux>5>«Ta. G. r. 11. iBg. 6. Tan-
te furono le traverse e dififalte della no-
«tra oste . Bocc. Leti. Pia. /ìoss. 279.
Ori non 50 io se voi siete del numero
di coloro che si dolgono più nella vec-
cbieiia alcuna traversa avvenirgli, che se
nella giovìnezxa avvenisse. ^ Lar. lett.
xned. a 332. Lo stato del conclave è
questo : Carpi e Putco sono in carriera ,
ina non possono giugnere, ed hanno delle
traverse pure assai. (^ì
TRAVER.SALE. Add. Trasversale. Lat.
transversalis. Gr. rrJa'yio;. ff- 3. 7.6.
E le lolle si rompano , e
mondino , così i diritti minori
traversali solchi maggiori pe
TRA
TRA
i6ot
e i solchi si rì-
come 1
le inferiori
parti de' campi impressi, liiion. Tane. 1.
3. Sol signor di quattro loUe Traversai
Edecommesso (qui nel signifc. del §. II.
di TRASVERSALE).
TR.ÌVERSALMENTE. Avverb. A tra-
verso . Lat. transversim . Gr. ^riayiw? .
Cai. Cali. 25». Traversalmente le muo-
va per tanto spatio , quanto è la mela
della sua grosseua. E Sist. ^27. Nei ma-
ri che traversalmente si distendono verso
i poli ec. , non resta cagione di Qussi e
riflussi .
TRAVERSAMENTO. // traversare.
't §• Traversamenlo, per Vivisamen-
10 di traverse . Lib. J'iagg. Di sopra al
muramento e sopra le scalee v' e certo
traversamenlo, ovvero ordinamento accon-
cio con bello e 6nissimo marmo, dove ha
a stare lo 'mperadore a vedere fil l oca-
hol. alla voce SCALEA legge: sopra alle
scalee ec, dove ha da slare lo imperado-
re a sedere ).
TRAVERSARE . Passare a traverso ,
Attraversare. Lat transverso cedere. Gr.
nXayiui StoSsuti-j ■ Bocc. nov. 18. 16.
Limosinando traversò V isola. E nov. 99.
7. Non vi sia grave 1' avere alquanto la
via traversala , per un poco men disagio
•vere. Vani. Purg. 5 Appiè del Casen-
tino Traversa un' acqua e' ha nome l'Ar-
cbiano .
* §. 1. Per Stendere per traverso .
Frane. Sacch. nov. II9. Si coricarono a
dormire nella detta pai;lia; e traversando
le gambe, e intraversando V una sopra 1*
altra ec, uno guarda fra le dette gambe,
e videle cosi infrascate. (F)
f # §. 11. Traversar la via ad uno,
vale Impedirgli che passi ponendosi a tra-
verso della via. Fav. Fsop. 129. Appena
mi tengo eh' io non li dia la mala ven-
tura per avermi traversata la via. (V)
ir g. 111. Traversarsi con alcuno, va-
le Impacciarsi, Aver che fare con alcuno.
Lasc. Arzigog. 4- 7- Levamelo dinanzi ,
eh' io non mi voglio più traversar se-
co, f.v;
TRAVERSARIA. Spezie di rete da pe-
scare; Beiza. Ir. 10 36 3. Anche si pf
aliano fi pescij ne' 6umi, e in tutte spaziose
Vocabolario T. il.
aeque con rete, la quale alcuni chiamano
traversaria , che è composta di tre reti ,
che le due son grosse e rade , e quella
del meno sottile e 6tla , ed ha nell' un
lato piombo, e nell' altro suverij e se sia
mollo lunga, abbia alcune iucche secche,
acciocch'e Mia diritta ncU' acqua.
TRAVERSATO. Add. da Traversare.
Frane. Sacch. nov. 5o. Le calie non ba-
sta si portino una d' un colore e 1' altra
d' un altro, ma una calza sola dimezzata,
e traversala di Ire, o quattro colori (ciac,
fatto a liste ). Cr. g. 8. I. Il miglior ca-
vallo che sia, è quello il cui volto è am-
pio , e il cui vedere è a lunga e acuto ,
ed i; ben traversato ( cioè , grosso , ben
ossuto, bene unito, atticciato ).
t TRA VERSTA . Term. marineresco .
Furia di vento, che agitando grandemen-
te le acque del mare, impedisce il corso
della nave. Serd. Star. 2. 70. Una delle
sei navi da carico, assalita da una traver-
sia, diede in una ieici.Ar. Fur. 19. 5l.
Maestro e traversia più non molesta, E ti-
ranno del mar Libeccio resta. Ked. Di-
tir. 42. Veggio rotti e remi e sarte, E
s' inturian tuttavia Venti e mare in tra-
versia.
TRAVERSIA. Disavventura, Disgra-
zia . Lat. infortunium . Gr. Ju5TU);>a.
Ilellinc. son. 2^0. Farò il buono , il di-
screto, il giusto, il netto. Per fargli uscir
poi qualche traversia. Car. lett. 2. 157.
Ma per le traversie che corron di que-
sti tempi ec. gli è parso impetrare da N.
S. ec.
* TRAVERSINO. Term. de" Costrut-
tori e Marinai . Pezzo di legno posto a
traverso di alcune parti delle navi. (A)
f TRAVERSO. Siist. V estensione di
un corpo considerato nella sita larghezza.
Cuicc. Slor. l3. 633. La natura ha fallo
un fossato dirupato , che piglia tutto il
traverso d' un piano infino al monte .
v Ces. Nov. 272. Ora parvi piccola cosa
trema braccia? quella coda terrebbe tutto
il traverso di questa chiesa. {t'J
§. Traverso, per Colpo dato a traver-
so. Manrovescio. Lat. ictus. Gr. Tty.fiyr'.
Bern. Ori. 1. 20. 32. Sta cheto, e mena
un traverso, o fendente, E ciò che trova
manda in sul sentiero .
t TRAVERSO. Add. Obliquo, Non di-
ritto . Lat. transversus , obliquus . Gr.
rt)a/io« , Jofo':. Pallad. Marz. II. Son
da seminare i cardi crescente la luna, ec.
guardando che i semi non si seminino sot-
tovolti, o traversi, imperocché crescereb-
bero e' cardi debili e non ripiegati. Filoc,
2. 4o3. E se 'I colpo fosse stato traverso,
siccome fu diritto, opinion fu di lutti, che
tagliata gli avrebbe la testa. Buon. Fier.
3. 3. 2. Traverso scorridor , che non sa
dove Lo guidi il caso.
!ls g. I . Traverso , accenna anche I'
estension di un corpo considerato nella
sua larghezza. Bellin. Disc. 1. l63. Si
riducano di larghezza intorno a due dita
traverse. iC)
g. II. Traverso, per Traversato di li-
ste. G. V. IO. 154. 2. Niuna donna non
potesse portare ec. nullo vestimento inta-
gliato, ne dipinto ec, ne nullo addogato,
ne traverso.
f §. III. Traverso , fgiiratam. per
Avverso . Lat. adversus . Gr. evavTt'fl?.
Bocc. Lett. Pia Boss. 279. Niuno vec-
chio è ec. , il quale per varie avversità
non abbia pianto molte volte , molte do-
lutosi , molte la morte desiderata ; nelle
quali cose essendo indurato, e callo aven-
do fallo , con molla meno fatica le rose
traverse vegnenti riceve e porta , che i
giovani non farieno . Filoc. 4. \'/5- E
certo in alcuno amore i fati non furono
mai tanto traversi , quanto nel mio sono
slati. * Red. lett. 66. Il serenissimo Gran-
duca avendo inteso il caso traverso delle
ottocento pezze, o leoni che non sono stati
pagati a V. S. ce. ha risoluto ec. (C)
§. IV. Per Aspro, e Incomportabile .
Cavale. Med. spir. Innanzi che gli rice-
vessono a professione , gli provavano con
molle ingiurie , e obbedienze traverse , e
fuor di modo, ec. Fr. lac. 'T. 3. 18. II.
Padre, do* vuoi ch'io vada? Fino a quel
popol d'India sì traverso?
f 5 §. V. ..4 traverso , posto avver-
bialm. vale Per parte. Per fianco. Obli-
quamente. Bern. Ori. I. 17. 3o. Perchè
Rinaldo il tagliò per un verso. Che i Geo-
metri chiamano a traverso.
:? §. VI. A traverso , vale anche Da
una parte all' altra, considerata la cosa
per lo verso della larghezza. Bocc. nov.
77. 64. Presi i travicelli della scala, la
cominciò a drizzare, come star dovea, e a
legarvi con ritorte i bastoni a traverso. (C)
* g. VII. A traverso, si usa anche a
modo di prep. e vale lo stesso . F. A
TRAVERSO, g V. (C)
* §. Vili. Andare, 0 Dare a traver-
so , dicesi di nave che faccia naufragio .
r. A TRAVERSO, §. 111. (O
* g. 15. Andare a traverso , figura-
tam. dicesi di negozio, 0 di persona, che
abbia esilo infelice , che finisca male .
Morg. 14. 1. Padre del cielo ec Non mi
lasciar perduto ire a traverso. Mentre eh'
ancora è pronta la mia voglia. (Cj
^ g. X. Dare a traverso ad uno, vale
fguratam. Oppcrsegli, Dire il contrario
di quel che egli dice. J.a.ic. Cen. 1. nov.
4. 91. Niuno ardiva di dirgli cosa ninna
alla scoperta , benché mille bottoni aves-
sero sputato , e mille volte datogli a tra-
verso. (Cj
* g. XI. Guardare a traverso, dicesi
di Chi ha gli occhi scompagnati, per cui
guarda obliquamente. " Maini. I. 39.
Dietro al Duca, che ognun guarda a tra-
verso , Vanno canUndo 1' aria di Scappi-
no » . (C)
* g. XII. E fguratam. vale Guardar
con mal occhio , in modo indicante ira,
collera . o simili . V. GUARDARE , §.
XII (C)
* g. XIII. Pigliare a traverso , fgu-
ratam. vale Pigliare in mala parte , in
senso contrario. (C)
sl= g. XIV. Di traverso , posto avver-
bialm. vale Dalla banda trasversale. Tra-
sversalmente. J\ DI TRAVERSO. (CJ
* g. XV. Talora vale anche Pa una
parte all' altra considerata la cosa per
lo verso della larghezza . ■■ Pant. Inf.
3o. Con tutto eh' ella volge undici mi-
glia , E men d' un mezzo di traverso non
ci ha ... (C)
* §. XVI. Da traverso, posto avver-
bialm. vale Obliquamente . » Pelr. cap.
6. Così rispose; ed ecco da traverso Piena
di morti tolta la campagna ... (Cj
* g. XVII. Biguarilare qualcuno da
traverso , fguratam. vale Guardarlo in
modo indicante ira , collera , o simili .
.. Alam. Gir. 17. 4o Ma il possente guer-
rier tosto s' arresta , E 'I riguarda cruc-
cioso da traverso ». (Cj
•y g. XVIll. In traverso, posto avver-
bialm. vale Obliquamente. Piceli. Fior.
47. Il meu ec. ha le radici sottili, e spar-
se, alcune in traverso, ed alcune in pro-
fondo. (C)
* §. XIX. Vale anche Pa una parte
air altra considerata la cosa per
lo
so della larghezza . Dittam. 6. 3. Questo
braccio di mar stretto in traverso. Lungo
infra terra vien da mezzogiorno. (C)
* g. XX. Per traverso, posto avver-
bialni. vale Obliquamente . " Cr. 2 17.
3. Se la terra é poco abbondevole per
201
i6o2
TRA
WBOre , dlrua lempcr^medlo riceve , im- |
porocchè ii cava eoa foiwtì per Uaver-
4l> ». (Cj
''.' §. XXI. Ta/ora vale anche Per lo
verso della larghezza iteUa cosa. Cr. g.
37. 2. lacuDljueiile culaie ii>gros:>dmeulo
così per Io lungo, cotnc per traverso, ac*
cuuciamente i^ iacaocì. ( Cj
3? g. XXII. IC Jìguratam. vale In una
maniera insidiosa , contraria alla probi-
tà, alla stncerttà, alla rettitudine, u Mae-
struzz. 2. 8. 3- Il dclrallorc fa questo in due
tDodi: alcuna volta per «Jiritio, alcuna volta
per ol)li<iuo, e per traverso. l*er dirillo la
questo in quallru modi, ec; ma per olili-
quo , ovver per traverso , si fa in due
modi ». Varcli. Kvr. Giov. l\j. E di tut-
to fu ragione l' ordiiiatnenlo della mktixia,
tanto tt-nipu e sì grandemctitc da tutti Ì
vecchi l)i.iìiinato , e vietala, e poi conce-
duta al 6ne non dirìltaniente, ma per tra-
verso. (C)
\ V TltAVERSO. Àx-vcrb. Traversai-
mente. Alain, Colt. 5. 112. Di fonte o di
ruscel chiare acque e dolci Per gli erliosi
seotier corrin vicine, Ove in mezzo di loc
Iravcrso giaccia Pietra o tronco, f/^
'.' TKAVEUàO.Mì. Siist. Accrescit. di
Traverso f nel signijic. di M'inrovescio.
Bardi . E vuol tirargli ud traversone al
collo. (Aj
# §. Traversone. Terni, de' Carrai,
Carrozzieri , ec. lirosso pezzo di legno ,
che rfgQC le stanghe per traverso. (Aj
TRAVEIISO.NE. Avverò. A traverso.
Per traverso. Lai. i'i transversunt . Gr.
JlAayi'wi- Nov. ant. 60. 2. E cosi arma-
lo , come clli era , lo misero traversone
sopra d' uno ronzino.
•"? '^. In traversone, vale lo stesso che
Traver.iQnc. lienv. Celi. l'it. 3. l^\5. Ti-
landosi in punta di pie in traversone gran-
ohiesramcnte -li fece riverenza. (Cj
TRAVERTINO. Tiburtino. I.at. lapis
trihurtintts. •'.' Baldin. 1 oc. Dis. Il tra*
vertino di Tivoli b di grana ruspa , e di
rolor hiaoco. f,7> Impcrf. l'ini. D. l^. T.
8- 383. Allora fuori che nella grandezza,
ihe differeuia fareste voi da esso (mondo)
a una palla di travertino? ; !•')
•f * TRAVESTIMENTO. // trave-
stirsi. Cecch. Ass. 5. 4- Andate a far le
haie e* travestimenti a casa le sciagurate,
non a casa gli uomini dahbenc. (Aj
TRAVESTIRE, t'estire alcunodcgli al-
trui panni, perche non sia conosciutoj e
si usa in signijlc. alt. e neutr. pass. Lai.
vestem mentiri , vel mutare. Or. t^v
ìs^/Ttoc àX'X^OJtJii^xi. Fir. Trin. ^. 2.
Ma dove andremo noi a travestirci, che
uo' non siamo veduti?
s> §. I. Efigtinttam. Salv. Awert. 1.
2. 12. Ma egli le trasfigura (le parole )
assai spesso, e alla nualia foggia quasi le
travcsliscc- ($')
2- U. Travestirsi, diciamo anche allo
Immasch'rarsi . Lat. personam indutre .
Or. ^yq/xa jTTO/^Siviiàai . Buon, l-'ier.
I. A. o. £ si travestono Non pur di te-
lerie, non pur di quoia, Ma d'ogni lavo-
rio, d'ogni materia ài fanau invoglia ma-
sclicre fantattirlie.
5 TRAVESTITO Add.da Travestire.
Lat. vestem mcntitus, persona/n indiitus.
Gr. T*Jv iz^r,-'x xlx^o>'>oo'ucv9;. fìocc.
nov. 28. 16. Travcitito de' panni di l'c-
rondo ec. v'audo. lìern. (hi. 2. |5. 5o.
Era nel rc^no del re Carlomano Venuto
ascosamcDlc e travestilo A cercar quella,
onde '1 core ha ferito.
*•• §. I. iCin forza di sust.» l'ir. Trin.
4. 7 Che travestito h questo scnxa ma-
schera? /■," appresso: O iravoslìto , come
avete vo' nome >« ? (S) "
f § li. Jn proverb. l travestiti si co-
noti;onQ al cavar della maschera y che
TRA
vale, che Alla fine ti scuoprono gfi 1*0-
niini /randolenti.
TRAVETTA . Dim. di Trave. Lat.
trahicula . Gr. oV/t.; . ■'^'egr. i-'tor. Art.
gucrr. 7. l5l. lo ho vedute di queste sa-
racinesche, che voi dite, fatte nella Ma-
gna di travetto in forma d' una gralicola
di ferro , e queste nottre kODo fatte di
panconi, tulle massicce.
-i- TRAVIAMENTO II traviare. Svia-
mento. Lii. aberr.itio. Gr. « ~9~/0C J»J74;.
Scgner. Crist. instr. 3. 32. 2. Se v* iu •
tervicne di natura qualche colpa , non è
jlla più che ce. qualche leggiero Ira-
viaincoto dal sentiero dititlo della ragio-
ne. (•)
TRAVIARE. Cavar di via , Allonta-
nare. Lat. removere, a recto tramite de-
dttcere . Gr. aT«/!iv t^ì oÒoj . G. /'.
10. 7. 7. Inconlanenle da f;uales il travia-
rono per hocchi di lungi hene trenta mi-
glia. Dant. Pnrg. 5. Qual fona, o qual
ventura Ti travio sì fuor di Campaldino?
Petr. soa. a^i^- ^'•' '* cieco amore e la
mia sorda mente Mi traviavaa sì, ch'an-
dar per viva Forza mi convt.*nia dove morte
era. l'arch. i^-z. 4yt. K.irendo una tr.isla-
zionc da' viandanti, (|Ujndo sono stati gui-
dati fuori della strada diritta, dice : ce. O
dolor, perchè mi meni, per qual cagione
mi conduci e mi travìi 7
§. I. In signific. nentr. vale Uscir di
via. Lai. aberrare. Gr. a~9~i^avà5Ì?flti.
ììuon. Fier. 3. 2. 9. O frodolenli In farti
traviar gU assaltatori ^loo ti sian, ce. Ar.
Fiir. 24- 2. Gli è come una gran selva,
ove la via Conviene a forza a chi vi va
fallire: Chi giù, chi &u , chi qua, chi la
travia .
§. II. Per mclaf. vale Uscir di propo-
sito , Saltar di palo in fra\ca . Lai. dt
calcaria in carbonariam . Sen, Pist. lo
ho forviato e travialo , e sono entrato ia
una favola .
t TRAVIATO. -^rf</. rfrt Traviare j ed
usasi così nel proprio, come mi figura-
to . Lai. devitts , errans . Gr. aS*r05 •
Petr. son. 6. Sì traviato è 'I folle mio
desio A seguitar costei. Cas. son. 2. Cb'
a me per voi, dìsleal fatto e grave. Esa-
nima traviata opprime e punge . Bern.
Ori. 2. 9. 49- Ma dal signor di lutto 'I
mondo, Amore, Aveva si la cicca mente
offesa, Si traviato il fulle suo disio , Che
non sì ricordava por d' Iddio. Buon. Pier.
4- 3. 4- Or per terre, or per mare Tra-
viato e smarrito . * Borgh. Orig. Fir.
l32. Non ci eia ancora mtrodotla quella
maniera, che di Grecia ci fu portata ne'
tempi più bassi, e più traviati da'coslumi
antichi. (/')
t TRAVIATORE, l'erbai, mate. Che,
o Chi travia, ed anche Che, o Chi esce
di via . Buon. Pier. ^. ^. 2^. E gli ri-
chiami spesso Traviatori incauti a miglior
metro .
■-;: TiìAVICELLA. Pim. di Trave. I tt.
S. Gir. 3 Aveva appiccala alla (ravicella
sopra al suo letlicriuolo una funicella. (*)
Pallad. t). ConGct'hinsene due ordini con
ispessì a^uli su le tiavicellc. f l'j
TRAVICELLI». Don. di Trave. Lat.
tigtllus , tigillum . Gr. òottctov . llocc.
nov. l5. 19. La quale f'Mi-o/.i^ dalla eoo-
trapposta parte sronrilla dal Iravicrllo, cou
lui insieme se n* andò quindi giuto. I\ nov.
77.64. Presi i travicelli della scala, la co-
mincio a drizzar, come star d>>vca. .Meas.
sat. \. O boia, un' giorno il rana|mlr ad-
doppia, Ed appicca costoro a un ItavicoUo
De' traditori della patria in coppia.
THAVILLANO. /'. A. Add I illnnis-
Simo. Lai. iliirixsimin K\i. o/Xr.^'^a rxr»,.
^>/i. Ptst. L'uomo dctt meglio anuic ira-
lorda e Iravillioa morte, che tiaoctlo lei-
vaglio .
TRA
t TRAVINTO . /'. A. Add. Più the
vìnto, I into t e rivinto. Lai. victus. Gr.
:r!_;il9toi v(/r,&e ; . iUnd . G. 3. a. 1
quali , quasi «"omc travinti , ubbidienti al
suo aibitrio , non ardiscono di levare la
baltaglierescbe teste.
f? THAVISAMENTO . // travitan ,
L' tntmajcherare. Lat. personae adiectio.
Pros. Fior. 6. 23. Da que»to iravisameQ-
lo, che viene a dire inutamcnlo di viso ec,
ma&cbcre sì dicoa le moschvie. (*)
* 3- F per meta/. Salv. Avvtrt. X X. 4*
Sono tutti di Ialina schiatta (tj ut' compa-
rativi di cui parla t , e quindi paissaLi a
noi Con poco travisamento. (V)
TRAVISARE. Travestire, immasche-
rare j e si usa in signific. att. e neutr.
pass. Lat. personam adii*ere , larva in-
duere . Gr. t^03w:T5» ùrrao Jltv . Siov.
ant. 84- '• Incontanente ve n'ebbe Unti,
che maraviglia f u ; e ciò fu, perchè molli
che non erano bisognosi si travisaru , e
audarouvi . Buon. I ler. 4 I- 7- CredoQ
far lor paura e dìscacciotli, Sendosi in que-
>ta guisa travisali.
§. F in signific. att. tale Ingannare,
.Mostrare una cosa per un' altra . Lai.
dciipere , fraiidari. i,r, s'^aTrarav- Ao*-.
ant. 46. I- Con beiti sembianti fece si,
che del parto la donna non lo potè tra-
visare .
TRAVISATO. Add. da Travisare,
Morg. i3. 4l- Marsilio guarda questi com-
pagnoni , Disse : voi siete cosi travisali .
fiiion. Ficr. 3. 5. 4* Senza veder trescar
Cerere e Uacco .Nelle persone di quei tra-
visati. F !\. 4- l^- Lhe, sparsi per la fiera
travisati , Fanno di mali strani.
TUA VISO- // travisare. Maschera.
Lat. persona. Gr. TOs'ffwTOv, rzpo'sy^vip.v..
Buon. Firr. 4- X- 7- !>' »]uel carcame In
dispoglia il petto , E del bruito traviso il
viso e gli occhi Dis^^ombra.
* TR AVITO. / . ./. Steccato, luogo
t-ircondato e chiuso di travi. Cuitt. leti.
39. 88. Guardando in nell* a&prissiroo tra-
vilo, u* son or cimlieUalo. iirun. Ltic. 5.
Simigliante cosa è di colui che sta Del tra-
vilo a combattere, (f)
't ::• TRAVOLARE. / olare trameno.
Polare al di là . Salvia. Jliad. 5. 149.
Ferillo, e 1 giun>c dalla destra spalla ce,
E travtiluone l'amara saetta, E trapatsono*
dall'opposta banda, E s* imliratlo di san-
gue la corazza. (Aj
t 3 TRAVOLGERE,* TRAVOLVE-
RE. t olger sozzopra, e per altro verso.
Lat. invertere. Gr. /aTairsi'^ic» . Ftp.
l'ut. Sost. Le cose umane pervertisce ,1/
maldicente t e istorua e travolge (qui la
stampa alla pag. 26. Ugge coi Testo bi-
storua; e l>ì>torna ha pure ti S'ocafutla-
rio a questa voce citando TraU. Umil.).
Lab. 307. Furoniì si gli occhi corp^irali
nella testa travulti . che tu non vvdrsti
lei esser vctrhta , e già stomachevole •
Uiii.itj a riguardare . /'d/i/. la/ 20. Mi-
rabilmente apparve esser travolto Ciascun
dal mento al priucipio del cosso . Petr.
son. 227. Mi tiene a fieno, e mi travolve
e gita. ^ ('.ir. Fn. IJ. 179 Dammi rhr
'I profumalo ec. taiaetino Gli scompigli
una volta , 0 oella polve Lo travolga a
Del sangue, (fi)
1? §. /:.■ neutr. pass. ■ Dami. /«/". 20.
Forse per foiu già dì parlosia Si travol-
se cosi altua del tutto ••. (l\J Cor. Fm.
2. 773. Tale uu colubro ce-. Quando,
deposto il suo lUMilo spoglio, Riogiovc-
uilo , alteramcnlo al sole Lubrico si tra-
volve , ec. tBj
« TRAVOLTAMENTE. Avverò. Strm-
M'iianuiiic, itii'camente. 1 al. oblique. Gt
ni«/iwi // Focakol. ttUm voct BIECA-
MENTE. (')
TUA VOLTALE. Tr«vol$tr*. LaL m-
TRA
^erl.rc. Gr. xara^r/^.^ye.». »"»"■ F'^^ ,
4. A. l5. ln«n.i.s»'«i"" ^■""' ''••''' "'""
occupale Le conJ.tion Iravolun di-gli >1-
felli e I7"> fiS'iri'Iam. )■ _ , .
TRAVOLTO. -yJJ. rfo rrnro/jer. .
L.l. i/!..»-.».!. Or. «aTSarpayfi.vo;. K/inf-
Pur?. 33. Dorme lo •ng.'gi.o tuo, se noD
i>U„f. Ver s,.gular cagiuoe c.er ecceh.
Lei unlo, e si IravuU» nella c.ma. hocc.
„..■. 11. 7. Ver re«ere com Iravollo ,
oaandu vi fu mcDalu . non 1' .via cono-
?ciulo. Cr. l. 5. 2- La Pi-l» ;"""j»
che dice l'ialon.', b Mmiglianlc alla li„uia
d- un uomo IraTollo, ciui: clic al.l.ia il ca-
po di sono . Iranc. S«rch. Op- ■>"■ *•
Crislo fu .1 più Lello e •! meglio proror-
.ionalo corpo che mai fosse , e non cl.he
gli occhi l'avoli,, né spavenUU. />c/»"..
OHinlil. (•■ 1 coli, vedovi .1. lavor.,lori, e
neun. «>lle Iravolle coli' aralro.
TRAVOLVEKE. 1. Tl'AVOLCERE.
TRAVVEGGOI.E. /• TKANEGCO-
LE
TUE. Nome numerale, che segnila "••■
meJ.atamenle al .lue. senza disl.uz.cne d
alc^n genere. Lai. ('«■ Gr. -f-^i""";^
no.: 16. 16. Alla 6..e, forse dopo Ire, o
quallro anni appresso la parli!.. '•'"»",•
pervenne in Lunig.ana . J>anl. '<"■.■ ^•
Tre specchi prenderai, e due rimuo». Da
le. P.lr. son =4- «•"'""' f"" T '""'
men bella. Cas. leti. 27- D.d q"ale sono
TRA
r arie fa suo slrumenlo del caldo , eh" l
nalurale qual.lade. Bocc. no... 72. 8. Co-
mii.cio a licitar stmcnla di ravolini , che
il m.irilo avea poco innunii lrcM„al.. IHal
S. Ci
TRA
i6o3
rp. il/. Avendo egli on
sialo lenuto a hada e slraz.alo p.esso a lui
t. i tribunali di quesla cilla presso a Ire
anni . ,.
8 l. Tre lanli.o Tre eotauti , ,'ag/,ono
Tre ielle ri"- O. 1. 12. 76. 2. Iiaa-
caroenle vennono conila il «e d. Scozia
e sua osle, che erano Ire colauli d. loro.
Ilemb. pros. 3. 199. lo avea ire colaot.
genli di lui , cioè ire volle più gente d.
# §. IL Perehè le lìuc non fan le Ire.
r. DUE. (Ci ,
TREAGIO. Voce usala m i.scherzo, e
contrapposta a Duag.o . per '><">fZ"
una maggior finezza di panno, dal Boce.
»0.. 7» ... lo voglio che lu sappi eh
eeli è di duagio ioBiio in Ircagio, ed hacci
di quegli nel popc-lo nostro , che .1 leQ-
con di quallragio.
•+ TREBBIA, ftrumento da trehhiarc.
Lati Ir,Ai-/<. . Gr. tc.€o).«v . Fr. Giord
Fred n. Le triliulaiioni sono irelilue a
Iddio a trebbiar le genli, accioecbè s. sce-
vri la paglia dal grano , cioè il peccalo
dall' anima (qui fgurnlam. ).
* TREBBIAISA. Specie d' uva. I ea.
TREBBIANO. (')
TBEBBIANO. Spezie di vin bianco pei
lo più dolce, ed anche V ma d, eh e s,
faj la quale è altresì della Trehb.ana
Lai •.in./m Irrhulanum. Cr. I\. I\. '■{■ ^^
un- allra maniera d' uva, la quale Irebb.a-
na fc della, ed fe bianca, col granello n-
loodo, piccolo, molli grappoli avente (qui
inforza di aM. ) . Frane . Sacch no...
176 Nel principio del mondo fu delibe-
ralo che Scoiaio beessc questo bicchiere
d. trebb.ano. Bellmc. san. .Sg. Dirami:
eAi è buon greco ; Ind.otlalo per le, che
io" vo- trebbiano. Che non ha tanto lumo,
ed è più sano. Crif. Cah. 3. 87. Po.
le vasella dell' oppio fracassa , Che pare-
van Irebbian di san Giovanni. I urch. 2.
6 ^on ver.niglio , o trebbiano , Ma cuo-
eitura par di marron lessi, E non si versa
mai nei bicchier fessi ,So</er. Cdl. .o5.
Per mantenere il trebbiano, ed .1 v.n b.an-
co d' ogni sorte ec. , piglia un pezzo d.
carnesecca , ec. Malm. 8. .7- » P^"'"'
delle sorlie ed il trebbiano.
TREBBIARE. Xi dice pfopriamenle del
Sature ,1 grano, le biade, e .,imili. sul-
l'aia. Lai. rri/;.r,ire. Gr. a/oav. Vani
Conv .63 Nel trebbiale il formcnto, che
aia àlquanla' b.ada , eh' egU avea segala ,
per Itebbiarla. , r, j r,
« l. l'er metaf Fr. G.orrf. Pred. lì. ,
Le tribolazioni sono trebbie di Dio a Ireb-
biar le genti , acciocché si scevri la paglia
dal grano, eio'e il percalo dall' anima.
§ 11. l' usiamo anihe per Tritare .
Lai. <crerf, minulalim concidere. Gr. T pi-
^5,v. Dai'.Coll. .57. Trebbia i sermenu,
e Ijsriavegli. „ ,, . , ,
TREBISIATO. i4dd. da Trebbiart. Lai.
triliiraliis. Gr. a)cwV svca. O;. 6. 23. I.
1 suo' semi (della cipolla. lrebbi,ili durano
un anno solamente, ma s.ispeM ift gusci
si conservano per Ire anni sanza lesK.ne.
TREKBIATURA . U trebbiare. Lai.
trilura Gr. a'>o'r,;.;. Borgh. Orig. b ir.
1-3. Ha quesla voce tripudio, che iinpor-
la reni.olcre m terra, voleva costui che
i nostri cavassero trebbiare e trebbiatura
per battere i grani e le biade , quando
si fa propriamente con cavalli e altre bc-
"e. Per meta/, fr. Ciord. Pred. 77. A
COSI0.0 fa bisogno di poca Irebbialura, che
si mondano con poca Ir.bolaz.one.
TREBBIO. Canio, e Crocicchio, dove
fanno capo tre strade. Lat. (r.Vii<m. Gr.
-c.•<.òo^ Paol. Oros. Cosi vecch. hanno
oggi istando ad agio in su i Irebb.., come
nelle caslcUa e negli osli angosc.avano gli
uomini allolla. /•'ir. yis. 184. No. arr..
vamnio a un cerio trebbio, dove ella, U-
l-ando il m.o capestro , faceva ogni cosa
per vollarmi alla man destra.
g. Trebbio, vale anche Trattenimento,
Trastullo , Spasso ; sopra del qual si-
gmfic. vedi il Borgh. Orig. Fir. 172,
173. Lat. oblectamentiim. Gr. "s U-ir- po-t
pern. rim. 1. 5^. Eran ben da propor da
chi s' intende Di compagnie e di trebbi .
Cecch. Spir. 5. 2. Se la lorluna ha vo-
luto oggi il trebbio Del fallo mio ,
tulle le trappole Sono scoccate a un tratto
per giucnerm..
TREDELLIAKA , o TREBELLIAM-
CA. Term. legale, la quarta parte che
all' erede è permesso di ritenersi nel re-
stituire ftdeconimissi universali . Cion.
Veli. 23. O pure, dove valesse lil testa-
mento), dovea avere la mel'a, cioè il terzo
per la legillima , e .1 quarto per la Irc-
bellianica . E .Si). I>on dilraendo la tre
bellianira a' poveri. K appresso: Ne tocco
da fiorini l5o a Boccaccio, 1' avanzo per
la legillima e per la IrebcUianica . Celi.
Sport. 3. 1. \ edi, non m' andar poi in-^
cargugliando con consigli di notai , eh
eli" abbia ad aver la legittima e la Irebel-
liana .
g. Figuratam . Varcit . hrcol ■ 'zi ■ .
Quando ci pare che alcuno abbia troppo j
larshcpgialo di parole , e dello assai p.u
di 'quello che è , solemo dire : bisogna
sbatterne, o tararne ec. ; e talvolta si dice
fare la trebellianica, ec. : il verbo generale
e difalcare . \
* TBEBDCCO . Macchina da guerra
per iscaricaie dentro le mura della cilla
pietica alno. Slot. Pisi. Inv. 25. Due
raviglie di ferro da Irebucco ec. sono nel-
la sacrislia de' ceri. (Cj
TREBITO. F .4. Tributo. Lat. tri-
bulum. Gr. ^ópai. Sen. Pist. 96. l' non
pagherò niuno trchuto contro a mio vo-
lere, ronciossiacosarhè tulle le cose , per
le quali noi ci dogliamo e dubitiamo, so-
no li ebuto di vita. Di questo Irebulo non
avere speranza giammai d'esser franco,
né libero.
TRECCA. Bivendugliola che vende . 0
traffica frutte , legumi, erbe, e simili.
Lai. mulier exculenla vendens . Gr. ««'-
;ni)n4 . Bocc. nov. 76. 6. > . posso da-
re per testimonia la trecca mia dallato .
Frane. Sactli. nov. 17. Passando una fo-
rese, o trecca con un paniere di ciriege
in capo , il detto paniere cadde . 6. V-
11. 91. 4. La gabella delle Ireeche e Lec-
coni fior.ni 450 d' oro. Belline, son. 280.
Ne troverei credenza intra le trecche .
I arch. Frcol. 291. Par loio peravventu-
ra cosa strana e non comportevole 1' a-
vere a favellare ec. con quella stessa lin-
gua , COI. la quale faviU.ino i liecconiei
pizzicagnoli. C. I trecconi e i pizzicagnoli
in Grecia non favellavano giecamente? V.
Favellavano, e le tieccbe ancora, poiché
una rivendugliola alla pronunzia sola co-
nobbe Icoba.slo non essere Aleniese.
■1 HECCAl E. Far l' arie del treccone.
§. I er lueliij. vale Ingannare. Lai. de-
cipcre , alieni imponere . Gr. E^y.-wTav.
Bini. ant. P. A. Ouill. E maggiormenle
ornato e prode fallo. Chi me' sa di baratto,
Treccando e gabbando ad ogni mano.
TRECCHERl'A. Arte del treccone. Il
treccare .
g. I. Figuratam. per Inganno. Lat.
inip,>slura. Gr. E?«7r«TZl . Liv. M. Co-
mandale che r uomo scuopra vostre trcc-
cbene. /•: <i/(roir .• La dignil'a de' tribuni
é sagrosanla, e questo non è altro che ba-
ratteria e trccrheria. ''fPim. ant. lac. Pu-
gliesi . 1. 234. Di voi dina Giacomino,
Che vostra usanza sia spessamente Che
s' infinga d' amare , Pei pare a noi Irec-
chcria parvente. Donna, mercè non fare
g. II. Per Congiura. Fazione. Liv. -1/.
Li Consoli per loro treccherie assaliscono 1
novelli tribuni.
TRECCIllliRO. Add. Appartenente a
trecca . 0 a treccone.
§ Per metaf. vale Ingannatore . Lai.
(raudolenUis, fallai. Gr. a7rKTVl)<)4, 00-
Ufii. Bim. ant. P. N. lionardo del Cua-
lacca. Se Io scritto non roenle , Da fem-
mina irecchiera Si fu Merlin denso.
J TRECCIA. ^; («ce a Tulio quel eh
è intrecciato insieme , ma .spezialmente
a' Capelli di donna . Lai. coma , capilla-
nientiim. Gr. Sf.'S- />"•• «"-• «• >• ^^
d'or capelli in bionda Ireccia attorse. £.
canz 8 6. Le trecce d'or, che devrien
fare il Sole D' invidia molla ir pieno ec.
Mi son lolle. G. T. 10. IO. .. Si rende
alle dette donne un loro spiacevole e dis-
onesto ornamento di trecce grosse di seta
gialla e bianca, le quali portavano in Ino-
I °o di trecce di capelli. Bocc. nov. 89. I3-
Presala per le trecce, la si gitto a' piedi.
lab. 206. ravvoltisi i capelli al capo ,
sopr' essi non so che viluppo di seta , il
quale essa chiamava trecce, si poneva
Tes Br. 1. 3o. Sappiale eh' elle (le A-
mazzoniì portano trecce dietro mollo gran-
di fr. 5. IO. .3. E poi si mettono in re-
sta , ovvero treccia ( i fichi secchi ) , ed
anche si lasciano al sole due, o tre di .
Pallad. Febbr. 24. Si fanno le siepi ec.
1 mettendo il seme delle spine in trecce, o
funi di paglia. , „ »
§. 1. Figuratam. Red. Vilir. .3. Mann.
1 dal ciel sulle lue trecce piova, \'igna gen-
I til che qucst' ambrosia inlondi.
' '+ :? S 11 In treccia, o trecce, vali
Senza inilla in capo , e dicesi di donna.
Vii. SS. Pad. 2. .7.- Corse fuori scal-
za, e in trecce, com' ella si stava in casa
disonestamente. (P) ■■ Alam. f'"_; "J^'
Una donzella ch'ivi piange '" ^""''."'
scinta, in treccia, e nuda ambe le pian-
'" "t «^TRECCIARE. Ridurre a treeeia,
Intlcciare. Sannaz. Arcod. egl.2. Cos.
vuol mia ventura , ovver mio faUo , Uh.
i6o)
TRA
\Q sempre coglicodo Di piaggia in piaggia
fiori e frciclie erbetle , Trccciaado ghir-
laodcUc. (J)
•f * TRECCIATO. /fJ'l. da Treccia-
re. Salvin. I/iaJ. 23- SgS Che i caTai di
tond* unghia per la via la ali. un modo oua
si rintoppasscro, E i coccbii ben trecciati
ribaltassero, ec. (jàj
TBECCIERA. Ornamento per le trec-
ce . Lih. Amor. 67. L'amaoxa può rice-
vere licitamcDle disc ri minale , Ireccicra ,
ghirlanda d'oro, o d'argento, affibbiature,
o cinture. G. ì'. IO. \%\. 2. Che aiuoa
doana non potesse portare aiuna corona
ec. , ne rete, ne trcccicra di nulla spezie
(cosi il Testo Davanz. ).
-'? TKECCIUOLA. Dim. di Trec-
cia. (Al
TRECCOLA. Tt-ecca. Ar. l.en. 2. 3.
Cerco per le treccole, Indi innanzi al ca-
stello , e a* pizzicagnoli Vo dimandando ,
s* hanno quaglie, o tortore.
* TRECCOLARE. Ciarlare, Berlin-
gare j voce derivata dalle Treccole , che
per lo più sono ciarliere. (A)
5 TRECCOME. HivenduRholo di frut-
te, legumi , erhe , e simili. Lat. esculen*
torum propala. C. V. \l. 91. 4- La ga-
bella delle Irccrhc e trecconi fiorini ^So
d' oro. Geli. Sport. 4- 4- ^ questo si e,
che e' non vi e se non trecconi e riven-
duglioli. Varch. Ercol. 291. Par loro pc-
ravvcntura cosa strana e non comporte*
volc r avere a favellare ec. con quella
stessa lingua, con la quale favellano ì trec-
coni e i pizzicagnoli. C. I trecconi e i piz-
zicagnoli in Grecia non favellavano greca-
mente? f^. Favellavano, e le trecche an-
cora , poiché una rivendugliula alla pro-
nunzia sola conobbe Teofra&to non essere
Ateniese . Malm. 3. 58. Co' pescatori al
Mula ora s' accorda Dommco, treccon de'
ghiozzi e delle lasche.
^ %. Treccone , per Bottega da trec-
cone ^ ma non s' userebbe che col verbo
Aprire , thl tjnale è proprietà , e vedine
il §. XXIV. « Geli. Sport. 4. 2. Io vo-
glio a ogni modo vedere se e' mi vuol
prestare dieci ducati , per aprirò anch'
io un poco di treccone in mercato vec-
chio ... (Cj
TRECENTESIMO . Nome numerale
ordinativo di trecento. Lai. irecentesimus.
Gr. r;ia/05io5ro;. Bocc. Vit. Dant. 222.
In cotal maniera oltre al trPccDtesimo an-
no si crede che dimorasse.
TRECENTO. Nome numerale. Tre
volte cento . Lai, trecenti . Gr. Tpcwxo-
sidi ■ ]\'ov. ant. 9. 1. Un borghese di
Bali andò in romcaggio , e lasciò trecento
bisaoli a un suo amico con queste con-
dizioni e patti . Serd. Stor. o. 229. Di
quei trecento scelgono novanta i migliori.
TREDECIMO. l'. A. Add. Tredice-
simo. Gr. S. Gir. 71. Lo tredecimo gra-
da avere il timore di Dio . # Bocc. g.
10. n. 3. E così successivamente insino
alla duodecima e la tredecima volta tor-
nala. disse Mitridancs : ec. (f)
TREDICESIMO . Add. Nome nime-
rate che signtjica Ìl terze sopra il deci-
mo. Lat. tertiusdecimus. Or. zpi'SKenòg-
xetTO;. * Pros. Fior. 3. l36. Papa Grego-
rio tredicesimo ec. il Fiorentino Concilio
Greco avcndt> fallo stampare} due soli vo-
lumi ne mandò qua. (*)
*f TREDICI. Nome numerale, e vale
Tre sopra il dieci . Lai. tredecim . Gr.
òt/.'XTplti . Frane. Sacch. nov. 192. La
donna per paura non st levò a vegliare
E iti d* un anno ec. , io fuor che da ivi
on a tredici mesi , essendoti la cosa quasi
dimentirata , rb' ella riromiociò.
TKEFOGLIU. /'. TRIFOGLIO.
•j- TREFOLO. Filo attorto, del quale
preso a più doppit si compone la fune .
TRA
Vege*. Bombola e quella che è fatta di
liuo a tre trefoli , e gitt-iou le pietre ri-
lùode, rotandola sopra *1 capo una volta,
e queste son dette migliori.
TREGE.ND.l. Nome inventato da per-
sone semplici per dinotare altiina Favo-
losa brigata che vada di notte attorno
con lumi accesi. Lat. larva. Gr. p.^fifj.^-
Àjittix. Pass. 347- E qual dice che vede
morti, e favella con loro, e che va di notte
in tregenda con le streghe . /-" 348. Cosi
si truova che i deiiiooii, nreodendu la si-
militudine d* uomini e cO femmine che
sono vivi, e di cavagli e di somieri, van-
no di notte in ischiera per certe contrade,
dove veduti dalle genti, credono che sicno
quelle persone, la cui similitudine mostra-
vano ; e questa in alcun paese si chiama
tregenda . J^ appresso .- Ben si truov^uo
alcune persone , e spezialmente femmine,
che dicono di lor mcdoime, ch'elle van-
no di notte in brigala con questa cotale
tregenda. Pala^". 9. Benché stanotte sen-
tii la tregenda. Morg. 18. Il/- E ApoUin
debb* essere il farnetico, E Trivigante for-
se la tregenda. Luìg. Pule. Bec. 10. Che
noi scontrammo Unti lumicini , Che mai
vedesti più nuova faccenda; Ognun bruco,
eh* eir era la tregenda.
3 TREGCÈA. Confetti di varie guise.
Lat. bcllaria, collutliea, l'iaut. Gr. rpayrl-
/lara. Cron. Morell. 282. Piglia un garo-
fano, o un poco di cinnamomo, o UQ cuc-
chiaio di Ircggca , o quattro derrate di
zjHerano. Buon. Fier. 4- 2. 6. Animaliu
da rape e da trcggèa. Mens. snt. i. Pe-
rocché la Ireggèa or (a singhiozzo-
§. l. in proverh., Gittar la treggia
a* porci f o simili , vale Dare il buono a
chi non lo stima, e non lo conosce. Lat.
proiicere margaritas an te porcos . Fir.
Lue. 4- 3. Egli e come dare la treggca
a* polli.
V §. II. Pure in proverb. j Conoscere
la ttrggéa dalla gragnuola, vale Distin-
guer bene , o Avere esatta notizia delle
cose. Lai. non ignorare quid disteni etra
lupinis. " Bitrch. I. 32. Sicché si trovon
poche Persone che ec. Cunoscan la Ireg-
gèa dalla gragnuola ». (Ci
TREGGIA. Arnese, il quale si stra-
scica da' buoi, fatto per uso di trainare.
Lai. Iraha, veha. Gr. tì/.T,ipO-i. Mtl. M.
Poi. Fanno ordinar tregge senza ruote ,
che le ruote non vi potrebtwno andare ,
perocché elle si Gccbercbbon tutte nel fan-
go . Frane. Sacch. nm. 55. Comuoi , e
chi gli regge , Son su tregge ravvolti .
Ma/m. 8. 30. Perciò colei ebbe la voglia
strana Della grandezza dell' aver la treg-
gia (qui fìguratam. e in ischerzo per Car-
rozza ).
* TREGGIATA. Tutto ciò che stra-
scica in una volta la tregt-ia. (A)
•f *r %. Trtgginta, si dice anche una
Compagnia di persone che va in treggia .
Salvin. Fier. Buon. 4- 2. 6. Ma qui treg-
gea fa equivoco colla trtfgea, e trtggiata,
compagnia che va in carrutfta , come di-
cono scherzando, di campagna, ec. (A)
t TREGGIATORE. CWui che guida
la tiYggta. Buon. Fier. 3. 5. 5. Treggia-
lor varchi e rivarchila , Disaduggi , im-
pingui e sarchila .
« TREt;CIONE. Accrescit. di Treg-
gia ; Treggia grande . Baldtn. l>ec. In-
ventò celti trrggioni atti a conlrnere r
traspoitare colla do^ uta cautela i corpi
morti. (A)
TREGUA , e THIEGUA . Sospensione
d' arme , Convenzione tra due parti ni-
miche di non offendersi reciprocamente .
Lat. indiiciiT. Gr. v.v'ìX^ì- G. /'. 7. l44
3. Venivano in Acri sotto sicurtà della
trirgua . Cronichett. d' Amar. 89. l'ro-
raiMDo di dare MartUia per quel modo
TRA
che piaceste a Cesare, e fcciono triegna.
# Nov. ant. 24. 3. Questo Saladino al
tempo del suo toldaoatico ordinò una tre-
gua tra lui e' Ciiiliani icos't legge U Vo-
cahol. alla voce SOLDA. NATILO). Morg.
\S. 56. E minacciava , e facea gran ta-
gliata. Comunque fosse la tregua ipirata.
Tass. Ger. 2. 78. Ora , se in tale stato
ancor rifiuti Col gran Ile dell* Egitto e
pace e tregua ( Diasi licenza al ver), 1*
altre virtuti Questo consiglio tuo non be-
ne adegua, f/fj
* §. I. Per Patto semplicemente. Te-
sorett. Br. 6. 39. Lo sesto di fo Iole, Che
f«>ce ogni animale, E fece Adamo ed Eva
Che poi ruppe la tregua Del tuo coman-
damcDto. (Ci
%. II. Per stmilit. vale Biposo, inter-
missione di travaglio, o simili. Pttr. canj.
3. 2. Non ho mai triegua di sospir col so-
le. Dant. Inf. 7. Le sue pcrmutozion non
hanno triegue. ^ K Purg. 14. Come da
lei r udir nostro ebbe tregua, Ed ecco 1*
altra con sì gran fracasso , Che ec. (B)
Tass. Ger. 1. 70- Toglie, aSVettando il
suo partir, congedo : E tregua fa cu' suoi
pensier Goffiedo. (Dj
g. 111. In proverb. Tra pace e triegua
guai a chi la Ueva , o rilievo j e vale ,
che A chi ne tocca vicino alla pace, ella
va male , forse perche non ha tempo di
rivalersi, M- F. 3. 62. Tra la pace e la
triegua guai a chi la Leva.
V 3- IV. J\'on voler né pace ne tregua,
significa Voler continuar pertinacemente
nell'ira. /'. PACE. §. XXXll. (C)
TREMANTE. Che trema. Lai. tremens.
Gr. rpsuwv. Bocc. nov. 66. 9. Trovò
per ventura questa cometa aperta, e tutto
tremante disse . l^ant. Inf. 5. La boc-
ea mi bacio tutto tremante . Petr. cmnx.
19. 5. Cerio il fin de' miei pianti ec. Vico
da' begli occhiai fio dolce tremanti. Tass.
Ger. 7. 1. Né più governa il freo la man
tremante .
*f* TREMARE. PropnamenUlo Scuo-
tersi e il Dibattersi delle membra > cagio-
nato da soverchio freddo, o da paura, o
da meraviglia, per grande amore, o gran-
de speranza, o altre simili forti affezioni
dell' animo. Lat. ti-emere, tremiscere, tre-
more eoncitti . Gr. rzifinv ■ Bocc. nev.
12. 7. Tremando, e battendo i denti,
cominciò a riguardare te dattorno alcuno
ricetto si vedeste. F no*'. 79. 4>- 1' mae-
stro, siccome quegli che tutto tremava di
paura, non sapeva che farsi. F num. 46.
Ne disse il messo nostro, che voi trema-
vate come verga . F nov. 70. IO. Cb«
hai tu più , chr gli altri che qui tono ,
che' triemi stando nel fuoco? Dant. Inf.
I. Aiutami da lei, famoso sai^gio. Ch'ella
mi fa tremar le vene e i polsi. Lih. Masc.
Quando questi cavalli vanno, tremano lut-
to il corpo, r hanno paura della loro per-
sona, cioè della loro umbra (cioè, trema-
no con tutto il corpo). Ovid. Pitt. 85.
Ogni uomo dire, che per {«aura della for-
za della nuova donna triemi , e cadile a'
piedi, quand' ella ti minaccia- Pt tr. canz.
10- I- Talché mi fece, i>r quand' egli ar-
de il cielo Tutto tremar d' un amore»*
gielo . $ /'.' son, aao. Tremando or di
paura , or di speranza . Sannaz. Arcad.
firos. 7. Quantunque nel Irllicriuolo del-
a mia cameretta molle cote nella memo-
ria mi proponessi di dirle, nientedimeno,
quando in sua presenza era, impallidiva,
tremava. di\eni%a mutolo. (Bj Afa/m. ^.
58. Tremano giusto come giunco al vento.
0 §. I. Tremare, vale anche l'acil-
lare , ("rollare . iìant. Par. a3. Ma chi
peniasse il ponderoso tema , E 1' omero
mortai che s«- ne rarra , Noi hiaimcrebht
se soli' esso trema. (Nj
t 5 S- I' /"■ ^••*'' f •" p*i*ra. Lat.
IRE
expo'l'cerf, limare. Gr. «';'>/""^«''
x«aie.-«s.v- Oli- lon,. InJ. .2. «9.
Sion i d. pareggiare U, l.rann.a d Ale.-
_. i .1 ,i:.;.l..ii.i e ali anele u
(le lue
TRE
TUE
i6o3
Sandro Giudea ..I d.Mdel.u e ali >,p
Alessandro Maredon.co ec, del qua
„o,a paura nel Levante che .,uolI. ad
roncole ne ireniarono. Pctr. canz. b. 2.
Fa tremar BaLilouia , e s(ar pensosa.
C III Ter iimilil- vai' Sciiolersi, /le'-
tarsi alquanto. Lai. «'"..(.. Gr. cc^è.-
;,3a.. W«"<./"/ 3. F.ni.oque^lolabma
«mpacna Tren>0 si IWte. che dello spa-
,enlo La menle di sudore ancor in. l-agna.
E 4. Non avea pianto, ma che d. sospm
Che r aura eterna facevan tremare L. ap-
presso : Per altra via m. mena . sav.o
Duca, Fuor deUa queta ncll aura che tre-
ma. Viltam. 2. 1. the par che Ir.em. tutta
la foresta. . .,
* 8. IV. Tremare, m signific. alt.,
per Temere grandemente. Sea. Pro^. 425.
Intervengono queste cose le quali aUiia-
mo in orrore , e Iremianle . (I ) » te"-
canz II. 3. L'antiche mura, eh ancor
teme ed ama E trem., .1 mondo , quando
si rimembra Del tempo andato .. . < as.
fiim. canz. 1. I. Ed a quell armi, eh ,0
pavento e tremo, Ddla mia vita aBidi al-
Jnen l'estremo. Ch.ahr. pari. I. can~. 29.
Tal nel più fier periglio Tremare il gran
Roman 1' armi di Francia . E canz. -jb.
Bettor superno. Cui trema il mondo. Lui
r alto Olimpo adora. (M)
* g. V. Tremare a verga, a verga, f .
VERGA, §. VI. (•) > , ,
* TREMARELLA. Vicesi Aver la tre-
marella, e vale 1 ivere con paura. Aver
timore che non succeda qualche cosa pe-
ricolosa, r.ed. f'oc. Ar. ec. (A)
TREMEBONDO / • i- Add. Treman-
te, Tremolante, Tremoloso. Lai. trcme-
bundus , ireniens. Gr. ipop.<iSr,i. Ir.
Ciord. Fred. R. Stanno tvemehondi nel
timore del nimico ihe s' avvicina . Ir-
lac. T. 2. 12. 23. Il ricco tremebondo
Ne vive in gran langura.
* TREMEFATTO . Spaventalo , At-
territo . yu. SS. Pad. l. 23;. E sendo
cosi in questa visione tiemefatlo, parve a
lui eh' nn Angiolo gli apparisse . (') Ca-
vale. Att. Apost. 101. Fece veniie lo
lume, ed entrando dentro, e trovandogli
tutti, mollo di ciò tremclatlo, s' ingi-
nocchiò a Paulo e Sila , ec. (J )
*TBEMENDAME^TE. Avverò. Ter-
ribilmente, Con maniera tremenda. Lat.
lemhiliter. Gr. ^oSsfw;. Segner. Fred.
20. 5. Sentite dunque coni' io tremenda-
mente di questo passo mi voglio contro
di voi. (•)
* TREMENDISSIMO. Superi, di Tre-
mendo. Segner. Fred. 3. 6. Si dir'a sem-
pre dalle persone più sai;ge , che luste
per ventura un politico tremendissimo. E
Mann. Ottobr. 24. 3. Sono due tremen-
dissimi precipizii, uno a' qiusti. 1' altro a'
peccatori. (*) Salvia. Iliad. 1 5. 55. Sap-
pia ciò or la Terra e l' ampio cielo , ec.
( Che grandissimo giuro e tremendissimo
B a' beati Iddii) er. iB)
TREMENDO . Add. Che apporta tre-
more , Terribile . Lat. tremcndus . Gr.
ofKTo;. Dav. Oraz. Cos. I. l3l. A'
quali era tremendo per lo suo molto co-
noscere e molto amar la giusliiia . Segner.
Mann. Marz. 3. 2. Se al6n si muove a
punirti, non è per imp-:'.o; è per ragione
pur troppo somma che n'ha, e però giu-
dica tu se sar'a tremendo . * Menz. sat.
l>. Col fulmine tremendo Mando in peixi
di Flegra la montagna, E '1 baratro a' Gi-
ganti aperse orrendo. (lì)
TREMENTINA. Liquore viscoso , ra-
gioso. untuoso, chiaro e trasparente, che
e naturalmente , e per incisione esce d.il_
terebinto , dal larice , dal pino , e dall
nheto. Lat. terebinthina. Gr. Tif^.vSi»»].
Lih. I iagg. Vi è una ragione di tremen-
tine che le vendono in iscaml.io di balsa-
mo perocché vi mettono dentro un poco
di balsamo. Fr. lac. T. Giammai non si
spicca. Ma sempremai s'appicca. Siccome
.■ /■.. f\ Kt\ 1 Prendasi ben
trementina, t r. 9. M"- '■ riru a
greeo, trementina , squilla , seme di lino ,
e le radici del malvavischio in egual mi-
sura . * Red. Cons. 2. C. Avanti la be-
vuta (del le) ottima cosa ed oppoitunis-
sima sarebbe se la signora immediat.imeolc
inghiottisse due pilloline di dodici B'ani 1
una di trementina Veneziana. (^)
* TREMI' STli. V. !.. Ogni specie di
biada che nello .spazio di Ire mesi viene
a maliiritn. Pallad. Ichhr. 3. D. questo
mese i; da seminale ogni generatone d.
tremeste , ciofe ogni biada che viene m
ispaiio di He mesi, (i )
+ TREMILA. Aome numerale che con-
tiene tre migliaia . Lat. triamilia. Din.
Comp. 1. 25. Messer Ugo Tornaquinci
podest'a di simili condannazioni ne trasse
fiorini tremila.
t TREMILIA. V. A. Lo stesso che
Tremila. Bocc. nov. 80. 29. Aspettone
di Ponente tanta (mercatanzia), che var-
r'a oltre a Ireroilia Ifiorini).
* TREMISCERE . ì'oce del lutto la-
tina. Tremare. Lai. tremerc, tremisceie.
Sannaz. Arcad. Egl. 8. O folgori, che
fate il ciel tremiscere. (JSS)
;;: TREMISSE. Sorta di moneta anti-
ca, nt. SS. Pad. 2. 264. E cosi questo
fremisse d' argento, che m' e rimaso, v^o-
elio e comando che si dia a' poveri. ( l' )
TREMITO, e TRIEMITO. H trema-
re , Paura. Lai. (remor . Gr. TpOfio;.
Bocc. nov. 12. 10. Senti il pianto e i
tremito che Rinaldo faceva. Pass. 2J0.
E '1 freddo gcande , d quale dimostrava
con continuo tremito , 1' affliggea. Frane.
Sacch. nov. 225. Feciono alquanto lliogo
a Golfo , che avea quasi il triennio della
molle. Tac. Dav. Ann. 6. 114. A' Padri
ne venne tricmilo. * /'oliz. slaiiz. 1. l\l.
Ah qnal divenne 1 ah come al giov.m(tto
Corse il gran loco in tulle le midolle I
Che tremito gli scosse il cor nel pcllol (B)
Malm. II. 2. eh' io gi'a mi sento, mentre
ne favello. Il tremilo venir della quartana.
* §. Tremiti, chiamansi da' Pescatori
alcune reti col tramaglio , colle quali si
circondano i pesci, e vi restano come in-
cassati. (A) .
«TREMO. /'. A. Tremore. Cicerch.
Pass. si. 219. Giovanni gli Sguardava
con gran tremo; Poi disse. (Cj
* TREMOLA. Torpiglia. Red. Esp.
nat. 47. È cosa notissima tra gli scrit-
tori, che quel pesce marino chiamalo tre-
mola, torpedine , ovvero torpiglia , se sia
toccalo , renda intormentita e stupida la
mano. (')
^- TREMOLANTE . Sust. lo .slesso
che Orpello. Art. I elr. Ker. 1. 20. L
orpello , altiimenli dello tremolante ec. ,
e rame che dalla zelamina vien tinlo in
colore simile all' oro. E appresso : Vi-
glisi 1' orpello, allrimenli dello tremolan-
te, ec. (B)
TREMOLANTE. Che tremola. Lai.
Iremens , Ircmulus . Gr. ■zfop.ùàni. if.
I'. 3. .37. A' nostri orecchi pervenne uno
tonitruo grandissimo, sleso, tremolante, il
quale tenne sospesi gli orecchi lungamen-
te. Ar. Far. 8. 71- Qoal d' acqua chiara
il tremolante lume , Dal Sol percossa , o
da notturni rai. !>Talm. 2. 3o. Cosi nuo-
ve canzoni ognor cantando Con una voce
tremolante io quilio , ec.
* §. Parole tremolanti , diconsi Quel-
le , che si profferiscono con voce tremo-
lante. Belc. Vii. Colomb. 282. E con pa-
role ticmolauti • paurose il prego. fO
TREMOLARE, e TREMULARE. Si
dice del Muoversi checchessia rf' un moto
simile al tremare degli animali. Lai. tre-
mere, andare , fuctuare . Gr. Tf £f»£.v .
Vant. Purg. 1. Di lontano Conobbi d tre-
molar della marina, y. 12. Bianco vestita.
lliifiai ,11-iiJ ■..«"•. -.
e nella faccia quale Par tremolando mattu-
tina stella. F. lar. ■>.. tosi liniaso le nello
'utcllelto. Voglio informar di luce si viva-
ce. Che ti tremolei'a nel suo aspetto. Biit.
ivi! Lo iremulare della luce nell'aspetto
di Dante non e altro, che 1' accendere 1"
amore inverso la veiilìl, che è luce d'in-
lellelto. Cuid. G. Si potente d percosse
sopra il capo nell' elmo , che Ettore per
necessilade tremolando, appena si ritenne
fermo nella sella. Tass. Amint. 3. I. Che
come suole tremolare il latte Ne' giuochi,
si parean morbide e bianche. I arch. Lez.
554. 1 pianeti più vicini alla Terra, seb-
bene 6ammeggiano, non però srintdlano,
cioè non fanno quel tremolale che i Latini
chiamano micare.
•f ;;: TREMOLl'O. Il tremolare. Tre-
more. Lat. tremar. Gr. Tfo/wi. Salvia.
Tane. Buon. 2. 5. E a sentir trillar ec.
Trillo, tremolio di voce o di suono. For-
lig. Ricciard. 12. 86. In vederla mi vie-
ne il tremolio ; Più volenlieri colla morte
armeggio , Che con costei , che ce. lA)
Sagg. nat. esp. lll^ Appena fallo il voto
parve priva (la farfalla) di movimento,
scorgendosi a gran fatica un tremolio lan-
guidissimo nelle sue ali. (C)
TREMOLO, e TREMULO. Add. Tre-
molante . Lat. trcmulus. Gr. rpoa/if 05 .
lir. As. 3oH. Or coir uno, or coli altro
liquore quasi tulio mi stropicciò ; ma con
molla più diligenza il tremulo naso e le
pendule labbra volle che partecipi fussero
di quelli odori. Red. Son. Come, o donna
gentil, sembra odorato Del vostro seno il
tremulo candore. * Car. Fa. 8. 38. Cosi
di chiaro umor pieno un gran vaso. Dal
Sol percosso, un tremolo splendore Vibra
ondeggiando, e rinfrangendo ce. (B) Rip.
Impr. 224. Pareva eh' io gridassi con vo-
ce tremola fascine fascine. (C)
5 TREMOLOSO. Add. Che tremola.
Arrigh. 59. Non meno la nobile aquila
teme le tremolose cicale.
* §. E in forza di sust. « Cr. 6. 22.
10. Il cavolo conforta i nervi,^ onde vale
a' paralitici e a' Iremolosi »». (C)
TREMORE. Tremilo. Lai. tremar. Gr.
rp6uoi . Filoc. 1. 14. La qual si tosto
come io ebbi veduta, il cuore incomincio .
si forte a tremare, che quasi quel tremore
mi rispondeva per li menomi polsi smisu-
ratamente. 0. 5. 17. 6. Anche conforla
il cuore, e rinnicve d suo tremore.
§. Per Sospetto, Timore, Paura. Lai.
pavor , tremar. Gr. 3k>€o5 , T^o'^o, .
A/or. S. Greg. Per li dubbii che sono in
lui, sempre sìa in tremore di questo du-
bitare . G. /■. 9- 219- 2- '-^ """ K
arme, e in gran tremore Pass. 37- Con
grande Paura e tremore aspettando di es-
Ter siudicato , volse 1' occhio , e vide la
madre sua , eh' era morta pm tempo di-
nanzi . ■-;: Tescid. 5. 2 Pensa poi dopo
cheArcila si siaDilrguoto del mondo per
tremore Dell' aspra morte che Teseo di-
cea Di fargli far , se giunger lo polca. E
7 106. E nella faccia gela per tremo-
re , Premendo i teli per forza sudanti ,
ec. (B)
TREMOROSO. AJd. Pieno di tremo-
re , Tremante , Pauroso . Lai. Iremens .
Gr. rpép-o,.. Bui. Inf 'V fi "r^
ec. cosi tremoroso , vedendo la fiera. Tac.
Vav. Ann. 16. 228. Allendeva, tremoroso
mostrandosi, la sentenza.
TREMOTO. / TREMUOTO.
t TREMULA . Spezie iV albero , ch.i
cresce per lo più lungo le rive di' fumi.
iM
TRE
TRE
(ietto anche Alberella, le foglie del qua-
le sono tremolanti ad o^ni hgf^ierissima
aura che spiri . Lai. populus tremula ,
poputus libica. Cr 2. 8. I. Taj^liati 1
predclli arltori , vi crescono sopra ì loro
repni arbori che &i chiamano tremule, e
arbori che si chiamano mirici.
TnrcMULARt:. V. thi;molare.
TREMULO. / . TREMOLO.
TREMUOTO , e TREMOTO. Scoli-
mento della terra. Lai terra motu s . Gr.
■/>ì; ffen/jL«5. 0. V. 6. 3o- i. Avvenne
in Bor^o^na ce, che per diversi Imiìuori
ferie niunlagnc si dipjiliroiio. ÌC 9. 2y8.
I, Venne in Fireiiie un graiitlisiimo Irc-
niuoto, e durò [oro. Pant. Inf. 12. O per
trcniuolo, u per soitegna manco.
g. ]ìar le moss: a' trcmuoti. Lai. sum-
mtim ius ext'nrre. (Ir. /.vpifJU'J. J'arch.
i'.rcol. 88. Dar le niosse a' Ircniuolì >i di-
re di coloro, senza bi parola e ordine de'
quali non si comincia a melter mano, non
< he spedire cn^a aKuna; il «he si dice anche
dar l'orma a'lO|'i, ed esser colui che deb-
Ijc dar fuoco alla girandola. Huon. l ter.
Intr. 2. I- Che, ( lune dir si suoltu Dalo
.ilio e ba-sso le mosse a' Ireiiiuuli. Malm.
II. /il. Quando le mosse dar fece a' tre-
moli .
TBE«0. Traino.
g. 1. Per Seguito, EfjtiipfJt:pìo. -^ Ma-
pai, leu. Uom. ili. I. J52y. Egli all'in-
contro ce. corre il mondo con uo uobi-
lissimo treno. * C)
f §. II. IC figura tam. Red. rìm. Gii
parnii che del cuor la rocca assa-lia; Già
muover senio de' desili il treno. -'.'• Sai-
\in. l'ros. Tose. 1. l5. Accompagnata da
tulio il bel treno dì sue viiin. (J'J
•^ §. IIL Trrno , per Lamentazione ,
Deplorazione. Al. /titim. Leti. Ho stima-
to mio debilo il presentar questa Ode^o
Treni clic dir &i |'05^ano . Salvin. Fier.
Jiuon. Treni, o Lamentationi di Gere-
mia. (A)
TRENTA . riome numerale , cìie con-
tiene tre decine. Lai triginta. Gr. r^ia-
X5VTK . lìocc. no\'. 80. l5. Aveva avuto
quello clic valeva ben trenta fìorin d'oro.
Frane, flnrh. 227. 9. IClate è di Ircnt'
anni, Ed ha verdi suoi panni.
# §. Per Trifjesimo. Gr. S. Gir. 69.
Lo trenta grado di questa saota scala, si
è perseverare nel bene. (1')
•f '^' TRE.NTACIWQUESIMO . Add.
Nome numerale ordinati\'0 . Lai. trigesi-
mus ffuintns. Or. rptu/oiTOy Si^TTr"? .
Dant. Conv. 19^. Si può com|>rendere
per qurUo quasi, che »1 Ireolacinquesimo
anno di Cristo era il colmo della sua età.
lied. feti. I. 82. Ricordo dunquo a V.
S. lllustriss . , che la signora Marchesa
si trova neir etk sua del Ucnlacinqucsimu
ADDO. (*)
# TRENTADUE. Kome numerale con-
tenente tre deeuic , e due unità . Salì'.
Avveri, l. '.^. I. ò. Dico rlie Ircnladuc
almeno te voci sono delle Icllcrc che ci
ai lasciano sentire. (f^J
'^ §• /•-' pcf Trentaduetimo. Olt. Com.
Jnf. 7. 10^ Al capitolo Irentadue di-
ce. (C)
# TRENTADUESIMO. JSomt nume-
rale ordinativo, che toinprende due unità
sopra tre decine. Satv. Avvert. 2. I. 18.
Daale nel trentaduesimo «lei Purgatorio ,
ce. fJ'j
TRENTAMILA. Aomr numera/e, che
l'ontietie tren ta migliaia . Aforg. 1 8. /| 2.
Trentamda tiieiio qui't Mariotlo, Onde al
Soldan fu questo mollo caro, h' 27. 76.
Che 11' urrisoii ipnd di ben Ire iilanida.
§. tu forza di siist. per lo stesso che
Tregenda. Lai. turba maxima , vis mu-
wima. Gr. Tro^juTTo^L'oi. Morg. 5. {\!\. Disse
niooldo: ooQ (omer , Dodooc ^ So fusai
Lea la morte, o *l trentamila, Laicial vc'
nire a me questo ghiottone.
•| * THE.^TA^CA.^^A. ì'orrfuord'
uso. Larva immaginaria , dalle balie in-
ventata per far paura a' bambini^ Tren-
tavecchia , Befana . Lai. larva , multer
h»rrenda . Gr. p.'ìpp.'-'. . Malm. 5. 61. A
starvi solo egli ha paura, Che non Io porli
via la trcntaocanna. (*)
* TRENTAQUATTRESIMO. Add.
Nome numerale ordinativo . Lat. trigesi'
mus quartus. Gr. TSt%*0'.-òs TfT«jiT#i.
Dant. i'onv, l83. Munvemi questa ragio-
ne, che otliniamcnlc njturalu fue il ooslro
Salvatore Cristo, Ìl ijuale volle morire nel
trcolaqualtrcsimo anno della sua eiad*,-; che
non era convenevole la divinità stare in
cosi dicrrsrione. ('}
^- TREN lATRLESIMO. Add. Nome
i numerale ordinativo di Trentatre. LaL
trigesimus terliiis . Gr. TCia/37T0; r^t.
TC; . ì'arcb. i'.rcol. 33l. l'oi dpsccn<le
all' individuo per le ragioni delle di so-
pra lungameDie , e nel trenlatrccsirao fa
dire ce. (•) .Wi-. Avvert. 2. I. 18. Dan-
te nel trenlatreoimo dello 'nfcrnn, ec. /'.'
2. 2. 2. I^- Seneca , pistola Ircnlatreesi-
ma , ce. .'/^
TRENTA VECCHIA. Nome vano, detto
per far paura <?' bambini, come Jiiliorsa,
Orco, e simili. Lai. torva, ternculamen-
tum. Gr. ^o^jwoÌl j<(!iov, yo'C/iTpsv. Tratt.
gov.fam. Narrare bugiarde favole, far pau-
ra con trcnlavecchie. l'alaff'. 6. Per befa-
nia smjccllai di risa , l'erehè la Irenta-
vccchia parve cìulla . livrn. rim. 1. I05.
Convien eh' io mi distempre A dir che
uscissi di man de* f.imigli, E che la Iren-
tavccchia ora mì pigli. Jiellinc. san. 2^5.
L' allri«r da me lo volle un contadino.
Per far le Ircntavcccliic di senteola (cioè,
gli spauracrlii ).
TRENTESIMO- Nome numerale ordi-
nativo di trenta . Lai. trigesimus . Gr.
T^i«/'5TS*^. (r. p. 83. 2. Il Itenlcsimo
giorno i maturi polli idei fagiano) nasco-
no al lume, cioè escono dell' uovo, f'nnt.
Conv. 20q. In questo trcnlc^iiiio e ultimo
capìtolo della teiza parte principale Lric-
vcmenle è da ragionare.
^. /i trentesimo, si dice anche di /?i-
to crr/isiastico di celebrazione di Ulessc e
di UScio pei morti. F. TRIGESIMO, §.
* TRENTINA. Nome numerale, che
comprende tre decine . Accad, Cr, Mess.
Comandò che lo secondassero ee. ad una
lientina di Spagnuoli a suo modo. (A)
::: TKENl U.MìSIMO. Idd. Nome uv
merale ordinativo di trentuno, Lat. trige-
simus primiis. Olt. Com. Par. 18. 4'5.
Il quale ( Orlando) per la fede fu morto
in ìspiignii dalli Suraciiii ce. come è scritto
Del detto Ireiitunesimi) capitolo. (Nj
j TREPIDANTE. /. /.. (he trepida.
. Lat. trepidans . Gr. tOC^wv. /'/r. As.
' 286. Il sonno interrotto* i tormenLiti so-
' spiri , r il trepidante polso , feldirota la
I mostravano in o^ni elicilo . Alam. Gir.
16. lUO. De' venti appar la Irepidanle
scoria. >^ i. Colt. 4. 102. Ej;li stesso albi
' fìn cruccioso prendo La trepidante ime-
gna , e 'n voci piene Di dispetto ec. (li)
I t TREPIDARE. /'. /.. .4 ver paura ,
I Temere, l*aventart. Lat. trepidare, pa*
veiT , timore confuti. <ir. T^lpliy. .I/or.
«y. Girg. Alcuna volta vuloiilariamrnlc si
' melle nella schiera dei nemici arni.ili , e
alcuna vtdta, quasi trepidando, si nascon-
de . Fior. Ital. lì. 29. MoisÌT , eleggen-
dolo Lidio a governar lo popolo tuo, tre-
pido e triiiille . * Huon. i'ier. \. \. \.
Non fia ahnn di noi che trepidi, {t')
TREPIDAZIONE. ì' . L. Il Irrpidan-.
j Lai. Inpidalto. Gr. •zp'ìiso^ ■ Maeslru::,
I. 89. La |>aura è una Ircpidaaiono di
raente di pmeDto , o di futuro pericolo .
Cuice. Star. i4> 671. Forse nella trepida*
zionc della riiià sperando avere qualchs
occasione di entrarvi deotro.
* TREPIDEZZA. Trepidazione, Trt~
pidità . Segner. ìfnan. Seti. Q 2. La 6-
dut-ia di aver ricuperata la ^r»iia di Dio ,
jtcìduta per il jsecralo, tempre è iotorlù-
data da multo di Ut-jiidcua. (f) Pmilav.
Star. ione. i. 5. 2. Ne mai parlarono con
trepidezza. fC)
* TREPIDITI. Trepidazione. S. Cat.
Leti. 3. O se [mr le corregge , corregge
con tanta freddezza e Ircpidtl'a di cuore ,
che n-m fa covelle. (V)
ThEl'IDo. /'. L. Add. Ttmoroso .
Lai . trepidai . Cr. i-JxpouOf . Cavttlc ,
Hfed. cuor. Lo Diavolo, permettendolo Id-
dio , prurcura di far l'uomo infermare,
per farlo diventare impaziente e pusilla-
nimo, e trepido. ^ far. Fn. II. 127^.
Le sue compagne Le fur trepide intorno;
e già che morta Cadea , la sottenlaro ,
ec. (/f) Puc. Ap. 223. Allor concorroo
trepide , e ciascnns Si mostra nelle Iwlle
armi lucenti. fC/
*t * g- /*"■ Tremolante, dello di cosa
inanimala . Ar. Fur. 9. 7. Nella sia*
ginn che la frondosa vesta Vede levarti e
discitprir le menihre Trepida pianta fin che
nuda rcNla . (Min) K 17. 72. Or comin-
ciando i trepidi ruscelli A iriorre il fred-
do ghiaccio in tiepide onde. (A)
TRLPPELLO. /'. A. Drappello. Frane.
Parb. 69. 7. Ed è maniera mala Far ra-
gunanza , o Ireppelli i serventi (qui per
simili!. ) . E 219. l\. Guardar in arme, in
schiere ed in Ircppelìi, Ed alli onesti e helli
Armeggiatori a giostralur con quelli.
f TREPPIEDE, e TREPPIF. . Stru-
mento triangolare di ferro con Ire piedi,
per u.to per lo più di cucina. Lai. tri-
pes. Gr. T^iTsu;. /'ecc. nov. 96. 7. A-
veva sopra la spalla sinistra una padella .
e soUo quel braccio medesimo un fatcello
di Icpne , e nella mano un lieppirde . K
num. 8. l'osta la padella sopra "1 Ireppiè,
e dell' olio messovi, cominciò ad aspetta-
re che le giovani gli geltasier del pese*-.
Duixh. 1. 22. E Gcrapigra, e un Ireppiè
d* acciaio .
* TREPPIEDI, lo stesso che Trep^
piede . Hip. Jmpr. 222. Vi messe di più
il treppiedi. ((')
ì^ TREREME . SoHa di galea . LaL
triremis. Gr. rptrìpiìs» Bemb. leti. 1 3-
45. Dove dite le due galee esser venule
quasi per infino alla presenza del principe
di pari corso, ed alle solte la treicme aver
pascala la cinquereme d'alcun poco spaaio.
F appresso: Egli allora in un punto pas-
sò la Irerrmc. (•)
*f TRESCA. Dicevasi aniicamenle d'
una spciie di ballo saltereccio, il quale si
faceva di mani e di piedi j e da que.fto
ahbiamo oggi Trescone e Trescare. LaL
tripudium . Gr. "/OZllv. . Dani. Inf. lA,
Santa riposo mai era la tresca Delle mi-
sere mani ( qui f>er similil. I. But. ivi :
Tresca »i chiama un hallo sallereccio, do-
ve sia grande e vclo<'e mo\imenlo ; e a
denotare lo vel<«re movimento delle mani
di quelle nii\ere anime a scuotersi 1* ar-
sura , lo chiama tresca . ^ llocc. Com.
Dant. a. 261. E la tresca una maniera di
ballare , la quale si fa di mani e di pie-
di. (C)
<s §. L Onde Andare a tre~sca , dicet$
per simt/it. della Nave, che f*er difetto dt
zavorra, o altro peto, va traballando. F.
ANDARE. (Ct
JJ. IL Figiiraiam. per Compugnta, Com*
versatione di piacere , o di scherto. Lai
ctrtut. Gr. uuy0J9\a. /V/r. cap p Poi
vidi Cleopatra, o riascnn' arsa D' indegno
ft»ro ; e Vidi in quella tresca ZeuoUia , del
tuo onore assai più acaria Fr. Ctord.
T n E
PrrJ. r. Lau<l.l.il»Mn.a cos.i e 1 ""«""
d. ,u«t. tresche. /""'.. .W.r. ».!<)«■
Che «olenlior. f;.rc»a strav..,., e s. Uuvu-
,.>„chè ^cc.hio, a uHc.UKl. .n s.mo-
chi e iresvhc co., g.ov.n. . Ur.p. ( "^ ■
2 6i. CoD bl.omculi e lilocli. e l.a 1. .0
irescl, Per luUa la cilla sodo ... galUTu..
bU: Uri. 3. 6. .0. M.o.rc che uà
.„iral.ros'»:.a|isl... Ea.,.heDan.lo e
.ntrale in tre.ca Con c..ca '""'^ ;';"*
sua r-miglia , Coo larghe . lance arn.aU
alla moresca (q«i •""■> P"" "^""'•'- '' °'^;
Jfrrf. *>"'■■ 3. l53. l'iaee molto a cosi...
la mal«ag.a . E rilro.arsi in gori.v.sl.a e
■a Uesca? Mal-. 10. 2». A, VU..to era se-
guilo in sul festino . Come '•""'•■•■"'^ '"
fresche di tal sorle. the due d. que. che
fanno da .e.l.ino S' eran (.or donne d.-
sEdali a morie. r , „„
e 111. Per Affort imhr^gli'lo. Intrigo.
F,r. L..C. 1. 2. N"i »'■'-">» com.nca o
una Leila tresca in vcr.ta ( or. MI. 1 ■
46. Quando procurava |.er 1 esecunone
fhuon fanliuo mi fece non so che tresca
'TZ'!'-rcrB.g..u".,Jl^^=^col. o
Arnce d. poco prezzo. Lai. lr,c»e Cr
= )iuai;'c<. //"/'"• 12 'O Ciascuno ha .1
Lo fardel di quelle tresche Che p.gl.ars.
ha pollilo r'ù n.anesche.
sTlRESCAMEMO. ;/ trescare Tre-
scata. Car. long. So/. P"S-Jj.<^'':
l8ll) Quando fu lemi.o che Dal», se n
andasse; cmpiulofli la tasca d. ,.ane ec
con gridar, e con Irescamcnl. lacchevol.
commiato gli dierono . ec.'B/
•+ * TliESCAME. a-c tresca. Sal-
.■in Od-ss. 23. 19V Ora la loro Gr.n
magione .lai ,.iè gemeva ...lo.ao U uunun
irescanti e di l.en c.le donne. iJ)
T.-.ESCAllE . lar la tresca , /.aliare
la tresca. Lai. tcpadiare, choreas age-
re. Gr. T.'.-.^yopt>.^' . ^^^i^^''- -■ ^'':
Un. Pisci. 2-Ì5. Son |.ii. Baiamene da
dame menlr' elle trescano, che sei.ela da
uomaccioni, qual side voi, menU essi .pe-
colano. (C) ,. ,_ , ,..
8 1 Per Fallare semplicemente. Lai.
saltare. Cr. 0>X5:»r«.. J^'"'- P"'''l
Lì precclesa al benedetto vaso Tres.ando
Jaalo Tumde .Salmista. I^o,: an(. 9?. !(.
L' altro era di n.eraana statura , e aveva
arm. niù ul.li , che di glande apparenta .
e non cantava, nétres.aia ne l.raml.va
sue armi. IraaC. Saccll. ria,. 69. E . gran
ladroo Bngon A, non vede.e, Ma Irescan
per la corte a più potere.
CU 1: Trescare , per Maneggiare.
Mar. S. r.reg. Lcggian.o noi, che trescan-
do lerohoa, e spartendo la paglia, ec. r r.
lac T. 4. 23. 10 Che . calzar s hanno
mangiali. Con che il lolo avean trescalo .
* /fellin. Disc. I. l55. lo non g.nd.ca.
d.sdiceTole air anal..mica maeslà a trescar
come ...' avele veduto fare con 1 ossa de
morti. fO , ,
"+ §. 111. Per l.tclicrzare la.scnamenle.
Lai. /nrfere, lusitart. Gr. -v.lls.v. / Wr.
««. 105. Di vin serva, di lem e di vi-
vande. In cui lussuria fa 1' ullima prova.
Per le camere lue fanciulli e vecchi Vanno
Irescando , ec. ,
J. IV. Per Trafficare, Operare, f arci,.
Star. IO. 279. E sema sapere lice spesso
quello che è' si treschino , si lrava(.l.ano
mollo in tutte le bisog.ie de" secolari.
"+ * TRESCATA . Cicalala , I liiac-
ihierala. Varch. Krccl. 88. Quando al-
cuno, per procedere mescolalamenle e alla
rinfusa , ha recitalo alcuna orai., ne ec.
sema capo e sen.a coda ec, s'usa dire a
coloro che ne dimandano: ella e stala una
pappolata ce, ovvero chiacchiera ec, una
trescata , una laccolata . ce. (Ai
TBESCIIERELLA . Pim. di Tresca .
Ualm. 10. 12 11 Kc dell' infernal d.avo-
TRE
leria Con queste trcscherclle a te rai.ivia.
a Jlellin. lìiicch. 36. E con queste cian-
fruscaglie E cou queste t.es.he.elle Le
smanile sentinelle .Mie trastulla (.« questi
esempi nel signific. del %. ult. di IRE
SCA). )C)
T R 1
1607
TliESCONE. Spezie di l'alio. Lai. tri-
nuditi m . tir. A-. ',,• ,, • ,
Oiord. rre,t. K. lo.. 1 allegria che
consuma nc'tresconi carnevalesch.. A.."".
Il 4. Quaud ii.f.a da.ne e caval.er. er-
rami Cir al trescone in palano erano
iulenli, ec. Me.iz. sai. 6. L'a nel l.escon
de' diavoli V è chi per essa ha Leu ga-
gliardi i Banchi.
•!- :;= 1RE>ETTE. Tei-m. de'Ciuoca-
lori .Specie di cii/oco di carte, die si fa
in quattro. Alcun, dicono Tressctli. I or-
lig. li,ccia,.d. 12. 46. E quando .n casa
si son litiral.. Ora da questa, or da quel-
la signoia Co.leicmeole sodo v.iilali , E
irallenut. all' ombre, a larocch.n., A pri-
miera, alreselle. a l.iontini. lAl
•+ * TKESriDO . Trespolo . lass.
■Im I. 2. I Uespidi, le tavole e le pan-
■ he ce. , E gli arnesi di camera e di sa-
la , Man tulli bngua e voce , e pailan
sempre. (.-Il
TRESPOLO. Arnese di tre piedi, uno
dall' un capo, e due dall' altro, sopra 'l
quale si posano le mense . Lai. trapezo-
,l.o,lis. (.r. zf^ZZ'-io-fllfOi. nera. rim.
1. lo3. tome dir la stadera, Un arcolaio,
un trespolo, un paniere. Un predellu.o ,
un Basco, un lurcrnieie. belline, son. 2S1.
I trespoli imp.iravano a balla. e . Bunli.
I. òo. Ragionai' ho al Frullana, Collie .0
ho a no.a, avendo ben da cena. Se la ta-
vola , o '1 l.espol si dimena . Mo,g. 27.
284. E Turpin gli levo di sotto il tre-
spolo . Malm. 8. 18 Più g.ù da b.,uda
un tavolin si vede , Che su 1 trespoh la
la ninna nanna. ,
% 1. liguratam. laici,. Slor. 12. n-}\.
Gl'i u>c.li"ec. conobbero, non senza lor
danno e vergogna, .|Ua..lo è debole e da
dovere tosto mancare quella poleota , la
quale in su altri liesi oli si regge, che .n
su' suoi propr.i. li 14. ^on ben contento
dello sialo, e giudicandolo .n trespoli.
* §. IL Tie.'polo. Ligno di tre o quat-
tro pi. di, che serve a fare ponti per /ab-
br,carc, e altro. Jìaldm. I oc. Jis. (A,
* §. IlL Trespolo. Arnese da l Itlor,
di carrozze , per po.Mri'i sopra la cassa
nel d,pingrrla, bilicato in modo da po-
terlo giiare per qualunque verso. (Aj
:;: (-. IV. ;/ Trespolo de' Cai radon e
un arnese intelaialo su quattro piedi, per
u.<o di collocarvi sopra le ruote per ser-
rare i quarti. 'Al .,.„„ ,j,
* TRE.SSETTl. F. TRESETTE. ..^^
:'.: TRESTIZIA. !'■ A. Tristizia. I il.
SS. Pad. 2. 3;Ì0. Onde io tinianeudo so-
lo, rimasi .n gran tre.tii.a. Iit. S. ilargh.
ni. »oi e.avamo lutti pieu. d. p.anlo e di
sar.agl. stata venei.o . lolg. ,l.'«. Medi-
cine composte alla sUeltura d' alena lODo
inrl.idalo. Iliaca, ce.
s 1 7'iT !t:edicina, 0 Himedio sempli-
cemeiiie. Cr. l. 4. l4. Avvegnaihij a co-
lui , che ha nusso, spesso faccia uld.tade
la piedctla acqua lo.bida , e lolle le ^av.
acque e pesanti, perchè nel ventre s. n-
leogono, ne tosto discendono, ma le sue
triache sono le cose untuose e dolci . 1:
niiin. 17. Oi quelle cose che rimuovono
le mabiie di divc.se acque, sono le ci-
polle, perucibè sono siccome la lor Iliaca.
lior. S. l rane. 164. Le buone opeie sono
triaca medicinale ( i;.<i figuratam.J.
5 II. pssere triaca d' alcuno , vate
i:s.<er suo avver.<aiio con Jbize superio-
ri , ovvero ..(vere il genio supcriore ad
alcuno. Pera. Ori. I. 26. I. Fai com-
battere insieme dui Cristiani, chela triaca
son d. Pagania. ,■ o ;
* TRIALE. JSumero di tre unita, ialv.
Avveri. 2. I. l4- E perchè il Iriale, e il
qualt.aie , e il cinquale , e cosi gli altri
(„>,mcr.; di mano in mano non recarono
i Greci nella licchissima lingua loro? (fj
TlllA^GOLABE. .^dJ. Vi tre angoli.
Lai. triangularis . Gr. -zfiytiiioì . Fir.
l-ial beli. dona. 365. Vogliono questi di-
pintori , che dallo angolo egli si tir. una
lioca .ella d'uguale lunghezza delle l.nee
triangolali, farj,. Giuoc. I Mag. ^asce
ciascuna piiami.le da una basa Inangolare.
Piceli, lior. 33. Il cippero ec. e un giunco
triangolare ec. , alto un bracco o più .
i^. s.
re »:»-• » ■■»— — i
Trians^olnre , in forza di sust.
dolore e di Irestuia udendo queste paro-
le. iJ'l , _ ,
f :'; TREZZA, y. A. Lo stesso clic Tr,c-
ci.i. Lai. capillamcntum . Gr. Tfi;:t"/iX.
7cMre((. F.r. 3. 23. Si eh' io creda che d
crino Fosse d'un oro fino. Parlilo senza
.rezze. (•) ir. Ilarb. l52. 4- E d. tanla
bellezza, Ch' ognun intorno le guaida la
irezza . E 355. 3. Fatta m' ha senza pie
e irezze. PM. Mann. G. C 27. Che mal
per me si vide 11 fronte e '1 viso, e quel-
la bionda trezza. (Vi
•+ TRIACA. Medicamento composto di
moltissime sostanze j di die vedi i Par-
macisti. Lai. tlieriaca. Or. 5^i.«/a. lai-
t,id. I ehbr. Lo. In luogo di quella mei-
tcre la triaca , e ..legare ddigenlemenle
A magliuolo. Giiitt. Ictt. 21. Gal.eno po-
ne , the dal pnncipio suo fue costumato
a pascersi di veneno ec, e forse poi triaca
Term. desìi Anatomici. Muscolo compo-
sto di cinque paia di piani carnosi di-
sno.Ui in maniera di /ascelte , die sono
attaccate interiormente alle parti d, mez-
-o ed ia/erioi-i dello sterno , e vanno a
"terminare alle cartilagmi della seconda ,
terza , quarta , quinta e sesta delle vere
coste 11 triangolale dell' omero e anche
detto Pdtoide. (Al Imperf. Anni. lOI.
Il inangolare (muscolo, è piccolo e sot-
tde, e nelle persone grandi appena e car-
noso. I Pt ,. tr. j Jy-
■-;: TRIANGDLARITA. Term.de Geo-
„ietri. Pagione/.imale del triangolo. (A)
:■; TllUM'Ol AIO. .Idd. Triangola-
re Che ha tre angoli. lUambull. Appar.
Accanto le era la Sicilia con tnangolata
coro..a di spighe in capo ec. , ferma so-
ira un triangolalo spazio. (A)
::• TKIA^GOLETTO. Pini, d, Tnan-
■,olo: Piccolo triangolo. Ciambull. Appar.
Aveva coste, nella destra mano quel laicato
triangolcllochesivcde ancor neUc roeda-
nlic del famoso Jlarcello. lAj
+ TBU.NGOLO. 7".£:i"<i di tre ango-
li. Lai. tiiangnlus. Gr. T.:.'ycavov. Petr.
cap. 10. Ero'dolo di gre. a istoria padre
% idi, e dipinto il nobd ge.-melra Di Lian-
Eoli, tondi, e foime quad.e. Dani. Par.
i3 O se del mezzo cerch.o far s. puole
Tlianiiol , si eh' un lelto non avesse . E
17 \ c-gion le terrene menli >on capere
in tnang°oIo du- ottusi . UH. Com . InJ-
,0. 190. Necessario è che og.li cosa, che
M vede, si vcggia per t.iansolo. E Par.
17. 3oI. 1 mollali veg.;iono non capire
die ottusi in un t.iangolo, intendi non
mulaodo la forma del liiaugolo e mel-
teiidovi dentro lutto lo spazio del Ir.an-
^"i"'s. 1. Triangolo sferico, dicesi Qud
triangolo . i cui lati sono format, da due
arclJde'gran cerdiii della .fra. (A)
%\. X\ Triangolo, vale anJ.e lorma .
o Figura simigliante a triangolo. Gu,cc.
S'<ór 4. 124. Di Lodis. poteva senza a^-
;uuolcolJa..da.e ins.no m sulle pò te
d,M.lano.ediPav.a,perche.,ueslecill,
.duale come .n triangolo, sono vicine 1 una
all' altra venti roigha. (L)
i6o6
T R I
* §. III. Triangolo . Term. degli A-
stronomi. Nome di una costellazione delC
emisfero boreale. Si dà anche il nome di
Triangolo attitrafe ad un'altra costella-
zione dell' emisfero australe , che da noi
non è visibile. Del Papa. Triangolo bo-
reale. (A)
^- §. IV. Triangolo. Term. degli //r-
tisti. Specie di lima triangolare. (A)
* TRIARE . /'. A. Distinguere, Di-
scernere , Distintamente conoscere . Te-
sorett. Br. 7. 63. E chi sa giudicare, E
per certo iriare Lo ('also dal diritto , Ra-
gione è il nome dillo . (C)
•f TRIARIO. r. L. Il terz' ordine del-
le legioni romane j e s' usa sempre dire
Triarii , nel numero del più . Lat. tria-
rius . Scgr. Fior. Art. guerr. 2. 66- 1
cavalli de* Romani erano mede&irnamcnte
soli; vero è che i Iriarii alloggiavano vi-
cini alla cavalleria. lì 3. 85. A* triarii,
i quali erano il terzo ordine delle legioni
romane, non erano assegnati [>ìù che sei-
cento uomini.
* TRIASANDALO. Term. de' Far-
macisti . Laltiìi'nro di tre sandali, bian-
chi, rossi e citrini. liicett. Fior. ani. (A)
TRIBALDAUE. J'. TRABALDARE.
TRIBBIARE. Trebbiare. Lai. tritura-
re . Gr. v.'^o'lì . Menz. sat. 10. Ahi del
superbo Adamo Questa è la messe che
quaggiù bi trililiial
g. I. L'usiamo anche per Tritare.
* Vit. S. M. Madd. i5. Alcuna volta
hanno tribbiate le spighe del grano con
mano, per mangiarle (È il Oicanles ma-
nibus dell' l'vangelio ). (f'J Malm.']. 70.
Che tutte le stoviglie sprezza e tribbia.
* g. II. Tribbiare, dicono gli Artefici
quando In sega rompe, e non sega pulito
il legname. (A)
TRIBBIATO- Add. da Tribbiare.
* TRIBBIO. Arnese da trebbiare. Lat.
tribulum. Salvia. Geor. lib. 1. E tribbi,
e tregge , E rastrelli di peso smisura-
to. (FJ
t TRIBO. F. A. Tribù. Lat. tribus.
Gr. 9U>vi'. G. /'. 1. 3. 1. Convenne di
nicissita eh' e' tribi e le schiatte de' vi-
venti, che allora erano, si diparlissonu.
E 5. 29. 1. I quali si dice che furono
itrattì di quelli tribi d' Israele . Dant.
Purg. 3l. Sfe dimostrando del più alto
tribo Negli alti, l'ullrc tre si fero avanti.
^ut. ivi: Ciofa dimostrandosi di più alta
schiatta, fìorgh. Orig. Fir. 277. Or se-
guendo air altre con5Ìd<Tazioni , che ci
aono, resta a parlare delle tribù, anzi pur
del tribo, come questa voce pronunziava-
no i nostri padri e maestii della lingua.
TRIBOLARE. Ajjìiggere , Travaglia-
re j e si usa in stgni/ìc. alt. neutr. e
neutr. pass. Lat. cruciare, divexare, an-
gere. Gr. /a/^Jv. G. /'. 6 22. i. Fede-
rigo imperadure, tribolando e perseguendo
tulle le terre e citili e ,\ignori che si te-
ncano alla finlellà e ubbidienta di santa
Chiesa , sì entrò nella Contea di Roma-
gna, ffocc. nov. 27. 16. Madonn.1, questo
fe sol quel peccato che ora vi tribola . E
nov. CfO. .'). Cornar Gemmata, non li tri-
bolar di me , cir io .^t(> bene . !\'ov. ant.
100. 12. Nullo mi (lolrebbe turbare, do-
ve ella mi tiiliid.1 e eomiuìde . Lnsc. Si-
bili. I. 2. Tu dove vaiT /'. A tribolare,
■ trovare un not.iio in casa.
§. Chi altri tribola , sé non posa . o
simili; provrrb. che vale, che l.o inquie-
tare altrui arreca travaglio e noia anche
a colui che inquieta . /telline, rim. cap.
Che chi tribola altrui. \v non riposa. Ctrc.
Orli. 3. 80. Chi altrui tribola, se non
pota ; tu non consideri ■ncora le nemici*
tic die ne cavano.
TRIBQLATISSIMO. Superi, di Tri-
bolato. Lat. miserrimus , aj^ictistimus.
T R I
Gr. a&).i JraTO?. Car. ìett. I. 1.^9. Di
che sono stato fino a ora tribolati ss imo
per conto vostro.
TRIBOLATO. Add. da Tribolare. Lat.
miser, afflictus. Gr. a^ìio;. Bocc. tntrod.
48. O voi mi licenziale, che io per gli
miei pensieri mi ritorni, e sleami nella
città tribolata. F nov. 80. 17. E dello
questo , forte mostrandosi tribolata , non
restava di piagnere, ^f. F. Q. 55. Gli
affannati e tribolati cittadini di Pavia ec.
cercarono d' arrendersi a patti. Cecch. Spir.
3. 3. E voi poco discreto e amorevole
Uelle persone tribolale.
t TRIBOLATORE, l'erbai. masc. Che,
o Chi tribola. Lat. vexator. Gr. xa/o*^-
yo; . Coli. Ab. Isaac , cap. 40. Que-
ste sono ^/e tentazioni) dell' anima: ec,
rintoppo d' Uomini empiii cadere nelle
mani de' tribolatori, movimento continuo
di cuore, ce. Segner. Crisi, instr. 1. 9.
l4- Non in quanto all' ufficio, che è di
nostro tribolatore, o tormentatore.
t TRIBOLAZIONE, eTRIBULAZIO-
>E. Afflizione, Travaglio, Molestia. Lat.
ajjlictio, anxietas , molestia. Gr. oln<x ■
Mor. S. Greg. Di gravosa lancia di dis-
perazione è percossa la mente, quando si
vede aftlitta dalle Iribulazioni dell' ira d'
Iddio. Cavale. Frult. ttng. Come antica-
mente solcano far li Giudei in caso di tri-
bulazione e di penitenza. /Ìocc. Inlr. i5.
Era con sì fatto spavento questa trilmla-
zione entrata nei pelli degU uomini e
delle donne, che 1' un fratello 1' altro ab-
bandonava. F nov. 28. 5. Io, per questo,
altro che in tribulazione e iu mala ven-
tura con lui viver non posso. Giambon.
Mis. Uom. Se questa e dunque la via
de' buoni, non vuole esser buono chi del-
le tribolazioni del mondo non vuol sen-
tire. -|s Fr. Ciord. l'red. P. Le trilio-
lazioui sono trebbie di Dìo a trebbiar le
genti, acciocché si scevri la paglia dal
grano, cioè il peccato dall' anima. (Bj
TRIBOLO. Pianta che produce frutti
spinosi, anch'essi detti Triboli, ed è di
due sorte : terrestre, e acquatica. Lat.
tribulus. Gr. zpi'^oìoi. Bocc. Conci, q.
Niun campo fu mai si ben cultivato , che
in esso o ortica, o triboli, 0 alcun pruno
non si trovasse mescolato tra 1' erbe mi-
gliori. Frane. Sacch. rim. 47- Ma chi
sogna la notte, e 'I giorno semina Tri-
boli per ricoglier gran da vivere , Ha il
cervel sopra Costantinopoli. Ricett. Fior.
8. Di quelle (piante nostrali) che nasco-
no solo ne' piani, si hanno sempre a Avei 1 (.
quelle che sono ne' luoghi più asciutti ,
e discosto dai laghi e da'Gumi, eccetto
quelle che nascono solo in simili luoghi,
come la ninfea, il tribolo acquatico, e la
lenticchia palustre.
§. 1. Tribolo, si dice anche Una sorta
di tr foglio odoroso, da cui si stilla a-
equa odorosa che anche si dice Erba
vetturina. Lat. mulilatus.
§. IL Tribolo, per Spina. Lat. spina^
aruleus. Gr. axa»ra. *'. f. 11.3. 12.
Fatiche e sudore, spine e triboli, diluTÌo,
dicadimento trapassarono. Buon. Firr. 5.
2. 7. O di triboli nvcr piumaccio e col-
tre.
g. HI. Trifwli , per similil. , si dicr*
vano anticamente alcuni ferri con quat-
tro punte, che si seminavano per le atra
de per trattenere il passo alla cavalleria
nemica. G. /'. 10. 5i). 3. E incontanen-
te icminaro triboli di ferro, eh' avevano
portati. Serd. Star. 5. |8^. Sparse occul-
tamente molti triboli di ferro av%'r1en.iti
per una via larga, per do%e 1 l'orlughe
si potevano cotrarr nella città.
§. IV. Fifuratam. per Tribolazione.
Sen. Pisi. Ti pricgano che tu gli traj^phi
fuor di quel tribolo, e cb* tu mt>tiri la
T R I
lumiera di verità. Cavale. Itfed. cuor. Gli
lasciòe la moghe e gli amici per suo tri-
bolo.
g. V. Per to Piantoche si fa a*mor-
li. Lat. luctus, moeror. Gr. ?rcy3oCf 0'-
ÒijpflÓi. Tac. Dav. Ann. 3. 57. Qoel del-
la corte di lei per lo durato tribolo era
più stanco (il testo lat. ha r longo moe-
rore fessura ). F Post. 444' ^ocor oggi
nel regno di Napoli si dicono fare il tri-
l>olo certe donnicciuole, che sopra il cor-
po del morto pretxolate piangono.
3 TRIBOLOSO, e TRIBULOSO. /4dd.
Pieno di tnltclatìone. Lat. infaustus, mi.'
ser, anxius. Gr. «aito?, t:aÌx^, '3C'"
TÌt95. Stor. Bari. Tutte le cose di questa
tribolosa vita voglio lasciare.
"^ §. Tribuloso , vale anche Che ap^
porta tribiilazione . - Cuitt. lett. \. 2.
E da conoscere per malvagia, e conosciuta
odiarla ogni grandezza terrena; co m* è af-
fannosa e pcriculosa ad acquistare ec.; •
come affriggiiiva a perdere e tribulosa. (Cj
« TRIBÙ, r. A. Tribù. S. Agosl. C.
D. 2. l3. Per sentenzia di giudice era
casso del ttibu e dell'ordine suo. ( F)
f TRIBÙ'. Urta delle parti nelle qua-
li anticamente si dividevano le nazioni,
o le Città per distinguere le schiatte, e le
famiglie. Lat. tnbus. Borgh. Orig. Fir.
277. Resta a parlare della tribù, anzi pur
del tribo , come questa voce pronunziava-
no i nostri padri.
* TRIBUIRE. V. L. Donare, Retri-
buire, f'it. S. Onofr. 143. E *1 nostro
Signore pietoso ec. , vedendo che io sof-
feriva ogni cosa, bammi tribuito grandi
cose. Boez. II2. Conciossiachè spesse vol-
te a* buoni le cose allegre, e a'reil' aspre
dea, e in contrario a' buoni tribuìsca le du-
re, ec. ( F) Belc. Agg. pr. spir. Ed ivi
le motte pecunie cosi all' imperadore, come
a' baroni tribuendo, diventò prefetto del
sarro pretorio. (Cj
* g. Tribnire , lo stesso che Attri-
buire, come Lontanare e Allontanare ,
JS'oiare e Annoiare, Tossicare e Attos
sicarej ec. Palm. Fit. civ. lib. U. pag.
Il5. (Giunti 1629 ) Fuggasi adunque
qualunque contesa d'onori civili, unita-
mente sempre tribuendo quegli a' più vir-
tuosi e migliori cittadini. (Bf
« TRIBULANTE. Che tribù la , Tri-
bulatore . Palm. Fit. civ. lib. 3. pag.
6<). Voglicndo la parte che ba offeso de-
bitamente emendarsi, s' elegga sempre la
tranquilla pace inuantt alla tribulante guer-
ra, e per ogni tempo si consigli ce. (Bj
^ TRIBULANZA. F. A. TriMaiio"
ne. Fr. lac. T. 3. 17. 16. Tutti erano
smarriti E disbaltuli da gran Inbulaota.
(f)
* TRIBrLARE. V. A. Tribolare. Fit.
SS. Pad. 2. 280- Permetti che siamo
ora tribulati. E ^6q. Senta divina per-
missione nullo è tentato, n^ tribulalo. f/ ^
t '•!* §■ E in signi fic neutr. e neutr
pass. Contristare , Contristarsi. ì il. S.
Gio, fìat. Vedendo madonna Elisabetta
cosi tabulare di questa novità re., si fe-
ce dare ce. Guilt. leti. 1.8. Tribula più
uno che volo turni , che non allegrioo
mt>lli che lornin pieni. (F)
« TRIOLLATO. Add. da TrihiUrti
TriKlato. Fit SS. Pad. 2 17»). Allo-
ra quel monaco molto tributato sospirò.
Fil- S. F.ufr. Vcggendo V Abaie questo
suo compare così tribulato, ec. (V}
P %. 1: in forza di su st. Fit. S^. Pad.
2 178 Si sforxaiio d'aiutare li tentali e
Iribulali e iiifertni. Serm. S. Agosl. Co-
lui rbr consola i tributati, che sovviene
gli aOlitti, costui k vero Crìatiaoo, t a-
miro di Dio. fF)
TRIBtlLAZlONE. r«rf TRIBOLA-
ZIONE
TRI
* TRIBULO. V. J. Tribolo. FU. SS.
Pad. 2. 173. Un buon uomo aveva una sua
posiCisioDc liella , e frulliff ra , e per ne-
crigencia la lasciava insalvatichire , sic-
ché non pruduceva se non ispine e tri-
huU. (•> ii di .lotto: Trovandovi gran mol-
titudioe di spine e tribuli. (V)
* §• Trihulo, è anche lo stesso che Tri-
bolo, nel signijìcnto del §. V. f'egez.pag.
137. (Fir. l8l5j Inconlancnle per tutto il
campo gillarono tribuli, ne' quali quando
vi s' intoppavano i carri che corrieno, tor-
navano poscia al nccnte . (B)
TRIBULOSO. ; . TRIBOLOSO.
TRIBUNA. La parte principale degli
edijizii sacri, 0 dì altre fabbriche insigni.
Borgh. Orig. Fir. 3oO. Egli è ben vero
che le magciori (chiese } e più solenni
nella parte ai sopra, dove gli antichi a-
Tevano il tribunale, che noi oggi, rilenu- [
to r antico nome intero, chiamiamo tri-
buna» e la forma si vede ancora mante- j
nula nella sopraddetta di S. Piero ali* an- 1
ticagiratain mcszo cerchio. E ì'esc. Fior.
410. Finalmente nel suo tribunale in te-
sta, che noi, mantenendo già tanti seco- I
li, senta saper perchè, V antica voce, di- ,
ciamo tribuna. Borgh. Bip- 86. In sette '
facce h distinta la cupola e la principale
è quella che vien sopra la tribuna del
Sacramento.
# §. I. Tribuna tonda, dicesi a una
Specie di i-olta, la quale non essendo fat-
ta, solamente di archi, ma di andari, co-
me cornici, per farsi non ha bisogno di
centina, lialdin. I oc. Dis. (Jì
# §. II. Tribuna. Viconjsi fatte a tri-
buna le coperture degli edifzii , che si
/ormano in figura di sesto acuto. Baldin.
Voc. Dis. (A)
TRIBUNALE. Propriamente luogo do-
ve riseggono i giudici a render ragione.
Lat. tribunal. Gr. oi/.x'szrioiov . Bocc.
ti- 6. f 4- Li giudici hanno lasciali i tri-
bunali. Him.ant. ^f. Cin. 35. Mille dub-
biì in un di , mille querele à1 tribunal
dell' alta Imperatrice Amor conlro me for-
ma irato « dice : Giudica chi di noi sìa
più fedele, fìuon. Fier. 5. 3. 8. Or qua
or là per logge, e tribunali. Cas. lett.
37* 1)^1 quale sono stalo tenuto a bada e
straziato a tulli i tribunali di questa cit-
tà presso a tre anni.
# §. I. Per Luogo elevato donde altri
arringa al popolo. Guicc. Stor. 2. l63.
Matteo Lango ec. salito in su un eminente
tribunale pubblicò in nome di Cesare la
dclibcrarioDe di passare ostilmente in i-
lalia. (L)
# 5. II. £," per similit. Ang. Met.
l. 89. Giove che dal celeste tribunale
Scorse tutte le genti esser già morte ec.
Fé per 1' alia soffiar gli artici \enii.fD)
# §. III. Per tribunale, posto avverb.
vale Trihunalmente. Lat. prò tribunali.
Cavale. Specch. Cr. io5. [ncontinente
Pilato sedè per tribunale, e diede la sen-
tenza contro di luì. (l)
TRIBUNALE. Add. Di tribunale, ap-
partenente a tribunale . Lat. ad tribunal
pertinens. Gr. ùjv itpò^ ^ixacr/siov.
Serm, S. Agost. 1. Quando saremo in-
nanzi alla sedia tribunale, dove si darà la
sentenzia. E appresso : Allora innanzi alla
sedia tribunale Abramo non ci condannerà,
anzi ci difenderà.
t TRIBUNALMENTE. Avverò. In
tribunale. Lai. prò tribunali. Gr . t-jii
TOJ So'yaros. Viagg. An, 70. Sopra al
qual luogo sedette thbunalmente Pilato ,
quando giudicò Cristo a morte. ^ Segner.
Fred. Pai. Ap. 12. 7. Ascoltisi la sen-
tenza autorevole di Pilato^ promulgala da
«sso a voliti scoperto ec. e quel eh' è più
sedendo tribunalmenle. (TC)
t 5 TRIBUNATO. JSome di magistra-
Vocabolario T. Il
r R I
to, 0 grado della lìepubblica romana, al
quale era affidata la difesa del popolo ,
e che si contrapponeva all' autorità del
Senato. Lat. tribitnatus. Gr. SrjfJVpXt'oi.
* Tac. Dav. Vit. Agr. 38. Né volle Agri-
cola che l' inespcrìenu sua e il titolo del
tribunato gli servissero licenziosamente ,
come ce. (BJ
* §■ Tribunato, si disse anche il Ma-
gistrato che nel medio evo prese in 7\o-
nia talvolta a sostenere il popolo contro
rt' soprusi de' Baroni, u M. V. l\. 26.
I quali sapeva che erano contrarii al suo
tribunato. Segr. Fior. Stor. 1. 29. Fran-
cesco Baroncegli occupò a Roma il tribu-
nato ". (IV)
TRIBUNESCO. Add. Di tribuno. Lat.
tribunidus. Gr. Sri}j.cic.pxi''óz. Liv. M. Il
quale è ancora tutto enfiato, e pieno di
superbia tribunesca. Tac. I^av. Ann. I.
5. Tredici consolati ebbe egli solo ec. ,
Irentasette anni continui la podestà tri-
bunesca. F 3. 74- Scrisse a' Padri, chie-
dendo per Druso la podestà tribunesca.
* TRIBUNETTA. Dim. di Tribunaj
Piccola tribuna. Accad. Cr. Mess. E in
faccia una cappella ce. coperta con una
tribunelta di legni preziosi , dove era col-
localo r idolo. (A}
t TRIBUNO. Colui che ha il grado,
e V uficio del tribunato . Lat. tribunus .
Gr. èript^p^oi. G. V. 12. 104- 7- Tale
fu la 6ne della signorìa del tribuno di
Roma. Segr. Fior. Art. giierr. i. 26.
Creavano ventiquatlro tribuni militari , i
quali facevano quello uBcio , che fanno
oggi quelli che uoi chiamiamo conne&ta-
bili.
n^ §. £r in forza di add. per Tribune'
SCO . Borgh. Orig. Fir. 280. Così erano
in Roma i comizii centunati e tribuni j
come qui fra noi ì consigli e^ squittinii ,
per via dell' Arti e de* Gonfaloni. (V)
* TRIBUTANTE. Che tributa. Che
offerisce in tributo. Bellin. Bucch. E la-
scio dir qual le faceva ala ec, E qual gli
ornò le camere e la sala Per onor dell'
; altera tributante, ec. (A)
t * TRIBUTARE. Dar tribù toj e per
lo più si dice /jguratam. del Bendere al-
trui tributo di lodi, omaggio, 0 simile.
Lai. tributum pendere. Gr. fo'pov aTOTE-
Xzxv. Bed. lett. 2. 4- Avendo io qui co-
municata r i>da dì V. S. Illustrissima a
molli ce. eoo mio indicìbile contento V
hanno tributata di così verdadieri e gloriosi
applausi , che ce. (*)
TRIBUTARI'A. T. A. Tributo. Lat.
vectigal, tributum. Gr. ©o'jio?, xtXo^. G.
V. 9. 137. I. Tenendo tutti grioghilesi
di quelle marce sniio tributaria.
TRIBUTARIO. Add. Obbligato a pa-
gar tributo. Lat. tributarius , vectigalis,
stipcndarius. Gr. uTTOTsi»;'? . Bocc. nov.
98. 3l. Io dirò che io sia di città libera,
ed egli di tributaria - Petr. cap. 6. Che
vale a soggiogar tanti paesi, E tributarie
far le genti strane? G. V. 7. 39. 2. Ol-
tre a ciò, il detto Re di Tunisi fosse tri-
butario di dare ogni anno al re Carlo venti*
mila doble d' oro.
?!• §. Fiume tributario, dicesi dagli I-
draulici a Quel fumé che perde il suo no-
me nel metter foce in un altro. (A)
TRIBUTO. Censo che si paga dal vas-
sallo, o dal suddito al signore, o alla re-
pubblica. Lat. tributum, vectigal. Gr. Tc'-
/o^. J\ov. ant. 58. X. La forma della loro
ambasciata si fu per difendere da^ Roma-
ni lo tributo per via di ragione. Bocc. nov.
79. 32. A suon di nacchere le rendon
tributo .
^ §. E fguratam. dicesi d'altre cose.
Ar. Fttr. 37. 92. Ed Ada , e gli altri
(fiumi) onde tributo prende. Tass. Ger.
9' 4^- ^ ^*^^ più coma Adria respinge
T R I
J609
(il Po) j e pare Che guerra porli, e non
tributo al mare . Molz. Ninf Tib. 57-
Anzi quanto più largo il pianto riede ,
Tanto maggior tributo agli occhi chie-
de. (Br)
* TRIBUTO. Add. Per Tribunesco,
Tribuno. Borgh. Orig. Fir. 280. Si di-
stribuivano negli u6zii e consigli comuni,
come i Romani in que* comizii che da que-
sto nome chiamavano tributi. E 283. Re-
stavano quasi che in mano ed arbitrio loro
i comizii tributi. (V)
s? TRIC TRAC. Sorta di gioco. Segr.
Fior. lett. 26. Con questi io m'ingagliof-
fo per lutto il di , giocando a cricca , a
tric trac. (CJ
* TRICLINIO. Cenacolo, Terrazzo.
Lat. caenaculurn - Gr. uTf;2W0v . Cr. o.
80. 4- Conciossiacosach' e' fosse in un luo-
go che si chiama ager laurentanum , nel
quale era un luogo con un alto terrazzo,
ovvero triclinio. (*)
TRICORDE. Add. Di tre corde, Lat.
trichordis . Gr. rpt'x'^pSo^ . Dani. Par.
29. Come d* arco tricorde tre saette.
TRICORPOREO . Add. Che ha tre
corpi, Lat. trìcorpor. Gr. TfC^oìp-Oi. Gal.
Gali. 223. GU ultimi scoprimenti di Sa-
turno Iricorporeo ec hanno cagionato tal
dilazione .
TRICUSPIDE, r. L Add. Che ha tre
punte. Lat. tì-icuspis . Gr. r^i'/Xw'xivo^ ,
T^i'^TO^uo;. Bed. Oss. an. 10. I ghiri ec-
hanno il membro genitale tricuspide , ed
oltre lo averlo tricuspide, lo hanno altresì
corredato d' un piccolissimo ossicino.
* TRIDECILE . Term. degli Astro-
nomi . Aggiunto di Aspetto de* piane-
ti. (A)
•f * TRIDENTATO. Add. Che è ar-
mato di tridente, ed e aggiunto proprio di
j\'ettuno, detto anche Tridenttere , e Triden-
tiero. Adim. Pind. E sovra il negro mar
discese un giorno 11 tridentato Dio; gri-
dando spinse ec /ìnguill. Metam. 9. SSg.
Inceri pur di nuovo egli le piume , E '1
temerario voi drizzi al mio lito , E passi
il sai del tridentato Nume, Per dar rimedio
ec (A)
!v §. T'ale anche Che ha tre punte .
Ang. Metam. 10- 3o2. Percosso invan
dal tridentato telo. (Br)
TRIDENTE. Ferro con tre rebbij For-
cone . Lat. tridens . Gr. -rpiM-fV. . \Morg.
14. 69. Poi si vedea Nettuno col triden-
te Guardar con atti ammirativi e schifi.
Tass. Am. prol. Che fa spesso cader di
mano a Marte La sanguinosa spada, ed a
Nettuno Scotitor della terra Ìl gran tri-
dente . Bed. Esp. nat. io5. Le corna
della cervia nella suddetta medaglia di
Salonina son piccole , e non hanno che
tre cortissimi rami , non situati per la
lunghezza del tronco principale, ma posti
del pari su la cima di esso tronco in fog-
gia d*" un tridente.
t * TRIDENTIERE, e TRIDEN-
TIERO. .4dd. usato per lo più inforza
di sust. Armato di tridente. Che impu-
gna il tridente} e dicesi propriamente di
Nettuno. Chiabr. Fort. cant. 3. Rassem-
brò quel grido Strepito d' Ocean, s^unqua
s* adira 11 Tridentier dalle cerulee chio-
me. (B)
t' TRIDUANO. Add. Di tre giornij co-
me Quattriduano, Di quattro. Cocch. Disc
Quel suo puerile , pedestre e triduano
viaggio air altissima sommità della Pietra
Apuana. (A)
TRIEGUA. V. TREGUA
TRIEMITO. /'. TREMITO-
i.'J TRIENNALE. Add. Appartenente a
triennio , Di triennio . Salvin. Annot.
Opp. Cacc. Fesle delle Orgie, le quali ri-
correvano ogni tre anni ec. , per questo
chiamate Trieterica , cioè Irienaali- (A)
202
i6io
T R t
T R I
1 R I
E hneid. itb. 4- Quii l.jcc^nlc stimo-
lata Da' commossi misteri ^ quando udi-
to Bacco io&ligarla 1* orge triciuiali. f/'j
f * §. Il inforza di sust. Festa che
si celebra ogni tre anni. Car. En. ^. 45l.
Quali; ai oolturoi Gridi di Citeroo Trìa-
de , allora Che '1 trieaual di Bacco si
rinnova , IVcl suo moto maggior si sca-
glia , ec. (fì)
* TRIE:mNE. JJd. /}* ogni tre anni,
e Che ricorre ogni tre anni. Salvin. tnn.
Orf. Susciti l'anuual trieuDt; fe>ta. E Opp-
Cacc. NuD voglio che tu or cauli Ìl tri-
enne Muutauo Daccu. E Jnnot. Trit-iinc
Baccu y delle fi-^itc dette Orgie , le quali
ricorrevano o^ni tre .inni ec. , chiamate
Trietcrica , riob triennali. (.4)
* TRIENNIO. Corso di tre anni. Spa-
zio di tre anni. (.1)
j- * TIUEAUCE. Jdit. Che ha tre
gole j ed e aggiunto proprio di Cerbero.
Beav. Celi. f'it. i. ll3. Questo fu un
cammeo ; in esso intjgliadi uu Ercole che
legava il trifaure Ceihero. (Jj Car. En.
6. 586. Spaventi il can trifauce a suo di-
letto Le pallid* ombre : elernamcnle latri
Neil* antro suu, ec. Ar. l'tir. 34- 5. Farò
t'u^'gir fiutone e Satanasso, E '1 caD tri-
laUfi; leverò dal passo. (M)
TftlFEUA. Spezie di lattovaro inven-
tato dagli yirahi. Cr. 5. 2. l^. Vale (V
olio di mandorle ) a provocare i mestrui.
Se se ne fjrìi suppositorio con Irifcra ma-
f^na. M, Aldobr. Uòtno trifora saracenica,
e diapruno , e sciroppo rosato e violato.
iolg. Ma. La trifora muscliiata, d'inven-
zione di Alcanzi, è incdiciua provata
TRIFOGLIATO. Add. Ih trtjo^lio ,
A similit. di trifoglio. Lat. tri/olio simi-
lis. Gr. T.3(pu>Xw ofJ-Oio^. lied. ttss. an.
70. Fiori d' elleboro nero , e 6ori d' ellebo-
ro trifogliato.
tTRIFOgLÌ0,eTREF0GLIO. Pian-
ta notissima di varie spezie, che fa per ogni
i,ampo 0 prato , le cut foglie di forma ro*
tonda sono attaccate a tre a tre a un me-
desimo gambo . Lat. trij'olium . Gr. rpt-
^Lt/>ov . Pallad. cap. 5. E quando prò-
dune di queste generazioni d* urbe per sé
medesimo , cioè ebbio, giunco , cannucce,
trifoglio, ce. Cr. 2. 26. 3. Quella {terra)
è utile a seminarvi grano, la quale natu-
ralmente e pur se medesima produce V
ebbio , e *1 vinco , e grassa gramigna , la
canna , il trifoglio , e 1 grassi rovi . Tes.
Pov . P. S. cap. 5. Se fomenti il capo
dolla cocitura del trcfoglio , e poi impia-
slii l'erba alle tempie ed alla fronte, to-
glie la vertigine. IJorgh- Mon. a^^- ^*'o'
(jon»i ancora alcune pìccole monete d' a-
ricnto con due di questi trefogli. E a/iS-
Neil' argento era sotto i pii; di san Gio-
vanni una volpe a rovescio» e non il tro-
loglio .
* TRIFOGLIO. Add. Trifogliato, Che
ha tre foglie . Salvia- Ina. Om. I*oscia
durò una leggiadra vi-rga Aurea, trifoglia,
intatta, cbc ti guardi. (A)
TRIFORCATO. Add. Di tre rebbi,
■/ guisa di /arcane . Lat. trifttrxus . Gr.
rpKy-ri^oi . Pallad. Eehbr. 17. Si to-
^liuno tagliar grossi come dito mignolo
ii rami da innestare), biforcati, o trifor-
cati, o con moke gemme ornati (qui per
similit. ).
TRIFORCUTO. Add. Triforcato. Lai.
trifurcus.Or. Tfi'xiio?. Pallad. .V.irs. 21.
Se vuogli por le vette de* Gclii, togli il
ramo trtfurcutu, o biforcuto, e coglilo dal-
la ^>arte dell* albero di verso merìggio ^f/»i
per similit;.
TRIFORME, r. l. Add. Di tre for-
me. Lai. tnformis. Gr. TfìfAOpfOi. lìant.
Piirg. ly. Questo triforme Amor quag-
giù di sotto Sì piange. Amct, ^. Per
lo tuo lanto «d iaeffaiiUc Dome Uifurme
per conseguente il valido itiuto concedi.
# Marchett. Lucr. Itb. I. *'. 109. Questa
il Gor degli Eroi, scelti per duci Dell' o-
stc argiva, io Aulide già indusse L' ara a
macchiar ì\A\j. gran Dea triforme Col
sangue d'l6gcnia, ce. (li) Imperf / . Tusc.
l>. 16. /'. 2. 338. Di Saturno nir più
ne meno non si son eglino immaginati
ingegni altissimi eh' e' fotse una tt-rr a an-
ch'egli 7 anzi parendo tiiforine ec. i: ap-
presso : Saturno, ìl quale iovcce d' esser
triforme, come innanzi parea, è da una
ciambella cir<-ondatu. (i) '
'^ TRIGA. /'. L. Cocchia a ire ca-
valli. Uocc. Com. Vani. (A)
* TRIGASTRICO. Term. degli A-
natomici. Aggiunto di muscolo Jormato
per lo concorso di tre muscoli insi<mej
siccome digastrico, o biventre, dicesi t/uel'
lo che è formato per lo concorso dt due.
(^)
TRIGESIMO. Tiome numerale ordina-
tivo, (he comprende tre decine. Lat. tri-
gesimus. Gr. T^taxoffTo'^. * !)ial. S. Oreg.
4- l3. Questa cbc tu dimandi, ne Terrà
lo trigesimo giorno, (f'')
§. E inforza di sust. Zitto ecclesiasti-
co di celebrare i' (Jftcio pei morti trenta
giorni dopo il loro passaggio j e si di-
ce anche del numero delle trenta Messe
per loro snlf'ragio j comunemente Tren-
tesimo, Fior, itili. Lo popolo lo pianse
trenta di , e quinci viene < he li Cristiani
fauno trigesimo a' morti.
f TRIGLIA. Sorta di pesce squisitis-
simo al gusto, picchiettato di un color ros-
so., e che ha due lunghe pinne sotto la
mascella inferiore. Lat. mullits. Gr. zf,i-
■/>/.'. Morg. i^. 66. La triglia, ìl ragno,
e 'I corval Salomone.
# TRIGLIFO. Term. degli Architet-
ti. Pietra quadrata che ha sopra un po-
co eli capitello, sfondata ad angolo retto
mediante tre canaletti, e serve per orna-
mento del fregio dorico, JSaldin. toc.
Vis. ( !/
# TRIGLINA. Dim. dt Triglia j Pic-
cola trìglia. Salvin. Opp. Pese. (A)
# TIIIGLIOLETTA. fUm. di Triglia;
Triglina. Salvin. Opp. Cacc. I feritori
del pesce (uccidono) trigltolctlc. (A)
•f v TRIGONO. Figura triangolarej
e, secondo gli Astronomi, Unione di ttx
pianeti stanti nel tempo ste.tso in una
delle mansioni celesti. Serd. Galeot. Mars.
374. Gli sguardi u aspt-tti de* pianeti adun-
t{iie sono quattro a novero; Ìl Irigonu ,
l'esagono, il tetragono, e 1' opposto. .'''^^
Scfiner. incr. \. 25. 25. E pur la stolta
(gente) si lascia persuadere che le con-
giunzioni, le opposizioni, i sestili, gli esa-
goni, i quadrati, i trini, i trigoni, cioè nut-
1' altro che la mera corrispondenza de'
segni, ce. (A)
TRIGONOMETRIA, v/rltf di misura-
re 1 triangoli rispetto a* loro angoli e lati.
Lai. trigonometria.
J? TRIGONOMETRICAMENTE Av-
verò. Term. dei Ceomeln. Secon-to le re-
gole della Trigonometria. (A)
# TRIGONOMETRICO. Add. Term.
de' Geometri. Appartenente alla Trigo-
nometrìa. (A)
# TRILATERO. Add. Term. ile' Geo-
metri. Che ha tre lati. ì'ivian. re. (A)
Ai TRILINEO. Add. usato .tnjie in
forza dt Slist, Term. ile' Geometri. Che
e formato di tre linee, l'ivian. Tratt.
iiesist. La scala de' momenti di lutto le
lineo solloteso ad un angolo seltiliueo ec.
SODO rome le linee tleteimiDate dal trìti
neo parabntuo. rcnliè, r>%i-iidti tale, sa-
rebbe come il parallelogrammo A D al
Irilìnro A n O. (Aj
« TRILINGUE. Add. Che hn tre Itn*
gue. Car. Son. contra il Castelv (E queili
■ quel famoso te. ) Questi con U bilin-
gue sua riaofrogna Spirito sì, ce. (M)
t TRILLARE. AruJr. Fare il trillo,
Lat. vocetn pel sonitum vibrare. Buon.
Tane. 2. 5. r stare* senza pane • teom
vino Tre or« ad ascoltar quesla nmMcat
E a sealir Irìllar quitlla rìLvca.
* §. I. Eia significai», fiellin. /)ÌM.
I. 211. Quel terso che «ssi trilUroDO, «
quei passaggi, e quei goigheggi, e quelle
fuf^he che fecero, che voi gli giudicasi*
animali usignioli, e vere passere delle Ca>
narie, o qualsìsia altro ucceU«tto che più
rapisca quand* egli canta, ah che dod fu
opera ec. (C/
* §. II. Trillare, per Jscuotere. Soder.
Colt. 78. Fa poi dare una scossa alla botte
tre o quattro volte, eh' e' granelli ricntrì-
Du bene insieme, e quello spatio di lato che»
per essere avvallati, resterà voto in cima
riempilo dì nuovo di granelli, e trilla la
botte un'altra volta, (y)
THILLE^TI^O. Vim.di Tri/los Pie-
col trillo. Malm. 2. 3o. Con qualche tril-
lettin di ipiando in quando.
t IKILLO. Term.ttella Musica. Sorte
di grazia nel cantare imitata dal verso
di certi uccelli, consistente tn una suc-
cessione vicendevole e rapida di due sole
note contigue di piit o meno lunga durata
regolata in proporzione del tempo, e che ha
la sua preparazione , e terminazione ì il che
SI fa eziandio cogli strumenti. Lat. tre-
mula soni vibratiuncula f compismus .
Siion. Fier. 2. 3. 9. Oh bei irìllì, oh bei
gruppi, oh bei passaggi! E Tane. I. 4-
Questo e il cantar 7 vada ogni solfa in
bando. E '1 trillo e '1 brillo, e ìl dimenar
di gola, ^r Fortig. Picciard. 2. 7. Gli
usignuoli e ì grilli , Chi sopra il bu-
co e chi su gli arboscelli , Faccvan dolci
canti e dolci trilli. (B) Pros. Fior. Sal-
vin. leti. 4- 3- ^54. L» «ra •» ienXe
cantar l* usignolo, e dura tutta notte a
f.ir trilli e gruppi e gorge, e versi scempi
e raddoppiali di tutte le sorte. fCv
f S- ^ figtiratam. Burck. 1. 43- E
Vergilìo rubo un soccodagnolo Per ìqm-
guare a balestrare a' trilli.
TRILUSTRE. V.L. Add. Di tre lustri,
cioè Di quindici anni. Lat. trtlustris. Gr.
òsxaTrsvTSTio';- Petr . son. ii3. Vivrò
coni' iu son visso Couliouando il mio' so-
spir trilustre. Jìemh. rim. 101. Uscito fuor
della prigion tiilustrc.
't « TRIMEMBRE. /'. A. Add. Cht
e di tre membra. Sega . l.tic. 6. I75.
(Fen. l55l } Dubitati ancora perchè oc.
avendo f^tto la divisione bimembre della
parte ragionevole, qui e* faccia U divisio-
ne trimembre. (A)
* TRIMESTRE. Sposto di trt mesi.
Segner. Mann. Lett. dedie. Vi conlcnte-
rrle che io ve la rada a poco a poco
porgendo in quattro trìmestri. ( At
•f * TRIMETRO. Dieesi dt Verso
iambico, ossia di tre piedi. Lai. irime-
ter. Gr. rpKfitzpoi. J areh. Ercol. 259.
A me DOD pare che la lingua vulgarc
abbia sorte nessuua diverti, i quali cor-
riiipondano agli ottonarti, a* trìinrtri , a*
seuarii, e a molte altre maniero di versi
che avevano i Greci 0 1 Latini. (*)
TRIMPELLAnE. Strimftellart . Lat.
perstrepcre , fides peretirrrre. Cr. ituàa-
f tacii'v, ìvpt'ltu. Buon, Fier. 2- 3. 12.
E fanno un trimpellar, eh* io ne disgrado
Santin da Parma, e '1 circo da Bologna.
g, Fìguratam. per indugiare, DcniÈo-
liiir. Trattenersi senza profitto . Lat. i«-
eassum lunctari. Gr. ii'/^ /a^àXciv. Malm.
3. ^5. Ma quegli, al q'ual Don piace lai
factenda , Se la trimpella, e passa in com-
[■limrnti.
» TRIMPELLI'O. Il Trimpellare. (B)
Tni>A. Spéiiedi guamUione la^oratm
TRI
a traforo. S„U: Cranch. 3. 9. Non gli
covarono allro d, folerc Appi.r»rv,M »u
cbe certe- IrineDoro, che unsuo am.-
« rU aveva Dalc , che egl. porUsse a
Vio^sia. /Vr. ^s. 3o6. Tu v...k.>,. .,uat^
,ro b.m»ime fantesche, a vedere e non
v«iere. avere .U-.e>o un letto d. n.. -
buissimi materass., con una coltre d. K
lena A' oro , e di dommasco .ncarnato
fresiate d- ogni intorno d. tante Ir.ne d
^%he era una ricche»». Buon.F.er.
Ti t. Doflei colla trina CoUar. man,.-
* TRINATO . ^àd Cunrmlo di tri-
« Lat. pra^lexlus. Gr . «f««--:0»';
"..U^il -^'"r-S^O E.Uve»o
e.l^i Scendele , e par d. l.ianoa grossa
«limi =ce _ „„uceUi D' alloro una
T n I
T R I
1611
., . .... V..P.U ...ria. VUn. Or. , ^^^ « -su.o un^o _di yot^a r.-
grana. Trinata
•°"r« TRI.VCA. Io stesso che Trinco-
« mT,. .V»//n. p»S.6 . Trincare. Bere
«iai/voceche viene d,l Tedesco, e d>-.
"InJ Tnnm.o 7Wn«„e,uno che beva
sreeoUtainenle. (A) ...m^
„;emn.(.r, a<(morf..m polare. Gr. «Z-,- ,
^ vient. U clpogirlo P" tr-ncare^ -V.^m.
,. 6. Che sempre ingolla 'I '«^J"'' ^'°: I
l trinca del migliore, h 3-. =7 'Che
vuol che ognor si tr.nch. e s. sbasofE.
TRINCATO. AM. da 7 rwcare.
rvJ:I.°o anche per, scaUrito^t.^.
Jer. caim.s Gr. ^Tcvovr/O,"-/"'^'--
^6. 2. Sono nom.m tr.orau, eh?
V?'' I e- „, /. ì Ecli è subito edcl-
le mani, e colei è trincata. £ /Trco/ .
,8. Se si vuol mostrare, lui esser uomo
Jer aggirare e fare stare gì. altr. , si di-
n. egli e fantino ec. , più -"•■'° ^ T'"
bucato, che non è un fam-gho d' Otto.
* TRISCATORE. ( erbai, mast. Che,
, Chi trinca. Fortig. /.Ve. Si cong.un-
-c In matrimonio a questo tnncatore . (yl)
•+ TRINCÈA. Ahamento di terreno,
condotto a foggia di bastione. "••'"•''"'''
llnuale dimorano i soldaU per d.Jcnder-
^Lle art,s!ierie e dalle sorprese del
nemico.-L.i.agger. Gr. X-M^-'-X'e o"
Ni. mancò d' impedire quan o potette col
ie artiglierie . che non si lavorasse alte
trincee F I?- 39. Lavoravasi ancora al-
le dne teste deUa trincea.
# TRINCEARE. Trincerare. Tac. Vav.
Slor. Uh. 2. pag. ^'A ( ^«''S'. '760J
L- esercito romano tr.nceo e affosso ilcam-
no. Stalo prima non sicuro. ({>)
^ i TRINCERAMENTO , e TRI^CIE-
RAMENTO. Tcrn,. de' M.Ut. Il trince-
rare, ed anche nuo>-o riparo per d.fen-
dersi dagli assalti del nemico quando e
gii pervenuto e collocato ,n su la hrec-
Ha. Mlin- P'^'-- 3 25. Pensa/. /CO".
dottier d- armala) alla moltitudine del a
soldatesca ec alle mine, a trinceramenti,
àue sorUte ee. < F, Accad. Cr.Mess. Non
fjcevan allro che chiamare gli Spagnuoli
fuori dei loro trinceramenti. (A)
* TRINCERA. Trincea. Serd. Star. I.
81. Fece cavare fossi, cingere la cita di
nuove trincere e liaslioni. r^J
TRINCERARE, e TRISCIERARE. Fi-
parare, 0 Difendere con trincea. Lai. cir-
™rTR"NCERATO, e TRINCIERATO.
Add da Trincerare, e Trinciernre. Lat.
circumvallatu.^. Gr. 5tl(>iypcx3='!- ""''"■
8 5l Onde scoperti furo 1 irincierati ,
Ove il nimico si facea si forte < qui in
forza di SUSI., e vale Luoghi trincieraUj.E
12 33 E poi due trincerate camicmole
Che fanno piana d' arme alle tignuole (qu
per simihl. e in ischerzo
* TRINCETTO . Quel coltello ricurvo
. tagliente dalla parte superiore, con cui
i carolai incidono, scarmscono < raffila-
„mU. Lucian. IC) . j , ,
■ f TR1^C11ETT0. Nome che danno 1
„,„Wn<ir,.. Quella vela quadra piccola por-
tala dall' albero dello stesso nome. òerd.
Slor. l5. 606. Con avvertimenti, scon-
giuri , e con outorit'a ottenne, che aces-
sero incontanente abbassare il trinchetto.
;.' 607. Subilo fu alialo .1 grido, e ali-
l,;„alo il trinchctlo. Jr. Fur. 19. 47- E
!• un ne spe.za , e portane .1 trinchetto.
Gal. Si.<t. 367. Figuratevi, signor Sim-
plicio, d'essere in una galera, e che stan-
do in poppa, abbiale driaiato un quadran-
te o altro strumento astronomico, alla
sommila dell' albero del trinchetto.
t =c §. Trinchetto, dicono anche i ma-
rinari r Albero piantalo a pcrpcnduolo
sul davanti della n.nc. che porla la .nid-
della vela. (A) ,. , t.
TRINCIANTE . Sust. Quegli che ha
i l'uficio'del tagliar la vivanda avanti al
I suo signore. Lai. striiclor. Marnai. Gr.
I ,'j.zy.i'^'«^-!ni. * •"""'■■ rim.hurl.l.
168 Non han scalchi , o trincianti man-
I uoli , NÌ! cuoco ladro ec. , Che il drillo
llor ec. involi. Bed. tip. 2. 2'. Quindi
! tengo forse per favola ec , che la vecchia
I Parisalide ec. potesse , come lo scrivono,
far avvelenar la sua nuora dal trinciante,
e dallo scalco. (!i)
§.!./? figiiratam. si dice perischerno a
Chi fa '.' bravo, e lo smargiasso, o vuol
' comparire trmcianle di carne umana .
Bern. Ori. I. 2. 65. O Paladin, che fa-
te si il trinciante. Venite un poco innanzi
ora a bravare.
•!} § II. Trinciante, dicesi anche nel-
l'uso, un CoUello assai ajJiUlo. che ser-
ve per trinciare. (Ci
TRINCIANTE. Add. Tagliente. Al-
ialo . Lai. aciilus . Gr. o|j? . Tav. Rit.
Prende una grossa asta con un ferro ben
trinciante . E altrove .■ Si cigne la spada
sua migliore del mondo, e la meglio trin-
ciante fini"- '<•«. 21. Non ben provasi
scudo alla caviglia pendendo, ma ,n braccio
di forti cavalieri ai colpi grandi di ferma
aste e di trincianti ferri.
TRINCIARE. Minutamente tagliare s
e si dice propriamente del Tagliar le rar^
ni cotte che sono in tavola ; e anche si
dice del Frappar de' vestimenti . Lai. in
minulas parles concidere. Gr. £i ; >"Jt";
TE>v-:.v. Bern. rim. I. l{2. Senta eh e
sien cosi trinciali a punto . Buon. Fier.
3. I. 1". Affettando, trinciando, assolti-
gliando . „ n.
* §. I. E fguratam. Segner. Bisp.
Quiet. 8. 1. Non citando giusti gli auto-
ri' troncandoli , trinciandoli, mulilandoll,
i facendo dei loro delti un solenne scem-
pio. ITC) ,
* 8 II Trinciare, e anche term. cu-
! gli Scacchi . V. alla voce SMEMBRA-
RE, (r) , „
g. III. Trinciare eapriuole , o trin-
ciarle assolulam. vale Jatrecciare i piedi
1 per far eapriuole . Lai. mifnre pediims.
i Gr. o'pYslT^ai , OKipràv. Malm. 2. £|t).
I Ogni sera facevansi festini Di giuoco , •
di ballar veglie bandite ; E chi non era
in gambe, nii in quattrini. Da trinciarle,
e da fare ile e venite, Dicea novelle, ec.
I * Bed. Esr. nai. l5. Il quale cosi gen-
tilmente ballava , e trinciava capriolelle
cosi minute ec. 1^) „ 1 0 ,
IV. Trinciar la palla. Gal. Si.^(.
154. Ingannar 1' avversario col trincia-
re ( chi; tale i; il lor termine ) la palla ,
cioè rimetterla con la racchetta obliqua
in modo , che ella acquisti una vertigine
in s'è stesso contraria al molo proietto ;
dal che ne segue , che nell' arrivare in
terra il balio, che quando la palla non
girasse, andrebbe verso 1' avversano, por-
eendOBIl 11 COUSUViv ,,...-r- I -
mettere, resta come morto , e 1» palla "
schiaccia io terra, o meno assai del solito
rib.l«, e rompe .1 '™P° ^^''^ ".?^""-
* TRINCIATA, 0 TRINCIATURA.
Term. de" Cavallerizzi. Vicesi di un pic-
colo travaglio di mano , che si fa per
reprimere il cavallo, e tenerlo in posi-
lA) _ j , ,»
^' TIIINCIATO. Sust. Term. de Ma-
nifatturieri d, tabacco. Una delle qualità
di tabacco , cbe si estrae a freddo dalle
foglie colla macine ritta. (A)
TRINCIATO. Add. da Trinciare. Lat.
rxsus. proscissul. Gr. òiV-TuTiSii? *i«-
SYioSsi'?. Segner. Crisi, instr. 3. 21. 4-
Trinciati, tanagliali, arrostiti, scp..Ui ignu-
di ora nelle peci, ora ne' piombi bollenti.
Mcnz. sai. 5. Né basta che sia succido
il coUaro, E trinciato U cappel, rotte le
*"'* TRINCIATURA . Fed. TRINCIA-
^^T^NCIERA. Lo stesso che Trincea.
Lat aseer . Gr. YW/na . Tass. Cer. i-
66. Inipon che sian le tende indi munite
E di fosse profonde e d- '^i"""/' _.,„
# TBINCIERAMENTO. led. TRIN-
CERAMENTO. C.^; ,,.^„„,ui-
TRIXCIERARE. J'. TR1NCERARE_^
TRINCIERATO. F. TRINCERATO.
TRINCIO. Taglio, Frastaglio, (ar.
leu 2 182. Una sopravvesta di scarlatto
con certi trinci e groppi che imitassero
nue- suoi riverberi nelle nugole , quando
fe vermiglia. * Imperf '.TuscD. ,1.
T 2 105. Le felpe , e 1 velluti quan-
tunnue d- uno stesso colore , più oscuri
appaiono che gli ermisini e 1 ras. non
fauno, per quella maniera che ne drappi
neri trinciati si scorge più nero il trine»
che il rimanente. (FJ
TRINCONE. Che trinca. Bevitore so-
lenne, hat.fimosus vini polor . Gc. p.f
.=.4 <,\vo-=t.ì;. 3/a/m. 7. 1. / ."" "•'"-
pera le, disse Catone, Perche si dee ber-
ne a modo e a verso , E non come cola
qualche trincone, Che giorno e notte sem-
pre fa un verso. .. ,, .
* TRINELLE . Term. di Marineria
Funicelle formale di fila di canapi vec-
chi , tessute a gui.^a di treccia , per fa-
lciar cavi, legare, ec. (A)
* TRINIPOTE. iVipote in terzo gra-
do. Lai. abnepos. Boll. Leti. ded. Fior,
j-irl A Sua EcceUenia il signor D. An
drea Corsini, trinipote di N. S. ClemenK
^'t TWNITA', TRINITADE, e TBI-
NITATE . Astratto di Trino ; Term.
teologico , col quale si denolano le Ire
Persone divine. Lai. 'Trinilas. Gr. TZ'.x;.
Oli. Cam. Par. 12. 307. Fece moli, scrit-
ti tra i quali ne fu uno eh' è dannalo per
la Chiesa , come appare nel pnmo delle
Decretali , perocché mise nella Div.nilade
non solamente Trinitade , ma Qualernila-
de. Dani. Conv. l52. Eletto fu 1.1 quello
altissimo e congiuntissimo ."■•",*' »",^'7-
no della Trinit'a, che '1 Figliuolo d Iddio
in terra discendesse a fare questa concor-
dia . Serm. S. Agost. 55. Io meritai d.
fabbricare tre munislerii ec. a onore e ri-
verenia della santa Trinila. £ 64 A que-
sto modo sta in noi sempre la Jj"»'» Tri-
nilade. Vii. SS. Pad. I. 54. Facendo 1
°e»no della croce nella fronte di quell.
Indemoniali nel nome deUa Trmilade, in-
contanente le demonia si Pf ""■'°; . _
S. Per la Fe.<la dedicala al mistero
della Trinità. Frane. Sacch nov -li.
EgU predicò tre feste: runa dello Spin-
To^ Santo, l'altra della Tnnila , la ter»
del Corpo di Cristo.
TRINO. Add. Term. teologico, e vaie
' Pi ire, cioi Di Ire persone. I at Innmt.
l6l2
T R I
T R I
T R I
Gr. rptnyo'ii. Dant. Par. l5. La prima
cosa che da me s* intese , Benedetto sic
tu , fu , trino ed uno , Che nel mio se-
me se' tanto cortese. E 2^. Credo unVs-
sensia si una e sì trina, Che sofferà con-
giunto sono ed este.
g. Trino^ è anche terni, astrologico, ed
e aggiunto di ./spetto di pianeti lontani
/' uno dall' altro per una terza parte di
eirconJl-ren»a del Zodiaco. G. /', il. a.
5. La pianeta di Giove ec. si trovò nel
segno dclP A4uario casa di Saturno, e con
Saturno congiunta in trino aspetto, /iorgfi.
Rio. 7. Questo aspetto cooforme al trino
è detto continenza.
:*.* TRINOMIO. Tcrm. degli Jlge-
hristi . Quantità composta di tre termi-
ni. (^)
* TRIOCCA . Trattenimento da con-
versazione ■ Ihion. Tane. 2. 2. Secondo
me, le vostre fantasie Saran forse pc'da-
mi una triocca. (")
TRIOCCO. liaccanella. Menz. sat. l.
O Grecia illustre , in tal trinerò e ballo
Saltella chi per far d' un f;iulio acquisto
Peggio è d' uu Sporo , o pur d' un Fri-
gio Gallo. ^'11. (he s'egli avea a 6oir
lutto il triocco , Per dio eh' e' v' era an-
cor sino a compieta.
TUIOWFALE . Add. Di trionfo^ Da
trionfo. Lat. triuntphaUs, Gr. à^tx^fi'U-
T(ZO^ . Bocc. LtUt. Fin. ìioss. 272. Si-
milmente le catene trionfali, la strettezza
della prigione culla rigidezza del prigio-
niero ec. provò . Petr. son. iSq. Poi le
vidi in un carro trionfale . Dant. Purg.
29. Un carro in su duo ruote trionfale ,
Ch'ai collo d' un grifon tirato venne.
Frane. Sacch. nov. XQfò. Quando alcu-
no Consolo tornava con gran vittoria sul
«arro trionfalo ce. , era messo in mezzo
da due rubaldi. ^ lìorgh. Orig. Fir. 204-
Dichiamo degli archi , clic oggi comune-
niente sì chiamano trionfali, non senza ca-
gione ; perchè a (pielli soli che avevan
trionfato, si dedicav.mo. (C)
^' §■ E Jìgufatam Pros. Fior. Pcllin.
lett. p. 4- i'- I- 256. È lo spavento, al
mio giudizio, di quanti sonetti sono, o sonò
stati, 0 saranno mai nel mondo, sì è egli
nohile neir argomento , sì arti6zio50, e in-
«icrnc sì franco e felice nella disposizione;
e ncU' elocuzione sì grandioso e trionfale,
"■ si proprio. fC)
THIOiNFALMENTE. Jvverh. Con trion-
fo , A guisa di trionfante . Lai. trium-
pfiantium more. Gr. ^^la^ugiuTt/GJ"? .
yit. Crist. P. l\'. Coronato a modo di
He , e adornato trionfalmente sì se n'an-
dava in cielo.
3 TRIONFANTE. Oie trionfa. Lat.
triumphans . Gr. ^^(aySsuoJV . G . J'.
IO. 87. 1. Castrucciu ec. tornò alla città
di Lucca con grande trionfo e gloria , a
mudo d* uno trionfante Imncradore. ZJo/if.
Par. 22. S' appreseuli alla turba trion-
r.inlc. ^ Polii, stanz. l. 121. Ivi racque-
tc le trionfanti ale , Superbamente ìnver
la madre sale, l'hiahr. rim. part, 3. pag.
267. fCcr. 1730) Chi brama vincitor, chi
trionfante D* Assiria il Re, sparga le cure
al vento, ec. (B)
^ §. I. Chiesa trionfante , si dice de'
/Avifi (7ie sono m cielo , per opposizione
a Chiesa militante ■ - Borgh. Hip. 86.
Significa la Chiesa trionfante *. (iO
* §. 11. K Trionfante, duxsi Colui che
fri'C nella Chiesa trionfante, Tass. Ger.
1(1. 8. Ben, rcplicogli L'gou , tosto rac-
■ oltu Ne la gloria sarai do' trionfanti. (C)
•j- TRIONFARE, e TRIUNFAIIE. lU-
'•evere l' onor del trionfo. Liit. trnmipha-
re, triumphum agete. Gr. àpta^Csjiiv.
Prtr. canz. 5. 6. Tre volte, Inonfantlo ,
<>rno la chioma. Filoc. I. Bg. Colle nuove ,
armi inoufandu, tu vittoriosamente meri- '
terai d* essere ornata d' eternale corona .
* Borgh. Col. Lat. BqO- Trionfando di
Spagna il Pretore. E appresso: Quando
trionfo di Genxio re dcgl Illirici, (f'j
^ g. 1. Trionfare in una cosa , vale
Esser molto valente in 4/uella. Hart. Op.
Mor. 1. 639. Ma Stratoclc, tutto all'op-
posto, trionfava immitando vecchi scimu-
niti, mogli rissose, giovani dissoluti, servi
frodolcnti , e bugiardi. (D)
%. II. l'er sìmtlit. vale Godere , Fe-
steggiare. Dant. Inf. 27. Lunga promessa
coir attender corto Ti farà trionfar ncH'
alto seggio (qui restar vittorioso). E Purg.
24. 3'rionfa lieta Neil' allo Olimpo già dì
sua corona. G. V. IO. 201. 3. E quando
più gloriava e triunfava , la sua oste fu
sconStta a Ferrara. Bern . rim. 1. 82.
Mentre costui di noi trionfa e gode.
§. 111. Trionfare, in signific. att. per
Onorar del trionfo. Dare il trionfo. Dit-
tam. I. 26. Appresso me tornato saper
puoi eh* io '1 trionfai colla sua milizia ■
Dant. Par. 1. Si rade volte, padre, se
ne coglie, Per trionfare, o Cesare, o poeta
(tfui onorare della laurea).
§. IV. Trionfare , per Signoreggiar- .
Lat. dominar!. Gr. xu.tcjstv. G. J'. IO.
181. I. Essendo la casa de' Malatestì da
Ftimìno in Romagna nel maggiore stato e
colmo che fosser mai ce, trionfavano non
solamente la città di Rimino , ma quasi
tutta la Romagna.
* §. V. E_figuraiam. Petr. cap. Il-
Tanto vince e ritoglie il Tempo avaro :
Chiamasi Fama , ctl e morir secondo ec.
Così ^1 Tempo trionfa i Domi e '1 mondo
(cioè, vince la fama de' numi illustri e
delle cose del mondo , e ne cancella la
memoria). f/ÌJ
g. VI. Trionfare. Dep. Decam. 182.
Onde hanno peravventura cavala i nostri
la Voce trionfare, the importa, come da
altri è stato a\ \ ci lìlo, godere, e star he-
ne a tavola . Fir. As. Iy8. Io vi ptov-
vedcrò da mangiare e da bere, e di tutto
quello che fa di bisogno per trionfare.
Calat. 3l. Il bere , e il godere si Domi-
nano per beffa il trionfare.
•f * TRIONFATO . ^dd. da Trion-
fare j J'into , Soggiogato. Lat. devictus »
Gr. xc/y:&2i5 , jcsipni&Ei'; . Pros. Fior.
5. 68- Col vigore de' naturali e sopran-
naturali latenti trionfata agevolmente la
contumacia degli esterni sentimenti giunse
al più alto segno ec. (•)
t TRIONFATORE. J'erbal. masc.
Che , o (hi trionfa. Lat. *triumphator.
Gr ^piup$i'j7rii. Petr. Cam. i/l. Con
inestimabile mortalità di Giudei tornò al
campo irionfator dej;Ii animi de* suoi .
3fcd. Arh. Cr. 66. E se medesimo di-
mostrasse trionlator degli animi de' suoi .
* Alam. Gir. ai. 8. Tosto trionfatore
in questo lito Sarà tornato pria che parta
il ghiaccio. (Xi
TRIONFATRICE. FcrUal. fem. Che
trionfa . Fr. Giani. Ptrd. H. La turba
Irionfalricc si accostò alla pubblica piazza.
"^ i'hiahr, rim. part. 3. pag. a55. (Ger.
1730). M.1 la l>eir alma, di sue pene al-
tiera. Se ne volo Irioufatricc al civ\o.fB)
•f * TRIONFETTI . Sorta di giuo-
co di Carte, in aliuut luoghi detto amhe
Trionfini . Salvin. lìuon. Tane. 5. 5. E
atlendea pure a trionfar hastoni , dalla
caria di bastoni nel gìuuco di carte, forse
quello che si diceva Trionfetti. (A)
•f * TRIONFINI. Giuoco di carte j
lo stesso che Tnonfetti. Cecch. Ptw. ^O.
Similitudine tolta da chi gìuuca a' Irion-
fini, 0 a ronfa, o a primiera, elio le ratte
eh' e' non vuole le scarta . (C) Fortig.
lìicciard. 12. 46- Cortesemente sono vi-
sitati , E trattenuti all' ombre , a* laroc-
rbini, A primiera, .1 Ireivltc, » trìonlìui.
Bellin. Bucch. 176. Ed ogni cosa , che
buona si sia. Fino il saper giocare a' irioo*
fini, E r esser ec. ( ^j
TRIONFO. « TRIUNFO. Pompa, •
Festa pubblica , che si faceva in Romm
in onor de' Capitani, quando ritornavano
coli' esercito vincitore . Lat. triumphus .
Gr. à^ta^go; . Put. Par. 5. a. Già i
stalo dichiarato sopra, che cosa t trionfo,
cioè festa, letizia e giuria di vittoria avuta
sopra li inimici . Bocc. Lett. Pia. Ross.
272. Non solamente onorare della sua mi-
scria il trionfo di Scipione, ma rallegrare
generalmente tutti i Romani- E nov. 98.
32. Gli annali romani si Iroveraono pieni
di molti triuufi menati da' Quinzii in sul
romano Capitulio. Mor. S- Creg. Dinan-
zi da se vede posti tanti trion6 d' uomini
sì virtuosi. fUttam. 1. 19. Costui fu il
primo che triunfo volse. ^ Pecor. g. \i.
nov. I. Avendo Carlo Magno avuu la delU
vittoria, se n^ venne a Roma, e da Papa
Adriano e da' Romani fu ricevuto grazio-
.samcntc , e gli fu fatto sommo onore , e
grandissimo trionfo. ' CP)
* %. I. Trionfo , nel giuoco de/f Om-
bre , si dice il seme nominato dai gioca-
tore. (A)
* g. n. Trionfi di passo , al giuoco
di Germini , s' intendon quelli dal 20 in
su. Serd. Prov. (A)
•f * §■ III- Trìonfo, e Trionfi da ta-
vola, (iiconsi alcune Statue, o Gruppi di
zucchero, o simile , con altri ahMlimen-
ti , che si pongono sulla tavola del con-
vito . Borgh. J'esc. Fior. 360- Noi gli
diciamo pìnocchiati e confeziooij e di una
sorte ve a' ha, la quale, conforme a quel
che dice il santo Dottore de' trionS, (ch«
per avventura erano formati a guisa di
corone e di vittorie e di palme) chiamia-
mo ancor noi corone e ghirlande, fatte di
zucchero, ec. (V) Magai. Lett. Apparec-
chio di bottiglierie e di trionfi. (A)
*\ ♦ TRIONFOCCIO. Z7im. rfiTriM-
fo da tavola. Bfllin. Cical. Bucch, pag.
2. Un trionfoccìo stagionato di zucchero
rottame , incamiciato di burro , e inverni-
ciato di cucciameli, ec. (A)
* TPIONl. Plurale. Le due Orse et-
lesti , maggiore e minore . Segner. Prtd.
20. 5. Ora avvampano ( i ttiissicnarii }
sotto la Zona torrida , ora intirizziscono
sotto i Trioni gelati. Mens. nm. I. 2ax
De* venti il re da* gelidi Trioni Ispido il
crine uscì. (ySj
TRIPARTITO. Add. Partito in tre.
Lat. tripartita t . Gr. r^i/xi^n'; . Dant.
Purg. 17. Ma come tripartito sì ragiona,
Tacciolo , acciocché tu per te ne cerchi .
.V, Agost. C. P. Per questo voUono i fi-
losofi esser liipartita la dottrina , per ot-
tener la vita beata: la naturale per la na-
tura , la razionale per la dollrina , e la
molale per 1* uso. Ar. Fur. 16. ^C Sen-
za strepito alcun , senza romore , Fa '1
tripartito esercito venire.
* TRIPARTIZIONE. Term. de* àia-
tematici. Divisione per tre. (Aj
»> TRIPETALO. Term. de* Potanici .
Che è di tre petali. Salvin. Me. Ter. (A)
t ^ TRIPLA. Una delle divisioni del
tempo nella musica , ed e quello che si
divide in tre parti. Don. Mus. Tempi di
tripla . (A)
TltlPLICABE. Rinterzare. Lai. 'tri-
plicare. Gr. Tfirriastov Tieti7«. Varch.
Ercol. 168 Come alcuna volta i Greci
te. triplicano , cioè pongono 1' avverbio
tre vullc , dicendo . in vece di dire al
grandissimo , al tre volte grande . Fir.
Ììi.tc. an. 3o. Con questa fantasia, e con
questi discorsi , in luogo di deporre «
conccputt' tim<ire , lo aveva duplicato , il
lriplie.Uo. Gal. Sist. 328. Agaiunto quat-
tro dita di qua, v quattro di la al diame*
T B 1
ir. d- un «erchio, che sia pur riualtro <li-
,., si vene = triplicar la sua ,,uonl.la, -
min 3 crescerla nove volle.
« TB^P1.1C^TAME^TE. //.•.eri. Con
triplicità. Triplicemente. (A)
•t TRIPLICATO . Add. da Triplica-
re j BinlerzaCo, Heplicato tre volle. La .
triptex. Gr. TfcTrJoùi. Telr Lom. .//■
rcioi, la lena corona). A or../,. O'-?.
Fir. 244. Come un sol nome non ba-
.U5se . V— ■'" ."'" '^ -Taitr.
li si vcgK..n raddoppiali, e triplicali tal
lolla. «r.,<.. 6er. ... 7. Oduci,evo>
che le lulgeoli squadre Ucl Ciel movete
ìd triplicati gin, ec. l'i ,
•t TRIPLICE. Jdd. Triplicato . l-^l.
triple.. Gè. .p^^>o^iCr. "■ 'f^.J'
Seue cose sono, sen.a e 1»^ ■;> '"'"'
ninna pianta nasce , eoe triplice ca oie
del cerchio celestiale, del luogo e del se-
me, e triplice umore, ciofe di maler.a se-
minale, di terra e di piova, ec.
TRIPLICEMENTE, //weri. Coni"
plicità. Lai. iripliciler. Gr. •?';;?<■««■
Vnnt. Conv. 8^. Conciossiacosaché cia-
scheduna persona nella divina Trinila tn-
plicemenle si possa considerare.
^ TRIPLICITÀ-, TBIPLICITADE e
TRIPLICITATE. /Islratlo di Tripliie.
C /" .2. io. 6. Questa congiun.ione in
questa triplicità de' segni dell' aria fu , e
comincio a questi nostri tempi . i """'■
7. La più leggiera è in 6o anni inlorno,
eh- è più grave . «e mula IripliciU ( cosi
ne- testi a penna J lo slnwpalo ha : Iri-
piciti ). Voti. Inc. Dant. 21. E cos. si
disgradi Le lor Iriplicitadi.
* TRIPLO, iust. Tre volle tanto .
Lai. iripliim. Cai. Sist. Sg. Tal mula-
tìone importa più che il tnplo da una
Tolta all'altra. (iV5J
TRIPLO. Add. Tre volte maggiore.
Tre colanti. Lai. tripliis , Iriplcx.Gt.
TfiTtìoZ; . * (■'•'■ ri'«'- """■ '""■ . ?■
Vedcsi dunque il passato nel tempo triplo
esser nonuplo, (fi) . ,r .
* 8. Jìagion tripla, dicono i Matema-
tici a Quella reiasione che è tra due cu-
•+ * TRIPODE. Io 'te<so che Trep-
piede , e vale anche Sedia nel tempio d,
Apolline reifico, su cui sedeva la .Sacer-
dotessa che dava le ri.'poste. (ar. Un. 3.
586. Cui non son degli Dei le menti oc-
culte. Che Feho spili, e '1 tnpodc e gli
allori Del suo tempio dispensi. E S. iSg.
Purpuree vesti , e tripodi . e corone , E
più guise a' arnesi e di monete ec. t 9.
4o5 E gii vi dono Due gran vasi ec
due tripodi ec. Salvia . (Jdiss . 8. 5b».
Arete AU' anceUe parlo , che intorno al
fooro Piantassero gran tripode prestissi-
""«'tEIPODICO. J^dd. Del tripode.
.UUin. Caltim. Non peranco in Pitona a
me n- è a cuore La tripod.ra sede. (A)
•+ * TRIPOLO. Terra secca, friabi-
le, ruvida, la quale .■^tritolata macchia le
dita. Sebbene sia in massa, e terra e non
pietra , e .^erve a putir gli ottoni , i cri-
stelli, ec. Lai. 'tripolis. Gr. 'rpiTzoXi';.
lìenv. Celi. Oref. l3. Il qual loto s, fa
di terra, cimatura, e Iripolo macmato be-
nissimo . E 25. Indi si tolga iripolo pc^
la quarta parte di delle composuioni E
appresso: Ciò fallo, si dehhe pigliar quel
ge«o che di gi-a .il.h.am detto che s. me-
scoli col corno e col Iripolo, ec. ( ) hel-
lin. Disc. 2. 307. Per dare a questi fcri-
stalli ec.) V ultima politura si adopera la
raspa, e poi la pomice ec, i Iripolo co-
me pure ass. lutamenle si appella, ce. 11!)
TRIPPA, rancia. Ventre. Lai lenlf.
tìt. yaiT^p. Morg. 21. 3o. E nella trip-
T R I
pa una punta disserra. Buon. Fiir V V
\ In sulla lesta Le lappc le .llll.-Ha nella
Uippi /•"•'''■ '''■'"'■ ^^ Avendo pieno
lo slelano, e la trippa, che cosi chiamano
i volgari il corpo , o il ventre, ilenz. sat.
^ Tril>pe , venite a incoronar costoro.
" ' TIUI'PACCIA . Accresca, di Trippa ;
T R I
.6.3
Trippa grande. Lat. vcntcr inimanis. Gr.
mentre lo cosse, Si fece una trippaccia
la maggiore Che a' di de" nati mai vedu-
la fosse. . ,. T »
TBIPXJDIAMENTO. // tripudiare, l-ai.
tripudium. Gr. ^CAn^f^Oi. Segner. Slann.
.Aov.g. 5. Planctiii si oppone il Itipudia-
menlo . , „
TRIPUDIARE. Lai. (ripririiure, cho-
reas ducere. Gr. xOfEueiv./;-'- Tripu-
diano, ciofe fanno festa, e hallo intorno a
Dio . Eorgh. Orig. Eir. .7^. Ora e da
percuotere (dice questo poeta) liher-imcn-
ìe il pife in terra, riofe da saltare e hal-
lare, onde fu poi la voce tripudio e tri-
pudiare, traportala da Romani a festa, ed
allegrezza.
t TRIPUDI ATORE . Verbal. masc.
Che, 0 Chi tripudia. Fr. Giord. Pred.
R Ne' tempi delle feste solenni scandolo-
samente tripudiano, e d'essere Ir.pudia-
tori si gloriano.
•+ TRIPUDIO. V. L. Festeggiamen-
to, in cui con halli, o altri alti si mostra
allegrezza J e talvolta vale semplicemente
lìallo che gira in tondo. Lat. tripudmm .
Gr. y«Ei5t. Dant. Par. .2. Poiché 1 tri-
pudio, e r altra festa grande. Si del can-
tare, e si del fiammeggiarsi, ec. But. ivi:
Tripudio è vocaholo gramalicale, che si-
gnifica haUo che giri in tondo. Ir. Cwrd.
Pred. li. Si perdono hruttamente in car-
nevaleschi tripudii, e pacchiamenli
TRIREGNO. .l'i('i.i propria del som-
mo Pontefice , tulla chiusa di sopra , e
circondata da Ire corone. Segner. Mnnn.
Fchlir. 26. 3. Quid prodesl non solameote
una corona libera, ma un triregno, se tu
però ti metti a rischio di perdeili eter-
namente?
•+ * TRIREME . Sorla di galea an-
tica, con tre ordini di remij Treremc. lìu-
eell Ap. 219. Serhan la pece la togata
gente Ad uso di lor navi e lor triremi ,
Pros. Fior. 4. iq2. Avendolo per lettere
richiesto d'una qualche notula circa 1 an-
tiche triremi, incontanente ottenni da lui
iier risposta , ec. (Ai .
* TRISAGIO. Tcrm. degli ecclesia-
stici. Lode che sì dà a Dio di tre volle
.<ianto. Salvin. Pros. sacr. 226. Il sacro-
santo inno del loro irisagio, del loro tri-
pHcalo sanctus. (IS)
•f * TRISAKCAVOLO. Terzo arca-
tolo dell' arcavolo . Udtn. Nis. 3. .46.
Quale insensato user'a parole antichissime
e morte con questa ridicolosa ragione, che
sieno originate da' nostri avoli e arcavoli
e trisarcavoli ? (A)
TRISAVOLO, reridi'o/o. Lat. ahnvus.
Gr. a;!!) -«7130 5. G. / . .2. 108. 5. 1 he-
neficii della preclara memoria del cristia-
nissimo Principe re Carlo, Insavol tuo.
* TRISEZIONE. Tcrm. de'Ceometri.
Divisione di un angolo , 0 altro , in tre
angoli, o in Ire parti eguali. (A)
* TRISILLABO . Add. Che e di tre
sillabe. Lat. Irisjllabiis . Gr. tdkijUk-
8oi. Btd. leti. .. I.4- *'■ guarderei co-
me dalla peste di usarla in versi trisillaba
pcrchb trisillaba al mio orecchio farebbe in
vero un sentire mollo stentato . Salvia.
Pros. Tose. .. 482. Ve ne sono frapposte
due tronche, esser e men, che temperano
queir unisono, oltre la compositura di vo-
ci dissillabe, monosillabe , e che posano m
una trisillaba; il che fa ancora varietà. ( )
* TRISTA. Donna di mondo. Baga-
scia. .. noce. nov. 68. .9. Son certa che,
essendo bene ebbro, si mise a giacere con
alcuna sua trista, e a lei ec. Frane. Saccfi.
nov 106. Questa donna infermo, ed ebbe
lunga malattia, per tale che il manto al-
cuna volta s' era infardato con un altra
trista. Sotto: Mentre io sono stata per
morire , e tu se' stalo or con una trista ,
or con un' altra. {)')
TUISTACCIO . Accresci!, di Tristo j
Scellerato. Pataff. 8. Talora a piazia ride
il |.iù tristaccio. * Cecch. Voi. 2. 3. Parli
che me 1" abbi calala il tristaccio! (iS)
•f TRISTAGGINE. F. A. Tristizia.
Lai. (ri.rli(ia . Gr. XuTm . S. Agost. C.
D. Non si pensi nella sua vocazione, pi-
grizie, irislaggine, né sciaguranza.
:;: g. Per hibalderia. lecor. g. li. n.
1. Ed ancora si chianiei'a Firenze, per l.i
trislaggine de' suoi cittadini. (I )
TRISTAMENTE. Avverb. Con tristez-
za, Angosciosamenle. Cren. re//. 62. Es-
sendogli poco rimaso, il dello Piero In-
stamente menò sua vita. , _, .
TRISTANZA. F- J. Malinconia, In-
stizia. Lat. tristitia , maror. Gr. ìunrì.
Fr. lac. T. 3. 14. 8. Maria, Tutta pie-
na di trislanza. e\ .7- 7- Solo abbonda
entro a noi pena, o trislanza.
TRISTANZUOLO. Sparuto, Afaluc-
ciò , cioè Di poco spinto , o Mal sano .
Lat. graeilis. Gr. Utto; . Bocc. nov.
20. 20. Mi pare, anzi che no, che voi ci
stiate a pigione, si lisicuzzo e Iristanzuol
mi p.-.rete E nov. 79. 36. Era una tri-
stanzuola, che peggio che non era alla
un sommesso. Frane. Sacch. nov. 0^. t
tu, tristanzuolo di sellanla anni , vai gio-
strando . j ■ ,.
TRISTARE. yeutr. pass. Altrislirsl,
Contr,slar.ii. Lai- trislari. Gr. luTTSÌsaai.
Fr. Giord. Pred. S. E pero stanno alle-
gri, e non si Iristano, come le altre genU.
Amet. 60. Lunganimo , e di moti sem-
pre eguale , Facendo quel sanza Instarsi
" *' §. In signifc. ali. Culli, leti. 36.82.
Quando dolorosa tristezza e annoiosa In-
stare dea nostro cuore. (1) ^„^.
t TRISTARELLO , e TRISTEREL-
LO. Pim. di Tristo. Morg. 16. 112. Cosi
Margulle vo' che noi trattiamo, Bench ei
fosse alle volle Iristerello. Benv. Celi. I it.
2 5o3. M' era stato detto da uno , torse
trislerello. Car. leti. 2. 128. Per suppli-
mento di quanto desidero, e per ismacco
di questi Irislarelli.
*H TRISTE, r. L. Tristo, Bemh. Stor.
n ''128. Spesso molle tristi novelle alla
ciUà ec. recale , gravi tumulti e querele
eccitarono. (F; .■ t ■
# TRISTERELLINO . Dim. di Iri-
sterello. Lat. improbulus. larch. Ercol.
255. Dicesi anche per vezzi ghiollercllo e
ghicllerellino , trislerello e trislerellma .
ladrino e ladrina. (') n / t ,
TRISTEZZA. Maninconia, Dolore. Lat.
tristitia, ma:ror. Gr. Wn»! . Cr. 4. 4».
17 11 vino odorifero ee. la tristezza , e
angoscia caccia , imperocchi: mondifica U
sangue da cosa putrida , la quale sia nel
cuore . ras. Vf- "■■"• 'O^. Fuggasi la
tristezza e taciturnit'a, le quali non men-
tano punto di amore. * Alam. rim. I.
383. Del nostro ben oprar sotto la luna
Eterna povert'a, tristezza e scherno Sol si
riceve, senza grazia alcuna. (B)
i % \ Per Malizia, Seiapiralaggme,
Scelleratezza J astrailo di Tristo in s.gnifc
di Sciagurato. I..Ì. scelus , facinus,ne.
nuitia. Gr. /X0X31F'«- ■^°"' ;u,ri'
BimproverarC 1 mali, le vergogne e le Iri-
stezze vere e non vere . h nov. 50. tit.
Cognosce lo 'nganno della moglie, con U
qnTe ultimamente '"-- '° '"TI'
per la sua Uislerza . * Alam. firn. 1.
i6i4
T R I
384. 51 vero saggio e buon terrà più ca-
re Le Dostre povertà, ch'oro e terreno
Pien di tristezza, seljhcQ lieto appare, (f!)
# §. IL Talora è detto d' alimi per
ignominia in luof^o di Tristo. « Frane.
Sacck. nov. 14? ■ 'o f"» ^^^^ a "d^ gr^n
riccheiza, ma e' si potea dire a una gran
tristezza ■• . (C)
# TRISTIFICAHE. Neutr. pass. Di-
venir tristo. Ott. Cam. Piirg. 16. 288. L*
anima ce. ài leggeri si letifica e ii tri-
stifica, a guisa di pueri. (C)
TRISTISSIMO. Superi, di Tristo, in
senso di Malcontento, e di Conturbato.
Liit. tristissinius, mofstissimus. Gr. Xv-
aTjprfTKTo; . /iocc. nov. 100. l3. Della
figliuola, che uata era, tristissimi, altro
che mormorar non (accTano.
g. Per MaU-agissimo , Pessimo . Lai.
scelestissinius, nrquis.timus. Gr. UO/^'J"
pÓTiCTOi- Pftnt. Inf. 24. Tra questa cru-
da e tristissima copi.i Correva» genti nu-
de e spaventate. C.uicc. Stor. 18. 97. Le
galee travagliate in mare da trìslissimì
tempi, -separale andarono vagando per ma-
re. Lasc. Pìnz. l- 6. Ve ne conterei da
sette in su , nate di costumate e da hen
madri , far portamenti disonesti e tristis-
simi .
*f TRISTIZIA, affezione fi' animo ca-
gionata da qualsivoglia specie di male
che si crede essere presente . Lat. tristi-
tia, moeror . Gr. Xij::>]. But. Tristizia è
privamcnlo di letizia, che e hen perfetto
dell'anima- /tlhert. cap. 6l. La tristizia
del secolo genera morto; ma la tristizia,
eh' b secondo Dio , cioè la penitenza, g»;-
nera salute . Pior. I irt. A. M. Quando
l'uomo s'attristisce d'una cosa più che
non si conviene, questa s' appella propria-
mente tristizia. Èocc. Introd. 4y- Feste-
volmente viver si vuole, ne ^Itra cagione
dalle tristizie ci h.i fatto fuggire. E no\^.
17. 21. <-lià le parcvii star bene, quando
la fortuna 1' apparecchiò nuova tristizia. /:*
nov. OQ- 3o. Lungo sarebbe a mostrare
qual iosse e quanto il dolore, e la tristi-
-zia , e '1 pianto della sua donna . lìant.
Inf. 22. Malizioso son io troppo , Quan-
do procuro a' mia maggior tristizia. Pass.
70. Divenne ji tanta tiistìzia , e malinco-
nia, che si volea disperare. Pr. lac. Cess.
Non si conviene a verun principe d'ac*
c<.imiatare da se veruna persona con tri-
stizia .
§. I. Per I scelleratezza , Pihnlderìa .
Lai . scelus , fncinus . Gr . fio'/^rjpict .
lìocc. nov. 8. 4- '" seminare zizzania, in
dire catlivil'a e tristizie . E nOi-. 23. 23.
Egli parla ne più ne meno, come se ec.
per la lunghezza del tempo avesse le sue
tristizie e disonestà dimenticate . Onice.
Stor. i3. 638- Quello che per ordire tan-
ta tristizia ec. s* era fatto in Roma pigliare
da' ncniiei.
§. IL Tii/ora è detto altrui per igno-
minia in t'ete di Tristo . Lih. Son. 52.
Tu ne mandasti dodici, trislitìa; Egli era
me* «he fossrr buoni , e pochi . ^ Car.
Strace. (^. l. Me ne domandi, tristizia 7
Ma ricortlati rhc mi- ne hai latta una. /.Vj
«t TRISTIZIUOLA . Ihm. dt Tri.fti.
zia. Car- Apol. 166. Or Tcdeto in quan-
ta poco di mostra dì questa votra prima
censura, quant.i mondiglia , e quante Iri-
stiiiuole si >ou trovate (cioè, cose degne di
nprensione ). (C)
# TRISTO . Su.<tt. Tristizia, fiihal-
deria . Lat. .tce'us . Allear. 3. Quan-
tunque (e tulio il mondo se n* b avvisto)
Si tenga ogf^i in Fiorenza, ('h' una vena
di tristo Negli uomini sie in luogo dì pru-
dfnz.i. (P)
1 TRISTO. /4dd. Malcontenta, Mesto,
Malinconioso, Dolenti. Lat. tristi s , mtr-
ttms ■ Gr. >UT»5Co; . Bore. nov. Il- 17.
T R r
Domine, fallo tristo (cioè, dagli l! ma-
lanno). E nov. 12. 9. A' pie dì quello
( uscio I rauoato alquanto dì pagliericcio
che virin v' era , tristo e dolente si pose
a ilare. E nov. 80. 28. V'andò tanto ma-
linconico e tanto tristo, che egli pareva
che volesse morire. E nov. 85. 23 Cosi
adunque Calandrino tristo e cattivo ec. al
suo fervente amor pose fine . pr. Giord.
Fred. S. Ora sar'a lieto, e poco stante tristo.
* g. I. Tristo, dicesi anche delle cose ,
e vale Che annuntia, 0 inspira tristezza
e malinconia, od anche Che procede da
tristezza e malinconia . « Pant. InJ. tx.
Sembianza avevan ne trista, ne lieta. /^ O.
Ciascun ritroverà la trista tomba. Petr.
son. l3- Talor m* assale in mezzo a' triNti
pianti Un dubbio. E cnnz. 4- 6. Alle la-
grime triste allargai '1 freno ■» . (C)
3 g. IL Tristo, per Mctchino , Dap-
poco, Tapino. Lai. miser , in/clix . Gr.
oi^liOi , (JuiTUX'^'5 ■ Bocc. nov. 85. 22.
Or non ti conosci tu, tristo 7 non ti co-
nosci tu, dolente? Dant. In/. 3. Questo
misero modo Tengon 1' anime triste di
coloro Che visscr sanza infamia e sanza
lodo. Ma/m. I. 80. Trista e trascina poi
per la buccolica Un tozzo mendicava all'
accatlolica .
3 g. UL Tristo, per Accorto. Lat. va-
fer, versutus. Gr. wx-iO^p'/O^.
^ §. IV. Onde Es.ierc più tristo che il
tre a s.io,o d'un famiglio d'Otto, dicesi di
Chi è accortissimo, pienissimo d' astuzia.
« Frane. Sacch. nov. 5^. Che pruova nella
malora? che siete più tristi, che '1 tre
asso . Malm. 6. 80. Che in oggi è più
cattivo di Ire assi, E vie più tristo d' un
famiglio d' Otto.. . (C)
3 §. V. Tristo, per Cattivo, Scelle-
rato , Sciagurato . Lat. net/uam , impro-
bus, .tcelcfius. Gr. xa/o';, TtO-JrjpS^t yo-
X^-^pó;. /iocc. nov. 85. 4- Avea nome la
Niccolosa, la quale un tristo, ch'era chia-
mato il M.ingi'me ce, prestava a vettura.
E num. 17. Ella e tanto trista, che ella si
va rinchiudendo assai spesso con esso lui .
* g. VI. Tristo, dicesi anche delle cose,
e vale Che è di cattiva qualità . - Dav.
Scism. 66. Per accrescerlo f ti tesoro) al-
zò il pregio delle monete d' oro e d a-
riento : riscosse agramente quanta mone-
la potè , accattò , rastrellò ; e la ribatte
peggiorata di nuovo il quarto , e per la
buona la trista rendè. E Colt. |53. Mag-
giore errore è mettere il vino in triste
botti, o barili. E l56. Quando la vite di
trista sorte è potala ec. , tagliale interno
V occhio primo , e cavalo ». f/f) iUticc.
Stor. 17. 238. l'er il tempo tristo le ga-
lee erano stile sforzale a ritirarsi sotto il
monte di Portofino. ((")
>;*S. VII. Pale anche Che è in cattivo
italo. " Cron. Morell. 248. Fu di nìcist^cc.
pigliare una casetta trista di sotto le volle,
e due podercttì, e certe maiserizie •♦. (t*)
* §. Vili. Per pile. Di poco co.tto.
Frane. Sacrh. nov. 202. Vidi a quella
(tavola esser posto un torchio acceso di
due libbre, e al crocifisso, il quale non era
multo lungi, era una trista randeluzEa d*
uno danaio . ((^)
•f g. IX. Aggiunto di Fiato, o di co-
sa, e riferito al senso dell' odorato, vale
Corrotto , Puzzolente, Spiacevole , Dis-
gustoso . Diint. Inf. 1 1. SìcrhÌ! s* ausi un
poco prima il senso Al tristo fiato. * Ar.
Fur. 17. 46. E p«>i i'he 'l tristo putto «ver
Ir parve. Di che il fetido becco ogn' ora
sape , ec. ( M)
* g. X. Tri.tto, fu usato elegante-
mente a modo di participio passivo, come
Trislalo dal vertto TrisUre. Pant. Piirft.
7. Luogo h laggiù nou tristo da marti-
ri. (M)
S- \l Trititi . <ignt6ca talora (iuai ,
T R T
nel medesimo signi/ìe. del Lat. vae . Gr.
ouai'. Bern. Ori. 3. 4- 33. Tanto furor
r uno e r altro menava. Che tristo a qoel
che lor vuol dare aiuto , Tristo a chi in
mezzo lor si fosse messo. Che, noD che 1*
armi , un monte arebber fesso.
TRISTORE. /'. A. Meitizia, Malin-
conia . Lat. tristitiido , maestitudo . Gr.
)uT»j, Ur.Qt'v.. Fr. Zac. T. 2. 9. 6. E M
tristor che alberga in core. Le midolle gli
ha seccato. /-.' 2. l3. 7. Ed il tristore ab-
batlemi , Sottrattomi il prestalo.
TRISTUr-ZO. Dim. di Tristo j Al-
quanto tristo. Lat. siihtristis. Gr. Jttì/'J-
T*)p3; . Cecch . Esali. Cr. 4* 6. Sarai
ben, iristuzzo, Adopralo in galea tu per
un remo.
f * TRISULCO. Add. Che ha tre pun-
te, o tre ta^li , Che fa tre ferite a un
tratto. Segter. pred. jg. 5. Una lingua
mormoratrice e lingua di vipera . che è
quanto dire triplicata , trisulca. (A)
•f TRITA. Spezie di naviglio da tra-
sporto . li. V. 7. 70- 3 Che r ammira-
glio andasse su |«r lo Fare prendendo
trite . e ogni legno che portasse all' oste
vitluaglia . /;' cap. 75. 3. Prese 29 tr.»
galee grosse e trite.
^ §. Trita , si piglia anche per Pia
praticata j che anche dicesi Calpestata .
Car. Long. .^^'of. 3. I03. Dafni adunque
restando in sull' aia con la Nape, si mise
a girare i buoi per la trita, perchè si ca-
vasse a tempo. (Min)
TRITAMENTE. Awerh. Minutamen-
te, In piccolissimi pezzetti. # Alam. Colt.
2. 37. Sia la forma ■dclP aia) ritonda, il
mezzo in suso Pur con misura egual s*
elicvi alquanto ec, le pietre e l'erbe Pria
sveglia ivi entro , e tritamente poi Batta
il terreno, e 'n ogni parte adegui. ( Bj
g. Per metnf. vale Distintamente, Par-
ticolarmente , Esattamente . Lai- singilln-
tini, minutatim . Gr. ei; iSTTOV . fìoec.
nov. 21*). 16. £ più tritamente esaminan-
do vcgnendo ogni particolarità ec , fermò
il suo consiglio. Mor. S. Greg. Dividere
lo innorcnle r argento, non è allro se non
esponere la santa Scrittura Iritamcnle P
F. 11.73. Avcmo tritamente narralo que-
sto caso per essemplo.
TRITAMENTO. // tritare. La», tri-
turano. Gr. «lw»)5t;. Cr. a. i5. 1. La
terza e il mischiamento de' campi insieme,
la quarta è il suo Irilanicnto . Pass. 85.
Contrizione dire uno tnlamento minuto ,
quanto a tutte le parti insieme, fatto per-
fettamente , non ne rimanendo ninna in-
tera e salda.
3 TRITARE, fìidurre in minutissime
particelle. Lai. dissecare, comminuere, in
pulverem redigere. Gr. otfi'X^'Jvtf*. Oitid.
G. Molti mulini ec, i quali, tritando il
grano, il convertivano in polvere di farina.
Pass. 84- Questo nome cc/ifr/sio/ie ec. ti
dice ce. aa tritare , come noi Tcggìamn in
3ueste cose cor|k)ra1Ì , che alcuna rosa si
ice tritata , quando si divide e rompe
in minime parti , sicché non vi rimanga
neenle del saldo .
*t * § *■ ''• '" 'ignijic. netitr. • nentr.
pass. M Pallad. .\ovemh. 7. Un piode e
metto si vuol divellere la terra addrnln>
Iti ove vti>tgli seminare la castagna , e sa-
ziare dì letame, e tritare, e porre adden-
tro ipiasì uno pietle tre insieme . owerit
cinque posta di lungi 1' una dall' altra
piedi quattro , e a caluna posta 6cca un
palo, per ricognoscere ec • Tes. Pr. a.
37. Al cadei
che fa
per
spe
del-
l' acre , si si trita e diventa minuta . e
spesse volte si disf^. anzi che sia in «ulta
terra*. Cr, 3. 32- 3. Congiugne ( U se-
gale), e fa tenere le |>aitr dì quei pani
che cotti non hanno legnenta . ma ipei-
tansi e irilansi. (B/
T R 1
•- R II Tritare, parlandosi d, via, o
,.:J: a}eBa\,.r,:JcaUaHa-^r.f.,r
„;,.le Dove il «nUero AogeWc. .vca Ir.lo
p,e;.a'«„li«e Ch. a Paladmo .cnan.>
/ra mano- Jl/or. i. Oreg. J 9- 1-" ^"».
lur. r»u «. colle .uè Ioni «po>...om
'„"i conviene eh. a -"['"•""■f":^;
}^ .Dan.. ^A». lo UscioU U.U.e eoo pm
P'icula,. el'posi.ioo. que.le -- /' -
r,m l. 54. E le squarU. .nimuua, tr.U
e pe«V, Osai costura, ogni Luco ritrova,
Si'che .cruVo alcun ma. — ,'' -^'^^^
cir;::^«;;-o-n^j^.eco.eco^o
rali che alcuna cosa à dice lr,<,.I», quan
do \ì divide e rompe in "»■"■»■= F-'';,^"
che non vi rimanga ncente del salcio^
« «.ce«. /-.or. 56. 11 rapont.co ec e upa
radice nera ee., sen.a odore. f^-BO" « ''»
giera. la quale, tritata e masUcata, d.ven
la di colore gialliccio, '^J'\' ,.
* TRITAVO, e TRITAVOLO // /er
„ „.o, 00.0/0. la^ar.Vp. ' "• ^- 'f "
Per U che Ser Brunellcsco, che des.de-
fa" che egli facesse il mesUer suo del
notaio, o quel del Iritavolo, ne prese d.s-
piacere grandissimo. (C)
^ TRITELLO. Cruschelh- l.t.S^Ant.
Pane mangiava grossolano , fatto d. trrtel-
'" * g Per Cosa tritala. Bdlin. Pise.
.. „^' Formano que' vari ^f""»^";' "
trilólameot,, que. tri.um. <> >"'f 'r^^-^^- 1
.li spolveri..amenli o polv.gU che d.i vo
H"'tb'.tei.loso.^^^. f*e*»'-;
trillilo, o cruschello. Fr. 6...". /-«"•
,'ane nero tritelloso bene cotto s. può com-
Moitare, muffo si disconviene. (^)
* TRITICEO. Jdd. n, grano. Lat.
tnlJus SMn. Ccor. Uh. l- Ma se .n
Si^a messe ed in robusU Farn travagU
Holo e baderai Alle sole graneUa, avan-
5 aseondansi A te V orientai Bgl.e d A-
'^TT^^ilCO.r.L. Frumento, .^anna.
Egl. .0. l63. GU ucceUl e le orm.che
^ricolgono Da' nostri camp. .1 des.ato
uilico. (Ni -, .
TRITISSIMO. Superi, d. Trito.
^ Per lulgatissimo, l\ot,ssm,o, U-
sdissimo. Lat. "f'S'"'''-'^"'-.^'- %'
.V Quello che specialmente s, ch.amo
orciolo Abati, onde è nato .1 tr.Uss.mo
proverbio, ec. « Magai, pari. 1. leti. 6
Voglio goder di questo campo franco per
prolorvi una considerazione 'r'»""»" <=
comunissima in sé slessa e che ec ,^^
S TRITO. JdJ. da J ritare. I->1_ "■'-
,„.. Gr. ■r = r = .a=.e'v = ;. Petr. canz. 3. 5.
Lassando il corpo, che 6a .r.ta terra^
Dant. Par. l3. E disse : quando 1 una
..aglia è tr.ta ec, A batter 1 al ra dolce
L^or m'invila. Fir. '!"'■..'"■"■.,''''"",
376. Mandano a cuocere .1 Ulto cibo alla
uf-ntola dello stomaco.
8 I Onde per mela/. Passo trito, esi-
gui s- intende di Passi piccoli e frequen-
T R 1
T R I
iCiS
ti
ec. Socc. nov. 77. •4-
Videro lo sco-
ri, ec. nei.!.. ""• . //■ -T , .
l/re fare su per la neve una carola tr ta
al suon d-un batter d. denti . ^r. Jur.
\a. 81. 11 de.trier , eh' avea andar tnlo
e soave. Portò aU'inconUola donzella in
'^"'*'§. II. Trito.aggi'into di Carne, <,a.
le Fnllo. Cur. Com. 83. Dicendomi che
era differen.a dalla carne ec. magra alla ,
-rassa e dall' abd;. alla tr.ta. (f f) \
e. ìli ter ilrdinario. Vi poco pregio.
Triviale. liorgh. lUp. .98. E un'opera
tanto trita, e di si debole marnerà, che VI
"T'^'-^'^^Z: esitato. X..U. III.
f;:fn il--.-', !--''■"'> r'
r cemento di Dante, che i, come sape e,
molto trito a' nostri uomm.. .•."/.■."• disi.
Tg5. VÌCI.W. uo". \.^^^o euiw pro-
veib.o: tristo a quell' uccello che nasce in
cattiva valle. , Cj A I..100. ^on vi ha
cosa più trita, né più ircquenle presso .
santi Padri ec. cheli chiamare Imlilu.
,0 del vivere cristiano, e massime .1 pin
stretto e il più ritirato, quale s, era qncl-
lo de' monaci, col nome d. 61oso6a cr.-
'"Ìl"é V Trito, per Frequentato. Cal-
cato, Battuto, parlandosi d, strada osi-
nil.Ar. ;„/.0. 10i|. Grifone .1 bian-
co ed Aquilante il nero Pigliar cogli al
tri duo la via più trita. C»-". /."■». 9=5.
L" squadron gi'a mosso Al calpilar del a
ferrala torma Fa '1 campo risonar tremante
" -"'s vV Trito, dicono i Pittori per
Minuto; onde Maniera liita ''f '";/'"
4à in tritume. Baldin. ì oc. Dis. (A)
«e VII Trito, si usa anche injorza
d-aJerb. .Or. 9. 82. 5. Si dia loro fa
vaoni) porro minuzzalo tnlo, ovver caco
fresco. .»^rs,. 16. 58 Cb. v. cercasse
,r"oafaldeafalde,NM'unnèl' altro
è farina da cialde. (^)
•+ * TRITOLARE. Vimenarsi, Aal-
tcbeltare. come chi .«o/e ^'"«f!"- "'"'■
„a cosa co' piedi. Far pass, Ir, li. Fortig
Hicc. 7. 59. Che se col capo nulla s. d.sv a
Si^ sente su le spalle e su le rene Colp.
1 che il fanno tritolar m.i bene. (^J
<l TRITOLO, ilinuizolo. Lal./r«Jf"-
; ™ Gr -"l'/'yiov. * Ben.'. Celi. Oref.
'<rPor.;nnrraiodiforbicesihada
^gliare in tritoli tutto 1' oro che 51 vuol
macinare. (F) ,,.:,„!„
* e. Dicesi Kon ne saper tritolo,
nuando d' alcuna cosa non se ne sa nien-
Te l lardi. Ercol. 98. Quando ■ mae-
stri voglion significare, che. fancmll. non
se le sono sapute, e non ne sanno strac-
co, usano queste voci: boccata, hocacala
ec. p,into, tritolo, briciolo ec » . (L)
•+^ TRITONE. Specie di .^ume ma-
rino. Lai. rrìfo-.. Car. lelt. 2. l3l. Le
mezze figure umane, con le code de pe-
se, in vece di gambe, sign.ficavano appo
Zò Tritoni, e Ninfe, e colali altri De,
•'''' ■"!'■''- j-riione.fgiiralam. per Uomo
,ileed abbietto. ÌUlm. I. 43; Cupido
mono con . suoi pi^g-- ^arc'ar s. ve-
de un grosso reggimento Ch egl. ha d
mnumerabUi Tritoni. (') .V,«.,rc. Tri-
toni. Sono De. o mostr. marini ec. . ed
qui gli uomini mal vestii, si chiamano da
noi Tritoni, quasi uom.n. triti, ec (B
TRITONO. Add. Termine musicale
e .■ale Di tre tuoni. Lai. trilonum. I arch.
Giuoc. Pillag. Dalle cose delle s. vede
manifestamente, che Ira tulle le 'i''"^"""-
ze musicali semplici la diapason e la mag-
giore; dico semplici, perchè se ne trova-
lo molte composte, come il ditono. cioè
due tuoni, semidilono. Intono, ec.
* TRITTO.NGO. Term. grammatica-
le. Sillaba di tre l'ora/i. SaU'. A>^i'erl. 1.
3 I - Il che in alcun. l..ltong. e qua-
dr.ll'onsi si vede massimamente ec, per-
che irittongi e quadritlongi ec agevol-
mente pronunzia la lingua nostra. IVJ
TRITO-ME. Aggregalo di cose trite
I.A fruslida. Gr ■ztu.v.y.W..* Lib. cur
malati. Que' tritumi che restano nel Be-
nde, quaiido n' i tolto .1 fieno. (M Bellin.
Disc l 1- Formano quei vari sfarina-
menli o str'itolaroenti , quei tritumi o tri-
telli, quegli spolveriizamenl. o polvigli
che dir vogliamo. (I)
e I. fer Minuzia. Cai. Sist. 15?. I
filosofi si oc.upano sopra gli universali
principalmente . trovano le defiaizioni. e
1 più comuni sintomi; lasciando poi certe
sottigliezze e certi tritumi , che sono poi
piullosto curiosil'a, ai matematici.
* g. 11. l'er Difetto d" agni inven-
zione o composizione di pittura o sciti'
tura, ma più propriamente d' arlhitettu-
ra ed e quando le parli 0 membra sono
soverchiamente variale, in troppa qiian-
(,(,; e assai minute. Foce contraria a
Sodelza. Baldin. Foc. Dis. (A)
•f TRITL'I'.A. Jl tritare, o la Iosa
triturala. ì.al. tritura. Gr. dlar,<:ii. Mar.
S. Creg. La vitella d' Efraim ha appara-
to ad amar la tritura.
g. Per meta/, vale Afflizione. Ango-
scia Lat. aerumna, aegriludo. Gt.ij^n.
'ìtlor. S. Creg. I. I. Ma se alcuna fiata
t a"Kravato d' alcuna tritura di persecu-
zione, mostra ogni sua caldezza e vigore.
* TRITLRAVESTO. Tr,turaz,one.
Del Papa Cons. (A)
* TRITURANTE. Che tritura. Del
Papa Cons. Il terebinto di Cipro convie-
ne ce non solo come orinano, ma come
triturante gli umori, ec (.-1)
•f * TRITURARE. Bidurre in trito-
li Far tritura di checchessia. Cocch. I il.
Atlag. pag. 42. (f-enez. l^l^l^) S. r.gel-
tane i legumi vecchi ec se non sieno
Lene Irilurali, e con altre utili malene
mescolati e disciolti . (A)
;;: TRITUltAZlONE. Tritura, Il Irila-
rc. Lai. tritura. Gr. Tf.'l.;. Bed Esp.
„„t. 84. 1 quali tengono che la digestio-
ne nello stomaco degli uccellisi faccia in
gran parte, ovvero si aiuti per mezzo del-
la triturazione. F 91. lo lengo che la di-
gestione ec. non sia fatta e perfez.onata
letalmente dalla triturazione ( j
-.;: TRIVELLA. Strumento d, ferro da.
bucare; e ve ne sono di diversa grandez-
za e lunghezza. Lai. lerebra Soder. Colt.
60 Con la medesima trivella franzcse lo-
risi la vite in luogo netto e liscio. E ivi:
E quando si vedrk che U buco fatto dal-
la medesima trivella gallica sia ben sal-
dato, ec. (J') . ,,
a: TRIVELLARE. Bucare colla Invclla.
Salvia. Odiss. 23. 263. Lo polli Con fer-
ro bene e maestrevolmente E a riga lo
drizzai un pie di letto Lavorando . ed il
lutto con trivello Trivellai. f!\J
* R I Trivellare, dicesi anche del
Bucare che si fa con altro ■'"■umenU,
che Trivella non sia, ma in alcun modo
aguzzo e puntato. Car. Eneid. 3. 1003^
Con un gran palo al fuoco aguzzo Sopra
gli fummo, e quel eh' umco avea ec Sot-
to la torva fronte occhio rinchiuso. Gli
(al Ciclope) trivellammo (telo lumen te-
rebramus acuto. ìirg.).(D)
* P IL K per similit. Bed. UiS an.
6„. Quei moltissimi e lunghi tar i ec. le
rodono, le trivellano, e, per v.>l"«"J
un vocabolo marinaresco, le verrinano lui
Te quante, con grandissimo danno delle
'^tfu^fit'ralam.Cor.MaU.so^
5. Or'dina da mia parte alla massaia. Che
^":s'^RrlES!A«:='U.^^-
^;e;^'in::£ó;^^r£--*
l6i6
T R I
volmcntc, E a riga lu driizai , un pie di
letto Lavorando; ed il tutto con trivello
Trivellai. (Bj
f TRIVIALE. Add. Ordinario, Basso;
e dicesi per Iv più dei pensieri , e delle
maniere di dire. Lat. trivialis^ viilgaris,
vilis.Gr- zoivo;, yjuòccto;. oayJo;. Deme-
tr. P. S. E nell' una, e nell altra parte sari
gioconda, ne troppo triviale, ne troppo ar-
tifiziosa. / /(. Pitt. l3. Di rado applica-
va il pennello a cose ordinari*', e triviali.
Buon. Fier. 2. 4- 10. Diecimila oramai
poste Triviali, e vulvari. (ìaU Sist. 36y.
Sappiamo che il signor Salvìati non par-
la mai a caso, ne mette in campo para-
dosso che non riesca in qualche concetto
non punto triviale.
^i TRIVI ALISSIMO. Superi, di Tri-
viale. SteU'in. Pros. Tose. l. 177. Lo
Iddio bambino f per V Amore, V ho udito
dire io renio teatrali trivialissimc canzo-
nette. (•)
* TRIVIALITÀ', TRIVIALITADE e
TRIVIALITATE. Astratto di Triviale.
Lai. ratio trivialts. Or. TfOTo; xiGaìo^.
SegniT. Fred. 17. 7. E perche tanto di
irivialilà volca Dio nelle offerte ancor più
solenni che a lei facevansi, se non che
oc. {•)
TRIVIALMENTE. Awerh. Fcriaìmen-
tif Ordinariamente. Lat. vulgari modo.
Gr. /-.oiyw;, Tu;ct,*vTW?.
3 TRIVIO. /'. L. Luogo dove ri. vpon-
dono tre vie. Lat. trivium. Sanna:. Ar-
end. pros. 3. Ogni strada, ogni liorgo, o-
gni trivio 8i vede seminato di verdi mirti
Borgh. Orip. l'ir. 172. Trebbio ciedon
molti dal Ijtiiio trii-io, che non corrispon-
de male. * Car. Fu. l\. o35. Ecale, che
ne' trivi orril>ilmente Sei di notte invoca-
ta, nitrici Furie, Spiriti inferni, ec (B}
!? §. Scienza del Trivio, chiamavano
gli antichi la Grammatica, la /iettorica
e la Dialettica; e Quadrivio l' Aritme-
tica, la Geometria, la Musica e l' Astro-
nomia j scienze che, a similitudine delle
strade, conducono alia cognizione del vero.
M Dant. Conv. 97. Alli sette primi ri-
spondono le sette scienze del trivio, e del
quadrivio ". (B)
# TRIUMVIRALE. Add. Lo stesso
che Triunviralc. /lorgh. L'tcs. 3l2 Nfc
mi si dica qui, che in queste distribuzio-
ni triumvirali tumultuosissime non si ser-
van le leggi. (B)
# TRIUiNFALE. Add. Trionfale. J'it.
S. Margh. i3i. Il Prefetto venne nella
sua sedia trionfale. (ì'} Mcd. Arb. Cr.
80. Tu se' corona de' vincitori trionfale ,
e se* datore dello imperio di Paradi-
so. (C)
TRIUNFARE. V. TRIONFARE.
# TRIUNFATORE. Trionfatore. Bocc.
Vit. Dant. aSa. Essendo Feho il primo
autore e fautore dei podi stalo, e simil-
mente Iriunfalore ec. (f)
TRIU.NFO. r. TRIONFO.
TRIUMVIRALE. T. /,. Add. Appar-
tenente a' triunviri.'Lat. triumviralis, Gr.
u>p •npo'^TOJi rptii tlpxottoii^. Borgh.
Orig. /''i>. q^. Si possono in un certo mo-
do dire condono per la legge triunviralc.
TRIUNVIRATO. f. L. Principato di
tre uomini . Lat. triumviratus . Gr. >/
Twv rpiwv oipx*Ì ' fiocc . nov . 08. 2.
Nello uficio rhianialo triunvirato lo 'ni-
pcrio di Roma reggeva, /lorgh . Orig.
fir. 9?. ^clla seconda era gij inanrato il
nome di triunvirato.
§. Per similit. dicesi di Tre persone
unite a far checchessìa. Dav. Scism. 37.
Uni) di questi di-tto Tonimji^n Cmmuel
«. , fu aggiunto per torto a Crammrro
arcivescovo, e Audieo cancelliere, per gui-
dare con questo triunvirato ogni cosa ■
tuo modo.
T R I
TRIUNVIRO . /'. L. Uno de' tre dei
triunvirato. Lat. triumvir. Gr. et; tcJv
T^iw'v a&x^^fwv. Bocc. Leti. Pin. fioss.
281- Sulpizìa ec. di naicosu avendo se-
guito Lenlulo Truscellionc suo marito in
Cicdia proscritto da* triuoviri, si dee cre-
dere con questo amore e fede averli porlo
non meno piacere , che noia , la proscri-
zione ricevuta. Borgh. Orig. Fir. 71- Es-
sendo tanto chiaramente espresso in quel
libretto delle colonie , che la fa creatura
de' tiiunviri. E y^. Quelle che, regnando
ilriunviri, furono condotte.
* TROCAICO- Aggiunto dato a ver-
.10 che consta di trochei. Salvin. Disc. 2.
389. Della quale non hanno esempio ì
Greci , i quali ec. o il tetrametro usaro-
no , ovvero trocaico ottonario di otto pie-
di. {•)
* TROCANTERE. Term. degli Ana-
tomici . Some dato a due risalti consi-
derabili che sporgono a' lati del femore ,
e quasi sotto al suo capo . Imperf
Anat. 128. Gli otturatori (muscoli, oc-
cupano quel forame p.itenle ira l'osso pu-
be e r ischio , che però otturatori si di-
cono , e SODO esteriori o interni , e s' in-
seriscono nel magno trocantere. (F)
•f * TROCHEO- Nome di piede nel-
r arte metrica de' Greci e de" Latini, cor-
rispondente di molto allo sdrucciolo degli
Italiani. Lat. trochaeus . Gr. •zpo'^^Ko^i .
Varch . h'rcol. 219. Dice Quintiliano ,
che distingueva coli' orecchio quando un
verso esametro forniva in ispoudèo , cioè
aveva nella fine amenduc le sillabe lun-
ghe, e quando in trochèo , cioè la prima
lunga e l* altra breve. (•)
^ g. Trochèo, è anche un antico stru-
mento militare , detto altrimenti Mano-
vella. Lai. trochaeus. J'egez. p.66. ( Fir.
l8i5) La sambuca h detta a similitudine
della celerà, perchè, secouduchc nella ce-
lerà sono corde , cosi nelle travi che per
lungo allato alla torre si pongono , sono
funi eh' il ponte dalla parte di sopra con
trochèi , cioè manovelle , fanno cbinorc ,
ec. (Bj
TROCISCO, e TROCHISCO. Medica-
mento composto di diverse polveri , me-
scolate con tanto sugo, 0 decozione , che
facciano una pasta solida , e si formano
a foggia di girellctte. Lat. pastilli, *tro-
chiscus. Gr. xocliis/ot, rpo^^^^o^. I olg.
Mes. 1 Irocisci di canfora , giovano alle
febbri cassali . F appresso : I Irocisci di
riobarbaro vagliono mollo potentemente al
fegato oppitato. Hicett. Fior. 122. I Iro-
cisci sono di varie sorte , e parte da pi-
gliare di dentro al coq>o da per loro , e
parie servono alla composizione d' altre
medicine. F 123. Formane ìn girelletle,
onde da* Greci sono chiamati trochisci, e
da' Latini pastilli . E appresso : I siedi
degli Arubi non sono altro , che i Iroci-
sci , e colliri! de' Greci. Buon. Fier. i.
2. 3. Ma aUcodi a far trochisci assai di
vipera .
# TROCLEA. Macchina con carruco-
le e girelle da tirar su pesi. /'. RECA-
MO. (A)
f * THOCO. Genere di concHigtit 11-
nivalvt, così chiamato dalla forma di esse
tfuello della trottola
T R O
pese de* nemici vinti j ma si prende an»
che per Contrassegno , e Memoria d* a-
zione nobile e gloriosa . Lat. trophaeum .
Gr. T^OTiaiov. Ar. Fur. i. 5. E per lei
In India , ìn Media , in Tarlarla lascialo
Avea ioSniti ed immortal trofei. P'ir. As,
\l\. Fruisca la fortuna il suo trofeo, e
quello medesimo eh* ella si ha posto, se-
guitilo e Sai&calo.
§■ I. Per melaf. vaU Contrassegnano*
labile. Fir. nov. 2. 200. Tanto le venne
Bnaimcnte in fastidio la bava , il tossire ,
e gli altri trofei della vecchiaia di que-
sto marito , eh' ella pensò trovarci qual-
che riparo.
* §. II. Trofei, diconsi Alcuni orna-
menti d'architettura, e anche di statue,
composti di spoglie campali, come spade,
lance, targhe, scudi, elmi ec, posti con
bell'ordine, quasi un mazzo o gruppo ,
per e-tptxssione delle azioni o valore del*
le persone rappresentate . Baldin. l'oc.
Dis. (A)
•f * TROFEOSO . Add. Voce poco
usala. Di trofeo. Bellin. Bucch. 56- No-
me da vero eroe, da vera guerra. Da far
tremar la terra , Da trionfale e irofeoso
carro. (A)
♦ TROFERI'A. Term. de'PittoH, ee.
Ornamento di trofei . Giambull. Appar.
Ornate da colonne, pilastri, e diverse irò -
ferie . Intorno ad un tondo di Iroferi-: ,
che r accompagnava , si leggeva : Maru
victori. (A)
t? TROCIOLATURA . Quelle sotUli
falde che trae la pialla nel ripulite il le-
gname. Soder. Colt. Vi si mette poi den-
tro irogiolalura di nocciuolo secco, poi d
vino nuovo sopra avanti che abbia 6nilo
il bollire. (Br)
TROGLIARE. Ualbutiix . Lat. balbu-
tire . Gr. T^atu>i5etv . fVrf. Flos , 28.
Varch. Ercol. 5^. Di coloro i quali per
vizio naturale, o accidentale non possono
proferire la lettera r ec. si dice non so-
lamente balbotire , o balbutire, come i
Latini , ma ec. più fiorcatinanicole tro*
gliarc , e barbugliare.
TROGLIO. Add. Che tartaglia . hai.
halbus , blaestis . Gr. r^awì-o'; . Frane.
SaCih. nov. 9- Non considerando alla de*
formiti della sua persona, che era picco-
lissimo giudice ec, ed era trogliu, ovvero
balbo. ^ Salvin. Cas. l44> La scilinguala
che non può parlare è iroglìa, e solo ha
un tK) ti
iigua grossa, fy)
simile
I. 144
sien<
nega
Iteit. lett.
Vurr^ ella negarmi che qui non
:|uclle conrhiglit'T Oh se ella me lo
.<-, io vorrei niandailene tre *> quattro
iiavtcellale, e n vnlrebbc dfllc porpore,
do' buccini , de' uautilì, de' turbini , delle
conche, delle nerilc , de* trochi, delle ra-
m.-,ec, (•)
« TROFEALMENTE. Avverb. A gui-
sa di chi porla trofeo. Matt. Frana. Bim.
buri. Ogni Dome le sue hagaglie Trofeal-
mente h» in un canton ri|M>sio. (Br)
TROFÈO. Propriament» le Spoglie ap-
s> TROGOLETTO. Piccolo trogolo.
Baldin. Poe. Dis. in STAMPA DA SCUL-
TORI. (A)
TROGOLO, r. TRUOGOLO.
TROIA. La femmina del bestiame por-
cino. Lat. porca, sus. Gr- r, u^. Pallad.
Febbr. 38. I verri aguale si dehUoD con-
giugnere alle troie, jht generare. Cr. 9.
77. 1. 1 verri si deono eleggere grandis-
simi ce, e che sirno lussuriosi, di tempo
d* un anno, i quali insinu al quarto anno
si {K>ssono mettere alle troie. Fir. Lue.
5. I. Oh che cera da castrar troie I
§. Detto a femmina per ingiuria. Frane.
Sacch. nov. S!^. Quand* io aro assai sof-
ferto , io li darò a divedere cho io noD
sono gatta , sozza troia : che maledetto
sia il di , che tu ci venisti. /::.' nov. 191.
Che vcrmocan li nasca , toaia troia faiti-
diosa chr lu se*.
TROIACCIA. Peggiorai, di Troia
Frane. Sacch. nov. 106. E lu 'I »aì che
r hai messo ec. a queste lue truiacce. Lih.
Son. ioa. Nato a* una troiaccia scbiava
Agne»a ( in questi due esempi è nel /i-
gnific. del §. di TROIA).
* TROIANO. Term. de' CavallertMSt
Aggiunto di eavallo che ha lunghe orec-
chie , e che le muo%'e spesso . Da aUnnt
k anche detto Calabrese ( .4)
T R 0
T R O
T R O
j6i;
+ TROUTA. r. A- Quella truppa Jt
mL„cdi<TÌ chi si -e„nno dietro t nfnl,-
l„onu„i .li contado, led. lo !»nt. Iwr.
c«p. De scliimis ci Irout.s . I.occ no.-.
68 21. VeoulUi di cunla.l.M' uscili ilcllc
IIOÌ.U te. , vogl.ouo le 6s'i'"'l= '^' B'»-
tiluomini e delle l"»o°« '''">■'« P" """'
^ "tromba . .yin.me/ito rfn fnto , pro-
prio della milizia, fatto d' argento .o d
ottone. Lai. O'''" ■ Gr. oaXT.yf . O. / .
IO 8q. 5. Santa fafc im\U. lon.ore ne di
IromS , n'e d' altro slornienlo , scesero il
poggio d. Catella , e assalirono .1 campo
i r oste del Re di Francia . Bocc. no>'. ;
34. II. Nella fine del suo parlare che
cosi fosse, le trombe sonarono. Pani. InJ.
6. Più non si desta Di qua dal suon del-
l' angelica tromba. 1
S 1. Per similit. frane. Sacch. nov.
145 Messer lo eiudice. e'son quest..che j
m^ hanno mosso questione , quell' che v.
suonano queste trombe.
S. II. Tornare. 0 Venire, 0 Andarne \
colle trombe nel sacco ; pro.erh che s>
dice del Tornare, o Andarsene da qual-
che impresa che non sia riuscita. Lat. re
,nfecta redire . lupus hiat . G^. Iwo;
nel sacco ne venne. La.'^c. Ó,W/. 4- 4-
Andianne colle trombe nel sacco. .4mbr
Bern. 4. 6. Se n' andrà in dileguo Colle
trombe nel sacco
8 111. Vendere alla tromba, tale f en-
den con aulont:, pubbl.ca a suon di trom-
ba, per liberare al maggior offerente j
Subastarc. Lai. .f-rferc sub basta . Or.
««Jtts.v TX OVTa. Taf. na.: Alor.l.
xSq. «e tagliarono a pezzi multe migliaia
e molte venderò alla trombo. .Ven=. sa,.
Q Che i bcncBrii vendono alla tromba.
« IV Pigliare la tromba . Lat. tuba
'„ r. ^.^iTtii'iv. Sah'in. Disc. 2.
canere. i>r. "sxì-ìì.-^-*" .
186. Noi. quando vogliamo dire d,.-ulga
re. e propalare una cosa diciamo: an
. „.,-n e vi"liare la tromba
""l'y'Tr'om'ba.V'r"^ Proboscide del-\
fXfante Lai. P'omuiCii. Gr. -f(ì6o!!"5.
Ì',:l;en erano ^a^suefiui.a portar le torri
„Tli àróeri sopra la schiena, ma ancora
r^ctoterTjcun'e falci legate a traverso
'^'XXtrr.im^a.e anche uno Stru.
mito militare da fuoco fallo di legno
7 /erro, o di rame, tondo eca.o lungo
da-'tre Sino a no.-e piedi .che s. usa.a
;• VI-; e XVII.Serd.Stor. Ind.
""346 Fatte discutale le Lanciare colle
«pnlole e trombe di fuoco , monto sopra
[a n e.V^n. Star l.b. 4. >'osso in-
'semelremila°fanli,esecentocavaUie
dieci moschelle.e veni, trombe da gettar
"^"s VII Tromba, e anche una Sorta
di fuoco artif-Jalo.d- allegrezzajche si
Ja comunem.nte in occasione d, feste . \
Cani. Cam !^2l. Di far polvere, scoppii, ;
uombc e razzi Di più vane ragion. Siam
no. maestri diligenti e buoni - Buon. |
rier 5 5. l. Si lavorio trombe E gì- ,
randólc "e scherzi altri di fuoco. f.V; |
* S Vili. Figi'ralani. per Canto epico, j
Polli, si. l. 7- Lascia lacere un po' tua
macgior tromba, eh' io fo squillar per 1
ilaliche ville. Chiahr. pari. I. c„„:. 60.
Verace suon rimbomba Del Macedone Ber
che sul Sigeo Bramò 1' inclita tromba Del
germe invitto del real Peleo./.Wj
e IX Tromba marina, e uno òlru-
mento musicale d'una corda sola, diesi
suona coli- arco, e rende un suono simile
a quello della tromba da fato noce. no,..
85 10 A buon' olla 1 avrebl.er saputo
fare questi giovani di tromba manna (qui
per iicherzo ). _, , ,
Vocabolario T- 11-
+ g. X. Tromba da tirar acqua , 0
Tromba assolutani. chiamasi uno Stru-
mento di forma cilindrica , die .iene a
far salir l'acqua, o altro liquido qua-
lunque. Lai. anllia. Gr. a.T/.y. Serd.
Stor 4. l52. La nave di Mugno per vec-
chiezza s' apriva, e faceva tant'acqua, che
aveva di bisogno quasi di continuo di due
trombe, per volarla. /■ 6. 226. Pervo-
lare e nellarc le navi accomodano da iati
di dciilro la tromba . Cai. lìial. mot I.
4qo. Ha questa tromba il suo stantuffo e
animella su alta , sicchb 1' acqua si fa sa-
lire per attrazione , e non per impulso ,
come fanno le trombe, che hanno l'ordi-
gno da basso.
§. XI. Tromba parlante, diccsi Quel/a
die ingrandisce tanto la voce, che le pa-
role possono udirsi distintamente in gran
lontananza. Lai. slentoreoplionica.
§. XII. Tromba, si dice anche uno
Slnmmito in forma di tromba , che si
adopera da chi ha P udito ingrossato , e
I che aiuta P udito colP accostar la sua
' bocchetta all' orecchio . Lai. tuba acu-
; slica . .
'? §. XIII. Tromba marina, chiamasi
da' Naturalisti una specie di nicchio o
murice che si suol rappresentare in ma-
no a' Tritoni, perchè gli si dà fato come
alle trombe. (Al
* §. XIV. Dicesi da' Katuralisti al-
tresì di quella parte, onde le mosche ,
le zanzare , e simili , succhiano i liquo-
ri. (A)
'':- g. XV. Tromba da i-ino , 0 da ba-
rile , chiamano comunemente in Toscana
una Specie di tromba torta, fatta per lo
più di latta , con cannella di piombo j e
si tira col fiato per far venir fuori il .-i-
I no, 0 altro liquore, da un barile, 0 altro
vaso. (A)
* §. XV!. Trombe Falloppiane. Term.
degli Anatomici. Piie condotti che nascono
dalle parti superiori e laterali del fondo
dell'utero. V. TUBA . §. IN. (A)
* §. XVII. Tromba delta vela. Term.
di Marineria. Striscia di tela di ottone ,
che s' aggiunge alla vela Ialina , perche
sia più cui-va da una parte, ed abbia pm
corpo. (Ai , ,,, .
?; §. XVIII. Tromba, dicesi da'Mari-
nai a un Turbine 0 Vortice d'Anna, che
vien "i" da nube squarciata , e termina
sul mare, formando una colonna, dentro
I la quale essendo I' aria mollo assolti-
1 gliata , vi sale l'acqua dd mare ,- feno
ì meno che segue comunemente in tempo di
\ burras a. (A) , . . ,
V % XIX. Parlar la coda a tromba,
' dicesi da' Malisralchi e Cavallerizzi dd
\ cavallo die la porta ripiegata in su a
guisa iV arco. (Al ,,, . .
I :? g. XX. Tromba . Term. dell Arte
' dd mangnno. Specie di subbio , 0 piutto-
sto subbiello , .(/. cui si avvolge a mano
1 il drapno che si vuol manganare; a dif-
ferenza dd subbio , che non si può voi-
eere che colle leve. (Ai
t- %. XXI. Tromba. Term. de" Barn-
haidie'ri e deal' Ingegneri militari. V
apertura delle batterie , d' onde si spara
il cannone , detta così perchè , a simili,
delle trombe , va dallo stretto nd lar-
go, (.-t
TROMBADOBE . .*ona(or di tromba .
Lat. biiccinalor, liibicen. f.r. laX^nyri-zj.i.
\ G. V. Il 92. 3 I trombadori, e bandilo-
I ri del Comune, che sono i banditori sei,
I e irombadori, naccherino, e sveglia cen-
' namella, e trombetta dieci. M. l 8. 7».
Feciono ce. abbattere tutte 1' altre inse-
gne con una d' un Irombadore da Firen-
ze. Vii. Bad. II. Quando il Re fue ri-
venuto al suo palagio , si mando quello
irombadore , il quale era stabilito a quel
:i
mlstiero. E appresso.- Ahi folle, semplice
e povero di senno , e' hai paura del mio
sergente Irombadore 1
3 TROMBARE. Sonar la (romftiJ. Lat.
tuba canere, buccinare. Gr. iia)7ri'?siy .
6'. V. q. 3o5. 6. Stettero schierati cia-
scuno trombaiiSo a petto V uno dell' al-
tro. Frane. Sacch. rim. 61. E se per lui
tulio 'l mondo trombasse . E appresso :
Per trombale, o bandir fiato finire. Te-
seid. 7. 120. Ma guardando Teseo la gen-
te ardita , Comandò, che giammai non si
trombasse. Se e' noi dicesse. Annoi. J ang.
Quando tu fai la limosina, non trombare
dinanzi a le, come fanno gl'ipocriti (qui
fìguralam.).
V g. I. Per ^fandar suono. •• C. F.
5. 29. 2. Ordinò trombe grandissime, si
dificiale , che a ogni vento trombavano con
grande suono >•■ (B)
* §. II. Trombare una persona, 0
una cosa, vale Venderla all' incanto. Sal-
via. Vii. fiog. 192. E al banditore che
lo trombava, rivolto disse: Grida se vi fos-
se nessuno che volesse comperarsi un pa-
drone. (Ci
TROMBATA . Sonamento di trombe .
Strombettata. .1/. V. II. 70- '■ '"'■<' '"•
gno levarono alla Pieve a Bipoli, facen-
do gran trombata.
TR0\:BAT0. Add. da Trombare. C.
V. 10. 86. 7. Trombato, e richiesto Ca-
struccio di battaglia, non comparendo , si
parli l'oste, e tornò in Prato, /i II. 86.
2. Trombato , e rilrombato , poi si parti-
rono dui campo schierati.
TROMBATORE. Trombadore. Lai. tu-
bicen. Gr. '.y.\lti-/'-r.-.- nani. Conv. 201.
Per onorare Io corpo di Misene morto, che
era stato trombatore d' Kltove.
* TROMBEGG1ABE. lìisonarc a gui-
sa di tromba. Sega. Demelr. 40. Trom-
be^aiò d' ogni intorno il sommo cielo. (C)
TROMBliTTA. Dini. di Tromba. G.
V. 10. 55. 3. Fece son.ire trombe e trom-
bette, e mando bando, che ogni uomo ca-
v.dcassc verso Roma . P'anl. Inf. 21. Ed
0..1Ì avea del cui fatto trombetta (qui per
smiilil-l- Frane. Sacch. rim. 10. Di che
si balla e canta, Che ciascun ha dinanzi
la trombetta .
<!. 1. Fi'uralam. Burch. 2. 20. Sozze
trombette, "giovani sfacciate. Che n'andate
col collo discoperto . Cani. Carn. IO. O
trombette svergognate , Noi v' abbiam si
ben tenute , ec. ,1
§ II. Per Sonator di tromba s che si
dice anche Trombetto . Lat. liibicen. Gr.
/K>.a-iv/-Ti'5. Vit. Plul. Perche il trom-
betta non volle sonar tosto la trombetta ,
diedeli un calcio. M. V. 1. 39. Per se
"no di ciò gli mando il guanto per Io suo
trombetta. Bern. Od. 2. 27. 22. E fece
a lui mandar tosto un araldo La dove
combatteva, ed un trombetta.
^ 6. 111. Pesce trombetta, chiamano i
Pescatóri un Pesciolino di mare .schiac-
ciato, e di color rossigno sulla schiena,
il quale è armato d' uno sponloncino , o
spaila, come dicono j ed è co.ù dello dalla
sua bacca mollo allungala. (,-1)
+ TROMBETTAIIE . Sonar la Irom-
belta ; che anche diciamo Strombettare .
Lat. buccinare. Gr. sy.À-i^-:--;. Oli. Com.
Inf. 22. 387. E la decima lispuose a lui
trombettando col culo (qui per similit-J.
e Fi'urnlam. per Divulgare, o Spar-
gere alcuna cosa , ridicendola per lutto .
Lai. nervulgare. Gr. òiXfr.ai::'.''.Ainbl.
Co/-. 3 3. 'lo son conlentissimo Far que-
sta esperienzia, promettendomi >"nl an-
dar trombettando. T arch. Ercol- 58. Al-
lora sarebbe il verbo Ialino buccinare, ch^
significa tutto .1 contrario , eoe Iromhel-
U,re, e dirlo su pe' canti ancora a clii a-
scollarlo non vuole.
303
i6i8
T R O
T R O
T R O
TROMBE i TATO. >^rfJ. (/a Trombet-
tare.
§. Per fenduto alla tromba. Buon.
Pier. 4- 2. 7. FegDÌ stracchi io sul pre-
sto, e tron)I>etUli.
ITHOMBETTATOKE. ì'erbal. masc.
Che, 0 l'Ili suona la trombetta^ Trom-
bettiere. Lat. tubicen. Gr. oaijTiy/T/i*; .
# Sallu.st. Oiuff. 192. L' animo del
Consulti fu uo poco riluti foi luto ; onde
egli dcllj gcnle^ di' ciano trontl'tKutori
e corDcttutui'i , L-Ies&e cin([uc molto vdo-
cisiimi e lejfgieri. f/ij Huoa. Fier. 2. 5.
1. Un Moru In jliilo indiano accompa-
gnato Da (lue tromlx'ltjloii.
3"r ritOMlìKTIESi l). Idtt. Di trom-
betta, lienv. Celi. I tt. 3. l\^^. lo (jUL-
sto mentre io mi scolii monfcre da una
tromliclicsra zanzara la punta del naso. (Cj
TliOMBi: TTIEUE. Son.ttor di trom-
ba. Lai. tubtcen, hucci/iator. Gr. ^a/JT'*/-
XTvfs. Lib. cur. malati. I.o malore ilollo
sputare e tossire lo sangui awieue so-
ventemente ulli IroriilielliiTi. Sedurr, l'red.
2. 5. Srjcriò fuor di quella rasa tutta la
turba aObilala, e tulli i liomhcUieri pian-
geoti.
§. Per meta/. Pass. 347- Questi cola
li sono ingannatori e tromlictlieri, e pec-
candi) cnuitaliiieiile sono Icnuti a reslilu
zionc d' u;;iii guadagno eli' e' fanno.
f rUOMOE ITINU. Trombettiere. Lai.
tubiccrij bucnnator. Gr. ov.^ Ttc/zr//;. M.
f^. Il 5^, Intra' quali eia un truniI)Cl-
tino del nostro Comune, il <|ua1e, sonando
fu di saetta, rlie venne dalle mura, fedi-
to ce, e la tromba cui segno del Irundiellì
no fu ricoverato. Hiit. I''efc stare a guar-
dia in sul monte un suo trumlictlinu ,
bieche quando le vedesse venire, sonasse
la tromba. Sig. fìapfj. Sin. 2p. Il It-ofanle
suona culla bocca, come farebbe un trorii-
Lellinu, quando facesse bene isquillare
una Ironibetla.
§. Troml'vttino, e ambe dim. di Tram-
betta; l'ucvla tromba. Frane. Sti.i/i.
rim. tl\. Giù trombe e trorabettini, Sve-
glioni e nacchcrici.
TUOMBKTTO. Sonalor ditromba. Lai.
tubicen, buccinator. Gr. ocJ^tT'"/ '.t/I^ .
Dern. Ori. 2. 2^ 22. Il re Marsiglio en ■
trato ^ gih in battaglia, E d intorno ha
trombetti e tamburini. I arvb. Stor. il.
357. Poco appresso s* apprcsenló un trum-
bello al signor Malalcsla , e gli S[iosc u
niilmenle, che un cavaliere gentiluomo di
que' di fuura desiderava di rompere una
lancia <on alcuno lii que' di dcolru Guicc.
Stor. 2 87. M.tndu un trumbettu nel cam-
po italiano. /,' l3. 63o Per un trombetto
venuto a Pesaro dell" cserrito nemico fu
domandalo a Lorenzo salvoronduttu.
%* §. F Jigiiratam. prr lìanditore. lieg.
Mail: 1. Volendo dar regola ec. m' oc
corre il parlar proposto dal ^ran truni-
Letlo Paolo di Gesù Cristo. (Cf
TROMBONE. Sorta di tromba. Frane.
Stficft. rim. 70. Ch* io credo tosto, che
'1 lr>imboo divino nassrgnerà ciatruno in
quella Valle. F /lOi-. 173. Gli acroncio in
una casa ciascun cui fuoco , e cui Irum-
bonc a boera.
■f 3. I. Per Sonator di trombone. Peuv.
Celi. f'it. 1, lii). Mi \vce intendere per
Lorenzo trombone Lurehne , il quale è
Oggi al servizio del noilro Duca. ve.
* §. II. Per Quella .lorta di Ttili/rano
che fa il Jiore colle foglie intere. F. alla
voce TULIPANO. {')
# §. 111. Tromboni, chiamano i Cai-
iolai ec. I grossi stivali da corrieri, po-
stiglioni, vetturini , ec. (A)
t TRONAItE. ;'. //. Lo stesso che
Tonare. Lat. tonare. Cr. BpouTÙf . in-
trod. P'irt. 3l8 Si levò UD grido si ^tatì-
dtf, runiv iv Ironassc fortrnicnte, v bastò
grandissima pezza. Frane. Saccb, rim. 16.
Noi starem troppo , che il tempo si tur-
ba , E balena , e truoua , E vespro già
SUOOa .
* TKONCABILE. Add. Tronchevole,
Cbe senza d,ffic<fltà si può troncare. Salv.
Avveri, i. 3. 2. 37. Dei teimioali in uro
(parla d'-* nomi) foise ninno j^eneralmcnlc
sarà troncabile Della prosa, e<l anche nel
verso, (fi
•"^ rilONCAMENTE. Avverb. Con tron-
camento. Itemb, Pros. I. i3. Essi a poco
a poco della nostra (lingua) ora une, ora
altre voci , e queste troncamente ed ìiii-
perfrltamenle pigliando, ce F 3. l8i.
Furono, che Jiir s' è detto troncamente,
e Juro^ che noD cosi troocanicntc disse il
l'elrarca. (I )
TRONCAMENTO . // troncare . Lai.
amputntio . Gr. v.'ZO/o-tZf, . Cr. 2. 8. 9.
Ma intorno le piante si dee aver cousi-
deiazioiie in potar quelle per troncamento
di palli spinose e superllue.
••' §. Troncamento, da' (grammatici di-
cesi r elulione d* una lettera . Salv. Av-
veri. 1 2. l5. Certi troncamenti fuor di
modo sforzali ec. si lasciano il più al ver-
so. fFj
•■• TRONCANTE. Che tronca. Jit.S.
Mar^h. j5o. Non ti farcia far tal morte
Con laneioiii troncanti e forti. (P)
TRONCARE. Mozzatv. Spiccare, Ta-
gliar di netto. Lai. truncare , amputare.
Gr. a~fl/97rTe(v. Dant. iuj. 7. Troncan-
dosi cu* denti a brano a brano. Lib. Op.
div. A. E cosi detto , si prese co^ deati
la sua lingua , e Ifincollasi , e così tron-
ca la gillo nel volto at tiranno . Frane.
Siiceli, nov. 208. TiTiiato con esse 1 ta-
naglie I il malisealro trunroe le bocche
del graiirhii) . Tes. tir. 5. 38- Chi vac
al nido loro ( de' n^o^^ùli ) , e tronca la
gamba ad uno de' figliuoli biro, la natura
gli dà tanta conoscenza , eh' egli va per
una erba , e portala al suo nido (qui va-
le : rompere ).
§. 1. Per metaf. vale Tfrmtnare, Far
cessare, f'etr. son. IO. Ma tanto ben sol
tronchi e fai imperfetto 1 u, che da noi,
signor mio, ti scompagne. A/. /'. .^. l3.
Areiocchc la speranza si troncasse a tutti
della propria utilità.
f * §. 11. TroncaiT, diresi anche figu-
ratam. delle Opere dell' intelletto. Segner.
/tisp. Qiiiet. 8- I- Vuole poi 1* mipu-
;;natorr effiearcmenle lare apparire eh' io
•>ia falsario . non citando giusti gli auto-
ri , troneandoli , trinciandoli , mutilando-
li. (TCj
•■j- ^ §. Mi. Troncare, usasi anche
da' poeti per (Jccidrre , dal latino oblrUD-
co . ///-. fiir. 3. 33. Ezelliuii immanissi-
mu tiranno Che fu creduto figlio del de-
monio. Farà, Irunrando i siitlditi , tal dan<
no. ( ItrJ Chiahr. Cuerr. l.ot. Ij. A. Ca-
stui, rosi neinicu e cosi Gero, Abbiamo di
troncar preso consiglio. J\ st. l\S. Va pur
e tronca 1* inimico unendo. (Ai
TRONCATAMENTE. Avverb. Inter.
rottamente , Senza terminare . S. Agost.
C. 0. (Jucite parole Latlanziu pose Iron-
ratanicnlc u petto per gli spazii <lrlla »ua
di>put azione.
•f « TRONCATIVO. //</./. Che è atto
a troncare , o ad es.ter troncato . Uden.
.\is. I. 2t. Il gran Pontano con le figu-
re metriche manchevoli , cioè Ironrative
<Ii paride, ci fa vedere uno sBuiuiento a-
moroso. (Ai
TRONCATO. Add. da Troncare. Lat.
truncatitt , amputatus . I.r. a:T0X9lCi'i .
liiit- L* autor nostro finge, rome lo liou-
cato niandenla. thi clli lu. ^ llam. Colt.
1. l3. La molla cima, il ramutrel tron-
calo T«gli, che assai luvcDlv il srccu of-
fende, ec. (H)
§. Per metaf. vale Imperfetto, lionfi-
nito. Lai. trunciis.^ mutilus. Gr. d-TlOAO-
:TSt'4. Jiut. E non compii; sua seotenzìa ,
ma lasciolla troncata.
't* * TRONCATORE, (erbai, mas€.
Che t 0 (hi tronca. Tass. Cer. jff. 65.
Questa bellezza mia sar'a mercede Del trOD-
calor delTesecrabil lesta. (Aj
* TRONCATURA. Stroncatura, Tron-
camento , Stroncamento Salvia. Annot.
Mar. 2. 4*9- Tranquil per Tranquillo,
dita troncatura. iC)
ili TRONCHEVOLE. Add, Capace di
troncamento. .S'alv. Awert. I. 3. 2. 37.
Aleutii d' essi nomi) di lur natura suo più
Irunrhevoli assai, per ■ hiamarli conquesto
nume, dicendosi I ier , e ver, e nocchier
ee., la maggior parte seusa alcuna durot-
la. (Vi
f TRONCO. Snst. La parte piii gros-
sa e più diritta dell' albero dalla radice
alla cima considerata senza i rami vi sit*
no o no attaccatt. Lai. t'uncuj. Cr. ari'
*iy,Oi. Petr. son. 278. Qual per tronco,
u per muro edera serpe. Cr. 2. 8- 3. Il
ramo da quel medesimo arbore nel me-
desimo tronco s'innesta. /:.' 5. 5l. 2- Alla
quale farà gran prò, se sì punga per quel
medesimo Giù, per lu quale eli' era stala
prima sul Irunco.
^ §. I- Tronco, li dice anche al corpo
umpno dal collo in già senza conlar\'Ì le
bni' eia ni- le gambe . fialdin. Poe. Dìs-
alla F. SCHELETRO. Si divide c^ucsto
comunemente in capo, Ironco , ed arti-
coli. (Ci
^ §. II. Tronco, dicesi anche poetica-
mente per Cadavere. Bemh. son. L'onda
tirrena del suo sangue crebbe, E dì tron-
chi restu coperto il Ilio. (Il}
* §. III. Tronco, si dice anche la Par-
te principale d' altre cose , non conside'
rate in tutta la loro estensione . Cr. Q.
8. 3. Il cavallo (he tiene il tronco della
c<ida strettameDlc intra le cosce, è furie e
sofferente, secondo la maggior parte, ma
non è tostano. (Cj
§. IV. Per metaf vale Stirpe, Pro-
genie. Fir. As. 3. lo adunque, di colai
tronco uscendo, trassi lt> materna origine
da Alessandro Braccio.
* g. V. Tronco, vale anche Sfupiih.
(ìozz. Serm. I. Vedrai tosto un lampo
Delle accese pupille e un tuono udrai D'
amara lingua , e subita tempesta Di capu
d' oca. di babbione, e tronco. (Nj
TRONCO, .tdd. Troncato, l^^^ampu-
tatus, truncatus. Gr. a^OOTTSi;- * Car.
Fu. II. 8- Sorra un picciul colle Tronca
de' rami una gran quercia eresse : Dell*
armi la rinvolse, ec. (f!) Puon. Fier. 5
4- 6. Se, desolalo il pie, Irunca la chiù»
ma. Tornasse a rifìurir regina Roma.
t §. L Per metaf vale Interrotto, Son
terminato . Lai. truncus , mutilai . Cr.
xoìoGd';. Dant. Inf 9. Ma nondimen |»au-
ra il suo dir diennr; Per eh' Ìo traeva la
parola tronca. (Ut. Coni. Inf 9. ll^S.
Però eh' io il suo tronco dire recava pu-
re alla peggiore sentenza P Fir. As- 1^3.
Dìvfiiuta iPsithe nel volto rome di terra,
e tremando a foglia a foglia , con parole
tronche, e con interma voce disse- (C)
# S- II. P.trola tronca, dicono t (ìram-
matici {ìuella che è accorciala, o ha l'ac-
cento sali' ultima lettera . Salvia. Pr-os.
Tose. 1. 4^2. \c ne sono frapposte due
tronrhe,cjr.crr e mrn che temperano quell*
unisono. (A^t
§. 111. A%'er tronche le gamlte, si diié
fifturatam. per A\tr soveixbia paura, o
sbigottimento. Lai- metti abi tpt , corript.
Gr. TTfft^iioKv Fir. Tnn. X 2. lo Isu
tronche le gambe per le male novelle cbe
ci sono .
^ S *^- '-'' trinco, pùéto awcrbtalm.
T R 0
TUO
T R 0
1619
vale In modo tronco. Troncando. Farch.
Slor. 2. 36. Una delle quuli pu-lrc ruppe
1- omero, e s,.e«ò <)i Uunco luHo 'l Ir-c;
«o stanco al Davillc di Micl.tlusnolo fO
f * S V. Lasciare in tronca, itile ^on
cornpire. Lasciare imperfetto ciò che s,
era incominciato, (.or. Long, ie: . 22.
Trailo trailo avendo lascialo in tronco il
concetto che avea preso a dire ce. mette
raura nell' uditore. (Xj
TBONCO.NCELLO. Dim. di Tivnco-
ne. Luig. Pnlc. r.cc. %. Ma s' io m. cruc-
cio, come dicon quelli, lo ne faro un di
duo trono>ncclti.
S TROiNCONE. Tronco. Lai. trnnCU.'.
Gr. oriUyi^:. Cr. 2. 23. .5. Il secondo
modo , U qu..le si fa nel fesso troncone ,
ovvero pedale, si dee fare in questa ma-
niera: cioè cbe si seghi il troncone, ov-
vero pedale, e puliscasi di sopr.i al modo
predeUo . Petr. ca,... 3o. 4- 1 ho pm
volte ec. sopra V crl.a verde VeduUviva,
t nel Ironcon d' un faggio.
* e I. Troncone, •■«'« n""" '-'"''"'
..^emo del capo. « Dani. In/. 28. Partito
porlo il mio ccrebro, lasso. Dal suo prin-
cipio, eh' e in questo troncone ". f,V;
S 11 Per Pez:^, 0 Sclirgaia ài lancia,
o di sin.il cosa spf:=ata . -L^l- fragmen
rrarmenliim. Gr. z>K1(to:. xo.auK. (•• ' •
II. 65. 3. Il valcnlre capitano pero non
ismagato si trasse il troncone del Banco.
Giiid. G. llompendosi la lancia, il tron-
cone col ferro li rimase 6tlo nel petto .
Bcrn. Ori. 1. 21. ì\. La lancia al cielo
andò rotta in tronconi.
* TKOSFIARE. l'oce lia.tsa. Legarsi
in superbia, f.4} .
TRONFIO. Ad,l. Gonfio per superhia,
Altero. Lfl. infialiis, supcrbus. Gr. ■j:i£-
p,-y«o;, J^Epr.y-'.o;. Tac. Dav. Slor.
3 3l0. P.diullandogli arriccialo e tronlio,
lo importunano f 1/ (e:t<o lai. ha tumcn-
lem \. j, ■ ■ \
8 I Per similil. 'i dice di Alcuni ani-
mal,. Bocc. no... 63. I^ Come gali. Ir.ouB, |
colla eresia levala , pclloruli proceilono .
^i,rc/,. 1. 85. Frati Asoslini, e 1 cuoco,
e la badessa. Di pippion tronfi fanno gran
micidio . , ,.
§11. Tronfio, si prende anche per Adi-
rato .
TBOSITO. r. A. Tuono. Lat. Ioni-
ira. Gr. aaa.rr;. Qnist. filos. C. A. 11
trottilo è impressione generata di snslan-
ila d- acqu.- di nuvoli per movimenti, di
vapori caldi e secchi, quella iuggeodo .
suo' conlrarii.
•f TRONO . Seggio propriamente di
Re. di Prìncipi , di I escomi er. ed è per
lo pih in forma di sedia magnifica , so-
pra uno 0 pili scaslioai, sello una .specie
di baldacchino. Lat. thronus , sedes. Gr.
Spovo;. Filoc. I. 11. Qucgl' che dopo
lui rimase successore nel real trono , la
.rio appresso molti 6gliuoli . G. ' .IO.
-0. I. Puosesi a sedere sopra un ricco
trono rilevato. .
•f §. Trono, per Uno degli Ordini
degli Angioli, ma in questo senso non si
usa che nel plurale . Lai . * ihroni . Gr.
ì^ovoc. I.egg. S. Co. Bat. S. B. El.l.e
officio de' Troni ; tanto e a dire Troni ,
quanto Spiriti che hanno a giudicare .
lìant. Par. 5. O hene nato, a cui veder
li Troni Del trionfo eternai concede gra- 1
lia . Kg. ."«u sono specchi , voi dicete
Troni. Cai-ale. Frutt. /ìng. cip. 16. Tro-
ni sono detti quelle schiere di spirili, nelli
qnalifquasi Iddio si riposa , ed hagli per
suoi assessori a terminare i suo'gludicii in
terra ; onde trono vien a dir sedia.
.^ TRONO. V. A. Tuono. Lat. tonilru.
Gr' ì?o:rr,. Qulst. filos. C. .i. -Nella
prima parte diremo onde procedono le Iro-
utn , si orribile 1 paurosa cosa a udire
Dant. Par. 21. Che '1 tuo mortai podere
al suo folgore Parrebbe fronda che trono
scoscende i qui figuratam. per folgore ).
rt r,ell Man. Ani. da Ferrara. iSy Or
che mi vale il mondo lempeslare Con tro-
ni , tcrrcmuoti e gran dUuM. W )
TROPICO. Tropici si dicono dagli .«-
stronomi due de' Cerchii minori della .</«;
' ra , paralelli all' equinoziale , l uno de
quali segna il .solstizio boreale, l altro
il solstizio australe . Bui- Par. 10. I.
Dicono essere uno cerchio vc«o Io polo
artico , che lo chiamano tropico estivale ;
e cosi verso V anlaitico, .illa parte oppo-
sila , di lungi per gradi 2^ dicono esse.c
uno cerchio , lo quale chiamano tropico
iemale. =? Gal. Lelt. Med. R'J. La Luna
ec. con periodo mestruo la gira (la faccia)
a sinistra e a destra nel trapassare dall
altro tropico. 'B/ . .
•+ * TROPO . Tcrm. de' Pellorici .
Sorta di figura; lo stesso che Metafora.
Cnr Long. sez. 32. Nel parlare ec. e
nelle dcscri.ioni non vi ha aKoo- altra co-
sa che spieghi tanto , quanto gli spessi
tropi o ammanieramenli del dire , ec. £.
apprciso: Che poi 1' uso de' tropi o delle
maniere del dire tiri al servirsene oltre-
misura, ce. f.^) . .^ , -
■A-. TROPOLOGl'A. Tenti. de-Teologi.
Significazione morale, Se.iso morale delle
sacre Scritture, (.-l)
t TKOPOLOUICO . .4dd. Aggiunto
d' uno dei sensi figurati della sacra Scrit-
tura . Lat. moralis , ' tropologicus . Gr.
TTS-oir/./j; . Oli. Com. Purg. 2 3o.
Sicché si può ricogliere per senso tropo-
logico di questi due capiloli, che se 1 no-
mo si vuole partire dal peccalo ec, con-
viene essere umile. E II- 192. P" '^
quale si puole tra 1' altre cose notare que-
sto senso tropologico Varch. rim. buri.
I. 26. Quanto io per me ho un senso
riposto , Non so se tropologico, o moi-ale.
1 TKOPI'O . Sust. Eccesso, Soi-errlno.
Lat. .(i<ncri.nC(iiin>, niinrcfoj. ^^c. 10 r.l-
pi',r,ó.. Paul. Par 6. D' entro alle legsi
' trassi il troppo e '1 vano. Amm..lal..\.
2. 2. Ragionevole vuol dire con discreiio-
oe, e sanza niuno troppo.
^. Diciamo proverbialm. in biasimo
dell- eccesso .- Ogni troppo e troppo , e
Ogni troppo si certa; co' quali detti a--
veniamo , eh- li' si dee stare dentro a
termini convenevoli . Lat. omne siipenui-
cuum pieno de pectore ninnai. Gr. u.r,óti
ù;-..-i.Cec,h. Mogi. 5.8. Ohi ogni troppo
e troppo, lasciai diie. „ , . , .
TROPPO. Add. Soverchio, Più del do-
vere. Lat. nimiiis. Gr. 7r-:o<55o';. Bocc
nov. 23. 21. Anzi ne gli ho io bene r"
amor di voi sofferte troppe . l. nov. »0.
23 Troppi denari ad un tratto ha. spesi
in dolcitudine . Peir. son. 144. Sento di
troppo ardir nascer paura.
§ I Talora ha forza d- avveri:; ancor-
ché s' accordi, come aggiunto, col suslan-
livo. Bocc. nov. l5. 23. Con troppi mag-
gior colpi, che prima, fieramente com.nc.o
a percuoter la porta. F Lelt. Pia. Boss.
278. E se bene si guarder'a tra la molti-
tudine de' nostri passati, troppi più si tro-
veranno coloro cbe dagli aspri , e rozzi
nutrimenti sono in gloriosa fama venuti ,
cbe quelli che nelle morbidezze sono stai.
I allevati . Dani. Inf 7. Qu. v.d .0 gente
più ch'altrove troppa.
' * § II. t in forza di Susi- col secon-
do caso dopo di se che e sembra reggere,
ma con esso talvolta s'accorda. Bocc.
g. 3. n. 3. Non ti lasciassi vincere tanto
dalP ira , che tu ad alcuno de' tuoi il di-
cessi , eh' egli ne potrebbe troppo di mal
seguire. Dant. Purg. 9. Più cara e luna,
ma r altra vuol troppa D' arie e d inge-
gno avanti che disserri. (C)
TROPPO . Jvverb. che significa Ec-
cesso , e vale Di soverchio , liù che 'l
convenevole ; e co' nomi d'ogni genere e
numero . e co' verbi , e cogli avverhii si
pone. Lat. nimio , nimis , nimiopere. Gr.
Xi'av . Bocc. nov. 18. 27. Troppo fidan-
dosi di ciò che non le doveva venir fat-
to, nella forma, nella qual ji'a seco pen-
sava , liberamente rispose, t'etr. cani. 4-
1. Poi seguirò, si come a lui ne 'ncrsbbe
Troppo alta.nente . E son. 266. A cader
va chi troppo sale.
g. I. /« vece di Molto. Lat. admodum,
multum . Gr. ).iV.v , /o/ito»; . .^ov. ani.
83. a. Vi trovò tanto oro e tanto argento
strullo, che valse troppo più che tutta la
spesa. Bocc. nov. l5. 29. In parte li loc-
cher'a il valere di troppo più, che perduto
non hai . E nov. 16. 35. Egli è troppo
più malvagio, eh' egli non s' avvisa. Coli.
S.S'. Pad. Questo dichiara troppo bene 1"
esempio de' dieci lebbrosi , che furon cu-
rali insieme. G. /'. 12. 45. 3. Si comin-
cio a rivolgere e rinnovare la coperta^ del
Duomo S. Giovanni, e la cornice d' in-
torno troppo più bella, che non era in
prima. Dant. Purg. 14. Ch' or mi d.lelta
1 Troppo di pianger più, che di parbire.
1 «4. :? g. II. Troppo, talora serve ad
esprimere dispiacere per cosa che non si
vorrebbe che avvenis.<e, o fosse avvenuta.
Amhr. Flirt 4. I.Mcsser si, giucavano.roi
pare ioteudere, e fra'l servidore e lui av«-
van perso me' che cinquanta scudi, il/. L.
( inquanla scudi I oh. mèi oh traditore! sari
ver troppo I quel ribaldo gli ar'a fallo g.u-
rar que' danari. Lasc. Gelos. 1. 5. Tant
è , eli' ar'a fatto all' usanza delle donne .
Pi'erantonio è pur giovane e non è anche
brullo ; egli sarà ver troppo. Stasera m.
chiarirò. E 3. I In buona fina, eh' 10
ven-o giuso e serreroUi fuori , e lasc.e-
rolU poi abbaiare. Rice. Ella s' è levata,
e farebbelo troppo. (V)
■■;: §. III 'Talora si usa anche ad ac-
cennar cosa che non dispiaccia . Bocc. g.
IO n. 9. La qual cosa il Saladino e'com-
pagni vegsendo , troppo s' avvisaron ciò
che era, e dissono: Messer Torello, que-
sto non è ciò che noi v' avemo doman-
dalo. (.X)
* g. IV. Talora gli si nggiugne la par-^
licella Bene, e serve a dar più fona all'
affermare , e si usa nelle cose sinistre .
lìocc. g. 7. n. 3. Comare questi son ver-
mini eh' egli ha in corpo, 1. quali gli s'
appressano al cuore, ed ucc.derebbonlo
troppo bene; ma non abbiale paura, ch
io gì' incantero. (V }
* §. V. Talora gli si premette la voce
Pure, e serve a rajfermare una cosa av-
venuta, o che avverrà con nostro dispia-
cere. I . PUR TROPPO. IC)
i? §. VI. Troppo , seguito dal Per ,
forma un costruito, che non i usalo dai
migliori. Salvia. Disc. 1. lo5. Del re-
sto' era troppo fine ed accorto Alessandro
per aver a credere da senno questa men-
zogna. iC/ , n
S VII. Troppo, talora vale Senza
alcun fallo , Sicuramente , Fermamente
Frane. Sacch. nov. 83. Dice Tommaso :
ben la pisceremo ; o perchè terre, m 1
orinale, s' io dovessi uscir del letto! D.ce
il Toso : e- mi par eh' e' ci s.a pisciato
troppo -
1? § vili. Aver troppo di una cosa,
vale talvolta Averne a '"'■■'Innza . Bocc^
» 8 n. 7- Tue si sieno (le notti) e di
fui. Io n-'ebbi troppo d'una, e baslimi
A- essere stalo una voUa scheroi.o_fF;
1 TROSCIA. La riga che fanno 1 liquori,
correndo per checchessia; Stroscia, ^ov.
ani 63 1 Questo filosofo si era un giorno
bagnato in una troscia d'acqua, e stavas.
' ,n una grotta al sole . sciugare.
i620
T R O
T R O
T R O
■j- TROTA. Pesce d' aajua doìee mac*
chiato di strisce rosse, che si trova ordi-
nariamente ne' Jìunii di montagna limpidi
e sabbionosi, la cui carne <* di gusto assai
squisito. Lat. trutta. Cr. 9. 81. 2. Se 1' a-
cqua sia di funtana, ovvero <ti 6umi, ia
quella poirantio ben vivere tli que' pesci
che son nelle parti òi Lomliardia , cioè
cavodiuicr., e alruni picroli pesci, e forse
troie . l'rattc. Snrch . rim. 35. Oh liei
pescar che fui ; ma non a trote . Serd.
Stor. IA. 4S2. Hanno a1il)on()jnza di pesci
di varie sorte, e principalmente delle trote
di 6umi.
TliOTAl'.E. Cucinare alcun pe.<ce a
maniera che si cucinano più comunemen^
te ie trote.
TROrATO. Add. da Trotare.
THOTTAl'.E . /iudar di trotto. Lai.
succussare. Gr. /«T'/.^stStv. /iorc. nov.
77- 49 ^ '^ trottar forte rompe e sLinca
altrui. Pfilnff' 8. La nl»a lu ravulrhi , e
pur mal tiuila. /-erti. <ìr/. 3- 6. ?.3 Ella
spronando il .suo rjv^Mo alfrelta, Che vuul
torsi da dofso •{ii<.'>la rogna. Sariu fuggilo
rome una .saeltj; Ma non volea quel pezEO
di carogna Che va liuLlantlo, e si lamenta
ed urla.
*f g. I. /■' non solo delie bestie , ma
per similit. si dice anche dfll' uomo , e
vale Canimtiiar di pntso velare, e salte-
rellando, ftocc. nov. 12. 8. Sospinto dalla
ficdilnra , trottando si drtxxo verso raslel
Guigliclmo . /'.' nov. 8^- 10- Al quale il
Fortarrigo ec. così in camìcia nimìncio a
trottar dietro . Dant. f'urg. 2\, lì come
r uoin , rhc di trottare è lasso, Lascia
andar lì compagni , ce.
•■J- §. II. Oggi comunemente diciamo:
Bisognino , o la ISecesiità , o Paura fa
trottar la vecchia; e vale, che la Neces-
sità sforza a o/ierare chi non opervrehhe.
Lat. miseris venti solertia rebus , Ovid.
M. ì^. p. 4^.. Neres>Ìla fa vecchia trot-
tare . /■** V, lì. Sq- Ma la necessilk , la
quale fa vecchia troilnrc, strinse il nostro
Comune ad eleggerlo per captiano. lìnt
Inf. 22. 2. rro% crinalmente si dice: pau-
ra fa vecchia trottare. Frane. Sacih. nov.
]66 Gnuna cosa fa trottare, quanto la
paura . /'. BISOOWINO , C- , ^ BISQ-
G.\0 , g. XIII.
TROTTAI O. Jdd. da Trottare. Pa-
taf}'. 6. E chi e nella malta non trottato,
L' asino fatto iiar del pcutulaìo.
THOTTATtJliE. < he trotta. Uh. ^fa.fC.
Li cavalli , li quali volgarmente si chiama*
no trottatori.
TKOTTO . Una spezie degli andari
del cavallo, che è tra 'l passo comunale
e 'l galoppo i voce forse fatta a imita-
sione dello strepito eh' e' fa nel trottare.
Bocc. nov. 5l. 5. Messere, queilo vostro
cavallo ha troppo duro trotto. Sen. Pisi.
lo non so , s' e' va ali* ambiadura, o al
trotto. Dern . Ori. 2. a. ;). Cavalcando
ne van per la pianura D* un chiuso trullo,
che mai non illenla.
t §. I. Per Camminata, Gita, Spazio
per cui si cammini ; ed in rjuesto senso
sì accompagna sempre a qualche addiet-
tivo . Lai. iter , profeclio. Gr. 7:opu'v^
o'oOiTTOTei'a. Lasc. Spir. 3. I. Di qui a
Santa Crocu b un buon trotto. /; Pint .
Ì\. 6. Lasciami camminar rulla, pcrciocihù
io ho a ire puic un buon trotto.
g. U. Di trotto, o Di buon trotto,
posti awerbia/m , vagliono Trottando s e
fi^uratam. vagliano Pixstamentc , l'eia-
cernente. Lat. celeriter , cito, <)r> «.r. Gr.
T«x'w5 • '^'"'' ''"• '■ *39- '* Contauro
ec. si cerchete perla Teua^lìa, e s'invierà
di buon trotto.
^. HI. Perdere il trotto per /' ambta-
dura, figuratam vale Perdere Ciò che po-
ta conseguirsi natiiratmrntr, per volerlo
procurare con modi straordinarii . Hoce.
nov. ^3. 12. E noi avremmo perduto il
trotto per 1' ambiadura.
-}- TR0TT(.>LA. Strumento di legno di
figura simile al cono , con un ferruzzo
piramidale in cima , col quale strumento
I fanciulli piuocano , facendol girare con
una cordicella avvoltagli intorno j in ciò
differente dal Paleo, o Fattore, che que-
sto non hn ti ferro in Cima , e si fa gi-
rare con isferza. Lai. trorhiis, turbo, i.v.
zpoyio'i- frane. Sacth. nov. 69. Portava
una niatxuola in mano, a modo rbc una
hacchelta da podestà, e forse due braccia
di cordrf , come da trottola- /'. nov. l3o.
Le sue mas«eriiie erano tutte az2;moatr ,
e parci VI fo>>e futlo su alla trollob . F.
rim. 16 Chi giuoca al pj'èo. e chi a Irot-
Iole. Omel. S. t.io. iàrisost. 229. Non
giudicheiemo noi i|ueslì colali essere più
stolli , clic li parvuli f.niriulli , 1 quali il
giuoco puerile di-Ila trollulj , ovvero jd-
CMij di'lli) stornello, ovvero palèo, il 4]nale
perrotendo colla ^f'eraa , fanno girare per
lunghi spazii di portici, e per larghe pijf
re T i'ron. Mordi. 270. Ea de' giuochi
che usano ì fanciulli , agli alios>i , alla
trottola , a* ferri , a* naibi , a coderone ,
e simili. I.asc . ntadr . ft^. Vorrei fine
smer.ddo Una trottola avere e un paltò,
l'or donare a' bambin del Sanluccèo.
•| :'r TIIOTIOLARE. Girare, Muo-
v?rsì. Dimenarsi come una trottola, /iel-
lin. iìiicch. 53. E si conosce nel -salir sì
pratico, E si franco vi giuocola e vi lrot>
loia , Che se per allro ci fu»sc , ce. ( A f
•f * TROTTOLARNE. Jccrescii. di
Trottola. Paleo. Salvia. Fìer. Buon. i.
Intr. Pali-o , troltolonc grande, che colla
sferza ancora si fa girare. (,4)
TROTTO.NE. Avverb. Di trotto. Pa-
tnff. 7. E *1 diavol fanne in zoccoli Irol-
lonc. fiera, rim 1. ^.3. Che sì dà spesso
in un peggiore intoppo , Ed e talur eoo
danno altrui insegnalo, Ch* egli è meglio
ir trotlon , che di galoppo.
TROVADII.E. Jdd. Atto a esser tro-
vato . Salvia. Pi.tc. 1. d'^. Non è trova-
bile quaggiù ( la felicità J , ma si dee
cercar colassù nel cielo , onde 1' anime
nostre ebber V orìgine.
t THOVAMENTO. // trovare. In-
venzione . Lai . inventio . Gr. óvjujux .
Tes. ìlr. 8. 3. Trovamcnto è un pen-
samento di trovare nel suo cuore cose
vere , o verÌAtmili , a provare sua male-
ria. Amm. Ani. il. 3. II. Il Irovjmen-
lo delle ottime cose , avve^tnachè sia ab-
bandonalo d* adornezza di parole, assai è
ornalo solo di sua natura . l'allad. cnp. 1.
A noi si perticne ec. di ilire d' ogni lavo-
rio di terra re, srcondo i trovamenli de'
maestri. Ott. font. Inf. 17. 3l5. L' a-
niino frnduleiile t macchialo di varie ma-
lizie, I- falsi liovamcliti.
^. Per Kitrovamrnto . Fit. SS. Pad.
Vedendo che Eustachio vtik per la villo-
ria , uè per lu trovamento dr* figliuoli e
della moglie non farevji lacrificio , mara-
vigliusiene .
3 TIlOVARE. Perx'cnire a tinello di
Cui si cetxa. I.at. invenire. Cr. tjptissiv.
lìocc. nov. 60. 16. i.'.\\v io cercassi tanto,
che io trovassi i prìvilcgii del Porcdlaa t .
E num. 18. Non potendo quello, ihc io
andava ccrcanilo, trovare ce.
5- I. 7'rof(inr, per Abbattersi, Avvr-
venirsi in checi heisia , Incontrarsi. I al.
occiirrere , nani tsii . /ioic. nov. ^3. 8-
Trovala una grandissima querrìt , »nioa-
lato ilei ronzino , a quella il lego . /V/r.
son. 8. .Senza sospetto di trovar tra «ìa
Cosa cir al n'>ktro andar fos>c moietta .
^ Fior //. a'|0. l>o|Hi mollo tcin|Mi<rr.
calo il mare pn vcnneno iu Bpiro, nel qua-
le regno trovarono rrgoare tlrno ( ntfe ,
trovarono I Uno, il quale regnava im quei
luogo). (O
^ §. M. Trovare, per Visitare, An-
dare a trovare . Alam. Colt. lih. \.
Verso il vespro Le ritolge a trovare i
colli e i fiumi. /:.' ivi: Fuggasi luuge ornai
dal seggio amico L'italico villan, trapaste
r alpi. Trote il gallico sen. Polii, ti. a.
2. E disse : muovi, ninfa graziosa. Trova
il consorte tuo veloce e snella- (lir)
=r g, III. Trovare, figuratam. per Per-
cuotere, /'ir. As. 166. Ella mi mise a far
girare la macine d' un mulino a secco ec.
e trovandomi del conlibovo con nn buon
bastone, provvedeva colla mia pelle Ìl pane
a sé. e a tulli 1 suoi. ( Pe)
g. IV. Trovare, per Sorprendere, Ac-
chiappare. B'cc. nov. l\\. \t\. Acciocchir,
se quella gente quiti venisse , non fosse
così tosto trovala. F. nov. I\\. Ut. Ric-
ciardo Mjnardi è trovalo da mcucr Lizio
dj Vall>ona colla figliuola.
'■' ^;. V. Trovare, si dice altresì con
relazione allo ttato in cui è una persona
o una Cosa neU' atto in che si vede, od
esamina, w /foce. nov. 38- 12. Toccando-
lo, il trovò, cimie ghiaccio, freddo w.^O
^■. \ I. Trovare, per Comporre , Poe-
farei maniera antica. Frane. Barb. 219.
1. Sonar, cantar, trovare, o cavalcare
fiim ant. Cecco /Ingiiilieri a Pani. Dun-
que contradire A se medesmo questo tuo
trovare. Dant. rim. ms. Strott . Come
dimostra il vostro buon trovare- ^ Aoi'.
ant. 61. Allora trovo una mollo hcUa can-
zonetta, (ì'i
S. VII. Per inventare. Bocc. nov. 11.
4- Di pervenire ìnfino al corpo santo tro-
verò io ben modo. i. nov. 17. 5^. Noi ci
troveremo coli' aiuto di Din buon com-
penso. F nov. 85. 5. Calandrino comìncio
a guatar lei, e parendogli bella, cominciò
a trovar sue cagioni , e non tornava a*
compagni con l'acqua
X: §. Vili. Per Creare, Fare; ma in
questo .«enso non si direhbe che di Dio,
o della natura. « fiera, rim. 1. l5. EU'
ha trovato il buio e le candele . F. »6.
Trovò la peste, perchè bisognava; Era-
vamo spacciali tulli quanti. Callìvi e huon,
s'ella non si trovava». (Ci
^ %.\\. Per Inventare. Fabbricar una
favola. Fit. SS. Pad 2. 9 lo non men-
to, ne trovo queste cose da me. ma ciò
che dico qui . ndii da persona degna di
fede. (CP) I.asc. Parent \. 1. Dtuniut
non credi le ambasciale ec vere per lui
da lei fattemi? (lui. Messer no. FlUt. Obi
che pensi? Cui. Che il irislo se le trovi
da se slesso , e ve le riferisca poi , come
da parte sua. (P)
« §. X. /'.r Instituiie. Fr. Giani.
9^. In questo di d* opgì, rivolli venti otto
anni. Cristo Irovò il hailesìmo, ec. In que-
sto giorno medesimo 1* altro anno, poìcb*
ebbe troiaio il batlrsimo, ec. (F)
* §. XI. Trovar lite, o simile, vale
Coglier cagione di rissa, ec. Lat nantìsii
caussam iurgii. Fav. Fsop. il. Truova
lite, e di trailo (tntr/ùj con parole e con
opere, (t )
3 ^. XII. Trovare, per Cono serre. Av-
vederti, Sentire. Lat. sentire, cognositre.
Gr. (xtgàa'vc^dat , y»o*UTti . Petr. so».
18 Ma truoTo peso non dallt mie brac-
cia, iìoi-r. g. \. f I Quando le novelle
delle giovani «lonne, e de* tre giovani si
(rovaiono esser finite. /.' nov. 39. t8 Che
mai da me non \\ troseiete ingannata. H
nov. \%. |5. Per quello truvo la sua
guerra aver vinta. Unum. 17. La maodó
a sentire quello che di Martuccio trovar
(Mitcsic; e trovato lui rs»er vivo, « in gran-
de ilj(n, re. *> « /; noi-, l^- t^ (^^n più
diligenza fervalo ogni cosa , che prima
fatlu n&n avca , (rovo , t« avete tanta t
T n o
.i fa», pietre, ec. ». CS) CrcrnhcU. 239 1
In e"ono i Signori cbc ccrt. f.ul. a p.e,!.
. "umcro aU.rca CXX. tTa.u, <.„„,. per
„„ano mandali alle case loro. /idi.
ri, Colami,. 63. E d.ceva che Irova.a ,
che coD questo secondo modo u faceva
piuttosto onore a Cristo , che con una
Iucca prctlicaiione. iC) , , , j..
S Xlll. Trovare. dicc.<i a ne lu- del ì e
„,« in cognazione dell' e.,sere. della .nen-
U e intenzione di chicchessia . tir. l.i'C
5 3. Andatelo inlcrroganao. e vedete dove
voi lo trovate. . ,
S XIV. Trovar checchessia, vale la-
tori Apyrestare. come: Trovar da bere.
Trovar da desinare.
* 8 XV. Trovar la grazia d aldino,
0 Trovare grazia m alcuno, vale tsser
graZ daalci.no. y.^^^Z^>^>%-^l^>
* g. XVI. Trovare, per Avere. Iit.
SS. Pad. I. 167. Sono liso . altri coda,
leggono fisso) in un Umo, che non trova
fondo. (I t
a. § XVII. Trovare, nei.tr. pass, pei
rssere, lUlrovarsi. Lat. esse. «■■•/'■;="■
lìanl. Iiirg. ib. In sul paese eh AU.ce
e Po riga. Solca valo.e e cortesia trovarsi.
Jìocc. nov. 45. I4- lo u» trova, g.a m
parte, ove io ud.i ee. Cas. leti- 2'j. Come
V E. si del,l,e ricordare , trovandomi .0
in Firen.e, ce. * Iranc. .Sacch. nov. i;0-
Per lo corpo di Uio, se mai m. trovo de
Priori ( se .<on fitto , lei Magistrato ec. ),
che io troverò modo, che ne. loro estm.., e
nelle imposte e' saranno sgravali, (f ) I > " <•
J'-ior. l:oigl.. leti. \. 4 65. lo pensavo che
per lo più nel , rincp.o ec. .1 Pontefice Ko-
mano d.slril.uisse la cura, e eresse. \ e
.covi secondo le citta che in quel tempo
si trovarono in essere, (f) Aiig- ìlei- 1-
il. O fortunata etal felice gente, Che ti
covasti in cosi nolnli anni , Che avesti .1
curpo l.hcro , e la mente ; Questa da re.
■ Kusier, quel da' tiranni. tD)
* g. X\I1I. Trovarsi con una, vale
Usar seco, frane .^acch. nov. 112. A me
iolervien peggio ; che quando .0 m. vo-
glio trovare con la donna ima, la cappel-
lina rimane sul capezzale. (1 )
§. XIX. Trovare, iieiitr. pass, per .Ive-
re, come: lo mi Uovo del debito, Lgli
si trova della roba. * Jlocc. g. 5. nov. 2.
Ma questa mattina niuna cosa trovandosi,
di che potere onorar la donna, per amor
della quale egli già infiniti uom.u. onorati
avca, ec. /•- soflo .- l*e denari ni; pegno
trovandosi, ec. / arch. Siioc. 5. 1. t. for-
se anche, avendo voce di trovarmi danar
. ornanti, ne toccherei qualche buona im
pennalura (avendo fama d' aver danari).
Ambr. flirt l. 1. Tornai da Studio, che .0
aveva ventiquattro anni, non mi trovando
al mondo so non questa casa , e una vi-
gnuola. (l'i Cuicc. Slor. 4. 18. Trovan-
dosi (Al/on.^o), come si credeva, quantità
srossa di danari. fL}
* §. XX. I: detto delf età. Fir. As.
Ip9 Per vedere quanto tempo io m. tro-
vava (cioè, quanti anni aveva). (I' )
^ " XXI. Trovarsi manco ab una co-
T R O
T R O
i6ai
* §.
sa, vale Mancarne, Esserne privo, lat.
corere. Car. Leti. 2. 269. .%;a per 1' as-
senta da Roma , mi trovo manco alcun,
irarlafacr. dove 1' ho notala. (C)
5. XXII. Trovare, pur neuir. pass.,
vale ttlora lo stesso che I sserc , come
Trovarsi in gambe, in essere, ec.
* e. XXIll. Per Capitare, Giun-
eere , Tervenire . fior. S. frane. 28.
E cosi compiuto quel hcnedctto desinare
(in S. Maria degli Angeli , santa Chiara
bene accompagnala si trovo a S. Damia-
no (donde era venuta quivi J. (I ) ' ar.
Long sòr. 35. E poco men d. quattro
nii-lia navigando , s. trovarono a veduta
del paese, per onde Dafni e la Cloe pa-
sturavano. (Ci /^.
8 XXIV. Trovare, per Conseguire, Ut-
tenére. Lat. ossequi. Gr. Tuyxave'V-
l'etr. son. 1. Spero trovar picla,nonrhe
perdono, f 19- Ed e' non trova in voi
Ncir «ilio infelice alcun soccorso. -.• / .(.
.V. thiojr. l\\- l-'" ''.'•■ "'"'"'^ ''' °'"'
Iruova mento verso Dio. (I )
:;: S XXV. Trovare, prr liicavnre, par-
landosi di prezzo, frane. Sach. „ov. 160.
Questi muli hanno avuto tante slangona-
U ec., che di cento fiorini, che valcano,
non se ne troverebbe quaranta. (I )
■■■ S XXVI /"- I roviire, Sperimen-
tare uiio.'Mor. nari. Il3. lai. chente
noi saremo veiso il nostro prossimo, cola
saremo veiso il nostro Signore , e cotale
lo troveremo, il }
t *-■ XXVll. Trovar culo a suo naso,
modo^asso e vile, che vale Dare in n-
scontri e persone da non avervi il suo
conto j Trovar eh, li risponda e li resi-
sta , e non abbia paura di tue bravate
Lat. novaciila in co lem . Gr. Jwo; £'i
««vr,-.. Aiubr. l:e,ii. o. 9. D. a Ber-
nardo spinola. Che se ne vada a lare .1
chiasso a Genova, ISon qm a Firenze, che
trove.à , credimi. Culo a suo naso
§. W^in.Trovar la stiva, f. Sll-
VA , §. IL „
* §. XXIX. Trovare, o Ritrovarci
novo mondo, vale Trovare una cosa sen-
za Jatica, o lencolo. Lasc rim. 2. 262.
Poiché il vostro sapere alto e profondo
Cacciate lor si tosto nel cervello; Ma non
nuova cosi r uovo mondo. Se non que
.-li eh' e savio, buono e Lello. (Cj
" + S XXX. Ibi cerca triiova : ma-
niera 'proverbiale, che si usa tonando ad
alcuno per sua importunila intervien qual-
che cosa, eh- e' non vorrebbe. Lat. cor
vus serpcnlem. Gr. xo>a| tov o-^iv. /;
talora anche .lignifica che L ejetto ne
segue, quando si pone la causa. Lat. 7111
ni.ceril invenil . Gr. 0 ^atwv eupio-^si.
fsp l'ai. ^ost. 81. Chi cerca si truo-
va O/i/?- Cfl/r'- 1 52. Dice il prover-
bio, che chi cerca Iruova. Malm. ». 4-
Che ben sapesti che chi cerea trova.
•4- ^: §. XXXI. Trovar Maria per J<a-
vcnna, proverbio antiquato. Viccsi d, ibi
e .Italo beffato, e fitlogli vedere il Jal-
so. Ambr flirt. 4. 1. Oh mlelice a me
se gh e vero! iVor. Tu hai trovalo Ila-
ria per Havennaf r/i.i /">'/<. un servo die
lineila il padrone. ì. Cercar Maria per
Itavenna, che vale Cercar una cosa do-
ve non è). (I )
't TROVATO, .'■'list. Il trovare, per
Inventare, Invenzione. Lat. inventio.in
ventiis, invenli.m. Or. llipiìf-V- (■■ ' -
1 -,q. 2. Questo trovalo e mov.menlo
si cominciò per 1. Consoli , e consiglio
dell'arte di Calimala. limi. ani. I . P^ ■
31. Rainald. d' Aqum. E li versi novelli,
C^e fan si dolc. e beli, e divisati Lor
trovali a provag.one, A gran tenzone stan
per gli arbuscelli.,i(i.r. /:.-■. 7. l5H. Ma
iu un trovato ed inganno di Berengario.
Tav. Scism. l3. Voi mi dite queste co-
se per amore e riverenza, ma tutte son
trovati di scimuniti. Alam: Gir. -(. 107.
Or mi vorreste fare un bel trovalo, Ara-
mendando .1 parlar che v' ha lall.to. Jac.
Dav. Slor. 2. 284. Questo trovato lece,
acciocché le patemi d' Ottone, che non si
stimavano, ripigliasser forza per tal novel-
la ( il testo lai. ha: causa fiiigendi luU ).
THOVATO. Aild. da Trovare. Ilocc.
nov. 94. 11. E tornato, ed ismonl.nto, e
con lor trovatosi ec. , i suoi forest.er. mi-
se a tavola. Amet. 70 . I mobili popoli
nsano di nuove sedie, ne d allre
deliberano, che quelle trovate
primi sopra le sepolte membra Parte-
ICC. pcn
più sau
nopee. Bed. Oss. <i». 2. Un simile scr-
prnlello con due leste trovato e preso nel-
la stessa cill'a. .
S. I. 7'ii sii il ben trovato, e similij
mJo di salutare incontrando alcuno. Lai.
.salve. Gr. >;»'r'- '•'""■ '""■' '^' ^' *'''"'r"
na, voi siJte la ben tiovala. Lasc. Gelos.
I. 4. E tu, Pieranton caro, il molto ben
trovalo.
g. 11. I cnir trovalo, vale Abbattersi.
Lat. obviam habere. Gr. ^£f clti'Ttre.v.
/joec. nov. 6 2. ('li venne liovato un buo-
no uomo , assai più ricco di denari che
di senno.
-)• TltOVATOIiE. f'erbal. masi:. Che,
a t hi ti-uova. l'Occ. nov. lOO. 4- *'^-.
ciocché io non abbia da dolermi d' allru.
che di me ec. io stesso ne voglio essere
il Irovaloie.
+ R I, Per Inventore. Lat. inventar.
Gr iu-'-i=. Zibalil. Andr. i5o. Tirre-
no,' primo ti'ovalore di Iroinba. Ult. Cam.
/„/• 7 106. Questo de.ficanieiito attn-
bimconoelli a loro, perché In alcuno tro-
valore d' alcune arti , siccome Esrulapio
la medicina , Vulcano la fabbrica, ce. fern
Uri 2 30. 1. Benché chiamar si possa
con 'più vere Innovalor di lei, che Iro-
valore.
13 11 Per Poeta, Componilorej manie-
ra antica. L:,l. poeta. Gr. r.o.r.-zf.i.ISov.
ant 20 1. Pciché l'uomo donava mot-
to volentieri, e mostr.iva belli sembianti ,
e chi avea alcuna speziale bontà a lu. ve-
nieno, Uovatoii, sonatori, e beli, parlato-
li Cron. l'eli. l\l. Il quale fu d. comu-
ne slatu.a, buono Uov.itore e sonetl.er. e
di forti .ime, beVo, e grande sonatore d.
chitarra e leulo e viuola. Pop. Decam.i.
Onde furono i poeti chiamati trovator..
£o,gh. Orig. fir. 5. Quasi per un oc-
culta forza lìdia natura, che da cola prin-
cipii origina i scm. della poesia, si gilta-
rono alle favole e a trovare da loro cose
di nuovo, onde furono da nostri chiama-
li trovatori. Salvia, l'isc. 1- l53. Come
disse il maestro de' Irovaton provenzah
Arnaldo Daniello. . , , , ,
TROVATRICE. J erbai . femm. ( he
Iruova. Lat. inveiilrix. Gr. r, su.C£T.c.
l'edam. Quintil. T. Minerva dice che fu
novatrice della scienzia. S. Agost. C. D.
Tritonia fu trovatrice di molte opere , e
tanto liù inclinantementc creduta Dea.
l!nt. (luesta lu una gentildonna d. quel-
li della Tosa, la qual lu molto leggiadra
e trovati ice di nuove fogge. /■■..■. Pise, leti
3lO. La natura, e non 1 arte, n e stala
trovatrice. .
•■- -.;: TROZZO. Quantità di gente ar-
mala, e raccolta in triipra per lo più a
motivo di sedizioni. ^Iccad. Cr. Mess.
Cosa assai facile il disfarsi di quel trozzo
di gente armata che Icnevano ee. (Aj
:? TRUA>TE. T'. A. Accattone, f a-
gabondo. Esp. Pai. Tìosl. 5l. Li truan-
ti li danno esempio di confessare che mo-
strano lor povertade e lor m.daltie. l.^)
•+ TRUCCARE, TRCCCIIIABE, e
Xr.Ul GIARE. Termine usato in alcuni
giuochi, die si fanno con palla, e vale
levar colla sua la palla dell' avversano
dal luogo dove era. * Salvia. Tane. Buon.
3 1 1 Trucco, giuoco di pallollohne ec.,
e si aiuoca con asticciuole fatte a posta
ec. dello cosi dal lr..ccare , o truccare.
f 3. 12. Fuggir di co//n, di sub.to ; co-
me la pallottola, che ec. si fa viaggi.ir
per ariL, per corre e irucciare la nemica
Uoaoù' Magai, pori. ••''''• '^,^,"/i
sti con ammellcre il potersi far nulla di
qualche cosa, come succede nel trucchiar-
^1 delle sue fo, me, delle quab la trucch-
U non resta mai in giuoco, ec.f/^J-B^/'".-
Pise 2. 261. Comesi sa ed e .1 truecia-
te delle rallollolc su' pallottolai , o SH
t632
T R U
T R U
T R U
trucchi, essendo questo truccìare Aatc una
Spinta o un uiton.- e&teriurtnfntt; ad esse
palloltolc cuu nij^lio, o con altra [tallot-
tola. (Fj
t* TRUCCt\?.TENTO. Il Truccìare.
Jìellin. Disc. 2. 262. 0(;nua vede che
il raschiare è un simile truccianicnLo ,
perche in questa operazione il coltello si
porla per la superBcic raschialiile. (AfinJ
f TRUCCO. Sorta di giuoco, che si
fu con picco/e palle rt' avorio, Iritcciando
r una coir altra xopra una tavola con i-
xpondc. Coperta di panno. Trucco si dice
anche la tavola sulla quale si ginoca.
\fenz. sat. I. E sa hen ritrovare altro
diletto. Che al trucco, o a masta, u a si-
mili fracassi.
■'• %. Trucco, dicesi anche un'altra
Sorta di giuoco, che sì fa con grosse pal-
le di legno , che si sollevano per mezzo
ti' un" asta per lo più /'errata, e spesso
si truccia T una coli' altra, o si fa pas-
sare da un cerchio di ferro fìtto in terra,
e che si può muovere in giro. (/!)
•f « ri;Ut:E . Jdd. Fiero . Vit. S.
Gir. II Si levarono contro a lui truci
Icstimonii, aguzzando le lor<i lingue come
serpenti. (*) .'ir. i'ur. 25. 9^. Ove l'ac-
t:ian che dati in mano al truce Bertolagi
non sieno i due iVatclli. (Mj
TRUCIDALE. Uccidere crudelmente.
Lai. trucidare. Gr. vsrrastfy.'^eiv. Fr.
Ciovd. Fred. R. La crudeltà, con la qua-
le trucijiiva i sanli iiiarliri. Srgni-r. ('risi.
in\(r.3. 21. 8. l'er impulso di gelosia
furdionda avea trucidata la moglie sua.
■"? flfalm. l. 28. Vuol trucidare ognuno,
ognun vuol morto , E guai a quello che
\.t guarda torto. Salvin. Ihad. 23. 2^3. E
di questi (cani) gittonne in sulla pira Due
smozzicati; e ile' Troiani ulleii Dodici pro-
di figli trucidando Col ferro, ce. ffij
t TRUClD\TOnE. f erbai. ma.ic .
Che, o Chi trucida, l'r. Giord. Pred. H.
I crudeli ministri , trucidatori de' santi
martiri.
TRUCIOLARE, r TRUCIOLARE. Ri-
durre in trucioli. Lat. in frusta conoide-
re. Gr. p.i'jTJÌ'knt. Burch. 1. ji, Tru-
giolando la chioma di Sansone.
f * TRUCIOLATO. ^<Wic«.d.i Tru-
ciolare, lìellin. Disc. 2.' 325. Vi faran ri-
conoscere con i voilri occhi proprii quel-
le materie quasi veramente tagliate come
da varie foggie di strumenti, o come tru-
ciolate da pialle. (Min)
TRUCIOLO. Propriamente Quella sot-
t il falda the trae la pialla in ripulire il
legname j e per similitudine si dice di
Piccolissima parte levata da checchessia.
f.ib. cur. malati. Sì niellano in quel va-
sello pieno di vino quattro hunnr mana-
te di trurioli di (|■a^^illo. si! Soder. Colt.
93. Questi trurioli di l;il legname, e più
ili nocciuolo jiTco che altro, hanno pro-
prietà di tirare il vino, e rischiararlo. (B)
•f * TI1UCULE.\TK. e TRUCULEN-
TO, jidd. Truce. Sannaz. /Ircad. proi. 8.
O crudelissima e firra pitiche le Irut niente
orse, più dura cIh' Ir annose qm-rcii*, ce. (.4)
Morg. 22. l8(i. Sia m.iljdfttd la disgrazia
mia, ("h* io non ronoldn II-, Rinaldo, prima
Chela fortuna truculente e ria Mi racriassi
nel fondo dalla cima. Fir. Disc. anim. Il
nostro filosttfo non era ili qui'%li savii del
di d' og((i rhc rolli tuli iil.-ntl onhi, i olle
iquallide goti-, «• roll* andar lolo vogliono
parere da più dfgli altii. (}f)
* §• F figurtlam. per /ìurrasco.to ,
l'iolento. Imperversante . Ar, Fur. 23.
54- Poiché iasrialo a% ea nella procrlla
Do! truculento mar la nave rotta fA'.V/
t TRUFFA. Il truflare. Incanno. Fur-
herta. LAl./rauf , offucia, impostura. Or.
affarn'. Fsp. l'at. Sost. 20. Levatevi
di vostre truffe 0 vostri gnhhi, che cr.
7'it. Plut. Come fu pronosticat<) la vii»
toria d' Alessandro rontra Dario per quel-
lo che accadde oelT oste d' Alessandro
per maniera di truffa. Morg. 9. 26. Ch*
io ict ch'egli e di si nohil fami;>lia, Che
mai non fece tradimento, o truffa
"t §• P*-r Chiacchiera, Bai.i, fìagat-
lella, Cosa vana. Lai. pnvstigite. Gr. 70*
viTSt'ot. Sen. Pisi, lo non posso intendo*
re a queste truffe ; Ìo ho per le mani gran
fatti. Cavale. Panffil. La nostra vita e in
esilio , la via in pericolo, in duhhio ; non
e' è per ninno modo ne tempo, ne luo-
go di stare in hutfe e truffe. Frani.. Sa re h,
rim. 47- Moìtravasi la Luna a' traluiiali.
Che ìtrusitr già duo cavalier godenti Ili
truffa in huSa 'ifui /ìguratam.f. IHttam.
2. 20- Folle è chi crede in questo mon-
do I P ediz. di Ven. 1820 e quella iti
Sfilano 1826 leggono correttamente mon-
dan ) loro, Dove si poìsan tener fermi i
piedi, Ch' è lutto truffe e Imffe, e falso
giuoco.
* TRUFFALDINO. .Xome di perso-
naggio basso di commedia. Menz. sat. 3.
Oh, s'io credea rhe 'l far da Truffaldi-
no, O I*ascarirl, che la panala sucria ,
M* avesse a guadagnar più d' un fiorino,
lo mi farca scolar di Scaramuccia, cc.(Fj
TRUFFARE. Giuntare, /ìithtire sotto
la fede j e dicesi più propriamente de'
soldati che furan la paga. Lai. d:\-ipere,
fraudare, alieni imponere. Gr. i^WTXrac»».
Piai. S. ('•reg. M. Era sì di^»oluto in
giurare e in lurharsi, e in truffare, che
non dava vista di venir mai ad ahito. Tar.
Dav. /ina. 2. (\*i. Costui fu di Numidia,
militò in campo romano tra gli aiuti, truf-
fo, si fece capo di malandrini. Buon, t'ier.
3. 2. l5. Giocando alla has^clta. Truffan-
do a Crun la mano.
§. Per /iefìare. Farsi beffe; e si u.tn
anche nel signific. neutr. pass. Lat. «e-
gligere, contemnere. Gr. sii'/tasiC'*, /«-
TaSiOvirv. Fit. Plut. Li liarhari si cre-
dono eh' e' lo facesse per allra cagione ,
e Iruflavansi di Serlorio. S. /igoft. C. P-
Lo ' nlermo si truffo di quel suo medico
dimestico, che gli avea predetto che sa-
rchile taglialo da capo. -? Fior. S. Frane.
1^3. Inconlrossi Frale Ginepro con al-
quanti giovenatzi, gli quali truffandosi co-
minciarono a fare grande dissoluzione di
Frate Ginepro. (Ci
* TRUFFATIVO Jdd. Che truffa.
Lat. intervertens. Gr. 'j:it^r/-tpO\ifXlvo;.
Buon. Fier. 2. I. Il- Truffaliv<i o Tal-
livo o UMirario Uel danaio, -che *n vlrtn
di camino onesto In merce si tra>forma ,
onde le merci Hanno del pregio lor nur*
ma e matrice. (*)
TRUFFATO. Jdd. da Truffare. Lai.
decrptuf, illuius- Gr. aTaT*j&ai^. ttocc.
t'om. /Mnf. Veggcndosi truffalo, e ingan-
nalo dal suo zio, forte si lurhò.
t Tia'FFATORE. l'erbai, masc. Che,
o Chi triifla. Lat. importor. Gr. arta-
t)o;. Cavale. Frutt. ling. Inquestopun*
lo dotdiiaino imprendere dalli truffatori e
dalli gagliofG, li quali per provocare glì
uomini ad aver rompassion di sé. si mo-
strano più tristi e più miseri e 'nfermi ,
che non sono] fiera Ori. 3. 3. 16. Mal-
vagio truffalor, che col tuo incanto In
i|ue>la haia mi hai tenuto tanto, fìuon.
Fier /|. 4 a3. Truffalor, gahhator, ladri.
Fattori.
•f TRtFFERl'A. Truffh. L»ì. fmiis,
dolus. Gr. oiTrKTi], oo'Jo?. fìuen- Fier. a.
1. 11 (he non ha dalla industria, Ma
dalla trulleria nncresrimenlo. F. '.\. .'). 12-
A perpetua memoria Della tua Irufferin.
ì'areh. F.rfoL 77. Per fare star forte il
terzo e il quarto colle harerie, Wrattrrie,
trufferie, trappolerie, Iraforeno, e giuntene
Ioni, vogliono ec
TRnFFIERE, V. A. Truffatore. Lai.
deeeptor, imposlor. Or. óO^tzo^. I it. SS.
Pad. Uno rio e falio nomo, e truffierc ,
domandogli io presto venti lilt!ir'.* d'oro.
tliUiilOLARE. /'. THUGIOLARF..
•f * TRULLA. Term. degli Storici.
Taso da vino, dèciti si s>'r\'ivano gli an-
tichi come delle metrrte , e simifi. Lat.
trulla. Cari. Svia. Q. Su via losJo em-
piete. Ma empietegli bene, E dogli: e me-
Lrclc. E tiuUe, « lagene, E doì, che rao-
tiamo. Intanto beviamo. (A)
TRULLAKK. F. A. Tirar coregge,
.Spetezzare. Lai. pedere , sowim ventris
emttlere. r.r. TT'isociv. Pant. tnf. a8. Rol-
lo dal mento infin dove si trulla. Bttt.
IVI : Infin dove si trulla, cioè infino alla
parte di dietro di sotto, disonesta a no-
minare, onde si fa spesse volte mono per
ventosità del ventre Pataff. 6. Le eoma
ha la giraffa, e '1 cui le trulla.
•f TRULLO. /'. A. Peto, C^teggia.
Lat. crepitus ventris, pedititm. Gr. à$tì-
X'>c. Frane. Sacch, rim. 68. E pur cer-
cando vo qualche Irastullo, Che mi tran-
quilli il dolor, che mi stanca Sì, che •
gran pena allor farci tin trullo.
•f * TRUNCARE. / . L. Troncare.
Sannaz. Arcad. egl. 10. l*ESlor, la noce,
che con r ombre fcgide Noce allo biade, or
eh' e ben le mpo, liunchcsi Pria che ec. 'A)
* TRUCCO. Lo stesso che Tronco. Ar.
Fur. Ai. 9. Sciolto era 1' elmo e disar-
mato il collo ; Si che lu taglio nello co-
me un giunco. Cadde ; e die nel sabhion
r ultimo crollo Del rcgnator di Lil>ia il
grave Irunco ( qui nel senso del §. II.
di TRONCO). (M)
TRUt>GO. Truogolo. l.a\. aqualiculus.
Gr. Tfi'J/Ar,. I.ih. cur. malati. Steann
in truogo pieno d'acqua. Itureh. |. 88-
Dove Assalonne vide Diana ignuda. Che
si bagnava nel beato Iruogo. Lib. Son.
111. Ora riposa, e piti lornati al Iruogo.
:'.' Lor. Med. fìeon. 3. l64- Come, tor-
nando da pastura al truogo. Corrono 1
porci per la pappolata; Cosi costnr ce ( B)
3 TRUOGOLCeTROGOLO. Fasoper
lo più di figura quadrangolare, che ser-
ve a tenervi entro il mangiare per li pol-
li, o pei porci, e talora a tenert-i acqua
per diversi usi, e questo per lo più è di
pietra, o di muraglia. l.«t. aquahcutus.
Gr. Tcw'v'*! ■''• .^/''oftr. Togli della Irr-
ra eh' e nel truogolo, che sta lolto la
ruota del fabbro.
5> §. I. Trossolo, dicesi anche a un Ta-
so grande di pietre nel quale si pigia P uva
per fair ti vino. •» Soder. Colt. 72. In Spa-
gna , e altrove, dove fanno vioi gagliar-
dissimi, si possono premer 1' uve, come
fanno, ne' grandissimi trogoli murati, rhc
tengano Itene». ( C) ^
•? §. IL Truogolo, chiamano 1 Conciato! i
la Calt1,MÌn in cui si fa scaldarr P acqua
alluminata ed il sego per In concia del
siigatto. (A)
TRUOKO. /'. /*. Tuono. L»t. Ioni trus.
Gr. ^povTfì. Guid. G. E d'ogni luogo
rugghiarono i romonski truuni con varia-
ti baimi. Fr. Giord. Pred. Il iruoDo non
s'ode a pena dicci mi;;1ia ; forse olio mi-
glia l'ode, ec. : ben dire san Giov^nai.
eh' udì vi>ci di Iruono, eh* usrlano della
sedia d" Iddio. G. F. 11. 99 a. Avven-
ne in Firenze ce. grandi e disordinati irun-
ni, e baleni.
f TRUl'PA. y limerò più, o men grandt
di gente unita insieme: Frotta, t^ .^alt'in.
Odi.ts. Rene io so 'l [dolilo Maneggiar ar-
co, e pruno colpirei Un uomo, saeltan-
di) in una truppa D' uomin roalrani /''
altrove : Ma quando intorno alla citik di
l'roia Combaltevano Achei.* non mai in
truppa. Ne in drappello d* u>'min rima-
oea r-V>
T R U
T U B
X U B
i6a3
* §• Truppa, nel numero del più, di-
tesi di Tutte U milizie di uno stato, dei
soldati che compongono un esercito. Lai.
copitr. Baldin. tsiendo sopravvenuU U
guerra civile di Parigi, più e più volle
i\ lece vedere colle truppe uriujlo di mo-
ftcbettu e miccia acceca . Salvia, lliad.
Àio. E più le truppe all' ordioe &i tuisti-
ro Dopu che il Kcgc udirò. f.V>
* TKUTlLAKfc. Zirlat-e. l arch. Er-
tol. 62. Le ne 1000 molli allri, come de'
curvi il crucitarc ec, e Irulilare dei lor-
di. (•)
X V
TU. Pronome primitivo della seconda
persona singolare, così di maschio, come
di femmina. Si usa solamente nel caso
retto, sen-endosi negli obbliqui di TE, e
TI. Oli antichi usarono talora TUE in
vece di XU. Lai. /". Gr. aJ- Bocc. nov.
43. 10. Che vai tu a questa ora cosi so*
la faceodo per quella contrada ? Vant.
Par. 2 Ma dimmi quel che tu da te ne
peniì. Petr. son. IO- Ma tanto ben sol
tronchi e lai impcrleltu Tu^ che da noi,
signor mio, li scompagne, yov. ant. 71-
1. Or, 6gliuolo mio, perchè ti rammari-
chi lue? perch'io mi parta da le ? h nov.
100. 9. lo voglio che tue vi vadi, e me-
ni teco mogliata, e tuo piccolo 6gliuolo ,
e il cane. / tt. Bari. 3. O tue ìolle ani-
ma perduta, per quale cagione hai tu cdtii-
biata la tua gloria ec. , che lue sai cer-
tamente che lue cri il primo barone ?
§. I. Talora si replica questo prono-
me sema alcuna necessità, per maggiore
espressione, /jocc. g. 6. p. 6. Valli con
Dio : credi tu sapere più di me tu, che
non hai ancora rasciutli gli occhi? £ nov.
61. Q. Tu di' lue paiole tu. •'*• J rane.
.S'acin. acv. 22. (Jomiuciarouu tra loro a
sorridere, e tiiati^i da parte, disse V uoo
air altro : vuo' tu piedicar tu? Morg. 18.
47. Che tu »t* tu ribaldo e traditore^ Ma
ne \erià Rinaldo in qualche mudo, E ca-
veratli con sue mani il coi e. (J>J
'v §. 11. Tu, quando si appicca alle
*'OCi dei verdi, in alcuni tempi fa loro
perdere la sillaba finale. ì'it. SS. l ad.
2. 388. Polrcstu Tare eh' io 1' avessi ?
Petr. son. 299. ^on pianger più; aun
m'hai tu pianto assai? Ch'or ioslu vivo
com' io non son morta. { fj Morg. 5- 5.
Disse Rinaldo: Vede^tu mai tordo Ch' a-
'Vtssi, com' ebb' io, della ramata ? Dav .
Mon. 121. Adunque vorrestù , la zecca
metterci la spesa del suo ? (Vj
§. IH. Diciamo Stare a tu per tu, o
simili, che vale Ao/i si lasciar soperchiar
dall' avversario in parole^ ma risponder-
gli a ogni minimo che. Lai. verbuni ver-
bo responderc. Or. zzTa iì'^cv arra/^t-
Vft535ti. Toc. Dav. Ann. ìQ.ZZQ. Come
Veterc ^intese d' avere a slare a tu per
tu con un suo Idierlo,se n'andò io villa
a Mola. / art/t. Suoc. 2. 4* I^l?'' ^ ™i°
marito, e non è ragionevole, rhe io mi
punga a contenderla seco a tu per lu.
§. IV. Par ilei tu ad alcuno, vale l'ar-
Jargli ui seconda persona. Car. leti. 1.
38- Impeto non mi curo che mi diate del
tu. quando mi fate del % oi. ^= iJuon. Pier.
J- 2. II. Or che strapazzo è questo del-
ie leggi. Vilipendio dei bandi ? Che scher-
no de' ministri? A una persona dar del
tu, par mia, A cui '1 Podestà stesso Uà
del voìsigoona? (Bj
TUBA. f. L. 'Promba.LìU tuba. Dani,
l'urg 17. Uom non s'accorge. Perchè
d' intorno suoniu mille lui»-*. L f'ar. 6.
Dove sentia la pompeiana tuba- Ar. tur.
34. 59. Finche dien segno raugcli(hc
tube,'iChe torni Cristo in sulla bianca au-
It. Morg. 27. 195. Sarebbe mai quel di
che il mondo aspetta , Quando e' vena
quella tcrtibil tuia?
* §. I. Tuba, per Canto epico. Ar.
Pur. 25. 26. Non fu si santo ne benigno
Augusto, Cometa tuba dì Viigitio suoua:
L' avere avuto in poesia buon gu>to La
proscriziun inìi|Ua {;lt | cidona. f .*/>
f ^: g. II. I er Poeta epico. Ar. Sat.
6- Tenea d'ambe le lingue i bei secreti,
E polea giudicar se miglior (uba Ebbe il
Bgliuol di Venere, o di Teli. ( MJ
"t * §■ '"• ' Noloinisti danno il no-
me di Tube, per lo più con l' aggiunto
di Palloppiane, a due prolungamenti del-
l'utero , o due cantili membranosi , che
dal fondo dell' utero vtmno alfe ovaie j e
sono così delti, perchè in fatti sono a
guisa di trombe sottili al principio dell'
utero, e quindi sempre più larghe Jino
aWeslrema boi ca.Ldt. tuba- lallopii. l.ed.
lett. 1. 110. Se a me toccasse da far la
parte del giudice, seutenziereì a favor del-
le tube Tilloppiane. /.' appresso: Gon6ato
V utero con uno scbizzaloio a vento, si
gonfiano aucoia le tube falloppiane. K
Cons. 1. 1:^8. Entrando poscia (l'uovo)
per quel forame che è nell' eslreniilà più
larga delle tube falloppiane, spinto dal muto
peristaltico di esse tuie, se ne cala giù,
ec. /. 14*^- Pu^ anch' eisere ec. che le tu-
be falloppiane non abbiano apertura. (*)
E 26-I. Dall'utero di qualsisia femmina
nascono due corpi in foggia di trombe ,
che però tube falloppiane dal nome del
primo osservatore sono stale chiiimale. (B)
•f --:: TUBANTE. Che (uba, (he dà
fiato alla tromba j e ^guratamenle detto
della colomba, per Cernente, Susnrrante.
Salvia. Opp. Cacc. E come tra gli au;^eHi
ban senza posa Amor de' proprii 6gli l'os-
sifraghe , Le colombe tubanti in grave
tuono, ec. (A)
"t * TUBARE. Par fato alla tuba,
e fguratam. Cernere, Susurrare a modo
della tortora e delle colombe. Salvin. Arai,
pr. Ivi dall' acqua Gridano i padri delle
ranoccbielle, O sul mallin tuba ^oliugo
gufo. /■; Teocr. Idill. 7. L' alludoleita e
'1 cardellin cantavano. Gemebonda la tor-
tora (oliava. (A)
'> TUBERÀ. F. TUBERO. (•)
*TUBERC0LETTO. Dimmut.di Tu-
bercolo. Bed. Cons. I. 7. Quei tre lubcr-
colelli ec. mostravano apparentemente mi-
nor rossore. K Oss. an. 21. Tulli i mu-
scoli deir addomine erano tempestati d* in-
nuiiierabili f;ldnduletle o tubercolelli. /:."
appresso: Ci.iscuno de' quali tubercolelli
conteneva inlernanieiile TdCLbiu.so un ver-
me. P l56- i)ì simili lubercoletti vermi-
nosi ho scoperti qualche volta ancora ne'
gronghi. {•)
*f '-^- TUBERCOLO. Tumorettù. Lat.
tuhercufum. Gr. oy/iOisv. lied. Cons. 1.
7. Air mtorno dei suddetti tubercoli son
cascali 1 [leli, e di più dai medesimi tu-
bercoli geme un certo fluido, ec. P Oss.
an. 21. Di quelle glandulelle u tuberco-
li ve n'erano anciira di pili grosselti. {*)
•-:- TUBEHCULUTO. Add. Termuiede'
Medici. .Sparso dt tubercoli, (.h
t TUBHl'.O, e TLBIìKA. Albero che
produce un frutto piccolo e tondo d' un
grato sapore , agretto j detto altrimenti
Azzeritolo, e Lazzcruolo. Lat. tuber. Or.
uT^tfur^ii;. Pallad. iienn. i8. Di questo
mese si annestano i tuberi, cioè gli azzeruo-
U, nel melo cotogno, p. h'ebbr. 37. Agua-
le anche 5' innestano le tubere.
§. 1. Tubfro, si prende anche pel Tar-
tufo nero. Lat- tuber.
§. IL Tubero, si chiama anche la Ha-
dice di alcune piante grossa, e bernoc-
co/uta, ma non fatta a sfoglie come le
cipolle. Lat. tuber.
V TUBEROSE, Sorta di pesce. Pros.
l'ior. 4' 108. Restava per cibo dì quei
bestiali Brassili, o de pesci tuberoui, 1' uno
e l'altro de' quali divorauQ carni uma-
ne. {•)
TUBEROSITÀ', TUBEROSITADE. e
TlBEhOSITATE. fstratto di Tuberoso.
Cr. 6. 60. 1. Contro alle fredde aposte-
me si pri-uda la della eiba tutta colie sue
luberositadi. p appresso; A far bella e
netta la faccia, e assottigliar la buccia, si
faccia polvere sottile delle sue tubcrosila-
di secche, e conrelle con acqua rosata.
* lied. Jns. i35. Mi furono portati de'
rami di salcio, nelle foglie de' quali cran
pale certe tuberosità, o yuu6elti di color
verde. (ÌS)
f TUBKPO.SO. Sust. Sorta di foie
noto, candido, e odoroso, prodotto da una
pianta con radice bulbosa che porta lo
stesso nome. Lat. hj acintus, Indicus tu-
berosus. ^' fttd. Oss. nnn. 'J^. Soggiun-
gnerò qui appresso quanto m'èavvenuto
co' >;ìacinli maggiori indiani bianchì, toI-
garmeote chiamati giacinti tuberosi (qui
in forza d* add.). ( )
TUBEROSO. .Idd. Pieno di bitorzoli,
o di bernoccoli. Lai. titberosus.
V TLBO. Term. degli Artisti. Cosa
fatta in forma di cilindro, cava, e aperta
per la lunghezza dell' asse. (A)
* TUCA>0. Term. degli Ornitologi.
eccello americano della grossezza del pic-
cion domestico , detto volgarmente 3fan-
gitipepe. Il suo becco è straordinariamen-
te grosso a proporzione del capo , di su-
stanza cornea , di'ifana , levigatissima ,
ed è più o meno dentato a foggia di se*
ga . Il corpo è dove rosso , dove nero ,
dove giallognolo, e leggiadramente varia-
lo, f.lj
* TUE. r. A. r. TU. (nj
TCELLO . Cr. 9. 55. I. Tuello si è
un tenerume d' osso, fatto a modo d'un-
ghia , il qual nutrisce V uuj^hia ( del ca-
vallo J, e ritiene in se la radice dell'un-
ghia; la cura è tale. Se 1 tuello sarà
tosino al fondo troppo daiinìfìcalo , salu-
tevolmente si cura col disolamenlo dell'
unghia- E cop. .^O. I. Gillando per la
fessura alcuna volta sangue vivo, la qual
cosa avviene per la lesion del tuello eh' è
dentro all' unghia, conciossiacosaché que-
sta infermità abbia cominciamenlo, e capo
dal lucilo.
•f * TUFATO . Add. da Stufa. Ag-
giunto di Luogo basso, che ha poc'nria,
caldo, e fumicoso . Salvin. Pier. iJuOn.
3. 4- 4- ^*'''^"'» ^ti'f*^- Stufe, bagni caldi,
da rJi;i^, fummo, e da questo dicfaiamo
luogo tufnto , basso , funmiicoso . Alleg.
Slauza maniitcoDÌra e lutala. (Aj
•f •^' TUFFA-ME-\Tp. L'alto di tuf-
fare. Immersione. Salvin. Tane. Buon.
3. 10 Tuffala, cioè immergila ec. Allude
al rito del tutì'aiiicnto, ovv^^ro immersiune,
per CUI s' amministrava il sagramenlo del
Battesimo. (A)
3 TUFFARE. Sommergere in acqua ,
o in altro liquore cltecihessia , e per io
più cavandomi subitamente. Lat. immer-
gere, mergere . Or. t^jiSaTCTìiv , ^KTlTt-
5;iv. Pallad. Pebbr. 27. li poi in quella
(acqua salsa, raffreddala tuffano le pere,
e un pochetto slate iv' entro , le ne trag-
gono .
g. I. Tuffare, per Jntignere semplice-
mente . Lai. intingere . Gr. ZfièU~Tiiv .
piamm. 7. 21. E che può cuocere il fuo-
co, o il caldo ferro, o 1 fonduti metalli a
chi dentro subitamenle vi tutfa il dito, e
subilo fuori ne 'I trae?
g. IL Tuffare , f^uratam. Amet. 77.
.*;oave sonno'mi ripii;lio, né prima nel pro-
fondo di quello fui tuffalo, che le già delle
di me schcrniirici mi furono davanti. Lab.
340. Con parole che degne paion di fede,
1624
T U F
Del profoado dì aìnferDo il luffate e na-
icoodcle . * Tasf. Gcr. 14. 2. Ed esii
ogni peDsicr clic il di conduce Tuffalo
aveano in dolce oidio profondo. (Pj
* §. IH. Tuffare, insignire, netttr.
pass, vale Sommergersi mll' acqua , o
in altro liquore. « Buon. I-'icr. 3. 5. 2.
Tuffo&si lo staffiere y e porhi passi SoU*
acqua scorso ce. , Sorse alla riva . E 4*
5. 3. Spinloraivi pc'jiiè, sento tuffar-
mi ... fyj
f g. IV. Tuffarsi netr acque, o simi'
li , dicesi del Sole , o di altro astro che
tramontando paia immergersi in mare ,
in lago.o Jìume. Lai. Decidere. Gr. ojs-
ff&ai. l'iamm. l. 69- Fel)o surgenle co*
chiari raggi di Gange , infino allora che
ncU' onde d' Eipciia si luffa , ce /ìoes.
Varch. \. rim. 2. La stella che tuffar si
dee nel mare Di Sp.igna, russa in Oriente
appare .
§. V. Tuff'arsi, si dice anche dell' An-
dare di %oglia a far checchesxia , ingol-
farsi, ruon. i'icr. 4 5. I9 E sai se certi
Vi si tuffano ogni ora. Malm. I. 77. Tal-
ché lutti tuffandosi a ijucl vino, S' inihria-
caron come tante monne . Mcnz. sai. 1.
E sai se al naso mio cresce la muffa In
veder qual si tu disprezzo indegno Di chi
su i liliri a faticar si tuffa. Sah-ìn. Disc.
1. 286- Chiunque elihro di sua fortuna
»' è tuffalo ueir Olio , e ha gustata 1' ad-
dormentata doUciia d* un' i^aohil pigri-
sia , ec.
TUFFATO. Add. da Tuffare. Lai.
obrutus, dcmersus. Gr. /3Cr«:T3VTt33£!';-
Amet !\\. Cosi que>la, del primo marito
la memoria in Lete tuffala , cominciò a
seguire i nuovi amori.
:;s TUFFATOKE . Term. degli Orni-
tologi. I.o slesso che Tuffetto. (Aj
* TUFFATOUE. Colui che ha l'arte
di andar sott' acqua . Geli. Capr. h'ott.
rag. 3. Ora ho cono>clulo Ìl modo , co-
me fu ingannalo un mio comi-agno , che
faceva professione di tuffatore, da unno-
sUo cittadino , che yli vinse certi pesci ,
a chi più stava smUo 1' acqua. .'/?/ l'Ini-
Adr. Op. mor. 4 >0.'>. Si narra ancora
che i tuffatori preso dell* olio iu Iiocca e
nel fondo spruzzatolo , veggono lume e
scorgono, fl'j
* TU'FFETE. 7'oce presa dal colpo
di archihiisataj e dinota una Cosa subi-
ta . lied. lett. 2. 154. Tiiffcle io gne ne
delti due esemplari , e gli dissi che gli
mandasse a Vmlra Signoria. (*)
V TUFFETTO .'Spffie d'anitra, co-
sì detta dall' immergersi e notar sovcn-
te soli' acqua , doic si procaccia il vitto
cibandosi di pesciolini , e di piccoli animali
acquatici i detti altrimenti Tuffatore. (A)
* TUFFETTONK- Term. de' Caccia
tori . Uccello simile al Tuffetto , ma di
grossezza atsai maggiore. ( ■/ 1
5 TUFFO. // tuffare. Pilfam 5. 2<).
E tanto per gran tuffi si raldiuffa. Che sur-
gc in Etiopia, e quivi r-impc.
§. I. Tuffo, figurntnm. per R\-ìn,t.
Lib, Son. 1$. (Questo Ce certo V ultimo
tuo tuffo.
S- II Dare il tuffo. ìed DAME IL
TUFFO.
* § III. Di tuffo in tuffo, posto avver-
hialm. , e per metaf. %'afe Pi sproposito
in sproposito. « liiioa. iUer. 3. a. 12 E
ingolfatomi al fin di tuffo in tuffo .Nella
tcapiglialura, Cinsimi la stadera, e fei da
•e. ". {Ci
* TUFFO . .•/*/./ Tuffato . Haldov.
Lam. Cecc. |3. Mi corso un lirigidio giù
per le rene, Cimie s' io fus»Ì luflo m qual-
che gora, (ftr:
* TUFFOI.INO.cTUFOLlNO. Term.
degli Ornitologi. Uccello lacustre, c'*'»«
notatore , così detto dal suo costume di
T U F
tuffarsi sotl' acqua per prender pesci, e
lombrichi. ( 4)
•r TUFFOLO . .Vome generico degli
smerghi così detti dal tuffarsi neW acqua.
Lai. colymfius. Gr. /o/jwSj;. fled. lìsp.
ins. l. i55. 1 mergbi, che volgarmente
son chiamali marangoni, i luffoli ec, han-
no gran quantità di pollini . (') Salvia,
fìaeid. lib. 5. E lungi in mare un sas-
so ec. Stanu agli aprici tuffoli grandissi-
ma. (Fj
'f TUFO. Qualità di terreno, il qua-
le non e altro che rena di varia grana
un poco impietrita. Lat. tophus. Gr. TlCì-
pOi- Cr. 4- 6. I. Il tufo, e gli altri più
duri, ove per gelo si rilassano e per sole,
hellisìime vigne fanno . Pallad. cap. 33.
^el tufo e Dctr argilla (i mori) a fatica
s'appigliano Frane. Sncch. Op. div- l43.
Era tulio cavato in una pietra ( il sepol-
cro dt Cristo), acciocrhc i Giudei, se fosse
stato in tufo, o fra la terra, non potessono
dire : egli hanno cavato qualche huca > e
mandatolo fra la terra.
* §. Tufo, per similit., si dice degli
C/mori formati e ratsodati nelle articola-
zioni a guisa di tufo. Lat. *tophns. Gr.
■jt'Zpoi. Red. Cons. i. 26. Osservo pari-
mente, che ce. la gotla produce altiesi a
lungo andare i tuG ed i calcinacci nelle
articolazioni delle mani , de' gomiti , de'
pìi'difC delle ginocchia. (*)
TUGURIETTO. Pim. di Tugurio,
Huon. l-'icr. 4- 4- 5. Un picciol luguriel-
lo, Un'umil cascllina. Segner. Crisi, in-
slr. 1. 16. II. il mal 6i;liuolo arrivò fino
a segno di porre il vecchio fuori di caia
in un mìsero lugurifllo.
TUGURIO, e TIGURIO. Casa pove-
ra , o contadinesca. Lat. tugnrium. Gr.
Jt«)je»3 . J'it. SS. I\id. I. 69. Quando
slava in quel ligurio, ovvero c:ipjnnetta.
fìuon. Fier. t\. !\. 12 Ovvero a' lor tu-
gurii , alle lor grotte >'on manomesse e
illese le rimorchiano- E 5. 1. 8. La fre-
quenza e l'uso De' lor tugurii. Fir. As.
3- Essendo conteolo di cosi pìccolo tu-
gurio. •'? Car. Fn. 12. 852. E solo il
suo tuj;urÌo Avea per reggia , e per si-
gnore il padre, Povero agricollor de* cam-
pi altrui. (Bi
TULIPANO. Pianta che Ja cipolla, e
fiore non odoroso, ma vago per la diver-
sità de' suoi colori. Sonne di moltissime
spezie. Alcuni hanno il fiore col 'e foglie
quasi tagliuzzate, e questi si dicono Par-
rucchcili j altri colle foglie del fiore in-
terr- , che si addimandano Tromboni j e
di questi sonne alcuni di minor Janna ,
che comunemente si dicono Laacmole. Lat.
Julipa .
TUMEFATTO. J'. L. Add. Tumoro-
so. Tumido. Lai- tume/aclus, ttirgidits.
Gr. o*/''j.'o>j.. Aaiet. 21. Le vermiglio
guance non lumi<ra1te ce. ne' suoi luoghi
sotto i l'clli orchi tt'stcvoli si mostrava-
no. * ftuc. .-tp. 236. Ma quel rlie squal-
lur livido dipinf;e K di poco valor, che
appena dietro Strascinar puossi il lume-
fallo venire ft^)
* TUMKFAZIONE. Cotfiamento, Gon-
fiagione. Lai. tttmor. r.r. 9i*^if}ii;. Red.
leti. I 4^9 ^^ r affanno e la tumefa-
lione scemasse, queste tre lihlire di uri-
na non mi parrcldtono totalmrntr poche
al nostro prc^en(e hisogno; ma scriven-
domi V. S- Eecrllentits- che con tulle
queste tre lililiie di urina cresce nulladi-
meno PalTanno e la tumefatione, liisu-
gna conlV»*are che re. (*)
•j- « TUMIDEGGUUE. Pare nel tu-
mido, nell' ampolloso, (lori Long se:. 3.
Hifficilitsima rota par che sia ìl guardar-
si dal tiiinidcggiaic er. , per fuggir la
taccia d' e**er dt-lioli e vecchi (A:
tr TUMIDETTO. Pim di TumUs'.
T U M
Tasi. Rim. son. Quel lahbro che le ro-
se ban colorito. Molle si sporge, e tumi-
dclto in fuore, spinto per arte, mi cred*
io. d' Amore Per fare a baci inudioto io-
vi lo. (IVj
* TOMIDEZZA. Gonfiezza, Gonfia-
gione. Lai. tumidttas. «ir iy/'o; ■ Red.
Cons. I. 258. Osserva sovcnlcmente qual-
che tumidecza, nella quale ni»n resta 1*
impressione del dito , se con esso dito
venga premulo il laogo della tumidetxa.
F 261 ■ Ha qualche poca di tumideua
nelle gaml>e, gravexza ed affanno ari sa-
lire le scale, ma con tulio ciò ec. (•)
* g. Tumidezsa, figuratam. diceti del-
lo Stile. Tass. Disc. poet. Dalla compo-
sizione delle parole nascerà la tumideua
se r orazione non solo sarà numerosa ,
ma sopra modo numerosa. (FP)
TUMIDO, y L. Idd. Gonfio. Lat.
tumidus. Gr. oy/woci- * Polii. *t. 1.
112. L' ardile Ninfe l'asine! suo pavido
Fungon col tirso, ed ei con le man tu-
mide A* crin s'appiglia; e mentre ec. (B)
fìu.jn. Ficr. 4 4- 7- In^pfgnan r alimi
tcslr , e si fumose Le rendono e sì tu-
mide, ec. Cuar. Pas*. fid. 1. 4 II lumi*
do Ladon ruppe le sponde. Sicché l'a do-
ve'avean gli auj^elU il nido, Notaro i
pesci.
• ^ g. I. F fguratam. per Superhc ,
Altero. Ar. Fur. 27. 121. Non però sia-
te tumide e fastose Donne , per dir che
l'uom sia Toslro 6g1io. iFPj
f? g. II. Ecol secondo caso. Omel. S-
Greg. 2 1 3. Questo fu ancora quello
che il mise in inferno, perche fu tumido
della sua feliciti. ^V;
TVMOnE. tronfiezza , Fnfiamento. Lai.
tumor. Gr. o'yxT^. Petr. cap. 8. Che 'I
livido maligno Tumor di sangue bene o-
prando oppresse.
g. Per metaf vale Alterigia, Superlùa.
Lai. superbia. Gr. ÙTrs^^ipavt'a. Pant.
Piirg. II. Lo luo ver dir m' incuora.
Buona umiU'a, e gran tumor m'appiani.
Cavale. Fnitt. lìng. Il tumore e 1* enfia-
gione dilla mia mente supTla non mi
lasciava vederla verili, perocché 'l tumor
della mento è oslacol di verità.
•f TUMORETTO. Dim. di Tumorrj
Piccolo tumore. Red. Cons. |. l3. Fa
di mestici^ considerare le ec. lieno sia-
li di quella sorte di tumorelti, clic gran-
dine lU'llc palpebre sono chiamati da'
chirurghi, ovvero sieno di quelP altra sor-
te di lumoretli ec, i quaU cou nome ge-
nerate da' chirurghi sì appellano escresceo-
le flemmatiche.
* TUMOnoSITA\TUMOROSITADE,
e TUMOROSITATE. Astratto rfi Tu-
moroto. I.at. tumor. Cr. oio'Jtti. Filoc.
2. 208 Gì' incominciò a sorgere una lu-
morosita dal venire, e venirgli alla lr»lj,
e tanto gliele ingrossò subilameole, ihe
er. e»
TUMOROSO. Add. Che ha tumore. Lai.
tumidus. Gr. oyttiòr.t. Amet. 17. Con
non lumorose labbra, di oalurtlr vermi-
glio miranti.
TUMULARE, y. l. Seppellire. Lil.
tumulare. Gr. ^a^TTHi». Fr. tae. T. 4
23. 12 Sotto terra è tumulalo. F !^. 33
|3. Il peccalo mena 1* alma Al septdrro
drir Inlernn. Eil ivi è si tumulala.
TUMULO, t^. /.. Sepolcro Lat l«-
mtiliit. Fir. rim. qi. Violando Le Donie
scp-dcrali. o i santi tumuli. Pietosi aeco-
gliior delle sani' ovia. Ch'entro vi poter
pie e giurie inani. * Car. Fn. 5. IS^-
E selle volle Con sette giri al tomaio s*
avvolse. fCt
TUMULTO. Romort.e Fracéisro di pò-
pAlo .«oflevato, e comm^^tro Lai. tumultur.
Gr.a9py,9.n. G. V. li i a Onde rr* gran-
de il romore e *l tumulto, rhe appvoa si
T U M
T t M
TUO
1625
poteva udiif ì luoni. Jiocc. nov, li. 3. Iq
tanto tumuUo e tliscorrinicnto di popolo
avvcnac tbe ìd Treviri giunsero ti e no-
stri cilladiiii. Dant. Inf. 3. Facevano un
lumulto, il qual s* aggira Sempre in qucl-
r aria scntu Iciiipo tinta.
TUMULTUAWTE. Che tumultua. Lat.
tumultuiuts. Gr. ^opvSóìv. t'iamm. i\ ■
l49- Sovente fi soniti) u da pronte sol-
lecitudini cittadine, o da strepiti di tu-
multuante famiglia son rotti. Serd. Star,
Jnd. 3. i3o. Si fecero guide e capi di
tumultuanti soldati.
•f TUMULTUAnE. Far tunfulCo. 'Lai.
tuniu/lunrt. Gr. ^op\J^iì-i. Mor. liur. 6.
l52. Tumultuandosi m pruova alquanto^
sì picchiere da canto uno scudo. £»o/i. Fier.
4 • 4 ■ 18 . Quindi nì scopi'on tutte e
ptaaze e strade Più principali; quindi Scen-
der da alto ec. , E di persone Tumul-
tuare UQ caos, ce. J'iirih . Star. i^. 83.
Saputosi dalli Sp.iguuuU la ciigiune della
sua venuta, fu ;dquanto tumultuato. ^ Cnr.
En. II. 354* Altri d* altro parere altre
ragioni Dicean per Turno, ec. ; Ed ecco
intanto Che cosi si tumultua e si trava*
glia. Mesti sopravvenir gì' imbasciaduri.
(B)
^ §. Tumultuare, si dice anche del-
lo stomaco tjuando ribolie per indigeslio-
ne. Bocc. Com. Dant. Come i ventri s'
empiano, tumultuino gli stomachi, come
fummino i cerel<ri. (Jj
5 XUMtiLTUARIAME.NTE. Myerb .
Con tumulto. Lat. tumultuario. Gr. £X fow
rra/SKTUXo'vTo^. Scgr. Fior. Stor. 2. 55.
Volere con rovina di Firenze tumultua-
riamente &opra una semplice relazione cor-
reggerla.
V. §. J ale anche In fretta e confusa'
mente. « Stor. Eur. 2. 34- Ed in que-
sta maniera po^lo insieme un esercito as-
sai gagliardo, ancora tumulluariameate rac-
colto, ec. " . (iV)
5 TUMULTUARIO. Jdd. Fatto sen-
xa ordine. Confuso, Pieno di tu:nulto.
Lat. tumultuosus. Gr. &opu^w'o»];. Lii'.
Dee. 3. Ne'quali lumuUuariì corabatlimen-
ti non morivano guari più Saguutini che
Cartaginesi.
^ g. Tumultuario , è anche aggiunto
d* Esercito, di Leva, Soldati, e simili , e
vale Esercito, Leva, ce. raccolto in gran
fretta, e mandato alla guerra senza es-
serne stato prima ammaestrato. « ^r.
I''ur. 4fi- 96. E con tumultuaria e poca
gente A uu eseicilo instrutto si va a op-
porre n. Cuicc. Stor. 6. y'e si poteva con
prestezza mettere insieme altro che fan-
terie tumultuarie e coUcltizie. E 19. igO.
Ma non potevano finalmente genti tumul-
tuarie e collettizie ec far cose di mo-
mento grande. (Cj
TUMULTUAZl OKE. 2 um«/io. Lat. tu-
multus. Gr. sópu^oc. Guicc. Star. I.^S.
La città facesse tumultuazionc, incitando.
E 48. Concitato il popolo a questa tu-
m ul tu azione -
TUMULTUOSAMENTE. Avverò. Con
tumulto. Tumultuariamente. Lat tumul-
tuario. Gr. ex TOÙ TrapaTu^fo'vTO^C. Bocc.
fit. Dant. 255. Wel tempo che tumul-
tuosamente la ingrata e disordinata plebe
gli era. più vaga di preda, che di giusta
vendetta, corsa alla casa, trovò li detti sette
canti. / arch. Stor. 2. 3l. Tutto ìt popolo tu-
multuosamente fu corso in piazza. Borgh.
Ong. Ftr. 91. Avea pur divisi, ma si
può dire tumuUuosameute, alcuni terreni.
V §. Per Confusamente, Scnz' ordine.
Oiov. Geli. Fit. Alf. 62. E non è dub-
bio che tutto r esercito del Duca spìnto
in quella paura tumultuosamente fuori
della porta, e nou messo interamente in
ordinanza, poteva esser rotto, e presa la
terra. (C)
Vocabolario T. il.
* TUMULTUOSISSIMO. Superi di
Tumultuoso. Borgh. Fies- 3l2. Ne mi
si dica quij che in queste distribuzioni
triumvirali tumultuosissime non si servan
le legpi. (F)
TUMULTUOSO. Jdd. Confuso, Pieno
di tumulto. Lat. tumultuosus. Gr. Sro-
poJw'o^/j;. Amet. 23. Alla incerata canna
con gonfiata gola e tumultuose gote lar-
go fiato donando (f}tti per similil.). Fi-
loc. 5. 52. Vedendole verdi, e spumanti
biancheggiar nelle lor rotture con tumul-
tuoso remore. Frane. Sacch, nov. 159. Li
quali Priori ec. veggcndo dalle finestre
tanto tumultuoso popolo giugnere da ogni
parte, ebbono per certo il romore esser
levalo. Buon. Fier. 5. 3. I. Scolari In
di tumultuoso far prigioni Nou è buona
politica.
•f TUNICA. F. L. Tonaca. Lat. tu-
nica. Gr. ^iTOi'v. =1^ Salvia. Jlind. 2. 214O.
Con questo andò alle navi degli Acbei ,
Che le tuniche avean fatte di ferro. (Bj
•J* §. I. Tunica, per similit. dicesi da'
gli Anatomici la membrana che avvolge
certe parti interne del corpo dell'animale.
Lat. tunica. Gr. jjtTc'v. Dant. Conv. 53.
Avviene molte ^ olle, che per essere la tu-
nica della pupilla sanguinosa molto ec. ,
le cose paiono tutte rubiconde. Red. Oss,
ann. 27. Le tuniche erano diventale gros-
se, polpute, e di sustanza, per così dire,
glandulosa. ^- Impcrf. Anat. 6^. Propria-
mente tunica quella membrana si chiama
della quale son fatti i vasi e canali, sic-
come le vene sono, le arterie, ec. (F)
■J- §. II. Tunica, pure per similit. di-
cesi dai Botanici la Buccia, 0 ^Jemlira-
na de* vegetabili. Cr. 2. 4- *^* Allora
cresce la pianta, quasi per alcuna tunica
d'erba e di legno. /:.' num. i3. Le tu-
niche lignee, per 1' altre che dattorno le
vestono, costringono la via delle midolle ,
e quasi la fanno insensibile, che non si
vede. E 5. 23. 7. I quali gusci non s'a-
prono dalla parte di sopra, come diviene
nella tunica, ovvero guscio della rosa , o
del gìglio, o d' altri molli fiori. '^ tJellin.
Disc. I. 93. Ei (il grano) si spoglia del-
le sue tuniche con i bastoni. (C)
*t '^ TUNICATO. Add. Che è vestito,
coperto di tunica. Cocch. Bngn. Dall'altra
parte v' è una donna in piedi tunicata e
stolata, sbracciata e scalza. Salvin. Jliad.
2. 252. Va tu ora al popol degli Achei,
Che son di ferro tunicati e cinti. (A)
'\' g. Tunicato, diccsi dn^ JJotanici Quel
bulbo^ che è rivestito di varie cortecce o
membrane concentriche e carnose. (A)
•f :;- TUMCHETTA. Dim. di Tuni-
Ca. Salvin. Tcocr. Idill. l5. Perchè la
mia tunichetla mi bagni? (A)
f TUO. Pronome possessivo, derivati-
vo di Tu, che nel genere maschile , nel
numero del più ha Tuoi, nel femm. nel
numero del meno, ha Tua, e nel numero
del più Tue. Lat. tuus. Gr. 1705. Bocc.
nov. 18- 16. Valente uomo, se tu ti con-
tenti di lasciare appresso dì me questa
tua figlioletta ec , io la prenderò volen-
tieri. E nov. 77. l\o. Al tuo amante lo
tue notti riserba. Dant. Par. 1. Kon dei
più ammirar, se bene stimo. Lo tuo salir.
Pctr. son. 5. Che farle onore E d' altri
omeri soma, che da' tuoi. Fit. SS. Pad.
I. 6. Di che dirai per tua scusa?
g. 1. Talora si disse Tui, per Tuoi,
forse a cagion della rima. Dant. Inf 10.
Mi domando : chi fur gli maggior tui ?
Morg. 1. 1. Mandami solo un degli An-
geli tui.
-'- §. IL E Tuo' , per Tuoi. Dant.
Purg. 1. Lasciane andar [ler li tuo' sette
regni. Salv. Avvcrt. I. 3. 2. 26. Tuo'
per tuoi ec. perciocché potrebbe scrìversi
ec. i tuo' ìntrinsicfai, i tuo' compagni. (TV
# §. III. To, per Tuo affisso ad altre
voci. Bocc nov. 45. 7. Ma tu perchè non
vai per signorto?. E nov. 76. 3. Godiam-
ci i denari, e a mogliala, di' eh' e' ti sia
stato imbolato. Albert. 22. Ammaestra fi-
gliuolto, e refrigerai le. Frane. Saccli.
nov. l65. Meglio la conobbe mammata. (Cj
^' §■ IV. Si disse anticamente anche
Tua, per Tuoi, e Tue. Sen. Pist. Che
tu eziandio le possi scalpitare sotto i tua
piedi. Vit. S. Margh. i33. E' nervi tuoi
farò divorare, e 1' ossa tua rompere di-
nanzi a tutta questa gente. Salv. Avvcrt.
1. 2. IO. Sua parole, r tua piedi, per .sue
parole, e tuoi piedi ec. eziandio nel mi-
glior secolo, non che nella favella, alcu-
na volta trascorsero nelle scritture. (F)
/V appresso : Cosi oggi la plebe per mi-
nor fatica della pronunzia dice : le cose
sua, i falli tua, le robe mia. (Nj
V g. V. Tuo, d' una sillaba, invece di
Tua, trovasi talora appo gli antichi. Fior,
/tal. P. N. Acciocché ogni uomo sappia
che dopo la tuo morie ec. Bocc. g. 4-
n. 3. Dove determinato è da tuo sorella
(così il testo Mannelli). (V)
^' %. VI. Talora per proprietà de'pro-
nomi possessivi, ci si propone il segna-
caso, e ci si tace l' articolo. Sen. Deci.
E tu come ingrato, e sconoscente non ri-
conosci 1' amore , che io ho portato a te,
e a tua famiglia, e figliuola. (C)
§. VII. Coli' articolo indipendente da
nome, vale nel singolare II tuo avere. La
tua roba, ec.j enei plurale! tuoi paren-
ti I tuoi familiari, o paesani. A'ov. ant.
74- 3. La vecchia ce. disse a colui allora:
vieni, e domanda il tuo. Petr. son. 264-
Ove giace '1 tuo albergo, e dove nacque
Il nostro amor, vo' che abìiandoni e lasce.
Per non veder ne' tuoi quel che a te
spiacque.
^ g. Vili. E nel numero singolare coir
accompagnanome indipendente dal nome,
vale talora Un tuo paesano, o familiare,
o persona in altra maniera attinente. Car.
En. lib. 6. Nel lìlo Giace, lasso 1 d' un
tuo, che tu non sai DiaanimatOj e non se-
pollo un corpo. (Br)
',' §. IS. Dal tuo, dal mio ec. che oggi pia
comunemente dicesi Dalla tua ec. vale Val
tuo lato. Dal tuo canto, o simile. Cecch.
Prov. 62. B. La fortuna è dal tuo. S.
La non può essere Dal mio eh' ella non sia
dal vostro. (C)
f ''>' g. X. Tu se* troppo tuo, dicasi a
Persona che sia troppo tenera della pro'
pria opinione . Arrigh. 3. Tu se' troppo
tuo , e matto credi troppo a te stesso ,
e tu solo ti credi essere il valente Ca-
lo. (Br)
t'? g. XI. Tuo, in forza di sust. Guitt.
lett. 3. IO. Pacifichi li uomini vivericno,
se via fusse tolto Mio e Tuo. (F)
TUONO. Quello strepito che si sente
nell' aria quando folgora . Lai. tonitrus .
Gr. ^po'iT'-U But. Tuono, secondo *1 filo-
sofo, è sforzato aprimento di nube. Bocc.
nov. 47- 6. Dopo molti tuoni subitamen-
te una gragnuola grossissima e spessa co-
minciò a venire . A'ov. ant. 20- 2. Ecco
una pioggia repente , e spessi li tuoni e
folgori e baleni , sicché lo mondo parea
che dovesse profondare . Dant. Inf. t\.
Rupperaì l'alto sonno nella testa Un gra-
ve tuono . £■ 3i. Ma io senti' sonare un
alto corno , Tanto eh" avrebbe ogni tuon
fatto fioco.
§. I. Per similit. vale Fama, Grido.
Lat. rumor , fama . Gr- ì-O'/o^ , ^■r.p.-n ■
Stor. Pist. i65. E così misono la boce ,
e andò lo tuono per tutta Lombardia , e
per tutta Toscana.
§. II. Pur per similit. vale Strepito,
I Bomore. Lat. fragor, strepitus. Gr. f o'f o*;,
' xAa5o5. * Dant. Inf 4- Vero e che 'n
204
lt>26
TUO
su la l'roda iiu trovai Della valle d* abis*
»o Julurusa Che tuuiiu accoglie d' infiniti
guai, (ù'r) /ir. lur. 36. 2. Senio venir
j>er allegretxa uq tuono. (Pj Guicc. Star,
9. 4^6. In tanti strepitici' arme, in tan-
ti tuuui d* artiglierie , nuovi agli orecchi
nostri, si precipitasse ad arrenderci a* Vi*
uiziani .
§. III. Tuontf appresso a' Musici, so-
ma 1 iìradt per cui passano successiva-
mente le voci e i suoni nel sa/ire verso
V acuto j e nello scendere verso il grave,
colla reqo/ata interposizione de* semituoni
a' loro luoghi, per riempiere gì' intervalli
maggiori consonanti , o dissonanti . Lat.
tonus. tir. TOvOi. J'^arcU. (ìiuoc. Pittag.
Xruvansi unrura in questa giandi^sinia e
perfetlibsinia mcHicta tulle le consonanze
mu&icht.- sfiii[ilici , cioè tuono , diapente ,
dialcssaron , diapason.
§. IV. Tuono , diciamo altresì una
Forma di cantilena ne' componimenti mu-
sica/i, che ancora st ovwrva per uso ec-
clesiastico nel canto dcgl' inni, salmi ec,
e dipende dalle diverse spi-zie dell'ottava.
Fr. lac. T. 2. 32. (\'\. Multi ponemo in
settimo , Che >>on del primo tuono. Fsp.
Salm. Queste sono sette antilone sacra-
mentati t che gridano 1' avventtnenlo di
Cristo y e sono tutte e sette del secondo
tuono.
§. V. Onde diciamo per meta/. Himet-
lere in tuono, cl^c val\e Rimettere uno per
la buona strada. Lat. ad honant frugem
redigere . Gr. XPI'TO^ aùàt; rroi&ìv .
*\' Leop. rim. 6. Altri (H fnasmo) rimet-
te alcuna vulta in tuono. (Cj
f %. VI. Stare in tuono, dicesi figU'
ratam. del Non uscire de' termini. Stare
nel convenevole. V. STARE,(fofe sono an-
che altri significati.
§. VII. Tenere in tuono, vale Pìon la-
sciare errare , Fare che altri non esca
del contegno, o modo dovuto. Lat. in of-
ficio continere. Gr. tv S^ovTt xotTs'xs'V-
* §. Vili. Tenere in tuono, vale Te-
nere in sistema, in ordine, e per siniilit.
dicesi anche dt macchina complicata. Se-
gntr. Incred. 1. io. 8. Qualunque oriuo-
\<j, affinchè non erri , ricerca di nccessit'a
un artefice che ec. ad ora ad ora il riveg-
ga, lu ripulisca , Io tenga in tuono. (ISj
*>* 3. iX. Uscir di tuono, vale Stona-
re , e figa ratam. Perdere il filo del ra-
gionamento , IVon rispondere a proposi-
to. (A)
^ §. X. Tuono, dicono 1 Medici per
ì''igore , Hohustezza . L'acqua ferrata dà
tuono alle fibre illanguidite dello stoma-
co (A)
t TUOnLO, e TORLO. Parte gialla
dell' uovo, che ha il suo seggio in mezzo
all' albume j che anche si dice Rosso d'
uovo . Nel plurale esce così in i, come
in a, ma questa è uscita antica . Lat.
vitellus . Gr. to' oixpòv roZ w'oj. M.
Aldobr. P. N. 3g. La tciia maniera
SI è culleia vitellina, che è Nimiglianlt'
al luorlo dell' uovo . Tes. fìr. 2. 35.
Si; il bianco dell' uovo , che 'iggiia il
tuorli), noi lencsse v non lo rinchiudesse
dentro da so, egli cadrebbe in »ul guscio ;
e se '1 tuorlo non tostcnessc 1' jllmme ,
certo gli cadrebbe nel fondo dell* uovo .
Tes. Pov. /'. S. cap. 8. Ilem lo torlo
dell* uovo cotto in acqua, e ronfctlato con
olio rosato, ce. Frane. Sacch. nov. l!^'J.
Tanto erano le torla con gli albumi e con
gli gusci incrosticati <■ appiccati nel sr-
»l<.'re . si* /.or. Med. canz. 5q. 3. I sor-
narcbi eh* cita sputa , Paioo tuorU colla
biat Cd. (fi)
'I §. Pri similit. vale Centro, Parte
di mezzo , o migliore di checches.ua. Ri-
cord. Malesp. cap. 5"^. Questi , che per
iHllc«> furwno più n«l (uotlu delta tvrra ■
TUO
O. y. 8. 71. 5. In somma arse lutto il
midollo e tuorlo e cari luoghi della cit-
lade. Frane. Sacth. Op. div. I '|5. Sicco-
me addiviene della terra , la quale è il
tuorlo nel ciclo. liorgh. Orig- Fir. 2^8.
l'erchè questo luorlo, j>er chiamarlo cosi,
della Toscana , dove noi .siamo , un po'
più dell' altre sue parli si mantenesse al-
lora puro. /: 3^0. Talché questo nostro,
runie io lo chiamai, luorlo, e si potrebbe
forse meglio dire il cuore di Toscana, si
trovo sempre, o fasciato da' vicini, o di*
fcìo dal sito.
TUKA. Turamento, Il turare \.j\. ob-
turatio . Gr. c/Aoryay/jLo; . Malm. 9. 29.
Com* a' fanciuMi , quando per la via Fan
la tura al tigagoid rua la muta.
lUHACClO. Turacciolo. Sen. Pist.
3l. E' vi ci conviene fjru più forte lu-
racciu , che quello ruD che Ulisses turo
gli orecchi a' compagni suoi , quando e
truvu cantare la Verena {ti testo lat. ha:
spissanienluni ).
'•^' TUHACCIOLETTO. Dtm. di Tu-
racciolo. (A)
TURAcCIOLIiNO. Pim. di Turaccio-
lo . Lib. cur. malatt. Se ne faccia un
bocconcino non più grosso di quel che si
sia un luracciolin da fiaschi ordioarii.
TUHACCIOLO {)uello con che si tura-
no i va.fi, 0 cose simili. Lat. obturamentum.
Gr. pp3ty^.o;, tw/jisc. Lib. .Istrol. E poi
leva it turacciulu da quel foro clic avevi
serralo innanzi nella pila . Renv . Celi.
<fref. 125- In cambio di sloppa vi si deb-
be porre turaccioli di terra fresca , fatti
si , che si possano cavate . ^ M. L'in,
rim. buri. I. 2o3. Hu una vasca, ma 1*
ha una pecca D' un certo suo turacciol
benedetto , Ch' ogni volta mi fa qualche
cilecca, (li)
TURAMENTO. // turare. Lat. oblu-
rntio. Gr. èfj.:fpyf pòi- Cr. l\. 4?- 5. Lo
svaporamento dell" accio caldo ec. apre 1'
oppilazioni, cioè i luramenli del colatoio,
onde esce la rema.
'f 3 TURARE. Chiudere. 0 Serrar l'
apertura con turacciolo , zaffo, e simili .
Lai. obturare, occludere. Gr. Tiwjux^ìiv.
Dant. InJ'. 23. E giù dal collo dellu ri-
pa dura , Supin si liiede alla pendente
roccia, Che 1* uu de' lati all' altra bolgia
tura ( cioè , che termina da una parte la
seguente bolgia ) . {>. 2. l3. l3. Turisi
da ciascuna parte ottimamente con cera
l'urte e spessa.
^ §. I. Turare le orecchie, figuratam.
vale Fare il sordo , Far le viste di non
udire, n Jjb. Oicer. Turando le sue orec-
chie a maniera d' aspide con orgogliosa
fierezza ». ( M )
^' §. II. Turare attriti la bocca, vale
Impedir colla mano le altrui parole e le
grida, l'orzare altrui a lacere. " Ovid.
J'ist. lo3. .\llora mi disse la balia :
omo, che fai tu? ora manifesti tu le tue
follie? e la savia vecchia turoc la bocca
a me urlante. ì'arcb. Frcol. lo3. Quan-
do alcuno vuul significare a chi dice male
di lui, che ne lo fari nmanrie, minaccia
di volergli turare , o riturare la bocca, o
la strozza, ovvero inzeppargliele ■ tifiti fi-
guratam ). (M)
fl § 111. Turarsi la bocca, neutr.
pass., vale Tacere forzatamente , a suo di-
spetto. Ar. Fur. 28. 4r ^^* Iona è che
la bocca alfin si tuii rr. , l*oichè giuralo
avca su r ostia sacra. f.M)
^ g. IV. Similmente in signific. neutr.
pass, fu uialo per t'opnrst con checches-
sia per nascondersi, t'ecch. A ss. Ci. 2. Ma
che lume è quello? è 'I vecchio per dio,
e '1 fratello dello nostre dame: turiamo-
ci, e ritiriamoci in qui, eh' e* non ci vrg-
gbino. (F)
^ $ V- Turarti il volto, p*r Coprir-
TUR
tosi. Fit. S. M. Madd. 12. E la Ma«).
dalena, udendo queste cose, incominciò a
piangere, e turarsi il volto. /,' 16. E non
aspetla più Maria Maddalena , ma toglie
suo mantello, e 'ncominciussi a turare it
volto, per non essere conosciuta da ogni
gente, come soleva. (Fj
# TURATA. Ciiiusura di tavole, stuoie,
e simili, perche non sia veduto il maestro
che di/tinge, scolpisce, ec. Fasar. Fu fatta
nel luogo, dove si aveva a dipingere, una
turata di tavole e di ituoic. (Af
TUHAIO. Add. da Turate. Lai. eh-
turaltis. Gr. 7rw/A«9&et;. 1;. /'. 5. 2y.
2- Non avca gente, se non il vano inten-
dimeuto delle trombe turate. Pallad. Ott.
22. Riponi i detti vasi in luo^o freddo,
bene turati. Farch. Frcol. 276. Il nume-
ro naNce dal tenere quei buchi turali colle
dita , o più breve , » più lungo spazio.
g. l'er Coperto . Lai. ohvolutus . Fit.
Crisi. La donna seguitava dietro in meno
tra Giovanni e la Maddalena, cosi Telala
e turata . Pass. l63. A dire le culpe er*
dovreb|)ono venir col capo coperto , col
viio turato, ec. ì'arch. Lez. 128. Lo fece
col capo turato. Buon. Fier. ^. i. i.
Scopritor di turali nella cappa Ti 1* ac-
cuNtan Don pochi.
f 3 TURBA. Moltitudine di persone in
confuso. Lat. turba. Gr. ox^Oi . Dant.
Inf. 4. E ciò avventa di duol »enza mar-
tiri, Ch' avean le turbe. /:.' l5. Priscian sen
va con quella turba grama. Fiamm. ^. 168-
IVon altrimenti che 1' addentato cinghiale
alta turba de' cani , rispondeva turbala.
/'(/. .SS. Pad. I. 49 Vedendo i suoi di-
scepoli e compagni la pressa che gli faceva
la turba.
^ ^■. I. Per Moltitudine in confuso di
qualunque cosa. « .-Imm, Ant. 9. 8. 33.
Ella (la memoria) e cosa sfuggevole , e
alla turba delle cose dud basta •> . (C)
§. II. Per Popol'zzo, / olgo. Lai. turba,
vulgus. Gr. oi' TToiio*', rò txì^ìoì. Petr.
son. 7. Povera e nuda vai filosofia. Dice
la turba al vii guadagno intesa ■ Cavale.
Fruit. Itng. l*arteudosi dalla turba , au-
da\a nel monte, e nel di&ertu. Pass. 35.
Non è r uomo felice, cioè bealo, o bene
avventurato, se la turba non lo spregia-
TURBABILE. Add. Atto a turbarsi .
Mor. S. Creg. Esjo medesimo era im|>er-
tuibabilc sopra di se, ma sotto di se era
turbabile .
't *TURBACCIA Peggiorat.di Tur-
ba. Lasc. Nan. \. |5. Acciò da* crudi ed
ol>brobriosì oltraggi Fussi dell* empia tur-
baccia alieno. (I )
TURBAMENTO. // turbarsi. Lai. ;>er-
turbatio , turbamentum . Gr. rasaxi' •
Rocc. nov. l\\. 33. In Cipri ed iD Rodi
furono i roniori e turbamenti grandi (cioè,
sollevazioni). Tes. Rr. 7. 49- Le ro-
se che l'uomo fa con alcuno lurkamenlo,
non possono essere diritlamentc fatte (cioè,
allrrazion d* animo). FrgtS- Spesse rotte
non solamente da' nemici , ma da' fiumi
ii riceve turbamento ( cior , danno, o di-
sluibo). !? .\inf. Fies. 147. E ben cb'
avesse tn parte it suo ditire Contento, gli
cresreano vie maggiori Le Gamme dentro
al core , e più cocenti , Veggendu in lei
cotanti turbamenti. (R)
TURBANTE. Arnese fatto di pm fa-
sce di tela, o simili, avvolte in /brtma r*-
tonda , di uno , o d' altro cùtort, roM mi
SI cuoprono il capo i Turchi, e altri po-
poli orientali , ditto da' Greci moderni
^axcw/io; . Serd. Stor. 1. 52. Il mag-
giore dr' Brtmani gli venne incontro con
un turbante in lesta ■ Malm. 2. 2- Get*
latori 4II' avaro ed al lurFante, Cambiò l«
diadema in un turl>ante. Cant. Cam. pj).
l'n dono a quella QucsU Moro fari del
tug tuiba'itv.
Tur
§. Turt}ante,è anche una Sorta tfi te-
la molto fine , pfr farne JazzoUttt da
eolio t grembiuli da doane^ manichini , e
simili .
TUABANZA. K j4. Turbamento, Tur-
batone. Lat. turbatio, consternatio. Cr.
J^xrtir,^(S. ir, tac. T. ^. 25. 8. L'orecchie
sue aperte Mi recano turbaosa . ^- l'iut.
jidr. Op. mor. 5- I^- Vercbè non inco-
miaoamo da questo punto a coricarci in-
torno alla mensa lensa lurbanxa , e sempli-
cemente Ira noi. (C)
TChBAKE . alterare, e Commuover
l'animo altrui , facendo , o duendo cosa
che gli dispiaccia. Lat. furiare , pertur-
bare , commovere. Gr. Tao^TTiiv , Ota-
TapocTTSiv , auyivsrv . Bocc. nov. 23.
23. Per questa Tolta io non vi voglio tur-
bare, ne disubbidire. E nov. 32. C). Aon
Tolendola troppo turbare ec, la Uscio an-
dar via coir altre. E nov. y8. 20. Gran-
diuimo scandalo ne nascerebbe , e turbe-
rei i suoi e" miei parenti.
* §. L Turbare, per Difturbare , Di-
stogliere. Segner. Prcd. 8. 3. Quelle dice-
rie, le quali vi turbano djlU vostra pietà»
non feriscon voi come voi, ma voi come
«pirìtaali , voi come savii , voi come se-
guaci di Cristo ( I j
g. U. Turbare, per Guastare, Scom-
pigliare . Lat. perturbare . Or. /uxàv .
£occ. «01'. 5o. ip- Per le quali cose la
nostra cena lurba'a , io non solamente
non l'ho trangugiata» ma anzi non l' ho
pure assaggiata, jf*. «or- B^- 12. La malizia
del Fortarrigo turbo il buouu avviso del-
l' Angiulieri.
g. IH. In signi fic. neutr. pass vale
alterarsi. Commuoversi, Crucciarsi. Lat.
indignar!, irasci. f.r. Of*/i^E3&*t- J^occ.
nov. l3. 23. Sì si turbarono , che se in
altra parte ec. stati fossero, avrebbono ad
Alessandro , e forse alla donna fatta vdla- :
ma. * E nov. 27 - Qual fu la cagione per j
la quale voi con lui vi luibaslcT ( Tj Dial.
S. Greg. M. Era si dissoluto in giurare |
e in turbarsi e in Iruffare, che non dava ■
vbta di venir mai ad abito, (/i)
§. IV. Turbare, e Turbarsi di colo- '
re , o di volto, vogliono Dare indizio d' j
animo alterato colla mutazione del colo- |
re, o del volto. Lat. immutari. Gr. evai- j
iaT7ec9ai. Petr. son. 2OO. Solea frena- |
re il mio caldo desire, Per non turbare il
I>el viso sereno. E canz. 3o I. E '1 vol-
to , che lei segue ov* ella il mena , Si
turba e rasserena, l^ant. Purg. l(\. Co-
me air annuncio de* futuri danni Si turba
il viso di colui eh' ascolta.
§. V. Turbare, o Turbarsi il cielo, si <
dice comunemente del éiannugolarsi , e
Oscurarsi. Lat. turbarì, obnubUari. Gr.
£7rtii^pea&ai . I^ov. ani. 20. 2. Gittaro
loro incantamenti, e fecero loro arti; il
tempo incomincio a turbare ; ecco una |
pioggia repente , e spesai li tuoni e fol- j
gori e baleni - Amm. Jnt. 3o- 2- Q- La j
parte sovrana del mondo più ordinata, e
prossimana al cielo, non si turba di neb- j
Liia, non si scommuove di tempesta ec.
§. VI. Turbare, per Alterare, Muo-
vere, Intorbidare. Lat. perturbare. Gr.
TizcoCTT-iv. Er. Giord. S. Pred. 20. Una
piscina d' acqua , la quale 1' Àgnolo ad
alcuna stagione dell' anno turbandola , lo
primo che ci entrava, era sanalo da ogni
mfermilade . E appresso: Non è per me
uomo che m' aiuti , quando la piscina si
turba, che mi vi metta. * Ar. Fur. lO-
110- Qujle o trota o sraglion va giù pel
fiume, Ch' ha con calcina il montanar tar-
lato. (Lj
§. VII. Turbare il possesso , o la pos-
fissione, tgrm. legale, che vale Danneg-
giare, e molestare altrui, sicché non possa
M suo piacimento godere la cosa posse-
T tJ R
duta j e dicesi propriamente delle (ose
immobili. Lat. possessionem turbare. Car.
leti. X. 4?- Incorrendo in contumacia ,
in pene , tuibando possessioni, e facendo
di forxa .
* TURBATAMENTE. Avverb. Con
turbatone . ì it. SS. Pad. 2. 2l3. Alli
quali egli turbatamente rispuose, e disse:
i^e volete essere dispensatoli, ec. (*)
TUhBATETTO. Add. Alquanto turba-
to . Hocc. nov. 19. 6. Bernabò un poco
lurbatetto disse . E nov. (j^. 7. Turba-
tella colle parole di Pirro se ne tornò
alla donna, tir. As. Il5. Le quali pa-
iole udendo la mala vecchia, piuttosto tur-
batelta che no, le comando che ella le di-
cesse che cosa la piemeva di nuovo.
TURBAIISSIMO . Superi, di Turba-
to. Lat turbntissimus. Bocc. nov. 8.^. 7.
Per la qual cosa 1' Angiulier turbatissimo
disse al Fortarrigo una grandissima vil-
lania .
TURBATIVA. Bicorso che si fa al giu-
dice contro chi turba ti possesso.
* TURBATIVO. Add. Atto a turba-
re. Pallav. Stor. ione. I. l^^. Qual em-
pietà non solo più sacrilega, ma più tur-
bativa della repubblica cristiana, che Tao-
nuUar il valor de' voti religiosi ? (ìSj
f TUl^BATO . Add. da Turbare, in
tutti i suoi signijìc. Lat. turbatus, com-
motus . Gr. réTWf a'/jusvo; . Dani. Inf.
XI. O Sol, che sani ogni vista turbata.
J'etr. canz. 4-5. Ella pai lava si turbala in
vista. Che tremar mi tea dentro a quella
petra. Bocc. nov. 27. tit. 1 edaldo tuiba-
to con una sua donna si parte di Firenze.
V E g. IO- n. 9. La quale egli con gran-
dissimo piacer riguardava , e nel viso gli
pareva turbalo di queste nozze . Tass.
Cer. 7. q8. Quei, di 6ue arme e di se sles-
so armato, Ai gran colpi resista , e nulla
pavé ; E par senza go\erDO in mar tur-
bato. Rotte vele ed antenne, eccelsa nave,
ec. (Bj L 18. 3/. Sopra il turbalo ciel ,
sotto la terra , Tuona e fulmina quello ,
e trema questa. {C} Malm. 5. 4?- Però,
veduto avendo il ciel turbato, Tace ch'ei
pare un porcellin grattato.
f TUUBATORE- l erbai, masc. Che,
o Chi turba. Lat. turbator. Gr. ra^axTT;'^.
Vit. fiut- Un altro uomo diabolico , che
aveva nome Aristogitone, nelle congrega-
zioni era sempre turbatore. Maestruz^. 2.
36- Il duodecimo (caso, e quando si turba
il divino ufficio, imperocché allora U prete,
o a cui s'appartiene, puote cacciar della
chiesa il turbatore, hut. Degna cosa è,
che chi è sialo turbatore della pace e ri-
poso, sempre discorra.
TURBATRICE. 1 erbai, fem. Che tur-
ba. Lai. turbatrix . Gr. yj TO.pdzTO-JCV..
Lab. 202. Si metleano alla inchiesta del-
la malvagia e perfida zenzara , lurbatrice
del riposo , e del buono e pacifico stato
della lisciata donna.
TURBAZIOKCELLA. Dim. di Turba-
zione. Fr. Giord. l red. fi. Per ogni lieve
turbazioncella d' animo se ne distornano .
Tratt. segr. cos. donn. Ogni turbazion-
cella d* animo le spaventa.
TURBAZIONE. Turbamento. Lai. tur-
bamentum, turbatio. Gr. TOtpajfii, TJp^r,.
Bocc. nov. 84. 6. Tutta la casa dell' o-
sle fu in turbazione. E nov. c^8. 2l\. Furon
le novelle e le luibazioni molle e grandi .
/:' Intr. 53. Andavano cercando ec. in tanta
turbazione di cose di vedere le lor donne.
Coli. SS. Pad. Guardando che non sia
tocco da veruna turbazione. Albert, cnp.
l5. Quelle cose che si fanno con alcuna
turbazione , non si posson far con fer-
mezza, ned essere approvale da coloro che
vi son presenti. G. / . 10. 87. 7. Essen-
do noi in grande turbazione della perse-
cuzione che facea al nostro Comune (così
TUR
1627
nei lesto JJitvanz.}. ^ Frane. Sacch. rìm.
45. E voi con chiaro e valoroso lume L'
avete tratta di sì trista grotta, Specchian-
do in lei ( nella temperanza j la vostra
mente dotta. Onde soverchia turbazione,
o ira, O sfrenato appetito non v* accende.
Pucc. Centtl. cani. 26. A priego di mol-
ti altri Ghibellini E' diede a' Guel6 gran
turbazione; Ma colla forza poi de'Fioren-
tini ce. Bj
* §. Per Ira . Sen. Peci. i63. Se •-
vessi commesso 1* omicidio, che tu di' per
turbazione che io avea con mio padre, •
colla matrigna, avrei prima morta la mìa
matrigna, che '1 mio padre. Cj
•f TURBICO. /■. A. Turbo, sust.
Lat. turbo, procella. Gr. exveo;'«5, dve3l-
ia . 6". P'. 4" i4- ^- ^^nne un turliico
con un vento impetuoso . £ 12. 90. I.
Furono in Firenze e d' intorno grandi
turbicbi di piove, e tuoni e b.'Jeni . Fr.
Ciord. /'red. Mentre esequiavano il de-
funto, un turbico ( il yocabol. alla voce
ESEQtlARE legge turbine ) di vento im-
petuoso ec.
* TURBIDISSIMO. Superi, di Tur-
bido . Benib. Stor. 6. 77. Da una turbi-
dìssima tempesta soprappreso, all'Isola di
Cerigo rotta la sua nave, de' cinquecento
uomini che in essa erano , egli e pochi
altri, in una parte della nave rotta e fit-
ta in uno scoglio contenutisi, si salvaro-
no. (J J
<• TURBIDO . F. X. .-idd. Torbido.
Ar. Fur. 44- 21. Astolfo lor nell'uteri-
no clanstro A portar diede Ìl fiero e tur-
bido Austro. (ASj
f * TURBINATO. Temi, de' Nat.
Tondo e Pendente ne W appuntato. Attor-
tigliato in modo spirale, e a guisa di tur-
bine. Belila. Disc. \. 99. Su la superfi-
cie di quei corpi turbinati , nella quale
ec. (A)
TURBINE. Turbo. Lat. turbo, pro-
ce/la, vortex aerius. Gr. Jat'/a'il' , t/.ii-
yi«; , &Je>>.o'. Mor. S. Greg. Lo tene-
broso turbine possegga quella notte ; sia
quella notte solitaria , e non degna di
loda .
§. Turbine, e anche Spezie di conche'
glia di mare in forma di cono. Lat. tur-
bo . Gr. s-po'yfis; . Bed. Esp. nat. 70-
Nel ventriglio d' un' altra (gru) vidi al-
cune chioccioline , e un turbine con molt'
erba .
TURBINIO- y. A. Tempesta di vento.
Lat. turbo, ventus validissimus. Gr. e'/v«-
yt'a;. Amm. Ant. 3o. 2. 9. La parte so-
vrana del mondo più ordinata . e prossi-
mana al cielo , non si turba di nebbia .
non si scommuove di tempesta , non si
rivolge in turbinio. But. S' udiva un tu-
multo , che s' aggirava per quell' aere ,
siccome la rena s' aggira al turbinio dgl
vento .
g. Per metaf. vale Scompiglio , Gar-
buglio . Guid. G. Egli stette colli Greci
infino che durasse il turbinio delle bat-
taglie .
TURBINOSO. Add. Vi turbine. Tem-
pestoso. Zibald. Andr. Faceva quella not-
te un tempo strano, e turbinoso.
* TURBITTI . Tianta , la cui radice
medicinale , in varie manitre adoperata ,
ha forz^a purgativa. Bed. J'ip . 1. 77"
Questi sali delle céneri ( estratti dallt
piante ) nel purgare hanno lutti tra di lo-
ro ugual possanza , come ec quel di ra-
barbaro, di sena, di turbini, ec. (B)
f TURBO. Sust. Tempesta di vento,
che più comunemente diciamo Turbine .
Lat. turbo, procella. Gr. s/vif l'a;, àij'sì-
Ja . Ott. Cam. l'ar. 22. 496. Turbo^ è
uno avvolgimento di vento in mlondita -
Bocc. g. 4- P' '9- ^^ quale ( polvere )
spirante turbo , o egli di terra non la
i628
TUR
TUR
TUR
muove , 0 se la muove, la porta io allo.
Dant. Inf. 3. Facevano un luniullo, il qual
h aggira ec, Come la rena quando '1 tur-
bo spira. Bui. Fa una siniilitudiue , che
cosi s'aggirava quello lunuiUo uell'airc,
come s* aggira la r^na nel mondo, quan-
do soffia il vento in giro. Turho è impeto
di vento. K altrove : Come turbo ; Questo
è vocabolo di gramatica, ed è a dire rac-
cogUmenlo di vento, e spignimento. Dant.
Par. 22. Indi si ricolse Al suo collegio ,
e '1 collegio si strinse , Poi come turbo
ÌD su tulio s'accolse, ^r Tass. Cer. ij.
22. Diresti ben che un turbine lor porte,
Se pur hau turbo si veloce i venti. (Pj
t §. Pvr Torbidezza . Lat. turbatio .
Gr. Toipa^ti. Dant. Par. 2. Essa e for-
mai priucipiu , che produce , Conforme a
sua bonlìi, lo luibo e '1 chiaro. Olt. Cam.
/'ar. 2. '|8. Dio è formale piimipio , lo
iiuale lutto produre, ed a lui si conforma,
siccome a causa, tutto, cioè il turbo e *1
chiaro •-
TURBO. .4fid. Turbato, Torbido,
Senza chiarezza . Lat. turbidus , turba-
tus . Gr. ioìtpo'i. Cencs. Immantinente
la terra ne venne sterile , 1' aria scom-
buiala, il fuoco turbo. Pa.iS. 36o. Quelli
(cibi) che sono grossi e gravi, fanno che
M sognare sia di cose gravi, turbe, e pau-
rose. V Jìus. 211. Won senta cagiont* il
turilo tempo ci dona al presente tanta a-
marìtudine. (C) j-ilam. Colt. lib. 6. Orsi
asconde da noi Cassiopeia Ventosa e tur-
ba. (Dr)
^? TURBOLENTAMENTE, e TUR-
BULE>TAMEINTE . /Ivvcrb . In modo
tttrhulento. Ces. Lctt. Cic. 2 l^Q Parlò
Metello lurbulentamenlc, A|ipÌo temeraria-
mente j furiosamente 1'. Clodio. (C)
TUr.BOLENTISSIMO, e TURBULEN-
TISSIMO. Sufjcr/.dt Turbolento, e Tur-
bulento. Lat. turbnlcutissimus. Gr. Sois-
pwT«To;. Porgli. Orig. Fir. 273. Come
siiccialniente si vede nel registro di S. Crt.--
goriu papa, clic si trovò in questi tempi tur-
bolentissimi./.or. Mcd. Coni. 137. Quando
un legno di turbulcntissima tempesta do-
po molti pericoli e paure si riduce nella
Iianquillili del porto, il più delle volte il
nocchiero, e govcrnalote di esso piuttosto
.dia propria virtù Io attribuisce , che ad
.ilcuna benignità di fortuna.
TURBOLENTO, e TURBULENTO .
Add. Pieno di liirì'ulenza , Commosso ,
Alterato. Lat. turbulcntus , commotus .
Gr. ra^K^w^'J^' ^V- ^'"''"- Q"«5le al-
tre coie, s' elle sono mutabili e turbolen-
ti , nondimeno cU' hanno luoghi loro e
ordini. Cavale. Frutt. ling. Santo Am-
brogio dice : Vìii giova 1* umile e giusta
corresionc, che la turbulenta acrusazionc.
S. /ìf^ost. C. D. Quella tr.mquilla di lu-
minosa pietadc , «jucsta turbolenta di te-
nebrose rupidiladi. ^f fhton . Ficr. ì. ^.6-
Giacche quel tanto Che di sesto può darsi
Alla confusion di questo luogo E sordido
e confuso e turbolento. Per me s'è messo
in ordine. (/ì)
'e §. Tempo turbulenta, dtcesi Quel/o
III cui accadono turbolente , sedizioni , e
.limi/i. Gioì'. Geli. FU. Alf. 3o. In tosi
.travagliato e turbulento tempo . K I78.
Alfon>o , il quale per molte cagioni atten-
deva in cosi turbulento tempo «Ile cose
sue, non potè mancare al Fraoxesc. (C)
TUUBOLi:iS/A . <• TUHUOLE.NZIA .
Astratto dt Turfioleuto j i'erlurbitzìone ,
Alterazione. Lat. perlurbatio. Gr. TV-po-X^*
A\tAtttii. . Dut. Purg. I. L'acre era senta
nebbia, o nuvoK» , u altra ofruìvaiìoiie , e
turbotenxa di vento. /•,' 16. 1. Intende 1*
autore la eo^cieniia che ebbe della lurlio-
lenxiu dell'ira. lìuon. Ficr, L. !\. 18. l'ia
the riscontri in questa turboivnia 1 dcsir
nostri onesti.
g. I. Per Torbidezza . Lai. turbatio .
Gr. ra^a/fl. Cr. ^. ^0. 3. L' argilla,
ilopo la bollitura del vino messa, il purga
di sotto, traendo seco alla feccia ogni tur-
bolenza .
§. IL E per mela/, vale Thbulazione.
But. Allora è 1' uomo Ìii pace , quando
per morte e uscito delle turbolenze di que-
sto mondo, v venuto alla salute eterna.
* §- III. Turbolenza , dtcesi anche a
quel Disordine che accade nel popolo per
cagione di partiti^ o di altro . Bari. As.
hh. 5. 122. O perchè nou ne sperasse ^1-
tro clic lurboleace . Cozz. Strm. i8. E
che spelate voi ce. Capi dì turbolenze e
di partili? {C}
'.• TUHBULENTAMENTE. F. TUH-
BOLE.NTAMEWTE. (C)
TUnCL'LENTlSSlMO . /'. TURBO-
LENTISSIMO.
TURBULENTO. F. TURBOLENTO.
* TURCASSETTO. /Uni. di Turcas-
so. Cnr. Long. Sof. pag. 6. (Fir. 1811}
E* parve loro che le >iofe della grotta ce.
presentassero questi due garzondti ad un
fanciullo bellissimo ec. , con 1* ali in su
gli omeri , con uu archetto in mano , ud
un turcassello al fianco , ec. (B)
TURCASSO. Guaina dove si portano
le frecce i Faretra. Lat- pharelra . Gr.
fKpérpt/.. G. F. 8. 35. I. Infiuo cU' e'
Saracini ebbouo tanto saettalo, ch'ebbono
voli i turcassi di saette. 3/. F. 6. 54- L'arco
colle frecce ne' loro turcassi, e una spada
lunga . Annot. Fang. M' ha riguardalo ,
ed hammi posto, siccome una saetta, nel
suo turcasso . .I/or. S. Greg. Noi piglia-
mo qui, per lo turcasso d' Iddio, l'occulta
sua deliberazione , e che egli allora irac
la saetta del turcasso, quando caccia fuo-
ri la sentenzia del suo occulto consiglio .
Bern. Ori. 1. 7. i^. Un lurcasso tenea
dal lato manco, Ed una tovagliaccia agli
occhi avanti.
V TUllCllESE. Pietra preziosa, co-
munemente detta Turchina. Baldin. Foc.
Dis. (A)
^ TUnCHETTO . Term. degli Orni-
tologi . Ironie volgare di una Specie di
piccione, il quale è tutto scuro o bruno,
col giro degli occhi dì colore scarlatto .
I/a il becco giallognolo , e i piedi ì'ossi
sbiadati. Lai. columba turcica. (A)
•f TURCHINA . Pietra preziosa così
detta dal suo colore turchino , 0 cilestro
assai bello , non trasparente , e talvolta
di un verde azzurrino, detto anche mavì.
Dagli autori è anche chiamata Turche'
se, e la distinguono in maschio t fem-
mina. Sagg. nat. esp. 228. Del re>to né
i lapi&lazzali, nù le turchine, ne i dijNpri,
ne l'agate ec. altra;^gono. Bern. rim. |.
2- lu rrcdelli trovar quabhe palazzo >fu*
rato di diamanti e di turrliinc. Fir. nov.
8. 300. Egli è un bel i ubino, ce. Nono,
pazzo, l'è una lurehiua.
TURtlIINICCU). D:m. di Turchino j
Che pende nel turchino , Alquanto tur-
chino. Lai. subcetruleus. Cr. 'j'Xq/M'À tiQ^.
Hvd. (ìss. an. l3l. Nella quale (estremi-
tà J scorgnusi quattro punii, che latvulla
uppariscon neri , v talvolta come Lurcbi-
nicci .
TURCHINO. Add. Azzurro. Lai. rj«-
neus. Gr. jtuawio^. Borgh. Hip. a^i. Il
turchino ir cutor incuano fra V acqua e V
aria, comccrhc jiii'i all' aria s' a\ vii ini .
Buon. Fier. ^. I. 1. A un rordonrin di
seta Vrrdegaio, o turchino, n irarnati-
no. Art. J'etr . yer. i. a5. Questa si
dice ramina di Ire colle, con U quale si
fa l'acqua marina, il M-rdc smeraldini!,
il coloic .irabirt) dello turchino.
>l* ^. Turchino . Term. degli Ornito-
logi. Fnnhinelto. (Al
TURCHIO. ;'. TURCO.
t TURCIMANNO. Interpetrtj Qutgti
che parla, o risponde in *ece di colui cké
non intende ti linguaggio. Lai. interpres*
Gr. ipiirìvtvi . Sig. Fiagg. Sin. il. An-
cora mi disse il nostro turcimanno che
grandissima quantità di dunne sono che
portano braghiero . /:,' 17. lo quella sera
ci disse il nostro turcimanno delU graodei-
za della villa. G. F. 7. l44-
Turci-
manni v' avea dì tutte lingue. Belline,
son. 112. Bisogno non ha U Mor dì tur-
cimanni.
3 TURCO. Che gli antichi dissero an-
the TUI.CHIO. Che è della setta maomet-
tana . Lat. Turca. /ìoic. nov. Ip. 2. E
credendo, che Torchio fosse, il le haltez-
«aie. .^tor. lUst. 198- F uè prigione lo ba-
rone Milaonictlo , che era Turchie, ec.
Bern. rim. l. 110. Più da' Turchi e con-
cilii vi difende . Soder. Colt. Z. Oggi i
Turcbi piaalaou le vili per cibarsi dcU*
uva , eh' e loro daOa maomeltana legge
ptuibilo il vino.
•r §. // 2*"rco, per antonomasia, dice-
si l' Impcrator de' Turchi. «« Bern. rim.
1. Jo4- Itt ht> per cameriera mìa 1' An-
croia ce. , Balia del Turco, e suocera del
boia ». C'Y;
•"? TURGENZA. liigo-if amento . Lai-
turgor . Gr. otoy^wc?. Bed. lett. I. 87.
Gli spìriti abitalori delle di lei 6bre ner-
vose ce. si mettono in moto ed in impe-
to di lurgcDU . E Cons. i. &). I vini
generosi saranno sempre nocivi , perche
ineseolati tra' fluidi ec. gli mettono in mo-
lo dì turgenza. E 123. Facilissime a met-
tersi in impeto dì turgenza. E 167. Tengu
Jtrinisaima oiinionc, che «juei scrviriali ce.
mettano 1' utero ed i fluidi di lutto quan-
to il corpo in impeto doloroso dì lurgenu.
/'.' 246. Non vi e scrittore aoaloooico, che
abbia mai potuto osservare questa turgcnu
de' vasi nell' utero- (*)
T URGERE. F. L. Confare. Lai. («r-
gere. Gr. oy/oùiàai.
§. Per metaf Dant. Par. 10. Tin lin
sonando con sì dolce nota , Che 'I ben
di>poslo spirto d' amor turge ■ But. ivi .-
D* amor turgc , cioè cresce dell' amore e
della carità d' Iddiu.
TURGIDO. .-Idd. Confato. Lat. tur-
gidus . (.r. fly/wVr.i . Dant. Purg. 3a.
Turgide fansi, e poi si rinoovella Dì suo
color ciascuna.* Fit. SS. Pid. I. 124-
Era diventato lutto turgido. (Fj lìuon.
Fier. 2. 5. 4- Andanti >clve Per l'ampio
immenso turgido Oceano.
TURIBILE, e TURIBOLO. Fase do-
ve si arde lo incinto pir incensare, Lat.
turihuium , thuribulum . Gr. Sy^iaTf/-
^lOv . Cavale. Pur.gil Fu arso e consu-
mato con molli suoi .seguaci per piaga di
fuoco, il quale s' apprese, e usci delli tu-
riboli miracolosamente Seni. Stor l5.
6l5. L'uno, e 1' allro Iato della bara era
cioto da turilK'li d'argento falli roarstrcvol-
mentc. Segner. Crisi, in.nr. 1.8- il- Nel
tempio di quc%to muodu eierrili qua>i of
ficio di sacerdote, e sì taglia della 5ua
lingua non altrimenti , che ti' un lunbilc
^ivo a iacen>ar 1* Aliìssìmo.
* TUHIFKRAnlO . yVrm. degli Fc-
c/esia.ffici. Colui che nelle funzioni eecle-
siasliche porta il turiltolo. f A)
TURMA . Schiera d* uomini armati a
cavallo. Lat. turma Gr- aii'C ''<'^« Co-
me Ira 1 pedoni la schiera divisa s'appella
centuria , e conlubernta , ovvero maniptilu;
così tra i cavalieri e detta turma , ed ha
in una turma cavalieri Ircntadue . Fit.
rhit. Ciascuno di Ire turme d' uomini
cir* oudassono la cìiti. Mor. S. Greg Lì
Caldei feriono Ire luime, e awalirono \
cammrlti, e porlaroUgli via
§. l Talora si prende remphctmrnte
per Branco , e Moltitudine di animali .
TUR
Lat. grext armenUtm. Gr. ù-/i'Xv>'!tOi}J.vTÌ.
3f. r. 2. 42- Aveva diluDgalc le lurme
de' buoi» Iratli per la rollo dtl iiiuio due,
o ire miglia, che i vilLiui ce le (lutcsso-
00 soccorrere . Tes. lìr. 5. 19. Volano
0 grande lurma insieiiio ( parla dei to-
hmbi ).
§. II. Per Frotta di persone. L^it. tur-
ba, agnien. ì it. SS. Pad. 1. 7I. La qual
cosa poithc fu ^apulJ, a lurme correvano
le genti a lui di Suia , e d* Egitto.
# §. 111. A tarme a turme, posto av-
verbtalm. vale In prun quantità. Lai. ttir-
matim. Segner. Mann. Vie. 17. X. Vanno
giù, come pecore, a turine a lurme. (t )
!l= TUHNO. Bicorrimcnto deW alterna-
tiva nell' esercizio di qualche ujizio. (J)
TUKl'E, e TORVO. /'. L. Add. Pe-
forme , Sporco, Visoneslo. Lai. turpis .
Gr. a'tffXPo*? . Pant. Par. l5. Quivi fu'
io da quella gente lurpa Disvìluppalo. t'i-
loc. 6. 321. Contento rlie tanto uomo fosse
per r aiuto degli idilii da si turpe morte
rampato. Amet. 76. Esse ognora crescenti
oc' miei olibrobrìi cou più turpi parlari non
mi si levavano dinanzi.
TURPEZZA. Astratto di Turpe. L Al.
turptdo. Gr. aÀisx^ÓTr.i. Dant. Conv-G^Z-
Lo uual vucaliolo ec. non saiebbc altro a
dire , che turpetia. K l5g. Come ituc-sta
e lielU'Xza d'onestà, così lo suo contrario è
turpezza, e nicncmanza dell'onesto.
>? TURPILOQUIO. /. L. Il parlare
disonesto e laido , Oscenità nelle parole .
Cavale. Punirli. 25o. Questo pecciilo di
turpiloquio ci mostra reprensibile S. Paolo;
quando dice ad Epbesios: Fornicazione, ed
ogui immondizia e turpiloquio non sola-
mente Dun iia, ma non si ricordi Ira uoi.
E 2»j3. Del parlare ozioso , Del mollilo-
quio , Del tuipiloquio, o scurrilità, cioè
detti e canzone di giullari e di persone %'a-
ne.fr;
TURPISSIMAMENTE. Avverh. Con
modo turpissimo f J'ituperosiimente. Lat.
turpissime. Gr. oli^X^^'^'^ • ^''^°'^- 7-
4j>^. Mi facciano ancora dì vederlo turpis-
sin).inientc uioriie esser contento.
TURPISSIMO. ^"ptr/.<f( Turpej Prut-
tissintOj Jjejbrmissimo. Lai. turpissimus.
Gr. atffjc,;dT«T05. Bocc. nov. 55. 2. Sotto
turpis>in)e forme d' uuniiui si trovano ma-
ravigliosi ingegni dalla natura essere stali
riposti . Amet. 65. Qualunque è qui più
bella di tulle, posla alialo ad essa, a ri-
spetto di quella ec., turpissima aaria giu>
dicala ■
t t? TUUPITA', TURPITADE, e TUR-
PITATE . Astratto di Turpej Turpitu-
dine, Deformità. Lai. turpiludo. Gr- aii-
jCp^rr.c . Ott. Com. In/. S^. 58i. Quasi a
dire la sua disformiladc e lurpitade , mo-
stra Lene che ogni male dee proceder da
lu.. (•)
•f rURPITUDIlSE. Deformità, Lai-
dezza cosi dei corpo, come dell'animo. Lat.
lurpitudo. Gr. at^x,-^'""''--- ^'^'''- "*"• ^^■
7. Volendo la turpitudii.e del ^iso di mes-
aer Forese mostrare , disse che stalo sa-
rebbe sozzo ad UQ de' Caronci. Quisl. Fi-
Ics. C. S- Questa infezione uon è per ap-
posizione d' alcuna tuipiludine, ma è per
soltraztoue d'alcuna bellezza {il / ocabol.
alla voce SOTTRAZIONE legge.- non è
per opposizione ec. , ma e per sutlrazton
ec). Coli. Ah. Isaac, cap. 33. Bealo l'
uomo ibe lascia la gulosilade ec; veden-
do IO altrui chenli sono queste cose , al-
lora in st conoscerà la propria turpitu-
dine .
TURPO. ;■. TUr.PI-.
•f * TUriRIBCLO. V. A. lo stesso
che Turibolo. Cavale, Pungil. E così Core
ec. fu da Aron per giudizio di Dio arso
cbD la sua gente , per lo fuoco cLe usci
dc'lurribuli , e coniamogli. (*)
TUR
* TURRITO. Add. Torrito. Car. T'ol.
2. lelt. 186. pag. 2q8. (Cornino l'J^l\) Il
cupo solo granile della Dea, con bella con-
ciatura, mitrato e luriito. Queste .sono le
descrizioni che trovo della Pace , quanto
alle medaglie. (Pj Salvia. Fneid. lib. 6.
Qual lìercciulia madre in cocchio vanne
Turrita per lo Frìgie cittadi . /s ///;, 7.
Le turrite antenne . F lif'. 8. Cosi Lat-
tai;liaii le turrite poppe. (Pj
TUUTUMAGLIO . lo stesso che Ti-
timaglio. Lat. tiihj malus . Gr. ti&vju.«-
>0^ . Tes. Pcv. P. S. cap. l5. Il latte
del turtuniaglio trito con farina dì grano
messa nel foro del dente, sì lo strigne. E
a/presso : Uem la polvere del piretro si
conletta con latte di luilumaglio e di gal-
bano, e pongasi in su li denti / olg. Diosc.
Il turtuniaglio fa in luoghi incolti . Lib.
Masc. Leva il pelame impidocchito con
bollitura di turtumaglio-
'A- TURTUREO. Add. di Tortora. Sal-
via. Opp. Pese. Di tuiturea ferita non V*
ba danno più tristo (qui detto dello spun-
tone del pesce Tortora, volgarmente detto
Ferraccia ). (A)
TUSA^TI. /'. A. Tutti i Santijcgli
antichi il dissero per la Solennità dell'
Ognissanti. G. V. II. I. II. Onde quel-
lo di della Tusanti cominciò a piovere di-
versamente .
V TUSCA . Sorla d' uva nera. Creso,
lib. ^. Cap. 4* £ ^3 Talmunìca e tusca ,
che molto nere sono. (T )
TUTELA. Propriamente Protezione c/te
Ita ti tutore del pupillo j e prendesi an-
che assolutam. per Difesa, o Protezione.
Lai. tutela. Gr. iTTiT^Ojrn'. G. A'. 5. 17.
3. Lasciò il dello Federigo suo Bgliuulo
Piccolino in guardia e tutela dì santa Chie-
sa. Mor. S. Cicg. Il regno sta appresso
il trascorrimento dell' acque, quando il no-
stro Creatore, dandoci il frutto e la tute-
la del suo ombraculo, cioè del santissimo
corpo , apf^'arve in carne . V Serd, Slor.
12. 471- -1 ulli gli Spagnuoli stav;ino prin-
cipalnienle sotto la tutela, e patrocinio di
queir Apostolo. ( C)
* §. Tutela incolpata. P\ I>XOLPA-
TO. (CJ
■-:• TUTELARE. .Idd. Che difenile. Che
protegge. Lai. tutelaris. Gr. -.TZtrpiTity.ói.
Salviti. Pros. Tose. I. l5. Ti promette-
sti tu allora, e te M diceva il (no tutelare
genio , da quelP indole magnanima frulli
d' onore e di felicità. (*) E Ceor. lib. 4.
Guardigli II guardìan de' ladri, e degli uc-
celli Colla falce salcigna il tutelare INume
r Ellespontiaco Priapo. (F)
TUTELATO. Add. Difeso dal tutore.
Buon. Fier. 5. l. 3. Send' Ìo pupillo mi
vedea far vote, Tutelale da lui dispense e
casse .
♦f * T^^10.Add. Sicuro. Voce lat. e
della poesia. Dant. Purg. 17. Or perchè
mai non può dalla salule Amor del suo
suggello Volger viso Dall'odio proprio son
le cose tute. (ASJ
TUTORE. Quegli che ha in prolezio-
ne , e cura il pupillo- Lat. tutor. Gr.
£:rtTpor:o5 . Docc. nov. 38. 3. I tutori
del fanciullo insieme colla madre di lui
bene e lealmente le sue cose guidarono .
6". F. 10- 108. 4- ^^ Comune di Pisa ec.
condannare i figliuoli dì Ca^tluccio,e Kieri
Sagina loro tutore. M. /'. II. 6. Kon dirò
consìgLeri , ma piuttosto balii , e tutori ,
a' capitani nelle guerre del nostro Co-
mune ((fui per similit.).
fTUTORI A. / . A. Tutela. Lat. tutela,
tuitio. Gr. ='-iT^97n;, as^a/iia. C F. 7.
148. 2. Il detto suo padre lasciò alla guar-
dia e tutoria del popolo, e Comune di Fi-
renze lui. Pass. 126. Sono malagevoli casi
quelli ec. dell'esecuzioni, delle manoval-
derie, e tutorie, te. Vant. Conv. 72. Se
T U T
ltì*>
noi consideriamo poi, che per la maggio-
re adolescenza sua, poiché dalla reale tu-
toria fu niunccppata da Bruto primo coa-
solo in6no a Cesare primo principe sommo,
noi troveremo ec.
TUTRICE. Femm. di Tutore. Lat. /«-
trix. G. P'. 5. 18. 2. Da sua madre, e
buona tutrice , fu nutricato e guardato .
Cron . Morell . Produce ec. a legittima-
gione de' detti tutrici , e tutori . Buon.
Fier. Introd. 2. 5. Che 'n cura m* ac-
cettò lata , e luti ire.
TliTTAFIATA , che anche si scrive
TUTTA FIATA. Avverh. e vale Conti-
nuamente, Sempre. Lai. assidue. Gr. yj-
V£;^w;. Bocc. nov. 17. 7. Quella ( tet/t'
pesta) non cessando, ma crescendo tutta
fiata ec. sentirono la nave sdiucirc. -e Ar.
Far. i5. II. E perchè ba dubbio pur lut-
tafiata Che non gli turbi U suo viaggio
Alcina, Vuol Logistilla che con forte ar-
mala AndroDÌca ne vada e Solrosina. fj.Vj
V g. 1. Per Ogni volta che. Tratt. Car.
58. ( Fir. 1829 ) Adornami di fiori , ed
empinii di frutti , perocché tutlafiata che
all' anima è levala lu luce della contempla-
zione, ella si conforta ne' frutti delle buo-
ne opere. (Cj
%. IL In vece di yoiuìimeno. Con tutto
ciò. Lat. tanica, Gr. yi'vTot . Bocc. nov.
25. II. Tutta fiata, se dura e crudele
parula ti sono, ec. Fìloc. 5. 2l4- Giova-
ne, disse la Reina, gran pena è la vostra
ec. ; ma tutufiala il vostro dolore puote
essere da speranza aiutato . Tes. Ur. \.
IO. Poniamo che 'l mondo non fos^e un-
que faKo ; tutlafiata era egli nel suo eter-
Qdl consiglio.
TUTTAVl'A. Avverh. Tutlafiata, Con-
tinuamente , Sempre . Lat. assidue. Gr.
5Uv;;^w,'. Pant. Inf. L^. Ma passavani la
Selva tullavia. Bocc. nov. 28. 26. Io prie-
go Iddio, che vi dea il buono anno , e le
buone calendi oggi, e tuttavia. E nov. 43.
8. La qual tultavia gli pareva vedere o
da orso, o da lupo strangolare. Bui. Purg.
3i. I. Questo vulgare alcuna volta impor-
ta tempo, e ^ienc a dire sempre, come
quando si dice: io ti setvia, e tuttavia mi
discrvivi .
■'^ §. L Per Ancora. Lat. adhuc. Bocc.
g. I. n. 4' Il monaco ancora da grandis-
simo suo piacere e diletto fosse con questa
giovane occupato, pur nondimeno tuttavia
sospettava. (F) Sannaz . Arcad. pr. lO-
Postocbe molti, da volonteroso ardire spro-
nati, tentatolo abbiano più volte, e tenti-
no tuttavia. (C)
'\' g. II. Tuttavia che, per Ogni volta
che , Sempre che . Lat. quoliescumque.
Mil. M. Poi 70. Allotta ogni uomo s'
inginocchia, i baroni e tutta gente, e fan-
no segno di grande umiltade, e cosi si fa
tuttavia che dee bere. ( Br}
•f* §. III. Per Kondinieno, Con tutto
ciò. Lat. tamen, nihilominus. Gr. p.i-iTQi,
Bocc. nov. 43. II. Ma tuttavia li vogliam
ricordare, rbe per queste conti ade ec. van-
no di male biigale assai . E Conci. 10.
Tuttavia chi va tra queste leggendo, lasci
star quelle che pungono, e quelle che di-
lettano, legga. Tesorett. Br. i5. 122. Ma
tuttavia li guarda D'una cosa che imbar-
da La gente più che '1 grado: Ciò e gioco
di dado. Ftl. SS. Pad. 1. 26. Tuttavia
quel tanto che n' abbo in pronto, e sonne
eaperto, ve ne dirò. /:' appresso: Tutta-
via questo imprima ci conviene tenere fe-
delmeole. Farch. Slor. l5. 58g. Diceva
al Duca ec. , che la trovava molto dura ;
tuttavia , che non resterei. Iie di subillarla
tanto, che la farebbe coodescendere , ec.
TUITAVOLTA, che anche si scrive
TUTTA VOLTA. A^vcrb. Tuttavia,,
Nondimeno. Lat. attamen , nihtlominus ,
tamen . Gr. /j-Ì-jtoi , o/*Wi , <x.XX Zp.wi.
i63o
T U T
Cr. 2. i3. 17. Tullochl; non lieano al
modo che beono ^It animali, tuttavulta it
beveraggio iiel |ia(Ìulc si mischia nel loro
leUme. /C 5. 9- I. Il rornio è un piccolo
arbore, il qu^le, avvfgQjchè njica ne'bo.
schi, e sia comunemf^nle arbore salvatico ,
tuttavolla dimenticar si può per via di cul-
tiramento . V. 6. 22. 5. Le più rreiciule
e mapgiori piante si dcono porre , che ,
benché più si penino ad apprendere, tut-
tavolla diventeranno più forti . lAh. T)i-
tcr. Avvpgnjrlià noi non parliamo sopra
volontjdi- , e tutl-ivolla ncto possiamo ta-
rpre. .V/or, lùir. 6. 128. Questa cosa nel
primo aspetto parve ec. molto strana e pe-
ricolosa; luttavolld rilrovandoAÌ lontani da
Ottone ve., nuli ardirono di ronlrapporii.
/: l38. Tutta \nllj, senza atfermarne co-
sa alcuna . Liscerò io giudicare il tutto a
ehi le;;ge questi miei scritti.
§, I. /Vr ContiniKimonle. Lat. tugìter,
mxsidue . Or. «òta) -i'ttw; , fj-^f^'^^ •
Cr. 9. l'j. 5. Nondimeno tuttavolla me-
nando i setoni, e fatigando il cavallo con-
tinovamente al modo che di sopra e detto,
ec. jlr. Far. 26. 20. MarfisJ, tuttavolta
combattendo, Spes«o a' compagni gli oc-
chi rivoltava. /T 33. 12^. Astolfo il corno
tuttavolta sunna.
§. II. Tiittr le più volle, vale Soven-
te , Quasi .tempri- . Lai. ut plurimum ,
sape sopiti". Gr. ti) ìittk/c^. Petr. I.ctt.
Tulle le più volle perviene a buon 6nc.
i'it. S. /int. Necessario è liitte !e più-
Tolte aver pazienza. Lih. cnr. malati. Ma
tutte le più volle SJna questo male.
§. Iti. Tutta io/ta che, vale Ogni
volta che. Sempre che. Lai. quotiexcitm-
atte. Gr. Óloi»(i~ Cf* . f.ih Masr. Con
«mesto artifizio e ingegno il cavallo si può
aiutare , tuttjvoltj rhe esso non potesse
ritto dimorare. Cr 1. 4- 3- Tuttavolla
che 1' arttua è da libera terra, è migliore
nncora che la pietrosa. Dani. Conv. ili.
Tutta volta che il gioganle era stanro, egli
poneva Io corpo suo sopra la terra disle-
so. Gal. Si.it. 282. Tuttavolla che i «al-
loli falli sopra le osservazioni di quelli a-
stronomi ntm ce la rendono nel medesi-
mo luogo , è forza che ce.
•f ^ TUTTISSIMO. Voce che può u-
sarsi scherzevolmente in vece di Tu tutto.
In tutto e per tutto. Salvia, f-'ier. Buon.
i. 2. I. Gli antichi tututto per tutto tut-
to, come se comicamente dicessimo tut-
tissimo, (/t)
TUTTO, l'ore che arila nostra lingua
in vane guire ed in molti modi s*adope-
ra, dei ifuali vedi più di.^tintamente il Ci-
nonio. Quando è nome , precede all' arti-
colo, lasciandolo allato al suo nome, che
talora con esso il nome gli precede. Che
se a pronome x' accoppii, o ad alcun no-
me particolare , ne articolo, ne altro, che
gli equivnglia , riceve.
•f TUTTO. I\'ome, ndd. riferita a quan-
tità continua , tale Intero per cia.tcuna
parte. Lai. totus , integer . Gr. óio? .
ffoce. nov. l5. 6- Tutto postosi mento
re. s' avvisò , questa donna dover esirrc
di lui innnnmrala. /-.' noi-. ^^. IO. Tutta
nel su« mantrllo sletuo rhiuvala, in .Susa
rcin seco 1.» menò, /i' nov. f\^. 12. Tutta
vestila in su un loro Idtirello con loro
insieme a giacer si città, nh in tutta la
notte di .Mtipirare, ne di piagnere ce. non
rifinò. Jmrt. 4^ Ma già di quelli pieno,
la mia madre pi-r imposi si j^igiunse , al-
lora di belleite famosissima Ninfa in tutto
(Upri, e il loro matrimonio fu (elìce, (i.
V. IO. 2l4- 3. I Sanesi presono grande
ndegnn eontra i Fiorentini, e tutta l'on-
ta e vergogna e danno ricevuto da'Pisani
•i riputarono avere rirevuto ila'Kiorrntmi,
perchè non f>li avevano socci'Inì ( così nel
tetf Pavangati. e m nitri bufoni mst- :
T U T
lo stampato ha per errore con lulto ) .
* Cuìtt. lett. 3. IO. Radice di lutto ma-
le (d'ogni ma/e) è avarizia. G. V. II.
21. (he tutte case e terre di quelle ma-
rine si disertaro. Hocc. g. 10- a. 10. Essi
V avrebber per donna , e onorerebbonla
in tulle cose siccome donna . (I } Ciov.
Geli. f^it. Alf. 62. E' non è dubbio che
tutto r esercito del Duca ec. poteva esser
rotto. (C)
g. I. Riferito a quantità discreta, vale
Ogni , Ciascuno , Ognuno . Lai. omnit .
Gr. nxi . Dant. Par. 1. Una sola virtù
sarebbe in talli. Petr. son. IO. Tulle le
notti si lamenta e piagne, /locc. tntrod.
56. 1 ulti sopra la verde erba si punsero
in cerchio a sedere. F. nov. 2. 8. Cauta-
mente cominciò a riguardare alle maniere
ee. di tutti i cortigiani ■ /C nov. 16. 12.
Da' quali^non sappicndosi per tulli il suo
nome , ella fu Cavriola dinominata.
# §. II. Talora si pone fra il prono-
me ed il su Ttantivo dipendente da esso prò*
nome. I tt. SS. Pad. 1. 18. Delle quali
tutte cose Antonio ee. facendosi beffe er.
( l moderni dtreMtoiio : D- l'è quali cose
tutte ). l'S nov. a. 267. Cosi gli altri tutti
6ori e frutti al lor tempo escono e proce-
dono per dilettare gli occhi e saziare Io
palalo. Dant. Conv. l<)5. Ver quelle tutte
dadi questa nobiltà , di eui si parla , di-
versamente mostra lì suoi efletti nell'ani-
ma nobilitala. Cr. 1. I. 2. Le quali tutte
cose sono da esser diligentemente con-
siderate , aoti che altri comperi terre ,
ec. (n
'fi g. 111. Talora si pospone all'agget-
tivo a cui si appoggia. Dant. In/. 8. Ch'
io li conosco ancor sie lordo tutto. Morg.
21. 6. Can di Gattaia, come <|ueslo intese.
Turbato tulio, una gran lancia prese. (J\')
* g. IV. Talora e anche posposto al
su.stantivo . ì it. S. Gomitili. 282. La
qual cosa i vostri dottori tutti non accon-
sentono. ( f )
3 g. V. Tutto, inforza di sust., vale
Il tutto. Ogni cosa. Lat. totitm, omnia.
Gr. Óiov, Tr«v. I.'ant Inf. 7. K qutl sa-
vio gentil , che tutto seppe , Disse per
confortarmi. Petr. son. 3o3. Or nel vol-
to di Lui, che tutto vede, Vedi il mio
amore. Rocc. nov. 17. 5;. Secondo l'am-
macslramento datole da Antigono rispose,
e contò lutto.
'fi g. VI. l'ale anche Unione di molte
parti che formano insieme una cosa ia-
dividila , un intero . « Dant. Conv. 62.
Conciossiacosaché gli amici sieno quasi
parie d* un lulto ». flV) Amm . Ant.
Laida e ogni parte che al suo tutto non
si conviene . Dant. Inf. 34- Lo *mpera-
dor del doloroso regno Da mezio 'I petto
useìa fuor della ghiaccia ; E più con un
?:igante i' mi convegno, Che i giganti non
an colle sue bracria. Vedi oggiinai quant*
esser dee quel lutto Ch' a cosi fatta parte
si confarrij. f /'; Pros. Fior. Salvia, lett.
4 2. 274- U"" finiste troppo le parti a
una a una , e poi nel tutto e nell' insie-
me e infelice. (C)
g. VII. t-'s.trre il tutto, vale Aver tut-
ta l' autorità, essere il più potente. Hf.
/'. 10.77. Avendo appo loro li venliqual-
Iro aniba^riadori , ch* erano il tutto della
terra. ^ Frane. Sacch. nov, 86. lo per nie
ec. credo che 1 mariti siano t|uasi il lutto,
di fare buone e eatlivr mogli ( cioè , da
biro dipenda), fi) />av. Scism. 5g. Cin-
que giorni dipoi si fere parlamento in Lon-
dra , dovfi ('romuelo eia il lutto. (C)
S Vili. Fster tutto d'alcuno, si dire
dell' hfter suo dependente , 0 intrinseco.
Tnc. Pav. Ann. 12. 1^5 Era procrurator
di ('appadi>riB Giulio l*rl>giio . d' animo
vile, corpo ndicido, egualmente disprei
vnle . uni lutto di Claudio. A' l3
':^\
T U T
Tolta d' Agrippina un tempo , poi non li
diceano punto. P 16. 232. Corrompe ubo
schiavo a rapportare che Petronio era luti»
di Scevino . <= t'ecch. Ser\-ig. 2. A. lo lo
conosco, perchè gli è Tulio del nostro
spedalingo. fJS'j
g. IX. Esser tutto d'un peno, espri-
me Esser senza moto , e s- nza vivetsa .
lìoez. Varch. 4- pros. 3. Alcuno altro in-
fingardo e balordo sta come se fusse tallo
d' un pezzo , ed inlormeolito.
•f sj: ^. X- E^ser tutto alcuna cosa,
vale yon aver altro pensiert , ne gusto,
che quella cosa. Borgh. Fast. 464. QuelV*
uomo ( Laheone ), il quale essendo tulio
leggi e tutto antichità, non reputava quel
di questa seconda spezie ee. per legittimo
Consolato. (I )
* §. XI. E col verità Essere sottinte-
so. Cecch. lacant. 2. 3. Mi feie chiamare
da una sua vicina, una femminaccia tutta
carità. ((^)
* g. XII. Tute altro , vale Diverso,
Mutato. Vit. S. Gio. fìatt. 222. Torna-
vano a rasa tutti altri uomini , che non
erano in prima, (t }
"t g. XIII. Tutto quanto, vate Tutto
iatero. Lat. omnino totus, prorsus omnis.
Gr. Tzoc-jrtì/i:- Bocc. nov, 85. 12. E' mi
par pur vederti ee. manicarlati tutta quan-
ta. Amet. 98- A* tuoi piaceri misuro la mia
cura tulla quanta. Pant. Inf. 20. Ben lo sa'
tu , che la sai tutta quanta. /:' 3l. Sappi
che non son torri, ma giganti, E son nel
pozzo , intorno dalla ripa , Dall* umbilico
in giuso tulli quanti. /'.' Par. 14. La no-
stra persona Più grata 6a, per esser lulla
quanta- E 28 Dunque costui , che tutto
quanto rape L' allo universo seco , corri-
sponde Al cerchio che più ama. Med. f'it.
Crisi. S B. Allora lo Figliuolo d' Iddio
sanza dimoranza entrò nel ventre della
Vergine Maria tulli) quanto, e di lei pre-
se carne; ma non<linieuo lutto quanto ri-
mase nel seno di Dio Padre. Disc. Cale.
l3. Questi primieramente rivoUino gli oc-
chi e la mente , s<(uadrando tutti quanti.
* §. XIV. Tutto quanto, inforza di
Tutto quello che, ec. Mor. S. Grvg. 3
1. Tocca lutto quanto quello egli possie-
de, e allora vedrai {Lat. omnia quae pos-
sidei ). (f)
g. XV. Tutt' uno, vale Una cosa stessa.
Lai. idem prorsus. Gr. 0' auTo'ij . Boe*.
nov. 73. 16. Il dir le i^arole, e 1' aprirsi,
e 'I dar del ciotto nel calcagno a Calan-
drino, fu luti' uno. G. /'. 6 74 I Al"
lora disse : Casciano e Batciano è tuli' uno.
Guid. G, II quale a ^h Achille avea coo-
giuolo c«in tanto legame di amislade, che
r anima di amendune era tutt' uno. * Bel-
ila, Pise. 1 225 In qualunque modo che
a voi paresse di determinar questa fac-
cenda, in quanto a me ella torna lult'
una. (C)
§. XVI. Tutt' uomo, vale Qualsivoglia
uomo. Tac. Pav. .S'tor. 1. a50- Vinio sles-
so, se fusse stato Imperadore, non pote-
va andar più a roba di tuli' uomo.
3 g. XVil. Tutto, talora è particella
riempitiva, ma apporta alquanto d'ener^
già . Bore. nov. 4- IO. Tutto rassicurato
eslimò . il suo avviso dovere avere effet-
to . E nov. 17. II. Il famiglio er. trovò
la gentil giovane ec. tutta timida star na-
sro;a . E nov. |8. 5. Pojlosi ec. ron lei
sopra un letto in una camera tulli soli a
sedere, ec. E nov. 31- 18 I-a donni u-
dendo costui parlare, il quale eli» teneva
mutolo, tutta stordi. E nov. 2t) 1. Senta
aspettar d'essere sollecitala da' suoi, rosi
lulla vaga comincio a parlare. /•. nov. ^5.
14 Dentro entrati, e trovalo il roBiin<<
della giovane ancori con tutta la sella .
dnmandarono chi vi fosse /*. num l5.
l'ulta riicoiiasi, slvtl* cheta. E ntim 30
1 V T
Egli si stru^gea lutto d' audarla ud al>-
Lrucciare . t noi\ y3. 5. Dimorando il
giovane tulio ìuIu nella coite del auu jia-
L^io, una reoiiiiiaclU ce. ^U tiunijiido li-
iiiosiua. J^ tium. io. In se tutto bi cani-
liiu . A' itov. C)9- 5. Tutto a pie fattosi
Kiiu incontro, ridendo disse. ì'etr. caiiz.
12. 3. Allora mi strinsi all' omljta d' un
l>el faggio Tutto pensoso. !•'. son. 8g. Qui
tutta umile, e ijui la vidi altera. Dani.
Jnf. 22. Bai'liarìccìa cogli altri suoi dolen-
te Quattro ne fé volar dalP altra costa
Con tulli i raffi.
V §. XVIll. Tutto, talora accenna unio-
ne di una cosa con altra, a cui è attacca-
ta. Bocc. g. 2. n. 4- (""attasì altjuanlo
per lo mare ec. , e per gli capelli pre-
&olo, con tutta la cassa il tirò iu terra
( colla cassa alla quale teneasi afferra-
to ). E g. 4- "■ 'O- '''• '-^ nioglie d* un
medico per morto mette un suo amante ad-
doppiato in una cassa , la quale due u-
turai con tutto lui se ne portano a ca-
sa. M II nov. ^. l\\. Il letto con lutto
messer Torello ( che dormiayi sopra) fu
tolto via ". il')
* §. XIX. E tutto, vale Con le al-
tre cose necessarie. Frane. Sacch. nov.
68. La Benvegnuda avea subito fatta la
suppa , come si la, con le spezie, e lut-
to. Lasc. l'areni. 2. 6. Dettemi la cora-
oiessione , e tutto; e quando io ho con-
chiuso, e che noi semo per fare la scrit-
ta, egli dice che ragionava delta Corne-
lia, ec. (V)
§. XX. Colle voci dinotanti numero ,
vi si pone le più volte tra queste, e Tut-
to la particella E. Dant. Purs;. g. La
've già tutti e cinque sedevamo. Bocc.
nov. 68. 14. Che andate voi cercando a
quest* ora tutti e tre? FUoc. 7. 33o.
Fatti couvocare tutti e due li pacifìcati
popoli ec. , a Galeone fece intera fedel-
tà giuiare. hsp. Salm. Queste sono set-
te antifone sacramentali, che gridano V
avvenimento di Cristo^ e sono tutte e set-
te del secondo tuono.
* §- XXL Senza la particella in mez-
zo. Pecor. g. 23. n- 2. Era in pericolo
di perdere tutti due i figliuoli. (V) Petr.
cani. 11. 8. Dice che Itoma ognora Con
gli occhi di dolor baguati e molli Ti chier
mercè da tutti selle i colli. (C) Guicc.
Star. t. 253. Da tutte due le parti si
scopiiva. (Lj
§. XXII. Talora invece della particel-
la E fu usata la particella A. .V. F. 3.
79 . l Catalani ec . con tutte a tre le
cocche si dirizzarono conti o all' armata
de' Genovesi. Bern. rim. 1. 4- Starete
lutf a due da un caiezzale- * Fir. Bim.
Buri. 1 . 289. Mettiamo caso, eh' un venga
a sonare ' > un campanile , ove cinque
ne siano ( delle campane) ^ E tutte a cin-
que le voglia aJopiarc . Bellin . Disc .
i. 85. Kon sarelihero tulle a sei atte a
conservare, e dovrebliesi defalcare da tut-
to il peso di quelle libbre quel tantoché
ec. (D)
*§. XXIII. Tutto che, talora vale Tutto
quello the. Car. Long. So/. 5g. La do-
mandava che s' arrecasse a compiacerlo di
tutto che egli voleva, /t 61. Ed appiat-
tandosi appo una macchia di pruni per
non esser veduta , udì tutto che dicevano,
vidde tutto che facevano, in6no al pianto
e rammarichio di Dafui. fC)
g. XXIV. Congiunto colla particella CON
si usa talora in sentimento di Aon ostan-
te. Bocc. nov. 61. 11. Federigo ec. con
tutta la malinconia aveva sì gran voglia
di ridere , che scoppiava. Lah . ig3. A
questa parola ec, con tutto il dolore e
la compunzione eh' io senlia dflle mie
colpe ec. . io non potei le risa tenere.
§. XXV. Tuttodì, e Tutto il dì , posti
T U T
avverbialmente, sìgnijtcano Continuamen-
te, Del continuo. Lat. tota die, semper.
Gr. o>»5v Trfv yi'ue'^KV, aEi*. Bocc. /loi-.
49. 6. La madre dolorosa molto ec, tulio
1 di standogli d' intorno , non ristava dì
confortarlo. F nov. 77. 65. La fante vo-
stra v' è lutto di oggi andata cercando.
Dani. lar. 17. E tosto verrà fallo a chi
ciò pensa Là dove Cristo tulio dì sì Ricr-
ea. Petr. canz. ^"j . 5. Tal ch'io aspetto
lutto "1 dì la sera, Che '1 Sol si parta, e
dia luogo alta Luna.
•f g. XXVI- Tutto giorno, e Tutto
il giorno, posti avverhial. vogliono Con-
tinuamente. Tuttavia. Lai. assidue, con-
tinue, tota die, semper. Bocc. nov. 1. i3.
Fer lo mistier nostro , il quale loro pare
iniquissimo, e tutto '1 giorno ne dicon
male. /•.' num. 38. Aflermano, molti mi-
racoli Iddio aver mostrati per lui, e mo-
strare tutto giorno a chi divotamente si
raccomanda a lui. E nov. 18. 8. I foltis-
simi uomini, non che le tenere donne ,
hanno già molte volte vinti , e vincono
tulio il giorno. F nov. 33. 12. Siccome
noi veggiarao tutto il giorno avvenire. Dani.
Turg . 27. Ma mia suora Rachel mai
non si smaga Dal suo ammiraglio { Dal
suo miraglio det-esi correttamente leggere
coli' autorità dei migliori codici), e siede
tutto giorno.
g. XXVIL TutC ora, che anche si scri-
ve Tuttora, e Tutt' ore, posti avverbialm.,
vagliano Li continuo. Lat. assidue, con-
tinue, semper. O. /'. 7. 27. 5. La schie-
ra di Curradino ec. tutt* ora scemava , e
quella del re Carlo tutt" ora cresceva. E
IO. 56. 2. Tuttora si faceva andare dinan-
zi un gran giudice di legge. Bim. ant
Cin. 3o. Farmi vedere in lei, quando ic
T U T
l63i
guardo,
. 'I ull' or nuova bellezza, y^mm.
•Ant. 32. 1. 6. Ferchè ti maravigli tu,
che la tua peregrinazione neente li giova?
conciossiacosaché tutt* ora porti le medesi-
mo. Dant. rini. 17. Da poi non s' è vo-
luto in altra cosa, Fuor che in queir a-
morosa Vista eh* io vidi, rimembrar lut-
t' ore.
* §. XXVIII. Tuttora, vale anche Tut-
tavia, Nondimeno. G . I . 12. 1 19. Econtutto
che ciò potesse essere naturalmente perii
raggi del sole al modo dell' arco; tuttora fu
segno dì future e grandi novitadi , che
avvennero appresso. (T')
* §. XXIX. Tuttora, talvolta vale
anche Sebbene, Tuttoché. J it. S. Frane.
E tuttora non fosse biso-no ec, però neen-
te meno, per dar buono esempio di se, il
tormentava di nuove pene, (l )
*t * §■ XXX. Tuttora che, e ^tut-
te ore che, per Tutte le volte che. Gr.
S. Gir. 59. Tuttora che noi laeciamo be-
ne, e lo diciamo, si crediamolo consiglio
dell' Angelo, il quale sta dalla diritta par-
te; e a tutte ore che noi facciamo male
e che lo diciamo, sì crediamo il consìglio
del Diavolo, che ci sta dalla sinistra par-
te. (F)
g. XXXI. J tutte ore, e A tutte l'ore, va-
gliano Dicontinuo. Petr. canz. !^\. 4. Mo-
vi la lingua, ov' erano a luti' ore Dispo-
sti gli ami, ov' io fui preso, e 1* esca. iiim.
ant. Cin. 23. Anzi cresce, e poi muore
a tutte l'ore, In esempio d' amor quanto
è possente.
g. XXXII. Tutto tempo, e Tutto il tem-
po, posti avverbialm. , vagliano Sempre,
Continuamente. "Lai. continue, assidue. Gr.
5uvixw^a(JtK>£i'Tr6>5.ri7of. 2.266. Veg-
gio la fortuna recarmi a cose grandi, la quale
io priego lutto tempo, che nel più allo luo-
go della sua ruota mì ponga. Dant. Purg.
33. Non sarà lutto tempo sanza reda L*
aguglia che lascio le penne al carro.
§. XXXIII. A'e/ numero del più vale
lo stesso. Bemù, Stor. 6. 75. In quella
guisa con lui appresso' gli Dei tutti i lem-
pi poter vivere si credono.
*1- §. XXXIV. In tutto tempo, vale Jn
perpetuo. Lat. in ontne tempus. Bemb.
star. 4. 54. t>cnza alcuna menzion fard*'
danari, fece il re la lega cogli ambascia-
dori in tulio tempo. (1 )
* g. XXXV. Esser tutto, talora vale
Essere intero. Buon. Tane. 1. 1. Che vuoi
tu da lei? Ciap. Che tu le dica ch'io
sono in due parti Di\iio, su dal capo in-
aino a piei ; E eh' i' sou mezzo suo e mez-
zo mio, ec. Rimarrò in ogni mo'cosìd*
un pezzo; E bench' io sia doviso, i' sarò
lutto, (f)
* §. XXXVI. Di tutte cose, posto avver-
bialm., vale Jn tutto. Bocc. g. IO. n, 6. yk
sapeva egli stesso qual di lor due sì fosse
quella the più gli piacesse, si eia di tut-
te cose r una sìmiglievole all' altra, (f,
^' ^'.XXXVII, Di tutto punto, posto av-
verbialm., vale Compiutamente. /'. PUN-
TO g LUI. (o
TUTTO, .tvverb. Interamente. Lai. ne-
nitus. Gr. — avT£^Ms. Bocc. nov. 2. 12.
Ora tutto aperto ti dico, che io per nìuna
cosa lascerei di Cristian farmi. E nov. L2.
5. Sopra la quale (uestamente montata
ec. , al vento tutto si commise.
V g. I. E replicato vale Interis-
simamente. Benv. Celi. Ftt. i. 26. So-
prastelte quel murbo gallico a scoprirmisi
più di qualli o mesi interi , di poi mì co-
perse tutto tulio ad un tratto. (C)
g. II. T'utto che , che anche si scrive
Tuttoché, vale Benché, Quantunque. Lat.
quamquam, etsi. Gr. /.'xintp. Dant. Jnf.
6. Tuttoché questa genie maladetta In
vera perfczioo giammai non vada. Nov.
ant. 33. 2. In questo luo-o leggiadro mes-
ser Polo non osava sedere, tutto che con-
fessavano hene eh' egli era lo migliore di
Romagna. Cr. i, 4- 6. Tutto che l'a-
cqua piovana sia migliore tosto si corrompe.
Vep. Decam. Jo3. Generalmeule si può
dire, di queste parlicelle parlando, Avven-
ga, Tuttoché, Come, e altre tali, le quali
posta che n' è una, par che di necessità
si tirino dietro per corrispondenzia un
Nondimeno, un Non pertanto un Così ,
ec.
g. HI. Talora fu usato colla CHE sot-
tintesa. Lat. licet, quamvis. Gr. xaiVcf-
G. F. 10. 56. 5. Non troverai ec che
ninno Imperadore cristiano mai si facesse
coronare se non al Papa, o a suo Legalo,
tulio fosse molto contrario della Chiesa o
prima, o poi, se non questo Bavero. A' Fr.
Giord. Pred. 187. E che sia ('/>io; in Tri-
nità, questo, lutto non sì possa vedere in
questa vita, non però è cosa disdicevo-
\c.jr)
* §. IV. Talora si trova seguito dal-
l' indicativo in luogodel congiuntivo. Serd.
lett. Ind. 86c). I Meacesi per dispregio gh
chiamano volgarmente uomini selvaggi ,
tutto che per altro ancora li slessi «bita-
tori del mare non sono lontani dell* u-
manilà. (A)
%. V. Tutto die , vale talora Quasi
che. Lat. propemodum. Bocc. nov. 81. II.
E così dicendo, fu tutto che tornato a casa;
ma pure ec E num. 12. In molli e va-
rii pensieri entrò ec, da ' quali tulio che
ratlenuto fu ; ma poi ec Lue. da Panz.
Per questo fatto fu lutto che i Guazzaloti
non perderono la signoria di Prato. /^ranr.
Sacch. nov. 178. Percosse in una pie-
tra per forma, che tulio fu che caduto
in terra.
§. VI. C^n tutto che, vale Benché,
Quantunque. Lat. quamquam , etsi. Gr.
AOiiT^ep. Bocc. nov. L^o, 23. Il medico u-
dendo costei, con tulio che ira avesse ,
motteggiando rispose. E nov- 8l. 14. A-
Icssaudro levatosi prestamente , con tulio
iG3a
T U T
T U T
T U Z
che i paoni del morto avesse indosso ce. ,
pure andò via. Din Conip. 3. 86. Con
lutto che I Btductii tene:>sono alcuoa ve*
stigia di purte Guelfa, erano da loro trat-
tati come cordiali nimici. (>. V. 8. 69-
Z. Con tutto che alla prima mostrò d* a-
vcrc Luona e comuoc intenzione. Dant.
Inf. 30- Con lutto che ella vulge undici
miglia.
g. VII. Talora fu usato colla CBE
sottintesa. G. f. 7. (\(^. 2. Confermò lli-
dolfo Conte di I-'uriniljorgo, eletto Ile de'
Komatii, signore di gran valore, con tut-
to fosse di Lasso lignaggio. PS Q. 284* 2«
Alandogli a' cotiGni &auza altra ragione,
rou tutto ne fossero degni. "1* Tes. JJr.
2- 2q. E lulto aveane qucìto Fcdeiigo as-
&ai ugliuoli madernali e bastardi , che ci
mancasse do(>o lui non faràlo conto men-
zione se non d'uno. ^6'^
'*.= §. Vili. Talora si trova seguito dall'
indicativo in luogo del congiuntivo. Pecor.
17. I. Uieno e Belino i quali guastarono
gran parie di Lomhardia, e del paese To-
scanu, e poi aiicdiarono Ruma, e presono
inGn al Campidoglio, con tutto che innan-
zi che si )>artis:)ero, l'uroiio scon6tti in To-
scana dal liuon Camillo, t^ 23. 1. Al suo
Icmpo nuli lo confiiniò {l' ordine de' fra'
ti Predicatori) con tutto che al detto Pa-
pa Venne in visione, che la Chiesa di S.
Giovanni Latcrano gli cadeva addosso. (^)
%. IX. Tutto stivale .Jltiv-iì. Lai. pa-
nter. Cr. 2. I7. 4- La terra» eh' è già così
ahliandonala e privata e riarsa, è terra sen-
za speranza tutto si, come il corpo dell'
^mimale morto e incenerato.
g. X. Jl tutto , vale Totalmente , In
ogni modo. Lai omniao, penitus, Gr. to'
7ra/scÌ7rav. Pass. 129. Se il prete fosse
al lutto ignorante, elle non papesse discer-
nere i peccati, ec. ii 355. Josef interpre-
tò il sogno a I-'araune ec. ; e però uou è
al tutto da negare che ne' sogni si possa
tener mente, e avere alcuna verità per im-
maginaria apparizione. G. V. 2. , 6. 3.
Sconfisselo e viuselu, e al tutto cacciò lui
e sua genie d' Italia, u- Beni. Ori 2.9.
4I' Essi più volte riprovato invauo, Ch'
al tutto vuol portarla a Moni' Aliano- (C)
§. XI. Con tutto ciò. V- CONTUT-
TOCIO'.
§. XII. Del tutto , vale Totalmente,
Interamente, siffatto. Lai. omnino , pror-
sus. Gr. oioa; 7ravTe>w;. ^occ. noi'. 36.
11. Ma poiché pur s' accorse, lui del lul-
to esser morto ec. , andò la sua fante a
chiamare. E nov. 75. à. Io voglio che
Qoi gli traiamo quelle hrachc del tutto.
Dant Inf. 20. Forse |ier forra già di par-
lasia Si Iravulsv cosi alcun (M lutto, l'ctr.
.son. 3. Trovonirui Amor del lutto disar-
mato. Ed aperta U via per gli occhi al
core.
t §. XIII. In tutto, vate Total-
mente . Lat. prorsus , omnino . Gr.
TTavTu; . Bocc. nov. 3|. 23. .Ma cre-
delle perciò in lutto lei sì rorlcmcnte di-
Aposla. Pass. ^0. Gli uomini ec temono
partirsi, o in luHo, o in parte , dagli u-
hjti ed amati diletti Petr. cnp. 2. Che
'n lutto e orho chi non vede il Sole. Dant.
rim. 21. Si m' ha tu tutto Amor d.i t.h
«caccialo, Ch'ogni suo alto mi trae a fe-
rire. J> <i Ftr. disc. nn. 2!\. Mo»tra (arsi hef-
fc della giustizia, u finalmente pure in lutto
iliskimile a ab medesima ••. (Cf
t S- XIV. In tutto, talora vate Finat-
mente.
S- XV In tutto in tutto, vate In con-
clusione, finalmente i ma co\ì n-pfitato
accresce forza. Lai. in summa, m onini
summa. Gr. ffi/).Xìf^<5'i;v, tv ^f.v.^i'i^^ />''•
rnost /•>. Ciord Pred. H. In lutto in tuKo
che hraini lu da costui T ftr. Trin. 2 4-
Che vuoi tu in tulio in tutloT Cccctt. Dot.
4- 2. In tutto inluUoAcbe riuscire que-
sta tua cosa?
3 §. XVI. In tutto e per tutto, vale In-
teramente, Senza veruna eccetione. Lat.
omnino, prorsus. Gr. TTa'vT»), ;ravTW>.
Fir. Disc. an. 52. Confidandosi in lutto
e per tutto di ac slesso, non pigli né pa-
rere, ne consiglio da veruno.
§. XVII. Per tutto, vale In ogni par-
te. Universalmente. Lai. uhique. Gr. TTav
'ZV.yùZ . Bocc. Introd. l5. Quasi ahhan-
duiiali per tutto languicno. F nov. 22. "j.
Sentendo che già per tulio si dormia ce.
il suo torchietto accese. E nov. 55. 5.
Cominciò a considerarlo e da lato, e da
capo, e per lulto. Pctr. cap. 2. Ma tua
fama real per tutto aggiunge.
§. XVai. Per tutto ciò. V. PER,
g. CCLXXXIll.
§. XIX. Per tutto questo. /'. PER,
g. CCLXXXVI.
§. XX. Tutto a un tempo , Tutto in
un tempo, e simiti, vogliono Improvvisa-
mente, Ad un tratto, Instantaneamcnte,
Lai. repente. Gr. i^v.lfttti. /Ir. Far. 8.
6- Del palafreno il caccialor giù sale , E
tutto a un tempo gli ha levato il morso.
E 16. 6q. Tutto in un tempo il Duca di
Gloceslra A Malalista fa volar 1" arcione.
^- g. XXI. Tutto sia ciò clic, vale Con-
tutloilic. M. Aldohr. 1. 3. ^'on dee 1' uo-
mo herc tanto, che divenga cliro, tulio sia
ciò che molli filosafi dicano che esser e-
liro due volle il mese è sanlade. (1 )
* TUTTOCHÉ. /. TUTTO, ni-verfr.
g. IV. ìB)
s;- TUTTORA. /'. TUTTO, nome^ §.
XXVll (•)
TUTUMAGLIO . Lo stesso the Titi-
maglio. Lai. titymalus . Gr. Tc&iiVaJos.
7'e.v. Pov. P. S. cnp. 3. La polvere del-
la radice del lulumaglìo asinino , con ac-
qua fredda posto suso, mollo giova. Lib.
cur. mnlatt. Melti nella cavila uua la-
stettta di radice del tulumaglio seccata al-
l' omhra.
TUTUTTO. Così accorciato, per se-
condar la fretta della pronuncia, vate lo
stesso die Tutto tulio , ed ha forza di
superlativo. Ved. it Salv. Avveri, voi. 2.
lib. 4. cap. 4> Lai. omnis prorsus , tolus
omnino. Gr. TTavrJ/i^; . Dani. rim. 3o.
Che '1 si e U no tutullo in vostra mano
Ha poslu Amore. Virg. Eneid. M. Tu
edifichi ora i foudamenlì dell'alta Catta-
ginc e la Itella citladc , tulutlu dato alla
moglie. Bocc. canz. 3. 3. E de' miei oc-
chi lulutlo s' accese. K canz. 9. 2. L* a-
nima mia Tutulta eli apro , o ciò che 'I
cor disia. /:.' nov. o4> 12. Gli uomini e le
donne cominciaroDO a riprendere tulutti
Tofano .
TUZIA . Filiggine di metallo conden-
sala in isifuame rivolte, e aggruppate in-
sieme, di color t'igio, dura come la terra
mezza cotta , e di superficie granellosa ,
onde da alcuni antichi fu detta spodio in
grappoli j la ijualc s'attacca a' peizi di
terra , che sospendono 1 fonditori fter la
gola del cammino , ijuando fondono il
ttronto. Lai. tutia . Gr. no/Apoìu(. J/iA
M. Poi. Quivi fti fj la luUa , n lo »po*
diu, a (lirovvi rome: Egli haunu una ve-
na di terra , la quale e l>uuna .1 ciò , e
pongunla Ufllj furnacr ardenle, e in sulla
i'ornacc poogouu graticole di (erro , e *J
fummo (li quella terra va suso , e quello
che quivi rimane arpin alo è tutia , v quel-
lo che rinian nel lut*ro e spodio. M- Al*
dobr. P. i\'. 85. Prendere luna (HiUrrìi-
zala Boltilmente, r dittenqirrala con su^o
di ralumandrea. lUcvII. f(or. 66. Lo spo-
dtii si trova nelle (aiiia<i del T.iiiii', nelle
quali ti trova (incora la pomfoligc, che è
la luiia degli Atahi /: 07. In camhio ti
possono usare gli antispodii di Dioscori-
de , o la luxia degli spcxiali . E 70. La
luzia delle spezierie è la cadmia degli aa-'
lìchi. Generasi nelle fumaci del rame del-
le faville, come lo spodio, e la pomfoligc,
la quale e la tuùa degli AxaLi.
■f V, Lettera che talora è vocale, e talora
consonante. Quando e vocale, e la quinta
di questo nome, e la decimanona dell'
Alfabeto italiano} e la ventesima quando
e consonante. (Juando e vocale, ha gran
famigliarità colf O chiuso , pronunzian-
dosi motte voci coli' uno e colf altro scam-
bievolmcnte, come SORGE, SCUGE, A-
GHICOLTLRA,AGRICULTURA. Quan-
do le segue appresso un'altra vocale, il
più delle volte si pronunziano tutte e due
per dittongo , cioè in una sillaba sola ,
siccome addiviene all' I , come SGUAR-
DO, QUERCIA, GUIDA, FUOCO- Bene
e vero , che quando le seguila appresso
l' O , forma sempre con esso una sillaba
sola i ma seguendo una delle altre voca-
li , talvolta forma due sittalft, come PER-
SUASO , RUINA, CONSUETO. Prtce-
dcndole //'G, i7 C , 0 il <^ , fa sempre
dittongo colla vocale che ne segue , ed è
pure una sola sillaba , come GUERRA ,
GUIDA . GUADO , "Cuore , quatto,
QUERCIA, QUITAXZA. V V consonante
e assai differente di suono dall* U vocale,
essendo molto simile al nostro B. e al B
greco s perciò noi , a dinotarne la dipe-
renza, abbiamo costumalo di ser\'irci del-
l' U quando e vocale, e dell' V quando e
consonante . Da alcuni è dello aspiralo
del B, onde motte voci or coli' uno si di-
cono indifferentemente , ed or coli' altro,
SERVARE, SERBARE; NERVO, NER-
BO j VOCE, BOCE. lUceve dopo di si
la R nella smessa sillaba, e in mezzo delta
dizione, ma con molto perdimento di suo-
no , come DOVRESTE. CAN RETTO .
SOVRANO. Avanti di si, nel mezzo del-
la parola e in diversa sillaba , consente
/e L , N , R , S , come MALVA . CON-
VITO, SERVA, DISVIATO, f'Cncliè la
S si Iruovi di rado nel mezzo della pa-
rola, e per lo più ne' verbi composti colta
prt'po.<tzione DIS , o MIS ; ma nel prin-
cipio e molto frequcnt»- , come SVENIRE,
SVARIARE, SVINARE. Deesi pronunziar
la S avanti all' U consonante evi suono
sottile , 0 rimesso , quale e nella voce
ACCUSA , secondo che si è d'atto nella
lettera S. lladdoppiasi, come l* altre con-
sonanti , nel mezzo della parola , come
AVVIVARE. RAVVOLTO. ^ Salv. Av-
veri. I. 3. 2. 24< L' V consonante ancora
serve talora per tramezzo , ma »oUmenle
davanti .ilIa voce ecco , e appiccau con
Iti. in
*t S- Q""'« lettera, nella numerazione
romana, ser\-e anche per contrassegno del
numero cinque j e dell' add. numerale quinto
f>er esser la quinta vocale de'latint. Croni-
! cheti. d'.4mar. .35. Lo V. Re fu Tarquinu
Prisi-o dj Coranto di Grecia. E 36- Vale-
rìanu 33. e GalrrÌMOo suo figliuola 3^.
I regnarono nello imperio anni V. E iSs.
I A' di V. di Dicemhre venne m Firenze
' gran piova, r diluvio d'acqua, l'orgh.
3fon. i83. E r uligini, ed occasioni, chr
egti arreca di qu^^te figure , prrsuppu*te
la prima cosa da lui jkt lettere, quale è
«he r V si pigli per cinque , perche egli
I e la quinta vocale de* Latini.
f U ' Col segno dell'apostrofo, a/fSnchi ri
pronunzi dolce, vale lo stesroche Dove, m.t
e proprio del versò, comechè presso gli antt-
chi se ne trovino parecchi estmpii ani or mtl-
V A e
p/tr.can. 46- 3- W sono . ven.. u .on
Tura, che d.l .uo Fn.ore S ca ..llunfea-
ta, unio a ^i. * Or. S. G,r. 8. La, u
èranlà, nulla li Wla, la, u' non e canta,
non Vha nulla. /■ 20. Qume, « cste or-
eotlio, si fe .o«ura. /..cv;>. f. Eravi un
Diano, u- »■ erano molli mcanlatori e sor-
Lri. rr; ^r. Fur. 12. 59. Hitorno Ferrau
„„o la fonie , V neir erba gucea 1 cimo
del Conte. T 33. V, «■""/'",'", '„
Lio, uMa vittoria mamle. P^l-:- ''■ '■ i°-
V' 5cheri.indo Ha' fior lascive auretle, t ao
Jolcementf tremolar r erliclle.
* U. f„ usalo JagU nnticlu m lucgo
i,lU rartuclla d,.<gmntU-a O. CuUI. Utt.
1. 2. Gentilctia di sangue, leaUa di per-
sona, lacerti di corpo, u d. podere, t i.
16 Ma come potemo, u savemo venire a
ciò . E 10. 27. Buono , u non buono ;
beUo, u no che sia. 6r. S. G,r. lo. Co-
lui che ha orgoglio, u avar.iia, u lussu-
ria, si chiude l'uscio del suo cuore, e non
vi lascia Iddio enliare. (J ì
V A
V A C
V A C
i633
I
VACANTE . Che t-aca . Lai. vacans ,
vacuus. Gr. «svoi, 5rEpj>s";- t^""'-
Inf. 16. Che si chiama Acquachela suso
ivanle Che si divalli giù nel basso letto,
E a Forli di quel nome e vacante Ccioe,
« mancante, 0 perde quel nome), i. lar
12. Non la lorluna di primo vacante, bui-
Wi: Cioè non add.raando santo Doinen.co
ec lo beneficio del canonicato, o d altra
prelatura, al primo vacarne, cioè aspet-
lando, e desiderando che qu.ilcuno di quel-
li che vi sono, muoia, ed egli gli succeda.
G V 6. 25. 6. Lasciò per Iona vacarli!
undici Arcivescovadi, con pm Vescovadi,
e Badie { cioè , sema possessore ) . Coli.
SS. Pad. lo tornerò in casa mia, ond 10
uscii, e vegnendovi, si la Iruovo vacante,
purgala con iscope, ed ornata fcioe, vola).
Jmet. 85. O santissimi popoli, vacanti a
sacrificii a me più cari, ec. (cioi, che at
tendete ). .Bore IH. nani. 223. Nacque
questo singolare splendore italico nella no-
stra cittì ec. , vacante il romano Imperio
per la morte di Federigo (cioi-, non rc-
snando allora alcuno ncll' Imperio ).
' * VACAXTEl'.l'A. Siiperfuila, I ani-
li. Lai. siiperfluitiis, ianitas. Gr. J^'?''"
<ltia. uaTaiOT.];. Buon. Ficr. q. q. 1».
Quell'è un genliluorao , un genliluomo
Di quei che son da vero , e non di no-
me. Non 'V adornerà e di vacanleria , E
d" affettata e vana Supersliiion, ec. (")
t VACANZA, e all' antica VACANZIA.
// cacare, nel primo .<ignij!c. Il tempo in
cui un ufizio , una carica , un beneficio,
e simili, rimane senza possessore . Car.
leti. I. l55. Se di costi mi deste avviso
di qualche vacania , son quasi certo che
l'empierei. Segr. Fior. Stor. I. 3l. Or-
dinò che ciascuno nelle vacante de be-
nefiiii paj;asse un' annata alla camera.
J §. I. Per Intermissione, Cessamento,
Riposo. Lai. vacatio . Gr. cx'il'- Buon.
Fier. 5. 1. 4. Goda del passatempo. Se
vacanza di Marie gliel concede. * Segncr.
Crisi, inslr. 1. II. l3. Questo e il fine
della varanta dalle fatiche (ne' di festifi)
il conoscere meglio Dio. (CPj
* P. 11. ì'acanze, nel numero del piti,
significa il Tempo in cui nelle scuole , nelle
università, e simili, cessano le lezioni; ed
anche il Tempo in cui sono chiusi 1
tribunali . - Buon. Fier. 3. 3. 2. Veniste
onalchc volta Anche voi a soUaiio le va-
carne . . Sahin. disc. 2. 498. E COSI lie-
U la materia che di ragionare oggi voi
mi apprestate col vostro riverito comando
ec. coinè quella che tratta di vacarne, e
yocabolario T. //■
di riposo, che io ec. (C) Segner. Seni.
Ora- Introd. Correvano le vacanze au-
tunnali dell' anno mUle seicento sessanta
allorché mi ritirai ..1 solito corso degli
cserciiii spiritu.di. (TC)
3 VACARE . Propriamente si dice del
Rimanere i benefica ecclesiastici , le ca-
riche, o simili altre dignità, uflicii.gra-
di e posti senza posse.<sore ; e anche si
dice per similit. d- altre cose. Lai. .■aca-
re, carere domino. Gr. r,-:ifii->-ÌM. Dani.
Par 16. Che, sempre che la vostra Chiesa
vaca , Si fanno grassi stando a concistoro.
F 11 11 luogo mio , il luogo mio , cbe
LfNcUa presenza del F.gliuol di Dio.
ilaeslruzz. 2. 34. 2. Il terzo e , quando
alcuni di nuovo usurpano la guardia del-
le chiese che vacano . G. ^ . O. 21. i-
Vacò la Chiesa sanza Pastore venti mesi
e mezzo. E 7- 2I- 2- Mentre che 1 Im-
perio vacasse . Sen. Ben. J arch. b. ii-
Ma il luogo di Agrippa e d. Mecenate va-
co sempre. rr
* §. I. E col secondo caso. « l.. <- .
-. 3q. 2. La Chiesa in quc' tempi vacava
di Pastore ■■- W ,-. .
? II. I acare, per Mancare, i'"""-
Lat. dcficere. Gr. x-^-«)lV-:"' O- ' ' ?•
5. 3. Era durato cinquantaqualtro anni ,
poicb'e vacarono i Franceschi.
K. IH. I acare, per Esser prn-o . Lat.
^ ir.,,. C C.refF 1. 5. Una cosa
carere . Mor. ò- t>reg. 1. .^ , , j;
non voglio tacere , la quale non vaca di
•+ * S IV. Vacare, dello di tempo,
..ale Esser i-acuo , libero da faccende .
Mor. S. Creg. leti. 4. L' ultima parte
trattai e dettai più diliberatamenle anco-
ra, vacandomi più tempo. 1^^)
* R V Per Es.tere superfluo. IJep. uè-
f„m. 28. Parve ad alcuno che le parole
et d-ogni qiianlil.i di danari vacasseroje
cosi le' tolse via. (F) .
8 VI. Facare , per Riposarsi, JSon
far nulla. Lai. .acare, oliosum esse. Gr.
io vaco , e non fo nulla col corpo.
+ S VII Vacare, talora si usa colla
prJposizione K , ed anche I.N , 0 NEL e
\,ale attendere, e Pare opera ad una cosa,
maniera latina. Lat. .-acare, op^ramlare.
Gr. 5Z»>=^Ì-''- ^''"- «■ 2./ 3. Giusta
cosa e moìto onesta reputerei , che , ad
onor d- Iddio, piuttosto ad orazione , che
a novelle varassimo . E num. 5. Li due
di seguenti a quelle cose vacando, che pri-
n,a la Reina aveva ragionate con diside.
rio aspellarono la domenica. E I "■'}'"'' ■
l's5 L visarono diversi ministri, li quali
fossero sacri , e da ogni altra mondana
solleciludine rimoti, solamente a divini
senigi. vacassero. Mor. S. Greg. Vacale;
cioè a dire: stale intenti, e vedete eh 10
sono Iddio. E Dial. Amava molto di star
solo , e sempre vacare ad orazione. Mae.
struzz. I. 10. Chi passa al chericalo ir-
revocabilemente, per lo ricevimento degli
Ordini sagri, passa dalla fatica delle cose
del secolo a vacare nelle cose spirituali .
£ 2 27 Da quali cose e da astenersi
ne' di d'elle feste? Rispondo: Debbons.
astenere le persone da ogni operazione
servile , acciocché possano meglio vacare
nelle cose divine. Fsp. ialni. A maggio-
re adunque illustrazione , e intendimento
di coloro, che nella presente sposizione
vorranno vacare, ec * Cuicc . itor. 8.
116. Oppresso da lunga e grave mfermi-
t'a, non vacava più ai negozu, i quab so-
1 levano totalmente spedirsi col suo consi-
elio. (Pe)
t VACATO. Jdd. da T acare; Rimato
senza possessore. G. V. 9. 3l2. 2. 11 Co-
mnne di Firenze v'avea su ragione per censi
vacati. Ricord. Malesp. cap. l32. Lascio
vacali per forta undici Vescovadi, e Ar-
civescovadi e Badie nello 'mperio e reame
e cio'e , voti , senza alcuno che gli occu-
passe , 0 ritenesse ). , . .
•+ VACAZIONE. Il vacare, nel primo
signific. G. V.6. 22. 1. Nella detta va-
catone ec. Federigo imperadore ec entro
nella Contea di Romagna . hicord. .ila-
lesp 147. Per la vacazione che dopo lui
eblfe la Chiesa ec, Manfredi racqu.sto lutto
il regno, ec. * G.-iiC. Stor. 4. 19. Ne
io so se ec. avesse permesso di' ei posse-
desse eziandio lutto quello che aveva occu-
pato nella vacazione della Chiesa, (l.)
8 I Per Mancanza. Lat. defeclus. Gr.
.-'if-iua . G. V. 1. 20. Ut. Come Carlo
Magno fu re di Francia, di suoi descen-
denli e di loro vacazione. E 3. 3. 5. Rac-
conteremo gV Imperadori italiani che re-
gnarono in que' tempi , appresso la vaca-
zione de' Franceschi.
j R li Per Intermissione. Cessamento,
Riposo. Lai. vacatio. Gr. ^X^U- Amm.
Jnt 40. 12. 6. Il divino imperadore Au-
gusto non restava à' o^U^AreV^ie ei,
Cercare vacazione da quei fatti pubblichi.
Borgh. Tose. 358. Ella avea, come le al-
tre le sue vacazioni, e privilegii. larch.
Lcz. 559. Farò vacazione per tulio il pre-
sente mese di Luglio.
* <! Ili Vacazione , dice.<i anche II
lempoTin cui nelle scuole, nelle universi.
(,; e simili, cessano le lezioni ; se non
che in questo senso dicesi p.u comune-
mente Vacanze. « ^'"',\^"''"- ^''S'i;
Lieti con voi il carnoval faremo, Or eh
è la vacazione »■ rO , , ,. ^ ,„
VACCA. La femmina del bestiame bo-
vino. Lat. vacca. Gr. Oo(i:</»1 . T. 9.
fio 1 Colui che vuol comperar greggia
5a'' m;rcalanli , dee principalmente osser-
vare che le vacche da far figliuoli sieno
innanzi di perfel.a, che A' imperfet a eia
M V. II. l3. Meno al campo dodici ceij-
iinaia di bulole, novecento vacche, vi ella
assai , e olire a mille porci . Liv. M. 11
bu"n uomo, cui la vacca fu, la meno.
Roma . nani. Inf. 12. Che fu con.eUa
neUa falsa vacca . Tes. Er. 5. 44. Le
vacche dee l'uomo scegliere molto a te e
lunghe , e di grandissimo corpo . Alam
Colt. 2 48. Quei le mugghiami vacche
in larghe\chkre ec. Le pecoieUe umj,
le capre ingorde Giugnendo in gregge, ai
dolcezza e d' arte , Senza altrui danneggiar,
nutrirò il mondo. . n..^;,,
R l Vacche, si dicono anche • Bachi
da seta , che ialrislili per malntUa non
lavorano. Red. Ins. l3o. Somigliarono a
que' vermi da seta , che amma andos. , e
quasi m.ircendo , prima di eondmsi a fa-
re il bozzolo , son chiamati volgarmente
vacche . /ì .,•
s li Vacche, si chiamano ancora IJuet
lividori , o incotti , 0 macchie che vengono
talora alle donne nelle cosce quando ten-
gono il fuoco sotto la gonnella .« tempo d,
"^1°Ì1I. Vacca, diciamo anche per rfi-
^vresio a Ioana disonesta. « Benv. Celi.
"nr'l 120. Spaventato ognuno m casa ;
lo amico mio. la vacca grossa . e la mi-
nuta tutte fuggile mi .sentivo sofifocare il
cuore. (C) . , „^.
-{- * e IV La i-ncca e nostra , ma-
niera prìverb. che si dice Q"""'"/''
vinta la prova, o si tien per cerio di vin
certa. Cecch. Assiuol. 4. 5. Vienne, Gri-
maldello : i'ho aperto: la vaccaenosra
dentro, dentro, e'nemic. son "■"'• 'L'^ ^^ '
1. 2. Se cotesta è la maggior diUicoita ,
la vacca è nostra, (lì _ „
* §. V. Pesce vacca. Spece di Fer.
raccia colla testa uguale a quella del
Ppistrello , ma con due specie di corna
cZTe rilevate, che fP-'alano mf^^
'^Ic^po.lacarneècà^aeros.gna,
i634
T A C
ti mangia sn/nta, e da alcuni si spaccia
pei- Tonnina. (A)
•f * §. VI Un(;ua di vacca. Sorta
it incudine, la quale adoperano coloro che
fanno figure o i-asi, o altra cosa che sia
di pmstra di metallo. Benv. Celi. Ore/.
86. Cutsuto !.i Italie, che pif^Ii interamente
la forma di (ulto il vaso ; il che si consc-
guisce iu sulle (ielle ancudini, che per l*
arte si doman(l;inii lingua di vacca. {Aj
* vaccaio. / accano. Pliit. Adr. Op.
mor. 3. 58. Se qujlche capraio, o vjccjio
ec. fusse venuto a portar la novella senza
ferite, o sangue, duniaiidassc i medesimi o-
uori , che ma el)l»e (^negìto ec. non vi
parrchhe che fusse più sfacciato d' ugni
•Uro? (C>
V VACCAIO . Sorta d' uccello di ra-
pina, lied. Ins. 201. L* ai|uita reale ed
il vaccaio ne hanno di quo' grandi ( de*
pollini), clic si trovano m-l gheppio cc\
ed olire a questi , nel v.irraìo se uè tro-
vano ceri' altri .simili di 6;;ura , ma non
di colore , a quelli del cervo. ^.V.Vj
VACCARELLA, e VACCHERELLA.
Dim. di l'acca j l'iccola vacca , l acca
giovane. Sannnz. Arcad. pros. 6. Ho ve-
duto r innamorata viirrlir-rella guidare sola
per 1' alle selve niut;ghiandu, e cercando il
giovane giovenco. Menz. rtm. l. 3o6. La
vacrherella io quella falda piana Gode di
respirar dell'aria nuova.
•f i\i VACCARO. Guardiano delle vac-
che . Sannnz. Arcad, pros. 5. Trovati da
dieci vaccari che er. in cL-rchio danzava-
no, a guisa che sogliono .sovente i lascivi
Satiri ec, ne ponemmo con loro ce. Cor~
tig . Castigl . lib. 2. png. 2'ì8. ( (Ho'lto
l56i^) E pochi crau di (juelli, che si tro-
vavano prescnli , che non sa[tc.sscro clic
costui tra un varcaro bergamasco . (.1)
Car. Long. So f. rag. l. Pasceva per quel
contorno medesimo un garzouctlo vacca-
ro , bello ancor egli e bonissimo canto-
re, fri')
VACCHETTA. Piccola vacca. Fir.
As. 212. Ricercando i mici pa.stori d*una
Tacchetta che egli avevano smarrita , per
mia mala sorte me riscontrarono.
§. l. l'acchetta, diciamo anche al Cuoio
del bestiame vaccino. Jìtion. Fier. 2. ^,
11. Tu srema il [ìrezzo di quelle vaccbel-
tc. Car. leti. I. 2^. Iddio m'ha f.iUo gra-
zia, che non ni' ha cotto in pieno , e che
lo stivale è d' una grossa vacchetta.
g. li. lacchfUa, si dice anche un Libro
in cui si scrivono giornalmente te spese mi-
nute, '"f Ar. Sai. 6. Mi more il padre , e da
Maria il pensiero Dietro Marta bi&u);na eh'
io iivoIj;a ; (.11' iu muli in squarci ed in
vacihclle Omero. (M)
VACCINA. Carne, di varca. Lai. bu-
hiila. Gr. to (ìótiov. Ar. Sat. 3. Prov-
vedimi dì legne secche e buone , Di chi
cucini pur cosi alla grossa Va poco di
vaccina, o di montone.
§. l. ter Bovina. Zibald. Andr. 47. A
far bene orinare togli la vaccina de* vi-
telli calda , e posta sopra al j)cltignoDc
vale molto.
'•"!• §. IL J accina, dicesi anche da' ì eie-
rtiiari una Malattia cutanea pustulosa ,
che viene nelle mammelle delle vacche^ la
quale per mezzo della vaccinazione si co-
munica all' uomo ajine di preservarlo dal
t'aiuolo. (B)
* VACCINARE. Term. de' Chirurgi .
Comunicare la vaccina all' uomo; il che
si Ja tingendo un ago nella pustula vac-
cina , e passandolo sotto /' epidermide di
esso uomo, (/l)
* VAlXLNAXIONE. Term. de'Chirur.
gi. Il l aicinare. (fi)
VACCI ^0 . Add. Di vacca.
^ JiJ. /i' anche aggiunto ili l'iota . /'.
VACINO. (Vj
V A C
•f * VAC( IO. r. A. Add. Diligen-
te, Spedito, Presto, Avaccio, Avaccevole.
Cuitt. Iftt. 21. 57. Che vile prò, e ne-
grigcnlc vacrio , e scarso largo , fa pun-
gente sperone di gran bisogno. F z!^ 6l.
Oh che gioioso e glorioso assempro ec. ,
giacendo all'i ilio, retto e vacciu anda-
re! (fj
VACCIO. F. A. Avverb. Avaccio,
presto . Lai. cito , quam primum . Gr.
suria r arcomp.igna , Che >ia vaccio run-
sunialo . /. 2. l8- 81. Chi nou si allen-
ta a camminare, Vaccio arriva al suo li-
mitare .
-:= VACCUCCIA. J'accherella s e figit-
rntam. Sgualdrinella. ì'arch. Lrcol. vSp.
E' bisognerebbe che Ìo fuasi la vaccuccia,
a dire e a far tante cose in un giorno iqni
in maniera proverb.). (') Alh'g. 88. O che
pensale voi eh* io sia la vaccucria ( cioè, co-
lui che ne ha ahhrmdanza / ? ( F)
t VACILLAME.NTO. // vacillare, e
figuratam. Dubbio, Incertezza . lai. va-
cillano. Gr. :r-/-pa^9;a. .V. Ani. Conjess.
La rjgione sia soda sopra ciò , e duot-
le che le venga tal vacidamcato Segner.
Crist. instr. l. 3. 3. Quesla fede non è
qualunque credenza, ma una credenza in-
(liiliil.ita , che non animella volontaria-
mente alcun moto di volubilità, o di va-
cillamento .
t VACILLANTE. Add. Che vacilla
così nel proprio, come nel Jigurnto. Lai.
vacillans. Gr. nv.p'/.r^ìzÒft'.'O,. Bocc. l'is.
l\l. Alcuna volta dottai, eh* io A tal pia-
cer non farcisi subliiello A mal mio grado
il vacillante mio Libero arbitrio. ^ Sai-
vin. Di.fC. I. 9'(. (Jiè laida cosa è a ve-
dere uno alteiato dall' ira, con gU occhi
cernie fuoco ec., roUe labbra Iremauti, va-
cillante nelle membra er. (li)
•f •:■ AACILLANZA. l acillamento ,
l'ac illazione còsi nel proprio, come nel fi-
gurato. Segner. incr. 2. 29. 8. La feite
ha da essere salva tanto , che escluda ogni
varillanza; altrimenti ooa è più fede, è
opinione. (A)
•'.• VA( ILLARE. Non esser ben fermo.
Ondeggiare, Muoversi. Tass. C.er. 8. 25.
Nulle mi parve ed allo sguardo fioco S'of-
ferse il vacillar d' un pit-ciol fuoco . fp)
Cas. son. ^c>. Luce inferma e lume Che
a leve aura varillc e si consume. (l'I')
f J-J. 1. ì'acillare, si usa più comune-
mente in senso figurato , e vale Fs.tcre
incostante, ambiguo, dubbioso, infra due.
Lai. vacillare. Gr. naavpi'pia&ai. C f.
II. 82. I. Poi rimandavano per lui, co
me popolo eh' era in vacillare e in non
fermo stalo . '!= Segner. Pred. PnI. Ap.
I. 7. Uccidendo Gesù ce verrebbero a
mantenersi in quella podestà di cumandu,
che per altro miravano vacillare, vivente
lui, (PC)
g. II. Per Farneticare, F.rrar colla
mente. Lai. delirare. Gr. TTupscscovaTv.
Petr. son. |t)i. E vacillando crrcn il niio
tesoro. Frane. Sacch. nov. 2. (Questo M-r
Matteo, Venendo nel tempo della vcrrhict*
za, comincio alquanto a vacillare. ^- Frane,
Harb. 21)8. 6. E dove ella varigli. Ricorri
a* buon consigli (qui varigli in cambio dt
vacilli, per la rima}, il )
VACILLATO. Add. da ìadllart .
Anivt. 8<). Ecco, che a mo è dato di po<
Icrr, rome mi pare, imporre il nome ira
tanta gente di quella città vacillalo (cioè^
inciso in dubbio, nttn determinato).
f VACILLA/.IONE. Facillamento . e
figuratam, /ncertctza, Irrexilutione. Lai.
vacillano. Gr. notfotyo^o'. *> S. Agost.
C. l). 11. 12 Cile non dubiti per ve.
runa variltaiione so dovere in quel bene
durare in eterno , ve (fi} Onice. Star.
13. 599- Il Caidiuale ScduDcic, ti qualf
\ A C
prima spaventato dalle pratiche ec ■ , e
dalla vacillauoDc delta riltk di Milano
ce. F |8. 74- Aver conchiuso ec. ana
confederazione di grave ipcta , e di pic-
colo frutto per la vacillazione del Poale-
ficc.
•f VACILLITA'. VACILLITADE. *
VACILLITATK. /'. A. Ambiguità, Dub-
biezza. Lat. vacillano. Gr. Tivp'x'Yopoi..
Ott. Coni. Par la. 290. Nota vacdlilade
e incoìtanta sopra la k-de.
•f ■:• VACI.NO, f VACCINO. Interpre-
tato per agl'Unto dato a sorta di viola,
0 forse ti fiore Giacinto, come interpreta
il Mnttiolo sotto il vocabolo di ytiCìtiO.
Salvia. Tane, liuon. 2. A. Faccinia ni-
gra leguntur ; sorla di viole , forse ec.
vaccina, viole vaccine, che sarebbero i
lupinclb, 6ori russi ce., pascolo grattssi-
nio de buoi, f.tj
f VACUARE. Votare. Lat. vacuare,
vacuum reddere. Gr. xjvo'v. Segr. Fior.
Star. 7. 175. Coiimo col credito suo va-
cuò Napoli e Venezia di danari.
f f;. J'acunre, vale anche Fare andar
del corpo con medicamenti purgativi , E-
vacuare. Purgare, liuon. Fier. I. 3. 3.
1 mali Nati da ripienezza Si curin vacuan-
do.
3 VACUAZIO.NE. J'otamentojmasi di-
ce più comunemente del votamento delle
fecce dal ventre degli animali Lai.* ex'acua-
tio. Gr. Jtc'vwit^. M. Aldobr. Generalmente
leiminano più per sudor<^, che per uiuna
altra varuazione. Coli. Ab. Isaac, cap. 22.
Gli occhi loro diventano scurali per la
multa vacuazione corporale.
* £• Ffg»rntam. «. Car. tett. I. 5a. La
vostra fortuna ha fallo questa volta una
vacuazion tale , che poco vi può rimane*
re omai di malif:nu ». f C/
'.- VACUET I O. Dim. di l'arno, su-
stnntn-o. Imperf. Tini. D. I^T. 8- 576.
Questa malcria universale d' atomi, e dì
vacuo può ragionevolmente dirsi un non
$0 che più del nulla, e meno del qual-
cosa, che poi qualcosa diviene con Tag-
gregamenlo de' corpuscoli e de' vaeuetti
insieme acquistando ne* cumposlile furmf*
visibili. (F)
VACUITÀ', VACUITADE, * VACUI-
TATE. Astratto di Vacuo; Mancanza di
materia. Lai. vacuitas. Gr. xcvóri};. Mor.
S. Oreg. Scniendosi dentro volo, conosce
la sua frigidità per quella vacuìlade. But,
Purg. 19. I. La seconda ragione h da
volontà mossa da alcuna passiono , come
per troppa repletiooe, o vacuila di stoma-
co.
f VACUO. ,$■»*/. Lo .ttesso che l acuità.
Lat. inanttas, inane. Gr. tV kCvo'v . Ifut.
Inf 3^. a. Tanlo vacuo è nella terra ,
quanto finge 1' autore die sia lo 'nferno.
lapr. Bott. 2. 29. Non si può dare nella
natura il vacuo, cioè che non »i può tro-
vare luogo in questo universo, che non
sìa lipieno di qualche corpo. /;a.3l-lo
li dico, che se ei ki dftse il vacuo, e* ne «e-
guirebber mille inconvrnienti. .Salvia. Pise.
a. 211- E»enijtio illustre di ciò ne sia la
quislione re. del voto , ovvero del va-
cuo. F aia. Ci k nelle cose il vano, ed
il lacuo.
t 3 VACUO. Add. Voto. Lil. i-aeuus.
Gr. rtvói. fìcee, nov. 39. li). Al Conte
significassero, lei avergli vacua rd iipedila
lasciata la possessione, tiuon. Fier. ^. a.
7. .<sparsi per terra i culmini del mondo,
E delle slire sue vacue i frammenti ec.
N' andar qtial qua, qual là.
* §. 1. F fguratam. Privo, MmnCénU.
- Fior. S. Frane. 175. Acciocché noi non
ci troviamo vacui e sema frullo orli* in-
verno, timer. Sior 6. 26.'^ Non erano 1'
altre parli d' Italia lutalnirnle vacue di
sospetti» . {Cj E tom. IO. face 17 (tdU.
V A e
V A G
V A G
16S5
tfei 1819.) Multi LooeGtiiec. si dìstribuivatio
per fasori o Ìo persone incapaci per Tctà,
o ia uomini vacui al tultu ({i tlottrina e
ài lettere, e ce spesso in persone di pcr-
diUsMmi costumi. (Pc)
f §. 11. Per Ozioso, Neghittoso, lab.
109. Vedere adunque dovevi, amore es-
sere una passione ec. abitatrice de* vacui
petti.
VADO. GuattOf Passo d* acqua. Lat.
vadum. Gr. "JÒpoi Petr. son. \(\S. Un
amico pensier le mostra il vado. Non d
acqua che per gli occbi si risolva. Fr.
lac. T- 5. 23. 19 K pochi se ne posso-
no inveaire A chi piaccia tener contrarli
vadi.
f * VADOSO, .idd. Che ha vado 0
guado, Gtiadoso. Sali. Oiiig. X70. Gli
2hn ( luoghij , come per avventuratali
profondi, e tali in alcun tempo vadosi,
cioè bassi, e da poter guadare ; che quan-
do il mare è grosso, ec. (VJ
f VAGABONDARE. Andar vagabondo,
Andar attorno errando, e senza saper ben
dove. Lai. vagari. Gr. cr'Xiìaàat, OH.
Com. In/. 26. 4hI9- ^* quali, essendo lor
duca Enea, per incetti e noa istanziali
luoghi vagabondarono. £" Purg. 18. Li
6gliuolÌ vostri andranno vagabondando per
lo diserto (!l Ms. nel primo rs. legge vaga-
bundaroQo; e nel secondo vagabundando).
"Maestruzz. a. 22. Se si bota (il religio-
so) noi dee adempiere sanza licenzia del
Prelato ec, acciocché non si dia cagione
d* andare vagabondando. '^ Salvia. Odiss.
17. 322. Cosi a tele gentilezze tutte Dis-
siperà, che or porti, insolentendo, Vaga-
bondando sempre per cittade. (B)
%. Per meta/. Cose. S. Bera. Quando
io vaco, e non fo nulla col corpo, discor-
ro vagabondando col pensiero [.er diver-
si luoghi. * Palm. T'it. civ. lib. 2. pag.
47. (Pir. l529) La lagionedello intellet-
to ocn sia vinta ed abbattuta dai non ra-
gionevoli appetiti, ma in tal modo ubbi-
disca a quegli, che i desiderii slreoati non
vagabondino sanza ragione, ec. fB)
•f VAGABO-NDITA', VAGABONDf-
TADE, e VAG\BONDITATE. Astratto
di l'agabondo. Cuttt. lett. 3^. Ripensa
ec. quanto già fue la mia vagabondila (Il
Lombardi avvverte che il testo citato leg-
ge vagabundìtà ).
•t VAGABONDO, e VAGABUNDO.
Add. Che vagabonda. Lat. vagiis, ober-
rans. Gr- TÌavo^, oiiw'jxsvo;. Dant. Par,
11. E quanto le mie pecore rimote E va-
gabonde più da esso vanno, Più tornano al-
l' ovil di latte vote (Il Cesari qui nota
che vagabonde da esso non e costrutto
comune, e vale errando lontane). Bocc.
nov. 16. 16. Quasi della fortuna dispera-
to , vagabondo andando , pervenne in
Lunigiana. Amet. 3"]. Per l'aria vagabun-
di, in voce altiera, facendola risonare, an-
davano questi versi cantando. E 3g. Il
tuo spirito vagabundo per 1' aure ec. ne
▼a con colei che più m' olTende. Pass.
l35. Non sia ebriaco ec-, non crudele,
non Fattore, non vagabundo. Maestruzz.
\. 64- La moglie e tenuta di seguitare V
uomo per qualunque cagione si parta ,
cioè levando tutta la masserizia, e por-
tandola altrove, se già non la volesse da-
re al peccalo ec; ma non è così, se fosse
vagabondo. Cavale. Hfed. cuor. Vagabon-
do e scacciato sarai sopra la terra lutti
gli di della vita tua.
•f * §. Per similit. si dice, con bella
eleganza, parlando di pensiero, o della
mente. Vit. SS. Pad. i. iu6. E il quar-
to di entrando ad orare, e fare lo suo of.
6cio, stava tutto vagabondo e astratto. E
z. 91. Tre cose sono, le quali fanno sta-
re saldo la mente vagabonda ; cioè leg*
gere, vegghiare e orare. (V) Cose. S.
Jìern, 74- Profero le parole de' salmi, e
non attendo al sentimento de' salmi; ma
rolla mente vagabunda, e coli' abito disso-
luto, e cogli occhi sbalestrali ec. ragguar-
do ciò che quivi si fa. (PP)
* VAGABUNDAMENTO. Svagamen-
to, Cose. S- Bern. i85. Non sarà di neces-
sità ec. che tu discorri di qua e di là per
vano vagabundamento di pensieri. (C)
J."- VAGABUNDITA'. / . VAGABON-
DITA'. (B)
* VAGABUNDO . /' VAGABON-
DO. (B)
* VAGAMENTE. Avverbio. Con va-
ghezza. Lat. venuste. Gr. p^^^aiEVTw;. //
l ocab. alla voce VAGO, avverino. (•)
VAGAMENTO- y/vag-are. Lat. vaga-
tio. Or. TZici^opa., ocXó- Mor. S. Creg.
Ninna altra cosa 6gura in questo vaga-
mento, se non V ansialo pensiero de' san
ti predicatori . * Pallav. Sttl. 246- Si
guardi bene egli òa un vagamento smode-
rato, per cui sembii piuttosto errare che
viagjjiare (qui per similit.). (FP)
•f VAGANTE. Che vaga. l.^\..vagans.
Gr. aAùj'ujvo,. Dant. Purg. 32. Ma perchè
l'occhio cupido e vagante A me rivolse, quel
feroce drudo La flagellò dal capo iosio le
piante. Tass- Ger. 4- 87. Or tien pudi-
ca il guardo in se raccolto , Ora il rivol^je
cupido e vagante. Gal. Sist. 37. Veniva-
no alterate in parte da alcuni movimenti
acccidentali, vaganti e irregolati, a' quali
elleno son sottoposte.
* §• Vagante, dicono i ^Tedici quel do-
lore che non e semprejisso in una stessa
parte del corpo. (Aj
VAGARE. Andare errando. Trascor-
rere. Lat. vagari, aberrare. Gr. aiàc&ai,
TTÌxvas^y.c. Bocc. nov. 16. 6. Perchè a
bell'agio poterono gli spiriti andar vagan-
do dove lor piacque. E g 8. /- 3. Biso-
gnosi di vagare alquanto, e vagando ri-
prender forze. }-'nov. 94- 2. Ne mi pare che
alcuna cosa restala sia a noi, che abbiamo
a dire, per la qual novellando vagar pos-
siamo. Amet. 82. Ed il pietoso Enea sban-
dito cominciò per lo mare a vagare.
g. I. Per melaf. vale Uscire del preso te-
ma. Lat. ab instituto aberrare. Gr. «to'
5/oToù TzXciJv.i^yA. Bocc.g. 4- p- 20 Da
ritornare è, perciocché assai vagati siamo
ec. , l'a onde ci dipartimmo.
* §. II. E in sìgnijìc. alt. Scorrer
vagando alcun luogo. Ang. Metam 2.
1*0. E r orsa iu quello stato inf.ime e
tristo Avea vagato il bel regno pater-
no. (Br)
t 'A- VAGATORE. T' erbai, masc. Che,
o Chi vaga. h^t. vagus.erro. Gr. aÌTj'.uwv.
Buon Fier. 3. 4- 2- Niraici al proprio be-
ne e al proprio fine, Vagatori notturni ,
ec. C*)
VAGAZIONE. // vagare. Lat. vagatio.
Gr. :T£piyopa. Mor. S. Greg. Di tanta
vagazione passava di luogo a luogo , di
quanta carità grande egli ardeva. But.
Purg. 22. 1. Inducendo Enea a parlare
della sua vagazione per lo mondo.
§. Per similit. vale Svagamento, Di-
strazione. Lat. • mentis distractio. Gr.
rzizioopd zoZ voJ. Maestruzz. i. 38. E
peccato la vagazione della mente nell' o-
razione? Risponde san Tommaso: Se al-
cuno ei proposito vada vagando nell'ora-
zione, è peccato, e impedisce il frutto del-
l' orazione . P'it. SS. Pad. Allora tutti
conobbono che ogni vagazione di cuore ,
e soperchie e vane cogitazioni, le quali l'
uomo hae , massimamente al tempo del-
l'orazione, sono per operazion del nimi-
co . Cavale. Frutt. ling. Cosi dobbiamo
noi con gran sollecitudine resistere alli
mali pensieri , e alle fantasie , e alle va-
gaxioni di mente , che *1 nimico ci proc-
cura al tempo dell' orazione.
VAGELLAIO. Tintor di vagello. Frane,
Saech. nov. 64- Quando io v' era su, mi
pareva esser la secchia de' vagellai; io deb-
bo aver rotta tutta la sella e le corazze.
t §• P'^f Vasellaio. V. A. But. Par.
1.2 Se la terra non sia ben menata, mai
lo vagellaio non polirà fare lo suo vagello.
•f VAGELI.AME. V. A. Vasellame.
Lat. vasculorum supellex. Gr. ff/'uaoia.
But. Par. 6. 2. Tutta la corte fornitte
di vagellarne d' ariento. Eappresso: Que-
sto (scrigno, h pieno di vagellarne d'ariento
per la corte.
•f VAGELLARE , e VAGILLARE .
Voce oggi poco usata. Vacillare. Lat.
vacillare, titubare. Gr. Trapao-'psjBa*.
Petr. Uom. ili. Sollecitò tornar nella pa-
tria per confortare gli animi che vagella-
vano . Lib. Am. 58. Se vedrai V amante
sanza cagione essere tiepido in renderti li
usati diletti, sappi che la sua fé vaglila.
(1/. V. 9. 24. li perchè lo stato de'Mon-
lepulcianesi vagillava, ed era senza riposo
( così nel manoscritto Rìcci , ed in altri
buoni testi a penna).
g. \. Per Vagare, Andar vagando.
Lat. errare j vagari. Gr. aÀàjrat . Ca-
vale. Pungil. i;ollì piedi , e colie mani
ballando, colla lingua cantando, cogli oc-
chi vagellando , e cogli orecchi li canti
vani udendo.
g. II. />r /svagarsi, Distrarsi, Non
istare attento j che anche in modo basso
proverh. diciamo: Porre una vigna. Lai.
aliud agere. Gr. iripo-j Tzpàrrztv. Dit-
tam. 5. 2. Che quando quei, che dee in-
tender , vaglila , E non sta fermo a quel
che 1' uom gli conta, All' esca sua mal s*
accende favilla.
g. HI. Per Farneticare, Errar colla
mente. Lat. delirare. Gr. Tzxpy.^^poviiv .
Pecor. g. I. nov. 2. Non date cura a sue
parole, perocch* egli vagella, e non sa ciò
cb' egli stesso si favella . Morg. 23. 2.5.
Rinaldo Ìl colpo non istà a aspettare, Per-
chè conobbe, colui vagellava.
VAGELLO . Caldaia grande per uso
de' tintori.
§. I. Per Caldaia semplicemente. Lat.
ahaenum. Gr. jjxJ./s'ov. Vit. S. Margk.
Salamene sì ne scongiurò , e si ne rin-
chiuse in uno vagello, e ìn quello sì met-
tevano fuoco . Di po' la sua morte ven-
nero uomini di Babbillonia ; e pensando .
e credendo , che in quello vagello foss«
molto oro, sì lo spezzaro.
t §. II. Per Vasello j ma e V. A.
But. Inf. 4- 2. Lo corpo fu incenerato, e
messo in un vagello di melallo. Pallad.
Fehbr. 28. Tolgonsi pere ec, poi si met-
tono nel vagello .
•f §. III. Per meta/, vale Ricettacolo j
ed e pure V. A. But. Inf. 2- V andò
poi lo vagello d' elezione, cioè santo Paulo.
E 22. 2. Rispose: fu frate Gomito di
Gallura , vagrl d'ogni froda.
•f VAGELLONE. V. A. Accrescit. di
Vagello; Vagello grande. But. Par. 6.
2. Avendo roba assai arrecato alla sua stal-
la , e buoni vageUoni di vino.
VAGHEGGERI'A . V. A. Vagheggia-
mento. Guid. G. Ove abbondando li gio-
vani, adoperano loro vagheggerie.
VAGHEGGIA^VIENTO. Il vagheggia-
re. Vit. SS. Pad. 2. 282. Guatavala per
la Boestrella , onde Abraam solea parlare
con lui, e duro questo vagheggiamento be-
ne per ispazio d' un anno. Scgner. Mann.
Marz. 23. 2. Tu mUitì a suo servizio ,
somministrandogli le tue membra a guisa
di tante armi all' iniquità , la lingua alle
detrazioni , gli occhi ai vagheggiamenti ,
gli orecchi alle vanità.
* VAGHEGGIANTE. Che vagheggi».
Che rimira con diletto . Palm. Vit. Civ.
lib. 2- pag- 52 Similemente è ripresa per
t636
V A G
V 1 G
V A G
troppa licenza la larghezza che dava Mi*
zio al fi(^liuolu pure vagheggiantc. Costui
sendogli dal rratcllo dello che il 6gUuolo
avca ec. per fona tolto una faaciulla ec,
rispose ec. che a* giovani dod si di&dice
amare ce. (B)
VAGHEGGIARE. Farv all'amore.
Stare a rimirar fisamente con diletto, e
con attenzione l' amata. Lat. intente ama'
Siam iniptcere . Gr. j^aV/etv . Itut. Va-
gheggiare : con desiderio d' avere la cosa
amata ragguardare. Bocc. nov. zS- 3 Avea
lungo tempo amala e vagheggiala infelice*
mente la donna di messer Fraoccsco . A'
nOi>. ^5. 4- I*'''" l^ M""*' *^**''' '^^ diversi fu
cominciala a va;;lieggijre . /C nOv. 6^. 3.
£».sundosi avveduta cht; mi giovane ce. la
vagheggiava, diìcielamente con lui s* in-
comincio ad iatcìidcre. i^ranQ- Sacch. nov.
84- Avca una sua donna assai vana , la
quale un Sancsc liuono pezio avea va-
gheggiala. Miilm. 7. 39. Ki, the vagheg-
gia sotto alle lenzuola II gentil volto e le
dorate chiome, >è anche gli risponde una
parola .
5 g. I. Per Himirar con diletto c/tec-
chessia. Lat. a. f pici' re , contemplari. Gr.
Jia^/.iTTTEsàyt , Sewfsrv. Dant. Purg.
16. Esce di mano a Lui, che la vagheg-
gia re, L' jDÌma semplicetta. E Par. O-
Che '1 Sol vagheggia or da coppa, or da
ciglio. K IO- E lì comincia a vagheggiar
nell* arte Di quel maestro che dentro a se
I* ama .
* §. II. E netitr. pass. Giiist. Coni.
Bini. ined. 66. Che non pur io, ma il
Sol se la vagheggia, E tolta me 1' avria ,
se il corso amore Noi ritirasse ove Dafne
verdeggia. « Tass. Am. l. I. Allor che
fuggirai le fonti, ove ora Spesso ti spec-
chi, e forse ti vagheggi ». (C)
t §.111- J'ai:hegptare, Jìgurntam. vale
Essere a cavaliere. Dominare. Car. leti.
1. 100. lo darei per quel palazzotto con
quella poca pcntnsola ìfagnata da quel la-
go, vagheggiala da cjueU' iioletle ec, quan-
tf Tcmpe e quanti Parnassi furon mai .
•? l'asar. Casa tanto hcn posta che vagheg-
gia, essendo alquanto rilevata, tutta la città
di Firenze, ed 1! piano iultuno. (A)
# 5* '^' in proverb. Chi porta il giallo,
vagheggia infoilo, e dicevi di Chi ama
senza speranza di godere la cosa amata.
r. GIALLO, §. IV. (N)
VAGHEGGIATO . //dd. da l'agheg-
giarc. Lat. conspcctus. Gr. Tr£^i6)eTT04-
Guar. Past. fid. 1. 3. Che vai hcllà o«n
vista ? e se pur vista , Mon vagheggiata 7
e se pur vagheggiata. Vagheggiata da un
solo T "^ Tass. <jer. 4- 33. Lodala passa e
vagheggiala Armida Fra le cupide turbe,
e se li' avvede, (/l)
f VAGHEGGIATORE, fa-fnil. masc.
Che, 0 Chi vagheggia. Lat. inspector , con-
templntor, observator. Or. ^^a'sx&iv. fìocc.
nov. 27- a3. Io n'ho de' mici di mille ve-
duti vagheggiatori, amatori, visitainri non
solamente delle donne secolari, ma de'mo-
nistcrii . li nov. 53. 3. Essendo del corpo
licllissimo , e vie più che grande vagheg-
giatore. Ovid. Pisi. 6- Gli innamorali
vagheggi;ilorÌ dell' isola di Dulirhio e di
Samo ec. m' assalisroDO, siccome disonesta
schiera e lussuriosa. Tass. Cer. 2. l4- E
da' vaghc:;gialori ella s'invola Alle lodi,
agli sguardi , inculla e sola .
VAGUEGGIATHICE. Che vagheggia.
Bui. Purg. 32. 2- Vagheggiatrire e pi-
glialrice con lo suo sguardo di cui ella
ragguardava .
VAGHEGGINO. Damerino. Fir. rim.
5o. E vi farieno intorno manco citocc I
vagheggini
5;? VAGHEGGIONE />/.r;)reiC<ir. d» ì'a-
gheggiatore. Gìamhull. Lvtt. appar. (.4)
VAGHETTO. Dun. rfi l'ago, nel si-
gnific . del P. IL Dicesi a cosa piccola ,
ma per denotare accrescimento di vaghezza,
e, come noi diremmo, per vezzi, Lat- pul*
chellus. Gr. xa>M'a;. Bocc. Inirod. S!\.
Canzoni vaghelte e liete cominciarono a
cantare. Bemb. Asol. 2. 85. Lieta e va-
ghetla canzona dicesti , Gismondo , senza
fallo alcuno. Car. leti. 2. 170. Le ghiotte
cojii vestite alla pastorale, e vaghelle co-
me sono, non l'eMti prima guardate, che
mi cominciarono a dilettare.
VAGHEZZA. Dtsiderio , Voglia^. Lat.
voluntas^cnpiditas. Gr. ì"~t3y/ii'K, optati-
Bocc. nov. S.'ì. 5. Il cominciò a guatare, più
perchè Calandrino le pareva un nuovo
uomo , che per altra vaghezza . E num.
22. Ella dee iien sicuramente esser catti-
va cosa , ad aver vaghezza di così tiella
gioia, come 1u se'. Dant- Inf, 29. E quei,
che avea vaghezza , e senno poco , Volle
eh' i' gli mostrassi 1' arte . Fetr. san. 7.
Qiial vaghezza dì lauro , qual dì mirto ?
l'ine. Mari. rim. 25. E per troppa va-
ghezza Cerco agli omeri niiei soverchio
pondo.
g. I. Per Diletto. Lai. voluptas , de-
lectatio. Gr. r,Òo-if,.M. /'. 7. 71. Il gio-
vane , prendendo vaghezza dì vedere pe-
scare, follemente sì mise in una harca.
*j- §. IL Per Bellezza atta a farsi va-
gheggiare. Lat. clegantia, pulcritudo. Gr.
XaiJo^, Jfryi^^STKj;. BocC. nOV. l\Q. 2. >è
acciò solamente che conosciate quanto la
vostra vaghezza possa ne' cuor gentili, ma
perchè apprendiate ec. Boez. G. S. 82.
Venite qua , o lutle genti prese D^lla
vaghezza del mondo fallace , Che tien le
mentì alle vii cose accese. Fir. Dial. belL
dona. 384- E adunque vaghezza una beltà
altraUiva, indurente di se dìsìdcrio di con-
templarla, e di fruirla.
* %. III. f'aghezza , vale ambe Cosa
vaga , ed in questo senso si u.ta sempre
nel numero del pili . Bcnv. Celi. Oref.
47- Dando alla della medaglia poi la fine
con un ornamentino d'oro pieno di fron-
de, di 6ori, di frulli, ed altre vaghezze,
dentro al quale la legai. Tass. Ger. 18.
20. L' un margo e 1* altro <lel bel fiume
adorno Dì vaghezze, e dì odori olezza, e
ride. ((^J March. Lucr. lib. 3. Quale al-
lor che degli anni itf se rivolti Tornano
ì tempi, e ne rimenan seco Varie, e liete
vaghezze e lieti parti, (fir)
VAGIIIS.SIMO. Superi, di Vago, nel
signi fic. del g. II. Art. T'etr. IS'er. 5 83.
Si aver^ un colore celeste vaghissimo.
g. Per /Iramotissimo . Lai- maxime
cupidus . Gr. u.«Ài5T3t e rrtSuuuv . /dft
3o3. Per voglia ili berlingare e dì cin-
guettare, di che ellii e vaghissima. Buon.
Ficr. 3. 4- II- £ ^«^ uè fan vaghissimi e
amanti .
•f VACILLANTE. J'oce poco usala.
Che vaglila. Lat. vacillans, litubans. Gr.
nttpOLftpo'/J-Cvoi. M. V. 5. 20- E' Sanesi
avendosi condotti nel reggimenio, non pe-
rò fermo, dello ignorante popolo vagillaole
nello kiato. Tne. lìav. Stor. |. 2.1t). Pro-
sperit!i in Levante, avversila in Ponente,
travagli in lllirir), le Gallie v<igillanli.
•f VACILLARE. Voce poco usata. V.
VAGELLARE.
't VACILLAZIONE. Voce poco usala,
il vagillare. Lat- vaiillnlio. Cr. TZtzisosoì.
M. /'. 3. 55. Ed il Comune Irnirndo che
in questa vagìllaiione peggio non seguisse
ec. , vi mandu mcMer Paulo Vaianì.
•f » VAlilMENTO. l agito. Bemh.
Asol. 2. 08. ('ome polremmi' noi ilare
le leggi a popoli, e le poppe a' figliuoli ,
o tra i loro vagimenti le ijuistioni delle
genti asiollarr T fj)
VAGI>A. / . /.. Guaina.
§. I. Per similit. Dani. Par. |. Sic-
come quando Marsia Uacilì DelU vagina
delle membra sue. But. ivi: Vagina: que-
sto è vocabolo dì grammatica, e viene a
dire guaina, cioè del bucchìo suo , e però
dice delle membra sue ; lo bucchìo e la
pelle e la guaina delle membra.
*t * S- '!• Vagina. Term. degli Ana-
tomici. Canale membranoso della femmi'
na, che dall' esterne parli pudende giunge
all' utero. 'A)
-■> VAGINALE. Add. Term. de^Soto-
misti. Una delle membrane che rivolge il
testicolo. Cocch. Lei. Estrarrc il icsticolo
nudo da un sacco doppio, voto dì mem-
brane, di cui rìulciìore sia- 1* alhaginea ,
e r e»lerìore la vaginale. (A)
^ VAGIRE, il piangere de' bambini .
Lat. vagire. Gr. /Xvu^^u^t ITeiv. Segner.
Mann. Dicembr. 25. 5. Questo Dio, che
tu vedi ora in fasce vagir sul fieno , pa-
re un Dio piccolo , perch* egli è impic-
colito (•)
* VAGITO . Pianto de' pargoletti in'
fanti . Car. En. 6. 63o. Sentono al pri-
mo entrar voci e vagiti Dì pargoletti in-
fanti , che dal lalle E dalle lulle acerba-
niente avelli, Vìder ne'piimi di l'ultima
sera. Chinhr. rim. pari. 3. pag. 345- (Ce-
rem. 17.^0) I suoi divini Tanto giocondi
ad ascoltar vagiti Tu raccogliesti ; e dar
potesti baci Delle beate fasce ai pari li-
ni. (M) Filic. rim. pag. 609. Ecco l'aere
devoto i suoi vagiti Accoglie . (^S) Sal-
via. Opp. t'acc. Ricoperte sustantivo, per-
chè quegli ;arunienti coprivano ed affoga-
vano ì vagiti del fanciullo. (A)
* g. Per simiìtt. Ang. Mei. l5. l34
V intenerisca il cor col suo vagito 11 la-
scivo capretto, e 'I molle agnello. (Mi
VAGLIA. ì'^alort . Lat. virtus , prae-
stantia. Gr- (JJvaytj. Fr. lac. T. 2. IO-
2' L' altra poi è sanza vaglia. Che nulla
cosa può fare. Ciriff. Calv. 2. Ciriffo sem-
pre, com' uom dì gran vaglia. Davanti a
tutti veniva un' arcala
* g. L P.r Ffficacia. Red. lett. •;$. E
perchè le mìe preghiere non san dì va-
glia , ogni mese fo dire uua messa per
V.-. (Cj
§. IL Per Valuta, Prezzo. Lat. va/or.
Teseid. 6. II. Ciascun l'e'parai&enli di gran
vaglia .
* VAGLIAIO. Facitore di vagli. Sùtvin.
Callim. Com' le vaglìaie d* oro ban pie-
no ì vagli. Sì noi oro assaggiamo a tutto
pasto. fAj
VAGLIARE. Propriamente Sceverare
col vaglio da grano , o biada il mal st'
me, o altra mondiglia. Lai- vannire, cri-
brare. Gr. xoojttvi'^eiv. Trati. gov. fatn.
Vagliare e disceruere il buon dal rio .
Buon. Fier. 2. I. 16. E si scardassi, »*
abburatti e vaglisi . Meni. sat. \. Se la
Gìannicra altri legumi vaglia , Che del
suo giaidinìer , ec.
g. I. Per metaf. Coli. XV. Pad. Vicro^
ecco Salanas , che v' ha addìmandati per
vagliarvi com<* grano.
§. II. /Vr similil. Malm 6. 5<). Sì ve
de un nudo , che sì vaglia e duole , Pe-
rocché molla gente egli ha alle sj^alle (ctoèt
sì scuole, sì siropìrcìa).
g. III. Per Bifiutare . Lat. conte/une-
re, nihili facere . Gr- àXift/ìpilv . Cant.
Cara. ly%. >oi fummo gi^ felici e lieti
amanti Per uro e giovinetta; Or siam va-
gliali m grande angoscia , e pianti.
g. IV. Per isiegliere. Lat. srligerr. Gr.
i)t/pt'vS(v . Cant. Cam. ài. Vaglian gli
amanti lor , come le biaac , Con buchi
larghi e stretti.
VAGLIATO. Add. da Vagliare. Lai.
cribratus. Cr. j(o?xttfiadii{. Alam. Colt.
2. 4^- ^'i** l'i^'i metta cura Ch' ei sìa due
Volte e tre vagliato , e mondo.
t VAGLIATORE. ì erbai mate. Che,
0 Chi vaglia. Lat. 'crtbrator. Gr. ndsri-
V A O
V A G
V A
i637
«•ruv . Frane. Sncch. no^. 3. (.(. Par-
ciÙad.00 da Linari voe\.alu.-.- s. fu uon.o
d. corte. E appresso: Ku .aun,,uc- ucl
suo icmpounovaglialoie a Lmai.m >"l-
ddsa nel contado d. Firen.e, d .luale ave-
va nome Parciltadino.
VAGLIATURA. ìlonitigUit che si fi» .1
in vagUando. Lat. p.-ryi'Hiv., p..s.m.e,i-
<«m. Or. :i-.p^r,,vx.. Frane Aaccl. 'W^
3 Aodò a rivedere con .|uella roba „ 1
suoi p.u enti vagliatori da Lioan, luti, jiol-
v.roli di vagliatura, e pove.i. - ' -r. /,.-«.
al/l K l.cro po.la ariamo ogni noslr o-
peia In trarlo luor, .inai vagl.alura, o cru-
"v AGLIETTO . Dim. di Faglio. Art.
Jctr lier. 1. I- La cenere d. Sona si
vaslià con vaglielto iu^ . E piytto :
Si pesta benissimo in pde d. pietra, e s.
vaglia con vaglielto piccolo. _
+ VAGLIO. Strumento Jatlo per lo p,u
di pelle forata attaccata ad un cerchio per
uso di t'agitare. Lat. <'amms , crihrum
Gr. «<;«.«,- . Lab. 238. Non altrament.
.he -1 panlcro, o '1 vaglio 1 acqua, Icngn-
no 1 segreti de- peltl loro . Alam . lolt.
2 34 ISè quella bionda treccia oggi si
sdegni Di talor sostener la corba e 1 va-
glio il/org. 7. 43- K gi-a mito lorato com
un vaglio, li- si volgeva coni un arcolaio.
JBuon?F,er. 2. I. l5. Von mente a quel
cb- e picn di slacci e vagli. Malm. 2. 79.
Talché tulio foralo come un vaglio, li po-
ver orno al6n cade, e basisce.
e I. Per metaf. Dant. Par. 2G. E dis-
se : cerio a più angusto vaglio Ti conviene
schiarar (co'e , a piii stretla esanima .
f 3 §. II. Diciamo in provcrb. Iiasso.
Pisciar nrl l'aglio , o simili . che .a-
gliono Cittar .-.a il tempo, e la fatica.
Lai. cnftro aquam liaurire , ■ imbrem in
cribrum ingerere, Flaiit. Frane. Sacci,.
nov. 178. Al Proposto parve aver pisciato
nel vaglio , tantoché quasi per vergogna
ammnlolò . h: noe: 214. Al genlduomo
parve avere cacalo nel vaglio, vcggcndo-
si «Ter perduta la roniioa, e M porco suo
che avea insalalo. Matt. Erani.rim. buri.
3 qcj Onde avvien spesso eh e piscian
nel vaglio. Buon. Fier. 2. 2. 10. Veggo
quel che s'alleva in sen la serpe. Quel che
nel vaglio piscia. SaU-. Grandi. I. q. Al-
trimenti noi Avrem pisciato nel vaglio .
Malm. 11.10. E s'avvedrà eh al 6n pi-
sciò nel vaglio , E che pigliare un regno
non è loppa.
e HI. Diciamo pure in proverb.: Dar
,le' calci al i-aglio dopo aver mangiato la
biada; e tale.- Pagar d' ingratitudine.^
Lat. prò bonis mala rejerre . Or. x-/./tCf.
avt' a/'.«5ùv a-.o>03'ai. /.<i.!c. Pinz.
2 6. Won pensare , Giannin mio , eh 10
faccia come il cavai grosso , che poich
egli ha mangiato il vaglio , da de calci
alla biada (qui detto alla roi-escia per
ischerzo). , . j
VAGO. .?«!/. Che vagheggia , Aman-
te , io 'nnamoralo . Lai. amasius . Gr.
ipùlifoi. Lab. 95. Vedi lu quello scioc-
cone ? egli è '1 mio vago; vedi se 10 mi
posso tener beata, l'etr. canz. ì-j. 6. Deb
or foss' io col vago della Luna Addormen-
IO. Diltam. I. 14. Ma d.ce: Dido fu, la
qual nel fuoco Entro, per guardar fede
al primo vago . * Sah-in. Seno/. 2. 55.
Rigirerò la sgraiiata, per la quale la pri-
ma volta in Fenicia mi fu tollo il vago,
ed ora porlo pericolo del marilo? (Cj
* §. Per l'aghezzn , llellezza . Ang.
Mei •> 134. L' angelico suo viso, il bel
sembiante , Il vago de' begli occhi e lo
splendore ec. Con dolce vago fan che in-
sieme accolto Fa V.nere albergar nel suo
bel volto. ll>J ^ ,
J VAGO. /Idd r/ie i-aga. Errante. Lai.
,-aeus. Gr. ìiìk'vos. Petr. son. 84. Vago
fra i rami , ovunque vuol , m' adduce. E
<on. 204. Mira quel colle , o stanco mio
cor vago. Arrigh. 55. Se' lu Proteo? or
muovo vago vento le tue interiora ovvero
il diavolo muove le lue spesse budella 7
sempre se' incostante, vaga, mobile, aspra,
cieca, non islabile e levissima, perSda, sor-
da, crudele. * Buon. Fier. 4. 1. 1. E
scorti Ilo andare in ronda uomini si lalli;
Pel sileniio e pel buio vaghi e rauda-
*"':;="§. I. Stelle vaglie, è lo stesso che
.V(,.//e erranti. .. l'etr. son. 246. Or vedi
insieme l'uno e 1' altro polo, Le slcUc
vaghe, elor viaggio torlo ... Boez. larcb.
I. rim. 2. Il sol, la luna e tulle 1 allrc
stelle O vaghe o ferme d' intorno al suo
stelo Vedca seuz' alcun velo. (C)
•f • g. II. l'er grazioso. Leggiadro ,
Vistoso, Bellone si dice delle persone e del-
le cose. Lat. vcnastiis, elegans, piilcher.
Gr. ?i)it.'xa)l05. Socc. nov. gg. l- Vaghe
donne, senza alcun fallo FUomena m ciò,
che dell' amistà di.c , racconta '1 vero .
Amct. 9. Di che le compagne di Lia, ve-
dutolo , a forza ritennero le vaghe risa .
Petr. son. 223. Non si pareggi a lei qual
più s' apprezza ec-; Non chi recò con sua
va'M bellezza In Grecia aflanni. Cas. lett.
7:. Studiati dunque, Sglmolo, d'imparare
il loro linguaggio vago , e copioso.
§.111. l'er Bramoso, Disideroso, Cu-
pido, Che si compiace. Lat. cupidus , a-
vidus. Gr. ÈTTiSu.oLwv. Bocc. nov. 7. i3.
Vago di fare l'ammenda, in molte ma-
niere s' ingegnò d' onorarlo . E nov. 00.
9. Goccio Inibì alla, il quale era più vago
di stare in cucina, cbc sopra i verdi rami
rusignu..lo ec. , fa si calo. E g. 8./ 2.
Emilia, non tanto dell' esser Reina latta ,
quanto del vedersi in pubblico commen-
dare di ciò che le doune sogliono essere
più vaghe , un potbelto si vergogno . E
noi- 92. 14. Di grande animo fu , e vago
de' valenti uomini . Aniet. 5l. Giovane ,
la tua età , 1' abito e la forma mi fanno
vaga di sapere chi lu sii, e donde. Dant.
InJ. 8, Ed io : Maestro, molto sarei vago
Di vederlo attuffare in .luesla proda . E
Par. 3. Ed io all'ombra . che parca più
rasa Di ragionar, diizza'mi. Petr. son.
255. Che non fu d' allegrezza a' suoi di
mai , Di lUiertà , di vita alma si vaga ,
Che non cangiasse il suo natuial modo .
ilorg. 25. Il3. Si ch'io non torno a
vostri Ariopagbi, Genie pur sempre di mal
diccr vaghi.
:;: 6. IV. Far vago uno di una cosa ,
vale Invaghiiio, Innamorarla di quella,
l'itr. son. Giunt. Signor, fa vaga lei del
suo bel viso. Da poi che fuor di se non
sente ardore; Rinnova in lei 1' esempio di
Narciso. (D) , , j
•;.■ g. V. Paio vago. Term. degli Ana-
tomici . Ottavo paio de" nervi cerebrali ,
cosi dello per la varia distribuzione che
hanno. Cocch. Lez. Ha la sua origine dal
paio vago, e dal nervo intercostale. (/I)
VAGO. Avverb. Vagamente. Lat. bel-
le, ornate. Gr. /oa{-cJ5. Tac. Dav. Perd.
eloq. 418. Oratore è colui che sopra ogni
cosa proposta può dire vago , e adorno.
•+ * VAGOLARE. Vagare, Svagare,
Svagolare, far. En. 6. 486- A lor non
•e concesso Traieltar queste ripe e questo
fiume , Se pria 1' ossa non ban seggio e
coverchio. Erran cento anni vagolando
intorno A questi liti , e '1 desialo slagno
ce. (Al .
VAGUCCIO . Dim. di Vago, nel si-
gnific. del %. I. Lai. pulchellus, venustu-
liù. Gr. zaX^i'a;. Bed. Ditir. 40. Arian-
nuecia , vaguccia , belluccia.
I VAIA IO. Colui che concia, o vende
vai, o pelli di vaio. Rim. ant. Bell. Man.
Aiit. Pitc. l83. La setliroa vaiai, e pellicciai.
Burch. I. 54. Che son rimaste reda de'
v.ùai . Lib. Son. 79. Corson tulle pian-
gendo le giuncale , Tremando per paura
d' un vai.iio. Borgh. Arm. 49. L'uso fre-
quentissimo in Fiorenza di queste pelli può
essere ottimo segno, che 1' una delle set-
to, che si dicono maggiori arti, è de' va-
iai , messa fra le maggiori per la grossa
tuiidotta se ne facea.
> MANO. Spezie d' uva. Cr. 4- 4- '3-
Sono altre molte maniere d'uve nere ec.,
vaiano, dentina e poitina, le quali avve-
"naclii; sieno di gran dolcezza e facciano
buon vino, soli qu.isi senza frutto, e trop-
po temono il mollume.
g. / alano, si dice anche il Tino fatto
dell' uva detta Vaiano . lied. Ditir. l3.
O coppier , se lu richiedi Quell' albano ,
Quel vaiano , Che biondeggia , Che ros-
seggia L'a negli orli del mio Redi, ec.
VAIATO. Add. Furiato, Del color
del vaio. Lai. variegatus . Gr. :ioi/.iÌ5;.
Ouid. O. Con occhi v.iiati di color can-
dido mischiato di rosso, p: altrove: Ebbe
gli occhi vaiali , e risplendenti di molla
bellezza, l'allad. Dell' oche ce. le bianche
son più feconde che le vaiate, e le nere
meno che le vaie. jBorgti. Arm. 5l. Per
esser naturalmente la pelle vaiata di bianco
e nero. E 62, Mi sovviene de'nostri aver
veduto lioni vaiali e scaccati.
* g. l'aiate, parlandosi di cavalli, si
dice di quelli , i cui occhi sono diver-
si I' uno dall' altro , o che hanno un
cerchietto bianchiccio intorno alla pupil-
la. (A) „ .
VAIEZZA. Astratto di J aio . Cr. 5.
28. 2. Coljonsi le giuggiole nel tempo
della vendemmi.!, quando dimostrano ros-
sezza o vaiezza ( il lesto lat. ha : varic-
latem ).
VAINIGLU. Baccelletto odoroso di un
frutice che nasce nell'indie occidentali, e
va salendo sopra gli alberi . Lat. 'vanil-
la. Red. Annoi. Ditir. 29. L' odore gen-
tilissimo del gelsomino , che , mescolato
rolla c.iunella, colle vainiglic, coll'ambra,
e col muschio, fa un sentire slupendo.
3 VAIO . Susi. Animale simile alto
scoiattolo, col dosso di color bigio, e la
pancia bianca J e dicesi J aio anche alla
pelle di questo animale, e all' abito fatto
di detta pelle. Qiiad . Coni. Demmonc
per lui Oorini 6 d' oro per un lodeio di
dossi di vai per monna Simona . Bocc.
nov. 75. 3. Come che egli gli vedesse il
vaio lutto all'uniicalo in capo. E nov. 99.
IO. Fé' torre panni, drappi, e vai. E num.
16 Fattesi venire per ciascuno due paia
di robe, 1' Un foderalo di drappo , e l'al-
tro di vaio ec. , disse . Lab. 182. E sti-
mano i bestiali ec, ne' vestimenti foderali
di vaio e nella spada ec. consista la ca-
valleria. Lib. Moti. V asia porla il leta-
me e la bruttura, il vaio ricuopre la tua
mala ventura. Moi-g. 14. 80. Eravi il vaio,
e stavasi soletto.
* g. 1. Allacciarsi il vaio, fguratam.
vale Imprendere a sostenere alcuna cosa
con tutta I' energia ed efficacia. Red. lett. I.
3q2 Sono stali necessitati i nostri rigi-
dissimi censori di allacciarsi il vaio , e
tirarsi il cappuccio su gli occhi, per non
la perdonare a persona. fO ,
;S e II. In terni, araldico dicesi di Lio
che e 'dipinto o rappresentato a pelle di
i-aio . : Vani. Par. 16. Grande era già
la colonna del vaio ». (A) ,
VAIO. Add. the nereggia; ed e pro-
prio delle frutte, dell' ulive, e dell uva,
quando veng.no a maturilade . Lat. ni-
iricans , varius . Gr. uircf.e/a; , :T»'«-
loc Cr. 5. iq. 12. Cogliesi l uliva del
n°ese di Novembre, allora che commcera
ad esser vaia. t- „ ,„ ^;
§. l. Pi^r Macchiato, o Spruzzato di
i638
V A I
VAL
VAL
macchie nere, o jtcìire. Taccata. Lat. ca-
riegatus. Oc. 7rout')o;. Cr. 5. 29- 3. Il
suo legno (iid ginepro) è rosso, bello, e
alquanto vaio , e odorifero.
* S- *'■ '"«'"» ''<•"'■' '*''S^' orchi. M.
Aldobr. q5. e clii ha gli occhi grossi e
granJi e distramUi e vai si cruccia volea.
tieri. fa g6. Eil h^nno la fronte grande e
gli occhi tra vai e neri. (Cj
§ III. /ìohn vaia, 0 sìmiìit vale Fatta
di pelle di vaio. G. J'. 7. 88. 2. Donan-
do per le pasque molle rulie vaìi- . E 8.
61. 3. Se tu vuogli guatLignare un [laljfre-
no e una ro1>a vaia , andrai in tal parte.
VAIOLATO. Jdd. Divenuto vaio. Lat.
nigricans, variiit. Gr. uTOSi/ft.^, ~OtZt
Xoi. Pallad. ì\'oveinbr. l^. Potansi e col-
gonsi l' ulive quando cominciano :i essere
▼aiolate. Cr. 12. II. 2. Quando Puliva
comincerà a essere varia vaiolala, si coglie.
:'|J 3. Vaiolatiit dicesi comunemente; ed
in particolare d.i' yatiirafisti, a Ciò che
è come rigato o macchiato di un sol co-
lore, come le margini del vainolo. (Ai
t VAIUOLE. f V\1U0I.0. Malattia
cutanea e contagiosa con ffhhre e pustole
marciose , alla ffuale vanno soggetti quasi
tutti gii uomini, spcdalmentr nella prima
fanciullezza, se già non ne fossero preser-
vati dair innesto , o vaccinazione . Lat.
puslulte , papilla:. Gr. i^y.-i^Au-xry. . <>■
V. Il, 33. 1. Fu in Firenze una grande
eorrurione di male di vainolo. M. !'■ 9.
112. Generale infermila di vainolo fu nella
itale di fanciulli. Franr. Sacch. nov. 88.
Quando corre un andazzo di vjiuolo , e
quando di pestilenze inurtali. Guicc. Star.
I. Scoprcndoseyli quel male che i nostri
chiamano vainolo, /lemh. Stor. 2. 18. Il
re Carlo fu da vaiuole soprappreso, lied.
Cons. I- 6. Sono già scorsi seti' anni,
che fu sorpresa da quel male, che a Fi-
renze si chiama vainolo, etl a Roma dìcesi
niorviglioni.
§. Per Sorta di malattia che viene a'
pippioni negli occhi. Cr. 9. 90. 4- Anche
jmceXoxo (a' pi ppioni) vainolo intorno agli
occhi, il quale gli accieca, e massimamenle
del mese A' Agosto.
f * VALCARE. /'. poet. e sinc. di
Valicare; Trapassare, Andar oltre. Ar.
Fur. i5. 40 Lungo il fiume Traiano ej^li
cavalca Su quel deslrier di' al mondo è
senza pare , Che tanto leg^eimcnte e cor-
re e valca , Che nell' arena T orma non
appare, ^i»/; Tass. Gcr. ll^. 33. Seno-
te questi una verga, e '1 fiume calca Co*
piedi asciutti , e conlra il corso il val-
ca. f/ì)
f :!t §. L /^ per simili t. detto del tempo
vale lo stesso. Ar. s.it. 3. La maggior
cura che sul cor gli calchi, E che Fiam-
metta stia lont.ina, e spesso Causi che V
ora del linei gli valchi. (JJj
•(• * §. II. F neutr. pass, falcarsene,
vale Andarsene. Tass. Gcr. ao 60 E la
ravallcria correniio il calca (il pavimento)
Sonia ritegno, e fera olirà sen valca. ( M)
•f VALCO. Sincope di ftalico, in si-
gnific. di Passo, l' usò Oant. l'urg. z\.
Tal si parti da noi con maggior valcbi ,
Ed io rimasi in via. /ìut. ivi.' Con mag-
gior valrhi , ciofe con maggiori passi, che
non andavamo noi. ^ liemh. Asol. 3. 186.
Indi con poclii valcliì, sotto alcune fine-
stre guidatomi ce. si pose a sedere. f.V>
•ff VALE. F. !.. e poco usata , colla
quale si saluta chi retta partendo, a ri
risponde a chi parte restando. Poliz. rim.
Q2. Vanne , vale ; dico , addio i K la fc
che dato ni* hai Serva. (C)
slt g. r l'ale, talora .ti u.ta anche in
fine delle lettere. fC)
# §. II. l'ale, e anche il .saluto che
ti dit a' defunti j ed in questo .lenso si
Hta in farsa di sust. e ti accompagna
perlopiù caW aggiunto Ultimo, 0 Estre-
mo, Cnr. Fn. 2. 10^7- Falerni or di pietà
gli ultimi offici : Iteratemi il vale , e per
defunto Cosi comporlo il mio corpo lascia-
te. (Ci Ang. Metani. IO 25. Disse l'estre-
mo vale al centro inlesa Sì lunga, che da
lui fu appena intesa. ( Hr)
f VALEGGIO. / oce poco usata. Po-
tere, Farsa. Lai. vis. Gr. ^l'a. R'-d. Ins.
78. Non so rinvenire come que' ragni, pen-
zolandosi da cosi Iiasso luogo, alihiauo avuto
valeggio di dare al filo maestro tanta luo-
ghesca , onde ec.
VALENTE. Jdd. Che vale at sai nella
sua professione. Eccellente. Lat egnrgius,
solcrs , valens , Cic. Gr. t^o^'^i ■ fiocc.
nov. 7. 5. Voi dovete saliere che Primas-
so fu un gran valente uomo in gramatica.
F nov. y2 l3. lo trovai più vicino, eh'
e' Iiagni, un valente medico , il quale ot-
timamente guerilo m' ha. .S'cx^cr. 6*o/(. 21.
La prima cosa che ha a fare un valente
agricoltore , volendo hcn roUivare e trat-
tare e tenere la sua professione, si e ce.
g. I. I alente, per Prode, Poderoso,
Savio, Prudente, D' assai, /locc. nov. •^'J.
37. E come a valente uomo , sicli assai
r esserli potuto vendicare. F num. l\0. E
chiamimi gentiluomo , e valente . Dant.
Purg. 4. E disse: va su tu. che se' va
Icnlc. /}'orz. G. .V. Dov' è or Bruto, co-
tanto valcnleT Cavale. Med. cuor. Lo
ralente cavaliere non sente quasi le sue
ferite , riguardando hene le ferite del suo
capilariu Cristo. I)ep. Occam. 80. Ne al-
tro importa in questi la' luoghi signore ,
che cjucl si dice tutto il giorno tiom da
Itene, valenC uomo , ed i nostri più anti-
chi prod' uomo.
!> §. II. Per Capace, Idoneo. Lat. idO'
neus. S. Agost. C l>. 21. 2. Se le po-
tremo mostrare ad occhio, ovvero per va-
lenti e soRìcienti teslunonii , colla mede-
sima infedeltà contenderanno. ( P)
VALENTEMENTE. Avverh. Con va-
lentia , Poderosamente , Gagliardamente.
Lat. valenter . Gr. l-ìyypÒii . Nov. ant.
35. 5. Valentemente 1' alava il Re, sicco-
me fo.ssc un villano. Cavale. Frtitt. ling.
Questa opera e questo henefirio il nostro
cuore più giustamenlc richiede , più dol-
cemcnlc alletta , più forte strigne , e più
valentemente accende. M. P. 6. 7"- '^
quale valentemente s' ordmò contro a' ti-
ranni, V fero gran cose.
VALENTKHl A. Valoria. Lat. virtus.
Gr. C'^xh ■ ^^ '^- '** 7°' ^0°**'*'* "^*"
mu addietro le prodezze e grandi valen-
tene del Duca di Guales- Fir. Pise. an.
80. Non voleva mostrar di fare a modo
della moglie, che h una valenlena degli
sciocchi I qui per ironia}.
VALENTIA. Astratto di Falcate; Pro-
dezza, lìravura. Lat. virtus, prastantia.
Gr. i5X"'i' iJJvaut;. t:. F. 5. 4- 4- **"
sua valentia passò in Inghilterra , e com-
hallòo con Haul . Cavale. Med. cuor.
Niuna valentia è metter fuoco in una casa,
o da vile cuore e pessimo procede, l'it.
Pini. La mia volontà è d' esser più ripu-
talo maraviglioso in senno ed in bontà, che
in potenza, ed in valentia.
t §• P*''' Azione valorosa . IS'ov. ant.
proem. 2. Facciamo qui nionioria d'alquan-
ti fiori ili parlare, di lidie cortesia, e di
helli risponsi , e di hello valrnlio . Cron.
ì'ell. 3o. Fece di grandi prodeuc e t«-
lentie e sì per lo (^omunt- , e sì in altri
luoghi. ViW. Acc. 1)2. Sì gran prove fe-
ce e hclli' valentie, che il grido ioconla-
ncnte n' andò per lo paese.
« VAI.r.NTlGIA . /'. A. Azione va-
lorosa, litavura. Prcor. g. l. n. a. Cor-
sero alla finestra drl giardino, e vrggcndti
U vnlenligia, che fr' lo sparviero nel pi-
gliar la gana re. { Fj
VALENTISSIMAMENTE. Superi, di
f'alen temente ■ Lat- praestanti stime . Gr.
i^oy/Z-oLTV. . * Salliist. Gtug. i5l. Al-
lora a Zama ti rornhattea fortemente , •
dove ciascuno de' Legati era ordinato d'
aver cura, quivi valentissimamente si sfor-
zava, e niuno dì loro area speranza nell'
altro, più che Ìo se medesimo. (Bj Farch.
Stor. IO- 3oo. Filippo l'arcnti, così zop-
po, com' egli era, aveva col capitano Fran-
cesco Tarn.;! di Montepulciano , il qual«
sì porto insieme col suo banderaio più che
valentissimamente , dato una mezza rulla
alle genti di Ramatzotlo.
VALENTISSIMO. .Superi, di Fatente.
Lat. praestantissimus . Gr. rfjax^'**'^*»-
Bocc. nov. 23. 5. Avea di Talentissimo
frate fama . F nov. 99. 3. La qual rosa
il Saladino, valentissimo signore er., sen-
tendo , seco propose ce. Fir. As. 192.
Aveva già convenuto eoa un giovane alto
di persona, smisurato di corpo, e valen-
tissimo delle mani.
•}■ VALENTRE,* VALENTRO. V. A*
Add. f'almt^. Lat. egregius, soler s, prtr-
stant. Gr. S59/J;. G. F. 4- 20- 1. Di
questa donna e del marito nacque la va-
lenire conlessa Malclda. Frane. Barh. |5o.
9. Credon per tale usare Esser creduli va-
lenlri e temuti, -è FU. S. Gio. Bat. P.
y. Come valentro cavaliere. iP'')
VALENTREMENTE. V. A. Avveri*.
1 alentemente. Lai. valenter. Gr. l'^x-*?^;-
G. /'. IO. l5i. 3. Assalirono le mura, e
parte di loro cntraro dentro Talcntremeo-
te. Nov. ant. S'.\. II- Mando per uno gran-
de cavaliere, mollo gentile e savio, e dis-
seli valentrcmente . Cron. Marcii . 29.S.
Portaronsi valenlremeotc i Icrrasuni e di-
fesonsì .
VALENTRI'A. r. A. Valentia. Lai.
virtus. Gr. 17ZU5 • ^'- ^'- 9* 5. I. Fu-
rono sconfini ec. per la valculna di detto
maliscalco e di sue masnade. C II. 5i.
8. Per la valenlna di messer Piero Rossa
Lih. Amor. 6. Molli sono uomini qui, li
quali di valeniria, di fama, e di gran gen-
tilezza sono adorni.
VALENTRISSIMO. /'- A. Superi, di
Valentre. Lai. prastantissinius. Gr. C^o-
X'-j'rxT'O; . G. F. l. l3. 2. Il quale fue
vatentrissimo Duca , e signore di grande
prodezza. Guid. G. 3. Delli quali nacque
io valentrissimo Achille . Frane. Sacch.
nov. i3o. Sempre da indi innanii leone
Berto, avere la vita per la sua valenlris-
sima donna F Op- div. 122. Venne vo-
lontà al padre di fare studiare a questo
suo figliuolo, e mandollo a Bologna; eia
mandalo, ognora sentia che diventa valeo-
trissimo .
* VALENTRO. /'. VALENTRE. r/V
* VALENTUOMO, die anche tcrittsi
VALENT' UOMO . Uomo di vaglia , di
conto , di merito. Lai. vir clarus , ttrt-
nuus. Gr. léòo^Oi oivr,ù, ai»JjOf/«&i)ri;';.
lìocc . nov. 6. I. Né 10 altresì tacerò un
morso dato da un valeniuomo sectilare ad
uno avaro religioso. F nov. 88- 1. M'in-
duce a voler dire , come un valentuomo
di corte ec. Bed lett. I. »). Non so qual
comparsa faranno in Parigi sotto gli occhi
di quel valentuomo . /: 3o Quelle note-
relli- TiKirpinali rr. furono fattura di un
gran valentuomo. F F.sp. nat. a3. D'un'
allra prerogativa dolavalo questa soprameo.
(ovato valeniuomo . Guar. Past. fid. 5.
I I . Etl ogni stanza al valentuomo è patria.
' Perii, tiri. 1. 3. 24. Di dietro, dico, an»
I drà da valeniuomo. .S'alvin. Pise. 2- 5o3-
I Non fu ella quella dole scesa da cielo, che
I Marone ed Omern esime dalla schiera de.
I gli altri podi , coma valenlunmtni hanno
, mostralo, e in suliltme grado gli p«toe. (•)
VALENZA, e VALENZIA. Firtù. Va-
hrt. Lat. virtus, praestmntia. Gr. l'agj j<»
VAL
ò.-.a,.c4. Amn.. An,. e. 9.. Sotto >Mc
drappo si r»""-- '"l"."^' K'-""'', , ,„
Ami S5. Ma tu p.ù grus.o a. .Il.o, ...
fuTL."Gi-..,n,a. »u„o non fece, n.
li^a, Tact. ornai. <.-...'. f^- O uo„„„.
rr;a"i-una.cbeLi.a.ad.Bn.;ae,,
ijeLmcdeMman,eDte .li coso ,.ro6ll.vo-
Ut ec. li apprrssoj N.una cosa e pm l.i-
ogÓosa, cbc contare cascuoa cosa se^mlo
tu! valenza. IW.. «ni. I'. .'^ • '" i"-"'
Che non pensai eh' Amor tanto sapesse
Chesuavlleo.a si "" <'"'"°6'"" ' T'''
ia«A. ..m. Che «alen.a Tanta nn ha
eh- io senta alcun contorlo toll. Al>.
Isa.c. 33. Coenoseano che 1' 6"-l "
lii non viosono per loro valcni.a. ..-//..(.
l°r Op.n.or\. ,34. .lammenlano e
:„S6Ìungono altre lor grand. .n.prese e al-
tre valcnzie. I C) r„.,„,.
* e Ptr r aluta. Prezzo. Frani.
Sacr:!. r,m. Che la moneta d. poca va-
icnw Non abbia corso nel terreno stai-
'"■/ Valere. s,.st. laheme, rrr.-so.
Lai. prem-m. Gr. ^^^r.. JJocc. ne. l5.
■sq. T. toccherà il valete d. troppo pm
Ac perduto non h.n. O. > ■ ,'°.">°: \\
Donigli il valere d, d-".";'.'- «°"°' ^
oro tra in danari e in g.o.elh. 0,l. Com-
p«.oL. in mentrre dello valer della cosa
pouebbe (■"">■•. *"'""'^- r /,«
^ VALERE. Esser di prezzo .Costare .
fossero d" ariento, elle non varrebbon d.^
n«o, pereiocchi^ ninna se ne terrebbe a
mart;ilo. li „o... 80. 5. Po.evau valere
un cinquecento 6orin d oro. h nnm. 2|
Duomilra Borio d" 0.0 valeva, o p.u, quel-
lo che al presente aveva recato senza
quello che egli aspettava, che valeva p.u
di trcroilta. ,. j- 1
* 8. I. Jalere, <ìkes< anche della la-
lu,a ielle monete. Borfh. .Mon. i«. ^ a-
Uva r Agostaro er. alla valuta d un fio-
rino e un quarto d' oro. (' '
8. II. lale.e.peryUer calore, v.rtu.
Esser ralente. Lat. val.re pollere. Gr.
.•/;"., . Bocc. no... .8_ 32. r<.uno era
nel paese, che quello valesse, che egl.
£ nov. 26. 23. Come che sia gran tem-
po che io , e le mie cose , e co eh .0
posso, o vaglio, vostre state s.eno, ec L
L-. io Q. Se io mai alcuna cosa vals. ,
per lo vostro valore , e per 1' amore che
•.orlalo V- ho, m- avvenne. E noi: 79. 20.
VAL
VAL
1639
Tu non te ne avvedesti miga cosi los o
tu di quel eh- io valeva , come ha latto
egli Iranc. / arh. 5!i. .3. Questo eh,
vuole onore , Intenda di fug...r .love non
vale. £ 298. 14. E non guardar se gran-
de Salano in lei si spande, l'urche tu 1
abbi tale , the sa valere , e vale . /.«(.
Purr. 28. I. Dal quale (cielo) d scende
lainttueniia della virtù, nella quale e val-
salo . * Co... Celi. ni. ^IJ. 201 Ma
nuantunrhe e' valesse mollo , e per pru-
denza , e per gravila ec. e' non manco
pero che e" nou fusse biasimalo da alcu-
ni ("O
if §. IM. Per Esser d' importanza .
.SaUin. F.neid. lib. 1. Tanto valea fon-
dar ropol Romano. (1)
J § IV. /'"• Meritare, Esser di me-
nto, hocc. nov. 91. 3. Gli parve che es-
so ora ad uno ed ora ad un altro donasse
castella, e città , e baronie assai poco d.-
scretamenle , siccome dandole a chi noi
«W* £?. I." IO. Che io am. , que.
sto non dee essere maraviglia d alcuno
savio, e specialmenl. voi. perocché vo. U
»al.U. (V)
8 V. Per Potere. Lai. posse. Voce. 1
„ A n 5. Ne a CU), quantunque elle sien
èlaadr, resistere varrebbero lo forze vostre .
■;; e VI Valere, signi/ica anche Jvcr
potere', Ji'cr dominio, fòrza ec. u Vani,
l'uri;. 20. Menlreche la gran dote Pro-
ventale Al sangue mio nou tolse la ver-
gogna. Poco videa, ma pur non Iacea ma-
^ 3 g. VII. Per CiOfarc, Esser di pro-
filo. Lat. prodesse, im-are. Or. OJftU:-'.
noce noi-òi. 16. ^è l" un .,.1 varrebbe,
ne I" altro voglio che m. vaglia . 1. no,:
A» i3 Gli venne nella mente , questa
cosa dovergli molto poter valere. £ nOi-
ri ,g. N.una cosa valendole d chieder
me-cè colle mani io croce. Ao". ««' »J-
2 Ouellmo rivoleano i loro stracci ; ma
neenle valse, che Inlli 1. .nise .n un mon-
to, e cacc.ovvi entro fuoco, i". tir. 2.
37. L- aria sostiene gli uccelli, quand eli,
volano : che se 1' aere non fosse spesso ,
non potrebbero volare , e V ale loro spae-
rebbero molto poco. Dani. Inf l. va-
gliami .1 lungo stnd.o e '1 grande amo-
re Che m'ha fatto cercar lo tuo volume.
/ eir. eanz. 4. 2. Ver cui p»" 6""""^.
mi valse, o vale Ingegno , o forza o di-
mandar perdono. £ son. 2o3L allo Si-
gnor , dinanzi a cui non vale ^asconder,
né fuggir, ec. Xen. Ben. / nr./i. 6. 28.
Se 1 desiderii mie, fossero valulr, dirai lu,
e-sarebbono valuti anche nel bene. ••■ Lasi.
.■•pir. 4. 3. E noi la demmo a gambe. J^IC.
E ci valse il correre. (I J
* e \ 111. / ali-re ad uno. i-ale lo stes-
so, cioeCioiarsli. Es.iergli di profitlo .
Sen. list loy. Se lu mi pon. che per
neenle si scalda la cosa , che e calda per-
fettamente, e che invano s' afiatica colo. ,
che vuole valere a colui eh e pervenuto
al sovrano bene; rispondoli ec. (Br) lì.or
V Gres 6 23. Essendo loro occu, ali nella
pratica dell'opeie eziandio virtuose, eglino
posson valere ai prossimi loro. (1 J
* g IX. ] alere a una cosa . vale
Fs.ier capace a quella. Ir. Ciord. 2.. q!\.
Sarebbe come chi d" una cosa che fosse
buona a uno mestieri, ed eg 1 non 1 u-
sasse a ciò, ma usassela a un altra cosa,
che non valesse a ciò. (C)
:■: § X. I alere, si dice anche delle
cose che senono di medicina, e vale
Giovare, Es.<ere projittevole . Tes. lov.
P S. cap. 45. Nasturzio mischiato con
farina ed aceto, ed impiastrato , vale alla
scianca. IVJ Cr. 5. 4»- 16. A quel me-
desimo vale lo -mpiaslro delle rose, e del-
1- albume dell' uovo, e dell aceto, fallo e
posto sopra '1 pelignone , e sopra le re-
°' e' XI Farsi valere, vale Aon si lasciar
sopraffare. Mostrar la sua forza e la sua
virtìi-H- Maini. 3. 57. Che non giuoca
alla buona , e meno a' goffi , A' noec.ol.
bensi si fa valere. (!SJ , r- „
§. MI. Parsi valere, vale anche lar
frullare a suo pio. G. V. 12. 8. 12. Fa-
cendo 1 suoi decreti di fallo, e sotto suo
suggello , il quale U suo Cancelliere si facea
ben valere. ,. ,.
g. XIII. ì aler di meglio, vale Miglio-
rare le sue condizioni. O. I 10. 149. 3.
I a qual congiurazione fu scoperta segre-
tamente al Legato per alcuno seguace de
cooeiurali, credendosene valer di mcgbo .
* Agn. Pand. 20. Non sanno vivere co
linoni , non prezzano onestà, n'e giustizia,
pure che ne vagliano di meglio, o che se
ne vantaggino. ( TCj
* g XIV. E in signific. neulr. pass.
/I^n. Pand. 68. Egli dall' altro lato sem-
pre sludrei'a in che modo peidendo 1 ami-
stà tua, possa di meglio valersi, e per sa-
i lisfare a sfc non curerà del danno no-
.UO. (TO
+ §. XV. Valer meglio, vale Tornar
meglio. Esser più utile. Cr. 8. 3. 4- O
vi si pianano, e vana meglio, salci, od
olmi .
g XVI. ì'alere, r usiamo anche per òt-
gnificare, trattandosi di concetti, o di pa-
role. Lat. valere, significare. Gr. cri/aat-
vitv, Sjiff.l^'xi . .'^'alvin. Pros. Tose. I.
186. Il .!Ì non è particella riempiliva ec,
ma è si per lo laliii.i .tu', e vale roiì. E
18;. Ila la nostra lingua le particelle cor-
rispondenti a' Latini «iiAi , libi . sihi j e
queste doppie , quando dicendo mi , ti ,
SI . e quando me , te , se , che vagliono
lo stesso . ■-;= Segner. Mann. Selt. 16. 1.
t.iustizia vai qui di nome generico a di»
notare tulle le opere buone cioè, sta ia
luo-'o). £ governò. 14. 2. Dissi, a tollerar
con pazienta ; perchè ciò vai qui quella
parola potiuntur. (E)
:',: §. Wll. Valere a dire, vale Signi-
ficare. Brun. Tes. 2. 9. Pietro tanto va-
le a Alle, quanto conoscente. (Cj
+ ■..■:§. XVIll. ' alere, per fendere l'equi,
valente. Pemb. Slor. 6. 85. Se la Repub-
blica volea quella rocca. Remiro gliele da-
rebbe, se ec. a lui condotta di cinquanta
cavalli donasse con tante case nella città,
che due libbre d' oro d' entrata l' anno gli
valessero. (Vj
f v g. XIX. p'alere , talora vale
Equivalere, Essere. Cr. S. Gir. 56. E
perciò si preodano ben guardia che non
sieno p gri degli alimi peccati gastigare
che varrebbe loro, come s'eglino gì. con-
fccnlissono. (I J
:;: g. XX. Intere, per Agguagliare .
Mil. M. Poi. 'j'i. E puole vedere molle
belle viste, di vedere prendere bestie e
uccelli ; e non è sollazzo al mondo che
questo vaglia. (Rr)
'•,' g. XXI. J'alere, vale anche tsser
sufficiente. Pastore. Porgh. Arm. Fam.
Q- Le maniere del differenziarsi fra loro
queste tali armi, son molle, delle quali un
solo esempio può valere per lutti. (C)
* g. XSIl. Taler. il pregio . vale Met-
ter conio . Esser utile . - Porgh. Tose.
3l5. Ni; fuor di costoro due saprei nomi-
nate auloie, che vi abbia scritto cosa che
vaglia d prozio a parlarne ». fO
^: g. XXIU. / alere più un colpo di
maestro che di:e di manovale . I . MA-
NOVALE , g. 11. (C)
a §. XXIV. Caler tanto oro per chec-
chessia, vale Aver grande ahililà in chec-
chessia. Esser mollo a proposito, Adat-
talissimo a citcccliessia . V. ORO, §.
XIV. iC)
* §. XXV. Dicesi in proverb. £ vai
pii-i un oncia di Jortuna che cento o una
libbra di sopere ; e significa che la for-
luna talora giova più che il senno . I .
OSCU, §. V. (<-j
S XXVI. Calere un mondo, late t-S-
sere in presto grandissimo . Bcm Ori.
2 " I Fra r altre molle la Ird.ulazione,
La 'guerra, e 6n.dmenle tolto il male Che
tanto ci cunluiba, un mondo vale.
:;: §. XXVIl. ; alere un occhio, f . Ul.-
CHIO, g CXLIS. (•)
rt S XXVlll. Aon valere una mano ,
0 due man di noccioli, vale Esser dappo-
co, Aon es.ier buono a niente, f. NOC-
CIOLO, g V. fA'J
:■; e XXIX. J\'on valere un corno ,
vale Non valer nulla . C CORSO , g.
XXXIX. (C) , . „ „
8 XXX. A«n valere un lupino, o si
nuli, vale Aon essere in verun pregio
Bern. Ori. 1. 22. 23. Egli era ..eco d.
mollo tesoro; Che senza quel non vai sen-
no uo lui'ino. _ ,
e. XXM. Valersi dT alcuna cosa, «
- ..../.. Scrvirseae. Lai. aliqua re
iS^o
VAL
'• Cavar gli uomini qualificali delle case
'Olio ombra di voler valersi di loro, per
metlergli |,oi in quegli eravagli eh t ]■: Cof.
I- 2. Si trova un debito Di cento scudi
con monna Laldumine , Di cui è stalo at-
tore , e valutosi È di certo suo monte .
',''"■.. ^'■"- ""• 3l- UdiU la tua fama ,
gli e entrato gran desiderio di conoscerli
e valersi di te. C«J. Uu. 27. Il quale
lio mandalo costi per farlo escquire, e va-
lermi del mio .
§■ XXXII. Valersene, l'utiamo anche
tn signific. J, P„ch,amarsene, cioè Anilar.
sene aita ragione.
* S- XXXIII. Ogni cosa ci vale, tktlo
la modo proferii. , significa .■ Ogni cosa
amia, lutto fa prode, e simili. Ceccli.
Dot. i. 2. Tu non conti quanti Torselli,
nastri, e cordelline e cuffie >c cavi l'anno:
ogni cosa ci vale ( Ben sai). (Cj
f %. XXXIV. A perdonar vaglia, o
I aglia a perdonare, maniera di cerimo-
nia , colla qnale si chiede scusa di cosa
die si e della , o si vuol dire . f'aich.
Suoc. 4. 6. Doh sciagurato ! lu lo chiami
ciurmadore eh ? Se li sentisse : coleslui è
U miglior uomo di Firenie , ce. /'tst. A.
perdonar vaglia: io lo vedeva a quel mo-
do ec. chi non sa non sa. K 5. 5. Vagha
a perdonare , se Userò con esso voi Uoppa
sicuni. (l'j "
%. XXXV. falere. Term. di giuoco,
che si usa quando si vuol che la scom-
messa vada. Pataff. g. E rara vaglia, to-
sto confermai.
t VALEIIIAXA. .'Spezie di pianta me-
dicinale, della anche I u. Lai. 'valeriana,
phu. lìicelt. fior. 6g. La valeriana, chia-
mala da Dioscoride, secondo alcuni. Fu
i una pianta oggi nota. Trovasene di due'
sorte ; una donieslicj , ovvero maggiore ;
I altra salvalica , e minore ; e di tulle e
due se ne trova copia in Toscana . l'are
che la radice della maggiore sia assai si-
mile al Fu, e che si debba per esso usa-
rL- , e non la minore , per esser piuttosto
un falso Fu.
* VALETE, r. L. .Valuto dato a più.
J it. S. Ciò. Cualb, 33l. Valile in Cri-
Ilo Gesù, o voi che siete tulio il mio be-
ne ( S. Gio. Cualb. cosi- saluta li suoi
frati). (V,
* VALETUDINARIO. Term. de' le-
dici. Malsano , Malaticcio, Malescio. (Ai
* VALETUDI.NE , e VALITUDI.NE .
/ . L. Complessione, Tcmp.ramento, A-
l/ito del corpo . I.al. valeludo. Gr. oia-
àlTiS . Agn. /'and. l5. Chi conserva la
santa , conserva la buona valiludinc, la for-
tciia e il buon colore, e la frescheiia del
viso. ICj
§. Per Sanit,',. Lai. valeludo. Gr. u'yi-
im.pant. Conv. 184. ItUncein essa le cor-
porahbonladi, cioè belleiza, forleiu, e qua-
si pcr|Wlua valiludine . (wiicc. star. i(J.
797' Ancorchb non rilornaiie, se non con
lardità, alla prima valiludinc . Cin. Geli.
6. 145. Non troverai mai nessuno, che in
quei ( mali ) del eueyn chiami mai la feb-
bre sanità , ni; 1' esser tisico buona vale-
tudine .
* VALEVILE. /•. A. y„l,vo!e. Ir
Giord. Pred. ;6. Non J! cosa nulla . ni-
opera >i vale. ile. ad avere rilj eurna co.
me la cariti, f / j
•t VALEVOLE. Add. Che vale, Giove-
vole. Utile. Profttevole. Lai. ,./,/,.,. Gr
Xpn^lixo;. //ore. nov. 61. 3. Notando be-
ne la mia novella, policle una saola e
buona orazione . e mollo a no valevole
apparare. # Pass. a. Se pure inl,„i,.„e
che alln poi in peccalo nraggia, nondmie.
no la prima penilentia fu valevole . (/Ij
E 3. So interviene che anche pecchi „
ricaggendo m quello medes.m.i peccalo
u u altro , fu valevole la prima penilcn'
VAL
la, e sarà valevole la seconda. Red. Esp
nat. II. Talvolta si comprendono, se di-
ligente ed accuraU vi si faccia sopra la
riUessione . che I; valevole a scoprirle in-
sieme cogli ascosi inganni.
* g. Malevole, per Possente, Che ha
for-^. Hemb. Asol. I l„r 6gIiuoIi cresciu-
ti, e per se slessi valevoli (A)
* VALEVOLISSIMO. Superi, di Ta-
levole. òalvin. Pros. Tose. I. i63. Ser-
vendosi per istrumento valevolissimo de'
poeti, formarono vani uerionaeei ec l'I
* VALEVOLMENTE, latentemenl.
Red. Isp. nat. li. Non 6a già ch'io vo.
glia pensare che ij loto scampo fosse ef-
lelto deUa pietra , ma bensì fosse effetto
Jella fona d'una robusta natura, gagliar-
da e risentita , che , valevolmente com-
battendo , supero alla fine U veleno della
vipera. (Dj
* VALEZZO. Voce bassa, e poco u-
'ata. ì alare , Maestria , Abilità di un
artefice, o simile. Laldin. Dee. Un gra-
vicembalo che, per essere fallo da un mae
stro di poco valeuo, dava di si slesso un
mollo scarso g.jdiniento di armonia. 'A)
* VALIBILE. V. A. Add. Di va-
luta. Iranc. Sacch. Batlagl. lecch. 2.
b2. E di lor vesle si sono addobbale Si
nccamenle, che, narrando, quello Parreb-
be a chi r udisse non credibUe Per lor
tesolo di slima valibile. (/JJ
VALICABILE. Add. Che si pui vali-
care. Lai. ^frvi„/ . Gr. o'iccgstr^; . Tac
nav. Ann. 2. 49. Le piramidi, come mon-
tagne condolle al cielo, co' tesori de'Prin-
cipi gareggunli, e sparse per le appena va-
licabili arene.
;t * VALICANTE. ./,/,/. Clic valica.
Salvia lliad. 3. 348. O forse vennon qua
sovra le nav, Il mire valicanti, ed ora poi
nicgan d entrar ec. (.1)
t J VALICARE. Andare da un luogo
ad un altro , Passare uno spalio che e
in mezzo a .tue , Traversare un luogo
Lai. Iransi,^. Gr. Oiagwy.iv. Bocc. nov
12. b. D. U da Castel Gu.glielmo al valicare
d un fiunie ec. il rubarono ec., e valicalo il
fiume, andaron via G. V. i. 6. I. Prima
valico per mare di GosUullnopoli in Atica
liane. Sairch. nov. 210. \ ahcavasi U fos-
so su per un' asse as.ai stretta di faggio
■-• Lor. .Mcd Xenc. 19. Nencioiia mia ,
1 me ne voglio andare , Or che le peco-
relle voglion bere , A quella potu eh' io
ti vo aspellare. E quivi in terra mi por-
ro a sede. e. Tanto che vi ti veggia Tali-
care, (/l) "^
t S- '•. r'er similit., parlandosi di t„m.
pò ed- eia, vale Passare, Trapassare Fr
Giord. Ired. S. Non valica nidi,ni^ ora'
che conlinuamenle noi lodino. /ì appresso'
Non valica Cor di tempo di di, o di notte
cl.e 1 corpi di sopra ec. Coli. SS. Pad'.
(Quando ebbe valicali novanta anni . ec.
* §■ 11. Valicare, fu detto anche del
fuoco. G. V. lib. II. cap. li3. La none
seguente i apprese un gran fuoco in Ha.
Mone, e valico nella gran ruga di S. Bran-
caaio. (I )
* S- II'- I' figur.itam. per Trascu-
rare, Trasgredire, /Incedere 1 limiu del
dovere, lecor. g. ,2. „. x 11 capuano,
per avere egli valicalo il suo comanda,
mento, non ascollo 1 Inr prieghi . (Vi
" >l«<-'lruu 2. 10. 4. È la nrgn..n.ia
peccalo mollale! Il i.p..ude san Tommaso:
in due modi puole esser mollale: l'uno
modo da parie di quella cosa che si va-
lica, e lasciasi per negligenua; ce. .. ^^^
w S- IV. I alleare , vale anche , pur
fguralam.. Superare. M. V. lih.l^.cap.
'\. Perocché il suo senno solide, e lem-
perala indu.lria , valicava il consiglio de
Kb -Un i:i,b. 6 cap. 16 Ma nella ella
le donne e le femmine valicavano lutla 1'
VAL
allra genie e per qtieita maDiera darano
la croce. (V)
* S- V. Valicare, vaU anche Passar
sotto silenzio. Fr. Cord. Prtd. Decli al-
in belh esempii, che egli ne dà in qiiesU
sua nauviute di verace lume non dicia-
mo ora p.u ee. Val.chiam questo, ed ao-
duimo all' altro. £ altrove: In.mo a qui
a.emo dello della dignità di Cnslo , .e-
condo la sua Deilade; e avemo valicato
della SU4 iDcaroauoDe. (£r)
VALICATO ^<W. da Valicare. Mae.
striizz. I. 85. AltrmienU, vjicalo il lem-
pò d. Ire anni , sarà renduta al secondo
sania sperania che un' allra volu sia ren-
dulaalpnmo. i?,„. Purg. .j. j. „;„,„.
Siro Virgdio a Dante li ire gironi g^ mon-
tali da loro e salicaU . Cron. / ,// 3o
Ui molle cose s' è rimaso poi che loUe
moglie, che la tolse valicali 45 anni
VALICATORE. Che valica.
§. Per similil. vale Trasgressore. Lai
traasgressor. Gr. Jta/,«6a'T,;. Ci.id. G.
Elli diventarono non paurosi valicalori del
comandamento d' Iddio.
J VALICO. Apertura. Passo per lo qual
SI valica, e trapassa da una parte all'ai-
Ira, Callaia. Lai. ostium . Gr. s-j-x C
T. 12. 75. 2. Al valico della risieri deU"
Ombro gli assalirò vigorosamente.
§. I. Valico, per Ugni luogo donde si
passa sempticemeale . G. /". 2. I. 5 A
uno a uno gli facea uccidere a uno vali-
co di camera . £■ 7. 119. 6. Misooo un
guato ec. al valico della Pieve al Toppo,
onde valicavano i Sanesi.
* §. II. Valico, dicesi anche da' cac
ciatori il Luogo per dove sogliono pas-
sare gli animali , gli uccelli di passo
- Puon. Fier. 2. 4. 5. O le sciabiche
tendere, o le ragne, O le pareli a' vali-
chi piantare». (C/
*t * S- •"• FJIguratam. Fir. J,.
aig. ParevaU che Amore, impennando o.
gnor più I' ale del suo sfrenalo disio, eli
sturasse tulli i valichi ee. ( cioi . le vie
all' inlento 1. (Vj
§ IV. ì alleo . si dice anche un Or-
digno di legno, che si adopera a torcere,
o filar la seta j onde diciamo Girare i'i
valico , che vale Dargli il moto
VALICO Adii. Valicalo. * C. /". 8.
;6. 4. Avcano presa la porla per fom !
e valico il fosso. (C) Cecch. Incanì, prot.
Benché abbu sessanta anni valichi ec. i
innamoralo d'una bella giovane. |.Vy Fir.
.4s. 25;. E cosi durò la cosa lina all'»-'
ra valica di desinare.
* VALICONE Passo, o Pnu, gr^.
de; e dicesi di scrittura per Lschena o in
islil familiare o rusticale . Lai lorus
por/,„. Pr. Fior. P. 4. ,-. 3. ,5^'
■ Domandalo ( un contadinello , ,la un pa-
dre Domenicano , s' eì sapeva d Credo
rispose the ne sapeva dove un valicooe'
e «love un altro. (SS) '
•t « VALIDAMENTE . Avverh. Con
validità. Con efficacia • stissislenia. Se-
gner Incr. 2. 27. 9. »li vuol chiuder piil
validamente le piaghe, che forse pei la cu-
ra troppo soave in pochi di lornerebbooo
a napiir.i. (A) K Crisi, mslr. 3. q 3
Parca che fosse più eonvcniente al ieco'.
I ro determinare almeno la quanlilà , che
I ogni Sacerdote polesie cousacrarne vali-
^ dameote m un solo giorno (C)
I VALIDARE. Fare, o Itender valido
, l^onvali.lare. Lai. ratum facerr. Gr. Bt-
Pxioj,. « Fil. Vili. Vii. Com. ili. ia,
, I. Quantunque alcuni ec. neghino ee la
qual cosa con si probabili argumenli h«.
! no va . data , che necessario sia 10 parte
I concedere quello eh' celino hanno .ff,™a.
, lo. (lì) Dav. .\cism. 25. Dicevano 1 proceu-
• -~ -"■^•auo i proceu-
ra or. de He, non aver quella ( dispensa)
val.daio le niuae d'Arrigo con Caler.na
VAL
VALIDISSIMO . Superi, di l'alido .
Lai . i-alidissimiis . Gr. i a'jiJpùÌzct.TOi .
l'iv. Disc. Jrn. 29. Passo alle [iiO|'Oii-
cioni de' riraeilii ec. , v.tUi)is&ìmi al certo
a sommamcnle diminuiilo . Giiicc. Stor.
l5. 748. Fuise validissimo tulio quello
che Euoraceiiae solo dt;liberasse . Snh'in.
Disc. I. 357. Le ragioni ;dIo 'ncontro
del 61osoro ec.i quaiilunquc >alidissimc e
saldissime, disarmate e siornite d'cloquen-
Bj , noD possederanno ([Ut'l vigore, ce.
* VALIDITÀ" . l'orza e Sussistenza
che alcune cose rice\'0/to dalle formalità
e dalle condizioni riclticsle per renderle
valide j J 'alare. (J)
t S VALIDO. Add. Sano, Gagliardo,
Poderoso j opposto d' Infermo , Debole.
Lat. validìts. Gr. Cfsx^p°^' ■^''' ^'"^- ^4'
90. Quindi aiutando T cremila dunque,
eh' era della sua età valido , e torte . t
Ao. Si- D'una vecchiezza valida e robu-
sta Era Solirino , e di famosa prova . E
41. 58. Che valida e robusta e senza at-
taoDO, Era venuta all' ottantesimo anno.
* §. I. EJigiiratani. « Jntet. gii. Per
lo tuo sauto e ineffabile nome tnl'orme per
consequenlc il valido aiuto concedi ». Se-
gner. Crisi, instr. 3. 8. 5. Con illuslra-
xioni più vive vien rischiarato i'iuiclletto
il conoscere il vero bene , e con impulsi
più validi vien risvegliata la volontà ad
abbracciarlo (C)
^ §. U- E detto di cose inanimate.
.4r. Fur. 2^. lo3. Ma come ben com-
posto , e valid' arco Di Cu acciaio , ec.
quanto si china più , quanto è più scar-
so ec. Con tanto più furor, quand' è poi
scarco Kitorna . Sannaz:. l-gl. 6. Magici
versi assai possenti e validi ec. Portava
iudosso , che '1 facean risolvere In vento,
in acqua , in picciol Rubo o Felice. Ri'
cett. Etor. ■^l. I garofani ec. mi{jliori so-
no quegli che sono gravi ec. d' odor va-
lido ed acuto . Sagg. nat. es(>. 227. La
virtù elettrica ec. risvegliasi per delicato,
u per valido strofinamento in tutti que*
corpi dove n' è miniera. (C)
# §. 111. Valido^ vale anche Che ha
le condizioni richieste dalla legge a /ine
di produrre il suo effetto. Dav. Scism.
17. I Cardinali e Teologi veduti i fonda-
menti degli amliasciadori , risposero uni-
tamente , quel matrimonio esser valido e
fermo , da niuna ragione divina vieta-
to. (C)
%. IV. l'alido, aggiunto ad Argomen-
io, Bagicne, o simili, vale Concludente y
Efficace. Lab. l64- La qual cosa , come
|)Ossentc, e quanto valido argumenlo sia a
tlimostrare, quanto ia nubilla dell'uomo ec-
ceda quella della femmina e d' ogni altio
animale^ assai leggiermente a chi ha sen-
timento puotc apparere.
# §. V. Per zitto , Capace ■ Segner.
Oisl. instr. 3. 8 l3. Qual maraviglia
poi che non cavisi frutto dalla Comunio-
ne, benché sì valida a darlo? fC)
*-j- VALIDORE. /'. A. Jalitore. lìim.
'tnt. Dant. Maian. 86- Che validor valente
Pregio e cortesia Non falla, ne dismenle.
E (iultf. 98. eh' altro nooveo omai sia va-
Udore. 5»' Chiaro Davanzali canz. Valer
vorna, s' io mai fui validore. f3fj
t VALIGETTA. Dim. di Valigia.
Jìent.', Celi. ì'it. l. !\l5. Messagli una mia
valigetta in groppa , mi caricai di molti
più ornamenti, che fatto io non arei. ^ E
344- Aveva lasciato certe correggine, che
legavano la sua valigetta. (Cj
VALIGIA. Spezie di cassa, o di tasca
per uso di trasportar robe in viaggio .
Lat. hippopera , hulga . Gr. iTTTTSTnfi'pK .
Bocc. nov. 12- 18. Rivestitosi de' panni
suoìf che nella valigia erano, ec. E nov.
84. 6. Fatta mettere la sella e la valigia
.1 un «uo palafreno, ec. (Jrh. Casse, vali-
P'ocabolario T. II.
VAL
gè , e molti altri arnesi , fecero studiosa-
mente nella nave portare. Frane. Sacch.
nov. i52. Le coverte furono levale loro
da dosso, e messe in una valìgia. ^.* Buon.
Eier. 4" 5. 4- Q"^l carico «e vien, qual
scalzo e nudu; Chi sotto lia alcun fagot-
to, chi in ispalla Una valigia , un rinvol-
golo, un griippo. (I!)
§. I. ì'^ah'^ia , per similit . Pancia .
Arrigh. /). Wiuna virtù è mìooio , che
vincere il compagno in mangiare , e la
valigia del ventre agguagliare a un sacco.
^'. JI. Es-tere, o Entrare in valigia, in
modo basso, vale Adirarsi, Inrilrosire .
Lai. ìrasci , indignari . Sr Cccch . Prov .
35. Entrare in gozzina di alcuna cosa, si
dice quando uno si adira o di beffe, o di
rosa che gli sia falla, o detta. Oggi si dice
Fntrarc in valigia, o Essoi- tollo su, o uc-
cellato, o burlato. (C) Ma/m. 4. 52. E poi
mi pare strano, e mi scontorco. S'egli è
in valigia, ed ha comprato il porco. .£^7-
r>3- E' n' è tanto in valigia, Che ne manco
darìa la pace a un cane.
VALIGIAIO. Facttor di valige j e ta-
lora, in modo basso, si dice a Chi entra
agevolmente in valigia, v Rusp. son. i^.
Io vo' far benedir un mio pagliaio ec. ,
Acciocché, se vi fosse uno scorpione. Non
mandi la sua pelle al valigiaio. (Bj
■r VALIGINO. Dim. di f'aligias J'a-
ligetta. Maur. rim. buri. Chi accomanda
il capo al valigino. (Br)
f '^ VALIGIONE. AvcrescU. di Vali-
gia. Maur. rim. buri. I. Io5. Ed è pro-
prio un cavai da saccomanni Ch'ungran-
cliio m' ha portato, e la cavezza Con le
bisacce e un valigion di panni. (Br)
t sle VALIGIOTTA. Lo stesso che Va-
ligiotlo. Lasc. Nan. I. 73. Si [lorta cinto
ogoor la valigiotla, Che di sifFalle palle è
sempre piena, (^r)
VALIGIOTTO . Spezie di valigia .
Guicc . Stor . i5. 766. Mandarono cin-
quanta cavalli, ciascuno con un valigiolto
in groppa pieno di polvere.
V ALIMENTO. /'. A. Valore, Virtù.
Lai. iirtus , praeslantia . Gr. d'Sva.p.n; .
Frane. Barb. 375. 4- Si grande è il frut-
to, e valoroso è il bene Che riceve d' A-
mor chi il vuol seguire , Che ogni allr.T
grazia e valinicnlo passa- Tes. Br. 9. 5.
All' uomo di gran valimento , e di gran
Dominanza messer Carlo, conte d' Angiò,
e di Provenza, li Ciovernatoii di Uoma
salute , e accrescimento di tutto onore .
Bim. ant. Fcdcr. Imp. Il4- E piace a
voi eh* eo aggia intendimento, Valimento
mi date , donna fina . E Dant. Maian.
73. Che s' eo ne pero , vostro valimento
,S;irà colpato , che faccia falsura . Morg.
16. 17. Se tu m'abbatti per tuo valimeu-
to , Ogni (.osa fia tuo , e' hai acquistato.
^' §. E per J aluta , Pregio ; ma in
questo signific. e voce disusata . Bocc.
Teseid. 9. 71. Quinci gli diede una spa-
da tagliente ec. , Ed un turcasso che ,
noliilemenle Lavoralo, era di gran valimen-
to. iB)
* VALITORE. Giovatore, Aiutatore.
Rim. ant. Meo Abbracciav. 2. 2. Onde
muove adizzato lo mio core D'essere va-
litore, Se posso, difendendo la driltura D'
amor, ce. (M)
VALITUDINE. /'- VALETUDINE.
VALLAME. Intcn-allo, e Distanza tra
molte valli . Lat. intervallum . Gr. ijta-
•s'rip.y. . Cavale. Med. cuor. Quelli che
punto è provocato da essa , subitamente
salta, e passa così grande intervallo e vai-
lame, come è dalla pace all'odio (qui per
me taf. ).
VALLARE. /'. L. Circondare j e dt-
cesi proprio del Circondar con fossi , o
altri ripari , alloggiamenti d^ eserciti , 0
muraglie. Lat. vallare, Gr, TTipiT&iX'-
V A L
1641
^siv. Dant. Inf. 8. Noi pur giugncmmo
dentro ali* alte fosse , Che vallan quella
terra sconsolata . E Conv. ì^O. Quando
con certa legge e con certo giro vallava
gli abissi.
f *!* §. C ncutr. pass, vale Circondarsi.
Cavale. Stoltiz. 235. Sogliono fare capo
grosso, e vallarsi, e sconfiggere quelli che
in prima gli mettevano in vidta. (V)
^ VALLARE. Add. Term. della Sto-
ria romana . Corona vallare chiamavano
i Romani quella che davasi a colui che
entrava il primo nelle trincee nemiche. (A)
VALLATA. Sust. da l'aliare. Riparo
di fosso, AjTossamenlo. Lai. valium. Gr.
zp^o^. fit. Plut. Li luoghi che essi ca-
vavano, e le vallate, s' empievano incon-
tanente d' acqua chiara.
VALLATA. Sust. da J'alle . Tutto lo
spazio della valle da un capo all' altro .
Bern. Ori. 2. 5- 8. Addietro torna per una
vallata Che proprio arriva sopra il bel pala-
gio. ^ Segner. Pred. Pai. Ap. 7. 7. Ma
povere molto più quelle parli alpestri della
Diocesi, que' villaggi, quelle vallate, che
ncyi veggono mai la faccia de' lor Vesco-
vi. (TC)
VALLATO. Add. da Vallare.
§. Per Autenticato il disse C. V. 8.
80. 10. Fu bisogno a ratificare e confer-
mar r ordine di questi patti con vallate
carte .
VALLE. Quello spazio di terreno che
è racchiuso tra ì monti. Lat. vallis. Gr.
ày/Oi . Bocc. g. l. f. 7. Verso un rivo
d'acqua chiarissima, il quale d' una mon-
tagnella discendeva in una valle ombrosa
ec, se n' andarono. Petr. son. 23c). Ne
giammai vidi valle aver sì spessi Lu<'ghi
da sospirar riposti e fidi . Dant. Inj. 8.
Le sue meschite L'a entro certo nella
valle cerno . E Par. 6. Vide Senna , Ed
ogni valle, onde 'l Rodano è pieno, Tes.
Br. I. 38. Elli procacciò tanto da moli-
le e da valle, eh' elli combaltèo contra a
Pompeio .
§. Tristo a queW uccello che nasce in
cattiva valle. Salvia. Disc. 2. q5. Dicia-
mo noi in basso e trito proverbio : tristo
a queir uccello che nasce in cattiva valle,
perocché a ognuno piace il suo , benché
malvagio e infelice , paese. --
VALLÈA. Vallata. Dant. Inf 26. Ve-
de lucciole giù per la vallèa . Ar. Fur.
37. 26. Giunti nella vallèa , trovan tre
donne , Che fan quel duole» , assai strane
in arnese.
VALLETTA. Dim. di Valle. Lai. val-
licula. Gr. ffTEVo's a'u)w'v. Eir. A^i. 91.
E' mi parve veder così da discosto entro
a un fronzuto boschcllo una valletta -issai
spaziosa. E Rag. l32. Tra più verdi colli
assai vicini a Firenze si vede una valletta
di spazio per ciascun verso di mille pas-
si, o poco più. E Dial. beli, donn, 366-
Dalla fronte alla fine del naso , in quella
quasi valletta eh' è tra Ì confini dell'uno
e dell' altro ciglio {qui per similit.). Ci-
7-iff\ Calv. 2. 63. Quei cinquemila , eh"
erano in agguato , Avean presa 1' uscita
alla valletta.
VALLETTINA. Dim. di Valletta, lib.
cur. malatt. Simili erbe si colgono in quel-
le vallettine, le quali hanno più dell' umi-
dore .
VALLETTINO Dim. di Valletto. Lat.
puer , servulus . Gr. TTat; , So^^ùlsio'*
Lib. Pred. Teneva al suo servigio un bel-
lo e spiritosissimo vallettino.
VALLETTO. Eante, Paggio. Lat.
puer, servulus. Gr. itrùc ^ <j5V>a3cov .
Rocc. nov. 3i. 4- Considerate le maniere
e i costumi di molti, Ira gli altri un gio-
vane valletto del padre ec- le piacque .
Liv. Dee. 3. Diedela al valletto della sua
camera . Tass. Ger i4- 55 Non lunge
206
lf>\2
VAL
un tagacÌ3timi> valletto Pos?, At nanni pa-
itorai restilo. y4r. Fur. 27. 93. Scnzj più
compagnia mi vado a porre , Che d* una
inìd donzella, e d'un valletto.
VALUCELLA . Pim. di Valle. Lat,
vallkida. Gì sre-jo? v.xì'kJv. Cr. 2. 22.
IO. ."^e* luoghi umiili, e che sieno in val-
li ■- elle , e freddi, più couvroevolmeotc 5Ì
piantano nel mese di Fehhraio e di Mar-
zo. / i(. P/tit. Non andò molto luagi , e
trovò una vallicella. '.' Bari, Op. mor. l.
638- L' altra ec. si vcdea per attorno co-
ronata di culline e di rupi ; e qui vali-
celle , e selvctte , U hoscaglia e massi di
cruda selce. fD)
VALLICOSO . r. A. Add. Pieno di
valli . Cr. 2 18. Ut. Della cultura del
campo montuoso e valUcoso.
VALLIGIANO. Abitator di valle. Se^r.
Fior. Stor. ^. 99. Perche quella valle è
forliisima, ed i valligiani armigeri, vi fu
il conte Oddo morto.
VALLO. Kiparo fatto di .tleccato. l.at.
valium, agger . Gr. ts/o: , ^jasa/coyK.
Hicord, Ma/esp. cap. 16. Uscirono fuori
della l'itt'a, e venaono al vallo dello stec-
i;ato . dov' era Fiorino. Segr. Fior. Art.
gticrr. 6. l33. I Komanl facevano forte il
luoco co' fossi, col vallo, e con gli argini.
Tafs. Cer. 7. 121- Stanchi Ite&tau nel
vallo e sliigottiti i Franchi.
VALLONACCIO. Peggiorat. di Val-
lone, lìern. Ori. 1. 23. 16. Quivi è d'al-
tee» fatto un vallonaccio Di settecento
l>raccia, a chi hcn guata.
VALLONATA . fallata. Dav. Colt.
107- £'^88^ buon passo , che pigli più
vallonatc .
VALLONCELLO . Dim. di Vallone.
Lat. valliciila . Gr. auii'^/o; ■ Bocc. g.
6../". M. Per lo qual fuori del valloncello
uscendo, alle parli più hassc se ne corre-
va, l.or. Med, .Xenc. 32. Andiam |ùù qua,
che qui n' 0 molto poca, Dove non tocca
il Sol Dcl vallonccUo.
t VALLONE. Accrescit. di Valle s
V^alle grande , e spaziosa ■ Lat. magna
vnllis. Gr. T^aT'j; auì.w'v. Horc. I9. 20.
Pervennero in un vallone molto profondo
I- solitario. Dant. Inf. 19. Indi un altro
vjllon mi fu scovcrto . S. Ciò. Grisost.
l35. Grande ahiìso e vallone e fra voi e
noi, sì che non si può passare.
* V\LLONÈA. Ghiande di cerro, che
.tt portano m Italia dall* /.tote de'l' Ar-
cipelago e dalla Morta per uso de'tintori
r de' Cuoiai, che .te ne servono per tingere
in nero. lied. Ftim. e Or. Tose. (A)
* VALMUNICA . Sorta d* uva nera .
Cresi', lib. ^. c<ìp. ^ E la valmunica e
lusra, chv mollp nere sono. (Vj
t VALOUAMENI'O . L'avvalorare,
Avvaloramento. Lat. virtus , pntstantia.
Gr. l'SxU Ott. Com. Par. 33. 720.
IVelhi ten.i pone il valoramcnto dì suo
mlillctto .
•{- •':f VALOIURE . Voce antiquata.
.4 Vi- ni (trarr. Dant. Conv. iSj. Poi susse-
ciienlemcnte dice , com* ella valora e se-
renile amorr. (A)
VALGHE. Prezzo, t'aiuta. Il valere,
S'tìtnma del valere . Lat. valor , precium.
Gr. rifif). Boce. nov. 85. l^. Allo 'neon,
trn recandogli colali anellelli coniraflatli
di niun valore. F nov. 99. l^l. Nel ijuale
(anello) era legalo un carl>unrul;i ec., il
valor del quale appena si poliva itimarr.
Pnnt. Par, f». Però qualunque rosa tan»
lo pe^a Per suo valor , che lr.if{ga *'*it,n\
liilanna , Soddisfar non »i può run altra
^pesa . Varch. Le». ^8^ (questa parola
valore^ onde viene valoroso , .^ehheue li*
^nifi^a propriamente la valuta dì ciairuna
roìj, .si piglia però in lanti .signi6ra(i e iì
'm'ieIi . chi* io non credo che chi ccrra»4c
tult^ 1-1 lingua l.itin.i poteste rilroTiir m:ii
\ A L
una voce di lanlo vjlore, quanto è qucsU.
e che sprimesse quello stesso nella lor lin-
gua, che quella fa nella no>lra-
S- i. Valore , per / irtù , Prodezza .
Lat. vi'-lits , pretstantiit . Gr. ojjxu\ì ,
^l'a. Dant. Inf. 16. Cortesia e valor, di*
se dimora Nella ootlra cìtl'a, siccome suo-
le. iSut. ivi : Valore fe , secondo Io pre-
detto 61osofo, volonteroso pigliamcnto dcl-
If." rose malagevoli. F Purg. iG. 2. Va-
lore e magnaniinil'a e grandezaa d'animo,
per la quale V uomo si mette alle grandi
cose , e 3<1 avanzare gli altri in virtù .
ffocc. nov. 5. 3. Era il Marcbcic di Mon-
ferrato uomo d' alto valore , gonfaloniere
della Chiesa oltre mar parsalo. F nov. f^y).
9. .Se io mai alenna cosa vaiti, per lo vo*
strn valore, e per l'amor rhc jiorlalo v'
ho, avvenne. F noi'. 91. 2. In quella di-
murando, poco, 0 niente putrcltlie del suo
valor dimostrare- E num. 3. La fama del
valore del quale , quella di ciascun altro
signor trapassava a quc* tempi . Petr. son.
259. Ov' è il valor, 1j conoscenza e 'I
senno? J'arch. Lez. 256. Chi rivolgesse
ogni cosa, 3on trovercltbe con qual voce
i Latini diceano quello che da* Toscani
valore è detto.
g. IL l al ore, per Forza, Cagltardia,
Attività. Lai. vi>\ Gr. ^iiu. Dant Par.
5. Sì che degli occhi tuoi vinco il valo-
re . Capr. Bott. 2. 23. lo sono legata
dentro di te , ed aggravata dì maniera
dalla tua natura terrena, che io perdo la
maggior parie del mio valore, e non posso
elevarmi al cielo , come richiederelibc la
perfezione della natura mia.
•I^ §. III. Per Estensione, Grandezza.
Segncr. Pred. Pai. Ap. 2. 4- Sempre
tenne dinanzi agli occhi i suoi chiodi, la
sua croce ec. con un travaglio proporzio-
nato al valore della cognizione. (TC)
^ §. IV. Valor delle note, diccsi da*
Mu.sici , La precisa quantità, o numero
di tempo che ha da durare ogni nota, e
per con.teguensn quanto la medesima si
deve tenere. (B/
VALOm'A. /'. A. Valore, in signi/ìc.
di Virtù . Lat. virtus , pro-stantia . Gr.
Sj-iUfn^. G. f. II. i38. 4- Àccampossi
sul poggio di Grignano ec. , non facendo
pruova , o vjloria alcuna. Bui. Purg. 7.
2. Nessuno «li loro . per henchè alibiaiio
lo rclajjgio de' reami , ha lo retaggio del-
la valona e della virtù , rhe e migliore
che (|uello de' reami * Teseid. 6. 52.
Ma per alquanto quivi dimostrarsi ( Pen-
sando al suo valor, per cui gi^ feo Neffli
olimpici ginocliì lai pregiarsi , Che roro-
nato fu ), in compagnia Gcote menò di
somma vjloria. (/l)
VALOltOSAMENTE. Avvrrh. Con va-
lore. Liit. valenter, Jhrtiter. Gr. CfJfUJÙ^.
JuwatTw;- Bore. g. 9. /. 3. Gli animi vo-
stri lieo ilispnsti a Valorosamente atlope-
rare accenderà . F nov. 3^ 4- ' *^ cose
valorosamente operate dal Gciliino da uno
e da un altro racrnntate raccoUc. A /'«rr.
Ceniti, cant. la. Nella ciliì entrar senta
contese . E valornsamente in sulla piau.i
<;i>* fìliilicllioi vennero alle pie»e f B)
lied. Ftp. nnt II. \ alorosameiite eom-
liattendo. supero alla fine il veleno della
vìpera .
VALOnOSIS.SIMAMENTI'. .V»piW. di
Valorosamente. Lai. praestantir.time. Or.
cfoywTKTX - Lih. pred. Ma questa fiata
coniliatterono valurosisttmamcnte , rome
Romani .
VALOHCSISSIMO Superi, di Valo-
roso. Lat- praestantissimus , egregiut .
Cr. tfoX'""*"^» "<*'"•■ '••*''' 4'- *^ '"
astai Itrieve spatio dì tempo nou solamen-
te le prime lei Ir re apparo, ina t Piloro «is>
*imo ira' filosofanti divenne. F nnv. 91.
7 11 non avervi donalo ec , no» è a»vc-
V A L
nulo perchè io non abltia voi vatorosiut-
mo cavalier conosciuto.
VALOROSO. Adii Che ha valore.
Prode , Eccellente . Lai. egregius , prae-
stans , strenuus ■ Gr. S^^X-'i • ^^X^P^^ *
oi'f^tttiù . Pocc. nov. 81 ■ 2* Comprende-
reie ec. il seooo da una valorosa doaoa
usato . F nov. 91. 2. Tra gli altri valo-
rosi cavalieri rhc da gran tempo in qua
sono slati nella nostra città , fa un di
quegli ce. mcsser Ruggieri de' P'igiovan-
ni- F .lov. 96. 2. Una n« dirò, non mica
d' uomo di poro affare, ma d' un valoroso
Re. Amet. lOl. Certo io a le, valoroso.
colale la mando, ec. Petr. cani. li. i.
Un sipnor viiluroso, accorto e saggio.
P. per Efficace , Che ha attivila. 7?i-
cett. fior. 8- Le quali ( piante) tono ^iis
valorose , e più odorate ne' colli, cbe ne*
monti .
VALSENTE. Susi. Prezzo, Valore.
Lai. prx'tium. Gr. Ttu/;'. Tes. Br. 3. 2-
Q^uaudo l'hanno venduta, elli portaoo di
ciò che vogliono , e lasciano lo valtenle
nel 1uo<;o mede^mo io qui-sta mercanzia.
ytaeslrtizz. 2. 3o. I. Ma m foro conscien-
tiae basta, se '1/ ladro) restituisce quello
rh' egli ha tolto, o il valsente col danno.
§. /,' usiamo ancora per la Somma
della valuta , a che ascendono le facilità
d'alcuno. Cron. Morell. 2^^. Lascio loro
di valsente quindici mila Borini, o più. E
235. Testò il valsente dì fiorini semita
Cecch. Ponz. 2. 4- *^ *■*'* ^^ "*"* sappi.i
il mio valsente, o che E* dubiti, che 10
non mi ci (ermi. E appresso : Pusto che
Lapo abbia il valsente Di tremila dura-
ti , o più , e* r ha lo beni che gli dan le
spese .
't * VALVASSOUO. e VALVASSO-
RE. Lo stesso che Varvatsoro . Borgh
Vesc. Fior. 486. Questo era una spezie
di particulare signoria , come è quella dì
Marchese, di Conte, ed allrì tali, e per
avventura assai simile a quelli che in cer-
ti luoghi ec. si chiamano Valvassori, o Ba-
roni, e da noi , e allrì Cattaui ^ ma erano
di men dignità questi , eh' e' Conti , seb-
bene anche egli aveano castella e tenute e
vassalli. (V)
VALURA. V. A. Vaiarla. La,ì. virtus ,
pratstantia . Gr. Jj'va'x:.; . Fr. tae. T.
6. 5. 16. Tutta la sua valura Alla tua
dignitade E peggio che viltade . /: 6- 5.
29. Perchè non hai valura Pensar esso
candore
VALUTA. Valsente, Prezzo. Lat. va-
lor, prttium. Gr. Ti^uvi'. .\ov. ani. 2. 3
Maestro, questa mi sembra più bella, e di
m.iggior valuta. G. V. 7. .19. 3. Tutto
r arnese di que* dell' <tsle si perdèo , eh'
era d' ìnnuinerabile valuta. (Jrh. Comin-
ciò ad assettare in una bariletta di molle
gioie, oro. pietre, perle e gemme dì tanta
valuta , rhc ec. * Dav. Ctimh. t)8. Pa-
gate in fiera tale a Tommaso Scrtini un
marco ti' oro per la valuta qui da Mcsser
Giulio Del Caccia. Borgh. Uon. 188. Non
ti lenendo i conti rol uom» di quelle tali
monete, ma delle delle di sopra, nducendo
queste alla valuta loro. (Ci
* ,^ l. I aiuta , per Faecltn , Capi-
tale. Frane. Sacch. nov. 48 Che vuoi tu
the ti costi, e coniperotli ? Disse Lapar-
ciò: Fratel mio, acconciami come lì piace,
e cavami dì qui. lo ho a Firenic tanto dt
valuta: io te ne fo carta. fV)
§. II. Per For:a. Potere. Fr. lac. 7"
2. 2 4^- Meiser , questa mia carne è viii(t<
sa; Ma sfonendla a liiltc mie valute.
't * VALUTABILE . Add. Che può
valutarsi. Che e stimabile , Che ^ dm te-
nerne conto Cocch. Vii Pitt. pag. 38
( f enezia 1744 ^ Niuaa ponionc di esso
( ttile ) sì converte in nostra carne , di-
iringliendosi tulio e dissipandosi fuori del
VAL
corpo, ed «icndo qu«i P" nuUa valul..-
bUe quella n.iniina parie che non n.ul.,la
»i rimane. MV „ .
VALUTARE. D"' '" 'n'"''' . .idn'ii-
rc L.t. aeslimart. Gr. T.pàv. 7af. P»»;-
v<n-..4. 102. Ma egli valuto e pai;o i damu.
Buon Ho- 4. 5. 20. Che Mmdn.enlc a
occhio e croce spesso ec. Valutate anche
voi le mercaniie.
VALUTATO. Add. da I aiutare. Lat.
«M»mi«l.,». Gr. o"3«..oa<ia£T; ^ /««A.
i,<,r. 8. 194 C"" »''"""' ' v-l"'»"'/:""
jcro tenui, a lame pagare loro gì m-
'"""vALUTAZlO.NE l\lermina-Jone
dilla valuta, F.slimazKne del valore. AC-
cad Ir. Sless. Mostrando alcun. peMelti
d' oro, portati dal paese scoperto ec co-
si ricresciuti dalla valutatone e dal! a ■-
plauso , che non si stette p.u .n dubb o
ec. (J Jastr. Cane. ,^y. Fu determinato
che nel contado d. Fircnie a ciascun ca-
podibom e peno di terra situato dentro [
V confini .li detto contado si assegoasse
e tassasse certa valutazione o st.ma della j
porzione attenente al lavoratore . I:. qu-
Fu ancora determinalo che si assegnasse
una simile valutanonc o stima sopra le
versone de' suddetti abitanti, (l )
* VALUTO. ì . A. Valuta. Bim. ani. |
Chiaro ravn,...(not.iì3 Cn.lt.tett.)
Giovenla , sanitade , e porlo e nave , Li-
berti di cascuno è n valuto Non fu uo-
mo veduto Potesse comprar l una per co
eh* ave. (T J
•+ « VALVULA . Terni, annlomico .
neccia membrana, sì fallamente locala
m alcuni meati del corpo, che agevolmen-
te consente a fluid, ivi concorrenti ,1 pas-^
saggio , ma 'non s<à il ritorno s e cosi
serie quasi da porliccuola . come fanno
le animelle nelle macchine idrauliche. Lai.
valvuta. Red. Oss. an. c,7- Accompagnata ,
neUo enlrarvi da una glandulella r.londa i
e da una vakula , scorre per 1 'U'","»
lungheria dell' intestino. E Cons. 1. 2t>/. I
Questa membrana 1" impedisce a gu.sa m .
una valvula . E 2. 98. Se su qualche ,
giorno, o qualche cotte nel letto m ripo-
so , le gambe disenfiano ; e se poi s. ri-
torna al molo , rienfiano, perche le val-
vole , o sostegni de' vasi linfal.ci , sono
indebolile. (') , i..
* §. Falvula, e anche term. de ti-
sici, e vale Quello infogno dentro a chec-
che sia , ,1 quale facilita o impedisce l
entrare, ol- uscire dell'aria, o di qual-
che liquore , detto altrimenti Jnimella .
Imperf y. nlb. D. 3. T. 9. i35- -^';-
slenuti 'eli umori delle piante) da qual-
che animella o valvula a mo.lo de nodi di
cjnna, che aprendosi solamente ali entra-
re , quello che hanno ricevuto una volta
non lascian.. uscire , ma imf edisconne il
rineorcameuto. (E)
VAMPA. / apore, e Ardore ch'esce da
gran fiamma. Lai vapor, arder .Gr.
liruii M. 1: li. 45- Fu necessita a
nimici, tra per lo gran fumo, e per la
vampa della paglia dei letti dello spedale ,
abbandonare il muro . Fiamm. !\. 30- t^ 1
siccome le fiamme da' venti agitate cre-
scono in maggior vampa, cosi amore per
Il contrarli pensieri stali nelle sue forx.;
si fece maggiore. Veclam. Qumlil. C. Lei
nel fuoco , e gli occhi suoi nella vampa
perdèe. l'ir. Js. 121. Quegli con tenda
di seta discacciava le v.impe del nimico
.ole. * Tass (.er. l3. 56. Jolo vi sof-
fia, e par vampa di face. Vento che muove
dall' arene maurc. B)
§ Per metaf Pant. Par. 17. Perche
mia donna: Manda fuor la vampa Del tuo
disio, mi disse. Put. iv, : la vampa, eoe
l'ardore ec del tuo desiderio.
VAMPACCIA Peggiorat. di 1 ampa .
V i. M
lasc. Spir. 4. 3. Una vampaccia di fuo-
co che pareva la liocca dello 'nferno.
VAMPEGGIANTE . Che vampeggia .
Ciriff. Calv. 2. 49. E per fuggire 1 vam-
peggiami raggi, Sen giva tra le fronde su
per r erta. * V.i/m. /• .(. c.v. lib. !^. pag.
125. (Eir. l52q) Uno di questi assai più
che r altro appariva di splen.l.da candi-
dezza fulgurante , e infra rutJantl luci d.
vampeggiami fiamme. (B)
V \MPEGG1ARE. Bendcr vampa.
VAMPO, lampa. Lai. vapor, ardor.
Gr. «Vpo;. -Vorg. 25. 73. In questo mez-
V A «
1643
or. aTM{)^. -"vrg. *,-. y -,
.0 sopra loro apparse fu vampo, che pa-
icadllHioco fo«e. Crifl: Calv. 2. 42. E
parca un dragoo che sbuffi vampo. / arch.
Le- 487 . T ampa , onde par composto
,,uesto verbo, significa quello che volgar-
mente diciamo vampo, cioi: calore che esca
da fiamma.
g. 1. ler Ealeno. Bui. Par. 1. 2. Lo
vampo del fuoco che s' accende in aire. Ci -
nff.Calv. 1. 21. Si mosse con sua schie-
ra com' un vampo.
I * g. II. l'er Luce; onde Far vampo
! vale Tramandar luce. Ar. Fur. 22. «5.
Ruppe il velo , e squarcio , che U copna
Lo sravenloso ed incantato lampo Al cui
I splendor rader si conveuia Cogli occhi eie-
1 chi ec. Aqudaote ec. Stiaccio 1 avanzo
(del velo); e fé' lo scudo vampo. (V)
§. III. Menar vampo, vale Infunarsi
Menare smanie . Ber,,. Ori. 2. 23. 5».
1 Che contro U Conte vien roenamlo v^m-
I pò. * iiini. ani. lucci, alalo nella Jav.
Or. S. Gir. alla voce .MINACCIO .Tu
se" si caldo, che tu meni vampo. (ì 1 Car.
Lett. 3. 37 Se il Cardinale vori'a strin-
ger la cosa ec. giudico bene che ec. dato
che sarà, mener'a vampo. {Ct
% IV. E per s,m,l,t. vale Insuperbir-
si ,' Vantarsi . Lai. sloriar,, se iaclarc.
Cavr. Iloti. La nostra lingua e attissima
lire. Gr. u';:.:frifav£ jss&k; J-ab 3I^.
Se io per li loro titoli le li nominassi ,
in tuo danno te ne vanaglorieresti . UH.
Com. Purg. 21. 393. Bice eh e v era
con qnel nome (non volle dire opera per
non vanagloriarsi ) , che più dura e più
onora. Frane. Sacch. Op.div. 127- ^
ciò ci possiamo bene yanaglonare , come
di nostra cosa lulta.
;■: f E nei, Ir. pass, senza le particel-
le . Olt. Com. lar. 7. l85. Dal princi-
pio si torse da via di verifa , disubbiden-
do, insuperhiendo , vanagloriando, e pec-
cando nel vizio della gola. iC)
VA^AGL0R10SAMll^TE. Avverb .
Con vanagloiia.L^i. supeibe. Gr. •jTtlco-
■,yai. Esp. Vang. Non vogliate vestire
e calzare tanto vanamente, e vanagloiio-
"T VA^AGLORIOS^SSIMO. Superi, d,
J-anagloricso. Scgner. (A)
VANAGLORIOSO . Add. (.he ha va.
a esprimere qualsivoglia concetto di filo-
sofia , o astrologia, o di qualunque altra
srienzia , e cosi bene , come si sia la la-
Una , e forse anche la greca , .leUa qua-
le costoro menano si gran vampo. Buon.
Tane. 4. I. Tu m'ha 'ngannalo, e sine
meni '1 vampo.
VAMPOI.E. V. A. lampo. Lat. .
por, ardor. Gr. ari/o;- Lih. Op. d,v. A.
86. Mostrerò segni e prodigii di su m celo
e di giù in terra , cioè sangue , e fuoco , e
vanipore di lumo.
•f VANAGLORIA Desiderio di acqui-
star lode e nominanza in cose, che a nul-
la giovano; ed anche Smoderato desiderio
di gloria . Lat. inanis gloria , superbia .
Gr! /.---oo"2?.a . ì: Ant. Conjess. N ana-
gloria è un disidcrio di gloria, ed e quc-
I sto peccato mortale. Maeslruzz. ■!. 5. La
I r.idice di tutti i mali 'e la superbia, e di
questa nascono selle vizii, eoe la vanaglo-
ria , ec. Della vanagloria, secondo questo
1 Dottore, nascono sette figliuole : la disubbi-
I dienza. il vanlamento , ipocrisia, conten-
zione, pertinacia, discordia, e presunzione di
I novitadi. /: 2.7. 3. Ninno non va cercando
I i precipui vestimenli e preziosi, ccceden-
i do lo stalo proprio , se non se per vanaglo-
i ria. Pass. 286. Puole esser 1' appetito e l
1 disiderio della gloria vizio e peccalo quan-
' do ec. si dimoerà, ma vanameule; e al-
lora s' appella vizio di vanagloria. Pani.
Purg. 11. Oh vanagloria dell' umane possel
Oli" Com. lurg. 11. 171- Vai:aglona, se-
condo AgosUno, è un j.iudicio falso d uo-
mini, che stimano sé essere ottimi, e vo-
gliono parere ottimi - Bocc. nov. 32-9.
Cominciò a volerla riprendere , e a dire
che quesla era vanagloria. Din. Camp. 2.
43. La vanagloria U guidava, e molli ser-
1 vigli facea.
I t VANAGLORIARE . Fare , o Dire
I alcuna cosa per vanagloria Lat. super.
nagloria. Lat. saperbi.s. Gr. "^ ?'.?«'?■-■
G ; . IO. 87. 7- Vago di geni, , e d a-
mici nuovi, e vanaglorioso mollo per ave-
re stato e signoria. Cavale. Discipl.spir,
Olir' a ciò, l'uomo vanaglorioso fa in un
alno modo ingiuria al Signore. Pass. 289.
Vuole 1' uomo vanaglorioso essere lodato,
onorato e riverito, per venire in notizia
delle genti , e perchè s. manifesti alcuna
sua eccellcnzia e boutade. Fir. As l3b.
Con quella vanagloriosa ostentazione ella
dimostra quel suo anituo gonhalo.
VASAGROLIA V- A. anagloria
1..Ì. inanis gloria, he tt. Tuli. 100. Que-
sto è pieno di vanagrolia. ,
VANAGBOLIOSO . r. A. lanaglo-
rioso . Bell. Tuli. 100. Alcuna persona,
0 sia vanagroliosa,o.nvi,diosa,o timida^
£ „ppre,«o: Dì colui eh' è vanagrolioso se
ne può dare questo esempro.
VANAMENTE. Avverb. Con vanita.
Lai. m««.<er, Gr. «ve-., /^oce^i-^?/-
6 Di ciò seco stessa vanamente glonan-
dos°moslrava di vederlo assai volenuer.
Tav Bit. Amare non è altro, che sua
vita vanamente menare. Pass. ... Sono
fonemenle da riprendere coloro che, va-
oamenle sperando , promettono a se me-
desimi lunga vita (""'■ """''"'"^J-,,
+ S I. Per Senza profilo, Inulilmci-
,e Cnvalc. Discipl- spir. Come arbore
Tufrutluoso si dee tagliare, acciocché n<.n
occupi la terra vanamente . V G-cf-^'»^-
6 .qo. Ricordandosi quanto per le prò
messe fattegU , e per '"/P"-" "J^;
la vanamente in lui si fosse '"=1;"'"
Ila sua rovina. (C) Segner.Mann. LugL
' Iddio li ha data cortesemente lai
IQ. 2. Ionio w "* "-"■ ----- -
fazia ancor con sopral-bondanza. e tu af-
fatto lasciasti di corrispondere, irascuran
do i lumi, le ispirazioni, gì mv.li, eh egli
ha spesi in te vanamente. (' >
■J S 11 Per Slollamenle. Cince. Stor.
4. 26. Non so perchè non si debbano de-
riderarecc.qna'ndo bene l'amplerei d^
minio fra i cristiani avesse 4»'="^ f' ''"^^
che molli, a giudizio mio , vanamente .
VANAPE. V.A. T aneggiarc._l-;,l.de
sipere, delirare. Gr tr-yf «?.<=«■'"■'■ '^""'■
Xr- .8. Stava com' "om che sonnolen-
,0 vana. Varch. Ercol . 58. Quelli che
•dic^eosevane, oda fanciulli, b^nuo.
lor verbi proprii, vaneggiare, o.eome ,y^
Bim. ant. Meo di -Voc».«. *' "-;-'„:
Perchè accertala sia La ni.^cr'jden^ gen
fé. Che dicono ■'-'^^-'^'^'' "^ [l^.fa]
-^V'^^E^G?l^STo'^-P^f
menlo. Il folleggiar.- . Lai. i^^^.;^^^
s:^-»5^ri^;:^c^:"^.^
1644
V A N
qiul sia poi 1' esito di UdIì vostri amorosi
vaneggia menti, ("j E Incr. i. 26- 2. Di-
remo noi che i loro iniluvioameDti fosscr
da arte di antivedere il futuro , non da
>uperslizioso vaneggiamento, tratto da ciò
che ec. (B)
VANEGGIANTE. Che vaneggia. LaU
delirans . Gr. 7tu.pafpo-jùv . M. V. 4-
25. Vaneggiante nel colmo della sua glo-
ria ec. gli apparve nella fronte sopra il
ciglio uno piccolo carboncello. ■!■ SaU'in.
iltad. 9. 44- Atride, pria combatterò con
te, Vaneggiante in quel modo eh' è per-
messo, O Sire , in parlamento, (lì)
VA^EG^iIAHE. Dire, 0 l'ar cose va-
ne, o da Janciulli , Pargo/eggiare, Dam-
Noleggiare. Lat. desi pere , delirare. Or.
itocpxfpoviìv. Lih. Jimor. Se la lor soa-
vità fé' vaneggiar noi, che siamo di tanto
ingegno ec, la tua giovanezza non savia
rome polrìi contrastare T Vetr. son. 1- E
del mio vaneggiar vergogna è '1 frutto. A"
.CO/1.206. E con duro peiisicr teco vaneg-
gio. Pant. Par. IO. Du' ben i' impingua,
se non si vaneggia. Biit. ivi : Se non sì
vaneggia ; cioè se 1' uomo non si da alle
cose vane del mondo. Varch. Jìrcol. 58»
Quelli che dicono cose vant- , o da fan-
ciulli , hanno i lor veihi proprii , vaneg-
giare , o , come disse Dante , vanare ^ e
pargoleggiare .
'.' %. I. E in signijìc. alt. Car. Fin.
Uh. 2. V. 962. E col fiato e col sangue
Di lei placherò 1' ombre, e farò sazie Le
ceneri de* miei . Ciò vancggiaodu Infu-
riavo. E hh. 7. 1. 671. ^'on però ne temo
Quel che tu ne vaneggi. (^J)
^ §. II. SimilmenU in att., per Hen-
■h-r vano. Eludere, l'oez. II. Degli uo-
rumi ragguardanli vaneggiava la vi.*ta (il
Lat. dice: rc&picientum hominum frustra-
hatur intuitus). (Ì'J
%. Ili Per Esser vano, o voto. Lai. inane
t-fse. Gr y.t'toi eiVK.i. Dani, Inf. 18. Nel
•Jntio mezzo del campo maligno Vaneggia
uu pozzo. E oppresso: Quando noi fummo
là. dov* ci vaneggia Di sotto , per dar pas-
sio agli sferzati, Lo Duca disse.
'r g. IV. Per Jìiuscir vano. Ar. Fur.
18. l83. Quivi de' corpi V orrida mistu-
ij. Che piena avea la gran campagna in-
torno , Polca far vaneggiar la fedcl cura
De' due compagni. (M)
<: g. V Per I scherzare . Tass. Cer.
lì. 56. Nelle spelonche sue Zefiro tace,
E in tulio e fermo il vaneggiar dcirau-
rr. ìM)
t VANEGGI\TOlVE . Verbal. ma.fC.
Che , o Chi vaneggia. Lai. delirus , de-
tiptens. Gr. :xv.p%fptu'*. Buon. Fier. 3.
■jL. 19. Vaneggiator ec. , che stimi Gloria
loaggiorc il far maggior pazzie.
VANERELLO. Dim. di l'ano, lied,
nm Vanerello mio cuor , che gin intor-
no , Qual nutlurna farfalla , a un dchul
lume. * Salvin. Pros. Tose. 3. 92. Que-
llo kulenne critico ce. rappresenta la no-
mila come una vanerella , e alTcttamua ,
• .<»'anlc di vezzi, ce. (C,
\ANE7-ZA. tamia. Lai. vanitas . te-
iitaf. Gr. /svoTn». /AaraiOTr.t. /•>. Jac.
T. 5. 35. 7^^. Nulla e» e maggior vanoi-
«a, Che servire a chi ti sprctxa. Li''. Pt-
i.er. La della sentenzio fuo smisur^tamentr
animosa , <* piena d* orgogliosa v.mctza .
.imm. Ant 2!\. 3. 3. Sempre .illa 5,1-
lollanza e congiunta vanesia di laidura
{"rane . Sacch . rint. ser. Filip . di ter
Athizo , li. K quello itipolar chiama va-
VANGA Strumento ■^fì /erro ton ma-
nuv di legno, simile alla pala che .tet\e
per tavomr la frrrd. Lat hipalium. lìoic.
nav. 21. 2. Sono ancora di quegli assai ,
che credono troppo Lene che la tappa v
|j vanga ce. tolgano a' lavoratori della lei
V A W
ra I concupisccvoli appetiti. E nov . S\.
11. Essi con vanga, e chi con marra,
nella strada paratici dinanzi all' Angiulicri
ec. , il ritennero e presono. Pallad. cap.
41 • Seghe piccole, e vanghe, e ronconi,
per governar le siepi. Cr. I. 66. E so-
prapposta ivi ancora la detta terra con le
vanghe, ovvero con le pale, >i disponga e
ordini secondo la forma delle ripe, frane.
Sacch. rint. 21. Assai vi fruita più 'I tcr-
reu lombardo , Santa o|)crare o buoi , o
vanga, o tappa. Alam. Colt. ^. Si- Colla
vanga maggior rivi)lga appresso 11 più ca-
ro Icrren.
§. I Andare a vanga , vale Trovare
il terreno facile a lavorarsi colla vanga.
fi- H. E Jiguratam. vale Trovar Jaci-
liin in checchessia. Succedere le cose prò-
speramente . Lat. in facili esse. Gr. tv
iuzoiw zf/'xt . Sdlv. Grandi. 5- 3. Il
terreno e mirabile, e va a vanga Per ec-
cellenza. Etr. Trin. 2. 5. Berteggia, che
ella ti va a vanga. Maini. 7. 91. E poi-
ché fatti egli li;i certi suoi incanti. Che gli
riescoo bene , e vanno a vang.i , er.
VANGACCIA . Peggiorat. di l'aiiga.
Stor. Pìerh. Avendovi trovato una zappet-
ta, e una vangacela.
VANGAIUOLE. Spezie di rete da pe-
scatore. Bocc. nov. 96. 7. Quella che di-
nanzi veniva, recava in sulle spalle un paio
di vangaiuole. Lor. Med. canz. 19. 2. Voi
terrete le vangaiuole; lo son quel che vo'
frugare. Lasc. Mostr. 22. Nella man de-
stra un pa' di vangaiuole Tiene , e nella si-
nistra un frugatoio.
•f 3 VANGARE. Lavorar la terra con
vanga. Lai. hi pai io fodere. Gr. cxa:TT£iv,
o'^jTTSiv. * Cr. 5. 6- 3. Il luogo che a
questo arbuìcollo sarà deputalo, si doverà
pastinare , ovver vangare. (B)
V g. Per similit. in senso osceno. « Bocc.
nov. 70. 7. Trovando Tingoccio nelle pos-
sessioni della comare un tcrren dolce, lauto
vango e t.into la%orò , che una infermità
ne gli sopr.ivvennc ». (3fj
VANGATA. Terrea vangalo. Cr. 6.
2. 4- Acciocché r una e V altra vangala
si ricuoca per beoificio del caldo e del
freddo .
§. Eangata, vale anche Colpo di van-
ga , e Lavoro fatto colla vanga.
VANGATO. Add. da f angore. Alam.
Colt. 5. l3o. Grasso, lieto il lerren, van-
gato e culto. Ove non sia per entro er-
be, u radici. Alle cipolle doni. Dav. Colt.
197. Di Gennaio ^cnlina legumi e agru-
mi, fave in sul vangalo (cioì:, sul terreno
vangato ).
t VANGATORE ì'erhal. masc. Che,
0 Chi vanga . Buon. Tane. 5. 7. E voi
vangatori. Voi che >jrcbintc, Voi che po-
tate, I.a^oiatori, Lasciate l'opre, Ognun
si sci(q)rr.
VANGATURA. L' .tttv del vangare, e
il Tempo m cui si vanga.
* VANGELICO. Add. Evangelico, Pel
Vangelo. Lat. evangelicus. Gr. «'usiy/t-
Au^{. I it. S. Gir. 3l. Che altro predi-
ra la legge mosaica , uwcro la vangeli-
ea? (•) l it. S. Eujros. iffj. Nel quale
(niuriisteroi a\c%a molti santissimi mona-
ci, e grandi amici di Dio,* i quali facevano
tanta e vangelica ^ita. Seal Clauslr. !^20.
Nella Lettone io odo questa parola v,ing4'-
lica: /ÌCiiti mundo corde ec. (C)
\AN(:eLIO. /• VANGELO
VANGELISTA. Scrutar del I angelo.
Lat. 'Evangelista. Gr. iW/yjinTi'i ■
}faestru%z. 2. 27. Nota chs le fc>1c degli
Apostoli, e dei Vangelisti, «* de* quattro
principali Dottori, ti debbono per lult.i la
Chiesa celebrare »o1ennemcnlc. Pass. i8a.
Non si lruov.1 rlie Iddio mai il rivelasse
o B Profeta, o ad Apostolo, o a Vangeli-
sta, o .1 Santo veruno degno di fede, che
V A N
n* abbia detto , o scritto alcuna cosa cer-
tamente. Dtttam. 2. 6. Costui d'esilio ri-
tornò, Giovanni 11 Vangelista.
*? §. Presso gli antichi si ha nel più •
rate f'angeliste, in luogo di l'angtlisU .
Er. Giord. Pred. 65. Tale fece Apottoli»
tali Vangelista tali Dollon , e tali Profc-
le. fFj
*f * VANGELISTARE. /'. A. Ulfro
degli Evangelii . Stor. S. Eugen. 38o.
Disse loro : recatemi Ìl Vancclislare ec.
Ed aprendo il libro de'Vangeu, cominciò
a leggere. (P)
5;- VANGELIZZANTE. Che vangelitza.
Esp. / aiig. Gli poderi sono vangelitianli.
uwero vjng'.'liuano. (')
VANGELIZZAKE. Predicare il Pan-
gelof o Predicare semplicemente. Lat. *e-
vongelizare. Gr. £U'/*/y£Ì.i'^!cBac. C. E.
li. 2. 17. I miracoli che fece Gesù Cri-
sto, vangelitzando in terra ec. , sono an-
cora iutto di. Esp. I ang. Gli poveri sono
vangclizzanti, ovvero vaogclistano.
VANGELO, e VANGELIO. Strittiira
del Testamento nuovo , ove sono raccon-
tate le azioni, e le prtdiiaiioni di Gesù-
cristo . G. / . 9. 56- I. Siccome si mo-
stra per li Vangelii, che luda Scariot era
tamcrlingo, e spendìtorc de' I>eni lor dati
per Dio. Pass. I16. Uno monaco giova-
ne, il quale in quella mesta avea cantato
il Vangelio , forse con peccato mortale ,
fu invaso dal diavolo. Maestruzz. 2. 27.
Onde il Vangelo dice : Chi e di vui che
abbia una pecora , e caggia il sabato nella
fossa , or non la terrà egli , e leveralla ?
E 2. 5^. Non si dee pollare loro la pa-
ce, ovvero ad offerere ibpo il Vangelio.
5^ g. 1. P angelo j dicesi anche Ouel/a
parte del ì angelo che leggesi dal Sacer-
dote nel celebrare la Bffssa. (C)
"■f- §. II. Alle sante iddio /angele, r
Alle sante die P angele j maniere anti-
che di giuramento. Lai. per hoc sancLi
Pei evangelio G E. 12. Il3. I. Dal
quale corporal giuramento alle sante Iddìo
S'angele ricevemmo per lettere. ^ tranc.
Sacch. nov. 43. Gli porse il libro, e dis-
se : e così giurate alle sante die Vangele?
E '1 Capitano, guardando dattorno, verso
ìl populo disse: io giuro ciò che fc. (E)
§. III. Dire un Congelo, o il t angel
di san Gioi-anni , vogliono Dire la ven-
tò . Ar. sat. 5. E direbbe il Vangcl di
san Giovanni. ^ ìarch. Siioc. 5. 5. E
c(;li così, Gualtieri ì Cu.ilt. E 'I Vaogdu
di san Giovanni. (Ej
^ §. IV. In proverl*. : Odi il vange-
lo , e poi ti segna , dicesi ad accennmre
che l 'rima di giudicare si dee atcclUtre .
P. SI-GNARE. §. V. rO
VANGILE. Eerro che si mette nel ma-
nico della vanga , sul quale it contadino
posa il piede, e aggrava essa vanga per
profondarla Itene nel terreno j altrimenti
detto Stecca.
VANGUARDIA. La parie antenorr
dell' esercito . Xat. prima aciet , Caes
tf Segner. Mann. Lugi. 12 2. Sono, per
così dire, le loro scorte, le loro spir, le loro
vanguardie (E)
^ VAM'A. E. A. Panila. Bocc. Jm.
ì'is. 37. Che come lu costà piato bai
veduto , Così v' è drcnto momuna va-
nta. iBr)
VANIANTE. /'. A. Che vaneggia
Lat. insantes. Gr. ««;« 0^0 voli». Amm.
Ant. 7. 1. 5. L' abito della mente sì co-
nosce ncir allo del corpo , per lo quale
lo cuore (b'ir uomo nascoso e ronotciuto
che sia lieve , <> vantante . o pieno di
soiiura , re ^ /mper/. Prov P. l\. T
5. 27. A simiglianta di quella turpissima
matrona di Smirne ec. onde parevalc d"
csjcre dille ala e leggiadra, r si ne anda-
va venosa e taniaiiir per l>clla spaccian-
V A N
ilosi, nicnli'C |ier sozza» e sconliafFutta era
scoria e motteggiata (fa ognuno. ( l'J
* VANILOQUIO. Lo stesso che SXOL-
1 ILOQUiO. (/f)
VANIRE. Svaniref Sparire, j4ndare in
fumo. Lai. evttnesiere. Gr. a^oevi'^s^dat.
Dant. Par. 3. E caDtaudu \jdìo, come
(jcr acqua cupa cosa grave,
* VAMSSIMAMENTE . Superi, di
ì anamcntt. Lai. mente sanissima , stul-
tissime, superbissime. Vnrch. Scn. lìcn.
1. l3. Parendogli già (ad Alessandro } ,
per Io essere stalo agguaglialo a Ercole,
d'essere Dio, come s'era vanissimamen-
te immaginato. (?iS)
VANISSIMO. Superi, di J ano. Mor.
S. Grcg. In verità , vanissiuia cosa sa-
rcLLe , sapere il loro autore, e il loro
intendimento (cioè, inutilissima). Fiamm.
I. 82. Argomenti vanissinii sono contro
jUa costui virtù (dot, non concludeoli).
Salvin. Disc. 1. aS^- I Gieci vanissimi
le cose dì lor paese magnifi<'ano ( cioè ,
Lorìosissìmi , mollo v.inaglorio&i ).
I 5 VAMTA', VAMTAUIì, e VAM-
TATE. Astratto di J ano. Il volo , il va-
cuo . Lat. vanitas . Gr. /svot»;? . Dnnt.
JnJ. 6. E poncvam le piante Sopra lor
vanità , che par persona . Tìut. Vanità è
quando una cosa pare, e non e. Coli. SS.
t'ad. Quelle, il cui peso e prezzo roden-
do , la ruggine della vanitade non lascia
ragguagliare al saggio de* Padri , scusia-
mo come monete lievi e d.inDose,f * iSel-
lin. Disc. I. 23l. Eccovi dunque una
quarta maniera di far di cedente non ce-
dente con una maleria cedentissima al-
iresì, com' è la vanità del vento. (CJ
'»* §■ l- Vftnità, diccsi anche Ciò che è
poco stallile, che è caduco. « Dant. far.
9. Da si fatto lien torcete i cuori. Driz-
zando in vanità le vostre tempie. Cavale.
Frutt. liitg. Chiama qui vanilà e men-
dacio questi beni visil)ili . Pass. 287. Il
mondo è vanità di vanitadi , e ogni cosa
è vanità ». (C)
* g II. / amia, dicesi anche Ciò che
è inutile, frivolo, di poca importan-
za - « Cas. leti. 39. Son cerio che An-
nibale ara parlalo di vanità, come suo-
le -. (C)
* g. III. J'anità, vale anche Difetto dt
chi si perde in cose frivole, di chi fa poni'
pa di finniche sua qualità per acquistarne
lode, ammirazione , di chi per comparire
si abbiglia eccessivamente. « /Jocc. nov.
63- 3. Avvegnaché egli ec. avesse dalP un
de' lati posto 1* amore che alla sua co-
mar portava , e cerle altre sue vanità j
pure in processo di tempo ec. se le ri-
prese »». Tac. Dav. Ann. 3. 72. Lessela
l una canzone) per vanilà in Casa Petro-
nio a Vitellia . Segner. Crist. instr. 3.
3o. 9. Giudicale poi ciò che può succe-
dere nelle case private, se si dà mente a
saziare la vanità delle femmine dominan-
ti sui lor mariti . fi nnm. 12. E pure
né anche qui termina luKu il male, che
suole andar connesso alla vanità del ve-
stir donnesco. (C)
VANITOSO. /'. .1. JdJ. l'ano^ Che
ha vanità , Borioso , ì anaglorioso. Lai.
gloriosus, ventosus, ambitiosus. Gr. a).!t-
(Joli'- Trntt. gov. Jam. Stiano, quanto si
può, dilungì nuue , conviti, usar con va-
Dituse . Scrm . S. Agost . l5. Vergo-
gnatif parabolano disutile; cognoscili, va-
nitoso ingannatore , rhe non misuri e non
pensi alla sentenza delle parule.
VANNL ì oce povtit~a, the non si tro-
va usata se non nel numero del più .
Lai. penner. Gr. ^rzpv- Pani. Inf. 27.
L' aquila da polenta la si cova Si , che
Cervia ricopre co' suoi vanni . But. ivi:
Vanni si chiamano le penne presso alle
prime dell' ala , che si chiamano coltelli.
V A N
Petr. cap. II. ?ì che al mio volo 1* ira
addoppi i vanni.
^ g. E fìgurntiìm. Poliz. stani, l. 6.
Ala 6n eh' all' all.i impresa tremo e bra-
mo , E son tarpali i vanni al mio disio.
Lo glorioso tuo fialel cantiamo, er. (fi)
VANO. Sust. La parte vota. Il voto.
Vacuo . Lai. vacuuni . Gr. re /£vov -
Dant. Inf. 17. Nel vano tutta sua coda
guizzava. F. Purg. io. Ddlla sua spon-
da , ove confina il vano . Borgh. Bip.
470. Duccio riempieva i vanì int.igli.i;i
nel marmo bianco di mistura nera. * Car.
Fn. I. 93 Se ciò non fosse, il mar, la
terra, e 'I cielo, Lacerali da lor (dai ven^
ti), confusi e >parsi Con essi andiian per
Io gran vano a volo. (FPj
g. I. Pfr la Parte inutile, e difettosa
di checchessia. Lat. inutilis. Gr. azprjs-
To; . Dant. Par. 6. D' entro alle leggi
trassi il troppo e '1 vano.
^- g. II. l'ani, SI dicono in Architet-
tura (Quegli aditi che sono per tutto l' e-
difizio , donde possono entrare ed uscire
tutte le cose che fanno di bisogno a co-
loro che vi stanno dentro. Baldin. Voc.
Dis. De' vani alcuni servono a' lumi, all'
aria e a" venti; ed allri all' entrata ed u-
scita di quei che abitano , e delle cose a
loro bisognevoli. (A)
VANO. Add. Voto, che non contiene
in se cosa alcuna . Lat. vanus , inanis ,
cassus. Gr. Z£vo';. Pass. 288. Gli anti-
chi l'appellano vanagloria, cioè cosa vo-
ta , eh' è delta vana. Docc. nov. 58. 5. Ma
ella, più che una canna vana ce, disse che
elJa si voleva specchiar come l'altre. '^ Ar.
Fur. 2. 72. Là dove il monte era forato
e vano. (TC)
■J- §. I. Vano , talora vale Inutile ,
Senza eletto, u- y4lam . Colt. 5. l36.
Molli modi al frenar già mise in uso La
ruzza antichità, 1' aspre procelle, E le sas-
sose grandini, che spesso Rendon vane in
un di d'un anno l'opre. ( Gj
•^ §. II. Onde Venire, Tornare vano
un disegno, e simili , vale Non aver ef*
fetlo. « G. V. 5. 21. I. Ma loro intendi-
mento loslo venne vano ". (C)
f §. III. Vano, aggiunto a parole, a
concetti, e simili, vale Senza sustanzia.
Privo di solido, e ragionevole fondamen-
to. Lat. inuttlis, futilis. Gr. U'/pTinroi,
ptATixwi. Petr. son. i. Tra le vane spe-
ranze e 'I van dolore . F son. 204. Mi-
sero, e pien di pcnsier vani e sciocchi.
Bocc. nov. 92. 7. Ghino, udendo quelle,
parte ne lascio andare, sì come vane, e
ad alcuna assai cortesemente rispose * F
nov. 37. IO. Le quali cose ec. siccome fii-
voleevane, in presenza del giudice erano
schernite. Guicc. Stor. 6. 191. Non con-
siderando essere vano sperare nel secol
nostro si magnanima restituzione di un
tanto regno . (Cj
t §■ '^ ■ Vano , talora vale Caduco .
Dant. Inf. 7. Che permutasse a tempo li
ben vani Di gente in gente.
=1- 5. \". Per Impossibile . Bed. ins.
Non dissero menzogna, affermando V ago
e pungiglione degli scorpioni esser fora-
lo d' un pertugio così insensibile , che si
rende vano all' occhio il poterlo vede-
re. iCP}
§. VI. Per metaf aggiunto a uomo ,
vale Aniator di cose vane , l anaglorio-
so, IJ arioso , Leggieri. Lat. gloriosuT,
ambitiosus, ventosus, levis. Gr. v.X'xl^'fj.
Pass. 287. Vani sono gli uomini che de-
siderano d' avere la vanagloria , ovvero da'
quali alili desidera d' aver gloria. Petr
cap. I. Fatto Signore e Dio da gente va-
na . Lab. 180. Come vana , credo , che
spesso vada li scudi , che per le chiese
sono appiccali , annoverando . Cas . lett.
62. Quando io diceva a V. M. che esso
VAN
i6l5
era tutto vano e tutto leggiere, non me
lo voleva credere. ^ Segner. Crist. instr.
3. 3o. 7. Vadano frattanto a scusarsi le
donne vane , e di;iiio tutte ad intendere
parimente , the si adornano con buona
fine . di fomentar 1' affetto maritale ne*
lor consorti. (C)
'•* §. VII. Pelo vano, dicono i Cappel-
lai a Quel ptlv grosso e ruvido che tro~
vasi nelle pelli, il quale non feltra mai,
ma sempre dà infuori. (A)
'•■'■ g. Vili, i: Pelo vano, dicesi a Quel
primo pelo che comincia ad apparire ai
giovani nelle guancie. (C)
•^ g. IX. rhidar vano, parlandosi di
colpì, vale Cadere in fallo, Non colpire.
Bcnv. Celi. ì it. 1. 174. E sollecitando
non restavo mai di tirare; e quasi mai an-
dava colpo vauo. /Cy
* g. X. In vano, posto avvcrbialm.
vale Inutilmente, Senza profìtto. V IN-
VANO. (C)
* VANTADOnE. V. A. Lo stesso
che Jan latore. Frane. Barò. 69. 3. Se-
scalco vantadorc Dispiace. E II9. 6. Le
più volto è nudo il vanladore. (V)
VANTAGGETTO. Dim. di Vantag-
gio . Lat . mantissa . Gr . rTpónoo/xa. .
Guitt. lett. Per ogni menomo vantagget-
to si muovono.
VANTAGGIARE. Superare, Avanta-
re , Sopravanzare. Lat. superare, excel-
lere Gr. TZpoix^iv, 'j;r- &s;^-tv. Tes. Br.
9. 8. Quelli solamenle è degno di si no-
hil cosa e onorata, che sa vantaggiare gli
altri di sua vii tu, e di suo merito. But.
Inf 17. I. Aragna sua 6gIÌuola fu molto
ammaestrata in far panni lani, cioè in la-
vorar la lana, e filare, e tessere, intanto
che in ciò vantaggiava Pallude. ^- Segner.
Mann. Liigl. l3. 2. Come dunque vorre-
sti omai vantaggiarlo di condizione? (V)
g. I. In signifc. ncutr. e neittr. pass.
vale Divenir migliore. Acquistare, Appro-
fittarsi , Avvantaggiani . Lat. proficere .
Gr. — fiogy/vìiv. Cr. 5. 19. 14. .Sempre
nuova virtù lipigliando, vantaggiano, ♦ Ac-
cori/. Malesp. 193. Certificalo che tra lo-
ro era Curradino, per vantaggiarsi, si gli
menò prigioni al re Carlo . (B) Buon .
Fier. 2. 9. II. Se tu scorgi Vantaggiarti
comprando pe' contami. Non pigliar a cre-
denza. E 2. l\. 18. Per vantaggiarsi aspetta
Che ec.
g. 11. Vantaggiare alcuno, si dice an-
che del Risparmiargii nel comperare , e
Avanzargli nel vendere.
* VANTAGGIATAMENTE. AvverO.
In maniera vantaggiata, Vantaggiosamen-
te. Eccedentemente. Lat. prteler modum .
Gr. -jTTì^^tjiSTpwc . Salvin. Pise, 2. 32^
Voi forse v'aspettate, o signori, per la
buona fama di me sparsa vantaggiatamenle
dalla buona memoria del sig . Francesco
Fedi ec. , eh' io ve le dichiari a una a
una. (') Imperf. V. Tib. D. 3. T. 12.
117. Conviene come dello avete (dell'a-
more e del timore ) che nel riguardare i
Principi r uno sia accoppiato coli* altro.
anzi vjnlaggialaniente del primo che del
secondo. (V)
VANTAGGIATO . Add. da Vantag-
giare; Che e in grado d'' eccellenza. Ot-
timo. Lat. optiinus. Gr. j3-:>Tt770?. Lib.
Vingg. Ed ivi sono vantaggiati vini di
novello, cioè di vendemmia. Agn. Pand.
!\i. Non che la dnnua cuoca, ma co-
mandi, insegni, mostri alle serve non cosi
dotte fare tutte le vaolapgiale e migliori
vivande che ec. Buon. Fier. 2. i. I- E
fior di roba vantaf-giata e rara. Dav. Colf.
164. Facciasi in su quel!.» vinaccia non
pigiata un vantaggiato acquerello.
5 g. I. f'antaggiato, è anche Aggiunto
di vestimento, 0 altro, che penda piutto-
sto nel dovizioso, che nello scarso. Galat.
1C46
V A S
V A .N
38 Tu farai adunque delle cirimooie, co-
me il sarto fa de' panni , che più tosto li
Uglia vantaggiati, che scarsi. « Lasc. rim.
2. 2l3. Ma sopratlutlu lare Loro una Ijuo-
ua vantaggiala e bella , Soda gagliarda e
morliida animella. (Cj
* §11. ì: figuralam . - Cas. Oraz.
Cari, f . 127. Kon come non Ijuooo, ma
come non vostro ; e non come scarso ,
ni.i come non vantaggiato non si rice-
ve ... (.ÌJi
VANTAGCI.XO. Dim. di lantaggioj
limlaggello. Lat. mantissa. Li': cur.
mn/alt. ^e prendono parimente il van-
eggino .
t VASTAGGIO. // soprapp.ù, Qud-
lo che s' Ila Hi più degli altri , Superio-
rità . I.al. aiictahum . Gr. Ani'/xercov .
Pani Inf. 16. Qual solcano i campion
lar nudi e<l uuti , Anisando lor preda e
lor vantaggio Pass. 184. Altrimenti n..u
HI.-aI.I... I ■' ....
V A N
avrcblie avuto la Vergine Maria vant.->g-
gio da lercmia. .. dal Ballista ec ; in J-
Ire cose maggiori potette Iddio er. faic
vanlaggin, e graziosi doni alla lladrc sua
sopra lutti gli altri Santi. OU. Coni. Piirg.
21. 3()3. Tutti quelli che erano valorosi
in iscicnza , in >irludi, o in arto, o in
arme , da quelli signori cran tratti a Ro-
ma, e con molti onori , e vantaggi rice-
vuti. Frane. Saccli. noi'. 112. k, ho gran
vantaggio da voi, che V usar colla donna
mia mi liene glasso, e gagliardo. ••? Borgh.
Man. 134. A molti par questo ce. la car-
ta della Itgitlima, ove ordinariamente chi
non r ha da niustrare , ha vantaggio da
chi la mostra 1 cioè , 'e di miglior rondi-
none che chi la mostra). Segner. Mann.
/)ie. 29. 2. Considera , posto ciò, quanto
sia il vantaggio de' tempi nostri su quelli
amichi, (f;
§. I. Per Utilità. Lai. compenifiiim ,
utilitas. Gr. tu'^illix, iusiTeili!'.. Iit.
Plut Riputava maggior vantaggio di cor.
regger li cittadini, che di vincer li nimi-
CI . Petr. eap. 7. E vederassi ec. oro e
terreno Essere stato danno , e non van-
taggio. G. r. IO. 1. 5. Sotto il trattalo
trasse SUOI vantaggi della lega de' Ghi-
hellini
* §. II. l'antaggio , talora vale 4c-
ei-etcimento. Segiier. Mann. Jgost. 9. 2.
Che eleggeresti in una lua possessione a
maggior vantaggio di rendita? (Vj
* g. III. I er Diffei-enza . lìern. rim.
1. 52. Che ^uel vantaggio sia fra loro ap-
punto , Ch' e fra '1 panno scarlatto , e i
panni bui (li)
g. IV. Per ì'entiira. ììoec. nov. 20. 2.
Certo vantaggio ne fu, che olla non fu U
primiera .
*t §■ V. Per Corollario . Voce poco
usata. Lat. eorollarium . Gr. :irfiti;/«,
Hoez. I ardi. 3 pros. IO. Non altramen-
te che sogliono i geometri , 1 qu.-ili , po-
scia che hanno dimostralo lo loro propo-
ste , ne inferiscono alcune cose , che ossi
chiamano poritniali, r noi potremmo per
ventura dir vantaggi. !■: appretto ■ ifue-
sto ò ( risposi ) un beli,, e prciioso o pc.
risma, o coiallario, o giunla , „ vantag-
gio, che tu lo •] »o.,li chiamare.
* S- VI. Cloratore di vantaggio , di-
cesi Colui die giocando cerca di vincere
con modi illeciti. (C)
* S- VII. t'osa di vantaggio, vale Co-
.•<! vantaggiata, .Miglior,: frane, .\accli.
nov. 144. N„n era buono esempio al mon-
do, che li tuoi pari an.I.vjsino per loro vi-
vere corcando le rose di vantaggio. ,■/ ;
* §• Vili. PreiideiT il vantaggio, dl-
eono I militari dell' Itrnipaie con mag-
gior reirrità , a con miglior consiglio il
luogo favorevole alla difesa propria, o a
maggior affe.ra del nemico. Ihn. Comp.
I. 7. Acronciavansi a difendere la loro
città , 0 di prendere il vanUegio a" pas-
si. (C) '
t 5 §. IX. A vantaggio, posto avver-
bialm. , vale Al di soprai che anrlie di-
Clamo A cavaliere. V. CAVALIERE
g. XX.
* §■ "• -^ vantaggio, vale anche Con
radura vantaggiata. „ lìenv. Celi. Oref.
80- Si comincia a ballere , sosleucndolo
alquanta a vantaggio, 6ntanloché si ven-
ga a ristringere la gola del vaso ». (C)
g. XI. Ita vantaggio, posto avverbialm.,
vale Di piti. Lat. adirne, insuper , prae-
frea. Gr. T.faiiii, ti/ìJj toJtoi; Bern.
Uri. 1. 9. 65. E trovo questa donna da
vantaggio . Tac. Dav. Mar. 2. 289. Ma
Vitelho trovo altro cagioni da vanlaggi,j .
;>/<i/»i. 4. i3. Dipinge, né può farsi da
vantaggio Gencralmeulc io qualsivoglia
cosa .
* §. XII. Di vantaggio, posto avver-
bialm. vale Di pili. Inoltre. Segner. Mann.
Cena. 6. 6. Considera di vantaggio , che
ipiando tu cordialmente chiedi al Signore
quei beni che sono i veri, quali sono j,li
spirituali, egli sempre li esaudisce. iP,
,"" S- -'"IL Di vantaggio, vale anche
Più, l'i!, lunga tempo. /'. DI VANTAG-
ClO.g. IV. (Cj
g. XIV. Vi gran vantaggio , posto av-
verbialm. , vale Grandemente , Ottima-
mente . Bocc. nov. 33. IO. Una sacttia
comperarono, o quella segretamente arma-
rono di gran vantaggio.
* §. 5V. I anlaggio. Term. degli Stam-
patori . Queir asse che ha una piccala
sponda da capo e dai due lati, sopra la
tinaie il Compositore assetta le linee, do-
po che le ha composte. (A)
VANTAGGIOSAME.NTE. Avverb. Con
vantaggio . But. Come dovesse I' uno af-
ferrare , cioè pigliare alle gavigne 1" altro
vaulaggio-samenle.
VAIKTAG&IOSISSIMAMENTE . Su-
peri, di I antaggiosamente . Cuill. Leti.
Si portarono valilaggiosissimamenle sopra
gli altri . /■>. Ciord. l'red. li. Negoiia-
no vantaggiosissimamente per lo loro per-
sone , *
VANTAGGIOSISSIMO. Superi, di
Vantaggioso. Segner. Mann. Magg.S.^.
Per ultim.) guarda ancora il vaulaggiosis-
simo posto , donde combattono . Salvia.
Disc. I. 200. Le lettere ec. non solo os-
sero profittevoli e comode , ma vantaggio-
sissime ( cioè, utilissime ).
t VANrAGGIOSO. Add. Che cerca
I suoi vantaggi altra ,1 convenevole, larch.
Star, l'omo sollecito , e dUigente, ma ec.
vantaggioso Celi. Sport. 4, 2. E laolo
vantaggioso, che non Iruova ortolano, o
bercaio che gli voglia vendere. Ci.if<-.
Alar. Per la natura di Paolo, vantaggioso
ne pagamenti.
fe' ynntaggioto , „ pr,n,le anche per
Itile. » Segner. Pivd. Ini. Ap. 1. 6.
Non e cosa pero di slupor maggiore, che
ragione si fievole avesse fona di tratte-
ner Moie dall' arcetlire con sommessinne
■ parlili più vonlag,iosi, che Dio offeriva-
gh s,do cho lo lasciasse operare con liber-
ti? ITC/
VANTAG(;iUZZO Pim. di fanlag-
gio . Mali Iranz. r,m. buri. 3. 2O2. È
lecito in quel nirnlro d' .-ssor malto j E
chi volesse qualche vanlaggoiu,., Potreb-
be anche impattare airatt,, affallo
VANTAGIONE , e VA>TAZIONE .
/ antamcnto I al. la, tatto . fr liwrd.
Pred It. .So ne gloriano con superbe
vantMioni Fior. I irl. A. V L.. secon-
do h vantagione , ciò), liNlarii d' alcuna
ro.a . /•■ appresto : Salomone disse del
vuio della vanla,;i„n,': Lasciati b,<larr ad
altra lingua, e non alla lua.
t VANTAMENTO II vantarsi, I .de
vana the altri da a se medesime, e eht
dimostra una certa presunzione. Lat. la-
Clantia, iactatio, superbia. Gr. ci,u'„,U0L
■j;t!,.;»lsa««. Frane. Barb. -g. 7 Non
usar tu mai oc. Pompe, arroganta, o »an-
lamenl. , o atli . .Vaeslruzz. 2. 5. Della
vanagloria , secondo qurslo dottore na-
scono selle fijLuule : la disubbidienù U
Tantamento, ec. Tes. Lr. 7. 82. Di 'su-
perbia viene orgoglio e dispetto e vanta-
menlo. I.ib. Sagram. P. y, ,1 „,
del vanlamcnto. Mor. S. Creg. Dicendo
eh egli avea dello queUe parole con van-
lamento. Coli. SS. lad. A quelli che non
son degni, 0 che la ricevono con fasluliu
non cadesse in viiio di vaoUmento . /
appreso: Lo setlimo, vanlamcnto, ovvero
vanagloria; 1' oliavo, superbia. Bett. Tuli
101. Vegnon.lo eoa loro, dicendo molte
parole di suo vanlamcnto. « Gioì'. Celi.
IH. Alf. 97. Inaliando con vantamoQÙ e
con parole molto superbe sopra lutU eli
altri la virtù dogli Spagnuoli. F 2o5. Di-
sputando alle volle Alfonso, scoia vanu-
nicnli di parole, contro a coloro che bia-
simavan la masseiiiia , e a modo del vi-
ver suo, usai a dire sposso questa oravo
senteiua. (Cj
•ff VA.MANZA /'. ./. ranlamen-
lo. Fu. SS Pad. I. ,21. Accioccht 1
corpo s affatichi per li digiuni, e ne. nte-
meuo 1 anima non oe cerchi lantania e
vauiu dagli uomini (cosi Ugge U „„„
de' I ent.j la stampa ha gialUniia). (l'j
VANTARE. Esaltare, Magnificare,
Aggrandir con lo,le. Celebrare, Par van-
to. Lit. effirre, celebrare. Gr. «{sucil.,
tfoCa^si». ./mm. Ani. 16. 5. 9. Chi U
beneficio diede , n.,1 dee predicare , nò
vaoLire. r<7or. 4. 119. So si boUa i. co-
me voi la vantate, e di nobili parenti di-
scesa ce, rio" miei tesori queUi, che vor-
rete , prenderete , 0 donerelemi lei . S
Agost. C. r>. Per la benivulenta fu no-
uunalo e vantalo tra gì' Iddii. Ar. Fur.
18 97. Per guerrier valoroso, e di gran
nome La vera istoria Sansonelto vanta
Bern. Ori. 2. 5. 14. Aveva il conte Or-
lando fona tanta , Che , se '1 creder le
cose dello lite , D' aver portala una co-
lonna a vanta Grjssa d'Anglanto a Brava
il libro , e dico.
t g- I- in signijtc. neutr. pass, vale
Clonarsi, Pregiarsi, Darsi vanto, Ma-
gnifi,-are soprammodo le cose sue . Lai.
se se iaclare, se .te efTerrc, gloriali. Or.
Tcsorelt. Br. 20. 198. Ahi uoml perchè
ti vanto. Vecchio, menano e fante? Bocc.
"<"•• 17. '|8 Acciocché li, di là vantarmi
possa , che di qua amato sia dalla più
bella donna, che mai formala fosse dalla
natura . /■ nov. 26. 20. Mai non potò
vantarsi, che io il guatassi pure una sul-
la E nov. 77. So. Nò altra gloria hann,.
migguiro, che il vantarsi di quelle che
hanno avute Petr. san. 2S6 L' una ò
nel ciel. che se ne gloria e vanta. Damt
Inf. 24. Più non si vanii Libia con sua
rena. Sen Ben. Farch. 4 21 Que.u
può per av ventura far la mostra di so
niede.imo , perchò ha di che vantarsi , e
che m.olr.re. / „nrA. Ereol. 67 Inrla-
«• 'c e somigli.DIissimo . millantarsi, e
noi abbiamo, «lira il gloriarsi, etn è la-
tino, un verbo più Wlo. ,1 quale ò van-
lar.,1 . o darsi vanto ; il quale verbo r
nome Don hanno i Latini , ma 1 Greci
li. che dicon.i felicemente i'vij^ki. od
'VX";
S II. Vantarsi, vale aneht Pmmel-
ter di fare alcuna cosa . Bore. wv. 19.
17. Fornito avea quello, di che vantato
s ora.
t * § HI. Vantare urna ensa ad uno,
vale Vantarsi d' essa con lui . e ,/.,,..j
V A S
pa„(o per lui , l"^" ^l"-- •» ^"S'"
,,/.iJ fi-- !•"'■ r^''"r *;'■
f,rÌ '.ocìore, cU.è U p.i v.nUlo d. prò-
^«ua cuailaROCia lo steodaido.
T VANTATOKE. /Vrfc»/. ».«.<•. «C
o (\, „ ,„„,„. Lai. iactator glo^u^
lo sopercb,o e '1 poco . Quel. c»>^ ";■ ^
meJlraque3.e Juecose -eaetlov
race • e queU. che soprabbouJa , e dello
veUino e vanlatore . lied. Aun^l- » '"•■
.38 11 vino moue un cieco amore d, loro
steti negli uomini, e gli reodc ^ao.u.or.
più assai del dovere.
VANTATBICE. J erbai, firn. Wej
Dio distrugge le opere iual..u.se , e Im
«"v;STAzrONE. y. VANTAG.ONE.
* VANTEUIA. MiUanUna. Lai. .<■-
ctantia. Gr. ^Eval«v.X'=<-, -^'f '> ■"■ Z'"'^-
3 l3. A chi non vede pm la sembrano
vanlerie, e speiiosilid. parale. ( )
VA.NTEVOLE. Add. Di vanto. \..^^■
u,perlms . Gr. vVsp»;'? «»«^ ■ G""'- ^-■
il II quale cosi ardiumeute con pa ole
vanlevol. e mordaci non s' e peritalo d,
lacerare la vostra maeslade.
VANTO //vanwrji, I aiiianu nto .
Lat. .àrtó^lia . Gr. «>=<>«£•.■«. i^occ
«... lOO. 3l. Credendum. poter dar van
to.ebe niuno altro s.a , che s. , com .o
si ..ossa di sua moglier contentare, f »«/<.
rrcol.6-,. laclare se fe sonngl.aDl.ss.mo a
m*//«„M;.i.e noi abbiamo olirà, g-
r,ar^i, che è latino, un verbo p.u be lo,
il quale è vantarsi, o darsi vanto >\ V^i-
VZU e nome non hanno . Lal.n. n.a
i Greci si, che d.cono lelicemente ^JX«
tòa. ed -:x- * ^""- '^"'- ^° '^■
Confortò il dubbio , e confern.o eh. .pe-
ra Ed all' audace rammento . suo. vanti,
E le sue prove al forte , ce. (B)
8 1 Per Lo prometter di se . t i/oc.
j |o3.' Veramente sarebbe da reputar va-
loroso chi Ul vanto adempiesse
S II Per l'Ode, Gloria, Palma, nel
sienifie. del %. Lai. gloria, laus. Gr.
sita, U^'-'ol P"r. ^-T- '^/^yS""
maravi-lia di se stessa, Vedendos. fra lut-
lu andata, onde li dai tu vanto. Intese
VAN
V A P
•647
"+«% III. tanto, vale anche Ciò che
,2de degno ..no d, stima, .li lode, o s,-
Z.fe. Pass. tìer. .45: -S'» cuna ombra
di colpa i suoi gran vani. Bende mench.a.
ri , è sol foU.a a- amore . Segner. 1 red.
rài Ap. 4. 1 11 ^•3°"' •'"S^'° p.u lun-
gamente alla gran Vergine M^^re ec
t r essere sempre siala le. sema mac
,hia. tTC)
If R IV. iVon dare vanto al ali-una
,/, m,a/cAe cosa, vale Essergli supcriore
.n Inalche cosa . Ott. Com. Purg .. 7.
Ora ..ueste veggendos. essere .n tale gra-
do s se neva°naglor.avano tanto , che m
foro parlare dicevano . che non davano
vanto aUe Muse , eh' elleno operassono
meglio dil'""*°''8"V'^""";//^ ,
° V Per I antasg.o ■ IJant InJ.
Koaved. tu la morte' che "l comb.ilte Sulla
fi^ana. ove 1 mar non ha vanto ? /f..r
i". Poro as>B0c: ove 1 mar non ha
vanto . .né noa ha vantaggio.
VANVERA. P.V1..M0 A vanvera, rf-
sto avverb,alm. e vale A caso. Com ella
v.ene Lat. casu , Jortn.lo . Gr. TUXI •
/ arch Let. Un saellone ohe nou s aves-
se proposto bertaglio nessuno ma traesse
a v'anvera. Tac. Pav.Sto,-; 4. 339 Se-
condo che cran cald. dal v„,o, co.rono a
combatlore alla 'mpairala, l.raodo a van-
vera nel buio. Allcg. 34. INOM usavano .
vecchi nostri far le cose a vanvera.
VAWURA. r. A. Vanita^ ^"'- '""'"
,„. Gr. k=v<,'t.15. Ir. lac. T. 4. 10. 10.
Noi .ni pensava , quaud- . e, a m amo e
Del mondo f.dso , p.enu d, vanura. Pnm
ant. Cuitl. >'. P- Quand eo m accorsi
della sua vanura.
VAPORABILE. A.ld. Atto a svapo-
rare. Cr. 2. 6. 3. Que.la diventa p.u va-
porabile, che ■! rimanente d. quel mede-
simo che b nella sustani.a della p.anta .
/)„„,. Com.. 195. L- mmdo e mgrossato
non per in quanùtà, ma per .n qualità,
sicch' fe meno vaporabde, e consumabile^
VAPORACILITA'. VAPORABILITA-
DE e VAPORABILITATE. Astratto ,U
l-aporalnle . Cr. 2.. l4- 2- ?" ^^ '^P""
rabililade permiscbia con sottile mesco a
mento, e donagli leggerezza e movimento.
* VAPOKACCIO . Peggiorai, di I a-
pore. Segner. Cri.H. Instr 3.7. 17- ?■>■■
che dovrebbe squarciare il seno a quella
nuvola indegna, che, benché piena d. sor-
didi vaporacci , non ha temuto d. acco
glierlo dentro si;. (') _
* t VAPORALE. Add. Di vapore. Ot.
Com. Par. 23. 5o4. Secondo Beda, quelle
acque celestiali , non per vaporale sotli-
gliezza, ma per ghi..ccesca fermezza a
modo di cristallo fermo e chiaro, sopra I
fermamcnlo sono sospese.
+ VAPORANTE. Che esala vapore .
Lat. vaporaas. Gr. a7.CAi';uv. (>. 2. O-
,. Due sono i vapori cosi nel ventre de la
pianU,come nell" altre cose vaporami .
On.d G. 3. 2. Quando quel liquore lu
sparto, le bocche de' vaporanti buoi, quasi
come leg^e con catene, si stringono.
ij: e. /Wf anche Che fa esalare il va-
pore." Cr. 2. 25. 9. E la pianta non si
può generar del vapor continuo, il quale
l sparso per lo circuito <i-=l,l"f6°' »,"t
te parti continue, dalla vurtu del Sol va-
''"vAHORARE. Spargere, 0 Empiere di
vapore; e in signijic. neiitr. Mandar /..or.
'Jple: Lat. ^'•P^raresi./fre^f ■■';;.■■
gare. Gr. aT,u.';-:.v . Pier ""'■ f ^ »
forando tutto '1 tempio col fummo dello
■ncenso , gridavano ad alla voce . ( r- »■
IO n. Di sotto ad essi, m luogo di sole,
si metta cenere, che vapori quegli, e ri-
scddigl., e asciughigli. Dant. ^ ■'"'^:^ f'
Sono "stato legno sanza vela . """8°;
verno, portato a diversi pori, e foci e liti
dal ven^o secco, che vapora U0I0.0 a
poverlk . * Cor. Ln. 8. .iQ*- f '■'. . ■
del fumo La nebbia , e V ondeggiar pm
denso, e'I foco Pm roggio, a lui, cne
vaporava indarno, S" addusse, e lo „ner
mi F 11 -78. Seguon le madri, e d
Tdorati incensi Vaporando d delubro -
flebd voce Pregano .n su '^ »°S''»;^^^[^
r,m. pag. 8. I Livorno 1799 )) "''!!,'''
,u leggiadre, e voi più cari Del bel fo-
VAPOUAZIONR . Lo svaporare . Lai
vaporano. Gr. i'^aT/H'i ■ '>■ -■ •■ ^•
Né mai di quella si formerebbe alcuna
pianta . ma diverrebbe vana per vapora-
zione . ,„,...«#
VAPORE. Piopriamente la Parte sol-
ale de- corpi ..mid,, che da essi si soli.--
va, re,.,l.ita leggieri .lai calorej e si prende
a,.che rei- <,''"■''""/"= "''"' ^"'"''■'"r'"
che .-s.ili .la checihes.fia. Lai. vapor Gr.
ar/ao'; . /'<""• ''»/• '4- Perciocché va-
pore Me'si slingucva mentre eh era solo, r-
Purg. 5. Vapori accesi non vid" io si tosto
Di prima notte mai fender sereno. E Par.
r. Quando n caldo ha rose Le temperanze
de' vapori spessi. Pass. 249. Che « la vi-
ta nostra ? ec 'e uno vapore di fummo ,
che poco dura , e tosto sparisce . O . (^ .
Q. 2q8 1. Un grandissimo raggio di va-
pore di fuoco si vide valicare sopra la eli-
.ade. ,1/. r. 3. 74. Si mosse da mezzo il
aelo fuori del zodiaco uno vapore grande,
infocalo e sfavillante. (>. 2. 6. 1. Due
sono i vapori cosi nel ventre della pian-
ta , come neU- altre cose vaporanti , cioè
vapore umido acquoso , e vapor secco e
ventoso . U vapore umido e la mate, .a
della foglia, ed il vapor secco e J" °*o
è la materia de' frutti. * "reh. Le-.. 430
D. queste esalazioni quelle che s. genera-
no dalla terra ec. si chiamano col nome
del genere esalazioni . Quelle che s. ge-
nerano dall' acqua ec. si chiamano pro-
priamente vapori, se bene s. pigliano a -
le volte dagli Scrittori 1' uno per 1 al-
C te?reu Mnfe e ?-'»"• ^'P»"'' ,VP;"
gele i santi altari Di ricchi fumi e di cao
didi Bori. fB) , ..
VAPORATIVO. Add. J aporevole, ' <■-
porahile. Tes. Pov. P. S. cap 11. Nel
prin.ipio non usare cose vaporative.
* VAPORATORE. rerhal. masc. Chi
""*"'APORATnlCF.. yerb.il.feni. Che
vapora. Tes Pov. P. S. cap. U. Dopo
la confermazione vaporalrice , maluratr.ce
e confortatrice. (')
"le volte dagli Scrittori 1' uno pe
'"vIpOHEVOLE. .l'Id. J'apornbile Cr.
- li 3. Se l'acqua del lago ec. aggiun-
ge nel luogo delle paludi , conviene che
ec per lo movimento taccia schiuma . e
diventi vaporevole P" ,'» f "J", "S'™",
VAPOROSIT.A', V.\P0R0S1TADE, e
^ n^-^^r '."1 s'r'co loro cK-
m:rLT::^p^o^iebJ.luogh.ha^.
^"'"i.:n7'f/.-mt'■.•Tu^^lm,
rei:deÌ^;uan:f'o- arde V un capo nel fuoco
egemedall-allro.efischiaperlavapo-
rosila che n' esce.
VAPOROSO . Add. Pieno * '"■P"" •
La., vapidus . Gr. aTywOJ? • Cr. 1.0.
5. Se hanno monti che schifino . ven.^.
diventano vaporosi. Ked. I ip 1- 20. Ne
giova d replicare, che a vaporoso odore
Li vino può m un '"^'^X''" r^lTìl'
e soffocarle. V Jarch. Q..e.<l. AUh. i^.
Alcuna volta generano i metalli, generando
prima la della esalazion vaporosa da a cun
corpi mediante il caldo proporzionalo (C)
M- VAPUUAZIDNE. (. /- nitt.'."-a.
Percossa : e per metaf Casl.go . Dav.
Se m.ll Pe'r questi, o altri nostri per-
cali, o percbi. a Dio non paressero le e-
normezz^e d' Arrigo ben P-S»'e f^ ^
1 ■ . or..n che la Reina in
lieve vapulazione , ecco rue
capo a cinque anni ec. mori.
VARANO. Sorta di v.l.gno , ed anche
r Uva che lo prod..ce; Vaiano. Soda.
k/, i"n Cofi la d varano; 1' oizese,
e'^asanlioghX sono vitigni lodati per
"W^.^Tir..r di terra. nae^nah.
nave. Lai. ded..cere navim '^ -.'-j'*'^ '
niit F. falla in Grecia la prima nave_
et si chiamo Argo e varata .nmare_^F
di sotto: Fingono 1- P»"' ' ;°^ ,1 i„ra
la detta nave s. 7' V" ."era" cagione ,
„• ebbe dolore vedendo che e» ca
che la terra s' abbandona,.e da
„ .1,,, .,,,„,; o mare . H'or^. > t
ni , e abilasscsi o l.archetta pruoa .
r"rr,; T87 S-àTnd„gio ^1 noe.
^L^^ar' barca.Edarfa.rem...
acqua dalla sponda.
1648
V A R
§■ Per Mcostare il „m;gIio alla Ur-
rà. <:,riff. Calv. t^. Venne la notte; onde
d. nuovo afferra II porto, e . venti lo ser-
Ton leggieri : Varò la I,arca , e 1 Pover
jnue in terra Con quei cavalli , e eon
l"tt. fili arcieri. Morg . 20. io. Greco
»u.-6eva e varava la barca. lì?!. Annot.
»'("■. .94. Ancorché tarare signiBchi „.
ra,^ ,1 „a..lio da Icrra in ac'qua . „u .
adimcno Luca Pulci nel liliro \. del Ci-
..ff. Calvaneo I uso per accostar la na.c
alla terra, acciocché le persone da essa
nave potessero sbarcare
1,11 *.fi''y*'^° ■^^ * '■■"•■"•'• S'rd.
òlor. 16 621. Varate subitamente .enti-
cinnue galee e <lue navi di carico, e for-
"c^°(% '""" '"'°"' "• • """" ' ^
* VARCADILE. ,IM. ae si può var.
rare; ì alicibtle. (C) H " > "r
t 5 VARCARE. AnJar da „n luogo
me..-» a due. Traversare un luogo, la.
'•cnrej e s, usa in sigai/e. ,„. ì „eu,r.
Lat.pra,ergT.rf,. Gr. ^sr«Sa, vs... Dan,.
Inj. 2i. Si muove , e varca lutti i val-
lon feri /'e,r. ca,^. 5. ,. Onde al suo
■ cgno di quaggiù si varca. /Vr. As.
p. Ma narrami, il „(„ f^^,^, „^
in quello scambio , come tu abbi fatto n
varcare dell- isola di Cipri, e, «ar que-
man eon , anta presterà '^/uilale : Li.
re). ... rase, rini . 1. n. //.•,- ,_/,,,
Ond- ella gli bagnate a^mbo ■: spVnlle
In pi^da a venti e al mar dubbiofa vari
«. (C) Fu. As. 173. Quando tu avr,,i
varcata buona parte della mortifera slra-
«la, in riscontrerai ec. Segner. M„„„
r-Mel' (r'^"^"'° """ '" """"^Sn^ della
in7„.^ l- ^ f^'"'"'"'" ■ •■ Ptlr. eap. 8.
Mcntreche vago olirà con gli occhi var. 1
iuè..%^""'^""''""'"'"«6icin. I
* S- II- lì in senso assoluto pur fi-
guratam. .. Uant. Par. 2, Q voi che
*.cte in piccioletta barca , Desiderosi di
licoltar, seguiti Dietro al mio legno che
.—0 varca. Tornate a rivede? live.
anchfr^l'.""'"^' '" "S'"f"=- •"•■'■'■'e
leti 7'"'"'''' ^'■'•'P'"-""-'^- Lat. trans,
icliere. Irancere. Fir. As. 173. E-li ICa.
rome) con picciola barchetta varca i°p ssee-
«.cri. r/?;r„r. i?,. 6....574. CI,, iiotfe
soamente e sonno ed omb/e Ilan qui ri!
-etto e non le genti vive, Cui di varca-
ùarla """ '"^en" non lece f,'- Caronte ehe
parla, e legges, nel testo Ialino: Corpora
no , , '""■''''"' ''''"i '•nct.e di lem.
po.e vale .^correre . Tas<. r.er. A. 44
vinr.^ '' ''"'""" " "«"tal velo. (\J
Slor .0 I3n. Pochi di appresso ordina-
to che ec, eJ altrelt.inli p'olhi Jj varcati
e ^' P"""'vn"'^i «^iOa-lini viniiiani, che
ee. dal Papa fur lasciati, (l'j
f- J VARCO. Apertura. Passo per lo
VaL"r7"' ''" r" V^r" «ir altra:
dono s r '■ -"^ '^"'" '■>•"■'" »«"•
• ono SI furiosi , per prenderci al varco
■Iella montagna. Pant. In/, ij. E «ueeli
accorto grido: corri al varco. ' *"
* S I l'arco, pigliasi anche per 1.
■'pai,o e per lo più /,„,.,, ,„',„,
-nsol p„„o. nani. Par. ,8. E qual i
I '".mutare in picciol varco Di \,„,p„
■n buinca donna, quando '1 volto sL
Mdiscarchi di vergogna U e.rco, rZ
'" "-. (C) ras. son. i. Sion.n
V A n
<K*j^i "■ '^-.>'S"'-atam. .. Peir. son. 3.
Lbe di lagrime son fatti uscio e varco. E
"«.41. 4. Fa eh- io ti trovi al var-
re '.. (r '""^ '""" P"" '' "'"' "^
t VARIABILE. Add. Atto a variarsi.
MntaMe, Inslab.le. I.at. mutabiUs. Gr!
l^"fY'T ■ "'"•• ■*'• C"«. Abbando-
Dando la fermezza della eternilade , cade
'" ,',""'° ^•^'rial.ile Esp. Pai. .\ost. 7.
Tutte altre cose sono muUbili e variabi-
|. Ao«. rare/,, t.pros. l. La sua sta-
tua, per lo essere ella variabile , non si
fusi"" '"'"'"""'■"^■nen" giudicare quanta
* VARIABILITÀ'. Astrailo d, Faria.
Me. Imperf. F. Tusc. I). 8. T. I 243
La materia animata né anch' ella può es-
sere la sostanza iuCniu, mentre ì> di va.
riabilita rifiiena. f F)
VARIAME.NTE.. Viveri. /„„„,e^
diverse. Con varietà. Diversamente. Lai.
rane. Gr. o.ayo>u5. Hocc. Imrod. iL
Comeche questi cosi variamente opinanti
non morissero tutti, non perciò lutti cam-
pavano. Lab. 46. Questo luogo é da varii
vanamente chiamato . Maestra::. 2. 3o
• La pena del furto si varia, seconda-
mente che variamente di lui si tratta
VARIAMENTO. Il var.are. lar,an:a.
I.at. variatw, varietà,. Gr. a'I/o.cas.;,
T0./.J^,5. lab. ,71. Ti mosterranno le
cagioni de vanamenti de' tempi , e delle
fatiche del Sole, e di quelle della Luna
Anna. Ani. ,.. 8.9. Niui» cosa è di-
Icllevole , se non quella che per varia-
mento si rifa.
VARIANTE Cl,e vana. Differente
1 lJ"''rso. Lai. variaas , diversus. Gr
a*M05, T»c«i)o;. Filoc. 1. 222. Egli
a lei, partorendo , concedette una figliuo-
bi non variante di bellezza dalla sua ma-
Ciré .
r.* n ';"""'/""'' '•"/<"-« di SUSI di.
cesi Quella le:ion diver.a ehe è tra un
cod.ce e un altro. 0 pi,-,; tra una stampa
e un altra. 0 più dell' opera medesima,
Cd usa.,, per lo pi,', nel pineale. (Ci
VARIANTEME.NTE.\*..ier4 Con va.
riela. I ariatamenle. Lai. .-«rie. Gr a>-
)o.o,;. Tran. segr. cos. donn. Ma del
"''"l'W.' "" '■'''^"'"'o variantemente.
VAR A.NZA. // varia.^.. Lai. varielas.
t-r. K/ioic,,,;. .Salvia. Disc. 2. 20 La
continua vicissitudine e varianza delle co-
se ec. ha per necessiti inventalo un ri-
medi... e trovatolo buono , di consegnare
' T^'^o- ': ' "6''>°'^">''n'i "gli scriui.
t ' §• Per Di/Terenza. Salv. A.-vr'
2 I. 15. Dico nel medesimo numero;
perciocclie da quel dell' uno , che singo.
lore é chiamalo, a quel de' più , che si
'""',''"'.■' /"".-''. '.a pur ^arlanzad
caduta ne nuslri nomi e pronomi. (In
. t 3 ^ARIARE. .1/n/,,',r. Lai. .„,-L.
/loce. ,10,. 66. 2. Sempre non può 1' uo.
■no un cibo , ma talvolta di.idera di va-
nare # Maestra:,. 2. 3o. l. La pena
del furto .1 varia secondamente che va-
VAR
Pecor. g. ,5 „. ,. Dove ebraico loui
l'In d "; «" '"'"^«'"^ e dirUeia.",.
lantadue lingue. ( Fj •" »«-
"^ S- '^. E in sento assoluta per Fa.
rior sentimento, affez.one. o simVti. Ar.
righ^ l.b. ,. Oh „,, i^ j. ,„^/^
^ualeciaseuc, ora varili rO r„"««
J- 4. »•■' so .• 10 tema o .pen ec.. Si m'
^a I suo duro variar confiso. /,• '.,,„"
Benniavveggio. Che l'altrui noli] vi
glia C^Ipando.. stesso poi vano e vac^.
t §. V Per Essere differente . Lai.
ignare, diss.milem esse. Gr. aiis.»:.
«a., «.npn.o-, siva.. Bocc. nov. 5. 8
Le femmine, quantunque in vesUmenli e
m onori alquanto dair altre variino. lutle
perciò son fatte qui, come altrove.
., ^r.^ ' """^ ""K""' , opinione
te o J ariar di costume, d' opinione ec.
vale lasciare 1 costumi, l'opinione ec.
che uno ha, e prenderne un' altra. „ Peir
Zn *f • Co-"' venieno i miei spirli
mancando Al variar de' suoi duri costu-
m^A 3.0, Perch' hai costumi variaU e -1
e 1 ?' "" ''"'■;'"'', '" "gnifie.neutr.
e neutr. pass, vale talora laiciare una
cosa per un- altra. Cr. 6.2. Ma per me-
dicine SI convien cogliere, poi, he comin-
ciano avere intera quanlili , la quale e
■ nnanzi, che de' fiori si varii il colore e
eaggiano. (C)
VARIATAME.VTE Avveri. Con va.
rieta. Con modo variato. Lai. varialim
£r 1 T^-,-^'' "T" ^--ir uomo si co-
nosce la ebbra . se varialamente Ira le
sane parli della cotenna appardivèr^
9. 68. 2. Le quali (pecore )
■nganno, un picciol varco È lunge il ^„
•Mlamia vila amar. /• „„. ,[ c„„°
a del mio corpo ombra o parie. Da me
"-•mica un varco ,• allonl.nj, (Fp,
~ — .. „, , uiiudiiicnic rtic
rumente ,li lui .i ualia. Guice. Slor. 17.
IO-, ila SI vano poco ,l„po non solo la
'.'sfiTl- •"?,'"""'" "al" «Ielle cose. È
186. Nel qual luogo il Duca varian.Io quel
che prima era .1.1,, deliberalo nel con-
siglio^.^volle ehe si facesse P .lloggiam.o.
* §• l Per Passare da un luogo a un
olirò. ..nani. Par. „. E ,„;„/„; ^
chiaro II variar che fanno di I„r do-
ve -. (Ci
.,^^'.''' ^^ ''"'' -"V'-rxIe. Cr. ».
la 5. L accidente che mollo varia , e
aiuta la naiura delle piante, é il ,„„;;,.
memo ileir umore
*S m. Per Rende, vano . diverso.
colore. Ci ^. _„. ^. ^^
variaUmente''sogri„„';, ^a'slur"'" in diver.'i
luoghi I' uno dall' alno lontano . Tratt
gov.f.,m. Debbono variaUmenle adomai
quella cappciluzza.
VARIATO. .4,U. da Furiare. Lai va-
r.atus mutntus. Gr. -ss»ix.Jus,o,- VI-
JoitoìsU. G. F R 'a '. A_
1 . ' 7. . . /9- 4- Ancora sen-
tendo 1 citladini di Firenze variali d'ani-
I mo ec, renderono savio con.igliu /•„,.
canz. ,9^ 4. Che forma lien dj varialo
[ aspello. ,. Cuicc. Slor. 17. ai-. l„ „„
vo variato d' animo per avere avuto av-
viso deU arrivo dei Tedeschi, e delle ar-
mate in Italia. (C)
§• I. Per Furio , Diverso . T/- 8 7
5. Acciocché '1 fico produca varali frotti
prenderai due rami ec Tes Br 5 ''
Simigliasi (il lirardes) alla salam.niira'
d. color van.lo. fW. Calv. 2. 67. Cioè
«Iella sua barba setoluta. Di variaU ,olor
crespa, e canuta.
§ "; r-er lavabile Amm. Ani. 35
a. J. \ariau, e sempre muterole cosa è
femmina .
t yARIAZIO.NE. Il variare, Uulauvne
Dani Pure. 28. Co' pie r.slelli . ,. eon
gì. occhi passai Di li dal fiumicello , ne,
mirare La gran v.riazion .le' freschi mai
_K Con... 07. L' .lira si é la vanauooe
della sua luminosi.i , che or. lu. e da uó
lato, e ora lu.e .tali' altro, .ecmlochi-ì
Sole la vede. « Guicc. Stor 18, 28 So.
vent.v.iilo le v.riuioni. e il modo jj J^
eedere .lei Duca d' Urbino. (Ci
■ rf,7rJ' ,'• '''!^ "!?é,e«„ Lai. discrimen.
*/?e«„.,«. Cr. c\:.fo:c/ Pocc lei,
I P"--J<-'. 270. Né allr. variazione idJ
parlirsi, o essere caccialo d' una lena, e
andare . .lare in un' altra, se non quel-
la . ehe ec. "
* S II. Fariationi. Term. de' Ma-
«»'.. f onsi.lono nella les.llur, rf, „ „-
», in r,„ sopra un tema slahililo ,. re.
rl'cn p... volte .1 l,a.so. diversificandone
ogn. volta la melodia. ,a modo peri che
l' senl.menlo principale deformato no„
V A R
venga, nulla ostante il cambiamento dif-
ferente. (B)
VARlClì . Dilatazione di vena . Lai.
varix. Or. xi/sffo's, *'fi:*- f o{g- Kas. Mi
ciò avviene spcss* volte varici ed elel'an-
lia. * Imperf. Anat. 229. Ad alcuni,
come a* facchiai o a' villaoi rozii si veg-
gi ono gooBale i le vene ) nelle gambe a
Kuisi di tumori o >arici| e la cagioor di
tali Tarici o tumori par the cunsì&ta
«. (Fi
f VARICOSO . Jdd. Che patisce di
varici . Lat. varicibus affUctus. Gr. xip-
t S !• £ in Jorza ài just. Colui che
patisce di i-nrici. lib. cur. ma/alt. Se ne
querelano i varicosi frequentemente.
*t '*' §■ '^- i oricoso, dicesi anche da'
Vedici alle vene dtlntate ^ ed alle parli
che hanno delle vene varicose. (J)
VARIEGGIARE. f ariate. Lai. varia-
re, immutare. Gr. aAiarreiv , :roijci>-
isiv . Alleg. 146- l'eichè se quel primo
\arieRgiar fa che gli uomini Ira loro mal
t'intendano, e quello fa ec.
•f « VARIEGGIATO. Jdd. da l'a-
rieggiare. Soder. Colt. 62. S' averanuo i
grappoli d'uva vaneggiati, (/f)
VARIETÀ', VARIETADE. e VARIE-
TATE . Astratto di Vario j Diversità .
Lai. varietas, diversitas. Gr. «)>.oio'r*];,
6ia.fOpx. Bocc. g. 3. p. 6. Dipinto lutto
forse di mille varietà di fiori , chiuso d'
intoroo di verdissimi, e vivi aranci. E g.
8. J". 4- Fermamente tenendo, che la va-
rietà delle cose, che si diranno, non me-
no graziosa ne sia, che 1* aver pur duna
parlato. Jmm. Ant. Il- 8. 4- ^^ v*»
rìetà toglie fastidio-
•f §. I. Per Mutazione . Petr. son.
120. Non può più la verlii fragile, e stan-
ca Tante varietali ornai soffrire . v t'ir.
Disc. an. 7. Gii diede ( la città di Me-
re Ito ) le leggi a tutta quella valle, e ora,
o gran varietà delle cose umane! e dive-
nuta sede di arbori e di viti. (C)
"té §. II. Per lolubilità , Incostanza.
Guicc. Star. 2. 472'* He di Francia ec.
sdegnato dalla varietà di Cesare , e dalla
dura legge gli proponeva ec. aveva occul-
tamente mandato Fabbruio Carretta ec.
ai Cardinali di Nantes e di Slrigonia. E
4- 4l- Molte eran le ragioni che inclina-
vano i Veneziani a cedere alla necessità;
molte che in contrario gli confortavano
a stare sospesi in modo che i consigli lo-
ro erano pieni di varietà e d' irresoluzio-
ne. (L)
•f §. III. Per Differenza. l.it. di scri-
men. Gr. Sta^osà. Bocc. Lett. Pin. Boss.
271. Che varietà porremo noi Ira quelle,
e quelle dove ci promuliamo? (J^edi mi-
glior lezione di questo esempio alla voce
PERMUTARE, §- 11.) * Borgh. Orig.
Fir. 18. Per la verità degli scrittori greci
a'IaUni. (V)
* §. IV. Variettk. Bellissimo attribu-
to delle pitture, e d'ogni altra cosa ap-
partenente al disegno, ed e quella piace-
vole discordanza fra V una e l' altra cosa
rappresentata, in modo tale, che insieme
col variar delle parti si scuopra una certa
maravigliosa concordia nel tutto. Questa
varietà si ricerca nelfe arie delle teste ,
nelle attitudini delle figure, gesti e motij
ed anche ha luogo nelle membra delP ar-
chitettura. Baldm. Voc. Vis. (A)
•f * VARIFORME. Add. Di varia
forma 0 figura. Che cangia aspetto. Sai-
vin. Odi ss . l3. 261. Per questo vari-
formi apparver tutte Le cose al Re, e li
continui vicoli, E i porli 3gi3Ù, ec. (A)
VARIISSIMO. SuperLdi I ario. Buon.
Fier. 1. 2. 4- F di che sorte E questa
lor pazzia? /. Di sorte variissima, in quel
modo Che variissimi son gli umor peccanti.
Vocabolario T. //.
V A R
E 3. I. 5. Degli amorosi I variissimi u-
morì e i pensìer nuovi.
« VAKIO. òust. Varietà. AKeg. 265.
La tavola ec. Par\-e 1' arca e 'l diluvio
pel couflitto Delle vivande, e '1 vario de'
Cristiani, (l )
VARIO. Add. Diverso, Differente, IS'oa
fatto nello stesso modo. Lai. varius, di-
versus, dissinìilis.Gr.0L).).0Ì0^j Oia'jJofOj.
Bocc. nov. 7q. 10. E maravigliosa coìa a
vedere ce. le molte e varie vivande , se-
condochè ciascun disidcra , che recate ci
sono . E g. 8. y". 7. E quantunque varii
varie cose andassero immaginando , uiun
perciò alla veiit'a del fallo pervenne . E
nov. 93. 12. Natan , non avendo animo
vario al consiglio dato a Milridanes ec. ,
solo se n" andò al boschetto a dover mo-
rire. Petr. canz. 46. 6. Non ha '1 regno
d' Amor si vario stile. Dani. Par. 2. Gli
allri giron per varie differenze Le distin-
zioQ, che deatro da se hanno , Dispongono
a lor fini , e a lor semenze.
g 1. Ver Volubile, Instabile. Lat. in
stabilis. Gr. a^raro? . Mirac. Mad. M.
La quale era molto secolaresca , e varia.
sjs Segr. Fior. nat. 160. Fu nondimeno
vario nelle sue azioni, in tanlo che par-
lando di lui Lorenzo de' Aledici disse ,
che Piero gli pareva quando il padre , e
quando l'avolo. (C)
* §. II. Vario, detto dell' ingegno,
vale Pieghevole, Alto a molte cose. Segr.
Fior. nat. 160. Non ebbe ( Gino Cap-
poni ) la fortuna manco varia dell' inge-
gno. (Cj
'^ §. II!. Vario, detto de' capelli,
vale Misti di neri e canuti . Cas. canz.
I. 2. Or che la chioma ho varia, e *1
fianco infermo. E canz. l\. 6. Poiché va-
ria ho la chioma, infermo il fianco. (FP)
^ §. IV. Vario , talora nel plura-
le vale Un numero indeterminato. Più.
Guicc. Star. 18. 2'>. U giorno precedente
i fanti Tedeschi delusi da varie promes-
se dei pagamenti , e seguitati poi dai fanti
Spagnuuli, gridando danari, si ammuli-
narono. ((')
5r §. V. l'arii , inforza di sust. vale
Più persone. Bocc. g. B f. 7. E quan-
tunque varii varie cose andassero imma-
ginando, ninno perciò alla verità del fatto
['Crvenne. (Cj
§. VI. Vario, talora vale Di più co-
lori. Pallad. cap. 3o. Le bianche (oche)
son meglio che le varie , e le varie me-
glio che le nere.
■f VARO. V. A. Add. Dani. Inf. 9.
Fanno i sepolcri lutto 'l loco varo. But.
ivi: Tutto il luogo varo, cioè curvo (il
Boccaccio spiega così : Fanno Ì sepolcri,
li quali in quel luogo sono, tulio '1 loco
varo, cioè incammellalo , come vegliamo
ec. L^ Alberti: disuguale, zolloso, mon-
tìcelloso. Altri Fomentatori spiegano va-
ro per vario j uno di questi è Federigo
Ubaldini nella Tav. del Barb. alla voce
POMARO; il quale Ubaldini alla voce
QUORO noia che alcuni dicono varo an-
che per vaio , animale noto. E alla voce
VAI dice, che perchè significava il vaio
grandezza , disse un antico della For-
tuna : Chi lascia ignudo , e chi veste di
varo ).
•f VARVASSORO, e VARVASSORE.
Valvassore. Signore che riceveva la sua
giurisdizione da' Conti , da' Vescovi , e
dagli Abati vassalli d'altro signore. G.
1' . 9. 180. 3. Messer Francesco da Bar-
bagnano, e altri grandi Callaai, e Var-
vassori .
*-J- §. Vale anche Barhassoro , ma è
voce antica. ]\'ov. ant. 81. I. Una fi-
gliuola d' un grande Re Varvassore si amò
Lancialollo de Lac oltre misura.
VASAIO. Vasellaio. l.3.\. fgulus. Gr.
V A S
1649
xepx^tùi . S. Agost. C. D. Indarno a-
dunque riferiscono quel nobile simulato
dello della ruota del vasaio . •!• Corsin.
Torracih. 10. 74- Tacque Battista , che
sapea che ì grandi Fan quel conio d* un
uom che suol d' un vaso Fare un vasaio,
ec. (Bj Imper/. Tim . D. 2. T. 6. 88.
Nello stesso modo dove non si trovasse
più facitore di vasi, u di essi vasi le for-
me romjicndosi, il Vasaio non ne farebbe
più . E D. 4- T. 6. 293. Non può già
essere il medesimo quello che adupera, e
quello in cui s' adopera, come se tuli' una
avesse da essere il Vasaio che il fango ,
o il fango che il vasaio. (F)
^ VASCA . Ricetto murato che riceve
e conserva le acque d' una fontana. M.
/?in. rim. buri. I. 221. Qui voi potreste
dir : che non fai fare Tu la tinozza , o
qualche po' di vasca? Magai, lett. fam.
I. 22. 378- Oj;gÌ era fradicio, avendo
queste donne fallo il bucalo , e sturalo
le vasche, che hanno lo scolo alle volte
della ra»uaia. (C)
VASCELLETTO . Dim. di Vascello .
Tac. Dav . Ann. II. i34- Corseggiava
con vascellelli per lo più le costiere de'
Galli (il testo lat. ha : levibus navigiis).
Red. Esp. nat. io3. Purché avesse qual-
che vascellctlo di conserva in evento, che
il mare improvvisamente si geltasse a bur-
rasca .
•f VASCELLO. Nave, Naviglio, Basti-
mento , Legno . Più particolarmente so-
glionsi dire Vascelli i bastimenti mag-
giori da guerra , e quegli ancora da
commercio , che sono armali, o possono
armarsi da guerra . Red. Annot. Ditir.
l4- Per lo più dicesi de' vascelli d' allo
bordo, quando in alto mare sono in cal-
ma. E 204 Alcuni de' moderni pensano
che sia una esalazione spiccatasi dalla mol-
titudine degli uomini del vascello. "^ Guicc
Star. 4- 189 Nel qual tempo il Viceré par-
lilo di Corsica con venticinque vascelli ,
ec. , riscontrò sopra Sestri di Levante 1'
armata della lega. ( L)
u- VASCOLARE. Add. Lo stesso che
Vasculare. (B)
* VASCOLOSO. Add. Terni, degli
Anatomici . Che e sparso e munito di
piccoli vasi , o canaletti. (A)
* VASCULARE. >4t/J. Term.de' Noto-
misti. Aggiunto dato a quelle partiformafe
specialmente da' vasi. Cocch. Pref. Belli'i.
Vascolare struttura delle glandule. EBagn.
Tutte le alterazioni che nascono nella com-
posizione vasculare dell'altre viscere, ec. (A)
VASE. J'aso. Lat. vas. Ar. Fur. 23.
11 3. Così veggiam restar l'acqua nel va-
se. Che largo il ventre, e la bocca abbia
stretta . E (\2.. 89. Ove 1' Isauro Le sue
dolci acque insala in maggior vase.
f VASELLAGGIO . Vasellame. Lai.
vasculorum supellex. Gr. TK aKl'Jt]- Lib.
Op. div. Andr. 16. La donna gentile, e
dabbene col buon cuore si coceva , e fa-
ceva ogni vasellaggio (così ha realmente
il codice; ma il Monti opina, e con buo-
ne ragioni, che qui si debf>a leggere vas-
sallaggio, cioè servizio, da Vassallo, in si-
gni/ic. di servo ).
VASELLAIO . Facitor di vasi j ed e
proprio di quei dì terra, come di stovi-
glie, e simili. Lai. fìguliis, vascularius.
Gr. X£j5ajusJ; twv «/suapi'wv. / it. SS.
Pad. Come persona che sapeva far quel-
r arte , cioè vasellaio . Fr. lac. Cess. Io
sono Re di Cicilia, mio padre fu vasellaio,
e abbo in riverenza la ventura. * Pluf.
Adr. Op- mor. 1. ^g^^. Non dee il va-
sellaio portar invidia al vasellaio , né il
musico al musico. (Cj
VASELLAME. Vasellamento. Lai, va-
sculorum supellex. Gr. toc cavJt,. Pass.
HO. A casa sua era venuto uno riero luitr-
207
i65o
V A S
cilaolc » che volca comperare vasellame
d' oro e à* argento in grande quaatìU ,
ec. fi appresto: lUcevuto il vasellame, e
ripoftto, chiamò una sua sirocchia.
VASELLAME.NTO. Quantità di vasi.
Lat. vasornm vis . Gr. ro to'v isxi'jùì-j
Tiìri^Oi. liocc. Vit. Dani. 245. Oltre a
questo, in r.ippresentaraeato della imma-
ginata esseniia divina fecero in varie Torme
raagniSche &talue , e a' servigii dì quella
vaìeilamcnti d* oro , e mense marmoree.
A" nov. i(). 37. Donolle che in gioie , e
che in vaselLimcnti d' oro e d' arienlo ,
e clic in danari, quello che valse meglio
d' altre diecimila duhhre- E nov. 79. io.
E maravi-jliusa r{>!.a a vedere ce. i fiasrhi ,
il le foppe, e V uUro vasellamenlo d'oro.
Sen. Pisi. Quegli è uomo di grande af-
fare, che u>a vasellamenti di terra sicco-
me fossono d* argento.
* VASELLAHO . Vasellaio . Salviti.
Iliad. Come quando Alcuno ruota adat-
tata alle m.iiii Seggi.-ndo vascUar prova se
rorra. (.1\
VASELLKTTlEnA. Ripostiglio da va-
■selletli- l.ili. Pred. Sono appassionate per
la vaselletlicra de* lisciamenti.
VASELLETTINO. Vint. di fasci/etto.
Lift. pred. Teneva io seno un vasellclti-
no d* unguento preiioso.
VASELLKTTO. Dirti, di Fascilo. Lai.
vascttlum . Gr. 'i/.ijy.piOi ■ Lih . /fmor.
67. L' amanza può ricever licilamente er.
pettini, guanti, anella, spezie, lavamcnli,
e helli vascllctti. Cr. 5. 7. 5- Altri sono,
rhc in vaselletli pieni d' ottimo vìdo lo
mettono I li' cotogne }.
VASKLLIERE . Vasellaio. Lat. va-
.tCtilaritts. Gr. XEsa/xEy;. Lih. Op. div.
/tndr. 62. neggerallc con verga di ferro,
e , siccome vaso di vasetliere , saranno
spcnale .
VASELL1N0. Vaselletto. Lat. vasca-
lum . Gr. ^/.z JdpiO'J . Lih. rur. malati.
Le conservano in un vasellino di vetro
di hocca stretta , e Lea serrato . fìenv.
Celi. Oref. 34. Mettere il dello smalto io
molle in tanta acqua fuile, quanta riruo*
pra appunto lo smallo, io un vasellino di
vetro .
t VASELLO. Dim. di Vasoj ma si
prende anche assolntam. per Vaso j nel
plurale esce così in i , come in a . Lai.
vat . Gr. ?/£jo^ . Petr. canz. 28. 6. Se
mai candide rose con vermiglie In vjsel
d' oro vider gli occhi mìei. IS'ov. ani. 8.
a. Tenne il pane sopra '1 vasello, e rice-
veva lo fumo che n' uscia. J'^it. Plut. Ce-
sare aveva le vasella delP oro , e dell* a-
riento per dehito . 3/. V. 8- 5. Uscì di
Pavia ce. con lutto *1 carreggio della cit-
Tj c del roDlado, e con tutti i \asegli da
vendemmiare. Cr. 5. 18. 6. Del suo le-
gno (del noce) si fanno ottimi scanni, e
helli soppidiani , e durabili , e tulli altri
vasfUi (la riporvi ^li arnesi . Tratt. gov.
fam. Non vuule in fraridi vai^eUi porre i
suoi preiioiissimi tesori, nt gittare le perle
innanii a* lotosi porci.
§. I. Per similit. si dice di Cova che
ne contenga in se alcun' al Ira. Dani. Inf.
32. Qut-'l di Gallura, vasel d' ogni froda.
RPurg. 35. Poscia geme Sovr* altrui san-
gue in naturai vasello. Mor. S. tìreg. Ac-
ciocché non presuma in questo morUl va-
acUu d' investigare più oltra, che si con-
veDga . Frane. Sacclt . nov. 87. Won i;
questo ventre il vasello , dove h stata U
feccia di questa lieslia poi ch'ella n.irque?
g. II. Casello, dissero gli aniiclit per
Vascello, I\'avc , Naviglio, nel signific.
del §. I. Lat. navis, navi gin m. Gr. vxOi.
Pass. prùl. Ch* e' possa, e sappia, e possa
volere col remo ìn mano , studiu^amcnle
operando , durare fatica nella guardia , e
nella condotta di cosi nobile vasello, in
V A 8
che Dio r ha allogato e messo Vant. tnf.
28. Gittali saran fuor di lor vasello , E
mazzerati presso alla Cattolica. E Vurg.
2. E quei sen venne a riva Con un va-
sello suelletto e leggiero Tanto che l'ac-
qua nulla ne *n}{hiottiva. Coli. Ah. isaac,
cap. 46. Sirrome è impossibile di passa-
re un grande maro saoza nave, o vasello,
così non si può passare alla carità «anu
timore 11 mare putrido, il quale è posto
tra noi, e *1 Paradiso, che uon &* intende,
puli-mol passare col vaselli> della penitro-
2ia. * Mor. S. iireg. Manda nello mare
gli suo* legati , e mandagli nelle vasella
sue di papiro, ovvero di bambagia, sopra
r acqua . ( C)
VASETTO. Dim. di Vaso. Lai, va-
sculnnt. C,T. ff/sU'iptO/. A^n. Pand. 53.
Se tu nel tuo forziere nuziale ec. anche
V* assettassi il vasetto dell' uliu, e scrras-
sivi dentro i pulcini ec, parrcbbcli avere
buona cura , essendo bene serrate 7 l''ir.
As. 177. Con diligenza riserralolo in quel
vasetto medesimo ce, ìa risveglio. /■" 3o6.
Preso un vasetto d* alabastro, e una am-
polla con mille belli lavori attorniata, ce.
Ricett. Cior. Simile a un mazzetto, o fiocro
composto di più vasetti simili a* Bori del
melagrano .
VASO- Nome generale di tutti gli ar-
ne.si fatti a fine di ricevere, 0 di ritene-
re in si' qualche cosa, e piti particolar-
mente liquori. Lat. vas , vasum . Gr.
5/evo;. Cr. 8. 7. 4- ^^ ''^ melagrane a-
cerbe ec. sì mettano in vaso senza fondo
ec. , se ne caveranno ce. non solamente
compiute , ma maggiori , ec. Gititi, leti.
Si. Vasa di terra pregio portano e prò,
e vcndonsi bene in lor mercato ; e vasa
d* auro prt-'udon dannaggio e onta, e vcn-
donsi quasi nulla nella lor fiera . Alam.
Colt. 3. 57. Truovc i saldi , odorati e
freschi vasi , Ch' esser rirello denno al
suo liquore. E 73. Colmi ì vasi, i cane-
stri, i tÌQ j le bolli.
§. I. Per metaj, si dice di Cosa che
ne contenga in sé alcun* altra. Dani. Inf.
2. Andovvi poi lo vas d' elezione ( qui
detto alla maniera latina, e s' intende di
san Paolo). E Purg. 7. Ben andava il
valor di vaso in vaso (cioè, dall'uno nel-
l'altro) E Par. I. Fammi del tuo valor
si fatto vaso Rern. rim. i. 12. lo ti vo-
glio empier sino ali* orlo il vaso Dcll'in-
t.-lletto .
*t §■ ^^- '"•*'*» dicono I Utoralisti per sì-
milii. e per onettù al Sesso. Afaestnizz.
I. 5q. Quando il debito vaso si lascia, ov-
vero il de1>ito modo dalla natura ordinalo,
quantocbc al sito.
f * §. Ili Va.to. Term. degli Anato-
mici. Dicesi delle arterie, vene, e di tutti
I canaletti, per cui corre, o in Cui si con-
tiene qualche fluido ne' corpi animali .
Red. Cons. Vasi ureteri. fAj
J? §. IV. Vaso , dicesi dagli Orefici ,
Ottonai, .yftignantec. a Tutti quei lavori
che .tono fatti a similit. dt vati. (A)
f VASÒTTO. Accretctt. di / nto. Penv.
Celi. Vii. 2. 296. lo feci lor fare dua va-
sotti di mìo argento.
VASSALLAGGIO. Servita dovuta dal
vassallo al signore. Lai. clientela. Gr.
^towxtirt, . Tav. Rtt. Per infioo a lanlo
che Io re Meliadus non giurer'a suo v«\.
sallaggio. tf Pant. cani. { Doglia mi reca
nello core ee.) Lieta va ( Vertudt), e sog-
ginrna; Linamente ovra tuo gran vassallag-
gio; Per lo corto viaggio Conserva, adorna,
acrreire ciò che trova, ec. ( li 1 ftorgh.
Mon. 127. Qualunque ritti tla »^, e del
suo nome batti* moneta, ha un buono e
sicuro pegno dal suo del non dependere
da altri , e di <|Uella Uberto <li vasi.tll,ig.
gio, rhc i nostri vecchi «liceano franchetza.
S- Per Moltitudine di vassalli Lai
VAS
servilium . Cr. rì_ca:T9VT€5 . M. V. \.
22. Accolta molta baronia e cavalieri e
sergenti di suo vassallaggio, s'accampò dì
fuori di Parigi-
VASSALLO. Suddito , Suggello a re-
puhblica, o a principe, 0 a signore. Lat.
cliensfduciarius. Rocc. nov. 29. 28. Con
grandissimo piacer di quanti ve n'erano,
e di lutti gli altri suoi vassalli , che ciò
sentirono . E nov. 39. a. In Proveiwa
furon già due nobili cavalieri , de' (|Dali
ciascuno e castella e vassalli aveva sotto
di se . Cax. leti. 28. Provvegga che io
non sia peggio degli altri suoi vassalli e
cilladini .
§. Per Servo semplicemente . Dant.
Inf. 21. Non altrimenti ì cuochi a* lor
vassalli Fanno attuR'are in mezao la cal-
daia La carni' . /'/(. S. Margit. Allora la
vassalla dì Oisto sollevò il calcagno SUO
dal collo del Demonio , e '1 Demonio
disse .
* VASSELLETTO. Dim. di Vassei-
lo. Lo slesso che Vatce/letto. Plut. Adr.
Op. mor. 3. 3t)6. Sccso sopra un vaiseU
U-tlo fece forza di traversare il mare. (C)
* VASSELLO. Lo stesso che Vascel-
lo . Buon. Eier. 2. 4- l5. £ questo an-
cora (Che comandar voi dite altro vassel-
lo) Di conserta col vostro? E appresso:
Narri al Podestà quanto vo* avete Del ca-
rico di questo E di qualunque altro Tas-
sello udito. (*)
VASSOIO . Strumento di legno qua-
drang-^lare, e alquanto cupo, per uso dt
trasportare checcftessia. Lai. mensa por-
tatilis. Gr. t/.aifti. Dial. S. Creg. M. i
j. Accalloe uno vaso, che sa chiamata
vassoio, dalle donne vicine, per mondare
grano ; lo quale vassoio , lasciandolo in-
cautamente sopra la mensa , avvenne ch*
e' cadde , e feccscne due pezzi . Eranc.
Sacch. nov. 53. Se' tu impazzalo, che tu
metti il paese a romore per una botta T
A quelli pur gridava : oìmè, fratelli miei ,
cb' ella è maggiore che un vassoio. Ruc.
Ap. 25o. Allor tu con le dita pure e ca-
ste Raccogli leggiermente i corpi morti In
una tua conchetta , o in un vassoio Ben
netto , ce. Ricett. Fior. Con un taglio ,
o vassoio si gettano in aria . ec. Burch.
l. 75. E buono a far migliacci ne*vassoi.
All'-g. 1^9. Chi per sua ventura l'avesse
levato dal vassoio e dalla marra ee.. avreb-
be fatto in componendo manro ben di mol-
ti , che se 1' altaccìan vie su vie su. Borgh.
Rip. ^3o. Pulidoro ec. servi per manovale
a' muratori, portando a quelli il vusoio
della calcina.
VASTAMENTE. Awerh. Con vastità.
*\ * VASTARE. ;'. A. Rastare. Ouitt.
leti. 1. 7. E se non vntta in parte del mi-
nore, come donque al maggiore, e rome
a tanti, faccendone tante parte, vastar po-
rta? Fr. Giord. 83. Che non solamente
vasta un die a soddisfare a tanta soleu-
nitade, ma vorrelihono estere molli di. E
84- A dire di tutte queste rose ec non
vasterebber molti di er.; ma dinamo del-
l'uno solamente, e vasterà bene- (V)
* VASTAKB. V. L. rd A. Detasta-
re . Liv. Dee. tib. 3. cap. 2. Spurio ec.
essendo andato contra l' Equi, trovo gli
nemici ne' rampi de li Eroici, che anda-
vano vistando la contrada. *?/)
♦ VASTAZIONE. /'. L. ed A Gua-
sto. S Agosl. r. />. I. 7. Nelle vasia-
zion di Roma quelle aspre persecuzioni
ec. accaderono secondo usanza tli batta-
glia. E 3. aj), tit. Comparatinne della vi.
stazion drlli t^ti con quelle persecuzioni
le quali patirono gli Romani. fV)
't * VASTEZZA. Lo s fesso che Va-
stità. Prtts. Fior. P. i.sW. 3 Ora» IO
ptig. 327. Ma di troppo sormontano ogni
forza, non che la mia deholeua, 1' cerei-
vis
....evosue SereaU^oPnnc|^;;-
io più ne ''•"="' •
'""vIsTlSSlMAMENTE. i'-p-/. .« la-
.en.. '-\f ,",;,f .t;r.a>l.!sima.e ,,«
curare se U terra, •"1' muova d
vicinila a noi lra«..l,a..Mmo, s. ru _^^_^ ,
„„ movimonlo -""■;-^;'- },;,, „.,. 3.
l'iulendcrc ce. (B) ^"f- ' „., e .li
NcUe due vastissime pemsok d. J^ ,^ ^.
li dal Gange ce. «""^"^ jVe v.pere.
cur.ssin.o . poste '"» ""^ °f^-,„./,. 26;.
* §. £ A.?!"-"""" <';^'„"-,astissmn ec.
Avendo ?••■■■ ■.^°""",;"" \nerava che
.cn,prc ""«-"^^f.;;' „",C:n.e'^»to da ca-
Pisa, «tesse a essere
ra:t(«.r. Gr. 2-'/';/' ."'■..^.J/ai mc«ana
forma delle «=-»> ", t=„' ^ o» -ne che
graudca. peroccl.--»-^ ^.,_ 3
sieno ■rasle ne m. ut. • ^^^^_._^ ^
678.«na voragoU ... S^^^^^^,^^^.^i
questa , che "» '""j.^,. .y,„. 362. Gli
raudo assorbe . C-I \ poetiche
elefaut.,eleha,e„^s.nno.e^J^^^^^
immag.na..on.,J.eiche ^ formiche, ec. e
^:eI^';i:;e[;::^X^p.<>;ncole ec. sareh.
Xa^::;o;-;'o/.Ve«ualeataino.
fece a gran Pastor d Arc»du , *
.irato dal ceruleo ^ ^'« • "\ ^j^ ,Vo-
doso mar Carpai.o pasce ( cicc aa
tea). (!HJ ,„„/,i vale Poeta
'■^s/"''irr7 liei'"- 'p'
"■"'dota' petroDe^— ■"""•'""':;-
Fier. ((. 2. 7-.'r canoro. E /«-
r„ .t..arm,s. jn --^^^^^ ,. ,^,,,,,
fjrE dopo aver ;sorta.or «omo apre.
L'ccia^eloda-proprumali ^onch.ude
nido e ragiona Vaticinando . £. 3- ^• ->
Ci 'eis- appresta Provvisatorvafcman-
'^VaTICIxNATO . ^IJ. i^ Vaticina.
„ SaMn. Seno/. 3l. 11 secondo eesso 1
i:^a^;e:::T:::^.:e!:;:ento Succose va.
''".t*VA"TtClNAZ10NE. //.•..---.
^-«-■"-.T^Jrde^P^U-rtX
tC^i^^nUinar""^""'"'"""
T
V A T
/-..r Fn 1 l46. In qnesla guisa
;;'™'t;a.^::s.S;.:^AiAtic.nio..^suopa.
■ . . Ponto pecore anculc . /. 7-
octhiloroJ M; ^c.c:^ ''e'
*§• "-'rr^?/ ; 6ÌQ E Febo
U B B
l65i
1 necessaria alla
*§• '■"!(""' V/.Ve^q. E Febo
'-'■'■•■"-f • "^C^-J:,, È?a dal?- amor suo.
stesso aUor eh ae.e^otr^^^,^._^.^ _ ^ ,„.,,
la cetra, e 1 arco, e , s„a
dcU'arti sue r.u gì. aggradasse ,
scelta gli offerse. (M)
V B
IJBBI'A OpMone. 0 ren,.,cro supera-
.;o„,om./...g"ro.o.La.-.^.^^^^^_^^,
^•i^rdi;:::;p^^a/morto,e.ugg.i-
l,r^:he sempre ^J^-J^^^^^
Mail. I-raaz. r.m. I'„rl ^_'"
. Ue ubb,c me,.o n^e^e We,^_^ ^ ^^^_^
^:,grd!::=^„--^(-:i!:
f:s:vrr;rcf;::to:^.-r"^'°-
'r/''r;°:r;.'-./^:.»'« mettono in capo
no.'. 89. 2. "ec onesta. Jl'^t
ubb-dente. f-, ^..^^i':" al fiBU..olo
"'."-'"rimai ricevuu. il comanda-
Cadmo , il «inale , (.
-■'"vt'Ì9r'..rò vedendolo
s.eme. / K- *■»• ^ •'"■ ., ^ ubbidiente.
,uc.tosuoabaeeos..nulee^^^ ^^^^
S: Chiahr. pi"- ■'• P"*^. ^.^ ottura Ubbi-
SIMO. i-..per/. '^/'""*' f ',^ , cosa
^f^'f-rtr--r:bj::-
Da^'. Sasni. SS- t.ti a' ....pclrassc
dienl.ssima offerisse , e da lu. .mpata
'T;TbB.DENZA. "Bmi..E.NXA
obedicnua . Or. :.^- - j._ ^^j^.
''"■'■ """^-Maio e ci della terra tua;
mamcuto d Idd.o . tsc
"'' fu ub,..J.e"- g^ pt7elìa'^utbid,en
-';rr;r:^>:'-aiJ;--^'T™
patr.arca . ..• .ieg/^r ^ ,; j, ^^
ubbidienza. fC; „„..;,« nitpo
.,xl ò ^'^"« "''''■'•'^' '■"""■'"';■;
.•/p„,,. 2. 155. E,, sommo ne Ur.^
dell- ubbidienza. E l"»' '^'^^ '°'' li-io-
santa ubbidienza, e noapcj tua r.^S^^
"-'"H-Tq naotf;he.nuna
StL^e'ènr=:-:
nicDO mail- ubbidienza,
''='';^V''ir"^w;,i,S..,p'> -'""■'"■'"
■'■ ^' ;.^ (n/oni per /J»""""» '*"S-
p,.,,,c,>.,..^p.^.aM^or.p^ "6- '"-If"
q^E^Ttr-^xt^-r-
,..„.ascgu..a^^,rU__^^^^^^
/„,„,o:„ ,« rnaapi. o .-m. 1 , «'« C'
./„.r.,. * -"'-t;'t.''rf e a no™.
j^^om:^:t.''rfl:m.}^".-i;--
cn'o. ;../e rro,„e»e,-e co,. g,.,n.mcn,o rf
-rvisrrrtSe^zfaeraZ
^^'^^V'-x 'portare ubb.dienza ad .m .
„ ■« ..a/e ^nAire a riconoscerlo per
tale, a ginrarg, , ^one, fatto crea-
Capp. *^-"/''\°-l", teialri che portas-
'' P'=\r V „?a a Papa Adriano. (CPj
sino ubbidienza a l^'P . „,,,„-,/,„,.
S-\'-fj.^re or-re.o<<o.'-.
:fjJ\o Tener soggcUo. Bern.
,„aado f^r^-^p^^^ Agramanle a consi-
.t'-chiamare Trentadue Re, che egl. ha
fn ubbidienza. ^,^^^.^,^„,„ ^ paHaadosi d.
"" ^' il talora II Comandamento, o
Frati , .'"'e """^'" ' . ,„ro, in virtù
la Penitenza che suol jor^- _^^^^^^ ^^
d' '"''"àienza f Snpu .^.^^^^ ^ ^^
^""/Ta(e Bernar.10 che Santo Fran-
ceseo non gli « „, „oesU-
eccessiva. come sole rare,. ^,_^__^^^^__^.
mente ^^'."'"^.f f" ,„„o apparecchiato
'/r"TU aTbbidienzar'sevoim.
d. fare la """ ,1 ^h' io comande-
rcomettete d. fare queUo ^^^^^^^^
-■ à- V. „ („ iscnltodala dal in-
dine. 0 l-icenza ,n >^c> ^^ -^^^^ ,„
'"rilSo lafdin.mc.leXecie^^
r:;^Ui:::^ciziigl. comparve l-ubb.d,en.
'"j^;'^tENTE'r."BB.DE.XE.
'^: -3 37 "rima proposte a quella, ed
ibbidientis'simamente eseguite^ E.^339_;
lo ubbi.hcnl.ssimamente IO co
'"uBBrm'^NTissmo. v. «bb.den-
TISSWIO. r IIRBIDE.NXA
ubbidire disiderosa disse. ^ '?\^^ ^,,.
Maltiseportato makha 1 ^^^^^^._
siri ubb.d.ti. /'"..'■ ^'.-.t^,.,^ lieta osi
dendo -"".='^"°:„,'''t^'V. Tanto m-
cominc.o a d.rc. Dani, inj .^
aggrada U tuo comand men o. e
bwVsegiWosse.n;^ .■_-;^,^j4,,,
"^ '"• ,""p::; 1,6 conciossiacosaché
vere parole. P«.«. 22D -, ,
i superi" "ff-''^^;,;;„' '"otte le cose
la sua signoria, aUaq^^ Hi. .BW,
ubbidiscono, e.'"»" ?° „ ,„ ,uo pia-
:^,^c^::etfg::-^enoiv..bbi.
iSSi
V B B
i.rao « Slor. Bari. loo. D.». per ap-
pigarli che abl.idircl,l,e b loro TolonCi
y>t. S. Nailai. 3o5. Vedendo che non
Toleano oUndire i juo' comandamenli .
Cfl,/fl/c, IJiscipl. Sp.r. l^g. l.„cbè oani
la le mie giuilitie e la mia leg e , la
<]uale noQ vuoi ubltidire 7 (V) °
D * ,^ l UM'i'lire , si dice anche dei
Fopol,, delle /Vo^,„ae ec. che tono sol.
•oposle al governo U, un principe, di uno
slato, (C)
*,^J'' ^*'"'''>". P"- adottarsi. I,n.
per/. Tim. n. l. T.6. 3,. Nel fal,l.ri.
care colo, che ul,l,ldi>cc al vecchio dod
la mai cosa buona. (Fj
•' §■ "I- /■.>// è meglio ubbidire che
saal,yuare , d.cesi in pro.erb. ad accen-
lare the ninna cosa piace tanto n Dio
quanto /' Ohhe.lienzn. . I.asc. Sil.ill. i
3. Non sancte voi eh' egli è meglio ul-
Indire , che santificare ..? (Cj
UBBIDITORE die ubbidisce . Lai
obediens Or. Jt^Vco; . f.sp. long. E
perno colui e comandalore, e ubbiditore
a ik nesso. Ri„i. „„t. p. y, Cuilt. Non
laODo ubiudilor mille allegrale
UBBIO.SO. ^dJ. Che ha ubbia V
Aldobr B. V. Umile, come pagonc slol!
lo , e ubbioso . Frane. Sacch. no,: 48
Tanto ubbioso vivea , che se subilo Is
iendo slato tocco , per la maniera detta
non avesse ritocco altrui, avea per certo
di (ar qu-lla morte, che colui per cui era
sialo tocco, e tostamente. /; ,w. 78 Per
l^be questo Ugolotto era ubbioso di temer
'a morte , pero Irassono nuovi uccelli ner
aver diletto di lui. «^
UBBLIARE Obbliare. Lai. obli.isci.
Or. t^,)avaa.€(,ì«,. ^,„„, . ^„,. g
a03. Chi ama non ubblia
* UBBLIGATO ^dd. Obbligalo. Lai.
devinclus. Cr. !»5Z»>5vo;. Snlyin. Pros.
Tose ,. Qj. Riscrbaado ec. questo ub-
hligalo uflicio a più lontana ed opportu.
na stagione, ce. /•„■. Trin. 3. :. E tanto
più mi pareva potermi di te fidare in quc-
sto, perche per ragione di matrimonio tu
se obbligato a mia sorella. (•)
•f- IIBBRUCACCIO , e UBRIACAC-
1.10. Peggiorai, d' Ubbriaco, e d'Ubria-
co Lasc . Pin:. 4. 8. l/briacaccio , celi
non risponde. K Celos. l^. 12. E io chi
sono , ubbriacaccia ?
UBBRIACtlELLO, e UBRIACHELLO.
Ihm. d Ubbriaco, e d- Ubriaco j Alquanto
t"'Tn '"" ''"'"■ ^ =>■ «"""'" . "-
briachella, che se tu beessi meno la sera
non II avverrebbe questo.
* UBBRIACHESCO. Add. Di ubriaco.
'r'P'-'O degli ubriachi. Tac. /)«„. Ann.
1 ir ,1 '"""'''' ''■"' "''""= ■' popolo
del fanciullo non usalo a cene oneste, non
'Me ublinachesche. (Cl't
1 JOBBRIACHEZZA,eUBniACnEZ
AA. Ofuscamenlo dell' intelletto cagiona-
to da soverchio ber p,„„ , „ l,„uor, spi.
nlos, ,- r.briachet:a Lai. ebrietà, . Gr
."">;, f.i-i\iijsa..
* §. Vale anche Propensione abituale
ad ubbriacarsi. «SaUin. Disc 1. i85. Col
lusso a maniera di Baccanti , damando
entrano V ubriacheue , le crapule , le la-
scivie , r oiioiiti m . (Cj
t 3 UBBRIACO , , UBRIACO . Add
(he ha la mente turbata . e /■ intellello
alterato dall' ubi.riachezza j Ktibro I al
'hrius. Gr ^iSJoi», Bocc. no,-. 64 o'
Alla croce di Dio , ubbriaco , fastidioso
tu non e' entcrrai stanolt.-. tf ffarg ,n,
l3l. E quando egli era ubriaco, e ben coU
Io. E ricalava per dodici putte, (f/
f * g. I. Ubbriaco . ,ale anche Che
. rfc,/,7o al sino. Che lie.e eccessiiamen-
le ■■ Te, /ir. -. |5 Guarda che di
luo .egreto tu non parli ad ubbriaco, ni,
' mala femmina .. (C/ Bern r,„ ,
82. O furfanie, ubbriaco, conladino. Nato
ec. (fi)
n ^ t-*'." ^ '"fona di susl. .Wn .
lien. larcb. ,, ,0. Verrà un di. che gli
ul.l.riachi saranno in somma ripulaasone
e 1 aver tracannato ec. (Il) '
t * UBBIllACO.Mi, e UBRIACONE
Add. Lo stesso che Ubbriaco, e Ubriaco ■
ed usasi anche sust. Segner. Crisi, instr.
<• 2J. I. Non so se mai vi sia avvenuto
di sclere a canto d'alcuno di questi uU
brian.ni ben colti, i quali spendendo lui-
lo 1^1 tempo n.lle bettole, ec. (/?/
=:•■ §. Ubriacone, dicesi per lo più di
III, e soggetto a ubbrincarsi, 0 a bere
eccessivameulei rf< Chi e dedito al ,i„o
V B I
/- w, „ , ' uruiio ai lino.
Ces. Bell. Dani. I. 5^. Va' , bestia; e
staiti co tuoi pari vigliacchi , ubriaconi .
niariuoli. fCj *
fr,7, * "«BRIGARE, /ore poco usata.
Cbbligare. Benib. Star. II. ibo. Per qua-
lunquc prexio si ubbrigasjc di porUralie-
le. if-) ' "
* UBBRIGATO. Add poco usato.
Ubbligato. farcii. Star. 4. -«. I .,„„„.
n erano ubbrigali sotto le medesime pene
lare il giorno seguente trarre di due borse
ec. quaranta uomini. (C)
UBEi„Ft-KO. y.L. Add. Che ha pop.
pe . Iiamm. 4. 119. Vaghissime giovani
■n giubbe ec, daUe dure pietre levanti le
manne conche, e a cotale uficio abbassaa-
<losi, sovente le nascose dcli.ie dell' ube-
mero petto mostravano.
S- Per Copioso, Abbondante, Dovizio-
'l- lai. iibcrifer, copiosus. Cr. aa&ovo,-
svyosj,-. Bocc. Leti. Pia. Ross. ihs. Co-
sici I uberifera ricolta . gli ampli goada-
gni , e le gloriose vittorie promette
.tJBERO. /-. L. Poppa. L>,. uber. Gr.
"ì \ 'r '■■ '5- '9- 3- El'l'c una mo.
glie, che r„ più bella che la S.billa, donna
scn.a ubera, secondo l'opinion di molli.
' '-. 9. 102. 8. Infra tutti i fori che han-
no cacchioni , un foro maggiore, siccome
ubero , appare ( il testo lai. ha .- velut
Uuer ).
UBERTA', UBF.RTADE, e UBERTA-
II- Dovizia, Abbondanzio, Copia. Lai.
"4cr/„x. Gr. tJpo.^ia. C. T. ,0. 1^2
6. Da caro, e slerililà , e non uberl'a , e
abbondala Amct. 6. Dalla sua destra
un chiaro fiumicello , mosso dalla ubertà
de monti vicini , fra le petrose valli di-
scendeva gridando inverso il piano. Dani
I ar. 20. Che scende chiaro giù di pietra
m pieira. Mostrando 1' ubertà del suo ra.
cume nr. mal. beli. </o,n. 3<,3. Ancor-
rh ella sia di quella ubertà, e aUonJanu
che sa ognuno, non perù ne getta il latte
in lincea da per se. •
t yBERTOSO, e UBERTUOSO. -<</rf
f'rlilej opposto di .Sterile. Lai. uberi-
fer. Gr. ajpào,»;. ,;. ,-. 5 j , g.
sce.ono al piano al paese d' India . eh' era
rrutlifero, ubertoso, e dolce, il. /' , -q
T-.irnarono a Bodri, ed ivi, che era luogo
uberluoso ce, si mi.ono ad attendere F
9- «Og. Essendo in paese grasso e uber-
toso da vivere . Diltan,. 4. ,3. |,.r„|,, j
pasture, ed ubertose mollo? *
t S l'er jlbliondante. Copioso, tf. f.
r,.'- A*"nne. che dove si stimata slel
nlità grande per la ricolla prossima a ve-
nire, consegui ubertosa di tulli i beni
I «JBJ. /. /.. ,.,,,,,!,_ „„.., L„ „,„
r.r <,T„u. Pani. Par. 28 lo senliv. o-
sannar di coro in coro Al punto fisso che
gli tiene all' ubi, E terrà sempre A j„
Ove . .ppon,., „^„j u|,i , „^„j J-
M i/iicti eicmpii è la/orsa di sust.l
t * UBmE.>TE. 1.0 stesso che Ub.
bidienle.inn e fuor ,/' „„. Frane. Bari..
,2 J. S egli 1 trova ubidente, Fedel e
lai. com e di .opra posto, O presso . quel
composto. (Fj ^
• UBIDIEKZA , e UBID1EN2IA Lo
ttesso che Ubbidienza. Troll, tiri. Cmrd
Umile, iragiusto, .nello, quando virtù d'
ubidienti delL. soloolà di Uio t del .no
pielalo .1 p„,|a ,co„ legge ,1 Vocab. alU
«ce POK'IAHE.S. \il.).(B) Vii. s
' i-anc. 174. A ciascuno, secando la .uà
.ulHceoia e possibiuà , si des.e qoeUo
ufirio e ub.Hie„.ia che si convenisse few,
■é VHIOtHE. Lo stesso che Ubbidire.
..li 7"^- '^ * «Pparecchiò per
ubidire, e d. seguire il comandamento dbe
gì' era fatto. , F) lalm. Fu. e... /,». j
Pi'g 47. (Fir. ,529) Chi desidera con-
tenersi , e che la ragione dello inlelleUo
non >,a vinta e abbattuta dai non ragio-
nevoli appelili, ma in tal modo ubbidisca
» quegli, che I de.iderii sfrenati non va-
gabondino .ania ragione , ec (B)
UBINO. Sorla di camallo. Bern. Ori
J. 9 2b. Correva come un veltro, o poco
mono Come gli ub.ni fan di quella ban-
nno K '; f^ '^- ^'^ nsansuelou-
bino che .ul dosso Avea la figlia del re
Stordilano, Fece entrale un degli Angel
d. Minosso Sol con parole il frate di Vi-
Viano .
iBRiACAccio. y. UBBRiACArcio
^^LliRIAtllELLO. /'. UBBRIACHEL.
^^UBRIACUEZZA . r. UBBRIACHEZ-
UBRIACO r. UBBRIACO
« UBRIACO.NE. Fed. UBBRIACO-
nE. (A)
u c
* UCCELLA. La femmina di qualun-
que uccello; ma e voce fuor d" uso I
UCCELLO. iCt ■
UCCELLABILE. Add. Allo. . Degno
I '"'S' •"^'"'"o . « burlalo. Farch.
"„V. Bene ipeiso sono ridicali, e
uccellabili.
UCCELLACCIO. Peggiorai, d. Uccel-
lo ; e dicesi propriamente di Uccelli che
SI pascono di carogne. Bern. OH. 1 i3
20. Senti queir uccellaccia un gran do-
lore . Cam. Cam. 44;. E . va. intorno
«I veggon girare. Sema darsi altri impac-
ci, Come dappochi, e semplici ucccUacci
tir Disc, an 75. Ben dimostri, vile uc-
cellacelo ec. , che in te non è fede ne
discreaicne.£8.J. Le poche faccende che
tu hai, mcser uccello, ami ser nccellac
CIÒ, ti hanno fatto pig|„„ |,rig, J, ^,||„
che noi CI facciamo E A.. 181. Se non
«Uro. IO darò pure una buona cena a pa-
recchi ucccllacci. Ar. Fur. 27. 92. Che
dopo, se non fia chi me lo vieU, Farù di
lui mille uccellacci lieti.
t §• Uccellacelo . diciamo anche fitu-
ratam . ad Uomo scempiato , semplue
scocco, minchione. Lai. nebulo. Gr. oj.
TlJoivs;. Cor. .ìtali.';. A.eaquest'uecel-
laccio ornai ridotta La music, in falsetli
e n semiluoni. Bed. $ ip. 1. qo. Non è
[ maraviglia, se colali uomini anche oggi eo.
munemcnte io Toscana per ischetro »«
chiamati uccellacci.
UCCELLAGIONE Tempo nel numi ,'
uccella. Lai. aucupium. Gr. .f.aJv.'.u
««./'0«. Pallad. Dieembr.a. Di onesto
mese ec. .tenderemo i lacciuoli . e b..u
1 uccellagione infino a Mario.
S- •■ /'cr /• Fsercitio deW uccr/lmn .
lat. aiicupatio. Gr. if.urn'yjic, . G. /".
" I 4. Fece il p.rco delle uccellagioni
•ì Pantano di Foggi, in Punì,. . (ant
I ara 4^6. p„c„t ,,„(_ „j ^^^ ^j ^-
Irova In questa uccellagione.
S " lifuralam. liocc. Leti. Pr. S
Ap. 3ij O stomacoso riso, tr egli .ves-
•c fatte que.te cose per (a Ua«i ma p,.
u e e
u e e
u e e
i653
rocchfe altrove tendeva la 'nientione oon
coDOSriuta da Ognuno, vischio, e rcli, rd
uccellagioni sono da pit-li.irp il vento del
populo in vanagloiia, né si dclibuno a ma-
gnifìrenia atlriliuìre.
§. III. /',■ per la Preda, che in ticccl-
laiuh si piglia. Cro/t. Morfll. 222. Esce
di Mugello gran (juuiitita di formaggio, e
mollo panno j^nellino, e mutii polli, e al-
tre urrellag'ioni doniolii be. Ciriff'. Ca/t-.
1. 54. Elegyi qual tu vuoi d* uitclhigione.
TC 3. 89. l'n tallone, (Quando si cala giù
d' una collina DitUro la slaraa , o altra
ucce1L)gione .
IKXKLLAIA. UiCcUare, Frasconaia.
Ciriff'. Catv. I. 21. Vedesti» mai villa»,
che soUo frasca Ha percosso in sul capo
la ghiandaia Colla ramala , ed un tratto
giù casca, O frusone impaniato all' ucrel-
laia T Morg. 24. 97- Ecco apparire intanto
ua bel Iioscbctto, Tondo, impaniato come
un'uccellaia. Belline, ^on. Che nuovi uc
celli aremmo alP ucieltaia.
5? §. Uccellaia, vale anche Confuso ci-
caleccio di più personej Passeraio. Car.
Stracc. 3. 3. Non isliaino qui a fare un'
uccellaia in »u la strada. Andiamo innanzi
al Governatore- (Cj
UCCELLAME. Quantità d' uccelli in-
xieme j ma il diciamo più coniunemcnte
d' Uccelli morti, l'ardi. Sfar. Uccellami
d'ogni ragione, pesci d'ogni qualit'a. Tac.
Dav. Ann. i5. Zll\. Erauvi uccellami, e
aalvaggiumi di varii capi del mondo, e pe-
sci insiDO dell" Oceano . ^ Pallav. Siti.
l3o. Mf'nse cariclie di grande argento, e
di peìlcf^iini uccellami. (l'P)
UCCELLAMEMO. 1/ uccellare , in
signi fic. di Schernire . Lat. irrisio . Or.
X^suas/AOi. Fir. Trìn. 2. l. Che baie
son queste, e che uccellamentì? Borgh.
Orig. Vir. a63. Hanno colali adulazioni
tciocrhe per una spezie d" uccellamento.
UCCELLANTE. Che uccella. Vr. Giord.
Prcd. Ft. Con ragione son gastigati gli uc-
cellanti alle colombe delle colombaie.
UCCELLARE. Tendere insidie agli uc-
celli per prendergli . Lat. aucupari . Gr.
t'Iiystv . Bocc . nov. l\\. 16. E poi con
lei lungamente in pace , e consolazione
uccellò agli usignuoli ( qui Jìguratani. ) .
E nov. 100. 2. In niuna altra cosa il suo
tempo spendeva , che in uccellare , e in
cacciare. Din. Comp. 2. 2^. Il quale avea
molto onoralo mcsscr Carlo a uno suo bel
luogo, quando andava a uccellare co'.suoi
baroni . liicord. Malesp. 5o. Cacciava , e
uccellava come uomo laico. Pallad. Set'
tembr. 12. Aguale s' apparecchia T uccel-
lare, e ogni altro argomento da uccellare.
Malm. 5. l\!\. Che non uccella a pispole,
ma toglie Cupido a questa donna, eh' e
sua moglie.
*t §■ I- Pef Beffare, e Purlare; tol-
ta la metafora dagl' inganni , e alletta*
menti , che in uccellando si fanno agli
uccelli. Lat. illudere, irridere. Gr. xa-
Taysiav. Bocc. nov. 85. 5. Ella, che av-
veduta s' era del guatar di costui , per
uccellarlo alcuna volta guatava lui, alcun
sospirelto gittando. E noi-. 88- 9. Paioli
io fanciullo da dovere essere uccellato ?
Pataff". 9. l'ho male alle campane, e non
1' uccello . Sen. Ben. l'arch. 2. 27. Fra
gli altri bene6ziì cbe gli aveva fatto Au-
gusto, era d' averlo liberato da quella fa-
tica vana , dove era , e sarebbe stalo uc-
cellalo sempre mai- E 5. 6. Era faccio ,
e soleva favellare sempre per figure; uc-
cellava ognuno, e massimamente ì grandi.
K Krcol. 54. Se fa rio per ^ilipendere,
e pigliarsi giuoco, ridendosi d' alcuno , s'
usa dire beffare , e sbeffarc , dileggiare,
uccellare .
* §. IL Uccellare 1,7 mattea. V MAT-
TEA. CO
§. III. Uccellare ad alcuna cosa, vale
Proccurarla con ogni industria , Deside-
rarla con avidità. Lat. ardere , inhiare ,
aucupari. Gr. e'TKX^-^'và'V . Sen. Ben.
I arch. ^. 20. Se egli uccella al guada-
gno , questo è un gillar 1' amo , non ri-
compensare i benifizii . Tac. Dav. Star.
2. 285. Egli s' accostò a Ottone ; e non
bastandoti 1' Affrica, uccellava alla Spagna,
divisa da poco strellu.
* §. iV. Uccellare a coccole, dicesi di
Chi per li suoi portanitnti corre rischio
dì toccar delle busse, e d'esser mortifi-
cato, r. COCCOLA, §. II. ,C)
§. V. Uccellare per grassezza. J'^arch.
Ercnl. j2. D' uno cb' è benestante ec. ,
e nondimeno ec. pigola sempre ce , si suol
dire , come delle galle : egli uccella per
grassezza .
§. VI. Uccellare l'oste, e il lavorato-
re. 1'. OSTE. g. XV.
*t * g- VII. Uccellare i favori , gli
onori, o simile, vale Cercar eli ottenerli
con modi artifìziosi. Cortig. Castigl. Iih.
2. pag. ì^-j. ( (iiolito i564) Aspetti f' /V
cortcgiano j che i favori gli siano offerii,
più presto che uccellarglt così scoperta-
mente , come fan molli che tanto avidi
ne sono. (NS)
UCCELLARE. Nome, distretto di pian-
te salvntiche con certo ordine, per uso di
pigliare alla pania gli uccelli, e in par-
ticolare i tordij che anche diciamo Fra-
sconaia. Lai- aucupium. Gr. i^ìVTfipiou
zOTtOi . Pallad. Settembr. 12. Aguale s'
apparecchia 1' uccellare , e ogni aJtro ar-
gomento da uccellare. Dav. Colt. 197.
L* uccellare , ovvero boschetto per lordi ,
richiede le medesime piante, ma il divelto
più adentro, e più concime. Buon. Ficr.
4' 4- ^- Tender panie, e reti A* soliti uc-
cellari , e paretai.
UCCELLATO. Add. da Uccellare.
§. Per Burlato, Bejfalo. Bocc. Leti.
Pr. S. /tp. 3l5. Misero, ed abbandonato
ed uccellalo dagl' inganni del suo Co-
ridon. Lusc. Parent, 2. 6 Fece me e
Guglielmo rimanere uccellati , e se ne
disse per tutto Firenze. Ciriff. Calv. 3.
96. Avendo dileggiati molli uccelli, Me-
rilamenle anch' ci resta uccellato.
't * UCCELLATOIO./,o stes.io che
Uccellare, .sust. Lasc. Cen. 3. nov. io.
La mattina maestro Manente se n' era an-
dato a spasso in6no ali" uccellatoio, che
vi erano tre miglia da casa sua, e senza
ec. (j4)
* §. Mandare air uccellatoio, vale fi -
guratam. Uccellare, Dileggiare. Tedi
MANDARE, §. XXI. (A)
t UCCELLATORE. ì'erbal. masc. Che
o Chi uccella. Che, o Chi tende insidie
agli uccelli. Lat. auceps. Gr. l'Iiyy//;.
Lab. 277. Di quella ha fallo uno escalo
come per pigliare i colombi fanno gli uc-
cellatori. 'J'es. Br. 5. 3l. Pernice è un uc-
cello, che per bonl'a di sua carne sempre
è cacciata per gli uccellatori. Albert. 25.
Fuggi, sìicome donnola, di mano, siccome
uccello, di guanto d' uccellatore. Ar. Fur.
9. 67. Qual cauto uccellator, che serba
vi%i, Intento a maggior preda , i primi
augelli.
§. Per similit. si dice di Chi cerca,
procura, o desidera alcuna cosa industrio-
samente. Lat. aucupator. Bern. Ori. 3-
,*>. I. Voi, che volete il lilol del messere,
Uccellator d' inchini, cdiberrelle. Ar.Snt.
4- S' io fossi andato a Roma, dir'a alcuno,
A farmi uccellator di beneficii, Preso alla
rete n' avrei già più d' uno. * Car. lett ■
ìned. 2. 217. Gli uccellatori del papato
sono, olire i solili, Salviati e Trani. fA'J
UCCELLATRICE. J erbai. femm. d'Uc-
cellatore. Tratt. segr. cos. dona. Più vo-
lentieri sono uccellatrici di medicine, cbe
dì tordi. Tiibald. Andr- Si era una fem-
mina ucccUalrice, e cacciatricc-
UCCELLATURA. // Tempo dell' uc-
. celiare j e l' Aito dell' uccellare. Lat. au-
cupiu/n. Gr. ì^ixìTfìptov.
UCCELLETTINO. Dim. d'Uccelletto.
l-ih. cur. malati. Si può concedere loro
nella ultima d<.'clinazÌone qualche uccellet-
tino glasso, e ben collo.
UCCELLETTO. Vim.di Uccello. "Lat.
avicula. Gr. op-Jiìicoy. Tes. Br. 5. i3.
Smerli sono di tre maniere ; l'uno che ha la
schiena ucra, e l'altro che V ha grigiaj e son
piccioli, e sottili uccfllflti. f!occ. Introd.
37. Quivi s' odono gli uccelletti caulare.
E nov. 80. l3. Poi nella camera cutrati-
sene, senti quivi maraviglioso odore di
legno aloè, e d' uccellelti cipriani vide il
Ietto ricchiisimo. M. y . 9, 70. Gli uccel-
letti in gabbia vezzosamcnlc uudrili si raU
legrano, vedendo le hc\\c. Hurdi. \. io3.
Molli iicccllelti stauno nella valle.
UCCELLIERA. Luogo dove si conser-
vano vivi gli uccelli. Segner. Pred. 6. 4-
Poco rileverebbe dunque che Dio vi la-
sciasse ec. le vostre uccelbere ancor po-
polate di delicalissime cacciagioni, se ec-
UCCELcmO. Dim. d'Uccello. Lat.
avicula, Gr. o'pvc'^iov. Dant. Purg. 23.
Mentre che gli occhi per la fronda verde
Ficcava io cosi, come far suole Chi dietro
all' uccellin sua vita perde. Alleg. 3ll.
Per questo il Toso in tirarmi i calzini Fu
per cadere addosso a più compagni, Ch'
eran nel nidio come gli uccellini.
§. I. Pigliare gli uccellini, detto prover-
biai, vale Trastullarsi, Trattenersi, Far
baie. Lai- nugas agere, nugari. Gr. Xr^-
piìv^ yiuMfs'v A'. V. 9. l5. Informato
appieno per solenne invesligagione di quel -
li cbe ne' detti casi avicno erralo , non
prese gli uccellini, ma formò francamente
suo processo conlio al dello Leggieri.
§. IL Canzone, o Favola dell' uccelli-
no. J'. CANZONA g. IX. e FAVOLA,
g. IX.
g. III. Uccellino, diciamo talora in i-
sckerzo il Membro virile de bambini.
UCCELLINUZZACCIO. Pcggiorat. di
Uccellinuzzo. Lib. cur. malati. La carne
ancora di questi uccellinuzzacci non è sa-
na f parla degli stornelli).
UCCELLINUZZO. Dim. di Uccellino.
5 UCCELLO. ]\'ome generico di tutti
gli animali aerei, e pennutij e quantun-
que si dica nel genere maschile tanto al
maschio, quanto alla femmina , pure si
trova usato alcuna volta anche colla ter-
minazione femminile. Lat. avis, volucris.
Gr. opvzof. Bocc. nov. 93. 25. Da nc-
cessit'a costretto si diede a conciare uccel-
li . Petr. canz. 4- 9- E fui l' uccel che
più per l'aere poggia. Dant. Inf. 17.
Come '1 falcon eh' è stato assai suU' ali ,
Che, sanza veder logoro , o uccello. Fa
dire al falconiere: oimè tu cali. Fav.
F.sop. E prendo assempro a quella savia
uccella, (^he vide 1' eiba leneieUa e bel-
la. # Alam. Colt. 3. 67. IVIa sopra gli
arbor già maturi i frulli Veggio aspetlar-
me; e s'io tardassi ancora, O degli ingor-
di uccci sarebber preda, O , dal mondo
negletti, a terra sparli (Uccei in lungo
di uccelli è voce che si usa più volentie-
ri in poesia). (l'J Bem''. Asol lib. 2- Ne
poteano rifìnar di maravigliarsi, come quel-
la innocente uccella (la colomba) fosse
di mezzo tulli loro così sciaguratamente
stala rapita. (Min)
%. \. Per similit. Dant. Purg. 2- Poi
come più e più verso me venne L* uccel
divino, più chiaro appariva.
§. II. Ogni uccel conosce il grano ^
proverb. che vale. Che 7 buono piace a
tutti, ed è da ognun conosciuto. Lat.
quod pulcrum, idem amicum. Gr. to' rx-
l65i
U C C
A9V puov e STI. Fir. Trin.5.3. Addio,
comare ; ugai uccel coousce il graou.
§. III. l'risto a queW uccello che na-
sce in catttK'a valle; proverbio che vale
Che l'amor del luogo, dove si nasce, an^
corche vi si stia male, non ne lascia par-
tire, per miglior condizione. Salvia. Disc.
2. 95. Dìciamu nui in basso, e tritu pro-
verbio : Insto a quell'uccello che oasce
ia cuUtiva valle; perocché a ogauao pia-
ce il suo, beachè malvagio» e iafelicc pae-
se.
§- IV. Uccello, figuratamente si pren-
de talora per Minchione, Ztimhello, Ztigo,
e simili. Cani. Cam. 1^5. l'azzo chi '1
suo dispensa Senza misura, e resta poi
I' uccello. * Celi Err. \. 2- Il che non
vorrei però, perchè ei diverrebbe 1* uccel
di Firenze. (Ur)
* §. V. Onde Esser l' itccétlo, vale Es-
sere il trastullo d' ognuno. Essere beffa-
to da (ulti. Lasc. rim. i. 255. Sana
sempre 1' uccello, E dietro avrebbe le me-
luzze e i id»si. (C)
UCCELLONE. Jccrescit. d' Uccello j
ma solo si dice per metaf. di Persona
sciocca, e da essere uccellata, e beffataj
che anche diciamo Uccellacelo . Lai. ne-
buio. Gr. oj^iÒT.fÒ^, Bocc. nov. 75. 3.
Parendogli che fosse uu nuovo uccellone
tutto il venne considerando. Cani. Cam,
459. Non v^ in-;.inni la piuma, o le do-
rate Penne ch'alia cud* ban certi uccel-
loni.
UCCELLUZZjJ. Dim. d' Uccello. Lai.
avicula. Gr. o'^vi'àtov. Eir. Disc. an. 26.
Per nou mostrare d* aver bisogno d' uno
cosi piccolo ucrelluzzo.
UCCHIIÌLLO. Occhiello. Eav, Ksop.
Vedcodo il toro fatta la scarsella, disse:
a me sta di fare gli ucchiclli. f.ib. Son.
77. E tal porge bollon. eh' h lutto uc -
chielli. /Jern. rim. 1. 2^. Mettiti una ca-
sacca alla turchcsca, Cu' bollon fino ia
terra, e con gli uccliielli.
§■ .'K/tbbiar bottoni senza ucchiclli. /',
BOTTONE, §. IX.
::= UCCIDE-NTE. Che uccide. S. Jgost.
C. D. 3. 22. Quanto dura necessità de-
gli osti, non stdamentc vedere quella scel-
lerata uccisione ec. , ma eziandio ec . a
dovere uccidere st crudulnienle con fe-
rite non minori ucgli animi delti ucci-
denti e percussori , che uel corpo delli
percossi ed uccisi T (V)
•f UCCIDERE. Privar di vita , Tarla
vita. Lat. occittere, nccare, interfìccre. Gr.
yoveJeiv. Mitfslruzz. 1.6;^. Ma se all'
uomo h lecito d* uccider la moglie avol-
Icra, dirassi di sullo. A' 1. 78. Il secuo-
do h di colui che uccide la propria mo-
glie ce. Il cpiartu è quando alcuno ucci-
de il prete. /',' 2. 29. I. ttt. Del quinto
cumandameiilo; Non ucciderai, liocc. nov.
77. ^2. lo ucciderci una vile e cattiva
e rea femminella. E num. 60. (!he più
doveva io aspettar da le, u i\j alruuo al-
tro, se io tutto il tuo parentado sotto cru-
delissimi tormenti avessi ucciso ? E nov.
81. 9. O che so io, se i p.ircnti di co-
stei Ce. le faiiuo far questo per uccider-
mi in t|Uetto avello? iJant. Inf. I. Nun
lascia atttui passar por la sua via, Ma
taolo lo 'mpedi\cc, che I' uccido. *3* ALtm.
Gir. 18. 22- A me sarà dunque più o-
ncslo K più pietoso urcitlcrti oggi aflatlo
Che ({ui lasciarti inutile e ratlrallo. (Ut
f §. I. Per similit . vale Tagliare ,
Recidere, Troncare. Lat. .recare, ampu-
t/ìre , obtruncarc. (ir. tÌ{j.vìiv. Pallad.
Otlob. 5 . Voglionsi tutte le barbe , rho
la vile ha iiicste di siale, uccidere non
tagliandole rasento icotì ha il cod. Ma-
gfiahechianoj ma la stampa ha ricidrrc ;
ed il testo lat. amputenlur radice» su-
porvacuae ).
U C C
f # 3. II. Uccidere, si dice anche
delle piante. Cresc. 5. 2. <^. Si deoao ma-
cerar (le mandorle) nella mulsa multo a-
dacquala, acciocché '1 murdicamento, per
cagioQ di troppa mele, duo uccida il se
me. E 5. 5l. 3. Dovranno ( t salci J
1' uà dall' altro esser luataui otto o dieci
piedi, acciocché se fussono troppo spessi
per troppa ombra ooa uccìdano quelle
cose che ne' campisi scmiuano. (l^J Dav.
Colt. 184. Gran fatica durerai al coprir-
le ( le piante di Umani ) con paglia , stuoie ,
e litame asciutto , si che tu le scampi dal
tramontauo , e dal freddo , che le ucci-
de. (C)
't * §■ l'I- Efiguratam. per Rintuzza-
re, Reprimere. S. Cut. Iclt. 29. Morti-
ficava la carne sua con digiuni , vigilie
e orazione, e cun abito sempre despetto
uccideva ia se la superbia (Parla dt san
Girolamo ). E leti. 33. Chi uccide il vi-
zio e '1 peccato T (E)
UCCIDIMENTO. L' uccidere. Lat. oc-
cisio, cecidio. Gr. ffó*Oi. Jnnot. Vcng.
Con uccidimento di cullcllo furono morti.
nt. SS. Pad. Furono m.ir ti rizzali, e fue
grande pcrseguiziuoe e uccidimento de'
Cristiani. Maestruzz. ]. 62. Inteudi se
probabilnientc non si tema del malagevo-
le uscimcnto , verbigrazia 1' uccidimeutu
della moglie, o cola' cose. E 2 29. 1.
L' omicidio è un uccidìmeolo d' uomo
fatto dall' uomo.
t UCCIDITOKK. P'erbal. masc. Che,
o Chi uccide. Lat. l'iterfector, inleremptor^
occisor. Gr. sovìJ^. l'ai. Mass. Volle
innanzi essere ucciditor della casta, che
padre della corrotta. Rocc. nov. 27. 3i.
Dandovi gli ucciditori di quel giovane nel-
le mani. Etloc. l^. \\l. Ahi malvagio Ite,
di me Dou padre, ma pcifidissimo uccìili-
tore, tu m' hai ingannato e tradito. ^^ Car.
En. I. 8o3. Ove il carro, gli arnesi e *1
corpo stesso Vede d' un tanto amico, ed
un re tale. Che solo e disarmato e sup-
plichevole Stussi all' ucciditor del figlio
avanti, (fi)
UCCIDITKICE. l'erlial.femm.Che ucci-
de.LAl.inlerfectri.v.Gr. n fOftSoutK.Filoc.
4. 27. (Quanta acerbità cquanla ira si puutc
ancora disccraere essere stata in Progne, uc-
ciditricc del proprio figliuolo per far dispetto
al marito. Rim. ant. Cin. l36. Anzi eh*
Amore Della mente guidi Donna eh' e poi
del core ucciditrice. ^ Plitt. Adr. Op.
mor. 2. 4^- Presti essendo i ministii del
tormento j trasformarla in vipera uccidi-
trice della madre. (C)
3 UCCISIONE. L' uccidere. Lai. oc*
cisto, interfectio. Gr. ifitOi- Macstruts.
2. 29. I. Al chcrico è commesso il rai-
stcrio della nuova legge, nella quale non
e determinata pena d' uccisione , ovvero
mozzamento di membro corporale.
* §. I. J\r Strage. ~ G. y. 7. 3l.
4' Facendo grande uccisione di acmirì
per vendetta de* lor pareoli. E 8. 4^- 1*
Cacciaronnc i Ghibellini con gran danno e
uccisione di loro ». Ci Tass. Ger. ao. 8l.
Hirerca {miì, come furore il mena, A nova
uccision m.tterij altrove. (Rj
§, 11. Mettere ad uccisione, vale Uc-
cidere, Mettere a fil di spada. Rocc. nov.
77. 60. lo non so qua) maggior crudeltà
^■ fotte potuta utare ìu un traditore, che
tutu una rill'i a%essc messa a ucrìsione.
UCCISI), .-tdd da Uii'dere. Lai, oc-
cisut. Gr. ^vuipi'Ht'i. Petr. cap. 1. Par-
ie presi in hallaglia, e parte uccisi. Rem.
Ori. 2. 4 44- '^ ^"^^ ucciso la terra di-
vora.
UCCLSORE. Uccidi tare. Lai. interfvctor,
interrmptor. Gr. U9viv; Tafs. Ger. 19.
3. ('he non potrai dalli* mie mani, o forte
Delle donne uccisor, fuggir la morte. E
st. 5. L' uccisor delle femmine ti sfida.
U D E
U D
UDENTE. Che odi. Lat. audiens. Gr.
'X*J3J<d-*. Rocc. nov. 27. 46. A cui, udenti
lutti, la donna rispose. Tes. Rr. 8- 34-
Cesare parlo bello, e assettatamente, uden-
ti noi, della vita, e della morte, quando
disse: appresso la morte non curate gioia.
UDIBILE. Add. Atto a adirsi. liut.
Purg. IO. 2. Lo parlare, secondo natura,
è udibile, ma nou visibile .
t3 UDIENZA, eJ a//' a/ir UDIENZIA.
L' udire , L' ascoltare . Lai. audienlia .
Gr. oUor,. ^ Cavale. Espos. Simb. 1. l47-
L' udienza du
ique
deUa
ola di Dio
mostra chi è suo figliuolo, e chi no. (y)
Ar. Ettr. 34- 92. Ove n'andava, e per-
chè facea quello, Nell'altro Canto vi sarà
narrato , Se d* averne piacer segno farete
Con quella grata udienza che solete. (PeJ
.Segner. Mann. J\'ov. 19. 4- La croce de*
Prìncipi sono le udiente; la croce de*Pre-
lati sono le tisite. (C)
* §. I. Jn udienza d' alcuno, vale Alla
presenza d* alcuno. Udendo alcuno. « Liv.
M. Bruto tras>e il coltello tutto sangui-
noso , e dis^e io udienza di tutti, ^ov.
ant. 39. I E questo diiM in udieoxa del
Conte ". (C)
# §. Il- Udienza, vale anche Facoltà
che il Principe , o altra persona di di-
stinzione concede ad uno di andare a
parlargli. Red. lett. 97. Quando la sua
sig. madre sarà tornala di villa, la consi-
glio di chieder 1' udienza. (C)
^. III. Dare udienza, si dice propria-
mente de' Principi, o altre per.tone di
distinzione, quando ascoltano chi va loro
a parlare; e Chiedere, o Avere udienza,
si dice del Procurare , o Ottenere d'es-
sere ascoltato. G. f. 7. 79. 3. Furonu
rinchiusi per dare udicuza. Tass. Ger. 2.
60- Chieder quesli udienza, ed al cospetto
Del famoso Goff'redo ammessi enlraru -
g. IV. Dare udienzia, vale Stare a a-
scoltare . Lat. audire , auscultare . Gr.
aX9j£tv. Petr. canz. 27. I. Date udienzia
insieme Alle dolcnli mie parole estreme.
g. V. Udienza, diciamo anche al Luo-
go dove le ficrsone pubbliche ascoltano .
Ruon. Eier. \. \. 2. Queste ed altre si-
mili Parole ec. Io leìsi sull' uscir sopra
la porta Dell' udienza di qu*-! magistrato.
Rorgh. Rio. S'av\. Fra gli altri quadri
bellissimo e quello che è nell* udienza de*
Nove, entrnvi la lesta del nostro Signore.
§. VI. Udienza , diciamo anche alle
Persone adunate per ascoltare predica, o
altra Cosa simile. Salvin. Pros. Tose. I.
422. Diceva un grande antico oratore : 1*
. udienza del popolo, quanto più era molta
e frequente, servire cumc «U llauto al di-
citorc, ed essergli inslruiiienlo a crescergli
e lena, e voce.
udì MENTO. L'udire. ZihaU. Andr.
112. Li sensi dell'udire sodo udiinrnli
di suoni di due maniere, rtoi animali, o
non animali, /'r. Inc. T. à. 35. i3. Tu
dei guardar l'orecchie Dalli mali udi-
meuti.
9 UDIRE, che in alcune ilelle tue «-o-
ci si supplisce coti' antico verbo ODIItE.
Ricevere il suono coli" orecchie; Sentire .
Lat. audire, aunbus perciperr . Gr. ot-
xsjttv. Rocc. nov. 77. sé Ninna altra
cosa udiva, che cicale, e vedeva Arno.
/■ num. 65. Quando la fante I* udì par-
lare, quasi tutta ricnnfurtala. sali lu per
la scala. E nov. 70 4 Udendo da tulli,
costoro esser p4t\rri uomini e di|'intori .
gli entrò nel capo ec. Dnnt. Inf. i. Ov'
udirai le disperale Mrida. E rim. 1. Pe-
rocché qurlla che li deve odire , S* k .
com* iu credo, inv«r di me adirala . Petr.
son. ao8. Nò t* orecchie, che udire tltro
U D I
non sanno, Senta 1' oneste sue dolri pa-
role . Tfs. />>. 1- l5. AUrcbi uiliie sor-
nionla 1* odorare , rhè noi uiiiamo più
(ìjUa lunga, rbc non odoriamo. Jiotz.
ì'arch. \. pros. 4- A quelb ^iustixia, e
scveriià non pare rbc si possa aggiugnere
rosa alcuua ; ma sia pure a udire.
# §. I. Udire y talora ìtt/i' Dare w
Utenza , Ascoltare , Prestare attenzione .
Dav. Scìsm. 42 Di questo riltellameolo
(fjl Papa mandò aml)asciadori al He di
Francia , die non gli volle udire. /•; 44'
Rispose, quosto è Leu giudicio mondano:
datemi spailo tre di a prepararmi: non
fu udito. (C)
V §. II. Tahra vale Ascoltare faio-
revolmente , Esaudire. - Bvcc. noi'. 36-
aa. Ragionandolo mcsser Negro alla 6-
gtiuola, DÌuna cosa ne volle udire. Antet.
39. Acquistino le voci della tua sena me-
rito d' essere udite nel tuo cospetto » .
Vit. .y. M. Madd. 80. Non pareva che
Dio la volesse mai udire di niente. (C)
G. r. 1. 56. 3. Il Papa udì la petizione,
e diede Vescovo a* Senesi. (.\)
* g. III. Talora vale Dar retta, Oh.
hedire . Guicc Stor. i. 254- Coooldie
MompcDsierì sì gi'aode occasione ec. men-
tre che i soldati attendendo parte a rubare,
parie a portar via le cose rubate, non udi-
vano r imperio de* capitani. (LJ
* §. IV. Udire, per Conoscere dalle pa-
role cosa die per le orecchie non può sen-
tirsi. flocc. g. 5. n. 9. Li fratelli uden-
do 1* animo di lei , e conoscendo Federigo
da molto, quantunque povero l'osse, si co-
me ella volle, lei con tutte le sue rie-
che«c gli donarono. fF/
* §. V. Talora vale Udir dire^ o si-
mili. « Dant. Par. 4- f- po» potesti da
Piccarda udire Che V afiezion del vai Go-
stanza tenne» . (C)
* §. VI. Udire da alcuno, vale An-
dar a scuola da alcuno, detto alla lati-
na, audire aliquem. Frane. Sacch. nov.
40. Ed io scrittore, essendo con certi sco-
lari, che udiano da messere Agnolo da
Perogia, dissi ec. fi J
g . VII. Non voler udir trattato di chec-
chessia, o sinìili, vale Averci avversione,
Esser risoluto di non aderirvi. Bern. Ori.
1. 9. 42. Era queir Agrican diliberato
Angelica per moglie avere ; ed ella Ui
questa cosa udir non vuol novella. Huon.
Fier. 3. 1. 9. Ne vuol udir mai più nulla
di lui-
sì: §. VII!. Udire messa, vale Star
presente alla messa. Bocc. g. 1. n. 6. Per
penitenza dandogli, che egli ogni mattina
dovesse udire una messa in Santa Croce.
E sotto: Domandò se egli avesse la mes-
»a udita quella mattina. (ì)
t g. IX. Chi ode non disode; proXerb.
che si dice di Chi fa capitale a .'tuo prò
di quello che sente dire . Tesoreit. Br.
ai. 212 Che tale il mal dir ode , Che
poi non lo disode. ì'arch. Suoc. 5. I.
Dubito non abbiano a ire in voce di lutto
Firenie per certe lingue tabane , che ci
sono; e chi ode, poi non disode.
* g. X. Odi il Vangelo, e poi ti se-
gna, proverb. che si usa ad accennare
che prima di giudicare si dee ascoltare.
y. SEGNARE, g. V. (C)
* udì RE. iX'ome. Udito. Pass. ^\ l. Dalla
verili rivolgeranno V udire, ed alle favole
daranno orecchie ( il lai. ha auditum ) .
Bocc. g. I. n. 1. Avendo l'udire sottile.
siccome le più volte veggiamo avere gì'
infermi. (D Jr.trcd J'trt. pag. 6. ( Fir.
1810 ) . Il capo m' avea ornalo di quattro
sentimenti principali, cioè di vedere, ed'
udire, e d'odorare, e di saporare. (lì) Dant.
ì'ofg. Salm. 6. Apri, Signore, il tuo be-
nigno udire Alla dolente voce sconsola-
la . (TC) Stor Bari. 3l Alluminava li
u D r
cicchi, e li mutoli faceva parlare , e a
sordi rendeva l'udire. (FP)
g UDITA. Susi. ì erhale. V udire. Lat.
audittts , auditio ■ Gr. a^orì , a^oJTixOL .
M. Aldobr. La molta chiaritade toe la
veduta, e '1 troppo grande suono l'udita.
7es. /ir. 3. 5. La gente che vi abita ,
sia ben sana delli loro corpi, e ben chiari
e aperti, e che la veduta, e T udita, e la
boce loro sia ben chiara, e puri6rata.
5? g. I. Per udita, posto avverbialnt.
vale Per fama , Per avere udito dire .
M Bocc. nov. 34- 2. Coloro schernendo,
che tener vogliono, che alcuno per udita
si possa innamorare. Pass. \o!\- Di ciò
si poteano avvedevo non solamente i mi-
nistri del tempio, ma tutti coloro che sa-
pevano , o per udita, o per veduta, che
tale sacri6cio si faceva per le lidi perso-
ne » . (C) Ar. Fur. 24- 5^- Vide con gli
occhi il miserabil caso, E n'ebbe per u-
dita anco novella. E ^O. I. Che quanto
per udita Ìo ve ne parlo. Signor, miiaste,
e feste altrui mirarlo. fPe)
♦ §. II. Venire a udita una cosa, va-
le Risaperla, Averne spia, m Ovid. liim.
Am. Strad. Essendogli venuto a udita il
titolo di questo libro ». (C)
ir g. III. Udita, signijìca anche la Cosa
udita. Vit. S. M. Madd. 18. Fu tanto dol-
ce nel cuor suo questa udita, che pareva
ch'ella venisse tutta meno. ( V ) Salvia. Se-
nof 2. L' altre cose qualunque si diceano
belle, come inferiori teneva a vile, e niuno
a lui spettacolo o udita , sembrava degno
d' Abrocome. (CPJ
i'^ g. IV. Per udita dire , vale Per
quello che io ho sentilo dire. Impcrf. V.
Tusc. n. 2. T. I. 5o. Avvezzansi per
udita dire a credere che le sue opinioni
sieno di fede; quantunque poi a chi gli
esaminasse non sanno dire lo 'mperchè. E
D. II. T. 2. Il3. Anche di questo non
avcamo conterza per udita dire in queste
campagne. (Fj
UDITIVO. Add. Atto a udire. Che ha
facoltà di udire. Varch. Lez. \5(\. Come
la polenta visiva ha bisogno e si serve
nelle sue operazioni dell'occhio, cosi si ser-
ve, ed ha bisogno l'uditiva dell' orecchia .
UDITO. Sust. Uno de' cinque senti-
menti, l'organo del quale e l' orecchio .
Lai. auditus. Gr. axo/;*. Albert, cap. 10.
Li primi movimenti, li quali nascono
dalli cinque senni, cioè dal viso, dall' u-
dilo , dall'odorato, dal gusto, dal torca-
menlo , in noi non sono , ma da Dome-
neddio, lo quale n' apparecchia quelli sen-
ni. Sold. Sat. I. Dirà qual verme entro
r udito interno, Senza mai rÌ6nar , sem-
pre ti ronzi.
UDITO- Add. da Udire. Lat. auditus.
Gr. y)xou5/A£vo;. Albert. 2. 5o. Queste
cose udite, e diligentemente conosciute,
Mclibeo disse .
t UDITORE. VerbaL masc. Che, 0
Chi ode. Lai- auditor . Gr. c^/pov.rri^ .
Amm. Ani. 9- 7. 2 Non dee 1' uomo
essere uditore dimenlicbevolc . Mor. S.
Creg. L' apostolo Paolo molte cose ave-
va dette ec. a' suoi uditori. li/. P'. ']. 77.
Mandato al Legato , e avuto da lui udi-
tori con pieno mandalo secondo la sua
volont'a, trattò ec. (qui vale: deputati ad
ascoltarlo, e trattar con lui) . ^ 8. I.
Dunque chi commuove i popoli , chi ap-
parecchia le grandi schiere, se non la e-
loquenzia risonante nell* orecchie degli u-
ditori ? Bocc. nov. 53. 2. Vi voglio ricor-
dare, essere la natura de' motti cotale, che
essi , come la pecora morde , deono cosi
mordere l'uditore, e non come '1 cane.
K' g. Uditore, per /discepolo, alla lati-
na. Bocc. Cam. Dant. Egli fu uditore
d' Archelao , il quale era slato uditore di
Anassagora. (.-1)
U D I
i655
::j UDITORIO . Auditorio , Udienza .
I.al rondo. Gr. e\t/)Y7lta. Segner. Mann.
Aprii. 25. 3. Sono buoni gli strepiti, so-
no linoni gli scotimenti , ma non ^ono
questi alla fine quei che trionlano di un
uditorio composto di menti umane. (*) V
Parr. instr. 7. 1. Di modo tale , che 1*
uditorio si accorga di chi parlale. (P'j E
Prcd. 3 1. Dev' egli tendere su 1' udi*
torio le nasse delle divina paiola. (Cj
* UDITORIO. Add. Term degli A-
nalomici. Appartenente all' organo dell'u-
dito . (//)
'.' g. Nervi uditorii. diconsi ì Nervi del-
l' orecchie, clic concorrono a produrre la
sensazione dell' udito. (A)
UDITRICE. I erbai, femm. Che ode.
Ar. Fur. 23. 28. D' ogni secreto suo fid.i
udìtrice.
* UDIZIONE. Io udire, Ascoltamen-
to. Lat. auditio . Gr. a'/psa?!^ . Sega.
Anim. 2. 90. Per questa ragione disson
come gli antichi, che 1' udizion si faceva
mediante il vacuo ec. E 3- 124- L' atto
dell' oggetto sonabile si dice esser sona-
zione, e 1' atto dell' oggetto udibile udi-
zione. {*)
V E
VE . Particella usata per lo terzo , e
quarto caso di J'oi. Si prepone alle par-
ticelle LO, LI, GLI, LA, LE, NE, che
dovendosi posporre , non più si direbbe
VE, ma VI. Lai. vobis, vos. Gr. u^ùv .
r'.p.iT^. Bocc. nov. g. I- lo ancora con
un' altra assai brieve ve lo intendo dimo-
strare . P nov. 11. 12. E che io dica il
vero, questa pruova ve ne posso dare. E
nov. 21. 2. Mi piace di farvcne più chia-
re con una picciola novelletta. E nov. 60.
20. Se io ve le volessi tulle contare , io
non ne verrei a capo in parecchi miglia.
E nov. q'.\. 18. Acciocché voi più aper-
tamente intendiate come qutsto avvenuto
mi sia, biievementc vel faro chiaro. E nov.
98- 39. Se ÌDganuarc, o oltraggiare v' a-
vessì voluto , schernita ve la poteva la-
sciare.
g. I. 7'e , quando v posto avanti alla
particella NE, o affissa, o non affìssa al
verbo, è lo stesso che il l'i che accom-
pagna il verbo , e fallo nentr. pass., e
talora fa forza semplicemente di parti-
cella riempitiva. Bocc. nov. 77. 27. Elle
si partiranno, e voi ve ne potrete scende-
re al luoqo, dove ì vostri panni avrete la-
sciati , e rivestirvi , e tomarvene a casa -
Dant. rini. 17. I' priego voi, se non ven
sete accorta. Che voi '1 miriale per lo vo-
stro onore. Bern. rim. i. 3l. Se ne' bi-
sogni non ve ne valete. E I. 78. E stale
'n cielo, e sì ve ne ridete
§. IL Te , avverbio di luogo , per lo
stesso che Ivi M. ì . l- (\'i. Vi ordinò
il comune di Firenze la guardia de' suoi
cittadini, e i rellori dì quella, mandando-
vegli da Firenze ogni sei mesi. Fir. rim.
l3i. Quasi volesse dire: un ve n* è pre-
so .
g. in. Ve, talora e accorciato di Ve-
di. Boez. ì'arch. 1. pros. 6. Ve che non
m' ingannava (rispose ella), avvisando che
ti mancasse alcuna cosa. Tac. Dav. Ann-
3. 70. Vedi ve, che pur ci ha chi sappia
con r armi stampanare questi pistolotti
scritti col sangue.
•f '^ §. IV. E anche accorciato di
Tede. Cavale. Stoltiz. 277, Mostrasi vin-
to U nimico traditore (P ediz. di Venezia
1820, Parnaso ital., voi. 8 pag. 46, legge
traitorc, e così il verso e di giusta misu-
rai. Poi che ci ve' sicuri. £^287. Questo
si ve' spesso. fì'J
* VECCHIA. Colei che è nelP età del-
la vecchiaia. Vcd. VECCHIO. (A)
i656
V E C
V E C
V E C
VECCHUCCIO. Peggiorai, di Secchio,
l'ir. As. 11^. E [icrcUè t|iiclla vecchiac-
cia con grande studio rtcerc;iva della ca-
gione di questo Duuvu di>lure, ed ella più
atlameatc sospirando, le disse. Berti. Ori.
1. 20. II- Foicbb fu giunto il veccbiac-
cio canuto, E vide Braadiinarte nelU fac-
cia » ce. Lor. Med. canz. St). 4- Ben è
cosa da svogliali A veder questa vecchiac*
eia. Buon. J-'itr. 2. 3. 12. Vecchiaccia
secca secca, e* ha la sporta Piena di pine,
•f VECCHIAIA, hlà dell' animale, che
fidi' uomo è tra la virilità , e la decre-
pitezza. Lat. senecius. Gr. ytipiy.^. Slor.
Toh. C. pag. 33. (Livorno 1799 ) Ove
t* abbiamo noi mandalo peregrinando, lu-
me degli occhi nostri , bastuue della no-
stra vecchiaia? /lem. rim. l. 29. Biso-
gnerebbe aver quella caldaia. Dove il suo-
cero suu Medea rifrisse , Per cavarlo di
man dell.i vecchiaia. Tas.i . Ant. 5. l.
E '1 buon Montano vago è d' a^er nipo-
ti, e di munire Di si dulce presidio la
vecchiaia .
* §. P'ecchiaia, per Maniera, Usanza
antica , vecchia . S' usa dagli Scrittori
deir Arti. Inaiar. Levando via quella
vecchiaia insinu allora usata dagli sculto-
ri , facendo le loro figure intere, e senza
una grazia al mondo. (A)
VECCHIARDO. Vecchio} ma si dice
in cattivo sentimento, fit . Bari. 28.
Quello vecchiardo lia nome Balaam , e
bene a^ca udito dire che ([ursti era il più
ardito della crcdenxa de' Cristiani . t'ir.
As. 52. E certe vcrcliiarJe le adoperano
poscia alla rovina de* miseri mortali . E
5!\. Perciocché queste nialadellc vccchiar-
de si Irasmutauo d' animale in animale ,
come elle vogliono. E 61. Perciocché le
vcccbiarde streghe ec. non avcan potuto
ingannare la sua <liligfnza . E Disc. an.
99. Come il male accorto vecchiardo Co-
minciò a sentire il caldo, io voglio lasciar
pensare a voi che animo fosse il suo .
fìern. Ori. 2. 3o. 3^. Cosi dicendo quel
crudo vecchiardo Ne va correndo, e Mar-
halusto lassa.
* VECCUIARELLO . Lo stesso che
Vecchierello. S. Agost . C. D. IO. II.
Certo malagevole cosa fu ad un tanto fi-
losofo di potere conr)srere, ovvero sicura-
niente riprendere lulta la diabolica com-
pagnia, la quale ogni v(M'chiar<'ll.i cristiana
ec. Hini. aiit. lìell. Man. Sen. Ben. I16.
Dchl chi mi scuserà, quando palese Saia
che il giovanetto vcccliiarello Arda vit? più
che mai in foco d' amore? (fi) Ar. Fur.
44- 4' '^ santo vrctlii.irel nella sua st.in-
ta Giunger gli o.\piti tuoi con nodo Tor-
to Ad amor vero meglio ebbe possan-
X». (ISS)
VECCHICCIO. Che ha del vecchio .
Lai. vetulus. Gr. ys^ovruo;. Patajf. 8.
Ifn suo dì ha, come Torà vocchiccia.
VECCUICCIUOLO. Dim. e avvilii, di
Vecchio. Laxf. Gelos. 4- 12- Che vi do-
vreste vergognare a dar briga a una po-
vera vecchicciuola.
VECCHIEKELLO . Dim. di Vecchio.
Vicino alla decrepità; E dinota has.tezsa
di fortuna . I.al. vetulus , anno.tus j e
parlandosi di donna si dice in Lat, ani-
cala. Gr. ys^ovTsro; / To)uiTri'; . Bocc.
nov. 93. 5. La vrcibierella , uilila questa
parola , disse . Cavale. Frutt. /mg. Più
■cqutsta da Cielo una santa venhirri-lla ,
bricv tempo orando, (he molli cavalieri
non acquistano terra, lungo tempo mm-
battendo . Pvtr. son. i^. Movcsi 'I vcr-
chierel canuto e bianco . /;,' 26. Levala
^ra a filar la vccchierella . Serd. Slor. 1.
4o- Prette baie, e pattic da vccchicrellc.
lied. Ditìr. 25. E sul deitrier del vcc-
/■hierel Sileno Cavalcando a ritroio ed a
Uitdusso , ec.
•f* VECCHIERICCIO. Che e alquan-
to vecchio. Alleg. pag. 220. ( Anisterd.
1754) Capricci tun qua di vjrie falle,
verbigrazia piacevoli, fastidiosi, diritti, a
rilroso, ordinariif vecchiericci, e vattene
1^ ; ma son fra 1' altre cianfrusaglie colà
certe bazzecole, ec. (Aj
VECCHIETTO, ricino alla vecchiez-
za. Lat. velulus . Gr. ye^ovriOv . Vit,
S. Gio. Batt. Gliele insegnò parecchie
volle, perch'eli' era veccbielta. ^ Tolom.
lett. l^. 125. Chiaro è che Laerte non ave-
va altro che una vecchietta che gli por-
lava da mangiare e da bere , e dormi*
va in terra in un lettuccìo fallo di fo-
ghe, (li)
§. Vecchietto f il diciamo anche di J'ec-
chio vivace, e di piccola statura. Frane.
Sacch. nov. 5l. Essendo ìo questi tempi
vecchiello assai goloso, e ingordo.
VECCHIEZZA. J'ecchtaia. Lat- sene-
ctus. Gr. y^pv.i;. Albert, cap. 2I. Nella
tua giovanezza in tal guisa ti porta, che
sia lodata la lua vecchiezza . Bocc. nov.
93. 6. Posciachè la vecchiezza noi porta
via . Petr. son. 263- Che se col tempo
fosse ito avanzando , Come già in altri ,
infido alla vecchiezza . Pass. 2^. Dà al
diavolo il fiore della sua gioventudine, e a
Dio serba la morchia delta sua vecchiez-
za. ^ yir. Fur. 4O- 54. D'una vecchiezza
valida e robusta Era Sobrino, e di famo-
sa [iruva. (/ÌJ
g. I. Per Lunghezza di tempo. Bocc.
nov. 55. 5. Presi dal lavoratore in pre-
stanza ec. due cappelli tutti rosi dalla vec-
chiezza . E nov. 98. 32. Ne è per vec-
chiezza marcila , anzi oggi più che mai
fiorisce la gloria del nostro nome.
;',< g. II. Vecchiezze, per Persone vec-
chie. Chiaf/r. canz. Oh qu.mtc vecchiet-
te orbe , dugliose , ec. (A)
t VECCHINO. Vecchietto. Lai. vetu-
lus. Gr. ytpóvTiov. Benv. Celi. Vii. i.
409. Ver essersi partilo magro e spunto,
noi lo domandavamo il vectbioo. ^ Al-
Icgr. pag. 234. (.'imstcrd. 175^ ) E ser-
rando lo spaccio , Prego il Ciel che vi
scampi da un tal mostro (da un pedan-
te). Addi venti di Giugno. Il veccbin
vostro. ( /?)
t 5 VECCHIO. Jdd. Che è assai a-
vanzato in età , Che ha di molti anni ,
Ch'i nell'età della vecchiaia j e dicesi
degli uomini , e degli animali . Lai. se-
ner. Gr. y/^wv. Bocc. nov. 77. 45- Tra-
siuUu e diletto è della giovanezza degli uo-
mini, e tu non se' vecchio. Tesorett. Br.
20. 198. Ahi uom , perche ti vanto Ver.
chio, mezzano e fante?
# g. I. E figuralam . « Petr. canz.
11. I. Che s'aspetti non so, ne che s'
agogni Italia, che suoi guai non par che
senta. Vecchia, oziosa e lenta. (C)
^ g. II. t ecchio , .ti dice altresì per
di.ftinguere certe persone /amosej ed è op-
posto a Giovine. (Cj
t §. 111. Vecchio, sust. vale Colui
che è assai avanzalo in età , Colui che ha
di molti anni. Colui che e nella età della
vecchiaia. Bocc. nov. 5o. 9. Alle giovani
i buon bocconi , e alle vi-crhìe gli strangu-
glioni . Dani. Inf. 3. F»l ecco verso noi
vfnir per nave Un vecchio bianco per an-
tico prlo. Pntnff. 7. Un dì dell' anno sta
la vecchia in bando, ^ Car. Fn. 2. 1 1 28.
Avrà ili ciò pregato il vecrhin ipprna I
Che tonò ila kinistra. F 9. 1012. E vit
la lena Calotsì, trannuilotii, e come fosse
Il vecchio Buie , al giovane accoitotsi. (t'J
^ § IV. Vecchi, nel numero del più,
diconsi Coloro che sono vissuti in una età
lontana dalla noitra j Antenati . fìorgh.
Col. milit. 4*9' ^'^ ' »*J**ri vcrrhi , rhe
propriamente e rorrellamenle parlarono ,
altramente , che per condotti di fuurc a
pretto r usarono ec. E Man. 127. Qoa.
lunque cillà da se e del suo nome battè
moneta, ha un buono e sicuro pegno dal
suo del non dependerc da atlri , e di quella
libertà di vassallag;<io , che i nostri vec-
chi diceaoo francbexza. (C)
^ §. V. ì 'ecchio, presso di noi si ac-
compagna volentieri con termini di di-
sprezzo, o infamanti. Morg. II. 112. Ri-
baldo vecchio, rimbambito e pazzo. Ciriff.
Calv. 3. 71. Dicendo: questo vecchio rim-
bambito , Libidinoso padre di lussuria .
Bern. Ori. i. 22. 4- Quell' altro vecchio
pazzo rimbambito Per stimar troppo la
bellezza volse D' una giovane donna esser
marito. (C)
§. VI. La necessità. La piurafO Bi-
sognino, fa Irotlarf la vecchia j proverò,
dinotante, che La necessità costngne a 0-
perare chi non opererebbe, V. TROTTA-
RE, §. II.
* §. VII. Pipistrel vecchio, si dice
proverbia/m. e figiiratam. di Persona aC'
corta e maliziosa . V. PIPISTRELLO -
§. (y4)
* §. Vin. Vecchio, si dice anche delle
piante, n Alam. Colt. l. il. O qualcun*
altra f pianta ) pur sì vecchia e grama ,
Che inulit fussc, o di tal frutto acerbo ,
Che Ira 1' altre ristar chiamaue inde*
gna «. (C)
t 3 §■ 'X. Vecchio, si dice anche del-
le cose , e vale Antico , Che è di più
tempo avantij contrario di Ptuovo, e di
^foderno. Lat. vetus, anliquus, pritcus.
Gr. dpyMOiy :rxia*9'?, yE/sxto';. Petr.
cani. 48. 5. Che '1 Ic^no vecchio mai
non rose tatlo. Come quoti 'I rato core.
Fiamm. \. 23. La vecchia usanza e la
mia nobiltà m' avevano tra V altre donne
assai eccellente luogo servato. Lìocc. nov.
77- 60. Non allramenti rimarrai bella, che
faccia la serpe, lasciando il vecchio cuoio.
Tes. Br. 3. 5. Quella che corre sa per
netto sabbione , è migliore che 1' acqua
vecchia di cisterna. ^' Dav. Scism, 71.
Ma perchè i reggenti più dotti e gravi
con lasciavano la via vecchia, furono dati
a tulle V università e collegi visitatori .
Buon. Fier. 5. 5. lic. Regge le cose la
riputazione. Come i puntelli vecchi ancha
le mura. (C)
^ g. X. Vecchio, talora si dice di cer-
te cose in contrapposizione ad altre dsi-
la medesima specie che sono piìt recenti j
ed è opposto a Auovo. Cr. 4. 4^- '^ ^''*
nuovo, come vecchio diventa, se la man-
dorla amara , e assenzio ce. insieme me-
scoli ec. farassi il vino polente. £"129.
Anche purgare i vecchi prati dal muschio,
e quelli che son vecchissimi, arare, e dì
nuovo formare i prati novelli. Segr. Fior.
Art. guerr. l. 25. Avendo ad instaurare
un ordine vecchio, ìo gli prroilcreì dì di-
ciasselle ; avendo a crearne uno nuovo ,
ìo gli prenderci d'ogni ctì, tra li dicias-
sette e quaranla. (C)
* §. XI. Testamento vecchie, o Vecchio
testamento , dicesi il Libro contenente /«
sante Scritture , che hanno preceduta /«
nascita di Cesa Cristo j ed k opposto m
l'estantento niioi-o , o .\uovo Testamen-
to . « Pani Par. 5. Avete '1 vecchio, •
*l nuovo Testamento ••. Ott. Com. laf.
30. 3S7. L'uno modo si è per revelatìooe
fallagli da Dio per Spìrito Santo, siccome
saprano gli Profeti nel Testamento vee-
chio, e gli Apostoli nel nuovo. (Ci
^^ §. XII. In proverb. A colpa »•«-
chia pena nuova ; e dicesi Quando a perso-
na rea di colpe antiche sopraggiungono fre-
sche morlìHcazioni , ma più comunemente
si dice : Peccato vecchio .penitema nuo*
va . « Pern. Ori. 2. 27. 8. Per fir di
quel proverbio in me In pru»va, Che eli-
ce : a culpa vecchia pena nuova ■>. (Cj
V E e
* e. XIII- Età vecchia, riferita ad uo-
mo , cqui.aU a Vccclua.a . Red Puir.
12. Chi U .quallida «rvog.a Alle Ul.bra
sue congiugne ProUo muore, o rado gm-
gne AU'elU vecchia e barbogia. (IJ
# S XIV. lecchio, si dice ancora delle
cose usate; ed i opposto a .Yno.o. Bocc.
nov 55 5. Presi dal lavoratore in preslan-
u due manteUelli vecchi .1. ron.agnuolo ,
e due cappelli lutti rosi dalla vecchie.-
"'* V XV E in forza di Susi. Imperf.
Tim D.l. T. 6. 3l. Nel fabbricare co-
lui che ubbidisce al vecchio non la mai
cosa buona. (C) . „„.,..
a R XVI. Bandiera yecchm fa onoii.
alcafitano. T. B..ND1ERA, §. S. rO
e.SVIl. recchio. r usiamo ancora ,n
iÀer-.oper Grande. Morg. 5. 38. E fece a
otti uua%ecch.a paura L l5. 54_ Perche
Coraute abbandonava il freno , Ed te un
vecchio colpo in sul terreno . E 19. 53.
E' ti toccò di vecchie bastonate . L 27.
23 Avin soggiunse , e con la spada au-
co» TJn vecchio colpo all' elmetto g . die-
Ae.Cinff. CaU: 2. l^'-^■ Ma quando m-
siemtaliente sari mista, E ci laran delle
vecchie paure . IC 3. 73. Che t han già
fallo due vecchie paure, t I04^Benche
gli fece una vecchia paura^ '- Fjr. ^^.
70. Allora allora per la podestà d, quell
«He, e per una vecchia violenza di dcmo-
nii costretti da lei, ce. <l J
+ VECCHIO MARINO. i7/io dei nomi
chi volgarmente si danno ad alcune spe-
zie di foche . Lai. phoca , vitulus man-
nus. Gr. faxi Circ. Gè//. ^. 101. S.
son coperti di pelle di vecchio marmo,
credendosi che questo pesce solo non sia
mai tocco daUa saetta, .^lorg. 14. 65. E
•l maria vecchio fuor dell acqua uscia .
Bicett. Fior. t^0. Quello (gagUoJ del
vecchio marino si p.gl.a innani. che va-
da colla madre a pascere Jr. tur. b.
36. I capidogli co" vecchi marini Vengon
turbati dal lor pi^ro sonno.
VECCHIONE. ^ccre<cil. di J ecchio j
e si dice comunemente d' Uomo di vene-
rando aspetto per antica età. Lat. senex,
aiate confectus. Gr. •/•-!=«'"?<''• .T"^-
As 36 Erale accanto un vecchione d as-
sai reverenda eli, il quale come piuttosto
vide, disse. E 175. Divenuta sorda alle
raccomaudaiioni del notante vecchione .
Alam. Gir. 7. ll^ Del buon vecch.on
riprende le parole. Come colui che pensa
cL vanegge. Tir. Lue 4- ^ ^''J"''
me buon vecchionel Morg. 24. 128. Chi
are'bbe credulo che '1 vecchione Carlo te-
ner non si potesse in posai
e Vecchioni, diconsi i Marroni secchi,
e ìotti nel vino col guscio. Salvia. Disc. |
l 73. Descrive tutti i generi deUe calla- ,
eoe vecchioni, succiole, bruciale.
VECCHIOTTO. I ccchto grande , e \
pro.^ro . Buon. Pier. 3 2. l5. Quella
vecchiotta m' è piaciuta are.
VECCHISSIMO. Superi, di J ecchio ,
add. Bocc. nov. l3. 20. Il quale al Re di
Scoila, vecchissimo signore «•. ™ '»'"»
per moglie dare . Cr. L 48. 8. 11 vino
menano e buono, perch è temperato ec ;
ed impelò questo vino s' elegga, ed il
vecchissimo si dispregi.
•+ * VECCHITUDI.NE. F. A. Vec-
chieila. Fr. Giord. 14. Santo Niccolao
incomincio per tempo dalla infanzia sua
la via e 1' uso delle virludi : non si voUe
indugiare in vecchitudine , no. (l'i
VECCHIUCCIO. lecchio male ali or-
dine. Lat. vetalus. Gr. -/efOvT.o-/. Cecch.
r.salt Cr. 5. 3. Carino, tu mi par quella
vecchiuccia , Che portando nel cesto in
rapo l'uova Da porre, disegnava larsi
ricca Co" galli che nascessono.
J VECCHIUME, t^uantita di cose vec-
Vocabolario T. li.
VEC
chic , e malandate . Lat. scruta. Gr. Ta
•/puT»>i«. Cant. Cara. 16. Chi vecchiu-
me comprar vuole, Per vantaggio 1 suoi
avanti . ,.-,-,
* e Vecchiume, parlandosi di piante,
si dicono Quelle parti di esse , che .tono
meiie secche, e incapaci di fruttificare .
« Vett. Colt. 69. Gli ulivi vengono a
ringiovanire ,^ e levarsi da dosso il vec-
chiume ". (C)
VECCIA . Spezie di legume di vane
sorte, la migliore delle quali è detta Bra-
va. Lat. Vida. Gr. ;3i-<i« . Pallad. Se 1
lupino , o la veccia per mangiare si sec-
chino. M. V. 3. 56. Le fave lire tre lo
staio, e cosi i mochi e le vecce. Cr. i. 2Ó.
I. La veccia doppiamente usiamo , ovve-
ro per seme da cogliere, ovvero a cagione
di segarla per nnlricamento degli amma-
li. Jlam. Colt. I. 8. Ove il Insto lupi-
no o r umil veccia Fero a" venti tenor co
secchi rami. Ar. sat. 3. Al p.m , di cui
1.1 veccia Nata con lui , ne il loglio luor
SI cribra. Cor. Jlatt. son. 8. Quante la-
sagne il giorno , e quante staia Fanno di
crusca quei tuoi molineUi , Tra veccia e
loglio, e brucioli, e pagliuchel
* §. Incartocciare le vecce per pepe,
fguratam. vale Abbindolare, Ciurmare,
Ingannare. Lat. iinponere . Gr. f tvKX. -
;--iv. Buon. Pier. 4. 5. 19. Che non mi
vendan per torta la fava, E m'incartoccin
le vecce per pepe. (*)
VECCIATO. Add. Aggiuntojìi grano,
o di biade mescolate con vecce. * Lib. dir.
malati. Come sarebbe il p^ane fallo di gra-
no sagginato, o vecciato. (')
f * §. l'an vecciato, vale Pane fatto
con farina tratta da grano mescolato con
vecce. Allegr. pag. 239. (Amsterd. 1754)
Quivi e, perchè non vadano al mercato,
E cosi perdan l'opera del giorno , Chi
I per netto da loro il pan vecciato. (B)
VEIXIOSO. Add. Che ha vecce.
+ *g 1 Panveccioso,lo stessoche Pan
' vecciato. Dav. .Mon. II9. Di quelle an-
drassi a popolo , quasi di pan veccioso,
nutrendo, f P'}
§ l\. A tempo di carestia pan vec.
doso; proverb. tratto dal mescolare che
fauno i contadini le vecce col grano nel
fare il pane , il quale perciò non riesce
al gusto molto piacevole ; e vale , che
Aella scarsità bisogna torre quel che si
può avere; oppure, che La necas'ta fa
parer buono ciò che non parrebbe ncll
abbondanza . Lat. in frumenti inopja er-
viim. Gr. To:; o''-"'-' K;ro><Ji{ « opo^oi.
f * VECCO. V. A. Ecco. Fior. Ita!.
G. D. E vecco la notte veniente uno gli
apparve in visione. Salv. Avveri. 1. 3.
2. 24. Laonde vecco e veccolo in vece d
ecco e d' eccolo si dice lutto giorno nel
I favellar domestico. (1)
VECE. Si dice di Persona, 0 di Cosa
che sia in luogo d'altra. Cron. Moreìl.
317. Guidando il lutto, non come signo-
re, ma come \ecc.
§. I. Prendere, e Tener la vece, ole
veci altrui , vogliono Entrare , e Stare
in suo luogo . Lat. vicem alienam gere-
re, vel obire; aliena vice fungi, Plm. in
+ * §. II. Vece, vale anche Officio,
Incombenza; onde Divi.<are le veci, vale
Distribuire la parte deW opera che a cia-
scuno tocca di fare . Car. En. 3. 997.
Ed invocati in prima 1 santi Numi, divi-
sò le veci Si , che parte il tenemmo in
terra saldo , Parie con un gran palo al
foco aguzzo Sopra gli fummo. (M)
* §. HI. A vece di, locuzione preposi-
tiva antica, e di raro uso, che vale Da
parte , Per ordine , 0 commissione di .
.. .V. V. 4. 76. I sindachi predetti a ve-
ce , e a nome del Comune ec. feciono a
VEC
l657
lui in pubblico la sommessione, e la ub-
bidienza '•■ fCj
* g. IV. In vece di, locuzione pure pre-
positiva, che vale lo stesso. « M. V. 9.
Io5. Feciono, e giurarono pace in vece,
e nome del Re loro ». (C)
f J g. V. In vece di, vale anche In no-
me. In cambio, In luogo di. Lat. l'Ice, no-
mine . Gr. ava' CTtpou . nani. Inf l3.
Si che 'n vece D'alcuna ammenda tua la-
ma rinfreschi. Petr. son. IO. Qui non pa-
lazzi, non teatro, o loggia. Ila 'n lor vece
un abete, un faggio, un pino.
* §. VI. In vece, significa talvolta an-
che Informa, In sembianza. Vii. S. Gio.
Batt. 240. Vidi co" mie' occhi lo Spirito
Santo in vece di colomba. (l'J Sig. Viagg.
.Sin. 69. Appresso si e il luogo dove Cri-
sto apparve a Santa Maria .Maddalena il
di della sua resurrezione in vece d'orto-
lano. (C)
+ * §. VII. In quella vece, vale In-
vece Mia cosa di che si parla. Vii. Pitt.
5-.. Questa a lui fu lasciata sotto condi-
zione che se egli si scandalezzasse dell
argumenlo, in queUa vece ottenesse gros-
sa somma di contanti. (V)
VECECANCELLIERE. Quegli che e m
vece del Cancelliere . Lat. ' vicecancella-
rius. M. r. 3. 6. Si fermò il trattato or-
dinalo per lo VececanceUiere dell eletto
Imperadore. E cap. 7. Promise J detto
VececanceUiere, che ec. ...
VECECONTE . C'ie e in cambio dei
Conte. E questa parola VECE, o VICE,
/' accoppiamo ancora con altre dignità, e
ufficii, come J'icere , Viceduca I iceret-
(ore, e simili; e vale Quegli che tiene il
loro luogo. Lat. 'vicecomes. 31. I. 1.
5i Lasciò Vececonte uno Provenzale di
poca virtù. E IO. 22. Ond' egli fatto Ve-
ceconte in Romagna, e provveduto di u-
£ciali ec, venne a Firenze.
:? VECERÈ. Colui che fa le veci del
Be ; Viceré. Benv. Celi. Vit. 2. 488.
Infra gli altri e' fumo dua gentili Uomi-
ni, i quali erano mandali dal vecere di Si-
cilia al noslro duca. (C)
* VECORDE. V. L. Add. Dappoco .
Vile. Bui. La sesta de' cattivi, ec. Questi
uomini vecordi ed ignavi, che non s' ado-
prano a nulla , se non, come le bestie, a
I nutricare Io corpo, dispiacciono a Dio ed
' al mondo. (V)
+ VEDENTE . Che vede , o vedeva .
Lat. videns. Gr. ^U-.a> . Amm .Ani.
12. I. 2. Prudente, cioè savio, vuol di-
re quasi per certo vedente. Dani. Par.
25. Che per veder non vedente diventa.
Amet. 78. Mentre io vedente nella sua
destra mano il coltello ec., apparecchiato
a perdonare , e ad offendere ec. , esami-
nava quello che io dovessi fare ec.
■f §. I. Vedente alcuno, vale Alla pre-
senza d' alcuno, Veggendo alcuno. Cavale.
Pungil. 204. Sedecia re fu accecato, ed «
6"liuoli in prima uccisi, esso vedente. Vii-
SS. Pad I. 62. Li quali (Angeli) vedente
(Antonio) quasi con desiderio volesse an-
dare a loro , uscelte ec. Vit. S. Gir. 49.
In cielo ec. saUsti vedente lutti li tuoi di-
scepoli (V) , „ . ,
f §, II. Vedente, vale anche Veduta, o
Potenza visiva. Lat. visus. Gr. olis-
Tesoretl. Br. II. 93. Ch' io vidi aperU-
mente Davanti al mio vedente Di ciascuno
animale , E lo bene , e lo male.
VEDERE. Susi. Vista. Bui. Non può
lo vedere umano veder lo fondo della sa-
pienza divina, perchè lo vedere umano e
ierminato, e la sapienza divina e in6nita,
e non ha fondo. Tes. Br. I. iJ. L udì-
re sormonta 1' odorare ec, ma lo v-edere
sormonta lutti gli altri di luogo e d. v^.
lude. Amet. gì- Cosi nel sacr.6c,o e da
tenere In Cerere ed in Bacco il divin cibo
208
i658
V E D
Si asroDtla a noi per debole vedere. Boei.
Varch. 3. pros. 8. E se noi er. avessi-
mo gii occhi cervieri, sicché il lor vedere
penetrasse le cose opposte, e che ne tol-
gono la vista, fc. E 4. pros. [\. E se al-
cuno, perduto del tutto il % edere, si sdi-
menticasse ancora d' avere avuto la vista
ec, penseremo noi per questo, che quelli
che veggono fossero ciechi?
fr §. I. per Avvedimento , Beh. Vit.
Colomh. 102. E se dicessi : egli ha delle
magagne ( il prossimo }j considera in te
se tu n' hai quante lui; e se arai buon
vedere, molte più maggiori ne troverai in
lui . (C) lìorgh. Arm. ì'am. p. Celehra
la gran prudcnta e '1 gran vedere degli
antichi loro. E J'esc. fior. iJSt). Si può
veramente chiamare sapientissima provvi-
sione, e da gran vedere ed ottimo giudi-
zio uscita, (f )
g. H. Fare un vedere hello, 0 hrutto,
o simili f vale Avere hella , o brutta ap-
fìarenza. Salvia. Disc. I. 335. Pare che
a faccia di morto si posi quasi suU' ave-
re gli orchi ec. che pendano al hiancbic*
ciò, il che fa un vedere lirultissimo.
VEDEUE - ì'crho che si supplisce , e
si confonde , e si niultiplica in a/cuna
sua voce con f/uelle del verbo Intino Vi-
derc, e dell'antico disusato VEGGKRE.
Comprender coli' occhio l* abbietto illumi-
nato, che ci si pura davanti. Lat. videre,
cernere. Gr. /5>«;tftv, cpK'J. Amm. Ant.
I. 1. 8. Se gli uomini avessono lo vedere
«lei lupo cerviere, e passassono dentro al-
le cose , chi vedesse nel corpo umano ,
qualunque fosse il più hello , parreMie il
più sozro . Bocc. nov. 77. 82. Ella vide
r aurora apparire . /:.' nuw. 3^. l'oi ri-
guardando se via alcuna da scender vi
fosse, e non veggendi>Ia ec, entrò in uno
amaro pensiero . /■-" nov. 85. 12. Ora io
vorrò die tu mi vegghi un poco colla ri-
bella . Petr. son. 20y. E chi noi crede,
venga egli a vcdella. E cnp. 3. Ve' l'al-
tro che *n un punto ama e di»amn; Vedi
Tamar . Dant. Par. i. E siccome veder
si può cadere Fuoco da nuhe . E 3. Ma
visione apparve, che ritenne A sfe me tan-
to stretto per vedersi. Che dì mia confes-
sion non mi sovvenne . Stor. I ur. Che
per molti secoli avanti non si era vi.sta ,
ob conosciuta. Morp. 27- 178. Disse Tc-
rigi: se tu avessi visti Gli Angeli, i quali
il portarno su in ciclo, ec.
# §. I. l'edere^ si dice spesso con re-
lazione all' azione, o allo stato di una per-
sona , o d' una cosa. / it. S. M. Madd.
53. Oh comr- potre' io soffrire di vedere
la dolcissima Madre del Maestro mio rosi
dolorosamente, e cosi vedova «li colale fi-
gliuolo T Ar. Fur. A6. 87. Da Ercole par-
tirsi riverente Si vede e ilaljj madre l eo-
nora. Salvia, Disc. ?.. 5iK), Br.iinal' Ac-
cademia air anno nuovo titrnati vedervi
io questo luogo, lutti fervore ce. a ador-
nare le nostre veglie coi luminosi vostri
componimcnii. (i)
# §. 11. Per Guardare. Ar. Fur. li.
49. Come l'orso suol ce. poco temere L*
iinporlunn :d)1>aiar dì picciol cane , Che
pur non se !i degna di vedere. (D)
# §. III. Andare a vedere uno, vale
Andar da lui per visitarlo . Tac. Dav.
Ann. \t\. l85. Vide (Agrippina) Aniceto
in mcuo a Erculeo Cnpiluuo di gjler, e
Oloarito cenluriitne «teli' armati, e disse:
So vieni a vedermi, «ligli (a fVeronej eh'
io mi son riavuta; te ad uccidermi, non
credo che il mio figliuolo il ti uMiia com-
messo. (CP) iiuitc. S'for. 4 »77- Pclto
anche qu:drhe di.stiiiIio che il Duca di
Urbino , fatto che ebbe 1* accordo con
quelli di Cremona, non aitpeltala la con-
scgnaiione , andò ul Mantovano ce. a ve-
dere la moglie. (L)
V E D
# g. IV. l'edere , si dice anche de'
Luoghi, e del/e Jbrli/lcaziont che sono a
cavaliere , e donde se ne scoprono altre.
Galli. 'Irati, fort. 34- E sebbene altri
luoghi ancora , veggono e dilendunu la
medesima faccia, come il punto D, il qua-
le vi si ficca , nicniedimeno ce. {€}
^? %. V. l edere, dicesi tlel Sole^ dovr
illumina, o scalda, o batte. Jlocc. g. 8.
n. 7. Il Sole , il quale era fviventiisimo
ec, non solamente le cosse le carni tanto
quanto ne vedeva, ce. (cioè, quanto del
corpo suo copriva di luce ). ^/ V Dant.
(onv. P7. L'altra sì è la vari.aiune della
sua lumionsilà , che ora luce da un lato,
e ora luce dall'altro, secondo che il sole
la vede. (('.}
•^ %. VI. Vedere, per Udire. Stor.
Bari. 39. Quando elli vide )a rìspovla
del suo amico così crudele , ebbe dolore
mortale. Hocc. g. 7. n. 3. Slava con gli
orecchi levati per veliere se ec. ( f'') />anl.
Inf. 33. Parlar e lagrimar vedrai insieme.
l'iloc. 5. 379. Vide dalla sua bocca una
voce con un tuono granitissimo procede-
re , e con quella un vento iiijicluoMssi-
mo . J'ir. nov. l^. 225. Si veniva a star
con lei di buone dulie, e conlavale le più
belle novellozzc da ridere , che voi mai
vedeste. (C)
* §. VII. Per Sentire. Ang, ^fet. 2.
87. 11 duo! non poco. Se tu l'autor sa-
rai, vediò mancarmi. (D)
*f g. Vili. Per Sentire in se stesso.
Fior. S. Frane. 125. Veggendosi santo
Francesco , per cagione delle islimale di
Cristo , a poco a poco venire meno la
lorea del corpo . fi } Ar. l ur. 36. I9.
Colei che tanto Ha ìn odio e in ira, che
morir si vede , Se sopra lei non vendica
il suo pianto (cioè, si crede morire). (M)
§. IX. ì edere , per Conoscere, Com'
prendere. Lat. percipere, cogno.scere. Gr.
yivoj5/£tv. /l'ocC. nov. 89. 12. Tosto ve-
dremo cliente ^ia sluto il consiglio di &a-
Umone . /-. g. 6. y. 4- I^^n veggo con
che argomento «la concedere vi possa nel-
lo avvenire riprendere alcuno. C. / . 7.
20. 2. E questo vcdrmo per esempli pro-
vati . Dant. Par. 20. Io veggio the tu
credi quelle cose Perch' io le dico , ma
non vedi come. ^ Cecch. Mogi. \. 2. lo
voglio che e* vegga, eh* io conosco il pel
ncir uovo. (C)
g. X. federe, per Considerare, Av-
vertire, Por menlej e tn tjuesto signtftc.
si usa frequentemente ne/I' imperativo .
Lai. animadi-ertere. Gr. CtCAvOiìv. lìocc.
nov. 27. 2^. Ma vegliarne, forse tu. Te-
daldo mento queste coie; certo non fere.
E nov. 78- 6. Vedi, donna; tu hai fatto
male . /:.' nov. 8f). 5. Al qual l'ìiniccio
disse: Vedi, a le conviene stunotle alber-
gali i. /',■ inim. Cf. Oimè, cattiva a me, ve-
di quel che io faceva. Frane. ììarb. 223.
7. Ma cautamente a suo slato vedere, Vc|{-
ghiare , e provrdere . Capr. Jiott. l. L.
Poniam caso chr io non sia Giunto , co-
me tu di*; ma vedi, in non Ir lo concedo.
/:,' I. 5. ^è il corpo nù 1' anima h l'uo-
mo , ma quello composto rhc risulta di
tutti e due; e vedi, che quando 1* anima
ì separata dal corpo , e' non si chiama
|>iù Uomo, ma un radavero . /'.* ]. i3.
Farciam dunque a cotesto modo; ma con
que»to, %edi, the Ul non ti parla da me.
/'.' 1. 17. Se io mi moriva allora, io me
n' andava, ve', sema pensarvi punto. Fir.
Trin. 2. 5. > Cili ve', che ftc io non face-
va intendere a madonna Violante questa
giatd.i, che GÌov,inui re 1' atlarrava.
»> g. \l. / (di j maniera di dire per
coniiliarsi l' attenzione , o simile. Jlocc.
g. 5. n. 5. Vedi, in questo io non potrei
per le allro attoperaie, se non f he, quan-
do Giacomino andasse in alcuna pai le a
V E D
cena, metterli lì* dove ella fosse, h g. 6.
pr. Vedi bestia d' uom, che ardisce, dove
io sia, a parlare prima di me. E g. o- n.
10. Vedi NalabaettO, ogni tUO acconcio mi
piace forte. ( f )
^ §. MI. ledete, si adopera presso a
poco al/o stesso modo . Segner. J'red. 8-
3. Tic avrebbe egli gtìi potuto , vedete ,
dÌ>colparsi presso degli uomini con ad-
durre il comandamento divino ■ £ Prtà.
4. 7. Sono i demonii, vedete, sono i de-
monii , che ec. (V)
* §. XIII. Vedeìti, Veditelo, Vedilo
tu. Lai. videris, tute vide. Modo da ac-
cennar cosa dimostrata , come a dire :
Giudica tu . Ir. Giord. 103. E a cui è
da crrderc , o al savio o al matto? Ve-
delti, (f)
V g. XIV. Vedere, per Esaminare,
Investigare . ììocc. g. 7. n. 2. Vico su
tu , poscia che tu ci se' , e vedi eoo lui
insieme i fatti nostri. E nov. 8. Or 1*000
or r allro pregando che non doveuero
queste rose così subitamente credere, tea-
za vederne allro, o saperne. (I )
* £. XV. Per Tastare , Investigare,
Conoscere per bella guisa . Cecch. Dot.
2. 5. lo voglio che per amor nostro voi
veggiaie di trovar Faxio, e vedere 1' ani-
mo suo. (Vj
* g. XVI. Vedere, talora vaia Esperi'
mentore. Far prova. Baldov. Lam. CecC.
st. 27.. Trovilo o lungo il Lroto, o rieto
al melo E* s* ha a vedere a chi più hooa
la dica. (Cj
'^ §. XVII. Vedere, per Cercare, Trat-
tare . Fr. Giord. 292. Seguila ora ♦ che
veggiamo della figura della Croce. £295.
Vedremo ora di quelle eose, alle quali fu
fij.urata (la Croce j. Cava/c. Med. cuor.
209. Veggiamo ora de' modi che *1 oimi-
co tiene a lentarci. (J'J
* g. XVIII. Vedere, per Procacciare,
Argomentarsi, Cercare, Lasc. Spirit, 1.
1. Voglio ec. consigliarmi seco tii questa
maledizione, e veder se per via d'oratio-
01 ec. io me gli posso levar da dosso (i
diavoli). Tr. Non volete voi favellare a
quel negromante? ce. Gio. Sì, voglio; ma
voglio anche veder con questo frate, per-
chè è mollo inlendi-nte. (V)
* §. XIX. / edere , parlandosi di di-
ritti , imputazioni , e simili, vale Giudi'
care. Guicc. Stor. i6. l3. E nondimcDO,
ricuperala che il Papa n' avesse la pos-
sessione, si avesse a veder di ragione se
quelle terre e Modana appartenevano alla
Chiesa, o air imperio. F 38. Sarebbe con-
tento che si vedesse di ragione a chi ap-
parteneva la Borgogna, e in caso appar-
tenesse a Cesare, riconoscerla in nomo di
dote della sorella - /: H>8 Voleva che
questo (se aveva o no fatto un delitto)
si vedesse per giu»lixia dai giudici depu-
tati ài sé, come da suo superiore. /:' 17.
l44- Inette Don Ugo tperanu fai Duca)
la inteniione di Cesare essere, che le im-
pulaiioni che gli erano date, si vedessero
sommariamente per Ìl protonulario Carac-
ciolo. (C)
* g. XX. ledere, si dice delle censi'
derazioni che si fanno in leggendo ^ o del-
le notizie che in leggendo si ritraggono.
Borgh. Orig. Fir, 373. Allora il sommo
Pontefice re. fere di due Vescovadi nno
ec. come specialmente si vede nel refò-
slro di S. Gregorio Papa, che si trovò in
questi Irmpi ttiibulenlissimi. .Salvin. Disc,
2 iqcf. (^>ut-sta h svegliata ed accorta, r
cerne tale dai sommi Dii, e dalla Regina
Giunone particoljrmenle impiegata, come
presso i Poeti si vetle, a pollare dal cielo
quaggiù in terra le divine ambavciate. (CJ
f §. XXI. Federe a faccia a faccia ,
vale t'nlere scopertamente e dirittamen-
te. Fsp. Pai. J\ost. ioa. Il vedranno a-
V E D
pcrtamentc a faccia a faccia. E appresso:
Certo licito sarìà ce. quegli clie sjnw nu-
liilo a faccia a faccia vedrà la giuria tli
Dio.
i? §. XXII. f'eder bene in un* impre-
sa , imporla Rinscirvi . Ricord. Mahsp.
cap. iSo< E ciò fatto, si iocuminciò V a-
spra battaglia da' Tedeschi e Francesi « e
ODO vedeadu Lene i Francesi, lo re Car-
lo si mi&e al soccorso di loro eoa la sua
schiera, (y)
* §. XXIII. ì'eder con buon occhio,
o feeder di buon occhio, figtiratam. vaie
feeder con compiacenza , con affetto. (C)
* §. XXIV. Veder con mal occhio ,
di mal occhio , o simili, figuratam, vale
Veder con disamore , con invidia . Tac,
Dav. Stor. a. 274- Vedendo noi per ua-
tora la nuova fortuna altrui con mal oc-
chio. (C)
§. XXV. Veder chiaro , vale Veder
f>ene t o distintamente j Aver buona vi-
sta.
f §. XXVI. Veder chiaro in chec
chessia , figuratam. vale Profondarsi ,
yiccertarsenc , Levarne ogni sospetto .
Esp. Pat. jSost. 40. Altresì è egli gran
mestieri che 1' uomo vegga chiaro a sini-
stra . # K appresso : Lo sesto grado di
questa virtude s' è il sesto occhio , che
hanno i prod' uomini, si è che veggono
chiaro di dietro i lor lacci, e gì' ingegni
del diavolo. (C)
* §. XXVII. Veder coli' occhio un
paese, o simile, vale Andarvi in perso-
na. Visitarlo. Cron. Morell. 261. Vedi
coli' occhio i paesi , e le terre dove hai
pensiero di trafficare. (Ci
rf- g. XXVIll. Non veder da una cosa
ad un* altra, vale ISon conoscere che dtf'
ferenza sia da una cosa ad un' altra .
Dani. Purg. 24- E *1"^ P'^ 3 gradire
oltre si mette, Non vede più dall' uno al-
tro stilo. fV)
S- XXIX. Veder di là da' monti, figu-
ratam. vale Antivedere , e anche Cono-
scer l'interno. Buon. Fier, 2. 4- ^O.
Vede di là da' monti. Penetra ogni pen-
sier, spia tutti i cuori.
§. XXX. Veder diritto s contrario di
Veder torto.
•f §. XXXI. Vedere il bello, vale Co-
noscere la congiuntura , Osseri'ar l' oc-
casione j e si usa anche in senso neutr.
pass. * M. V. 1. 83. Per la qual ri-
sposta i Genovesi sdegnarono, e dispuu-
sono , ove si vedessono il bello , di fare
danno a' Viniziani in mare . (1') Tac.
Dav. Ann. \^. 190. Sapendo la volubil
gente che ella è, a" pericoli tarda, veden-
do il bello , iradiiora. Fir. As. 221. Lo
scelerato Scannadio in questo , veduto il
bello , perdonando alla fiera , diede nelle
gambe di dietro del cavallo ec. un colpo
si fallo , che ec. V. BELLO , sust. §.
Ili.
* §. XXXII. Vedere il pel nell' uovo,
si dice propriamente di Chi scorge ogni
minusia, e quasi vede lo invisibile, e fi-
guratam. di Chi è d' acutissimo ingegno.
Segr. Fior. Cliz. 2. I. Che domine ho
io stamani intorno agli occhi? E*mi pare
avere i haglìuri, che non mi lasciano ve-
der lume: e iersera io avrei veduto il pel
nell' uovo. (C)
§. XXXIII. Vedere in fonte. V. FON-
TE, §. IV.
* §. XXXIV. l'edere innanzi in unaco-
-ta, vale Averne molta cognizione. Sentire
in essa molto avanti. Ces. Vii. Cr. i.
2l5. Che certo non s' era sentito mai
fanciullo ec. che nelle cose di Dio vedesse
tanto innanzi , quanto faceva il fanciullo
Gesù. (C)
§. XXXV. Vedere in viso , vale Ve-
dere,e Conoscere chiaramente. Dav. Camb.
V E D
101. Ora perchè ogni parte del cambio me-
glio s' intenda , e quasi si vegga in viso,
io vi porrò 1' esemplo di sopra innanzi agli
occhi nelle due seguenti figure.
* §. XXX VI. l'edere in viso, o l'e-
dere assoliitam. parlandosi di Ithri, vale
liiscontrare , Vedere in fidate. /ìorglt .
Vcsc . Fior. 373. Senza veliere in viso
tutti i sopraddetti luoghi (dell' Opere di
S. .fmbrogio ) , e alcuni altri appresso ,
mal si poteva giustificare , e rimettere il
lettore agli scritti de* proprii autori , che
non si ha sempre commudilà di poterji
vedere. (V)
•r §. XSXVIi. Lasciami vedere, modo
assai familiare nella lingua nostra, col
quale sebben paia che altri parli, e do-
mandi licenza a persona che sia seco, o
appressagli, pure noi fa che seco mede-
simo. Bocc. nov. 44- 'O. Lasciami vede-
re come r usignolo ha fatto questa notte
dormire la Caterina. (C)
t 3 §. XXXVIll. Veder le stelle, ole
lucciole, figuratam. vale Sentir gran do-
lore. Valm. 11. 53. Ond' ei in quel punto
andando all'Occidente, Vede le stelle,
e r una, e l'altra sfera, ec.
* g. XXXIX. E Far veder le stelle, o
le lucciole , figuratam. vale Far sentir
gran dolore, t* Rem. rim. i. g2. Entra
uno stecco al villanel nel piede* , Che le
stelle di dì gli fa vedere. Maini. Q. 60
Getta nel muso al medico da succiole L*
unguento, che le fa veder le lucciole >•. (C)
^ §. XL. Vedere l' ultima sera , o
simile, vale Morire ; ed è maniera poe-
tica. Car. En. 6. 63o. Sentono A j.irimo
entrar voci e vagiti Di pargoletti infanti,
che dal latte E d.ille culle acerliamente
svelti , Vider ne' primi di 1* ultima se-
ra. (C)
§. XLI. Veder lume , vale Avere il
senso della vistaj e anche Essere in luo-
go illuminato, sicché la vi^ta possa ope-
rare. Frane. Barb, 2,5q- li- Vede lume
Colui che più fornisse , Che men non li
venisse .
^ g. XLil. Veder lume, in senso me-
taforico, vale Avere accorgimento. Dant.
Purg. 6. E, se ben li ricorda e vedi lu-
me, Vedrai te sìmigliaote a quella 'nfer-
ma , Che non può trovar posa in su le
piume. (M)
* §. XLHI. Non veder lume , figu-
ratam. vale Esser sopraffatto da alcuna
passione , e perdere la vera cognizione
delle cose. V- LUME, §. XIX. (N)
V §. XLIV. Aon essere da vedere, va-
le Essere tutto divisato. Pecor. g, i. n.
2. lo ti governerò si , che tu non sarai
mai da vedere. fVj
* g. XLV. Non vedere a mezzo al-
cuno, vale Portargli un grandissimo af-
fetto. V. MEZZO , §. XXXV. (C)
^ §. XLVl. iVo« voler vedere alcu-
no, vale Non voler più trattar seco. Sfug-
girlo . Se^ner. Pred. 3. IO. All' ultimo
non vogliamo più saper niente de' fatti
suoi, non lo vogliamo vedere, non lo vo-
gliamo udire, gli vogliamo per tutto vil-
lanamente voltar le spalle. (Cj
f J? §. XLV li. Non voler veder al*
tro d' alcuna persona, o cosa, vale Non
volersi intrigar più con alcuna persona,
0 d' alcuna cosa. Antbr. Fttrt. 4- I- t!o-
stui è un frappatore; non ne vo" veder al-
tro. (V)
g. Hl^yiW. Non veder più avanti j Non
veder ne più qua, ne più lùj Non veder
oltre, o simili, si dicono di Chi sia for-
temente innamorato. Lat. misere vel per-
dite amare. Gr. ipoì70fj.X'JÌìv. Bocc. nov.
18. 20- Si forte di lei s* innamorò , che
più avanti di lei non vedeva. E nov. ')\.
3. Di lei s' innamorò si forte ec, che più
qua, ne più là non vedea. Filoc. 5. 142
V E D
X659
E di tanto amor V amava, che oltre a lei
non vedeva, ne ninna cosa più dtsidcra-
va. ,-/r. Fur. i^. 34- P'ù lungi non ve-
dea del gìovìaetto La donna, uè di luì
potea saziarsi.
* §. XLIX. Non poter vedere uno, fi-
guratam. vale Odiarlo, Vederlo di mal oc-
chio. Dav. Scism. 76. I quali (Vescovi)
volle il protettore levarsi dinanzi per la
lor auluriià , atta a impedire i progressi
dell* eresie , ma più per non poterli ve»
dere. (C)
* §. L. Veder più quattr* occhi che
due , figuratam. vale Esser più difficile
che altri s' inganni, o sia ingannato, o-
perando in compagnia d' alcuno, che ope-
rando solo . Salv. Grandi. 1. 2. Tu sai
il proverbio, Fanlicchio, che e' veggono
Più quatte' occhi che due. (C)
f §. LI. ì'eder torto, figuratam. va-
le Non estimar con dirittura la cosa ve-
duta. Petr. son. 2o6. Bench' i' non sia
di quel grande onor degno Che tu mi fai;
che te ne 'nganna Amore, Che spesso oc-
chio beo san fa veder torto.
§. LII. Veder un bufol nella neve. V.
BUFOLO, g. IL
•I* g. LUI. Veder via come ec. , va/e
Cercare, Procurar di trovar modo come
ec. Bocc, g. IO. «- 8. Ad un suo ni
gromaote , la cui arte già esperimentata
avea, impose che egli vedesse via, come
messer Torello sopra un letto in una notte
fosse portato a Pavia- (Vj
g. LIV. leder volentieri, vale Amare,
Accarezzare. Lat. benigne excipere . Gr.
^liitv . ^- Belc . Vit. Colomb . 2^3. E
Girolamo si pose a sedere, e disse all' o-
stiero, il quale era amico, e volentieri gli
vedeva. Pregoti ec. (C) Cas. leti. 7. Pre-
go V. E. che si degni prestargli fede, e
per amor mio vederlo, e aiutarlo volen-
tieri. Varch. Ercol. 56. Far carezze, il
che diciamo ancora far vezzi, e vedere al-
cuno volentieri , cioè fargli buona cera ,
cioè buon viso, accoglierlo, o accorlo lie-
tamente .
^ g. LV. E T'eder volentieri una cosa,
vale Gradirla, Prenderne piacere. Guicc.
Stor. 16. 89. L' amore forse eh' è tra voi
due sarà cagione che ei sì fidi di voi , o
vegga volentieri la vostra potenza? (C)
§. LVI. Vedere, e non vedere , si di-
ce ad alcuno che sia in qualche prossi-
mo pericolo. Fir. Lue. 2. 4- Eb povero
padrone , i vi veggo , e non vi veggo.
g. LVII- Dal vedere al non vedere,
e simili , posti avverbialm. vagliano In
un tratto. Impensatamente. Lat. ictu Odi-
li. Gr. s'v olTo'fiù) - Varch. Sttoc. 2. X-
lo non ho bisogno della nìmicizia dì per-
sona, e di essere una sera sfregiata a ve-
dere, e non vedere, senza sapere ne per-
chè , né per come . Fir. As. 3o6- Tu
vedesti quattro bellissime fantesche a ve-
dere, e non vedere avere disteso un letto
di mirabilissimi materassi - Antbr. Furi.
3. 6. Dal vedere, e non vedere io mi trovo
manco le pezze, e lui non riveggo.
§. LVIII. Vare a vedere, vale Far co-
noscere- Bocc. nov- 65. tit. Al quale ella
dà a vedere, che ama un prete. Lab. 3oi.
Te a dito mostrava, per dare a vedere a
quelle, alle quali ti dimostrava, se ancora
essere da tener bella e da aver cara, poi-
che ancora trovava amadore. Ciriff". Calv.
2- 58- E dandogli a veder quanto in ciò
erra , Sperano d'acquistarne gloria e fama.
g. LIX. Dare a vedere , per Dare ad
intendere. Far parere . Lat. persuadere.
Gr. ttsiEtìiv . Bocc. nov. Sj- 6- La Si-
mona disse che le piaceva; e dato a ve-
dere al padre una domenica dopo man-
giare , che andar voleva alla perdooanza
a san Gallo , con una sua compagna ce.
al giardino ec. se n' andò. E g. 6- p. 4-
i66o
V E D
Mi vuol dare a vedere, che la notte pri-
ma che Sicofante giacque con lei, messer
Mazza entrasse in Monle Nero per fona.
E nov. 65. 21. A me credi aver dato a
vedere che tu allrove andato sii a rena,
E nov. 91, ^, Dandogli a vedere ch'esso
veniva verso Itaha. /'r. !ac. T. Il mondo
si mostra piacente. Per darli a vederi? rbe
sta huono ; Ma non dire com' è Qieate ,
E come li tollc gran dono.
§. LX. Far veliere, vale Operare che
altri vcg^a . Lat. committerc , ut aliquix
videat. fiern. rim. i. 1, 1' ho un vin che
fa vergogna al Greco ec. » Da far vedere
un morto, audaie un cieco (qui detto alla
roi'escia in ischcrzo:.
§. LXI Far vedere, vale anche In
segnare. Mostrare. Lai. decere, estende-
re . Gr. oica'^/itv , ^it/va'etv . Frane.
Barh. 62. I. E facciali vedere Che que-
sti sono spiacevoli detti.
g. LXII. Far vedere il nero per bian-
co , vale ìihstrare altrui una cosa per
un' altra. Fr. Inc. T. I. l5. l5. Guardati
da harattierc, Che '1 uer per bianco fa
vedere .
§. LXIII. Farla vedere altrui, vale
Far che succeda alcuna cosa contro l'al-
trui desiderio. Malm. ^. 32. Perrli' egli
allor , per farmela vedere, Stizzato meco
se n' andò con Dio . * Ilaldov . Lam .
Cecc. 2.3 No , no , dal certo i* so deli-
berato Che costui non me 1' abbia a far
vedere. (Br)
§. LXIV. Farla vedere in candela, vale
lo stesso, ma ha in sì: più di/orza.
§. LXV. Far le viste di non videre ,
va/e Dissimulare . Lat. dissimulare. Gr.
ct7ro7r^0 5TotE;5Sai, etpwvs jEo&ai . Sen.
Ben. 1 arch. 4- 36. Se ella sarà picciola,
chiuderemo gli occhi, facendo le viste di
non vedere.
* g. LXVI. Mettere a vedere , vale
Persuadere. V. METTERE A VEDE-
RE. (N)
§. LXVII. Stare a vedere, vale Fs-
.sere .spettatore. Lai. spectare. Gr. &Ea-
ff&at . Sen. Ben. Varch. 7. il. lo ho
nel teatro un luogo per i cavalieri, uon
che io possa o venderlo , o appigionarlo,
o abitarvi , ma solo per istare a vedere
le feste.
§. LXVIIl. Stare a vedere, figuratam.
vale Stare, ozioso . fìern. Ori. i. 6. l5.
Hagli retto il bastone smisurato , E non
crediate che e* si stia a vedere.
# §. LXIX. Star a vedere, vale talora
Stare in aspettativa di checchessìa. Frane.
Sacch. nov. 219. Volle stare a vedere co-
me la cognata di questa ricetta capitas-
se. (C)
# §. LXX. Stare a vedere, vale an-
che Indugiare, Soprastire per vedere , 0
conoscere quello che altri in questo mez-
zo fa, o delibera. Cecch. Pot. 2. 5. Fac-
riam cosi: stiamo a vedere inaino A oggi
quel che fa Guido. fC)
^ §. LXXI. Talora è maniera dubi-
tativa, che si us.ì per richiamar r atten-
zione, ed in certa maniera corrisponde a
quel che i Latini dissero : attende , /'or-
sitan , /orlasse . F. STARE A VEDE-
RE, g. (C)
t §. LXXM. Vederla /il fio , o Vf
Herne quanto, o per quanto la canna. V,
alle voci CANNA, g. XlV-, e FILO, fi.
XXXIX
t g- LXXIII. Vello vello, vale Vedi-
lo vedilo • e talora si dice per ischernir
colui a cui si accenna. Hern.rim. |. aa.
Quand' io veggio Nardin mn quel pial-
tillo Venire a casa, e rolla sua biilrsira,
lo grido com* un patxo: vello vello. Lasc.
rim. 1. 101. (Fir. \'jl\^) Tu tarai mesio
dai fanciulli in baia, E diranno: ecco Al-
fonso ; vello vello , Che proprio par la
V E D
Biliorsa gaia, ^falm . 9. ^. Ognun lo
burlj e dice: vello vello. Gal. <<ip. tng.
S. 181. I ra-azzi gli ^ridan : vello vello.
'•* §. LXXIV. In maniera proverò, si
dice: La vedrebbe un cieco, o Cimahue,
che atea gli occhi di panno j e vale che
la cosa è troppo chiara e manifesta .
Insc. rim. i. 182. Non ch'altro. Io ve-
dici.!.e Cimabue , Giove, che tu m hai
-fatto delle tue. f Cj Safvin. Pise. 2. I26.
<-ome I Latini dicono: l\'ola lippis, atque
ton.torthus. (^)uaoto a quel li/pis, noi con
più forra dirbiamo : la vedrebbe un cie-
co , o Cimalmc , che aveva gli occhi di
panno. {')
'•• g. I-XXV. Vedere, in .tigni/ic. neutr.
pass., per avvedersi. lìocc. nov. 79. 29.
Tu non te ne vedesti mica cosi tosto tu
f cosi nel Mannelli . Ved. Pep. Dream.
27. ). (V)
-r g. LXXVI. Vedersi al sole di quel
d' alcuno , dicesi quando alcuno è pos-
•fcssore di beni immobili . Cron. Morell.
260. Fa' le tue faccende con persone fi-
date, e che abbiano buona fama, e si(;oo
creduti , e che del loro si vcecia al so-
le. (Ci ^^
'S g. LXXVII. Vedersi appiede nel
saper chec' hessia , vale Cono.tcersi inca-
pace a checchessia . Dati Lepid. ^5, Ma
vedendosi appiede nel saper leggere, mutò
pensiero, e si spretò. (Min)
* g. LXXVIII. Vedersi obbligato ad
uno, vale Conoscersi obbligato a lui. Alleg.
8fì. AI qual io però mi veggo tanto ob-
bligato che ec. (C)
s^ §. LXXIX. Vedersi alcuno aWuscio,
fguratam. vale Vederselo vicinissimo. V
USCIO. fCj
§. LXXX. Volersi vedere con alcu-
no, vale ì olergh parlare, e anche ì oler
battersi con lui. Pccor. Sono venuti qui
per volersi vedere con noi, e per prova-
re le persone loro colle nostro.
g. LXXM. Essere veduto, o viso
maniera latina, va/e Parere. Lat. videri.
Gr. ^v.i'viiòxi . Dani. Par. 7. Fu viso
a me cantare essa sustaaza, Sopra la qual
doppio lume s' addua.
§. LXXXM. F.sser veduto d' alcun
magistrata, dicevano t nostri antichi del-
l'Esser tratto delle borse per risedere in
quel magistrato, benché per età minore,
per essenza, per divieto, 0 per qualsia-
si altro impedimento , attualmente poi
tal magistrato non si esefxitas.te . Fir.
nov. 7. 261. Costui adunque, <Iesidcran-
do d' esser veduto de* Consoli dell' arte
sua , ec.
g. LXXXilI. Esserben veduto, vale Es-
sere amato, onorato, accari-ztafo . Lat.
amari, in honore haberi. Gr. SesaTs-Js-
u^Kt , fòiXs^on. C. V. 7. sé. 3. Vi
traevano bullnni, e bigherai, e uomini dì
corte, ed erano ben veduti.
g. LXXXIV. Esser malveduto , vale
il contrario , cioè Esser odiato, o mal-
trattato. Lat. odio haberi. Gr. uiisìflOat.
C V. 8- 81. 3. Cosi bene i <'aidmali ,
come gli altri, furon mal vrduti. M. /'.
I. 70. Per levare ogni soccorso a niesser
Bernabò , ÌI quab- era dentro in grande
solTrarta di veiiuaglia e di stranie, e male
veduto da* cittadini.
VEDRTTA . Lo stesso che Veletta .
Lat. sjìecula Gr. aTO«j'*? . Tac. pav.
.^nn. I. 19. Fu allnra <lalli animaualori
trovalo n una vrdt-lta di mare, che fii-ro
novelle aspettava /'//. Pitt. \\. Scappa-
va fuora, rome da una vedetta , un ren-
lanro . lied. Ins. 1. Sono i sensi tante
vcdeiie, o spiatori, che mirano a scoprire
la natura delle cose, re.
g. Starr alle vedette , o simili , vale
Stare attento per assennare j tolta la /ì'
gur.t da quelli che negli all'eri delle nn-
VED
vi, in cima delle torri , o simili, stanno
osservando chi viene. Bern. Ori. I. l3.
2Ì\. Slava ben sulP avviso alla vedetta.
VEDIMENTO. V. y4. La vista. Lai.
visus. Gr. df^is. Pool. Oros. Ardendo U
cittade, il suo vedimeolo pascea. Albert.
cap. 60. Lo intendimento , e vedimento
della * eri! ade . Fr. lac. T. 2. 23. 12.
(^he tutto il tuo vedimento Si mi paion
che sieo fole. /•, 6. 25. SJ. lesu , qoel
vedimento Fc sì gran mutamento , Che
ec * Fav. Fsop pag. 3. ( Pad. 1811 )
L' agnello spaventato per lo \edimento
del lupo , e per la paura del suo crudel
parlare , nego che non dirompea il suo
beveraggio, (fi)
"^ K- Per Visione .soprannaturale. Vit.
S. Frane. 157. E in questo vedimento ,
eh' egli vide ( di Cristo croci/isso J , si
gli fu della la parola che dice ti VaogC-
lio ec. (V)
t VEDITORE. VerbaL masc. Che, o
Chi vede. Spettatore. Lat. spectator. Gr.
Ssar/i*;. Bocc. no^-. 11. 3. Contraffacen-
do qualunque altro uomo, li veditori sol-
lazzavano. l\amm. ^. 17:^. O Iddio, ve-
ditore de' nostri cuori , le non vere pa-
role dette da me non m' imputare in
peccato .
g. L Veditori, si dicono alcuni Mini-
stri di Dogana , che hanno la cura di
visitare le mercanzìe. Buon. Fier. 2. I.
I. Lepator, pesatori, veditori, Con funi,
con stadere, con misure. Cecch. Corr. 3.
5. Che la cassa è conBtta ed ammagliata,
IVè si può aprire , 6uchè i veditori Non
fanno la veduta.
* §. II. Veditore, vale anche Senti-
nella. Anguill. Metam. 8. 3. Cefalo ap-
pena ha preso il novo porto , Che *] ve-
ditor , che dalla rocca scorge , Fa con
più segni il Re col volgo accorto , Che
ec. flì}
VEDOVA. Donna alla quale è morto
il marito. I.at vidua. Gr. Z'-F" ■ ^"""c.
nov. 77. 3. Rimasa del suo marito vedo-
va, mai più rimaritar non si \o\ie. E nov.
81. 3. ÌVelIa citla di Pistoia fu già una
bellissima donna vedova. M. V. 3. 70.
La donna , non lenendosi ah vedova nh
maritala , pensò che per la morte di co-
stui tornerebbe a ccrU veduìl^, e potrcb-
bcsi maVilarc.
§. I. Per similit. Guid. G. Veramen-
te non si puole dire che Troia sia cosi
abbassata, perchfe ella sìa vedova d'Etto-
re , e di Deifcbo . Pant. Purg. 6. Vieni
a veder la tua Roma che piagne , Vedo-
va , sola , e dì e notte chiama : Cesare
mio, perchè non m' accompaj;nr 1 Petr,
Cam. ^o. 8. Non fa per le Io star fra
genie allegra , Vedova sconsolala in ve-
ste negra.
V §. II. Fu usato semplicemente in
lece di Privo , per similit. Vit. S. M.
Madd. 53. Oh rome p<ilre' io soffrir^ di
vedere la dolcissima Madre del Maestro
mio cosi doloritsamente, e così vedova dì
colale figliunlo 7 ì it . S. Eug. 38o.
Ora di le son vedova {le mancava la fi-
gliuola ). f V)
# VEDOVACCIA. Jccrtstit. di Ve-
dova. Lasc. Cen. 2. nov. 4- Gian Simo-
ne , vrggrndn ogni mattina la sua vedo-
vaccìa grassa e fresca, sì consumava e si
struggeva, come la neve al sole. (B)
VEDOVAGGIO. V. A Stato vedovi-
le. Lai. xiduUns. Gr. ^rìpiìx. Conv. 206.
Per lo qii.de vedovaggio si sìgnÌ6ca Io se-
nio ; tornò Marzia dal principio del suo
vedovaggio a Catone. ^ flint, ant . M.
Cin. canz. (O morte, della «ita privatri-
ce, ec. } Quando 1' uom prendo adetto e
posa Dì sua novella spo»a in questo mon-
do . Breve tcmp ' lo fai viver giocondo j
Chb tu lo tiri a fondo ec. , Onde riman
V E D
(loglioso vedovaggio. (B: Plut. Àdr. Op.
mor. 3. 98. L' allrt* amando mct^lio il ve-
dovaggio che si falle ooiif Irallavano lor
bisogDC da [icr loro avanti ai giudici e
magistrali- (C)
:flt §. yedovao;gio, ver Mancanza, Pri-
vazione , I tardità. Lat. '.iduilas j Plaut.
Pr. Fior. P. 1. r. 3. Or. 5- pag. 144
E le muse stesse , in negro mauto rav-
volte, seniUrano in cordoglioso e mt'Slia-
Simo vedovaggio di esser rimase. 'I\SJ
VEDOVALE. ;'. y4. I edovile . Lat.
vidiiux. Gr X'^P^^- ^'''- ff''P"f'- Vivano
in continenia di matrimonio , o vedova-
la, se non vogliono viver vergini * Ir.
Ciord. Prfd 84 ^f'n ^i va con allegrei-
la, no; ma con vestimenta di Iristuia e
vedovali. 1 f)
\EDOVANZA. Vedovità . Lat. vidtii-
tas . Gr. x*!p5ta . Ò\ Agost. C. D. Ti
scorderai della confusione cicrna , e non
li ricordeiai dell* oUtrohrio della tua ve-
dovanza, /ir. /is. 71. Alibiule misericor-
dia della nostra vedovama, della nostra
soliludine, del danno nostro. Cav. Leti. 2.
36. Mi SODO cosi d' improvviso immagi-
nato, che ella voglia una cosa, (he torni
il proposilo <lella sua vedovanza.
VtDOVARK. Privare. Lat. viduare ,
privare, orbare. Gr. arécety. Cnid. G.
Le mogli crudelmente si vedranno ve-
dovare de' lor m;iiiti.
^ §. /n signific. neutr. pass, valeper
meta/. Spogliarsi. Chinhr. rim. Surgono
piante a cui non lascia Aprile Unqua di
frondi vedovarsi i rami. iBr)
VEDOVATICO. T\ j4. Vedovaggio.
Lat. viduitas. Gr. X'^-P^^^- Ovid. Metam.
Simint. Mulòe gli vestiti innorali in que-
gli del vedovalico. /•'iamm. 7. 35- So-
foniìiba, mescolata tra V avversil'a del ve-
dovalico, e la letizia delle nozze , in un
medesimo momento di tempo dolente, e
lieta , ec. J'al. .^fass. Furono costrette
d* asciugare il doloroso vedovalico, e ve-
stire candidi vestimenti.
VEDOVATO. Jdd. da J'edovare. Lat.
viduàtiis. Gr. ^^^c;. fsp. ì'ang. In quel-
la antica , e santa Vedova ha dato for-
ma di vivere alle vedove, e a ogni ani-
nima vedovala. Lih. Amor. &S. Se licito
è che, passati due anni dopo la morte del-
lo amante , e la femmina può prendere
amador nuovo; molto maggiormente saia
licita cosa da fare a femmina, la quale
d' amante vivo è vedovala, e già lungo
tempo ne per isrrillura , né per messo
può dello amante sapere novella.
•f VEDOVELLA. Dim. dt ì edova j ma
s* usa per esprimer compassione. Vant.
Purg. IO. E una vedovella gli era al
fìreoo. E 23. Tant' è a Dio più cara, e
più diletta La vedovella mia , che tanto
amai . M. V. 8. 72. Si ha ingrossalo le
coscienze, che le vedovelle poco si cura-
no dell' anime, purché il Monte risponda
Lene loro. Pett. Tuli. Il quale studìevol-
mente ha morto una vedovella . Alam.
Colt. 5. 117. Aè il mio vago Tirren, eh'
chbe si in pregio La giustizia e 1' onor ,
sarehhe or tale. Che quel paia il miglior
che più s' ingrassa Del pio sangue civil ,
che intorno maode Più vedovelle afflìtte e
6gliuuli orl>i. Privi d' ogni suo hen, pian-
genti e nudi. Ar. I-'nr. i^. 7. Sentendo
i gran rammarichi e V angosce Che in ve-
ste bruna, e lagrimosa guancia Le vedo-
velle fan per tutta Francia.
•f * VEDOVELLO. Dim. di Vedovo.
Chtahr. Cuerr. Cot. \5. i3. Con l'istcs-
so furor spingono a paro, Pur precorrendo
il suo signor Timarco, E Pdade fremen-
do, ed Ademaro, E '1 giovinetto e vedo-
vel Clearco. fA)
VEDOVETTA. Dim. di Vedova. Petr.
cap. 3. E una vedovella Con bel parlare,
V E D
e sue pulite guance Vince Oloferne. Agn.
Pand. 6. Avete voi mai posto mente a
queste ilonnicciuole vcdovcltc ? elle ricol-
goiio le mele, e 1' allie frutte; serraiile ,
seihanlc. né prim.i le niangeri-hliouo, s' elle
non tossono magagnate, e guaste- Frane.
Sacih. nm. 55. Lascerà il mio sermone
Lo sesso temminile, Che tanlo è fatta vile
La vedovetla.
VEDOVEZZA. Vedovila. Lai. vidui-
tas. Gr. yy]f.iCix. Ir. Zac. T. 2. 2. 25.
Staremo sempre mai in vedovezzaT li l\.
4. II. Non è <~hi curi in mia vcdovezza.
t VEDOVILE. Add. Di vedova. Da
vedoia. Lai. vidtius . Gr. X^'F°^ ■ ''''**'"^-
nov. 16. l3. Madama Beiitola in abito
vedovile ec. unide e obbedieute stette .
Tratt. gov, (am. Pane, erbe, e rade vol-
te pesci piccolelli sieno i pasquerecci con-
viti vedovili. I:.<:p. Pai. Pìost. 90. Lo quar-
to si è guardare Io st.ito vedovile. Tac.
J>av. Ann. 16. 229. Riposto i panni tin-
ti, preso i vedovili. Pein. Ori. i. 4- 10.
Vo per lo mondo, misera, piagnendo In
questo aliito afflitto vedovile.
g. J tdoi'ile , inforza di snst. , il di-
ciamo per Tulio ciò die st dà alla vedova
per suo mantenimento dall' eredità del ma-
rito morto.
t VEDUVITA' , VEDOVITADE , e
VEDOVITATE . Vedovaggio . Lat. vi-
duitas . Gr. yT,ùz(&.. Esp. Pat. JSosl.
58. Ove r uomo si salva io matiìmouio,
e in vcdovitade . E 91. Tre cose appar-
tengono multo a quelli , che sono nello
slato di vedovila. I ìt. Crisi. In questi
dì di pianto, e di vedovità; veramente
questi sono di di vedovità . Fr. lac. 'J\
2. 2. 23- Messev , vedete la vedovitate
Ch' aidii.ìm palila per V allrui offensanza.
VLDCtVO- Sust. Uomo a cui sia mor-
ta la moglie. Lat. ujore viduatus . Gr.
VEDOVO. Add. Solo, Scompagnato .
Pant. Purg. \. O setlcnirionjl vedovo
sito . E 20. eh' alla corona vedova pro-
mossa La testa del mio figlio fu . Amet.
l3. Li spaziosi campi , se alcuno senza
neve ne truova, con vedovi solchi soli può
rimirare. E 102. E vedova, e lontana ec.
consola colla soavità della voce tua. Ar.
F'ur. 10. 21- Or già non scalda e cova
Più le vedove piume , ma si getta Del
Ietto , e fuor del padiglione in fi ella .
Tass. Ger. 18. 3l. A che ne vieni? a
consolar presente Le mie vedove nolti, e
i giorni tristi? E Aniint. 1. i. Quante
vedove notti , Quanti dì solitarii Ho con-
sumali indarno , Che si poteauo impiegar
in quest' usol
t g. I. / edovo, per Privo. Lat. orba-
tus. Gr. GZif.r,^H'i. Ovid. Pist. f)0. lo
non per ispontanca col[ia sono divenu-
ta vedova delle lue camcie . * Declam.
Quintil. C I colli vedovi dì lavoratori ,
e neune zolle travolle coli' ai atro . fPj
Bocc. nov. 77. 3. Rimasa del suo mari-
to vedova, mai [>iù rmiaritar si volle. (C)
Car. In. lih. 8. Vedova resterebbe or la
mia terra Di tanti cittadini . (BrJ F.
leti. I. 86. Che per esser io restato ve-
dovo d'un tanlo padrone, non restì per
questo privo ancora del patrocinio loro.
§. II. Per ì edovile. Cirif. Cali: I. 3.
E di nuovo la fede detti a questo, Sem-
pre in abito star vedovo onesto.
* VEDOVOTTA . Vedova giovane.
I.asc. Cen. 2. nov. !\. Per dovervi ser-
vire altro non manca ora che i denari ,
e darassi finimento all' opera ; e quando
vi piare , potrete tener ce. nelle braccia
la vostra vedovolta. (B)
VEDUITA', VEDUITADE, e VEDUI-
TATE. ì'edovilà. Lat. viduitas. Gr. x^l-
psiv. . M. V. 3. 70. Pensò che per la
morte di costui ritornerebbe a certa ve-
V E D
1661
duità , e potrebbesi maritare. Moestruzc
1. 23. Come sarà coulòiuiorc della ve-
duità colui che spesso lece matiinionioi
lih. /ìnior. 40. Le veduilà e la tiistizìa
dell' ottimo marito perduto mt contradi-
cono tutti i sollazzi.
3 Vl.DUTA. Il vedere. Vista. Lat.
visus. <;. o'I't; . Tes. lìr. 3. 5. Che la
gente, chfì v'abita, sia ben sana delli lo-
ro corpi, e ben chiari e aperti, e che la
veduta e l'udita e lu boi e loro sìa ben
chiara e purificata, l.th. Pred. Gli disce-
poli sì rallegtuno molto della sua veduta
( ciOi , di vederlo). Declam. Qtiintil. C.
Pianse tanto, che peidéu la veduta.
§. I. / ediita , per / itoqo onde si ve»
da molta campagna , Prospetto . Croa.
Ulorell. 220- Intorno a queste castella ec.
ha m(dti abituri di citudini ec. bene ri-
sedenti, con vaga veduta. 'Pac. Dav. Ann*
l5. 2l4- Le gemme e V oro di miracolo
eran niente, rispetto alle campora , selve,
laghi, eremi, a] erture, vedute- l^ep. De-
cani, q;. La veduta , senza scrupolo al-
cuno, d' un luogo ciniuenle, e che scuo-
pra assai paese, si dice.
'? g. lì. l eduta, late anche Distanza,
o Spazio che e dal luogo. donde uno e, al
luogo dote arriva colla vista. <• Petr.
soa. 6o. Poi volò fuor della veduta
mia » . f C)
^■. III. Vedute, sì dicono ancora le Di-
verse positure de-^ corpi, che mostrano al-
l'occhio diicrse parli della loro superfì'
eie. Borgh. l\ip. 27. La seconda ragione
è, che le statue hanno più vedute, e si
può Ijtro girare attorno sempre con pia-
cere dell' occhio ; dovechè le pitture ec.
non possono mostrare che una veduta .
'■V lì'cnv. (eli. OreJ. 142. Poiché l'arte-
fice si saia soddisfatto del suo modello ,
sì debbe pigliare un carbone, e disegnare
la veduta principale della sua statua . E
più sotto: Poiché si saia disegnata la ve-
duta principale, sì debbe per quella Ijan-
da incominciare a scoprire co* ferri. ( V)
g- IV. Veduta, Jigiiraf ani. Dani. Par,
2. Lo ciel seguente, e' ha tante cedute;
Queir esser parte . /iut. ivi : Tanle ve-
dute , cioè lo quale ha tante stelle , che
tutte si veggiono, e però le chiama ve-
dute .
§. V. Veduta, per P Oggetto che si
tede. Dant. ìnf, 17. E vidi spenta Ogni
veduta, fuorché della fiera.
*»' §- VI. f eduta, figuratam. vale Intel-
ligenza, Conoscimento. « Dant. Par. 19.
Per giudicar da lungi mille miglia Colla
ceduta corta d'una spanna ». (Cj
^ §. VII Veduta, diccsi anche L'a-
spetto in che si mostra una cosa agli al-
trui guardi, e alle altrui considerazioni.
Salvia, fiisc I. 2. Tanli personaggi t
tanti Idoli IVrero, quante si erano le di-
verse considerazioni e vedute , sotto le
quali cadeva Iddio. E Sl\. Conforme alle;
diverse vedute , nelle quali il Savio le
(umane cose) riguarda. (Cj
* g. Vili- Avere in veduta alcuna
cosa, vale Prenderla dt mira, o ad esem-
pio. Salvia. Annoi. Mur. 1. 283. Que-
sto epigramma ec ebbe in veduta il Te-
sauro. (C)
* g. IX. Essere, Ciugnere, Trovarsi,
o simili, a veduta di un luogo, 0 dì una
persona, vale Es.iere , Ciugnere , Tro-
varsi, 0 simili, nello spazio dove la vista
arriva a vedere quel luogo 0 persona, o
dove si è veduto da quel luogo, o da
quella persona. Car. Long. ^of. 35. E
poco men di quattro miglia navigando .
si trovarono a veduta del paese, per on-
de Dafni e la Cloe pasturavano. (C)
§. X. Far veduta , vale Fingere , e
Simulare . Lat- fngere , simulare . Gr.
JTTO/pi'vEffSai . Bocc. nov. 67. i\. Fece
1662
V E D
V E D
V E G
veduta al padre , che al sepolcro voleva
aodjre. Cron. Morell. 3o8. E perchè to-
cca amicizia ih-IIj Magna , e* ci fece ve-
duta, che se noi alassimo passar costui,
che volea essere iosieme eoa noi. Ricont.
òlalesp . cap . 166. I quali infiatameote
fecioa veduta ai delti frati, come si'ia'^c-
va loro la signoria di messere Privizia-
no Salvani. Alleg. Che per un qujl< he
tragetto faccia veduta di menargU al ine*
desimo alloggiamento.
§. XI. Far la veduta, si dice del Vi-
sitare le merci in Dogana , che fanno i
ministri a ciò deputati . Dep. Decam .
97. In altro proposito far la veduta è vo-
ce speciale delle Dogane - Cecch. Corr.
3.5. Che la cassa è conGtta, e ammagliata,
ye si può aprire , finche i veditori Mon
fanno la veduta-
g. XII. Conoscer di veduta, o per ve'
duta, vale Riconoscere alcuno all' aspe t*
to , Aver nella memoria la sua effigie ,
ma non aver seco alcuna amicizia , o co-
noscenza. Lat- agnoscere, de facie cogno-
scere . Gr. T^aa'^wTsv yr'W5X!iv . Rocc.
nov. 7. Q. Il quale assai male era in ar-
nese t e cut egli per veduta ooa cono-
scea .
:? §. XIH. 3fettere in veduta una co-
sa, vale Farla ledere. Recarla in mostra.
Rart. Op. Mor. 1. ti. iV* suoi luoghi oc
metterò iu veduta alcune opere, scelte a
bello studio di fattura le più schiette , e
le più inutili air umano servigio. (O)
=? g. XIV. Perder di veduta una per-
sona 0 una cosa, vaio Non veder più una
persona 0 una cosa , veduta per qualche
tempo innanzi. Sig. f'iagg. Sin. 66- In
questo tempo islemmo perduti io mare
avendo perduta la terra di veduta. fCj
V §- XV, j4 veduta, posto a'^serbiafm.
vale Colla semplice vista , e senza veni-
re ad altro cimento. « Sen. Ptst. E così
uon sono a peso quello che sono a vedu-
ta ... (C)
# §. XVI. À veduta, e anche term.
mercataatescOf e dicesi delle lettere di cam-
bia , allora che debbono pagarsi subito ,
veduta la lettera j a distinzione dell' al-
tro termine loro A uso. V. A VEDU-
TA. (C)
§. XVII. Diveduta, posto avverbialm.
V. DI VEDUTA.
* §. XVIII. In veduta d' alcuno, vale
In presenza d^ alcuno , fedendo alcuno.
» Fr. Giord. Fred. S. L' anime loro u-
scìano dcir acqua , e volavano a cielo in
veduta del Vescovo ». (C)
# §. XIX. Per veduta, posto avver-
bialm. vale Per aver veduto. « Pass. ìo\.
Di ciò si polcano avvedcre non sulamentc
i ministri del tempio, ma lutti coloro che
sapevano, o per udita, u per veduta, che
tale sagrificio si facca per le tali perso-
ne ..- (C)
# §. XX. Pen-eduta. posto avverbialm.,
vale anche Visibilmente . imperf. Tim
D. 6. T.'J. l8. Quando si favella di coje
alte e sovrannaturali non si ha it.i preten-
dere di poterne conseguire un' evidenxa
spianata , come s* elle per veduta si sa-
{tessero. (F)
VKDUTAMKNTE . Awerb. Visibil-
mente. Annot. Vang. Quando verrie il
regno d' Iddio vedutameolc . F appres-
so : Non viene il regno d* Iddio veduta-
mente .
« VEDUTO . Suft. Veduta . rìde
Vit. Colomh. 287. E come tlominatri-
co comanda al senso (h'I veduto, rhe non
formi r occhia allo cose noccvoli . (C)
Dep. Decam. 97. Se si può dir la vedu-
ta, corno il veduto, il fatto, il detto cr.,
non e hcnc cacciar via 1' una per l'altra,
che troppo importa alla lingua non esser
spogliala di alcuno de* suoi arnesi. (V)
VEDUTO . Add. da Vedere. Lat. vi-
sus. Gr. t'.ttp%y.i*-ìi A/or. .y. Greg. l3.
18 Parla con minore auturitadc, che co*
lui che parla delle cose vedute . Aniet.
60. Certo io non posso pensare, che più
di me si potesse gloriare di vedute hel-
Ie2zc il troiano Paride- F più sotto: E '1
misero Atteone , al quale non fu lecito
poter ridire le vedute helleue della ven-
dicatrice Diana.
§. I. Far veduto , vate lo stesso che
Far vista , Far veduta , Far parere .
Rocc. nov. 100. 20. Fece veduto a' suoi
sudditi, il Papa per quelle aver seco di-
spensato di poter torre altra moglie.
^ g. II. fa/e anche .Manifestare, Far
cono.tcere. Rocc. nov. IJ. 3o. Il quale co-
sloro volevano andare a spogliare , e cosi
ad Andreuccio fecer veduto. ( Vj
VEEMENTE. Add. Che ha, od opera
con veemenza. Lat. vehemeas. Gr. 790-
cpò^. Rem. Ori. 2 3. 9. Sembrava ella
dal cielo una saetta. Tanto era iniuriata
e veemente. Remb. lett. I. 12. 3l6. Quan-
to al mal mio, egli v slato una febbre ter-
zana doppia assai veemente. Buon. Fier.
2. 4. 20. Ma i' senio ce. fremito Sonoro
e veemente.
VEEMENTE.ME.VTE . Av.erb . Con
veemenza. Lat. <.ehementer. Gr. isóòpy,.
Guicc. Slor. 1. 16. Quelli di più favore
veemt-ntemente ne lo confortavano.
VEKMENTISSIMO . Superi, di Vee-
mente. Lai. vehementissimus. Gr. apoop^-
Txroi- Salvia. Disc 1. 368. Ottenne ciò,
che aveva dotto nel 6ae della sua veemen.
tissima accusa . # Svg'tcr. Mann. Oenn.
25. 2- Come uno, il quale avendo un do-
lore vecmenlissimo o di podagra, o di pie-
tra , stima ec. F Magg. xi. 1. Ci aiuta
con darci alcuni vccmenti:>simi impulsi ,
ec. (Vi
t VEEMENZA, ea//'a/t(ic/i VEEMEN-
ZIA. Ardori: e forza nel dire, o nell' o-
perare. Lat. vehementia. Gr. TfoSpórtìi.
Rem. Ori. i. 18. 6. Pur senza doman-
dargli altra licenzia , Volta il cavallo , e
vien con gran veemcnzia. Ftr. Lett. djnn.
Prat. 3J2 Lo prega con tanta veemeii-
lia , che di lui scriva. Hicett. Fior. 87.
I metalli si pestano con veemenza , ed
assai. F appresso: Le medicine uduratc
ec. si pe&tano con manco veemenza.
VEGETABILE. Add. Veget^ttivo. Fr.
Giord. Pred. S. >ai diciamo , che vita
vegetabile è quella che hanno gli arbori.
Cr, 2. 2. I. Alcuni si generano per se
medesimi di mischiamento degli clementi
e per la virtù del ciclo, la quale lalouac
vita vef;etabilc a tal mistura- Olt. t'om.
Inf. X- I. L* uomo, nel quale e 1' anima
ragionevole , e la potenza sen>iliile , e la
potenza vegetabile, e lo libero arbitrio.
* VEGETAUlLITA*. Astratto di Ve-
getabile. Impvrf Tini. lì. |3. 7*. 8.471 ■
Onde la vegctabilila sola ne risulta, o la
sensibilità con esso la vogelabililà insie-
me congiunta. fF)
« ViiGKTALE. Add. Term. didasca-
lico. Spettante a ciò che vegeta. (Ai
^ g. 1. Sale vegetale, dicesi (^uel sale
che si cava dalle piante. (A)
ti- g . II. Terra vegetale, dicesi Quella
terra schietta che e sulla superficie dei
campi. (.4)
t^ §. III. Vegetale, in fona di susi.
masc. , vale Ciò che vegeta ; e comune-
mente nel numero del più, per compren-
dere tutto ci.) che vegeta, come gli albr-
ri, le piante, ec. (Al
VEGETANTE . Chf vegeta . * Red.
Ots. an. 60. In tali monti, culline , e
valli sono oflottivamente radicate e vege-
tanti molle erbette ed arliUkcclli , marini,
rappresentanti al vivo le selve, ce. (*)
VEGETAKE. propriamente il Vivere,
e crescere delle piante. Lat. vegetare. Gr.
t-j^'xìr, Tzoti'j. Conv. 159. Vivere e per
molti modi, siccome nelle piante vegetare»
negli animali vegetare , e sentire , negli
uomini vegetare . e sentire , muovere , e
ragionare. Fr. Giord. Pred. S. Il vino
ha primamente virtù di crescere , e di
vegetare ; non è cosi dell* acqua.
* VEGETATIVA. Susi. PoUnza di
vegetare. Celi. Disp, e. 3. >on perUnto
essere 1* intelletto sema il senso e senta
la vegetativa. (.S)
f VEGETATIVO. Add. Che ha f acuì*
tà di vegetare . Lai. * vegelativus . Gr.
ouTtxs';. Conv. 159. La sensitiva sia so-
pra la vegetativa* e la iotellelliva (poten-
za/ sta sopra la sensitiva. Ott. Com. Inf
i3 236. Quando uomo è nel mondo, si
è animai razionale e sensitivo , e vegeta-
tivo. Red, tns. \\\. Quale stravagante
paradosso mai sarebbe il dire, che le pian-
te, olire alla vita vegetativa, gudeuero
ancora la sensibile 7 Capr. Rott. l- l3.
Separeroinmi culla mia parte intellettiva
ec, Lasciaodu in te tutte T altre mie po-
lenzie, cioè la vegetativa, perchè la viva-
E 2. l4- Questa è la polenta vegetativa,
la quale voi avete a comune colle piante.
VEGETATO. Add. da Vegetare.
VEGETAZIO.NE. Il vegetare. Lat. ve-
getatio. Cr. 2. 24- 3. Il sottile, e |h>co
uniure nou di leggieri si corrompe, e ne
chiude il poro della vegctatione.
VEGETEVOLE. Ad^l. Vegetabile. Cr.
6. 1. 2. Quella forma eh' è di vegelevole
anima, meno vince in quelle.
VEGKIO. AdJ. Kobutto, Gagliardo,
Protperoso. Lat. veges, vegetus. Gr. iùi-
504. Svgner. Pred. 1. 3. >eir età di ses-
sanlacin(|ue anni ec. si gloriava di esser
tuttavia si disposto dcUa persona, sì vi-
vace, sì vegeto, qual era di venlicioqtie
anni. Salvia. Pros Tose. \. \!\\. Le
lettere ec. , tenendo per lo più gli uomi-
ni da quegli spassi , che la più vigorosa
eia sfruttano, loolani, consegnano le loro
persone vegete e fresche ad una sana, e
robusta vecchiezza.
VEGGENTE. / edenU. Lai videns. Gr.
^^i-Kta-*. Rocc. nov. 69. I^- Veggente
Pirro, e ciascuno altro ec, pretulo per gli
goti , al muro il percosse. Lab. l3o. Veg-
genti i manti, ne suno •»sai che presu-
mono fare 1 lor piaceri . Pass. 77. Co-
mando che tulle le robe , e ogni arnese
che avca ifuadagnato di peccalo, doveuc
ardere nel mexzo della piazza del comune,
veggente lutto 'l pupulo . Fir. As. 70.
Chiamando fra tante lagrime e tante pre-
ghiere in tcstimonianta della mia inno-
cenza gli occhi della Giustizia, veggenti
tutte le cose.
* g. I. Posto col plurale, vale In pre-
senza. Vtl. SS. Pad. I. 180. Bingrazian-
do molto Idilio e Maccario, veggente noi
si parli, e ItifD'J a casa sua. ilj
f g. il. A occhi veggenti, e .4 suo
veggenti', posti avxerbialmente , vagliano
Alta sua presenza, Palesemente. Lat. co-
ram , in oculis , palam . Gr. GOtvtptSi
Ufirac. Mad. Ella, a suo veggente, entrò
nella chiesa, e raeealtalanc indi la mano,
con ifrande benignità, in niomraio, gliele
restituì al braccio suo- Burch. 1. lao. E
Fjì a' miei occhi veggenti Sputo fuor del-
elmrtto quattro denti.
* §. 111. E A veggente d' alcuno, vmle
Alla presenzi d'alcuno. Vit. S. Eufros.
407. L* Aliato fere seppellire il corpo suo
a veggente di lutti i monaci, f Vj
« VEGGENTEMENTE. Avv€ré. A
oéchi veggenti. Salvin. Cas. (Ai
VEGGtIIA. // vegghiare. Lo star de-
sto. Lai vigilia. Gr. ays jT»i'*. Ufor. S
Greg. Vedendo in sonno ed in «egghìa
tese tante maniere di lacci conirt> dilui.
V E &
r. _ 5 W II sonno m' era alcuna
:""r« credono cLre non ver. n,a co ,e
fa.olc e novelle .li vecch.erelle, rovale e
fiate per dare a ve^glnaagli ono.a.le W^
CecÀ. Po,. 2. 5. La «al.g.a e 1 guarda
cappe si assoneranno a \'Sf'"'- " ' ^
Curata, ma m qr^esto senso .
lica. La.. .•.../, excb.ae. Ln-JI- Ose
le vc""hic guardatano radamcnle.
viTgghiame^tO. / c?^'.-, /;?■'-•
Lai. Wei/.o- Gr. «y^u-"'»- '""■ ''''•
p'rf. clofe d,6inni, '/o^Bbiamen,., ronu-
Uggi^.cic.^^neo,e.^e^;^-^;
possibil cosa parca, cni iu>.. i
guardano, vcgghino tuUa ''■■><'"-'"'•
perciò in qnauropa.ti i vepgh.amcnUson
di.isi, ec. A suon di iroml.a luU. . veg-
ehiamenli si commellano.
VEGGHIANTE. «e .freA"!. Lai. ii-
i,a la luce entra ne' vegsh'anl. ocrh. che
egli le.a.o co' suoi cani r.cerca le se ve.
E 73. Ed il vcgghian.e gallo ^veva le ,. -
me ore cantale £ 82. Ag'' ""'» <''^""
vegghiante anima apparvero nuove cose
Mfes.ru... 2. I3. 3. Da pò. eh egl. e
desto, mosso nel sonno, non soggiace alla
Tolonl'a del vesghiaute. ; , j,
VEGGHIAlMlSSlMO . Superlat. di
fegglnnntej I igilantissimo. Lai. .■.g./"«-
.issimus. Gr. avf "»»""^,.' "'■ ''•"•
Quella chiamò il Duca vcggh.anl.ss.nio ,
l'oste agnssìma. co' l.wgh. mangiar.
VEGGHIANZA. T. J- " >e?gh.»re.
Fr. Inc. Cess. Come potrà star sicuro .1
lavoratore al tempo della guerra se non
gli è presente la vegghianaa , e la conU-
nua guardia de' cavalieri?
VEGGHIABE . yome. 1 'P?''"» L="-
..igilin. lucnbrnlio. Gr. 'ilf^-'^'- """"■
yfay.V. 50CC. no.: 79- >8- «"» "" "
vegghiare, parte che '1 lume tcne>a a Bru-
no ec, si disp»^-- <" aprirgl.l animo suo.
Lib. Sngram. Appresso in tal. veggh.ar.
r uomo fa molli mali.
. VEGGHIARE. imr df-'lo , propna-
mìnU in tempo di nelle; contrario J,
Dormire. Lai. vigilore. Gr. avf^^l'Siv .
Bocc. no.. 43. 9- Seco la sua disavvcn-
torà maladicendo, vegghiava. h no.- 65.
17. Kon potendo pii vegghiare, nella ca-
Jera terrena si mise a doiniire . Petr.
cani. 46. 4. E vepghiar mi facea tulle le
nota. Doni. Par. 3. Perche n6no al mo-
rir si vegghi, e dorma Con quello sposo
eh' ogni voto accetta.
S 1 Per Consumar la pnma parte
delia none in operando , o comersando
Lai. ìucbrare. Gr. ^'j^r^yr"?'-'";/^"",:
no... 38. 8. A vegghiare erano ella e l
V E G
sj! S IV. ì'e^gbiare, vale anche Esse-
re in vigore. Segr. Iwr. slor. I. 8. p. 125.
iFir l8il) La tregua infra le parti <eg
chiava, quando fuor, di ogni espellanone
Lodovico Frcg..so ec. di furto entro con
armati in Seieuana. (1^)
* « V 7(1 .lignific. att. la/e Guarda-
re, custodire, lari. Js. part 1. l,b. 6.
pas. 108. Gli p.eparò alla difesa , inse-
gnando loro, prima a cingersi di fossa e
d. tiincee, perocché la citli era slasc.ata
e apeila da ogni parte , e vcggh.arla con
sentinelle la noltc. f/V
VEGGHIAI O. Add. da T cgghiarcl-^t.
vigilalus . Gr. »vpu7!vnT2T5 . PalaJ. ».
Sonno vegghialo caddi poco me.10.
+ VEGGUlATOliE. I erbai, masc.
Che, 0 Chi .e-p/i..r. Lai. .ni/. Gr. a.-
vponvos. E.'p. ."alm. E però i Sani, sono
V... ..:.,.„; l.-,„rJ «om. Sollecilis-
V E G
i663
marito andaU con lor vicini, h nov. 0^
7 Ella non veniva donde si avvisava, ma
da vegghiare con una sua vicina.
* 8 II rcgsAi<ire, vale anche figli-
ratam'. Aversi guardia. Star pronto ap-
parecchiato. .Amm.Jnt. 8. 1. 1. .«pes-
so la Scrittura, e spcialmente d ^ angel.o,
ci ammonisce d. vegghiare. P»«.l5.Veg-
ghiate, e state sempre apparecchiati che
*oi non sapete il di. ne 1 ora » . (C)
*§. 111. Vegghiare in una cosa.fgura-
,am vale Jllendere a quella. « fr Barb.
QA. i3. Fari la mente tua veggh.are .n
^cUo Che lo tuo stalo accresca... (CJ
dati veg-hiàtori. ì:.<ord. Pom. Solleril.s-
simo veggbiatore alla morte de nostr. c.l-
tadini (Cioè, che slava presto ali occas.o-
"'vÉgGHIEBIA. ;■. A. regghia. Lai.
vigilia , excubiae. Gr. ypou,;a. L,v. M.
Vegghierie si facevano tutta notte per la
citta. ... ^f
+ VEGGHIEVOLE. Add. Che veg-
ghia. Vigilante. Lai. vigilans. Gr. aypu-
3VWV.. Ovid. Pisi. 118. Feci addormen-
tare il vegghievole drago.
+ 5. Per mela/, vale mligente, /Iccu-
ralo,' De.<lro, Pronto. Zil'ald. Andr. l^l.
L'omo di sano consiglio , di gran lettera-
tura, di penctrevole inlellello, vegghievolc
udii reali slud.i. Seal. Claustr. 41l.oU
occhi di Dio sono sempre apcrl. e veg-
ghicvoli sopra li giusti , e sopra coloro
che r amano con dirittura d. cuore. Coli.
SS. rad. Egli è da dare per utile medi-
cina r attenta medilazione delle scr.llure
e la veggbievole sollecitudine. Arngh.
-6 Questi comandamenti , tu infermo ,
altral volentieri con vegghievoli orecchie.
I,h. 4mor. 72. Se quello, che per tuo
pregare con mente vegijhievole avcmo
scino di amore nel primo libro, vorrai
Guardare.
VEGGHIEVOLMENTE. Avveri^ Con
vigilanza. Lai. vigilanler. Gr. t-/pr,-/!>f<oi.
Isord. Pam. Gli occhi miei, 1 qu.di veg-
thicvolmente in ogni opera del comune
guardano.
VEGGIA . Botte. Lai. lagena. Pant.
Ini: 28. Gi'a vcggia per meziul perdere
o lulla, Com* i' vidi un, cosi non si per-
§.1. Per la Tenuta d'una botte. Jl.
y 9 5. E in un di vendemmiarono, e
misono" in Pavia diecimila vegge di vino.
S II Per Tramo il disse. Iradurendo
il Ialino vrhes. ./ volgarizialore di Pal-
lad. Febbr. 20. Bastisi per 1 arbore una
veggia di letame, ma alla piccola arbore
unTmeiza veggia di lelame.
:;: VEGGIAHE. I . ^. I eg'Jiiare. him.
ani. mess. Antonio Buffone. SSon può dor-
mir, e del veg giar si YOcHe.lHAr.fur.
,0 iq. 11 falso amante, che 1 pensai, ingan-
ni \>ggiar (così le.ge /' edizione originale
del l532) facean, ec. (Pe/
S: VEGGI^O. Dim. di leggio. (1/
* VEGGIO. T aso di terra, o di rame
nel quale si tien brace per uso di scal-
darsi. fCì n. .. ir-««
VEGGIOLO. J.ero.Ervo. Piceli. Fior.
52. Lo orobo, ovvero erro, e quello che
in Toscana si chiama moco salvaliro, o
ve-eiolo, o lero, il quale si usa seminare
per i colombi, e la sua erba s. usa per
iocrassare i buoi.
* VEGGIONE. Accrescit. di J cggio;
J'eesio srande. (C)
+ \EGL1A. Il vegliare, tostar desto
nel tempo destinato a dormire. Lai. vigi-
Ha. Gr. aypuTTviK.
+ ^ !. ì'eglia, si dice anche alla Pri-
ma parte delia notte che si consuma in
operando, 0 in conversando. Frane. Sacch.
nov. iql. Essendo durala questa consue-
tudine un meno verno, che 1 afo avea
chiamalo conlinuo Buonamico a fare la ve-
glia, a Biionuniico cominciò a rincrescere
questa faccenda, come a uomo che avreb-
be voluto pili presto dormire, che dipi-
gncrc. Ilcrn. rim. 1. II. Quel che i di
coni tolgon, si rimette In jltrcltante notti:
slassi a veglia Fino a qualtr' ore, cinque,
sci, e selle.
i':- §. IL Andare a veglia, vale .anda-
re a casa altrui a effetto di passar quivi
V ore prime della notte operando e con-
versando. J . ANDAKE. (C)
* g. III. Far le veglie alte pancacce
d' una cosa, vale Farne lunga mormora-
zione. BeUin. Disc. 1. l5l. In sostania
voi ve ne ridete, e ne fulc le veglie alle
pancacce, e non volete sentir sonala. (F)
S: g. IV. Tener veglia, 0 a veglia, vale
Picevere presso di si per.ione in tempo
della veslia. Segner. Crisi, in.'lr. 1. ig.
4. Più mi duole quel che vediamo inter-
venir tulio di ce. per non dir nulla di
qucll'usania maledella, che per quanto s.
gridi, non può sbarbarsi , di tener veglie
indebite tutto 1" anno ec. (Cj
^. V. Veglia, diciamo anche a Pan-
nala di pente, per vegliare in ballando ,
0 altro. * Bari. Ben. rim. p. 2. (Li-
vorno I7Q9) Poich- io la viddi (la Tina)
V altra s"era a veglia E cantare e ballar
sullo svcglione. Di lei m' accesi come al
foco teglia. (P) l>'alm. 9. 5l. E a poco
a poco cnlrovvi allra brigata. Talché si
fece poi veglia formala. Segner. Crisi,
inslr. 1. >5. 7. E quel che fe peggio le
conducono essi medesimi di persona a
tulle le veglie, e con la fronte scoperta
e con la farcia imbellettala ec. V espon-
1 gono nella bollcga di un ballo al pubbli-
' co mcrcalo dei guardi. (CI
* 8 VI le- Ila, è anche una Sorla di
eomponimenlo ! Ped. Leti. Occh. V. S.
Illuslrissima lo ascollò da quella Veglia
del signor Dati, degna di venire alla lu-
ce insieme coli' altre, che restarono ma-
noscrille, dopo la morie di quel) erudi-
tissimo genliluomo. E lelt. I. 22. E sta-
lo da me oggi il sig. Carlo Dati , e m.
ha letta una delle sue Veglie bellissime. (I\)
3 VEiJLIANTE. Che veglia. Lai. si-
gilans. Gr. «y.curtvwv . i! Inslr. Cane.
61. La principal cagione della eleiione
loro (dei cancellieri^ e stata ed e, che que-
sti, come occhi del conlinuo vegliami, veg-
gdno, scoprano, e rappresentino ali inlel-
lello de loro superiori ogni contravren-
lione. (C)
if §. I. Per Vigilante. « Viv. Disc
Ani. I. D' un generoso spirilo d. provi,
denza sempre vegliarne agli alli affar. del
suo febeissimo sialo ". (A)
+ * § li. ì eglianle.Jigiiralam. vale
Che e comunemente ricevuto, o approva-
to Che ì in corso presentemente. Salvia.
Disc. 2. 425 Quanlo b dilellosa cosa ed
amena il raffigurare molle maniere del
buon uso veslianle, usale da alcuno an-
tico scrillore. e fino a' nostr. tempi nelle
bocche de' nostri uomini conservate (B)
* S. III. Vegliarne. Term. de Le-
gali : e dicesi delle Leggi, Statuti, e si-
%il., che sono in vigore, che non sono
slati abrogati , o andati in disuso . MJ
l, VEGLIARDO. V- A. leccio.
l-J.senex,veleranu....Gr.yiP'O^Ej-
Pai. ^osl. .18. Tal giovane e T'" /^l"
dare che non fe il vegbardo. I.occ. nov.
ofU Presolo per la benda, la quale .n
?.„„ aveva, disse"; vegliardo, tu se mor-
to fiv M. Il Bomano, ch'era giovane e
f^rte'prele a vegbardo, eh- era dcbo.
i664
V E G
le . E di sotto : Noa Unto solamente i
giovaoi, ma, qod cb* altri, i ve^jliardi. E
appresso: Ma per la novella maniera dei
vegliardi cavalieri.
* §■ Vegliardo, si dice altresì per di-
stinguere certe persone famose , che co
niunementf dtcesi Vecchio, ed e opposto
a giovane . » Li^. M. Pulilio Licinio il
vegliardo «. (Ct
t 3 VEGLIARE . Star desto propria-
mente in tempo di notte, e quando si do-
vrebbe dormirej Vcgghtare. Lat- vigilare.
Gì", -/pri-zoptìv. Dant. Par. i5. Ma per-
che M sacro amore, in che io Teglie Con
perpetua vista, e che m* asseta Di dulce
diiiar, s' adempia meglio. Frane. Sacch.
nov. l^. Quelle che sono mogli degli an*
lichi padri, come era costei, le quali, es-
sendo giovani, voglion vegliare, e' vecchi
mariti voglioa dormire-
# g. L Vegliare, vale anche Consu-
mare la prima parte della notte in ope-
rondo , e conversando . u Frane. Sacch.
noi'. 191. Maravigliomi io , che non m^
avete chiamato a vegliare , come solete .
Dice Tafo : come a vegliare »? (C)
§. IL Per metaf. vale Essere in cre-
dito. Esser comunemente ricevuto, o ap-
provato . Lat. vigere . Gr. «x^x'^eiv .
Jìorgh.' Orig. Fir. 296. Onde si vede,
che anche allora vegliava quell' altra opi-
nione - # E Arm. Fam. 1^. Lasciando
r uso di alcuni magistrati, che ancor ve-
glia . E Mon. i5i. Che vegliasse negli
animi di allora questo pensiero, il mostra
il fatto dei Lucchesi. iV) Salvia. Disc.
2. 423. Non meno di gloria a lei ne viene,
di splendore, e di grazia da quella lingua,
che in lei fiorisce , e vìtc e veglia. (D)
§. in. Vegliare, in signific. att., va-
le Guardare, Custodire, Far la guardia
ad alcuna cosa # Segr. Fior. lett. 26.
Allora slar'a Itene a voi durar più fatica,
vegliar più le cose , e a me partirmi di
villa , e dire , eccomi. (Cj Lasc. Cclos.
3. 10- Vegliandola , faranno la guardia
tanto eh' io torni . Salvia. Disc. 1. 89.
Gli spiriti angelici . a vegliare le azioni
de' medesimi uomini deputati ce. , ledei-
mente , e con maravigliosa guisa d' ami*
cìxia ci assistono •
# §. IV. F per Essere in voga. Buon.
Fier. i- I. 5. Premavi cura. Preso il pos*
sesso , informazion raccorrc Vi quel che
vegli di negozii e c,"»se. (SVj
VEGLIATO. Add. da Vegliare.
VEGLIATORE. Che veglia.
VEGLI ATRICE. Verbo/. /emm. Che
veglia .
# VEGLIETTING. Piccola veglia, o
Rannata geniale di passatempo. (Af
VEGLIEVOLE. Add . Vegghievole .
Lat. vigilans. Gr. aypu'wwv. *7. /'. 12.
108. 2. 1 Fiorentini vi'glievoli con ani-
mata devozione a' progenitori tuoi.
•f* VEGLIO. V A. fello. Lat. vel-
lus . Gr. zo/o^ . tiuut. G. 6. In questo
vostro reame è un montouc c«»I veglio d*
oro. D. Gio. Celi. lett. 19 Nel vecchio
Testamento h Bgurato questo nel voglio
di Gedeone.
3 VEGLIO. Voce poetica, pronunsia-
ta coli' V. aperta s Vecchio. Lat. senex.
Gr. -/ipon. * /iits. l85. VidJc uno vrglio
cavaliere m terra sedere. fCj Hant. Purg.
l. Vidi presso di me un veglio solo. De-
gno di tanta reverenza io viita- I^lr. san.
oOQ Non ti nasconder più; tu se'pur ve-
glio. E cap. I. Mansueto ranriullo, v fie-
ro vrglio. E Frott. Come non son io ve-
glio Oggi più, che ieri al vpjproT fìoez.
Varch. 5. rim. ^. Troppo srveri. e trop-
po sruri vegli Diede gi!i quella iella, (Mie
dal portico fu Stoira drlta . fiera, i^rf .
1. 22. 16. Né fu di tcnno in (ul(<> licn
provvisto A pigliarmi fanciulla , essendo
V E G
veglio ; Che torla antica , o star seora ,
era meglio-
* §■ Veglio , fu anche Special titolo
del principe degli assassini, ^til. M. Poi.
^.\\- Mdice è una contrada dove il Veglio
della Montagna soleva dimorare antica-
meale. (C)
'.' VEGLIO. Jdd. Vecchio. - Ditiam.
I. 22. Doler mi fé io questo tempo ve-
glio .». Ar. Cinq. Cani. 2. 5o. E per li
molti esempi che ^ià letto De* capitani
avea del tempo veglio. {£r}
* VEGLIONE. FesU di ballo data in
Uatro. (C)
VEGLI UCCIA. ì eglia piccola, o bre-
ve, o th poche persone.
VEGNENTE. Che viene. Prossimo a
venire. Lat. futiirut, proximus. Gr. p.*X-
Xttfi , £"v?5TW5 . Bocc. nov. 77. 29. Che
la notte vegnente, senza più indugio, do-
vesse far quello che detto 1* avea. Amet.
9 La vide di quel color nel viso lucen-
te, del qu;il si dipìgne V aurora, vegnente
Febo col nuovo giorni E 53- Lieta por-
gendo ciò che di Peleo La moglie regge
alla sete vegnente, tiv. Dee. 3. L* anno
vegnente furon fatti Consoli. =1= Cren. Mo-
rdi. 2^9. Fu il mercoledi notte, vegnente
il giovedi. (C)
§. Vegnente , per Bigoglìoso, Appari-
scente, Che è da crescer tosto . f'allad.
Ottohr. 12. Ricìdi il ciricgio vegnente e
tenero. Dav. Colt. i5^. L' altro, che se-
gue , cogli per magliuolo , se egli è ve-
gnente , e senza rimeltiticci d' altri tral-
ciuzzi su per gli occhi.
•f * VEGNENTOCCIO . Add. Al-
quanto rigoglioso ed appariscente . Lasc.
Cen. 2. nov. IO. Perchè'* ella aveva assai
Luona dote, ed era anche vegnentoccia e
aitante della persona, ebbe di motti ma-
riti ÌD|un tratto per le mani. (A)
*f ifi VEG.NENZA. V. A. Venula. Fr.
ffarb. 2\6. 12. Fa paoni a tal vegoenza
Forti, e non d'apparenza. ( Vj
t VEICOLO, e VEICULO. V. L. Car-
ro, ed anche Qualunque istrttmento atto a
trasportare roba, o persone. Lai. vehicu-
lum. Gr. arua. Dant. Purg. 32. Poscia
vidi avventarsi nella cuna Del trionfai veì-
culo una volpe. Liv. Dee. 3. Ogni gene-
razion di veicoli, e di somieri presi fussono.
Circ. Celi. 6. i^I. Non essendo altro que-
sto nostro corpo, che un veicolo che porta
questa nostra anima .
* §■ Veicolo , fìguratam. per Condot-
to , Organo , Canale . Lat. instrumen-
tum , organum. Gal. Sagg. 73. Dopo 1*
avere, oltre ai modi narrati, osservato an-
cora tanti organi , trombe , pilTcri , stru-
menti da corde di tante e tante sorte , e
sino a quella linguetta di ferro , che so-
spesa fra i denti nì serre con nìodo stra-
no della cavità della bocca per corpo del-
la risonanza , e del fiato per veicolo del
suono. ^.V^^
3 VELA. Quella tenda che, legata diste-
sa all'albero della nave, riceve il vento.
Lai. velnm ,carbastts. Gr. IsXfiy.Petf. cans.
43. 3. Indi per allo mar villi una nave
Colte sarte ni seta, e d* or la vela, lìocc,
nov. 4l- 14* Arrestalc%i . calate le vele,
o voi aspettale d'esser vinti, e sommersi
in mare. 4 Guicc . Stor. 17. x'^^. Net qual
tempo era con 1* armata delle vele quadre
arrivalo Renio da Ceri a Savona. (Ct
«SI. E fgurntam. Dant Purg. 20.
Porta nel Tempio le cupide vele fqiit si
accenna all' avarina . E 33. E se è ro%Ì,
qual sole, o quai candele Ti iteneliraron si,
che tu driziasli Poscia direlro al pescator
le vele (cioè, ti facesti seguace della re-
lìgion cristiana tJ Ar. Fur. 27. II9. E
fé cader a quel furor la vela. (3fj
§. II. .Indiìre a vela , vale Navi-
gar col vento, senta aiuto di rtntt. Lat.
VEL
ventis navigare, prospero vento uti. Gr.
7t>T)?t»Tt'w àtifita jjjCii'ffflta&ai . Bocc.
nov. 17. 32. Andando un di a vela Telo-
cissimamentc la nave.
* §. III. Calar le vele , fu detto J!*
gtiratam. per Umiliarsi , Temperarsi .
Ott. Com. Purg. 13. 198. Vuole dire,
che a temperare la »uperliia è buono a
guardare alla terra. Imperoccbi: se V uo-
mo pensa , eh' egli è di terra , 1' uomo
cala molto le vele. (C)
t S IV. Collar la vela, vale Tirar/a
su. Distenderla. Bocc. nov. 17. o. E gii
aveva collata la vela , per doversi , come
buon vento fosse, partire.
g. V. Dare , o Commettere le vele ai
vento, o a' venti, vogliono Cominciare a na-
vigare Lat. vela dare, solvere. Gr. a'^xi*-
pii-é. Bocc. nov. 17. 6. Come videro il tem-
po ben disposto, diedero le vele a' venti.
Filoc. 4- 73. A voi conviene, poiché com-
prala avete costei , senza alcuno indugio
dare le vele a' venti , ne più in questi
paesi dimorare . E 5. 387. Sentendo il
vento rinfrescare , parve loro di dar lor
le vele; le quali date, abbandonarono gli
antichi porti di Partenope . Boez. G. S.
3l. Se tu commettessi al vento le ve-
le , non dove la voglia volesse , ma do-
ve *1 vento sospignesse zaresti menato. E
Varch. 2. pros. I. Se lu dessi le vele a*
venti , non dove chiedesse la tua volontà
saresti portato, ma dove Ìl Tento ti spi-
gncsse egli.
* §. TI. Dar le vele, fìguratam. vale
Dar principio. V. DARE. (C)
=5= §. VII. Essere alla vela, dicesi
quando la nave sta in punto di far vela,
e partire'. Bemh. Stor. 5. 58. S' inten-
deva quella f armata ) del Turco già es-
sere alla vela, f Vj
t g. Vili. Far vela, vale Partire, Co-
minciare a navigare . Lat. vela Jacere ,
dare vela, veUJicare. Gr. i'STioSpOfi.ùt .
Bocc. nov. l4- 8. Il dì seguente , muta-
tosi il vento, le cocche ver Ponente ve-
gnendo , fer vela . E nov. ^2. 5. Fece
vela e gittò via i remi.
* g. IX. fletter vela, vale Distender
le vele per partire . Bari. 1 it. S. tgn.
prefaz. La fretta delle navi che roctlon
Vela, mi sforza a romper le parole. (P)
* § X. Legar le vele in porto, fìgu-
ratam. vale Essere al termine di qual-
che cosa. Ar. Fur. ^\. IO Padre del
ciel, da* fra gli eletti tuoi Spiriti luogo al
martir tuo fedele . Che giunto al fio de'
tempestosi suoi Viaggi, in porlo ornai le-
ga le vele. (Mi
té §. XI. Raccoglier le vele, fìguratam.
vale Far fine. Conchiudere. V. RACCO-
GLIERE, §. XI. (Cj
§. XII- A vele gonfie, A vele piene, e
simili, posti avierbialm. , dinotano Colle
vele ben piene di vento. Con it'iM _/àco.
revole. Con prosperità. Lat. pieni.* ve/is.
Gr. a'vif^w a/»i"S"*w- G. V. 6 17. i.
Come lo iluolo fu alquanto fra mare , r
mosso a piene vele , lo *mperador Fede-
rigo serrelameote fece volgere la tua ga-
lea. Ar. Fur. »o <>7 Leva più eli oe-
chi, e in allo a vele piene Da tè lontani
andar li vide a volo. /•' 9*). A piena vela
si cacciaron lunge Dalla crudele e san-
guinosa spiagRia.
g. \lll. A vela e remo, vate Colla
forta della vela . e eoli' aiuto de' remi .
Lai. ielis remisque . Gr. i'sti'u . ««»
<WT>} . Onde fìguratam. si dice Andare
a %-el-t e remo , doì Con ogni diligenza
possibile .
* S- XIV. Vela, talora vale fìguratam.
IS'ave . Segner. Crist. inxtr. \. 35. li.
Una nave, che venga dall'Indie ranra d'
oro , io metto atl una squadra intera di
vele per sirureiaa | e mirata te fl'P}
i
V E L
* §. XV. Nel numero del più fgu-
mlam. per Le ali spiegate degli uccelli.
March. L-cr. lib. 6. Ivi appena Oiun-
gou volando, che scor.lali atlallo Del vi-
Ror aellc penne , in aLLandcno Laccali
le vele , e .[ua e li ai,p.iM «""lau con
pieghevoli cervici A precipizio m ter-
ra. (Br)
•f * §. XVI. Vela, per Tenda di tea-
tro, ma in questo senso e fuor d' uso .
Fin Asin. 3l6. Mandalo giù una vela
ec. , e' si diede ordine ad una comme-
'•+ * VELàBILE . Jdd. Che può if-
larsi. Segner. Incr. I. 3o. 20. Rt state
a dirmi che bastavano gli Angeli a va-
gheggiare si degna tavola, non velalnle
agli occhi loro. Prima perche ec. (/ij
VELAME. Coprinienlo , Coperta ,clie
vela, e cucpre. Lai. ^elamcn. Gr. »a).Jp.-
ii«, utinxcp.x.
fi I. Per meta/, si dice di Cosa, sot-
to di cui se ne celi alcun' altra . Dant.
Jnf. 9. Mirate la dottrina che s ascond.
Sotto '1 velame degli versi slram. t 3.1
Feci '1 mal sonno , Che del luluro m.
squarcii) 1 velame, lìocc. Jit.l)anl.2^^
Facendo loro sotto velame parlare co che
a debito tempo per opera sania alcun ve-
lo intendeva di dimostrare. Mor. ò. Oreg.
j. 17. Sotto un velame cuoprc ogni opera
che la mente comincia con buona inten-
e 11 Per similit . vale Sottilissima
sco%a . ' Pallai!. Lugl. 6. Alcuni quoti
cotali velami di quella erba appiccano con
e!io (qui parla di f glie).
§ 111 Per Quantuà di veli. Assor-
timento di veli. Buon. Pier. 4. 2. 7- E
panni e telerie, ^elami, e tocche.
* S. IV. Velame, figuratam. vale Pre
testo Segner. Fred. 3;. k- "on vedete
voi che cotcsta scusa, da voi recata fino-
ra , 0 sia verit'a , o sia velame , se nul-
la vale , vale a conchiudcre contro di
voi' (O . „ , r ....
# e V Per Allegoria. Parlar figura
to F fili, l'i'- >*>• OP"^ certamente
molto necessaria a chi vuole . velami
de' poeti conoscere. (I-'P)
•t VELAMENTO. Telarne. Lat. vela-
menlum, tegumentum . Gr. «£7r«p«.
S Ciò. Crisosl. Cosi Iddio ordinoc le
tenebre nella notte per tutto 1 mondo,
come velamento sopra gli occhi degli uo-
mini (qui la stampa pag. 83. Icggrj co-
me un velame ec). , ,, ,
•+ § l. E meta/. Cavale. Med. cuor.
Sostenere e odiare non 'e virtù di mansue-
tudine, ma velamento di furore. Lih- Amor.
5l Sotto faUi velamenli d' amore toccan-
dogli con saetta di cuindil'a , godono di
.obliarli di tutte riccbciie. .1/or. .V. Creg.
1 18. Spesse volte sotto velamento di vir-
tU si nasconde, larch. End. ZO/X Plu-
tarco, Por6rio ec. il lodano ancora ezian-
dio in coleste stesse sporcizie , dicendo
che elle sono favole , sotto i velamenli
delle quali con maraviglioso ingegno tro-
vali si cuoprooo di grandissimi, e bellis-
simi, e utilissimi misterii. * l.occ. CD.
j. 23l. La scieoia di queslo famosissimo
filosofo lungo tempo sotto d velamento d'
una nuvola d' invidia stelle nascosa. (C)
il g. II. Velamento , per I elatura .
Baldin. /oc. Bis. Pietra mischiata di co-
lori verdi, gialli , rossi ec, con un certo
velamenlo, che gli rende tulli uniU in una
bella macchia. (A)
* S. III. I elamento , vale anche I e-
lozione. Professione, il Velare, nel senso
del '^. IV. il Vocali, alla loce SACRA.
MENTO, g. II. (Bl , r . ,
VELARE. Coprir con velo. Lai. vcfa
re Gr. «sna^iiv. Lai,. 207 . Coli aiuto
della fante si cominciava a velare . Petr.
Vocabolario T. II.
V E L
cani. I. 2. Furo i biondi capelli allor
velati . , , ^ ■ r
+ J §. I. Per similit. vale Coprire, <,c-
lare , Nascondere . Lat. ahderc , celare ,
occulerc, occultare. Gr. «^Trs.v , a-5-
.o.-TT^.v. Petr. canz ^2. 2 E 1 ciol
qialé, se nulla nube il vela. Dani. Purg.
in. Ma come '1 Sol, che nostra vista grava
E per so>crchio sua Bsi.r.i vela, c-c /:,
Par 7. E, quasi velocissime laville. Mi si
velar di subita distanza (cioè, sparirono).
l'iamm. /). 176. Io più peccalrice che al-
tra dolente per li miei disonesti amori ,
perciocchi) quelli velo sotto oneste paro-
le , sono reputata santa. M. V.l.'/°-
Lodovico la prese per donna , velando il
matrimonio con colore , .he '1 primo ei a
impotente a gener.ire . S. Ciò. Criso.<l.
l85. La quale per tua cagione ci ha oc-
cupalo d cuore , e velalo.
W § II. Per Ornare. Car. En. 2. 417.
E noi di sacra e di festiva fronde Velam-
mo i tempi. (EP)
* g III. K i'i signi/c. neulr. pass.
Dani. Par. 5. Ma non so chi tu se'
perchè aggi , Anima degna, il grado
della spera. Che si vela a' morta con gli
altrui raggi. (C) , ,, ,, 7
§. IV. Velarsi, si dice delle Monache
che /anno professione. Dant. Par. 3. Alla
cui norma Nel vostro mondo giù si ve-
ste , e vela. Bui. ivi: Si veste e vela,
ciofe si piglia vestimento , e velamento ,
come si vestono, e velano le monache di
ianta Chiara.
V. Diciamo Velar f occhio , per
Addormentarsi leggiermente . Fir. As.
18 Oltre alla inezia notte lo velai cosi
un' pochelto V occhio . * -I/.i". Franz
rini bull. 2. 188. Cosi mezzo sfibbiato
mi son messo A vel.r l' occhio al suon
di più Irombetlc. (TJr) ... ;
g VI. lelnr.ii gli occhi, si dice del
.Mancare altrui la vista per deliquio , o
per morte vicina. Bocc. nov. il. il. t
velati gli occhi , ed ogni senso perduto ,
di questa dolente vita si diparti.
§ VII. ! elare, figuratam. si dice del
Cominciare ad agghiacciarsi la superficie
d' alcun liquore.
le %. Vili. Velare, dicono i Pittori il
Tingere con poco colore, e molta tempe-
ra il dipinto, per modo che esso riman-
ga come coperto d'un veto. Baldm. J oc.
:■.: VELARE. Far vela. Er. Barb. 272.
17 E guarda in tua galea, Qual parte al
carco e rea, E da qual meglio vela, E
contra mar me' cbiela. (1 )
if VELATA. /' proceder veloce e con-
tinualo delle vele distese a! vento. Bart.
Bicr. l. 4. Vero quel gruppo di vento
che portò la na^e con una velata fino al-
la luna , vere le strane lieslie di più na-
ture ec. E .fior. Cin. lib. !\. Perocché
r Isola che ne porta il nome spiccatasi
quanto 'e una velata di cinque o sei ore
dalla terra ec. (Br)
if VELATAMENTE. Avverb. Coper-
tamente. Salv. Avveri, l. 1. II. Vuol
dire, alquanto però velatamente, una cian-
"^"vELATO . Add. da Velare . Lai. ic-
latus. Gr. «etk.&si's. G. V. Vii. Ulaom
Per gelosia le tenea nascose , e velate 11
viso Dani. Purg. 3o. Vidi la donna ,
che pria m' appario , Velata sotto 1 ange-
lica festa . * Legg. B. Unni. l32. In
quella luce apparve la beata Umdiana ve-
stila di bianco e velala di bianco. fC;
Boez. G. S. prol. La nostra cognizione,
velata d.illa corporea tela, a disccrncr la
verilade de'singulari effcll. e le loro ca-
gioni per sé medesima i: insolhcente. IB)
* §. I. Velato, per Coperto, Nasco-
sto, Celalo. Segner. Preti. Pai. Ap. 6.
V E L
1665
2 Perch'e si vuole osservare che 1' amor
proprio degli Ecclesiastici, non t un amor
nroioio simile a quello dei laici, ec quel-
lo degli Ecclesiastici ce. va più vela-
lo. iTC) ,. „
t § II. Velata, parlandosi di Mo-
nache, vale Che ha /allo professione, ed
u.iasi anche in forza di siisi, e vale lo
slesso che Monncn . Lai. .sacro velamine
insignita. Gr. z2XaXo//.u5'»l ■ Lib. Op.
div. 41. Questa donna, la quale voi cre-
dete che sia santa, e questi sacerdoti , e
queste altre velate , che hanno forma di
grande e maravigliasa onest'a, sono demo-
iiii. ior. Med. Arid. 1. 2. Oh! mai più
senti' dire che le monache si pigliassero
per moglie. /.. Ohi ella non è monaca;
eh' ella non e ancor velata , e non vor-
rebbe essere .
f VELATO . Add. Giternito di vele .
Chiabr. rim. E le velate antenne Non son
peso alle navi , auzi son penne . * Car.
En. lib. 3. Involgendo i corni Delle ve-
late antenne. (Br)
VELATOIIE. Che vela.
VELATRICE. l'erbai, femm. Che vela .
* VELATURA. 2'erm. de' Pittori. Il
velare , Ungendo con Unta acquidosa e
lunga. Baldin. Voc . Dis . in VERDE
ETliR.NO. Queslo (colore) non e altro,
che ufca velatura fatta a fondo inargen-
tato d' argento in foglia d' un verdera-
me ec. ridotto a guisa d' un acquerel-
lo. (A) „ ...
* g. Velatura , dicesi da' yaturalisti
l' Jpposizione leggiera d' una sostanza
ad un' altra, in maniera da lasciar tra-
sparire quella clic serve di base. (A)
VELAZIONE. P'elamento, Il velare.
§. Per Sacramento , nel sigiiific. del
S. II.
VELEGGIAMENTO. // veleggiare.
+ * VELEGGIANTE. Che veleggia.
Che naviga. Chiabr. rim. 2. 266. Lungo
tempo non ha, (dolce a mcml.rarsi ! ) Che
furo in grembo alla lor propria Teli, Or-
ridi di arme, i veleggiami abeti. Per lut-
to r Oriente afflitti ed arsi; I Turchi in
Asia, ec. (.1) ,. , o ■
J VELEGtJIABE. Mandare, o ipi-
t^nere per forza di vele.
" j g. I, Veleggiare, per Andare a ve-
la. Gal. Sisl. 7. Sto di punto in punto
per perdermi, mentre mi conviene veleg-
giare tra scogli. ,
+ -.'.: g 11. Veleggiare una nave, vale
Guernirla di vele. .< Oli. Con,. Purg.
20 2G8. Per avarizia porla le vele , che
veic-iano la nave sua, entro '1 tempio,
ci.ie°nclle magioni, e possessioni de fieri
Tempieri . (/ìri
' :? g. III. Veleggiare, per similit. ai-
cesi degli Uccelli quando vanno colle ali
aperte, senza batterle. ■• Salvia. Pnsc. 2.
21 Di remo insieme e di vela serve (L
ala) agli uccelli, i quali ora prendendo
r aria e dal vento lasciandosi traportare,
veleggiano, ora le penne battendo, vogan
per quella ••. (C)
-.: §. IV. Veleggiare, dicesi anche de-
irli Uccelli e d' altri animali che volano,
"allorché il /anno senza diresione , e solo
per dilello. Salvin. Geor. IH: !{■ -Ma por
quando Volano incerti e in celle i sciami
vanno A spasso veleggiando senza cura ì,
irasandano i favi, e i freddi tetti Abban-
donano , tu proibirai 11 vano spasso. fJ->
VELEGGIATO . Add. da l cleggiare-
'+ VELEGGIATOKE. Term. di Ma-
rineria. Si dice d' un basliinenlo che mar-
eia bene alla vela. ,,„„.„
« VELEGGIO. Susi. masc. I- eUggia-
mento. Bocc. Teseid. 12. 86. E pereioc-
ch'e li porli desiali In si lungo veleggio
1 ne teniamo , Da varii venti in essi tra-
sportali, ec. (B)
^ 209
l6€6
r E L
V E L
V E L
A- VELENARE. F. J. Avvelenare. Sen.
Deci. 207. E fu cullala e marloriaU per-
chè ella coafes&asse che fusse stalo accon*
senziente eoo lei a veleaare il fanciullo. fT;
f 5 VELE.NATO, AJd. d.i f'elenarej
Avvelenato. Lat. venenatus. Gr. f^Lp/xt/i-
xu<9)0;. Ltb- Am. 8l- Apparecchio uo
vaso prezioUuimu à' oro > pieno di vele-
nato confetto.
* %• E Jiguratam. « Fr. lac. T. 2.
32. IO- Sii Ijuono, ne ti scappino Parole
velenale >». f/ij
VELENIFERO. /'. l. Add. Che por-
ta veleno. Che ha leieito, yelenoso- Lat.
venenosus , vimlenlus. Gr. two»j,-. Red.
Vip. I. 78. Avendo letto nella storia de*
gli animali d"" Aristotile, che alle più delle
licstic vrleDifere è nocevolc la saliva uiiia*
na, vennetni capriccio di far prova 5e ciò
fosse vero.
3 VELENO. Veneno. Lat. venenum,
virus. Gr. foCofixxo-j . Bocc. Introd. g.
Come se veleno avcsser preso ce. ^ morti
caddero a terra. Ji nov. ^7. 12. Messere
Amerigo, al quale, per avere a morte con-
dotto Pietro, non era l'ira uscita, mise
veleno in un nappo con viuo . fjoez. C,
S. i5. E se tu la fuga d* Anassagora, né
il veleno di Socrate , ne i tormenti dì
Zenone ec. non hai conosciuto, ce. Boes.
J'arch. I. pros. 3. Se tu per ventura non
&ai ec. ne che .Socrate fu costretto a pi-
gliarc il veleno, ne ec.
^ ^. I. Veleno f per Vapore sopori-
fero. Car. En. 5. 12l4- H sonno allora
di Ictco liquore , E di sttgio veleno un
ramo asperso Sovra gli scorse. (M)
* g. II. Salso vc/eno , per Salsedine.
March. Lucr. lih. 6. Perche egli a tut-
ti i sotterranei chiostri Vien largamente
compartito , e quivi Lascia il salso vele-
no. (Afj
§. III. i: ftgurat.t'ìì. Dani. far. ^. V
altra duliitaiion, che li commove. Ha raen
eie
rrò che sua malizia Non ti
pò.
tria menar da me altrove. But. ivi : Ha
men velcn , cioè ha meno di pericolo ,
che quella che determinata è , imperocché
quella polreLhe menare 1' uomo in eresia.
•\' u Boez. C. S- li. Le quali i suoi do-
lori non solamente non rÌi»arcrcliI)ono di
rimedii alcuni, ma di dolci veleni in so-
pra ciò lo nutricherehbono ". {£)
§. IV. Veleno, per meta/., vale Stiz-
za, Odio ralihioso. Lat. rahies, indigna-
tio. Gr. hjg-sy.^ òp-//ì. G. V. 6. i[{. I.
Volle in quella spandere il suo veleno, e
far partorire le nialadclte parti Guelfa, e
GhiliL-Uina- I.ah. 201. Se alla 6nc uccisa
non r avose ce, cll.i sareLLe di stiua, e
di veleno sroppìata.
§. V, Per Passione amorosa . Fi/oc.
2. l4- Ne mai 1* uno dall' altro per al-
cuno accid<>n(e , che avvenisse, pjrlir si
volevano, tanto il segreto veleno adoperò
m loro suhitanienle . ^ Tats. Cer. 17.
42. Ma già tulle le mrosc, ella, che vede
Tutte le visic in se 6$ie eil intente , E
'h' a' trgni lien noti omji s' jvvcde Lhc
>parso è il suo vrlen per ugni vena. Sor-
ge ec. /'," ,4mint. I. a. Ma mentre al cor
sccnd''j Quella dulcrua muta D* un se<
croio Vflrno, Tal diletto n' ivcjiy Che fin-
gendo eh* ancor non mi passasse II dolor
di quel morMi, Fei si, ch'ella più vultr
Vi replicò r incinlu. p/>
3. VI. Veleno, per Puzzo, Fetotr. Lat.
fatar, malns odor. Gr. Jjjwoik. Maini.
.1. 17. Questo e veleno, e l>en di quel
profondu: Sentite voi rh* egli jwelcna il
mondo (qui in ei/utvoco ,1
§. VII. // veleno sta nella codaj prò-
\erb. che vale, che I^a ultimo si conosce
il male, J\'eir ultimo consiste la dif/icol-
là, 0 il pericolo. Lat. in cauda venenum.
Jted. Vip. I. lo. Cooforme al Irivial pro-
verliio , il veleno altrove nou istjvj, «.he
nella coda.
-1- g. Vili. Ogni serpe ha il suo ve-
leno , proverò, che vale die Ognunu ha
la sua ira. V. SERPE, g. I. (.Xj
VELENOSAMENTE. J.verb. Con ve-
leno j e Jiguratam., vale Rabbiosamente,
Con ira . Lat. rabiose , iracunde . Gr.
iy75WOù»5, fiir Òfi'/Ài. Liv. Dee. 3. Al-
lora lo feri velenosamente, che colla spa*
da lo passo per mexzo del cuore. $ Giov.
Geli. / it. Alf. 81. E di già citatovi ve
lenosamente il Papa , aveviino con som-
ma rigidità dato principio all' opera lo-
ro. (C)
t VELENOSKTTO. Dim. di Veleno-
so . Benv. Celi. Vii. I. 4'0- Costei ve-
lenosctta l'ebbe molto per male (cioè,
rabbiosctla , sdcgnosctta )■
VELENOSISSIMO. Superi, di Vele-
noso . * Dani. Pist. Imp. Arrig. 2l3.
Tu così vernando, come lanlando a Mi-
lano dimori, e pensi spegnere per lo laglia-
incnlo de* capi la velelJoslS^ima Idra. ( Vj
Fir . Disc . an. 60- Più sicuro può dor-
mir uno sopra il nido d' una serpe vele-
nosissima, che ec. Bed. I'2sp. nat. 2. Nata
della testa d' un certo fienosissimo ser-
pente indiano.
VELENO U FA', VELENOSITADE ,
e VELENOSITATE. Veleno. Lai. vene-
num , virus. Gr. oasutaxo' , TOgt/a'/ .
Bed. tip. i. 5i. Siccome non sono i
denti ricettacolo , o vagello della veleno-
sità, cosi uè anche pei se medesimi sono
velenosi . F Fsp. nat. ^, Per purgarle
ddir imbevuta velenosità, aOermavano que'
buoni padri , esser necessario lavarle col
latte munto di fresco.
"t" §. F Jiguratam. per Malignità, Per-
Jidia , Babbia , Ira. Lat. rabies , furor.
Gr. iu'j^K, /jLxvt'a. Sallust. hig. B. La
cui vc!eaosilà, siccome di* ione dell' altre
fiere , è più dura , che la povertà . lìtt.
Com In/. 9. 154. A denotate la corru-
ziuDc , e vclenosiladc dell' eretica pravi
tade .
VELENOSO. Add. Che per sua na
tura ha veleno. Lai- venenatus. Gr. Osto-
/jia/ùjOir}£. Bocc. nov. 3i. 25. Fattesi ve-
nire erbe , e radici velenose er. , quelle
stillò. F nov. 77. 4>- Quantunque io
aquila non sia , te non colomba . ma ve-
lenosa serpe conoscendo ec, di persegui-
re intendo . Petr. san. 38. Son per me
acerbi , e velenosi atccrlii.
♦ g. I. Per similit. Pesce velenoso,
dicesi da' Pescatori Ogni pesce che e ar-
mato di spine o pungiglioni, la cui puH*
tura è mollo dolorosa, e dtfjicile a sana-
re. (A)
%. II. Per meta/. Hocc. Conci. i3. E
chi starà io pensiero, che di quelle ancor
non si trovino, che diranno eh' io abbia
mala lingua, e velenosa? (noe, pungente,
e mordace ) Sov. ant. ioa. Trattasi la
eletionc di seno, con parlar v«lcuu>o dis-
se . Frane. Sacch. /id.-. 17(). Fece vista
di non s*a*vedere delle vclrno<>e parole.
# §. 111. Velenofo , aggiunto di Co-
mo, per Iracondo, Feroce, et. Fr. Ciord.
103. Esaù fu tutto reo e velenoso, lacob
fu tutto buono, umile, dolce e mansueto.
/'.' 104. L'n altro (sarà) di natura molto
velenoso, e atliroso tustu. f/'j
VELETTA . Si dice a Colui che sta
.tulle mura della /ortezsa, o sopra /' al-
Itero della nave, o simili, a J'ar la guar-
dia; ì edetta. Lai- spetiilator. Gr. xcira
l^-STtOi .
*{■ §. I. Vehtta, Mi dicr ant he il Luo-
go dote sta la veletta . Boez. t an:h. \.
pros. 6. Il quale dall' alta velrlla della
pruvvidcnia guardando, quello < he a cia-
scuno convenga cunotce /'«/mi fìguiatam.}-
^ Car. Fn. i. l\o'J. Era Miscnu in alto
Alla veletta asceso; e non più tosto Sco-
prir le vide er.. Che col canoro suo cavo
oricalco Ne die cenno a' compagni, (li)
§. II. OntU Stare alla ^ eletta , vale
Osservare . Lai. speculari , explorare .
Gr, xaTao/OTTSiv . Pataff. 10 Alle re-
iette stava per pigliarle . Morg. II. 53.
E stanno alla veletta per vedere Qualan-
que uscisse fuor della ctttade , ec. Bem.
Ori. 2. 6. 27. Sta alla veUtta per terra,
e |>er mare, E fa che d' ogni cosa s' ab-
bia avviso. Ar. Pur. 29. 35. Pur fu le-
vata si, ch'alia veletta Marvì io cima una
guardia area costume . Malm. 7. 67. Il
romito, che stava alle velette, ce.
VELETTAIO. Artefice che /abhrica .
0 vende \elt, 0 altre simili manifatture.
Salv. tn/ar. prim. t\'^\- S' 10 fossi dell*
umor vostro, io vi direi onde vengono i
velettai, i tessitori, i magnani, gli zanni
e gli spauacamniini a Firenze. Buon. Fier.
Introd. 4- Quella eloquenza adopra ar-
dita e impronta , Ch* usano onnìpoteoli
i velettai.
VELETTARE. Stare alle velette. Os-
servare. Lat. prospicere . Gr. TZpo^pK-j .
Scgr. Fior- Art. ^uerr. 6. l44- ^C ve-
lette che pongono il giorno a veleltare il
nimico, sono state cagione delta rovina
di colui che ve le pose.
* VELETTO. Dim. di Velo. hit. exi-
gitum, vel tenue velum. Vit. S. M. Madd.
100. l'oiono sopra il capo suo un velette
molto nero a mudo di donna vedova. {')
* VELIA. Sorta d' uccello, detto an-
che Avelia e Cazzavela. Lat. larus. Il
1 ocabol. alla voce CAZZAVELA. (')
t? VELIERE. Term. di Marineria.
Aggiunto di nave che velei:^ia speditamen-
te. Accad. Or. Mess. Spedi dae vascelU
de' più velieri, e ben montati d' artiglie-
ria, e di tutto il rimanente in buonissimo
equipaggio. (A)
•■f j;t VELIFICARE, / elegitare. Pemb.
Slor. 5. 59. Ed erano tuttavia non lon-
tan da Modone, più al lìto vicini» che net
mare aperto velificando. (J'j
*f ■.- VELINA. Specie di stagno, o pa-
lude. Bi-ni''. Stor. 5. 6l. Molti uomini
infìno a' laghi ed alle veline della città,
in nessun luogo fermandosi, pervennero.
(Il lat. dice: ad uibi» aestuoria). £'9. 128-
Per tulio quel lato delle poche acque
della città . che veline si chiamano , 1
nimici molte incursiuni con molti danni
e dati e ricevuti fatto avendo , posero il
campo quanto più poterono vìciuo alle
mura di Padova. (I )
•j- * VELI !ARE. /' L. Add. Ag-
giunto delle armi, e vai Leggieri. Sali.
Giù:. 207. V'andarono saettatori cjn la
cuoi te detta Peligna , con amie v elitari,
cioè leggieri, per avacciare più tosto. (Vj
•f ^ VELITE. Termine de' Milit. Sol-
diito romano armato alla leggiera , che
combatteva /nari itegli ordini , ed appic-
cava la misihia. Segr. Fior. Art- guerr.
6. l3o. Hestanci uia ad alloggiare le pic-
che e i velili cslrauidinarii che ha ugni
baltaglionr, rhe sapete, secondo 1' ordine
nostro, come ciascuno ha, oltre alle dieci
battaglie , nulle picche estrani dioaric , e
cinquecento \elili. /; |3| . Cosi dalla (tor-
ta di Tranioutana a quella di Ponente ,
come girank) i fossi, in cento alloggiamen-
ti . compartili in dieci ordini di cinque
allnggumcnti doppii per ordine, sì allug*
gerebbcro tutte le picihe e i veliti estraor-
dinarii do' battaglioni pronrii- (Aj
VELLE. /'. /.. Il volere . Volontà.
Lat %-elle , votuntas . Gr. 79 òikrifiijL .
Dant. Par. 4- Queste son le quislioa cbo
nel luu velie Pontaiio igualementc.
\ELLEITA' ì'olere imper/etto. Se-
gner. Mann. Magj^. 11. 3. \ ien esaudito
secondo quel desiderio assctluto eh' e delta
Tilil/iire, Mordifi-
Cam. —
Cons. 1. 46. La natura vuole
ciar via le cose separale , che
noia, e la punsouo,
V E L
Tolonlà, e non secondo quello imperrelto
eh" è dello velleili . * Mag">- ;>'"'■ « ■
kit. IO. lo parlo di quei luoviiilcnli ilic
s' eccitano, dirò cosi , alle prime irragio-
nevoli velleil'a dello spirilo , e prima cU'
egli deliberi di volerle secondare. (H)
* VELLElii; . r. J.- S\'cllere . Lai.
,e!Ure. Gr. raisi/. Pnllad. Fehhr. 25.
Voglionsi veliere i lalli ancora meni sec-
chi col seme, e poi al Sole seccargli. (')
# VELLICAMENTO . TUillamcnCo .
Lit. vdiicatio. Gr. TiX/io;- K"t- Cons. 2.
4a. Per consegueoia e il vellicamenlo e
U gonfiamento ne succede. (")
+ * VELLICALE
Lai. vellicare. Gr. TiXXsiv. RcJ.
ee. scac-
le danno
la vellicano, f)
# VELLICAZIONE. Vetluamcnlo .
Cocch. Bagli. Vellicaiioni dei neivi dello
jlomaco, onde vengono le univers.ili con-
vulsioni. (.4)
VELLO. Propriamente e la Lana ilelle
pecore, e simili; ma si prende anche talora
ver lo Pelo d.glì animali bruti. Lai. i'cl-
lus. Gr. TTo'xo; O. r. l. 12. 2. Quan-
do lasoQ andava ali" isola di Coleo ,ov
era il montone col vello dell' oro . Pal-
laà. y4gosl. 8. Il vello della pecora in
questo modo posto, e cosi colerlo. Pant.
Par. 6. eh' a più allo leon Irasser lo vel-
lo. * Jlam. rim. I. 140. Prendi i l.ruri
e gì' incensi , e i nostri altari Col vello
del monlon purpureo cingi. Filli, e can-
tando i sacri versi insieme ec. (H)
§. I. J'eìlo, per Pela semplicemente.
Lai. piliis. Gr. a;i';. Dant. Inf. Vj,. Ap-
V E L
Seni. Stor. I. 52. Il cui pavimento era
cKperlo di velluto verde. Cai. Sist. <)2.
Voi vedete nei velluti a opera il col.ir
della seta tagliata moslrarsi molto più
oscuro, che quel della non tagliala, me-
diante le ombre disseminate tra pelo e pe-
lo, e il velluto piano parinunte assai più
l'osco, che un crmisino fallo della mede-
sima seta. -S Meiiz. Sat. 3. Almen Curculioii
di toga cinto Risplende, e la quel velluto
signorile Mi par vedervi Ippocratc dipia-
to. (B)
t J VELLUTO . AdJ. Velloso . Lai.
inllosiis. Gr. Sfiixutìn;. Ovid. Pisi. 87.
Or che disonore è questo , che lo scudo
tuo ablda coperto il molle e lo femminde
lato della tua amante, il quale è coperto
dell' aspro e velluto cuoio , spogliato per
lo tue Ione dalle coste dell' arricciato
leone 1 Dant. Inf. 3^. Appiglio se alle
vellute coste. =S Alam. Coli. 5. l3l. Col
velluto suo 6or spigoso e molle ec. Il
purpureo amaranto in alto saglie . 2^ass.
Amint. 2. 1. Queste mie spalle larghe
ec. , e questo pollo Setoso , e queste mie
vellute coscie Son di virilit'a, di robustezza
Indicio. (B)
iv % Bazza vellitiaf chiamano i Pesca'
tori una Specie di razza gentile. (A)
VELO. Tela fiaissima, tessuta di seta
cruda. Lai. veluin, carhasits. Gr. flx-;-
§ I. Velo,
V E L
1667
pigliò sé alle vellute coste ; 0
vello giù discese poscia. Petr.
dì vello
gru discese poscia, leir. .lon. l83.
Destami al suon desìi amorosi balli. Pet-
tinando al suo vecchio i bianchi velli.
§. 11. /'cr Batafoh. Lai. ^■illus. Gr. 9pc -
/uiia Cr. 5. i. 12. Prendi ce. un vello
di lina o di lino, o quanlil'a di fieno, 0
di paglia , e si leghi allorno al pedale nella
più alta parte delle delle piante 7? 9 67.
I. La pecora conviene che abbia largo, e
>mpio corpo , e che sia piena di molla, e
morbida lana, e con velli lunghi, e spessi
per tutto il corpo ripiena.
* VELLO VELLO. il/e((o per dimo-
strare qualclieduno, e per lo più dileggian-
do Lai. eecitm, cccilitm. Grec. lioii. I ed.
VEDERE, §. LXXIII. (')
VELLOSO. Add. rienodii'elli. Peloso.
I.at. villo.uis, hirsutus. Gr. ^piZ-uSn^.,
Jksu';. Amet. 48. Coprivano i corpi loro
ce. delle vellose pelli degli scorticati leoni.
Menz. rim. I l5. Quai crudi orsi vellosi
Fcr strage allor della nemica gente.
VELLUTATO. Add. Tessuto afoggia
del velluto. Cron. ilorell. 339. Zentani
vellutati , eremisi messi a oro, tutte le
nostre donne erano copiose.
§■ I. Talora vale IH colar pieno, qual
k quel deU'elluto. Ar. ìetr. Ner. 6. 100.
Sarà uno smallo nero vellutato per orefici
assai bello. E 102. ."iarà un nero vellutato
bellissimo per orefici da smallare sopra
metalli all' ordinario.
f * §. II. ì'ellulalo,e anche aggiunto d'
una Tunica o membrana dello stomaco.
Se<'ner. Incred. l. 7. 5. Con buona inter-
na fodera vellutata nelle sue tuniche e
corredala di minutissime glandule. (^ij
VELLUTO. Sust. Drappo di .seta col
pelo. Lai. scrieum gausapinum, .wricum
, i7/o-nm. .Bocc. not: 99. 37. Fece d Sala-
din fare in una gran sala un bellissimo e
ricco letto di materassi , lutti , secondo la
loro usanza, di velluti e di drappi ad oro.
O. f. I- 60. 3. Ordinarono ec. che in
quello di si corresse uno palio di sciamilo
velluto vermiglio. )I. V. 1- 20.
di ricche robe di velluto; e drappi
Vestiti
di seta.
i dice anche un .-Ihhiglia-
mento fatto di velo , e talora di tela lina,
che portavano anticamente in testa le don-
ne, e che ancora usano le monache, e le
villanelle. Bocc. nov. 5o. 12. Egli è, che
dianzi io imbiancai miei veli col solfo. /?
nov. 78. 5. Trovò la donna, che ancora
non s' era compiuta di racconciare i veli
in capo, /i nov. 82. II'. Credendosi il sal-
terò de' veli aver posti in capo , le brache
ec. vi si pose.^mef. 27. Il mento bellissi-
mo , sopra il quale il velo mosso dalla
sommil'a della testa, e appuntato sopra ì
raccolti capelli, da ogni parte terminava
raggiunlo. Petr. canz. 10. Posta a bagna-
re un leggiadrelto velo.
§. II. yelo , Jìguratam. per lo Stalo
monaca/e disse Pani. Par. 4- Che 1' al-
fezion del vel Gostanza tenne.
§. III. Per mela/, si dice di Tulio ciò
che cuopre. Lai. velum. Gr. o/ETTX^aa.
Petr. canz. 37. 7. Wè posso il giorno, che
la vita serra. Antiveder per lo corporeo
velo. E son. 285. Ma 'noanzi agli occhi
m'era posto un velo, Che mi fea non ve-
der quel eh' i" vcdea. Dailt. Purg. l6.
Non fero al viso mio si grosso velo. Come
quel fummo eh' ivi ci coperse. Car. Irtt.
I. 4 So che r amore, che mi portate,
vi fa velo al giudizio.
§. IV. Velo, fguratam. si prende per
lo Superficiale a^^ghiacciamento dell' acqua,
0 degli (litri liquori. Dant. luf. 33. Le-
vatemi dal viso i duri veli. Si cb' i' sloghi
'1 dolor che '1 cuor m'impregna. Sagg.
nat. cvp. 171. Questa verisimilmente non
fu altro che 1' acqua ec. rimasta presa tra
essa crosta , e quel primo velo che di lei
fece il freddo nel cominciare ad agghiac-
ciai-la.
•f V §. V. Velo, per l'eia l' u.fò Dant.
Purg. 2. Vedi che sdegna gli argomenti
umani. Si che remo non vuol, ne altro
velo. Che 1' ali sue , tra liti si lonlani. (V)
VELOCE. Add. Di moto presto. Lai.
velo.r, celer. Gr. T-J.xJi- P'""- ■"""■ ^°'-
Providenzia veloce , alto pensiero. E 286.
Intelletto veloce più che pardo. Pigro in
antivedere i dolor tuoi. Pant. Purg. 2.1.
Se le svergognate fosser certe Di quel che
'l ciel veloce loro ainmanna. E Par. 2.
Cen portava Veloci quasi come '1 ciel
vedete. !? But. Inf.
spezie di cani molto
qua
Veltri soao una
veloci in corso , e per
velocità avanzano le fiere, e piglianle e uc-
cidonle. l'.al. Dial. mot loc. Sig. Se noi
congiugnessimo il più tardo (mobile) col
più veloce, questo dal più lardo sarebbe
in parte rilardato , ed il lardo in parte
velocitalt» dall' altro più veloce. (Cj
t VELOCEMENTE. Avvcrb. Con ve-
locità. Lai. velociler, celeriler. Gr. zxj^iui.
S. Gio. Gri.vo,tf. 137. Velocemente ti con-
verta , e torni alla via della salute. /;' 170.
Ma priegoti pur , che lasciando la vilissi-
ma servitù, ritorni velocemente alla tua
prima libert'a.
* VELOCIPEDE. Add. Che ha il pie
veloce. Che corre velocemente. Menz. (A)
VELOCISSIMAMENTE. Superi, di l'c-
locemente. Lai. velocissime. Gr. Ta;(HTy..
Bocc. nov. 17. 8. La nave ce , velocis-
simamente correndo, in una spiaggia dell'
isola di Maiolica percosse. E nitm. 22.
Andando un di a vela velocissimamente
la uave. Bui. Questo correre significa lo
passamcnto della vita , la quale corre ve-
locissimamente. =? Tass. Ger. 7. 38. E li,
donde Itambaldo addietro fassi , Velocis-
simamente egli si spinge. (1) Buon. Fier.
2. 4. 20. Ma , perchè delle man fu rat-
tarpato , Velocissimamente menò i pie-
di. (Bì
VELOCISSIMO. Superi, di J- eloce. Lat.
velocissimiis , celerrimus. Gr. Tx');i5T0;.
Bocc. g. 6. f. 10. Infino al mezzo del
piano "velocissima discorreva. Dani. Par.
7. E, quasi velocissime faville. Mi si ve-
lar di subita distanza. =!= Sali. Giugn. 193.
D^lla freutc, eh' erano trombettatori e cor-
nettatori, elesse cinque molto velocissimi
e leggieri. ( B)
VELOCITA', VELOCITADE, e VE-
LOCITATE . .-Islratlo di I cicce . Lai.
i.e/oci(,i.>-, cclerilas. Gr. rv.yJzri^. Amel.
6. Rade erano quelle (bestie) che '1 suo
occhio scorgesse che per velocità di cor-
so , o per volgimenti sagaci , o che dal
suo arco non fossero ferite, o da'cani ri-
tenute. Pelr . cap. II. Allor tenn' io il
viver nostro a vile Per la mirabd sua velo-
citate. Frane. Sacch. nov. 193. Qual cosa
è più certa , che questa rota, la cui velo-
cità nel volgere mai non ebbe posa?
•f -.;: VELOCITARE. Dar velocità.
Accrescer velocità. Galil. Dial. mot. loc.
5o6. Vcdansi le operazioni dei fulmini ,
della polvere nelle mine e nei petardi ,
ed in somma quanto il velocitar coi man-
tici la fiamma dei carboni , mista con li
vapori grassi e non puri, accresca di for-
za nel liquefare i metalli. (A)
i? §. l'clorilare , neulr. pass., vale
Far.ii veloce. Acquistare maggior veloci-
tà. Vivian. Velocitarsi di bel garbo. (A)
* VELOCITATO. Add. da Velocita-
re, (-al. Dial. mol. loc. 519. Se noi con-
giugnessimo il più tardo (mobile) col più
veloce , questo dal più tardo sarebbe in
parte ritardato, ed il lardo io parte velo-
citalo dall' altro più veloce. (B)
» VELOCITAZIONE. Term. degl' 1-
draulìci . A.'crescimento di velocità dell*
acque correnti. (A)
VELONE. l'eia grande. Frane. Barh.
259. 26. Vele grandi' e veleni, Tcrzaruoli
e parpaglioni-
•+ VELTHO. Cane di velocissimo cor-
so, dello anche Can da giugnere. Levrie-
re. Lat. canis venaticus. Gr. zuvv]-/£rii<o;.
Bocc. nov 36. 8. Mi pareva che ec. u-
scisse , non so di che parte , una veltra
nera come carbone. Pelr. canz. l\2. I.
Una fera m' apparve da man destra ec. ,
Cacciata da duo veltri, un nero, un bian-
co. Dant. Inf l3. Dirielro a loro era la
selva piena Di nere cognc , bramose , e
correnti Come veltri eh' uscisser di cate-
na . But. Inf 2. Veltri sono
di cani molto veloci in corso
una spezie
e per ve-
1668
V E L
V E N
V E N
lociU avancaoo le fiere, e pigliaolc, e uc-
cidonle. Disc. Cale. 21. Furiano ec. co-
me cacciatori che aveiscro i veltri shoc'
cali , e non potessero in sul giugncre la
fiera atzannare. Ih-rn. Ori. 2. lu- 8. Che
mai non usci veltro di catena y Ne mai
saetta d' arco fu tnaadata, ^'è falcon mai
dal cielo sce&c in valle, Cbc non restasse
a lei dietro alle spalle. E 2. 28. 28- Detto
questo , mandossi alla cittatc A dir che
vcDgan cacciatori e cani , Che n' aveva
in6nita quautilate , Eracchi scgu(,'i , vel*
tri , e cani alani , £ d* altre varie razze
hastardate.
§. Per meta/. Dani. Inf. l. E più sa-
ranno ancora, infin che M veltro Verrà,
che la farà morir di doglia.
VELUZZO . Dim. di P'elo . Lab. 53.
Se ec. veduta V avesse colla cappellina
fondata in capo , e col veluzzo d' intorno
alla gola .
•f * VEMBUO. y. A. Membro. Pist.
Ot-id. G. IJ. La mente mi fugge, e li miei
vemhri divengono gelati, (fj
•f * VEMfJKUTO. / . A. .4dd. Mem-
bruto, (trip'. CttU\ appresso il Sa/i'. -Vf-
vert. voi. I. pag. 292. Vedendo Carlo cosi
vembruto , e I>en fatto. (V)
5 VENA, l'aso, Q Canale che riporta
ti sangue dalle parti al cuore. JKtl plu-
rale si usa ! enc, e leni. Lai. vena. Gr.
y/c'ilj - Vani. Inf. 1. Ch' ella mi fa tre-
mar le vene, e i polii. E Ptirg. 25. San-
gue perfetto , che mai non si beve Dall'
assetate vene, si rimane. Petr. canz. l8>
3. Che 'J sangue vago per le vene ag-
ghiaccia. Lib. iVasc. Quando vuogli Irar
sangue da' iiieniltri d'entro, dà della sa-
etta nelle mezze vene. /ìocc. noi', 65. 19.
E* convicn del tutto eh' Ìo sappia chi è
il prete ec. , o io ti segherò le veni . E
nov. 73. 23. Non so a quello che Ìo mi
tengo, ch'io non le sego le veni. Tac.
Day. Ann. l5. 225. Venuto il ceiusico,
segatogli le vene, e messo iu bagno caldo,
tutto l'u uuo . Sngg. naf. esp. 168. Co-
minciando da un sottilissimo velo , e da
vene capillari e invisibili ( (fui per simi-
lit. }. ^ lied, Cons. I. 265. Uno de' quali
( tronchi } si chiama vena cava, e 1' altro
vena arteriosa . (C) Jiart. Simb. 1. i5.
Se così fossimo proceduti ce. nella nolo-
mia, noi non avremmo ec. ne dalT Ascili
le famose vene lattee, nb oc. (tir) Im-
per/. Anat, 222- Per ridurre il ragiona-
mento alla vena in genere, questa si e un
organo comune lungo a guisa di canale o
di fistola cavato dentro, atto a portare il
kangue , e gli spiriti naturali . E 223.
Le vene che si chiamano vena por-
ta , e vena cava , che sono le tlue vene
maggiori del corpo, alle qu;di tutte 1' al-
tre rispondono, non lunno il loro comin-
«iamenlo nel cuore, ma pas.sano pel fi'ga-
Itt . E 236. Chiamasi vena porta, perchè
per le sue radici , cioè per le vene me-
^erairbe, il chilo eh' elle sucriano dal ven-
tricolo e dagli intestini, rome per tante
porle, si condure al fegato. (Fi
■f §. L Vena^ figuratam. per Sangue.
Dani. Purg. 23. Che menò Cristo lieto
a dire Eli , Quando no liberò colla sua
vena. # « Petr. son. 169. E si le vme
r 'l cor m'asciuga e -^uggc. Che 'nvi^i.
bilcnicnte i' mi disfaccio ••. (C) Chinbr.
rim. Iacopo Kprnsc , e delle belle vene
Giacchiò sua spada il dispictiito Erude. Se-
gncr. Pix'd. I. i. Solo in pensare a quello
clic dir vi devo, sento agghiacciarmisi per
grande orrore le vene, (/trf
g. ni. l'enaj talora si prende per Ar-
teria. Fir. At. 60. Cwià si vedrà gtiuGjr-
gli il petto, già era ritornato il pulsu en-
tro alle TCDC, ed era gik ritornata l'anima
a]^ luogo antico.
"t §. IV. t'cna , per Canaletto na-
turale sotterraneo , ove corre l' acqua .
haX. fistula , vena. Cr. co VK? , ajio?.
Dani. Purg. 28. L'acqua che vedi non
surge di vena Che ristori vapor che gliel
converU. Bocc, g. 3- p. 6. Non so se da
naturai vena, o da artificiosa ce. , gittava
tanta acqua, e si alla verso il cielo, che
poi non senza dilellevol suono nella fon-
te chiarissima ricadca . TVj- /ir. 2. 36.
La terra è tutta cava dentro di luogo in
luogo , ed e piena di vene e di caverne.
Petr. son. 173. Rapido fiume, che d* al*
pestra vena ce. Nolte e di meco desioso
scendi. Alam. Colt. I. 22. Ove discenda
O di pioggia, o di vena onda che appur-
te , Dipredando 1' altrui , de' culli il me-
glio. JJern. Ori, 2. 1. 6. Rapido fiume,
che d' alpestra vena Impetuosamente a
noi discendi , E quella terra sopra ogn*
altra ameua Per mezzo, a guisa di mcan*
dro, fendi; Quella ec.
t §. V. Fena di metalli, 0 di pie-
tre , o altro minerale, si dice il Luogo
donde *i cavano; e il Metallo stesso, tal
quale si cava dalla vena . Lai. fodma .
(ir. ^£Taì./5v. Ott. Com. Inf. 20 366-
Ne' monti di Lunigiana ec, li quali mon-
ti tengono vena di marmo bianco . Petr.
son. 184. Onde tolse Amor 1' oro, e di
qual vena , Per far due trecce bionde ?
l'allad. cnp. l^. Non abbia suo nascimen-
to di luogo, dove sieno vene di metalb).
F'icctt. Fior. 63. Si chiama scoria quello
che si separa dal metallo , quando nelle
fornaci è collo insieme colta sua vena .
* Hart, As pnrt. I. /(/'. 5.%. ì. Ma solo
vene di zolfo e miniere. (P)
*t §• ^'- Cene, per .limilit,, si dicono
quei Segni che vanno serpendo nc^legntj
e nelle pietre a guisa che fanno le vene
nel corpo degli animali . Lai. vena . Gr.
y>e\|*. Tes. /ir. 3. 6. Tutte le travi, gli
arcali del tuo edificio sia taglijlo ( così
legge anche la citata ediz. del Sessa, ma
forsi- dee leggersi sicn tagliali) di Novem-
bre, o almeno infino a Natale in tal nu-
niera, che n' esca lutto V umidore che e
nelle vene del legno. Cr. 2. 4- il- Le
vie , per le quali va il nutrimento nelle
piante, son delle veni. E num. 12. Co-
tale è la disposizione delle veni nelle pian-
te. '.' Segner. Prcd. Pai. Ap. i\. 6. Qujsi
che le macchie della coscienza ec. possano
all' uomo valere oniaLd' ornamento, come
le macchie delle vene al diaspro. ( TCj
§. Vii. Fena , per metaf. , vale Co-
pia, Fctondità , Abbondanza. Lai. vena,
copia. Gr. tJfopi'u.. Petr. son. 25l. Sec-
ca è la vena dell' usalo ingegno. E cnp.
10. La lunga vita e la sua larga vena D'
ingegno pose in accordar le parti.
3 g. Vili. Fena, per Ihsposizione ,
Talento. ///-. Sat. 6. Ride il volgo, se
sente un ch'abbia veua Di poesia. ^' l'ac.
I>av. Perd. eloq. cap. 7. A i|Ue* giorni ,
ne quali con questa mia poca vcua ih di*
re m e toccato o tocca o a far un reo
assolvere, ec. (Fj l.osc. rim. 2. |33. Il
MiichiaM-Ho e 'l Cardinal Bdd>ien.i ce. ci)a
quei che ebbcr sì dolce e pura vena, Cop-
pia gentil ec. /; 258. Ticn torte del
bufTone: Come voi nel comporre ha buo-
na vena ; Dice improvviso, e giuocula di
s.hiena. (C)
^.' g. I\. Esser di vena a far chec-
chessia , vate Esser pivnto , di.tposlo .
'• Hern. Ori. 2. 16. 5l. Pero uou siate voi
meco adirati , 5e non m' ovete trovato
di vena Questo cavallo a darvi \>cx teso-
ro M. (C}
^fi §. X. per Umore, Pitpostaion d'
animo, ^ov. Cr. Legn. 33. Ma o' otinc
stelle ft-rmo in questo pensiero, r avendo
tra le mani un pÌ.illrlto, di che e'vcnivs rac-
conciando il ferro, pigliandolo coti a pie-
na mano, rhe aveva un gran nunonr. gli
guardò in viso; il perchè coloro non lo
trovando delta ven;i, ch'egli aspettavano ,
ebbono paura, che non traessi loro , e fé*
ctono pensiero di levarsegli dioanai e ri-
trarsi. (Pe)
* §. XI. Fena, vale anche Qualità.
Ott. Com. inf. it\. 273. L'altra clade fu
di duro ferro, e venne ogui mal tempo di
peggior vena. (Br)
t * g. XII. Fin deità vena, dicesi
Quello die ha così poco dolce , che ap-
pena si sente. Lasc. Celos. 5. l. Spilla
quella liotte , assaggia quell' altra , toi di
questo leggiadro, bei di quel della vena ,
io non me ne poteva spiccare. ^^'>
§. XIII. Avere vena dt dolce, si di-
ce del l'ino quando è tanto poco doice ,
che appena si senta.
^ g. XIV. E Aver la vena, parlandosi
dt vino, vale lo stesso. Lasc. rim. 2. "J^-
Il verno ben vorrebbe aver la vena : O
veramcute esser piccante almanco, O tz-
poroso e di leggiadra schiena. (Cj
g. XV. Avere una vena di passo,
0 di dolce , vale Sentire alquanto del
pazzo , o sciocco , 0 scimunito . Ceccti.
Mogi. ^. IO. Ei dehhe avere una vena
di dolce.
3 g. XVL Fare una cosa di vena,
vale Farla di voglia . l.asc. Pinz. 3. 9.
Abbiamo bevuto di tal vena, che mi con-
venne ritornar da una volta in su pel vi-
no. ♦ / non. Fier. ^. ^. 7. Qua son due
che la ttitau ragionando Molto di ve-
na . (C)
^ g. Wll. Stile di vena , dicesi
Quello die sembra fatto con facitità j
contrario di stentato. « Tac. Dav. Ann.
1.1. 188. E ben si paiono allo stile stcu-
lalo . rotto, e non di vena, ne d^ un
solo (d testo lai. ita : non impeta et in-
slinctu ) ". (C)
f VENA. Pianta, il cui seme che di-
cesi pure I ena, serve principalmente per
nutrire i cavalli. Lai. avena. Gr. oXvpa.
Cr. 3. 3. I- La vena e di due maniere:
salvatica e dimestica ; la salvatìca nasce
tra '1 grano, conciossiacosaché la troppa
umidità e intemperanza della terra si con-
vertiscj in vena ec. La dimestica è bian-
ca , e non pilusa , e seminasi quando il
grano, ec. M. Aldobr . Prendete impri-
mieramentc allume , farina d' orto , o di
vena , e fatela cuocere . Frane' Barò.
253. |5. Di troppo gran prebende Cau-
tela li riprende. Salvo che s' ella è vena,
Securo a quelU il mena.
3 VENAGIONE. /. L. Cacti a . Lai.
venatio. Gr. dr;'^CU9i4. Dant. Conv. \^\
Conciossiacosaché 'I pescare aia sotto l'ar-
te della venagione , e sotto suo coman-
dare .
'-! g. Per Gli (jccrtli, o nitri Ammali
che i/i cacciando si pigliano ; Cacciagio-
ne . u Sen. Pist. ^on vede dinanù a sé
le pezze di venagione «. (Aj E altrove:
Tu ti diletti veder messe per ordine di-
nanzi da te le venagioni , e le selvaggì-
nr. (/Ir)
VENALE. Add. I enderrccio. Da ven-
dersi. Lai. irnalis. Gr. wvio{. M, V. 3.
107. Tutte le ruberie e pre<le eh' erano
venali, faceva vendere. Tratt. pecc.ntort.
Portano al mercato le cose venali più mi-
nute e più vcodcvoti.
g. Per Mercenario, Che si muot-e per
danaro , 0 per -mercede. Petr. cani, ajf
a. Van error vi lusinga ec. Che 'n cuor
venale amor crri-ate, o fede. Tass. Am.
a. I Amor venale. Amor servo dell'oro,
è il maggior mostro, Kd il più abomina-
bile r più soizo Che produca la terra, o
M mar tra l'onde. Buon. Fter. L. k- la.
O poco accorti . o forse , S' io I debbo
dir, venali.* Cuicc. Stor, 17. l?^- '*<"
ro, trattando la mdiiia secondo il costu-
V È N
me Joi morcalanti, i Conlon., o r>6l'^°''"
,,„l.l,luanionU- b noccsjila d. allr. fer oc-
cacone .U loro ulilili. o pieni .U uoni.ni
Tcnali e torroni, conco.levano o negava-
no i fanti , secondo quesU fip'- f O. ,
* VENALITÀ . Qif,ilita A ciò c/ie i-
,ena/r, ntl signific di Mercenario. (A)
VENARDl". y. VENERDÌ .
* VE^ATO • /'<'■'■ Segnalo ài tene ;
ed i aggiiinlo che ti di a filtra, od a le-
gno che sia segnalo con quei segni delle
lene. lìaldin. foc. Vis. (A)
* VENATORE. y. L- Cacciatore, (t)
* VE>AT0RI0. Add. Altencnie alla
venagione. Lai. .enalicus, venatorins. Gal.
Sist 171. Da questo discorso vengo a in-
tender 1.1 ragione di un problema venato-
rio di questi iml.erciatori. che con 1 archi-
liuso ammanano gli uccelli per aria. (li)
•J- * VENATRICE. /'. L- Cacciatn-
ce . ' Sanno:. Arcad. egl. 9. O casta Ve-
natrice, o Mondo Apollo, Fate ch'io vinca
questo alpcstro Cacco, Per la laretra die
vi pende al collo. (A)
* VENAZIONE, r. I.- io slesso che
Venagione , Caccia . Lat. venalio . l'ros.
Fior. P. 4. io'. 3. P«g- A^- La elegia,
nella quale si contiene la scon6tla di Ita-
dagaso , è stampala colla Venagione mia
e r/ni per nome </' tin poema sulla Taccia,
così intitolato ). (IfS)
VENDEMMIA. // vendemmiare. Lai.
vindemia. Gr. Tpu/Jto'c. C. / . IO. igS.
I. Essendo quelli di Bnggiano a far lor
vendemmie. M. 1'. 9 6. Quasi come se
avesse a fare la sua vendemmia. Cr. 4.9. 4
Non e solamente d' una generazion di viti
da porte ogni posticcio, acciocché l'anno
iniquo alla generation della vigna ogni
speranza non tolga della vendemmia, go-
der. Colt. 73. L' indugio nella vendem-
mia i: tuttavia giovevole , ec. E 94. Al
tempo della vendemmia mella da parie ,
sema premerla punto o guastarla , tulla ,
quella quantil'a d' uva.
fi. L Per lo Tempo del vendemmiare
Bocc. nov. ;2. 16. La Belcolorc venne in
iscrciio col sere, e tennegli favella insino a
vendemmia. G. f. u. 99. 3. Di vendem-
mia valse il cogno del comunale vino 6orini
sei d'oro. Bed. Ditir. 25. E lo giunga di
vendemmia Questa orribile bestemmia .
+ g. IL Per similit. ." dice di Qual-
sivoglia raccolta che l' uom faccia, e pi-
gliasi per lo più in mala parte. l'ir. As.
241. Parendo a' miei padroni il tempo ac-
comodato di fare la lor vendemmia. * Car.
Stracc. I. 4- doglio di quel che tu bai
rubato la parte mia 6no al finocchio , o
guasteremo questa vendemmia ancora a
te. (Hr)
* §. in. F per Uva. Car. Fn. lib.
la. Quanta strage Agli alberi, a le biade,
a la vendemmia Se ne prepara . Chiahr.
rim. Su' colli aprici Coce, ridendo, Bacco
auree vendemmie. (l>r)
# §. IV. F pceticamenle per l'ino .
Chiahr. f'endemm . 8. Ma qu.il ven-
demmia è di rubin più chiaro ce , In au-
rea tana temperare imparo . E !\2. Odo
ancora Che s' onora La vendemmia di Sa-
lerno. E appres.<o; Pur beato Fa mio slato
La vendemmia di V esevo. IB)
•| t! VENDEMMIABILE . Add. Che
è soggetto a vendemmia , Che può ven-
demmiarsi. Salvia. Odiss. 24. 46o. Peri
mi desti Tredici, e dieci meli, e ben qua-
ranta Fichi ec, e vendemmiabil era Cia-
scuna ec. (A) ... TV .
* VESDEMMIALE . Add. Pi vendem-
mia , Che appartiene alla vendemmia .
Segr Fior. IJial. ling. Bestando la lile
indecisa, mi i; parulo in questo mio ven-
demmiai Olio scrivervi largamente quello
che io ne senta f7ui vale che appartiene
al tempo della vendemmia). (D)
YEN
VENDEMMIANTE . Che vendemmia.
Lat. vindemians . Gr. rf^yiZ-i. Cr. 4.
■>- 1 Altri più tardi vendemmianti, non
roTamenle le vigne oflendono , che sono
gii risolute le forte, ma anroia colai vino
l piii passil.ile e men durevole fanno.
VENDEMM1AHE. Co'- /' "'" dalla vi-
te . per farne il vino . Lat. vindemiare .
Or.'rp.U'- !>'■ r. 8. 5 Usci di Pavia
ec. con lutto '1 carreggio della citta e del
contado, e con tulli . pascgli da v-endem-
miare, e misonsi nelle vigne de Melane-
si e in un di vendemmiarono, e misono
in' Pavia dieci mila vegge di vino. nani.
Inf 26. Vede lucciole giù per la valica.
Forse col'a, dove vendemmia ed ara. Cr.
4. 22. 1. Utile e à conoscere quando da
vendemmiar sia, imperocché alcuni, in-
nauti che 1' uve sien mature , vendem-
miano. .VoJer. Colt. 83. Si dee avverine
di spiccar r uve intere dalla vite , senta
YEN
1669
pevlarle prima, quando si vendemmia, h
q5. Venendo 1' uve a buon' ora , e ven-
demmiandole quando 1' altre , verranno
sempre a esser più mature che 1 altre .
•-.■: 7'n.M. Cer. I. 78.Laqual può far che
tutto il campo abbonde De' necessari ar-
nesi, e che le biade Ogn' isola de Greci
a lui sol mieta , E Scio petrosa gU ven-
demmi e Creta. (M)
if %. I. Vendemmiare, per simiUl. l re-
dare. Saccheggiare. Car. Long. rag. 2.
Giva scorrendo e vendemmiando tulio il
giardino, come se non ci avesse a fare se
non egli. (FPl
%. II. J'endemmiare , st dice anche Ji-
guralam. del /dannare roba insieme, iar
roba , ma per lo piì. di malo acquisto
8 111 ler mela/. Cr. S. /-'''■ M-
Non vi guardale pur solamente dalle fem-
mine <hc vi sono vietate, ma ancora dal-
le vostre mogli medesime ec, che voi non
vendemmiale olire misura . Coli . Ab .
I.<aac , cnp. 49. Chi vuole veiidemnaiare
colla menle g.mdio nell' operatione delle
cose occulte, le voci santa la visione gli
turbano la quietudine del cuor suo.
VENDEMMIATO. Add. da Vendem-
miare. Lai. vindemialus. Gr. -rpiyc^ii-i.
Bed. Ditir. 24. Se v' é alcuno, a cui non
piaccia la vernaccia Vendemmiata in Pie-
lrj6tta, ec.
f VENDEMMIATORE. Ferbal. masc.
Che o Chi vendemmia . Lat. vindemia-
toc. Gr. TOJV.lTri'5. Oli. Com. 7/./. 24.
407. Elli si trovcrebbono molti niletilori
e molti vendemmiatori. Cr. 4. '4- '■ ^
a' vendemmiatori ad ogni vile e conve-
nevole andamento. Alam. Coli. .,. 67.
Guarde il vendemmialor, che l'alma vile
Di porporino ammanto, o d' ambra e d
oro Veste i suoi figli , che maturi ha in
"rembo ; Truove i saldi , odorali e tre-
schi vasi , Ch' esser vicello donno al suo
liquore. , j ^
* VENDENTE. Che vende, .'■erd. Oa-
leoll Varz. io. Biasimeremo dunque la
menle de' vendenli , poiché sono tenuti
-iovare al genere umano, e massimamen-
te alla patria , e non V aver conservalo ,
e venduto il frumento f qui in for^a di
SUSI.). (Ci
J VENDERE. Alienare da se una co-
sa qualunque, tra.ferendone il total do-
minio in altrui per prezzo conv.nulo.
Lat. vendere. Gr. nw>£Tv. Socc.nov.VO.
16. Scrivemi mio fratello , che se 10 do-
vessi vendere ed impegnare ciò che e e,
che senta alcun fallo io gli abbia fra qui ed
olio di mandali mille 6orini d' oro. E nov.
88. 3. Essendo una mattina di quaresima
andato l'a dove il pesce si vende ec. , lu
veduto da CÌ.1CCO . Pass. 242. Inganna
anche la superbia 1' uomo, in quanlo ella
fa le sue cose pretiose vendere vile, e 1
altrui cose vili compera caro . f il. AS.
Pad. l. 20. Un secolare ec. vendeva le
mie sporlelle, e comperavami quel che mi
bisognava. Uav. Mon. II7. Perché, se-
condoché non da mallo il Carafulla eti-
mologittava, vendo vuol dir tenga e doj
le cose in vendila si danno, perdi' e' li
veni;a quel tanto metallo .vo/i/o , e credu-
lo esser nella moneta, e non tanti segni, o
sogni o petti di monete, fine. Mari. rim.
55. Quest' aite ebbe 1' origin d.igli Dei, E
in Delfo un cerio Apollo cerretano La ven-
deva a quei popoli plebei. ^ Sen. ììen.
l'arch . 5. 10. Vendere ed alienare alcu-
na cosa é Irastcrire in alili quella ragione
e dominio che v' ha sopra egli. (TCJ
§. I. Vendere a buon mercato, vale
t cadere per poco prezzo . Lai. vilissimo
pretto vendere . Fr. Ciord. pred. H. A
buonissimo mercato vendono le anime al
Demonio compratore.
5'.i g. II. Tendere a contanti , vale
f cadere p r riceverne subito il prezzo in
danari contanti. Bocc. g. 8. n. 10. Avven-
ne che gli v endé i panni a contanti. ( C)
♦ g. 111. ì'endere a credenza, o a cre-
dito, vale f endere senza ricevere il prez-
zo .tubilo. V. Cr.LDENZA, g. XVIII. e
CREDITO, g. X. (C)
-i- g. IV. Vendere a danari, vale Ven-
dere con patto di riceverne il prezzo su-
bito . «« Bocc. nov. 2. 9. Le divine co-
se ec. a denari vendevano, e comperava-
no ... (C)
+ g. V. Vendere alla tromba , vate
J'endere con autorità pubblica a suon di
tromba, per liberare al maggior o/feren-
le j Subastare. 'Ine. l)av. Slor. 1. 259.
Ne tagliarono a pezzi molte migliaia , e
molle venderò alla tromba { il testo lat.
ha: sub corona venumdata). Menz. sai.
q. Che i benefizii vendonsi alla tromba.
i^ g. VI. Vendere all'incanto, vale
Vendere per la maggiore offerta, il/. /".
q. 103. Chi arcbbe per passato conside-
ralo la grandezza della corona di Francia,
potuto immaj:in3ie, che ec fosse a tanto
ridotta, che quasi, come all'incanto, la
propria carne vendesse? iCj
•? g. VII. l cadere al tino, si dice del
Vendere il vino allorché si svina, e pri-
ma d' imbottarlo. Soder. Colt. 74. E
quello che per lo più cercano i contadi-
ni, ai quali molte volte occorre venderlo
al tino. (Cj
g. Vili. Vendere a minuto, vale ì ca-
dere a poco per voltaj contrario di ì'en-
dere indigrosso. Lai. minutatim vendere.
Gr. y--:tro-o>li~-'. Bocc. nov. 77. 3. Non
per vendere poi la sua scienza a minulo.
come molli fanno. G. V. II. 91. 2. La
gabella del vino si vcndea a minuto, ec.
Capr. Boll. Ce lo vendono a poco a po-
co , come si dice, a minuto.
f * g. IX. Vendere a pane, e simili,
vale Vendere con patto di ricevere subito
pane, o simili. Fior. S. Frane. 159. Ar-
recava in collo un fascio di legne, e ven-
deale a pane, e ad altre cose da mangia-
re. (VJ
g. X. Vendere a peso, a misura, o
simili, vogliono Vendere a un tanto per
peso , misura , o simili . Bern. Ori. l.
20. 33. Ma più ardire ha Orlando e più
core , Perché la forza non si vende a
braccia . ^
* §. XI. Vendere a peso doro,fgu-
ratam. vale J endere a carissimo presso.
V. PESO, g. XIX. (C)
f g. XII. Vendere a ritaglio, vale t eli-
dere il panno, 0 simili, non a pezze in-
tere, ma in pezze da tagliarsi. Bocc. nov.
60. 19. Schiacciava noci, e vendeva . gu-
sci a ritaglio. Urb. 22. Convenendoli solle-
citar le cucine, e vendere il brodo a ri-
taglio l in questi esempli e detto per si-
milil. ).
i6:o
V E N
V E N
V E N
§. Xin. render bosioletli . T. TJOS-
SOLETTO , §.
§. XIV. fendere caro , vale Vendere
a gran prezzo. Lat. magno pretto vendere.
Gr. TTsU.Oj Tca/eìv . Sen. Ben. l'arch.
6. 37. Peravvcntura nou dìsidcrò egli di
vendere a multi, ma dì vendere caro , e
di comperare a huon mercato.
§. XV. ì'ender gatta in sacco , vale
Dare f 0 Dire altrui una coxa per un'
altra, senza che e' possa prima chiarirsi
di quel che sia. Amfir. Cof. 5. 8. Percb'
io Don va'* vendere Gatta io sacco a per-
sona , vo* che sappia Tutta la cosa ap*
punto .
♦ §. XVI. fendere il sol di Luglio,
si dice in proverb. del Voler far parer
buona e cara una cosa , che ne avanzi
ad ognuno. V. LUGLIO, §. I. (C)
§. XVII. Vendere i merli. Varch.
Krcol. QI. Quando presentati , o senta
presenti si spogliavano in farscltino per
favorire e aiutare alcuno , come dice la
plelie, a brache calate , si cbiamaao ven-
dere i merli di Firenze.
§. XVIII. Vendere indigrosso , vaie
far vendita di tutta la mercanzia in-
sieme j contrario di Vendere a minuto.
* g. XIX. Vendere la giustizia, vale
Lanciarsi corrompere dall' interesse nel
giudicare, f. GIUSTIZIA, §. XVI. (C)
g. XX. / ender la pelle dell' orso pri*
ma di prenderlo ; maniera proverh., che
vale Disporre d' alcuna cosa prima eh'
ella sia in tuo potere. Lat- antequnm pi-
sces ceperis, muriam misces. Vcd. Vlos.
l55. Cecch. Mogi. 1. 2. E' bisogna pi-
gliar prima quesl' orsù , E pot vender la
polle. Malm. 7. 87. Porcile innanzi ch'io
abbia preso V orso , Vo' , come si suol
dir, vender bi pelle.
•é- §. XXI. Vendere lucciole per lan-
terne, vale Dare ad intendere una co-
sa per un' altra. Allegr. 79. ( Amsterd.
1754 ) Che lucciole non vendo per lan-
terne. (C)
P. XXII. Vender parole, 0 parolette ,
vagliano Ingannare , Intertencre altrui
con vane parole , Dar chiacchiere . Lat.
verha vendere. Gr. rz-ioT^ >oyo{; ; Ta-
•/«OJKt. Petr. cani. 48. 6- Questi in sua
prima età fu dato ali* arie Da vender pa-
rolette, anzi menzogne. Poliz. st. I 61.
Ivi
attende sol
parol
e a vendere ,
menzogne a vii prezzo si niercano.
g. XXlll. ì'cmlere pe' contanti , vale
Vendere per riceverne il prezzo subito in
danari contanti.
5. XXIV. l 'ender pe' tempi, vale Ven-
dere per ricevere il prezzo con dilazione
di tempo determinato.
•f * S- XXV. Vender per torta la
fava , figuratiìm. vale Garahullarc , In-
gannare . Lat. dfcipere , imponerc . Gr.
?|aT5r«v, yivKXt^jiv . Jiuon. Fier. 4.
5. 19. Ne posso creder, s' io gli odo ta-
lora ce. , Che oon mi vcndan per torta
la fava, E m' incartoccin le vecce per pe-
§. XXV!. fender sotto l'asta, i-ale
fendere con autorità pubblica per con-
cedere al maggiore offerente. Lat. vende-
re sub basta , hasta vel prtrconi subii-
eere , per praconem vendere. Gr. )kou-
po7tbì)<iX^ . Amet . 90. Disperso il suo
pieno popolo in multe parli , lei sotto 1'
mìa vendeo.
g. XXVII. fendere vesciche, f. VE-
SCICA .
§. XXVIII. Vendere alcuna cosa co-
me si è comprata, vale Darla , Haccon-
tarla , 0 simili , rome da altri è stata
data, o raccontata. Cecch. Esali. Cr. 4-
^. Io lo sentii ilir ( rosi pissando A ea-
vallo a cavallo } : e ve In vendo Com' ii»
In comperai.
?. XXIX. Vendere altrui checchessia,
vale Dare altrui ad intendere checches-
sia. Fir. Trin. 2. 3. A me non la ven-
derà* lu più , ne manco alla mia padrona.
§. XXX. Aver da vendere di checches-
sìa, vale Averne abbondanza , Averne so-
prahbondantemente.
§. XXXI. Aver ragion da vendere,
vale Aver ragioni soprabhondanti. Cecch.
Inc. l\. 1. Tu hai ragion da vendere.
§. XXXIi. Ogni bottega non ne vende.
V. BOTTEGA, §. XIV.
3 VENDERECCIO. Add. Da vender-
si. Venale. Lai. vcnalis. Gr. wvto^. .V.
V. I. 57. Ordinarono che tulio il pane
vendereccio si facesse per lo Comune.
^ §. I. Per Agevole a vendersi , a
trovare spaccio. « Cr. 5. 18. 5. Se im-
prima che al sole si pongano ( le noci )
d'acqua si lavino, diventeranno più belle
e più venderecce « (A)
*t §■ IL l''!'' Mercenario, Che si muo-
ve per danaro, o per mercede. Lai. mi-r-
cenarius. Gr. /jttssojjo'pa?. yov. ani. 8y.
I. Non volcano che uomo vendereccio vi
tenesse ostello . Cavale. Med, cuor. lib.
X cap. f). Mirabile cosa è, anzi orribile,
trovarsi uomini venderecci , che 40Q0 si
vili , chi! per soldo si mettono a guerreg-
giare eziandio le guerre, che non son lo-
ro , e finno istimare ec.
l'-J VE.MJEiU'A. V. A. Traffico. Tuli.
Amie 98 Avvcgua Iddio che da molli
ella ( rami.vtà ) è spregiala, e tenuta co-
me una venderla di se, e come uno van-
lamento e moktramcuto di se. (C)
t 3 VI::NDETrA. Onta, o Danno che
si fa altrui in contraccambio d'offesa ri-
cevuta. Lai. vindicta , ultio , animadver-
sio , Gr. s'/0i'/./i5f; , aa-'-'O 1 tiuwsi?. .
fJorc. nov. 77. 4l- Con tutlu che (juc-
sto, che io ti fo, non si possa assai pro-
priamente vcndetlj chiamare, ma piutto-
sto gasligamcnto , in quanto la vendetta
dee trapassar 1' offesa , e quello non v*
aggiugnera . fìul. Par 6- 2. Vendetta
proprianienle è inlligimento di pena per
Siiziainento d" ira . Amni. Ant. 19. 3. 7.
Sieti prr vL-ndi-tta 1' aver potuto vendi-
rarr ; rbè s.ippi rlic grande e onesto mo-
do di vcndfUa è il perdonare. /:." g. 33.
Nobile maniera di vendetta è il perdona-
re, quando 1' uomo ha podere dì prendere
vendetta. Tesorett. /Ir. 18 173. Ma di
notte e di giorno Pensa della vendc-tta ,
E non aver lai fretta, Che lu ne peggiori
ont.i . Dant. Inf. 7. Vuoisi iielT allo là ,
dove Michele Fé la vendclla del S'iperlM)
strupo. Petr. son. 2l8. Far poless'io ven
detta di colei Che guardando e parlando
mi distrugge. Maestruzz. 3. 9. 3. Se la
intenzione di colui the si vendica , prin-
ripalinente intende ad alcuno bene ec. ,
allora puote essere la vendetta lirila. con-
servando r altre debite circo>lantir. Jìern.
Ori. 1. l3. 33. Chi passa promilla Del-
l' ingiusta mia morte far vendetta . Ar.
Fur. 26. 60. Che ipero eh' ald>ia a far
le mie vendette. E snt. 5. Accuse e lili
Ncmpre e gridi ascollo , Furti , oniìcìdii ,
odii , vendette ed ire.
* §. I. Far vendetta ad uno, vale ta-
lora /ienderglt giustizia , ragione. Dant.
Purg. IO. La misercUa infra tulli mstoro
Parca direr : Signor, fammi vendrlla Del
mio B^liuol eh* h morto , oiid' io ni' ac-
coro. fVf
<= §. II. far vendetta, talora vale Fa-
re ammenda, jH'nitensa. Vit. S. M. Madd.
18, Cile tu nti dia grafia di far vendetta
con verace penilcniia dell' ingiurie clic io
t' ln' fatte . /■.* appresto : Non si rrrdcva
mai poter laiiarr di fare vemlclta di »b ,
tanto rpianto ella desiilerava. (Vj
* g. III. fliiTivr vendetta, vale Fsser
icndicato per mano altrui. Albert. 2. 38.
Senta disonore e vituperio vivere non po-
trei, ricevendo veodelta gìudicìale. Voglio
tentar la ventura , e la vendetta per me
facendo, a lui ce (CPj
* g. IV. Vendetta, per Punizione, Ca-
stigo alla latina. Car. Fn. lib. X O se i
celesti Han di ciò cura, di lassù ti caggia
La vendetta che merla opra si ria. fBr)
§. V. Diciamo in proverh. • Siedi , e
gambetta , e vedrai tua vendetta j esor-
tando altrui a lasciar la vendetta dell' of-
fesa a Pomeneddio.
* g. VI. Vendetta di cento anni tiene
i lattaiuoli , dicevasi proverh. ad accen-
nare Che il desiderio della vendetta si
mantien sempre vivissimo nel vendicati-
vo . u Ott. Com. tnf. 29. 498. Onde fe
tra noi un molto , che vendetta di cento
anni tiene lattaiuoli , siccome il fanciullo
che allatta, e nota qui, che il malvolere
che ebbono in vita, seguita li dannati in
morie •». (C)
VENDETTACCIA. Peggiorai, di Ven-
detta; J'endetta grande. Fr. (itord. Pred.
li. Le vcndettacce crudeli che tengono
occulte neir animo.
't * VENDETTUCCU. Dim. rfi Ven-
detta jPiccolavendctta. .Segner. Parr.instr.
cap. 21. Sono sempre ne' difetti raedesi-
nii ec . vanità mentite, veodettucce me-
ditate , sdegni nascosti, per cui può du-
bitar.-i ec. (A)
VENDEVOLE Add. Venale, Da ven-
dersi. Lai. venalis. Gr. cuvto;. Sallust.
tug. B. La repubblica è suta vendevole.
E appresso : Là dove si facea il mer-
cato delle cose vendevoli di tutto 1 rea-
me
t * §■ Pff Agevole a venderst, a tro'
vare .tpaccio . Trntt. pece. mort. Por-
tano al mercato le cose venali più mina-
le e più vendevoli. (lì)
t3 VENDIBILE. Add. Che può ven-
dersi facilmente. Lai. vendibilis Gr. wvto^.
i!f Éem't. Lett. 2. 3. 56. 5tampi per
sua fé questa sola, che ognuno la com-
prerà ; che accompagnata non fia veodi-
bde. (C)
^ g. Vendibile, per meta/, dicesi di
Persona che si può indurre con donati-
vi o con mezzi simili, a fare a prò d' al-
cuno quello che non si conviene. «• Cuicc.
Stor. 10- Fattisi vendiliili e corrultilùli .
sono tra lor medesimi sotlcolrale le di-
scordie ■». fCj
VENDIBILISSIMO. .V/z/ier/ , di Ven.
dihile. Lat. maxime vendibtlir. Gr. ^a-
M'STX t'ivio;. Zibald. w^/ii^r. Portano mer-
grande.
ild.iliì
di
spai
canne veudilulissime «1
t VENDICABILMENTE. Avt^rh. Con
vritdetta , Con animo vtndicativo . Ott.
Coni. Purg. 20. 36;). Fa dolce l* ira tua
nel tuo animo, la quale, se ditrenderàe
a punire veadicabìlmentc, 6a amahssima
a' miri.
VENDICAMENTO. // itmdicmre; Ven-
detta Lat. ultio, vindicta. Cr. t«&t'/>]9i^,
VENDICANTE. (Jt$egli che si vendica.
Lai . ulciscens . Gr. iJtoc/n: «a; Frane.
Itarb. 80 21. Che *1 primo male ono-
ra Lo vcndicanle se ragione attende- Mae-
slruzz. 2. 9. 3. Se r inleniione del ven-
dicante intenda principalmenle nel male
d'alcuno, del quale e* si tendira, e qui
si riponi, non h licita fla vendetta^,
t VE.NDICANZA. V- 4. Vmdetta.
Lai. ultio, vindicta. Gr. iVotxijttf, ajMvvi)
f.sp. Pai. f\ort. Appresso ne nasce »pci-
tanienle battaglia , appresso disiderio di*
vendicanta 1 il /iigolt qui avvisa che que-
sto esempio appartiene al Tratt l*ecc.
Mort. e che ti codiet Redi pag . I S
ha vencanta ). Tav. flit. A «rodo meis«r
Lancilollo presa la vendicaita del cara-
lierc. O Tnitt. Virt. Vor 19. Losvcon-
du mislien m è clic uomo non prende a
veoilicanzj del misfalto. (t)
VENDICARE. Far vendetta. Prender
vendetta s « ^' "^^ '" ^'S"'/'^- <>"■ *
neutr. pass. Lat. fi/irfiVdf-e, utcisci. Gr.
Sxo'ixsTa J7ofC. «or. 77. 33. Se perciò
questo m* ha fallo, m.il s' è sapulo ven-
dicare. E num. ^l. Perciocché se io ven-
dicar mi votesii ce , U tua vita non mi
basterebbe, /i nani. 5S. Rinieri , ben li
se* oltre roiaura xemUco. Vani. l'urg.
l5. Vendica te di quelle braccia ardite ,
Ch'abbracciar uuslru figlia. E 21. Nel
tempo chc'l buon Tito con 1' aiuto Del
sommo Rege \endicò le fora. Onde usci
*1 sangue per Giuda venduto. Pelr. canz.
5. 6- Cortese no, ma conoscenle e pia A
vendicar le dispietale offese. Stor. Eiir.
2- 3-. Il Conte ec-, per vendicare una
tanta ingiuria ec. , cacciò per fona il Ve-
scovo. * Jmtti. Jnt. 19.3. 7. Sicliper
Tendetta l'aver potuto vendicare; che sap-
pi che grande e onesto modo di veudelta
è il perdonare. (ì') Cnpr Boti. 8- ijS
Il vero modo di vendicarsi co* uimici suoi
sia il diventare di mano in mano miglio-
re, jémbr. Co/. 4- j5- ^^"^ *' '"^ °^° '"'
V radico A selle doppii, che mi venga \\
canchero.
V? g. I. J'endtcare , alla latina, vale
ancora Attribuire a sé stesso. Far sua
una cosa. Ca\-alc. Espos. Simh. 2. 5.
Ragionevolinenle cello vendica e occupa
tutta la vita mi.i Cristo, lo quale per la
mia pose la sua. (Fj Car. Oraz. l.di S.
Oreg. yazianz. Con le niiin brutte, e con
l'anime profane si cacciano in queste cose
santissìnie , prima che sìan pur fatti degni
d' inlervoDÌrvi ; se ne venlicano la premi-
nenza, facendo una calca e un impelo .igli
altari, ec. (M)
*!^ §. II. Fendicarsi in lihertà, usato
alla latina, vale Bipigliare la propria li*
berta per giustizia. Cuìcc. .^tor.tom. 11.
Jacc. 227. fcdis. J819) Accompai;nati da
quegli tiranni che sotto nome di Principi.
e da quelle città che , vendicatesi io liberl'a,
non riconoscevano più 1' autorità dell'
Imperio. (Pe)
*g.III. Fenduare, per Pagare , Com-
pensare, preso in mala parte. Pav. Esop.
l3o. E perchè ora sì forte piagni (parla
l'asino al cavallo prima superbo, edora
avvilito), partendosi da te tanta arroganza?
Ragion è che vendichi il superbo stato con
tanta miseria. (Ff
* VENDICATIVAMENTE. Jwerb. la
modo vendicativo. Plut. Àdr. Op. Mor.
1. x30- Pindaro troppo aspramente e ven-
dicativamente dice : Ogni sforzo si faccia
Pecche il noilro nimico estioiu giaccia- f Cj
VENDICATIVO. Jdd. Che ha stimolo
di vendetta j Inclinato alla vendetta. Lat.
V index , ultor. Gr. */d'txo;. M. l . 9. 79.
Come signore animoso e vendicativo, non
posava. E II. 78. Il Marchese era di
grande animo ,e vnendicativo. l'ranc. Sacch.
nov. 187. Se alcuno uomo di corte fu
Tcndicalivo , e tenesse a mente, fu messer
Dolcìliene.
* S- Per Appartenente a vendetta. Ca-
vale. Specch. Cr. i38. La giustizia è in
Ire modi, ovvero si divide in tre parli,
cioè in giustizia vendicativa, che sta in
punire ; ec (V)
VENDICATO . Add. da l'indicare .
Cuid. G. Comandóe che gli fosse trailo it
troncone della ferita , il quale quando ne
fue fuori, iorontjoenle Deifobo rcndèo I' a-
nima vendicala. Stor. Eur. 2. 34- E che
questo sia il vero , lo dimostra la non
vendicata morte di Folco Arcivescovo Re-
mense. *
tVENDICATORE- Ferbal.masc Che,
o Chi vendica, o si vendica. Lai. ultor,
vindex. Gr. t/.$i./..'^. 3lor. S. Creg. Il
V E N
coltello e vcndicalor delle iniquit'a. Bocc.
Lctt. Pin. fio.ts. 280. La natura ancora
nelle mani de' figliuoli pose il cullello
vendicatore deH' onte fatte a' padii ( così
ne* testi a penna j questo luogo manca
neW edizione del ì')2'ì). E z^z. Affticano,
avendo Cartagine eNunianzia ccabballulc,
trovò io Roma ucciditoic, e non vendica-
tore. Liv. J/. Ahi Iddio, Iddio, vcndicalor
de' Re.
t VENDICATRICE. J erbai. fem ni. Che
vendica. Lai. ullrix. Gr. »5 '1^.01X0^. Filoc.
4. 76 Oimè, disse Biancofiore, Ìo dubito
che la vendicatrice Dea giustamenle meco
si crucci. Ovid. Pisi. 81. (> Ercole, ri-
guarda , e raccorditi che colle lue vendi-
catrici forze hai umiliato dinanzi date lutto
il mondo. Tass. Cvr. 2. 23. Dunque in
te sola, ripigliò colui, Cadera 1' ira mia
vendicatrice- E 17. 38. E porla , liberando
il Ite soggetto. Su' Franchi I' ira mia ven-
dicatrice.
t-;- VEKDIC AZI ONE.;" Vce poro «.r<i/rt.
T cadetta. Il vendicare. Palm. Fit. civ.
lib. 3. pag. 67. (ediz. 1629) Quinci (dal-
l' umana moltitudine j derivano le comodi-
t'a, i beueficii ce. ; nel medesimo modo i
mcrili , gli onori, i premii, le veudicazioni,
vituperii e pene hanno avuto la propria
origine. (/}/
fVENDICllEVOLE. Add. Che^-endica,
J'endicativo. Lat. vindex. Gr. s'/oi/O^.
Ovid. Pist. 210. Ella f/JiVi/irt; ti vendica
colla sua vendichevole ira. Aniet. 56. A
portare i vendichevoli archi di Laloua , e
a seguir lei ne' miei puciilì anni mi diedi.
VENDICO. / . A. Add. fendicato. Fr.
Ciord. Pred. S. Ma però non se ne tien
pagalo, ne vendico. Bcmb. pros. 2. Il3.
I prosatori parimente, che ancora essi cerco,
e desto, ed uso, e vendico ce. in vece di
cercato, e destato, ed usato, e vendicato
ec. d.ssero. {'iri(f. (\ilv. 2. 37. Non si
vedrebbe mai vendico, o sazio.
VENDI.ME.NTO Jl vendere. Lai vea-
dilio. Gr. -Tsàii;. Paol. Oros. Le rapi-
ne delle ricchezze, le prede del bestiame,
gli vcndtmenli de' morti, e le presure de'
vi\i, fece la frode d' uno feroce . /Jut.
Usura è veodimcnlo di tempo, e uso delle
cose che non hanno uso.
7 VENDITA. Sust. Contralto, in vir-
tù del quale si aliena una cosa mediante
un prezzo . Lai. venditio . Gr. TTsast;.
Bocc. nov. 25. 4- Fattosi chiamare il Zi-
ma, in vendita gii domandò il suo pala-
freno. E nov. 80. 4- Ragionano di cam-
bii , di baralti , e di vendite , e d' allri
spacci. Pass. I26. Alcuni gli chiamano
compera e vendila, o guadagnare per lo
rischio, o a provvedimento. Maestriizz.
2. 16. Che sarà, se il venditore giura di
non \enire contro alla vendila ? E ap-
presso: Puolc fare, ovvero a compimculo
V E N
1671
prezzo, ovvero a rompere la veO'
odila.
del ^
'venditore. Fcrbal. masc. Che,
o Chi vende . Lat. vendifor . Gr- TipU-
T>5;. Lih. Am. G. Tom. Più vile si com-
pera la cosa la quale è posta a vedere, che
quella della quale lo venditore è prega-
to. Maestruzz. 2. 16. Che sarà se il ven-
ditore giura di non venire contro alla
vendita ? Buon. Fier. 3. 3. 8. Venditori,
oblatori. Compratori, avventori.
venditrice. Ferbal. femm. Che
vende.l.al. venditrix. Gr. 7::v.r:tv.. v Plut.
Adr. Op. mor. 4- 174* Ambiduoi amavano
d' amore una venditrice di corone. (Cj
* VENDIZIO.NE. Foce poco usata,
rendita . Stat. Pist. Polg. 21. Sia te-
nuto di far fare al notaio de' delti operai
la caria della vcndizione del dello sugel-
lo. l-J 23. E tulle le carte di vendizionc,
o d' alienazione ce. sicno casse e vane. fCj
Car. Bett. An.vl.ltb. 1. e. 5. Ed in tuo
arbitrio si dirà che siano, quando abbi la
potcslà di alienarle. E chiamo alienazione
la donazione, e la vcndizione. ( 3fj
VENDUTO. Add. Lat. venditus. iii.
7li~oi/.jx^JO^. Vani. I urg. 21. Nel tempo
che "1 buon Tito con 1* aiuto Del sommo
Rege vendicò le fora, Onde uscì esan-
gue per Giuda venduto. /-" Par. 27. Ke
eh' io fossi figura di sigillo A" privilcgit
venduti e mendaci. Bocc. nov. 55. 7. Videsi
di tal moneta pagato, quali erano state Ic-
derrale vendute. Buon. Fier. 2. 5. i. La
qual poi più volte Fatto stlavo , e vendulo
e rivenduto, M' ha reso caro a' miei si-
gnori.
VENEFICIO. P. L. Malia. \.iii. vene-
Jiciuni. Gr. c^y.pp.'J./.t^'sic,. Maestruzz. 2.
2. Manifeste sono Y opre della carne, le
quali sono fornicazione ec, veneficia , ini-
micizie, contenzioni, ec.
V §. J'caeficio, da' Criminalisti, si dice
del Delitto di avvelenamento, siccome Ve-
nefico l* avvelenatore e fabbricatore di ve-
lem (A)
VENEFICO. V. L. AJ'atturatore , Stre-
gone. Lai. vcnt'Jicus. Gr. t^v.p'j.oui-j-; .
Bett. Tuli. 76. Quando vedevano la fem-
mina lussuriosa si 1* accano per venefica
inionlanente-
g. l er Fabbricatore dt veleni. Lai. ve-
nejìcus. Gr. axpy.oi.xoiòr,^ . Sen. Jien.
Pareli. 5. i3. Come è vcneGcOj ovvero
avvelenatore, colui il quale, credendolo
tossico, dà a bere ad uno del trebbiano.
VENENARE. F. L. Avvelenare. Lai.
venenare. Gr. fy.za%/ZJit.'J. Fr. Jac. T.
4- 4- '5. E *1 blando draco si m' ha ve-
nenato.
VENENATO. /'. L. ^dd. da J cncna-
re. Lat. vcnenatus. Ci. lai 6 /ì;. Bocc. l'it.
Dani. 255- Il quale da molti e vani casi
della fortuna, pieni lutti d* angoscia, e di
amaritudine venenali, si-T slato agitalo (qui
fìgurattwi. ). Bern. Ori. 1. 1. 37. Così
col venenato strale al fianco Sì doleva d'
Amor niiaeramenle.
*-j- •'.' ù- l'^f l cnenoso. Alam. Colt. 3.
62. Indi che '1 Sol la venenata coda Toc-
ca dello Scorpion. già truova posa 11 bol-
lente vapor, lu chiama allora ec. ^'4. 80.
Già r acceso Scorpion dai raggi oppressa
Non sente più la venenata coda. (F)
VEXEMFERO. /'. l- Add. Fencwso,
Pten diieneno. Lai- veneaifer. Gr.i'OfSo>o;.
Bocc. nov. 37. 12. Dal cui venenifero fiato
avvisarono quella salvia esser veiienosa di-
venuta. Tit. S. Ant. Trovòe in quella
ampollioa un ragno venenifero.
3 VENENO. Sostanza che, presa per
bocca, o applicata esteriormente alleferi-
te, uccide, o almeno cagiona mortali ac-
cidenti. Lai- venenum. Gr. »a;;x«)tov. Tvs.
Br. 5. I. Tuli' i veneni sono freddi ; pero
addiviene che 1' uomo n' ha paura .quando
egli n' è ferito; perocché l' uomo è di
calda natura, e però fugge la ireddura del
veneno. Egli è appellalo veneno , perocché
egli entra deutro dalle vene, e non avreb-
be podere di mal fare, se non toccasse Io
sangue dell' uomo ; e quandti 'I tocca, lutto
r arde infin che 1" uccide, se non vi si fa
argomenti. Dittam. 5. 16. Con diversi ve-
neni grandi e parvi.
*;- §. I. E figuratam. u Petr. son.WQ.
Per quel, ch'io sento al cor gir fra le vene.
Dolce veneno. Amor, mia vita è corsa ». (C)
^' g. II. Jenrno, per Odio Ar. Fur.
24. 112. Si piglia finalmente per consi-
glio Che i duo gucrrier, deposto ogni
veneno , Facciano insieme tregua. (M)
VEN'E^'OSISSIMO . Superi, di lenc-
noso. Guicc. Stor. 9. ^4J- Non poteva
partorire altro che frulli vcncnosissimi.
i'arch. Lcz. 5o3. Altrove aviaino a parla-
re lungamente di questo rabbioso mostro,
e venenosissima peste.
VENENOSO. Add. Velenoso. Lai. ve-
1672
V E N
nenosus. Gr. tOj95'/o;. Dani. Inf. 17.
Turceodo in su U vL-ocnosa Turca, Cli^ a
guisa di scorpioii la jiunUi armava. Cr. 2.
l5, 8. Gli animali che ce. si generano ne'
laghi sollcirauei, ì<ìu vcncnosi. Alani. Colt.
!• 22. lì nun rit:eva La veneuosa creta,
o M scccu lul'u , eh* alle serpi e scorpion
soo proprio all>ergo.
§. Fi^uratam. J? Btlc. Vit. Cotanti/.
3o8. E udentlu Dun.Uo questa venenusa
lingua scriicnlina , con grande ardire ri-
spose. (C) Ciiicc. Stor. 18. 101. Un li-
Itro contro la iinpietà e venenosa eresia
di Martino Lutcr.
VENENTE. VfgnenU. l^^l. futurus ,
proximus. Gr. ya>>.wv, ev5?Tw;. Cr. !^.
35. 2. Anche ditono, «he se '1 vino eoa
la feccia lungo tempo dimori, che, ve-
nentc il cdore , ella si gli s' incorpora ,
che del suo sapore si vizicrà. E IO. 33.
1. E M lupo venenle , volendo pigliar l'
oca, 0 r agnello, cade nella fossa col gra-
tìccio sulùlamcnlc rivolto. Ftr. Pise, ari.
9^. Allora ordinò il Pudcslà, che che se
lo movesse, di trovarsi la mattina vencDle
in sul luogo con ambedue le parli.
t# VENE.NUZZO. Piccai veleno. Cas.
leu. Gualt. 21 3. Pur lio voluto che lo
sappiate, acciò che se questo onoralo gen-
tiluomo seminasse di cusla ancora il suo
venenuzzo, possiate risponder per me (qui
figitratant. ). (!)
VE.NEl'.ABILE. /Idd. Da esser vene-
rato , Degno di venerazione . Lai. venC'
rahilis . Gr. v-ìòiiiu-o; . Bocc. nov. 60.
18. Quivi trovai il vcneraliil padre mcsser
Nonmililasmetescvoipiace. .'Imm. Ant. li.
^. 4- Lo parlare cose disusate fa parere
r uomo vencraliile. Dant. Par. 11- Tan-
to che 'l venerabile Bernardo Si scalzò
prima. Petr. cnnz. II. 2. Pon mano in
quella vencralnl chioma Seturamcnte.
V §. // ì'cnerahile, dìccsi per antono-
masia f in forza di snst. , il Santissimo
Sogramento ilell' altare. IJisc. Malm. L'
csposiiEÌouc del Vtfiicrahile, che volgarmente
dicono le Quarantore. (Aj
VENERAR1LISSI:M0 . Superi, dt ì'e-
nfrahite . Bui. Par. \. I. Ma non con-
>cntcndomi la conscicniia di scontentare
li auditori, cioè li mici maggiori venera-
bilissimi, ce. lied. l.sp. nrt/. 8. Tra' quali
potrei nominarvi alcuni Padri della vostra
venerabilissima Compagnia di Gesù.
t * VEìNERAUILITA' . Astratto di
1 l'ncrahile. Lat. * venerandi itas. Gr. isia-^Ò-
T/);. Sahin. Disc. 2. 3l6. Ai maggiori
noi, e padri loro, dicevano: la vostra re-
verenza , sobrii'l'a , gravila , vcnerabdità ,
sanlilSi, beatitudine , parlando a loro. .SV-
gner. Pi ed. IO. 9- Che votele voi eh' io
vi dica? ce. Ch' ivi lullc 1' eia dell' unmo
concorreranno a formarvcne un.i perfetta
cr. la ^irihtà con la sua robustezza, la
vecchiaia con In sua venerabilillll (*)
VENERANDISSIMO. .SV7.cr/. di Vene-
rando. Teol. niixt. Per % ero amore non si
solltomctte alla vcnerandi>sima niaesladc.
VENEUANUO. Add. I enerahile. l.ut.
venerandus . Gr. v.Còì'Sta.Oi . /foce. nov.
17. 6a. Serondorhfc loro era slato impo-
sto dalla Veneranda donna . Jiiion. f'irr.
5. 4* ^- •^" siate un po' a sentir se '1 ve-
nerando Celio ci fu cortese. *".= Palm. / it.
civ. hb. 3. pag. 76 ( Fir. |52<) ) Tem-
perati tulli nel vivere, fedeli agli amiri,
f)Ìi tutti, e aniplissiniatnenle Dia^nifiei nel*
e venerande rrlebiilì de' rutti di*ini. i lì)
Porgh. l'est', l'ior. ^.Ij. Lamberto di ve-
neranda memoria, (y)
■\- VENFMANTE. Che venera. Segner.
Crisi, instr. i. 12. l5. Congiungc alle no
tire suppliche ancor le sur, e in atto imiilc
e veuer.inte ehiede per noi o^ni bene
{parla di (iesn Cristo nella mesta ). (l'P)
VENEHAiNZA. F. A. f'enerasione ,
YEN
Lat. veneratio . Gr. 'sìCv.'Sp.'A . Bui. Si-
gni6ca ce. acquistamenlo , e vittoria in-
contra a colui che cerca ce. e veneranza,
e regno , e He.
VENERAHE. Fare onore , Biverire ,
Onorare con rci'crente osservanza . Lat.
venerare^ colere, ohservare. Gr. o^SfsOxt,
aiosrsGKt, Se^aTiejsiv. Albert, cap. ^.
Lo giusto vive della fede ; e intendo la
fede cattolica universale, la quale la Ho-
mana Chiesa insegna, e coltiva, e venera.
Amm. Ant. II. 9. 11. Dalle ecclesiasti-
che lettere siamo noi sempre ammoniti
di quello che per noi fa , cioè giudicare
lo diritto , voler lo bene , e venerar le
cose divine . Tes. Br. 6- 5. E spezial-
mente si conviene a noi di venerare, ma-
gnificare, e glori6care Domeneddio sopra
tutte cose. G. /'. 5. l!\. Z. Ma conveniasì
che fosse in parie , ove fosse venerato a
Dio (così nel testo Dav.J.
VE.NEltATO. Add. da f'enerare. Lat.
icnerains . Gr. 'j£6a?/iH04 . /font. Par.
33. Gli occhi da Dio diletti e venerati ,
Fissi negli orator, ne dimoslraro. Bemb.
stanz. 137. Cosi VOI d' uopo qui più non
rai sete, Tanto ci son temuta e venerata .
•J- VENERATOnE. l'erbai, masc. Che,
0 Chi venera. Lai. venerator. Gr. aiQxi-
■zrli. S. Àgost. €. D. Li Cristiani vene-
ratori del vero Dio , e dcsidcralori della
superna patria , da questa scelleratezza sì
guarderanno . Menz. rim. 1. 62. Vene-
rator piimiero Sarò di quella gloria, ood'
ci sormonta .
VENEIIATRICE. V erbai, femm. Che
venera .
VENER.KZIO.NE. // venerare. Lai. ve-
neratio, cultiis. Or. <sit'X.z}J.%. Hfaestrtizz.
Culto divino si dice volgarmente per ve-
nerazione che si fa a Dio con alti interni,
o esterni. l'ir. .Is. 1 19. Gran latto sar'a
per cerio, se io con comune sacrifìcio ilu-
biterò della scambiala mia venerazione.
^ §. AiCre, o Tenere in venerazione,
vale I enerare. Segner. Pred. I al. Ap. 3.
16. Adìachè quel Grande arguisse quanto
la nobdt'a europea tenesse in venerazione
la fc di Cristo. {TC}
t VENERDÌ', e anticam. VENAIlDl'.
J\'ome del sesto giorno della settimana .
Lai. ' dics l'encris . Cr. * TKpxsxey»;* .
Bocc. now ^8. IO- Avviene che ogni ve-
nerdì in su questa ora io la giungo qui,
equi ne fo lo strazio che vedrai. G. /'.
7. 3l. 1. Venula in Firenze la novella il
venerdì sera , il sabato mattina nioser
Gianibcrtaldo ec. sì patii di Firenze. Mae-
struzz. I. 39. Ancora il mercoledì f '1 ve.
nardi, e il sabato. /'. 2- 25. Onde a uno
Conle, che >Ì fosse boLito di digiunare il
venardì in pane e acqua, non haslercbbc
a edificare uno aliare, l'it. SS. Pad. 2.
210 indino che la quatta e sesta (cria,
cioè la mezzedima e "1 venerdì, gli fosse
posto la sedia nella piazza dmanzi alla rhiesa.
* VENERE. Terni dt' Uilofogì. .\ome
di una Divinità de' Gentili, la quale era
creduta Madre dell' amore , r Dea della
bellezza. (Al
s? g. I. Onde per meta/, favellando é'
una bella donna, si suol dire: iltla e una
renere. (C)
# g. IL Per Grazia, l enustà. A/am.
nov. Ar'a quella differenza die sì trova
da una persona viva atl un* immagine; >n
questa, soli si pojiion cninprendere 1 linea
nienti ec. in quella , (diro a tulle (pieste
rote, t moli, i sendiianlt , le faltrtic , i
membri e quella venere, rlic più d' ogni
altro esliniarono gli antichi saggi. ///r/
f « VENERE. Term. degli Astronomi.
C/no df* dieci pianeti fino ad ora scoperti,
il più t iti no tìl Sole tiopo }fercurio. 'A)
VENERFAMKNTE. Awcrb. lascila-
V E S
libidinose. Gr. :roviQ^w;, assiyws. Fi/oc.
I. 8. Gli animi de' più possenti impregnò
di volontà iniqua contro al principale si-
gnore, mostrando loro come venereamenlc
le loro matrimoDÌati letta a^ea violate.
V VENEKELLA. Dtm. di l'ena . S.
Agost. C. t). 22. 8. L' occhio suo cascan-
do giù per la gota, pcndea per una sot-
til vencrella quasi dalla radice dentro , e
tutto U nero d* cs»o occhio era imbian-
cato, (fi)
VENEREO. Ada. Lussurioso, Libidi-
noso. Lat. venereus. Gr. ay^ooisiasri-
xo';. l'tloc. 2. 23. E gi'a il venereo fuo-
co gli avea sì accesi, che ec. Amor. Vis.
32. Tal è , che crede d' esser copioso Di
venereo piacer. Fiamm. i. 35. Li vene-
rei veleni contaminarono il puro e il casto
petto. Fir. As. l5. Tu hai fallo più con-
io di una venerea dilellazione , e d' una
vecchia e vieta concubina , che della tua
casa e de' tuoi figliuoli. K Dial . beli,
dona. 38l. Nelle veneree aiioni e nego-
cii amorosi aisai henefirii accaggiono mu-
tuameolc tra gli aniaoli. Htcett. Fior. 62.
Usasi per le cose veneree la radice più
alla, che e più grossa e piena; perchè la
più bassa, la quale è più flaccida e grin-
za, dicono che ella fa il contrarìo.
•f * §■ *• y^'ier-fo. Term. de* Medici.
Aggiunto di un morbo prodotto da un
veleno particolare che si comunica per
contagio, e segretamente nella copula con
persona che ne abbia infette te parti gè-
nitati. (Al
# §. 11. Ciiiocciola venerea . Term.
de* Naturalisti . Sprcie di chiocciola o
nicchio marino del geni re dei bivalvi. (A)
* §. 111. Conche veneree , diconsi
Quelle chiocciole turbinate, le cut volute
sono nascoste e ripiegate ne' labbri. (A)
VENEREVOLE. Add. Da venerarsi,
T'enerabile . Lat. vcnerabilis . Gr. c^io«-
ffiuo^. Declam. Qnintil. P. In che modo
e questa venerevole faccia delle splcodeoU
stelle? t'ir. As. 60- Con cosi venerevole
spettacolo trasse tutti i circostanti a vede-
re un così fallo miracolo.
VENEREVOLMENTE . Awerb. Con
venerazione . Ztl/ald. Andr. Si prostrano
vcDerevolnientc genuQessi svanii la santa
immagine.
* VENERINA. Pim. di l'enere; Pic-
cola stallia di f 'enere. Baldin. Dee. Alla
% enei ina rifece alcune dila nelle mani. (A)
•* * VENETTA. Piccola vena. Fé-
nuzza . Segner. Incr . 1- Q- *• Convien
trovare chi vi dispuosc qucflc t enelte che
\i scorrimo dentro, e insieme vi riparti-
scono r alimento per tante vie , quante
la uolomia loro propria ne ha gi^ scoper-
te. f/4)
VENGIADORE. /'. A. Che i-engia .
Lai. ultor . Gr. ?i(Oi/o; - flint, ant. F.
H. Guitt. Vengiador di mia onta, O vca-
giador d' ogni mio percussore.
# VEN<ilAMF.NTO. F. A. Fenduta.
Bim. ant. Pier, dette t igne. I. 5o. Non U
posso aucidcr, ah vcogìaraenlo Prendere ■
meo talento. fC)
VENGIANZA. r. A. It >engiare, Ven-
detta. Lai %'indtcta Gr. i^iidTtUi. Bim.
ant. P. y. fjuonag. Frf'ic. Cantandomi
lamento , Quesla è la . mia vengianta.
ftim. ant. Guitt. pB. E dell* ofieU falene
\engianxa. In qu''lla guisa più piacer vi
sia .ll,im. i.ir. li. 21. Né dee tanta vcn-
(•iaiizj es^er rommisa, Se non vi avesser
latta tradigìone.
VENGIARE . V. A.
ulitsri , vindicarr . Gr.
Fendicart . Lai.
ix^ucir» ■ Filoc.
7. i.36. Con ragion leme , non sopro di
lui la morte «lei vostro fratello, ali* qua-
le (gli non nato ancora niente col jK), vo-
leste vengiare. Antrt .'il. Se in loro ce.
mente, ì ussnrios.tmenle . Lai. ntfarie , potessi le mie ire veugiarc , il farci *c.
V E N
sen» fJlo. Dani. Inf. 9. Dicer.n tulle,
riguardaoJo io giuso : Mal non vcDgum-
mo in Teseo raglio. fi.m^»<. 0„.«.
QI. E del gran torto, che ra e in vostra
?orlc Fallo, mi vengena in alcuna cosa.
VENGIATO. V- A. AM- àa l cng.n-
" * VENGIATORE. Lo stesso che ìen-
giaJore . Vendicatore . Il ìocabol. alla
voce VENGUTRICE. ( B)
VENGUTRICE. Verhal. ftmm. di
rengiatore. Tcscd. 7. 78. O casta Dea,
de- boschi luslrauice ec. , E se' delle lue
ire vengiatrice.
t VENIA, f. t. Remhsion di colpa.
Perdono dell' errore. Lat. yenia.Ox.wl-
rvuMI- Werf. Arb. Cr. 9. Dandogl. spe-
rama di perdono e di venia per lo pro-
messo «venimento di Gesù Salvatore.
Pass. IQQ. Peccalo veniale e detto quel
lo che i leggiere, e che è degno d. ve
sia , cioè che agevolmente si perdona .
Calce. Sfor. II. Lo supplicava a conce-
dere ad Alfonso da Est. , che andasse •
dimandargli venia a Roma . -.■ Car. tn.
6 787. Indi la porta Aperse, e Menelao
dentro V accolse, Cosi sperando un pre-
,ioso dono Fare al marito, e de suoi talli
antichi Riportar venia. E 11. 666 Signor,
pace imploriamo ; e 1' armi in terra Oit-
landò, a giunte mani accordo e venia Im-
pelriam da' nemici. (BJ _
•+ * §. Per l' Alto, col quale si do-
manda venia, Proslraiione del corpo.
Slor. Bari. q5. Orava Giosaffalte con
molle lagrime , e faceva molte venie ,
prosuandosi in terra, ec. (L'annotatore
delle Lettere del B. Gio. dalle Celle nel-
la pag. 78. dice (spiegando la voce GÈ-
UVE ) : Dal che vi è stalo chi ha preso
motivo di dire che genue sia lo stesso che
venie, cioè peniUnze, prostrazioni con tut-
to il corpo). (F)
+ VENIALE. Add. Che può essere per-
donato j e non si dice che di peccato leggie-
re! e che, secondo i Teologi, non fa perdere
ta graziai contrario di peccato^ mortale.
Lat. 'venialis- Gr. suy/vwlTo;. i'aM.
IQQ. Peccato veniale è detto quello che
èHeggiere, e che è degno di venia,
cioè che agevolmente si perdona, fr.
Oiord. Fred. S. Avvegnaché non siamo
però obbligali a pena di n.nferno , cioè
per lo veniale . Frane. Sacch. nov. 220.
Qaesu noveUutia del Gonnella fu uno
peccato veniale , e di gran piacere a chi
la seppe poi. * Segner. .Mann. Lugl. 19.
a. Non solo sei negUgente nel bene, tna
giornalmente commetti ancora molto male,
almeno veniale. (ì'j .
VENIALMENTE. Avverò. Diciamo
Peccar venialmente, cioif Commetter pec-
cato veniale . Lat. venialiler . Cr. iy/-
vvMSTÙi . .Vaestruzz. I. "l- "«"J « *'
tenuto di credere che pecchi mortalmen»
te , se noi creda , ma venialmente. E 3.
7. 6. Se lo 'ngrato lasci quello a che non
è lenulo, non pecca mortalmente, ma ve-
nialmente . Lib. Fred. Onde non polca
peccare venialmente. 3for. S. Greg. Niu-
no dira io peccherò venialmente , perche
egli è pietoso; ma chi 1' addomanda , in
dotto dalla concupiscenia, sema dispregic
del l«npo, ovvero dell' ecclesiastico , ve
nialmente pecca.
VENISIENTO. Il venire, Fenutó.Lal.
adventus. Gr. jTUlluii'a. Cr. 3. 7. 7. Indi
a quaranta di si fa grande infino al veni-
mento della maluril'a.
* §. renimento, vale anche Accidente
But. Ed è caso venimento non pensalo
ec. Caso è cagione per accidente di cose
che vengono rade volt.- in quelle cose, che
per altra cosa si fanno. lySj
VENIRE. Verbo frequente nell uso
copioso nelle maniere, vano ne' Slgntfic
Vocabolario T- II'
V E N
onde a maggior chiarezza si trarranfuo-
ri per alfabeto i suoi significati princi-
pali , e le locuzioni sue più proprie h
dagli esempli si riconosceranno le forme
e signtficanze di neutro e neutr. pass-, m
che e stalo usalo dagli autori.
S 1 Venire , Andare , appressandosi
da luogo lontano a quello dove si ritruo-
va 0 la conto in un certo modo di ritro-
varsi quello che ragiona, 0 con chi si ra-
gionalo di chi si ragiona. Lai. .emre.
Gr ?pY!!!a«i. Z;occ. nov. 12. l3. Aven-
do fallo fare un grandissimo fuoco in una
sua camminala , in quella se ne venne .
E nov. 78. 6. Che domaltina in sull ora
di lena egli Iruoi qualche cagione di par-
tirsi da me, e venirsene qui. E no. . BO.
li Adriano disse: si , Vienne qua. letr.
,on. 210. Chi vuol veder quantunque può
natura E '1 cicl tra noi , venga a mirar
costei, l'ant. Inf 2. Lucia, nimica di
ciascun crudele , Si mosse , e venne al
loco dove io era. E "Ppresso^ E venni
a te cosi com- ella volse. E Par. 5. Co-
me in peschiera, eh' è tranquilla e pura.
Traggono i pesci a ciò che vien di Inori.
E 10 Del salire Non m'accors'io, se non
com'uom s' accorge, Anii '1 P"™» P=°-
sier , del suo venire . I H- SS. Fad. 2.
lii L'abate Matus venne una fiata col
dUcepolo suo di quel luogo che si chia-
ma Maragitam , dove egli s<ava.
§ II / enire , detto relativamente a
Andare , vale Muoversi con moto , che
talora va innanzi . e talora va addietro.
Sen. Ben. Varch. 4. 23. I quali rimoli
per grandissimo spailo dalla veduta nostra
vanno e vengono. .4r. Far. 7. 14. Due
pome acerbe, e pur d' avorio falle. Ven-
gono e van , com' onda al primo margo.
g. III. ì emre , per Jrrirare , Ciu-
gnere. Comparire. Lat. pervenire , adve-
liire. Gr. i'Tlipx"^"'- ^""^ T ^9' ''
Non vedcndol venire, si maraviglio torte.
E nov. 91. 5. Vennero ad un fiume , e
quivi abbeverando le lor b( slie , la mula
stallò nel fiume. Buon. Tane. 4. O. An-
che tu pur un tratto ci venisti.
* §. IV. £ riferito a tempo. I il. Sò.^
Pad. 3. 246. E chi mi sta pagatore eh
io venga domane! ( } }
%. V. Venire, per Tornare. Lat. re-
dire. Gr. iizii-i little ■ Bocc. nov. 21. 5.
Ami mi pregò il castaido loro , quando
io me ne venni ec. , che io gliele man-
dassi. E g. 4 P- 10. Si scontrarono in
una brigata di belle giovani donne, e or
naie , che da un paio di notte venieno.
* §. VI. Venire , dicesi anche del
vento che spira da qualche parie. Zihald.
Andr. 64 II vento che viene da quella
parte si chiama vento Aquilo. Bocc. nov.
17. 29. Si stava ad una finestra volta alla
marina a ricevere un venticello , che da
quella parte veniva. (C)
%. VII. Venire, per Sapere, cioè U-
tcirne odore. Lai. redolere. Gr. a'^o?£iv.
Bocc. Conci. l3. E se non che di tutti
un poco viene del capriuo, troppo sareb-
be più piacevole il pialo loro. E nov. DO.
12. Egli è, che diami io imbiancai miei
veli col solfo ce, si che ancora ne viene.
E nov. 54. 3. Essendo gi'a presso che
cotta ( la gru ì . e grandissimo odor ve-
nendone . Sen. Pisi. Di Bucillo viene di
maccheroni. E di sotto : Di lui viene di
becco. .Vov. ant. 79. 3. La femmina non
vale neenle, se di lei non viene come di
luccio stantio.
lì: g. Vili. Venire, parlandosi di cosa
che ci è portata, e non viene co' suoi pie-
di. Frane. Sacch. nov. 186. E' m"e stala
tolta r oca ( cotta ) che veniva da for-
no ec. , e voi dite eh' dia venia dal for-
no. (V)
' §. IX Venire, per Esser diretto, 0
V £ N
J673
mandalo. Car. kit. ineJ. 1- 201. De le
robe che m'avete dimandale, ve ne ho
mandate parte con l' altre robe che ven-
gono al padrone, le quali si consegnarono
ier manina. (FP) .
* §. X. Far venire una cosa, vate
Ordinare. 0 Commettere che una cosa
da un luogo qualunque sia inviata, o por-
' lata al luogo dove uno è. Bocc. nov. 99.
16. E fattesi venire per ciascuno due paia
di robe ec. disse: prendete queste. ^i«.
S. Gio. «al. 225. Costoro, udendo queste
parole ec. feciono venir le profeiie . f O
f §. XI. lenire, 0 Venirsene, si di-
ce delle cose che tirandole vengono dietro,
o si staccano, od escono </.■/ loro luogo.
Fir As. 62. Mi volli pigliare U naso, ed
egli mi cadde; voUimi toccare gU orecchi,
ed egli se ne vennero.
+ ;;• §. XII. Venire, parlandosi del sole,
vale Percuotere co' suoi raggi. Vii. SS.
Pad 2. 343. Pejienimmo a certi monti
alussimi ec, nelli quali lo Sole non vie-
ne, né alberi, ne erbe nasce. (J- )
* §. XIII. / enire, parlandosi dt casa o
muro , vale Esser volto o dirizzato verso
un luogo. Cron. Slrin. 112. Furono di-
vise queUe case ec, due a fratelli per lo
nostro lato , cioè per la meli di queUa
casa viene (che viene) verso santo Piero,
* §. XIV. l'enire, parlandosi di tem-
po , vale Seguire. Ar. Fur. 6. 42. E
quel di- tutto, e la notte che venne. So-
pra quel mostro in meno al mar mi ten-
ne. f.VJ , ^
* § XV. Vale anche Esser pros-
simo . Bocc. g. 10. n. 5. Io voglio del
mese di Gennaio, che viene, appresso di
questa terra un giardino pieno di verdi
erbe. (J') , , ,
* g. XVI. La notte venendo il lai gior-
no vale La notU innanzi al tal giorno.
Guicc. Stor. 17. l85. La quale (dedizio-
ne, desiderando di allungare ec. la notte
venendo il decimosettimo giorno di Lu-
glio messero fuori ec. più di trecento tra
fanti , donne , fanciulli , e bocche disuti-
+ *§.XVII. Venire, sidice anche delle
Feste, 0 simili, che si celebrano in questo,
0 quel giorno. Frane. Sacch. noi'. 142.
Si mette in punto col soffione, e col sale
per la seguente mattina, che venne in gio-
vedì. (Vj
* g. XVIII. Tenire, per Esser tempo,
Giugner l'ora. Frane. Sacch. nov. IDI.
Quando viene che , dette l' ore e man-
giato un poco, si debbono andare a po-
sare, dice Giovanni ec. (V)
Ir ^. XIX. ì ' enire , vale anche oe-
guitare^ Venire appresso. Frane. Sacch.
nov 102. Simile inventione fu quella che
1 viene alla passala . E 2o6. D' altra ma-
niera, e altro inganno fu questo che vie-
§. XX. Venire, per Derivare , f re-
cedere, fascere, Avere origine. Lar oriri,
nasci. Gr. yu'soàai, yivsjrai. •<■ 1".
Br. 7. 82. Di superbia viene orgoglio e
dispetto e vautamento. (C) Pelr. canz.3.
4. Lo mio fermo desir vien daUe stelle.
Boez G. S. 46. Alle virtudi dalle digm-
tadi onor non viene , ma aUc digmladi
dalle virtudi. Boet. Varch. 2. pros. 3.
Perchè agli altri animali è il non cono-
scersi naturale, ma negli uomini viene da
vitio. E 2. pros. 6. E questo donde vie-
ne! Dirolli. &n. Ben Varch. 4 9. Q"""
lunche l'onesto si debba seguire solo per
cagion di sé stesso, e che del benefizio
non ce ne debba venire utilità nessuna^
Cas. leti. 25 Tulio quello che viene da
S. M Cristianissima sarà sempre grato e
caro aUa SanUli di >'. S.
I S XXI. Venire, parlandosi di piante,
^ ' 210
i6?4
V E N
o stmili t i'dle Crescere* Cr. 2. l'j. 5.
Que)U (pianta) rhc merxanamcnte si ba-
gna , alligna e viene, /fai-, Colt. l^S.
Prima veugono , cbe le altre tarovcllc ,
ma non l'atriino . Alam . Colt. 5. 21^.
Chi dal licnigoo Giove , o dalla Gglia ,
Quant* ban soave e buon « s' arro;;lie in
leoo ; Chi Ira le Bevi e '1 giel nicniinttu
i giurai^ Sotto *1 più freddo ciel lieo liela
e verde.
g. XXlI. J'enire, parlandosi ili biade,
vale IVascere , Esser prodotto , /{accor-
sene. Cr. 3. 17. 4* ^ nella boì»oIca rfcHa
mezzana saggina appresso di scdirì coihc
ne vengono» cioè se ne riroglie.
^ %. XXIIL ì cnire, per Toccare, zip-
partencre . ììocc. g. 8. n. 6. A te vieno
ora il dover dire. ^^0
g. XMV. / enire , per Cominciare ,
Metter mano. Lai. venire , apgrcdi. Cr.
ÌTZÌpx£ì^a.t , si'sQa.'iìttv . liocc. nov. 3.
I. A narraivi quella (novella) verrò, la
(luale udita, forse più caule tlivcnele. 1C
nov. 36. 4- ^^^ vegniamo alla novella .
Petr. san. 219. Onde a ben far per vivo
esempio vicnsi.
!v g. XXV. J'ale anche Condursi a
fare alcuna cofrt. Frane. Sacch. nov. l5o.
Venendo a voler fare uno cimiero, el)I>c
conaìglio co* suoi consorti , che cosa do-
vesse fare per suo cimiero. (F")
;;: g. XXVI. lenire, si dice aneli e del
Passar col discorso da una rosa ad un'
altra, /imm. /fnt. 2. I. 8- Colui non ba
pari, facendo alle I>rai:cia; quell'altro vin-
ce a levare uno grande peso . Vieni a{jli
animali . Altri cani sono da porco salva-
tico, e altri da cervio. (Pj
'.• §. XXVII. lenire ad tino, vale Co-
minciare a ragionar di Ini. Jìorgh. l'esc.
Fior. 487. Di Pietro secondo, rlie gli viene
dietro, si trovano i primi contraili intor-
no al II90, al ([uale ornai ne verremo,
dacché di Bernardo non ci e altro cbc
ragionare. (C)
f g. XXVUI. Venire, per Convenire,
Esser dovuto. Lat. def.erì. Gr. r^iTieiv.
t' Frane. Sacch. nov. 70. Dell' acconcia-
tura ( del porco ) poi ^Vi pa^o quello se
ne veniva, che fu for^e un altro fiorino.
E 102. Quelli savi riprendevano molto i!
tavernaio, dicendo che gli si verreMie gran
punizione. (l'J Med . Ari. Cr. [\l. Ac-
ciocché ti liberasse dalla giuila scnleaza,
che a le si veniva, elesse, e prese d'es-
ser condannato per sentenza di dannazio-
ne ingiusta. (C) Vasi. \(\\. Significando
la pcnitenzia rhc de' suoi peccati si viene
(qui /* ediz. citate leggono Significandole
e quella drl 1725 ha: S' a-viene), fiera,
rim. \. 102. Vienimisi questo per la mia
fatica eli' i' ho dui'iito a dir de' falli tuoi.
§. WW.I enire, per Pervenire, Jp-
partencre. Lai. pertincre, spettare, di-heri.
Gr. Ttpo'Stì<t'v. Car. leti. a. U). Doman-
do quel che deliitainrntc mi si viene ; e
non mi si venendo , che la ragion sia
quella che Io dira. /".' 20. Monsignor Ciu-
sliutano ce. non mi vuol dare quel che
mi si viene . E 2.'Ì. Parendomi d' esser
tenuto a rcstìluiioDc di quel più che ooa
mi si viene.
V §. XXX. Fenire t per Convenire,
Esser di l/i.togno , di nece.isi là. Petr.
son. l()6. Pur questo e furto, o vicn eh*
i* me ne spoglie. Cas. son. 22 V.Wn m'
aprìo Con dohi piaghe ambe il fianco,
ed ella Vicn che in' uccìda, o pur le sa-
ni e chiuda. ( FP)
•> §. XXXI. Fenirt , per Proveni'
re. Toccare. Poez. 64. Noi indonniamo
quelle (dignitadi) spesse volte agli uomi-
ni rei esser venute. Cren. Slnn. ii.'j. E
questa terza parte vcnn? per sorte. E ivi.*
L* altra mezza casa dal lato di drirlo 0
'I rimaocate «e. vcntic a'Gghuoli di Ma-
y E H
rabottino. « Pefr. son. 3l5. E quel soave
\cIo, Che per alto destin li venne in sor-
te ... (E)
3 g. XXXII. Venire , per Accadere ,
Intervnire, yivvenire. Lat. accidere ,eve'
/lire. Cr. «u v Gyt'vEtv. />occ. nov. l5. 28.
Tu hai molto a lodare Iddio, cbe quel
caso li venne. /: nov. 28. 28. E per ven-
tura venne 1 he a convenevole tempo ec.
la donna parlori un fi^ilinul nij>>cbÌo. Frane.
/i'nrti . 340. 21. Do\e se %ien che vadi ,
Veri^ elcniilà donna seguente, lìoes. C
S. 46. La qtial cu»a viene di rado. '^ 7V-
seid. 5. 77. Ma come noi \ Cagiani veni-
re in ura Cosa ibe in mille anni non av-
viene , Cosi ce. (/ij Fav. Esop. 55 Mo-
vendu&t il villano di f-ennaio quaiid' era
gran freddo ed abbundanzj di neve e di
terribili venti » andò per le legne , e nel
tornale, gli venne dì Uovaic un gran ser-
pente. (C/
f 3 §. XXX ni. lenire, per Succedere,
Eiiisctre . Lai. succedere. Gr. ffw//€at'-
v!iv . Hocc. Introd . 2. Il quale ( l'cllis-
mo piano) lanlo jiiù viene lor piacevole,
quanto niaggiore è stata del salile, e dello
smunlare la giavezza.
g. XX\I\ . / enire , per Conseguire, Ot-
tenere, fìocc. nov. 18. 3o. Questa parola
])arve foile contraria alla donna a quello
a cbc di venire inlendca.
g. XXXV. lenire, per Incorrere, Ca-
dere. Lat. incidi- re , cadere. Gr. e'rtt1ti*7T-
TE(». Pocc, nov. 77. 3:^. Venne iti tanto
dolore, che quasi fu per gillarsi della torre
in terra.
g. XXXVI. lenire, per Pivenire, Di-
ventare. L.*l. Jìe ri , ejjici. Gr. yt've^Jxc.
lìant. Par. 2. Del quale Vivesi qui, ma
non scn vicn satollo, i^inf. Firs. I^'Sj. >.
crescendo Pruiieu , \cnne si bello Della
persona, che se la natura L'avesse fatto
in prova col jieunello , Kon polca dargli
più bella fif(ura. iJittam. 4- !<)■ Quando
Hubcrlo venne nuj^iordomo. V fìocc. g.
2. n. i. Desiderosi vennero d* andare a
vedere. Guitt. lett. 36. 82. >oi non buoni
vedendo, vegnono malvagi; che se buo«i
ne vedessero» verriano buoni. (Fj Tass.
Pini. Eroic. Son. ^6- Stilian, quel canto
onde ad Orfeo simile Puoi pKit-jr 1' um-
bre dello sligio regno. Suona tal, che a-
scollando ebbro ne vegno. (D)
'.' §. XXXVII. lenire, talora vale
Servire . Alam. Colt. 3. 65. Kon sola
apporta ^Vulrimento miglior, ma in vece
viene Di medicina ancor, ch'asciughi
alquanto ve. ( .^fj
^ g. XXXVIII. l'enire, per Arrivare,
Pervenire _, detto di eccesso o di manca-
mento, /iorgh. Mon. iSp. >on si era per-
ciò così sfrenatamente precipitala la cosa,
cbe hi fosse venuto a mangiare in oro .
Amm . Ant. 6. 2. 4- tennero a sottile
mensa e poveri cibi, e per questo gueri-
roBo. (I )
%. XXXIX. Ventre, parfandosi d'al-
cun malore , si dice del Sopraggi ug nere
che fa quella rotale infermiln. /lece. In-
trod. 6. Cominciò il gi^ dello ga\ orciolo
mortìfero iudinercnlcmcnte in ogni parte
di quello ( corpo ) a nascere e a venire.
Cren, l'eli. 101. A me venouDO le gotte,
onde non vi potè' andare.
^- §. XL. f'enirr, si dice anche di ciò
che risulta da conti fatti . la. te. rlrzig.
1. I. Disse che «olrva stare in Firenze
olio o dicci giorni ; cbe benebbe a non
si essere ancor parlilo fi/ tAe im^rf.?, r//«
egli non dee esser anfora partito). (E)
Srgr. Fior. Art. giirrr. Dis idianiit il no-
stro battaglione in dieci balLigtie ec ila
renio ad o^ni batlagha 45o uomini re.
Tulio le battaglie prrtanlti vrngoou Ire-
mila scudati, mitle picche re. i quali lutti
fanno numero di quallromda cr. (CP)
VE»
ir g. XLI. l'enire , piglia anche tal-
volta ahiisnamente le leci di Andare.
Dant, ìnj. I. Alle t]ua,* f genti ) poi , s«
tu vorrai venire Anima fia a ciò di me
più degna. 1 /)) E l'urg. 7. Ma, se lu
sai e puoi, alcun indizio Da' noi, perche
venir possiam |tiù lotto I.^ dove 'I Pur-
gatorio ha dritto inizio. Car. tn. 6. l63.
Ur sol ti chieggo (sono queste parole detta
da Enea alla òilnlla nrl suo antro pri-
ma di scendere con lei nell' Averno) ce.
Che per te quinci nel cospetto io venga
Del mio dìlellu padre. (M)
g. XLIt. l enirr, per Eisere. P Fit.SS.
pad. 1. 17. E venendo in sulla mezza
iKitle ^l'a tutti , come piacque a Dio ad-
dornienUti, Antonio lornaodo un poro in
se , sospiroe mollo forte . Lasc, Parent.
I. I. lo quanto a me, io slo troppo be-
ne ec. ma veniva per modo di ragiooare
(cio'e, era per mudo dì dire), fi) Bern.
rim. I. 8. io vi scongiuro, se voi mai veni-
te Cbi.imalu a medit ar quest' oste nostro,
D.ilegli bere a pa^to acqua di vite. Gal.
Gali. 227. Tale e la forza e virtù che dalla
Velocità del molo vicn conferita al mobile
che la riceve.
* g. XLIII. Per Essere, Ventre ad es-
sere. Cavale. E.fpos. Simb. 1. 455. Gli
altri quattro articoli della divinità appar-
tengono ec. , lo primo delti quali , che
viene il terzo , si pertiene alla creazione
delle cose, (l'j Fior. II. Z'jS. Pico fu
figlio di Saturno ; sì eh' elio , cioè Sa-
luroo, viene a me bisavolo, ed a mio pa-
dre avolo. (C)
t §. XLIV. Ecolverho Essere espres-
so. Sen. Declani, 3. L' altro fratello che
venia a essere aio del giovane , viene a
slato di grande povertà e nrceisilj. (C)
g. XLV. lenire, con gli infiniti de*
verbi, e colla particella A, non muta il
signfic. de* medesimi verbi j onde Venire
a fare una cosa, e lo stesso che Farla.
iJoiC. nov. loo. 3o. Il che quando venni
a prender moglie , gran paura ebbi che
non m'intervenisse. ^ lit. S. Ciò. flatt.
ICfZ. Quando la nostra Donna li venne a
partire da loro, costoro incominciarono
divolamcnie a lagrimare Cavale, ^fed.
cuor. ?,(i7. Ognidì cbbesi forti haltaghe ,
cbe quasi veniva presso a eorromper-
si. (/ )
g. XLVI. Venire a dire, vale Signifi-
care . Lai. signijìcare . Gr. ST)^ai *|iv .
Socc. nov. I. 6. Credendo che cappello,
cioè ghirlanda, secondo il loro volgare, a
dir venisse ec , Ciappelletto il chiamavano.
E nov. 5(). 6. Quello cbc egli avea ri-
spc^slo. non veniva ;i dir nulla.
g. XLVII. / enire, co* genindii dt^ ver-
bi, come ì'enir facendo , rngguardando ,
e simili, vale pur lo stesso, cioè Fare,
Paggiiardare ; modo comune a noi e a'
Greci. Poec. nov. li. 7. Comincio ee. a
far sembiante di distendere 1* uno de* diti,
e appresso la mano , e poi i) braccio , e
cosi lutto a veniisi distendendo. B i/f
Irod. 32 Opni ora che io vengo ben
ra^guardando allì nostri modi di qaetU
mattina, ec. /•," nov. ?j^ 16. E più Irila-
mentr esaminando vcgnendo ogni parl^
cularilà ce. , fermò il suo consiglio . E
nov. 75. 3. Parendogli che fosse no nuo-
vo uccellonr, lutto il vinne considerando.
/V/r. son. pi. Venni fuggendo la Icm-
pejia e 'I vento, t'ir. As. 81. La Lucìa
mila affannata e limorota mi venne di-
cendo (he la padrona ec. si %olcvalascH
guenle notte trasmutare in uno uccello .
Cas. lett. ao. Iticordandole insieme, eh*
quello che io le mandai a dire per lo mio
gentiluomo, molli mesi sono, sì vcrrk con-
ducendo ad efl'rlto.
g. XLVIII. l enirr. con gli aJéiettivi
dei verbi, come Venir fatto, t'entr detta.
t E IV
V E N
YEN
1675
fenir pirtnìato, e simili, vate À^venìtt, \
Jccadert, Succedert di fare , iìi dire, di
guardare , ec. /foce, no*: 6- 3. Per av-
ventura gli venne trovalo uu buono uo-
mo. E appresso: Al ijuale ce era venula
«letto UD di ad una sua hrigjia, se avere
UD vino si buono , che ne berrcblie Cri-
Mo - E nov. 75. "S Venutogli guardato
là dove questo nicsser Nircola sedeva ce,
tatto il venne considerando . E uov, 79.
4- E intra gli altri, li quali con più elH-
cacia gli vennero gli occhi addosso posti,
furono due dipìntoli. Fior. S. frane. 7.
Si guardava di stare molto con lui ce ,
acciocché non vi venisse detto alcuna pa-
rola dì correttone verso di lui, il quale
egli conoscca di tanta santitade. t'ir. Js.
Sq. e' mi Tenne xedulo un orlo assai
ameno .
§. XLIX- renir fatto ^ vafe anche il
più delle volle Riuscire. Bocc. no*-. I.^.
3. Al quale non bastando la sua liccbcz-
sa , disiderando di raddoppiarla , venne
presso che fatto di perder con lotta quel-
la se stesso. E noi'. ^ì. 17. InBnu a tanto
che fatto mi verrà di potertene sicuramen*
te mandare a Roma . E nov. 72 li. Io
non so quando e' mi si ven^a così ben
fatto, come ora. Car. lett. I. 61. Ma io
spero che mi verrà fatto d' accertarmene
in qualche parte. Amhr. l'uri, x. 3. Io
dubito che ella non ci verrà fatta. Borgh.
Hip. l44- '1 ^^^ g^' verrà fallo , se egli
adopererà i colori più chiari.
^ì^ §. L. Coni' ella tiene ^ maniera
avverò, che significa A caso. Lai casu ,
fortuito. Il Vocabol.nlla voce VANVE-
RA. (C)
^ §. LI. Pigliare il mondo come vie-
ne, vale ^'on pigliarsi malinconìa dì cosa
alcuna. Non si affliggere , o turbare di
rhccchfssia. V. MONDO, §. XVIIj e PI-
GLIARE, §. CI. (C)
VENIRE A BATTAGLIA . Combatte-
re. Lat- pritliari . Or. <JV.Xfì^cr.i. Cron.
fcll. 101. Convenne venire a battaglia
ordinata, e combatterono , e in breve fu-
rono sconfini i Pisani. Jlam . Gir. II.
58. Ma non 50 tanto dir, che astretto fui
Di venire a bjlta;;lia contro a lui.
•f * VENIRE A BATTESIMO E A
CREDENZA. Battezzarsi, e credere nella
fede* Gr. S. Gir. 29. Quando T uomo
viene a battesimo e a credenza , il Dia-
volo , che gli è in corpo , sì n esce fuo-
ri, (ì'}
•f VENIRE A BENE . Si dice pro-
priamente degli alberi, delle piante, e del
^eme, e vale Allignare, Fruttificare, Pro-
vare, nel s igni fìc. del §. XIH. Sen. Pist,
112. Però noi la sogliamo tagliare (la
vite) sopra terra, [tcrchè se non viene a
bene, che V uomo \i metta altro consi-
glio, o innestila sotterra (il testo lat. ha:
ti non rcsponderil ) . ^s Fr. Giord. l58.
Quello (seme) che venne a bene, ^yi pur
una parte. (ì) S. Ciò. Grisost. 198. Chi
vuol seminare, se non sperasse che Ìl se-
me venisse a bene , sicch' egU n* avesse
tmona ricolta, non seminerebbe- (TC;
# §. I. ì'cnire a bene, vale anche Per-
\tnire a buon fine. Ciantbon. Mis- uom.
46. Ragione è che si debbiano perdere ,
acciò che non venga a bene quello che
non procede di bene. fCj
!r g. 11. T'ale anche Giovare, Esser
ai vantaggio. G. 1'. lih. 9. cap. 124. E
Jier questo modo lasciaodo i fuochi e le
uminarie accese nel campo , salvamente
con tutta sua oste si ridusse in Fucec*
Aio, e a Carmignano , e all' altre castel-
la ; e \cnnegU a bene, che una grande
■equa venne dal cielo la notte , perche
Castruccio non sentisse la sua partila , e
fu gabbato per le luminarie, il)
VENIRE A BISOGNO Bisognare. C.
y. 7. 3. 2. E ciò venne al dello Carlo
bene a bisogno.
VKNIHE A CAMPO. Campeggiare ,
Accamparsi. ^- Petr. Uom. ili. 23l. Ar-
t'x^o venne a canapo a Firenze addi ven-
lun di Luglio, e con |k>co suo onore , a
modo di sconfitto, se ne levò. (V)
t VENIRE A CAPO. ì'cnire alla ft-
nfj al termine, alla conclusione. Lat. ad
fiiiem pervenire. Gr. TZpòi tì')o; r,y.iiv.
Bocc. nov. ào. I. Sommamente di^iderato
ho, che a capo se ne venisse. E nov. 60.
19. Furon tante, che se io ve le volessi
tutte contare , io non ne verrei a capo in
pareechi miglia. E nov. 98. Il Per pe-
nitenzia n' avca preso il voler morire, di
che tosto credeva venire a capo . Lab.
199. Egli non si verrebbe a capo io otto
di di raccontare tulle le cose che ella a
cosi fatto fine adoperava. Esp. Pat. Nost.
36. Di ciò che lu comincerai guarda la
fine, a che capo lu ne verrai. Fr. Giord.
Pred. S. Volendole perfellamente cono-
scere 0 vedere , sono di troppa fatica , e
non se ne può venire a capo. Ar. Fur.
18. 17. Al l'agan , che non sa come ne
possa Venire a capo , ormai quel giuoco
iocresce . larch. Ercol. 9^. D'uno che
favella favella, e favellando favellando con
lunghi circuiti di parole aggira se e al-
trui , senza venire a capo di conclusione
nessuna, si dice: e' raeua il can per l'aia
ec ; e a questi colali si suol dire ; egli è
bene spediila , finirla, liv orarla , venirne
a capo.
* VENIRE A CARITÀ". Acquistarla
Carità. Cavale. Med. cuor. 253. Chi è in
questo stalo di timore , si dee sforzare
quanto può di venire a carila. (^')
''? VENIRE A CASO. Intravvenire,
Accadere . Belc. J it. Colomb. 239. E
quando venisse a caso , che li facesse o
dicesse vergogna, o facesse ingiuria, non
ti conturbi e metta a tenl.izinne. > C)
* VENIRE A CHECCIIESSI'A. Met-
tersi a fare alcuna cosa, Lf sci re in (jual-
che atto. J'it. S. Ciò. Bat. 192. La nostra
Donna si venne a partire da biro. (Ì'^J
5;: VENIRE A CONCLUSIONE. De-
liberare, Bisolvere. Cronuhctt. 252. Ed
inoltre da loro ialendesse , iu che modo
aveano a venire a conclusione , e se era
in loro potenzia, o no. (Cj
VENIRE A CO-NCOliDU. Accordar-
si. fioco, nov. :^6. (\. Temendo essi di non
venire a paggio , e per costei guastare i
falli loro, vennero a concordia di doverla
donare a Federigo re di Cicilia.
•f ::: VENIRE A CONFESSIONE. Con
fessarsi . Cr. S. Gir. 29. Quelli che è
venuto a confessione de' suoi peccali, e
poi vi ritorna , a colui è Dio Lene ìn
ira. fi'J
•:- VENIRE A CONOSCENZA D'UNO-
Essere conosciuto da uno. ì'it. S. Ciò.
tlualbert, 3l5. L'odore della sua santità
venendo per diverse parti a conoscenza di
molti . r/ ;
t '*' %■ lenire a conoscenza, 0 alla co-
noscenza d' una cosa, o persona, vale Co-
noscere una cosa, 0 persona. Guitt . lett.
l. 5. Dovcresle aver già fatto il primo pie-
de, alla conoscenza del male venendo, (l'j
-:• VENIRE A CONOSCIMENTO. Co-
noscere. Cavale. Med, cuor. 285. Oh pe-
nitenza ec, per te la città di Ninive ven-
ne a conoscimento di Dio, e non fu som-
mersa. (!)
t VENIRE A' CONTI . Conteggiare .
Lat. rationes subducere. Gr. )-oytVe73at.
Boez . larch. 2. pros. 3. Vuoi lu dun-
que venire a" conti colla fortuna, e saldar
seco la tua ragione? (fjui figuratam.).
■'.i VENIRE A CONTRIZIONE. Con-
trirsi . Frane. Sacch nov. 33. E non si
dee ancora uè da beffa , ne da dowero
aspreggiare uno peccatore quando vichc
a conliizione. (Cj
■':r- VENIUE A CORRUZIONE. Cor-
rompersi. Guastarsi. /'. A CORRUZIO-
NE, (.yj
•^- VENIRE AD ALTRO. Conseguire
un'altra cosa, uu altro ^ne. Fr. Giord.
36. Ciò che tu fai ad altro fine, o per ve-
nire ad alito , o per piacere ad altrui, tutto
è vano » ec (E)
* g. I. prima di venire ad altro, vai*
Prima di fare altro. Bocc. g. i5. n. 6.
Prima che ad alUo venisse, tutta la sua ÌO'
tcnzion gli aperse. (V)
'*.- § IL Senza venire ad altro , vale
Senza fare, ne dire altro. Frane. Sacch.
nov. 3l. Feciono la riverenza (al Vesco-
vo), e io quella si stavano, senza venire
ad altro. /T;
* VENIRE AD ANIMO. Ricorrer nel
pensiero , 0 simile . Benib. Pros. 2. g5.
A 6ne di poter di qualunque cosa scri-
vere, che ad animo gli veniva, (f)
VENIUE ADDOSSO. Sopravvenire.
Lat. siipervenire. Gr. E'irepxisàot. ^ Pe-
cor. g. 25. n. 2. Moslròfjli il pericolo che
gli veniva addosso per la forza del re Car-
lo. (C) Sen. Ben. t anh. 6. 28. Intanto
a me venne addosso la tempesta , senza
sapere iu qual porto dovessi, o a chi per
aiuto ricorrere.
=? §. Per Assalire. Cronichett. d"" Amar.
93. Cesare il Seppe: isludiossi di venirgli
addosso , per modo eh* egli lo sconfis-
se. (C) Mil. 31. Poi. 63. Questi duo
baroni feciooo grande ragunata di cava-
lieri e di pedoni per venire addosso al
Grancanc. (BrJ
i"? VENIRE AD EFFETTO . Effi-t-
tu are . J'. tFFETTO (C)
;:• VENIRE A DESPERAZIONE. Z?e-
sperarsi. S. Cater. lett. 96. Spesse volta
viene a dcsperazione. (!')
VENIRE A DIETRO. Tornare indie-
tro. Lat. retrocedere. Gr. avc^^'C-*'''
* VENIF.E A DIRE. Significare. Ca-
vale. Pungil. ii3. Per certo non viene
altro a dire, se non questo e fornicatore,
o qucato è ladro, ec. (l)
•"? §. lenir a dir poco, 0 nulla, vale
Importar poco , 0 nulla . Borgh Orig.
Fir. 108. Ordine del prima e del poi non
ci è ; e quando ci fusse, poco viene a dire.
E Tose. 352. Non se n" è parlalo, o non
cosa che venga a dir nulla a questo pro-
posito. (E)
* VENIRE A DOLORE. Addolorarsi.
Tratt. I irt. mor . 3. Per colali peccati
sono molli uomini e femmine a dolore e
ad onta venuti. (C)
VENIRE A DOVERE. Accordarsi al
giusto , e al convellente.
•f :y VENIRE AD UOPO. Cadere in
acconcio. Tornare opportuno , ec. Bemb.
J^ros. 2. q8. In luogo d'' avacciare , che
ad uopo gli veniva, disse avanzare. Alam.
Colt. 5. 134. E '1 fido cane a canto. Che
lo faccia svegliar, se viene ad uopo, (l )
^ VLNIRE A EFFETTO. Effettuar-
si. Cronichett. d' Amar. i3. E perchè
questo sogno non venisse a effetto , ma-
ritò questa sua figliuola a un povero gen-
tiluomo di Persia, e tolselo povero per
esser più sicuro che lo sogno non fosse
vero. (C)
VENIRE A FASTIDIO, lo stesso che
Tenire in fastidio . Lai. molestict esse.
Gr. ^y.pC-jtiv. -> Benv. Celi. Vii. 2. ^58.
Essendo troppo venuto a fastidio al duca
questo uomaccio ec subilo disse. /:. 4?^
Questo tuo venire m' è venuto troppo a
fastidio. (C)
V VENIRE A' FATTI Lo stesso che
lenire a" ferri , lenire alle strette. C.
/■'. 6. 2. 2. Vennuno insieme a villane
parole , e di parole veanono a' fatti. (Bj
1676
V E N
VENIRE A* FERRI. Lo stesso che Fé-
Ktrt alle strette, Strìgnere il trattato per
la conclusione . Cron. l'eli. gS. Vegnen-
do a' ferri , per estere in concordia con
noi, ebbe fioriui ceoto mila tra qai e Sie-
na . Buon. Fier . 3. 1. a. lo to* Tcoire
•* ferri , Vo' Tenire alle maai . E Tane .
1. 5. In qualche mo' i* vo' yenire a' fer-
ri. Borgh. Orig. Fir. 63 E forza Bnal-
inente vooire a^ ferri , e dire Uberamen-
te y o che Tacito e questi altri tutti er-
rassero , ec.
# VEMRE A FINE. Bifnirsi , Con-
sumarsi. Vit. S. Frane. 228. Ma era il
corpo suo sì macero , e sì veouto a fi-
ne per la lunga e aspra penilenzia , che
ec. (V)
# §. JE Venire a Jine tf alcuna cosa,
vale Conseguire il suo intento . Borgk.
Vesc. Fior. 56^. La scisma ec. da lui,
per venire a 6nc de* suoi concetti, iodot-
ta. (D
# VENIRE A FRUTTO. Melaf Giù-
gnere ad effetto. Cavale. PungtL n6.
Impedisce che i buoui proponimenti ed i
buoni comiociamenti ec. non vengano a
frutto perfetto. (V)
# VEMRE AGL'INDIVIDUI. Indi-
viduare, Toccare i particolari. Cor. leti.
Farn. 1- 3o. Sebbene ha toccati lutti i
capi, non è perù venuto agi* individui del-
le cose, ne alle ragioni delle sue conclu-
sioni, ne al modo di mettere in atto. E
5x. Venendo agi* individui delle cose e
delle persone. (C)
# VENIRE AGLI ORECCHI, o AD
ORECCHIE. Sentire qualche cosa. Bocc.
g. 7. n. 8- Guarda che ce. da quinci in-
nanzi simili novelle noi non sentiamo più;
che per certo , se più nulla ce ne viene
agli orecchi , noi ti pagheremo di questa
e di quella. E g. 5. n. 7. Le quali cose
Tenendo ad orecchie a Martuccio Gomito
in prigione ec, disse: ce. (1)
VENIRE A GRADO. Tornar bene.
Dar piacere, 0 soddisfazione. Lat genio
satisfacere . Gr. àpì'san'j . * Bocc. in-
trod. II. Solamente che cose vi sentisse-
ro, che loro venissero a grado, o in pia-
cere. (V) E nov. 19. 24- ^° incominciò
a servire sì Wne e sì acconciamente, che
egli gli venne oltre modo a grado.
« VEMRE AL BASSO, lenire al di
sotto, nel senso del ^. l. Borgh. Orig. Fir.
291. Noi alibiamo veduto ce. le grandi
{città), venendo al basso, a poco a poco
disabitarsi . (F) Oiov. Geli. Fit. AIJ.
10- Vcggendosi generalmente P onor del-
le famiglie illustri, o essere al lutto man-
cato per morte , o esser mollo venuto al
basso , per aver perdute le signorie, e gli
stali. (C)
if §. ì'ale ancora Essere in poco pre-
gio . /torgfi. Arni. Far». 5o Per essere
maaratu oggi 1' uso ec. di queste pelli, e
perciò venuto al basso Ìl nome , e forse
spento, di quell* arie. (F)
VENIRK AL BISOGNO. Venire in
rondo , Occorrere opportunamente . Lat.
ad rem tacere . Gr. cuxxi'pwf , (Xdcrv .
Bocc. nov. 12. 5. Al bisogno ti fio ve-
nuto
VENIRE AL DI SOTTO. Cadere.
Lat . subtus cadere . Gr. uTT0ffi'7rT«tv .
Frane Sacch. nov. Io3 Se ciò non fai,
volgendosi, com' ella la (la ruota), e' li
cODverrk cuminrìarc a scendere , e forse
veniic al di sotto.
§. I. Venire al di sotto , Jiguratam.
fi dice anche del Cadere in basso stato,
Bidursi in povertà . Lat. in pauperta-
tem incidere. Gr. u\ rn'v -iviotv KaSi-
# §. Il I ale anche Perdere, An-
darne colla peggio, intr. Viri. png. 77.
e Fir 181O ) Non vi ricorda rome tutte
V E N
le battaglie, eh* avete avute con noi, avete
perdute , e delle vo>tre pruovc venuti al
di sotto? (V)
VENIRE AL DOVERE. Lo sUsso che
ì'enire a dovere. Lai. eequo stare.
* VENIRE A LEGA. Collegarsi. Bemb.
Star. 6 83. I Principi di quella famiglia
nelle sue parli tradusse , ed a lega con
esso loro venne, f Vj
* VENIKE AL FATTO. Cominciare
a parlare del fatto , della co^a di cui st
tratta. I arch. Star. 5- 10/ Laonde ve-
nendo al fallo, dico che la dubitazton «o
stra è, se questo nuovo ec. stato debba
ce. conservare la vecchia lega- (Cj
* VEMRE ALLA LUCE. Parlandosi
di libro , componimento ec. vale Essere
pubblicato colle stampe. Bed. leti. Occh.
V. S. Illustriss. lo ascollo da quella ve-
glia del Sig. Dati , degna di venire alla
luce, (yj
VEMRE ALLA MENTE. Bicordarsì.
Lat. in mentem venire. Gr. eiServ ETTt
vojv . Pass. 27. Quante volle le viene
alla mente d' avere offeso Iddio peccan-
do, tante volte se ne penta.
t VEMRE ALL'ARME 0 ALL'AR-
MI. Combattere, Principiar la battaglia.
L^l. commi tlere bellum . Gr. //a'xssjat.
Ar. Fur. 8. 74- Non potev* io venir
più tosto air arme? * Giov. Geli. Vit.
Alf. x63. E trovatolo sempre appoggiato
e fisso in su* disegni de' suoi, fu final-
mente forzato venire all' armi. ^O
* VENIRE ALLA SUA. Ottenere gli
attenti suoi. G. V. Iib. 8. cap. 81. Ve-
nuto se' alla tua di conduccrci oltremonti;
ma lardi tornerà la Ctiicsa in Italia, si
conosco falli i Guascogni, (V)
* VEMRE ALLE BREVI. Venire al-
le corte. Lat. rem concludere. Cai. Sist.
38o. E per venire alle l)rcvi , non sa-
reste voi soddisfatto , quando realmente
si srorgr\<>scr nelle stelle quelle mutazio-
ni? (yS)
* VENIRE ALLE CONTESE . Con-
tendere. Buon. Fier. 2. 4* *8- A ciascun
passo S' ha venir alle prese, AH* entrar
d' ogni porta Venir alle contese, fyj
VENIRE ALLE CORTE. Venire alla
Conchiusione.
t VENIRE ALLE MANI . Venire in
potere, Lat. in potestatr-m venire. Gr.
uno Ttvi TTOtSia&ai. Viagg. .Sin. 6^- La
cagione, per che la terra non è murata ,
si è, che dicono che s'ella venisse alle
mani de' Cristiani, ec. ^ Fior. S. Frane.
41. Io li priego che tu me lo dia, e che
uccelli cosi mansueti ec. non vengano alle
mani de' crudeli che gli uccidano. fVj
§. I. ì'enire alle mani , vale anche Ca-
pitare, Occorrere, Dar nelle mani. Lat,
obvium habere, occurrere. Gr arravrav.
Bocc. nov. I^. 9. Venutagli alle mani una
tavola, a quella s'appiccò. F nov. 1(). 3-
Quando qui mi viene alle mani alcuna
giovanetla clic mi piaccia ec. , prendo di
questa qua quel piacere che io posso.
f §. II. ì'enire alle mani, vale anche
Azziìffarsi j che anche si dice Menar le
mani. Lat. manus conserere. tir. Ttò'itu.nt
flu»TTjfl«5^ai. Tesorett. Br. 18. |65 Ch*
egli e maggior prodezza Rifreoar la mat-
tezia Con dolci molti e piani, (!hc venir
alle mani. Tac. Dnv. Vit Afir. 398.
Agricola mise animo a tre coorli Batavc
e «lue Tungre di venire alle mani colle
spade.
§. III. Ventre alle mani, vale anche
Cominciare , Itar principio , Intraprendere
a far «Jtecchessia. Buon. Fier. 3. I. 3.
Io vo' venire a' ferri, Vo* venire alle ma-
ni , odi , odi, Sano.
VEMRE ALLE PRESE. Dicrst de'
combattenti allora che sì addosso ti trova-
no l' uno all' altro, che vengono a pren-
V E 5
dersi scambievolmente colle mani . Ar.
Fur. 36- 49- 1^ mezza spada vengono ih
botto, E per la gran superbia, che 1* ba
accese, Van pure innanzi, e si son già aì
sotto, Ch' altro non pon che venire alU
prese. Buon. Fier. 2. 4- 1^- ^ ciascun
passo S' ha venir alle prese , AH' entrar
d' ogni porta Venire alfe contese.
§. E figuratamente significa Far /'
ultimo sforzo, Esiert al fin dell' impre-
ca.
* VEMRE ALLE ROTTE. Adirarsi,
Bestar con alteratione. /'. ROTTA, §.
VIII. (Ci
* VENIRE ALLE SPADE. Dicesi
propriamente dei duellanti, e vale Met-
ter mano aite spade. Incominciare il duel-
lo. Ar. Fur. 2. 5. Così alle spade dai
gridi e dall' onte Venne il Circasso e quel
di Chiaramonte- (^I)
VENIRE ALLE STRETTE. Condurre
r affare in termini stretti, ì'enire alla
conchiusione. Cai. Sist. 325. Or dunque
signor Salviati, venghiamo, come si dice,
alle strette; che ogni parola, che si spen-
de in altro, mi par gettata via.
* VEMRE AL MONDO. Sascere .
Ar. Sat. 2. Venuto al mondo sol per far
letame . L'uon. Tane. 5. 7. E venni al
mondo per islare a tedio. (Cj
•f * §. E metaforicamente vale Far
comparsa. Aver fama. Frane. Sacch.
nov. 63. Deh che non li vergogni? Co-
mincia prima a venire al mondo, che lu
ragioni d' arma. fJ^)
VENIRE AL NIENTE. Afoiicarv. Lat.
ad nihilum redigi. Gr. c'^ou Jcvoùsdai .
l'occ. Intr. 32- De' quali il numero è
quasi venuto al niente. # G. V. g. 96.
A richiesla del detto Comune seguiiono
r ofitcio de' nove, che reggeano la terra,
onde quegli della delta congiura vennero
a niente, e furono cacciati di Siena. /Tj
§. lenire al niente, l'usiamo anche
jitr Bidursi in mendicità . Lat. ad inet-
ta s redigi.
« VENIRE AL PIACIMENTO. V.
PIACIMENTO, §. III. (y'j
« \ENIRE AL POCO. Dicadere di
stato, di onore, ec. Frane. Sacch. nov.
160. Vedremo se ci Ga fatta ragione, e
te 1* arte della lana , e quei che fanno t
panni in Firenze, sono venuti si al poco,
che parecchi ladroncelli di beccai li trat-
tino a questo modo, (f ) Giov. Geli. Vit.
Alf. IO. I Malaspini anticamente tanto
chiari e tanto famosi, venuti oggi al po>
co, per aver divìsa, e molto indebolita la
loro stirpe, possono a mala pena difende-
re la nobiltà, e lo antico nome loro. (C)
VENIRE AL PUNTO. Trattar della
fiutsiione strettamente, senza allontanar-
si da essa. Tac. Itav. l\rd. eloq. ^12.
E quando non viene al punto, o dice bor-
ra ìl dicitore , le lo garriscono e solleci-
tano ( il testo latino ha : alto tnnsgre-
dienteni) .
•f « VENIRE AL QUIA, lenire al
punto, rt quel che importa, alla ragione.
Bed. Irti. 1. 1*8. Cominiio a scnver og-
gi, die è il giorno di berlingaccio , ec
Ma venghiamo al quia. La cantone dì V.
S- Illustrisi, e altissima, nobilissima, ee. (*)
VENIRE AL SANGL'E. Porsi a com-
battere , Fenr.fi , Uccidersi scambievol-
mente. Lat. ad necrm certart. Cr. fsf'x^i
bor^xroM /*otz«i&«t- D^nl- Ifif 6- Dopo
lunga tenzone Verranno al sangue, ec.
VENIRE AL TAGLIO. Tagliare, Be-
sccare. Lai. rescindere, ohtruncart . Gr.
aTOj»o:tTfiv- Segner. Prrd. 11.9. Avreb-
be voluto venir subito al taglio di quella
pratica scellerata (quijigurmtam.). Salvia.
Disc. I. iq4 11 venira »1 taglio, e «1
fuoco V nel sembiante leverili. ma m ef-
fetlo e rlcmenza.
V E N
XZVm.KMKVO.D^r nelle n.'.n..
r„n.tare 0 Preserilars, avanti- Lai- "C
ne a mano. fO ■ rv
e I len.iv a mano, talora vale » e
„,re in poter.. La,. In po'es>atemjen,re-
Dant. mf. 22. Venule " "'" /^j'^^J .
versar., suoi. Bocc. no>: 18. =>='• *"r
che a mano di vile uomo la Be°"l S'«
vano non venisse. « /-."r. It- 2^0 L'
oualc regno li era venuto a .nano per
rdromacasuamosl.e,laquallu.n06l.e.
ra di Etlor suo fralello. f(;
* S 11. Petto dello Avvenirsi infere.
ru ss. Pad. 2. 296. La pecora che
fugge del peeuglio, spesse voUe vene a
mano del ìupo- (f )
VENIRE A MEMOBIA. Sovvenin^^
Lai. /- nientem venire, ■'f'^"'-^" ' ^Jj
,;, voo-v asstv, OTtlfZ.^àa.. Bocc.nov.
1.5. Gli venne a memoria un ser C.ap-
nerello da P.-ato. ,
■^ VENIBE A MENTE, io stesso, clie
Venire a memoria. Dant. Par. 20. E
coesi- alto del Ciel mi venne a mente.
^# VENIRE A MERITO, trattare,
r. MERITO, §. ro . , .„. ,•
* VENIRE A MEZZA LAMA . 1 ■
'-Tà\Ì.TniìLs..ry..Accos.r.
si alla misura di "•(--'• 'P'"'"- '^,''\'''''''
36. io. A mei^a spada vengono d. botto.
t * §• Efiguratam. lenire alla con-
clusioni subitamente. Tac Dav. Perd.
elon. 418. Lo stretto parlare e raccolto,
che viene a metia spada e concb.ude , da
alcuni i creduto più (Il '"'■ I"" f "°-
gula stalim argumenta concludens) . (^'ì
5 VENIRE A MORTE. Morire. Lai.
mori, perire. Gr. Sv>;«£.». Alam. Oir
l4. d. Ami airuUimo di, eh a morte
v^nne. Comando che con q"",/°"""
andasse. * Giav. Celi. IH- .-»// 10. Gh
Sforreschi venuti in pochi anm a more ,
hanno lasciato il regno agi. strani rtj»
* S. Talora vale Giugnere a tal ter-
mine della vita per infermità , od altro
da dover presto morire. ■• Bocc. nov. i.
6. Ciascuio ( de' figliuoli ) ec. pregava
a padre, il quale era g.a vecchio , che
quando a morie venisse , a lui quello a-
nello lasciasse ec. E venendo a morte ,
segretamente diede il suo a c.ascun de
Egliuoli ec. - Vit. SS Pad. 2. 123.
Dopo certo tempo crescendo questa .nler-
mila, questo santo monaco venne a mor-
le e ciò udendo molti santi padri del
delerto , vennouo a visitarlo ; e approssi-
mandosi r ora della morte , questo santo
monaco disse a' fral. ec. Pecor. g. 4.
n I Era questo Bindo assai r.cco, e a-
vèva Ire Bgliuol. maschi grandi; e venen-
do a morte, chiamò il maggior e 1 mei-
lano , e fece in loro presenia testamen-
to (C) ...
VENIRE A NA0SE4. ISauseare. Lai
nauseare. Gr. vav-riàv.
t VENIRE A NEENTE, o A MEN-
TE Lo sUsso che I enire al niente. Lat.
ad mhilum delabi , redigi . Gr. e.'; TO
Miev naSi^raiaa.. Esp. Pat. Nost. j.
Ed a neente verrebbero, se egU non le
sostenesse per sua virtude.
VENIRE A NOIA. Tioiare, Nauseare,
Becar noia , 0 fastidio . Lat. satietate ,
fastidio. ta:dio affiiere . Gr. ^«/=v<ve.v .
Cron. Morell. 271. Subito li verrà a noia
micUo viiio. che prima acconsentivi, fir
At 275. E perchè quello slecco di quel-
V E N
U possessioncella di quel povero uomo
gU era sempre negli occhi, egli aveva in
ogni modo diliberalo d' averla ; e perche
ella gli venisse a noia , e da lui venisse
il dargliela, egli vi faceva su ogni d. qua ■
.1 I. Rn» 26. S vu le per al-
che danno . /•• nag. .J". ;>■ r
l„,a stare in prigione; la qual cosa al fine
venutali a no.a, gh fu conveniente lare a
modo della passera. Buon. Tane. l^. i|.
Ch- io muoia. Se per Iropfo cariar non
vienvi a noia.
VENIRE A NOTIZIA. Esser cono
scinto . Esser saputo . I.at. ianotescere
Gr. Jiayvwfi?c"a.. Bocc. nov. |5. U
O che, se egli ne ragionò, a «"^ -"l'^j^
venuto non sia. E nov. 99- 25. S. diede
a conciare uccelli , di che egli era gran-
dissimo maestro, e per questo a nottua
venne del Saladino.
* VENIRE A NULLA. Bidiirsi a men-
te Gr S. Oir. 62. Vcrgogninsi 1 perfidi
e fallaci eretici, e g.'a s. conoscano essere
venuti a nulla. Borgli. lese. Eior. 587.
Combatti ancora, e restò al di sopra co
Gbinaz.. , famiglia antica Ghibellina , e
che per le parti venne, si può dire, a
nulla. (VJ
VENIRE A OLIO. Bidursi in termine
da trarsene l'olio. Bicett. Fior. 99. L'
olio di moria d' ova si cava tacendole sode
nell'acqua, e mettendole 10 una teglia so-
pra •! fuoco, e rimenaudole tanto, ch eUe
vengano a olio.
•t * VENIRE A ONORE. Migliorar
lo stalo, la condizione. Cavale. Med^ cuor.
23q Molli altri, i quali in stato di sug-
eesuone e avversiti furono buon.; ma poi
venendo a onore e prosperità , peggiora-
rono, e caddono. ti I
VENIRE A OSTE. Marciar coli eser-
cito ad alcun luogo per combatterlo. Bi-
cord. Malesp. cap. iS-j. C.ò fallo,. Fio-
rentini vennono a oste a Pisa mfino a
santo Iacopo di Val di Serch.o. C. /- . I.
3, 1. Ordinarono che ec. venissono in
Toscana ad oste contro la citta d. F'esole •
VENIRE A PACK. Ear pace. Pacifi-
carsi. Cron. Veli. 99. Poi venne a pace
messer Bernabò colla Chiesa.
VENIRE A PAROLE. Contendere con
parole. Lat. iurgari. Gr. E>i-^.v. G. V.
622. Vennono insieme a vdlane paro-
le e di parole vennono a'ialti. Dm. Comp.
1' II. Vennono a parole insieme, per le
quali 1' uno de' detti fratelli fu ferito da
quello de' Galigai.
* VENIRE A PEGGIO. Incontrar peg-
gio Bocc. g. 5. n. 6. Temendo essi d.
non venire a peggio, e per costei guasta-
i falli loro. (I ) „ „ „
"t * VENIRE A PERFEZIONE. Per
V E N
1677
fezionarsi. I it. SS. Pad. 1. l43. Avve-
gnachb ec. io ec . abbia avuto gran-
de studio di venire a periei.one d. mo-
naco. (Vi . j - lì
rt VENIRE A PIAGGIA. Arrivare alla
piaggia. Approdare. Dant. Inf i. D.sse:
per altre vie, per altri porli Verrai a piag-
gia. (Br) ^ .
VENIRE A PORTO. Entrare in por-
to Approdare al porlo . Lai. appcllere.
Gr. ■KaO'">ef-'^'-"- ^""''- ^- *°,° '° ■
sposto sempre la tua ste.la Come duce se-
guir, fermo sperando A buon porto venir,
cuidandomi ella.
%. E figuratam. vale Arrivare in si-
curo. Uscir di pericolo. Lai. in tuta esse.
Gr. !v aViviJvw sivat-
VENIRE A POVERTÀ . Impoverire.
Lai. in pauperlalem incidere. Gr. eiittl-
v.av xaVaraciSa. . * P""- 7°- ^ ve-
nuto a povert'a , non potendo comparire
co"li altri cavalieri, com' era usato, diven-
ne a tanta Iristiiia , e malinconia, che si
voleva disperare. (C)
VENIRE APPRES.i^O. Seguitare. Lat
prone sequi. Gr. safK Tiooa? ««oX'J-
s/v. Z?o'c. nov. l3. 10. Al quale appres»
venieno .lue cavalieri antichi , e parenti
del Re. /•; nov. l5. 6. MetUti avanti , w
li verrò apiTt-sso. .„.- n
* VENIRE A PROSPERITÀ . Pro-
,perare . Cavale. Med. cuor. 2^9. Moli,
altri, i quali in slato di suggesUone e av-
versil'a, furono buoni ; ma pò. venendo a
onore e prospeiit'a, peggiorarono, e cad-
■"TvÉilRE A QUISTIONE. Quistio-
nare. Dm. Cowp. 1. II. Più fanciulli di
piccola et'a verranno a quisl.one; gli uo-
mini oli accuseranno ; debbono pero co-
storo per si piccolo cose essere d.slat-
"'* VENIRE A RICCHEZZA. Arric-
chire. Er. Giord. Pred. 2. 297. No. veg-
gi,mo che chi vuol venire a r.cchezM che
vi si pone con lutto il cuore. (N)
VENIRE A RISCHIO. Correr rischio.
Essere in pericolo. Pol,=. st. 1. A Che
di non esser D.o vengo a gran rischio.
VENIRE A SALVAMENTO. Arriva-
re sano e salvo . Lai. inrolumem pervc-
„,re. Gr. .«ov 5:«> X''^»' '. t"^' f '
25. Il signor Duca d. Somma e venuto a
salvamento.
VENIRE A' SASSI. Combatter cosas-
si Cominciare a trar .sassi . Tac. Dav.
Ann. l3. 178 Eran venuti a sass., e mi-
nacce di fuoco.
VENIRE A SCHIFO. Nauseare Lai.
fastidire. Gr. a7to^-r/se>S53«i.
VENIRE A TAGLIO, t ade re oppor-
tunamente . Tornar bene. Frane. Sacci.,
nov 32. Se io averò tempo, .0 ne predi-
cherò domenica mattina; e se 10 non avessi
il tempo, un altro di, che mi venga a ta-
glio, .r.cchè ne anderete coment., e luon
d' ogni errore. .
!t VENIRE A TANTO. Venire a ter-
mine. Ridursi in istato. Fior. S. Frane.
3q. E per paura d. questo lupo e ven-
nono a tanto, che nessuno era ard.lo d
usc.re fuori della terra. (Vj t lOr. II.
357. Siamo venuti a tanto, che a pena
questa citlade ci difende. (C)
* VENIRE A TEDIO. Attediarsi. S-
Cater. leti. 96. L' anima se ne contunde ,
e viene a tedio, e lasca gì. eserc.z» spi-
I "'"venire a TERMINE . Bidursi in
grado , in istato.
' * VENIRE AVANTI. Capitare, Pre-
sentarsi avanti. Salv. Avveri. I. 2. 12.
Questo i pieno d' antiche voc. e parlar.; .
ma ve n' ha senza novero, che pa.on fab-
bricali dal volgarizzatore, forse a sembian-
za de' Provenzali o Franceschi , che gì.
venivano avanti di mano m mano , per
doversi volgarizzare, e' V ^nc»
* VENIRE A UDITA UNA COSA .
Risapere una cosa . Averne spia Uvid
Bim am. Slrad. Essendogli venuto a u-
dila il titolo di questo l.bro. (I.)
% VENIRE A VECCHIEZZA . Di-
venir vecchio. Elie. Brun. 5l. (Lione
l568)Sicome addiviene dell uomo quan-
do elli viene a grande vecchiezza . (t)
Jlam. Colt. 2. 45- Deh perche pur cer-
chiam che lunga sia Questa vUa mor al ,
che in un sol giorno Come nasce un fan-
Cini viene a vecchiezza, E d' oscura prig.on
per morte fugge ? rf; -.,„tf Con-
* VENIRE A VIA DI SALUTE Con
vertirsi. Vii. SS. Pad. ì- 208. Rmgra-
JZL\Ì0 Iddio , perciocché quindi era
veduto a via di salufe, e la coscienza non
'^^^°ENmE' a' VITTORIA. r™„>
„ Biportar vittoria. Cavale. Espos
Simb I 338 Gli uomini in carne fra-
gile posti , combattono e vengono a vii-
loria. MV
ift78
V E N
* VENIRE A UN TERMINE. Con-
ehiitderc , o simile, /forgfi. Ori^. I''ir.
68. E necessario venire a uà termine, o
clic elle (quelle colonie) avessero al suo
tempo mutala comlitione ce, o vhn egli
(Plinio) alihia erralo, ovvero gilt^rci a un
terio modo, ec. ("/"O
:;: VENIRE A UOPO. Abbisognare.
Stilv. Ai-vert. 2. I. 1. L'appcIIalivo ^'(0-
me) , di [)iù maniere allresi, $Ì come col-
lettivo , e d'altre generazioni, clic non
ci vengono a uopo per questi ragiona-
menti . E I. 2. 2. Non tutte le parole
che venir ci possono a uopo, nelle scrit-
ture si troveranno della miglior età . K
2. 3. 6. E che cotai sensi , qujli io ho
detti, possano nella favella venire a uopo,
dimostrinlo questi esempli. (J'}
VENIRE BENE. Tornar bene. Venire
in concio. Sen. fìen. l'arcfi. l. 3. Ne s'
accorgono che Esiodo chiamò queste sue
fanciulli? come hcn gli venne, fìoez. l'arcU.
2. pros. 2. Ora mi vii-u Ix-ne di ritirare a
me la mano. Car. Iclt. \. 10> Buona cera
finche si può, e significhi la cometa, che
Wn le viene.
•? g. I. ì'enir bene , dicesi anche ile-
glt Alberi, delle Piante, ec. e vale Ac-
quistar vigore. Crescere. (C)
'*.* § II. Venir bene, dicesi ancbe di
Bambini allorché crescono prosperamen-
te, e di Gioventù, quando Jh buona riu-
tetta in checchessia. (C)
§. III. ììen vrqna, o Ben venga; ma-
niera di accogliere chi arriva. Lai. salve.
Gr. y,^?^- ^occ.nov. 26. l5. Ben venga
V anima mia.
VENIRE BISOGNO. Bisognare. LaU
opus esse. Gr. Oetv,
>:- VENIRE CARICA. liicevere impres-
sione con impeto diti nemico, /^afc. rim,
2. 203. Animo sopratlulto poi conviene
A questo nostro giuoco : E se carica vie-
ne In<IÌelro ritirarsi appoco appoco. (Cj
VENIRE CASO. Accadere. Lai. arci-
dere. Cron. l'eli. 88. Essendo all' uficio,
venne caso che di qua passarono messer
Filippo dell' Antclla, ec. A" 108. Avi-ndo
temenza di quello poi è intervenuto, che
PC. e' non venisse una volta caso die la
riformagione della parte si ralTrcncreltbe.
/? 103- Ora non facendo sopra ciò nien-
te , venne caso che furono tratti duutì
priori .
•V- VENIRE COL CUORE IN MANO.
Venire con sincerità, con tutta la .ichict-
tezza. V. CUORE, §. CVIII. (C,
VENIRE COMPASSIONE. TTssere in-
ternamente commosso da compassione .
Lat. moveri misericordia . Gr. t)iiìv.
Bocc. nov. 77. 5(). Per gli umili suoi
prirghi un poro di compassione gli Ten-
ne di lei.
* VEMKE CONTRO AD UNO. Figu-
vatam. vale Venirgli in contradditorio.
Cecch. Prov. l\1. Starr alla riprova si di-
ee quando uno e preso dalla curie per un
delitto, e lo nega, che un allro gli viene
contro per convincerlo ; ed ò lo stesso
che st.ire al paragone. (C}
* VENIIIE CON UNO. Concorrere nei-
la sua sentenza. Otre. (irli. 9. lo mo ne
verrei in questa parte tcco , sicché torna
•1 ragionamento iioslro «li prima. ( Hr)
* VENIRE CORTA QUAl.CIIK CO-
S\. Fìguratani. vale ?ton riuscire qintl-
rbe intrapresa. G. V- IO. 60. 3. V. nota,
rlie per la paura dì Castrurcii> , tutto 1'
esordio o imprese del Bavero, clip aveva
ordinate per passare nel regno , gli ven-
nero corte e fallite. {*)
VENIRE CU01\R - Crescer l' ardire ,
Farsi più ardito. Lat. audere Gr T'>ì-
u«v .
* VENIBE DA CUORE. y#«r l'Of/ia,
• prnsierc . Dep. Decani. 21. Non l«oea
V E n
ridere ce, che allrameole si direldic aon
gli venia da cuore, o avea voglia o pen*
siero di ridere. (I')
^: VENIRE D\ CUORE UNACO-^A.
Farla volentieri. Lasr. l'ari ut. l\ 7. Non
mi verreldie mai da cuore mangiare io
questo aliito . (1^)
•'J^ VENIRE DA FARE ALCUNA COSA.
Bitornare dal luogo in cui si e fatta quella
cosa poc' anzi. Ar, Fur. 23. 23 Veniva
da partir gli alloggiamenti l'cr quel con-
tado a cavalieri, o a fanti. ( Pe)
'.« VE.NIRE D\LLE COSTOLE D'
ADAMO- /'. COSTOLA, (l'j
VENIRE DA MANO. Tornar comodo
alla mano che più comunemente si ado-
pera, o destra , o sinistra. Lat. commo-
dum, vel opportunum es.se.
'f * VENIREDV VO'iLIA. Venir vo-
glia. Pass. 26^. Vuole 1' uomo poter fa*
re tutto ciò che gli viene da voglia feoiì
letìge r ediz. del l^lS a pnff. I9I , ma
quella del Vangelisti ha: tutto cÌo di che
gli vien voglia ). (F)
VENIRE DEL CENCIO- Putire altrui
ogni cosa , /4vere ogni cosa a schifo e a
sdegno , Lat. naso suspendcre. Gr. tx.\>A-
T/j^i^eiv. Bocc. nov. 58. 3. Quando ella
andava per vìa, s) forte le veniva del
cencio, che altro che torcere il muso noo
faceva .
•f VENIRE DESIDERIO, o DESI-
DERO. I''sser mosto internamente da de-
siderio. Bocc. nov. 86. ^. Venne deside-
ro a Pinuccio dt doverci pur con costei
ritrovare .
•f * VENIRE DI BENE A T.IEGLIO.
Migliorare, Fantaggiare. Ctittt. lett. 36.
8a. Verrebbe promente (cioè, prodemente)
di heiie a me;;lio . (f^/
•f VENIRE DIETRO, DIRETRO, 0
DRETO. Seguitare. Lai. .sequi, assequi.
Gr. £T2-.3rxi , Tr-/5y./o>iy&itv . Dant .
Piirg. 18. Vieni Dirotr* a noi , che tro-
verai la huca. '"^ Bor-^h. Orig. Fir. 21 1.
A questa cosi sicura, e cosi viva auloriti
ec. vien ilrclo Cornelio Tacilo, (f)
'•^ 2- Per Succedere. lìorgh. Vesc. Fior.
^87. Di Pietro secondo che gli venne die-
tro , si trovano i primi contralti intorno
.il 1190. iCj
VENIRE FANTASl'A. Cadere in pen-
siero , Fntrarc in desiderio, fìern. rim.
1. 28. Io dico Michelagnol Bonarroli, Che
quanti' io '1 veggio , ini vìeu fantasia D'
ariliTgli incenso, ed allaccargli i voti.
VENIRE FASTIDIO. Infastidirsi. Lat.
fastidio habere. Gr. 0iJ'>xiiV.ivEtf.
VENIRE FRA MANO ! Lo stesso che
Venire per le mani.
* VENIRE FUORE, o FORE. Mani-
festarsi . (iuitt. Ivtt. 19 49 Tocca con
ispendio avaro, crudele con piclailc, e vo-
gniin fuore. (!'}
^ §• Fenir fuori, vale anche Compa-
rire in pub'tlico. Ifert, Giamp. 225. E sai
se voi siete venuto fuora cui va:>iÌto del
di delle feste. (C)
Jt: VENIRE FUORI. Parlando di ven-
ft>, vale Levarsi. IH. S. Ciò. Gualberl.
3o6. Ed ^s^endo ddungati un poro dal
monislerio, r aria si turbò forlissìinamvD-
(e, e vennero fuori grandi venli , e feccsi
grandissima piova. (Vf
VENIRE IL DESTRO. Tornar fomo<
do , F.sser opportuno . Lai. opportunum
ette. Gr. ivxaipa* iivat. Bocc. nov. IO
6. Quando a pie , quando a cavallo , se-
condo che più il destro gli venia . Liv.
Per. .3. Essendogli venuto il <lestro, e a-
remlone abpianti uccisi .
ì? VENIRE IL TEMPO. Venire il
giorno prefissi^ a pagare, o ri fcuotere. V.
TEMPO, S- X- (C/
VENIRE IL TERMINE. Compiersi il
t*mpo . Lai aJvenire ditm . Gr. ^uiixv
ìnìpyffj^Xi. Bocc. nov. So. 21. Pastai*
d' un mese e di due il termine, non che
venuto, al quale i suoi danari riaver do-
vej , richiedendogli, gli cran date parot*
in pagamento.
^ VENIRE IN ACQUA. Dicesi de' me-
tal/i, che, struggendosi, diventano liqui-
di . Benv. Celi. Oref i32. Essendoché
quando il hronxo viene in acqua, cotanta
è la sua furxa , che egli penetra per tali
fessure, ec (V)
* VENIRE IN ALCUNO. Parlandosi
di vendite, o altro contratto, quando da
uno passa in un altro . Cecch. Dot. 1.
I. La vendita di lui (della casa che egli
avea mezzo venduta ad un altro) vcdd*
in me. (F)
'f ? VENIRE IN AMORE UNA CO-
SA. 0 PERSONA, vale Amarla. Cava/c.
Med. cuor. 77. Pugnamo ora in questo
secondo libro quanto e come è commen-
dabile la virtù della pazienta, e rome son
utili le pene, acciocché ci Tcn;;a io amo-
re. JC 224. Giubbe fece patto con gli occhi,
come savio; cioè rafi'renògli, acciocché in
prima incautamente non guardasse alcuna
iiellecza , la quale poi ec. gli venisse io
amore, o volesse egli, o no. (V)
A- g. l'enire in amore di uno , vate
Farsi amare da uno. Acquistare l'amo-
re di uno. Fr. Zac. Cess. 3. 8. Il3.
Tanto vciincrt» i generi to amore del
suocero , che Toro e 1* argento e i Leni
temporali, per Io tempo che venne , partio
tra loro. (C) Cavale. Med. cuor. 205.
Conoscendo per questa via la bont'a di Dio
ec, ne venne io amore di Dio. ( V)
# VENIRE IN BELLEZZA. Divertir
bello. Car. Long. Sof. 6- ( Fir. 1811 )
Ambedue questi bambini subitamcnle cre-
scendo, vennero in una più che villane-
sca bellezza. (Mi
-'.■ VENIRE IN BILANCIO UNA CO-
SA CON UN' ALTRA . Comparare urna
cosa con un* altra. Tac. Dav. stor. |,
247 Non mi do vanto di nobiltà né di
modestia; che non deon venire in bilan-
cio le virtù co* viti d' Ollooe de* quali
soli si gloria. fC)
•V- VENIRE IN BISOGNO. Ahhisò'
gnare . Ces. Pros. 205 Ma fin qui ba-
sti , per non venire in bisogno della fa-
rinata di Frate Ginepro, donde voi *' a
vele preso Y inforagion della gola. (C)
* VENIRE IN CALDO. IUcest de'cm-
valli, di cani, ed nitri animali , quanti»
si risveglia in loro l' appetito libidinoso.
F. CALDO. su.st. §. XML (N)
VENIRE IN CAMPO. Lo slesso the
Fenire a campo. Lai. prodire, Gr. Xùo-
§- F figitratam. vale Venir fuori ^ /"r-
/lire alla luce. Comparire. Frane. Sacrh.
nov. Un ben gli sia di bollo verrà m ram-
po. M. /'. 10- "5 Perché quando il ve-
ro trattato veoi>se in campo, sania pren-
dere avviso , il governo della ntlà più
certamente e più lilHTameulc avestr lo ef-
fetti» su<>
•f VENIRE IN C\PO Inter^^rnire ,
Accadere , Succeder* . Lat. evenire , Gr
ouyCsd'viiv . Pass, 18 Mi riderò della
vostra morte, e farò boffc e scerno (così
Irg^r an<he l' ediz. del 172.'»; quella dW
J^angelisti ha scherno ) di voi , «juando
quello, che tenieTale, vi verrà in rapo.
>:« VENIRE IN CASO DI MORTE.
F.<sere in pericolo di morire, /tele. Vii-
Colomb. 276. E venendo in caso di morta
cuminriò fortemente a gridare. (C)
«VENIRE IN COGNIZUINE Cono-
scere. Bellin. Pise. j. 128 l>aPe eoi*
dette fin qui, voi verrete ìo ri*gni«OD*,
rome ili uti' orchia'a lultd in un trailo,
di tutta la fabbrica del corpi umano Sagg
nai. fsp. 14 Fdtr«mo ancor*. «00 «sporra
V E N
«ir aria questo slrumcnlo quando tra;;gono
▼enti , venire in cogliixiooe quali di vsii
timo più pregni d'umido, e quali più
degli altri scrcbi, »d asriuLlì. (( )
VEMRE IN CO LI. E «A. Incollerirsi.
Lai. ira ahripi, exnrdesierc. Gr. oi opyr,v
Traco^uvà/'O-t. jintbr. Cof. 5. l- Cole-
tta lellera E quella che mi fa venire in
collera .
VENIRE IN CONCIO. Tornar como-
do ^ Essere opportuno . Lat. opportunum
esse. Gr. t^/vipov eiva». Bocc. ncv. \o.
II. Se 'I mafìlro non Tlia ripi<sia in ca-
»a, verrà troppo in cor.tio a' falli nostri.
E Vit. Dani. 26^. Come 7erranno più in
concio , or 1* una > or l'altra le verrò adat>
tando .
•f * VENinE IN CONFUSIONE .
Conjonilersi . 1 it. SS. lad. \. 32. l'tM-
r appariziune dt-i quali (mali Angioli j ec.
viene l'uomo in tedio, e ccnfusioue, e
paura, e pessimi voleri. (ì')
't * ^ENIltE IN CONOSCIMENTO
DI ÀKUNA COSA. Acquistarne cono-
scema. Vii. SS. iati. 2- 193. Per li cui
esempli e ammaestramenti multi venivano
in cooosrimenlo dt via dì salute e di per-
fezione. f t' )
•f *^ VENIRE IN CONSENTIMEN-
TO. Consentire. Cavale. Mcd. cuor. 243.
Quando al'a teiitaiìone del cuore ìncon-
taneote non resisti , crcsre il dilelto nel
mal pensare, e poi vien 1' uomo in con-
»enlimenlo. e poi in opera. fT~)
* VEMRE IN CONSIDERAZIONE.
r. C0NSII)EnAZIO>E. g IX. <• X. fCj
EVENIRE IN CONTUlZiONE- Con-
trìrsi. Belc. 1 it. Colcmh. 218. Quando
vide la mensa appareccLi;ila, e i servi di
Dio ingiooccliiiiti , venne in grande con-
triiione , e aliliraniò C>iovanDÌ , e addi-
mandò perdonanza. (C)
t XENIRE I.NCONTRA, 0 INCON-
TRO. Incentrare chi viene, farsi incon-
tro. Lat. ohviam ire. Gr. v'JZWJrv.v. Ovid.
Pist. 1^^. Allora li verranno inroniro a
schiere le donne troiane . Dani. Inf. 1.
Che, venendomi incontro, a poro a poco
Mi ripìngcva là dove '1 Sol l.ice . *!'• In-
trod. ì'irt. 25. E quando la FilosoBa fu
tanto presso alla Fede, flic la polca ve-
dere, ioconlanente dalla Iun;.'a la conulilie,
e rizzosse in piede, e discese djlla sedia,
e vennele incontra. <C)
* VENIRE IN CONVENZIONE. Con-
venire. Guicc. Star. l. 260. Mandaron
Persi, Barlolommco d' Alviano ec. a par-
lare a Ferdinando, col quuie vennero in
queste convenzioni : Clic ec. (L)
VENIRE I.N CUOBE. Cadere in men-
if. Cadere in pensiero . Lat. in antnitim
cadere. Gr. £1*5 voj/ ey^-ìv.
•f * VENIRE IN DESIDERIO. Tr-
siderare, f'enir voglia. Bocc. ^. 5. n. 8.
Per dolore più volte , dopo 1' essersi do-
lalo , gli venne in desiderio d' uccider-
si (!') Be/c. / it. Colomb. 27. Castigan-
do la carne, e recandola in servitù, ven-
ne in desiderio di vivere in castilà. ((')
VEMRE IN DESTRO. Lo stesso che
J'enire il destro.
* VENIRE IN DIFETTO . Manca-
re, Cadere in colpa. Salvereg. 5q. Cerio
madonna, quelli clic hanno speranza in te
riceveranno fortezza, e voleranno come a-
quila, e non si aQaliiheranno, e non ver-
ranno in difcllo. (Cj
* VENIRE IN DISCUSSIONE. Pc
versi discutere. Guicc. Slor. 2. 4^3. Onde
veniva qnasi necessariamente io discussio-
ne non solamente da qual parte si potes-
sero ec. piantar le artiglierie, ma ancora
come si potesse vietare che non vi en-
trasse il soccorso dei Franzesi, fi.)
* VENIRE IN DISPERAZIONE. Vi-
sperarsi Lai. di^/ìdere. Fior. S. Frane.
YEN
179. Quando io faccio alcun male , io
ca>:gio in tanta tristizia , e in tanta acci*
dia , che quasi ne vengo in disperazio-
ne. (C)
Iti VENIRE IN DISPREGIO . Farsi
dixprepcvole . l'elt. Tuli. poi;, ^i. ( Tìo-
loi;na 1824 ) In dispregio il l'ara veniie,
se dirà eli' è malto , o pigro , o lento ,
ee. (P) Trait. I irt. mor. i. Ti piego
quanto [^osso clic la dismisura cansi da
te , acciò che tu non vegni in dispregio,
e in mallezza. l C)
^ VENI li E IN DUBBIO. Dubitare,
fardi. Slor. Iroeni. \ cimi In duMiio me-
co slesso, e fui molle fiate vicino mollo
a far credere a me medesimo, che le co-
se umane non da ragione e giudizio, ma
dalla forUina e dal caso si governassono .
Bel/in. Pise. 1. 91. Non sa \edc;r modo
come poterne anthe per ischerzo venire
in duMiio. (C)
* VENIRE IN ECCELLENZA. Giun-
gere alla perfezione. Ar. Fur. 20. 2. Le
donne son venule in eccellenza DÌ cia-
scun'arte , ove Itanno posto cura, (lif}
tr- VENIRE IN ESTEliMINlO. Fsse-
re esterminato , Cadere in rovina, l'eie.
ì'it. Colcnib. 57. Kiù di dicci anni in-
nanzi profeto loro, come, se e' non si cor*
reggessero. vcrrcM>ono in esterniiuio. fC)
* VENIRE IN FAMA. Far.u famosoj
Acquistar nome, celebrità. Dani. Inf. 2i.
Omai ccnvien clic tu così ti spoltre Dis-
se 1 maestro ; ihc , sej^geudo in piuma ,
In fama non si vien , ne sotlo coltre. (M)
* VE.-ORE IN F-Mir.LlA. ^r^HjV/n-
rr, o Generar Jigliuoìi. fiore, g. 2. n. 3.
J.'on ostante ilie in famiglia tutti venuli
fossero , più die mai straljocchevolmcnte
spendeano. Ambr. Furi. 1. 1. Feci tan-
to, che in pochi anni ragunai tanto avere,
eh' io poteva, venendo in famiglia, accon-
ciatnenle nutrirla. (F)
VENIRE ì?i FANTASI'A. Lo stesso
che Venir fantasia,
VENIRE \> FASTIDIO, to stesso
che lenire a noia. Lat. molestiti esse.
Or. ■izv.ciy^ti-i TZf'j'-jii'v.TV. . Amm. Ant.
5. I. i5. I vili fruiti, e che dopo pocLi
di verranno in fastidio , dileliano altrui ,
quando vengono molto primaticci . Fir.
As. 237. Tanto mi era venuto in fasti-
dio quel brancicar della liocca, che acco-
standomisi uno con certe manaccc , che
puzzavano come una carogna ec, gli pre-
si la destra, e tutta quanta gliele schiac-
ciai .
'^' VENIRE IN FERVORE. Infervo-
rarsi, fiele. T'it. Colomb. 5q. Il qua-
le ec. venne in tanto fervore ec. Car.
Leti. Tornii. I Ed in su questo venendo
in fervore, grida ancor egli. iC)
* VEMRE IN FINE DI MORTE .
Correr pericolo di morire. Frane. Sacch.
nov. i3l. Sai <be per quello ione venni
in fine di morte: io non ci sarei più Imono
a questo. fP')
•f VENIRE IN FURORE. Infuriare.
l-a\. furore corripi . Gr. é/.y.w'-'tn^tii .
Ar. Far- 23. 1 1^. In tanta raM)ia , in
tanto furor venne , Che rimase offuscato
in ogni senso.
VENIRE IN GRADO. Acquistar gra-
do . Sen. Ben. 1 arch. 6. II. Ma se Ìo ,
venuto in alcuno grado , gli farò alcun
piacere, si chiamer'a che io 1' abbia bene-
ficato , non ristoralo,
§. Talora vale f'enire in grazia. Ac-
quistar !a grazia , o la benevolenza di
alcuno . Pani. Par. l5. Poi seguitai lo
'nipcrador Currado; Ed ei mi cinse della
sua milizia, Tanto per bene oprar gli venni
in grado.
VENIRE IN GRAZIA. Acquistar la
grazia, o l'affetto. Bocc. nov. 16. 3^.
bommamenlc era venuto nella grazia del
V E N
1679
re Pietro . E nov. 18. 33. Perotto ec. ,
similmente crescendo, venne in grazia del
signor suo. Sen. Ben. Varch. 4- 34- Ma
se egli ( non me ne accorgendo io ) mi
Sarà venuto in grazia, o m' ar^ giuntato,
in questo caso non ci ha colpa nessuna
colui rhe d'a.
^: VENIRE IN GROSSEZZA CON
ALCUNO . Inimicarsi con alcuno . Segr.
Fior. Cramni. .^'tor. f. 87. Spagna la
faceva volentieri per essere nuovamente
venuta in grossezza con Portogallo. (I^J
•':? VENIRE IN IGNOMINIA. Acqui-
stare , Tirarsi addosso ignominia . f.
IGNOMINIA, g. (JVj
* VEMRE IN INFERMITÀ*. Infer-
mare . Pelc. 7'ìt. Colcmb. z56. L* uno
venne in gran poverl'a , e 1' altro in in-
fi-rniila imurabile . /■, 3o3. Ed essendo
molto antico, e venendo iu infermità, ed
essendo multo aggravalo, intanto the quasi
avea jierduto il parlare, piacque a Dio di
rendei gli il parlare, l Cj
5!^ VENITE IN INVIDIA, rivenire f/i-
vidioso . Peti. Tuli. png. 40. ( Bologna
1824) Dalla persona dello avversario suo
si la colui , (he favella . benivolo 1' udi-
tore, se per lo detto suo farà l'avversario
suo venire in invidia dell* uditore, o in
odio, o in dispregio. (B)
* VEMUE IN IRA. Cader nello sde-
gno e odio rf' alcuno. Cavale. Med. cuor.
]8p. Sopporta molli difetti e ingiurie di
Dio, per non venire in ira de' sudditi, e
perdere T uflìzio . (F* Petr. son. ^6. Ed
al sol venga iu ìra, Tal che si secchi ogni
sua foglia verde. 1 ^J
VLNIRE IN MANO. Fcnire in pote-
re. Lat- in manus venire. Gr. u'jro' Ttvc
TTOiii'jSai. Penib. Star. [\. 5o. In breve
spazio di tempo molle castella, che di qua
da Adda erano, in mano loro vennrro.
* VENIRE IN MENDICAGGINE .
Impoverire. Fr Zac. Cess. Ii3. Que-
gli che è usato di spendere alla larga ed
in callivanze. quando vieue in mendicag-
gine, bi.vouno è o che Is vada mendicando,
o ch'egli imboli. (Cj
VEMRE IN MENTE, lenire a me-
moria, 7 enire in animo. Sovvenire. Lat.
in nientcm venire, succurrere . Gr. £1*5
■uojv £)^€~v, •jTtizyt'^'^y.i. ^ Bocc. lett-
321. Aefgendo che non era da indiriz-
zare ad alcun Principe, ma piuttosto a
quali he donna famosa ec. innanzi tutte
r altre mi venne in mente la più de-
gna. (Cj
* VENIRE IN MUTAMENTO. Mu-
tarsi. Din. Comp. lib. I. Si raunaroun
insieme sei cittadini popolani, fra' qu.*Ii
io Dino Compagni fui, che per giovinezza
non conosceva le pene delle leggi, ma la
purità dell' animo e la ca^^ione che ( per
cui , la città venia in mutamento. (Br)
VrNIRE INNANZI, lenir alla presen-
za . Bocc. nov. ^6. 7. Le giovanetle ve-
nute innanzi , onestamente e vergognose
fecero revcrenzia al Re.
'•V g. I. lenir innanzi, vale Andar in-
nanzi. Avanzarsi j c fi^uratam, ^fostrar
valore. Ar. Fur. 26. 52. Non è di questi
due per fare esangue L' orribil mostro, chi
più innanzi vegna. (M)
§. II. Fenice innanzi, fìguratam. va-
te anche Sovvenire , I enire in mente .
Fianim. 7. II. Vienimi poi innanzi con
molta più forza, che ninno altro, il do-
lore della abbandonala Dido.
* g. III. lenire innanzi, vale anche
Succedere, Accadere, Cuicc Stor. 1. zSy.
Non sempre viene innanzi tutto quello di
male che può accadere. (L)
§. IV. Venire innanzi, parlandosi del-
le piante, vale Acquistar vigore. Crescere.
Lat. adolesccre. Gr. sc-'^^a vedrai.
*c §. V. Venire innanzi , dicesi anche
i$8o
V E N
YEN
V E 5
ddgii Animali f e vale lo stesso. Il V^o-
cabol. alla V. INDOZZARE. (Jìr)
* VENIRE IN ^OBILTA^ Divenir
nobile, Acquistar nobiltà . Rie. Malesp.
cap. 32. E veanoQO io tanta nubiltà que-
sti Lamberti per iaDanzi, che fu loro con-
ceduto che il sotterravano a cavallo. (C)
* VENIRE IN NOTIZIA. Acquistar
notizia ■ Car. lett. 3. 65. Il contenuto
della lettera non &* intese per allora ; ma
per chi la presentò si venne in qualche
Dolizia . (C)
* §. I. Venire in notizia d' una cosa,
vale Risapere una cosa - Car. lett, 3-
169. Tutto questo ho voluto che venga
in ooliiia di VS. (C)
* §- II. Venire in notizia d'alcuno,
vale Rendersi noto ad alcuno. Venire in
conosce/uà d' alcuno . Pass. 289. Vuole
r uomo vanaglorioso essere lodato onora-
to e riverito per vcoirc in notizia delle
genti. (C,
* VENIRE IN ODIO. Divenire odio-
so. Rett. Tufi. pag. ^i. (Bologna iSi^)
la odio il farà venire, se dirà che sia su-
perho, o matiiioso, o crudele. Cavale. Med.
cuor. jn. Poiché abbiamo mostrato ec.
quanto e reo e detestabile lo vizio dell*
ira e della impaxienxa , acciocché ci ven-
ga in odii> , pognamo ora ec. (/})
* VENIRE IN OPENIONE DI CRE-
DERE. Credere , Opinare. Bemb. Pros.
j. 35. E viemmi talora in openione di
credere che 1' essere a questi tempi nato
Fiorentino , a ben volere Fiorentino scri-
vere, non sia di molto vantaggio. (V)
•f * VENIRE IN OPERA. Operare.
Cavale. Med. cuor. 2^3. Quando alla ten-
tazione del cuore inrootancnte non resi-
sti , cresce il delitto nel mal pensare , e
poi viene 1* uomo in conicnlimento, e poi
in opera. (V)
t VENIRE IN PAESE. Figuratam.
Comparire, Farsi vedere. Malm. 2. l5.
Per non balzar a un tratto alla berlina»
I pescatori vennero in paese.
VENIRE IN PALESE. Appalesarsi.
Lat. prodire, palamjieri. Gr. TT-ostìGsrv
ei*; to' J*;,«.o5io«. Sen. Pist. 83. Quando 1'
animo sarà carico di vino, tutto il male»
eh' era nascoso , verrà in palese.
VENIRE IN PARERE. Esser di opi-
nione. Lat. in sententiam venire.
# VENIRE IN PAROLE DI CUEC-
CHESSI'A . Parlare, Trattare di chec-
chessia . Guicc. Stor. 16. 56. Costui,
odorando la mente del l^larchese, si con-
dusse coi ragionamenti seco tanto innanzi,
che vennero in parole di tagliare a pezzi
quelle genti, e di fare Ìl Marchese Re di
Napoli. fC)
« VENIRE IN PARTE. Toccar per
rata, o per porzione nella divisiou di chec-
chessia. Cron. Stria. iì\. Tutta la casa
de! canto di Campidoglio ec. sì venne in
parte a Corso di Nati, ed a me. Vit. SS.
Pad. E poi partendoci fra loro, io e que-
sta femmina venimmo in parte d' uno di
quelli cavalieri. (Vj
# VENIRE IN PAURA . Impaurire
Vit. SS. Pad. T. 3». Per V apparizione
de' quali (mali Angioli) ec. V uomo vie-
ne in tedio, e confusione, e paura, e pes-
simi voleri. (R) Salvia. Seno/. !\. Q^u
Ancia viene io paura dì ciò che ba fat.
lo. (C)
VENIRE IN PENSIERO ■ Lo sUsso
the Venire in mente . Lat. in mentem
venire, suceurrere. Gr. n'j voJv l'ìOirv,
oiT«_cj;5 9&*i- Gal. Si<t. 179. Quando voi
arele badalo a un tal r>0Vttn, non vi ver-
rebbe ora in pensiero di pr»dur «imil va-
nità .
4 VENIRE IN PESSIMO VOLERE.
Fiserc ittittato a mal fare . l'it. SS.
Pad, I 32- Per 1' apparizione de' quali
(mali Angioli) ec. viene l' Qomo in te-
dio , e confusione , e paura , e pessimi
voleri. (Bj
* VENIRE IN PIACERE . Tornar
bene. Dar piacere, o soddisfazione. Bocc.
Introd. II. Solamente che cose vi sen-
tissero, che loro venissero a grado, o in
piacere. (B)
# VENIRE IN PIANTO. Cominciare
a piangere . Belc. Vit. Colomb. ayS- E
di subito venne in gran contrizione e pian-
to. (C)
VENIRE IN POVERTÀ'. Impoverire.
Lat. in paupertatem incidere. Gr . «e;
TZtvìav xxSi'ara^sat. Bocc. nov. l3- 6.
Disse loro qual fosse l* orrevolezza del
r ladre stata ec, e cbente la povertà, nel-
a quale per lo disordinato loro spendere
eran venuti . # Car. Serm. Cipr. i58.
Mostrando che quelli che sono miseri-
cordiuìi, e mettono in atto la misericor-
dia loro, non possono esser poveri, anzi
che gli scarsi, e gli sterili vengono final-
mente in povertà. (Cj
* VENIRE IN PROPOSITO. Venire
a proposito , in concio, Car. lett. 1. 44-
Con 1 occasione di questa passala del Prin-
cipe in Italia , m' è venuto in proposito
di far l'officio con sua Santità. (C)
« VENIRE IN PROVA CON UNO -
Cimentarsi. Dat. Dtsf. Cacc. pag. 18. I
Piattelli, contraffacendo alle le^gi, cerca-
rono di sfuggire la presente occasione di
venire io prova con noi. fli)
«VENIRE IN QUISTIONE. Quistio-
nare. (C)
* §■ P'enire in quistione , vale anche
Esser soggetto di quistione. Bemb. Pros.
I. 33. Le quali cos* quanto adomano, non
bisogna che venga Ìo quistione. (V)
* VENIRE IN RABBIA. Arrabbiarsi,
Incollerirsi, Stizsirsi. Ar. Fur. 23. iS^-
In taiitJ rabbi.i, io tanto furor venne. Che
rimase utfuscato in ogni senso. (B)
VENIRE IN RICCHEZZE . Divenir
ricco , Acquistar ricchezze. Lai. diLesce-
re. Gr. TrioJTi'^ta&a*.
* VENIRE IN RICORDANZA . Ri-
cordarsi. Salvia. Seno/. 1. 27. In que-
sto adunque Licomede e Temisto venuti
in ricordanza di tutte le cose insieme dcl-
r oracolo , del 6gliuolo , del pellegrinag-
gio, giaccano in terra costernati. (C)
4 VENIRE IN RIMEMBRANZA. Ri-
membrarsi. Salvia. Seno/. 28. E Abro-
romc tratto un grave sospiro , venuto io
rimembranza delle cose sue ec. disse- (C)
« VENIRE IN RIPUTAZIONE. Di-
venir riputato. Belc. /'il. Colomh. Joi.
E dubitando Girolamo che e' Don venis-
se in gran riputazione disse. (C)
VENIRE IN SCENA. Comparire. Lat.
prodire in srenam. Ct. €*i{ ^avipov «i-
àirv. Malm. I. a. Se aorh* io supr' alle
picche deir armate , Volto a Febo , eoo
te vengo in isrroa-
VENIHE IN SENTENZA. Esterr d*
opinione, o di parare. Lai. censere, arbi-
trari. Gr- vs^t'^civ. Toc. Paw. Ann. 2.
53. Veooe agevulmeote Pisone, atroce per
natura , in questa sentros*.
4 VENIRE IN SOSPETTO. Sospet-
lart. Seni. Stor. ij. In seguir colai nar-
razione venne m toipctlo, che quelle c<\\c
che sono sute scritte fino • qui, o saran-
no ec. (Br}
•f « VENIRE IN ISPESE . Essere
per /ar molte spese. Coivate. Med. ctior.
|03 Avvegnaché ron(»sra fPuomo) che ne
penla Dio, e abbiane l'inferno, e la co-
scienza nr*trib<dì, e perdane la fama e
r onore, e vengane m ispcse, e in pericolo
di morir; nientedimeno re. (Vt
VENIRE IN STATO. Crescer di po-
sto, di dignit.'i. ^ Bocc. g. 5- 1 2- Laon-
de lommamcDte Martuccio vcooe nella
sua grazia , e per conseguente in grinde
e ricco stato . (Vj Ruord. Malesp. cap.
45. Per la qual cosa U città di Firenze
di poco tempo rifatta , di poco accrebbe
e venne in islato. (Cj
* VENIRE IN SU CHECCHESSIA.
Cominciare a discorrere di checchessia.
Frane. Sacch. nov. 2o6. Per dare alcu-
na inframessa, voglio venire in su alcune
novelle d'amorazzi, assai piacevoli a cai
non fossooo tocchi. (Br)
« VENIRE IN SUL PARTO . Arri^
vare il tempo di partorire. V. PARTO*
g. viii.ro
VENIRE IN SUPERBIA. Insuperbir-
si . Lat. superbire . Gr. uTCCfivjsavCuc-
VENIRE IN TAGLIO. Lo stesso che
Venire a taglio . Ar. fs'egr. 3. I. Che
cinquanta fiorin ne trarrà subilo. Come ben
viene in taglio. * Matt. Franz, rim. 3.
99. Onde avvien spesso che piscian nel
vaglio, E sì pagano spesso di bei passi,
E di bugie che più vengono io taglio- (B)
* VENIRE IN TALENTO . Deside-
rare , Venir voglia . Introd. Viri. 19.
Per la qual cosa m' è venuto in talento
questo regoo di paradiso bealo voler eoa-
qnistare ■ Brun. Rett. 121. Ed ìo veg-
gendo nella favella cotanta utilità , sì mi
venne in talento , a prego di certe per-
sone, della Rellorica di Tullio, e d' altri
delti de' Savii , coglier eerti 6ori . (Cj
Frane. Barh. 3o3. 1. Vienti in lalenlo
Uno oroameoio, E oon hai di che aTerlo
ce. (Br)
* VENIRE IN TEDIO. Tediarti.
Vit. SS. Pad. I. 32. Per 1' apparisione
de* quali (mali Angioli) ec. viene 1*00*
mo in tedio, e confusioBe, e paura, e pes-
simi voleri. ( R)
* VENIRE IN TEMPO . Crescere ,
Avanzarsi in età. Invecchiare. V. TEM-
PO, §. L. fC)
* VENIRE IN TENEREZZA. InUne-
rirt . Belc. Vit. Colomb. 329. Non vo-
leva udite tali parole per non venire ìo
teoerezia. (C)
* VENIRE INTERO. >rf»ere effetto.
Riuscir bene i' inlento. Teseid. 5. l4* E
però fa sì , che il mio dire ìotero Veoga,
se può, ched io di questa praTa Prigion
mi parta, ec. (Bi Dant. In/. 27. E cerio
ìl creder mio veniva intero. (Br)
* VENIRE IN TIMOR DI DIO. Ac-
quistare il timor di Dio . Cavale. Med.
cuor. 1^9. Onde lai uomo si confessa ec.,
e viene ìo timor di Dio , e io tutto ^ me-
glio disposto, fj')
« VENIRE IN VERO. Verificarsi.
Car. lett. Tomit 17. Io credo che si so-
gni tutta la notte d'averla (una Saia)
ìo dosso; faremo che la venga in vero. (C)
* VENIRE IN VITA. Vemrr al mon-
do. Introd. Virt. 3. Cominciai a maledire
r ora e '1 dì rh' io nacqui e venni 10 questa
misera vita, e 'I cibo che io questo mon-
do m' avea nutricato e conservalo. (C)
« VENIRE IN USO DI FARE AL-
CUNA COSA . Avt-ezzarvisi . Mor. S.
Grrg. 7. 16. Essendo esso così percoaio
dalla inìqua operazione , viene in uso di
peccare (cioè, fa l' abito di peccare)- fVj
* VENIRE L' ACQUA IN BOCCA .
Toccar l' iif-ola . Lasc. nm. 2. 3l- An-
guille e ghiozzi e certi altri pesciuoli ,
('hr a ricordarti mì vieo 1* acqua in hoc-
ea (C)
^ VENIRE L'ACQUOLINA. V. A-
CQUOLINA. fC)
« VENIRE LA MUFFA AL NASO-
Incollenrsi. V. MUFFA, §. I. (>)
VENIRE LA SCHIUMA ALLA BOC
CA . Sopravvenire rabbia , o rancore y
tolta la Jìgura da alcuni' animai t , che in
tali afettì versano schiuma per boccm .
V E N
Si
16,
1 llOC-
l,»l. ira corri pi t ercandescere . Gr
Òpynv 7r5tpofu»3»rva(. Bfm. Ori. 1. 16.
58. A Galafron vien la schiuma ali
ca, VetU'Ddo il poi»"* ^""^ <^"^'' '" S"^"
«VENIItE LA SENAPA AL NASO.
Io stesso che f^entr la muffa al naso.
r. SENAPA. §. fAV
# VENIRE MALE. Cader in malattia.
LjI. in morf'iim incidere. M. / . 7. 34- E
iQ questo sUiite al Conle vcone male. (I )
VENIRE MALE DI FAHE ALCUNA
COSA. Tornar male tifarla.
•f * VENIKE MANCATO. ì'enir man-
to. Bemb. Asol. Uh. 2. pag. l\5. (l enez.
Scotto) Se io vi volessi ora recitare quan-
to potrei sema molto stutlìo rammeotarmi
ec, tenicrei cLe prima la voce, che la ma-
teria, mi venisse mancala (l )
VENIRE MANCO. ^JanCare. Lai. de-
fare. Gr. exieiTTSiv . Petr. canz. 6-2.
L' anima, a cui vien manco consiglio.
Eson. 14. Che vede il caro padre venir
manco . . -i-
§. I. lenire manco, vale anche ^on
succedere, Aon avere effetto. Din. Comp.
I. iL Perchè se il nostro pensiero venisse
manco « ec.
§. U. Venire manco, vale anche òi-e-
nirsi. Lat. dejtcere virthits , linqui ani-
mo. Gr. iscTO^u/i-irv . JSuif. l'ies. l5o.
U qual pel grave atfanno era si stanco ,
Che quasi tutto si veniva manco.
# §. lU. l^enir manco, itile anche De-
teriorare , Scader di pregio. V. MAN-
CO . §. X. (A) ^ ,
# §. IV. ì'enir manco , vale ancne
Morire. ì . MANCO, §• M- (^)
* §. V. f'emr manco della promessa,
vale Mancare alla pi omessa, IS'on mante-
nerla, y. MANCO, Av.erb. g. Vili. (N)
•f VENIRE MENO. Svenirsi, Smar-
rire gli spiriti. Lat. lìni/iii animo, viri-
bus deficere. Or. XetTToàu.asTv. Voce. nov.
l5. 36. Da grave dolor vinto , venendo
meno, cadde. M. /'■ 10. 33- Trovo il
fanciullo morto ; il perchè e' venne^ me-
no, e forte sitai, e perde 1^ favella. * / it.
SS. Pad. 1. l{0. Venendo lutti quanti me-
no di sete nel diserto ec, impeUo da Dio
una fonie. (T)
5 §. I. Venire meno , ver Mancare .
Lat. deficere, deesse. Gr. eVUi'netv, aner-
vai. Bocc. nov. 77. 33. Allora, quasi co-
me se U mondo sotto i piedi le tosse ve-
V E N
do che tu non sottometti l'animo luo in
ucsla sollecitudine, e pensiero, e paura,
V E N
x68i
ui<-'liolirel»l'C ,
rel)lie
nulo meno, le fuggi l'amnio. Qiiad. Coni.
Per tre quarti di braccio di velluto ver-
de che li venia meno , per la moglie.
Boez. l'arch.Z.rim. 2. Con che laccio a
pieno II leghi, e tal , che mai non venga
meno . ito
# §. IL Venir meno, vale anche òce-
mare di potenza. « Ar. Far. 33. 8- Fa-
ceal , perciocché più '1 romano Impero
Vedea di giorno in giorno venir me-
no •». (C) , „
f §. III. Per Mancar di parola. Jiocc.
nov. 41. 12- Cipseo rispose sempre, se
averla promessa a pisimunda, nobile gio-
vane Uodiano , al quale non intendeva
venir meno. Tav. Bit. Io vi priego per
lo solo Iddio , e per 1* amore , che voi
non me ne vegnale meno. Aov. ant. 67.
2. E se il tuo successore mi vien meno?
tu mi sei debitore. Sen. Ben. i'arch. l^.
3q. Non è le^^gereiia il venirti meno, se
sarà cosa alcuna di nuovo nata.
+ §. IV J enir meno, vale anche Man-
care d" assistenza. ^ f it. SS. Pad. 2.
a63. Fa dunque come hai incomincialo ,
e frequenta la chiesa , e Iddio non ti verrà
meno. (V) Sen. Ben. Varch . 4. 28. E
il migliore giovare ancora a' cattivi per
amore de' buoni, che venir meno a'buoni
per cagione de' cattivi.
* §. V. J'enir meno di alcuna cosa,
valt Perderne. Sen. Pi.it. 24. Ti ricor-
Vocabolario T. Il-
perchè egli
meno di vigore quando ei venisse alla pro-
va. (\)
♦ §. VI. Venire meno di /are alcuna
cosa, vale Cessare, Hinianersi . Omcl.
OrifT- 288. Occhi miei, diveniate fonti di
lagrime, e non vi riposate mai, e non ve-
nite mai meno di [)iaj;ueie. (l J
•'!? §. VII. Venir meno la vita , vale
Morire. Cron. l'eli. 32. Subitamente per
grande vecchiezza la vita gli venne meno,
e mori nel 1296. (C)
VENIRE NELLA MENTE. Sovveni-
re. Lat. in mcntem venire. Gr. S15 voiiv
£>a;rv . Bocc. nov. 48. l3. Gli venne
nella mente , questa cosa dovergli mollo
poter valere.
•f VENIRE NELL' ANIMO- Sovve-
nire, Cadere in pensiero. Lat. in mentcm
venire. Gr. ili voyv iì^^zìv. Bocc. nov.
1. 9. Venuto adunque questo ser Ciappe-
rello neir animo a messer Muscialto, ec.
V E g- q. n. 6. Come nell' animo gli
venne , cosi sema indugio uiaodò ad el-
fetto. (Vj
'A^ VENIRE NEL PENSIERO. Cadere
in mente. Borgh. Vies. 217. Ho talvol-
ta dubitato meco, non forse sia venuto nel
pensiero ad alcuno, che io ec. (Ij
VENIRE NOIA. Infastidirsi, Aoiarsi,
Nausearsi .
VENIRE NOTIZIA . Cominciare ad
aversi notizia .
V VENIRE ODORK. Tramandare 0-
dore. Bocc. g. 6. n. 4- La quale essendo
già presso che colta, e grandissimo odor
venendone, ec. (I )
ì;* venire pensiero . Venire in
mente, in pensiero. Bocc. leti. 321- Del-
la quale considerala la eccellcnia ec. mi
venne pensiero indiìzzarle umilmente a*
piedi dell' altezza di quella. Belc. T'it.
Colomb. 288. Da ivi a pochi di venne al
venerabile Girolamo pensiero e volontà d'
andare a visitare i suoi diletti fratelli, e
6gliuoli . ((')
* VENIRE PER ec. Essere sul fare
alcuna cosa. Vit. SS, Parf. 2. 21. Quan-
do venne il tempo , che quella misera
venne per partorire , [ler veruno modo
anzi stava in continovi dolori. ( / )
VENIRE PER CASO. Lo stesso che
J^enir caso. Accadere. Sig. Viagg. Sin.
\k. E se venisse per caso che costui in
capo d' un tempo la rivolesse (la moglie
repudiata), egli ritorna al vescovo, e brie-
vemente tanto fa che 1' avrà. E se venisse
per caso che costui la partisse da se in-
sino in tre volle, la puole avere con que-
sto mo<'o ec. (N)
VENIRE PER LE MANI. Capitare
avanti. Dar nelle mani. Lai. in manus
venire, incidere. Beni. Ori. i. 26. 1. A-
mor, tu mi vien tanto per le mani, Che
fon' è che qualcuna io te ne dia,
* VENIRE PER LINGUA . Vicesi di
cosa che vien riferita, rapportata a voce.
Ar. Fur. 38. l\'2.- Ma sempre avrò di par
tema e speranza Ch' esser debban mino-
ri , e non del modo Ch' a noi per tante
lingue venir odo. (M)
VENIRE PER UNO . lenire a chia-
mare uno, o Venire a prenderlo. Lat.
accersere , vacare. Gr. zaT«/:«iiiv, ^£-
TKX«>£r-> . Bocc. nov. 16. 3o. Incontro
si fecero a' gentiluomini, che per madama
Beritola, e per Giuffrcdi veoieno. E nov.
79- 34- Quivi v' aspellate tanto, che per
voi venga colui che noi manderemo.
* VENIRE SOPRA. Sopravvenire.
Alam. Colt. 5. i32. Vi sovvenga, (he la
stagion miglior veloci ha 1' ali; E chi non
r usa ben , s| pente indarno , Poiché sopra
le vien l'Agosto e '1 Verno. (V)
potea,
g. I. Venire sopra alcuno, vale Portar-
gli guerra. Assalirlo. Lat. aggiedi. fiocc.
nov. 42. 12. Fatta grandissima moltitudi-
ne di gente, sopra il Re di Tunisi se ne
venne .
^ §. II. Venire soprani capo, o sopra
di si-, vale Tornare in suo danno. J .
SOPHA, §. XXXVl. (C)
VENIltE SOT'IO. ì enire in potere.
VENIHE STIZZA. Incollerirsi, Adi-
rarsi, Lai irasci. Gr. òpyi^€i^(X,i. Bern.
rim. 1. 24. La mi fece venir da prima
slizza , Parendomi una cosa impertinmte.
VENIRE SU. Ftgnnuam. vale Cre-
scere , Allignare . Lat. adolcscere . Gr.
Kb^KVftff&ott. Dav. Colt. 172. A scudic-
ciuolo è agevole annestare, e i nesti ven-
gon su, e fruttano presto . Solvin. Disc.
l. 270. Quella s|)eranza, che esse (pian-
te) danno, di voler vcnii" su dirille, belle
e rigogliose.
•^ §. I. Per similit., parlandosi di GiO'
ventù , vale Far buona riuscita . Dav-
Ferd . eloq . cnp . 20 I giovani ancora,
che vengon su , e gli oratori seguitano
per imparare , vogliono ec. portarne an-
che qualcbe bel passo notevole ( il Lat.
ha: in ipsa sludiorum incude positi). (V)
^- §. II. ì enir su, dicesi anche d' al-
cune cose che sono nate, venute dopo al-
tre. Borgh. Tose. 33l. Polendo essere in
questo mezzo tempo mancati popoli, e ve*
untone su di nuovo. E Arm. Fam. ^\.
Potrebbesene sospettare un poco nelle ve-
nute su dal MCCC. in qua ( parla delle
arme di alcune famiglie j. E 53- Questa
cavalleria , che dopo il secolo romano si
vede di nuovo venuta su , ec. (V)
V g. III. Venire su in istato , vale
Cominciare a crescere in ìslalo . Bicord.
Malesp. cap. Io5. I Cerchi, che già co-
minciavano a venire su ìn islalo , ma di
piccolo coroinciamenlo , perocché erano
mercatanti. (V)
3 VENIRE TALENTO. Venir voglia.
Lat. cupere. Gr. tTZt'hup.iTv.
VLNIRE VENTO. Sojfiare il vento.
Lai. flare, spirare. Gr. TIVìEiv , pu^TaV.
Bocc. Introd. 56. Sentendo un soave ven-
ticello venire ec, tulli soprala verde er-
ba si puosero in cerchio a sedere. E nov.
17. 29. Si stava ad una 6nestra volta alla
marina a licevere un venticello che da
quella parte veniva.
* VEMREVERGOGNA. Vergognarsi.
Dant. Inf. 26. Tra gli ladron trovai cin-
que colati Tuoi cittadini; onde mi vien
vergogna. (Br)
VENIRE VOGLIA. Entrare in desi-
derio , Bramare . Lai. cupere , desiderio
flagrare. Gr. ETTiSuusrv. ^ Passav. 264.
L' undecimo ( grado dell' umiltà y si è ,
che la persona non si dilctli di fare la
propria vulonta; ed è contrario all' unde-
cimo grado della superbia, che si chiamii
libertà, per la quale vuol V uomo poter fare
tutto ciò , di che gli vien voglia . (B)
Buon. Tane. (\. 6. Vo' cavarmi ogni vo-
glia che mi viene. Burch. I. 18. A me
ne venne voglia, e volli terne. Cas. leti.
58. E venuto lor vog'ia di stamparla pur
col nome mio . E rim. buri. i. i5. Ma
vienti voglia mille volle ognora Di dispe-
rarti, e di gitlarli vìa.
f VENITICCIO. Add. Avvenitìccio .
Lat. advcna , adventicius . Gr. s'ttjjÌu's •
6. / . 12. 71. I. Questo si iece per molti
artefici minuti veniticci delle lerrc d' in-
torno (nel testo Bice, però si legge: ve-
nuti ) . Cron. Morell. 25|. Altra gente
veniliccia, artefici, e di piccolo aflàre, in
questi disidero dovizia , pace , e buona
concordia . Ovid. Pisi 52. Mi puusi in
cuore di scacciare la veniticcia gente.
f 3 VENOSO. Add. Pieno di vene. Lai.
venosus . Gr. y>£6wC^»i;- Cr 9. ja- 3.
211
V E W
V E N
V E fi
Più sicura cosa è, che U predelle gao*
gole si disfacciano ec. che ec. tagliarle ,
e cavarleae colle maoi, le uraDDu m luo-
ghi nervosi, ovvero veoosi.
5? §. I. difteria venosa , chiamasi
da* riotomisU la Vena del polmone, che
gli /tntichi credettero che /osse un' arte-
ria. (A)
^- §. 11. Sangue venoso, dicesi Quello
che scorre per le vene. Imperf. jénal.
3o8. Deesi aggiungere che la cornixiooe
e gli umori corrotti più volentieri se-
guitano il moto del sangue arterioso che
del venoso. (F)
^ §. III. renose, diconsi anche le Pie-
tre , che hanno vene , o venature. « Zi-
hald. Andr. lo^. Sono agate venose , a-
gale chiazzate a color d' oro -. (A)
* VKN TACCIO. Pepgiorat. di f'ento,
Allegr. rim. 2^5. Mentr* io «il ccntadioo
alla l>jl(luria Cerco solto il caminin fug-
gir quel diaccio Che Ìa que^lu venlaccio.
Adirato m* appar ec. Matt. Franz rim»
buri. 2. 328. Àe , mentre eh' egli spiega
lo sue vele , Soflìa qualche ventaccio di-
speralo, Grinza diviene suliitu la pele (qui
pele invece di pelle per la rima), (li)
t VENTAGLIA . (Quella parU della
visiera che era più vicina at mento , e
per la quale il cavaliere pigliava l'aria.
Lat. buccula. J\'ov. ant. 61. 7. La gente,
rallegrandoti , ahhatterli la ventaglia di-
nanzi dal viso, e piegarlo per amore che
cantasse.
* VENTAGLIAIO, e VENTAGLIA-
RO. Colui che fa e vende ventagli. Hai-
din. Dee. Bastiano ec suo paesano, ven-
tagliaro in Roma. (Af
t 3 VENTAGLIO. Arnese con che l'
uomo si fa vento , a cagione principale
mente di sentirfresco nella st'igion calda.
Lat- flabelliim. Gr. &Di>:avi'oiov. Cecch.
Corr. prol. Che dirò delle donne T ec.
Oh come piacciou lor, quando le vegga-
no Quc* he' lavori tanto larghi a pie Di
quei gremliiuli , o su quelli spettini , O
su' trinciaoli, o su gale, o ventagli? lied.
Ditir. 27. Mille inventa odori eletti. Fa
ventagli e guancialetti. Maini. 6. 9. Per-
ciò s' acconcia, e va tutta pulita Col drap-
po in capo , e col ventaglio in mano , A
cercar chi la 'nformi della gita. '^ lUton.
Fier. 1. 3. I. E l' e>ser meco voi m* è
d un sollazzo, M' è d' un ristoro, e quasi
d' un ventaglio, Contro i' pcosicr noiosi.
Salvin . ivi : Il ventaglio caccia le mo-
sche ; rosi un amico le noio>e ed impor-
tunc cure , ce. £ il ventaglio ancora di
riotVescamenlo e di rifrigeno. (fi)
VENTARE. Soffiare, Tirare vento.
Lat.y7.ire, spirare. Gr. TT^s'civ, ousàv.
A/. Aldobr. K A'. 61. In lai maniera,
che i venti di mezzodie e d* Oriente vi
possano ventare. E ioa. Dfe essere in
magione , dove vento pus^a ventare . Cr.
I 5.9. Ventano sopra a quellj venti sot-
tili , i quali vi mandai innanzi Ìl Sole, h
num. i5. Quando venta torte, se a-viene
che spiri vento che addurr jlcuno con-
trario, più agevolmente si uccia, perch'i;
.illa scoperta ■ Liv. M. Quando fili ven-
tava o t.intn, o quanto non pur solamente
lapolveie, ma la cenere gli feriva ne* vi-
saggi- Frane. Harb. aS. 17. Ed anco se
grande ora Potesse a lui più dar freddo
ventando .
%. I. Per Produrre vento. Dani. Inf
17- lluola e discende, ma non me n'ac-
corgo Se non eh* al viso , e di solto mi
venta. V. ì'urg. 17. Senti'mi presso quasi
un muover d'ala, K «enlarnii nel volto.
f g. 11. in signific. att. per lo Urta*
ri-, o Scuotere che fa il vento. Esp. Pai.
Nost. 47- ^('tne albero harhalo in buona
terra, che non si crolla pr r neaoo veolo
clte il possa ventare.
* VENTAROLA. Lo stesso che Ven-
taruola. lied. Oss. an. l^. Qucite tali
guaine, circondate intorno intorno da una
espansione membranosa, formano la figu-
ra di quaranta \entarnle col manico. (*)
VENTARUOLA. Banderuola. Lat. irn-
toruni index. Or. clvtftO'fJoiflOfj.
§. J'entiiruola, ti usa anche per Rosta.
Ldt. (ìahellum .
VÉNTAVOLO. Tramontana. Lat. ho-
reas, aquila. Gr. ^oziy.^. Zibald. Andr.
64- Il vento che viene da quella parie ,
SI chiama \rii(o Aqudo. e ben dicono le
genti veniavolo, ma vuol dir vento Aqui-
lo . Dav. Colt. l63. Tienli il verno in
luogo alto e aperto , che il ventavolo gli
jfercuota. l'Uig. Pule FSec. 9. E' combat-
tea ventavolo e rovaio (qui e distinto ttal
Rovaio per i scherzo,, hnsc. rim. madr.
7. All'apparir tuo muore, O veotavol
gentile. Tutto il valor de* nugoli e neb-
bioni .
•j- VENTEGGIARE. Ventare. LAUfla-
re, spirare. Gr. 7rv/;tv , pvcàv . liut.
inf. I. L' aire si movea , e venteggiava,
e farea fragore . K altrove: Poni lo Ire-
muoto e 'l vcnteg-iare , come puosi qui-
vi. Zibald. Andr. 71. Ogni volta che la
Luna entra in detti segni, dà alterazioni
all'aria, e rannuvola, o e' venteggia , o
e' pi(»ve (vedi altra Ifzione di questo esem-
pio alla voie R ANMJ VOLARK).
VENTEGGIATO . Add. da Venteg.
giare. Jioet. G. S. 12. Cotante volle,
quante in dismisura Cresce per vanità
da* terfen venti Venteggiala la nocevul
cura.
f VENTERELLO. Pim.di J'ento. Laì.
venlulus, Gr. Kv;^i^tov. -Ver. S- Crrg.
Sospigneci il \enlercllo della vita presen-
te continuamente al termine nostro (qui
figuratnm. ). Fir. Jtng. lt^6. Per Io dol-
ce soffiare d' un venterello che va tutto
il giorno leggermente jtcrcotendo le lor
cime, rendono una armonia soavissima.
VENTESIMO. Sust. Una delle venti
parti. Lat. pars vigesinta . Gr. to Si/o-
5T3V ix?poi. Tes. Hr. 2. 45. 11 Sole è
più grande che la Terra 166 volte, e tre
ventesimi .
VENTESIMO - Add. .\ome numerale
ordinativo di l'enti. Lat. vigesimus. Gr.
£t/09To';. Pocc. nov. 17. 58- Padre mio,
forse il ventesimo giorno dopo la mia
partita da voi, per fiera tempesta la no-
stra nave sdrucita percosse a certe piag-
ge. Porgli. Orig. Fir. \\\. (he non si
può dir |>ur la ventesima parte, uè forse
la cinquantesima.
VEN 1 1. Coli' Z stretto. Some nnme-
rale , che contiene due decine. I.al. vi-
ginti . Gr. (iX07i . Pocc. nov. 80. a3.
Comperate «la vnti botti da ulìn, t em-
piutele, e caricato ogni cosa, se ne tornò
a Palermo . Morg. 18. 169. Ch' io non
ri ho preso per la fede mia Da quattro
mesi in qua venti durati. Pern. rim. \.
9. Non più a due a due , ma a dieci , a
venti
^ §. Per Ventesimo. Ott. Com. Inf.
4' 52. Dice Agostino, nel deeimollavo li-
bro della Cill^ di Dio , capitolo venti ,
the er. ( y) (Jr. S. Gir. 5a. Lo venti
grado di questa santa Iscala , si h silen-
zio allenipcrare. (f f
VENTICELLO Vim. di Vento; Ven-
io piacevole . Lat. ventnlus . Gr. oivtfii-
Jiov . i'Otr. /ntrod. 57. Quivi sentendo
un soave Venlicrilo lenire ec, si puoscro
in cerchio a sedere . /'. nov. 17, 2*}. Si
stava ad una fìnestra volta alta manna
a ricevere un vrnticrllo , che da quella
parte veniva. Menz. rim i. ija. Or chi
sveglia pel ciclo Un vrnliccl soave , Ap-
porlalor di calma t
VENTICINQUE. Acme numerale, che
contiene cinque sopra venti . Lat. vigin-
tìquinque . Gr. e't/osiTe'vre - Soec. nov
79 9- Ordinarono una brigata fors« di
venticinque uomini, l ir. As. 281. Ca-
pitai nelle mani d* un poveretto ortola-
no, compralo venticinque lire.
•f VKNTICINQUE MlLA,eVENTI-
CINQUEMILA. Acme numerale; Ven-
ticinque migliaia . Lat. quinque ac vi-
ginti milita. Gr. Stzfiv^tot xai' ìt^ktc-
Tac. Dav. Ann. I. l3o. A Sosihio , sog-
giunse Vitellio, diasene venucinque mila.
I it! VENTICI?*QL'ESIMO. .^ome nu-
merale ordinativo di Venticinque . Lat.
vicesimus quinius ■ Gr. ttnearòi Ti^/t*
TTTo;- Dant, Conv. ig^. Ciascooo savio
s' accorda , eh' ella dura in£oo al venti-
cinquesimo anno . Red. Ins. 77. Riposa-
tosi lo scorpion fin al giorno segoenlc ,
che fu il venticinquesimo di Febbraio ,
ec. (•)
<• VENTICINQUINA . Quantità nu-
merata die arriva afla somma di ifnti-
cinque. Red. lett. 3. 5. Fatemi il favore
di mandarne una venticinquina al sìg. Bali
Verloni. (Cj
VE.1TIDUE. JS'ome numerale, che con-
tiene due sopra venti. Lat. vigniti duo
Gr. iiAO-nSJtu . Bocc. nov. 16. 23- Sa-
rebbe d' età di ventidue anni.
t * VENTIDUESIMO. ,\ome nume-
rale ordinativo di Ventidue. Lat. vicesi-
mus secundus . Gr. itzosTo; oajre^o? -
O. V. Hi. 17.3. E nel dello parlamento
pubblicò non dovutamente, papa Giovan-
ni ventiduesimo essere eretico, e non de-
gno Papa. Dont. Conv. 200. E da ridorre
a mente quello che di sopra nel «entidue-
simu capitolo di questo trattato si ragio-
na . Ltb. Astrai. La ventidoesima è nel
ritorcimenlo dell' acqua, ed è meridionale
a quest'altra. (*)
•f VENTIERA. r.HOgo nelle case da
pigliare il vento , ed è inventione prati-
cata nelle parti Orientali. Si dice anche
rìgliavento. .^'il. ^f. Poi. In questa eil-
t*a ha sì grandissimo caldo , che appena
vi si può campare; se noe che egli han-
no ordinate venticre , che fanno venir
vento alle lor case.
*t §• Ventiera. Term. dt' Mtlit. Tavo-
lone mobile f bilicata su due perni , eht
si collocava fra i merli, per impedire al
nemico la vista, per ripararsi dalle su»
offese , e che si alzava ed abbassava se-
condo il bi.togno . M. /'. I-98. Le mura
armarono di bertesche, e di tcutier*. F 2.
O- Armarono le mura di venticre. F. V. il.
09. Fece sopra certa parte delle mora del-
la citta levare bertesche, e merlate armate
di vcntiere . Segr Fior. Art. guerr. 7.
l53. Ella »' abbassa ed alza, come una
dentiera di merlo.
VENTILABRO. /'. l. Arnese col qua-
le si spargono al vento le biade , 0 si-
mili, per separarne le parti più leggieri
ed inutili. Lat. ventilabrum Gr iuta*!-
T»;p»3v. Mar. S. (-reg. Il ventilabro »i è la
pala, con che sì spaglia il grano. Segner.
.Mann. tUugm. 18. 1. Il ventilabro , che
tiene in mano , h la ventola . islrumento
a%sai vile , non può negarsi , perchè , a
dir giusto , non è se non quella naia ,
con cui si sventola il grano quando • sul-
I* aia .
VENTILAMENTO. // •«fi/nr*. » Se-
gner. Mann ■ tltugn . 18. 4- '* virtù di
quest* allo venlilamenio farà che i tristi
vadano lontano da' buoni , come dal gra-
no Tjn lonljne le paglie. F nmm . 5-
Seguito il fatale veniilamento con la sen-
lenta , che dovrì il grano divìdere dalla
paglia , fari ìl Signore che gli Aogili
ripongano tutto il grano nel sno grana-
io- (I }
-[VhyrXLA^iTE. Che itnlila,* ti muo-
V E N
i
« Uggierwe^U »/ s<;fl!«rdf venia lell.
Itom St.U. a. Cr. llaicripell. .1. color d.
nocciuola malu» e piani io,...o presso ae''
orecchi, ma daBli orccclu m giù r.uvolu,
e crespi, alquaulo più bioi.-l. e nsp.cn-
dicnlil dalle spalle venl.l.ml, -f^""' •
24 O giovani, i >iual. avete la vela <lcl-
i; barca della vaga m.-nle ridata a venli,
che muovono dalle dotale penne venU-
laati del Biovane figliuol d. Cjterea. Jmvt.
30. Di quella i biondi capelli ec. spaili
vede e raggirali, e altri dati air aure ven-
tilami da quelle. £66. 11 giovane egliuolo
della sanU Dea , ventilante le sante penne
lucenti d' oro chiarissimo. =.= Tns.t. Oer.
IQ. 58. Vide lende infinite , e venlilanli
Slendardi, in cima aiiurri e pei SI e gialli.f > ;
VENTILARE. Spiegare al fenlo. Sfen-
Iclart. Lat. >e„(is pandcre. Gr. 515 a V5-
U3V «ETKVvJjiv, Uy.p-f- Dani. turg.
Tq. Mosse le penne poi , e venldonne .
/ihc. 3. 160. Ventilando due grandissi-
me «le d'oro, le quali dietro alle spalle
aveva. Ta^s. Cer. l4 67. E con un
dolce ventilar gli ardori Gli va tempi an-
dò dell'estivo cielo. Alam. Colt. ^. H2.
Sovente il giorno L' apra, e rinfreschi ,
ventilando in alto.
f §. rentilare.fgnraìam. per Esami-
nare, Considerare. Lat. perpendere jad
examen, ad trutinam revocare. Gr. £f !-
Tc^Csiv. * Ott. Coni. Par. 14. 330. Qui
Beatrice move il dubbio, che ventila sotto
la dislinlione dello raiiocinameuto dello
Autore. rO Guice. Slor. 2. Essendosi ven-
tilata questa materia in molte consulle ,
ce. £15. 761. La qual cosa ventilala
lungamente fu.
■ •+ VENTILATO Jd.l. da l enlitare.
Lai. venlilalus. Pani. Purg. 8- Erano
io veste, che da verdi penne Percosse
Uac'n dietro e ventilale . Jmel. 22. So-
pra i quali un velo sottilissimo si stende,
ventilalo dalle sottili aure con piacevole
molo . Dav. Sci.<m 29. Non cercassero
ee. di travolgere le scritture divine, o le
legsi gii iroppo in questa causa ventilate
(nui nel sig,,,fle. del §. d. VENTILARE .
* e. ìen'lilato, vale anche Esinanito,
annichilato, Dislrnlto. Lat. consiimplus.
l-ros. fior. P. l.v..3.;.<.g. 217 GÌ ■■■""''
(scritti) e vani e dannosi, cancellati e
ventilali dagli anni, breve durata corrou
r aringo loro, e implausibilmenle lo cor-
rono. (NSj
VENTILAZIONE. llventilare.LM. ven-
tilano.Oc. f;'i-n,a05. S. Jgosl. C. D- Le
quali la venldaiione separerà, come ne» aia.
VENTINA . Quantità numerala , che
arriva alla somma di venti. Cron. ^fo■
reti. 294. Si ritrovò mcsscr Donalo Ac-
ciaiolo gonfaloniere di giustiiia, e ordino
che le prestanze si rmiulassono in questo
modo : che si squilllnasse sessanta uommi
in tre ventine, e che 'ciascuna ventina po-
nesse la prestanza a tutta la terra.
* VENTINOVE . A'ome numerale .
\ove sopra venti . nt . ■^. En/r. 407. E
venlioove anni, che io non t'ho veduta, f ? ;
t VENTIPIOVOLO . J cnto che fa
piovere. Cr. 6. 2. l3. Fassi ancora sar
cbiamenlo, quando per lo peso della ter
ra , e per V operazioni de" ventipiovoli, (
calcamenlo degli andanti, la terra sarà
troppo assodata. Pallad. Aprii. 7. Si ra-
mni intorno iolorno allo stipile uno mon-
Ucello di pietre, per lo fatto del venllpio-
volo. Cuid. G. Il cavallo mio era tutto ba-
gnalo di sudore, e siccome vcnlipiovolo d
acqua, spargeva gocciole. Ovid. Pisi. 98
Guata il mio vestire grave , siccome e dal
veolipiovolo bagnato.
# VENTIQUATTRESIMO. Ifome n»
merale ordinativo di ventiquattro . Salv
Jvvert. 2. 1.8. Dante nel venliquattre
ama dell' Inferno. (V)
V E N
* S. T'enliquallresimo, vale anche Una
delle ventiquattro parti del tutto . Gal.
Gali 10. L' acqua del pozzo s aldiasse-
rebbe sette braccia, e quella del vivaio
un ventiquattresimo di braccio solamen-
te, (ysi ,
VENTlQUATTr.O. i\ome numerale,
che contiene quattro sopra ^ venti. Lai. .i-
gintìquatiior Gr. cuos.Ticjape;. I.occ.
nov 12. 4- Mi vivo all' antica, e lascio
correr due soldi per ventiquattro danari.
j,v: VENTlSEliSIMO . Kome numera-
le ordinativo di ventisei. Cavale. Moltiz.
267 La ventiseesima stoUizia e d. quel-
li, li quali ec. temono la vergogna uma-
na. (1 ) , ,
* VENTISEI . JNomc numerale, clic
contiene 'sci sopra venti, fit. S. Zanob.
3l8 Adi ventisei di Gennaio lo lece ili-
soppellire, e portare alla chiesa di santo
Salvadore . Ben,!: Slor. II. iS?. Fu in
Vineiia a' venlisei di Mario un terremuo-
lo. (f'J , ,
VENTISETTE. ?iome numerale, cne
contiene sette sopra venti .Lai. l'iginti-
septem. Gr. £,/oj.c-tk. /ìem. Ori. i
lui 24. Quando correndo gli anni del
Signore Cinquecento appo mille e venti-
•+ * VENTISETTESIMO. i\'ome nu-
mera/e ordinativo di renlisette. Cavale.
Stoltiz. 255. La venlisctlesima (cosi legge
I una varante: il lesto ha viaesima selli-
V E N
i683
ma) stoltizia è di qu
[uelli, li quali ee.(J J
ij.'^ VENTITRÉ. Aome numerale,
che contiene 'tre sopra venli . Bemh. Slor.
5 6q A'vcnlilr'e di di Gennaio, ^egnf./a-
nW 47Q. Né mi dite che la vita di Luigi
fu terminata sol nella breve eia di venU.
tré anni (F) .,
J- VENTO, movimento più 0 men ra-
pido dell' aria , e spesso con una deter-
minala direzione. 2iel plurale fa ìenti , i
presso gli antichi talora anche I entora.
' Lat. ventus . Gr. u.'.po, . Tcs. P.r. 2.
37. Il filosofo dice che vento non e al-
tro che dd.allimcnlo d" aere. Bui. Inf. i.
Il vento non è altro che aere agitato. Di-
cono li filosofi, che lo vento è vapori,
ovvero esalazioni calde levate in su dalla
terra e ripercosse da alcuno freddo eh
e- truovauo nell' aere , ed ancora vauuo
in alto , e commuovono 1' aere , e gene-
rasi il vento, e cosi il vento non e altro
ehe aeie agitato. K 9. H vento si genera
di vapori secchi levali dalla terra, e mon-
tati m alto infino alle nuvole , tanto che
soa percossi dagli ardori dell' aere supe-
riore ec. Lo vento non e altro che aere
ripercosso e ribattuto; e quanto gli ardori
scfno più avversi , lauto lo vento i pm
impetuoso. E Purg. II. 2- Lo venlo e
ec. movimento d'aire. Quisl. filos. C. .*-
Vento fe aere percosso, e per la percussione
acceso . E appresso : O per percussione
di venterà , o per impetuosa fr.izione di
ghiaccio . E appresso .- Si convellono m
nuvoli, o per freddezza di venlora si con-
gelano nell' aere. /•: altrove: Vento e aere
spesso visibilmente mosso. Bocc. nov. 42-
20. Con prospero vento a Lipari ritorna-
rono. Pani. Par. 5. Non siate come penna
ad ogni vento. Pclr. son. 90. Venm fug-
gendo la tempesta e '1 vento.
SI. Vento, per lo piato che esce dalle
parti deretane, lai. crcpilus lenlris. Gy
%6,0i -n-'.-J-fO-, Bern. Ori. 2. II. 34.
La coda alzava nel fuggire spesso ; Che
non aveva il ribaldo mutande , E sospi-
rava UD vento profumato , Che il diavol
non r arebbe sopportato.
e. II Tento, per melaf. , vnie ì an
Ih. Bocc. nov. 60. II. Tutte in v^nto
convertite ec. tornarono in niente, rei
eant. Sg. 4. Ma se '1 Latino e '1 Greco
Parlan di me dopo la morte, e un vento
•+ §. III. Vento, Jiguralam. Bocc. g.
ù p. l Eslimava io che lo 'mpetuoso
veulo ed ardente della invidia non do-
vesse percuotere se non 1' alle lorri. Dani.
Par. 3. Quesl' ì; la luce della gran Go-
stanza , Che del secondo vento di Soave
Cenerò '1 terzo . Bui. ivi -• Del secondo
vento di Soave , cioè del secondo Impe-
radore, che fu de' Duci di Soave ec; e
ben dice vento, imperocchi; non hanno sla-
bilil'a, né foltezza, se non come '1 venlo.
( I moderni spcsitori dicono che qui ven-
ia e sincope di venuto , come cootento di
contenuto, e sin.ili). Pass. ì\-2.. Le cose
vili compera care 1' uom superbo, quando
per lo vento della superbia perde il reame
del Cielo.
:'.: g. IV. Viodo di venlo, vale J urbl-
ne. V. NODO, §. XlV. (C)
§. V. Volgersi ad ogni venlo, si dice
proverb. del Aon avere slabiUtà, ni fer-
mezza . . j- j 1 D .
§. VI. Figliar vento, si dice del Ki-
niancre impedito t'esito dell'aria nel Ira-
vasare i liquori , 0 simili.
§. VII. Pigliar vento ,fguratam. , si
dice dello Smarrirsi in favellando. Varch.
Ercol 04. D' uno il quale ha cominciato
a favellare alla dislesa, o recitar un' ora-
lione, e poi temendo, o non si ricordan-
do, si ferma, si dice: egli ha preso vento;
e talvolta: egli i; arrenalo.
§ Vili /• talora vale Svanire, ISon
.luTsistere. niion. Tane. 4.1. Ogni cosa
fra man mi piglia venlo.
S: S- IX. Pigliar vento , dicesi anche
de' Fornelli che sorbiscano V aria per_fa-
lore. I . PIGLIARE, §- CLXXV. (C)
% X. Pieno di venlo, 0 Avere il capo
pieno di venlo , si dice di Persona su-
perba, vana. Lai. gloriosus , inanis. Gr.
aX^Cuv, ,.i;6Soioi. Sen. Ben. J arch.
I l3. Come uomo pieno di vento, e lutto
dato alla gloria ec. , considerò ehi fosse
stato il compagno suo. Cas. Idi. Si. Han-
no che contare e che ridere delle lue ha-
lordene e delle tue millanterie, e del venUi
di che tu hai pieno il capo.
* S XI. Empiere uno di venlo , fi-
guratam., vale Avvilupparlo, Inf noe-
chiaria. J'arch. Ercol. 76. Quando alcu-
no vuol mostrare a chicchessia di cono-
scere , che quelle cose , le quali egli s
ingegna di fargli credere sono ciance,
bugie, e bagattelle, usa dirgli; tu m in-
finocchi, o non pensare d'infinocchiarmi,
e talora si dice : tu mi vuoi empier di
Tento, o infrascare. (C)
§. XII. Avere, 0 simili, le mani piene
di lento, vale Trovarsi ingannato dalla
speranza. Lat. .<pe decipi, a spc excidere.
Gr. Trii £')7I10"05 zaraTTiHt £iv . Ambr.
Furi. 1. 3. Trovandosi le mani piene di
tento, t in sul disperarsi.
§. XIII. Dare, o Commettere le vele
al vento, ovvero a' venli, vagliano ^avl■
gare col benefizio del vento , Cominciare
a navigare. Lai. vela dare, vela solvere.
Gr. (/:7lai<!5iv . Bocc. nov. 17- 6. 1 ma-
rinari , come videro il tempo ben dispo-
sto, d.edero le vele a' venti- Filoc. 4. 72.
A voi conviene, poichi: comprala avete co-
stei, senza alcun indugio dare le vele a
venti , né più in questi paesi dimorare .
Poez. G. S. 3l. Se tu commettessi al vento
le vele , non dove la voglia volesse , ma
dove il vento sospignesse saresti menato.
Cirif. Calv. I. l5. Dopo alcun di SI parti
colla armata. Come promise, e die le vele
ai venti. Boez. Varch. 2. pros. I. Setn
dessi le vele a' venti, non dove chiedesse
la tua volonl'a saresti portato, ma dove il
venlo li spignesse egli.
5 XIV. p: fguralam. Dar le vele ai
culi vale Intraprendere , o Cominciare
■isolùtamenle checchessia Lai. exordin.
i684
V E N
Gr. apjjeff&at. Aìam. Colt. 3. 56. E pri-
mo ardisco Pur col voitru favor dar vele
ai venti.
§. XV. Dare , o Trarre de' calci al
vento, vale Ksser impiccato. Lai. laqueo
suspendi . Gr. ocTrayjf'^*^^'^*^* • ^"" •
Disc. an. UÌ\. Se il Udrtiiie avesse la-
scialo fctar le cose altrui , nou averebhc
dato de' calci al veolo sul Mercatale. Ci-
rìff. Calv. 2. 37. Cosi rimase a trar de*
calci al vento. Morg. 18. 24- ^^ "**'' ^^^
domallina i* vi prometto Ch'ai vento io-
steme de* calci darete.
S- XVI. Talora vale Tirare i tratti
morendo, Lat. mori. Gr. Te^EUr^v. fUm.
Ori. \. 6. 70. E dà de* calci a) veotu io
sul sahliioae , Dall' uua banda ali' altra
trapassalo .
•r §. XVM. Dar vento, vale Mandar
vento . Dant. tnf. 3. La Icrij laf^iimosa
diede veuto, Cbc balcuò una luce vermi-
glia. {y>
* §. XVIII. Dar tento, parlandosi di
Strumenti da fiato , vale lìar loro Jtato,
aJJSnilt'c .suonino, /tr. Fur. 32. 53. Fece
Rinaldo ptT maggior spavento Dei Sara-
cìni, al muover dell* assallu, A trombe e
a corni dar (subito veuto. (Ve)
g. MX. Far vento , vale Spirare, o
Soffiare il vento. Lai. /lare, spirare. Gr.
TTvs'etv , yu5«v . lìocc. nov. 77. Cì'\. Ed
oltre a questo, uon fareiulo puuto di ven-
to, v'erano moscbc e lafaui iu grandis
sima quantità abbondali .
§. XX. Far vento , per Muovere l*
aria. Sventolarsi^ e si usa anche in si-
gnijic. neiitr. pass, lìern. rini. i. 3. Da
parar mosche a tavola , e far vento . F
Ori. 2. 8. 12. A que>lo nmdo la mosca
si caccia , A questo modo al naso si fa
vento .
§. XXI. Far vento, mie anche Generar
ventosità. /'. FAHE \KMO, §. 11.
§. XXII. Far vento ad altana cosa,
in modo hasso , vale l'orlarla via. Lat.
aujerre. Gr. «TTO^s'^stv . Malm. I. il.
Ed ci, vistevi dreuto Robe nuinescbe, a
tutte fece vento.
§. XXIII. Tirar vento, vale lo stes.^o
che Far vento. Lat. fìare, spirare. Gr.
TTve'fitv , fj'7Cf.-i. lìoc'c. nov. (\7.. 6. Es
sendo quel vento, che traeva. Tramon-
tana, ad una piaggia vicina ad una citt&
chiamata Susa ne la portò. Ciach. 3/a-
lesp. rap. 225. Trasse la notte uno gran-
dissimo vento. Cr. 1. 3. 4 I qiiaii (venti
occidentali) si* sofficranno, ovvero trarran-
no in fine dilla notte, e nel comincia-
mento del di verranno dall' aere , nel
quale il Sole nii'ntc avcrb operato.
§. XXIV. Far checchessia al vento,
o a vento, vale Operarv indarno, o in-
consideratamente. Ciriff'. l'alv. 123. Quei
della torri- gitLivan giù sjssi, Sema sa-
pere a (hi più fuor, che drrnlo, E chi
sparava le bombarde al vento. Ftr. Trin.
I. I. Vedrete ch'io non mi muovo a
vento. * Tasi. Cer. 7. l^'y. Ma fur le
sue lalirhc iil vrnto sparte. /taldov. l.am.
Cecc. 32. Ih, Sandra Sandra, scolta, (e
piaccia al ciclo Ch' i* cianci al vento) e*
vuol seguir del male. ( l')
§. XXV. i tser sotto vento, termine
marinaresco, che vale Avere il vento in
tU.tfavore, o a st antag^io. Ciriff'. l'alv.
I. I^. V. sotto vento siamo a mal par*
lito. /'..* t. l8. Non s' era rrnto miglia
prolungato, Che riscontro la nave di Fal-
cone, Il quale k lotto vento male arma-
lo.
§. XXVI. Avere il vento in poppa, o
Andate col vento in p-->ppn , vale JS'avi-
fiare col vento fai'orevole . Ctriff. l'alv.
fi. 8(). Fd alla volta lua presto fu ito
('ni vento in poppa.
§. XXVII. F Uguratamenle vale Esse-
V E N
re in fortuna , Aver le congiunture pro-
pizie.
%. XXVIII. Avere il vento in fd di
ruota , term. marinaresco , che vale A-
\ere il vento diritto j Averlo in poppa,
o Javomole. Ciriff'. l'atv. \. 6. Sempre
iufino al calcese 1' artimone Con fresco
mare, e in fil di ruota il vento. F l\. 137.
eli' al porlo di Marsilia a salvamento
Tutti eran suti ; cbb la bella armata Ha
sempre avuto in fil di ruota il vento.
^ 5* XXIX. Aver il vento in sua via,
vale Aver vento favorevole, e come anche
dicesi /n fi di ruota. Ftt. SS. l'ad. l.
235. Se v* incresce di roenaimì, riporta-
temi onde mi menaste. Allora gli mari-
nari si turbarono, e dissero che p^r grjo
prezzo ciò e' non larcbboiio, concioìMjro-
sachè egli ;ivessono il v^nlu in sua via. fi )
Sr g. XXX. Aier la sorta a tento,
vale Averla favorevole . Hiion. Tane. 5.
5. Vo' avete pur la torte aula a veo-
lo.^ ^AO
*^ %. XXXI. Levarsi. 0 Mettersi vento
o un vento, vale Cominciare a soffiare
il vento. F. I.EVARK, §. XCVllI. e
METTKHSI VENTO. (C)
-'- §. XXXI 1. Fondere, o simili, a vento,
vale Fondere, o simili, per mezzo di ven-
to. /,'env. Celi. Oref. 79. //(. Del modo
di fondere a vento, u muitaìo, e a tazza
(cioè fondere per forza di vento), f F)
^ g. XXXIII. JVavigare secondo i venti,
maniera proverh. che signifcn Ohhedire
agli accidenti, e Far della necessità virtù.
V. NAVIGAHE, g. III. (C)
^ %. XXXIV. Saper navigare ad ocnt
vento , dicesi del Saper adattarsi ai tem-
pi, ilei Saper ubbidire agli accidenti, /'.
MAVIGAKF, g. IV. (Cj
§. XXW. Pascer di vento, vale Dar
chiacchiere. Trattenere con cose vane.
Uorc. g. j^. p. ^. Dietro a queste frasrhe
andarmi p;isrendo di vento.
^ g. XXXVI. / enti, dicono i formato-
ri di figure e Gettatori di metallo ad
alcuni vani che vengono nella cosa forma-
ta o gettata, a cagione di non «* cr così
ben disposti nelle forme gli .fiatatci, on-
de l'aria in esse racchiusa , non avendo
d' onde uscire, abbia in alcuni luoghi
impedito il passaggio al fletto, e t' em-
piersi dellaforma. Baldin. I oc. Dìs. (fi)
« g. XXXVII. lenti , diconsi anche
(Quelle funi, con le quali si legano le cime
dejli stili , che si rizzano per .tervizio
degli edifica, e poi si legano da più par-
ti in pia luovhi ben tirate, ad effètto che
essi stili stien ben fitti in terra tfiritli,
e non possano piegarsi da alcuna parte.
Jìaldin. J'oc. Di^. ili)
3 VENTOLA. Strumento con che si
ventola, o si fa vento. Lat. flabellum. Gr.
ptrtiiiov. Frane, .'^acrh. Op. div. \^y.
Per natura tulli li membri servono al
cuore , perocché e il maggiore ; il polnionr
continuo il serve, e vcntolalo come fosse
una ventola da mosche, sicché gli dà
firsrhrzza, e aria.
>!* g. I. / eatola, dieesi anche il Fen*
tilabro. ■ Annoi. ì'ang. In sua mano èia
ventola ■». Seener. jl/.in/i. Giupn. iS- I. Il
vcntiLibro, che tiene in mano, è la ven-
tola , islrumcnto assai vile, non può ne-
garsi, perchè, a dir giuilo. ni<n è se non
quella pula, con cui si sventola il grano
quando h suU' aia. /.' num. 2. La ragione
per cui si dice che la ventola sta in sua
mano, l'entilabrum in manu
e per
significare , che a lui si spella questa iki*
tlcslà gindiriuria. F appresso : Non vedi
che ha già lolla la ventola in mano? /Vn-
tilnbruni in manu eiiis. K num. 3. Il
Signore ha già ttdia la ventola io mano,
cb' è a fine di nettar 1' aia. (I )
§ Il ì'entola, ìt anche un Arntte dì
V E N
legno , o d* altra materia, a foggia di
quadretto, con uno o più viticci da bas-
so, per uso di sostener candele, e si ap-
pende alle pareti per dar lume.
g. 111. F I entola, si chiama Quella
piccola rosta che serve per pirare il lu-
me di lucerna, o di candela, affinchè non
dia negli occhi.
* g. IV. Muro a ventola, dice si dagli
Architetti e Muratori a .Muro che non
reg;;e nulla , e serve solamente di tra-
mezzo, o divisorio. fA)
s? VLN I OLACCIIIO. Terni, de* Ca-
stagnai. Tritume quasi ridotto in polve-
re delle scorze prosciugate e riarse delle
castaf:ne, e da cui si ripuliscono prima
di ridurle in farina. (Af
•f VENTOLAHE. Sventolare. Lat. ven-
tilare. Gr. Jliz/Jii^Stv. Frane. Sacch. Op.
div. 137. Per natura lutti li membri ser-
vono al cuore, perchè è il maggiore; il
polmone continuo il serve, e pentolaio
rome fosse una ventola da mosche , sic*
che eli dà frcschrsx;! e aria.
g. Jn .tif:ni/ie. neutr. dnesi del Muo-
versi che fa la cosa esposta al vento. Lai.
vento moveri. Cr. aveaoijcàai . G, /'.
6. 77. 1. la sulle quali slava e venlol»-
va il grande stendale dell'arme del Co-
mune. Tass. Ger. 20- 28. Sparse al ven-
to ondeggiando ir le bandiere , E vento-
lar su i gran cimier le peone.
VENTOl.I.NO. lenticelle. Lat. ven tu '
lus. Gr. a*v»y-i'JiOV. Bern . rim. |. IO.
O si reca dinanzi un tavolieri lorontro al
venlolin di qualche porta , Con un rin-
frescai pio pieo di bicchieri. Ar. Fur. 16.
()8. Vedcasi or 1' uno or 1' altro ire e
tornare , Come le biade al ventolm di
Maggio. Fir. Dial. MI. dona. òl\l. K
questo vcntulioo ci paueiemo il caldo
più piacevolmente. Car. lett. l. 98. Star-
vene ce. sotto a qualche verdura, o di-
rimpetto a un colai \eulolmo con un Pe-
tiarchino in mano a canlacchiare.
VI-.NTGSA. Strumento o di vetro, o
d' altra materia , che s' appicca per la
persona p r tirare il sangue alla pelle j
Coppetta. Lai. cucurbita, cucurbitiila. M
Aldobr. B. /". Le ventose si voglion
porre quando la Luna è piena. M. Aldo-
br. F. .\. 3^ Le ventose purgano il
sangue sottile, il quale è nelle vene pic-
cole. 7>J. Vov. P. S. cap. 18. La ven-
tosa posta in sul capo, essendo rasa, tira
r ugiila. Car. Malt. son. 2- Che impre-
gnan le ventose per le nuche.
VENTOSAMENTE. A^'serb. Vana-
mente. Con vanità. h»\. vane. Gr. X(Vb>$.
M. /'. 8 62 Veggcndosi i Sanesi man-
care la di Ila speranza, in sulla quale sla-
vano veiilosanienle a cavallo, cercarono
convegni rolla Compagna.
VKNTOSARE . Attaccar le ventosr .
,1/. Aldobr. 1*. ,V. 34. Non SI dee ven-
tosare quello che liae grosso sangue . s'
egli non si bagna primieramente. E ap-
presso: Quando la Luna è piena a mencio
il mese, SI è la stagione del vrnlmare.
t VENTOSISSIMO- Sui>erl. di Fen-
toso, così nel proprio, tome nel figurato.
Gtiiec. Stor. 18 C)5. Commosso quel
Cardinale elalistimo, e vruiosisstmo per
natura, aiutò prontamente la sua libera-
zione. *? Hemb. Mor. il. 160. Essendo
il rapo di loro uoni vcolosissimo , e dì
pura prudcnia a tanta opera, (l^)
VFNTOSITA" . VENTOSITADE , e
VEN TOSI TATE. Indixposisione cagiona-
ta da materia indit:esla, che si genera
n-l corpo dei'li animali . Lai. infìatio.
tir. T/iTvcu^n . Cr. I. Y '3- L'acqua
tiepida ec. dissolve la colica, cioè il mal
del fianco, e la vrnlotiià della milza E
3. 4- 3- Il <'^^<^ ^ (^* mollo nutrimento,
e inumidisce il venire , ma genera vmi.
V E N
iXJt fuoco , quando e n,os.o da
"TvENTOSO. JdJ. Esposto al ^n'o.
Che ha >enlo. L>t. ''"'"'",■ ,<''\,:°''ui
On.'«- lu dunque venuto rerl.ve.aus^
„a„. (V. 2. 6. .. C.UC v.rrc un; do
acquoso, e va,.or secco e ;-°'"»: ^'J;^
jon IO eh' ancor non torse dal yro
son. II). <" nove ner ventosa
commino L'ira di l.">'« 7 „,lp„Mo il
^ ■ / /" la nave, tenoenoo ii
S;:^^„^rv^^vele-d..>.anien.
navicando. Man. Col,. 1. 2^- « ^^^
ombra ventosa d' elee, o d olmo Le tenga
'n"""'-"' "■""""""" ''Ì."*°'td
Che cenerà tenlosilu. i r. 2. O 2-
impero i frutti, secondo sua gene, «ione,
si giudica che sieu ventosi. Ae,m. A^
^/o.,. /;. nlcgunie ^on ni. r-e. te
son cosa ventosa. -V'"'". t od. I. 7
1. fava pallenle, il cece altero ec. La
ventosa 'cice.chia in ,ai<e «f""' «7;
soverchio umor, felice e lieto TroMn 1
aU>ei
IO umor , ic"»^^ - ■"-
lor. E 4- 8l Ch' ivi entro possa ,
Quando il lenirò s.,r'a. versare i semi Di
Ventosi legumi,' e d'altre assai Biade m.
clior chi" il vomere hanno a schivo. /.
5 uq or quei, eh' abbiam nelle seconde
tensf.Bi ontosi va,orsalubre.scheimo
E l'anicio, e '1 finocchio, e 1 cor.an
^'VTl. f'enloso, .aie anche Che pali-
sci di .en,o, o di flati J Incomodalo da
7en,ositi. Ca.alc.-lns.i,!- cpir. Come lo
omaco ventoso perde l" .ari-'"<'-J"'J,
lienidcHa, per la quale e. pare esseie al-
cXcosa.'ci toglie l'appetito, e 1 des-
^rve^=o . ^...^ --:
cred spaurire. « Cnr. i n. ii. w^-
a piUe Prendi zuffa del pan, e pò. ve.
dralti A cui questa ventosa tua bravura
Onore acquisti. (B) ,
* e. IV. Ventoso, si «sa anche da
Poet.alla marnerà de' Latini per J eh
ce e Fretto al pari del .ento. ial.m.
Ópp.C<.cc. Simfli assai alle fiere crudi-
vore ec, od a ventose tigri. (JJ
VEKTOTTKSIMO . l^owe numerale
arirnat..odi .entotto . 5r">- ';'«"--
oclmu... Gr. iUo'^-.Oi s/oe,- '6°'^^-
Introd. =6. Delle quali niuria il ventot-
(esimo anno passato avea , nk era minor
'"venToTTO. Nome numerale . che
contiene otto sopra .enti. Lai. ./g'"'"^!»'
Gr. a/o,.o/.T«. f^occ. no.: 2\ 3. G.o
>ane ancora di ventotlo m trenta ann^
Rei. Jnnot. DUn: 1.6. Bn nnio testo
a penna ne ha ventotlo ( sonett. ) , miti
sacri, d' autore incerto.
* § Per J entottesimo. Or. J. tj'r.
fi5 Lo grado veulolto di questa santa i-
lala s° l sapienza. E J- Lo ventotlo
crado avere sa|'ieniia. (ì) ,. „ ,_
^VENTRACCIO. Peggiorat. d, Ventre
Lai cbdomen, oenler collati.us , flaut.
Gr i^.yt/'^f"^ fir. P.sc. »n.67.^a■
,„ solo per '«"-P-""^ "'V'° '""ITÌm
VENTRAIA, i'-""-,, J-'-'S" do^'f"
.7 .e«.re, e gli altri ''■'"''"- ^''^Z.\
ter Gr. yoi'.T'P Pani. laf- io- cne i
vUo non risponde alla ventraia. Lah.f^
Alle g-t» dalle W^-^l'' ''""^' '"""
YEN
sponde la ventraia, la quale di larghi e
spessi solchi vergata, conie sono le toric
c'è, pare un sacco volo. Car. Mail son.
i. i,b che ceffo 1 oh che ventraia I. uà-
,a occhi , se non paion due lori.ell.l .Ve„z.
sai. 5. Che la ventraia Ne manda al na-
so alil.onmievol lezio. , ; _ .
VE>TR,MUOLA . Oonnii f'ie lava, e
vendei venir,. Hocc. nov. -,5. fi. E «
voi non mi credeste, io m posso dare
per testimonia la Trecca mia dallato , e
la Grassa icnlraiuola.
VENTRATA, lenossa del venirci.,-
bald.Àadr. Correndo precipilosamente cad-
de, e dette in terra una solenne ventrata.
8 Per Peso divenire, Crav, danza.
Fr lac. T. 12. 8. Portar nove mesi
ventrata si forte , Con molle bistorte, e
gran doloralo. .
VENTRE. Si dicono te Pnacpal, ca-
viti che sono nel corpo dell' an,male, e
che contengono le vi.^cere. come lenire
supremo, med.o, e injimo ; ma propr.a-
mente l-,nfimo, che racch.nde lo stoma-
co, gì- intestini, ec. Lai. venter, veni,,-
clus. Gr. -/acTn-p, -/«.TpcSiov Amm^
Ani. 24. 4. II- 11 ventre che bolle d.
vino, tosto si schiuma in lussuria, ilae-
str„zz.2. 12. 4 La ingluvie del venire
provoca la lussuiia. lab. zyi. t,Usivor
rebl.e dare d' un venire pecorin per e
gote, tanto quanto il ventre, o le gote
bastassero. Ar. sol. \. E, se non bas a ,
M' empia la gola, il ventre e le bndena.
§. I. ler Utero. Lai. uterus. Or.
YEN
168S
\jiTBSX. Dani
]'ar. 23. L' alla letizia
che spira del ventre Che lu albergo del
nostro dosilo, i.' I ,t. SS. lad. 2. i02.
Pregasse Iddio die gli desse liullo del suo
gonfie. /.(. S. Ciò. Cnalb. 3.2_ Tanto
amore s' e fermalo Ira 1' uno e 1 altro ,
quanto si suole trovare Ira due carissimi
fralclli carnali nati d' un ventre, il)
§. IL ter lande, 0 Luogo dove sta
il ventre. Lat. .enfrr. Gr. -/aorr.p. iiofc.
nov. 90. 8. E cosi lece alla schiena, e al
venir?, e alle groppe. Pani. InJ. 6. Oli
occhi ha vermigli, e la barba unta, e a-
ira, E "1 ventre largo.
S. 111. Jc<rr.cnre il ventre, vale Cacare,
o Deporre ,1 peso del ,e„(re. Lat. alvum
exonerare.Gr r;.-ozi'>.^C.,7y.'-e-'H''"-
nov. l5. 18. Richiedendo il naturale uso
di dover diporre il supeiHuo peso del ven-
tre, dove CIÒ si facesse , dc,mando quel
fanciullo. * Cccch. Prov. 36. Coccoloni
vuoi dire star chinato in su le gambe,
come sia chi alla campagna scarica il ven-
tre. iO Sagg. nat. e.<p. ,Il5. Come se
veleno avesse preso, scarico il "" r^-
R IV ;i -no. . 're iV lenire, in/c /0 5/cs-
,,0 c/,e Smuovere il co.po , Far cacare
Tes. /'oi . r. S. Impiastrato caldo mollo
KÌova, e muove il ventre
« S V. luigarsi ,1 ventre, vale Sca-
ricare il venne. Cavale, lungil. 121.
David essendo nascoso in una spelonca
fu-gendu la persecuzione del re Saul, ed
en^fandovi poi il detto Re a purgarsi A
ventre, ec. ( f J , ,. ■ -
i-% VI l'entre.persimilit. d,ces, una
Spezie d, sacchetto a foggia di ventre. Lat.
saccuius. fr. / io,- / . 3. ; . 2. rs 28^■
Quante campanelle e campancllii.e, >enl,i.
saccheUi e spazii per li a|.rann.,me.iti, in
somma ee quanto mirabile magislero s.
richieda (vi si palla della ragna per pren-
der gli uccelli). (Pi'S)
I *RVI1 ;>/i(rf,<'ii-eJi ""'•"'/"''" i"""-
' Irò 0 Parie, ulema di checchessia. Ciam-
ben. Mis. Uom. 122. Dicono 1 savi che
il Ninferno sii; nel ventre della terra. fC;
t § Vili, lenire, terni, ne dcg/ì ana-
tomici. La parte di mezzo di ciascun mu-
scolo, così detto perchè sembra un gruppo
dì [fibre carnose, a distinzione de suo, e- I
stremi, che diconsi Ten.bni. (^)B'"-"-
Pi^c 1 262. or inlenHenli di Nolomia
chiamano la parte porporina di ciascun
muscolo ventre di esso, 1 una estremila
allaccala all' osso eh' ei muovono la chia-
man coda del muscolo. fO
* g. IX. lenire gemmato, o Ventre
cri<laìi,nó, chiamausi ,!ai Naturalisti al-
cune pietre cave nel mezto, tutte gnern,-
te dentro di m,nul, cristalli, delti Ingem-
mnmenli. Magai. Lelt. Che slima facesse
d' un venire crislallino cavato dalle mon-
tagne di Pistoia , ee. (A)
!,"i g. X. ì'entre, per lo Fondo, 0 Let-
ta de' fumi. Bocc. P,sl. Fr. SS. jip.
Piova il cielo, caggia gragnuola ovvero
neve, crolli il mondo la rabbia de' venti
ec. escano i fiumi del ventre loro. (Hr)
-:• 6. XI. / enlre del dragone , dicesi
dwli .-Istronomi lo Spazio che è chiuso
dal cerchio del molo della luna e dall' e-
cliltica che s' intersecano. Cai. Nunz.
S,d. >'el ritrovarsi ne' ventri del suo dra-
gone pili ihe nel capo. (Cj
i:c g. XII. Ventre medio , dicesi il Pet-
to secondo l'antica divisione anatomica
del corpo. Bnldin. I oc. Vis. lA)
:? g. XIII. Ventre della colonna, di-
cesi la Parte di mezzo, dov' è cntasi, os-
sia gonfiezza della colonna. Saldin. Voc.
Dis. (Al
f VENTRESCA. Pancia. Lai. venter.
Gr. ■ia.r,-i,p. Ott. Com. Inf. 26. 429-
Un serpente che avea sei piedi si lancia
dinanzi dell'uno di questi tre spiiiti; e òol-
li piedi di mezzo gli prese la ventresca;
con quelli pili presso alla bocca gli pre-
se le braccia. £i.r<7i. I. 5o. O Gaio E-
rennio, poiché la ventresca Ti svezzo dell'
usar la cerbottana. Non pensar che la zaz-
zera li cresca. Ciriff. Calv. 4. l3o. E chi
la zucca ha fessa, e la ventresca.
g. / entresca, diciamo anche II ventre
di porco ripieno di carne, uova, cacio,
ed erbe balli, le insieme, e me.<so in sop-
pressa, llein. rim. I. II. E fansi le sal-
sicce. Cervellate, ventresche, e salsic-
cioni.
VENTRICCTIIO. Ventriglio. Lai ven-
triculus. Gr. -/'yriTf l'o'.ov Ped. Oss.an.
91. Ho osservalo parimente, che le fola-
ghe tengono sempre mai pieno zeppo il
venlricchio di bianche minutissime pie-
Iruzzoliue.
* VENTRICELLO. Dim. di lenirei
Ventricino; e per similit. Picciola cavith.
Bari. Simb. I. l5. Alle bocche de ven-
trieelli del cuore v'ha tendinelti, come
anella, che gli orlano. (Brj
VENTRICINO. Dim. di Ventre. Lat.
ventriciilus. Gr. ■/r/.lTfiòco-i. Cr. 9. 72.
2 Rappiglieremo il cacio di puro latte,
con presame dell ' agnello e del capretto
di latte, colla pellicina che suole essere
accostata loro a' lor ventriciui ( Il ms.
Ricci ha: co' ventrigli de' polli.).
•+ VENTRICOLO. J entre j ma p,u
comunemenle Quel viscere membranoso
in forma di sacco 0 di cornamusa, che e
s,t„ato obhquamenle nell' ipoco.idrio sin,
Siro sotto del diafragma. Ira ,1 fegato e
la milza. -L:,!.. slomachus , ventr,culus .
Gr. ,T<,>»x=; '""■'' ^'r ®'- T
ec. dalla bocca del ventricolo, ovvero sto-
maco, quando è offesa.
8 I Ventricolo , per s,m,l,l. t. r 9.
18 5. Fatta tiepida, si mclla in un ven-
tricolo che abbia un cannello cnnvenevol-
mente lungo e grosso a ■"-'; f j^^j^^^"^
e per quello strumento si m Ha a del a
decozione nel ventre del cavallo dalla parte
"" i°"T. Fentncon. .'i dicono ancorale
Cavità di alcune viscere, come del cuore
edel ccvello. t olg. Bas. T"c lo secon-
do osso, che è nel palato, eolano dia boe-
iék
V E N
V E K
V E N
ca le tuperfluitù del vcotricolo di mezzo
e di quello di dietro. Bui. Il cuore ec.
ha due venlrìcoli^ T uno dalla parte ritta
o r altro dalla inuDC;i ; e dal fegato a que-
sti veali'iculi sun due vene, e mettono Del
cuore per quelli ventriculi l' esalazioni e
spirili che e^roii del saaguc, e entrano
per que* buchi che son nel cuore, /ted.
f'ip- !■ 59. Sehliene in alcuni aaimali
morti dalle vipere si trova quel congeta-
meato di sangue ne' vcutricoli del cuore,
10 però non 1' ho sempre trovato in tutti.
^ VENTRICOSA. Termine de' Natu^
ra/isti. Nome di una chiocciola palustre
di varie grandezze. (A)
VENTRIGLIO. Ventricolo carnoso de-
gli uccelli. Lat. vcnter, ventriculut. Gr.
yv.-ìTp(StOi. Pallad. Magi^.^. Colla pel-
licola che suole esser appiccata a* ventri-
gli de' polli. Frane. Saccb. rim. i!\. E
chi ne porta il cuore, e chi i ventrigli.
3falm. 6. ^7. Pur ii rallegra al giugner
d' un cibreo Fatto d' interiora di magna-
no, E di ventrigli e strigoli d' Ehrco
(qui per similit. e m ischerio. ).
%. Diciamo in provcrb. Aver l' asso
nel ventriglio, di cfti ha voglia smodera-
tissima di giiicare. Pataff. 9. E nel ven-
triglio ha r asso e la tregenda. Buon.
Fier. I. 2. 6 Chi nasce, eh' ahliia l" a*-
so nel ventriglio. Come s' usa di dir de'
giucatori. Facciane gran rumori Un pa-
dre, ec.
5 VENTUCCIO. Dim. di Vento; Pie
col venia. Lai. ventufus. Gr. «vì/Jit'Òiov.
# f.egg. D. Umil. 26. Incontanente traeva
alcuno venluccio piacevole, ec. il quale a
se e alle compagne miligav.i il caldo. (C)
* §- ^ f'Snratam. u Ontel. S. Greg.
Noi siamo sospinti da ogni Tcotuccìo di
ingiuria ». (Cj
* VENTUNESIMO. Pfome numera/e
ordinativo di Ventuno. Lat. viccsimm
primiis. Gr. iiKOirOi np^zoi, Tac. Dav.
Ann. 1. 1^. Non fu vero, che della quin-
ta né delia ventunesima si volesse alcu-
no muovere, si fu quivi la moneta con-
tala. Red. Cons. I. 255. Neil' anno ven-
tunesimo, nel quale poi si maritò, comin-
ciò ad avere maggiore scarsella di me-
strui. Pros. Fior. 2. 87. Non avendo
r anno ventunesimo ancor compiuto del-
l* età , quando quell' anima ec. dalla terra
al cielo se ne salì. (*)
VENTUNO. Nome numerale, che con-
tiene uno sopra venti . Lai . viginli et
unus. Gr. eixo4(Ei;- Pelr. son. 23o L*
ardente nodo, ov* io fui d* ora in ora ,
Contando anni ventuno interi, preso. Mor-
te discioUe.
#§.!./? seguito da nome nel nu-
mero del più, Ott. Cam. Inf. 3o. 520.
Siccome il soperchio da ventuno carati,
che il maestro Adamo mettea di 6no
oro. (C)
# §. II . Per Ventunesimo. Gr. S.
Gir. 59. Lo ventuno grado di (|uesla san-
ta tscala sì è hunno ciinsigliit. Segn- Polii.
I. 7. e. 17. Due sono 1" el*a, nelle qu.i -
li dchh'esscr fatta 1' erudiiione ; una dai
sette anni insino alla pube , e di duoto
dalla pube al ventuno anno. rCV
VENTURA. Sorte, Fortuna j e pigliasi
in buona, ed in mala parte. Lat. l'ortu-
na, sors. Gr. Ty'x'l' P''tf- 'o/i. atìa Sua
ventura ha ciascun dal dii-hc nairc lìocc.
Proem. ^. Alli quali per avvenlur.i per
lo lur senno e per la loro buona ventu-
ra non abbisogna. F nov. 6*). 29. Sia
con la mali ventura , se tu m' hai fier
ti poro sentita, che ec. A* nov. 80. iH.
Ouc>sta h voìlra ventur.i, che pur ieri mi
vrnncro vcniluti Ì panni miri. F nov.
86. 12. Questo tuo vitio tlcl levarti in
■ogno, e di dire le favole che tu sogni
ventura. Dant. Inf. 2. L' amico mìo, e
non della ventura, Nidla diserta piaggia
è impedito. Vit. Plut. Se essi si vulca-
no mettere alla ventura di tornare , che
essi facessero secondo la necessità. Pass-
126. Multi altri dicono che sono alloga
gioni, compa;;nie , socci, venture, com-
perare a novello, e più altri modi. Ar.
Fur. 20. l4u- La supplica, la prega e
la scongiura Per gli uomini e per Dio
che non gli taccia Quanto oe sappia, o
buona, o ria ventura.
^ §■ l- Per Avventura, Accidente, Av-
venimento. Nov . ant. c^. Ne cominciò
forte a piagnere per pielade, e per la for-
te ventura che era stata. (Pj
*t §■ II- Ventura, Jiguratam. ^ e in
senso osceno, si prende per lo Membro
virile. Lai. veretrum. Gr. xepuLOi. Bocc.
nov. 72. IO- Non mi fare ora andare in-
fino a casa, che vedi che ho così ritta la
ventura teste. Frane, Sacch. nov, 226.
Avendo l'occhio a queb»o giuoco, sopra-
venne che un asino ragghiando, colla ven-
tura diritta corre verso 1' asina, per dare
nella chiotaoa. F nov, 206. Farinello,
avendo la ventura ritta, gli parve tempo
di dare le mosse alla giumenta Lor. Med.
Nenc. x5. Or eh' i' mi sento la ventura
ritta.
§. IlL Alfa ventura, posto avverbtalm.,
vale Fortuitamente, A caso. Senza de ter-
minaiionc. Per sorte. Lzl.Jbrte, fortuna.
Gr. e/ •zjy^fii. Bocc, nov. i5. 39. Con
quello anello in dito andando alla ventu-
ra, pervenne alla m.irioa. Pass. 35^ Co-
me si la degli ufficiali delle città, che si
eleggono pei' parecchi anoi, e scritti io
certe cedole si mettono in un sarco , o
cassetta, e poi a certi tempi sì traggono
alla ventura. Ar. Fur. 20. ioa. Dai
quattro cavaber congedo prese Mar6&a ,
e dalla donna del Selvaggio, E piglio al-
la ventura il suo viaggio.
g. IV. A ventura, 0 Per ventura, pu-
re posti avverbialm., vogliono Casualmen-
te. Lai. forte, [orlasse, sorte. Pocc. nov.
98 44' ^'"•' Tito per ventura io quell'o-
ra venuto al pretorio. Pass. S^O. Nel
torre redole, o suggelli a rischio, e ven-
tura. Ar. Fur. 23. 18. Stando quivi so-
spesa, per ventura Si vide innanzi giugnc-
re un villano.
si! 5. V. Per ventura, vale anche For-
se. Boez. Varch. 3. pr. 10. Poscia che
hanno (i geometri ) dimostrato le loro
proposi'*, ne inferiscono alcune cose che
essi chiamano porismalì, e noi polrcDamo
per ventura dir vantaggi. ^.V^
§. VL Schiera di ventura , o simili,
vale Schiera composta di soldati venlu'
rieri. Pass. fier. 3 39. Quegli è Pudo*
nr, ed è da lui guidala Questa schiera ,
che schiera è di ventura.
§. Vn. Far la ventura, vale Predire
altrui l' avvenire Salvia. Disc. I. l34-
Artcmidoro Daldiano re. compose in quat-
tro libri ec. le sposizioni de sogni , alle
quali aggiunse ancora ce. le inlcrpelra-
lioni del volo degli uccelli, e del lar la
venlura per le linee delU mano, tulle va-
nisstme vanità.
ff §. Vin. Aver mala ventura, vale
Essere sfortunato. Bocc. g. 7. n. a. lo,
misera me, perchè son buona, e non at-
tendo a cosi fatte Dovclle, bo male, e ma-
la ventura. (Vj
tf g. IX. Andare alla ventura, vale
Andare a tentar la venlura di un' im-
presa Fior. It. .309. E però, se ci con-
sentite che noi andiamo alla ventura, noi
siamo apparccihiali ad andare per lei. (C)
J? §. X. Fisere in mala ventura, vale
Esser in travaglio e disordine. /1<h-c. g.
5. n 5. La cittì di Faenta , lun^a-
>1a
ta , alquanto in miglior disposizione ritor-
nò. (Vj
# g. XI. Venire in mala ventura, t^a^
le Essere preso da cordoglio o affanno .
Sov. ani, 99. Qaaodo 1* ebbe letta. Tea*
ne in tanta mala ventura, che egli diven-
ne tutto arrabbialo. (P}
VENTUItlERE. Soldato che va alla
guerra, non obbligato^ ne condotto a soldo,
ma per cercar sua ventura, e a fine d*
onore. Gaicc. Stor. Quattromila Frante-
si, di quella sorta che da loro son chia-
mati Ycnlurieri. Varch. Stor. 10. 271.
Nel qual tempo si può dire che sotto la
città di Firenze, e nel suo dominio si tro-.
vassero, senza i venturieri ec, meglio che
quarantamila persone da guerra. E 3l5<
Non solo i vivandieri e i venturieri ce. ,
ma de' soldati medesimi fuggirono tn di-
versi luoghi.
§. Per similit. Buon. Fier. 4- 4- *•
E M beflfeggiar, di che la sorte Suoi ven-
turieri uccella.
t * VENTURINA . Pietra seLiosa ,
più 0 meno trasparente, giallognola, che
ha disseminate nella sua massa certe pa-
gliuole non metalliche , tuttavia lucenti
come oro . Magai. Lett. Pietra Venturi-
na, della quale passa in giudicalo ch'ella
si generi sotto le fornaci dei vetri, ben-
thè non cosi regolarmente , che >i vada
a ctdpu sicuro di ritrovarla , e che per
ragione di questa irregolarità si chiami
Venturina ce, fu detto che se ne fa ao*
cura dell' arlilìziala. (A)
t VENTURO. Add. Che dee venire.
Che è per venire . Lai. venturus . Cr-
/i;/>wv ifiXli^on . Dnnt. Par. 3a. Da
questa parte ec. sono assisi Quei che cre-
dettero in Cristo venturo. Ott. Com. Purg.
I. 4- Tratta dell'apparizione di Ccalricr, e
d* alcune 6gure , le quali hanno a signi-
ficare cose venture, siccome appare. Ca-
vale. Fruii, ling. Vigilale d*ogni tempo,
sicché siate degni di fuggire l'ira ventu-
ra . Amet. 93. I lieti rasi , spirando del
petto np'somnìt vati, uè disse venturi.
# VENTUROSAMKNTE. Avverb. Fe-
licemente. Tit. Liv. Dee. lih. 3. cap. 11.
Quivi si potrebbe bene venlurosamenle
Iraltarc con lo popolo re. perciocché nul-
lo avea potere d' appellate fuori di Ro-
ma, più lunge d'uno miglio. fNj
VENTUROSO AJd. Felice, Buono.
X.iX. felix, commodus, bonus. Gr. ì'utu-
X^'; . oi?io; , /3ti9; . Cr. 6 a. 3. La
venturosa postura dell' orlo
qui
ella, alla
per vere , li daranno una volta la mala menlf in guerra ed in mala venlura tl.i.
quale lievemente il piano inchinalo il cor-
so dell' acqua discorrente per gli spasii
spartili fa discorrere.
VKNUSTA, VENUSTADE, e VENU-
STATK. Lai. venustas. Gr. Ì^'iy^t\u.'S9^-it\.
Ftr. Dial. beli. doni. 385 Venustà adun-
que nella donna sarà uno aipclto nobile,
casto, virtuoso, ri\ercntlit, ammirando, e
in ogni suo inovimenlo pieno d'una mo-
desta grandetta . F ^\^. Vedremo che
cosa è Ic^giatlria , che vuol dire «aghet-
ta, che iiilendianio per la grazia, che per
la venustà E 368. ('nn tanta gratia , e
con lanla venustà, che «ot non avete ea*
gionc da ri|>orvi. ma si bene di mostrarti
più che voi non fate. F As. |56. La
presero a domandare qual fusse la cagio-
ne , che con si brullo piglio ella adum'
braue la venustà de' suoi orchi scinlil*
lauti .
* VENUSTARE. Voce poco usata. .4h-
Itelltre , Pendere \-enusto . Fior. It. aO-
Tanto ra\ea Dio fatto bello, e venusla-
lo , che etiandio alli nimici piarrva. fC)
VENUSTO. Add. Che ha venwt^i. Lat.
venustiis . Gr. ^occt'lif . Amrt. ^t- Agli
orchi vaghi di lei •' avveniticcio giovane
di Venusta forma non simile al rustico
4nimo apparve. Dant Par 3a A •tu
V E N
Cristo le eliiavi Raccomantlò di questo fior
venusto . J ett. Hont. stai. G. Cr. Ct'lKi
faccia senia alruua rics|)u , o nutuhi , la
quale è lemporalametite venusta. ''•• Srgr.
Fior. Prsrr. l't-st. Le invidiose \t's1i coii-
temnlare non mi bsriavjnu il lallco, venu-
sto e Iicn raccolto pt-lto. /■. appresso.- Kd io,
quantunque |ier avanti con donna accom-
pagnarmi \ollo non fossi, vistavi di si \€-
ouslo e grazioso aspetto ec, con voi sono
disposto arcompa^n;irn)i. fC)
VliMJTA . Ai,s(. frrhale . Il venire .
Lat. advfntus Gr rtafousiaf. Mmxt. ij.
Amcto al)j venuta delle due Ninfe di so-
pra i verdi cespiti Uvò il capo. Bocc. nov.
oC. IO. Il quale per la venuta di Pinuc-
cio si destò . A nov. 100. 2^. Intendo
ÌD questa sua prima venuta d' onorarla.
Dant. Inf 2- Temo, che la venula non
sia folle.
VHMUTO. Jdd. da Venire, /tmet 9.
Le compagne di Lia , vedutolo , a forza
ritennero le vaglie risa, agli ucrhi già ve-
nute per dimostrjr>i . /i 28. Lilicra la-
sciando la mano, nella quale 6ori colti per
gli \enuti boschi por'ava ( ciov ^ pe' Ijo-
sebi, per lì quali era venuta).
§. I. firn ^• nulo. Maniera di safutare
chi arriva. /Jocc. nov. 20. 10- Messere,
voi siate il licn venuto. Lasc. Gclos. i.
4- Buona notte, Alfonso mio; tu sii il
molto hen venuto.
* §. II. f enittOj per rfatOf /apparito,
lìocc. g. \. n. 7. (i(. Bergamino, con una
novella di Primasso e dello Abate di Clif;MÌ
onestamente morde una avarizia uuu\a ve-
nuta in TJesser Can della Scala. (I )
•f •'? g. IIL Tenuto, pvr Divenuto.
Chiahr. i.uerr. Cot. l5. 9. E dal cor-
doglio e dal disdegno vjnlo, E dal timore
Ìd parte e dall' atianno, ^'cuulo segno di
nemica sorte , Consiglia di sua vita e dì
sua morte, f^)
VENUZZA. Dim. di J'enaj Vena pic-
cola. Lat. venula. Gr. y).-:É(5v. Fir. Dial.
beli. donn. t\Ol\. Le palpclne cr. vergheg-
giate con certe vcnurte vcrmiglielte ec. ,
fanno grande aiuto alla univer&al bellezza
dell* occhio.
* VENZEESIMO. Some numerale or-
dinativo di l enzei . Sali-. Avveri. 2. I.
4* Seneca , pistola venzeesima. /'.' 2. 22.
2. U luogo dì Dante , rhe nel vcnzeesi-
nio del Purgatorio, e in bini di stampa
scritto in questa maniera. (T'j
*f ^ VENZEI. Voce poco usala. No-
me numerale. J'enlisei . Lat. vigintiscr.
Gr- Ei/omef. Frane. Sacck. rim. f^0. Di
Carlo di Durazzo la duchessa Giovanna
bella fu figlia discesa, Vivettc anni vi n-
zei , e fu complessa . lied. Ins. 18^. La
maggior parte di questi verrai il di ven-
zei di Maggio diventò immubile. (*)
•f* VKNZERE . /'. A. I incere. Fr.
Barh. Ii5. 17. Tulio amor verlùvcnza.
K 199- 4" Sofferenza !'ar che vcnza. ( l' }
•f * VENZETTE. I oce poco usata.
Nome numera/e. Ventisette . Lat. vigin-
tiseptem. Gr. a'txcsiSTTTK. Ped. Ins. 61.
Ne figliò venxette (scorpioni) dello stesso
colore . E iq2. Conforme mi avvenne il
di ventette di Febbraio. (*)
* §- Per P'entis>ttesimo. Cr. S. Gir.
65. Lo grado vcnzelte si è, che V uomo
renda dirittamente la sua decima. (Vj
* VEPRAIO, luogo di vepri. Pru-
naio . Lai. vtprelum . Gr . a/«vS=w'v .
Segner. Fred. l5. 9. Che ti credevi , gU
disse, eh* io dolessi morire tra quel ve-
praio ? (')
VEPBE. V. A. Spezie di pruni. Lai.
vepre s . Gr. «/otvSai . Àm.t. .'>8. Come
la paurosa lepre, nelle vepri nascosa, a-
scoltante intorno a quelle boci degli ab-
batanti cani. E 91. Per più secoli stette
distrutta, e di vepri riempiuta} e di pruni.
VER
j4r. l'ur . 12. 87. Si va ad ogni cespu-
glio, ad ogni vepre, Se pir ventura vi
tosse copeita. t.emb. Asol. 2. 83. Il lo-
glio, la felce, i vepri, le lappole ce. della
sua possessione sce^licssc.
f 3 VER . Freposizione accorciala da
l'erso, e viìle lo stesso lìtc il suo pri-
mitivo * /t'us. 178. Il valletto come scm
plice , e non senza ri uccio, parlo ver la
mula, dicendo. (C) les. I,r. 2. ^9. Vi
si apprende la punta dell' aco v er quella
tranHinlana , a rui quella farcia giace.
Pvlr. ca/iz. 38- 1. 1 à \ei r aurora, che sì
dolce l'aura Al tempo nuovo suol muo-
vere i fiori. IJant. l ar. 5. Sì vid'iobea
più ili mille s|le«doii 1 rarsì ver noi. Fir.
/4.t. 325. Volta ver me itm un a'.lo si di
(tietate adorno, che ridir uou ve lo potrei,
mi disse.
*f ^ §• '• Ver, volt' nntltc In para-
gone. In confronto. CJiiill leti. 1. 6. Es-
sere eletto Re di quello eternale e sommo
regno , ver cuì 1' Imperio dì Roma non
vale uno orto. V 36. 8<^. Parva è la sua
gioia ver la divina- (J)
"t '^ § !'■ /''" Contro. Cititi. Irtt.
7. 2^. E spesso ver di voi pugnan biso-
gni. <Vj
* VLFACE. Sust. Fero, Venia. Dant.
rim. caiiz. 22. E le parole sue son vita e
pace. Che è sì sa|:gia e sottile , Che d' ogni
cosa tragpe lo verace. (NSj
t 3 VERACE. Jdd. /ero, C he Ita in
sé verità. Che è conforme alla verità. Lat.
verus , verax. Gr. ^Xr,^/,:,. Bocc. nov.
ani. proem. Comune sentenzia e verace si
è, che della baldanza del cuore parla la
lingua. Pont, l or. 3. Vero parla con esse
ed odi e credi (^he la verace Iure , che
le appaga , Da se non lascia lor torcer li
piedi cioè. Iddio).
^ g. I. l'cace, vale anche Beale, Che
e in nallà quale si dice che è , o deve
esserej contrario d' Apparente, o di Fal-
so . H /iocc. nov. 3 i\. io saprei volen-
tieri da te , quale delle tre legyi tu re-
puti la velare . Vani. Purg. 18. ^"oslra
apprensiva da esser verace Tragge inten-
zione . Fetr. cnnz. !^Q. II. Raccomanda-
mi al tuo Fiyliuol, verace Uomo e verace
Dio . Esp. J'at. I\ost. 2. Furono le vir-
tudi perl'elle , e piene di verace beatitu-
dine . Brun. Favol. I. 238. Perchè la
gente invizia La verace amicizia. Pass.
Cer. 2. 60. Ma verace valor, benché ne-
gletto , E dì se stesso a se fregio assai
chiaro ». (Cj
§. IL Verace, vale talora Che dice il
vero. Veritiero. Ar. Fur. 3o. 49- Scrive
Turpin verace in questo luogo, Che due,
o tre giù ne tomaro accesi . v Giiicc.
Mar. 2. 32. Alessandro Sesto , inimico
suo tanto acerbo, mordendolo nelle altre
Cose , confessava, lui ( Giulio secondo)
essere uomo verace- (L)
''• §. 111. ferace, talora vale anche
FJfìcace . Bocc. ISinf. st. l53. Io ho fallo
un bagnuol mollo verace. Disse la don-
na, e poi in questo tanto Riposato sarà
quanto a lui piace. Lo bagnerò con esso
tulio quanto. (BrJ
t VEKACLMENTE. Avverò, l'era-
menle. Con verità, in verità, ISel vero.
Lai. vere, veraciter . Gr. v.ìr,Sùi~. l il.
Crist. Veracemente ella è vedova e ab-
bandonata, e non ha ove tomi. Mor. S.
Greg. Tanto più veracemente manifestasse
i sacramenti della passione sua . Cavale.
Med. cuor. Veracemente lo mormorare
contro a Dio non giova uieiite. Fsp. Pai.
IS'osl. 2. Ella è veracemente novella , e
divisata dall'altre leggi. Cose. S. P.crn.
Colui che veramente si pente . e verace-
mente si duole del peccalo suo , senza
dubbio e senza dimora riceverà la perdo-
nanza , Vetr. son. HO. E so eh* io ne
VER
1687
mono veracemente. Pass. 93. Assolven-
do i peccatori, ì quali unnlnienle e vera-
cemente Confessano i lur peccati , colla
vcrtude delle commesse chiavi.
•**.: VERACISSIMAMENTE. Avveri,.
Superi, di ì tracemente . Lai. verissime.
f.r. a)y,Si'(jT«ra. Sannaz. Arcad. pros.
6. Egli veniva tale, «he veracissimamen-
te pareva il troiano Paris , quando nelle
alte selve, tra* semplici armenti, in <tuella
prima rusiintà dimorava con la sua Nin-
fa . (fi) Segner. Mann. Sctt. ì!^. 2. Gli
aviebbe, ciò non ostante, veracissimamen-
te tirati lutti. (•)
t VERACISSIMO. Superi, di J erace.
Lai. veracissimus, verissimus. Gr. air,-
à-'^TK-ro;. Anici, loi. Tu, o solo ami-
co, e di vela amisl'a veracissimo esemplo,
ec. Bocc. Leti. Pin. Pass. 285. Maoife-
slissima cosa e, che lui, maestro veracis-
simo, alluni chiamarono seduttore. V nov.
I. 32- A me vegna quel veracissimo cor-
po di Cristo, il qual voi la mattina sopra
l'altare conseciale. }sp. f\it. JVost. 66.
De' rami dell'albero di veracissima mise-
jicordia, e de' suoi conlinentì. -I' Tass.
Cer. 8- 5o. A se chiama Aliprando il pio
Buglione, Duce di quei che ne porl'ar le
prede, L'om di libera mente, e di sermone
Veracissimo e schietto, ec. (V)
t VERACITÀ', VERACITADE, e VE-
RACITATE. Astratto di Veracej Veri-
tà . Lat. verifns . Gr. àìrl^ìia . Cuicc.
Stor. IO 123. Dclilieralo al lutto non
gli accettare ;/ capitoli; {ma rispetto alla
soltosciizion sua, e alla lede data al col-
lej^io simulando il contrario, rome contro
la fama della sua veracìt'a usava qualche
volta fli fare) gli fece leggere nel conci-
storo, dimandando consi(;lio dai Cardinali .
•f # VEHADICENTE . f oce poco u-
sata . Verifiere , Che dice il vero . Lat.
veridicus . Gr. aJ.oSivo; . Val. lìfass.
La veradicentc fede dello indivìnamen-
lo. (•)
VERAMENTE. Avveri'. Con venta.
In verità. Certamente. Lai. vere, certe.
r.r. «)/,6w^, 3r,Jty.òr,'. Pocc. nov. 79. 3o.
Veramente, maestro, voi le sapete trop-
po più che io non aviei mai credulo. F
nov. 93. 6. Veramente io mi fatico inva-
no, l'etr. son. 201. Alto pensiero, E ve-
ramente degno di quel petto. Dant. Par.
8. Che veramente provveder bisogna Per
lui , o per altrui.
V g. I. Veramente, per Nulladimeno,
Contultociò, fu sovente usalo da Dante in
verso e in prosa. fJant. Inf. 33. lo non
so chi tu sie , ne per che modo Venuto
se' quaggiù, ma Fiorentino Mi sembri ve-
ramente quando i' l' odo. F Purg. 6. Ve-
ramente a rosi alto sospetto Non ti fer-
mar , se quella noi ti dice Che lume fia
Ira '1 vero e 1' intelletto. £" Par. \. Ve-
ramente quaiit' io dei regno santo Nella
mia mente potei far tesoro Sarà ora ma-
teria del mio canto. E 7. Questo decre-
to , frate, sta sepullo Agli occhi di cia-
scuno ec. Veramente ec. Dirò ec. (M)
^ $. Il- Veramente che, per Eziandio
che, Ahliendi'e. Brun. Graz, per .ì/. Mar-
celi. , citato nella Tnv. Barb . alla voce
DELIVRO. Veramente che quanto a Ce-
sare fossimo in alcuna colpa d* umano er-
rore, tuttavia noi siamo prosciolti e deli-
verati per lui. (V)
VERATRO. Elleboro bianco. Lat. ve-
ratrum , elleborus albiis . Lih. ciir. ma-
lati. Il veratro si èe nocevolissimo, se non
si usa al tempo, e ben corretto. Ar. sat.
6. Che col tosco Maslro Batista mescoli
il veratro.
VEIIBACCIO . Peggiorai, di Verho .
Bn<:p. son. .3. 205. Donde condusse già
le ceste piene D'ogni verbaccio frarìdo,
e intignato.
i68d
VER
VER
VER
Add. Di K>erbo , Di pa-
VERBALE
ro/a .
§. Verbalet e anche term. grammati-
caU, ed aggiunto di nome di-prndenle dal
verbo^ o formato dal ^crbo. farcii, /ir-
col. 253. Dall' altro blu noi alilioodidcno
de' verbali (nomi), come fattorej ovvero
facitore, ec. -fi SaU'. Aiverl. i. 2. 12-
Me^ numi vcriiali, e nelle cadente di molte
veri ha del poetico. (V)
* VERBASCO . Sorta di pianta ,
detta anche Tassobarbasso . Lai. verba-
scum. Gr. fÀÓjJ.Oi. l'iut. Àdr. Op- mor.
5. l35. Ora (cogliamo) il ramno, il ver-
basco e r asfodelo, E poi lu santoreggia,
il cisto e il faggio. (C)
f VERBENA. Pianta di varie specie, a-
doperala in medicina come vulneraria, e
febbrifuga. Lai, verbena. Gr. Tltpi'SXiplOii.
Tes. Pov. P. S. La corona di verbena , pò.
sta in capo, toglie oyni doglia. IC appres-
.fo: Togli la verbena, e tritala con uovu, ec.
§. Per Vermena . /lem. Ori. 2. 26.
5q. Perchè volendo saltare una macchia,
Per le gambe Io prese una verbena, Co-
me si piglia al vischio una cornacchia.
* VEKBERARE . f. L. Percuotere.
Boet. 14. Costei se '1 forte Boreas, giu-
gnendu, Verberi ec. (f)
* VEKBERATO. Add. da Verherare.
Iacopo Colonna Son. Petr. E se le voci
vive e morte tuUc ce. Gridassea come
verbcratc putte. ( P)
f VERBIGRAZIA. /'. /-. Posto avver-
bialm., vale Per esemplo. 'LìK. verbi gra-
tta , exempli causa, (ir. ).o-/Ou yjj.pvt .
Cavale. Med. cuor. Fue la giustizia per-
seguitata dalla ingiustizia , cioè li giusti
dagl' iugiuili ; vcrbigraria , ecco Abel ,
che fu lo primo innocente , ec. X Gio.
Crisost. 64 Come, vcrbigraiia , quando
una donna molto terribile, e signorevole
volendo fare ce. J3ern. Ori. 2- 5. 5. Se
quella catena , Posta sotto le mense ap-
parecchiate , Volesse , vrrhigr.izia , dir la
pena Delle genti ch'ai ventre si sonda*
te. IC rim. 1. l3. Però sia dello per un
vcrbigraiia , Cb' e' non si dica poi ec.
ì'inc. Mari. rim. 56. Allegandogli il li-
bro a tante carte , Un verbigrazia da chi
voi r avete (in questi due ultimi esempi
e in forza dt nome).
* §. iS"! disse anche anticamente Per
. vcrbigrazia nello sles.w signific. S, Jgost.
C. J) 5. 1. oli maltematici the, per ver-
bigrazia , dicono: quando Marte sta così
pujlo, significa il micidiale. (V)
VKRBU. parola. Lai. vrrbum. Gr. Xo-
yo;, pTtii.%. 0. y. IX. 2. 26. E con tutto
che in Latino, come la mandò, fos&c più
nobile, e di alti verbi e iutendinienti per
lì belli latini di i]uclla , ci pa^^r di falla
volgariMarc. Dant. Inf. 25. Ei si fuggi ,
che non parlò più verbo. /■>. lac. T. 3.
20. 9- Oh mia vita maladella ec. Che spre«-
xò leggio statuti, K di Dio le sanie verba.
/ir. tur. 3o. l\S- Non vuol più dell" ac-
cordo intender verbo , Ma si lancia del
IcUo , ed arme grida.
J> §. \. Talora vate Capo, Parte.
Cuicc Ai'vert. 120. Nelle cose dell'Eco-
nomica, il verlio principale e risecarc tulle
le spese superflue. (Cj
§. 11. f'erbo a verbo, posto avverbialm. ,
vale A parola a parola. Per l'appunto.
Lai. adamussim . O /'. II. 2. 25. La
quale in questa nostra opera ci pare de-
gno di mettere in noia verbo a »eibo.
§. in. ì'erbo divino, o di Dio, r ta-
lora anche ì'erbo, asMjlutam., s'intende
(iesù Cristo, Figliuolo di l>io. Lat. ver-
hum . Pocc. f it. Dani. 2^7. K in altro
maniere Hisai mostrarci T allo inulerio del-
la Incarnatioiie del Verbo divino. Pani.
Par. 7. Finche al Vnbo di Dio di scen-
der piacque. * ò' Cat. lett. 2. itJ. Pri
ma che M Verbo noigenito 6gliuol di Dio,
incarnasse. (Nj
§. IV. Verbo, ternt. grammaticale,
che dinota azione ; a distinzione del no-
me , che significa cosa. Dant. Par. 18.
Diltgite lutlitiam , piimai Fur verbo e
nome di tulio 'l dip.ulo . Maesiruzz. I.
52. Quando que>la parola vo-^lio si con-
giugne collo ìqIÌuìLu del vcrbu aU^laulivo
ec. , ovvero del verbo che ooo significa
allo, ma relaaione. Òen. lien. V ar>.h. 5.
IO. lo diceva poco fa, che alcuni verbi
nsguardanu altri , e sonu co>i Ulti , che
la significazione loro parte da noi , e io
somma si rilcriscuoo ad altrui.
•f V VEiiBOsiTA*. Soprabbonda/iza
di parole, Mutitlotfuacità. S. Ani. Cow
fess. 11 terso si è quando ciarla assai as-
salilo dall' accidia non per necesailà u u-
tihlà che scguits ma per pigliare qualche
iacere , e chiamasi verbusilà. f Cj Uden.
ISts. 3. 139 Nou SI appaga d'aver espressa
una cosa in un modo . che vuole slogar
la sua verbosità in nasiumerla di nuovo
poco diversaiiicule. (A/
VEKBOsO . .Idd. Che parla assai .
Lat. verbosus. Gr. a05Ìe?X£>;. Serm. S.
Agost. U. Molto SI dee veigoguarc l'uo-
mo verboso, o parabolano, cbr pare quel-
lo che non è , e mostra quello cb' e*
000 fa.
'^' VElìDACClO. Add. Peggiorai, di
Verde. Lasc. .\an. i. 58. Certe loglione ver-
daccc di fico, lualbet a per Gallia per in-
segna, (lir)
* VEHDADERO. /^o sUsso che Verda-
diero. Imperf. J\ Ttb. D. 4- T. 12.
223. L' uomo nicschiuo si crede avere
aggiunta la lorluoa ec. e se l' era figura-
ta ueir animo per posseditrice di gran te-
sori, di beni iul'allilùli , per prodiga de'
suoi doni, per veidadera e benigna. ( J'J
•f * VLRDADIEHO . Voce Spagniio-
la , che vale tennero. Sincero. L'usò
il Pedi , parlando enfaticamente j ma e
fuor d' uso , e da biasimare . lied. lett.
2. 4- Avendo io qui comunicata l'oda di
V. S. Illustrissima a molti ec. , V hanno
tributata di cosi verdadieri e gloriosi ap-
plausi , che ce. (*)
••v VERDASTRO . Add. Che Unde al
verde , } erdiccio . Lat. subviridis . Gr.
ÙTZovìupOi . lied. Oss. an. 3^. La ma-
teria die nel canale degli alimenti si suol
trovare, nun e altra cosa, che uu liv|uido
grussetto e melmoso, di color di filiggme
foscamenle verdastro. (•)
VERDAZZUKRO, o VERDE AZZUR-
RO. Sorta di colore. Salvia. Disc. i. 319-
Con quel verdaxxurro non potè spiegar me-
glio il glauco de' Greci ce, che è il co-
lor dell' aria e della marina. Hicett Fior.
Il lapis armeno è , scconilo Dioscoiì-
di color verde axiuno.
VERDE. Sust. Lo stesso che J'erdu-
ra. Quantità di piante, o d'erbe verdeg-
gianti . Lai- viirtum . Gr. a*Ìwa Petr.
canz 22. I. Chi non ha albergo , posisi
io sul verde. /-. 4o- 8. Fuggi '1 sereno ,
e M verde. Daat. t'urg. 7. Salve regina
in sul verde e 'n su' fiori Quindi seder
cantando anime vidi.
§. I. per metaf. vale Vigore. Lai. fi-
ridilas , vigor Gr. a^ju»). Itaut. Purg.
3. Menile che la speraota ha fior dil ver-
de. V rim. 3l- E '1 mio disio pero non
cangia il verde.
*t §■ IL Vsser condotto al t-erUe , o
Essere al verde , o simili, vagliono Vo-
stre all' estremo, o al Jìnej tolta la me-
tafora dalla candela, che st tiene accesa
iiuando st \ende al pubblico imanto, che
all' estremo per lo pia anltcìmente era
tinta di venie. Petr. .ton. 26. Quahdu
mia speme gi'a condotta al verde (.iunsc
nel cor . liellinc son. 373. Più che un
t
Uvolaccio , mi Iruovo al verde . Malm.
12. I. Talché a soldati Malmaolile è al
verde .
§. tu. Onde proverb. La candela e al
verde, si dice di Qualunque cosa che sitt
in sul finire. V. CAiNDELA, S- Kl-
VEltDE. Add. Aggiunto di quel colo'
re che hanno l'erbe e le foglie , quando
sono fresi he e nel vigore . Lai. viridis .
Gr. x'wpo;- Bocc. g. 3. p. 6. Nel me«-
10 del quale ec. era no prato di minu-
tissima ciba, e verde tanto, che quasi
nera parca. IC g. 4- P- >4* Mu>tr> m^le
che conoscono, che perche il porro abbia
it capo bianco, rhc la coda sia verde. E
nov. 74- 10- ^^° "** color verde e giallo,
che pareva che non a Fiesole, ma a Sini*
ga^jlia avesse fatta la slate. E nov. C^. 4'
lo voglio del mese di Gennaio, che vie-
ne, ai>presso di questa terra un giardino
pieno di verdi erbe , di fiori , e di fron-
tuli albori. E cani. 9. 2. lo vo pe'verdi
prati riguardando. Aniet. 28. Sopra quello
rigittato, mostrando il verde rovescio, ri-
cade verso terra. E 78. ^è prima '1 verde
vestire corse agli occhi miei , che lo in-
dustrioso intelletto ri^ onobbe il vostro vi-
so, /fant. inf 4- ^olà diritto sopra il verde
smallo Mi fur mostrati gli spiriti magai.
/. l'urg. 23. Menlrechc gli occhi per la
fronda veide Ficcava io , ec /V(r. son.
205 . Fresco , ombroso , fiorito e verde
colle .
g. 1. Verde, per Fretcoj contrario ài
Secco. Lat. viridis, recens. Gr. x^^P^i-
Cr. 5. 2. 12- Le verdi f mandorle j son
più sottih, e più laudabili che le secche,
per la loro umidità. E cap. 48. !{■ Quan-
do avrà comÌDf iaio a bollire , vi si giun-
gano quattro libbre di rose verdi- Knum.
2. La rosa fe fredda nel primo grado , e
nel secondo secca ; e la verde , come la
secca, si confa ad uso di medicina. £ 6-
9. I. Le foglie sue .dell' artemisia) mag-
giormente , che le radici , si convengono
in medicina, e le verdi ptù Uadabili, che
le secche.
t 3 §• II- Verde, fguratam. aggiunto
d'uomo, vale dovane, Higoglioso , f e-
geto , Di non molti anni. Lat. vireus.
Gr . axuasTt/o^. Poes . VarcU . i. rim.
1. lo. che, già lieto e verde , allo
cantai >el mio stato fiorito; or, tristo, e
bianco , Tiaoger convengo i miei dolenti
guai .
# §. 111. l'erde, è anche aggiunto d'
età, e vale Giovane, Fresco, Pi non molti
anni. « Fir. As. 72. Acciocché, cootem-
pl.indo lutto ad un tratta la loro l>ella
presenta e la verde t-tade , voi maggior-
mente vi acceudiatc alla vendetta -. Ar.
Fur. l8. 5o. State, vi prego per mia
verde clade , In cui solete aver sì larga
speme : Deh I non vogliale andar per fil
di spade, ec. (C)
g. IV. Età verde. Verde tempo, e si-
mili , vagliono la Primavera . Lai ver .
Atontemagn. rim. son. l5. ^è quando V
clà verde aprir si suole. Rosa giammai in
si bel Ilio giacque.
§. V. tenie, figuratam. , per Vivo,
Pieno di speranza . Petr. son. 125. Per
far sempre mai verdi i miei desili Tass
Cer. I9. 53. Siate, o compagni , di forluru
air onte Invitti, infin che verde é fior di
speme. Guice. Stor. 12, 5^7- Si aveva
ancor verde I.1 mrm^tria di quello che •-
vevauo palilo 1' anno passalo.
§. VI. Verde, per Acerbo, Agro, Bm-
sro. Lat. afer, arper, auiterut, Gr. AM9-
rrìfòi' Al/'- cur. malait. Amano di bare
vino verde al gusto, e aspro. Tratt. ffgr.
COS. donn. Vorneno sempre vino verde ,
e pomi Mccrbi.
* §. VII. Verxie , per Ostinate. Fr.
Ciord 170, La loro nitla toloalà ( de*
VER
demoni) sempre sta vciJe e mai non pcrtle
la sud nializia. (f)
f §. VIU. Esser i-enle com' un a^lio ,
vale Essire di sanità perfetta. /'.AGLIO,
VERDEA . Spezie di vite , o d' uva
htanca t della quale si fa un vino chia-
mato anche esso I erdia . Cr. 4- 12. 8.
Colai potatura può o^or ser\,il.i uclla zi-
sica , o verdèa . Dav. i'oU. x6l. E cosi
faoDOsi le veidèe. Hed. Ditir. 3l. Oggi
vogl' io che regai cnlio a' mici \clii La
vcrdèa soa%issima d' Arcclri . E Jnnot.
174. La %-cnlèa di Toscana non è così
chiamata dal sapore verdetto , ma bensì
dal colore poiidenle al verde.
# VERDE AZZUKUO / . VEUDAZ-
ZURRO. Cj
VERDEBRUNO . ì'erde pendente allo
scuro . Petr. Frott. Che bel colore e il
perso e il verdebruiio! •'.• Fra/ic. Sacch.
nov. l53. Cavalieri ili corredo son quelli
che eoa la veste verdebruoa ec. pigliano
la cavalleria. ( l'J
VERDECHIARO. / crdc che pende al
chiaro f cioè al hiitnco . M. /'. XX. 60.
L' alie grandi col dosso ombreggiava in
veidechiaro .
'Ar^ VERDECLA. Sorla d'uva. Crrl^.
4- E la verdecla la quale fa granelli verdi
e piccoli, e ta raoltc uve f J'j
VERDEG.\IO. f'erde aperto^ o chia-
ro. Buon. Fier. 3. 2. l5. E quella, c*ha
(juel busto verdegaio In maniche dì bi:>so
trapuntate, is 4- X- I- A uu rordonciu di
seta Verdegaio , o turchino , o scama-
tino ■
VERDEGGIAMENTO. // verdeggiare.
Lib. Pred. Wella primavera si fa vedere
il ritorno del vcrdeggiamento de* prati.
t VERDEGGIANTE. Che verdeggi. i .
Lai. viridans. Gr. SaU'6wi*. Ovid. Ptst.
8x. O Ercole, riguaida, e raccorditi, che
colle tue vendicatrici l'orze hai umiliato
dinanzi da te tutto il mondo, e da qua-
lunque parte il verdeggiante mare abbrac-
cia 1' ampia terra , sente pace per le tue
virtudiose opere. Amvt. \[\. Disteso il
corpo sopra 1 verdeggiante prato ec., così
cominciò a cantare. E 45. Come Ìl cielo
di molle stelle nel chiaro sereno «'riguar-
danti par bello, così quella verdcggiaute
non meno, liemh. Asci. z. 118. Questi
fiori non avrebbono, nascendo, il lor suo-
lo cosi vago, come egli è, e cosi verdeg-
giacle fenduto.
VERDEGGIARE. Mostrarsi verde,
Apparir verde. Lai. virere . Gr. 5a/ì-
9iiv. Petr. canz. 32. 4- E quando il Sol
fa verdeggiare ì poggi. E son. 217. Come
già fece allor che i primi rami Verdeg-
giar, che nel cor radice m' hanno. Pocc.
Jntrod. 37. Quivi s' odono gli uccelletti
cantare , vcggionvìsi verdeggiare i colli .
Bern. Ori. 1. 6. 5l. Di sotto a questi
verdeggiava un prato , ^cl qual sempre
fioriva primavera.
^ §. I. l'erdeggiare, vate anche Ten-
dere al color verde. Ltb. 7'iagg. La gente
che dimorava verso questa fiumana, ver-
deggiano e gialleggiano. (N)
^ g. II. l'cr J tvere sotto forma d'al-
bero verde. Giusi. Coni. Pini. ined. 66.
Che non pur io, ma il sol se la vagheg-
gia, E tolta me 1' avria, se il corso amore
Noi ritirasse ove Dafne verdeggia. (Cj
f * §111- E in signi/ic. alt. per far
apparir verde. Chiahr. rim. Qual colom-
La vezzosa Che le tenere piume Verdeg-
gia e porporeggia. (Pr)
VERDEGIALLO. Colore ira verde, e
giallo. Lab. aSi.Col viso verdegiallo mal
tinto , d' un color dì fumo di panl.ino .
Bed. Ins . 5l . Il lor colore è per lo
più un verdegiallo dilavato, e quasi traspa-
rente come d' ambra. E l33. Trovando-
Vocabolario T. IL
VER
mi al Poggio imperiale, feci raccorre una
gran quantità di bruchi di colt)r verde-
giallo. E Esp. nat. 42. Sci uova ec. di
culore veitlcgidllu, simile alla itile porra-
cea . Porgh. Ptp. 40. Favellerò di quel
color giallo sbiancato, che molli chiamano
verdeyiullo, il quale è fallo dì color bianco
debole, che pende alquanto in rosso , ed
è mescolato coi verde.
•f Vi:RUE(ilGLlO. Terni, de' Pitto-
ri. Tintura che i l'tltori cavano dalle fo-
glie de' gigli paonazzi, 1 quali , prepa-
rati con mistura di calcina, buttano un
verde assai bello e vivace . Sagg. nat.
esp. 2.19. Il verdegiglio è tintura cavata
dalle fo-liir de' gigli paonazzi.
::^ VEUDEMARCO. Sorta dierba, detta
anche Ptiiomo. F. alla voce PIGAMO. (')
* VERDEMARE. Colore simile a quel-
lo dell'acqua del mare, /nipcrf V. Tusc.
D. 14. T. 2. 266. Dallo splendido elu-
cido aggiunto al bi.inco e scarso di nero
se ne deriva il ceruleo; dal ceruleo e bianco
ne viene il verdemare, t F)
VERDLMLZZO. Aggiunto di grano ,
o biada , o cacio , che sia tra verde , o
tra fresco, e secco. Buon, Ficr. Inlr. 5.
3. Da Cortona e d' Arezzo Sì piacevole al
dente Quel cacio verdemezzo.
g. 1. Per metaf. Purch. i. II. E voi,
niesser lo giudice de' nuovi Gonfalonier
del popol verdemezzo , Fate che Befanìa
non vi ci Uovi.
g. II. A'jgiunto a Carne, vale Tra cot-
tage cruda. Lai- semicoctus. Gr. Yj/Ac'ey 9o;.
^lorg. 18. 126. E così veidemezzo, com'
un fico, Var che si strugga, (juando tu 1'
azzanni. /'- 19. 80. Ma non fu prima dal
fuoco parlilo. Che Morganle a spiccar
comincia un j.czzo Del liufaute, e disse :
egli è arroslilo; E lutto 'l mangia così
\erdemczzo.
VEHDEPORRO. Spezie di color verde.
Picett. Fior. 23. La più lodala (borrace)
e quella clic viene d' Armenia, e che si tro-
va nelle miniere del rame, di colore verde-
porro, /in. Vetr. Ner. i. 32. Si averà
un verde bellissimo smeraldino, altrimeulì
dello verdeporro.
VElìDEHAME. Quella gruma verde,
che si genera nel rame per umidezza, e
si fa anche nrtifcialmcntc , immergendo
lamine di rame nella feccia del vino. Lat.
(tris arugo, viride aTis. Gr. to'; ;^a)/Oj;.
Pub. itjS. Io non avca in Fireuze spezia-
le alcuno vicino ce. che ìnfjccendalo non
fosse, quale a fare arienlo soliroato, o pur-
gar verderame, ec. Cr. 9. 11.2. Se man-
casse il risagallo, si prenda in suo luogo
calcina viva, e tartaro, orpimento, verde-
rame, poiverizzati insieme. Benv. Celi.
Oref. 52. Il qual colore si fa col verde-
rame, e sale armonlaco. Porgli. Hip. 2l3.
11 verderame ec. , che si fa nelle vinacce
con piastre di rame poste nell' acelo.
VERDEROGNOLG. Add. Che ha del
verde. Che tende al verde. Picett. Fior.
62. Il colore delle quali f'/c','//e della sena}
e verderognolù inverso il giallo.
* VERDESECCO. Mezzo secco. Qua-
si appassito. Lat. languidiilus. Gr. j;aAa-
po\. Soder. Colt. 10. È stalo osservato
per cosa chiara, eh' e' magliuoli che ec.
abbino un po' palilo, e sieno quasi appas-
siti e divenuti verdisecchi ec, fanno mi-
glior pruova assai. (')
VERDETTO. Susi. Materia per color
verde, che si adopera da' pittori. Borgh.
Pip. 2x3. Il verdetto e materia di minie-
ra, che si trova fra i monti della Magna-
VERDETl O. Add. Dim. di Verde.
%. Per Bruschetto. Lat. af-r , auste-
rus. M, Aldobr. yia un >apore intra dol-
ce e amaro, ed è ver<letlo. E appresso i
Molte nature sono, che amano vino ver-
dello, cioè bruschetto. Ped. Annoi. Dttir.
VER
1689
174. La verdèa di Toscana non è così
chiamata dal sapore verdetto, ma bensì
dal color pendente al verde.
VERDEZZA. Astratto di Verde. Lat.
vtridttas. Gr. ;^).w^uOTrj5. Bocc. ì it. Dani.
25 1. Il lauro ce. mai egli non perde ne
verdezza, ne fronda. Gencs. P. IS . Si fece
grande nieravi*;lìa del fuoco, che sì gli
sendirava la verdezza della foglia. Cr, 4-
18. 4' Avviene ancora stpessamente, che
poiché i tralci e V uve avr'a prodotte , che
per brina ogni verdezza perda. Mor. S.
Greg. Tale vita d' albori e d* erbe si può
chiamare più proprìamonle verdezza.
§. I. l'er I crdumc.Lài. pars viridis. Gr.
zo x^Oìpov. Cr. 4' 18. 4- Alcuna volta
nelle vigne entrano bruchi, che ogni ver-
dezza rodono.
:'.: §. II. E per metaf. Ott. Com. Purg,
8, II. Per la verdezza che è in loro,
descrìve la viva e vcrdicanle potenzia che
è in essi. (C)
VERDICANTE. Verdeggiante. Lat. vi-
ridans. Gr. ;^>wfo'i;. Tcs. Br. 7. 3. Ag-
giungonsi movimenti all'anima, che la
fan slabdire, e li diserti fa ['rati verdican-
ti. * E 7. 57. ^ella primavera quando
il sole piglia la sua forza, e vegnono li
fiori e r eibe verdicanli. (C)
3 VERDICARE. Verdeggiare . Lat. vi-
rere. Gr. Sr«).i3£tV. Fav. Esop. Già 1'
erba del maladelto seme verdica ; ancora
possiamo contrastare.
V §. E figuralam. « Ott. Cooì, Par.
17. 334. Siccome apparve in Giulio Ce-
sare, che nulla menzione delli Cncidi era,
quando egli di coloro discendente, proso
il vigore della reale radice lo verdii:are ,
frondire, Gorirc e frullare maggiore an-
cora dimoslròe. « Cr. S. Gir. 3. La ra-
dice di buona opera non può mai bene
verdicare, se non è posta nella radice del-
la carità ". (Cj
VERDICCIO . Alquanto verde, Lat.
subviridis. Gr. Juo'x^wps;. Lasc. Spir.
4. 4- Pi^'Ciocchc, facendo fiamma verdic-
cia e grande, rendevano splendore terrì-
bile e spaventoso per tutta la camera.
* VEUDICENTE. Add. V. A. Che
' dice it vero. Esp. Pat. Kost. lOO. Non
falla a' grandi se non i verdicenti ( qui
inforza di sust.J. (K)
il' VERDIGA. Spezied' uva. Cr. 4- 4*
E verdiga, la quale fa piccoli tralci, e fa
mollo vino. (J'J
VERDIGNO. Add. l'erdognolo. Lat.
subiindìs.Gi-. utt^'x^ wpo;. -T/'n/ic. Sacch.
nov. 177. Vide nuove ragioni d' uve al
suo intendimento, e dove bianche, di ra-
gione verdigna , ec.
* VERDINO. Sorta di fco. Salvin.
Pros. Tose. 1. 521. Eranvi i verdini,
quelli detti carne di cervio, i corbini ec. (*)
-1= §. Verdino, è anche Una specie di
pero, il quale produce molti frutti, che
vengon tardi, e maturano ancorché r aria
sia già alquanto frcddff. (A)
VERDISSIMO. Superi, di T'crde. Lat.
viridissimus. Gr. X^ ^r^'^'^'^s- Pocc. g.
6. /. 9. Tutte erano di hoschelti di quer-
ciuoli, di frassini, e d' altri alberi verdis-
simi. Pant. In/. 9. E con idre verdissi-
me eran cinte. But. ivi: Cioè aveano
serpenti verdissimi per cintura-
§. Per GiOianissimo. l'arch. Ercol.
337. Egli, dietro il lodevolissimo, e loda-
tissmio esempio de' suoi maggiori , in ver-
dissima età canutamente procedendo ec.
riaperse dopo tanti anni lo Studio Pisano,
;;: VERDOCCIO. Acer, e Vezzegg.
di ì'erde. Lasc. rim. 2. 64- E fanno in
breve tempo almen la prova Venendone
verdocci e teneroni ( i piselli). (Cj
VERDOGNOLO, (he ha del verde.
Lat. subviridis. Gr. uTio/iw^oj. Bed.
Ins. 148. Traspariscono in esse molle sot-
2i2
1690
VER
tilistime ratni6caxioni di vasi, o canaletti
verdognoli. Renv. CfU. Ore/. l'S^. Veg-
gonsi lavorate Hj^Iì antichi ancura certe
piutrc verdugDole, le quali da dimolti so-
no cbiamale o^iji lirecce.
* VERDOLINA. Sorla di uva. Frane.
Sacch. fiov. 177. EbKe due lavoratori, li
quali, conaecbè foste da sera, andassooo a
potare certa sue pergole d' uve aogiule e
verdoline e saacolonil>ane, e altri vitigni
et. (•)
* VERDONE. Termine de;;/i Ornito-
logi. IVome di un uccello grosso ffuanto
una pas-ìera, così dello dal color verde
delle sue penne. (A)
* VEKDONE. Jdd. Per sorta di co-
lor verde pieno. Magai. Leti. Striscia ce.
di color verdone , (;russa un dito. fj4j
f VKRDOKE. Verdezza. l^^X.viriditas.
Gr. );Xu/3o't»j;. /'.>p. l'ai. I\'osl 3. Id-
nafBalo della fontana ec, e lo tiene in
verdure, e in vita. Xibald. Andr. io3. Lo
smeraldo sormonta tutto vcrdort? ; gli fini
smeraldi vengono di Soria. liim. ani. P.
N. He Knz. Mcmltrando, come lo fresco
verdore Per dna gioia mi die '1 primo
6 ore.
t * VERDUCATO. -idd. Tagliente
da quattro lati, Taglientissimo. Lat. a-
rutissimus. Gr. o^jt'X-o^ Alleg. 18. Le
sarete diamantina rotella contro alle a-
guzre punte delle vcrducate lingue, a
racaiuola degli srinpcrati moderni { qui
figuratam.ì. (•)
VEKDUCO. Spada stretta, che taglia
da quattro lati. Bern. rim. I. ^9. Voi,
che portaste già spada e pugnale, Stocco,
daga, verduco, e costolieri. fiuon. Fier. \.
3. 5. E penetraliilissiiiù verducbi. * Sal-
vin. Eneid. lifi. j. Lanciotti in guerra por-
tano 0 verduchi. (Fj
VERDUME, f.a parte verdeggiante del-
le piante. Lat. pnrx viridit. Gr. t6 y,^^-
pój Cr. 5. I. 18. Si dcltba aver solle-
citudine di radere alcuna cosa deir asprez-
sa della corteccia, e levarne via il verdu-
me che di sopra vi è nato. E num. 20.
Nuocono anche molto le generazioni del-
l' eruche, le quali rodono tutte le foglie
e 'l Verdume, e gujNtaiio i fiori, sicché 1*
frutto al tutto perisce. * Imperf. V. Alh.
D. 3. T. 9. 123. Convicnli potare esse
piante de' rami sopcrchievoli, e levar lo-
ro il verdume, che sopra e d' intorno
sia nato. (F)
VERDURA, rerznra. Lat. viridìtas.
Gr. jfXwjffo'r/;.;. Pani. Inf. t^. Giugnem-
mo in prato di fresca verdura. F f'urg.
23. L* odor eh' cice del pomo, e dello
spratxo Che li distende su per la verdu-
ra. / irg. Enetd. \f . Compiute queste co-
te, pervengono a luoglii allegri e a dolci
verdure di fortunali boschi, l'as-alc. Mcd.
Cuor. Maggiormente e maggior fuoco ar-
derai voi , legni secchi, e aridi, senza ver-
dura, e fruito di virtù. Poliz. st. I. 38.
Anzi ristringe al corridur la brìglia, E Io
raffrena sopra la verdura.
g. /'er metafora vale La parte più vi-
va , più vegeta, o migliore. Scrm. S. A-
gost. D. Questa, cioè invidia, h la rug-
gine che rode il tesori» della divina sa-
pienza ; questo vermine rode la verdura
della cariti.
t VERECONDIA, e VERECONDIA.
y^. L. P'ergogna. Lat. verecundta,pudor.
Or. at'^oif. ^ Dani. Conv. 199. La vere-
condia k una paura di disonorala per fallo
romnicKto : e «li questa paura nasce un
pentimento del falli» . il quale ha io sìi
un* amaritudine, che è raiiiganirnlo a più
non fallire. ( P) Agn Pand . 53. Ili-
sposemi presto lieta lieta , pure con vi-
so alquanto arrossato con alcuna fiammo-
lÌDa di verecondia, e disse. Salvin. Disc.
I. 17. Viene ripulita (la ragione) calla
VER
sua perfezione e bellezza condotta da
quelt.i che sebbene passione , è passione
pero molto a virtù somigliante, cioè il
rossore nel mal fare , e la verecondia ■
F 177. Fanno corte alla lemperausa la
modrttia, la verecondia, l'astinenza .
VEiiECONDO. /'. A. Add. the ha
verecondia. Lai. verecundus, pudiftundiis-
lìiit. Purg. i.Gli occhi sono lo maggiore
segno, che sia, della castità delle donne,
quando stanno calati, e verecondi.
VEKEi UNDIA. / . VEuECONDCA.
f VEKGA. Hacchrtta, /la ttonci-llo lun-
go, sottile, e fli-ssihile. Lai. virgo. Or. p'a-
Q-ió;. Amm. Ani. g. 162. Lu nobile camallo
cuU'omlira «b-*llj verga sì regge. Dant. Inf.
20. E prima poi ribatter le convenne Li
duo serpenti avutiti colta verga, l'i'tr. son.
3l. Ch' V fuggo lei, come faiiciul la verga.
Cr. 5. I. 8. Si proccuri che 'I pedale io
rami, e i rami in verghe, e le verghe in
vette frultifere si diviiì^ino. .S*. do. Gri-
sat. ^8. Da' Giudei cinque volte fu ciot-
lato , Ire volle battuto a verghe , e una
volta lapidalo fla stampa a png. ^- leg-
ge : con verghe).
g. I. t'erga, fìguratam. Cavale. Frutt.
ling . La verga della correzione dona t;i-
pienia. Amm. Ani. 3. 7. 5. Ella ò verga
di disciplina, scon6f;gìtrtce de' mali.
* S- "■ ^'^^ tstralr. Dardo, Freccia. Lat.
calamus . Fior. il. 290. Ascanio andava
alla caccia ec, e li venne a mano ad una
fontana questo cervio ec. diedesì a cac-
ciarlo , e diedeli di una verga nelli Gan-
ci» . Lo cervio così ferito con la verga
nelli fianchi , si fuggctte a casa dì Sd-
via, (C)
§. 111. Verga, per Jscettro. Lat. sce-
ptrum. Gr- n/fr^-^rpov. Petr. cani. 11. 1.
Poiché se' giunto all'onorata verga. Colla
qual Roma e" suoi erranti corregi;i. Bocc.
nov. 79. 32. Tutti , a dimostr:izion della
maggioranza di lei, portano la verga, e '1
piomliino 'i/iti i' dflto in isrherzoì. F nov.
91. 8. Neil' uno di questi rorxlcri è la mia
corona, la verga reale, e '1 pomo v Fior.
II. 2.'>0. La regina distese la verga dell'
oro, che avea in mano, facendo cenno che
dovcsseno tacere. (C)
§. IV. Ferga , per lo Membro virile.
Lat. penis. Gr. xipKOi. Volg. Bas. Quan*
do lo 'nfermo stropiccia spesse volte la
verga, e la sì mena tra mano, ed alcuna
volta si dirizza ed inasprisce, ec. (V. 5
35- 2. E fattone letto, toglie e costrigne
la lussuria, rimovendo la polluzione, e 'I
rizzamento della verga. Cron. f eli. 139.
Poi ultimamente gli venne male nella
verga .
g. V. ì'erga di ferro, d'oro, d' arìrn-
to, si dicono i Pezzi ili simili metalli ri-
dotti a forma di verga. Huctt. Fior. 70.
Appiccata intorno a certe verghe di ferro,
le quali per questo si metlono nelle for-
naci . E ']l. Quella che sì appicca alle
verghe del ferro.
g. VI. l'erga, diciamo alte Liste tessute
nei drappi, e ne' panni.
g. VII, Tremare a verga a verga, 0
come una verga , diciamo del Tremare
eccestivamente. Lat. totum fremere . Gr.
oXov Tpifj.nv , Frane. Sacch. nov. ^8.
Annoverando li denari , le mani gli tre-
mavano come una verga. A: nov. 191.
Cominciò a tremare coni' una verga , e
fasciatosi col copertoio il viso ec , ti rac-
comandava a Dio. lìocc. nov. 79. ^7. Ne
disse il messo nostro , che voi tremavate
come verga . I.asc. Sptr. 4- 3. Costui è
tanto pauro»o v poltrimr, che ogni po'di
rosuzza lo fa tremare a verga a verga .
^ Cecch. Prov. 3o. Tremare a verga (di-
cesi) quando uno per freddo clic f;Ii liccia,
tt per i)ial.(llia che gli supraggiuiigj trema
lòrlc , tolta la similitudine dalle verghe ,
VER
che rimettono a pie degli ulivi, o di altri
arbori , che sendo sottili e lunghe per
ogni vento tremano , e ogni ]^oco che sì
vibrino o crollino, sì piegano e fanno co-
me r onda. (C;
* §. Vili. Ferga del pendulo , chia-
mano gli tìrtuolai Quell' asta in cui è in-
fiala la lente , che sale e scende per mezio
del dado accomodato nella parte inferiO'
re. (A)
tf §. IX. Verga . Term. de* Meteoro-
logici. Così chiamano alcuni tratti di viva
luce, i quali sovente si veggono in aria,
ed altro non sono che re/lesstoni e riper-
cotimenti dei raggi solari , i quali in-
contrando i nuvoli disposti a ciò, da essi
SI rifeltono agli occhi nostri . Dei Pa-
pa. (A)
# §. X. Ferga. Term. de' Setaiuoli .
Crossa bacchetta di legno, o di canna ,
che passa tra le incrociature delle iC'
le. (A,
VERGARE. Propriamente è Far le
verghe, o liste a' drappi , o a' panni.
§. l'er similit. vale Scrivere. Lat. seri-
here, exarare. Gr. (^%sovv , ota;(aca,'T-
rstv . Dant. Purg. 26. Ditemi , accioc-
ché ancor carte ne verghi. Chi siete voi.
Petr. son. 114. Alma gentil, coi tante
carte vergo. Poliz. st. 2. 8. Ma volle sol
di noi vergar le carte.
VERGATI). Sust. Panno vergato. Lat.
pannuj vìrgulatus. Gr. p'JAO^, TTSTOCXil-
/Jii'vov . Nov. ant. 21 3. Messere , egli
era canuto, e vestilo dì vergato; ben può
essere, disse lo 'mperadore, dacché è ve-
stito di vergato, ch'egli è un matto.
§. Per metaf si dice di Cosa compO'
sta di parti tra se diverse , e varie. Fr.
Inc. T. 6- 9. IO. Non par bel questo ver-
gato ; Io in riposo, e tu in penare. Sal-
vin. pros. Tose. 1.571. Clemente l'Ales-
sandrino non isdegnò dì fare un tessuto a
vergato di autorità sacre, e profane.
t VERGATO. -Idd. da Vergare. Lat.
tirgatus. Gr. 09.60 u9Tq;. Bocc. nov. IO.
2. Colei, la quale sì vede indosso lì pan-
ni più screziati, e più vergali, e con più
fregi, si crede dovere essere da molto
più tenuta , e più che 1' altre onorata .
Sig. Viagg. Sin. 20. Quasi tulli gene-
ralmente portano in mano un lenzuolo
piccoletto , vergato di bambagia tìnta .
Maestnizz- l. 2.'^- Qualunque rherìco usa
vestimento vergato , ovvero parlilo pub-
blicamente sansa cagione, s'egli è bene-
fizialo, è sospeso da rireviraenlo de'fnitli
per mesi sci Poliz. st. I. 87. Ma con
pelle vcrg.ita aspri, e rabbiosi I tigri in-
furiati a ferir vansi (qui vale: macchiala,
o laccal.i ).
S. I. Per simìlit. lab. 2r>8. Alle gote
ec. risponde la ventraia, la quale dì lar-
ghi, e spessi solchi vergata, come son le
torìcce, pare un sacco voto.
§. II. t ergalo, per /scritto. Menz. rim.
1 . 1 58. Sì che poi lodi in le vergate carte
Quella che mi die in sorte' il mio piznr-
la. * Bem. Fior. Pisi. Ovtd. i. 4* Eia
vergate carie L' un dall' altro neroieo
acretla e legge. (TC)
VERGELLA. Dim. di l'erga. Lat. *'i>.
gula . Cr. ^'ocSOt'ov . Star. Aioff. Molle
parole vilbne gli usò , e molle percosse
d' una vergella gli die di sue mani a car-
ni ignude. tir. S. Gir. Il nostro oratore
ha (atto dì luì vergella per la sua malì-
cia, e per correggere lì suoi propi, e cari
figliuoli .
§. Vergella , per lo Membro virile .
Lat. penis. Gr. trioicoi. Cr. 9. 9. l^. An-
che se i coglioni del cavallo aon mollo
grandi, è più rustico, e gli nuoce in «uà
operazione; e se la sna vergella sta sem-
pre fuora . è più rustico , e non si dee
cavalcare da onesto uomo
VER
VEKGELLO. Quella malia inlaccata, ,
nella quale gli uccellatori Jiccano la pa- \
nmzJ. Cani. Cam. 289. Donne, quc.lo
vcrgeUo, ovver panionc, Cbe s. mcUe qu.
dromo. Sia ul, die non si iici.la nel can-
••• /'„.. A-// ^ 106 Che non ba-
su a quel' alle il fischio solo; Ma nella
capannella f.\i sclnama«i, E Ha' vergei i
qualche alletlaiuolo, Fanno calar li lordi
tome paizi. (Cj ,
8 Froverb. diciamo : Essere in sul
yenello, e ,alc Correre sommo pericolo.
+ « VERGli.NZA. Tendenza, ialfin.
Plotin. 246. Ami abbiamo propensione,
. «rgenTa ad e.so . e .1 bene qu. e es- |
.tre lungi solo , e 1' esser meno. lAJ
VERGHEGGIARE. Percuoter con cer-
ca. Lai. >'irgis cadere. Gr. oxSoi,^';' •
Star. Binald. Montali.. Comando, cbe
fosse menalo al padiglione , e fosse spo-
glialo . e vergheggialo , e ballulo . Toc
W. Ann. 1. 28. 1 parer, erano, che 1
pretori potessero vcrghegRiare gU sUiom.
S. I''r Iscamatare . Cr. 5. 9 2. Dil
suo legno (del cornioj ec. si fanno oUiro.
denti di mulino, e manichi d. martello, e
velie di corcggiali da ballerò il grano, e
le biade, e velie da vergheggiar la lana.
VERGHEGGIATO. ^Jrf..'^ l ergheg-
giarej Tergalo. Fir. dial. l'eli, donn. ^O^.
Le palpebre quando son bianche . e ver-
gheggiate con certe venule vcrmiglieUe ,
fanno grande aiuto aUa universal beUetza
dell* occhio. „
fi. J'er Iscamatato. Dalluto, o Percos-
so con ytrghe. Frane. Sacch.no.: i^O. An-
daroMene cosi vergheggiali, eh. sciancalo
e chi col VISO enfialo, e eh. col bracco
guasto . 31org. l4- '3 E Inllo .1 dosso
«eriiheesialo avieoo.
« VERGHEGGIATOP.E. llatlitore.h
lana. Quegli, che scamata la lana C>o-
.ichet^d-Amar. 2^0. l h- . pd.'"^-
ri. scardassieri, vergheggialori lavatori d.
lana ec. avessero consoli da loro e non
fossono più sottoposti air arie della lana.
.». . .-o -j-ra' quali erano scar-
V E R
Dani Par. 3. Io fui nel mondo vergine
sorella. Jlocc. «ov. »-.,»8. lo son cos.
vergine , come io use. de corpo del a
mammamia. 6. /-. 12- 3:.. 5 11 quile
era stalo di saula vita , e vergine di suo
cori.o. Mae.<tru=z. I. 85. Che sarà se
VER
»6i>i
t VERGINETTO . Vcrginello . Libr
Fred lì La purili delle verginelle del
Tempio. Hemh. Asol. 1. A5. «Questo so-
spigne il fratello a cercare dalla male a-
inala sorella gli abominevoli abbraccia-
menti, la m.ilrigna dal figliastro ed alcu-
I _ .a »,.,.(,,, Imo dalla vcr-
"■- ., . .. , 85 Che sarà se menu, la mauigu- "-• • o- --
corpo. Maestruz.. '• "j*-^"",,^ ,„,.;. L, volta er. il padre medesimo dalla ver
alcuno non SI può congiugne e co la e l^ ^^^_ ^_ ^,_^^_,,^ _
ne ma si colla eorroUa 7 Iranc. i»aA
no.-. 101- Le donne , ^\"";'' ' "-]"'
diedero fede alle sue parole. I allad. tap.
38 Le fessure loro s' ungono con islerco
di vitello primogenito , e vergine_
+ S \. Figuratam. Amet. 73. Il ver-
gine sole era gii coperto dall' onde d.
Esperia. Ott. Com. Inf. 7. 109. Cos. co-
sini, quanto fu in lui, volle rap.re, ed .sver-
ginare il vergine regno d. D.o.
Q 11 Vino.o Olio vergine, si dicono
Quel I ino, che non ha bollito sul Imo,
\ Queir olio, che si trae da ulice non ri-
scaldate. * Sode,: Colt. 72. E ben vero
che quando il vino si Iraroula vergine ec.
non riceve danno dall' essere Irambusla-
1 to (CJ llav. Colt. 161. Ammosta come
' di sopra; ma imbolla più verg.ne. f» ;
8. 111. / ergine, è anche Uno de segni
del Zodiaco . Hed. annoi. Ditir. So. Gli
disegna il luogo Ira il segno della vergi-
ne , e quello dello scorpione.
S IV Per I ergineo . Lai. cirgineus
Gr.'-:ra?3-:v.«0« - Petr. canz. 28. 6. Ab
lora allor da vergine man colle.
§. V. ( ergine , si dice anche di tjua
lunaiie cosa non adoperala. Ueno Celi.
Ore/. 41. Pigliasi un poco d. verderame
dal suo pane veiB.ne , perche non vuol
essere stalo adoperalo ad altro.
g. VI. Esser cergine, o Ji-er le mani
ginella figliuola ec. * Ch.ahr . Ouerr.
1.01. 2- 23. Fusi, fra tanti con dimesse
ci"lia. Quantunque sconosciula verginella.
M'ama, cbe 1 corso d. colante m.gl.a O-
sasli in arme trapassar solclla. (IJJ
+ VERGIMSSIMO. Superi, di I ergi-
ne. Jdil. Med. Jrb. cr. l\- Prese .n se
,1 segnale della circoncisane nella >ua ver-
Kinissima e tenera carne, fom. lurg. 20.
le parli in che denotava T uroamtade ,
erano bianche, cioè verKinissime.
VERGINITÀ', VERGINITADE, e
VERGINITATE . Astratto di I ergine .
Lai. vireinitas. Gr. n«j=eeviy. . llocc .
noo 08.' 36. lo non venni come rattore ,
a tori? la sua veigiml'a. E"";;- ^O»- "•
Ma io vi prego in premio della mia ver-
oin.fa, eh- io ci recai, e non ne la porto,
che almeno una sola camicia soprala dote
mia vi piaccia , eh' io portar ne possa .
/■r lac T. 3. 6. 8. La ma verginitate
Sopra ogni umanilate, the'u lanla pun-
tale Mai fosse conservala. Tass. Oer. 2.
,4. Vergine era fra lor d. già malura
Verginil'a, d' alti pensieri, e regi..
3 VERGOGNA. Dolore, e lerliirba-
zione intorno a quelle cose che pare, che
ci apportino disonore ne' mali 0 passai,,
o presenti , o Julnri . Lai. pudor . Gr.
«i-JcJ; . Tes. Dr. 6. 24. La vergogna s.
•e passione, e s'ingenera come la paura,
r . , 1 - _L_ ,; ,..,,-.., .cna .si s ar*
o Ji'crlemani e passione, e s .^f,~.~ j
•>■-,, - .,/„ \an aven-i nerocch'e colui, che si vergogna, s. s ar
vergini d'alcuna ^^sa .jale^<^ ^- pc o ^ ^^^^^ ^^^ ^^^^ ^^^
avuto P-'-'^: '■'''■ Op-f'-f-JJ "^ „. E altrove: Vergogna e passione da
Slor. Pisi. ./— . . .
dassieri, battitori ad arco, vergheggiatorr
tintori ec. (") ., r -,1 '
VER GHETTA . Dim. di 1 erga .Lai.
virgula. Gr. paSi.'o.. Vani. InJ. 9. Giun-
se .Ila porta , e con una verghetla L a-
perse. M- F. 4- 74- Suo costume era
Scandio dando audieu.a , di ten-re v.i-
ehetle di salcio in mano. Inlrod. Iirt.
Fece una fossa mollo profonda , e ordinol-
la di verghelle dalla parie d. sopta , e
posevi sa ghiovc di terra erbosa.
•^ * §. lerghelta, T. Araldico. Dices,
del Palo diminuito. lA)
* VERGHETTATO. Add. T. Araldico.
Dicesi dello Scudo coperto di righe , o
liste delle Pali in numero di dieci , 0
'"'* VERGHETTISA. Dim. di Verghet-
la; Piccola Verghetla. Bcllin. Giorn. 2.
45. Subito danno negli occhi un infinita,
dirò cosi, d' infinite ve.glielline , solldis-
sime più o mono , obliquamenle o dirit
tamenle , porlanlisi dalla parte acuta deU
uovo verso 1' ollusa. (Mm)
f VERGINALE. Add. A I ergine
Lat. virginalis, virgineus. Gr. iTscfStV'-
tói Pclr. canz. 49. 6. Ricorditi, che lece
U peccar nostro Prender Dio, per scam
parne. Umana carne al tuo virginal chio
ilro- Med. Arb. cr. 12. Usci , e nacque
dal venire verginale , e dolcissimo . Lih.
Am. Avvegnadiochè amare paia cosa di-
sidorala da tulli, pure alla verginale one-
stà par mollo contrario.
§ /at/eifjmn/e/ -LATTE, §.
VERGINE. .Si dice sì di Femmina, si
di Maschio, che non sieno .«.<(. adatti
ornali. E si usa così ,n forza disusi
come d'add. Lai. virgo. Gr. ^lapSsvo-:
camera è ancora vergine da ogni opera
lione mondana. Buon. Fier. 4. 2. 7- Ri
tornai a casa vergini le mani Da ogn.
compra. ,
e VII. Vergine , detto assolutam. s
infónde della Sladre di Gesù Cristo no-
stro Signore. Bocc. g. 2. f. 3- «cigliono
similmente assai a reverenza della Volgi-
ne Madre del Figlmol di Dm digiunare
Petr. canz. 49. 1- Vergine bella cbe d.
sol vestita , Coronala di stelle al sommo
sole Piacesli si, cbe 'n le sua luce asco-
rossa, e aiii.»L ,— ^ ■ . -,,
ra. E altrove: Vergogna e passione d
nima, e non b viilnde . E ""'<" ^ ■• ^"
vergogna nelle cose vi.tuose vien da vil-
t-a d'animo. Jlut. Inf- 1- Vergogna non
è altro, che paura di viluperaiiune. i^occ.
„ov 8'. 8. La donna , che assai onesU
per;ona era, udendo cosi dire al mari.o
lulla d. vergogna arrosso. Dani. Inf. 17-
Tal divenn' 10 alle parole porle, Ma ver-
EOgna mi fer le sue minacce. Cavale.
Frutt. l.ng. Speranza di salute si e,
quando dopo '1 peccato seguila la vorgo-
^ .. .'^,.,./. ,f.n Perrhi; la paura
sole Piacesli si, cbe 'n le sua luce asco- 1"f 7„7l'^,;/;",'7 p°,,ufe la paura
se. Dant. Par. 33. Vorgioe madre, figlia gna. ^I^'''- ^^''-f \f.,,,„, in fuga.
- -■■=■■ tlmde.ealla |..u che crea- vins^e la ve o na 11 \.^^,^
del tuo figli
"j VERGISELLO. Dim. e vezzeggiai.
di Vergine , co.ù sust. come add. Lai.
virgo, pucllus. Gr. TK/.e^v./o v, 7r«io:<-
zJ:. Fir As. U3. E con tante arme.
quante egli avevano , e con ogni loro
tfono e' ne menarono una sola verginei
la la quale ec. /; 119- «=' matlulino
camminale della verginella con vitl.me
e vivande si fatoa propizio d nome di A e-
nere. Tass. Ani. 1- 2. 1 ni rinseco di-
venni Della più vaga, e cara verginella.
* g I. Per Vergineo. • Tass. .Immt.
I. Quand' egli vuol ne' pelli verginei
4. I. Quand egli VUOI ne |.c„. .>.„.—. ~o~- • •
U Occulto entrare ec. Prende 1' aspello volto . Albe,'
, .. ■_■■_., c <i.^ niinria meta- servare onesta
modestia alla qual diciamo Pispetlo o
rerilanta. Lai. verecundia. modestia. Gr.
«l'svJ--^- Amm Ani. 3. 7- 3- Cosi ne
più giovani vergogna, quasi uno adorna-
mento di natura , b degnamente lodala ,
la quale in movimenlo , in porlamenlo
in andare si dee soUicllamcnle lenere. ii
3. 7. 5. Come bella e come splenHiente
ecmma di costumi 'e vergogna. E 3. 7.
7 Vergogna e madre d' onesta , e mae-
stra d' innocenzia a' prossimi e cara, e a-
li stranieri accelle>ole, in ogni luogo in
ogni lempo porla innanzi a si; la^orevole
cap
62. La vergogna
della sua ministra E sua ouncia pietà
te ". fiV; « o„ M
g lì. Figuiatam. Fir. As. Bg. M
venne veduto uno orto assai ameno, en-
tro al quale ec. si vedevano molto ver-
ginelle rose tulle piene d. rugiada. / ol,-..
si I. 78. Trema la mammolclla vergi-
nella Con occhi bassi, onesta e vergo-
t VERGINEO. Add. Di vergine, per-
naie. Lai. i'ir»i/ieu.5. Gr. r.xzifntci.
Ovid. Pisi. 178. Ed io rilorno nel ver-
gineo mare , ove gi'a per addielro affogoe
la bella vergine . Amet. 92. E sanza al-
cuna naturai potenza Nel vergineo venire
esser discesa Superna prole a purgar la
fallenxa .
volto. .UUL-,^. f-i'f. -—- — - ',,-,,
servare oneslade nel dello, e nel latto -
Pocc. noe. 98. 19. La tua l.beralila e
tanta, che ^inco la mia debita vergogna.
r»«- Ger. 2. 17- Muo^c fortezza .1 grar.
pensier, 1' arresta Poi la vergogna , e .1
virginal decoro , Vince fortezza , anzi s
accorda, e tace Sb vergognosa , e la ver-
oogna audace.
?: S II E figiiralam. Quel ros.^o,c ,
che sispa,ge -per lo volto di chi si ver.
gogna. .Vani'. Inf. 2\. ^ ^} ."T "Z^
gogna si dipinse ... E ^\^'-"^\^''l
là°do.o appai- vergogna. /. rim. iS. t-
quando quella accomiatar s. vede e<.
i-Ulta dipinta di vergogna '"^^'■(^•'J
. S III. J'ergogna , per Disonore .
Viiupcrio, Biasimo. Lai. dedecu, . m-
V E B
VER
V E A
faìttia, prohrum, convicium. Gr. arijuiia,
Svafniua.. Bocc, nov. 77. ^6. IVè potevi
incappare in alcuno, che io maggior pe-
na , e vergogna , rbe questa non ti sia ,
«adula non fossi. Petr. son. 206- Che '1
danno h grave, e la vergogna è ria. Fior.
S- Frane. 6. Dicendomi vergogna e vi-
tuperio. Frane. Sacch. rìm. 77. La quale
avendola fatta, era e mia dt&gruia, e mia
rergogna .
1* §. IV. J'ergogna, si usa taìvoUacome
informa avv-erU. sopprimendo /' articolo,
0 la preposìzio/tc , come Mercè , l.onlà,
e simili. Dani. Par. i. Sì rade volle,
Padre, se ne coglie Per Itiunnire o Cesare
o poeta. Colpa e vergogna delle umane
voglie. Frane. Saech. lelt. al Mig. di Pi-
sa . Circa anni gOO ( f'enezia j e stala
ferma nel suo saldo reggimento , vergo-
gna di quelle che &i rbi<imano terre fer*
me per essere in terra ferma, f/l) Tìocc.
nov. 98. 5l. Li rui santissimi efTelti oggi
radissime volle si veggono in due, culpa
e vergogna d(;lla miserai cupiiligia de'mor-
tali. (C)
^ %• V. l'crgognOf talora vale Jzion
vergognosa. " Jìoec. no\'. 86. l3. La donna
saviamente la sua vergogna, e quella della
figliuola ricopriva «. (C/
■f- §. VI. / ergogna f o l'ergogne^ ta-
lora SI prende per le Parti vergognose .
Lat. pudenda, merenda, genitnlia. Gr. -rd
olÌ^oXv.. Sig. Fiagg. Sili. 2^. E cosi al-
zando i panni, non possono mostrare nulla
vergogna di loro, perchè eli' hanno tulli
i panni di gamba co' gambali . l'ist. S.
Gir. Noe ce. cosi elihro si j;itlò disco-
perto nella strada ignudo, e mostrava le
sue vergogne . Frane, Sacfh. nov. 208.
tit. Ksccne uno (granchio) fuori la not-
te, e piylia la donna nel luogo della ver-
gogna. •,' ! it. .S\ Onofr. l/|. Con foglie
d' alhcro avrà coperla la vergogna del cor-
po, ficmh. Stor. 6- ')l\. Tmvarono uomini
assai a^ili, ed anco essi nudi, fuori sola-
mente la vergof;na. (T) I arclt. Siioc. 1.
]. Pur Lesto, che io non ho Tutto la mo-
stra delle mie vergogne.
§. VII. Fnr vergof^na , vale Svergo-
gnare j e Jìguratam. Superare di gran
lunga. Lai. longe pracellere. Gr. E^v.if>-'-
rw5 Ttpot'x&iv. fiera, rini.i, 1. l' ho un
via che f.i vergogna al Greco.
>> §. Vili. Tornar a vergo-jna , vale
/•'sser di vcrgoijna . J'it. SS. Pad. Ver-
gogno mi torna , se io noti ho tanta fe-
de, quanta eglino (un ottimo testo legge:
A vergogna mi torna ) . E altrove : La
qual rosa a gran vergogna torna di mol-
li. (IO
^^ IX. Segnar di vvrgo-jna, vale Sver-
gognare . lìcmh. Stor. r>. 6<j. Ui vergo-
gna il segnò , privandolo del potere per
due anni esser provcdilore. ( t' }
VEKGOGWACCU. Peggiorai, di /er-
gogna . Late, th-tos. 2. 2. Io era alla a
smarrirmi , o dar nelle mani di qualche
haronarcio , che mi aveldic spogliata , e
fattomi forse poi, chi su? qualche vcrgo-
gnaccìa .
VERGOGNARE. Svergognare, hat.pu-
tlorem incutere, vituperare. Gr. an^X'j'
vii-j. ti. /''■ 6. r>5. S. Per t-t qual cagione
i detti Pisani furono vergognali . ^i. /'.
8. 21. Non ostante che in molle coso la
fortuna avesse prosperalo gli allegati , e
vergognata 1' uUra parie.
g. l'erfi^ognare, in signific. neittr. pass.,
vale Prender verffogna , Aver vergogna .
F si usa in tal jrentim. anche colle parti-
celle MI, TI, SI re. sottintese. Lai. pu-
dere, pudore affici. Gr. aiJiìsàai, ou's-
;^vv5ffSat. Jìocc. nov. 77. /17. DÌ le siesta
vergognandoli, pur non polerli veilcrc , l*
jvrcsti cavati gli ocelli F. nov. 78. l3.
Lungo sarchile a dire qual più di lor due
si vergognò. E nov. 97. io. La qual so-
stegno per lui disiandtj , Temendo <■ ver-
gognando . Petr. son. 18. Vergognando
lalor, eh' ancor si taccia, Donna per me
vosira hellerza in rima, Ricorro al tempo.
# Mor. S. C'reg. 3. 21. E qual fruito
aveste voi allora io quelle cose, nelle qua-
li voi or vi vergognate (È tutto il testo
latino: in quihus nunc eruhescilis) 7 f /'">
Fir. As. 3o8. La buona femmina , ver-
gognandosi pur fra te un poco a caginue
rhe io non fussi veduto uscire di casa ,
me ne rimando.
VERGOGNATO . Add. da Vergogna-
re. Lai. ptaiefactus. Gr. c'tsjfuv&èi'^ O.
V. 5. 7. I. Tulio il borgo si commosse
a xuffa contro i Fiorentini, e alquanti ve
ne rimasono morti , e assai fctlili e ver-
gognali. /'. 8. 63. 5. Messer Guiglielmo
rimase confuso , e vcrgo;;nalo.
VERGOGNEVOLME.NTE. Avveri.
Vergognosamente , Con ver-^ogna . Lat.
Jadr, turpiler. Gr. (ii'.yp'Z;. Albert. 2.
9- Maggiormente voglio 1' altrui scienzia
con vergogna imparare, che vergogncvol-
mcnte non sapere.
* VEHGOGN0SA> Sorla di pianta
che viene dall' America , e si dice altri-
menti Sensitiva . Il VocaboL alla voce
SENSITIVA. (•)
VERGOr-.NOSAMENTE. Avverb. Con
ver-.'ogno , liispettosamente. Lat. puden-
ter, verecunde. Gr. /jlct" atooj';. Jìocc.
nov. 100. 8. Alla quale vergognosamente
ella rispose. Vit. SS. Pad. Pregollo con
gran reverenza, e vergognosamtule che '1
sovvenisse .
VERGOGNOSETTO . /idd. Dim. di
Vergocnoso, Alquanto vergognoso. Tass.
Ger. ^. 38. Essa inchinollo riverculc, e
poi Vergognosetta non facea parola.
\' E R G O G N O S I S S I M A M E N T E Superi,
di Vergognosamente. Lai, turpissime. Gr.
ci5Xi5Ta . Srgner . Mann. Sett . 29. 3.
Questi polenti , qualunque fossero , non
solamente non giunsero ad un tal trono,
ma furono ancor ileposti vcrgognosissìma-
menlc d.ii troni proprii.
VEHGOGNDSISSIMO . Superlat. di
Vergognoso . Lai. turpissimus . Gr. ai*
yiiTO^. Varck. Frcol, 2^1. L* essere ì-
gnoranlc, a ehi [tuo fare altro , e non V
essere tenuto, mi pare grandissima e ver-
gognosissima pena.
VERGOGNOSO. Add. Tocco da vergo-
gna. Lat. pudens, verecnndus. Gr. oìiSrl'
p-ùiv. Bocc. nov. 82. S. La giovane ver-
gognosa e timida, siccome colpevide, non
sapeva che si rispondere, l'eir. canz- iJ8.
9. Giovane schivo, e vergognoso in alto.
Dani. Inf. I. Risjiosi lui con vergognosa
fronte. Pass. \\^ Quella adunque ver-
gogna penosa , e vergognosa pena e in
luogo di todisfuzionc.
§. I. Vergognoso , per Vituperevole ,
Ignominioso, infame. Lai. infami s, vitti-
perahilis , Inrpit. Gr. aT(/AO{, fi'Ji'/j^is-
T9;, ài<sxs6i. li. V. 13. 5^. 4- E forse
che troppo avrò detto sopra (piesta ver*
gognosa malera . Oiiid. O. Oh quante
onestivsimo donne sono subitamente siate
trailo ■ vergognosi cadimenti per (;li sguar-
di de* giuochi! F altrove: Con subita ra-
jiaciiale conducono a vergognoso ditello .
§. II. Parli vergo};nose , si dicono le
Parti genitali . Lat. pudenda , verenJa ,
genitalia. Gr. ra aiooTa. ^ Ary. Matr,
32. Non h peccalo i|uando bene si loc-
rassino nelle p.irti pudende e vergo^nit-
se . (Ci /irmh. Stor. G.\',l\, Le l'emine
de'quali popoli non vergini, nessuna par-
te del loro corpo se non la vergognosa ,
le vergini nij anco quella coprivano. (V)
Serd. Stor. \. 5o. Condiallono ìgnuili ,
solamente coperti con velo le parli ver-
gognoie
^ §. IIK Diconsi anche Membra ver-
gognose. Vit. SS. Pad. 2. 297. Eccetto
le membra vergognose, nulla altra parte
cuoprono. (Vj
VERGOLA. Dim. di Verga j Pi«ro/rt
verga .
§. Per similit. Fior. S- Frane. l35
Tanto odore n* uscì eoo una vergola di
fummo a modo che d'incenso.
« VERGOLA - Par^a. Salv. Avveri.
I. I. 8. Con Fusata mutazione del h in
u , vergole chiama quelle barche, le quali
di Icggicr si rivoltano. '/')
* VHRGOLAMENTO. Lineamento di
alcune righette, lied. Vip. 75. Nod è fe-
del contrassegno di fecondità il vergola-
menlo del sangue, perchè anche nell'uo-
va non nate, che tiovansi nell' ovaia delle
galline castrale , e dell' allre galline che
non hanno abitalo col gallo, ù Tede quel
vergolamrnto sanguigno. (*)
s? VERGOLAKE. Segnare la scrittu-
ra con due virgole. ì olgar. I ang. prol.
Vergoterò di sotto quella cotale {larola ,
o paraula , acciocché si conosca quella
che sta nel testo (Vedi nota QÌ. Guitt.
lett.}. (Vj
* VEKGOLATO. Add. da Vergola-
re. (A)
*t §• ^"' Vergato j e dicesi da* Na-
turalisti degli animali ec. per sinonimo
di Picchiettato , larìegato, ec. Lat. va-
riegatus . Gr. TTeTTOizii/ievoi - Frane.
Sacch. Op. div. 93. Agates è una pietra
nera, e sonne delle bianche «ergolale.
* VEROOLINA. Piccola verga. Mellin.
Ciorn . 2. 63. Si vedrà tutta la membrana
sparsa di lucide e trasparenti iottilissime
vergoline di varie obliquità e dirittu-
re. 'Min)
VERGO.NE . Massa impaniala » colla
quale si pigliano gli uccrlletti uccellando
colla eiiettaj e più comunemente il di-
ciamo Panione . Lai. virga viscata . Gr.
za)y^o;, V.fop. Vir. rim. i3l. Che quasi
a marcia forza e a lor dispetto In suo ver-
gon gli fea balzar di nello. 5> Car. Long.
Sof. lib. 3. Porlo seco i lacciuoli, la pa-
nia, i vergoni, le ragnuole , e tuli' altro
che facea mestiere. F appresso: Di nuo-
vo lenendovi i lacci, o poneadovi i ver-
goni del vischio. (Br)
* VERGUCCIA. Term. degli Orino-
lai . Spranga di ferro , la qu.ile negli
orinoli da torre porla in ciascuna delle
sue estremitii una rotellina. (Al
*f « VERGUCCIO. Terin. de'Gìoiti-
lieri . Canale un poco largo , i/i cui si
Inetta la composizione di cui fassi la ver-
ga, che si deve tirare a martello per farne
la foglia da mettere sotto le pietre tra-
sparenti. Jndi si bianchi.ice, si rade con
un rasoio da orefici, si f/runi.tce, e se le
dà il colore a fuoco . lìenv. Celi. Oref.
9. Debbesi avvertire ancora di far la della
verga quadra lanto quanto ella esce del
verguccio , e secondo che comporta la
quantità della fusione , ce. (A)
* VERICIDA. Sust. Veeiditor del ve-
ro; e fiifuratani. Che si riMla dal vero.
Vinc. Miirt. rim. 56 Allungale gli orecchi
come un Mida , E rinnegale Dio , se
quel si parie .*«enza leoervi un sommo
veiirtda. (i^Sl
VERIDICAMI-NTE. Avverò. Con as-
serzione di ferità. Con venta. Lai. vere.
Gr. KÌil?w<. * imperf, Tim. />, 6. T.
7. ai). L* anima per quella luce sreror
con più pei>picacia , e più veridicamente
le cose »ensibili. fF)
* VERIDICITÀ'. Astratto di Vendi-
co . /'roT. Fior. li. lOi. Questa ullinia
concordanza, or sincerila, or libertà, or
generosità , or veridicità vicn detta da chi
la noma (*)
t VERIDICO. Add. Che dtc* il ixro.
VER
VER
VER
1693
Jne, %■ S« la vi>.a di e»c- er. non m.
flTv.?'dic. .e>.in.cnia, 1' aud,.o non V.
SoZ/di quello che si fosse Opp-aPO
nel secondo I.I.10 della cecia.
VERIFICABE . ^"";V":"^'■"•" „„;'■
rerum o.,end.r. G.. «^"S^^'JJ;/";,:,
a,. E'I de.to comune " ]"^" \^'l^_
oso si convcric .n natura. '•. 3» ';;^
sno fallo dalla terza ora .nSuo alla sesia
gno lauo inicri.relaiione infra
« ,cr,ficl.c.a la sua m. , , ^^ .^
quindici anni. M- » • '■ y /•,„.„/,-
;ando la parola di ■^»'-"""^■/"'" '
fV,,,^/-,.gE^er questo», ve, ,60^^^^^^^^
lo che dice santo Is.doro . 1: »;•; rc.,.(o
ttèqlsiveri6ca,ru.lloche.l,cesan
Paolo . l:occ. UH V>n. I.css. 28, . 1 er
e.pcrienra tutto 1 di ■''^'^^r^ :"']"'';
il verso del nostro poeta. ■-■=£/' ; /'«"'•
5 Con inBo.le .ngratitudm. , e d.ssolule
perdonanxe apparenti si potess.no le pre-
Lue co»e veriCcarc. l!e.l. Oss. an. .04.
La stessa esperienza si «r.fica rarinien-
U- coli' orvietano , e col nntrid.ito . /C;
Guicc. Stor. 1. 297. E poiché leg.ltinia-
mente fu verificato V ordine della congm-
ra furono condannati alla morte. IJ.J
'verificato. /»<'<'• rf- I criccare.
* Bcd. Cons. 1. 09- Ma quando pure non
fossero favole , ma anzi istorie verifica e
dair esperienza in que' tempi aulichr, elle
non si verificano più, ec. f/;
* s. ì\r Conforme al .ero . Bari.
Stor.ì.l.i-cop. ,5./ 3V..'1';-1'«''
per dar più verificata relazione dell., sua
Tafermifa al Pontefice, e se per ventura
addimandasse, ancora d. qual ne losse il
parere de' medici, mando chiamare Alcs-
Sandro Vetronii. (CP)
•+ * VERIFICAZIONE. // wr./cre.
Uden M<- 5. 23. Nel verbo propcrnrc
,; accenna la sconsiderata serificazione e
la temeraria imitazione di esso poeta, r^;
.+ * VERILOQUIO . ,'\.irr«.o,ie del
eero Vorch. Krcol. l5o. Etimologia , la
.male parola tradusse Cicerone ee. ora .e-
r,loqu.o. e talvolta ,.<./«.o-ie , e alcuni
orieinazione . iAj ■ ■„;
VEBISlMlGI.I.XiNTE. Add. T er,s,n„-
le Lat. .<rWmi/«. «r. K>:«'0? . ici.
Br 8. 53. Ut- Qui dice come s. divisano
li verisimiglianti argomenti, /v appresso:
Lo verisimigliante argomento e quella co-
sa che t usata di venire spesso ; e delle
cose che le hanno alcuna simiglianza, ov.
,ero simili delle cose usate d. venire
prende il parlature suo argumenlo in tal
'""•T*VERISIMIGLIA>TlSSIMO. J«-
peri, di rerisin,islw,.lc . Xegaer. ìhser.
terseti l3. Se il Padre potè far tutto ciò,
i verisimiglianlissimo che il f';«"<- • ""
me si cava da quelle parole, che ec. lAj
VEBISralGLlAlS/.A . Aemluanza, 0
S,mi,l.anz. d, .er„,i . Lat. .er,..m,7./-.-
do. Gr. Triàa-olo/iV.. Borgk.Ung. /ir.
A, Se non è tanto a far credere queste
nuove fondazioni la verisimiglianza della
cosa in sfe , ce n- è 1' autorità d Agenio
Siculo. Lasc. Parent. 1. 2. E cosi ha la
bugia verisimiglianza, eh ella lo lieo per
''^#''VERIS1M1GLIEV0LE. Terismiìe.
imperf. Pro.. D. 5. T. 3 2.7. Egli e
l«ai più verisimiglievole che ciò sia un
viantaesio e un dono sopranaturale , che
"Sa ragione conceda all' uomo. / >
VERISIMILE. Susi. Vello , o I«llo
che ha sembianza di vero . ^f. ì . 2. J.
In Pistoia e m Prato per mo t. veru.ni-
li commossono il capitano subitamente a
stringersi sopra Firenze colla .uà oste.
Croi Morell. 224. E sulo di necessita
ec cercare le circuslan.ie per verisimili.
Fir. As. 291. E perchè la cosa aves-
se più del verisimile , ella aggiungeva,
che ec. , ,. ,.., e
# e Per Verisimiglianza . I ••■ J-
Gir 88. Si nascose sotto il letto , per
dare più verisimile al fatto. (Fi Dep .
Decam. 33. Libro pieno di nOMti , lon-
date sopra lor conietlure , e verisimi-
''■ {■'v-ERISlMILE. Add. Simile aUero.
La! i-ensinnlis. Gr. jt.3«vo;. Cind. O.
Acciocché le loro ornale lalsitadi apparis-
sono veiisimili . Boce. nov. 36. 2. Alcu-
ne vere, alcune verisimlli, e parte fuor,
d'ogni venta giudichi. Vrb. 25. Pensava
ordinatamente compone le colorale e ve-
risimili bugie, lir. As. 71- Conciossia-
cosaché egli non é verisimde che un uo-
mo solo abbia ammazzalo Ire giovani
cosi gagliardi ^/". m Jorzn d, sast.J. I:
2,4. Acciocch'e. pagasse la dovuta pena
del verisimile peccalo. Ked. Ins 3b. ^ e-
risimil cosa è, che non fosse allora altro
che un nudo scheletro. ,.„„,ct
VI IUS1M1LE.MENTE . T. \ERISI-
MILME.NTE.
VElilSlMlLlSSIMAMENTE . Superi.
di Jerisimilmenic. JlorgU. Mon. l^8. Di
alcuni si sa di certo , e degli allri veri-
similissiroamcnte si crede.
VEIUSIMILISSIMO . iuperl. di ^ e-
ri.timile. Lat. .-erisimilUmus. Gr. W.Sa-
vcJTaTO;. Borgh. Mon. 102. Vedendosi
in en'ctlo che le monete molto a buon
ora ci furono, verisimilissimo é , che al-,
lora uscisser fuori , quando altre accom-
pacnaluic della medesima sorle e natura
vcnner nascendo. /•. Crig. tir. 42. Seb-
bene molle ( eilli ) , e forse la maggior
parte , é verisimilissimo si collocassero
nelle vecchie, e talora in quelle che era-
no anche prime colonie (in questi esem-
pi è in Joiza di susi.l. 1
VERISIMILITUDI^E. 1 erisimiglian-
-a Lai. eertsimtliludo. probahililas. Gr.
"triSavoUoyiV. /..'!■ !"/■ 9- Kon sarebbe
slata buona poesia , perche non avrebbe
avuto verisimilitudine. E appresso: Fin-
oc questo per dare una verismiditudinc
alla sentenzia liUcrale. Ambr. [uri. I.
3. Dirami, ti piego , il modo , acciocché
io possa meglio pascermi di questa spe-
ranza con alcuna verisimilitudine per a-
mor dell' amico mio. * ì ardi. Quest.
Jlih 5l. E ninno loico non conosce che
quando bene V argumculo fusse buono ,
che eoli non apporta seco necessita , ma
solo probabUifa , e verisimilitudine , non
essendo dimoslralivo, ma dialettico . (l)
VtFlSlMILME.ME, e VERISIMILE-
MENTE. A^^erb. Con verisimililudine .
Lai. terisimiliter. Gr. Triravols . Su'. ^
Jnf. 33. I. Pur vcrisiroilmenle polca j
questo conietturare. li Purg. 22. 2. Pos-
sibile era , essere state vere , e narransi
veris.milmente. Ti altiwe: Vensiroilmen-
le fin-e che per convenienza nspondano
tutti abbruciati, li altro.-e : E cosi fin-
oendo, verisimilinente mostra li suo pen-
sieri. Maeslriizz. I. 82. Kon si può ri-
maritare s'ella non ha certezza della
morte del marito ec. , ovvero verisimil-
mcnle presuma che sia morto. E 2. 29.
2 Se verisimilmente si può pensare che
r omicidio sia seguitalo quindi, e irrego-
lare. Cron. Veli. 52. Se non fosse slato
la detta mortalil'a e' detti accidenti, egli
era ancora si forte ec. , che verisimile-
mente doverebbe esser vi.uto un grande
tempo. „
VERISSIMAMENTE. Superi, di J era-
mmle. Lai. verissime. Gr. aWbiirKza..
Sallust. Cai. c.,y. Tanto rerissimameo-
te, quanto io polrù, in brevi parole rac-
'''nl'ero . i'. Ago.<,. C D. Lo slimo^
della morte è il peccato, e la legge b la
virtù del peccato verissimamenle al pos-
liirio. ralch. I.ez. 353. Il qual Platone
siccome amo insieme con Socrate onesl.s-
simamente, cosi ancora scusse d amor.
verissimamente.
VElilSSlMO . Superi, di 1 ero . Lat.
verissimus.GT. «inai^raTO;. Uocc.nov.
36. 2. Quanlunque a colui che dorme,
dormendo, lutle paian verissime, hnov.
77. Aq. e In ora ne puoi per pruova es-
ser verissima testimonia, frane. Sacch.
nov 191. Di che il prete affermo essere
la cagione di Bonamico vera, e per ve-
rissima la notifico al popolo, /ino,.. 192.
A Capodoca parve la ragione esser veris-
sima, /.'e./, lisp. -al. 67. Che le gru di-
morino talvolta in un sol piede, e cosa
verissima. /•; appreso: E quando pur an-
co fosse vero verissimo, a che proposito
le gru hanno a portare quel sasso nel
ventriglio? . „
* f. E in forza di siisi. Imperf. V.
Tiisc D. l. T. I. 27. In questo voi
dite il verissimo. (E)
t VERITÀ', VEKITADE, e VERllA-
TE Jl vero. Lai. icrilas. Gr. aXr.&fia.
fini Par. 2. 2. Tremolare della luce
neir aspello di Dante non é allro che 1
accendere dell' amore inverso la venia ,
che é luce dello 'ntellello . Eior. Viri,
ji l\l Verità é a usare il vero , senza
alcu'n mentimento (Jed. altra /'-lO'ie *
questo esempio alla voce MENTIMEN-
TO). Tesorell. Ar. 19. 181. E w, che
Ognora allendo A saper verilale, ec. Bocc
g 8 /. 4- Niun perciù alla venia del
fatto pervenne, h nov. 79. 14. Diede
tanta fede alle paiole di Biuno, quanta
si saria convenuta a qu.dunquc venia .
Dani. Par. l^. Ma perché puote vostro
accori;imenlo Ben penetrare a questa ve-
rilale, C( me disiri, li farò conlento. J'ass.
333. Tulle queste cose ec. non lurono
secondo verità, ma cosi parevano, lìicord.
Malesp. cap. 3l. Ma la propria verità e
questa, che lomperadore nacque di loro.
Bern. Ori. 2. 20. 2. La venia e bella ,
né per tema Si dcbbe mai tacer, ne pel-
vergogna. * Earch. Err. Gioì'. 48. E
sebbene i Fiorentini dicevano che aveano
ciò fatto nou per accordarsi, ma per ono-
rar Cesare, e fare il debito loro, tuttavia
io che vo in sulla veril'a, e non in sulle
gaviUazioni, credo anzi so certo ee. che
avrebbono fallo accordo. (C)
§ ì. la verità. Di verità. Per venta,
e simili, posti avverbialm., vogliono le-
ramente. Di vero. Certamente. Lai. ei/.»-
dem, certe, vere. Gr. alil3w5, ol.iOU,
•«<•. Bocc. nov. 65. l3. In venia, ma-
donna, di voi m" incresce. E nov. 72. b.
Gnaffe, sere, in buona venta, 10 vo inh-
no a citt'a per alcuna mia vicenda. Pelr.
son. 232. E '1 rimembrare e 1' aspettar
m' accora Or quinci or quindi si. che n
ventale ec. 1' sarei gi'a d. questi pcnsier
fora. Guid. C- In verilade per l. nostri
Dei testimoniamo che nostra .menzione
ec Fr. Giord. Fred- S. Allora e ben
peccato mollale, che li menerebbe al mu-
ferno, cosi e di veril'a. lend. Crisi. A.
101. Egli cosi facendo lo seguitava, e non
sapea per veril'a quello che 1' Angiolo fa-
cea. * S,g. Jiagg. J.>..64.NeUa venia
a Baroli é gran dovizia d'ogni cosa.fty
S. 11. In proverbio: La verità sta sem-
pre a gallale vale, che II vero non si
può mai tanto occultare, che o ""■<"..»
per tempo non si palesi. Lai. ver.Us
nunquam late!. . ,
S III. Pure in proverbio diciamo. La
verità è madre dell' odio j e '"'«-/*«
Con dire la verità e facil cosa esporti
1694
VER
all' odio altrui. Lat. vcritas odium pa-
rli.
§. IV. Esser ia bocca della verità, si
dice di Uomo sincero e veritiero . Lat.
ip.vius veritatis oraculnm . Gr. a^Tfl;
airj&ei'a? yf.rì^iJ.'j^. Lave. Gelos. i- 5.
Mu che? non T ho io inteso da Giulio?
C. Dalla borra della verità.
•f s;- VEHITKVOLE. Veritiere. Ca-
stifjl. Corti^. lih. 2. pnf^. 23^. ( Ciolilo
l56^) Avendo (il re Alfonso primo) ào-
nato ad uà suo servitore armt>, cavalli e
vestimenti , perchè gli avea detto che la
notte avanti sognava che Sua Alte
dava tutte ifuelte cose ; e non molto di
poi dicendogli )>ur il medesimo servitore,
che ancora <{ucUj notte avea sognato ec ;
gli rispose : non credi.ile da nio' innanzi
ai sogni, che non sono vcrilc%oli. (IV Sj
VEIUTIEHAMENTE . Avverb. I era-
mente , in verità . Lat. re vera. Gr. TW
ovTt. J'it. Plut. Mcnogli ad Atene, per
ragion di giudicargli, ma veritieramente
per fargli uccidere.
VEUITIEHE, e VEUITlEllO . Jdd.
Che procede sempre con verità. Che dice
il vero. Lat. verajr, vcridicus. <ir. ai»]-
Sivo'?. Lab. i6l. Diranno, me queste co-
se dire , non come veritiero , nui come
uomo , al (]ujle ec. e!>se dispiacquonu .
pass. i35. Dee essere sobrio ec., quieto,
veritiere , caritativo . ^for. S. Oreg. Noi
diciamo, clie V uomo eh' è veritiero, non
sa mentire. Tes. Br. 6. 23. L* uomo eh'
e veritiere per amore della \critì, è mi-
gliore che colui eh' è veritiere per amo-
re, o per guadagno che ne appetti . G.
V. 7. 1. 3. Sicuro in ogni avversiladc ,
ferno, e veritiere d' ogni sua promessa.
t 3 VERME, e VEHMO. Insetto lun-
go e molle e strisciante, seni' ossi e senza
vertebre, che si genera e vive nella terra,
nelle acque putride, nc'Jrntti, in lutti t
vegetabili , e nelt' interno de' corpi ani-
matij Vermine, tal. vermis. Gr. nxoì'fr.^.
A'oi*. ant. 2- 6. E della pietra, quando vi
dissi dello verme, voi mi stabili>le un pane
intero. Cr. 3. II. I. Dassi la polvere sua
(del zit ) contr' a' vermi,
* §. I. l'erme, per similit. di Quei
vermi, che si mutano in farfalla, chiamò
il Corpo umano. « Pani. Purg. IO. Non
v' accorgete voi, che noi sìam vermi Nati a
formar 1' angelica farfalla «? (C)
*!• §. II. l'erme della coscienza, vale
lo stesso che Sinderesi. S. Già. Crisost.
Opusc. l3c). Pensa (piella dannazione del-
lo 'nfcrno , dove è continuo pianto ce. e
il verme della coscicnta, che mai non oiuo-
re. (TC)
g. MI. l'erme , Jìgiiratam. f'etr. SJn.
263. Menile the 'l cor dagli amorosi ver-
ini Fu consumato ( cio, , da amore, » da
pensieri amorosi). Dani. InJ. fi. Quando
fi scorse Cerbero il gran vermo. Le lioc-
rhc aperse. /■- 3i. 1' mi presi Al pel del
vcrmo reo, che 1 mondo fora (cine. Lu-
cifero ) . Àr. I'\tr. ,^5. 84- Che al gran
vermo infcrnal mette la hri{[lia (cioè, al
Diavolo ).
*t §• IV. fermo «inro , e Mal del
verme . Mahìttia cutanea del cavallo ,
prodotta da pustule più o meno' grosse ,
più o meno moltiplicate, dure, e aderenti
ai cuoio , le quali quando spariscono da
un luogo per manifestarsi ben presto in
un altro, diteti l'ermo volatio . Cr. Q,
II. I. Cnnlra la 'nfcrmilà del vermo mu*
ro si dee la snperlluita tlella corno pre-
detta inaino alla superficie d'd cuoio can*
tamonte tagliare. /;<). i^. 1. Alcuna volta
per cagiim del predetto vermo li fanno
nel cavallo , e spcnalnirisle noi rapo, ili-
verse piaghe , e le più son picnile , ed
enGano il dello capo; e alcuna volta fan-
no a mudo d' acqua gocciolare gli umori
VER
per le nari^ e allora s* appella vermo vo-
lalivo .
^ §. V. Vermi, diconsi anche Le spire
o anelli della chiocciola o femmina della
vite, a diO'erenza dt quelli della vite, che
dtconsi l'ani. Baldm. l'oc. l)is. E la vite
composta di due parli essenziali, cioè del
mastio e della chiocciola ec. Il mastio è
quello che pa:ksa per la chiocciola; le spire
o anelli del mastio diconsi pani; quei della
femmina dicon>i vermi . ( /i) Gal. 3/ecc,
6n). Il piano ascendente generava sopra
il detto cilindro la linea elica ec. , che
volgarmente addimandiamo il verme della
Vite. li 620. Non farà di mestiere the mi-
suriamo la lunghezza di tutto il suo ver-
me , ne r altezza di tutto il cilindro. ( Bj
*> 5. VL i4vere il inerme, lo stesso che
/Ivere il baco , Es.tere innamorato. Lat.
amore captum esse . Gr. ìpoTv . Buon.
Tane. 2. 4- ^' ""D ^J"*' f^"^ di me 1' a-
vesso 'I Verme ; Ch* ella m' are' richiesto
di volerme. (')
VEKMENA Sottile e giovane ramice-
lo di pianta. Lat. ramttsculus. Gr. xìa-
(Jia/o;. Dani. ìnf. l3. Surge io verme-
na , ed in pianla siivcstra . Virg. Eneid.
M. Ed era presso al munimeuto , dove
Vermene di coniii e di mortine erano cre-
sciute. (V. 5. 5. 2. l'ianlauNÌ f^i ciriegij
ponendti il suo seme ce. e le sue vermene,
ower pali. Malm. 5. !\. Tremando forte,
com' una vermena.
t VEHMENELLA. Dim. di l'ermena.
Olt. Com. Par. 17. 384- Hiescono di tal
radice, poiché pare spenta cotale schiatta,
alcuna vcrmenella . l'irilf. Calv. \. 35.
E mette or dentro , or luor la filastroc-
cola , O vermenella, o bagaltella , o coc-
cola.
* VERMENETTA. Lo stesso che Ver-
menella . tftt. Com. Inf. |3. 248. Ger-
moglia come gran di spelda, e cresce poi,
e fassi slerpo, e poi pianta salvatica, sic-
ché ha tre gradi : ]>rima erba, poi verme-
netta, poi pianta. {Cf
? VEKMETTO. Pim. di Verme, h^t.
vermiculuv. Gr. a/6>)i/i'/iov. Segner.Crist.
inftr. 2. 5. 18. Qu.into di vantaggio do
Trebbe a un LeDcfattorc si nobile tal vcr-
mcltol (•)
VERMICCIUOLO. Icrmicello . Lat-
vermiculus. Gr. ff/wi/j'/tov. lied. Jnnot.
fUtir. 47. Del nascimento di <|uesti vcrmic-
ciuoli per servizio delle tinte vedi Andrea
Cesalpino nel libro secondo delle piante.
A' 48. Dalle parti di America ci viene una
certa altra preziosa mercanzia di verniic-
cìuoli , lii quale si adiqiera a tign.-re <n
eremisi, e si chiama cucciniglìa ■ Salvia.
Dite. I. 237. Questa non manifattura di
fermicciuoli , Ì quali siamo noi ri>petto
air universo, dovoa essere, ma opera del-
la mano di Dio (qui fi'iuratam.).
VEnMICCIUOLt'ZZO. iìim. di ler^
micriuolo . Lat. %-ermiculus . Gr. fl^otir;'-
/lov. /iV(/. Oss. an. 61. Tra queste ve-
re erbe er, abitano mÌDUlissime conchi-
glie , e molli altri auimaluis! ce. e vcr-
miccioluKii .
\EHMICEI.LO Cim. di I erme. Lai.
vermiculiit. Gr. a/wÀif/iov. Cr. S. 1. io.
Sogliono le formiche guastar la pianta te*
Dora 0 crcscrnto , u il nest» , e generare
nelle frondi certi Tcrniicetli, r raggrin-
laile , ed appassarle , ec. ( così nel ms.
linci ■. /■,' appresso: Il tenero delle vet-
te si purghi ddigrnleniente da' srrmirelli.
Ihttam. 2. 5. Un vermiccl della sua ce-
iier nasce , Lo (|ual crescendo trasforma
in quost' atto.
§. 1. Eiguratam. I it. Crisi. P. Ab-
liominevole cosa h , che un piccolo ver-
micello, e die dee esser cibo ed esca di
vermini , si lievi in superbia.
§. IL Vcrmictili, si dicono Certe fila
VER
di pasta fatte a quella somiglianza , e
mangiansi colti come le lasagne.
^ VEIlMICOLAItE. Aggiunto dato m
specie dt polso, ed a specie dt moto degli
intestini. Cocih. Disc. Quasi a^iolgimea-
to, slreitura o serramento in qualche par-
te de^r intestini, ove il vermicolare loro
moto trovando inloppo , rivolgasi indie-
lro.J//y
^- %. ì'ermicolart , è anche aggiunto
di Ciò che è fatto come verme j Serpeg-
giente e ritorto a guisa di verme . Im-
perf. Anat. 225- Adducono, cioè avviano
e menano innanzi le dita, quattro muscoli
dotti lumbricati, o vermicolari dalla 6gara
e dalla granlilà. ( F)
^r VEHMICOLARIA. Term. de* Bota-
nici . Specie di pianta , che e una sorta
di Sempreviva. (A)
VEIiMICOLOSO. Add. Pieno di *er-
micelli , Bacalo. Lat. vermiculis ptenus.
Gr. c/c^))]/s'6r(*)To; . Cr. 2 9. 5. Cosi
ancora le piante , le quali fanno i frutti
vermicolosi, si curano.
# VERMIGLIA. Sorta di pietra pre-
ziosa . Benv . Celi. Oref. ^. Essendoci
alcuni gioiellieri di poca pratica ed espe-
rienza , che connumerano fra le gioie il
grisopazio , il ghiaciulo , la spinella , 1'
acquamaiioa , la vermiglia, il grisolito,
ce. (')
VERMIGLIARE. Colorire di vermi-
glio. Lai. rubro colore inficere. Or. 001-
vc'ff'Xftv . Fr. Jac. T. 6- ^l. 7. Di 6ori
un letto ornalo gli faremo. Di belle rose
gliel vermiglieremo.
VERMIGLIETTO Pim. di J'rrmt-
glio . Lai. rubictindutus . Gr. t^u^pioii .
Amet. 27. La ^erra■g1ia bocca con gra-
ziosu rilievo verniiglietta mostrandosi. Fir.
Dial. beli. domi. 1\ìì!\. l-c palpebre ec. ver-
gheggiate con certe venuzxe vcrmi^jliette
ec. fanno grande aiuto alla unt%ersal bel-
lezza dell' uo'hio.
VERMIGLIEZZA . Astratto di Ver-
miglio. Lai. rubar. Gr. ip-Jìpr.ftpc. Quid.
G. Lo vivo color del suo siso, il quale
avea colorato di vermigliezza di ros«.
'\u- VERMIGLIO. Sust. masc. Pa-
co che viene dal Messico , di color por-
porino tendente al nero , screiiato di ri-
glie trasversali, e coperto di un polvericcio
argentino, il cui succo serve a tingere di
scarlatto e di rosso; Cocciniglia. Salvia.
Puon. Vier. !^. tntr. Cureiniglia, Spago.
cochinilla. Darhi rossi dell' India, che ser-
vono a tingere dì scarlatto e di rosso , per-
ciò detto vermiglio , dal Lai. vermicu-
lus. (A}
3 VERMIGLIO. Rvs so acctto propria'
niente del colore del chermisi . Lai. ru-
f>eur , ritbicundiis , purpureus. Gr. l'fu-
&;o; , ^oiv:'/S3; , yc>vi/oiU . Boec. g.
6. /. 12. Non altrimenti li lor corpi can-
didi nascondes.i, che farebbe una vermi-
glia rosa un sottil vetro . K nov. 88. 6.
Mandavi pregando, che %i piaccia d'ar-
rubinargli questo Basco del >oslr4> boon
siu vermiglio. /'.' nov. ()7. I9. La aio-
vane, (he di vergogna lulta ora nel «Uo
divenuta srrmi^li.< ^r. , coti rispose. E
canz. (). 2. lo vo pc' verdi prati riguar-
dando I bianchi fiori, e' gialli, ed i ver-
migli . tmet. 53. E piii una volta , che
un' altra divenuto vrrniigliK. d^ nel viso
segnali dell' ansia mente. Callmd. Le «ili
nere al tutto sihifa , se non >o in quelle
pro%inrie, là ose s'usa il vÌuo vermiglio
Cele. son. 36. Quel die in Tessaglia ebbe
le man si pronte A farla <lel civil sangue
iennit;li.i. E son. idi). E primavera can-
dida, e vermiglia. Pant. Inf. 3. Che ba-
lenò lina Iure vermiglia. La qual mi vinsr
ciascun senltmeulo. /: 8- Già le tue me-
schite Là entro certo nella valle cerno
Vermiglie , come se di fuoco uscite Fos-
laro . E Par. x6. Il giglio Non era ad
asta mai poilo a ritroso, Né per Ji\iiion
fallo Termiglio.
* §. A in /orsa di sust. vale Cohr
¥errni"/iO. *• Bocc. nov. Z)?- I^' ^'^ ^i^*-'
nel petto una gran nincrbij di vennij^ho
Don lioU , ma nuluiulmcDle ocUa pelle
infiMa. Fir. Uial. M/. donn. 3y5. Il ver-
miglio è quasi una spezie di rouo , ma
memi aperto ». (N)
•tf VEi;MlGl.lONE. Materia onde for-
masi il color vermiglio. Il Vocabol. alla
voce C.EHALACCA. (')
VERMIGLISSIMO. Superi, di 1 ermi-
glia. Mirac. Mad. M. Si dice sempre la
messa eoo vino vermiglissimo.
VEKMIGI-IL'ZZO. JJint.di J'ermiglio,
detto per vezzi . Lat. ruhtcundulus . Gr.
tpuipi'ixi . Bocc- nov. 85. 12. E" mi par
pur vederli morderle con rolesli tuoi deoU
fjlti a Lischcri quella sua Locca vermi-
glmzza . Jmet. 22. Egli appresso la ver-
migliuna Iiocca rimirando , cosi io se V
estima a vedere, quali fra Ijianchissimi gi-
gli Tcrmìglie rose si veggiuuo. Hed. i'i-
tir. i3. O di quel che vermigliuxao, Bril-
lantuuo , Fa superno V Arelino.
•f VEHMI.NACA. Io sU-sso che Ver-
hena . Lai- ttrfn'nn . Or. esca ^o~^.vr, .
/.lA. ^fa.^lc. A' camalli rhc hanno il tiro ,
dk a mangiare la verniinaca. Af. ^Idobr.
P A- 69. Ancora vermmara con acqua,
o con vino bea. e lostameule ha virtù di
liherare .
VEHMLNARA. Jggiunio d* una spezie
di lucertola presso il fìocc. nov. 20. 4-
Una delle più Lt-lle e delle più vaghe
giovani di Pisa, comcchè poche ve n'ah-
hiano , che lucertole vermioare non pa-
iano .
# VERMINARIA. Term. de' Contadi-
ni, y-onticello di sugo fatto ad arie nella
bassa corte , perche nascano moltissimi
vermi per nutrimento delle galline e de*
pollastrir.if che raspando se li procaccia-
no, (A)
•f VERMINE . 7o stesso che ì er-
me ■ Lat. vermis . Gr. o/w).»;^. Uocc.
nov. ]5. 36. Dirottissimamente cominciò
a piagnere , veggendusi quivi ec. dover
ec di fame , e di puzzo Ira' vermini del
moria corpo convenirli morire. li nov.
63. II. Comare, questi son vermini eh'
egli ha in corpo, li quali gli s'acpressa-
no al cuore. E / it. Paul. aÒo. E che
altra cosa è , che puetica fizioue , nella
Scrittura dire. Cristo essere ora leone, e
ora agnello, e ora vermine, ec. C. T'.
Z2. 83. 4- A Sihaslia piovrono grandis*
sima quantità di vermini grandi un som-
messo . Cron. Aforell. 323. Il perchè a
Dio, credo, ne venne fastidio, che questo
vermine ci /acesse con diligione ricompe-
rare (qui ftguratam. per dispregio , e in-
tende il Signor di Lucca). Alleg. I28.
Dove mosche saran , vespe, tafani, Ver-
mini, bachi, bruchi, o scarafasgi.
^ %. Far la natta ai vermini , dicesi
in proverb. di Quelli che sono abbrucia-
ti per via di giustizia , perchè non pos-
sono esser pasto de" %ermini. K NATTA,
s- 1. m
t VERMINETTO. Pim. di Vermine.
Lai. vemiiculuv . Gr. 7xu>v:'xtov . Ott.
Com. Purg. 12. 209. Aragne si conver-
te in quel verminetio; dove si mostra che
r opere de' mortali ed elUno sono vilissi-
mi , in romparatione dedotte alle divine.
Hed. Ins. 1^2. Vidi uscirne altrettanti
minutissimi verminelti.
•t VERMINOSO . Add. Che ha ver-
mini. Pieno di vermini. Lat. vermino-
sus . Gr. c/w)»;xo€_a6)TO; . Pass. 276.
Sguarda nelle fi»sse de' cimiteri le carni
verminose, e fracide. /•>. lac. T. l\. 11.
l3. E la carne puzzolente, Tutta quanta
VER
verminosa • Cr. 5. l. 16. .^e l'arbore i
si infermo, che produca i frutti verminosi
f pietrosi ec-, si dee levai la terra intor-
no alle radici. Soder. t'olt. 4". Se in po-
tando s'incontra in alcuna site che abbia
del secco vt-imìnoso, e pieno di loimitbe,
scarnicele tultu quel secco e tristo impia-
gato sino al %ivuy levando via ogni parie
magagnata .
VÈKMINUZZO. Dim. di Vermine j
Verminetto. Lat. vermiculus. Gr. crztjir,'-
xtov. Lib. cur. malati. Si truovano le fec-
ce piene di verminuizi vivi. Lih. Masc.
Fanno per dì sotto de' verminuzzì vìvi.
VEUMO. V. VEhME.
VERMOCA>E. Sorta di malattìa, che
talora si desidera altrui per imprecazio-
ne. Frane. Sacch, nov. 4- ì^lo ti nasca il
vermocane : son Ìo così dappoco , eh' io
non vaglia più d' una prgnutla ? /'.' nov.
1:^4- Dagliene una, (he nasca loro il ver>
mucane. Lasc. Lelos. l\. 12. Io sono Laz-
zaro in carne e 'n ossa , in anima e in
corpo; Lazzaro, dico, tuo padrone; e
mille: che ti venga il vermocane. K Spir.
2. 5. Ella m' ba serralo 1' uscio in su gli
occhi: che le ven^a il vermocane.
VERNACCIA . Specie di via bianco .
Bocc. nov. Q2. 6. In una tovagliuula bian-
chissima gli portò due fel'e di pane ar-
rostito , e un gran bicchier di vernaccia
ài Corniglia . JJant. f urg. 2^. E purj;a
per digiuno L' anguille di Bolsena e la
vernaccia - Frane. Sacch, rim. 61. Una
polligtia con gran mescolanza Sul petto
poni, e bei della vernaccia. ^S'oder. Colt,
82. In questa stessa maniera $ì fa alla
vernaccia. F apprcs.<io: Prendi una tinoz-
za di dolcissima vernaccia.
§. Fd ancora I entaccia si chiama il
P itigno , e l' Uva , di cui si fa la ver-
naccia. Cr. 4" 4* 9" '-^ gl'oca, e la ver-
naccia , che avvegnaché appo noi buon
vino facciano, fannone molto poco. Frane.
Sacch. not-. 177. Pensò trovar modo di
far venire ma..;liuoli da Portovenere della
vernaccia di Corniglia. F più sotto: An-
dandosene per lo suo posticcio , il quale
credea essere vernaccia di Corni^li.i, vi-
de nuove ragioni d' uve al suo intendi-
mento . Soder. Colt. 12O. Le vernacce ,
siccome le malvagie, ne fanno poca (del-
l'uvaj, ma è il vin loro di polso buono.
* VERNACCIO. Peggiorai, di Verno.
. !Heg. (A)
* VERNADI". /-. A. Venerdì. But.
Inf. 21. 2, Lo cognoscimenlo dell'errore
lo Giovedì santo, sopra il Vernadi. (1^)
■{■ VERNALE. Add. Dvl verno. Lat.
hientalis , hihenius. Gr. X£t}j.-pn/c'i. G.
f ■ 12. 83. 2. Quando fu il solstizio ver-
nale. Guid. C. 2. 3. Ancora costrij;neva
gli albori vernali, di fronde spogliati e
dì verdi foglie, ri\eslirsi e nella tempe-
sta di rifiorire. A" altrove : Allora sono li
dì maggiori nell'anno, imjciciorrhè av-
vegnadiochè il corso del Sole sì distìngua
nell' anno per due solslizii, cioè estivale,
e vernale , ec.
§. Talora vale Di primavera- Lat. ver-
nus. Gr. ivpi-jo:. Cr. g. 2. I. E 1 co-
minciamento dì loro si dee fare dall'equi-
nozio vernale infino al solstizio.
VERNARE. Svernare. Lat. hiemare ,
hihernare. Gr. ^irz^S'ya^iiv. G. V. 7.
io3. 1. Lo Re di Francia prese suo con-
siglio dì tornare a vernare in Tolosana .
F 8- 4^- 2. Non volle che soggiornasse,
e vernasse invano. Dant. Purg. 2^. Co-
me gli augei, che veruan verso il Nilo,
Alcuna volta di lor fanno schiera.
§. I. Per Patir freddo. Star nel fred-
do. Pant. Inf 33. E forse pare ancor Io
corpo suso Dell' onibia rhc dì qua dietro
mi verna . But. ivi : Dell' ombra che di
qua dietro rai verna, cioè di quell'anima
VER
1695
che dirietro a me sta fitta nella ghiaccia,
ec. Vernare è fare verno , ed in questa
parte ìl piglia 1' autore per sostenere lo
Ireddo .
3 §. II. Per Esser di verno. Farsi
verno. Vetr. son, IJ7. Che prò, se con
quegli occhi ella ne face Dì state un
ghiaccio , un fuoco quando verna ? Lod.
Mart. rim. 3i. State securì omai dell'
aspra guerra , Che , quando verna , im-
bianca monti, e valli. Tass. Amint. 1.
Cor. Ma in primavera eterna, Ch'ora $*
accende e verna , Rise di luce, e di sere-
no il cielo. ^F Ger. i5. 54- Ne come
altrove eì suol . ghiacci ed ardori, Nubì^
e sereni a quelle piogge alterna (il sole)
Ma il Ciel di candidissimi splendori Sem-
pre s* ammanta , e non s'infiamma, o
verna (cio'f, non ha i bollori della steHe,
ne i rigori del verno). (D)
t' §. ilL l emare , vale anche Far
tempesta. « Tass. Ger. i3. 48. Vernò
in quel punto, ed annottò; fé 1] giorno,
E la sercnit'a poscia ritorno »>. (B)
g. IV. Per Far primavera. Dant, Par.
3o. Nel giallo della rosa sempiterna. Che
si dilata, rigrada, e redole Odor di lode
al Sol che sempre verna.
1.1 VERNARECCIO. Add. Lo stesso
che J'erncreccio , ma mfno usato. Car.
Long. Sof. 1. 2. A questo loco conveni-
va una gran moltitudine d'uccelli verna-
recci. (Min)
-:- VERNARICCIO. Add. Vernereccio.
Car. /;'/i.4-6l5. Quando le provide for-
miche , Delle lor vernaricce vettovaglie
Pensose e procaccievoli, si danno A de-
predar di biade un grande acervo. (Min)
VERNATA, l erno . Lat. hiems . Gr.
'/Hfj.(Jv . 0. r. 10. 197. 2. L' arebbon
guasto, se non fosse la forte vernata che
lì fece partire . M. V. g. 57. Benché la
vernala fosse e spiacevole , e aspra . Ci-
ri{f\ CaU-, 3. 103. Tanto che la \ernata
ebbe a passare. Guicc. Slor. 1. Soprav-
venendone massimamente la vernala.
VERGAIO. V. A. Vernata. Lat.
hiems. Gr. ;^-:(^w'v. Ir. Ciord. Fred. R.
La neve, che nel corrente veruato è tan-
te volte caduta. Tratt. segr. cot. donn.
Nel vernato si truovano più sane , che
nell'estate. Fr. lac. T. t\. 33. 18. Per
tutto esto veruato Le calzamenla lassale.
VERNERECCIO. Add. Da verno. Di
verno, o Buono per lo verno. Lai. hiber-
n/(.f . Gr. x^'-y^p'-^òi' G' F. 7. 74. 3.
Ci viene addosso il verno , e in Calavra
non ba porti vernerecci. Sallust. Jug. B.
Metello tosto ieee chiamare dai luoghi \ er-
nerecci tulli quelli ec. Cr. i. 5. 9. Av-
vengono loro febbri, nelle quali è caldez-
za e freddezza, e febbri \ernerecce, e not-
turne (cioè, che soglion venire in tempo
di verno). /7r, As. 271. Inchinandosi
alle vernereccìe brinale del Capricorno ,
senza aver mai cencio di ferro in pie, mi
faceva mesliero camminare su per que*
ghiacci.
VERNICARE. Dar la vernice. Inver-
niciare . Lai. sandnracha illinere . Gr.
<javo«_2a3;Ti ÌTZtypi'siy. lìorgh. Bip. 221.
Di due maniere sono le vernici da verni-
care i quadri.
VERNICATO. Add. da Vernicare.
%. Per, similit. Mil. M. Poi. Havvi
vasella veroicale d'oro, che tiene l'uno
tanto vino, che n' avrebbono assai più d'
otto uomini.
f VERNICE. Composto di gomme , e
ragie, e d'altri ingiedienti, che serve a
dare il lustro, e ad altri usi. Lat. san-
daracha . Gr. nrUiGV.p'J-'/r, ■ Lib. Astrol.
E da poi che è cosi figurata , sì si dee
inverniciare con vernice molto chiara. Te-
sorett. Br. i5. l36. Ella è mio fonda-
mento, E io suo doramcDto E colore, e
lBy6
VER
vcraice. lied. Esp. nat. 5. Son dì color
nero, Minile a quello del paragone, lijce
e lustre, come se avoicro U \ernice.
\ §. I. Per similit. Liscio. Hiin. ant.
P. N, Onest. ftologn. 2. l5o. Assai son
certo che sementa in lidi , E poa lo suo
color senza vcrnn i-, Qualunque crede die
la calcatrice Preuder bi pos&a dcutro alle
mie rìdi.
§. II. VernicCt è anche una Spezie di
gomma polverizzata , con cui si strofina
la carta prima di scrivere, litcett. l'ior.
5q. e da avvertirò che questo nume san-
daraca appresso agli Aralji siguiGca la ver-
nice da scrivere. /Jorgft. litp. j3iJ. Dan-
do prima un poco di polvere di oisa so-
pra le carte a inodu di vernice.
VEliNICIAHE. ì ernicare. Lat. sonda-
radia iliinere. Gr. savoz^ax'l s'TriX,-*^'^.
Jiorgh. litp. 174" Cunducciete con dili-
genza a 6uc r opera vu:>tra, la quale non
accader'a verniciarla.
•f ns VKUMCIATO. Add. Che ha
avuto sopra la vernice j e dicesi anche
invernicato e inverniciato, lìaldtn. I oc.
Vis- Ritoccare a bulino . Si dice a quel
lavoro che faaoo gli intagliatori iu acqua
forte, dopo a%er data e»sa acquaforte sul
rame verniciato e intaglialo , ec. (Jj
3 VERMWO. .4iid. Pi verno, /Ippar-
ienenie a verno. Lai. hiemalis, hthemus.
Gr. •/.ziixzpi'ói. 2\ic. J)av. Stor. 3. 322.
Una suliila vernina piog-ia non gli lasciava
ne vedere, ne udire,
* g. I. / emina f dicesi anche di Quelle
cose che si coltivano, e crescono nel ver-
no . - fSuon. Tane. 5. 7. 1 u se' un al-
tro fiore, un fior \ernino •». (J)
!r S. 11. l'^ave vernine t chiantansi Quel-
le che si seminano nell' inverno. (A)
# S- III- ì'ernino , e anche aggiunto
di Cnsc buone a mangiarsi neW inver-
no. (C)
VEnNIO . Aggiunto d' una spezie di
lino presso Cr. 12. Q. 1. Ne' luoghi
caldi si semina in questo tcmpu il lino ,
che volgarmente si chiama vcrnio ( il te-
.rto lat. ha vernuni ).
VERNO . Una delle quattro stagioni
dell' anno , la più fredda , la quale se-
guita r autunno, e precede la primavera.
Lat. hicins. Gr. X-','*^"''' Petr. canz. 'dS.
2. Ma pria fia '1 verno la slagion de"Go-
ri, Ch* amor fiorisca in quella nol*il alma.
Dant. /nf. 32. N^m lece al corso suo sì
crosso velo Di verno la Uanoia in Au-
klcricch . E l'tirg. 4- E che sempre ri-
man tra '1 Sole e '1 verno. AI. f . 8. 8.
E così triliolaroDo il verno, come la sta-
te , tutta la provincia . lioez. G. S- 23.
Tu costrigiii la luce splrndiente Di verno
a far più corta diiuoranza . Cron. idi.
72. Stavanii in rasa rinchiuso , santa sa-
pula d' altri, per istudiare il verno. Sen.
Ben, ì'orch. 7. l3. Immaginati ec. che
io mi sia messo per mare, aotorchè fussc
di verno , ed il mare pieno di corsali .
Alam . Colt. 2. 36. l'oi drilli il passo
ove all'uscir del vernii , .Sema spargersi
seme . ondò 1' aratro . A 5. 124- ^'urgar
conviensi. Che non resti una sol, che *l
len gì' ingumhrc , Delle harhc crudei e'
ban vinto il vern.» . Capr. Jiott. 7. i32.
Cirru all' aria, scblune ella pare a inulti
alquanto rrudctla i|ue' due mesi del cuor
del verno, tu potrai ce. ddemlcrtonc.
# §. I. /■-' figuratani. ì'erno della ven-
tura, per Tempo della disgrazia . Amm .
Ant. 18. 3. 10. I falsi amici nel tempo
della chiara vita presenti sono; ma lì lo*
sto che vcpguno lo vcrao della ventura
h\ Tulano vi.i. (D)
#§.!!. remo, per Burrasca, o J'en-
to hiirrascoso, come nel Lai. hiems. Zi-
hald. Andr. 102. Li ove la fona e il co-
lore del Sole uuD è, tempesta, e tuona.
VER
e lampa, e piove, e fa vento e verno.
Ar. fur. 18. 144. E volta ad or ad or
contea le butte Del mar la pioda, edell'
ornbd verqo » ec. E IQ. 4^* Castello e
halLidor spciza e fracassa L' onda luimi-
ca, e '1 vento oguor più fiero: >e paite
ritta il Verno pur ne lassa , La lagha e
duna al mar tutta il nocthiero. Alam.
Avarch. j6. ii6. Quale al miser aoc-
chier , eh' a nulle oscura , Poi che rotte
ha dal mar sarte e governo, E l'antenna
speuala o mal sicura Sffpr' arbor frale al
lempe;>toso verni'; Ch' ovunque ce. ^ng.
Met. 11. 167. E mentre dubbi e senu
leg^e vanno , Mei ciel cresce 0 nel mar
r orribil verno. (M)
'è §. 111. l'er Tempesta qualsiasi.
Chiahr. son. 21- ."^u breve carta Cesare
dipinge Gli orndi vejni del Tartareo ven-
to. J ass. Cer. il. 36. l'erchc repente ,
appena tocco , sparve (juel simulacro , e
giunse un nuvoì deiuu, Che porlo notte
e verno. (.M)
i? §. IV. l'erno , per sineddoche , in
cambio dt l'redjo , t' usò il Casa , son.
37. die al foco lor , se, com' io fei , t'
accendi, Mud ombra o pioggia, e non fon-
tana o fiume, >è verno allentar può d'al-
pestri monti. (Mj Chiabr. rim. Me d" a-
spro Borcji, l'tr nubi gelide Scoto alcun
verno. (Br)
* VEIOO. Add. Di primavera , così
usato alla latina da l.or. Med. son. 45.
Come di Icmpo in tempo verdi piante Hcl
Terno sole e pel terresti e umore Produ-
con altre frondi e nuovo fiore. (^^)
3 VEUO . Susi, lenta. Uniformità
delle nostre idee coi fatti j ed anche la
Concordanza dei nostri detti coi nostri
sentimenti, o coi nostri pensieri. Lat. ve-
ritas, vcrum. Gr. à>yjr£ta, to' aiiià^;.
JJut. Lo vero è obbietlu dello 'nlelletloj
e come l;i cosa veduta è ulibielto del ve-
dere , e non si può comprendere &ensa
meno della luce; cosi lo vero non si può
comprender d.illo 'utelleito se non per
mezzo del lume naturale, lo quale è mes-
so neir anima da Dio. /Jocc. nov. 79. 6.
Egli è il vero , che '1 mio compagno ed
io viviamo cosi lictameute . Dant. Par.
2. Fia per se nulo, A guisa del ver pri-
mo , che r uom crede, /i IO. Che se 'I
vero è vero, A veder tanto non surse il
secondo. fC appres.to: Sillogìizò invidiosi
veri. Detr. .-con. l35. lo, che lalor men-
zogna , e talor vero llu ritrovato le pa-
role sue , Kon so se '1 creda . Boez. G.
S. Chi a due ver tante battaglie involve?
/•.'appresso.- Ovvero e, rlie discoidia uuu
lace I veri star di lungi. Boez. l'arch. 5.
rim. 3. Qual Dio tal guerra tra due veri
pone, ec.
# 5. I. Dire vero, o il iero, vale fia-
gionare con fondamento di verità , Dar-
lare .fecondo verità , e sema mentire .
u Bocc. nov. 79. 20. Per certo voi dite
'l vero, disse Bruno. But. Mostrava che
dicesse vero j impcrocchi; '1 vero si dice
co» ardire. Sen. Ben. I arch. 6. 3|. Woi
Don tiovemo pensare che Agrippa e Me-
cenate soli gli dicessero il vero , i quali
se TÌ%uti fiisicro , sarebhono aocora essi
itati dÌMÌmulalori ». ^ V^
* §. II. thre il vero , figiiralam. di-
cesi d' Ogni cosa che secondo l'esser suo
tenga del buono, dell' eccellente, del per-
fetto . '^'agg. nat. esp. 2. E dunque ne-
cessario si per questa esperìenta ec. »ì per
altre ec. avere strumenti tali , imde pos-
siamo assicurarci , che e* ci dicano il ve-
ro. fC)
Jji §. HI. Dire il vero , parlandosi di
alcun " Membro del corpo, vale Far bene
l' uficio suoj e i\on dir più il %'ero, vale
il contrario . Malm. 10. 23. Fa prova ,
gii discesa dal destriero, Se le gambe le
VER
dicco meglio il vero ■ Lasc. Spir. 3. |.
Ora m'avveggio io ch'io sono invecchia-
to , che le gambe non mi dicono più il
vero. (CJ
§. IV. T'ero è, È ben vero che, e si-
mili, vagliano Tuttavia, J\'on per tanto,
■\ondimeno . //ant. Par. I. Vero è, che
come forma non s' accorda Molle fiale al-
la 'ntenziun dell'aite, ec. $ Bocc. nov.
10- 4- E il vero, che cosi come oell* al-
tre cose , è in questa da riguardare e il
tempo , e Ìl luogo » e con cui si favcl-
la. {/ J
* §• V. .\on fu vero, in forza dì .\on
ci fu verso, o simile. JVov. ant. 78. An-
dò caendo colui , a chi 1' avea data: non
fu vero , che mai il trovasse. { T'J
•f- g. VI. Salvo il \cro , maniera che
si usa Quando nel raccontar checchessia
si può dubitare che il fatto stia altra-
mente. /'. SALVO, i;. V. fCj
* §. Vn. L vagita ìl vero, o simili,
maniera delia quale altri si serve allor-
ché nel ragionare vuol venire alle prave
di quello che ha affermato . Hip. Impr.
23l. Guatale ora wn s* ì' ho avuto giù-
diiio , io non dico per lodarmi; vaglia a
dire '1 vero. (C)
%. Vili, in vero , e Da vero , posti
avverbialm. , vagliano ì'eramente . Lat.
vere. Gr. à.»TiZtày. Bocc. nov. 77. 38.
Li quali Ìo nel vero non seppi bagnare
di Ligrime . l-'ir. Disc. an. 9. Ma gnar-
daudulo fi&o nel Vidto, per vedere se egli
diceva da vero, ec. / arch. Stor. |5. Ha
detto sempre, e dice, che ella fu più che
da vero, t ecc/i. .ìtogl. 4- li. Io sto A
veder se voi dite pur da vero. lied. Dì-
tir. 18. EU' è da vero , eli' è ; Arrostala
un po' in qua, E colmane per me Quella
gran coiq>a là.
^ §. IX. /'er tvro, lo stesso che Da
senno . / it. SS. Ì'ad. 2. 2^2. Tu credi
forse che 10 ti dicessi per vero , che lu
facessi carilade a quei poveri ; ma credi-
mi, che per giuoco e sollauo il li dis-
si. (V)
§. X. Diciamo in proverò. Ogni l'Cro
non è ben detto j e vale, che Talvolta giova
tacere /a verità.
§. XI. /■," parimente .' /l vero non h^t
risposta j al quale allude /' Ar . f-'ur .
21. 69. Perche non ben ris|>osla al vero
dassi ■
3 VERO. Add. Che contiene in s* ve-
rità. Lat. verus. Gr. a>«3'.'>- Bocc. nov.
60- 22. Vera rosa è. che io porto la penna
dell'agnolo Gabriellu. /',' nov. 96. 17. R
tanto più r aOlisvero , quanto più vere le
conoscea. Amet. 6t). Io diro forse cosa non
credibil.nia \era. £"86. Maiavigliose e ve-
re reputarono le parole del patlante Acfai-
mcnìde. Bim. ant. Cin. 37. i a fama sua
al mondo e viva , e vera . iìoes. C. S
12. Ed era usalo di cercar le %ere ca-
gioni . # Gal. Gali. 2^- Avendomi lo-
dalo lo scrivere come siogolar meno per
far conoscere il vero da) falso , le reali
dalle apparenti ragioni (Cf
f §. I. fero, talora vale Legittimo .
Bocc. nov. 3. 8. Si rimase U qui^1iune ,
qual fosse il vero erede del padre , in
penilenle .
* g. Il Vero, vaie anche Unico e
Principale, m tìocc. nov. 95. io. Non ti
sia noia d* aprirmi la vera ca&Ìoae , che
qu! a cosi falla ora v' ha Ulta veni*
re H. CO
^ §. III. l'ero, vale anche Che ha
tutte le qualità essenziali alla sua natu-
ra; Che e in realtà quello che altri dèce
es.tere j ed in questo senso si prepone
I ordinariamente al sostantivo. S- Ai!^-ft.
C. /'. Li Ciiklianì veneratori del vero
Dio, e desidcratori della superna patria,
da questa scellcrateaia si guardcranao .
f
VER
Varch. Giuoc. Piti. L* uso è quello che
fc il vero maestro. Cutcc. S(or. io. 123.
CoDsiderasse quanlo pregiuditio potesse
esssere alla Sedia Apo:ilolica e a se alie-
Dirù dagli amici veri e fedeli» peradcti-
re agi* inimici ricoocìliati. (i'j
^ §. IV. / erOf talora si usa in forza
à" avverb. e vaie f emmfnte. t'r. Ctoni.
%52. Il fìgliuulo di Dio non esce vero
dal Padre, uè il Pudre d^l figliuolo , ma
il Padlre è nel Figliuolo , e il Figliuolo
h Del Padre . l^'it. S. M. 3/adJ. 49. E
dicevano : vero costui ene Figliuolo di
Dio. ì it. S. Domit. 285. MoD daunano
però i Cristiaui il matrimomo, coociossia-
cosacbè il nostro maestro 1' approvò vero
una volta , quando andò alle noite. ( l )
VERO^CELLO. Iiccol verone. Bern.
Ori. 3. 7. 17. Di sopra aveva un veron-
cello adorno Con colonnelle d* ambra e di
cristalli .
VERO.\E. Terrazzo^ o Loggia. Lat.
manianum* lìocc. nov. 44- 7- '« farei vo-
lentieri fare uu letticello in sul vcroae che
è allato alla bua camera , e sopra il suo
giardino, h nmn. 9. Serralo uo uscio che
della sua camera andava supia '1 verone,
similmenle se d' andò a dormire . Bern.
Ori. 2. 28. l3. Slava Agraniaule ia quel
tempo a danzare Tra belle donne sopra
ad UD verone. Alani. Gir: li. 78. Dì ve-
rone in %eroo per man mi mena. Bemb.
Asci. I- 8. (Quindi da* piedi e ddlle pa-
role portale , ad uu verone perveonero .
Ar. Fur. 5. 9. Si può di quella in su
un verone eotrare , Che fuor del muro
al discoperto uscia. E st. 47. Sopra il ve-
ron, che in modo era localo. Che mi sco-
prìa dinauzi e d' ogni lato. Malm. 7. ^8.
eh' una cuffia, eh' e' vegj;a a un verone,
Di posta corre a far lo spasimalo.
Sr §. Verone, tra gli uomini di carn-
pai'na , si dice ad un piccot terrazzo co-
perto, nel quale termina la scala di fuo-
ri, e per cui s'entra nel secondo piano
della casa. Baldm. Voc Vis. (JJ
* VEROSIMILE. SusL lo stesso che
f'erisimtle . Bus. 175. E non è verosi-
mile , che quello che io ho tutto tempo
di mia vita guardalo , eh' io mettessi al
niente. Plut. Jdr. Op. mar. i. 390. S'
esamini qual de' nostri delti e falli ec.
porse la somiglianza e '1 verosimile a tal
calunnia. (C)
•f VERRETTA. Freccia a foggia di
piccolo spiede , da lanciar con mano , o
colle balestre j P errettone. Morg. 1. 63.
Dall' allro lato passo la verretta, Onde '1
cignal giù morto gamlietlava.
•f VEhRETTO^li . Crossa verretta
che si tirava colla balestra . Lat. veru-
tuTti. Gr. to' ^f-cf-x'^y '^'^^ ®S^ ^e'ioi. G.
r. 12. 20. 5. Comliattendo però franca-
maule il serraglio, molli ve d' eMie fediti
di sassi, e di veri elioni di balestra. E
12. 66. 3. Cominciare a saettare con lo-
ro verrettoni. Cron. Mordi. 286. Tu ve-
devi di continovo dugenlo verrettoni Dell'
aria. Frane. Sacch. nov. 36- Saettòe uno
verrettone verso il greto d' Arno. E ap-
presso: Con meno di cinquanta verretto-
ni si sconfi^gerclibono li nimici . Morg.
10. 4^- Avea nel capo cento verrettoni.
•f VERRICELLO - Macchina a vite
per sollevare con mediocre forza gravi pe-
si. È anche una specie di argano. Buon.
Fier. 2. 4- l5. Argani, verricelli, e ta-
glie, e conii.
* VERRINARE. Term. di Marineria.
Traforare, Bucherare, Foracchiare. Lai.
perforare. Gr. Tpunàv . Red. Oss. an.
60. Quei moltissimi e lunghi tarli ec. le
rodono ( le navi > j le trivellano , e , per
valermi d* un vocal'olo maiinare^co , le
verrinano. (*) E lelt. in Magni, voi. 1.
pag. 243. ( Fir. 1769 ) Voglio favellare
VocabolariQ T. //.
VER
di quei vermi o tarli che rodono le ta-
vole delle navi, e, per valermi d'un vo.
cabolo marinaresco, le \eriinjno coti gran-
dissimo danno delle navi medesime . (l/J
VhRRO- l'orco non castrato. Lai. ver-
res . Gr. X^^P^^ • f^"^^^^' Fibbr. 38. 1
verri aguale si debbono congiugnere alle
troie per generare. M. V. II. 35. Di-
sperando, ionie un verro accanalo si di-
rizzo a Oiuvacihinu . Uitfam. 2. I. Che
stava alla difesa come un veiro . Buon.
Fier. 5. 5. 6. Fusser tolti a un asino, o
a un verro.
VERRUCA. V. L. Porro, nel signi/ìc.
del §. XI. Lat. verruca . (ir. c/'x.fOX' P-
OCj'v . Cr. 6. 95. 4- *-3 pouelìana di ^ua
proprietà eradica le verruche, se si stio-
picceraono con essa.
V VERRUCANA. Aome volgare di una
spezie di p.etra , di cui si fanno le maci-
ne degli edifzii da olio. (y4j
VERRLTO . r. A. Sorta di dardo.
Lat. veru. Or. o^ù-ó^. liv. M. il Con-
solo era ferito d' un verruto nella spalla
manca, che poco meno avea passato d'ol-
tre in oltre . / ee;ez. Verr'a a combattei e
colle pila , cioè verruti» e a mano a man
colle spade .
VLRSACCIO . Peggiorai, di Verso j
Verso cattivo , Lib. San. 108. A te ri-
spondo questa volta sola A motti tuoi
versacci iu gelatina. ^ Uerit. leti. Sì che
palavi per un zucchero a vostra posta ,
che V* abbi scritti questi qualUo versacci
così a mal in corpo. fCj
VERS.^MEN 1 O. Il ver.inre.
•f * VERSANTE. Che versa. Che
spande. Saìvin. Odiss. IO. 532. Trovai
di poi Nella veloce nave i grati sozii Com-
passionevolmente lamentaiitisi , Versami
calde ed abboodaulì lagiirae. (A)
VER^ARE. l are uscir fuori quello che
è dentro a vaso, sacco, o a cosa simile,
rovesciandolo , 0 facendolo traboccare , o
spargendolo in altra maniera. Lat. effun-
dere , spargere. Gr. fi/jjéiiv, ix.y-j'iiit .
.ToV. ant. 83. 4- Tulle le noci lece ver-
sare per la sala, e poi a una a uua jjliele
facea ricogliere, e nmetler nel sacco. Al-
bert, cap. 6. A' bisognosi, e non alli ric-
chi, dee fcovveniisi, perciocché versa chi
mette in pieno. / etr. soa. 2o3. L* una
pia^^a arde , e versa foco e. 6amma . E
238. A che pur versi Degli occhi tristi
un doloroso 6ume ?
^ §. I. £ in signifc. att, per Gettar
fuori. Buon. lier. 4- 5. 3. E 1' interesse
r alma interessala Versò , poiché la fede
anche 1' offese. (C)
§. II. Jn signifc. neutr. per Traboc-
care . tv. 4- -J'- 3' l-a bocca del lesto
tura, o di altro vaso, e inchinalo, ch^
e' versi. E cap. 29. I. Immaginar si con-
viene quanto il mosto a bollire crescer
possa, acciocché di sopra non versi * far.
En. Itb. 7. Quando V onda più ferve e
spuma e versa, E U suo negro vapore a
r aura esala. (Brj
g. Ut. Versare, per BovCiCiare. Gtiid.
G. Assalìo Antenore, e si forte il costrinse,
che egli il versòc da cavallo.
g. IV. Figuratam. Boez. Varch. 4-
pros . 5. Conciossiacosaché la Lealitudme
di coloro che reggono si trasfonde, e ver-
sa in un certo mudo ne' popoli sudditi, e
circonvicini. Borgk. Fir. dtsf. 252. Kon
si debbe versare la colpa tutta addosso a
questi nostri scrittori . far. lelt. \. 60
Tanta liberalità, con quanta 5. S. Reve-
rendissima si versa sopra di me , non è
cosi conveniente alla indegnità mia, come
alla sua grandezza.
* §■ V. Versare, per Stare , Consi-
stere. Cavale. Med. Cuor. 37. È alcuna
ira che 1* nomo hae dentro, ed è alcuna
che si mostra in parole , ed alcun' altra
VER
>697
che ti versa ìn fare molti mali. (V) Ar.
Fur. 38. 38 E qui si versa il caso mio;
rb' errai A lasciar d^ arme V Africa sfor-
nita, (l'è)
§. VI. Versare, si dicono anche i va-
si, o cose simili, quando 1 liquori, o al-
tre cose Jlitssibili, escono per le rotture
di essi. Biirch. 2. 6. Ma cocitura par di
marron lessi, E non si versa mai ne' bic-
chier fessi. ^ Dav. lete. Se it Lupicino è
costi ec. lo ricerchi di qualche impiastro,
o ricetta , per dare sopra allo intonacato
a certi canali per vendemmia ec. che gio-
vassero non solamente al non versare, ma
alla crudezza della calciua. 1 C)
g. VII. / ersare, figuratam,, per Con-
sumare, Spendere prodigamele. Scialac-
quare. Lai. prodigere , proftindere . Gr.
xo:T0'-va)i'5/:»v, /aravaio^v. Albert, cap.
38- Molti hanno versato lo loro patrìmo*
nio , non consigliatamente distribuendo .
Clini. G. Le sue ofleite in grande ab-
bondanza d' oro e d' argento con dismi-
surala larghezza versòe.
g. Vili. Versarsi , neutr. pass., per
adirarsi subitamente , e furiosamente .
Lat. graviler indignari. Gr. ^y.ziùi^ opyi-
CìsSai. Cavale. Frult . Itng. Fogniamo
che per allora paiano pacÌ6ci; se adiviene
che sieno messi alla pvuuva, incontanen-
te si versano, e mostiano il veleno che
hanno dentro, l'ranc. Sacch. nov. 48. Di
che Lapaccio si comincia a versare dicen-
do : deh morto sii tu a ghiado, che tu dei
essere uno lubaldo. v Tac. Dav. Ann.
1. 7. Contro Alerio si versò immanti-
nente: a Scavro più inviperaio non rispo-
se. (Dì
^' §. IX. Versarsi ia alcuno , vale
porsi in suo arbitrio , e volontà, Com-
metterglisi. Med. Aib. Cr. 48. Io mi ri-
metto tutta nelle tue braccia , e versomi
in te. (C)
-\' g. X- Versare, per Cangiare, al
modo de Latini. Dant. canz. (Tre donne
intorno al cor mi son venute, ec.) L'esì-
lio che m* è dato , a onor mi legno ; E
se giudizio o forza di destino Vuol pur
che il mondo versi I bianchi fiori in
versi, Cader tra' buoni è pur dì lode de-
gno. (M)
^ g. XI. Versare, per Volgere. Lai.
versare. Ar. Fur. 45. 4- ^* vede per gli
esempi ec. Che 'l ben va dietro al male,
e 1 male al bene ec. , E che Gdarsi all'
uom non si conviene ec. , >è disperarsi
per fortuna avversa, Che sempre la sua
ruota in giro versa. (M)
•f -^ VERSATILE. Jdd. Che può
volgersi e rÌvolf;ersi, Cirevolej e figura-
tam. Maneggevole, Pieghevole. Per lo più
si due di cose morali . Marchett. Liicr.
5. 2l38. I vigilanti Globi del Sole e della
Luna intorno Girando, e compartendo il
proprio lume Al gran tempio versatile del
mondo, Agli uomini insegnar come dell
anno Sì vol};an le stagioni. (^J
•f * VERSATILITÀ'. T- L. Quali-
tà di ciò che e versatile . Lat. *versatilitas.
Gr. su'JTpscta. Sali in. Pros. 2'osc. I.
494- Benchi: in alcuni ( animali ) certe
oinie di ragione in lontananza n appaia-
no, pure per infinito sp.izìo distanti sono
dalla celerilà e soltigliezza e versalilità e
fecondità dell' umaoo, per cosi dire, crea-
tore ingegno. {')
VERSATISSIMO. Superi, di Versato.
Pratichissimo, Espertissimo. Fr. Giord.
Fred. B. Religioso mollo esemplare , e
versatissjmo per quel secolo nelle lettere
sacre. Bed. Vip. I. 25. Mollo mi mara-
viglio che ec. Marco Aurelio Severino ,
versalissimo, nella cognizione delle vipe-
re, ed esperinienlalissinio, dica ec.
VERSATO. Add. da Versare. Lat.
sparsus,effusus. Gr. s'czzc/ig'voc. Bocc.
2l3
1698
VER
ROf. 35. II. Vollero vedere che dentro vi
fosse; e venata la terra, videro il drappo.
K nov. Aj- 18. Che direste voi, maestro,
d' uoa gran cosa , quando d' uoa guasta-
detta d' acqua versala r<ite sì gran rumo-
re? E nov. 71. 7. Io voglio veder quanti
tono; e versatigli sopra una tavola, e tro-
vatigli esser dugento, seco forte cooleola
gli rispose. Lah. 293. Come v'eri per me-
co, che l'acqua versata dopo le trcT
•f §. I. Per Pratico^ Esperto. Lat. iW-
tattti . Gr. ;^7r;tj30; , fXt-'str,ix'ji-t . Ir.
Giord. Pred. fi. Religioso molto versato
nelle sante scritture . # Castigl. Cortte-
l. 2. Tra gli uomini noliili e versati nelle
corti e neir arme , e nelle lettere ec. so*
nosi lasciate molte parole. (Dj Gal. Sist.
46. Toglietevi pur giù dal pensiero e dalla
speranza che voi avete, che possano esser
uomini laolo più dotti, eruditi, e versati
De' libri, che non siamo noi altri.
# ^. II. yersatOf per l'oUato su t più.
Ar, Fur. 3o. 23. E dentro un'urna quel-
li hanno rincliiusi, Versati molto e soxzo-
pra confusi ( qui parlasi di brevi rime-
scolati in un'urna). (M)
VERSATOLE. Che versa. Lib. Astrai.
La prima di quelle, che sono dentro dal-
la forma si è quella che è nel capo del
Tertalor dell' acqua (qui per lo segno ce-
leste detto Aquario).
VERSEGGIARE. Far versi. Lai. i-er-
sijìcari , poetari. Gr. eTroTTOis*-.», pa-^w-
év.v. Tae. Dav. Ann. x3. i6ì. Semi di
dottrina mostrava nel verseggiare, lìemh.
pros. I. l5. Il verseggiare con essa , ed
il rimare a qual tempo incominciò, e da
quale nuziodt si prese egli ? Allrg. io3.
E di qua veo^a, che ciascun verseggia In
casa vdstra con manco fatica, Che non fa
la mia fante una coreggia . farcii. Fr-
col. 5l. poetare , o poetef^giare s' usano
non st)laniente per iscrii-erc in versi, che
noi diciamo verseggiare , e più lalina-
raente versificare , ma propriamente rima-
re.
•f # VERSEGGIATORE . Ferhal.
niasc. Clic, 0 Chi verseggia. Versifica-
tare . Uden. Xis. 5. 18. Versi ce. com-
pilati con un certo ritmo ec, secondo il
genio e 1' ingegno de' verseggiatori. (A)
ò'egner. Paneg. S. Mef. Quell'acuto ver-
seggiatore, non so se più nelle cose serie
maestoso, o nelle giocose festevole, o nelle
satiriche amaro , ce. (Mj Pallav. Tratt.
•S'til. rap. 25. In tali composizioni non
sar^ liiasimevfde descriver V aurora ce. o
la prim.itera co' viaggi di quelle comunit'a
che in tal tempo da varii luoghi sogliono
congregarsi, rome fu un ec faceto verseg-
giatore, (fi)
•f * VERSEGGIATURA. Propria-
mente Maniera di vera ggiare . Bellìn.
Cic. in flucch, 16. l'ero stasera vi cica-
lerà verseggiando, e la sua verseggiatura
sari UDO di certi suoi due procmii ch'egli
ha fatti 'qui è preso per Lo stesso com-
ponimentu poetico , mn schenevolmen-
tej, (A)
* VERSERELLO. Pim. di Verso;
Versetto, I ersiccìiiolo, f'ersuizo. fìellin.
Leti. 4* 1* 274- Lasciamo pur campare
quel povero verserello, e lilieriamolo , 0
assolvi.imolo da ogni accusa. (Ci
VERSETTO. Dim. di f'erjto. Lat.
versictilus. Gr. art^iflifl^- Coli. SS. Pad.
La qual rosa leggiamo che *1 Profeta di-
ce per uno versetto nianifeslainrnle. Cron.
Itforell. 35l. Riguardava qurst«t ucccllu ,
aspettando che esso s* apuress.isse verso
lue, o che esso cantasse un altro XTsel-
lo. Lih. Son. 20. E' piovon giù dal cicl
versi e versetti , Come piovve la manna
nel diserto.
^ g. Versetto , Trrm. degtt I\ccle$iii-
stiri. Parole ordinariamtnte tratte dalla
VER
sacra Scrittura , che si dicono 0 si can*
tana nell' Offjzio delia Chiesa general-
mente dopo I Capitoli e gì' Inni prima
del Pesponsoho , e dopo il Hetpvntorio
in Jiue delle f.ez'oni. Dicesi anche a quei
piccoli periodi o membri, ne' quali si di-
vidono i Capitoli della sarra Scrittura, e
cfte contengono per lo più un senso com-
piuto. (A) Guicc. Star. a. 67. Soliti a in-
terpretare , che <yuel versetto del salmo
che contiene che in tutta la terra usci il
suono loro , e nei conBni del mund» le
parole loro , significasse che la fede di
Cristo fosse per la borea degli A[K>stoti
penetrala per tutto il mondo. ( l.)
VERSICCIUULO . /iim. di / erso j
Piccolo versetto . Lat. versiculus . Gr.
sri^'oiov. Hocc. f.ett. Pr. .s. Ap. MA.
Lui sjieise volte veggiamo intra' più som-
mi sedere e parlare ec. . ed alcuna volta
mandare fuori alcuni* parole che sanno un
poco di gramalira, liliri palesemente tras-
sinarc, e leggere alcuni ver*icciuoli.
* VEHSH:ULO. Versetto, Versicciito.
lo. Biit. proem. Ciascuno canto si divide
ne' suoi rilimi , e gli ritimi nei versicult
( così legge il Vocabol. alla voce RITI-
MO). (li)
* §. Ti per Terzetto, o Tenina. Ott.
Com. fnf. 17. 317. Dice nella fine di que-
sto versiculo che vide gente ec. sedere in
sulla rena fC)
5 VERSIERA. I^ome finto di un De-
monio, tìforg. 5. t\z. Hai tu veduto Co-
stui, che certo la versiera 6a? fìern. (h-l.
3. 7. 55. Come il diavol si fugge , o la
versiera .
'«' §. I- Versiera, talora dicesi di Per-
sona Cattila, e maliziosa . m Fir, Trin.
I. 2. E che si, che questa versiera forra
pigliar due fave con una colomba »•? (S)
^ g. IL Versiera, talora si pi-^lia per
Traversia , Disgrazia, 0 simile, m J^falm.
8. I. Alille disgrazie pos.iono accatlerc ^
Mille malanni, diavoli e versiere ». ^('>
VERSIFICARE. Compor versi. Lat.
versificare, versus facere. Gr. i'-0T5ttìv,
p'x-ìfùìòù-i. G. V. 9. i35. 2. Fu sommo
poeta e Glusofo, e retlorico perfetto, tanto
in dittare e versificare , come tn aringa
parlare. Lah. 168. E quivi stando, ope-
rando e versificando, esercitar lo 'nge^no.
fMtlam. 6. 3. Indaruo qui la mia penna
versifica. Varch. Frcol. 5l. Poetare, o
poeteggiare s' usano non solamente per
iscrivere in versi , che noi diciamo trr-
seggio re , e più Ialinamente versificare,
ma propriamente rimare, ec.
^ 3- P^*" Spiegare, Fsporre, J^cr vi-
vere in versi. Ott. Com. f'urg. Si. 55»).
Mostrossi tale, che qualunque poeta fu
mai più suflìccnte , greco, o latino, par-
rebbe a*ere la mente e lo inlcllclto ini.
pedito, se li volesse versificare quale ella
parve. /Ti'ar. 18. 120 Invoca l'allas ce.
che lo inlumini a sapere e potere versi-
ficare le figure che di se faceano quelle
anime licate. (C)
* VERSIFICATO. Componimento m
versi. Cuidott. Reti. Tuli. pag. 5. (fio.
fogna 182.)) E, come conlaremo per lo
'noanii nel versificato che fece il grande
poeta Virgilio , e nel tempo che fu ec. (Li)
t VERSIFICATORE. Verhal. masc.
Che, o Chi fa versi. Lat. versificator .
Gr. i'tottoio's. Bocc. no*: 7. 6. Fu oltre
ad ogni altro grande e presto versificato-
re. Ott. Com. Par. 31.678 la qual de-
scrizione assai h sofBcente a trallarr a ver-
sificatore, ovvero poeta, /led. Vip. 1. 36.
Cnmr noi veiiiamo al d) d'oggi molli ver-
sificatori sovvenir loro qualche itrnvirrn
che abbia del pellegrino e ilrl frizzante a*
b>r<) gusti , VI adattano subito il concetto
per un sonetto. F 86 Un greco versifi-
catore, detto Manuel File ce. , tulio ciò
TER
descrive. Varch. Ercol. 269. Versificato-
re è nome vile, e di dispregio rispetto al
poeta ; perchè sebbene ogni {>oeta « ne-
cessariamcnle versificatore , non peicio si
converte e rivolge, che ogni versificatore
sia poeta. * fiuon. Fier. 5. ^. 6. Dichia-
rando fra questi 1 sollatzevol versificatori
E i satirici buon non dover porsi , Che
giusta in ben conun fanno altmi guer-
ra. (Bt
•f * VERSIFICATORELLO- Dim. di
Versificatore . Sfagni, f.ett. scient. pag.
l^-;. ( unsideri V. F. quanti componimenti
di poeti si trovano in morte di bestie ec ,
e se V* è versificaiorello che alibia un pò*
di straccio di cicisbea, alla quale mureàdo
o li micino , o ec. , non faccia snbito V
epinicio. (A)
•^ * VERSIFICATORIAMENTE. Av-
verò, tn modo versificatorio. (JdeH, Nis.
4- 25. Avea ritratto un abito srieoUficu
di far versi e d' improvvisare versificalo-
riamente con quella tacilità ch'avrebbe fat-
to un altro par'ando familiarmente. (Af
*! * VERSIFICATORIO. Add. Ap-
partruente alla versificazione. (Jden. fS'is,
5. l8. La nostra presupposiciooe, che gli
antichissimi versi non fossero composti con
arte ver>ificaloria, ma iroprovvisameote, o
pensatamente compilati con un certo ritmo,
ec (A)
:> VERSIFICAZIONE. // l ersifica-
re. (Miu)
VERSIONE . Rivolgimento . Lat. wr-
sio . Gr. Tsorroi G. V. io. 62. I. Di
ciò fu cagione la versione di Marlene di
Saturno .
5. Per Traduzione . Lat. versio . Sal-
via. Disc, I. 219. Non mancarono di co-
loro chr, non conlenti a quella, una nuova
versione greca intrapresero. F appresso r
Intorno all'anno di Cristo trecento la ver-
sione de' Sellaola finalmente fu emendala
da Luciano Martire e da Esichio. /■.'3l8.
Porrò qui il passo, com' egli e slato dall'
incomparabile abate Regnier nella sua leg-
giadrissima e piena di (utie le grazie ver-
sii)ne toscina mirabilmente voltato.
•f * VERSIPELLE. V. L. Add. Fur~
ho , Maliiioto , Versato. Salvin. Buon.
Fier. 5 fntrod. \ Poppii arsigogolantt
ce. TOÌ'JTpoTTOi, che è il titolo che dona
Omero ad Ulisse; astuto, versipelle. Lat.
versutuM , versipellis. (A)
VERSO. Membro di scrittura poetica,
compreso sotto certa misura di piedt , o
di sillaf'e. Lat. versus, Carmen, metrum.
Gr. trco\ OTi'xoi. iii^p-*- Pont. fnf. 9.
Mirate la doiinna che s' asconde Sotto '1
velame delli versi strani. E 20. Di nuo-
va pena mì convirn far versi. Boct. g.
i. />. 16. Le donne gi^ mi fur ragione
ai comporre mille versi . E l il- Dani,
255. Tutti gli alti degli uomini , e i lor
meriti, poelicando, volere sotto versi vuU
gjri e rimati racchiudere, floez. (ì. S. g.
Io, che composi giÌ versi, e cantai Con
istudio fiorito, ec. fìoes. Varch. |. rim.
I . Ecco le suore meste , e Fel»o stanco ,
Versi mi drttan lagrtmosi. Tac Dav. Ann.
\'\. 188 Faceva levare, e porre, e rah-
brrciare i versi suoi} e ben si paiono allo
siile stentato, rotto, e non di vena. Ar,
Fur. 34- 77. Di cicale scoppiate imma-
gine hanno Versi che in laude de'Signor
si fanno.
g. 1. Verso retto, a distinzione ilet
Verso intero , si dice (Juel verso che è
più corto di undici sillalie. Bemb. Pros.
I. 19. Rilrttvaroenlo provenzale è statolo
usare ì versi rotti ; la quale manza, per-
riocrhè mollo varia in quelli poeti fu ,
che alcuna volta di Ire sillabe gli fecero,
alcuna altra di quattro, ed ora di cinque
e d' otto , e mollo spesso di nove , olirà
quelle di iclte e d* undici } avvenne che
VER
labe, nou fece. ^
+ e 11 l'erso, diciamo anche il Can-
loJ^i .iccM. L.t. porr,',,... Gr. 5T<--
OU
cUi,
Dcriliverd. ram. .jntanau r<a.e>oli ^er
Ti Se da» ano agli orco.h, lol.mon.anra.
Irfr. c.«. 38. 1. E gU augel 0... .nc„-
,ni„ciar lor ver» . Br.„.. Ju..e/. i. a^g.
Cosi fa !■ UM6»uolo. Serve del vmo solo
fi. 111. 0,.A J....""» "■ pro.eri.j Opni
««//» Aa </«>"• .' -"" '■'■'■"",':•'/",:
U. che Ognune .ice 'J^y'Vs o Mi
s,.a cond...one. Cccch ^P\\^^'°^ll
maraviglio di voi; ogni uccello Uà a lare
^riy"7areun.erso,.a!eFarlan,e.
Jima c'osa. ìM"--] >• the giorno, e
DOlle sempre fa un »crso.
e V Icrso, per Ar,a di suono, o di
cito. Lai. rh_y,n,us. Gr. P^l^'^-^'"^
e 6 r. \ì Trovarono le donne, che la-
ferano una carola ad un verso .he face-
va la Fiammella. Cr. 9 77; !»• U«.''
guardalor de" porcr avverar le l'"''. >;^-
che facciano ogni cosa al verso della xam-
''"rVl. ;'er.to, si dice anche una Biga
discriUura. t. Da.. Lei!. 2. lìacc al
Non dia omhra, che quel prmio foglio o
Latino abbia le facce di un verso meno .
. nuesl- ultimo volgare d un più . SaU
jl.ert. .. 1.8. E se in quel tempo s.
fosse usala la noia dell' apostrofo o nel a
6ne del verso il contrassegno della parola
moaxa.ec. E I. 3. i. 7.5. Quando nel
Ene della riga la parola non si può corn-
piere, e che dividerla in siUabe perciò fia
di mestieri, con una breve linea nel de -
to Sd del verso ec. .1 dello Ironcameuto
si vuol significare. (!') Car. leti. 1. 53.
Di graùa scrivetemi un sol verso, che le
vostre cose vanno bene. (Ci 1
S fi VII. Verso, per Modo , ' '" •
Lai. modus, ratio. Gr. TfOTlo;, ioyo?.
Bern. Ori. 2. l',. 63. Benché Ottacch.er
s- adoperasse assai Per fargli rivoltare alla
baltaglia. Rimedio , o verso alcun non vi
fumai. rWi. Ercol.kl- Ne P-P"
verso alcuno recarsi a credere che cotale
opera sia di Dante.* Borglr Ong. f .r.
3lQ lo non credo che la bisogna pas-
sasse punto pel verso che costoro s. ere-
dono. ( V ) , ;
* § Vili. Andare, o Xon andare pel
suo ,erso . dicesi Delle cose quando rie-
scono, o no, come dehhono. - Gal. Sist. 19».
Come si viene alla materia, le cose vanno
per un altro verso ». (C)
* % 1%. Mutar verso, vale Ululare
stile, o maniera d. proedere. Petr. son.
3oo. Piansi e cantai; non so più mutar
verso. /•>. A.<. "5- '■' haona fé . che
„ lu non muti verso . io ti faro bruciar
viva viva. , _
e X Trovare il verso , vale I rovar
via, modo. Fir. Disc. an. ^!^■ Ess egli
ancora Irovalo verso, al bisogno nostro 7
OccA. Spir. 1. 1. E -la cosa poi trascor-
la. Per non ci saper noi trovar su verso.
fi XI. Fare una cesa pel verso, vate
Farla co' debili modi , nell'i forma che
più conviene. I.asc. Pmz. 3. 8. Sì certo,
che non si farebbe cosa pel verso.
•f fi. XII Pigliare una cosa pel suo
verso o Pigliare il verso d' una cosa ,
o in una cosa, vale Trattarla in formn
da trarne profitto. Riuscirvi con felicita.
Borgh. Fir.disf 261. I nostri vecchi m
naeile loro istorie spesso si appressarono e
™asi rasentarono il segno del vero, ma non
tempre vi aggiunsero , o lo seppero pel
suo buon verso pigliare , e darlo a noi .
Salvin.Disc. 1. .74. Non vi ha cosa più
VER
conosciula e della di questa e da Platone
e da lutti ce. , cioè le virtù in rarticola-
re e la virili in universale consistere mi
me..o, e nella giudic.osa lltratla e fuga
daeli estremi; onde tìiaz.o el.l.e a due
de"li stolli e forsennati, che non ne san-
# K XUI. /■■ variamenli: Jlorgh. Orig
Fir. 233. Insegnandoci che e' non si puc
punto convenevolmente pigliarla per 1..1
verso e cwi- , intendere o spiegar la cosa
in ,,u'est,. modo) /■:/:.W. ->5;.->'^l-
queslo verso la volcan pigliare, L Jo.-c.
321. Chi la volesse pigliare per altro verso
icicè, io altro senso), (l )
- fi XIV Pigliare il panno pel verso,
,.aleìguratam. figliare il modo vero in
far chichessia. Cecch. Dot. 3- 2. E co-
minciano a pigliare il panno pel verso. / .
r XV Jndare a' versi ad alcuno ,
vali Secondarlo , Seguitare f altrui pa-
rere, o volontà. Lat. alicui ohsequi ,ol-
s.cundare. Gr. ,jltr.ft.^-> , W^?"^'''-
Lasc. Spir. 3. 2. Nonemeglio che tem-
poreggiargli, e andar loro a- versi. Sen.
Tel l ah:. 6. 29. Non vedi tu , com
la libertà moria, e V andare ciascuno a
versi, come se schiavi fossono, gli fa ro
vLal'e a capo di -Ho; mentreche niuno
fe, il quale gli contorti, o disconfort ,
còm- ei r intende, ma fanno a gara a cbi
più gli piaggia, e con maggiore adula.io-
rT^Wr/:rc<rf. 51. Quello che. La
tini dicono ec. obsequi , noi diciamo aj.
dare ai versi, o veramente, con una pa
rola sola, secondare. ,
* fi XVI. £■ Jndare a verso , 0 al
verso d- alcuno . vale lo stesso . Cavale
DKcpl. .■•■pir. 94. Si sformava di lusin-
fa;ia%ndarle5\er.o,efarlereveren
" /xVll. lerso, per Banda, o Parte.
Jet't. Colt. 62. Questa fe la cagione, che
fa che gli scrittori d' agricoltura concedo-
„ocheper"-'"-;epr'r'rc
pii, presso, che per altro. * Beinb. Mor.
\ si. Di larghetra per ogni verso dioci
' piedi, e di grosseria seu fiV;
VERSO Preposizione che denota nei
nan-.a. accostanunto, o i„dirie.amentoa
qualche parte, e si usa "'"•'" f""''"'
Quarto casoj pure eziandio col secondo
c'accoppia. Lai. versus, erga. Gf. ;:,«,,
A; J!«cc. nov. 18. l3. In povero abito
VER
1699
andò verso Londra. £ nov. ; ; ■ 3o
Colla immagine in mano "»" '^ '°[';;
cella n'andò. Petr. son. gS. ^^ '» ^'^
passo innan.i Verso 1 estremo . £ 10^
L- ali spando Verso di voi. o dolce scb.e-
" tr*. rerso. talora sì pone come J
segnacaso. Pece. g. '■■'■- ^ "•" i\
^Ladieri, che erano tre. disi.e verso Ri-
"^T'n^Talora si adopera In sentimento
diContra. Lai. «dversus. contea Cr.in^,
«Toi. F,7«e. 5. 5o O.mfel che ho verso
«r iddìi commesso . che i mie, sacnfici
duramente latti non sieno >":«»»1' '''-"tu
Purg. l5. Figliuol mio. perche ha. tu
cosi verso noi" fatto t Fior. S. Frane. ^
Ritornò inverso f""= B,"°^'^° ' Pk- ' ,.
cusarglisi umilmente del pensiero eh egli
avea avuto verso di lui. ., „„
s III. Talora vale In favore, Ajro
lnservi.,io. Lat. er... , prò. Gr. uTrEf
Bocc.nov.^3. 19. Fara, a me fare ve so
di le quello^he mai verso alcuno altro
non feci. * Cavale. Espos. Simh. I. 2^».
Dio, lo quale ec. è misericordioso e lon-
ganimo verso de' peccatori. iC)
fi IV. Talora esprime lo stesso che
In comparazione. In paragone. Lat. pr^-
Gr. TtPs . Bocc. nov. 99 18. Se li Re
crisliaii sono cosi falù Re verso di se ,
chenle costui e cavaliere, ec. Dant. Purg.
28 Tutte r acque che son di qua pm
monde, Pairieno avere in se mistura al-
cuna , Verso di quella che nulla nascon-
de . =ì= Vani. Inf 34 A quel dman.i jl
mordere era nulla Verso 1 graffiar. F
Purg. 6. Fecero al viver bene un piceni
cenno Verso di le. (Br)
+ §. V. Talora serve ad accennare un
punto' determinato di tempo; ma in que-
sto senso mtendes. sempre un quatch»
poco innanzi ad esso punto. Lai. fi'f« ,
prope. Or. ^'.pl , ^Tl^^- ^- '/.V^-.^*:
6 Verso la sera . quando 1 Vinuiani si
ricoelieano, apersono una porla della terra.
e VI Talora anche ad alcuni avver-
biis, antepone . Bocc. nov. 88. 7. Bene
io vo verso Va; io gli f-^o molto.
* VERSUNGlA^O. Terni, degli Ana-
tomici Aggiunto del roiidollo e del li-
' Tre 'pancreatico. Red ^ (W . Perchè
Giorgio Ver.sungio fu d primo a ritro-
vare a condotto pancreatico, pero .1 li-
quore ^te " ''""^ " '*"""" Versungia.
''°' 'vERSUTISSIMO . .V.^ifr/. di Ter-
suto. Jit. S. Fugen. 3lé. Costm era
vé.Iulissimo,ecolle scilture divine sov-
'"1"VER^'UT0. Add. Astuto. Malizio-
.«"Lai versutiis, callidiis. Gr. Tttcvoup-
..'o^Solil. S. Agost. 63. Versulo e ma-
,' • i «iinnore, queslo lo.m.co . fC;
'CI /e» '.3 45' La qual segnatura
m Teva d'ogni pensiero, e pone. n tran.
"ùi»o, e fuori di' quelle molte onde, nelle
Tali io era travagliato dalle versule insl-
die di quel tristo. (') / , ...
.+ ì; VEP.SUZIA. r. t. Astuzia.
Malizia. Furberia. Lor. Med canz.heo-
Ll „nk si veRga onde o da qual vena
venga l'ac;ua?£e'l fuoco spenga in par-
1, Amore ha pur nove versuaie ed ar-
UlMjTortig. Bicciard. 16. 89. Da qual-
cun mi potrebbe esser qui detto, D, qu«
Z sTanL attenti alle ---j^'/^^;^^
la strega non ponesse a eifello Le sue !►
balderie , le sue versune , ec. (.i)
''".;* VERSUZZO . Dim. ^ rer«i
Jersicc.uolo. Tolom. leti 2. 78- A q""»
ulirma similmente non volevo risponder^
perrhè in questi quattro versus, mi dita
'''V^Ì:rr'JaÌL inferiore del giacchio .
"^^S^^:"^^^^:^ VITATE
y A. Verità . Lat. veritas . Gr. aiv|
ae.co Guitt. lett. 25. Ma certo, bel dolce
• „ dire vert'a volemo, ec. hr. lac.
T'"' 12 .2 AlLr tu vedrai Piò chiara
Uveuade. /r5.30 3o.Seinmanaella
,„ra Ti se' messo, ben sta. L 7. I. «t-
Se torse li menasse A veder sua vertate
VEKTEBllA. 0.^0 nella sene di quelh
E.":i:?i"^i3^--^v»-^^
^osse vati, hanno sei sole vertebre, o spon-
d li o nodi nella coda. * ""P"^ f- ;
1 ^iò Le parli di essa s|.ioa appellansi ver
eb°e, ^e'rchè per mez.o loro il corp^ va-
riamente si ?lÌ:fl"'%Z''7Zl na-
i? VERTEBRALE. Term. «';" '
,„™i^i /Is-'iunto dato a quelle arterie
[TeVprtCgano a- lati delle vertebre
'T^'^^r^^ri.^Dim.^r^-
1700
VER
sempre ordinariamente scemanti di gros-
ie»za. (A)
VERTENTE. Diciamo Anno vertente,
alla maniera latina j e vale l' Anno che
attualmente corre . Lat. annus vertens .
Gr. cTrt? TpeTO/zevo;. /''jr. As. 289. La
impaziente giovane , a cui un sol giorno
era un anno verlcnle , seppe Unto ben
fare, cbe ec. (cioè, uq anno intero).
* §. Ferlente. Term. de'Legisti. Ag-
giunto di Lite non ancora definita. (A)
•f * VERTERE . Consistere intorno
ad alcuna cova. Cocch. Disc. Le rui ri
cerche vertono principjlmeiite iiitoinu alle
vere lezioni il»*gli autori rijisiii . /:,* / //.
Piti. pag. 38. r f"'"- i:V-\ ) '1 *''ii'i>io
verte dunque tra' vef;el4liifi e gli jinma*
li, qual delle due sostanze pos>a essere
più idonea a divcnUire comodj ed utile
materia del nostro corpo . Corsi n. Tor*
racch. 10. 39. E se la guerra orribile,
che verte Ornai tra 'I tuo fratello e '1
padre mìo , Creder li fa che sien frodi
coperte , ec. (A)
5 VEr.TICALE. Add. Di vertice. Che
attiene a vertice. Che passa pel vertice,
Che corrisponde al vertice . Sagi^. nat.
esp. 18. Il suo movimento non è più per
un arro verlirale , ma par fatto per una
spirale ovata . Gal. Sist. aSj. Due moti
circolari, uno orizzontale e l'altro vertica-
le sotto il meridiano.
^ §. Linea verticale, dicesi Quella che
viene segnata dai gravi, cadendo dall'at-
to al basso. « Gal. Sist. 291. L'angolo
BAD, compreso tra le verlìrali, è eguale
alla distanza delP altezze polari ( qui in
fona di su.tt. ) n. (C)
•f * VERTICALMENTE . Avverb.
In guisa verticale. Magai, part. i. leti.
16. E' mi sovviene quel moto rfae si con-
ferireblic ad un' asta rigidissima inile^si-
bile ce, impcrnala verlicalmentc, immo-
hile , ec. (A)
VE fi TI CE . Cima. Lat. vertex . Gr.
ix piallo ^ . Gal. Sist. 38l. Noi vertice
della quale (montagna) è ialibricalri una
piccola chiesetta.
§. I. l'ertice, vale ancora Quel punto
d' aria , o di cielo , che corrisponde al
nostro capo, che si dice anche Zenit. Gal.
Sist. 167. Segue, che noi parliamo del-
l'artiglieria eretta a perpendicolo sopra
r orizzonte , cioè del tiro verso il nostro
Tertice .
* §. II. Vertice. Term. de' Geometri.
Sommità di una curva, o dell' asse o dia-
metro d'una curva. Il punto più distan-
te dalla hase . Impcrf. I'. Titsc. D. 8.
T. 1. 227. Queste tali applicate vanno
conlinuanicnte diminuendo!)! quanto più
s' accostano al vortice . JC 229. Tale att-
plicata non b altro che il vertice della
parabola, cioè un punto. (!•")
« VKKTICELLA. Term. degli Orni-
tologi. Uccello volgarmente detto Torci-
collo. (A)
« VERTICILLATO. Term. de' Bo-
tanici . Aggiunto di fiore, le cui /oglir ,
in magfiior numero di due , sono dispo-
ste in giro intorno al caule, o fusto. (Al
<• VERTICILLO. Term. de' botanici.
Queir aggregato di fiori, che a guisa di
nodo circonda il caule, principalmente del-
le piante lohatc. (A)
VERTIGINE. Ofuscamento d, cere-
l/ro, per cui pare che o^ni cosa si muo-
va in giro, e manca in uno stante la vi-
staj Capogiro. Lat. verligo . Gr. Jfvos.
Cr. 5. 18. 8 Fanno (le noci) dolere il
rapo, e vertigini d' orchi. Tes. Pov. V.
S. cap. 5. Si fomenti il capo drlla cori-
tura del Irefjglio, e poi impiastri 1' erbe
alle tempie e alla fronte : toglie la verti-
gine. / olg. /ìas. Tosto avrì sctitoniia, o
vertigine , cioi colale lenebrositli ed av-
VER
volgimento, come se il mondo s*aggirasse
intorno intorno, fied. ìùtp. nat. 6^. Cre-
dono eziandio , che chi purta al braccio
un maniglio di esse setole , resti libero
dalle vertigini.
§. Per iiivolgimento fatto in giro. Red.
Ditir. 8- Ed additava donde avesse ori-
gine La pigrizia degli astri e la vertigine.
Gal. Sist . 119. Venendo portata dalla
vertigine della terra nel tempo cbe '1
sasso consuma ne! suo cadere . E i5a.
Correrà per terra velocemente . Sa . E
verso qu.il pailcT Si. Vitso quella, dove
la porterà la sua vertigine. Sa. ^clla sua
vertigine ci sono delle parli, cioè le su-
periori . ec.
VERTIGINOSISSIMO. 5»//)*T/.rfir«-r.
ti^inoso. I.ib. cur. malatt. Con 1' astinenza
dal vino i verlif,'ioosi acquislano giovamen-
to grande , v non .solam^-nte lo acquista-
no i vertiginosi, ma ancora i veiti^ino*
bissimi .
3 VERTIGINOSO. Add. Che patisce
di vertigine . Buon, l'ier. Jntrud. 3. O
da reprimer spirili maligni, O test*; raf-
fermar vertiginose.
■r g. /'-■ in forza di Susi. Chi patisce
di vrligini. « Lib. cur. malatt. Il vino
proj;giudica a' vertiginosi , A' appresso:
Con 1' astinenza dal vino i vertiginosi ac-
quistano giovamento grande ". (Cj
VEUTU', VEKTUUE, e VERTUTE.
ì'. A, l irtù. Lat. virtus. Gr. 0 jvxai;.
Pctr. san. 1 1<). Non può più la verlù
fragile e stanca Tante varietali omai sof-
frire. Amet. ^. Quella vcrtù, che già 1'
ardito Orfeo Mosse a cercar le case di
Plutone. E 6. Come io posso, comincili,
tua vertute Superinfusa appettando che ve-
gna. thiitt. leti. 2]. Beatitudine è io ver-
tù, e noi la eheremo in vizii. Amm. Ant.
3. tj. ^. Chi al santo uomo s'accosta, per
lo continuo vedere , per 1' uso del parla-
re, per 1' esempio dell' operare , prende
:iccendimenlo in amor di vertù.
VEliTUCC(IU). /-. A. disusata inte-
ramente. Patiff. l\. Buggiano egli è ver-
tuc<hio, ed è ciarpiere.
VKRTUDIOSAMENTE . V. VIRTU-
DIOSAMENTE.
VERTUDIOSO. r. VIRTtlDIOSO.
* VEHTUOSAMENTE. /. A. Av
verh. Virtuosamente. Vit. S. Frane. i63.
Quivi cominciò umilmente , quivi fece
prode di se vcrtuosamentu , quivi finitlc
bcatamcDte. (V)
VERTUOSISSIMO. /'. VIRTUOSIS-
SIMO.
VERTUOSO. J: VIRTUOSO.
VEHU.NO. Lo stesso che ^'e.rsuno, A*è
pur uno. Lat. niillus. Gr. o'uJlt';. Pass.
203. E qui da notare , che i peccati ve-
niali in veruno motto si perdonano senza
i mortati. * Vit. S.S\ Pad. a. 2I. Quando
venne il tempo, cht- qu.-lla misera venne
per partorire , per verun mudo poteva ,
anzi stava in continovi dolori, fi )
S. I. Colla negativa, e colle particelle
MAI, e SENZA, o sia .xolo, o accompa-
gnato col sust , vale Alcuno, fìocc. nov.
44. C. Anzi non fa egli caldo veruna. E
nov. 79. 36. Fareste danno a noi, senta
fare a voi prò veruno . /•; nov. <)3. n
Nfe 10 quando trovar me ne possa vcrn-
Do. l'Hoc. 3. 238. Quivi Eolo venini pò-
lentia non ha , ed ogni fronda si riposa
mutola . Pant. Inf «>. Per Ir quali cran
si del tutto accesi, Che ferro più non chie-
de verno* arte. Him. ant. Guift. j)tì. Al-
lora guardo intorno , se veruno \ ode la
pena mia , che m* ha conquiso . l'ass.
60. Per le teiilationi ti pruuva 1' uomo,
se egli ha boutade veruna , e rome egli
^ rostanic 0 fermo, /i" c)l. Non puolc ve-
runo essere giuìtificatodal peccalo, se pri-
ma noi confeiia
V E B
* §. II. Veruno, vale anche A/cunOj
senza la negativa , e senza la particella
MAI, o SENZA, .y. Cater tom. 2. leti,
o. E se veruno dimestico vi vuole impe-
dire, dite a loro arditamente, come disse
Cristo a san Pietro: ec. F lett. 20. E se in
veruna cosa ho offeso Dio, • la S. V.. me
ne rendo io colpa. (V) Fior. S. Frane.
86. Era costui solitario, e rade volte par-
lava , ma quando era domandato di cosa
veruna, rispondea si graziosamente e si
saviamente che parea piuttosto agnolo che
uomo. C) Salvia. Eneid. lib. 2. Oooipo-
teiilt? Giove, se da preci Vemoe tu U pie-
ghi . noi riguarda. ( l-')
* g. IIL Colla negativa IS'on innan-
zi vale iSinno, Aessitno. S. Cat. tom.
2. lett. iJ3. the comparazione si fa
ditlla coia finita alla infinita ? non ve-
runa . f/ ) Vr. Jac. Cess. l^. i. 12O.
Cerio noo ^eiuna cosa potrebbe valere
quaotu uno popolare, e forse meno. (Cj
11* §. IV. /■, nel numero del più. Fr.
Zac. t ess. l^. 4. l3o. Non dee prendere
a fare Ìl re veiune cose malagevoli e di
dubbio, se noo hae consiglio de' iu dici e
de' savi suoi. (Cj S. Agost. C. D. 18.
54. Questo se non fu fatto con verune
arte magiche, or perchè dubitano di cre-
dere dovere essere fallo per U divina vir-
tù per lutto il mondo quello che è fat-
to qui? fiVy
* VEHUTO. Term. de' M Hit. Arme
offensiva antica a foggia di schidione. Lai.
veru. Vegez. pag. 116. Il quarto ordine
ec. si fa d'uomini con iscudi leggieri,
e di balestrieri, e d' arc^^don giovani, e
d uomini che alacretnenle coniballono con
veruli e nurziobarbuli. (C/
* VERZA. .Sverza, fìenv. CelL Vit.
2. 400. Una mattina infra 1' altre io mi
acconciavo ceriì sctrpelletli ec. e' mi scbis-
zo una verza d' acciaio sottilissima in oell'
occhio dritto. £"4oi. In ispazio di due
giorni usci la verxa d'acciaio. (C)
^- VERZICANO. Spezie <t Uva così
detta dal suo color verzicante . Cr . A ,
17. Siccome sono albane, verzicane, e gar-
ganire, e m.iiuolo. (Vj
VERZICANTE Che verzica. Lat. vi-
ridana. Gr. x^^^i^wv . Gm»/. C. Gli al-
beri vfrzicanii con nuovi fiori prometteaoo
prossimi frutti. (>. 6. lOO. 2. Quelle ra-
dici che son meo forti, e che hanno le
foglie più late e più verzicanti , ai dice
che son le femmine. * Uoez 45. Al »-
liir rapgio , che con caldo fiere , Faceva
scudo V altissimo pino. Che verzicante da-
va l'ombre ocre. E 61. Ballerà Tali per
l'aria spaziosa, E nella selva verzicante
cr. Del preso cìIh) allegra si riposa. (B)
§. Per metaf vale t he è in sid fiore,
o nel miglior essere. D. Gio. Celi. UtU
21. Miraltil cosa fu a veilerlo nella più
fresca e verzicante età di 22 anni vedersi
e cognosrersi morire. Valer. Mass. Cer-
io a me pare che quelle api non pasces-
seco in monte Imelo. il quale è ornalo e
fiorito di fior di timo, ma nc'colli Elico-
nii delle .Muse con ogni geoeraiione di
vcraicanir dottrina.
t VERZICARE. Mostrare la prima
apparenza de/ verdej e dicest delle pian-
te, e simili; t'erdicarr. Lat. virtre. Gr.
TTiafft'^fiv . {V. 2 9. I. Comincerà ad
attrarre il nulrimeoio per li pori dell*
parli fesse, e da capo \eraicare , e far
frutto. Gm(V/. G. 2. 2. Conciossiacosarbà
non mollo lontano della della ciltadr molli
boschi venicassono . J> Ceff. Ihcer. 8.
Egli b naturale cosa che ^1 nulrimeoto
•Irli' albore viene dalla radice , e senta
essa vivere e «rnicare non puote. (FP)
t §. I. Per metaf. vale Essere in ri»
^•are , A%-er vigore. Gr. S. Gir La ra-
dice di buona opera 000 puote unque ber.
V E n
tenicare, se oon posa nella raJìce di ca-
riti. Ott. Corti. Par. I. l3. La vila de'
casti è odorifera , e sempre vcrrica nella
memoria umana e succt'ssiva etade.
* g. II. F. f'^nratam. Sera. Cn/cot,
iJiirz. 178. Olire a ciò ìn questo tega-
mento dell* anima e del corpo, che si rliia-
ma vita, verxica la superbia, ravarizia ne
assalta. (CJ
* §. Ili. 1 erticare , in sìgnìjic. alt.,
vale t'ar ri/urniire. I ulct Unad. E ver-
ticava i propiotiui giardini Zefiiro. i^)
•f ^': VEHZICOLA . € VERZICOLA.
Terni, tfcl Cinoco Hi cartf . Aunicro di
tre o piìi carte andanti, che si seguitano
secondo l' ordine e vaforc stabilito dalle
ref^olr del giuoco . Al piuotv delle niin-
chintc dicesi anche delle carte nohtli di-
sposte in ordini e segnenzc almeno di ire
carte ugnali , come tre o qnatti-o He, e
simili. Maini. 8. 61. A['[iuiitu il Genera-
le a far s' è posto Alle iiiiiicliiate » ed è
cosa ridicola 11 vedeilo iuyruynalo e mal
disposto , Perchè gli è stata raoita una
verxicola (*)
VKRZILRE. r. A. Giardino. Lat. vi-
ridarium. Gr. y.lbìcì. ir. 8. I. I. I ver-
xieri alcuni sulamenle dell' erJie e alcuni
degli arbori, e alcuni dell' eil>e e degli
arbori si pon fare. / ntim, 6. Aonsiii-
chiede il fiuHo degli ailioi i nel veiziere,
ma solameole il diletto. M. ì . t>. 83.
Non I>asl.indngli le graiitU camere e i no-
bili verzieri a suo diletto , si mise a di-
porto con lei in mare . 2*^^. Br. 3. 9.
Hanno elliiio miglior fare prati e verzieri
e pomieri in lutti i luio abitacoli, che al-
tra gente. Scn. Pisi. Cleaule attigneva 1'
-acqua, e inoafiìava i vcrzieii. ^ Tcseid.
I. 128. lacootro venne sopra uu gran
destrieie Al suo Teseo Ippolita reina. Più
Leila assai che rosa di verziere. (Bj
VEHZINO. Legno che s' adopera a ti-
gnere in rosso , ed il < 'olor rosso mede-
simo tratto da esso legno . Morg. 28.
140. Kon traggo fuori i nomi col verzi-
no , Coni* io veggo talvolta ogni libello.
Lor. Med. cani. \l\. 2- Tengo per lare
acqua grana Un finissimo verzino . l'ir,
Dial . beli. donn. 4*5- E se per sor-
te accadesse che la punta della lingua si
avesse a vedere , che sarà di rado , por-
gere vaghezza, struggimento e consolazio-
ne , s' ella sarà rossa come il verzino .
JBorgh. fiip. 212. Pigliando in luogo del-
la cimatura verzino ridotto in brucioli .
Bern. rim, X. 82. Vi fo sopra uaa chiosa
col verzino.
VEHZIRE. r. A. Verzicare. Lat. i-i-
rere. ^ Guid. C. 4- *■ Verziscano li prati
adornali di colori de' variali fiori. (C)
•f §. Per mctaf. vale l'ssere in vigore.
Ott. Com. In/. 27. 461. Era quel tempo
in pace, benché la guerra veizisse ne'cuori
de* tiranni d'essa f«/«i la stampa per er-
rore ha : venisse ).
* VERZOTTO. Sorta di cavolo. Il
Vocabol. alla voce CAVOLO, §. IV. (•)
VERZUME. ìerdume. ir. 5. ij). il.
Se abbonda in foglie senza frullo e in ver-
■ume , 6ccherai nelle sue radici un palo
d' ulivaslro.
VERZURA . Quantità d'erba, di ger-
mogli, e di piante verdeggianti. Lat. vi-
retttm. Or. ditau. Fior. Virt. cop. i. Il
bene, che è cosi conlinovo, ripara in cia-
scheduno cuore gentile , come fanno gli
uccelli alla verzura della selva ( altri te-
sti hanno veidura ). Mor . S. Greg. La
santa Scrittura chiama pastura quel luogo
della verzura del Paradiso, ove il nostro
cibo non secca , e non riceve mai alcun
mancamento . Tac. Dav. Ann. l5. 2o5.
Avendo infinita di grilli divoralo ogni ver-
zura (il testo lat. ha: quicquid herbidum,
aut frondosum ). ^ Ar. Fur. i. 33. Il
VER
muover delle frondi e di verzurc. Che di
Cerri senlia , d' olmi e di faggr, Fatto le
avea con subile paure Trovar di qua e di
là strani viaggi . Morg. 3. 70 E cadde
rovesciato alla verzura. (1)
§. l'er Color verde. Cr. 8. 1. 5. Infra
li? quali erbe si mescoli in più luoghi la
rula , imperciocché è erba di bella ver-
zura .
\ESCH10 , e VESCO. /'. VISCHIO.
VESCIA . Spezie di /ungo di più sor-
te . Lat. lycoperdon . buon. Fier. 3. 2.
12. Appende poi in un giunco cento ve-
sce. A 4- 2. I. Mostrar di cor borrana ,
e cercar \esce. ^= Hed. Jns. l38. Sicco-
me tutte le carni morte ec. sono un ni-
do propoizionalissinio per le mosche, e
JHT gli alili aoinudelli volanti; cosi lo
sono ancora tutte le generazioni de' fun-
ghi, come hu potuto vcdt-i e nelle vesce,
ne' porcini , negli uovoli , ne giumati ,
ec. (B)
§. \. Vescia i fì'^uralam. , vale Tro-
vato falso.
§. n. I e.fciaj diciamo anche a lento
senza strepito, che e. sce dalle parti di sot-
to . Lat. visia. Mahn. 2. 61. Al fin non
hai fall' altro che una vescia , Mentre '1
tutto è seguilo alla rovescia ( qui figu-
ralom. , e vale una cosa senza conclu-
sione ).
•t * VESCIAIA. e VESCIONA. Don-
na che ridice tutto quello che .fente di.
scorrere, Svesciatnce. Min. Maini, pag.
Il3. I escia dicono le donne uu raccon-
to de' falli d' alliì, d' onde vcsciona e ve-
stiaia una donna che ridice tutto quello
che sente discorrere. (Aj
VESCICA, e VESSICA. Membrana,
o ì aso Situato nella parte infvriore del
ventre, ed è ricettacolo dell'orma- Lat.
vesica. Cr. i. 4- t8. Se '1 ventre , o le
budella, o i lati , o le reni di niuno do-
lore , ovvero enfiamento, son magagnati,
se la vescica ha vizio neuno. /■ 3. 4- 4*
il cece ec. rompe la pietra delle reni e
della vescica, ma nuoce alle piaghe delle
reni e della vescica. Pallad. Ott. i[^. E
'l vino bianco è un porhetto salso, e con-
sono e convenevole alla vessica. Tes. tir.
3. 5. Che non abbiano dolore ne flemma
nel corpo dentro, e la vessica uetta, san-
za vizii . lab. 258- ^on meno, che gli
altri panni, quella le conviene in alto le-
vare, quando, secondo T opportunità na-
turate, vuole scaricar la vescica.
§. 1. Vescica, per Ciarlaj onde Ven-
der vesciche , o simili , vale Par ciarle.
Bern. Ori. 2. 11. 21. Mentre che *1 Conte
con essa ragiona , Ed ella a lui vesciche
in copia vende , Ecco dall' alta rocca il
corno suona. Buon. Fier. 3. à. Il- Fan
star altri a ricever le vesciche Ch'ei spu-
tan dalle calledre ampollose . Cas. leti.
77. Tu sai che tu non puoi vender ve-
sciche; e per fuggir questo e gli altri dis-
ordini , non ci è miglior via, che lo stu-
diare. Varch. Ercol. 76. Gonfiare alcuno
è volergli vendere vesciche, cioè dire al-
cuna cosa per certa , che certa non sia ,
acciocché egli, credcudolasi , te ne abbia
da aver alcun obbligo.
§. IL } escica , si prende anche per
Cilecca. Varch. Ercol. S\. Si dice aver-
gli fatta la cilecca, la quale si chiama an-
cora natta, e talvolta vescica, o giarda.
§. III. Dare vesciche per lanterne , o
simili , vagliano Ingannare , mostrando
cose piccole per grandi , o una cosa per
un' altra. Lat. imponere , Jìicum Jacere .
Gr. yivotyi^itv , arraràv . Fr. lac. T.
2. 12. i5. Questa mi par gran pazzia ,
Dar vesciche per lanterne . Vatafi'- l\. E
per lanlei ne vesciche tu fai.
§. IV. f'escica, si dice anche un Va-
so di rame che ha Jìgnra di vescica j e
V E S
1701
serve per uso di stillare . Tes. Pov. P.
S. cap, IX. Tra le quali cose è ottima la
vescica, cioè vasello di rame pieno di co-
citura di camomilla. F cap. 1^. La ve-
scica di rame con cocitura di cose diure-
tiche e calde , è sommo rimedio. Hicett.
Fior. Ufi modo di stillare l' acque, detto
da alcuni per vescica, e da altri per tam-
burlano .
§. V, Fe.fcica , diciamo anche Quella
membrana che nella maggior parte de*
pesci è ricettacolo dell' aria . lied. Oss.
an. 172. Trovai alliesi de' vermini tra
tunica e tunica di quell.i vescica piena d'
aria, the la natura ba loncedula ad una
gran parte de' pesci tanto d'acqua dolce,
che d' acqua salala ; la qual vescica dai
pescatori con molla ragione è chiamata ìl
notatolo. F 181. Tanlo basti intorno alle
vesciche piene d'aiia de' pesci.
§. VI. l escica , si dice ambe Quel
gonjiamento di pelle cagionato da cottu-
ra, o altra simile infinmmagione. Cr. 5.
17. 5. Lo impiastro fallo del suo frutto
{della mortella) non lascia far \ esciche.
-!• g. VII. Vescica, dicesi anche t^uel
gonfietto che nasce su per le Joglte. Red.
Ins. 112. Foglie d' alberi, sulle quali na-
scono o vesciche, o borse, o increspature,
o gonfìelti pieni di vermi, (yj
§. Vili. Per Puhga. fienv. Celi. Ore/.
19, Pigliasi un poco di vetro cristallino
neiiissiiiiu , cioè che non abbia sonagli ,
ne vesciche.
§. iX. Per Bolla, o Sonaglio, nel si-
gni/ic. del ^. IM. Frane. Sacclt. nov. zS.
^ubito lece un pelo nel]' acqua del bagno,
il quale immantinente gorgogliando venne
a galla, e fece una vescica, b Bailolino,
come vide la vescica: ora vi converrebbe
avere la saetluzza , e darvi entro.
^^ VLSCICAJNTE. Lo stesso che Ve-
scicatorio. (Cj
VESCICATORIO. Medicamento cau-
stico, che, esteriormente applicato , fa
levar vescica , come Jan no le .icolfature j
Onde SI dice anche liioco morto. Lat. si-
napismus Jortior , cauterium potCnliale .
Gr. xaj9Tt/ov /5(Ta:r/a9,aK. Btcett. Fior.
275. Aceto scilliiico quanto basta , mesco-
la , e fa vescicatorio.
VESCICHETTA. Dim. di Vescica.
Lied. Vip. I. 68. Se al maschio della vi-
pera ec. si premano i due membri geni-
tali, ed alla femmina le due quasi vesci-
chette seminali , che pendono vicine alle
due porle della natura , ne schizza fuori
una certa acqua sott.lissiina , ec. F Oss.
an. l35. Tra la loro membrana propria
ed il parenchima erano gremiti delle me-
desime vescichette verminose . •"? Salvia.
Buon. l'ier. 1. 4- 6- Così la natta, tu-
more o vescichetta che viene nella parte
interiore del labbro, o nelle gengive , ec.
Marcbctt. Lucr. 6. ig4- Sovente Picciola
vescichetta in simil guisa Suole in aria
produr , piena di spirto , D' improvviso
squarciata, allo rimbombo. (B)
* VESCICOLARE. Add. Appartenente
a vescica. Cocch. Bagn. Vescicolare idro-
pisia. (A)
VESCICOLE, Accrescit. di Vescica s
Vescica grande . Car. Malt. son. 5. Fa
che a schianze, a bilorzi , a vesciconi Gli
si fregi la cherica , e la cotta.
s.'J g. Vescicone . Term. de' Maniscal-
chi. Tuiaor molle indolente, più o meno
grosso, la Cui situazione è nel vacuo dei
garetta del cavallo. (A)
VESCICOSO. Add. Che ha vesciche.
Bicett. Fior. 43. Bollendo (il legno aloe)
non lascia di se carbone sodo come l'in-
censo, ma vescicoso , mutando forma.
* VESCIOAA. / . VESCIAIA. (B)
VESCIUZZA. Dim. di ì escia . Lib.
Son . 55. Vesciuzza , slroDiolino , ami
1902
V E S
crist«o , Col culo a poco a poco i* mi ti
beo ,
* VESCO . /' A. ì'escovo . Cr. S.
Gir. Var. Lcz. 55. Molto è rìchicito ai
maestri delij santa Chiesa e a' vescbi e
a* preiti, ciò b the egli Doa predicano la
parola di Dio. Slenz. sat. C). (Quando Scn-
Duccio non aveva tronca La speme d'esser
*esco, a fare il gruzzolo Anch' ci la ma-
tto già non ebltc monca . E 12. D* esser
vcsco Stagnami la mordace dissenteria. (l'J
5? VESCO. /'. VISCHIO. (•)
* VESCOSO. f. A. l'iscosQ. 3/. Al-
dobr. 82. Ingenerano (le muliache) flem-
me grosse» e vescosc. E 89- Sono freddi
( i pesci ) e umidi, e ingenerano grossi
umori, e vescosi. (Cf
* VESCOVACCIO. Pegf^iorat. di Ve-
scovo. Cas. rim. buri. I. 5. Un certo Te-
scovacelo ha la ricetta, Cli* amore e cru-
deltà gli lian poito assedio. (f'J
VhSCOVADO . Digitila di ì'escovo.
L%t. *epÌscopatu.t . tir. a'rrtaxoni^'- Pass.
127. Mosso, u rimosso del Vescovado, an-
che dura in6uo a tanto che altro Vescovo
6a eletto , e confermato . Maestruzi. l.
37. È licito di disiderare il Vescovado 7
Vit. SS. Pad. 1. 2o3. Prcgaronlo che ne
dovesse venir con loro, e dovesse riceve-
re lo Vescovado. E appresso : Non è le-
cito ec. che alcuno, eh' ahhìa meno alcun
membro» riceva Vescovado. E 20^. Pre-
garonlo istantissimamente, che dovesse ec.
ricevere lo Vescovado.
§. I. Per UJJìcto del Vescovo. S. Agost.
C- D. Il Vescovado ec. è nome d*opera,
e non d' onore, perocché è Tocaliolo gre-
co, e derivato Ìndi, sicché (Vescovo) vuoi
dire speculatore, e sopranteodilor».
§. II. Pi-r .■ibilaltorte del ì escovo .
Din. Camp. I. 21. Si levò uno di non
molto senno , il qiialr roii un balestro
saettò UDO (juadrellii alla finestra del Ve-
scovado, dove era il Cirdinalo.
§. III. Per Tenilorio ih-lla giurisdisio-
ne del Vescoto. Hfacstntzz. I. 3y. E si-
mtglianlenienle s' intende dw digiuni che
ì Vescovi comandano nel loro Vescovado.
G* V. I. 44- 4 Diremo de' numi delle
cittadi, e Vescovadi della nostra provincia.
§. IV. Per Ciirtn, o Trihtinnle del I e-
scovo. Ption. Tane. 5. 5. Non vorrei a*er
poi a venir all' armi In V«sco«ado cullo
scartabello .
•fi §. V. Vescovado, si piglia talora per
la Persona sU'ssa del /escovo. lìor^h.
l'csc. Fior. ^75. Essendosi per ioDanii
molli anni e di lun^o piatilo alcun* ìuris-
dizioni ec. fra il \esrovudo e la nobilis^
sim.1 ed antif^hìssiiiia famiglia de' Fili Gai*
ncldi, i capi di essa ec donarono libera-
mente al Vescovi> ogni ragione. (I')
VESCOVALE. Add. l f scovile . Lat.
^cpi.scnpalts. (Ir. «rrcff/OTsr«;. Maestrmz.
I. l5. L' ordine sacerdotale é ijuasi foit-
dameulo suslaniialo dell' ordine *esca-
vale .
* VESCOVATO . fescovado . Car,
Leti. Vani. \. 63. Può esser sicura, che
nella istanza eh' ella mì fa di procurare
apprrMo a IVnstro Signore rlic l'Alute ili
Capri otteng.i il Vescovato d'Asti, io non
abbia mancato di fare ogni ufficio uecas-
lario. (Bl
VESCOVILE. Add. Da leicovo.o Di
Vescovo . Lat. ^episcopali! . Gr. tTiaxo-
TttìOi . MaestruxA. |. 27. Ntita , che la
dignità vescovile , e del prctatirn libera
diilla condizione servile, 0 a»ciitlizia.
VESCOVO. Prelato inferiore immedia-
tamente a Patriarca , o ad j4rcivesco\'o.
Lat. *episcopHt . Gr. «Wa^orro^ . Pocc.
nov. 7^. a. Wò perciò è mai rf*>ato, che
Vescovo a%utii non abbia, ed lia ancora.
Maestriizz. I. 27. (ibe dee fare il \ C-
seovo che in alcuno lungo ha tct»porale
V E S
giuridizione? Vit. SS. Pad. l. 2o3. Que-
sto Ammonio ec. fu eletto Vescovo d'una
ciltadc . A appresso : Siate certi che io
non sarò Vescovo. /lem. Ori. 3. 4- '')7*
Rug;;ier ridendo giù dal poggio scese, E
'1 Vescovo aiuto , che s' annegava.
*t S- ''"" Sacerdote dei Gentili si trova
nella Vit. lìarl. 5.; ma in questo senso
e fuor d* uso. E più fece inorare l' idole
a* Vescovi de' tempi.
3 VESPA, insetto volatile, simile alla
pecchia. Lat. vespa. Gr. if*iÌ- Pace. nov.
19. 38- Dalle mosche e dalle vespe e da'
tafani ce. fu non solamente ucciso , ma
ioBno air ossa divorato. Dani. In/. 3. E*
rano ignudi , e slimulati multo Da mo-
sconi e da ves[»e eh' erano ivi. /:,' f'tirg.
32. E come vespa che ntragge 1' ago, A
se traendo la coda maligna , Tragge dal
fondo .
H- §. Ejìgiiratam. - Petr. jon. 191.
Onde amorose vespe Mi pungon si , che
*ofin f|ua '1 sento e pl»ro »•. (fi)
5 VESPAIO. La statua delle vespe , o
dei calabroni, simile a'Jiali delle pecchie.
Red. Ins. 40. Come fanno per appunto le
vespe, quando, spiccandosi ita'lon vespai,
bramano pascersi di qualche corpo uma-
no . Puon. Fier. 4- 4- ^** Q"*^ da' ve-
spai lor sbrucando ho visto Nugol di ca-
labroni. Gregge assalir pascente.
# §. 1. Dar fuoco al vespaio, figura-
tam. vale l'iolmtare a uscir fuori chi e
di-ntro . m Malm. 5. S?. Sta" quieta , le
die' eyli , e ti conforta , Ch' io voylto a-
desso dar fuoco al vespaio*. (Cj
%.\\. Stuzzicare il vespaio. r.STUZZI-
CAHE, §. VI.
g. III. I e.Tpaio, si dice ad un Solaio che
si fa sollevalo alquanto dal pavimento ,
per difendersi da pencolo di fuoco, e d'
umido. * Paldin. l'oc. Dis. 141 Dove
sotto gli ammattonati si faranno alcuni
suoli di questo sasso (maschio), non pu-
trii mai V umidita, che esce dalla terra, giu-
giicre air ammallonato; usanti però molto
questi suoli nelle stante umide, e son quel-
li che noi diciamo vespai. (Pj
K' §. IV. f espaio, per Sorta dì orna-
mento prezioso fatto a similitudine della
vespa. Buon, f'icr. 1. Introd. De' ciuffi
vi saran , delle piani Ile , Pettini, cappi,
6or, dirizzatoi, Vezzi, Vespai, lisci, acijue
odor.itc. (•)
VESPAIOSO. Add. Sforacchiato a gui-
sa di vespaio , Spugnoso , (V. <). 72. 2.
I TÌiii del cacio son questi, cioè s' egli
è secco, o veipaiosoi la qual cosa avver-
r'a, quando sarà poco premuto, o riceverà
troppo sale.
VESPKKO. /'. VESPHO.
•f J.*» VE.-sPERTILlO, e VESPERTIL-
LO . Pipistrello, Segr, Fior. Cap. Icd.
lacint. Quasi b venuta l'ora. Che preu-
don gli animai qualrhc riposo , E 'l ve-
spertilio sul si Vede fuora . Sannat. Ar-
rad. prxKi. t). Ci'a ogni ur»ello si era per
le sovravve^nenii tenebra raccolto nel suo
albergo , fuora che i vespertilli , i quali
allora destali uscivano dalle UNsle caver-
ne, rallegrandi'si di volare per V amica o-
sruril'j della notte. lAj
5 VESPERTINO . Add. Di %'efpro ,
Peir ora del Ktspro, Della sera. Lat. ve-
sperlinns. «ir. liTH^iM». Prd. Pitir.li
E mollo beti dittingueri' sapea Dal mal-
lutino il vetpertin irepuscolo. Cai. Si-tt.
321. Quando, sepdo retrograda, va alla
congiuntion vespwlina del Solo. ^ E 1 ett.
mom. ili. 1. 25. Giudico rhe m* bene ce.
por neir opera multe oisorvazioni falle
in questa cottiluiione, oltre a quelle che
bu fatte di più, mentre è stalo vesper-
tino (Giove). (C)
V.! §. Trovasi anche usalo a modo d*
avverb., e ,-alt A*' giorno , Meli' orx di
V E S
vespro. « Buon. Fier. 4- 5. 3o. Io exco
vespertino , 9 tornerò nollurno ••. (A)
^1? VEsPETO. I expaio. Ped. leti. Mol-
t<- e molte tono le razze delle vespe , e
difTerenti di 6gura e di lavoro sono i lo-
ro vespeti e abitazioni. (Aj
•f * VESPISTKLLLO . /'. A. Ve-
spertilio, Pipistrello , t'isptstrello. Sal-
via. Fier. Buon. 2. l. 6 l'tpittrelli, uc-
celli che volano di ootle, detti perciò io
Gr. vj<TS£(0i4, e in Lat. vespertilionesj
e da* nostri antichi, più vicino all'origioa
della parola, vespistrelli. (A)
V ESPONE. Accrescit. di Vespa j Vt-
spa grande, Meas. sat. 4- E al bruUichio
di quei concetti strani Par che nell' orto
intorno all' uva ronzi Un mucchio di ve*
sponi e di tafani . -^ Salvia. Geor. lib.
4- E quel che siede scioperato a pasce-
re I lavori d' altrui e le fatiche Espone
ec. (Fi
5 VESPRO , e VESPERO. La Sera,
o l' Ora tarda verso la sera. Lat. vesper.
Gr. itj-rttpx. Bocc. nov. |5. 5. In sul ve-
spro la mandò all' albergo , dove Andre-
uccio tornava . Pass. 216. Dando il si-
gnore della vigna lanlu a colui che era
entrato a lavorar la vigna la sera a ve-
spro , quanto a colui che era venuto la
mattina per tempo. Dant. Purg. 3. Ve-
spero è già col'a, dove è sepolto Lo cor*
pò , dentro al quale io facev* ombra .
Guid. G, Ordinato già il Sole nel meaao
die, e quasi dccliaando a' cunBni del ve-
spro. Pallad. l'ehhr. 27. Da ora settima
inGno ad alto vespero si vogliono coglie-
re eoo mano (il testo lat. ha: bora de-
cima ). Ar. iur. 2^. lo4- Ma stordì in
modo il Tartaro, che mallo Non sapea s'
era vespero, o di mane.
* §. I. ì'espero drl mondo , figiira-
tam. vale la Fine del mondi . « .Mae-
struzz. I. 7. Del quale i Giudei al ve-
spero del mondo avranno fame •*. (y)
^- §. II. Vespro, per similit. vale Quel-
P età della vita umana, eh* i prossima
alla vecchiaia. Petr. cani. 27. Questa eh'
anzi vespro a me fa sera. Cas. son. Si.
Or pompa ed oslio, ed or fontana eJ elee
Cercando, a vespro addnUa ho la rota lu-
ce. (FP)
* j;. III. Vespro, dicesi anche II .«e-
gno che si dti colla campana sonando a ve-
spro. P. Cio. Ce/I. leti. l3. E vrgoendo
sera ec. . come la ram|vana toccò il ve-
spro, il fanciullo rendi;!' anima a Dto. (Vj
g. IV. I apro, per Una delle sette ore
canoniche, che si dice tra la JVona, e la
Compieta . Lai- vespertr . Gr. ii^ip^i .
Maestruzz. \. 38- E cosi dell' altre ore
del di, le quali iuBno a vespro si posaoao
dire la mattina. /*.' 2. 54- E simìglìantfr-
nienle dicendo Vespro , e Mallulioo , e
cola* cose. / il. S. Gir. 3. Uno die stan-
do (.irolamo a dire lo Vespro eu' suoi
frati , subitamente uno leone entro den-
tro nel monasletio. / il. SS. Pad. 3- Sgó
E Terza, e Setta, e Nona, e Vespro, r
r Uucio della notte non menlirare-
§. V. Vespri, diciamo anche l' Ora
nella qual si dice il t etpro, che e dopo
meizo dì. Lat. vrtpenr . Gr. ivrtiptfi ,
19TI/31V0V. Maestruìz. 2. 27. Quando si
dee cominciare a guardar la festa? Risp.
Dair un vespro all'altro. Bocc. nov. 77-
61. Essendo già vespro, e parendo allo
scolare avere assai fatto re., verso la casa
drll.\ misera donna se n' andò. E nov
80- 8. Il di se|:neote, pastaio vespro, la
dovesse aspellare. Petr. son. 86. Che *
Dona, a vespro, ali* alba, ed alle squille La
truovo .
*;. VI. Cantare il x-espro a uno ; detto
proteH'., che vale Fargli una gagliarda
riprensione, o Dirgli li'-eramenle l'ani-
mo suo. Lai. libere loqui. Gr. na^'p^aiot-
V E S
^nv. Uforg. l6. 58. Io gli ho a cantar
poi il Tcspro, s' io mi cruccio.
§. VII. Tra vespro, e nona non x^aftior
persona buona s detto , perchè gli uomi-
ni genti/i , e di condizione in qiti'lV ora
stanno per lo più in riposo j o in casa.
g. Vili, f'espro siciliano, per similit.,
ti dice di Strage gran<lc, e improi-uisa ,
o di alcun' altra strana disavventura .
Lasc. Pini. 4- 9- ^^ ^^' ^^^ '" sentirai
il vespro siciliuQo. Malm. IX. I. E se d'
■mor ramò eoa cetra ia mano. Dirà col
ferro il vespro .siciliano.
VESSARE. /. /-. Travagliare. Lai.
véxare. Gr. xa/oùv. * l'it. SS. Pad. i.
42. Un geniauomo de' Baroni dello Im-
peradore essendo vessalo e (ormcntato da
un crudelissimo demonio ce. , venne ad
Antonio . e pregollo ec. Car . tn. 12.
l3i6. Assai per mare , Assai per terra
bai tu fin qui potuto A vessare ì Troia-
ni, a muover guerra Cosi nefanda, ec, f^f)
E leti. I. 85. Se io non fossi cosi ves-
sato, come sono ogni di, da queste mie
iodisposiuoni , io farei la rest-luzione di
viTcre in convento, i'.uicc. Star. 10. Per
esser vessali i soldati dalla asprezza della
Magione. E 12. 6o2. Per la superbia loro
vogliono vessare ognuno . E l5. 756. Il
Re di Francia vessava coli' armi il Du
calo di Milano.
VESSATO. /'. L. ^dd. da ì'esxare.
Lat.i'f'Jii/HA-. Gr. ■zipi's^póiitvo:;. Lìb. Op.
div. A. 48 Questi, eh' è vess;ito dal di-
monio, perchè li jicrcosse, e disseti villa-
nie? A" 95. Molti vessati da' mali spirili,
e molti parletiei e zoppi, e altri infermi,
furo da lui curati. Segr. Fior. Man/ir. 4
1. lo sono una nave vessata da due di-
versi venti , che tanto più teme , quant'
cU" e più presso al porto. Fir. .4s. 2^9
Pensiamo noi però , che questo povero
asinelio sia vessato si lungamente da que-
sto suo malvagio furore ì
VESSAZIONE, r. L. Il vessare. Lat.
vexatio . Fr. lac. T. 2. l3. 8. Questa
vessazione Non la posso scansare. Buon.
Fier. 4. 3. 2. Quasi ricomprator da ves-
saxione. E 4- 5 3. Onde acquetati Si tol-
gan da scamhievol vessazione. Borgh. /■"(>,
liher. 326. E per usare questo motto mezzo
latino, poiché in questa materia è in uso
comune, ricomperare la vessazione e mo-
lestia de] nimico .
VESSICA. / . VESCICA.
# VESSICAWTE . Vescicatorio , Lat.
sinapismus fortior, * vesicans. Gr. zau-
ffT»xov xaTKTiXaff.ua. Bed. Cons. 1. io3.
Son lodali i vessicanli alle spalle; ma di
questi per ora non ne parlo. Salvin. Disc.
a. 389. Vogliono essere purganti mordaci,
e vessiranti cocenti , e risveglianle fuoco,
che scuota dal mortifero letargo. (*)
•f * VESSICATOIUO. lo stesso che
Vescicatorio. Bed. Cons. 2. IO. Con poco
huon successo usò ec. le ventose tagliate
e scarificale, ed un vessicatorio al col-
lo, n
t « VESSILLARIO . Colui che neW
esercito porta il ves.iilloj Alfiere. Borgh.
Arm. Fam. li. Non chiese deMegiona-
rii , ma di questi aderenti , che io dico
chiamarsi vcssillarii , de' quali aveva ogni
legione certo numero aggiunto. ( l'j
* VESSILLAZIONE. Un'afa di ca-
valli nella legione Homana. Borgh. Arm.
Fam. IO. Una parte dell' esercito si chia-
mava specialmente vessilli , e vessillazio-
ni. (V)
VESSILLO, y l. Stendardo. Lai. ve-
Xillum. Gr. -ìT^p-Co'*- Dant. Par. 27. Le
chiavi , che mi fur concesse , Divcnisser
segnacolo in vessillo. Frane. Sncch.rim.
18. Kè con armata vesta Veggio nessun se-
gaire il tuo vessillo Strd. Stor. i. 17.
Tra questi era il vessillo della Croce molto
risplendente .
^• E s
+ # g. Vessillo, dicevasi anche da*
Bomani Un' ala di cavalli nelle loro le-
gioni. Borgh. Arm. fam. IO Una parie
dell' esercito si chiauiava specialmente
vessilli, e vessillaiioiii. (I^)
VESTA, e VHSTt". Ahrto, Fcstimen-
to. Lat. vestis . Gr. s'sàr.'^ . Hocc canz.
3. 5. Quando, per mutar veste, >^ì, dissi
mai , sì hella nel!' oscura Mi vidi già .
Amet. 21. Tanta stima è la dignità de'
capelli alle femmine, quanta se qualun-
que si sia di preziose veste, di ricche pie-
tre ec. circondata proceda . Petr. canz.
40. 8. Vedova sconsolala in vesta negra.
Boez. G. S. i5. E me , gridando e con-
trastando , siccome io parte dì preda ti-
rassono , la vesta , che con le mie mani
aveva tessuta , squarciarono, Boez. J'arch,
1. pros. 3. E me ec tirando per lorza ,
come lor preda , mi stracciarono la vesta,
la quale io stessa eolle mìe mani tessuta
mi aveva.
g. I. Per m taf. si dice del corpo .
Dant. Purg. I. Ove lasciasti La veste ,
eh* al gran di sarà si chiara Ar. Fur.
35. 8. Wè si leggiadra , uè sì Leila ve-
ste Unqua chhe allr* alma in quel terre-
stre regno.
g. U. Per similit. si dice di Qualun-
que cosa che cuopra checchessia . Bern.
rim. 1. 23. Un gran coltel vuole una gran
guaina. Ed un grand' orinale una gran
vesta. /Ar/i. Ori. 2. 3l. 1- Quanto però
noi gravava la veste Dura del corpo, che
*1 facea mcn sano.
g. 111. In maniej-a proverh. si dice Far
la vesta secondo 'l pannoj che vale Ac-
comodarsi come si può , Far quel che
si può. Lai. tempori inservire. Gr. CCTTO-
5>£-eiv —,-0'^ To'v xatjso'v. Belline, son.
17O- Ognuno secondo *1 panno Faccia sua
vesta .
§. IV. La veste non fa il monaco j
proverò, che vale , che L* essenza non
consiste nelC apparenza . V- MONACO,
§. I.
f VESTACCIA. Peggiorat. di Vesta.
Benv. Celi, f il. I. 3(50. Mi misi addos-
so ec. un poco di vestaccia a caso. E ap-
presso.- Di' loro ce. che io mi metto un
poco di vcslaccia addosso. Lasc. Pinz. 4-
I. Indosso ha una vestaccia rossa foderata
di dossi , che dovette già esser dell' ar-
cavol mio.
* VESTALE. Some presso gli anti-
chi Bomani dato a quelle vergini che ,
consacrate alla dea Vesta , avevano per
gelosissima incumbenza loro di serbar vi-
vo il fuoco sacro pubblico della città e del
popolo. Oggidì si prende per Femmina di
gran pudicizia. (A)
VESTE. V. VESTA.
f VESTETTA. Dim. di Veste. Benv.
Celi. 1 it. I. 3C3. Andai a tagliare i pan-
ni azzurri con una hella vestelta di ermi-
sino. E 2. 22. Mi richiese che io gli fa-
cessi una certa vestelta.
* VESTIARIO. Add. Atlcnentea ve-
ste, l'it. Pili. 2,?t. Grandissimo illustrator
dì Plinio , e della materia vesliaria. fi )
•f VESTIBOLO, e VESTIBULO.
V. L. Grande spazio su 'l ingresso di
qualche edifzio , e che serve di passag-
gio a molti altri spazii , i quali hanno
altri usi particolari . Presso gli antichi
era quello spazio avanti la porta d'una
casa, coft detto perch'era consacrato alla
dea Vesta. Lai. vestibulum. Gr. "ttzooo-
/xov, :7_Dor:'j>«tOV. Ar. Fur. 34- 54- Nel
lucente veslihulo di quella Felice casa un
vecchio al Duca occorre. Buon. J-ier.5.
3. 6. Io genuflesso dal vcstìliul santo ec.
E 5. 3. 8. Adunque io serrerò La porla
del vestiholo di dentro. Borgh. Orig .
Fir. i63. La forma di queste entrate ,
che i Romani dicevano vestibuli, o adili.
V E S
1703
* §. l'estibolo dell' orecchio, chiama-
no I j\C'tomisti la prima parte della .fe-
conda cavità , detta Laberinto . Taglia.
Lett. Nel laherinto v' è una cavil'a irre-
golare chiamata vestibolo , ove sono tre
canali, o condotti ossei sonùcircolari. (A)
VESTUHIUOLA . Dim. di Vesta.
J arch. Stor. 9. 265. Chi porta un saio,
e chi una gahUanella , o altra vcsticciuo-
la di panno soppannata, che si chiamano
ca.vacche j dove la siate si porta s()pra il
farsetto , o giubbone solamente , e qual-
che volta sopra un saio , o altra vcsllc-
ciuola scempia di seta. Fir. As. i3. Vo-
lendosi con quella misera veslicciuola rì-
cuoprire il viso. E {^\. Ella aveva una
sua vestìcciuola lina tiitla hìanc.1.
t VESTIGIA. /. A. ì'esugio. Conv.
l58. Vuole a questa m.igione andare , e
non gli è mestiere se non seguire le ve-
stigie lasciate. Pant. Par. S\. E the sof-
fristi per la mia salute In inferno lasciar
le tue vesligie . 'I^ Serm. S. Agost. 20.
Questa vestigia del serpente alcuni se-
guìtano, i quali udendo le sante e buone
predicazioni ec, pongono gìuso il veleno,
ec. (E)
-S §. E fgitratam. per Segno, Indizio,
Sentore. Din. Comp. /ih. 3. Con tallo
che i Bianchi tenessero alcuna vestigia dì
parte Guelfa, erano da loro trattati come
cordiali nemici. (Br)
f VESTIGIO. Segno impresso nel .tito-
lo della terra dappiedi degli animali in
andando; C^rma, Pedata , Traccia . JS'el
numero del più si usa indìfl'erenlcmentc
7 esligi, e J'estigia. Lat. vestigium. Gr.
f^^vo; . Petr. son. 28. Dove vestigio u-
man la rena stampi. /{" 263. Di vaga fera
le vestigia sparse (Cercai per poggi snli-
larii ed ermi. E canz. 26. 5. Cosi avcstù
riposti De' bei vesligii sparsi Ancor tra'
fiori e l'erba. Ar. Fur. 27. 8. Che non
trovando Angelica in Tarigi, Sì parte , e
va cercandone vestigi, v Tass. Ger. l5.
2. E son V islesse Vestigia ricalcate or nel
ritorno, Che furon piìma nel veniie im-
presse. (N)
* g. I. Vale anche Piede , Orma ,
nel senso del §. IH. Sannaz . Arcad.
egl. 5. E coi vestigi santi Calchi le stel-
le erranti, (l )
*t 3 §• ^*- ^f^f^f P^'' Memoria. Pant.
In/. 24. Cotal vestigio in terra di se la-
scìa , Qual fummo in aere. But. ivi :
Cotal vestigio, cioè memoria, imperocché
vestigio è la pedata del pie , che dimo-
stra che quivi è stato il pie, e così ne fa
memoria j però vestigio sì può pnnere per
la memoria. Dant. Par. 5. Non è se non
di quella alcun vestigio Mal conosciuto ,
che quivi traluce.
5r §. III. Per Avanzo , Bimasuglio .
H Serd. Stor. 3. l38. Solo nobile per Ir
vestigie d'una città rovinata ». rB)
♦ S;. IV. Per Esempio, u Esp. Salm.
Dobbiamo pensar le vestigie , vie e vite
de' Santi ». Ar. l^tr. 2I. 8 Quivi sen-
tendo poi che '1 vecchio Ottone Già mol-
ti mesi innanzi era in Parigi , E che di
nuovo quasi Ogni barone Avea imitato i
suoi degni vestigi. fM)
•f ^ VESTIMENTA . V. J. I^esti-
mento. Vit. S. Ciò. Bai. 226. Spogliasi
Giesù la sua vestimenta, e entrò nell'ac-
qua. Lib. Bepuh. G. S. Poi pose il fra-
tello in su lo lcj;naio, e copcrselo d'una
preziosa vestimenta. (E)
f VESTIMENTO. L' abito che si por-
ta indosso per bisogno, e per ornamento.
Ael plurale esce così in i , come in a .
Lat. vestis. Gr. iz'rifii- Lìocc. noi-. 96. 6.
Eran vestite d'un vestimento di lino sol-
tilissimo e bianco. /-" nov. 100. 9. E fat-
tisi quegli vestimcnli venire , che falli a-
vea fare, preslaroenle la fece vestire- Amet,
ijo4
V E S
ftl. Merrè del veitimenlo corlese nella
»ua scollatura. Dant. l'urg. 9. Cenere, o
terra, che secca si cari, D' uQ color fora
col suo vestimento . /i rim. ^O- Che *I
savio Don pre^^ia uom per vc»limcnta ,
Perchè soo ornameatdì Ma pregia il sen*
no, e li gentil coraggi. M. V. 4- >V ^'
accordarono con loro d* avere panno , e
Tcslirnentu , e calzatnCDlo, e vino per li
loro danari. ìil. SS. Pad. I. 170. Pa-
revano pure cori di Angeli, sì per la pu-
rità e bianchezza delle \cstimenta , e sì
maggiormente per la purità e letiita e
fervore che mostravano nella faccia ■ K
223. Usino anche di ootte vestimeoti di
Udo .
4! g. l'esltmentn, per Monacazione. Ft-
tic. rim. pag. 25o. ( Son. Tenera luce
ce. Ut.) Nel veslimenlo delle due figlie
del duca Sulviali. I: 25l. (Son. In quel-
la età che la ec. Ut. ) Nel vestimento di
nobil dama. iNSi
VESTIRE. Sust. l'estimento. Lai. ve-
stii. Gr. ìibrli. f il. Ptul Convita uo-
mini harhari, e schiavi cattivati, che fanno
reverenza a questo tuo vestir liianco I*er-
siano. Cavale. Med. cuor. Stolto sarebbe
chi avesse in tanto odio un carissimo ve-
stire, che 'I gettasse per ima macchia che
avesse ce. Pass. ZifS. Alcuni si gloriano
ec. d* avere preziosi vestiri. Amet, 52- Gli
fece varii ornamenti diporre , ed in una
simigliaoza i suoi vestiri ridussi . E 63.
Da me vestiri, e tutte quelle cose che a
grado ti sono, a le sono concedute. Beni''.
Asol . 3. 200. Ornata di cari e preziosi
vestiri. J? Ar. Fiir. 22. 63. Bradamante
pregò mollo Ruggiero, Che le lasciasse in
cortesia V assunto Di gettar della sella il
cavalicro , Ch* avea dì fiori il bel vestir
trapunto . (/i)
3 VKSTIUE. ì'erbo. Afetlere indosso
il vestimento, hii.'i'esfire , indncre. Gr.
7re^t6a3i)eiv , iToii^etv. Bocc. nov. 28.
]6. Trattigli i suoi vestimenti, e a guisa
di monar<i votìlolo , sopra uu fascio dì
paglia il posero.
Jff §. I. Pestire t vate anche Dare , o
Far fare altrui uno , 0 più vestimen-
ti. (Ci
* §. II. Vestire una camiciaio simi-
li, vale Mettere in dosso a sh una cami-
cia, o simili. M Dani. In/. 23. Tanto che
solo una camicia veila »». Tnss. Ger. 11.
4- Quivi gli altri vestir candide spoglie,
Vestir doralo ammanto ì due pastori. fP^
^ §. 111. I estir panni lini, o simili,
x'ale Andar vestito di panni lini, o simili.
- Vit. SS. Pad. 1. 171. Vcslifano pan-
ni lini , e portavano al collo certe pel-
le ». (C)
%. IV. Per Portar vestimento , A\er
vestimento indosso, fìocc. nov. 8. 3. Usi
tono di nobilmente vestire. Maini, 1. Si-
li qual vestì di lunfiO , e fu guerriero.
g. V. Per simtlit. Pftr. Canz. 26. I-
Se M pcnsier . che mi strugge , Com' è
fiungenle e saldo. Così vestisse d* un co-
ur cooforme.
# §. VI. f 'estire t in signi fic. neutr.
pass, vate Mettere indosso a .x'e il prò
prio vestimento, u fiocc. nov. 80 11. Ma
poiché tempo parve di levarsi alla don-
na fatte venire le schiave, sì vestirono.
E noi'. 82. 6. Come il meglio seppe, »i
vestì al buio ». ( Cj
^ §. VII ì 'estirsi una roba, vate
Mettersela indosso. •• /?orr. nov. 12. l3.
La donna gli fece appreilarc paoni ec. ,
li quali, rome vestiti s* ebl>c, » suo dosso
fatti parevano >». iC/
# §, Vili, f'estire una cosa , vate
anche Ouernirsene , Fornirsi dì quella .
Tnss. Ger. 1, i^. Ali bianche vesti che
han d* or le cime lofaticalidmcDlc agili e
projle. (D)
y E s
* §. IX. Talora vate Provvedersi di
vestimenti. G. V. 8. 32. 3. Giunto in
Bruggia (ti Re) gli fu fatto grande ono-
re , ec. e tulli sì vestirò di nuovo cia-
scuna arte e mestieri di per se, facendo
più diversi giuochi e feste , e per lo Ke
e sua baronia gioìlre. (C)
^ §. X. t'er Fornirsi di vestimento ,
Procacciarselo. Benv Celi. Vii. 1. 37I.
Il restante della roba mia ec. volevo che
fussiuo del mio carissimo Felice , e rm*
quanta ducati d'oro più, acciuccbè luì sì
potessi vestire. (Ci
* §. XI. J estire, in segnile, neutr.
pass, dicesi delle Monac/ie che fin prò-
fetsione in alcun ordine religioso. Uant.
Par. 3. Perfetta vita e d' alto merlo in-
ciela Donna più su , mi disse , alla cui
norma ^el vostro mondo giù sì veste e
vela. ììut. ivi: Sì veste ec. cioè, si pi-
glia vestimento ec. couie sì vestono ce. le
monache. ( l'.r)
§. XII. Per meta/. Dant. Purg. 7.
Quivi sto io con quei che le tre sante
Virtù non si vestirò . E rim. 23. E ve-
sle sua persona d' un diaspro. Tes. Hr.
7. 4^. Iiitinantenente che 1* uomo veste
persona di giudice , dee egli vestire per-
sona d'amici, e guardare che sua persona
non falchi r altra, t.iiid. G. Allora quan-
do gli alberi si vestono d' intorno di nuo-
ve frundi . t*etr. son. 8y. Or vestirsi o-
nestade , or leggiadria. /:.' son. 276. Che
i villi spoglia, e verlù veste e onore.
* VESTITA. Aggiunto di Canzone.
r. VESTITO add., §- I. (')
* VE>TITELLO . J)im. di ìeslitoj
Vestitino . Band. ant. Alle quali donne
di parlo si concede un vcslilello di drappo
senza furnimcnlì. (A)
* VE>T1T1N0. Dim.di FestHoj le-
stitcilo. (A)
VESTITO. Sust. Vestimento. Lai.
vestis . Gr. izòAi - ^- V. IO- l5^. 1.
E simile di veslìlj iulaglìalt di diversi
panni .
§. Vestito, per la Spesa, e Manteni-
mento dfl vestire . Stor. Fnr. 1. 2. Lo
condusse vecchio, ammalato, e solo a men-
dicarne il villo ed il vestilo. ^ Sold. sat.
5. Vicn il bisogno ec. , E non avendo a
che più meller mano, Porrassi al dexo
a macellar la carne Della moglìer , che
non ha preso in\ano. Ma alfin costui pre-
tenderà cavarne Villo e vestilo, ec. (It}
VESTITO. Add. da I estire. Lai. in-
dutus , vestitus. Gr. ìvÒjs'^svoì . Dant.
Purg. 12. A noi venia la creatura bella
Bianco vestita. Mor. S. Greg. 10- 3o.
Erode lo dispregio con tulio V esercito
suo, e rimandullo vestito di vestimento
bianco. Amet. fì\. Cosici dì ve.'-tiri ver-
migli veglila. Alf'crt. cap. l^. Intendi fe-
de viva, e non morta, e vestila di buona
pace (qui Jìguratam.}. Vtt. Ò'.V. Pad. I.
2^1. Giunse a loro in siili' ora della se-
sta lo predi-tlo tjiilis>iniu Priore vestito
di pelli . Segr. Fior. Cli*- 5. 3. Clizia
dov' •? S. Manda'U, subito che li fu
cenalo ìersera » veglila cu* panni di Siro
in un monasleriu.
g. I. Canzone vestita. Pemh. Pros.i.
71. Il tnrdesimo dì quelle canzoni, che
fiatiate si chiamano, si può dire, le qua-
li . quando erano di piii d* una stanza,
vestite sì rbiamavano, « non vestite quan-
do erano d' una sola.
f §. II. .\ai(er vestito. Jjgurutam. va-
le l-Usere av\-enturato . Lai capram ftt-
lestem orientem conspicere, omnium esse
felici ssimum. Or. » u Jaijuto vati tov jSi'av
6t%Tl)ttv. Patajf. 7. I«i son nato vestilo
col legume. Malm 7. ,1|. Eiglitiol, rispon-
de a lui, dalli couforlo, E sappi che tu
se* nato ventilo.
VESTITUCCIO. Dim. di Vestito sust ,
V E S
e si prende comunemente per Vestilo or*
dinario, 0 cattivo. Malm. 2. 5!^. Avendo
UQ vesliluccio di dobrelto, Ed un cappel
di brucioli alla moda. Menz. sai. il. Dia-
mogli almeu ruel vesliluccio aotìco , Ch'
ella adoftro da capitan Spaveoto
VfcSTITUKA. Jl vestirsi. Foggia, o
Maniera di vestirsi. # Sat.in. Cas. 68.
Veste lessuta di Gorì, che e la propria ve-
slilura de* Sileni. ^.V^
§. I estitiira, per Vestimento. Lai. ve-
stis. Gr. ii^fli. Sen. Pist. Finalmente
li sarà tolta ancora la tua sezzaia vesti-
tura (cioè, la pelle). Fr. iac. T. 3. 27.
4- Essendo piccicdella, Tua forte TesUtu-
ra Sotto ricca ornatura tu celavi C^ui ^r
cilixio ).
•f VESTONE . Accresca, di Vesta j
Vesta grande, nobile. I.asc. Spir. 5. I.
Quei vestoni di seta , che voi vi fareste
r altr' anno , che voi andaste in u6cio .
Buon. Fier. 2. 5. 2. Oh bel vestuoe Per-
siano , o Turcbesco, ladiano. Arabesco,
che so io?
VESTURA. V. A. Vestitura, hit. ve-
stis. Gr. i^brii. f it. Buri. 2^. Quando
Giusafla ebbe veduta quella veUora , co-
mìncio duramente a sospirare-
•| * VESTUTO. V. A. Vestito.
lìemh. Pros. 3. iS^- E vestuta in vece
di vestita , che pose Dante nelle rime
della sua Vita Nuova. (I )
t VETERA.NO. propriamente Soldato
che abbia esercitato la milizia mollo tem-
po. Lai. veteranus. Gr. "^eiSJrTjj. Ott.
Com. Inf. 12. 934- Li suoi veterani ca-
valieri , non si vergognavano dì fuggire .
Borgh. Orig. Fir. ^l. Scegliendo quelli
che erano più anni slati all' esercito , e
finito il termine della milizia, che e'chia-
mavano veterani. Segr. Fior. Art. guerr.
I. 26. Per esser mescolati quegli che s'
avevano ad eleggere , rispetto alle conti*
nuc guerre , d' uomini veterani e nuovi.
Fanti. Stor. 9. 226. Dovendosi servire
di quella milizia veterana . Guicc. Stor.
ì6. Quello esercito veterano , e oudrilo
in taote vittorie.
^ $. F per si miti t. si dice d' ogni al-
tra persona ctie da gran tempo sia ami-
co, ser%itore, e simili. Car. lett. Tomit.
l56. E se vi par d' avvertir di qua di
qualche altra cosa, come ospite veterano
fli S. Beatitudine,* sarete obbedito dì tut-
to. (C)
^ VETEBINARIA. Term. didmsemlico.
Queir arte die tratta della cura de' mor-
bi nelle bestie , e che sebbene per ragio-
ne del Jiiie e dell'intenzione conviene con
Al Medicina, disconviene per ragione dei
soggetto. (At
t -;! VETERINARIO. Term. didascalicù.
Aggiunto dato a colui che cura la salu-
te degli animali , (Vie studia e professa
la veterinaria) ed usasi anche inJorzA di
sust. (Ai
•t * VETERINO. Add. Appartenente
a' Cavalli , ed altri giumenti da \-ettura.
Manhett. I.ucr. ttb. 5. i'. I278. Ma i
fedeli e vigilanti Cani, e qualunque spe-
cie al mondo nacque Ili velerino seme
ec. , Tulli dell* uomo alla tutela ec. li
dier. (A)
VETRAIO . Quegli che fa vnsetta di
vetro. Lai. vttriarius . Gr- \jeÙ0iipyòi -
Sen. Pist. QO. Io desidererei molto di mo-
strare a Possidonio, %' e;;li vìveue, alcu-
no vetraio, che cui proprio alilo fi diverse
vasella dì vetro.
§. Fetraio, dictsi anche Colui che ven-
de, o acconcia 1 %fetri per finestre , o si-
mili .
VETRARIO .4dJ. Tìi vetro, .iffarte-
nenie a vetro. Art. ì'etr. .Xer. proem.
Io avendo nell* arte vetraria lavorato più
tempo ce, mi son musso a dar notiiia ti
V E T
V E T
V E T
1705
monila palle di quello che ho visto e Ki-
vurato ia ciia. E 3. 45. Pochi sooo quelli
che heoe gli sappiano fave « come colori
Jifficili e fjìtidiuiti noli' atte volraria.
VETHATA. Chiusura di vetro, che sì
fa aW aperlura delle finestre j Invetria^
la. Lat. vitreum clathntm. Gr. uVAiyov
* VETRIATA . Lo stesso che Inve-
triata, liaidin. l'oc. Dìs. (A)
VETRIATO. Aild. Invetriato. Borgh.
Hip. 211. Àncora sì può fare ia un co-
rcggiuolu Tt'triato, o in penlalino. E ap'
presso: Fa Ji intitìero avere libbre cin-
que
ili cimatura di
pan NI
chermisi io
pentola nuova vetriata, lì 2l6. Veggen-
dosi a bastanza colorito , si cava in una
scodella vetriata.
f VETRICE. Pianta nota di più spe-
zie, che nasce su pe' greti det fiumi. Lai.
salix/ragi/is. Gr. à'yvo;. Ott. Coni. In/.
a5. 4^^- '^ tornai lassa dalla selva del
moole Stiffatide; il caldo era, e la fatica
Avea raddoppiato il grande caldo ; trovai
r acque che si movevano cou mormorio
chiare iosino al fuiido; le veirici, gli at-
I>ori vi davano ombra. Capr. Boti. l. 8.
Ne puoi vedere la esperieuza manifeita nel-
le piante, infra le quali quelle che hanno
r umido acqueo, come suno aalci , gatteri,
vctrici, e cimili, duran poco.
VETRICIAIO. Luogo, o Greto pieno
di vetrici. Cron. l'eli. 70. Tennonmi nel
Mugnooe nascosto tanto fu la porla ser-
rata, e poi mi menarono per lo vetriciaio
e luDg* Arno, f v Cor. Long. So/. 8. La
Cloe se ne andava ora in un giuncheto,
o in un vetriciaio, a far cestole, sportole,
6scelle , ec. (Min)
VETRIERA. l'etrata. Invetriata. Lai.
vitrrum ciaOtrum. Gr. uaXivov x\z'QpO'i.
Sen . Pist. ^. Alcune cose son trovale
nel nostro tempo, sici-t)me sono le velrie-
re, per ir qu;di si vede chiaro nelle cose
chiuse (il testo lat. ha specularla).
VETRIFICARE. Far vetro j e in si-
gni^C. neutr. l'ivenir vetro . Art. ì etr.
Aer. X. a. Avvertendo che ogni pietra
che con Taccìaiuolo, ovvero fucile, fa
fuoco , ^ atta a vetrificare , ed a fare il
vetro . E appresso : Rimarrebbe Ìl tar-
so solo , il quale per se qod vetrifiche-
rebbe .
VETRIFICATO. Add. da Vetrificare;
Bidotto in vetro. Divenuto vetro. ^- .irt.
Vetr, .Ver. 2. 43- Poi gli davo il corpo
del tartaro bruciato , e fuliggine di cam-
mino velri6cata , e croco di ferro fatto
con zceXo.'(B) E 5. 77. Rotto il coreg-
giaolo, resterà una materia vetrificata in
colore di smeraldo vago e bello.
VETRIFICAZIONE, // vetrifcare .
Art. J'elr. :\er. proem. 3Ìel qual modo
si vede la vetrificazione delle pietre, che
per loro slesse giammai foaderehhono, ne
TctrifichercbboDo.
* VETRIWA . Materia che si dà so-
pra t vasi , o altro , da cuocersi in for-
nace,che It fa lustri. Baldin. P'oc. Dis.
alla y. Invetriatura . Sorta di vernice ,
detta vetrina , che adoprano i vasellai
per dare ai vasi di terra, sì per render-
gli lustri, come ancora per renderli impe-
netrabili dai liquori. (C)
* VETRI50. Term. de' Magnani .
Aggiunto di Eerro crudo, che facilmente
si rompe. (A)
* § f 'etrino, aggiunto d' Occhio, di-
cesi di Quello che è attorniato da un cer-
chio bianchiccio. (A)
* VETRIOLO. Lo stesso che f'etri-
yolo. Sagg. nat. e^p. 23^. L' agro di li-
mone, lo spirilo di vetriobj , e lo spirito
di tolfu mutano il paonazzo della lacca
muffa e quello della tintura delle viole
mammole in vermiglio. {*)
Vocabolario T. II.
t VETRIUOLA. Lo stesso che Pa-
rietaria. Lat. parictnria. Cr. 6. l33. I.
La vetriuola , che per altro nome parie-
tatia s' appella , ed è erba calda e secca
nel tento grado , e chiamaci vetriuola ,
perocché se ne purgano i vetri . Zihnld.
Andr. HO. Togli barbe di pretjeiiuilo
ec, vetriuola, crescione ec, e fa bollire
tutte queste cose.
§. l'etriuola , in gergo, e in modo
basso, si prende per hicchierej onde SoJ-
far nella vetriuola, che vale Ilere. Malm.
11. 57. Un mangia, un soiHa nella vetri-
uola. Red. /ìiinot. /^i^ir. 8. Andatomene
a casa con una graziosissima sete , vi so
dir io che la vetriuola andò attorno , e
che non risecco , ma luulle me a* andai
a letto.
VKTniUOLO. l'itriuolo. Ricett. Fior.
72. Il vetriuolo, chiamato da' Greci cal-
canlo, e dai Latini atramento sutorio, e
di due soite: fattizio e naturale, ec. Il
naturale si ritrova congelato nelle vene
della terra. E 85. L' allume ed il ve-
triuolo sì ardano in una pentola scoperta,
acciocché si vegga quau«io sono arsi.
§. Per Pezzo di vetro . Cant. Cam.
106. Ferravecchi, ferravecchi, Evvi cen-
ci, o rami \ecLhi? Donne, non tenete
addosso Scarpettacce , o vetriuoii.
•f -'.' VF.TIIUOLO. Adi. Che e del-
la natura del vetro, o ha quaUhe simi-
litudine col vetro. Cnnt. Cam. pag. It)^-
(Cosmopolì 1750) Hanno ;t poponi) tra
'1 fiore un latte vetriuolo ; Ma per uo
segno solo. Quei r* baa grosso il picciuol
son lutti buoni. (.4)
VETRO . Materia trasparente , com-
posta, a forza dt fuoco, di rena bianca,
e di cenere di soda fatta delT erba Cali.
Lat. vitrum. Gr. uav^;. Bocc. nov. \[^.
8. E non jllrainenti che uu vetro per-
cosso a un muro, tutta s' aperse e sì stri-
tolò. E nov. 88. 5. Datogli un bottaccio
di vetro, il meno virino della loggia dei
Cavicciuli . .-Jmft. ()6. Cu^i in essa tra-
sparevanc i nostri corpi , come in vetro
traspare Ìl festuco. Dani. Purg. 27. Co-
me fui dentro, in un buglieiite vetro Git-
talo mi sarei per rinfrescarmi. E Par. 2.
Cosi come color torna per vetro . Petr.
canz. 8. 4- Certo cristallo, o vetro Non
mostrò mai di fuore Nascosto altro colo-
re. Che r alma sconsolata assai non mo-
stri Più chiari i pensicr nostri.
§. Per lìtcchtere . Lat. cyathus . Gr.
xj'aSo.; . Frane. Sacch. nov. 3l. Si co-
minciano ad attaccare al vetro; bei e ri-
hai, cionca e rÌcÌonca, quando ebbon de-
sinato, non che si ricordassono della loro
ambasciata, ma e' non sapeano dove e' si
fossono. E appresso : La sera essendo a
cena , e adoperandosi più '1 vetro che il
legname, cenalo che ebbono, appena in-
tendea 1' uno V altro. Ciriff'. Calv. 3. 82.
A Ciiiffo gli piace, e il vetro succia.
Sema lasciar nel fondo il cenlelliuo. Red.
Ditìr. 2. E per chi s' invecchia e langue
Prepariam vetri maiuscoli. E j4nnot. Di-
tir. 7. Vetro per vaso da here fu usalo
anticamente da Franco Sacchetti.
VETTA. Parte estrema di sopra. Ci-
ma , Sommità . Lat. vertex . (ir. otxsa -
Pallad. Febbr. 17. Spogliarla d'ogni ra-
muscello d' intorno , lasciandolo la vetta
solamente . E IQ. Le piante poni barba-
te, e le vette rompi loro con mano, sic-
ché crescendo spandano i rami . Dant.
Purg. 6. Tu la vedrai di sopra in sulla
vetta Di questo monte . M. V. 8. 4^.
Armò la vetta del campanile contra la
tona de' lolgori con reliquie sante . E
cap. 97. Cominciando dalla vetta de'col-
li, e passando per lo tramezzo delle valli.
Tac . f)av . Post. 44*- Ecce chinare le
vette a due \icini arLori , legare a cia-
scuna un più del reo , e lasciarle an-
dare .
§. I. Per Ramicello , Vermena . Lat.
ramusculus . Vtt. S. Ciò. lìat. Si spo-
gliava , e battevasi tutto dal capo al pie-
de con colali vette d' alberi.
§. 11. Cercar deifichi in vetta; *^f'-
to proverh., che vale Mettersi a impre.ie
difficili, temerarie, inutili, e pericolose.
Ved. Flos. 43. Ciriff". Calv. 3. 92. Così
vanno cercando fichi in vetta. Morg. 22.
77. E tal, che ha '1 fico in man, ne cerca
in vetta.
§. 111. Egli e meglio cader dal pie,
che dalla vetta j Maniera proverh., che
si lisa per consigliare altrui ad eleggere
de' mali , che non si posson fuggire , il
manco nocivo. Lat. prestai uni malo ob-
noxium esse , t/uam duobns.
§. IV. Vetta , SI due ambe quel Ba-
stone appìct alo al manico del corrcfìgia-
to, col quale si batte il irano e le hiadej
e talora si prende per Carnato da batter
la lana. Ci-. 5. 9. 2- Del suo legno (del
cornio ) ec. si fanno ec manichi di mar-
tello , e velie di coreggiati da Iiallere il
grano e le biade, e velie da vergheggiar
la lana. M. V. 3. 76. E nondimeno sotto
la \elta valse (il grano J per lutto soldi
42 l'ctop. in tempo di hatlitura).
§. V. / etta , SI prende anche talora
per Pertica. Cant. Cam. 2i)6. Perchè la
lunga, soda e grossa vetta Ritrova nie'pcr
tutto le castagne.
^ §■ VI. Dalla vetta al pie, posto av-
verò., vale Da alto a basso. Lat. ej.- sum-
mo ad imum. Med. /irhor. Cr. 5l. Pas-
sando Gesù di questa vita mortale, il velo
del tempio si parti e apri dalla vetta in-
fino al pie in due parti. (C)
^•s VETTA. /*. L. ed A. Benda. S.
Agosl. C. D. i. 2. Con le mani sangui-
nose ardirono di toccare le vette verginali
della Dea ( il Lat, dice : virgineas ausi
diVìE continj;ere vìctas). (l)
VETTAIUOLO. Add. Di vetta. Che
nasce in vetta . Alleg. 35. Io , che non
mi persuado d' esser un di que' poeloni
madernalocci ec, ma piuttosto mi tengo
e sono uno stentalo rimessiticcio di poeta
vettaiuolo posticcio e dozzinale, ce. ( qui
per stmilit.J.
;;; VETTARELLA. Ornamento mulie-
bre sul Cappello. Poliz. rim. Con tal de-
licatezza Porta una vettarella di sopra la
cappella. Che m'abbaglia. (Min)
•|» ;;: VETTE. Leva. Galli. Mecc. 6o5.
Ne questo strumento è differente da quel-
l'altro che vette, e volgarmente leva, si
domanda . (A)
VETTIGCIUOLA. Dim. di Vetta. Pai-
lad. Mago. 7. In que' tre digli si dieno
tenere vctticciuole di iruiidi d' arbori , b
molli frondellc f il Lesto lat. ha summi-
tas ).
* VETTIGALE. /'. L. Tributario.
Borgh. Colon. Rom, 363 E agevol cosa,
che si trovasse questo modo de'muncipii,
di colonie e di vettigali. E òQQ. Altre terre
rimasero vettigali, altre sotto nome di pre-
fetture. E Col. Lat. 412. Guadagnate quel-
le entrate pubbliche e quel terreni, come
gli chiamarono, vettigali. (i )
'\- g. Per Dazio , Tributo. Pist. de.
a Quinl. pag. 23. ( Fir. l8l5) Il nome
de' pubblicani non debbono spregiare ce;
non polendo essi pagare il vclligale , se
non avessoDo Ì pubblicani ; quello vetti-
gale eziandio , il quale Siila igualmentc
aveva loro imposto. E appres.<o : Il no--
me de'pubblicani coloro uon debbono te-
mere, i quali sempre furono pagatori de
vettigali. tBj
•f Ai VETTINA- T'ascilo di terra in-
vetriata da olio , vino , e simili . Car.
part. I. lett. 3o. Vasi di creta grandi e
314
1706
T E T
Militi » col veolre largo , e cod la bocca
stretta a guisa di pentole , o di 'vetlioe
più tosto . Magai. Leu. Potete far prov-
vedere uoa vetlioa del più regalato olio
di Tivoli. (A)
VETXaNE . Pollone. hzX. germen »
turculus . Gr. ^iaoTo;, SraAc?. Cr. 5.
2|. 3> Si deono i rampolli dalla radice
itirpare, Iraltuoc i relluni, i t^uali si ser-
bano per piante. Pav. Colt. 191. I cap-
peri s* aUeBcaoo in tre modi : il primo e
seminarti di Mano ec. ; jt secondo è d'
Ottolire, o di Marzo porre di t\\ie' vetloni
che si potano; ec.
VETTORIA. V. VITTORIA.
t VETTOVAGLIA. Tulio quello, che
attiene ed e necessario al nutrirsi, e dicest
propriamente itegli eserciti j J ittung/ia.
Lai. annona, commeatiix. Gr. tk fftTt'a.
Guid. lì. Se la vcttuva^lia ouD maocasse
per loro lUsteutauone. l'ranc. SaCth. nov.
132. Volea porre 1* oste a Luco; e ciò fa-
cendo , avea bisogno detta sua vettova-
glia . =fr Pecor. g. 26. n. 2- S' egli
(Manfredi) avesse atteso uno o due gior-
ni, lo re Carlo e soa oste erano morii e
presi sema colpo di spada , per difetto
di vettovaglia per toro , e per lor caval-
li. (CP) Tac. Dav. Ann. l5. 205. Sema
aver ben fortificato gli allogglameoti del
verno , ne provveduto vettovaglie , corre
con r esercito oltre al monte Tauro .
Bern . Ori. 2. 6. 5l. Mal capitali son
lutti i destrieri. Presa la roba colla vet-
tovaglia .
VETTOVAGLIARE . Provvedere di
vettovaglia. Lat. commenlum comparare.
Gr. tU oiTta 5U5/5'J«'^£tv. Guicc. Stor.
17. 6. Innanzi che per la ricolta avessero
comodità di vellovagliarc le terre forti. H
18. 64- Mandò poi Borbone dieci insegne
a vettovagliare l'itzirhilone. Car. leti. I.
Il4- (jI* Impelali guard.ino in cagnesco
quel Carignano, e si vantano <> di vetto-
vagliarlo, u di cavarne il presidio. * Segu.
Stcr. 7. 202. Assaltò Carignago , e per-
che egli era con poco presidio, l'ebbe a
patti, e cotta vettovaglia, che vi era in ab-
bondanza, vettovaglio Turino. (C)
# g. E nentv. pass. Car. lieti. Arist.
33o. Il medesimo volendo una volta esor-
tare gli Ateniesi che s'erano vctlovagliati
in Negroponle, disse ce. Ces. lelt. Cic.8.
25. Era stalo ucciso per ordine di Pom-
peo iugli occhi dell' esercito , per essersi
accordalo con certi SpagnuoU , caso che
Pompeo fosse per vetti'vagliarsi venuto in
non su qual terra, di pigliarlo e condurlo
j Cesare. (C)
VETTOVAGLIATO. Add. da fetto.
vagliare. Lat. annona insiriulus.
* VETTUAGLIA. /'. A. I ettovaglia.
iius. 23^. Con qu:irdnta navi , e qui-tle
cariche di veltuaglie. .Sig. I lagg. Sta. 6.
Ora vogliendo raccontare della grande de-
gnilade d'Alessandria, e de' loro costumi,
e modi , e delle multe veltuaglie , e co-
nte ella è ben posta e situala per ogni
ragione; in prima racconteremo della gran-
dcua. (C/
t VETTCCCIA. Ptm. dt fetta, e di-
tesi per lo più in signi/ir. di Cima delle
piante j Punta tenera . Lat. turio . Gr.
to' toj r.^a'Soxj «'o/otTOv. Cr. 5. la. 5.
Deesi procurar che 'I pedale si divida in
molti rami, e i rami in verghe e vetluc-
ce, le quali menimi e produrano il frullo.
E 9. 63. 3. Vegneodo al leno dì , gli
si dieno le tenete vctlurn- degli arbori ,
e tiroochi morbidi , v le cime dell' erbe
verdi .
•f VETTURA. Comodo, o Prestatura
mercenaria dt bestie da cavalcare , 0 da
someggiare , o da trarrt . Lat. vectura .
Cr. 9. 6. 9- Alcuni cavalli si dipulano a
^et(u^a , alcuni a coprire , alcuni a cor-
Y E T
rere^ec, Socc, nov. 86. 4- Tolti una sera
al lardi due ronzini a rcltura ec, di Fi-
renze uscirono . Jtfaestruzz. 2. 27. Che
sarà di coloro che sono tenuti a dar la
\ellura delle Inaile ;•' signori loro, e dan-
nula, e purtanla loro i di delle festel Ar.
Eur. 3o. 8- Ma non pero che Oliando a
piedi vada, Che di vetture vaol viv«r« a
macco.
§. I. Vettura, per la Mercede stessa
che si p"ga per colai prestatura. 5? Sig.
ì lag'^. Sin. 100. E ancora troverete alla
porta cin'juanta cammelli carichi di veltua-
glia, e dì CIO che vi farà bisogno, e non
. vi chiederanno niente di vettura , e mai
ntm vi mancherà da Vivere, l'.ern. Ori. 2-3.
28> Se pelciuBcllo vecrhiaccio ti piglio. Che
qui ci tieni e non ci lasci andare Ti sca-
glterò di là da Francia un miglio, E la
VfHura ti faro avanzare. / iv. Disc. Ant.
54 Se faranno bene i lor conti assai [>iù
vale quel legname che sciupano in aller-
rarlo ec. di quel che si vaglia il casta-
gnu, o la querce, o '1 sasso di cava, o i
cantoni naturali culla vettura e fattura del-
le sassaie, (t) Ar. tur. 23. 3t>. Non che
il destrier, ma la vettura dargli Converram*
mi.
* §. II. Andare a vettura, diresi del-
r ^tndar colle proprie hesUe per prezzo
pattuito in altrui servigioj e /iguratam,
dell' Andare le persone per prezzo in qua
e in là , allogando l' opera loro . .Sfr*/.
Stor. fì. 227. In quelle (navij aliila gran
parie d' uumioi con le mogli, e co*figlÌuoli ,
de' quali altri vanno a vettura, altri stan-
no di continuo fermi ce. (C)
§. III. Per metnf. Pocc. nop. 85- q.
Ve ne menò una ec, la quale un tristo,
che era chiamalo il Mangione ec, pre&lava
a vettura. Lasc. Streg. 5 6. Io non son
per dargli una fanciulla fuggita dalla ma*
drc, e >tata due mesi o più a vettura per
iscariiera . E Cinz. 3. 3. I'ro*ioo debbe
aver mandatu la moglie a vettuia.
VETTURALE . t^uegli the guida le
bestie che someggiano . Lat. mulio . Gr.
ÓfìZiOttÒfio^. Sallust. lug. H. Subitamcn-
te fece li vetturali ec. tulli insieme trom-
bare trombe e cornetti. Maestmzs 2. 27.
Nondimenu 1 vetturali, che portano la mer-
ralanzia , e vittuaglia , o persone a certo
luogo riinoto, ronciossiacosacbè sanza gra-
ve danno non possano fare altro , credo
che sono scusati . Ciriff. Calv. a 58. E
sema niclarance, o solcio, o sate,Ferono
srotto di tiuiin volturale . M. f. 6. 61.
Volarono la citlà d' ogni mercatanaia re,
e gli all>erghi de* mercatanti e de' ti«D
danti, e' cammini de' «riturali. E 8. 77.
Le sorne del pane, eh' erano a \'Ìrrhni ,
avevano furate , e tulli i muli , e fediti
de' telturali.
t VETTUREGGIANTE. Che vet-
t'trefgia . Oli. Cam. Inf. 3o 520. Chi
dice che fu una mula , eh' è «li>nna , e
guidatrice della torma de' muli vellureg-
gianli .
VETTUREGGIARE. Portare a vettu-
ra. I al. vectnram facere, Gr. ùyttt'/i}iot
TTOiStv. Cr. 9. 63. 5. Quelli fbuoif che
s* apparecrhian per vettureggiare , si deo-
no far liiar prima i carri vuli. S. ^gost.
(\ I). Tate lirstia è naia atta a fare as-
sai lana, alcuna a vellureg;;iare e portare.
Alleg. 35. Kioalmente disutili dtvrnutì ,
alle mulina a suon di tromba gli mandano,
là dove la farina a gran peso vettureg-
giando , hanno tanta di crusca a randa ,
che la misrra vita loro lino alla morte
naturale con essa si inanliene.
§. Figuralam. Etr. As. 3o8. E per-
ciocché '1 mio vettureggiare 1* era assai
ben piariulo, ella convenne col mio guar-
diano, che io scaricassi dell' altre some a
casa sua.
VET
VETTURINO. Che dà bestie a vtttm^
ra, e anche Colui che le f;tiida. Cecch. Ser-
vig. 3. I. lo avevo bisogno Di provve-
dere una l>estia per me: Deh va, e vedi
questi %eliurÌDÌ, Se ce ne fosse alcuna di
rimeoo , Che si spendesse poco . Buon.
Fter. 4 5 18. Ebba dal vetturin bestia
sì destra , Cb' uscito ci pmruso fuor dì
strada. Ombrando nel pasaar tra le caro-
gne. Il volo 10 Arno-
* \ETTUHLNO. Add. Va vettura.
Atto, o Pettinato a vetlurepgiare . SenL
Prov. Ha più guidalrschi , che un cavai
vellurino. / 05. / il. Piti. Cosimo de*Me-
dici diceva che gì' ingegni rari sono for-
me celesti, non asini vetturini. (A)
VETTUVAGLIA. E. A. I ittuaglia .
Cronichett. d' Jmar. 253. Maodovvi vel-
tuaglie, ed altri forDimenti.
VETUSTA', VKTUSTADE, e VETU-
STATE . f . A. bistratto di^ ì'etusto s
Antichità. Lat. vetnstas. Gr. àpx^'^'^i-
S. Agost. C. D. Rendi lì boli tuoi, pe-
rocché non faranno più, che passino alla
vetustà. Varch. Ercol. 148 Ogni parlare
ec. consiste in quattro cose: in ragioni,
in vetustà, o vero antichità, in autorità,
e consuetudine, o vero uso. Guicc, Stor.
a. 370. Questo niuna vetustà, ninna più
lunga antichità cancellerà delle menti de*
murtali .
* VETUSTISSIMO . Superi, di Ve-
tusto . Adini. hind. Fra 'I tempio vetn-
stissimo, e le mura Del chiaro Apollo. tA)
VETUSTO. / . L. Add. Antico, Pri-
sco. Lat. vetustus. Gr. Tia3>aiOj. Buon.
Eier. 3. 4' 4' ^ tanto ama '1 sin nuovo ,
che '1 vetusto. Eir. As. 161. Se ora lì
ritruovi ne* vetusti templi dì quella ìsola»
la quale ce.
§. Prr ì'ecchio. Lat. senex, hngavus.
Gr. yifwv . Cani. Par. 6. Indi partis-
si poveio e vetusto. Eranc. Sacch. rim.
l'ìù di ciascuno , o novello , o vetusto ■
Ar. Eur. 40- 54* E dice che in vigor
r età vetusta Sì sente pari alla già verde
e nuova.
t VEZZATAMENTE. /'. A. Avverb.
Con vezzi. Piacevolmente . Lai. blande .
Gr. fxttÀtXùi^. Bocc nov. 80. 28. Rico-
mincio Salabaello vezxalamente ad usar
con lei . Lucan. Parlò a' messaggi molto
vezzalamrnte .
* VEZZEGGIAMENTO. // veasef-
giare. Magai, leti. I. 2^9. (Eir. I769)
Merito d' aver per sua familiare occupa-
zione il provvedere a una s.ilutr la più pre-
ziosa per la Toscana , e delle più alta-
mente importanti per 1' Italia, e in os-
sequio e in vezzeggiamento detta quale
lra%aglio con sì felii e successo, ec. fB)
* VKZZEGr.lANTE. Che %-ez3eggia .
Magai. Leti. (A)
3 VEZZEGGIARE. Far t'eMi , Far
carezze, CareziAre . Lai. blandi ri . Gr.
stXi'vEiv. Sen. lien. farch. 3. 31. Ma se
lo vrKze[;gia, se lo allieva non da serro,
ma da libero ec. , sì chiama Itenitzio .
Boez. I arth. a. pros. 3. Mentre che el-
la , come *uo cucco e favorito, li vezzeg-
gia e favorisce , le cavasti dì mano un
presente, che mai non aveva più conce-
duto a nessuno uomo privalo. Morg. 19.
121. E come sempre 1* aveva onorala E
vezzeggiata per tutto il cammino . Lcr.
Med. cani. 71. 3. Sempre ha 1' esima e
la lussa, E con essa mi vetieggia-
* §. /•; neutr. pass. - Car. l.eit. I
98. K che pensale voi, cavalier, di fare f
ec starvcnc costà voi solo agiatameale a
veiieggiarvi cotcsta paniella "T (B)
VEZZEGGIATIVO. Add. Che dimoia
*'eszo. Che si utn per *-eszo. Salvia. Disc.
1. 3l8. Cosi sonereM>e in nostra lingua il
vezzeggiativo e dìminutÌTO greco Paìladion
(qui in fona di sust., f »•«/* che si Usa
V E Z
per ve«o). * EPros. Tose. I. 208. Dal
soprammcnlovalo Teocrito furono dette ^le
cicale ) con vexxeggiativo per avventura
non osservalo Attluihones, ec. E Annoi.
Tane. lÌHon. 3. 8. Ufo.ttacciaccio , peg-
giorativo ec. ; mojfacciusio .veleggiati -
vo. (B)
VEZZEGGIATO. A'id. da Vezzeggia-
re . Buon, Fier. 4. 2. 7. E stetti a n-
guariUr trasecolalo Le vipere e k- serpi
VcMeggiate (la lor bacijrgU in bocca .
Borgh. Orig. Fir. I04 V^^ dunque la
colonia nostra nel Triumvirato, e per or-
dine del Triumvirato coudoUa da Augu-
sto, e da lui multo veweggiala.
VEZZO. Petizia. Trastullo. Lai. rfe-
Itciae. Gr. toc 7raiJtx:t. Sen. Pisi. Io
SODO il 6gliuol del vostro fattore, col qua-
le voi vi solavate tanto ddeitaie, e acni
Toi solavate i gioitili rec.ire ; 10 sono il
vostro vezzo. Per la mia fede, diss' io ,
quesl' uomo è fuori di senno. Ora è già
vecchio il mio veizo?
* §. I. I ezzo, dicesi anche per esfìrea-
Sion d' affetto a Persona teneramente a-
mata. Lat. meiis ocellus, siiai'ium mcum.
Pule. Bec. i3. Se tu vuoi alle volte un*
insalata Di raperonzo, o vuoi di ccrconcel-
I0, O eh' io ti leghi un di qualche gra-
nata Al bosco , chiedi pur , vexzo mio
bello. (Br)
* §. II. Figliuol di vezzi, dicesi a
Figliuolo amatissimo, prediletto. V. FI-
GLIUOLO, §. Vili. (C)
V §. III. Ai'ere in vezzo una cosa,
tale Deliziarsene. Fr. Giord. Fred. 62.
I peccati veniali non tolgono pero la gra-
KÌa di Dio; ma chi troppo gli ha io uso
e in veMO ec. troppo dispiace d Dio. ( Cj
§. IV. Fetzi, nel numero de! più, si
usa per Lezii. Lat. hlandttiae, illccehrae.
Gr. xp'5'''*^'''/^'^' òi'ìia-. Frane. Barb.
76. 9 Altri il fan per paventi, Ahri per
vezsi. Bocc. nov. 58. 2. Avea una sua
nepote, chiamata per vexii Cesca . Lab.
x38. Ne si vergognano ec. tanti ornamea-
li, tanti velli, tante ciance, tanta morln-
dewa sottomettere ec. alle mani parìeti-
che ec. Sen. l'ist. L' uomo il dee riem-
piere sanza schiBltade, e sanza troppe lu-
singhe e troppi vcixi.
g. V. Far vezzi, vale Vezzeggiare, Ca-
rezzare. Lat. hlandiri. Gr. ixCvzrJ. Bocc.
nov. 21. 10- Lusingalo, fagli vezzi, dagli
ben da mangiare. Genes. P. jS'. Il padre
r amava mollo , e faceva di lui grandi
vezzi. Sen. Ben. fardi. ^ l5. Cosi è
naturale il seguitar di far beoefizii a uno
che li sia slato ingrato de' passali, come
a un padre di far vezzi a" Bgliuoli catti-
vi. E 7. 12. E cosi si faccia, come noi
diremo, vezzi, come sogliono gli amanti.
Malm. 10. 8- Ed a fargli servizio, e più
che vezzi , Vuol che gli orecchi sieno i
maggior pezzi.
g. VI. Cascar di vezzi, vale Essere
oltremodo lezioso. Bocc. nov. 58. 4 ^'
quale ella tutta cascante di vezzi rispose.
Cren. Mordi. 246- Bianca e bionda, molto
bea fatta della persona, e tanto gentile,
che cascava di vezzi.
VEZZO. Modo di procedere, 0 di fa-
re, Mendo, Uso, Consuetudine. Lat. ti-
tium, menda: yConsuetudo. Gr. oifJ.OLpTr,ij.%y
09x^0.%, SJVr.'SiiK. Tac Dav. Ann. 4-
8o- l'er giurato giudizio il Senato il cac-
ciò in Candia , dove avendo cielo e non
vezzo malato ec, invecchiò nel sasso di
Serifo. Bronz, rim. burl.2. 248. Ma poi-
ch' e' vide non v'esser riparo, E che gli
bisognava mutar vezzo er. , Chiese ec.
JHorp. 19. 25. Misera mei quant* ho mu-
tato il vezzo , Esser dovevo scalzata ogni
V E Z
che Chi è malvagio per natura, mai non
si rimane di malvagiamente operare. Lat.
lupus piliint mutat , non mentem. Gr
V E Z
1707
•pus pii
oj TOv y fui li. fi
%l-
§. // lupo cangia il pelo , ma non il
vt2i0 , o simili j proverò, che significa ,
iccrrsc. Ved. Fio.-: lOO. /'. LUPO. §.
V. Pctr. son. 97. Vero è 'l proverbio,
eh' altri cangia '1 pelo. Anzi che 'l vezzo.
VEZZO, iìrnaniento dt fila di perle,
o di altre gioie , o di cosa che le somt-
fli , che le donne portano intorno alla
gola. Lat. monile. Gr. op'ioi. Fir. As.
134. Quanti pendenti, quanti vezzi, quan-
te manigUel Buon. Ftcr. 3. 4' 7- Q"^*
gabinetti, e lucide bacheche, l'iene d' a-
nell.i e vezzi ed orercbual Maini. 2. Ó9.
Si messe il grembiul bianco e le pianel-
le , Il vezzo al collo, e i ciondoli agli
orecchi.
*f -.: VEZZO. Sorta di ballo usa-
to da' Greci. Salvia. Pros. Tose. I. 338.
Aveano i Greci un ballo chiamato il vezzo,
o la collana, comune di giovani e di tan-
ciuUe, che una tal 6gura in danzando la-
ccano. (•)
i'.: VEZZOLINO- Dim. di Vezzo, in sen-
so d'Ornamento ec. Pros. Fior. 1^.3. 20y- Io
mando a Carlo Velluti unvezzolino di cer
te perle piccole, perchè e* ve le mandi. (Cj
VEZZOSAMENTE. Avverh. Con vez-
li. Con una certa granosa maniera. Lat.
venuste. Gr. ;^:x;i£VTw; . /!occ. nov. 5.
2. La quale veizosanieiili' e con lieto vi-
so incominciò. E nov. 82. I. La Reina
ad Elisa xezzosameute disse. Bern. Ori.
i. 22. l4' f"'^'** vezzosamente sospirando
Disse. 7"(isv. Jniint. I. 1. Ne intorno
li vedrai vezzosamente Scherzare i 6gli
pargoletti .
§. Talora vale Con carezze. Con amo-
revolezze. Morbidamente , Delicatamente.
Lat. blande. Gr. yui(>i'xw*- ■*/■ / ■ 8. 46-
ì loro chiostri e durmentoiii sono pom-
posi , vezzosamente intendendo alle deli-
catezze 0 piaceri temporali- E 9. 70. Gli
uccelletli in gabbia vezzosamente nudii-
tl si rallegrano cedendo le selve. Boez.
Varch. 2 pros. 2. Inchinevole a favorir-
ti, l'allevai troppo vezaosamenle.
VEZZOSKTTO. Dtm. di Vezzoso.
Che ha del vezzoso . Bed. rim. 32. Tal
di Madonna il vezzoselio sdegno D' ogni
amante respinge ogni desire.
* VEZZOSISSIMAMENTE. Superi.
di Vezzosamente. Uden. Nis. I. 16. Con
ottimo consigliu canto ( il Tasso ) V in-
cidenza «morosa di Sofronia e di Olindo
con ornvnenti poetici veziosis&iniamen-
le. (D)
VEZZOSISSIMO . Superi, di Vezio-
to . Segner. Mann, yfars 6. 1. Se può
UQO in terra desiderar giustameale di cft-
iere nato 6gUuolu ancora di Be, gcntdis-
Simo, garl)utiissimu , vezzosissimo, pelchè
ha da desiderarlo ?
VEZIOSO . AM. Che ha in si una
certa grazia e piace^'OÌezia . Lat. venit
stus t efegnns. Gr. sVapJo'JiTO? , 'X^fii-
m. Bocc. nov. 16. 8. Li quali le pare-
vano la più dolce cosa del mondo , e la
più vezxosa. E nov. iS. 3?. Krano i più
belli e i più vezzosi fanciulli del mondo.
E nov. 81. I. Molte volte s' è, o vezzo-
se donne, ne' nostri ragionamenti mostrato
quante e quali sieno le forze d' Amore .
Jlemh. y-Uol. 2. 83. L' uno all' altro scher-
zevolmente ritornando le vaghe rimesse
de' vezzosi parlari. .fforpA. Ori^. Fir. \5q-
Toglie la vaghezza, ed impedisce la vista
di così vezzoso tempio.
§. I. Per Lezioso . Lab. iSg. Ora io
non t' ho detto ec. quanto ella nel farsi
servire sia imperiosa, noiosa, vezzosa, sto-
macosa . Sen. Pist. Ma qui mi fieno ad-
dosso lutti i morbidi e tutti i vezzosi , e
grideranno. Jr. Fiir. 20. Il3. E siccome
vezzosa era, e mal usa, Quando vide la
vecchia di Marfisa , Non si potè tener a
bocca chiusa Di non la motle(;giar con
belle e risa ( Cioè , riacrcscevole , sazie-
vole ) .
^ §. II. Per Lusinghiero , detto dt
parole, lleinb. Slor. 1. 225. Il kig. Lo-
dovico stalo alcuni pochi di in Melano
per trarre da' suoi cittadini con umili e
vezzose parole denari, a l'avta se n ali-
do. (NJ
$. IH. Far del vezzoso , diciamo del
Proceder leziosamente ^ o Far dello schi-
Jo, Morg. 21. 93. Questi romiti fanno del
vezzoso , E par che ognun di lor si rac-
capricci.
U F
UFF1CETT0. r. UFICETTO.
UFFICIALE, r. UFICULE.
UFFICIAIIE. F. UFICIARE.
UFFICIATURA. /'. UFICIATURA.
UFFICIO. I'. UFICIO.
* UFFICHJSISSI.MO. Superi, di Uf-
ficioso. Sanitaz. leti. 10. pag. !^5^■ (Co-
rnino 1723 ) Il signor segrclariu M. Gi-
rolamo Dedo con la sua ufficiosissima u-
manii'a è venuto a casa mia , e di sua
mano mi ha presentalo la gratissima let-
tera di V. S. (Bj
UFFICIOSO, r. UFICIOSO.
UFFICIUOLO. ;•. UFICIUOLO.
UFFIZIALE. 7 . UFICl.ALE.
UFFIZIARE. / . UFICIARR.
UFFIZEATORA. / . UFICIATURA.
UFFIZIETTO 7. UFICETTO.
UFFIZIO, r. UFICIO.
UFFIZIOSO. ;•. UFIZIOSO.
UFFlZiUOLO. 7'. UFICIUOLO.
UFICETTO, UFFICETTO, UFICIET-
TO,UFlZlETT0,e UFFIZIETTO. Oim.
d' Ufcioj Carico. lìocc. nov. 61. 3. Aveva
a ritenere la scuola loro, e altri cosi falli
uficetli aveva assai sovente. Cron. ì eli.
25. Il dello Gherarduccio cominciò a ri-
pararsi nel fondaco de' Bdiolli in porla
sante Marie, e vegnendoli colali uBcietli
da utde , gli prendea.
UFICIALE, UFFICIALE, UFIZULE,
eUFFIZlALE. Quegli che ha u fido, che
esercita ufcio. Lat. officiali!, minister ,
magistralus. Gr. 35;à;t6i<, apx"''; ''''"''^•
Introd. 4 Fu da molle immondizie pur-
gata la citt'a da uficiali sopra ciò ordinali.
E nov. 11. 12. E che questo, che io di-
co, sia ^ero, ve ne può far chiaro 1' ufi-
cial del signore. Maestruzz. 2. 29. 4- *^^^
diremo del Prelato che ha giuridizione tem-
porale, e impone al suo ulficiale, che so-
pra tale e tale maleficio cerchi la verita-
de , e faccia il djbilo della giustizia , e 1'
ufficiale procede a pena di sangue, sar'a il
prelato irregolare 7 Pant. Purg. 2. Orna'
vedrai di si fatti uficiali.
UFICIALE, UFFICIALE, UFIZI.ALE,
e UFFIZIALE. .4dd. Che ha uficio. De
stinalo aJ iificio.'Lil. o/ficialis. Gr. 61:110/1-
ytltò;. Or. 2. 4. 4- Alt"""<^ parli della
pianto) sono siccome membri uficiali ne-
gli animali , alcune siccome membra che
son delle simiglianti. E 2. 5. 2. Avvegna-
ché '1 materiale non si possa cosi dalle
parli uficiali rimuovere in esse piante.
UFICIARE, UFFICIARE, UFIZIARE,
e UFFIZIARE . Celebrare nella chiesa i
divini itficii. Lai. divina officia celebrare.
Gr. ij;àÌ);iv «y.o>ou3tav. O. I'. IO- 55.
6. Non vi si cantava officio sacro, ne so-
nava campane, se non che si ufficiava per
li suoi cherici sismatici e scomunicati. E
li. Il3. 4. Cadde un palchetto ec, dov
erano su tutti i cantori cherici che uEcia-
vano . ■:■ Vii. S. Zanob. Sig. Comando
eh" olio si levasse suso e andasse a uficia-
re cogli altri cherici nella Chiesa. (V)
* §. Uficiare, a guisa di attivo, f'il.
i-oS
U F
V T X
V r I
S. Ciò. CuaV>. 299. tit. Come i rooDaci
noo lasciavano DÌuno ^inroniaru ec. ufi-
ciare la loro chiesa- (f) Ser,i. Star. 8.
317. Per mantenere e ufGiiare quel tem-
pio il Re Sagamo gli aveva donatala de-
rima di tutte le nierrunzie , clte fossero
portate nrlla citta, (l')
UFICIATURA, UFFICIATURA, UFI-
ZIATURA. e UFFIZIATURA. L' uftaa-
re. Tnr. Dar. Ann. 1. 19. Nel medesi-
mo anno cominciò la nuova religione de'
Sacerdoti Agu^lali , ad esempio di Tito
Taiio, che 1 Taxii ordino per mantenere
r uGciatura Saltina ■ /'.' Ann. ^. 98. I Ci-
ziccni , imputati d' aver trascurala 1' uG-
ciatura del divino Agusto , ne penlerono
la liliertà guadagnata nell' assedio di Mi.
Iridate (in funesti esempi e delta per si-
miitt ).
^ §■ Uficiatura .vaerà , liicesi a quel
Luogo delie chiese, nel quale stanno i pre-
ti ad ufficiare , ed e come il coro . C'es.
Descr. 13. Ora il dello imltasamento si
alto acceca tutto il presliitcrio, t> non la-
scia veder punto 1' uGciatura sacra, né ;il-
Iro che dentro sia, o vi sia fallo (Cj
UFICIETTO. / . UFICETTO.
UFICIO, UFFICIO, UFIZIO, e UF-
FIZIO. Quello die a ciascun s'aspetta
di fare secondo il suo ferodo . Lat. offì-
cium. Gr. to' Siov. v Mnestruzz. 1. 18.
il Vescovo gravato per %ecchiezxa ec. puo-
te ec. pigliare o eleggere ec- uno o due
aiutatori per fare 1" ufiiio suo. (C^'}
g. I. Per Piacere, o Servizio, o Atto
di riverenza che si renda altrui. Bui.
L'Gcio è quL-1 Iienc che 1' uom fa verso
li; , inverso '1 prossimo , e inverso ogni
persona, fìocc. nov. 3|. 29. O molto a-
mato cuore , ogni mio uGcio verso te è
fornito, t'iamm. 5. l3. Crudcdissimo ufi-
ciò operavate voi, contrario alla mia volon-
ih. Cas. Iftt. l^. Oi-liho piultijslo ralle-
grarmi con esso lei ec. , che ringraziarla
dell' uSÌ4'io che io son certo che -per sua
cortesia ha fatto d' intorno a ciò . tr /•'
26. E sialo gralissimo a nostro Signore il
sentire ec. gli otiimi ufHrii , die V. S.
Illustrissima , e Revcrctidissima ha fat-
to. (C)
§. II. Per Carico di magistrato, 0 d'
altro governo . Lai. munus , provincia ,
triagistratus. Gr. T5 7T595^/5v, ttoXi'tsu-
/jLK, K5Z/,'. Dani. InJ. l3. Fede portai al
glorioso uGrio . lìocc. nov. 98. 3. Nello
uGcio itiiaiiiato triunviralo lo 'mperio di
Roma reggeva. M. V. 11. 20. Il Vicario
Hi Piumltino ce. , il quale novellamente
andava all' ufiìcìo . Cron. I eli. ^3. l'er
la sua racfiala fu crealo 1* tiflì>'io de'qnat-
tordiri, /•'ni. che si arrngfssero all' uf-
Gcio del capitanato due arlefici dell' arti
minute. ì.asc. l'inz. i. (>. Iirrsera appun-
to si parli, che è Vicario, per ondare a
trovare Ìl padre in uGxio , come tu sai ,
di Certaldo.
* S III- Uficii, nel numero del piU ,
per le Persone che hanno /' uficio . Din.
Camp. lih. 2. Pen>ai per I' uficio che io
tcnea ce. di raunare multi huuui cittadini
nclln chiesa tli .S. Giovanni; e cosi feci;
dove furono tulli gli uficii. ( P)
^' %. IV. (fl/ìzio, vale anche Carico,
Impiego. .Maini. 3. 55. Or perchè egli è
di nidio e navicello ec. Gli dà 1' ufizio e
tilol di hargello , Colla solita sua prowi.
sione. Ce.i. f'it. I an. 5a. Queii' uficio
(di .tegrrtario ) egli tenne e adempia con
gran diligenta. fC)
'■-'§■ V. U/irio . si dice anche delle
Diverse parti degli affari del goi'erno di-
stri/mite tra i ministri . Tac. Dav, Star.
2. 2^.'>. Trenta cavalieri Romani ne fu-
rono fatti riscotilori : uficio nuovo , e di
mollo aggravio , per 1' aniliitìone t gran
numero. (C)
* g. VI. [ffzio, si dice anche il Luo-
go,ola stanza dove stanno gì' impn gati.
Pros. f'ior. Sai* in. lelt. !^. 2 3lO. La
feliril'a degli Slati consi&le non in empie-
re gli Ufiiii di molti handi , ma di avere
ne* cuori la giusiina. fCj
§. VII. Per le Sacre funzioni della
Chiesa, lìocc, Introd. 28. Uditi li divini
uficii in atnlo lugubre ec., si ritrovarono
selle giovani donne. M- / '. 7. 20. Fatto
fare solenne uficio per li morti , e reu-
dulc gratie a I>io della sua vittoria , si
parti del paese . Alam. Gir. 10. H^. E
poiché I s.icri uffìcii e ì divi altari In me-
moria di lor fur celelirati, ec.
3 §. Vili, Per P Ore canoniche. Lai-
'divinum (ff/ìcium. .Mnestruzz. I. 38. I
cheiici, o monaci, che dimorano con Car-
dinali, o co' Vescovi, si possono confor-
mare con loro nel divino Uffizio . ^'//.
SS. Pad. 2. 97. Se m' avvenisse che io,
gravato di sonno, non dicessi 1' Ufficio al-
l' ora sua , dehho io pero noi dire ? K
appresso; Chiudi l'uscio e le finestre, e
di' r Ufirio lui». JC 3y6. Nona, e Vespro,
e r Ufficio della notte non menlicare ,
Jiern, rim. 1. il. Se guati, dico, in sul
tuo Breviario, Mentre che di'l' ufizio, e
cuoci il huc. K 1. 18. Che chi lo vuol
liiare in fino al letto, Avrà faccenda piò,
che a dir 1* Ufizio ^'on hanno i frati di
san Benedetto.
-r §. IX. Uffizio de* morti j diconsi
Certe preghiere deputate dalla chiesa in
commemorazione de' morti. •• .Maestruiz.
I ■ 38. Dee dire il cherico benefiziato 1'
Uffìzio dei morti quando è nella scuo-
la « 7 (C)
* S- X. Uffizio , vale anche ìl modo
particolare di dir l'ujizio di ciascun gior-
no conforme al mistero, o al Santo , di
cui la Chiesa fa commemorazione. fCj
•f g. M. Santo Ufizio, dicesi il Tri-
hunnle dell' Inquisizione. (Al
t UFICIOSO, UFFICIOSO, UFIZIO-
SO, e UFFIZIUSO. Add. Amorevole ,
Affetluoxo , Cortese. Lat. officiosus. Gr.
'^ipy.TZixt-ir.Ó:,. Mrd. Arh. Cr. Se potesM
vedere 1* uficiosa e la dolce salutazione
eh' elle fecero insieme ( la stampa pag.
\\. ha: officiosa). Borgh, Arni, 106. Se-
condochc oggi chiamano una volontà e
ufiziosa osservanza verso i maggiori tJi
grado e di fortuna. =r Car. lelt. l. 82.
Contra un .'«ìgnore non solo innocente ,
ma corloe ed ufliiiusu verso d' ognu-
no. (C>
•>' %. I. Bugia ufficiosa, dicesi Quan-
do si dice il falso per qualthe utilità o
propria, o di altrui. Set^ner. Sett. Prinr.
illus . I. 2. l'otrelihe alla fine d.illa beni-
gnità di chi giudica ri|<ularsi bugia , ma
bugia uffìiiosa , e lasciarsi correre . K.
BUGI'a . §. I. (TC)
* §■ I'- Ufficioso, vale anche Occu-
pato dalle cure dell' ufficio. 'Pass. Dial.
IVohil. Andate e venite quando »i sarà
in grado, che ozioso o uflìcioio eh io sia,
mi troverete sempre pronlistimu per so-
disfarvi. (CP)
UFICIUOLO. UFFICIUOLO, UFI-
ZIOLO, UKIZIUOLO. e UFFIZIUOLO.
Piccolo uficio.
§. Per lo Lihro , dot-e si contiene P
Ufi'io che si recita in onore della Rea-
lissima f'ergine nostra Signoraj l.ihric*
Cina . Tratt. segr. cos. dona. Tengono
in mano 1* Ufirtuolu devoiamrnle . lìav.
Scism. *6. Scambiali Messali, Brevianì,
UfSttoli a queMur hbii. fìenv. Crii. Oref.
1.3. Si risolvr di donare un Ufitiui>lu della
Madonna miui.ilo finissisimameiile . Sai-
vin Pise. 2. 361. Frano tali sorte di
componinicnli addimandali prukC, rome in
UGiiunIi aniifhi della Madonna si legge.
UFlZiALE. ;. UFICIALE.
UFIZIARE. r UFICIARE.
UFlZIAl L'RA. / . UUCIATORA.
UFIZIKTTO. /'. L'FILtTTO.
* UKIZIOLO /. UFICIUOLO. fif;
UFIZIO. /'. UFICIO
UFIZIOSO. / . UFICIOSO
UFIZIUtJLO. y UFICIUOLO.
* UFO /'. kVFO.(Cj
V G
3 Ufi GÌ A . Propriamente Omhra eagi0'
nata dalle fronde degli arbori, che para-
no i raggi del Sole . Lat. umbra . Cr.
T/tà .^r/i. Pist. Si conviene schifare il
caldo della slate per ombra e per uggia.
Cr. 1. 6. 8. F'arebbono per 1* uggia loro,
0 delle lor radici al postullo le piante
de* pruni consumare, e tornare a niente.
* impt-rf r. Tusc. D. l5. T. 2. 328.
Ritiriamoci a quel bacio, du^ e fino un* o-
ra dopo il meriggio non ci arrida (il so-
le) e sì fannoti u^gia que' rami fronsuti
d'alloro. (1)
■f %. I. A' figuralam. « Frane. Sacch.
rim. 8. Fuggi per dio adunque cotal'ugge.
Che surgon fuori di maligna pianta ■. (Cj
g. Il Per Uria , Augurio. Sen. Pisi.
Ninno uomo ha si buona uggia, o si tuo-
na ventura ne* bencGcii fare e nelle cor-
tesie , che spesse volle non sia ingan-
nato .
g. 111. Essere in uggia. Trovarsi in
"ggi<* , lenire in uggia , e simiti , va-
filiono Pssere in odio, in fastidio. Lai.
odio esse , odio haheri . Gr. p.i'StX'S^ot.t .
M. /'. 9- 97. E per tanto era in oggia
e crcpure a* delli Francesco e Niccolò .
Pini. ani. Faz . Uberi. I03. Cosi mi
truovo in ugge A' cieli , al mootio , ali*
acqua , ed all' Inferno.
g. IV. Aver in upgia , a uggia ec. ,
vale Avere in odio. Odiare, l iriff". Calv.
Credo che il serpentario m* abbia in og-
UGGIOLARE. Dicesi del Mandar fuo-
ri certa voce lamentevole , che fa il cane
quando e in catena , e vorrebbe sciarsi.
UGGIOSO. Add. Aggiunto di luog»
sottoposto all' tiggia . Lai. opacus . Gr.
eittt^^ói. Dav. Colt. l85. Il susino gene-
ralmente ama luogo grasso, basso, fresco,
umili», e uggioso.
g. Uggioso, SI usa anche per Inquieto.
UGIOLI E BARUGIOLI. Dicest Tra
ugioli e barugioli, e vale In tutto e per
tutto. Con tutti gli annessi, f'ir.nov.^.
261. Ancor che e* girasse certi suoi da-
naiuoli , che fra Uf;ioli e harugioli e' gli
slavano a capo .di' anno a treniatrè e un
terzo per ceulo il manco il manco, fìuon,
Pier I. 5. 7. E 'n capo ali* anno Tra
ugioli e barugioli U nostra Casa s'empia
col suo.
UGNA. V. UNGHIA.
•(■ i> UGNACCIA. Pegtiorat. d'Ugna.
Portig. fticc. |6- ^6 lo Icngo cerio rbe
il getjto monte Noi lalìremo assai piace-
Tulmenle Con queste ugnacre- (A/ Bai-
dcv. l am. Crcc. 3l. E *n fine bammi
una rhiorcia anche granello Con quella
ugnacre. ( ftr)
C UGNARE. Term. degli Artisti. Ta-
gliare in of'hliquo , ossia a ugnatura i
Aufinare. (A)
« UGNATA. Term. de' Coltellinai.
intaccatura fatta ver.to la punta d'una
lama di coltello, temperino, o simili, da
pò te r\-i fermar Pugna per aprirlo facil-
mente. (.4)
^ %• Ugnata , diceti meli' uso più
comunemente per Oraffio , iiraffiamen-
to. (.4}
« UGNATURA . Lo slesso che Au-
gnatura . Soder. Colt. 53. Spicca ancora
il sermento che t' ha a inielarc ralente il
V T. N
U G N
UGO
i-oy
capo, fhe si bsfia alla »ile. '■'»' 'l"^'""
dita del veochio oc. ; fa un' UBn-Uura a
uso di l.i»lta, t fendila rireTcrla .1 ser-
«imlo della 'Ile. "■ (")
* § Tn^lion a ugnatura, dicono vn-
vii arli'l, il Taglinrt n ugna, che anche
dicesi /^ ugnare e Ugnare. (A)
*^iG^ELl.A. Tirm. .le' ,y,an,.tcalclii.
Escrescenza cornea più grande dello spro-
«. / . si>HO«E,§. X. r^;
UGNEUE , ed UNGERE, che , olire al
sentimento alt. , s, usano e nel sigaijic.
neutr.enelneutr.pass.. laglwio ,lsper-
eere. o Fregare, o Impiastrare con gras-
so olio, o altra cosa die abbia dell un-
luaso. lai. ungere. Gr. x;>' = '"- '.''■ 9-
l6 3 Se "1 panno sarà vecchio, si dee
due o ire volle ...1 grasso della sallina
UKCere primieranienle . /: cap. 00. 4. M
MSli e s inlrida con olio , e 'ungasene
ipesso. Bocc. no,: 19. 3;. Fosse al sole
legalo ad un 1 alo , e unlo d> mele . /■,
■0. 32. 25. Costui avendoi gii lutto un-
to di mek, ce. /.(. .V. M. Mndd. 17.
Ugnevagli lì piedi) con quello unguen-
to pieiioso di sotto e di s..pra . liane.
Sacch. Op. di,: l37 Tre v.lte unse e
volle ugnerò la Maddalena lesu Cristo:
la prima in casi .Simone Fariseo ; la
seconda , come si mostra fer questo E-
vangelio j la teiia , quando andò per u-
gnerlo morto, e noi trovo, peiobi; era
resuscitato. / eli. Coli. 10 Innanii che i
giovani entrassero nella palestra , e co-
minciassero a m3ne:giarsi, spogliatisi si
ugnevauo. /li Avendo i medesimi per
costume d' cnliar nella stufa ec., e quivi
lavatisi ugnersi.
§.1. lertimilit. rallad.Fehlir.lf5.
Poi con umida terra l'ungi. li ilarz. 1.
Vuoisi lei;i;iermente con una penna ec.
innacquali il ueslo, ugiiemlolo con que-
sta penna molle nell'acqua.
* ;;. 11. Vgnere, ,'ale anche Avere in
se cosa da mangiare. Ar. l'itr. \t\. i'}-
Come Lupo, o mastio <h' ultimo giugne
Al lue lasciato morto da' villani , Che
Irova sol le corna , 1 ossa e 1" ugoe , Del
resto son sfamati augelli, e cani; liiguar-
da invano il teschio che non ugne (cioe,
dove non è da roderei, fi*)
t§. III. Vgnere il grifo, 0 ildenle,figu-
ratam. vale .Mangiare, epii'i farlicolarmen-
te Mangiare del buono. Lat. opipare edere.
Bocc. nov. 83. 3. Dilil'er'ar tutti e tre di
dover trovar modo da ugnersi il grifo alle
spese di Calandrino. I-rane. .'•acch. nov.
102. Ohi non maraviglia: se voi ve ne
fate maraviglia , e voi v' alilnule il dan-
no , che voi non ve ne ugnes4e il grilo.
ìlalm. 4. 39. Sperando lutti tre d] u-
gnerc il dente, E dire al corpo lor: fatti
capanna .
^■. IV. Usane, per metaf. vale Medica-
re. Petr. son l85. Amor con tal dolcezza
m'ungo e punge. /'iin(. Par. 32. La piaga
che Maria richiuse ed unse.
* g. V. Ugnere , vale anche Parlare
a grazia , limare , Piaggiare . Favol.
Krun. 1. 2^3. Questi davanti m'ugno E
di dietro mi |.ugne E come 1' ape 10 se-
no. Mi d'a mele e veleno. fO
§. VI. Ugnere un /ir, vale Confer-
marlo ; cerimonia che si fa con unzione
a ciò deputata. O. V. IO. 224. 2 E co-
ronollo del reame di Scozia , facendolo
ugnere Re.
* §. VII. Ugnere uno in Ke, vale lo
stesso. Mor. S. Oreg. 27 6. Chi fu piii
lienigno che .Samuel ? il quale tratto dal-
la signoria del reggere il popolo , umil-
mente cercò il suo successore. Poirh eli;
l'elibe trovalo, l'unse in Re, e poiché 1
eld.e unto, il sostenne per esecutore. (.^1
%. Vili. Ugner le mani , figuratam. ,
vale Corromper con danari. Lai. pecunia
corrunipere. lìocc. nov. 6. l\. 11 I>"ono uo-
mo per certi mezzani gli fece con una l.uo-
na quantit'a della grascia di san Giovanni
Boccdoro ugnere le mani, lecih. Apir.
3. 3 E peio comiociaion lutti a ugnermi
Gaclioldamenle le mani. * '''■• lior.i.
2 117. Con ungere un pò loro le man;
con l.uona quantità della grascia de
Brancadori. (C)
§. IX. Ugnere le carrucole, vale lo
stesso .
8. X. Ugnere le carrucole, si usa an-
che per Adulare, Lusingare.
«: § XI. Ungere le carrucole con un-
-uento di zecca, vale Agevolare la con-
chiusione di una co.ut per via di danaro.
Cecch. /ror. 92. Ugoendolc con unguen-
to di Zecca le carrucole. iC)
g. XII. Aver che ugnere, e simili, si
duoiio di casi e d' affari fastidiosi , ne'
anali sia da l»iga,-e e affaticarsi mollo.
Cecch. nonz. 3 4. E se la sorte iNun
aiutava col mandarmi in izi Due vo-
gliolosi, io avevo che ugnere. .Vn/m. 4.
44. Oltreché, innanzi eh' io vi possa giu-
cmre , Ci vuol del l.uono , e ci sar'a da
unere. Car. teli. 1. 22. Icrsera ci fu
da rasciugare, questa sera da ungere per
un calcio (he per mia liuona ventura ho
tocco dal Bono appunto in mezzo dello
stinco . , r- CTI
§. XIII. Ugnere gli stivali . ì . STI-
VALE, §11. ^ . ^. ,,
if UGNETTO . Specie di scai-pello
schiaccialo in punta, a somiglianza del-
lo scarpello piano, ma più slrello . Del-
lin. Disc. 2. 3o4 Gli altri due uniti
ferii, ch'egli (lo scultore) adopera nel
far le statue detto uno 1' ugnclto, e l'al-
tro il calcagnuolo servono solamente più
iier levare i tramezzi ec. fi appresso :
Son fatti liensi il calcagnuolo e I' ugnet-
to a la"lio all' occhio unito ed andan-
te. IF)' ,, .
L'GNIMENTO. L' ugnere , L azione .
I.M. umlio. Gr. X.'^'"' ■ '"'• ^- ^- 9'
Anche per innotamenlo, e per ugnimen-
li e mi.llifìcamcnli. ovvero morlodamenti
di quelle . .V. Aldobr. P. A. 223. Per
aiutarle conviene avere ugnimenli per u-
gnere il Luco.
f g. l'er metaf. vale Paddolciniento .
Lai. mitigano . Gr. TtptiJ-i^ti . Pisi. S.
Ant P. Ti. Sar'a più utile per r anima
sua questo ugmmento . Oli. Cam. Inf.
5. 70. La seconda è quanto parliene alla
luavitade degli ugnimenti, la quale usa-
vano gli antichi.
if ui.iNnORE. l'erbai, masc. (tie.o
Chi iiene. Oli. Com. Par. 4. 74. Quello
Samuel primo ugnilore dclli Ke del po-
polo di Dio. I /.n
:;: UGKOLO. Terni, de' Mani.<calchi .
Agsiunio di cavallo segaligno. (A)
UG.NOINE. Ugna grande. Lai. ungula.
Gr. ot)»]'. Boiz. ìarch. 4. rim. 3. Un
altro eguale a' più fieri leoni Cresce con
dente duro e torli ugnoni . Bern. Ori.
1. 5.78. llr con la coda il halle, or con
l'ugnone. Buon. lier. 2. 4. 26. E co-
me tra gli ugnoni Ne le rapirò invidiose
e crude.
UGOLA. Parie glandulosa, e spugnosa
all' estremità del palato verso le Jaiici .
Tei. l'ov. P. -V. cap. 18. Cuori 1' isopo
nello areto, e fanne g.,rgarismo : disen6a
1' ugola. E appresso: Bulli in vino la ra-
dice di celidonia, e di quel imo fa gar-
garismo : asciuga 1' ugola, e purga la te-
sta. E appresso : Anco la radice del ca-
volo scavala, e posta al collo, prima che
tocchi terra , toglie ogni infermila della
ugola .
§. !. Toccare, Mordi re l' ugola , e
simili, vagliano Piacere estremamente. |
lasc. Pini. 2. I. E que' fesalclleUi cal-
di m' hanno tocco 1' ugola . Ped. Dilir.
4.'!. Oh come 1' ugola e liacia e mor-
demi I
§. II. jVo/i (ordir I' ugola , SI dice di
Quelle cose , delle quali si è mangialo
.uarsanienle , 0 non a satiein . Lai. la-
bro, non palatum rigare. Salv. Craiich.
I. 2. Sentendo che quel lor liere a zin.
Zini Non toccava lor l' ugola, e non era
1 Altro che un accendere lor più La sete,
vollon mutar verso. Maini. 7. 12. Dieci
pan di otto e un giulio di formaggio Nou
gli toccaron l ugnla.
§. III. l'ar venir l'acqua siili' ugola,
vale Far venir grandissimo desiderio ,
Svegliar l'appetito. Cecch. Incanì. 5. f\.
Voi mi fate venir l'acqua in sull'ugola.
•4- :'.: UGONOTTO, yonie che si dà
in generale a' Calvinisti . Segner. Incr.
2. l3. 24 Perchè in Francia i signori
del sangue assoldarono gli Ugonolli al
loro pallilo, e se ne fecero capi? Perché
ciò tornava in acconcio a sollonietlere i
signori di l~.uisa, troppo innalzatisi nel
governo. (A)
UGUAGLIAMENTO. L'uguagliare.
Lai. aqiialio. Gr. 9 voi' (..//e.
Ui.UAGLlANTE. Che uguaglia.
UGUAGLIANZA. L'uguagliare. Lat.
a:qualio . Gr. isiu'M . '-" Med. Arh.
Cr. 4. Neil' undecinio Irullo ripensi la
sollilitade , e 1' uguaglianza del suo giudi-
ciò, che dee venire a fare. iCl Huon. l'ier.
3. 4. 14 E s' a nulla uguaglianza il mondo
aspira. In mano, in fronte e a'piéde'Re
s'ammira. Salvia. Disc. 1. 7. Chi da que-
sta disuguaglianza ec. ci rimette nella pri-
miera naturale ugu..glianza?
UGUAGLIAllK. Lo stesso^ che Aggua-
gliare. L^l.aqnaie. Gt.i'ioZj.
UGUAilLIAlO. Add. da Uguagliare.
Lai. aqualiis. Gr. t'iw3:"i?.
+ UGUAGLIATORE. l'erbai masc.
Che o Chi uguaglia. Lai aqiiator .
UGUALAUE. Uguagliare, Agguaglia-
re. Lai. aqiiare. Gr. l'^ovv . Tac. Dav.
Ann. 2. 54. Trattavano di render la li-
berl'a, e ugualarsi al popolo romano.
UGUALATO. Add. da Ugualare. Lat.
ainiialiis. Gr. t5w"ii5.
UGUALE. Add. Iguale . Lat. oeqiia-
lis. Gr. f!!0;. Pass. tì. E giustizia una
virtù che tiene la l.ilancia uguale. < r. 1.
12. 3. Farannolo con animo più uguale,
cioè più volentieri , e con men lattea.
UGUALISSIMAMENTE . Superi, dt
Ugualmente. Lat. aequissime . Gr. 15W-
T-Ira 't - Salvia. Iros. Tose. 1. l58.
Senza muoversi, per via d'un suo raggio
seana intorno a sé ugualissimamente in
o-u, sua parte da lui distante c.reonfe-
r^nza, che da ogni pun^o riguarda il cen-
Irò come suo creatore. (')
UGUALl'-SlMO. .Superi, d' Uguale.
Lat aeqiialissimus. Gr.i'sOJTOtTO;. *.Bori.
Gliiacc. 2q. Corran giù ile onde) a spia-
narsi e di'stcndersi nell' ugualissima su-
^ UGUALITÀ', UGOALITADE eV-
GUALITATE. Astratto d Uguale. Lai.
„,-qunlilas.Ge.C,=ó-ri:. Segr. Fio,: Star.
3. 66. Da una ugual.la d. ciUad.m in
una disuguaglianza grandissima quella ei -
fa condussono. E appresso: Da una di-
suguaglianza a una miral.de uguaMa 1
hanno lidolla. * .^agg. nal.c.p. 7. Ogni
mmimo errore che venga latto nel lavo-
rargli li termometri) è al.i e a fare ap-
parire in essi grandissime d.sorhitanze e
ad alterar la proporzione d. o-ual.ta eh
arel.lie a essere in fra di loro^ft/
UGUALMENTE. A.verb Con tiglio,
lità. Con modo uguale. In pan grado.
Lai. aequal.ler. Gr. r,o,;. /'«"'■/"/ 7;
Distrd.uendo ugualmente la luce, t P»-.
28 Maggior salute maggior corpo cape
%
l^to
U G U
S'egli ha le parli Uf-ualmcatc compiute.
Cr, a. l5. ti. Ni'ti si puà far mica che
M campo &ij ug'talini-'iit<- uniido, e Ufjuul-
meate secco, e uyujlnieatc fic'Jdo , e u-
gujtmenlc caldo, &e qou !>i fa per lo ca<
vare, e arare.
f UGUANNO. F. A. Questo anno.
Lat. hoc anno. Gr. toìtw ^viayrw. Bore-
nov. 40. 23. AV (piale, piaccudo,;li io, Ira
per paura e per amore, mi convenne u-
guanno diventare amica. E nov. 76. 8.
Io non avrò uguanno pace con lei. Frane.
Sacch. firn. 17. Non canterai , s' a Dio
piace, uguaano. E 26. Ancor costei gran-
de donna Ga , Che par cb' uguanoo ben
cresciuta sia.
UGUAN.NOTTO. Pesce piccolo di que-
sto anno j Avannotto.
U II
UH. Interiezione di dolore. # Geli. Sport.
3. 4- Ub. tu se' di ipiei disamorati, fìel-
line. soit. 266. Cornar ? mad.jnna T avete
voi del fuoi?o ? lo 11' ho piena la casa al-
la malora: Uh trisl' a me, eh' e' e* è que-
sta mia nuora. (*) Ftr. Trin. 2. 2- Che
novelle 7 P. Triste quanto le possono, ^f.
V, E che cosa ci è? P. Oh padrona t le
son cattive: uh 1 Signore, e' peccati no-
stri. (B)
•'? tg. Uh uh, cosi raddoppiato , Ha
ma^f^ior espressione. Lasc. Gelos. 2. 2.
Lasciami andar i-osì inverso lei con gli
occhi mezzi chiusi e me£ii aperti. Uum,
uum, uum. Z. Uh uh. Signore l che cosa
è questa ? Orsola, Orsola. (Bi
^ UHEL Omei, Lai, [•'sclamationi di
dolore. Lat. vac Gr, j-aC. Buon. Fier. 2.
4- 28. Non vo' sentir lor tolfc e loro u-
hci. (•)
U 1
ur. ì'ed. nui.
VL Avverhio che alcuna volta si uta
affisso al verbo. Talora è avverano loctp-
le, e Viti Quivi. Lat. ihi, illic. Gr. aJ-
ToJ, sVer. Bore. nov. jg. 11. N» vi po-
trei dire quanta sia la cera che vi ;,' anle.
Pani. Piirg. 22. Evvi la 6j^lia di Tireiia,
e Teli. E Par. 3. La grazia Hel sommo
Ben d'un modo non vi piove. Petr. son.
223. L' iti6niia bellezza , eh' altrui abb»*
glia. Non vi s' impara.
f "i? §. l. Per /Velia tal cosa, o rimi-
le. Cavale. Spccch. Cr. iy2. Si oana
della sua orajionc, come vi (tn essa) per-
nottava. Bocc. g. 9. n. 3. Deliberar tulli
e tre di dover trovar modo d' ungersi il
grifo alle spe&r di Calandrino ; e senza in-
dugio darvi, la seguente mattina ^li si fc
incontro Nello, e disse, f^it. S. Oir. 33.
Ragguardando (il faneiuflo) i preiinsi ve-
stimenti, non V* ha desiderio (cioè di quel-
li ). (F) Cuice. A'ior. 1. 266. K^scndo
Pila amicamente terra d' imperio, pareva
non appartenesse ad altri che a Cesare la
cognisione dello ragioni di quelli, che vi
pretendevano. (L)
§. II. Talora e nvverhio di moto. Bore.
Introd. If). Secondo la qualità del morto
VI veniva il chcrical»). /•," nov. i. 11. Co-
minciò a voler riscuotere, e faro quello ,
per che andato v' era. E nov. 28. ai. Se
egli avviene che tu mai vi torni, fa ce.
che tu non sii mai più geloso. Dant. Inf.
I. lo non so ben ridir com* i' v' entrai.
§. III. l'i, nvverhio, si prepone alle
particelle TI, SI, CI, come pure alle al-
tre SKL, SIC LO. SF. LI. SE GLI . SI'.
LA, SE LE. e SK NE. Bocc. nov. l3. 16.
Io vi li porrò rlii>tamcnte una coltricella e
dormiviti. ^f. F. 7. Si. E ancora per 1' or-
dine vi se ne doveva fare quattro pentole.
g. IV. Fi, nvverhio, si pospone alle
particelle IL, LO. LI, GLI, LA, LE, yov.
VI
ant. l8. 2. Il tesoriere prese quelli mar- .
chi, e mise uno tappeto in una sala, e ver-
sallivi suio. -r /'(/. S. Frane. lHj. Si
gli entrò la passione di Cristo nel cuore,
e faglivi si fitta, che ec (F")
§. V. Particella che serve ad esprime-
re il terzo e 'l quarto caso del pronome
Foi, e SI usa o davanti al verbo, o affis-
sa al verbo. Lat. vofiis , vos. Gr. jpXt,
uas';. Bocc. nov. 26.7. Se io v'amassi,
come gi'a amai, io non avrei ardire di dir-
vi cosa che io credessi che notar vi do-
vcsìc. E nov. 6j. 25. E poi discendendo
io vi vidi levarvi, i^ E nov. 98. 38.
Quanto scioccameotc facciate, io non in-
tendo al presente iti più aprirvi , ma co-
me amici VI consigliare ( M'ins. Botlari
VI nota, chr; l' .-iutore ha sfw^gito affet-
tatamente di dire consigliarvi ; ma forse
al Boccaccio e dispiaciuto il mal suono
che avrebbero fatto le voci aprirvi e ton-
sigliarvì , per es.tere /' una trvppo vici-
na all' altra j. (F)
§. VI. ti, talora affisso al verbo, o
poito davanti al verbo, fa esso verlio di
signifi':. neutr. pass. Bore. nov. IO. IO.
Di che voi, se savie sarete, ultimamente
vi guarderete. E nov. 6^. 25. E poi di-
srcndeodo, io vi vidi levarvi- E nov. 77.
71. l'ercio guardatevi, donne, dal bell'are
e gli scolari spcxialmenle.
§. VII. fi, in forza di pronome, nel-
la stetsft guisa che Fi av^-erbio , si pre-
pone alle particelle Ti, SI, Ci, SEL, SE
LO, SE LI, SE GLI. SE LA, SE LE,
SE, NE;r »■ pospone alle altre IL, LO, LI,
GLI, LA, LK. Bocc. nov. 19. 27. Ma se
elle vi piacciono, io le vi donerò volentieri.
E nov. 25. l5. Senza dooiand-irlavi ve
l'avrei donato. E nov. 26. 21. lu diro
che er. vi ci abbia fatto venire per dena-
ri e per doni che io v' abbia promessi.
E nov. 7i) 8. E perciò ii> il vi diro con
questo patto. E nov. 99. 6. A rispi-tto di
quella che vi si converrebbe ec. fia po-
vera cortesia. E nov. lOO- 21. Piacevi di
rivolerlo, ed a me dee piacer», e piace di
reuderbtvi.
£. Vili. Ripieno. Bocc. nov. 56. 2
Andate via, andate, goccioloni che voi
siete : voi nim sapete ciò che Voi vi dite.
/:.' nov. 87. 2. Io non so se »oÌ vi cono*
scemile Talano di Molese, uomo assai o-
norevole. Farch. Star. Voi vi pensate di
liberar la vostra pallia ce. fi altrove -•
Voi v' ingannate in digrosso, • andate
culla vostra iiic-nte molto di lungi dal vp*
ro trascorrendo, se voi vi credete che si
possa giammai sperare, non che oHencre
compatimento e aiuto da uomini tanto iiv
rilrositi, e cotanto im|ii-^'nali nella fazione
detta da toi de^li Arrabbiali, t che voi
vi stimate per Vostra mortalissima nimica.
5 VIA. tfome. Strada per uso di tra-
sferirsi dt luogo tt Ino^o. Lat. viil Gr.
oSl'i- Bore. no¥. 43. 4 D"vem'o a rrtan
destra tenere, si mìsero per una via a si-
nistra. E num. 7. Non ve«lentiu per la
solva nh via, nb sentiero. f>ant. Inf. 1.
Che la diritta via era smarrita. Petr. son.
206 Al qual veggio si larga e piana via.
S. Item. Leti. Nella via reale e de* co-
muni ttrdiiumenti vanno caendo e cerc.in-
d>> ransaloic furtive, per far la propria vo-
bmlà. .'Ir. Fur. 2. 14 L"> dunna al fra-
ticel chiede la via Che la coiidiira ad un
porto di mare. E 33. 69. Sollecitar però
non lo sa lauto t*er quelle vìe tutte fan-
gose e rotte.
* §. I. l'ia, ditesi anche a Strada di
luogo abitato; Contrada, m Bocc. nov. 79
3. Preso caia nella via, la quale nui og-
gi chiamiamo la Via del cocomero ■•. (C)
5> g. II. Tra via , vale Cammin Ja-
cendo. Petr. cani. .3*). |. Che chi, pi)s-
scndo star, cadde tra vìa, Degno e che
V I
mal suo grado a terra giaccia. fV) Car. En,
2. 524. Eravam mossi, quando ecco tra via
Ne si fa l*anto d' improvviso avanti. (FP)
* 5. III. In via, i-ale Tra via. Dant.
Pnrg. 31. Cantai di Tebe, e poi del gran-
de Achille ; Ma caddi in via eoo U se-
conda soma. ìF^
5 S- 'Y- ^^'' yif^Zfio, Cammino, t^t.
iter. Gr. TZtpiìit. Bocc. nov. 43. 16. En-
trai in via, in sulla mena terra vi gian-
sero. E nov. 77. 3o. Colla sua fante si
mise in via. Pant. Inf. i. Bipresi via per
la piaggia diserta.
* %. V. E figuratam. m Sen. BeA.
Farch. 5. 35. Dopo costoro sono coloro
ì quali non sanno da j>er loro, ma avver-
titi dagli altri ritornano nella via buo-
na-. (t:/
=> §. VI. Fio, si usa pur figuratmm.
in term. di religione , e di devozione .
m Pant. Par. 7. Si torse Da via di ve-
nta, e da sua vita. Pass. 67. Pregava ec.
per li peccatori del mondo , che gli dì-
rizzasse in via di verit'a e di salute*. rC^
§. VII. Figuratamente per Qualtisia
luo'^'o, onde si penetri con checchessìa .
Tass. Ger. 19 26. Poi la spada gli 6sse,
e gli rìfisse Nella visiera , ove accertò la
via.
* §- Vili. Fia, metaforieam. , per
Avviamento , Mezzo. Fr. Giortt. Il le-
varsi e r esercitarsi in alcun modo il me-
glio che può, si è grande bene all' in-
fermo, ed e via a sanilade. ( F)
* §. IX. Fia, vale anche Partito .
Guicc . Stor. 4- 7S. Nella eletione tra
queste due vie. bisogna. Cesare, che la
prudenza e la lH)ntà vostra preponga quel-
lo che è stabile e più giusto a quello che
al primo aspetto parrebbe forse più utile
9 maggioie. E 80 E questo è proprio
il consiglio del Cancelliere, che dabilando
non si possa conseguire con questo ac-
cordo la Borgogna e Milano ec. si risol-
ve a una via, che secondo lui si guada-
gna la Borgogna, e si perde Milano. (L)
§. X. Par via, o Par la via, vale
Aprire il passo. Concederlo, Par luogo.
Permettere che passi checchessia . Lat
piam dare, viam aperire. Cr. rfjU^liv
òióv. Bocc. nov. 4*- 3l. Tirale le spade
fuori, senza alcun cootasto data loro da
tutti la vìa, verso le scile se ne vennero.
Amet. 91. I frodoleoti avvisi dello ini-
quo tiranno con più spargimento di Mo-
glie dìeilono via alle seconde fiamme. Ar.
Fur. 40. 81. Srhermiasi ovunque la
mazza calasse, Or ribattendo, or aaodolc
la via. Ciri/r. Calv. 3. 7I. E tristo h
quel che gli arriva dinanzi , Sicché pel
cimpo gli h dato la via. E 3. 73. S'ar-
rosia sì, che dinanzi si spazza I suoi ne-
mici, e fassi dar la via Per lutto il ram-
po, e fug(;e in Sama^tia.
sl^ §. XI. /Csterr in via d* una cosa, vale
Averci prossima disposisione, l-lsser ac-
concio , virino a fnr checchessia . Petr.
son. 275. Tempo era omai da trovar pa-
ce o trei;u8 Di tanta guerra, rd erane io
via forse; Se non che ec. t'rese. a. i3.
2. Ma quelU cosa, la quale è umida, «
ben mischiala insieme , e che dimora Ìo
sua integrità e salvezza, non ^ in vìa di
mutarsi ad altro, ma salvasi in se stessa
cioi' non t disposta, ec-i. <F) Bed. Cons.
I. 193. Il morbo, da che è originalo quo
sto sìntitma cr non ^ altro che un roor-
io^ a dire un' angustia
" P'dmoni. (Ci
il» in via.
bronchi de
§. \II. Fare una via, vale Cmi
re per tfnelU via. Lat. hac ve/ tl/m vim
iter faerrt. Gr. T««Tn. TnJi eJlJttv.
Pant. Purg. 4. Maestro mìo, ilìss* io ,
che via faremo? Frane. Barb. 348. 23.
Ne sacria alcuno, andando, (^ual via fai
camminando. 4< Segr. Fior. Stor. F«rmr
V 1 A
V 1 A
V I A
171I
i, noi queste c>We..e , si ragionò della
TU. cl.f il conte avesse a fare. (C)
« Xin /Vir Al li" d'alcun Itlfgo ,
rJc Passar p,r quello. La.. „er /.«/..;re.
Gr. O0.«.v. <;■ ' ■ 7- ^5. 2. Non lece
U via ai campagna ec, ma fece la via
delle montagne. ^ , ,,
C XIV. I ar >ì(i, o Far (n l'in, rn'e
lo '«."« c/,f P»'- vw . Lai. ,iom dare .
viam aperirc. Gr. tì>.£.v o*»» • ^''''■;
noi'. 2». 7. Tempo patendogl. ec. di lar
via con alta cag.one alla l.ramala m..rle.
E nov. V- =8. Nelle quali Idcslrrj aver
ci conviene le spade, e farci far via, i te
alla seconda rapina , e a me alla prima
delle due nostre donne
* S XV. Far la yia , metaf. ien.
Pi>l pa". 5. Moli' uomini hanno falla
la via d' incannare e di far male, 100-
slrando sospetto Kioc, hanno insegnato 0
fallo venir voglia d' ingannare, ec^ (I )
fi XVI. lar >ia , i-ale anche Scri'ir
per istrada . Daal. laj. l!l,- Li margini
fan via, che non son arsi.
* §. XVII. l'are la ti" dell' Àgnolo
ad uno. vale Lasciarlo passare. Fingere
di non vederlo . I arci,. Slor. 10. ili-
Alcuni soldati amici suoi , ancorché ni-
mici, per salvarlo chiusero j;li occhi, e gli
fecero , come si dice , la via dell' Agno-
lo. CO , . .
* g. XVIII. Lastricar la via ad uno,
figuraiam . vale Agevolargli il modo di
consesiiir quello che desidera . I . LA-
STRl'CAKE, §. (C)
§. XIX. J-'nie una via, e due servi-
gli j maniera proverò., che vale: Colla
•lessa operatone condurre afne due ne-
gotii . Lai. duos pariele.s eadeni fulelia
éealhare. Lah. 2Z2 Volendo secondo il
preso stile avanli procedere , una via e
due servigli farò.
g. XX. Chieder la via, vale Doman-
dare il passo , Chieder facotli , 0 modo
di passare.
§. XXI. Jndar per la mala via, vale
Andare in conquas.<o, Andare in rovina.
Lai. pessum ire. Bern. Ori. I. 28. 7.
Dove selle frale" per mala via Facesti an-
dar da ghiotto e da furiarne. =f /:orgh.
Orig. Fir. 288. bercio n' è ilo un mon-
do ( de' marmi sentii) per la mala via
( cio'e, a male). tF)
%. XXII. Mettersi la via Ira' piedi ,
o tra le gambe, vale Mettersi frettolosa-
mente in cammino, tiocc. nov. 72. 7.
Messasi la via Ira' piedi , non ristette si
fu a casa di lei. /><inc. Sacch nov. igS.
Pasciuto lo sparviere ed incappellalo , si
mise la via tra le gamlie.
* g. XXIII. torsi in via, vale In-
viarsi, Incamminarsi. Tass. Cer. I. 67.
Perch' egli avea certe novelle intese. Che
>' è d' Egitto d Re gii posto in «ia. (TCj
* §. XXIV. Prender la via, vale lo
stesso che Far la via . Stor. S. Ono/r.
149 La mattina mi levai, e presi la via
che menava in Egitto. Socc. g. 2. n. 5.
Prese la via (s'incamminò ) per tornarsi
airalhergo (V)
* g. XXV. Recare a via di salute ,
vale Salvare. Vii. SS Pad. 2. l65 Ora
la carila è raffreddala, e tutto il mondo
è posto in mal fuoco, e ciascuno sì sforia
non di recare a via di salute il prossimo
suo , ma di confonderlo. (F)
^- fi. XXVI. invocare a via di .salu-
te , vale Far ravvedere ■ J'it. SS. Pad
1.218 Per gran desperaiione fugge ogni
persona che '1 volesse rivocare dal pre-
detto errore a via di salute, f»';
§. XXVII. IS'on esser la via dell'or-
lo, si dice per ,lccenuar la lunghezza d'
alcuna strada Malm. 5. 1 1. Perche dalla
profonda sua haracca A Malmanlil non e
Va via dell' orlo.
ft XXVIII. /''"'^' """ijo , vale Partito
di mezzo tra li due estremi. Tac. Pav.
Uor. 3. 3l2 Non prese né 1' uuo spe-
dienle né T altro , tenne via di ioe.«o ,
che ne" pericoli non ci è peggio. -.■ ."tcgr.
Fior. lìisc. 2. 23. (1/ 1 l'omani nel giù-
dicare i sudditi per alcuno accidente che
„,.ccssitasse tal gmdi.io , fuggivano la via
del mezzo. F cnp. 23. Usarono quella via
del mezzo, la quale è perniciosissima nel
eiudicaro gli uriiiiiii. I CJ
§. XXIX. Jia lattea , Quel tratto di
cielo che la notte si vede biancheggiare,
per essere .seminato di minutissime e
quasi invi.iibili slcllr. Lai. Calaxia, cir-
culus lacleus. Disc. lom. Mar. Onid. 2!\i.
La via lattea e cotanto alla cometa lassunu-
gliante, che Aristotele ha creduto e seni-
lo esserle, per modo di dire, sorella, e d
una medesima esalazione generata. Maini.
9. 11. De" mercalanli qui creder mi gio-
va Ch" e' siano in fiera , ovvero al lor
viaggio , Per la via lattea a mercantar
formaggio .
I 3 §. XXX. Fin, per simili!., vale.
Modo , Maniera Ji rare una cosa , Ciò
che serve. Che è opportuno per giungere
a qualche fine. Lat. ratio, modus Gr.
rpo-Oi. noce. nov. 77. 45. Col quale ho
dato via al tuo disidero , in potermi lare
del mio peccato conoscente. Dnnt. In/.
27 Gli accorgimenti e le coperte vie I
senni lutle. l'elr. son. 224. Vengan quanti
Blusofi fur mai A dir di ciò, tutte lor vie
fien Lasse. Pass. 292. Gli uomini l.i van-
no cercando per vie distorte e per lo suo
contrario. .1/. T. 4- 48- Lo "mperadore,
che per via indiretta cercava questo , si
mostrò molto contento, //r. F'ur. 35.6^.
Buggerriman confuso e in pensier gran-
de, E non sa ritrovar capo né via Ui sa-
per chi lo sfidi, o chi gli mando A dire
oltraggio, o a fargli cortesia. ■•:= Cmfc.
Slor. 3. u5. A Cesare aveva peisuaso il
He d' Aragona ec. non si potere con mi-
gliore via ottenere il maritaggio che 51
trattava. (Li , ,r ,
* §. XXXI. ria, vale anche Modo
di viverci Ciò che un istituto religioso
prescrive . « lìanl. Par. 3. Dal mondo
per seguirla giovinetta Fugnimmi e nel
su' ahito mi chiusi, E promisi la via del-
la sua setta. (C)
ir §. XXXII. Fia, si usa talvolta per
quello che si dice comunemente Pazien-
za . Cecch. Poi. 4 1. Se noi avessimo
asulo un po' di spazio, via; noi pero non
andavamo cosi in fascio, li J
* §. XXXIll. Fia, in termine di genea-
logia , duesi ,1 Seguilo dei discendenti
d' una schiatta J che anche dicesi Lato .
/lorgh. Tose. 322. Lo chiamò più d una
vulta Toscano , e del sangue Toscano ,
ond" era veramente per via di donna, es-
sendo per se natio di Corinto. (C)
i? g. XXXIV. Alla ila d' alcuno, mm-
niera prepositiva, che vale Alla volta d"
alcuno. Onice. Stor. 17. |58. Mille fi-
nalmente sccsi in Bergamasco venivano
alla via dell" esercito. (C)
* g. XXXV. Per via d' alcuna perso-
na, 0 cosa, vale l'er mezzo d'alcuna per-
sona, o cosa. Mediante alcuna per.,ona ,
o co.<a. - Bocc. nov. 25. 4- Voi non po-
treste per via di vendila avere d mio pa-
lafreno ... Dav. leti. 4. Per via soli-
la de' Capponi le scrissi Saliate passato .
I.asc. .y-pir. 1. I. Voglio ee. consigliarmi
seco di questa maledizione , e vedere se
per via d' orazioni ec. io me gli posso
levar d'addosso (i diavoli ) I (Ci
* §. XXXVI Per via d' alcuna per-
sona , o cosa , vale anche A cagione d'
alcuna persona, o cosa. (C)
* g. XXXVII. Per via di, manina
prepo.titiva, denotante il motivo, la caus.i
final'e onde si Ja qualche cosa. - Bocc
'nov tir, 5. Al quale la donna sua colla
Bcliuola , e con altre femmine e don-
ne era usata sovenle d'andare per via di
diporto ... {C> „ . ,
•f VIA /'. A. Quasi Fia, sincopato
da Fiala, vale lo stesso che Fiala, Fol-
la . /(ini. <"■'. (■"'"• '<»■ E" "■''S^'"
spense via Per orgoglio attutare Ciò che
mercè chiamare Non avena di lar mai si-
gnoiaggio. f- Or. S. Oir . 63. Quan-
do lo nostro Signore andava una via al
tempio, si vi trovò venditori e compra-
tori. (F) , , ,
g. l'ia , si adopera nel moltiplicare ,
come Tre via Ire nove , in vece di Tre
volte tre fa nove. Dani. FU. Kuov. 35.
Siccome vederne manilestamenle, che tre
via tre la nove. Mor. S Creg II primo
caffo si i: tre, il primo pari si è quattro;
quando si moltiplica per le parti sue me-
desime fa dodici; perocché se noi mul-
liplichiamo tre via quattro, o quattro via
He fanno pur dodici. Z.-/'<lW. Andr. 62.
I gradi del cielo sono intorno intorno tre-
cento sessanta, sicché 56 e dire terzi via
treeensessanta, fanno 29OO, e cotante mi-
glia fc la terra. Burch. 1. 21. Nominati-
vo cinque , sette e olio , Un vi' uno io
lo "nvilo, stu lo vuoi. Fir. Disc. lelt. 3l».
Sarebl.ero cinque via dieci cinquanta.
j VIA . Avverbio die vale Assai, Mol-
to e s'accompagna comunemente a'.<oli com-
parativi . i\o.-. ani 28. 2. E via piil malto
e forsennato colui che pena , e pensa di
sapere ,\ suo principio. Pclr.cap. 3. Poco
dinanzi a lei vidi Sansone Via più forte,
che saggio. Cuitl.lett. 14. Capit.de e mer-
lo rendete loro, e assai hen sufficiente vu
credo più non fu loro intenzione.
* g! I. A gran via, vale Gran fatto.
Mollo. Impcrf F. Tusc. D. 1. T. 1.
3l. Nel fatto delle scienze e' non si sa a
cran via qoanlo altri forse si crede. (F/
S. II. J'ia, avverbio, per Su, Orsù,
in senlimenlo di eccitare, comandare, eC.
Lat. eia, age. Gr. ^ly.. «ys- Bocc.nov. li^.
8. Messer Lizio , udendo questo , disse:
via , faccialevisi un letto tale , quale egli
vi cape. E -100.66. 11. Or via, non aver
paura alcuna; io li porrò in casa tua sa-
no e salvo.
8 III. Jia, inforza di discacciare.
Pani Inf. 8 Dicendo: via cost'a con gli
altri cani. /. 18. E disse: via, Ruffian; qui
non son femmine da conio . Bocc. nov.
67 17. Ed Anichino appresso si-mpic di-
cendo: via, che Dio vi metta in inai an-
no, rea femmina. Fiamm. 4. >b»- «■-
spondeva lu.l.ala, e con voce d ogm dol-
cezza vota : via , vdissima parte di casa
mia; fate lontani da me questi ornamen-
ti . Ar. Lea. 4- 7- '^''^' ^■'^" • ™' P°'"
troni; via, col diavolo.
S IV. I ia, in forza d'affretlare. ti-
loc 2 333. Il siniscalco in su un altro
cavallo con un l.astone in mano soprav-
venne, e dando su per le spalle a ser-
oenli che la menavano, a lei di«e: via,
avanti ; qui non l.i.ognano al presente que-
sii preghi. ,
• (. :;: g V. 'Fia , usato assolulam.
col verbo non Cipresso, ^ov. ant. 35. E
di ciò ringrazio mollo d Keelasuacom-
na.oa, e via per Io cammino con suo pa-
lafreno il meglio che poleo; il Re s. torno
ec /■ nov. 54. Venne 1' altra mattina, e
ritras'serlo (il cavallo, fuori, e v'a con
esso per la cit,"i. Fu. S. -!'■ . •^'"'''', 'f^
Ed esce fuori molto per tempissimo tutta
sola, e via, che se ne va a cercare di
messer lesù . Pani. Purg '^ O^,.'",
,,erl,ile , e via col viso altero , /■Sl'"»»
rEva,epon chinate n «olio ■;0(.^«'';
Corr. 2 2. Sa, s'egli Fece le sparizioni
in poste, e via (Cj
à
I7I2 V I A
§. VI. A'/rt via, così replicato, suo-
n.i talora lo stesso che Subito subito ,
Tosto tosto, Incontane.nte. fìocc. nov. 85.
17. E puco 1j &i tlicJcr la posu il' essere
iaiicme vii via. Dant. Vurg. 8. Per lo
serpente, che verrà via vìa. Albert, cap.
]5. Lo consiglio de' riditorì noa T e me-
»Licr di temere, che via via che tu vedi
rider coloro clic &i consigliano , puoi sa-
pere che di mattcìza parlano, li cap. 25.
>on dire all'amico tuo: va, e rieJi, che
domane lo ti darue , concioi!>ÌJCOsachè tu
gliele possi dar vìa via. l'it. S- Margit.
Via via che ella fu nata, fu ripieoa di
Spirilo Santo.
§. VII. Talora esprime mediocrità di
qualità, e vale lo stesso che Cosi coxt.
§. Vili, fia là, e talora anche così re-
pUcato f'ia là, via là, vale Alf ultimo.
All'estremo, Avanti assai. Varch. Et'
col. 81 - D'uno infermo, il quale, come
dice il vulgo, sia via là, via là , o a' con-
fitemini, o al pollo pesto, o abbia male,
che il prete ne goda , s' usa dire : i medici
r hanno sGdalo.
VIA . Particella riempitiva , che con-
giunta co* verbi , o accresce loro /orza ,
o ne varia in qualche parte il signiji'
calo.
*t §• I- Andar via, vale Partirsi,
Andarsene ■ Lat. abire , discedere . Gr.
I^. Porse prieghi, che in luogo di som-
ma grazia via il lasciasse andare. E nov,
!\6. 4' Sopra la barca la misero, e andar
via . Sinf. Ftes. 23l. Se queste >Ìnfe
almen s' andasser via, Che son con noi,
io pur m' arrischicrei ( P ediz. di Parigi
1778 legge: Se queste Ninfe almen si gis-
son via. Che son con noi, io pur mi ri-
marrei Qui solo Dato con Men%ola mia).
Dani. Inf. 32. Va' via, rispose, e cÌo che
tu vuoi conta, riov. ani. 1. 7. Discese giù
per le gradora, e aadossi via. /:.' 3^. 2.
3Ionta a cavallo, e sprona, e va via.
Petr. son. 223. Ma che 7 vìen tardo, e
subilo va via. Sem. Ori. l. 5. 56. O
Casa di Mongrana inclita e forte, La glo*
ria e fama tua se ne va via (ttoì-, si di-
legua, 6niscc ). Ciriff. Calv. 2. 56. K la
uolte ciascuno all' ombre giacque , £ il
giorno vanno via senza pigrizia. E 2. 60-
Va Brunadoro via senza soggiorno.
S- n. Va' via , o simili, il dicia-
ino alcuna volta per disapprovare P altrui
.sentimento, lìocc. nov. I. 28. Va' via,
figliuoli eh' e ciò che tu di' T /i noi-. 27
47- Va' via ; credi tu che io creda agli
abbaiatori?
'f §. HI. Andar via, ha anche altri
sensi, di che !'. ANDAR VIA. (C)
§. IV. Cacciar via, vale l)t.traccinre.
Allontanare, Bimuovere . Lai. pcllere ,
depellere . Gr. i)aij*tiv , «rreiicuviiv .
Eiamm. A. 62. La mia malinconia s' in-
gcgoava di cacciar via.
§. V. Par via , vale Trasferire da
se ad altri il pos.tesso di checchessìa o
per donazione, o per vendita, o persi-
mili contratti. Lat. alienare. Gr. ocXÌ-O-
T^toùv. Malm. a. 8. Che tu daresti vìa
6n la gonnella.
§. VI. l'iisgir *'/" » vale Fuggir con
p/rslezza , Dileguarsi . Lat. aufu^ere .
Gr. ocTtOftJynv. lìocc. nov. 85. ai. La
quale , come la donna vide , lubilameoie
levatasi, fuggi via.
f §. VII. Gettare, o Giltar via , vate
lìimnover da se checchessia , come inu-
tile , superfluo , dannoso , noioso . Lat
proiicere . Gr. aTO^.;t'*T«i». Bocc. ^o^■.
i)3. l^- Gittata \\i la spada, la qual già
per ferirlo avea tirala fuori ec, fimc a'
[liè di Natan, v S. (Ho. Gntott. y5. K
chi vieta , poiché abbiamo perduto il ti-
more di Dio, e gittata vìa U vergogna,
V I A
die non ci giltiamo ec. in ogni fotta di
perdizione? (TC)
§. Vili. Oittar via, diciamo anche per
Dare, o fendere le cose per manco, che
elle non visitano. Lat. vili vendere. Gr.
Twierv o/('-/Ju Tt. liocc. nov. 1^. ^. Se
spacciar volle le cose sue, gliele conven-
ne gittar via.
§. IX. Gittar via, per Lasciare in
abbandona. Lat. deserere , dereltnque-
re . Gr. J^iiTEiv. fìocc. nov. g^. 1^. lo
non ti rendo tua mogliere, la quale i tuoi
e tuoi parenti gittaronu via.
§. X. Gittar via , per Mandar male ,
Perdere inutilmente. Lat. perdere , abii-
cere, proiicere. Sen. Sen. Farch. I. II.
Egli mi basta quello che ho , e talvolta
torna bene non tanto di non rcnd<.-re d
benifizio, quanto di gittarlo via. £■' 5- 12.
Mi pare di udirti dire, che io non sola-
mente non fo cosa che meriti il pregio,
pia che ancora f;elto via tutta la fatica.
g. XI. Gettarsi via, vale Disperarsi.
Lat. de sperare . Gr. «Tai:it'^!iv . Cas.
rim. buri. i. i5. Non è chi sappia dir
quel che si sia (il martel d' amore); ma
vienti voglia mille volle ognora Di dispe-
rarli, e di gillarti via. 'r i'arch. lirr.
Giov. [\2. Ed io mi ricordo, mentre che
egli gridava iiifìno al cielo , poco meno
ch<* giltaiidusi via per questo fatto , che
io gli dìiiia[idai, sebbene Ìo lo sapea, di-
cevate voi il vero ? (Cf
* §. XII. Levar via , vale To-^liere
alcuna cosa del luo^o do%-e ella e. Segr.
Fior. Lejaz. 2- Sten. i. Se \i fosse den-
tro qualche capitolo, che ora non facesse
al proposito ec. si polrà levar via. (TC)
* ^. XIII. Levar via, vale anche Tor
dtl mondo . Giov. Geli. Fit. .4lf. \t\2.
Perdi: Alfonso il Cardinale Ippolito suo
fratello con danno grandissimi) della casa
da Estc , sì perchè i benefizii ec. si per-
dcrono , ec. e si ancora , perche ec. era
stalo legato via troppo per tempo, f O
g. XIV. Mandar via, vale Licenziare.
Lai. di mt itene . Gr. ajpisvai, «Traviar-
ritv. fìocc. nov. 85. l^. Era u.satu ec. di
menar talvolta alcuna femmiua a suo «li-
letto, e tenervela un dì o due, e poscia
mandarla via.
* g. XV. Vale anche Discacciare,
r. M.ANDARE. §. LXXIIl. (Nj
* §. XVi. ì'ale anche Hecidere. Spie
care. r. MAND.XRE , §. LXXIY. (.X}
* g. XVII. .ìfenar via, vale Condurre
altrove, r. MENAllE,S- l-T^^ (-^J
* §. XVllI. Parar via, vale Partirsi,
Tirar ita. /'. PARAIlE , S- XVIII. iC}
* §. XIX. Parar via, vale nache
Continuar quello che altri ha impreso a
fare , Tirare innantt . /'. PAIlAllE , §.
XIX. (Cj
§. XX. Passar via, vale Crssare ,
Dileguarsi, fìern, rim. I. ai. Quand' io
vi veggio , o^ni mia pena Cesta , e ogni
fastidio paiisa via.
* §. XXI. E per Passar oltre , Se-
guire il cammino . Lor. Med. son. 1^.
Sua \istanii niusirò chìar che rivale Non
ni' era; che passò %ia, stato un poco Non
to se stupefatto, o invidioso. iP/
§. XXII. Portar via, vale Levar chec-
chessia dal luogo, dove era, con violen-
za , o prestezza y e anche talora /iuharr
nascosamente, /foce. nov. 87. 6. Il lupo
le ti fu avventato alta gota, e presala for-
te, la comiocio a portar via. /*.* can^. lO-
5. E di chiunque il guata Sotpetto , e
temo non me 't porli via fiern. Ori. i.
11. a. S'uno ha ri>'i-bt-tse, tla sempre in
pensiero , E poi vieu un che glielo por
la via .
§. XXIIt. Portar via, per Trasporta
re , o Condurre semplicemente. Lat. j'cr-
re, ducere. Gr. ftjscc sT/iiv . lioi-c.
V 1 A
nov. 76. 6- Via a casa del prete ne *1
portarono .
* g. XXIV. Portar via, parlandosi
di morhi , vale Levar dal mondo , Far
morire. ì . PURTAHE. g. XCIII. (Cj
■f ^ §. XXV. Sparir via , vale Di-
leguarsi. Fit. S. Gir. 76. E allora dello
eh* ebbe questo , ditte : a Dio ti racco-
mando, e spari via. (Vj
^ g. XXVI. Tirar via, in signific. neulr.
vale Andar via. Partirsi. F. TIRARE ,
g. cxviii. (Cj
* §. XXViL Tirar via, va/e Allonta-
nar da se conforta, e violenta. V. TI-
RARE, §. CXV. (C/
té ^. XXVIII. Tirar via, vale anche
Muovere alcuna cosa verso di se con vio-
lenza, r. 1 IRARE, %. CXVI. (C)
te ^ XXIX. Tirar via , vale anche
Rimuovere una cosa da/ /uogo dove e/la
è. Cavare, Levare. F. TIRARE, %.
CXVII. (C)
té g. XXX. Tirar via un /avaro , va-
le .Strapazzarlo, Farlo con poca accura-
Uzza. (C)
tf §. XXXI. Tirar via ne/ fare una
cosa , vale Affrettarsi , Farla sollecita-
mente, ì'as. Op. Vit. .'(. 6o5. Slesso ma-
no a lavorare condusse nella faccia d'una
di delle cappelle due figurone grandi ce.
che furono tirate via con una pratica mul-
to sicura (C)
§. XXXII. Tor via, va/e Levare, Ri-
muovere . Lai. adimere . Bocc. nov, 77.
/\2. Togliendo via roteilo tuo pocbello di
viso, il quale pochi anni guasteranno ri-
empiendolo di crespe . E nov. 81. 5. £
cosi questa seccaggine tor via.
té g. XXXIII. Tor via, par/amdosi lU
Città, o simili, vale Distruggere. F. TO-
GLIbRE. g. LXXII. (C)
g. XXXIV. lenir via, volt ì'enire ,
Accostarsi. Bera. rim. \. 5g. Venite via,
il mio messer Francesco. Lasc. Gelos. a.
5. Venitene via si. ch'io farò, come ti
dire, un viaggio e due servigiì.
VIAGGETTO. Piccolo viaggio, Btxvc
viaggio . Car. lelt. I. l35. Gi^ ton ca-
parrato ilal Presidente per un suo viag-
gelto alla volta di Rivalla.
VIAGGIANTE. Che viaggia. h^U via*
tor. Gr. QOorr,^. Buon. Fier. ^. 3. 5.
E ti franga II franco viaggiante. Salvia,
Disc. I. 64. Siamo pellegrini e viaggian-
ti , non abbiamo qui la nustia ttauEi.
•f VIAGc.lARE. Far viaggio. Lai.
iter Jacere. Gr. ~0^:.iJi3^'jLt, ó$at:toptìv.
Buon. Fier. 3. a. 9. Che la prova D*l
vario viaggiar di varie genti Or per mon-
ti , or per valli , or per pianure , A re-
gola ha ridotti. /: 3. 5. 5. Il pan, che,
riposalo Dal lungo viaggiare. Giare ocU*
arche ^</iii per simtltt.i.
t VIAGGIATORE. Ferba/. masc. Che,
o Chi viaggia. Buon, F^er. a- 3. 7. Viag-
giatore Dalla ru|>t)la al mar , dal mare a
Lucra, E da Lucra a Pistoia cerco 'I pae-
se. /■' 3. a. a. l*errh' 1 viaggiatori ec. Ilan
cominciato a dar nelle stoviglie . SaJvim.
Disc. 1. 8. Dall' Indie ri %cnne un tanto
benr di Imte, e kì Tane rote er., quante
gì' industriosi moderni «iafigiatori lelìce-
mcnlc n'hanno scoperte.
3 VIAGGIO- I.,' andar per via, Cam-
mino. Lat. iter. Gr. TO.stiat. /Ìocc. nov.
99. 3a. Il domandò che viaggio avuto a-
\eitera, r quando a Genova fotter giun-
ti; al quale costui disse : Signor mio, mal-
vagio viaggio fece la nave. Petr. coaj.
3i). 7. Vo ripensando ov* io latta* il viag-
gio
"^ g. I. Per Fia, Luogo pei qua/e ti
viaggia . « Dani, /nf, I. A te ronvien
tenere altro viaggio -. (C)
g. II. l'iguratàm. Mi. f. O 97. Gli
bastardi cacciarono tutti, i quali con ter-
V I A
V I A
V I B
17j3
gogna ile' madornali in piccolo tempo pre-
sono cattÌTo viaggio ( cio'c , andjiono in
perdizione ]■
§. III. Fare un viaggio e due servi'
gii , e simili j maniera pro\ erb, , che
vale: Colla stessa operazione condurre a
fine due negoiii . Lat. duos pnrivtes ea-
demjìdelia dealbare. Fir. Disc. Iclt. 32Q.
Per far, come si dice, un viaggio e duo
servigli. Cecc/i. Esali. Cr. i. i. E farò
no viaggio e tre servigli . J.asc. Oelos.
a. 5. Venitene *ia sì, rh' io l'arò, come
u dice, un viaggio, e due servigii.
* §. IV. Ognuno a' suoi viaggi , ma-
niera proicrb. che importa : Che ognu-
no dee attendere alle sue faccende. Lasc.
Parent. 2. 6. Ognuno a' suoi viaggi. (V)
* §■ V. Camminare il suo viaggio ,
vale Continuarlo , Prose^^uirlo . Cemb.
St'?r. lib. 4- Credendo quella essere ar-
mata di corsali, le vele non calando cani-
Diioava il suo viaggio. (£rj
VIALE. Susi. I toltola.
* §■ i'iale . Term. degli Jgricoltori .
Quello spazio che negli orti , giardini ,
pometi e verzieri si lascia incullo per co-
modo di passeggiare. Imperf. 1'. Tusc.
D. i5. T. a. 328. Per questi vìjIi della
villa Ludovisìa ci si alza il sole troppo
tosto. E Tib. D. I. T. II. 45. Questo
veramente diletto si è proporzionato a Fi-
losofo ec. e senza finirsi di vestire dare
venti passej;giatc all' ombra pe' viali di
questo giardino pieno di fontane. (Fj
VIALE. Add. Di via. Posto nella via.
viale
ben pianta viale. Ch'ognuno :)froDda
Don culliva alcuno.
VIANDANTE . Che va per via , Che
fa viaggio, Passtggiere. Lat. viator. Gr.
òSi'zYì'i. Boez. G. S. 44- Se nel sentiero
ec. foss' iotrato povero viandante . Bocc.
nov. 86. 2. Nel pian di ?«Iugnone fu, non
ha guari, un uomo, il quale a' viandanti
dava pe* lor danari mangiare. Maestruzs.
I. 34- Questo s* intende anche pei mer-
catanti e viandanti. Pass. i3i. Se avviene
eh* e* romei, peregrini, mcrcalanli, o altri
viandanti, si confessino nel cammino, non
ahhiendo licenzia ec, si debbono rappre-
sentare al prete propio ec. A'ov. ani. 7.
a. Vennero lì viandanti dinanzi da lui, e
Ira i suo' baroni. Ar. /■'ur. 29- 21. Ch'
aveano tolto ano, o due giorni innanti t
suoi scudieri a certi viandanti. E 3'j. 78.
O qua! mastin , che al ciottolo , che gli
abbia Gittato il viandante , corre in fret-
ta . Bern. Ori. 2. 4- 9- Or »' **o fretta ,
che son viandante. Boez. Varch. 2. pros.
5. Se fussi nel cammino entralo di questa
vita povero viandante, potresti ancora di-
nanzi degli assassini e rubatori di strada
caotare sicuramente.
* VIANTE. Jdd. usato anche in /or-
za di Susi. J'iandante. Salvin. Opp. Pese.
Che se poscia non trovi quella bile, che
di vero scorgendola il viante con gagliar-
da acqua lavo , e quello allor crucciato
fletta il corpo, ec. (A)
VIARECCIO. Jdd. Da portar per via,
o in viaggiando. Maestrnzz. 1. 7. E de'si
dire la messa in chiesa consecrata , o in
altare consecrato , e se non v'ha altare,
abbiasi T altare piccolo viareccio. £" 1. 9.
Se a celebrare la messa non si può avere
r altare consecrato , abbiasi almeno 1' al-
tare viareccio consecrato. E 2. 54- I Ve-
scovi , che sono in cammino , possono
portare 1' aitar i-iarecrio, e farsi dire mes-
k.) dovunque e' sono , non ostante lo 'n-
terdetto .
•f t- VIATANTO . foce poco usata .
Nondimeno, ^on per tanto, lavale. Stol-
tiz. 253- Avvegnaché cognoscano l'utilità
di questa battaj;lia , e credano che Dio
csinbalta per chi vi entra, vialaoto temono
Vocabolario T. IL
la vergogna umana, che o niente o poco
combattono contra 'I mondo, (l'}
VIATICO- Cibo, o altra cosa che si
porta per viaggio per sostentarsi . Lat.
viaticum . Gr. ÌogSiq-ì ■ ftcd. I:'sp. nat.
67. Che poi le gru, che sono animali ac-
cortissimi , per viatico del passaggio del
mare si cibino di pietre, pane cosa tanto
strana a Samuel Bociarto, che ce.
■J- §. I. Viatico, per metaf. Med. Arb*
Cr. 28. Ci fosse sostentamento e viatico e
guida nostra d* andare a vita eterna. /'/-.
lac. T. 5. II. 2. Il terzo amore paremi
Viatico amoroso. Oinel. S. Crcg. Pcrrbè
in questa vi(a amava la suntuosa altezza,
non Volle avere il viatico della umilia-
§. lE. J'ialico . diciamo comunemente
anche il Sagramcnto dell' altare , che si
dà ai moribondi. Maestruzz. 1.6- A Di*
j;iuDo dcL esser preso Ìl Corpo di Cristo
salvo che in caso di necessità, quando uno
infermo fosse per morire , acciocché non
passi sanza viatico.
VIATURE. Viandante. Lat. viator.
Gr. o'oi't»;^. ^faestruzz. l. 21. Ma il via-
tore, che passa per lo paese, non si dee
sottilmente disaminare . Alam. Colt. 3.
64. Chi fa il buon viator sicuro e lieto
L' alte nevi stampar, calcare i ghiacci^
Se non questo liquor T
S- Viatore, Jìguratam., si dice L'uomo
ancor vivo incamminato a vita eterna .
Lat. viator. Gr. ^ot'-rTj;. But. Purg, 32.
1. Imperocché egli era anco viatore, e
non comprensore . '^- Segncr. Crisi, in-
str. 3. 7. 4- Ci dona Cristo la sua divi-
nità ec. impiegando la botila affine di unire
a noi tutto se con dette invenzioni, nella
più profonda maniera che sia conforme
allo stato di viatori. (C)
VIATORIO. AMI. ..'ppartenente a via-
tore . Lat. vialicus . Frane. Sacch. Op.
div. l3o. l'eroccbè si mostrò viatoria (la
gloria di Dio ) , e non conlermata ( i/ut
figuratnm. , e vaie pasaeggiera , non sta
bile, ne ferma ).
VIATMCE. Femm. di Viatore. Vi-
andante. Segncr. ^lann. Sctt, 27. 2. Fu
sempre vera viatrice, ma non mai stanca.
* V1CRA>TE. Terni, de' Meccanici .
Dicesi corda vibrante a qutlla che rende
suono per via di vibrazione. (A)
VIBRATE. Muovere scolendo. Lat. vi-
brare . l'iloc. 7. 22- Vibrando il dardo,
con forte braccio quel lanciò. Finmm. l.
78. E i boni affiìcani , da Amor tocchi ,
vibrano i colli . Pelr. son. i65. L' aura
soave , eh' al Sol spiega e vibra L* auro
ch* Amor di sua man fila e tesse.
§. I. Per metaf. Spignere avanti. Man-
dar fuori con forza. Lat. emittcrc, incu-
lari. Gr. Tristi vai , a'/ovTi'Cstv . Dani.
Purg. 27. Siccome quando i primi raggi
vibra ec. , Si slava il Sole . lied. Ditir.
j6. Vibrò suoi detti in fulmini conversi.
* §. II. librare in signifc. neutr.
pass., vale Lanciarsi, o simile. Cor. En.
12. Ii35. Per letizia esultò, terribilmente
Fremè , si rassettò , si vibrò tutto Neil*
armi , e 'n se medesrao si raccolse. iB)
* VIBRATEZZA. / ibrazione. '.A)
VIBRATO. Jdd. da librare. * .W-
vin. Disc. I. 334 La materia, che bian-
ca dura fatica a sentire il fuoco vibrato
dall' ardente punto del concavo specchio,
dall' effetto detto ustorio fatta poi nera ,
in un attimo s'accende e s' abbrucia . (Bj
t VIBRATORE. Verbal. masc. Che,
o Chi vibra.
* VIBRAZIONCELLA - Vim. di Vi-
brazione. Tagl. Leu. (A)
VIBRAZIONE. Il vibrare , ed il Moto
di cosa vibrata.
§. I. librazione de' pendoli , dicesi il
Moto reciproco de"* corpi gravi , pendenti
da corde , fili , e simili, che nel P andare
e venire di qua e di là dui perpendicolo
formano archi di cerchio sempre minori^
f/io a ridursi alla quiete. Gal. Dial.
mot. 1. 539. Ciaschedun pendolo ha il
tempo delle sue vibrazioni talmente limi-
tato e piL-Esso , che impossibile cosa è il
fallo muuveie sotto altro periodo, che V
unico suo naturale. E Sist. 222. Ho tal-
volta creduto che l' arco ascendente sia
eguale al descendente , e però dubitato
che le sue vibrazioni potessero perpetuar-
si. Sagg. nat. esp. l8- L' andare e ritorno
del quale f pendolo j contandosi per un'
intera vibrazione , non abbiamo creduto
che quando mai nel novero di molte vi-
brazioni una se ne sfallisca ec, arrivi quel
piccolo svario a montar mai lauto, ec.
g. II. Vibrazioni delle corde tese _, e
particolarmente delle sonore , diconsi i
Movimenti loro simili a quelli de' pen*
doli, ancorché più veloci e di minor du-
rata. Gal. Dial. Mot. I. 54i II nume-
rare le vibrazioni d' una corda , che nel
render la voce le fa frequentissime, è del
tutto impossibile.
VIBURNO. Spezie di frutice. Lat. vi-
burnum. Gr. r, /jLi>aiva ^^;uwvt'a. Bed.
Ins. 92. Quantunque il suddetto padre
Atanasio Chircher ec. scriva ec. d'averne
mostrati ad altre persone su' ramuscelli
del viburno . o brionia , ec. E 100. Tra
questi animaluzzi , cbe il padre Chircher
asserisce che nascono da' ramuscelli pu-
trefatti del viburno e della coda cavalli-
na , ce.
VICAnERI'A. /'. A. ricarialo. Lat.
vicarialus. Vii. Bari. 44- ^c tu hai po-
lestcria , o vicareria che tu vogli vende-
re, espia per la terra quello che ella vale
per diritta ragione.
VICARI'A. Term. de" Canonisti , ed e ^
P Esser sostituito, 0 messo in ufcio in
cambio del principale. Maestruzz. I. 6q.
Quando il padre ebbe in alcuna chiesa
personntum , ovvero vicaria perpetua, il
figliuolo immediale esso personato e vi-
caria avere non può , ec. ; ancora se '1
padre ebbe il personato , Ìl figliuolo non
può avere la vicaria.
§. Talora 1 icaria, per J'icherìa. Din.
Camp. 2. 38. Mandate per le vicarie, e
domattina all' alba pugnate contro a' vo-
stri av\crsarii. E 39. Mandossi per le vi-
carie , e vennono , e spiegarono le ban-
diere .
VICARIATO. Ufcio del Vicario, e
Luogo del suo governo . Cron. Morell.
338. S'ordinò tre Vicariati in due borse.
Guicc. Star. l3. 632. Era molto diffìcile
r impedire la viltovaglia del Vicarialo .
Borgh. Vfsc. l'ior. 476. Come noi di-
ciamo oggi Vicariato, e Capitanato, e Po-
desteria i luoghi, secondochè vi si manda,
o Vicario , ec.
f 3 VICARIO , e presso gli antichi ,
VICARO - Colui che tiene il luogo e la
vece altrui. Lat. vicarius . Gr. 0 aTTa-
TZÌ.r^pftì-i i-ipOM Tivo'5 p^^poi . Tesorett.
Fr. 4- 27- Cosi in terra e in aria M'ha
fatta sua vicaria . Bocc. nov. i3. 23. La
vostra benedizion ne doniate , acciocché
con quella, siccome con più certezza del
piacer di colui, del quale voi siete vica-
rio, noi possiamo insieme ec. vivere . E
noi, . 18. 3. Lui, in luogo di loro , sopra
tutto il governo del reame di Francia
general Vicario lasciarono. * Cronichclt
146. l Lucchesi con gli usciti di Pisa; e
co' Pistoiesi, e col Vicaro di Toscana per
lo Re Carlo di Cicilia sconfissero i Pisani
al Castello d' Asciano . E appresso .- Co'
Pisani e col Vicaro di Toscana ec au-
daro ad oste a Pisa. (C)
ir §. I Vicario, dicesi più spesso Co-
lui che fa le veci del Vescovo « Mae-
struzz I |3. Ancora tale licenzia non
2l5
I7i4 V I e
può dare Vicario del Vescovo» se già non
fosse il Vescovo mollo di lungi m. ( Cj
* §. II. / icario di ('risto , 0 similf,
dicesi il Papa. « Pelr. so/t. 23. E 'I Vi-
cario di Cripto culla soma Uelle chinivi e
del mjntu al nido torna . />ant. l'tirg.
ao. Vrggio ia Alagna enliar lo 6orda1iso,
E nel Vicario iuu Cristo esser vAio ■ L'
Par. 25. Di quella schiera , unir Uscì la
primizia» CLe lascio Cripto de*vicarii suoi.
Hem. Ori. l. l^. 2^. Quando I Vicario
suo nostro pastore Nelle barbare man pri-
gione stelle w. f(')
g. III. K Jìgttralam. Cuid. G. Ardilo
Tue Pari di miinifesUre i f>rincipii del suu
desiderili per cenni, che lalura suno vi
carii dc-lla voce.
5- IV. l'icario, diciamo anche a una
Sorta dì /tenore^ o Ufictnle che ha giu-
risdizione criminale, e civile, i.asc. Pinz.
1- 6. lerscra api untu si parli per andare
a trovare il padre in uffizio, che è vicario,
come tu sai, di Cerlaldo.
VICE. Lo stesso che I ece.
§. I. Vice , diciamo ancora la Volta
che tocca ad alcuno d' operar checchessia,
quando le operazioni st dchhono /are de*
termi/latamente or tLi uno, or da un al-
tro. t)ant. Par. 27. La provcdcnza, che
quivi comparte Vice ed u6cÌo nel beato
coro, Silcnziu poslo avea da ogni patte.
g. 11. Per folta. Fiala />aiit. l'ar.
^. Se quanto inGuo a qui di lei si dice
Fosse conchiuso tutto in una li>da, Hoco
sarebbe a fornir quella vice . Ilut. ivi .*
Quella vice, cioè ec. questa volta.
^. III. Vice, per Ispazio di tempo,
Dittani. 2. 5. In questo tempo apparve
U fenice In Egitto , la qual vt-diita fue
Prima in Arabia per più lunga vice.
§. IV. in vice, posto a\^'eritialm.f va
le In luogo , In camhio . Lat. prò . Gr.
avTi . lìcmh, rim. 125- Cosi v«ii, donne,
a quei che v' hanno in vice Di Soli- alla
lor vita dolce «: chiaro, Mostrarvi acerbe
e torbide non lìce.
* VICECANCELLIERE. Che è in Ino-
f-o del Cancellierv . Lat. vicariti s , 'vice-
canccllaritis. M. / '. 3. 6. Senza rendere
al santo Patire il di;bito onore, quasi pal-
pando, per lo Iraltain tenuto col vicccan»
celliere dello 'nipcradorc. (')
't •'' VICE CAPITANO, e VICECA-
PITANO . Che è (Vi luo^o di Capitano .
lìemh. Star. 5. 65. Il Contarino Prove-
ditorc fu in luogo di M. Mairhionnc Vi-
ce Capitano crealo. E appresso: Il Con.
tarino Vicecapilano, essendo la sua galea
perforala re, sali sopra un* altra, (j^j
•t * vicecaso. Tenn. grommati-
va/e. Che sostiene le i-eci del rato, Sa/v.
^vicrt. 2. 1. 5. Di che innanzi kollo il
Capo del vicecaso sarà preslo più iV uno
esemplo. (ì) / uommatt. Tratt. 6- cap.
Q. Abbiamo un altro segno , clic si ado-
pera per distinguer una parola da un'al-
tra, come: hi nome per giorno, da Di
vicccaso. IC Tratt. 9. cap. I. L* abbiam
(il segnnca:o) detto alcune v»dte virecaso
anche noi , per mostrar che il segnacaso
e il medesimo , che da altri vicecaso è
chiamalo. (/1)
* VICECOLLATERALE. Colui che
.sostiene le veci del Collaterale . Bemb.
Leti. tA)
VICECONSOLO . Che è in luo^o del
Consolo, Lat. proconsul. Gr. av&uTTctTOi.
Tac. Dav. jinn. 1 1. l35. Gli apparve una
donna più che umana, r gli disse: Rufo,
tu ci Terrai vi.cconsolo. h la. L'in. Lo
fece capitar male, e da Tarquism Prisco,
stato legalo tuo in Alliirn i|n.iiti)o vi fu
vicecuoiolo , accusalo «li ab une haratle-
rio. l'arch. I.ez. 3iB. Mollo magnifico 0
reverendo Viceconsolo, prodcntissimi Ac-
cademici . ce.
V I c
* VICEDOMINO. Che e In luogo del
Capo, o Signore della città , o di altro
luogo; e così chiamai-^TSi in antico il Vi-
cario del Vescovo nel t- mpcrale , ossia
r lìconomo delle rendite della sua Chiesa,
iemb. Stor. ^. 55- M. Bernardo Bembo
mio padre, che era allora Vicedomino di
Ferrara. / V)
V1CEGERE^TE. Che sostien la vece.
Che opera in vece d' altri. Lat- vìcem gè-
rens. Gr. 0 ot'vV Iripo^ e-v.
'.• VlCi:LEt;ATO. Quegli che sostie-
ne le veci del Legato, l.al. vica'ius, *ti-
celegatus. Cor. lett. 2. I29. Scrivendo il
Cardinal mio padrone al sijj. ViceUgato
in favor ec. /:." 1^6. L* avviso del Vite-
legato di Macerata lu per mandarvi a Mon-
te Santo. (*)
::j VICKLEGAZIONR. Uf/Icio del Vi-
celegnlo^ Car. lett. z. i56. Potrà vedere
ec. dalle lettere del ( aidinal Farnese,
mio padrone , V elezione che s' è falla
della sua persona per la vicelegaiionc d'
Avignone. 1*)
•■f * VICEMADRE. Colei che sostiene
le veci di madre. Car. Lett. voi. A. png
Iu5. (Contino 1735) La roba fu per me
noo ben divisa. Ultra eh' e* miei fratelli
a me solo hanno Lascialo di mio patire
e vicemadre La cura , e non seu piglia^
altro aflanoo. ( .1)
f VICK>DA. Contraccamf'io , Picom-
pen.ia. L'dl. par, ho.ttinienlum. Gr. ayo^B*;.
/Ilhert, cnp. 58. O lu rendi vicenda , o
tu liinani d' esser chiamato; che gran di-
sonore è sempre ricevere, e nieulc dare.
^ìinm. Ant. 17. l\. 8. E con pietosa vi-
cenda , essendo giovani, rendono quello
che da* padri, essendo parvoli, riccveilono.
3 §. I. / icendn, per / ice nel sipuific.
rfc/g. I. -^Poes. Varch. 5. pros. iilt. Ella
ancora alterni, e muli le Mcende e volte
del ciinoscere. (Ci
* §. 11. Toccare, o Venire la vicenda
ad alcuno, dicesi Quando nelle operano-
ni alternative s' appetta a lui /' operare;
ed anche asso/ulani. 'Poetare, ^pparl>-
nvrc. /-.'.top. pav T. Itifc. yo- Quando la
bestia era venula al lione, lo liooe incon-
tanente la si mangiava, sicdiè iiiulle be-
stie si mangiò in <|ueslo modo. Ora ven-
ne la vicenda alla volpe. ( Cj Ouidott.
Peti, i35. Molla ingiuria mi hai fallo
poiché ne avesti agio di fare; ma se toma
a me la vicenda, n'ni vuo' più dire. iVf'J
§. III. /'er Commercio . Vant. Conv.
lA(). Ancora la città richiede alle sue ai ti
e alle sue ddensioni avere vicenda e fra*
telLinsa c<dle circonvicine ciltadi.
§. IV. ì'itenda , per Vere. Lai. vici*.
Gr. a^ot6>,'- Slaestmzs. l. 38. 1 laici dan-
no le rendile a'cheiici, acciocché eglino
compiano nell' uflicio la loro vicenda./^/-
hert. e >p. 16. Vicenda dì vero contiene
quello che falsamente sì crede , siccome
nel conlrarìo la ventade, che non si cre-
do , per bugia si repula.
# g. V. Onde in vicenda, fu detto
per Invece. I.uc. da Pani, presto 1 Pep.
■ Dream. 1 16. Il magnilìco Meis. Pandoìlo
1 Malatesta iu nome e vicenda del comune
e |iopolo di Fìrenae mi fece cavaliere ar-
malo. ( V)
t §■ VI. Vicenda, per Faccenda , Af-
! fare , ma in ifuesto sento è V, A. Lai.
negocium . Bocc. nov. 72. 6. In buona
verità, ch'io vo in6no a ciltà per alcuna
mia vicenda . Liv. M- A piegar per co-
lui, per le cui vicende egli t'era rug^ilci.
I Lali. t)2. La benignila, e la clemenza di
ctdui , il quale t' ha in questa vicenila
manitalo , non m' è ora nuova . Frane.
Sacch. rini. 3. Vatlunvi a lelln quelli che
han sìcende D' andar cercando ove sten
Salamoni . Coli. Ah Isaac , cap. ^9 H
niercalantc, finita la lua vicenda, apparcc-
V I C
cbiasi di tornare alla casa sua. 4 Introd.
Virt. 8'i. e Pir, 1810) Viene a voi ec,
accio che r aliate (aiutiate) io su questa
vicenda (del conquistare il Paradiso). E
87. Se li rÌceve»simo per fedele, che sia
tuo inlendimeuto che t' atassimo in altra
vicenda , che in acquistare Paradiso , e
se per altra vicenda ci volessi, non sare-
sti servilo ( così assmi spesso questo au-
tore :. 'V)
g. VII. Vicenda^ per Mutazione. Lat.
vicissiludo. Gr. àfiot^r'. G. V. il. 63.
5. Nola, lettore, isvariate vicende e casi
che fa la foituna del secolo. 4 « Pani.
Inf. 7. Le sue perniutazioD (della fortu-
na J non hanno tiiegue ; Necessità la fa
esser veloce ; .^i spesso vicn chi vicenda
consegue ■ . (AI)
3 §. Vili. .-/ vicenda, e Per vicenda,
posti awerhialm. , vogliono Victndevol-
ni'ttte , SeamhÌe\olmenle . Lat. vicissim.
Gr. ajuioi6ao9v. Vii. .SS. Pad. Dormen-
do gli me«zi , e gli altri mcui vegghia-
«ano, e stanano in orazione, e così veg-
ghiavano a vicenda. C V. 8. 82. 5. Con-
venne che tulli i cittadini t* aodastono o
mandassimo , come toccava per vicenda .
A' 10. 112. 2. Parte di loro stavano a
vicenda nella camera a ricogliere le fave.
Mor. S. Greg. I. i5. Per Unto adunque ec.
per vicenda l'una virtù fortifica 1' altra .
V §. IX. Vale anche L' uno dopo l*
altro. Successivamente . « Pant, Inf. 5.
Sempre dinanzi a lui ne stanno mol-
te ; Vanno a vicenda ciascuna al giudì-
zio -. (M)
g. X . Otta per vicenda, posto nstw-
hialm. V OTTA. g. \.
VICENDEVOLE. Add. Scambievole,
Peciproco . Lai. altemus , muiuus . Gr.
KUOi&OLiOi, Jmet. 58. Sì che le mie scher-
nite fiamme da lei con vicendevole scher-
nimento siano da me vendicale . Amm,
Ant. 20. 1. l4- Quello che non ha vi-
cendevole riposo, non è durevole. Boez.
Vanii. ^. rim. 6. l'osi gli elemi corsi
ricitndurp Vicendevole amor.
VI* E.NDEVOLEMENTE. V. VICEN-
DE VOI. MENTE.
VICKM>EV(>LEZZA. Astrattodi Vi-
cendevole. Lat. vicitsitudo . Gr. KpOi&r! ,
Salvin. Pi.tc. ì. 232. Questa inalterabile
costanza della natura, della viceodevoles-
ta delie stagioni ec, lutto è legge di Dìo.
* Imperf, I . Tib. D. 2. T. 11. 24 >•
lm]-rrciocchè dove sì pongano gli uomi-
ni in confuso fra loro , e la virendevo*
Ietta degli uffici Ira gli unì e gli altri non
sì dislingua , adulleransi lutti gli ordini ,
lutti i gradi decadnno dal loro convene-
vide slato, pcrdesi 1' autorità, e ninno
vuole st.*re sollo . F T. la 35 Quindi
|>iglia vigiife e riscaldasi la vicendevolaasi
de' benefiii. ( F)
VII ENDI VOLMFNTE. e VICENDE-
VOLEMI-NTE. Avverò, che vale Ora P
uno , ora P altro , secomd» P ordine sta-
hilitoj (on vicenda; A vicenda. Lat. vi-
Cistim. Gr. ocyoiCscoo'v. Amet. 27. Sten-
dendosi or verw» 1' una e poi verso 1*
altra orenhia vicendevolmente ristrelli
' eget. Vtcrndevolmenir , cioè V uno per
r altro , fanno continue guardie. Bemb.
Asol. 3- l()5. Esvo in questa guisa il ri-
chianta, il Sitle ogni |:iorDo . le stelle o-
gni notte, la Luua vicendcvolmenle di-
mostrandoci .
§. Per Beriprocamente , Scimhìev^-
mente, L' un l'altro. Lai. mutuo. Lih.
Pepub . Però vicendavolmenle amare si
debbono.
« VICENOME. Che fa le veci del no-
me . Piiommatt. Tratt. 11. cap. I. I
Latini ec. lo dissero pronoma ec. i alcu-
ni de* nostri r hanno chiamato viceno-
me. fFPj
V 1 e
* VICEPAPA . Colui che ì in ìncgo
del Pwn V"'- •»""" 79- rtW'"" •7*^'
Qut.lJ nuovo prolellorc, viceré, vcei-ai»
Zuingliano , et- (^ ) ^ , . r , „
t VICEI'ATRIAUCA. Colm che Lene
il luogo del Palriarca. Ceceh. Isaii. Cr.
4. 4. lo non to' dirvclo prim» Che ne la-
velli al Viri-palriarfa- „ , . , , .
•+ * VICEPUETORE. Colui chetm
luogo del /'«(ore. Lai. propraelor. Tue.
Pel. Ann. Uh. 6. cap. 27. Morlo pò.
Fiacco Pomponio, riccprelore di bona, si
lesse una Icllera di tesare, ec. (J)
# VICKHKONOME. Terni, gramm.
Che fa le veci del pronome. Buommall.
Trnit. M. cop. 3. Dodici sono ec. e
parUcelle di che parliamo ce. le quali .la
alcuni son delle ,icepronorai,cons.deraudo
ch'elle non acceonuno un nome, ma un
pronome ec. Allri le potrebbero dir prò
nomi trasrorraal. o conlraffaiu ec. ma noi
le direm meni adiisi (FI')
+ VICERÉ . Colui the tiene il luogo
iti Re. Lai. prore r . Or. 0 K'Ti ^y-i^-
Uoi Jv . Fir. no,: 6. 25?. S. trovava
per alcune faccende d' imporlania lonan-
li al Viceré di Napoli. Ser.!. S'or. ^ M»'
Fu ascolulo il Viceré con gran s.leoiio.
Fir. Disc. an. 32. Il signore gli diede
carico di Vice.è,efecelo il primo Barone
della sua corle. , .
* VICEREALE. Add. Di viceré. Bar.
tal. Jsin. 2. 1j3. La dignità vicereale,
soslenula in grado di tanlo onore da suoi
aotipassati. (B)
VICERl'.GGESTE. Che regge, e ?o-
,erna in i-ece d' altrui . Lat. legalus .
Gr. rtpilèiJi ■ Tue. Dai: .-Inn. 2. .>0.
Lalinio Pando, vicereggente della Mcsia,
mandò questa lettera con soldati per lue-
naroe Coti.
* VICEREGISA. Moglie del licere, ,
o Che fa le veci di Regina. .Sega. Slor. \
1. 108. Avendo in sua compagnia la \ i- |
ceregina di Napoli, moglie di don Pietro
di Toledo. (yS) lardi, .'ilor. 1^. 586. I
Il duca ec. giunse in Firenie, onde s era
parlila a venlisei giorni del medesimo mese
la Viceregina di sopra della. iC)
•+ * VICERETTOKE. Colui che io-
mene le veci del Bellore . Benih. Stor.
12. l65. Lasciato nell' Isola per Vicerel-
tore messer Stefano Cappello. (I )
VICESEGRETARlATO.CfyA"'"'" ' ''
cesegretario. Sahin. Iros. Tose. I. gì-
Quando 1' Informe con esquisila , ed ac-
curata oraiione si scusò dall' accetUre U
vicesegretariato, ec.
VICESEGRETARIO. Colui che tiene il
luogo del Segretario . Sal.in. Pros. Tose.
1 84. L" Etimologico ancora promesso
ne' dotti prolegomeni al novello V ocaliola-
rio, falli dal (.ucrnito già vicesegretario .
•f * VICESIG.NORl'A. l>iga,la,o Uf-
ficio di chi tiene il luogo del Signore .
Bemb. Stor. 9. 146 Nella Vicesignona
di Ferrara. (I }
•f * VICETEMPO. Segno di tempo.
Tac. Day. Lelt. Bacc. Val. Con lutti
i dUavvanlaggi degli articoli , vicecasi e
vicelempi, che ci convengono replicare a
ogni poco. (!')
* VICEVERSA . A<.verb. A rincon-
tro . Imperf y. Tib. D. 3. T. 12. 68
Il Padre viceversa conviene ingegnarsi di
giovare al Figlio ec. IF)
VICHEBl'A. F. A. Giunta di milizu
per rinforzo ■ G. V- 12. 32. 2. Manda
reno al soccorso del Conte cinquecento di
loro cavalieri, e le vicherie de' pedoni ■
masnadieri di Valdisieve, e di Valdarno 1
eran numero.
VICINALE. Add. Vicino. Lai. proi
niHS, vicinus Gr. 0 '-•/•/•Ji- __„,_.
§. Strada vicinale. T ed. STRADA,
S 1»
vie
+ VICINAMENTE. Avi'Crb. Con vi.
ciniti , .Ippresso. Lai. proj.in,e prope.
Gr. i/yJÌ Olt. Con,. Par. 28 boi ' >;•
rocche piò vicinamente supposti alla di-
vina venlade sopra gli aUr. sono pieni
dell.i diwna scien.ia . * /'""'"■■ •>'.'': H-
22. Or tra le Bgure quelle che vicina-
mente si partono dall' Urania , e che la-
lora sono m bocca del popolo , hanno
perciò meno di riguardevole e d. ecci-
tante . iCj , . .
:? VICINANZA. ProssimiU, 1 icinttn.
Cr 11 5 1. L' alteiza e basseiia ( del
luògo ì le assai acque e le poche , la lor
maliiia e bont'a , la vieinania de monti ,
naduli ec. del sito dimostra la qualità .
M I 4 64. Per la vicinania che dello
caslelló ha con la nostra dtl'a , e con le
altre di Toscana. I^'j . „. , ,
-j- g. I. yicinan:,a, vate anche liislrei
(o di abituri contigui gli uni agli altri .
Lai. l'icinio, vicinilas. Or. -/iiTO'tx-
llocc. Introd. 28. Tutte l' una ali altra
o per ainiità. o per vicinanza, o per pa-
rentado congiunte. G. Z. 5. 9- l.^ico.ii-
baltuano i cittadini insieme in pui paiti
della ciltade di vicinau.a in Mciianza^^W
V. 2. 28. Assai presso di vicinanza a Gè
novesi l.orgh. Ong. Iir. 194. Tutte le
viciname, cbe cosi chiamavano 1 nostri quel
che i l'.omani vici, gli de.licaiooo la sua.
§. 11. / umanza , per gli .Abitatori
della vicinanza . Bocc. iiov. 45. 9 E d
altra parte la vicinaoia uscita al romore
ec. , comiuciarono questa cosa a biasima-
re. .V. / . IO. 33. Traila la vicinanza al
romore , ella >quarci.iudosi il viso e" ca-
pelli, mai non lascio aprire l'uscio. Agn.
Paiid. 52. A donna degna di riverenza
troppo pare sozzo colla bocca conlorU ,
co"li occhi turbali, gillaiido le mani, gri-
dando, minacciando, essere veduta, o sen-
tita dalla vicinanza . /><"ii--. Sacch. nov
84. lo vorrei volcntieii che lolla la M
V 1 C
JJlS
oq. 10 *uiic, ,w.^ "- / / e- 1
cinanza ci fosse. Lasc. Gelos. '.\. '.{. tgi
vi dovette desiare. G . Io lo credo, « mezza
questa vicinanza ancora.
:'.:§. 111. Per l'opoìi vicini. Ceff. Dicer.
33 Questi grandi e putenti uomini della
ciltade d- Arezzo, li quali non vorrebbero
alcuna vicinanza s« non fosse a loro sot-
tomessa. {FPJ
* § IV. /■> vicinuma di, maniera
prepositiva, che vale lo stesso che rici-
no Prepositive. l!ld. Annoi. Ditir. 12.
Lecore, villala posta nel più basto piano
ia vicinanza di Firenz». (Cj
•+ VICINARE. iLsser vicino. Confi-
nare. Lat. eosJem fines hahere, confinem
esse. Gr. cTvxi '.lopot. M. r ■ 5 S.
castello vicinava con certe terre da mes-
ser Galeazzo Visconti. E fi. 2- La gente
di messer Galeazzo omaggiava i 'uddilr
I che vicinavano con loro, f cap. DI. An-
darono al Signore di Padova, che vicina-
va col Trisigiauo- Ditlam. I. 8. Sicché
' inverso Austro H mar Rosso vicina ( L
ediz. di Venezia 182O e quella di ilila-
no 1826 /e^o,i<i .• Sicché iuver Austro aJ
mar Rosso é vicina ).
+ VICINATA. ; . A. Jicinama. Lai
vicinia.vicinitas. Gr. -/ti-IoiU. Fr. lac
T. 4- 36. 20. Or ti peusa il bello amore
Che sta in questa vicinata.
+ J VICINATO. Vicinanza nel signl-
fic. del §. II. Mirac.Mad. M. Veggen-
do questo i parenti suoi predelti con gran
parte del ^icioato, ec. Lor. Jled. canz.
55. I. Vo' cantare una canzona. La qual
6a onesta e buona. Riprendendo 'l vicina-
lo. Red. Vip. I. 73. Correr fecero lutto
il vicinalo in traccia deU' insoUlo delicatis-
simo odore.
* g. I Far bello il vicinato, vale tarsi
burlare dai vicini . F. FARE BELLO ,
§. VL (C)
# §. II. Avere un culo che pare un
vicinato, dice.<i ipeibolicanieiite di Chi ha
un .teJerc ..slreniamenle grande. - .Valm.
3. 5l. Ed ha un culo , che pare un vi-
cinalo ". f.-l) „ ,
-(-:■.: VICINATORE Che avvicina. Kel-
tin. Disc. IO. So io r allontano o 1* av-
vicino a una cosa, chiam.ite que muscoli
sluntanaloii o vicinatori. I.^lin)
:J VII 1N.1Z1UNE. V. A. Vicinila.
Olt. Coni. J.f. 3i. 535. Qui mostra che
rome per la viciiiazione che fece al pouo,
Jiscernea tulle le membra , eh' erano di
fuori dal pozzo. (C)
VICI.MSSIMAMENTE. .Superi, di Vi-
cinanientc. Ljt. proxime. Gr. !'-/vuTaT«.
Lili. Similit. Vicinissimamente si acco-
stano al vizio. Lib. cur. .vaiati. Per que-
sta via giungono vicinissimamente alla gua-
°V1CINIS?IM0. .Superi, di Vicino. Lat.
„uam 'proximus. Gr. ■:■/■/ Jt«t<!;. Anibr.
rem 3 1 In cambio Di venir qui, sen-
d'oci vicinissimo. Vi sollasle poi a Roma.
noreh. Ann. 2\ Fuor de gradi vicinis-
simi in poco tempo a pena si riconosco-
no /■■ Oriff. Fir. 221. Come abbiam noi
uni vi'ci.iissiino il contado di Vernio. Giiicc.
Stor. l5. ;ti4 Cavalieri alla campagna Ti-
ciais^in1i a Pavia.
* e /■ nel signific. del g. Segner .
Fred id 3. Come dunque m promette-
te voi si gran sicuiczza in occasiond. pe-
ricolo non rimolo , ma viciiii.>imol (IJ
VICI.MIA', VIClNITADE.e VICI-
NITATE. rros.fimil.i, l'i-opinquita. 1.31.
proiimilas. Gr. avX'"S.V ( r. 2. S. S.
Ouell' arbore ha alquanta vicinitade e con-
for.nit'a al cino e al pruno ''(■'"':*'
vevaoo paura della vicinila de Cartagine-
,i. Maeslri,-.z. 2. 12. 4' H ventre e ge-
a.talia sono ,icioi, acciocché per la viciuita
de'membri s' intenda la conlederazione de
vitii. * G.i.cc. Sloi: 2. 101. La citta di
Perugia o per la vicinifa sua a Roma, o
per altre occasioni era stata molto più con-
innamcnte sottoposta al a Chiesa. (L)
+ VICINO. Susi. Colui che CI abita di
presso. Lat. vinnii.i. Gr. , sy/J^. -BoTC.
nov 64 12.Tantoandoilromoredlv1c.no
in vicino, che egli pervenne in6no a paren-
U della d'oona. £ nov. 77. 34-. O sventura-
la, che si dii'a da' tuoi fratelli, da parenti
viclniWrnov. 79.4- La compagnia
de' quali era continuva, ed eran suoi vi-
Cini E "OC. 87. 2. Quello che ad una
mia vicina , non é ancor guari, addiven-
ne. Tesorelt. Br. 21. 210. O se sollo l
mantello Hai orlalo il cappello Ad alcun
tuo vicino. Ver metterlo al dichino. Dani.
Inf. 33. Or ti dirò, pcrch . son tal vi-
cin^ Pelr. canz. 29. 4- Q-' .".'P"'.,''"f
giudicio . o qual destino Fastidire il >.-
'"'+ "s 1 Per Cittadino, Compagno, Del-
la stessa aiti, l'elr. son. 71. Pianga Pi-
stoia, e icit.adin perversi Che perduto
hanno si dolce vicino. * Dani. /«/ I?-
Sappi che -1 mio vicia Mlabano Sederà
qui dal mio sinistro canto. E Purg.ll.
Ta poco tempo andr'a che 1 tuoi VKin.
Faranno si che tu potrai cb.',«='>."- f ,7^-;
,G. E ancor sana borgo piu quieto. Se di
nuovi vicin fosser digiuni. (Br)
li Per Prossimo , detto di un
Uomo' relativamente alF altro . Dint-
P„r,. 17-Ech.peressersuovlc.nsop-
Chi^ha'l mal vicino, ha '1 mal ma.luli-
(E va7e, che il cattivo vicino ci noia
'7 'v'^'/.-r. .-..--*• ^'^'17,:
^« 1 i vii-ino da presso, che ira-
?^io^'i:na^"E-'^V'"%^f:i:
soccorso, benché meno efficace, vai P'"
171
V I C
che un tardo, o remoto, quantunque po-
tente ).
§. V. Aver Cattivi vicini , si dice di
Chi si loda per si- medesimo . Lat. do-
mesticus tesfis . Gr. p.oip7\jp tvot/oe .
Varck. Ercol. 67. Questi lali, che s'ud-
goDo , o untano gli stivali da ]or posta ,
cioè si lodano Ja lor medesimi , si suol
dire che b^nno cattivi vicini.
§. VI. Parimente in dettalo, o manie-
ra proverb., che di per se e chiara, di-
ciamo : Tanto durasse la mala vicina,
guanto dura la nei-e marzolina.
VICINO . j4dd. Quello che e poco di-
stante dall' altro . Lat. vicinus , propin-
quus . Gr. 0 eyyu^ . Socc. nov. 72. 3.
Varlungo villa assai vicina di qui. G. V.
1. 4^- I- Si è convcncvolr e di necessità
che sì dica dell' altre città vicine di To-
scana. Fìanc. Sacch. nov. 219. l*Ìutto$to
lorranno i Cristiani moglie da lunga, cbe
vicina. * Varch. Stor. g. 227. La fanteria
sbarcò in una villetta quattro miglia quindi
vicina. (CJ
* § Vicino , dicesi anche di Tempo,
o di Cosa prossima ad avvenir-e . Tass.
Ger. 1^. 22. E 1' ore della morte ornai
vicine Volse illustrar con generoso fi-
ne. (C)
VICINO, .^iverh. Di poca distanza sì
di tempo, come di luogo j Accosto, Jp-
pressoj Contrario a Lungi, o Di lungi.
Lat. prope, non longe. Gr. Ey/yj.
g. Da vicino , avverb. , vnle lo stesso
che Vicino. Lat. non longe. Gr. oQ ua-
/pav . Petr. canz. 49 6. Ed ho gii da
vicin r ultime strida.
•f VICINO . preposizione che col se-
condo, e col terzo caso s' accompagna, e
denota prossimità, e vicinanza di luogo,
ed anche di tempo . Lat. propr , iu-rfa .
Gr. e'v/y^ , ~po^. Dant. Por. 6. Si ri-
tenne Vicino ammonti, de' quai prima u-
scii>. Pclr. canz. 3q. 7. Or chM* mi cre-
do al tempo del partire Esser vicino , o
non mollo da lungo . Bocc. nov. s.\. 2.
Vicino di San Bruncaiio stette un buono
uomo e ricco . I' nov. 77. 2p. Assai vi-
cinn stava alla torricella. E nov. q3 11.
Tu puoi di quinci vedere forse un mozzo
miglio vicin di qui un boschetto. E nov.
99. 5. lo era feste in pensiero di man-
dare un di questi miei iuGa vicin di Pa-
via per alcun.) cosa. -? E g. 5. n. 4 Es-
sendo le notti piccole, e il ililetlo grande,
e già al giorno vicino. E g. 7. n. 5.
<^)unuli vicin di terza levatosi ec.» se ne
kiilì in casa .sua, e desinò. E g. 8. n. 7. Es-
tà infìnu virino della mezza notte col suo
amante solKiizalasi , gli disse: ec. (p)
3 §. I. Talora vnle Circa , Intorno .
Lat. circa, circiter , Gr. TTtfo; , àfi^i .
Ijocc nov. q4- i3. Priegoti , che perdi
-11. -:. __iir. ' .■ -: ■ 1- . '
ella si.i nella mia casa vicin di tre mesi
«tata, <be ella non ti »ia rocu cara.
* §. II. Jale anche Presso, f'crso.
I.at. sub. H flocc, nov. 91. 4* Essendo
virino ad ora di Iena , ditte ». (Cj
§. ili. l'sser vicino a Jare una cosa,
vale Star per /aria , Mancar poco che al-
tri non la /accia. Lat. parum abesse. Gr.
/n/^ov arrcrvat . Pocc. nov. 14. 4- Li
unile egli lu vicino al disertarsi.
VICIN VICINO. Così replicato, si usa
V I C
quali in un mcilesimo uomo rombaltono
o insieme, o in diviso con una colale vi-
cisìiiudinc , e mutazion di tempo. Pern.
Ori. 3 7. 54. Mai non entrava settima-
na, o usciva. Senta vicìsMladine, o diva-
no « Pallav. Per/. Crist. \. 14. Che
diremo ce. dei Cicli, delle stelle fisse, de'
pianeti, della vicissitudine sempre costante
di notte e giorno, di primavera, d'estate
ec. (li)
•f * VICITAMENTO. /'. J. J'isi-
tazione. Polgarizz. Ptst. Canon. S. Pietr.
cap. 2. Abbicndo infra le genti buona con-
versaiione, che in quello che tratt.mo di
voi, siccome di maLllori, egli veggeudo
in voi di buone opere, pussino glouCcare
Iddio nel di del vicitamento ^// lo/^aWs-
zamento citato viene allegato dal Jiottarì
ne' Gr. di S. Gir. pag. i32. ). (V)
VICiTARE. F. A. r. VISITARE.
* VICITATO. /. A. y. VISITA-
TO. (A)
VICITATORE. V. A. E. VISITA-
TORE.
VICITAZIONE. r. A. V. VISITA-
ZIO.NE .
VICO . Strada stretta
Chiasso. Lat. vicus . Gr.
Par. IO. Cbe , leggendo nel mco
Chiassuolo ,
iti/j-ri . Dani.
degli
strami. Sillogizzò invidiosi Teri.
* §. Per Lorgo, Terra. £emh. Stor.
3. 4l- Affine che da' nimici soccorso man-
dar non si potesse a quelli che- nel vico e
nella rocca ( di Livorno ) erano . V q.
l33. Quel \iro cbe è lungi cinque m'i-
glia da Ferr.ira, dove le barche, che ven-
gono Ai Vincgia, arrivano. E appresso .-
Al vico della Poicsella ec. una fortetza
tostamente fece. Porgh. Col. pom.
popolo avea le sue tcr-
ed alcune castella mi-
nori ec, e ville, e borghi ce, e vici per
la plebe rusticana. (Pj
yiCOLETTO Pim. di ricoloj Pie-
Lat. parcus vicus. Gr. pt^tpoi
xcu>)3 . Fr. Oiord. Fred. /?. Or mentre
passava per questo vicoletto , ce. £uon.
Pier. 1. ^. 2. Lo studio è riposto Fra
certi vicolclli e strade torte.
VICOLO. Pico. Lat. parvus vicus. Gr.
in^pU ì'uu.T,. Er. Giord. Pred. P. Fre-
quentano alcuni vicoli di ncn buon nome.
/hton. Pier. 3. 5. 3. E per fugi
36l. Cìjschedun
re principali ec.
dot
31.
eneno
!."„/*!'':''/l'!-''''''i' f ''' Z"^/'*"'-''^''**'/'' I Cortifi. Cafligl. A. 407. La donna ama-
al'*<^nlaudosÌ , lassa gli orchi senta il
^ggit^g"^ /orza . Lat. proxime . Gr. t'y-
■/yrara, Fir. As. 89. Alle quali (rose)
IO volonteroso o allegro, |M<r la speranta
della propinqua salute, subito mi vi acro-
ftr.ii virin vicino.
\ Ifll.SSlTUDINE Permutatione,Scam-
f inmento . Lat. vicissitudo. Gr. a/xoiC»]'.
I/or S Cref}. Appresso al quale non h
lrasniut.itionc, nù atlombramenlo di
>itudine Coli. SS. Pad Non parla
ili cose spirituali , ma di cose attive
per luggire il pofK)I
curioso ec. , La si cerca pe' vicoli . A" 4.
3. 7. Sfuggiam la strada solita, sfuggiamo
Il virol delle troie.
* VIDANDA. /'. A Uvanda.Cr.S.
Gir. 6. Chi ha due gonnelle si dia Tuna
a colui che non ne ha. e chi ha d<!Ia vi.
danda si faccia altrettale. Lue. / . 49. Se
pane e \ idanda fallisse. Guiit. leit
57. File costumalo a pascersi 4IÌ
con altra vidanda misto. (I J
•■:' VIDUALE Add. fedovile Peg.
Matr, 1. CoiiNideraodo e con la mente di-
scorrendo la vita de' mortali, trovo ire stati
in loro; cioi: virginale, viduale, matiimo-
nialc . /•; aopresso: Assai più persone si
trovano nel secondo stato , cioi vidua-
le. (C,
« VIDUATO Add. Vedovato, tìrf.a-
10. Omel. S. Grrg. a 3io 1 - m.tlc di
perdere ne' figliuoli il lume della venti
se non rimanesse viduata di loro . (pt)
'igl. A. 4- • •
la , absentaudosi , lassi
suo splendore, e ronseguenlrmenie l'ani-
ma viduala del suo bene. f.\S,
« VIUtlLE Aftd. />rf,H»/r III S.
Gir. 59. Grida, madre pietosa, in cilicio
e *n pianto, e vestili di vestiniruti vidui-
li (P)
•t « VIDUITA', VIDUITADE.e VI-
DUITATE. / L. Stato vedovile. Vedo-
vanza. Vit. S. PornH a83. Di questi, , he
hai narralo . nullo savio ha parlalo della
V l D
viduitade, ma solo della virginitade tutti
s'accordano. (Aj Lemm. Test, 48. An-
cora, olirà le predette cose, lasciò a essa
Monna Caterina, insiuo che nel soprascrit*
lo stalo di viduilà vivcrà ce. (C)
VIE. Pronunziato in una sillaba, vaia
Molto , e s* accompagna per lo più co*
comparativi. Lat. multo. Gr. Tiolu, ita*.
Pocc. Lett, Fin. Boss. 2^. Quello me-
dico e poco savio , che , lunanxi che *1
malore sia miiiuro, s' affatica di porvi la
medicina che 'I purghi; e vie meno è
quegli che delle biade cerca di prendere
frutto, alloracbè la materia a pruduccre i
fiori è disposta . E g. 3. p. 9. Le quali
cose, oltre agli altri piaceri, un vie mag-
gior piacere aggiunsero. IC nov. 72. 8.
Dicoli più, che noi facciamo vie miglior
lavorio. E nov. 77. ai. Vie più che mai
SI mostrava innaiiiurato della vedova sua.
Amct. 96. O graziosa vie più cfa' altra
n.iia. Fir. As. 62. La tua presenza ce lo
f ' . .. ^ .-
62. Ma condotto All' infimo del
vie più sotto . Buon. rim. 43-
Mi ancor parere vie più allegro Alam.
Gir. 8. " ~' "
male ,
Ond* or ti spregia e fugge, e lo le '! sai.
Per vie men forza aver stanco De* guai.
VIEl'.A. Ghiera. Pcrn. Ori. 3. 4. IO-
Pur uscì fuori , e con quella rovina Va ,
che della balestra esce la vìera.
t * VIETABILE, ^rfrf. Che si dee Pie-
tare . Salvia, ^7an. Ppit. i5g. Le cose
che sono a noi, sono di natura franche,
non vietabili , non impedibdi. (A)
VIETAMENTO. // vietare. Lat. pro-
liifiitio . Gr, XOÌÌU614 . Vir^. Eneid. M.
Che discordia è ora contra '1 mio viela-
mcntol Amm Ant. 21. 4- //'.Che '1 vie»
tamcnlo è talora principio che commuove
a peccare. 3/or. S. Crrg'. Non volle man-
f;Ìarc , per osservare il comandamento e
il vielamenlo che gli aveva fatto Iddio.
S Agost. Il vielamenlo accresce il disi>
derio dell' opera inlicila , quando la giu-
stizia non e sì amata, che la cupidili del
peccare sia vinta per la dilettazione della
giustizia .
* VIETANTE. Che vieta, Proiìiente.
Ott. Coni. Purg. 14. 255. Finalmente
ell.i vietante l'uscio a Mercurio vcgneo-
Ic alla sirocrbia, disse. (C) Segner. Crist.
instr. I. 24. 4- ' disonesti non veggono
quello che e sopra i loro sensi, cioè non
vcjigono Dio vietante il lor male, f T/V
VIETARE, proibire. Comandare, Or-
dinare, e Impedire che non si /accia. Lat.
velare, prohibere, interdicere. tir xwiu-
!iv. Pocc. nov. 36. 7. La domandò qual
fosse la cagione , per cbe la venula gli
avea il di dinanti vietata. /■/ nov. 45. ^.
Veggendolasi per onesta cagion vietare ,
ciascuno a doveila in quella guisa , che
meglio potesse avere , si diede a procac-
ciare. E nov. 92. 4- l^gli andrebbe avan-
ti, e vorrebbe vedere <bi 1' andar gli vie-
tasse, Dant. In/ 7. Gì^ ogni stella cade,
che saliva Quando mi mossi, e *1 troppo
star si vieta. Petr. son. 281. Chi ìonanti
tempo mi t'asconde e %icia? * (ìli Com.
In/ 4 4'*- '^' *'" nacque Laomeilonle ,
rfae vieto il porto di Iroia a lasone , e
.r compagni . fO ^/or. S. Greg. Uh. 4.
/. 96. ( ?iapoli 17A5 ) Dio maledice,
nondimeno 1' uomo e
re. (CP)
§. I Per Ischi/are . S/ugfire Lai.
efiiigrre. Gr «Vj>«wyii». pass aoa. Gli
dee la persona lìelarr in quanto sì può e
di non fargli , o di non farne molli. E 277.
Ter l.-ilc memoria 1' anima umiliata e ti-
morosa vieta il peccare,
* g II, Per Pifiutarr, coli' A. Gnitt.
lett. 23. 61. Confidando a vostra distri-
■ione, che o mi vietiate ad amico, o mi
prendiate a palio di tenere sempre. (V)
# g. Ili Vietare, per y egare . / i|.
vietato di
aledi-
V ì E
J. Frane. l55. Promise a Dio (S. Fm/j-
cftfco,^, che giammai mcnlre rhe far lo po-
tesse. Don vìelcrel)I)e Iìdiosìdj « e non la
terrebbe a nullo , clic per V amor di Dio
glie le domanilassc. (f'J
# §. IV. /Vr Condannare, Dichiarar
falso . ì tt. S. ^f■ Madd. 2. Dice santo
leronimo ec. eh' ella fue spo<>a di Gio-
vanni Kvan>.eltsta : ma la chiesa duo V
aflerma , e noi vieta. I V)
* VIETATlS.sIMO. Superi, di Vie-
tato. Segncr. Cnst, ittstr. I.28. 7. Egli,
che si fa giudice da se stesso, egli iusic-
me è r accusatore : cosa eh' è viclalissima
in ogni foro (*)
t VJETAllVO. Jdd. Che vieta. Lai.
inhil'ens. Or. xwìJwv. ^//'fr(. 2. 3;. Di
cinque modi è la Tolonla di Dio. Piima
è comandati%3, secondo TÌelati%a , leiza
permissiva ec. Vietativa è quando egli
vieta alcuna cosa, siccome quando dice:
non farai avolterio , ne furto .
VIETATO. Jdd. da J telare. Lai. ve-
titus f prohìhilus , interdictits. Tes. Dr.
1. 12. Fece loro mangiare lo pomo vie-
talo, rontra il comaudamenlo di Dio-
f VIETATOLE. 1 erbai, masc. Che,
o Cf'i vieta.
VIETATRICE. l'erbai, femm. Che
vieta .
VIETO. Add. Stantìo, Rancido, e Di
cattivo sapore per troppa vecchiezza j e
dicesi per lo più di carne secca , di su-
gna , d' olio , e simili . Lat. putriJus ,
rancidus . Gr. oaTrpo'; . Cr. 6. 160. a.
Contro alle novelle scrofole sì prenda la
detta erba, e si pesti con sugna \it'ta.
Blorg. \. 12. Acciocché questa carne non
s* ÌDsali , E che poi secca sapesse dì vie-
to . Malm. 7. 76. Brunetto si ridea di
Pigolone , Perchè parea nel viso un fico
vieto. Menz. sat. 2. ^od con balsamo, o
gomma, o lardo vieto.
t 3 § I- Per Invecchiato. Lat. vetus.
Gr. TZTipz-zQ; y );a)af 05 • Oant. In/. iJj-
Una montagna v* è, che già fu lieta D^
acqua e di frondì, che si chiama Ida: Ora
è diserta, come cosa vieta.
# g. II. lieto , dicesi anche per si-
milit. di Persona, che per la molta età
abbia quasi del vieto, del rancido. « Bern.
rim. I. io5. Vieta, grinza, ed arsiccia ».
Fir. rim. buri. 125. E non è vecchia si
rancida e vieta , Che non s' intenerisca
in sugli arnioni, Se sente un scempio so-
nare a compieta. (C)
tr g 111. Vieto, dicesi anche delle Vo-
ci 0 maniere, allorché sono troppo anti-
che , e affatto fuor d' uso . Galat. Sj-
Le parole ec. non sieno perciò antiche
tanto eh* elle sieno divenute rancie , e
viete . (C)
VIETTA. Dim. di Via. Bocc. g. 3.
p. 2. Per ona vietta non troppo usata ,
ma piena di verdi erbette- Demb. A.^ol.
3. l83. Posto il pie in una vietta, per la
quale questo colle si monta. Eorgli. Hip.
l3o. Ciascuna d' esse da due altre viette
divisa, viene in se stessa a formare quat-
tro quadri.
§. Per similit. Sannaz. Jrcad. pros.
4. Vidi nel tenero petto le picciole e gio-
veoili mammelle ec, per mcizo delle quali
si disccrneva una vietla bellissima.
•f VIETUME. Boba vieta. Buon. Fier.
4. 4' 10- Quanta han venduta rigoverna-
tura. Quanta sapa per mele Gli speziali 1
t beccai pecore I Quanto Vietume i pizzi-
cagnoli!
f J VIEVl'A, o VIE VIA, come talo-
ra fu scritto , vale Via via. Lat. ea in-
de t subinde. Gr. aJ)fTi , y.ff.ì d))z7i .
Fr. Giord. Pred. Dicemmo vievia de'do-
DÌ della Versine Maria ptT la elezion sin-
gulare .
^ %• fie Via, vale anche Subito,
V I E
Tosto. M Albert, cap. l. L'esca e lo
cibo th' è preso , poco fa prode , se vie-
via si ligetta ». Ir. lac. Cess. 2. S. 5!\.
Colui eh' era soprastante delle carceri non
la straugolòe vie \ia. (C)
* VIGECUPLO . Add. Che e venti
volte tanto. Calil. postili. Che un corpo
dieci, o venti volte più graxe dell' altro
dovesse cadere a basso con decupla, o vi-
gecupla velocil'a. (Jj
VIGERE. J'. L. Verdeggiare, Man-
tenersi vigoroso. Essere in vigore. Lat.
vigere. Gr. oL/.poi^tff. Bocc. I it. Uant.
3l. In un* arca lapìdea, nella qua^c an-
cor vige, il fece porre [la moderna ediz.
ha : giace ).
§. l'er meta/. Dant. Par. 3l. O don-
na , iu cui la mia speranza vìge, ec. But.
Par. 7. I. Per mostrare che la carità
sempre vigerà in loro.
VIGESIMO . Add. Ventesimo. Lnt.
vigesimus. Gr. ét'/osro?. l'clr. son. i85.
E son già , ardendo , nel vigesim' anno .
Cas. lett. G^. Egli è maggior lalica a gua-
dagnare il primo migliaio, che pui col pri-
mo migliaio il decimo e il vigcsimo. Cuicc.
Stor. i5. 767. La uolte avanti il vìgesi-
mo dì dì Febbraio.
t 5 VIGILAATE. Add. Che vigila.
Sollecito, Intento. Lat. vigilans, alacer,
diligens . Gr. ÌT:iu.s.\r,ii. Mor. S. Greg.
Debbe slare intenta e vigilante la mente
ad emendare e correggere sua vita. Amet.
3. D'oguì piacevolezza dipinti rendendo
con vigilante cura . Frane. Barb. 223,
10- Piglia esemplo da lei, che è vigilan-
te . * Salv. Grandi . 3. 3. Se non
ài può negar che fusse uom d'alto Inge-
gno, vigilante e sollecito, Convìen dir eh'
egli tentò mare molto Pericoloso. Buon.
Fier. I. I. 12. Io 'utendo, e voglio Non
sol vedervi esperti e vigilanti ec., Ma mo-
desti ec. (B)
* g. A in forza di sust. « Guid. G.
3. 1. Vide che nullo segno di dormire
appariva tra' vigilanti. E appresso : Ora
si dirizza ali* uscio per sapere se ì vigilanti
ragionavano d' andare a dormire"» . (Cj
VIGILANTEMENTE- Avverb. Con
vigilanza. Con attenzione, cura, diligenza,
accortezza. Lat. vigilanter. Gr. tnifJ-ùtZ^.
Mar. S. Greg. Se noi vigilantemente at-
tendiamo queste tre volle dì tristìzia e di
letìzia, noi la troviamo variare in tre mo-
di. Maestruzz. 2. 7- 3. Ma se non fosse
peccato, il Vangelio non esprimerebbe così
vigilantemente che il ricco, che era tor-
mentato nello 'nferno, si vestiva di por-
pora e di bisso.
VIGILANTISSIMAMENTE - Superi,
di Vigilantemente. Omel. S. Greg. Allo-
ra vigilantissimamente si vuol guardare il
cuore, quando cessa la persecuzione degli
avversarii - v FU. 7- ili Vtt. Guid. /Jo-
natt . Preso da quel piacere , lasciando
ogni altra cura , alla considerazione di
queir arie vigilantissimamente lutto si
dette. (B)
VIGILANTISSIMO- Superi, di T'igi-
lante. Lat. vigtlanlissimus. Gr. oiypUTZvo-
zocroi, e'TTt/JiHiìJTKTo;. Fir. As. 66. yè
credo che alcuno, per vigibntissimo che
egli si sia , possa incolpare la mia ddì-
genza - E 262. La eccessiva bellezza di
questa gentildonna non potè fuggire le
vigilantissime mani del giovane Filerò .
Salvin- Disc. I. 1^3. Agostino Coltellini,
fondatore e manlenitore vigilantissimo di
questa nominatissima Accademia degli A-
palisti .
•f VIGILANZA. erffl//'n/i(. VIGILAN-
ZIA. Attenzione, Cura, Diligenza, Ac-
cortezza, Il vigilare. Lat. vigilantia .
Gr. aypUTrvi'a, yu>a/r;'. Coli. Ab. Isaac,
cap. 32. I combattitori ripugnano al son-
no , e fanno forza alla natura . così per
V I G 1717
vigilanza di corpo , come per cogitazioni
loro . ir Agn. Pand. 7. L' essere padr*
è cosa piena di vìgìlanzia verso i figliuo-
li. (fj
VIGILARE. Star desto , Vegghiare .
Lat. vigilare . Gr. cnyfm-jviìv . Dant.
l'urg. 3o. Voi vigilale nell'eterno die.
^ Frane. Barb. 12I. 7. Ognun che tende
non piglia, ma spesso Chi vigila più tro-
va ; Dormendo , rado sì fa buona pro-
va. Lor. Med. Com, 161. I pensieri miei
dormendo sarebbero amorosi, come erano
nella vigìlia; solamente con questa diffe-
fereoza , che vigilando o per gelosia ,
ec. (BJ
§. I. In signi/ic. alt. per Procurar con
diligenza^ vite più comunemente diciamo
Invigilare intorno ad alcuna cosa. Salvin.
iJisc. 2. 16. Vigilano il bene dì quel cor-
po eh* essi presero a governare. ^ F Geor.
lib. 1- Quali cose Debbiansi ììgilare , o
quando cade Piovosa primavera, quando
ornai Messe dì spighe s' arrìzzò ne' cani-
^ §. II. Vigilare a una cosa, vale lo
stesso. Serd. Lett. ded. Gal. Marz. Egli
non mai ad alleo che all' utilità e conser-
vazione di lei pensò ne vigilu. (C)
ir- VIGILATO- Add. da ì'igilare. Ftl.
Vili. Vit. pag. 1. Pochi sono quelli che
dì gran poeti hanno acquistalo il nome;
ma molti quegli che Òa^ loro sludìi dignis-
sima laurea hanno ripoitala, i quali l'età
più limata e dilìcata per la leggerezza della
materia e del sermone ha lascìiili e dimen-
licatj, e le loro lungamente vigilate notti
sono spente. (Bj
•f * VIGILAZIONE. /. A. Vigi-
lanza. Albert. i63. Dei aiutare l' animo
e la mente in quattro modi, cioè in fre-
quente intensione, e in cotìdiana vigilazio-
oe, ec. Della vigilazione disse Cassiodo-
ro , ec. (B)
VIGILE. Add. Che ha vigilanza. Vi-
gilante. Lat. vigil. Gr. k/^uttvo;. 3/ae-
stritzz. 2. 12. 4- '1 sacerdotale senso dee
essere vìgile e sobrio, e sotlìle. ,'Jr. Fur.
20. 65. Comandate lor pur, che fieno or
ora E sempremai per voi vìgili e deste .
Poliz. st. i. 74- Vigil sospetto ogni sen-
tiero spia.
VIGILIA . // vegliare . Lai. vigilia .
Gr. a'-/;; jTTvi'k. Bocc. nov. i. 3. Il vigor
del quale ne la freschezza, uè ì digiuni,
ne le vigilie potevan macerare . E nov.
63. 5. Credonsì che altri non conosca ,
olir' alla sotlil vita , le vigilie lunghe , V
orare e il disciplinarsi dover gli uomini
pallidi e afflitti rendere . Cavale. Mctl.
cuor. Non cura nostre vigilie, perchè egli
non dorme mai: ne cura nostre astinenze,
o nostre castità.
f §. I. E perche nella primitiva ChiO'
sa si usava vegghiare, in cambio del di-
giuno che oggi si /a , il giorno avanti
alla /està d'alcuni Santi, detto giorno
anch' egli si chiama lìgilia. Ott. Com.
In/. 5. 6g. Oh quante vigìlie vanno in-
nanzi a questa poca festa! Bocc. noi-. 20.
22. Senza mai guardar festa, o vigilia ec.
lavorarono. Ciriff". Calv. 2. 64. E fu vi-
gilia di cattiva festa. Morg. 17. 49. Ab-
biara senza vigilia digiunato.
§. II. Per similit. Dant. In/. 26. O
frati, dissi, che per centomìlia Perìgli sie-
te giunti air Occidente , A questa tanto
picciola vigìlia Dei vostri sensi, eh' è del
rimanente, IVon vogliate negar l'esperienza.
But. ni: Picciola vigilia de' vostri sensi,
cioè a questo cosi poco di vita-
•f §- IH- J'igilia. Term. de' Militari.
Sentinella di notte. Quello spazio di lem'
pò che stanno i soldati la notte vigilando
alla guardia. Dicevasi : prima , seconda,
terza, e quarta vigilia dalle ore di notte,
nelle quali si faceva la sentinella 0 la
i9i8
V I ù
guardia. LaL excuhiae . Gr. yp3*J3at.
Bocc. nov. 82. 4- ^"^^ " '^ vigilie « le
guardie segrel^menle partirono, per ioco*
glìer costei (qut per similit.). Strd. Stor.
3. i33. Vi giuDse intorno alla quarta vi-
gilia, /fr. I-'ur. 'il. 49- Ma contigli^ Tas-
saltu differire (Cliè vi |>jr gran vantaggio)
a DoUc oscura, Nella tersa vigilia, o nella
quarta.
J §. IV. Per l' Assistenza , che fanno
i religiosi intorno a' corpi de' morti in-
nanzi che SI sotterrino. Bocc. nov. I. 35-
£ mandatolo a dire al luogo de* frali , e
che essi vi venUscro la sera a far la vi-
gilta ec. , ogni cosa a «.io oppurlunj di-
spuosero . E num. 36. La sera andjti
tulli là, dove il corpo di ter Ciappellello
giaceva, sopr' esso fecero una grande e so-
lenne vigilia.
^ 3. V. Pei Safnii cantati, o recitati
di notte sopra i morti, f'it. S. frane.
258. Ragunati i suoi parenti li cberiri ,
acciocché dicesìonu sopra lo dello corpo
la vigilia, ce. « Dav. Scism. 71. Fanno
da colali gìovanacci fare ekeiguic gioco-
se, portandogli per le liarc nella città in
piatza a farne belli falò , cantando la vi-
gilia n. (V)
* VIGLIACC\CCIO . Pcgpornt, di
T'igliaceo . yiatt. Frant. nm. 2. 327.
Ognun, fuor qualche vigliaccaccio, crede
Ch' Amor abbia del putto ; e questo al
certo N* ha più di lui , prestatemene fe-
de. fB)
VI(iLIACC\ME:fTE. ^Kverb. Com-i-
gliaccheria. Lai. (urpifer , ignave , Ìndi-
gne. Or. «tVz^w;, par^aw^, avT.qtu;.
Satifin. Disc. l. 281. Maggiore diligenia
usano in quelle (cote) cbii tirano più al
lor profitto e guadagno, e 1' altre ec. vi-
gliaccamente trascurano. /'.' ^O^. Non volle
egli ec. fare veruna viltà ec. «ol racco-
mandarsi viglijccarneiite
VIGLIACOHERl'A . Astratto di Vi-
gliacco j l'tità , Poltroneria. Lai. igna-
via, dedrcus, prohrnm. Gf. art^oi'a, oèi»
X'-'"j . 0*ti.$Oi . Buon. rier. 2. I. I^-
Dessero gli orecchi Alle sirene lu*iagfaie-
re , sporche Della vigliacrheria.
•j- * VIGLIACi;HIS5LM\MRNTE .
Superi, di l'iglinccamenle. Magai, pnrt.
I. lett. 5. Ella è una dura cosa ec, per
chi vi ama, il vedervi braveggiare «e. , •
ncir isicssn tempo cagliar vigliacchissi-
mamente , e parere come bestia umbrosa
air immaginata apparen» d'una fantasma,
ec. (.4)
VIGLIACCIO J'tgliuolo.
f VIGLIACCO. J'td. Che opera con vi-
gliaccheria. Vite, Poltrone, hai. ignai'itf,
vilis.Gr. aT«/xo;, ojnJavs;. Tnc. Dav.
Ann. l'i. 196. Anche quando d'un eser-
cito vigliacco si trae per sorte de' dieci
uno a morire di bastone, n' escono di va*
loDti ■ Buon. Fier. 2. I. I^- Ah vigliac-
co, «iglìarco , nivoltjtomi a lui con gli
occhi biechi Dissi ec. lì 4- ^- 3. Velia
colà, ch* ella »ta a posta tua, Vi^liarco.
Malm. II. 6. Mentre ta fa venir Marie
vigliacco Cui suo Ualdone alla peggio del
lacco .
VIGLIACCONE. Accrescit. di Figliac-
ro. Lai. t'i7(.f, admotum vilis. Gr. o'uoi-
vo; afco;. Buon. Fier. 2. 4- 20. Ah vi-
gliaccon, se tu tornassi in vita. Tu noo
mi irapperrsli anrbc coli' alie.
VIGLIAMENTO. ti vigliare.
VIGLIARE. Separare con granata, o
con frasca dal monte d'-l grano o delle
Iliade quelle spighe, o baccelli che hanno
sfiiftfito la trehfiinttira, Oep. IWam. 77.
Vi;;liarc ò altra ooia rh« vagliare, e »i
fa con allri strumenti ed in altri modi;
rhò quandrt il grano h battuto in lu 1'
aia, e n' ì: levala con forche e rastrelli
la paglia, t vi rimangono alcune spighe
V I G
di grano, e baccegli di vecce salvalicbe,
e altri cola* semi nocivi , che i careggiati
Qun han ben pululo trebbiare, ne piglia-
re i ra^lregli, egli hanno certe come gra-
nate piatte, o di ginestre , o di alcune
erbe rbe si chiamanu dove ruschic e do-
ve gjlIìn.i'Te , o con vincastri d' olmi e
di altri alberi legati ioìieme, secondo le
comodità de' paeii , e le vanno leggier-
mente fregando sopra la massa, o, come
dicano. 1' aiata, e scparaodugli dal grano.
§. Per similìt. Lat. sehgere , sepa-
rare. Gr. aT>Àiy!iv, x^P'^^''-'^' Oant.
Piirg. 18. Che buoni e rei amori acco-
glie e viglia (cioè, sceglie, separa).
VK.LIXTO. Add. dt Figliare.
VIGLIATURA. // vigliare, e La ma-
teria vigliata. Dep. Decam. 78. Quella
viglialura, ridotta insieme io un monte,
alla Gne della baltilura si ribatte, e quel
che se ne cava sì chiama ìl grano del
vigliuulo.
VIOLIETTO. Bifr/ielto. Salvia. Disc.
I. 25|. Il Re mando chiamando tulli i
principali signori e governatori de' suoi
re^ai, e in piena loro assemblea fatti re-
citare i tre viglicili: fate, disse, venir qui
i giovani. F 25) H re D^rio spedi or-
dini , perchè fossero messe ad etft.-tto le
domande del giovale, giudicato de'tre il
più »avio, cht.- aveaiio ne' luro viglielli i
Ire motti- * Buon. Fier. \. i. 7. Ch'
un sol pansìer d' un sol vigliettu nti^tro
Lambiccar , pnndcrar , dentro aì confini
Fermar d<'ll.i 'utenxione, e bea pianlarlo,
Si che ec. (fìi
VIGLIUOLO. Spighe, o Raccelli se-
parati dal grano , o Biade battute dopo
la prima trrb'utìttir.t . Dep. Decam. 78.
Questa viglialura , ridalla insieme in un
mutile, alla fine drlla battitura si ribatte,
e quel che se ne c;<va ti chiama il grano
del Vigtiunlo.
-J- VKiNA. Campo coltivato a viti piang-
iate per ordine, con poca distanta dall'
una all'altra. Lat. l'ine*!. Gr. atuTìi'jjv.
Bocc. nov. 61. 5. Tenesse mente in una
vii;ua, la quale allato alia casa di lei era.
Amet. 70. E già sopra Falerno, coperto
di vigne portanti vino otiimissimo, anco-
ra non l'orato da Cesare, erau salili. Dant.
Inf. 29. Dispersa Caccia d'Asrian la vi-
gna, e la gran fronda . F.^p. Pai. IS'ost.
6o- Non puote .'riferir* l'odore, se non
ctjme I* bolle 1' odore della vigna. St^der.
Colt. ^l. Volendo ritfvrnare al suo segno
una vigna derelitta, trasandata e vecchia,
la prima cosa facciasi potar* della vigua,
ec. F !^2. Hxeci un altro modo ec. «on
far lavorar* vangando la df'lla vigna.
S. I. Per f Ite. Lat. 9itis. Gr. tT^TS-
io;. Race. g. 6./. 8. Tolte di vigne, d'
ulivi ce., • d* altre maniera atìai d'jtberì
frutiifi-ri piene . Sen. Pist. 8tì Pr^ndca
il tralcio del ceppo dalla vigna vecchia ,
e mettealo sotterra ( il tetto lat. ha: vi-
lem ). Ued. Dttir. •). Ed a quei lami ,
ond' ^ve il crine adorno. Anco intralciar
la pampinosa vigna. F -In-.ot. Ditir. 2X
Qui visna vale lu slMso cha vite , nel
medesimo modo che appresso i Greci r;'
a,uTC>0{, e appresso i Frantesi la 9igne
significa , e vile , o vigna.
* S- II. Vigna del Signore, diceri fi.
guratam. la Chiesa. Segnei'. Seat. Oras.
41- Restando in Roma (ti Saverio) sa-
n-bbe slato un buono operariu nella vigna
del Signore. fTCj
f S III. Porre, o Piantare una vigna,
figiiratam. vale Son attendere, o badare a
quel ch'altri dica. Lat aliam rem urgere.
Gr. T^3^rTC*votiio. Sa/v. tiranch. 5. 3.
Quando 10 penso che lu Badi a me , e
tu pianti una vigna . Buon. Fier. &. 3.
g. l'er me pongo una vigna in timi! ca-
li. Malm. 7. 39. Replica quella, e >ec-
V I G
casi la gola; Lo fruga, tira, e cbianulo
per nome. Ed ei pianta una vigna, e nul-
la sente.
t S- IV. E* non è terrea da porci vigna,
Jigiirata-n. vale ,Vo/i ci si può /ar fonda*
mento, o porre speranza. .Morg. 18. 117-
Vedrai che la mia schiatta non traligna,
E eh' io non son terreo da porci vigna-
Fir. Lue. 4- 1- Lasciami andar a veder
s* io trovo da shocroocellare in qualcb*
lato, che qui per oj:gi non è terreno da
porci vi;;na. Malm. i. 24- Fece spalluc-
ce a Calcmaia e a Signa; Ma la pania al
suo solito non tenne. Perchè terreo non
V* era da por vigna.
S- V. La paura guarda la vigna j prò-
verb. che vale , che li timor del gastigo
ritiene e raffrena 1 mafattori. Lai. timor
in officio contmet . Gr. fóGoi e'v òe'ovTi
xaiTi-/tt. Palajf. 9. Paura guarda vigoa
sempre mai. Dice il proverbio.
f g. VI. Legarsi le vigne colle salsic-
ce , f guratam. e in modo basso si di-
ce dei riversi in alcun luogo con gran
dovitia , e in ampia fortuna . flocc.
nov. 73. 4' li <if contrada, che si chia-
mava Bengodi . nella quale si legano le
vigne colle salsicce. Cecch. Corr. I. 2.
Andate là ; le vigne ci si legano Colle
salsicce . ì'arih. .Suoc. 4. 5. Questa sa-
rebbe troppo gran ventura , e in questi
paesi non si truosaoo le vigne legate col-
le salsicce.
%. VII. Casa fatta, e vigna posta,
nessun sa quel ch'ella costa; dicesi per
dinotare che Assai costa il fabbricarti e
il coltivare . Vett. Colt. 25. Questo se-
condo conferma il proverbio nostro , che
si dice per ognuno: Casa falla e vigna
posta, nessun >a,quant* ella costa-
§. Vili. Trovare una Mia vigna , ù
simili , ficuralam. , e in modo basso si
dice deir A '■e re facile , e pronto utile, 0
piacere in alcuna cosa.
f VIGNA. Antica macchina militare
di legno da portare offesa alle mura, CO'
perta di cuoio crudo , per difendere co-
loro che sotto questa macchina dovevmnst
aeco.tiare alle mura. Lai. vinea. Gr. otji-
TnXwtf. Liv. Dee. 3. I compagni de' Ro-
mani stalutroDO propugnacoli incontro al-
le vigne .
VIGNAIO. Custode, e Lavorator dellm
vigna. Lai. vinitor. Gr. a,UTC>0U^-/iX9f .
Dant. Par. 12. Talché si mise a circuir
la vigna. Che tosto imhi.inca , se *1 vi-
gnaio è reo .
§. Per J'igneto . Lai. vinetiim . Gr.
a^uTTCÌw». Cr. 8. 6. I. Conciossiacosa-
ché molto diletto sia aver belli e adorni
vignai o ne' piani, o nei piccioli monti ad
Oriente volti, che facciano diverse gcnc-
rationi di buone uve.
VIGNAIUOLO. Vignaio, Lai. vinitor.
Gr. OLiilxilo'jsyxii^i. ^ Salvia. Cror. Uh.
2. E già la fine de' lavori canta II viftna-
iu.do. (F) Segter. Pred. Pai. Ap. 8- 5-
Essendogli 1 primi servi nllraggiati da 'vi-
gnaiuoli. VI manda ì secondi. (ÌC)
VIGNARE. Coltivare a vigna, Bi^r-
re a vigna , Far vigna.
* VIGNARUOLO. Le rtesso che l'i-
gnniuolo , l'ignaio. Manr. rim. hutl. I.
liS- Nel tempo che li Lantì e li Spa-
gnuoli. Con certi ladroncelli Italiaoi, Sac-
chrggiaron pcrfin ai vignaruolì, ec. (B)
t Vlt'.NATO. tdd. da l'ignare ; 4 si
dice particolarmente di Terreno coltivato
a vigna. Lai. viti!'us cantitus. Gr- aiji.lt*-
i:t? ffy'ufiuro;. * l.emm. Test. 47- "
qual podere è con palagio ed altre rose
per lo Signore e lavoratori , colombaia ,
corti , fonte , pralello , eanali , giardino .
Icrre lavoratir , e vignale, e ulivale. (C)
Oli. Com. Inf 26. 44V Talora il vede
IO luogo non vignalo , 000 inibiadilo
V I G
Èucn . Fìcr. 3. 2. 5. E *n fretta Tire-
rete a traverso E vignate e Loscate (qui
in foi-za (ti stist),
* §. J'ignata e lìoscata , tlicesi per
meta/, di co€t tra U quali non è molla
differenza, y. DOStATO. (C)
VIGNAZZO, l'iena. Ljt. vinctum, Gr.
au*:r£Ìw'v . Cr. ii. [\i. i. Molto diletta
■ver belli vignaizi, rhe facciano molte e
buooe gciior^izioni d' uve . h 12. 6. !■
Ne' luoghi nlioii o freddi fenderemo le
terre, e uct-onicieniu i vìgnatzi . /eli.
Colt. 53. Wcllc quali e" lapevaiio gran vi-
coaKÌ f per non aver quivi la conìodìlà
delJe allevate. Sodfr. To//. 23. Ma quan-
to alla lionla de' vini, volendo culti^arc
a viti, io ho |ier ca>taote , the <hi dt-si-
dera huon vino, ponga i vignaszi in lato
montuoso.
VIGNETO. Luogo coltivato a vigne ^
e la I igaa slessa . Lat. vinetum . (Ir.
«'/iTsioiv. Peclam. Quinti/. P. Da que-
sta parte arhoscelli , e da quell'altra il
vigneto . Alhvrt. cap. 63- L' alii-imdanle
vigneto, che mena diversi vini. lìut. luj.
25. I. Ne' suoi L-ampi e iiclli suoi vigneti
cb' egli lavora. /', altrove: E tutta la valle
piena ec. sopra li suoi colli, e vigneti.
VIGNETTA. Dim. tH ì'igua . Car.
leti . 2. 223. Ilo preso una vif;iietta a
Frascati, dove godo, e nii rifò di quelP
aria molto.
VIGMJOLA . Dim. di Tigna. Lat
parva vinea. Gr. 5T£vò; ajtiTi) t.j'v. j4nif>r,
furi. i. 1. Tornai da studio, rh' io ave
va ventiquattro anni , non ini truvando
al inondo se non questa casa, e una vi-
gnuota .
§. Figuratam. f e in modo ba.\\<:o per
Piacere, Comodo, l'a.<sati'mpo, e simili.
I.M. ohlectamentum. Maftn. g. 6l.Eclie
finita poi quella vignuota , il maladelto
tempo ecco s' api-ressa , Ch' e' s' ha dì
nuovo a tornar alla scuola.
VIGMOLO. l iticco . Dant. Conv
I^. Dà alle vite le foglie per dir«-nsi<inc
del fruito, e i vi^nuoli coi quali difende,
e lega la sua imliecilliia.
•f VIGOGNA. Mammifero lanuto delle
afte montagne del l'era dell' ordine de'
ruminanti, senza corna^ della grandezza
di una pecora , con la cui Jìnissima e
morhidtsiinia lana, di color fulvo o hrn-
no, si fanno drappi di gran prei;io. lied.
K.fp. nat. 6. Come sono le pielre ec. che
neir Indie orientali si trovano negli sto-
machi de' gatti mammoni ec, e nel!' In-
die occidentali negli stornai hi pur delle
vigogne , delle tarve , de' guanachi e de'
pachi. -
* VIGORAFE. Dar vigore. Lat. cor.
roborare . Gr. f wvvo'e<v . fied. Cons. 2.
5. I detti Ie(:(;ie[i e piacevoli solnlivtpo-
trebhono vigorarsi con lo a^giugnervi ec.
venticinque, o trenta gocciole di acciaio
potabile , ec. (*)
# VIGORATO . Jdd. da ì Igor are .
Red. Cons. 2. 6. Non ostante che la si-
gnora pigli ec. i suddetti siroppi pjiice-
voli solutivi , vlgurati con la tintura di
acciaio, slimo necessario che ec. {*)
5 VIGOKE. Bohuslezza , Forza, Ga-
gìiardia . Lat. vigor, firmitas , rohur .
Gr. aXz*;, xpKzoq, ow'^yj. Bocc. nov. ^.
3. Il vigor del quale ne la freschezza ,
De i digiuni , ne le vigìlie potevan ma-
cerare- Petr. son. 2. Non ebbe tanto ne
vigor ne spazio , Che potesse al bisogno
prender 1' arme.
=Ì* §. I. F, figuralam- « Petr. son. 96.
Quelle pietose rime ec. Elibon tanto vi-
gor nel mio cospetto . Dant. Purg. n.
Non stringer , ma rallarga ogni vi-ure .
y4mm ^nt. I. 2. 5. l'er molla fortezza
delle membra lo vigore della m^nte ad-
debilisce molto , quasi come natura non
V I G
voglia donare 1* uno e 1' altro bene •>.
(.'«ut-. Stor, 17. 2^3 Con i quali {ven-
timila ducati) uscito di carcere (il Mo-
roiiej diventò subilo, col vigore di-1 suo
ingegno, dì prigione del Duca dì Sorbo-
oe, suo C«)nMglii ro. ((')
^' ^'. II. fi(;ore, si dice anche figu-
ratam. dell' Jutorità t delC Infuenza di
alcuna cosa, u liocc. nov. 98. 39. Sofro-
nia per consentimento di-gli Iddìi, e per
TÌ(;or delle Icfjgi umane ec. , è mia ».
Huctll. leti. 62. E siccome io debbo con-
correie co' voli cnimiiii ne-li jp|-l.iuai del-
la prima parte eh Illa fa con t.mta sua
gloria , cosi stimi» ragionevole di moderar
la seconda in vigore de* suoi beitignissi-
ini ciini.indaiìieiili . {Ci Ouirc. Sfor. lih.
16- Questa tju.tiitità sarebbe conìpulata nel-
la somma magj;iore che avrebbero a pa-
gare per vigore della nuova capitolazio-
ne, l/ir)
Vl<;(>REr.GlAN TE. Che vigoreggia.
f VI'.;Ol;EG(_;iARI- . Invigorirei ina-
nimire , Fare antmo. l.at. awmos adde-
re . Gr. Sc/.pi'jvii-J . Oli. ioni. Inf. 3.
27. Il confoita e vigore;;gia. e manifesta
il luogo, e di che gente è abitalo, 'è Tuli.
Àmie. 7^. Ove saiebber dunt]ue i nostri
sludii vigoreggiali , se Snjnune non a*
vesse mai avuto bisogno di nostro consi-
glio . (C)
VlGOlìEGGIATO. Add. da Vigoreg-
giare .
VIGOliEZZA . V. A. Vigore. Lat.
vigor , Jìrmitas , rohur. Gr u.^^f] ■, x,;a-
TQ^ ., c'wu/]. Albert, cap. ^'^ Taolo più
la lor paura sì menoma, e la tua virtude
e vi^orezza. e quella dei tuoi s' indebidii'a .
VIGOHIA. / igorezza. Lat. viaor^fir.
mitas, robur. Gr. ci" /-/i', ypa'ro;, (3 cu 7 >7-
G. V. Io, 29. 7. Ed ebbesi per forza di
battaglia per la virtù e vigoria della buo-
na genie che era nella nostra oste , la
quale simile vigoria non si rìcuida fosse
in 'l'oacaiia a' nostri tem|ii. Ciriff', Calv.
2- 58- £ mangialo e bevuto a lor dilet-
to , E ritornalo in lor la vigoria , ec. E
2. 6p. La prima proccura Cirttlb nostro,
pien di vigoria.
t VIGOlUliE. T'. A. Par vigore^
Bin^ngliardire . Bui. Molto e molto mi
vivifica e vigorisce la verìlà , che è lo
parlar della sapienza, e quella clic rinvi-
gorisce e scahla si 1' uomo, che lo fa vi-
goroso, e vivere in perpetuo.
■)■ §. ^ neiitr. e neulr. pass, vale Bi-
pigfiar vigore . Cinig. /!/. Guigl- Colla
qu.de la natura sì si vigorisce conira la
'nfermitade . •'■• Car. Long. Sof. lib. l. I
giacinti cominciano ora a vìgorìre. F lib.
4. Girne che verrà la primavera , e non
fiorirete , verrà la stale , e noD vigorire-
te. (Br)
VIGOROSAMENTE. Avverb. Con vi-
gore . Lai- viriliter , Jurliter . Gr. kv-
J^ie'wc, i'':/uc(j,;. 6". F. 1. 3^ I. L'Fìe-
solani difendevano vigorosamente il passo
del fiume, e nel fiume d' Arno soslenea-
no la battaglia. Amm. Ant. 12. 3 t^.
Quegli che per sollecitudine ripensa i
mali che possono sopravvenire , è colui
che, veg^biando in ayuato, aspetta 1' as-
salto de' nimici, ed indi è vigorosamente
apparecchiato a vittoria . Amet. 70. Tra
le quai Perseo Quella S|ierando vif-oro-
samente , Aimato da Pallade ne rendèo
Vinto il Gorgone . Pass. 65. La quale
coloro che la pigliano vigorosamente ,
ronfoila e sostiene.
VlGOROSIS.slMO . Superi, di rigo-
roso. Lat. majcime vividus , vigens, for-
tissimus. Gr. a'/^aco'raTO^. Trall. segr.
cos dona. Proccurano dì apparire deboli
e fiacche , ancorché sieuo vigorosissime .
Sen. Pisi. g2. Alla cosa vigorosissima si
raguni la debolissima e cattiva.
V I G
>7i9
VIGOROSITÀ*, VIGOROSITADE ,
e VK.OltUSITATE . Astratto di Figo-
roso j t igorczza. Lat vigor, frmitas, ro-
bur. Gr. (/'//ri , xpol'ZOi , ptofj./ì ■ Filoc.
2. 286. Il nemico, veggendoti ognora più
vigoroso , dubiterà della tua vigorosità .
But. InJ'. '2L I. L' uomo dura e consì-
ste nelle sue vigorosità , e pone fine a\
crescere . E Purg . 29. 2. Il principio
delli Evangelìì è la vigorosità della spe-
ranza .
VIGOUOSO. Add. Che ha vigore. For-
te,(■aiiimnìo, Bobusto.Lsi. vivida s.fortiSf
roliustus. Gr. oif.ocfXo^. Filoc. i. 72. Pur
mo^(!andosi % igoroso, per rincor.ire i suoi,
comando che al morto corpo fosse dato
sepoltura. Car. leti. 2. 5.:^. La rjuale (per-
sona vostra) vorieì che si preservasse co-
sì vigorosa e cosi giovane, e anco, se si
potesse , cosi immortale , come sar'a la
fama delle vii tu, e del nome vostro .
•\' Ta^s. C.er. 5. 25. Loco è nel campo
assai capace , dove S' aduna sempre un
bel drappello elcUo , K quivi insieme in
lorneanienti e in lolle liendon le mem-
bra vigorose e dotte. (H)
f g. I. Per met-if. Fr. lac. Cess. in
tanto dee essere la giustizia vigorosa ne*
vìearii de' Re, cb' e^li abl'iano in ogni
modo più rangola dì salvar la repub!>lica,
che la ]>ropna vita . Esp. Pai. iVost. 5.
CioÌ! a dire, che tu sie [mo*, e vigoroso,
e forte , e possente a ben fare.
g. II. ter Htgoglioso. l'av. Colt. 172.
Egli avrà di Maggio rimesso vermene vi-
gorose .
VILAN2A. V. A. Viltà, Vilezza .
Lat. vililas. Gr. yauio'r»);. Fr. lac. T.
4. 12. 12. Sempre tennemi in vilanza ,
Mentre io siedo a guardare. E 7. 8. 8.
Di quel dolce convito L' anima assapo-
rando, Al mondo ve* dar bando Nella sua
vilanza .
f 3 VILE. Add. Che vale poco, Dt
poco prezzo , 0 valore j e dtcesi di cosa.
Lat. vilis . Gr. sutc)»;'^ •
'.' §. I. Onde Fender i-ile, vale Few
dcrc a poco prezzo , al di sotto del suo
giusto valore, l'ass. 2^2- Inganna ancbe
la superbia 1* uomo in quanto ella fa le
sue cose preziose vendere vile, e l'altrui
cose vili compera caro. (C)
'.' g. II. File, figuralam. talora vale
Abbondante , perchè le cose che a'ibon-
dano si comprano a vii priZZO. u C. J .
10. 122. 5. Iddio jmole fare del caro vi-
le, e del vile caro, secondo sua volontade ".
(qui inforza di susl. e vale Abbondan-
za) (Cj
'V- g. IH. Vile, vale ambe Abbietto,
Dispregevole , Degno di poca slima j e
diccsi delle cose, e delle persone. " Bocc
nov. 25. 7. E jier questo vi potete ren-
der sicura, che ninna cosa avete, qual che
ella si sia, o cara, o vile, che ec. fi nov.
77- 1^2. Perciocché io ucciderei una vile
e cattiva ^ rea femmioetta . E nov. 93.
18. Quanto più la guarderò, di minor pre-
gio sarà} e però, anziché ella divenga più
vile , prendila , io te ne prego . E nov.
94- 18. Come vile , e più non utile, nel
mezzo della strada gittata, da me ("" "•
colla, l'etr. son. 225. Perle e lubini ed
oro , Quasi vii soma, egualmente dispre-
gi " . iC)
§. IV. Avere, Tenere, o Bipulare a
vile, vagliano Pispregiare. Lat. dr^pica-
ri, contemnere. Gr. /c<T«y rovK v. o)iyw-
p£tv . Bocc. nov. 99. l5. che di speziai
grazia mi facciate tii non rifiutare, ne a-
verc a vile quel j)icciolelto dono , il quale
io vi farò venire. (V. I. l3. 2. Anche
sì prenda guardia di non avere a vile 1'
altrui dottrina, l'ont. Conv. 1- .'^ì fa se-
guilalrice di viziose dilettazioni, nelle qua-
li riceve tanto inganno , che per quelle
xjao V I L
ogoi cosa tiene a vile. M- V' 5. 26. Le
fanno riputare a vile nel cospetto de* sa-
vii. Vinc. Mart. rtin. 5l. Per voi la li-
herlà lenendo a vile.
g. V. Vtlc , per Timido, Pauroso.
Lai. timiJuSt pavtitti.v. Gr. ojtls'r, foZi'
pòi- Fior. 1 irt. A. M- Huossi apprupia-
re il vizio del timurc alla lepre, che ella
è il più vile e *l più pauroso animale dt-l
mondo . Pass . IQ. Non volca mostrare
(P aver paura, ne esser tenuto codardo,
o vile .
VILE. Avverò. VilmenU . G. 1\ IO.
100. 2. Vile perisce chi a villi s* ap-
poggia .
* VlLEMENTE . /Ivverb. Lo stesso
che nititfnte. /foce. Lett. Pr. S. /fp. 298.
Donde mi avevi tu sciolto? dallj mangia-
toia della maliziosa Circe, che così vile-
menle ec. me ec, dovessi avere cosi tratta-
to? C*) '''■'■ *S'*y- ^'"^- »- ^^- Qu'*' slando
viicmente e non conosciuto, come egli de-
siderava , in una selvv , facea un tJ^tello
di legne ogni giorno. Jì iSo. Vedendogli
ktare neir ultima parte del legno molto vi-
icmente e quieti. ( f^'j
f VILEZZA. /'. A. Viltà. Lat. ii7i-
tat , foeditas . Gr. aTi/xiK, 0 vitoo^. Frane.
Barb. l54. 7- Come t' involgi in cotanta
laidezza Del peccato e vilezza? Tesorett.
lir. i5. 127. Ma l)cne è gran rilei^a In-
gollar tanta cosa . M. V. 3. 45. Consi-
derato la singular vilezza delle cidadine
sette ec., non è cosa maravigliosa.
*\ VILIA. V. A. Vigilia, in :,igni/ic.
del Giorno che precede al/a festa. G. V.
7. 102. 1. La vilia di santa Maria di mei-
zo Agosto lo Re d' Araona s* era messo
in aguato. .V- V. 7. \\. Valicarono a
Messina a di 2Ì di Diccmhre, la vilia di
Inalale. Eli. 28. Come a Pisa fu la no-
vella sentila, duri lamenti ne furono, pa-
rendo l'»ro vilia di mala festa. Dav. Scism.
io. Partorì una figliuola ec. la vilia della
Madonna di ScUemhre i533.
§. Per lo Vegliare. Lai. vigilia. Gr.
tiysJlvtv. . f'it. Ilari. 36. Kgli medesi-
mo era tuttavia in orazioni e in vilic.
5 VILIFICAKE. /'. A. Avvilire^ Vi-
lipendere , Dispregiare . Lai. despicari ,
contemnere, nihiti pendere. Gr. rra^ 5)1-
yov TToisT'sSai . J'it. Crisi. Lo filiBca-
vano e schcraivano , e dicevano : chi è
questi?
* g. F neutr. pass. « Cavale. Spccch.
Cr. Umiliati adunque e vilificali , o uo-
mo, per esemplo di Cristo. Vit. SS- Pad.
Se vuogli trovar pace in questo mondo e
neir altro, in ogni cosa li vilifica, « di' :
or che st»n io »?("//; Fior. S. Frane. l5o.
lit. Come frale Ginepro per vilificarsi fece
al giuoro dell* alla Icua (Ci
VILIFICATO. Add.di Vilificare^ Av-
vitito, Dispregiato. Vit. SS. Pad. a. 281.
E come, oggimai essendo corretta e viliR-
rala , sarei io ardita di parlare con quel
santissimo uomo?
VILIPENDEUE. .^prezzare, Son fare
stima. Non tener conto. Lai. nihili pen-
dere, spemere. Gr. cv /jitjÒ'vì irfyw ti*
^iflOat. ì'it. Plnt. Quando Eitmenio seo-
lì eh.' li capitani dell' oste vilipendevano
lui, ec. Cai-afe. Discipl. spir. Qui'Slo vi-
sto , dico , annulla o vilipende la divina
grazia. F. Friilt. ling. Veggiamo rhe essi
sono comunemente poro atuli a capitale;
*' in rigni affare , come ho dello, vilipesi
V. hcITati. liiit. Inf. 8. Qu.'ilo peccatore,
del quale e detto di so|>ra , fu persoli.!
rolhi mcnle giinfiata e sdrgnoia, rhe a sé
atlriliuiva o^^ni cota , e tulli gli altri vi-
lipendeva. F Purg. 17. I. L* irarondo
propriameote ha queste condizioni , • h'
egli vilipende ognuno . Segr. Fior. Art.
gnerr. l. 10- Uno che si vtdessc partire
dal t'dinunc u.<o> , sarrhlir infame , e vili-
V I t
peso da ciascheduno. Ar. Far. i^. ^I.
Colui che lutto M mondo vilipende , Di-
segna di veder tosto la prova.
VILIPENDIO. // vilipendere, J'ilipen-
sione. Lai desptcatiis, despicienlia, con-
temptio , despectio. Gr. oAiyopt'j.. Ciriff.
Calv. 4- 117- Considerando in che mise-
ria estrema E in quanto vilipendio la for-
tuna Avea condotta tua virtù suprema .
Sold. sai. I, Se comprendesse hen questo
latino. Ore lalor conduca il vilipendio DÌ
questi nomi il cortigian barbino. # Giiicc.
Stor. 18. 53. Erano fi Prelati) ce. me-
nati attorno con grandissimo vilipendio per
tulta Roma. fCj
VILIPENSIONE. //vilipendere. Lat.
despicatio . Gr. zKra^J^óv»!!*? . Dant .
Conv. 145. De' falsi giudiriì nasceano le
nou giuste rivcrenxie e vilipensioni. Coli.
Ab. Isaac, cap. 18. Di questo ultimo ne
sarebbe vilipcusione , e del primo nasce-
rebbe pigrizia, fiut. /n/. G. i . Per esser*
scalcati si risponfle a loro vilippnsione.
VILIPESO. Add. da Vilipendere. Lai.
nihili pensus, contemplas. Gr. oic/u^i]-
àii';. Atorg. ig. 87. Io mi vcdea scher-
nito e vilipeso.
§. Per Disprezza/file, Vile. Lai. vilis.
Gr. ò'/f/uprìTSOi , ^p'xyrioi, d^tOi Zi-
ha/d. Andr, E se ella beeva, egli beeva il
suo abltcvcrato, e altre cose più laide e vi-
lipese facea. Ar. Far. 38. II. Restaro i
Paladini e i gran signori, La vilipesa plebe
andò di fuori.
VILIRE. V. A. Avere a vi/e. Dispre-
giare. Lai. nihili pendere, despieere. Gr.
oXi-j'jìpCt. Fr. Jac. T. 7. 9. 5. Vilisci
ogni cosa , E ogni cosa uopo t* t posse-
dere .
VILISSIMAMENTE . Superi, di Vil-
mente. M. V. 4. II. In ninna parte tro-
varono resistenza, o contasto, ma vìlissi-
mameolc i citl«dini puosono giù l' armi .
S. Agost. C. O. Vilissimamente e ingiù--
riosissimamente è chiamato pi.-cunia colui,
di cui sono tutte le cose. Circ- Gel/ 7.
172. Hanno di poi avuto a procacciarsi
Titissiinament* di che vivere.
VILIS'ilMO. Super/, di Vi/e. LH vi-
liftiinuv. Gr. 5cis/^5TaT0» . JJocc. nov.
8. 4- Sono più tosto da dire asini nella
bruttura di tutta la cattivila de' vilissimi
uomini allevati , che nelle corti . F nov.
22. 3. Uomo, quanto a nazione, di «ili»-
sinia rondixionc. /: nov. !^0. 4- Di ladro-
necci e d* altre vilissime cattività era in-
famato, /wioi/. 46. 9. Estimando 7ilissima
cosa essere a qualunque uomo si fosse ,
non che ad un Re, due ignudi uccidere
dormendit, m ritenne, lied. Annot. Ditir.
\2.\- Il vino di Brozzi, ili Quaracchi, e di
Pcrctnla (■ Tino di tdiuimo prezzo.
VILITX', VlLITADE.r VILI TATE./'.
A- I ilt.'t. Lat. vilitas . Gr. aTifit'a. Fr.
lac. T. 3. 23. 4^- ^'1 seno TicQ della
divinìtale In questo moudo in tanta vils*
tale. IC 6. 5. 11. Or come pirriuli-llo Po-
tevi contenere Tutto lu tuo volere In tanta
vilitade? ^ lit. SS. Pad. \ ai8. Nou
intende se non ad dibrietaile, e a golosi-
lade, e ad altre miserie e vilitadi , *c. (fi)
f 9 VILLA. Possessione con casa di
cntnp.jgna. Lai. ntt, /undus. Gr. Ùypo'it
yu^t'oj. Cr. XI. 6. 1- Le case e le torn-
ile e r aie e le corti debbono esser falle
grandi nella villa , secondo la facoltà del
signore .
f §. I. Villa , vate anche La Casa
stetia di campagna ^ Pa/lad. tap. 16.
E da guardarsi di non jtorrcsi a far villa
nelle profonde valli per cauion<> d' avere
arqua . F cap. 33. Luogo da fieno , pa-
glia ec. si può fare in qual parie lì pia-
ce, ma vuole estere in luogo secco, v che
sia rimosso dalla villa per tema del fiio-
ro. (Cj
V I L
f §. II. Talora vale anche Contado
Bocc. nov. 21. 4- Forte e robusto, e, m •
condo uom di villa , eoo bella persona .
Dant. Piirg. 4- Maggiore aperta molte
volte impruna Con una forcalella di sue
spine L* uom della villa , quando 1* ara
imbruna .
* S- III. Per Villaggio. Vit. S. Gir.
g5. Tutta quella villa audò a romore, ed
in fine ragunali insieme tutti gli uomini
alla predelta villa , misoosi d* intorno ,
ec. (V)
§. IV. Villa, per Città, alla maniera
francese. Lat. civitas , urbi. Gr. :7oJtt; .
Petr. cani ^S. 5. E non sonò poi squil-
la, Ov' io sia in qualrhe villa, Cb' i' non
l'udissi. F. V. 11. 83. Prese la vOla di
Naote, che si tenea per Io Re di Navar-
ra . Dant. Inf. \. Questi la caccerà per
ogni villa, Finrhè 1' avrà rimessa nello *n-
ferno . E Purg. i5. E dir se tu se' zìrc
della villa, Del cui nome nc'Dei fu tanta
lite . Btit. Inf x3. 2 Parla al modo di
Francia , che chiamano le ciliadi ville .
Alam. Avarch. 23. 52. E chi puote scam-
pare , infin cb* entrato >'on aia nel cer-
chio che la villa serra , Securo non si
tiene.
!;• 5- V. riandare alcuno in villa, vale
Fsiliarlo dalla cillà. Benv. Celi. ì'it. X.
69. Levali di costi , e va' fuora subito ,
che domattina te lo manderemo io villa
con i lanciotti. (C)
•f * VILLAGGETTO. Piecolo villag-
gio . Segner. Incr. 2. 9. 18. Con lutto
il loro sapere , a qual città , a qual ca-
stello, a qual villaggello arrivarono a per-
suadere, che, lasciato il colto degli Idoli,
ec. fA)
VILLAGGIO. }fucchio iti case in cam-
pagna senza cinto di mura. G. V. Q. 338-
1. Prese Castel secchio, e più caslelletla
e ^illag^i. Fir. As. 236. Il quale il più
del tempo dimorava in quel villaggio. E
nov. 1. 190. Le campagne che vi son d*
attorno, i giardini, i villaggi, de* quali
ella è più, che ogni altra, copiosa, non
«i parranno altro che paradisi Toc. Dav.
Stor. 3. 286. E già con seguito di otto-
mila persone sollevava i virici villaggi de-
gli Eduì. Ar. Fur. 28. 94 Siede d vil-
laggio allato alla riviera.
VILLANACCIO. Peggiorai, di Villa-
no . Lai. vilis rnsticiis . Gr. TTOVtìpÓi
•/ioip/o'i lìiion. Fter. 3. 2- i5. Falli *o
là , villanaccìo . Segner. Crist, instr. |.
29. 9- Fona è, che a questa st^giaccia-
no ancora i grandi, benché WBg* ^* un
villanaccìo .
VILLANAME.NTE Awerb. Con vil-
lanìa. Scortesemente, Zoticamente. Lat
inhuinane , duriter, Gr. uiosvdpwTCft); ,
Xx>KTÙ;. lìoc.\ noi-. 9. a Da alcuni ir c-
lerali uomini viUaoaiiirnte fu oltraggiata.
Tes. fir. 5. 33. E tanto ( il paone ) U
dirizza ( la coda ) , rhe mostra la parte
dì diolro villanamenlF, e molto ha a di-
spetto la laidezza de* tuoi piedi (cioè, brut-
tanienle ).
g. /Vr Crudelmente, Senza mistrivct-
dia. Tes. fir. .*>. a3. E quando lo vide-
ro cosi divitato a loro oaluia. eli» corsero
adtiossu alla femmina, e urritrrla villana-
mi-nlc. .\ov. ant. 78. I. E quella a bal-
danza ilei signore li '1 baltKt villaoameo-
le. Pern. Ori. 1. a8. I4. E coO molto
furor la lanria arresta, E veggoDsi a fe-
rir villanansente Con core e fona partila
egualmente .
VILLANANZA. V. A. Villania, Secr-
tetti, M ilacreanza. Lat. conl'ime/ia, rw-
sticitas. Gr. j^pt^, oty^oriif. Fr. tac
T. .'ì. 17. 3. Parrai che faccia (truide »il-
tananza Di ({ir fuggendo il suo dilettare
V « VILLA-NEGGIANTr. TAr villa-
neggia. Si illanecgi'inte Salvi.: Oditi.
V 1 L
V I L
V I L
17. 775. Niuui Cerio così degli uomini
mortali , Uumìa vUbnt'ggiaati, cuipic t'aa
macchiue. (A)
VILLANEGGIARE. Far villania, ingitf
ria, o torto, L.»X. iniuriam inferre, iniuria
afficere. Gr. u^^i'^itv. G. I . 6. 2. 2.
Furono alla prima soperchiati o villaueg-
giati delle persone. Ainm. Ant. 3^. 5.
L. Questo cutal morso non diviene sanza
viltà d' animo, il tjuale discende sotto co-
lui che '1 villaneggia, il/or. .V. Greg. E
come che essi dicano parole oltraggiose e
villaDe contro a' buoni, già per tanto non
»' odouo villaucggiare di cjucllo che essi
»ono. Cavale. Med. cuor. Questi colali non
ftoteva patire a vedere, e òcmpre gli Wl-
aaeggiava, e mandava lor guai, /'ass- 217.
Cbiuuque crede, o dice altro , la ingiuria
alla graxia d' Iddio, e villaneggia la sua
misericordia. * Fucc. Ceniti, cani. 27. E
dentro saettar con molta vista. Villaneg-
giando di parole molto 11 conte Arlese,
e gli altri di sua lista, (/i) Cns. Lett.
Gualt. 262. Folevasi fare il medesimo ef-
letlo senza villaneygiar persona. (C)
t VILLAKEGGIATORE . Vcrbal .
masc. Che, 0 Chi fa villania. Lat. iniu-
rius, iniuriosiis. Gr. j5pt5r»j'^- Mar. S.
Greg. Imprima fui hestemmiatore e per-
secutore e villaneggiatore. 'r /'lui. Adr.
Op. mar. 1. 368. Perchèio tiueato mo-
do la puntura si ritorce addosso al villa-
neggialore, e 1* utdilà s' attribuisce al cor-
rettore. (Cj
t VILLANELLO. Dim. di Fillanoj
detto il pili delle volle per vezzo. Lat.
rusticitlus. Gr. uTTaypoi/o^. Dant. Inf.
24* Lo villanello, a cui la roba manca.
Si leva, e guarda. Fir. nov. 2. 201. A-
veodoti vestito a guisa d' una di quelle
villanelle. Ar. Fur. 22. 12. Non avea
messo ancor le labbra in molle , Ch* un
villane), che v' era ascoso appresso, Sbu-
ca fuor d' una macchia, e M destrier lol-
le. F si. 1^. Dentro il paUigio il villa-
nel si caccia Con quel deslrier eh' i ven-
ti al corso adegua. Poli':, st. i. S^- La
villanella airuora suo il desco ingombra.
Cirijf. Calv. 2. l\\. Oimè 1 pur eh* io non
sia quel villanello Che fu tanto pietoso
nel suo cuore. Tass. Am. 2. 3. V an-
drei sicuro e baldo Più che di festa vil-
lanella al ballo.
VILLAKESCAMENTE.^tcer^. Inma-
niera villana, o contadinesca, tozzamen-
te. Lai. crasse, ruslice. Gr. tiu-xj^ùì^ ,
ocy/:oixw;. Antm. Ant. 11. [\. 2. Se di
tutte le persone, da cui io abbo udito e
scrivo, io volessi tenere le parole , sareb-
bono sì villanescamente profferte, che nel
mio lihro non starebbono accooctamente.
Sen. Pisi. La carretta che mi porta, è
villanescamente' e grossamente fatta.
VILLANESCO. Add. l-i villano. Lat.
rusticus, ritdis. Gr. ayptcj. Giiitt. lett.
l3. Non portare cilìccio, ne drappi villa-
neschi e grossi e laidi. Agn. Pand. 27.
Molto giova avere a fare con simili, pra-
ticare con tali ingegni villaneschi , per sa-
pere poi meglio sopportare praticando co'
cittadini. Ar. Fur. 2^. 8. Ed altrettanti
andar da basso ad allo. Per fare al pazzo
un villanesco assalto.
§. Per [iozsoy Inculto. Lat. silvester ,
rustiCus. Gr. o^'ttvo^jccypoixr^. Guid. G.
Signore d'una villanesca pro\Ìncia, la
quale è detta Esìda.
f VILLANETTO. Villanello. Lat. ru.
sticulus. Gr. j— avpO'zo;. Henv. Celi.
l'it. \. 327. Questo dello favorito era
un villanclto allevalo dal detto signore.
VILLANIA. Oj/'esa,o ingiuria di fat-
ti, 0 di parole. Oltraggio. Lat. contume-
lia, iniuria. Gr. Z^pi^. Jìocc. nov. j3.
23. Avrehbono ad Alessandro, e forse alla
donna fatto villanu. /-' nov. 23. l^- Io
Vocabolario T. U.
ho molto più caro eh* egli riceva villania
ec. , che io abbia biasimo per luì. F.nov.
42. 9. Alcuno consiglio le desse , per lo
i^ualc ella potesse fuggire , che villania
fatta nun le fosse. FI nov. 78. 12. Se nun
fosse che egli lenie\a del Zeppa, egli a-
vrebbe delta alla moglie una gran villa-
nia. E nov. 79. 4'^' Sentirono alla duniia
dirgli la maggior villania che mai si di-
cesse a niun tristo. F nov. 86. Il- Pi-
nuccio, la tua è stata una gran villania ,
e non so perchè tu m' aljbi a lar questo.
Maestruzz. 2- 8. 3. La detrazione è di-
versa dalla contumelia, cioè villania, in
due modi. Cas. leti. 71. Non creder dun-
que eh' io t'abbia detto villania, perchè io
t'ho scritto che 1' ambizione ti traspuita.
g. I. Per Malacreanza, Scortesia. Lai.
iniuria. Gr. J3^c;. Bocc. nov. 12. 17.
Gran villania sarebbe lamia, se io ogni
cosa , che a grado vi fosse , non m' in-
gegnassi di fare. F nov. l5. 16. Se io
non ne vado, io sarò tutta sera aspettato
a cena, e farò villania. Pani. Purg. 18.
Però perdona, Se villania nostra giustìzia
tieni. F Conv. 50. Villania fa chi loda, o
biasima dinanzi al viso alcuno.
g. II. Per f!riittura. Disonestà. Cavale.
Med. CUOI-. Molto ci dovremmo vergogna-
re, essendo cosi con lui uniti, di far \il-
lania di nostro corpo.
§. HI. Per Torto, Ingiustizia. Lat. /«-
iustitia . Gr. aVixt'a. Bocc. nov- 75. 7.
Messere, voi fate \illania a non fai mi ra-
gione, e non \olermi udire.
VILLAMSSIMO. Superi, di Villano.
Buon. Fier. (^. I. li. E poi di me cat-
tura Facesse villanissima.
* VILLANIL'CCIA. Dim. di Villania.
Scgn. Bcié. png. 108. (Pe/i. l55l ) Puos-
si ancora cui nome diminuir la cosa, e la
diminuzione mostra minore il bene , co-
me il male ec. , dicendo ec. , in camliiu
di veste, vesticciuola j e di villania, vil-
laniuccia , ec. ( fì)
VILLANO. Sust. Uom della villa. Che
sta alla villa, Lavorator di terra. Con-
tadino. Lai. rusticus. Or. yswpyo'?. Bocc.
nov. 64- l3. E così, 3 modo del vìllan
malto, dopo danno fé patio. F nov. 84-
II. E a' vdlani rivolto, disse : vedete, si-
gnori, come egli m'aveva lasciato. Vani.
Inf. l5. Però giri Fortuna la sua ruota
Come le piace, e 1' %illan la sua marra.
£ 32. Quando sogna Di spigolar soven-
te la villana. Maeslruzz. 2. 7. 8. Niuna
cosa è più sanza vergogna, che l'arrogan-
zia de' villani.
§. I. Diccsi in proverbio: Batti il vii'
lano, e saratti amico j e vale, che Da*
villani si ricava più co* cattivi trattamen-
ti, che coi buoni. Frane. Sacch. nov.
168. E ben dice lo pro%eibio : batti 'l vil-
lano , e ara'lo per amico . Dep. Decani.
83. Di poi ci sono i pio\erbÌi, che hanno
quasi autorità di giudice , non che forza
di testimonio: muovi lite, acconcio non
ti falla; balli il villano , e sarallì amico.
2- II. / illano , nome di una razza di
cavallo di Spagna . Ar. Fur. 1^. 34-
Marsilio a Mandricardo avea donalo Un
destrier baio a scorza di castagna , Con
gambe e chiome nere , ed era nato Di
Frisa madre, e d' un villan di Spagna.
:;.- VILLANO . Sust. Sorla di veste.
Pecor. g. 18. n. 2. Veslon villani e cap-
pe alla fiancesca, Cinte nel mezzo all'uso
mascolino. (CPj
VILLANO. Add. Zotico, Scortese, Di
rozzi costumi . Lat. rusticus , inhuma-
nus, rudis. Gr. dypioi. Petr. canz- l\l.
6. Le parole, che intese Avrian fatto gen-
til r alma villana. Dant. Inf 33. E corte-
sia fu lui esser villano. Mor. S. Greg. 12.
l3. Per li 6gliuoli villani si danno a in-
tendere le operazioni perverse. Malm. 6.
SS. Però s' ei fu villano , ora il maestro
Gì' insegna le creanze col baleslro.
§. Per Crudele, Ffferato. Lai. ferus ,
crudelis. Gr. aimv/)';. Bocc. nov. 48. 7.
Lei di morte con parole spavcntevuli e
villane minacciando. O. I'. 9. 309. 3. Il
popolo minuto fu sconfitto, e molli mor-
ti , e presi giustiziati di villana morte .
^ Dani. Son. ( Murle villana ec.) Morte
villana, e di pietà nemica, Di dolor ma-
dre antica , ec. (B)
VILLANOTTO. Accrescit. di Villa-
no s Pillano robusto. Fir. As. 2^3. A-
vendo adocchiato un villanollo giovane e
ben robusto , con gr.in profferte e larghi
doni il menarono a quella cena.
VILLANZONE. Villano zotico. Lat.
rupico . Dav. Colt. i83. Il villanzone ,
quando pota , lira a terra que' tralci alla
bestiale , e scoscende ì rami di lui ( del
pesco), che patisce più degli altri, come
più tenero e gentile. Bed. Diltr. 33. Bra-
merei veder IraBlto Da una serpe in mczzu
al petto Queir avaro villanzone. Che per
render la sua vile Di più grappoli fecon-
da. Là ne' monti del buon Chianti, Ve-
ramente villanzone, Maiitolla ad un bron-
cone . /,* Annoi. 178. Villanzone corri-
sponde alla paiola culla quale sono nomi-
nali da* Latini gli abitatori delle rupi ,
villani nati sulle montagne, rupices, ru-
picones .
* VILLARECCIO. Add. Villatico ,
Villereccio. Pemb . lett. 1. 12. 102. In
mi goderò ancora per alcun dì questo
ozio villareccio. (*)
VILLATA. lillaggio. C V. 10. 192.
1. Prese la terra dell'Aria, e mollo del
paese, casali e villate. AL V. 6. 5o. Non-
dimeno , per levare il ridotto a' loro av-
versarti , arsono le villate d' intorno. E
9. 57. Le villate, che erano d'intorno du
lunga e da presso , per non ejscrc pre-
date, ubbidirono il capitano. Din. Camp.
I. 21. Alle villate si comandò pigliassono
i passi. Bed. Annoi. Dilir. 12. Lecore ,
villata posta nel più basso piano in vici-
nanza di Firenze.
VILLATICO. Add. Di villata. Di
campagna. Lat. villaticus. Gr. </.'^poi/.o^.
Cr. 9. 68. 2. Queste cose si deouo osser-
vare ne" luoghi viilatici delle ville.
•f ^ VILLEGGIANTE. Che villeg-
gia . Magai. Leti, scient. pag. 127. Ella
è una bella cosa, Marchese mio caro , di
questi tempi l' aver campo franco d* an-
dare a spasso una gran parte della mat-
tina senza mai veder sole ec. E poi quaudu
tornate a casa, trovare un prato lultavia
ombroso dove poter far V oia di desinare
ec., e spesso meditando ec. i villeggianti
del paese basso ec. (giti in forza di
susl.j. (A)
VILLEGGIARE . Stare in villa a di-
porto . Lat. rnsticari . Gr. ay^auiEÌv .
Tac. Dav. Ann. 16. 23l. Ostorio allora
villeggiava ne* confini di Liguria . Car.
leti. 2. 2o5. Con questa libertà mi son
ridotto a villeggiare nel Tusculano.
*t ^ §• 1- ^" usato anticamente per
Far cosa vile . Bim. ant. Dant. nella
Tav . Barò, alla voce INVILLA . Alto
possente cor, che non villeggia. (V)
^ §. II. Villeggiare, per Sorare, Vo-
lare a giuocoj e si dice de'falconi allora
che si lascian volare senza avere avanti la
preda. Lai. volafu lud>rc. Il T^ocabol. alle
voci A BUONO, e A GIUOCO, g. I. (')
VILLEGGIATURA. // villeggiare, ti
tempo atto al villeggiare. Lat- rusticatio.
Gr. oiypv.\l).Ìu.. Salvin. Disc. 2. II7. Do-
pò le sue brevi vacanze dcH'Ottobre, me-
se del divertimento e della villeggiatura.
* Bed. lett. 2. 278. Leandro (le canzo-
ni) leggendo con animo più posato , e
particolarmente se la Corte andasse a far
216
1722 V I L
qualche TìUcggialura} impercioccbè in que-
ste villeggiature io ho un poco di tempo
da poter respirnc , e da poter leggere
qualche cosa di ameno. (D)
J? g. Talora si piglia anche pel Luo-
go, dove si villeggia. Bed. leti. a. a37.
lo son fuor di Firenze , e mi trovo qui
con la Corte alta %'ille^giatura delta Pc-
traia. E 92. ( f'ir. 1824) Qui alla vii-
leggialura dello Imperiale, ricevo la gen-
tdiisima lettera di VS. in djta del 6 Mag-
gio corrente. (C>
•f ^ VILLEGGIO. // villeggiare ,
Villeggiatura. Fortig . cap , IO. Infra i
Sabini poverelli afflitti Penso andar quesl*
Ottobre a far villeggio. (A)
VILLERECCIO. Add. Di villa. Lai.
rusiints. Gr. ay^Oi/Oi- Cr. proem. iit.
Incomincia il libro delle villereccc ulitiia,
compilato da Piero de' Crcsrenzii . fir.
As. 5l, Egli e' fe una certa quiete viltc-
reccia , che non si truova in multi luo*
gbi.
VILLEIIESCO. Add. r'illesco . tal.
ntstìcus, riisticanus. Gr. 'jypoif.Oi. Fir.
As. 02. Lo ignorante vulgo di quel paese
con villeresco vocabolo le rhiama rose d'
alloro, ovvero ro*c laurine.
VILLESCO . Add. Da villa. Lai. rw-
sticus . Or. oLypoir.Qi . Bocc. no\'. lOO.
12. Niun altro, che egli, avrebbe mai po-
tuto conoscere 1' alta virtù di costei, na-
scosa sotto i poveri panni, e sotto 1' abito
villesco . Amet, 16. A questo tempio A-
nieto, lasciato il villesco abito, e di più
ornato vestitosi , corre . Alam. Colt. ^.
I04- Poi F^T la &ua famiglia or seggi, or
arche Pur roizamentc far, the sien ricet-
to Del villesfo tesoro, l'' Gir. 22. 83- E
poi '1 conforta con villeschc note.
VILLETTA. Dini. di mia. Lat. vii-
lilla. Gr. eiTKjXtsv. Bore. nOi'. lOO. 8.
Messosi in via con (ulta la rumpagnia sua,
pervennero alla villetta. Fir. As. 28. Tra-
menduni t compagni ne andarono da man
manca a certe villette . fardi . Star. 9.
227- La fanteria i>l>arcó in una villetla
quattro miglia quindi vicina. Ar. Fur .
37. 35. Trovaro una villetta , che la
schiena D' un erto colle aspro a salir te*
nca ■
VlLLICCIUOtA. Dim. di mia; ViU
letta. Lat. villiila. Gr. sTaj'ieov. Fai.
Mass. Un vero coltivatore d' una piccola
TÌllicciuota. * Fr. Ciord. 227. Egli è no-
taio di Malmantilc, ciob costi di una vii-
1ìc< iuola. fVj
* VILLICO, r. 7.. Castaldo. Ca-
i'alr. Ffpot. Simh. i. 59. Pone Cristo
nel Vangeliu la similitudine dì quello vil>
Uro, che fu accusato al suo Signore. (J'}
* VILLINO. JUlicciuola, Piccola vil-
la- Petto ptr Irggim/ria. (Ai
* VILLOSO. Add. lelloso , Peloso.
Car. En. 8. 268. E sopra lutti Enea (Di
\illo»<» teon di%teio un tergo 5eco al suo
desco ed al suo seggio accolse. Tv o. ^'3.
Meninio ul tergo di %iso un tergo impo-
le Di villoso leone. fP) E Long. Sof. 5g.
ni>ve e»si hanno sempre le lor vesti ad-
dtisso e sono villoNi, e lanosi più che non
siamo noil E 85. Vedete le capre come
le son tutte grasse, come son villose. (C)
Pros. Fior. P. A. /'. 3. pag. 74. Sotto que-
sta scoria b il legno, la malerìa del quale
i) leggieri e villosa. ^.V.V^
VILMENTE. Axverh Con viltà. Lat.
lu'piter . tgnme. Gr. ttì/ptà;, ^«Ouy&»<.
Potc. nov. 57, !\ Voler piulto\to, la ve-
rità confessando, fon forte animo morire,
che vilmente fuggendo per contumacia in
esilio vixerc. E nov. <>6. l8. Per torre n
tò materia d'operar vilmente alcuna casa.
Filoc. I 67 Quelli feriti in multi lati,
e entrati nelle mie case , da quelle , da
alquanti de' mici compagni «ìnli, vihnen*
V I L
te si fuggirono. Pant. inj 23- Sovra *o-
lui eh* era disteso in croce Tantu vilmen-
te neir eterno esilio. 3/. /'- g 108. Gli
sbandili furono tranati, e appesi vilmente.
/V/r. son. 20. I' era amtro 3 queste vo-
stre dive , Le qua* vilmente il secolo al»-
banduna .
VILPISTRELLO . Ei.xpistrtlh . Lat.
veipertilio. Gr. vuxTeJt'j. Frane. Sacch.
nov. 8- Una bella donna, etiaadio estendo
onesta , è vaga che chi V ama abbia for-
ma d' uomo, e non di vilpistrello.
VILTÀ' , VILTADE , r VILTATE .
Astratto di I tic , in signijic. dt Timi-
do j Codardia, Pusillanimità , Af'ifzione
d* animo, Pappocaggine. V at. timiditas ,
inerita, turpiltido , *piitillaniniitt r . Gr.
c*ù\''j. , f'v.vuat'v. , «iC)r^OT>j: . pant .
Inf. 3. Vidi r ombra di colui Che fece
per viliado il gran ri6uto. fiore, nov. 48-
8. Gran vilt'acd^uo cavaliere armato vo-
lere uccidere una femmina ignuda. E nov.
71. 5- Sdegnato per la vilt'j di lei, la
quale egli credeva che fossa una valente
donna, quasi in odio trasmutò il fervente
amore- f-l nov. 98. II. La qual (morte )
mi fia più cara, ch« il vivere con rimem-
branza della mia viltà . Aof. ant. a. 7.
Allora il Be riconobbe la sua viltade , e
trasselo di pregioDt , 0 donolli molto ric-
camente .
''.• 2. I. J'iltà, vale anche Aliane vi-
le. Segner. Porr, instr. 4- 2. Procuran-
do il I>ene6cio per via d' intercessioni, e
talora anche d* umiliazioni e di vili^ dis-
diccvoli a un sacerdote. (C)
§. II- Per /lassezza , Tapinila . lai.
liumilitas , ohsciiritas, Gr. 7VLTiSivd7*ii-
ì il. Crisi. D. Fu da avergli compassio-
ne, imperocché nacque in tanta povertà ,
viltade, e miseria. !<occ. nov. 16. l5. Sde-
gnando la viltà della servii condizione -
f'ass. 24<)- Non può meglio mostrare il
savio ecclesiastico la viltà dell' umana na-
tura, che ec. Fr. lac. T. 2. IO. tf. Vii-
tate Con foltezza sopportare.
g. \\\. Per Bassezza di pregio . Lai.
viliias . Gr. 'uwvi'a . G. /'. II- 66. 3.
Valse Io staio del gran colmo soldi 8 ec,
che fu disordinata viltà al corso usato.
VILUCCHIO. Sorta d'erba. Lat. co/i-
volvtilus. Gr. uvJa/o'/iT^o;. Lor. Med.
canz. 28. .5. Quivi in>Ìemc s' arcozzorno.
Come r cllera , o 'I vilucchio . ^ Car.
Long. Sof. .3. Era in una boscaglia, pres-
so a dove egli pasceva, una fidia macchia
di pruni d' cllera, e di vilucchi , in mo-
do ce (Pi
VILUME. /'. A rolume.tiki y^lfi»ten.
Gr •/pvu./'x.TtXov. Pace. Com. Pani. 1. j8.
Dividesi adunque il presente vilume ìn
tre parli principali. J'al. Mass. P. S. E
chi sarebbe quelli che compremlesse ì fat-
ti di tutto *1 secolo in picciol numero di
vilumi 7
§. Oggi si dire per Confusione, o Far.
raggine di cose .tenz ' ordine, e senza re-
gola. Malm. 3. 37. In tal confusione, in
quel vilume , er.
VILL'METTO . E. A. Folttmetto .
Pocc , ì'it . lìant. 61. Compose un suo
vilumello, il quale egli titolo \ ita Nuova
(le moderne ediz hanno volumetto).
« VILUPPATORF. . Colui che fa W-
Inopi nel senso del §. II. Tuli. Amie,
83. E non può essere bene fidalo lo *n<
gegoo di molti viluppatori e tortiglia*
si- (C)
!? VILUPPETTO . Pim. di Eiluppo .
il ìorahcl. alla voce TASTA. (•)
VILUPPO. Fila d'aciia, seta, lana,
capelli, e simili, ravvolte intirme m con-
fuso. I.ah. 2o5. Ravvoltisi i capelli al ra*
pò, soi<ra essi non so che viluppo di seta,
il quale essa chian>ava Ireccp. ti pitneva.
Amet. 17. Li quali sopra 1' orercliio in
V I L
tonda treccia raccolti ec. , 10 piccolo si-
luppo stendendosi, or verso 1' una e poi
verso V altra orecchia vicendevolmente ri-
stretti, loda in Ìn6nÌlo.
§. I. Per Hinvolto semplicemrnU. Boct.
nov. 60. II. Trovarono in un gran vi-
luppo di zendado fasciala una piccola cai-
settina .
g. II. Per metaf. vale intrigo , Con-
fusione . Lat- tricae . Gr. r^isjw'/iaTa .
Mor. S. Greg. Acciocché 'I viluppo del-
le loro allegagioni , quasi nervi insieme
av\i1uppati, non si possano sciogliere.
M. /'. ù. 55. Mescolandosi nelle cose del
secolo e ne' viluppi, è spesso ingannato da
colui che si trasfigura in angelo di luce.
i.ah. ?5o Ti piaccia , quando foort di
questo viluppo sarai dislaccialo , che ec.
alcuna elemosina facci, Pocc. fit. Daut.
220- Né prima s* avveggiono , d* un vi-
luppo usciti, esser? entrati in mille- Cron,
Morell. 238. Era questo inviluppato nell*
usura, che poro fece altro , e non si di-
stendeva questo suo viluppo pure in Firen-
ze, ma ancora nel contado con lavoratori
e poveri. IC appresso: Trovatosi in gran
viluppi di molti crediti a riscuotere, ec
f JJ. Ili- Per Moltitudine confusa. Fir.
As. 87. Né vi andò guari , che un gran
viluppo di ladri, aperte le porte di casa,
per forza entrarono dentro , e la misero
a soqquadro tutta. * Buon. Fier. 2. 4-
4- Che viluppo di bestie e di perso-
ne ^V;
5? ^. IV. Viluppo, si dice anche eoa
somma eleganza del fuoco , a spiegare
una gran manata, o bracciata, 0 forcata
di legne, o stipa che arda. Din. Camp.
Uh. 3- Sintbaldo di messer Corso Donali
con un gran viluppo di detto fuoco , a
modo di un torchio acceso , venne per
metterlo nelK- case de* Cavalcanti in Mer-
cato nuovo- tEi
'.' YILUPPOSO. Add. Pieno di vii up.
P' > f ftguratam . Intrigato , DiJ^cile .
Tuli. Amie. 102. E questo *e perciò
perrh' e si svariato e vilupposo r uso
dcir amistà, e molte cagioni nascono di
sospetcioni ed ofTcnsioni , le quali s' ap«
parterrcl.be al .«asioditorle via e di sol-
ferirle. (Cj
f VIME. Lo slesto che Vimine, ma Ì
meno tifato. Lai. vimen . Gr . ìuyo; .
/*allad. Frbhr. 16. Allora con vinco, o
con olmo , o con vimc si vuole legaro
siretlo il tronco. E appresso: Strìngere
quello Ironrn con vimi . f'it. SS. Pad.
I. 201. Non levandosi però da sedere,
ne lasciando di tessere certi suoi «imi.
§ Per Legame . itant. Par. 28. Cosi
Veloci seguono i suoi vimi. Per simigliarsi
al punto quanto ponno. /." 29. Nel meno
strinse potenzia con atto Tal vimc , che
giamm.ti non si divima.
* VIMINATA- Term. ilegl' tdratilui.
Lavoro, o Piparo fallo con vimini inles-
suti. (A)
VIMINE. Vermena di vinco. Lat. ii-
men. Gr. Àjyot. Cr. 4- 9 8. Di vimini
fare una pice<da ceslerella all' albore , o
al perj;olalo, al quale la vite s'appi^ggia.
E 10. 28 7. Avente uno usciuolo, il qua-
le giace in terra coperto di paglia, che si
lieva con un vimine fitto in terra- 4ltm.
Colt. 5. III. O di vimin conleslì, o d' al-
tri vasi Brevi casselle, ov e assai stretloil
calle \V\i 1.1 porla jII' entrar . Ar. Fur.
37 83. Ogni donna, che truovin nella
valle . La legge vuol ( eh' alcuna (lur vi
calle ) Che pereuolan r»m vimini alle
*palle, E la facrian sgombrar quelle ton*
tradc .
«VIMINEO. Add. Che è fallo di vi-
mini. Salvia. Opp. Pesr. Non ponno ri-
levarsi, e trarsi fuor da quel viminei» a^ua-
lo (eio^ , della nassa). (A)
V 1 N
V 1 >
V 1 N
1723
+ J VINACCIA . CU che rtsia dei
Grappoli e ,1'gli Mi"- <""' '''•«.,'""'""''
Pallad. cop. 27- La v.oa.c.a le fa sten-
li r ono nu-no collo loro fa fare uova.
Cr 2 6 7. Quando vogliono fare ab-
lionJevol. e frulluosc vili , si le lelami-
„,no de- punM.ani e della vinaccia, . quob
d«lU mcdcsin,., vigna la, .olgoi.o . /..-
«((. Fior. 70. Alcuni soiuriano le- lame
predelle nelle vinacce inforiale . ioder.
Colt. 20. Le ghiande sfracellale ec. gio-
Tano all' invecchiate il vino; .1 medesimo
.•aSferma delle vinacce. * E I05. S. dee
ce. avvenire di ec. farlo ammoslare co
puRni dcUa mano, per non cavare il gras-
lodeiruTC, e cosi vergine imlollarlo
ce. e volendo che abbia un pò d. colo-
re il vino sopraddcllo , lascialo stare un
di in sulla vinaccia. (C)
VINACCIUOLO. Quel granellato so-
do che si truoxa entro gli acini, o gra-
nelli dell- me , ed l il seme della vie ,
Lai. aeinus vmaceus. Gr. yc/aptov. /'<»■
Colt. 166. Vengono l'uve senza vinac
ciooli con questo aili6.io . ioder. Ioli
JOQ . I vinacciuoli nelli e vagliali da;;!!
acini, quando sono ben secchi, si danno
a' colombi e a* polli
VIKAGUO . ../celo. Lai. aiflum- Or
o'EJ. M- Jldobr. Se tal >ino è fatto di
mele afre, si si tiene a natura di vina-
gro , ciot d' acelo. . , , .
VINAIO . Quegli che ha la cura di
vendere il vino. hM. negotiator vmanus.
Gr. oi-vOTIc-^r,;. Mah.. 2. 33. Bev>.- al
,..,uo una nuu\a manomessa, l'erchc il
linaio avea 6nilo il «ino.
* VINAIOLO 2.0 stesso che I ma-
io Band ani lacolla a'vinaiuoli o ma-
gataini di ] oler comperare da' citUdini 1
vini BOsiiaU. (J) „
t VINARIO, y L. Add. Di lino.
\M. rìnarilis. Gr. oìtr.fói Scal. Clau-
slr. 462. Menava 1' anima conleiiiplanle
nella cella binaria, cioè nella cella de
dolcissimi ed odoriferi e saporiti vini del-
la tision di Dio.
* VINATO. Add. Di color di vm
rosso. Lai. ,ineicohns. Gr. niuir,i.
Ked. Oss. an. 71. Feci la slessa prova
con giacimi bianchi e vinati . h jetl- 2.
i^^. Nmn 3 Iacinto vinaio doppio . Ci-
poli. N. 5. (•) , . j /
VINATTIERE. Quegli die ritende U
%ino. Lai. vinariiis. Gr. oivOnwJ.n;? . C
y 12. 8. 6. Rilegnendosi co' beccaci, vi.
ualUeri, scardassieri , e arlcBci niinuli .
O-on. Teli. 62. Tolse per moglie una
monna Barlolommea , nipote che fu di
BoDiìianDi viuatlicre.
VINCAIA, rincheio. UA.ager vimi-
mbus consiiiis . Gr. ayfo; pi':-:" '''■!'-■
9UT9; . ., ,, /
i? VINCAPEKVINCA . Sorla d crha
detta altrimenti Clematide. Lai. c/em,i-
Ut. Gr. xiti^»T.';. Ped. Oss. an ^0. In
altri simili vasi apeili riposi ec. Bon di
Clematide , o vincopervioca. (*)
VI.NCAS1RA, e VINCASTKO.,.Wi-
jeie. Bacchetta. I.al. oirga. Gr. p«6io;.
J)ont. In/ 24. E prende suo vincastro ,
E fuor le pecorelle a pascer caccia. Amct.
ali. Io do loro ombre di bella verdura ,
Ni con Tincastri. quelle vo baltendo. Petr.
Vom. ili. Fece dare una (Tncaslra a cia-
scun de' fanciuUi, colle quali elU rime-
naisero nella terra il traditore . Foliz .
st 1 IQ. Poi quando muove lor col suo
. Tincaslto , Dolce <: a notar come a cia-
scuna garra. 7
J VINCENTE. Che vince. Vincitore.
Lai. vi'ncens, Victor. Gr. ■„r.r.cxi,"y.-
~r\. e r g. ^5 3. La gente dello m-
pci^dore rim"a<e vincente della pugna .
Paat. Par. 10. Io vidi più fulgor tim
e vinccnli Far di noi centro. Tass.
ter 17 7 Fu perdente e vincente , e
nelle avverse Fortune fu maggior , che
quando vinse, larch. Stor. Temendo di
non restale al di sotto e perderne, quan-
do per tulio r aveva già la fama pubbli-
cato ner vincente e per glorioso
* S. Vincente, vale anche Clic supe-
ra. .Amet. 95. totale in quella un lu-
minoso corpo vincente ogni altra chia-
rella conobbe " . f O ,,
3 VI.NCEKE . Bestar al disopra della
tendone'. Aver vittoria , Superare I- av-
lersarioj e talora Superare assolutamen-
te . Lai. vincere , superare. Cr. v./ccv ,
£T./Car.rv. Fetr. cv,«. 38. 4. Uomini
e Dei solca vincer per Iona Amor. I-
■on. q2. Colanlo r esser vinto ghdispia.
eque. Bocc. nov. ,6. 3. Sentendo che .1 1 e
Carlo prima aveva a Benevento vinto e uc
ciso Manfredi. E nov. 96. l8. Conviene
ec. che io vi faccia per opera vedere, che
come io so alliui vincere, cosi simdmcnte
e medesimo soprastare. Ar. liir.
l5 1 Fu il vincer scmpie mai laudabil
cosa. Vincasi o per fottuna , o per inge-
gno . Tass. ter. I7. 7- Fu perdente e
vincente, e nelle avverse Fortune fu mag
tior, che quando vinse. * Segner. .Vana.
Scltembr. 25. 1. Voui mente alle tigri,
ai pardi ec. gli v.diai lar '■^u" "" '^■
valor sommo, nel vincere talor degli al-
iri animali di lor più forti ; ma non gli
vediai giammai salire a quest'atto d. vin-
cere ancora si:, (l } , r, j
* e. 1. r.'icfiv , talora vale Prende-
re Occupare , o Impadronirsi colla for-
za'. Din. Conip. Uh. 3. Molli ve n erano
che volentieri arebl.ono dato loro il gua-
sto, e provatisi di vincer la terra, h ap
presso: Vennero alla porla degli spadai,
credendo il Baschiera avervi amie, e en-
irarvi sen.a conlesa, e pero non vennono
ordinali colle scure, ne coli armi da vin-
cer la porla. IBr) Cuicc. Hoc. ^. Ib-,
Si condusse (,l Duca d, Urbino) inlorno
a Cremona disegnando di vincerla. IL/
3 §. 11. Vincere, fguratani. l'''^-;'"-
re,;.Gr.v.,;v. iJocc.noi-.77-3jColli
biancheria del suo corpo vincere le lene
bre della notte icioe, illuminare). Dant
Jnf. 3 Che baleno una luce vermiglia ,
La'qual mi vinse ciascun sent.menlo .
Sut iv: Mi vinse ec: pone che la luce
fosse si grande , che 1. suoi sentimenti
non la A"""»" '°«"'" ' """'• '^"rl
, L' alba vincea V ora mattutina. Che
fujrgia innanii f civè , cacciava ) . i r- 2.
20 6. Il giunco , la gramigna e la felce
si vincono coli' arare spesso r c^e , si e-
slirpano). Peir. can.. 4o ^6. D. me vi
doglia, e vincaci pielate * Fr. Giord
li? A modo che fa il fuoco per 1 acqua
ci.' v- h spronala dal labro , che 1 rin-
fona, e d'a maggior calore, e vince lUerro
rcioi. ammollisce) (I .■ 2 rane. Succh.
nov. 82. E lerch'e questo vino era cosi
grande, e cosi vincea ciascuno, e pero il
Signore il chiamava Orlando (eoe ub-
hriacava ciascuno che d beveva ) . C)
Jlam. Colt. 5. 114. Purgar conviensi. Che
noo resti una sol. che '1 sen gl'ingombre.
Delle barbe crudei e' han tinto il verno
reioè, che si son conservale nel verno) .
* g. IH. I incere se medesimo, vale
Domare la pivpna passione, o le pro-
prie passioni, noce. nov. 96. 17. Io vi
ricordo Ite , che grandissima glena v e
aver vinto Manfredi, ma mollo maggiore
1 -e vincere se medesimo. " /; nov. 98. 7.
I Contrasta in questo rominciamenlo alla
lualibidine, e vinci le medesimo ». .Je-
gner. .Mann. Seti. 25. I. Il più beli al-
I lo il quale possa mai fare un uomo so-
1 pra la terra e ce. 1" arrivare a vincere se
medesimo. (C)
* §. IV. Vincert, si dice anche del
Tenere a freno le passioni, del .Yen ce-
dere ad esse. Segner. Mann, òetl^ 2S. 2.
Chi non ha vinta la carne, eh e la parte
..iù vile di lui medesimo (del mondo) non
può arrivare a vincere tutto giorno la vo-
lont'a, eh' e la signorile. (C,
:? S V. / incer l' ira, parlando di se
stesso, vale Frenar I' tra , Iteprtmerla j
parlando d' altri , vale Placarla. Lar.
En 8 95. Porgi solennemente aUa gran
Giuno Preghiere e voli , e supplicando
vinci Dell' inimica Dea 1' ira e 1 orgo-
* §. VI. ì incere, si dice anthe delle
passioni , che dominano l' uomo . Petr.
son. 196. Vincitore Alessandro l'ira vin-
se , E fel minore in parie the Fdip
110. iCj
+ * § VII Vincere 1 rispetti umani,
tale Vo« turargli. Segner. Mann. Lugl.
3, , Ad operare, come è debito di un
Clisliano, a pedonare le ingiurie, a con-
tenersi, a cedere, ad umiliarsi, e di me-
stieri vincere spesso di molti rispetti uma-
"' « S Vili. Vinctre.vale anche Per-
suadere. Jìelc. Vii. Cotomb. 23l. Enon
valendo le molle parole e preghi, lo pre-
se 1 er lo braccio , e tirandolo fortemente
non lo poli: muovere , uè vincere di pa-
role E 3o8. E vedendo , e intendendo
che noi polca vincere , incomincio a dire
parole non oneste , ma buone. (Ci
8 IX. Vincer la prova , vale I ta-
cer la gara, Sgaiare. Bocc nov. 89. lo.
Tante d'una parte e d' altra iie gli die.
che il mulo passo avanli, ^;">"L'>i°7'^
Uere vinse la pruova. Dani. Inf. 8. Non
sbigottir , eh' r vincerò la piuova.
fi X. Vtmere il partito, 0 simili.
■ah Ollenere checchessia per purKIofa-
notevole de- vOlanU . -^o.. ani. i.^ 1-^
cosi tra '1 si e '1 no vinse .1 partito, che
non gUel darebbe. Cron. Morell. ^94. S'
fece appresso uno squillino, che si eh a-
Iva U borsa del 93 e chi vinse Jpax-
,i,„, e avesse anni 3o, fu messo m re
borse. E altrove : Poi feciono consig 0 ,
misono di tagliarli testa molle volte
non si vinse mai; di condannailo per
.empre in prigione lui e- 6g' moli, non s.
vinse; d' avvelenarli, questo s. vinse.
Tac. Da.. Ann. .3. l'O- Giulio Mon-
uno vinto per senatore, venuto alle ma.
ni una notte col Principe, lo fececaghare.
yr Scism. !fi. In parlamento de tre stai,
si vinse chei conventi da 700 ducali in
qua d- entrata ec. fossero mcamerali. jJ^
lee 2J0. Giove per tanlo in pubblica
dieta 7vinlosi pe' due leni, in ciò de-
* S XI. Vincer il pegno, vale } tn-
crc ciò che s' era messo scommettendo .
Bocc. s- 2- «• 9 Bernabò disse, aver vin-
to il pegno tra lor messo . E appresso:
Mise cinquemila fiorin d' oro conico a mJ-
le,che io ec. : il che io fea , e vinsi d
S Xn. l'incer Itti, qtUsttom , 0 si-
mili , vale Aver la sentenzia in Jatore
Lai. alieni cattsam adittdicari. Bocc. nov.
, ' Tante nuistioni malvagiamente vin
céaV a quante a giurare di dire .1 vero
sopra la sua fede era chiamalo.
S XIII Vincer danari, o simili, va.
UJcqtiistar danari in giucando. Jfocc_
„oi. 84. 5 L.qualiinpocodoraakuni
danari , che egli aveva , avendoghv.-t.
similmente quanti panni 'f ^'"^J^
dosso eli vinsero. Valnt . 8. 00 rorse
chrtai%reghiere Mi faran dopo co., gran
dùdetta^incer la posta, o porr, a cava-
""l'xiV. In proverb.: Chi vince da
prtma , perde da sezzo . l.at. vietar tn
17»)
V l N
V I N
principio, postremo t;clii.t misere disce-
*'■ {''"■''' f'-rco/. ■jTy. S'usa .lirf : eli
I e rucossoj tratlu per avventura da'giu-
catori, i ijuali, (juaadij hanno perduto una
somma di danari , e poi la rivincono , si
chiamano riscuotersi; il che avviene spesse
volle; onde nacque il proverbio: chi vin-
ce da prima , perde da sezzo.
* S^ Xy. Fincere, per Trapassare.
Car. En. 5. 3o3. In tanto allegro, E del
successo coraggioso e baldo jremmo ratto
s avanza, e vince il sasso; E via vogando
ed invocando i venti, Fende alla china ed
ali aperto il mare. (MJ
* §. XVI. l incere per assedio, fate
propriamente f incere per via d'assedio,
« fignratam. Finccrc per via rf" impor-
tunità. SaU-in. J il. n.og. l88. Diogene
finalmente, come si dice, lo vinse per as-
sedio. CO '
T 'r g. XVII. Lasciarsi vincere a una
passione, vale Cedere ad essa, /.asciarsi
muovere , persuadere da una p„suone .
- Bocc. nov. 23 l6. .Non ti lasciassi vin-
"■re tanto all' ira , che tu ad alcuno de"
luoi .1 dicessi .,. l'it. SS. Pad. 2. 272.
Attediato della continua molestia che gli
davano , lasciossi vincere , e consenti a
menar la moglie. (Cj Mor. S. Creg. A.
27. Il sentimento carnale spesse volle si
Liscia vincere al diletto per le parole del
nimico serpente, (yj
S- XVIll. Vincer della mano, per si-
milil. tratta dal giuoco, vale Guadagna-
re , o /tpprofitlar.n col prevenire . Toc
nav. Ann. 1,. i38. Ess3 mantcrrclil.ela
«randella medesima , e più sicura se
Claudio che non si guarda ec. , vin'ccs.
sono della mano. ìtlalm. 7. 61. Ma nucl
Demonio , che va sempre in ronda , Gli
sente, e gli vuol vincer della mano.
§. XIX. ì'incer dfl tratto. Lai. <i;i.
/«■«■/ere . Gr. y&^'.;.:,v . Varch. l:,-col.
00. yuando alcuno aveva in animo e
I«oco meno che aperte le laUira per do.
ver dire alcuna cosa , e un altro la dice
juima di lui, cotale alto si chiama fur.ir
1.' mosse, o veramente romper 1' uovo in
■occa ec; e alcuni usano, non tu m' hai
inrato le mosse , e tu me 1' hai lolio di
hocca, ma tu me l'hai vinta del tratto.
S- XX. Vincer di cortesia, vale Su-
perare altrui in cortesia, U.<ar p„'i cor-
le.ua di Ini. Sen. Ben. l'arci,. 5. 2. Brulla
co.sa e I esser vinto di cortesia.
-■•■ £. XXI. J incere almi di fona, vale
■'^unerare altrui in forza. .1 ver pil, forza
d. In,. Rem. Fior, l'ist. Ovid. 1. 3 Vin-
■ 1 ornai r ira tua , vinci il tuo core Tu
■he gh altri guerrier di fona vinci. (TCj
§■ XXII. Darla vinta, vale Cedere, o
Vrnar buono Lai. cedere, herlmm dare
Gr 7lc/.^aj,ta^,rv ti-». Hcrn. Ori 2
H^ 71. Urandimart.' dicea: d.igliele vinti
Inpr Boti. ,0. igg. lo ne arci pur tropi
pc (delle ragioni ); „,a perchè io veggo
•he 10 non aiei mai teco ragione alcuna,
•■' vo laccrmele, e dartela vini».
j. XXIII. tic vincer, ni pattare, vale
■\c,n restar superiore , ne del pari , ma
"' .* '.""o- '■'•■ Trin. 4. 6. Ella non si
l'Uo vincere , ni) pallare con esso seco
/ nrch. r.,col. 14.V lo „„„ „„„ ^j ,-„.
cerb con esso voi, ni pattarla.
„ A;'i'"*'- ■'" r;-'"''rb. Cl.i piLdura,
0 Chi la dura , la vince j e vale , che
l-a ptrseve,an:a supera „gni op,,o,iz,o-
.11. Onde dice .1 provcrhio: ehi più du-
1.1 la vince .
VINCEVOLE. Add. A„„ a esser ..,„.
'», / mclM/e. Lai. vincil.ilis, superahil,.,.
<■>■ «.«.IT»? Cuid. C. Conciossiacosaché
la sua guardia si.i divina, e non sia oell'
"' •'' l'"'" P'". che possa la vertude
non vinrevole degl' Iddei.
y I N
VINCHETO. Luogo pien d, piante di
vinch, , Vincaia. Lai. ag.r vimmihus
'ons.lus Gr. u/fi^ p{,.,, ,.>y„„5 ,
I '■ 3. 02. 2. E di questi ancora si fa ot-
timo vincheto.
t VI.NCIIIILE. Add. Che si può vin.
cere, .'^uperalnle. Lai. vincibilis, sapera-
Mis. Cr. V1X117»;. Maestruzz. 2 io. 5
Ma se r Ignoranza iuris sia vincihile ec ,
allora in niuna cosa scusa . * .Vegner
l'rcd. Pai. Ap. 5. ,0 .Se l'ignoranza vai
esse tanto a scusarci dai del.ili persona-
li, quando e vincihile, come mai polrehhe
accadere , che ■ maggior, processi forma-
tisi dal vangelo contro de' rei, si fondino
quasi lutti su le omissioni? (TCl Salvia
Ceor. Uh. 3. La crudel rota, e il non vin-
cihd sasso. (F)
t VINCIBOSCO. Lo stesso che Ma-
dreselva. Lai. pericljmenon Gr. Ttec-
''.r'",' ,■'-'''• ""•■ "'■'''"'■ Kc' malori
della mdza huona è la semenza del vinci-
bosco .
3 VINCIDO. Add. Aggiunto di nuclle
cose che per umidità perdono in buona
parte la durezza , come di castagne sec
che calde , e simili . Lai. mollis . Gr
py.l'MOi. Cr. 1. 12. 6. Proccuri di ta-
gliar la (ogha del pioppo , dell' olmo e
della quercia , e ili riporla per pasto dei
l'Uoi , non mica che sia troppo secca e
asciutta, ma vincida. Bicett. Fior. La più
hassa, la quale l- più vincida e grinza ce,
la il contrario.
I „ ,T §: !'■ P"' •"■""■'''■ « Fir. As. i56.
fcgli mi bisogna senza fallo alcuno esser
con questa villana donna , la quale e si
secca e sì vincida , che io ne tremo ». (n,
.VINCIGLIO. Legame. Lai. vimen.Gc.
P^TSOi. Bocc. canz. 6. 4. Dalini legato
dentro a tuoi vincigli. Alam. Colt 4 84
Qucsf ;.. il tempo a tagliar la canna e ii
palo , E 1 vincigli sotlil dal lento salcio .
/luon Lane. 4. 7. E un legalo D.ii suoi
vincigli vinto dalla pena, AhLacchialo ne
va dov e ne 'I mena.
VINCIMENTO. // vince,-e. Lai. Victo-
ria. Gr. vt/„. l-r. r.iord. Fred. lì. Ispi-
1. tua mente tutta la huona vita non t se
non due modi , cioè o portamento , o vin-
cimento del male , o mulliplicamento, o
crescimenlo in bene. Coli. },S. Pad. Lo
quale finaimcrile non lascia mai cadere
il suo seguilatore per viucimento di pec-
calo . *■
VINCITA. // vincerej contrario di Fcr-
dittt. Lai. Victoria. Gr. vi'».; . Tav. Bit
E n lui giacca la sentenza dell' erediti
della vincita e della perdila.
* §. / incita , dicesi anche a Quella
i/iiantilà di danaro , 0 a IJnella qualun-
que altra cosa che s, è vinta giocan-
do. (A) '
t VINCITORE, lerba/. masc. Che
o Chi vince. Lai. Victor. Gr. v.rr.rn; .
Bocc. nov. 42. l3. .Se cotesto si potesse
lare, io mi crederci esser vincitore. Cetr
■ton. 196. Vincitore Alessandro l' ira vin-
se, E fol minore in j.aite che Fdij.po .
Ovid Pist 8y. Tu se' vincitore delieo,
ne, ed ella è vincitrice di le.
* §. I. Per rimitricr. Lab. 18-.
nt mai IO tal battaglia, se non vincilo-
re, puose giù l'arme (parla delta mo-
g'u-J. ICJ .V. Agost. r. I). 3. 2.V Nacque
la «hscoidia Ira le Dee, e Vcnus fu vin-
cilore, ed Eleo» fu rapila. (Ij tuìdolt.
lieti i.lj. Che se questa ritti .incilore
ave lasse ora qui dinanzi da ,01. m.n po-
liobl. ella in questo modo parlare 1 :FP)
'•* %■ II. I incitar di se medesimo, di.
cesi (olili che .,a . inctr ..e stesso, Ch„
sa raflrennre le propije passioni. Giiicc.
.'<tor. 30. 38. Nelle sue azioni (fu Cle-
mente ì mollo grave, mollo rircospello e
mollo vincitore di se medesimo. (C) \
VINCITRICE. ì'erhal.femm. Che vtn-
ce. Lai. Wc/r,x. Gr. ■-.«c.r^ia. l'elr.cap.
S. Ivi spiego le gloriose spoglie La tefia
vinc.tiice. Lab. 126. Lascia il campo so-
lo alla sincitrice donna. ì al. Mass. Per
forza delle sue vincitrici armi . * Jr
Fur. \i. 119. Con la prima corazaa .
con a nuova Marfisa in tanto , e 1' nno
e I altro elmello. Poi che si vide a tutu
dare il lergo. Vincitrice Tenia versoi' al-
bergo. (B)
••? VINCIUTO . /'. A. Add. Vinto
Giutt. leu. 24. 61. O che gioioso e .lo-
rioso assempro ec. Vincere vinciulo ogni
nemico. If) "
t VINCO . Arliiscetlo che i una spe-
llo di salcio, delle vermene del quale, ap-
pellate pur vinchi, si Janna panieri, e ti.
nuli arnesi. Lai. vimen. Gr. o'.jifa. Cr
5. 62. I. Il vinco è arbore nolo, U quale
SI pianta come il salcio, perocché si giu-
dica d una natura , e impero convenien-
lemcnle s innesta in esso. E di questi al-
cuno produce verghe nere, alcuno di color
di gruogo , e alcuno rosse . Tat . Dav
Ann. 4. 98. Riempiere i fossi di fascine
di vinchi , di cadaveri. '
3 §. I. Per I incoio , Legame. Lai.
vincu/um. Gr. OS i/no,-. Pa/lad. Fcòbr.
13. I palmiti non si vogliono legare ali-
albero con vinco duro. Cr. 12. a3. l3
Poi si leghi con vinco di salcio ,0 d'
olmo .
* §. II. F figura tam. « Dani. Par.
14. Io m inoaioorasa lauto quinci. Che
nfino a li non fu alcuna cosa Che mi le-
gasse con sì dolci vinci ». (Cj
'f VINCOLAIIE. Term. de' I egal,
Strigner con vincoli. Legare, Obbligare
per palli , o condizioni apposte giuridi-
camente. Lai. conditionts iniuiigere. Gr
u'juSajtij iTTiTiSj'vac.
* VINCOLATO Add. da /Wo/arr.
// Vocahot. alla ì . IMBRATTATO e
1". (Al • ^
t -^ S- .f ptr Annesso. Segaer. Parr
inslr. 6 2. Tale istruzione e vincolata
al carico di Curalo si streltamenle , che
non V e braccio umano pari a slrappar-
nela. (l j '^'
VINCOLO . Legame . Lai. vinculum .
Gr. o-.zpio^.
t §• Ber melaf. Cavale. Fruii. Itag.
La prima si e considerare di quanU o
quali sincoli Dio V ha la,crato , che net
fcrio gravi troppo e sili son questi vin-
coli e legami, che legano il peccatore .V
Gio Crisosl. 38. lo desidero d' essere
scollo .lai vincolo del corpo , e d' esser
con Cristo. Dani. Inf. n. Questo modo
•Il lelro par eh' uccida Pur lo vincol d'
amor . che fa nalura. Fir. As. 3oo Fi-
nalmenle un di loro , lascialo andare il
nspello del fratemo vincolo dall' un de'
lati , disse all' altro ec.
VINDICE. /-. /.. Che vendica. Lai
""'''■•'• '^' ripofOi. Ar. Pur. 27. --
Che le lo difend' io tanto che 'n mano
Questa vindice mia spada sostegno. Guar
pasi./id 5. 4. Vindice Dea. che la pri.'
vaia rolpa Con l.ublico Ba.ello in noi pu-
mici . "^
VINELLO ^C(/Ma passata ptr te v,.
narce. Cecch. Esali. Cr.4. ,,. Om. che
Mara sulla vendemmia . lo farò un oipo-
lino in sul vinello . /; appresso .■ Il ri-
nello ec. Venderono per .in, mesco!..
follo , ec.
* VINETICO. Add. rinato Fnu,c.
iacch. Op. div. g^. Giacinto t di du.
■"lori, e sono due in qualìli, rioi rioe-
Ilei, e citrini. (•)
VINETTINO llim.d, lineilo «f Pro,
lior. Aalvin. Leti 4. 2 «62 Olire al non
ess.re sonellone, non sarebbe po.o, se tra
cotesti acutissimi Fiorentini spiriti giù-
V 1 N
V l S
V I N
ijaS
sDcsse . potcrM chiamar soncUmo j come
f quaUb/.inucolo .i suol diro per fargli
fiivorc : liuon vinollino. (C)
vl^ETTO. r.«o <ii V" "'"": ''"'
,a fumo , ..a gro-Joso. a. Ma,,. Irranz
,J.b..rl. 3. 94. Non vuol =,e non V-
vandc .ielirale, Cerli vmctli a»uU m bar-
b.pa.ia. Che 'n disparte si serl.an per la
"'*VIX1FER0. Adii. Che produce vi-
no Jnsmll. Mclan,. 6. 5. Lasciaro spesso
il monic di T.molo Con le piante vn.re-
re liee. (Il) , ,,, ., , ■
+ VINO. Liqtiort tratto dall uve yi-
JteosprenJe, che ha l.ollUo . e che
Gr. or-,oi . noce, no: 60. 18. Poco | m
l-a trovai gente cbe portavano .1 pan nelle
ma»e, e M vin nelle sacca. I: no.: ■^g. ib.
Li quali sentendogli boniss.m. »'■>■"..
gli tenevano assai di presso, t no: 8». 0.
Vi piaccia d- arrubinargli socslo Basco
del vostro buon vin vcimiglio. tr. i). M.
I. Quando si tr..mula il vino a luna pie-
na, diventa aceto, E cnp. A^. I. Fo.che
il vin bianco di sua vendemmia ,u aKun
vaso avrai tramutalo , e per un di sarà
riposato, mettilo nel (ino , del quale lu
tratto il vin nero. !■ ca,,. 48. I. Il vino ,
secondo Isae, da buon nutrimento, e rende
santi al corpo . /Cr. son. lo5. Di vin
serva, di letti e di >ivande. Dnnt. I ar.
IO. Oual ti negasse il vin della sua fia.
la. Amm. Ant. 2^ 4- 9- Vino e gioven-
iute è doppio incendio di lussuria. Amct.
JO. Sopra Falerno, coperto di vigne por-
tanti vmo ollimissimo . Fior. I ir,. A.
M II vino e le femmine fanno immat-
ure > savii . lied. Oss. nn. 5g. Tanto e
veramente vino il vino vermiglio, quanto
il bianc. , il doralo , ed il meno colore.
E Ditir 17 Cbe >ino i; quel cola, Che
ha quel color dori;» * Forlig. Bice. aS.
62. Di villi non vi parlo ; v' eran tulli :
Dolci, abboccati, lond.irelli, e asciutti (f)
§. 1. Fino vergine, .fi dice tjuello ihe
nel lino non hn nvulo la sua perjezione.
Soder. Colt. 72. E ben veto , che quan-
do il vino si tramuta vergine , mentre
ancor bolle, e non è ben chiaro, o fatto,
non ricche danno. £ 75- E quando lu
pensi che egli abbia bollito, e sia presso
che chiaro , e lu 1' imbotta cosi vergine ,
affinchè neUa bolle egli si risenta un po-
chetlo, e v grilli qualche di, che questo
stabilirà U vino, e lo farà scarico di co-
lore . F 78. Poi quando ella non getta
più (la botte), riempila di vin tergine.
E 105 Si dee ec. avvertire di ec. tarlo
ammostare co' pugni della mano, per non
cavare il grasso dell' uve , e cosi vergine
imbottarlo ce. ; e volendo che abbia un
po' di colore il vino sopraddetto, lascialo
slare un dì in sulla vinaccia.
§. II. Diciamo in maniera proterh.
Domandar I' oste , s' egli ha bnon i i/10 j
e vale Domandar cosa , che tu .tappi di
cerio che 'l domandalo risponderà a fa-
vor suo , quantunque e' non sia per dir
vero . Varch. Frcol. 168. Avevano ra-
gione, o torto? V. Questo è un diman-
dar r oste , s' egli ha buon vino .
* g. III. Fino, per Uva, dello per me-
lommia. Med. Arb. Cr. 3o. Premetlegli
il dolce sangue di sopra, come si preme
il vino nel palmento. E i!\. Si come co-
loro , che pigiano , e priemano , e lor-
eono i botri del vino nel palmento. (C)
§. IV. Il buon vino fa buon sangue;
proverb. che vale, che II buon vino gio-
va alla salute, lied. Annoi. Ditir. 5. In
Toscana sogliamo dir per proverbio : d
buon vino fa buon 5.iogue.
§. V. ;'i/io amaro, tienlo caro; pro-
veri,, che vale , che II vino che non e
dolce, e sempre di miglior qualità. Bed.
Annoi. Ditir. 18. Ma noi abbiamo in
Toscana un dettato : vino amaro tienlo
" %' % VI. Fino di leggiadra schiena ,
dicesi a Vino alquanto gafliardctto e ga-
lante, a Fino di qualche peso. Lasc. rini.
2 74. Il verno ben voiTebbeaver la %e-
na ! O veramente esser piccante almanco,
E saporoso e di leggiadra schiena, ftj
* § VII. lin da famiglia, vale li-
no di poco pregio. Bocc. g. 6. n. 2. Che
questo non sia vin da famiglia, vel volli
stamani raccordare, f A.)
S Vili. 6'niarr, o /rorre <i/lMii "' '■1-
no'dalla testa, dicesi del B.durlo alla co-
gnizione del suo dovere, turbatagli Jor.tc
dal soverchio vino. Cecch. .l.'of,'/. 4- >'•
Che tu non metta d mio zw in baiate, Clic
forse forse un legno ti potrebbe Trarre il
vin della testa.
S IX. Al buon vino non bisogna Jra-
,ca'; proverb. che vale. Che 'I buono si
fa conoscer per se medesimo , e non ha
bisogno d- allettamento , o di conirasse-
j„o Lai. vino vendibili su.<pensa liacde-
'rn nihii opus. Ved. Flos. 211.
* §. X Proverb. Fav. F.sop. T. Bice.
l5. .Smista di grande uomo, e vino di 6a.
...co la mattina è buono e la sera e gua-
sto. (Ci , j. .
+ 8. XI. l'ino, per simili!., diciamo
a Liquore tratto da melagrane , mele ,
vi.<ciole, e .umili. M- Aldobr. Il sidro,
,he i; vino di mele, se e fallo quando le
mele son mature , si è caldo e umido .
l'altad. Apr. 9. A fare il vino violalo ,
cinque libbre di viole , e senza rugiada
§. XII. Dare il vino. V. DARE IL
VliSO . , ^ 7 ,-
§. XIII. Indire il vino a fiaschi. I ■
FIACCO, g 111.
* §. XIV. U.KÌre il vino del capo,
vale Cessare l' iibbrinchezza. Bocc. g.y.
n. 6. Calandrino, essendogli il vino uscito
del capo, si levò la mattina. (V)
:S §. XV. Fino sinico , si dice dai
Medici il 1 ino non dolce, ne abhoccaio .
.Salvia. Buon. Fier. (A)
VINOLENTISSIMO. Superi, di 1 mo-
lento. Ir. Oiord. Fred. B. Di uomo vi-
nolenli.«imo, cbe era, si ridusse ad una
totale astinenza dal vino.
VINOLENTO . r. A. Add. Bevitore
soverchio, Amalor del vino. Lai. viiiolen-
Ins. (ir. oi'vnfo';. Maeslruzs. 1. 12. Con-
viensi che '1 Vescovo sia inreprensibile,
sobrio . non vinolento , pruderne , ec.
J- VINOLENZA, e VINOLENZIA. A.
L.'ll soverchio ben: Lai. vinolentia. Gr.
«=■=;., . Oli Com. l'nrg. 23. 438. Sog-
giu"ne. cbe in questa fame e sete s e-
menda ciò che si peccòe in saluritade e
vinolenza. ìlacttruzz. 2. 12. 4. La vino- ^
lenzia toglie la mondizia , e incita la h- 1
bidioe .
•f * VINOMELE. Mele ridotto come
ad U.10 di vino. Salvin. Odiss. II. 33.
E intorno libamenti ne libammo A tulli i
morti, piia vinomele, E poi con dolce vin
•+ * VINOSITA . Vizio di chi e de-
dito al vino. Uden. Ms . 5. Sg. Quivi
si tassa di vinosit'a eziandio Anacreon-
le. (A) _
VINOSO. Susi. Sorla di vitigno .òo-
der. Coli. 121. Il vinoso ne' racimoli so-
miglia il ciregiuolo alla lunghezza e gros-
sezza . .,
VINOSO. Add. Aggiunto dell uva.
Che ha in .té mo/<o vino. Lai. vinosns .
Gr. oivr.po'?. Cr. l^. l\. 2. Oltre modo l
rami empie, e 1' uva sua è molto vinosa.
Enum. JO. Ed e un'altra spezie d uva
nera ec, la quale <: dilettevole a manica-
re, ed è maravigliosamente vinosa.
=!. I. l'inoso, vale anche Di ii«e, jip
parlenente a vino . l'ieno di vino . Lai
vinouis. Gr. Tis/foivo;. Alam. Colt. 3.
60 Lodi cantando Lieto al vinoso Dio,
.ovresso ascenda, lied. Ditir. 26. E nell..
grande inondazion vinosa Si tuBi.
• j. :;: s. II. I'inc.10, vale ancora Che
Itene del sapore del vino. Fini. yidr. Op.^
mor. 4. 101. L' ulivo produce prima 1
amaro e la vite 1' agro ; poi Iramulatosi
quello diventa olioso, e questo vinoso. (C)
Ross. Svet. I it. Aug. Una fella di co-
comero ec, o qualche pome fresco, ovvcr
secco che fussc sugoso e vinoso. (FP;
•t* *•' §■ !*'■ Vinoso, per Pedtio al vi-
no , Viziosamente vago del vino . Buon.
Fier. 2. 1. 2. Il sonuo amico agli ebeti,
ai vinosi. Fumosi, e ben pasciuti e lonzi,
ec. (qui inforza di sust.J. (A)
VINTA / . A. Vittoria. Lai. Victo-
ria. r,r. vizrl. Frane. Barb. 63. I. On-
de tu disconforli Li tuoi iiimici , eh' e
parte di vinta. Cuill. lelt. 21. Noumeno
eonta saggio viltorevile vinta m tribula-
zione vincere, che "n batlagha.
VINTO . Add. da I incere . Lat. vir-
l„s suprratus. Gr. vizy.ìe.';. Hocc. nov
10 3l lo, vinto dall' iia di quella per-
dita di quei danari ec. , la feci ad un
mio famigliare uccidere. K nov. p8. II.
Della mia virtù mi sia convenuto lar
pruova , e quella con grandissima vergo-
gna di me tri.ovi vinla . ranl. far. Cf.
Che, vinta mia ••irti), diedi le rem.-.- / il-
SS. Pad. 2. 190. Innamorossi di lei e
vinto di questo malo amore d.m.indolla al
padre per moglie . E 2. 374. Vedendosi
lo demonio vinto della prima questione ,
si levò anche lo capo, e disse, (l')
S I. J'inlo , per Persna.to , Mosso .
Folto a compiacere . Bocc. aov. 8^. .^.
Tanti prieghi sopraggiugnendo , Che 1
Angiulieri, come vinto, disse che era con-
tento . F nov. 99. l3. Il Saladino e .
compagni vinti smontarono.
f § § II Bimnner vinto d alcuna
eo.i^. vale Es.<erne persuaso. Persuader-
sene . Frane. Sacch. nov. l63. Ldendo
laute ragioni il indice , e da ogm parie
essendo quasi gabbatore, rimase vinto di
questa cosa. (V)
P HI Vinto , per Indebolito , .Spo.<-
,ato Lat. debilitalus. Gr. a'càEV/!?. Bocc.
nov. 43. 8. Ver lo lungo digiuno era si
vinto, che più avanti non poteva. /•. nov.
77. 33. Le fuggì r animo, e vinta cadde
sopra il battuto della torre. E imm. bJ.
Vedendo la donna sua ec. tutta vinta,
tutta spunta , e giacere in ler,^ ignuda
ec, cominciò a piangere Vani. Inf :>_
E che geni' è, che par nel duol si vin la?
* r.ui?c. Star. 2. 21. Vinto (il rome,
lice) dalla sete e dai caldi smisurati che
erano, dimandò gli fosse dalo da be-
re. (B) . , j,
" S IV Per Legato , Avvinto. Ji' .
Far. 34. 17. '" L'dia venne, ed' un
laccio più forte Vinto restò poi che ve-
duta m' ebbe- (FPj .
e V. Darla vinta , 0 per vinta ad al-
cuno, vale Concorrere nel suo sentimen-
to. Lat. cedere, concedere. Gr. ..«siv Tivj.
Frane. Sacch. nov. 67. Strignendos. nel-
le spalle disse : io le la do per vinla. L
„o^. I5l. Or mi di', quanti scaglioni ha
ellal dice i! Pisano: Io te la do per vin-
ta. Bern. Ori. 2. 8. 5l. Brandimarle di-
rea : dacliele vinta. .
\\l': Darle vinte, vate Adulare, An-
dare a; versi. Lai. genio indulgere. Or.
i VII. Darsi vinto, o per vinto vale
Arrendersi, confessandosi vinto. Aegner
Predtli^^. E che sar'a m.iil Non verrà
r^nque'mai di, cbe ci diamo per vinti T
7 E Fred. Pai. Ap. 4- 9' Tanto 1 e-
IJ26
V J N
keinjùo vai fiiù de* prodigii stessi a soj^-
giugare ec. a Diu la niptloiina voluolà ,
«ir e r ultima a JjfsÌ per vipta. (TC)
§. Vili. / intOj in Jorza di snst. , per
finta, littoria. <ì. /'. 11. 76. 4- Lo
t>nnì]ioten(c Iddiu Saliaot d*a viuto e per-
<lu(u a cui y}i piace; , sccuailu i menti e
i peccali. •:• IC 11. 2. l4- Io sono lo Id-
dio Saliaolhi cioè a dire in latino lu Id-
dio dell' oste e delle battaglie, e do violo
e perduto a cui mi piace (così nella nota
4Ì57. Cuitl. LettJ. (f J
VLNLXCIO. / mo thhole.
A' ViNUCOLO. f inetlino. Vino di poco
*;ìlore. Pros. Fior. Salvia, leti. ^. 2. 262.
Oltre al non essere sondlone, non sarelj*
Ijc poco se tra roteili acutissimi fioreiiliai
spirili ^iugiiei&e a potersi chiamare sonet-
lino; come a qualclie vioucolo si suol dire
per fargli favore: buon vioclliao. {Cj
VIOLA . r'iorc noto di varie sorte e
rolori , Lai. viola , leucoion caryophylli
odóre. Da/il. Pitrg. 32. Men che di rose
(! più che di viole dolore ai>reado, s* iu*
novo la piauta. /'elr. canz. 28. .ì. In ra-
mo fronde, ovvcr viole in icrra Mirando
alla ìlagion che *1 freddo perde. Jl son.
129. Amoroselte e pallide viole, fieni.
i)rl. a. 11. 20. £ tanto avTÌWippò fra-
sche e viole , Come colei eh' a fraiche^;-
j^iarc er' usa, CI»' all' crror suo trovò pure
una scu>a (qui figuriitiiin. e vale ciance).
Iticett. Fior. 78. Questo medesimo si fa
delle viole gialle.
§. J'iola mammola. Spezie d'erba no-
ta, ed anche ti suo fiore. Lai. viola mar-
tia. Lift, ctir maiali. Quantlo comincia-
no ft Goriic le viole mammolf. /■'*/•. Dial.
l'eli, donn. ^08- Usaronsi ancora )e viole
mammole per quel poco del tempo che
elle duravano ec, e furon chiamate vio-
le mammole, (]uasi volessero dire fiori da
mammole. lied, /innot. Dilir . Il(j. Di
<]ui ebbe elimolojjia il nome delle viole
mammole. /: Cons. i. 33. Nel quale ('/to-
do J sicno liollili fiori dì Voragine , o di
viole mammole. Lor. Med. rint. 5|. Que-
sta .<ol credo, o mammole \iole. Clic da
Datura destinale siete Per riscaldarvi a*
raggi del mio sole.
VIOLA. Strumento musicale di corde,
the si suona coli* arco, e ne sono di più
firandesze , e di luouo più ai uto e più
Urave , e dal modo di sonarle si dicono
f'iolc a gamba , e 1 iole a braido . Lai.
lira , pandura liej acftorda , Don . Gr.
y^i'n^ . Fior. S. Frane. Il3. Aveva una
^ iola nella mano sinistra, e Io archclto
nella mano destra. Fir. jis. Q.\l. Un certo
giovane, il quale, stmando ima sua viola,
accompagnava alcun di loro, «he cantala
io hanca, er. Multn. y. 88 IC però, pri-
mach^ a viola a f;am1>a Dita fu^a mi suo-
Ilio di concerto, A lasa l'igolon Mtgl* ire
a gamha (i/ni per itrhrrzo, a vale Dare
ti ffamlte}.
§. Fiala d' Amoix, Sorta di viola si-
mile al Fiutino, ma più profta di corpo,
'f # VIOLABILL. Jdd. Soggetto a
I iolazióne, Che può cs.ter violato. Sprr.
Orai. png. ili i Fenetia |5()6) Ad ora
Rd Ola DuH'allra cosa allendevano, che di
rftsrr corse a furore, e falle preda di
quelli, cui tuppvano csioro in odio la fe-
de loro non vìnlahilc (^)
't VIOUCKA. Spelte di erl»a , così
detta dal CrcscenMio , perchè 1 fiori di
essa Itanno il color violaceo. Lut. *viola-
ria. Cr. 9. 33. 1. Si sollecili qn.inlo può,
(Jic *l corpo del ravallo »i mntlifirhi, e >t
faccia docoxione dell* erUa % iolarra, e pa<
rielaria, e di mulvii, o di rruica d'urto,
•f * VIOLACKO. Add. Di color d,
viola, l'iolalo. Salvia. (^Pp. /V.*r. .'>.
406. N« del mar violaceo le \ic. Nò la
victoa la ican%ar tcìa^ura. E Odiu, Bran
V I 0
pecore ee. di follo vello, e belle, e gran-
di, aldiienti violacea lana. (A)
'^' VIOLAIO. Luogo piantato di viole.
Salvia. Ceorg. Iib. ^. E ì violai bevano
irri;-uo fonte. ( F^
VIOLAMENTO. // violare, l'iolaaio-
ne. I.al. violatio. <ir. /*o).U7/x5 ; . Lnsc.
Parcnt. I\. J. Per dio ventura esserli
violala da un cooladinello una tua legìl-
tima figlinola? /'. Gran violamento l ei
sono fanciulli : che possono eglino mai
fare?
u- %. l'er Trasgressione. Segner. Fred.
Pai. ,1p. 5. 8. Le omissioni non sono
violamento di prerelli negativi, come le
trasgressioni; sono violamento di afferma-
tivi. iTCf
f VIULAIIE. Totre per forza la ver-
ginità, 0 la pudicizia d' una fanciulla.
Sverginare . Lai violar^- , corrumpere ,
polltiere Gr. ^layàgc'^ttv . tUi. Com.
ìnf. l5. 283 L'unii {si è) di violar la
femmina che è in potestà del padr*. Alam.
Gir. l4- l6^. Che violar la vogliono , e
far tanto, Lb' crede sia di sempiterno
pianto.
5 §. i. Per Corrompere, Contamina-
re. Lai. violare, polluere. Cr, p.o'Ajvnj.
Filoc. I. 9. Moftlrando loro, come vene-
reamente le loro malrimoniali letta j\ea
violale, t tamm. ^. aS. l'iima nelle brac-
cia m'avesti, e quasi la mia pudicizia
violata, che io fossi dal sonno inleranien-
le sviluppala.
v §11. Talora vale Offendere, Far
contro. « Pocc. /joc. 98. 12. Io di le a le
medesimo mi dorrei, siccome d' uomo il
quale hai la uoslra amicizia violala. E
Lett. l'in. Pass. 28S. La sua fama, le
sue opere con ingcgno>o soprannome s'
ingegna di violare, o di macchiare. Vit-
laui. 2. 23. Violando la pace eh' avicn
lalta " . (Cy l'-uicc. Stor. II. 223. I-D-
trarono poi nel marchesato di Monfcrralo,
e nel Piemonte ec. dove parie predando,
parte componendo i miseri popoli ( ma
asieneudosi da violare la sita e 1' onore),
lerero blandissimi guadagni. (I.)
VIOLATO. Jdd. da l'iolaj Di Color
di viole. Paonazzo . Lai. violaceus . Gr.
ion.$t'^. Filoc. 4- 20i^. I suoi compagni
e servidori tulli di violale vesti vestili .
Amet. 47" Co' ritoiidi cocomeri , rolli
scropu'osi cedrinoli, e pctroociani violali.
HeJ. Ins. 16. Nacquero in capo a 12
giorni alcuni mosconi turchini, ed alcuni
altri %ìol.tlÌ.
g. J'iolalo, per Estratto da viofr . o
Fallo con infusione di fide - J'allnd.
Apr. 9. A fare vino violalo cin(|ue lib-
bre di \iole nelle, t- santa rufciada colle.
Cr. 3. l(). 5. Quando 1* arai cotto f/'or-
so , soprapponi mele \iolalo. /'.' 6. l3o<
I. L' olio violalo »i U in quella manie*
ra, rioi' rlie ki jireodooo le vivole. r si
cuocoiio in olio, e la colatura sar'a olio
violato Lih. ciir. maiali. Se procede (il
singhiozzo ) per evacuamento , sia dato
sciroppo rosato e violato con acqua fred-
da. Tes. Pov. I'. .V. tap. 6. Contro al
non tloimiie fa si>|>po>la d tippio ed olio
violali» : è buon rimedio Item : oppio .
mandragora ec. Iril.» e confi-lla ct-n succo
di morella e di iu»quiam«>, ed olio viola-
lo, e«l uiifti la fronte. Hed. Cons. l- 33.
Si serva ancora dr' fiuti i del ti'l>esl< n
colli in brodo, e raddolciti con giuli-bbo
violalo solutivo.
VIOLATO Add. da ì lolare. Jìem''.
Stor. 3. 37 .Nelle qua' navi erano molle
donne piigioni, v alquanle monache sa-
crate rapite Aà^ loto iiionastcrii in (-air-
ta, e viidatr.
f §. I. Per melaf vale CoMl.imi'iai<^,
Corrotto. Lai. corruplus , pollutus . (ir.
pl«9^M'^ Srrd. Slot. I. Ì\ Scrisse al
V i 0
Zamorioo ec. , querelandosi acerbarocole
del violato ospizio. Buon, Fter. 3. 3. 13.
E chi alle leggi Sta sottoposto , condeo-
oato a torto, b't daole, e quelle pìangOD
violate.
■f S- U. Pf'' Ingiuriato . V Tit. Liv.
Dee l. 2. cap. 17. Conciofustecosacb*
quello stesse tutto tacito, ed atesse io-
torno a se una compagnia di giovani per
temenza di non essere violato. ^.V^
t « § III. Per Offeso, Leto Segner
Mann. Die. 23. 4- ^k'^ ^i registra tosto
Ira i ribelli suoi piii esecrandi, quali so*
00 i rei di violala macst'a. (I j
I VIOLATORE. ì erbai, masc. Che,
o Chi viola. Lai. violator, corruptor. Or
fÌJOptJi. ^' I it. S. Domini. 282. Poi dor-
mendo il suo violatore l'uccise, e poi
con allegi eiza uccise se, non vogliendo
vivere dopo la peiduta virginilade. (l'J
§. Per melaf. l Ite fa ingiuria, e vÌo-
lenza. Maestruzz. 3. 5- Cinque sodo i
C4si riservati di comueludioe approvata.
Il primo r omicidio volontario , secondo
falsarii , e il terzo i violatori della libci-
là della Chiesa. E 2. 5i. il gmdice vio-
latore di questa costiluiiune e sospeso
per uo mese dall' enlramenlo della chie-
sa e dagli ufBci divini. lìtit. Furg.6. l.
Mandaro ambaìciadoii a' Homani, doman-
dando li Fabii, che erano siati violatori
della ragione.
*t ^ VIOLATORE. Susi. Sonatore
di viola. ì'oce fuori d* uso. Sen. Piti.
Ivi con sommo studio si giudica chi è
buono violatore, e chi beo sa sampogoa-
re, e chi ha bona Locc. (F)
VIOLATRICE. Femm. di Violatóre
Lai. violans. Gr. jSta^oasa. Fr. Giord.
Pred. P. Governando con forta violatri-
ce di Ogni liberta. Tac. Vav. Ann. |.
15. Percbi; tenere il piccol figliuolo e la
moglie gravida tra quelle furie di ogni
ragione violatrici 7
3 VIOLAZIONE. // violare. Lat. fio-
latto. Gr. ^t.vcfici . Maeslruu. 3. 3o-
2. Sacrilegio è una violazione della cosa
sagrata .
5? §. Per Trasgressione. »* Cuicc. Stor.
16. 63i. Riprendendosi la violaùonc del-
la fede degli altri capitani, liheralo Sua
res, ec. ». (C)
* VIOLENTAMENTO // violentare.
Sforzamento. Lai. coaitio. Gr. ^la?^)'^.
;/ locabol. alta voce SCO.MyURO. (•)
t # VIOLKNTANTK . Che violenta.
Che usa violenza. Segr Fior. Disc. Ma
quando il violentalo era più forte del vio-
lentante, si poteva dubitare che ogni gior-
no quella violenta cessasse (tfiii in fotta
di sust.J. (A)
VIOLE.NTARE. Fai forsm im maniera
che e' sta impossibile resistervi, Sifrrsa-
re. Lai. vini inferrt. Cr. i/^iaZcs^i .
Sen. Declam. Se alcuno to>;liesse una
femmina, e violentatsela e iforusse , re.
Piion. Fier. 3. 4- 4' ^ talun mi parta
con gli scongiuri Violentarvi, tf Cmec.
Slor. 3. 35. Contro ai quali aveva inro*
miucialo a procederò eoo le armi spiri-
tuali per avere «inlenlala la porta Late-
rancnse. (Li
t VIOLENTATO. Add. da Iwlenla-
re. Ott. Com. Par. ^. 84- L'uno stre-
mo si è involontario nnu violentalo
Maestruzz. 1. 5^. Se già ella non ne
fosic cagione, ovvero violentala , ovvero
dal sonno ingannata, ftuon. Fier. 3. S.
3. Di quanto lor può far felici Assume a
st violentato il frullo.
t VIOLE>TATORE. J'erbal. masc.
Che , o Chi violenta . W<t. ,V. tir^.
Questo viidcnlalore e sfonatore, che noi
abbiam detto, non credeva che Iddio ron-
videraise 1' oihtc sue.
\ lOLENTATRICE l'emm di /.e
V I o
UnMor..U,. rrf.l. Lo «salii con fom I
,„„pelUla, e vcr.mcnic violenta nce^
«VIOLENTE. Jild- '•oli-<lo. Lai.
^i^lentc .ns.ùV accaso.», A.;cofaccmlo
d, sua dntla lista, ec. (Il) /'-..(. S. o.r.
3-7 Ptr alcuna violente meili.ina, ot-
véro veleno. /(o/gA. F.c.-'. 211. Non ap-
n.rita cl.e e" facesse allora nuova ing.u-
H>, ni si scopriva volente o rapace, f/ ,
rùon. Fier. 2. 2. 5. Non venga volen-
te, E non penetri .(ua .lisor.lmato Un e
i desiderato, E utU.fa n' apporta. ( )
+ VIOLENTEMENTE, ^^wrfc. < o«
i.iolt„ia. Lat. ,,oUnUr. Gr. ^.acwc. ^■
ì°\.20. r Che-I Ducalo a. Pug -a
Violentemente alla Chiesa avevano tollo^
Ver. .V. 6,v?. Violentemente rap.scono
quello che d.siderano. <>((. tom P„rg.
,8 1l8. li fuoco dura più nel proprio
luoBO. che in «luello dove sta volenle-
„enle. mes,r,.:z. 2. 4- Se pose e ma-
ni violenleniente, cioè sfonatamcnte, nel
Vescovo, o neir Al.ale proprio. ■- Cai.
Sist aio. Slimo che nella caverna ripie-
na d- aria tutta la volta premei cMic, e
,olo violentemente si soslcotercl.be sopra
i^ueir aria, quando la durciia Don potes-
te esser .superala ec. (B)
* VIOLEiNTElTO. ^J.' Alquanto
violrnu. Mapn/. MI- H r>" spc.litivo
(model, ma che è un tantino violenlcllo
ec., è il tenersi in cassette di cipresso. 'A)
VIOLENTISSIMAMENTE. Superi, d.
lioUntcmenlc. Fr. Oiord. Ired. E. Ves-
tirono violenlissiniamentc nel paese ne-
mico. * Jlor. Fur. 2. 34. Fermatosi
colle sue genti ad aspettarlo m un bosco,
donde al lutto avea a passare, per le det-
te parole violentissimamente lo uccise, a)
VIOLENTISSIMO, .fuperl. di I lo/f/i-
U. Borgh. Col. !n,l,t. 439. l^Iolte violeo-
liisime (leggi) di M. Antonio nel suo
consolato. Red. Fsp. nal. \\. Tossa pro-
durre ec. o.uella micidiale violentissima
releoosita .
» VIOLENTO. Susi. Cosa violenta.
Gal. Sisl. 38 Più volte ha detto Aristo-
tile, che nessun violento può durar lua-
fio tempo. fySI . .. . ,
J VIOLENTO. Add. Che/a violenla.
Lai. .tolenlus. Gr. ^ì-aToì. P"r. Cam.
45. 1. L' arme rendo All'empia e vio-
lenta mia fortuna. Pani. Inf. II. Vuole
uomo avere in se man violenta. Jt/nc-
ilruzz. 2. 36. Esso cherico si dee sco-
municare, e colui che 1 halle ò scomu-
nicato, imperocché colali l.usse, avvegna-
rhè non sieno violente , è nondimeno
(cosa) ingiuriosa all' ordine del cherico .
* §. L £■ in fona di Susi. Colui die fa
^■iolenta. - Pani. taf. II. De' siolenti il
primo cerchio è lutto», (ii
§ II. Per l'iolenlnlo, n Fallo per 110-
leaza. .V. F. 3. 70. Veggendosi la sven-
turata moglie ec. avvUata per lo violento
matrimonio contralto. * Porgh. ftip. B7.
La Morte (fra due fanciulli 1' uno la mor-
te naturale, 1" altro la violenta significan-
te), come rintuiiata. rompe la Ji'a taglien-
le falce. (C)
f VIOLENZA, e anlicamente VIO-
LENZIA. Lai. violenlia , vis. Gr. ^la .
Dani. l'or. 4. La violenta altrui per
qaal ragione Di meritar mi scema la mi-
«ura ? A. appres.<0! Se violenia è, quan-
do quel che pale , Necnle conferisce a
quel che sforta Bui. mi: Violenta e
fona falla e usala a danno e male altrui.
Aorr. no». 42. 4. Non soffrendole il cuo-
re di si; medesima con alcuna violenia
uccidere, pensò nuova nocessilk dare al-
la sua morte. F 96. 16. Le violenie fatte
alle donne da Manfredi avervi l'entrala
aperta in questo regno. S. Ani Con/ess.
V I 0
Vioicnia > il rubare altrui manifestamen-
te. ..
3^ e Pir Furore d'animo, li-rocia.
Fior. il. 357. A queste parole dello re
V I o
ijaj
rior. II. .','/. " -1 1 , ,
Latino non si piego a nessuno modo la
violentia di Turno. fC)
VIOLETTA. Pini, di ì loia. HI. Al-
dolir. Imp.ima si far'a fare una decozione
di violette. Pelr. canz. 28. 3. Negli occhi
ho pur le violette e '1 verde
rt VIOLETTA. Per Laa .nrla di
persica. Ped. leti. 1. 327- Vi sc.nocerlc
persiche chiamale violette, che paiono
venute dal par.idiso terrestre. (')
3 VIOLETTO. ./<'<'. Di colore di 110-
la. Lat. violaceus . Gr. UtiSirly Caiil.
Cam. 92. Noi al.liiam color pei felli D
o-ni pruova e di ragione. Bianchi , ."«aurri,
e violetti. Verdi, rossi al paragone.
» S /■; in forza di susl. per Color
violclio. .. Ari. rei,: ]\Vr. 5. 85. Verri
un lalRro orienlalc, che ai'a nn violetlo
vislosissimo m . (ì^)
SVIOLINA. Vioìeila , Piccola vio-
la. lAi ,. . ,.
•+ * VIOLINISTA. Scnalor di violi-
no. Magai, pari. I. /.((. 19- Feci sentire
un mio aiulanle di camera Fiamingo ,
violinista ass.ii liuono, e un mio paggio
che sonava l'arpa con assai buona disposino-
VIOLINO. Sorta di viola, slnimenlo
musicale. Lat. parva lira, pandiirion
telrachordon. Don. Jarch. Ercol. 290.
E come disse messer Lazzero di raesser
Sperone, che chi non poteva sonare il
liulo e- violini, sonasse U tamburo e le
campane. .,
* VIOLINO. Add. Pel color della
viola. iC) ,,
t :;: ? / inforza di susl. vale Color della
viola.\4rl. I etr. i\>r. 5. 84. Queslapasta
lavorata avi^ un violino bellissimo, f/ ;
VIOLONCELLO. Fiolone.
VlOLONli. Fiala grande di tuono
grave , che .« dice miche lìasso di viola,
e lioloncello quando idi minor grandezza.
Lai. harhilos, bailnlon. Gr. ;3af,SiT0;.
Farch. Frcol. 246. Chi non eleggerebbe
di toccare piuttosto meaanamente un
violone , che perfettamente scarabdiare un
ribechino t . r.- 1
+ VIOTTOLA. Pi"'. * '"" Piccola
via Fin non maestra. Lat. semita. Gr.
a-pitrti':. Mor. S. Creg. Elli chiuse la
viottola mia, e non posso passarcene!
mio sentiero pose le tenebre. Oli- ( om
•nf. 12 218. Dice che v' è alcuna voltola
da scendere. Dial. S. Creg. M. Andando
per una vioUola ec. , non sappiendo ben
guardare , pose lo piede fuor del viot-
tolo , ec. , ^ ;/
g Fiollota, diciamo anche a Quella
via che SI fa per li poderi con fiori di
vili o spalliere d'altra vcrzura dali li-
na e dall'altra banda. Peclam. Quintil.
r. Nel mio cimpiccllo non i: alcuna u-
scila, se non una strella viollola , la qua-
le appena bastava a' miei andamenti. Cecch.
Ine Z. 1 Oh semplice. Che si crede le-
ncrm! a Monlesperloli Sul carnovale a
far fosse e viillole?
VIOTTOLO, l'iottola. Lai semita.
Gr. à-p'x^ói. Piai. S. Creg. M. Andan-
do per una viollola mollo snella, non
I sappiendo ben guardare, pose lo piede
fuor del viollolo, e cadde quindi giuso.
I Fr. Ciord. Fred. lì. Nel disello non v
ha strada, n'e semita, ne viollolo, né pe-
data, onde 1' uomo possa dire : io vo be-
ne quinci. Criir. Calv^ì. 63. Bisogna
andarvi per celli violloli. Ed aver I oc-
chio, che '1 pii; ncn isdruccioli. Cr. 8. 3.
2. Per li spaiiosi campi si facciano an-
damenti e viottoli, per li quali il signore
possa andare a cavallo e a piede.
g. Per metaf Tran gov. fam. S»e-
gli'andigli dalla dormente pucniia , e fa-
tendo viollido alla futura lata via (cioè,
adito ). Crei. Vorell. 261. E di questo
spguilei'a, che tu guadagnerai sania trop-
po pericolo, tu li rinarrai presto ; non
andaie per viottoli, dove sarebbe 1' in-
ganno (cioè, con modi indiretti).
I 3 Vll'EKA. .Specie di sei-pe veleno-
so, e viviparo ; a differenza della mag-
gior parte degli altri che sono ovipari.
Lai. iiprrn. Gr. ^X'^''-"- ''-"/'• f ""S- ^''
pera 'e un serpente che partorisce per fer-
ia , ed ha multi colori. Mor. .V. Creg.
L'aspido è un piccolo serpentello, e la
vipera è di maggior corpo ec ; e imper-
tanlo è denominala vipera, che tanto è
a dire, quanto cosa che partorisca per fona.
Maestruzz. 2. 28. 3. Qual è la pena del
pariicida» La legge i:, il.e prima sia bat-
tuto con verghe, e poi sia cuscilo in un
sacco di cuoio con un cane e gallo galli-
naccio , vipera e scimia,c sia gillalo in
mare, ovvero in 6ume. Alam . Colt. I.
26. Che discaccin col fumo dai lor leni
la vipera mortai, l' umida serpe.
''? ^'. P,r L' Insegna della famiglia de'
Fisconti, signari di .Milano l' usò <• Dani.
Purg. 8. Non le far'a si bella sepoltura
La vipera che i Milanesi accampa , Come
.ivria fallo il gallo di Gallura ... (il)
VIPERAIO. Cocciator di vipere. Ped.
Fip. 1. 17 11 suddetto Iacopo viperaio
si esibì a berne una cucchiaiata.
VIPERATO. Add. da llpera; Appar-
tenente a vipera. Red. Cons. 1. 39. Co.
minciò Sua Eminenza ad usare i brodi
e le carni di polli viperali M-ioi-, nutriti
con carni di vipera). F 69 Non credo
che il bere vino viperaio vaglia ad es-
sere di utilil'a alla rogna del .vignor Con-
te (cioi, in cui sia stala tenui a in infusio-
ne la carne di vipera).
•f * VIPERELLO. Pini, di ì ipera.
.Kalvin. Me. Ter. pag. 33. Tu non li
fare allor ne' trivii incontro. Quando lug-
gendo il morso e la feri.a. Il bruno vi-
perello se ne corre ec. (Aj
VIPEREO. Add. Pi vipera. Lat. vi-
pereiis. Gr. sxiSvuOi. Fiamm. 1. 17
Ma la piaga ec, piena rimasa di vipereo
veleno ec. , quasi lutto il corpo ec. pare-
va che occupasse.
* VIPERETTA. Pim.di Vipera. Hed.
Oss. an. 3 A prima vista giudicai che
fosse una vipeielta. (*)
VIPERINO. .Jr/if. Pi"' * I ipc" !
Piccolo parto della vipera. Lai. catiiliis
viperini^. Gr. li/.ioi f/.iò-".ioi . Red.
Vip I 75 È credibile che queste uova
non fossero feconde, e, per cosi .lire, gal-
late, perche tali essendo, ne sarebbono na-
ti nel mese di Agosto i viperini. E 76.
Quando Galeno parli) delle vipere pregne,
volle solamente intendere di quelle che
hanno i viperini in corpo all'uova altac
cali E appresso : E senza questi viperi-
ni in corpo ogni vipera i: buona per la
triaca. ^ _ ,
•f VIPEPINO. Add. Vi vipera. Lat.
viperiniis. Cr. ixCÒ-^lioc Red. Fip- l-
10. Soagiugnendo, che il 6ele ype"""
bevuto "fe un tossico de' più mortiferi che
in terra trovar si possano. /■: 22. Alcun,
ec. hanno dello, il cuore viperino avere
una sola auricola. E 54. Se vi fosse al-
runo, che pur volesse che le code vipe-
rine fosser.; lossicose. /: 67. Bacano an-
cora in processo di tempo le polveri vi-
perino. E Cons. 1.69. ■'«'° ""/ ,'S°7;
io che Galeno ec. e ciò che Areico d
Cappadocia ec. affermarono della virtù del
vin'L^ipcrino per guarire le mal.-itUe che
sogliono venire nella pelle (noe, in cu,
sia tenuta in infusione la carne di . pe-
' la) E 120 L. polvere di occhi di gran-
1728
V I P
V I R
V I R
chi, la (jolvcrc viperina, molte raxtc di
scrviziali, di cniuUiuai, ec.
* VIPISTitELLO. Lo stesso che l'i-
spistrclh. Lih. Sagr. Lo 'nvìiìioso non
può patir ili vedere gli altrui ht-ni, .se con
come il TÌpi&ti'(-llo, o lu talpa, la chiarita
del sole. (*) Min- Maini, pag. 128. Pi-
pislre//o, che si dice anche i-i spi Girello, u
vipistrello, dal Latino vespertilio, e il to-
po alato, aniniale uoti&siiiio- (B)
'.• VIPRA. /'. A. ripera. Fax; Esop.
l56. La {golosa vipra per grande fame e
desiderio di maogiarc entrò nella bottega
d'uQ fabio. E 157. Udendo la vipra co-
sì parlare la lima , fu molto insuperbi-
ta. (V)
* VIRAGINE, e presso i poeti VIRA-
GO- Donna d'animo virile e maschio.
Lat. de viro sitmpla. Sper. Pros. iQ^.
Wè perchè dopo il comun peccato fusse
dannata al dolor del parto la donna, e sog-
giacere al marito, perdette epiteto <ii vi-
ragine. /: 171. Dir poi che '1 yiiio del-
le viragini vada di pari colla virtù, ù un
de' sogni che suol formarsi 1' astrologo, (l )
Car. En. il. 6()5. Avrcm Camilla, La
gran volsca virago, che n* addusse Di ca-
valieri e di caterve armale Si bella gen-
ie. E V. Boy. A tal proposta Turno nel-
la terribile virago (ili ocdn 6ssando, ec.
/:,' V. lo53. Or chi Tu prima, Chi poi ,
cruda virago, e (|uali e quanti Quei che
abbattesti ei:. (M)
VmiiNTE. /■- L. ferdeg^ianle. Lat.
vire/is. Gr. àa/sàov. Jniet. 5. Sc\ dol-
ce tempo, che cantan gli uccelli Istanti
air ombra d* un virente alloro.
§. Per meta/. Bui. Pttrg. 3o. 2. Egli
emenderebbe 1' errore, cioè colla virente
contrizione. E Par. l. I. La sapienzia
sempre e virente, ovvero verde, e però si
coronano i poeti di corona d* alloro, in
segno che la loro scìensia, e la loro fama
sempre e virente.
VIRGAPASTORIS. Comunemente si
dice l'erga del pastore. Cardo salvatico.
Lat. lahritm f'cneris, cardtts J'eneris f/>'-
psacus. Cr. 6. l3l. 1. Virgapasloris è il
cardo salvalico, ed è freddo e secco, e so-
lamente le sne foglie si confanno ad uso
tli medicina, verdi e secche.
VIRGINALE. /M/. J'erginah: Lai.
virgineits , virginalis. Gr. :iy.p3evi/o;.
Petr. canz. 49- 6- Ricordili che fece il
peccar nostro Prender Dio, [icr scampar-
ne. Umana c;irno al luo virginal chiostro.
Eir. As. 118. Ma in terra una nuova Ve-
nere con virginali bellczic era piovuta.
VIRGINKO. Add. l'irginale. Lat. vir-
gineus- Gr. rra^Sevi/^;. litit Purg. 33.
1. Avea lo volto virgineo, lo cullo di ca-
vallo, li piedi come orso, o leone. Menz.
rim. 1. 21. Li col suo Verbo interno,
Peso non grave del virgineo Banco , In
un bel nodo umanilà compreso.
VI1U;I.MTA', VlltGIMTADE, r VIR-
GIWITATE. ì'ergmità. Lai. x-irginitas.
Gr. 7tap3«vt'a. /?orc. «oi-. g8.36. lo non
venni» come ratUire, a torle la sua vcrg--
nilà. Amet. 8. E si per lei ili Venere s'
.iccesr, Che toltale l.i sua virginilate, Non
valendole priegbi ne difese, M' ingenero.
fi' 37. Fallcmi torre tre frondi della ghir-
landa d' Imeneo, leNtiinoniu della mia vir-
ginità. Tes. lir. 1. 18. Nella vecchia
leggo comando egli il matrimonio , ma
nel Vangirliu preilico egli la virginitadc.
Tass. Ani. \. X. In .|uesta guisa gradi-
rci ciascuno Insidialor di mia virginiUte,
Che lu dimandi amanti', ed io nimico.
# §. Tener virninità, vale Mantenerli
vergine. Cavale. SpfCeh. Cr. 161. llinun-
riare a ogni cosa, ed c1e({gere poverli,
tenere virginità, ec. (V)
» VIRGO. /'. L. e detta poesia,
ì'ergtne. Tcsorett- Br. 5. 3a. Dcgoù ve-
nire La maestà sovrana A prender carne
umana Nella virgo Maria. (Cj Car. En.
7- 112. Stando un giorno , oltre a ciò ,
Larinia virgo Sacrificando col suo pa-
dre a canto , Ed all' aitar caste facel-
Ic offrendo. Parve ce. /i il. 887. Al-
ma Latonia virgo , abitatrice Delle selve
e de' monti, ce. (B)
* §• yirgo , per Uno de' segni del
Zodiaco. Ott. Cam. Inf. II. 2II. Or se
Leo era sotto terra, seguesi che Virgo tra-
montava. (C) Buon. Fier. 4. 2. 7- K 1* im-
magini e i segni ivi sozzopra Giacer cal-
pesti ; i Gemini disgiunti, E soppressa la
Virgo, e fiacco il Toro, ec (A)
VIRGOLA. Segno di posa nella scrit-
tura, che si tramette nel periodo j Picco-
lo punto. Salvia. Pros. Tose. l. 188.
Segui del piccolo ptmto, il quale perchè
non Sembrasse il massimo, cioè punto fer-
mo, con una traversa linea, quasi stecco
tenuto da magistral mano, presero i gra-
inatici a additare; la qual linea fu per-
ciò chiamata virgola, o vogliam dire pic-
cola verga, dimostrante il minor punto.
VIRGOLARE. Porre nella scrittura le
virgole. Salvia. Pros. Tose. 1. 188. >è
il Petrarca puntò, o virgolò il suo Canzo-
niere ; che questa minuta faccenda i gran-
di autori ai grantalici avvenire loro affes-
zii inali lasciarono.
•f VIRGULTO. Sottile rimettiticcio
dì pianta j che anche si dice Pollone. Lat.
virgultum. Gr. yfiu/avov. Liv. Dee. 3.
Colle mani ritenendo i virgulti e gli ster-
pi, li quali d'intorno soprasta^aoo. Bui.
Inf. ^. E perchè non s' intenda che fosse
di virgulti e d' arboii, dice : io dico la
selva ili spiriti spessi; imperocché quegli
spirili stavan fermi, come se fossono vir-
gulti, tv. i). 80. 1. Quivi conviene esser
luoghi nascosi con virgulti ed erbe. do\e
le lepri di quando in quando nasconder
si possano. Alam. Colt. 5. 108. Chi vuol
lieto il giardin^ la creta infame Deve in
prima schivar ec. , e quel terrcn noioso
Che rosseggiando vicn ce. , E '1 Iroppo
asciutto ancora, Ch' abbila il grembo ripien
d' irli e spinosi Virgulti e sterpi. t*oliz. st.
I. 18. Quanlo giova a mirar pender da
un' erta Le capre, e pascer questo e quel
virgulto.
* VIHIDEZZA. J'iridità. Ott. Coni.
Purg 22. l\lS. Come il sole mai non
perde la luce, cosi questo arbore ( il lan-
ro ) sempre serba la viridezza. fCj
VIHIDITA', ViniDlTADE. e VIRI-
DITATE, ì'erdezza. Lai. viror, viridi-
taf. (ir. ;^Xùjp5r<]^. /foce, l il. IjuuI.
25i. E perpetuamente la viridii^ di que-
ste fronili dissono dimostrare la fama del-
le costoro opere.
VIItlLE. Add. D'uomo, o Che <ittie-
ne ad nomo. Lai. virilis. Gr. «vo^i/g;.
Maestruzt. 1. ij). Se e' pende più nel
sesso virile, che nel femniiuile, puule li-
covere il rarallerr.
§. I. /Vr meta/, vale f'atoroso , Pi
gran furzaj contrario di t\ fieni ina to. Lat
virilis , fortis. Gr. «vòptita^ , tf/j^o^.
Petr. Clip. 10. Vidi Auatarro intrejiidii e
virile. G. P- 1 3. ao. 3. Erano i piii virili, e
ardili , e possenti grandi di Firenze. AWr.
f.etl. I*in. lìort. 287. E pero reggcio con
virile forza l'animo dalla fortuna contra-
ria soNpiiilo. ed abballuto. /lem. Ori. l.
21. ^^t Ordaiiro era più forte e più vi-
rile, Graude della periona , e ben meni*
bruto. E I. a6. 61. Pur or facevi tan
to ilei virile , E favellavi con tanta arro-
ganza - ,
f ;5. Il- Per Genei-0so. /ìoce. nov. cy^ .
|. Commendala era stata mollo la virile
magnificrniia del re Carlo.
5 S- III. Per Autore%'ote, Gniec. Stor.
2 2{.'). Il Conte di ritigliiDo coDTocali-
gli io sulla piazza di tanto Antonio , e
confortatigli con gravi e virili parole alla
salute ed onore loro, astrinse se medesi-
mo ce. (L)
g. IV. Età virile, vai.- ìirilità, nel
signijtc. del g. Amet. 82. Quivi misera-
mente sotto spezie di privata persona lai
recò ad età virile. * Segner. Mann. Apr.
7. 4- Tu sei giunto all' età virile, e però
quale scusa può favorirti , >e non temi lo
ancora disprezzare il padre T (Cj
■J- §. V. ì irtle, e anche aggiunto di
Quel membro che nell* uomo serve alta
generazione. Lat. penis . Gr. mp/oi .
Ovid. Metani. La ninfa Lotos, tuggeodo
le sozze cose del membro virde . Mae-
strnzz. 2. 19. I. Egli è maladetto chi si
taglia il membro virile.
•f» * g. VI. /'ini porzione . Term.
de' Legisti. Quella porzione che spetta a
ciascuno coerede in una successione egual-
mente diiisa. Salvia. Sic. Ter. pag. q3.
Di questa una viril porzione eguale ta-
gliando, cura (qui per traslato), f.tj
* VIIULEMENTE. Avverb. Con ro-
hustezza. Con vigore. Con animo vinte.
Slor. S. Eugen. 385. Essendo virilemente
femmina, non a uomo mi mostrai, (l'j
't VIRILITÀ', VIRILITADE, e VI-
RILITATE. Astratto dt f'irilej Rigore,
Robustezza. Lat. vigor. Gr.pwux)to'7>i4.
Car. lett. 1. 85. Che le varrebU- quella
grandezza di spirilo e quella virilità , di
che io la conosco dotata , se ec. Tass.
Amint. 2. I. Questa mia faccia di color
sanguigno , Queste mie spalle larghe ec.
Son di virilità, di robustezza Indizio.
g. Parlandosi d'età d' uomo , s' inten-
de Quella età che è di mezzo tra la gio-
geniù e la vecchiezza. Capr. Boti. |. 8.
Nella virilità i pensieri dell' acconciarsi
agiatamente la vita non mi hanno mai
lasciato ritirare io nie medesima . E 10-
219. Il Bue della adolescenza h la gio-
ventù, e di questa la virilità, e dtUa vi*
rilità la vecchiezza.
VIRILMENTE. Avveri'. Valorosamen-
te , Va uomo valoroso . Lat. virittter ,
fortiter. Gr. oijSptKtZi, ijjfUiw?. Bocc.
nov. 34- 10. Le quali, se valorosi uomi-
ni siete, con poca fatica, virilmente roni-
haltendo, 'acquistar possiamo. E nov. 36.
l8. L' Andreuola da sdegno accesa, <■ di-
venuta forlìssima, vìnlnienle si ili|r>r E
J'it. Dant . 240. Sarà in te mrn«t d' u-
manità, che nei barbari, li quali trovia-
mo non solamente ai ere li corpi delli lo-
ro morii raddomamlati , ma per riaverli
essersi virilmente disposti a morire. E iSa.
Quanto virilmente operasti, reprimendo 1*
ardente desio del ritornare per vìa meo
che degnn. Mor. S. Gtvg. La quale ava-
riti.i non suol venire a coloro i quali vi-
rilmente corrono nella via d' Iddio.
VIRO. /'. L. D'età virile. Uomo
fatto. Lat. vir. Cr. a'oijV ■ D^^nt. /nf.
4- Cb' avean le turbe , che rran molle
e grandi , D * infanU , e di femmine , e
di viri.
§. Per Uomo .templiremente. Lat. »'i>,
homo. Gr. x^fip* ct»3Jw:T0;. D.tni. Par.
10. Che a considerar fu più che viro
Cavale. Erutt. ling. Gli chiama viri glo-
riosi , il qual vocabolo importa vigore e
valentia , r mostra che sono da laudare
prr l'opere virtuose. /ìern. rim. \. 83.
Perchè vpstOQ di seta , e non di panai
Son spettabili viri, ognun gli guarda.
t VIRTÙ*, VIRTUDE, e VIRTUTE.
Disposisione abituate dell' animo a fart
il bene, e a fuggi l'è il male. Lat. virtns.
Or òVvat;!»^ . .Fior, /ir/ A. M. Virtù
è buona qualità ili mente , per la quale
si vive bene . Amm. Ani. 4- a- l4- ^*
virtù k un abito dell* animo ad eleggere
ciò che nel uicuo dimora . Cavale. Di-
V 1 R
V I a
V 1 R
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,c,pl. spir. Diffincndo par.n.onle la v.r-
lù,.aulo Agos.iao to , eh" ella noa e
allro, che una egujilk .li . nenie che da
ordì parte sia confurn.e alla rag.one . L
apprtsso: Sau Bci.ar.lo ancora Jiscr.ve
htirù coM dicendo: La v.rlu e uso di
volom'a lilicra , secondo '1 comandamento
deUa ragione . E pm sotlo : La vutu e
uà abito volonlaiio, il quale tiene .1 niel-
lo , onde ogni estremità è viuosa. L <>'■
irovt: S. Giovan Grisoslomo: Virtù, ii
ce i dirillamente d' Iddio sentire , e di-
ritumenle tra gli uomini vivere e opera-
re . S. Afost. C. D. La v.rlu e ordine
d'amore. But. La virtù sola e quella che
fa la cosa degna di riverenia. Alberi. c„p.
ir. La urlude è al.ito della mente Une
■ ordinata a modo deU" umana natura, con.
benevole alla ragione, la quale solo Iddio
.doura nell'uomo. /■; .appresso ' Questo
è proprio della virtude, riconciare gli a-
niii iegli uomini, e aggiugoerg i a suo
u« , cioè alle sue util.tadi . iah: U,a/.
Amie. 56. La virtù è un bene inteino
congiunto e unito coli' anima per se stes-
so. lU se stesso, e a se stesso buono e ad
altri. E 68. La virtù i un uso eletli»o ,
per dir cosi, che consiste nella iiieiaani-
li, quanto a noi. con determinata ragio-
ne , e secondo che la piescrivf 1 uomo
prudente . , # n ■
+ * fi. I. renire a tirtu, vale Pive-
„,r p,rl° 0..O . ni. SS. Pad. 1. if l'er
ispavenlarlo gli meltea forti inimaginatio-
ni deUa grande ralica che è a venire a
■•irtù, ec. (J'I
i} %. II. yiTlti, diasi anche Ciascuna
delle disposilioni particolari dell' animo
alla ad eseguire questa, o quella spece
di doitri, o azioni lodevoli . Ott. Coni
Par. l5. 344. Fortitudine è virtude di
cose malagevolissime nelle passioni, ope-
ratita per gratia, e cagione di bene. Se-
gner. Crisi, instr. 2. 22. 8. Se non che
passa poi questa differenza fra la v.rtu
morale, e la naturale, a nostro svantaggio;
che la naturale ( qual è quella delle pie-
tre ) se resta daU" 0|.erare, non pero sca-
pila ; ma la morale ( qual e quella de-
••iusli ) scapila al sommo. Buon. Iter.
\ 2. 2. Quando Dio vuole Ritrarre un
cor dal mondo , e a sé chiamarlo Tulle
le gratie in esso e le virimi Infonde m
merlo suo per la salute. (C)
%. 111. ì irtù, per Valore, Eccellenza
di buona qualità. Lai. virlus , pntstaa-
lia. Or. ;?0Xl'- ^'"■'•- ?■ 9 ■/■• t,''^^"'
stra virtù e degli altri miei sudditi tara
lì che io, come gli altri sono slati, sarò
da lodare . E ne.'. 84. 2. Se egli nou
fosse più malagevole agli uomini il mo-
strare alimi il senno e la virlu loro, che
sia la sciocchciia e "1 viiio . Air. son.
202 Voi con quel cor , che di si chiaro
inzegno , Di si alla virlute il mondo al-
luma ec. , Dovete dir : ec. E son. 210.
È sola un Sol. non pure agli occhi miei.
Ma al mondo cicco, che virtù non cura.
Taf. Hit. Mosterrògli per virtù e fona
d' arme , come io V uccisi da liale balta-
glia. Cecch. Spir. 2. 1 Chi ha virtù, e
padron degli allii uomini.
* g. IV. yirlù, vale anche Coraggio,
Valore, Fortezza d' animo. Cuicc. Slor.
2. 467. Alla virtù della quale (fanteria)
si riferiva, ma con preiio grande del san-
gue loro, in non piccola parte la vittoria.
E i. 119. Il Duca di tlibino ec. sliman-
do Torse più che non era giusto , la vir-
tù delle genti Spagouole e Tedesche e
difBdando smisuratamenle dei soldati lu-
liani, aveva 6sso nell" animo di non pas-
sare il fiume dell' Adda. (L)
e V. Virtù, per Possanza, I igore.
Forza , e Qualità naturata . Lai. vis.
potentia . Gr. òh-y-t^n- «->«• "o^- '^■
Vocahlrio T II.
li Egli e per soverchia leliiia ce. ogni
mia vi?ti occupala. E nov. ■JÌ. 23. Come
voi sapete , le femmine fanno perder la
virlùa ogni cosa. E nov. 99. 23. Es-
sendo la virtù del beveraggio consumata
ec, gillù un gran sospiro. A.'K./ ..'•; 1-
Cen porta la virtù di quella roida. /, 2.
Una sola virtù sarebbe in tutti. =.■ iegncr.
Cnsl. instr. 2. 22 8. La clamila ha due
nimici: l'uno i; il fuoco, .1 quale le to-
glie affano la virtù sua di tirare; al-
fro è il diamante, il quale non toglie a
lei veramente la sua virtù , ma le toglie
"V* § VI. Per Miracolo, Prodigio.
Ut ss. rad. l. 54. Non pensale che
io abbia falla questa virtù ; ma Cristo e
quegli che fa questa e 1' altre per gli suo.
servi ìparla di alluni indemoniati che a-
vea di-rati col segno della Croce j E
87. Facendo tanri segni e virtù Ira loro,
non a^ea pure voluto ricevere da loro un
petio di pane. /• l4'- Q""'- '^, ■""'','=
altre virtù fece Iddio per lui . I: iW.
Più miiabili vuludi e miracoli faceva Id
dio per lui. che per sant'Antonio. Mor.
S Oreg 8. 27 Profetammo noi nel no-
me tuo; e nel nome tuo facemmo d.
molle virtù, e cacciammo le demonu.J/ ;
+ 8 VII rirdi, dicesi anche uno de-
gli Ordini angelici del Paradiso . Lai
virtiites. Gr. o'^vx.aei; . Ott toni. Inf.
7 II- Sono quoti delti ordini: il primo
Angeli, d secondo Arc.ingeli, il terzo Tro-
ni il quarto Dominazioni , il quinto N ir-
ludi . Cavale, trilli. Ung, Virtudi sono
chiamati quegli spiriU, per li quali si fanno
le virtù dei miracoli. .
§ Vili. Far della necessita urli. ,
vale Operar bene ver forza di necessita.
Fare per neces.iit'i ciò clic per allro noi,
si farebbe. Cedere al tempo. Lai. parere^
necessitati, necessilatem seqin. Gr. tt;
a'vKy/r, Uf.iu.l. Tac. Dav Ann. I. 12.
La nona tlegione) ec. fece della necessrla
virtù. Fardi. Siioc. 4. 4- L aver cervel-
lo non vuol dir allro . che sapersi acco-
modare al bisogno, e fare della necessita
virtù. Beni. Ori. 1- 3. 86. Della neces-
sil'a virtù facendo. ,
* §. IX. In virtù , o Per virlu ,
locuzioni prepositive che valgono In con-
seguenza. Per forza. Per cagione. Onice.
Slor 17. 23l. Nel medesimo tempo pub
Idico un monitorio, contro al Cardrnale e
agli altri della Casa, per virtù del quale pri-
vo poi ec. il Cardinale della dignità del
Cardinalato. E 18. 127. E poco poi ec
passalo neUe parti Imperiali, ebbe per virtù
dell' accordo Lecco , e altri luoghi . (L )
t Segner. Mann. Magg. 19 3. In virtù
dell'alta sentenza che dar'a Cristo. I r J
+ VIRTUALE . AdJ. di I irla. Alle-
nenie a virtù, CU ha virtù, o potenza
Lai. virtiialis. * " Fr. lac. T. 1. 7- ",
Lasso il bene, e prendo il male Pur sott
ombra virtuale ; Per mia cecità mentale
Non fo ben, che accetto sia -. (C) lir.
Dial. MI. donn. BSg. Quelle medesime
potenzio, e virtuali abiti sono neU animo
vostro, che nel nostro.
3 e 1 E lerm . flosofico attribuito a,t
alcune cause occulte, che si rendono ma
nifeste solamente p.r gli effitti . But.
Pur-' 25. 2. L" umano , cioè 1 umanila
virtuale e potenziale, e formale che v e.
Varch. Lez. 2^. Chi potrebbe mai taisr
a credere che d calore del Sole, il quale
fe virtuale, e nou formale ec, sia il me-
desimo, che il calore elementare?
* §. II. ; irtiiale, dicesi da Moralisti
\ dell- Intensione, la quale, non nlratlan-
do le cose pa.<.<nte, fa che duri nella sua
1 virtù r attuai intenzione. (A
1 1» VIRTUALITÀ". Term. de" filosofi.
' Qualità di ciò che e virtuale. (A)
VIRTUALMENTE . Avverb. Va vir-
tuale In virtù , Potenzialmente . Dani.
Purg. 25. lu lui suggella Virtualmente
r alma che ristette . E 3o. Quesll lu tal
nella sua vita nuova Virtualmente . ò.
.Igosl. C. D. Non solamente mangiarono
il Corpo di Cristo sacramentalmente, ma
virtualmenle. Fir. Dial. teli. donn. ^2.
Quelle membra , per virtù delle quali la
bellezza risulla più virtualmente. / arch.
Lez. 246. Una cosa si chiama calda in
due modi : virtualmente , come il Sole ,
il quale nou è caldo , ne io alto ec. ; e
formalmcnlp , come d fuoco , A quale è
caldo in atto , ec.
:J VlinUANZA. / '. A. Virtù. Oli-
Coni. lar. l5 344. Ella pare avere più di
virluanza che 1' altre virtudi ; onde anti-
camente il nome di vii lode lu solamente
di foi Illudine . (Cj
VIRTUDIOSAMENTE,.' VEHTUD10-
SAMENTE. I . A. Avveri!. Con virtù,
'valorosamente . Lai. honestc . strenue.
Gr. o;ioucai'J4 • Lucan. Assai e e me-
glio virtudiosamente morire , che vivere
Tu catlivaoza. Pass. 25. Il buon volere ,
che Dio dà all' uomo, acciocché 1 usi be-
ne e verludiosamente.
3 VIRTUDlOSO,eVEnTUDIOSO.f .
/ Add. Virtuoso. Lai. virlute ornatus,
virtute praditus. Gr. Zf'-»; ^« "?.'"
G /'. 1. I- 4- S""" discesi di nobde
progenie e di verludlose genti. Pass. 60.
Cosi diventa 1' uomo vertudioso, esperio,
e conoscente di molle cose . Cron. ih-
rell 2-4. Vegliti ritrovare, usare e pra-
ticare, con giovanetti tuoi pari, che .stu-
dino come lu , e sieno persone da bene,
costumali e yerludiosi .
-: ■? 1 Per Dotalo di possanza na-
turata'. uPa-Ìjd. Oltobr. 11. Quella che
vuogli per mangiare , farai più forte e
virludiosa traspiantandola» . (CJ
+ * S II. Virludioso, vale anche the
mJn.fesìa virtù. Vii. S. Ciò. Ball. 224.
Viilono San Giovanni d' uno aspetto ver-
tudioso, e di tanta signoria e divozione,
che s' abbassò un poco la loro ripuUn-
"vMRTUOSAMENTE. .-Ivverb. Con vir-
tù Lai. pro'stanter. Gr. l'uyypai, xaj
"ù^rh ■ Bocc. nov. 36. 3. Giudico che
nel virtuosamente vivere e operare di nin-
no contrario sogno a ciò si dee temere .
F nov. 98. 5o. Pronta a quello .n altrui
virtuosamente operare, che in se vorrebbe
che fosse operato.
S 1 Per Valorosamente . Lai. sire-
,„/ ir V. 2. 23. Non pensando che
ente de' Fiorentini si mellessono tra lo-
'o virtuosamente si misono neUa Scar-
,Vc?r. fior. Stor. 1. 18. Occu
pena. ->■ .^ig' . * *"' ■ ■ ,
parono alcune terre m Pomagna, dove
intra quelle guerre virtuosamente s. man-
tennero. fBj .
* <; lì Per Efficacemente. Amm .
Ani "Quello che viene dalla bocca del
maestro , molto virtuosamente suoua ne-
nli orecchi dell' uditore. (V)
*" * §. III. Per Con gran '""""•"■•
Con eìcellenza d'arte. Benv Celi. T, .
La tinta di M.lano era virtuosamente lat-
ta; lierò la non mi sbigottì (A)
Vs IV Per MaeslrevolmenU, hceel-
lenteniente. P.env. Celi, -«r ' '♦^ ,^°°
altitudine evidente porgeva 1 orecchio ora
a questo, ora a quello, e sirtuosameote
rispondeva (C) ..coTiri'^ISSI-
VlRTUOSlSSIMO,e VERTLOblS»'
^.^0. Superi, di nrtuoso.eJerluoso.
Lai. prirslanlissimus. Gr. '«"Z"' ' '
À-n Pand. 16. Coriolano, Cammdlo e
piS altri virtuosissimi, -l»' P^P^'-jf '^"j
Tono contumelia. Oo-i. Horell. ^& D.
sua mano ella sapea lare co che e la v„.
lea che a donna si richiedesse, e in lul-
217
i73o
V 1 R
te tue operaiioDÌ >Ìrtaosissima. Cas.letL
l8. La quale l'ama ed ooura, come sua
nobilissima e virtuosiìsima figliuola , che
ella b. Lasc. Sibili. 1. 1. Egli amerà aa-
che quesl* altr« , che noi gli troTereroo ,
che &arà Lelliisima , vertuosiuima , oobi-
lissima ^ e ricchissima.
* § P^f Ifficacfssimo. Dani. Conv.
69. Ma perocché virluu^issimo è Della in-
teozione, mostrare lo difetto e la malizia
dell' accusatore, diro a coofutioue di co-
loro che accusano T Italica loquela, per-
chè a ciò' fare si muovono. (CP)
•t VIRTUOSO, e VERTUOSO. Add.
Che ha viXw, ìaloroso, liccetlmte. ì^^i.
excelU'ns,prnestans. Gr. ssa/ai, s'jvi'ps-
TO; . Corti'. 61. Ciascuna cosa è %irtuu3a
io sua Datura, che fa quello a che eli' h
ordinata; e quanto meglio lo fa, tanto è
più virtuosa. Onde dicemo uomo virtuo*
so , che vive in vita contemplativa o at-
tiva, alle quali è ordinalo naturalmeale ;
dicemo del cavallo virtuoso , che corre
forte e mollo , ce. ; dicemo una spada
virtuosa, che ben taglia le dure cose, ec.
C. f. 12. 4^- 6. Questi antichi asscm-
pri e moderai danno materia , che mai
nullo virtuoso cittadino s' intromelU in
heoeficio della repubblica. Frane. Sacch.
nov. ^5. Grande iotendimenlo è quello
d' uno vertuoso uomo , come fu costui .
.4r. Fur. 18. 82. Mia sorella è questa ,
Mala di buona e virtuosa gente . Lasc.
Sibili. 1. X. La Sibilla è bellissima fan-
ciulla, bene allevata e vertuosa.
§. I. Per Dotato di possanza natura-
la . noce. nov. 73. 4- ^" ^a Calandrin
domandato dove queste pietre così virtuose
si trovassero . Vinc. filari, lett. 64- Col
persuadergli che a Pozzuolo V acque son
cosi virtuose, come a Lucca. Ricctt. Fior.
35- ChiamaNi ancora dittamo una pianta
nostrale tutta diversa dal dittamo di Can-
did , il qu.ile , ancorché molto virtuoso
&ia , nondimeno non ìÌ debba porre in
cambio del dittamo di Candia.
tf §. II. Virtuoso, unito al terzo ca-
so, tale Che cagiona virtù , Utile. Sen.
Peci. 1. Io ec. ho ritrailo di Latino io
volgare le sue declamazioni, le quali so-
no opera virtuosa a qualunque persona
si diletta virtuosamente vivere. (Dj
*t * S- "'• Firtuoso, si dice comu-
nemenle a Persona dotta nella musica ,
nel ballo, o simile j ed in questo signìjìc.
si usa per lo più in forza di sust. Buon.
Fier. 2. 4- 3. Signora, io sono Una po-
vera giovane Virtuosa, che vo Pel mon-
do travagliando, Pcrch' altro far non so.
Salfin. Annoi, ivi : Così sentendosi di-
re la virtuosa, s'intende la dotta, la sa-
piente nella virtù della mugica. (Aj Mena,
sai. II. Quel virtuoso gli iiianeggia (certi
figurini), e quelli Faveltan, come fosser
rreature. ( Fj
* §. IV. Per Dotato di possanza dt
operare prodigi . J'it. SS. Pad. Uomo
mollo virtuoso in uiiiacoli , e *n cacciar
dcmonia. f/1)
* VIRULENTO . Term. de* Medici .
Che ha acquistato indole venerea, e qua-
si corrosiva , contratta dalla coinquina-
none di lue venerea. Fallisn. (A)
* VIRULENZA, y. L. lelenosità ,
Umor velenoso . Lai. virulentia , virus .
Or. *0i . Red. Cons. 68. Non possono
giovare come alrkiifarmari alla virulenza
venerea- /:.' Ji3. II dubbio si è, se oltre
questa turbolenta di fluidi , sia ec. qual-
che virulrnia gallica. /; appresso: Si po-
trebbe facilmenle credere che la virulen-
ta gallica foise veramente estinta. (*)
VISACCIO. l't.to contraffatto , o di
brutta apparenta. Cecch. Mogi. q. 8. Oh
maladello questo viiiaccio, che of;ni volta
eh' io lo goardo , mi fa dìr Tu
V I S
•| VISAGGIO, r. A. Fiso, Folto.
Lat vultus, facies. Gr. tìoswtov, 0'|t5.
Dant . Inf. 16. Cosi rotando ciascuna il
visaggio Drizzava a me. Frane. lìarb. go.
4- Cb* ella farà risplender lo visaggio.
Liv. M, Non pur solamcnle la polvere ,
ma la cenere gli feriva ne* visaggi. Tac.
Dav. I più illustri con più calca e falsali
visaggi .
* §. Con senso ditpmzativo di lai-
dezza . Segner. Pred. 36. 4- Avendo in
una sua visione participalo I* Abate Sil-
vano ( della conver.taiione de' celesti ) ,
fuggiva dipoi tempre le facce umane, co-
me visaggi diabolici. E num. 7. Vedia-
mo oggidi (dopo la certezza della risur-
rezion de' corpi) che femmine imbelli, ihe
teneri fanciulli si son rcrjti a ver;;ugua di
temer punto i visaggi ancor della morte
più spaventosi. (CPj
t VISCEKA. e per lo più VISCERE
nel numero del più . Parti interne del
corpo dell' animale , conte fegato, cuore,
e simili, le cui funzioni sono più o me-
no essenziali per la conservazion della
vita. Lai. exta. Gr. •sTttv.yx*^- f orch.
rtm. patt. 80- A le, padre Lieo, consacro
ec. Questo capro ec. Cosi detto, il lerren
lutto tremante Sparse di sangue , e ron
pietosa mano Le viscere al ^r^n Dio belo
raccolse. ^ Segner. Pred. Pai. Ap. 2. 9.
Chi di voi non sa come il corpo del Re-
dentore fu lavoralo dallo Spirilo Santo
di mano propria entro le purissime vi-
scere di Mari^? (TC)
§. I. E per mctaf. vale P Ìntimo del
cuore. Cava/c. Frutt. ling. L' orazione è
sacrificio mentale, il quale a Dio l'anima
offerisce delle sue viscere . Salvia. Disc.
l. l\2i Egli è, che coir acume di suo
conoscimento scrutina i cuori , penetra
ogni nascondiglio di quelli, ogni viscera,
e va ricercando le midolle, e l'ossa.
§. M. Per similit. vale Parte interna
di checchessia. Guar. Post. fid. prol. Le
più profonde Viscere della terra E del mar
penetrando. ^ Segner. Fred. Pai. Ap. 1.
1. Un alilo spiritoso, chiuso giù nelle vi-
scere della terra, che non fa però di fra-
cassi ad un lale oltra!;gio7 (TC)
* VISCERALE. Term. degli Anatomi-
ci. Appartenente alle viscere. (A)
•f * VISCERARE. Cavar le viscere,
che più comunemente dicesi Sviscerare ,
Rocc. Com. D'int. 7. '^\. Pertugiati ì mon-
ti e viscerata la terra, del ventre suo 1'
oro e r aricnto e gli allri metalli lecarooo
suso in alto. ( f' )
t # VISCERE . Sust. mate. Term.
degli Anatomici. Una dellr parti interne
e nobili del corpo animale ^ Fisterà .
Red. fA)
•f VISCHIO . VESCIIIO , VISCO . e
VESCO- Frutice che nasce sui rami del-
le quercie, degli abeti , dei peri, e di al-
tri alberi, e produce alcune coccole d' un
colore d'oro, o ranciato, dalle quali si trae
'* Pania, con che si prendono gli uccelli.
Lai. viscus, viscum. Gr. i"fo';. Tes, Pov.
P- S cap. 5. Trita il t ischio che nasce ne-
gli albori, e legalo alla fronte.
*t S- '■ y^^hio, per Pania fatta colle
coccole del vischio. D. Oio. Celi, lett |5.
Il vischio non prende altro , che gli uc-
celli che volano basso- Tes. Pov. P. S.
cnp. Q. Poni in capo d' un bailnnrello
trementina, o vischio, e mellinc nell'o-
recchie . Peir. scn. 108. Tanto f.irluna
con più viico intrica 11 mio vnlair (qui
figuratam. ). f: son. aip. Il cor preso
ivi come pesce all'amo ce, O come nuo-
vo augello al vischio in ramo . E canz.
aa. 2. Non h giuoco uno scoglio in mei-
IO r onde, E intra Ir fronde il vuco- Cr.
10. 34. 1- Gli uccelli si pigliano col fi-
schio , ovvero pania , in molti modi. O-
V I s
rì^. Calv. 2. 4^* ^^'' ''("^ impaniati t
due frusoni In>ieme ad un fuscello , •
tenne il vischio. Cas. rim. son. I^ £ Cd
come augellin , campalo il visco.
§. II. per meta/, vale inganmo j 999
altri resti preso. Lat. fraus. Gr. «:rrfT^.
Petr. cnp. 3. E '1 padre collo e '1 popolo
ad un \eschio. Alam. Gir. 33. 3^. CIm
in questa chiusa valle è più d' un vi-
sco .
* g. HI. E per Impaccio. Pttr. soa.
33. E s* io mi svolvo dal tenace vi-
sco. (P)
* VISCHIOSITÀ'. Fiscosità. Ben^.
Celi. fit. Il ve]i-no non fu tanto cb*
egli mi ammazzassi ; m» si bene ei fu
apj'uulo tanto a purgarmi d'nna mortifera
vischiosità, (he IO avevo dentro nello sto*
maco e ne^r intestini. (C)
VISCHIOSO /'. VISCOSO.
!? VISCIDITÀ'. Astratto di Viscido.
Viscosità. Lai. lenter. Gr. */)itffX^Ó7n};.
Red. Cons l. 38. Per ona certa visci-
dità di liquidi che per essi canaletti pas-
sano. E 3. 58. Po\suno ancora intronar-
re nello stomaco una maggiore viscidità,
ed impiasliar maggiormente le bocchette
delle glandule . E l38. Dal calor della
patte ingrossala acquistarono viscidità ,
lentezza e colore , e talvolta odore non
buono. (*)
* VISCIDO. Add. liscoso. Glutino-
so. Lai. vistidus. Gr. yiotw'oiJt • Red.
Cons. I. iSa. Le mestruali purgasioni
ec. , quando compariscono, appariscono ds
color rosso dilavato, e di sostanza viscida,
ec. E 278. Se la pituita diventi viscida,
ma non molto ce. , produce la vitiligin«
bianca. (*)
* VISCIDUME. Term. de* Medici e<.
Quantità di materie i'iscide , Viscosità .
I allisn. Viscidumi nella tonaca vellutata
dellu stomaco. (Ai
VISCIOLA . Ciriegia prodotta dal Cs-
riegio visciolo. Lai. cerasum. Gr. tipoC-
tìQ*. Alleg. 201. Sono il tuo Parrì por
dfir incannata Delle ciriege visciole e mar-
chiane .
VI?CIOLATO. Liquore tratto daUe
ciriege visciole. Soder. Colt. \l5. In que-
sta maniera s' acconcia la mostarda ordi-
naria, e *1 visciolato.
VISCIOLINA. Spezie minore di Cirie-
gia visctola.
VISCIOLO. ylA/. Aggiunto d'una spt-
zie di Ciriegio.
VISCIOLONA Spezie di Ciriegia mag-
gior della Visciola. « Hed. lett. 118. SI
faccia ancora alle volle coocere delle vi.
sciolone , credo costi si chiamino palom-
bine , nel vin bianco ec. E 123. Le vi-
sciolone poi quest'anno sono una manna;
elle sono 1' ossimele della natura- (C)
VISCO. /'. VISCHIO.
VISCONTADO. Grado, o GiurisdiMéc-
ne del I iseonte . C". T. 12. 49 >■ *^*>*
era delle terre del visronlado . Rorfh.
t esc. Fior. 553. Diede a tutti i luoghi
proprii rettori, i quali alcune poche voi-
*"^ '^gS** fbiamati Visconti, e questo per-
avvrnlura più per cagione ili proprietà
de* luoghi, de* quali alcuni lungo tempo
durarono di chiamarsi; e forse ancora si
chiamano Visconladi , qual veggiamo es-
ser chiamato, come per suo proprio no-
me, da Giovan Villani il viscooUdo , la
Valdambra .
VISCONTE. Xome di dignità, o gr^-
do. Lai. *viiecomes . G. V. 13. ^6. Il-
II Visconte dì Tantos, fratello del Signo-
re di Soveraeo, fìorgh. ì'esc. Fior. 553.
Diede a tulli i luoghi proprii rettori , 1
quali alcune poche volte veggo chiamali
Viictmli. E appresso: Andava per reltotc
un Visconte.
VISCONTÈA, lo stesso che Vucon-
V i s
V 1 s
V I s
1731
T ^ ,; IR In uuesli moti s
„i sU dura e 6"'"""-',;''7.^eo visco-
urreslri, e .i. par.meo.e un poc^_^
d'un umore acquoso ^>»»" ' j^'V, .^u-
« '^'^'•.^•'•,^e^bma^o '"c" Guidi
ne parti yiicoiclle, ab.li a i b ;
„ scoverchia "- j)'^ j, ^lla nta.poùno-
vUcoselte sono fonale aa"a i
,„. RM Oss. on. :;,■ P""" Ila
polle di 6-c.nt. '""i"" • "p;,;„,%,i,.
ascosissima pasta m '"'. 'Yuel ° di Bori
I? HI Panico armeDte in quena o'"
^roiieSav.han tascata un, gran q-n-
mente viscosi 1 fluidi , non
Ulta non Utari '"'r (.."^^OSITAUE , e
+ VISCOSITÀ, MSCOSllALic,
yucositade , la 4 ^^^^^ ^^,,^
Turvist'it-'^U -a, la ,u.e b d
impedire lo meato della voce . t>r. /IJ.-
x7l. viscosifa di quel cibo appiccando-
Lisi. 1 p.l"to, mi riteneva lo spinto en-
?e" e e llro carni viscose. PalUa. c.p. 5_
S-ellar/»-"J^è viscosa e appicca.,, e
«guo d. g""="";/;;/-,^°„;. -e mani-
«seosa e appiccante f/» "•J"'- ^3
fest» cosa, che ella e grassa. !"■ ''•; ^
3. L-a ove amare fe congelato e vischioso
Ae la pii 5«te lo chiama .1 Mar mor-
* È cV 5. Ma 1- acqua d. mare che
Tcosl salsa e pungente, pero mondalo
Tentre di ttemma grossa e viscosa.
%% liscose, d.consi da-Iìoian.a le
foglie che hanno un umore .e/'";""» '
•2 'i atincca alle mani d, eh, le loc-
"i'viSDOMlNATO . Digni'i di Ti
^oVno Bor,h. rese. Fior. 556 M può
ec. credere che poco fosse " S"^° ^^^^
fiion. ciUadinania , che questa fam gl^
^ mantello del Guardianato, o vogliam
Riamarlo Visdcminato, s. prevalesse ec.
del Vescovado. iV) ,,,cT^muIIl^In
.+ * VISDOMINE, e VISDOMINO.
lo stesso che Vicedommo. Borgh.I esc
F.or.li5l. Si veggono due altri più pre.
f,; crei io U6..1 che dignità ec. CIO so-
no il Custode ec. , e il Msdomine, o M^
domino. E !^52. 11 Visdomiue pare che
Sia cura e governo temporale s inlra-
Iwilesse pii, che in altro. E 453. Avea,
C del Visdomino, il Vescovo per suoi
Lprii ministri .1 Visconte, - . " ^
VISETTO, fin'- «'' '"" '^"^- .
MI don,.. 366. Agging--^ S"° 6'"'^ "
'^^'^SlBaE'."!;?^.'. «ep-ò.e*rs..
Aoa.sscr.eduto, Mani/esio. La,. ..
1 il.. nt propriamente tangibile . O-
sil.ik , ne I p ,^ ^g-clli
:;rtrovasi,l cuore helU,. mostrale e
^'^rvTsimLEMlNT^ F. VIS.BII..
*'f "sibilio. D,c,«mo andare in .i^
.,W:o, e ./m,/.. mod. bassi . che .-. S°-
« P,W,-.r.-, Andar.n "'"-/",';
;,., o oer /a doto""- !-"'■ °
d,lahi. Gr. asxvi^^^Ss'.'- ^«'"F
r"n:::n:;^.::o:tt-v^:;li.i*/:i-
do. Ma non si userebbe se non pei
"'v7sV.U.SSIM0. Saperi, éi Vi^hae
Gal Sist. 327. menili oggetti, che ec
ci e'rano invisibili, .i 3ono col ».ez.o del
-:-c,-àu:;nr:;%S"":^.fi
modo.conc?oss,acbèUvisU.iliU-»unaf.
''""t°risYBrLMENTE,eVlSlBlLEMEN-
8 Maque^^o. cbeèmoltoplU,assa.vo-
?e visilliente fece Pe<r. canz. ip- 1^
Ouasi visibilmente il cor traluce. 3Ior. S.
Tre.. Non avendo il mondo poto lo in
„rima conoscere ,\ suo autore invisibile ,
prèsso il conobbe visibilmen.e nella no-
appresso " ^ j ^ u,una co-
:raddi:e-ner'ues.aW,a visibilmente e
rensMmenle, che imprima non s. detti
TlU cancelle'ria del ^^^■^fJ'^'Z.Z
■^ I it S tufros. aOJ. uit« Clic
^"Meme te hae v-idula 7a mia dulclss,.
e r.„l» ll'l Lod. t'ari, stani- 79'
rji?-" mio ^loir, non tema o duolo
^hTvisibdemenle lo disvia: Perche l-
cima in preda ai piacer suoi Lassa 1 suo
^„il,iso. L^i. buccula. f, /or. 2.389.
?:Tme questo vide, bassata a visiera del-
rXo disse. E 396. Con la sua m.-.no g
al.òTa visiera dell" elmo , e al.togl. nel
:".V-.. OW. .. 4- 57- E detto que-
lo. abbassa la visiera, E strigne i denU,
E sicfom; vigere di cristallo , R.empion
sono 'l ciglio tulio '1 coppo .. f.y;
' R U. huiamo In pro.erh.o Mandar
ila .is.era. che .ale ^on .i.;e'- ^ r-
,gna. ne faccia. Lat. P-/"'-;'--''" /^""y;;
^.1. jn;;.... .38. Ultimo P;?«re di
a„ha mandalo giù la visiera. /■, Vor. 3^
3,3 Legami, che non tengono più che
unto chi brama garbugli, ed ha manda-
to "iù la visiera. „ ,.
f V1S1^0. Dim di riso.Ben^. Celi
nt 3. q6. Falle che furono le in.Jal.
e incominciando a volere entrar, a «avo-
L, queT detto mal prete, facendo un cer.
IO cattivo suo visino, disse. IC)
+ « S Talora per l-.spression d aj-
felto. Baldov. Lam. Cecc. 28. Amendue
queste cose i' vo' mandarti, Visin me dol-
ce. iBr)
* VISION ABIO. Quegli che si figura
le cose e le crede come se le avesse ai'utt
,„ fusione. SaMn. l'ros. Tose. I. 434.
Giungono ancora gli amanti ad essere e-
staliri e visionarli. (*)
•+ VISIONE. Apparizion di cose che
l' uom lerfe in sogno , o pargli cedere in
atto di grande astrazione d, mente. Lat.
'fisvm. Gr. fào/ia. l'ani. Purg. 9. E
che la mente nostra, pellegrina Più dalla
carne, e men da' pensicr presa, Alle sua
vision quasi è vicina. i!ut. Inf 26. 1.
Visione è quando l'uomo nel sonno ve-
de chiaramente e manifestamente quello
che poi gli avviene, i'occ. noi. 35. 7. La
giovane destatasi, e dando fede aUa Visio-
ne amaramente pianse . /'. nov- 0». l.
Universalmente ciascuno della bela com-
|,a"nia disse , quello che Talano veduto
avea dormendo , non essefe slato sogno .
ma visione. Petr. canz. 42. 7 Queste
sei visioni al Signor mm Han fatto un
dolce di morir desio. Frane. Barb. ii3.
A. Ed ogni sogno, visione, o baleno, D.
paura si pieno. Ti genera nel cuore Pa-
vento , o gran dolore.
e I Per Immagine apparente . Lai.
simulacrum . Gr. ^Ul^lo^ • Petr. son.
i8q Non cose umane, o vision mortale.
E son. 2X3. Oh misera, eJ orribil vi-
sione 1 Vant. Par. 3. Ma visione appar-
ve , che ritenne A sé me tanto stretto ,
ec. * Palina-. Pcrf. (-'ri.'^t. I. 4^ » no-
stro occhio se rimira U sole ne forma in
sfe una immagine più viva e pm simi-
clianle di quante ne sapesse d.pignerTi-
.iano, la qual si chiama visione. (VJ
S II Per lo I edere. Lai. visto, vi-
sus.'Gr. e'.}.;. Annoi. Jang.Y. non giu-
dicherà secondo la vision degli occhilo,
r. 10. 23o. I. Si piuvico per papa Gio-
vanni appo Vignone ec. T opinione delU
visione delle anime, quando sono passale
di questa vita . E appresso : Da allora
innanzi per li beali perfellamenle sarae
in loro la visione chiara deUa vera e in-
finita Deità. T- .
;•: 9 III risiane beatifica , e 1 isione
Intuit.ca . dicono i Teologi Quella , per
mezzo della quale gli Eletti veggono Du
Zelcielo. .Segner. Pred. Pai. ./p. 2. »a.
Che dunque fu! Fu che Ci.slo ec. si pr»-
vasse in VUioque parte dell anima di
quel gaudio, che in lei nasceva dalla vi-
sion beali6ca ? (C}
* VISIRE. Term. degli Storici mo-
derni. Titolo e Specie di .Ministro della
Corte del Gran Signore. (.4)
VISITA. L' Atto del visitare. Lai.
viZtìo. Gr. eVc....^.? . Cas. lett.6^.
, a quale stia sicura, che r entrata di lor
Mau'nificenze in Roma ec, e le visite pn-
"le e la compagnia sono stale tulle lau-
'•" ' . ^ '^/°„ , oiS. lo ce 1 in-
dalissime. Car. leti. 2. 2^^.
siterò per nobilitarla d una lai ^"'1^-
*S 1. risita, si dice anche dei Ciri
eh. /annoi rescovi nelle lor Dioies,,'
, Superiori degli ordini nei "nve'.l de'
'""rx;/'/e,;irp«r:rra;"
„, che e in '""^'^J^ ' j ' „ Lombardia
- . rhe Giove e Giunone
visita, ma mi pare che 1,10 e
abbiano fatto l'^g"/»"'";' ""^h se!^«-
Verner Pred. Pai. Ap. '/ ■ 9- An se op.
rtsCoiuUii Prelati cosil Ma quante voi.
É
lySz
V I s
te questi nelle lor visite non fanno da
se altro, che rimciii^re ai mali meno im-
portanti, qual sarà, un Messale squarcia-
to , e lasciano frattanto al loro Vicario
generale i piii gravi, f(')
* g. II. Visita^ si dice anche parlan-
do di un medico , o chirurgo che va a ve-
dere un malato. Segner. l'red. Pai. Ap.
7- 7. Se per li mali del corpo si dee sli-
mare lien impiegata la visita personale del
medico , ancora sommo , molto più scnra
fallo per quei dell' anima. (Ci
t VISITAME.NTO. // visitare. Lai.
'visitano. Gr. 5:itiz!|i;. E<b. Pat. jVojr.
Conviene visitare d' alarla di quello che
fa Insogno per l'amore di Dio, e questo
è lo buono visitamento (qui la stampa
alla pag. 68. legge vicitarc e vicitamen-
lo ). Fr. Ciord. Pred. S. Questo e quanto
ad alcuno visitamento singolare che Cri-
sto fa neir anima santa. Coli. S.i. Pad.
Quando ne conforta di far preghiera , o
vtsilamenti piatosi.
t VISITANTE . Che visita . Lai. vi
sens . Gr. tTii/s:iTo7»ev5; . Amet. 16.
Essi templi , in qualunque parte di loro
di fronde varie inghirlandali , e di fiori
per tutto dipinti , danno d' allegrezza ca-
gione ai visitanti (qui in forza di sust.).
VISITARE. Che gli aal.ch, dissero
talora VICITAKE. Propriamente /tnda-
re n vedere altrui per uficio di carità ,
o d' affezione, o d' osservanza Lai. visi-
tare .visere. <;t. eViczsTiTij&at. Bocc.
nov. 82. 3. Ella, contentandosi, non una
volta, ma molte, con gr.in piacer di cia-
scuno, la visito. E nov. 92. 7. Afferman-
do, che come Ghino più tosto potesse, il
visiterebhe. Sen. Pist. g5. Se alcun uo-
mo vicita spesso 1" amico suo infermo, noi
il lodiamo . l'ior. S. Frane. 18. Quan-
do veniva a vicitarc quel santo Collegio.
f^it. .9. Ciò. Snt. 187. La nostra Don-
na, come fu volontà di Dio, si levò in-
contanente , e andò a vicitare la sua si-
rocchia « J'arch. Slor. 2. l5. Si gra-
vcrnentc ammalò, che i medici lo sfidarono:
né è dubbio che se Cesare visitato non 1'
avesse , rome fece , e con molte e mollo
buone parole datagli fcrm.n speranza <li
doverlo tostamente liberare, egli portava
rischio grandissimo di morire. (Cj
S- I Icr similit. vale Jiidarc in al-
cun luogo per vedere chec.hessin. Dani,
inf. .», O animai grazioso e benigno. Che
visitando v.ni per l'aer perso Noi che ti-
gnemmo il mondo di sanguigno . /locc.
nov. 65. 7. Perche, visilanilu la fessura
spesso ec. , tanto fece, che, per veder
che ciò fiissc, il giovane venne quivi. E
"*"'• 99- ^- **- infino che questo avve-
goa , non vi sia grave visit.irmi con let-
tere (cioè, scrivermi ),
* §•. "• Figuratam. IH. S. Frane.
l58. Cristo si '1 volle ancora visitare nel-
la sua grazia e nella sua dolcezza (cioè,
favorire ; è frase della sacra Scritlu-
ra ì . /locc. g. I. „. 1. Cred.i mi sa-
rebbe Tenuto fallo , se Iddio non mi a-
vesse cosi visitalo (cioè, se non mi avesse
mandala questa malattia). (I ) Introd.
J irt l\. K allor dee peniar l'uomo che
Dio I' .uni, quando di tribulazioni da Dio
t visitato, e tormentalo. (C)
%■ III. yisilar le chiese, vale Andare
a fan-, orazione. Lat. tempia adire. Gr.
•'i (HKoJ; TOJljjjSri. o. I . IO. I7J.
a. Dando per li Vescovi perdono al po-
polo che "l vicitasse. M. I . 9. 36. Gì"
impose eli* egli vicitasse certe chiese di
Faenza .
* §. IV. risitare , si dice l' .-Indnr
che fn il 1 escavo , o altra persona di
autorità, a vedere se i luoghi di sua giu-
risdizione sono tenuti come devono, t'es.
f'it. Coni, il^ In quello lem|>o S.Carlo
V I S
Borromeo , essendo in visitare la diocesi
di Brescia , passo per Castiglione nel La
glio del l58o. (C)
* VISITATISSIMO . .Superi, di li-
sitalo. Cas. leti, ined . ^!^. lo mi son
ridulto a .Mur.ino con questi bei tempi ,
ma sono visilalissimo, e non ho ozio di far
cosa buona. (Ci
•f VISITATO, ed all' ant. VICITA-
TO. Add. da li SI tare, e licitare. Amel.
IO. I templi con sollecitudine visitati suo-
nano ec. E 3l. Ne' templi visitali ociii
da noi. ' *'*
•f VISITATORE, rrf a//' a/,». VICI-
TAT(3ltE. Che. o CI., vis.la. Mocc. nov.
27 2^. lo n'ho de' miei di mille veduti
vagheggiatori, amatori, visitatori, non so-
lam.nte delle donne secolari, ma de'mo-
nisterii. Fr. Ciord. S. Pred. 20. Venuto
a questo luogo , siccome a padre pietoso
vicilatore degl' infermi.
*t S ''"" lo pi" si dice di Chi è pre-
posto a far la visita d. alcun luogo per
vedere se ogni cosa vi s.a, o vi si faccia
a dovere. Maeslriizz. I. 28. L'Areivesco-
vo può visitare la sua provincia ec, rifare
visitatori, e proccnrazioni ricevere. Buon.
Fier. I. 5. 2. VisiUlor dello spedai, com
mise Ch' ei si dovesse mettere in catena,
•f VISITAZIO.XE, ed all' ant. \ICI-
TAZIO.NE . I isilamcnto , Il visitare .
Lat. ••■i.iVado. Or. e^ii'w'j^ij . Bocc.^
nov 26. 16. Per modo di visitazione se
n'andò a casa della donna. Lib. Amor.
3.1. Lo savio amante , quando da prima
a donna non bene da lui conosciuta fa-
vella , non dee per la prima vicitazione
amore dimandare. Frane. Sacch . nov.
lOI. Tiù tempo continuò questa cosi fatta
vicitazione . Frane. Barh. 206. 16. l'ir
naturale Morte, rotale Visitazion ti viene.
t'oli. .SS. Pad. Questo è un medesimo
dono di visitazion dì Dio. Seal. Claustr
il- ^ . - . -
V I s
4'; Ecco che tu hai ricevuto da me il
i I — "— •■>«:>uiu Ila nie I
lume della grazia e la visitazione, la qua
tu hai cotanto disiderata. Fir. As. 3o5.
Il quale (Signore) fu visitato da tutta
Roma, più per veder le mie maraviglie,
che per vero uficio di visitazione. * I arch.
Slor. 2. 16. Ma egli tanto contento e tan-
to lieto rimase di qucsU visitazione ec.
che evidentemente senza alcuno indugio
apparvero segni certissimi della sua sa-
nità. (Cj
* S- Visitazione, si dice anche II gior.
no , -n cui si celehra la festa istitu.la
in memoria .Iella lisita che In I ergine
fece a santa Elisahetta sua cognat... Se-
gner. .Mann. Lunl. 3. ,„. l, visitazion
della Vergine. (C'i
VISIVO . Add. Che ha viri.'. , , pò-
lencia di vedere . Bocc. nov. i5. 3, Si
trova che '1 visivo senso degli uomini
M prese errore, letr. son. 177. Ila jii
spento Col suo splendor la mia virtù vi-
siva . Pant. I ar. 26. E come al lume
acalo si disnona Per lo spirto si.ivo,
che ricorre Allo splendor « Plut. Adr.
Op. m«r. 4. iSa. iv„„ J, ,;„„ il „,,„,|,r„
che non ha virtù visiva , né zoppo il non
atto a niaoiere i passi. ft'J
t S- Per I isihile . Lat. vis.b.l.s. Gr
opa.TÓi ■ Oli. Com. Inf 8. 142. Nuoce
ec. il Diavolo all' uomo con impressioni
d' immagini , e i|iezie visive . * Ztaon.
list. 10. In nel mezzo ilei qual /prato).
mi lu visivo Cose eh' a dirlo , in questo
m' è Degala ^cioè, mi venner vedute cose
"■>. ffj
VISl> . Faccia \.t\. vullus . fac.es ,
a.pertus . Gr. o|i,-, trpeouTo. . Bncc.
lnlro.l. ,',2. Tult. nel vUo divenuta per
vergo,.,, vermiglia. / g. i.f ,. Tal nel
mo divenne , qual fresca rosa . /■, <ioe.
■'*• 3. Co' visi arlifirialinenlp pallidi , e
colle voci umili, e maatuele K nov. 68.
9. Tante pugna , e tanti calci le diede ,
tanto che tulio '1 viso l'ammaccò. E nov.
83. 5 Calandrino, che viso i quello! e'
par che tu sic morto. Amel. 72. Mentre
che egli con occhio vago , ora qnota
donna, ora quell' altra riguarda , alla vi-
sta gli eorse il viso della mia madre .
Peir. son. ai3. A me pur giova di spe-
rare ancora La dolce vista del bel viso
adorno, lanl. Par. I. Quinci rivolsi in-
ver lo cielo il viso. Peclam. (Juinul. C.
JfosUando ne" lor visi pallidezza di mor-
te . Bern. Ori. i. 3 40. Qne begli or-
chi seren non son \.\\i belli j L' aria di
quel bel liso è fatta oscura. E ì. 30. 2
Aver la barba lunga , unta e mal nella ,
Un viso rincagnato di fagiolo (cioè, che
ha somiglianza col fagiolo).
t "' S- •• /'"■ F.gura, Persona. Ar.
Fiir. 43. 3l. Disse Melusa: lo li farò
venire A conoscere il ver con altri p«sii|
Vo' che muti il parlare e i vestimenti,
E sotto viso altrui le le appresenti. (l'j
g. II. Per simit.t. l'.uid. G. Nella le-
vata dell'aurora, che distrugge le lenebrc
dal viso della terra.
§ III. ;Vto, per Quella sembianza,
o apparenza che si scorge nel viso , se-
condo la divers.là degli affetti dell' aai-
mo. Lai. vullus, facies. Gr. itfiatDttai.
Dant. Purg. 21. Con viso che ucendu
direa: taci. Bocc. nov. l^. 11. Gravissima-
mente, e con mal viso il riprese. E nov.
3|. |5. Il viso suo con maravigliosa for-
za fermò. F. nov. 66. 25. Con forle viso
la coppa nrese. E nov. 100. 14. Il quale
con as.'ai dolente viso le disse. Sf. y. n.
21. I quali, come meritavano, con Iorio
Vito e rimliotti del popolo furono rice-
vuti. Bern rim. I. 16. E noi balordi
farciam certi visi. Come si dice : |a peste
è in paese , ec
t 5 S- 'V. I iso, per la Facoltà visiva,
pel Senso n.e.tiante il quale si vede. Lal-
visus. Gr. ófc;. Dani. Par. 21. Tu hai
r udir mortai, siccome il viso. Cuitt, lett.
9- Esso, che rende a' cicchi viso, a' sordi
audilo. F 14. Se bene gli occhi aprile,
e vostro viso è chiaro. Serm. S. Agost.
Dissoluti per lo viso, e per l'andito, e
per r odoralo , e per lo gusto , e per b»
tatto .
'•• S- V / 'i.to , si piglia ancht per
' Organo stesso del I iso , per gli Oc-
clit , per lo Sguardo. • Fsp. Pat. masi.
52. Se egli ha peccalo ec. per gli occhi,
o per lo viso in follemente riguardare .
poni. Inf. 3l. Si che 'I viso m'andava
innanzi imeo. E. Par. lo. Direira al mio
f tarlar len vien col viso. Girando sa per
o beato serto. Boet. Farch. 5. pros. \.
l'na medesima rilonditì di corpo altra-
mente iIjI viso, altramente è conosciuta
dal tasto ». (C)
* S- VI. Fiso, figuratam. per Intelli-
gensa , Conoscimento. Ouitt, lett. I. 5.
E' filosofi lutti, «'sapienti fuor di diiina
fede, e de' fedeli, il cui viso fu sottile «
chiaro, ben da mal cernendo la disdegnar
per loro, e vietarla a noi. IC)
S VII. liso, diciamo all' Occhio dt'
fagioli notlrnli, cioè a Quella parte nera
e durn , onde germogliano.
§. Vili. Avere VISO di fare. 0 dir ekec-
chesiin, vale Essere in concetto di fare.
o dire quella lai cosa ; e talora Avert
ardire di farla. Bocc. noi'. 82. 8. Cb>
cuffia, rea femmina 1 Ora hai lu viao di
motteggiare?
§ IX. Fare il vito brusco. Fare il
11(0 dell' arme, e umili; maniere parU-
colari , dimostranti sdegno , o abomina-
zione . Lat. (orve inlueri . Cr. vTa J^K
nfli'v. Bocc. nei- 6. 4. Con queste al-
tre parole assai, col viso dell' arine, quasi
costui fosse sialo Epicuro, negante la a-
V I s
V 1 s
V 1 s
1733
teroitì dell* anime, gli parlava Jttrch.
Etto!. 69. Vogliono far paura alimi col-
r andare, e colli- luslf mmie , facendo ii
viso dell'arme Jv. sai 2. Se scparata-
meDle cucinarme Vorrk mastro l'isquino
una, o due volte, Qiuiltro , o sei mi ta-
ri *1 VISO dell' amie. Jìuon. Torte. 5. 7*
E' mi i>av cbc la Cosa ei acroosenla, Seli-
ten la fa un po' '1 viso dell' armi.
Si^ §. X. Far viso tti matrigna , va/c
io stesso, /iern. Itti. 9. La geutc qui
eatrò di uuuvo io susta, e lacevangli viso
dì matrigna. (Cj
§. XI. Fare il viso rosso, vale .Mo-
strar vergogna. Lat. pudore aj/ìci , rtf
bore perfuntlì. Gr. aicX-'^-'^'" » xara-
g. XII. Far buon viso, Mostrar buon
vìsOt o simili, vogliono Mostrarsi amico.
I ed. FARE VISI), g. I. />occ. nov. 66.
5. La donna, latto buon viso cr., il ri-
cevette. E nov. 80. 20. ISè quel viso, uè
«pielle carene, ne quelle leste più gli e-
ran fatte, che prinia. IC num. 26. Chi è
in cosi latta disposizione, (juantunque egli
ami molto altrui, non gli può far rosi
buon viso. Cron. Moirll. 263. Tu non
volesti mai dargli un' ora di liposo , tu
non gli mostrasti mai un liuon viso. Cecch.
Corr. i. 3. Vfggendo 11 Capitano andar
la cosa in lun^a, E non si far più buon
riso, ricorse Alli favori.
§. XML Fnrcviso arcigno, vaie Mostrar
dispiai crc- Lat. J'rontem corrugare, vul-
tum adduicre . Gr. izò TZpOGOiTtov «va-
ff^av. Tac. Pav. Ann. O. 127. E ba-
ciando con molte lagrime il nipote mi-
nore, a lui , che ne faceva viso arcigno ,
disse .
§. XIV. Far viso ammirativo. J'ed.
FARE VISO, §. VL
§. XV. Far VISO torto, vale Mostrar
dispiacere.
g. XVL Far viso lieto, vale Dar se-
gno rf' allegrezza, e soddisfazione. Bocc.
noi'. 10. 8- Il maestro, sentendosi assai
eortesemenlc pugnerc , fece lieto viso, e
rispose.
^ §. XVII. T^on guardare in viso, Jìgu-
ratam. vale JS'on curare. Imperf. V ■ Tib.
D. 3. T. 12. 6. Tanto manra, che gli ir-
razioDali della medesima specie s' aiutino
V un r altro nel vivere , che i genitori
medesimi, e Ì 6gliuolÌ, appena sono allevati,
che uscendo dalla cura loro non gliguar-
dan più in viso, ne più gli raflìguran per
dessi. (F/
f §. XVII!. Mostrare il riso, figura-
tam.vale Opporsi arditamente, JSon cede-
rti yon cagliare, lìesistere. Lat. auden-
ter se opponere, resistere, ohviam ire, Tac.
Gr. avT(5T«T:"ìv, àv-y.p/iì'*. Tac. IJav
Ann. 3. 70. Vedere il nemico, mostrargli
il viso, bastar questo per vincere. F Star.
3. 322. Alle legioni mostrasse il viso, ivi
dell' Imperio combattesse . Crcch Dot.
3. 2. Ma perthè io tenni duro, E mo-
strai il viso al mio dolcione ec, E' le
danno ora il podere ec.
§. XIX. Mostrare il viso, vale anche
Dire il fatto suo, o le sue ragioni con
vivezza, con forza. Lat. sibi verbis , et
vultu consulere . * Segner. Pred. Pai.
Ap. 8. II. E cbe riputate uditori? che
se il padrone, al primo oltraggio che mi-
rò fare ai suol servi, avesse a quei traco-
tanti mostrato il viso, sì sarebbono que^1i
a mano a mano avanzati a si strani ec-
cessi? (TC)
g. XX. Alzare il viso, vale Insuper-
bire, Far del grande.
§. XXL Cavar buono, 0 mal viso di
checchessia, vale lìiuscime a bene , 0 a
male. Fem. Ori. i. i3. 20. Non so che
viso caverà del salto , Che quattromila
braccia e più vien d' alto.
§. XXII. Mutar viso, tale Cangiare
il colore del volto. Lat. vultu concidcre,
tolorem vultus mutare. Gr. ti,;^'-; wttov
«>/aTr£iv. Puon. I icr. 2. l{. 28 Que-
sto era dianzi quello star sospeso. Mutar
viso, tre astratto.
g. XMII. Par nel viso, vale H'ostrarsi
troppo .•facciatamenle.
f g. XXIV. Gettar sul viso, figura-
tani. vale Rinfacciare. Lat. crprohrare .
Gr. o'vsioi'Ceiv. Segner. Mttnn. Viccnih.
12. 6. Il peccato gli stava quasi sempre
in atto ausici issinio di gittargli sul viso
r ingratitudine, la quale egli aveva usata
al suo Dio per un vii piacere da bruto.
g. XXV. Andar sul vi.w , vale l'arsì
avanti minacciando. Toc. Pai-. Stor. l.
269. Colle mani , e coli' armi vanno in
sul viso agli andiasciadori.
§. XXVI. Star col viso basso, vale
Fssere in portnnicnto umi'c.
g. XXVII. Star col i'/Vo duro, vale
Stare in conie-^no. Non cedere, l'occ. nOv.
100. 22. Stando pur col viso duro, disse.
'^ g. XXVIII Pendere dal viso. P.
PEKDEr.E, g X. (C)
f s;s §. XMX. l'oglìersi dal viso una
macchia, 0 vergogna, vale Cavarsi, /,<■-
varsi un' infamia. V- TOGLIERE , g.
LXXXVII. \C)
g. XXX. A viso aperto, A viso sco-
perto , e simili , posti avverbialm. , va-
gliano Coraggiosamente , /arditamente ,
Senza riguardo . Lat. viriliter , libere .
Gr. ScasaXs'w^ Pant. Inf. IO. Ma fu'
io sol colà ec. Colui che la difesi a viso
aperto. lìocc. nov. 91. 6. Messer Ruggie-
ri eoo aperto viso gli disse . Tac. J)av.
Ann. I. 12. Ma molti a viso aperto al-
zavano le voci , essere lo stato di Roma
in man loro.
§. XXXI. A viso a viso , posto av-
verb., vale In presenza, A faccia a fac-
cia. Lai. coram , palam. Gr. yav5pw5 »
avyyKvoov. Buon. Fier. i. 3. 3. E cen-
to altr' armi strane da ferire ec. A man
salva, sottecco , e a viso a viso.
* g. XXX li A pieno viso, posto av-
verb. lo stesso che A viso aperto . Ott.
Cam. Jnf 10. l85. Io fui ben solo, dove
per parte di coloro che furono meco a
questo male si trattava disfar Firenze ,
colui il quale a pieno viso il conlradissi,
e operai sicch' ella non fu disfatta. (Br)
g. XXXIIl. Sul vi.'io , posto avverb. ,
vale Jn presenza. Lat coram, in oculis.
Gr. ^avspw;, a'vayavòo'v. Fir. .Is. 207-
Più volte minacciandomi, mi aveva in sul
viso giurata la morte addosso. Cecch. Mogi.
4- IO. Tu sarai sempre povero. N. Perchè?
.V. Perchè tu di' il vero sul viso.
g. XXXIV. Una mano lava l'altra, e
ambedue il viso. / . MANO, g. CCLIII.
g. XXXV. J'iso di culo, di conno, 0 .'si-
mili j maniere d' improperio. Pataff'. 8.
Viso di conno infermo , e di marmotta.
;:: VISO. V. A. Avviso, Parere. Bim.
ant. Panmicc. dal Bagno I. 384 ^^^^^
( saria ) già questo al mio viso mainerà
D' avere spera (speranza), aver nun mai
allessa. (C) Bim. ant. Antonio Buffone
Bacc. Alluce. 22. Cuor turbo e chiaro
viso Diabolico, a mio viso, si può di-
re. (F)
•r g. Esser viso ad uno, maniera an-
tiquata, che vale Parere ad uno. Esser-
gli avviso. Cuitt . rim. 37. Aristotel ,
Boezio , ed altri manti , Seneca , Tullio ,
ad un testimon sonne , E per ragion m'
è viso, anche Ìl vedcmo. E 74- Maggio,
m'è viso , te tal prova a prova Che se in-
chinali ti fus^er li cieli, (l) E l.ett. 21.
57. E però viso m' è , padre, che chi non
vale afferma di non valere. (J' )
* VISORIO- Term. de' Medici . Che
appartiene alla vista. (A)
^■' §■ P^f" aggiunto di alcuni nervi
provenienti dal cervello , detti anche Ot-
tici. (A)
\- VISPEZZA. Qualità di ciò che e vi-
spo. Lat. vividus, vigor, alacritas, prom-
ptitudo. Gr. fvi3pÓ7r,^ . l'.ed. /ns. 82
Ai)pcna che furon nati , con grandissima
ed incrediliilc vispezza ec. volando, parea-
no , per così dire , in moto perpetuo.
f VISPISTl.ELLO . Mammifero vo-
lante che ha ali membranose, e cbc ras-
somiglia nella forma e grossezza del cor-
po a un topo. Oggi più comunemente dì-
cesi Pipistrello. Lai. vespertilio. Gr. vu-
yripti- Pant. Inf. 3^. ^o^ avcan penne,
ma di vispislrello Era lor modo . Bocc.
nov. 85- 16. Fa che tu mi rechi un poco
di carta non nata, e un vispislrello vivo.
^V. 9. 9^. 3. Anche si j;uardino da vi-
spislielli , da lucertole, e da rondini.
VISPO. Add. Pronto, Fiero, Pizzar-
ro. Lat. pronipliis . alacer. Gr. 7Tfo2fU//o;.
Buon. Tane. 5. 7. Ve'come nejjli occhiuz-
zi ella par vispa 1
f \ ISSO- Foce poetica. Add. da l'i-
vere j Pìvuto , f issulo. * Pelr. son.
Il3. Sarò qudl fui, vivrò com* io son
visso. (Pj Fr. Zac. T. 4- ^9- 2. Sempre
m' hai tribuUito, E vissa meco in discor-
do . Morg. 27. l53. O santo vecchio, 0
ben nel mondo visso.
VISSUTO . Add. da Vivere . Frane.
Sacch. nov. 87. Le sue parlanze son più
da rubaldi clic votano li giardini, che da
quelli che dL-bboo dare esempli, e dottri-
ne, come doverebbc dar egli, che si può
dire esser vecchio mal vissuto. Fir. As.
2q5 Ma il ben vissuto ^erchiu ec. con
ogni inslaoza s' ingegnava di mostrare la
verità della cosa. Lor. Mcd. cnnz. \0. !\.
E la vecchia mal vissuta A casa grattò la-
tigna. Salvin. Disc. I. 108. Il suo guer-
riero marito Odenalo, sempre vissuto nel-
le selve , e ne' monti.
VISTA. Senso, e Atto del vedere. "L^X.
visus. Gr. o4"'- Amet. 7. I giacenti cani
delle riposanti Winfe , levati di colui alla
vista ec. , veloci con allo latralo li cor-
sero sopra. E ^']. Un giovane ec. vidi
tra tutti con più fervente vista mirarmi .
Dant. Inf 18. E quinci sien le nostre
A iste sazie. E Par. 3. La %ista mia, che
tanto la segulo, Quanto possibil fu. l'etr.
son. 201. Chiar' alma, pronta vista, occhio
cerviero. E 2.\l\. A me pur giova di spe-
rare ancora La dolce vista del bel viso a-
dorno. Bed. Cons. I. 142- Non è mara-
viglia alcuna , che ec. si lamenti ora di
qualche caligine della vista . E \!\Z La
vista farebbe molto meglio T u6zio suo
nel tempo del calar del giorno, che nelle
ore nelle quali il Sole con più gagliardia
somministra la luce all' aria.
V g. I. Vista, si paglia anche per P
Organo stesso della vista, per gli Occhi,
per gli Sguardi. Tass. Ger. 17. !\2. Ma
già tolte le mense, ella che vt-de Tulle
le viste in sé fisse ed intente, E eh' a' se-
gni ben noli ornai s' avvede Che spar-
so è il suo velen per ogni mente, Soige
ec. (C)
* g. II. Perder di vista una per-
sona , o una cosa , vale Non veder più
una persona , o una cosa , veduta per
qualche tempo innanzi- V. PERDERE,
g. XIX. (C)
^- g. 111. Perdere, di vista una cosa,
vale fì^uratam. .^lontanarsene. /'.PER-
DERE, g. XX. (Cj
:^ g. IV. l'sscre, 0 Giungere, e si-
mili, a vista di un luogo, 0 di una per-
sona, vale r- ssere, o Giungere ec. nello
spazio , dove la vista arriva a vedere
quel luogo, o persona, o dove si è veduto
da quel luogo , o da quella persona .
Car Fncid. I. 677. Ed essi in tanto iu
1734
V I s
ver le mura a vhl» Giunger Jclla citta .
E 3- 4^2. Remìgaodo a gara Fummo in
UQ tempu de* Feaci a rista, E gli varcam-
mo. (C)
# §■ V. Vista, per Finestra^ liin^hìe-
ra, qiiafi I edelta . Dant. Purg. io. Di
rontia effigiala ad una vista D'uà gran
palazzo Micol ammirava , ce. (S^)
t^ §. VI. lista, per Istella , r unù
Dant. Par. 23. Vid' io sopra migliaia di
lucerne Un sul, che tutte quante 1' arcen*
dea. Come fa '1 nostro le vi&le superne.
/^ 3o E come vien la chiarissima ancel*
la Del sol più oltre, cosi *1 ciel si cliiude
Di vista in vista in fino alla più bella. (f'P)
3- VII. Per Apparenza. Frane. ìiarh,
62. IO. Cura fermezza in armarti, e non
▼ista. /Vo^'. ant. 58- 2- Giunsero alla c^
sa sua , la quale era di non gran vista.
* Tratt. t'trt. mar. I. Ti prego che la
Iiootade avanzi la tua vUla, accio che tu
sii trovato meglio che tu non dimostri. (C)
Àr. Far. 3l. 8. Sfidò a la giostra Hicciar-
dctto , cb* era Dinanzi , e vista area di
t;uerrier franco. (FPj
§. Vili. Per Sembianza, Aspetto. Dant.
ìnf. I. Ma Don si, rlie paura non mi des-
se La vista, che m'apparve, d'un lionc.
Pctr. son. 208. Fa cììw sue viste leggia-
ilrette e nuove L' anime da' lor corpi pel-
legrine . * Tais . Oer, 18. 17. Era là
giunto, ove i meu forti arrosta Solo il ter-
ror che di sua vita spira. {DJ
* g. IX. Per Semftiante hurhantoso ,
orgoglioso . Hett. Tu//. lOO. Questo è
tanto pieno di vanagrolia e di vista, che
quando guarda alti ut sempre pare che
dica : darcstemi luogo se non foste villa-
ni. (C)
i'fi g. X. Per Pretesto Tac. Da\>. Star.
26^. Grcdcudo a lai novella i soldati d'
Ottone, crcl)l>c il pericolo del Senato, tanto
più essendosi in vista di consiglio puMdico
uscito di Modana eoa abbandonar quella
parte. (C)
f # §. Xi. Vista, per Quella sem-
hianza o apparenza che si scorge ne^^U
occhi secondo la diversità dc<;li affetti
deli' animo. Ar. Fnr. 43. 96. Cosici con
grata vista lo raccolse, E poi la lingua a
lai parole sciolse. (Fj
t §. XII. Vista, per Dimostrazione,
Segno esteriore. Lat. species. Gr. ùSo^.
Tesorctt. lir. 17. i5t). Ch' io già per vi-
sta sola Vidi maniTcstato Un fatto ben ce-
lalo. lÌQCC. now 68 l5. Avendola veduta
a sedere e cucire , e senza alcuna vista
nel viso d' essere siala l>altula . M. V.
7. 2 E dando vista il dello lìe di grande
apparocchiamcnld , avvcnn».* ce. l'alale.
Fritti, ling. Pogniaiiio che anche non si paia
alla vista. Tac, Da^-. Ann. l. 2. Da lui
fatti de' C''sari, e in vista di recusare ar<
dentcmcnte desiati ( Il testo lat. ha: spe-
cie recusantis ) .
g. XUI. l)'i<fe Far %'i sta, che vale Di-
mostrare , Indicare . Lat. su ho stendere .
Gr. vTZoSnAV'Juv. fiore, g. 3. />. 4- Ct^
perle di pergolati di viti, le quali faceva-
no gran vista di dover qucll' anno assai
uve fare. F nov. i^o. 9. Sb altra vista d*
■Irun sentimento fece , che avrebbe fatto
an corpo morto.
* §. XIV. incesi anche Dar vista, in
senso di Mostrare^ , Aver apparenta .
Cron. l'eli. l33. È d* eli d* un sedici
mni, e savio, e facente, e «li v»»ta «Pr-j-
ter buon uomo. F ivi: E ancora fanciul-
lo ce, ma dà vista di somigliare di |^an-
dcua il padre. (I }
t §. XV. Far vi-tta , o le viste, vale
anche Fingere , Simulare. Lat. dissimw
lare. Gr. Ìipùì'*lJl'i'^<^<- ììocc. nov. \S.
17. Ella atbtra fé vista di mandare a ittrr
■ir albergo , che egli non fosse atteso a
«cua. E now 17. 29. Un capestro da lui
V I 3
perciò portato, facendo vista dì far carex-
te a Ciurlaci, gli gittó alla gola. F nov.
61. 8. Fece villa di svegliarsi. E nov.
77. 3o. Vista facendo d'andarsi a letto,
la fante ne mandò a dormire. Cron. ito-
rell. 265. chi ti conduce in sul fatto ,
prima ti dica oulla, con due, o tre che '1
serviranno, o che ne faranno vista, per-
chè lu ti vergogni di disdire. E 323. Ci
fece molte volte ricomperare per biscazzi,
che ci facea , e ci è sempre convenuto
far vista ùì non vedere. S. Ciò. Grìsost.
Quelli che paro cbe abbiano preso la ero
ce, e fanno vista di seguitar Cristo, voglio-
no, e cercano d' andare per quota via lar-
ga (f/ui la stampa pag. 33. legge: danno
vista). Cecch. Mogi. 5. 8. E* fa le viste
Di non udir questo ribaldo. Salv. Granch.
4- I. Facendo 'I babbione E *\ serfedoc-
co, far vista d'avare Pensai" ee. Fir. As.
94- Fece in un tratto le viste di essere
stracco , e dislesesi ìn terra con tutta la
soma .
§. XVI. Far^ gran visU, vale Far di-
mostrazioni , 0 hurbante . Frane. liarb.
72 17. Sia fuor di groneggiarc, A poco
a poco salisca al suo grado. Faccia gran
viste rado, Per ogni ciancia comandar si
puardi. * Vit S. Fugen. 388^ Ma il Ter-
fcllk), sappicelo eh' egli r avea fatto fare
occultamente (un tradimento), fece le vi-
ste grandi, e misegli in pregione; e dopo
alquanti di disse che gli Imperadori ave-
vano loro perdonato. ( V)
* §. XVII. lista, per Riguardo, Con-
sidcrntione , }fira. Dani. Par. 24* E da
questa credenza ci conviene Sillogizzar,
seni' avere altra vista. (Mj
^ g. XVIIl. Venire a vista, per }fo-
strarsi. Darsi a vedere, Prerenlarsi in-
nanzi. Dant. Par. 17. Mi viene A vista
*! tempo cbe ti s' apparecchia (lirj
* §. XIX. Mettere 1/1 vista una cosa,
vale Atetierla in considerazione. Far che
altri le ponga mente. Scf^ner. Pred Pai.
Ap. 2. l. Voglio che ella mi servi almcn
d' occasione a mostrare una ferilà quan-
to meno osservala, lauto più degna ec.
d' essere messa in vista. (TCj
5 §. XX. Bastar la visite, figuratam.
vale /instar l* animo^ , Dare il cuore .
Amhr. Furi. \. z4* ^*^' l»"*!»*» '* *'*'»
attribuirti il nome d' altri cb , pcisimo
giuntatore T
g. XXI. .-Z vista , posto awer/iialm.
Diciamo : Giudicare a vista , 0 simili ,
cioè Giudicare colla semplict witta , e
senza venire ad altro cimento j /.■• che
diremmo anche Giudicare a occhio , e
croce. Lai. eT 9isu, ex solo inluitu iu-
dirarr. Gr. x%x' 0(j"v xjt'vstv. Mov. ant.
l8. 3. Danneli quattrocento, cbe troppo
credeva che fusscru, più i dugento mar-
chi, che non mi switlirano a vista.
*t S- X^ll- -^ pista, terni, mercatan-
tetco j « diresi delle lettere dt camhio ,
allora che debbono pagarsi subito , ve-
duta la /eltem j a distinzione dell' altro
tarmine loro A uso. /'.A USO.
§. XXIll. A prima %'ista , Vt primi»
vista, posti cvverhialm., vitgliono Subito
che .CI .tfil veduto . Lai. primo intititn .
lied. Oss. an. 5l. Il luniacono marino
ee. fa cosi a prima vista in tal postura
qualche roisa ctl abbouata siiiiitiludinu
col muso dilla lepre terrestre.
§. XXIV. Divista, l'ale I iru.tlmentr,
Per mezzo della vtsta , Ocularmente.
§. X\V. In vista, posto avverh.
vale Af*p'irentemente. ttorc. nov. 11.6 lu
vista lutti pimi di piet^. E n(^v. i5 aa.
In vista lullA sonnarchiosa, fallasi alla 6-
ncslra , provrrbiosamcitle dtisc
tf g. XXVI. In prima vista, o ÌS'ella
prima vttta , posti avverbialm. vagliano
Subito che si sta t-eduto. Bocc. Fiamm
V t s
1. 39. Obi dirà cbe persona mal non più
veduta, sommamente si possa amare nella
prima vista? (Br) E g. 2. n. 3. Il quale
maravigliosamente nella prima vista gli
piacque . Borgh. Orig. Fir. 23l. Molte
cose in prima vista appaiono belle e t«-
risimili affatto. ( Vj
VISTAMENTE. V. A. Avverò. Ve-
locemente j Con prestezza. Da vedere a
non vedere. Lai. celeriter , repente. Gr.
ra^c'u; ■ Guid. G. Colla potenza della
sua schiera vistamente impedìo li Greci.
E altrove : E stando fermi vistamente
si ristettero . Liv. M. Comandò a' suoi ,
cb' egli meltessono il loro arnese in un
monlicello, e che ellino «* armassono vi-
stamente. E più sotto: Elli scrisse vista-
mente la sua oste . I\'ov. ant. 92. 6. Li
Romani lieti e gioiosi più che non si po-
trebbe credere , vistamente andarono in-
contro al loro campione.
t VISTO. Ade. Pronto, Di fiera vi-
vacità , Di sensi desti j quasi lo stesso
che Vispo . Lat. promptut . Gr. t;03U-
^04. Liv. 5f. Elli fue non pur solamente
visto d' ingegno, ami fue ec. Filoc. 2. x5.
Gli pareva che del suo corpo uscisse un
lioncello presto e visto, il quale egli insieme
con questa cervia senza alcuna rissa nu-
tricava per alcuno spazio. Ovid. Pist. G.
D. 39. Egualmente dava corona a* più
visti e pronti. Cron. Marcii. 349- Tu 1*
avesti maschio per farli bene crepare il
cuore ; tu 1' avesti intendente e Wsto , e
sano, acciocché con pena fussi dalla per-
dita tormentato.
VISTO. Add. da Vedere ^ Veàut» ,
Petr. son. 159. Vedi quant' arte don e
'mperla e 'nnostra L' abito eletto, e mai
non visto altrove- E canz. 6. 2- Rappel-
la lei dalla sfrenata voglia Subito vtita .
Fr. Giord. Pred. B. Si turbò per le tante
viste impuritadi. * M. V. 9. 104. E vi-
sto cbe non si polieno confidare, ec. (l'J
# g. listo, per Veggente, Dt veduta
sottile. Ott. Com. Purg. 6. 77. La pre-
detta providenza è tanto giusta cbe ella
QoO lascia passare alcuna cosa impunita (
e così è tanta vista , cbe ogni orasiooe
falla a lui pietosa ed umile non luda
passare senza remunerazione. (C)
VISTOSAMENTE. Avverò. Im ma^
niera viflota.
VISTOSETTO Dim. di Vistose. Lio.
cur. malati. La bevanda ti ^ d' uo eolore
più presto vistosetto , cbe no.
VISTOSISSIMAMENTE. Superi, rff
Vistosamente. Lat. drcrntissimo , pu^
cherrimo aspectu. Gr. cucios'aTaToi. FY.
Giord. Pred. B. Onde vistosissimamente
compariscono per le chiese.
VISTOSISSIMO. Superi, di Vistoso.
Lat. aspectu pnlcherrimus, speetatu pul-
cherrimiis. Gr. luitocsTocro;, ùpoLtórx-
TOi. Ar. l'etr. IS'er. 5. 79. Così si aver^
uno smeraldo vìstosÌMÌmo. E 5. 85. Verrà
uno zafBro orìcalale, cbe ar'a ud Ttolellu
Tistosissimo .
t VISTOSO. Jdd. Che tcààisfà att
occhio. Di bella vista. Lai. elegams, ve-
nuftut. Gr. x^P**'*« ■ '''"- ^- Cwir. Lo
superbo sempre ^ vistoso di fuori in ogni
sua opera, e dentro è sempre «ile. Urh.
Sa In una bottega d' un rigattiere Ì loro
vistosi e rolorati panni in oscuri e grossi
tabarri cambiati, ec. Fir. As. 237- QuAO-
do parse loro cbe noi fussìmo un poco
più visiosì, menatici alla piazza, « coJU«*
gnaliri ad un l>.inditore, e cavalli e asini
tutti fumnui mrssi allo incanto.
VISUALE. Add. Appartenente alla vt-
sta. Visivo. Lai. visualit. Gr. o~Ttito'{.
Guid. a. Molto si rallegra di mescolare
i suoi visn.d) raggi con nuelli d' Flcna .
Hut. ìnf. IO. Come si dice nella pro-
ipcttiva, che gli occhi veggiano mcttr»^
V is
j ti l: mirili VISIVI, cioè lo quale '•«■"
TlSuÀLMENTE. .U.'rb. Per «««
Ti* r.""" «'''• '■'" "" """ „
.„«:. che cou UD ceno V.UCC.O suo ,
loress* , ^^g ,11 A-
lullo sangue e lane , »""
S:r^r'3;."a,j:::r;a^oni'.a.
ciascuno, che ci nane,
«t^"::ur"rrsi%::::=t.o
V 1 T
V I t
1735
■; ■' «i,^ F 10. E la misera vi-
transiloria vita r. lu- ■-
U Dimoran.e prolunga per mio male ^
vivere umano- -• '- •>""^- •* -"
rquci, i quali ec. lauto poco Mimarono
1. v^ila loro che furono scnUU dire .che
«ebliono volentieri una coppia d. scudi
pagalo, e non esser quel Biornovenuu a
^'Tl'^'Lrne!a.i.a.r^!e Esserci
pena di morie. Bocc. ne. 98. /JS. Come
Clù si folle, che ec. tu con essass, quello
che tu non facesti giammai , andandone
' Tu. Dan, o Prestare vita, o la
Htì, .agUono Conceder la vita. Far che
lt,r!.i^. Lai. fr.bere.itan, , larg.n
^ilam. Gr. ?<-r!v X«?'?--f f ' ,, ,^""-
Feti 16. Se gli avesse prestato Iddio vi-
U, avrebbe avuto in comune assai stato .
Bern. Ori. 1. 17- 17 P" ''"""' ^''V
eletta egli ha la morte. Segner. PrM
a. 5. E come se quegli, a guisa d. tanti
Dii, dato vi avessero ancor la vita, ancor
r essere, vogliono che voi giungiate insi-
no a chiamarvi le loro creature.
e. IH. Dar la fila, <ale anche Spen-
dere la vUa, Oferirs, pronto alla mor-
te Jr. Fur. 22. 35. Ma por farle pia-
cere, immantinente Data le avr.a la vita
che gli resu. * Segner. Fred. lai. ,lp.
2. \l. Si duole suir allo tanto a lui caro
di dar la viu per r uomo. rrC;
§. IV. Var la vita, figuratam. sx dice
dell' Apportar somma consolai^ione , gran-
dissimo piacere, ntililà vera . Fr . Jac
T. Di carilate adomati, Ch ella li da a
vila. r<ir. leti. I. 157. M'avete dato la
vita a farmi vedere parte del commenta-
rio eh- avelc scritto degli artefici del di-
segno. , f »-
* § V Dar fila a morti , vale «1-
sascilarli. Tornarli in vita. Fr. Oiord.
Fred. I. l5. Ed ancora col suo grido da
Tila ai figliuoli morti. (C)
§. VI. Panar la vita . vale Rimetter
la pena della morte. Bocc. nov. t^l. 22.
A Cimonc e a' suoi compagni ec. fu do-
nata la vila.
e. VII. Essere in vita, vale ì ivere .
Lit. in vita esse. Oc. Gr. «va. >.v tm
ft.'u . i?occ. nov. 1. 2. Bene 1 suoi pia-
rerì , mentre furono in vita . seguendo ,
ora con lui elerni sono divenuti e beali.
r,t. S. -^rargh. l!i«. In mentre eh 10
sarò in questa vita , Io non lo faro.
« § Vili. Finir la vita, 0 1 dì della
saa vua, vale Cessar di v.vere Afonre.
r. FIINIBE, § X. e SII. fO
* e IX. Levar la vita ad uno. vale
Ucciderlo, recor. g. 5. n. 1. H popolo,
«..gendo questo , corKro a fona al pa-
lano di Crasso, e tutti d' accordo gli Ic-
varon la vita. (C) .
a; « X. Mancar di vita, vate Morire.
Giov Celi. r,t. AIJ. l39- Seguito dipoi
quel tempo che essendo mancato di vita
il Re Pedinando, e poco dopo lu. lo m-
perador Massimiliano , s. accese negli a-
nimi de' Francesi una vog .a sfrenata d.
assaltare .1 regno d. Napoli. < ' .»
* §. XI. Mutar '•'"•''"''"•" '""'/..^"r
sare aW altra vita. Morire. V. MUTà-
"Vl XII. Passart di vila, 0 alValtra
viJa.o a miglior vita, vale Morire Lai.
ex liac vita migrare, e '■J'^P'?/'""''
ad palrcs ire siios. Gr. «■:r«)UTTJ5ea.
„0 >=u,TeU«T<xv Tov ^.ov. Socc.nov
28 26. Consola la tua donna , la qual
sempre, poichfe tu di questa vita passasi,
instata ii lagrime. Fnov.Jt. ll.Dopo
non guari spano passò della presente vi-
ta. Fncv. 98. 4- Creniele già vecchio di
questa vila passo. E ^lnJ. t-es. l'i- Fa-
cendo co'lor archi d' està vila l'assar moli,
animali assa. sovente. Urb. 5;. Con ama-
rissima doglia del padre era di questa vi a
passalo. F.Vec. 4. .87. Mal sarebbe , se
io in quel termine, che lu fuori del rea-
me stessi, passassi ad altra vita.
8 XIII. Perder la vila, vale lo stesso.
^ Ésop. Fav. 4. Vedendo 1' Agnello, che
in ogni modo gli conveniva perdere la vi-
ta, rV-J"^ ^' Lupo con superbe, e vane
parole (C) Bern. rini. I. 5. Qual e co-
lui eh' a perder va la vita.
+ * 8 XIV. Por la vita per uno, va-
te Darla, Spenderla. Sacrificarla per sal-
var uno . Agn. Pand. Col bicchiere in
mano giuravano, e prometlev-ano por la
vila per loro. /'.PORBE,§.CLXVl.r;^;
* e XV Por(i,r tifii addosso , vale
Fiveii'. Cecch. Assiuol. 5. 8. Tu se" .1
piò galante uomo che porli vita addos-
so. ( f j , D-
* S XVI. Recare a vita, vale Kisu-
sellare. / . RECARE, §. XLVI. (Cj
g XYll. Beggerla vita, vale Sostentar-
la. Lai. vitam regere. Gr. i;w>Jv Tpef i'".
Bocc. nov. 37. 3. Quantunque le conve-
nisse colle proprie bracca .1 pan , che
mangiar volea , guadagnare, e filandola,
na , la sua vila reggesse.
* §. XVIII. l'ornare in vita uno ,
vale Bisuscilarlo . Bocc. nov. 28. 2b.
Padre mio, le vostre orazioni ec. m han-
no delle pene del purgatorio tratto, e tor-
nato in vita. (Cj -. >.
S "XIX. Torre la vita, o Togliere, o
Trar di vita , vate Uccidere. Lai. mler-
necare. Plaut. Gr. e-|o),oSp^-J5.v. Bocc.
nov "7 41 ■ Riguardando a che partito
tu ponesli r anima mia , la tua vita non
mi basterebbe , toglie ndolati. Pelr. canz.^
38 4 Trarre o di vila, o di marlir qucst
alma Vit. S. Margb. l47- Se lu rn, Io-
eli d. questa vita ec, quando tu m avrà,
morta, ec. E l!^. Perchè li fa. torre la
vita? r i\T „,
* § XX. Venire in vila, vale fasce-
re. ; . VEMRE IN VITA. (C) ,
« 8. XXI. / l'ere in prima vita , lo
stesso che Vivere; e .<i ha in ciò riguardo
alla Seconda Fila . Oli . Com . Par. 9.
21Q L' Autore convelle il suo sermone a
dama Clemenza ec. la quale viveva anco-
ra in prima vila. (C)
e XXII. Uscir di vita . vale Morire.
Lai. exire de vita . vila exccdere . Gr.
TsXsOTàv To'v p.ov. Dani. InJ. 20. Po-
scia che'l padre suo di vita uscio. ■. Ar
Far 26. 16 Dell'asta di Fugg.er fu U
Pagan degno, Che guidò gli allr., e use,
di vita in fretta. I TCj
8 XXIII Chi ha tempo, ha vita;
prov\rb. dinotarne, che ISetf aver lem-
pò, 0 nel goder dilazione, si possono spe-
rare, é possono sopravvenire degli avvcm-
taggl. Ambr. Iiirt. ,. 3. Tu sai. che ch.
ha tempo, ha vita.
■-- e XMV Per vita vostra, ec. Ma-
nièra di scongiurare altrui. Segner. Fred.
8. 5. Sema che, ditemi per vita vostra,
uditori , quanto durerete alla fine in tal,
travagli (cioè, quanto v e cara la vita
vostra)? (f) , ,
V 8. XXV. Trista la vita mia, escla-
mazione di dolore . Pecor. g. in. 2-
Disse la donna: trista la vita miai doraan- -
date lutti questi vicini, se mai s' avvidero
pur d' un mal allo di me. (Ci
■■:■ §. XXVI. ì ila , per lo Tialiiral vi-
gore degli animali , Potenza . Fona vi-
tale - Lai. vilalitas . March. Liicr. lib.
5. Allor che manca Per V età già caden-
te il consueto Vigor dell' uno e che dal
corpo infermo Languida, - dalle membra
oppresse e stanche. Gli s' .nvola la vita,
allora ap| unto Veggiam ch ali altro m
su il fiorir degli anni Spunta la vaga gio-
vinola. (Br) , e f ,
:■= e XXVII. Fila, talora vale ialule.
Sanili. Tas<. Cer. l. 3. Succhi amali
ingannalo lulanlo ci beve, E dall ingan-
no suo vita riceve. (TC)
'• 8 XXVIII. Parer la vita, vale es-
sere sanis.timo. Cecch. Servig. 1. 4. Oh
quel meschino Si mori bene a un tratto.
Ifer. Si, vedilo; E pareva la mU.(ì)
S XXIX. / ita, per Anima. Dani.
Par 12. lo son la vila di Buonaventu
ra * E 14. Si tacque La gloriosa vita
di Tommaso . E il Vita beata , che ti
stai nascosta Dentro alla tua letuia, fam-
mi nota La cagion che si presso m. t ac-
costa. E 25. Inclita vita, per cui 1 alle-
creiza Della nostra Basilica si scrisse , ec.
(parta sempre ad anime di Sanili. (ì )
Ta<s. Ger. 12. C2. Se lavila Non esce,
sdegno Ilenia al pelto unila. (D)
:? § XXX. ì'ita , dicesi anclie , in
lerm. di devozione, delP anima quando e
in islalo di grazia. Segner. Mann. Apr-
à 2 Qual è la vila dell anima ? Non e
Dio? Or la fede 'e la prima che a le, lo
unisca. EAgosl.5.6. Chicon quesU
divozione che usale Iruovi lei (la ter-
gine) irover-a la vita. Questa vita s, e L.
oraiia divina, vila dcU' anima nostra, (l)
+ , 8 XXXI / ■"■, P"- '» ^^P' "'"
si vive , per Tutto lo Spazio di tempo
che scorre dalla nascila fino alla morie.
^ Pani Inf. I. Nel meno del cammin di
nostra vita Mi ritrovai per una selva oscu-
ra J'inc. Mari. teli. 5. Va animo ben
composto si doveria fermare se fra que-
sto corso della vila mortale e, fusse pun-
to di fermezza . Segner. Fred Pai. ^p-
2. 3. Fino a quel di funesùssimo , nel qual
Cristo termino la vila mortale. (C)
* e XXXII. l'ila, si dice anche Una
parte considerabile di questo tempo , o
spazio. Ar. Fur. 14. 88. Fé' nelle scuole
assai della sua vila Al tempo d. Filagora
ed Archila. iC)
* e. XXXIII. Andar per vila , vate
Vivere nuanlo 'e il corso ordinario della
vila. Stor. ^erb. Se lu vai per vita, lu
sarai valentuomo. (C)
+ e XXXIV. Far la vita. 0 Far vita,
,Je livcre. Lai. vivere . vitam degere
a-vbm agitare. Gr. ^lov |3iojv . Bemb.
teli 1 5. l4q Che non posso stimar per
niente, ch^ voi pensiate di far la vostra
vila in quel paese. * ^'>?- ;"'•' ': }°°-
rna che Naiade era . che in quei fonU
Che surgon quivi. Fé' sua vila e pia-
"''"- s'^XXXV. Passar la vila in una
cosi, vale Consumare •' "■'"f"' {"«"^
■'"''"^^nc(;m^su:n^l.^Fa,^iU
:;lte''aromt-'.--'l giuoco. fC;
»736
V I T
' §. XXXVI. Usar la vita in due-
chestia , vale Consumare il tempo in
checchessia. C. / . i. ig. ,. Mu per lo
suo mal rcggimenlo usando sua viu io
lussuria , fu caccialo dai baroni, e lolla
ti'' la signoria. (C)
* §• XWVII. lila, talora significa
Cessazione, o Fine di vita. Cron. Mordi.
335. Voglia Dio rlie questo (dolorej nou
sia cagione d'affrellar l'ora della nosira vi-
la. Cronichet. d'Amar. 27. Quando Dario
SI vide cosi aver perduto, mandò lettere ad
Alessandro, che gli voleva dare lo reame di
.Media , e dargli la 6^1iuoIa per moglie
e dopo la vita di Dario , che Alessandro
avesse Io reame di Persia. (C)
■^ S. XX.WIII. l'ita, per luogo dove
SI passa la vita, dove si iiV.- Dani. Inf.
4 E quegli ( Virgilio > a me : 1' ornala
nominauia, Che di lor suona su ncLa tua
vita , Graiia acquista nel ciel che si eli
• Vania, (il)
* §. XXXIX. Vita, si dice altresì
dell' Insistenza dell' anima dopo la mor-
ie, e si dice Vita futura, L altra vita.
Vita avvenire ; in opposizione alla Vita
presente. S. ^gost. C. D. 1. 36. Si sfor-
«no dimostrare dovere essere adorati li
Dii , non per utilità della vita presente ,
ma per quella vita che dopo la morte ì:
Tulura. (Cj
%. XL. Vita beata, vale il Paradiso.
Dant. Par. 6. Diverse voci fanno dolci
note i Cosi diversi scanni in nostra vita
nendon dolce armonia Ira queste ruote
(parla un'anima beata l. lUtt. ni: la
nostra vita, cioè nella nostra vita beata.
* §. XLI. Vita et, ma, 0 simile, J..
cesi II premio del Paradiso che Iddio dà
a' giusti dopa morte, lìant. Conv. La. Per
Ij qual campiamo dall' eternai morte, e ac-
quistiam l'eternai vita. (C)
t §• XLII. Vita, per Modo, o Qua.
Illa di vivere. Lai vita inilitutiim. Cr
«mr<io£j^a. Oti. Com i„f. 8. 137
Ebbe nome messer Filippo Argenti degli
Adimaii, cavaliere di gran vita, e di gran
burbania cio'e, di magniBco, e nobil "mo-
do di vivere;. Pelr. son. 221. Cercalo
ho sempre sohlaria vita. Cron. I eli. i5.
La vita sua inSno a qui è slata, e e sanaj
niuno dispiacete d'altrui. Fr. I,u:, '/'.
."5. 25. 22. Mo qual vita vorrai fare? .Non
corrai tu lavorare ì « Jìocc. g. 2. n 7
Io vorrei bene che cosi fosse slatoipiù" to'
>U. che avere avula la vita, la quale avnta
ho; e credo che mio padre vorrebbe il si-
Mi'glianle , se ec. (V) Btm. rim. I. 3i , Se
VOI andate dietro a questa vita, Compar
SOI mangerete poco paue. Tati. Im 1'
II. E dissi sospirando: Eccoti, Cinlia, il
corno, eccoti, l'arco. Ch'i,, ii„u„,i„ i
luoi Strali , e la tua vita.
•<• S' XLIII. /Iver mala vita, vale Pas-
sar la vita molto male , Menar vita in-
felice, noce. g. 5 n. IO. .Se ne comincio
Ione a turbare , e ad averne eoi marito
«Il «conce paiole alcuna volta , e <iua>i
continuo mala vita. (V)
%■ XLI V. Darsi vita, a lieta vita, vale
I iver lietamente . Lai. hilamn <eu la-,
tam vit.im acere.Gr y«.o>^ ^S.'ov 5.<,:v.
Cron. Morell. 25| Pognimo eh- li .an-
gui ti bollano, e die tu dijideri ei.erc
sciolto, e d.„li vita e buon Icmpoinon-
dimeno ec / ,/ s. V. Madd. 3. Ora co.
nlincia la Mad.lalena a darsi vita e lemi.o
e andare attorno alle r-e.tc , e alle luoc'ira
di sollauo .
r \. '"•^' I''"" uomo di lieta vita,
vale Ester nomo a cui piace di stair al-
legro , Vssere per lo più di buon umore
lasc.Parent. Prol. Ben >i può giudica-
re, che egli sia persona universale, con-
>eriali\a, risoluta, e di lieta vita. (C)
t ■•' § XLVI. Menar gran vita, si dice
V I T
del Condurre una vita mirabile, non solo
per grandezza mondana, ma per qualsiasi
altra notabil parte. Vit. .SX Pad. I. 186.
Fu un altro lo quale, poiché insieme con
noi fu i>talo nell' eremo , e menala gran
Mia, venne in tanta opinion di si . e in
tanta superbia di volere altrui ammaestra-
re, che era mirabii cosa. (l'J
-■= §. XLVII. 7'i-nfr gran vita, vale
I ivere magnificamente. Dm. Comp. Iib.
I. Veggendo i Cerchi salire in alleala,
avendo murato e cresciuto il palagio , e
lenendo gran vita , cominciarono avere i
Dojiali grande odio conica loro. ( Pj
■f £. XLVIII. Trarsi vita, vale Darsi
piacere. Vit. S. 3/. Madil. 6. Pare che
gli giovi di trarsi vita e tempo con lei
insieme. (p'J
g. XLIX. Vita, per Vitto, MaUria con
che si sostenta la vita. Lai. vita, victus
Gr. 0 ^i oj. Tes. Br. 5. 36. I suoi pul-
cini nascono si grandi, che incontanente
|,rocacciano lor vita. Vit. Crist. Or se le
conveniva guadagnar la vita sua per le
braccia, dappresso: Abbile /a/la Ver-
gine) dunque compassione, che ledi ihe
e conviene guadagnar la vita sua per le
braccia. E altrove: .Non avevano né da-
nari, né derrate, di che poter trarne lor
vita; tutto convenia che 'I facesse e for-
nisse la donna nostra colla rocca e coli'
'".",) '^''* ^'a»a e cuciva a preuo. Cron.
le/I. i5. Ila fallo più male a sé, the
altrui, logoralo in corteseggiare ciò e' ha
potuto , ingegnatosi di voler procacciare
sua vita di fuori. * Dant. Par. 6. E se
il mondo sapesse il cor eh' egli ebbe ,
Mendicando sua vita a frusto a frusto ,
assai lo loda, e più lo loderebbe. (P)
ierni. S. .igost. \. Comando che la vo-
stra vila sia erbe crude , e paue d' 0110
e acqua, e voglio che per le pasque ab-
biate de legumi, e per le solennità, e gli
altri di voglio sempre la viu vostra sia
cosa cruda , o erbe, o radici. (CPj Horgh
lese. Fior. 45l. Potette avere la cura ec.
1 arcidiacono del dispensar I' entrate e
provvedere la vila del collegio che in co-
mune viveva. (V) Circ. Celi. 3. 86. Co-
lui praticando dove si giuoca , raccoman-
dandosi , e adulando chi vince , ne cava
vilissimamente , e "1 meglio che può la
vita . '
T '•' d- L. hsser uomo di buona vita
vale Esser uomo che suol trattarsi bene'
lautamente. Varch. Siioc. 3. 5. Egli era
uomo d. buona vila, come <apcte, e mollo
de SUOI piaceri ; e quegli che si voglio-
no cavar le lor voglie, non lasciano mj
troppo agli eredi. ( Vj
g, LI. Far buona vita , vita magna ,
e simili , vogliono Vivere lautamente '.
I.al. laute vivere , splcndidam vilani a-
gere. Gr. Jx/is^w; ^ioZj. « Fav. Esop.
Ibi. Se' grasso e gagliardo, e hai bello
pelo fresco e risplendente; e bene si mo-
stra rhc facci buona vita. (Vi ttocc. nov.
q8. J. i:ominrio a fare la piò bella vila,
e la piò magnifica che mai si facesse
lìern. rim. I. |3 Vita icella 11 fa, chia-
V 1 T
ra e serena.
t S Lll. Far mala vita, vita slrvt.
la, a simili , vagliano I iver,' meschina,
mente, sottilmente. Fran-: lìnrb i5,)
y. Ognun che parla, non parla; ma tace
Ciascun che dorme in paco. Vita fa ma-
la , e ibillrina verace.
S- LUI. Far vita regolala . vale li.
vere regolatamente. Lai. ,ci-/i.r victns le-
gibui vivere Gr ««T« «a»o'«a 3.»:»,
5U?^5viii; oiKiTiaàai. .Illeg. i5o La
qual non pare a me sic poca entrala, Ch'
a <bi vu.il sano vivere e ronleolo .Non
baili a far la vita regalala.
■> S- LIV, Vita, dicesi anche a Ciò
che serve a mantener la vita . Vaaleni.
meato . Vit. SS. Pad. 2. yS. Fue uno
orlolano pietoso, lo quale ciò che guad«.
goava , dava per Dio , e riteneaai «,Io la
vita necessaria. (C)
-e S- LV. Illa, SI due anche di Ciò
che riguarda i comodi, o gl'incomodi */.
la vila.Petr. son. 8. Ma del misero sialo
ove noi semo Condotte da la vita alir»
serena Un sol conforto e della morte ».
^tmo. B,mb. Asol. 1. Sicura e Uaoouil-
la vita vitendo. E 2. Questa vita eh.
noi viviamo , di fatiche innumciahUi à
piena. (C)
SLVI. Menar vita, vale Vivere Lai
v.^am ducere Gr. ^.oj, ^,„ . Cron
f^ell Essendole poco rimase , il dello
Piero trislamente menò sua vita . Lod
Matt. Trag. 122 Nessun mai fu, che
la sua vita intera Senia doglia menuw
S- LVII. Trarre la vila, vale lo sles-
so. Lai. vitam ducere. M. V. 9. 5. Dote
non avendo dal fraleUo alcuna provvisio-
ne , traeva la sua vita auai miaeramenle
E cap 24. Traevanne loro viu uiai o-
norevolmente .
%. LVIII. I ila, per Costumi. -Ln, mo-
res. Cr. r.si,, rpó-xoi. Dani. Par. 3. Per-
fetta ma e alto merlo inciela Donna piii
su. fìocc. nov. I. 6. Era questo Ciap«l-
lello di quesla vita. E nov. 32. i. Uomo
di scellerata vita e di corrotta . E nov.
40. 4. Di uaiion nobile , ma di cattiva
vila , e di biasimevole sialo. E nov. Al
l\. La cui perduta vila il padre con gra-
vissima noia portava. * Cor. leti. i. i^n.
Rendete le raccomandaiioni a M HaU^
del quale io lodo la vila, ma ooo il con-
siglio. /C)
•t g. LIX. Far buona, o mala vi-
ta , vale Menar vila di buoni , o di rei
costumi . Lai. ^<iai?i aut malam vilam
agere. Gr. SoviJiSw; fliojt.
* S- LX. Mutar vita, vale Cangiar
modo di vivere , e si usa per lo più in
buona parte, ed allora vate Convertirsi
V. MUTARE, §. XI. (C)
* S- '-XL I ita, per Opere, Azioni.
Dani. Par. 19. Sono quanto ragione u-
maoa vede. Senta peccalo in vita, oJ in
sermoni, (fìrf
S- LXIf. Vita, per Persona. Tass
Amint. I. I. Qual m se', (ale io fui •
cosi portava La vita e 'I volto . e cosi
biondo il crine, lìern. Ori. I. 7. g. („.
nanii a lutti va lo 'mperadore , Armato
bravamente in sulla sita.
g. LXIII. Slare altrui ben la vita,
vale Reggere ben la persona ,a andando'.
Portar Ae;i la persona . Bocc. nov. 80.
6. Essendo egli bianco e biondo, e leg.
giadro mollo, e standogli ben la viu, av-
venne^ che una di queste barbiere ec. >L
pose r occhio addosso.
§. LXIV. Andare, o Slare in sulla vita,
vale lo slesso.
§. LXV. .4ndare,o Venirti alla viU ,
vate Investire da vicino altrui per ofen'.
derlo. Lai. cominut aggredì , .vioriri Gr
«TiTt'àl,S«.. ilatm. 4. 59. Ormai .„..
va il loro, ed alla vita Con un laario mi
vien tutto infurialo.
S- LXVI. .\on poter la vita, vale Vivi
poter sostenersi, o reggersi. Fir. ./*.o3.
Andando toppo e barcolloni, nli potendo
più la vita , io mi fermai dentro ad un
fossatcUo che assai pigramente sotto mi
correi a .
S- LXVII. A'ou voler la vita d" alcuna
cosa, si di.e figuratam. del .Ven poterla
'Offerire . Son poterci star sello
« J. LWIII Vita, dices, and,,-.
Quella parte del corpo , die e sofrt 1
banchi sino alle spalle. Magai. Leu. (4/
f S- LXiX. .rcrriirr allm vita, si dice
delle Vesti strette che combaciano alla
persona. V. SERRARE , $. XV. (Cj
V 1 T
■t^ §. LXX. l'ita, si dice anche n-
spitto alle Occupazioni, alle Varie profes-
sioni della tita. f'r. lac. T. l. 7. 3l.
la vorrij mutare stalo Per far bene iu
altro lato ec. Son leguto a vita attiva, I^
vorrei contemplativa . f'it. SS. Pad. i.
207. Quegli, che elesse vita monastica,
se egli non fosse sialo cosi perfetto mo-
oaco , non sarei anlilo d' agguagliarlo a
3ucir allru , lo quale per grande canta-
e, e s^ , 0 le sue cose diede al servìgio de'
prossimi, f'it. S. Zanoh. 3l3. Quivi in
quella cbicsa piccolina abitò santo Zano-
l>i » facendo vita di romito. (Cj
V g. LXXI. t'ita cii'ile, dicesi La par.
ticipazione ai diritti civili. Cas. lett. ^2.
Desidererei che il sig. Duca liberasse Flani-
minio , e non intendesse d' aver satisfatto
a N. Sig. con lasciargli la vita naturale
jcnia la civile. Sega. Elie. l. 1. e. 5.
L' onore e quasi il fine della vita civi-
le. (Cj
* §. LXXII. Prender vita, vale E-
leggersi lo stato , o maniera di vivere.
I it. SS. Pad. 2. 272. Temeano che non
lasciasse il mondo, e prendesse quella vi-
ta che poi (ece.{C/ Bart. As- pari. i. lih.
5. Iddio, quasi facenJul rinascere, perchè
prendesse vita migliore, fuor d' ogni spe>
ranta il campava dalla morte. (P)
S- LXXIII. l'ita, per Racconto della
l'iM . l'it. SS. Pad. I. 2. Incominciasi
la TÌla di san Paolo primo eremita . E
63- La vita del quale, avvegnaché insuf-
Scientemente sia qui da me scritta , ec.
£64* Incomincia la vita di santo Ilario-
ne. E p3. Incominciasi la vita de'monaci
d* Egitto, la quale san Gerooinio compi-
lòe. Hed. jénnot. Ditir. 82. Giovanni si-
gnore di loinville, che 6ori ne' tempi di
san Luigi re di Francia, nella vita di esso
santo , scrivendo ec. E 108. Come si può
vedere nelle vite de* loro poeti, e nelle
loro opere .
* §. LXXIV. Vita, per Biputazione,
Fama. Dant. Par. 17. S'io al vero son
timido amico, Temo di perder vita tra
culoro Che questo tempo cbiameraano an-
tico. (C)
# §. LXXV. Dar vita alla memo-
ria d'alcuno, vale Render chiara fra
i posteri (a memoria d' alcuno. }'. DA-
RE VITA, g. III. (O
^ §. LXXVI. / ita, dicesi anche par-
lando delle piante , e degli alberi Jinche
e^si hanno un principio di vegetazione .
Dant. Purg. i. Nuli' altra pianta , che
facesse fronda , O iodurassc , vi puote a-
ver vita. (C) Cresc. 6. 22. 3. Sì schian-
teranno da essi (cavoli) più volle i rami
de' semi, quando nascono, sì che ec. , e
|)er questo modo durerà la lor vita più
;iani . (ì'i
# §. LXXVII. prender vita, parlando
tielle piante, vale Attecchire , Allignare.
Amm. Ant. Giunt. 199. (edii. Bre.tc. )
Arbore trasportato sovente non prende vi-
ta. (D)
* g. LXXVIII. Vita, dicesi anche di
cote inanimate, e vale Durata, Lo spano
che una cosa dura. Guicc. Stor- 16. 30-
Di sua natura nissuna cosa è più breve,
uiuoa ha vita minore che la memoria de*
bcneflzii. iC)
§. LXXIX. l'ita, per espressione d*
Inetto , diciamo talora a Persona gran-
demente amata. Lat. mea vita, Iut mea,
Catull., Properz. Ar. F«r. 3o. 38. Deh ,
vita mia , non vi roeltete affanno; Deh,
non , per dio , di cosi lieve cosa . liern.
rim. I. 21. Voi siete il mio piacer, la
vila mia . * Lasc. Spirit. 5. 3. O ba-
lìa mia buona e cara , che è della vita
mia? (Cj
# §. LXXX- A vita , po.ito avver-
bialm. vale Per quanto si vive, Du-
Vocabolario T. //.
V 1 T
rante tutto il tempo che uno deve vivere.
u Lat. quamdiu quis vi.rertt. Gr. fx^j^pi
O'j oi-* tC C-n- C V. 12. 3. 7. Fia la si-
gnoria del Duca a vila . E unni. Q. Si
fece il Duca cunfermare signore a vita .
Cronichetl. d'Amar. 179. Il iluca Gual-
tieri d' Atteni fu chiamalo signore di Fi-
renze a vita w. J arcfi. Err. Gwv. 20.
Non è vero che Faccione desse la fortezza
di Pisa senta alcun premio, perchè ebbe
una provvisione a vita di 200 scudi. (C)
* §. LXXXI. Alla vita, coli' aggiunto
di mia, tua, sua, e simili, vale In tutta la
vita mia, sua, ec. Ar. Fur. 27. 88. Senza
usbergo io non trovo che mai dìece Volte
veduta fosse alla sua vita. E 28. 9. Che
il suo fratello era uom che musso il pie-
de IMai non avea di Roma alla sua vi-
ta. (M)
* §. LXXXII. Per la vita, posto av-
verbialm. vale In vita, A vita. Lasc. Pa-
reni. \. 2- Chi vive più dolente di me?
Spir. Chi è in prigìon per la vita. {Vf
* VITACCIA, /'eggiorat. di Fitaj Cat-
tiva vita. Pensimi costumi. (A)
'^- §. E in signifc. del §. LXVil. di Vi-
ta. Pros. Fior. 4- 3. 3oo. Qui verameule
i sarti lavorano ottimamente, e non ostante
la mia sgangherala vitaccia, sono un gen-
tile zerbino. (C)
VITALBA. Pianta nota, la quale pro-
duce i suoi rami simili a^ tralci della vi-
te , Lat. ckwatis. Aov. ant. [\Q. 2. Lo
cavallo per la fame aggiunse culla bocca
a questa vitalba per roderla. (>. 6. 49- 1-
La flammula ec. è somigliarne alla vitalba
nelle foglie, e ne' fiori. Ai/i/". Fies. 210.
E una vitalba >i cinse sopr'essu. Alam.
Colt. 4. 86. Allri della vitalba, altri sca-
logni . Pern. Ori. 2. 20. 2. E con una
vitalba cinta slreLla Arrandellarsi com' un
salsicciuolo . lied. Ins. 93. Vidi cert' al-
tri ramuLclli simili ec. su* tralci di quella
clematide che la Toscana si chiama vi-
talba .
* VITALBAIO. Luogo pien di vital-
be, e fìgurnt'am. Luogo pericoloso. Bern.
Calr. Be' , ù tu entri pur nel vitalba-
io. (Br)
* VITALE. Snst. Vesser vitalej Vi-
ta. Menz. rim. I. 296. Esser ben può,
che quando Ìl tempo acquista Forza, on-
de avvien the '1 suo vital consume , Là
neir Arabia , o in 1' odorata Idume , Dal
rogo, ove morio, sorger sia vista (la fe-
nice). (yS)
VITALE, Jdd. Di vita. Che conser-
va la vita. Che i!à vita. Lat. vitalts .
Gr. ^tuTi/Q;, l'etr. son. 2Ò'j. E 1' aura
mia vital da me partita. Dant. Par, 17.
"Vital nutrimento Lascer'a poi, quando sa-
rà digesla . Perù. Ori. 2. I. 2. Spirto ,
foco vilal , lume giocondo . Capr. Jìolt.
1. 6. Non venga ec. a soffocare gli spi-
rili vitali. E 17. Violentemente suffocan-
do gli spiriti vitali ec., son cagione della
morte vostra innanti al tempo. E I. 10.
Necessitata di mioisirare gli spirili vitali
ai sensi e alle membra tue, non ho mai
ripo&o alcuno.
§. Vitale , talora vale Che ha vila .
Declam. Quintil. C. Se tu mi lascerai
aprire i vitali membri dell' uno , e sjez-
zargli il petto . Tes. lir. 1. 12. Anj;ioli
sono spirili naturalmente, e la natura loro
è vilale; ma la carità durabile gli guarda
sanza corruzione.
•f * VITALISSIMO. SupeH. di J i-
tale . Add. Bemb. Lclt. / ol. 4- pag. 3.
( Vinegia i552 ) Voi aggiugnesle quelle
care e dolci Vostre parole, piene d' amo-
re e di letizia, e di vitalissimo conlur-
lo. fAf
* VITALITÀ'. Qualità dt ciò che è
vitale. (Min)
* VITALIZIO. Tcrm. de' Legali .
V I T
1737
Assegnamento annuale , che vien fatto
dietro cessione di beni ec. , per lo man-
tenimento del cedente. (A)
VITAHE. V. L. Sfuggire. L»l. VI tare.
Gr. fiu^afisroSai , ftùyHv^ J*ass. 3o3.
Itichiedervbbe troppo lunga' scultura , la
quale io \oglio, s' io potrò, vitare. Frane.
Barb. 117. 8, Uom che non ha in sua
ordine vita. Ben fa ognun che vita.
* §. I. Per Evitare, Guardarsi. Jìant.
Ixim. (Son. Savete giudicare ec.) Perchè
vitando aver con voi quistione Com' su
rispondo alle parole ornale. (NS)
=:- §. li. Per Vietare. Frane. Barb.
49- l3. Onde 'l terzo li vita In ogni co-
sa correr che ti possa Far penter della
mossa. (V)
3 VITE. Pianta notis.vinia per l'eccel-
lenza del suo frutto , dal quale si cava
il vino. Lat. vitis. Gr. oi^rrtio?. Cr. A.
I. 1. La vile appo noi è assai conosciu-
ta ; ma nelle freddissime regioni , nelle
quali viver non può , non è conosciuta .
Bocc. g. 3. p. 4- Coperte di pergolati di
viti, le quali facevan gran vista di dover
queir anno assai uve fare . Dant. far.
24. La buona pianta. Che fu già vite, e
ora è fatta pruno . Soder. Colt. 2. Oggi
i Turchi piantano le vili per cibarci del-
l'uva, che è loro dalla maomettana legge
proibito il vino. E 5. Alcuni vogliono che
le vili risguardino Aquilone, e 1 tralci Mez-
zogiorno.
* ^. I. 7 ite, si chiama anche il Gam-
bo della zucca. « Pallad . Marz . 16. E
quelle (zucche) che si serbano per seme,
pendano nella sua vite infino a verno ».
E 19. La cenere delle vili delle delle
zucche è utile a' cedri. (V)
%. II. Acqua vite, 0 Acqua di vite,
si dice il Vino stillato . Bern. rim. I.
8. Dategli bere a pasto acqua di vile.
§. III. Vite bianca. Sorta di erba che
fa pampano, e 1 adice grossissima, detta
anche Brionia , e Zucca salvatica . Lat.
vitis alba . Gr. a/zTà^o^ iiyxrj' . Tes.
Pov. P. S. cap. II. Conira V impetiggiue
della faccia cuoci in olio infino al terzo la
lucerla verde viva, e la vile bianca, ec.
VITE. Strumento meccanico. È un ci-
lindro circondato nella sua superficie da
una spirale , il quale movendosi intorno
al suo asse, entra nella cavità parimente
cilindrica d' un altro solido addimandato
Madrevite , e corredato da una simile
spirale in modo , che ti convesso delle
spire deli' uno si adatta al cavo di quel-
le dell' altro, e colla sua forza e coi suo
moto serve a diversi usi della Meccani-
ca . Lai. coclea, helix . Gr. aXt^ . Gal.
Mecc. 6l5. Tra tulli gli strumenli mec-
canici ec. parmi e d' Ìn\enzione, e di u-
lililà la vite tenere il primo luogo, come
quella che non solo al muovere , ma al
iermare e stringere con forza grandissima
acconciamente si adatta. Ftr. Vini. beli,
dona. 375. Hanno gli orecchi in quel per-
tugio, che manda dentro la voce , quella
certa rìvoltura, sinuosità, e via fatta a vi-
le. Ped. Ins. lo4- De' quali ci serviamo
in vece di scalolini, e si serrano a vite.
§- I. Vite perpetua, è Quella che non
ha madrevite , ma volgendosi sopra due
sostegni alle sue estremità , tocca colle
spire i denti di una ruota , e le dà il
moto. Lai. coclea infinita.
•f s^ §. 11. Pani della vite, diconsi
Le spire o anelli della vite. lìaldin. Voc.
Dis. E la vile composta di due parti es-
senziali, cioè del mastio e della chioccio-
la , ec. Il mastio è quello che passa per
la chiocciola: le spire o anelli del mastio
diconsi pani ; quei della lt;mmina dtronsi
vermi, (/i)
g. Ili A vile , posto avvirb. V. A
VITE .
218
Ì738
V I T
•f * VITELLETTO. Dim. di Vitel-
lo . Salvia. Opp. Cacc. Inlorno alle vi-
tetle D'ampia pupilla i vitelleUt torvi lu
vista. E Teocr. Idtll. I- Multe vacche ai
tuoi piedi, e tori molti, Multe giuvencbe
e vilellelte il piansero. (A)
VITELLINO. Sust. Dim. di J ' Hello .
Lib. yiagg. Come la vacca scote il suo
vitellino y e la cavalla il suo pultruccio ,
suliito ne vengono a loro . Lasc. Sii/il/.
2. 5. Se si potesse avere una schiena di
vitellina di latte ec., non sarebbe se non
Lene .
VITELLINO. Jdd. Di vitello . Cani.
Cam. i58. Lasciate rincarare Questa car-
ne agnellina ; Meglio è la vitellina, E più
propria a nutrir nostra natura.
g. Vitellino , e anche Aggiunto del
color del tuorlo dell' uovo, e vale lo stes-
so che Giallo. M. Aldohr. P. A'. 39. La
terza maniera si è cullerà vitellina, eh* è
simiglìaute al tuorlo dell' uovo . Cr. 6.
47. I. Vale (il sugo dell' ehliio) alla feL-
l>rc continua, e alla lunga terzana per cuU
lera citrina e vitellina.
f VITELLO. Parto della vacca, il quale
non abbia passato l' anno . Lat. vitulus.
Gr. p-óivoi;. Pallad. Apr. 10. Di questo
mese soglion nascere i vitelli . Lab. 190.
Le vitelle di laile, le slarne, i fagiani, ec.
Alani. Colt. z. 48. Vllelli e latte Eran
l'esca miglior. Poliz. st. 1. 117. E dica
ch'ella è bianca più che M latte. Ma più
superba assai eh' una vitella.
g. I. Per F'oca, sorta d' animale ma-
rino. Lat. phoca , vitulus marinus . Gr-
ooÌKri . Red. Oss. an. 10. Lo foche, le
quali per altro nome son dette vitelli , o
vecchi marini.
* g. II. Vitello, dicesi anche assolu-
tam. per Cuoio, o Pelle di vitello. Sal-
via. Opp. Pe.'ic. (/ì)
;;: VITEVOLE. /Jdd. Vitale, Che con
serva la vita. Lat. vitalis. Gr. ^iwrtzo'5.
Sen . Pisi. Quelle sun buone ed utili e
vitcvoli, e queste nocciono , per lo loro
oltraggio e soperchio, siccome il biado,
i:h' ò troppo spesso , che cade in ter-
ra. (•}
VITICCniO . spezie d' erba j Viluc-
chio. Lat. convoli iilus . Put. /nf. a5. 1.
Come fa lo vìiiccbio, che è un'erba che
5' avvolge agli arbori.
t VITICCIO. Che per lo più si dice
VITICCI al plurale, (^iascun di que*
rampolli che nascono lungo il tralcio del-
In vite dalla parte opposta alla foglia ,
i quali s' avvolticchiano , inanellando-
.ti intorno a ciò che regge la vite , o e
vicino al tralcio ste.fso , a cui servono
come di manoj ed anche (Juel /{iniessi*
ticcio che fa la vite dal pie del (ronco.
Lat. capreoliix , elavaula. Gr. l\i^ a/x-
TTiìOv . Pallad. Vebbr. 10. l'uigarc pri-
ma (jucllc vili d' ogni viticcio , e frusco
superfluo . Cr. 4> 12. 5. Tagliali tutti i
viticci, e i rami inutili. E li. 25. 3-
Nuovi (ramif netti da' vilicri e ramurcl-
li sJen lanciati ì'ett. Colt. l\S. I tralci
delle vili, i quali le lirerebbono giù (le
pianticelle defflì ulivi } , e co' viticci che
>' attorcono loro addosso , le verrcbboDo
a riciderc
g- I. Dicest anche d'altix piante. Pal-
lad. Marz . l3. Pigliano il 6ore del co-
s'omero rol capo del »uo viticcio, e mct-
IoqIo in una ouna.
g. U. Figurntam. Certo sostegno, qua-
v/ hraccio , che fatto uscire da corpo di
muraglia , o simile , serve per sostener
lume , o altro . Buon. Fier . 3. 3. IO.
Trofei Nascenti d' una fronda , u d* uo
viticcio .
♦ §. MI. Viticcio, dagli Architetti e
dagli Scultori diconst alcuni ornamenti
tk' capitelli Corinti, che escono dalle fo-
V I T
gliCf e arrivano alla cimasa, alcuni de*
quali sotto le cantonate di essa s'accar-
tocciano, e altri, che restano fra l'ima
e l' altra cantonata in fronte del capi-
tello , insieme si congiungono , e simil-
mente si accartocciano . lìaldin . f oc.
Dis. (A)
VITUELLA. Dim. di Vite. Lai. vi-
ticula. Gr. «uTTiit'i. Cr. l^. 12. 3. Alla
debole viticella non sicn lasciati due gam-
bi . E cap. l3. I. La molto debole vi-
ticella nel secondo aono da ricidere si
lascia .
't * VITIFERO . Add. Che parteci-
pa della vite . Cr. ^. |3. 6. Gli arbusti
j)icculi vitiferi da formar &uno , che , da
che sono piantati, ec. JC num. 7. E Ì ra-
mi quivi nati più lievano in atto, formanti
un* arbuìrula vitifera, a modo di campa-
na rivolta . A' num. 8. Sì come de' bassi
ailiusrelli vitiferi detto è. (l'J
VITIGNO. Viziato. Frane. Sacch.
nov. 177. Vide nuove ragioni d' uve al
suo iutendimcnlo, e dove bianche di ra-
gione Verdigna , e dove cimiciattole , e
dove angiole, e cosi diversi vitigni, come
nel più delle vigne poste alla mescolala
si trova . E appresso : Dove credea gli
avesse mandali magliuoli di Corniglia , gli
avea avuti di vitigni dolorosi e trisli. lied.
Jhtir . 12. Culmo in giro di quel vino
Del vitigno Sì benigno, Che fiammeggia
in Sansavino. E Annoi. Ditir. l3. Alla
bunt'a de' cjuali (vini) aggiugne pregio la
nobile diversità de' vitigni . Sod-r. Colt.
63. Presi cinque sermenti uguali d' oc-
chi, e di {-rossezza di diverse sorli di vi-
tigni . /, 04- Le messe produrranno in
un mi desìmo grappolo racimoli di variati
vitigni .
« VITP-IGINE. Uforfea. Lat. vitilìfo.
Gr. a>(po?. Ped. Cons. I 278. Se la pi-
luit.'i diventi \iscida, ma non molto, e
flìv si fermi in varie parli del corpo, pro-
da ce 1,1 vitiligine bianca . E appresso:
Alleran<lo.<^i questo stesso umore melan-
colico , col riscaldarsi e col riscccar^i di
soverchio, ne nasce la vitiligine ocra . (*)
J'r VITINA. Dim. di Vita per Perso-
na. Alleg. 182. Nessun porrebbe ec. una
minima cura alle scommesse parti delta
sua spicciulalissima vitina. (Vj
•f « VITIPERARE. V. A. Vitupe-
rare . Er. (ìiord. 64. Come disse santa
Lucia a quel tiranno : Se lu mi v^ìpcr-
rai, I* anima mia nun consente ec. /■' 85.
Idiiio li confonderà , e li vìlipriTa n di
gìudicio generalmente. Salv. Awert. \.
3. 3. 19. Vitiperio e vituperio , *ittpt-
rare e vituperare, che quasi sempre nel
primo mutlo le scrissero quei del buon
tempo. (I )
^t ^: VITIPERATO. /'. A. ìitu-
pernio . Stor. S- J\'astas 3oG. Eisendo
egli nel palagio dello Imperadorc cosi tin-
to e viliperato, tulli credeano che fosse
jtazio. fj )
•f * VITIPEUIO ì\ A. Vituperio.
Fr. Ciord. ijo. Il luo malto p.irlare or. lat-
ti scorrere in niulli mali, e in mollo vili-
perio , e in molta vcrgogn.ì . .VdA-. Av-
vert. I. 3. 3. 1^. ì'itiperio e vituprno,
vitiperare e vituperare , che quasi sem-
pre nel prim(> modo le scrissem ijuri del
buon tempo. (ì')
* VIIONA. Accrrscit. di Vita in
senso di Persona. (C)
^ VITONK. Trrm. di varii Artefici.
Acfrescit. di Vile, nel sìcnific. di Stru-
mento meccanico. Viluiie della culatta. (ì')
•f * VITOPERAIiK. /'. A. l'Hupe.
rare. Guitt. Irlt. ^6. 8.Ì. Paulo nninio
nìsce Dui. che non ju misterio (ministe-
rio) nostro viioperiamo. tV)
« VITOPEHIO /' A. Lo Miessoche
Vituperio, Pani Conv. Ii3. E da sa-
V I T
pere ce. che r uomo è degno di loda e di
vituperio solo in quelle cose che sono in
sua podestà di fare o di non fare ; ma
in quelle , nelle (juali non ha podestà ,
non merita né vìtopcrio, ne loda. E 208<
Per non vedere quello vitoperio vitupe-
rante la bontà. (*)
•f VITREO. Add. Di vetrx>, o Simi-
le al vetro , o Trasparente come il «-
tro ; e per lo più è agciunto d'uno de-
gli umori delr occhio. Lai. vitreus. Gr.
waitvoj. Pìetr. Span. Cur. occh. Li tre
umori dell' occhio sono questi, cioè cri-
stallino, vitreo, ec. # Salvin. Ceor. lib.
l\. Le Ninfe intorno a lei Miletii velli Fi-
lavan tinti in color vitreo pieno. (F)
;;; VITRIFICABE. Ae«(r. pass. Ri-
dursi a stato di ietro. (A)
* VITRIFICAZIONE. Jl vitrijtcar-
si. (A)
* VITRIOLATO. Add. Di vilriuoh.
Infetto di vitriuolo . Bed . Cons. I. 56.
Ne avviene per conseguensa , che nelle
vene e ncH' arterie cr. pigli per viuo del
luogo un tale quale si sia lievito, o fer-
niento acido, dì natura vitriolata. E 300.
Mi a^terrei da' sali di acciaio, e da* tar-
tari vitrìulati. (*)
* VITRIOLICO. Term. de" Satura'
listi . Add. Che è della natura del vi'
tritiolo. (A)
VITRICOLA. Vetriuola. Red. Esp.
nat. 27. Ho latto stillare la vitriuola , o
parìelaria, in orinali di vetro.
•f VITRIVUOLO,e VITRIUOLO.
j\ome collettivo , che si dà volgarmente
ad alcuni sali risultanti dall'acido sol-
forico con una base salificabile , alcali-
na, terrosa, o metallicaj Vetriuolo- L^l.
vitriolum. Gr. x^'-'^c?» Z^-^'K^^Ov. Tes.
Pov . P. S. cap. 55. Viirivuolo, lievuto
abbondevolmenle , guarisce la bestia di
pislolenza e mortalità. Ped. Esp. naL 39.
Come appunto suol lare il sugo di limo-
ne ec. , ma non già lo spirito di vi-
triuolo .
VITTIMA. Propriamente animale ap-
po gli antichi deputato pel sacrificio .
^ Car. En. 3. 37. Mentre che 'n su la
riva un bianco loro Al supremo Tonan-
te ulTro per vittima. Udite che m'avven-
ne . (P) Segner. Conf. instr.cap. 3. Ne*
sagri6cii non furon giammai stimate a
proposito vittime sUascinale. (V)
^ §. I. Menare , Trarre, e simili, a
vittima, o alla vittima, vale Menare ,
Trarre , o simili, ad esser ucciso. Med
Arb. Cr. 36. Con gran vituperio il Iras-
sono a vliiima, e a morte comunque vol-
Irro. IC 39. Come agnello mansueto che
h menalo albi vittima. (C)
f g. 11. Per Sacrificio semplicemente.
Lat. vidima. Gr. itptìov ■ Ott. Com.
/nf. 1^. 366. Feciono grande oblationc
e\illima a Dio Gìuve e Dacco. Fiamm.
7. 37. Continuamente gli ho onorati , e
con vittime sempre le loro grave ho
cercate .
g. ni. Per similit. G. V. 11. l3o
3. A cui meisrr Luchino lece tagliar* le
teste, V per tale viitima si fece U lega .
Pant. Purg. 30. Carlo venne in Italia,
e per ammenda Villima fé di Curradino.
/■. Pnr. 5 Che nel lormar tra Dio e 1*
uumo il j).illo , Vittima fassi di questo
tesone. Xf Secner. Prtd. Pai. Ap. I. 8.
I tuli non credenti restarono dentro vit-
time a) ferro ostile. (TC)
» VITTIMARE. Ofnre viUime. Rei-
lin. Pise. 3. 368. Noi nella sua schiera,
e consacrati al suo rutto vedemmo lem*
pii r giardini, vittime e vittimare, e per-
duti per semprr saremmo. (Fj
* VITTIMATO. Add. da VitUmarej
t^flerlo per sitlimn. Part, Ricr a |5
Le viscere delle britìe ritliroale, e la «p<^
V I T
tic, e M numero, e '1 volato, e '1 diverso
Leccai-e. (Br)
VITTO. Sust. Proifisione necessaria
ai iiverf , Cibo , Nitlrimento . Lat. vi-
ctus, esca. Gr. ^l'a;, rpofri. Fir. Disc.
un- 5. Ei$eado il lìooo sicuro del buo
vitto , ec. E 5^. Ogni dì trarremo uoo
di Doi , e te lo daremo per tuu vitto .
^■ir. Fur. 20. 26. Ch' or d' Affrica por-
tava, ora d' Eyillo , Cose diverse , e ne-
cessarie al vitto. # Stor. Kur. lib. 1. Lo
condusse vecchio ammalato e solo a men-
dicare il vitto e il vestito, ed a chiedere
per Dio ai suoi assegaatamente quello che
egli con somma liberalità ^ik soleva dare
agli strani. (D)
VITTO, r. L. .4dtl. Vinto. Lat. vi-
ctus. Gr. vixri^Ei'i . Pctr. cap. I. Ed è
hen drillo ce. Che del suo vincitor si glo-
rie il villo. ^ Sannaz. Are. Egl. 1. Vedi
eh* al vincitor tulle soccorreno E Van-
DOgli da tergo, e 'I vitto scacciano. (FP)
VITTORE. ;'. L. l'incitore. Lat. Vi-
ctor. Gr. vixìjT»]';. Pelr. cap. li. Volge-
rà il Sol non pur anni, ma lustri E se-
coli, vittor d'ogni cerehro . lìim- aiit.
Guitt. F. R. D' ugue più grande impresa
6e vittore. Fr. Zac. T. 7. I. 12. ftlen-
tre di te hai cura. Pensili far vittore? E
7. X. 27. Che vive stando morto , Ed è
vinto e vittore .
* ViTTOREGGlANTE. F. VITTO-
RIEGGIANTE. (C)
•f * VITTOREVILE. F. //. Md. Di
vittoria^ Vittoriale. Guitt. lett. 21. Non
meno conta saggio vittorevile vinta in tri-
hulazione vincere , che *n battaglia (co-
sì kg^t il Vocabolario alla voce SV^-
Tk).'(Vj
t VITTORIA . Che gli antichi disse-
ro talora anche VETTORIA. Il vincere,
il restare al di sopra in hatlaglia. Van-
taggio ottenuto in guerra sopra il nemi'
co. Lai. Victoria. Gr. vt'/rj . Bocc. nov.
96. 3. Per la gloriosa vittoria avuta
del re Manfredi furon di Firenze i Ghi-
bellin cacciati . Dant. Par. g. Ben si
convenne lei lasciar per palma In al-
cun cielo dell' alta vittoria Che s* a-
cqaistò con 1' una e 1' altra palma. Petr.
son. 282. Vinca il cor vostro in sua tan-
ta TÌltoria . Pass. 64. Da quella ora in-
nanzi il cavaliere sempre ebbe vittoria in
toraiameoti, in giostre, in battaglie. Ovid.
Pisi. Io non mi raara\iglio, se la vet-
torìa fu tua (la stampa a pag. 96. ha .-
vittoria ). * Guicc. Stor. ^. 29. Wè sarà d'
altra sorte la bontà del Papa, e dei Ve-
neziani; ansi pentiti di avervi lasciato con-
seguir la passata vittoria, cercheranno d*
impedirvi le future. (Lf
* §. I. Per Felice successo . Guicc.
Stor. ^. i32. Bisognare ora usar la pru-
denia , ne disperare per la ritirata della
vittoria deir impresa. (L)
f ♦ g. II. Vittoria, e anche il iCome
d' una divinità degli antichi pagani effi-
giata sotto V emblema d' una Dea alata,
coronata d' alloro^ tenente dall'una delle
mani una palma , e dall' altra un ramo
d'ulivo. Borgh. Vesc. Fior. 363. Confor-
me a quel che dice qui il santo Dottore
de' trton£, che per avventura eran formati
a guisa di corone, e di vittorie, e dì pal-
me. (l'J
* VITTORIALE. Add. Di vittoria.
Adim. Pittd. Sotto il velo d'epinicio, o
verso vittoriale. (A)
t VITTORIARE. /'. A. Ottener vit-
toria. Vincere. Lai. victoriam consegui,
victoriam adi pi se i , triumphare. Gr. vi-
li àv , &j3ia^65u£iv . Ott. Com. Par. 6.
110. Adunque è mostrato, che la *mpe-
rìal sedia sia quella che abbia soggioga-
to lutto *1 mondo , e vìtiorialo, e signo-
reggiato
V I T
t VITTOniEGGIANTE . V. A.
Trionfante. Lat. triumphans. Gr. Sotaa-
Ss jwv . Ott. Com . Par. 22- Quando
hanno vinto il raondo,sono delti tiiunfanti,
cioè vittorieggianti^/rt stampa a pag. !^g^.
legge, siccome il W.V., vìttoreggianti ).
VITTORIOSAMENTE. .Ivverb. Con
vittoria. G. V. 9. 19O. 3. E alla riva,
combattendo vitloiiosamentc , passarono .
Filoc. l. Sg. Di quest* ultima battaglia
con le nuove armi triunfandu , tu vitto-
riosamente meriterai d' essere ornata d'
eternai corona. Alam. Gir. 22. 5o. Giun-
gelo al scudo , e 'n ver quanto ne prese
Vittoriosamente a terra stese.
VITTORIOSISSIMO. Saperi, di Vit-
torioso. Petr. Uom. ili. Sotto Cesare sa-
rebbe sialo uomo vittoriosissimo. Fir. As.
98. Siano dunque celebrale le prodezze
sue tra le memorie degl' incliti Re, e de'
vittoriosissimi capitani.
VITTORIOSO. Add. Che ha vinto.
Che ha ottenuto vittoria . Lat. Victoria-
sus. Gr. xxXXiviKOi. Bocc. nov. 17. ^5.
Perchè Basano vittorioso comìaciù libera-
mente a veuirsene verso le Smirre. Piiss.
64. T' ho fatto vittorioso, ricco, e nomì-
n>ito di grande valore.
§. Talora vale Che appartiene a vit-
toria, o a vincitore. Petr. son. 82. Vin-
se Annibal, e non seppe usar poi Ben la
vittoriosa sua ventura . F son. 225. Ar-
bor vittoriosa e trionfale . E cap. 5. Ivi
depose Le sue vittoriose e sacre foglie.
* VITTOVAGLIA . J ed. VITTUA-
GLIA. (A)
VITTRICE. Verì,al. femm. di Vitto-
re. Lat. liclrix . Gr. ^ly.r.zziy. . Alam.
Colt. 5. 112. L* alta palma viltrice, o il
casto ulivo Stendan presso i lor letti i
sacri rami. E Gir. i3. 61. Ma sar'a primo
e solo A inghirlandarsi le villrici chiome
Di verde lauro. Tass. Gcr. 1. 21. E fra
le genti debellate e dome Stese l'insegne
sue viitrici, e '1 nome.
VITTUAGLIA, e VITTOVAGLIA .
Tutto quello che attiene ed è necessario
al nutrirsi j e dicesi proprio degli eser-
citi j oggi più comunement-2 Vettovaglia.
Lai. annona , commcatus . Gr. ai7f)pi'-
fft0v . Gttid. G- Sanza difetto facciano il
nostro oste abbondare di vittuagUe ne'no-
stri continui succedimenti. Maestruzz. 2.
6. 2. Non può addimandare il monistero
alcuna cosa, dappoiché maliziosamente gli
negò la vittuaglia. G. V. II. 32. 2. Non
essendo forniti di vìtluagUa, uè soccorsi ,
s' arrenderono . Cron. Mordi, g'^. Man-
cando la vitlovaglia, se n* andò per Val-
dimarina .
VITTUARIA . Vittuaglia . Lat. com-
meatus, annona. Gr. ^f.'ztipz.-ziO'i .
§. Per lo Vitto . Lat. victus , esca .
Gr. ^t*05 , Tpovr^. G. V. 11. 93. 7. L*
u6ciale sopra la piazza, e vittuaria. De-
clam, Quinttl. P. Dio volesse che alme-
no le selve ci avessero ministrate rozze
viti uà rie .
VITUPERABILE. Add. Da esser vi-
tuperalo , Degno di biasimo . Lai. vitu-
perabilis . Gr. STTt'ij^oyo? . 31. V. 11. i.
Quanti potentissimi Re , e signori nelle
passate ctadi ha ella straboccato in estre-
ma miseria con vilìssìmo , e vituperabile
uscimento dì vita! Bttt. Par. 8. 1. Se
s' usa male, cioè inverso li vizii, è vitu-
perabile. Capr. Bott. 7. 146- Non teme-
remo cosa alcuna, se non le vituperabili,
e brulle. Guicc. Stor. 4- l83. Non si po-
trebbe attribuire ad altro, che a pusilla-
nimità ed abbiezione d' animo , vitupera-
bile negli animi privati, nou che ec.
* VITUPERABILMENTE. Avier'>.
In modo vituperabile . Belc. l'it. Vg.
cap. 44- Strascinalo vituperabilmente per
tutte le contrade di questa Città (Cj
V 1 T 1739
* VITUPERANDO. Add. Vitupera-
bile, Vilupei-evole . I*alm. Vii. civ. lib.
3. pag. 64. Due vituperandi modi sono
d* iniuslizia : 1' uno di coloro che la fan-
no , e T altro di quegli che non la ri-
muovono da coloro a* quali ella è fatta ,
se possono. (Bj
* VITUPERANTE. Che vitupera.
Che apporta vituperio . Lai. vituperans .
Gr. ^ìyoìTt . Dant. Conv. 2o8. Deesi lo
buono uomo chiudere gli occhi, per non
vedere quello vitoperio vituperante la bon-
t'a che in sola la memoria è rimasa. (*)
•f VITUPERARE. Infamare, Svergo-
gnare , Disonorare. Lat. vituperare , vi-
tto vertere. Gr. i^sysiv . Bocc. nov. 26.
19. Io non sarò mai di questa cosa con-
solata, infino a tanto che io non te ne vi-
tupero in presenza dì quanti parenti e
amici, e micini noi abbiamo. £" nov. 5o.
16. Lui ec. per un altro uomo non s' è
vergognata di vituperare, e se medesima
insieme con lui . E nov. 79. 46. Il me-
dico cominciò a chieder perdono, e a pre-
garli per Dio, che noi dovessero vitupe-
rare. Coli. Ab. Isaac, cap. 47- Coloro
che hanno perduto questo conoscimento,
che discerne il bene dal male, il Profeta
gli vitupera.
^ %. l. E in signific. neutr. pass.
Palm. Vit. civ. lib. 2- p<tg. 56. I buoni
più si vituperano in ne* piccoli mali, che
non fanno i tristi ne' grandi. E pag. 59.
La lussuria in ogni età è bruita , ma in
ne*vecchi quanto più può è scellerata ec:
essa vecchiaia se ne vitupera, e veste d'
infame vergogna ec. (B) Benv. Celi. Vit.
I. 209. Costoro non sapevano altro modo
a vituperarsi. (C)
'? §. II. Detto di cosa irragionevole,
per Guastare , Corrompere . Sen. Pist.
90. I ruscelli correano, non per condolti
ec. , ove 1' acqua si guasta e vitupera , e
fassi loto. (V)
*t * §■ '11- Vituperare, vale anche
ImbrattarCj /Jru tiare. Pendere immondo,
impuro , abbominevole. Fav. Esop. pag.
84. ( Padova 1811) Io uso la state, per
istare più netta e sana , il mondo e netto
farro ; ma tu ( parla la formica alla mo-
sca) vituperi ciò che tu tocchi colle tue
mani, (l )
*■{■ V §. IV. Per Biasimare , Rinfac-
ciare , Rimproverare . Fav. Esop . pag.
82. (Padova 1811) Cominciò (la mosca)
contro alla formica aspre parole, e di non
poca ingiuria , ed a lodare se medesima
con grandi tìtoli e lode, e vituperando la
formica dì vili operazioni, dicendo in suo
parlare: ec. (A) Palm. ì'it. civ. lib. 2.
pag. 55. Grandissima forza è quella del-
l' uso in ne' costumi civili, e molte cose
vitupera , le quali ha già prima approva-
te , poi di nuovo le riprende , pure che
e* voglia così. (B)
^ §■ V. Vituperare, per Far disono
re , Apportar infamia, a dispregio colle
proprie azioni . Bronz. Lett. Quando si
dice scultore o pittore , s' intende eccel-
lentissimo maestro ec, perchè non sì de-
ve ragionare di quegli che solamente so-
no nati per vituperare o V una o l' altra
arte. (A)
^ §. VI. Vituperare una donna, vale
Usar seco a forza. Lat. coire. Cronichett.
205. Rubò tutta la terra, e gli uomini, e
fanciulli , e femmine vecchie cacciarono
fuori, la maggior parte in camicia, e riten-
nero le femmine giovani , che piacqueno
loro, e viiupcrarorile. (C)
VITUPERATIVO. Add. Che vitupe-
ra. But. Purg, z5- 2. Finge l'autore ,
che le parole confortative alla castità di-
cano le donne, e le vituperative della lus-
suria dicano gli uominì-
■f VITUPERATO . Add. da Vitupe-
i74o
V I T
rare. tu. t'itiiperalns . Gr. J/e'/j'/zEvo; .
Bocc. nof. a6. 17. Ascolla se tu ricono-
Sri la voce mia; io son ben liessa: e par-
mi mflle IDDI , che noi liamo al lume ;
che io li possa svergognare, come tu se'
degno, soizn ran vituperato che tu se', /i
noi'. 85. 21. Comincio a dire: soito can
vituperalo , dunque mi fai tu questo ?
/)ern Ori. i. n. 8. Levatevi di qui,
vituperati , Canaglia , popolalo da nien-
te. Jlam. Gir. 8. 40. Vituperato, e de-
gno veramente Che mai più spada, o lancia
non toccassi.
§. ì. Per melnf. Tav. Pit. Feri Adrie-
Ic nel viso , e feccgli una vituperata piaga
(cioè, sconcia, brutta).
g. II. Per ìituperoso. Frane. Sacch.
noe. 4q. Mai in quello o6cio non credea
aver altro che vergogna, poiché non s'era
falla giusticia di si vituperato delitto
t VITUPERATORE. Verhal. masc.
Che, o Chi tilupera. Lai. vituperator.
Gr, iJisXTTj;. r:sp. Vang. La prima si i;
de' lusinghieri , la seconda si i; de' vitu-
peratori .
VITUPERATRICE. rerbal. femm. di
l'ituperalore . Tran, segr . Cos. donn.
Sono del medico, e di sue operazioni vi-
tupcratrici . /•>. Ciord. Pred. lì. Sfrc-
naiio quelle lingue vituperatrici.
t VITUPERAZIONE. Il vHnperare ,
'■ '/ T ituperio medesimo . Lai. l'iliipera-
tto , i-iluperium. Gr. +0-/0; . Dlt. Cam.
inf 7. 104. A vilupcraiion dell'avarizia
la imprimamcnle questo. Mor. S. Greg.
La prima vituperazione si è di far tal do-
manda . Leu. Tuli. Quinl. 28. Non mi
pare che noi possiamo schifar grandissi-
mo biasimo e vituperazione. Albert, cap.
2.5. Gastigar dei l' amico tuo senza vi-
tuperazione , andando innaoii la doman-
dagione .
VITUPEREVOLE. Add l'iluperahile.
Lai. fidiperabilis . Gr. /«Wjui^To',. Bocc.
nw. 82. 7 La quale la sanlilà , 1' one-
sti, e la buona fama del munistcro colle
sue sconce, e viluperevoli opere ec. con-
laminale avea . E fil. Dani. 238. Le
lue dihcateize, cosa vilupercvole, e femmi-
nile, ti fanno noia nel falso giudicio de'
l.opoli . Tes. /ir. 6. 24. L' uomo che
ride troppo , si è vituperevole i e 1' uomo
che 000 ride mai , si è dello crudele, ed
agreste .
§. P. Filuperevole , per ritupero.to .
Lai. tnrpis . Gr. Kiixpo', . C. V. 12.
106. I. Non avendo dimenticalo la cru-
dele e vilupercvole morie falla in Aversa
del suo fratello . Colt. XV Pad. Stando
la volenti dell' anima Ira questi due di-
siderii, come in uno vilupercvole luo-
S<>-
•t VITUPEREVOLMEN TP. A>-verb
Con viliiperio. Lai. /iirpi7er. Gr. aisvotl-
r-'iloc. 7. Suo. E dopo queslM vituperévól'-
mente morrai , e abominevole a lutto il
mondo 3/. y. y. j^. Furono sconfitti e
rolli, abbandonando il campo a' nimici vi-
liiperevolinenle. Bcmb. Aiol. 1. 48 O-
Hiii onestu officio, ogni studio lodevole,
ogni onorat.i impresa, ogni lor debito la-
sciato a dietro , in questa s.ila I f.,llace
credenza ) viluperevolmenle pongono tul-
li i lor pensieri.
tS VITUPERIO.cVITUPEHO. Cra,
d,.<onore. Infamia Lai. liluperium.dedr-
"is. Gr. anyia. lìanl. Con,-. 107. Dovun-
que simditudine s' intende, corre comun»
la loda , e lo vituperio . *orr noy. 22.
10 E quello che. tacendo, niuna vergo-
gna gli poteva tornare, parlando, s' areb-
be vituperio recalo . J: nof. 61. 4. Ahi
vilupero del guasto mondo I foli. SS-
Pad. Ma di poi ch'egli aveva avulo vitu-
perio dell.1 prima ballatila, non gli pu..le
dar lentaiiiine del secondo malore. Dani.
r 1 T
In/. 33. Ahi Pisa , vituperio delle genti
Del bel paese là dove '1 si suona.
§. I. Per Azione vituperevole. Lai. tur-
pefacinus. Gr. aUl-yfoi ;rfià-/^a. .flore.
nov. 79. 4-. Per paura che essi questo
suo vitupero non palesassero.
§■ II. l'ilupero, prendesi anche per Ro-
gna , Scabbia , Pidocchi , Sudiciume , o
altra cosa simile. Lai. sordes corporis ,
putida corporis illuvies . Gr. pj-xoi-ipv..
Malm. 9 1. Scnz' un quattrino , e nien
di vitupero.
VITUPEROSAMENTE. Avverb. Con
vituperio. Lai. turpiter . Gr. àt^Xf^i-
Ilocc. nov. 16. IO. D'ira e di cruccio fre-
mendo, andava disposto di fargli vitupe-
rosamenlc morire. K nov. 100. 22. Non
fosse veduta ec. di casa tua cosi povera-
mente, e cosi vituperosamente uscire, co
me era uscirne in camicia . But. l'urg.
20. I. S'era disposto di metterle nel luo-
go disonesto a guadagnare vituperosamen-
te. ^ 24. I. Lo Dimonio ec. lo condu-
cera ec. in sua dannazione e disfazione
corporale , in quanto morra vituperosa-
mente . Serd. Slor. 2 83. Quasi tutti i
nobili ec . , ribellatisi vituperosamente ,
passarono nel campo nemico
VITUPEROSISSIMAMENTE Superi,
di l'ituperosamcnte. Lai. turpissime, in-
lione,tis.<ime ._ Gr. a^sxiira. Scn. Pist.
02 Catone 1' usò mollo onorevolmente ,
e Brnlus vituperosissimamente . * Ciov
Celi. ìil. Alf. i5l. Il che fu fallo da
lui con maggior prestezza, per aver Le-
sruto fatto morire in Milano con gravis-
V I r
simi lorraenti e viluperosissiinamenle con
grande invidia alcuni gentiluomini. fCj
VITUPEROSISSIMO. Superi di ì ,.
tuperoso. Lai. lurpissimus. Gr. aTi^ij.
To;. 1 il. Crisi. P. A. Di morte cosi vi-
tuperosissima , e cosi amara . * Tolom.
.",. ^- ^°9- Ma sopra tutto l da mara-
vigliarsi di Nerone ec. Furon fatti con-
Ira costui versi preci vituperosissimi, fu-
ron scritti de' Ialini, seppe gli autori, e
non li volse castigare. (/!)
VITUPEROSO. Add. Infame. Piso-
norato, Marihialo di vituperio. Lai. tur-
pis, infamis, inhonestus. Gr. ni<ixpoi ,
i'JCf-tiiiOi , »Ti;/i)5 . flocc. nov. 32. .'5.
Le cui vituperose opere, molto dagl'Imo-
lesi conosciule, a tanto il recarono, che,
non che la bugia , ma la venti non era
in Imola chi gli credesse. I-: nov. 5y. 2.
Se de' lacci di vituperosa morte disvilup-
po Cavale. Frati, ting. Invelili questa
confessione, anzi derisione, è mollo vitu-
perosa in ciò, che '1 misero pecca!, r, •!
vanta di quello che si dovrebbe vcrgoena-
re. Arrigh. 5„. Le mie ingiurie con lue
parole vituperose aggi avi . i> Ar. l-ur .
2», 44. Se parve al Re viluperoso l'alto.
Lo crrderrle ben senta eh' io 1 giuri, far.
/■-n. II. h.lo Tu mi rinfacci Ch'io sia rac
nato ? Tu . viluperoso , Di dirlo cva.li r
t chi meritamenl,- Sari che '1 dica ? (B)
£. / iinperoso , vale anche Che m-
duce vituperio . Mar. S. Crrg. Si vevlc
.lisprcizarc dalle vituperose villanie delle
mordaci lingue.
VIVA, foce d- applauso a checchessia,
c/ie talora si usa anche in forma di susI
L»t. io Gr. ,0,'. e, r. IO. 5.5. 5, Vira
V'va U nostro signore, e Re de' Romani.
Salvia. Disc, i, 253, Cosi lini il snodi,
scorvo, il quale („ ,eg„|,3 .(^ ^^^^^ .
poli con replicali viva, e con segnalai,
acclamazioni. « Meaz. sai. !^. Avete lo.
^"^ "'"' *"-'dcmia , e ognun vi giida il
* § I iva Dio, Sorla di esclamazio-
ne , che vale lodalo Dio . Bellin. Pi.c
I »5i . Ma viva Dio, accademici eh' ^la
non i, cosi , e richiamate pure gli .pirin
alla grandezza dell'animo vostro iC)
* VIVACCHIARE foce dello stiU
piacevole . tivere stentatamente . Rim.
buri. 3. II, Ma s' io vivacchio , quand'
è la divizia , Che debbo fare or , che la
carestia Strascina tutta llaha, e la eiosti-
tia 7 (II) "
VIVACE. Add. Che di indizio d'ac-
re a viiere, Sano. Robusto. Lai. vivai.
Gr. Ctan^o',- . Bern. rim. 1. 28. Vivace
bestia , che ncll' acqua cresce . * Plut.
Adr. Op. mor. 4, 86, Per questa ragio-
ne i parli di selle, di dieci mesi sono vw
laci, ma periscono quelli d'otto, Saanai.
Arcad. pros. 8, Offerendole ora la fiera
testa del seloso cinghiale , ed ora le ar-
boree corna del vivace cervo. (C)
§. I. Per similit. Dani. Par. a. Vo-
glio informar di luce si vivace , Che li
tremolerà nel luo aspetto fcioé, si risplen-
dente). E 27. Incominciò a farsi più vi-
vace (cioè, acuta, risplendente, fiammeg-
gtanle ). C'occ. g. 7, p. 3. Mewe le ta-
vole sotto vivaci albori ec, , andarono a
sedere (cioè, rigogliosi, vegnenti ), Gal.
Sisl 65. So benissimo , senza guardarla
eh' ella ( la reflessione dello specchio e-
sposlo al sole) si mostra vivace, e chia-
ra quanto il Sole slesso , o poco meno.
§. II. Vivace , si dice anche a Uomo
di spirilo pronto . e borioso.
* § III, I ivace, in forza di susl. .
vale fivente. Benv . Celi, l'it . 3. 418,
Padre, che in terra, e in Ciel primo mo-
narca ec, Fjllor di vita , e Dio d' ogni
vivace Deh leva al servo luo quesl' aspra
incarcal (C)
* §, IV. I ivace . Term. de' Mutici .
Questa voce annunzia un movimento clu
ha luogo tra I' allegro ed il presto, e che
richiede un* esecuzione animata. (Bj
VIVACEME.NTE. Avverb. Con modo
vivace . l'ivamente. Lai, alacriter. Coli.
SS. Pad. Vivacemente stanno fermi , e
arcoslansi inleramenle alle divine lodi.
Mor. S. Greg. Allora la mente più viva-
ceiiiente penetra le parole d" Iddio Icioè.
più aculamenle). Dani, rofiv. 1 1 1 , E p«.
ro V edemo cerio cibo fare gli Domini for-
mosi e membruti, e lien vivacemente co-
loralij e certi fare lo contrario di que-
sto .
•f VIVACEZZA. y.A. livacili. Fr.
lac . T. 2. a. 25. Li doni, udendo lai
niarilamenlo , Corrono a Dio con grande
vivacezaa .
VIVACISSIMAME.NTE, Superi, di l'i-
vacemente . Red. Ins. 102. -Ma il busto
senza il capo vivacissimamente per lungn
tempo brancolava.
VIVACISSIMO. Superi, di l'ivact .
Coli. SS. Pad. Parlando in altro luogo
sopra questo vivacissimo stalo dell' ani-
me . dice cosi . Red l-'sp. nai. lì. La
quale ( vipera ì poletle abbattersi a non
aver le solile forze, né il consueto vira-
risvimo brio. Sagg. naI. esp. 1 18 Si ser-
rarono ancora alcuni pesci vivacissimi con
sufficiente acqua,
* §■ ''""'■ similit. vale Acutissimo. St-
gner Pi-ed . 38 3, I hi non isrorge
pero quanto de' piaceri del corpo sien più
veementi le conteolezae dell'animar Vi-
vacissima riflessione! (C)
VIVACITÀ', VIVACITADE, e VIVA-
( ITATE, Astratto di livact. Bui. Par.
5, 2, Ove '1 mondo t più vivo, ciot all'
Oriente, lo quale mostra maggior vivacità
per Ire cagioni * F. Par. 12. Come lo
s'erpo nasce sul legno fruttifero, ed im-
paccialo, e levagli della sua rivacitaj così
lo eretico nasce tra' fedeli Cristiani , che
ino fruttiferi nella fede, ed egli gì' im-
- • - "P" o
paccia , e toglie loro la vivacili , ed im-
pacciagli eoli eresia, e fagli cadere in er-
rore, (B)
/'i varila , e Fivmcitm delle Jigti.
la
V I V
»f , f simili, dicono 1 Pittori alla qua-
m delle fgure h^n dipinte o scolpite,
eri e un certo che di spiritoso . che con-
siste in tre parti della faccia, cioè negli
occhia che siano desti e non addormenta-
ti, nelle narici assai aperte, e m-ll'aprtr
la bocca un poco più del bisogno , ec.
Baldin. Voc. Vis. (A)
VIVAGNO. Propriamente r Estremità
de' lati della tela. Lai- ora. Gr. V»'"^:
Jov. Dant. Par. <j. E solo a' decrclah Si
studia si, clic pare a* lor vivagni, /iut.
**i.- Ai lor vivagni, cioè ai loro panni, e
ai loro vcstimenU. Vivagno è lo canto
della tela lana, e però si pone per li pan-
ni, vestimcnli, e adornameoti .ponendo
la parie per lo tulio . Galat. 56- Simil-
mente il vivagno della tela piuttosto che
l'eslremit:!. /fuon. F,er. i. l. 2 E spes-
so scambi il capo pel vivagno ■ L l\. l\
10 O rosso , o verde il
lesta .
g. per similil. vale Pupa , òpondn .
X-al. ripa. Gr. ox^r,. Pont. Inf. \h^- Ed
io a lui: se 'l presente rigagno Si de-
riva così dal nostro mondo, Perchè ci
appar pure a questo vivagno? E 23. Co
me M maestro mio per quel vivagno. Por-
tandosene me sovra M suo pelto. E Prirg.
zi. Si acrostati all'un de' duo vivagni,
Passammo. Biit. Inf 23. X. Le ripe so-
no li vivagni della bolgia-
*f * VIVAIETTO . Piccolo i-i* aio.
Magai. Leti, scicnt. png. 123. Sotto la
grande ( spalliera ) d' agrumi , nel mez-
zo una grolticella colla sua acqua viva ,
che forma un vivaiello , del cui avanzo
ec (J)
VIVAIO incetto tf acqua murato, co-
munemente per uso di conservar pesci.
Lai- vivarium. Gr. ^wOTf sys'ov. Pocc.
nOi'. 96. 4 ^cl mezzo del quale a nostro
modo , avendo di acqua viva copia , lece
OD bel vivaio , e chiaro. TV*. Br. 3. 9.
Se penserai di molino, di forno, diviva-o
e di colombaia, ec. Jr. sai. 5. Il lucido
▼ivaio, onde il giardino Si cinge intorno.
Tac. Dav. Ann. i3. 169. Prima si tra-
ftullava a Baia co' suoi vivai quando io
' miei consigli lo faceva adottare ( il
testo lat. hn: piscinas excolcbat ),
VIVAMENTE. Jwerb. Con modo vi-
vace, e fiero, Ànlitamente, Con veemen-
te. Con forza. Lat. alacriter , audncter.
Gr. -poBuiUlw; , Toi/jr^p&J;- Pant. Par.
12. E negli sterpi eretici percosse L'im-
peto suo più vivamente quivi , Dove le
resistenze eran più grosse. 3/. J'. 2. 17.
Quegli del castello molto vivamente san-
ta riposo difendieno gli sleccati . Giace.
Stor. 1- A Lodovico Sforza vivamente fa-
cesse intendere aver molestia di quesla
ÌDDOvazione. Ped. Annot. Ditir. 9^ Nel-
la traduzione del Fìcino non pare cosi
vivamente , ne così pienamente fatto ve-
dere, ec.
3 VIVANDA. Ciò che si mangia. Ci-
bo . Lai. epula. Gr. yayr'/i-aTa • Bocc.
ttov. 79. IO- E, oltre a questo, le molte
e varie vivande. A nov. 92. 10- Di buo-
ne vivande, e di buoni vini servili furo-
no- Petr. canz. 9. 2. E poi la mensa in-
gombra Di povere vivande. Vanì. Purg.
22- Mele e locuste furon le vivande Che
nudriro '1 Batista . Tes. Rr. 2. 33. La
terra, che è fredda e secca, fa la virtude
retentiva , cioè quella che ritiene la vi-
vanda . Bcrn. Ori. 1. 1- 22. Ed erro
l'ialti grandissimi d' oro. Coperti di 6nis-
tima vivanda.
* g. 1. Efgtiratam - Dant. Par. XI.
3fa il suo peculio di nuova vivanda E fatto
ghiotto -. <B}
* g. II. Ptr Vettovaglia, Foraggio.
m ^f. J ■ 7- 74 vivanda non avcano da
mantenere il campo tanto che '1 Re gli
V I V
polcsse soccorrere ». Vani. Inf. 28. Or
di' a fra Dolcin dunque cbe s' armi ec.
Si di vivanda , che stretta di neve Non
rechi la vittoria al Noarese . (V) Din.
Comp. hb. 2. E commessione n' ebbe di
vietargli la vivanda M- Bernardo de'Ros-
si. (P)
g. III. In proverh.: La vivanda vera
t l' animo, 0 la cera; e ditesi da chi si
scusa d' essere scarso nf/l' onorare al-
trui dandogli poche vivande , 0 di poco
pregio . Lai. animus et vultus hospitis
vera dapes.
# g. IV. Jlvanda, per Messo, Servi-
to, Muta di vivande . Benv. Celi. Vit.
Quando io giunsi, ancora il Re era alla
seconda vivanda. Magai. J.ctt. In pjl.iz
zo, dopo che la vivanda del Gran Du
ca era portala appunto quando uscimmo
fuori, trovammo pieno tulio il cortile e i
ballatoi. (A)
VIVANDARE . Mangiar molte vivan-
de. Lat epulari. Gr. euwxs'^Sai. Buon.
Fier. I. 4. 2. Ne' giorni del negozio Ceda
il ventre alla mente, e si vivandi La sera .
VIVA^DETTA. Vini, di J ivandnj .Va-
nicaretto. Lat. epulani, dapes. Gr. d'aiTir].
Bocc. nov. 39- 7. Prenderai quel cuor di
cinghiare, e fa', cbe tu ne facci una vivan-
detlalamigl ore, eia più dilettevole a man-
giare , cbe tu sai.
VIVANDIERE. Colui che vende in vi-
vanda. Tac. Dav. Ann 2. 49; Trova-
ronvi le antiche prede de' Svevi , vivan-
dieri e mercatanti nostri paesani ec. fer-
matisi tra' nimici. / arch. Stor. IO. 3i5.
E non solo i vivandieri e i venturieri, i
quali per cagione di rubare multiplicavano
senza numero , ma de' soldati medesimi
fuggirono in diversi luoghi.
* VIVANDUZZA. Vim. di Vivanda;
7 ivandetta. Bed. Lift. Gentili manicaretti
e vivanduzzc, che in questo tempo si so-
gliono consumare. (A)
'"? VIVANNA. / . A. Vivanda. Bini,
ant. Dindo Bonichi Race. Allacc. 88.
Diemmi per dolce tal vivanna a bere. fV)
t VIVENTE, Sust. Chi vive. Chi è in
vita; ma non si dice se non della spezie
umana. Lat. homo. Gr. àvS^wTTO^- Bocc.
nov. 8. 5. Le virtù , di quaggiù diparti-
tesi , hanno nella feccia de' vizii ì miseri
viventi abbandonati. E nov. ^1.6. Costei
essere la più bella cosa che giammai per
alcuno vivente veduta fosse. E Conci. Chi
non sa che è il vino ottima cosa a' vi-
venti , secondo Cinciglione e Scoiaio ec.
G. V. 1. 3. I. Convenne di nicessit'a ,
eh' e' Iribi, e le schiatte de' viventi , che
allora erano , si diparlissono.
§. Per Vita. A'inf. Fies. ^2Q. Onde
maggiore Allegrezza non ebbe in suo viven-
te. ;:: Teseid. 1. l35. Con giuiamenli san-
tissimi e veri Lor promettendo cbe al lor
vivente Nella prima follia non torneran-
no, ec. fP)
t VIVENTE. Add. Che vive. Lat. vi-
vus. Gr. ^oio'c. Amtt. g5. Come di noi
ciascuna qui lucente Di chiaro lume ve-
di tanto bella, Quanto nuU'altra al mondo
oggi viverne. Tesorett. Br. 7. 55. Tutto
Facea la terra finito Senza nulla semente,
O briga d" uom vivente. Pass. 35o. Non
è lecito ad uomo vivente deputarle , o
appropiarle a colale uso di portarle scrit-
te addosso, o di dirle ec.
§. I. Per simìlit. Polis, st. I. 89. I
muti pesci in frotta van notando Dentro
al vivente e tenero cristallo.
g. IL IS'on si troi-are d' alcun bene
vivente, vale Esser grandissima scarsez-
za , penuria , carestìa. Lat. inopia stim-
ma laborare. Gr. st'vai «v tex^rr, ùno-
V I V
1741
p'a . Varch. Stor. 12. 44^- Perchè non
essendosi ricolto, ne seminato, non si irO'
vava in Firenze di nessun vivente bene
VIVERE. A'ome . Boha necessaria al
vivere. Vettovaglia. Lai. cibaria. Gr.
fv./r.fj.xtrx. Tac. l'av. .-/«/i. 2. 3i. Mol-
le (navi) acconce a portar macchine, ca-
valli e viveri. E 48. Aperse i granai, e
i viveri rinvilio. E l5. 265. Con lonta-
ne cavalcate tento ruse impossibili , gua-
sto i viveri guadagnali. ♦ Guicc. òtor.
5. 89. Era maravigliusa in lanle incomo-
dità e pericoli la perseveranza loro, con-
fermata dalla vulu e dalla diligenza di
Consalvo, il quale ec. gli sostentava ec.
lolleiandu in se medesimo con allegro a-
nimo tutte le Luicbe e lulla la slrettezia
del vivere, e di tulle le rose necessarie.
E 17. 188. Essendo ridotto il castello in
tanta estiemilà di vivere che appena po-
teva sosteucisi un giorno. ( Cj
^ g. I. Per Cibo, ì'ilto. Frane. Sacch.
nov. l49' Non era buono esemplo al mou-
do, che li suoi pari andasbino per loru vi-
vere cercando le cose di vantaggio. (Vj
^ g. II. /'rr Mantenimento. Bemb .
Stor. 7. 95. Alla moglie poi del sig. Carlo
MalalestJ, e a due suoi piccioli figliuoli,
quella medesima provisionc che egli avc-
\j dalla Pepubblira, per lo viver loro fu
donala . (ì ) Lemm. l'est. 112. Ancora
lascio a monna Caterina sua moglie in
sussidio e aiuto del suo vivere lutto il
grano e vino al presente essente nella ca-
sa dell' abitazione d'esso Lemmo. (C)
* g. III. Per ì ita. Coli. Ab. Isaac,
prol. 36. l'er torti quello che Iddio ci
dava a sostentare il nostro viveie . (V)
Guicc . Stor. 16. 98- E chi non sa che
cosa sia Italia ? provincia, regina di tutte
le altre , per V opportunità del sito , per
la temperie dell'aria, per la moltitudine
ed ingegni degli uomini altisiimi a tutte
le imprese onorevoli, per la feililità di
tulle le cose convenienti al vivere uma-
no. (C)
§. IV. Per Maniera di vivere, o di
procedere. Lat. vivendi mas, vel consut-
ludo. Bocc. nov. 91. 2. Veggendo che,
cousiderata la qualità del vivere e de'co-
stumi di Toscana, egli, in quella dimo-
rando, poco, o nicule potielibe del suo
valor dimostrare . * Segner. J'rcd. Pai.
Ap. 4" 7- ^' vuole con gli uomini ancor
l'esempio, che è quel lustro di vivere,
il quale aggiunge alla mondezza interiore
anche 1* esteriore . E 4- IO- Cristo me-
nava all' aspetto un vivere più civile, più
comodo ec. e meno ditìerente da quel
della moltitudine. (TC)
f VIVERE. Stare in vita. Lai* vivere,
vitam degere . Gr. j3iwvai , j5iov oià-
-/£i-j. Dant. Furg. 21. E per esser vi-
vuto di là quando Visse Vergibo, asseu-
rirei un sole. E Conv. ì5q. Vivere è 1*
essere delli viventi . lì appresso : Viver
nell'uomo è ragione usare; dunque &«
vivere è 1' essere dell' uomo , e cosi <Li
quello uso partire è partir da essere , e
cosi è essere morto. Bocc. g. 6. p- 7-
Non ci son vivuta in vano io, no. /.'
nov. 79. 4- E parendogli che cosici o me-
no, che alcuni altri, del mondo curasse-
ro, e più lieti vives:,ono, siccome essi fa-
cevano ; più persone domandò di lor con-
dizione . Petr. son. Il3. Sarò qual fui ,
vìvrò com* io son visso . E 205, Ch e
"ià di piangere e di viver lasso. E cani.
\o. 3 Ne degno eri, mentr' ella Visse
quaggiù, d' aver sua conoscenza. Fr. lac.
T. 2. I. 16. E V uom cbe e' è mal visso,
Id tal sia loco misso, Che purgbi sue pec-
cata. Bemb. AsoL 1. 7°- ^^1 seno de*
miei dolcissimi genitori sicura e tranquilla
vita vivcndu ec. i miei giovani anni ne me-
nava felice. /■- 2. Questa vita, che noi
viviamo, di fatiche innumerabili e pieua
* Vas. Op. 1 it. 2. 340. Ed in queUu
quasi un nuovo paradiso terrestre, vi-
1742
V I V
vere vita celeste , angelica , santissima ,
con dare esempio a tutto il cristianesi-
mo. (C)
# §. I. T'wer l'età de/i' oro , vale
Vivere in uno stalo dì somma felicità .
Bemh . Star. 6 74- Questi e quelli che
le isole vicine abitavano, ec V età vivca-
DO dell' oro. fCj
^ §. II. Picesi nella Scrittura che il
giusto vive di fede. Segner. Mann. Apr.
t\. a- Considera qual fede sia quella di
cui il Signore afferma che vivano i giu-
sti suoi. (C)
5? g. HI. Vi^re t talora si usa per
Essere felice , Vivere con conforto j il
f/ual significato è proprio anche dei lati-
ni . Tass. Ger. 19. ^O- Vissi e regnai ;
non vivo or |iiù, ne regno- (D)
# §. IV. Vivere, fìguratam. vale Du-
rare, Sussistere. Vii. S. Già. Gnalb. 299-
La cui memoria è tenuta nobile insino al
dì d* oggi f e anche vive di molle sanie
opere. (V)
g. V. Vivere, per Nutrirsi, Cibarsi.
Lat. idi, nutriri. Gr. xpifia^on- Dant.
Par. 2. Del quale Vivcsi qui , ma non
scn viea satollo- Bocc. nov. 62. 6. E se
tu fai cosi , di che vivcrem noi T G, V.
7. 75. 3. Fuc dililiera la ciltade » che
era in ullima stremila di viltuaglia , che
uon avea che vivere tre giorni, v lìemb.
Stor. 6. 74- Quivi i serpenti ec. vivono
d* acqua e di terra , e sono in preziosa
vivanda tenuti. (C)
t g. VI. E per melaf Petr. canz.
^6- 7. Vissi di speme, or vivo pur di
pianto. * Tac. Dav. Ann. 11. lil\. Vi-
tiusi iu privato , porniziosi in pubblico ,
non possono vivere che di discordie. (C)
g. VII. Vivere, per Vssert-, 0 Stare,
fiocc. nov. 26. z\. Ma di questo vivi
jsicuro, che iu non sarò mai lieta , se in
un modo* o in un uUro io non mi veg-
gio vendica.
"^ %. Vili. Vivere, per Essere posto.
Trovarsi. liucell. Diat. 3. Formerà con-
cetto non esser poi gran fallo, se altri si
lascia vincer si spesso da quella matta
passione d' amore « mentre al vostro dire
si alla potenza vive ne* dardi s\x'j\. (TC)
g. IX. Vii'cre splendidamente , vale
Stare in grandezze , e in delicatezze .
Bocc. nov. 91. 2. Quivi adunque dimo-
rando messer Hu^^^ieri, e splendidamente
vivendo ec, assai tosto si fece per valu-
rojo cognoscere.
# g. X. Vivere a se, o ad uno, vale
IVon pensare che a sé , o ad uno , Oc-
caparsi solo a' proprii interessi, o agli
interessi d' uno . Segner. Mann. Marz.
19. 5. E però questo lara ancora quel
Santo, che tu ti eleggerai ce. a meritar
questa grazia, cb' è pur la somma, di non
volere più vivere su la terra , se non a
Cristo . E appresso : Ma tu non h.ii da
pregarlo che ti ililenda , se non che da
le stesso , eh'* sci il nimico più crudele
che abbi, mentre per vivere a te, tu non
vivi a Cristo. (C) imperf. V. Ttb. D. 2.
T. li. 162. Acciuctrliè qualunque si tij
nel suo essere s' ingegni d'operare secoo-
dti il giusto, e come il buon costume ne
insegna, e viva alla repubblica, e non so-
lamente a se stesso. ( Vj
g. XI. Viver hcne, vale Godere, Sguaz-
zare . Lat. delicate vivere. Gr. rpypav.
Pass. i5. Avend(.t avuta copiosa e abbon-
dante ricolta di tutti i beni terroni da ben
vivere, diceva a ih medesimo: ora godi,
anima mia, riposati, e datti buon tcm|in,
rbè hai ben da vivere per molti anni .
=S M J'arch. Stor. 7. i8a. Sutlosopra s'
ingegnava ciascuno con ogni liforto di vi-
ver bene, e lasciate le brighe e i pensieri
dalVun de* lati, altcndcr.si a godere, e star
più lieto, e più aIle>!ro che si potesse. (C)
V I V
3 g. XII. ì'iverbene, onestamente, e si-
mili , vale anche talvolta Esser d' inte-
grità di vita . Lat. honeste vivere . Gr.
?7Touo3ti'w; Cav. Bocc. nov. l3. 20. Cia-
scuno che bene e onestamente vuol vi-
vere , dee , in quanto può , fuggire ogni
cagione , la quale ad attramenti fare il
potesse conducere. Guitt. leti. 8- Lo spi-
rilo si allegra e gaude ec, che ben visse
e morio . Pass- 192. Dee amare che 1*
uomo diventi buono e giusto, giustamente
e dirittamente vivendo •
g. XIII. Vivere dì per dì, va/e Non
avere assegnamenti, ne provvisioni^ se non
per un dì . Serd. Slor. 2. 6^. Dormo-
no in reti sospese da terra, e vivono di
per di.
g. XIV. Viver d' accatto, vale Accat-
tare, Mendicare, Vivere di limosina.
g. XV. Vivere del suo, vale Aver pro-
prie rendite da potersi nutrire. ^ Vit.
S. Vugen. 387. Ovvero che tu facci il
sacrifìcio ordinato e usato agli onnipoten-
ti Iddìi , ovvero , posta la dignità , viva
del tuo. (V)
§. XVI. Viver di ratto, vale Rubare,
Sostentarsi per via di ruberie. Lat. ra-
pina vivere . Gr. &ÌJ9.1 a^rta^i'SiOv .
Vranc. Sacch. nov. 221. Chi ha fatto le
mani a uncini , e vuole vivere di ratto ,
ognora pinosa come possa arraffiarc.
g. XVII. Vivere a speranza , vale Sta-
re in ispcranza. Cirijf. Calv, l^. I28. ^Xa
chi vive a speranza, muore a stento.
g. XVIII. Viver tra due, vale Esser
flubbioso , IVon si risolvere. Bemb. rim.
81. Anzi cosi tra due vivo, e sostengo
L' anima forsennata.
t Sr §. XIX. Vivere di giorno in gior-
no, vaU Non darsi cura dell' avvenire.
Essere senza previdenza. Bemb. Stor. fi.
7i). Non in lungo tempo , ma dì giorno
in giorno viveano. (V)
f * g. XX. Vivere in pace e in bene,
vale Vivere d'amore e d'accordo. Socc.
g. 5. n. 5. A casa menatalasì , con lei
in pace ed iu bene poscia più anni vis-
se. (V)
^ g. XXI. Vivere a un pane e a un
vino, dicesi di Più persone che mangia-
no alla stessa tavola. Instr . Cane. 4-
rVon si potendo però imborsare più che
uno [ter casa dì quelli, che vivono a un
pane , e un vino. (C)
* g. XXII. Vivere in contenzione
con alcuno, vale Essere, Stare in con*
trazione con alcuno. Guicc. Stor. 4- 160.
Questo gli jurea mczxo da farlo vivere a
qualrbe tempo in contenzione con 1 Ve
ueziaoi. fL)
K- §. XXIII. Saper vivere, vale Aver
prudenza. V. SAPERE, §. VII. (C)
* g. XXIV. Vivere a vita regolare,
e comune, o a convento, vale Vivere tn
comune . fiorgh. Vesc. Fior, ^ig- Che
vivessero in que* tempi questi Canonici
delle Cattedrali, generalmente a vita re-
golare e comune iniieme, e come si suol
dire, a runvento, credo che sia assai ben
nolo ad ognuno, f(')
t * g. XXV. ì'iverc in tanta vita,
vale Vivere santamente. Pecor. g. 18. «.
I. E vivettc poi egli e la moglie iu santa
vita. (V)
* g. XXVI. Vivere, SI dice anche con
reiasione al governo. Filoc. 7. 196- lo vi
darò ce. chi vi guiderà con raginocvole
ordiue, e le vostre questioni, con diritto
stile, terminerà, e solfo la cui protezione
sicuri vivcrcto come uom'tni. (C/
« g. XXVII. Vivere, si dice anche delle
Piante. Cr. 2. l3. 6. Del letame, il qua-
le ha congiunta V umidità, e buona per-
mistione col secco terrestre, s'appigliano,
vivono, e fortiSeanii, e menano convene-
voli , r utili frutti. (C)
V I V
* VIVETTO. Dim. di Vivo, nel si-
gnific. del%. VII. Leop. rim. 85. Il chia-
marci un po' vivelte Questo gt^ non si
disdice , Ben è ver eh* e' e* è chi dice
Che starebbe me' civette. (C)
* VIVEVOLE. V. A. Vivace, Acu-
to , Penetrante. Fr. lac. Cess. Si trasse
gli occhi del corpo , per avere più soUilt
e più vìvevoli pensieri. (A)
VIVEZZA. Vivacità. Lat. hilaritas ,
venustas, alacritas. Gr. oatf^g'Tif. Ftr.
Dial . beli, donn . l\V). Hanno ad esser
piene d* un naturai succo , il quale dia
loro una certa vivezza , ec. Buon. Fier.
2. 4- ^- ^6^ ^ qualche vivezu ; io *1
vo' notare.
t %. I. Per Efficacia. Car. leti. |.
1G7. Lascio che il padre don Onorato
con la medesima vivcna, che m* ha pre-
sentalo 1' amor che mi portate, e 1* onor
che mi f;ite , vi mostri per la più parte
il riverbero, che ec. * Inslr. Cane. 87-
In caso di lite ec. assistano all' eletto o
presentato, difendano, e rappresentino le
ragioni del pubblico, popolo, e luogo pa-
drone con ogni vivezza, (C)
* §. 11. Per Forza pungente. Dav.
Perd. elofj. cap. II. Avendo Apro cosi
parlato colla vivezza solila ( il lat. ha:
acrius , ut solebal }. (V)
* g. III. Vivezza, per Arguleasa, Sol-
tigliezza d* ingegno. Red. Lett. La trovò
piena dì saporitissime vìvesze , spiegate
con una soda e vera lalioità. (Ai Segner.
Fred. 4> 5. Quegli si duole che la pre-
dica ec. è troppo povera di viveue. (/')
* g. IV. Vivezza, per Slato 0 Quali»
tà di ciò che è, o par wivo. Vasar. Lett.
Olire alla bellezza de* panni, e la grazia
e vivezza delle teste. E altrove: rfelle te-
ste di pittura ec. si fa le vivezze e mortez-
zc ec. (.4)
•f * VIVIDISSIMO. Superi, di Vi-
vido. Bocc. Leti. Fiamm. pag. 35. (Par-
ma 1801 ) Non possono ne potranno U-
cose avverse, ne lo vostro turbato aspet-
to spegnere nell' animo mìo quella 6am-
ma* la quale, mediante la vostra hellet'
za , esso ( Amore ) vi accese , anzi essa
più fervente che mai con isperìenza vì-
vidissima vi nutrica f La dedica alla
Teseide, che e la stessa lettera , legge :
anzi esso (Amore) più fervente che mai
con ispcranza verdissima in me nalri-
ca ). (Ai
VIVIDO. Add. ì ' ivate , Vigoroso.
Lai- vividut, vigens. Gr. axuou'o;. Buon.
Fier. 3. 3. 3. È so questi sì vividi e ti
freschi Papaveri, onde *1 dono Di geoiìl
giardinicr m'empie la mano, ec. Segner.
Mann. Magg. 28. 3 Viene espressa col
frumento, che di putre, eh* egli era, pai-
sà a fiorir lutto vivido, tutto verde, tutto
pomposo .
•f « VIVIFICAMENTO. Vivificazio-
ne. Segner. Sett. prìnc. tllus. \. i. La
ronlemplaziono ec non h morte delle af-
fezioni, non h morte de' ragionamenti, non
h morte delle reminìscenie , ma n'^ vi-
vi6camento. (A) imperf. Tim. t). 8. 7*
7. 228. Disse Apuleiu essere una sfera d'
ìn6nila rotondità 1' euenza del tulio, nel
cui centro risedeste il disino sole ad illu*
minamcnlo e vivificameolo di tutto quanto
quello ohe è. (F)
VIVIFICANTE. Che vivifica. Lat. *-*-
vificant . Gr. ^wo^totolv . Cr. 2. 25. 6
il calor del Sole h siccome terminante e
formale o quasi vivi6cante . Serd. Stor.
ifi rìJ6. Non rireveri da Cristo mo ca-
po alcuno influsso ili grazia viriGcanle.
VIVIFICARE . Dar vita. Lzl. vivtfi
care. ©r. CfuOTioicrv. Annoi. ì'ang. Or
sono io Iddio , che io posta uccidere 1
vivificare, che costui manda a me un u«>.
mo , cb* io lo guarisca della sua lebbra T
V I V
Pass. 299. Bicorda» che lo Spirito San-
to t qu^li che vivifica e santifica . f«-
yak. Frutt. liag- La qu;"la cosa , che
ci mclra commeodaWe la conlcss.one
M è la sua s"-'= 'f'''"" '" "" • '^"
vivifica, scarica, v^"6'». l'""^'^" ' S"";
stifica il peccatore . Jrrigh. 77. Perch
io perdono alle lue colpe , se tu non
Tivificherai le lue opere in su li suo. ra-
"vivificativo . JM. Che vivifica-
T«/. M.sl. Ingeneri i figliuoli spirituali
oiedianlo il vi>°ficaUvo bene dell amore
B..t. Purg. =5. I. Quindi (le membra)
tirano la vini, vivificaliva, e veeelaliva di
lune le membra umane. OtI. tom. Inf.
33. 571. Conciosia cosa che 1 amma s.a
regoladice, e vivificativa, e perfezione d.
tulio il corpo. (C)
+ VIVIFICATORE. ìerhal. nasc.
Che.o Chi dà vita, ihc.o CI.. V.-
tiZa. Lai. vivificato,-. Gr. ^wOTtocwv.
l'il SS Pad. Laudavano 1' onoipolenlc
Dio' Padre , col suo Figliuolo unigen.lo
lesucristo, e col Santo Spinto v.v.ficator
dell- anime. On.el. S. Gre,-. Ed essa nar-
rale parole del suo vivificatore.
# VIVIFICATIUCE . temn, J. 1 .-
vificalore. tv,-. /■-'. <>. 1. 5l6. Infuse
in loro lo spirilo della sua v.vifica r.ce
virtù . e li conslilui in luogo suo. (U
VIVIFICAZIONE. // vivifcare. Umtt.
X Crt'. La quul vi^ificaiiooc per certo
ionanrir operazione della giusliz.a si co.
gnosee essa confcssioo del peccalo . .Se-
Ler. Ma„n. Magg- A- ^- Ecco a eh,
dunque lu dei la tua viv.6caz.one, pr.ma
alla miseticordia , poi alla carili.
VIVIFICO. Jdd. Che da vila . LoU.
Ab. Isaac . cap. 30. Grida a Dio : O
messere ec, rattempera il corpo n..o col
dolore del luo vivifico corpo, tr. 2. 19.
3 Imperciocchi: lo spirilo v.v.fico della
pianla. quando s'allrae per li sem. e per
le piante, la terra rimane abbandonala
dall' umore e spirilo vivifico.
# VIVIMENTO. r. A. l'.vcre. Susi.
Tratl. Viri. Mor. 19. Non d.s.derare
quelle liccheoe che lu non ha. ; lo tuo
vivimento sia a le di lieve cosa. (Cj
•+ * VIVIPARO. Dice.'i degli animali
chemolliplicano la loro .specie colla prò-
dHzioae d- un vivo a se simile s a diffe-
renza degli Ovipari , che sono prodotli
da un uovo. Salvin. Opp. Pese E quei
toni, che in mar stanno, v.v.par. Han-
DO a cuore e governano la prole . Pnìs.
Fior.P ^. vol.i.pag. l38. Questi (("•
beronij sono una medesima spezie co pe-
sci cani, o mollo simdi ; li masi.» hanno
ec e le femmine sono vivipare. (^)
VIVISSIMAMENTE. Snperl. di I iva-^
menle. Segiier. Crisi, instr. 2. 20. 9. L
anima apprendendo vivissimamente , che
Dio è il sommo, e il solo suo bene, stende
verso lui le sue braccia.
VIVISSIMO. Superi, di Ilvo. Vani.
Par. 27. Le parli sue vivissime ed ec-
celse Si uniformi son, eh' io non so dire
Qual Beatrice per luogo mi scelse. Esord.
numid. Vedendovi lulli vivissimi e pronli
1 sostenere ogni travaglio. Red. Ins. ib.
Si era vestito di un verde vivissimo , e
raaravigliosamenle brillante.
•."■ VIVO Siisi. Parte viva. Lai. vi-
vum. Gr. jo-ov . Giiid. G. ^. Ferve-
Boendo la puntura al vivo, non polendo
sostenere, Ulisse si lasciò cadere in terra
rovescione . Peir. cap. 5. Perche prima
col ferro al v.vo aprilla . Cr. 9. 30. 3-
Allato alla corona del p.è , .nlra 1 v.vo
e '1 mono deU' unghia , e con la rosolia
di sopra si tagli la setola.
8 1. Per melaf. vale La parte più
sensitiva. Foce. g. 4 ?■ \ Sono sosp.n-
to, molestato , e infino nel v.vo traBlto .
V I V
jV r 8. il. Il signore di Mantova, toc-
candogli la guerra p.ù nel v.vo , mando
messer Feltrino da Gonzago a collegal. .
lied l'ip. I. 9. Benissimo sapendo quan-
to in sul vivo, e niente meno di me, ne
siate punto ancor voi. Tac. Dav. .-Ina.
I 25 Or .luesto si , che tocco Td.er.o
nel vi'vo. KStor. 4. 344. E questa qua-
n censura colse nel vivo Sar.oleno Vo-
cuia. , . .1
* § li. Vivo, dello del giorno, vale
Luce, Lume. Ar. Fnr. 17. 118. A tem-
po venne alla Citta, che ancora 11 giorno
avea quasi di vivo un' ora fcìoe manca-
va quasi un' ora ad esliiigiiersi il gior-
no). (D) , .
;■' g III. l'ivo, si usa anche per ac-
cennare la parte più forte, o migliore di
checchessia. Slor. hiir. Uh. 1. Ne resta-
v,ino peri, per questo ec. di tentar d. met-
ter disord.ne , e penetrare nel più v.vo
de,li squadroni per cacciarsi dalla cam-
pagna. (D)
i? §. IV. Per Naturale oggetto, benv.
Celi. Oref. \\\. Un .litro moda diremo
da far figure che vadano gettale in bron-
zo, le quali abbiano da esser grand, quanto
il vivo , O poco più. O ì .
%.y . .'.Ivivo, posto avverbialm-, vale
U maniera simile al naturale, l'it. Piti.
4 Sopra cui era dipinta una tela cosi al
vivo, che gonfiandosi Zeusi ce, fece istan-
za a Parrasio, che, rimossa la tela, mo-
strasse la sua pittura.
VIVO. .4dd. Che vive. Che e in vita.
L.it. vivi.s. Gr. ?W0Ì. Bocc.nov.'jl.id.
Al luo am.inleletue notti riserba, se egl.
avviene che tu di qui viva ti pari. .E
nov. 79. 8. Da molti gentiluomini , de
quali oggi pochi sou vivi, ricevette gran-
dissimo onore. E nov. 85. 22. Calaodr.-
no, vedendo venir la moglie, non rimase
uè mono, né vivo. Jmet. 7. P.u fier. (•
cani ) lui già più morto per paura , che
vivo , seguieno . Pelr. son. 298. Ch or
fostù vivo, com' io non son moria.
S. I. l'ivo vivo, coti replicato, aggiu-
glie maggior fona . Bocc. nov. 5o. 18.
Elle si vorrebbon vive vive metter^ nel
fuoco, e farne cenere. .Voi-. ""'■ 54. 2.
Ebbe uno cavallo, e dai suoi fant. il lece
vivo VIVO scorticare. G. 1'. 1. 25- 4- Fu
falla dal dello Amulio seppellire viva v.-
va. Serm. S. Agost. S!\. Se '1 popolo di
Dio fosse slato fermo , e non avessono
mormorato , non sarebbono stati morti
dalle serpi, e gli altri non sarebbono pro-
fondali , che andarono vivi vivi in infer-
no . lir. As. Il5. lu buona Te, che se
tu non muli verso, io li farò bruciar vi-
va viva.
* §. II. Per Verdeggiante, teme.
.■Ing. Met. 2. 76. Arde il gi'a vivo fras-
sino l'abete. Come faria lino inceralo e
paglia. (D)
§. III. l'ivo , per meta/. Dani. InJ.
3. Questi sciaural. , che mai non fur
vivi. Erano ignudi (cioè, non ebbono al-
cuna fama). E Purg. 3o. Siccome neve
Ira le vive travi Per lo dosso d Hai. a si
congela f eoe , gli alberi, onde si cavano
le travi). Peir. son. 94. I m.ei sospm
più benigno calle Avrian per gire ove lor
spene i; viva (cioè, sicura e ccrla).
§ IV. Vivo, per Fiero, Desio, Ardi-
to ,' Sensitivo . Lai. vivus, alacer.vehe-
mens. Gr. Cui?, Tt^oàuyo; , ifiapoc.
C. V. IO. 50. 2. Con lutto non losse
sialo vivo signore, ne guerriere. Borgh.
Hip. 472. Perchi; da piccolo era mo lo
vivo , e lribola>a lutti gli altri fanciulli .
§. V. Vivo , per Grande , Sommo ,
Estremo. I il. Crisi- D. E cosi per viva
necessil'a convenne loro star sotto un tetto
fuori della città. Lih. Dicer. Per viva fa-
me mangiarono essi le spighe verdi.
V 1 V IV'JS
\tf%. VI. Aggiunto d'Argomento, Ba.
rione. Prova, 0 simile, vale Convincen-
te Che persuade. Fr. GiorJ. 8. Mostrati
(il Vemonio) che parrà una ragione viva
e chiara, ed ella sarà tutta lalsa. E 91.
E però ecco viva ragione, perchè lu dei
lacere ec. , imperocché se' pieno di ma-
le. (V) Fir. Disc. an. 11 filosofo recitalo
la sua opinione, prima la confermava colle
-- - -ere ragioni, dipoi ec. (Br)
V.VC e ,,iL ,..j, , - i .
5? g. VII Per Spiritoso, Brioso. Lasc
Gelos. 3. IO. Il ragazzin , benché e' sia
un po' vivo, non credo ch'egli abbia in
se malizia alcuna. (V)
g. Vili. / iva bellezza, vale Belleiza
vivace . Fir. Js. 25l. Aveva costui una
moglie giovanetla, e di viva bellezza.
^. IX. Viva voce , si due del Favel-
lare presenzialmente. Lat. viva vox. Petr
caiiz. 4. 5. Le vive voci m' erano inter-
dille; Ond' io gridai con carta e con in-
chiostro * Salv. Avveri, l. 2. 1. Stante
viva la voce del maestro, cioè del popo-
lo. (V)
* §. X. Colabile è il seguente passo
delle Crcnichet. 260. Parendo per questo
a chi era io campo essere impacciali, pre-
sono un subilo e otlimo parlilo, che man-
darono a Livorno voce viva prestamente
a sapere dove erano i fornimenti, che per
lui s'era scrillo avere a ordino (cioè man-
darono persona, e non lettera). (Cj
* §. XI. Lingua viva, dicesi Quella
che si parla comunemente dui popolo .
Salv. Avveri. 1. 2. I. Tolgono alcun,
alle hngue vive .1 rislrigncrle con am-
maestramenti. ( I )
g. XII. Anima viva , se si congiunge
colla negativa, vale i\'è pur uno, Nes-
suno afallo. Lai. nemo prors.is . Or.
p.-nS'-d, o'jòn'5. Bern. Uri. I. 9.-^8.
E perchè in somma V istoria vi scriva ,
In quel Castel non resta anima v. va. E
1. 22. 18. Né vi polca salire anima viva.
Che non avesse 1' ale da volare.
g. XIII. Carne viva, vale Carne nuda.
o sensiliva . Ar. lur. 16. 49. Tempra
di ferro il suo tagliar non schiva , Che
non vada a trovar la carne viva . Red.
Esp. nat. 54. Portate addosso m manie-
ra, che tocchino la carne viva, ristagna-
no ogni più rovinoso flusso di sangue che
da qualsivoglia vena , o arteria precipilo-
samente trabocchi.
§. XIV. Carne viva, si dice anche
della Carne fresca, e ben colorila. Bocc.
nov. 77. 49. Disiderale l'amor de' gio-
vani, perciocché alquanto colle carni più
vive ec. gli vedete.
* §. XV. Erba viva , diresi Quella
che è in vegetazione . Sig. I iagg ■ Sin.
45. Tutto il dello diserto è sterile, pe-
rocché non V. nasce nulla , e non vi ha
albero, né erba viva. (C)
* §. XVI. Fede viva, dicesi Quella
che è accompagnata dalle opere. Segner-
Crist- instr- Dichiar. Op. Questa, se non
vuol essere fede morta , ma fede v.va ,
cioè operante, non può mai slare, ne sen-
za la speranza, né senza la car.là. (C)
* g. XVll. Vivo, aggiunto di taglio,
vale Acuto. Salvin. Pros. Tose. I. _2«2.
Colla saetta di taglio vivo, ferrala d' oro,
feri Apollo, colla saetta di taglio morto ,
ferrata di piombo, percosse Dafne. (C)
g XVllI. Argento vivo, e Anento vivo,
vogliono Mercurio. / . ARIENTO VI VO.
Lai. argentiim viviim. Gr. jòcv-pv-irOy
Bocc. g. 6. f. IO. Il quale ec. cadendo
faceva un romore ad udire assa. d.lellc-
vole, e sprizzando pareva da lungi aneli-
to vivo , che d' alcuna cosa premuta m^-
nulamenle sprizzasse. Star. l.ur. 7. IS^.
Onesto paese ec. abbonda in grandissinaa
copia d- argento vivo. Morg- «g- 96 '"
credo che tu abbi argento vivo, Margnl-
1744
V I V
te, ne* calcetti e negli usatli. Sagg. nat.
csp. 23. E nula oramai per ogni parte d*
Europa quella famosa espericma dell' ar-
gento vivo , ec. Atam. Colt. i. 27. D*
oiio, di vin, di zolfo, e vivo argento , E
di pece , e di cera , e d' altri ungutrnti
Le sia falta difesa al nudo dorso.
t§- XIX. Pietra, e Selce viva. Nome
comune della mapgior parte di quelle pie-
tre che , poste nel fuoco , scoppiano , e
immerse neW acqua non così tosto se ne
imbevono. Bocc. g. 6. /. 10. Il quale ce.
cadeva giù per balzi dì pietra viva. Amet.
2^. Le nostre (pecorelle) in fonti chiare,
dirivale Di viva pietra , heono con sapore.
ìicmh. Asol. 1. IO. La quale (via) assai
spaziosa e lunga, e tutta di viva selce so-
prastrata, si chiudeva dalla parte di verso
il giardino, 'é Car. En. i. 270. Un antro
muscoso in cui dolci acque Fan dolce suo-
no , e v'ha sedili e sponde Di vivo sas-
so. (FPJ
g. XX, Calcina viva, si dice Quella
che non è ancora spenta . Lat. caìx vi-
va. Cr. 4- 44' ^* ^on^ii'ì calcina viva in
quantità d* una quarlcruula in un vaso di
dodici corhc.
f §. XXI. Fuoco, o Carbone vìvo,
vate Fiammeggiante, Acceso. Dant. Par.
1. Come a terra quieto fuoco vivo. Ksp.
Pat. Nost. 19. Allretlanlo come egli ha
intra carhonc morto e carbone vivo , al-
trettanto ha intra vcrtù eh* è sanza cari-
tà, e vertù eh' è con carità.
* g. XXIL T'ivo, aggiunto di lume,
di lampada , e simili , vale Acceso . Se-
gncr. Pred. Pai. Ap. 5. 10- Non sì
studiarono tli tenere aach* esse le lampa-
de vive. fTC)
# §. XXIII. Vivo , aggiunto di pian-
to , vale Grande, Forte. Segner. Pred.
Pai. Ap. 2. 1. La ricompensa più giu-
kU, che fosse ce. promessa alla dolorosa
passione del Heiientore, fu, che per essa
si leverebbe nel popolo cristiano sì vivo
il pianto, che non cessereblte mai. (TC)
^ §. XXIV. l'ivo, aggiunto di Foresta,
0 simili, vale Vegnente, Rigoglicto. Dant.
Purg. 28 Vago già di cercar dentro e
dintorno La divina foresta spessa e viva.
Che ce. fCj
§. XXV. J ivo , aggiunto di Colore,
vale Accedi contrario di Aperto. Red.
Int. 143. Tutto il restante del ventre era
tinto d' un giallo vivo, tramezzato da stri-
sce nere trasversali.
g. XXVI. l'ivo, aggiunto di Fonte,
Fiume, Acffua , e simili , vale Perenne,
Che non manca, fìocc. nov. 7-. 26. Con-
vcrrìi che voi, essendo la Luna mollo sce-
ma, ignuda in un fiume vivo in sul primo
tonno ec. vi bagniate. Ar. Fur . 8. 61.
Smontavo alquanti galeotti in teira. Per
riporl.trne legna , ed .icquj vira . F lA.
5o. Il pianto, rom' un rivo (he succedo
Di vìva vena , nel bel sen cadca. Alam.
Celi. 4 8;> Pungenti dumi Si den bra-
mar, r le fontane vive, Per Irar la sete
il Luglio agli orti, e *I Geno.
* ^■. XXVII. Vivo, afsgiunto di dana-
ro, vale Fruttifero, fìenv. Celi. J'it. 3.
438. A me ba^ta rhc quei mia danari Vui
me li tenghiato vivi, e che e' mi guada-
gnino qualche cosa. (C)
§. XXVIII. Vivo e vero, vale Siml~
lissimo , Pretto, e maniato. fìern. rim.
I. 3. Sopr* al desco una rwNta impiccai'
era Da parar mmrhe a lavula e f.ir ven-
to, Dì quelle da taverna viva e vera.
§. XXIX. Far vivo, vale Avvivare ,
Jiavvtvart. Lai. haud quaquant prò de-
relieto hahere . Gr. o'u *'aT«>s(TToy
^è §. XXX. Far vive te sue ragioni,
1 SUOI diritti^ e simili. t'ed.FKfiZ VI-
VO. (C)
V I V
§. XXXI, Farsi vivo, vale Mostrarsi
fero , e ardito . Lat. vim insitam exci-
tare, expergisci. Gr. aìvf/iipt'JÌv.t, e^s
yiìpti^-xi. Tac. Dav. Ann. 4. joi- Li
suoi liberti e partigiani , che non vede-
van r ora di farsi grandi 1' aizxavano a
farsi vivo , e mostrare Ìl dente . ^ Sega.
Stor. lih. 2. Il Gonfaloniere dovea farsi
vivo ce. e reprimere un atto così arro-
gante. iFPj
* S* XXXII. A viva voce, vale Per
acclamazione. Sema partito. // Focabot.
alla r. VOCE. fCj
# §. XXXIII. Di viva necessità, posto
avverbialm. vale Necessariamente . Fr.
GiorJ. Pred. 3l5. Accioccht la natura si
compia ec. è mistìerì che sia resurretio-
ne de' corpi di viva necessità. (C)
§. XXXIV. Per viva forza, posto at*-
verhialm., vale Con violenza. Per forza
d'armi. Cuid. G. Onde [«r vìva fona
si fere far via,
§. XXXV. Per viva forza , e A viva
forza , vagliono ancora Sforzati ssima-
mente, che anche diciamo A marcia for-
za , A marcio dispetto. Petr. son. 249-
Ch* andar per viva Fona mi convenia
dove morie era. Guid. G. Adunque coa-
venne per viva Torta che Diomedes ec.
s' affrontasse.
^ g. XXXVI. Canto vivo, dicesi t*
angolo più acuto d" una pietra , d' un
legno , o simile . Baldin. Voc. Vis. in
SMUSSO. (^1)
« §. XXXVII. In term. di Fortifica-
zione, Angolo vivo, e Quello che porla il
suo punto , ovvero la sua coda , al di
dietro d' un lavoro. (A)
VIVOLA. e VIVUOLA. Strumento
musicale j Viola. Lat. pandura , bexa-
chorda. Don. Gr, Tiav^oy^a ilUx'ipcO',.
liocc, Introd. 5^. Dium-o proso un liuto,
e la Fiammetta una \ivt)la, comiuciarono
soaTcmeiiie una danz.k a sonare- F. nov.
9;. 5. Con una sua vivuola dolcemente
sonò ali una stampita. F nui». la. Gli fu
dello fhe egli alcuna cosa cantasse culla
sua vivola. Sen. Pist. Ciascuno prod'uo
n>o am.i meglio d* essere svegliato a suon
di trombe , e a romor d' arme , che a
suon di cetcra e dì vivola . PataJT- 5. E
poi gli fece menar la vivola. l'it. Bari.
o- Avcssuno con loro arpe , e vivole , e
cantatori. Frane. Sacch. nov. \^. Que-
sto Matteo è raccontato a drieto per un
buono sonatore di tivola.
t VIVOLA, e VIVUOLA. Sp zie di
fiore. V. VIOLA. Pallad. cap. J8. Ori-
gamo , timo , serpillo , meliloto, viiulc
salvaliche, oe. /•; appresso: Rose, gigli,
vivide gialle, e ranicrino. Cr. 6. 129. a La
vivola e lieddd e umida, delle quali, quando
son verdi, si fj lucchcro, e olioviulalo.
_ g. Vivola mammola , lo stesso che
Viola mammola. Ved. il g. di VIOLA.
fi ice ft. Fior. 11. Per mantenergli lor ci»
lore si conservano in va*i di vetro , rhe
non sentano V aria, rome le vivole mam-
mole , I fiori di burrana , ce. * Soder .
Colt. 83. Se tu metterai nel fondo loro
(de' tini) a bollire qualrbe sode di erbe
ec. , come rosmarino or. , vivuole mam-
mole ec., prenderanno (1 vini) V odor me-
desimo rhc hanno dette erbe. (B)
tVI'VOLE. Coll'accento sulla prima
sillaba . Male che viene a' cavalli , e si-
mili bestie da soma per enfiamento di al-
cune glandule del collo, e delle mascelle.
Cr. 9. 17. i. Sono ancora altre gangole,
le quali nascono intra M capo r I collo
sotto ( iavruna parte delle maicclle , le
quali ^imdmrnle crescono per llusso di
reuma, che dal rapo dnrrnde, le quali di-
stringono lu tanto le vie della gola, >he
'l cavallo a pena può mangiare, o bere; e
questa infcrniiladc si thiama vivole,
V 1 V
VIVORE. V. A. Vigore, Forza. Lai.
vis. Gr. ^iK. Vit. Crist. Iddio 1» die<k
vìvore in questo gran fatto . Quad. Or,
S. ht. Pa|:ammo per vivoie d' uno stan-
ziamento latto per \ì detti Capiiaui.
ViyORIO. /'. A. Avorio. Lai. ebnr.
Gr. s'ìi'yx;. Mor. S. Grtg. Noi sappia-
mo che lo vivorio è osso di grandi ani-
mali . Virg. Fneid. M. Sonando il tuo
stromento dì vivono, e' facea sette dìver-
siti di boci . Cron. Morell. 2l\6. Ella a-
vea le mani che parevano di vivorio
tanto ben fatte , che pareano dipinte per
le mani dì Giotto (così nel testo a pen-
naj lo stampato ha: aveano le mani co-
me d' avorio). Pecor. g. 2. nov. a. Vc-
deslù mai le più belle , e le più tonde
gandfc di quote , che paiono uo vivorio
( così ne' testi a penna j lo stampato ha .*
avorio ?
VIVOROSAMENTE. V. A. Awerb.
Vigorosamente . Vtt. Crisi. Infino alla
mìa giovaailudine rivorosameote eutra-
ste .
VIVOROSO. V. A. Add. Vigoroso.
Esp. Vang. E come egli il fece , cosi
volle che sta , cioè forte nell' aoimo , e
vivoroso nel corpo.
YIVUOLA. V. VIVOLA
VIVUOLO. Pianta nota, che produce
le vivuole , ed e di molte spezie. Lai. ca-
r^ophyllus. I elt. Colt. 41. So bene che
le donne nel porre ì %ivuo1i non maoca-
DO dì questa diligenza . Lor. Med. canz.
3. I. Fatto m'ha innamorare Soo dolce
canto all'ombra 6' un vivaolo. Dav. Colt.
198. Trasponi salvia, ramerìao, ruta, talli
dì vivuoli, ce.
VIVUTO. Add. da Vivere j Vissuto.
# Bocc. g. 4- "• 1- Sono dunque, si come
da te generala , di carne , e si poco vi-
Nula, che ancor son giovane, e per l' una
cosa , e per 1' altra piena di concupisci-
bile desiderio. E g. 6. n. 7. Non ci sono
l'ivuta invano io, no. Fir. Rim. 219. Ho
avuto al viver mio grande avvertenta ,
Alla fila alla 6la, uno, e due mesi, Ed al-
trettanto vivuto a credenza. (C) Guicc. Stor.
5.219. Oli fusse oscurala la fama de'prio-
cipìi della sua mìlixìa da un popolo vi-
vuto in lunga pace. Segner. Pred. 1. 4-
Ci smentirebbe un' infinità dì morlifica-
lissiinì anacoreti vivuti più d' ogni effe-
minalo Lucullo.
VIUZZA , e VIUZZO . Via angusU .
Lat. viculus. Gr. xwjyi Jiov . Tac. Dav.
Ann. i5. 2l4- E fece quella Aoma vec-
chia con sue viuzze strette e torte e
chiassuoli subito un falò . Borgh. Orig.
Fir. 1^^. lo quel luogo si raETroDUno ,
non Ire, ma quattro, e torse cinque vie,
o viuzze più presto . Car. tett. 1. j<v
Vassi poi per certe vielle , viune , viot-
toli, ec.
3 VIZIARE. Torre a checchessia a/cMiut
buona qualità , e introdurvene una ca^
Uva j Guastare, Corrompere, .Vagagna-
re. Lat. vittore , corrumpert. Gr. cix^-
dci'^tiv . Pass. 162. Tulle sono piegbu
che magagnano e viaiaoo la confcMiono-
G. V. 10. Ila. 7. Li delti buoni urdi-
dì assai tosto si comippono e viiìaronu
per le sette de' malvagi cittadini. Amm.
Ant. ai. I. 3. Tulio l'arbore gli ren-
de fruito , lo quale egli ha vuialo nel-
la radice col suo velenoso dente. Cavate.
Med. cuor. Studia di viiiare il fio del-
l' opera nostra. Dant. Par. 18. Perch* i'
prego la mente, in che»*inisia Tuo mo-
to e tua \irtule, che rimiri Ond' «est il
lummo the *1 tuo raggio vizia .
§. I. /Vr Violare, Torre la ^-trgimità.
Lai corrumpert , de\'irginarr , Molarm
Bui. hif o. Nctiunno, dio del mare, s'
innamorò di lei, e vitiolla nel tempio di
l'altade.
V I z
* §. II. E in signific. neutr. pass.
vale Guastarsi, Corrompersi. « (>. i.
II. 7. Quegli (alberi) che si tagliano
verso M SfUcntrione , son maggiuri e più
belli, ma si \itiano di leggieri» .(C)
VIZIATAME.NTK . Av^erh. Jnganne-
volnietttc, Fraitthlentementf, .-/stiitamen-
te.X^Ai. calliàtyfriutdiileiìter. Gr. Tavou^-
y«; . G. l . IO- lOy. 3. Dircii che il
Bavero lo vi iii:iii(lu viziatameatc. Morg,
25. 4- £ trari-lavn, e suda, Tuote abbrac-
ciale fa vÌEÌatmneule.
* VIZIATELLO. Cattii-ello , Sagace.
Lai. la/fllus. Gr. So)itùz£fo; . // Foca-
boi, alla voce CATTIVELLO, g. I. (*)
f VIZIATO, .-fflii. ( Zie ha vìzti,o di-
fetti, f'isioso. Lat. vitiosus. Gr. 7t)i5/Jt-
^«ir?. Pani. Piiig. 7. Sanno la vita sua
TÌiiala , e Ionia. Mai'slruzz. i. 12. rVon
ÌDdebi(alo, non servo, ne viziato nel cor-
pò. JC I. 18. fit- Dei \iziati nel corpo .
E appresso: Chiunque è viziato nel cor-
po per la sua col['a, è ri6u(ato oggi ni-I
piglianieulo degli ordini . Pass . l58.
lo ne son viziata di f)ue6la peccato tra
gli altii, e so fare il male, e noi so poi
dire ( cioi , difcllosa ). Tes. Br. 7. 02.
Nullo nasce sanza vizio; ma quegli e più
buono , il qu-ile è meno vizialo . Vit. S.
Gir. ll.EbtxTlo in odio li viziali cberici,
perocché non cessò d'ammonirgli. ^ E
108. I^^ra vizialo molto di peccato carnale,
ed eziandio di bere, ce. f/'^
f §. I. Per astuto. Sagace. Lat. cai-
lidus , aslutus. Gr. navo jp/o; , So^o-
fpo-i^'t . Din. Comp. 2. 35. Alberto del
Giudice , ricco popolano , manincouico e
TÌciato, montava in ringhiera Liasiniando
ì signori . E 55. Ma il l>ando era vi-
si sto , che non aggravava. Ott. Com.
Par. 6. 127. Queito Romolo lue uomo
mollo savio e viziato, e seppe matemati-
ca . Frane. Sacc/t. rim, 5. Con viziati
modi e con lor traccia, S* eli' han pietà,
da lor la fan partire. Fior. Viri. A. M.
Credendo V abate fosse più viziato delle
cose del mondo, che gli altri monaci, si
lo mandò un di a un mercato (cioè, pra-
lìco). M. V. 9. \\. I più pensarono che
fosse con inganno , e a mal 6ne , per la
Tixiala fede del Re di ?«'avarra (cioè, in-
gannevole , fraudolinta ). Varck. Ercol.
78. Più vizialo, e più trincalo , che non
è un famiglio d' Otto.
f jj- li. Per l'iolato. Sverginato. Lat.
\iotatiis, contantinatus. Gr. StEv^apas'
vOi . Oiid. Pisi. 102. Giàe gon6ava il
peso del mio vizialo ventre.
f VIZIO. Àbito eletliio, che consiste
nei troppo, o nel poco; contrario di Vir-
tù. Lai. vilium. Gr. /a/iK. But. Lo \i-
zio dell' anima si dimostra cogli alti del
corpo. E altrove : Vizio è amare lo mal
del prossimo . Pass. z5q. Le virtù sono
medicine de' vìzii, i (|uali sono infermità
dcir animo. Albert, cap. !^^. L'ascimen-
to del vizio adopra intramento di virtude.
E appresso: Se lu vuoi schifare i vizii ,
sta da lunga dagU esempli de'vizii. Bocc.
nov. 33. 2. Ogni vizio può in gcavissi-
ma noia tornar di colui che 1" usa . E
nov. 84- I- Se egli non fosse più mala-
gevole agli uomini il mostrare altrui il
senno e la virtù loro , che sia la scioc-
chezza, o il vizio. E noi'. 99. 2. Se pie-
namente r amicizia tV alcuno non si può
per li nostri vitii acquistare. Amm. Ant.
34. 3. 12. II vìzio della lussuria leggier-
mente nasce d' ozio ; cbè amore vera*
mente e dello passione d' anima non oc-
cupata Daiit. Inf. 5. A vìzio di lussuria
fu sì lotta, dir libilo fé licito in sua leg-
ge, /i 26 Lir r ebbi a divenir nel mondo
esperto, E delli vizii umani, e del valore.
Petr. son. 276. Che i vizii spoglia , e
virtù Teste, e onora. Esp- Pat. J\ost. 7.
ì'ocabolariù T. II.
V I Z
E sentenza per giustizia intra M bene e le
vizia .
5 §. I. Per Difetto, Mancamento, Vez-
zo biasimevole , 0 cattivo . Lat. vitium .
Gr. XKHi'u. Bocc. nov. 86. l3. Che que-
sto tuo vizio del levarti in sogno , e dì
dire le favole , che lu sogni , per vere ,
ti daranno una volta la mala ventura .
Cr. Q. Q 3. li cavallo che licva la coda
in su ed ir. giù, è di mal \izÌo.
!? §. II. /Vr Difetto corporale. Im-
perfezione . « Maestruzz. 1. 17. Molti
vizii corporali nel vecchio Testamento ri-
fiutavano coloro che si doveaiio ordinare,
siccome e manilVsto nel Levitico »«. Fr.
Jac. Cess. 2. 2. 19. S' udìe rimprovera-
re ec. che gli putia la bocca ec. , acciò
che desse medicina a quello vizio. (Cj
s."s g. m. /Vr Injennità. Cr. 6. 18.
Contra M vizio della milza se ne faccia
(della brancorsina) aogueoto. (C)
t §. IV. Per Voglia, o Appetito vizio-
so. Frane. Saccb. no\\ 16. Converrebbe
che questa donna , che cotanto amate ,
ingravidasse; essendo giavìda , come spes-
so interviene , eh' eli' hanno vizio di co-
se nuove , così potrebbe intervenire eh'
ella avrà vizio di voi.
't §■ ^- Pfovcrhialm. diciamo Lo^ndit-
gio piglia I izio j e vale , die La tar-
danza cagiona per lo più danno , o pre-
giudizio . Lat. mora srmpcr ojfìcit. Dit-
tam. 3. 12. Figlino! , 1' indugio spesso
prende vizio. Fir. J.nc. 3. 2- Si, presto
portala su , ch'e lo 'ndugìo piglia vizio .
Ciriff". Calv 3. 79. E molte volle indu-
gio piglia vizio.
VlZIOSAME^TE. Awerb. Con vizio.
Con modo vizioso . Lat. vitiose , fnale .
Gr. xaxw;. Bocc. Lctt. Pin. Ross. 279.
Quelli viziosamente vivendo , ed in se
stessi rivolgendo le guerre, come alleva-
ti erano, così effeminatamente morirono.
Amet. 79. Mostrar con forte pel lo ogni
cagione Dover tor via , la quale a stai-
suggello Viziosamente desse condizione .
Pass. 6. L' uomo die adopera male , e
viziosamente vive, meiìta tormento e pe-
na. AJor. S. Creg. Tanto fu accecata da
questa luce d'entro, quanlo ella viziosa-
mente si stese a <]urlle cose di fuori.
VIZIOSISSIMAMENTE. Superi, di
l'iziosaniente . Lai. sce/estissinie . Gr .
Trovig^coTara . Er. Ciord. Pred. II. So-
gliono per costumanza vìgere viziosissi-
mamente- /■-' appresso: Viziosissimamente
allevava i suoi 6gliUoli. J'. appresso: Lo
aveva allevato più che viziosissimamente,
e ne godeva.
VIZIOSISSIMO". Superi, di Vizioso.
Lat. vitiosissimus. Gr. /.Of.'/.i'STo^. Amm.
Ant. 35. 3. 1. Che femmina sia lievitri-
ce, cosa viziosissima è. .S'. Agost. C. D.
Spargetevi in tutti gli viziosissimi costa
mi, rimossa ogni moleslia Circ. dell. 6.
1.^8. Purché tu vincii, cuopri con il nome
di sagacità e d' astuzia quello che è in le
una viziosissima malizia.
•f* VIZIOSITÀ' , VIZIOSITADE , e
VIZIOSITATE. Stato, e Qualità di Ciò
che i vizioso. Lat. vitiositas. Cr. /a/t'a.
3for. S. Creg. E quale altra cosa significa
per li tremila cammelli, se non la contorta
viziosìt'a de' Pagani T S. /ìgost. C. J). L' u-
mana vergogna ha colai cosa inverso delli
parenti, che non la può lor la viziositade.
Jioez. G. S. 110- Siccome la infermità de'
corpi, così la viziositade è quasi infermità
dpgli animi . Bocz. ì ardi. ^. pros. ^.
Siccome il languore e la delioiczza è in-
Icrmilà de' corpi , cosi la tiislezza, e vi-
ziosità è qua<ti malattia degli animi.
!r g. L / iziositi'i, fiarliindosi di pian-
te, vale Infermità , Malattia. Cr. 5. 7.
La qual cosa fatta ciascuno anno, lo guar-
derà da viziosità. (Cj
V I z 1745
* §. IL Talora vale Parte inferma.
Cr. 5. 7. Deonsi fi cotogni ) potare , e
da ogni visìosìlà purgare. (Cj
t VlZUìSO. Add. (he ha vizio. Lat.
i (//o.vK.f. Gr. xa/0'5. Bocc. nov. 7. 2. La
viziosa e lorda vita ec. senza troppa dif-
ficoltà dà di se da parlare. S. Oio. Gri*
sost. Il3. Meulre dimora e riman l'uo-
mo nella Gamma e nella fornace delle
cu|iidità viziose , queste cose gli paiono
impossibili . Pass. 19. Fu uno cavaliere
in Inghilterra prode dell' arme , ma de*
costumi vizioso , il quale ec. Cron. Mo-
rell. 256. Di\ent.ino viziose, qnan<io non
hanno quello che la natura ricliifde .
Maestruzz. 2- 6. l\. Lo slu<ttn del cono-
scere intorno alle cose sensibili ìn due
modi puote essere vizioso; ec. -1^ Er. lac.
T. 2. 2. iJ6. Messer , riuesla mia carne
è viziosa , Ma storzerolla a tulle mie va-
lute. (B)
# §. Vizioso, vale anche Infermo, Ma-
gagnato, Corrotto. Cr, 5. 12. Se per ispes-
sozza de' fi ulti si caricassero troppo i rami
(del tnelo\ si se ne deono ec. trascerre
i viziosi, acciocché il sugo che va a* cor-
rolli, si volga e vada a' migliori. (Cj
VIZZATO. Qualità, e Spezie di vite.
Vitigno. Dav. Colt. )6l. Poni vizzati
dolci e carnosi , e alla bocca piacevoli ,
canaiuola , rolombana , mammolo, ec. , e
simili . '^- l'iut. A<lr. tip.
/,. 91.
IS'on la differenza di «izzatì fa il vino
l)uono, ma il leneiio (he li nuVùice. (C)
Sal> in. Geor. lih. 2- Sonvi Tasii vizzati,
sonvi ancor de' bianchi Marcotici ec. (F)
3 VIZZO . Add. Aggiunto delle cose
die hanno perduta la lor sodezza, o du-
rezza. Lat. niollis . Gr. ^.a)ayo'; . Lab.
257. Non altrimenti vote e vizze, che sia
una vescica sgonfiata. Amet. 63. Anzi tre-
mante spesso con tutto il capo muove le
vizze parli. Pass. 23l. Toccando l'aspro
mantello, e la cocolla ruvida, ora le mani
e le braccia per la grande etade e per la
lunga astinenza vizze e magre , e fredde.
Olt. Com. Inf. 3o. 517. Ella , scoprendo
li suoi canuti cajclli e vizze poppe , la
prega per la culla ec.
•1- §. I. E ftguratam. per Facile a in-
tendersi P usò « Dant- Piirg. 20. Ciò
che par duro, ti parrebbe vizzo ». (Cj
§. II. In tecc di Passo. Lat. aridus.
Cr. 5. I. II. Poiché u' avrai quelle fo-
glie levale, le qu-ili cedrai che sicno dan-
nificale e vizze. Tac.Dnv. Slor. ^. 365. Se
nulla vi nasce, o si semina, viene erba,
o fino al fiore ; 0 vizzo e come cenere
quel che pure si conducesse.
U L
't ULCERA, e ULCEr.E, e ULCERO.
Specie di piaga. Lat. ulcus . Gr. zIao^ -
Rirett. Fior. 12I. Altre (polveri ) sono
ulili alle ferite ed agli ulceri . E 122.
Servono (i Irocisci) agli ulceri da umori
maligni causati . * Segner. Mann. Apr.
II. ^. Dolenti ti mostrano le lor ulceri.
E Giusn. 3o- ^i. Rsasperando co' rolla-
mi quelle ulceri, che pntea mitigare co'
panni lini. (V)
ULCERAGIONE . J . ULCERAZIO-
NE.
*t ULCERAMENTO. Ulcerazione,
Eormazione rfc//' ulrera. Lat. ulcus, ul-
cvratio. Gr. H/o;, D/wya- Tratt. segr.
COS. donn. La cagione si è l'ub eramentu
dell'utero. E appresso: Quoto flusso
proviene dall' ulceramento dell' utero.
f ULCERARE. Produrre ulceri. Pia-
gare j e si usa in signific. att. neutr. e
neutr. pass. Lat. ulcerare- Gr. £>Z5jv.
T'olg. Pas. Ogni erba che ha il latte cal-
do, che il corpo ulcera.
•f i"? ULCERATIVO. Add. Che fa ul-
21^
17^6 U L e
cere , Atto ad ulcerare . Lat. uìcerandi
vim babcns. Gr, éi/wTtzo?. Serap. l65.
Id venUdf , che la vertude delle- cante-
relle si è (jutrefalliva , calefatliva e ulce-
rativa , e vale alla mala impeliggìne . (')
ULCERATO. Aiid. da Ulcerare. Lat.
ulceralus. Gr. ii/wSfCi's-
•f g. I per Ridotto in ulcera. Cr. 3.
x6- 6' Puosi a mudo d* impiastro sopra
la scabbia ulcerata, e sanala.
=? g. 11. K figuratam. per Guasto,
Corrotto . Calli. Mcm. /Mt. ined. i.
206. A Doi ancora sia dato campo di
parlare e di essere ascoltati d.i persone
inlcndeuli, e non sovcrcliiamenle ulccia- [
te da Ilrefl0^tc^e passioni e intcic!>si. (Cj
ULCEHAZIO.NCELLA. Dim. di U/ce-
razione . J.iIj. tur. malati. Hanno piena
la lioj^ua di molle ulceraii'tncclle.
•f ULCERAZIONE, e ULCEIlAGIO-
PiE . Ulceramento, e V ulcera stessa.
Lat. ulcus f ulcerano. Gr. tÀxùi , tX/w-
/jia . Cr. 5. l3. l6. Salda le piaghe e V
antiche ulcerazioni, e fa fuili i denti the
&i crollano. /; cap. 26. 3. Le ghiande ec.
vagliano alla dissenteria, e all' ulrf.rugÌoni
delle budella . l'olp. Mrs. M tenesmo è
cagionato dalla ulcerazione dello sBntere,
o da qualche materia che pugne j onde
nasce uno frequente e vano desiderio d'
andare a sella. Tes. Pov. P. S. cap. 19.
Contra allo catarro antico , ed ulcerazio-
ne di polmuDc, fa impiastro con seme di
senape e di cera , e raso il capo , pondo
sopra .
i? ULCElìE. r. ULCERA. (£j
* ULCERETTA . Dim. di Ulcera .
Red. Coìis. I. 61. Dopo avere inghiotti-
ta certa polvere di mercurio preparato ,
si accorge il sig. Conte, che nel pulito e
nella lingua erano a lui nate alcune ul-
ceietlc. (f )
ULCERO. /'. ULCERA.
3 ULCEROSO . Add. Che ha ulcera-
zione- Lai. iilcerosus. Gr. iXx.ù^ti^. Cr.
5. l8- 10. I suoi midolli verdi (dei noce)
masticati si pongono sopra la postema me-
lanconica ulcerosa, e fanvi utditade.
sj! g. Ulceroso, detto di persona, vale
Che ha ulceri. Che e piagato. « O/nel.
S. Creg. Se il ricco fusse di lungi dagli
occhi del povero ulceroso ». (/Jj Segner.
Mred. Pai. Jp. 7. 6. Stando un di nun
so quanli ciechi ec. ulcerosi a cianria-
rc insieme , udirono all' improvviso che
ce. (TC)
ULICIINE. V. L. Umore che ammoì-
line la terra, 0 altra maleriaj e presso
alcuni Secchila polverosa. Lai. uligo. Gr.
ixp.v'i. Cr. 2. 19. 10. L'uligine è du-
plicità , cioè secca e umida , e ratuua è
villosa. l'J nitni. g. L' ulif;ine è umor na-
turai della terra, che mai da quella nun
>i diparte. /. nnm. 7. Questa è l'uligine
tccca , la quale roolinuauicnle licn sec-
chczia , ed è sccthità polverosa.
ULIGI.NOSO. /'. /.. ytdd. Che ha ult-
fjine. Lai. uliginosus. Gr. l'vtx^o;. Cr. a.
iq. 7. E un altro campo, che sì chiama uli-
ginoso ce, che non *\ poteva ridurre a
ruUivtfineulo. Il num. 9. La terra uligi-
no>a e quella . nella quale scnìpic ha u-
mìdìlade. Pallad. Cap. 5. ^ii^ magrcita di
terra piena di pietra gialla , non amara ,
nun Uliginosa.
ULIMENTO . /'. A. Odore. JJut.
Purp. 2/|. 2. Lo v<"nUccllo di Maggio cr.
olcxxa, cictè lende u/,mcnto. IC appresso:
Piena dell* u1iinenti> dell' erbe e de'6urt.
IC appresso: Rende ulimenlo di di\initli.
/; altrove : il cui odore , cioi all' 11I1
mento do* quali , ciob illc \ irluose opere
de' quali. r
ULIMIRK . V. A. Lssff.e odorifero .
Lai. olerc. Cr. o'?civ . Un Pnrg. 7.
2. Quelli che kono nel inondo in si fjt-
V L I
to stalo , uUmire denno e risplendere a
tutto '1 mondo colle loro teologiche vir-
tù. /■,' appresso: ( nme lo Sole fa aprire
e ulimire li fiori, cosi li ra{:gi di Cristo,
che son le grazie e gli ardori della cari-
ti , che sparge supr^ li beati , fa gloriosi
li beati ■ /-. 3^. 2. Ulimitle quel vento
mosso ddir ala dell' Angelo.
U LIMOSO . r. A. Add. Odorifrro .
Lat. odorits . Gr. tjO^flOi - l'r. Ciord.
Pred. Delia balena esce 1' ambra, che le
eice di corpo per bocca, che è cosi uli-
mosa cosa. Il moscailu è una scfaianu, o
postema d' una bestia, fìut. Purg. 7. 2.
Non si conos(.e^a si, che si |>otessc dire:
questo odore è di rose , o di viole, o di
nipitella, o di timo, ma era d' ogni erba
e 6ore ulimosu insieme. /:.' appnsso: Bel-
la , pura , e uliiiiosa più che la rosa . IC
2^. 2- Tal mi scoli' un vento, cioè cosi
fatto Vento, cioè ulimoso.
ULIRE. F. A. altre. Lat. oltre. Gr.
3^Ceiv. Mut. Purg. 7. 2. Mostrando ce. per
li odori gli atti virtuosi, li quali uliscuno
sopra lutti gli odori.
•f ULIVA . Piccai frutto verdiccio ,
che nel maturare nereggia, e dal tfitale,
maturo die sia , si cava l'olio , Oliva.
L' albero die lo produce è detto Ulivo ■
Lat. o/ra , oliva. Gr. e iat K ■ Cr. 5- 19.
14. L' uliva, che fa olio, si dee raguoarc
in monlircllo , e nettarsi per ciascun di
in luogo tavolato, acciocché quivi mezza-
namente si maceri. Amet. 27. biella e-
stremilà inferiore di rolur di matura uli-
va. Cant. Cara. 17. E dell' olio a dovi-
zia Sapi'ijm di vostre ulive cavar fuori .
J'etl. Colt. i3. Il che r uliva ha comu-
ne Con r uva, come tocca gentilmente M.
Varronc con queste parole, nelle quali con
gran brcviià si scuoprono molte doli del-
l' ulive : L* uliva , rome 1' uva , per le
medesime due strade torna alla casa di
villa .
* §. I. Per i' Albero cite produce ie
uiive. Ulivo. Med. Arò. Cr. 27. E poi la
tcco in mano i rami d'ulive, e di [lalme.
Bocc. Amet. 21- Egli poi rimira le brac-
cia, e le bellissime mani non disdiccvoli
al formoso gusto, e lei cinta d'uliva con
sideia. Alam. Colt. 2. Venga l'altera Dea
che al mondo diede Già con l'asta fatai
1' eterna uliva. (C)
§. II. Cascar /* ulive nei paniere j pio-
verb. clic vale lo stesso , che Cascare il
cacio su' mactlieroni . Cccch. l'hall. Ir.
5. 5. V* avvenne appunto come a (|uello
che Andava a cor 1 ulive che cadevano,
E gli cntravjn scuotendo nel paniera.
§. 111. Uliva, Sorla di briglia che si
mette a' cavalli per la lena imbriglia-
tura .
* §. IV. Uliva. Term. dtgti Orefici.
Cesello di varie specie, detto anche fa-
vella (A)
LLIVAGGINE. Ulivastro . Lat. o/ea-
ster . Gr. otypii'ìaia. J'allad. 19. E poi
vi semina suso foglie trite d' ulivo, o d*
ulivaggine secca. /: IVovembr. 22. 1 tit-
soni dell' ulivaggine accesi spesse volle
spegnono nell' olio.
•f * ULIVALE. Term. degli Orefici.
Che è in forma d' uliva , Ulivare. litn.
rim. buri. \. 200. ^on ò quadra , ne
tonda , ne uguale, Pie in trìangol, né al*
Irò, ma di puoto, Come dicon gli orefici,
iilivale. (A)
C LI VARE. Add. Che ha fguia if «•
liva . Hueti. Pior. 3l. Trovansi oggi in
Italia due sorte di > ipprro : un piiculo,
il quale ha le radici ulivaii, ed è il mi-
gliore ; CI. /." appresso: Quando se ne
può avere , tolgasi di quella ; e mancan'
don*-, si usino le nostre ulnari, come di
■opra
II.IVASTRO. Ulivo sa/vattro. Oliva-
U L 1
stro. Lat. oleaster . Gr. a'/^ie>aia. Cr.
3. 2. 1. Fatti i granai, siccome dice Pal-
ladio , si debbono imbiutare di terra «
di morchia , e sopra 'I grano gettar fo-
glie d' ulivastru, ovvero a ulivo in luogo
di paglia. E 5. 19. 12- Kel qoal pertu-
gio una bietta d' uhvaslro fortemente ti
metta e strìnga . liicetl. pior. 67. Si fa
di cime di mortella , o di ulivastri »h-
bruciate.
ULIVASTRO. Add, Che pende nel co-
lor d' uliva che cominci a maturare. Serd.
Slor. 2. 63. Hanno il naso schiacciato ,
come i popoli della China , e hanno la
pelle di f ohire ulnastro . Salvia . Disc.
1. 3l8. La mora ^gli occhi dell* amante
senibrii , come il Greco dice, di color di
miele, o uUvastra. E a. 286. Gli aman-
ti c;irif-ano in hello tutti t mancamenti
delle medesime ; che la mora chiamano
ulivastra .
* ULIVATO. Add. Che è coltivato
a ulivi j e dicesi di Possessione , Paese,
o simili. Sig. l'iagg. Sin. 53. Ella pos-
siede comunemente assai bel paese , e
bene olivato , Test. Lemm. 47< H qtial
podere è con palagio ec. colomhaìa ec-
giardino , terre lavoralte e vignate e a-
liv^lc. lì 5l. Con terre vignale, udivate,
alboratc e lavoralic. Benv. Celi. lìic. 3.
l32. Un pezzo di terra ulivata e lavora-
tiva . (C)
L'I.IVELLA . Cuneo di ferro per uso
di tirar su sema legature le pietre, o si-
mili j inserendolo in esse per via d'uà
foro a coda di rondine, talché C instru-
mento VI stia sempre unito.
ULIVELLO . Dim. S Uli*o. Bocc. g.
5. /. 3. Disse Dioneo: Madonna, se Ìo
avessi cembalo, io direi: aitatevi Ì pan-
ni, monna Lapa; ot sotto V ulivello e 1*
erba .
3 ULIVETO, e UUVETA. Terreno
coltivato a ulivi , Oliveta. LaU olivetum,
oletum. Gr. eAat&j'v- Pallad. Febbr. iS-
Di questo mese si fanno gli utiveli od
luogo temperalo. ì'ett. Colt. 23. lo sco-
prirò rome ponevano gli uliveti gli anti-
chi più ddigenli , innanù che per la ro-
vina dell' Imperìo Romano , ed empito
de' Barbari in Italia, si distruggessero, o
almanco si smarrissero tutte le buone ar-
ti. Iluon. Fier. f^. 4. 18. Quindi le vigDc
e gli uliveti, e I boschi Mirerem verdeg-
giare. Salvin. Disc. I. 353. Tanto le u-
livelc , quanto i fichereti nianchcranao , e
saranno bruciolati, e distrutti.
!? V. Per I ivaio d' ulivi, " Cr. 2. 26
7. Il terzo e quello, dove iieoo lalceit .
il quarto, ove sia uliveto, t'ett. Colt. 33.
^cl prepararsi adunipie a fare un uliveto
alcuni adoperavano queste talee ••. (A)
ULIVIG>0. Add. Di color che lieme
del livido , Che e a guisa d" uti*'o, Ult-
vaslro. t',. y. 7. I. 3. Grande di perso
na e ncriHiruto , di colore olivigno, e con
gtao naso. CroR. Morrll. 24I- Barloloiu-
meo era grasso e fresco, r di (lel bianca,
ovvero ulivigno. I.asf. Partii. ^ 0. l'-
livigna nel vi>o e bianca, colle gole lostr
e senza harlu.
* S- Talvolta vale PrW iiiivC, e 1 Ac
appartifae alC uln'O. Salvia. Opp. l'tst .
Di nuovo al >cn del mare egli iti polpor
si traggo , Satollo avendo il geoial desio
E r ulivigno amor. (A)
ULIVIKO . Uli%-o piccolo . l'ttt. C^tli
40. Quando l'uomo vuol cavar la pianta
ec, SI ficchi la vanga intorno , quanto e
sotterra l'ulivino. Ti 4'>- Questi olivin*
si trasmutano il quinto auno.
t ULIVO. All>t>ro sempre ttrdt che
fa le ulive; Olivo. Lai. olea. oliva. Gr.
«iflti'w . Cr. 5. 19. I L' uKvo k arUiTv
noto , F le sur gcnnaiiou) ton molte
' Bocc nov. 96. 3. Ivi forse una LaleUra*
U L I
l> rimosso d.ir ahre »bita«ioni dilla terra ,
tra ul.vi e Docluoli e casLign. oc. con,-
però una possessione . Amet. l)f>. Sopra
!• altro ramo il palliao ulivo, caro a Pa -
ladc molto, di rami pieno s. vedoa, e di
frond.. X)«/>' P'"-- »1 Che pur con c.I.i
di liquor d- ulivi Lievemente passava
caldi e gieli. Din- Comp. 3. 58. 11 car-
dinale Niccolao da l'ralo ce. giunse in
Firenic ec. , e grandissimo onoiv gli Iti
fatto dal popolo di Fircoie con rami d
alito. I elt. Co/1. 19. Quegli che anda- j
vano a dimandar pace, e cercavano d es-
ser ricevuti per amici, portavano in mano ^
un ramuccl d' ulivo.
8 I C//Ì10 , si prtnde anche per tla- ;
j* /■ ., /• f in 2i. I. Venuta
in risa la novella , e f ul.-o della coro-
oaiione del Bavero in Melano, (rom- |
cheti. d'Jnwr. 21.5. In questo medesimo
punto in Firen«e fu gridato una Loce e ,
non si seppe chi fu , e disse : ulivo, che
la pace e falla. ,. , '
§. II. Di'i'ienica dell' ulifo, o d ulivo;
si dice Quell.i , nello qn»!' dalla santa
Chiesa si benedice I' uIko ; ed {■ della
anche Domenica delle palme . J il. Si.
Pad. 2. 3l8. *: per questo modo stava-
no insino alla Domenica dell" ulivo, sem-
pre orando , e dicendo salmi , e in quel
di ciascuno ritornava al monistero. d'iP-
CaU-. I. 20. Ma che dich' io t tutti alla
frasca vanno I hecchi la Domenica d'
ulivo .
* g. HI. Sabhato d' iiliiO , dicevano
gli amichi il Sabato innanzi la Dome-
nica dell- ulivo, ni. SS. Pad. i. 321.
Giunsevi appunto quel giorno che gli al-
tri , secondo 1' usania , cioè il sabato d
ulivo. CF; ,„ ,. ,
g. IV. l'are una cosa coli ulivo, vale
Farla grossa, marchiana. Ved. le noie al
lUalm. 4. 26. Ne fece poi di quelle con
l'ulivo.
f * ULNA. Terni, de' Notomisli. J.
osso più gro.<so de' due del braccio, dello
anche Focil ma^porc . Bellin. Disc. I.
162. Vi dirò che il primo osso dalla sca-
pola in giù si chiama uniero, degli altri
due in copia, che succedono, il più gros-
.so si chiama ulna , radio il più sottile. (/I)
Imperf. Anat. 173. L' oisa del gomito
son due ec. il primo osso inferiore mag-
giore è più lungo, che alcuni dicono ul-
na, e »oIgarniente focile maggiore; l'altro
di sopra è minore, e sì chiama radio o fo-
eil minore. L' ulna cosi detta dalla somi-
glianza d' una misura , s' articola con 1'
osso che si congiuuge con la spalla. iF)
ULOLAKE. ;•. ILULAIÌE.
-.: ILTEnlor.E. ><■'<' Che procede più
olire. \.M.ullerior. Gr. Tlipxizipoi. Sal-
via. Disc. 3. ^8. Quasi con quella ciri-
monia conficcasser la peste, e condannas-
serla a non fare ulteriore saccheggio. ( )
Sé §. Gli antichi Geografi chiamano
Ulteriore Quel paese che e di li , per
opposizione al Citrriore, che vale Che e
di qua. (.11
* ULTERIOnWESTE. Avverb. In
olire. Di più. (/I)
J ULTIMAMENTE. Avverb. In ul-
timo. Alla fine, ISell' ultimo luogo. Lai.
postremo, ultimo. Gr. j'iTKTa, TÒ TsliU-
raioi . Bocc. nov. 79. 41- Ultimamente
temendo non gli facesse male, se su non
vi salisse, colla seconda paura cacciò la
prima. Dani. Purg. 10. Lllimameote ci si
^rida : f:rasso , Dicci , die "1 sai , di che
sapore e l'orol Bern. Ori. I. 14- 28.
Ma fosse pur che i nostri e* lor peccati
Col tuo l.irg" dduvio ultimamente Avesse
a guisa di macchie lavati . Serd. Star.
3. 127. Ma ultimamente i nostri monta-
rono con grande .udore nella nave ne-
mica .
ti L T
* 8. Vllimamente , per Poco fa , In
questi ultimi tempi- - «ed. Iip. I. Sg.
L' ho veduto ec. ultimamenlc in un cane
ammazzato da una freccia del Banlan.. f^;
(;,■/ Saeg. 18. Forse il Copernico ( do-
,e.a ei seguitare), dal quale più presto
si deve rivocar ognuno merce dell ipotesi
ultimamente dannata» (B)
3 ULTIMARE. Finire, Terminare.
Lat. finire , finem impoiiere . Gr. •K£.=«'-
vs.v , TlUi^ . * Cince . Slor I. 450.
Acquistato il Ducato d' Urbino furono va-
rii i suoi pensieri , o di volgersi a uUi-
mare l' impresa di Camerino o d ass.dtar
scopertamente i Fiorentini. (L) t.ahl. lelt.
Uom III. '5. Di tanto ne do certa e ri-
soluta parola a V. S. UUistriss. accio possa
ultimare e cficltuare quello che resta. (O
:j o £ neulr. as.iol. •• Dani. 1 urg.
l5 "Quanto tra 1' ultimar dell' ora terza
E •! principio del di par della spera .
■■ Oli. Com. Inf 34. 575. In questo u Ui-
I mo capitolo del primo libro , ulljmaodo ,
la qu..iln qualil'a pone ec. ... (l)
I I ULTIMATAME.%TE. Avverh. Ulli-
\ mamenle.Introd. J'irt. Ultimatamente ria-
1 voto d lume della grazia e la sanità della
' mente ( questo esempio non si^ rinviene
nell' Introduzione alle Virtù). -.= Ciard.
Cont. 174 Tieni per certo che quello
fare e guaslamento del corpo , iscorcia-
' mento di vita, conompimento delle vir-
tudi,lrapassamento di legge, e genera lem-
minili costumi ; e ullimatameute fa quello
che dello è. fC)
ULTIMATO . AdJ. da Ultimare . A.
■Isosl e. D. Per in6uo che la sua vir-
iù e giustizia sia convertita in giudicio ,
cioè per 1' ullimala sentenzia rendutogli
il premio del merito.
* ULTIMISSIMO . 5i.pT/. di Ulti-
mo. Salvia. Opp. Cacc. Tre stanno alle
reti Cacciatori in aguato : uno nel mez-
zo , E due negli ultimissimi suoi fioc-
chi. (A) , , ,
ULTIMO . Add. Che in ordine tiene
l- estremo luogo . Lat. ultimns , postre-
niiis. Gr. Uy.'J.-zoi. TsieUTaco^ . hocc.
nov. CO. 10. Compar Pietro, che attenta-
mente infino allora aveva ogni cosa guar-
dala, veggcndo questa ultima ec. , disse.
F no. . 99. 36. Domane è 1 ultimo di ,
che io dVbbo essere aspettalo . F Test.
3. E questo intendo sia il mio lestameo-
10 ed ultima volont'a. Pelr. caiiz. 3». i-
All' ultimo bisogno , o miser' alma , Ac-
campa ogni tuo ingegno. E canz. 49. li-
Accolga il mio spirto ultimo in pace .
Dani. Far. 3. Generò '1 terzo, e 1 ulli-
ma possanza. Alam. Colt. 1. 21. E cb.
llen dolce il -sapore Per arricchir Ira noi
U L T
1747
I
l'ultime mense. * Tass . Gei: I. 44
Questi dall' alle selve iisuti manda La di-
visa dal mondo ultima Irlanda. Car. lell
1. 70. E' si può dire nel mezzo d Italia,
ed ha il giorno dell'ultima Scozia. ( I')
ir- ?. L Ultimo , se si guardi nddie-
Vo, dice.ii Quello die e ìrinio. ('"'; ^"
7 75. Questi nacque di Fauno e di Ma
vica .Ninfa di Laurel.lo , e Fauno a Pico
Era figliuolo , e Pico a te , Saturno Del
suo regio lignaggio ultimo auloie. IC)
* S II Ultima mano, vale l ompi-
mento. Perfezione; onde Dare l' ultima
mano , vale Compire , Perfeiionarc . I .
MAKO, § ClLll. (O , .
8 111. Ulama ora. Ultimo dì, o simi-
li , vagliano La morte. Lat. suprema
die.<. Gr. ecx"'"': '■H-'-'p'-'- '"'"■■ ^' *t
Aspetterai chetamente infino a tanto che
la tua Biancofiore vedrai menare per es-
serle data r ultima ora. Tass. Am. 4.
2. Costei parla di modo, che dimostra D
i esser disposta all' ultima partila. Cince.
Stor. 10. Ove lascialo infermo d Cosen-
i tino, che ec. vide 1' ultimo suo di.
* e IV. Ultima unzione , lo stesso
che liitrema unzione. I- . UNZIO.NE. (C)
# fi V Far r ultimo passo , figura-
tam.vale'mrire. /. FARE PASSO, §.
\ I { C)
f * § VI. Ultimo, dicesi anche Quello
che VI è di estremo in ciascun genere co-
si in bene, come in male. Bocc. g- U- "■
1. E perciò 1- ultime grazie, le quali ren-
der gli debbo, giammai di cosi gran pre-
sente, da mia parte gli renderai. ( C) Segr.
Fior. Disc. Sono questi popoli formido-
losissimi, sendo cacciati da un' ultima ne-
ce.sil'a . (AV Ilenv. Celi. Oref 3;. Sen-
tendo Ilo smallo roggio) il fuoco ultimo,
oltre il correre, come gli altri smalti, di
losso divien giallo. ( Cj
:;: S- VII. Ultimo, per Dispregevole,
Vile . Fi: Ciord. 262 Onde se in que-
ste cose ultime rcoiiie ì granelli e le fo-
glie) e più vdi h.ic Iddio posto tanto
profondo ec., come deono essere investi-
eabili r altre sue opere grandi? (I )
J- -.'.: §. Vili. Ultimo, inforza di Susi,
vale Ultimo tempo. Ultimo grado, 0 si-
mile. Dani. Par. 3o. Ma or convien che l
imo seguir desista Più dietro a sua bel-
lezza, poetando, Come all' ultimo suo cia-
scuno artista ( cioè, all' ultima prova del
suo valore ) . Bocc. g. 7- ";. » Com.n-
ci.indosi dallo spa'^o ec, infino ali ulti-
mo di ciò che trov.,to e fatto avca, narro
loro Frane. Sacch. nov. \5g. Fra gli al-
tri r cavalli ) nell' ultimo della sua vita
n' ebbe uno che parea quasi uno cam-
mello . F nov. 190. In poco tempo si
trovo Gian Sega nell' ultimo della mor-
te . E nov. 19G. Avvenne quasi nell ul-
timo del suo oficio. Scgnei: Mann. Magg.
,5 I 1 frutti ec. sono 1' ultimo , dove
arrivi la potenza dell' albero . li appres-
to ■ Le virtù cristiane ec. sono quell ul-
timo di potenza , a cui giunga 1' uomo .
EappreloiSo. ,qnes,i frutti )l ^^■
mode' tuoi sforzi. Enum.H.ScU virtù
sono 1' ultimo della potenza dell uomo ,
i vizii sono r ultimo deUa sua gran fiac-
chezza. (l ) , . ,
e IX All'ultimo, posto avverbialm.,
vale Ullimnmente, Alla f ne. Finalmen-
te. Lat. tandem , deniqiie. Gr. <^'T«Ta ,
-.0 rasUTai-ov . Pelr. ^on. 196. L ira
cieco del tulio, non pur lippo , latto
a,ea Siila ; all' ultimo 1' eslinse . G. y.
12 108 q. All'ultimo, avvegnadio, a-
manlissimo Principe, che la maesfa rea-
le ec Car. leti. 2. 2o3. Intendo che 1
Cardinale se ne rimettcr'a all' ultimo in
* g. X. All' ultimo degli ultimi, vale^
lo stesso, ma ha più di j'orza. 1 . ALL'
ULTIMO, §■ iC)
^' XI. Da ultimo, posto aviertiialm.,
■ale In fine. In ultimo luogo . Ved. DA
ULTIMO. IC)
S S XII. In ultimo, o Ttell' ultimo
po.,ti avverbialm. -"''"r 'VìTn J'i'
IN ULTIMO, e NELL'ULTIMO. (C)
UI TIMO Avverb. Ultimamente.
Oli. Com. Inf. 7- '«i. ^°°°, ■'' .^^5';
nerazioni ; poi li rimcd.i con ra il detto
vizio; ultimo della prodigalilade £ ».
l32. Kella seconda parte procede nel
tvaltalo ec. nella terza parte induce uno
morto lamoso ec. ultimo , dispone U ca-
lilolo alla seguente materia. (L)
' •+ * ULTO. V. 1- -4M. ! endicato
^.,. iilliis. Ar. Fur.\^.e:.VerV^e.U>
tardi vendicato ed ullo Fia dalla mog e
e dalla sua sorella ^ ?«■ P;« .f^ "l'°
.terva ad accresce,^ forza all' altro add.
vendicalo ì- (-^f/ ,, ,. , .
ULTORE . /• l- ' "''•'■«w-c . Lat.
iiltor. Gr. ó USi'O,. Fiorgh. Orig Fir.
,52 Questo tempio (di .W».(.-; ec. lo fece
poi Augusto, mutato il nome di MOCilorr
«748
U L T
ec. in ullurc, clic è a dire a modo noilro
vendicatore.
•t*lLTRA. V. L. P.àli. D. Ciò.
Ltll. leu. 20. Piangiamu, pereti le do.
sUe rircheiie iiou lunno teda mondana-
possendo fare Idd.o roda, e i Sanli suoi'
the ce le serlicraono io eterno , e ultra
(La sanla ScrUtur,, ilice.- in «emù», ci
ultra). (Ij
ULTIUCE. y. L. rerbal.fimn,. len.
dicalrice . Lat „/,„> . Gr. ,' r/0«05 ■
Fr. Jac. T. 5. ,8. 16. Sono acc»i d'
n- 1"",' T"''"' "" '^'" V" » ""i
Ui veder li doui sui. Tass. Cer. ig. jj
O nicnerolli pri^lonier con .luejla IÌIimcÓ
mano O.C pr.gion m 'I dileggia, ^r
/•nr. 24. 72 Cosi a'prcglii dell' altra T
ira uliricc Di cuor fugge a Ze.l.ino, e .
U XJ A
... -- ^-"' '"be'- •• «-t-riiino, Cai
Llegua. o,,„r. /«j.yirf. 4, 0. ,. i ,_
pena mentala, SJvio, Di quella usta ul-
trice .
=:= ULTBOiNEO. AJd. Spontaneo. Sai.
iin. iMid. 1,1,. 8. Ma Venere ec. Cosi
parlo e presenlossi ultronea. (/•>
* ULVA . r. L. .Sorta rf, pianta pa-
li-.<tre clic nasce e galleggia neW ac,,„„.
Lat. „ha. Gr. S^jo». lìocc. leu. Pr. S
Ap. 1^1. Volesse Dio rlie piuttosto ali^
ga, o ulva di palude ec. si fosse suta 1.0.
Ma . <l i Hiicell. Ap. 222. Perchè non
dee la rondine d' Etruria, Ch' appresso 1'
«eque torliide si ciba D' ulva palustre e
di loquaci rane, Ccrtar col.l.ianco cigno
del l,cl lago. (•) "
•t * ULULA, y. !.. Allocco. San.
aaz. Arcad. cgl. 6. Non foschi o freddi
ma lucenti e tepidi Erano i gi„r,H; e non
s udivan ulule, Ma .aghi u, celli .hlettosi
e lepidi. A ,„/. ,2. Ve.li.sli intorno a lui
>lar .Igni ed ulule. Quando avvien che
ta'or con la sua lodola Si lagne. lAj
V DLULAi\XE. die „l„ln . U.len.
J^tJ- J. Sii. Nel quinto , e nel sesto ec
rappresenta la Madre santissima , per la
morte del suo Figliuole, ne' lamenli ulu-
ianle , nelle parole forsennata , negli atti
furibonda ec. iCj
ULULAHE, e ULOLARE. /. L Ur-
lare. LaU ululare. Gr. o/oior-.v. Frane
SaccA. no,: 108. Ora levandosi ritto e
ora intrandogli sotto il mantello, e alcu-
na s_olla ulolava. Sannaz. Arcad. egl. (>
Ond oggi avvien che ciascun piange ed
ulna.y/„o„. /.-.e.. 5. 4. 4. E'nrnaal
turbo fiume ulular belve
S= ULULATO. LI„lo', Urlo. Lat. «/„.
V"!"-,,?.'- «■Ì0"'-/A'»'i. fu. SS. Pad. 2.
3,H. Udì grande ululato e grida delle de-
nioi.ia ec. (!■■) Segner. l'red. 29. 6. «e
lu qualora facea loro ascollare muguiti di
lori, sibili di seipenli, grugnii, di fanali,
roggll. di leoni, ballili di elefanti, ululali
di lupi, ovvero uili di orsi, ma ec r'I
ULULO. /. /,. t/,Vo.La.. „/„/„;,A!
Or. otoiM/^oi. .Ir. l-iir. li. 134. A-
spro concento . unibile armonia D' alte
querele, d' ululi e di strida Della misera
gfute che peria Wel (ondo per cacioo
della sua guida. °
U .M
U.MANAMEME. A>;eH.. A modo d'
uomo . Lai. Iiumanitus . Gr. avSceaSi-
t * !••. L Per Secondo /• uio e le fortt
TV" ;,'/"■ '/""• "•>■ • 3- '" qu^'la
clade debbono li uomini essere , quanto
SI può umanamei.le, |.,-,lelli, las. lare le
cose giovaiiesilie, ec. (/ j
£.11. Per Corlejemente, lìenignanien-
le. Lai. hiimaniler, eomilrr. Gr. yùav-
ipu-Ui. noce no,: ;8. la. Verso ,1,
lui umanamente e come compagno s'era
portalo. ;„r,/,. .V/n,-. 3. 55 Onde gli fu
ual Cautinale ec. umanamente ii>|<o>iu.
e ,"r*''*'!^ '" "«'•■fi'- -«"■ P-"- .
e talora colle particelle sotlinlce, vale
rars, uomo. Lai. hominem Ker, Gr
|v«.rf«;r,;„-,,. „„,. .y. -'e Pei
la sua cariti dell'essere umanato s' in-
tende 11 passare. « Acp„er. Mann. Liigl.
1». i. Ha voluto vestire queste viscere
ancora di compassione con umanarsi. Il )
■e %. 1. Umanaie. , ale anche I oscar
ceri, sentimenli, ed ,i„„ certa marnerà d,
v„^re trorpo austera, lìart. y,l. Ko.t.
1. 3. lassava a quel che solente er. u-
»alo di piedicaigli, sopra 1' umanarsi un
po™ e prendere altro j.iii compagnevole
e perciò convenevole stile di .ila. (f/-/
''SII. A ,„ forza attua vale lien.
dere umano. Segner. Pr.d. 1. i3 O se
■0 sapessi qual via do. essi almeno io qui
pra icare in questa quaresima per umi-
Irarli, per umanarli, per renderli lutti vo-
stri. Iti
UMANATO. Add. da Umanare. Fior,
lial. Questo Iddio umanato soggio.heri
.1 mondo A,,,. /.„ey. 3j. ,.//*,,,
santa teologia nelle sue senlcniie, e ne'
suo, intendimenti sta ferma sopra 'l Ver-
bo divino umanato.
UVU.MSSIMAMEiNTE. Superi, d. U-
ma„an,e„le.Ar. y,.r. 22. 38. Umanissi-
mamente gli rispose.
UMANISSIMO, .'■iiperl. di tW„o .
'-al. huma„is.<imus . Gr. f i)a,r-oind-
•«TO;. l-,r. Leu. lod. don,,. ii8. Se la
poco ragionev,de openione di Tucidide
umanissimo il mio messer Claudio ec. '
lusse stata approvala da' più , io non ar-
I t"::- "y '■■ "7- '7*- '" Pendere, si-
I jj '^""' '■'"' ""'•"""""■ vi conosco.
Alam. C,r. 4. ,,. Ma negli atti uma-
nisstma e cortese, Lieta accetta 1 saloli
te. -^ lorgh. Arni. Pam. 06. Di onesto
ua.urale arco dell' onore f e cort
ibiama Plinio, umanissima ambinone eb
"ero nascita queste di>liniioni. Il)
t UMA.MSTA. Colui che profeL lef
icre umane, o belle lettere, i y„rcl,
'■■z. Doni. 2. 81. Nella quale lrip„l„-.io.
ne) sono oggi non solamente gli umani.
J ., ma 1 eiosoC . a; Jr. sat. 6. Pochi
"no grammaliri e umanisti Seatj il vi-
'<", per cui Dio Sal.aol Fece Gomorra
CI SUOI vieni tristi. Sal.ia. Pise. 1. i.^,
Hilrova un gran numero di filos„fi. b,;„„j
m.mo di maltcmatici, e molli umanisti.
„J r, ^ "'""'•«'". diceii an he Colui che
ne- collegi, o simili , studia le Mie I, t
lere. (C) "
NItÌt^'V" ™*^«TADE, e .-MA-
nilATL. lyatiira. e Condizione umana.
.iilat n'^' '7' .•-''= r".ona ciascuna Fra-
bililalen umanitate l'orlasi, che me'cor.
re ogni uom col freno. /',/,.. canz 5 |
Anima , che di nostra umanilade Vestila
p,U/"?."/"'T' ''""" "'■"'• * "l"'"-
l„ d 11' •^''v ' •»<?•"•"» accoramen-
10 dell um.oiti derelitla „,.„ potè euere
.Uro che una pena propoi.i„n!;ta. ,rr;
t §■ l J-er Jìenigmta. Concia, Hon-
la , t ompas.<ioue agi, altrui mal, . Lai
humainta, , lenitas . Gr. y,Ja,9p»,-,-„ '
Ilo, e. noe. ,2. „. La linte di questa
umaniti .vendo molto commendala a
■loona, .ndo, e se gli aperse A ..
i-! Ma pur non polendo la um.nitii -.iL
cere la 6erc..a dell' appetito, rispose ec
/- no,: 9; ,j. Q„,^, uman.il del Ile
lu commendai. ..sai. / rane. Sauh. „,,,.
aoq Le guerre vengono spesso si nude-
'■ o .. pe,6dc eh. .a„« alcun, disco-
.mne e um.„.,i eon ogni modo .lispcraf,
un,. uc.idel'altr„. Cas.tett. .fo,.
ro. quello che V.M. rri.l..n..s„i.a suol
'-'e per sua umanilà. * Co... CHI. I „
a*//. 12 Mento eoslu. per una certa u-
nunilid. natura ch'egli ave.aecd,,.'
U M À
wre preposto a loui gli altri printipi dd.
1 eu tua. (C, r i~-«i
t S S II- A/ Belle leturt. Uttere
umane. SaUin. Disc. I. 186. Ollimam.nle
1 Latini chiamarono le lettere Umanità
e del molo d'umane le fregiarono, come'
quelle che 1 naturali talenli dell' uomo
perfeiionano. A 2. 25. Chi non s'indur-
rà mai a tenere in pregio e in onore .
lellerali e le lellere. che Umanili ancora
principalmente chiamate sonol
Quella parte .Ielle lettere umane, che Z-
gi dice.,, pii, eomunemmle Eloauenza
' '. ""''■''""'■ ^^' M">" Pietro An-
gebodaBarga, il quale legge l'manili
a Pisa-. //„„„. /.,e,. ,. 3. 3. g„„,„
ali umanità questa e dismessa : E „ ouò
dir che delle buone lingue Se .e^„
spenlo il seme. fCj
UMANO. Add. li uomo. AtlenenU
a uomo Lai. humanus . Gr. a'.&puai-
v»5. lìocc. no,: 77.66. Vedendo la don-
na sua non corpo umano , ma piutloalo
un cepperello inarsiccialo parere et. co-
mincio a piangere . F. „ov. 70. 3l La
quale era la pii, bella cosa ?he si Irò-
vasse in tulio il culaturio dell' umana
generaiione. A'„e,.. 98. 39. Per coosei..
.memo degli Iddu. e per vigor delle
leggi umane . Dani. lar. 7. Onde 1' u.
niana spezie inferma giacque.
»^'-('r '"'"» •'''lo natura umana,
fieni. Ori. ,. ,7. 38. E la cristiana fede
lor narrava , 0,cendo come Dio si fece
umano .
' S •'• '^'- ^Ti*»/», Benifno, Uun-
sueto. Trattabile. Lai. humanu,, comij
mitis. Gr. r.TliOi. Petr. ,on. 201. Gli
occhi e la frunte con semliaole umano
Baciolle. Frane, lìarh. |25. l6. Perchè
spesso vedcmo Cavali' umin diienulo re-
suo. Se forse il traili a maniera del rio.
•^ §. III. Untano, vale anche f he sente
pietà alt- altrui miserie. Bene fi, o , Soc.
corre, ole. . Sera. Ori l. jo. 4. Siate be-
nigni , ni.insueti, umani. Pietosi alP «1.
trui colpe, agli altrui danni .. (C,
t §. IV. /.r»en- umane, dicons, le Parli
della JiMogia, eioi la OramaUea, l'E/o.
quenza, la l'oesia, f Istoria et. Salvia
Disc. 1. 186. Uttimamenle i Latini chia-
marono le lettere Umanità , e del Utolo
d umane le fregiarono, come quelle che
I naturali laleni, d. Il" uomo pei femionano.
r,",?' .*• ^ •"<•"' • «t Jor-.a d, SUSI.
Quello the e proprio dell' nomo. Salvia
ITJ'"- "8-^' *• l"'-' g-aode intel-
Iclto d Omero ce. si vede talora ec. in-
,hin..re ec. noi più avventurati esser e.
riputeremo di lui che tanto vide ec che
avendo si gran fascio alle man, e si pe-
niso, e si aidno quanto è un Vocabola-
rio, e un V,.c.bolario di lingua ...a, non
<i abbia . essere dentro nulla dell' umi-
uo, che porta seco dalla n.seita , com,
uecess.ria corredo , lo sbagliare e "i fai
hre. tCi
* S- yi- F-Ì'tr Uomo. Zrnon. Put fi*,
"fu soirano Se»'
Colui che può veder si fu so.ran.. .,>■„
-llr., mondo, n„ichè bai veduto Che in
ItiCDo di due lai va un umano, f /!; lui,
Morg. 5 22. Tutte, smairilo. pien d' rf.
Ilialone, Non p„ea bestia, e nou pare. a
umano. F J.V =33 l'iacea al del qu,
sta rebgu.ne, the discerné le beslsc duli
umani. ( y, ^
* UMAZIONE. /■. L. S,pp,ll,m»l,.
Sotterramealo. /.oir. Co,u. Dani. E pò.
>lumu lu ,hi.malo, perciocché dopo la
umaio.ne ,1.1 padre era nolo. (Aj
tAIBE. Av,■el^,. che vale Q vtm, , Or
'■•a. e co, risponde al Ul. eia. Or. .,'«
At. Trin. 2. a UmU . .„|ev.I„ "^
lor per me. Che ne vuo' l„ „,.„,< V./T
CrancK a , Imi è cbec' edimjj
DM»
di' via. /■; Spin. 5. 2. VmU, M.o .o u.I
£„«■. ft»-. 2 2 v,T.u- '^r^'" " "?
porli . /•; ». 3. Uml.c , G..in.>-oo , che e
Jflli FianunelU ? „ j
* UMBELLA. Term. de' Botanici. Jg-
giunto .lifori, i cui peduncoli partono
miti da un punto . <• portano , ./-or. ../
m«lfSÌmo piano , fornianilo i/uas, una
piccola onihiMi. LTiLolla d.=l 6nucch.o ,
* UMBELLATO. Irmi, de' holaiiici.
Aggiunto d, quei fiori, , cui pftuli sono
tiluaU sopra ganihelli uniti a mazzetti
in forma <(" ombrello. (Al _
* UMBELLIFKBO. Icnn. de Ilota-
nici. Ombrellifii-o. aggiunto dato ad una
specie particolare di piante ciré produ-
iZ, i fiori ajoggiadionihiela. LocJi.
Disc, l'accolla a" othc umlKll.lere. r/?;
* L'MBILICALE. Term. degli Anato-
mici, aggiunto dato ad una delle dira-
mationi della iena porta, la quale porta
il nutrimento al Jeto mentre sta nell ii-
tero. (A) , , , j
* S. l'ale anche Dell' umhilico. Ap-
partenente all' umhitico . Kcd. lons. 1.
a7Q. Raccolto nell- urol.il.co, nasce 1 erma
oml-ilicale acquosa, per allro nome della
idromralo. {•) ,., ' r
•+ if UMBLLICM O. Add. ( lie e a fog-
gia d'unibilico. Sal.in. Me. Al- pag- 179.
Poiché lu presso al rivoltoso mare, 1 or-
ni sotto la colma umb.luata Orsa, ec. k
lliad. Costui ec. Colpì sotto lo sctido um-
l.ilicato Con una anleiiua , ce. /:. V.tiss.
Dentro ne porlaro E gli "Im., ed i broc-
chieri umhilicali , E 1' aste aguHC . Il
Pro~: Tose. I. 520. 1 Leucomlaln, cioè
bianchi umhilicati, saranno quel 1 che so-
no sopra gli altri di soavità e d. genti-
lena dolati, onde il Lei nomo s. leoec. (Aj
UMBILICO. /lellico. Lat. iimiilics .
Gr. oay«lo!- «""'■ '"f 3'- ''"PI" "'"1
non son torri, ma giganti, E sou nel
po«o intorno dalla ripa, Dall umbdieo
in giuso lutti quanti.
fi. 1. Umbilico , per similit. . i-nle II
centro, ola parte di mezzodì cliecclies-
sia. «r. mal. beli. donn. 362. Altri in
perfello circulo T hanno risoluta, tirando
Halle parti gemtali, le quali vogliono che
sicno r umhiliro e M meno della nostra
6sur.i. E 363. Vedete le linee ugualmen-
te parlile dallo umlnlico fare .1 circolo
che avemo dello. Ar. Fur. iV I0|. Sie-
de Parigi in una gran pianura, Neil um-
l.ilico a Francia, ami nel cuore.
SS ^. 11. Umbilico di 1 enere. Termi-
ne de) Botanici. Specie di pianta purga-
tiva, che nasce .i'< per le mura. Lat. nm-
bilicu! Generis. Gr. iiaTJ>r,i)c.iv. Buon.
Firr. 2. 4. l5. Fur visti Da un ortolan
che fru"nolava a chiocciole, E sveflica tra
; conventi delle mura Umbilico di Vene-
re re" calli. (') . , ,
* UMBRAIILE. Adì. Ombratile. Otl.
Cam. Pnrg. 23. A^?- ^"'^ """ '"""' '"
quello specchio, né alcuna cosa di noi v
;•, ma r ombra nostra ec. ne r.ippresenta:
ro.<i in queste anime non v' era nia
greiia. ma umbratile magrewa (ciie, liu-
1,1 . Umbratile conforme al M.S. ha la
.tlampf. Il t ocabol. legge omì>ian''C. l'.l.
(i) Bemh. Slor. 8. 121. Pisiegllanci
,.gg|„,ai . e questo timore notturno ed
umbratile da' cuori noslri alla £u 6ue
rimoviamo. (Vi
i # UMERALE. Termine degli Ec-
ilesiastìci. Quel velo, o drappo per lo
pia ornalo di trapunti che gli Ecclesia-
stici si pongono sulle spalle con falde
dinanzi che J. nono o a coprire il calice
o la pisside, o a involger le mani nel
portar I' Ostensorio. (Al
# UMERO . 1' I- Omero . Cavale.
Oiscipl. spir. 191. Se io ho nascosto.
U M E
come uomo, lo mio peccato, o celata la
mia iniquiti , 1" uniero mio dalla sua
giuntura caggia , e d mio braccio colle
sue ossa si rompa. /'.,■(. S. Gir. SgX
Lo cui Imperio , come prolelo Isaia, e
sopra il suo umero . (V) Sannaz. Ai -
end. egl. 8. E non li sdegnerai portar
:,u r uincro La cara rappa, ce. E egl.
IO Uo lauro gli vid' 10 portar su gli
umeri, E dir ec. (A) Bellin. Disc. 1. 162.
L' umero, 1' ulna, e il radio sono I Ossa,
che constiluiscono 1' ossa del braccio. 1:
20Q. Ciascuno strumento sospenditore ec.
di ciascun degli OSSI delle dita , de' piedi
ec. della mascella , degli umori , e d' ogni
alte' osso, t C)
•f ^: UMETTABILE Add. Che può
umettarsi. Salvia. Eier. Buon. ». 2. 2.
Capelvenere, Gr. à.ila.i-:o>. cioè non
uinettabile , non penetrabile dall' umi-
•f * UMETTAMENTO. Immollamen-
to, Imbagnamenlo, Umettazione. UJeii.
ISis. 3. l'i?. Qui 1' alba rugiadosa, I
acqua, la terra, è uo medesimo sciilimeo-
10 significativo di unicltamento. (A)
f ;;: UMETTANTE. Che umetta ; ed e
aggiunto di una sorte di cibi e di medi-
cnmenli. Lat. humeclans. Gr. .j'yo'X. vw».
Red. Cons. 2. 1^0. Con 1 uso de brodi
o siroppi umetlauli , espettoranti. (•)
* g. E in forza di siist. lied. Cons.
I. 116. L' alessit'armaco sia di tal natura,
che non abbia punto punto |Unto dell
essiccante , anzi abbia dell' umettante, h
leti. 1. 116. La stilli hezra Jisidera gli
emollienti e gli umettanti e gli stimolan-
ti. E 2. 24 i. Del resto il vitto tenda al
refrigerarne ed umettante con modera-
zione. (•)
■\- UMETTANTISSIMO. Siiperlal. di
Umettante. Del Papa Cons. Anco allora
il vitto sia umellantissimo. (A)
U.VlF.TTAr.E. V. L. Pare , e Ac-
U M E
»7iy
crescere umore. Inumidire s e dicesi per
r, «;.\ ^i n,t>,lirnntenti e di cibi. Lat.
: di medicamenti e di cibi.
10 pili tli «/C(ill.tl"'v<... " -. -.
humeclare. Gr. u'/pKi'vsiv. Cr. 3. q. i
Con la sua dolcezza (il cecel genera buono
nutrimento, e accresce il latte, e 1 v eli-
tre umetta. Bicett. Fior. 89. ^el medesi-
mo modo si passano i tamarindi ed 1
datteri, umettandoli. E 103. 1 Irutti lore-
stieri si ronleltano prima umettandogli,
poi cocendogli in acqua. Malt. Franz,
rim. buri. 2. 125. E con perletla sua
divinità II purpureo rossello e grassellino.
Ed il sugnoso lencio umetterà.
+ UMETTAT1V0. Add. Che ha forza,
e virtù d, umettare. Cr. 3. 16. 7. L* acqua
sua (dell' orzai è infreddaliva e umetlali-
va nelle febbri calde. Otl. Cam. Pnrg.
i\. 545. Diseccalo d" ogni umore umel-
tativo gli organi , li quali sono strumento
della voce.
UMETTATO. Add. da Umettare. Lat.
humore adspersus, hnniectnius. Gr. ^t-
Aci-'ia-i-to:,. I ir. Tìial beli. donn. Sbg.
La quale volubilità fu aiutala eziandio da
quel puro liquore , col quale gli occhi
stanno sempre umellati.
:;: L'ME I lAZlDNE. L' umettare , Im-
bagnamenlo. Lat. nindor. Gr. uyCKvli;.
Red. leti. 2. 80 11 fuoco di madama
ipocondria non si può allulirc se non con
una lunga e perpetua umettazione. E O».
Kon vi sarà male al certo, come a poco
a poco per via di umetlaziooe sarà tem-
perala r acrimonia. E Cons. I. 241. Verrà
facilmente ec. ad introdurre nel corpo
ec. una benigna e nutritiva umettazio-
ne. (•) ,
U.VIETTOSO. I'. A. Umido. Lai. bu-
more scatens. Gr. -Jyf o;. * Pallad. Febbr.
IO. S' è in valle ovvero in campo umet-
loso, basta sieno i magliuoli di Ire gemme
glandi. /; 3/nrr. 4. Ne'luoghiumettosi e
paludosi i Echi divengono di sapore ot-
tuso e grave, (flr) F. Kov. 7. Nel sabbione
avventano se è umelloso.
UMIDETTO . Oim. di Umido j Al-
quanto umido. Lat. hiimidulus. Gr. j'y-
uyiiv Fir. IJial. beli. dona. 412, Voglio-
no le nari essere asciutte e nelle; che
molle, e massimamente al confine delle
guance, avendole alquanto umidetle,ec.
Capr. Dott. 2. 24. Che vuole egli dire,
che tu peni tanto a accendere colesU e-
sca? G. lo non so: io dubito che ella
uou sia un poco uniidella. Bcnv. l-ell.
Onf. 89 Eoipicndii il vacuo di rena non
molle , ma alquanto umidelta.
UMIDEZZA. Umidità. Lat. hnmor ,
' mador. Gr. u/,ixaix. />■. Ciord. Fred.
P. Un' altra cagione ci ha, perdi' eli' è
cosi grave a vincere , e questa è per 1'
umidezza sua ; e perch" è co-i discorrcvole,
vedete che sta pure in arqu.i molle. ì'arch.
Lez. 2J1 Quelle qualità che si chiamano
da' filosofi qu.dit'a prime ec., sono quat-
tro, senza pio: il calore, o vero la cal-
dezza ce. , la freddezza , la secchezza , e
r umidezza.
U.MIDICCIO. Add. Alquanto umido.
Che lui dell' umido. Lat. udus, humidii-
lus, madidus. Gr. uyuyio;. Lasc. Gelos.
3. 3. Ferchè gii mi cominciava a far freddo
ai piedi, e pensando d" avere a stare un
pezzo in quel terreno umidiccio , delibe-
rai di torli (gli zoccoli). !:icclt.Fior.33.
Il migliore ( elaterio 1 e quello che e
liscio, leggiero ec., umidiccio , amarissi-
mo al gusto.
UMIDIRE. Inumidire. Lat. huniescere.
Gr. u>p'>.ivs(!3Ki. Tes. Br. 2. 33. Fo
la virtù digestiva, cioè che fa cuocere e
umidir la vivanda.
UMIDITA', UMIDITADE, e UMIDI-
TATE. Una delle prime qualità, la
quale conviene principalmente all' acqua.
Lat. huniidum , hiimor , mador. Gr. u-
■ipa.ilia. Introd. J irt. La seconda parte del
detto luogo, cioè quella di mezzo Ira la pri-
ma e la terza, si chiama uinidit'a. / /(. l'Iut.
Comprese nel suo peosicro , che sanza
umidità la montagna non potrebbe nodn-
re tanta materia. / it. .'>.V. Pad. Alcune
altre fendevano le granella, acciocché non
nascessono in erba per I' umidità della
terra. (V. 1 . 5 6. Ne' luoghi marini abi-
tabili si tempera la caldezza e la freddura
per la inobbedienza della sua umidit'a.
* E 2. 19. 9. Altri dicono che la terra
uliginosa è quella , nella quale sempre ha
umidilade, la quale non si può rimuove-
re ee. (B) Fi: lac. T. 5. 25. 6. S' em-
pie ed ingrossa al trar 1' umiditale.
UMIDllO. Add. da Umidire J Inumi-
dito. Lat. niadefaclns, humore ad.spersus .
Gr. St(ipi-/p.i-iOi. Lib. cur. malati. .Si
conosce il cervello soverihiamenle umidito.
E altrove: La manna può giovare alla
gonfiezza de' polmoni uiiiiditi.
UMIDO .S'«'. Umidità.'LA. humidiim.
Gr. TO ù;zi->. Bocc. g. 6. / 11. Né da
altra
ripa
era chiuso , che dal suolo del
prato , 'tanto d' intorno a quel più bello,
quanto piii dell' umido sentiva di quello.
Ricelt. Iior. II. Conservansi (ijrulti)
in armarli , casse , o luoghi dove non sia
umido, o fummo, o polvere. E appres-
so : Seccansi ( i .temi i come 1' erbe, e si
conservano ee. in luogo sicuro dal lunimo.
dall' umido, e dalla polvere.
g. I. Umido radicai», si dice Quello
che e nella sostanza de' corpi. Bocc. nov.
qo. q. Era già 1' umido radicale, per lo
^ale tutte le piante s' appiccano, venuto
Capr Bot'. I. 6. Quanto starai tu meco?
^. Tanto quanto il tuo umido ladicale
penerà a disseccarsi.
ir %. 11. Stare, 0 Tenere all'umido,
vale Essere, 0 Tenere in luogo umido, in
i75o
U M I
luogo donde si tragga umidità. V. STA-
RE e TENERE. (C)
t UMIDO. .Idd. Che ha in si- umidità.
L.it. humidus, hurnciliit. Gr. ù'/pòi-
Bocc. g. ^. p. 21. Cacciuta aveva il Sole
del ciclo già ogni stella, e dalla terra
y umida oml)rii della nuUe. Dani. Ptirg.
5. Ben 5ai come Dell* aersi raccoglie QucU'
umido vapor che in acqua riede. Petr.
son. 229. Che poss' io più, se no aver
r alma trista, Umidi gli occhi sempre , e
'1 viso chino (cioè : lacrimosi ) ? j4lam.
Colt. 1. 26. Che discari in col fumo dai
loi" letti La vipera mortai, 1* umida serpe.
UMIUOnt:. Umidezza, Umidità. 1.3l.
kumor, humtditm. Gr. uyp'/.'siOL, uyc^'v.
Pallad, cap. 19. I graiui si vogliono lar
nella più alta parte della casa, da lunga
da ogni umidore, e da stalle. Cr. 1. li.
7. Il cedro è durabile, s' e* non è tocco
dall' umidore. Pass. 358. Onde sogna la
persona che piove , 0 di' ella si hagna ,
o che ella cade in acqua , o simili cose
d' umidore e di frigidilà. 7es. Br. 2. 37.
Egli ( il Sole } ùedo ncll' umidor della
terra , e mcdeNÌiiianien(e 6ede nelle cose
bagnate, e le acciuga, e cavane Tuor V
umidore, come fosse un drappo bagnato.
K 3. 2. Li loro campi non rendono assai
frutto, per l'umidore dell' actjua che \i
giace entro troppo lungamente. '^ ìmperf.
V. Tusc. D. 16. T. 2. 356. Quindi per
lo temperamento vario di quelli (astri)
K de^ raggi del" Sole e della Luna diversi-
6carsi i tempi, e venirne ora le piogge
e gli umidori, ora la serenila del cielo
ce. E / . Jlb. D. 3. T. 9. 134. I canali
delle piante ce. sotto la terra vengono a
pigliare in se quell' umidore. ( F)
§. Per meta/'. Mor. S- Oreg. Accioc-
ché elle Dnn si secchino , e noD si partano
dall' umidor della carità , per lo caldo do'
dcsiderii terreni.
si' L'MIDOSO. Jdd. Umidiccio. Sahin.
(^pp. Pese. La Tentide f cioi; il Totano)
miratolo ne corre, E dintorno caduta ,
Si lo preme ColP umidnsc Ombria. (j4f
•f « UMILE. Jdd. nano a terra, De^
presso , Poco elevato; Passo. Lat. humi-
lis. Gr. yjb'/p.'j.).òi. Pant. Purg i. Qual
egli scelse L' umile pianta, colai si rinac-
que Subitamente là onde la svelse. Alam.
Colt. i^. 85. Non rìBiitan talor la secca
fronda Della vite, dell' eb e e dtU'.dloro.
E del ginepro umil. /■- 5. II9. Or la sa-
lace eruca, e 1' umi! biela, K la morbida
malva, ce. E 12.'|. Il corbextolo umil die
lui somiglia , er E l3o. La scrbaslrella
umil, In borrana a.<ipra. La lodata acetosa
ec. (M)
*t ^* S- '• Untile , per sìmilit. j-ìr.
Fur. 2. 3o- Essi di qua, di là con unii!
vele Vanii aggirando, e 1" allo mar scor-
rendo (cioè, colla \-ela detta minore). Polii.
st. I. laS. Quel che ciu sia, non umil
cosa parmi fcioè, cosa non piccola). ( .'l/J
t3 §. IL Umile, Jìfiuratam. vale Che
ha umiltà. Modesto, Dimesso; contrario
di Superbo. Lai. modesta s , mitis, lenis.
Gr. vi'irie;. Petr. .ton. 89. Qui tutta li-
mile, e qui la vidi altiei'a. lioec. nov. 89.
2. Ciasruiia , the quiete , roniolaiiouc e
riposo vuoIl> con quelli uomini avere, a'
quali i aj'pai lime, dn- essere umile, pa
ticnto e nl>liitltenle. Serm. S. /i^ost. il.
Non si conviene al icrvo dì Dio , costi-
tuito nell'ermo, avere superbia, ma es-
sere umili e casti.
s? g. 111. Talora , si una sostandi'a-
mente. e soprattutto al plurale. ì'it. S.
Gir. 3i). Tu aumilii il posirnio e *1 su-
perbo ricco, ed esulti r umile (C)
t 3 g. IV. Talora vate Passo , o Che
è di bassa condizione . Lai. hunii/is. Gr.
Ta;TCtvo'{ ■ Pocc, nor. 3l. ^. Uomo di
naiione ats.ii umile , ma per virtù e per
U M I
costumi nobile. Pani. Par. 6. Romeo,
persona umile , e peregrina . Put. ivi :
Umile, ciofe che non si seppe sua coodi-
lionc . Cas. Lett. 43. Benché io ec. ap-
pena le sia noto per la mia umile con-
dizione .
* §. V. Per Abbattuto , Depresso .
Dant. Inf. z. Dì quell* umile Italia fia
salute Ter cui niorio la vergine Camil-
la, r.v;
* §. VL Umile, detto di Cosa, talora
vale Che denota umiltà, rispetto. - Pocc.
nov. 77. 4V Kè li posson muovere a pic-
tale alcun.i ec. Je amare lacrime e gli u-
mili priegbi . E num. .Ot). l'er gli uindi
suoi pricj;hi un poco di compassione gli
venne di lei n. Salvia. Disc. 2. 68. I
settanta usano la parola iap;'jff£(< , vo-
lendo esprimere un genere di servitù u-
mile e somntessissimo. (C) '
•>' g. VII. Umile, aggiunto di stile ,
Vale Basso j contrario di Sublime . P.
UMILISSIMO. <C)
'<? g. Vili. Umile, aggiunto di jirte,
o simile, vale Che si esercita da gente
bassa, vile. « Pocc. nov. 52. ^. Al qua-
le, quantunque la fortuna arte assai untile
dala avesse, tanto ìn quella gli era stata
benigna, che egli era ricchissimo divenu-
to «. (C)
^* §. IX. Umile, aggiunto di Panno,
feste, e simile, vale Che mostra umil-
tà, o Che è confacevole a persona di bassa
condizione, liiton. Pier. ì^. 4. 5. Un pic-
ciol tugUTÌetli) , Un umil cascUina. ^C>
^' %. X. Umile di colore , parlandosi
di drappi , panni e simili , i-ale Che ha
poca apparenza j contrario di Vistoso .
Reg. j'inz. Li F'rati comunemente si deb-
bono vestire di panni umili sì di prcixo,
come di colore. (Cj
f §. XI. Umile, Aggiunto d'uno de*
muscoli dell' occhio , ed e quello che lo
tira all' inaiti , opposto al Superbo che
lo alza. Salvia. Disc. i. 334- Q"<^' ^'''C
governano propriamente gli occhi, sono i
muscoli che sono impiantali ncU' occhio,
de' quali I' uno tira l' i>cchio all' insù , e
cliiamasi miisctdo superbo; 1' altro tiralo
allo 'ngiù, e chiamasi umile.
''^ §. XII. Umile, infonad'avverb. per
Umilmente . ì it. S. Frane. 160. E ivi
umile si spogliò le sue vestinienta, e rcn-
delle al padre. (ì)
UMILEMK.NTK. / '. UMILME>TE.
UMILIACA. Frutto dell' umiliaco. Lat.
malum armeniacum . M. Aldobr. P. i\ .
8. Dt'e mangiare zucche, melloni, luutic,
uniiliache, mele di state a digiuno ec. /'.'
l38- Umiliache sono picciole pesrhctte, e
sono fredde e umide nel secondo grado.
UMILIACO . Meliaco. Lat. armenia-
cus, nialus arnieniaia. Cr. 5. 21. 3. Ed
in se riccie il mandorlo, e otlimamente
il pesco e r uniiliaco, e secondo alcuni il
melo .
•f ^-^ UMILIAMENTO. Umiliazione.
Sommessione . Segncr. Parr. insti: 4- 1-
Que\lii pciitiiDcnto i>ra detto , e questo
untiliamriito riconducono tosto l'anima a
(juel sentiero ec. fi'}
* UMILIANTE. Che umilia. Salvia.
Pros. Tose. 1. 4''^- Certamente strana
avventura sì i; questa , e non poco uinì-
lianlc. (*)
UMILIANZÀ. y. A. Umiltà, hml.hu-
militas. Gr. raTlivoppofluv»:. Pim. ani.
Dant. Maian. 73. Se non discende il mo-
stro gran paraggi» Alquanto ver la mìa
umilianzd .
UMILIAHE. Fair umile, Pinluszar
l'oigcglio, Atdiassare, Morli^Citre, l.at.
deprimeit , compesxert. Gr. 9^9ri'>ìiiv.
Petr. cani. 38- 3. Ilo riprovalo umiliai
quell' alma . Pass. 76. Se non fosse il
giudicio por umiliar la sua superbia . E
U )I I
a3o. Volendo Dio umiliare la sua super*
bia,
§. I. Per meta/, vale .Vitigare , Ad-
dolcire . Lat. mollire. Gr. e//i.a)arT«i».
Pocc. Vit. Dant . 2^5. Parve loro che
con parole d' allo suono essa fusse da
umiliare , e alle loro necessiti rendere
propizia. Pallad, Settemb. \\. Vuoisi
mischiare una libbra di cera tra le ven-
ti , o trenta di pece, perocché umilia la
pece, e non si schianta poi al tempo del
freddo icioè , rammorbidisce ) . # G. V.
10. 106. La moglie che fu di Caslruccio
p<T umiliarlo (il Bai-ero ) contro a' fi-
gliuoli »i vi-nne in Fisa, e dooogli il va-
ìore di dodici mila 6orìni d* oro. (CPj
* %. II. Per Sottoporre. Segner. Mann.
Mari . 25. 5. Perchè noi fossimo capaci
della natura divina , egli ha urailiata la
divina all'umana. (ì)
S- III. In signi/ic. neutr. pass, vaie
Divenire umile , Abbassarsi, Concepire
basso sentimento di se medesimo . Lat.
se humiliare. Gr. raTTsivoy^ovet». Petr.
canz 4- 4' ^^^ *' '^"'' *' ooailiuse aspro e
feroce. Dant. Par. 7. Se 'l Figliuol di
Dio Non fosse umiliato ad incarnarsi ■
Pass. i(i5. K ciò fa il peccatore , umi-
liandosi a' pie del prete . $ Brun. Lat.
Cai. 12. E se *1 tuo padre e la tua ma-
dre li temessero e inodìassero , e non
ti potessi umiliare per alcuna ragio-
ne, credo io, che tu li partiresti da
loro. (Cj
* §. IV. Per Dar segni di profondo
ossequio. Prosternarsi. Mil. M. Poi, 7.
Giunsero alla gran città ov* era d Gran
Cane, andarono al mastro palaaao, OT*t'glt
era con molli baroni , e inginoccbiaronsì
dinanzi da lui, cioè al Gran Cane, e molto
si umiliarono. (C) Segner. Pred. Pai. jip.
1. 12. Vollero più tosto calunniare la vir-
tù sovrumana del Redentore, che umiliar-
sele. (TC)
't « UMII lATIVQ. Add. Atto ad
umiliare . Uden. .YiJ. 3. 3. Con pATole
umihative del merito suo , e volte a glo-
ria del Re , ec. (A t
UMILIATO.' Add. da Umiliare. Lai
humilitate depressus. Gr. TaTTCtvwàsi'i.
Mor. S. ti reg. 9. 28. Iddio non dispre-
gia il cuore contrito e umiliato . Buon,
l-'ier. 3. 2. 8. Si quando delinquenti umi-
liati Fan l'ammenda del falbi. Ped. Ditir.
7. Allor \(*drollo umiliato, e in dono Offe-
rirmi devoto Dì Posilinpo e d* Ischia il
nohii greco.
t S- P'f meta/. Ovid. IHst. 4&. Ab-
bia buono e dolce vento , navicando per
gli umiliali mari f (7 testo lat. ha: pacat.i
acquora ).
t UMILIAZIONE. L' umiliarsi, o L'
essere unuliatoj ed anche lo Stato d'una
persona umiliata, mortificata. Lat. hit-
militas. Gr. Ta^eivoppos j'v;. Maestruzi.
2. 7. .3. Ma se fa questo per la macera-
zione della carne, o per uiiiilì.izione dello
spirilo, è viitù dì tcmperania. Pass. Z^S.
L' uitiiliatitine si h \ia all' umilia , come
la pazienza alla pace. Mar. S. t^reg. EgU
si Satolla molto della roiiTersiooe de'pec*
calori , e della uuiiliaiion tiri superbi .
Coli. SS. Pad. Se lo spirilo della gola .
|H>irhr tosse vinto, ti cominciasse a lusin*
gare con sua umdiazione.
# §. Umiliamone , dicesi anche per
lo più ili plurale, degli Atti , « delle pa-
role soverchiamente rispettose, di cui al'
tri fa uso per ottenere checchestia dm al-
cuno, o per placare la sua indegnatiome,
o simile. Segner. Parr. imstr. 4- a. Può
inlcrveinre che voi non solo abbiale erralo
nel 6n><, ma ancora ,nr' mezzi, procurando
il benefirìo per via d* inlcrcrasione, e ta-
lora anche d' umiliazioni • di villk , dis-
dicevoli a un sacerdote. (Cj
V M I
Cnnliarsi, liUfio'S, . IH- S.S. P"'
, 8q Se >u«sl. trovare pace la .lucslo
L!5o 0 neir°.U,o. in ugm COS. l u,n,.
UMILISSIMAMENTE, ó'-per/. A U-
JumtnU lai- hunnll.me. Gr. TaTS.vo-
^'-Tt-- .»■ ,;,r. 9. Con>e lece S.U.0
Slefjno, quanau lu niorlorcualo, che u-
„iUs»m.meu.e preso per coloro che lo
Jenle rende gra.ie agli Id-1"; < "'•• '";^
"68. Scn» più dille , umdusiinamente
me le raccomando.
5 «MILISSIMO. i"pe''- d'Umile.
Lai. A«m.7/mmc. Gr. 7-=';'' ''''y /
«Off e !t r 2- K"" solamente in fio-
f.n.\o voltare e in prosa »cr.l.e per me
"no, e se°o« titolo, ma ancora m .si lo
filassimo e r,n,esso quanto .1 pm s. pos-
""% e. Talora si usa in termine d, ce-
rimoniale sopra (alto nella chiusa delle
leTteT-Bocc. no.. 26. 23. Sono dispo-
sto ec. ad esser vostro umilissimo seiv.
''"mIUT^MJMIUTADE,^ mllLlTA-
TE. Cmilti. Lai. hnmihtas. Gr. Ta^.i-
.«o.j. Dani. y-r?. 10. Mentr 10 m. di-
lettava di guardare L' »,"^^'-' <'''"""', "
militadi,ec. Fr. lac. Ti. 8. b. E lui
,0 -1 nostro fervore Sia d. vera umil.tate
* Saheree. pag. 55. (Livorno 1799)
Con la tua umilitade vincesti la morie
della superbia, e accattasti a no, vita d.
oratia, ec. Jntr. l,rl. pag. 49- ^''^
JgjO ) La umililU i virtù .per la quale
1' u„m porta vile al.ilo , e '1 ben che fa
nasconde, acciò che non appaia di luo-
"■ (mILLIMO . r L. Add. Umilissi-
mo. Lat. humillimus. Gr. TaTceivoTKTo;.
filler. 40. Ma Tergognoso con atU umil-
limi . sTnta voce ec. . dell' abbandonata
ni^ilia cercava perdono. ^...^t,
* CMILMERTE, e UMILEMENTE.
yl^icrh. Bassamente. Tescd.-;. 2. Sedia
Teseo coeli adunati regi Baldanzoso nel
leilio emmenle, Col quale insieme gli
baroni egregi Furo . ma alquanto pio u-
milemente, E lutti gli altri popoli e
coUeti «ci pian sedetton intenliv.imen-
ìe. (Bl Car. Eneid . 4. SSg.Terra terra
sen >a'tra rive e scogli UmUroente vo-
lando. 131) . „
:» %. I. Per Sommessamente, A voie
bassa , Sotto voce. Bocc. g. 2. n. 5. Al-
cuni dei vicini , che meglio conoscevano
la c-ndiiion di colui ( di Buttafuoco) ,
nm.lmenle parlando ad Andreuccio, dis-
sero : Per dio, buon uomo, vaUi con Dio,
non volere stanotte essere ucciso costi J
vattene per lo tuo migliore. {Mi
S II. l'aie più spesso Con umiltà .
Lat. hum,luer, demisse. Gr. Ta^eivw;.
Jlocc. no,: ò!i. 1. La quale umilmente
incominciò . li no,: 85. 22. Bicolto .1
cappuccio suo, e levatosi, comincio umil-
mente a pregar la moglie, che non gri-
dasse O. I . II 3- 20- Se per tanto
U Jl I
reputa da meno d, quello che e; 0 per
la anale reprime 1 movimenti del suo or-
»off/,o. Lai. hunulilas. Gr. TaT«.voyfO-
11^, Ta:7S.'v«5.; ■ I-sp.Pat. ^os,r.
23 Umilti è quella virtù che fa 1 uomo
sé medesimo spregiare e tenere a vile
nuand- elli si conosce veracemente. / ass.
V La vera umilti è . che 1' uomo s.
stimi essere nulla. E appresso: L umiltà
i uno spregio della propria «ce lei, a
fior. 1 irt. A. M. Umdta, secondo Oii-
gene, si è raffrenar 1' altezza dell a,i,mo.
Com. l'miltade, secondo che descrive A-
conino, t una volontaria inclinazione d
mente Cavale. Vrutt. l„.g. E pe,;o di,-e
santo Agostino, che più piace a Dio l u-
n M o
1751
ulta nelle male opere,
che la
mi rin.iio!cerele uniilnienle . che p<
voNti; peccati voi incorreste nelli predetti
danni . ec. Pani. Pnrg. 9. Chiedi IJmi-
Icmente . che '1 serr.inic scioglia . ,/ etr.
son. 211. lo larlveggio starsi umiUmen-
le . Ioli:, si. 1. 43. Lo innanellato crin
dell' aurea lesta Scende in la fronte umil-
mente superba.
* S IH. / ale anche Pi bassa condì -
cKWte. Àr. Fur. 6. 68. Due giovani, che
ai nesli ed al vestire Non eran da sii-
mar' nate umilmente, Kè da pastor nu-
irite con disaui , Ma fra delizie di rcal
'"+°5' UMILTÀ'. UMlLTADE,eIIM)L
TATE l'rlù fer la nuale I' uomo s
nelle buone. Coli. SS. Pad. Con tutto
sforzo SI dee acquisUio . ben della d.
screzione colla virtù dell umjta . Petr.
,on. 4. Tanto sovr' ogni stato Unidtate
esaltar sempre gli piacque . E canz. 4^.
Alla umillade in se stessa raccolta.
Bocc. no.: 55. 4. E tanto più quanto
con maggiore umilt'a , maestro degli altri
in ciò avendo , qucUa acquisto , sempre
riButando d'esser chi,imato maestro.
* § Per Sottomissione , Bispelio .
„ Petr canz. 4. 6. Ma talora umilt'a spe-
gne disdegno . Talor 1' infiamma . Vani,
"l^ar. 7. Per non potere ir giuso , Con
umiliate obbediendo poi -. (A)
m\OY.kCC\0 . Peggiorai, d Lniore.
* Mail. Franz. r,m. 3. 91^ Che le
lante viv.inde e crude e cotte, E I. lan U
Bascon, fiaschi e fiaschett. Di vm spdlati
da diverse botte , Producono umoracci e
tristi effetti. Jllegr. pag. 179. f^""'f:
damo 1754) E poi rivolto a vecchi del
paese , Mostro negli umoracci la cagione
Che lo faceva andar mal in arnese . (I>J
Segner. Mann. Xovenib. 10. 2. Cacca 1
cattivi umoracci; pruova a stare un poco
digiuno. .,
* UMORALE-, ^dd. Di umore , At-
tenente ad umore. Red. Cons I. 204. 11
male di questo signore non e presente-
mente un male umorale, ma ec. i 279
Raccolto nello scroto, nasce 1' ernia umo
rale dello scroto ^f<;"i aggiunto d una
sorla di ernia ). (*)
"+ :■.: CMOBAZZO Peggiorai, d C-
nioÀ. dar. Idrop. 3. 6. Avvertile, che
non bisogna per niente muoverla da quel
luogo , dove ella e . signor no ; percoc
che quegli umorazzi son tanto fieri, che
tutti si metlerebbono in moto , e la po-
Irebbono soB'ocare. (A)
<f UMORE, e OMORE. Materia umi-
da , liquida. Lat. hiimnr. Gr. j/pozfli.
Bocc. no,: 60. 20. 1 benedetti carbom
spenti dall' omor di quel sanassimo cor-
po . Lab. 5l. Mugnemi si e con tanta
fona ogni umor da dosso , che a ninno
carbone . a ninna pietra divenuta calcina
mai nelle vostre lu, naci non fu cosi dal
fuoco vostro munto. Cr. I. 8. 4- H g'""»
co sottile, il sal.gastio ec, e molte altre
cose, che di molto acquoso umore si ge-
nerano . /•; 2. 27. 1. Che -1 campo sia
aperto, e che l'umor delle piove ne scor-
ra fuori. Pont. Inf. 3o. Che s'i bose.e,
I e umor m. rinfarcia. Tu hai 1 arsura, e
I •! capo che U duole . leir. eanz. 49. 9-
Medusa e I' error mio m' han fatto un
sasso D' umor vano sliHante.
.-- § 1 Cmore, si dice a qualunque
suJianza fluida che si troia m un cor-
no organizzato, e scorra pe suo, canali,
l'ass roS. Quando soperchia nel colpo
quello umore che si cbi.,ma tteinma , la
quale i fredda , e um.da come 1 acqua ,
i sogni sono coirespondenti a queUa qua._
lil'a /; appresso .- Quando ,1 sangue, eh
e caldo e umido come 1' aria , ed omore
dolce, avanza gì, alui umori : sono 1 so-
gni giocondi, i: appresso: (ìix^txAo queUo
omore, che si chiama mcla„.on,a, sopra.
sta agli allri ec. , e quando gli omor. sono
isleinperati e rimescolali insieme, fanno .
sogni gravi, noiosi, e paurosi. J-ah. Ilij.
.^ascondono gli oriib.l. strumenti. 1 quab
a lor via i loro superflui umori adopera-
no. Cr. 9. 14 >■ A'<^""» "■';'"' '■'"■"'• '
modo d'acqua, gocciolare gli umor, per
le nari . e allora s' appella vermo vola-
tivo . . i- rr ■
* g. 11. Talora si dice degli Lmori
del corpo dell' animale che si credono xi-
■iosi I olg. .Vess. Porta manifesto frullo
"allo umore pituitoso dello stomaco. .. Fir.
A, 3ll. Solleviiudogli III dolore) gli u-
moti malinconici, egli cadde in una gran-
dissima malattia Ambi: Bern. 5. 2. lo non
so se costui s'è pazzo, osella Bevuto trop-
po o -li umor inaline oni.i Gli d.inno noia ».
Ked Coiis.-i. l35. Sino^erano paiimen-
le i medicamcuti diaforetici, i medicainenli
addolcitivi r acrimonia, e la mordacità de-
■li umori. Valm. 3. 20. Clie siacche que-
sto mal p..r che cagioni Stemperamento
forte, umor piccante; Per temperarlo, re-
cipe .n bocconi , Colla , gomma , mei ,
chiara e diagrante. (C) ,
t S 111. Umore, si dice altresì Jign-
ralam. la Disposizione naturale 0 acci-
dentale del temperamento . e dello spiri-
lo: il Genio, r Inclinazione. Lai. mens ,
iiigenium, consilium. Gr. vovj. Fac. Day.
Ann. l3. l63. Nerone , non aveva umo-
re di lasciarsi governare a schiavi:e Fal-
lante con la sua arrogauza passando la con-
dizione di liberto , gliera venuto a lasti-
dio. Bern. rim. 1. 65. E disse, Be,n,o,
fa' pur dell'aaguille. Che quest e ,1 pro-
prio"^ umor, dofe tu pecchi. Maini. 5. 55.
Però se in questo mentre umor non va-
ria , Domani al far del di facciami rnotlo.
* R IV. Umore, si prende anche per
Fantasia, Pensi-ro , Capriccio . ilalm
l 10. Ond' e, che in lesta quell umor
si è fitto. Che r uom si crocchi pur giu-
sta sua possa. Senza picchiar ne altro, gm
sconfitto L'uscio a Bellona manda m una
scossa. Salo. Spia. 1. l. -to non so se
si stanno in sul g.ande o se pure egli
al,biano in testa qualch altro umore. (U
J 9 V Umore malinconico, vale ren-
siero"' stravagante generato da mal.nco-
"'s \I Bell' umore, dicesi d' Uomo/a-
cefo, allegro, o piacevole. Buon. Fier. 2.
4. 20. Questo, siccome tal. altri epigrani-
mi, Fu latto notte tempo Da qualche bel-
l'umor cclatamente. -.= Malm. I- &»• t
perchè questo è. ire de' beli' umor,. Per
dimostrar quanto gli piaccia d bere , Ha
per impresa un lanzo a due brachel-
''"' 8% li. Fare il helC umore, si dice
dell- Essere Jaslidioso, stravagante vio-
Unlo. Malm. 10. 18 E J-^Jf""; 'V,
un po' a niente -Nel far con Calagrdlo il
beli' umore. , rì^^
V vili Par n. ir umore, vale Dar
ne^gen.o.\..p>:^ere x^ir^es.^
^•;rm:it:.'e::di;o:ELirneii'
umore al reverendo. ,
T IX Dar beccare all' umore. Si di-
ce f.guralam. del Profondarsi soverchia^
mente ne' suoi pea.ueri Sil^-fP'^i^l
9. Se n' andava ec. a dar bccc.ire ali u
■"TuMORETTO.Z).-«^^--ì;-
p„rvus hiimoi: ^■S"-',,^f;;"„„ „n.orelloT
basta un cataiTO? non 1 asta u
°°U^;ORIs"TA"'fle■',iL-c>^''-■
.i^^df Persala fantastica, ed incost^ite^
p Fier 3 3. 2. La naturo e bisbetica,
fd anch' ella può chiamarsi umorista.
1752
U M O
UMOROSISSIMO. Superi, d' Umoro-
so. Lth. cur, nialatt. Si lamcnUDO delle
viscere umorosissime, e del fegato parti-
rolarmrnlc pieno Hi bile.
fUMOHUSITA', UMOROSITADE, e
UMOftOòITAlE. Qualità , o Stato di
ciò che è umoroso. Lat. humittitm. Gr. to'
uypo'v. Cr. 6. 76. 4- Ancora la mastichi
Io 'n fermo (la menta), e tran^hiutta Tu-
morosità.
UMOROSO. AiU. Che ha umore, U-
miào. Lat. humidu.t . Gr. ùypo'^. Cr. 2.
i3. l6- Fulte le dette cose umorose, più
largamente si risolvono nelle parli di $o-
pra. /:. 2. 23. 2^. Il legno, e la rorlec-
ii,i [ cr liencficio della terra, che* vi s'ac-
costa , umoroso dìveota. fini. Vurg. 18.
2- Dicono li savii, che le cure delle sol
Iccitudint riscaldano lo cclcltro , e fanno
resoluzione umorosa , per la quale viene
lo sonno, si veramente (he la rali-faxione
non sia troppa , imperocché allora dissec-
cherebbe lo celebro, e non potrebbe dor-
mire .
* UMOnUCCIACCIO . Dim. e Peg-
giorai, di Umore. Un piccolo umore cat-
tivo. Red. I.ett. Tor via il residuo di qual-
che umorucciaccìo acido ed amaro. (j4)
# UMULO. Sorta di pianta .talx-ntica,
detta altrimenti Fitvistico. Cr. 6. 57. I.
L' umulo , cioè ruvìstiro , ovvero liverti-
zio, lo quale fa Bori , i quali per la loro
secchezza si conservano luoghissimamentc
in loro virtulc. (*)
U N
UNA. V. L. Avverh. in uno. In con-
cordia , Insieme . Lat. una . Gr. ojtioù .
Bicord. Malesp. l52. I mercatanti, per
onore del Comune, una col popolo e col
Comune urdinaiono che si facesse mone-
ta d'oro, che prima batleaoo moneta d*
argento di danari dodici 1* uno. (',. ì . \.
!\\. I. I Fiorentini erano sudditi, e una
co' Romani. /■,* {^. 6. 1. Acciocché i Fie-
sulani venuti in Firenze Tossono con più
fede e anime una co' Fiorentini.
UNAMMAME.NTE. Jivcrh. D'un a-
nimo , i'oncordf'volinente . I.at. unanimi-
ter. Or. 0 ./oru/JKco'v. J.ih. Op. div. P.
N. Unanimamcnlc tutti gridando.
UNANIME. Add. Concorde. Lat. con-
cors , unanimis. Gr. ìv'yywvn?, Ojt.i'^-j-
fXOi- * Oinet. .V. Creg. 2. 2^7. Tu uo-
mo unanime mia guida e mio domestico,
il quale ce. (i\j Col. Sist. 429. In que-
sto con^iugninicnlo, e, per così dire, una*
nimc cospirazione, i llussi saranno grandi.
Salvia. Disc. 1. 220. Pare\a strano a san-
to Agostino, che un s<dti uomo ec, rioè
san Girolamo, non avesse a deferire in-
sieme con tutta la Chiesa ^reca e Ialina .
che solo della versione de'Sellanta servi-
vasi, al giudizio e unanime consentimculu
di quelli.
i^ UNAMMEMF..%TE . /.o stesso che
Unanimamcntc. I.at- unanimiter. Cr. OfiQ-
Sl^fj.'ji$OV ■ Salvia . Pi.tc. a. 335. l'u in
};rande apprensione Socrate, da tutta Tan-
lichil^ unanimemente prr uomo sapien-
lissimo riputalo, »l!firachè ce. (*)
•| * UNAMMITA'. Concordia, Con-
tento, UniJ'ftrmitn d'opinioni. Convenienza
di volanti). Segner. tncr. 2. ig 4* '*""'
de può inai derivare perù una tale una-
nimità ne* Dottori sacri, se non che dal-
l' essere d* ogni tempo animala la vera
Chiesa da un medesimo spirito di »a|<ien-
za . ee. (.4)
UNCICARE. Propriamente Pigliar con
uncico , Craiiiite , Aggmncire, Lat. ar-
ripere .
g. Uncicnre, per Torre, 0 RuUnre vio-
lentemente . Lai. rnpere. Gr. er^sna^iiv.
l.iv M. Mentre eh' elli tencano il con-
U N C
siglio , i cavalieri uncicaro , e arrapparo
la preda.
UWCICO. V. .4. Uncino. Lai. uncus.
Gr. xyfA'STfOv.
g. Dar d* uncico , vale Uncicart- Lai.
arripere . Gr. Tipo-sap^tol^^siv . l'arane .
Sacch. nov. i3o. Essendo una sua gatta
sotto il deschetto , come sempre stanno ,
ebbe veduta la masserizia di Berto penzi-
gltare tra li pie del deschetto; e avtisan-
dosi forsi quella essere un topo , avven-
tai!, e d'agli d' uncico. /^^ più sotto: La
gatta, che era afTamala, sentendo 1* odore
de' lordi, lascia i ralonari, e dà d'uacico
a* tordi. /-^ nov. 186. L'uno dà d' uncico
all'oca, e l'altro il (iene driclo.
UNCINARE. Pigliar con un uncino. Lat.
capere itnro . Gr. à.y/.ii'zpu )au.6avitv .
Dant. Inf. 23. Mal conlava la bisogna Co-
lui che i peccator di là uncina.
* §. IC figurntam. Spogliare, Rubare.
Ar. sai. 5. E non aver chi dopo se lor
mostri La via del bene , o non le fraudi
e uncini. (P)
UNCINATO. Add.da Uacinarej Adun-
co, Che è a guisa d' uncino. Lai. uncus,
adunciis. Gr. /au7Tu)iO^. ^ SaUin, t'neid.
lih. 6. E con rostro uncinato un avvol(i>io
Sterminato beccando 1' immortale Fegato
ec. fC Geor. lib. 2. Il terreno medesimo
abbastanza Quando dall' uncinato dente
schiudesi L' umido somministra. (F^
UNCINELLO. Uncinello, /.or. Med.
canz. l\!\. 3. Eli* avea più uncinelli. Che
non è punte in un pruno-
U.\CINETTO. Dim. di Uncino. Bed.
Ins. i5o. Sotto questi corni stanno due
uncinetti , o rampini neri.
t UNCIN'O . Strumento per lo più di
ferro, adunco, e aguzzo. Lat. uncus. Gr.
ayztTTpcv. /foce. leti. Pia. Ross. 273.
Ficcarsi sotto '1 mento uno uncino, e nu-
«lo per lo loto vituperosamente convolgrrsi.
Dani. Inf. 21. Non altrimenti i cuochi a'
lor vassalli Fanno alluffare in mezzo la
caldaia La carne con gli uncin, perchè non
galli . Cr. 5. 1. 2'\. Si prenda una for-
te pertica, non mollo lunga, con un un-
cino di ferro da ciascuna parte ben fer-
mato ec, e posìonsi ancora con es!.o un-
cino tirare a se i rami; e poithè saran
tirali, si possono io alcuna pai le fermare
con P uncino dall' altro capo. Ott. Com.
Inf. 22. .3p2. Il baraltiere a ogni cane-
stio hae appaiccrhiuto suo uncino , e a
ogni parola sua iispo.sla . Rem. Ori. \.
8. 26. Quella catena ha da capo un un-
cino .
•"? § . I . Per meta/, vaie Occasione ,
Presa, /appicco, o simile. Cax. iett. 84.
E que»lo fu in parte che si ritenne, e 1'
altro uucino fu 1' avarizia tua del giuo-
co. (C)
* §. II. Attaccar P uncino, vale Tro-
var pretesto, tagione , o simile, l'it. S.
(Ho. Itali. 2'>8. E slavano , e ponevano
niente , se vedessono in lui ninno [becca-
lo, che vi polessono attaccare il loro un-
cino, per poterlo menare più ischernevoK
mente, facendo bette di lui. (R)
g. 111. Attaccare P uncino, in gergo ,
per Congiugnersi carnalmente . Lat. coi-
re . Gr. //t'oyiaded . Rocc. nov. ^o. a.^
Volle una volta attaccare 1* uncino alla
criilìanrtla .
§. IV. ^/ani a uncini, si dicono Quelle
de* ladri . frane. Sacch. rim. 48. Mani
a uncini , e ferri fatti a rampo . /■.' ncv.
221 ('hi ha fatto Ir niaiir a uncini, e
vutdr vivere di ratio, ognora pensa come
possa nrraflìare.
•f UNCINUTO. Add. Uncinalo. Lai.
nduncus. Gr. rfotuTrJ)»;. /Vi'fc. pag. i.li).
(t'ir. 181^) Questo gallo ha denlro una
tra%e , dose si niellr un ferro unnnuio ,
il quale e falce chiamalo, i'ranc. Saah
U N C
nov. q8. Cava fuori l'aguto uncinnto , e
lo fodero delb cappellina.
g. Per metaf. \ale Rapace , Ladro .
Lat. rapar, Gr. ctiTTa/eoi- Arrigh. 70.
Più utile mi sarebbe uno servo, che uno
uncinuto castaido. /'.' 71. Né quello che
l'aperta mano diede, 1* uncinuta rattrag-
ga. filli, inf. 21. I. Sono siati colle mani
uncinute a tirare a sé.
•f * UNDAZIONE. Da Onda, per
lo scamliiamento dell* O in U. Ondeggia-
meli lo. Pirg. /''neid. /iccad. e. I . Co-
minciano a tempestare, e a «oliere le ac-
que, e a fare la grande undaziooe. (A)
^.: U.NDE. V. !.. ed ,-/. Avverò. On
de. /■>. i.uitl. I.eil. 1. 1. Vo>lra richic*
sta è da pi egiare, pensando uode si muo*
ve. Rtni . ani. /■'. H. Inceri, son. 19.
Und' ho temenza non perda la vera Sem-
piternai luniera. Cavale. Med. cuor. IO-
Undc reggiamo che l' uomo irato pub-
blicamente bestemmia e maledice Dio .
Dial. S. Creg. i. 4* Uode incontanente
umilialo se gli gettò inginocchioui innan-
zi, (ì)
UNDECIMO . Add. Kome numerate
ordinativo , che comprende undici unità.
Lai undecimus ■ Gr. ivoe'/aTO;. 0. P".
II. ///. Qui comincia il libro undecimo.
Pelr. son. 48. Or volge. Signor mio, l'
undecim' anno, Ch' i' fui sommerso al di-
spietato giogo. Pass. 122. Quali sieoo
quelli peccali che si riservano a'Vescovi,
si diniosLra in una decretale di papa Be-
nedetto undL-cinio.
UNDICESIMO. Undecimo. Lai. undc-
cimnt. Gr. ivòztVTO^ Fr. Giord. Preti.
R. Fanciullo che era nell'undicesimo anno
della sua età.
f U.NDICI. Mome numerale, che con-
tiene uno sopra una decina . Lat- unde-
cim . Gr. evoj/a . Oli. Com Purg. 6.
74- Se io non avessi chiamato undici ,
non avcFcì io perduto . Rocc. nov. 16.
3t?. Una sua 1 ella figliuolelta, d' età d'un-
dici anni ec, con una gran dote gli di*
per moglie.
UNDUNQUE . P. A. Avvtrh. Ovun-
que . Lai. uhicumque . Gr. navTa);oiì .
/Ilherl. 2. 35. Sopra '1 quaito articolo
col'a, ove dissi : là undunqne sia ingene-
rala , dei sapere che ingenerata fu ■ te
la 'ngiuria.
UNGERE. / . UGNERE.
U.NGHKi:0. Scria di moneta. .4r i.en.
3. 2. D' un par di buoi , per tornare a
proposito , Parlo , che Irenla ducati , e
lutti ungheri ce. Ieri vendei.
t 5 UNGHIA , e UGNA . Particella
cornea che ciiopix il di sopra dell'eslre-
mil'i di ciascun dito. Lai. unguis . Or-
«vuf ■ /»«><"'"■ "'-'•»■■ 62. 6. Non fo il di e
la notte altro che filare, tantoché la carne
mi s' è spiccala dall' unghia. F nnm, 1 1 .
E tutto im|aslriccialo di non so che cosa
si secca, che io non ne posto levar coli'
unghie. Pelr. son. 82. Rode se dentro,
e i denti e 1* unghie indura. Dani. Inf.
q. Coir unghie ti fnidea ciascuna il pel-
lo . /■" 17. Quale è colui e* h.i si presso
'1 ribreaio Della quartana, e* ha già Tun-
ghia smorte. Ber», (fri. I. 6. o- Ma si
dura è queir ugna di serpente. Che dan-
no f;lt puu far pi^K-o, o niente. Gal. Sist.
246 Lo pìegaismui ce. iulamenlc quanto
h un nero d' ugna.
'^ J{. I. Parsi su per P ungAh eoi
mai teli'*, vale Operare in proprio d^mmo;
come Dar.ti tirila scuit sul pie . .^fenz
sai 3. Adunque tu te' il labro 1 he li
dai su per 1' unghie col martello , B li
deformi con il tuo cinabro T (I i
g II. Tra carne e unghia mestmn v»
puns;a. F CAHNE. §. XIV.
§! III. Avere nel P unghie, vale A%-erv
in potere, o in arbitrio O Ar. Fur. a6-
U N G
^3. Che se cictlcsic aver Ruggìer nell'
unghia, Più che mai lepre il parilo isnel-
lo e presto f Non si vorna feniiar tanto
coD lui , Che l'esse un colpo (lell;i spada,
o dui. (M)
§. IV. Dar nell' unghie , figttratam.
vale Venire in potere ^ Cadere in mano.
Lat. venire in potestatem a/icmus . Gr.
urro Ttvt notùsìj'xt. Dav. Scisrn. 21. Ma
s' ei mi dà oell' unghie , Io coarorò Leo
io com' ei merila-
f §. V. Uscir dell' unghie, ^gttratam.
vale Uscire dalle Jòrse , e potere altrui.
Alam. dir. i^. 312. E &ia pur quanto
vuole oroal.i, o divj, Ch' una non gli
uscirà dell'unghie viva.
* §. VI. Unghia, dice.fi anche La
parte cornea del pie del cavallo . « Cr.
9. 5o. I- Resta a dire delle inrcrmilà
dell' unghia e de' piedi. /. num, 2. Cer-
chisi primieramente le radici di-lla setola
verso '1 trullo allato alla coruDa ilei pie,
intra '1 vivo e *1 morto dell' unghia .
jllam , Colt. 2. 5o- Sian larghissimi i
fianchi, e inauro il piede; Sia brevissima
l'unghia •». (l'i
§. VII Unghia, per similit., diciamo
la Estremiti) delle Joglie delle rose, e vio-
le . Hicett. Fior. ^5. In oltre da alcune
(viole) si leva qualche parte della foglia,
come delle rose quella parie, la quale sta
appiccata alta sua liotcia, e si chiama un-
ghia. Quando si trova nelle ricette rose,
trattone l'unghia, s'intende che sia le-
vata via tal parte.
f ^ §. Vili. Unghia, dicesi anche
Una certa macchia bianca , o panno a
guisa di unghia , che nasce nella luce
dell* occhio. Cr. 5. l3. Se rimossa la cor-
teccia della melagrana acetosa, e pestata, e
trattone il sugo, si cuoca con mele , per
modo che ahhia similitudine d'unguento,
vale a rimuovere le unghie degli occhi ,
e purifica la vista da grossi e viscosi u-
mori . (T)
* §. IX. ^-Z unghia di cavallo, posto
avverbialm. vale A similitudine della fi-
gura dell* unghia del cavallo . « Pai'.
Colt. l55. Al tralcio che allungar vuoi,
e colla vile insieme propaj;ginare, fa una
tagliatura a unghia dì cavallo quanto più
lunga puoi ••. fC)
•f g. X. Unghia cavai/ina^ dicesi Una
pianta che cresce ne* luoghi* acquitrinosi
e Ja i fiori gialli j Karjaro , Tussilnggi-
ne . Lat. tussilago . Gr. Stì^tov . Tes.
Pùv. P. S. cap. 8. Quello medesimo fa
la polvere d* crha deir unghia cavallina .
E appresso : Sugo di unghia cavallina ,
hcvulo per nove giorni , caccia la ter-
tana .
*t * §- ^'- Unghia odorata. Sorta di
IS'iCchio , che non è altro che le Blatte
bisanzie degli ^ra^i, l-at. ungiiis odora-
tus. Hicett fior. 22. Le Matte bisanzie
degli Arahi sono 1* unghie odorale de*
Greci , le quali sono una sorta di nic-
chio , come si vede nelle spezierte , e se
ne servivano, oltre all'uso cJella medicina,
per prorumo . (Aj
§. XII. Ugna, si prende per Menomis-
sima parte di checchessia. Quasi niente.
lUion. Fier. 3. 1. 5. Che la superba in-
rilrosila donna Kou si piegò, non si pur
mosse un' ugna.
* Ui\GUlÀCClA. Peggiorativo d' Un-
ghia. (Al
UNGHIATO. Add. Armato d* unghie.
Lat. ungulatns. Dant. Inf. 6 Gli oCchi
ha vermigli, e la barba unta e atra, E
*] ventre largo, e unghiate le mani-
* UM.IIIfcLLA. Term. de' Medici.
Stupor doloroso delle dita , cagionato da
Jreddo eccessivo. (A)
UNGHIONE. Unghia adunca; Arti-
glio. Lat- iingitis, (ir. 6TÌt;'. Fav. Esop.
VocaboUrio T. II.
U N G
E gabbavali con esso i volpicini, facendo
loro far grandi strida per 1* asprexza de'
becchi , e unghioni. Cr. 9. 78. 3. E li
loro unghioni (de' cani) sien duri e pie-
gali. Dant. Inf. 22. O H ubicante, fa che
tu gli metti Gli unghioni addosso si. che
tu Io scuoi. Amet. 61. L'uno con taglien*
te unghione ha lanialo il misero popo-
lo : l'altro, con lusingbe\ole lingua lec-
cando, r ha munto di sangue. Ar. Fur,
7. 57. T' ho per caverne ed orridi burro-
ni Fanciullo avvezzo a strangolar serpen-
ti, Pantere e tigri disarmar d' unghioni.
^. Unghione , per /' Unghia del caval-
lo. Amet. 86- Laddove il tuo cavallo con
forte unghione fermalo caverà la terra.
UNGHIUTO. Add. Unghiato. Lat.
ungulatus. ì'irg. F.neut. flf. Le mani
uughiute , e la bocca per fame sempre
pallida. Amet. 9^. Videro quelli ce. con
gli unghiati piedi fieramente combattersi.
Bern. Ori. I. l3. l3. E seco due grifo-
ni incatenava, Ciascun più ungbiuto , or-
ribile , e rapare.
* UlNGITORE. Inerbai, masc. Che,o
Chi unge. S. Ag. C. P. 6. IO. Alcuno è
manigoldo; alcuno ungiluie, che con va-
no movimento delle braccia fa come se
ungesse. (C)
•f UNGOLA , e UNGULA . Sottile
membrana, che si stende straordinaria-
mente .<:opra fa tunica dell* occhio. Lat.
unguis oculorum , ungula. Gr. ttts^'j'/ìcv,
ovu^. Trs, Pov. P. S. cap. S. ho succo
della radice del giglio, messovi dentro,
disfa le ungule. /■,' appresso : A torre Ìl
sangue e l'ungula, poni negli occhi san-
gue d' anguilla viva
'f * U.NGUANN ACCIO, fo stesso che
Unguanno j e dicesi da' Contadini per
una certa graziaccia di parlare. Salvin.
Tane. Buon. 2. ^. Unguannaccio e un-
guanno, cioè hoc anno, -z^-zzi. Ci appic-
cano i contadini per uu cerio garbo vil-
lano quella coda di accio peggiorativo .
Così dicono a questi diacci, di tre silla-
be, per voler dire a questi dì. (A)
't UNGUAN.NO- ; . A. Uguanno. Lat.
hoc anno. Gr. Taps'vxo; i'vtxuToy- Fir.
nov. 7. 265. Io non veggo modo da ca-
varne le mani di questo unguanno. Cec-
ch. Iisalt. Cr. ^. 12. Ti toccherò ben
io con questo leguo, -S' io li sento aprir
bocca unguanno (qui va/e unquanco).
UNGUENTARE. Ungere ccn unguento.
%' I. Figiiratam. IJiion. Fier. i. 2.
2. Questi è mestier piaggiare, ir loro a'
versi, Osservarli, unguentarli di parole.
^ g. II. F. neutr. pass., vaje Sparger-
si d' unguenti. Pliit. Adr. (}p. mor. I.
l3. Per non parer di profumarsi il capo,
ed unguentarsi e lisciarsi, non si lava
giammai. (C)
UNGUENTARIO. F. L. Che fa un-
guenti odoriferi; che oggi piti comune-
mente SI dice Profumiere. Lat. urguenta-
ritis. Gr. u.upo:roj> vj;. Bore. nov. 63. 5.
Non celle di frali, ma botteghe di sne-
riali, o d' unguentarii appaiono piuttosto
a' riguardanti.
^' §. Ghianda unguentaria, dicesi il
frutto, simile a una nocciuola, d* un al-
bero simile al Tamarisco. Bicett. Fior.
I-a scorza della minore siliqua ce. , di
grandezza simile a una piccola nocciuola
senza guscio, o più prcslo alla ghianda
unguentaria. (A)
^ UNGUENTATO. Add. da Unguen-
tare, Lai. unguentatus. Gr. jucjllu^^hj/aì'-
V05. Pluf. Adr. Op. mor. 4- i3l. Non
vogliono congiugnersi ne anche con le
lor mogli, se tulle profumale ed unguen-
tate nnn vengono ad essi. (C) Salvin.
Jtisc. 2. 24. Platone dalla repubblica ,
eh' egli modellò , cacciò via i poeti , sti-
mati da lui a quella pregiudicìali ; e O-
U N G 1753
mero, massimo tra loro ec-, unguentato
e inghirlandato accomiato. (*)
UNGUENTIERE . Unguentano. Lat.
unguentaritis . Gr. fji»p07:<tiXr,i . Sen .
Pisi. Ma riceverovvi io gli unguentieri ,
e i cuochi 7
* UNGUENTIFERO. Add. Che porta
unguento. Salvin. Disc. 2. 365. Era ve-
nula (Maria Maddalena) per ugnerlo al-
l'usanza del paese, e imbalsamarlo; e ti
Udì trovando , si tapinava ; perciò mjro-
phoros , cioè ungueniifera , dalla greca
Chiesa vien detta. (*)
UNGUENTO. Composto untuoso me-
dicinale. Lat. unguenlum . Gr. ypifiuo.,
' '"■ 9- 44 2- ^' faccia unguento di sevo
di montone, di cera e di ragia ec, e di
cotale unguento s' ungano alquanto due
volte per di. Frane, òacch. nov. 207. Il
marito andò più di con una pezzuola d*
unguento sul lalibro. Ar, Fur. !^3. IQt.
Né d' unguento trovandosi provvisto. Ne
d' altra umana medicina inslrulto , Andò
alla chiesa, ed oro al Salvatore , E ìndi
uscì con gran baldanza fuore.
g. I. Unguento da cancheri, dicesi in
proverbio di Chi vorrebbe sempre avere
di quel li* altri , e non mai dà del suo .
Varch. Frcol. 67. Colali ghiribizzai ori
souo tenuti uomini per Io più soGstìci ,
indiavolati , e , come si dice volgarmen-
te, un unguento da cancheri, cioè da trar-
re i danari dalle borse altrui , e metter-
gli nelle loro. Aml'r. Bern. 3. 2. Or co-
stì proprio T' aspetlav' io j 1' è unguento
da cancheri .
g. IL Avere unguento a ogni piaga,
vale Saper rimediare a cia.icheduno in-
conveniente. ^forg. 2^. 35. Ma egli ave-
va a ogni piaga unguento.
g. III. Unguento, si dice anche a Com-
posto di cose untuose odorifere. Pace. nov.
63. 4- Lasciamo stare d'aver le lor cel-
le piene d' alberelli, di lattovari, e d' un-
guenti colmi. Lab. Ii6. Se, oltre a quel-
lo che la natura ha loro di bellezza e
d' apparenza prestato, con mille unguen-
ti, e colori dipignendo.
§. iV. Unguento, figuratam. Coli. SS.
Pad. Accostandosi a' piedi di Gesù, i quali
baciando ugneva con unguento di buona
confessione. Frane. Sacch. nov. 204« Ven-
ne la novella , che 'I Duca d' Angiò era
morto; la quale fu un prezioso unguento
a sanale la mortai piaga della perdita d'
Arezzo .
g. V. Metter le pezze, e l* unguento.
r. PEZZA , g. I.
'\' UNGULA. J\ UNGOLA. (A)
UNIBILE. Add. Che si può unire.
Facile ad unirsi . Salvin- Pise. I. 246.
Col disceverarsi delle cose che non s' u-
niscono, più s' uniscono le conformi, e le
unibili.
UNICAMENTE . Avverh. Solamente ,
Singolarmente. Lai. unice. Gr. novu-'/rj.
Bern. Ori. 1. 5. 6. Già v'ho detto di
sopra , che Rinaldo Amava unicamente
liicciardello.
''? UNICITÀ'. Astratto di Unico. Sin-
gularità Lat. 'singularitas. Gr. T3 p.0-
vaot/i'v. Salvin. Pros. Tose. I. l58. Che
però ec. niostratore fu detto, e sole, per-
chè egli è. ì-o/o, allril)ulo proprio di Dìo,
a cui r unicità s* appartiene. (*)
UNlt;0 . Add. Singulare , Solo. Lat.
nnicus, solus. Gr. po'^axói. tiò'fOi;- Lab.
i4p* ^el f"' ventre si racchiuse 1* unica
e general salute di lutto 1' universo. A-
met. 94. Io son luce del cielo unica e
trina. Principio e fine di ciascuna cosa.
Petr. canz. 49- H- Sì corre il tempo e
vola. Vergine unica, e sola, -l* Vit. SS-
Pad. 2. 295. Essendo io unico 6gliuoIo
al mio padre e alla mia madre. (C) Ang.
Met. 2. 3. Il muro in quadro è di nias-
230
1754
U N I
ticcio argento D'or le i>uperbe statue u*
ciche e sule . E il. 72. Solverò le bel
leue Uniche e sole Dagli d&salti mariai
ingiunti e felli. (Vj
^ g. Unico, fate anche Jigtiratam.
Che t- injìnitantente superiore agli altri ,
ed al quale gli altri non possono essere
paragonati. Segner. Pred. Pai. Ap, 2. 9.
Gli avrehhoD putulo bea ragionare dolo-
re altissimo, ma dolore comune a più d'
uno . Quello di Cristu fu 1' unico io un
tal genere. (C)
UNICOKNO . Liooerno . Lai. unicor-
nts, monoceros. Gr. fMVO/iipùii. * Stor.
Bari. ^3. Quando I' uomo vede venire
<|uella bestia eh' avea nome uuicoruo ,
incominciò a fuggire per paura che nou lo
mangiasse. (Fl'J Mil. -V. Poi. 270. Egli
hanno leonfauti a^sai salvatichi e unicorni
che non sono guari minori che Iconfan-
li . (Cj Jr. Far. 10- S^. Vedi ira due
unicorni il gran leone , Clio la spada d'
argento ha nella zampa.
UWICORISUTO . JJJ. D' un corno ,
Clic Ila un sol corno . Lai. unicornis .
Gr. p-'-Jo/ipu^. L'ut. Purg. 32. 2. Cioè
a questo carro così ornato di piuma , e
con cotante teste , cioè tre bicornute , e
quattro unicornule.
^.- UMFICAltE. fìidurre in unità, in
una co.ta sola. Sah'in. Pros. Tose. 1.
532. Tanto è migliore il sapere , quan*
to più si unifica e si simpliGca e si u-
nivcisalizza , abbracciando più cose in u-
«0. {•)
^1 UNIFICATO. Àdd. da Unifcare .
Salvia. Plot. 2\S. Adunque due non so-
no, ma uno lo stesso veggente colla cosa
mirata , come non mirata , ma unifica-
ta, e V;
* UNIFORMARE. Neutr. pass. Con-
JoT'marsi , ììassfgnarsi . Il yocab. alla
voce RASSEGNARE, .§- VI. (J)
UNIFORME . Add. IT una forma si-
mile. Conforme. Lat. uniformis. Gr. po-
voetjfl^. JJant. Par. 27. Le parti sue vi-
vissime ed eccelse Sì uniformi son ch'io
non so dire Quul Beatrice pur luogo mi
scelse. Bttt. Inf. proeni. Danic Allcghieri
oc. , la vita del quale nou fu uniforme .
E altrove: Di là viene la volta del moto
naturale , e uniforme. .Imet. 89. Accioc-
ché quello col nome sia uniformo , uno
<li questi gi^li bianchissimi voglio aggiu-
gnere a quello vermiglio.
* UNIFORME. Avvero. Uniformemen-
te, lìocc. Coni inf. (A)
UNIFORMEMENTE. AvverO. Con u-
nijormità, Lat. uniformiier. Gr. ^ovosi-
iJw; . S. Agost ■ C /). Unifurniemente
molle forme comprende . Gal. Sist. 2^.
Quando ella tontiouj.tsr di muoversi con
questo medesimo grado uniformemente ,
cioè senza accelerarsi, n ritardarsi.
i*.: UNIFOUMISSIMO . Superi, di U-
niforme . Sepaer. Mann . Agi:. Pent. 6.
K vero clie nella soslaiua si divcrsÌ6rano,
mentre l'amor divino è increato, il no-
stro e crealo ; ma iiell' uperare hanno ad
essere uniforniissimi (fi
UNIFORMITÀ*, UNIFORMITAUE, «
UNIFORMITATE . Astratto d' U'ufor-
mej SoMif^lianza, o Uguaglianza dt for-
ma , o di maniera . /Jocc. Leti. Pr. .V.
Ap. 3l^ Ma de' coqii, benché da uno
medesimo martello e da uno medesimo
ordine sirno fabbricali ec., non è una me-
desima uniforiiiilà. dal. Sist. i6o. Sem*
prc si muove nel mudo medc»imo , ciot
rircolarmrnle, con la mcdesitnii vebieilli ,
e con la medesima uniformila.
5 UNIGENITO. Figliuolo unico. Lai.
unigcìiilus. Gr. /iov3*/ryr5.
^ g. Per antonomasia dicesi di-t I er-
ho F.lerno, come Figliuolo unico di Pio.
n G. r li. 2. II. Questo fu sopra na>
U N I
tura e per grazia di Dio , acciocché di
quello natct'sse il suo popolo , e il suo
unigeuito figliuolo Gesù Cripto. Pass.
2.5/^. Imperocché 1' unigenito Figliuolo
di Dio prese la forma della nostra infer-
mila. Fr. lac. T. 3. 5. 6. O volontà di-
vina , O Padre , che pensagli Quando il
tuo Unigenito inrarDj>ti » ? ^v^y Cavale.
Espos. Simft. 2 216 Egli secondo la di-
vinila, lo quale era unigenito a Dìo, di-
ventando uomo e nascendo di femmina ,
ha fatti li suoi fedeli suoi fratelli e coe-
redi, (l )
•f ^^ UNIGENO. Unico generato. Uni-
genito, .'^per. Dia/, pag. 72 (Aldo l55o)
Fin che non mostri le esser quella vera
unigena figlia della natura , onde ha il
mondo r essere e il ronservarsi, nou li
dei maravr^liar di non essere riTcrila e
ador.ita dalie persone. (A,
UNIMENTO. L'unire, Unione. Lat.
nexus, coniunctio. Gr. ^'•sjj.'.'^, ij^fj^t^.
fJant. Conv. 108. Amore ec. non e altro
clic unimL-uto spiiilualc dell* anima e del-
la cosa amata, nel qua! unimenlo di prò
pria sua natura 1' anima corre tosto e tar-
di, secondo che è libera, o impedita.
UNIONE. Accostamento d'una cosa
all' altra, perchè sticno congiunte insie-
me . Congiugnimcnto . Cr. 2. 7. 1- Uà
modo e d'uniuiie, che per iooeìlar si
fa , nel quale 1' una pianta all' altra si
unisce .
§. t. Per metaf. vale Concordia. Lai.
unio , concordia . Gr. «vwce^, òp-OJoi:/..
G. V. l\. 21. 2. Perche volea rompere
r unione di santa Chiesa. Fit. Plut. El-
li dubitava dell' unione di Cesare , e di
Pompeo .
^ g. II. Unione ipostatica, dicesi da'
Teologi l' Unione del Verbo divino colla
natura umana in una stessa persoaa .
Segner. Fascett. l'ufdt. 9. E la ragione
dulia disparita sì è rhe la porpora non è
unita alla per:>ona reale con unione ipu-
statica come l' umanilb di cui parlasi, alla
divina. iTCì
* UNIPARO. Add, Che partorisce un
sol vivente al parto. Fatxh. Lez. 68.
Quanto al secondo problema er. devcmo
prima sapere , come dice Arislotilc ec.
che degli animali bruti alcuni sono uni-
pari, cioè che generano tempre un solo
ec. alcuni sono pauriferi, cioè che ne ge-
nerano più d' uno , ma non pero mul-
ti. (Cj
j- 5 UNIRE. Congiuqneix due e più
cose insieme . Lat. coninngere , iuugere .
Gr. ^cu/vuitv. Sr Cr. 8. 7. 5. Allora il
congiunto e aduutilo germ<iglio |>arloiirà
due colori , i quali in unità dixiderà , e
in divisione unirà. (Ci
^' §• I. Unire, in signifc. neutre di-
cesi fìguratam. delle cose che stanno be-
ne insieme, che contengono tra lem .
" Salvia. Pros. Tose. 1. 71. Un frasta-
glio di finimento bìztairo ce. non unisce,
e non accorda col resto ». (C)
t §. II. /'. in signifc. neutr. pass. Con-
giugnersi. Dant. l'ar. 2. In che >i vede
Come nostra natura a Dio s'unio. Cr.
3- 7. I. Un mi»do è d* unioae, che per
innettar si la, nel quale 1' uua pianta al-
Y altra »' unisce. MTundaineule elio '1 pe-
dale s'unisce alla radice. Dtiut. Conv,
8^. Puolrsi ci>ii»idprare il Padre secondo
che ha relazione al Figliuolo, cioè rome
da lui si parie, e rome con lui 1* unisce.
* (ìuiic- Stor. 2 .'|3o. Ma a fatica era
ritornato .id unirsi col Viceré che il Du-
ca di Ferrara andatovi con nove pezzi
grossi di ailiglieria 1' assalto ( la ter-
ra ). iL)
^ §. III. Talora vtlte anche Congiu-
gnersi carnnimrntt. Snfvin Senof. 5. qq.
Per un tempo ci unimmo cluidettinnmen-
U N I
le, e giurammo entrambi spesse volte di
trovarci insienir anche fino allamo*~te. (C)
g. IV. In signific. alt. per tJntrej mo-
do antico. Lai. dedecorare, ignominia af-
ficere. Gr. a'-eiòt^ciw. ,Vtfv. ani. 6a. A-
Giammai non fu in cavalier tanta disleal-
tade, quanta tu hai, che per tue parole
m'hai unita, ti appresso: Innanzi darei
me medesima al fuoco, che 10 unissi co-
si nobil Re, come moosigoor lo r« Mar-
co. Jìep. Occam. 10^ Ed « 1' origine, «
come la madre onire, che unire ancora
si truova ; che queste due vocali o ed u
sovente si scambiavano fra loro.
•f ■'• UNISILLADICO. Add. Appar-
tenente ad untstllaho. Uden. Si*. 3. 92.
Di poi fa in alcune particolari materie
spuntar sul fine del verso una voce u-
nisillabica, e corrispondente a quell'ar-
gomento. (A)
« UNISILLABO. Add. Più comune-
mente Monosillabo. Uden. Piis. (A)
UNISONO. Accordo di più suoni, 0 vo*
ri del medesimo grado, talché non sia
l' uno più grave, ne più acuto dell' al-
tro. Lai. unisonus. Gr- isfiooiyo^- •$"<>/•
%-in. Pros. Tose. 1 . 226. Avendomi, co-
me corda tesa all'unisono, il mio cuore
toccalo.
* .V. I. Ffiguratam. lUtcell. Lett. 3l.
I quali insieme (Letterali) compongono
questo unisono universale della tua glo-
riosa fama. (Cj
g. II. Unisono, dicesi anche il Canto
andatile, e sempre uniforme, e sulla me-
desima nota. Jiuon. t ler. ^. ^. 7. Qual
piacer mi pres' 10 di certi riecbi, E de*
di^lesi luru unikon liingliì.
* UNISONO. Add Che e di suono
conforme. Salvin. liuon. Fier. Poesia la
quale facendosi da alcuni moderni come
unisona viene a farsi sazievole. (A)
*^ %■ Unisone, dicon.ti da' Musici Le
corde che compiscono nel tempo stesso le lo-
ro vibrazioni. iA)
* UKI.'iSIMO. Superi, di Uno. Lai.
siimme itnu.f Gr. uovwr«T«i- Salvin.
Disc. 3. 528- Tulio rio eh' é concento,
tulio ciò eh' è armonia ec. piace a Dìo,
che unissimo è ioueme, e soprarmonio-
sis>imo. (')
3 unita', UMTADE. e UNITATE
Astratto di Uno. l'rincipio del numero.
Lai. uniiits. Gr. ivirr,i. Fareh. Giuoch.
Pitt. Numeri primi, ed incomposti si chia-
mano qurlli , 1 quali noli hanno alcuna
rarlc che li misuri, o mulliplichi, se non
unil& dalla quale tono generati , come
Ire, cinque, teUe, undici, tredici, ec.
* S '■ Unità , vale anche Qualità
di CIÒ the e uno. ■ Dani. Par. S- Gi-
rando sé sovra sua unitale. Maeslrusz.
I. 23. Nola che il bigamo non puoi* es-
ser promosso per Ire c»gtoni : la prima
>i é per lo difetto del sagramento , < ut«
dell.1 sua unità; ec. Ricord MaI sp (yj.
l'dpj Ghirigoro Settimo in un con> di» di
centodieci Vescovi il detto Ariigu iraprra-
dtire iseomunico, perché voli» rompere 1'
unità di »anta Chiesa •* ■ | C *'**>cc- Stvr.
3. 378 Cliianiavano questa roDgregasìo-
ne non roncdiu, ma materia di divi>iv»nc
della uuilà della Sedia Apostolica. \li
%. II. Per Cengiugninienlo. Lat. cv •
mundio, i.r z'J'tj^ii. (> 8 7- 5. Al-
lora il congiunto e adunato germoglio par-
torirà due colorì, i quali in unìU divide-
re, e il) divisione untrì.
5 S MI. Per metaj. vate Concordia,
Unione. Lai. eoneordia, amo. Gr. #,«**»•
tota, 4vtMit{. M. I . 3 6. Le co»^
disviale con alcuno mezvo più loslo si
rongìunsono a uuìl'a . • « ronconiia .
/■; 9. at» Questo jddiiennr per 1' uniU
de' cittadini. Cr. proem. 3. Mutala e ri-
volta V uoitadv, e 1' pacifico stalo in dis-
U N I
sonsione. G. f. 6. 87. 2. MaoK-nen.iogl,
in uniUile, i- io paciBco sUt». - l'oe..
1^5, Discordia ""a lacc 1 mti sljr .11
lungi, ami uniudc Gli sUisQe con ainof
e vera liacc. l/!) , . /.
•+• UNITAMENTE. Avverò. Con unio-
ne. Congiuntamente, lns,rmc. L^t^^'"'"'.
,ariUr, unìler. Gr. o.u.j. tr/,. bJ. Con
VnilU allre vnlii, le .|Uali unilanitntc in
essa albergavano. Morg. il. 20. P.augea
r osUer, ch'a.«ai glicn' è incresciulo; Pian-
«« il popiil lu"" unitamente, ec.
# §. l'er Un.mimcmtnle Onice Slor.
IX 20. Propose la cosa nel consiglio,
nel quale inlcrveonc.o tutti i principali
deUa Corte, dove In unilanienle conlol-
lalo ad al.bracciaro etiaudio con questa
condaionela pace. /: l?- ihb. 1> creo fu
determinato nel consiglio uo.lamenle cUe
l'esercito ec. si accostasse al castello. |C;
UalTISSIMAMEDiTE. inpa-l. d, U-
nitament.. Inrd,. Lcz. 3l. Conciossia-
cosaché in esso Si congiunganu unitissi-
mamenle due nature ducisissinK-, 1 un.i
divina, e iniii.oilale, V altra teneua , e
corrulliliile. /■: l34 lime !e l.onta, e
tulle le perfciioni ce. lurouo, sono e sa-
ranno sempre unitissimamente in Dio ol-
limo, e grandissimo.
UNITISSIMO. Superi. d-Unito. Iran,
segr. COS. dona. Sono unui.sime di volon-
tà con tulle le loro parenti domestiche.
Bors/i. Orig. tir. i\5. Per la lama co-
mune, in questo unitissima , e costanlis-
sima, è uniforme.
UNITIVO. Add. Clic ha forza, e vir-
tù di unire Cavale. Med. cuor. Amore
è virlii unitiva, che trasforma 1 amante
nelP amalo. E Irutt. Iing. Per U. qua-
V N I
U N I
1755
le s'intende il fervor della cinta, U
quale, come dii e san DionUio, e virtù u-
nitìva.
*!*§. I. Unitivo. Terni- de' Gramma-
tici. Piccasi UniUve, o Copulative le con-
giunzioni dell' unire, 0 dell' accoppiare, 0
del continuare, e sono: E o Ed, Ancora
Anche, Siniilnicite, Iziandio, Altresì, ed
allre. Buommalt. Tratt. 17. cap.Q>^(.l)
* § Il 1 ita unitiva, dicono i .Misti-
ci Quella terza speco ili vita del Cri.<tia-
no, per cui r anima si solleva più l'iti-
mamenle e .ti unisce a Dioj detta altri-
menti Quieti.'mo. (A)
UNITO. Add- da Unire; contrario di
Viviso- lìant. lar. 2. Come acqua rcce-
pe «aggio di luce, perm.ineiido unita .
Buon. Pier. 4. S. 4. Lesti in gaml.e, ac-
civili, nnili, slrelll. Bern. rim. 1. 4O.
Consiste in essa una virlulc unita Dalla
fona del pepe, e .Icll' acelo. =■.= Cuicc.
Star. 4. 125. Con questa risolutone si
condusse 1' ultimo di Giugno 1" esercito
unito a Malignano. (Lj
* §. 1. 6/11(0, dicesi di Corpo di su-
stanza piena e fitta, senza pori, lù spu-
gnosità , 0 con poche, e piccole . Beiiv.
Celi. Oref. l43. 11 quale (pulimento) si
fa con pietra pomice bianca, unita e gen-
tile. (■;■>
§.11. Per metaf. vale Concorde, D ac-
cordo. Lai. concori. Gr. d/io'f wvj;. M-
f. 6. 40. Promisono,do\ e eglino voles-
sono esser uniti, e in fede al nostro Co-
mune, d' aiutargli, e difendergli.
§. III. Unito, per Onito. Lib. Moti.
Noi saremo unili cou loro. Disse Ugoli-
no: si alla Irancesca; che a dire unito in
francesco, è a dire vituperato.
+ UNITOBE. Verbal. masc. Che, o
Chi unisce . Che. o Chi mette concor.
dia. Tratt. gov.fam. Sii degli un.lori, e
fUEci i dividilori. ,.,..„
•a. * UNIVALVE, e UNIVALVO.
Add. Term. di Stor. nat. Dicesi degli
Animali molli o senza vertebre , la cu,
conchiglia è composta di un pezzo solo.
Lai. iinivaMs- Gr. p-ovóì ^poi- Red. (ìss.
an l85. Oltre i suddetti carnumi, si Iro-
V ,no an>or.. allaccale alcuni- piccole cou-
chi'lie univalve, della rana di quelle ec.
E altrove: Alcune piccole conchiglie u-
nivalve, della rasza di quelle che dagli
scrittori sono chiamale balani. ( )
:;-■ g. Univalve. Termine degli Anato-
mici. Che ha una sola valviila. P.ed.(A)
UNlVEltSALE. Susi, quello che han-
no di comune tutti gr individui sotto la
mede.<ima specie , o tutte le specie sotto
il medesimo genere. L^l.genus. v.c. -/lioi-
I nidi. Lez. 597. Non essendo gli uiu-
versali allro che i particolari iinivers.il-
mente considerati, chi sa gli universali,
viene a sapere in un certo modo ancora
i particolari. , . ,
8 1 l'er Università, nel signific. del
8. I. I arch. Star. l3. 484. Eia in tul-
io r universale una tacila niesliria, e scon-
icnletia. Segr. Fior. Stor. 2. 46. Erano
i Cerchi, ed 1 Capi di parie Bianca ve-
nuti all' univers.de in odio.
+ « g. 11. In universale, posto avver-
biatm. vale Universalmente. LM. in uni-
versum. Pav. ìit. Agr. cap. "• M»
in universale è da credere che 1 Galli
occupassero quel paese vicino, ili
UNIVERSALE. .Utd. Che comprende
tutte le cose, delle (/«"'■ s, parla. Lai.
universalis. Gr. TldiSr.pOi . Jlocc. nov.
5o. 17. Univcrsal vergogna , e vitupero
di tutte le donne di questa terra. I: nov.
89. 1. Assai leggiermente si conoscerà,
tutta r universal niollitudioe delle lem-
mine dalla natura e da' costumi, e dalle
leg"i essere agli uomini sollomessa. t
7V°(. 2. Olire .ille predelle, in ogni mia
cosa, cosi mobile come slabile, sieuo miei
eredi universali i Bgliuoli di Iacopo d.
Boccaccio mio fialcUo. <;. / . IO. lOJ.
2. Lasceremo de' falli universali degli
strani. Petr. cap. 3. l'ero eh' ella aggiun-
-e Di cielo in terra universale, antiqua.
°;arc7i. .Vior. 5. 126. Disse : si; non al-
' irò desiderare che la pace universale.
:? Pios. Eior. Salvia, lett. 4. I. 3o4.
La poesia imilaliice universale ec. arriva
dove non arrivano con tutti i loro sforzi
quelle altre due (la pittura eia scalili-
fa). (C)
* §. Universale, vale anche, parlan-
dosi di persona. Che si afi con lutti.
Pecor g. I. n. 1. Universale con ogni
maniera di gente (1) Segr. Eior. Leti.
Eam 28. Chi è slimalo uomo da bene,
e che vaglia, ciò che ci fa per allegrare
r animo e viver lieto, gli arreca onore e
non carico ec. si dice che è universale,
alla mano, e buon compagno. I.asc. Fa-
resti. Piol. Ben si può giudicare eh e-
gli sia persona universale , convcrsaliva
risoluta , e di liela vita. (C)
* UNIVERSALE. /•. A. Avverti. U-
niversalniente. OLI- Com. ìiif. 5. 83. GÌ
antichi poeti consacrarono le colombe alla
Dea Venu,, e cbiamavanle unrvers.nle ve-
neree. E 14. 260. r.ispondesi al cnlrar.o
argomcnlo, che paila universale, che que 1.
che veggono Iddio per essenia , non lo
possono odiare. {Ci ,,.-,.
UMVtRSALlSSlMO. Superi- di Uni-
versale, nani. Conv. S\. Prende simiglian-
,a da' beneficii di Dio, eh' è uiiisersalis-
,imo benefattore. /: 118. Iddio è uuivcr-
sal.ssima cagione di lulte le cose. Cai.
Sist. 192 lo ve ne farò una diriioslra
lionc universaliss.ma, e anco assai facile.
.'? UNIVEliS^LISSlMAMENTE. Av
verh. Superi, di Universalmente . Ciov.
Celi. I U. Alf. 69. Era dunque univer-
salissimamente fra tulli , per una sciocca
bravura loro, un dispregio maraviglioso de-
eli avversarli. (C)
t UNIVEUSALIVA' , UNlVEr.SALl-
TADE, e UNIVERSALITATE. Astratto
di Universale ; Congerie, 0 Adunamento
di tutte le parti. Comprendimento di tutte
le cose delle i/uali si parla. Lai. lyiivcr-
sitas , genus. Gr. to' ^àv, TO oJ/i!r«v.
Cr. 2. 16. 6. Le piante in genere , ov-
vero universalità delle cose animale, sono
appresso agli clemenli, e alle lor forte e
virludi. Un. Coni. Inf. 3 3o. Questa è
r universalilade dell' auime al presente
partile da' corpi . Maeslruzz. 2. 52. Av-
ve-uachè il laico ec. non possa sotlopo-
nere all' allre chiese le persone ecclesia-
stiche della terra sua, nondimeno tacita-
mente passano colla universalilade. l'.uicc.
Stor. I. Odioso all'universalità de' citta,
dlni E 2. (pag. 187. ediz. d, Pisa 18 19)
Facendosi per 1' universalità dello 'nge-
gno suo in ogni spezie di dottrina mara-
vigboso a ciascuno.
* UNIVERSALIZZARE. Rendere uni-
versale. Salvia. Pros. Tose. 1. 532. Tan-
to b migliore il sapere, quanto più si uni-
fica e SI >impli6ca e si universalizza, ab-
bracciando pili cose in uno. (*)
■j- UNIVERSALMENTE. Avvcrb. In
universale. Comunemente, Senza eccettuar
cosa alcuna. Lai. communiter. Gr. xk63-
)ov. Bocc. Intr. I. Universalmente a cia-
scuno che quella vide , o altramente co-
nobbe, dannosa. E nov. 2- 9. Universal-
mente golosi , bevitori , cbriachi ec. gli
conobbe apertaraenlc . Esp. Pat. Aost.
jo3. Siccome lo leone soprast'ae per na-
tura, e per potenzia universalmente a tutte
fiere' sali alichc , o domestiche , cosi so-
brielade ec. Oli- Coni. Par. I. 1. In
questa casa, siccome il leslimonia il Pro-
feta, sono univeisalmcnle Ire cose : glo-
ria , ricchezze , e giustizia eleina .
UNIVERSAMENTE. .-Iwcrb. Univer-
salmente. Lib. cur. maiali. Tulle uni-
versamente lo credono, e lo desiderano .
Tratt. sear. cos. dona. Tale rimedio uni-
veisanienle senza pericolo si adopera.
UNIVERSITÀ', UNIVERSITADE, e
UNIVERSITATE. .Islralto d'Universo,
add. Comprendimento di tulle le COie •
l'rai.c. Sacch. Op dio. 123. E pero 1
università non si dee pigliare per lei ,
perocch- ella fu sola congiunta con Dio .
S. A"Ost. C. ». Questi Platonici, cono-
sciulo" Iddio , trovarono ove fosse la ca-
gione della creata università , e la luce
da comprender la verità , e la fonie da
ber la felicità.
§. I. Per lo Comune, o Tutto l po-
polo di una città. Lai. universitas - Gr.^
r.a-iSr.pia.. Eranc. Barb. 2\\. I. Vuo
guardar tua ciltade Neil' universitade! A
piccioli ed a grandi, Come bisogna, span-
di . G. E. 8. 8. 7. Chiunque s' è lallo
caporale di popolo, o d' un;^ersil'a si e
stalo abbatlulo per lo 'ngrato popolo. i>/.
/ . 1. 17. E r univers.là di Napoh co^
gcnliluomini di Capovana e di Nido d'
uno animo dilibcrarono il simigliarne .
:'.: §. II. lìicesi anche per Tutto il po-
polo d- una provincia, d' un regno ec. ed
anche per Tulli qn.Ili d' una P-f^ssio-
ne, setta, ec. Cince. Stor. 10. 56. Gli
Svizzeri ec. si preparavano per scendere
nel Ducalo di Milano, dissimulando che
.mesto movinienlo procedesse dalla uni-
versità dei cantoni. (C; Pallav. SUI. 219
Ove non bastino con taluno le prove da
me addolle, io per non far lunghi piali, d
cilo davanti all' universilà dulie persone
studiose. (EP) ,,,
^ § 111. Per Luogo di studio pubbli-
co , dove .1' iiLiegnano tutte le scienze .
Lai. aeadcmia, ^ceiim. Gr. Kxaor,p«.
).ox.ì:ov. Cr. Leu. dedic E ancora per 1.
savii in iscienzia naturale del Università
degli scolali della città di Bologna. Red-
rJp. nat. 18 lo acca raccontalo quel
17^
V N I
che di sopra ec. vi ho scritto, al duttissi-
mo Olao Borch, o BorrichìOt famoso pro-
fessore neir Universili di Coppcnagben.
UNIVKKSO. Sust. Il Mondo, Tutta
la macchina mondiale . Lat. ttniversus
orbis . Gr. o'àOì /.óiyoi . /'etr. cap. 6-
E indi regge e tempra TuDÌverso. Dant.
In/. 5. Se fosse amico il Re dell' uni-
Terso , Noi pregheremmo lui per la tua
pace. E l'ar. I. La gloria di Colui che
tutto muove , Per 1* universo penetra e
risplende .
* g. I. Per l' Universalità delle per-
sone y Gli uomini del mondo . Segner.
Mann. Marz. 21. I. (Questo è 1' ingan-
no che mena tanto 1* universo in ro%i-
na. (f)
g. II. Talora vale solamente Tutto ti
globo terrestre. Bocc. nov. 89. 6. L'al-
tissima fama del miracoloso senno di Sa-
lomone , discorsa per V universo . ò'en.
Ben. l'arch. 6. 3o. Uno altro diceva ,
che appena alla sua pulcnij hastcreldic
r universo.
§. IIL Per lo Complesso di tutte le
parti , Il tutto . Seti. Pist. lOO. Final-
mente egli alilionda ne' delti , ed è ma-
goiGco neir universo. Maeslruzz. 2. 7. 3-
Sozza è ogni parte , la quale non è con-
gruente al suu universo.
UMVEBSO. Add. Tutto. Lai univer-
sus . Gr. o'/o^ . G. /'. I. 4* '■ * ^'o*
rentioi ec. una co' Romani, e per Rom.i-
DÌ si trattavano per 1* universo mondo .
E 10. 78. 3. Torneremo indietro a rac-
contare d' altre novità avvenute in que-
sto tempo in Toscana v per 1* uoiverio
mondo. Ftloc. 1. 2. Possedendo la loro
città, la cui virtù già V universi; uaziuni
si sollomisc . Mor. S. Oreg. \. !^. I sa-
crificii degli eretici non possono essere a
Dio accetti, se non per loro oGferti prima
per le mani dell* universa Chiesa . ^ S.
j4gost. C. D. I. 3o Essa cupidità di si-
gnoreggiare, la quale ec. eia più forte e
maggiore in Lutto 1* universo popolo ro-
mano, ec. (ì'')
* §. Per Universale . Sottar. Dial.
fac* 1. (Reggio 1826) La Critica e così
universa, e vaga ed iucerla, e senza ve-
ntre a cose particolari , che non sapreste
che cosa vi dire. (CPj
LNIVOCAMEWTE. Awerb. In ma-
niera univoca. Lat. univoce. Gr. ffVvuvA
jULOi:. ì'arch. Lez. 261. Il medesimo fuo-
co di spezie si genera uoivoramentc ed
equivocamente : unìvocamente , come da
un altro fuuio; equivucamente, come dal
Sole , e dal movimento locale.
* UNIVOCAZIONE. Term. de' I tlo-
soft. Apponimento dello stesso nome a
vose diverse , ma del medesimo gene-
re. (A)
UWIVOCO. .Vi dice del medesimo no-
me f che si dà a cose diverse , ma dello
stesso genere j contrario di P.qttivoco .
Lat. ttnivoctts . Gr. «juvwvjuo; . ì'nrch.
Le», i^p. Il genere dell'anima ce. nun
è univoco, ina equivoci». /■,' altrovv: Do-
ve i generi diMionn essere univoci , riob
romprrndere eguaimcnir tulle le .vpt zie
loro . I\d Lrcol. aij^. Perche le compa-
rasioni si dehhon fare od genere uni-
voce .
t * UMZIONE. /'. A. Untone. > it.
SS. Pad. I <)3. Era più unilo a Dii> ;
pei la quale unilionr (così legge il testo
f'enturt; la slampa ha uniuiie ) era ve-
nuto a tanta purità di mriile, che ec. f f'j
* UNIZZARE. A<»fr. pass. Unificar-
si, Bidttrsi in wiilà. Salvtn. Prog Totr
1. ^03 II di'lio e *1 ftttli» «iene per »o.
«rana guisa a cumularsi, e come tulle le
cose , e fino le medesime contrarietà , a
simplificarsi , e , per coti dire , ad unti-
larsi (•;
UNO
•{■ UNO. Add. e talvolta anche sust.
principio della quantità discreta , 0 nu-
merica . l.at. ttnus . Gr. Et 5 . Hocc.
nov. 1. 25. Avendogli sertati hene un
anno per rendergliele , io gli diedi per
amor di Dio. A nov. l5. 28- Tu ne
potresti coti riavere un dcoaio, come »•
vere delle stelle del e elo. E nov. 73. 4-
Avevasi un* oca a deoaio , e un papero
giunta, l'arch. Oiuoc. Pitt. L'uno, to-
me penso sai>piale , non è numero , ma
principio di numero
# ^'. I. Talora, gli si aggiiigne l'ar-
ticolo. Cavale. Pungtl. l^i* >el mare di
Marsilia , delle quattro uavi n' annega V
una; e uel mare di questo mondo, delle
quattro anime n<>n ne campa 1' una . /:
257. >e1 mare di Maraitia, delle sci navi
non ne annega Y una; ma nel mare di
questo mondo, delle sei anime appena ne
campa Tiina. (i )
•f o- *'• Qf^ntlo le cose mentovate
hanno numero determinato , accennando-
ne una , si usa l' articolo s come V uno
degli occhi , perche e* son pur due. Ma
se il numero non e determinato , si dice
UGO, senza articolo. l'tire abbiamo esem-
pio di questo in contrario. l'ior. S. l rane.
7. Menò seco alquanti frati, fra' quali lu
l'uno frate Bernardo. Pocc. g. 5. n. IO.
Avendo messi gli asini loro, st-nza dar lo-
ro here , in una stallutla ce. 1* un degli
asini er. era uscito della stalla- iP)
^ §. 111. Detto di uno , infra più di
due o tose o persone. I it. S. Pranc. 6t.
E r una dt;lle tre più sante anime del
mondo (ed ivi è detto l'uno di loro, par-
Inndosi di tutti i patii, f'ecor. g 25. n.
2. Mes&er Alardo ordinò ec. tre schiere,
e dell' una fece capitano ec. JS'ov. ani.
19. Allora parlò l'uno di loro ec. fer^/io
molti J. (f'j
3 §■ IV. Uno, in signijic. rf* Un solo,
l'ani. Par. 3. E quei, fuor ch'uno, Se-
guilcrieno a tua ragion distrutti. * Ca-
vale. Med. cuor. 236. Mostrasi per molle
visioni in / ita pairum j delle quali j>o-
gnamo qui pur questa una. (f ) Sepner.
l'red. Pai. Ap. X. 9. Qual" è la pri-
ma massima nelle corti ? Non si tro-
verà (jui pur uno, né tra la famiglia al-
la , ne tra la tiassa , che non la tap-
pia. (Ti)
^ §. V. Uno, talora vale Semplice, e
dicesi della Pavola, o astone d' un poema,
di un dramma , o simile InJ. Sri. 65.
Il primo (ammaestramento che ri diede
Aristotele intorno all' azione delta Ju* ola
fu} eh' ella fosse una, e non più. /•,' 73.
Simigliante favola avente un sol princi-
I io, e un sol Gne, avvegnaché athia due
ineui, sarà una sicuramente . (Ci
^ % VL Uno, talora vale Unico, e
parlandosi di figliuoli , vale Unigenito .
«• Gttid. G. Lo re Uela aveva una 6cliuo>
la che avea nome Medea, molto hclliisi-
ma , una al padre , e sola dovca r»sere
erede del reame *• . Pern. Ori. |. |. i5.
Ma non si fida tanto in cosa alcuna ,
Quanto in quella heltk che al moado è
una. (Mi
* S- ^ "• yumen> dell' uno, o d' un
solo, term. gramaticale , che significa Nu-
mero singul.ire . Salv. Avveri. 1 , 3. 2.
37. Solamente ne' nomi il contenlonn. v
rio nel numero che si chiama d' un solo.
/'. appresso .' 1 medesimi Dumi ec. quasi
sempre troncar ti possono nel numero
dell' uno. ( ì'i
§. Vili. Uno, in vece iti Ciascuno.
Lai. .finf;nli . (ir. ixotSTo; . llocc- I.ett.
Via. hoss, 278 Niuim altro nucniimcn-
t« per snddiifacimenlo della natura por>
lavino , che un poco di farina per uno
con alquanto lardo- A. fior. 63 o. Senta
aver quattro cappe per uno, ec.
USO
§. IX. Uno, per Un certo, indefini-
tamente, liusp. son. 3. 196. Un, che ba
le gambe a faccelline storte . E 3. ao3.
Un, eh' io non ho per buon, oon che per
tanto.
§. X. Uno, per Uno medesimo, o Una
medesima cosa. Dant. rim. 5. Amore, e
'1 cor gentil tono una cosa, Siccome il
saggio in tuo dittalo pone . iiocc. mov.
77- 37. Ad un* ora aveva piacere, e Doia
nell'animo. G. V. !\. 6. l. Molti Fieto-
lani ec. fecionsi d' un popolo co' Fioren-
tini. Hicord. Maletp. 5o La ooslra città
di Fiorenza, eh' era uno cu' Romani, nuu
potea rispiraie, ne prosperare. Petr. cap.
o- Oh fiero voto. Che '1 padre e '1 figlio
ad una morte offerse I ^ Cavale. Pungi!.
210 Prego Iddio più Tolte , che gli fa-
cessi uno, ciue uniti insieme e con seco
(Uno, cioè una cosa sola. Ut tini unam,
dice li ì.at.J. i'. appresso : Prìegovì che
tiate e diciate tutti uno, e non abbiate in
voi scisma e divisione. (1 )
§- XI. Uno, talora è accompagnanome.
I ed. il Salv. Avveri, voi. 2. lib. 1. cap,
19. Bocc. nov. 68- 7. Ora era Arriguc-
cio , con tolto che fosse mercatante , un
fiero uomo e uo forte . Petr. son. 305.
Deb fosse qui quel miser pure un pocol
E son. 207. Bel dono , e d' un amante
antico e saggio. liem. rim. |. io3. Un
arcolaio, un trespolo, un paniere, Un pre-
dellino , un fiasco , un lucerniere . E 1.
107. Un sospetto crudel del mal fnn-
tese .
# §. \ll. Uno, talora equi* ale md Al'
cuno . Vii. SS. Pad. I. 117. Forte da
uno mai tante varietadi oou ti videro, (f )
Bern. Ori. i. 8- |5. Sono alla sedia sua
perle attaccale Che sbigottiscono un tolo
a vederle. (C)
§. XI 11. E talora pure nella stessa
qualità di accompagnanome vale Un cer*
lo . Lai quidam , qutednm . Gr. Ti'$ , •
Sitva. ■ Iiocc. nov. 1. 5. Gli venne a
memoria un ser Ciapperello da Pralo .
E nov. 21. l5. Avvenne un giorno, che
una lor compagna da una fineilretta del*
la sua cella di questo f^ito avvedutasi, a
due altre il mostro . E nov. 98. i3. Un
di nella camera chiamatala , interamente
come il fatto sta*a le dimostrarono Bern.
rim. I. 3\. Una mattina a buon'otta a
digiuno Venne uel mondo un diluvio.
§. MV. Talora pure è accompagna-
nome , ma numerate , e vale Intento 0 •
t'irca . Lai. ctrciter , plus, minus . Gr.
w; Ò90-» Tt. Bocc. Intr. 19. Erano radi
Coloro, i corpi de' quali foster più che da
un diece, o dodici de' suoi vicini alla chie-
sa accompagnati- E nov. 7Q. 1^. Senta
che quando noi vogliamo un mille, o un
ilumilia fiorini d' oro da loro, noi oon gli
aliliiamo. PI nov. 80 5. Che |H.>te«an va-
lere un cinquecento fiorin d' oro. Cmpr.
Boll. 5. 81. Fanno che no uomo, che
ragionevolmente può vivere un setsant*
anni ec., ventle que* |>orhi che gli resta-
no re.
§- XV. In qunlità d' acccmpagnamo-
me si congiugne talora anche cogl' ina-
nità dei verbi, che allora hanno forza di
nome, tf Iiocc- g IO. «. 6 II quale fpe-
sce } più per uno inlrametlcre, che per
molto rara e ddetlr«ole vivanda ec. fu
messo davanti al re. ( f f Bern. rim, |.
107. Un dirmi eh' io le presti e eh* io
le dia Or la veste, or l'anello, or la ca-
lma ec. , Un toler ch'io le faccia com-
pagnia . /•' appresso : Un non poter ve-
derla , ne pallila.
* §- \VI. Uno jt' aCiOt-da col plurale
del nome da cui dipende. Iranc. Sacch.
nov. 70. Dissono , voleano d' ogni porco
fiorini uno a trargli del |Htcto fSoa fide-
rebbe un fiorini), (f-'j Tti /V»-. P. 5.
UNO
.„ 6i To"li viole dramme due, ca»si.i
rJe per lu, . Uu,.^o,.e.c« ,e. -c«^
uno ec Ji ganiuri» dj calie, huelt. I .or
Tgo di n,!,o d. Mere WbW una, ed.
more «else una mena. (I^)
8 XVII. L^-o. rorrehu.o ad AlUo ,
,ì l, singolare come in p!„r«!e, nfinen-
iLt co.. nun,o.nic . r Uno .al r^
„o. r altro Secondo J e flora .agl.ono
E..raml,o, ^„-e„./..e Lat. ""-"/'"^ ^f ;
«... 16. 17. Taulo l'eia uoo e 1 a
aveva traslurnia». i- *;• H^ i ,„ ^
cose ed ella l. siano ra.coniaudale e
;rilo dell' «ne e dell' alt, a face, che
„edi che s.eno consolat.onc dell anima
• r-^»-. ì 22. Quasi o(;n. volta
mia. Fiamm. 3. i^- ■< " ,1 ,ver
sperava 1' une croc.ute , e 1 alt, e dove.
Lare .vce™a.e. /•- 5 0^' .'^"''^"^^ ^'
,uler faro sicco,ue lecero . f^S"»'" • »
gli \bidei, gli uni tenient. Ann.I.ale Cai
8 . "„,: ^1,,.: FililMio Macedonico.
lazinesc , e eli ali,, nm-i'v
^,r.r.;. . .° Schiava dSoU,aU,i^ e
l'altro eorno Del r-.u.». ''' f,""' ^'^ ,,„:
i'I bel ciglio, e runa ci alt. a stella,
Ch- al corfo del mio viver lume dienno?
Bcn.rim. 1. 106 Che 1' uno el alUo
mostrerò lor io. .
* 8. XVUl. /-■""<' « ''"""' "". '"
negalla seguenle , vale Ni f uno ne l
«Uro. 1,1. SS. Pad. 2.1... L uno e
1- altro mai non s' apinossimarono ali al-
iare per dire messa. (I )
« S XIX. n.ci-ii L'itno e l altro, par-
landosi d. due, de- qual, anche fnno sm
UNO
XI N O
1757
femmina. Bocc. g.
5. Desideroso di
femmina, .ouit.g. /•■•■ -- - ,
•irovarmodo da dove, e d p.ele e la mo-
.lie trovare insieme , per faie un mal
Loco e all'uno e air altro. Pass. 209.
Beni naturai, sono o nel corpo o nell a-
Dima, o comune «In. i n,:e,l..l M uno
e air altro. Ca.'alc. Mcd. cor. 2|5. Lo
spirito e pronto, e la carne e inferma; e
anche non può fare sempre tanto 1 uno,
(manto e l'altro (cioi la carne). I I
e XX L' un per l' altro , fale IJ.te-
sto'per quello . o f ano in cambio dell'
altro. Bocc. no.: 60. 21. Ce qual. son
si simigliant. 1' una all' altra, che spesse
volte mi vien presa 1' una per 1 altra.
H no.. 72. x6 Vada l' un per 1 altro.
8 XXI /.' "" per l'altro, vale an-
che L-'.. no ragguaglialo coli' altro. Alam.
Colt 4 97. E r un per l'altro da ver-
gogna spinto, E 'nvidioso al vicio , men
piirro viene. ,
* §. XXII. L' un per l'altro, vale
anche ScamliieealmenU. l'it. S. Unofr.
lia. Noi alihiamo molto conforto e dilet
lo insieme l' uno per 1' altro. I l'I
* § XXIU. L'uno sull'altro, dices.
de' danari che si numerano d, presente
e alla mano. Cecch. Dot. I. I. Dando •
danari 1' uno sull' altro , lu m. fa. tanto
cordoglio attorno, (t )
#g XXIV. Uno innanzt altro, vate
Alla fila. Deput. Ilecam. 100. Il mede-
simo poeta f Vanle .<ollra.!.<e In propo.u-
:ione alla voce innanzi), Mentre che su
per l'orlo, uno innanzi nitro J che im-
miló il Villani: il che con grande r/fan
no, tiuasi uno innanzi nitro, salirono in
su' lo .spianato d l campo .■ che imporla,
,c Alla fila ; e Dante disse altrove : L
uno innani.. e l'altro dopo. (V)
# ^ XXV. Talora invece di Altro, s.
replicò la sles.<a voce Uno . Fr. Cord.
30i 11 Segnore si infinse, cioè una mo-
strava e una intendea. (I ) D.int. Purg.
26 Li veggio d" opni parte larsi presta
Ciascon'omlira, e liariarsi una con una. I?,J
if S XXVI Una. per Una cosa. tr.
tì/orJ 120. Forse , he '1 e,ed, insannarc
per arte d. parole, e faili veder una per
un- altra . K 219. La quale (lingua, e
latta a due officii , luna a lodare Iddm,
r altra a confessare 1 peccati ( cioè, pri-
ma, e poi)./-; 297. onde nomerà doppio,
oche.idimostiasse """• "^ "^"f . "' , ^ ;
tra. IVO-, ant.l^. 3. *!■:"■>•> f" """ "■
putava movimento d'omori, alcuno fievo
ie«ad'a,.i,i.oec.;chid,ceauna ech^
un' altra , secondo le ''-■■^''1, '''.'"^
scien.,e. Frane. Sacch. nov. 229. U P"
sto.a s. segno , d.cendo : Oh . ella cola
una , e fa un' altra. Lasc. l'areni, i. i-
Vienile ec, acciocché tu m. raccompabu,
a casa; che non m'avvenga pò. una pel
"Vs'^XXVIl, Per Primamente, rispon-
dendogli V altra, ovi-ero e ancora. l-.t.S.
.M. Madd. 110. Avevano '^'B'""'''' P '"
gnerc doppiamente, 1' un., per lo Signore
CUI eglino amavano cotanto, e udendo eh
era di lui latto cotanto strano , e an-
cora per loro medesimi, che erano pari,-
ti ee /•,(. S. Frane. 207 *■ l"-""^"
o,ava tra' frati san.a nulla hoce , ovvero
sospiro, o altro segno attuai, era il suo
oiare: 1' una pc. non impedire gì. ali..,
r altra perchè nulla vanaglorii. 8''=."7"-
tesse surgcre. O. T. 10 iS^.L ciò fece
il Papa a petizione del legato d, Lomba.-
d.a , r una per rompere la lega già co-
■ . I' ,li,a nerche 1 Marchigiani
minciata , 1 aitia pe.cuc o
fossero riverenti al legato. (Il
*S. XXVIII. nices,l'Una,inparenles,,
per Oltreché, Fir. As. 20I. Verciocche
(e r una eh' io era soverchio curioso di
ve.ler cose nuove) io sperava di veder la
vendetta di quei ladroni. (1)
* K. XXIX. Uno, talora vale Un at-
.. . V,.,,. /. 1 .l'i Fu conchiuso
tra. (juicc. òtor. i\. 12-». '"
nel consiglio comune che sopraslali an-
cora un giorno gli Ecclesiastici e . Vene-
i.ani nei medes.mi alloggiamenl. , andas-
sero poi il giorno prossimo ad allogg.are
a Lodi vecchio. (Lì
«.XXX. Quell'uno, Qitesfuno.e
simili; maniere, nelle quali la voce Uno
è di 1)1,1 e solamente accenna con mag-
gior evidenza e prec.wonc Lat hic unus,
ille unus. Fiamm. 4. 32. Deh 1 desti tu
a tutte, o a questa una ec. quella fede
ec. che a me donasti? /i 7- =9. ^«•> ":
forse, o donne, i miei argomenti fnvoU
gi'a tenete ec, ,(uesto uno solo , ed ul ,-
mo, a luti, gli altri dia supplimenlo. Pelr.
son. 167. Non pur quell' una Leila ignu-
da mano ec. Ma 1' altra, e le due brac-
cia . E son. 201. E caramente accolse a
si- queir una. E canz. 16. 2. Ho di gravi
pensier lai una nebbia , Qua si leva ta-
lor di queste vali,, /i canz. 41.7- Qf'"
1' uno è rotto , e 'n l,bert'a non godo .
* Pohz. nm. tett. 201 Da quest una
ei;reK,a consuetudine tutù 1 famosi fall,
e le maravigliose opre desi, ant.chi uo-
mini s' intende essere derivati . /■- 20.1.
Nessun alilo titolo sotto la sua statua fu
intagliato se non quest' uno . I: appres-
so .-Conosceva ec. gli altri suoi virtuosi
falli ec. a quest' una laude essere mlerio-
* S XXXI. Sol uno, vale .Sola. Bocc. ,
canz. 4. 7. Un» '■"*" «•'•' ", l'"';^-'"' !
Che lu ritruovi Amore , e a lui sol uuo
ce. Dimo.tri a,.picn ec. lì ) jlanl. InJ.
2 I o ginrno se 11' andava, e 1 aer bruno
To.lieva gli animai che sono 'n terra Da
le fatiche loro, ed io sol uno M' apparec-
chiava a sostener la guerra. (^)
3 § XXXIl. Tuli' uno, vale La me-
desima cosa. Lai. idem, eadem res. Gr.
to' auro'. Pant. Conv. 93. Cortesia e one-
slad,. t lult' uno. <= ffnim. 7. 96. Ne
sossopra la man non volgere,. Che 1 an-
dare, e lo star mi son tuli' una. (Ci
* § XXXIII. Tuli' uno, talora vale
Un punto medesimo, Uno slesso islanle.
« Bocc. nov. 73. 16. E il dir le parole,
e r aprirsi , e '1 dar del ciotto nel calca-
gno a Calandrino, fu luti' uuo. Tac. Dav.
Ann. l5. 225. Segatogli le vene, e messo
in b.rgno caldo, tutto fu uno ... (C)
^. \XXIV. A uno a uno, modo quasi
avvul'. , che vale Distintamente , Sepa-
ratamente I-uno dall'altro. Lai. .ungil-
latini, singiili. Gr. x«3 if.a.'itoi. Amet.
56. Ma percb'e ri fatichiamo noi d, vo-
Icglili ad uno ad uno narrare! ec Pelr.
canz. 28.7. Aduna ad una annoverarle
stelle et. Forse credca ; quando in si po-
ca caria Nuovo pensier di raccontar mi
nacque. Sen. ììen. I arch. ■;. 6. Concia-
siachc egli posse(;ga , come fanno 1 Re,
tulle le cose insieme , e la proprietà di
loro a una a una sia sparsa in ciaschedu-
no. /Jern. rini. I. 55. E che sia '1 ver,
va , leggi a uno a uno 1 capitoli miei.
g. XXXV. A un per uno , quasi lo
stesso che A uno a una .Vcn Ben
\ I arch. 3. 32. Se i bencfiiii de' 6gliuoli
non possono a uno per uno vincere la
grandezza de' menti paterni, p.u bcnefizu
messi insieme, e posti in un luogo solo ,
la vinceranno.
:': 8 XXXVI. Dicesi anche Uno pei
uno. Saiv. Avveri. 1. 3. 1. 3. Ora di
guesti suoni o pronunzie si parlerà d.
sotto una per una. li I. 3. 4. 3. Di cui
una per una parlitamcnle direm nostra
credenza, il) .
§ XXXVII. In uno, e In una, e yl
' uno , posti avverhialm., vagliano Insie-
me. Lat. unn , simul. Gr. a,aK , eJ/iOu .
I /;occ. no,'. 84. 3. Quantunque in molle
altre cose male insieme di costumi si con-
venissero, in uno, cioI? che amenduni gli
lor padri odiavano, tanto si convenivano,
che amici n' erano divenuti. CI.». »0.
10 II Cardinale ec ,icl,iese cantamenle
r altro collegio, che, quando a loro pia-
cesse, si congregassero io uno. Gnirf. G.
Non volle Etlorre conti adilire al consiglio
di tanta gente , che tulli s' accordavano
a uno. M. I . 10. 24- '^'' '""!" ^."°■
giura, e in una a cercar de modi ec.
* Oialt. Leu. 14 4«- N"° "'." f"!"
uomo in dannast'o d'uomo, ma in am-
lo ; e pero non catono vale per se , ma
congregai, a uno. lO Ta.'S. Oer. 2. 76.
O non potranno pur le nostre geni. E le
Perse e le Turche unite in lega Cos. po-
tente armata m un raccorre, Che a <jne-
sli legni tuoi s. possa opporre 7 II CI
« XXXVlll. Ad una voce, vale Lon-
coidemenle. Lai. uno are. Bocc. Inlrod.
50. Ad una voce lei pr.ma del primo gior-
no elessero.
8. XXXIX. Ad una , vale lo s lesso
che Jd una voce . Dani. Purg. i^. -Ve-
nimmo dove quelle anime a, una Gridaro
a noi. E 21.Per,hè tulli ad una Parver
gridare . ... »t /
:•: e XL Vale anche Insieme , TVel
punto sles'O . Dant. Purg. 19. Poi ella
e n -onuo ad una se n andaro. (I J
8 XLl. Hccare in uno , vale lette-
re a comune. Bocc. nov. 33. 8. Dove
voi vogliate recar le vostre ricchezze in
uno , e me lar terzo posseditore con voi
insieme di quelle.
S XLII. Berare in una, vale nache «11-
nife. Congregare. O. /'. 1 . 26. 2. In
primi era ec con borghi, e villate, e for-
te«e sparte, ma i delti le recaro in una
a modo di cilt'a. .
8 XL1II. Recare motte parole la una,
,alé Conchiudere , Hi.slringere il ragio-
,„ 1 ni i-em in pnuca conferre ,
■;ZZ-em1,iSere.^^òii^?^^-:
r"="ndr.e^:i^Vp:Xi::nf;(^
:rd':Mut.^ oc. dispos";., ad andarvi.
S XLIV Andar nell' un Vi' uno, vate
Non la finir mai , Andar nell' in^nilo .
17^8 UNO
Smivin. Disc, a. ^20. Ma ciò sareblie an-
dare nell' UD vi* uno ; e però ec. faccio
fiue .
§. XLV. fìxserci per uno, vale Con-
iar per uno, JVon esser ita più degli al-
tri, Tac, Dav. /inn. 12- l43. Avendo
l'iaposlo , esserci soUmentc per uno , né
poterne più di loro , disse che V aspet-
tasse in puljgio.
§. XLVI. JVon ne aver itn per medi-
cina , dicesi proi-erbia/m, del iXon aver
niente d' alcuna cosa ■ Lor. Mfd. canz.
71. 5. Non tieu !' uaima co' deuli , CU'
un non ne ba per nie<Iit-ina.
•-' ^. XLVII. Uno alcuno, vale Un cer-
to, Ta/unoj e si usa come add. e come
sust. imperf. 1\ Tìb. D. l\. T. 12. 3i2.
Udiranno che uno alcuno non sia repu-
tato per coraggioso, e però non lo fan-
no giudice, guardinsi di farlo soldato. E
Tim. /'. 1. T. 6. 34. Cadeci una alcu-
na misura pioporiionalc ec. Cas. UJ\ com.
1x4- Nel vi \ ere degli uomini superiori
hacci una alcuua piacevolezza. (F)
t UNQUA , e UJNQUE. Ji-verb. Mai,
Lai. unqiiam. Gr. noxi- Pi'tr. canz. 3().
3. Che per nostra salale uQtjua non vie-
ne . /ìocc. nov. 39. 10- Ma unque a Dio
non piaccia che sopra a cosi nubtl vivanda
ce. inai altra vivanda vada, /i «oi-. 95. il.
Madonna, unque a Dio non piaccia ec. che
io sia guastatore dell' utiore di chi lia com-
passione al mio amore. Dani. Purg. 3.
Pon mente se di là mi vedesti unque .
/^ 5. O anima , che \ai per esser lieta
ce.. Guarda se alcun di noi unque vede-
sti. JC Par. S. Si che unque poi Di riudir
non fui sanza disiro . Tes. lìr. \. io.
Poniamo che 'I mondo non fosse unque
fatto; tutta fiata era c^li nel suo eternai
consiglio. i'Hoc. 2. .177. Là ec. è venuto
il più vdlan cavaliere che unque portasse
arme . /liberi, cap. 25. Meglio è avere
alquanti anrbi nimici , the quelli amici
rhc [)aion dulct ; che quelli sjiesso dicon
vero, questi non unque. l\sp. Pat. piost.
2. I rami di questo altiero sono tutti gli
eletti che unrpic furono, e sodo, e sarao-
no. E 28. L' umile ulihidiscc tulio sem-
pliccmcnlc ec. die iinn dite unque un-
que: pcnhc vo io più qua, che la?
UW(JU\.NCHE. Ai-vvrb. Mai, Giam-
mai. Lai. nntjìiaiu. Gr. "0T£'. lìocc. nov,
6o- 10. E^jli sapeva laute < ose fare e di-
re , che tiominc pure uiiquaiuhe . Dant.
Inf. 33. Che Ilijuca n<iiia non mori un-
quanche. Tes. Jir. 8. fi-'i. Quando '1 par-
latore dice che è una pessima cosa, e non
lu uiKpianche veduta, ne udita. Fr. Ciord,
Pred. S. La maggiore e la migliore che
unquan<he a\esse il mondo.
UNQUA.NCO . yfvvi-rb. U nqu anche .
Lnt. unf/uam, Gr. a^Tì. Pftr. canz. 26.
.'). Uen sui (he si liei piede Non tocco
terra unquanco . Dant. Purg. 4. Certo,
.Maestro mio, tlìss'io, unquanco Non vid*
IO chiaro ti , coiit* io diM'ei no . E Par.
l. Aquila si non gli s" alTisse unquanco .
/V/r. vo/i, 193. L'adornar si, eh' al cici
n* andò V odore, (Jual non so gi'a se d'
altre Irondi inuguanro. Ar. l''ur. 18. I.'"i8.
Clic r<iii viso si orriliile, e si tuutto Un-
quanco non avea fortuna esperta . Lasc.
rim. 3. 328. Dunque srrivcndo voi cou
lieta cera, Sema inai uiqx) usar, guari,
o unquanco > Portate de* poeti la bau-
• liera .
^ U.NQUE. r. UNQUA. (•)
UNQUEMAl, che nmhe si scrive UN-
QUE MAI. Àvvfrh. tiiammai, \fai mai.
Lai. unifiiam. Or. TTOTf". Pant. l<tm. 31.
Eungilo è o);iii augel . che 'I caldo segue
Del paese d'Europa, rhc non perde Le set-
te stelle gelide unque mai. Aoi*. ant. 3.
4- E questo si scrisse per lo minore dono
I ir egli facesse uacpic mai. Fr. Ciord.
U N Q
Pred. S. Chi è in peccato , e dee entra-
re per mala via , unqueinai non n' u-
scirebbc , se la misericordia non ne '1
traesse .
UNTARE. Lo stesso che Ugnere, Un-
gere. Lat. ungere. Gr. x^iu-^. Hed. An-
noi. Ditir . 134* Prosciugandole cou ud
panno, le untano o di zibetto, 0 di bal-
samo nero. * Magai, pari. 1. lett. 8-
Vi sono certi lic]Uori , che a untarne le
sustanze elettriche non impediscuDo Teia-
rulazionc della facoltà altrattrice, ed altri
si. ( /!) Salviti. Oeor. lih. 3. U con amara
morchia il toso corpo Untano ec. (F)
* §, Untare gli stiialt , figuratam.
vale liaggiart'. Lodare, Adulare, f^arch.
lircol. 67. Questi tali , che s' ungono o
untano gli stivali da lor posta, cioè ti lo-
dano da lor medesimi , si tuoi dire che
hanno cattici vicini, (li)
'.i UNTATA . L'untare. lUcetl. Fior.
l8o. Si può in cambio di riuvol^erlo nel-
r olio violato, dare un poco d'untata con
esso al vaso. (]S)
UNTATO. Add. da Untare. Lat. un-
clus .
* UNTATURA. L'untare. Magai.
lett. fnm. i. 258. ( Fir. 1769) Mi detti
uu;l leggerissima untatura cou V acquar-
zente e mi maravigliai che toccando il
vivo di (juellc piagbetle , non sentii friz-
zare ne punto uè poco. (C}
f V §. !•'. figuratam. in senso di Piag-
giati', .Idularc. Magai, lett. 212. Che?
mi sminchionate, eh? ... V. S. pretende-
va eh' io le rendessi la pariglia a conto
del suo capitolo al .Marchese del Bucine
seuiorc, e però m' ha dato questa uutalu-
ra. (li)
UNTICCIO. Add. Dim. di Untoj Ai-
(fuanlo unto. Bcnv. Celi, OreJ". 33. Per
tal cagione la detta opera diviene alquan-
to unticcia , e lorda.
UNTIS.SIMO. Superi. d'Unto. Trait.
segr. COS. donn. Vogliono averne lo sto-
maco, e tutto il ventre untissimo.
UNTO. Sust. Cosa unta, 0 che ugne.
Lat. unctum, Gr. ro xi)cptGfi''vov. Uocc.
nov. 61. 10. Va ucirorto; appiè del pe-
sco gro-sso troverai unlo bi-^unto, e cento
cacheielli della gallina mìa (qui in gergo
s' intende un lappone cotto). /lem. rim.
1. 52. Che <|uel vantaggio sia fra loro ap-
punto, Ch'è fra '1 panno scarlatto e' panni
bui , Quel eh' è fra la (pi.iie»iiiia e fra 1'
unto f t/ui per lo mangiare di gias.sn}.
Ar. sai. I. Il solimalo , e gli altri unii
rìb.ddi , Di (he ad uso del viso eiupìua
gli arinarii , Fan che si tosto il viso lor
s' all'aldi. Puon. Ficr. 3. 4- 4' ^^'cte, vo-
miche, purghe, unti, ed impiaslii.
UNTO . Add. da Ugnere, e Ungere.
Lat. unetus . (ir. xi'/piCfJ.é*Oi . Vant .
Y/i/". a. Gli occhi ha vermigli , e la bar-
ba unta, e atra. L'occ. Introd. 7. Non al-
trimeoti che faccia il fuoro alle rose sec-
che, u uutu. Malm. 3. 6o. L' unto Sga-
ruglia eoa frittelle a iosa , Alla sipiaiìra
de* cuorhi ora soggiugne Quella de' bat-
tilani assai lanios.!. /'. 8. 14. E tra' cau-
iielli infili qualsivoglia uutu Ila i suoi sti-
pelli, e seggiole di punto (ifui figuratam.
per J ile , e Plebeo).
UNTORIO. /'. ./. Unzione, Unguen-
to. Lat. unguenlum . Gr. p\if0-*. Cr. 6-
41* 4' Dell* elatleriu , e della Irenirnlina
si fa ottimo uulurio da rompere le pò
sterne .
t UNTOSITV, UNTOSI! ADE, e UN-
TOMTATE. (Qualità di ciò che ugne. M.
Aldobr. I veiilimeiili dell' ussaggijiiicnlo
della liugua sono questi in otto speaic, rii>c
dolceua , amaritudine , salseua , uulo^ità,
ucctosìlli, oc. Cr. a. 25. IO. Il nobile lo-
to , il quale è netto, e libero dalla terre-
strità grosia per la sua untositade, tosto
U N T
produce la pianta grossa da mangiare. £
5- 3- 3. I loro corpi ( dell' avellane ) toD
più sodi e più spessi, e santa unlositadc
(così nel testo a penna j lo stampato ha
per errore veotositade.).
UNTUME. .Materia untuosa. Lat. pin-
giiedo . Gr. Ài^ajSi» . Cr. 9. 40. l\. Ma
poi con r acqua calda si lievi cautamente
lo strettoio della gamba, e *l ner\o s'uo-
ga con alcuno untume. Fr. Giord. Pred.
IL l'rocurano di farsi la faccia bianca,
e lustra a fona d'untumi tolti dcUe caro-
gne più fetenti.
g. I. Per Sucidumt . Uocc. nov. 60.
9. Senza riguardare a un suo cappuccio,
sopra il quale era tanto untume , che a-
vrebbe condito il c^bleron d* Allopascio .
Bern. rnn. i. 96- Se non gli desse noia
già r unluine . .Malm. 5. 02. Ovunque
egli è, d' untumi fa un bagordo.
^. 11. Per Untuo.fità . But. Le cose
unte ardono supei Bcialmcnte tanto, quan-
to dura r untume , cioì* 1' untuosità.
t UNTUOSITÀ". UNTUOSITADE. e
UNTUO>ITATE. Astratto d' Untuoso.
Untosità . /(ut. Ptirg. 25. 2. La fiam-
ma e untuosità che esce della materia, e
converlesi in fuijimo. Zibald. Audr. 1x3.
Dolcezza , amaritudine , saLcua , ed un-
tuosità. Tratt. segr. cot. donn. lo colali
loro untuositadi |>cnsaQO di rinvigorire.
3 U>TUOSO. Add. Che ha ,a se del-
l' unto , del grassume. Lai. unguinosus,
pinguis . Or. /cra^o». Cr. 1. 4* l\- Le
sue triache sono le cose untuose , e dol-
ci. Buon. Pier. 3. 5. 6. Untuoso, e grasso
vivere r.egni eterni luol prescrivere (qui
figuratam. J.
'A^ 5. /', in forza di .uni. - Ricett
Fior. 14. Ila in sé (l'allume rotondo)
uu certo che di giallo , e d* untuoso, ed
inoltre non è pietroso , ed è facile a tri-
tarsi . A' 85. Certi semi , che hanno del
viscoso, e dell' untuoso m, (JV)
'Ai UNZINO. / . A. Uncino. (C)
* §. Prestala a untino. F. PRESTA-
RE , g. V. ,C)
UNZIONCELLA - Dim. d* Unzione -
Ltb. cur. malati. Vi usano una unzìoo-
Cella fatta di grasso di cappone strutto.
t3 UNZIONE. A'i/prtcri-. Lai. unctio.
Gr. a/ct'i'i; , XP*'"»» òit/.'j^pt'Sft^. Bocc.
nov. 6. 4- ^'* H"'^*^ unzione , siccome
molto virtuosa cr. , si e tanto adopero ,
che il fuoco minacciatogli di grazia si per-
muto in una croce . Ott. Com. inf. \l^.
27.5. I a terza romìociu dalla aalivilà d'
Isac, e sleticsi inGno all' uuziooe di Saul,
ovvero di David re.
§. I. Per Materia che ugne. Lai un-
gucnfum. Gr. pùpov. ^ « Frane. Sacch
Op. div. 143. Le quanto Mane tulio il
venertli nceouciarunt), <• cimipcrarooo uo-
zioui per andarlo a ugucrc, come sì usa*
va m. (N)
f §. II. Ultima, ó Fstrema unMiont ,
è uno de' sette Sacramenti della Chttsa,
che si dà agi' tn/rrmi nel termine della loro
vita, dftlo anche Olio santo. /•'>*-*.. nov. 1.
32. lu inleiidu cidla vostra licenzia ili pren-
derlo , e appresso la santa , e ultima un-
zione. I ass. 86. llicevomlo la coiifcuio-
ne, e la comunione con la slrenia unzio-
ne. Maestruzz |. !^\. L'ultima unzione
è sariauieulo , iinpeiocrhe suo rffello r
una curazione della infermità del laccalo
/■." lìppre.iso; E avvegnaché nello 'nfermo
mtilic unzioni si facciano , 1' ultima è la
funnale . per ri&pctlo di tutte quelle che
andaronii limanti . e la lu virtù d' esse .
e perciò nrir ulliiiia uiiiionc la grazia s'
inlonde , la quale dà 1' eflVtln del sacra-
mento . /•- appresso : Da cui dee essere
data l'estrema uaziooc ? /:.' appresto: L*
unzione estrema a chi sì dee dare T
J? §- Ut. Talor-a dictsì anche Unito-
U N Z
Uatione. IC 28. L. t, edema dell unione
Me cl.e , M rm.eUa le peccala veB.al. a
colui cbo è unlo. (t'j , .
Mml'd.ne. Coli. Al: ls.ac. .6. 1 con-
ballilori abbiano dentro uoiioae a esscie
viltoriosi. (C)
V O
VOCABOLARIO. RcccotU .!• .oM.
notati, col/a sp-egaùone M hr "S"'!"-"'"-
Lai. locaholarrnm, dic,ionan„m, o.oma-
.' n».. /,« Ì62. Olire a ciu , avv«-
ódoag. -.''',.. .c,.^-o/-;,U facciamo
"0°.:^ o-°arnccb..ce la bogua. e non ma.-
cauo geograB, nonicDclalor., e vo.abolau.,
chclfdich.arauo. Ke.l. Ins. 191- '"^ .^-■
feUo cbi,ra,neu.e ec. '-"I- *'«'"f 'f ;;■
quel gran vocabolario ar,.b.co, cbe da es-
1„co'uvocee6...afu..uloa,oAlcamu^
cioi a dire Oceano. =.• .ba/m. 9 ^2■ ^
.cono lullo il suo vocabolario bcr-ssem
maniera, e fece un la\e spoglio, Ch ci
messe un mar d. Crusca in mezzo fo-
^^i I^^CABOLABISTA. Compitatole di
voc<il>olar„ . Il I ocabolnrio nella Frcja-
zione. (•) , , *. T I
VOCABOLISTA- local'otiiHo ■ J-al.
VKobularium . dicl.onarium, ononmsU-
cun,. lexicon. Gr. Ul^'O-, 0 -o/.a=^"!''
I «^h. hrcol. 211. Egli -<>■> » Vo^'f^^
credere quaolo alcuni (dico ancora di co-
loro che lanno regole e vocaboWn) s m^
gannino in esse. Lasc. nm J. J19 y°
tuo vocabolista, ser Ruscllo, M ba chia-
rito alla 60, cbe se- pedante . Infar. sec.
3o3. llivolgans. l.""! • vo"!'"'';"; , . 1
* g. / ocahoUsla, per Vocnbohslano.
Ked. Leti. E finalmente Papia vocaboli-
"%'OCABOLISTARIO . Componitore di
.■ocahclarii . Lat. „on.e,.c/«lor. Gr. ovo
u"t,>6-/0,. Cari. F,or. 7I. N' f"»*^ ">-
formato per vostra lellera come da so
prastante' segreto de' vocabobs arn . Oep.
Decam. 139. Che Jirem uoi d alcun uuov
chiosatori e vocal,ol.>lari., che tanl.. e si
larga libertà si hanno presa sopra tante
delle nostre voci? .
VOCABOLO. Voce, o Mme con cni
si denoia ciascuna cosa particolare. Lai
„cabulnm. Gr. 1«<; • i'""- ""'-.J- f'
Ouasi Iddio, lasciamo stare d significato
de- vocaboli, ma la intenzione de pessimi
animi non conoscesse. E iwi'. 79 ^^ "
medico, che a Bologna nato e cresciuto
era, non intendeva i vocabob di cos oro
J)an,. Par. 8. VigUavano '1 vocabol de a
stella. K Con.: 61. Vcdcmo nelle citta
d'Italia ec. molti vocaboli essere spenti
eoal.. e variaU. C-r.v. /h«. 68. -Xon e a ■
tro saper le lingue, che sapere . vocabo
di esse lingue, e la combinazione d. essi
vocaboli. .Ber,,, rim. 1. l5. yuell., Pan-
dora è un vocabol greco , Che m lingua
nostra vuol dir tutti doni.
•a- -.f S Vocabolo , per Some proprio
di .Ileana cosa. Dani. Pnrg I^ Perchè
nascose Questi M vocabol di .luella iiv.e-
ra (cioè d' Jrno), Pur coin uom fa dell
orribili ro>e? (d) Instr. Cane. 11. b.
descrivano distintamente in una parte di
esso (libro) tutti i beni stabdi, rendite,
e proventi del medesimo Comune e luo-
..o, cu- loro vocaboli, confini e altre d..
V O c
V o e
■75y
r„ostr.mom. E 46. H Caiicclbere ne for-
me^-a d suo quaderno, nel quale scriverà
alle poste . e sotto i nomi di ciascuno
posseisore , distintamente i l"^-" • J J""
vocaboli, e confini, i nomi e cognomi de
confinanti, (i)
•4. * VOCABOLUCCIO Dim. di lo- ,
caboloj lai-olma. (-or. long, se: i^Z.
Anche Teopompo ec. , avendo nìagniDca.
mente dcsciillo .1 passaggio del He d,
Persia neU" Lsitlo , lovmo tutta ui un
colpo a cagione d, celli voc.d.olucci. ,.-/; ,
4. :? MJCABULARIO . lo stesso che
locaholano, ma meno usalo. Dep. He-
eam. 6y. Quei cbe han fallo fino a qm |
certi Vocabularii , non la pongono (certa .
voecj . (f J , 1 !■„ \
^ if vOCABULO. Lo stesso che I o-
caholo , ma meno usato . /iorgh. tlng.
/■■ir. 240. Egli talora scambia 1 vocabu- |
'vocale. Mdd. Di voce. Che manda \
fuor, la voce, o Che si manda fuori col-
la voce. Lat. vocalis. Or. f'.avn-:i;. («-
.ale. ErutL ling. Que.lo s intende delle
segrete orazioni, e non delle vocali e co-
muni, cioi! che SI profferiscono. Vani.
Pur". 21. Tanto lu dolce mio vocale
siiirt°o. Che, Tolosano , a sé mi tiasse
.torna. A'.... ..■..• V'^cale spirto, Cloe liu-
"Ua"KÌo, o parlare. Fr. Ine. 7. J. J- ^^.
Ma la oraziou vocale Quella al Irale lac-
'cia udire. .Jr. far. 7. 38. Dove la vo-
cal tomba di Merlino Era nascosa lu loco
alpeslro , e fiero.
8 Lellere vocali, si dicono Quelle che
si formano colla s.mplice apertura della
bocca. Lat. luterà voculis Gv ■,f«-Pl^«-
jwvrT.v. Dani. Conv. iSif. Solo d. le.
Urne di parole è fatto, cioè d. sole cin-
noe vocali, che sono anima, e legiime d
ò..ni parola. /■- Par. 18. Mostrarsi dun-
que io cinque volte sette Vocali e con-
sonanti. * *./.. AvverU 1. i. I. 5. Di-
stinse Platone nel Cratilo tulle le lelteie
in vocali . e mezze vocaU , e mutole . h
1 3 1 6. S' accord.no tulli i gramma-
tici cbe il dello vocale I trovandosi do-
po r 0 cuusonante ec. renda aUto suo-
no, (l'). ^ , r ,
:? VOCALISSIMO . ,y/7>cr/. formato
in maniera enJUIica della voce \ OCALE.
Salvia. Pros. Tose. 1. 35l. Ecco di nuo-
vo a sdraie la bocca e sbarrare le gana-
sce con queir incontro della più aperta e
larga vocale che sia, vocale vocabssima ,
raddoppiala. (*) ,.
VOCALIZZARE. Usare molle vocali ,
o Aggiunger vocali alle consonanti, l II .
P.lt. Ii8. Uanno di pm cosi vocaliziale
le due prime consonanti, ec.
VOCALMEXTt; . ^iierA. Con parla-
re e Con projerir parole; opposto a
Meatalmenle. Cavale. Fruii. Img. Que-
sto continuo orare attualmente , e vocal-
mente sempre fare non possiamo.
VOCAKE. ; . L. Chiamare, t>.omina-
re Lai. ^-ociirt. Or. /kXeiv. O. I ■ »•
48. 3. Tutto fossero a parie Bianca , si
voca.ano, e .oleausi tenere Guelfi. Coti.
Ab. Isaac, cap. \i. O messere rinnuo-
va neir animo nostro la tua soUicitudine
ec infiuo a tanto che noi compiamo 1 o-
pera , nella quale siamo vocali.
'^ 'f if VOCATIVO . ferm. de' Gram-
matici, tjuinlo caso dette ''cohiiazioni
ialv. Avveri. 2. L .5. La quinta ..orej
è quella, onde si chiama chicche sia, che
vocativo per questo rispetto so o si ch.a
ma generalmente. /■: 2. 2. 4. U voca ivo
cunmnemente resta senza niun di loro
(de- vuecasi . E 2. 2. 3. -Non ogm voce
di nome T articolo potrà capere ; ma ca-
vasene il vocativo. E appresso = Per vo-
calivi veracemente si fatte voci ne» ope-
ra del sentimento non sarebbon da ripu-
tare (J'I Salvia. Annoi, huon. lane. l.
l O Cecco . Cecco , ec. Questi vocativi
replicati posseggono forza patetica mara-
visliosa , er. (Aj . , .„
VOCATO. Add. da Focare. Lat. "«-
catus. Gr. y'-tHo-im ■ Cron. feti. 4.
Oggi sono di Francesco di Guidalotto ,
voc"ato Rosso cimatore . Ciir((. leti. 36.
Molti sono vocali, e pochi eletti. ^= Frane.
Sacch. noi. 78 Uno che avea nome ec.
del Ricco , vocato Ballerino di ghianda ,
andò ec. (ì'ì
t VOCAZIONE . Movimento interno
mediante il quale Iddio chiama uno ad un
dato genere di vita . Lai. 'vocalio . Gr.
Tlfs'jzXtiii;. Colt. SS. Pad. Dimenticando
le cose da dietro , e stendendomi alle co-
se dinanzi , non seguitando il dÌNtinalo
p;dio della superna vocazione d' Iddio .
Mor. S. Greg. I quali sono eletti alla vo-
cazione di quella eterna pallia. i?i<i»i.
1 Fier. 5. 1. 9- Dirov\i dopo Di lor avve-
nimenti , e vocazioni . * Srgner. Crisi,
instr. 3 24. l3. Ma come faremo noi ,
' dira qui taluno, a conoscere ec. la vera
vocazion della grazia , dalle suggestioni
fallaci dell" inleiesseJ r;
VOCE . .^-'iiono prodotto dall' animale
per f aria ripercossa nel gorguzzule ,
con intenzione di manfeslar qualche af-
fetto. Lai. vox. Gr. 9WV/1'. Bore. noe. 89.
3, Barri dato le corporali forze leggieri, le
voci liacevoli, e i movimenti de'membri
soavi . Dani. Par. 8. E come in voce
voce si discerne Quand' una è ferma , e
r altra va, e riede . fiiit. Purg. 3l. 1.
Sei sono gì" inslrumenti che formano la
voce, cioè lo polmone, ec. E altrove :
Le voci son note delle passioni che son
nel!" animo. Pelr. son. 241. Ti conosco e
•ntendo AH" andare, alla voce, al volto, a
panni. Ar. Fur. 3. 1. Chi mi darà la
voce e le parole Convenienti a si nobil
so—etto! * E 3l. 87. E che facesse udir
tanU metalli, Tanli tamburi, e tanti vu-
rii suoni , Tanti annitrirl in voce di ca.
valli. Tass. Cer. 19. 58. Timpani e cor-
ni e baib.iri metalli, E voci di cammelli
e d" elefanU. (il)
4. if g. 1. Voce , si dice anche del
Suono che hanno le lettere in pronun-
ziandole. Salv. Avveri. 1. 3. 1. 6. La
voce dell' I sottile solamente s esprime
dopo n suono del eh , e del gh schiac-
ciati. (F)
:": § II Per similil. dello di cose
inanimate, «mei. S. Gio. Gris. 235. Al-
la voce delle trombe, e di Salmi gillaro-
no a terra le mura di lerico. Tass. Ger-
8. l5. E gi'a s' odon cantar bellici carmi
Sediziose trombe in fere voci . (D) Car.
Lon-. Sof 48. Contraffece con la sua
sampogna le >oci di tutte le altre sam-
pogne . (Mi ,- t j
\ 111. Voce , per Parola, locabolo.
Dani. Par. i. E forse sua sentenzia e
d' altra guisa'. Che la voce non suona
Bemb. pros. 1. 37. Lasciarono le rime
loro piene di materiali, e grosse voci, fc
2. 78. Onde la voce di necessita ne di-
viene sdrucciolosa.
e IV. loie, per Dello, Sentenza.
Fi^.' rim. 59. Si adempirla la voce del
Profeta.
§ V loce, per loto. Suffragio.
Amet. 8g. Con voce irrevocabde per
sentenzia doniamo 1' onore del nomina-
re la presente citl'a al belligero Marte .
* Frane. Sacch. Leti. 23o. Chi sa me-
glio aescare, e eh. ha più da dare, colui
ha più voci d- esser vero Papa (In quel
tempo v'era lo Scisma di due Papi ■
chi teneva con uno, chi con atiro J.
lìorgh. rese. Fior. 591. Ebbe tre vo-
ci sole, sebbene ninno degli ab" lo pas-
so perchè messer Federigo de Bardi n
ebbe'due, e di tali VI fu, chenebb.ro
'"'lii ^'^cé attiva, e passiva, vaglu^no
Diritto , o Facoltà d' eleggi re, e d es-
I ""^«.'vn. Andar voce , vale Parlarsi .
i;6o
V o c
Esser fama f Pubblicarsi. Lai. voci/erari,
famam esse, Gr. à^y/isìflàai.
* §. Vili, /re (/i voce, vale Andar
per la bocca. ì'nrch. Suoc, 5. I. E du-
bito non aMjìamo a ire in voce di tutto
Firenze per certe Itogue tabane che vi
sono: e chi oHc , poi non disude. (Vj
§. IX. Fssi-r voce. Correr voce, o A'a-
scer voce di checchessia, vagliano Esser-
ne discorso tra la gente . Lat. rumorem
[erre, famam esse. M. V. 10. 55. Corse
voce, che veniva a pitizione del Del6no.
Bemb. Star. '^. 36. Era voce , che il re
Carlo apparecchiava una gros&a armata in
Provenza, /ir. Fttr. i5 65. Non gli può
alcun resistere , ed è voce , Che V uom
gli cerca invan la vita torre.
^ §. X. Esser di gran voce, vale Aver
gran fama . Dani. Par. i8. Spiriti son
beati, che giù, prima Che venissero al ciel,
fur di gran voce » Si che ogni Musa ne
farebbe opima. fV)
§. XI. Aver buona voce, vale Aver
voce sonora, grata; e talvolta Aver gran
voce , 0 voce gagliarda . E Aver mala
voce, vale il contrario.
§. XII. Ai-rr buona, o cattiva voce,
fguratam. vale Essere in buono, o cat-
tivo concetto . Sen. Jien. Earch. 5. 7.
Cosi ha mala voce uno che è mffianu d*
allri , come uno che vende a prezzo il
corpo suo stesso.
# g. XIII. Aver voce di checchessia ,
vale Aver fama. Essere in opinione di
checchessia. Pani. Inf. 33. Clie se 'I Con-
te Ugolino aveva voce D" aver tradita le
delle castella Non dovei tu i 6gUuoi porre
a tal croce. {Pe)
§. XIV. Aver voce in capitolo, o si-
mili, vogliono Poter render partito. Lai.
ins suQ'ragii haticre. l'ir. rim. 68. Ebbe
il Reggente al suo cospetto tutti 1 giudi-
ci , e color che in vicaria (Cosi si dice
là ) voce hanno.
g. XV. Aver voce in capitolo, per me-
taf. si dice dell^ Avere in qualsivoglia ne-
gozio autorità . Cecch. Esali. Cr. 4- 4*
Avete voi, mcsser , voce in capitolo?
§. XVI. .\on aver voce in capitolo,
vale il contrario.
§. XVII. Par la voce, term. musica-
le, vale Pare il tuono.
§. XVIII. Dare voce, o una voce, vale
anche Chiamare . Lai riamare , vacare ,
Gr. KOK^etv. Amet. 29. Con quella vo-
ce, ch'io posso più dare. Divola vi rin-
grazio di tal Iionc . lied. Ins. 35. Darà
voce it Signore a' ptulcrosiiiimi eserciti .
Earch. Ercol. 86. Dare una voce signi-
fica chiamare.
g. XIX. Par voce, vale talora Far cor-
rer fama. Lai. rumorem efficere, famam
alicuius rei facere . Gr. ìo'yov OicsTiJi-
peiv. fìocc. nov. 35. 5. E in Messina tor-
nali , diedcr voce d' averlo per lur biso-
gne mandato in alcun luogo.
^ §. XX. Levar voce, talora vale Par
correr J ama . lìart. As. part. I. lib. 6.
pag. 83. HirorsF alle consuete sue arti ,
e le levar voce nel popolo , chi- si era
veduta in mare una grande armala di
Casligliani. ( l*}
§. XXI. />rtr voce ad alcuno, vale In-
colparlo, Infamarlo. Lai. crimini verte-
re, accu^aix . Gr. Bv aiTt'ot TtOitl^^ctx
Tiva.
§. XXII. Dar buona , o mala voce a
uno, vale Lodarlo, o infamarlo. Lai.
criminari , accusare . Gr . aiT*x9&a» .
Dant. Inf. 7 Dandiilf biasmo a torlo, 0
mala vorc. ì'arch. Ercol. 86. Dare mala
voce (significa ) biasimai r.
§. XXlil. Dar voce definitiva, vale
Dar facoltà dt definire.
%. XXIV. Dare in sulla voce, e Dar
sulla voce, vogliono interromper l'altrui
V 0 c
discorso , Contraddirgli , Farlo chetare.
Lat. alicuius orationem cohibere, Plaut.
Gr. ^.p'X^itt -/io/^lTii Tt»o';, Arist. Earch.
Ercol. 86. Dare io sulla voce ( significa )
sgridare uno, arcincrhc egli taccia. Tac.
Pav. Ann. {^. q5. Eragli dato in sulla vo-
ce. PS II. 137. Per colali azioni Vìpianio
Consolo propose che Claudio si gridasse
Padre del Senato , ec. ; ma egli diede in
sulla voce al Consolo, come troppo adu-
lante . E i^. ì~6. Cesare gli die sulla
voce, dicendo sapere da' libri di suo pa-
dre , che non furiò mai alcuno ad accu-
sare . E l5. 226. Tutti i Padri gli det-
tero in sulla voce , non misurasse 1' oc-
c.isione de' mali pubblici contro agli odii
privati .
§. XXV. Coprire altrui la voce, vale
impedire con suono maggiore , che altri
non sia inteso. Tac. Pav. Ann. II. 1^0
Narciso le cuopriva la voce, sciamando di
Silio e delle nozze.
§. XXVI. Far voce, vale Dire, Par-
lare. Frane. Barb. 87. il. Ancor ti fac-
cio voce , Legan e sciolgon cose quanto
a Dio .
§. XXVII. Alzar la voce , vale Gri-
dale , .Sclamare . Lat. esclamare . Gr.
«vygsKV . lìant. Purg. 20. Ma qui d*
appresso Non aliava la voce altra persona.
Tac. Pav. Ann. l3. 180. Alzano la vo-
ce, niuDo mortale ne in arme, ne in fede
avanzare i Germani. Calai. 62. Non istà
bene alzare la voce a guisa di banditore.
Salv. \pin. I. I. Mj I'u subilo alzala la
voce, ch't-gli eran morti tutti.
* g. XXVIII. Portar le voci, vale
Passeggiar per le voci, 0 tuoni del can-
to . Buon. Tane. I. 4- Poffare il cielo I
com* ella sta in tuono! Come le voci ella
sa ben porlarri (E)
^- g. XXIX. Mettere in voce, vale
Pubblicare , Bandire . Sov . ant. I9. 1.
Li siniscalchi al levare delle tavole ri-
guardaro 1' arieuto; trovaronlo meno: co-
minciaro a metterlo in voce , e a cercare
i cavalieri alla porta- ^^^
g. XXX. Tener la voce , vale Tace-
re . Lat. silere . tacere . Gr. iturtav .
Bocc. nov. 77. 65. Non potendo più la
voce tenere , battendosi a palme comin-
cio a grid.ire.
g- XXXI. Piciamo in modo proverò.:
Foce del popolo, voce d' iddio, o del Si-
gnore j e vale, che Di rado la comune
fama s* inganna . Lat. fama non temrre
.tparcitur. Gr. 0 ^Ó'/O^ oux ì'ixif Oi«-
57:3i£-:T«t. i-'ir. Trin. 2 6. E' $.iri vf-ro
d' avanzo ; voce di popolo , voce del Si-
gnore .
t * §. XXX II. Viva voce, si dice
Quella che ascoltiamo colle nostre orec-
chie da colui che parla , ed e opposto a
Scrittura , a Lettura , o a Sarrazione
altrui. Sveller. l*enit. instr. Introd. Dan-
dosi in Iure (gli avvertimenti) alfine che
dispensati tra quella genie ce. debbano
poi supplire a tempo in difetto di viva
%orc. (P;
S- XXXIll. A voce, o A viva voce,
vale Per acclamazione , Senza partito .
Cr. i). 100. 3. Siccome in colonie sono
nianiiate (le pecchie), e di queste duchi
fanne» alcuni a voce, come un seguito di
trombe .
* g, XXXIV. A voce , vale anche
semplicemente Con parole $ a differenza
di Per iscrittura . Pim. Camp. lib. a.
Tulli riiposoDo a voce , e |>er itcrìltura
fusse lascialo venire. ( P)
« S- XXXV. YoM uso. Cavale. Etpos
Simb. I. l^l. Nepo Cristo a voce d'un'
anrilla (cioè, per le parole), (f)
§. XXXVI. in voce, posto awerbialm.,
vale lo stesso che A ffocra, in parlando.
Lat voce tenus . Ar. Fur. |6. I. Però
V O C
s' io dico e s' ho detto altre volle , E
quando in voce, e quando in vive carte,
eh* un mal sia lieve, un altro acerbo, e
fiero , Date credenza al mio giudicio ve-
ro. ^ Dav. l-'erd eloq. cap. 36. Conve-
niva ec. in voce difendere le accuse ; in
voce, e non io carta, far le fedi pubbli-
che. Cavale. Espos. Sim'». \. 2. Si dice
(il Simbolo) in silenzio dalli religiosi, e
non in voce a Prima e a Compieta ( qui
vale il contrarto di sotto voce). (E)
t g. XXXVII. Ad alta voce, A gran
voce, A tutta voce, o simili, vogliono
Con voce sonora, e che si possa Itene in-
tendere. Lat. darà voce. Petr. cani. 3q.
6. E questo ad alta voce anche richiama
La ragione svijia . Fir. As. 235. Veg-
gendo rh' e* non tornava, lo chiamarono
ad alta vore più volle. Ar. Fur. 2. 62.
In questo erro alle spalle ìl messageie-
ro. Che , aspetta , aspetta , a tutta voce
grida. E 18. l\Z- £ Ferraù , che lor di-
cea a gran voce: Ah, dicea. valentuomini,
ah compagni, Ah fratelli, tenete il loogo
vostro.
g. XXXVIII. Con voce bassa, o basset-
to, o sommessa, o simili, vagliano il con-
trario. Lai. submissa voce. Gr. lì'cu;^»;.
Bocc. nov. 97. 19. La giovane ec. , fa-
cendo suo il piacer del Re , con basta
\oce cosi rispose. Gitid. G. In colai
mudo con voce bassa rispose il predet-
ta Apollo . Maestruit. 2. Sì. Che nel
tempo dell' inlerdcllo possa celebrare, ov-
vero udire r L'firio in voce bauelta. Ar.
Fur. 18. 187. Ma con sommessa voce ,
e appena udita.
g. XXXIX. Sotto voce. i\ SOTTO
BOCE.
^ §. XL. in messa voce , vale Sotta
voce . I il. S. Gir» ^5. E poi dicendo
in mezza voce ec. , diue queste parole:
ce. (l )
§. XLI. Ad una voce, posto awer-
bialm , vale Unitamente , Concordemen-
te. Lat. uno ore. Gr. ouopw'vu;. ì'eA
l'ios. 239. Hcfcc. introd. 52. Ad una vo-
ce lei prima del primo giorno dessero .
E nov. ^l. l5. Quasi ad una voce lutti
si confessarono prigioni, té Segner, Pred.
Pai. Ap. 3. 4* £ lutto ìl popolo ad una
vore rispose, canonìctaodolo: non es ca-
liimni-ìtus nos ec. (TCj
* §. XLII. Pi voce in voce, vale Di
bocca in twcca. i'ranc. Sacch. noi'. I77.
Tantoché di voce in voce il romore giunse
a Poriovenere, 1^ dove la genie lulU co-
mincio a correre. ' E)
# g. XLIII. J'oce, dicono i yferratanti
per lo stesso che Messa; onde Messa dì
voce vale Ciò che sì mette per corpo del-
la compagnia. ( t)
t VOCEtlELLINA . Dim. di Foce.
Lai. vocula. Gr. vbtvi'^iov . Bemv. Celi.
Eit. 3. 378. Mi rispose, menando certe
sue manuize di ragnalelo, eoo una voce-
relliDa di lanaara: ec.
t VOCIACCIA . Peggiorai . di Foce
Benv. Celi f it. 3 ^56. Il dello ribal-
dane con quella sua vociarcia , rhe ei la
sonava per quello suo nasarcio d'asino,
disse re. /: •^7^. SÌ morte uo dito .
minacciautlo nm quella sua vociarcia.
« VOCIAHE. itociare. Fior. it. a32.
V. vrr>o luii vociar furnn sentile. (C)
\OCIFEHANTE Che grida forte.
Lat. iOcifrrnns. Gr. ^otiiai. Cr. Q. 100.
1. I.e pecchie ec. kcarriano da sé i furbi, 1
i{uali uon 1* aiutano, e consumano il me-
le , 1 quali voriteraoli le più |ier»cgai-
laoo .
VllCIFERARE Sparger fama , Dis-
seminare voce. Lai. vociferari. Cr. ^o£t
Tac. Pav. Ann. l3. l6a. Vociferando il
popolo , che a Nerone uscito appena dì
pupillo, e fallo iristameole Imperadore ,
V o e
si dovca aolcporrc Silano , d' eia grave ,
ce. Cuicc. Stor. 2. Gii era fumi ec. , e
si cominciava a vociferare della persona
di Cesare .
* VOCIFERATO. j4iÌ(1. da J'ocifera-
re. Dat. Disf. Cacc. pag^ 26. Però erano
venuti d* essi , perrhè sì venisse a quat-
rhtf conctusioDe per la tanla vociferala
conlentione- (/>)
VOCIFERAZIONE. Il vociferare. Fa
ma, Lat. fama. Or. ^ri^r,. Cuicc. Stor.
1. Era vociferasiuuu per tulio V esercito,
che ec.
VOCINA. J'oce piccola . Lat. vocu/a ,
i'O.i" par\-a. Gr. pwvi'^iov. lii'd. Cons. 1.
a3l Lucio QuÌqeìo Curiunc ec. se ne sla-
va in Ietto aminulalo, e faceva una certa
vocina languida , e iremoldnle.
* VOCINO. Dim. di 1 ocej ma detto
più per vezzi , e diventato mascolino ,
come Bocchino, Pinguino. (A)
* VOCIOLI.VA . IHm. di T'ocina .
J^oce piccola t sottilissima . lienv. Celi.
T'it. 2. 3a5. Questo omicciuolo ec. con una
vociolina di zanzara ec. mi fé condurre a
casa sassi, rena. (C)
* VOCIOAACCIO. Peggiorat. di Vo-
cìone. Corsiti. Torracch. 12. 109. Quan-
do alla fio Vdlertan Bectiani , Che avea
come di tuono un \ocioaaccio, A capo
andò ec. flì)
* VOCIO. NE. Jccrvscit. di l'occ. Red.
Cons. a32- Cominciò a cicalare, che pa-
reva una putta, con un certo profondissi
mo vocione , che ec. {•)
•f s"^ VOCITAKE. r. A. Chiamare a
nome , Nominare . Sannaz. Arcad. egl.
12. Talor veggio venir frisoni e morule
Ad un mio rusignuol (così legge la cor-
rettissima ediz. del Cornino IJ33 a pag.
124) *^^*^ stride e vocila. (A)
VOCOLEZZA . / . A Cechità . Lat.
ccrcitas . Gr. Tuyior»]? . Sen. Pisi. Se
vocolcua e mala cosa , 1* esser vocolo è
mala cosa. E appresso: Sappi che que-
sta follia , e questa vocolezza , eh' elP è
soppravvenuta a tutte manieic di gente
sorpresa .
f VDCOLO. r. A. Cieco. Lat. c«-
CiiS , ocitlis raptus. Gr. TUjio'^ . Fsp.
' Pat' yost. 66. Appella i poveri, e fielto-
li« e Tocoli , e alfialli , e zoppi. E 90.
In tale stalo son concepuli sovente gli
attratti , e zoppi , e vocoli , e malati. Jhy.
Pac. Se il votolo il vocolo condure , e si
mette a menarlo, amljedue caggìono uel-
la fossa. TV*. Br. 7. 12. Quegli che non
sa ne l>cnc ne male , lia il suo cuor vo-
colo, e non vedente; egli non può con-
sigliar he se ne altrui : (.he se un vocolo
TUol guidare un altro » certo egli cade
nella fossa innanzi , e 1' altro dopo lui .
Vit- fìiirl. (j. Egli avvenne un giorno ,
siccome Giusafla andava a sollazzare , sì
incontrò due uomini : V uno era vocolo ,
e V altro era malato. E !\Q. Folle, e vo-
colo, come e ciò, che tu nou puoi niu-
Da ragione intendere?
* VODO. / . ./. Add. loto; per lo
scambio del T nel D, frequente nella no-
stra lingua . Dani. liim. x'"^ Kè delle
colpe solverà il nodo, Chi del prossimo
suo brama la moglie , Perchè sarebbe di
carila vodo. iC)
VOGA. Il vogare. Corso, Viaggio, e
più propriamente per mare. Lat. iter.
Gr. òòomopìv.. Bui. Inf. 26. 2. Confor-
tali, ch'io ebbi li compagni; pigliammo
voga inverso \' occaso . l'oliz. si. 2. 17.
Come al G»rhiar del cornilo sfrenella La
nuda ciurma , e i remi mctle in voga .
# Selltn. Pi-ic. I. 2l5. Ma che farem
noi di que' soldati in battaglia, di quelle
ciurme alta voga, dì quei musici alla bat-
tuta? (C)
§. I Voga , fìguratam. per Impeto ,
Vocabolario T. Il,
V O G
Ardore . Menz. sat. 1 1 . Tu , che dietro
a Lucilio e a Giovenale Prendi arrabbia-
ta ìrrefrenabil vuga. Salvin. Disc. i. 87.
Essendosi uno con maturità , e con sen-
no , non con precipitata voga, o ardente
impelo, fatto animo, possa con più faci-
lità reggersi, e manlencrsi.
§. II. Essere in voga , vale Esser in
uso , E.tser comunemente seguitato , o
approvato. Snlvin. Disc. I. I02. I mo-
derni dell' aristotelica ( lìlosofia) utilmen-
te si servirono, la quale in questi ultimi
tempi ec. a* Latini tramandata dagli Ara-
bi, era in voga. ^ Ces. Antid. .'i^. Certo
oggidì il parlare infranciosalo che era già
in voga, è rifiutalo come baibarie. (C)
'■•' §. Ii[. A voga, posto avverbialm.
vale ì-'ogando. Per forza di remi. Part.
As. I. 2. 81. Venendo a voga, a vela,
e a corrente , e non [lolcudo tenersi , le
prime urtarono in queste , e le seguenti
in esse. ( P)
* VOGANTE. Che vogai ed usasi an-
che inforza di siist. Salvin. Odiss. Nave
io non posseggo, ne voganti. /:." Opp. Cacc,
Due navi ec. incontro ec, Dal buon ven-
to atTrellate e dai voganti. (A) E Encid.
Ith. 3. Sorgon navali in varia gara grida.
I voganti confortano che a Creta, Ed a'
bisavi nostri si ne andiamo. (Fj
VOGARE. Pemare , Remigare. Lat.
rcmii^arc . Gr. ipi'jtsi'.-i . Pocc. nov. 17.
'(I. Non vogando, ma volando, quasi in
sul dì del seguente giorno ad Egina per-
vennero. Frane. Parh. 262. 8- Ma puoi
ben cominciare Con lì remi a vogare .
Nov. ant. 3o. 2- Lo villano cominciò a
passale con una beibìce, e cominciò a vo-
gare : lo fiume era largo: voga, e passa.
Pani. Cane. l63. La natura è strumento
dell' arte, siccome vogare con remo, dove
1' arte fa suo strumento della impulsione,
che è naturale moto. Red. Ditir. 39 Su,
voghiamo, .Navighiamo, Navighiamo ìn6no
a Brindisi. ♦ Car. En. 5. 3o.^. E via vo
gando , ed invocando i venti, Fende la chi-
na , ed air aperto il mare, (li)
V §. \. E in signi fic. att. Car. Long.
Sof rag. 2. Corredata una lor barchetta
di tulle cose dilettevoli e necessarie , e
facendola ai lor prc.pri remi vogare, se n'
andavano costeggiando. (FP)
^ g. IL I ogare , per similil. dicesi
degli Uccelli , quando in andando batton
l' ali . Salvia. Disc. 2. 21. Omero vo- j
lendo al vivo rappresentare ( la celerità
del pensiero J, l" unì con quella dell'ala, i
che di remo insieme e di vela, serve agli
uccelli , ì quali ora prendendo l' aria , e
dal vento lasciandosi Iraporlare, veleggia- |
no; ora le [lennc battendo, vogan per quel-
la. (Cj
^1 VOGATA. Il vogarej Remata. Tor-
rie. Lez. 116. Immaginiamoci una ga
lera che comincia a muoversi : se quan-
do la ciurma da la seconda vogata, ec. E
117. Velocita maggiore di quella che gli
conferì la prima vogala, (fi)
t VOr.ATOlìE. J'erbal. masc. Che,
0 Chi voga. Lat. reniigans , remcx. Gr.
ìpiry,; . l it. Bari. ^(^. Quando uno le-
gno è caricato dì genti in mare, se Puno
dei vogatori va cattivamente, e' non nuoce
guari al legno; e se il legno è in alcuno
pericolo, e* nou puotc leggiermente scam-
pare per uno buono \ogatore. Pac. Vav.
Stor. ^. 33i^. Nelle navi ancoi a eian tra-
diti, parie de' vogatori Baiavi impedivano
gli uficit de' marinali , e de' soldati quasi
per non sapere. •'* Salvin. Odiss. (\. S\i\-
Nè tciinine Alcuno puoi trovare , e ti si
scema II cuore de' compagni vogali>rì. (B)
't * VOGAVANTI. yVr/7/. (/( Ma-
rineria . Il rematore che voga ne' pri-
mi banchi verso poppa j e siccome allo
stesso remo, vogano più rematori nelle
V O G
1761
galee, così, secondo Pantera, per voga-
vanti s' intendono anche quelli che sono
i primi al banco appresso alla corsia, e
maneggiano il girone del renio . Malm.
12. 16. Questo infelice Ìj il povero Bian-
cone, Che tra quei pochi lì della sua schie-
ra, Che restan vivi, è fallo anch' ei pri-
gione , Per esser vogavanti di galera. (A)
« VOGGOLO. Puotolo. Pellin. Disc.
I. 2:^3. Sapete voi che sono i muscoli
grossi voggolì di tele nostrali ridotti in
quella forma, non perchè non sìan tele,
ma perchè elle si possano adattare a quel
piccolo spazio. I'' 255. Pigliaj^do per mu-
scolo non ogni filelio di ripieno col suo
ordito, ma gli interi voggoli, e gli interi
ruotoli ec. (E)
VOGLIA. Il volere , Desiderio, Vo-
lontà, Appetito, Brama. Lai. voluntas ^
cupiditas . Gr. j3oJ)./i^t; . Pant. Inf. 9.
Peicbè ricalcitrate a quella voglia, A cui
nou puole '1 6n mai esser mozzo? A" Par.
I. Colpa, e vergogna delle umane voglie.
E 3. Anzi è formale ad esso beato esse
Tenersi dentro alla divina \ogIia Perch'
una fansi nostre voghe stesse. PI i5. Per
darmi voglia Ch* io le pregassi , a tacer
fur concorde? Petr. son. 222. E se mia
voglia in ciò fosse compita ec. Ancor m'
avria Ira'suci be'colli tòschi Sorga. Pocc.
nov. 83. 8. Ella se ne polr'a ben prima
morir di voglia . E num . 9. Avevafa si.
gran voglia di rìdere , che scoppiavano .
/. «oc. 92. 7. L* aldiate , che maggior
fame av èva , che voglia di motteggiare
ec. , si mangiò il pane . ',' l'etr. Uom.
ili. 280- I Fiorentini , per ciueslo mol-
to adiratisi, contr' a' Pratesi coli' eser-
cito andando, presso a Prato si fermaro!«o.
E quivi alquanto stati, i Pratesi vennono
nelle voglie (cioè, cedettero, sì resero)
del Cardinale , e del popolo 6orcnlino .
Ciiift. leti. i4- 4^' Mostro Signore in
della sua salute ( cioè , ne' suoi saluti )
non pors" altro già che pace, e finalmente
ìu ultima voglia sua (cioè, nell' ultima sua
volontà^ ai;li suoi pace lasciò in eredità.
Boì'gh. Tose. 342. Troppo bassa voglia
sarci)be, voler perdere il tempo in sì fatte
ciance . Segner. ^Pinn. OlU 3. 5- Essi
tra i loro mali si trovano contra voglia. (V)
%. I. foglia, per Disposizione d' ani-
mo, e di corpo. Bocc. /lov. 88. II. Bion-
dello, che conosceva, che contro a Ciacco
egli poteva più aver mala voglia che o-
pera , pregò Iddio della pace sua. Nov.
ant. 38- 3. TrovoUi nelle Ietta , e coo-
fortulli , e dimaodolli di lor mala voglia.
* Amm. Ant. 6. 2. IO. Truovasi di
Sociale che fu di tanta temperanza, che
per questa cagione quasi tutto 'l tempo del-
la vita sua non sì senti mala voglia. (C)
Lasc. Spir. 3. 1. Slato anche un buon
pezzo in camera del mio fra- "Bonaventu-
ra , il quale si sente un pò* di mala vo-
glia . Car. leti. 1. 2. M. Matlio mi dice
che voi stale in cagnesco seco: di grazia,
avvisatemi la cagione, perchè ne .ita di
mala voglia .
g. II. Morirsi di voglia , vale .Per
grandissint'i voglia , Bramare eccessiva-
mente. Lai- desiderio eniori . Gr. TTS^rov
i^Xliv Oitvo'v. L'ern. Ori. I. 4- 52. Che
si moriva di voglia , e di frega , ('he il
buon Rinaldo gli desse il mal anno.
§. III. Sputar la voglia, si dice fìgu-
ratam. di Chi sia costretto a dimettere
il desiderio di alcuna cosa per impossi-
bilità di conseguirla. Lai. cupiditati re-
mi ttere . Gr. à~OTcir-:i)i-v.i '.ò itzi^m-
txiw. . Malm. 2. \2. In quanto a sposa,
ornai questo è ascolto; S* ei toccò terra,
ancor la voglia sputi.
g. IV yìppiccar le voglie all'arpione,
o .fimili. r. APPlCCAliE, §. XXII., e
ARPIONF , g. II.
221
1763
V O G
g. V. Di i^Ofitia , 0 Di buona vagita ,
p(Hii a^'^erhialm., vogliono liramosamen.'
te , Volentieri. Lai. cupide. Gr. e:Ti3u-
/x/ìTi'tiMi - lìocc. noe. 12. 12. Ed egli
questo, seoza più inviti aspettare, di vo-
glia lece. G. V. 12. 107. 4- Di buona
voglia fece i sopraddetti tre degli amba-
sctadori cavalieri di sua maoo.
\ !r g. VI. Schiavi di buona voglia, di-
const Coloro che si sono resi schiavi
spontaneamente. Segner. Mann. Sett. i3.
3. Ma vi rimangoDO ( sotto il poter del
demonio) perei»' e»iÌ sciuccamcote vi vo-
gliono rimunero, con l'arda schi;ni i più
vili clic mai si truovino , qu^Ii sono gli
schiavi cliumali di Luuoa voglia. (f'J
^■. VII. C/na voglianoti e mai cara j
rietto provcrh. che vale , Che non pare
grave ciò che si spende per soddisfare il
proprio volere.
g. Vili. Voglia, diciamo anche a Quel-
la macchia, o altro segno esteriore nato
all' uomo ili qualche parte del corpo , e
che da alcuni si crede nascere da sover-
ckio appetito della madre nella gravi'
danza, di quel cibo, 0 bevanda, che da
quella macchia si rappresenta. Lai. stig-
ma. Gr. OTi'y//.K • ^mbr. CoJ. 5. 8- In
suir omero Sinistro una voglia di corbet-
xoU . Cecch. Spir. 5. 5. E* mi torna a
memoria, che Euseliio, 0 Atdubrando ha
suU.1 'sp<ilU qui Una voglia d^ un fungo.
^ Imperf. Atiat. U\. Quelle macchie le
'|uali vuglic s' appellano , avetele voi per
superficiali nella cuticola, o sì veramente
per impresse nella cute T (F)
~ VOGLIEME. /'. y1. Che vuole.
Ldt. v'o/f/ii.Gr.,5;3UÌQ/ievo5. Seal. Claustr.
^23. Perchè egli, non iscaltrito in guar-
darseoc « non vedesse quello , che poscia
non voglit-nte desiderasse.
VOGLIENZA. /'. A. Volontà. Lat.
volunfas. Gr. js'Àij^a. I<im, ant. Dani.
Maittn. 79. l'oi lo plajjcr di voi, e la vo-
glienza E sul voler mia vita consumare .
E 84" Kon mi doglio eo, s' amore, Don-
na , di gran valenia Mi die core , e vo-
(;Ucoza Di gir voi disiando
t * VOGHEHE. /'. A. Volgere,
film. ant. Panuccio del Bagno i. 384-
Perchè di rota ha M mondo simigliane ,
Che oun posaoza ha mai, ma va voglien-
do (Vj
* VOGLIERELLA . Dim. di Vogliaj
Piccola voglia. lied. Lttt. Con tanti vaa-
tacgi ella ci potrà cavare qualche voglie-
rclla nel fare esperieiite. (A)
* VOGLIETTA. Dim.di Vogliaj Vo-
gltutza. (A)
VOGLIEVOLE. Add. Che ha voglia.
Che appetisce . Lai. cupidus . Gr. cst-
'Jìjp.Tt'if-o'i ■ Varch . Lez. 4o3- Questo
.imore ai chiiimn carnali-, e lascivu, cumc
nato nella parte vuglievole, per ilisideriu
rli godere rorporatmt.-nle la bclleiia cor-
porale. ^ Itemb. Asol. 3. 197. La ragione
guida il senso , il (piali- dal caldo della
voglievole giuvanexia portalo nnn l'ascol-
ta; qua e \\, dove esso vuole, scapestra
lanienlf traboccando (Hi
"t * VOGLIOLINA. ìhm. di Voglia^
Vogltetta, Vogliiizta. Salvia. JJuon. Fier.
4. 3. 1. /''anciiilli vogliosi, che hanno del-
le voglioliuc, dello piccole voglie. (A;
VOGLIOLOSAMENTE. Avverb. Vo-
gliolosamente. Lat. cupide, percuptde. Gr.
tTtlijflfìTif.óti. IJorgh. Arm.g2. Vuglio-
lusamentc ai ritornarono all' arme de'Ioro
.inticliì . /:' tese. Vwr. 573. Cume \o-
gliolosamciitc io questa nostra parte ab-
bendante di nobiltà, e d'animi gcuerost,
1- grandi fusi^c ricevuta-
VOGLIOLOSO, Add. Voglioso, Che
ha voglie L.tt. cupidus. Gr. C7rtàk//Ar;ri*
*dy. Cecch. Mogi. pr. Quasi che questa
nostri ( Anti pur \ostra) sia cosi impor*
V 0 G
tuoa E vogliolosa, come quella che Ave-
te a casa. Cant. Cam. lo5. Pur se ci è
duuna alcuna vogliolosa. In man prirremle
lavorìo assai. Tac. Uav. Stor. l. 253. La
moglie , Vogliolosa di vedere come atessc
il campo, ec.
VOGLIOSAMENTE. Awerh. Volon-
terosamente , Con bramosia. Volentieri.
Lat. aiidacter, alacriter. Gr. TipoàSp-^i-
M. V. 8. 76. QucUi della compagna, 1 he
erano vogliosamente avanti passati, alTrel-
tarono di tornare alla scbivra . E 9. 32.
Gli Ungheri vogliosamenlc i abboccarono
con loro, e dopu lunga battaglia gli rup-
pono. Hemb. A.iol. 2. I18. Sono per le
mobili acque nel loro tempo i peitci ma-
schi seguitati dalie bramose fcmine , ed
essi loro si concedono vogliusamente-
VOGLIOSISSIMO. Superi, di Voglio-
so . /Jorgh . Orig. Fir. 255. Non avca
capo , ed era vogliosissima di cose nuo-
ve.
VOGLIOSO. Atid. bramoso. Deside-
roso. Lat. cupidus, avidus. Gr. Emàu^»;-
Tt/o'; . Lib. Dicer, Se Cesare era impri-
ma beo voglioso di voler la battaglia, ec.
Dant. Purg. i!^. Lo dir dell' una, e del-
l' altra la vista Mi fo voglioso di saper lor
nomi .
g. Per Volonteroso. Lat. alacer , au-
dens. Gr. -^tpÒTJ^p-oi . M. V. 8. 4'- *^''
Uogherì ardili e vogliosi gli seguitarono.
A cap. 62. Essendo di natura sdegnos.i e
altiera, e di voglioso consiglio, ce. Jìemb
Asol. 2. 118. Seguonsi per le nascoodc-
voli selve e per le loro dimore le vogliose
fiere sinnlnienle.
VOGLIUZZA . Dim. ih Voglia. Fir.
Trin. Inasta eh' io credo a cento per die-
ci, eh' ella sì voglia cavare qualche vo-
gliuna con esso voi.
VOI . Plurale del pronome Tu . Lai
vos . Gr. jae"; . Peir. .ton. 1. Voi, eh'
ascoltate in rime sparse i! suono . ìS'ov.
ant. 45. I. l'erchc battete voi cotestoro ?
Hispondeaoo li maestri : per li falli tuoi.
E que' dicea : perchè non baitele voi me,
che mia è la colpaT Dant. Par. 2. O voi ,
che siete 10 piccioletla barca ec, Torna-
te a riveder li vostri liti. A'occ. Conci, l.
Brievemente ad alcune rosette , le quali
forse alcuna di voi , o altri potrebbe dire
ec, di rispondere intendo.
§. |. Voi , talora per A voi , col se-
gno del terzo caso sottinteso . t^etr.
son. io3. E son già roco. Donna, uicrcè
chiamando, e voi non cale. Dant. Par.
4. Non k V aQcxion mia tanto profouda ,
Che baiati a render voi grada per grazia.
* §- II. Di voi, talora vale Vostro,
maniera comune anche a' Greci . /ìovc.
g. 9. n. 3. Senta alcuna noia o fatica di
voi. (f) Dant. Inf. 16 L* ovrc di voi
(vostre), e gli onorati nomi Con aflczion
ritrassi ed ascoltai. Sig- Viagg. lOl. Ciò
eh* io vi dico per cliiaicua di voi. Alam.
Colt lifi. 3. Che al nostro faticar larga
mercede Itcnde in uomo di voi. (Jirj
§. III. Voi, talora si trova riferito
per onoranza ad una persona soia. Pocc.
nov- 17. 26 Signur mio, se a voi aggra-
da, voi potete Btl una ora a voi far gran-
tlissimo oooic, ed a me, chi- po%ero sono
per voi , grande utilità ■ ^ tìmel. Orig.
386. O buon Gesù , come ai levu tosto
Maria , o rome tosto vrone , 0 coni' cita
Sidea, ti si gitto a' piedi, quando ella udì
che VOI radilumandavate. ^C'/-'^ Dant. Par.
l6. Dal VOI che prima lloma sotrcfie ce.
Hicomiociaron le parole mie. (Pj
t "^ §. IV. Cosa da dirle Voi, diCtsi
di Co fa grande. Mia, eccellente nel suo
genere. Allegr. 317. Vi grllo tu ec. una
luceruata d'olio trillo . il quale spargen-
dosi, e pigliando la polvere , foco appari*
re ec una mncrliia d.i dille voi (Vj
V O I
g. V. Dar di voi , 0 Del VOI. f . DARE
DI VOI.
%. VI. lui , per Voi, si Ugge talora
forse per la rima. Dant. Inf 5- Di quel
eh* udire e che parlar ti piace , Noi uds-
remo e parleremo a vui .
# g. VII. h fuori di rima, amm4 tn
prosa. Fior. it. 44 ^^ ^^ peccalo OOD-
tr^ Dio , e ronlra vui. (C)
'r VOLADOKE. Lo sUsso che Vola-
tore, come Servidore e Servitore, ec. 2V
sorett. Pr. cap. 3. 19. E vidi turba ma-
gna Di diversi mimali ec. , E pesci a
grandi schiere , E di tutte maniere Ca-
relli voladori , ec. f/t)
* VOLAGIO. V. A. Add. VolubiU.
Sen. PisL 42. r ti diisi eh* egli era io-
coslanU- e vulagio , e che tu ool tenevi
per r o[>re , ma per una penna; aoti fu
piuma la quale ti lascio e fuggì. f^C>
VOLAMENTO. H volare. Lat. vola-
tus, velatura. Gr. TTT»?/*»» TTTifsti. /«f-
Fsop. L' abitazione dell* allo albero, e di-
lettevole volamento , e conversaaioo dell*
aria, non abbia tanto a vile il mio covac-
ciolo, e lo conversar della terra, che pren-
di ardire di mortalmente oQeodermi. But.
Nel qual volamento afiogo il 6gliuolo I-
caro in mare.
"r VOLANDA . Friscello Sagg. Btm.
l32. Quivi era grasso d* oca Gran quan-
tità che giova A infarinar con l'uova Un
moggio di volanda, Che basto a randa a
randa. fCj
^ VOLANDA . Quella parU gtre%-oÌe
della macchina che per mezzo di denti
mette in moto i pistoni per fabbricar la
polvere da guerra . Gal. Meni. lett. 2.
35l. E (osi son sicuro, che succederà V
efl'ello, quando la volanda de' quattro pi-
stoni sia fatta colla debita proporaionc ,
rispetlo air uso suo , che t di moderare
gli vuoti de' denti dell' asse io quella dei
f listoni, sicché meno ne vengano offese le
• raccia d'I mo«cnte. ( Pe)
<■ VOLANDOLA. Voiaadolino. Varch.
Icz. Dant. 3. 94* ^* ""^ * ^^^ '^^^^ "
giri il cervello (non si dice) volandola,
girandola, girandolino, girella, girellaioT (C)
* \OLANDOLINO. DiCfJi (// /Vrjojw
di poca levatura e costanza . Lasc rtm.
2- 345 Moslroti colle lue e colle mie ra-
gioni che lu se' un volandolino, e che (n
non sai tu stesso quel che tu ti grac-
chi. (C)
VOLANTE ■ Che vola . LaL volasu .
Gr. t'rrruucvo;. Amet. ti. Ninno ingan-
no a ritenere i volanti uccelli si può fa-
re, che io non l'abbia già Catto, e fare
Io sappia. F b8. Il sagace Mercurio colla
sua ^c^ga, e col capi>ello, e colle volanti
ali. Petr. cap. 4- Srguimmo il suon del-
le purpuree penne De* volanti corsier y*t
mdle lu>se . /'«»rt(. Par. 3l. Né lo 'nter-
porsi tra *1 disopra e '1 601 e Di tanta
plrniiudine wilaalc Impediva la vi»iael<i
splendore. Alam. Colt. 5. l32. Del »*•
ero (unte. Che 'I %oUolc coi »irr legnò
lol piede, Ninfp cortesi, re. Ar Fur. 23.
16. Salito Aslolto sul deitrier «vlanle. Lo
la muoter per 1' aria lento lento-
# g I. r" in forza di snst. pc ì'eU-
tilr. Animai che vola. Cor, En. 3. 588.
Incili • sur, Cui non son degli Dei le menti
occulte. Che Febo spiri . e *1 trìpode e gli
allori Del suo tempio dispensi, e delle
«Ielle E de' vuUnli ogni secreto intendi;
Danne ce. (Pj
%. 11. per I oliibilt. Instabile. L>t m-
ttabilis . Gr. oTeTVTO; . O. I. 9. il. 3
Erano più mobili e volanti, che *! detto
pa
>> g. III. Compagnia volante, dicono 1
Militari (Jn piccolo corpo d' uomini che
I sta alla campagna per far qualche scor-
reria sutrtnifHi'-o, o per osservarlo. Bar:
V 0 L
yu. Bellarm. hi: 2. cap. l. In un le-
•no quale allora si IrovaTa cssor la Fian-
ina, tulio in bolliraeolo di gucria , e ce.
i.ien .r Ugonolti in arme, e in compagnie
volami niun andar olire riusciva scoia
pericolo ad un Legato. (CI')
» §. IV. ./ sigillo tolanic , dicest
Jtlle lellere che hanno il sigillo solamen-
K sulla piegtilura esltriore, per cui al-
tri può leggerle a suo talento . Maga ■
lett.scieal u;. (len. 1734) Al quale
ho già risoluto di mandar questa lettera
a «igillo volante con ordine di venire a
leggervela in camera. (CJ
t * VOLASTE . Piccolo pezzetto rfi
sughero, legno, 0 simile, fasciato di pelle
con parecchi liucht intorno , m Cui si
mettono delle penne affnche percosso col-
la racchetta si sostenga in aria, e sen-e
per fare un giuoco detto parimenti / 0-
lante. Red. Cons. l. l58. Questo eser-
ci«o lo reiterasse il giorno passeggiando
per casa, o trattenendosi a giocare al truc-
co, o al volante , o andando fuori di casa
a pigliar aria. (*)
f VOLAF.E. Il trascorrer per l aria,
che fanno gli uccelli , e altri animali a-
lati. Lai. filare. Gr. 'TiTaoSai . Bocc.
noi: io. 6. Avendo veduto molte volte
il falcone di Federigo volare ec. , forte
disiderava d'averlo. E nei'- 99- M. Fatto
venire i suoi falconi, ad un guaiio vicin
gli mcuó , e mostrò loro come essi vo-
lassero. Cas. leti. 67. Ti prego che lu
impari a star saldo nelle buone operazio-
ui e delibcraiiooi ; e quando ti nascono
quelle farfallctlc nel capo cosi all'improv-
viso, che tu le lasci volar via (qui figu-
ratani.).
§. I. Per stmitit. vale Andare, 0 Pas-
sare con gran velocità. Lat. volare. Gr.
U^TEsaai ■ JBocc. nov. 17. 4i- ^'°° ''°'
gando, mi volaudo, quasi in sul di del se-
guente giorno ad Egina pervennero. Petr. ,
can:. 7. 3. Ma perchè vola il tempo , e
fuggon gli anni, ec. DanC. Par. 2. E forse
in tanto, in quanto un quadrel posa , E
vola, e dalla noce si dischiava. Giunto mi
vidi ec. Cuid. C. Va fante, quasi volando,
con romorosi rapportamenli assalìo gli o-
recchi di Menelao, t' altrove: Peicisse
Menelao si , che egli il fece volar da ca-
vallo. Seid. Stcr. 4. l52. Monto a caval-
lo , e senta pur salutar 1' ospite , se ne
andò suhilo volando al Re di Camliaia .
* Ctiicc. Slor. 3. 25. Niuna cosa vola
più che la occasione. (L)
§. II. ; alare in aria, vale talora Seni:-
mre, 0 Essere scaglialo in aria.
g III. .^icr il cervel che voli, si dice
.teli' Aver la mente leggiera, e^volubile.
L*. lei:is seatenlia esse. Gr. «vai a^i-
?«"•'■ >. ■ .
i- g. IV. Talora si piglia in buona
parte , e vale Aver elevazione e vivacità
d'insegno poetico. Mcn:. poel. Uh. 1.
Purché all' oscuril'a mentre t' involi Non
dia nello smaccato che dimostra Cervel che
non si scaldi , e che non voli. (P)
* €. V. / oMre per bocca d' alcuno ,
vale Esserne lodato, ceUhralc , nomina-
to. Sannaz.. .Ircad. Egl. 5. In ogni sta-
gione , Quasi uova colomba , Per bocche
de' pastor volando andrai. ( C)
VOL.IRE. Nome. loto. Lai. volatus.
Gr. ■X-'.'.^i- Coli. SS. Pad. È srgnificalo
per siMilitudiiic dell' aguglia, la quale,
poich' è aliala per altissimo volare sopra
r alletta ile' nuvoli , ec.
g Per timilit vale JIolo, 0 Corso ve-
locissimo. Tu. Br. 2. 41. la Luna, che
gli è di sono , va per li dodici segni in
»7 di e 18 ore, e la lena parte d un
ora; ma il suo volare fa ella tanto, eh ella
appare in ve molto di , e scile ore e metta,
e quinti parte d' un' ora
V O L
VOLATA. Verbale. Il volare. Lai. vo-
latus. Gr. TTÀJ'i- Declam. Quintil. C.
Queste pene occupino più gravi tormen-
ti a quegli d' Inferno, come la volata del-
l' avoltoio.
g I Vi volata, dicesi del Tirare con
arme da fuoco senza prender di mira al-
cun bersaglio. Cai. Sist. 119. Tirandosi
con una colubrina una palla di volala vei^o
Levante . £ 161 . Facendo principio dai
tiri di volata , fatti col medesimo petto ,
polvere e palla.
#8 II. Di volata, vale anche In un
attimo'. Pi volo, nellin. Disc. 1. 3o. Co-
me se ec. i sassi scagliati fossero quelle
palle fatali, che colpiscono e uccidono di
volala. (Cj ....
* §. III. Volata. Term. de' .Musici.
Progressione di note fatta dal cantante
con somma velocità, (-■ij
VOLATICA . ^tsprezza della cui: ,
cagionata da bollicine secche, e accompa-
■rnnta con mollo pizzicore J Empeliggme.
lai. impetigo. Gr. ìtr^rii. Lib. ciir ma-
lati. Senevaglionoa polfiguarire delle vo-
latiche nelle mani. Tralt. segr. cos. dona.
Le donne comunemente hanno in odio le
volatiche. Lib.son. 36. Loggia di merda,
ricorso di natiche , Che succiar posto la
quelle volatiche.
* VOLATICO . .IM. Tolatile . Lat.
'OÌalilis. Pros. Fior. part. \. voi. i-
pag. 127. Vanno cacciando queste due
sorte di pesce una specie di pesci vola-
tici , che sono in effetto muggini con l
ali. r'V'.i'; Scgner. Fred. io. 2. Allorafia-
lendo al cielo per l' aria) intenderete che
volean dire quelle esalazioni focose, che sot-
to nome di comete atleirivano 1 principi,
quei fuochi patti , quc' dragoni volatici ,
quelle stelle precipitanti. (C)
:? VOLATILE. Sust. Animai volante.
Cavale. Piingil. Il5. Puossi ancora asso-
migliare alla mosca, la quale e volaUle vJe
e molesto , lo quale comunemente corre a
cose corrotte, ec. (I )
V0L\T1LE. Add Atto a .■o/<i/T. Lai.
volai.:, s. Gr. TTTr.vj; . Pallad. cap. 23.
/;/. Come d' intorno alla corte si facciano
luochi d' animali volatili . Cr. 9. 82. 1.
Compiuto il trattato degli animali quadru-
. . * . . 1- ....,11: At Hiio nipili _
V 0 L
i;63
pedi e de' pesci , di quelli di due pi.
e di tulli altri volatili i: da dire . iVor.
S Creg. Per rispetto degli altri ammali
volatili . Cavale. Fruii, ling. La mosca
è volatile , e vile , e immonda , e molto
inquieta . , . f
f ;> g. 1. Efguralam. per Leggiero, In-
costante . Bocc. Leti Pr. SS Ap. 317.
S' io fossi cosi volatile che la terza volla
chiamato io tornassi , a niun dubbio sa-
rebbe di me argomento di leggeretta cer-
tissimo. (Br) , , ni ■
*t * §■ !■• Eclatile. Term. de 1 lii-
mici. Opposto a Fissoj e dicesi di Quel-
le parli più fine ''"' "'T' ' «^''^ ''/'"'"
r'.lticc in i.tlato aeriforme; Sai volatile,
4lcali volatile. lied. Cons. Medicameoto
profittevole per attutire il vaporoso ril.o -
limenlo dogli umori, e per tenere egua -
mente unite le loro parti volatiU con le
fisse. (A) Belila. Disc. 1. 63. Parve lo-
ro di doverla giudicare sottile, agile, pe-
netrarne, volatile come lo spirilo del vino
ed alni simiglianU corpi, che noi chiamia-
mo spiriti e traspiranti. fO
•|S? VOLATILITÀ'. Term. de' Chi-
mici . L'esser volatile, 0 Alto ad essrr
volatilizzato. Cocch. Vii. Piti- p^?. 32.
( rea. 1744 ) Accorgendosi ec. della loro
minore salubrit'a dalla loro più forte e più
ferina csalaiione, che nelle scuole moder-
ne vuol dire maggiore volalilil'a oleosa e
salina. fA)
•f * VOLATILIZZARE . indurre a
\ volalililà i mislifssi. Segncr. Incr 1.
7. 6. Assottigliato vie più, e quasi vo-
laliliitato che questo siasi ( il chilo ) ,
ec. (A) „
* VOLATILIZZAZIONE. Term. di'
Chimici . Il ridurre a volatililà i misti
fissi, (.'lì , , ,_,
'SVGLATINA. Dita, di l alata ■ (B)
VOLATIO. V. A. Uccellame. C. V.
IO. 196. 3. Ogni carne e pesce si ven-
desse a peso, e ogni volalio a certo pregio
convenevole .
:? VOLATIO. Add- /.FUOCO, §.
XV. (C)
VOLATO. Susi. Il volare. Mola ve-
locissinio per l'aere. Lai. valalus, vala-
lura . Gr. aTJjlt? , n-r.u.-.^ . Cr. IO. 2.
I. Questi (sparvieri) sono di velocissimo
volalo nel principio della lor mossa , ma
poi è lento. * Lor. Med. Poes. t^. V a-
quila spesso col volalo lento minaccia tutti,
e sopra il slagno vola. (Min)
f g. Per metaf. Lab. 2-]. Conobbi, me
dal mio volalo essere slato lascialo in una
solitudine diserta . S. Gio. Grisosl. 62-
Per certo , se 1' uomo imprima non sale
a quella alletta con un volato divino, non
può mai peifellamente dispregiar la terra.
VOLATO. Add. ila Volare. Buon. lier.
3. 3. 8. Pesci piccoli e grossi Potersi dir
volali . . . ,^1.
t VOLATORE. Verhal. masc. Lhe ,
0 Chi vola. Volante. Ar. Fur. 23. 12.
Ed aprendo alla donna il suo pensiero.
Veder le fece il volalor destriero. E 3^.
48. Poi monta il volatore, e in a'"» '
alza, Per giugner di quel monte in sulU
•f. e. Volatore , vale anche Soldato a
piedi ," armato alla leggiera per combat-
tere conno al nemico alla spicciolala , e
di lontano. Vegez. 1 19. Da' più fori, ca-
valieri si debbono i pedoni dal lato co-
prire, e da' leggieri pedoni che sono ch.a-
mali volatori, i corni delle schiere de ne-
mici sono da manomettere e turbare. fW
« VOLATRICE. Verbal. fem. di J 0-
latore. Chiabr. (A)
•f * VOLEGGIARE . Andar volan-
do Volare alquanto. Salvia. Pros. Tose.
I 219. Ed in vero egli (Pindaro) voleg-
oia per 1' alto cielo sublime e soluigo
con belle ruote di varii metri e roultipli-
ci, ec. (qui per similil.). (A)
VOLENTE. Voglieale, Che vuole Lai.
volens . Gr. iSO.WV . ìraestruzz. 2. 3o.
6. Ancora non si disUngue s egli rapisca
la volente, cioè che vuole , o quella che
non vuole. ^ «
:? g E seguito dall' infilino. Oli. Cam.
ìnf 3l. 533. Il quale volente ritornare
fu impedito dal dello Conte Gano. Iemm_
Test. 84- Non si volente correggere . E
85 Volenti dare le Umosinc al detto spe-
dale. (C) Salvia. EneiJ. »'■ 2- Me lagn-
manle e assai cose volente Parlar lascio. C*^
* V0LESTEP.0S.4MENTE. Avverb.
Volentiermente. Lat. libenler. Gr. (tzp-t-
.,0- . Pros. Fior. 6. 6o. Nella primiera
veduta adombrato da cotanla vagheiia ,
assai voleuterosamenle il guardo avendo-
vi indirittalo, non bene era ciascuna parte
di questa montagna slata da me divisa-
'^'* VOLENTEROSISSIMO. Superi! di
Volenteroso. Bemb. Star. 5. 67. Ess^"""
lenlissimi e volenterosissimi se gli ttiedc-
ro , e furono ricevuti. (V)
:? VOLENTEROSO. Add. Volontero-
so . Lat. promplus , cupldus . <>5- "P^'
i„ao;. Tes. lir. 5. 9. Li minori ( ast^
;,Tsòno a guisa di tertuolo. ed e prode
e maniero, e bene volemeroso di beccare.
ed è leggieri da uccellare. Pros. Fior
i 256 Nulla curante della propria sai-
vetta, con cuore volenteroso ec. si_ mise
io via ec (*)
J764
V 0 L
3 VOLENTIERI, /tiverb. Dibuona vo-
glia , Conforme al proprio volere . Lai.
tihenlcr , luhenter , animo volenti . Gr.
«ffU2vw5, r,cioi^^ é/.ouot'ws- Jiocc. nov.
85 I- La qual tutta lieta rispuosc , che
volentieri. Veir. san. 211. E non è cosa
Che sì volenlier pensi, e si sovente. Pant.
Par. 6. Eblter la fama che vulcotier mir-
ro. Bcrn. rim. 1. 75. E* noD ti varrà
esser l>aiestrieri , O scusarli coli' esser
giovanetto, CIi' allor lei farò io più vo-
Icolieri.
* §. I. Per Facilmente, m Cr. 5. {\\.
1. La iuslanzia (leWuo legno (del faggio)
è acconcia in nmlti lavorìi, ma non mol-
to dura, perocché voIcntÌt;ri è roia dai ver-
mi ... f 6'; />V/m-. Celi. Oref. \\\. Questa
crassezza non impedisce il riccvimHnto del
metallo, anzi 1' uccella più volentieri senti»
comparazione dell' altra terra , che rome
questa non »* è lasciata marcire. (ì' i
s'r g. II. f-'sser volentieri a fare una
cosa , vale Esser facile, pronto ad ese-
guirla . JJenv. Celi. J it. 1. 225. Fra
questo capitano volentieri a mettere altri
al punto , non si curando sperimentar-
si. (C)
* VOLENTIERISSIMAMENTE. Su-
per/, di T'olentiermente . Lai. libentissi-
me. Gr. ajjUivs'iTaTa . Ked. Cons. \.
117. lo nel nostro ciso ni' aslcrrei vo-
lentierissimamente da così fiitta prepara-
zione (•) Segner. Conf. iiistr, cap. 6- Que-
sto è lo stile della Cuna celeste : conce-
dere i suoi favori volentierissimameiite ,
ma ai .vupplicanli. (fi
VOLENTIF.HISSIMO. Superi, di io-
leiitieri . Lai. Ithentissime . Gr. f.ótCTO.-
Hed. Ins. 70. Non ho avuto Ìl tempo di
farne I' osservazione, rome volcnticris^imo
avrei voluto . A" J'ip- 1. 85. Tra quelle
frondi e secche e fresche lutli i serpenti
volontariamente si ricoverano, e volentie-
rissimo vi soggiornano.
VOLENTIERMENTE. V. À. Avverb.
l'oìentierì , Con pronta volontà. Lai. /i-
henti animo, lihenter . Gr. s'à'Jousi'w;.
Mor. S. C'rtg. Co>i adunijue i santi flet-
ti, come che volentìcrmentc vincano o^oi
cosa contraria, per amor di quella sicurtà
(Icir eterna paco , ce.
•f ''• VOLENTIERO . V. A. l'oìen-
tierì. Rim. ani. Guitt. pj. E merlai vo-
lenliero A cento dobbli sempre '1 meo ser-
vire. (V)
* VOLENTIIÌROSO. j4dd. Lo stesso
(he J'olonteroso . Fr. Ciord. Prtd. H.
<'omc ^i è il Demonio, volentieroso por-
inulatorc del nostro licne in tanto ma*
le. (•)
VOLF^^A. /'. J. l'oglia, lolere.
Lai. voluntas. Gr. ^ou)*)9i5. Him. ant.
P. ]\'. Ser Pare. Or venga al punto lì
*ve pende e giace Tutto ciò the lontien
vostra volpina-
f 3 VOLERE. Dirizzare l'operazioni de/'
/a vo/ontù a qualche Ojgrtto, Aver volontà,
intenzione^ voglia, animo. Lat. velie. Gr.
/5o'j) CtS«i. Ptocc. nov. 11. 1^. Il giudice
ce. del tulio era disposto a volerlo fiire
per la gi'ta. /' nov. l^. 5- A sì?
nnniccar
"r . -
medesimo dimostro , quello che aveva ,
itenza voler più, dovergli 1>a»lare !•' nov.
A3. I3. Voglijinlrlo aver detto, arciocrhè
tu poiyse questo avvenisse, non ti posni di
noi rammaricare (cioè, le lo aldiiam vi>lu>
*o dire) . E nov. 77. 3a. lo lem*) che co-
stui n<m mi aliliìa voluto dare una notte,
'"hentc io diedi a lui. E num. ^3. Ora
"^ non li to' dir più. /■," nov. 7f). 22.
^ so di motte lielle cose , e di Itrlle
canzonette, e %oteDe dire una. /Imet li.
Ella antoia nata di Dio, vorrà di Dio .i.
vere figliuoli, p non d' uno semplice lac-
ciatorc . /.' 55. E tu sola vuugli tenere
nuova maniera tra taiiI** possenlì <)i hel-
VCL
lezza e di deità . Dant. Par, ^. lo vo'
saper se 1' uom può soddisfarvi. G. ì'.
7. l3o. 5. Non lascio perciò di volere es-
sere dei feditoti. Petr. son. 89. Seimuc-
cio, io vo' che sappi in qu»l maniera Trat-
tato sono. Conv . 11^. Anzi fece ciò la
natura universale, cioè Iddio, che \olle in
questa vita privare noi di questa luce .
Vii. liarl . 5. Volse poi soSerirue mor-
te. Bui. Inf. 22. 1. Manifesta ec. quel-
lo che per quoto ha vohulo iolendeic.
ì'it. S. Gio. hat. 198. Koi ne 'I vogliamo
menare, ed elli fuggi. Bern. rim. 1. 2.
Mai non volse levareisi d' appresso . /'.'
1 . 1 15. Ch' al sagreslan vorremmo le
rendesse.
•r §. I. Col Che sottinteso. Fior. ì'irt.
1. l'ero voglio questo mìo piccolo lavo-
retto ahhia nome Fiore dì virludi e di
costumi. (C)
^ g. li. Po/ere, va/e anche Comanda*
re. Esigere con autorità. Hant. Inf. 5.
Vuoisi così colà dove si puote Ciò che si
vuole. Segner. Mann. Apr. 11.6. E pe-
rò vuole (Dio) che tu gli esponga tulli
i tuoi desideri , come se egli non li sa-
pesse. (C)
-r §. ili. In questo senso si dice an-
che delle cose. Segner. Crist. instr. i.
3. 3. Alla fine i testimoni di udito si ri-
solvono, come vuole la legge, nel testi-
monio di veduta. (Cj
# §. IV, / o/ere, va/e anche Deside-
rare. " /ìocc. nov. 78. 6. Tu hai fatto
m.ile, it (|Uale se tu vuogli eh' io IÌ per-
doni , pensa ec. Fit. Par/. 3. Se tu vuoi
udire alcuna ragione da me, or caccia dal
tuo palagio e da le due nemici, e poi li
ri.sp<iiideiò di tulio ciò die tu vorrai». (C)
^'. V. Po/ert alcuno, va/e Domandar-
/o , fUcercar/o, ( hiedere di parlargli , o
di averlo a se . Ar. l.en. 3. 3. Ti vuol
Flavio. C. A lui ne vengo, e huonc nuo\e
apportogli .
# £. VI. Volere uno per marito , o
Volere uno asso/, vate Volerlo sposare ,
J'olersi unir seco in matrimonio. /ìocc.nov.
A7. 17. E però piacciavi di tanto iudugiare
la esecuzione, che saper sì possa, se ella
lui vuole per marito , acciocché couiro
alla legge (dove il voglia) non \i troviate
aver fatto. (Cj
i^ g. VII. Volere, talora va/e Accon-
sentire, Esser contento. Aver /a compia-
cenza di far a/funa cosa. « Pocc. nov.
20. 18. Deh! spcranz;! mia cara, non dir
più così; voglitt-nc venir con mero . Cj
f 3 §. Vili. Volerr,perEsserihHete,
Convenire , Esser conveniente . Lai. de-
bere , convenire . Gr. xa2ry,'«(iv . liocc.
nov. I. i!1. Questi Lombardi cani, li
quali a Chiesa non sono voluti riceve-
re , non ci si vogliono più sostenete . E
nov. 32. 19. Comare , egli non si vuol
dire . /•■ nov. 5o 16. Elle si vorrclihuu
\ive vive metter nel fuoco.
'ì^ §. IX. Per Esser necessario. Biso-
gnare. Lat. oporlere. - Bore. nov. 80 23.
Ma clieT fatto è: vuoisi vedere altro. Lab.
l6<). l'-lle non ti mvtteianno in disputale,
11 discutere quanta cenere si voglia a cuo-
cere una matassa «1* arria •• . r'C> Segner.
Mann. Magg. 11.3. Ad aver questa ras.'-e-
gnazione ci vuole lo .Spirito Santo, percliè
ci vuole un altissimo amor divino, il J
E Pird. Pai. Ap. 4. 5. Ma a farn a-
mar da Dio, eccovi fio che ri vuote; niuu-
dpua somma. (TC)
# §. \. In modo proverò, m Socc. nov.
Ho. 3^. Chi ha a far con Tosco, non \au\
esser losco «• . (Cj
g NI. per Esser presso o seguire ,
Mancar poco che non .iegun. Lat parum
af'cttr ifuin. Gr. o'ii'yoy ^it'v ti. V 12
lOO. I. Per trattato de' 'J arlaii usci-
ti d'AirzKo %i>Ile esser tradito, e tulio a'
VCL
Fiorentini il castello di Laterioo. E 11.
44- 3. Alt' entrante di Marzo del dello
anno volle esser tradito Fucecchio. Fi/oc.
2. 2i4- Credo che a voi sia manifesto
(he io oggi sono stato in vostra pre^u-
zia voluto avvelenare. But Purg. 20- 3-
Astrea amala da love, volendo essere sfor-
mata da lui fuggi. * Bern. Or/. 2. Il- I9
Come raffigurato eli* ebbe il conte» Volse
di tema e di doglia morire. (D)
* §. XII. Per Mostrare, Insegnare,
Provare. Dant. inf. 6. Ritorna a tua
scienza. Che vuol, quanto la cosa e più
perfetta. Più senta il bene, e così U do-
ghenza. (ì )
§. XIII. Volere, e Voler dire, vagliono
Avere opinione. Giudicare, Rioutare. Lai.
censere, existimare. Gr. vtjmt^eiv. Conv.
187. pialo e altri vollero the e>se pro-
cedessero dalle stelle ec. Pitagora volle
che tulle fossero d'una nobiltà. Bern.
rim. X. 3. Voglion certi dottor dir eh'
ella fusse Coperta già d' un qualche bar-
beresco.
§. XIV. J o/er dire, vale anche Signi-
ficare. Lat. .11*1 velie, significare. Gr. ffì]-
^xi'^ecv, ct))oj'. Voce. nov. 79 16. Che
vuol dire Gumedra ?
t * §. XV. O voglio, O vogliamo, O
volete, l) vogliamo dire, ed altre simili
maniere, valgono lo stesso che la sempli'
ce particella disgiuntiva O . Bocc. g. 7.
n. 2. Proferendo dì molti danari , o vo-
glio io robe o gioie . / it. SS. Pad. 2.
197. Andianiovi ogni domenica, o voglia-
mo delle due domeniche 1' una. Vit. S-
Gir. 35 O vuogU male , o vuogli bene
che in questo tempo della presente vita
avremo operato , quel medesimo dopo la
6ne nostra ci ritroveremo. Frane. Saech.
nov. 239. Dice il Prete, o tuole cieco, o
vuole illuminato, io non sono per andirvì
più. Borgh. Tose. 35o Autori che scrissero
delle condizioni de' terreni, o vogliun dire
poderi- (V)
* §. XVI. ì'olere, vale anche Essere
d* un* indole, o ./' una natura da Bichie»
dere la tal cosa, o la tal altra, e dicesi
delle prr.ione e delle cose. Pallad Cenn.
]6. Amano (le mandorle) il campo duro,
secco, ec. e vogliono essere situale al me-
riggio. Cr. 4 4- ^*^ ^ un' alUa spezie d*
UV.I nera ec. la quale ec. vuole terra gras-
sa e mollo letaminala - ('n;»r. Bott.^. 137.
Ma questi (pinocchi ) «orrebbooo stare
alquanto prima in molle. A' 7 l4o H
\ino ec. non vorrebbe passar l'anno.
Dav. Colt. 19.5. Eccetto il 1m>sso1o , e 'I
ginepro , e 1' ulivo , chr non vogliono
essere tagliati '•. iC. A/am. Colt. 5. Il5.
Come prodotte ha il ciel te piante e l'er-
l.e Si contrarie fra lor ? ec. (juale Vuol
profondo il trrrrn , qual vuol gli scogli,
(hi vuol vicino il mar, ec. (Vi
V g. XVII. ì'oler veder l'uomo in viso,
due fi di t/uel/e core che n farle hanno dtf-
/ii.oltà, rbe sono diffici/i ad eseguirsi. (C)
« S. XVm. VolriY , per Appettare
ì'alm. 9. 68 E cosi amor al pnnio è
un ceito imbn>glÌo, Che alletta e piace;
ma nel fin li toglio. (Mj ImpnJ. ì .
Tute P. 1. 7". 1. 16. Il desiderio di sa-
pete è egli altro che curiositadeT Mag
A questo vi voleva ec < V)
^ § XIX. (Jui ti voglio, vate (Jue-
sto è 1/ punte, it Mio. Antbr. Cof. 2
I. Cosi nchiestlo Di cento scudi- P Or
qui ti voglio. Ip Ei disscnii Che non a*
vea di si gran somma il comodo. (I )
J? §. XX. ì olere, talora vale Chiede-
re, (ar. In 8. 575. Infinchfc Ì Regi «r-
givi Furo a* danni di Trosa, che per fato
Cader dovca. nullo da le soccorso Volli,
o dall'aite tua ( .%!)
>.'' g. XXI. ìoterla con alcuno, va/e
/^rendersela contro nlct no, .4ppirear bri-
V O L
inonle e con Kupgier u
UD len.l.o M.nJ..c..a« ""■'■ 'f%„„
J 8. iXIl. loUrbcnc.>aUAm<irt-
12 Si- >Uro non n>i v, f;,cesse voler be
"fiv v„- Lene, perchè v.sg.o che. o-
42. Dice : o ae' m.e., ch> m. ^uol ben,
2. 88 9. Con le pugna ec. luUo .1
"L gW ruppe, né gì. lasco m capo ca
pÌIk che l^n gì. vok.se f norgUgu-
ftò e scompiglio lulli • captili ).
* e XXIV /o/ere «n fcn "<""<>. » ^'-
„,/, h alcuno. "''^•^"""'° '""''7"X™r'
. J/fl/m. 2. IO. Tra lor non fu ma. h-
,e, o aifferen.a. Ma a' accora» volevans
ùòl.enn,aU0... 5.'-'..n"...>77Q-"°-
Che sopra ogni altra cosa m. p.ace^a Era
il ben pano eh' ella mi voleva, f t;
* S SXV. y„ler ,1 n,egl,o del mondo,
^alt Xnn« ardenlen,e„lc . ' Bocc^ «<''■.
„ 29 Uove non era niu,,o granarne
.rccolo,ni>auUore,nt scolare, che non
mi volesse il megl.o iA monao». ,0
* S SXVl. I oler meglio, vale I olir
p„wL. larch.SuOC. 5.3 Ceaoeg.
l i,o aveacrGismonao.chegl. vuol me-
Slio che air anima sua. C«r. senn. Cpr-
165. Colu. che al paare e alla .na, re
vuol meglio che a me, a. me non e de-
^°§ Svil. Voler malcvale O^ar..
Lai. odio frosequi. Gr. f»""' //"'^
Ori. l. 14. 3. «è può se non ii ^ran
vnù eniJe, An.i "aa cosa fiera come
quello Mostro,, a- ogn" in.eletio e p.e.a
privo, Che gliene vorrò mal, mentre eh
yrlerbiale, vale far ?" ,««"''. f'^;"^
Ori 1. 26. io Se vi e alcun che ancor
la gatta vogl^^ Venga, io 1' yP="° ■ '
,,ueslo ghiotto scioglia. E 2. 28. 6. Che,
come si suol air, vogl.a la gatta.
§. XXIX. Ma voUr la galla vale ,1
coalrar.o. 3Wm. 12. 5l. Perch al anel-
lo non volle la gatta.
S XXS / oler la baia, 0 swuli ■
fini,. 'Ércol. 100. Quanao uno cerca
pure ai volerci persuadere quello che
ion volemo creaere, per leva.loc. a.nanM,
e torci quella seccaggine aagl. orecch,
miamo ane: tu vuo. la ba.a, o la be
ta, o la ninna, « la chiacchiera, o la pac
chera.o la giostra, o 11 giambo, o .1 don-
.lolo de' fatti miei.
» §. XXXI. l'olere la festa d uno
vale I ole rio millere in canzone, l'ar
^pot . 197. Se vi conoscono , e ve lo
aanno a credere, vogliono la festa àa ca
n Tostri . iC) . ,. .,
i? " XXXll. I oler l'accusativo. Il gè
n.fvo, ec'. Tern,. de' Crammatic. Co-
striar n con quel caso, ec. (A)
"■ v XXXIII Volere, vale anche line-
.k^ un' prezzo d' una cosa che s, vuol
'"■"-'^XXMV IcgUa D-o, Dio volesse.
I 'sUlmanur^esT^^cnUdes^
y ^h':-n"oo'rmurper'i:V"ente°aonna
1 che Z * V«. ani. 75 >• ^o» -6'-^
VOI.
V O L
1765
il mio laaio, che cosi nobile uo.no, come
il Bc Bicciarao, vaaa a p.eae fO
* 8. XXXV. die ne viio tu? the
,uoi fu meglio! e simili; maniere usale
nilL allr, è per dir cosa che snpere-
Zlespetlazione. Lat. quid Clli.ris, noli
::„Je.<-»./e«. Ce... t/,7-l-he-o.
lu megl.o? Ho messo so tosopra !.. Gre
■ia i- tiq. Che ne vuo' tu? EgU e con
lolo an,ac<e aella pa.r.a, e, con.e lo g.u
d.cai sempre , ai buon naturale . I. ;■
,rì Che vuo. tu altro ? m. i; se...brato
qiel giorno si bello, che m. parve veaere
2na culaie m.magme ai Bepubbl.ca tor
nante in vita. (C)
fi XXXVl. tn proverbio: Chi lutto
vuole, nulla ha. Il senso i chiaro. I arch
/noi. l65 Certe m.nui.e parie non pos
siamo, e parte non aobbiamo curare ; .
aLo .1 proverbio aice, che eh. tutto vuo-
le, nulla ha. .#/•/• 1 -,
e XXXVIl. ^ fo/TCc/if, per .^.ifinC". |
Salvia: Pise. I. .73. In luUe le delle
virtù in somma, a voler che lerm.no
profonae aeotro ael cuore le .aa.c, sla-
Li.i s. richieae. A 27.. A volere che
,1 nutritivo umore con un.la fona e p.o-
ron.onata c.rcol. per la p.aota ec. , ci
luole un governo che a prima v.sta sem-
bra ruviao. ■ r ,1 ..n
t VOLEItE. J\ome. 1 olonla. l.ai. .0-
lunlas. Gr. ^oM- P.occ. proem 7. Bl-
..retle da" voleri , da' piacer., aa coman-
damenti de' padri ec. , nel piccolo cncui-
,0 delle loro camere racchiuse dimorano.
/• nov. 27. 40. Di buon volere fecero
crailosa e lieta pace. E nov. 9S. 1-J. se
io a- una cosa, che oneslamente far si
puote, non sapessi d" un mio voler lar
[no. >,<,mm. 5. 66. Coluichenell altrui
forze con suo volere è riUnulo, lutla d.
si n.'ha traila Inori. Petr. so,i^200. Che
la ragion, eh' ogni buon' alma affrena Non
sia dal voler vinta (cioè, dall appe .lo ).
/•■ cap. 8. E con la lingua a suo voler lo
strinse. Dani. Par. 3. Foran d.scord. gì.
nostri aesiri Dal voler a. colu. che qu.
ne cerne. Ci: 12. 19. 4- A''™" "^'
volere contro al popolo. Olt. Com. taf.
33 572 . Non più umano, ma iniquo vo-
ler' s'appella, ^emfc. n".. 99- Lungi aa
lei ai mio voler sen vanno, t «. &": M;
Approvanao con la sua molta autorità d
buon volere del Re.
* e I Essere nel volere di alcuno
noce. g. 10. n. 9. Delle sue cose era nel
suo volere quel farne che più 5I. piaces-
se e cioè era nel suo arb.U.o )■ (I )
if § II. Iti suo volere , posto avyer-
hialm., vale Spontaneamente, Da se. Lai.
ultro. Sen. Pisi. 90. Se noi e. tegnamo
conlenti di quello che la terra e. da ài
suo volere. (ì ) ,, j a .../.
VOLGA.^ AMENTE. V. A. Avveri:
Volgarmente. Lat. vulgo , communiter.
Gr. /.oivrT, -a-zilu;.- Albert, cap. XI.
Come s.'dicevolganame,.le: Meglio e in
collo portar lo mallo, .he mostrargli la
via. £ cap. 20. Onde volganamente si di-
C.o che neve chiude , sole apre. r.
cai,. 2U. Volganameule si dice 1 Ch. da
lunga è aagl. occhi, aa lunga e aa cuore,
t VOUGAP.E. .Susi Linguaggio. Idio-
ma ...o, e che SI /avella. Lat. lingua ver.
naciila, sernio. Gr. f/r''P">i 7*^--='
Bocc. g. 4. p. 2 Le quali non solamen-
te in 6or?ntin volgare e in prosa scrilte
per me so*, ec. , ma in .stilo umilissimo
ec. E nov. 60. ig. Gli feci cop.a delle
piagge a. monte Morello in volgare h.
Vi? Dani. 236. Glorioso sopra ogn. altro
fece .1 volgar nostro. .M. Aldobr. Com
piulo i .1 l.bro che parla adle '^^j'"''ì
per santa guaraare, compilato aa filosoB,
iraslatato ài francesco in volgar fioreul...o
OviJ. fisi. 28. Questo lil.ro reca, di
Gramalica in volgare 6orenl.no a voilra
.nstau.ia, siccome vostro serv.aore. G. / .
, , 3 lo innar.ero in questo l.bro in pia-
no volgare. Vcap. 18.3. rer lo loro
nome fn Ialino fu chiamata Gall.a , e m
comune volgare Francia. rr..r:> • prol .
Porgo la mano coUo'ngegno a scr.vere ,
per volgare ec. e per lettera .n latino.
/Sem. Ori. 1. 21 ?■ Or 'o^P'/'V" „"■
gar. non in latino. Reti. Tuli. 69. Mi
f,e..so ai aarnc in volgare alcuna aottr.na.
thirch. 2. 49 Son meaico in volgar, non
io gramalica
3 VOLGARE. .^rfJ. Di valgo. Comu-
nale. I.A.v„lgar,s,ccmmunis. Gr.05/«W-
ò,;, ,.oi-n\. Dani. I„f. 2. T'amo tan-
to eh' uscio per le della volgare schiera.
b'occ. Leu. l'r. S. Ap.ìff'i. Are. .0 vo-
luto ce. una tavola coperta d. nett. ed o-
nesti marnili, c.bi popolareschi, manetta-
mente parati, e con queste cose cosi tem-
perale volgari Mni e chiari (cioè, bassi,
deboli ). lass. prol. Mi pregarono che ec.
le riducessi a certo ordine per iscnllura
volgare. E 3l5. Ej^li converrebbe ec. es-
ser retorico, ed esercitato nel parlar vol-
gare e aver senlimenlo i ladio^ e spi-
rilo di santa devozione. lUcelt. Fior. 2.
I quali hanno Iradollo , o scritto a. tal
materia in lingua volgare. ifSalvin. Man
Epil. 1-2. Le mangiale fuori, e colle
persone la.ole e volgari non accettare. ( t;
* R 1 / olgare, si dice anche delle vo-
ci, e locuzioni, e vale Che eeslremamen-
,e comune. Triviale. Varch. lez. Dani.
2. QO. Per fuggire i vocabo 1 o troppo
bassi e volgari, o troppo laidi e a.sone-
"':•: S li Lingua volgare, vale propria-
mente Quella che e propria del volgo; ma
ordinariamente si piglia per Lingua Ila-
liana. (Cj rr— ,«
t 1 ? IIL Volcare, aggiunto a Uomo,
vale Che e del volgo, idiota, senza lette-
re Lat. illitcralns, idiota. Gr. -/?a/i-
ii'xroi. .'o'.c'tv,;. i^occ. nov. 59. 4. S.
i diceva tra la genie volgare , che queste
sue speculazioni eran solo in cacare se
' trovar si potesse, che Iddio non fosse. Bed-
Vip I 61 Per levare una certa ubbia
a quelle volsari donnicciuole che aoveano
lavarlo dopo morie.
if t IV /T in forza di Susi, vale
Uomo'del volgo . idiota .senza lettere .
„ Bocc. Inlrod. 5. Le quali (enfiature) i
volgari nominavano gavacc.ol.. Joec. O.
S 3 11 quale (libro) io naufragato ec.
ho rednllo d. gramalica in volgare ad u-
lililade de- volgari, che sanza lettera han-
no intrinseco abito virtuoso.. . Dmam
5 , Poi disse ; Guarda nella fronte quel-
le Le quai da" savi Pleiadi son delle E
che i voUar le chiaman Gallinelle. (C)
rt e V Volgare, vale anche Che e
pròprio del volgo. Vile , Basso. - Sen
Ben Varib. 7. 16. Alcuni sono volgari
"plebei, e quelli son quelli che SI fanno
l'uno air altro d.'Sl'.'"""'"' '7"""'„,'',',
•^ e VI Per Voto Pubblico, Uiiul-
gal. Celebre. .. Petr. son. 72. Vo'gare e-
sempio air amoroso coro ... l'ale -Ao' • M-
Oh quale sarebbe colui che avesse pun-
,0 di generosità d" animo, e ai cuor non
v°le, che non avesse ancora in riverenza
lalimatantovolgare, gl'inviti, trionfi e
le candide palme di Francesco Slorza?^U;
:? VOLGAKE. l eri.. I ulnari, ivu
gare. L.i. vulgare. Petr. L'""'- '"^ =6
Fu di lui volgalo con proverbio . che la
le era la sua 'vila, quale la sua doltn-
t*VOLGABESlMO. .Vomere e Co-
, L, .lelvoleo. Salvia. Man. Epit. tp.
ir.^at. te 'lori, e colle persone i.ho-
\ eTofgari non accettare, che se ma.
ven-a 1' occasione , t. si "n/orzi la pe
II
1766
V 0 L
ghiera, che tu nun iscorra al volgaresi-
mo. (A)
t * VOLGARITÀ", VOLGARITADE,
e VOLGARITATE. Carattere, Qita/itàdi
ciò che e volgare . Lat. ratio iulgaris.
Gr. ;;uoxi3Tii^. Pros- Fior. 3. l63. Seppe
con Iclteratura co' letterati , e cou volga-
riti co' volgari ec. accordarsi- (•)
*? g. f'o/garità, si dice anche delle vo-
ci, delle locuzioni, dei concetti ec Varch.
Lez. Dant. 2. 91. Per fuggir la troppa o
l>asscxza o volgarità, per dir cosi , come
'juaudo Vergilio per dod dir lacerna dis*
se prima testa aclla Georgica, e poi Ij-
cfmi Dell* Eneida. fCj
VOLGARIZZAMENTO. Jl volgariz-
zare. Lai. \ersio . Salv . Avveri, i. 2.
12. Di antichità pari al Villani il volga-
nuameato si giudica de' ciaque ultimi
libri che della prima Deca ci suno rima-
SI ÌD disparte della Storia di Livio. E ap-
presso : Di pari aDlirhità alle pistole ec.
e, iecondocbè noi crediamo, il volgarizza-
mento della metà d'un' opera che della
forma della vita fu compilata in latino da
un Allertano giudice, così dice, da Brescia.
'Red. Annoi. Pttir. 116. Non sapremmo
for&c clii fosfc r autore dell'antico volgariz-
samcoto di Ra&is, conservato nella lilireru
di san Lorenzo al lianco ^3, se alcuni versi
scrìtti nel 60C del codice non ci manifestasi
sero clic egli fu sere Zucchero Bencivenni-
VOLGARIZZARE. Il trnslatarla scrit-
tura di lingua morta in quella che si fa-
vella . Lai. vertere. Gr. //Erap^a^siv .
Pass. 3l5. A volerla henc volgarizzare
converrebbe che 1' autore fosse mollo sof-
ficcnlc. E appresso : Sarelibc molto ne-
cessario che si vietasse che non se ne
volgarizzassono più . O'. /'. 12. 112. 3.
La quale ( lettera) facemmo volgarizzare
a verbo cIj' era *tn latino.
§. Per Dichiarare in maniera che an-
che il volgo possa intendere. Lat. expla-
nane, intcrpretari. I\'ov. ant. 7;. i. Era
molto cortese di volgarizzare la scienza
per cortesia a* signori ed altre genti.
VOLGARIZZATO. Add. da f olga-
•izzarc Lat. versus. Gr. [xtry-xp^^^Ui.
Amm. Ant.Jìii. Finito è il libro degli
Ammaestramenti degli antichi , ordinato
per frale Uarlulommeti da Pisa sopraddet-
to, e da lui volgarizzato. Dav. Scism. 76.
Visitatori andarono per lo regno con prc*
dicatorclli e con due libri, la Bibbia a lur
modo volgarizzata, ec. Salv. Awert. i.
2 12. Ed il Lucano vulgarizzato, com'è
raccolto nello stesso volume, così '1 cre-
diamo dello stcs&u autore.
t VOLGARIZZATORE. Ferbal.masc.
Che, 0 Chi volgarizza. Lat. intrrprex. Gr.
*pfj.rr*f^j. Pass. M!\. Si iruovan mollo
falsi e corrotti, e per difetto degli scrit-
tuti, che non sono rumunemenlc bene io-
tendenti , e per difetto de' vulgarizzaturi.
Univ. Avveri, i. 2. 12. È lutto pìeao d'
antiche voci e parlari re, che paion fab-
)>ricati dal volganzzatore. Red. Annoi. J)t-
'ir. 3. L* antico volgiriztatur fìorrnlinu
delle Piitule d* Ovidio nel prologo dell*
(«pistola di Fedra a Ippolito.
»r. VOLGARIZZAZIONE. ì'clgarizza-
mento. Sfg'ier. Hi.xp. (ìitiet. I|. 3. Vuol
rhc io lo cliiaini strano interprete per la
1 ura volgarizzazione di tal sentenza, pur
anzi addotta. (TC)
VOLGARMENTE . Avixrb. Vulgar-
mente , Comunalmente. Lat- vulgo. Gr.
<oiv>J. Ilocc. nov. 79 li. E «luesla roia
> liiaitiiamo volgarnu-nle 1 andare in cor-
so. G. /'. IO. 17. a. Il quale v.dgarmcn-
Ic Bavero era chiamato. Cr. <). 28. I. E
questa infermità s' appella volgarmente
lejiun di polmone. # Ouire. Stor. 1. 383.
Ter quello che volgarmente si pmlava ìd
Kirenzr in o^nre tuo (Ij
V O L
g. Voigarmente, vate anche In lingua
volgare. Lai, lingua vernacula. Gr. t'/X^'
pio^ y/wrra. Filoc. I. 21. T' aflanoi in
comporre un piccìol libretto, volgarmente
parlando.
't * VOLGATISSIMO. Superi, di Vol-
galo. Divolgatissimo, Comunissimo. Lat.
vulgntissimus. Segner. yfann. Setlemhr.
17. 4- Mento almeno (giusta la dottrina
già volgatissima fra* teologi } mento dico
l'aumento di tanta grazia, quanta ec. (*)
* VOLGATO. Add. da f'olgarej Co-
mune, JS'oto, Saputo dtt molti , o di cui
molti sono infetti. Guicc . A'.-vert . 20.
Questo ricordo benché volgalo , non lo
può considerare profondamente quanto
vaglia , a chi non è accaduto in qualche
sua importanza sentirne l'esperienza. (Cj
Segner. Prcd. Pnì. zip. !\. l3. E colpa
bensì men grave delle attuali : ma per-
che ? perchè ha men del volontario ec.
non perchè ella sia più volgata , u più
universale. (TC)
t VOLGENTE. Che volge, o si volge.
Lai. convcrtens. Gr. xaT«5T5Ej>«v. Guid.
G. Quivi li legnaiuoli, li carpenlierì , i
quali acconciavano li carri colle ruote
volgenti . Liv. Dee. 3. Lui essere andato
ne' Bruzzi , siccome volgcntcsi in altra
parte.
VOLGERE, e VOLVERE . Torcere,
e Piegar verso altro luogo , o in altra
parte . E si adopera nel Sìgnific. alt. ,
nel neutr. e nel nvutr. pass. Lat. verte-
re. Gr. .-is'rrefv. But. Purg. 23. i. Vol-
gere lo viso è atto che dimostra la incli-
nazione della volontà, informata dalla ra-
gione. Volgere il passo è alto che dimo-
stra la inclinazione deiraffezione, informata
ancora dalla ragione. lìocc. nov. 43. 5. E,
come seppe, verso una selva grandissima
volse il suo ronzino. E nov. 85. I9. Volse
i passi Verso la casa della paglia . Petr.
son. 84. Che volver non mi posso ov'io
non ^Jggia O quella, o simile indi accesa
luce. Dani. Par. 3. Volsesì al segno di
maggior desio.
g. I. Volgere , per mela/. Rocc. nov.
ì. 36. Per ogni fuscello di paglia che vi
si volge tra* piedi, bestemmiate Iddio e la
Madre, e tutta la corte di Paradiso (cioè,
s' attraversa ) . E nov. 2. 4- Ostinato in
sulla sua credenza , volger non si lascia-
va (cioè, indurre, persuadere, svolgere ).
E nov. i3. l3. Al quale nuove cose si
volgoo per lo petto ( cioè , si raggirano
per lo pensiero). E nov. 17. 34- Teme-
va forte, non sopra lei V ira si volgesse
de* parenti 'cioè, si sfogasse). E ncv. 27.
IO Alla salute d* Aldobrandino il pensier
volle (cioè, indirizzò). E nov. 98. 8 Di
Sofronia ricordandosi , in coulrario voi*
gendo, ogni cusa delta dannava (cioè, ri-
torcendo in contrario ) Amet. 79. Se il
suo disio Avesse Dido ad essa , >iuanflo
Enea Lasciò lei , volto sanza dire addio
(cioè, avesse indirizzato). Petr. cani. l^h.
4- E reggo e ^olvo quanto al mondo *edi
(cioè, governo, e rljjpnngo). Cr. \. li. S.
I venti meridionali >i volgono a freddura
(cioè, si mutano). Tass. Cer. |. 6. Già
il sesto anno vo1g«-a, di* in Oriente Pasiso
il campo cristiano all' alla impresa (cioè,
correa). /7 5. 1- Volge tra se Goffredo a
eui commetta La dubbia impresa, ove ella
esser dee guida (dot , j^nsa , medila ) -
Roez. l'nrch. 3. run. 3- Quanto po.Mcnte
rcgg.t Natura, e volga delle cose il freno,
ec. (ctoè, governi , moderi)-
*t * S- "• Pc Otntrt. Pant. In/. 99
Pensa , Se tu annoverar le credi. Che mi
glia vciiliduc la valle volge ( cioè, ha di
circonferenia ). E 30- lo sarei messo ^là
per lo sentiero. Cercando lui tra que»(a
gente sconcia. Con intlo eh* ella voli;e un-
dici migh.i r t'udir 12 più rr» ^ij p-T
VCL
noi del monte volto (cioè, avevamo gira-
lo), rr;
* §. III. Per Condurre in altra par-
te. Far voltare alcuno. Dani. Purg. 7.
Cominciò '1 Maotovan. che ci avea Tolli,
Tra color non vogliale eh* io vi gaidi
(Era Sordello, che avea menato Juor dì
strada I irgilio e Dante in una valletta).
E 22Già era 1' Aogel dietro a noi rima-
so, L' Aogel che d* avea volti al acato giro
(cioè, avviati). (I )
* %. IV. I olge$r, dicesi anche di cota
che /accia volgere altrui, Dant. Purg.
31. VoUer Viigilio a me queste parole
Con viso che tacendo dicea: taci. (C)
*t * § V. Volgere, neutr., per Vol-
tare, detto di chi piega ti cammino verso
una parte. Dani. In/. 19. Volgemmo e
distendemmo a mano stanca . E Purg.
25. E già veouig all' ultima tortura S'
era per noi , e volto alla man destra .
Fav. Esop. j39- Venne a passare perla
contrada, e volsesì sotto la cau del Lapo
(L'ediz. di Padova 1811 a pag. loC leg-
ge : Intanto avrcnoe alla Volpe passare
per la contrada, e volsesi al Buto alta casa
del Lupo). (I )
* g. VI. l'olgere un canto, dicesi del
Piegar il cammino dietro un canto di casa.
Lasc. Sileni. 2. 2- Lasciami chiamarlo pri-
ma che volga quel canto- ^^^
* g. VII. I olgere , per Circondare-
Dant. In/. 18. Luogo è in inferno, detto
Malebolge, Tutto di pietra e di color fer-
rigno, Come la cerchia che d* intorno il
volge. (1}
%. Vili. Volgere, fier Avvolgere. Bui.
In/. 21. 1- Ed altri volge sarte, cioè li
canapi, che li volgono al tomo; e vuglia-
mo dire , cioè li marinari , che li volgo-
no , quatido l'hanno adoperate.
§. IX. l'olgere , per Muovere in gi-
ro. Lai. voh-sre. Gr./u>tvoit v. Socc. g.
3 p. 7. Con grandissima fona , e eoo
non picci'la utdità del signore due muli-
na voigea. Petr. son. 207. E, strìngendo
ambedue, volgeasi attorco. E cani Ì9. 3.
Or ti solleva a ptù beata spene , Miran-
do il ciel che li si vulve altoroo . Dant.
la/. IO. O virtù somma, che per gli em-
pii gin Mi volvi. E Purg. 2^. Noo baonc-
molto a volger quelle ruote. E Par. \.
Net qual si ^olge quel e* ha maggior fretta.
E 2 E *l eici , cui tanti lumi fanno bel-
lo. Dalla 3fente profonda, che Un vulve,
l'rende 1* image.
*^ g X. Volgere le insegne verso un
luogo, parlandosi di militari, vale in-
camminarsi alla volta di quello . Guic\.
Stor. II. 4^1. ElesAcro per meno pe-
ricoloso volgere le insegne verso la M-i-
gna, per ritornarsene per la via dì Trroi-<
a Veruua. 'Cj
* §. TEI. Per Eecitarr, Rts\egliarx
Dant. Purg. 8. Era gii 1* ora che volgr
*1 desio A* oavìgaott, e iotcuenscc ilcu*-
re Lo dì , che han drit>i a' liolri amici
a Dio. Bocc. Am Vis. 37. Che cicdi tu
che colà entro lìaT Xropj>o ti volge ogm
cosa il de*io. i Br)
« §. XII. E neutr. p.iss. Otl, Ceni
Purg. 8. 109 Diirrìve Pura del temp>
ce nella quale a'naviganli si volge il desio,
perocch' è ora da posare. (Br)
*? J. Xlll. ì olgersi a una coss, vale
Darsi a quella . Cutcc. Stcr. 17 i56.
Della quale risoluzione, pareva si vr<1e$se>
lo indizii manifesti ( conriosiarhè , atteso
poco alla njtaratiou dei Iforgtn , »i fosse-
ro tulli volli alla forltfirazì^nr della cil-
IV. fCj
* §. XIV. Volgere in hasso , vml*
Ridurre in umile stato, Bofinare Dant
In/. 3o. E quando la forliina volse m
basso L* altezza òr* Troiaa che iuit<> ar-
diva (llr)
V O L
!,!reVl so„.e„.,. ua^orrno per ue.^^
volgenJo il senso dcU. Uiur.
-P \VI Volgere u„„ 'OS ""<»'
1 \ r» .oi; alpini ca&tcUi »>** •"
pUbc , Dagli alpini franger
ha volto. (TCi .lenific. neulr.
parlandos. d "^"^P°\ g; „„ mio ,
rundecim'BDUo, Ch -m^^^ ^^^ gg
■lispielato giogo ... "^^^..^e , i sudor
ril-V-ipUn ad altro og.
-;;^s:-i-|'rtf5"s::::tai
^r;xfT.n,^.^ou.r<;;,^.
..■m.7c. 5.gr- '""■ "P- .'.;^; a; ne. e dalla
r:perrru:c^^:o,to.or.av.to
^^^"iti^i;:^.--t:-pi:2
7 S- *'^" p-,r sou. 6. Sì travialo
VtMK:-d!^^-,n,tare„.ei_^
f ri, eliaco Che quanto lichiam.in-
:;;';i'r:^l:1^rU.lura.t,ada.™en
""'-"T'xsin roig^'-e ruo.a .i fioco
SVo^eZfr:.c-J^XtZ;^,^
S'^^ili-^^Xr^aa Svolge, due
^Vr^X mia, Senxa onesta ma. cose
V,? ;■•.". 6fi. Poi si volse tempo con-
X e menoeci in alto mare. ,0
e \SVU. Volgere . per Pender', len
59 11 ""'«/" ,P,„^ ,1 verde. Kaltrove:
jr.!^c"Lat./or.icen...,^c.re.Gr
imail 18 di Luglio si comp.e d.
^ ■ . .errare il nuovo ponte,
volgere, e smare ^_^^^^ {-^ /•„„,„„,!
■• T ^ , „ i.n/.? Abbandonarlo. I •<■
ré.^%«a'::.ortdin>ent.ca,o,eWi
volta 1» f""»- ■' '
V O L
,- (! XXN Jotgere i danari sul ban
J'\ìumu'n a interesse sul banco
;:rr^e^d:;;a;r^n^ulUc„de•sal.
Lat. lerg« </"«. Gr. T^ ^ ^j j^_
^noi:r.e^:;-'---.:-;^i
3o Tosto .he sent.ssero che >emsse,
■'t'^T->^y'^t:\-.lS''-'nn.ano sosso.
„ra 1: MANO.S. CXCV1.
,.„f,o ad uno, ^f"f"'"-j!'J;:rrso
sioueperlui.lncl.na ff
di lui. Tac. Dav. òlor.j. 010
era tutto volto a Vespas.ano.
§ XXXIV. J'olgersi ad ogni
''■:'f^°V Volgersi, parlandos. del
'"?■ '' ^'""«sr n'erto /noT'rascaoo
^,r:'nr;^?;,^euons.eonviene,
'°*'V0I.GEV0LE. Add. "y -|=7
ri l.r„ o Che ruotala . Pule. Vriaa.
It^r;W.n.osa di Hpa« questo J.
gevole, si chino m tcra, « Y"°
sona scimunita o -'•■;_ f*f;°°,,^, „,o
salvatica speculaz.one «1<^'"P'>'; ^ j^,;
buon volgiarrosl. m. sprona ee.
ec. la seguente briga. ( ) _,
.+ :;= VOLGIBILE, ed all'ani. VOL
OlLl.^ C>.es..olge.a.es.muta
V O L
1-67
VerM. 3. 3. .9- Rileggono nF
^:';u^:i:ht:-s;eu.in^s^^-o
lululuas. Gr. "X'I Lo occhio scor.
•'-'■^"rr eìoctó r corso, o per
«T- ' ,! C'aci o^he dal suo arco
volg.ment. sagac. , o ritenute .
ztr;: 8V.i--V''eivouo
f."^rm:nrano contentamento sc™^^^^^^
vamento su del volto ec, e o
del volto qua e la- ^^j^;^^,„
§-''Tt&iirc SU- metuved.,gU
appreso d. soffe..rc s^ ^^ ^^j^.
volgimenti della lurtuna (t'"'-'
™;"* VOLGITO.O . Co.^ ". -; '■
ripone. 0 ,n.o,ge cA-*....^ ^ '^ ^
OJ.^^. W'. A- P"?- 9'- *E e candi-
remi in volgiloi D. cuo.o ec, E le
inimica de' nostri consigli, e vog
ogni umano slato. ,^^^
VOLGO «efce •J;;^; '^,„LVo..
r3;\•"; 1 r-no^'sfeU'e stato preg.a-
Jo,''ch:m'olti dicitori d.pia«aj. a. ..V
"■ . n , roM fatti uonl.n. presta-
coloro. . qual. a cos tal. .J y^^
no fede) dalle parole d.Prucc f^^^,
,0 e haldanza lo favor.va. .. Borgn.
n,<r 317. Parendogli colla riverenu di
IJi.<J. Jiy. • ,„_,,;,. PIÙ vene.ab.le e
r«:us:ur!iSidiènelvj.^.ci^-
"^ ?■ /V r„ ;ì), 1. Saettando in pn-
„,m./.. Cor Z"^'- '^- '• ^i,. ii, vide al-
■""-' 1'"'"' '' le eto e iuall>erarlecor.
tatntnte Erger le testo e u
na; Contea '1 volgo s. volse. ('-'■>
-i S 11. // voleode-cr,sl<am.o. ornile,
rf,5l,nsr,c rfas'i """■ .-egner. Jied.rnt
il l I 11 volgo de- cristiani non sa
X'<"^™"-™" """'^"° ''^ '""
''X"ov2ol.0.rr,n.oJgolo.IUnoolto.
rc:^^::'"^x"c.:^'^ l^^-
svegliar P.tagora ec, E un g
^^voutarT/'. i ^' »'''-" ■^='-
VOLIIAKC . ._ j £,„„,. Pnr.
;^"srd^:ro"^^u;;i^;^ creature Vo-
"'^:f*V0UTlV0..4*/. f/.c.»o/e.
,, ^y .,1 /e» 25 Vedete vo. che
Kie'a;n-a:tó"volUivo del desinare e
d^.^^dU,irenonv,enma.^nudaU.i;^^
.* r^'p^fs" 35..Xcèdi'Be..tr.^
Ott. f^r-ZT^le a s alto volilo. fCj
C,;l To' ™er.*i..o fu. sempre con.
..*^^;^Sii...n^"-—
g/.V, r./»«'^ La. . W"^_^_P^„, ^
desidermm. GÌ. =.. , ^^^^^ j,,
stia voUienia . t- Ouiii- r
amore l-> ^o"'"" ,.^ fc,,. .,„(„,„.. Gr.
^-""-"r „n. T 74 Come alcun bel
^:S!^n^h;;:;r^^^leva,cosimieor.
:yq[-drK.e J H :..o^BuJ.^n .
f'^''""'^"';;,, ..ròi tal volo, cioè d.
né penna, /hit. .11." , „ e di si
gran cammino. ^"'V' . ,|„!"cesarc, allo-
fhe furono "^S^'-^/'f ' , °°,e n andò ad
rachè egli con volo s.^it_se^^^_^^,.
llerda. A'ofJ. ' '"■^"- j , innostra,
,e, che s'ingemma, mdor" e
Vada rotando a volo. ^ J -^ ^_^,^
fe^- Sor r stentai ritornar vi sp-
-?""«'-'"• fi„^:- a', e?e' piene
va p.ù gì. occhi , e in a. ^^^^^ ^^^
Da sé 1°"'="»/"^"/; "S. dicesi anche
* §. HI. ^■f^Xer,'a=ran concor-
dello Spaccar lem ,„„„,■,.,„,„ spac-
so di compratoli, '■e ^ ^^ i,' usanza de
"°- f"°rcM"pér tempo >on gl'incapar-
"■"«f-'^/rd-^rneavolcfO
'''^Tis Varcatolo a una cosa.
IJ68
V O L
rn/e Lasciarla andare. LasC . rim. \.
202. Se dalle persone Gloria, e onor pu-
re acquistar bramale. A little l'altre im-
prese (late il volo j Ed attendete solo A
lar più spaventoso il vomirò drago (C)
Sr g. V. Dare il volo , melaf. vale
riandar via a volo. Dani. Pur-^. li. Chi
è costui, che 'I nostro munte cerchia Pri-
ma che morte gli abbia dato il volo , E
apre gli occhi a sua voglia , e coper-
chia? (y)
§. VI. levarsi a volo, vale Sollevar-
si , alzarsi. Petr. son. 2\G. Perchè del
corpo, ov'cii preso e morto, Altcrameole
se' levalo a volo, /s 3l3. Senza levarmi
a volo , avend' io 1' ale . fJant. Inf. 2g.
V mi saprei levar per 1' acre a volo.
§. VII. Levarsi avolo, si dice anche
in maniera proverò, per Muoversi a ope-
rare senza considerazione. Lat. perperam
moieri. Gr. yau'lw; xtver^&at.
*t §■ Vll[. Vi primo volo, posto nt'«
verbialm., vale Nel principio del volare.
Red. /\sp. nal. 69. Se lo scoliaste greco
scrisse queste chiuse in quel paese , dal
quale di primo volo si partono le gru ,
quando vogliono passare in Africa, ancor
io confesso che sia giustissima 1' accusa
del Buciartoj ma ec.
§. IX. Zìi volo, pO\lo avverhialm. ,
vale Col volo. Per mezzo del voloj e fi-
guratam. In un subito , In un attimo .
Morg, i5. 96. La novella al Soldan d'
andò di volo.
t VOLONTÀ', VOLONTADE. VO-
LONTATE, e VOLU.NTA*. ec Potenza
motiva dell' anima ragionevole , per la
tfualc l' uomo desidera come huone le
cose intese , o le rifiuta come malvage .
Lai. voluntas . Gr. ^oAri . Pant. Par.
3. Frate , la nostra volont!i quieta Virtù
di carità. Ou. Coni, l'urg. itì. 277. La
volontade è nella parte intellflliva dell*
auima; si<'chè chiaro appare, che la volon-
tade non e suMiietta alli relestiali corpi.
Teol. Misi. I.a volontà è quella poti-n-
sia, per la quale l'anima ;iina il suo Crea-
tore, l.ib Jìucr. Avvegnadiè imi nou par-
liamo sc[tra volontade, lullavolla non pos-
siamo tacere. /ìul. Purg. 19. |. Diatesi
la mia volontà per lo desiderio del cibo
.■spirituale. A' altrove: La ragione muovo
la sensualità , quando la viil»ntà obtiedi.
sre. # Cor. liett. Arist. I. IO. Appetito
ni bene con ragione è la volontà; perchè
nessuno vuole altro clic quel ch'ci crede
che sia bene di volere. (l'C)
§. I. l olontà, per ì'o^lia, Pesiderio.
Lai. volu'ilat, cupiditas. Gr. ^ou'yrt^i; ,
t~t^\jut'v. . Pocc. nov. 33. 10. Ili tanta
volontà di questo fatto 1' accese , che esse
non credevano tanto vivere , che a ciò
pervenissero . f: nov. 65. 12. E se non
fosse che volontà Io strinsf di saper più
innanzi , egli avrebbe I.1 confessione ab-
bandonala, /'.'nov. cj8. 33. Oli dunque,
lasciata star la \oluntà, e, C4in ragion li-
gujrdjnd<i, più i vostri consigli commen-
derà, che quelli del mio Gisippo 7 tSinf.
/'Vcf. 385. Avvisò che dì suo ron&enli-
mento IMon l'osse questo, ne .\ua volonta-
de /■/■, lar. T. 5. 20. 6. E prro tua
votontatc Di lui sempre ita infìanim-ila .
Pass. 199. La persona che si ronfcssa ,
non solanienle dee «lire i perrati er , ma
eziandio le male volontà con di-hber.ili
ronsenlimenti . Sen. lìen. Patch. 7. i5.
Cosi tu sr' ingrato, se a colui il quale s'
appaga della vob>nlà lua sola , non lesti
maggiormcnle debitore.
# §. 11. Per Atto particolare della
volontà, l'r. (ìtord. 5?. Uuo buono pen-
siero, o una buona vulunlà latta m raii-
la<le . ha virlù e &iinìrirnsii di date e
di meritate quella braliludiiie | rrpelua ,
ce. (/ )
V O L
* 3- '^'- ^^ Pronlezta d' animo ,
Studio. Lat. studium J'it, SS. Pad. 1.
16. E ec. non pensando le grandi fatiche
che a%eva sostenute ec. , auperava sì ar-
ditamente e con tanta voluntade , come
se ]>urc allora iucominriasie, (y)
* §. IV. Essere alla volontà tf alcu
no, vale Hsser pronto ad ubbidirlo, fìs-
.fere al suo piacere. Din. Camp. lih. 2.
Prese il partito che a questo signore si
volea ubbidire , e che subito gli fusse
scrìtto che noi eravamo alla sua volon-
tà. (P)
j- 5<= §. V. J'sser buona volontà tra
due , vale /esservi armonia , Andar </'
accordo. Frane. Sacch. nov. l8o E an-
cora tra* Medici e gli Ubaldini non fu
mai ne pare, né buona volontà. (I f
^ §■ VI. Avere volontà incontro ad
alcuno, prendesi per Aver desiderio car-
nale di alcuno. Vit. S. Sasias. 3o5. E
avendo avuto volontà incontro a b>ro il
Perfetto , imperciocché erano bellissime ,
entrò egli solo nella cucina, e per giudi-
ciò dì Dio , credendo abbracciare e ba-
ciare loro , ed e* baciava ed abbracciava
le pentole e' laveggi. (f)
^ §. VII. Volontà , talora vale Con-
.sentimento . Cuicc. Star. !^. 208. Hispo-
scro ( i Veneziani) non voler farla tre-
gua senza la volontà del ì\c di Fran-
ci.i (I.)
'':• g. vili. 1 olontà, talora vale Affezio-
ne , Amore. Cuicc. .^'tor. I. 2!>3. Nel
quale arcidcnle si dimostrò egregia verso
Federigo, non solo la volontà del popolo
di r^apoli, ma eziandio de* principi dì Sa-
lerno, e di Bisignano. (L)
§. IX. Ultima volontà, vate Testa-
mento , o Disposizione testamentaria .
l'occ. Test. pag. 3. E questo intendo sia
il mio testamento , ed ultima volontà .
* Ouicc. Slor. l8- 124- Ed essendo nel
tempo medesimo morto Vespasiano Colon-
na , e dispuìlo nella sua ultima volontà
the Isabella su.k unica (ìgltuula si mari-
tasse ad Ippolito dei Medici, il Punlcfìce
occupò tulle le castella. (Cj
^. X. /-'* i olontà , e di spontana vo-
lontà, posti avverhialm., tagliono .S'pon-
tancnmente, l'olontariamente. Lai. spon-
te . Jfocc. nov. 3. 3. Si era avaro , che
di sua volontà non 1' avrebbe mai tallo ,
e fona non gli voleva l'are . Sen. fien.
I arch. 3. 31. Tutto quello che trapassa
il debito di »ervo, tutto quello che si la
non per comand.mienlo, ma di sua spon-
tana volontà, è benefizio. lìoez. I ar.h.
3. pros. 11. E corra alla morte di sua
spontana volt»nt^.
g. XI. Di volontà, parimente usalo a
maniera avverh., vale ì'olonterosamente ,
Ih voglia . Lat. avide . Gr. t~tSu,uijTi-
/ù)5 . .1/i/v .Miid. M. Non essendo egli
atlranicnti obbligalo al digiuno, comincio
a mangiare di volontà.
t '> §. XII. A tua, a sita , a mia ec,
volontà, posti avverhialm. valgono .ti tuo,
ni suo , al mio ec. piacere , Secondo che
fletta il tuo, il SII-', il mio ec. appetito.
Vit. SS. Pad 2. .188. Non potrò late che
lu abbi una giovane a tua volontà. IC .^iìO-
Vantandosi d' aver avuta Giustina a lua
vtilonlà. (J) Fav. Kspp. Test. Htcc. 1.
lo non la pregio nirnle ( una gemma }
qiiaiid' io non la posso godete a mì.i vo-
lontà. (Pi
^ % XIII Volontà, si trova amhe
in sen.io di I olulfà . lìocc. g, I. n. à.
Egli fieramente assalilo fu dalla ci>nru| 1
si-rnza carnale ce. e nuiitic the rgli ila
li oppa vtdoiilà li asportalo , nicn cauta
nieutr con lei scherzava , av venne ec.
iìoez. 58. Costoro frlicissimu rosa ripu-
tarono uelle volonladi cor|M)rre allargar-
si /:'59. Epicuro cuosrgurulrmeuir cssci
V O L
sommo bene la volontade del corpo ai
costituì. (Vj
VOLONTARIAMENTE. Avverò. Di
volontà , Di proprio volere , Sponta/ita-
mente. Lat. voluntarie, sponte. Gr. Ìaom-
cita;, I32/5VTI. /tocc. g. ^. f. ^. Non
ostanti quelle che volonlarìameale areaD
dette . Pass. t\!^. La quale . perchè sì
prende voloatananicote, soddisfa più per
lo peccalo . liemh. nm. 18. Pm gioverà
mostrarvi umile e plano , E volontaria-
meule preso andarne . lied. Vip. l. 85.
Tra quelle fiondi e fresche e secche lutti
ì serpenti volontariamente si ricoverano .
VULO.NTAIilO . Add. Con/orme alia
volontà , Spontaneo . Lai. voluntarius .
Gr. »'/0v55i55. Petr. canz. 3l. 1. Divo-
lootaria morte hinasce, e tulio a vìver si
rinnova Cavale. Vrutt. ling. Siccb' celi
è più proulo e volontario a dare ( cioè ,
disposto). Pass. 85. Conlruione è il do-
lore perielio e volontario, che nasce dal-
r amore della canta di Dio- lìoez. G. S-
85. .^ot non favelliamo ora de' volootarti
movimenti dell' anima. ^ Ouicc. .Star. 2.
253. Con giustizia si poteva dioegare 1*
assoluzione ai Veneziani , perchè oè vo-
bmtarii, uè Ira il tempo detcìminalo nel
.Monitorio , avevano restituite alla Chiesa
le terre della Itomagna. (L) Segner. prtd.
l'ai. Ap- 3 l5. L' angelico disse ec. che
a' poveri volunlani sia destinala, più che
ad ogni altro , la podestà giudiziaria net
di finale. (TC)
=?§.!. /;' inforza di su ti. Segner.
Pred. l'ai Ap l\. l3. E colpa (P origina-
le bensì men grave delle attuali: ma per-
che? perche ha meo del volontario. ^7*£*^
^. 11. / olontario , anche in Jor%a di
sust. , si dice i^uel soldato che di prò-
pria volontà serte nella milizta . Ouicc.
.Stor. IO. Fa iustaoia, che gli sia conce-
duto per decreto pubblico soldati, o per-
messo a* volonlarii 1' andarvi.
V g. III. t olontario , si trova anche
per J olonteroso. Bramoso. Vtt. .\'S. Pad.
1. 121. Quale di voi è m pronto, e volonta-
rio di accompagnare questi frati ìasino ai
monasterìi di questi saolì Padri, che sono
quivi presso? f Vj
VOLdNTAltlOSO, e VOLONTARO-
SO. Add. Volontervso , /tramoso. Disi-
deroso. Lat. tupidiis , avidiis . Gr. C~t-
^■jti.T,rii'di. Cavale. Vrutt. ling. Cuncius-
siecosjcbè '1 Diavolo oe sia assai Tolun-
tarioso, e il peccatore per se quasi aiutar
non si pov^a. Vtr. nov. 2. 20). Messasela
sullo, le fece di quelli scherzi che le Vo-
lonlarose giovaui tanno bene spesso a que-
sti pollaslroni. /. nov. 5. 339. E per questo
cosi votontarusa correvi a rinchiuderti Del-
la tua cella , femmiua di mondo , carua-
Uccia , viluprMata?
* VULONTEllEVOLE. /. A Add.
t olonteroso. Cuid. O. 11. 1. E colla loro
d«dce pianura lusingarono li vulootcrevoli
del navicare fCj
VOLONTEKOS^MENTE . Avvera .
l'olentieri. Di buona voglia. Lai. hhtatt
animo, voluntarie. Gì. C3CÌeyTt', l'fftfu-
Ttw;. fìocc. nov. I. 7. Inalato ad Uno o-
micidio, u qualunque alita rea cosa, seou
negarlo mat , volonicrosaincntc v* andava.
Colt. SS. /'ad. Anche la fatica incetta-
bile, e lo spogliaiiiento, e la privaiionc di
tulle Ir eoe \oti>ntcro»aniciite è sostenu*
ta /l'ut, l'urg 2 Perocché volonterosa-
nieule susleogon la peno.
^<)LONT^H0.^lsslMAMENT^:. jr».
jH-il. di t ohntcro.utmrnte. lai. lu^ntis-
unte. Gr. rTcìST». Vr. (Ìtord. l'reH, fi.
1 utii voli>utrru>ìitini.in)enlc incontravano
il multino. Trntt, segr. cos. domm. In o*
i;ui tempo vuloDiriosissimamenle preodo-
110 niediraiurnlì purganti e gagliardi . e
vivono importunissime
V 0 L
VOLONTEROSISSIMO . Superi, di
l'oionteroso . Lai. /ìagra'ittssinius . Gr.
«7rt&U//l)TiJtw'T0tTO>. t'iantm. I.y3. SoUo
grave i>eso <li ^oU'erenta dunidiido i miei
disii voloaterusis&imi di iiiUAirarai , m* ia-
grgnai COD occulliasinii alti ec. d' accen-
deie il giovani' di quelle ii)edi>AÌnie fiam-
me, delie quali io ardeva-
VOLONTEROSO. A'U Che st mette
£on gran volontà e prontizzn alle opera-
iionij Che e d'animo arJftte Lai. nla-
cer, proniptus. Gr. TT^OTy/xo;. /Socc. nOi\
33. l6. li che ella, \uluulfiu&a <i' ubbi-
dire , fece presUmcnle . /■. no*-. ^3. l3.
Calaodriau aadava, e come più vuloulc-
ro^o, avaali- E mo*-. Ha- S- leuiL'udu dud
forse le monache per Iroppa Irella , o
troppo Tolonlerose , laulu 1' u»cio sospi-
goes&eio, che eyli s'apriise. Cabale, iled.
Cuor. E però è mollo volonteroso ad e-
stirpaila e lorla dell' animo. /ìern. Ori.
a. ay. aa. Fello il dover Tolonteroso e
caldo .
■f- §. Per Desideroso, Bramoso. Lat cu-
pidus . Gr. e-iSj/i.*;Tt/ J; . lìocc. noe.
40- l3. Volouteroai di guadagnare ass;ii,
e di spender poco . Ftamnt. proem. Ac-
ciocché in uie , voloulerosa più che allri
dì dolermi, per lunga usanza non si me-
nomi la cagione, ma s' avanzi. Amet. 6j).
0 pietosa Venere, o santa Dea, i cui al-
tari io volonterosa visito, presta le mise-
ricordiose orecchie a' priegbi miei. Tac.
Dav. Stor. 2. 281 S' appiccarono in un
piano due legioni, per Viiellio la ventu-
nesima, della Rapace, d' antica gloria : e
per Ottone la prima, detta Aiutatrice, che
DOD avea più combattuto, ma feroce, e
volonterosa d' onore. Bcm. Ori. 2. 28.
19. Or addietro ritorna passo passo , Di
vendicarsi ognun vulunleroso.
•f « VOLO>TIEKl , e anticamente
VOLUr^TlERl . .tvverb. Lo stesso che
Volentieri, Mcd. Ari». Cr. 3a. Se il ni-
mico mio m' a\es5e maladcllo , avre'lo
sostenuto voluntien . (C) Cavale l'rutt.
iing. cap. 5. ritolto volonlieri toglie la
miaeria da colui il quale umilmente lo
riconosce. K Tratt. Paz. iib. 2. cap. i.
L* uomo valente e di cuor gentile più vo-
lonlieri vuol essere sveglialo per suono
che il chiami alla latlaglia. Sa/vin. Pros.
Xosci. a2i (guanto Snora ho intrapreso
sempre volonlieri di lar parole ec , tanto
ora il Vostro cumaudo riesce a me , non
so come, malagevole. (*)
* VOLONTIEKO. Add. Volontario.
Lat. voluntarins. Gr. a/ou5i05. /'rane.
Sacch. rim. (nella Tok'. liarb. alla voce
MAMEKO) Qual sia la cosa presto e
volontiero Ogni mio senso con la mealc
infusa Al piacer vostro sosterrà manie-
ro, (f)
•f-l: VOLPACCIA. Peggiorai, di Vol-
pe. Vorlìg. Kicciard. 26. 63. 1 gradini di
queste cran formati Tutti di code di vol-
pacce antiche. (A)
'r g. H Jìgtiratam. dicesi di Persona
molto astuta e malisioso . Ar. IVegr, i.
3. C. Temolo, che ti par di questo astro-
logo , o ^egromaole voglio dir? T. Lo
guidicu Una volpaccia vecchia . /:.' ap'
presso: lo domandavo costui dell' a-
strologo Nostro quel che gli par . T-
Dico ch'io il giudico L'na volpaccia Tec-
chia . sB;
* VOLPAIA. Tana dt volpe. Lat. vttl-
pis latibtilum . Gr. ocJLb/TTcxoi e&))^eo; .
Car. Matt. son. 10- Questo, ch'era ca-
stello, ora è Volpaia (*)
VOLPATO. Add. Di volpe.
§. I. t.raiio volpato, si dice Quello che
è infetto di volpe, nel signifc. del g. VI.
Lib- /'ixd. li. Come sarebbe il pane fatto
di grano volpalo.
^ §. 11. / olpato , per similit. , vate
Vocabùiario T. il.
V O L
Guasto, Cattivo, Corrotto. V. GOLPA-
TO. (A)
f VOLPE. Animai quadrupede molto
astuto e tristo, infesto ai polli, della
grandezza poco mtno di un cane mezza-
no, di pel rossigno, e muso aguzzo, con
coda lunga coperta di un lungo e folto
pelo. L.it. vulpes . Gr. aiXuiir,^ . t^anc.
Sacch. Op. div. ^. Volpe è uno animale
ni*lto falso : quando non puule bene aver
da mangiare , si getta ne' campi , come
fosse morta , sicché gli uccelli traggano
alla ralligna; e venentio gli uccelli, e gra-
cidaudogli intorno , credendo essa esser
niorta, essendo assicurati, ella leva il ca-
po , e piglia qual più tosto puole aveie.
Fav. t.sop. Avendo tolto V aquila 1 suoi
6gIìuoti alla volpe, avevali messi nel nido
a' suoi aquilini , e gabbavali con esso t
volpicini . yov . ani. yi. 1. La volpe,
andando per un bosco, si trovò un mulo,
e non avca mai più vcduli. Cr. io. 17.
I Acciocché lupi, né volpi, uè altri no-
cevoli animali vi possano entrare.
§. 1. Per metaj. si dice di Persona
astuta e maliziosa. Lat. vulpinus, vafer^
calltdus,veterator. Gr. navowiyo;. Oant.
Inf. 27. L* opere mie Non furun leonine,
ma di volpe. iV. / . 2. 36. La volile vec-
chia, che conobbe la magagna, 5' otìerse
loro mollo liberamente. /, 3. 62. Senten-
do ferma la pace, innanzi eh' ella si ban-
disse, come \oIpe vecchia, accolse gente,
((uaota ne potè avere. /■ . / . 11 ^7 San-
ZA avere considerazione quanto fosse vici-
no air astuta volpe, e al volpone vecchio
Giovanni dell' Agulo.
j "^ %. W. In proverb. La cosa è tra
volpe e volpe, e si dice Allorché due a-
sluti vengono a contrasto . Cecch. Dot.
3. 3. Questa volta la cosa sarà tra volpe
e volpe. (Vj
§- IIL Diciamo in proverbio.' E* v'
abbaia la volpej cioè: h pericoloso P an-
darli. * Cecch. Dot. 5. 4- 0^1 che non
vai tu su, se tu lo vuoi? 3lor. E' v* ab-
baia la volpe. (t'J
§. IV. Pui-e in proverbio si dice: An-
che delle volpi si pigliaj e vale, che An-
che gli astuti talora sono ingannati. Lat.
etiam callida ingenta subtnde impingunt.
Infar. scc. 269. Dice bene il proverbio,
(Jie anche delle volpi si piglia.
§. V. Jn proverbio: Le volpi si consi-
gliano j si dice di due astuti che favelli-
no insieme, lai- callidus callido consulti.
Buon. Vier. 4- 3. 7. Le cicalan fra loro:
Le volpi si consigliano.
^ §. VI. In proverb. Con la volpe
convien volpeggiare . V. VOLPEGGIA-
RE. (A)
=? §. VII. Pure in pro.erb. Tutte le
volpi alla fine si riveggono in pelliceria,
e vale che Chi astutamente opera male,
alla fine capita male. F. PELLlCEl;rA,
g. II. (Cj
§. Vili. Volpe, Sorta ili malattia che
fa cascare i capelli, o pelarsi, molto fa-
miliare alle volpi. Lat. alopecia, Plm.
Gr. aÀSTisxt'a.
§. IX. / olpe, si dice anche una Sorta
di malore delle biade j per cui divengono
marce, e se ne vanno in poi* ere.
!? VOLPEGGIARE, e GOLPEGGIA-
HE. L'sare astuzie come la volpe j onde
dicesi proverbialmente: Con la *ulpc con-
vien volpeggiare; che i Latini dicevano :
Cum Creteusi crelizare ; cioè : Cogli uo-
mini astuti ed insidiosi bisogna armarsi
di somiglianti fraudi per poter loro re-
sisterej Contro V altrui mine usar con-
tramniìne. Scrd. Prov. (A)
VOLPETTA. Dtm. di ì'olpe. Lat. lul-
pecula. Gr. a/wrre/t'^. />. (jiord. Pred.
/;. Entrano queste volpetle nella vigna
del Signore. V altrove : Vi sono certi
V O L
"769
rornicatorelli di soppiatto, che, quasi tan-
te volpelte, sporcano e guastauo la vigna
del Signore.
VliLFICELLA. Dìm. di Volpej Pie-
cola volpe. Lat. vu'pecula. Gr. aiwTieTic^.
Cavale, l'ungil. Ancora li derisori sono
come volpicelle. Vit. òS. Pad. 1. 77.
Non se* più terribile, né di più potenzia
in questo cammello, che se lussi in una
volptcella.
t Vi* L PIGINO. Piccolo parto della voi*
pe. Lai. catitltts vulpinus. Gr. TSxvOtf
a>.w7t£raJ0£^. Lib. t tagg. Si avverrà che
I una volpe avrà i volpicini nelle monta*
j goe. Fav. li'sop. Mll. E gabbavali con
esso i volpiciui.
I §. Ffiguratam. Ciriff. Calv. 3- 84.
Non conoscendo quella volpiriua, Che nel
cuor ride, e piange per lel>zia.
* VOLPIGNO. V. VOi.PI.NO. add. (•)
".: VOLPI-NÒ. Susi. Volpicino. Fav.
Esop. 5o. L' Aquila avendo tolto i suoi
volpini e tìj,lÌuoli alla Volpe , avevagU
messi nel nido de' suoi aquilini [cosi leg*
gè il codice Farsetti }. il'j
VOLPINO , e VOLPIGNO. Add, Di
volpe .
^■. I. Per metaf. vale Astuto, Sagace.
Lai. vulpinus. Gr. /tcòoioi- Arrigh. 73.
Le volpine parole partoriscono dubbiosa
tede. /■'. V. II. 79. Fecion loro capitalo
di guerra Vanni Agulo Inglese, gran mae-
stro di guerra, di ualura a lor modo vol-
pigna e astuta. Ar. l'iir. 5. 73. Venuto
è 'n sovpizioo, ch'io non rixele A lungo
andar le fraudi sue volpine . Bern. Ori.
2. l3. 25. Ella con voci e sembianze vol-
pine, Con fiuti sguardi e con parole pron-
te Umilmente pregava che s' inchine.
g. 11. Olio volpino. Olio così denomi-
nato nelle spezicrie, per esservi fatta bol-
lire una volpej di cui vedi ■/ Bicctt. Fior.
252. f olg. Mes. L' olio volpino é cosa
molto esperimenlata e provata alle spasi-
me, e ali* altre maiatUe de' nervi e degli
articoli .
VOLPO . V. A. Add. Volpino . Al-
bert, cap. 29. Non t' ingannino unque
gli animi volpi e piatti ( volgarizza quel
luogo d' Orazio: nec le decipiaut animi
sub \ulpe lalentes. Ac/ testo dell' Acca-
demia si Ugge così : Non t' ingannino
unque gli auìrai che si nascondono sotto
volpe ).
VOLPONE. Lo stesso che Volpicino .
In questa voce , come anche nella voce
LEPRONE , e in alcune altre , P accre-
scitivo diminuisce, e significa Volpe gio-
vane .
§. I. Dicesi anche per 1 olpe grande,
e \ecchia. Fir. Disc. an. 71. Un lupo e
un volpone e uu corvo abitavano in com-
pagnia .
g, li. Per metaf, si dice di Persona
astuta. Lai. vaferrimus , vitlpio , Apul.
Gr. ■7Z'J:ioZp'fQi, oifUTtr,^. F. V- H 97-
Quanto fosse vicino all' astuta volpe e al
volpone vecchio Giovanni dell* Agulo .
Bern. Ori. i. 2I. 70. E dissi : se volpon
vecchio se' sialo , Or in altro animai sa-
rai mutato. •? Scgner . Pred . Pai. Ap.
II. 10. Andate pure , e dite a quel vol-
j)one (ad l rode) da parte mia, che non
mi scaccierà veiuno di qui sino a cose
fatte. Tt )
VOLTA. ìerbale, da l'altare. Il vol-
tare , /iivolgim.nto . Lai. versatio . Gr.
TZipKsrpo^rì. Dant. Par. 5. Ma non tras-
muti carco alla sua spalla Per suo arbi-
trio alcun senza la volta E della chiave
bianca e della gialla. /■.' nm. 33- Che gli
dolci pensier non mi son tolti , Né mi
sua dati per volta di tempo ( cioè , per
corso di lempo;. ^"^ Sper. Prcl. L' ermi-
sino fatto con fila di più colori perciò è
detto caDgiaule , che stando fermo aell'
222
>770
V O L
«ter suo 0 iempre is»tndo ermUino, td
ogui volu e rivolla di lume, o d'occhio
CDgia rj!|,clto, ,• or giallo, or .o«u, o^
cdcslro SI fa slimarc da' ri(;uardanli. (C)
t S- J- ^"''a , trattandosi ,1,1 g,„oco
deUa zara . o d' altro giuoco che .1 fac-
ria co- daJ,. tale Tratto, o Bnoleimen-
le d, essi dadi. Dani, l'urg. 6. Quando
il parie 1 giuoco della «ra , Colui che
perde si rinian dolcole, Kipelendo le vol-
to, e inslo impara. Oli. Com. I'„rg 6
74- E pcrorrhi, questi due numeri non
possono veoirc se non in un modo per
Tolta , per isrhifare tale lasi.dio , e m,n
•spellar troppo, non soo computali nel
giuoco, e sono appellali «re, 0 son,. nel.
1 estremo numero. Majiglori e minori ,n
Ira (|ue>li possono venire io più modi e
pero quel numero ibe in più modi può
venire, e dello migliore volta di rajjiime.
J §. II. Dar volta, vale Volgere Ljl
vertere. Gr. a-rpifu;.
* §. III. Par volta, vale anche Far
tornare indietro . Sforare a tornare m-
*e,ro. - Pe,r. son. 6. .Ni: mi vale spro.
nano , o dargli volla ». (C)
g. IV. Par volta, vale anche J olger.
'I, Rivolgersi. Lai. versori, volutari
,: 'IP'-yf^yi- /iocc. nov. zù. 12. Tu
«lai lali volle per lo lullo, che lu fai di-
menar ciò che e' è. /lern. rim. 1. 7 Non
cosi spesso, quando l'anche ha rotte. Di
le volle Tifco.
* §• V. Dar la 1 olla .,ollana , vale
Rovesciare Fav. Fsop. 126. Udendo il
Leone parare il Cavallo, si p„o,e i„
terra e .1 Cavallo gli mise il pii i°
s*0Ha™a"Vrr""''' " ''""" '''""'^ '»""
§. VI. Dar volta . Dar di volla. Dar
-olla addietro. Tornare in volta e si-
m,l,. vogliono Tornare indietro , folr. r
le spalle . Lai. ,e,ro evadere . Gr. -yva-
?r»oi:»v e. V. 7.92 3. Q„,,i. ^- ^.
l«) di .Surreuli dieder volla e tornarsi
» Surrenli. /;„„,. ,„^, g. ^ ,^^ y
Duca mio [ornare in volla. /W 71 E
diede la volla , parlendosi dalle parole
1 "'j j '.^ ASaonala per doppio do^
loro, diede la volla addietro. E Ihsc an
Jg. In suo luogo si lasciasse legare fin a
"lo eh' ella andasse a dire uL parol
ali amico suo, che sul ilo darel.l.e volta
ytr. ì-„r. 25. yi. l„i.,o,„ cercherò con.
veniem. Cagioni , e che sien giuste , di
d"r volla. i„,. ,,,/„.. ,.5. Lello che
■o aro e risposto a quelle lellere , darò
»olla indietro. Ta.,s. i.er. 9. qV e ,„„
".essi ilerali insiando prega" Ed\rganlc
e Chirinda a dar di volta.
•e §. VII. Tor la volta indietro, vale
I ornare indietro. Bari. As. 1. 2. S „/,
^oIle egli allora lorre la voIm indtlro
crimeller., aCa,n„„;ma.l .enlogl,'";
dinllameiiie ,ier proda e non polè^/./
S- VHI. Pare una volla , e l'igUare
'oivio, lare, una g.rala. Lai. Jircun,an,.
''"''"■ '•'• "•?■««.■...». IJocc.g ,0.,,
». Data una volla assai lunga ect al pi:
H'" " ritornarono. /■; „„... 86. i v,[.,.
una W jolla, sopra '1 pian di .v?ugV:,:;
ca, aitando per.cnnero. Geli. Sport 2 J
-":Ìi'ri;.".n!:Hr""""" "'»'«'••"'"•■
rar L'^r""''. '"/"■• '"'' ''••"■"■'■
tendo che sia p„,,|„ j,„ yeneiia , m. .1
cosl'l.'^o" '"" '°"° "'^' *'""'"•'''
§• X. Dar In volla tonda, vale Fol-
l.-rs, ,u giro, involtarsi lutto Lai. eir-
95, Io m, diedi a voludarmi mollo Lene
11.''" •*.?"''"'; ■"■' non fui ma, da
V O L
I V ,^' "'/ ^"^ '" '^'ta , parlandosi dei
.tote, vale Andare verso l' ornante Lai
I ^'^'•^«■"''"'c/" tergere. Gr. =!>.., Sa. .m'
Oj^vi.Uriff. Calv. l. 26. Il .Soleiolanlo
I ave. dala I, ,olla l'er apparire all' usalo
I onuottle .
i S Xll. Par la volta, parlandosi della
Luna vale Passare ,1 plenilunio. Frane.
Aacch. nov. 177. Guardale che voi non
gli poneste, se la Luna non di volla. 1^.
Coli. 160. tiuu vendemmiar Ira le due
, lune , Cloe in sul fare , o m sul dare la
I volta, che nmil giuoco li fari il vino.
/;.r„. Or/. I. ,7. 7. oue volle lorno il
Sole alla su. via. Ventiquattro la Luna
I diede volla.
i ,? ,^"'- ""'■ '" '"'"'. diciamo anche
^ del / mo r/uand- e' divien cercone j4r
, sai. 3. « eh' egli t.l vino/ 6la, e mostra
la paura Ch cl.he a dar volta di fiaccarsi
I 11 collo. Sicché men mal .aria l.er 1' ac
qua pura (ijui detto in equivoco;.
S- "IV. Par la volla a un vaso , 0
alla maleria contenuta in al.un vaso,
vale Rovesciarlo, I cesarlo . Lai. rVi.rr.
.e .'^'■•,f'»'-/^'?!'v. Huon. Tane. i.
I Sol m e nmaslo qui'l legame in mano,
«"vi ?" ',■■ "" '• '"''^ "' "••'^ro.
§ XV. Dar la volta, vale anche /(,.
Mare. Lai rfe„V,ce Gr. x«r^7T,=E j.l,v.
ile,,-., sat.y O Pisa, „ Pisa, e lu'non
I hai nocchiero Che dia a coslor per Arno
un (Il la volla 7
S- XVI. Dar la volta, o Parla volla
a canto vale Impazzare, Usi ir di se
lenler l'uso .Iella ragione. Lai. delira.
l'',. ..'''''•''.'•'' ''^""'■'- '■■«*• Servig. 3.
i- lerci eli han poco cervello, K ogni
poco eh elle s- affatichino. E' di la volta
Salv. Cranch. 2. 2. E cosi dando di bel.
lo, che Non par suo fallo, un po' di
volta al Canio, Lesta le.la appigiona il
eccello Air umor, che glief bechi
ir l::'- '•• ^ ^' '■'' 's" »" •'"'•' '-
volla affatto. '
1". Xyil. Andare, o Girare in volta
'^ale ,ln,tar vagando. Andar allor.io .
La., "-"'"'■'•e. Cn :ts^,y,^„a.,, ,,„.„.
T I, ■7- Qf^'oiuoque andasse in
volla alla ventura Cercando ec. Anibr
ro//.ro/. Il ,i,„|„. o ,1 o„n„, ,.,,, ji,.
voglia della favola E Cofanaria, della da
un cofano Che voi vedrele andare in voi-
aLn il'""' 'f 9* *"•'"•' «'"'-^ ""'
alla nchljia lu voha.
t * J. XVlll. Essere in volla. vale
'"!■■?•'■', l-s.<.re in fuga. Cavale. Slol.
'-.. "* Veggiamo nelle hallaglie curilo.
rali, che, poirhi; i nemici sono in .olla
e fuggono, se veggiono quelli cheli .ac
ciano , ec. /, 266. Questa i. dunque la
cagione, che '1 mondo t oggi cosi in
>olla e in .sconfitta, perocché il diavolo
CI ha seminata lama divisone , che non
Vedendo Ta.coiie ec. la genie in volla
.ncomincm a gridale. F i5,. Inlralo Tar.
corse in hallaglia per reiu.igorire le .chi»,
■e toscane e le iroiaoe, eh' erano in volt,
per quello, ehe Cammilla facea , dies.i
addosso a Venulo di Laurenlo r< ;.>■,„,..
r,!;?!- . ' a*^'' ""»''"' naiurjmeule
ciudell ed avidi, poiché il campo fu lui-
lo in .olla seguitarono ga|,liardamenle ad
y S. .\IX. I .ssere ,„ ,.^,„ ,li /oiinun.
•_../e /ssere sfortunato. G. /'. 12. 76
Furonv. sveoturalainenle sronfillije cosi
■»»"ne.hi iin .olla di fortuna. /Di
S- XX. Fa /,„, „ /„ ..„/,^ , ,
rollarsi Lai. vera Or ,rp.f.i=,t
rane far.. 276. ,3. E va faceU voi-
!<■. Fuggench, a quello molle. Rern. OH
ttf' .'" S"'," '■■ "*■"■■"<> ; ma non
riglù, "•'" '-^ • I'" .r con min PC
V O L
g XXI. Far le volu del liont . vale
Fasseggiare in qua e 'n ti. Lai. hitc il.
lue incedere. Gr. Tip, j>j o.,S«. it„„.
.?«..,,. /Jocc. nov 77. /y. Facendo I.
«olle del lionc, maladireva U qualilli del
tempo . T >• uci
* S- XXII. Afellrrein volla, valt Far
rilornare indietro. Cavale. J'ungil 268
Quesle maladelle mclloDO io volla i s«.i
01 Dio . ff J
t * S XXIII. flellert in volta, vie
lar prender la fuga, edèltrm. de' mili-
tar,. Cavate StoUiz. 235. Sogliono fare
capo grosso, e «aliarsi e sconfiggere quel.
Il che in prima gli mellevano io volta. (Il
* S XXIV. ti MelUrsi in valla, va-
le Irender la fuga , Voltar le .palle
•Vgr. / ,„r. .Star. 1,1,. 5. L' uno dilordi.
no 1 altro, e lullo 1' esercito fu coslr.tlo
mctler.i in volla, e ciascuno, seou alcun
mpello SI rifuggi verso il Borgo. (CPj
%■ XXV. Slare sulle volu, vale Sta-
re allento alle congiunture.
« S- XXVI. Star sulle volte, dicono
I .Varinai del liordeggiare. (Aj
f XXVII. Volta. Term. della Cavalle-
rilza. Movimento in giro che il cavalie-
re fa fare al cavallo. (A)
§ XX Vili. Iluhar la voto,,, i dice de-
cavalli, quando nel maneggiarli voltano
prima che U cavaliere non vorrebbe.
VOLTA. Direzione di cammino. Cam-
mino. Lai Iter. Or. o'soiTocia. Ar. .Vegr.
2. i. Vuoi tu far a mio senno ? come a.
vulogli Avrai, piglia la volla di Vinegia.
/•. ( ass. 3. 3. K per, hi, ,arle questa not-
te un grippo, che fa quella volta, deside-
roso di servirlo Lene e presto , li son Te-
nulo a iilrovare. per far leco a una pa-
rola U mercato. * Giov Geli. ViL Alf
III. Alfonso previsto e disposto prima op.
porlunamenle .1 lullo, e avendo gii mo-
slro a' Iwmliardieri quel che voleva far
dell artiglieria, presa una lunga volla di
"•rrso J mare, la indiriixo tuli» alle spai.
le e a" fianchi de' nemici. iCj
S. I. Onde Alla volla <r alcuno, o d'al-
cun luogo, vate Inverse di lui. Inverso
quella parie, lir. Disc. an. 42. Preso
quel rasoio in mano, se n" andò alla vol-
ta sua F As. 92. Accortosi di si gran
danno, con un buon bastone se n'era cor-
so alla volla mia Tac. Dav. .ilor. 3.
3oi. Volando Antonio ec. con parte de"
cavali, alla volu d' Italia, gli fu compa-
gno Arno Varo.
* § II. ler alla volta d'alcuno. ,■
rf' alcun luogo . vale lo slesso . Las,
Cen. I. ,.0... S. Fj^o ,„ disposto di an-
dare > ogni modo ec. e gii lasciando di-
re ognuno, si era pattuito con una nave
«angea. che parUta allora per alla volla
di .Marsilia (C)
VOLTA. I icrnda. Vice, net tignific
del §. I._ Lai. vicìs. Gr. àfioipr:. Beez.
!•■ .V. 149. Tu dirai adunque: or che
mulera.si la sriro.a divina per la mia d..
sposinone, sicché quando or qucslo. ,t
quello soglia, quella cuanJio le scile del
cognoscere paia allernare) Maino. F ap-
presto- Ni, come tu siimi. .Ileroa le
solle d anlu-ognoscere or questo, or quel
lo, ma in un cip,, |e lue mulaii..ni im-
mobile compiendc. Hoc: Vanh. S.oroa.
ull. Ella ancora alterni e maU It vi,,n-
ile e volle del conoscere.
S '■ Toccane, o Venire la volta a.l
alcuno, e Quando nelle opecuioni aller-
nalive. cioè che s' hanno a fare dcterm,-
natamente or ,l„ uno, or da un alln
' a.petla a lu, /' epera. r. L.l. alicmiu,
pxrtes esse, ad aliquem prrlineir. Gr
</'/lCliv Ttfiii T.v». Rocc. aov. l3. 1
Pan.pioea. che si alialo alialo a Filoslra
lo sedea. a.snando, sicrum* a. tubi .
che a lei la tolta iluvcur locrare ee .
V 0 L
voslr.1iceD.ia a.io. Ir. Oiord. Prt>- A.
io la treuu.uo »nni. che v era ».a.o ,
ancora nOQ gliera^e^uU 1^ «''"/•
%. §. 11. Toccar la ..ha. .ale anche Toc-
„. l^pl.cc.en,co Tocca,., cas.^»^
y liti. IO. cap. ig. r. in Une '•• .
,„cc6alui,eroorlofapcrlemau. de
"'t^^:^::.r'a.ol,a...lePrc,fr.
dine. Lai. .m« °'v''""«- G^- T^V Vcl'o
.•ovjdSa. . G.i>rf. G- Poicte.'! re I tuo
Vo^ 1a: aUe sue p.role ,..mo ua 6
ilri, pigliando la volta d. d,.e, b.colc
'i 'irrcgner la .ot,a. .ale Preoccu-
„« nelle o^raz,o„i aUernaUce il luo.-o
'^^u^ Che anche ,i,cuvno Furar lemos-
7, Lai. e manu ,.,a„..Mum cx.merc.
Pass 3i6. Che, lascuodo pure fare loro,
ft„„oUo.ochehasudw„ale,Mcchen.e
"%'&.'"/'-"/« ,nale,,n,,i..ntole
noie na,ncrale e di ?"",'";'■■' /j/'^A^.".
Jetermma-Jone d'atto, I- .ala. ììocc. In
* 51 Assai volle a>ovaudi.or.-,g.ouare
di ouaolo onore le frondi d, quello eran
degne. y.R.H./'- «6. Si sono elle venu-
te Daiecchi volle a slais. meco /. no.
4V3 II quale ""a volta ed allra ve^
^^ 1 U Giovane ec. , di lei tieramenlc
gendo la 6'»"°^ « • 3,, s.ue volle
s lonarooro. /'. noi. 77- ■>" . ,
colla immagine si hasn". t. nnm. ^7. A;
Jonessernala. /Co.. 79-5.Bruuoco.
„„.endoio.o poche di^lusche^- in.
;^°a^"i.e^^;^'Ven.epersèlaBe..
TdiFraDcia. E ,.0... 86. 1- «,» '"f J"
che alice volle la hrigataavea fata ride-
re, simdmcnte questa volla '".''-:";'•
"ùm. Q. Da una volta in su carico 1 or-
«"od c.an piacere della donna. O / .
ÌVToA 7. Nota, lettore, che le pmvoU
e ma quasi s.mpre, avviene u eh. s. la
.i-n"e, o caporale d. popoli, d' aver s.
/t-'la ns'cla. Com-. Ut. Tulle volle che
•I gigante era stanco, eli. poneva lo suo
corpo sopra la terra d.sleso nant. Par
4. L-nirUe volte violenta illorza/
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1771
ti. be nulle voiic ""■ -- ; ,
L. »l8.Ma,avigliomi Un, s alcuna vol-
ta Kon rompe il sonno suo. h ':"■"-• °-
4 Ma qna..te volle a me v. r.volgele ,
Conoscete .n altru. quel che voi sete i>en.
JiZ larch. -i. n. Ollr-ac.o, .Ihene-
6l di tuli. . pad.i era un medesimo;
onde si potè st.mare in una volta per sem-
pre f.r. D.sc. an. gS Oltre al lars. dar
tuona sicarli di rappresenlars. '.^■;'"'°':
,c, quante volte. / me. Mnrt. '.m. 4- "e
potei pure una sol volla almeno Veder
.radilo un de' miei doni tanti.
+ * S I. Alcuna .olta, posto av
,erl.aln, .ale Una .olla. Quandoches-
sia; ma è maniera poco usata. I it. ^^.
Pad. 2. 292. l'riesoli eh' io possa ritro-
vare la mia donna alcuna volta f Lat.
tandem aliquando). (lì
3§ U. Mila .olta. .ale Insieme, ISel
medesùno tempo. Lai. simnl. Gr. a.lJ.y..
if fr Cord. 23o. Ma 1 angiolo inteude
più aobilmente, imperocché s. dice per h
lauti che r angelo intende alla volta molte
""" S 111 Jlln .olla, .ale anche Per
.alta : .Ir r,.r. .9 7'»' "''«
quivi spron, né cinger spade Ne cose d
«me pon gli uomini avere Se non dieci
Z vo^la , per rispello Dell' antica costu-
ma che vi ho dotto .. . (Ci
a §. IV. .■aia colta, .ale anche Di se-
guito. />.>'• .y- G"- 4'7- E P°6°»™° ^^^
fu digiunassi due di, o pai alla volu. "°"
voglio pero che in t. reputi migliore di
chi non dieiuna cotanto. CI ,
V §. v' AIU .olla «Un .olta .ale
O, mL m mn-e. V. ALLA VOLTA,
^e" v/''^//e "ol'c. ^"1" Tal.olta. Ta-
lora. Lai. qiiandoqiie. mterdum. l.r. E»-
;o.,. Cr. io. .7. 4 E cosi ■- "■' ° .='
mille alle volte se ne prendono^ ''''.• ,'^'/,
,2. 44. Occorrono alle volle Pensici che
prima non s' aveano in petto.
:;: § VII. J •ini .<•""• P"^'" "' ,.
hialm. .ale In un medesimo 'e-'T» • '' ''^
Ciord. l'red. 2 10. N"i '"""""'""., „'
molle cose, ma non a una volta; ma ora
V una. e dipo' 1' una 1' allra , e quando
r una, non 1' altra (C)
i.= § Vili. ^ .olla n .olta, .nie Ui
nuando in quando. Sagg. nat.e.'p. 115.
Ci accorgemmo poi che a volta a volta
r,6atava (parla d' una Inctrlola). (C) ^
« S IX A .olta a .olta , ."le ^
anche Di mano in mano. Segner. Fase
duhh li. Quello che i santi ban del-
lo di quello spazio d, tempo che no.
rolla a volta .mpicBbiamo ne 1 orazio-
ne, essi fissamente Iraspo.lano al loro .d-
''T.X.'^uL. oUn,.nle Finalmente ^^U
taLm. Gr. tAs.. P"r caiiz. ii6. 12.
Muti una volta quel suo antico side t"^
tctt. 2. l.',l. Mi contento .he mi faccia
anco ingiustiz.a e torlo espresso, puiche
una volta se ne venga a fine.
• + :■.: S XI. Una cosa per .olla, va-
le Una co,a .separatamente .tali altra
Fr Gior.l. 23o. No. non polemo pensa-
le se non uno pensiero per volta ec. inon
poterne pensare ne intendere se non una
cosa per volla. (F) ,„,,„
•tS Xll. Folla per. olta.. ale lo susso
che Tempo per tempo. Lai. .dentidem. Gr.
%., /«i«J3... /;er„Wm. 1.58. Qui
è messere Achille ec, E '1 reverendo nion-
signor Valerio, Che domanda di voi volta
'"VxiÌl Dopo .olla, .ale Dopo'ljatto
1.1 post factum. Gr..«£Tà 5t/io.|.v. G
y 10 35. 7- Ma dopo volla s. ravvido
i no con lor danno e slrngs.me.,to.
I -. ■-^ XIV. Quelle poche .olle, man e-
ra 'disdire che equi.ale a.i Assai colte
Buon. Fier. 2. 4 18. M' e intervenuto
quelle poche volte. iC) _
+ 1 VOLTA. Coperta p.u o meno m-
c,.latad,s.a,.ze,o.l' altri edifici., in C..I
te pari, si sostengono l una I ultra
.c»n.We.o/«e„(.-. Lat.^ó'-"...- Gr. .«f.a,.x^
G r 6. 43. 1. Gli cadde addosso la
voila, che era sopra la camera, ove e dor-
mia V. r. Il primo di d' Ottobre arse
l sagrestia e case del dormentoro .nfino ,
alla volla della via del Ga.^bo.
:-- 8 ì A .olta, o in .olla, .ale Fatto ,
„ guisa di .olla, in arco, e f«-' P""-
c,;a/me,„e delle stanne, o altri edifi.u \
che in luogo d, palco hanno .ola. .. I ia,g.
Sin. 97. E questa chiesa si e nfic.ata la
Li. gLiiassa. bella chiesa tutta m volta
.. Ar Fur. 12. 90. Era non poco spazioso
,1 sasso. Tagliato a punte d. scarpello
"" rli" rJta'. SI dice anche Quella stan-
,a sotterranea, do.e Si custodiscono l.i-
„i, Cantina. Lai. hj-pogaeum. Gr. VIIO-
..aiov. Bocc. lai,: 47- Con pozzi da-
eque iVeschissime, e con volle d. prezio-
si vini. E g. 3. p. 3. Le volte piene d
otlimi vini, e la fredd.ss.ma acqua. Da
Camp. E con loro si rannava .n una
1 voUa^ollcrra. Agn. Pand. 5.5. Solo quel-
le chiavi che s' adoprano a tulle 1 ore,
coo.e della volta e cella, e della d.spon-
I ,a, queste consegnasse a uno de p.u as-
;,!,.; di casa, e più fidali. Fr. Sacch.
1" .70 ó'ered'o bene, ehe la famigU.
m°a ha'tenulo aperto l'usc.o della volt^
Tbalt. .lato bere per si fatta fo.m^, eh.
,„ m'hai mal servito, «ice», t .or. M^
S. ripone in vaso d. terra grosso e bea
cotto, e SI tiene nella volla, o m luogo
freso. I-nsc. Celos. 5. .. lo me ne an-
dai alla volta; e sp.lla questa botte, e a-
sasgia queir allra ec , io non me ne pò-
"V VOLTABILE. Add. Vol..bile. Facik
a .oliarsi. Lai. flexilis, moUl.s .oluh-
li,. Gr. iuywo'i;, >ai-/.<ito^ t.loc 2. 3i
Conciossiacosachi; la lorluna infino a que-
sto le.-po e. abb.a colla sua destra tu.U
neir auge della sua volt.d,.le ruota.
I * R 1. Foltab.le. figuratam. .ale In-
costante. .. Tac. Da.. -^""-l'-'^C»-
' sare nondimeno temea molto della fede
di Gela Generale, al bene, come al male,
voltabile d. legg.eri. £.).Vor.3_327.Ma
come era voltabde, e natura e degli spa-
ventali, dispiacendogli ogn. parl.to ec. ,
ìornò in palagio. .-Imi..: Bern^ 4.3. Trop-
po fe voUab.le La donna... Cecch. Mogi,
l. 1. Non vogl.o che vo. abbiale 0 lui
per si pazzo che di nuovo v. s, mettes-
se, o Pandolfo cosi voltabile che egli ci
acconsentisse . (Cj Ci,:ff. Cai.. 3. 85.
Or questo r.pensamlo io ■"' •"'«°'°;
[Ch'ella sia tanto rig.da e voUab.le . W
S: e II Follab.le . talora .ale òini-
\t,o. Can.co. ..Da.. Sc.sm.^O. Cos. fu
detta a battesimo celebralo in Orenv.co in
voltabile punto ... <0
VOLTAMENTO. U .oliare. Lai. co,.-
.crs.o, .olulalio. Gr. ^^.-vwa.?. S. Agost.
C lì Perchb esso vollamenlo e perver-
so, però la cosa inferiore non fa la volon-
l'a lea, ma esso appel.lo pravamente e di-
sordmalamente. Frane. Sacch^ '""-^'^
Questo voltamento duro ben due ore e
Tanlo e con tante percosse dando la bol-
,. addosso al lupo, che .1 lupo s.mor.^
VOLTANTE. Che .otta, ì_^oluh.le Lai.
.oluh.l.s . ìnslatnl.s. Gr. alTKTOi. «•
r/ 8 10 I Meldolesi alla RomagnuoU
voltanti,; affannali dalla lo^S- g"""
ec, apersono le porte. Cron. Mo,-ell. 358.
Dubilossi molto, i Sanes. non tenessono
il fermo, si perchè sono poco nostr. am.-
ci e si perchè sono voltanti.
•0. VOLTAHE. Folgerci e s. us.. in
' sign.fic. alt. neulr. e ne..tr. pass. Lat.
H'tL. Gr. ,Tf£> £.v. noce. no.. 78. 8.
O, e la seco ne menò in camera; nella
?uae come fu, voltatosi addietro, serro
?a camera d- entro. *«. I:cn. ^ ""^ ^
,4 Non guardano ri m.-irnn<.,M; a eh
d.lno .1 ben.fiz.o, ma a eh. p.u ne debba
dai loro; e questo da ogni parie e volto
Tn sé medesimo , e solo sé slesso risguar-
*"" S 1. Per M..tare, Con. eriire. Lai. con-
.erure Ov. oeTa^aiÀ^.-'- ''"■ ^'- ^"■
Ma r aspra fortuna, che troppo era per-
^;ace«llim.eidann,, vol.on.m. tosto
in amaro la dolce^a di quella fuga-
* 8. II. Follare, s, dice ai.che del Far
la .oliata a- cant. delle. .e. Men-.^ ^"'-7;
Sa quando stretto e quando dee voltare
Lareo per guidar bene una carrozza. fFJ
"f S 111 Follare , .ale anche ÌIi.o-
\ers.as.n.sl,a,oadeslra 0..icc.Stor.
n l55. Era riputato p.u facde .1 soccer
e'.; il castello er quella via che aveva
a voluire verso Porta Comasma, che per
la via d. Landriano, che aveva a voltare
a Porta Vercelbna. ,C/
* S IV. ro/l."e. '" ''«"'fi^- "tir
„er ì.er .li c.rcuito. Bern.U.l. 2. 4- l5_
^Ben m.lle braccia verso .1 ciel saliva E
trenta miglia di spazio voltava ( ,1 mu
''% '\.% r.ototare, ìollolare.L^t w/-
1773
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V O L
V O L
vere, valutare. Gr. zrJitvoìTv. Dani. Inf.
^. Qui vtd' io geate, più rb' altruve, trop*
pa, E d' una parie e d' altra roa grand*
urli, VulLindu pesi per Iurta di puppa.
§. VI. Per /iicorrtre. Lat. co/ijugere.
Gr. /«rapeuyeiv. Cas. leu, 27. M* e
parso aecessariu volUrnii alla bootà e iu*
sttzia di V. E.
§. VII. Per Parsi a qualche operazio-
ne. Cas. leu. 5|. lo mi »on vultu a pas-
sare il tempo leggendo.
§. Vili. Per Mutarsi tt' opinione , di
pensieri Cron. More/I. 267. Se elle sodo,
noD durano, ma suliìto si vultaoo, come
viene loro la vulonlà, o un poco di sde-
gno, o disastro.
g. IX. Per lo slesso che ! oliar le spal-
le, /tlam. Cir. l3- 21. £ se ei si fosse
lutto il mondo appresso Visto ali* iacoa-
tra, non avria \oltato.
§. X. Voltar le spalle, e Voltare as-
solutam-, vagliano Fuggire ^ Pigliar la
fuga. Lat. terga vertere. Gr. TOC voTrot
«TiKJTjSi jietv. ìiern. Ori. 1. 5- l^. Pre-
so il tempo quel diavolo sraltritu , Volta
le spalle, e comincia a fuggire.
* §. XI. Voltare, per Aggirare, col
quarto caso. Ar. Far. 20. loo. Ascon-
der vede la Greca Morea, Volta Sicilia,
e per lo mar Tirreno Costi'ggia dell' I-
talia il litu ameno. (Min)
'é §. XII. Non voltar la man sosso-
pra per checchessia, vale Non Darse-
ne il minimo pensiero. V. MANO , §.
CXCVI. (C)
^ §. XIII. l'oliare una cosa ad un'
altra, vale Servirsene per altra diversa
da quella che si doveva. Guicc. Star.
l8. Il6. Diceva che 1' aver voltato il Re
i danari , e le forie che avevano a ser-
vire a lui per la difesa del Ducato di
Milano, ali impresa di Fuiilcrahia, era
^tato cagione dì fargli perdere quello Sta-
lo. (Cj
^ §. XIV. 7 oliarsi a checchessìa ,
Jiguralam. vale Applicarsi, Darsi a chec-
chessia. Guicc. Star. 16. 10. Ma erano
superflue queste ddigenir-; perchè come
il Papj fu certificato poter fuggire i pe-
ricoli presenti , lasciati gli altri pensieri
si voltò con tutto 1' animo alla concor-
dia, (C)
*t §• XV. Figuratam. Petr. canz. l^.
1. E se qui la memoria non m' aita ,
Come suol fare, iscusinla i martiri , Ed
un pensier che solo angoscia dalle Tal,
che ad ogni altro fa voltar h^ spalle.
§. XVI. / oliar mantello, figuratam.,
vale Itìhellarsi, Passare da un partito a
un altro. Lat. alterius parlibus se addi-
cere. Gr. il vai aiiorr^o'aaiiov- Malm.
I. 79. Giacché tutti voltato avean man-
tello.
$. XVII. Vallar le punte ad alcuno,
figuratam. si dice del Farscglt contrario.
Lat. adversari altcui. Gr. evavTtoùaàat
T*vt. Cecili. V.sall. Cr. 3. I. t quel mo-
do Di procedere ha fatto or nel bisogno
Ch* ognun gli volta le punte, lìuon. Fier.
l^. 4- 2. Ma quegli, a cui crudel volta Ir
punte Questa assassina micidiale , utfoga
N un bicchier <!' acqua, rompe 'S uu 61
di paglia il rollo.
§. XVI II. Voltare j maniera provcr-
bittle, che vale Andar con cautela, Sihi-
fart le difficoltà, e t pencoli. Tenersi sul-
le generali nell' esporre cose difficili. Lat.
caute incedere. Gr. nef uiay/ACvw; ^x*'*
■IZlpi TI .
§. XIX. Voltar la Luna , diciamo
Quando ella comincia a scemare il suo
lume, che e nel trapassare P opposinoue
del Sole.
§. XX Voltare, parlandosi di dehiti,
o Crediti, vale larvargli dal conto di alcuno,
e impostargli nel conto di un altro ■
*f * §. XXI. Voltar la della, terni, de'
Mercanti^ Accendere la partita d'uno al no-
me d'un altro. Amhr. Cofan. 3. 6. Pregam-
molo. Scado venuto il tenipu, che vultjsse la
Detta a voi, e per più nostro comodo Di-
ceste apeilamente averli debito Con esso
voi. (V)
* §. XXII. Voltar i danari. V. VOL-
GERE, S- XV. (I )
ir §. XXIII. Per Convertire. Vii. S.
Ciò. (tualb. 32/|. Cunciofossecbè r uno e
r altro fuoco (delle due cataste di legne)
per la maggior parte già in carboni ac-
cesi voltati fossouti, ec. (V)
* §. XXIV. Voltati in là} modo a.-*
verh. , Come a dire Pai vedere a non ce-
dere. Lat. in ictu oculi. fiuon. Tane i.
9. Tu mi fai ricordar or della mia. Della
mia Lita, quell'agtiol liiatti; Che quando
anch' ella eutrava in bizzarria, Voltati 'n
là, r era un crespcl melato. (Vj Imperf.
Tini. D. 12. T. 8. 324. Le bestie ec. non
hauon altro che una (nomenlanea invidia
in quel punto eh' egli scorgono quella tal
cosa di buono in possedimento del loro
competitore , perche piace anche a loro ,
e potendo s' adirano , e avventansi 1' un
r altr9 , ma voltati iu 1^, te ne dimenti-
cano , ne ci rimastican sopra. (F)
•r %. XXV. Voltare da una lingua
in un' altra , vale Tradurre. Salvia.
Disc. 1. 3l8. Portò qui il passo, com*
egli e stato dall' incomparabile abate
Itegnicr nella sua leggiadrissima e piena
di tutte le grazie versione toscana mira-
bilmente voltato, (li)
* VOLTATA. L' atto del voltare.
Voltamento . Lat. vrrsio . Gr. orpocr,.
Siilvin. Opp- Cacc. Il lione ha doppie ver-
tebre , oude è forte e veloce insieme , e
agile nella voltata della parte destra. (Aj
'\- VOLTAI ILK. Add. l oltahile. Ri-
girevole . Salvia. Cas. Scorgesi anche in
questo cammeo una corona voltatile po-
sta sul br.iC(.io sinistro di Sileno. (A/
VOLTATO. Add. da Voltare, fiocc.
g. 6. p. 2- Perchè, voltali i passi, là se
n«-' vennero.
VOLTAZIONE. // voltare. Lai. volu-
tntio, volutalus. Gr. /uiiijua, Fir. As.
286. Le spesse voltazioni or su uno , or
suir altro 6anco , sono segni incerti e
dubbiosi .
VOLTEGGIAME.NTO. // volteggiare.
Lat. circumactiis. Gr. TTeJiffTOOii. Serd.
Slor. 8. 287. Passando per varii aggira-
niciili e osculi volteggiamenti tli coste e
d' acque ec , finalmente usci dì i.u»vo
dair altra parte in un mare vastissimo.
^ §. F ^figuratam. Tolom. Leti. lih.
1. lett. a. E mi \ergogna, che dell'es-
ser tanto lardato a seguii In, io non abbia
altra scusa , che la malignità della sorte
mia: la qu^le sebbene con gravi punture
■Ili b.i IraGlto, non però si conveniva ad
un animo franco e purgalo, sottoporsi ad
ogni vulleggiamento di fortuna. (Cj
t 3 VOLTEGGIARE . /« significato
iieutr. Girare , o Voltarsi in qua e in
l'I, Aggirarsi. Fr. i.iord. Pred. B. Il
nibhijccio del ninferDo volteggia e s' ag-
gira per l'aria, intento alla nredu. Pass,
licr. 17. 19. E r uno e 1' altro Nel pU'
gnar volteggiando è dotto e scaltro. Ar.
Fur. ^5. 77. Or si ferma, or volteggia ,
or si rilira, E con la man spesso ai coin
pagna il piede. Ciriff\ Calv 3. 89 La
nave di Caviglia alla presenza Ebbe ve*
dula, e come essa volteggia. .ìforg. 1^ Aq.
Q\Àì\i h r allodoleila a volteggiare, /.or.
Med . cani. 71, 6. E più biascia che le
mule, Quando intorno mi volteggia. Last .
in adi . 39. E nondimeno i nibbii ivano a
srhiere Per 1' aria voltegi;iando , E per
tutto piedandii Un numero infinito di pul ■
Cini. Pav SciS'» . 34 Erasmo Roterò*
damo astuto al solito volteggiò (qui figu-
ratam. ).
* §. I. Volteggiare , usasi ancvra in
sigiiifiC. nriitr. pass. Serd. Stor. |. j5.
( edit. 3/1I. I oli. dr' Class. ) MenUc la
nave del Gama si volteggiava leolam«Dte
a prendere il vento. ( M)
* §. il. Voltfggtanr, in signifie. alt.
vale Girare intorno, m Ar. sat, !t. E tulio
il mar, senza far voli quando Lampeggia
il ciel , sicuro io su le carte Verro , più
che sui legni, volteggiando », F Fur. |5.
ai. Altri Volteggiar 1' Africa , e seguire
Tanto la costa delLi negra gente , Ch--
passino quel segno , onde ritorno Fa il
sole a noi, lasciando il Capricorno. Car.
tn. 3. 7.'i5 trenti a vista Giunto d' !•
talia ; A questa il corso io drizza : Ma fa
mcstier di volteggiarla ancora Con luogo
gi.o. (V)
* VOLTERRANA . Term. de* 3fura-
tori. Volta lavorata a gesso , e talvolta
colle sue ghiare di mattone messe per
coltrilo. (4f
VOLTICCIUOLA . Dim. di Volta .
^ Min. Malm. png. 128. Caldano appel*
lami ì ft>rnai ({uelL stanza, o vollicciuola
che hauoo sopra il (orno. (H)
* VOLTI* ELLA. Dim. di Volta.
Cronichett. 25^. E dall' un muro all' al-
tro era al pari del corridoio volta uoa
volticella. (Cj
* g. A' nel signifie. di Passata , Gi-
rata . Geli. Frr. 2. I. Date una volli-
cella d* una nu-tz' ora, e tornate di qua,
e io arò intanto pensato quel che io vo*
fare. (C)
•f * VOLTICELLa Dim. di Volto,
col primo O stretto, fturch. a. 4^- P*'"
che, aggiiniandu il vollicel becchile Col
borbottar mi parti lagrimando (così legge
il Vocahol. alla voce Al<GKl>ZARe| ma
l' ediz. di Hampaz'tto i566, e quella di
Londra l'5'J leggono piìs correttamente:
il volttcel vecrhile, perche parlasi di i-ec-
chia di mala tilaj. ( V)
* VOLTIGLIOLE . Term. di Mari-
neria. Pe^zt di legname tagliati a foggia
di balaustro , che formano la parte su-
periore del tagliamare, e che rispondono
gli uni agli altri per meizo delle ma-
.inette. (A)
VOLTO. Coir O stretto. Sust. Viso,
Faccia. Lat. vultus , facies- Gr. vpé^ot-
Tto^. liocc. Hov. 4> 6- Presentatagli quel-
la , secondo che ciascuno monaco faceva
ec, con un buon volto disse. /;' nov. Só-
lo. Suspirando , e non tappieodo che ,
più che V usalo , tpesac volle il riguar-
dava nel volto. Petr. son. 2OI. Subito
scorse il buon giudicio intero Fra tanti e
si liei vidti il più perfetto . Bemb. Stor.
4 Cì5. Dei quali ninno fu, che non a for*
Z.I e con mal volto il rivedesse.
* §. I. Volto, per meta/, vale L'ap-
parenza esteriore di cosa che non ha fac-
cia Ott. Com. Inf. 7. 131- Or non é
licito all' anno d' adornare Ìl volto della
teira ora con 6ori, ora con biade ec. (C)
.4r. Fur aO- 82 Dal duro voUo della
terra il Sole Non togliea ancora il velo
oscuro etl atro. ^.1/>
^ %. II. Dare nel volto, xale Schinf-
frggiare. Vit. S. Gio. fìat, ai 4- Comin-
cia niesser Giesù a raccontare ec, come
gli tarrblie dato nel volto, e coma «gli-
no gh tpuierelihono nella faccia. (V)
"* §. 111. Mutarsi di volto, %'ale Can-
giarsi di colore. Segner. Pred. ]. I Won
è Ira voi (hi si riscuola ad avvito sì for-
midabilr ? nessuno cambiasi di coloreT Ots*
sun SI mula di volto! (fìr)
t g. IV. Gittareal \'olto,o in x'olta.^^gu
ratam l'ale Rinfacciare ^fiimproverart. Lai
e.iprohrare, obiicerr. Gr. evttets"* Lah.
3a8. Che gentileaaa ti può dunque d> lei
V 0 L
.s.ereg»UU.lvoUo,orim,.rove,a.aDo„
t § V . '"' coraggiosa nel risf o/i-
farsi
come non l" imi'i
-chi
,1.1 lua pisi'- P""
e al lUionorc Che
nen
Mi-
;,„Jo all'onta b™'^^-;,--;^,,^ voi-
hai ricevuto? ose '•'°" '^' „^„,
* VOLTO. 5''"i^,;"'A.',%DiSer
porta il riero voUo. f-'J .,, ;r,„
"^ * e l'olio, P'r O<ro ■ /II- I
"«o:Nltù,^^a...one,o.
le Che circondino il eap"
"•'volto. Co/pWn.oO /or,». ^^^.
,„ ro/g.re.L^t^ «---__ -^;^,-,
„^.nlo il mio cammino eh P^^
-rirUfe:ri.eL,.8.^S.ea
v^::;.t::^nr^r:^;o:':vL la chiave
subito ce lo aperse. „.,„„,,„
J- e. I ; o/(o , per Uisposw
^'^.'■'a\ r,b^ "-"'-""
„ mi loUe la xecca. P""- ^ ;';„; ,,,,„
!■- :'':ì.^t::;£ :-----
. :i- "perciocché i giovani erano più
ihe tnai scorretti e volt, a vun^^O
'dilfruti:matu;aadosi,i. ai colore. osso
'"'t.v ro/-o."?s'""'°«/"'°'rti
«^^ ^ / /.n tit In che modo il
'^''"""t.fsiUbene chiarisca reo.! ne-
„„o .olio "''^^ ".^.rore/ir.-iiosua-
'^^A^Vn.T^ A'cuniaUriec. ira
XdTndetìX di novello sia tratto
«"^';;rOtO P<.^,e.e//»^Wg^;^:
V O L
. ■ ■ ■ — lU «alle che era mollo
^::t^;. in profondo,. KjP^-»;Ca.
1 „.t., r venendosene «'ro '"■'" "*•»
vX ciò.) voltolando giù per lo monto.
rr;!. i^. ■» ''eriefros.b.^i^.-
5.FBiia'3^^:vt-~
(n,.i .■:■ intendo *"'"''^; (?' , „^, J
^"VOLTOLONE. e VOLTOLONI- f^^
■er/'. Con voltolarsi . Lor. lueu.
V O L
1773
i-flrh Con voltolarsi. »-"' • --
;; .0 mi posi a seder lungo la gora
BÌiandoti la' su q-'la ,-Uoloni. ? -n /,
Vwr l5 5oo. Si voltolo su pel letto ,
cóli vÒltolo-ie s- usci dalla parte di die-
""•Ir « VOLTONE. ^ccrescU.di lolta.
Vaiai, par,. 2- leti- I- Supponele che
.(wi'i non vi fosse altro che la terra co-
^"u'I un voUone immenso di pie rad
^ogmr^le, dal quale pendessero e.M;
"voltura. Rivoluzione. '"■'•»•
.06. Ne' detti .empi sono n-escolato e
.Imre della Cicilia . h 9. 8J- Q"" »
ura del Bo di Navarca e del fratel o
..sa, d.edono che pensare a Franceschi •
/■■ 10 il 11 logato di Spagna, uomo sa-
!is."imo', e pratico dello mondane voUu-
"'§"• rolliira, vale anche 11 voltare
■'"j!Tn°^"rradu..one.Traspor
taZl d'una in altra '■"?- ; f £",
/ ett Mi chiamo pago e contento dell
app auso che late alla notizia de fuush
ec, illustrata con la voltura del passo del
noeta latino. lA) , -^ /
* VOLTURNO . Lo sUsso che !■ ut
,„;„o ".../-. -68.. .IWllieoso Aia
,c, 1 6eri Alridi, i Dolop. e gU Argm.
Tjtti ne turon sopra in quella guisa U.
onnosti un contea T altro Affrico e Borea
TZTm.o e Volturno accolta in mezzo
lian le sel.e stridenti, 0 '1 mare ondoso,
' VOLVA. Terni, de' Bolnnici. Borsa
fa/ice proprio de' fungili ,
' ' , ../; ..oc/,.
,/ qu.
,Su'^:;^n:iU:alle ^uaH s-atta^a
"°i'oZrO^>^y^^^rO. Il voltolare. L^
"iVoWe ec. ; questo voltolamento duro
'•^"vo'lTOLARE. Bivoltare rranc
,. i \ ir Questi diavoli, che van-
■rbnX,no„tn"oseaonmale;chb,
^„ che àuro, ma la bolle mia, che era
BJLilngiro^P'rJe^^XL'Zi.
';c«:r?-6 Cad.leg-o,evol.
irò sviluppo, e che si rompe e ri, lane
lacerato nel loroaeCresc,n.en,o(Aj
volubile. Sust. Cr. b. \i2. »■ '-
volubde fe un- erba , la quale s' involge
loora le piante, le quali son prossimane
cd'lpoco'calda, ma molto secca; la qual
cosa la sua tortura dimostra.
VOLUBILE. Add. Che agevolmente si
, , . II., l .,1 voliihiii, instttbilis.
volta. Installile. L.V .olu^ i. ^^^^^
Gr. asT^tTo; . fetr. con-. 44
questo, alla sua volubil '""'^ .^'^M
!■: .,o„. 292. O tcmi.o , o ciel vob^b.l ,
he fu."..ndo Insanni 1 cechi e miseri
.ti/nh 20 Cominciammo a rasio-
r;r e Ile volubili operazioni della
oituna Maestrii... .. .5. .^;> -- -;
aosipuoconside.arelac,c,ta.lla -te
//r Fur 21. l5. Ma costei più volubili
lo foglia. Quando d-autu^^n^oe^piupnva
Lrra'srolgrreT, corso presso Caridd
tronca 0 ramo che sale a -'Z"™ • ""'■7.
tnndo^i ad altre piante, come fanno l con
volvoli, ifagiuoli.ee. (A) ...„,■.
* e. 11. F. figwatam. parlando à, Pi
,corso. Parole, o simili . vale Agevole
Facile, lario. Tass. Cer. Uh. 20 l3.
Cosi éorrean volubili e veloci Dalla sua
bocca le canore voci. (Min)
-^8 111 Aggiunto di voce vale l'i'-
,ll.fie Che f modula facilmente. Bart.
CI ;-■' 386. Che direm Clelia voce»
Q'uanto ;= più chiara ne' cani cc^pm «>■
ve e volubile negli usignuoli, (lì
>-. VOLUBILISSIMO, iuperl. di I o-
luhile. Segr. Fior. Fr. 7- Q""" "="'»'•
s mplicenfen.e sulla volonti e fortuna d.
hi 'gli ha falli grandi; che sono clue co-
,e volubilissime. (Cj Segner. Fred. Pai.
4v IO q. Il f "J" """ "gg'"6'"= 'P"'
Io ia preda da lui scoperta , non perche
e!li non sia velocissimo ee. ma perche
.lall ;• vn\ul'iHssimo. (TC)
%01 UBILITA-, VOLUBIUTADE, «
VOLUBILITATE. Bivolgimento. Dispo-
sizione a volgersi. l^^^.'O'iluliU-'.jy'-
• . Vir Dial. beli. donn. JOg-
^;^:^daf;;';n^ue le bande, .= più
Levolmente, che nessuna altra volgersi
dove le piace; la quale volubditaec.
l Per metafora, vale Incostanza. Insta-
biu'th; nel qiial significato p,u comunemente
s'adopera.L. voluM.tas, inconstania.Oc
«^,««V. Biit. Inconstanza e ;;o "l"'""- •"
::i;.e^ub:,ra--c^-'^-:
di ostinazione, rio
VOLUBILMENTE. Avverb. Con ma-
niera volubile . Instabilmente Frane
c.b „ov iq3. Quanto volubdmenle la
fr mandi suTcoYmo re Carlo Terzo a
es serrBe di Puglia e d' Ungheria , e come
^uLuo il mando iu alto,. auto subito,»
più, il volse a basso.
^ VOLVERE. /ce/. VOLGERE.
TVOLVEVOLE. Add. .^Ito a volve^
re o ad esser volto. I egee. pag. ib2.
,Fr l8l5 1 A questa (torre movibile )
(Fir. IBIS ) a 4 ^ maestro
molto ruote di sotto per arie e
„„o oer lo volvevole discorrimen-
pongono, per 10 vo. amnia
,0 defle quali cosi grande ed ampia
randezza si muove. (/!)
' yOLMTOnt.. de volve.
r^;'T:,r " .'■.ta-ur-suS:
:t:ic^":[:^;e:osrmondane einvich.
sa de' beni medesimi che essa m avea
P't'j' VOLUME. Libro -"-"P"'"' " ";•
^ „„ Lil volumen Gr. ^i^XiOV .
r, ^;.ew 1.2 12. Ed, 1 Lucano voi-
^T"'" 'ostTcredmoV-llo stosso au-
volume, cosi 1 """"jT, ,^ ;„ volume
:he t:;rin quel volume fuor^J^;
mente picciol numero di parole
,/, ni CUI e divi.io ■-
delle P-" '"•"'7;%:-g:come facemmo
concio) ./. 19- r",,, io disputerò nel
quanto mi donerà Icldio, o i
seguen.e volume. r/.l p 33
^> III Figuratam. l'ani, ru
^' e j» vidi che s inlerna, Le-
^t^"l''ltr^:-vo'---'^^''=
f,'r r universo si squaderna.
1774
V O L
* §. IV. f'oliime, si piglia anche per
Optra leiUraria. F. Vili. Vii. 11. I vo*
lumi ch'egli compuse . ÌÙ la. I vulumi
da luì composti, dcgai d' essere laureati,
ìd luogo di mirto, e d* ellera furooo alle
sue degoe tempie. {FP}
§. V. Per melaf. vale Confusione^ Vi-
luppo, Vilume. Lai. dìffìcultas, con/usio.
Gr. x'-'-^-^s "15» «'-''yx"^'?- ^- ^'- 7- 79-
1. Pareudo a' cittadini il detto uficio de'
(]uatlordìci d* una grande coiifusioae e
volume ad accurdjre Uoti divisati aaimì.
* Frane. Sacch. rim. Guerra perpetua
ec. £ aeir ahisso, ov' è Satan itidcgoo E
Lucifcr con gli altri in un volume . ( Pj
^ §. VI. l'olame, si prende anche per
Mole, Grandezza, o Estensione di un cor-
pò. f Pecor. 1. a. Come voi sapete, il
dicreto è di mioor volume « che non e
la legge». (Cj
* §. VII. E per simili t. Segncr. Prcd.
Pai. j^p. 3 i6. Se Duo fece aneli 'egli calare
fuoco ÓA cielo, lo fece volare ce. da un
vicioo VciUTÌo, die chiamo io lega affine
di abbattere con volumi di Eanirae , con
pomici ec. 1' ioespugnabile cittadella di
lolo. (TC)
^ §. Vili. Volume, poeticamente può
usarsi anche per Giro, liivolgimento. Ri-
voluzione. Dani. Par. 26. Quattromila
trecento e due volumi DÌ Sul desiderai
questo concilio (cioè, rivolgimenti peno*
dici di sole, od anni). (Mj
VOLUMETTO. Dim. d, l'olumej Pie-
ciol volume. •■• Bocc. ì'tt. Dnnt. 25^. Egli
primieramente, duranti ancora !e lagrime
della morte della sua Beatrice, i]uasi oc)
suo ventesimo sesto anno compose in uno
suo volumetto, il quale egli intitolo Vita
Nuova, certe operette, siccome sonetti,
ec. Ped. leti. 2. 278. Questa settimana
mi e stato mandato qui a casa il suo vo-
lumetto delle sue canzoni spirituali, e per
quello che ho potuto comprendere, ee. (1)
Segner. Htsp. Quiet. 6. 8. Di queste
osservazioni 6nissime ce. V. S. ne trove-
rà tante insieme in un volumetto, qua)
è questo dell* impugaatore, che stupirao-
ne. (TC)
* VOLUMINOSISSIMO. Superi, di
Voluminoso. Cr. t'refaz. Sarebbe stata
troppo lunga opera e malagevole scorre-
re da capo a* pie libri per lo più volu-
minosissimi, per iavestig.irvi ce. Z*^/
•f * VOLUMINOSO. Add. Che e di
gran volume. Menz. rim. l. 67. Reale
incontro I conio numi e cento Uscir dagli
antri algosi. Il rrin voluminosi, E ricchi
(li non solito ornamento ( qui vale viìixp-
pato, folto ). fSS)
VOLUNTA'. VOLU.NTADE, e VO-
LUNTATE. Lo stesso che loloutà. Ln.
voluntas . Gr. ^zMir'.. Tes. Ih-. 8. 49.
Voluntà si ò un leggier mutamento che
alcuna Volta \ iene al corpo e al cuore
per alcuna cagione, siccome alIcgreEu,
cupidità, paura, cruccio, nialiua, fievulex-
sa, ed altre somigUjoti cose- # Salvereg.
pag. 66. ( Livorno 1799) Tu se' er.
tionnj 0 madonna di tutti ; e non sola-
nxrnle degli amiri, ma se' donna delli
uemiri , e neuno puote conirailare alla
tua vuluntado. I^inf. Fies. 384- Smadcc-
cbia vcggcodo il suo lamento, E la ver-
f;ogna e la sua puntate, S' avviso che di
suo consentioientn, Nun fusic questo, o
di sua vi>luntate. Ma fusse stato con is-
foreamenlo. (li)
* g. Per Voluttà , ma m questo sen-
so e V. A. fioeM. 58. Le rirrhcuc per
polenta, e per volunladi dctidcrano ( il
lat. ha : divilias o1> poicntiam volupla-
tesquc dcsiderant) . Fa%\ Vsop. ii3. l'oi-
siamo ec. per lo Scimio siudice intende-
re chi s' inchina alla voluolà del curpo
e immette le sue deboli ragioui : e per
VCL
la volpe inleodi il corpo, e le voluaudi
iue. (V)
VOLU.NTARIAMENTE. /'. A. Av-
verh. / olontariamente. Lat. voluntarte.
Gr. s/3J7i'ui. Maestruzz. 2. II. 5. In
colui che giucò voluntariamente. Boez.
G. S. 84 . Se IO considero gli animali
ce. nullo ne trovo , che ec. voluntaria-
mente alla morte corra.
VOLUNTARIO. /'. A. Add. Volontario.
Maestruzz. 2. il. 5 Quando o volunta
no con vuluntario giocano insieme, è te-
nuto colui , che vince, a restituzione 7
JS VOLUNTIKRl. /. Volentieri. (CJ
« VOLVOLO. /></. VOLVULO. Aj
* VOLUPTA*. /'. A. Ved. VOLOl-
TA'. ^^
•f * VOLUTA . Sorta di ornamento
proprio dell' ordine tonico, o del Compo-
sito, ti qual-j rappresenta una scorza tf
albero attortiglinta^ e voltata in linea spi-
rale. Magai, part. I. lett. 23. Quel mar-
mo che a tirar per dritto non sarebbe
vt-uuto innanzi quant' e la grossezza d*
un capello , fatto girare colle volute di
quella spira, ne veniva quanto bisognava
ec. {Aj
'^ §. I. Per Giro, Voltata . Bellin.
Disc. 1. 100. Quando quel maladctto del
picchio sente la lingua ben carica, comin-
cia a girare pian piano un certo arganetto
<li inuìculi, che egli tiene avvolti al canale
dcir aria con olio o dieci volute. (C)
* 2* *(• l^cr fìolcamcnto. liart. Op. l.
6^0. Come 1' Aquile che ite con quelle lo-
ro ampie volute montando largo largo per
r aria fin d' appresso alle nuvole , indi
piombano giù ec. (D)
* §. Ili Per Quelle rivoluzioni, o spi-
re, in the si ripiega il guscio delle chioc-
ciole. Bnrt. lUcr. I. II. Alcune (chioc-
ciole ) si girano con volute campale T u-
na fuuri dell' altra, appunto come se si
attorcigliassero intorno a un fuso. lì ap-
presso : Che direm di quelle, a cui» su le
giunture d(--lle volute, spiana una cornice
di meraviglioso intaglio T (Br)
VOLUTO. Add. da Volere. Segner.
Mann. Agost. 3i. 3. Convien che lascilo
nctl*i voluta freddezza.
VOLUTTÀ', VOLUTTADE, e VO-
LUTTATE. t.'he git antichi scrissero an~
che VOLUPTA'. VOLUPTADE, e VO-
LUPTATE. Piacete L»!. soluptas. Gr.
/;oo»i]'. ì)ant. Conv. i56. Quelli disse,
questo nostro fine essere voluptaJe ; uon
lìico voluDtade, ma scrivala |>cr p. cioè,
diletto sanza dolore. Capr. Boti. 10. 2l4-
La natura non ha dato agli uomini ec.
il più grave ed il più pestifero male, che
la voluttà ed 1 diletti del corpo, h ap-
presto: Da che nascono il più delle vol-
le i tradimenti ce- , se non dalla vuluttà
ec. Podz. st. I. 75. Voluttà eoo bellezaa
si gavaixa.
4 VOLUTTABRO. V. L. CMe vale
propriamente Luogo, o Pozzangora dove
SI rav^-olgono 1 porci j e figura tam. si a-
dopera per Laidezza, Sozzura. Lat. i*o-
luta'irum. Siiti. Claiistr. 462. Subitamen-
te si son rivolle e converte alti vaui fa-
vellamenti delle mundaur lordure e delh
voluttabri, cioè delli fanghi delle sooe, e
lorde srurnlitadi. (C)
<^ VOLUTTARIO lo stesto che Vo
luttuario. Salila. Annot. Mur. a. 365.
Ora il poeta morali-, e cristiano disprofa*
na, per cosi dite, la rosa, s'ccomc \* mor-
te, iid quegli vuluitarii senlimrnli. (Ci
* VOLUTTUARIO, .-tdd. Peditoalla
voluttù. Lat. vo/uplarius. Gr. ^t}r,^ovOi
Segn. F.tic. liti. 1. cap. 5. Oli uomini
vili lianno il sommo bene nel piacere col-
localo ; onde nasce che tali amano la vi-
ta voluttuaria. Che tre vite sono nel ve-
ro quelle che hanoo più favore di lultc
V O L
l'altre: 1* una è la voluttuaria ec, 1' altra
è la civile, e la terza è la conlemplati-
va. (B/ Salvia. Pros. Tose, i, HO. Guar-
date che convito ipocondriaco per uq fi.
losufo voluttuario. (*)
VOLUTTUOSO. Add. Pieno di pia-
ceri e di passatempi. Lai. voluptuosus.
i'.v. yi>/-,'oov5;. Agn. Pand 5. Guarda-
tevi adunque dal viver voluttuoso , dalle
male comjtagnie ; conservate il vostro, OOO
ispendcte più che portino le vostre fscultà.
•f tmperf. Prov. D. X. T. 3. l3. I pri-
mi 5on beni da uomini, e da voluttuosi
uomini, e non son beni da Dio. (F)
* §. Voluttuoso, dicesi anche oggidì,
e specialmente da' Legali, di Ciò che no»
è utile o necessario alla vita, ma che
serve solamente al lusso, alla voluttà. (A)
* VOLUVILE. /'. A. Volubile. Guitt.
lett. 39 88. Tutte queste cose, che sot-
to la voluvile mondana ruota soao. (Ì^J
UOMACCIKO. Ptm. d'Uomo. Cecck.
Mogi. 4- X. t^ li par Cambio uomaccioo
ài chetarlo colle promesse? * Bellin.
Bucch. 233. Questo è buooìo boooino ;
E questo non par egli un uomaccioo? (B)
UOMACCIO Peggiorai, d' Uomo. Gal.
cap. log. 3. 178. E se tu vuoi coooscere
i sciaurali, Uomarci tristi, e senza discri-
zioue, ec. Geli. Sport, a. 3. Perchè chi
loe moglie alla fine è tenuto uo uomac-
cio. Segr. Fior, .l/dnt/r. 3. 3. Aocora che
fosse un uomaccio, pure le carni tirano,
t UOMaCCIO?(E. Uomo grande, e dt-
cesi così rispetto alla statura, come alla
dottrina ed ni va/ore. Cecch. Dissim. prol
^c darà tanto da considerare questa com-
media agli uomaccioni, rb* ella ouo si ri-
cordi di far ridere più di quattro volte
aoco voi ^io\anÌ. '^ Al.'rg 2x7. Fu Mes-
ser Pagolo dell'Ottonaio in Firenze un uo-
maction reale e dabbene. 1 7V> Bellin. Cic
Bucch. i4- Qutt che verrà nella mia luo-
gotenenza cicalaioria, non è arnese di ca-
sa mia, perchè, com* ora vi oarriTu, da
uomaccioni d* iiiarrivabil tempera egli è
stimalo maravigliosamente, ed in casa mia
ec. (Bj E Disc. i. 127. Noo \i parreb-
b' ella una cosa assai più bella, e che di
puerile e facile diventasse da uomaccioni
e degna di maraviglia ? (C)
•f * VOMERALE. Ferrareccia parU-
iolare compreta tolto i grossi lavori di
ferro che si fabbricano alla Magona, ed
V quel ferro dell' aratro che fende la ter-
ra. Salvia. Fier. Buon. 3. 5. 5. Qui la
fendente pare la parie dell' aratro, la qua-
le fende, cioè il vomerale, ferro incastra-
lo nel toniere . (A) F Geor. lib, \.
Vomere e «ornerai robusto e grave Di
curvo aratro. ( F)
VOMERO. <• VOMERE. Strumento di
Jerro conca*o, il qual s' incastra nell' a-
r.itro, per fendere in arando la terra. Lai
iomcr, vomis. Cr. Jvt; . (>. I. 12- A-
Appresso ciò proccurì aver buoni aratou
e buoni vomeri .llam. Colt. \. 5- £ gtà
senta il lerren ( che ne è l»eo tempo )
Del suo vomer no\oI la prima piaga. K
3o. Il votiicro . 1] niirruo,la falce aduo-
ca Man cing-ate le forme.
*^ I. Per nirt.tf. Petr. son. I92. Vomer
di penna rou sospir del fianco. Amet. 63.
E cercante con vecchio vomere fender la
terra, di quelli disiderante li grazio» te-
mi , Ia%ora milaroo.
* g. II. I omero, Ttrtn. degli Anato-
mici, Lamina ossea colloceita tra le dme
fosse nasali ; ed e così detta , perchè so-
miglia al coltro , o i'omerr dell'aratro. (A)
« UOMETTO. Dim. di Uomo. Lai.
homunculus, tir Citv3^«i~»'«xot. Cor.
leti. I |-6. E eoo tulio che sta un uo-
melto COSI fatto, le riuscirà meglio, rhc
di paruta. {*)
VOMICA. Sust. yome di malattia As-
V O M
ctsso. Postema supp..,^"-- L"'- "'«"•"■'^. 1
aposlcmo supp«r«tum, vomica.
S Vti- Sorla M medicamento ,la fai
^™;ior« Jomittilorio . Buon. /•'";•
Ha Dimoile vomiche Ho fra n,a„i..u
che n,»., cl,e me m.ae».m> F"" 4";'>' ""
„iUrman,,oWol-.'^/:^ 'l,."""^'
4. \05m-AHE. / • /<■ I owitare. Lai.
J«re, ,om,.«re. Gr. ^«i». D- (.jo.
a//. /.«. ig. NoD poKu. ...augia, nulla.
„.i ,on..ch;ra.. Coti. >S. la.t. No. ab-
biamo iu .,l.l.omi..a..one quello ih. uo.
.emo co.Uelli a. vom.care per ''"•;".=
MDPiamo che .lovremo esser vomici, della
.ia Cr. .V. l- .0. Lo cane che munsi..
la carogna, e poscia la vomica. I;. ..rP'«-
';„.. Sicl....euU,oha --•'--:
ouana- eali vom.ca. ^/''"-r 2. .50. luva
rmele1ma.isianeche»basu,..epei
veolura sa.ialo tu lo vom.tb..
7 S A-r ,-.r(../. .«■ Ciò. (insost. 32
Non solame.ile l" hanno poi vo.mcato ma
eziandio si son levai, contro a lor doltoi.
•t * VOMICA/IONE, lomizione, l o-
mitamento. SaUin. fier. Juon. l. 2. J
Di molle vomiche: forse vom.ca.ion.
voniilivi, meilicamenli emelic. f.-f;
UOMICCIUOLO. l'im. d'Como. Lat
honnincio.honinnriilus Gr.av3=w-' l'O"
i,6. ()p. Av. ^. iS. yucslo uomiccuolo
povcrelio fue messo a cavare .n sommo
UDO fondamenlo a' uno p.,lQ«o. /^<n/. A.
Crcg. ,W. Se io, o Pieuo l- d'""'
solamente quelle coso «^ l"'^ '"^ :" ^" \„ =
quali io, che sono uom.cc.uolo, ho veduto
2er me medesimo di buon, e pcMell. uo-
mini che ci sono stali, ec. /orsl'Ung.
fir 103. Ricordisi della novella d. que
due corvi che allevava quel buono uomic-
""vOMICllEVOLE. r. .■). AM. Che
provoca il vomito. Atto a far vom.care
Lai. .■omitórii,^ . Gr. j,x£T.«; . f- O-
A,. 1. Non sidee dare se non quando
fa materia è digesla, e quando ,1 corpo e
disposto a flusso, siccome ncll altre vom.-
cheiroli medicine.
"■ UOMICIATTO. Uomicintloh. Lai.
Aom,„ic.,/..* , homiincio . Gr. a";??"^'"
,xo; . ior. Mei. .Irid. prol. Egli e ..n
certo uomiciallo, che non e nessun di
voi, che, veggcndolo, non 1 avesse a
noia r l""'' ■<'"■"> "'"'P'° ' ''",
"//a.oreOMlCIATTO).* F.r. Vuc.
an. 110. Se la leggerezza .n ogn. uom.-
d„,o è biasimevole , che d..bb.amo d.re
di quella a- uu Principe , del quale ogn.
allo ed ogni operazione tende o al danno
o ali- utile .lello "mve.salej «« /e|-
g, il Vocahol. alla voce TEUDEBE , §
cÓmICIATTOLO. Uomicciuolo. Lat
homuncdus, homuncio. Gr.avSfum »;<»;.
Segner. Fred. 6. 4- Non polra Baccare
con armi si poderose T orgoglio ad un
feccioso uomiciatlolo quel gVau Uro,
' l'i VOMICO. V. A. Susi, romito.
Ca\alc. Discipl. Spir. 117. S. fiero chia-
ma , rhi cosi adopera , cane r.lornalo al
vomico . (I )
VOMICO. '■- A. Add. Alto a far vo-
milar,; Che incita al .omKo. Lat. .■om.-
,„r„.s Gr. .>.T.«-4. W. Jldobr.P.^.
W. Se ciò è per gli umor, che s.eno nello
stomaco , SI si conviene purgare per me-
drcTnavomica. Cr. 6. .25...La,as.ae
calda e secca nel leno grado ec. : e mel-
tes. nelle vomiche raedrcine ec.
tOMlNACCIO . reeg,orat à- Uomo.
r,r. Triii. 2. 3. Si va , e Baal. pò. a.
questi uominacc.
VOMir.E r A. Lo stesso che lo-
V O M
milare. Lat. vomere. Gr. £>t:v. .y. Al-
dohr P. K. 12- Dovete sapere che 1 ae-
la tiepida dona talento di vomii e . M.
V O M
1775
JlJobr Jl. I ■ Se vomne gli avviene per
lamed.c.na che sia crucciata colla suslan-
zia dello stomaco. Anigh. 5l Allora gì.
occhi lieono le loro lagrime . anzi le vo-
miscono con due fonti, bagnando la lac
eia Cini per similil. 1-
VO.MITAMENIO. // vomitare. J-.it.
vomitu^ , cornino . Gr. iM2T0; . ,Vcg-icr.
.V„««. .Igost. il. 4- Il vomilainclo dun-
que none, a favellar g ustamente, la dan-
nazioocì è la disposizione a tal dannuzio
ne * /■. appresso : Non t. accarezza più
con delizie spiritali , eh' è il primo gra-
do, come dicono alcuni, di questo vomi-
lamento; ti lascia sopraffare ec. !«/
:? VOMITANTE . Che vomita, l-at
vomens. Gr. sVwv. /«o,.. /Ver. 3. 2. 9.
Mi fa ricordar fra le colonne , Le qua.
fann' uggia al porco vonnlaute, Quc. cu.
ve-co talor gonfiar le luci. (')
VOMITARE . Reccre . Lat. .omeie ,
omitare. Gr. ip^'. Ci: 9. 20. 2. Ap-
presso si meni a mano, o s. cavalchi con
lento passo , acciocché non lo possa vo-
mitale, e non si lasci mangiare pc; .spa-
zio d- un di e d' una notte. Cavale. Irati.
Iriitt. ling. Li marinari lo gitlarouo .n
i do
ipo
del
mare, e la balena lo ngh.otl.
lerzo giorno lo vomito v.vo ali
mare presso a Ninive.
8 1 ter melaf. vale Hieettare, scac-
ciare .' L^C crpcllere. Gr. i,èàìUii .
Cavale. Viscipl. spir. Acciocché, rmianen-
do nello stato tiepido e di mezzo , non
meritiamo d" esser percii. da Dio vomi-
tali . ,
-.S §. II. Vomitare ingiurie, lieslcmmie,
e simili , vale ìrojerirle. (.1)
8. III. Per similil. Art. } etr. !\er.
I iq Si avverta, quando si metle la li-
matura sopra detta acqua, di fare piana-
mente , perchè ec. porteria pencolo di
far crepare .1 vetro , ovvero di vomitare
tutta fuora.
VOMITATO. Add. da p omitare.
VO.MlTATOlilO. .Medicamento cliefa
vomitare. Uh. cur. maiali. Usi subito un
vomitatorio composto d. ol.o e d. acqua
calda. * Red. Oss. an. Fuor delle p.ene
e delle inondazioni , mosse da" cr.st.ci_i e
da' vomitatorii acquosi, non si può aUer-
mar in questa materia de' vermini cosa
veruna di cerio. (Ri
VOMITIVO . Add. Che ha viri,. , e
forza di provocare il nomilo. Lat. vomito-
ri,,.. Gr.^'yiT.x»';. 0-. 6. 72- ?I-as..a
radice in quel medesimo mudo e vomiti
va, che dello b deUa radice de cedriuoh
e de- cocomeri . .V. Aldobr. /'. IN . lò^.
Tassa ec. <; posta nelle medicine vomi-
tive .
VOMITO. // voniilare. Lat. voniilns,
vomitio. Gr. tp.^-Oi. Esp. Salm. L'ani-
ma nostra ha voloot'a di gillar fuora per
'vomito sopra questo cibo levissimo . ( r.
1 4 9. guest' acque fanno troppo gran-
ile desiderio di manicale, e fanno sete ,
e'I ventre sinico, e malagevolezza di vo-
mito. E 4. 20. 1. Il buccio (deli nova)
ec. mitiga il vomito , e la soluz.on col e-
lerica strignc. Maeslriizz. 2. 12. 2. Che
>ari, quando allo infermo si d'a smisuralo
bere, o manicare, per provocare il vomi-
to 7 Red. Vip. 1. 59. Quel cane, una
mezz'ora dopo che fu ferito, commcio
1 ad avere vomiti frequenli e laticosi. ^
§. 1. Per la Materia vomitata . (a-
valc. Tran. Frutt. ling. Fa come il ca-
ne, che ritorna al vomito.
§. II Onde in maniera proverk. Ri-
tornare al i ornilo, tale Tornare a com .
mettere un errore dopo d' essersene pen-
tito. Lai. ad vomitum redire.
. # VOMIZIONE. // vomitare, domi-
lo . Lai. l'omido . Gr. ipidi ■ Satvin.
Disc. 2. l34 Ippocratc , contando vari,
sogni, a tulli d'a la sua cura appropriata
ec°, come digiuni, viimizmni , esercizU
con'sud.iie, regola di vila, e simili. (*)
f 3 UOMO. Animai ragionevole, Es-
sere formato d'un corpo e d' un' anima,
ed in i/ucsto senso si dice parlando dell'
uno e dell' altro sesso, e si adopera spes-
so nel numero del meno per indicare la
specie umana in generale . Lat. homo ,
vir. Gr. xtìpa^o;, d-ti'.p. Rocc. Introd.
8. La cosa dell' uomo infermo slato , u
mollo di lalc inlermil'a , tocca da un al-
tro animale fuori della spezie dell' uomo
ce. , quello infra llrcvi5^inlo spazio occi.
desse . =;= E nov. Ig- 7. lo ho sempre
inleso r uomo essere il piii nobile ani-
male , che Ira i mortali fosse crealo da
Dio. iC) Pclr. son. 2. Celalamenle Amor
r arco ripiese, Coni' uom eh' a nuocer
luogo e tempo aspetta. Vani. Piirg. 23.
Chi nel liso degli uomin legge oo,.'. Be-
ne avria quivi conosciulo 1' emme. ( np' •
Riilt. 1. 14. Né il corpo né l'anima è 1
uomo , ma quello composto che risulta di
lull'e due.
^ '^. I. Uomo , si dice specialmente
del sesso mascolino. « Rocc. nov . il. 4-
Veg^endo molli uomini nella corte del
paare usale . /■.■ appresso: Il cui nome
era Guiscardo, uomo di nazione assai u-
mile. G. 7. 8. 64. I. Uomo mollo av-
veaulo e pratico, e di gran conoscenza e
memoria. Dani. far. 3. Uomini poi a
mal più, che a bene usi, Fuor mi rapl-
ron della dolce aùostra ». Tes. Rr. 1.
l3. Iddio fece Adamo ; ma la femmina
fu fatta della cosla dell' uomo. (C)
if g. 11. Uomo, per Corpo. Pros .
Fior. Sahin. Itti. 4. I. 295. Non é pe-
rò che io mi sia seppellilo allatto, e eh
io non abbia goduto de' diverlimeul. , .
quali servono a rifar 1' uomo, e rinlran-
care lo .Spirito. {€)
sj: S ili. Ogn' uomo, vale JulliJ
comprese anche le femmine . Rocc. g. 5.
„. io. Fallo ogn' uomo richiamare a ce-
na, andarono (qui s' ini. ndono anche le
donne, che erano .i.<sai piuj. Ij )
-'• e IV Testa fC nomo, vale Cia.<cu-
no"' ìj I . 8. l3. Misono la gabella al
vino, e un'altra più grave di Bonn, uno
per lesta d'uomo. rO
S V t'o"'o, per Ciascuno. Dani. InJ.
,6 Sempre a quel -er , e ha faccia d.
menzogna , De' 1' uom chiuder le labbra
nnanl- ei puole. Rocc. nov. II. l5. Fal-
la donale una roba per uomo ec. , sani
e salvi se ne tornarono a casa loro, tro-
nichctt. d- Amar. 1^6. Eian qucsU della
Torre 1 maggiori eilladini che 1 uomo sa-
pesse ira" Cristiani.
S VI. Uomo, per Alcuno, Uno. Hoce.
,,01' l4 6. Quello con picciola lanca, in
picciolo spazio, con luHa la ciurma, sen-
za perderne uomo , ebbero a man salva
F nov. 70. 11. Le quali subitamente,
purché r uom voglia , di lutto mondo
li son recaie. Rul. Inf 28. =>. La s mi-
■ lianza fa ingannare altrui , e la parere
che uomo sia quello che non e.
# o VII I er Colui. Iranc. !>accn.
nov. IQI. ABouamico cominciò a rincre-
scere questa faccenaa ( à' esser fatto le-
,.are di notte) come a uomo, che a reb
be voluto più presto dormire, che il.pm
°"*/Vlll. Uomo, per Altri. Pronome
inaeurmmalo, e talora "■-",••*' ''j''^;;
minato. Dep. Decam. »>5. Uon o , pr»o
nrovenzalmente; che uom dice, uom c,^
de.i.ompensa,Ai..elo;e^oi.luomo
non si vorrebbe adirarti che Unto e a
dire, quanto :..'.«»'""''"-™ «'''""''
i77d
U O M
Così in Masetto : Et potrebhene l* noni
fare ciò che volesse j cioè ne potremmo
farci t^fae torou pur nel medesimo. Dani.
Purg. l5. Messo è <he viene ad invitar
rh uom soglia ( cioè , il Messo di Dio ,
vhc ri iiivilj a salite J. fi 17. O imnia*
gioativa, che ne rutie Tal volta si di fuor,
eh' uoin non s'arcorge, Perchè d'intorno
suodìo mille tube, ec. K 2^. Femmina
e oata ce, Cuminciò ei, che ti fai'a pia*
cere La mia cill'a , rome th' uom la ri*
prenda (qui cai tu ). (1)
* g. IX. Uomo t talora vale Agente,
Colui che fa i fatti » 0 che tratta i ne-
gozii di qualcuno . Guicc. Star. ^. 107.
Spedirono subito ec. i mandati ce. agli
uomini loro, con condizione che per mi
uor dihuione si rirerissero qu.iii a que*
medesimi capitoli che prima erano stati
trattali con Madama la Kc^gente. (L)
^f §. X. Uomo , si us'i tnfora con
relazione alle passioni, ai sentimenti, alle
infermità che sono comuni a tulli gli uo-
mini, proprie ili tutti ^li uomini. (C)
$. XI. Uomo, per Manto. /ìorc. nov.
72. 7. Io trovai r uom tut», che andava
a citta . •',• Maeslruzz. I. &\- La moglie
e tonuta di ifguilar l" uomo prr qualun-
que cagione si parla . (Ci Jiiion. Fier.
L. 5. g. Or che <lirà il mio uomo , Che
dirà il mio marito T (S)
§. XII. Uomo, per Suddito, o Depea'
dente, 0 Su(;gftto in alcuna cosa. liocc.
nov. 100- tit. Il Mjrrhc>e di Saluzzo, da*
preghi de' suoi uomini ri'NlicHo d pigliar
moglie ce, [>iyli;i una figluola d'un vil-
lano. E num, ò. La qua! cosa a suo'uo-
mini non piacendo, più volle il pregaro-
no che moglie prendesse, liorgh. lese.
J''ior. .laO. La parola uomo, dopo quelle
gran piene de' harhari che affogaroii l'I-
talia, trap.trlala d.il suo antico e comune,
e, come altre molle, a un nuovo e pro-
prio significato ristrella, cominciò a valere
propria spezie di servitù, che si di»se o-
maggio .
g. XIII. Uomo, per l' Immagine dell'
uomo, figura rappresentante uomo. Lat.
hominis simuiarrum. Gr. «vàpoTrcu 5t-
SùiXo-i . Bern. Ori. i. 3. 18. Siccome un
uom di tela, che ripieno Abbiano i putii
di stoppa , o di paglia , ec.
§. XIV. Uomo a cavallo , in signifc.
di Saldalo a cavallo , Cavaliere. Lat. c-
tfues. Cronichett. d' /Imar. ip3. Chiese
a' Fiorentini dì grazia di volere dugcnto
uomini a cavallo , i quali 1* accompagna-
rono presso a Uologn.i , ed ebboiio duo
capitani questi CC cavalieri , 1' uno iiu-s-
»er Ross») de' Ricci, l'altro niesser Iacopo
degli Alberti. E 2o3. Questa lega si fer-
mò nel pal.igio de* Priori di Firenze adì
37. di Luglio < on questi patti, che '1 Co*
Illune di Firenze mettesse in campo ot-
tocento rini|iiaiila lance, e inesser Dcrna-
liò undii i centinaia e cinquaiila laure, e
messcr Galeazzo settecenlo cinquanta lan-
ce, e ogni lancia tic uomini a eavallo.
^ §■ XV. Uomo alla Intona, dicesi d*
Uomo schietto , senza malizia , e senza
cerimonie , nemico del lusso , e delle bo-
rir. 1 ALL\ UUONA. §. L (C,
J? §. XVI. Uomo alla mano, vale Uo-
mo corte w, a/ì'ahile. ì'ir. Dial. Iteli, dona.
.ÌJ7. K nomo d' u»»ui buone lettere , ec.
alla mano , e multo accoinudato alle vo-
glie degli amici. (Cj
§. XVII. Uomo basso, vale Uomo di
bassa condizione . Lat- homo obtcurus ,
ftumili loco natus . Or. «vi^'p air.^uo; .
Eranc. /farb. 177. |5. Stando Ira' gran-
di , la ragion che tieno Domìni come i
bassi .
§. XVIII. Buon nomo, modo di chia-
mare uno, di cui non si sappia il nome,
iìocc. noe. 12. la. Tuslo , buon uomo,
UOM
entra in quel bagno , il quale ancora e
caldo. E nov. l5- 32- Buono uomo, se
tu hai troppo bevuto, va , dormi.
§. XIX. Talora vale Uomo da bene.
Lai. Jrugi. Gr. zaio'i oi'^^'p. fìocc. nov.
2. 2. In Parigi fu un gran mercataole ,
buono uomo, il quale fu chiamato Gian-
notto di Civigni. E nov. 17. 62. Venuti
quivi certi buoni uomini di Francia con
le loro donne , ec.
§. XX. Talora si dice per ironia , e
vale il contrario . fìocc. nov. 1. 11. Il
buo.jO uomo , il quale già era vecchio ,
e disordinatameute viviito ce, andava di
giorno in giorno di male in peggio.
§. XXI. Uomo cheto, vale Uomo che
fa poche parole . Lai. homo tactiurnus ,
homo tectus . Gr. stwTiy;/»; . frane,
fiarb. 20^. 11. Guardali dall' uom cheto.
Dal tristo e dal non lieto , Ancora dal
pomposo, Dal rosso rigoglioso.
* §. XXII. Uomo corrente, dicesi di
Chi s' accomoda al comune nell'esterno,
e non mostra singolarità . Lat. omnium
liorarum homo. Salvia. Oraz. jtccolt. IO.
Esser egli un letterato amicissimo dell'Ac-
cademia, e insieme uomo piano e corren-
te. (C)
§. XXIII. Uomo da bene, vale Uomo
degno di stima. Galantuomo, /illeg. 121.
Meno agevole è far uomo da bene Un
rorligian d<-llj mutleroa fo^^gia , Che tro-
varsi ut) bellico in sulle stiene . E al-
trove : Tanti uomini da ben u' han det-
to , o scritto.
g. XXiV. Uomo da bosco e da rivie-
ra, vale Scaltrito, Di tutta botta. Atto
a qualunque cosa j e si prende così in
buona, come in cattiva parte. Lat. om-
nium horarum homo. Gr. jurpKTTiio^.
Salv. dranch. 3. l3. Tulli uomin da bo-
sco e da riviera.
* §. XXV. Uomo da cavallo, vale
Soldato a Cavallo . lìuicc. Star. (). 209.
Da altr.i parte Ciamonte rat colto 1' eser-
cito supcriore agli inimici di fanti, supe-
riore ancora per la virtù degli uomini da
cavallo, ma inferiore di numero , cousul-
lava quello che fosse da l'are. (Cj
•',• g. XXVI. Uomo da fatica, vale Uo*
mo atto a resistere a/la fatica. (C)
§. XXVU. Uomo d'anima, vale Che
attende alle cose spirituali . Lat. religio-
sus, pius. Gr. i^ctQflit &!0ff!6',i. fast.
45. Per la bontà, la ipiale il Conte, che
era uomo d* anima, gradiva ec.
^- g. XXVIII. Uomo da nonnulla, va-
le Uomo non capace a nulla. A' NON-
NULLA. (Cj
g. XXIX. Uomo d'arme, vale Uomo
che attende al mvstier dell' arme, fìocc.
nov. ip. 28- Tu ridi , perchè veili me
uom d' arme andar domandando di que-
ste cose feiiimimli . Dani. Inf. 27. 1* fui
uom d' arme, e poi fu' cordigliero. 6. / '.
8. 37. I. Sicilie in (|uesio tempo cranu
pili di cento uomini d' arme.
§. XXX. Uomo d'arme, vale anche
Soldato a cavallo armato d' armadura
grave. Lat. cat-tphraclm . (>uicc . Stor .
|5. 7^l>. Mando il Dui a di Iridano Gio-
vanni de' Medici con riiHjuanla uomini ti'
arme. /'.' 7|6. Non solamentr de* fanti ,
ma assai degli uomini d' arme erano alla
sfilala rilornati in Fiaiicia.
g. XXXI. Ct>mo della sua parola, va»
le Che mantiene la ptvmetsa ■ Lat. vir
x'ians promtssts . fìrrn. rim. 1. 17. Ve*
desi allor, s* è uom di sua panda , Quel
che dicea : Mailonna , 1' spatino, 1' moro.
i ar%h. Ercol, ui). D' iinu ■ he iilifiule r
mantiene le promeisioni »iir, tidire: egli
è uomo della twà panda.
Il- §, XXXII. Uomo della villa, vale
ì'illano. ì)ant. l'urg. '\. Maggiore aperta
moke volte impruna Con una fuicatella
UOM
di tue spine L' uom della villa quando
r uva imitruna. Ott. l'om. InJ. 2^. ^tl.
L* uomo della villa, al quale la roba man-
ca, è povero. Chiabr. rim. Sciocco l'uom
della villa Che disprezaa una slilla Di quel
degno licore. (BrJ
••• g. XXXIII. Uomo dt* suoi piaceri,
vale Uomo, che a qualunque costo vuol
cavarsi le sue voglie . f'arch. Stor. 12.
459. Non ave%a rapo ne alle repubbliche
né ambizione di regnare, ma solo d'essere
amico a chi reggeva di maniera che non
gli fossero posii accatti , ne balzegli , e
potesse non solamente portar l* arme, ma
cavarsi ( essendo uomo de* suoi piaceri )
le sue voglie. (Cj
* g. XXXIV. Uom d*eti, vale Uomo
attempato , Che s' accosta aita vecckiet-
za. t . tTA" . g. Vili. (C)
3 g. XXXV. Uomo di buona pasta, vaU
Che è di bemgnt e buona natura. Doci-
le , Semplice. Lat. oleo tranquillior. Or.
Xpr,'7rÒ7a.T0i .
<• g. XXXVI. Talora va/e anche Gros-
solano. « lied. Esp. nal. 56. Facilmente
si può far vedere e cretlere agl'Indiani,
che sono uomini di buona pasta •>. (C)
;-;. XXXVII. Uomo di buona testa, va-
le Persona di Consiglio e prudenza. Lat
cati' , cordatus. Gr. 90^9^, v^jviytì^.
M. ì'. 9. 65. Era uomo al suo temp'
riputalo astuto e di buona lesta.
* §. XXXVIII. Uomo di buon cuore,
vale Sommamente huono. Cordialissimo .
E. CUORE. (Cj
§. XXXIX. Uomo di città, vale Cit-
tadino. Lat. civis. Gr. Trsli'Ti* • Bemb.
pros. 1. ^2 Scrive io modo, che, non
die contadino alcunt> , ma niuno Uv>m<_-
più che di città , se non dolio graude-
mentc e letterato, può bene intendere.
^ §. XL. U'-mo di condizione , va-
le Uomo di condizion distinta , I\obi/e .
Guicc. Stor. 5. 3^. Bimasero prìeiooi
Fabrizio Colonna ; Don Ugo di Cardova,
e tutti gli altri capitani ed uomini di cou-
diz;onc , tra' quali Rinuccio da Marcia-
no. (Ci
§. XLI. Uomo di conto , vale Uomo
da fame stima. Persona autorevole. Dav.
Scism 48- Datagli in commenda (i con-
venti ) a uomini 4IÌ conto . Malm. 3. 9.
Uoiiiin di conto . e grossi huttegai.
§. XLII. Uomo di corte, dicevano f-li
antichi a Uomini piacevoli e ntoiteggevo-
li, che frequentavan le corti ; che anche
altrimenti si dtceano Giocolari, Giullari,
o Buffoni. Lai. scurra , mimut , sanato
Gr. j;Xiwa5Tr'; , ^uao'kòxoi' J^ov. amt.
^1- I- Marco Lombardo fue nohit uomo
di corte, fìocc. nov, 7. 3. A quella (fe-
sta ) molte genti e di vati» parti fouero
venute, e massimamente uumiot di corte
di ogni maniera . Eranc. Sacch. nov. 3.
Venne u costui volonià dì lasciare in lut-
to il vagliare , r d esser uomo di corte.
/-,' nov. 27. Il Gonnella, piacevole buflo*
ne , o uomo di corte che rogliam dire ,
Illusilo ec.
* g- XLIIl. Uomo di cotcieiua , vai*
Uomo d'anima. Uomo devote. /'. ANI-
MA . S- Vili. (.\.Sj
$. XLIV. Uomo di ferro, vale Dt ma-
tura fagliarda e robusta. E- f. II.81
Annibale, uomo di ferio, nel meazo del
verno passo gli •llissimi gioghi delle mon-
tagne.
§. XLV. Uomo di gni-ho , vale Uomo
degno di stima , Galantuomo . Lai. vir
honestus, ptvhus, infcgrr. Gr. àvr.p «C-
i^x'ìptoi . Alleg. 21. Or ih" io, lasso ,
non r ho, non m' accompagno Con uom
di garbo
t g. XLVL Uomo d'alio affair, di gran-
de affare, vale Che ir stimalo, o riputa-
lo di sublime ingegno « capacità j e si
U 0 M
dicf anche di Persona di condizione. Sen.
Pist. 83. Marcus /intoniits, uomo di graa-
de all'are e di noliile ingegno, si penlc (ti
lat. ha: niaguus vir). E 87- Uunio di si
grande afijre, imporadure triunt'ale, come
fu Catone Ceuioiioo . sì tenea cunlenlo
d* UD cav^illo , e di meno, cuncioìsiacusa*
che la valigia n'occupava una gran par-
ie. * //off. now ()5. 2. Messer Ansaldo
Grandcnse, uum d' alto affare; e per arme
e per cortesia coni.>sciulo per \\iX\o.(C)
* §. XLVIl. Uomo d'arte, vale Ar-
tiere. J\'ov. ant. 20. 1. A lui (all' tm-
peradore ) veuìeno sonatori, trovatori e
Iielli favellaturi, uomini d' arti, giostratori,
schermitori, d'ogni maniera genti. (Cj
§. XLVIII. Uonto di grossa pastai, va-
le Grossolano . Lat. rudi Minerva . Gr.
.^OiwTixo'^. Calai. 43. Perciocché agli
uomini di grossa pasta poche cose si voi-
gODO per la mente.
§. XLIX. C'orno di guerra, t-alc Sol-
dato. Lat. miles. Gr. CT;;KTtw'T»];. Sen.
Sen. f'arch. 3. 32. K quello che agli uo-
mini di guerra è cosa onoralis&ima , lo
fece ricco di spoglie tolte a' nemici .
* §. L. Uomo di lettere, di gran
lettere , di buone lettere, e simili , vale
Uomo letterato, di gran sapere, ben istrui-
to nella letteratura, e simili . Fir. Dial-
beli. dona. 3. 1 '7. Costui olire che è
uomo d' assai buone lettere, è persona di
qualche giudiiio . Celi. Pisp. l'anc. li.
Udo maestro Gerardo ec. medico di sua
Maestà, uomo di grandissime lettere, come
può chiaramente vedersi nelle opere sue. (Cj
^ §. LI. Uomo di mal affare, vale Scel-
lerato, Malvagio. Cuicc. Stor. ^. gg. IVon
permettere le leggi cristiane, che un pri-
gione di guerra stesse in carcere jterpe-
tua , per esser pena conveniente agli uo-
mini di male affare- (L)
5^ g. LII. Uomo di marCf vale Uomo
che è usato navigare, l'ed. MAlìE, g,
XIII. (C)
^. LUI. Uomo di mezzo, vale Media-
tore, Che s* intromette negli affari.
V g. LIV. Uomo di mezzo, vale anche
Uomo neutrale. /'. MEZZO- (Cj
§. LV. Uomo di mondo, e del mondo,
vale Che attende alle co.-ic sensuali. l'ass.
33. Le quali gli uomini del mondo Lia-
simano , e fanuone scherno.
§. LVI, Uomo di paglia, dicesi di Per-
dona finta per ingannare altrui.
§. LVII. Talora si dite di l'ersona in-
sensata e sbalordita . j4r. Far. 22. q5.
Che i quattro gran campiou di Pinabello
Fece restar coni' uomini di paglia.
g. LVIII. Uomo di penna, vale Che
esercita professione in cut si richiede lo
scrivere .
* §. LIX. Uomo di petto, vale Uo-
mo costante, animoso ec. /. PETTO,
S. vili. (Cj
^ g. LX. Uomo di pezza, 0 de' primi
della pezza, vale Uomo di gran condizio-
n". J . PEZZA, §. III. (Cj
* §. LXl Uomo di poche parole, vale
Uomo che Javella poco. V. PAROLA, g.
cv. (y)
^ §. LXIL Uomo di povero cuore. /^
CUOBE. §. LXII. (C)
^ g. LXIIL Uomo di prima riga, vale
Uomo di altissimo merito, di grandissi-
ma/ama. Magai. Leti. Uom. ili. i. 3lO.
Sa le niattemaliche e V astronomia , ma
chi in queste materie pesca di molto a
fondo, non lo considera per un uomo di
prima riga. ( C)
§. LXIV. Uomo di reputazione , vale
Persona onorata.
tr §. LXV. Uomo di ricapito, vale
Uomo d" abilità , 0 di riputazione , ca-
pace di ben eseguire qualunque cosa. ì' .
RICAPITO, g. IV. (C)
Vocabolario T. U-
U O M
g. LXVI. Uomo di sangue, vale Uomo
crudele e ucciditore. G. l . ^. i^. \. Tutto
fosse per questa cajjione uomo di sangue,
fece liuona 6ue. A' niim. 5. Noi voleano
seppellire in san Piero , ne in luogo sa-
gro ec. , perchè era stalo uomo di san-
gue .
* §. LXVII. Uomo di scarriera, vaie
Uomo vagabondo , e presto a ogni mal
fare. P'aixh. Ercol. 55. I quali , perchè
i) più delle volte sono persone rigatlatc,
e uomini di scarriera, mostrano altrui la
luna nel pozzo. (C)
* §. LXVIII. Uomo di soldo, vale Uo-
mo di milizia, che sta al soldo dì allu-
no, l . SOLDO , g. VI. (Cj
§. LXIX. Uomo di spada , vale Che
cigne spada. Che sta sull' armi, Soldato.
Lat. miles. Gr. OT/3aTiWT?]5. -•- Chiabr.
rim. Ma pur perchè ritoroi uom di spa-
da? (JSrJ
§. LXX. Uomo di spada e cappa, va-
le yon togato. Secolare, Laico.
g. LX.M. Uomo di tempo, vale Attem-
pato, Di molta età. I al. senex. Gr. yt'-
jcwv . JS'ov. nnt. A. j. Cominciò a farlo
uodriie intra savii uomini di tempo.
g. LXXII. Uomo di testa, vale Capar-
bio, Di sua opinione. G. f. 6. 20. 5.
ICra col nome il fatto, uomo di testa, e
di poco senno.
g. LXXIll. Uomo di toga, vale Persona
togata. Lai. togatus. Gr. zyQi-^'JOfopo; -
* g. LXXIV. Uomo di vetro, vale
Uomo incostante, facile a mutarsi, poco
animoso . Bocc. Lrlt. Pr. S. Ap. 289.
Tu scrivi innanzi alle altre cose eh' io
sono uomo di vetro, ÌI quale è a me non
nuovo soprannome. (C)
g. LXXV. Uomo di villa, o di con-
tado, vale Contadino. Lat. agricola. Gr.
•/ew^yo'?. liocc. nov. 21. 3. Un giovane
lavoratole forte e robusto, e, secondo uom
di villa, con bella persona. Bemb. Stor.
9- I2S. Con uomini di contado e di mon-
tagne tutte quasi le impressioni de* nemici
e gì' impeti loro animosanieute sosleune.
t g. LXXVL Uomo dolce, vale Che
e di piacevole e buona natura. G. /'. 2.
12. 4' Regnò nove anni, e fu buono uo-
mo e dolce, e nutrì onorevolmente Carlo
il Grosso . Oli. Com. Inf. 4. 4^- Uomo
dolce, e di buona condizione.
§. LXXVII. Uomo dolce, vale nnche Di
poco senno. Scipito. V. DOLCE, §. IV.
g. LXXVllI. Uomo dolce di sale , vale
lo stesso.
g. LXXIX. Uomo d'onore, vale Uo-
mo onorato. Lat. vir probus , honestus .
Gr. xa).&^ avr.'a, 5t6a5ytf>5. 'I- Cas. lett
Gnalt. 205. Il Capitano Corso non è ri-
soluto di pigliar partito , ed è tanto uo-
mo di onor, che sendo sialo col sig. Piero
Strozzi assai intrinseco , sta sospeso che
non vorrebbe che il mondo interpretassi
male questa sua azione. (C)
g. LXXX. Uomo fatto, vale Che ha
passala l* adolescenza , ma non e giunto
alla vecchiezza. Lat. adultus. Gr. ci/òpttt-
£ei';. Alleg. i63. Ma due sono le prin-
cipali e consuete agli uomini fatti e di
creanza : T una del desinare, e della cena
V altra. Sem. Ori. I. 23. l3. Ma come
un fanciuUino adesso nato Può un uom
fatto di forze avanzare , Così ec.
'I' g. LXXXI. Uomo grande , fgura-
tam. dicesi d' Uomo singolare per fama,
dottrina, o virtù. J arili. Ercol. 88- Dar
nel fanpo , come nella mota , è favellare
senza distinzione e senza riguardo , così
degli u<imÌQÌ grandi , rome de* piccioli .
lied. Lett. I. ali. siccome tutti gli al-
tri grandi uomini della Reale Accademia
vi sono siati ammessi dalla infallibile giu-
stizia di Vostra ISIaesl'a, cosi io solamente
TI SODO per mera sua grazia. (Cj
UOM
1777
'"? §. LXXXII. Uomo ligio, vale Vas-
sallo , Che è in potestà e balìa altrui .
Borgh. l'esc. Fior. Sig. Ligio ce. dai
vecchi Franchi è preso, e nelle leggi sa-
liche antiche , e in altri loro scrillori si
dice lido, ovvero leudoj e per uso nostro
frequentissimo di mutare il d in g' ec.
l'abbiamo ìn ligio ridotto, e uomo in po-
testà e balia d' altri significa. (C)
fi. LXXXIII. Uomo nato, vale l'ivente.
'r J'it. S. F.ufros. 402. Faceva ii ammi-
rabile pianto, che giammai facesse uomo
nato. E \oò. E uno gentile Conte di Bah-
hilonia, che fé la maggior perdita che fa*
cesse uomo nato. (E)
* g. LXXXIV. Uomo novello, dicesi di
Chi e stato sposo di fresco. Fir. nov. 8.
296. Io voglio che noi abbiamo uu poco
di piacere dell' uom novello , il quale mena
Verdespina stasera ìu sulle due ore. (C)
V g. LXXXV. Uomo piano, vale Uo-
mo alla buona, affabile. Salviti. Oraz.
Accolt. 10. Esser egli un letterato ami-
cissimo dell' Accademia, e insieme uomo
piano e corrente. (C)
§, LXXX VI. Uomo rotto, vale Precipito-
so, e subito nell' ira. Lat. in iram prce-
ceps . Gr. Ta^J^ ì'i; òpyr^-J . Malm. 8.
62. Perch' egli, che nel gioco è un uomo
rotto ec, E gliene duole, e non ci può
star sotto.
§. LXXXVII. Andare all' uomo, vale
Investir l' nomo. Attaccarlo. Lat. aggre-
dì. c.T. t'mnyiodv.
g. LXXXVIII. Essere uomo, o Essere
un uomo, vale Esser persona di stima,
0 di conto. Essere eccellente. Aver molla
abilità .
g. LXXXIX. Fare da uomo, vale O-
perar virilmente . Lat. prudenter se ge-
rere , viriliter agere , slrenuam operam
navare. Gr. a vo^i'^=5^«i.
§. XC. Fare l' uomo addosso al-
triti, vale Minacciarlo , Strapazzai lo ,
Signoreggiarlo . Lai. minis aliquem ag-
gredì , fasttt , arrogantia premere . Gr.
'1* g. XCI. Fare uomini, parlandosi di
milizia , vale As.foldarli per la guerra ■
! . FARE, §. LXVII. (C)
f %. XCIl. l'arsi uomo, vale Incar-
narsi , Prendere la natura umana j 9
dicesi più spesso della seconda Persona
della Trinità. Lat. 'corporarì, incarnarì.
Gr. ì"v«vSr^w:T('^£7^at. Fr. Zac. T. 4- 5.
7 . S' io mi faccio uomo. Uomo ha suo inten-
dimento. 'Ir Segner. Prfd. Pai. Ap. l\. I.
Affinchè mantengasi quella conisponden-
za I erjielua fra gli uomini e Dio, per la
quale Iddio sì fece uomo nel sen dì lei
(di Mann ). (TC)
g. xeni. Farsi un uomo, vale Diventare
uomo di conto, esperto, savio, valoroso,
ec. Malm. g. 2- E pur la genie corre, e
vi s* accampa Ognun per farsi un uomo,
e valoroso.
•1^ g. \Cl\ . Mandare, 0 simili, un uomo
proprio, vale Mandare , 0 simili, alcuno
ad un effetto detcrminato , Mandarlo a
posta . Onice. Stor. \6. 3g. Procedendo
in questo tempo col medesimo stde che
altre vulte ave^a proceduto, ricerco an-
che Madama, che gli mandasse un uomo
proprio; la quale lo sjiedi subito con am-
plissime commissioni- ; Cj
g. XCV. I\on esser uomo da uccellare
a fave , si dice in modo proverò, di Chi
opera con rtflissione, o con secondo fine,
(.eli. Sport 3. 1. Stamani m' ha fatto
motto tale, e tale m' ha riso in bocca ed
inchinatomi, che un mese fa faceva vista
di non mi vedere: e' non son però uo-
mini da uccellare a fave.
=;= g. XCVi. Svestire, Spogliare, Distrug-
gere , o simili, l'uomo vecchio e formar
l'uomo nuovo, dicesi in .fenso scritturai»
233
J778
tJ O M
del Mutarsi che fa I' uomo merci- !a pe-
nitenza dallo stato di peccatore in fjueìlo
di grazia . Sfgner . Critt. iiistr. I. 1.
I. DislruggeoJo l'uomo vecchio figura di
Adamo, foiinj Tuoniu nuovo immagine di
Gesù Cri>i«». (TCj
§. XCVlI. In proferii. Ar. Len. 2. 3.
Ud uoni vai cento, e cento uno oon sa-
glioDo (e fair, che a taluno riesce alcuna
volta d'operare ciò che non riesce a molli
insieme ).
§. XCVni. pure in proverò.: (i/i uo-
mini non si misurano colle pertiche^ o a
canne j e vate, che Pali' esterne qualità
non si può venire in cognizione dell' al'
trui talento, o abilità. Cecch. Inc. 1. 4-
Gli uomini non si misurano con le pci-
liche .
§. XCIX. Pure in provcrh. diciamo:
Dio fa gli uomini, essi x* appaiano, o si-
milij e vale, chr La somiglianza de' co-
stumi serve di vincolo all' amicizia. Lat.
pares cum paribus farillime congregan-
tur. Gr. To'v o/i2«ov ayn Seo; «^ ròv
o/*Oi3v. Salv. ypin. 2. 5. Dio fa ^li uo-
mini, e e' s' appaiono, {'cedi. Ine. 2. ^.
Dio la gli uomini, essi s' appaiauu. Segr.
Fior. Sìandr. I. 3. Parnii cho rare volte
ki verificili quc] proverltio : Dio fa gli uo-
mini , essi s' appaiano.
^- §. C. In proverh. tlicesi: L* uo-
mo ordina, o propone, e Dio di.tpone j e
vale Che i disci^ni dell' uomo riescono se ■
condo che piace a Dio. T. PROPORKE,
§. VI., e DISPORRE, §. XIII. (C)
•>• §. CI. Dove è uomini e modo, prc-
verb. che vale .• Dove sono uomini si
trota modo di venir a capo di tfualunque
cosa. V. MODO, §. XXVIII. (C)
# §. CU. A tutt' uomo , maniera av-
verò, signìf caute A tatto potere. V. A
TUTT' UOMO. (C)
UOPO . Voce di due sillabe , col dit-
tango sulla prim-i. Pro, Utile. Lat. iitì-
litas , compcndium. Gr. ópsJci'a, Xpfi'i-
TOTi;. Bocc. nov. 72. 8- Bene a tuo uopo,
se tu stai cheta, v lascimi fjre. Disse la
Beirolore: olii che Itone a mio uopo po-
trcliLc esser questo? Pass if). Male a
mio uopo non vi credetti I' altro giorno,
quando mi vi-tit.iste, e consigliastenii della
mia salute. ì.ctt. S. Bcrn. Adamo assag-
giò male a suo uopo del frutto che gli
l'u vietato, ammaestrato dal Diavolo.
'ì' §• !■ Onde Essere ad uopo una cosa
ad uno, vale (Giovargli , Essergli utile,
.ir. i'ur . 3. Si. A grande uopo gli fìa
r esser prudente, H di valore assiniigliarsi
al padre. E 32. 67. Così, se prima un
sol si sar^ fatto Quivi alloggiar, con lui
giostrar vorranno I duo, Ire, quattro, o
Ìtiù che vcrran dopo ; Sì che s* avr^ va-
or, gli fia a grande uopo. Rem. Ori.
3. 19. 5^. H con la damigella cavairando.
Trovò due cose spaveulose e nuove. Che
molto ad uopo fagli avere il brando. Ma
vi sarà di questo detto aUrove. (C)
^ §. II. A male uopo d' alcumi, va-
le ,4 danno d' alcuno . Cavale. Discipl.
.S'pir. 62. Ma a male uopo «li molti la
Chiesa ricevette i sopiaddelti ouori. fC)
g. III. U<^po,per Zìi sogno , IVecessilit.
Lai. opus, nercsiilas. Gr. jfpsi'a. Dant.
Par. o. Perchè impossiliil veggio Cht' la
natura in quel, rh' e uopo, stanchi . ^ E
Purg . 26. Nò mio a me la lua risposta
è uopo , Che tutti questi n* hanno mag.
gior Sete, Che d' acqua fredda Indo, o K*
liopo . Pctr. cap K. l'oi fiammeggiare a
guisa d' un piropo Colui , che c<d consi-
glio e con la mano A lutla Italia gmusi'
al maggior uopo. }'it. SS. Pad. a 180
Or ecco la tua moglie t* ha partorita una
figliuola: uopo t' e che la noirithi. (C)
%. IV. Avere uopo, vale Abbisognare.
Lat. opus esse. Gr ;(pfli/a*. Peir. cani.
U O M
36. 5. Ove leggiera è sciolta Pianta a»rel-
Iie uopo, e sana d'ogni parte. ^ Pnnt.
Purg. 18. E quale hnieno gù vide ed
Asopo, Lungo di »c di notte, furia e calca ,
Purché i Tehan di Bacco avcsser uopo :
Tale ec. (C)
tr g. V. Essere , 0 Far d' uopo, vale
Pisogaare, Ear di mestieri. Car. In. l.
281. Albergo veramente Di Ninfe, ove a
ft-rmar le stanche navi Ne d' ancora v' e
d'uopo, ne di sarte. V. FARK D* UO
PO. (C)
* §. VI. A uopo, posto avverbialm.
vale Opportunamente . Il Vocabot. alla
E. BISOGNO, Z. XI. (C)
'f §. VII. Eenire a uopo, vale Ee-
nire in acconcio, Abbisognare. V. VE-
WIRE A UOPO. (C)
ir §. Vili. Uopo, talora vate anche ]Ve-
gosin, Faicenda. Lai. res , negotium. Ar.
Eur. 21. 59. E dispone tra se levar del
mondo . Come il primo marito , anco il
secondo . Un medico trovo , d' inganni
pieno . Sufficiente ed atto a simil uo-
pò. (C)
VORACE . Add. Che ingordamente
mangia e divora. Lat. vorax. Gr. )ij;v5;.
Ar. Eur. q, 12. E quante donne può
pigliar, vivanda Tutte destina a un ani-
mai vorace. Buon. Fier. Intr. 3. Soven-
te empieste le voraci gole.
§. Per metaf. Cr. 2. 4- 7- l-« piaDl«
st.n <letlc voraci, e astcgnenti, per le di*
spositioni contrarie delle radici Ar. Eur.
i5. 3. Dove la fiamma subita e vorace
^on perdonò ad alcun , ma lutti estin
se. E si. 4- Quivi fra tanto lume or sono
spenti, E la vorace fiamma gli manura.
VORACISSIMO. Superi, di ì'orace .
Lih. eur. malatt. Conforme addiviene agli
uomini, che di loro naturalezza sono vo-
racissimi. Fr. Giord. Pred . /?. Fra le
zanne di qualche strano animale voracis-
simo. Buon. Eier. 5- 3. 6. Un' arpia vo-
racissima , che mai Non s* empie, né sa-
tolla .
VORACITÀ', VORACITADE , e VO-
RACITATE. Astratto di ì'orace. Il di-
vorare , Ingordìgia. Lat. *voracitas. Gr.
TToiypa/i&t . Mor. S. Creg. Per li den
ti dis^ipali ne' calcili de' leoni la vura-'ili
de' figliuoli , che er.i venula meno. Coli.
SS. Pad. Della fatica , dell' uguale refe-
zione, e della voracili. Eiloc. D' in sulla
nave gli levasse, e gittassegli in luoj^o di
voracità. Tratt. gov. fam. Altre sono io
parole sanlità, 0 in falli voracità, ponen-
do in sulle spalle altrui pesi iinpor labili,
e col loro dito non voglion muoveigli
VORAGINE, e VORAGGLNF. I.u^go
che inghiottiste e per profondità e per ag-
giramento tf acque ritrose. Lai. vorago.
Gr. jSapaSp'W. Pass. prol. Per abbatti
mento de* rigogliosi marosi, o per M»per-
chio del gonfiato mare, o per oltraftgio
de' rinfraliti spratti , o per voraggiuc di
pelago profondo. Lab. 361. Egli è ceil»
quel golfo una voraggine infernale . la
quale allora si rìempirrrbbr, o sanerebbe,
che il mare d' acqua, o il fuoco di legne.
Liv. Pec. 3. Per 1' alle e profonde vora-
gini del fiume. Segner Pred. 6. 3. Do-
ve tiene assoldati Dio tanti turbini, t^nti
flutti, lantc vi>ra};iui , re, '^ Sann<\i .■/* -
rad. egl . 12. Ove qm-H' acqua irjla in-
golfasi , Ove più rutta al rie! la ^ran vu-
ragine ce Veder mi par ec (/l)
§. Per metaf. / il. SS. Pad. lo lono
abisso di perdiiione, voragine e lacciuuio
dell' anmie . Guicc. .S'tor. 7. 3^0. Ne il
sussidio peruniario re era tale, chr po-
lene supplire a una minima parte della
«oragiiip della guerra. T'ali Oer. 10.2
Chr sridicn del gran vrolre ornai lipirne
Ila l'ingorde voragini profondr, «e.
« VORAGl.NOSO Alt Pi voragine.
V O R
Casareg. rim. 22 Rabbioso mare infra Ca-
riddi e Srilla Nel!' onde sue voraginose
assorba < hi V alma vite , onde ogni ben
distilU, Gode in veder digrappolata rd ot>
ba. fB)
# VOBAGO. E. !.. e poetica, lo sUs-
so che Eoragine. Car. fin. lib. 6. f. 35l
Era uo' atra spelonca , la cui bocca Fio
nel barate I aperta , ampia vorago Facea
di rozza e di scheggiosa roccia. E v. L^Q.
Un fiume è questo Fangoso e torl>o, e fa
gorgo e vorago, Chf: bolle ec. A v. 863-
Il Tartaro vien dopo , Una vorago che
due volle tanto Ha di profondo , quanto
in su guardando E dalla terra al cielo ■
Chiabr. ranz lugubr. 5. Ne per la stra-
da eterna D' empia vorago inferma Tor-
bido turbo mia pielade 0|-'prima . (M)
Tass. rim. 4o6. Questa d'obblio vorago
alta e di lutto, fpj
V OH ARE. r. L. Divorare. LaU vo-
rare. Gr. ^pùlixuTt. Fr. Zac. T. ^. IO.
8. Che 'I corpo è vorato, E l'alma h in
ardura
t VORATORE. Eerbal. masc. Che,
o Chi divora. Lat. vorator. Gr. TTOÌusx-
70:. Menz. sai. io. La mota, il sasso,
e 'I vorator grifagou Non spdveolao Gar-
gilio.
't * VORATRICE. Verhal.fem. Che
divora, Dixorntrice. Sa/un. Teocr. tdill.
3|. Quei draghi) slungati, girandoti per
terra , Slrisciavan ambi sopra lei le loro
Pance, di sangue voratrici ingorde. (Aj
VORATURA. // di^orarr. Lat. voraci-
tas , voratio. Gr. ao6n>ayta. />. lac.
T. 4 32. 17. Siami il ventre sepoltura
U' alcun lupo in vuratura.
VORT II E. Materia fluida, che si muo-
ve in giro intorno al suo centro . Lat.
vortrx . Gr. arpo'gòo;. Gal. SisL 4^9.
Si fanno agitazioni straordinario con mo-
vimenti opposti , e vortici , e buUìmeoti
pericolosissimi. .*>'alvin. Disc. 1. aoA. Ne
1 movimenti dell' animo, che io sfe stesso
si muove, possono essere portali in volta
i egli uoQ acconsente , dal vortice , per
cosi dire, del fato, e dall' onde della ne-
cessità (qui per simi'it.}. Menz, rim. 1.
32t). Guardo del Tebro la vuluLil onda,
Perch'oltre a girne riverente impari, Né
altrui dannoso i vortici nasconda.
« VORTICETTO. Term. de' Eisict.
liim. di ì'ortice. (.4)
VORTICOSO. Add. Pieno di vorUci .
Bcnib . Star. I. 6. Poi hi»&imi poterono
air altra ripa coodursi, |>«r essere il fiume
molto rapido e vorticoso. * Car. Fm. 7.
44- Qui 1' terra mirando ìl padre Enea,
Vede un'ampia foretla, e dentro uo fiu-
me Rapido, vorticoso, ec. (B,
3 UOSA Foce di due sillabe, cci dit-
tongo sulla prima. Sftezie di stivali. Lai
.•coicus. Gr. i'/«€x{. Bocc. no»-. 75. 6. lo
vi priego per Dio ec. che voi mi farciate
rendere un mio paio d' uose, thf egli ni'
ììj imbolate ec. , eil e^tli è Irstè vr-nutu ,
e «lice dell' Ui>sa . /.' num, 8. D«>Diaodo
dovr fossero andati quelli cbe dtll' uose
e della valigia itA^vao quistionr. Ir. Ite.
T. a 32. i5, Prima chr tu ti calzi, Guar-
da da qual pie « 1' uosa.
*■ J". t'ofa. e anchf L'na scarpa difi-rrc
Icfiita all.i gambiera Jatta ■/' una solereua
d' acciaio ncoperla di lame di ferrai sno-
date, m j;. ; . 8 74- Dove gli l'ngheri
in uosa, e gravi di loro armi e giubbooi.
non potieno salire >. (Cj
t VOSCO Foce poetica. C<^n »-oi, Lat.
i'ob).<cum. Gr. m^' j/iwv. Dant. Pmrf.
16. Dio sia con voi, cb^ più non v^no
vosco. Prtr. soH. 120. Gite sicuri omai ,
ch'Amor lirn vosco. Poltz st. a. 16. Di
Marie il fiero ardor ira venga «atro.
* g. j\ota uso in Pnnt. Purg. ||.
Io fui latino ce. Guigliclmu AlduLrio-
V 0 s
vox
vox
1J79
\
a«co fu n..o i.:.d.e:Noo .0, se 1 nome
,uo nijnimj. lu vosco ( eoe , se l abbia
niii scolilo nominare). (} J
* vOSlGNORlA.eVOSSlGNOBlA.
Voce formala accori lalamenle da I oslra
signorini e per lo pm si s,.ole scr,>'Cr
con le sole lettere maiuscole \. b. pun-
tate, ed anche V. Sig. Cas. leti. Q. Perciò
Vosignoria le cridj tulio quello che ec.
le diri da mia parie . L 36. Anche d.
questo nrego Vosi^noria, che pigli un po-
co di pensiero. (') Buon. /Ver. 2. 3. 2.
Questi e colui, Di cui informai Vosigno-
na ieise.a, ec. lad. lett. 1. 56. Iteslo
con ioBnilc obUigai.oni alla buona jra
tia di V. S. dell' onore lallomi , ec. i.
I03. Gli ardori deU' urina d. V. S. ban
no uu solo mcdicanieolo. óegner. Crtst.
mstr. 1. ag. 25. Conviene che Vossigno-
ria si disdica, sinsolacmenle appresso quei
che la udirono affeimaic d. una bignora
onorata un eccesso di Unla intanila. (B)
VOSTRISSIMO. Superi. ,ìi l'ostro,
detto per maggiore espressione , ed in i-
jcheno. Anihr. Cof. 2. 2. Dunque lu se
de'nostii ehi T. voslrissinio Sono. ( ecch.
Inc. 5. 9. E pur b genero Vostro. iV. ge-
nero mioT /;. vostro voslrissimo.
VOSXRO. Sust. Il vostro avert^. La
vostra roba. Le vostre l>ossessioiii. * 1 ''•
S. t.ir. 6. l'rendele liberamente il >osUo,
e siate ammaestrato per innanii di nim
torre l'altrui. iCj Boa. nov. 69. 26.
Perche uè facciam noi quistione J 10 vi
pur vidi i e se io vi vidi , io vi vidi in
sul vostro. Eemb. ytsol. 2. I29. Mi g'o-
va mollo, che in sul vostro oggimai passi
quella grannuola, la quale pur ora cadde
in sul mio. .irgner. I red. 2. 3. Kon vi
sono amici per donaivi del loro, m sono
amici per i pogllarvi del vostro.
§. / ostri, nel plurale, significa J vo-
stri domestici, 0 famigliari, ec.
•+ VOSXRO . l'ronome possessivo di
Foi. Lai. vester . Gr. ijiitlfOi . liocc.
nov. 49. l5. Come 10 udì' che voi, la vo-
slra mercè, mero desinar volevate ec. i.
nov. 74. 7. Son disposta , pcsciache 10
cosi vi piaccio , a voler esser vostra • E
nov. 77. 29. Quando il vostro desiderio
averele, e conoscerete che io v'avrò ben
servila. Petr. son. 2o3. Che M dolor di-
sUlla Per gli occhi m,.i del vostro stalo
rio. /■ cap. II. Un dubbio verno, un in
stabil sereno È vosUa fama, e poca neb-
bia il rompe : E '1 gran tempo a gran
nomi i; gran veneno. Passan voslii Iriont
e vostro pompe -, Passan le signorie , ec.
Dant. Bar. 2. Xornale a riveder li vo
stri liti.
*§.!.; ale anihc Al vostro servi-
gio . Tutto per voi , a guisa di Susi.
Cecch. Assiuol. l. 1. Egli tiene un fa-
miglio solo per guardia, che nessuno en-
tri io casa. Gior. Oh , se v' è un fami-
glio, io son tulio vostro (cioè, fidatevi di
me, vi do la cosa falla). (I ì
* §. II. Vostro , direhbesi anche di
chi resta in casa o a pranza con noi ;
nel qual senso fu usalo .\o.ilro dal Lasc.
Sibili. 3. 2. Per oggi vi contenterete che
ella (la Sibilla) sia nostra, (l'j
i VOTABORSE. Si dice di Chi vola
le borse, di Chi porla spesa. Cecch. Spir.^
1. 1. Tra coleste tante E fona eh' e
vi sia il volabor.se .
•f * VOTACASE. .'ii dice di Chi con-
suma ogni cosa comechessia . Cecch .
Servig. 2 5. In fallo queste monache
son vola Case : manda lor questa cosa, e
manda Quoi' iillra , elle non restan mai
di chiedere, il)
VOTACESSO. Colui che i-ota • cessi,
cavandone lo sterco . Burch . r 3l. h
per sai vi lira entro votatessi . -v .IHeg.
pag. 167 ( A-nst. 1754) 1" """ "'">"
Tempo danno il Magnifico e il Sigiiore
Al gentiluomo vero, al volacesso. (I!)
VOTAGIONE . / otamenlo . Lai. eva-
cuano. Gr. x5vo'tiQ«. lolg. 3Jes.Verei-
sa si viene all' ultima purgatone e vola-
gione . I-: appresso : La medicina viene
all' ultima e superQua votagione.
f VOTAMENTO. // volare. LU. èva
cuatio. Gr. x-:vj't.iì . Cr. 2. I7. 3. Li
volamenli e i mulamenli curano 1 corpi
deeli animali dall' umore solamente, e non
dalla qualil'a infermali. Oli. Com. In/, l^.
M. Le non naturali sono sette : aere, ci
1,0, bere, sonno e vigilia, servino, riposo,
lolanienlo e riempimento.
* \OTA>Tfc.. Colui che da il voto.
Segner. Fred. Pai. Ap. 3. 3. Se egli
couferisce ec. una carica di volante , di
avvocato ec. senteniia ce. che colui e
meritevole di Ul carica ( qui : sorla di
carica nella Corte llomana). (TCl
Vt^lTAPOZZO. Colui che vola i pozzi.
VOTARE, fa. ore '' contenuto jnor
del conlcnenle , Vvacuare j contrario d'
l-.mpiere. Lai. vacuare. Gr. «iVOJv. Voce,
nov. 5o. 10. Sotto una cesta di polli, che
v' era, il fece ricoverare, e gittovii suso
un pannacelo d' un saccone che fallo a- |
veva il di volale . l'ani. Par. 7. E in
sua dignil'a mai non riviene. Se non riem-
pie dove colpa vota. t'r. 9. 14. 2. Si trag-
ga sangue al cavallo ce, acciocché 1 su-
perflui umori si volino . Frane. Sacch.
no.'. 123. 11 padre mandava quando qua-
ranta e quando cinquanta fiorini, e mollo
di danari si volava la casa.
;'.: § I /.' in signiflc. neulr. Divenire
vuoto.' Troll. Viri, j/o/ . I. Quantunque
r uomo sia ricco, si v edemo che per ciò
non è più savio, ma è bramoso, e divie-
ne come della canna che quanto più in-
grossa , più vuota. (Ci
e 11. Volare, per Rovesciare, Far
cadere. Buon. Fier. 4. 5. 18. Ombran-
do nel passar tra le carogne. Li voto in
Arno .
f §. MI. l'alare un luogo, per I ar-
lirsi , Lasciarlo volo. G. /. 8. 85. 2.
Minaceiaronlo per lo bargello della per-
sona, se non votasse la terra. Ar. Lur.
32. 94. E chi vinto riman, voli la slan-
la. Dorma sul prato, o altrove scenda,
0 poggi .
* §. IV. /i in signific. neulr. pass.
Ar. Fiir. 28. 92. E sopra un fiume ad
uua villa venne (Kodomonic) ec. Che per
le spesse ingiurie che sostenne Dai sol-
dati, a volaisi fu coslrelta. 1 Pe)
§ V. Votar la sella, vale Cader
da cavallo . ^ov. ani. Sg. I. Guilielmo
si vantò che non avea cavalieri in Proen-
la, che non gli avesse fallo volare la sella,
e giaciuto con sua mogliera. Guid. G. Per
la difesa dell' armi noi gravòe , ma egli
pure volòc la sella. Alam. Gir. 2^. 'ji
Altri hanno al secco le lor selle vote. Ne
più di rilevarse hau forza od arte.
* §. VI. Volar l' arcione, vale lo sle.f
.co . Bern . Ori. 2. 24 67. Subilo quivi
lascia Salamoue, Re di Brettagna eli era
rimontato; E ben per lui, pero che nel
gallone Da pagano e nel viso era piaga-
1 lo, E morto lo Iacea volar l'arcione. fCJ
§. VII. J'olare il sacco. V. SACLO ,
p XV.
'.■ §. vili. Votare, Jiguratam. S. Ca-
ler, leti. 78. Votasi la menle de' santi
pensieri di Dio, ed empiesi del piacimen-
lo delle creature. (V)
t VOTARE. Neiitr. pass. Far voto.
Obbligar. <i con volo di far checchessia .
Lai. lOi-ere. Gr. eó'xe'Sai. Salvin. Disc.
1. l36. Quegli che di sanilade avean bi-
sogno, erano ancora fatti dormire nel lem-
pio d' Esculapio, come tra gli alili si rac-
coglie da Aristide, nohUe oratore dell
Asia , a quale a questo effetto volossi , e
dormivvi . .
t §. 1. Volare, in signific. alt., vai*
Obbligare per volo . Filoc. 4. 75. Per
paura della morte , a Diana votai elern.
virginil'a .
:? §. II. Per Consacrare in voto. lass.
Gcr. 20. Il3. Macon s' io vinco i' voto
l'arme al tempio. (J>J
VOTATO. Add.da I alare, per Eva-
cuare. Lai. evacuatus, vacuus . Gr. «-
vo'i. Moi-g. 11. 110. Vede Rinaldo la se-
dia volala .
f VOTATO. Add.da I otare, per Bo-
tare . Botato . Lai. volo obslrictus . Gr.
£u5a^e»o;. Oli. Com. Par. 4. 64. Nel-
la seconda pone due dubbii : 1' uno circa
il votalo , tratto dalla esecuiione del vo-
lo ; ec.
•f' VOTATORE. 1 erbai, masc. da
J alare, per Vvacuare. Che, o Chi vola.
Lai. •"■aci/alor . Gr. o/evca^Cs. Lib.
Astrai. Faremo una pila da parte, e por-
remole nome il volatore. Buon. Pier. 6.
3. 2. Salitoti Di mura , e di pollai vo-
tatori. E 4. 4- 4- Le granale e le scope
A le, briccone , a le , poltrone , io serbo
ec , Volalor di dispense e guardaroba
+ VOTATOKE . ; erbai, masc. da
Volare , per Baiare. Che, 0 Chi si bo-
ta Che , o Chi fa bolo . Lai. 10(0 ob-
lig'atus. Gr. =.?«>£»»,■ Oli. Com.
Par 5 q6. Cambiare con altro beneficio,
siccbÌ! la' giustizia d' Iddio si conienti che
l'anima del volalor ne sia fuori. Bui.
Par. 5. 1. Giammai non si muove dal
debito del votatore, quando è fatta come
si dee .
:t VOTATURA. Votamento, t.vacua-
lione. Lai. evacuano . Gr. /.ivw-i; . B
Vocahol. alla voce CONTESSA, §. U
VOTEZZA. Astrailo di loto; Con-
trario di Pienezza. Lai. vacuitas, inaiu-
tas Gr. ,£V5T<;5, '■■! «»'■'■ '^""'- '"'■
1. Che monlano ec. ricchezze di luore ,
se pove.l'a k dentro in volezxa di mendi-
chissimo animo 7 Boez. 1 arch. 3. pros.
, Le quali ad altro , che a riempiere la
votela del corpo, non intendono.
VOTIVO. Add. Pi volo. Appartenente
a volo. Promesso per volo. Lai. volivus.
Gr. .;/Ti«-.. Dani. Par. 8. Faceano o-
nore Di s.icrificii, e di votivo Sr'd»- ,. ^
t VOTO . .Vi"'. Pronunziato coli U
largo. Il vano, la Concavità vacua. Lai.
vacuilns. Gr. /.iidl^i- O. V- b. il. I.
Dentro al volo , quasi immarginalo al
sasso, trovò un libro . Oli. Com. Inf. 4-
5q. Altri v' erano clic ponevano volo; al-
tri , che ogni cosa s' ingenerasse d alomi-
Salvin. Disc. 2. 211. Esempio illustre di
ciò ne sia la quistione tra' moderni e Ira
gli antichi fisici agitalissima del voto. t.
212. Le ragioni di queUi che pongono
il volo , sono portate e rifiniate da Ari-
stotile. .,..,.
%. I. Per melaj. vate .•iuperjlir.la, J am-
ia. Anim. Ani. II. 3. 8. La troppo com-
posta diceria ha mollo del volo , e più
suona, che non vale.
I *S II A voto, po.sto avverbialm.vale
' Indarno, Senza egitlo. hA. frustra, ina-
niter. Tas.<. Cer. 2. II. Morra, dicea ,
non andr'a l'ira a volo,^ella strage co-
mune il ladro ignoto. V. A VOTO, ft;
* g. 111. Scrii eie a voto, vale Scrive-
re ser^za avere materia da scrivere. Cas.
leu. Guati. 179. Ho la lettera di V. S.
de' l3. ee. e vi ringrazio degli avvisi, pre-
dandovi a continuare , scrivendo per ogni
Spaccio più tosto a volo, che lacerne. (t>
, VOTO. ro//'0 .'iretto. Bolo. hit. vo-
lum. Gr. ■.:X'^- "•'"'■ ''"''■ ^- ^V ""
lunzie sou Ci. che ,u vedi. Qui rilegate
per manco di volo. Bui. ivi: Volo e pro-
missione fatta a Dio dall uomo. Vant.
1780
vox
Par. 5. Non prendano i mortali il toIo a
ciaocia. fìtti, ivi: Voto non è altro che
obMigagionc della volontà umana libera ,
fatta dair unnio con prunics&ione a Dìo :
intorno mX alcuna rosa, l'eir. rirp.S. Oh
fiero voto, Che M padre e '1 6glio ad una
morte offersel Pass. 1^1. Liberali dal pe-
ricolo, andarono ad enipieic il volo. Tass.
Oer. 20. 144* ^ '1"* dL'voto 11 gran se-
polcro adora , e ^ciuglic il volo . .4r .
/•'ur. 29. II. A cui fatt' ive con pensicr
devoto Della sua castità perpi-luo voto .
Alam. Colt. 2. ^i. Lieto al porlo si tro-
va , e i voti scioglie A (ilauco e Pano-
pca . E Gir. 20 II. E Ieri votu a lui,
eh* uscendo fuorc, Spcndi-rci in suo ser-
vigio r ultime ore. Jìern. Ori. I. |5. Bj.
Fece più di sci voti ad un suo Santo.
§. I. Ver quella linttinpine che sì at
tacca in segno di voto nvlle chiese. Lat-
* tabella votiva. Tass . Crr. 2. 5. Pen-
dono intorno in lungo ordine i voti Che
vi portaro i creduli devoti . lìern. rirtt.
\. 28. lo dico Michtlagnol Bonarroli, ('be,
«]uatii
,d' io M
«'Kgx
mi vicn fantasia D*
ardergli incenso, e allacrargli i voti.
^ g. II. Contlannarc con voti, vale 01*'
hligarc a sciogliere il voto promesso. Lat.
tìamnare votis, 7'irg. Tass. Keg. Corin.
Come a Cerere, e a Bacco, a te Corin-
na, 1 doni porterà dai verdi campi 11 tuo
rozzo coltor con larga mano, K tu con*
dannerai con voti,oDivd, (DJ
§. III. Per Desiderio. \.j\.votttm. Gr.
Z\j^-f\, lii-rn. Ori. 1. 25. 5o. Così il ciel
sia propizio a' voti mici . IC rim . I. 62.
E se ì fati, o le stelle, o sìen gP Iddei ,
Volesser eh' io potessi far la vita Secon-
do gli nuspicìi e voli mìei ce. , Vorrei
farla con voi.
§. IV. Per Dichiarazione tlel/a propria
opinione 0 in voce, o per segni di Jave ,
o d' altro. T.at. st^ragium. Gt. •^fifODi'-A.
Farch. Stor. 4 7*) H che fatto, tutti i
voli ( cbb rosi sì cliiamavano (|ueì giudi*
cii e pareri in (li;lle cartucce , o polizze
scrini, ce.) si mettevano in una borsa.
'"' §• V. foto consultivo, diresi il foto
di colui che ha facoltà di consigliare , e
non di decidere. (C)
'•'.'VOTO. Pronunziato coli' O strctloj
Sincope di J'otato add. in .^enso di Sola-
lo j Dedicato in volo. /ir. Fur. 18. 55.
Dicendo al suo Macon , se udir lo puo-
te , riie se morto I.urcanìo in terra get-
ta , ^ella moschea ne porri V arme vo-
te. (TP)
\0yO. Pronunziato coli' O aperto. Jdd.
da fatare, per lìvacitare , Che è senta
cosa veruna dentro sèj contrario di Pie-
no. Lat. vacìtus , Gr. /evo';, fìocc. In-
trod. 27. Quanti nobili abituri ve. lima-
»eri> vntil l'. nov. \0. 18- Trovandosi la
guastatlella vota , fi- ir un gran mmore .
G. l ■ 6. 3l. I. Itonipendo il detto sas-
so, trovollo dentro vulo. Tes. /ir. 2. 35.
Se ciò fosse , die 'I mondo avesse forma
lunga, o c|uadra, non poirelibe essere tutto
pieno, anzi gli ruuverrcbbr esser voto in
alcuna palle.
't * ù- >• /*'■'■ fiatato, l ir. As. 223.
Tutu sì era vota la rillù , non polendo
erederc, se e*non vedevano ron gì) occhi,
I' atroce misfatto. {!')
5. II. P.r tnetaf. vale Prue , Mon-
tante, l'elr. cop. |. Voto d'ogni valor,
picn d'ogni orgoglio, /fmrt. .'ij. Vrden-
do lu ec. il mio viso non mostrante an-
cora alcuna crespa, me reputì tlì elli vola.
Fr. Ctord. Preti. S. Se 'i nierranle non
guadagnasse della oiercatoozia uia, o |mm
perdesse, diventerebbe volo cioè, fallilo )
5 §. III. Pfr PiffltoM , ì'ano. Lat.
niancus. Gv. nrtfiói. Dani. /'rtr. 3. Pei-
ch^ lur oeglclti Li nostri tuli, « vu|ì in
alcun canto
V O T
* S- IV. P'oto , vale anche Senza ef-
fetto . m Car. leti. 2- 63. Voglio credere
che m* abbiale \oluto dare occasione di
rompere un'altra lancia con S. Eccellen-
za, poiché l'altre sono andate votew.HV
%. V. Bestia vola, vale Scarica. Fir.
As. 208 Vendute le legne eh' io por-
tava a certi vicini , e rìmcnatomi a casa
voto, e* comincio a gridare. A* 2.^0. Ma-
raviglìavasì ciascuno della mìa gagliardez-
ta, e che, carico essendo, l'andare de'voli
cavalli agguagliassi.
I §. VI. Mani vote, si dicono Quelle di
chi non porta regali . Sold. sat. I. Chi
sa, che, fallo un giorno sacerdote, Non
: oficrìsca vìttime, e riporti Grazie, che in
vano atte5cr le man vote?
g. VII Corpo voto, si dice Quello che
è senza l' usalo necessario cibo. Ar. tur.
33. 67. Arroge a tanto mal, che a cor-
po voto Ed essi e i lor cavalli erau ri-
maci •
UOVICINO. Uovo piccolo. Lat. ovum
vusillum , ovum exiguum . Gr. w^v ^f-
xjov Ked. Ins. \Ì\2. Trovai nelle foglie
del sambuco molti e molti uovicìni picco-
lissimi .
t UOVO, foce ili due sillabe, col dit-
tongo sulla prima j il cui plurale esce
così in i, come in a , ma pttt spesso in
questa uscita , che in quella . Parlo iti
diversi animali , htsognoso di perfezione
eziandio fuor ttel icnlre della madre, co-
me di volatili j perei, serpenti ec, ancor-
chi: si tenga le concezioni di qualunque
animale aver principio dall' uo,o. Lat.
ovum. Gr. wo'v. A'otC. Introd. 5. Alcune
crescevano come una comuoal mela , al-
tre come uno uovo . /'.' noi'. 61. 7. Alla
laute fece portare in una lovagliuota bian-
ca i due capponi lessi, e molte uova fre-
sche . Cr. 9. 86. 6. E da sapere che V
uova lunghe e agute son maschie , e le
rilonde son femmine. ('iri(f. Cnlv. ^. II9.
Non so qual fosse , il gallo , o la . alli-
na, La cagion che *1 pulcìn non fu nell'
uovo .
* g. I. Uova affogate, si dicono le
Uova che levale tini guscio vengono cot-
te nel loro albume sommerse nell' acqua
bollente . ì.asc. rim. 2. 72. Le lenere
(ovnj son poi scipite e grette : L' affo-
gate e da ber son da minchione. (C)
i> §. II. Uova affrittellate, si dicono
le Uova che levate ttal guscio vengotio fritte
nel loro albume, /.asc. rim. 2 72. E trop-
po rìgno fan le atTritlcllate ( ova ). (Cj
-Y J^. III. Uova maritate, si ttuonv le
Uova cucinate con vani ingredienti, l.asc.
rim. 2- 72. Sono assai buone l'uuvj ma-
ritale ; Ma troppo tempo dreulo vi si met-
te. (Ci
* § IV. Uova sode, si dicono le Uo-
va che si assoilano bollendo nelP acqua,
l.asc. rim. 2. 72. L' affogale (ovaf e Aa
ber son da miutiiioiie; E le ioóe son pa-
.sto da civette. { l'J
i^ g. V. I.sser alcuna cosa in/in netP
uova, maniera iperltolica , che vale Es-
ser tale prima di na.tcere, in corpo alta
madre. Meni sat. 10. Costui rhe fu fur-
fante inGn nell'uova (/ J
g. VL Pasqua d' uovo, ti dice la Pa^
sqiia di Resurrezione , usandosi in essa
mangiare /' up%-a benedette.
g. VII. Avere, o I olere l'ua%'0 tuon-
th , vale .-IverefO Polerr una cosa tenta
fatica , o pericolo.
I ^. Vili. Acconciar l'uovo nel panieruz-
tolo, vale fìgurntam. Accomodarr hene 1
fatti SUOI, l'ectfi. ine. 2- :'(. Che,i|UAnlo uil
altro , ella ai ha acconrc 1' uova nel pu>
nìprniio : tenga chi vuole.
f S IX. Rompere, o < uastare l'uova
nel pantett, figiiratam vale Huaslare 1 di-
segni adalciino Lai. ipeni nliriiiutjru.ttra-
U O V
ri. Malm. 3. I. Se gli son rotte l'uova Del
paniere , Considerate se gli pare strano .
/ . GUASTARE, §. XXl.
g. X. liompere , ovvero Guattari l'
uovo in bocca j proverb. che vale Gua-
stare i disfgni altrui presso alta con-
clusione. Lai. consilium dirimere, cona-
tum frangere , antevertere . Gr. Sovir;')»
^la/veiv, T>i"v a'vaS'xffiv ■::po'i(^p.\d'*ut .
f arch. l'rcol. 80. Quando alcuno aveva
in animo, o poco meno che aperte le lab-
lira per dover dire alcuna cosa, e un al-
tro la dice prima dì lui , cotale atto si
chiama furar le mosse, o veramente rom-
pere I* uovo in bocca; il che i Latini di-
cevano antetertere . Ciriff. Calv. a. 61.
Perchè non ci (la tolto 1* uovo in bocca.
Ftr. Lue. 3.2 lo lo voglio affrontare il
tristo, e guastarli l'uovo in bocca.
g. XI. federe, o Conoscere il pel nel -
P uovo, si dice di Chi è d' acutissimo in-
gegno , che scorge ogni minuzia , e pre-
vede tutto, e quasi vede lo 'nvisibile .
Lai. ventura per dtoptram prospicere .
fcd. Flos. aSSo. Pronz. rim. buri. a.
270. Non bisogna orpello Con un uom
che conosce il pel nell' uovo. Segr. Fior.
Cliz. 2. 1. lersera avrei veduto il pel
neir uovo . Cecch, Mogi. 2. 2. lo vo-
glio che E* vegga eh' io conosco il pel
neir uovo.
f §. XII. Cercare, o Guardare it pel
nell' uovo j maniera proverb. , che vate
Mettersi a considerare qualunque meno»
missinia cosa, l-'sp. l'ai Sost. io8. Co-
me son i]uelli che vanno caeodo il pel
neir uosa . Pataffi. 6 Né guardi ìl pel
neir uovo irttppo fiso
g. Xlll. l sser come l'ere un iiOvO, ti
dice in modo basso di Cosa agevolissima
a farsi, o a riuscire. Malm. l^. 7^, Ma
parve giusto come liere un uovo A* topi
farvi il consueto foro.
* g. XIV. Piresi in proverh. Aver
uova e pippioni tti Chi non è appena u-
scito tf un affare che gliene sopravviene
al Ir
prende così in buona ,
come in mala parte. V. PIPPIONE, g.
IL (S) .
g. XV. È meglio un uovo oggi, ch^
una gallina domani, o rimite j proverb.
che vale: È meglio aver pcco, ma pron-
tamente, che molto con indugio di tempo.
Ceccb. F.salt. t'r ^. 10 E *uol oggi piut-
tosto aver un uovo, Che posdomani una
gallina grassa.
g. \\\. E' non e" e uo%'o che non guat-
tii proverb. che vale, che f.' non si truo-
va ninno senta vi^io, o mancamento, l.ti.
non est pijtcis sine spina. Gì. tzyot iv^x-»
eJf sìv (*;f&vv air^v^ov ur «^fO'ra ì ed
rhs. 261. BrtlinC. son, 1^7. Che tal por-
ge botlon, eh* è pien d' ucchielli. E nno
e* i? si frese' uo\o, che non guasti late.
Parent. 2. 3. In fine e' non r' ^ uovo
che non guazzi : può far il ciclo però ,
ch'ella sia cosi sfacciala?
g. XVII. t ' non ì' come P novo fe-
sco, n^ d'oggi, ne di ieri; pro.erfi che
ti tiice di Chi »• uomo d'eia.
* g. XVIII. In proverb. si dict f #1"
non lo camperebbe /' uovo dell* A^cent-o-
ne j e vale: Ftter di.tperala la sua salu-
te, o altro grai'e pericolo t'ecch. Prvv. 35.
ypn ti canif*er'eldte l'uovo dell' Atetn-
Mone. Hanno le dcnnicciuole un crnlere
rhe r uova di gallina che nascono il di
Ì dell' Ascrnsionr del Signore sieoo nme-
din salulilrrit a tutti ì mali, e dicono ebe
mai n<^n si rorromi e Omlr quando 11
I vuol dire chr uno è spatcìaic, si dica ;
I e' non lo camperebbe tal uovo F Mmt<n
5. 7. Chi tien quel d' altrui, e' non b»
! camperebbe V uovo dell' Ascensione Car.
I Stracc. I 5 Ora Puoio dell' Asreosto-
oe non camperebbe me. ni quel Cspita-
t O V
no^icilGovcrnalorclosa.fO Ptvs. Fior
6. 173. Io non voglio dir altro, che quan-
do uou è all.i caiulela . e che tutti i li-
medìi »on vani, per t-ipiiimre questo caso
si suol dire : e' uou lo canii>ercbl>e l'uovo
dell' Ascensione . (')
g. \1X. Covo, per I spezie di tor-
mento che si dà a' rei per /arlt confrs-
tare . Fir* ^Is. 296. Ma ne corda , ne
dadu, uè sunghi-tla, uè uovo, uè acqua,
nh Fuoco, ne cosa del mondo il poterono
mai far cangiare d' opinione.
g. XX. 6'oto , si dice ancora l/nn
delle malattie del capo. Lai. cephalalgia.
Gr. X- jjaiaV/i'a.
* g. XXI. Uovo di more. Specie di
pesce del genere delle conchiglie , detto
anche Camiime . Red. Oss. an. 5^. In
quegli altri zoofili ce. , che da' pescatori
Livornesi &0Q0 chiamali carnumi , e da
altri er. vengono appellali uova di mare
«. (•)
UOVOLO. Spezie di fungo che ha gran
similitudine coli' uovo. I.at. holetus. Gr.
pwJliTr,^ . I.ib. cur. maìatt. Lo uovolo
per sé oou è velcocso, ma èe siraiglievo-
le a uno altro fungo velenoso. Tac. Pav.
Jnn. 12. 160. Gli fu dato (il veleno )
ìd su gli uovoli, de' quali efa ghiotto.
g. I. L'ovolo, diciamo anche l' (Mchio
di canna, Canocchio. Pallnd. Fcbbr. 23.
Di questo tempo si pongono i canneti ,
facendosi le fosse mollo piccole , e po-
gDeudori dentro gli uovoli , di lungi 1'
uno dall'altro meno p ede. Cr. 5. Sg. 1.
Gli uovoli delle canne per ciascuna fossa
si sotterrino.
g. II. Uovolo, diciamo anche a un
Ptzzctlo, 0 Aocchio d' ulivo spiccato dal
ceppo, per porlo ne* semenzai, o divelti.
Feti. Colt. 36. Toglievano d'in sul cep-
po degli ulivi vecchi quelli che noi chia-
miamo , per la similitudine eh' eglino han-
no coir uova , uovoli , cioè quelle parli
picciule del ceppo a hasso con<^iunle col-
le haihe. verdi e vigorose, dove apparisce
che l'ulivo vuol mettere da pie.
g. MI. Cavolo, dicono ancora gli Jr-
chilettori a un Membro intagliato di su-
perficie convessa fra gli ornamenti. lat.
echinf>s . -? l'asar. l it. ììtion. Sopra le
teste de' lermiiii che fan capitello, è ar-
cbilrave , fregio, e cornice che ii»alta so-
pra i termini, intaglialo con ricchi fregi
e fogliami , uovoli , ed altri membri per
tutu l'opera. ( R)
^ %■ IV'. Covalo, dicesi anche l'Incas'
-satura, 0 Luogo in cui l' un osso sta in-
cassato coli' altro . Il Vocabol. alla voce
DISOVOLATO. (•)
* UOVONE. Jccrescit. di Uovo Pros.
Fior. pari. 3- voi. 1- pag. 169. Oh che
uovuni sterminati! oh di quelli si potreb-
Iiono fare di grosse frittale, che ec. (Il)
U P
L'PIGLIO. Spezie d' aglio . Lai. ulpi-
<um , aftium cypriuM . Gr. a j>pO'S/.opO'
So-' . Pallad. Gen. 1^ Di questo mese
si scmiua bene l'aglio, e 1' upiglio.
t'PUPA. f, l. Sorta d'uccello detto
anche comunemente /ìubhola . Lat. upu-
pa. Gr. £7toi|/. Tes, Br. 5. 28. Upupa è
un uccello con una cresta in capo, e vi-
vono di cose putride e laide, e però è il
loro fiato puzzolente molto . Morg. i^.
52. E la cutrelta la coda menando Si ve-
de , e rizza 1' upupa la cresta.
•| '.- URACANO . Specie di turbine,
eh* 0 un complesso di più turbini, e che
imperversa molto m tempo di fiere bar-
vasche, ^ccod. Cr. Mest. S<.ggella per
U R A
la vicinanza delle montagne a gran tem-
pcile , a terribili uracani, ed a spesse i-
nondazioni. Magai, pari, I. lett, iS. Con-
sideriamo qual simiglianza e proporzione
abbia ta corporeità ec, o quella dell' uia-
cano co' vascelli eh' egli affonda er. Ora
r urarano è vento, e la materia drl ven-
to è r aria , dissimilissima dalla materia
di tutte queste altre cose er. (.4)
* l'RA'CO . Term. degli Jnatomici .
Quel cordoncino 0 legamento che dal fon'
do della vescica, e s' impianta nelC umbi-
lico. Cocch. lez. (A)
'\' URAGANO. Uracano. Magai. Sidr.
Starsi col tronco nel più fitto Terno Con-
tro i fieri uragani argine immoto. (A)
•%' UKAMA. Term. de' Mitologi. Una
delle nove Muse, quella che presiede al-
l' Astronomia. I l'oeii danno anche t/ue-
sto nome a l 'enere. (A)
* URANO. Term degli Astronomi.
Uno degli undici pianeti sino ad ora .ico-
pcrti, ed è il più lontano dal Sole. (B)
'^- URA.NOGRAFl'A. Terra, didascali-
co. Descrizione del cielo. (A)
* UHAìNOMETr.rA. Grecismo degli
Astronomi . Quella parte dell' Astrono-
mia, che tratta degli /'eclissi. (A)
•f -r URANO'SCOrO. Sorta di pesce
marino, così chiamato con voce greca, che
vale Osservatore del firmamento, perche,
ha gli occhi sul rapo, che guardano il
Cìelu. Vai moderni Italiani è detto Pe-
sce prete. Ped. Oss. an.pag. l5^. (Ertz.
1712) Tra quei pesci che ho trovali non
aver tal vescica, 0 nuotatoio, sono la lam-
preda ec. , il pesce prele, che uranosco-
po dagli scriitori s' appella, ec. (Aj
URBANA ME^TE. Avverb. Con urba-
nità, t'ivitmente. hai. urbane, facete. Gr.
x.oii'ìffZ^, ;^K|5(£'vTw;. S. Agost. C. D. lo
non dico quello che disse Tertulliano
forse più urbanamente, che veramente.
* URBANISSIMAMENTE. Superi, di
Cròananiente. Cden. IS'ìx. 5. 8 Onde ur-
banissimamente lo Scaligero ec. (lì)
•f URBANITÀ", UKBANITADE , e
URBANITATE. Asimtto d' Urbano j
Gentilezza, Civiltà, Maniera civile. Lat.
urbaiiitas. Gr. ^^pilvu^p-o'^. Mor. S.
Greg. IO. 27. La perversila delia menle
è appellata {dagli uomini malvagi) urba-
nilade, cioè a dire vila cittadinesca. Fir.
Disc, an, 7. Alla gran duUrina aveva ag-
giunto la vera bontà, e alla bonl'a e faci-
lità di costumi una urbanità e una mo-
destia si grande, che ce. E altrove: Ma
colla tua solita urbanità raccontaci quella
novella.
Ur.BANO. Add. Di costumi civili e
cittadineschi, Gentile. Lat. urbanus. Gr.
Jjxpt'cc . Fiainm. ^. go. Io, acciocché non
isdegnosa, ma urbana paressi, data alcu-
na volta, in quelle a sedere mi riponeva,
entrando in nuovi pensieri. Fir. Disc. an.
IO. Col dolce aspetto, colle urbane paro-
le, cogli abiti usitali vogliono essere co'
fatti, e non colle dimostrazioni , tenuti
buoni, savii e costumati.
g. Urbano, vale anche Di città. Lai.
urbanus. fir. xiÓT'^x^. Borgli. Col. ftom.
36l. Ciasiun popolo a\ea le sue terre
principali, ove abitava la nobiltà, e la ple-
be urbana.
't :'.* UHENTE. r /.. Che brucia.
Cavale. Fspow Sìmb. 2. 175. L'ingrati-
tudine è un vento urente, che dissecca li
fiumi della grazia (qui per simi/tt. . (J)
URETERE. / , G. Ureteri si dicono
due canali che conducono l" orina da' re-
ni nella vescica. ^ Bed. Oss an. 200.
I quali sottilissimi ureteri ^anno ad en-
trare negli ureteri de' qualiordìci reni
magf;iorelti. e gli ureteri di questi niag-
gìoretli si scaricauo nel principale e più
grosso canal maestro. / Cons. i. 28. I
U R E
1781
quali (calcoli) son cagione di meri dolori,
allortjuando essi calcoli sono spinti giù per
i vasi ureteri alla volta della vescìra. (B)
Imperf. Anni. t5^. Propriamente Tunica
quella membratia si chiama, della
qu.
son fatti i vasi e i canali, siccome le \e-
ne sono le arterie, i vasi ureteri , 1' ute-
ro ec. E 66. La membrana serve ec. ,
come scernere si puole nella vescica , al-
P attaccamento degli ureteri e ne' ventri-
coli del cuore mercè di sue valvulc
ce. (F)
•f * URETRA. Term. degli Anato-
mici. Canale che dalla vescica conduce U
orine fuori del corpo. Cocch. Bagn. cap.
4- p'^g' 268. Questi organi sono un rene
e un uretre nell'uno e nell'altro lato,
ed una sola vescica nel mezzo, ed una
sola uretra, che è il canale emissario di*
essa. (Aj
URGENTE . Che urge , Imminente.
Lat. urgens Gr. zaTSTTìi'ywv. T'ire. Dnv.
Ann. !^. 102. Il Senato volle the si aspet-
tasse r Imperadore, unico soprattieni agli
urgenti mali. J? Cuicc. Stor. 2. 335. Non
essere già sua intenzione di legarsi a nuo-
ve obbligazioni né restrignersi a capitola-
zioni nuove, perchè non ne vedeva alcu-
na urgente cagione. (I.J Salvia. Gecr.
lib. X. Fatica sciagurala Tutto vince e
bisogno urgente e duro. (F)
§. Caso urgente, vale Accidente, che
abbia bisogno di subito provvedimento.
Tac. Dav. Ann. l5. 206. Quando i sol-
dati pratichi 1' avvertivano ne' casi urgen-
ti, per non parer d'averne uopo, faceva
il rovescio e male.
URGENTEMENTE. Avverb. Con mo '
do urgente. lìuon. Fier, 3. 2. I7. E '1
servizio Che a comodo maggior gli viene
oflTerto, Urgentemente in seivitù lo stri-
gne.
URGENTISSIMO. Superi, rf' Urgen-
te. Cuicc. Stor. I, Per liberarsi da ur-
gentissimi pericoli, E IO Asliignendo ec.
a questo molti urgentissimi accidenti. Sal-
via. Disc. 3. go. Non 5' alteri senza ur-
gentissime e traijoccantissime , ed eviden-
tissime ragioni.
URGENZA. Astratto di Urgente Lat.
temporis, vel rei nrcessitas. Fiv. Pise.
Atn. ^o Ma quando in qualche urgenza
luogo o tempo occorresse , come bene
spesso ofcorreià, di far palafitte, esclude-
rei i pali d' albero, di galtice, di v._trice,
ec. / nnb. Stor. ^. Per servirsi dì lui
in quelle congiunture disastruse, e valersi
de' suoi consigli in quelle urgenze.
URGEIir. /. L. Spignerc. Lét. urge-
re. Dant. Par. io. Che V una parte e
r altra tira ed urge, Tin lin sonando con
sì dolce noia. E Par 3o. L" alto disio
che Rio t'infiamma ed urge cc.^ Tanto
mi piace più quanto più turge. •',' Bocc. rim.
pag. 3l. (Livorno 1802) Questa li mici
pensier urge ed avanza Con gli occhi suoi
a si allo desiro, Che nulla più senlir ave
in possanza, Puon. Ficr. ^. 3. 7. Troppo
Ci grava la dimoia, urge il negozio. (Bj
Bed. Cons. I. 146. Io non ho fino ad
ora parlato de' medicamenti locali, [erchè
se la necessità non urgesse, me ne aster-
rei più che fosse pussiliilc. ff'j
URL\ Augurio. Lai. augurium. Gì.
ct'wvo-;. Tac. Dav. Ann. 12. i53. A[>-
parvero in quell' anno molti segni, uc-
celli di mal* uria posali io Campidoglio,
ec. E l5 226 E fu rivoltalo a uria del-
la sua morte, perchè niuiiu Piincipe si
onora come Iddio, mentre livp tra gli
uomini- /',' Stor. 2. 296, La città ec. pre-
se a mal' uria, che Vitelbo. fatto Ponte-
fice massimo, bandisse le cerimonie pub-
bliihe per li diciotlo di Luglio. Malm.
3. 71. L'a*er veduto dentro alla guasta-
rla Un >egno che le ha data caltiv' uria.
1782
V R I
URL
-<• URINA, lo Steno che tirine. Pat.
Icd. Novemhr. 7. Se verni, ha II pesco
JpengoDM con cenere mischiala cun mor-
chia, ovvero cou urina di bue con lena
parte d'accio meschiata, e imbasnalo il
P«co. Uh HeJ. U«. an. 191 Nella n.e-
liesuiu vallella pur si apre un allro orifi-
no per cui la vescica urinaria si scarica
dell urma. /; Cons. I. 7,. Bi.ognerebl.e
allresj procurare che quel siero ce. fosse
riassorlmo ec. , acciocché poi ec. da' re-
ni per urma u.cisse del corpo. E j8 Col.
1 uriua si purga il sangue dalle .erosili
senta pencolo, e con la stessa urma «ce
lai uosiio corpo grandissima uuanlilà d.
»>lc. L Un. 2. 85. E bene che alle voi-
le aLlua r urme copiose. Zi' 233. Polendo
quesla cosa essere ul.le collo .sgravare i
polmoni per le slrade dell' urina. Sa/r,,,
JJisc 2. 433. .Siccome ancora quanlilà
grande d aria ec. , come quando ci sera-
«lamo dell' urina, ci dà un cerio Iremilo
ec. , COSI ec. (•)
* UKINALl . Orinala, lied. leu. 1.4,,.
L» qual materia si scorge ne' fondi de""li
urinali. /; 5l. Donde scaturisce quella
materia grossa e bianca, la quale si posa
ne fondi degli urinali (')
* UIUNAHK. 1.0 stesso che Ormare
Bed. leti. 2. 221. lo nonivea altro ino-
do più sicuro per far urinare copiosamen-
te 1 sani e gì- infermi. /•; 222. Io slesso
gli aiea poscia dello di aver la nolle se-
guente più che copiosaiiienle urinalo E
Cons. 1. 101. Ha buon colore, va di cor-
po, urina copiosamente. E iq3 Ha os-
servalo che nel mcizo dell' urinare se li
e fermala l'urina ,,,„, m/or:„ ,ti sust). I')
'.= Ulil^AlllO. .Ud. Hi „n„a. Atte
nente ad urma. Red. Oss. aa. l56. In
uu grongo che pesava trenta libbre, os-
servai che inlorii.i intorno alla vescica u-
imaiia si alzavano grandi aiiimassamenli
di quei lubci.olclli ec. III\ E JQI Wella
medesima vallella pur si apre un allro
orifizio per cui la vescica urinaria si sca-
rica dell urina. (•) l.uperf. .h,at. 64.
Propriamcle Tuiii, a quella membraoali
chiama, d,-lla quale son falli 1 vasi e i ca-
nali, siccome le iene sono I' arterie, i va-
SI urcleiii, r utero, la vescica biliaria,la
urinaria, l'esofago ec. {F)
t =•= §. Urinan, diioiisi ancora tutti
i/ue, mali che accadono agli organi che
separano, conscr>'„ao e portan fuori del
corpo I- orina. Coech. Hagn. pag. 267
Drinarii cl,iaiii.,n,i tulli quei mali che ac-
cadono agli organi che separano e con-
servano e portan fuori dd corpo 1' orina
mutandosi per la cagione morbifica o so-
I.da loro slrullura, o la maniera dell' a-
«lone, o creandosi dculro di loro qualche
corpo cstianco. (A/
*URINATIVO. Add. Che promuove /'
urma, Ihuretico. lied. hit. I. lo5. Tul-
le quante le erbe e i.idiclic urinative cal-
de sono sempre da sfuggirsi, come dan
nosissinic. (•)
l'Ill.ASIENTO. /.-«r/a/r. Lai. „/„/„.
Ins. Gr. omiv/iidf. fUrg. Eueid. .1/. L'
urlamenlo con boci femminili va al ciclo
/;■ più sotto : Con femiiiincico urlamenlo
con lamenti il cielo empie.
URLA.NTE. (/,c urla. LbI. .■ociflrr«ns.
Or, oioìu;ai» thid. Pisi. 48. La savia
vecchia luroe la bocca a me urlante.
3 UKLAIIE. Mandar fuori urli. Lai
ululare. Cr. oiojjjjiv IJocc. no,: na
•59 • Cominciò a sallabellare, e a fare un
uabi.sar grandissimo su per la piana, e u
sululare, e ad urlare, e a stridere a gui-
sa <hc se imperversato fosse. /.ir,/i. / ,■
'ol. 61. Cuaiie ec. è anch' egli sol.mcn-
le neutro, e cosi urlare, bemhc Virgilio
I usasse in voce passila, e non è pioprio
degli uomini, ma dei lupi.
•e §• Per similil. dicesi anche dell' Uo-
mo ,/uando per tormento, o dolore manda
fuori voci lamentevoli alquanto continua-
te. .. Dant. Inf. 6. Urlar gli fa la pio.,
già come cani. /„„. 42. Urlando con
dolorosi guai spari - . (,\)
t URLATOUE. Verbal. ma,c. Che o
Ch, urla. Lai. ululator. Gr. dìoXùia-j
t.uid. o. 26. 3. AUora si levoe grande
rumore nelle dette tende, e le voci degli
urlatori spesso risuooano per lo vicino te-
re.
t * tllLl'O. foce bassa e delCuso. Stre
pilo, Itonwre die si fa ne/r urlar, , e di
cesi comunemente di Quello di molte per-
sone che favellando insieme rompono al-
trui il capo colle strida. (A)
UIILO. l oce propria del lupo j ma si
usa anche parlando d' altri animali, quan-
do si lamentano. Lai. ululatus. Gr òlo-
'k/Mo;. Lab. 29. Mi parca per tutto, do-
ve che IO mi volgessi, sentire mugghi, ur-
la e strida di diversi e ferocissimi animali
Cirijr. Cah. I. 7. Qutllo stormo due-
cei drielo veniva Con urla, strida, e spa-
venlcsol voce. E a. 66. E l'urla e 1' a-
nilrir d'assai correnti. Bed I ip. 1. 5q
Quel cane, una me;i' ora dopo che fu
ferito, cominciò ad avere vomili frequenti
e faticosi, ed in fine con urli e scontor-
cimenti orribili si morì.
§. 1 l'er siniilit. si dice anche di ra-
ce mesta e lamentevole, alquanto conti-
nuota, che si manda fuori dagli uomini
per tormento . o dolore. Lai. ululatus.
Gr. o,al.u-/p.oi. lant. Inf 7. Qui lid'
■o gente, più ch'altrove, troppa. Ed una
parie ed altra con grandi urli Voltando
pesi per fona di pcq.pa. / e,irf. Crisi. Pa-
reva che le boci e l'urla degh uomini
e «Ielle Icmmmc n'andassero al cielo. .-Ir.
tur. 3o. 11. Cominciò il pano a gridar
torte: aspetla. Che gli venne desio d'an-
dare in barca. Ma bene in vano e i gri-
< 1 e gli urli gena Malm. 4. io. Cosi
dumandan chi sia quei eh' esclama, E mei-
le grida ed urli si bestiali.
,h',}'' ''"''"'''•"'■'• /gwatam. vale
AllMire. Lai. ohmatctiere. Gr. rufà..
«Sai. IJiicn. Eur. 2. 2. 10. Ecco i co-
lombi qua del bimbussato, C hanno per-
duto I urlo. "^
=c UllLO-NE. Dicesi di Chi nel parla-
re suol gridar forte, aliare assai la vo-
ce. (Cj
t 5 URNA /. A. Specie di vaso che '
presso gli antiihi serviva ad attinger a-
cqua, ed anche ad altri usi, come a rac-
chiudere le ceneri de-morti ec.Lul. urna
Gr. x«/;r.i. Petr. son. 199. E di che
dogliose urne Ti bagna Amor cou quelle
mani cburne. * Car. En. I. 3|2. Del
vni che '1 buou Accste ce. in don gli
diede, Molf urne dispensò per ricrear-
li. IFP)
"•■ §■ Ojgi Urna, e un Faso che selve
a raccogliere i voi,, o a contenei-e le po-
lizze per estrnrre le sotti, u Ar. Eiir
.lo. 23. tosi in duo brevi, eh' avean si-
inighanlc Ed usuai foima, 1 nomi lor uo-
llrsi, E dentro un'urna quelli hanno rin-
chiusi, \crsali inolio e sotiopra confusi.
A SI. 24. Un semplice fanciul nell'urna
messe La mano, e prese un breve ». (C,
Segmr. l'red . fui. .Ip. j. 9. Non può
avvenire, che i benefici! eccl.-.iastici ven-
gauo da taluno dislribuili. non a chi nie-
rila più, ma ec. a chi fa sperare piò fe-
dele la mano al giiar dell' urna iTCi
« URNKTTA. /),„,, ,,• Urnaj Picco-
la urna. lìenv Celi. In. 1. ,3-_ ^j.
cadde in questo tempo, che in ccil'i va
SI, I quali orano urnclle inliibe piene di
cenere, tra essa cenere si trovò certe ■-
nella di ferro. fC.
t' uno. Specie di bue selvaggio Lai
URO
urus Gr. »o^o; . Toc. D.V. Ann. 5.
lOJ. Scelse alcune pelli d' uri, e voleT.I,
a quel ragguaglio. C)
t * UROVIGIO. Term. de- .\olomi-
sf. lo slesso che Coccige. Pellin. Disc
I IDI. E chiamasi quell' osso I sacro ì
coccige, o uropigio, e codione, e le ver-
Ichre di esso, vertebre del coccige, o co.
dione. (A) • '
* URSACCniO. 7.0 st^soche Orsac-
>l;o. innnaz. Arcad. egl. 9. Corbo mal.
vagio, ursaechio aspro e salvalico, Cotesl.
lingua velenosa mordda, ec. (Il)
=? URTA Eoce assai frequente in boc-
ca del popolo, la quale s' usa nella sus-
.'eguente e.^ressione. Avere in urla mu].
cheduno, che vale I olergli male. Averti,
mal animo addosso. Serd. Prov Egli 1'
ha in urta. /.URTO, sust.^.lA) Jr.
lur. il. 4,. >, ,i,|^,„ u„ tempo in ori.
e in gran dispetto l'er Truffaldio, che fo.
ra luogo a dire. 'Ilj
UI1TA.MENT(1. lo urtare. Urtala
Lai. impulsio , ,clus. Gr. Cì„,,. . />
Oiord. l'red. K. Si accostarono alla cilli
con teriibdi urlamenli delle mura
URTA.XTE. Che urta. Amet. 16. Tali
sono, che SI vantano Ira gli urtanti .ni-
mali essere in giudTcìo simili ad Ales-
Sandro .
t J URTAllE Spigner^ i„conlro con
•mpeto e violenza; ed oltre al signìfic. alt
■', usa anche nel neuir . e neutr . p„„
Lai. urgere .impellere . Gr. JT!,'>e„ '.
J.T' J^ "•; «"""" '■■''" ^""
saltalo ce. disa. vedutamente, portato dall'
'".p. o del suo salto, mi urto gravemen-
le. /et,-, cnp. 10. Urlar come leoni, e
come draghi Colle code a> vinchiar.i. C.
; ; ": •*• '"'Sieano pure innanai
urlando 1 loro cavalli . M. r. 1 1 5o
Irlo forte sopra i niniici. Malm. 8. u'
lerch ei non urta mai chi 1' accompa-
goa. - i;i„ce. .^tor. ,. 283. Perchè a.
vendog 1 armati di picche più lunghe cit-
■^a un braccio di quello che era Pu.anaa
comune, ebbero tanto vantaggio quando
da u, lurono condotti a urtarsi co' lanl.
oegl inimici, che ce. fLj
•f §. I. Per metaj. vale Contradilire .
/ enire i„ controve.sia; e s, usa pur, in
signific. alt. e neutr. pass. li. I'. a 5o
1. I-rese consiglio lo 'm,«radore di non
urlare co Fiorentini . Segr. Fior. Star.
^ 07. Ne magislrali e ne' consigli ,' ur-
avan„_== J„,. ,W. /,,,. 6 ..ip.'s.En-
Iralo figliastro in casa Angusto, I' urlaro-
no molli e molli , viventi .Marcello e A-
6"PPa III lat. ha. multi. .„,uli, „„fli^.
talus est;. (I ) ""
§■ H-U, tare il capo al »,„n>. gn,a-
"' "". ^'•'-' ."f"' '>'-.<.. Lai. o»„,
'■/oc. 2. ,,0. Comanda ch. io non v.
vaila, ed egli putri aisai ni tare il capo .1
muro, che non ri andrò.
III. In modo prove, b. Urtar, col
muro, vale tcnlrastare colle persene p„:
Meni, d. sei lo stesso che Ear, a'cL,
IO m„r..c,,ioti .Lai. ca.abus ad ollam .
liern. Ori. ,. 5 42. Ma chi uru eoi
muro, e suo 'I dolore.
URTAI.*. , erbai. I.' .„arr. Spiata.
J-at. ,„,,„/„. , ,,,„,. Cr. Jà,,i,'^i,...
'I. i cr lo grande cuore che 1 nimici a-
IZ ''T'." ;■•"."" »"• «-«a», per la mal.
urlala de dieci compagnoni . Bern. Ori
,^, ■' '■ ""•"■''•' non curò di queir ur-
UHTATO. Add.da Urtare. L... ,«,.
''"'"" <;•' '^^r.,,,. c.u,cc. Star. ,i.
709 Le barche urtate dall' acque del «u-
me troppo grosse non |>ote>aou andare
innanu. l ,.on. l,er. k. i. 7 Non può
pm 1 uomo Rinvolto ne\uoi panni ir p,'
>uoi fatti, 0 gli rimanga si. per dooJ' «
U R T
v.d. , O non u.la.0 <■'■• M *• ',^ "'
urtai, di qu» , Riurlau d. li. ridalo ha
•o fuori in >ul f..r delb luna .1 mal g.a
'""•"li !!: UKTATOBE . J^rrhal. masi:
Clif o Chi urla. Salvia. Iliad. l5. 31^.
Va 'raro Febo, ora ad Kllorrc armalo;
Foichè fi-a a U- , quel rl,e la Irrra l.rne.
Della lerra uitalor va al mar divino. I-li?-
crndo r .Ilo <■ grave furor nostro. (^J
URTATURA. C'rlala. lai. impilisi» ■
Gr. <JSr,5.;. Buca. Fier. 3. 1- 1. Arre-
candosi ad onta ogni jiiù lieve Urtatura
od appocgio ad uom che passi.
VrKo Susi. Urtata Lat. .mm/*"^
Gr. i^r.-iii . Stor. Aio'/. E mo t. ne
raddono nella prima giunta per gli urli
de- «-avalli. .Wor?. 20. 73. Morlo 1 avrem-
mo co" morsi e cogli urti^ Buon Ficr.
3 5 I lo credca ben che i ciechi Po-
tessero urti dar da porre in terra , ec.
Jr. tur. l6. 62. Venne a Zerbino , e
pensò dargli d' urto) Ma gli prese egli il
corridor pel freno.
8 Torsi, o Torre, o Frender in urlo
alcuno , vale Non cessar di perseguitar-
lo . Contrariarlo.
•+* URTO. jidd. Urtato, Spinto. Pant.
Ini 26. lo stava sovra '1 ponte a veder
wrlo , Si che s' io non avessi un ron-
chion preso. Caduto sarei giù, senta esser
urto. lA) „ _
URTONE. Urlo grande. Buon. tier.
Intr. 5. 3. E noi tapine , Come quattio
sgualdrine Lasciale fra la turba e fra gb
urloni. Halm. 3. 72 Chi dà un urton ,
quel!' allro da un tracollo.
U S
USA. V. A. Verbale, da Usare; V
usare caraalmenle. Lai. copula , coitus .
Gr. lilla- Lib. cur. molalt. Il grave danno
che apporta la soverchia usa carnale, l-r.
Giord Fred. S. La Donna nostra non
bisognava di puriBcare, come l'altre don-
ne , perchè non partorì per us.i d uomo.
* USABILE. Add. Che si può usare.
SaUia. Pros. Tose. Viene di questa con-
sideraiione . se unico è V esempio ,0 di
molti , poiché nella prima maniera e so-
spetto, o non usabile. fA)
•+ USAGOIO. r'. A. Uso-tM. .'."1.5.
'*^ i:.„ ^.-..-.j P,.p,l lì. Cor
USA
te, come sono li Sanesi. ed era f iuralore
di tavole bonìssimo.
+ J U';A^ZA. Uso, Consuetudine, Co.
Kluuie, illanii-ra di mere e di procedere
comiincnicle freqmnlala e usata, lai.
u.<us , ron.suctudo.Cv. jà05 ''"CC ""'■-
USA
1783
6. Non suole essere usania, che an-
Gr. sSo;
Fr. Giord. Fred. lì. Confor
me modernamente è venuto in usaggio
Sea. l'ist. Di queste cose non si puolc
r uomo dUiberare, ne guerire, né per di-
sciplina, né per usaggio E appres.<o: Io
vi trovo immagini e somiglianza. I usag-
gio delle quali ec. F. altrove .- Sempre
questa cosa 6a novella , cioè 1 usaggio e
la scien». F più sotto: Ninna dotta del-
l' u>3ggio del suo corpo . M. ^ i oó.
I quali giurarono fede e compagnia insie-
me col detto Re sotto certo ordine di lo-
ro vita . e di loro usaggi e vestimenti
Tac Dav. Stor- \. 348. Avendo predetto
gli aruspici, che V opera non si contami-
nasse d' oro , o sasso concio per altro u-
"^USAMENTO L'usare. Lat. «".e. Gr.
'So; . Coli. SS. Pad. Eziandio diside-
ra di negare i neccssarii iisamenli della
"""' ■ «...
f j-fr Pratica , Conter.tazione . Lai.
coii'tiie*'"''' ■ Gr. ó/i">«- Fr. lac. T !\-
'. li. Veggio che '1 loro usamcnlo M
arreca alcuna onoranza.
USANTE Che usa.
S Per Colui che pratica , o conversa
,on altri. Pass. 212 Non é usante , ma
vive a riguardo. /. sgV 1- «sere prode
« pronto con buono avviso, studioso, sol-
lecito , e alle cose destro , 1 esser bene
■lanU con affabil piacevolezza, tiaac
Sacch. nov 81. Li dimorando era usan-
■ia'ndo verso la state le notti si vadano
rinfrescando. E nov. 89. 2. E quando a
questo le leggi ec. non ci ammacstrasso-
110 , e r usanza , o costume che vogliam
dire , le cui forze son grandissime e re-
verende , la natura assai .-ipertamente ce
•I mostra . Dani- Par. 3. Contr' a suo
erado e contra buona usanza. Pelr. son.
o3. Ciò che non é lei. Già per antica u-
sanza odia e disprezza . E 220. Quanto
e 'I poter d' una prescritta usanza ! Ics.
Br. 16. 140. Che troppa sicuranza Fa
contra buona usanza. Cavale. Discipl .
.ipir. La mala usanza si converte in na-
tura . * E E.-po.<. Simh. 1. 286. Non
contrastando alla prima mala volontà, ca-
de r uomo in usanza, e 1' usanza poi tor-
na quasi in necessita. (FJ Maeslru::. 2.
1. Uno medesimo peccalo è reo nel con-
sentimento , piggiorc nel fallo , pessimo
per usanza. 3/. Aldolir. P. ,V. II. Lun
"a usanza vince diritto e ragione.
° ^ §. 1. Prendere in it.iaiiza una cosa,
vale Accostumarsi , Abituarsi ad essa .
« Cavale. ìled. cuor. Poi l'uomo accie-
ca in tanto, che pecca manifestamente, e
fa faccia, e non si vergogna, poi il pren-
de in usanza, all' ultimo lo nutrica, e per-
severavi ». iCl
i? €. 11. Essere d'usanza, vale Usar-
si. Inai. S. C.rcg. 1. 9. Venne, secon-
do che è d' usanza, uno ce. Borgh. Tose.
35i. Come era d'usanza allora. (Fj
+ S: §. HI. Far l'usanza, vale Pra-
ticar quel che s'usa; e parlandosi d'Ar-
mi, vale Far qiiell' efello che son solile
di fare . Ar. Fur. 35. 48. La lancia d
oro fc !• usanza vecchia, < he quel pagan,
si dianzi in giostra buono Levo di sella,
e in aria lo sospese . F- FARE USAN-
ZA , §. I. (Pe)
i? % IV. Usanzi , si trova dello an-
che dì qii.llo che si /a per neces.iilà di
leage naturale. 1 .(■ Crisi. 36. Sta o no-
stro Signore lesu Cristo riocbiuso nel ven-
tre della sua ddcttissima e dolcissima Ma-
dre Vergine in6no a nove mesi secondo
l'usanza degli .altri. tCI'j
* § V. Usanza , vale anche Maniera
di vestire . Frane, .'^acch. rim. Che cia-
scuna per fare usanza prima Non posa
mai ne dorme (noè, per esser la prima
a dar esempio di moda). (P) Cecch. Dot.
1, k T. per non perder La maggioranza
stanno più sul mille, E sulle gale e sull
usanze clic Quelle delle gran doli. (Ci
§. VI. Issere indietro un' usanza , o
simili, vale ,Von essere in punto, secon-
do I' ultima usanza ; e fguratam - iVon
aver tutta la cognizioni- di ciò che si trat-
ta . Cecch. Honz- I. 4. E' debbe Esser
parecchi usanze addietro, e mostra Di non
sapere ec. •-? Buon Fier. intr. 2. 7. «he
portano i vestiti slrelti slrelli Logon, stinti,
I addreto selle usanze Cj
i.- g. MI. Ine.iC che vai, usanza che
trovi ; maniera proverh. che si usa per
ammonire che ci.iscuno deve accomodarsi
air usanza e ai costumi dei luoghi dove
va , o dimora. (C)
* §. VIII. Tanti paesi, tanf usanze;
maniera esprimente che Ciascun paese ha
le sue particolari usanze, (t ì
%. IX Usanza, pir Pratica, Conver-
sazione . Lai. consuetudo , familiarilas .
Gr. ouvr.SEia. Frane. Parli. l3o. 3. On-
de prego che attenda Lo tuo penserò al-
l' usanza de' buoni Hocc. nov. 79 l5.
Cominciò più a continuvare con lui 1 u-
sanza , e ad averlo da sera e da mattina
a mangiar seco , ec. Ed era si grande e
si continuva questa loro usanza, che ec.
Pist. S. C'ir- Non voglio che abbi com-
pagnia né usanza di queste grandi baro-
nesse . Pass. 212. Sogbono dire quelle
colali persone, la cui usanza ella schifa:
.. ' . - , r. .— -.— ^-^ -
ella non degna
basso . F appresso :
eiia iioii livella -•■ -■-—.- . . "ir
Poicb' e' r ebbe ammaestrala, rhe fuggis-
se r usanza e la compagnia delle donn«
secolaresche e vane ec. * I indoli. Hclt.
119 Sai'a schernito e avolo in dispiegio
e caccialo dalla usanza de' buoni. (FP)
^ N- X. Per Adoperamento ,11 ser-
virsi. Oli. Com. In/. 17 3lO. È da sa-
pere che molte cose sono nel mondo , le
quali r usanza di quello si è il loro con-
suniamenlo, come del grano, e tulle vet-
tovaglie. !C)
^ ^. XI. Per Oper:-, 0 Lavori .sottili.
Frane. Sacch. nov. 102. Poi il di ritro-
vandosi a loro usanze, ce. 'erano uomini
che avanti aveano la.sciato il lavoro per
aiutar un colale). (f'J
•f * USANZACCIA. Peggiorai. d'U-
sanza; Cattiva usanza. Rim- buri. 2. 295.
Or vedete pazzia che ci ha ridolla L' u-
sanzacc a, per cui sempre ci avviene Che
'l ben si fugge, e al mal dietro si trotta.
Nic. Mari rim. buri. 3. 72. E cosi
dunque da ognuno essendo Questa usan-
zaccia antica biasimala, t)i biasimarla solo
anch'io intendo. (.1)
3 USARE. Costumare, Avere in usan-
za, Esser solito. Lai. solere. Gr. 5Uv£<-
Siuuì'vov elvai . Bocc. nov- 12. 4. E
voi , gentil uomo , che orazione usate di
dire?
* §. I. Per Esser solito avvenire .
Accadere. 1 il- -''S. Pad. 2. 3oo. La ca-
verna era oscura e larga , e anche che ,
come usa, che chi viene dal sole ali om-
bra, ogni cosa gli pare quasi oscura, en-
trando il servo dentro, non ci vide. (F)
f §. IL Us,ire , per Praticare, Con-
versare. Lai. consuetudine alicuius uti ,
versori. Gr. ^pcTaSai T.vi . RocC. nov.
78. 3. Ora avvenne che Spinelloccio, u-
sando mollo in casa del Zeppa ec. , con
la moglie del Zeppa si dimestico. F nov.
7q 22. Quanto più uso con voi, più mi
parete savio. F nov. 80. 14. Vennesene
dove usavano gli altri mercatanti (cioè,
si riparavano e bazzicavano). Fsp. Pai.
Piosl. 27. E' fanciulli altresì s' amano, e
usano volentieri insieme. Bicord. Malesp.
cap 53 Cominciarono a dimesticarsi in-
sieme e usare i Fiesolanl in Firenze , e .
Fiorentini in Fiesole. Pass. 237. Io non
usava e non mangiava con colui che ave-
va r occhio superbo, e '1 cuore che mai
non sì saziava.
* S III Si trova anche col quarto
caso. Slor. Bari. 25. Quando Abraam fu
commosso alla conoscenza del suo Crea-
tore , e si lo insegnò conoscere a coloro
che lui usavano. ( Fj , t- ■
i? '-I. IV. Usare, vale anche Esercita-
re, dello d'arte o professione. F. I ili -
Fil Claud. 1 Perdendo ogni speranza
di potere nella sua propria regiorie usare
mercatanzia, mosso dal desiderio del gua-
dagoo , n' andò a Canopo, il Pi
J § V. Usare, per Congiugnersi car-
nalmente, lai. coire. Gr. .ncyfsflc'. Cr.
I 4 14. L' acque che tengono terrò ec.
fanno alutorio a quelli i quali non posso-
no usar con femmina. Tes. Br. S. 31-
Usano li maschi I delle pernici J insieme,
siccome con le femmine. Horc. nov. »o.
,4. Usando una volta e altra con coste,
ec, avvenne ec. M- > ■ 1 tfi- " S""»"
dovea usare con una donna , colla quale
usava egli. Frane. -S'ach. nov. 112. L
nsar con la donna mia mi tiene grasso e
gagliardo ; quanto più uso con lei . pm
1784
USA
ingrasso . Beni. Ori. i. 8- 52. E così
ìtaadu, cou lei vulle usare.
^ §■ Vi. Usare suo diletto di una Don-
na^ vaie A\er copta di /ci, Congiuf^nersi
con essa carnalmente . Fr. Zac. Cess. 2.
1. l5. E&senduli olTcrta uaa vergioc d'dlu
liellezza ec. perchè osasse di lei suo di-
Icllu ec. (Cf
g. VII. Usare, per Frequentare, Lat.
frequentare. Gr. &a/At'^eiv. lìocc. nov. I.
7- A chiesa Dun usava gianimai. F num.
0- Le taverne e gli altri disunenti luoghi
visitava volentieii, e usavagli. E /lo^'. 6.
0. Puichè io u»ai qui, ho iu ogni dì ve-
duto dar (|Ui di fuori a multa pevera
geole qudiidu uaa e quando due gran*
dissime caldaie di hroda . E noi'. 2^. 2.
Fcrctocchè altra famiglia nou avea , che
uua douoa ed una fante , ne per questo
ad alcuna arte attender gli bisognava ,
usava mollo la chiesa, -r f'it. SS. /'ad.
1- 2l8. Come uomo disperalo, usava per le
hrigate e per le taverne, e in luoghi vani
e disonesti, (i J G. f\ 6. aS. 7. Parti-
cipando co' Saracini sempre, usò poco, o
niente la chiesa. fC.i
f 3 §. Vili. Usare, in signific. alt.
vale Mettere in uso, Adoperare qualche
cosa, Serikirsene. Lai. uti, adhihere. Gr.
yiprin'hv.^. Bocc. nov. 89. 5. Comechè gli
uomini un colai proverbio usino. E nov.
93. 17. Io r ho adoperata già ottanta an
ni, e ne' miei diletti e nelle mie conso-
lazioni usata. Dani. Par. 5. Se eredi be-
ne usar quel e* hai offerto , Di mal toU
letlo vuoi far buon lavuro. Pctr. cap. 5.
Ch' al mondo Ira le donne oggi non s'
usa. G. ì'. 1 44- ^^- ''*"^ò seco del vi-
no, il quale dagli Ullramonlant non era
usato , né conosciuto per bere, v jlA /''.
lib. II. cap. 5l. E venuto nella sua pre-
senta, il dimando s' egli avea usale quelle
parole (ì')
'\' g. IX. Si dice altrcù parlando di
cose morali. «• Hocc. Introd. 3l. A niuna
persona fa ingiuria chi oneitamenle usala
sua ragione. /'. nov. 77. l\0. E ancora la
tua astuzia usando nel favellare, t" in^^e-
gni »ol ctimmcndarmi la mia lieuivulenzia
acquistare . /•- nnm . 60. lo non so (|Ual
maggior crudeltà sì fosse potuta usare in
uu iradilore. Dant. Inf. 7. Iu cui usa a-
varizia il suo soperchio . Din. Camp. 2.
35. Lascio le lusinghe , e usò le minac-
ce. Soez. G. S. 23. Ma, come piace, con
la te»ta alzjla Usan lor forza, senza met-
ter freno A voloulade alcuna scelerala».
Guicc. Star. 17. 166. Hispose con parole
concitate non %olere , mentre che aveva
in mano il bastone dei Veneziani, lascia-
re usarr ad altri l'autorità sua. (('J
''• S- ^- Usar fraude a .iè medisimo,
vale illudersi, ìnpannare sé sLs.to. j4r.
Fur. 23. 10^. Con t.di opinion, dal ver
remute , Usando fraude a si> medesmo ,
stelle >ella S[teranra il mal contento Or*
landò. E Il8- poco gli giuva usar fraude
.1 se stesso. f.l/>
V g. \I. f/.vnr bene, 0 male alcuna
(!>.«<», vale Farne buono, o lattivo uso.
f-tticc. Star. 17. 2(). Tulio il frullo del-
l' avere vinto consiste ncU' usare la vit-
toria bene. Gioì: Geli. t'it. ti/. 87. Ma
non usarono ^li ì Bentivogli con siiinic
rquilà d' animo la villoiia. /■.' i;:^ I stil-
dali, morendo Uoibone, usarono ron lanla
crudeltà la viUuria che ec. trapassaron
di gran lunga la crudvlt'a antica de* Go-
ti- (Cj
'.' g. XII. Usare, i'ale anche Coni-
mettere. Gitìcc. Slor. I. a3o. Non pare-
va per ragione alcuna verisimile che ve.
avessero usala tanta trasgressiuno sema
vulonTa del Ile. i /.)
* g. XIII. Usar uno disonestamen-
te, vale Congiiingersi seco camnlmentc ■
USA
•< Mor. S. Greg. Volendolo quella adul-
tera usar disonestamente •■ . (Cj
=C: §. XIV. Usar uno, vale Servirsi d'
uno , Far uso delta sua mediazione , o
opera . f'ass. 2^. Noi abbiamo appo il
Padre per avvocato nostro lesu . £ però
ec. sappiamolo usare ora per fratellevolc
avvocalo. (F) ISemh. J.ett. tned. T. 1.
p. 2. J. 258. La quale priego che se qui
posso per lei , Ella voglia usarmi e co-
mandarmi- iPe)
f '} §. XV. Usar </• una cosa , vale
Farne uso , Servirsene . Segner. Mann.
Ott. ity. 4- ^' u>are di cirrunlocuzioni
ec. è segno manifesto di diffidenza. (I J
♦ §. XVI. Usare, talora vale Fare,
l'arch. Slur. 2. 16. Ma egli tanto cun-
tenlo , e tanto lieto rimase di questa vi-
sitazìone, e tanto in lui potettero le cor-
tesi offerte , e lil)ei'alisbime promesse da
Sua Maebt'a usateli , che evidentemente
senz' alcuno indugio apparvero segni cer-
tissimi della sua sanità. (Cj
* §. XVII. Usare, talora vale Go-
dere . Fav. Esop. i85. Io soleva usare
una riposala pace. { F)
'^ %. XVIU. Per Consumare, Spen-
dere . Star. IJarl. Si- Baccus, che tiitla
la sua vita Usò in oltraggi, e in ebriar-
si. (Fj
f * §. XIX. Usare diligenta che ec. va-
le Procurare che ec. Cas. Lett ined. 32.
Quantu anco alle pitture, vi prego simil-
mente afl usare diligenza « che io sappia
quellu clic si tratta, dicendone una parola
anco al sopraddetto amico. (B)
"^ %. XX. Usarsi a una cosa, vale Ac-
costumarsi , Avvezzarsi ad essa. Pren-
derne pratica. « Bocc. Lett. Pin. Boss.
281. Costei sommamente Mitridate redi
Punto amando, e lui ve^^gendo in conti
nue guerre , posta giù la fcmminil mor-
bidezza , ed a* cavalli e ali* arme usata-
si ce. ». (C)
USATA. /. A. Susi. Usanza, Uso.
Lat. uSHS. Gr. suv-'.'àiia. Dant. Purg.
22. Ond' io a visitarli presi usala. Introd.
Vtrt. La lingua , eh' era maestra delle
boci , avea perduta 1' usata del favel-
late .
USATAMENTE. Awerb, Coli' uso ,
Comunemente. Lat. vulgo, commnniter .
Gr. Txvo»]ju.st*, ifoivri. S. Agost. C. V.
Lì quali noi usalameale chiamiamo An-
geli.
USATISSIMAMENTE. Superi, d' U-
satantente .
USATISSIMO. Superi, d' Usato. Tue.
Pav. Ann. 16. 23l. Vullò in sì; stesso li*
fortezza sua usatissima contro a'nimiri. E
altrove: Usatissimo a lalt cimenti.
USATIVO . /'. .y. .Idd. Che si può
usare. Cap. Impr. i3. Appo luro sia la
guardia dì tutte le masseriiie, e Leni u-
salivi d'essa compagnia.
3 USATO, ^ust. Uso, Consuetudine.
Lat. usus , consueludo. Gr. iSo4, cuvi;'-
S<ca . Amm . Ant. 8. I. 9. Dormo jw-
chissimo; tu sai il mio usalo; breve sonno
uso . E 34' 3. 4- ' monasteri! d' Fgilln
tengono questo usalo, che oruno riccvu-
no , rhe nou sia d' alcuna opera e la-
voro .
>? §. I. Usato, inforza di siist. par-
landò di persona , vale Quello che suol
farsi j e parlando di cosa , tinello che
suol essere. • Bocc. nov. l8. 22- Il pol-
so più forte coiiiinrìò a battergli , che 1'
usato . F nov. 36. 10- Più che V usato
spesse «olle il riguardava uri volto, lìnnt.
Pai. \!i. Per l'affocato riso della stella,
Che mi parca più roggio che 1' usa*
lo .. fO
4 §. II. All' usato, posto avtrrhialm.
vale IS'el motto usato, solito. ■ Fir. As.
l85 Né restò mai con uo bastone picu
USA
di nodi, ch'egli avea fra mano, di darmi
air usalo di strane tentennate ». (C)
USATO. Add. da Usare. Solito, Con-
sueto , Conforme all' uso . Lat. consue-
tilt, solitus. Gr. ct^i^us'vs^. Bocc. nov-
93. i5. >on mara^igliosa cosa, oè naova
tacevi, ma mollo usala. Petr. son. SII.
Deposta avea 1' usata leggiadria . Dant.
rim. 3. Se lo sapreste, non poria pielal«
Tener più conira a me 1' usata prova .
Boez. C. .V. i4- Allora via la nolle di-
scacciala, M* abbandon'ar le tenebre, e *l
vigore Ilitorno primo con la luce usala .
E 16. Ovver fulgor usato di ferire L'ec-
celse torri ne' temperati anni , Aprendo
roulra lui tulle sue ire. E 91. La lievrc
non temeva il cane usato Di dtTorarla ,
perchè la dolcezza Del suoQ 1' area con
tei pacificalo.
§. I. Per Posto in uso. Frane. Sacch.
nov. i^Q. tit. Con una strana piacevolcssa
usala nel giudice sì mostra avere errato.
* Segner . Pred . Pai. Ap. 2. 11. Così
gì' istrumenli usali a lonneutar Cristo nel-
la passiime ec . non si conlenoero nella
semplice loro virtù natia , ma la trapas-
sarono. (TC)
g. 11. per Frequentalo. Ldl. freifuen-
tatus . Bocc. g. 3. p. 2. Per una vietta
non troppo usata ec. prese il caramiDO.
g. III. Per Adoperato i contrario di
Suovo. yfalnt. 1. 22. Un presente Le fa
d' un panzeron, che, ancorché usato. Ri-
para i colpi ben |.er eccellenza.
=v §. IV. U.rato, parlandosi di perdo-
na, vale CIte ha in u fo di far checches-
sia per inclntazione, o abitudine. - Bocc.
nov. 5o. 19- Noi siamo mollo usale di
far da cena quando tu non ci se'. Boez.
G S. l'i. Pd era usalo cercar chi sia
quelli Che dà, che 1* autunno ubcrluoso
Abbonda d'uve e di frutti belli. Fir. As.
68. Volli con un picciol pugnale, che io
per cosi fallì pericoli era usato di portare
alialo , dar la caccia e impaurire que' ri-
baldonit, . (C)
f 3 g. V. I ale anche Avvezzo, Assue-
fatto. Lat. assuetus. Gr. i\dt9/ASvo« ■
Amet. 5o. lo non usala di cosi fatte bo-
ci, timida, dubitando di peggio, comio-
ciai a tremar'- , come il mobile giunco
mosso dalle s.>avi aure.
f §. VI. Per Pratico. Lai pentus .
Bocc. Introd. 16. Erano uomini e femmi-
ne di grosso ingegno, e ì più di tali ser-
vigii non usali.
•:• g. VII. /Vr Conversato, m Lah. 96.
Ahi disunesla cosa e sconvenevole, che
uomo, lasciamo star gentile, che non mi
tengo, ma sempre co' valeott uomiut usa-
lo e cresciuto, ce. m. (C)
g. Vili. Per Avvezzo, o So/ilo a fre-
quentare, r.ivt. 122 Se la persona (osse
savia e letterata, usata alla thiesa e alla
predica, dee a»ere udito e Itilo , co-
me ec.
t USATORE. Verbal. muse. Che, o
Chi usa. Amm Ant. ^O. 2. /*f. Chela
dignità per 1' uialorr è grande , o piccola.
USATTINO Ihm. rf" Usatto. Car. lett.
1- 5i. Ne' piedi usallini di rbermisi.ea
traverso quel cinto che addotnandaoo il
cesio, div:*Jo di più colon 'qui per si-
mila. ;. * E Long. Sof 06. Poscia SCO.
perii 1 coiilrasegni, tosto che vide iVt u-
satliui, i ro^rialrlli e *l frontale, rhiama-
tasi innanzi la Ctoej »la, disse, dì bucina
soglia {('/
USATTO. Calzare di cuoio per difen-
der la g.imha dall' acqua e dal fango ,
usato propriamente per cavalcare i ojg'
Stitate. Lai. tihmle. Gr. TT«_;ix»n,u«'** '^■
/'. 6. 71. a. Molti portavano le pelli set-
perle sanza panno , con berrette in capo,
e lutti con usalli in pìi Bocc. nov. -9.
22 Le qiuli sono coodite di tanl'^' itQ.
USB
no , fhe Irarrcl.ltoDo le pinzochere degli
usalti (qui detto m ischerzo). Pullad. dip.
4l. Maniche e usatli, e guanti.
§. Graj[fìart gii usatti, proserò, di si-
gntfic. contrario a Ugnere gli stivali j e
vale Dir male sconciamente d' alcuno .
Lab, 393. Alii calti\cllo a te , come l'
eran quivi cuu le parole graffiali gli u-
salti.
f USBERGO Armadura del busto di
ferrOt o d' nitro metallo fatta a lama, o
a scaglie. Corazza. Lat. lorica, thorax .
Gr. SwV'a? . Tega. Seguitavano a pe-
doni 1105, e cavalieri con usbergo bene
armati 23o, e appellasi la compagnia tlcl
migliaio. Beni. Ori. 3. I- ^O. Dopo 1'
arnese l'usbergo brunito Li pose in dos-
so, e cinse il brando al fianco. Jr. Fiir .
20. 87. D' ogni guenier 1' usbergo era
perfetto .
§. Per meta/. Dant. Inf. 28. La buo-
na compagnia , che 1' uom francheggia
Sotto V uibcrgo del sentirsi pura.
USCENTE. Cheescej contrario d'En-
trante. Lat. cgredicns, exiens, projìuens.
Gr. sxfiaivwv. Amet. 1^5. Di esse (ac-
que) alcune uscenti per suUil canna si
levavano verso il ciclo. Cr. 5. 22. 2. In
lUlìa s* innesta uscente il Magì,io. K IO.
39. 3. E un picciol catello, a questo am-
maestralo, per la via del sangue uscente
il perseguita tanto , che da quel catello
mexzo vivo o morto si truova.
* §. Uscente per l'iniente. Terminan-
te. Sals: Jiicrt. l. 3. 2. 3?. DÌ quelli
( nomi i che caggiono in ero, di que'che
scendono in tro, e di que' che finiscono
in oro , quasi lo stesso è da dire , che
degli uscenti in aro , pur teste , abbiamo
detto. (B)
USCETTO - Dim. d' Uscio, Piccolo
uscio. l'ranc. Sacch, nov. 84 Dalla par-
ie della casa era uno uscello la onde il
dello Mino entrava uella bottega. E più
sotto : Nella fine avendo assai cercato ,
apri r uscelto, e venne nella bottega. 7:'
nov. 175. Lia dove era uno uscetto ser-
ralo con legname, e ancora di fuori mu-
rato a secco. E nov. 208. Accoslansi al-
la camera, la quale essendo da un debole
uscello serrala, pinsono in terra , ed en-
trarono dentro . Bcnv. Celi. OrcJ. l-(5.
Lasciandovi di dentro un piccolo uscelto
da entrare in essa.
USCIALE. Paravento, £iion. Ficr. ^.
4. 14. Fra gli spiragli de' dorati usciali.
* §. Per la Soglia della porta . Er.
Giord. i36. Tengono peccato, se pone
piede in suU' usciale quando entra den-
tro; che hanno colali padiglioni e trabac-
che per case : una certa paile di loro ,
se non sjlla T usciale , si dice che pecca
mortalmente. (P)
L'SCIEUA . Femm. di Usciere . Lai.
tanitrix. Gr. r, ^upOìpÓi ■ Mor. S. Greg.
l. l5. Lo quale dice, che a sua guardia
aveva, non usciere, ma una ostiaria, ov-
vero uscicra.
USCIERE. Custode , e Guardia dell'
uscto. Lat. lanitor. Gr. 0 i\fpvf6i- Dant.
Purg. 4. L' uscier di Dio , che siede in
sulla porta . ^ov. ant. 22. 2. Lo 'mpe-
radore disse agli uscieri : s' e' viene un
poltrone di colai guisa, falcimi venire di-
nanzi, e non li fermale porta. Ar. sat.
3. Fa che vi sien de' libri , con eh' io
passi Quell'ora, che comandano i Prelati
Al loro uscier, che alcuno entrar non lassi .
•j. g^ Pff. ispezie di nave da portar
cavalli, mercanzie, ec i\'n«e da traspor-
lo . G. / . 7. 57. 2- Fece fare dugenlo
uscieri da portare cavalli, e più altri le-
gni passeggicri grande numero. M. ì . 3.
79. 1 Catalani avieno artn. •■ 3o galèe tra
sottili e grosse e uscieri, e 20 galèe alle
«pese de' Veneziani.
Vocabolario T. /A
use
3 USCIMENTO . L' uscire . Lat. exi-
tus. Gr. X^oSoi» Cr. 9. 81. 3. Se dila-
go , o vero di slagno 1' acqua per alcun
luogo esca, quivi si richiuda sì, che s'
impedisca 1' uscimenlo de' pesci , e non
r uscir dell' acqua.
* §. I. Per Flusso . ** Lat. ^fluxio .
Cr. I. 5. 8. Alle femmine viene mollo
usciniento di sangue mestruo , e non si co-
sirigne se non con malagevolezza ». (^)
3 §. II. Per meta/, vale Fine, Esito,
Successo, hai. finis, cxilus, evenius. Gr.
xiloi- O, /. Il- 65. 2. La fortuna fal-
lace delie cose mondane ec. è tosto con
uscimenti miseri e dolorosi . M. f ■ 7.
IO- Mostrandogli quanto erano varii e
non sicuri gli uscimenti delle battaglie .
Tes. Br. o. l6. Hanno dubbioso usci-
niento, cioè dubbioso fine. E 29- La pru-
denza sì misura i comandamenti , e gli
uscimenli delle cose.
* §. 111. Uscimento di vita, per Mor-
te, u .M. /^ li. I. Con vilissimo e vilu-
peraliile uscimento di vita ». fiV^
f USLlO . apertura che si fa nelle
case , per uso di entrare e uscire. JVel
plurale fa Usci, e anticamente anche U'
scia . Lai. ostiam , ianna . Gr. 2r-jj3a .
Bocc. nov. 79. 32. Non ha perciò mollo
che ella vi passò innanzi all' uscio una
notte. E nuin. l\Z. I\è prima, essendo ei^U
entrato dentio cosi putente , fu V uscio
riserrato, che ec. l'ctr. son. 96. Infioo
air uscio del suo albergo corsi . '1= ^tor.
list. ll.Feciono fare mi.lti gatti, e grilli
di legname, ed accoslarongli all' uscia, e
niisuuvi lo fuoco, (^j Bcrn. rim. l. 33.
E troverete 1" uscio andando al tasto.
* g. I. Uscio, diccsi anche QuelP .f~
pertura che si fa nelle chiese per entra-
re e uscire, che più comunemente dicesi
Porta . Fit. S. M. Madd. 4- ^'^ credo
the quelli ( cori nelle chiese ) d* allora
erano altrimenti falli, e facevansi alle chie-
se!'uscia delle donne, e quelle degli uo-
mini; e non sarebbe mai entralo per quello
uscio degli uomini una femmina, che non
fosse tenuta peggio che ec (Fj
§. IL Uscio, per melaf. Petr. son. 3.
Che di lagrime son fatti uscio e varco .
Dant. Inf. 3o. Per questo visitai l'uscio
de' morii . Fr. lac. T. 6. 40- 26. E 1'
uscio al Paradiso ho disserrato.
g. HI. Uscio, per le Imposte che ser-
ran P uscio. Lai. postes . Gr. nzx^txoi.
G. J'. 4* 14* ^' ^*^"°^ "" turbico con
un vento impetuoso e forte, il qu:de per
gran forza levò 1* uscia delle reggi di san
Piero. Petr. canz. 44- 2. D'avorio uscio,
e finestre di zaffiro.
g. IV. Tenere ad alcuno P uscio^ che
anche diciamo Tener porta, vale I ietar-
^li , o Proibirgli l'entrata. Bocc. nov.
65. 21- Dissili che ninno uscio della mia
casa gli si polca tener serrato ec; e quale
uscio li fu mai in casa tua tenuto?
* g. V. U^cio da via , dicesi Quello
che mette sulla %-4éit Bocc. g. 7. n. 5 E
perciò serrerai bene V uscio da via , e
quello da mezza scala . Cecch. Jssiuol.
2. 6. Non polre' io entrar d' altronde che
dall' uscio da via ? (F)
g. VI. Vedersi alcuno all'uscio, vale
Averlo vicinissimo. M. V. 6. 79. E ve-
dendosi i nemici all' uscio ec. , usci a
campo .
g. VII. Picchiar P uscio col pie, vale
Donare, o Portar presentij detto perche
chi porta presenti ha le mani impac-
ciate .
j g. Vili. Cadere , 0 Cascare ti pre-
sente in sull' USCIO , vale Condurre un
negozio bene insin presso alla Ji ne, e gua-
starlo in sulla conclusione . Lat. in fine
dejicere, loto devorato bove in cauda de-
Jìcere . Gr. «v Ttitr s^txa^vtiv . Salv-
use
1785
Granch. 5. 3. Ecco che egli Mi sarà
appunto cascalo il presente Sull' uscio .
Cvah. ponz. 5. 4- O' 1*>S**» ^^ m' è ca-
duto il presente sull" uscio. F Servig. 4-
10. r ti so dir, che ci cade il presente
Suir uscio .
g. IX. Strignere/ra P uscio e*l mu-
ro, vale Violentare alcuno a risolversi,
non gli dando tempo a pensare . Cecch.
Corr. 2. 3. E pero ora , Che e' non ci
è , li bisogna serrarla Tra 1' uscio e *l
muro. Buon. Tane. 1. 5- Lo vo' slri-
gnerc or 01 tra 1' uscio e '1 muro, E vo*
d' averla mellermi in sicuro. ^lalm. 10.
9. Chi la stiinnesse poi fra 1' uscio e '1
muro, Pagherebbe qualcosa a farne monte,
i.": g. X. Trovar l'uscio imprunato ,
diciamo in proverb. Quando alcuno va
per entrare in un luvgo , e non gli He-
sce. l . IMPRUNATO, §. (C)
* §. XI. Rimetter P uscio ne* gan-
gheri, fi g uro tam. vale liimcttvr la co-
sa nel suo stato . V. GA^GUERO , §.
Vili. {.\J
g. Xll. Trovarsi tra P uscio e 'i
muro, vale lo stesso che Esser fra la
'ncudinc e 7 martello . l'ir . As . 206.
Sicché io mi trovava, come si dice, fra
r uscio e *1 muro.
g. XIII. Attaccar le voglie alla cam-
panella delP uscio , vale JSon se le cava-
re , ^on le mettere ad esecuzione.
§. XIV. Attaccare i pensieri alla cam-
panella dell' uscio , vale Darsi piacere j
o bel tempo , senza pensiero, o briga di
checchessia. Fir. Lue. 1. 2. Ma, vedi,
io \o"lio che noi attacchiamo i pensieri
tulli alla campanella dell' uscio.
'.- g. XV. Attaccare il maio ad Ogni
uscio , vale Innamorarsi per tutto , V-
MAIO, §. Ili- C-V;
i'.- g. XVI. Serrare l'uscio a bietta,
Cecch. Prov. 26. Biella è quella zeppa o
sche-'"^ia di legno che si mette nella staf-
fftta del saliscendo dell' uscio, perchè non
si possa con la chiave aprir dal lato di
fuori : onde vuol dir questo proverbio ;
Serrarsi sul sicuro , ed essersi armato
contro alle insidie che gli fossero trama-
le contro. (Cj
f g. XVII. Entrar per P uscio, figura-
tam. vale Andare per la strada retta.
Incamminarsi al fine co' mezzi debiti.
Bern. Ori. I- 20- 4* C*^' ^^^ mostra quel
eh' è, va con inganni, E non entra per
r uscio neir ovile .
§. XVllI. Serrar P uscio, o la stalla
quando son perduti 1 buoi , V. STAL-
LA, g. L
g. XIS. Chi vien dietro serri l uscioj
e si dice da Chi vuole ne' suoi piaceri
scialacquare il suo , facendo poca stima
di chi succede . Lat. me mortuo , terra
niisceatur incendio. *!= Cecch. Dissim, 5.
2. E' son bene spesi lalor cento scudi per
cavarsi una voglia; e poi chi dirieto vie-
ne, serri l'uscio. (l^J
A- §. XX. Egli SI pare all' uscio j mo-
do proverb, che signìjlc La cosa si vede
subito all' esterno. Lasc . Sibili. 1. 3.
Questa è altra zucca che da pesci : qui
dentro è del sale in ciocca. Fui. Egli vi
si pare all' uscio, {l )
§. XXI. JSascer ti possa l'erba alP
uscio j maniera d' imprecazione, che va-
le : A casa tua non capiti mai anima
nata ,
1 * USCIOLETTO- Dim, dt Usciuolo.
' Imperf. Anat. 66. La membrana serve
ec come sceruere si puole nella vescica
! air attaccamento degli ureteri, e ne'vcn
triculi del cuore i-icrcè di sue valvule, o
! usciolelti che addumandar si vogliano. (F)
USCIOLINO. l>tm. di Uscio j Uscio
piccolo . Lat. o..tiolum . Gr, Suftòiov .
Burch- 1. 50' Se la chiudenda tua del
324
1786
use
meltonaio Avesse s^angh^iato T usciolino,
ec. ììern. ritti, l. 88. A voi ne vieo la
gente a capo cbino , E prima *:ìu: In vo-
stra scala s»(;lia, S* abbassa io tu 1' entrar
dell* uscinliiio.
5 USCItlE, e ESCIRE Andare, o Ve-
nir fu or a; contrario d' Entrare. Lat. W-
ire , egrfdi . Gr. l'uèv.ìvtiv ■ Bocc. nov.
ro. liT,. Si sforzò di rilevarsi, e di volersi
aiutare per usrirne- /l nov. 89. 7. Avvenne
che, uscendo d'Antlocria r(tn un altro giova-
ne chiamalu luscfo ec, cavalcòper alquanto
spazio. /',"/iOi'.92. 8- Mesicre.poirbè voi ben
vi sentile , tempo è d* uscire d' inferine-
ii'a. Deint. Inf. 8- Ed io: Maestro, già le
tue ine^rliilc La entro certo nella valle
cerno Vermiglie, come se di fuoco uscite
Fossero. E !*iirg. 2^. Qual esco alcuna
volta di guloppo Lo ravalier di schiera,
che cavalchi. À" Par. ^. Non n'usciresti,
pria saresti lasso. Pctr. son. 2l3- Uscita
è ['Ur del bello albergo fuora . Fran''.
lìarh. 2o5. 17. Che meglio ènc Alquan-
to bene , Che escir <li dirittura . Hitn.
ant. Not. Jac. da Lcnt. 110. Ben vorria
che avvenisse Che Io meo core cscisse
Come incarnalo lutto . Boez. C. S. 12.
E confessando con rossore la vergogna ,
fuor della porta usci.
Ir §- l. (Jscire , si usa talora anche
colla particella si , a guisa di neutr. pass.
Pecor. g. 3. n. 1. E come egli ebbero
cenalo, il prete s'uscì fuori di casa per
dare loro agio. « fiocz. farcii. I. pros.
I. Confessata per la rossezta del viso la '
sua vergogna, s'uscì di canìera tulio do
lente ». (C) .Ve^r. l'ior. Stor. Uh. I. La
riverenza (del l'ontejice) potette tanto in
Aitila, che si usci d'Italia, e ritirossi in
Austria, (CP)
§. II. Uscire, per similit. Bocc. nov.
~:Q. G. Calandrino , essendogli il vino u-
scito del capo, si levò la mattina (cioè,
jivcndolo smaltito ).
# g. IIL Uscire, si dice anche del
Sangue che vien fitori dal naso , o da
qualche altra parte dell* animale. « Bocc.
Introd . 5. A cliiun(|uc usciva Ìl sangue
del naso, era manifesto segno d' ioevita-
bile morte **. Dant. Inf. li. Così di quel-
la scheggia usciva insieme Parole e san-
gue. (Cj
^ §. IV. Uscire, si dice anche dei I,i'
quidi, 0 su'^hi che vengono fuori da al-
cuni corpi spremendoli. « liocc. nov. 85.
12. l'rcniendiili lutto, non uscirebbe tanto
sugo, che bastasse ad una salsa ". (C)
y. V. Uscire, 0 Uscir fuori, si dice
dei Lihri siihito che. sono stampati, e che
Sé pubblicano. Lat. in luceni prodire. Gr.
TfcoSiJàsrv i't; to' Svip-^ttcv. Cas. leti.
58- Protestandomi perciò sempre, che io
non voleva che ella usri>se sotto mio no-
me , ma sotto nome dello stampatore .
=1^ lied i.ett. 2. 71 Usciva fuori subilo
vn libro col seguente titolo. (JV)
^ §■ VI. Uscire, ificcsi delle vie che na-
scono, o shoccano dove che sia. Bore. g. 9.
ZI. 3. Acciocché tu poitsa ^eiiia inipedimpu-
lo a casa tua rittirnare , non per (|uclla
vìa donde tu \enisti, ma per (piclla rlie
tu vi'di a siiiislia uscir fuori del bosco, n'
andrai. (1')
# ^. VIL U.icirv , trovasi non rade
volte unito alla particella Pi, o Da pre-
cedente ali* infinito j come Uscir da man-
giare. Uscir di scrivere ec. e vale j4ver
mangiato, scritto ec. poco prima. 9Ialm.
1. 4^. («ente che uicìa di far la <piaran-
lina. (C)
^ §. Vili. Uscire, posto assoluto, per
IVa.icere. Ar. Fur. 3. 3a. E cosici, cho
ne d' orso nfc di fiero Leone u*ri , non
sdegno t.ilf amante (V) E i,'l. .'>5 .*ipc*-
so Iv ripeloa eh' uscir di lei K di Huggier
duTcann gli vrcellenti Prìni^pi r glonuii
v s c
Semidei. E st. 57. Da le uscir i^eggio le
pudiche donne Madri d' iniperaluri e di
gran regi . E st. !>Q. De la tua chiara
stirpe uscirà quella D'opere illusili ir di
bei sludii amica ec. Liberale e magnani-
ma Isabella. Cor. Kn. hh. 1. Ov'era so-
lito Ber Belo, e gli altri che da Belo usci-
rono, (fìr)
* g. IX. Dicesi anche Uscire di una
donna, per fascere da lei. An-;. Mei. ì.
206. Si tien che di (;ìove nascesse Epafo
un bel figliuol che uscì di lei. (P)
sS §. X. Uscire, parlandosi di Fio-
ri, Piante, o simili, vale .Sbocciare, der-
mogliare, Sannaz. Arcad. pr. 5. In luogo
dì viole e A" altri fiori sono usciti pruni
con spine acutissime. Pera. Ori. 1- 3.
^1. Tutti i fior eh' escon fuori a primavera
Aveva ivi dipinto la natura, (tir)
* §. XI. Uscire , per Alzarsi, Solle-
varsi . Car. L'n. lib. 8. Giace Ira la Si-
cania da 1* un canto, E Lipari dall' altro
un'isolelta, Ch* alpcstra ed alta esce de
r onde , e fuma, (h'r)
* g. XII. Uscire, talora vale anche
Esalare, ed in questo senso si usa qiia^i
sempre impersonalmente. Bocc. nov. 5o-
1^. Come aperto l'ebbe, subitamente n'
uscì fuori il ma{;gior puizo di solfo del
mondo. Dunt. Purg. ly. Quel mi sveglio
col puizo che n'usciva. (Ci
§. XIII. Uscire, per Aprire V interno.
Dire i suoi sentimenti . Cron . Morc/l.
276. Guardati di non biasimare , ne dir
mule di loro imprese e faccende , ezian-
dio che sìeno cattive ; statti cheto, e non
uscii e se non a rtmimeudarli.
§ XIV. Uscire, per Hiuscii-e, Termi-
nare. Lai, evadere. Gr. E^Sat'veiv. Bern.
Ori. t. 5. 27. Malagìgi ad udirla stava
altenlo, E pensa pur dove ella voglia u*
srire. ^ Ar. Eur. ì$. 116. Altri più sag-
gio in n)an la biiglia Icnne, Mirando do\e
rjucslo avesse a uscire. (FPj
'V- ^. XV. Uscire, per Aver effltto. Ar.
Fur. 3o. 77. E che con jsso lei era par
tìlo Con speme dì trovar il Saracino ce,
E die *1 disegno poi non gli eia usci-
to. (iMj
''.■ ^;. XVI. Uscire, per Derivare, fii-
sultare, Procedere. Eav. Esop. 5o. Test.
Bice. Perciocché molto male ne puole u-
scirc. Dant. Inf. i. Questa (la lupa' mi
porse tanto dì gravezza Con la pauia eh'
uscia di sua vi>la Che ce. icioè, che na-
sceva dal vedcila). (.\) Tes. Pr. hh. \.
E ciò è in tre maniere , che 5' intende
per tre scienze , che escano da Ini , tioÌ!
dialettica , fisica , e sofistica . (Br^ Ar.
Fur. 28. 1 1 Proponendole W ben «he n'
uscirla. (Mi
V §. XVII. Uscire , assolutam. , per
.S'cgmtare , ì'entrne in conseguenza. Fr.
Ciord. 2\\. Di questo esce , che il fine
e la peifetione della fede sta in quallro
cose . /*." z^i) ^" '*'6B'^ ^ eoiA che ti fa
e coslrigne d' uperare vìrludi e cose buo-
ne . Che d' esce di questo T quanto più
adoperi in o{ ere dì vìrluiU ce., lauto pìù
ec. (t )
•f J? §. XVm. Uscire, parlando della
I una , vale Terminare il suo corso pe-
riodico , per continciarlo da capo . l'r.
Ciord. a83. Che questa Luna s' incoin>n-
eia, quando flì Mano, e quando d'Apri-
le; ma in Aprile finisce ed ncc.ftj
# g. XIX. Uscire, parlandosi dei Co-
lori , vale liisaltare , Mostrar.u . Cai .
En. lib. 6. Indi Ira frondi e frondi d co-
lor 4)' oro, Che diverso tlal %erdr uscia
raggiando, Dì tremolo splendor 1' auia
percosse. (Pr)
f * *'. XX. Uscire, in signific. alt,
vale Mandar fnon , l'ar uscire. Frane.
S.u'ch. ncv. \l\l\- Per mollo rislrigncrr
eh' lu feci . p«r uscire uno granello di
use
panico, e non più, la cosa si ruppe. « E
appresto: Per ritenere di non uscire dal
corpo, se non uno granello dì panico, la
cosa sì ruppe •». Fr. Ciord. Prtd. l88-
Mosè fece molli miracoli . Sparse la pol-
vere al vento, e tutta T aire fu piena di
zenzare ec. percosse la terra, e fu piena
di rane e di lenehie : uscie dalla pietra
tanl' atqua , che bete di quella tutta la
molliludine. (V )
* §. X.M. A'ort uscir d'alcuno, par-
landosi rf' ufficii, o simili, vale I\'on Con-
ferirsi che a quello. Porgh. .4rm. Fani.
i^. Doveva sapere che questo sacerdozio
non usciva de' patriarchi. (Fj
f ^- §. XXII. Ao/i uscire dai comanda-
menti, o simili, d'alcuno, vale Eseguirli.
Lnsc. l'areni. 2. 3. Hai tu inleso? .^/n/i.
Niente u-sciro dc*vo>tri comandameuli. (E)
* §. XMII. J*'On poter escir d' una
cosa, vale Dover far uso di quella. Lasc.
Sibili. 2. 5. Che li par egli di loiTc (per
lo pasto). I esp, >'on si può uscir di cap-
poni, di starne , di pippion grossi , e di
tordi. (I )
g. XXIV. Fare uscire uno, vale Sti-
molarlo tanto colle parole , eh' e' s* indu-
ca , ancorché centra sua voglia , a fare
e dire quel che lu desideri. Lai. aliquetn
ad aliquid-pra-ler stium morrm aut na'
turam faciendum, aut dicendum adigere.
ì'arch. Ircol. 83. Fare uscire uno, i> ,
ancorach' ci s' avesse presupposto dì non
favellare, frugarlo e punzecchiarlo tanto
colle parole, e dargli tanto dì qua e dì
là, eh' egli favelli , o eh' egli paghi al-
cuna cosa.
g. XXV. Uscire a bene , 0 ad onore
d' alcuna cosa, tale Terminarla , o Ef'
fetiuarla bene e felicemente, e sema im-
pedimenti , pericoli , o disturbi . Cani.
(^arn. I09. Ma il Ciel benigno ci ha lai
don concesso , Ch' a ben d' ogni periglio
usciti siamo. Safvin. Disc. l. ^23. L'u-
scirne ad onore e con felicjl^ h poco meno
che impossibile.
* ^. XXVI. Uscire a campo, vale U-
scire in campagna , Uscire ordinato per
combattere . Car. F.n. lih. 1 1 Usciti a
rampo Erano i Teucri intanto . Ed ecco
un messo Veuir colando. /''. CAMPO,
§. XLVI. (Br)
^ g. XXVII. Uscire addosso ad uno,
vale Assalirlo , ed usasi anche in senso
fisnralo. /'. ADDOSSO. §. XXX, é
"XXXI. (E)
* g. XXVIII. Uscire alla campagna,
dicesi defili eserciti che escono dagli al-
logf;iamenti fer venire a battmglia . Ar.
Fur. 3. 2^. Che vuole uscir di nuovo
alla campagna , E ritentar la sorte della
guerra. ( M)
=" ,^;. XXIX. Uscire alla libera , vale
Manifestare i siiot sentiniemti con liber-
tà e sicurezza . Dav. Scism. Non prima
che allora usci alla lil»era con chi cgb sa-
prà pssne come sé Ateista. ( Br)
g. XXX Uscire al mondt^ , vale Pia'
scere . Lat. oriri , nasci . Gr. ojiodxi.
.■fr. Fur. 36. 5q. lu un medesimo utero
il' un seme Foste cooretli , • usciste al
mondo insieme.
g. XXXI, Uscire a riva, o alta riva,
vale Coartarsi alla riva, Teiminar la na-
vigazione, f^ant Inf. 1. Uscito fuor del
pelago alla rr a. Si volge all' aequa peri-
gliosa, e guata. Poe*. I arch. a. pros. ù.
Stando cileno ferme, romunche vadano 1*
altre rt>se, usciremo nolando a riva.
* g. XX MI Uscire rolla vita, par-
landoci di pencolo , vale Uscirne vivo j
volgarmente Sah'ur la pelle . Car. Em.
II ^o«) Ma quanti anco M'uftcùniDocoo
la vita', in ogni parte Siam poi giti del
mondo tapinando (Mi
§, XXXIII. Uscire d' alcuna cesa, ¥ei-
use
use
use
1787
/, J.<pcJ.rsa.c ■ 7<r. Tri,.. 2. 2. Oh »u
aunquo, 1» miarurcUa, d. '".?""; '''■
ne, «cine. * Lasc. Celos. I. 6- Orsù,
non lardar l.iù;*.-p« cu.lui ; calne u-
ramai {C) 1 f 1 ■ j'
!': <^ XXXIV. l'ale anche Liberarsi (t
una «« che duole , o simiU . /■'««e .
Sacch. ne: 225. Se Dio nu .la gra.,a eh
io esca di questa nolle ( ayea la ma a
nolU), lu n^n ■"' " «glierai mai più. (I )
# 8 XXXV. Uscir i alcuna persona,
e cosa, vale lasciar di parlale iVaUuna
ptrsona, 0 cosa. Bocc. noi-. 26. 2. Alquan-
to i da uscire ddb nostra citta ce. e ec.
alquanto delle cose che per TalUo n>on-
doavTenule sono, raccontare, fi ;"""'■
Sacch . I eli ■ 226. Ma usciamo di 1 apa
Urbano (di cui aica parlalo sino a Cini)
e veniamo ad una parola clie mi d.ce-
"'#'^s''xXXVl. Uscire: da Invola, vale
Levarsi da mangiare. Frane. Saah^nov.
l83 Gli liarea comprendere, eli egli eia
un gran maestro d" lotasli , e innan.i che
egli uscisse da lavoU , egli il domande,
rebbe ec. (l') .
* §. XXXVII. Lscir da uno , tale
renir dalla ca.«i di uno. I il- i'S. I ad.
3. 25l. Una mattina per tempo uscendo
egli da una di quelle meretrici ec. (ì )
* § XXXVIll. U-'Cir de' generali,
vale lenir col di-icorso ad e.<pressioni
parlicolari, .Iprirsi . /. GE.XEKALL ,
§. IV. (?iì , . ,
t §. XXXIX. Uscir de-ganghen. Iigii-
ratam. conlrano di Slare in giinghen,
vale U.icir di cei-vello . Lat. exleniari.
delirai^, animo ahalienari. niente percclh.
Cr. :i:<:«a,-'v5rv,K«Ta:iX«r'-.«|. Ce"li;
Mogi. 4. 2. Ora i' non so che dc.n.iii di
malanno E di mala .entuia è stala quc
sta elle r ha fatto cosi uscir de ganglie-
ri Salv. Granch. 5. 3. lo credo, luti,
che tu mi farai \ ogni modo uscir .le
gangheri. Red. lilir. 12. Solamente nel
ifcdere Mi faricno uscir de" gangheri.
•+ § XL U.<cir degli cechi alcuna
cosa, /iguralom. vale Mer gran dispia-
cere rf' aver perduta alcuna co.^a, 0 di do-
versene privare. 3lahn. 7. !'(. E l-creh
è buono (quel .ino;, e ■>»■> ^' l"'"" ''
quale ec. A Meo, che piuttosto a carno-
vale , Che per 1' opre lo serba, esce de-
gli occhi, E bada a dire ec.
f §. XLl. U.icir del cammino, figura-
lam. vale Kon seguitar I' ordine. Lat.
orrfii.CTi deserere. Or. Is.KS.v Tr,v T«-
f,v. /ìocc. s 3./. 5. Filostialo.pernon
uscir del cammin tenuto da quelle ec, co-
mandò chela Lauretta una dauiaprendcssc.
+ j §. XLll. Uscir del corpo, ed an-
che talora assolutam. Uscire, vale Ca-
care, lat. cacare, venlrem exoncrarc .
Gr. yiZtil. etnnol. Jang. Fara vi den-
tro i "luoghi da mangiare, e 1 luoshi da
uscir del corpo . * Con. ilorell 282.
Fa di slare sobrio 1 lubrico) del corpo, s
che tu esca il di due volte il meno, f/;
i:- 8 XLIII. t;.«i'-d./f«ore, rf.cfJi *<
Perdere cosa a se cara, o dell' Ottenersi
da altri cosa da si liramala . 1 . CLO
RE , §. evi. (C)
* §. XLIV. U<cire del doluto , pe
Mancore al dovere. Ar. l'ur. 3l. l5. Il
buon destrier , che tu m' hai tolto, Per-
chè caro mi fu mentre che visse. Mi farla
uscir del mio debito mollo, Se cosi inven.
dicalo si morisse. (H)
# § XLV. Uscir del fango , Jigura-
lam. vale Sollevarsi da stalo vile e bas-
so, a .stato nobile ed allo. /'. FANGO,
§. Vili. iC/ „ ,
f S XLVI. Uscir della brace , e ri-
entrar nel fuoco, vale Liberarsi di una
cattiva congiuntura, e dare in una peg-
giore, r. BRACE, §. VII. fO
J-. ORMA,
V. MANI-
" XL> IL Uscir del laccio, o del pe-
ruZlo , vale Liberarsi , Strigarsi , Svi-
lupparsi. Lat. se exiricare Gr. .«utov
«■^ai/aTTS.v. lìocc. nov. 3. 8. 11 Sala-
dino conobbe, costui ottimamente esser
s.ip«lo uscire del laccio. /•; nov. II. iS.
Di cosi gran pericolo usciti, sani e salvi
se ne tornarono a casa loro.
Il: *? XLVIII. Uscire della memoria .
vale Perdere ,1 .^enno. lioi: II. 212. E-
cuba ce. usci della memoria, e, come cane
rabbioso, cominciò a latrale. (C)
+ §. XLIX. Uscire dell' animo una per-
dona 0 una cosa ad uno. dice.d del Kon
pensar più uno ad una persona , o ad
una co.<a. lìocc. nov. 38. 5. D,lu„san.lo.
si da veder costei , ella gli uscirà dell
animo.
S: g. L. Uscir dell' orma
%■ Vili. (■/;
g. LI. Uscir del manico.
CO, §■ IL .A
:•: g LII. Uscir del marcio, fign-
ratnm.'vale Conseguire la P'^'""j:f'-
quakhe cosa desiderala. I ■ MARCIO ,
•i. (C; , ,,
* ? LUI. Uscir del mondo, vale No
rire .'^'petr. uom. ili. 2?. Moli di flusso
di ventre : e senlcndosi stringere alla mor-
te riizandosi disse : Uebbe lo -mpcradore
US. ir del mondo giacendo in terra? e cosi
ritto rilto si mori, (l )
;'.: ^. LIV. U.<cir del pecoreccio , vale
l'enirc a capo di cosa intrigala. I . P1--
eORECClO, §. IL lO ^
<: g LV. Uscir del petto una cosa. /i-
guratam. vale Dimenticarla, Non vi pen-
sar piti, lìocc. nov. 77. Faralti .1 freddo
eh' .0 gli fo patire uscir del petto quel-
lo che per li miei molli v" entro 1 alno
ieri. fRr) , _.
S LVI. Uscir del proposto, vale Vi
pai-tirsi da quello clic altri ha convenu-
to, 0 prefisso. Lat. a proposilo aberrare.
Gr K-o-Javà^S!" «0 oxottou . liocc.
nov. 32. 3. A dire una novella, senaa u-
scir del proposto, da ridere si dispose.
if S LVII. Uscire del segno, per hc-
cedere. Ar. Fiir. 46. 73- di' a q"<'l ""
..nor non parria uscir del segno, .Se spen-
desse p.-r lei me«o il suo regno. (31)
§. LMll. Uscir del seminato, 0 fuor
del seminaloj modo basso, che vale Uscir
di proposito j e talora anche Impazzare
Lat. delirare. Cr. mftt.afolti.-i. Bui-
Inf 11. Tanto delira, cioè esce dal sol-
co , cioè si svia ; oudc proverbialmente
delirare , uscir del seminato . Morg. iV
^0. ^'o^ n' avrebbe però voluti tre , Cb
uscito sare'fuor del seminato. Buon. Pier.
!ì 4. 2. Tu «lai nel fanatico , E mi ras-
sémbri uscito nel seminato. Malm. 1.
38 Non cosi tosto al campo si conduce
ec. , Ch' eli' esce affatto fuor del semi-
nato. . ,
;? g. LIX. Uscir del solco, in modo
próverb. vale Traviar dal bene. /'. SOL-
CO, g. v.fO . ^ ,
# §- LX. Uscire de' panni vedovili ,
vale reperii. Frane. Sacch. nov. 47.
Con la dota sua, e con il lascio in ineno
di due mesi uscio de' panni vedovili , e
imaritossi. (J } •
;•.! S LXl. Uscir de' sensi , vale .an-
dare in citasi, nari. Miss. Mog. Tanto
.focdamente eoli' anima m Dio , che
cere , vale Esser liberalo dal bando, o
dal carcere. Dani. Purg. 21. Più eh IO
non deggio al mio uscir di bando . Ar.
Far. il. 10. A chi aspetta di carcere, o
di bando Uscir, non par che 'l tempo più
soggutrlii. „ .
§. LXV. Uscir di bocca, vale y enirt,
o scappar detto inconsideratament» . Lat.
verba ejcidere. Gr. ^u'/sf» i/ixoj odo»
TKV, Omer.
:? §. LXVI. Uscir di commessione ,
vale Trasgredirla . 0 Fseguiila male .
Car. Leti. incd. 1. II. Ma io non posso
us.ir di sua eomnussioiie, perchè me n
ha parlalo come di un mi^verio. (PI)
■.:■ g. LXVIL Uscire di gi-eggia , per
Uscire del comune . Poliz. canz. Ognun
.imbella , ognun guata e vagheggia ; Io
sol per fcdella esco di greggia, (.y)
S LX\ 111. Uscir di mano, vale Scap-
pare, Scampare lern. rim. I. I05. Con-
vien eh- io mi distempre A dir ch uscissi
di man dei famigli.
:•: e IXIX. Uscir di man d alcuno.
pai'lamlo.si di Opere if ingegno , dicesi
dell' Isser quella lai opera fatta da lui.
Pel., canz. 17. 5. Tulle le cose, di che
'1 mondo è adorno. Uscir buone di man
del mastro eterno. (Cj
:? g. LXX. Uscir di mendicume . I .
MENDICUME. Il)
S LXXI. Uscir di mente, vale Dimen-
ticarsi. Scordarsi. Lai. ohlivisci. Gr.t:!'.-
yy.;^<À-jl=i-J.l. Bocc. nov. ICO. 21- Usci-
to di mente non m è, che ignuda m ave-
ste \wf nes. 161. Già padre, e madre,
e lul'te altre lacccnJe Gliuseian di mente.
Ainet. 100. Ma lutto questo ni usciva di
mente Bemb. Asol 2. 121. Aon vi sen-
io di cosi labile memoria, che vi debba
esser di menle uscito . i'o«._ / ardi. I.
„ro< 2. EkU è alquanto a se medesimo
us,.w ..fiallo de' sensi, e non sentiva di
sé punto più che una statua. (Br)
;• %. LXII. Uscir de' leimini .fgura-
tam. vale Partirsi dal giusto e dal con.
veniente. 1 . TERMINE, §. IH- (Ci
•ii. §. LXIII. Uscire di ballo . ì ale fi-
guralam. Uscire di qualche maneggio. 0
negozio . o impresa . T'ed. BALLO , g-
III. (Ct
•f g. LXIV. Uscir di bando, 0 dì car.
uscito di niente.
-S LXX 11 Uscir di modo, odi misu-
ra '. vale Fccedere . Cacale . Med. cuor
,.■>,». l'er farlo insuperbire , e uscire di
modo . E 23q. Molli per le lode , e per
gli onori , e 'stalo di prosper.t'a , escono
di modo e di misura. (J^J
* g. LXXIll. Uscire di paggio. /'.
PAGGIO. (Cj
+ 8 LXXIV. Uscire di passo . vate
Lasciare il passo ordinano che uno fa-
ceva . pigliandone uno più sollecito. Lai.
gradnm celcrare . Celi. Sport. 1. 1. E
rhe sì , eh' io ti giro una manata in sul-
la lesta ec, e faretti uscir di passo, lir.
■Is 212. Benché quelle bastonate per al-
"tro non mi avessero fallo uscir di passo
ec, nondimeno io mi accomodava al cor-
rer volentieri.
R LXXV. Uscir di passo , figura-
lam. vale Operare con maggior diligen-
za 0 efficacia del solito. Cecch. Corr. 2_
2 'Ma e' la far'a bene uscir di passo. E
3. 7. Si , si , e' bisogna farla uscir di
8 LXXVl. Uscir di pena , vale Dar
fine atta nenn. Lat. pivna se liberare. Gc.
/r..«=i«. =«TÓ> «^aUc'.-Te.v . Bocc.
nòv ,7.. '.3- Fiaccandoti tu il collo, usci-
rai della p,na, nella quale esser 11 pare
-)•§. LXXVH. Uscir di proposito, vale
Non seguitar l'ordine.
* e I XXVUI. Uscire ili questo seco-
! lo . vate 'Morire . Alar. S. Onofr. l45.
1 Padre , io voglio , uscito che sarai di
i questo secolo , rimanere in questo luo-
^°* V LXXIX. Uscir di scherma , fi-
guralam. vate Non saper quel che uno
i faccia j l'erdcr la "ef'''''"°p,
dell' operare. I . SCHERMA, §. IH- fO
8 LXXX. User di se, o Lscre
fuori di sì; vale .■stupidire, Perdere ,1 sen-
no Lat. obsliipescere , stupore cornpt .
1788 use
Bocc. nov, ^0. 17- Quivi vedendosi, quasi
di se per maraviglia fosse uscito , uè da
qua! parte fuggir si dovesse o potesse vo-
dea. CtJpr. Boti. 1. 3. E' ti pare un bel
giuoco sentirsi favellare a questo modo
una voce nel capo j che mi hai già fatto
uscir mezzo fuori di me. Cirìff'. Ca!v. !\.
lOy. Dicendo: o Sinefido , se' tu ora Di
te uscito? e tutto lo riucora.
§. I.XXXI. E Uscir di jt, voh ta-
lora Esser rapito fuori de' sensi, Jn
dare in estasi. I^ass. 37. Uo dì, di ^u-
bilo uscendo di si; , fu rapilo innanzi al
giudicio d' Iddio.
§. LXXXil. Uscir di senno, 0 del cer-
vellOf vagliano Impazzare. Lit, insanire.
Gr. ETTtv Ki'vii^Ki iWi'. a/it. gr^. io. E
così uscirete voi di senno, e farete ver-
gogna a tutta cavalleria. /Jmct. 26. Amc-
to riguardandole in sé, muUiplicnndu I'
ammirazioni , quasi di senno esce . Gal.
cap. tog. 3. 182. Io sto a veder se il
mondo è spiritalo, S' egli i; uscito del cer-
vello affatto.
-I- §. LXXXIII. Uscir di squadra,^-
guralam. vale Partirsi dal giusto e dal
conveniente. V. SQUADRA. §. V. (€}
%. LXXXIV. Uscir di strada, 0 della
strada, figuratam. sale Uscir del pro-
posito . Lat. aberrare . Or. «T5:rj^av:c-
c&at. Boez. Varch. 3. rim. 11. Chiun-
que vuol profondamente il vero Cercar,
ne fuor di strada uscir giammai, ce. /"».
rim. I2(). E perch' io ero mcilo della
strada. Sarà Ix-n ch'io vi torni.
g. LXXXV. Uscir di tema, va/e lo
stes.so . Malm. 2 47- Che quei cb' esce
di tema nel rispondere , Convien che il
pegno suliito depo&iti.
§. LXXXVI. Uscir di tuono, vale Sto-
nare*
%. LXXXVII. Figuratami vale Perdere
ti fio del ragionamento, Non rispondere
a proposito . Lat. a proposito aberrare .
Gr. a7r5-).xvà7SrKt roj li^aito^. Malm.
6 38. Che in quel colloquio (e sì gran
frastuono, Che finalmente ognuno esci di
tuono .
-5^ §. LXXXVni. Uscire di umana for-
ma, per Deporta, Spogliarsene. Car. Kn.
4- 4^■ ^ l'i" "O" l'isse. Ne più risposta
attese; anzi dicendo, Uscio d'umana for-
mo, e dilcguossi. (M)
>? §. LXXXIX. Uscir di una perso-
na, parlando di beni ereditarti, vale PaS'
sarc in altrui mani. M. l\ \. ^. Accioc-
ihe la succcìsion del re^no non uscisse
delle nipoti, (i'j
'^ §. XC. Uscir fuor di natura, va-
le Operare cantra il proprio naturale.
Far cosa contraria alla propria indo-
le. M. Cin. rim. p. i. canz. 2. Se ve-
der si potesse Io cor mio. Fera non t si
dura, Che della sua natura Fuor non u-
Tcisse a pianger si rom'io. (M,
■f %. XCI. U.icir fuori dei beni pa-
terni , vale Perltrli , Consumarli . Lat.
nhligurire bona patria. Ter. /ir iur. fih,
75. Io crudo hcn che non passar due verni.
Ch'egli usci fuor di tutti i ben pater-
m. (}f,
§ XCII. Unir fuori dr.l secolo, vale
Maravigliarsi grandemente. Trasecolare.
Lai. supra mudum mirari . Gr. u~cp-
^V.\Jp.il^U'i..lmbr. ('of. 3. 6. Ori»), che
cbiacchirra 1^ »tata questa? puoss'egU ora
intenderli), Ch" io per me sou quaii uscito
del see4>lo?
•'■ %. xeni. U.icire il fistolo ^ 0 simile,
d'' addosso ad uno, dicesi del /iesfare uno
libero dal fistolo, i/ic avci-n addosso j u
figli ratam. dalla passione dn cui era do
minato . •• Bove. «Of. 65. 6 Infino »
tanto (he il fistolo usciue d' iiddi<i>u jl
»uo marito m. (C)
'? g. XCIV. Uscire ti gusto d'akiina
use
cosa , vale Perderlo , Non averlo più .
Lasc. Parcnt. 4- 3. Se io vi uccello ohe
uscir mi possa il gusto della carne arro-
sto, e del vin pretto. (V)
%. XCV. Uscire il ruzzo, vale Non aver
più voglia di ruzzare- e Jìguratam. Per-
der la voglia. Lasciare il gustoj che an-
cfw- diciamo Uscire il ruzzo del capo , 0
della testa, o similj. Lai. seria cogitare,
ad seria divertere . Gr. TeuvOTo-T^àat .
Tac. Dav. Stor. i. 262. Ne in quei gran
pensieri gli usci del cipo il ruzzo degli
amori. Lasc. rim. Fra me slalnlito FTu
di far viij^ civile e modesta , Che m' è
uscito il ruzzo della testa . Car. leti. 2.
233. l'er conto delle donne ornai vi do-
verla essere uscito il ruzzo del rapo. Cecch.
Mogi. 4 2. Che (orse forse e' le uscireli.
he il ruMO Degli orecchi, e la rahhia del
gridare.
* g. XCVI, Uscire in ciancia, vale
Riuscir vano, Andare a vuoto, y. CIAN-
CIA, g. \\\.(C)
'.- §. XCVIL Uscire in fuori , vale
Sporgere. Il I ocabol. alla V. IN FUO-
RA, e IN FUOKL (C)
=? g. XCVIII. Uscir la messa, dicesi dd-
V Andar che fa il prete all' altare per
dir la messa. Cerch. Servig. 1. 3. Alla
messa ( yo ) : son' io a otta? Doni. Si
poco può stare a uscirne una. (C)
§. XCIX. Uscir P ira^ vale Pacificar,
si. LaL cessare ab ira. Gr. -/i'vejjki
v.Tzò ruuoJ. ÌJocc. nov. 47. 12. Al qua-
le , per avere a morte condotto Pietro ,
non era 1' ira uscita.
§. C. Uscire odore, vale Olire. Lai.
ùdorem spirare, olere. Gr. O^Et», arri-
^Eiv. Uaut. Purg. 23. Di bere e di
mangiar u' accende cura L' odor ch'esce
del pomo e dolio sprazzo . f'it. S. Gir.
56. D' esso corpo Uicìa tanto odore, che
ivi parca che fossono tutte 1' odorifere
spezie del mondo.
'',' §. CI. Uscir pagatore, vale Pa-
gare la malleveria , in contrapposto di
Filtrar mallevadore . Segner . Mann
Ciugn. II. 1. Si degnò d" entrare mal-
levadore per te ec. finche ec. per te me-
desimo uscisse ancor pagatore . E num.
2. Se, entrando mallevadori, sapesser cer-
io di dover uscir pagatori, non entrereb-
bono. f^j
■.' §. CU. Uscir sopra alcun luogo ,
vale Avervi P esito, Ptspondervi. «. Bocc.
nov. 17. 40. Con lei verso una porrà ,
che sopra il mare usciva , solo se u' an-
dò -. CO
* %. CHI. Uscir vano, è lo slesso
che Andar a voto, Non sortire P effetto
desiderato. Ar. Fur. 26. 5g. Ma vano \\
mio disegno ier m' uscio, Chfe nic lo tolse
un Saracin ribaldo. (M)
*g CtV. Uscirne, o Uscirsene pel rot-
to della cuffia, modo prò. ero. che si dice
allorchi: uno avendo qualche obbligo , o
commesso qualche errore , se ne libera
senza spesa , o danno, o noia, l CUF-
FIA, §. V. (Cj
3 USCITA, e ESCITA. Siist. l'erbai,
L* uscire. Lai. e.riius. Gr. I^oioi.
§. I. per Apertura da uscire. Lai.
oslium. iir. Su^iM. /Jocc. g. 3. p. 7. flac-
roglieudosi utlimaniunte in una parte, dal-
1.1 ijuale il bel giardin.i avea luiciia.
-'.* §. II. 1: figuralam. m Allrg. lai.
( Amsteid. 1754 ) Che me ue fece più
agevolmente, che ella pulolte, rilruvar V
uirita -. fCj
# §. 111. Utcìla . vale anche Facoltà
d' usciir. u Bocc. M.'f. 4i.3o- Acciorch^
alcuno dentro non gli puteise rmcbìude-
re , o a loro r uscito Melare «. CO
* J. IV, Uuita, tale anche L'atto di
/asciare il possesso d'un ufficio, d' iuta
carica, o simili imtr Cane. 16. Ir» tal
use
caso dovranno all' uscita del Camarlingo
farne memoria. (C)
§. V. Per Soccorreaza , e Stempera-
mento di corpo. Caca ola. Lat. diarrhtta.
Gr. Stxp'potv.. Cr. 1. 3 2. Ne' vecchi
fanno gravezza, e corrompono I* ascile, e
fanno ricadimenli d' iufermitadi , e inde-
boliscono ec. i'ron. Morell. 3^3. Lunedì
manina, sendo esso alla scuola, ^\i prese
la febbre , e ruppcsi il sangue del naso ,
e ruppesegli lo stomaco, e uscita di corpo.
fìurch . i. 20. Guardatevi, gottosi. Di
non mangiar ciriege in dì oziachi , Per-
chè fanuo r uscita , e il mal de' bachi .
Malm. 3. 18. E dov' è il vostro naso e
il vostro ingegno? Lo vedrebbe il mio
bue, ch* e;;li ha I' uscita.
^'. VL Per lo Sterco stesso. Lat. sUr^
cus . Gr. xo'ilpOi . Mil. M. Poi. Queste
aguglie si ne beccano di quesli diamanti
colla carne insieme, e gli uomini vanno
la mattina al nidio dell' agu^lìa, e ImoTa-
no coir uscita loro di questi diamanti.
§. VII. Per Successo, Fsito . Lai. e-
ventus. Gr. arroSaffis. Bocc. nov. 83. i.
La giovane monaca avea con lieta uscita
tratta de' morsi delle invidiose compa-
gne.
§. vni. Per Fine. L»l. Jinis. Gr. zt-
is; . C. V. 9. 222. I. Nel dello anno
l323, all' uscita d'Agosto, e all' entrar di
Settembre, fu un vento ce. Tes. Br. 2.
42. E quello di si è messo nel mese di
Febbraio 5 di all'uscita, ed allora Feb-
braio ha 29 di. Frane. Sacch. nov. \l{l .
Quasi presso all'uscita dei'sao oficìo gli
venne una qucstiooc innanzi.
§. IX. Per Contrario d' Fntrata , in
signific. di Rendita; Spera. Lai. impen-
sa. Gr. caTTavij . Nov. ani. ai. a. Lo
tesoriere dinanzi da lui sì scriveva in e-
scila . Cron. Morell. Ovvero i due di to-
ro in concordia abbiano a vedere il libro
dell' entrala e dell' uscita del dello Pi-
golo .
§. X. Mettere a uscita. F. METTE-
RE A USCITA.
* g. XI. Per Cadenia , Terminazio-
ne. Salv. Avveri. 2. I. 16. Ut. Del no-
me, quaplo all'uscita, cui dicono termina-
zione. F appresso : Terntioaiiouc, o dicia-
mole uscita in U , è molto propria del
primo sesso. F l. 3. i. 6. Non consiste
solamente nell' essere quelle rousonanti
quasi o dure o iurr.iule , ina nella gros-
sezza ancora o sottigliezza della vocale ,
in cui si falle sillabe hanuu U loro asci-
la. (F)
* g. XII. Uscita, fvr Rampollo, */«-
sa , e figuratam. per Prole, Schiatta,
Progenie. Dant. Purg. 7. Questi (Arn-
go d' Inghilterra ) ha ne' rami suoi mi-
gliore uscita. I Hr,
* USCITICCIO. Pistrtore. Lai. /ra/i.
yi*(,'fl. Feges. pag. 90. Molle »ollc i cac-
ciati e gli uscilicci sono tnidilori. (N)
USCITO, r. A. Susi. Sterco.' Lml
sten. US ■ Gr. nò:tp9i . Fr. a. i3. 7. L..
sterco dell' asino , o del cavallo tre. »i
prende da' vitlaiii , perchè questi aoimali
hanno i loro usciti scrthi.
3 USCITO. Add. da C.»:irt . Rocc.
nov. 77. 3o. In sull'oia del primo »oun.'
di casa rheiamcnte uscita , alla lorrirrlLt
sopra la riva d'Arno se n'andò, /tant.
Inf. I. Uscito fuor del pelago i«ll« riva .
Si volge ali' acqua |>rrigiiusa, e guju.
* g. I. Per Derivato, Dis,eso. Ar .
Fur. 46. 4. Veggo un" altra Ginctra
pur uscita Del medesimo sangue. Cmr.
Fn. Uh. 4 Dicea ch* un di Troiana
stirpe u»ci(o, Venuto era in Carlagu. f fir)
- Salvia. Pros. To.te. a. 13;. Ricordan-
do ec. (he egli era di casa catallerrsca
uieito». (.\j
t ^ S- I*- C'sctto da uno, e dt mano
use
rf' uno, variandosi <f operr, vale l'atto,
Lavomto da fui. Jr. Far. 7. 23. «ug-
gieru entrò ne' prufumali Imi , Che pii-
reano di man iV Aijìik- usciti. Car. In.
3. 768. Picnili, figlio, ila me qucsl* opre,
uscile Dalle mie mani. (M)
g. III. In forza di siist. safe ShanJilo,
Fuoruscito, Cacciato dalla città. lai.
exul. Gr. yuya; - O- ' . 6. 76. 2.
Grande $bigotiimcnlo ce. fu agli usciU di
Fircnic. M. l . 9 61. Ciò aveodo
usciti sentito, se ne ristrinsono con
rìoata degli Ul-eitmi. (ron. .Vorell.M-
De' loro usciti cbVe a se , e quelli che
vollono ulibidire fece loro onore di certi
uflBcii in Lombardia , tenendoli m parola
di huona speranza in rimetterli dentro .
Star. Pist. 141. Quasi " rimisono ogni
uscito. .
tJSCITUFA. Uscita, L* uscire. l.aì.
foria. Gr. ra apoO^u/xXTa 'jd>5TS3a .
W. Jldobr. Quando quevta soluzione av-
Tieoe . dccsì guardare da quale umore
proceda , e puotesi sapere y
USO
deporre il superfluo peso del ventre. Petr.
scn. 255. E quello aurato, e raro Strale,
onde motte piacque oltre a nostr' uso .
i? Borgh, Mon. l58. Neera in que'tem-
pi ancora venuto 1' uso delle argeolerie
nelle tavole, (l) E i84- Seguitarono pun-
tualmtrntc r ordine e 1' uso romano senza
PLirtirsenc di niente. Guicc. Stor. 17. 2o5.
USO
1789
ili
Fa-
Atìeinidudo
li
non essere uso
;li
,ier lo colare
gnifcato del §-
dell' uscitura (qui nel
VI. di USCITA).
USCIUOLO. Pim d* Uscio. Lai. os-
tiolam. Gr. Sj^ic-»- r.occ. nov. 5o. 12.
Parendogli che di quivi venisse il suono
dello starnuto, aperse un usciuolo il qual
V* era. O: 10. 34. 3. La volpe, volendo
uscire , entra nel!' alveo ce , e così ec.
trae seco Ìl fuscello, e V usciuol si chiu-
de, e tornando addietro più fortemente e
serrata e ferma, lìuon l'ier. I. 5. 9.
Che mi dimostra , passato un usciuolo ,
Uno sgraziato incatenato e stretto.
t USIG>OLO, e USIGNUOLO. Uc-
celletto noto per la dolcezza del suo c^ati-
to, Jìusignuolo. Lai- /iiscinia. Gr. ar.ijwv.
J?occ. noi-. 44. 7. Udendo cantar 1' usi-
gnuolo, e avendo il luogo più fresco, mol-
lo n.eglìo starei, che nella vostra camera
non fo. Fav. Esop. Cominciò la usignuo-
la dolcemente a cantare . Bntn. t'avol.
I. 239. Così fa r usignolo , Serve del
verso solo. Tass. Am. l. I- Odi quel-
r usignuolo , Che Ta di ramo in ramo
Cantando: io amo, io amo.
USITATAMEKTE. Jvvcvb. In modo
ti sitato.
USITATISSIMO. Superi, di U sitato .
Bicetl. Fior. Oggi egli è usitatissimo , e
perciò si tralascia il modo di fabbricarlo.
Red. Jnnot. Ditir. ^0. W te è una be-
vanda usilatissima tra le persone mdiili
nella China, ec. /'arrA. Lez. 3oO. (he
il gielo si metta per la paura, cioè l'ef-
fetto per la cagione , è figura usitatis-ima
non solo appresso 1 dicitori in rima, ma
eziandio a quelli di prosa.
USITATO. Jdd. Usato^ Solito, Con-
sueto. Lai. usitatus: Gr. ?=ru,aC5- Eocc.
g. 9 p. 4. Ma già l'ora usilata \enuta.
ciascuno nel luogo usato s' adunò a ra-
gionare. E nov. 70. 3. Al mio privilegio
usitato mi tornerò . ^Jmm . Jnt. 22. 2.
5. Usitato vizio deir umana generazione
e cadendo peccato commettere, comntes-
so negando appianate, e prosato «iifen-
deodo muìtiplicarc. Cavale. Frutt. luig.
Usitato vizio dell' umana generazione si
y , cadendo peccare, e negando il peccalo
nasconderlo , e poiché pure è convinto ,
escusando mulliplicave.
* g. £r in /orza di sust. vale Ciò che
e usitato. Demetr. Sega. 90. La persua-
siva consiste in due cose : nella chiarezza,
e nell' usilalo ; perciocché Voscuro, e T
inuiilato non persuade. (Cj
3 USO. Sust. Usanza, Consuetudine,
yianiera d' operare ammessa in un paese.
Lai. ususj consuetudo. Gr. £305, uu'/.-
32131. A'occ. Introd. 16. Discorse uo uso
quasi davanti mai non udito. E nov. l5.
18. fichieJcudo il naturale u.^o di dover
li genie di
cuerra, e degli SpagDUoIi manco che degli
altri , assaltare altre genti di guerra nella
forleiza dei loro allogL;iamcoli. (C)
':• g. I. Uso, tale anche Adoperawen-
lo , Uso che si fa d' una cosa . Cavale
Fspos. Simh. I. 19. Won gli prenda (que-
sti henij per fine, ma per uso di via. IL'
1. 34. 11 vasellaio d' una medesima pasta
o massa di terra fa alcun vasello a uso
di onore, altro a uso vituperoso. « E Frutt.
ling. Seneca però ancor dice, che non è
posto ìl bene dell' uomo nel lungo spazio
del tempo , ma nell' uso »». Ked. Cons.
I. 210. Kon islarò a prescrivere a V. S.
illustriss. le regole che si devono teneie
nell'uso di questo latte. E 212. Fu mes-
so in uso un brodo con cina ec. dopo del
quale fu fallo ricorso all' uso dell' aniua
di Noccra a passare , e dopo di questa
ec. si venne all' uso del latlc vaccino. (O
A' §, IL Uso, si dice particolarmente
dell' .■idoperamento che si fa delle voci,
secondo il co.itume, e la regola dei più .
Dav. Lett. li. M' è piaciuto ancora ve-
dere approvato ec. il paier mio che ogni
patria tlebba scrivere com' ella favella, e
favellare come usano 1 nobili ec. essendo
di ciascuna ottimo quello, che l'uso, che
delle favelle è il Messere, ha voluto ac-
cettare . Sah-in. Pise. 2. 4^5. Quanto è
dilettosa cosa e da meno Ìl raffigurar molle
maniere del buon uso vegliarne usate da
alcuno antico scrittore , e fino a' nostri
tempi nelle bocche de' nostri uomini con-
servate ! /'.' Pr-os. Tose. l85. Ove è da
avvertile di passaggio 1' uso degli affissi
osservato nei buoni autori dal Cardinal
Nerli il Vecchio. (Cj
^ §. HI. Uso, vale anche Opera,
Pratica. Segncr. J'rcd. Pai. Jp. 5. IO.
Pensava a ritenere il lutto per se ec. più
tosto che ad applicai ne qualche parie o-
norevole ad usi pii . ( TCj
S- IV. Uso, per l'serCitazione, Prati-
ca. Lai. usus , cxercilatio . Gr. jfpsi'a,
rpiS/,' . ì^ant. Par. 10. Perch'io lo 'u-
gegno e 1' arte e 1' uso chiami , Si noi
direi. Amm. Jnt. 9. 5. 5- Di questo t'
ammonisco, che arte sanz* uso non giova
mollo. /■.' 9. 5. 8. L* uso , e la sperJen-
zia signoreggiano V arti , e non è ninna
scienzìa, nella quale non s* appari, facen-
do in prima n>ale, che bene. Cr. IO. II.
3. Mancando la potenzia t la 'ndustria ,
la quale per uso acquistano , incomince-
rebbono da indi innanzi i grandi uccelli,
e i mezzani a temere. -? « / arch. Giuoc.
Pitt. L' uso è quello, che e il vero mae-
stro in ogni cosaw. /"O
:? g. V. Per Cognizione , Conoscenza.
Demb. Stcr. 6. 74- Nessuna misura de*
campì conosceano, non giudizii , non leg-
gi . non uso di Iclleie avcano. (Cj
§. VI. Per Con* crsazione j Pratica.
Se^r. Fior. Jrt. guerr. 1. 8. Avendone
per tanto privati la fortuna dell' uso d'
un tanto amico, mi pare che non si possa
farne altri rimedii, the il più, che a noi
e possibde, cercare di godersi la memort.i
di quello.
§. VII. per Copula, o Congìiignimen ■
to carnale. Lai. copula, coitus. Gr. ^1-
^15, a-ja/JLi^i:. Maestruzz. 1. 85. Ovve-
ro per lo futuro uso dell' uonjo, propor
zìonalo e convi-oevole a lei, non è impedita
di contraere matrimonio . E oppresso :
Come polr'a a noi essere manifesto, che ^^ tato pei
quella che fu partita dal primo per la
strettezza, sia falla idonea a colui per 1'
uso col secondo?
»;=§. Vili. Uso, vale anche Abitudine,
Disposizione acquistata mediante atti ri-
petuti . .. Pant. Purg. 8. Uso e natura
si la privilegia, Che, perchè 'I capo reo
lo mondo torca, Sola va dritta, e '1 mal
cammìn dispregia. (C)
^ §. IX. Uso, vale anche Facoltà di
usare, di servirsi ili una cosa. SegnCr.
Fred. 35. 4- Avevano altri ricevuti da
lui ( Cristo J r uso delle mani gi'a mon-
che , e queste impiegavano a pelargli la
barba: altri l'uso de' piedi già istupiditi,
e di questi valevansi a trarglì calci. (C)
3 g. X. Uso, è anche ferm. de' Legi-
sti , e vale Facoltà di adoperare chec-
chessìa senza averne il possesso. Lai. ius
n tendi . G. F. l. 48- ^- E. cosi per V
uso del detto porto e de' delti pesi vi >i
accolsero assai geuli ad abitare. Cron. Mo-
rdi. 329. Promise darci 1' uso di Livor-
no , rome di cosa nostra, ma non la te-
nula. Sen. len. t'arch. 7. 5. La cosa è
tua , e r uso della tua cosa è mìo.
§. XI. Uso, per Sei-iigio . Lai. usus.
Gr. X^'^i'^^- C. / . i. 35. I. ^iuno dovesse
vendere uè comperare pane, vino, o altre
cose, che a uso di battaglia fossono.
* §. XII. Per Usura, Frutto. Fav.
Esop. 116. Perchè se* grassa delle mie
ricchezze, voglio mi dia 1' uso della gras-
sezza qui vale per usura, frutto). (P')
^' §. XI M. Jer /istio, come pare nel'
la 7 it. S. M. Madd. 7. Maria e la fa-
miglia sua avevano un poco da prima un
cotale uso contro a questo maestro. (V)
f %= g. MV. .'Jvcre in uso, vale U-
tare, Adoperare. JJorgh. Mon. l58. Non
el)bc io uso altro arieulo fino all'ultimo
di sua vita, che due bicchieri. (ì')
V §. XV. Aver in uso , o per uso ,
vale Esser solito , Costumare . Tass.
Ger. 1. i5. E porgea mailulini i preghi
suoi Goffredo a Dio, com'' egli avea per
uso. /'. AVEBE L\ USO. (TC)
^ g. XVI. Aver in uso una cosa ^
vale Esser solito di farla . /'. AVERE
IN USO, §. (Cf
ié g. XVII. Essere in uso, vale Es-
sere usato. Usarsi. Picett. Fior. 69.
Quello che oggi è in uso pel ribes, che
si trova abbondante sul monte della Ver-
nia, chiamato uva de' frali, benché nelle
foglie vi sia qualche differenza , nondi-
meno pensiamo che sì possa usare pel
vero. (Cj
g. XVHI. Fare uso, vale Servirsi.
Lai. «//. Gr. /^■^ssai. Salvia. Disc. l.
299. Chi conoscer'a questo tempo , sapr'a
far buon uso della favella, e maneggiare
con economia il silenzio.
* g. XIX. Porre in uso , vale Usu-
re, Adoperare. Ta.ts. Ger. 2. 93. Disse
Argante al Buglion : Vedrai ben tosto ,
Come da me il tuo dono in uso è po-
sto. {TCj
* g. XX. Recarsi in uso di fare al-
cuna cosa , vale /'rendere il costume dt
fare alcuna cosa. Pit. SS. Pad. I. l3i.
Hannosi recato in uso di venirci ogni
anno. fC)
•f ;;: g. XXI. Tenere a uso d'una ci-
sa, vale Servire in luogo di quella. Cresc
5. 16. 5. Provocano l' orina (le nespolej,
e tengono più 3 uso di medicina , che a
cibo , perocché poco nutriscono , e gene-
rano ec {P)
* g. \Xll. A uso, posto avverhiaim.,
i term. de' Mercanti , e dicesi delle let-
tere di cambio, allora quando il paga-
mento della somma compresa nella lette-
ra debba farsi col rispetto e indugio pix
scritto dall
la
ujfo , cioè in capo al tempo
piazza. (Ai
1790
USO
* §. XXlil. A liso di. III forza ili prep.
vate A guisa di , Come. Lat. instar.
« Varch. Stor. <). 228. Nella qual cìlta
•Olirò a ore 22 cun uq saio in dosso ec,
rolla herrelta in testa a u^o di tocco di
velluto nero. IC 25(). Il dì l'arcumpagna-
no a uso dì }>aUuti , coIIj tarolucria in
maoo , sempre ronf'orlatidulo ». E f.rr.
GÌOi>. l\^. Dice che Lorenzo Sodcriui ce.
che era ambasiiadore del campo fu gitlato
col capestro allj gola da una finestra a
uso d' assalirli, i(')
V g. XXIV. All'uso, posto avverbialnt.
vale Secondo /' usato , Secondo il solito.
Ang. Mei. 2. 61. E leve il peso , e le
rote coudutlc Son dui deslricr per regio-
ni ignote ) Cbe non senteodo all' uso Ìl
giogo grave , Van come tu mar mal go-
vernala nave. (Ì)J
'I5 g. XXV. f'er uso , posto avver-
hia/m. i'ale /*er lo più. Ordinariamente.
*t lioez. Varch. I. rim. ^. Quantunque
volte i folgori possenti, Che per uso le-
riscoD r alte cime , Manda in terra dal
cicl Giove sulilmic •». ^C)
§. XXVI. Uso fu legge s proverb. che
vale, che La consuetudine acquista forza
di legge.
§. XXVII. Uso si converte in natura;
maniera proverb. che vale. Che pj/i abiti
hanno tanto forza in noi, che diffìcilmen-
te si vincono. Lat. usus est altera natura.
Pass. 21. E '1 dello comune si veriGca,
rfae uso si converte in natura.
USO. Add. Usato, A>-vezzo Lai. as-
suetus. Gr. Eàiij&ei'?. Bocc. nov. 7. IO.
Aveva talento di mangiare , rome colui
che camminalo avca , e uso non era di
digiunare, /i' nov. 18. 16. Sircomc colui
clic d' andare a pie non era uso. IC nov.
pf). \'^■ Quantunque Ìl .Saladino e* com-
pagni fossero gran signori, e usi di veder
grandissime cose. Cron- Morell. 246- A-
vrel»bo servilo ad una mensa d' uomÌDÌ ,
o di ilonnc cosi pulitamcnlc , come gio-
vane uso e Ii< .1 prali'O a nozze, o a simili
(Ose. ''.-Borgh. Mon. l57.Qncsli) tanto oro,
poit-hù fu ricuperalo da' t.alU ron nitro lor
proprio, che a' liciti era sialo dal vin<ilor
Caniillu tolto, non parve loro da rendere quel
delle donne, rome già ofi'crto alla patria,
ne di quell'altro ridurlo in pubMico, co-
me cosa strana dal lor cuslumc , ne usa
entrar nel comun Icsoroj ma fu consccralo
tutto insieme a Giove Capitolino. (J)
USOFr.UTTO. Usufrutto. Lai. usus
fructus . Gr, «T*xy.&Tta. Maestnizz. 2.
27. 2. Di questo pnu^lio ^avventizio) la
proprietà ec, se \ padre morisse innao-
zi, e del figliuolo; ma, vivendo il padre,
hnnnc pieno usofruUo -^- l'it. SS. Pad.
1. 2G2. Ora gli usifrutti volcauo dare a
Din. (D
USOLIKnr. ynstro, o altro /egame,
col qual si legano le 'nache , o simili
rose . Bocc nov. 82. 8. Venne alla gio-
vane alzalo il viso ; 0 \e»tulo ciò che la
liadessa aveva in rapo, e gli usolieri delle
lirarhe , che di qua e di là pendevano .
Bnrch. 1. 61- Quanto ben si dislcndon
^li uiolieri.
USSO. Zingano. *>alv. Avveri, i. 3.
14. Quasi il portarli f gli usialti ) fosse
cosa da usso , rhc vivono alla iuresla e
quindi , cit^>c ùa ussc , che più comune*
mente si chiam.mo tingane , venisse lur
quel nome. Bern. rim. 1.3. Voi fu man-
tello al manco di tre ussc . Mori;. 18.
182. Non li bisogna zingaro, Arbo, ous-
ào. Cirijf. Calv, 3. 1)8. Degli Albi , rbo
iva zingani, ne uisi Nim sono .tt canmlfitr
sì pronti e destri, To* quiil tu vuoi.
•f * USSOnCIDA . Colui che uccido
sua moglie. Alleg. 5o. A me , come ail
ussorcida oulorio , ò dalla miglior legge
proibito r ammogliarsi di nuovo. (A)
U S T
-r USTA, foce usata da' Cacciatori,
e significa Passata , Sito , che è quell'
odore o quegli effluvti lasciati dalle Jìc'
re dove passano, i quali penetrando nel-
/' odorato de* cani da caccia , destano in
essi una grandissima ansietà di ritrovar-
le. (A)
^f L'STIO^E. Term. de' Chimici e
Chirurgi. Il bruciare le carni, o ridurre
in cenere qualche corpo misto. (A)
* USTO, Add. Bruciato. ì oce latina
e poco usata. Dtttam. 5. 27. Questa con-
trada, la qual qui s* addila , Posta si ^c-
de sotto la zona usta (quij zona usta per
zona torrida) (C)
USTOLAIlE. Stare aspettando avida-
mente il cibo, o allroj e diccsi più pro-
priamente de' cani. Lai. inhiare , flagrare
desiderio . Gr. ÌTii^^ouvit-j ■ Buon, l'ier.
2. 4> 22. E galli mijgulare, ustolar cani.
Malm. 11.34. ^ vanne al diavoi, che dì
nuovo piantalo A ustolarc a mensa a'piè
di Tantalo.
USTORIO . Add. Aggiunto di Spec-
chio, nel signific. del ^. VIL Salvia. I>isc.
1. 334. La materia, che bianca dura fa-
lirj a sentire il fuoco vibrato dalP ardente
punto del concavo specchio , dalT effetto
detto ustorio fatta poi nera, in un attimo
s' ai-iende e s^ abbrucia.
USUALE . Add. Di uso. Che e per
iito , Comune , (Jrdinario. ììiiett. Pior.
4- Alluni ancora si fanno per arte, come
r allume di rocca, il vetriuulo uguale, ce.
E IO. I fiori uguali naseono in gran par-
ie ne" H'istri paesi. A 60. Altri f.M/1 /n/-
tizii J si fanno di acque salse > come il
marino , ed ìl no:>lro usuale . /!eJ. Esp.
nitt. 34. Per le ferite non e medicina più
usuale del sugo del tabacco fresco.
t * USUALITÀ'. Agevolezza nell'uso
di checchessia. ì'cllin. Disc. I. l33. Tro-
vando marchine da far le cose di lontane
virine a noi, giovevoli di nocive, e «rim-
pralirabilì u mal sicure, di tutta usualità
e sicurezza. ( t)
* USUCAPIONE, r. h. Term. de'
Ciurisprudenti. Bdiiionc di proprietà so-
pra un fondo, pticifunniente possi'duto per
lo spazio di tanti anni quanti ne prescri-
ve la legge, (A)
*\ USUCAPIUE. J'. L. Acquistare,
l'ar .ino in virtù di prt.tcriziom\ e in ti-
gore d l pacifico possesso per lo .ipazio
dì legittimo tempo. l'arch. Ercol . .138.
Se dicessero d'averla prescritta e uiucat-
ta con la lunt;liczza del tempo « riob fat-
tola loro col possederla lungamente, die
direste ?
« USUCATTO . Add. da Usucapì-
re. (A)
5 USUFRUTTARE , e USUFIIUT-
TUAI'.E. A%'er P usufrutto di checches-
sia. Lat. utifrui . Gr. CTTtxapTTi'^eiBai .
I.ib . l'iagg . E M lasciamo possedere e
u>ufrutlare alli pessimi cani Saraciui .
Cron. Morell . 266. Così interviene al
pU|iillo, che i munov.ddi cattivi per scu-
sa d* usufrutluaic i beni del >uo pupillo,
dice: egli è ricco, ec. ^S Frane. Saich.
nov. 177. Il piovano si rimase co' ma-
gliuidi, e usufruttolli tutto il tcinpu della
sua vita , e ancora si usufrutlano per li
successori. (B)
'•' §. Per similit. vale Usare colla
donna . « Frane. Sacch. nov. 1.'Ì4- Mon
jtolendosi astenere un dì di quello die
aveva a usufrultare lutto il tempo della
vita sua m. E lijO. Subito ti coricò , Usu
frullando la fanciulla quanto ec. li piac<
que. (D
^ USUFnUTTATO Part. p^.ts. d:
Usitft u tiare . frane. Sacch. nov. 177.
Arriucrbif ognora se gli abbiano veduti
( i magliuoli ) , r usufruitati nella b<ro
pnsicssione. if }
V S V
t USUFRUTTO . Facultà di godere
i frutti di checchessia , la cui proprietà
appartiene a un altro. Lat. ususfructus.
Gr. *';ri/af TT'.'a. C /'. 12. 35. .'». Dare
ìl comune o^ni anno per provvisione e
usufrutto a ragione di cinque per ceoli-
naio l'anno. Amni. Ani. SS. 1. 5. Jq
prcslo r avemo , 1* usufrutto è nostro.
USUFnUTXUAKE. Fed. USUFRUT-
TARE .
•t USUFhUTTUARIO. Term. de' Le-
gisti. Colui che ha /' usufrutto.
USUFHLTTUATO. Add. da Usufruì-
tuare. Soder. Colt. 2. Innanai si dee sU-
niare che ella fosse, se nou così usufruì»
luata, almeno cognosciuta , e in qualche
parte Uvata.
t U.SURA. Generalmente vale interni*
che si trae della cosa che si dà in pre-
stito, ma propriamente s* intende Quello
che si trae del danaro al di là del prts»
zo .stabilito dalla legge , 0 dall' uso in
fatto di commercio . Lat- usura , fenits .
Gr. TO/oz. Bui. Inf. 17. I. Usura è Ten-
dimenlo d' uso delle cose che non hanno
uso, ne niultiplicaziune , o di quelle che
solamente sì consumano per uso . Oli.
Com. Inf. 17. 3lO. Uìura e quello che
si riceve oltre alla sorte prestala, e 'I pre-
sto sta in quelle cose che sono in peso,
o in numero, o in misura S Ant. Con-
fess. Usura è quando per prestare a altri
danari , o cose le (]uali usaotlo si consu-
mano, come grano, vino, o altra vittua-
glia , la persona vuole alcuna rnu più
che *1 suo capitale, hocc . nov. l3. 6.
Agramente cominciarono a prestare a u-
sura . E nov. 80. 3o. Ma groua usura
ne vuole. G. 1 . 7. l3t). 3. Sono grandi
prestatori ad usura- Pant. taf II. Au-
1 Cora un poco 'ndielro ti ri\olvi, Diss'ìo.
là dove dì' eh' usura offende La divina
bootade . Sen. Ben. J'arch. 2- 10. Non
biuta, no, se lu pensi di dargliele a usu-
ra. /s 7. 10. t^IiL- M-no cambio, giornale e
usura, altro die nomi dell' ingordìgia u*
mana, cercali ftiora di naIuraT 4= Srgner
Mann. IS'ov. g. 2. Là (in cielo) tutti que-
sti beni si ricupereranno ancor essi con
ampia usura 'qui si prende in buon sen-
so , per frullo , inlcresse , ulile , e sìmi-
li), (l'i
t §. Per melaf. Pagare, Fendicart, e
simili, con usura, vagliano Rendere aldi
là di quello che si è ricevuto, e si pren-
de tanto in buono , che in cattivo senso
/ ine. Mari. leti. 7|. Certificandola, che
questo mio debito sarà pagalo ron 1* u-
sura della gralitudine di questo geiilìluo-
mo. Serti, òtor. 4 l53. La- morte di don
Loirnto fu vendicata cogli Egiiìi con gran-
de usura.
• t UStUAIO. Susi. Chi dà e prtsUmd
usura. Liàl. feneralor . Or. cetvlisrii'f .
Isp. Pai. .\ost . Sono usurai che pre-
stano danari per alliuì, e di sopra il ca-
piule prenduuo il merito questo esempio
/ie/,i il /tigoU che i»ppariicne al Tralt
Pece. Mori. Cod Kicc. png. 21). Bo* :
ncv. 72. Q lo rico*;ltcrn dall' usuraio la
gonnella mia del perso, e lo staggiale .
Alfieri, cap. l3. Chi toglie in p resta Dia ,
si fa servo dell' usuraio . Pass. 320- A*
(ircdicatnrì "h lecito di torre e di ricevere
per le loro n'ecositadi dagli usurai e da-
gli scherani, e da ro»l falle genti ; la qujb-
< osa non ^ lecito «IT altre persone . M
/'. 7. 4 '*^icurò tulli gli usurai del suo
reame , dando loro licenta di prestare
l'iibblit amenle . Maestruzz . 1 37- Che
s.trà di colui dir fura all' usuraio per fa*
re limosina? Sen. lien. Faivh. 2< 17 Gli
usurai acquistano cattivo nomo.
USUitAIO, e USURARIO . Add. Da
usuraio ; ("Ae contiene usura Lai uri"
rarius. Gr. <Jo(.vii3Ti/e< W. F. 3 106-
u s u
Se n coDliallo ji poteva provare usurjrio.
dcLilo era a chi 'l predicava di riprovare
quello ebe si provava in colili ano. / <i;i.t.
126. Come sono contralti usurai, che so-
no Unti, e lutto di se ne Iruovaiio che
appena si sanno, o si possono intendere.
Suoa. F-er. 2. 1. Il Truffativo, o ral-
Uto , o usurario. Segr. fior. noi'. Come
quella che g'' P»"'^ T'" '"' » ">!'?"':
tare chi con aite usuraria esercitasse 1
suoi danari.
* USURARIO. Susi- Usuraio Cortig.
Casligl. !<h. 2. pag. 2i3. ( Col. i564 )
Come un Genovese . il quale era mollo
prodigo nello spendere , essendo ripreso
da un usurarlo avarissimo , ec. (hi)
■If USUKARO. Susi. Lo slesio cheli-
suraioj come Cnlitmaio e Ci/<im<iro, Cai-
zolmo e Calzolaro, ec. Spcr. Piai, p"^-
M. (Alilo l550) Tu àe< sapere che 1
brinoso usuraro prima alla madre, poscia
a'6gIiuoli dell'arie sua prestando, e ob-
bligato di provedere . L' agricoltura e la
madre ec. , le 6gliuole legittime ec. sono
1' arti meccaniche : all' una dunque come
pietoso Bgliuolo , e a queste altre come
buon padre di famiglia, richiedulo da lo-
ro, senta indugio veruno soccorrerli I' n-
suraro. ( B}
OSCREGGIAMESTO. Lo usureggia-
re. Lai. usura, fenus, feneratio. Or. To-
«iJ; . /•>. Gioii/ Preil R. Immersi nei
tanto e tanto vietali usureggiamenti.
f USUREGGIARE. Fare usura. Pare
a usura. Lil. fenerari , fenon ilare. Gc.
Javsi-jEiv. Oli. Cora. Inf. II. 208. Si
se-nila, che chi usureggia offende nalu-
ra^ che i la bontà di Dio . E 16. 3o2.
Li subiti guadagni , che hanno fatto na-
vigando per lo mondo , e usureggiando .
Bui. E facendo violenza alla natura e al-
l' arie, sempre adoprano centra "1 prossi-
mo , siccome neir oggetto di tal disordi-
naaìone , usureggiando centra lui.
USUREGGIATO . jidd. da Usureg-
giare. "Lai. fenori dalus. Gr. oavii^Sii^.
Genti . Furono i primi danari che co-
niati fossero , e primi offerti , e primi u-
sureggìati . „ „
t USURlERE,eUSBRIEPO. Usuraio.
Lai. fenerator. Gr. oVvs.st/.';. Bocc no.'.
40. HI. La fante della donna racconta alla
signoria, si; averlo messo nell' arca dagli
usurieri imbolala. Can(. /n/. II. E perché
l'usuricre altra via tiene. Per s'è natura
e per la sua seguace Dispregia. Arrigh.
59. Rimproverimi tu, o usuriera , o ge-
nerarione di Demonio. Fsp. Pai. !\osl.
ì!^. Siccome 1' usuriere s' attiene al gag-
gio più, che alla semplice parola. M. I .
7. 4. Volle, arricchire il suo reame inde-
bitamente de" beni di santa Chiesa, e de- |
gli altri stranieri mercatanti e usurieri .
F II. 38. Gl'ingordi e disonesti usurie-
ri , che sotto colore di prestania sovve-
nieno i soldati di loro comune.
USURPAMENTO . L' usurpare . Lai.
rapina . Gr. àp-'J-'/llOi ■ Ciriff . CaU- .
Strad. Non si teneva ni; ragione ne giu-
stiiia , e allendevasi a tiranneria e usur-
pamenti .
* g. Usurpamento, per Uso, Usamen-
(0. Cai. Sagg. 59. Parrai che il neROsio
proceda tulio ali" opposito , cioè che lo
strumento sia diverso, e l'usurpamento,
o vero applicazione , sia la medesima a
capello . (fi Si
USURPARE. Occupare ingiustamente,
« Torre quello che s- aspetta altrui. Lai.
rapere , invadere , occupare , usurpare .
Gr àsna^eiv, aìfili, naTOcJaoeav^iv.
Bocc. no.-. 55. 4. Da quelli che mcn sa-
pevano di lui , o da' suoi discepoli , era
cupidamente usurpato, ranl. Par. l5. Il
coi popolo usurpa. Per colpa del Pa.lor,
vostra Eiustizii. F 27. Quegli ch'usurpa
U S U
U S U
'79'
in terra il luogo mio ec. , Fatto ha del
cimilcrio mio cloaca. Dui. iti: Usurpare
è non usare la cosa buona bene, rome si
dee e non pigliare la cosa buona con
buoio ordine . Pass. 33lJ. Chi presume
di volere sapere, o prenuDziare quelle co-
se che solo Iddio sa ec , usurpa e toglie
quello eh' è proprio d' Iddio * G.o.-.
Celi. lit. .■II/. l3. Escluso dal princi-
pato il legittimo erede Ercole suo fratel-
lo, e con6nalolo a Napoli, usurpo il do-
minio e l'imperio di Ferrara. (C)
* ^. Usurpare , tale anche Usure ,
Adoperare. Cas. Uf. Com. no. Laonde
non conviene, secondo il mio giudicio, che
in cosa nuova nome antico usurpiamo .
6<i/. Sagg. 60. Chiamasi il medesimo
strunienlo esser diversamente usurpato ,
quando senza punto alterarlo si applica
ad usi differenti. E cosi 1' "ancora tu la
medesima , ma diversamente usurpata dal
piloto per dar fondo, e da Orlando per
prender balene. (^Sj
* USURPATISSIMO. Superi, di L-
siirpaloj ma vale Usilatissimo.l.M. usi-
tnti.t.iimus . Gr. ^alisTa £i3i5;i'-vo; -
Salvia, l'ros. Tose. I. 56. «he il corpo
naturalmente debba essere schiavo dell a-
nima, e 1' anima la padiona, è cosa usur-
palissima a diie da tutti i savii. (*)
USURPATIVAMENTE, .-/.lerft. Con
usurpazione. Buon. Fier. 4. 4. IO. U-
surpativamente Davan falso di so credito
e nome.
3 USURPATO. Add. da Usurpare.
:;; -^ 1. Jale anche Usalo, Adopera-
to. Gal. Sagi;. 69. Egli dice che il tele-
scopio or lungo o"r corto si |'UO chiamar
il medesimo strumento, ma diversamente
usurpato. (ISSj
If 8. II. Per Solito. ■■ L<im. ani. t. m.
21. Da che ti piace. Amore, ch'io ritorni
Nell'usurpato oltraggio Deli' orgogliosa e
bella -■ l/IJ , , ,,.
USURPATORE, l'erbai, masc. the,
o Chi usurpa . Lai. inifljor . Gr. «=■
;:x|. Filoc. J. 125. Essi usurpatori so.
no dell'altrui cose. -V. F. "-To-
si mossone centra il Duca d'Osterich ,
come centra usurpatore delle loro ra-
"ioni. )lor. S. tireg. Il segnacolo si
pone in sulle cose, acciocch' elle non sten
tolte da alcuno usurpatore. Cavale. Lrull.
Ini' Molli sono usurpatori degli onori di-
vini.'■•.: ("nr. Fa. 9. 199. Incontro ai fall
loro Son anco i miei, che loi del Lazio
io de-"ia , Anzi del mondo , questi scel-
lerali^Deir altrui donne usurpatoli e dru-
USURPATRICE. 1 erbai, femm. Che
usurpa. F.amm. ■}. 72- ?<= per avven-
tura tra 1' amorosa tuil.a delle vaghe don-
ne , delle mani d' una io un' altra cam-
biandoti , pervieni a quelle della nemica
donna usurpatrice de' nostri beni , come
da luoso iniquo fuggi incontanente. Amel.
5j. Facendomi ne" loro animi ing.uslanien-
te usurpatrice de" loro amanti.
USURPAZIONCELLA . Piccola usur-
pazione . F.<p. ìang. Non si fanuo co-
scienza di certe , che appellano menome
usurpazionrelle d.-U' altrui.
USL'RPAZIONCINA . Usurpazioiicella.
Fr. Cord Fred. li. Sono, a lor vedere ,
ardito a rintracciare due origini di voci
nostrali. ( C;
U T
usurpazioncine di pò -
USURPAZIONE. L'usurpare. Lai. i<-
surpatio. Gr. xp-^'/r! . Maestruzz. 2.
3o. 2. Sacrilegio è una violazione del a
cosa sagrata, ovvero usurpazione. Borgh.
Arni. 45. Di qui sono già nati alcuni, e
possono gi'a nascere ogni giorno, uuom
errori , e usurpazioni di cose non sue.
# g. /•■ per similit. Salvia . Disc. i.
140. Questa usurpazione della prima let-
tera del nome incominciante da vocale so-
lila farsi dall' articolo 0 segnacaso, mi fece
UTELLO. Picco/ vasello di frra col-
ta , invetrialo , per uso di tenere olio ,
aceto , 0 simili , per condire. Lai. lecy--
thus. Gt. X/;zuao;. Bocc. nov. 96. 7 L'
altra, che veniva appresso, aveva ec. nel-
la mano un treppiede, e nell' altra mano
un utel d' olio, ed una faccellioa accesa.
:;: Snhin. Odiss. 125. Posero presso lui
camiscia e tonaca, E vestimenla, e diero
in aureo niello Liquid' olio. (N)
:S UTENSII.I . Quegli strumenti ,
arnesi e molali che vengono spesso ad uso
nelle case, nelle officine, e per lo più nel-
le cucine. Viv. Leti. Vom ili. 2. 16. Vi
spesi fuori e dentro parecchie diecine di
scudi in muramenti e restauri e serrami,
vi mandai utensili nuovi, e lo provveddi di
tutto . iC) Cor. ion?. scz . 43. Quanti
padiglioni dorati, e forniti di lutti gli u-
lensilil Quante tappezzerie da camera e
da tavola , e letti sontuosi 1 (.4)
UTERINO. Jdd. Appartenente all'u-
tero . Lai. iiteriaus . Gr. i>ii.oy'UzZfio: .
Lib. cur. malati. V artemisia ottima per
tulle quante le malattie uterine. Trall.
segr. COS. dona. Medicina per suffumigio
in tempo degli accidenti uterini.
§. Uterino, aggiunto de' Parli nati d
una medesima madre, ma di diverso pa-
dre. M. I . 6. 79 11 Duca di Brabante,
il quale era Tedesco , fratello uterino^ di
Carlo di Buemia ec, avea richiesto d' a
iute lo 'mperadore.
* UTERINO. Add. D' nlre, IT otre.
Fallo d' oire . Ar. Fiir. 44. 21- Astolfo
lor neir uterino claustro A portar diede il
6ere e torbido Austro: Negli utri , dico,
il vento die lor chiuso, Ch" uscir di mezzo
di suol con tal rabbia. Che ce. (JSS)
•f UTERO . Fiscere posto nel basso
ventre delle femmine degli animali mam-
miferi, nel liliale portano il feto.l.zl.u-
1 terus. Gr. ■/'■'"-r'F- ■^•■- ^"'"- 36- 59.
I In un medesimo utero d'un seme Foste
ì concelli , e usciste al mondo insieme . E
72 Che fé , come da Atlante udir pote-
sti . Di nostra madre 1' utero fecondo.
I UTILE che dagli autori del buon se-
I colo fu dello anche UTOLE. Susi. Uli-
.Jilh. Lai. uttlitas , compendium . Gr.
I wv')e.^,>""-5>é.K. .Salv. DM. Amie
I Lo Utile Ì! quello, coli' aiuto del quale
' alcuna cosa buona , e dileltevole si pro-
i caccia. Bocc. nov. 9I. 2. La quale ram-
, memoiarsi per cerio non potrà esser se
non ulde. <;. F. 12. 37. 2. E questo e
il 6nc de" tiranni di Lombardia, per trar-
re loro ulole delle guerre e dissensiom di
noi ciechi Tuscan. . M. I 2- 20- Rom-
pere pace al Comune di Firenze non tor-
nava in loro Ulole. =1= Fior. S. J-mnc. 147.
E .piivi non facevano utile a nulla fcioe,
non servivano a nienle). fi )
R Per Usura, Interesse. Lat. usura.
Gr ^avEidV. Bocc. nov. 71. 3. Per pic-
colo utile ogni quanlil'a di denari gli a-
vrebber prestata. E niim. C L. quali 10
,0-lio che tu mi presti con quello uti-
le che tu mi suogli prestare degli altri .
* larch. Star. 5. II 3. S avevano (le
somme) a rendere alle Chiese che pre-
slate r avessene ec. ogni anno la decima
parte con utile di quattro per centinaio
ocni anno. (C) ...
UTILE . Jdd. Che apporta utilità .
Profllevole. Ciovevole. Lai. ulilis, com-
modus . Gr «".eV/^ - ^■.'f'?=f°i -. ^J^'-
nov. 29. 5. Fatta sua f■^^eTe di certe
erbe ufili a quella infermila ec. , a Pari-
.( n'andò. Ano. 54. 2. Quantunque il
pronto ingegno ec. spesso parole presti e
I
1
«792
u T I
utili e belle, sccodiIo gli accidenti, a* di-
cituri y U furtuna aiicuta ce. E nov. ^^.
i^2. La cui vita jucora putrà più lu un
«li e&scrc utili.' A inonJu, che cealuniilia
tue pari nuu polrjQiio, mentre il nioodo
durar dee. A' /lOi-, 9^. l8- Come vile, e
più nuu utile, Dil mozzo dell;i strada git-
tata, da me fu ricolta.
t * §. I. Pur Secondo, Prospero. Te-
seid, 1. 20. TosLu fu fatto &uu comaoda-
iDCuto , E quindi si partir con util Ten-
to. (B)
*»- §. U. Utile, ioU anche .-Uto a ser-
*>tre. Servibile. Onice. Stor. 4. 38o. Pre-
ktìru cento cavalli la più parte utili. iLj
* §, III. Giorno utile, dicest Quel JÌ
i-hc in qualunque bisogna umana s'impie-
ga teranienlc e per intiero allo scopo Jis-
saio. / . GIOIi.NO, g. XX. ^V;
UTILEMEME. /'. UTILMENTE.
UTiLISSLMAMENTE. Superi, di U-
tdmcnte . Lat. utilissime. Gr. -/friitutù-
rara. Lib. cur. malati. Se ne vogliono
ulilb&ìmamcntc nella febbie.
UTILISSIMO. Superi, di Utile. Lat.
uttlissimtts ■ Gr. /^r,ci/ULWTaTo? - Bocc.
Conci. 6- Cbi non sa che ^1 fuoco è uti-
lissimo, anzi necessario a' mortali? Tcs.
Pov. P. S. cap. x3. Satiria temperata con
kucco di solatro è utilissima.
^* §■ K in forza d'' avs'urb. Af^n. Pand.
Mon potrai parlarne se non ulilissimu. { TC)
UTILITÀ* , UTILITAUE , e UTILI-
TATE, che da^U antichi si disse anche
UTOLITA', UTOLITADE.c UTOLl-
TATE. Pro, Comodo e Giovamento che
SI trae da checchessia. Lai. utilUas, com-
moditas . Gr. 6jj>e/£(0C , 73 cSpiftpo^ .
Bocc. Proem. 5- Si perchè più utilità vi
farìi , e sì ancora pcrcbc più \'i fa caro
avuto. K «oc. ^8. Si. La «jual sulo alla
propria utilità riguardando, ha cortei ce.
in esilio perpetuo relegata. G. /''. 8. 5.
3. Toncssc, che p<M' ulotità di sua anima
ciascun l'apa potesse riiiuaziarc il Papa-
lo. M. / . p- 102. Preso suo ritifreaca-
inento a utolità de' Bolognesi . Cr. Lett,
Conciossiacosacli' io considerassi l'eia mia
provetta, e 1* utilità cb* è nelle cose della
agricoltura. Macstruzz. l. 3?. Se già non
fosse niaggiiu e utolilà della Chiesa, o del
Comune, come dissi sojira, cr. Pr, iac.
jT. 2. 32. 1. Perchè iu ogni detto Si tro\a
ulilitate. =r Poi}* Mes. Concordarono tutti
gli anlichi maestri di fìsica nelle maf;nificbe
iitilitadi dello aceto squillitico. (J J
^ 5(. Per Usura , Interesse . I^arch.
Stor, 5. Il3. La romniission sua princi-
pale fu che lo tentasse ce. eh* egli ser-
visse la città per dodici anni, rhi ilice di
ilugcnto , e cbi di trecento mila duca-
li , con utilità di dieci per ccnt<j I' an-
no. (C)
•f * UTILiTAKE. .\eutr. e neutr.
pass. j4pproveCiiarsi, Approfittarsi. Sal-
vin. ituon . Pier. '^. i^. ?.3. A pprovec-
riarti , approfittarsi , utililare cou indù*
stria. Maual. lett. Mandar u corre lutti
i fior di cr. per utililarmene , con roan-
da^^li a vendere. (A/
UTILIZZMIK. i'rarre utile. Guada-
finare. Lat. lucrari. Gr. Jtl^oouvCiv.
UTILMENTE,*? UTILEMENTE. Av
%trb. Con utilità. Lat. uliltter. Gr. bujul-
fep9'v7t^ti. Pant. Purg. 23. Che 'I tem-
po» che 1 ' e *niposlo. Più utilmente rom-
parlir si vuole. 1/. / . (). a8- Tosa rude
volte usata per lo comune, ma utìlemente
lada. Coli. SS. Pad. lo so che tu »ui<gti
.dibandnnare utilmente i taniì tuoi , per
|>rovargti ■ Pass. 1. Uella penileuza vo*
lendu uliliiicntu v con iulcudimrni» srii-
vorc e dire, conviene ec. Pallad. Pebhr.
l8. Più agevole e ulileinenle to(;li lo ra-
diri «Icir ulivo, clic sono spesse volte per
le selve.
U T I
UTIMAMI-NTE. /'. j4. Avverb. Ul-
timamente . Lai novissime , nuper , po-
stremo. Gr. e:rt rciii, es^K^w;, Zz-rv.-
TOi . Cron. Mordi. 2^3. E uliiiiameote
vedutosi malato di pistolcnza ec. , da se
medesimo sollecitamente provvide , addi-
mandando tutti i santi sagramcoti. E ap-
presso: E utimameote iu presenza di lutti
e' s* accusò, come che malizia non avesse
usata ec-, aver tratto de' danari delle spe-
se, e messi in suoi fatti proprii ec. (così
nel testo a penna , sebbene lo stampato
ha ultimamente; P. Gio. Celi. lett. 21.
Ulimamentc ibicggicndo 1* olio santissi-
mo ec-, rendè l'anima a Dio.
UTIMO . /'. J. Jdd. Ultimo . Lai.
novissioéus, postremus. Coni. Onde que-
sta utiina spezie, siccome nemica de' vi-
UTOLE. P. A. f. UTILE.
UTOLITA*. P. J. r. UTILITÀ'.
i'^ UTHE. Otre. Ar. Pur. 44- 22. Ne-
gli utri , dico, il vento die lor chiuso,
eh' uscir di mezzo di suol con tal rabbia.
Che ec. ( Pe) Gal. Gali. b!\. La stessa fa-
tica ci vuole a mandar soli* acqua un
utrc pien d' aria , che ad alzarlo in aria
picn di acqua , rimossa pero la couside-
razion del peso della pelle, e considerando
r acqua e r aria solamente . (B) Chiahr.
canz. pari. 1. pag. lC3. ( Cerem. I73l)
In sul campo arenoso Gittò dell'aure av-
verse utri gonBati. (A)
L'TKIACA. Triaca. Lat. ihcriaca. Cr.
'scpiv./.x. Cr. 8 6. 3. Si coovenà forti-
ficar la virtù del sugo invecchiato , met-
tendovi spesso r ulriaca , o altra cosa .
Crou. Morell. 282. Usa il fuoco ogni mat-
tina, primachb cschi fuori, e piglia qual-
ihc cosa, secondo lo stomaco che hai, o
un poco di pane ce, o una pillola appro-
priala a ciò, o un poco d' ulii.ica ' anh.
Ercol. La teriaca, che noi chiamiamo u-
triaca. Mor^. 25. lOf). E lo sla^uoD dcl-
1 Ulriaca aprìc.
U V
UVA. Col primo V vocale. Frutto
della vite , del quale si fa il vùio . Lai.
uva . Gr. cta-j;w/>i' . Bocc. ^. 3- p. !\.
Coperte di pergolati di viti, le quali fa-
ccvan gran vista di dovere quello anno
assai uve fare. Vant. Pur^, !\. Jlaggiore
aperta molle volte ìmpruna Cou una for-
catella di sue spine L' uom della villa ,
quaudo r uva imbruna. G. P. 12- 49-
3. Guaito molto grauo e biade ne* «>ani-
pi , e uve uille vigne. (V. 4- 20. J L*
uva in due si divide, secondo Isac , cioè
acerba e matura. ,Soder. Colt. 2- Oggi i
Turchi piantano le viti pei cibarsi dell*
uva , cb^ e loro dalla .Maomcllana legge
proibito il vino. lied. Annot. Dittr. 5^.
La nostra uva di tre volle non fu inco-
gnita a Plinio. Buon. Pier. 4- -'»■ 25- E
d* o>si incetta, e vai, e zibellini, Datteri,
e uva passa.
§. 1. U*a de' frati . Lai. ribes offici»
narum. lìnctt. Pior. 5t). Quill» che oggi
è in uso pel ribes , che si tiova abln)!!-
dantc sul munto della \ erma , rhiamato
uva de' frati , benché nelle toglie %i sia
qualche diQcrcnza , nondimeno pensiamo
che si |H)Ssa usare pel vero.
•f §. II. U*a di volpe. S/fcsie d'erfut
puzzolente, buona contro la pe.(tc e con-
tro I veleni. Lat. 'Iierf-.i pans, *uva vul-
pina, *solanum tfiiadujolium baccifrrnm.
Lib. tur. malati. Impiasliavi si'pra le fu-
glie di-ll'uva di vidpe.
§. III. Uva .^piitit . Pianta spinosa ,
non mollo grande , che fi coviole simili
agli acini dell' uva. Lat. grossularia al-
ba. Dav. Colt. 189 Uosa) d' ogni torte,
gclsumioì, sparagi, uva spina, madrcseU
UVA
va, e simil gentilezze, piantali alla Luna
d* Ottobre eoo le barbe giovani , e ben
guvernati. Unno Ìl primo anno.
'^ S- '^- Assai pampani, e poca uva,
o simile, proverb. che si dice per espri-
mere Gran dimostrazioni, 0 profferte ^ *
pochi effetti, f . PAMPA.NO, g. ( C)
UVEA . Term. Anatomico. Una delle
tuniche dell' occhio del colore dell' uva
bruna detta talora anclu Tunica u^ea .
Lat. uvea . Cur. occh. P. S. I predetti
mali alcuna volta sì fanno oelI,i congiun-
tiva , alcuna volta nella cutoea , alcuna
volta neir uvea. Salvia. Pise. \. 327.
Se quella patte dell'uvea tunica, che co-
lorata Sotto la traspareule cornea alla no-
stra veduta si presenta, avrà nel suo aero
mischiato qualche poco di dorè, o di ca-
pellino ec. , io crederò che 1' occchio ne
verrà sempre più vago e leggiadro.
•f * UVEACLO. Add. iJi uva. Uveo,
Che ha color d'uva. Baldin. Poe. Dis.
alta /'. GIACINTO- Gioia, che, secondo
Plinio , depende dall' amatisla , ma è da
quella diversa, perchè il coloic nveaceo di
questa è più palbdo. (A)
UVEO. Add. da Uva, AppartenenU a
uva. Lat uveut.
UVERO . /. A. Poppa. Lat. uber .
Gr. ojS'jp. Amet. 24- Che gli uveri di
quelle t^D sugosi Di tanto latte , eh* 1'
non posso avere Vaso si grande , in cni
lutto si posi.
V g. Uvero, per Capezzolo della pop-
pa. Pallad. Giugn. 7. Kagguarda ti, che
tu vi veggi il favo l'a uve de* essere, e
nascere il re, il quale vedrai più lungo e
più in fuori, a modo di uvero di poppa,
che non son gli altri. : t)
'•.- UVETTA. Dun. tt Uva. Car. Com
36. (Quelle uvette succose che fasciano i
granelli , fanno vino. (FP)
VLI. Per Poi. P. VOI. §. VI.
UVI/ZOLO . Sorta d' uva salvatica ,
dUta altrimenti Lambrusca . Lat. vitis
siLeslris , tabnisca . Gr. 13 ei/i.:teìos
u/picx. .
a? VULCAMCO. Add. AppartenenU j
liticano, nel secondo signif.c. ec. (A)
•j- * VULCAMO. Add. Pi Puìcano.
Mens. sai. il. Venir io in Curici e cb*
io vi aneli e sudi. Per veder gonfio com-
paiir lo Striglia, O chi batteva alle vub
cauie incudi? (Aj
•f # VULCANO. / oragine che si apre
nella terra, e più spesso nelle montagne,
donde escono di tratto in tratto turbini di
fuoco, e m>iicrie ardenti . Bottar. Ixs.
Accad. .MoiiI.ign«- gettanti fuoco, che pri-
ma da' naviganti (HJitoghesi, e poi comu-
nemente dj tutti, Vulcani le appellarono
Cocch. Bagn. Vulcano vìvo, o gii estio-
to. (AJ
\L'LGAlt£ Sust. Idioma iorrenle del
paese, di CUI si tratta. Lai. patrtus str-
ino, \eraaculus. Gr. <''/X'-**^^^i '/lùrTA.
Bucc. Pit. Daut. 242. ^uetlu «mure •
ferma credenza di tulli , che fosse movi-
lure del suo ingegno a dovere prima, imi-
tando, diveoiie ditit<>re iu vulgare. l'ram.
Sact:h. nov. I ali. La brigata, che v'era,
r..vrcbbouu «oluto tagliare iu vulgaie.
VULGARK. Add. f elgare. Pi volgo.
LjI. vutgaris. tè GuiJotl. fleti. |. Opcr^
utilissima e necessaria agli Uomini vulva-
ri e indotti, r Bj
VLLGARE. /*. L. Pnx>lga.-r . Lai
ri"/f,Mri* , iulgair . Gr. òvi^toflijiiv
Morg. 5. 7. Facciagli azsa|*crc. Come per
tutto è vulgata la yocc Di questo cava-
lier , che tanto fece.
3:s VULGAHISSIMO. Superi, d» Fui-
gai-e . Aci". Art. ì'etr. ili. La calce di
stagno è vulcarissima nelle fumaci. (Cf
Uden. y'is. b. 10. Qui non pure biasima
il parlare abbìcUo , aia li fa scrupolo di
V U L
5Ìgni6e:irc il suo concetto con un piuvcr-
liio vulgarisainio. (fi)
VULGARIZZAMENTO . // vu/gahz-
Ziii-e .
VULGAIUZZARE. f'o/ganzzurc.
VULGARIZZATO . jÌ<U. da litiga-
ritsarr .
f VULGARIZZATORE, / erbai, masc.
Che, o Chi i-ti/^arizzn.
VULGARMh.NTIì. l oìv^armente. Lat.
i'uigo. Gr. xotvv;, :Tavor,^5v. JÌott\ nov.
79- l4- E questa cosa chianiiam vulgar-
mente 1* ainlare in corso . (>. g. 3o- I-
Le quali tutte »^ appellano vulgarmentc
guiddle&cbi. >S Otì/. Sist. 449 '^'J'"^ l'oi
ciascun pianeta si governi nel suo livol-
gimeuto n.irticulare, e come stia [uecisa-
nieiile la struttura ticU* oibe suo, uhe è
quella che vulgarmi-nte si chiama la sua
teorica, non possiamo noi per aiicoia in-
dubitalamenle risoUere. ( /'J
Ir VULGATISSIMO . Superi, di J'nl-
gaio . Petr. Uom. ili. 5^. Fu repuliito
figliuolo di Antonino Caiacalta , d' una
vulgatissioia meretrice, che sì cliiainava
Semianiìra. (f) Pros, l'ior. 6. 122. Parli
io segno di ciò (|uel ^ulgatiasinio prover-
bio, che '1 cane ahhaia alla Luna, perchè
pensa che sia una toila . (*) Geli. Lrr.
prol. Per dirla io p.ù brevi parole, e con
uo proverbio vul^atissimo, ec. (B)
VULGATO. /'. A. Jtld. dal verbo
T'uìgare. Lat. ci'iilgdttis ^ vulgatus. Gr.
oiaàpu)io J/Aìvo; . t. Ilice. Star. 1. ^la
piuttosto, secondo il vulgato pioveibio,
fabbricarli il [tonte d'argento. Jiuon. Fter.
5. 4* 3* ^u richiesto da me , d' alcuni
sciolti Manuscritti ([uaderni Qual fusse la
materia, che vulgata iNon la credei. •':■ Palm.
J'ìt. cw. Uh. 2. 52. In M anobio si tiuo-
va scritto, che in presenzia d'alqu.mti fi-
losofi tu quasi per derisione domandalo ,
quella vulgata quistiune , che spcsao per
motti si dice, ce. {JJ} Sfgit. Hed. Ansi.
88. .sta ancor bene sentenziare di co.se
che sieoo contra >cnteozie vulgate. {Fi j
VULGO. /'. A. llebc. Popolaccio.
Lat. vulgtis. Gr. ~).-7i^oi. /jocc. nov. 60.
23. E poiché pattilo si tu il vulgo, a lui
andatisene, con la maj^giur Tedila tlcl muu-
do ciò, che fatto avevàti, gli distupiirouo.
Pclr. caiiz. 48. 8. eh" or sana torse un
roco Mormorator di corti , un uom del
▼ulgo . Vani. l'ar. 9. Che torse parria
forte al vostro vulgo.
^- f. Vulgo , per ^tolttUtdine . Pclr.
vanz. 11.5. Le donne lagrimose, e '1 vulgo
inerme Della tenera etate, ce. (F)
VLLiNF.KABE. F, l. lenre. Lai. *•«/-
nerart , saucinre . Gr. tit:(u5Xìiv . t'r.
lac. T- 1. 6 3. L' anime vulnerando Col-
le false ^guardate.
•■^ ^'* O^g' più comunemente s' usa in
senso figurato, e vale Offendere. Magai.
Lett. Vegliare sopra di noi medesimi, per-
chè non et venga fatto dì vulnerar la vera
carila, credendo di pralicaila. (jé/ Sal-
vin. hneid. Itb. 8. Che doloiosa uuova
non mi vulneri L'orecchio. (Fj
t * VULiNERARIA. /'tanta nota co-
mune intorno ai torrenti , e nei luoghi
erbosi di col/inaj cosi detta xolgarmente,
per esser giovevole alle ferite recenti. (J )
:;- \UL^EUAlUO. Jdd. Terni, de'
Medici e Chirur-^i . Aggiunto di rimedio
the Contribuisce al risaldanieato delle pia-
ghe , e perciò detto anche incarnatilo e
Incarnante. (A}
VUL^ERATO. r. L. Jdd. ferito.
Lat. vu/iivralus. Gr. rpoièiì^ . l'r. /ac.
T. 2. 20 20. Aspre dauii e ree ferite ,
Vanuo a terra vulnerale. E 5. li. 4.
Poi vicoe come medico I^elP alma susci-
tata, ConlortaLi ed aiutala. Che sta sì vul-
ueiala. Bim ant. Guitt. £ del coi vul-
uerato eo porlo ìl duolo
Vocabolario T. II.
V U L
•f VULTURNO. JSome di vento che
spira dall' Unente equinoziale, da' Ma-
rinai chiamato Greco , perciocché vie-
ne di verso Greciaj J'orse quello che da'
Greci con nome composto Ju detto lÀiro
noto. Lai. J'ulturnus . Gr. ijpoz, ■ Tes.
Br. 2. 37. Ila di verso Tranioulatia uno
vento che secca tutte cose, ed è appella-
to \'ulturuo; ma li marinari lo chiamano
Greco, perciocché viyr^e di verso Grecia.
Alani. Colt. 3. 77. Per tar liirgo cam-
miao alle tulle acque , Che ci menan da
poi Vulturuo ed Ostro.
VULVA . /'. L. Orificio esterno dilla
vagina dell* utero. Lat. vulva. Gr. ucrì-
ùoc. Cr. iS. 7. I. Ha proprietà (l'appio)
ce. di far via agli umoii , e quelli allo
sU>maco , alla vulva e al capo altiaiie.
.l.'or. S. Greg. 4. 2. Peich'io nella vul-
va nou morii ? ,1/. Al.lohr. J'. J\\ 166.
Celidunia ec. vale a purgare il capo e la
vulva , cioè il luogo privalo della fem-
mina
f VULVARIA. Pianta di varie specie^
comune negli orli t e di cattivo odore.
Lat. vulvaria , atriplex , J'oetida . AJcnZ.
sat. 3. Ch" al tristo odore , A me par 1'
erba 1 he vulvaria han detto .
U>OLA. Lo slesso che Ugola. Lai.
uva. Gr. craj^u)/;'. Cr. 5. i4- 6 11 lor
sugo ( delle more J vale molto al dolor
della gola, e dello slrozzule, e dell" uvo-
la. E fium 7. Se si cuocouo coi vino, e
si gargarizzi, vale molto cootio agli u-
nioiì che discendono ali* uvota, e alla
gola.
•> L'UOrO. Copo. Salv. Jivert. 1. 3.
3. i5. Ma uuopo e nuovo , con due un
nel principio {comecché uovo e//oposiiÌ-
vessero anche assai vulie) ne* lil»ri di quel
Iiuon secolo si legge molto più spesso .
Fra Giordano . L' Agnello ucciso j quel
che sia non fa uuopo dire . E di sotto :
Ma quel che tu fai , In fai pur per te j
pur a (uo uuopo j non a suo. Che forse
polrem credere che il primo u pronun-
ziasse! o in suono di consonante, come si
profeta in vuole. (I J
* VUOTO . Jdd. Io stesso che T'o-
lo f J'otato . Segner . Mann. Ag. l. 1.
L' uomo qui detto vano, è l'uomo vuoto
di sapere, di scono, e d'ogni altio bene
(qui per privo, mancante. Lat. eipers ,
destituius). /, Licemb. i. 2. Con questa
( preparazione) dispensi la volontà, come
vaso vuoto , a partecipare quei diletti di
spirito. Bav. Colt. 166. Cavane il mi-
dollo, e cosi accanatalo e vuoto ( il ma-
gliuolo ) riraetlilo insieme , e ledalo con
buccia dì moro. lied. Vip. 1. 5o Que-
sti denti sono per di dentro vuoti, e ac-
canalati sino ali" ultima punta. Menz.sat.
1. Oh menti, oh cuori d* iulL'lletlo vuo-
ti! (ysj
* UUOVO. Uovo, V. L'UOPO, (l )
1* UZZA, Queli' aria fresca e. punge n
te (he SI sente per lo più sulla sera ^
nella notte, e la mattina presto. . C)
* UZZATO . Term. ih' Lottai . Che
ha stijfcienic o soverchio uzzo. {j4j
•'.i UZZO - Term. de' Bottai. Il rorpo
0 gonfiezza nel mezzo di una botte, u si-
mile. (J)
-1- g. Onde Dar uzzo 3 Levar a uzzo ,
vale l'ar che la bolle , il barile, o simi-
le , ivaìi con fjiù corpo , e sta assai pili
stretto da capo e da piede. (A)
UZZOLO. Ifcgola. .appetito intenso,
f oce bassa. 1.AÌ.. libido, cupido. (>r. s'~c-
Su/ju'a.
X
t X Lettera consonuntc che nella no-
stra linf.ua non ha luogo, perche ci ser-
viamo in quel cambtv di dut SS , come
X 1753
Alexander, ALESSANDRO; e alle volte
d' una S, come Exemplum, ESEMPLO,
benché molte volte si trovi scritto anche
ESSEMPLO. I\on può dunque alla no-
stra lingua servire, se non se forse per
proferire que' pochi nomi foreslieri che
cominciano da cotal lettera, come XAN-
TO , ptr isfuggire /* equivoco della pa-
rola Santo, o veramente per iscrivere
alcune parole latine usate da' nostri au-
tori , come EXABIiUPlO, EXPllOPO-
SITO, EXPROFESSO. ::• Salv. Jvvcrt.
I. 3. 3. 12. Lo X hanno i moderni nu-
mmi nel volgar nostro, come dalla pro-
nunzia , così dirillamente scaccialo dalla
sniltura. come tmppu aspiu, e discordan-
Ic lijlla natura delle UDsUe parole . (V)
E appresso: Questa lettela i, quando è
in VOCI (he noi prendiamo dal Ialino, ta-
lora in due ss , talora in una ec. , siamo
usati di liaaformarla. (B)
§. (Questa lettera serve talora per nota
del numero Dieci, l'ronichett. d'Amar.
35. Vespasiano regnò anni Q , mesi x. K
UO. Adi X. di Novembre uscirono tutti
i Fiorentini di Pisa , salvo quelli che vi
vollono islare a loro rischio. E i5q. Adì
X- Aprile, essendo all' assedio i Fiorenti-
ni e' Lucchesi a Pisloia, s' arrendè a palli
per fame, salve le persone, e disfecìousi
le mura tulle. Din. Comp. i. 2. Pisa è
vicina a Firenze a miglijt xl. ec. Prato
verso Pistoia a miglia x. Monte Accenico
^erso Bologna a maglia x. /Jorgh. Mon.
i83. E r oiigini ed occasioni che egli ar-
reca di queste 6gure, presupposte la pri-
ma cosa da lui per lettere , quale è che
l'v si pi-li per cinque ec, e così che lo
I si;^ni6<hi diece , per essere la decima
cousouante de' Greci, ec.
V
*t ■'•• V. Lettera esclusa dall' Alfabeto
italiano , toltone il caso di esprìmer la
Ypsilon , ad esempio del Cedi. Molli di-
cono \\)%i\(jnuc^ e volgarmvnte dicesi Fio.
(orliceli. Gram. lib. 1. cap, 1. L'V non
ha uso alcuno nella lin^ua toscana. (A}
-:- YNCA. Term. degli Storici. Titolo
degli Imperatori del Perù al tempo del-
la conquista di quell' imperio . Magai.
Leti. Sotto gli Yuchi aveva dilatato in
tanta immensità quell' Imperio, ec. (A)
*f •!* YPSILO>. Jpsilonnc, Y greco ,
I ssilonne . lied. Ins. 166. il capo ( di
questi bruchi ) aveva un cerio color ca-
stagno, lustro, e tramezzalo da un' ypsi-
lon di color giallo. (A,
7.
f Z. Lettera consonante, ed ultima del-
l' alfabeto Italiano , di suono mollo ga-
gliardo, e assai in uso appo t Toscani.
Ila due suoni diversi , o forse più , se-
condo gli accoppiamenti dell' altre lette-
re , colle quali eli' e collocata ^ ma due
sono i più principali e' più conosciuti, il
primo più intenso e gagliardo, da alcuni
detto aspro, e più simi-iliantc al primo,
clic abbiamo assegnato alla lettera S y ed
a noi più frequente , come PREZZO ,
carezzi: , ZANA , ZIO . V altro più
sottile e rimesso, chiamato da altri roz-
zo , da noi meno usato, e più simile al
secondo suono della S , come REZZO ,
ORZO, ZA«ZAliA . ZELO; onde per
distinguer la diversità della prcnumia ,
carallere differente le si vorrebbe asse-
gnare . posta la Tm davanti all' I , alia
quale seguiti altra vocale, vi fu chi dis-
se non raddoppiarsi giammai, e sempre
proferirsi evi primo suono detto dt so-
pra, come LETIZIA. ASTUZIA, AZIO-
NE , ORAZIONE, INVOCAZIONE. Vi
225
«79^ 2
ha pure chi continuo si sen'e di questo
emratU'rf raddoppiato, scrivendo LETIZ-
ZU, VIZZIO. Mo/ló in somma ne t sta-
to dftto da' noitri tiramaltcì. A noi pa'
rendo che m alcun luogo si proferisca
piti semplice, e pura di suono , altrove
con niafipiore empito e forza , cosi ap-
punto come l'altre consonanti , ahhittmo
usato nel primo caso di porre la Z scem-
pia, come VIZIO, LETIZIA, E(^UINO-
ZIO i nel secondo caso doppia , come
PAZZO. CAUROZZA , AMMAZZARE.
Dopo di se non ricete ninna dtll' altre
consonanti ne in principio , ne in mezzo
della parola. Avanti di se , in mezzo di
disione e in diversa sillahn, ammette li
L, .\ , H, come BALZO, LENZA,
SCHEitZO. Qitantiinfjne si raddoppii nel
mezzo delle parole , come tutte le altre
consonanti, siccome si è detto, iulluvin
non si sente t,'r,jii differenza di suono dal
pronunziarla doppia, o scempia j laonde
alcuni vollero clic non si raddoppiasse
inai. Noi però ahbiamo praticato di rad-
doppiarla sempre die s' incontri in mezzo
a due vocali, eccettualo se alla 7. seguiti
la I , che allato abbia altra- vocale.
Z A
* ZA, che anche si scrisse ZAE. /'. J.
Avit'rh. di luo^o. Qua. Tcsorett. lìrun.
II. 8o. Lo tPrio corre'» z.m', E 'I qu.ii-
lo va (li lao . Fr. Barb. aSg. 1^. GiUa
i gunrtli Sottocchio in %.\ e là . /'rane.
Sacch. nov. l\^. Come il cavaliero ode que-
sto ; za famiglia, pi^'lijte costui , |iìkIììi
la, piglia là; mea.ilejjli lutti a |idÌjz-
«o. (V)
t ^ ZABATTIERO. / . provenzale an-
tiifuata che vale Calzolaio. Pecor. g. 25.
n. 2. Urliauo ce. fu fijjliuolo d* un zakil-
licro , ma valente uomo iu e savio. (A)
ZACCAGNA . La cotenna dinanzi del
capoj onde diciamo : Tirar la zaccagnn^
tfunndo pre.to un ciujfb dinanzi , si fa
staccar la pelle dall' osso, la quale istac-
candosi fa scoppio.
ZACCAHALE . 7 . A Lo stesso che
Torcolare , Strettoio. Lui. tonular. Gr.
iiiva';. / olp. Mes. Si cuoce nelT acqua ,
ti jjoi si pricme nello zacrarale . /:," ap-
presso : Uirnuna forlemenlo, e poi prictnì
nello laccarulc.
•f* * ZACCARO . J oce poco usata .
Zacchera . Saiinaz. Arcati, egl. g. Ma
caa Uranio a lo non vaUer Iiaccari , ce.;
Furasti il capro; ei ti conobbe ni laccari.
/'- egl. 10. E si del fanjjo ognun s' ascon-
de i zarrari. Che la! più pule ce. (A)
ZACCIIEUA . Quel piccolo .tchizzo di
fango, che altri si ^ctia , ni nn, landò , su
per le f,'amhej al quale eliciamo anche Pil-
laci hera. Lat. lutum, aspergo lutea, ma*
cula ex luto. Gr. fìuvTtyyòi "niwoo?-
# Cecch. Prov. 30. ScIiizeo e zacchera e
quella (erra mollo, che andando ri salta
»u pi-r le calie, e su pei p.iniii. ff'y
§. I. f'iguratam . per Imbroglio,
Taccola , nel sigmjic. del g. Crou. Mo-
rell. 266. Ci sono molto ultro tacchorc ;
ma iu suslanza terrai a menlt* qiieslt» , o
non sarai rubalo cerlaniciilc. Cron. ì eli.
38. Venne in 'i'osiana, e lasrìonimi una
lat'cliera ilt pareci hi 6uriui j poi u'ando
in Vciona al kolitu.
3 g. IL /*ur figuratnm. si dice di
Qualunque cosa di poco pregio , .lìagnt-
Iella. Mofg. 18- 126 Poi speiie , mela-
rance, e altro xaeihcie. Laic. Par |. 1.
Non attendeva ud idtio » se non b leiior
Iv chiavi dclli! stante, dovi< eia il grano
e lo biado, a governar rolundó, por drllc
l'biucee , tur bucali , e simili laccherò.
%. \\\. Xacchera , rasiamo anche in
vece di Niente, l al. hilum, Gr yzj Moig.
ZAC
17. Ii^- Quel eh' io ho fatto mi pare
una zacch<»ra. -fi <• /i 27. 55. E SÌ faceva
tante chiarentane. Che ciò rh' io dico è
di sojira una laccherà n. f/lrj
§. IV. Zacchera, si dice anche a Pie-
cola quantità di sterco, o d' altra spor-
cizia, attaccata in sulla lana delle capre,
o delle pecore dalla porte di dietro; che
anche diciamo l'illacchera , e Caccola.
ZACCHERELLA. Dtm. di Zacchera.
Palaff'. 6. Dio non disse : egli ha pur
zaceherelie. * Cas. rim. 1. 18. E mill*
altre cosette e zarchercUe, ce. (B) Leop.
rim. 60 Rappallitinossi eun le sue vici-
ne, Dislribui ili molle zaceherelie , Insin
le brache a certe poverino. (Cj
t i'r g. /■; nel signiftc del §. IL Lor.
Med. IS'eiie. 22. Che non mi chiedi qual*
che zacehorella ec., O cinlolio per legar
gli siuffioni ? (•)
•r ZACCHERETTA. Dim. di Zmche
ra, nel signific. del §. II. Car. /tpolog
pig- 166- Venendo al jcslaiilc, lascerò che
queste zaceherelie di parole se ne passi-
no con la Volatica, esaminando la su-
slanza , i sentinienli , e la dottrina vo-
stra. (B^
ZACCIIEf'.OSO . Add. Pieno di zac-
chere Lai. lutosus Gr. Tttì'i.oiòrti. Bocc.
uof. 5.5. S. E per gli schizzi, che i ron-
zini fanno co' piedi, tulli zaceherosì.
t ZACCHERUZ/A . Oim. dt Zacche-
ra. Lor. Med. canz. 48 6- Alle volle un
pippiuncinu. Così qualche taccheruna (qui
nel signiftc. del %. li).
ZACCO.NATO. l'oce usata da' conta-
dini de' tempi del Boccaicio, della quale
o-^iji (* periluto il significato . Bocc. nov-,
72. (i. O sere , voi siate il ben venuto :
che andate voi laceonato per quoto cal-
do? J'arch. Krcol. 68. Alcuni altri han-
no zazzeato da questo medesimo verbo,
e alcuni Zacconato , la qual voce io non
so quello si voglia significare.
ZAFFAME.MO. / - Z'ilfare.
*\ ^ ZAFEARUATA.Cy/pd dato con
cosa intrisa 0 imbrattata di checihessia.
.Magai, part. I. leti. 22. io scaravento
un pennello intiiso di liiacra nella tota
di (]Uel cavallo che io sto dipiguendo , e
in una zjQardata eli* ei viene a dargli a
caso , ec. (^J
ZAFFARUOSO. Add. Imbrattato di
qualtisia lordura, Sporco. Palaff. 6. In
un guinzaglio cispi e laflardusi . / più
sotto: Più presta se', che non è al ca*
cari- La mogliera di zsflo zaffardoso.
ZAFFARE. Turar collo zafh . Ldi .
cnr. malati . BiNOgna «aliarlo diligente-
nit-nle, |>eiehè e' iitMi geni.i pillilo.
ZAFFATA Propriamente Quel cvlpo
che danno altrui talvolta i liquori, u-
scendo con furia in gran copia e allo
'mprvvviso j r SI dice anche defili odori.
Lai. effhiviuni , atprrsio. Gr. I/piuo;,
^coiv Ti 13 p.0 i ■ t'rauc. .^•acth. nov- ifiS- Il
modico non lasciò 1' orinale , ma diguat-
zandusi di qua e tli là, liilU l'orina gli
andò sul c^ipuctiu , oc. , r alcune zalldle
nella bocrn. Malm. 3. 17. Pervenne una
lattala a tuu Eicollrniu, Che fu per far*
lo quasi chir svenilo.
§. l'er metaj. trnitc. Sacch. noi-, 1S7.
Avendo pando d'in\idia con M. Hob ■•
bene , peiurcbè non era se min da dare
inlfale , un di innunti 11 molli gli diede
una tafl'ata. /'. nm. 21. Onde egli e i|iu,
e minacciando a-'prrggiw, E di talfale l4>.\i
mollo ri)rle . /ìuvn. t'ii r, l^. |. n. Che
tu por farci culle suo zan'.ilo In quello
istante rader allo indietro.
ZAFFATACtllA. J^ggivrat . dt Zaf-
fata .
ZAFFATO. Add. da Zaffare. Ltb .
cur. mnlatt. Dee rssrre tenuto in %a«i di
vetro ben turati e tuAuti.
Z A F
f ZAFFATURA . L' azione del Maja-
rej e la Cota colla quale si toff'a . Lai.
ohtttratio . Gr. y^y.y/io; . Ltb. ctir. ma-
iali. Tieni il liquore m vasi ben ser-
rali e lad'aii , e la lalEatura sia di lem-
plice fugherò .
•f !? ZAFFERÀ . Sorln di mistura ,
di cui il t'obalto è la base, e serve a
tigiiere il \-etro per lo più dt turchino .
Art. l'etr. yer. i. 12. La latlera ec. si
metta in una caxia di ferro a ioGaramare
nella fornace . A cap. 22. Si pigli once
sei di canierellu calcinato , e preparato
ec, e a questo canterello calcìiialo si dia
UD quarto di zafferà preparala. (*)
ZAFFERANATO. Add, tatto con in-
fusione di znjf'enino , Che t di color di
zafferano .
t ZAFFERANO. l'iUtU di color roas»,
che si trovano in numero di tre dentro
al f ore dt una cipolla detta Croco. Lat.
croci st'imina . M. Aldol-r. P. A. 18J.
Zafferano sì v caldo e umido nel primo
grado , e sonne di due niduierc: 1' odo
di quello che cresce in giaidini , o orto-
ra ; e 1' altro si è zafferano orientale , ec.
E questo colale laQeraoo si ha virtode di
conforlaie la fieholeixa del cuore e dello
stomaco. Burch. 1. 5. £ se OOQ fiuse U
gruogo e 1 ziàfferano, Non si Irovena mai
saggina in piazza. Bicett ■ fior. 72. Il
laHeranu, perche è multo io Uso de' sani
e della medicina , debbe essere sincero ,
dì buona qualità, e fresco. /: appresso:
Il zafferano , ohe ha mescolali certi iori
eialli , si conosce ali* odore, e raasticao-
dolu al sapore , e non tigne del colore
del buono lafferano. f-'ir. As. 322. Una
pioggia d' odorifera acqua con laiTerano
mesi oUta .
^ o- Zafferano, è anche il nome vol-
gare di due specie di Gabbiani . Qnello
che in Toscana è detto Zafferano ceneri-
no e il {.abbiano reale j l'altro e quel
Gabbiano che in alcuni luoghi d' Italia e
chiamalo t-avina. /'. GABB1A^0. (Aj
ZAFFE riCA, e ZALFETICA. Assa
fetida. Buon. Pier. 3. 2. 12. 'li gìurau
grau profumi , e dan laffelirj.
•f :.: ZAFFIRETTO Di'u di ZaJ/ir^.
Chiabr . part. 2. canz. 5ì. All' orecchie
due cerchietti D* ogni odor più 6a ri-
pieni ('ommettcaa due zaffìrelti Come cirl
puio sereni , E la gola era arricchita Di
più d* una tnarghenla. (A;
'■f ZAFFIRt» . i.emma che si trucca
alcuna volta dt color porfioriao , e dire-
ct Zajfiro maschio j altre volte di color
turchino , e dicest Ziajffìfo Jentmina. Quei'
la che meno Irn.ynaix, ed e più stmilr al
cielo sereno, e più stimala- Lai. sapphi-
ras. Gr. 'SOi.':x^npoi . ììoat. Purg. 1.
Dolce color d* oncotal lalliru ec. Agli
occhi miei licomincio diletto . /. par-
23. Onde si curonuva il ttrl zaffilo . Uri
qual il (ivi più chiaio »' inzaffila . /imi.
lii : Zaffilo « una {Mctia mollo preziosa,
di color eolosle- l clr. crnaz.^^ 2. Mura
eiau d' aLbaslio, e tolto d'uiu. D'avo-
rio uscio, e 6uoslre di laffiro. / olg. .1,'r.*.
Ileiipe porlo bianche dianmie tre, ftau-
menli di zaffiri , di giacinti , di bcitlli, di
gì anali , di snioraUli ec Jib / lagg. Il
suo lotto è adornalo di laflin , e la let-
tiera d' oi«. Cani. Cam. 2^1- Noi «b-
bi.im plasme .imetisle e turchine, Zaffir ,
lopaiii, dia* imi e grunati. .Serti. Slor. 3.
108. l'iotluie oc. i.)tlìri mollo chiarie fi-
ni - /:,' 7. 2(J3. Dodici anella , oe* quali
fosser legati laftìri.
9 ZAFFO. Juraceiolo. ì'érch, SUr.
10 327. I Pancialicbi erano ili scroìoaii-
do , che l'isloia •' a%r\a a spogliale di
lune le gras-r e veltuvaglie, infiuo a ca-
vare i laffi de' luii , e le canoiUc delle
bolli . Cirff Cui*' a. 45 Fu proprio
2 A F
come ir.rre il "fi" ^1 '■■>"• Q"-'"'" ^"■
cliclmo ril.io la ipada. Morg. 22. 101.
Va trailo .1 «»«'" •»"" '" "''"", •^°"
J«. Coli. ',2. Aveado sullo quc.lu luogo
accomodalo la caol.na .voUununc., .u vul-
U, p« caoali, o doccioni che dallo .affo
del lino ec. a duiUura coinspoodiDO so
pra il coccbiuiue delle liolli.
Ciri/?- fW.. 1. 2g Lk dove era 1 .Laido
co'Iuoi^ffi. i.^r^o,.. 2C. A,loUo, b.r.
ro. polUoniere e «affo. /<«•>'•■ f,"''- ^•, l'
«.Non cicae. eh- io morissi allo speda-
le. Ma mi e. affe..oDai seu.a aver male ,
Perch' io mi ci salv.n già dagli lalli. /. -(•
5. 3. E che UsbigUJ Zaffi, l'.rr., f«"'-
^''zAFFROSE. Criiopo. Lat. cn. (/...-
,nus ofl;c,n.n.,„. M- Aldobr. I. .N . gB.
Si le mescolate eoo alun.e di piume e cou
un poco di ps.lio , e dislemperalele con
unpoeod-atquadiollVone. L,h. cur.
malati. Lo laffrone ha virtù disoppda-
"+ ZAGAGLIA. Castone lungo dieci, o
dolci p.ed. /errato in .ima ^'" •«^";;;f
d'arme m alla, da n,n.,o. e ,la Uro. Alleg.
20. Se fra wgagUe e picche Lo posi, co-
me fan le genti ricche . Segner. Mann-
Avr 17 2. l'u <:">'" ""^ ^"" " P
squarciare , come GioaU.e con tre «ga-
glie squarcio quello d' Assalonne.
* ZAGAGLIATA. ( o/po d' zagaglia.
Jarch. S,or. 11. 345. Anguillollo colpi-
to d- una laga^liata nel petto da un ca-
valleggiere , cadde in terra seni aver ri-
cevuto alno danno. IL)
+ ZAGAGLIETTA . Dim. d, Zaga-
glia. Bem: Celi. Ut. l. IJ2. Stava la
! fare acconciare trincee cou una .aga-
glielta in mano. v ;„;j
ZAl^ETTO. Vim. di Zaino. Zihald.
Andr. Lo tengono riposto in qualche zai-
netto fatto di pelli.
ZAINO Susi. Sacchetto d, pelle col
pelo, che i pastori portano legato dietro
7lle spalle. Ar. Fi.r. .;. 32. Un suo ca-
pace «ino empiesseue anco Che gli pen-
dea.comc a paslor , dal Eanco . .lUig-
io. Sconosciuto slavei ne più ne nieoo,
Z-b'ApollioecoUaino i» sulle spalle Sles-
se fra noi guardando le cavalle. /7.-o„
Pier 3 I 2. I "llan co- forconi Col
faino i pastori. * Cor. Long. So/. Bag.
, va', tì Imparando dalla pecora amo-
re.ole'na e compassione, recatalasi in brac-
cio, e riposti i contrassegni nel laino, si
Tolse ce. l}ì' , , n -II..
* ZAI.NO. Add. Term. de' Cabale-
rizzi . Cavallo baio , sauro , o morello ,
il quale in nessuna parte del corpo non
abbia nes.<i,n pelo , 0 segno naturale d,
"TaIfETICA. I. ZAFFETICA.
* ZAMBECCnl.NO, e ZAMBECCO .
Sorta di naviglio, detto ancora i'aa-bec-
co. f. alla ooce STAMBECCO, §. ( )
•+ ZAMBEBLUCCO. Sorta di oeste
usata per lo pi,', da' T„rch,eda' Crec,
la quale e lunga e la,ga, colle maniche
sirene, e in ,ece d, baiero ha un cap-
puccio cosi targo, che pai coprire la te-
sta, anche quando .1 ir 1/ (iir/.<.«(e. lied.
D,tir. 38. Né mai nel più gran ghiado
„r imbacucco Nel lambeilncco. h Annoi.
iq3. Zamberlucco è una lunga e larga
v«le di panno colle maniche strette , la
quale io vece di bavero ha un cappuccio
cosi largo , che può coprire la lesta, an-
che quando vi è il turbante de Tur-
' j'zAMBRA. r. A. Camera. \-^\.cu-
hieulum. Gr. i.xr.aKT.'.v. •' Teseu^. X
qq. Fecegli dentro al palagio abitare, E
1^ una ricca tambra ritenere Facendogli
serrire a lor piacere. (IH L 3- 7» E^
Z A M
alla «ambia del signor n' andava. Per lui
servir, se nulla bisognava, llim. ani. Oi„lt.
r [t Ove sollauo lu corte. Ove poso lu
laiiibra. E altrove : O quaudu quando di
oiasnada a corte, E poi da coite a tam-
l,ra, amor mio, vegno . Fr. lac. J. b.
5. 2Q. Di margherite e perle Sara la ve-
ste ornala , La .ambra apparecchiata «1
Irapp
e baldacchino. Cinf- ("A'. 2
38.
E giunto io .ambra con grato saluto. In
pie si levò presto Alcaudiina. / ^ 110.
E mise il primo d" cs.nì tre agnati Da b.is-
so nelle .ambre e ne" cortili .llorg. 22.
235 E poi mangiato, in una ..uiibra van-
no. fJern. Ori- 2. 28. 58. 11 He la .am!.| a
dentro avea serrata, ChiTcompasno alcun
seco non vi vuole, i 3. I. l4- E nella
.ambra si serro soletto. Tutto di sdegno
ardendo, e di dispetto.
S Zamhra , diciamo anche ,1 Luogo ,
ove 'si 1 a del corpo j che anche dinamo
Cameretta. Lat. latrina. Gr. aj-sofeav .
Onde Andare a zamhra lale Cacare ,
.Imlar del corpo. Lat. egerere. Gr. =x»s-
^-■iv . M. Aldobr. 1 3. Ma quelli che
poco r usa, si lava lo stomaco, e il la
bene andare a .ambra . /. 1- y. ^e chi
avrà duro ventre, o pieno, che uou pò-
tiàe bene andare a .ambra.
ZAMBRACCA. 1 cmmuia di n.oado, o
file , e di poco pregio. Lat. miiliercula .
Gr. •/>'■»'■""•• i"*- 2"- "^'°" 1">'<";= '•"' .
lo fare, che ella mi piacesse, siedi 10 lei
non lasciassi per ire dietro alle lauti , e
alle .anibracche, e alle vili e alle cittive
femmine . E 212. Né io andava dietro
alle laiiibracchc. Lor. Med. canz JQ. i-
■tempre fu una lambracea. Col suo n.iso
pien di mocci . Cani. Cam. l63. Come
il vaso del latte è lutto pieno. Colasi, e
ponsi al fuoco, e vuole almeno Due pewe
bianche, benché molle sieno Zambraccbe
liaUCUe, ,jcucuv
che non han tal discrc.ione. Lasc. I inz
3. 3. Mi son pur voluta raff-Laonare un
poco : che volevi tu , eh' io paressi una
lamhracca?
ZAMOltACCACClA. Feggiorat. ,li Zam-
bracca. Cecch. Corr. 3. 2. Cl.e ti par for-
se ai favellar con qualche lambraccaccia?
All'g. Guardaleveuc pur, pazza gentac-
cia ," Di non v' imbettonir di zambrac-
caccia.
ZAMBKACCABE . Andare alle zam-
brocche . Ir. Cio,,l. Irci. B. Perduta-
mente s" ingolfano , e lascivamente lam-
braccano .
ZAMBUCO. Sambuco. Lat. sambncus.
Gr oit-r: . L,h. cur. malati. BoUl nel!
olio i Bori dello .ambuco. Menz. sai. li-
Che in luogo della milra ebbe una sec-
chia , Ed un aamhuco in pasloral suo
bacolo .
ZAMPA . Piede comunemente d ani-
mai quadrupede j e pur si disse^ d'ali,-!
ammali ancora. Lat. pes. Gr. :T!lv;. ' olg.
3les. Conviensi levare le zampe a gran-
chi , e poi lavale i corpi loio con acqua.
D Ciò. Celi. Vidilale, che l'orso gli die
tale della zampa , che gli scortico lutto
•1 capo. Beni. Ori. 1. 8. 68. Or d una
zampa ed or dell' altra mena Con tanta
furia, che si vede a pena. /?iirt/i. 2. IS.
E '1 gallo, come accorto. Te '1 prese col- |
le zampe pel c.uffello. Ar. I ur. 10. 84- 1
Vedi tra due unicorni il gran leone. Che
la spada d' argento ha nella zampa Buon.
Eier ^ 2. y. Che n piazza non son sla-
to pur richiesto , S' i' son 1' arruola for-
bice , O sono un porla, o vendo zampe,
o Uippa. , , . ,
8 ranto va la gatta al lardo, che v,
lascia la zampa, f. GATTO, g. XXIX.
ZAMPARE. Percuolere colla zampa.
ZAMPATA . Colpo di zampa . Bern.
Ori. 1. 8.67. E con pili furia a Rinaldo
rivolta, Con la man alta tira una zampala
ZAM 17i>5
« ZAMPEGGIARE. Calcar colle zam-
pe . Car. Long. Sof. 4. I cavalli ec. u
siano sciolti, e scapestratamente correo-
de. , pascendo e zampeggiando, gli abbia-
mo a questa guisa svettati. (.^Inij
ZVMPliTTA. Pim. di Zampa. Morg.
l3. 61. Disse n Pagano: egli è pa«o e
lunatico , E so quel che sa lar eoo la
zaoqietta .
ZAMPETTARE Cominciare a muo-
ver 'le zampe. Alleg. 271. Che zampet-
tando ancor non vanno alla panca. ìlalm.
6 18. Pur via zampetta, e fatto del cuor
ro. ea , Va calcando la sUada alla sicura.
ZAMPETTO . Pilli, di Zampa . Lib.
cur malati. Alcuni vi mettono il gras-
sume bianco cavato dalli zampetti de ca-
stroni e delle berbici.
Z-VMPILLANTE. Che zampilla. Lsp.
l un--. Tutto bagnalo di sangue larga-
meuìe .ampillanle dalle vene.
ZAMPILLARE. Cscir per zampilli .
Lat. piosiliie. Gr. UTzr.Sa-J . liane
Sacli. nov. 70. Danno su per la scala
dietro a' porci l'a dove il ""B"» P''' 1"'-
10 zampillava . X'oig. 19- 45- Vede Bel-
iram, che si cerca lu bocca, E 1 sangue
che di fuor giii .ampillava. I- ir ■ As.
274. Vi nacque un grandissimo fonte d.
sangue, e perciocché egli zampillav-a ali aria
ben ..Ito , molte gocciole ne caddero in
sulla tavola. Poliz. si. 1. 81. L acqua da
viva pomice zampilla.
ZAMPILLETTO . Piccolo zampillo .
Vo,.. ani. g. 2. 2. .Sotto una pergoletta
d, ■ el>,.mini, in mezzo della quale surgea
nno" .aiopaletto d' acqua viva, una lavo a
fu ordinata. Tass. Cer. l5. 55 E da
una larga vena e con ben mille ZampU-
lelti spruzzar 1' erbe di sulle.
e ler .sorta di easo di vetro da be-
re ReJ. Ditir. l^. Caral6ni, Buffonc.ni,
ZampiUetti e borbotlini Soo trastulli da
bambini. „ j^
ZAMPI LLl'O . Lo zampillare. Lsp.
p-ang. Per lo continuo zampillio del san-
^"•- ZAMPILLO. Sottil/ilo d- acqua, o
d' altro liquore, che schizza /uori da pic-
colo e anale HO, ovvero Schizzo d' acqua, o
.:, simili liquori. Lai. aqiia e sipUimculo
I , r- / 12 t i5. L acqua chiara
exiliens. G. I . 12. l- '•'.^ t „ .
sur-ea d' abisso con grandi zampilli. Bed.
/ ,^ nai 8c> Quando il cervo ha le corna
tenere, se gli siono tagliate ec, ne spic-
cia Il sangue in zampilli. Burck. I. q3.
E Bacco fé nel Po mdle zampd 1. -.- if
celi Jp. 229. Spessu iiTigherai le lor ra-
dici'. Prendendo un vaso di tenace creta.
Forato a guisa d' «n minuto cribro Che
i Greci antichi nomin'ar Clepsjdra Per
cui si veisau fuor mille zampilli. _[/-^
ZAMP1^0. Dim. di 7.a,npa . :• Lar.
Long. Sof 60. E quando la bestia alza-
va uno zampino , egli ritirava una gam-
'%'.' Tanto va la galla al lardo, che vi
lascia lo zampino; prove, b. che vale, che
I delilli reiterali sono finalmente puniti.
Lat. qui penculum amai , peni m .>"">;
Gr./:<V-^"' '=' 'VvJuvoyv «UT^i
=-a^E«-Ta.. /.GATTO, g. XXIX.
'' •+ ZAMPINO, yome che gli uomini
i della montagna d, Pistoia danno ad una
specie d, pino saLat.co, altrimenti de lo
liceo. Lat. piccapinus. Piceli, l lor. ^2.
Adulterasi colla corteccia della picea, det-
' ta volgarmente dagli uomo» della moo-
lagna di Pistoia zampino.
1 "zampogna. Sampogna. L'"- {^J"''-
' Gr. rJ.iyv C: 9 77 '^- Dee il gu«-
dalor de- porci avvcar le troie si , che
! raccTaoo oUi cosa al verso della zampo-
' .ma. Poliz. SI. I. 116. Tra 1 piedi ha l
?ane, e sollo '1 braccio tace l'na zampo-
-na ben di cento canne. Alam. Cir. 1.
1796
■ Poi destai
Z A M
lo selve Ira i pastori
Zampogne incullr e sctiiplicctte avene .
Serti. Star. x. [^i. Come pastorali tam-
pogDc cantavano e rarolavaiio . Demelr.
Segit. 78. Dove col ilistcndersi nel dire e
coir allungarsi par che egli imiti il suono
della zaiiipugoa con leggiadria . ^tllcg .
23l. E ià hordoue alla zampogna mia.
* §. Zampogna, iliiesi anilic ni can-
nello animcllnto , con cui fi ,là il fiato
alle cornamuse, e agli oboi'. fA)
7.AMP0G.NAHE. Sonar la zampogna.
Fr. Cloni. Preti. /!. I pastori, che dol-
cemeulc zampognavano. Morg. 7. ij. Pr;.
ma pensò d' appiicargli un siisorno Al ca
pò, e dir eh' al suo modo zampogni (ani
Uguralam. j.
t ZAMPOG.VATORE. Nerbai, masc.
Cile, o C'bi zampogaa.
ZAMPOG.nfETTA . nini, di Zampo-
gna . Morg. 28. l38. lo me ne vo pe'
l)osclii puro e soni Con la mia zampo
gnctta, che pur suona.
* ZAMPOGNI.NO . Dim. di Zampo,
gna. Znmpognetla. Pale. ììriail. Al tem-
po e 'I suon del dolce zampognino Per
più d' un'ora intorno al Tonte danzano. (.-Ij
ZANA. Cesta ot'ata, intessnta eli sot-
tili strisce di legno , che .terre per por-
tare e t<-nerin dentro diverse cose- Ceccli.
Corr. prol. Come son celli boriosi, che
hramano Di mostrar quelle helle zane al
popolo . Fir. nOi: 8. 3oO. Dicevan che
torrehijon la spera d' in sulle zane . I\
appresso .- Credete voi che le cose sien
legate in sulle zane? /inon. Fier. 2. I.
l3. Zane, vasi, orciun', faulelli /;' 2 3.
12. O belle zane D' aranci e di ce<lrali e
di lumie, ^falm. 3. ."ig. Una zana è il suo
scudo, e nell' armata Conduce tutta Nor-
cia e la vallata.
§. 1 . Zana, si dice anche la Ccst.i me-
desima fermata su due legni a guisa d'
arcioni , entrofi un picciolo lelticciuolo
che serte per culla, farch. Star. i5
01.^. 1 Pauciatichi avevano insieme più
di mille armati, e ogni giorno asfaltava-
no ora questo cislcllc ed ora quella vdla,
ammazzando tutti gli uomini sino a'I.am-'
Itìni nelle zane.
§■ II. Za la , figur.itnni. per Inganno .
yov. ant. lOI. Non pensando che ella
fosse zana , siccome era.
■è %- HI. Onde Appiccar zana, vale
Ingannire. ...Voi', ant. tot. Ha e:;li
appiccala zana veruna a Firenze, cme
qua ■» T (C)
S S- IV. Appiccare zane, vale lo stesso
che Appiccar sonagli , cioè Attribuire a
uno cose biasimevoli. Pataff". 6 Un car-
dcllctto egli e , eh" appicca zane
,*ì. V. Zana , per Zanninolo. Ceccb.
.Veri'iV. Che voi mandiate un zana, e non
andiate Aggiraod.i. /;,r,i,i. /.',,, a. I. 6.
lo mando un zana a 'nsegnarlo la zecca.
* S- VI. Zo/ir, dtconsl l'erti inni in
forma cii colare, lasciati dagli Architetti
per ornamento delle fabbri, he, o per col-
ioiarr in essi o tavole dipint , o staine,
Jìaldin. l oc. Vii. lAj
•e g. VII. Zone, diconsi nelle pr.itcrte
Quei luoghi cornavi, in cui si aduna /'
acijua nell' inverno, V che si secca al pri-
mo callo. (Al
t ZANAIUOLO. Colui che prezzo'alo
provvede e porla nllrui colla tana robe
per lo pili da mangiair l.asc. Spir. li.
6. Il zanaiu.il vale oro Salv. .''pia. 5 8.
lo ne voglio domandar questo lanaiuolo
l.asc. rini. 1. 7.6S. Vada il hordel Nar-
ciso, E naiconilasi Croco, Per. hi) I' un
lanaiuolo , e 1' altro cuoco , Pancld.on
presso a quello Che più della lielleua è
vago e hello.
/.ANATA. Quanlil'i di ehttchriiin, che
entri e empia una zana.
z k a
ZAMCA. Gamba. Lai. tibia. Gr. «v 'jin.
lìant. Inf. 19. Mi giunse al rollo Di quei
che si piangeva colla zanca. A' 34. Volsi
gli avea le zanche . Frane.
la tosta
.SVirc/( noe. 208 &' avviso colli denti Iron.
care quella zanca, la quale cosi forte mo-
lestava la donna Iqiii per similit.,ed in
tende di una delle horclie del granchio ).
h rini. 68. E '1 se, tir bianco non rileva
un frullo, .Se "1 cuore è nero, ed è torta
la zanca. Buon. Tane. 5. 5. Chi v ha
portati qui? C. le nostre zanche.
*t * g . Zanca, per liipiegatura o Parte
ripiegata delV eilremiti di una levn , di
una asta , o simile islrumento . Calli.
Framm. Par. voi. 3. pag. 38. Sicché
spingendo 1' asta maggiore A D verso A
F, hi zanca A E venga a urtare col ler-
mine E in un rampino G , dal quale pen-
da il peso P da esser alzato; il qual peso
ec. /■: 3g. Por essersi posto il braccio A
B quintuplo in lunghezza della zanca A
1^ , I' urto dunque del peso P ce. fA/
'f * ZANCATO. Adi. Ripiegato da un
capo. Galli. Framm. Par. voi. 3 pag. 38.
Per più chiara esplicazione slel mio con-
cetto fi^juro questa D A E esser una le-
va zancata sospesa nel punto A , dove
intorno ad un asse ee. F 44 Voglio che
trattiamo d'una siinii tromba, la quale
I.ivori coir istessa lesa zancata, privata e
libera dalle quattrocento libbre del pen-
dolo, ec. fA^
■' ZANELLA . Così chiamasi in To
sc.inn Ciascun di que' luoghi concavi
fatti a Iraver.to delle strade nfflnchi: esse
più /'ncilnienU si scolino , detti anche
/liscine/fui. fCj
■é ZANGOLA. Term. de' Contadini e
dei Pattori. Quella specie di secchia, ia
cui si dibatte il latte per fare il bur-
ro. (.1)
ZANNA. S.inna. Lai. sauna. Or. y)-:v'':.
Pal.ijf. 6. Carne di lupo la zanna del ca-
ne. (Ai,/. Metani. E cru.lele diri<ioe le
due zanno, l'oliz. st. 1. 86. P,en di san-
guigna spuma il cinghiai bolle. Lo larghe
zanne arruola, e '1 gufo serra, rjcrn. rim.
I. 5. E v' adopraron le zanne e gli arti-
gli. Ar. Fur. 3g. 52 Chi ha vi,lo toro ,
a cui si dia la caccia, E che all'orec. hie
abbia le zanne Bere, Correr mugghiando,
e trarre ovunque corre 1 cani seco, e non
potersi sciorre . Mnlni. 7. 5^. Zanne ha
di porco, e naso di civetta.
*t * §■ '-'"'• •'' zanna. Term dr' Met-
tilori . Zannare , lìrunire , Assnnnaie .
Maini. 2. 6\. Però che a guisa pni di
mettiloro Vole>a dar di zanna al suo la-
voro / qui e detto seberzevolnienle , e ,«"
intetut'- Il naturale adoperar dei ileati
che e Mangiare). (A)
•f ' ZANNARE. Adoperar la zanna,
Lisciar Colin zanna l' oro , l' argento ,
ec. Min. Mnhn. 11.5. Quoti ( nietlilori',
por brunire, o dare il lustro ai loio la
vori , si servono dei denti più lunghi , o
diciamo maestre di cane , di lupo , o di
altro animale simile ec. , e tal lavorare
dicono zannare, o dar di zanna. -.4)
t ZANNATA, azione, 0 Cosa da zan-
ni . lìaon Fier. 3. 4. .'j. Se tu credes-
si, stollo. Queste tannale a quel Ino In. ■
chieraio. 'e Bellin. l'tse. 1. l.'il. Vi so
pregare a compiacervi di slare a sentire
le mie ragioni , e far conio d" es.ere a
qualche commedia a sentir le fioltule di
quali he servo s' iorro, e passare il tempo
e divertirsi con le «annate di lui. /\ l'u).
Non son baie no, ni? zannate allrimeitli j
elle son delle solile nianil'alture dell' in-
gegneria dell' Altissimo, che fanno strase-
colare purché si badino fi')
* ZANNE.SCO /#,/,/. II., zanni. Dav.
Perd. rioq rap. ,35 Ma oggi 1 noslii
giovani vanno a questi Rctioriri Maneschi
Z A N
(il lai. ha; lleducuntur in scena» scola-
sticorum, qui Rhetoros vocantur )- (y)
•f * ZA.N.NETTO. Lo stesso che Zan-
ni, .■irleccbiiio, ìiuffoncello in commedia.
Iliton. Fier. 2. 3. ji. Con quel vestire
a scacchi , A lune , a grdli , a zanoelti ,
a bertucce. (A)
t ZANNI. Personaggio ridicolo di com-
media, detto più comunemente .arlecchino .
Tac. Dav. Post. ^So Mattaccini, o zanni,
o ciccantoni, che, come gb antichi Osci e
Atellaui, ancora oggi con gofEssima lin-
gua bergamasca , o norcina , e eoo detti
e gesti sporchi e novissimi ec. fanno aite
del far ridere, e corrompere la gioventù.
Cant. Carn. ^62. E zanni tutti siamo ,
Recitatori cicellcnti e peifelli. K ^63. Di
grazia udite un po' che ciarleria Insieme
fanno que' valenti zanni, llemetr. Segn.
67. Ma tali cose hanno più del zanni, e
son disoneste. / arch. Frcol. 328. lo non
voglio por qui gli esempli d' alcuni com-
ponimenti ec. per non parere di voler
contraffare in cosa non necessaria i zan-
ni. .Mnlm. 2 46. L' andare il giorno in
piazza a' burattini Ed agli zanni furon le
lor gite.
ZANNUTO. Add. Che ha grandi zan
ne. Ciriff. Calv. 2. !^'^. Zannuto più, che
mai verro , o cinghiale . lluon. Fier. \.
1. 7. Traiti dal volto quel teschio zan-
nuto. :;: Cnr. En. I. 517. O che gli o-
meri vesta d'una pelle Di cervier macu-
lato, o che gridando D' un zannuto cignal
segua la traccia. IFP,
•:= ZANZALA. /'. A Zanzara. Ca. ale.
F.spos. .\imb. var. lez. I- 3gO- lo cosi
veggio Dio ammli abile e laudabile nella
formica, come nell' elefante, e cosi nella
zansala, come nel cammello. (I ) Burch.
2. 28. Cimici e pulci con molli pidocchi
Ebbi nel letto , e al viso zanzale (C)
't J ZANZARA, e ZENZARA. Term.
ite' .\at. Animaletto piccolissimo volali,
le , che è molestissimo nella notu a chi
dorme, succhiando il sangue, e lasciando
il .tegno ovunque punge con un suo acu-
tissimo pungi-Aione. Lat. culex. Cr. xm-
v'jj'^. Dant. Inf. 26. Come la mosca ce-
de alla «atizara . Lab. 202. Se per forte
disavventura una zcnzara si fowe per la
casa udita , checche ora si fosse stata di
ntitlc , convenia che '1 fante, 0 la ranle,
o tutta l'altra famiglia si levasse, e co'
lumi in mano si inetleano alla 'ocbesta
della malvagia e perfida zenzara- Vii. SS.
Pad. 2 2.') Marasiglioini che tu. uomo
di lauta prudeuzia. Il dolghi di non avere
quel lume che hanno le inuscbe e le for-
miche e le teuaare . Car. Mail. son. 3.
Apposta, che sirn lutti in una frotta Le
zanzare e le lucciole e i mosconi, /'urch
1- ]05. eh' eran dalle zanzaie stali rut-
ti. Illeg. 8y. Quasi noltuina e magherà
laniaia. Lo iiiinaccia e 1' assale, fted. /-Isp
noi 8i>. .Non solainenle le mosche , ma
le lansare , i tafani , ed altri simil
prontissimi insetti che volano Tats.
Una zenzara zufolava intorno Per quel-
la dolre riva. /■.' appresto ; Qur>ta lieve
leniara Quanto ha solle mijiorc Della
farfalla ?
S Mellere una zanzara arila letta ,
Ugnralam vale Pire altrui casa chi il
tengn in cvnftì siane . o Jia da pensare .
lai. .tcrupnlum nlinn laitiere. Lasc. Si-
bili, fi. II. Tu m'hai messo una aanaara
nella lesta, che mi fa dubitare di quello
impiccalo di Flllignu.
ZANZARETTA , e ZENZAllETTA
Pini, di Zanzara, e Z-nzara. fase. rim.
Tal icnzaretta Aera Zufola inlucno , e
vola .
t ZANZARIEnE, e 7.|v 1
./mese fallo di tottdissm,
reale con chi si cuoprt « 1.
m*
rim .
i
Z A N
per ttifendcrsi dalle zanzare . Lai. cono-
ptrum, C,T. JtbJvwT^rov- ='= Sangall. /-j/».
Zanz- 20- Contro \v quali ( zanZtrre ) uà
l>cl riparo mi seniluj qut^-llo solo eH uni-
rò , che fu riln.>vatu ^nlicamentr' tlj" pc-
icatori dell" EgiUo, cioè a dire un buono
cjuurierc , che pcrlelLinicute circondi il
Ietto. CO
f? ZA>ZÀR1NA . Dim. di Zanzara .
l'rvnz. cap. caparb. Rontaavi mucuriue,
e moschcriiii ; Sunvi lumache , e ceulo-
gamhi, e anche Di Saol* Anton que' freddi
Porcellini. (C)
:? ZANZAnONE . Jcerescit. di Zan-
zara ; Zanzara grossa . Sangafl . Esp .
Zanz, 18. Se quei zanzaroni coìì grassi ,
che ronzano per le boscaglie sicn così
grandi, perchè sìeno d' una quarta razza,
o pure siano tali, perchè abbiano avuto il
nascimento da* ^ ermi più grandi, io non
saprei dirlo. (C)
ZA.NZAVEBATA. Saporetto» Salsa, e
simili, per condimento di vi^-andc. l'tircli.
l. 45. Zaozaverala di peducci fiilli.
ZANZERO. GiOi-ane da so/lazzo. Lai.
cina'dus . Gr. xi'vatoo? . Bocc. nov. 88-
6. Che vi piaccia d' arrubinargli questo
fiasco del voslro buon vin vermiglio, che
si vuole alquanto sollazzar con suoi zan-
«eri. E ntim. q. Che arrubinamenti e che
zanzeri mi mandi tu dicendo a me f
■f ZAPPA. Strumento di ferro Inrgo e
ricurvo, e con manico di l'gno, col qua-
le si lavora la terra, tirandola a se. Lai.
ligo. Gr. ^i'/eXÌt:. L'occ. now 21. 2. Sono
aocota di quegli assai, che credono trop-
po bene che la zappa , e la vanga , e le
grosse vivande, e i disagi tolgano óA (ulto
a' lavoratori della terra i concupiscevol»
appetiti. E iium. 5. Mi toglieva la zappa
di mano, e diceva : questo non istà bene.
Dani. Coni-. 65. Sarebbe biasimevole o-
pcrazione fare una zuppa d' una bella spa-
da. (';. 2. 20. 3. Le zolle tulle ai deb-
bono con martelli , e zappe dissipare e
roD^perc . jirrig . 58. Vienti fastidio di
volgere I.1 terra coli' aspre zappe? f'crn.
Ori. l. 25. 6- Or dfir ingegno ognun la
zappa pigli , E studii , k s' aSaticbi , e s*
assottigli ( ffiii per mrtaf.). Soder. Colt.
17. Si dee quivi tutto con la za|ipa , o
vanga minuzzare , e prestamente rilavo
rare .
* S- *• Zappa , sì dice anche Quell*
istrumento di ferro col quale gli zappa-
tori scavano le trincee e gli approcci per
accostarti al nemico senza ofjvsa. Giiicc.
Stor. Disegnando con numero grandissi-
mo di guastatori accostarsi alle hioceee
bastioni loro, e con la forza delle zappe,
più che coir armi insignorirsene. fCj
# §. 11. Zappa, dicesi anche li lavoro
stesso che si fa zappando. Gnlil. Tratt.
fort. 44- Air offesa della zappa, quando 'I
nemico avrà coniincialo a porla in opra ,
non pare vi resti quasi allio rimedio, che
i tiri che ficcano. E appresso .- L'oflesa
della zappa non si può usare, se non da
virino, (f'j
ZAPPADORE. / . ZAPPATORE.
ZAPPARE, lavorar la terra colla
stppa. hùl. fodere. Gr. Of vTTatv . /iocc
no*. 3l. 23. Molli di quegli che la terra
zappano , e ^uardao le pecore , giìi rìc-
chisj>imì furono. /;\p. I ang. Guardandosi
da zappare, e da vangare, e da tessere,
e da filare, e da cucire. Dant. Conv.ni.
Volete sapere , filandu e zapj andò , ciò
che Iddio con tanta prudenza ha ordi-
nalo ( così ne' testi a penna ) 7 Jiuon.
Tane. 2. 5. Purché la terra .sia lagora-
tia. So come ella sì vanga, z^ppa e feude.
E l^. 2. E cittadino , e noi zappiam la
terra. Seder. Colt. ^0- Diasi loro del li
lame stagionalo, potando corto, zappan-
do , e sp.impinjndole spesso.
Z A P
^ §. I. Zappare, vale anche Far opera
con la Zappa di abhattere i fondamenti di
un edifzio, di un bastione, o simili j Rovi-
nare. Lat. subruere. Gr. /.y.TopjTT Eiv.
Tac. Dai-. .4nn. l3 174- Fece dell' eser-
I cito iiuallro parti: una sotto le tesludiiii a
I zappar le trincee : altre a scalar le mura :
molti a lanciar fuochi e freccia con in-
strumenti. ♦ Cai. Tratt. fort. l^\. Il si-
mile farauno ancora nella cortina, quando
il nemico venisse per zappai la. \ Pe)
g. II. Zoppare , per similil. , si di-
ce del Eercuoteiv la terra colla zampa .
Per». Ori. 2. 4- 4'- Mugghiando esce e
zappando alla battaglia , E ferro e fuoco
con la fronte squassa . ^ ^tng, Ji/et. 2.
58. Intanto Eto e Piroo e gli altri au-
gelli Che senton della sferz.i il moto e il
vento , Si muovon , si raccolgon , si fan
belli, £ co' pie zappan lutto il pavimen-
lo. (DJ
§. III. Zappare in rena, o in acqua,
Jìguratnw. vale Operare inutilmente, .-If-
fatiiarsi in vano. Lai. in arena serere ,
frustra laborare . Gr. jj.y.'a.io~o-ji\'/ .
ylmbr. Eurt. 4- 3 1- Ben mi sapea che
'1 cercar di questo maUa^io era un zap-
pare in rena. •'.= Lnsc. Ccn. voi. 3- 3.
La seconda cagione è, perchè le persone
non possin dire che io faccia come mol-
ti, che molte composizioni a molli molte
^olle indirizzino, aspettandone premio e
mercede ec. , ma «masi sempre zappano
in acqua, e fondono in reiìa. (£j
g. IV. Zappare, per simtlit. , si dice
di Chi suona male, e con poca maestria
il cembalo , la .spinetta , e simili stru-
menti . Maini. 2. 52. Kannaccio inlaato
sopra la spinetta S' era messo a zappar
la Spagnoletta.
^ ZAPPATA. Colpo di zappa, a La-
voro fatto colla zappa . Soder. Colt. \g.
Ne' luoghi arennsi e deboli si lavorino
(le viti; avanti piova , perchè succino poi
meglio r acqua, e due vangale, o zappale
basta loro. (£)
* ZAPPATEllRA. Colui che zappa la
terra. j4llegr . 2^7. Infra gli altri puri
zappaterra , che la posseggon pel verso ,
uno è quel mio celebre Parri da l'ozzola-
lico. (I J
ZAPPATO. Jdd. da Zuppate. Lat.
fossus .
f ZAPPATORE, e ZAPPADORE. Ver.
bai. niasc. Che, o Chi zappa. l.al. fos-
sor. Gr. ct/£>iiTy;?. tib. Jwor. 9. Se
amore l.il modo tenesse , ciascuno uo-
mo, e villano, e zappator di terra, e po-
vero mendico , e qual fosse , potrebbe
Io amore della reina acquistare, l etr,
canz. g. 2. L'avaro zappador 1* arme ri-
prende. Era ne . Sacch . rim. 7. Rivolto
aveva il zappator la terra , E poi risec-
ca era sul duro colle. j4lam . Colt. x.
12. L'inviltu zappator l'arme riprenda.
Poliz . st. 1. 54. Già il rozzo zappaior
del campo sgombra, E già dall' alle ville
il fumo esala.
''' § Zappatore, dicesi anche Una spe-
cie di soldato che serve principalmente
per zappare . (al. Tratt. fort. 44- A-
vendo 1" inimico iuroniincialo a penetrar
dentro alla muraglia, ec. le cannonieie
ec. ficcheranno nelle aperture, e facendo
schizzar le pietre , molesteranno e scac-
cieranno ì zappatori. ( I ej
ZAPPATORELLO . Dim. di Zappa-
tore .
•■^- ZAPPATURA. Terni degli yjgri-
coltori. Jl zappare, e II tempo in cui si
Z'ppn. (J,
ZAPPETTA. Dim. di Zappa. Stor.
J'(crb. Avendovi trovalo una zappetta e
una vai. goccia.
ZAPPETTARE . Leggiermente zappa-
re . Cr 5 19. 9 Questo arbore ec. sì
Z A P
1:97
dee spesso zappettare , e ingrassare con
abbondanza di letame . J^av. Colt. 190.
Acciocché il fuoco duri, e la terra riscaU
di , zappettala , e , se non piove , annaf-
fiala .
■j ZAPPETTINA Pim. di Zappetta.
Ltb. cur. malati. La radice sia cavala
dalla lena con una zappettina di legno.
E appresso: Ponga mente che la zappet-
tina non la intacchi
ZAPPO^AUt:. lavorar col zappone.
^.' ZAPPONIELLO . Piccolo zappo-
ne. (li)
ZAPPONE . Sorta di zappa stretta e
lun-a .
f ZARA . Ciuoco che si fa con tre
dadi. Dant. Eurg. 6. Quando si parte *l
giuoco della zara. ( olui che pei de si ri-
man dolente. But. tvi: Questo giuoco si
chiama zara , per li punti divietali, che
sono rn tre dadi , da sette in giù e da
quattordici in su j e però quando veggo-
no quelli punti , dicono li giocatori zara.
Ott. Com. iurg. 6. 74- 1" ''^ dadi si è
tre lo minor numero ihe vi sìa ; e non
può \cnir se non in un modo, cioè quan-
do ciascuno dado viene in asso j quallro
non può venire in Ire dadi se non in un
modo , cioè 1" uno dado in due , e due
dadi ìu asso; e perocché questi due nu-
meri non possono venire se non in uu
modo per volta, per ìschifar tal fastidio,
e non aspellar troppo, non sono compu-
tati nel giuoco, e sono appellale zaie , e
sono nell* estremo numero. _Toi-. ant. 5.
2. Appresso mangiare quali presero a gìu-
care a zara, e quali a tavole od a scarchi,
o ad altri diversi giuochi. Ar . sai. 2.
Pensa che la cara Tua libertà non meno
abbi perduta, Come gìucata te V avessi a
zara, .-illeg. 226. Poiché la corte è simi-
le alla zara. Dove chi sta a vedere ha pìi'i
diletto , E chi vi giuoca men , quel più
\' inrpara .
g. 1. Zara a chi tocca , o Zara all'
avanzo, proverò, the vagliano: A chi
ella tocca , suo danno . Pataff. 10. Zara
a chi locca, i' ho volo il borsello. Alleg.
89. Zara a (hi torca, e chi 1' ha per mal
si scinga. Morg. iS. l37. rvè vo' che lu
credessi eh" io mi curi l ontro a questo ,
o colui; zara a chi locca. Bcrn Ori. 3.
6. 19. Guardatevi, Pagao . che vien la
morte ; Zara all' avanzo , ornai non ci è
più giuoco. ■•• Car lett. 2. 128. Or datevi
dentro, e zara a chi locca. (Cj
g. II. Zara, per Pisico . Tac. Cav.
Ann. l5. 205. Ned ei mctte.vse a zara la
sua gloria iu tauli anni acquistata. Disc.
Cale. 29. Perchè venendo alle mani del
suo datore, senza zara d' alcuno innanzi,
le potrà, pigliandola, dare io qual modo
e iu qual verso ben ^li verrà-
f * ZARO. V. A. Zara, l'.im. Ant.
7'cmnìaso da I aenza 2. 255. Io voi ,
amore, lu nome ba falluto. Si come nellu
giuoco dello zaro. (I)
ZAROSO . Add. Che ha zara , Sotto-
posto alla zara. Risicoso, hzl. fortunae
subiectus . Gr. 'ZjX^'F^^ » zivò^v&jJt;; .
/->. Cioid. lied P. Que^ti rotali affari
ènno mollo zarosi , e pieni di pericolosi
avvenimenti. Tac. Eav. Ann. l. 6 A-
verli con la parie de' carichi impostagli
insegnato quanto ardilo e zaroso sia reg-
gere il tulio.
ZATTA. Sorta di frutta, della figura
e del genere del popone, ma colla buccia
bcrncccolutn. Lat. melo tubercuhsus.
ZATTA, e ZATTIRA. ^'ave fatta in
fretta . Lai. navis ruJinientuni , rntarin
navis. V Beuib. Stor. 8. 11 5. E zattere
di nave si tessevano. /:,' II. 162. Vello-
vaglie ed arliglicnc nelle zalle per l'Adi-
i:e da Trento n:jnd.ile (I j Cuiec. Stor.
4 228. Trattava che 1' esercito sì ^ol-
«?fl«
Z A T
tasse sul.iio conilo a' Veociiani «e. spe-
rundo eoa le barche , e con gli uomini
penti di quellii navigaiionc ec. e con le
lallc cbc essi fil.lirichercbijcro, poterla on.
primere. (l,) "^
ZAVARDAIIE. Sculr. pass. Inza^ar-
■tarsi. Ulto,,, lu-r. J. :), g. £ cbi va a
tavanLirsi di senojtia.
t ZAVOHUA . Ghìam mesco/ala co„
rena, ed anche altra malena pesante che
SI mette nella tentina della na>e per far-
la immergere quanto t necessario nell' a-
equa , e renderla pi!, slalulej Savorra .
Lai. saimrra. Gr. sp^a . Rucell . Ap .
2J5. Come se fosser navi in meno l'uu-
ile, Cile 'I peso rcrmc lieii della lavorra
Lar. Med. canz. Le cose prciiosc e la
"voria. r.ed. E,p. „at. 66. Le «lu ec.
■ngbiouono queste pietre, le quali scrvon
loro e per cibo e per .av.>ria contro V
impelo de' venti . E Annot. Ihlir. 2o3.
Prendendo la iiielafora dalla lavorra, con
cui si caricano le navi.
§. Per similil. per llolgia di terreno
arenoso e sterile , quasi Henaio , il dis-
se Uant. InJ. i5. Cosi vid' io la settima
xavorra .
>■:■ ZAVOURARE. Term. di Marineria.
Mettere la incorra nella nat'e (A)
■■' ZAZZA . l'at.ip: 1. E„b ,„i nurta
broncio, e non ha lazja (questo vocabolo
dal Lomentatore st ha per primitivo d,
Mazzera: forse potrebbe essere sincopa di
Zazzera ì. {*)
ZAZZKATO. Add. Voce usata da'
contadini de' tempi del Ùoccaccio . della
quale oggi si è perduto U significato .
Mocc. nov. 72. 6. Andando il prete di
fitto meriggio per la contrada or qua or
la raszcalo, scontro Bcntiv,-na del Mai.
»... Inrch Kr.ol. 68. Alcuni altri hanno
tazzcalo da questo medesimo verbo, e al-
cuni zacconato ; la qual voce io non so
quello SI voglia significale.
ZAZZEIIA . Capellatura degli uomini
tenuta lunga , al più, infiao alle spalle
Lat. crt-^ancj. Gr. «o>>i". ti. y. 7. ,3o.
i\- Si lisciavan I come donne , e pcttina-
vausi le laizcrc . C.uid. a. Biondo fue
nella chioma, sicché tutta la sua tanca
icmbra.a splendore d' oro. francSacch.
rim. 5j. Con vestimenti strani , Zaizei e, 1
e cape- piani. E noy. 2. Avca per con-
suetudine ogni anno al tempo de'cedcrui I
con una sua tauc.a pettinata in cuffia
niettcìsi una lovagliuola in collo , ec. E
nof. 6. Sempre pellinalo andava in lai-
tera e in cuffia. In. l'ut. ,4. Vedevasi
il centauro orrido e torvo , e alquanto
lotico, colla zaiicia rabbuffata, colla co
tcniia scabrosa. Bnrch. 1. 5o. .Non i.eu
«ar che la laizera ti cresca.
* §. I. l'cr la f.iiiba del leone. I.aic
i\rt«. a. .IG. Zai.eie di leon , becchi d'
uccelli E pelli di icrpcnli e cuoi d' or-
so. (Brj
* §. 11. y.aszrra. Term. de' Cartai.
IJiielle duugiiaglianze clic sono nelf ,-.
tlremilà di un foglio di carta . I 1 )
ZAZZEllACllA. Peggiorai, d, Z.iz-
zcra .
* ZAZZLIIATO . AM. Che ha zaz-
■-era . Cai: Slracc. prol. Qu„' laucrati ,
con quei nasi (orli. fBr)
t * ZAZZEilETTA. nini, d, Z.1--
icivi Chiahr. p.,rt. 2. Ve, ,„. ao. Una
bionda increspata laucrctla Per diligon-
ic man di buon barbiere Con suoi luo-
ebi e suoi ferri ce. fA)
ZAZZKIIINA. Dim. di Zazzera. //„,-,.
'<oi'. 88 4 Con una laaieiina bionda, e
per punto . venia alcun pelo torto avervi
ZAZZEIll.XO Din,, di Zazu-raj ziz-
trra piccola, Zazterina. * Car. In. la.
177. Dammi che '1 cor|Hl «llerri , e ù
cor.ua Uiscbiodi, ec. Dammi che '1 prò.
ZAZ
fumato, inanellato. Col ferro allorcigliato
lacerino Gli scompigli una volta, e nella
polve Lo travolga e nel sangue. ( B)
§■ Z^zzerino , st dice anche Colui che
porta il zazzerino.
ZAZZERO.NE. Zazzera grande. Fr
'■lord. Pred. K. Giva burbanzoso . lai-
loruto di lun^o e intrigato laucrone .
Iluon. t-ier. 2. I. io. Bel vecchio, bel
barbon, bel .aiierone. Bella e grave pre-
scnia Di mercaUnle.
§■ Zazzerone, s, dice anche Colui che
porla lo zazzerone; e figuratam. si pren-
de per Uomo di costami all' antica .
Cen/j. lìonz. 3. 7. Questi lazaerooi vor-
ranno Far le cose cogli ordini. E Core
5. 8 Non sa' tu , Ch' un di questi lat-
teroni riipo.e A Carlo quinto: inesier si.
larch. Slor. ,,. afiS. D. maniera che co-
loro che lanno altrimenti , son tenuti no- I
mini all'antica, e chiamati, per beffarli,
dalla xjucra che e' portano, zaiicroni. '
ZAZZEHUTO. Add. Che ha zazzera.
Lai. capillalu.1 . Gr. >fjiZlìt,u.ùj . fr
Cloni. Pred. B. Giva burbanaoso , .ai-
leruto di luugo e intrigalo Miaeroue.
Z E
J ZEBA. Capra. Lai. capra. Gr. Ke'£
/?«"<■ Inf 3a. .Me' foste slate qui pe-
core o zebe. Ar lur. 39. 71. Che,, lo.
ve del tiranno utile appare , Sempre i:
in conto d. pecore, o d, zebe. Cnn.
CaU: 2. 55. Ipomedonle, che non «uar-
Jozcbe. E 2. 03. .Non v'é altro che
spine, sterpi e ciottoli, Ch' a fatica v'an-
urien le zebe e i cuccioli.
* ZEBHA. Term. de, .Naturalisti. A.
nimale quadrupede . che ha le oi-ecchie
corte e r.tu-j il corpo bianco, con fascio
oblique baio-scure j la chioma al collo
corta j alle fattezze rassomiglia al mulo.
all'Ila nell- Affi-ica meridionale e nel Ca-
po ,U ISiioaa Speranza; è velocissimo
■ Il e ,„ truppe, e difficilmente si lascia
ttomare. ( It j
* ZEBÙ'. Bue da soma africano, co-
si .letto perche somiglia al bue, sebbene
non eccella m grandezza quella d, un
vitello Ila una piccola gibbosi/;, sul
•torso . Il suo pelo i otiremodo liscio
ro.'tl)'" * *"""'" ' ' ''' ^''•^•° """■
ZECCA. Luogo dove si battono le mo-
nete. Lai. ofltcina monetaria. Gr. «o./u-
,e»«T.-iov. 0. I. ,a. Ì2. 2. I soldi un.
dici e danari dicci de' delti grossi pesa-
vano una libbra, e soldi undici e danari
otto ne reudea la zecca. M. / 7 4,
Fecioiio puntellare e tagliare da pii" ,i
nobile palagio e la torre della moneta
ov era la zecca del Comune. ('„„,. Cam.
sa. Woi tagliamo ogni moneta Tosa , o
lalsa che SI trova , Che la zecca ve la
vieta, E tagliando a noi oe giova.
S- A',0,0 di zecca , 0 Uscito allora
III zecca, vale InteramenU nuovo. Alleg
aoi. Ma a le dare' un grosson nuovo di
zecca. /.i,,.ch l. 2\. E Ire lornesi Usciti
allotta allotta dell.i zecca . .Salvia. Pro,,
iosc. 1. 35o. Questo affé, che mi giu-
gn. nuovo , e nuovi , come si dice . di
zecca .
1 1 ZECCA. Insetto che ha olio gambe ed
e senz' ali, ,1 quale s' attacca ad,lo,so a,
cani , alle volpi . e ad alti; ammali, ed
ing,-o.,sa per succiamealo di sangue. Lai
'■•cinus. Gr. «;>a tu». * Bed l,„. joA '
IN elio stesso modo è disegnala la Zocca
del capriuolo e della tigre La .crea del
leone ha per appunto la sle.sa figura di
quella della tigre, solamente Del colore
ec. (B/
* S- E figuratam. .. Palaf. 7. Zecca
puliU, che vai pur nicchiando Bunh.
Z E C
a. 75. Beo se' addosso a Marzocco una
zecca ... (Br;
t ZECCHIERE, e ZECCHIERO. Chi
soprintende alla zecca. Chi lavora nella
:ccca. Benv. Celi, fu ,2. ,5. , f„^
poi erano pagati dal zecchiere. Car. leu
1 170. Avendo inleso dal sig. -Niccolò
che Sua Maevti v'ha fatto general zk.
chiero del regno. E 2. ail. Buon, p.r-
le d esse si trova ora io niaoo del lec-
chiero .
t ZECCm.NO. Moneta d- oro d- alcun,
principi d' Italia M valore d, circa quat-
tordici lire Toscane. Tac . Dav . l'osi
430. 0«gi in zecchini , scudi , pu.ue
ducaloni se n' è Ha la gloria di ,i bel
nome, larch. ■<„oc. a. 1. Questo frc-
B». che tu mi vedi cosi grande a tra-
verso al viso, non mi fu fallo per altro,
se non perché non volli accettare dugeoto'
zecchini d' oro, che mi mandava uno de'
primi gentiluomini di quella città , lutti
contanti. //„„„. f,^^ ,, /„^ Vanno in-
filzando paroletle e ciance. Per barattar-
le a piastre ed a zcccltiai.
ZEUOARIA Lo stesso che Zellova-
rio. Lai. zedoaria. Tes. Pov. f. S. cap
9. Anche zedoaria masticata a digiuno e<Ì
ingbiollila, toglie lo dolore del ventre.
ZEFFIRO, e ZEFIRO. Aome d, ven-
lo occidentale, che particclarmente spira
nella primav, ra. Lai. zephjrus. Gr. li-
fu;o,-. Bocc. g. - ' <■- ~ •>
Bvcc. g. 7. fi„_ ì, ZeSito èra
levalo, per Io Sole .he al Ponente s'av-
vicinava Anni. lì. E a zefiro soavissi-
mo fra le nuove foglie senza sturbo fu-
ron lendute le fresche vie. L'ani. Par.
la. In quella parte, ove surge ad aprire
Zcffiro dolce le novelle fronde. Pel,' son
aey. Zeffiro torna, e 1 bel lempo rime-
ua. Vegez. Il pr.ncipalc ( vento J di Po-
nenie o zeffiro , ed ha dalL parte riti.
Lippis , ovvero Affrico. Poliz. st. l. a5
Z'.firo, gii di bei fiorelli adorno, Avea
da iiionli tolta ogni pruina. E 77. Zefi-
ro il prato d. rugiada bagna, S,«rgen.
dolo di nulle vaghi odori. Bern. Uri. 2.
I. 4- Zefiro apre la terra , e la riveste .
/me. Man. uni. 3^. Siccome nella lie-
ta primavera Zefiro par eh' in ogni iiarte
spiri . '
t ZELAMI^A. .iorta di miniera di Zin-
co . dalla quale pi,', loniuaemeair cavasi
questo metallo . Lai. calammaris lapis
Art. letr. .Ver. 1. 20. L'orpello ce.,
come beoissimo si ,a , e rame che dalla
zelamiiia vico l.nlo in colore simile all'
I oro; la qual zelaniina non solo tinge il
rame, ma inroi pillandosi seco lo aueu-
I menta assai di pe.o ; la quale auguroeo-
taiione gli di un coloro ec. che • cosa
mollo vai^a «la vcJ.Te.
ZELAME. ./,/./. Che ha zelo. Lai amo-
re lìagrans, sludiosut.amaas. Gr. ;■;>»>.
('<ivu/c. Med. cuor. Per questo SI mostra
ciinie sono poco zelanti e amici .l' Iddio.
E Fruii. l,ag. .\oo H'Iaiiicnle gli ripre-
se, ma eziandio con cerla gente, più ze-
lami dell' onor d' l.blm , molli n' ucciae
•l/or J. l.reg. Iddio é dello zelanle, eo.
me troviamo .criUo . II Signore, il coi
uome e zelanle. è dello irato. .«/. /•. 3.
1. Zelanti di non sosleuere quella liran-
iiia. molte volle per diversi .lunghi tem-
pi apparvono culradii all' imperiai su»-
gezione A 4. 67. Per mostrar., deiro-
o e Mlanle a' .ec.igii di santa Cbies. .
W Buon. I,er. 3. 4. 9. Ogo. .o.pir che
•raiqa . e.l ..^ni Calo . Ogn' aura . ogni
sl.arigbo . ogni nonnulla ec. , Zelanti l.a
paier caso ,li Stalo. Hj
ZEl.A.MEMK.'MIE. Avverb. C^a .,.
lo )lor. .\. t.,eg. La sapieou medeum..
la quale suole en. r maestra di buone o-
peiazioni, i djla ,U Dio a poco . poco
ali uomo, che lelanlcmculc la duider..
X E L
ZELANTISSIMO. Superi, iti T^-fantf.
Fr. Oiortl. Iffii. /.*. Era uomo «cKinlis-
simo (U'I jeiviiin iti Dio / '« Disc. Irti.
70. Per lo lelantissinio ici;yiniento tic! se-
natore Alamjirno Arrighi , Prowcililore
della Palle. Sn/vùi. Disc. 1. t^2. Davide
savissimo He , e H' osservare le leggi di-
vino telantissinu).
ZELARE. jK'ere zelo. Lai. amore fi a*
grait , ermulart , * zelare . Gr. gi;>3Ùv .
f^it. P/iil. Come Calo, lel-milo per la
terra e per lo licne comune, impacciò il
consolatt> di Pompeo S. Jgost. C. D-
Avea telato sopva li peccatori , vedendo
la pace loro.
ZELATO. J(td. da Zelare. Zelante,
Dia/. S. f'.reg. M- Egli il conoscea si ze-
lato e rigido, che non avrebbe ricevuta
nulla cosa.
f ZELATORE. ì'erhal. masc. Che, o
Chi tela. Sen. Declam. P. Non come in-
grato, ma rome zelatore della republtiica,
r uccisi- Fir. Pire. an. ^O Oh Iddio 011-
oipotenle e misericordioso ec. discoprilo-
re e zelatore della verità.
ZELATIUCE. ì'erhnl.fem. Che zela.
Vit. Crisi, n. locùnianente la madre ,
come zdatrice delta j'overla , ec.
ZELO, /fmore , Jffelto , Visiderto ,
SUmoh dell' altrui e del proprio bene s
onore. Lai. atìJor Gr. C'7/5^- Èocr. Conci.
II. Da buon lelu movendosi, trncre sono
della mia f.ìma. Danf. f'nrg. 8 Così di-
cea, segnato della stampa Nel suo as|)etto
di quel dritto zelo , Che misuratamente
itt cuore avvampa /:," Car. 22. E ciò che
ci si fa, \ien da buon zelo . Petr. son.
IÌ9. Amor, che *ncetidc il cuor d'arden-
te xelo, Di gelala paura il tien costrelto.
Cavale. Med. cuor. Sotto spezie di zelo
giudica con furore, /'dv.v. prol. A ciò nii
mosse il zelo della salute dell' anime, al-
la quale la professione dell' ordine mio
spezialmente ordina i suoi frati. 7 it. SS.
Pad. 2. ^7. Un altro, vedendo que' frati
bere vino, gìudicògli, e isdegnossi, e per
un superbo e stollo «elo fuggissi in una
spilonca, la quale per giudicìo di Dio in-
contanente gli cadde addosso. F l5o. La
qual cosa esseudo rinunzi^tj ali* abate
Abram, venne a lui, e con un santo zelo
lo domandò ec. Cirtff'. Cah'. 2. 5^. Sen-
ta qualche scintilla, o zel d'amore. ì'ern.
Ori. I. 2. 1. Che quella Dea, che reg-
ge il terzo cielo , Ognuno accende d' a-
moroiu telo . Tass. rim. Chi rijiìen d'
umiltà qui non si atterra , Non ha d* a-
nior , d'onor, di pietà zelo.
^ §. Usa.ii in mala parte. Cavale.
j4tt. .4po.it. 86. Accesi di mal zelo con-
citarono e provocarono molle genti con-
tro agli A[ ostoli. :V)
ZELOSAMENTE. Jx-icrb. Con zelo.
Guitt. Leu. Zelosamente li piacerà di-
portarti .
ZELOSISSIMO . Superi, di Zeloso .
Guitt. iett. Ti voglio dire, che è uomo
zelosissimo nelle cose di Dio.
ZELOSO. ^dd. Che ha :clo , Zelan-
te, ti. r. IO. 203. 2. Ma se le porrete
il nome , ne sarà più zeloso e più soUi-
cilo nella guardia . (''ap. Impr. prol. A
questo miratale Iruvatiu-niu, e sonoro la-
goainento del percosso culpo menalo dal
zeloso cavatore , furono tante stordite le
menti di quelli operanti, che ec.
^ ZELOTE. F. J Chi ha zelo. Ca-
vale. Fspos. Simh. l. 219 In più altri
luoghi è detto Dio xelolc. E 220. È del-
lo dunque Dio zelote . forte e giusto , e
Dio delle vendette , per li molti giudizii
eh' egli in terra manda per li peccati
degli uomini. (Pj
-J- ZENDADO. Spcrir di drappo sotti-
le, noce. ncv. So 12. La quale aperta,
irorarono in un -jran viluppo di zendado
ZEN
fasciala una piccola casseltina . E nov. j
o<). 16. Fallesi venire per ciascuno due
paia di robe ec. , e Ire giul)bc di zerida- |
do, e panui lini, disse: ec. IStnJ. Fie.v. [
12. E 'I suo vestire A guisa d'una ciop-
pa il taglio avea D' un zendado , eh' a
pena ricoprire, Sì sottil era, le carni po-
lca. Med. Jrli. Cr, 58. Condirono il cor-
po con molte presiose spezie d' aloè e di
mirra, quasi cento libbre, e riovolserlo
in un prezioso zendado . Tas.s\ .4niint.
4. 2. Lo presi in questa fascia di zenda-
do , Che lo cingeva, .ir. Fur. 7. 28.
Benché ne gonna ne faldiglia avesse, Che
venne avvolta io un leggier zendado.
ZEMT. Term. astronomico. (Jncl pun-
to del cielo che sovrasta verticalmente a
un punto della terra. Lat- *zenìt. l'tint.
Par. 29. Quanto è dal punto che '1 ze-
nit inlibra. Put. ivi.- Lo qual punto l'
altezza del nostro emisperio, che è a dire
zenit , fa pari all' altro punto opposito .
lit>. Astrai. E per saper la inclinazione
del zenit di loro capi, e il zenit della in-
clinazione .
* ZEJSTANO . Specie dì drappo, e
/orse lo stesso che Zendado. Cron. Mo-
rell. 33g. Zentani vellutati, cremcsi mes-
si a oro, tutte le nostre donne erano co-
piose. (•)
* ZENZANIA . r. À. lo stesso che
Zizzania. Dial. S. Creg. M . I mietitori
sono gli Anj^elt , e le zenzanie li pecca-
lori. i:sp. ì'nng. E mentre che dormono
'■li uomini, viene il suo nimico, e sopras-
semiua le zenzanie. (*)
ZENZARA. /'. ZANZARA.
ZENZAHETTA. ì'. ZAINZARETTA .
ZEJJZERIERE. T. ZANZARIERE.
ZENZERO, ZENZEVERO,eZENZO.
VERO. Cengiovo. Lat. zinzther. Gr. ^ly-
yigìffc^ . J.ih. cur . malati. Il zenzero
entra in molte composizioni medicinali
*t ZENZEVERATA, e ZENZOVERA-
Tk. Composto di pili ingredienti medicinali.
Cr. 6- 61. l. Il calcatreppo è un' erla
molto spinosa , delle cui radici si fa la
zenzoverata ( l'ediz. citata dagli Accade-
mici h'gge zcnzcverata ) in questa manie-
ra. M. Jldohr. U. I. Quelli che son di
fredda natura, si usino, poiché hanno man-
-ialo , questi latlovarii siccome 6ne zen-
zoverata .
g. F Jìguratam. per MescugUo di co-
se imbrogliate e confuse , indicato dalla
rozzezza del nome . Belline . son . 279.
Tocchiam dell' altre tue zenzoveiate.
•f ZENZEVERO, e ZENZOVEKO .
V. ZENZERO.
5^5 ZEOLITE . Spato cristallizzato in
piramidi o prismi ili color bianco, e tal-
volta rossiccio, che si vetrifica col fuo-
co, e non fermenta cogli acidi, (A)
ZEPPA. Bietta, o Conio piccolo. Lat.
cuneus. Gr. so/v. Soder. Colt. 56. Ac-
concisi quella zeppa d' osso, di modo che
avendone più d'una, ec F 67. Tu co-
minci ec. a dar foiza alla zeppa, la qual
basta far di lunghezza d' un poco più
della grossezza del dito grosso, e che tan-
to entri nel Ironcn della vite fessa. F ap-
presso : Levisi la zeppa d* osso , e prov-
veggasi di tanta buccia, che basti a coprir
il fesso .
•f §.I. Mettere zeppe, Jiguratam. dicesi
del Seminare zizzania , Cagionar dissen-
sioni con calunnie , rapporti , e simili .
',• Buon. Fier. 2. 4- l5- Ma zeppe d' o-
gni lato, amicizie, lavori , memoriali, ce.
Salvia. Annot ivi: Zeppe, biette, lieve,
ec Dello figuratamente, mettere una zep-
pa negli orecchi, vale recare una calun-
nia, un rapporto che dirida uno dall'al-
tro . e diicontmui I' afi'elto, ec. (Bj
% II r.s.<erc una mala zeppa, o si-
Z E P
»:99
mili , vale Esser k.vd a metter zeppe ,
Dar cagione a .beandoli e contenzioni.
* ^. III. Annestatura ti zeppa , di'
cono gli Agricoltori a quella che si Ja.
quando fra 'I tronco e la scorza dell'al-
bero, che si annesta, si frappone la mar-
za dell' albero domestico che si vuole a-
vere. (A)
ZEPPA MENTO. 1.0 zeppare.
ZKPPAHE. Stivare, Biempiere.
ZEPPATO. Add da Zeppare^ Zeppo,
ZEPPATORE. Che zeppa.
ZEPPATURA. Zeppamente.
■^' ZEPPO . Sust. Term. de' Battilo-
ri . Specie di stecca da rimendare i pez-
zi, r.'/j
ZEPPO. Add. Pieno interamente,
quanto può capire j Stivato. Lat. valde
refertns . Gr. dtv.p.ltTOi . Serd. Star.
12. 464- Questi poveri uomini, tutti pau-
rosi e zeppi, sono cacciali sotto coverta
Buon. Fier. I. 2. l3. Come zeppi ur-
tarsi e spignersi , Salvin. Disc. 2. 21.1.
Quantunque, e' dicono , sia pieno il tut-
to , anzi , come si dice , pinzo e zeppo ,
possono le cose non ostante muoversi.
ì\' g. Talora vi si premette la voce
Pieno per maggior Jorza. Bed. Oss. an.
qi. Ho osservato parimente , che le fo-
laghe tengono sempre mai pieno zeppo
il veutricchio di bianche mmulissime pie-
lruzzi>line. ( C)
*f ZERBUNERl'A. Astratto di Zerbi-
no ^ Attillatura . l'.iton. Fier. 2. 3. II.
Come va lindo quello innamoralol E vez-
zoso, e lezioso, e lutto scede, Tutto zer-
bineria, Sospirando ec.
ZERBINO. Persona attillata, per mo-
strarsi inclinata agli amori. Puon. Fier
2. 2. 6. Delizie di zcrbin , pregi da da-
me, /i" 3. 4- 7- l*"''*'^" quest'oggi, Non
dico gli zerbini , Non dico i damerini .
Maini. 6. 63. Quei fu zerbino, e d' amo-
roso dardo ^Vloslrando il cuor ferito e ma-
nomesso , Credeva ec.
* ZERBINOTTO . Dim. di Zerbi-
no. (B)
ZERO - Segno aritmetico, che per sé
solo non signi/ìra numero, ma unito al-
le note nunnrali le alza a gradi supe-
riori di decine e centinaia, ed e di figura
della lettera O. Borgh. Mon. 174. Ag-
giugnendo a' primi numeri un zero , o
due, o Ire, secondo che è il bisogno no-
stro , facciam crescere le centinaia in mi-
gliaia .
g- \. Zero, in signijic. di "Sulla, 0
Pochissima cosa . ^^org. 2!\. 105. H:i
scritto 'l vero, Senza mutare, o iiggiu-
enervi un zero . Ar. Fur. 20. 92. Già
centomila avean stimali un zero, E in fu-
ga or se ne van senza coraggio . F ?>o. 2y-
E tanto più, che '1 bii litigio è un zero.
Né degno in pro^a d'arme esser rimesso.
Alleg. 222. Voi non vi negherete delle
stesse Cose, di ch'io lavello, un zero u
un'acca. £ 238- Il quale non vi pensa-
va un zero . Beni. Uri. 2. I. 33. E le
sue gculi, che n' aveva tante, Furon sti-
male da Alessandro un zero Mnlm. 7.
73. Muta discorso, e la riduce al zero.
§. IL Aver m-l zero , figuralam. vale
Avere in culo. Malm. 6. loJ. Fa male
i conti , e colla sua aritmetica Nel zero
r ho fra r una e 1' altra natica.
5? §. III. JSome volgare di un piccol
pesce di mare , della grossezza e Jìgura
della sarda, ma di corpo meno compres-
iO , di cui .fi fa gran pesca nelP isola
dell' hlbn , dove vengono marinati e sa-
lati per mandarli altrove. (A)
ZE'^A . L' ultima lettera del nostro
alfabeto. Jarch. Frcol. 299. I quali due
zeli hanno ancora gli El-rei , e gli chia-
mano zain e zari . Salv. Avveri, i. 3.
II. Delle zete l'aspro e la rozza compo-
l800 Z E T
»tc lettere sono , ma non doppie. E ap-
/)/-ejfo .- Le qu^i parole a niuna dell' altre
zete »i pussuuu jd^tlare.
§. I. /Jucsì Dall' J alla Zeta, cioè Dal
principio alla Jine j tolta la Jt^tira dalla
prima e ultima Itttera dell' alfabeto. Lat.
a capitif ad cahem . * f arclt. Sitoc. 3.
5. lu so come è it.( lulla la cosa , che
m' è &tJto rjccuoljto per I4 vìa dall' A
alla Z.(Fj Corsin. Tormcch. 2. 36. Ma
pur per obbediilt iu mi preparo A ri-
dirti dair a sino alta zeta Qualunque cjisu
unibile ed amaro llammi fallo menar vi-
ta inquicla. (/t)
* g. IL Essire A e Zeta , sale fls-
sere il tutto, laseri il principio e la fi-
ne, e corrisponde all' espressione scrittu-
rale Alfa ed Omega, l' . A. §. IV. (C>
* §. III. Far dall' A alla Zeta, vale
Far puntualmente quanto e netessario ,
Fare ti tutto, f . A, g III. (Cj
* ZETETICO. Term. didascalico.
Dicesi del metodo con cut procedisi nel'
io jciog/iere un problema , e nel cerca-
re la ragione e la natura di alcuna co*
sa. (A)
V §. Filoso/i zetetici, vale Inquisitori,
Diligenti ricercatori della verità, e prin
cipalmente delle cause naturali . Usasi
pure in forza di sust. (A)
ZETTOVAniO. lìa.fue d'un' erba che
fa le foglie lunghe e aguzze, simili a quelle
del zenzero, c/ie viene a noi dal C Indie orien-
tali , e dilli' Isola di sam Lorenzo . Lai.
zedoaria. M. Aldobr. I*. .V. 68. Si fac-
ciauo fare questi latluvarii ce. di perle
ebe non sieno forate ec. , di zettuvarìo ,
cassilignea , ec. F i86. Zt-ttovario si e
I-aldo e secco nel terzo grado , ed è una
radice d' erba. /: npprcsso: E quello cu-
laie zcltovario si può guardare lungamen-
te, e ha natura di confortar lo stomaco.
•f * ZEUGMA. e ZEUMA. Terni, de'
Grammatici ■ ' occ greca , che vai Con-
nes.tionr, 0 Attaccatura , ed e un certo
modo di pftrlare , nel quale un verbo d'
un solo signjtcato si fa valere per reg-
g'Te pili sentenze. lUti. tnf. i. 2. E se
altri dicesse clic per zcuma si tIovercLhe
ilire, fu &tal;ilìlo, perchè P antecedente si
de' rendere ni più pre:>so suliictto. Pros.
Fior. part. 3. voi. i. pag. 26. Vule%"ano
questi infei ire quelle tramulazioni o Irun-
camcuti ec, o di rorrispoiuk-nie stravol-
te, proli'psi, sillepsi, siiite^i, zeugma, ce.
F part. ^, voi. 1. pag. 26^. I cuniposi-
tori hanno una figura da Cksi chiamala
zeugma con voce greca, che noi puLrem-
mo dire connessione o attiiccatura, e que-
sta icugma e uo coito mudo di parlare,
nel quale un veihu di un sigiiifì<'ato so-
lo si fa valere per reg^c più ^enicuzc ,
PC. (A) FarAi. I.tz Dani. 1. 2^6. Al-
cuni leggono farà , rifui endolo alta ma*
leria ; pulcva aiicura dire , per la figuia
zeugma, ovvero cungiunginicuio , raiyii-
ran, rìfcicndo!a all' uno e all' altro. (Cj
ZEZZO . Add. Io stejio ihe Sezzo ,
Ultimo . Lat . exiremus , postrenms .
Mrtlm. ^. ^z. Perocché in quesla ih.*zxa
itcadia , Ch'i' ho d'aver trovata clausu-
ra, ce.
%. Al da zezzo , ^losto awtrbialm. ,
vale All' ultimo. Liti, postremo, tandem.
f»t. 7£/0i. Tesetd. 8. 7. Ma ul da uzzj
dopo multi danni , Dopo gran culpi , e
morti dolorose , ce. / iirtA ■ -Vfo/ . 10.
2/3. r<iserbanda le minacce e la fnita al
da zezzo , scrisìc umanamente a Malalc-
kla , er.
ZEZZOLO, // capo dAla poppij oggt
pii\ comuncmenlt Capezzolo . Lat- papil-
la. Gr. à(]A«!'. .V. /'■ 3. 110- Alerà un
loro, per lo quale me&so il aeizutu della
poppa, traeva il latte, t poppava-
Z I
Z I
'^ ZI. Interposto con cui si eh itile si-
lenzio , o attenzione, fluommatt Ling ,
l'ojtc 2. l3. 11- Ahltiaino alcuni inter-
posti, che d' una sola parola restao con-
lenti , come : ab , ahi . . . taci , uh , zi ,
zitto. F ivi cap. 3. Oltre a queste / si-
gnificazioni ) sono assegnali que' del date
in sulla vuce, e cumandarc il silenzio. Zi,
zitto, &l*a, pian, cheto, taci. (Br)
# ZIA. Sorella del padre e della ma-
dre correlativa di Xipote . t edine gli e-
.:empi in ZIO- (Ai
*r * §. Zia. Term. di Giuoco. Min.
Malin. pag. 102. >'ou ha questo giuoco
delle cumaii, o zie, altro fine, che di
passare il giurno in quelle loro cirimonie
e ricevimenti, nei quali alle volte si con-
suma quello che le fanciullclle haODO avu-
to per mert'udare. (Aj
ZIBALDO.NACCIO- Peggiorai, di Zi-
baldone. Zibald. Andr. Faremo un zibai*
donacelo di molte »criUure fuor d'ordine.
* Bellin. tic. iJucch. pag. j6. Siccome
a cagione di quclP aria è virtù e legge
pot-lica fare uno zibaldonarcio d'ogni sor-
ta di veibo , e d'ogni stde e concetto,
come ec. (B)
t ZIOALDO>E. Mescugìio. o sia Rac-
colta di varie cose cavate da uno, o più
libri, e poste insume alla rinfusa e sen-
z' ordine. Lat. advcrsaria. Patalf. 5. Al-
zando i mazzi, fece zibaldone-
t ZIBICLLLN*) . Sust. Animale qua-
drupede salvatilo, simile alla martora,
di pelame osruro, coda corta, e piedi pe-
losi al disotto. Lat. martes scjthica. Gr.
l'/ti's CA'j^i.Ac, . Morg. i^, 80. La mar-
tora si sta col zibellino. Cnr lett. 2. l5^-
5e ci lasciano la pelle, io le licoiJo che
non sono zibellini.
S- Zibellino , si prende anche per la
Pelle del zibellino, t'ant. Cam. iSy. Vo-
glion zibellini e dossi , Guanti , martore
e bassetle . => Buon. Fier. ^. 5. 25. E
dossi incetta, e vai, e zibellini, Daltvri ,
ce. (BJ
ZIBELLINO . Add. di zibellino. Mil.
AL Poi. Vestono di drappi d' oro e di
seta , e di ricche pelli ziticlline.
t ZIBETTO. Animale rapace, della
grandetza d'un gatto, con coda lunga, e il
dorso grigio con istri scic ondeggianti. l.»l.
hytrna odorifera, catut ztbclbicut, felis
odoralus. Gr. v.nOjpoi — o^a'o^/jio;. Cani.
Cam. 59. Donne, qucit' è un animai per-
fetto A molle cose, e chiamasi zibciiu.
g. Zibetto, si dice ancora una Male-
ria liquida , ossia un liiftiore congelato
untuoso, e di odore gaglianio, contenuto
in una vescica posta tra l' ano e i testi-
coli del iibittj. Morg. |^. 80. MusO, ca-
moscio , niùtcudo e zibetto. Cant. t'arn.
6o. Poi due dita disotto al codione, Co-
me udirete , si cava il zibetto . Soder,
Colt. 66. la questa maniera medesima
k'ì larìi I' u%a odorala, con ponendole in-
torno «> muico , o ambra , o zibetto. Hi-
ceti. Fior. 3. Gli escrementi comuni de*
ì;IÌ altri animali sono 1' orina, lo sterco
u *1 sUilore ; i proprii , coree il zd>elto ,
il muschio, ec. lied. Annot Pitir. ^^^.
Lu untano o di zibetto, o di balsamo ne-
ro. /' I >ss. an. IO. 1 cani, le \ulpi , le
lunire, Ì gatti del ùbetlo. /'. 9f< Un gat-
to del zibetto, che ieua odoiifcra fu cliia-
malo da Pietro Ca*lello mcMineie, indu-
gio a morire dicci giorni.
•j- ZIBIBBO. Spezie d'uva ottima e
dura, (he ha 1 granelli bislunghi; ve n*
ha della bianta e della russa : e t/n'Cii
anche Tiibibl-o quel!' uva che viene ap
passtta tn barili di Levante e di Sicilia.
Lat. *iiva ziMur, uva passa maio'-, Gr.
^o\iooiìTOi Soder. Colt llj). E Tu**
Z i B
angela , e zibibbo bianco e nero. Htcett.
Fior. 229. Recide zibibbo damasceno, pur-
gato da' noccioli >; dalle bucce . lìurch,
1. 12. E foderolli d' un zibiblm fine , £
(H)i le mando lor per uà Romeo. ^ Red.
Ftimolog. it. Zibibbo. Spezie d'uva, lo
ho per cosa infallibile, rbe venga dall'ara-
bo zibib, ec. Il zibibbo anticamc-utc veniva
portalo di Sona; e per us>t della medi-
cina era in credito quello di Damasco. (B)
ZIEMO . /. A. Mio xio. PaiaJ. 5.
Nipolemi roQ ziemi stanno baggi , Pere'
hanno la minestra lor condita.
ZIKSO, r ZISO. P. A. Suo ito. Star.
Aio/f Noo s'era ancora Aiolfo mauiiesta-
to al zieso. Mir. Mad. }/. Disse il eì^o :
al tutlu e' ti converrà far questo.
"I ZI<:;0LO. Sorta d' uccello di varie
.rpecie , oggi comunemente detto Ziivolo .
Lai. cirlus. Morg. ì!^. 58- I^ l' usignuol,
e* ha sì dolce la gola, E '1 sigolo , e *1
braviere, e *I mooianello-
S- Zigolo, e anche Sorla di pesce.
^ ZIGOMATICO. Term. degli Jnat.
Osso deJ/a mascella superiore, che si u-
nìsce al cranio. ( .1)
ZILMBALSAMO. Legno del frutice che
produce il balsamo; Silobalsamo . Lai.
rjlobalsamum . Gr. ^j>9^x'jk;9t x0y. Ri-
cett. I lor. 128. Balsamo legno, che è il
zilobalsamo .
ZIMAR . ì'olg. Ras. Se da alcuni sia
dato a bere ziinar , cioè verderame , a
questi colali avviene forte dolore e rigil-
Umento .
ZIMARIIA. Sorta di vetta lunga.Ln
palla, epilogium. Gr. ;cÌ&.rva. Lasc. Pa-
rcnt. 2. ^. E poi con questa zimarra , e
t-un questo berrettone io su gli occhi non
sarei mai conosciuto da persona . fìiion.
Fivr. 5. .'!. 6. Che tonaca non ì;, non è
zimarra . /■,' 7Vi/ic. a- 1- Ch' io credersi
d' aver sul gamurrino A cignermi il coJ-
letlu e la zimarra, ec. Malm. 12. 34-
Una zimarra i>ur di saia nera Per dove
si fa a' sassi arcìsquisita.
ZlMAltllACClA. Peggiorai, di Zimar-
ra. Itu.'p. son 5. Con un tabarro ed una
zimarraccia Se ne va per Firenze un buon
messere .
'A^ ZIMARRINO . Dirti, di Zimarra .
Zimarra piccola. Magai. Leti. (.4)
ZIMARRO.NE. Accrescil. di Zimarra.
Zimarra grande. La.iC. Spir. 2. 3. Que-
ito zimarrone con questo capj>clUccio non
mi quadra mollo.
ZlM»ELLARE.^/A-«.irr^/i ucctlHcom
zimMlo. Lai. ili'icere, inescare, atrs il-
Lcibus attrahere . Gr. aps>ity«ti, ijra-
ytflàat . Riiu. ant. P. A. Ouid. Cuin .
E, siccome »par\iero. Posso dir verm-
iiicnle Ch'io son preso malamente. Quan-
do r augello vede ziiiii>cllare.
:? 5. L F figuratam. vale .4lleUmre .
Lu lineare . Hall. Re». Tm. si. aO- So
uccellar con reti d'ogni sorte, Fnor che
con quelle che la Tina urrella, Cbe chi
più t'ama ogni or rondurc a moitr, Ch'
(Ila co' suoi begli occhi alliui ziml>el-
U. ./?/
<' g. II. Fate atnke St.henarr. /Wc
cani . Ognun •mitrila , ognun guata e
\agheg,i;ia ; !•• sol per fcdell'a cs«o di greg-
gi- ILO
j;. 111. / ale anche Pet^uotert con stot-
brìlo , nel sifinijic. del ^. III.
ZiMUKLLATA . Allo che « fa mo-
vendi^ lo zimbello.
§. Per Colpo dato colio zimbello, mei
.ogni/ìc. del ì;. mi. CrCi'h. Dcnz. \. J
Ilo Mslo lanle maschere, appiccalo Più
di cinquanta salieielli , dato Più di du
gl'Ilio tiiiilrellate . Rimn. Fier. 3- 4* 9
Cadde , e si fc herMglio Di «ni» zim-
bellale de' fallori.
I ZIMBELLATORE Perhal. mas.
1
Z I M
Z I M
1801
Che, 0 Chi zimhitUa. Fr. Ctoni. Pred.
B. Non son note agli augelli tulle le arti
Itegli zimlielUlori.
ZIMBELLATURA. ì,o zimbellare. Fr.
Ciord. Prtd. lì. Gli augelli ce si la-
sciano ingannare dalle zimlit-lhiture.
* ZIMBELLIERA . Tcrm. degli Uc-
cellatori. Quella bocchetta o strumento >
a Citi è attaccato il zimbello. (A)
ZIMBELLO. Uccello legato a ttna Ut'
va di bacchette , colla quale tirata con
uno spago .vi fa svolazzare , per alletta-
re gli altri uccelli . Lai. avix illex. Cr.
10. 17. 9. Qui non son zimbelli necessa-
ri!, ma per tulio Ì verno si ponga in quel
luogo vinaccia 0 saggina , acciocché co-
mÌDcino a usare il luogo gli uccelli. Ar.
sai. ^. Ritrova altro limbello. Se vuoi
che 1' augel caschi nella ragna . Cirìjf.
Calv. 2. 36. Guarda però, che liiavol di
natura Ha U iraditor, eh' a ogni ora va
a rischio D' aver la morte , se per sua
sciagura Non risponde il zimbcl secondo il
6scbio (qui in modo proverb.J. Cani. Cam.
55- Son la elvella e la siepe e *1 limbel-
lo , Dove gran gufi e spesso oggi impa-
niano. E 2,Ìl. Quando si vede volteggiar
r Uccello. Né di calar fa segno , Mettete,
donne , allor mano al zimbello.
§. l. Figuratam . vale Lusinga, Al-
lettamento. Teseid. 8. 35. Arion con Acon
la lor potenid Dimostravan nell' armi a
tal zimbello. Hoez. Varch. a. 1- Quando
con zimbelli e allettamenti di non vera
felicita ti si girava d* intorno sollazzan-
doti. Tac. Dav. Ann. 6. 112. Che vor-
resti accender fuoco , e tirar gli animi
rolli con questo zimbello d* onore a gua-
star gli ordini della miliaia? Ciriff. Ca/i-.
4. I05. E mostra averlo sommamente a
grado, Quanto se fosse un ottimo fratel-
lo; E quasi lo tentò di parentado, E cosi
spesso mutava zimbello.
•f §. II. Essere il zimbello, o Servir
per zimbello , 0 di zimbello , vagliano
Servir per trastullo , o Esser beffato da
tutti. Lat. ìudibrio esse , ludo esse. Gr.
cx«TT£5^«( , Tzy.iy/ioj ei vai . Cecch .
Dissim. 3. 4- Oh Dio , io son pur nato
per essere il zimbello della fortuna io t
Malm. 7. 76. Il vecchio mansueto. Che
si vedeva fatto il lur limbello. Dagli pur,
rispondea , eh* egli ec. E 9. &^. A lutti
quivi serve per zimbello , Senza che mai
vi badi , o se n' aweggia.
§. 111. Xinibello , dicono anche {fan-
ciulli un Sacchettino legato a una cordi-
cella j pieno di borra , 0 di cenere , col
quale si percuotono per ischerzo. Malm.
I. 59. Han CLTli sanlambarrhi 6uo a'pie-
di, Che riiiamano il zimbcl di là da'monti.
E 9. 56. Ed è poi tlagellato per ristoro
Con ut» zimbello pien di scudi d'oro.
ZIMINO . Sorta di vivanda di parti-
colar cocitura e condimento . Lib. cur.
malati. Si può dai* loro un gentile xìmi-
no per tornagusto. Fr. (iiord. Fred. R.
Lo cuocooo in zimino e in fricassèa.
* ZIMOTECMA. Terni, de' Chimici.
Quella parte della Chimica , che tratta
della fermentazione. (Ai
* ZIM07.IMETRO. Term, de' Fisici,
yome che si è dato ad una spezie di ter-
mometro che misura il calore proveniente
dalla fermentazione. (Aì
^ ZINALE. V. ZINNALE. MJ
t* ZINCO. Term. de'yaturalisti, Me-
tallurgisti, ec. Metallo solido, quasi mal-
leabile, di color bianco azzurrigno , formato
di lamelle con fenditure. Forma col rame
una lega gialla che chiamasi Ottone. (A)
* ZINC050. Term. de' Naturalisti ,
ec. Di zinco. Appartenente a zinco. (A)
ZINEPRO. r. A. Ginepi-o. Lai. iuni-
perus . Lib. cur. malati. Lo zinepro di
^a3 Datura si e caldo e secco.
Focabclaric T. II.
ZINFONI'A. Sinfonia.
* ZINGANA . Sorta di cantata . Sai-
vin. Disc. 3. l3o. Come le nostre ru-
stiche cantate , dette tingane , furono di
fuora ne' carri di frondosa scena parati ,
portate le commedie. (*)
ZINGANO. Zingaro. Cecch. Inc. 1.4-
lo son uomo da 6ngere T Con voi, che
siete astuto quanto un zinganoT fi 3. 3.
r non vo' tuo consiglio, Che io so come
va con questi diavoli: E' son più avarìe
più ladri che ziugani . £" 5. 9. Non du-
bitar , eh' i' sarò leal Zingano ( qui per
ironia). Ji Corr. 3. 6. Quelle Spagnuo-
le nel baciar le mani Mi succiavun 1' a-
nella come tingane. Cirìff', Calv. i. 28.
Tanto che ì zingani erano i men rei .
Cant. Cam. 3."^^. Ziogane siam , come
vedete, tulle. Alleg. 93. lotamiindo quel-
la arti , senza saperne , di cerrelano , o
Zingano . E 167. Fingono ec. l' avarizia
una segrenna a sedere, vedova , vecchia,
coir aliito da zingana, e col pugno lungo
la bocca.
•f '"? ZINGARELLO. Dim. di Zinga-
ro. Red. rim. agg. ai Cons. Fof. 2. pag.
53. Zingarello, Buifoncello, Serpentello,
Tu ."le' pure il gran follello , ec. (parla
ad Amore). (A)
ZINGARESCA. Poesia che cantano le
maschere alla foggia degli zingani, rap-
presentandole in maniera comica . # Ae-
gner. Incr. I. 25. 18. Voi, che leggete,
udiste mai zingaresca più ddeltevole T (B)
ZINGARESCO. Add. Di zingaro. Buon.
Fier. 4- I- li- Ci accostammo al lor u-
scio zingaresco , Onde spirava un si po-
tente lezzo.
ZINGARO. Persona che va girando il
mondo per giuntare nitriti sotto il pre-
testo di dar la buona ventura. Lat. prc^-
stigiator. Gr. oiyjpxf}:. Car. lett. i. lOO.
Questa città ec. mi parve una bicocca da
zingari. * Morg. 18 l83- Non ti bisogna
zingaro, Arbo, o usso. (fi)
ZIMiHINAIA. Abituale indisposizione
di chi non è .■tempre malato , ma non è
mai ben sano. Pataff'. 2. E zufolagli die-
tro , e zinghinaia . E 5. Con xinghinaia
più volte traogoscio.
ZINNA. Mammella, Poppa. "L Ai. mam-
ma , uber . Gr. 3>i/v;' , //.xffro'; . Ciriff".
Calv. 2. 56. Non s'allegro giammai fan-
tino in fascia, Quando vide la zinna uscir
tlel seno.
g. Per similit. Buon. Fier. 3- 2. 3. E
quando uno sbevazza , E che abbocca la
zinna Del Basco e della tazza.
* ZINNACCIA. Peggiorat. di Zinna.
Fortig. Ricciard. (A)
*'l: ZINCALE,!? ZINALE. Piccolo grem-
biule, o Pezzo di panno lino, o di altra
materia, che Cuopre il seno. Buon. Fier
4- 2. l. E di lavori vostri Zinnali , bu-
rattelli , Gorgiere , cuffie , reti Renderle
vogliolose . (•) Salvin. Annot. ivi : Zin-
nali, altrimenti zìnnli, dalle zinne, mam-
melle ec. , e si prendono per gremhiuli-
ni. ìB)
•f * ZINNARE. Poppare, l'ir. rim.
buri. 3. 3o6. O vecchi benedetti. Questo
è quel cibo che vi fa (ornare Giovani e
lieti, e spesso anco al tinnare. ( .'f ^
* ZINZANIA . /'. A. Lo stesso die
Zizzania - l it. SS- Pad. 2. 9IÌ Semina
alcuna volta fornicazioni, alcuna detrazio-
ni , e altre male ziozanie ( coil legge il
testo Ricci , e altri più moderni ) . Fd
il l ocabolario alla voce Z I N Z A M O-
SO. (F)
fZLNZANIOSO. /'. A Add. Dazin-
zaniaj Zizzanioso. l'sp. ì ang. Sono uo-
mini maliziosi, zìpzaniosi , rapportatori di
male .
ZINZIBO. Gcngiovo. Pallad. Apr. 7.
tit. Del linzibo.
ZTNZTNARE , e ZINZINNARE. Bere
a zinzini . Lat. pitissare . tr. a;tO'/£yi-
CT^at . Buon. Fier, 3. 2. 3. E quello
spesso Qvvien quand' an zinzinna, E quan-
do uno slti-vazza, ec. f^ 5. 5. 1 . Si man-
gia , si zinzina e si sgavazza.
t ZINZINATORE. Ferbal. masc. Che,
o Chi zinzina. Buon. Fier. i. 5. 3. E
intorno alle cantine Zinzinalori.
ZI>ZINNARE. ;'. ZINZI.NARE.
ZIKZINO . Piccolissima porzione di
checchessia, ed iu particolare di vino, o
d' altro liquore, quanta starebbe nel fon-
do dì un bicchiere .
§. Onde diciamo Bere a zimini, che
vale fiere pochissimo per volta • che si
dice anche Bere a centellini. Lat. pitis-
sare . Gr. aT3-/sjs?à5!i . Salv. Cranch.
I. 2. Sentendo che quel lor l)ere a zin-
zini Non toccava lor 1* ugola , e non era
Altro che uno accendere lor più La sete,
vollon mutar verso.
ZIO. Fratello del padre, o della ma-
dre , correlativo di Nipote . Lai. pa-
truus , avunciilus . Gr. Ss'o; . Bocc.
fntrod . l5. L' un fratello l'altro ab-
bandonava, e il zio il nipote, e la so-
rella il fratello . E nov. 83. 2. Egli av-
venne che una zia di Calandrin si morì-
Nov. ani. 62. 4- E lo tuo zio re Marco,
che s' è ilo vantando Ira gli erranti ca-
valieri di cose che nel mio cuore nou
poriano mai discendere. G. /". i. i3. 3-
Per vendicare la morte e 1' onta del re
Laumedon loro avolo , e la destiuzione
di Troia , e la ruberia d' Ansiona sua
zìa Ciriff. Calv. 4. I29. Ch' era di
Goslantin suo carnai zìo . Cecch. Mogi.
I. 2- F. Oh 1 come Ha egli nome ? R.
chi? F. quel vostro zio . R. Messer Al-
fonso. A. mio zio? F. sì, fratello Di vo-
stra madre . E Dot. 2. 2. Vostra sorella
mi mandò a casa monna Lessaudra vostra
zia per questi imbrogli. Sird. Lett. Che
da suo padre e madre era stata sposata a
un suo zio paterno. Bem, rim. i. ioli.
Io ho per cameriera mia I' Ancroia, ma-
dre dì Ferraù , zia di Morgante.
g. In proverb. si dice Cadere in grem-
ho al zio , che vale lenire il negozio in
mano di chi l' uomo appunto vorrebbe -
Salv. Granch. 2. 2- Eli* è proprio caduta
in grembo al zio.
ZIPOLARE. Serrar con lo zipolo. Mo-
nac. Lett. Come i vendemmiatori zipola-
no bene le cannelle de' lini.
ZIPOLETTO. Dim, di Zipolo.
ZIPOLO - Quel piccai legnetto , rei
quale si tura la cannella della botte , o
d' altro vaso simile . La!- vertibulum .
Lib. Mott. Uno fanciullo aceu.ialo d'ave-
re sforzalo una fanciulla , per consiglio
della madre stelle un pezzo io unu li-
neila d' acqua iredda, sicché la cosa sua
menomò; e cosi aperto la madre b» me*
nò dinanzi al giudice, e disse: vedi, mes-
sere, se costui è da sforzare una fanciulla.
L;i fanciulla vedendolo, lo tocca, e dice:
ov' è r altro che lu mi mettesti, che que-
sto non è quello ? Di che misura era ?
Messere, era come un buon zipol grosso.
Belline, son. 154. P'ù forte che l'aceto,
è sempre zipolo . Burch i. 14. 5' era
posata in sul veron di Ripoli, Per poter
me' veder giostrar gli zipoli.
g. Far d* una lancia un zipolo j pro-
verb. che si dice del Ridurre il molto al
poco, e Pi materia atta a far gran cosa
a pena cavarne per poco sapere , o per
trascnraggine , una piccola j che anche
diciamo Far d' una lancia un punteruo-
lo. Lai. prò amphora urceunt facere.
-,' ZIRBALE. Term. degli Anatomici.
Aggiunto di alcune diramazioni •ìi vene
che si spargono nel zirbo. (A)
ZIRBO. Bete, nel signific. dcl%.\\\\.
22(>
l802
Z I R
Z I z
Lat. omcntttm. Gr. ÌtzÌti'Joov- Volg. Has.
Perchè il zirbo cuofire <]U;)si te budella .
/ìed. Vip. I. 76. Mi sono riuscite mollo
grasse in (|uc1la [urte che i\ chiama la
rete , e dai mediti vien delta umeoto e
sirho .
ZIRLAMENTO. // zirlare-
ZIRLAHK Mandar fuori il zirlo. Lai.
truUhre. ^ Car. voi, 3. Ittt. 68. (Co-
rnino 1735) Quando zirlar senti, tocca
pure , Fin eh' al boschetto il lordo ahhi
condotto (J')
ZIRLETTO. Dim. di Zirlo.
ZIRLO . Quella voce acuta e tronca
che fa il tordo , detta così dal suono di
essa i'Oie. E Zirlo si dice anclu- il tordo
die si tiene in gabbia per zirlare.
ZlStCA, t- ZISK.A. Sorta d' uva » ed
nnilie ti l iligno che la produce. Cr, A.
4 10. Buone (uve) sono grilla e zi^igìt,
le quali in ultio nome sono margigrauj ,
o ruliiola . A' appretso : Inipcrocrhè la
zisiga fa |jÌìi iiuliil vmu , e meno. f'S 12.
8> E colai potatura può esser servata nella
zisica e verdca.
ZISO, / . ZIESO.
ZITELLO. Fanciullo. Lat. puel.'us .
Gr. TZ'Xiò'J.f'i'iv. /'occ. no*.-. 90. 5. Cornar
Geminala, non li tribolar di me, che io
sto bene , perocché , ijuandu mi piace ,
iu fo questa cavalla diventare una bella
zitella, /lant. rim. l3. Lo vostro pregio
Gno [n gioia si riimovelli Da grandi e
da zilclli . Mor. S. (ìrcg. 18. 2. Quelle
fenimin'i che sono poste al giudicio , ov-
vero al governo delle zitelle . Fr. Ine.
T. 3. 10. Zj. Col cuor peiiello e colla
niente pura 5ia ricevuto queslo bel zi
tello . V Ar. l'ur. Q. 3;. Ciesciulici in
coite ed allevali Si son da noi da teneii
zitelli. (Frj
t ZITO. r. //. Zitello, Fanciullo.
Te.tcid. Q. ^ì. Nulla persona in Atena
rimase, Giovani, vecchie, zile , ovvero
sposo. Fr. Jac. T> 2- ìH. 7 O manni
saporita, Che è la castitate I L'alma con-
serva zita f E sue fattezze oiuale . F 2.
32. 53. Alma, che vai a marito. Dì ca-
stitate ornala , Lo tuo marito e zito . F
appresso: Non discoprire ìu pubblico Ma-
ritala , ne zita.
^.: 7.1TTELL0. Lo stesso che Zitello.
Buon. Ficr. ^. hìtrod. E dell' avanzo es-
serne larga a' tfuoni, Ai;li urfaiii. alle ve-
dove, a" pazienti, Alle 'ndutate v povere
zittelle (ti F 4 2. 6. Zilt-lU asciuga
gli orchi, lì non aver paura, ff'^
•-.• ZITTI ZITTL ì'oce J»e , replica-
ta, inculca il .silenzio. lied. Itti. 2. 2l3.
Non r ho portale da me , perche poco
esco di casa ; e son multo frollo e per
indisposizioni e per veichiai.i . Zitti zit-
ti. Cj
ZITTlNO . Dim, di Zttto . Zibald .
Andr. Salì piagner, (ìgliuol mio; sta zit-
linu, non piagnere.
'.' ZITTIRE. Io staso ihc Fiatare
in signific. del ^, IH. l.\irl. ,Stor. It
Uh. q cap. 16. Tiaevaiiu in frotte a u-
dirle, chi per giudicarne er. chi per far-
ne un loleDiii* schiamazzo ec. ma il fallo
andò per sì direi so altro modo, che per
f(uantii r-gli direva n >n si zittiva. F I il.
hosth. hh, 2. top. 8. Slaoislao , quasi
non fosse «ivn ec. ne si niovea , ne iti-
liva, più che se nulla fosse di quel bat-
terlo e rulpcslurlo. il'Pj
ZITTO. Foce simile alla latina SI ,
rolla quale si comamlii il silenzio. ì'nrih.
F.rcvI . 85 II qu.ili z'tio «redo ihe sia
tolto <1a* Latini, i (|ii.di quando volevano
che ab uno steste clieto , usavano prtife-
rire verso quel tale queste due con-oinanli
ST , quali come dicÌAino noi titto. Buon.
Fìer. Zitti un po' , eh' elle dormono. •
S- 1 Ao'j fare litio, vale Tuctre, ACi
parlare. lat. tacere, silere ■ Tìocc- nov,
79 8. Salvo chi non volesse starvi a
modo di mutolo, senza far motto, o zitto
alcuno. .1/. /'. 9. 75. Chelaiiiente e sen-
za fare zitto ec. usci di Bologna. •■? ini
perf. F. Tih. n 4- ''*- 12.332. Ciò non
fanno già le prudenti persone, le quali o
del male altrui si condul;,ono , o rcitrin-
gendnsi nelle sputile , se non truvan la
via di scusarli , non ne fanno zitto ne
motto. (Fi
§. II. Stare zitto, vale Tacere. Lat.
silere. Gr. otwTTav. l arch. Ercol. 85.
>oi abbiamo tacere, come i Latini; e an-
cor diciamo : non far parole , e non far
motto, non alitare, e non fiatare , non
aprir hucca j thtwliln , sta zitto. .4111 g.
5. K i buon soldati in camp.i , o in cit-
tadella Si stanna zitti in fai la sentinella.
Malm. 1. 3. Alcun forse dirà eh' iu non
so cica , £ eh* io farei 't meglio a slar-
mi zitto.
S- IH. Ao« sentirsi uno zitto , vale
Fssere oqui cosa quieta. Tue. Pav. Alia.
1. l3. Il non essersi altrove sentilo un
disparere, un zitto. Malm. i. io. Aiun
fiata perù, non sente un zitto.
g- tv. Zitto , figuratam per Quieta.
Moro. 2^. I05. Ch' io lo faro al 6n con-
tento e zitto. Cccch . Foni. 2 4- '' ^*^
visti! Rodomonti, Che non hanno lerrur
delle bombaide, Esser da una donna falli
^la^e Più zilli , che nou Cj V og'iu nell'
orcia . Maini. IO. I. Se si dà il ra%o di
veuire ali* ergo , Zilli com* olio poi vol-
tane) il tC'gO.
^: ZIVOLO, e ZIGOLO. Term. de^li
Ornitologi . Utcellello della specie degli
ortolani , che ha il petto e il ventre ginl
liccio, f l)
'.' ZIZOLA. Giuggiola. Cari. Svìn. 6.
Ne punto asienuesi Da cilii> alcun finche
non venn<-i' gli ultimi Fiutù, che noci
iur , rotogne e zizole. (lì/
ZIZZA. F. .4. Poppa. Lai. mamma,
iiher. Gr. p-<^rò^, ->)>.;'. Mor. S. Oi-i'.
La mia suora è piccola, e ancora non ha
zizze . /: di sotto .• Ma le lammie nuda-
rono la mamma, ovvero la zizza, e nu-
tricarono li loro catelli . * Bove. /Ini.
Fis. IO E ancora quì^i nella >u:i figura
Pallida ai \edieuo i due serpenti Alle sue
zizze dar crudid morsura. ( fir^
:r ZIZZAGLIA / . //- Lo stesso the
y.izznnia. Fr. Jac. T. l\. 3. 7. Sofisticalo
vero Sua seminò zizzaglia. (B.
ZIZZANIA. Loglio, (^attivo .leme. Lai.
loliuni. Gr. Ui pv , ^i^'/vtOK. Cr. 3. 13-
Il loglio, uvvcro zizzania, njkce Ira 'I gra-
no, e ne' secchi campi, ed ha viitù acuta
e velenosa . />ra/. S. t'reg. I mietitori
«li
Angeli
le
ne I peccatili t .
Allora dunque li mu-tilori legheranno le
zizzanie in fasci ail ardeir. Annoi. I ang.
E conciossiecosachè nascesse 1' crha, e fa-
cessi* frullo, aUoia apparvono le z'zzanie.
§. I, Per ximilit. t'r. 3. 12. Sicrome
il pap.ivero e la zizzania «Iella triia. e i ca-
voli della vite , iniperncchi- la riarde.
t §. II. Wt metaf. vale Scandalo, l^is.
tensione , iìisiordia . lìocc . hov . 8. 4*
Rapportar mate dall' uno all' altro, in sp-
ini nai e zizzania, in dirr cattivila r li i cli-
zie. Amei. pi A^\cgnjrhr ce. e Tedilo-
uè run seiiitiiale zizzanie, e Giunone con
lurhamenli cimirarii più volle si siruo
gravemcnli' oppo.vti alla sua salute. *'■!•
vale. Med , cuor. Guasta il buon seme
rbc Dio aveva seminato nel loro luoi'',
seminandovi lizzania, rmì* male suggerito.
ni. .V. Jnl. Conjess. (hi por loquacità .
ovvero per novellare dire tali p.irole ad
allri . che mette discoidia, o zttaauia fra
gli amici r benivulenti . e 1' amicizia d'
altri fa perdere ec. , perca gravemente ■
Puon. Firr. .'ì 4 ^ Diselli esiliar, nior-
moralori Porre io vorrei in dileguo ec. ,
spargitoii Di zizzanie. "*
ZIZZAMOSO . Add. Che metU iis-
Zani a .
f ZIZZIBA. Zixzifa , Giuggiola. Lai.
ziziphunt . l'allad. Apr. 7. Se , ricente
ricolte le zizxibe, vi si sprazzi il vino vec-
cbio, diventeranno rugose.
ZIZZIBO. Albero che fa la iizsihaj
Zizzijo, Giaggiolo. Lai. ziiiphus.
f ZIZZIFA . t:ni}:giola , Frutta del
giu-^giolo . Lat. z'Zphiim . Pallad. Apr,
7. La zizzifa culla matura ìn uo vaso lun-
go di lerra lutalo, e io luogo asciutlp ri-
posto , si serba.
■}■ ZIZZIFO. Oiuggiofoj Alhero che fa
In zizZ'Ja . Lai. ziz^phut. l'allad. Apr.
7. Nelli luoghi caldi del mese d* Aprile
kcniinricmo zizzifo. / 3fagg. 6. KeMuo-
ghi freddi porremo i fichi e le ziizife , e
innesleiemo .
ZXZZOLknK. Sbevazzare. Voce bassa.
Z O
:'.: ZOCCO . Term. degli Architetti .
Zoccolo. Benv. Celi. Fit. 2. 202 Nel-
la parte da basso ec. posi un socco .
F 274- Finii il bel Giove d' argento, in-
sieme cun la sua bata durala, la quale Ìo
avevo po^la sopra un zocco di legno, che
appariva poco. f(7y
t ZOCCOLAIO. Colui che fa UKCoU.
G /'.li. 93. 5. Le hutleghe dì caUolai,
pìanellai e zoccolai erano da 3oO, o più (co.sì
nel tetto Ptiicnrdt, sehbi'ne manca que.fta
%'oce negli slaiiip'ilij. Capr. fìott. 3. 5o.
Hamnii sempre trnulu a fare il zoccolaio.
/-.' appresjto : \ ulevi tu rhe iu facessi il
zoccolaio, e studiassi I Fiuon. l'^ier. Z<.>c-
eoli zoccidaio , pidlaiol polli , Fabbro ca-
téne, u altri ferramenti. Tener non possa
atlaccalì si lia»>o, Cb* e' vi s'abbia a dar
dentro della testa.
ZOCCOLANTE. Che porta zoccoli.
Che *a in zoiTolij ma più comunemente
.ti diiono Zoccolanti i Frati d' una del'
le Religioni di S. Francesco, che usano
gli zoccoli . Bed. F.sp. nat. 3. Ritornali
dall' Indie orientali, capitarono alta Corte
tli Toscana ec. Ire Padri del venerabile
Ordine di san Francesco , Tulgarmeot*
detti Zoccolanti. ^' Dav. *''cism. l^i. Gli
Zoccolanti, che ne' pergami e cerrbii gri-
tl.ivano ec, fuion cacciati de'coovcDti. /v
43. Vedendo essere in grandissima fede
di santità i Frali Ceitosioi , Brigidini, e
Zorculauli . ec. < F)
ZOCCOLAI A. Cofpo di zoccolo. Btion.
I Firr . Ne lileia.'tì quella locculata , Che
li ha si la ti^ie•a maculata.
i ZOCCOI ETTO. Vìm. di Zoccolo .
j Lat. soeius , .*occulus ■ Cr. ci/CVtc; .
; c_u6xT'»v - Fi. i.ioi-d. l'red. tt. Osser-
vano aitai bene la pulitetaa degli ka^-to-
, letti nu'tvì.
Z(>«:COLO . Calzare .umile nllm pia.
ml'a , ma cella pianta di b-eno , intac-
cato nel lueszo dalla patte ihe pjsa n
terra. Lat. calones , rreptJir fiitnen Gr.
^K'&ToVix. Boc'\ nov. 60. 17- Dove gli
uomini e le l'enimine vaooo iu torco! i su
pe* monl>. l'.tlaff. tì E de" zoi coli l»a*»e
le buìlctic . Cnpv. Bott 3 49 ^«r^bb«
Ilo più faille a Giusto lo studiare e lo
iiileiidere una opera d' Arislolile. rhe non
gli h a fai e un bigoociolu, o un paio di
zocctdi da <rati- /'- (appresso: Che piacerà
bai tu nel fare zoccoli , o Imiti , o cose
Mniih T Ca.it. Cren. Oit. 26 Se un si
tnetle uu paio di S4»rcolÌ nuoti. Gli teiq)-
pian per la rabbia . Purch. \. 92. Pero
ih' in Alessandria Si ben \enduti vi »i
sono 1 loct'uli, tJie rieoglirndu vi sì san-
ni> 1 moccoli.
§. I- Zorcofo , è anch- tei'», d' .4t.
z o e
Z O D
Z 0 L
i8o3
chitellttra , e.l e Qtirl/a pietra di figura
quadrata , do\-e posano colonne , piedi-
stalli t statue , urne, e simili s che anche
si dice Dado. Lai. pinthus. Gr. ->iv63;.
JJorgh. Rip- l6i. Comecché l'Acijino, per
essere stato fjtto troppo picculo , ri:kpi;ltu
all'£ra, avesse bi^ogoo del zoccolo assai
alto sotto i piedi.
§. li. Pir Pezzo di terra spiccato
dalla sua massa , Mozzo . Day . Colt .
j84- Essere cou tutte le barbe salve , e
massime la inae^tra , ca%atu con grandis*
Simo pane , u zoccolo di terra.
§. III. Zoccolo, in modo basso, si df
ce anche d' Uomo scempiato, o di niuna
stima. SaUin. Pros. Tose, i- 263. >od
lo dice uno «nccolu; lo dice PlatoDe-
§. IV. ZoiLoli. foce che, pronunziata
così assolutamente t indica Maraviglia,
o Premura . Ambr. Co/, i. 3. Egli era
bastevole , 5enza tanto parlar , sol dire
zoccoli. Cant. Carn. 56. Però (zoccoli),
donne , udite un mollo P'arch. fìrcol.
86. E quello cbe i Latini volevano &igni-
6care ijuar-do sopraggiugncva uno , del
quale si parlava non bene, onde veniva
a interrompere il loro ragionamento , e
farli chetate , cioè lupus est in fabula,
sì dice dal vol^o più bre>emcnlc: zoc-
coli.
§. V. Andare in zoccoli per l* aiscìuI-
toj maniera di parlar fui besco , che vale
Esser macchiato del nejando vizio di sod'
domia. Bocc. nov. 5o !\. Questo dolente
abbandona me, per ^ olerc cun U- sue dis-
onestà andare in zoccoli per l'asciutto.
§. VI. Stare, o Ttnere sotto la tacca
dello zoccolo, tal*' Stare, o Tenere a gran
soggezione. / . TACCA, 3. VI.
g. VII. -indarvi le gatte in zoccoli, o
simili , provcrb. dinotante Esservi som-
ma letizia . Cerch. Doni. ^. 3. In que-
sta Casa banuo a ir staser le galle io
zoccoli. E Inc. 5- 9- £ perche i' vo che
hollÌDO Fer 1* allegieiza iusin le gatte in
xoccoli .
§. Vili, frittata con gli zoccoli, si
dice quella in cui sono mescolati pezzet-
ti di carne secca, o di prosriutlo. Buon,
f-'ier. ^. I. 6. E che in casa la Bice Ci
facemmo far poi quel trittatone Cou gli
zoccol lani' alt.-.
^ §. IX. Zoccoli, chiamano i Carrado-
ri , 0 Carrozzai, due grossi pezzi di le-
gno, che posano su lo scannello e la sala,
e su di Cut è Jermata con viti l' asse di
dietro dc\vfn-itori. (A)
* ZODIACALE. Add. Terni, degli A-
stron. Appartenente a Zodiaco. (Aj
t Zt^DlACO. Cerchio d.'gli animali ,
i^dei segni , ed è uno de' massimi nella
sfera, il qimle sega l' Cquatore, e tocca i
Tri pici j cdi- Quella fascia circolare, sotto
la quaU- girnno i prim-lt < o.' moto proprio
da Oc<i-lente a Oriente. Lat. zoitiacus .
Gr. Iwcia/o'; Dant. Purg. 4- Tu ve-
dresti M Zodiaco rubecthio Ancora all'Or-
se più flretio rotare . But. ivi : Lo Zo-
diaco, fii;è lo cerchio de' segni. E Par.
lU- 1. Nella ottava spera l- uno cerchio
^^''S'^ gradì dodici, lo qu^ale chiamano Zo-
d aco, che ciiigf la detta spera dall'uno
tropico air altro per traverso, sicché l'una
parte tocca lo tropico estivai*^ , e 1' altra
opposilu lo iemale; e quello Zodiaco io-
tefaeca lu Zodiaco in du<-- puuti oppositi.
Ott. Com. Par. IO. 2Ì^9. L'uua melade
sua china verso Sellenliione, 1' altra ver-
so Meriggio, il qujie è chiamalo T/jdiaco,
da Zof-, ih' e a dir vita; però che, se-
lOndo il nitiiit de' pianeti , sotto quello è
tutl.i la \iij nelle rose di sotto l.ib A-
strol. E que>i|o s' intende nelle Gi;ure e
nelle stelle the sooo nel cerchio «le' se-
gni , che si ibiania Zodiaio , che vuol
dire in greco, cfme luogo che sta appa-
recchiato per dare alma a tutte le cose .
lìurch. 1. 87. Nel Zodiaco Virgo, Scor-
pii>, e Gemini.
^^- ZOFORO. Quello spazio che passa
tra la cornice e Parclutrase. Ilaldin. J'ov.
Bis. {A}
ZOLFA. Solfa. Durch. 2. 3o- lo fui
in cento lire coudcnnalo, Per volere in-
scguar cantar la zolfa. Cecch. Spir. ^. 7.
E lo farauuo torse Cantar, e non sar'a di
zolla. Buon. Tonc. 1. ^. Questo è '1 can-
tar? vada o*;ni zulfa in bando. Mnlm. 2.
3o. E yiunto a Campi, lì fermar si volle
À bere, e far lu zolfa per bimmoilc 17»/
figuralam. in scntim. cqui\0C0,.
§. I. Cantare a uno la zolfa . l'ardi.
r.rcol. 87- Dare uua sbrigliala, ovvero
sbrigli.ìturu , è dare alcuna buona ripren-
sione ad alcuuo per raffrenarlu; il che si
dice ancora Fare un rovescio, e Cantare
a uno la zolfa, o il vespro, o il mattuti-
no, o Risciacquarli il bucato. Menz. sat.
3, Pur tenterò cou satiresca a\eoa ec. Far
sentire una zolfa orrenda e piena.
g. 11. Zol/a degli Lrmini . Canto ec-
clesiastico degli Arnu-ni j e per similit.
si dice di cosa che non s' intenda, f'arch.
Ercol. 99 Erano gli Ermiui un conven-
to di Irati ce. i quali stavano già in P'ì-
rcnze ; e perchè cantavano i divini ufizii
nella loro lingua, quando alcuna rosa non
s^ iutendeva, s' usava dire: ella è la zolfa
degli Erminì. l'urch. I. 123. Fanno can-
tare i grilli , fallo sera , Per bìmmulle la
zolfa degli lìmiini.
* ZOLFAUl. Colui che ca%-a e depura
lo zolfo. (A)
* ZOLFAKELLAIO. Colui che fa, o
vende gli zolfanelli. (C)
ZOLFANELLO, fuscrlletto di gambo
di canapa , intinto dall' un capo e dall'
altro nel zolfo , per uso d' accendere il
fuoco. Lat. sulfuratiirn. fnv. Esop. Gli
usati di vestire paoni d' apparenza ritor-
nano a' panni di bigello, e 1' ornale bot
teghe di grosse meicatauz e a orciuoli e
zolfaui.lli. Lib. Sor.. \\o. Ed ècci prima
il lume e il fuoco spento , Che lu abbi
riposto il zolfanello. Biirch. l. l3. Zol-
fanci biuucbi coltt- ghiere gialle ec. Balla-
vao tutti a suoD di cbirintaoa. E I. 125.
I zoUaoelli, eh' eran due o tre ec. A con-
sigliar &' andaron col trepi)iè. Alleg. ii"^.
E in un cerchio, che fu d' un bigonciuo-
lo , Fanno dieta cento zolfanelli.
?;: ZOLF\NTF. . Add. Che batte la
zo/fn. Zenon. Pist. 56. La Musica poi ta
nella zolfanle man. (C)
ZOl FATARA . Luogo dove si cava o
si lavora il zolfo. K- Magai. Lett. voi. i
pag. 9. ( fir. 1769) Che importava egli
a me di andare a riconoscere te stufe di
Gaia ec.,la zolfalara di Pozzuolo, ec. (B)
ZOLFATO. Add. Di zolfo. Mescolato
con zolfo. Solfato. M. Aldobr. P. A- 19.
Tutte acque zolfale amare , che sono di
mare , si va^l<oiio a malattie fredde e
umide .
ZOLFATL'HA. Fumo dì zolfo che ar-
da. Lib. cur. malati. Quaudo saia asciut-
to , fagli uua buona zolfatura con zolfo \i
vo ardente.
f •'.- ZOLFERINO. Lo stesso che Zol-
fanello . Serd. l'rov. Come zolfanelli , o
zolferiiii, che puzzano da ogni capo. (A^
Z0LF1.no - Sust. Stoppino coperto di
zofo, per uso di accendere il lume.
ZOLFINO. Add. Di solfo.
§. Zolfino, è anche Aggiunto di una
sorta di colore , detto cosi per la simi-
glianza del col-.r del zolfo.
t ZOLFO. Minerale non metallico,
solido, fragile, e di color giallo, il quale
ardendo fa una fiamma di color azzurro,
e tramanda un odor soffocante. Lat. sul-
phur. Gr. &?t5v. Alam. Colt 1 27. Sia
ben purgata appresso, e poi d'amurca D'
olio, di vio.di zolfo, e vivo argento ec. Le
sia fatta difesa al nudo dorso. Centra i morsi
e venen di vermi s serpi . ììtcctt. Fior.
4. Alcuni ancora si fanno per arte, come
r allume di rocca, il vetrìuolo usuale, il
zolfo, il salnitro, ed il sale. Ciriff'. Calv.
3. 90. Con zolfi lavorali, che ardean poi.
Morg. 19. i54- Ed arde tutto, come zol ■
fo al fuoco , Della gran voglia di vedere
Orlando. Sem. Ori. I. li. 68. E loro ad-
dosso pegole bollile, E foco e zolfo quel
Grandonio scaglia.
§. Zolfo , si dice anche all' Impronta
per lo più di gemma intagliata , che si
fa nello zolfo che sia stato a\ anti lique-
fatto, far. leti. I. 36. Io ho ricevuto i
zolfi delle corniole del signor Carduioo ,
e i ^ ostri alberelli di sapon moscato.
ZOLFONARIA. Solfanaria.
ZOLFORATO. AdJ. Solforalo.
ZOLLA . pezzo di terra spiccata pe'
campi lavorati. Lai. gleba. Gr. ^CJ/04.
Cr. 2- 26. 3. Bagnerai la zolla , ovvero
ghiova, con acqua dolte. f num. ^. Pren-
de) ai uua zolla, e mettera'la a bagnare
in un vasello di terra, ove sia acqua dol-
ce, e al giudicio del sapore investigherai
se tulio il campo saia di quella medesi-
' ma qiialilade . foce. Lett. fin. Boss.
I 273. Serrano , dal seminare menalo al
consolato di Roma , ottimamente colle
mani u>e a romper le dure zolle della
j terra sostenne la verga eburnea . Amet.
5o. M.i pure cosi pavefalla siipra le zol-
le del solcato orto bassai le ginocchia , e
dissi, f 71. Si poteaoo vedere i campi-
dogli non rozzi , con iscaglioni di zolle ,
ne di ]'aglia coperti , ma ec. Mor. S.
Gri-g. Le zolle di quelle erano d' auro ; e
che dobbiamo noi intendere per lo nome
delle zolle, se non la congregazione e la
moltitudine di tutli gli ordini ? La zolla
è composta d' acqua e di poh ere. Guid.
G. E così rivolte le dure zolle, 1' ampio
campo c(tn solchi sì lavoròe. .-flam. Gir,
22. 80. Che fra le zolle ancor molle fia-
te Si saggi son , come tra '1 chiaro in-
chiostro Molto in:^egna la pratica e l' ela-
te. Ar. fur. 23. l3l. Che rami e ceppi
e tronchi e sassi e zolle Non cessò di get-
tar nelle beli" onde.
§. Figuralam. per Terreni, 0 Posses-
sioni . Maini. I, 82. Donando a ciasche-
duno entrate e zulle , Acciò se la passasse
da buon sozio.
ZOLLETTA. Dim. di Zolla. Lat. gle-
buia. Gr. ^&j'/:5v . l'icett. Fior. 22. Se
ne trova qualche zoUeLla.
ZOLLETTINA. Vim. di Zolletta. Lai
glehula . Gr- j^wìtO-». Trntl. segr. cos.
dona. Tale liquore ci viene portato indu-
rito in niioutissiine zollcHinc, o lagrime.
ZOLLOSO. AdJ. Pieno di zolle. Lat
glehosus . Gr. p(n).(Sor,z . f'ir As. 9.
Quandoché io ebbi trapassalo i rugiadosi
cespugli e gli zoll<)i>i campi.
ZOMBAMEXTO. Lo zombare.
ZOMBARE . f-are altrui drlle busse .
Lai. verberare. Gr. Tu'TTTitv . Pataff". Io
r ho zombato come un tavolaccio, frane.
Sacih. nov. 192. E' non <' intendea che
tu non ve ne mettessi un poco f del sa-
le ). La donna dicea: E se io ve n*avessl
messo . e lu m' averestì zombala come
ieri. Tac. Dav. rosi. 45l- Amico re de'
Btbrici , facendo con Polluce .ille pugna
col cesto, te lo tartassava, tanfanavj, zom
bava , conciava male . Buon. Fier. ^. 5 .
11. Ed ci M zomba e forbotta. E gli lira
gli orecchi e lo rampogna. Maini. l . :^0.
Con quel butocrbio zomba a mosca cieca-
/'.' 6. 10^. E che sì. scorreltaccio, ch'io
li zombo? F. II. 28. Che l'a nel mezzo
a' suoi nemici zomba.
ZOMBATO Add. da Zombare.
l8o4 2 O M
t ZOMBATORt. l'erbai, masc. Che,
•y Chi zomba.
ZOMBATUHA. I.o zombart.
ZOMBOLAMENTO. Lo zomholare.
ZOMUOLAUt:. Zombarv. L'ìnff'. Calv.
2. 5l. £ pui fuggendo facL-an mille rom-
boli. Perchè con quel bruncone ei uun le
zomjioli . J^ 2. 53. l'&o pur» ijujod* i*
voglio, cumc i* Eomltulu.
ZOMBO LATO. Add. da Zomf*o/arf.
t ZOMBOLATORE . Ferbal. masc.
i'Iie, o Chi zombola.
ZOMUOLATRICE. J erbai, fem. Che
zombola. Tratl. svgr. cos. dotiti. Si spa-
venUtiu air apparire della madie taute
Volle provata zombo latri e e.
ZOMBOLATUnA. lo zombo/are, Zom-
bolametito .
ZOMA . Fascia , o sìmtUf che tigne il
contorno di checchessia . Lai. zona . Gr.
%uvr,. Vant. Par. io Sicché rileoya il
fìl che ta la zona . F 2t). Fauou dell* u-
lizzootc iosiemc zona . Hiit. i^^i : Zona ,
cioè cingolo che cinga V uno e 1' allru .
Uìttam. i. 10. Di \er Selleutriunc la m-
corona, E da Ponente lo grandi: Creano,
('fa^ a tultu '1 mondo, come vedi, è zona.
Fr. I,ic. 7". Con vile zona ti lega d' a*
more. Ciriff. Calv. 2. l\2. Son fu si to-
sto Febo dimostrato. Alluminando l^orien-
tale zona.
§. Zona, presso a' Cosmografi, si di-
ce Ciascuna delle cinque parli in cui st
divide la superficie della ttrra per mezzo
de' quallro cercini minori, a fine dt di-
stingitele le regioni calde, Jreddf, e tem-
perate. Lai. zona. Vass. 364- Inverso il
iiieriggiu , pres&o alla lorrida zona , sono
iiioulagnn di calanuta che Irae a »c le
rami umane . Ctriff'. Calv. 1. 3l. Ve-
iiulo insin dalla torrida zona. .Serd. Star.
1. 9. Per soggiacere quasi alla zona di
inezKO è scaldala da ardeulissinio Sole, li
47- Quelle cose che gli anlìthi fahamenle
uiasero del circolo equinoziale e della zo-
na torrida. * j4r. Fur. 33. 126. Kuggou
r arpie verso la zona rogyia. iPe)
* ZOiVABE. /. À. Cerchiare, Fa-
sciare. Fr. Jac. ToJ. (1$)
ZONZO . Diciamo Andare a zonzo ,
che vale Andare attorno , e non saper
dove j tolta la metafora da pecchie , ve-
spe , calabroni , e simili , clic volano iti
qua e in là ronzando. Lat. temere deam-
bulare , aberrare. Gr. ct/.^ Titptuxzeìv.
Farch. Jircol. 68. Andare a zonzo , ov-
vero aione, ovvero aiato, cioè andare qua
H u senza saper dove andarsi, come fan-
no gli -vcioperati , e a chi avanza tempo.
A rtm. buri. 1. Z'j . Andare a zonzo in
'luesto mare e 'n quello. Ciriff. Calv. 2.
57. (Jhc se 'I colpiva sul c.ippil di bron-
zo, Il cervel su pel prato andava a zonzo.
Cecch. Stiav. l^. 3. Posju non solanienlc
sodare a suozo E di giotoo e di notte ,
«e. £' ine. 2. 6. Oh come vanno queste
nostre Icmntinc a zonzo volentieri I liurch.
2. 52. Se '1 tuo gallu.iiu vede Bartolino,
Quando e' vj j zonzo >euza vangaiuole- ,
E' crederà eh' e' sia un lupolinu.
5,'. /itidare , o Mandare il ctrvello a
zonzo, Jiguratam. vale impazzare, e Fa-
re impazzare. Lat. insanire , dementare.
Or. a(X.i-Jtz^v.i , ÌAflXi'/liV . Fir. l'nn.
4- 0. (fuetto dir eh' io gli ho dalu le
(hiavi, e vedcrj^lteoe iu mauo, mi man-
da il cervello a zonzo . Ctriff. Calv. 3.
82. Citiflo non intende questa pratica, £
<|ua»i (he il cerve] gli andava a zonzo.
*\- zoomo. / u,,- greca . cbe vale
Animali e l'iantc , onde, st è anche /or-
mata la voce P1AP4TAIV1MALE, e ducst
di Que' corpi the partecipano della pian-
ta e dell' animale, come sono le spugnr,
o simili. Lai. zoophttum. Or. {biOE^uTOv.
f'nrch . Ltz . Li quali i Grcd 1 compu-
Z O O
nendu er. due nomi insieme, gli chiama-
roD Boo6la , cioè animati e piante, come
Se noi dicessimo animahpiante , o \eia-
mente piantanimali, come sono le spugne
marine* e alcuni aliti, ec. lied. Oss an.
5^. Infitto a quegli altri Z0061Ì pur sem-
pre radicali ne' medesimi scogli , e tal-
volta radicati ancora sul groppone d'altri
zoofiti , e che da' pescatori livornesi soo
chiamali carnumi.
.-^ ZOOFOIllCO. Terni, degli Archi-
tetti. Aggiunto di Colonna; e dicest di
quella clic rappresenta la figura di qual-
che animale, come sono quelle del porto
di Fenezia. (A) •
'^ ZOOGRAFI'a. Term. tUdascalico .
Descriziotie degli ammali. (Aj
^ ZOOLATIil'A . Cultura e Adora-
zione degli nnimdli. (A)
* ZOOLITO . Term. de' Nat. Parte
d' animale che siasi impietrita. (A)
^ ZOOLOGIA. Quella par t,f della Sto-
ria naturale, che ha per oggetto gli ani-
mali, e Quella specie di Jarmacìa che da
essi prende t suoi medicamenti, lied- (A)
■\' ZOOTOMI'A . Anatomia compara-
ta, oppure Taglio de' bruti per filosofico
studio. Hed., Cocch., ec. (A)
ZOPPACCIO. Peggiorai, di Zoppo.
Lib. l'red. Trovo in quella via uno ttjp-
parilo veiameole impoituuissimo limosi-
nalore .
•f * ZOPPEGGIAHE . Zoppicare, e
fgitratam. .\on procedere con rettitudine.
Tolom. leti. j. 247. Se voi sete a ciò ob-
bli;;a(o, insegnatemelo pei debito; kc non
Acte tenuto, fatelo per cortesia: e se pur
ne per quello il dovete, né per questa il
volete lare, liate almeno contento di scor-
darvi quel ch'io insegnai a \oi; il che mi
pare onesto, acciocché le cose vadan di pa-
ri , e che questo cutal coatrattu non zop-
l>eggi. (A)
ZOHPtTTINO. fìim. di Zoppe t to .
Ltb. dir. nialatt La femmina amava quel
figliuolo zoppetlino.
ZOPPETTO . Dim. di Zoppo . Lib.
fur. malati. Un certo suo figliuulino , il
quale si era un poco zoppetto d' un
piede .
ZOl'PICANTE . Uie zoppica. Lat.
claudicans. Gr. j;w)-aivQV . Ltb. Amor.
Un cavallo magro e sozzo , e di tre pie
zoppicante, liuon. Fier. 2. 5. 7. E zop-
picanti Piglian la dirada altrove. Salviti.
Jhsc. 1. q22. Sarebbe da desiderare che
r uomo possedesse e bontà e doltiina ,
percioccliè in altra maniera è zopptrauiu
la sua perfezione ( qui figuratam. , cioè
manchevole, difettosa).
ZOPPICAKE. Andare alquanto zoppn.
Lat. claudicare . Gr. ;ifwia»'vfiiv . lioct.
/ti. iJant. 219. Qurlla repubblica che 'I
taceva, conveniva andare >ciancala . e i\ji
quel piede zoppicare. Seti. Pisi. Incon-
tanente che cominciava a zoppicare un
poto, l'aol. Oros. Per consentimento di
tutti il lecerti signore : uomo che zoppi-
cava del piede ; ma nel pericoloso stalo
vollero più tosto che '1 signore zoppicas-
se, che '1 regno. Cavale. Specch. Cr.
Quando &i ricerco ed esaminò se egli si
dileltavèi d'esser lodato e reputalo . dite
< he ancora logipicava. Mor. S. Ijrrg. E
tante Volte caggiamo innanzi a lui, quan-
te volte noi zoppichiamo. Serd. Alar. i.
3o. Uurlandi» gli »lrssi nmbasciadoii , j*
uno de' quali zoppicava «I* un piede, i.or.
Med. tiec. 2. La Bvca mia e sobt un po'
piccina, E zoppica, ch'appena le oc ad.
d resti .
§. I. Figuratam. ti dice drl Pendere
in qualche i-isio, o difettfn l'utaff'. 8. E
du qual pie tu ztippichi, ben saccio (cioè,
conosco le tue inclinaiioni • t> 1 tuoi di-
fetti ) / arih. Ltz. 641 È occesjario ,
Z O H
per cagione dell* accanto ec, fare che 'l
verso , non zoppichi f cioè , abbia la »ua
giusta misura).
^ S- "■ Pur figuratam. vale Fentr
manco, indebolire. Infiacchire. Marchett.
Lucr. ltb. 3. V. 667. Se al6n crollato È
dagli urti del tempo, e vecchio ornai Lan*
gue il corpo, e vico meno; e se le mem-
bra Perdun 1* usate posse , anco I' inge-
gno Zoppica, e delirando té7 (Jif
♦ §. 111. In proverò. Chi pratica col
zoppo impara a zoppicare. F. ZOPPO,
§. X. (C)
ZOPPICONE , e ZOPPICONI . A^-
verb. A maniera delle cose che zoppica-
no. Zoppicando, hsp. / ang. Senza que-
sto lume e senza questo appoggio si cam-
mina tentone e zoppicone . liuon. Fier.
3.5. 5. Andava sghembo £ zoppicoD . F
4- 5. i3. Ve* eh* ei si rizza , e zoppicon
lo segue. Schizzando rabbia, che noi può
raggiugacre .
* ZOPPINO. Dim. di Zoppo. (C)
t ZOPPO . Add. impedito delle gam-
be o de' pie m maniera , che non possa
andare eguale o diritto , ondt cammini
fuor della naturale positura . Usasi so-
vente anche in forza di susl. Lat. clau-
dus. Or. j^u'iói. Bocc. nov. 11. 3. Quel-
lo, a guisa d' un corpo santo, nella chiesa
maggiore ne portarono, menando quivi
zoppi e attratti e ciechi . i'elr. son. 67.
E fuggo ancor così debile e zoppo . /:
Frott. Or non fia maraviglia , S' iu mi
sou grave e zoppo. Pcss. ò^. E se uoo
zoppo lo schernisse, eh' egli andaste di-
ritto. /',' l34- Mou dee essere inlegillinu'
ec, non zoppo, non monco, non rattral-
to . Lor. Med- rtm. 85. \}ì\ altro pastur
porla sulla spalla Una pecora eh* è nel
cammin zoppa . Ar. Fur. ^2. 5o. £ la
furia iufernal già non par zoppa , Che
spicca un salto, e gli e subito ia groppa.
Àlorg. IO. 171. Chi sangue fuor per gli
occhi e 1 naso getta. Chi zoppo resta, e
chi monco e stiancato.
§. I. Per metaf. vaie DifeUoso, Man-
cante , Tardo . Petr. cans. 22. 4- ^*'**
sìa zoppa la legge, ov* altri attende. Ftt.
Plul. Non vogliate che la Elada sia top-
pa, né vogliate che nostra patria sia in-
giusta . Jiern. Ori. I. 2. 22. E per pi-
gliarli affretta il buon Baiardo , Che per
lo grande amor oc porta peua, E lo chia-
ma rozzone, zoppo e lardo. Ar. Fur. n.
57. Le cui voglie al )»en far mai non far
zoppe. /',' 25. 76. L' animo è pronto, m^
U potere è zoppo . E 29. 70. Ella ti se-
guia con passo lento e zopp«» . Cecch.
Uonz. 2. 5. S' egli è signore, e Ìo uo .
Corso, questo Sarebbe un paienlado to»
pò. 2'ac. l)av. Ann. 2. 3?. Cowinciaro-
no le navi a tomaie sdrucite, o toppe, o
.senza remi.
,>^. li per stmiltt AUeg. l3l. I>ur
panche, le quali paion tre>poli zuppi tulli
air trsle . liuon. Fier. ». 3. 3. E a»»ai
mura in falso , e archi zoppi Mafm. H
i8. Et*ì una madia zuppa da un piede
*-^ §. IH. BugÌA toppa , dicrsi perche
va poco innanzi , e mal si sostenta m
pie , cioè facilmente sì jtcuoprt . l'eti .
Froll. Oh kvcrgttgnalo ardire, Una zopp.«
bugia Volete a luuga via Guidar niutli
e' han senno I Morg. 2^. 38. E disse
(•anelhm : tu ne fai troppe , K Don sai
ben che le bugie suo zoppe.
§. IV. Ferso zoppo, tale Che non ha
la giusta misura ne' piedi e nelle siiim*
l'è. Demetr. Sef-n. lao. Segno di ciò re
ne sta quello d* lp|ioualle, che, voleotlu
ingiuriare i nemici colle parole , feri un
verso, e di diritto lo fece zoppo, e pnvo
di numero, cioè accomoilato per la villa-
nia e per la vrmrnza.
§. V. A pie ioppo , vai* Con un pti
2 a p
soio. l'ranc, Sacch. nov. l6. Cosloro col-
la Honaa si turoaroDo a pie toppo col dilo
nell'occhio (tfui ^gttratam.). Tac. Vai'.
.4nn. 1- II. Le graiic chieitc in coinu-
ne veogoau a pie toppo ( cwt , Uida-
menle ).
* §. VI. ^n questo senso si dice an-
che Tornar zoppo j cioè colle mani vote.
Frane, ò'acck nov. 222. Lo Usohere si
torno toppo , col dito neir occhio i non
aveva riscosso il danaio che sperava ) ,
e giunse al Cardinale, che aspettava con
lauorsa a))erta- (V)
§. VII. Correre a pie zoppo , fgara-
tam. vale Patir dij[ficultà AlUg- 224.
Kon si maravigli però nessuno ( se la
comparationc non corre a pie zoppo , co-
me nuei che fanno al diavolaccio ) (he
io ec.
§. Vili. Andare a caccia col bue zop-
po, o simili, vale Mettersi ad una im-
presa con provvedimento d^fiole , e non
bastante al bisogno. Fetr. canz. 38. 6.
E col Lue toppo andrem cacciando I'
aura. E son. 177. Ed una cerva errante
e rugf;ittva Caccio con un hue toppo e
'nfermo e lento.
§. iX. A dii usa col zoppo gli se ne
appicca , o simili s proverò, che vale ,
Che nel conversar con alcuno s' appren-
dono e si piglian le sue maniere. Lai. si
iiixta clandum hnbitas, claudicare itisces.
Ved. t'tos. loi. Gr. j'a'v y^ta'kiZ Tra^sot/»]-
(iij)5 JTTSS/a^eiv ua3/ì'avj . P'ir. Disc,
a'n. 66. ^è lessi stona, che non diresse,
che chi col toppo usava , uon camniiua-
\a poi dirittamente, ^mhr. i'itrt. 3. 10.
Benibè, tu parli ancor tu |icr lettera, eh?
Sor. C)hi usa col toppo , voi sapete ec.
AUi'g. 86. Chi usa col toppo gli se n'
appicca ■
# §. X. f'ure in proverb. Chi pratica
col zoppo impara a zoppicare , e vale lo
stesso. Plut. Adr. Op. nior. i, 3|. I
ragazzi messi al servizio de" figliuoli ec.
■ieno dì buoni costumi , abbiano lingua
sciolta e ijreco idioma , affinchè conver-
sando con barbari di linguaggio , e vi-
ziosi dì costumi, non ritengano parte del
loro vizio. E non male si dice per anti-
co proverbio : Chi pratica col zoppo im-
para a zoppicare. (C)
§. XI. l'assi capra zoppa, se '/ lupo
non l' intoppa j proverò, che vale , che
Anche le cose deboli si sostengono, quan'
do non incontrano difficoltà j ovvero che
Quando non s* incontrano ostacoli, tutto
riesce. G. V . 6. 83. 4- Propuose in sua
diceria i due antichi e grossi proverbii ,
che dicono : Coni* asino sape , così mi-
nutza rape : E vassi capra zoppa , se '1
lupo non 1* intoppa. Frane. Sacch. nov,
\')(\- Vassi capra toppa , se *1 lupo non
la 'ntoppa.
ZOTICACCIO . Peggiorat. di ZoUco.
Zéibald. Andr. Era uomo di sua naturalez-
za mollo toticaccio e dispettoso. ^ Cecch,
Stiav. 3. 2. Se ella avesse saputo il bene
che IO le volevo, ella non avrebbe avuto
cotesla paura : ma tu dovevi pur raccon-
solarla un poco, toticaccio. (/ )
ZOTICAGGINE, astratto di Zotico.
Mozieztn Fu. S. Jnt. Coa una certa
naturale toticaggioe di costumi.
ZOTICAME.NTE . Avxerb. Con zoti-
chezza , Pozzamenle . Lat. rustice . Lab.
87. Con parole assai zoticamente compo-
»te mostrava di desiderar di saper chi io
fossi .
ZOTICHETTO. Alquanto zotico.
ZOTICHEZZA . Astratto di Zotico .
Bozzezia. Lat. rusticitas, injicentia, Gr.
aypióry;?. Fr. Giord. Fred. It. Mostra-
no zoticfaetza nelle parole e ne' fatti . #
Dat. pref. Pros- Fior, ftè mi accordo a
lodare con Valerio Massimo la zotichezza
Z O T
di Mario, che abborri d'apprendere la lin-
gua greca» e di farsi più culto, ec. ( Ù)
ZOTICHISSIMAMEKTE. Superi, di
ZoUcanìCnte .
ZOTICHISSIMO. Superi, di Zotico.
Demelr. Segn. 58. Siccome questa del
personaggio totìchissimo del Ciclupo.
3 ZOTICO. Add. Intrattabile. Vi na-
tura ruvida e rozza ■ Lat. rudis , agre-
itis. Gr. dypioi. Bocc. nov. 5o- 8. Egli
non è alcun si forbito , al quale io non
ardisca di dire ciò che bisogna, ne si du-
ro , o zotico y che io non ammorbidisca .
Varch. Stor. 8. 2l3. Fu eletto in am-
basciadore a Ferrara messer Galeotto di
Luigi Giugni, uomo burbeio, e zotico di
natura. Cecch. Spir.3. 9. Chi ha a far con
persone dure e zotiche. Gli avvieo cosi.
Cas. Uf. com. io5. Fugga il nome di
morditore, ovver di zotico.
V §. Zotico, si dice anche delle Ma-
niere, delle parole, ec. che sono contra-
rie alla s^ntilezza, alla civiltà. «. Galat.
5. Come i piacevoli modi e gentili hanno
forza di eccitare la Lenivoleoza di coloro
co' quali noi viviamo, cosi per lo contra-
rio i lotichi e rozzi incitano altrui a odio
e a dispreizo di noi ». (Cj
ZOTICOKACCIO. Peggiorat. di Zoti-
cone . Cecch. Stiav. 3. 2. E tu , zotico-
naccio, la dovevi pure Racconsolare.
ZOTIlOWE . Accrescit. di Zotico .
Cecch. Lsalt. Ce. 5. 3. Il vero nudo nu-
j do è tanto rigido E zoticone , che pochi
lo \oglìono .
L U
f ZUCCA . Pianta notissima , e co-
munissimo, die coltivasi negli ortij che
ha lo stelo rampicante, e le foglie gran'
di, ed il frutto maggiore di qualsivoglia
altra pianta erbacea , o arborea , detto
anch' esso zucca , di forme e specie dì-
verse e di color vario, e mangiasi cotto,
ed in conserva . Lat- cucurbita. Gr. y.O-
iw)tuv&7j. M. Aldobr. P. N. \i\5. Zuc
che sono fredde e umide nel secondo gra-
do. Pallad. Marz. 16. Di questo mese si
vuol seminar la zucca in letaminata ter-
ra. Cr. 6. 20. I. La zucca desidera terra
grassa e ben lavorata, letaminata e umi-
da. E nunt. ^. La grossezza del picciuo-
lo dimostra per innanzi di che grossezza
sarà la zucca. Jìnum. 5. La zucca è fred-
da e umida nel secondo grado, e genera
umor flemmatico. Alam. Colt. 5. 126. E
sol vorria talora L' avviticchiami braccia
e r ampie fiondi Della crescente zucca
aver vicine. E I29. Il freddo celiiuol ,
la zucca adunca . E l34- Ove il dolce
popone, o\e il ritondo Cocomer giace,
ed ove intorno serpe Colla pregnante zuc-
ca il citriuolo. Bern. rim. 1. 3o. Ho ben
martel di quelle zucche fritte.
"f §. I. Zucca, si dice anche un Fa-
so fatto di corteccia di zucca seccata, a
uso principalmente di tenervi pesci, sa-
le, ec. Morg. 18. 194- ^ disse: il sai ci
avanza nella zucca. Buon. Fier. 3. 3. 8.
Ve' ve' quel pescatore Col frugatoio in
mano. Che torna colla moglie pescatrice,
Che pronta ha la sua sporta , Che zucca
aver non dee- E appresso : Tutte speri-
mentai ed esche ed ami, E mi pareva d*
esser per la via Di riportar gran pesca-
gione in zucca. E Tane. 3. Viterm. Get-
tisi r amo, la relè si tenda , La zucca si
porga, il pesce si prenda. Purch. 2. 67.
Se stasera a cenare Di pesci non m* ar-
I rechi pien la zucca , Io fuggirò la mor-
talità a Lucca { L' edtz. di Londra 1767
legge meglio: Io fuggirò, per non morir,
a Lucca). Borgh. Hip. 2^"^. Essendo u-
sciti i contadini dell' acqua colle zucche
piene di pesce. LasC- Sibili, i 3. Que-
z u c
i8o5
sta è altra zucca, che da pesci : qui den-
tro è del sale in ciocca.
§. II. Zucca , pur vota simile alla
suddetta , per uso di notare . Frane.
Sacch. nov. io3. Se tu fossi in un gran
pelago, e fossi per affogare, qual voi resti
innanzi avere addosso: il Vangelo di san-
to Giovanni, o la zucca da notare? E ap-
presso : L* altro diede il partito d' una
zucca vota al Vangelo di santo Giovan-
ni j e noi siam ben zucche vote, e nella
fine ciascuno se n* ha a avvedere. Cant.
Cam. 2l3. Chi monta sopra noi par che
ne goda Più, che^ di zucca o trave. Per-
chè molto suavc E '1 vostro sostenere. A"
2l4- Questi novizii non possou nel fon-
do Ancor sicuri entrare. E per non aflb-
gare Portan là zucca in collo. Al/c. 283.
Per ^enir finalmente a mezza lama. Io son
qui senza voi , né più ne menu . Come
chi ha r acqua a gola , e zucca chuma.
Sold. snt. I. Come la zucca iopra 1* ac-
que nuota , Perch" il peso di quella non
pariggia. Ove l' eban più grave al fon-
do ruota.
§. III. Onde in modo proverb. Uscir
d' un fondo senza zucca, vaie Scampare
fortunatamente da qualche gran pericolo.
Lasc. Gelos. 5. 7. Non credi che ci sia
altri che tu, che sappia uscir d'un fondo
senza zucca ?
g. IV. Zucca, per Quella parte del
capo, che cuopre e difende il cerve/lo , e
talora anche si prende per Tutto 'l ca-
po. Lat. caput. Gr. Ai^ai'ir'. Dani. Jnf.
18. Ed egli allor battendosi la zucca, ec.
Morg. 3. 53. Al primo, che trovò, la zuc-
ca taglia.
*t' §■ V- Aver poco sale in zucca. Aver
la zucca vuota, e Son aver punto in zitc-
caj maniere proverb., che si dicono del-
l' Aver mancamento di senno . Lat. pa-
rum sapere. Gr. p.ixpòv yptìvuv, «)tti7
o\tA 'iVis^toiuTUtApostolio. Bocc nov. 32.
19- Siccome colei che poco sale aveva in
zucca. Malm. 3. 19. Come quello che ha
in zucca poco sale . E 4- l5. Questo è
colui Che in zucca non ha punto. Burch.
2. 80. Gli mulina il cervel com'una ruo-
ta j Tu hai la zucca vola.
*t §. VI. Cercare sale in zucca, vale
Procacciare d* aver sale in zucca , ciov
senno. Belline, son. 167. Son tulle opi-
nioni I Lei capei: cercate sale in zucca.
Perchè Assalon morì per la parrucca.
§. VII. Zucche marine. Zucche fritte.
Zucche marinate, e Zucche, assolutam.,
modi bassi , che si usano a maniera dt
maraviglia , o di esclamazione , quando
vogliamo negare una cosa delta afferma-
tivamente da alcuno, e che noi crediamo
impossibile. Maniera usata poi in ischer-
zo dai nostri poeti burleschi. Fir. Trin.
2- 2. Basterebbe le zucche marine. Lasc.
Pinz. 5. 2 Quel putir l'alito! zucchcl io
n' ho veduto rivocare i parentadi. Ambr.
Cof. 2. 3. Bemliè , io non me ne mara-
viglio niente: zucche! l'essere messo in
prigione è mala cosa . Lor. Med. Arid.
3. 6. Zucche l io me ne vo in mance,
g. Vili. In zucca, posto avverbinlm.,
vale Col capo scoperto , Senza nulla in
testa. Buon. Fier. 4- 5. 4 *-^' ^'^ '^^V
pa , chi in guarnacca e chi in giubbone.
Chi spettorato , chi 'n zucca , chi senzj
Le scarpe. Tac. Dav. Ann. 3. 70. E fé-
cesi vedere Sacroviro combattere per li
Romani in zucca.
§. IX. Tenere in zucca. V. TENERE.
g. X. Zucca al vento, o Zucca vota ,
si dice in maniera bassa di Persona va-
na, e che non abbia in se sapere, abili-
tà, 0 prudenza. Bocc. nov. 32. II. Donna
zucca al vento, la quale era, anziché no,
un poco dolce di sale , godeva tutta u-
dendo queste parole. Frane. Sacch. rim.
i8o6
z u c
17- Se e' ci fu»sc monna iucca al vcDto,
A vederla ItaUarc è ^raade ilento. Ma/nt.
1. 73. Ma perdonale a quella zuccii vo-
la , Signori , s* io vi rompo 1' uova in
])occa .
$. XI. Zucca, nello stesso significa in
isc/terzo. Bove. nov. 79. II. E nuo vor-
rei, zucca mìa da sale, che voi credeste
che uui &lek:>Ìmu là m quotu abito.
§. XII. Zucca, per simihl., si dice dt
Popone , Cocomero f o altra sim il frut-
ta , che riesca scipita e senza sapore .
Durch. 2. 3- £ fa di comperare uà buon
popone : Fiutalo , che oca sìa xucca , o
mellone .
^ §. Xlll. Zucca salvatica . Sorta di
erba , detta allnnientt f'ite bianca e
Brionia . Jl ì ocabol. alla voce VITE ,
§• "'•(•)
ZUCCÀIA. Surla d' uva , e ancora la
Vite che la produce. Cr. E quelle son
ultime per far vino , iiccomu ec. la zuc-
caia . Soder. Colt. 119. Queste sono ot-
lime per far \iuo, e abbondanti, siccome
il roarzimino, e V uva mosUia, che ne fa
assaissimo, e la zuccaia, e a mangiare non
è punto ag(,'radcvolc , ma aspra , e piena
d' acquosità insuavc.
ZUCCAIO . Campo seminato di zuc-
che. Lib. Son. 88. Acciuga mia, conten-
di col zuccaii).
ZUCCAIUOL.\. Sorta d'insetto nocivo
agli orti, che passeggia sotto terra a ro-
dere le radici delle piante. Lai. 'grillotal-
pa. Red. Oss. an. 10^- Le grillolalpc ec,
che da noi Toscani sun chiamale zucca-
iuole. E 121- Le zucraiuuic ec. vi uiuo
iono molto più presto delle nuj^natte.
ZUCCUEUATO- Add. Condito di zuc-
chero, V.olce, Inzuccherato. Lai- saccha-
ro conditus , dulcis. Gr. y/u/Ji . / o/jf.
Mes. Oli antichi maestri dav;it.u pane con
acqua zuccherata. Fr. Jac. T. Zuccherato
sapi*re Con santissimo odure.
* ZUOCHErUFLUO. Add Che slil
la zucchero j e figuratam . Soavissi-
mo, Melliflua, .Ir. Negr. 2. 3. Unica
hperanzu mìa ■ Oh poi'ola nielliQua 1^ J.
Anzi pur tucchcntlua , che ignobile E il
mei. (lij
ZUCCli; RI.\0 . 5«./- Pista azzima
intrisa co» uova e jucchero, tirata a gui-
sa di vermi- elli, e poi ingraticolata insie-
me. Cant. Cam. j!\. N«ii faci iam berliu-
Rorri e zucclicriiii. Lor. Med. canz. 77.
3. Dcncb' e' paian cosa sciocca, Sou mi-
glior che i zucchtTÌni. Lasc. Streg. ^. 3.
Non %i è c^li del mJizapane, del treb-
biano, dei xucthuriiiì,*: delle mele colle 7
E Sibili. 5. 7. L' una pe' zuccherini , e
l'altra pe' bi-rlingozxi . Buon. Tane. 5.
7. l'ar cogli anici, e "1 mele uu zucche-
riou .
ZUCCIlEnl>0 . Add. Dicesi di una
preparazione dt allume con zucchero ,
chiara d' uovo e acqua ro<a . Lat. allu-
nirn saccharinum . Cr. 4- 4*' 9" ^'^^'**''
Idibre nie^za di buono allume di rocco, e
mezza d'allume zuccherino. /ìicrlt. I-'ior
14. Dell'allume di rocca, pesti» insieme
con zucchero r cliiara d' uovo e acqua
rosa , si fa l'allume zuccherino. Lor.
yf ed. Clini. \\ 3. T.nj^n allume iucche-
rioo con mollo allume di rocco.
g. \. ZitCKherino solutivo, e una Sor-
ta di Compoxittone medicinale con mele ,
aiicchtro, e infusione di ros» i che amhe
-il dice Mfl rotato zuccherino.
•f g. II. 7.uccherine , Sorta di pere
primaticce, così dette a cagione della lo-
ro dolceitn . Buon. Tan> , 1 I Chi '11
tul pero d' Amor vuol far de* nesli. Vede
le fruUe \'n dt giorno iu giorno; Ma %'
"Rfii '*"> bugiarde e luciberioe , Saran
doman cotogoolo e sorbioe.
g. Ili ZucJiennOt è anche Aggiunto
Z U C
di altri ponti e frutte. Cant. Carn. 148.
Chi vuol buon damaschini (poponi). Tol-
gagli che sien teneri di buccia ; Quando
son zuccherini, Struggonsi in bocca, qujn-
ilo altri gli succia,
t ZUCCHEKO. Materia dolce di co-
lor bianco, che si cava per via d'espres-
sione dalle canne della pianta chiamata
pure Zucchero , ed anche da altri vege-
tabili. Lat. saciharnm . tir. *'sd.*'/^'xzOi.
Cr 4- 4'- 9- Dell'acerbo maturo si fa,
se nella predella misura libbre una di
[lerfetto zucchero con vino e mele rosso
si ponga per lo modo predetto E 4- 4/*
1. Il zucchero si dee risolvere in acqua
e aceto, e cuocasi tanto , che »' appicchi
alla mestola . Bocc. no^-. 76- IO. l'oscia
fece dar loro le coverte del zucchero .
Volg. Ras. Il laltovario fatto con mira-
bolani indi e con zucchero , lo stomaco
corrobora e fortifica. Serd. Star. 2. 61.
£ non solo si mangiano frtrscbe , ma aa-
rora si conservano luogo tempo nel zuc-
chero. Red. Oss. an. ^2 Se si impolveri
ben bene un lumacone con del sai comu-
ne, e con del salnitro raffinato, u con del
zucchero pur raffinalo, ec.
§. I. Zucchero rosalo , Confettura di
rose e zucchero , Conserva di zucchero
bollito con infusione di rose, f olg. Rat.
Zucchero rosalo giova e vale allo stoma-
co ripieno. Cr. 4 4'- ^- ^ altretlauio
di zucchero rosalo. Tes. Pov. P. S. cap-
l3. Ardi insieme mummia ce. , e nell'
auroia d^iuoe a bere con stroppo rosalo,
ovvero con zucchero rosato. Ricett. Fior.
l3l. Fassi ancora il zucchero rosato in
morsflletli di ugni tempo con torre zuc-
chero Gne , ec.
g. II. Zuci Itero violato, e altra Sorta
di decozione di zucche.ro con infusione di
viole. I olg. Ras. i3i. Zucchero violalo
la gola lenisce. Ricrlt. Fior, lì zucchero
violato si fa come il rosalo , eccetto che
dove nelle rose si taglia 1' unghie , in
queste si levano via i suoi coruelli-
g. IH. 7.ucchero C'indi, 0 candito, si
dice lo Zucchero raffinato e rassodato col
Cimento del fuoco . Ricett. Fior. 81. Si-
milmente a faic d zucchero candi, il giù -
lebbo collo alla sua misura si pone in
certe brocche . /:' appresso : Fcr farne
et . il giuletibo per il zucchero candi .
Morg. 28. 26 D' uu zucchero candito è
pieno in gorga.
g. IV. 7.ucchero bianco. Zucchero ros-
.ro, ZuCihcro rottame, si dicono Vuerse
spezie dt zucchero. Hicrtt . Ftor . l3u.
Ctosc rosse fresche , e purgale dall' uu-
ghie , libbre una ; zucchero bianco lib*
brc tre.
g. \'. Zucchero in pani, d.cesi lo Zuc-
chero rajfinato , e assodato, e ridotto tn
forma di cono. Sagg. nat. esp. 26C. Tali
sono il zucchero rauuito , il zucchero io
pane , ed il sai gemma lapillalo . Ricelt.
Fior. lìq. Per ìaic uno sciroppo da nu-
bili si toglie un pane di zuct hcro fine
ec. , e sopra al pabc si mrlie un Uir< 1 -
foccio suttde, che slilli quel sugo, di rhe
SI vuole fare lo sciroppo, sopra la puuta
del pane del zucchero.
%. VI. Chiarire lo zuahero, vale Pur-
garlo col fuoco. Rurtt. Fior. 1 15. Kau
iiusi ancora le coostrve de' frulli cavau-
duiie il sugo, e pi);bai|donc uiire otto ec.
per libbra di zucdieru chiarito. /. lio.
Chiarisci il zucchero, e ruoii a forma di
manusrrisli. /.' l3a. Lhiaiisci il lucrhcro
a fiirma di giulebbe.
§. \II. Z^iCfhero dt più Catte, vn/e
Zucchero /).« raffinato, e migliore, .1/orj,'.
27. ^47- Ognun» aveva una rabbia cani-
ni! , Che *1 sangue parca zuccher di tre
colte .
T^ g Vili Essere un iHCchfO , Jigu
Z U C
ratam. vale Esser cosa buona, da eonten*
tarsene. Bellin. Disc. l. l49- E sappiate di
pitiche sarebbe un zucchero l'avere speso
10 questa faccenda queste Ire ore sole d*a-
desso. (C)
g. IX. Aver il cuor nei zucchero , Ji-
guratam. vale Esser contento.
%. X. Cadere il zucihero , Colare il
zucchero , Traboccare il zucchero alla
caldaia, o simili; maniere figurate , che
vagliano sopravvenire felicità in copia .
Ce^ch. Corr. .'i. IO. Or eh* il zucchero
cola e *1 miei per lutto , Noi doverrem-
ino aver la mancia. Ftr. Trin. 5. 8. Di-
co ben , che per un Iralto egli h traboc-
calo il zucchero alla caldaia.
g M. parere uno zucchero, o Pare-
re un zucchero di tre cotte, 0 simili, va-
gliono Aversi per buono e soave. Ciriff.
Calv. \- i8. Egli arebboo mangialo a
Gramolazzo Le chiappe, che si dice eran
di ferro ; Sana paruto un zucchero , un
sollazzo Aver talvolta ghiande pur di cer-
ro. E 27. E certe scarp«tlacce vecchie e
rolte Parule sono un zuccher di sei cul-
le. Cecch. Dot, 2. 5. r so che ancor v'
hanno a parer le ghiande Zucchero di tre
rulte. e pinocchiati. Malm. 1. 8o- ti pi-
^liarseQe subilo il puleggio Un succherò
le parve di lie cotte.
^. XII- Di zucchero, informa d' ag-
giunto , figuratam. vale troice , Soave ,
Saporito , .^moroso . Cecch. Inc. 'S. 2.
Voi avrete quella ladrina di zucchero lo
braccio : pairavv' ei caro lo 'nlingolo? F.,
a. 2. Cosi farò , ben mio dolce di tue*
rhero .
*}- g. Xlll. Sputa zucchero, vale quasi
Spirante doUezza. Cecrh, Inc. 4* '• Ve-
detela Sboccar del canto appunto* B. Oh
spula zurchrro !
ZUCCHEROSO. Add. Che ha in se
del succherò , Dolce . Lai. dtttcts . Gr.
y*u/'J.'. Luig. Pule. Bec. 4. Più zucche-
rosa, che non e V amore. Lasc. l'mz. 3-
4. E volele apposta di danari lasciare
tanto soave e zuccheroso bene f in que-
sti esempiì f guratam. f # Car, Cam. 55-
Dìsrorrendo da me medesimo stiprs tutte
r altre dolcezze . mi risolvei ec. che le
zuccherose , e le melacchine sono tulle
sdilinquite, sturche«uli. (FPj
ZUCCin TTA. Pim. di Zucca.
§. I. Per simtlit. SI dice di {Qualun-
que cosa fatta a l'pgia di zucca Red.
Oss. an. .'17. Arrivato al fine del canale
spermatico , termina come io uoa zuc-
chetta piena di rcrla materia di color ili
ruggine . F Ftp nat. 75 Presi due di
quelle gocciole, 1* succhetle di Vetro tem-
perato neir acqua, le quali rotte in qual*
sisia minima lor parie, vanno tutte quan-
te in p4dvere, o. per dir meglio, si sin-
lulano .
,^'. II. Zucchetta, diciamo anche un' A' ■
me dtfensii a della test-*.
3 ZUCCIIETTINA. Ihm. diZuahetta.
V g /; per simittl - /.ih. cur. malatt.
Cd\alosugu dc'Ke tUichcliine del cappe-
ro» , (Ci
t ZOCCOLO. /'. J. ti punta piò mito
della snccn, ossia del rape, oggi pia co-
munemente Cuiiiilvlo; e SI due anche a
Ona/*t*vglta estrema sommità •ti choc-
chess.n. Lat. vcrlex. Gr. safvoil, KAfiu.
I olg- Ras. Ed egli dinanzi nella parie
della fronte , • di dielio nel aunulu e
rilevalo. M. Aldohr. B. /. fi >a|t|>«alr .
che Ir ventose rbc saranno niesse m sul
succido del capo, siccome dicon molti fi-
b-sttfi , « agliono a coloro che i)ÌTcK|[on
folli ( nel testo di P. iV. il Irgge coeut-
zolo ). Pul. htf. 23 |. La iminagioj-
li%a , ovvero slìmaliva , 4 nel ■ur<i>lo ; *■
la riteoiliva, otvero memoratila, è nella
Collottola) e 1' uaa di queste serve all'altra.
i
z u e
Z U F
Z U F
180-
# ZUCCONA. Pictii di ronfia chrt
ir I „,,h Lfz. Pani. 2 2».
senza captili . I aie"- l-^-
Cena c..>a è, ^h<^ „q» donna soD-a cq..-
bU e, ".me nui .lic.an.» , iu»"na , e
impo>Nl..l- qua.,, o che Ma. o cl.o i-a,a
Leila. «V „ „
ZUCCONAMENTO. /' zucconar-
ZtCCONAIlE. /-"■"'•• ' '■"P''' '''■'"'
,„cca. ciò. Ilei rapo, .ale Scoprir la z. era
U.anion.i caprili. F.rr ■-<■"<"". J'^^:
r«.208. Il che n.m varreW.c ne nel me-
aico, né in un harhi.rc . che lucconasse ,
ubbiam caresi.a Di pel.m,, o d. fo.h.c. ..r
°r,n,eo.c Da tondar barbe, o .uccnar la
"'zucconato Add. da Zucconare
j- ZUCCONATORF. . I erbai, mote.
file. 0 Chi znrroiia. . , , ,., ^
7UCCON.VTK1CE. Vcrbal. fem. (he
zuccona . , 7 „
ZUCCONA lUHA . Zucconamenlo, Lo
zucconare. Uh- cur. maiali. Si f..ccia la
xucconalura sopra M capo con le cesoie
ben taglienti.
if ZUCCONE . Accrescit. di Lucca ;
Zucca grande. Lasc. ^an. I. f- T.ovo
costui Sn .uceone indiano, E 1 su fio,o
e picriuol gli taglia e svelle^ rUilinla
S. 1. Zuccone, dicchi anche di l hi ha a
zucca scoperla. cioè il capo senza cap.ll:
Lat. adculem loasus. Gr. ■.■> XPV ««/==''■
Farch. Slor. 9. 265 Osgi di cento no-
vantacintiuo sono zucconi , e portano la
barba . Lei. Fier. 3. 4. 9 H cu, pel
n,i cred' io che Donatello Ccnprasse g'^
.mando del suo zuccone Fece ,1 .nodeUn.
I-i I 6 0 barbino , o barbone , U n
.azzera , o zuccone , Ver insir.o a fiuest
otta Mia mad,e ha pacienza, s 10 non tor-
no . noi-gh. lìip. li9\ "^ ■'ii='» 7 i-?^
,ila zuccone grassotto, che posa ,1 braccio
destro sopra un Banco.
if " Il Zuccone, dìcesi anche a ( apo
grande, ed anche a Colui che 1' ha. (C,
* §. 111. Zuccone, dicesi anche d to-
mo testardo, o di difficile apprensiva. CO
t ZUCCOTTO . .fona di celala , clic
copriva il capo ed il collo del soldato ,
forse così della dall' es.vr simile ad una
zucca Cinf Calr.l. 29 Ma non s, tras-
se il zuccono di lesta . CU' e,a !talo g,a
in corte de) SoMano: Sapeva a |U,nlo ogn,
lor reverenzia , E inginocch,os:, per n,a-
gnificeniia . ^ 1 ,
ZUFFA. Quislione, Hiolla , Combal-
limalo. Lai. rixa , prirlium crrlamen.
Gr ./.ayr, . Bocc. nov. 40. 6 Una gran
.uff.,' slata V- era , di che molti v erano
stali fediti . F noi: 68. 9. Essendo fra
Arriguccio e Ruberto la zulTa , . vicn,
della contrada sentendola e levat,s, , co-
minciarono loro a dir ,nale. I>in. Comp.
3 '58. Vennono alla difesa dd r-'^B'" •
e'feciono gran zuffa, nella .|uale fu morto
d- un quadrello messer Lotler.ngo Ghe-
rard.n, C F. 12. 44. 3 Ebbe zuffa e
baltaRba in S. Miniato tra Mang,ador, e
Mal.igli. lìant. Inf. 18. le r.pe eran
grommate d' una muffa ce. . Che cogl,
oerbi e col naso Iacea zuffa. ( atalc. .Ved.
, „r.r. Per le zuffe e por le guerre ìe gran-
di ricchezze tornano a niente. Ciriff: (al,-.
2 63 Or si comincia la spieiata zuffa F
3 Q2 E le piil volte chi la zuffa parte,
R«Ta percosso. Morg. l3. 63. E per due
ore e più duro la zuffa. Serd. .^(or. 16.
63u Pronti e ard,li appiccarono la zutla.
séra. Ori. I 18. 3o Cominciasi una
grossa orril"! "uffa. , „ ,^ „ ,,
ZUFFETTA . /'"" ''' ^■•'If'' ' "•"■'J°
piccola ZibalJ. ■4adr. Si soffermarono >n
alcune zuffclle di niun r,l,evo.
ZUFFETTl^A. Pi"!- di 7.uJJrtla /-,
baia. Jnir Erano .uffeltine d, passale,,,
pò, e da non ne lener conto.
3 ZUFOLAMI" ?*T0. /.' allo del zufo-
lare , Il zufolare.
•„•! <! Ziifolamealo, dicesi anche a IJiiel
rumore .lordo e continuo che altri crede
mentire, e che i effetto soltanto di qualche
alterazione dell' orecchio interno. .. J.,b
cur. malati. Allo zufolamento delle orec-
chie usa il grasso delle anguille . (apr.
Boll 1 12 Potrebbe essere qualche po-
co di scesa, che fa parer sentire allru, d,
quest, zufolamenti nel cervello -. (t)
ZCFOLAHE. Sonare il zufolo.
•4. g, 1. Per Fischiare. Lat. sibilare.
.<,bilum edere. Gr. cUfiTTSiv. ralaff-.i.
E zufolagli dietro, e zinghinaia. I il. io.
Pad. Il serpente zufolando (In stampa al
i-ol. 2. pag l52. legge zufidando) ingan-
nò Eva , e cacciolla di rai-.idiso . A l'if.
lies. 111. Quand" ella il dardo per 1 aeie
ledea Zufol.indo volale. /?«',. Ori. 2.
4. i5. Ecco una porta a Levante s apri-
va , Il diago malcdelUi zufolava . l'ir'ff-
Colf. 3. 77. Senlivansi lor brand, zulo.
lare , Che parean propria 6schi di sei-
penle E 90. E cavi e Laglie e pezz, del-
le vele Che ne venivano a branilegli e
st, ufoli Ardendo giù , e par che il fuoco
zufoli .
8 11. Per lo Bouzare della zanzara .
* Tass. rim. Tal zan.aretla 6era Zufo-
la intorno e vola ( cosi legge il I ocaho.
Iorio alla eoce Z \NZARF.TT A, ce. . CBJ
/■• Firn. Amor. Madr. 5. Menile in grem-
bo alla madie Amore un giorno Dolce
nienle dormiva Una zanzara zufolava in-
torno Per quella dolce riva. (D)
§ 111. r» puoi zufolare J cioè: 7"
puoi' dir quel che cuoi, eh' 10 non ne va'
far niente.
g IV. Zufolar negli orecchi, vale Da-
re qualrhe segreta notizia , Favellar di
spreto j e anche Andar lonliniiamenle
instigando. Lat. in aureri susurrare. m-
susurrare. Gr. +,Suj5,:5iv tar, , s;ri+i-
3uJi'r-:iv. Fir. Pise. leti. 329. Ma per-
chi non so chi mi zufola negli orecchi,
ce Capr. Boll. I. 11- Chi è la, d,ch ,0?
eh' è questo, che mi zufola negli orecchi?
Ciriff-. Calv. 4. 129 Che eh, ascella M,
sento osnor zufolar negli urerchi.
§ V. Farch. Frcol. 103. Zufolare
dietro a uno è dire con sommessa voce :
quegli i^ il tale; quegli e ..dui che lece,
,' che disse; e a colui si dicono .ufolare
gli orecchi , come dicevano i Latini per-
sonare aures.
:;: g VI. Zufolare. Terni, degli Ar-
chitelli. Io .'tesso che Falafiltarej e di-
resi Zufolare i fondamenti . quando vi
s- ha da far la palafitta per fondamen-
to, o .indo. Faldin. lor. Dis. ifìl
+ ZUFOL.\TORF. ì erbai, niasc. Che.
0 Chi zufola. Buon. Ficr. 4. 2. 7 E che
zufolalori Di questi in quell, orecchi Pian-
tan susurri e scminan parole.
Zl'FOI.ETTO. /'"" di Zufolo; /in-
foio piccolo. Vorg. 12. 36. Scnl,.ansi
tamburelli e zufoletti , Liuli e arpe e ce.
tre e organelti. luig- '"'e. Bcc 2^. Tu
sai puì , Reca , coni' io te 1 rivllico , E
s' io ti suono ben quel zubdello.
ZUFOLINO. / ,'" di Zufolai e .<
prende anche per una spezie di zufolo
Cirilf. Cale. I. 25. Tamburi e zufoli
ZUFOLO. Strumento di fiato . rusti-
cale, ratio a guisa di flauto. L.U tibia.
La foiluna fa con esso no, la vendetta
de- fanciulli, a' quali moslriamn il zulolo,
ed egli ciede che sempre gì, duri; quan-
,1„ s'avvede che gì, manca il suono , ed
egli lo rompe . IH. Plut- Addottrinava
Usuoi dis, epoli, come si conveniva so-
nare il zufolo. Or,//; Calv. 4. I09. So-
nando cetre , zufoli e tamburi , Per dare
al capitan iiuel di ddelto . Cani. Cam.
463. Ciascun ha in se divisa e conlras-
sc-„o T,oml.e , lanil.uri , zufoli e ban-
diere.'.l/org .8. .51. E ,he ui intenda
a un Bscbiar d. zufolo . t 18. l6o. E
non voglio , oste mio , come 1 gigante ,
Fir deli orecihi zufoli a rovaio. Buon,
l'ier. lalr. 2. 3. E non s' odan ne zu
foli INc corna, 0 cornamuse dei paston.
r.ed. Dilir. 24. Al suon del zufolo, Can-
eglo^he
i dice per Min'
Sì che tu re-
vanno a bandiera. Morg. 24- 9^- E suo-
na una zampogna, o zufolino, t 2b. 2D4.
E guazza quella e,,,,.' un an,lr,no , E tace-
va a' ca.alli il zufolino Iqui vale. 6sch„i).
t ZUFOLO. // zufolare, in .ugnile.
di Fischiale s Fi.ichio. Lai. .'ibilw. C.c
n^JZly■xJi. Fav. F.iop. Com,nc,o ad atlo-
sràre la casa del villano, e a volere ollen-
dere, e andandogl, addosso con grandi e
.liv.rsi zufoli. (..-"/ G. 3. 2. Il quale,
poiché il dragone vide che egU veniva a
lui, multiplicando gli .ufob , ec.
landò , spippola _ _
g. Zufolo, fignratam.,
rhioiic .' Cerch. Ine 1. :
sterai zufolo zufolo.
ZCrOLOiSE. Zufolo grande . liriff.
Calv. 1. 21. E corni , e tamburacci e
naecberon. , E pifferi , e screziati .uto-
"VzUFULARE. Zufolare. Tas.<:. rim.
Una zenzaia zufulava intorno Per qiu-Ua
dolce ri,a Irosi legge-I f ocabo-ilU
.occ ZANZARA er. l'edi anche ,/ § ".
di ZUFOLARI^ ). f/?; ..
ZtGHETTO. Pim. ..• Zugo_
^ , ZUGO. Cecch. rrov. 26. Sono 1
.U"'hi una sona di frillelle faUed.pasa,
avvolte "n tondo sur un fuscello e colle
™Ìr io nella padella ; e perche le p,u
,olles',nimelanodisorra,s, dicono zu.
ghi,„eUi.Epe,cbtl.annoquache o
uiiglianza col membro v,r,le, s, pr^ a zu
6o%esso per quello; onde qu»"")" " ^'"
\ uno : tu se' un zugo, si vuol d.re he
sia uno d, quelli; e s, usa di due di cer-
che sono piacevoli e buon compagni.
m'a:à:izi che'no, semplici; ^^1.; " P'"
dolce zuao del mondo, lecci. Ine 3. (|.
O '" o"ni zugo melalo vuol t,lolo. Segr.
"fe.. .fwr.'.3. 6. Eo,am'hannoqui
noslo , come uno zugo , a pinolo . la.'.r.
Te OS. 4- 9. A -S"' '"'"'." Tf TJu
<Wm,o\.a.lr,.neraU,ier.,ch,cdendogM,
dan.-,ri. Oli disse che gU l'"^'!' f" ' ^
pò a rar„,ile spese, come s 10 loss, un
Le.K.V,W/. 5.5. E' m, avevano pian -
lato , come un zugo , a p-uolo . /- "'" ;
3 323. Ma cassino a lor posta, Menins,
nzU60,e,i,i"eghinoDio,Chel Acca-
demia ho falla e fondai 10.
g. Rimanere uà zugo, vale Restar bi.r-
'"'ZCGOLINO. Dim. di Zugo. L,h. son.
52. t:h' io so , zugolin mio , quanto tu
""i'zUPl'A. Iropriamente Pane intinto
nel vino ; ma .n prende anche per Pane
"Lio in quoi^Jglia "'[rol.q.^re^M^-
Lai. /"""f •:"'^;::;;f'X. ' 6 ^u :
IJ, ì .-„1 vino in un vaso, o bicchiere.
'JJÌeg..5 Mas'e',r,if.icev..prin.l-
sciea.e una zuppa di '"='>^ ".§'"' J"'
7'^H'T'::t;^sr-r
chi fa altri in b. rendo, mentre abbia a,,-
" 'A^Il ^''■"f'"'"'" ''••PI'" ""' P'^l'^'-fiS'-.
J ?. -■., F^..e„M i/iu(i.V, e che non può
intani ifl.
i8o8
Z 0 P
Z U P
Z U P
riuscirci Aff'aticarsi in vano; Gettar via
il tempo . Lai oUwn et operarti perdere.
Gr. et;/AX5»lv /oTifX^it*. * Cecch. Prov.
i^4- F"'"" 1-1 zupP'' ncfjjanicre, si dice di
(quelli die fanno finao e noo apprudaou
coia alcuna, -siccome chi facesse la zup-
jia nel paniere verscrchlic il vino e nan
imm'jlK'rcMjc il pane . (C) Hwìn. Fier.
^. 2. 5. E tulle le tue zuppe Poslu far
*n un paniere . ìfa/m. 2. 7. Or baila j
ilii del mio fj capitale, Diis* egli) fa la
xup[>a nel panici li . Red. Pitir. à^. Chi
ì*. irrisica di bere Ad un piccolo Ijiccbie-
re , Fa la zuppa nel paniere.
t §. I V. Oif/n dice fi prjverbialm. : Chi
fa V altrui mestiere, Jh la zuppa nel pa-
niere j e vale, che Chi st mette a far
quel ch^e'non xa, getta via la fatica e 'l
tempo. Lat. quam quisqae norit artem ,
in hac se exercent . Belline . san . 160.
Non sai , che chi vuol far V altrui me-
stiere. Dice un proverbio, e sai che que-
sto è bello y Ch' egli usa far la cuppa nel
piaiere T
f S" ^' ^f'^'^S*'"' '" supp" co* ciechi ,
figuratam. vale Trattare con chi non ha
attenzione , o accortezza ■ Cecch. Prov
26. Mangiar la zuppa co* ciechi . Zuppa
à quella che comunemente si fa col pane
e col vino in un vaso, o bicchiere ;o per-
che tal pane si stritola, però chi non ve-
de lume male la raccoglie . se non ha
spazio ; onde un alluminato, che eoo lur
mangiasse, avrebbe gr<in vantaggio ; onde
è nato il proverbio : Tu credi avere a
mangiar la zuppa e»' ciechi . Lasc. Pa-
r|U'
;1 cho voi fate :
zuppa
rent. 5. 2. Guardate
non peniate avere a mangiar la
eoa cicchi.
§. VI. So quel eh' io dico , o simili ,
quando dico zuppa ; proverò, dinotante
Aver fondamento di quel che si dice , o
crede. Cecch. Corr i. 2. Bastivi ch'i'
so Quel eh' 1' vo' din- , quand* 1' dico
tuppa -
§. VII. A<J zuppa mi fa nodo j cioè
Trovo diffì:olta dovf non ti dovrehhe in-
contrare ■
§. Vili. Zuppa , /ìguralam. per Con-
fusione, Mescolanza. Sahin. Pros. Tose.
I. 110. Nei convili de* filosoB vi era una
zuppa di serio, di giocoso, una mesco-
lanza rli gravità, e di brio, ec.
ZUPPETTA. Oim. di Zuppa. Zuppa
piccola. Li't. ciir. malati, \ella segnatura
si può conceder loro la zuppctta fatta di
pane in vino bene inoacquato.
* ZUPPETTIXA. Dim. di Zappetta,
Piccola zuppa. (C)
V ZUPPO. AdJ. Inzuppato. Lib. cur.
malati. Provan'i sovente in bocca un sa-
pore araarito, provenieote dal fegato coppo
di fiele. ff^J
ZUPPOXE . Zuppa grande. Buon.
Tane. 4- 9- E fecero in quel vin tuppon
tant' alti .
ZURL4RE. Eiire zurli, Antare in zur-
lo. Fr. Giord. Pred. R. 1 fanciulli tar-
lano soventemente nella scuola , ooq os-
servati da' maestri-
ZURLO. Lo stesso che Zurro.
§. I. Essere, Stare, o Andare tn surto,
vagliano A^'cr qualche eccesio di allegria,
di desiderio, o simili. Lth. Son. i3}. Tatti
si stanno in tu^lo intorno al Franco .
§. il. Mettere in zurlo, vale Accen-
dere in altrui hramotia, ilarità, o simi-
li. * Scgr. Fior. rett. 38 Mai;nifico O-
ratore. poiché voi mi avete messo io zurlo,
se io vi strar< her«> con lo scrivere, dite:
Abbimi il danno che gli scrissi. (Cj
ZURRO. Lo netto che Ruuo , Alle-
gria , Desiderio tmoderato di checches-
sia. Morg. g. 33. Tu terrai a bada quel-
la gente pazza, E tutti sarao presi cosi io
zurro. Rurch . I. i3o- In mentre eh' i
giostranti erano in zurro.
§- Cavare il zurro di capo a uno ,
vale Fare stare altrui a segno, o in cer-
vello; Tenerlo in timore col gastigoj che
anche diciamo Cavare il rutto- Lai. tr-
ito ttliquem cohibere.
FINE
GIUNTE
E CORREZIONI
Vocaboiartc T. ti.
247
AVVERTIMENTO
Tutte le voci e significazioni che avranno luogo
nelle seguenti Giunte _, e Correzioni^ saranno tirale
fuori . Unto ne' lerai quanto ne' paragrafi , senza
seffoi, o con que' segni innanzi^ che saranno neces-
sarii per rappresentare esattamente il sistema adottato
Hai Compilatore. E comcche noi abbiamo altre volte
pubblicato in un co' Saggi la chiave di questi segni,
tuttavia crediamo non inutile il ripeterla qui per quel-
li a cui non fossero venuti a mano questi Saggi j e la
ripeteremo colle parole medesime del Compilatore ,
che sono queste.
yt Tutte le giunte cosi di csempii come d'interi
i3 temi, o paragrafi , sopra la 4.^ impressione della
yy Crusca (che e quella che io ho presa a fondamene
Ti to del mio lavoro), portano innanzi questa stellet-
» ta ^, ed in fine 1' iniziali'^, o le iniziali del lorn au-
3j tore, (V. Natura^ §. i. e segg. Osservazione , §.
9ì 1. IV. V. ec.)
» Tutti i canibinrnenti che ho fatti all«^ detìninio-
>; ni della Crusca, o dì chi m'ha preceduto, tutti
i( gli esempii allungati. Ir rettificazioni. Ir divisioni
« dei paragrafi, 1** giunte della cilazione de' libri .
Sì o delle carte delle operi- che ne mancavano (cose
n tutte eh' io chiamo miglioramenti) le accenno con
j» questa crocetta -J-. (V. Pensiero §. i , Infinitezza ,
>» Ossen*azione ^. ii. e vii. Proprio §. vii. ec.) Se
« poi i pretati cambiamenti ec. furono eseguiti Ha'
>♦ miei predecessori, allora la crocetta stessa porta ;i
M destra un piccolo asterisco in questa forma *+. (V.
n.to. Opponente, ec.) Final-
>* Navicabile, Impietramento ,
»t mente se questi cambiamenti ec.
furono in parte |
operati da me, e io parte da chi mi precedette,
allora la crocetta sì trova accompagnata da due
astcrischini cos'i *-}**. (V. Navicazione^ ce.) Ben '*•
vero che questa più particolare distinzione non fu
da me cominciata ad usare che al foglio 65, avendo
per innanzi fatto uso della sola crocetta, eziandio
ne' temi, e ne' paragrafi, che contenevano sempli-
cemente una qualche giunta.
yy Allorché m' accade di dover levare da un te-
ma, o da un ^. di Crusca, uno, o più esempli, che
a mio credere vi stanno a pigione, pongo al prin-
I cipio di quel tema, o §. questo segno 3- (V. Cal-
> calo , Calcetto j Pietoso _, Proprio ce.) Del qual
segno mi servo anche quando debbo torre affatto
• dal Vocabolario un intero tema, o §. ; se non che
^ in questo caso ìl segno lo pongo in fine del tema
I o del §. . che precedeva quello, n cui do bando.
I (V. Carrettone,, Cogliere §. xxxi. jjCoro/wmtfnto.
• Credenza. §.xxi. ec, ) '-
sj E siccome avviene il più delle volte che gli
} esempii suddetti sicno opportuni a provar altro
) significato da quello attribuitogli dagli Accademici.
I cos'i allora , servendomi di essi, lì chiudo Ira le
» virgolette in questa foggia « »t . ( V.
^ Credenza §. viii, e x. Pietoso, ce.) E se per avei
> più chiaro il senso mi fa luogo di riportar V e-
ì sempìo alquanto più lungo di quello che si ha in
• Crusca, allora le virgolette le pongo solamente al
ì princìpio cosi « (V. Capo ^. x,civ.
' Pingere ^. i. ec. )
+ # §. l. . . ■ s' e /ormato ti prover-
bio che i nel Lasca corr. J'è formalo il
mollo proverb. Cominciamo a dire A, che
suole usarsi per incitare altri a metter
mano alla cosa di cui è discorso.
* g. 111. Al ■■■ 4 dote ha: (A) *
.Va/m. I. 19. Ma qui Balcon corr. Malm.
I. IO. Ma qui Baldon
* §. Dall' A al Panne , vale lo sUsso
he dall' A alla Z. T- RONSE. (C)
§. VII. A' , scritta corr. A' , pronun.
ziata con minor fona e scritta — Ed
agg. in fin. 9 5
* §. SIS. L' es. Lasc. Gelos. allegalo
:osì: lo n' ho bisogno per cerio, che non
sono usa mollo bene a di queste nouolate.
* §. XXVII. Al !■ 8. dove ha .- un-
quanco fu leggi unquanco Fu
* §, A , per Appo , J^el concetto di .
Declam Quinti!. 6. 11 giovane era infa-
me a tulti^ Din. Comp. I. 26. I nemici
de' Cerchi incominciarono ad infamarli a'
Guelfi. (C)
* §. A , talora vate Nella grazia ai ■
G. 1' ■ 6. 55. 1. Mandò per li mercatan-
ti Pisani , che allora erano la franchi e
molto innanii al Re. Cron. Veli. 12. Ij
quale Andrea ec. innanii la sconfitta d'
Altopascio , trovai essere in buono stalo,
e innanzi a Caslvuccio. (Ci
* g. XXXII. Agg. innanii a (C) Lib.
Sagram . Iddio si cruccia spesso a tali
genti -
f §. A , per Con, Cantra, In offesa di.
Tav. Dicer. Noi siamo tanti, che lutti li
polemo tosto acchiudere: non ci conver-
ri guari combattere a si poca gente.
§. XLIIl. Agg. in fio. Fra Giord. Fred.
5o. Sono tante le 'mbasligioni che ci so-
no, che io non so a quale m'incominci.
E281. Incominceremci alla passione sua.
Pass. 7. Spaurito e sbigollito per le pene
• per li gravi lormenti che avea vedu-
ti sostenere a' peccatori nell' altra vila .
ilor. S. Creg. l\. 27. 11 sentimento car-
nale spesse volte si lascia vincere al di-
letto per le parole del nemico serpen-
te. (C)
§. XLVIII. Allegane es. * jBocc. g. 5.
■1. 1. Oggi al terzo di le novelle spose
entreranno ec. nelle case de'lor mariti.
Vit. S. Gir. 75. Tu solo mi seguiterai,
«ioè da oggi a venti di. (C)
* §. A , talora vale A ragione di. In-
str. Cane. 71. Faccino la distribuzione
del sale da levarsi per il nuovo ranovic-
re a libbre dieci per bocca. (C)
^ §. A , talora parlandosi di luogo ,
vate Kispetlo a . Sngg. nat. esp. l^- L'
aria è distemperatamente umida , forse
per essere la maggior parte del mare a
noi meridionale. (C)
# §. A, per Dentro a. Pallad. 6. Per
conservar la saldeiia e magrezza della vi-
le , il potatore sotterri i sermenti della vite
più a lerra . (C)
* §. A, talora accenna Destinazione ,
Uso. Ovid. Pisi. 28. I quali uomini do-
po certo tempo deputòe lo re Minos alla
ferocilade del Minotauro. Pav. Colt. 172.
Chi fa ncsli a vendere, gli accieca. (CJ
* §. A , talora serve a denotare il Ce-
nere della coltivazione. Serd. Star. I. 3-J.
Perchè dunque non si divideva alla ple-
be povera ce. tutta quella spaziosa pia-
nura tra 1' Ebora , e '1 Tago , acciò la
piantasse a viti . ovvero la seminasse a
grano T (C)
* §. A , talora accenna I' Islrumento
con che si fa una co.^a . Bed. Oss. an.
121. Nell'acqua di fiori d'arancio stillata
a stufa ec. sempre ho veduto morirvegli
Ci lombrichi) in pochi momenti. Sagg.
nat. esp. ifig. Com' un cristallo intagliato
1 a hnlino . (C)
^Ir g. A , talora accenna la Misura, il
Peso, la (Quantità. Bern. Ori. 1. 20. 33.
Ma più ardire ha Orlando e più core Per-
chè la forza non si vende a braccia. fC)
V §. A , talora accenna Prezzo , V'a-
lare . .V. V. 3 . 76. Il volle spacciare a
soldi 20 lo staio . Fr. lac. Cess. 3. 3.
83. Demoslcnes toccòe cosi per gioco lo
stomaco d' una nobilissima meretrice, che
avea nome Alloda, e domandolla: a quan-
to è questo! e quella dicendo, a mille
danari , rispose il filosofo : io non com-
preròo tanto il pentere. Sen. Ben. Varch.
6. 37. Per avventura non disiderò egli di
vendere a molti , ma di vender caro, e di
comprare a buon mercato . (C)
# §. I.XXI. Dopo a G. V. agg 7. 21.
1. E in fra il terzo di si pose ad oste al
detto castello. F
J- J g. A , talora aggiugnesi ancora
alle voci Presso , Lontano , e simili , e
vale Poco più, a Poco meno. Bocc. nov.
IO. 5. 11 quale essendo gi'a vecchio di
presso a setlanta anni , ec. in sé non
ischifò di ricevere le amorose fiamme.
* g. XCVII. L' es. Borgh. ,Won. l5l.
allegalo cos'i : Che la citt'a allora si reg-
gesse a consoli ec. lo dicono chiaramente
gli scrittori nostri.
A A
A ARMACOLLO. Al v. 2. dove dice
scendendo ad corr. scendendo da
A B
A BABBOCCIO. Posto avveibiai. vate
A caso. In confuso. Lat. Umere, incon-
siderate. Malm. 3. 56. Con le schiere pe-
rò fatte a bahboccio.
f J A BACI'O. Agg alla definiz. in fi-
ne, j contrario di Solatio. E dell'es. £0».
Med. fanne §. come segue , ed agg. in
fine dell' es. Dav Colt. ( 1 susini si-
miani ).
* §. £ figuialam. « Lor. iled. cani.
io. 5. Non è ver che amor sia orbo. Anzi
vede insino a' cuori: Non vorrà che questi
fiori Sempre mai stiano a bacio. (C)
* ABACO.
Agg. * §. Abaca, in Urm. d' architet-
tura, dicesi Quel membro/atto a guisa di
tavola quadrala, che resta tra I' itavolo
e il listello dell' abaca, o cimazia. Baldin.
Vac. Bis. (C)
A BALLE. F. A BARELLA. Agg.— ,e
BALLA.
J; A BARATTO. Al v. 6. ove dice h
3. 2. corr. E Len. 3. 2.
* A BARBA SPINACClATA.o SPRI-
MACCIATA. Si tolga questo articolo
t * A BASSO.
t A BASTA LENA Alleg. aag.
Fantasl. Vis.
ABAZl'A. Correggi
^ ABAZIA. Stanza, e Abituro di mo-
naci , Badia.
:?: g. Abazia, dicesi anche al Benefi-
zio unito al titolo d' Abate . .< Cas.lett.
64 Serd. ytt. Ina. 19. Facendo
i Romani istanza che le abazie e priorati
ed altri benefici ed uffici vacanti nella città
non polessono conferirsi nd ..llri che a
cittadini Romani. iCì
ABBACARE .
g. I. ... « Fir. Xrin. t\. 6. «orr.
„ Fir. Trin. !\. ■]. ,„.,-,
ABBACHIERE. Agg. m fin. - Vaiai.
Ercal. 50. Si dice d' uno il quale sia buo-
no .ibbachista , cioè sappia bene di conto,
perchè gli abbachieri , quando fanno Lene
e prestamente le r.igioni, si dicon far be-
ne i conti. (C)
t ABBACniSTA. All' es. Cron. t eli.
'^H ABBACINATO . Dell' es. Ar. Far.
se ne faccia §. come segue.
* g. Per Abbagliato . ■. Ar. Fur. 2.
56 (C)
+ §. I. Sostituisci alla def. la seguente:
Abbacinato, figuralam. vale Che non ha
lo splendore' che dovrebbe avere, o ne ha
poco in confronto d' un altra casa; e di-
cesi delle Cose fisiche e delle morali.—
E agg. in fin. * Pros. Fior. Borgh. leti.
4 4 a58. Dubito che ella (vita) non sia
l8l2
A B B
cartepecore io6ni-
troppo lid>,ìdnienLp sniira . p (jua»! a sUf-
iella, e scota quel nervo, rhe e ii prìo-
ripale in qur&la soilc di scritture , cioè
di notare i di»<>gDi, i conreHi , i fipi, gli
anti\ederi . il modo del governare dcJ-
It farccndc gravi ed importanti, senia le
quali rose \c storie restano abbacinate, e
si ruoprr 1^ maggior parie della gloria dì
anello di cu. u scrive. Buon Fier. i
3. 3. Lacere e trite, alibacinaie e man-
che, Ed alle inondazioni. Avanzate ed al
fuoco . Membrane
te. (C)
5 §. n. Dell' es. M. V 8 38. fanne
§- cosi;
* §. Abbacinato, parlandosi di Per-
sona, vale Che ha perdalo il lume dall'
intelletto per qualche inaspettato avveni-
mento. « M. V. 8. 38. . » rO
* ABBADESSA. Agg in 6n {"j
ABBADI'A.
* §. 1. Abbadia . vale anche UJ
feto, 0 Dignità di chi è abbate. S. Ant.
Confes.x. Un alrro è ignoranle e tristo, e
desidera d' esser rettore dell' anime, e non
sa governar la sua : ma sebbene fosse in-
tendente e questo cerca per onore piova-
nato, abbadia, vescovado, priorato, è gran*
Jp ambizione. iC}
* g. II. Abbadia, talora vale anche
Benefizio . Car. lett. i. l5. A richiesta
del quale, per obbligo che tien seco,
promette di rinunziarlo ( l' arcivescova-
•lo ), insieme con V abbadic. (Cj
* ABBAGLIANTE Bellin. Lett.
con. Pros. Fior. Bellin. Lett. 4. i.
269. Dice che l'abbagliamento, il quale
viene dal bagliore abbagliante, è sì soave,
«he non gì' importa il rimaner riero. /Tv
ABBAGLIARE.
S- II Allega nel modo che segue l' cs.
t =^ Vii. S. Gir. 75. Il glorioso Giro-
lamo manifestamente apparve al suo pre-
dilettissimo 6gliuolo Eu.^cbio ec. It quale
Kusebio ragguardandolo , che tanto ri-
splendeva , che e' ^uoi oc. hi abbagliava-
no, er. gridò: Tu st'lo mio padie Gi-
rolamo, fj'^)
t * S- V y,gner. Mann. An. 9
19. 1. corr. ò'egner. Mann. JVov. iq. j.
ABBAGLIO.
o- Agg. in fin. ■'.• Scgiu-r. Pud. 39. 2.
Badate dì non prendere abbaglio ; perchè
non fu egli uno sposo a lei tocco in sor-
ta ec. ma sposo datogli sin;;olarmente da
Dio. fC)
::= ABBAIAIV'JE AjìR. in 6iie . {') ^W-
vm. Eneid. Itb. 8. I mostri drgl' Iddìi
lii tutte rane, E 1' abbaiante Anubi. (F)
* ABBAItVOLE . yJdd. Atto ad ab-
haiare. J'arch. L(z Dant. 1. 3o8. Pro-
pio ce. SI chiama quello er. che ronvìc-
ne a una spezie suU , ed a tutti gli in-
dividui di quclb spriie , e »empremat ,
«■ome all' uomo essere risibile er, al rane
rssere jblaicvole. iC)
ABBANDONARE.
^ S V. Poni tra Ir virgolette i' e*.
fìocc. ì innim,
$■ \ll Poni 10 fine it segno 3
ABBANDO>ATAMF,KTE . Agg. io
(Jp. mar- |. 5o.
A B B
per rilutere agli occhi mentali , tiWo che
con quegli della superna ragione. (Fj
^ 'f ABBARBICARE. Al v. i3. Jotc ha
* Ar. Fur. corr Ar. l'ur. — F ai v.
17 dove ha sieme. (Cj corr. sìeme.
« g. All'es. Dm- Comp. iib. 3. agg. 69.
ABBARCARE Agg. in fin. * Salvin.
Annot. Fier Buon. SSj. E 'n sul tuo
hai portati 1 cavalietti; cioè masse di spi-
ghe prima d'abbarcarle. (C)
t ABBASSALE.
« §. IV. AI V. 1. do%e ha O f.
corr. .. (. ì — / a'v. 3. */o. e Icggt- brac-
cia. CO/r. braccia -. (l'j
f %. Abbassare , parlandosi d' Armi
da fuoco, lale /ìivolgrrne la bocca contro
la persona, o la cosa che si vuol colpire
farch. Stor. 2. 3|. Il sig. Bernardino da
Montauto, il quale con dugeolo archibu-
iteri v' era alla guardia, e di già avevano
gli arcbibusi abbassati , tosto che Niccolo
Capponi, faccendù loro cenno coli
"Ulia il
alzassero, rispose:
mano,
VI son
-:= f/iit. Ad'
piopoire esempli d'altri, il
fini
(Conviene
quale pii esseiii abbandonataniriite dato
ai piaceri, > adde in miserie. (Cj
ABBANDONA 10
•i" ^'. I Al V. 6 do\r ha lì. f. 7. 65.
foit * t, / . 7 65
5^ ABDAHBAGLIATAMENTE. Avverb.
In modi-I abbarbofilioto ImperJ. i'rov
l> ll^. 7", 5. 4j* e egli un harlumr d'
un lume soprannaturale, che è di mestieri
ih ei fi sia ^ero i- leale, mentre ci ci fa
scorgere . rpianlunquc abb.irl>agliaiamcnte
principii di rose , le quoti non possono
iu Tfiin modo ricever colate r rbiarrita
disse cb
servidore. (Cj
* ABBASTANZA . Poni in fin. (•)
3 ABBATACCHIARE. Togli 1' es. Sem.
Calr.
* ABBATTENTE. Che abbatte. Bel-
lin. Disc. 3- 66. Chiamerò i venli e gli
fornirò d' un impeto abbattente che gli
percuota e giù gli giiti . (Cj
* ABBATTENZA. /'. A. L' Abbat-
tere, o .'tbbatUrsi. (C)
* §■ /*er Abbattenza, posto avverbialm.
vale A caso . Frane. Barb. Begg. donn.
304. Egli ha due camfiane in Gallia, che
suonano spessamente per lo vento: sonosì
avveduti quelli della contrada, che qua-
lora suonano per abbattenza ad un punto
nasce nella contrada un uovo. (Cj
ABBATTERE.
3 §. VI. Trovarsi a caso, con. Tro-
vare a caso . ed in fine agg. 3
* §. VII S. Frane. 225. coTT
Frane. 225.
I ABBATTIMENTO. All'es
Irol. togli le virgolette, e fCj
t 3 §. I.
'<• g. II. Al V. 3. dove legge i romo-
ri , e r abbassamento corr. i romori del-
la città, e r abballimeuio
§. iV. Allegane r es. ♦ .Wi . <,rauch.
3. 1. Sta* sicuro che tu se' in questo ab-
battimento Pei restare al di sopra a ogni
modo. ( Cj
ABBAZIA. Correggi
t 3 ABBAZI'A . Monaslti-o di monaii
i-hv ha per superiore un Abbate.
*!= g. Abbazia, dicesi amhe il /.ciefi-
zio unito al titolo d'Abbate. « Cas . leti.
82. Ilo ordin.ilG ibr sia sciitto a' Salvia-
li, che tornando lot comodo, vi .inlicipinu
mille scudi sopra il fitto dell' Abbazia. (C)
ABBEhTESCAUK. Tonili in finC)
t ABBE^EI(ARE.
* S /■' neuti pass. Beir. Vallad.
AB»
.io Io li jverò fabbricalo I' uomo di Xei-
13 qujl III' a%rai imposto, se quella Ieri a
ni' j\ei4i data, la quale, come uni* amrolp
al bisognevole all' opera, a le da me s'ad-
d;m.iuda, (',
ABBC». ; . AVERE,
t ABBUCt.ARE. Ai V. 4. do,-
Il *eio lupo et. lijìf (^luando
vero lupo in uoa gre^jgc,
t* §■ IV. Aires, ^uo/i. /ler agg. 2.
4- >' f leggilo cosi: To' tu quell'aloè.
Abbocca quell'agarico. Piglia queil' anti-
monio.
S* VII All'es.
al V. 5. ove ha
Baldone
=? g. ter Far accattare due, e più per-
sone insieme. Salv. Spin. 2- 2. Ser Ciap-
pelletto mi ha promesso di abboccarmi con
la tante , e di farmi dar 1' ordine. iCj
t * §. IX. Agg. in fin. Salv. Spin. 2
*■ E non n ha a nascere occasione rh'ei
s' abbia ad abboccar meco, (f'j
ABBOCCATO .
S I Agg. in fin. Busp. rim buri 3.
198. Gli è poi tanto abboccalo, Ch" all'
arca dì ^oè, come un pasticcio, Diluvie-
rebbe il ripieno e 1' orlicelo. (Cj
S II. All' esempio allegato da (") ,
sostituisci i eguenti. Salvm Annot. Fter
Buon. 3. 2 2. Il nostro volgar detl^-
Dav. Scism. agg. 35. /:'
Baldone corr. con
Fit. .V.
L'ass.
Apr ■ 11. Torremo la lubrirj , noè (irra
rossa liquida, e messa in pìceiol vasellino,
andcremo alla fonte, owcio all' arqua. o\ '
elle ("/' t;ji> s'abbeverano. iCi
t ,?• 'I Arrighetl. agg. 63.
t §■ III- 'I"">gli le virgolette, e (( j
i ABBIADATO A^^ J,iri —eaU.
3. 01 e ha lene (oir. Uene
t ABBICARE.
7 5i- ' ■ ■ - /^i»"'- A*i. Q. roir. Daitt.
InJ. 9.
AUBIENDt> f . A. V. A\EBE.
t ABBIia«t'IE. — Seni. .N Ago^i.
Non dico corr. Seal. Claustr. ^2!^. Non
dico, figliuola mia,
t S- I Agg. in fin ì;= t.iop tiiH 6j).
Ed era abbiente , oltre 'u nulnle e lirl-
lo. (C)
* ABI1ISOC^EVOLE. Add. the ab.
bi.fogna . Che ofiorrr . Beilin Fìm 3
to : J ino amaro Tiello caro. Il comune de"
bevitori \ uule il brusco, lo per me amerei
il \ino abboccato, cioè con un poco di
iena di dolce; non dolce smaccato . Lat .
pra:coctum. fortig. Bice. 23. 62. Divini
non vi parlo; v' cran tulli : Dolci, aLl>Oi -
cati, loudarelli, asciutti. {Cj
* ABBOCCATURA. M v. 6. dove
legge due estale corr. due testale
IABBOMINEVOLE .... Co/laz. Ab
Isac. 17. corr. l3. e t/oi-e Ad abbominevolc
ifggi abomÌDevule
^ ABBO.Ml.NEVOLISSIMO . All' e^
Fir. liag. agg l5j. e riducilo così: Que-
sto è quel per lo cui furore sì commettono
gli adulterii, nascono i sacrilegi, criansi
mille vizii brutti non solo nell'atto, ma nel
pensiero e nelle parole bruttissimi , disone-
stissimi, abbominevolissimi , (Cj
3 ABDOMLNEVOLMENTE, ce. To^L
r es. Bocc. l^tt.
^ ABBONAZZARE. Lo sUsso the .-fb-
bonai'Ciarej ma meno usato Car. Kn. l.
320. lo vi taro ec. Ma di niesliero è pri-
ma Abbonaziar qiiest' onde. (Mj
t ABBONDANTE.
5 § ' -Aes '° fi" * '"<"■ op. fit. 3.
649. Niuno ve n* ebbe i da disiepoli di
Bnff'aello ) the più Io imitasse nella ma-
niera , iuvenziuoe, disegno, e ccdoiito di
Giulio Romano, né chi fra loro fussc più
fondato, fiero, sicuro, capriccioso , vario .
abboodaiile ed universale. (C)
* §. II. Podi I' cs. Bocc. «as. tra
le virgolette
••' S- Abbondante, e anthe (onltatìO di
Carestoso. /n*tr. Cane. l.\. Avvertano che
nei tempi abl>oadai>li e fertili ce. non è
buon governo it rìnientai tali allt^aponi
per luu^o teni|>o. ({*..
t ABBONDALE.
S I All'es. / It. S. V. Madd. soslituisri
Boti, nnt j4- ^* ('*■> Don «blondtr pa-
iole molte (C)
tf %. II. Agg iD fine iuid. 6. Men-
ile che viviji tu . r le tue erede, tem-
pre pttlrai ìibU-ndaie in riccbrtze SannmE
l gì. 2. Cosi pei ben ^uatdar sempre n'ab-
bondano In Ulte e 'n lane- (Cj
3 §. III. Agli, in fine tf ftav. Seiim 8^
lauta vettovaglia abbondò, che per no
reale di Spagna s'a>cva un banir di rrr
^rgia. e sei glossi pam. iCj
t * ABBONDATO Poni l' e» fia 1.
virgolette .
A. B B
t ABBONDEVOLMENTE Alle» V>*.
jcg. 56.
t 1 ABBONItlE. Corr. la deBnii. con:
nendcr huono. Render imgioif ; ed an-
,lit Perfelionare E dell' es ÌMC. ilari.
l'aaoe §> come segue.
t S. Abbonire, dicesi anche dei Terre-
ni , e sale lìonijicare. Render migliore.
Lue. Mari, rim Imrl. 2. 226 AMiooisce
(il Ducaj. spadula, e & Y uscita A tulle
r acque, e le conduce al mare.
* ABBONITO. L'es .Vorfri . Coli. | o-
nilo fra le \iigolellc.
ABBORDAnE .
§. Allegane ri. * Lai. cowpetlere, J irf;.
Satin, line.d. Uh. 3. Slup.i e il cuor si
fieramente acceso D' aUordjr V uomo e
.ose lai c.noscere. E lih /j. Con tiueslc
»oci aUiorda in 6ne Enea. E appres.<o:
Tu sola conosce»! Quando era tempo d
jl.bordarlo (il teilo lai. ha : Sola vui mol-
les aditus et tempora noras). (F)
ABBOKBACCIABE. Allegane es. ■-: Sai-
Min. Disc I. 179- Essendo dunque que-
sto (il giudicare) un affare d. tanto ri-
lievo, non pare che sia da aU.orracciare,
ne da farsi temerarianieole ed infrena. (Ci
f 3 .1. Agg. in 6n. (:n questo es. /Ih-
horracciarsi. vale Faitllar troppo e fra-
.^lagtialaniente 1
f §. 11. Aires. ìfntt. Franz, rim hurl.
agg 2. 123. Mangiare alla turchora in
furia e n posta. — E all' es. Lue. Mari.
lim.burl. agg 2. =27. Nel resto lami-
glior (aria) mai non fu vista,
ABBOKI'.inE ec. Riduci il §. come se-
gue.
+ :;; g. Abbc-rrire da una cosa, iati
Esserne alieno , l^on ater inclinazione
per essa. Ar. Sai. 2. Opra fec' io che se
volesse porre Ne le tue mani, o d Ales-
saudro, il cui Ingegno da la chietca non
aborre. 1 1! )
* ABBOTTARE . Al v. 5. dove ha:
IP) cotr. (•)
* ABB0TT1N.*MEST0. Ammitlina-
,.,enlo . Ciò,: teli. t'il. Air 172. foc
• orse ancor di danar conlaiiti 10 preslaoia
.MoDsiguol di Boi bone, che trn>rndo [ei un
abbottinamento de" suoi soldali che si era-
no adirati seco, di non essere ammazzato,
>i era nascosto ira il palco e il letto del
suo alloggiamento, (i)
ABBOTTINARE .
§. !. Agg. io 6ne =? 1 arch. Stor. 12.
.\\!^. 1 Corsi con sapula e consentimeulo
-uo ec. s' abbotlinarono , o come si dice
.(•"•i . s' ainmoltioarono , e corsi a furia
sufia piana di santa Croce gridavano:
'OCCo, sacco. (C)
ABBOZZAMENTO. Correggi.
S ABBOZZAMENTO . i' a:ion dell'
.ibboziarc
tf § Abbozzamento , dicesi anche ad
Opera di pittura, o .nultura, nella quale
• icno sclanienle accennale le parti prin-
cipali ; e per similit. ad Ogni opera di
natura, o d' ingegno non perfetta. <• T tt.^
Vili. 81 Chiaramente si vede che tulli
^li altri fpitlori) i quali scora questo pa-
I .igone appari^an perfetti, erano stali stu-
• lii ed abbozzamenti per disegnare e colo-
liie questo vivo ritrailo della perfezione.
.. Sagg. noi esp. \5!^. ... ». (C)
* ABBOZZATAMENTE. Atf. Imper-
1, Itanicnle. mperf, Tim. D. 12 T. 8. 339-
I quai beni accendono dentro di noi e del-
l' acima nostra il picciul lume della ragio-
ne, ond' esceno que" si bei lampi di quella
sirtù e di quella sapienza impertella che
iu noi traluce . e che da noi obboxiata-
incr.le si apprende. (Fj
ABBOZZATO. Togli il §•
ABBOZZATURA. Correggi
^ J ABBOZZATURA l.' Abbozzare ,
Ablv::cini,i,l->
A B B
f # g. .tbbozzalura . \'ate anche Ab- .
botto , Cosa abbozzala Haldin . I oc.
Dis. in i:ESELLO . Con quesli 'fe,tr//iV \
A B B
181.-.
e con un p
.liccolo mailellelto si va a po-
co a poco facendo gonfiare la prima ab
bonalura delle figure falle di piastra .li
roetallo , e poi si di loro compinien-
•-;: §. Abbozzatura , rfl. e.!l Jiguralam.
d' Ogni altra cota nel suo genere imper-
fetta. : Alleg. 170 ». (Cj
ABBOZZO. Corr
t 5 ABBOZZO Opera di piltuia ,
scultura, o cesello, nella quale sieno ne-
cennale solamente le parti principali *
Segner. Incred. 2 20. 5. Onde, come lau-
devolnicule ruopre il Pittore C(.n colori
splendidi quelle lince che rozzamente egli
tirò sulla tela nel suo disegno . cosi la
Provvidenza divina con somma gloria fini
di lavorar quell' abbozzo da lei formato ^
nella legge Mosaica. (C) ■
i:- §. I. Abbozzo, per similit. dicesi d' |
Ogni altra opera d' ingegno, 0 di natura .
non perfetta . « Red. Insett. 8. Questa j
gran madre accorgendosi die sitfalti ab-
bozzi di generazioni mosUuosc non erano |
né buoni, uè durevoli ec. produceva po-
scia gli uomini, e gli altri animali tulli
nella loro spezie perfetti . l'-onom. Oss
Peltic. Q. Prego la bont'a di V. .S. Illu-
strisv a" pernullermi che io ci aggiunga
uno abbozzo compendioso di spiegazione
per quell' altre poche figure, rhe son de-
lineale iu compagnia di quelle del pelll-
cello. f'O
'r g. 11. Ablozzo, dice.fi in senso mi-
stico a Ciò che è riguardalo come rap-
presentazione , 0 immagine simbolica, o
allegorica . .fcgncr. Crisi, inslr. ì 12.
7. Le antiche villime t erano ) tanti ab-
bozzi, e tanti aceennomenti della nostra-
t ABBRACClANTh . Agg. in Su. -.-
Salvia. Gerir, lib. 4. ^l• lui indarno ab-
bracciante 1' ombre , e molle Ose ago-
gnante a dir più olire vide, fi;
ABBRACCIARE.
3 §. II. Togli I' es. ("<ic. leu. e faune
§. cosi :
* §. Abbracciare , vale anche figura-
lom Imprendere , Assumere una cosa .
« <'ii,f leti. 19. • . " (C)
* §. III. Agg. in fin. Fir. Disc, an
24. E però debbe il Re guiderdonare o-
! gnuno secondo il suo merito ec; abbrac-
I ciando e accarezzando coloro che per viva
i fede ec. e per esaltazione dello stalo del
I suo Signore, e per gloria parlicolar s' af-
1 faticano e servono. (Cj
\ * §. Abbracciare, talora vale figiira-
lam. Accogliere , Adottale una cosa in
I preferenza di un' altra. Calil. leti. Vom.
ili. I. 21. Mi bisogna di più ristampare
r uso del mio compasso geometrico ec. il
quale slrumenlo 'e stalo lalmente abbrac-
cialo dal mondo . che veramente adesso
non si fanno altri strumenti di questo ge-
nere. (C)
* §. Abbracciare, talora vale figurn-
tam. Comprendere , Intendere . Impcif.
Tini r 10 T 8. 254. si può conoscere
con r immaginazione un triangolo, che
rappresenta ad essa la figura di triango-
lo, ma non la figura di mille anfoli può
abbracciarsi dall' immaginativa , il che si
può fare con V intelletto. (C)
* §. Abbracciare , in signific neulr.
pass per Congiugnersi carnalmente
Cuid. <;. 188 Mai non desiderano (le
femmine ) d' abbracciarsi con al. uno. che
sia migliore del marito loro, oppur suo
pari- (Ci
ABBRACCIATO. Togli il §. Il
* ABBrACCIO. Togli l'es lìocc. 7V-
8 108
t * ABBRANCANTE Teegn.
ajig 25.
3 ABBRANCARE. Togli 1' es. Ci-on.
ihrell. e fanne §. cosi ;
* g. Abbrancare, figuriilam. per l'reii-
dcie^ Avere .. Cron.Morell. 3.^7. . .--tC)
■-;: ABBRASCIARE A:;-, al i. l\. dopo
ad abbrasciat.i (qui figurntam., .
* ABBRAS! IATO Add. da Abbia-
sciare. F.<p. Pai. iSost 22 Una (..mare
abbraseiata di fuoco di peccato, e d'an-
goscia (qui fguralani. J. (CJ
f * ABBRICCARE. Scagliare. Mor^.
21. 3o. Rinaldo un c.'lpo alle zampe gli
abbricca , E tagliagli la carne, il nervi»,
e r osso (' alcune stampi- leg-gcno appic-
ca ). (F)
^^ §. E neulr. pass, vale A^eirarst .
Aggrapparsi. Ciriff. Calv. 6- 35. E spes-
so come formiche s' appiccano. Senza te-
mer che i Cristian gli rabbuffino , E a
quabhe cavo, o calena s' abbriccano . ^iA>
* ABBRUCIABII E. Add Che si può
abbruciare, ^llo ad essere abbrucialo.
I lui. Adr. Op. nior. 1. l^!\. Qual ma-
caviglia fia se il divisibile si divide, il fen-
dibile si fonde, r abbruciabile s' abbrucia
(qui in forza di Susi )? C)
* ABBRUCIACCHIATO. Add. da Ab-
bruciacchiare. Min. Maini. S-j-]. Jncroia-
to si dice un quoio rbe per essere stalo
presso al fuoco, sia divenuto duro e grin-
zoso ; ed il simile una caria pecora ab-
bruciacchiata. (C;
•f ABBRUCIATKCIO. Togli in fine
ABBRUCIATO.
t S-Il-AsS-i
fine
Salv. .^pin. 2.
3. L^ bo dismesso (il mestiere) per al-
lenderc a" miei trastulli , che mi tengono
sempre abbruciato. (Cj
t* ABBRUSTOLITO All' es Red.
leu. agg. I 123. ri
* ABBRUTIRE Agg. in Dn. Lasc.
riin. 1. 262. Pure il secondo non si può
imputare, t\e dee da nessuno esser bia-
smato, .=erdo slato chiamato Quell' opera
a finire Che scambio d' abbellire La cu-
pola, abbrutisce, abbassa e guasta. (C)
:S ABBUIATO.
J. 5 A BELL'AGIO All' es. Crou.
MÒrell. agg. 346 — e dell'es. Tac. Pav.
fanne g. così :
* §. A beli' agio, vale anche t on cir-
cosfczione. •• Tac. Dav. ... ». (C)
t A BENE. Ali es. Cron. Morell. agg
l'io.
f ABEZZO Togli al v. 4. (B) e al
V. 6. (jy)
* ABIETTO .
* ABIGONCK. r. BIGONCIA, (l)
ABILE. Correggi
-j^ 3 ABILE. Add. Che <■ in islalo di
fare checchessia; Allo, Idoneo, e dice.u
propriamente di lei sona . Lai. hn'nlis ,
aptus. idoneus. Gr. Stmi, ÌTti~r'.ò'-iOi
Fiamm. I. 98. Che n.m insegna amore
a' suoi suggelli? E chi non fa egli abili
ad imparare be'coslunii, e savi ragiona-
roenli? Oli. Com. Pur. 1 21. Vuole qui
mostrare che per qucsla vedula elli ec.
divenne più abile e più disposto a con-
lempl.,re. * 7 mr. Mari. leti. 63. In bo
trovalo un gentiluomo benissimo e nobi-
lissimamcole nato , e di costumi ollinii
ed esimplari ec. desio e alide a molle
cose. /'crf. lelt. 1. 36l. Vorrei 'ssere a-
bile ad obbedire a" su.,i comandamenti
lutili quel poco tempo di vita che mi le-
sta I 2. 16. Ha da far conto rhe que-
sta mia casa sìa la sua propria senza ce-
rimonie , e con ogni ramdiarita ; ed in
qualsivoglia occorrenza che credei a tro-
varmi .vbile a servirlo , mi ha sempie da
spendere .00 cgi.i confidenza maggio-
- CO
i8i^
A B I
# S- I. Jbile , rate anche Vispo fto ,
tneiinato a checchessia. « ,V. V. ^ 19'
Lo elelto Imperadore , per T animo , che
aveva di valicare in Italia, fu poi abile
jlla pace ». Ott. Com. Inf. \i. 2i3. Ed
è salvatiro (il tiranno) che mai culli suoi
cittadini non tl^d, ne ha con loro dime-
Jtichexzj, o familiaritade; e questo perchè
non Conoscano, e perchè noi trovino la-
scivo, e ahile atli loro voleri. (C)
* §. II. Ahdc , è anche Urm. le-
gale, e 'lignifica Che ha le qualità richie*
ste dalla Icgf^e per fare una cosa ■ Tac.
Da*'. Ann. i. w). Tiherio pregò i padri,
che facessero Nerone, Sgliuolo maggior di
Germanico, gi^ fallo garzone, abile alla
'(ueslura , senz' cjsere sedulo de* venti .
Varch. Slor. x5. Sg^. Si facevano bene
•li molli cercfaiellinì , e rapanclle su per
la piazza , e ec. si ragionava di riapri-
re il
onsig
lio.
chi fosse abile a esser
<:realu Gonfaloniere o a vita, o per tempo.
Jnstr. Cane. [\. Intendendosi abdi a'delti
u6zii ciascuno che abita in quel luogo in
età di anni 22 ìn su. K 8'{- il Cancelliere
assista coi famigli, e corte del Polestà del
luogo alla porla, e con la nota in mano
ce. di lutti e' capi di famiglia ce. che
sicno solili e aliiU a intervenire alla sud-
detta elciione. (C)
* §. IH. Abile , vale anche Che può
produrre questo o quello effetto j ed in
questo senso non sì dice che delle cose .
Sagg. nat. esp. 7. Ogni minimo errore
«he venga fatto nel lavorargli, è abile a
t.ìre apparire in essi grandissime disoibì-
tanze . E 208. Vuole che le coie più
gravi siano abili a scacciare in su le me-
no gravi. lied. Annoi. Ditir. !^5. La Nor-
manna nacque da Sicera degli ebrei , e
ile* latini, che vale ogni bevanda diversa
dal vino, abile ad iinbriacarc. J£ Cons. I.
27. Questo fluido salsugginoso per se so-
lo non e abile a far la podagra . J'I ^i.
Harlicelle salsugginose e pungenti de'llui-
di abili :i mettersi in impeto di mozio-
ne . (Cj Segner. Mann. Lugl. 26. !-
Questo è il senso più proprio di tali vo-
ci : che però sono abili a darti un cun-
iorto sommo, (f)
f * §. IV. Abile, vale ancht Accon-
rio. Opportuno per far checchessia. Frane.
Sftcch. noi'. 173. Il medico disse: E' m'
incresce che 10 non sono in luogo più a-
hile alle cose che bisognano- (f )
* §. V. Abile, vale anche Facile, A-
gevolc. Che si presta ad essere lavorato.
Cr. 3. |5. 4- ^^ se si macera più che
bisogni ( il lino ), la sloppa men forte e
bianca sar^ , e dalla carne erbate utlimj-
mente parlila , e sarà più abile a Sia-
te. (Cj
* S- VI. Aitile, si dice anche talora
delle Cose considerale rispetto alla loro
capacità interiore, e vale Atto a conte-
nere. Ar. Fur. l5. 3- A tanti non «aria
iilalo capare Tutto il gran (osso ; ma il
tùoco restrinse , Heslrinie i corpi e in
pitlve gli ridinse , Acciò rb* abile a lutti
il luogo fussc (C)
* §. VII. Abile, vale anche Che st può
facilmente portare, o maneggiare j ed in
questo senso è pretta voce latina, e usala
ili rado. Car. Fn. I. 5l7. A! collo arca di
racciatrirr un arco Abile e lesto , i crini
*\V aura sparvi , ?iudo il ginocchio. (C)
ABILISSIMO Correggi.
t ABILISSIMO. Superi, dt Ahtlej in-
tellìgenttssimo. Fiv. ni.fc. Ara. 17. Que-
lli sì rilevanti bencGzii re. con suo l-into
vantaggio va provando (l' università del
r imposiiione ) dall'assidua «igilania di
questo abilissimo cavaliere.
f §. Per Attissimo a produrre qual-
eh» effetto. Hed. Insett. l5. I quali (ver-
mi) lo^lo vfae nati tono, trorano in esso
ABI
nido un (ufficiente alimento abiliuirao per
nutricarsi.
ABILITA', ce. Correggi.
t 5 ABILITA', ABILITADE, e ABI-
Ll'lATE. Qualità di chi è ahtlej tnUl-
lii^enza. Capacità. Lai. abilitas. *é Hed.
Ictt. 2. 22. ( Fir. 1770) lo sono impe-
gnalo per r amico , ne altro ( se voglio
essere un galantuomo) posso fare per V.
Riverenza , che essere un veridico enco-
miaste del suo merito, e della sua virtù,
e delle abilità singolari ed eminenti, che
ella possiede. E 3. l5o. Vorrei avere a-
bilità da potermi impiegare in servigio
deir accademia, come desidero. Viv. Vit.
Galli. 88. A questi soleva dire eh' eglino
con maggior ragione dovevano ringraziare
Dio, e la natura che gli aveva dotati d^
un privilegio sol conceduto a quei della
lor professioa , ed era il poter con sicu-
rezza giudicar del talento e abilità di cpic-
gli uomini, i quali applicati alta geome-
tria, si facevano lor uditori. (C)
* §. I. Abilità, dicesi anche di cosa,
e vale Capacità a produrre qualche ef-
fetto . Magai. Lett. fam. 235. Crescerà
dunque il principio di questa abilità colla
proporzione che cresce tal disproporzione
e dissimiglianxa. (C)
* g. II. Abilità, dicesi anche la Fa-
coltà data ad uno di far checchessia de-
rogando alla legge. Farch. Stor. 3. 49-
Intendendosi sempre fermo il privilegio
dell' abilità a Ippolito conceduto, che non
ostante 1' età minore potesse tutti gli uf-
fìzi e Magistrali avere ed esercitare. (Cj
■f- §. III. Abilità, si piglia anche per
Comodo, Fantaggio, che si fa altrui, e
soprattutto ad un compratore , o ud un
debitore, dandogli tempo al pagamennto,
o facendogli altro utile. Cecch. Dot. prol.
E vuole ancora Farvi due altre abilità, la
prima Ch' e' pagherà la gabella del suo
ce. E r altra, eh' e' non vuol che la so-
diate ec. (In dote)' ^ Car. leti. ined. 3.
65. Del rcslo fate al detto Signore tulle
quelle abilità che Sua Signoria desidera .
Farcb. Stor. !^. 76. E di più fecero (jue-
sta abilità a chiunque detti beni compe-
rasse, che pagando i tre quarti del prezzo
in contanti, l'altra quarta parte dt tulli
i credili degli accatti posti nel venzci , e
nel venzctle pagar potesse. (C)
* §. IV. Abilità, vale anche Facoltà
che si dà altrui di fare una cosa. Con
cessione. Privilegio, iìiiicc, Stor. 4> 175.
Si dolevano similmente che a Giuliano ri-
belli' prima , e che poi era venuto coli'
.irmi runlro alla patria , fosse stata latta,
senza saputa loro, tale abilità. F S. 186.
Per la quale abilità (d' andare ad abita-
i-e le sue possessioni) pochi sinceramente
uscivano di Pisa. Stor. Fur. 5. 10^. L'
imperadore chiamali nuovi abitanti dalle
virine terre, e assegnato loro e le case e
le possessioni, con tulle quelle abilità che
vi potrano tirare gli uomini , provide la
dis.ibilala città di Grona. (Ci
Aini.lTARE Correggi
t ABILITAHE. Far abile, /tender ca-
pace uno I) far checchessia ■ Lai. idoneum
reddrre . * Car. lett. I. 17^. E benrhè 10
conoscessi dal canto di lei, che la gran-
dezza dell' umanità e della grnlilcua sua
avesse potuto di»pen»ai'r ogni mia inde*
giiità, ed .dtditarmi a tutti i suoi ta\orì,
non però gli gu»lava interamente . Hed.
leti. \. l8x Se di buona voglia obbedi-
rà, le pronielln di (aria cavare in breve
tempo dal noviziuto, e di abilitarla , e di
pronuiovrrl.1 alle cariche maggìitri della
nostra accademia. (C) .**egner. Parr. In-
str. 7. 1. Quando pero ne' libri buoni
incontrate di lati similitudini popolari ,
notatele a roilro prò, 1) per averle pron-
ti al bitogno, e »i per abdilart la vostra
A B I
mante a produrne di altre conformi aH
esse. (F)
* §. I. AhUitare , si dice anche delle
cose che /tendano abtlt altre cose a fat
checchessia . Magai, lett. fam. a35. Un
discostamento del movente da ogni simi-
glianza, e proporzione col mobile, 1' abi-
tila a muovere, e un rapprosùmainenlo
r inabdita. (C)
^ %. II. Abilitare, e anche terni, de'
Legisti, e vale Dar la facoltà ad alcuno
di far checchessia, derogando alla legge;
/tenderlo abile, nel signific. del §. II.
Lai. solvere legibus. Varch. Stor. 2 7.
La quale (Balia) abilitò a tutti gli uffici
e magistrali di Firenze, non ostante l'età
minore, Ippolito Bgliuol di Giuliano. K
12- 4^- Abilitavano (quei della Balia)
Sua Eccellenza che ella potesse , non o-
stante qualunque inabilità, esercitare tutti
gli uffici, eziandio il supremo. (C)
"f ^ %■ III- Abilitare, in signijtc. neutr.
pass, vale Farsi abile , Rendersi capace
a far checchessia. Car. lett. 2. l36. De-
sidero che se ne corregga, perchè non s*
insuperbisca di questo gran favore, e per-
chè s' abitili a sostenerlo. Segner. Bfann.
Giugn. 27. 3. Più che ad essa (orazione)
ti abiliti, più sempre ancora proverai ec.
quella letizia. E Conf. instr. cap. 1. Po-
tele ec. procurare frattanto di assicurar
meglio e la sua coscienza e la vostra ,
con abilitarvi di vantaggio. (F)
'^ ABILITATISSIMO. Superi. d'Abi-
litato . Bellin. Disc. 2- 230- In questa
maniera accomodando appoco appoco a
ciascheduna l'intendimento vostro lo ren-
diate , e il ritrovialc io ultimo abilitatis-
simo, e lutto volto a i^esla verità- (F)
* ABILITATO. Add. da Abilitare;
Abile. (C)
* g. Abilitato, vale anche Esente,
Privilegiato . Jnstr. Cane. 35. Sia prin-
cipale intento e obligo d' ciascun cancel-
liere ec. il far si che non resti alcuno in-
debitamente aggravalo della porzione at-
tenente ad altri, che per errore, per ma-
lizia , o per ignoranza ne fosse contro 1
buoni ordini abilitalo. (C)
A BIOTTO. Al V. 3. ove A/i — e ba-
Icnoe corr. e' balenoe
t 3 ABITARE . Agg. in 6ne « - G.
/'. I. 3. 2. E questa parte aldtaro i di-
srendenti di Sem - . (C)
1 g. Togli r e$. tì. F. I 3. 2.
^1 §. Abitare, si dice anche degli am-
mali , insetti , e simili . Bonom. Oss
Pelile. 9. Nella fig. v. e rappresentato
netta sua naturai grandetta il tarlo , che
abita ordinariamente ne* legni duri. (C)
ABITAZIONE. Agg. in fin. * Circ.
Geli. I. 22. La natura ha Icuuto tanto
poco conto di VOI, che oltre al farvi na-
scere ignudi , ella non vi ha fallo ancora
casa , o abitazione alcuna propria . Segr.
Fior. Vit. Castr. Le manette colle quali
stelle incatenalo in prigione , si veggono
ancora oggi fitte nella torre della sui •-
bitaiìone. Cas. lett ined. il. Nel prin-
cipio veramente icstai per la stretta abi-
tazione, massimamcule avendo molli ma-
lati che non guarirono se non tardi. (C)
X §. Allega co»i l'es. di C. /'. |. ^i. I
l>a poi che Cesate e Pompeo «e. ri tor-
narono a Roma, compiuti li loro favorii .
la ciltade (di Firenze) comincio a cre-
scere «• moltiplicare di Romani e Ficso-
tani insieme , che rimasero all' al>itaiìon
di quella. * Instr. Cane. 26. Sarà tenu-
lo a procurarne la riscossione, <> rimborso
o dagli stessi carcerati , toni eredi e tieni,
o in sussidio dalla potcstena dove cìascbo-
duno di essi rispettivamente avrl acqui-
stato il doniicitio con 1' ahìtaiione d* uo
anno prima eh' e* fosse carceralo. (C;
5 ABITO, Agg IO fin. "^ Tac Pav ana
I
A B I
12. l58 nisfdcrono egli in abilo impernile,
.• poco lungi Asrippina in m;iiilo iV oro.
Sorgh. Hip- S.\. r.W -.AM il.versi .limo,
strano i .liveisi graJi delle persone . h
87. Vestili I gli angioli ) con camici ed
abili sacerdolali sono sopra i Vescovi ed
1 Sacerdoti. Dav. Oraz. Cos. I. Sempli-
ce nel vestire, e di vivande splendide non
curante , come quegli che ritenendo ne'
falli e neir aspello la niaesli, non la cer-
cava negli aliili, e nelle mense. (C)
:S §. Abito , dicesi per significare la
Veste chcricalc ,e spezialmente quella de'
Religiosi . Maeslruzz. 2. 36. Il terzo si
< quando il cherico, dispregiando l'abito,
porta r arme . Dat-. Scism. l^3. Furono
menali a morire (parla di alcuni frati )
nel loro ahilo. non digradati. (C)
* §. III. Al i'. 3- ^ove legge: quest
altro corr. quest* alto
§. IV Agg. dopo la de6niz. * Cron.
fell. 17. Se ne andò a Monlaguto a Cer-
tosa, e ivi prese 1* aliilo di detto ordine.
Borgh. Rip. 532. Con licenza del Papa
pose giù r abito. (C)
* §. V. Al V. ^. e 5. dove legge: da
cuinendare corr. da commendare
* §. VII. Agli es. allegati sostituisci i
segg. Red. Cons. I. 53. L'illustrissima
Signora ec. spiritosa e vivace , A' abito
gracile, di temperamento caldo, inclinan-
te al secco ec. cominciò ad avere 1 natu-
rali Bori mestruali. E I ip- I ■ 7 ' Questo
insegnamento ha palilo eccezione in un
virtuoso e nobilissimo gentiluomo, di abito
di corpo gracile piuttosto che no. (C^
* §. Abito, talora i-ale anche Aria,
Sembianza . Fior. It. 256. Piglia le f.it-
tMze e 1' abito del suo volto, ed in forma
di lui va pienamente trasformato con li
delti presenti dinanzi alla regina Bidone. (C)
ABITUALE, Agg. Add.
* §. Grazia abituale, chiamano i Teo-
logi Quella , che porta l' abito : a dtf
fercnza dell' attuale, che vien data da Pio
inatto, e per l'atto. Scgner. Mann. A-
gost. 5. 6. Non solo e' impetra (la Ver-
gine) la grazia abituale, eh' è quella da cui
procedono tulle le delle virtù, ma anche
1' attuale, eh' è quella dalla quale vengo-
no e mantcnule e promosse e perfeziona-
le. (Ct
* ABITUARE,
g. Allegane 1' cs. * Bocc. Coni. Dant.
I. 62. In questo modo persi , ci abituia-
mo ne' peccali; e por giù 1' abito preso è
difficilissimo. (Cj
I 5 ABITUATO. L' es. del §. metlilo
ira le virgolette.
* §. E in forza di susl. vale Colui ,
che ha preso l' abito di fare una cosa .
Bocc. Con:. Dant. 2. 5l. Ma diminuen-
dosi r abito preso del vizio, non diminui-
sce il vizio Dell' abituato. ^O
ABLATIVO Nomeec. Al r. 8. ove
ha tot via. (*) rorr, tor via.
* ABLUZIONE. Correggi.
* ABLUZIONE. L'azione del lavar
A B O
A B L'
i8i5'
ti j e diccsi propriamente di ijuella che
fa il Sacerdote nella Metsa quando dopo
aver assunto il Corpo e Sangue di Cri-
sto, ed essersi purificato, gli è versato del
vino e dell' acqua sulle dita che tiene
lopra il calice. (Cy
* g. Abluzione , diccsi altresì della
Cerimonia comandata da alcune religioni
consistente nel lavarsi, a certe determina-
te ore del dì, questa 0 quella parte del
tarpo. Scgner. Incred. 2. 20 5. La leg-
ge del Messia non si oppose a quella di
Mosè. ma perfezionolla, o per meglio dire
r adempì , mentre ne tolse le cerimonie
legali , le cene, le aspersioni, le abluzio-
ni, le vittime, che adombravano la grazia
da conferirsi dopo la venula di Cristo, 0
che 1* annunziavano. (Cf
+ A BOCCA. All' Ci. Ca<. leti. agg. lly.
+ ir- k BOCCA A BOCCA. . . lior.
J'irt. if. corr. Fior. Virt.cap. 3. pag. 25.
3 A150L1Z10NE. Togli l'es. C«i«. e
f,inne §. così:
!',! §. Abolizione . vale anche Perdono
accordato per un delitto , che secondo le
le""! non era perdonabile. " tìuicc. Stor.
18.° 82 (C)
t 3 ABOMINEVOLISSIMO, e ABBO
MINEVOLISSIMO. Corr. V. ABBOMI-
NEVOLISSIMO. E logli il Lai. e l'es.
ABORTABE. Alv. 5. dove dice — (*)
Segner. corr. * Segnef.
ABORTIVO. Add. Correggi, ed ag-
giugni come segue.
t 3 ABORTIVO. Add. Che è nato in-
nanzi al tempo dovuto . Lat. abortivus .
Mar. S. Creg. Or posson venire all' eter-
na requie gli infanti abortivi) * E 4. 26
Non piaccia a Dio ni; cader debbe in o-
pinion d' alcuno, che il nostro beato Giob
•e. desideri d' esser morto abortivo , cioè
prima morto che nato . Sannnz . Arcad.
pros. 6. Al sinistro lato del quale pendca
una bella tasca d' un picciol cuoio di
aliortivo vitello. (C)
* §. !.. Abortivo, per similil. il disse
S. Paolo di se ad accennare che era ve-
nuto all'Apostolato innanzi tempo, senza
esservi stalo preparalo come gli altri A-
postoli. .. Cavale. Specch. Croc. cap. 9.
pag. 24. Profondit'a di amore mostrò (S.
Paolo ) umdiandosi a portare gli obbro-
brìi di Cristo ec. E ancora quando si chia-
mava abortivo e minimo. (C)
'? §. II. E fìguratam. Salvia . Disc.
1. zq8. L'anima nostra continuamente si
muove e pattorisce pensieri . Or di que-
sti alcuni dobbiamo rigellare, come abor-
tivi e illegittimi. (C)
ABORTO .... Malm. corr. * Malm.
* g. II. Agg. dopo la definizione. Pros .
Fior. Borgh. lett. 4. 4- 56. Egli e un
volere scoprire le mie vergogne, e vi sa-
pr'a male poi d' averlo fatto quando ve-
drete un aborto , o sconciatura , che in
tutti i modi si dovea coprire. E Dat. Ci-
cal. 3. I. 162. Per conchiusione di que-
sto mio aborto, mi viene curiosil'a di sa-
pere il senso di un nostro proverbio. {C}
* A BOTTINO. Po.tfo avverhialm. V.
BOTTINO §. II. e .regg. (C)
i.' A BRACALONI. Posto avverbialm.
V. BRACALONI. (C)
* ABRACIATO.
3 A BRACCIA.
§. I. Poni r es. G. /'. 7. 27. 8. li.i le
virgolelle.
f A BRACCIA APERTE . Allega cosi
r es. Tass. Ger. 19. 43. Che in fronte il
colse , e r atterrò col peso, Supin , tre-
mante , a braccia aperte steso.
f §. Vale ancora corr. E fguratam.
vale ancora
f ABROGARE. Annullare per autorità
pubblica agg. una legge. E allegane l'es.
in fin. -A: Ces. lett. Cic. 2. tog. Se in
questa legge nulla e scritto, che per altre
leggi, o plebisciti ec. non si possa , o
non si l'osse potuto senza loro pregiudizio
promulgare, abrogare, derogare, obrogarc
ec. in queir articolo questa legge non tie-
ne. (C)
ABROG.\TO. Allegane 1' es. ■-.: Ces. lett.
Cic. 2. 109. M.1 lu vedi delle leggi abro-
gate non essersi mai osservale le sanzio-
ni. (Ci
f A BRUNO.
'.^ %. E per similil.
<■ ABSORTO. Agg. in fin. Tass. Cer.
I. 4. Tu magnanimo Alfonso, il qual ri-
togli Al furor di fortuiia, e guidi in por
fo Me peregrino errante , e fra gli sco-
gli E fra r onde agitato e quasi absorlo
oc. (C)
* A BUCCIA . Posto avverbialm. col
V. ..Innestare. ì ■ BUCCIA, §. I. (C)
3 A BUON CONTO. Togli r es. ò'n/w.
Spia.
■\ §. Efiguratam. agg., non alludendo a
danari, vale Frattanto, Intanto. * ■■ Salv.
Spia. 3. 3. E benché come a cittadino ,
non fia per venirnegli pena afflittiva, ma
solamente di danari; egli avr'a [.uve avu-
to a buon conto, in camliio di quella eh*
ei SI promette , una notlolata d' un' altra
fatta. (C)
ABUSIONE. Agg. in fin. * Varch.
Stor. 5. 118. La cpial deliberazione era
per r infinite abusioni , r pessimi porta-
menti de' Ponterci passati , lodata gran-
demente e desiderala da molti . E Lei.
Dant. 2. 335. Il favellare de' secondi, si
può e si deve piuttosto uso che abusione
chiamare. (Ci
ABUSIVAMENTE. Allegane l'es. if Sal-
via. Annot. Mur. 2. 249 Può forse con-
trapporsi la porpora impropriamente e a-
busivamente presa all' ostro propriamente
dello. (C)
ABUSO . Agg. in fin. * Varch. Le%.
Dani. 2. 334. L' uso del favellare dei
primi non si può chiamare veramente uso,
ma abuso e corruzione. ((')
A C
Alleg .
A CALDI OCCHI
corr. Alleg. l52.
* A CANTONI . Agg. in fin. (')
* A CAPITALE. Al V. 4- »''« ''"■' "
pratirebbe corr. ci partirebbe
A CAPO CHINO.
* §. II. /Il V. 5. .iove ha di sella ". (Ci
corr. di sella. (C)
* A CAPOGATTO. Agg. in fin (*)
•f A CAPRICCIO.
A CAVALLO .
g. IX. Mettere a cavallo.
3 ACCADERE. . . . Bocc. no. . 4. 5l
corr. 5l. 4. ed ove dice : secondo le qualità
corr. secondo la qualità
* g. III. Agg. in fin. Car. leti. I. 6.
Monsignore { quando gli accader'a ) far'a
sempre a fidanza con voi. Cccch. Mogi.
1 3. Poi accadendomi ec. di comperare
cose per il convito , saremo insieme tu
ed io. (C) , , .
ACCALORARE . Al v. 4. ove ha : re.
Red. corr. ec. ^' Red.
ACCALORIRE. Al v. 2. ove ha Sega.
Parroc. corr. * Segner. Parroc.
f ACCAMBIARE. All'es. Med. Arb.
rr. agg. 67.
f ACCAMPARE.
f g 11. E neutr. pass.
ACCANARE . Allegane 1' es. * Lasc
rini. 2. 43. E che diavol è poi, quand'
e-li accana La lepre, e muoia? (C)
"accarezzamento. Agg. in fin. -r
Plul. Adr. Op. mor. 1. 3o5 L'amici-
zia ci serra, unisce e ritiene ristringendo-
ci insieme con le conversazioni ed acca-
rezzamenti. (Cj ^
accarezzare. Agg. in fin. -e Car.
leti. 1. 97- S. Eccellenza non può dare
al mondo il maggior segno di granilezza
d'animo, ni; di Idicralilà, né di giudizio
che d' accarezzare un uomo simile. (Ci
ACCASARE.
8. II. Agg. in fin. * Segner. tris .
inslr. l. IO. l5. Il marito lasciò f a""
moglie ) morendo trecento scudi di ar-
gento per accasare a suo tempo una pic-
cola figliuolina. (Ci
* §. IV. Agg. in princ. Segner. 1 arr.
instr 2. I. Colui determina di .iccasarsi:
e perché ? perchè la sorte lo fé nascer,
il primo tra' suoi fratelli.
ACCASCIAMENTO Lai pr'
slatto, corr. Lai proslratio.
i8i6
A C C
ACCASCIARE . Agg. tu 6a. ^ Sul^.
Granch. 3. I. Che prode JuellaDte ! $'
accascia per 1j via ; Pensa quello eh' ci
ùra poi in campo. (Cj
ACCASCIATO . Jdd. Agg. io fin. «
Hed. Leti. Z- 3l8. ( Fu. 1769 ) Dubito
però che provenga dal "seiilirmi quest'an-
no più accascialo del mio solito. (Cj
ACCATARKAMENTO. Corr.
3 ACCATARRAMENTO Lo accatar-
rare. Lai. rkeiima.
* §. ^ pei Male di chi e accatarrato.
•I Lth. cur. malati. ,...». (C)
t' ACCATASTAMENTO . // iccata-
.>tare. (Cj
* §. /? per Mucchio, Massa. Bcllin.
Disc. 2. ly]. Appiè d'essi laggiù v' è
queir accatastamento superilo di peui d'
ambra. (C)
•f ACCATASTARE.
■f g. II. , . . Scgn. Stor. Uh. 3. curr.
Segr. Fior. 4- 148- — Errore di Crusca.
ACCATTOLICA y^/ *■ 2. ove ha Tri-
la corr Trista
1 ACCAVALLARE. Allegane l'es. ^I- ^a/-
i(/i. Annoi. Buon. Tane. 55? Cavalietto
dall' accavallare un covone sopra V al*
tro. (Cj
* § J£ in signific. neiitr. pas.i. vale
.Voprapporsi. •■ Varch. Lez z5o. I lumi
PC. rimangono spextati , sebbene s arca-
vaUino ". (C)
ACCECARE . .41 v. 5. dove ha ac-
cecato . Saìvin. corr. accecalo . # Sai'
*in.
f *g. V. . . - Borgh, Arni. Frane. g";.
roiT. fìorgh. Arm. Fam. 97.
S- Vin. Al V. II. deve ha (FJcott.
ACCEFFARE . . Dani. Inf 53.
corr. Dani. Inf. 23.
t ACCEGGIA Agg. alla dcfiniiione:
dttto altrimenti Beccaccia.
ACCELERARE. Al v. Ì\. dove ha Ve-
■ penano (orr. Vespasiano
ACCELERATI».
't § Al V. 6. ove ha '■■' K appresso:
• orr. h appresso: — Ed al v. IO. ove ha
passando. (C) corr. passando.
t ACCENDERE.
* §. VIIL Al V. 2. ove ba Uocc. nov.
•-orr. •' Bocc. nov.
ACCENDIBILE. Agg .'idd.
ACCENNARE.
^' §- f'"' Chiamare con cenni. Segr.
Fior. Matidr. 5. 5. Veggo in chiesa
Ligurio, <* maestro Callimaco F. Messer
• i. Pi. Accennateli F. I. Vrnilr. (C)
Sr g. Accennare, vale anche Dire , o
Fan- una rosa, riferendo il senso ad al-
tro. Alludere. La! alludere. Stgn. Stor.
1 27. Dii»p che non ^M manclierebbc un
.diro figlruobi aci rnnando di Fabiano suo
figliuolo naluraU-. (C)
ACCENSIBILE. Agg. Add. ed in fin
• /',' /eli. poet. 18 In somma torre sta-
}>ile non poteva essere , si percbì- le sta*
bili ooD SODO accensibili, si peribb er. 1 (")
■^ 3 ACCEN1 O. Fa' §. comi- segue dell'
es. Buon Firr. ed allega 1* cs Boa . rosi :
• Bocc. Coni. Dani |. l^l Arrrnli> è Ìl
proferire, il quale farriamo alto <> pianti,
acuto o grave o ritconfleiso. Salvia. Pro.%.
Tose. 1. 188 K chi non sa cr che 1
manoscritti d' alcun .uccnlo non »nno sr-
gnati. /'. 3. 23. Illuminare r di»iingurre
I on questi piccoli trgni di punlatura , d'
apostrofnione , e di acrrnli 1<- scnllure
• embra a prima fronte gretta e minuta
larcenda. (C)
* §. /T figuratam. « Buon Fier. 1
I. a. r \o toccar col dito, Kssrr bene
informato Restar capacitato D' ogni fatto
e ragion tal eh' un acrenlo l'n iilulti d'
un 1 non mi t' occulti. (Cj
^ ACCERTO. .. . Magai Irli. fam.
ice
*%%■ ^ 78. «d agg. altresì inoansi a Stor.
Mess. questo e». Salvia Annoi. Mur .
a. 208. Questo buon gusto è un nome
venuto su nc'noslri tempi; pare un nO'
me vagante, e che non abbia certa deter-
minata sede, e che si rimetta al non so
che, e a una fortuna, e a un accerto d' in-
gegno. (C)
ACCESAMENTE Agg. Avverò.
ACCESO.
* S Per Illuminalo. Bern Ori. 2.
12. 35. Accese eran te torri tulle quante
Di spessi lumi. (C)
# g. III. Al V. a. ove ha Bocc. nov.
corr. •• fìocc. nov. ed agg. innanzi a (C)
Chiabr. rim. 2- 9^- I suoi pregi , Alba,
t'oscurano: Tutte l'alme accese il giu-
rano.
^ g. Acceso, e anche aggiunto di una
sorte di pulimento . V. PULIMENTO .
%■ IV. (C)
t §. IX. . /:; Fiamm. 4. Agg. Il
t ACCESSORIAMENTE. Corr. la def.
Avveri}. In modo accessorio. Secondaria-
mente . e air es. Fir. Dial. beli. donn.
t ACCESSORIO. .y«jf. Agg. in fin. «
Dav. Scism. 26. S' intende per necessa-
ria conseguenia P accessorio al priacipa*
le. (Cj
t ACCETTABILE. Add. Agg in fin.
•I- Fine. Mari. leti. 14 L' errore fu breve,
il pentinienlo grande, il rimedio presto, la
scusa accettabile. (Cj
t §■ Agg. in fine * Ltb. Fred. Il tem-
po quaresimale è dell» accettabile per tic
ragioni. (C)
ACCETTARE.
^ §• Accettare, dicest anche del T Aver
per buona. Adottare, o Ammettere una
lezione a prejcrema di un' altra . Salv.
Avveri. 1. I. II. Poiché i due primi con
molti testi della seconda schiera , quella
lettura acceltanu senza diversità ec non
veggiamo perchè altri debba far dire gli
autori a suo modo, (('j
^ §. Accettare, dicevi anihe del Con-
venir che fan le Monache in Capitolo di
ricevere una qualche fanciulla nel lor mo-
nastero. Varch. Suoc. 4- 5. Nondinianco,
massiniantente essendo di già stata accet-
tata , non bisogna correre a furia. (C)
f 3 § L Riduci la definisionc così:
ì'er Biceverr, Ammettere. Lai. acctpere,
admittere. — E logli gli cs. Dent. Inf
26. e Pass- 83. facendone §. come ap-
presso.
f ^. II. Corr. la definii ■ così: Auel-
(are, o IS'on accettar persona, vale Ave»
re, o JS'on aver riguardo, Kssere, 0 ,\o/i
e.isere parziale per qualcuno, ed agg. in
fin. « Ott. Cam. Inf. 19. 347. Conferì
{■lazie, sempre .iccellando quella persona,
la cui borsa gli era più copiosa. (C)
* %. III. Si tolga queslo g.
g. IV. Agg. in fine. « Stor. Eur. 3.
5i). Se di (juestn non ci t figliuoli, ci
soni> io (diceva) suo fratello , e suo suc>
ceskore , ihr giustamente accetto la ere-
dità e lo slato. (C)
%. V. Agg. in fin. i> Dav Camb. di.
Finita la fiera d' alquioli giorni . le lei-
lere tutte in un giorno s'accettano. (C)
* Jì Accettare , si usa anche assolw
tam. nel senso medesimo . Dav Camh
i^j. Avrlc (orin risicn di tre fallinienli {
fld mio fino a che la mia lettera in Lio-
ne non fu coinpiulai e di Tommaso, poi-
ché r ebbe riscotsa . e di Piero , a\anti
i he Federigo accrltauc (C/
^ t,'. VI Jn signifc neutr. ast per
Teinr l'invito, corr F pure asjclutam.
per Tener /' invilo — Ed agg. m fin
Frane. Sacch . nov 5l. £ tuliotii a Scr
Ctulu, e dtste: E coti v' incito. E Ser
CkAv acrcttò mollo voleolieri. fCf
A C C
^ £. Accettare una scusa , vmì« Am-
metterla, Riceverla per valida . Fivnm.
a. i4- Egli uUimameote , non accetuii-
done alcuna (delle scuse) ce. di cooltauo
mi scongiura , che a rivederlo rada. (C)
* §. Accettare, vale anche Riconoscer
per vero. Credere. S. Agost. C. D. li.
22. Questi che credono che alcuna mala
natura sia uata e generata da qualche certo
e proprio suo principio, non Togliooo accet-
tare che questa sia la cagione della crea-
zione delle cose. (C)
♦ §. Accettare una preghiera , vaie
Esaudirla . - Dani. Inf. 26. Ed egli a
me : la tua preghiera t degna Di molta
lode, ed io però l'accetto ». (C)
* §. Accettare, si dice anche dell'use
che ammette questa, o quella voce in un
idioma . Car. lett. 2. 2^. Ma ba»U alla
poesia che sia accettata dall' uso corren-
te. (C)
* §- Accettare un consiglio, vale Se-
guirlo, Metterlo ad effetto. Fir. disc, an
' 80- L' uomo non ha nimico maggiore che
, se slesso, e quello massime che per non
' credere ad altri, conoscendo d'errare, tuoI
piuttosto stare nella sua perfidia con suo
I danno * che mostrando di non sapere ,
I con utile accettare il consiglio degli ami-
• ci. (C)
' 'è §■ Accettare , vale anche tiradire
Lai. gratum esse. - Pass. 83. Ho graode
fidanxa che Iddio t' ha perdonato , e ac-
cetterà la tua buona penitenza ». SaU
\ Avveri. I. 2. 1 Alla seconda impresa,
. diciamo del raccor le regole insieme , si
' può metter ciascuno : perciocché ìl popo-
lo r accetta per servigio, e non la prende
per maggioranza , avendo ad ogni modo
quelle per cose sue. Bed- lett. &) Accet-
' ti V. S. ìl mio buon animo, e con tutto
il cuore r abbraccio. (Cj
j * §. Accettare, si dice anihe delle Co-
se . Benv. Celi. Oref. \\l\. QuesU gro»-
' sczza non impedisce il ricevimento del
nieiallo, anzi l' accelta più Tolenlierì srn-
' za comparazione dell* altra terra. (C)
3 ACCETTAZIONE Agg. in fin. ^^
I t^uicc Stor. 5. 23. Allegava ( il Re di
' Francia ) essere obbligata la protesiooc e
della città e di lui ; e quella eccezione ,
! espressa nelP accettazione della proiezio-
ne, di non pregiudicare alle ragioni della
j Chiesa , doversi intendere dì quelle ra-
gioni e prominciue, che allora vi posse-
deva la Chiesa. Bern. lett 3. Egliec.se
ne va a santo (^mini tandem (dopo molle
aspettative di acretlattoui senza risoluii/-
ne) per tentare la fortuna sua. {C}
# §. In termine mercatanlesco , Ac
cetiasione di una lettera, vale Promessa
di pagar a suo tempo la somma in éJta
compressi. (Ci
t*ACCETTORE . Cmvmlc. Esp.
Simh. I- aio. corr Cavate. Esp. Slmb
var le». I. 210
Xc ACCEZIONE Corr. la definizsonr
com: Significato, Senso in cui si piglia un
ioeaholo; ma è voce poco usata
ACCHETARE. Al v 5 ovt dice: st-
greli con - secreta
t $. All' e». Cas. l'f. tom agg. 94
ACCHIAPPARE.
3 t II AU'cs. Fir. Tri*, agg 5. 5
r dell* e» Alleg. (annr § così:
$ §. tu. Acchiappare alcuno in pa-
rvla , sale Attaccarsi a una parola del
parlar d' alcuno, ftra%'olgendo il senso di
sua intensione , o abusandosi indirrreta
mente del suo sincero t discrete di-
scorso per tenerlo obbligato - Alleg
108. Eli io non ho appena aperta la bo«
ca pei dire, che 10 sudo eccbiappato in
parola. (C)
't « ACCIABATTAMBWTO. Dop»,
Segner. Agg. Pare, tnttr. 1^ I- lo p«i
k e e
A e e
A C C
j8i:
me 5tirao che \» maniera irrìvereote Ji
celebrare in più d' uno non <U-lilta nel
tribunale di?mo andare csenlc da gasligo
gravissimo, cioè da gasligo proporzionalo
a quel fallo che sì commeltc in uno ac-
ciaìtatUraento sì chiaro di genuflessioni ,
di croci, di cerimonie, argomento di po-
ca fede.
ACCIACCARE. Agg. ìa fm. * Bellin.
Disc. I- 72. H parlile un grano in ses-
santa parti sole , egli non h il dividerlo
in tutte le sue ultime parti ec- è un qua-
si grossolanamente solo acciaccarlo , cioè
spezzarlo in parli di tanta mole che pos-
son distinguersi con la mano, e con l'oc-
chio. (C)
ACCIACCO.
§. Agg. iofioc. E/ett, 2. 280. Ho co-
minciato a provare tultt gli acciacchi del*
Ij Tcccbiaia. (C)
ACCIAIATO. Agg. in fin. * ncil. Cons.
2. 73. Per poter poi fare immediatamen-
te passaggio air uso d' un siroppello ac-
ciaiato. (C)
t ACCIA lUOLO .... Borgh. Fam.
Arm. 19^. corr. ♦ Borgh. j4rm. Fam.
104. — E al V. 5. dove ha: acciaio corr.
acciaiuolo
* §. II. Poni io fine (.4)
•f ACCIARINO. Sust. Allegane 1' es.
^' Sahin. Annot. Buon. Fter. ^^3. Col
focile, coir acciarino, cioè colla pietra
focaia , battuta col focile accendendo ì"
esca , per poi accendere il lume , e stu-
diare avanti giorno. (Cj
'A' ACCIARPINATO. Al V. 2. dove ha:
2- 298. corr. 3. 298.
ACCIDENTALE . Agg. Add. ed il §.
leggilo cosi:
t * §- Accidentale , dicesi anche di
Ciò che non è intrinseco al soggetto .
Dant. Conv. 69. Chi vuole bene giudi-
' are d' una donna, guardi quell^ quando
kolo sua Dalutal bellezza si &la eoa lei ,
di tutto accidentale adornameato scompa-
gnala. fP)
ACCIDENTE.
t 3 §. II. . . . ì; nov. 37. 11. corr.
Bocc. nov. 37. II.
* §. y. Agg. in fine . Signcr. Crisi.
initr. 1. 12. 7. In essa f .1/eJja^ compa-
risre Gesù Cristo sotto abito sì dimesso
per gli accidenli del pane, e del vino di
cui si veste. (C)
^ §. VI. Poni lui le virgolette 1' es.
Bocc. nov. 9. I.
* ACCIGLIATDRA. Quello spazio che
cj'ra l' uno e l' altro ciglio. Baldiit. Leti.
16. Li due termini di questa proporzione
saranno per una parte la ^unimiia dell*
arLÌglialura, o vogliamo dire quello spazio,
che è fra l'uno e 1* altro ciglio fino a quel-
la paitc più lontana del capo, che i La-
lini cbianijQo occiput. (Cj
ACCIGNEl^E.
I § Bemh. St. \3q. coir. Bemb.
rtm. st. i3q. ed agg. in fine. '^ Bed. leti.
2. 169. Soli si accinsero alla gloriosa im-
presa. (C)
* ACCINGERE. Poni in fin. (*)
ACCIO' . Agg- in fin. * Tac. Dav.
Ann. 1. 2t^. lo dirò pure di che peccati
fur poste querele a Falanio ec acciò si
«appia da qua' principii, con quanta arie
di Tiberio un crudelissimo fuoco si ap-
piccò Ar. Fur. 3. 19. Acciò dunque il
\o1er del ciel si metta- ( Cj
ACCIOCCHÉ .
3 g. I. Togli r es. Introd. alla ì'irt.
ed agg. in fin. Dant. f'it. ^'uov. 16.
Nella quarta dico cbe pecca quegli che
non ha pielà di me, acciocché mi sarebbe
alcun conforto, t Cj
;? ACCIOTTOLATO, .fdd. da Ac-
ciottolare. Salvin. Podagr. Entrai in una
>tr.ida acciottolala. fCj
Vocabolario T. II.
ACCLAMARE.
"^ §. Acclamare , vale anche Esser
nominato, Eiser chiamato, detto ec. Sal-
via. Seno/. I. l3. E da tulli quanti era
acclamata Anzia la bella. (C)
^ ACCLAMATISSIMO. Superi. d'Ac-
clamalo. Baldtn. Lez. Accad. 10. L'uno
e r allro parti di suo pennello acclama-
lissimi da qucH' eia. (C)
ACCOGLIERE.
g. IV. Al V. g. dove ha — * E 18.
corr * n £ 18.
•\' g. V. AU'es. Ar. Fur. il. agg. 53.
ACCOGLITICCIO. . . . Tac. Day.
corr. Tav. Die.
t ACCOLITO. Agg. alla definii.: e
talora l' Ordine medesimo .
* ACCOLLATO.
§. E vestito corr. E vestire
ACCOMANDA, e ACCOMANDITA.
g. I. Allegane 1' es. * Benv. Celi. J'it.
3. 159. Ser Zanobi Buonaventura Nolaio
e Cancelliere alla Mcrralanzia ne ha ro-
galo il contralto al Libro delle Accoman-
dite ec. E 174. Ricordo oggi ec. come
Messer Benvenuto di Maestro Giovanni
Cellini ha notificalo a Giuliano di Loren-
zo Ardinghelli Ìl contralto ec. e le dua
cause mosse ronlro a delti beni e sua
ministri e compagni per via d' Accoman-
dita in detta Bottega ec. (Cj
t ACCOMANDIGIA.
-;; ACCOMIATARE. Poni in fin. {•)
* ACCOMIATATO . Poni in fin. (*)
ACCOMODARE.
t g. V. Air es. Cas. leti. agg. 63.
* g. Accomodarsi al tempo, 0 a' tem-
pi , vale Adattarsi alle circostanze. Lat.
servire temporibus . Borgh. Col. Nilit.
l\3^. Più copertamente { morde le azioni
di Cesate) dove gli fu forza, accomodan-
dosi ai tempi, destreggiare. Varch. Stor.
^. 72 11 perchè questi tali, o s' andavano
accoiiuidando al tempo , o si ritraevano
dal governo. (C)
t ACCOMODATAMENTE - All' es-
Beni. rim. agg. 2. 1^.
ACCOMPAGNARE.
* §. Ili S. G. Gualb. corr.
Vit. S. Gio. Cttalb.
f g. IV. AU'es. Cron. Morell. agg.
224.
t 3 ACCOMPA(.NÀTURA. Agg. in-
nanzi a Buon. ^ Car. Apol. '^Q. Che dot-
trina iu aere è questa, tioVdta nuovamente
da voi, deir accompagnatura , e scompa-
gnatura di queste voci co' sustantivi? E
69. Ne icguila per questo che l'accompa-
gnatura o scompagnatura delle parole fac-
cia lignificar questo nome di Dio altro
che bene ? (Cj
■f %, I. Per Compagno, Servitore,
'"? g. II. Poni r t». Ira le virgolette.
* ACCOMFIRE. Lo slesso che Ac-
compitre. Alani. Gir. i^- 167. Monta in
questo a cavallo, e vorrebbe ale Ater per
accompir tosto il lavoro. (Cj
5 ACCONCEZZA.
ir- g. II. . . . Lib. d'Amor. 3. Alla
corr. Lib. d' Amor. 3. La ricevuta sospet-
cione del romore alla
ACCONCIAMENTO . Agg. in fine. *
Pros . Fior. Borgh. Leti. 4 4- '^7 ^
r acconciamento ha da essere in quaniu a
me, di levare il mio nome da quel luo-
go- (C)
t ACCONCIATORE . Dove legge Che
Acconcia corr. Che, o Chi acconcia . Ed
agg. in fio. -fi Salvia. Bros. Tose. 3.
l<iy- Il fallo è dell' acconciatore , che a-
veodo mutato le due prime rime dell' ot-
tava , ^i dimentico di mutitre anche la
terza. ì'Cj
ACCONCIO. Add.
t g. IX. Allegane 1" es. * Bed. Leti.
2. 283. Beva dell' acqua cedrala , beva
dell'acqua sorbettal^, e dì simili altre .«c-
que acconcie. (C)
* ACCONTAMENTO . /'. A. yoti-
zia , Informazione . Bim. ant. Natuccio
A agnino Pisano i. i^V Aldendo (uden-
do J dire r altero valore , Che 'n vostro
core regna a compimento, Dittringemi d'
averne accontamcnto Per dicimenlo, o per
altro labore. (Cj
ACCONTANZA. Correggi
t3 ACCONTANZA. F. J. L'accon-
tarsi. Lat. congressus.
* g. Per Famigliarità . Lat. Jhmtlta-
rìlas . M Tesorett. Br. 22. 23l. E vidi
un bianco viso ec. E innanzi lui andai .
E feci mio saluto E fui ben ricevuto.
Ond' io presi baldanza > E con dolce ac-
cootanza Lo domandai del nome , E chi
egli era, e come Si slava sì soletto San-
za niun ricetto ". Esp. Pai. IVost. 3o.
Di questa acconlanza , e di questa dime-
stichezza che ha la santa anima comincia
ella ad avere di Dio un santo orgoglio
(la Crusca allega questo esempio alquan-
to differentemente , e coli' abbreviatura :
Tratt. Umil.). (Cj
'■* S- E Jiguratam. Rim. ant. Baccia-
rone di M. Saccone da Pisa. I. 412. Se
doloroso a voler movo dire Lo dispiacirc
che meco ha accootanza Non alcun del-
mì (me lo deej tornare a lallanza. (Cj
t -r ACCOPPIAZIONE. . . . Eellin.
Bucch. agg. i85. e dove legge stromeott
D* una leggi strumenti Della
ACCORARE .
■J- 3 g. Per Toccare il cuore.
t ACCORATOIO. Aires. But. agg.
Inf. 33. I.
t ACCORCIARE. Suslituisci alla defin.
Render più corto nella estensione, 0 nella
durata. Ed agg. in fin. v Cas. lett. ined.
14. Ma S. S. provide , che se ne andò a
vedere i luminari con madonna Isabella
per accorciar la lunghezza di quella ma-
la notte. (C)
f g. J? nenlr. ass, Agg. Divenir più
corto.
ACCORDAMENTO.
f ^ g. II. Dove legge Bald. Dee. corr.
Ba/d. Lez. Accad. 10.
ACCORDANTE.
§. Agg. in fin- ^ Plut. Adr. Op. nior.
1. i3q. La quale (mente) non inteudia-
mo esser altro , che dirittura di ragione,
perfezione dell' anima ragionevole , e di-
sposizione dell' anima seco medesimo ac-
cordante. (C)
ACCORDANZA .
V g. I. in signific. del g. VI. torr.
VII.
ACCORDAPE.
=v g. Accordare , tale anche Fis-
sare, De ter ni mare. S^iUtn. pros. Tose.
192. Col quale aveva accordata l'ora della
partenza. (C)
j- g. II. Agg. alla dichiaraz. due 0 più
persone. Pacificare. E all' es. Ar, Egì.
iosliluisti Sag^. rim. Bern. Catr. 175.
Che quìstion è la lor ? fia staio '\ vino: Ed
io gli accorderò. Car. lett. i. 37. Io que-
sto Ferrante sì mise di mezzo, e facendo
le viste d' accoidarli ec. trasse d' ambe-
due cose troppo belle. (Cj
* g. IV. Agg. in fin. ì'arch. Sior. <^.
220- Non voleva ne accordar egli a patte
nessuno, né che gli altri accordassero sen-
za non solo la sapula, ma il consenso ed
il contentamento de' collegati. £"11. 334-
Ci conviene fra poco tempo a uno dì que-
sti due partiti necessariamente venire , o
combattere, o accordare ; il combattere co'
neiiiiti è perii oloso, 1' accordare col Papa
difficile. (C)
'? g. V. Al V.5. dove legge ci sarebbe
leggi ci si sarebbe — ed agg. in fin. Cas.
leti. ineJ. ^O- E stia anco un poco av-
238
iHi8
A e e
verlita che 1' orator Davia straordinario ,
alle volte non accorderà lo scriver lette-
ra. (C)
*f %. IX. Togli Tei. e fanne g. cosi:
■{• * g. X. Kon accordare V aggettivo
col siisiantivo , vale fìgitratam . Confon-
dersi, Avvilupparsi, frane. Sacch. nov.
II. Altierlo cominciò (a dire il Pater no-
stro jj e non accordando l'aggettivo col
sustantìvo, giuD.sc Lalljctlando a uno scu*
ro passo là dove dice: da nobis hoJie, e
di quello oun ne polca uscire. (1^)
t 5 ACCORDATO. AH* cs. E Oraz.
Lod. ì'encz. aj.'g. i^^. ; e logli l* cs. Hcd.
Annoi. T)ilir. e fanne §. così:
* g. Accordato , vale anche Conve-
nuto, Stabilito. Lai- compositus, privdi-
ctus. Tac. Dav. Ann. 11. l38. Che l'elclto
Consolo si trovasse il dì accordalo a spo-
sar colei che era moglie del Principe .
n Red. annot. Ditir. 77. Quando questo
Dio fece V impresa dell* India , il segno
accordato della battaglia era, Evùc »»• (C)
ACCOUTAMENTO . Allegane 1' cs .
Bart. 1 it Caroff. l. \. e. 8- 103. Non
farsi lecito d' entrare in casa per la Chie-
sa, ove la pioggia pareva concedere quel-
racfortamento dì strada. (C)
* ACCOSTAiNZA . /'. A. Costanza .
Ovid Pist. ^6. Ma tu se' girevole a gui-
\a di foglia, sanza alcuna accostanza ( la
stampa ha acoslanta). fC)
t ACCOZZATO. AU'cs. tur. rim. agg.
buri. I. 274-
t ACCKKDERE. /'. A. Credere, aggy
ma non si userebbe che preceduto dal ver-
bo Fare.
^' ACCHIiDITATISSIMO . Superi, di
Accreditato . Ces. f'it. Conz. 7-5. Chia-
rnuto A se Luigi nella camera del P. A-
chille Ga^'liardi Gesuita, uomo in Milano
accrcdìtalissimo , lo pregò che volesse pre-
sente lui , provare e cercar sottilmente la
vocazion del figliuolo. (C)
ACCRESCITIVO.
* g. Accrescitivo , e anche Terni,
dei Grammatici , e ditesi delle Voci che
es/jrimono arcrcscimentoj e in questo sen-
to si usa per lo pili sustnnlivnmente. (Cj
t ACCULATTARE. Porta dopo la lìct.
r es. Malm. 2 4^. che è al g. che tor-
rai, e poni V # ìunauzi a Bisc.
* ACCUMOLARE. Poni in fin. (•)
t 5 ACCUMULARE. Al v. 4. ove ha:
Sannaz. rorr t^ Sannaz.
* § Per Radunare , flettere insie-
me , Assoldare. Cuicc- Stor. lib. 6. pag.
l35. Accumulando continuamente nuove
genti. (C)
t ACCUMULAZIONE. Agg. in fine:
(tn questi esempli figuratam. }.
ACCURATAMENTE. Al v. 3. ove ha:
Car. lett. con. * Cor. leti. Ed al v.
6 ove ha accuratamente, corr. accura-
lamcnte. (•)
t ACCUSANTE. L' esempio Tac. Dav.
l3- 2^2- , troppo hrcv e fallato nella ci-
latiooe d;i||a Crusca, allegalo cosi: Tac.
Dav atta. 3. 62. Atfannandosi gli accu-
santi «' le prove a chi più ronficc^rli, ri-
spondente ninno, fecero di lei più incrc-
srcre, che inrrudclire.
3 ACCUSAKE. Agg. in fin. *f l arch.
Stor. g 224- Avevi» mesto su , e imbc-
rheiato <.iorgio, che l'accusasse. < C)
f I III. Diciamolo anche con. Accu-
lare , lo diciamo anche Ed agg. ionansi
a fC) Ar. sat. 4- Cin altre cause più
dagne mi scuso Con gli altri amici ( a
dirti il ver); ma lero Liberamente il mio
peccato accuso
^ §. V Allegane l* es. Mtn. Matm-
665. E queste veraicolc vanno mostrate
prima rhr si cominci il giuoco , e messe
in tavola, il che si dice arcuiar la verti-
«•>Ui (O
A e e
f g VII. In signific. neutr. pass. ec.
^ g. Pur neutr. pass, per Dire i prò-
prii falli al sacerdote per averne l* as-
soluzione . Segner. Crist ■ ìnstr. I. IO.
IO- Ne basterà l'accusarsi d'aver giuralo
indebitamente, ma converrà specificare la
qualità di quel male, che fu giuralo. E
Conf. instr. cap. 2. Si \iene a confessa-
re la gioventù, e si accusa di avere amo-
reggialo in Chiesa ec. e tace il restan-
te. (C)
* g. Vili. , . . Dant. corr « Dani.
t ACCUSAZIO.%E Mor. S. C.reg.
agg. 3. i52. (IS'npoli 1745) e do^e lepge
aggrava leggi aggrava nella cogitazione del-
l'offeso , il peccato del nimico. Ed agg.
■'.' Tvlom. lett. 4. 56. Mi doleva certamente
non aver da voi risposta della mia lettera,
non già per accusaziunc, ma per timore. (C)
acekbamentiì:.
g. II Serd. Stor, corr. * Scrd.
Stor.
t ACERBISSIMAMENTE - Dove ha
rnrch. Stor. 1. agg. 3. Si — e dove leg-
ge di miserie leggi di tutte le miserie
3 ACERBO. Al v. lO- ove ha : uli*e
acerbe, corr. ulive acerbe. (C)
ACERRIMAMENTE .... Guicc. Stor.
l5g corr. Guicc. Stor. 18. l5g.
ACERVO. Agg. in fin. * Car. Fn. 4-
617. Le providc formiche Delle lor ver-
narecce scttovaglie Pensose e procaccic-
voli si danno A depredar di biade un
grande acervo. '^C)
ACETO .
* g. 111. Non CI metter su ni sat
ne aceto, l . SALE , §. XV. (C)
t J ACETOSO fìtrn. nm.
I. 33. 25. corr. Beni. rim. l. 33.
^'%- A^;S- innanzi a (C) Cr. 5. la. I. I
suo* frulli (del melo) ce. certi son dolci,
e certi acclosi , e certi afri.
f A CUETICHELLI ce . . ì'arch.
Stor. i5. agg. 594-
ACIDITA* ec. Allegane l'es. * Red. lett.
1. 438. Il quale magistero può raddolci-
re le acidità do' fluidi del nostro cor-
po, (Cj
t 5 ACINO Dell' cs. (V 4 20. I.
fanne g- come segue.
* g. Acino, talora si piglia anche per
Fiocine. « Cr. 4. 20. I. . . . ••. Sodrr.
Colt. 109. I vinacciuoli netti e vagliali
dagli acini , quando sono ben secchi . si
danno a' colomhi e a' polli. fC)
!? A CIOCCHE A CIOCCHE . Posto
awerbialm. Lo stesso che A ciocche^ ma
così ripetuto ha più di forza. Sofd. Sat.
4- Queste conclu.<-inn si liran drcto Poscia
1 esorbilanie a ciocche a ciocche: Oggi di-
fese senza alcun divieto ( Cj
t A CORSA. L'es. Fav. Fs allegalo
come lo legge la Crusca alla V. Trari-
pare, cioè cosi : Fav. J's Giugnendo (/'
asino) a una gran balza, tnos^esi a corsa,
e balestra, ed èssi traripalo
f A COSTA . L' cs. Bemb As al-
legalo così: Bemb. As. a. 75- Venute
il dì segnenle le belle donne , sì rome
ordinato aveano . .ipprrsso *l mangiare
co' loro giov.ini nel giardino; e nel «ugo
pralicello a costa la R>nlr e loHo gli oni-
(irosi aUori sedutesi ec. ( In rtanipa per
errore ha accoste ).
t 5 ACQUA
^ « g. X. L* fi. Al Frtr Acr al-
legalo cosi : .-trt. I etr. AVr. 4- 7-3. l'i-
glicrai prztriti di cristallo di mnnlu^na di
diverse gr;tndrzze , che sia cristalli' rhta*
rO( senza lerrrstrrità , e di Wlla acqua
f § XXXIII. Correggi la dichiaiaz co-
si: l'e.itarr , l'atteix, o Plguaitar l' a-
cnniì uri mortaio, vale figur^it'^m .4p>t-
ticarsi senta profitto.
§. XXXIV. Sfiperr in che acqua n pr-
ii C q
^ S- !^on sapere in quant' acqua uno
si peschi , va/e il contrario. /'. PESCA
RE, g. Vili. fC)
f §. XXXV. .s'intende acqua ee.
g. XXXVII. Agg. in fin. » Bern. lett
74- Di grazia non mi f^le venire l'acqua
alla bocca con ricordarmi Piazzuola inu-
tilmente. (C)
f 5. XLIII. Al T. 4. doTc ha : aqua
stagnans . corr. aqua stans.
* g. XLVIII. . . . Mor. S. Grrg. Egh
corr. - yjor. S. Greg. Eglino e dove ha:
corsive, corr. corsive ».
t * g. LUI. Allega l'ei.i^mis. Asm
così: Fir. As. 21. Presa una spagna ec.
disse : (> Spugna nata dove il mar >i
folce, guarda che tu non passi per acqu^
dolce. /•. DOLCE.
^ S- Acqua lavorata. 1 . LAVO
RATO. (C)
* g. Acqua stillata, /. STIL-
I LATO. (C)
\ ACQUAFORTE. Car lett 4.
corr. Car. lett. g. 4
' ACQUAIOLO. Add.
g. IV. Dopo il Or. u^ari; . af;g.
■ Farch. Stor. 7, 184 Fu molle fiate av-
vertito, che chi avenilo per le gambe et..
bolla alcuna , ancoraché mcnomissiroa c
^ acquaiuola, la grattava er ella coovcrti-
V.-ISÌ finalmente io carlione (C)
ACQUARE. Corr.
' t ACQUARE, y. A. inondare. Bui
\ Purg. 21. 1. Finge Ovidio ec. che A
j tempo che Giove visitò lo mondo , non
' trovato nessuno buono se non Pirra , >-
\ Deuralione, w-Uv disfare lo mondo, e ** -
i quo tutto *1 mondo, e indusse lo dìlonu.
e affogò ognuno , se uou Deucalione >■
Pirra , che stcltono sul monte Pama^u
(così legge il Testo Magliabechtano. Al-
tri forse legarono diversamente . V, IN-
NACQUARE).
* ACQUARONE. Tempo di gran piog-
gia. Lasc. rim. 2- 297. Non solamente 1
zoccoli portale Come sarebbe a dir pei
gli acquaroni . (C)
* ACQUEDOTTO. Allegane lo
Pluf. Adr. (fp. mor. 4 103. Come si
narra che scrisse Diooikio nel tuo tratta-
to degli acquedotti.
I * ACQl'FRUOLO. Colui ehe porta
/* acqua da vendere per le strade. Ben\ .
Celi l it. 2. 37. E ìcontrxio un acque-
ruolo « che aveva carico il «uo uioo , e
piene le sue coppelU* d' acqua , chiama-
tolo a me, lo pregai che ec. {A)
J ACQUIDOSO. Innanzi a Tae. Dav.
agR. # Pallad. Febbr. 27 Se il pero è
infermo o .icquidoso , foragli la radice .
Plut. Adr. Op. mor. 4 HO. Il sangue
de' cinghiali e aspro e nero , e quel dr'
cervi sottile e acquidoso. (C)
t' g. /; in jorza di rutt. vale A.i
parte acquidosa. Pìut. Adr. Op. mor 4
lo4- Perche chi «bila lungi dal mai<*
vi getta dentro (al viaot gesso abbracial>>
di lacintoT forse perchè ec. 1' acipiidiMii
e spiritoso del vino prontissimo alla rau-
taziouc , è ammorzato dalla |>nn(one ter-
restre. (TJ
t ACQUISTATRICE . - Semi S.
Ag. corr. Scaf. Clau.itr. 4Sa.
* ACQUITRINA Mmtt Fr^^
rim. cotr. Matt Frent. rim.
A tlREDENKA.
t g 1 *fg *" fi" '~.f ^ *' senso .
chiar-o.
« A CREPA PANCIA. Al v. 5 orr
ha * Red. lett. roTT. Rfd lett
s> ACUIRE /. /. Afuuart. Bmom
Frer 3 I. 1 Avvien non rado A'soldati
che bau sempre lu man la lima Ad acuti
K' spillo dell' onore qui figurmtam 1 Cf
ACVTO. cr.
* S Acmto, ti dire anche del Ta-
A e U
Wm * chtcche.,ia, allo, chi e sottiUt
f„g/.«i«.. G«/. G«//.2ÌiI.UncoUelIo
H, taglio wulo e sellile Us''^ Wnissimo
,1 ,..ne = •! l-^Bno; il che non tara se 1
uclio «ari ollu»o <•• grosso, helm. Disc.
1 l5 D" olluso e grosso Blu e poco
buono, usliare eh' egli era, .1 rende
acuto e sonile iu breve tempo e aflilalo,
e tagliente. (C) ,
* §. II. Agg. alla dichiarai., lo/e Che
ha qualilà corrosive.
S. Vili. Allegane l' es. * Fir. Dial.
MI. donn. 4l3. Vogliono fare (le labbra)
«rso il loro 6nc una certa d.minuiioue,
diminuita in angolo ottuso ee ma non
come lo acuto , o come il mento. (CJ
S IX. Suono, o l'ncc acuta ec.
% e. E in forza di sust. Car. Long.
Sor. 48. Così variando e discorrendo per
tutta r «ne della musica, sonò quando il
Brando che si conviene alle vacche, quan-
do 1' acuto che aggrada le capre, e quando
rallegro che diletta le pecore. It)
ADACQUAMliNTO. . . . Cr. 5. li. 2
corr. Cr. 5. la. a.
ADAGIATO . Add. Al v. 7. *. e leg-
ge: si pose corr. si posi
§. Togli r * in meiao; e («; m fine
adagÌo. „, e
e 11. Togli 1' * in meMo; ( ) "> li-
ne, e dove legge Fr. Trin. corr. Zir.
Triti. .. ,ji 1 „
AD ARTE . Vove legge.- il soldo loro
corr. al soldo loro ■ e fz v ,
ADATTAMENTO. Agg in Sa.'? V'^-
Disc Ara . 52. Kel far che si richiede-
rebbe qualch- altra spesa pel nuovo tras-
porlo e adattamento al luogo dcsuna-
10. (C)
ADATTARE. , ^ /
* § . ^Idaltare . siale anche Appli-
care , Appropriare. Buon. Ficr. 2. 4.
20. S'odon .1. nuovi casi e v^ric storie
Mentre eh' al., gli interpreta e gli ada-
ta A questo e .nullo, o citlad.no, o sU..-
°%' ADATTATO . a^A*. da Adattare,
agg Conienevcle . E dell' es. * Segacr.
fanne §. cosi : , ^i -
* §. Adallato . tale anche Che può
produrre questo , o quell' effetto Se-
gner. . . . (Ci
ADDENTELLATO. Sust.
t S. Innanii a Imperf. agg. 1 ardi.
,V«,r. 5. 123. I.e .(uali (pratiche) s era-
no più volte e rulle e lappiccale , rima-
nendovi sempre e dall' una parie e dajl
altra 1' addeutellato. ( C)
ADDENTELLATO. Add.
I § Morg. 96. 104. corr, 2b
ADDESTRATO. Al v. 8. dove legge:
che addestrar corr. che d' addestrar
* AUOIACCIAMEINTO. i-'arf^iiccm-
re. Pros. Fior. Sega. Leti. 4 3. 3o2.
Le suavaganie seguite negli addiaccia-
menti sono atlribuilc da me non a qual-
che cagione estrinseca dei liquori , ma
intrinseca degli ossenatori. (Cj
* ADDIACCIARE. Correggi
* ADDIACCIARE . I ar divenir diac-
ciato; Agghiacciare, ma meno usato. (C)
f * §. £ in signific. neutr. e iieutr.
pass. Divenir freddo a guisa di diaccio.
Polii, rim. 11)5. Se poi vi veggio in at
to disdegnosa far che il cor si disfaccia;
E credo allor di non poter far cosa. Don-
na, che mai vi piaccia: Cosi s'addiaccia
,. aide a tutte 1' ore. (P)
* ADDIACCIATO. Add. Seduto nell'
addiaccio. Lai. rttubans . Fir. rim. C)3.
Indi addiacciati su 1" erbetta verde , Del-
le vittime offerte e de' bei doni , E dei
liquor libando al sacro Iddio, Ne scacce-
rem da n.i l' ingorda fame. (C)
a. ADDIETRO, ce. Disponi gli es.
ADD
ADD
1810
corr, ed agg. come segue: Dant. Purg.
22. . . . Peti: Cam. 8. 4 ^he nacque ....
i'occ. nov. 7. 9. Tornandosi addietro co-
mandò che la camera fosse serrala. * E
g. IO. /i. 1. . • . Peir. pari. l. cani. 10
' +3 ADDIETTIVO. Agg. alla definii.
per qualificarlo , o modi/icario, e degli
esempi fanne §. come segue.
* §. Si usa anche in forza di sust.
a Bui ». Salv. Avieri. 2. 1. I. ]
Queste ire condizioni si Iruovano com-
V.ulamcnle in quegli addietlivi, che al
capo gcncral.ssimo della qualil'a si ridu-
cono. (Cj ,
fADDlMANDAMENTO ieitl.
S A", corr. *.i'. Claustr. t[20.
*'ADD1M0RANZA. F. a. Dimora.
Bim. ani. Miao di Federico. I. 453. An-
cora per natura esser non osa In altra
parte entrando Ad uno loco quando Cer-
lanamente feci addimoranja. (C)
* ADDIMORARE . Agg. F. .-'. e in
fine. Rim. ani. Riiegeronc da Palermo .
l. 121. E giammai tanta pena non durai
Se non quanto alla nave addimorai. (C)
t * ADDIO.
S: g. ^Iddio , talora si usa parlando
a' defunti , quasi licenziandosi da loro .
S.mnaz. A'C. pr. 5. O febee An.lrogeo, ,
addio eteruamonte, addio. (C)
:S §. Dire addio a i/'..i persona , o o I
una cosa, vale Abbandonarla. Polii.rim. j
80. Me' faresti a lorlcne uno E surei pio-
prio buon io; A questi altri direi addio:
E jaresli fuor dì baia. (C)
ADDISIARE . Si levi questa voce po-
nendo in fin. della voce antecedente il j
segno 5
ADDITARE .
fi. A,s- in fine * Pini. Ad,: Op.
mor. II. l36. Considera che le astuiie e
accort.oieoli d- al uui a.lJilauo le l.irdei-
ze e'st.liditb di ccrli altri. (C)
AI. DITTO.
§. 1. Al f. 3. dove dice: a seguir corr.
A seguir ..,
ADDOBBARE. Agg. in fine. -.■ Lar.
J:n. 9. qo5. E sopia 1' arme D una pur-
purea còtta era addobbato Di fcngno co.
for di drappo verde. (C)
* §• Efigiiratam. Salvia. Annoi. Mur.
2. 410. Arislotde vede l' Odissea pieiia
di assurdiladi , e di stravagante , glie e
perdona [.e. 1.. g...z.a ciu che Omero le
condiiioua, e te addobba. tC)
if §. E neutr. pass. Frane. Sacch.
noi: 211. E veggendo assai giovani che
aveano piene le borse per trovar mer-
1 canria, s' addobbò d' una vesta m forma
' che parea uno medico venuto d' oltrcraa-
I re. (Ci
ADDOBBATO . Al v. !\. dove legge :
' parte corr. parale
1 ADDOLCIRE.
3 §. I. Agg. in fine * Salvia. Disc.
2. 285. Il più tristo passo, come si dice,
è quello della soglia , il tempo poi ad-
dolcisce le cose, e mitiga i dolori. (C)
I §. II. Al v. 3. dove ha : Laber. 24(3.
I corr. * " Lab. 246. E al v. 6. dove ha
, viene, corr. viene •>.((')
ADDOPPIATURA. All' es. Pav. Colt.
agg. 196. e dove ha: addoppialura, leggi
addoppiature,
ADDORMENTATO. Al v. 6 dove leg-
ee giacere, corr. diacere.
', f ADDORMEJSTATORE. Leggi 1 es.
! come segue: Amghclt. 68. Io non so per
quale addorracntatore papavero la mfie-
I volita mente donne.
! f ADDOBMIHE . AH' es. Ci<i(l. leti-
i ; 3. agg. l3. e iu fine :? Sannaz. Arcad.
. j pros. 6. Molti sopravvinli dal sonno si
I addormirono. (Cj
,1 * §. Addormirsi in Dio , vale Mo-
rir santamente. Salvia. l)rai. Accolt.
XIX. Col paradiso ognora in vista, e col-
1' occhio dell' anima fisso in Dio ec. di
bella e buona spcrania fcjinentalo e nu-
trito , in Dio s'addormì. (C)
t ADDOSSAMENTO .
3 ADDOSSARE.
;;: g. I J'ac. Dav. Stor. 2. 2.
80. coir. I. 280. — 1- d agg. innami a (Cj
E Ann. 3. 73. Ma s' e' vogliono far belh
se dello sgridare i viiiì, e muover odii per
addossarli a me, crediate ec.
g. II. Del secondo cs. fanne §. come
segue.
i $■ E per mela/. Mail. Franz, nm.
buri. 3. 104. Bisogna sopportar qualche
disagio , Per addossarsi un così fall., be-
ne . ■? Tac. Dav. ì'il. Agr. Sgl. Già
1 avere avuto un padron solo, addossarsene
ora due . Segner. Miser. igS. L' uomo
innocente si contentò per cariù di ad-
dossarsi i peccati dell' uomo reo, fino ad
appellarli suoi proprii. (C)
t ADDOSSO. Al V. 7. dove legge: fa
che lutti corr. fa che tu
+ g. 111. Agg. innanii a ^occ. V Dm.
Comp. 3. 85. Il perchè formò loro pro-
cesso addosso.
5 ADDOTTRINARE. Dell es. Cr.
fanne §. come segue . , , ,
:'.: g Addollrinare, si ilice anche <legli
animali, e vale Addestrare, Assuefare a
checchessia. « fr. 9 6. I. . ■ .'• (CI
ADDURARE.
I .f §■ '"• ^ '" ^ig"'/''- "'"'''■ '"■
ADDURRE.
* g. Per Meaaic , Condune , det-
(0 di Strade . Cas. cani. 4. 7- ^d an-
! che alcuna volta Angusto calle a nob.l
terra adduce. (C)
if 8. E in signific. neutr. pass, vale
Condursi, Trasferirsi. Lai. « con/erre.
Car. Fn. 2. r.20. Alfio risolvo, RaunaU t
conipagui, avvenliirarD.i, Menar le mani,
e nella rocca addurmi. fO
* ADEMPIBILE.
3 ADEMPIERE. .
* S. I. Agg. inoanii a (tj Car. Leti
2. 66. Il sig. Pacifico mi ha ragionalo di
un vostro desiderio, e per me non man-
cher'a che non si adempia.
* 8. Per Attenere, Mantenere. Bern.
Ori l. 12. 55. Tanto quella convienmi
differire. Che di Prassildo adempia la
pro^nie^ssa.^ Al v. 4. dove ha: Sega/r. 18.
1. corr. Segner. Pred. 18. I.
* ADEQUATO . Add. Allegane 1 es.
Hìsc. Annoi. Malm. 860. Né avendone
mai data alcuna adequata risposta ec. mi
son dato di nuovo a filosofarvi sop^^f (J
+ « ADERENTE. All' es. Bell. Disc.
agg. I. 22., e dove legge K «/Iro.e leggi
7; 120.
* ADERIRE.
* g. I. Agg. in fin. Salvia. Disc. ..
l5. Con una sua oraiione piena di pru-
denza mostrò come non era da biasimar-
si chi teneva 1' opinione di a.ierirsi a. Ko-
""fs'^II. Corr. la dichiara.. Aderire
ad una persona, o cosa, vale A, er pro-
pensione per una persona, 0 cosa Incli-
narvi . Agg. in fio. * Sega. Vlt. Capf.
Vr Pareva che '1 Re, e più Madama Lui-
sa la reggente sua madre , insieme col
suo consiglio, adcrissino a fare un accor-
^%'§!\\. Dove legge Inclmaiti corr.
Condiscendervi
+ ADESCARE. ,,
+ 3 gli. Agg. in fin* segner. Mann.
Seti -ì 5. Oh quanto gran pencolo cor-
ri di lascia.ti da esse (cose lerreae) iie-
I scar in modo, che non ti paia possd.il cosa
' di visere scura di esse. (( j
}Ò2
ADE
A D 0
A D O
•f § 'V. E neutr. pass.
« ADESSA . y. A. Jfverb. Adesso.
Guitt. lett. i5. Ma pregiar posso e deg-
gto E voglio adesca al tuo caro buoD preg-
gio. (Fj
* §• /*"• Adunque. Cuitt. rim. i. 36
Dico aoco a ciò, che non vitibil cosa Di
nulla venne , e non fece se stessa ec. a-
df^ssa E impossibile già che 6glio sia Se
non padre fu pria ; E se pria nullo chi
secondo addusse I (C)
5 ADESSO.
# §. /,' con la particella Di che
io precede, fìcì/m. Vi.fc. 1. i5o. E sap-
piate ce. che sarclihc un zucchero l'avere
speso in questa faccenda queste tre ore
sole d' adesso , ma io vi posso dir di
più. ro
^ % F colla particella Per rhe lo pre-
rede. Matt. Franz, rim. buri. 3. 86. Né
mi occorre dir altro per adesso. (C)
# S- Adesso, e anche avverò, di tem-
po futuro, e vale Fra poco, fra momen-
ti. Geli. Krr. 3. 2. Pigliate queste cose,
che le manda egli, e ordinata! da desina*
re,ch*ei sarà qui adesso. (C)
t 3 §. II. Air e». Dittam. 3. a3. so
slituisci u- Guitt. rim. i. l\%. Tu corpo
ed alma in terra e*n mare spesso Mi di-
f<>ndest) adesso Ch^ io contro te viveva ad
altro tutto. (C)
^ §■ Adesso, si trova anche in senso
di Sempre , Continuamente. Bim. ant.
CuiJ.G. l. 193. Uliìdicntc «OD stato tut-
tavia Ed ho servito adesso con icaou Al-
la sovrana di conoscimento. (C)
A DESTRA. Al v. 6. dove legge Vìxno
stava leggi V uno gli stava.
A or. . . . C. y. 12. 5.5. con. 12.
35. 5.
*f 5 A DIO, 0 come anche ce.
* ADIPE. Pinguedine, Gras.to. (A)
■J" 'i' S- K Jiguratam . per Vittima ,
Sacrifizio. Meni. sat. 9. E questo e far-
si su nel ciel tesauro Con quella man che
r adipe incruento Offre , del vecchio A-
damo almo restauro, (y)
# ADlItANZA. y. A Ira, Sdegno.
Htm. ant. Hin. d' Aquin. I. 239. Lo cor
m' incende di grandi» adiranaa (C)
ADIRAIIE.
S I. Al V. 2 dove legge Maledetto
legqi Maladetin
•f ADIRATAMKNTE. Avverò.
* ADIRE . Apg al J^iaestruzz. 2. 21.
Se .il Bgliuolo vuole essere reda, è tenuto
d* adempiere i voli del padre; ma se pun
vuole adire , non è tenuto ; imperorrtiè
non è erede. (ÌIM)
^.A DISAGIO Agg. in fin. (*)
« ADITO . AgR lonanai a (C) Cor.
f'n. 9. 1072. Vislu l'adito aperto iocon-
t.inente Vi si spinsero ì Rutuli-
* ADIUKZIONK. Aggiunzione. But.
Par. 5. Si prcnsu , cioè sì assulutamen*
le, sema adiuntionc alcuna, v eccetluatio-
ne o divistone (Cj
* ADIUTATORE. lo stesso che Aiu-
tatore; ma meno usato II yoeahol. alla
y. ADIUTORE. (C)
ADIZZARE.
t S All' es. Bntor. Tuli. apg. 76
t ADOLESCENZA. Corv. la dichiarai.
htii nello quale ancor si cresce, cioè da'
qunttordii I a' venttrinque anni.
ADOMBRARE.
s:» §, VI. AI V. 6. dove dice: y lett 21.
I. ron. y Self. 11. I
t ADONAMEWTO. ftim ant.
/ìuon. Urli. agg. I. ^93. ed allega l' es
rosi: — Anco sto in gio* di vue (vox) .
Del Vostro adonamenlo, Ch' io purio iu
' imemltranij Del nostro amor rhr fue
SoUaiin e ptacimrnlo Con grande alle-
gra ma
t ADONABE. Agg. y A. ed io fine
* Bim. ani. Buon. C/rh. 1.493 Pollai
donna m* è data Sopra 1* altre 'nsegnata,
E tutte quante obrio, E d' altra non cu-
rai, Poiché r elibi adooata. ( C)
* A DONDOLONI. Posto awerbialm.
A maniera delle cose che si dondolano .
y DONDOLONI. fC)
t * ADOPERABILE. All' es. Bellin.
Disc, agg I. 4-^- L' altra è lasciar che
la limatura >en voli via lontana dal luo-
go del ferro quant' ella vuole, sparsa, dis-
sipata , smarrita , non
3 ADOPERARE.
3 g. L Degli es. del Cr. fanne §. cosi :
^ % Adoperare , vale anche Fare ,
Produrre qualche eletto, che più comu'
newente dicesi Operare. « Cr. j. %. ^.
Se 1* arre ^ buono , temperato e chiaro
oc. fa sani gli abitanti e conservagli ec.
ma s* egli b reo, cr. adopera il contrario.
u F S- 86. I. L' origano b caldo e secco
nel terio grado ec. ed ènne di due ma-
niere, cioè salvaiico e dimestico) il sal-
vatico ec. adopera più fortemente; il di-
mestico ec. adopera più soavemente h, (Cj
!t* §. .adoperare tutti i fer ruzzi, figura ■
tam. vale Assottigliar lo ingegno j Ghi-
ribizzare a Jinc di fare con ogni sforzo
checchessia. V. FÉ B RUZZO. §. (C)
3 ADOPERATO. Dell* es Bcm. rim.
96. fanne §. cosi :
^ %■ Pff Usato j contrario di ptuovo.
•< Bern. rim. \. 96 Egli ha una berretta
adoperata. Più clic non è il breviario d'
UD prete CIi* abbia assai devozione e poca
entrata. (C)
ADORARE.
# §. Per Bramare , Pesiderare ar-
dentemente . Borgh. Orig. Fir. 253. E-
ra una delle principali (cagioni J la ma-
la contcnlctza di questi paes.ini i4>ogliati
da Siila dr^ proprii beni, i quali stav^o
adorando che tumulto nascesse . Salvia.
Disc. 2. 4^7- I Fiorentini a cui piace
sommamente il buon vino , adorano dì
trovare un buon popone, che è un gran
pcKo di itijda pel buon bere. (C)
t ADORATORE Che adora.
corr. Che, o Chi adora .
3 ADORNAMENTO . Togli gli es.
Pass, e Sen. Pisi, e fanne §. cosi:
# § /'■' /"'" metaf. « Pass. 200 . . •
Scn. Pist - (C)
!t g- Fsser l' adornamento d' un pae-
se, rf* lina famiglia, o simili, vale Fsser-
ne l'onore, il pregio. But Dante fu a-
doroamentu di tutti li suoi passati e di-
scendenti per la sua %irtù. fC)
t ADORNATOHE. Dove dice Che a-
doma. corr. Che, e Chi adorna. E a fìut.
agg. Purg. 29 2
t ADORNEZZA Al v. IO. rfoir leg-
ge e lo nome rorr. e'I numero — F.rrort
di Cni.tC(t.
ADOTTAMENTO. Al v 5. dove ha
Sullì» forr. Suilio
•f* ADOTTARE . Inuanti a SoImu
agg. t arch Suoc. 5. 5- Fece testamento
nel quale ni' adotto per figliuolo.
'^ § Adottare, si dire ani he delle voci
e dei modi dt dire the l' uso, o un po-
polo ammette come legittimi, in una lin-
gua. Salvi». Pise. 3. l44- ^'■'" *' ** u»
grande stiramento, o violenta di etimolo-
Sia , a far rapire che la >oce latina mobile
■ Dui adottala, non suona m piano \<t|gare
altro, che movihtle, amovibile, e se »ogl(a-
ni"i anthe dire asportabile. iC)
ADOTTIVO.
§ . . Smnmaz. Are agg pres. 9.
* A DOVE . Maniera atferb. signi-
ficante lo stesso che CKr . Car lett g.
a Mt sono per tutto rarnevalr nitrato a
dove VOI non dovrte credere (b« la mia
vita non sia stala altra che amara. Soder.
Colt 39 Taglili sopì j i dove per ulti
mo verso i capi si rilroo^i il magliuolo
mantenuto verde, scapeziandolo affatto a
dove si con>nca possa rimetter la vite. (Cj
'.• A DKITTO. Poni in 6ne. (•)
* ADVERSO. Al V. 3 e 4. ove ha
avvenuti. (I'} Bemb. rorr. avvenuti. i7fmfr-
F!d al V. 8. rfoi'C dice terra corr. ter-
ra (y)
^ ADVGGERE . Aduggiare . BemH
son. 72- Quando il mio sol ec. Levando
ogn* ombra che il mio ben adogge. Vago
e sereno agli occhi miei rispleode f ijut
figuratam.'. Ar. Fur. Cina, cant 3. 77.
Ove in perpetuo aduggc L ombrale pai-
lid' erbe , ascoso fugge. (C)
tr- ADUGGlATRIce. Correggi
t* ADCGGIATRICE. l'erbai, f'mm.
Che nduggia. Salvin. Annot. Tane. Buon.
5. ]. Il sorbo fa le frutta acerbe: e il noce,
colla adu^giatrice sua ombra, è albero no-
civo. (A)
tf ADULARE Mmrch. Luer. t. 5.
agg. V. I.^Sq ed in Gn. Salvin. Odiss. 33o.
Telemaco adulavano d* intorno 1 cani matti
d' alihaiar , ne a lui Abbaiavao vegnen-
te. (Pe)
t3 §. I. Togli l'es. Toc. Dav. Ann.
3. 58- e fanne g. come segue:
^ g Adulare, vale anche Secondare .
Approvare contro il vero o con atti . t-
con parole una cosa, m Toc. Dav. Ann.
3- 58. Marc'j Valerio, e Marco Aurelio
nno\i consoli, il segnato, e gran parte del
popolo lutti iu liulima calcaron la strada,
e piagnevano non ostante 1' allegrena di
liberto mal relata, a tutti nota, della
morte di Germanico, non potendola adu-
lare . Car. lett. 2. ì'^2. Questa sorte d'
infermil'a ha bisogno d' ester secondala e
adulala , almeno finche la luce sia supe-
riore allo tenebre dell' intelletto. (C)
* <;. III. Agg. in 6ne. E l5. 5. E co«i
il misero si lusinga sempre , e si adula
cella propria malvagit'a. fCj
f ADOLATRICE. All'è». Boee. Uti
agg. iVif. Acc. 320.
•f ADULTERARE.
f §. NI. Togli questo $., accodais*
dooe gli esempi all' esempio di Dante
che e nel §. II.
t ADULTERATORE ... Che adul-
tera . corr. Che , o Cht adultera. E all'
esempio S. Agost. C D. agg. 4- a*.
* ADULTERG.NE. Aecrrteit. di Adul-
tero . Gtard. Ccns . 222. £ guardisi Iu
predicatore che la sua predica non sia piò
leggiadra che umile , ec. imperocché co-
tali prrdir^itori 1* Apostolo li chiama adul-
teroni della parola di Dio (qui figura-
tam). fC)
I 3 ADULTO Agg. in fine Sannaz.
Arcad. prò*. 7. In più adulta etk , fd
alli caldi desii più inclinata j>crveDim-
mo. fC)
t AD UNA, e A UNA. Dopo l'es. Dant.
Purg. Q agg. (qui vale: In un med«ii-
ntb tempo ).
3» AD UNA BOCE. Poni in fine. (*)
* ADUNCHE Dove ha Segm. fielt.
corr. (•) - Segm. /teli. E do»* ha (•)
corr. " . (B)
ADUNQUE . Foni in fine il segm» 3
ADUSTIONE. Disseccamento , Prua
non corr. Piseccamento per pnvazion
E innanii a Bicett. Fior. agg. /. 9. 85 I
L* anitre volentieri pascono erba aoilriaa,
che nasce nella tuperficir dell* acqua fer-
mi nel tempo dell' adusliun del Sole
3 ADUSTO. A^g. in fine. * F 19
17. ^h con più fona dall' adusta arra*
Sospese Alcide il gran gigante. (C)
t 3 AEREO Corr la dichiarM Che e
d* aria, o Che appa» tifne ad ana ,e Che
avviene in arto, o Che ha qualità d'anm
Ed agg innami a (C) Gal. Gali. 2^0
Se sicno terrei o aerei a pirdomim.»
A F F
1821
AFA
A F F
"'!*,' AFA Corr.la dicbur.t.one. Quello
+ ^ÓTV F al y 5. dove ha ". J<ir
'-"«AFALDa'a FALDA. Po./o.
'%AFANFKHA,Ag,..n6p.()^^^^
A FATICA. . i""^- » '""<
5Kir. 1. 26^
AFATO - ,, ' ^ Vnlvin, Annot
+ §*"<•«' , . „o afato, >nal-
Kucn. Tane. 3. I\- * »" » malescio, .iofe
sano, dichiamu «olgarmeote malescio,
f.„„e §. ...no appresso ed_a^.g.^^_ ^^^^^
^;:a;d:;e1?e,r/o: W.e - da ^^.
/,» fé 35 Caris.imi, del mondo m.ra-
S si.e'oi.um..el n.ondo n-agn. , =
«„is-aftai.aP.uU.e-n,inonvosnedel.
la forma vostra inforroan loro. rW
( ,'ar. (f- I ^ fiaccola accesa
aftaitata iia pegs'o ""= "°''
a infiammare 1 cuori, (t; ^
/,"ctr^aroL^ed"a^r;oSV A.
'^Tr'rAg"::^-^?^"^-^??
^' JIV L che appresso lui lo Re
"•t^AFFAMATVZZO.
+ AFFAr^^ATO. Agg.mfin. * i*'»"^
nJr. i 5 1- Tar che intanto respuino
affannati, Tulli ansanti. (O
-limando, /«g. Ed eslimando,
:ie AFFANNOSO . j ,ri
"* ^SfÌbsabb . A..."-, p-"- /''";'■•
,i SMOSSO una cosa " S"""/' /"•■'"''■,
Ctcch. Sv,r. prol. Ni comodo f mende J
or, U folletto d' entrare in corpo a eh.
e-sa.haaffarsalosi al dosso suo .1 co, pò
d-una favola ( qu, fgur«"""- >(>
AFFABUCCIO Al '■■ A- ''"'" '^^S'
guidale leggi guidiate
* AFFABUZZO. /'"" <r4u<"'- ^J
^":ria;r;.d.::ie?:::ijec,Ure.o%a^n
•«-rAvi^-ST^"'"'"'""
.sWc'a. corr. * <.Via/c. .V;.crr/..
AFFATICAMENTO . Agg. in fin.
.V„(..,n. D.^f. 1. '80. Con grande aflal.
, amento della persona e dell avere. fO
>■ ì AFFATICARE.
1 g II affatica, (l ) corr
'TjirCi-"""^; nern.Ic,..
e,\: per cosa superttoa ho voluto affa
„care S. Santiti ATo... Fior Dac. leti.
43. 2«i. Nood.caV.^p.uchionou
l'affatichi IO qual cosa. liem: (.eli. ì' .
3 "50. E se io vi affatico a ,,ues,a voi
fa perdonatemi . e comandale a me che
4^TTo7^A?;rrr5.o..e
*%'^^'FATT.RATORr" • • • -
In/ corr. Oli. Com In/.
+ ^ AFFAZZONARE. Agg. V- '* .
roro's^oVoufmch-aMadroniLomo.
n«S"AV.vó'^'^M.8.*-'egse
errava /fS?' '"""'' ,, „ p,.,„.„o alT'
*S Coma'"'''""'''''''' ' j ' „„
,-..» direni 0..e//o c/ie com»n<f-. una
. ""^ . „,„i male ed etcì ccmandalo
i> vipLato Oiini male , »^" .
è vieiaio » p „j,r. „^. „/l.
^^e'rche'Tprefettod. risedere alla
rhie'a -e affermativo, e pero egli nun vi
oWiga di maniera che vi leghi in ceppi
perpetui. (C)
V AFFERRARE.
'i,t* VI. /)c.e legge l'afferra. B.v"_^
!• afferra C) " -O""" '^ '''"" ""'"
corr. 1 atterra . l ; ,, ,
'° ÌTfFETTARE. Coir e larga ec. Ras-
setta la dichiarai, del §• I cosi:
1% 1. ^/?e««r, rf<ce« anche de lU-
sare toppo Irl.fiz.o e sq.n.ule.za nel/are
,Z colf, o .leu- Usare una cosa con Irop-
'Z;Z^::ncL rm. «a airi„co„
,To Platone e Tucidide, come Cicerone
?eHsce. questo concorso ^ *«;-^-'0
;.i,idiòsa cura aBeltavano. (C)
ccnjs.ud.os^a^ „„rfte talora Studiarsi di
„o7lrare una quaUli che non .« ha, co.
::lwettaru.Uà.de.oyne estrn.1..
I' AFFETTATO , ^ •. ((J
AFFETTATAMENTE.
o Al V 3. ove ì,^-«Varch. corr
fL/i Ealv.5.oveha - C) /"T-"/.
cnrr * Imper/. ,
* AFFETTATEZZA . Lo stesso eh-
Afìelta-Jone, ma menon.^ato. Uden. I^.s.
, 3o Considero esser cosa giovevole al
lettore e debita a questa parte 1 inserirci
, XLmone dell' affeltatezza. f!ì) E ap-
'" * còncbTudiamo che 1' affellatcza
rmadreaiV.iviz.1, del gonfie, de
ecco, del -P-''""''^^"°'r""' '
fredd;, dello stiracchiato .dello scuro , e
del vano, cio'e di quello che a spremerlo
^^yi^^rr^ro''.'7dd.'fa' penare.
rnll' K stretta. ^
. ó I Per Artificnto . ce. Correggi
,„' p ed 1 seeuenti come appresso :
■•TaFFETTATO. Add. da Allettare
coir E larga. Itrawnto con ansietà. .\nl-
J„ Pros Tose. 87. E qual mai segno
di affettala tirannide puole essere in eia
fa generale adunanza ec. di proprio molo
c„„voca7 (C,^^^ ^^^_^^,^^^ ^ ^.^^^^^,„
Lai arvfciosns , affectatas. Gr. avT.-
\trlJ. Eir. d.sc. an. 19. E lutto quo-
TloCgna lare con una certa modestia,
eon una dimostrazione d' amore e di (e-
detó e con una certa umil.'a, e scmmes-
„ft-„Mala * E 85. Se quando
s onc non aUettala . v '■ " vedessi
,u .arai nel cospetto del re tu vedi ss
flutto sospettoso e't. fissasse gli occhi
'''--• %:dTir-ur"'pa.t'r.ti"u
;r'::;to%" egl^l mal Uo verso d.
Ja so.erch,oart.fc,o nel parlare, o nello
"er..ere. ed anche negli atU. o negU ah,-
7 Fr G.ord. P'-ed. Le femmine . che
vanno per la terra, per le p.azze ec^ af
fellate e imhambacotUle * Sai., /(.•.eri
, 2 5 Se motteggiar vogl.ono alcuni d. lo.
nrofes ione ec. dicono egli fe Berobesco ,
Pf::;" allal.occaccevole.eglielro,.po
,H-e,lalo IO Pallaf. Tratt. ÒUl.^l-
Onesto vuoV.lire essere aRe.tato. c.ob n-
^e^cl con affetto e con dibgenxa supe-
riore al pregio dell' opera. (EP
* S UÌ.EinrorzadiSusI.Uden.IHn.
,. 28 Fulgenzio fe riposto nel numero
degli affettati da Gregorio Giraldo . (C)
% §.iy. Affettato, injor^adt SUSI, ta-
lora ìqun'ak ad A^etta-.ioae. " tar. leU^
, ,5n Vorrei la .crillura appunto come
ilparlare, cioè che avesse del corrente
piirche dell' aflvltalo ,. . Ces. Dtsse.l.
Il Morto lui ( Ceerone .1 e caduta colla
n.ertS. la eloria dell' eloquenza, si levare-
'^'Tdeclal^ori a darle i^ guasto del tutto
passando air alfeltalo, al raffinamento, al-
e antitesi ed alle arguzie. CO
,- G V Affettato, e anche aggiunto di
r. ' .11., nuale .■! è soierchio artificio,
'^^rmfk Amiano MarcelUn.
,'^'i"olv. Greco, e scrisse latino. -con
locuzione si dura ■"T-P"',;. , f ^ ,'
che i; una morte il leggerlo. Mi'in. iTo...
tLc 1 5 La puril'a, la chiarezza, la
,?andezza,laviveL.e.al„ralapellegr..
S non affettata ee. sono accompagna -
Ture ed ornamento della favella, che lor-
""r '^ V". tnoran.? affettata, dicono i
rZlogi Quella ehe e direttamente oolula
l osa importante e necessaria a saper. si.
"mestruL 1. l3. Qualunque vescovo
ordina cherieo d' allra diocesi sauzalicen-
i:ùrcor:n::^^:™o^^:n^n-
irtalaigno-rU, la quale non iscu-
" IfFETTATOBE. Coir e larga.
^ § Sostituisci alla dicb.araz . late
nnche Che va in cerca studiosamente d,
II., -In Aec innanzi a Sali-in. —
'nT msi% Per questa cagione A-
p'^L''dic'^ a che P?o.osen''e eralroppo sever^
affeltalore d. squisita cura. E dopo a (Ci
F Z Tose. 1. 4- S"'"^''" P"""P
futoTe della Storia Romana, ?" ^'J""'
le e frasi sue fu taccialo come affettalore
'•'fAFFE^^ZIONCELLA^/^^^r.^d,
Affettazione . Dal. Pre/ Pr. fior. Chi
fa che tuttavia in questo cosi flo"do com-
"o -mento non trapassasse q-'^'^j/S^-
iazioncella non affatto purgala? (lì)
Tj AFFETTAZIONE . Agg. m fin"
della dichiarazione «e/ p.r/«re,ne//o«M-
,ere nel trattare, 0 simile.
"^* AFFETTO. Sust. Agg. i- «"'
4n.V«r 6. •59.Perlanalurasuac,,e
erf in sul Core dell' C'a, e msul caldo de
^^''J'T'Àl''l\oieha.«eno^-^'^-;'-
corr. affetto. Anim. E Al i 0- " '
piccolo. (•) ""■■ l"""''^-
r^llT"""^^'^<OB..oa.E.er.
. 4. V Non creder eh- IO monss, al o
Spedale . Ma mi ci affeziona, senza avei
^-óar:vrel..natover.divo.^
^-■>''-"ra'^2es;:s;r:^:::':
-;i^i:r^'p- della mia men-
le. CO
1822
A F F
A F F
A F F
AFFIBBIARE . Al v- 7. dove, legge
Sacch. Op. corr. Frane. Sacch. Op.
AFFIBBIATURA. Dove legge Lib. A-
mor. B. 57. corr. Lib. Amor. B. 67. E
dove dice argento corr. arieoto
t AFFIDARE.
f 5 §. I Cron. Morelt. agg. aSj.
'^ §. II. /C per Aver fidanza ec
•tf- §. Per Dar fidanza. Segner. Mann,
lett. dedic. Questa mt-ilcsima umaoilà
è slata quella che di Tantag^io mi ha
qui affidalo ad esporre a V. S. Illuslrtss.
questi sensi. (C)
t * AFFIUATRICE. . . Sahin. Pros.
Sacr. agg. 30- Laopde questa gran cod-
vcrsione di Paolo ella e ce. una scorta
affidatrice, e un pegno di sicura speran-
za.
AFFIGERE . Allegane I' cs. * Viv.
Disc. Ani. 3. Come e già «tato con de-
creti e editti da affigersi, opportnoamentc
eseguito. (C)
* §. A£figere , vale anche Congiun-
gere , Unire. Varch. lìrcol. 173. Al-
cane d'esse (particelle) s' affigono sola-
mente a' nomi, e alcune solamente avver-
bi, /i appresso: Io che modo s' affigono
elleno? (Cj
* AFFIGGERE. Togli dalla dichiarai.
Attaccare, e dell' es. Car. lìnciJ. faune
§. così :
^' §. Per Attaccare, Appendere. Car.
En. I. 408 (FP)
* g. Per Dedicare, Consacrare. Car.
Fn. 9. 63l. E se t'appesi E se t'affissi
mai teschio ne spoglia Di fera hclva , or
mi concedi eh' io Questa gente scompi-
gli- (C)
AFFIGURARE.
* g. I. A isimigliare agg., Paragona-
re. E leva 1* es. ò'alvin. ec. e fanne §.
cosi :
* g. AJfiguiare , vale anche Imitare,
Happresentare . Salvin. Disc. 2. 35. La
sordida lusinga ec. fe una mastliera d' j-
micizia che la contraffa si bene, e raffi-
gura e r appropria, che chi non ne prende
ben guardia , di leggieri 1' una scambia
dall'altra. (C)
* g. A/figurare, dicesi anche delle Fo-
ci che rappresentano a noi /* immagine
delle cose che significano . Salvin. Pros.
Tose. 2. 29. Le parole sono sigillo ed
impronta delle cose medesime cui esse
jffiguranu talora ed apprupiano con tal
giustezza ed enfasi e vivezza ed allusione
di suono ec. che per poco dallo medesi-
me rappresentate cose si scambiano . (C)
* §■ '*■ Agg- alla dirhiaraz. , Happre-
sentare col discorso. E innanzi a ftV *^'"'*
vin. Pros. T0.1C. 2. 60. Passione veramen-
te (quella dell'amore) quando s'impos-
sessa d* un cuort", Icmpeslos.! e crudele ,
per cui aflìgurare ed approplarc non *ì ha
colore poetico tanto vivo, ne lume di di-
re tanto acceso, che non resti al di sotto
della vct-menra di quella. ((^)
t # AFFILAMENTO. Al v. 3 dove
legqe della ruota corr. di ruota
AFFINARE.
5. I. Al y. 6. dove legge libera corr.
libero — ed agg. in fio. *f Sapg. nat. r.rp.
Il4' Non ebbe tempo di meltersi djltur-
no a questa (esperienza) per maggiotmrnle
iiffinarla (C)
AFFINATO ... Sagg. nat. rsp. 26.
corr. Saf:f'. nat. esp. 36.
AFFI>E. / . /..
* %. Lo stesso chi- A{jHnclir. Togli que-
Mo g.
t AFFIOCARE. All' e». Farch rim.
hur!. agg. 1. l\0.
t# AFFIONE. KWrx.Brd leti agg
2 166
•f AFFISSA7.I0NE.
r AFFISSO. Add. Agg. ni fio. « Fi*
Disc. Ara. ig. E tali alzamenti sopram-
modo eccedenti i segni affissi, e conce-
duti loro per grazie speciali de' serenis-
simi predecessori. (Cj
* g. I. Per l'icino ec.
AFFITTARE. Le*a I' ultimo es. e por-
talo in fine di AFFITTATO.
* AFFITTATOKE. Ferbal. masc. Co-
lui the affitta . l ine. Mari. lett. 18. E
volendo farlo, a lui non maocberà modi,
ben che il 6lto sia per un anno ancora,
che è in arbitrio dell* affiltalore. (C)
AFFITTO. Sust. Correggi
t 5 AFFITTO . Sust. Contratto in
virtù del quale si cede ad uno il godi-
mento di una cosa per un determinato
tempo , mediante un prezzo pattuito j e
dice.ti propriamente parlando di poderi,
0 d' altre cose che producono utilità, im-
piegandovi il conduttore fatica e indu-
stria- Cai. lett. 56. Quanto alla badia di
Carrara , altcnderrmo Messer Donalo ec.
per tonto dell' affitto. lìorgh. ì'esc. Fior.
^75. Contenendo la maggior parte (delle
scritture) affitti, e allogagioni, o ricono-
hcimcnti e ricevute di censi, e altre così
falle minute bisogne.
^ g. I. Affitto, vale anche La Posses-
sione, o altra cosa tolta ad affìtto j onde Tor-
re affitti, vale Torre possessione, 0 altre
cose da uno, e posargliene ti prezzo pat-
tuito per goderne r entrate. « Buon. Fier.
\. ^.6. Questi Dappochi, com'è egli, son
coloro Che ec. Andar cercando Maria
per Ravenna : Ovver de' fichi in vetta a
fare incette Ghiribizzose : torre affitti, ap-
palli A occhi e rrorc. ((^)
* g. II. Affìtto, dicesi anche II prezzo
che si paga dall' affittuario della cosa
di' e' tiene ad affitto. ((')
# §. III. Ad affitto, posto avverbialm. coi
verbi Torre, Pigliare, Dare, e simili,
vale Torre, Pigliare, Dare, e simili, il
godimento di una cosa per un determi-
nato tempo mediante un prezzo pattuito.
" Sen. Ben. Farch. 3. 7. La miglior
|>arti; che sia nel benefizio , si perde , se
r uom può richiamarsi de* lenefizii come
de' danari prestati , o rome quando si to-
glie, o si dà ad affitto ab una cosa. ((')
* AFFITTUARIO. Allegane es. Fine.
Mart . lett. 18. I quali ( cinquanta
scudi) veramente ricompenserò nel be-
nefìcio del luogo, il quale rovina sotto T
avarizia del piescnte affilluario f/ri stam-
pa ha per errore : affitlatorc ). Band.
Cocch. Ji. P. 382. Che nessuna persona
possa entrare in detti bagni a bagnarsi
e bcvrrc r acqua, ne mettere nel bagno
delle bestie senza licenza dell' affittuario
di essi bagni. (C)
5 AFFLIGGERE.
t o ' akb 'n fio- r/';
t AFFLITTIVO.
* Z- Aflltttivo , agciunto di Pena,
è contrario di Pecuniariofedirterni.de'
Legisti. Sali-, Spia. 3. 3. E benché co-
me a ciltadino. non sìa per vrniinr^li pe-
na atllilliva, ma solamente di danari, egli
avrà pure ec. Uden. Ats, 3. 58. So da
queste pariilf- >i argomenta re. , lu entro
mallevadore «)' «)giii pena afllittìra e pe-
cuniaria allo stetìo Elìanu. fC'
5 AFFLITTO.
i> S. VII. Al V. /|. dovf legge alUilIr
corr. afllitte » . /■' al v. 6. dove dice Per-
seguire •». corr. Perstguire
AFFOCATO. Add.
* S I. Al V. .3. dove /cf^e, o priiotei-
za lef:gi , e proolezia — Kd agg. innanzi
a (C) Fior. It. 35o. E dicendo questo lì
tenne drieto lulla aflbcata con piedi Irg
puri , clic parca eh»- vuIjsic
t 3 AFFOGARE
S §, 111. Togli f(lie» Bk^cì io. a3.
14 « *> Salvin Knetd
* g. V. Dopo Cr. agg. 1. 6. Il rovo,
avvegnaché faccia assai forte siepe, tolta-
volta consoma e affoga 1' altre piante. E
=? jj. v;i. Affogar Ulto, vale Diur^
tarlo . corr* .affogare una persona , una
provincia, o simile, vale Disertarla, Op'
primerla. Ed agg. innanzi a (Cj Borgh.
Fior. Vesc. 520- Dopo quelle gran piene
de* barbari , che affugaron 1* Italia.
t §. IX. Air es. Cron. Mortll. agg.
256. F. dove legge danaio leggi denaio Ed
a^g. in fin. — •* Fav. Etop. S. Il4- Pe'
questa femmina possiamo intendere cia-
scuna donna , la quale per luogo tempo
è stata col suo manto , [«ortaodo pregio
di grande onestà, e poi quand* ella e vec-
chia, ed (gli è morto, non teme kia»iiiio
dalla gente , e sì piglia altro marito : e
per lo cavaliere ciascuno sciagurato che
per danari s'affoga. (C)
tS-X. Apg.ìnfin. * ì as. Op.lett.6.
371. Ecco io mi partii di casa, dove io affo-
gavo nella comodità e nella quiete . (Cj
^ g. F affocar uno in checchessia, vale
Dargli in grande abbondanza di checches-
sia . Bern. lett. ^S. Vex le prime che
Monsignore scriverà, dovcrcroo intendere
il tutto, ci io allora ec. ri affogherò ne-
gli avvisi. (C)
* g. li Avtr di checchessia da affO'
garvi uno entro, vale Aver di checches-
sia in grande abbondanza. - Bocc. nov-
2'S lA. lo ho tante borse e tante cioto-
le, che io ve r affogherei entro «•. (C)
t §. XV. Dove dice Salv. Gran. 3.
8- E' si rompe — corr. Salv. Granch. 3.
8. Quaodo le cose hanno a ire Male, e* sì
rompe
f * g. XVI. Agg. in fin. C)
AFFOGATO.
-!■*§. III. All'è*. Alleg. agg. 122. Mm-
sterd. I'j5!\) e dove km dove corr. Dove
* AFFOLLATAMENTE. Agg. in fin
F 28. 6. La quale ( plebe j doveva affol-
latamente (.incorrer a molleggiar le la-
grime d'una genie compasiiune^ole . ma
non mai compalila. (Cj
t 3 AFFOLTAHE.
* g. II. Alv. 8. dove legge troppo lepgt
tanto
t 3 AFFONDARE.
g IV. Allegane 1' e*. * Giov. Geli.
Fit. Alf. 79. Attendeva del continuo ad
jffortìficar la città, arcre^crndo le mura,
affondando ed allargando 1 fossi. (C
t AFFORTIFICAMENTO. Ag^. in fin
* Giov. Geli, f it. .^Ij. ao5. He cerca-
va nomìnauia onorala Alfonso in questi
edifizii cr. fatti da lui ec. con grandi al-
furtificamcDti da guerra con bastioni mara-
vigliosi, e con una niuniziooe e apparec-
chio (pavcntevidissimu d' artii^liena . iCj
AFFOHTUNATO . Togli V et. Coi
Uff. Cam.
AFFRANCARE.
ì:f g. Per mttaf. Salvin. Disc. a. 339-
Laonde con niulla ragione disse %neca ,
thr la filosofia affranca l' uomo. (C)
AFFBITTELLAHE.
§. Allegano V e». '4 Cecch. Prov 94.
Allora io grido a' miei: ah valeotoomiDi,
Che .*tjte a LuoT il campo enne, E te
^li affritlcllò, e un non rimase Vivo. tB)
AFFRITTELLATO Agg in fine. *
Lase. rim. a. 73. Sonu asaai linone 1'
uova maritate. Ma trupno tempo drente
vi »i mette, K troppo fìstio fan 1' affrit-
lellatr. Pros Fior. Dal. CiCìl. 3. I 161
Onde |.ìgliatele (le uova) da bere, sode,
fc. matjitate, airritlelUte ce. sem[Mre lon*'
ottime, ft 'ì
t AFFRONTARE. Agg- m fin. # Cai
Irti. I. <>r>- Falrarono in Chie»B V una
d.illa prima porta, e 1' altri dall' uluroa ;
ed appunto alla pila dell' acqua licard^tta
I* jiffrooiarono insienir. (C'
A F F
A G E
A G E
1823
Cas 187. Terminando tulio le parole .n
^Cli. necessario i che insieme s aBrou-
"": ',v^ A-. in fin. * J""'-" =»• ^i^:
.ffronla seco, e pascalo '"" ""'^^'^^^
* S. JlfrcUarsi co,, nno nel /u« -na
» I /M»,. i nr leti, tonni' t21-
ffl che uno ha Jalio- i *«'^* '*
Hocaroche vis,a.oaaW,la.o mccoa
veder che lo voci usale Ja me non sono
di corpo e d- accidente foresl.ere. (( )
* AFFllOiNTO. „
3. .40. Nonn;isirendcinver,s,nuechc
„.U- affronto delle due vocal. nel dire
/„ .•r-.ngr/o, /« e/«.o,.e ce s. vemsse a
'"T^^"rt^':'rfinr^'W«.^-
Jtale' del marchesato <!■ Monferra o^^C^
* AFFUM.VKE ec. .^/ >^ 3. o.e"«
M Aldobr. corr. W- -4Wo6r.
•t AFFUTABE. £)« F..(». D»"ccm-
l'esUrconchiudeLafov.a e la v.nuJe
e" .ndug-avvendetta Elaalluoga
fiella, E mettere in olirla, E attutala
"x'FinASZA. Leva l'ultimo es.
A FORMA. ,, ,
* I FOI.ZA. V OS. OvUl. allegalo co-
ohe tolto (Telemaco), mentre che ogl,
^^Iparecchiiv, d- andare a Paonq--
a nlslra fo.» per .spiar novelle del duro
•"f FRENO O. y. 8. 7. .. I
.on. G. y. 8. >3. 2- . . , ,.,
:J A FRESCO. Poni in ha. U ]
A<:.AZZlNO . Sorta di pruno che Ja
!e coccole rot.e . Lai. pyracnlha . Gr.
''"'+°J "agente . Correggi la dichiara-
.ione cosi: Che agisce . Ed agg. m fin.
* r.V. 2J...C. ^rn. 28. Intendo bens. d.
discorrere deU' altra causa agonie dalle
parti di sopra, la quale s'è resa e s.ren
de.'a sempre più sensibile fC/
* 8 I. Corr.ladichi,.raz. co;.,: Agente,
,,., „Ì «nrfe m for-^ ^i sus,. e ^ale
Quello che fa fazionej ed m questo senso
? termine delle scuole, ed e opposU, a
Paziente. - E dove ha ( apr. Hott. 9.
70, corr. Capr. Boll. 9 179.
AGENZ.VRE. Correggi
+ 5 AGESZARE. l.A ^el•lr. e neulr.
pass. Piacere, Aggradire Ri.n . Ani.
Mona yina I^O. Mollo m fS'"""» ;";
slra parvenaa. * £ Folcacch.ero Folcac
chier,. 1. 16. Li drappi di vestir non mi
>• agonia. /V M^P» Pagi'"'- '■ *39,^'-
su ne riso d'altra mi s' agonia. TT .»/-.<■-
Siro Migliore da Fiorenza. 2. «56. E non
disdegni la vostra polema oc. D. diffioire
per vostra semema Quel che v agonia
siudicar migliore. (C)
' t S 'n signific. atl. Adornare , .•/"-
helhr?. Frane. P.arb. Sóg. I-".. 1," «la "r
dottrina bo provcdeoia. Che Io ntellelto
jgL-nia .
:;■■ g F in signific. neulr. pass, per
Abbellirsi , Adornar.^, . Kwi. aiit. J.'C.
Ja Untino 1 262. Sovclla CaDlon-. prc-
• j Quella che sema intoma Tuttor s
I.oDia di gentil costumi , Fuor ch'ella
d°amar nega: oc Che doglia (s, dolga)
.lol mio lutto. (C,
* §. A" per Ispecchiarsi. >• Oiii". ("1.
5 22 Credo , che piacesse a lui di pe-
nero »o' tra noi per fare maravigliare, e
perchi; fusto ispocchio , e miradore ove
Ti provcdesso , o agcniassc ciascuna va-
lente e piacente donna , e prode uomo .
,chif.udo viiio, 0 seguendo virtù /•. '"".
, ,0. Lassastine ec. A' figUuoi tuoi mi-
nistrare; Di cui ogni ben for m appare.
E vero specchio, u s' agonia Ciascun eh
ha piageuia in amore. (Cj „. , .
4%. In signijic. neulr. per Risplende.
re /rrMarc. .. lUm. ani. Dant. Ma.an.
80. In cui luti' ora agonia Pregio e va-
lore più che in donna mai ". (' J
a: fi ^.emarsi d' una cosa, 0 perso-
na . per P.ncersi . Compiacersi ri' una
cosa, o persona. H.m. <"•';,. f-'f^
Maian. 2. 499' ''"» donna d. bella fai-
ione. Di cui '1 meo cor gradir mollo s
agonia, Mi fé d' una ghirlanda donagio
""'* 'agEVILMESTE . Avverb. y. A-
Agevolmente. Bui. h-f. 1. Significa ec.
v'impelo che scaccia 1' aire eoe la vio-
lenza che scaccia li debili, che agevilmen-
te cedono come 1' aire. (C)
AGEVOLAMENTO.
AGEVOLARE. Correggi
+ 3 AGEVOLARE. Rendere agn-ole ,
Facilitare una cosa ad uno. Lai. /-.«/««
reddere. * Tass. Ger. ig. "8. the
loco ove mori 1' uomo immortale Tuo
forse al cielo agevolar la strada. (Pj Ga-
lli. Opcr. .islr. 464. Non possono essere
di gran momento appresso gli uomini d
inglgno saldo , ben affetto , e desiderosi
di agevolare, e non difficoltare le impre-
se . i>?/.cr. Con/, instr. cap. l. Se gì.
può (al penitente) agevolar di modo la
ogge, ch'egli s' innamori di soggot laise-
le; e può slar^arsegli tanto, eh egli già
quasi libero scuota il giogo. Bed so,,. 21.
Ma quel gran ghiaccio agevolo la via D
amor a una sorpresa. (C)
if e 1 Agevolare, vale anche Render
facile all' intelligenza. Varch. Le^.Dant.
2 307. Ma noi 1 quali corchiamo di age-
volar le cose , e che volerne che questi
nostri rrolegcmcni servano non solo ai
' libri dei fi\oso6. ma di luti, gli allr seni-
lori oc. porremo tulli quelli . quali giu-
dicberomo che possano arrecare o ulilila,
o agevoleiza. (Ci
+ S li Per Render mansueto, corte-
.«TLat. lenire , mulcere . Gr. py.O.O'
"^"■^yk' ni. Agevolare , vale anche Fare
„,io .comoditi . vantaggio , 0 simili .
/i/occ. «0.. 77■'l7•Equeslor/.ccl-.o-
/„; prosi non per agevolarti, ma por es-
sor più tosto lieto ... Borgli. Urig. tir.
,09 Fu lutto questo fatto non per ago-
volare ed accomodalo, né pur anche ii-
volare cu .. trovarono,
spettare gli abitatori cne ci
ria per far loro male in prova, l) Las.
Ori- leg. A- Donde eh' esso incominci
rrg./"-/senia fallo, se contro altri
s. vofge, egli noi fai'a per risparmiar voi,
ne per agevolarvi, ma per suo comodo,
"per piuttosto 0 con minor periglio dare
oflouo alla sua inteniione. (f'^'
■::. §. IV. Agevolale. '""'^ "«/" , f,'"
minule le impo..te. i --'''■'j'';, ^p'
ehi. e simili, ad uno. l\ov ani. slnmp^
ani 7. E se in fare .1 tempio furo (itnoi
popcliì gravati, tu li agevo erai. iCj
'^ - R V Agevolare, vale anche fi
mZuìre lapcia dell' animo . f "',7 ;
Bocc. Leu Pia- Poss. 2,1. Questo v
f.cvolci'a la noia , dove 1' altro 1 aggra-
vlrobbe 6..W -'"< P"-'"- ''-^S"""' '•"
Ì^Tt^'l' Agevolare uno di checche.^-
.;., tale Fornirlo. i="" ■^''"•'<' ' f ";
molarlo ri, checchessia . Bemb. Stor 2.
22. Allora il Principe gli disse: amisi
che egli in Francia tornare se ne polra
se noftro amico vor.b tornarvi; e noi d,
tutte le cose che gli fieno di bisogno, vo-
lenlleri l'agevoleremo. (L)
AGEVOLE. Correggi
j- AGF^OLF.. ^dd Che ha poca ■'!/■
ficoltà. Che si può fare, eseguire , o si-
mili, facilmente, sema gran difficolta, o
sforzo. 1.11. facilis . Gr. fotoios ■ Bocc.
nov. l5. II. Le cose mal fatte, e di pan
tempo passate sono troppo più agevolila
riprendere che ad emendare. G. /. 7
I-.3. 2. Il qual fiume in quel tempo era
mollo sottile d'acqua, agevolo a passato
a quo' da pie, non che a quo' da cavallo
* Fr. Ciord. Fred. l2l\. Non è cosi di
lui ( Cristo ) , com' è degli uomini del
mondo: e però gli sono (le paci) agevoli.
7Vif. D<ii'. Ann. 2. 32. Appuotossi che
facessero massa nell'isola de' Baiavi , d
agevole sbarco, comoda a mandare le bi-
sogne alla guerra per lo Fono . Bemb.
Asol 2. 94. Come fu all' antica Pene-
lope agevole lo stessere la poco innanii
tessuta tela. Veti. Colt. 3g E , quel che
non imporla poco, sono più agevoli a ca-
vare . t'fCcA. Stiav. 3. 4. Egli era age-
vole cosa che quando ella se ne andava
ella ne portasse via qualche cosa . Cai.
Sist. 3o6. Le altozie meridiane della slolla
sono più agevoli da osservarsi, come quel-
le che sono terminatissime. (Cj
* fi. I. Talora vale Facile ad inten-
dersi . Chiaro . Varch. lez. 535. Confe-
rirò oggi liberissimamente con più brevi
parole , e più agevoli. (Cj
:;: fi. II. Agevole, trattandosi d, per-
sona, vale Che SI rimette all' alt, ni vo-
lere Che cede .<enza contrasto. Compia-
cente . Lai. facilis. Tac. Dav. Ann.
5 107. Fu piacevole più che ucn loda-
vano le donne antiche , moglie agevole ,
madre superba. (C)
I :;: fi. HI. Vale anche Che facilmente
' s' Induce a checchessia, o a far checches-
sia. Lai. facilis. Cose. S. Bern.^0. Sono
stato lieto alle cose prospere , e Iragile
alle cose avverse oc. agevole alle cose u-
mane, e malagevole alle cose oneste. A.
Agost. C. D. 5. 24. Sono tardi a far ven-
della, ed agevoli a perdonare . InJ. Sec.
leu. in fine. Sono tale qual' ella vuole,
perehi!, cosi volendo, mi fa esser V
S ma il mondo non sar'a egli cosi age-
vole a lasciarsi persuadete, come sono
'"■* 8. IV. Talora vale Affabile , Alla
mano. Trattabile . Lai. affa.bilis . tav-
l.sop. Test. Rice. 60. Io v' aveva dato
signore agevole, e non lo voleste, li)
* S V. -tgevole, talo,-a e aggiunto
di matto, o simile, ed allora èj opposto
,ìi Furioso . .. Belline, son. 8a Agevol
mallo se', che tu stai scrollo". (l^J
+ 1 S VI. Agevole, trattandosi di a-
niLle.sis,ii/!ca ilansiieto. Che si lascia
palpare. Lai. mansiietiis. Fir. As. 209.
Faceva una grande istania per voler sa-
pore , come io ero agevole . Alleg. So.
Becco sciavero, o indiano, Becco agevole,
grasso, o becco lucco . ■:• Cecch. itiav
3. 4. Voi potevate mandar (-er la bestia
a Nastagio . che in ogni modo 1 ha te-
nuta nella stalla, « veramente tor quel a
1 del irete, ec. che dicono quelle brigate
che 1- hanno adoperala, che 1 e si buon.,
e cosi agevole , e , vedele , proprio d.,
I donna (C) ,.
:? §. VII. Agevole, aggiunto di le,.
to. vale Soave, Grato. Poliz. OrJ. 1 . ij-
non è tanto il mormorio piacevole Delle
frese' acque che d' un sasso P'»"";"" •
Sfe quando soffia un vontol.no "Se^"'^ *"
le cime dei pini, o quelle rombano Quan-
to lo rimo tue son sollaizevole. fC;
* 8. Vili. Agevole, vale <"f\^'L'
produce facihnenle un effetto . l ■ AGE-
VOLISSIMO. lO „
* e. IX. Per Destro, Idoneo Fron
to Atto. Rocc. Lett Pr.S. Ap. ^i5
erodo che tu abbia penna p.u agevole ad
ogni cosa, .he non ho .0. (l)
i8ft4
A ti £
t §. X. Agevole , vale nache Àgile ■
JLat. agilis. Sen. Prov. l\2.Q. Agevoli to-
no i membri a' corrieri.
AGEVOLEZZA. Correggi
t J AGEVOLEZZA. Mancania di dij-
fUohà , Facilità a far ckecchestia . Lai.
facilitas . Gr. ^asTWVT) . if Plut. Adr.
Op. mar. 4- l35. Tutto quello che per
■scherza o tratleoiraento alletta gli uomi-
ni all'apprendere ed esercitarsi, i bruti,
ancorché sia cootra la disposizioae del cor-
po loro, imparano eoo agevolena. Salv.
Avvert. I. 2. 1. Da esso (popolo) con
maggior sicurtà, e più ageToiexza appren-
der si possono (le regole della lingua) a
tutte r ore. (C)
* §. I. Agevolezza, vale anche Faci'
Illa in lasciarsi andare a far checches-
sia . " Cas. leu. 67. Ed oltre a questo
puoi fimilmente sapere quanto danno li
ha fatto questa agevolezza» e questa pron*
tetta di lasciar lo studio ». (C)
# g. II. Agevolezza, talora vale Chia-
retza. l'arch. Lez. Dant. l. 170-Misfor-
lero ec. di raccontarvi cose, se non gran-
di ed inusitale , almeno utili e dilettose ,
roQ quella Lrevili ed agevulexsa, che da
Dio ollimo e grandissimo dalor di tutte
le grazie, mi sarà conceduta maggiore. E
2. 86- Ma venendo finalmente al fdlto ,
dico che per proceder distintamente ec.
dichiarerò per ordine di mano in mano
queste sette cose con quell' agevolezza ,
che da Dio ottimo e grandissimo mi sarà
conceduta maggiore. (C)
^ §. III. Agevolezza , si piglia anche
per Comodo, Vantaggio, che si fa altrui, e
dicesi sopra tutto di quello che si fa ad un
compratore , 0 ad un debitore , dandogli
tempo al pagamento , o facendogli altro
utile. Fir. nov. 7. 267. Il buon uomo
cr. disse che era a posta loro ; ma che
voleva vedere cogli occhi suoi , che la
fanciulla n* andasse, che non ci voleva a
verun patio rimanere ingannato, e pero
era contento dar loro cena, v prestar loro
il letto e far tutte le agevolezze che biso-
gnavano, perchè la sera vegnente e' con-
sumassero il matrimonio in casa sua. (C)
sj= §. IV. Agevolrzut , vale anche Co'
sa che agevola checchessìa ; Lusinga .
u Dani Purg. 3l E quali agevolezze, o
quali avanzi Nella fronte degli altri si mo-
strar© , Perchè dovessi lor passeggiar an-
zi. (C)
* §. V. Agevolrzza, talora vale Dt-
sposinone naturale, o acquisita che altri
ha di fare una cosa senta dif/ìcoltà, o fa-
tica . Plut. Adr. i)p. mor. i^. l35. Ma
imparando esquisilamentr, e ricordandosi
ì cavalli e* buoi d* inchinarìì ne'teatri, di
damare , di fermarsi ec. , mostra la loro
agevoletsa in apprendere tulio quello che
Mom verna. (C)
# §. VI. Agevolezza, si dice anche t. a
maniera agti'ole colla quale una cosa è,
e semhra fatta . ì'as. Op. ì'it, 4- 105.
Mostrò in questo . e negli altri suoi pri-
mi lavori Piero un* agevoletia inaraTÌglio-
sa, la t;iiale non offende mal T occhio, ne
in parie alcuna b molesla a chi rigu.ir-
da (C)
t S- VII. Agevolnza, pariandoti di ani-
mali trraeionetoli . vaie Mansuetudme .
Lai. mantuetudo. Cr. 9. pr, 2. Presono
prìmieraroenic !*• peroro |>cr l'utilità e age-
voletta, le quali nussimamente per natura
son quiete e accoorc molto alla vita drl-
l' uomo .
AGGErcillMENTO ■ Agg in fio. *
Sahin. Pros. Tose. 365. Nella sacra
Scnllura ec per ispiegare uno aggecrhi-
mento r*d infimo punto d* umiliazione ce
ti leggi' : io son verme , e non uomo ,
hrobhio drlle pcrioao, e ributtamenlo del
popolo. (C)
A G G
5 AGGETTIVO, e AGGUIETTIVO-
Agg. in fin. * Varch. Lez. 169. Quello
che i Latini dicono Superfluum ec. con
nome aggbiettivo, è detto medesimameo-
te da noi agghieltivamenle soverchio. (C)
t * AGGETTO - Dopo a Vas. agg.
Op. f it. 5. 160. Ma di larghezza e lun-
ghetta tanto minor di quel di sotto quanto
era 1* aggetto e scorniciamento dove pas-
savano le delle figure. (C) E
AGGHIACCIATO. Poni in fin. il se-
gno 9 J e leva il §• I , leggendosi nel
Fir. rim. ^3. non agghiacciato, ma ad-
diacciato. ( Vedi questa voce }. DÌ questa
correzione, come di qualche altra, vo de-
bitore alla lettura delle foci e maniere
ec. del eh. Sig. Gherardiui.
•f AGGIACERE.
't AGGIRARE.
^ §■ ■^ggi^^^^ '^ cervello ad uno ,
vale Confonderlo , Offuscargli la mente.
Capr. Bott. rag. 3- Così ti ho a chia-
mare ec. coro* io ho fallo, e com' io farò
ancora , per non ti aggirar lauto il cer-
vello. (C)
!v §. Aggirar uno per alcun luogo ,
vale Farlo girare, 0 Menarlo in giro per
quello. La.tc. Sìbili. 5. 8. Se io %c lo tro-
vava (in S. Otaria del Fiore ) , l'aggirava
tanto per Firenze , che alla più fraci*
da, non sarebbe tornato a casa di giorno
mai. (C)
%. V. Agg. in fine. 4 E Suoc. 5. 5.
Coslei s* aggira : ve\qucl che fi il pecca-
lo. (C)
AGGIUDICARE.
* §. 1. Agg. in princ. Cron. Veli. l35.
Le case di Firenze aggiudicarono a Boc-
caccio e alla Giovanoa-
* §. Il ffaliov. stani, al Redi
agj,-. 3. i8iJ.
AGG1USTA.MENT0. Agg. m fine- *
ì tv. Lett. Uom. ili. 2. II. Mi ti dimo-
strò ec. a pieno soddisfallo dell' aggiusta-
mento che dopo laote controversie e re-
plicate missioni di deputali e periti io ne
uveva allor riportalo soscritlo. (C)
AGt;iUSTARE.
t §■ III. Per Pagare, Saldare il conto.
Core, rtggiiistare i conti , 0 simili > vale
Bi'ndergli pari pagandone le differenze. E
agg. in fine i due csempii Buon. Fìer.
e lied. lett. aggiunti al tema , e il seg.
Alleg. 177. (Amst. 1754) Con essi aggiu-
slerem quel conlicino, Che d' argenti fran-
cesi a' giorni andati Fassò fra me e voi.
(C)
* §. IV Tac. Dav. Star. a.
379. forr. 7'ac Dav. Stor. 2. 279.
§. VII. Agj;. in fin. # Cecch. Ùot. 2.
5. Pregale un po' mio padre , 1* so pur
che voi gli liete amico , e che vi aggiu-
, sta fede. (C)
' # §. Aggiustare , in signific. neutr.
' pass, per iissn^ adattato , Con\tnire ,
Addirsi. Sahin. Disc. |. 6. E l'aluo
' di più gli dà il soprannome d* Arido j
litolo che %" aggiusta al Tabacco. (C)
; t AGGIUSTATEZZA. Allega l'es. co-
' >i: Se::ner. .Mann. i)tt. 3o. 3. E se ri-
guardi il modo, lo si'ppc fjre fc. con
) lanlo di aggiustaletta, e di amabilità, che
I i circostanti invece di spaventarti e<-. gli
corsero tosto attorno.
# §' Aficiustattizit, %'ale anihe Fsat-
I Ulta to/i i/ic si due tutto ciò che con-
' viene sens<i che al dtsCi>rso manchi nulla,
' o che niitia siavi dt superfluo. Ce*. Bell,
\ Pani. I a68 Chi di noi avrebbe delto
I in pro»a questa tentcuta cr. coQ tanta
I aggiustatetia , e precisione ed eleganta ,
j con quanta Daule fa in rimai (C)
I t 3 AGGIUSTAIO
' 4t §. Partite aggiustate, diconsi Quelle
! che sona state saldate /*. PARTITA .
AGG
t * AGGOLPACCBIARE . AlUg.
leti. corr. Alleg. 124 ( AmsUrd. 1764)
« AGGRADIVO / . A. Add, Gradilo.
Guttt. nm. i. 56. Tanto sovente dett'ag-
gio altra fiala Di dispiacenza e di falso pia-
cere , Che bel m' è forte ed aggradivo or
dire Di ciò, che di ver grado in cor m*
aggraia. (C)
AGGRANCHIARE. Agg. in fin. # Serd.
Galeott. Mart. 5o. Abbiamo le più volte
quei ce. che erano aggranchiati dal fred-
do , essersi col bere del vin puro riscal-
dati. (C)
t 3 AGGRANDIRE.
# §. L Agg. intizoxi A (C) Segn. Star.
II. 3o2. Papa Paolo allora desideroso ol-
Iremodo d' aggrandure i suoi, piese un* oc-
casione di dar loro uno stato nuovo.
AGGRAPPARE ec.
g. II. Agg. in fin. # Car. En. 9. 865.
Giunse alle mura ed aggrappossi io gas-
sa. Che stendea già le mani a* suoi com-
pagni. (C)
# AGGRASSARE. Togli quesU voc«.
3 AGGRATICCIARE Dav.
Colt.ì. 83. corr. Dav. Colt. l83.
t §. II Cas. lett. 77. corr. Car.
lett. I. 77. — • Errore dì Crusca-
AGGRAVANTE.
• # §. E tn forza di sust. Segner. Mann
Apr. 26. 3. Un tal peso per grande che
egli sia , non è finalmente ali* aggravalo
di pregiudizio veruno , ma ali* aggravan-
te. (C)
if AGGRAVARE.
# §. Vili. E per Accrescere, Far com-
parir più grave, maggiore.
# ^- Aggradar la mano, figìtraLxm.
vale il medesimo . Car. lett. t . 1 7 1 -
Che Pier Vinceoiio dica in questo che noi
non facciamo il debito noslro verso di
voi. mi pare che aggravi un poco la ma-
no. (C)
AGGRAVIO.
§. 1. Agg. io fin. ^ E Slor. I. ^5.
UGciu nuovo e di mollo aggravio per 1*
ambizione e gran numero. (C)
g. 11. Allegane T es. * imperf. Pros
D. 14. r. 5. z5. Le legazioni piò ampie.
e ogni provìncia più ricca, e più ali* in-
gordigia apparecchiata dei govenutori ,
quante estorsioni . quanti aggravi da essi
pativano. (C)
AGGREGARE.
# §. Per Riceyfere , Ammettere uno
in un corpo , in una compagnia affin
che goda degli stessi onori che godono-
quelli che già ti appartengono. Ces. l ti
Fanneti. 52. Questo uficio (di Segretarie
dell' aicaitemia) egli tenne e adempie con
gran diligenza provocando e acccodcad>>
cia>cunu coir esempio suo , e Ì più dotti
e chiari uomini aggregando a *!*•«• eorpo,
per più rcnderlt.' %eneraodo. (C)
AGGRICCHIATO- Togh in fin. (Rf
« AGGRICCIARE.
# AGRIGNO. Togli di qui questa vu
ce, che è fuori d* alfabeto-
# AGGROPPAMENTO .... Soe^.
Com. Dant. 2. laS- corr. Bocc. (^m.
Dant. I. 373.
AGGROPPARE . e AGGROPPIARE .
Corr. t AGGROPPARE.
t S Al V. 4. dote legge % agcroppu
leggi s' af:groppa e do%re ha .• ■• troppi*
leggi vi tchioppia
AGOROPPIARE, e.. Togli qvest» ri-
chiamo .
AG(. ROTI ARE.
t §. I. All' ci. MatL Frani, nm.huri
Veggendo ^ agg. e con. hfatt. Frani.
rim. buri. 2. .^3l. V eggonst
t §. II. All'es. Fav hsop. agg S- 1 14.
» Ai.GROTTESCATO. .4dd. Dicesi
a Quella pillar.! . scmltura , o duegne ,
che scostandosi dai naturale p^i" piutt»'
AGO
sto oftra fatta a grotuschecda cpnc-
co, che ricavata dal vero. Bald,n. Voc.
^"'JlJs E in forza di sust. Baldin.
Dee S.iìo.f'd. clnss. .(./.; Questa sua
Rr.n facilità (d'I Poccelti) e bravura fece
sì che alcuna volta nel ranneggiarc s. te-
nesse al secco e aggrotlcscjlo. (J)
A « E figuratam. per Ammanuratos
centrino di Naturale. Sali-in. Ann. M,.r.
3 i65. Per cagione de' suoi vocaboli, co-
me dice un satirico, aggrollescat. , e per
nna certa svogl.alura .le' suoi poco a lu.
grati , è rosi» » "■'"'' • ' ■'°° ^
(parta del Ron.<ardo). (C)
•+ AGGROVIGLIATO. Add.
3 §. £ per similu. Togli 1 es. Pi-
+ AGGOAGLIABE. Togli dalla di-
chiara.. Paragonare; e degli es. Socc. e
CMalc, fanne §. cosi :
+ S Per Paragonare. Bocc. nof. 20.
ai. . . E nov. 50. 20 Cai'atc.
F'-utt. ling- cap- 10. . ■
AGGUAGLIATO. ... A/. Bm. rim.
buri. 2. 210. coir. I. 210.
AGGUATEVOLE. Agg. Add.
+ AGGUATO. . .
# S. Per lo Luogo doi-e altri si po-
ne in agguato . Car. Un. 9. 656. N.so
a tal visU spaventato, e fuori Uscito del-
1- agguato ec. Me , me ( grido ) me Ru-
luli uccidete. (C)
* e Agguato, dicesi anche La genie
che sfa in agguato. Slor. P.st. 188. Quan-
do la gente che cavalcava innauii lue pas-
sala, r agguato che M. Toro, e .M. F-
lippino avean riposto, vedendogli passati,
ulcirono fuori. G. L. 7 102. 2. 1 dell, ba-
roni ebbono lor consiglio co' migliori ca-
valieri dcU' oste per andare a combattere
col detto agguato. Tac. Dav. Mor. 2.
276 Nel luogo dello Castore ec. imbosca
, più feroci fanti d' aiulo lungo la via, pui
innanti fa passare i cavalli, con ordine
che appicchino scaramuccic, voltino le
spalle, per farsi correr dietro sino al sal-
tar fuori l'agguato. (C)
AGIATO. „ „
fi. III. Allegane 1' es. * Pros. fior.
Borgh. lett. ti. 4. 2^8. Mostrando una
pianella bella e nuova, disse , che nessu-
no poteva sapere, s' ella gli slesse in pie-
de agial.i, o pur s' ella gli facesse male,
<• dove , fuor di lui. (C)
* §. Agiato, vate anche Grande. L ir.
^s. 196. Fu messo in ca[.o di tavola, e
in quella guisa con assai vivande e con
agiati bicchieri , fecero ollegrczza della
rrcaiionc del novissimo Principe. (C)
AGIBILE. Agg. in 6ne. I ardi. L,z.
678. La discrezione pare che più ec. si
maneggi intorno alle cose agibili e faltl-
blH. aorgh. Hip. 47- Sono gli altri due
abiti pratichi: 1' agibile, nel quale si con-
tiene la prudenza , capo di tulle le vurtu
morali ; ed il fallibile , il quale contiene
solto di se tulle 1' arti. iC)
AGIO. Togli il §. V. e del §. VI.
fanne due così.
f g. V. Agio, vale anche Casa, Luo-
go da abitare; ma in questo senso e vo-
ce antica. Lai. domtcìlium, domus. JSov.
ant. 97. 5. . . .
+ & § VI. Agio, talora vale Camera,
Stanza; ed è pure y. A- Guilt. lett. 27.
71. Tornando a casa vostra nell' agio vo-
stro, buono parvo sor magno sembrerà voi
(a ,0.;. (I )
* AGIRE. Far qualclie cosa. Magai.
Var. Operett. 160. Mandò tulle a pregarle
in iuo nome di voler accudire col loro
zelo agli esercizii di questa caritativa a-
dunanza, che si ridurrebbono all' agir di
roncerto con 1' u6zio. (C)
* §. Agire , vate anche Diportarsi ,
Vocabolario T. II.
A G I
Procedere. Magai. Leti, tcient. i65.
( Ven. 1734) Siasi quel che si pare quel-
lo che fa .-igire un cane verso il padrone
in un modo, e verso l'estraneo in un
altro. Bed. teli. 69. «està il Serenissimo
Granduca pienamente soddisfatto del suo
modo d' agire, e di scrivere. (C)
AGITAltE.
e II. Innanzi a Segner. agg. iegn. itor.
11 3o3. Nel Concilio di Trento s agi-
tavano le dispute de' Luterani . E 30?.
Il Concilio in Trento agitando le dispute
nelle sessioni , chiamava i Vescovi ed 1
Prelati aderenti a Lutero , ed essi non
comparivano. E l3. 333. Mentre che s
agitava la guerra di Parma ec. Orazio
Farnese ec. delle in iscoglio . iegner
Pan: instr. cap. ult. 2. Che dovremo
ora due di que' parochi , i quali ec. per
abitar le cause de' loro parenti, abbando-
nano tutta la cura delle anime , quanta
ella è, sulle spalle del cappellano? (L)
* §. Agitare, dicesi anclie figuratam.
dette varie passioni, die cagionano in noi
un turbamento , una inquietudine peno-
sa. Segner. Incrcd. 2. 2l5. Per tanto qua-
le Spirito di vertigine sar'a mai quello ,
che agita le memi de' Protestami, nel
repulor vera una fede , la quale dal suo
promulgalove medesimo in tanti luoghi
dimoslrasi data in fallo? IC)
* §. Per Perseguitare . Tass. Ger.
16. 59. Nova furia co' serpi, e con la
face Tanto l' agiterò quanto t' amai. (C)
f * A GIUSTO . Al V. 3. oi'e lia
mori corr. movi ^
AGNELLINO. Add. Allegane 1 es. -.-
Cani. Cara. 1d8 Lasciate rincarare Que-
sta carne agnellina , Meglio e la vitelli-
na , E più propia a nutrir nostra nalu-
t * AGNIMESTO ... Com. Par. 1 J.
agg. Oli. Com. Par. l3. iitf.
AGNO.
J §. II. Agg. in 6ne. * Atteg. 167. Nou
muore il poverello e non ardisce , Come
si dice, un di tagliarsi 1' agno , Onde il
veleno a beli' agio smaltisce. (C)
t AGO. Agg. alla definiz. IS'el plurale
fa A-hiy e all' antica Agora.
%. V. Allegane l' es. * Bellin. Disc. 1.
173. Se voli' allontanale dall'ago, facen-
dolo camminare su pel braccio della sta-
dera , e porrete nel piatto della stadera
peso anco immenso, il romano in quella
distanza dall' ago lo contrappcserà. (Cj
AGOGNATO Tac. Dav. l53.
corr. Tac. Dav. Ann. 12. l53.
AGONIA .
§. I E 3. 367. corr. £ 5. 367.
■^. §. Ili Beh. nt. Cotomb. agg.
240. ,,
t AGOSTO. Nome del sesto corr. i\o-
me dell* ottavo
f § farch. Star. II. agg. 407. F-
dove dice Buon. deal. prim. l3. corr.
12, — Errore di Crusca.
A GRADO . Al V. 14- dove dice E
Introd. corr. E Jnlrod. 11.
t * A GRAN PEZZA. All' es. Borgh.
Orig. Fir. agg. l32.
A GRATO. Al V. 6. dove dice E Par.
corr. * E Par.
t 3 AGRESTE . Togli dalla def. die
net femminino si dice talora anche Agre-
sta, e logli altresì gli es. l'it. Crisi, e
Patlad.
* §. E in forza di Susi, si trova nel
maggior numero per Contadini. Car. En.
8. 12. Accolsero i sussidii , arm'ar gli a-
gresli , Spogliar d' agricollor le ville e |
campi . E 9. 17. Ora è nel campo De'
Toschi , e favvi indugio , ed arma agre-
sti. (C)
AGRESTEZZA.
t S. L'es. Patlad. Febb. 27. riducilo
A G R
1825
cosi ; Acciocché semi e schiatte nobili non
mescolino seco nulla asprczij o agrestez-
ra, voglionsi piantare due insieme (par-
ta dei peri }.
3 AGRESTO Add. Reca qui gli es. che
abbiani dello doversi levare sotto alla vo-
ce Agreste. Ed a l'ntlad. agg. Seti. l6.
* AGUICULTURALE. Add. Allenen-
te adagricullura. J'irg. Eneid. Della vita
pastorale, e della vita agriculturale avca
scritto. (Cj
f AGRIMONIA. . . . Tes. Prov. corr.
Tes. Pov. ed agg. cap. 5l.
AGRO . Susi. Allegane 1' es. * lied,
lett. 121. (Fir. 1826) Senza sale e non
raddolcito con cosa veruna , e ne anco
messovi agro di limone. (C)
AGRO. Add.
* §. E in forza di avvedi. Buon.
Pier. 3. 4. II. the '1 travaglio Pur trop-
po ci sta al 6anco, e col flagello Ch'egli
iniiugna di spine agro ci affligge. (C)
f AGRUME .... Pass 36. corr. Pass.
36o.
t 3 AGUATARE.
f §. III. Togli questo §. dacché A-
gualare nell' es. allegato sta nel primiti-
vo senso di Mettere aguato , Insidiare ,
come si ha anche dal Lai. che dice: Py
tades insidiatur Oresti.
3 AGUATO. Leva gli es. Albert, e Fir.
e fanne §. distinto come appresso.
* §. Aguato , dicesi andie il Luogo
dove altri si pone in aguato. Stor. Pist.
189. Uscirono fuori dell' aguato e percos-
sono loro addosso. (C)
^ §. Agnato, si dice anche figuratam.
d' Ogni sorla d'insidie, 0 inganno leso
altrui. •' Albert. 2. 3l Fir. nov.
7. 270 (C) ^
f AGUMENTARE . Allegane 1 es. •<-
T'iv. Disc. arn. 27. La prima venne a-
gumentata dall' arte. (C)
t AGUMENTATIVO . Allegane l'es.
* Pros. Fior. Borgh. lett. 4. 4. 242. Mi
dà noia la scrittura vecchia sciampia, non
più trovala da me , ancorch" io sappia ,
che la particella sci si compone con ver-
bi cominciami da vocali in cambio del-
la s così privativa , come agumentati-
va. (C)
f AGUMENTO . Agg. in 6n. * ^ii'.
Disc. Arn. 27. Lo straordinario agumen-
lii di questi dannosi effetti fa supporlo ta-
le. (C)
f ACUTO . All' es. Br. Bell. agg.
126.
3 AGUZZARE.
4. g. Ili i suoi ferruzzi corr. 1
suoi ferri , o ferruzzi
f 3 AGUZZATO. AU'es. Paltad. agg.
Marz. 18.
AGUZZO. Agg. in fin. * Car. En. 11.
V. 1408. E sassi e diirdi Lanciando, e con
aguzzi inarsicciati Pali il ferro imitando,
osano anch' elle ec. (Cj
AIA.
* §. Aia, vale anche Alone. ì'arch.
Les. Dani. 1. 302. Tutte l'apparen-
ze del cielo , come 1' arco baleno , i pa-
relii , cioè quando si veggono più soli,
r aie, ovvero corone, che si veggono in-
torno alla luna , e qu.ilche volta al sole ,
nascono dal secondo modo, cioè dalla re-
flessione o refrazione. (C)
if AIARE . Andare alone. Cecch. As-
siuot. 4. 2. Sarà bene che tu te ne ven-
ga in qua a vedere se qni attorno alasse
persona. (C)
* AIDARE. r. A. Altare , Aiutare.
Guitl. rim. 1. 56. E full' è quei, che s'
abbandona e grida: Ahi Dio Signore , ai-
da. (C)
* AIOLFO. Cantar d' Aiolfo , vate
Dire tutto quello che si e detto o fatto ,
a chi il domanda. V. CANTARE. (C)
i8x6
A 1 O
ALE
A L I
t A IOSA ... E altrove: corr. Bern.
run. I. 23.
t AIR AMENTO. »'. J. V airart .
Agg- . Odio
J AIUTARE.
>!■ S \. Air e». Aoff. ifl(. F. fi
agg. .IzJ.
* Alt TATO. ,<rf,/. da AmUrc. Bùcc.
f. 1. n. 10. Dopo la qual cena, fatti v«-
oìr gli stromenli y comandò la reioa che
uoa danza fosse presa, e quella -menando
la Lauretta , Emilia cantaue una canzu-
ne , dal lento di Dioneo aiutala. (Cj
ì AIZZARE.
* §. Aizzare i cani all' rrln V. ERTA,
S 11- (C)
5 ALA, ALE, e ALIA.
1 §. I. Prr similit.
* §. Far ala, pi-esso i militari j va-
le Dispersi in ordinanza in due jila di
qua e di là per far onore e prestare aS'
4istenza a chi passa. (Ci
* §. Onde: Ala, soldati, che è una
torta, di comando militare, che vale: Di-
stendetevi in due fila di qua e di Ih. Buon.
Fier. I. I. 1. Uscito il podestà fuor del
palazzo Par che ci si avvicini Ala, snida*
ti. (C)
* §. XIII. Spander ale , corr. Span-
der l' ale ,
t ALABARDA Varch. Stor. 8.
'SK- «99-
* ALACCIA. Agg. in 6n. (*)
•:- ALBATRO. Sorta d'albcio, agg.
d/'tto più comunemente Corbezzolo.
t ALBERESE . All' es. Pallad. agg.
Agost. 8.
ALBERO.
S- '• Agg. in princ. * Cr. 5. 4?-
I- Il pioppo e l'albero sono quasi ti-
migliami arbori in grandezza , e in for-
ma delle foglie : ma il pioppo cresce più
in alto , e 'I suo legno non pulisce , ma
l'albero stende più i rami per li Idti;
e 'I suo legno è più bianco , e più bri-
io. (C) E ^
J ALBORE. Da Alba.
%■ I. Al V. 3. ove ba .. Dant. Purg.
-ori. * «. t)ant. Pttrg.
->' ALBUGINEO rf' Albugpne.
eorr, d* A/bugine.
* ALCHIMIABE
kLClOSitì. . . . Alani. Colt. 6. 206.
^orr. 6. i53. — Errore Hi Crusca.
t ALCORANO. . . Dcrn.rim. corr.
iJaur, rmi. buri. i. 164. — Eirort- di
Crusca.
ALCUNA VOLTA
t * § importa talora Almeno.
La», saltcm . corr. importa falera Una
ì^-olta; Quando clic sia.
ALCUNO.
S- in. Poni in 6oe il legno 5
'•' S- V. Al V. 3. e 4- rfot e dtcc ìd
puliblico, corr. m pubblico»., hai »-. 6.
'love dice {.evitico -. lorr. Lrvilico.
AL DI SOPRA
S- Agg. in 611. i> Stor. Eur 3. S^- So
ne fuggi er. con animo drltLcrato di oon
tornar in;ii più in Uatiera, m«>ntrc il oc-
mico fusic al di sopra. Car. I.ett. Tomit.
73. Spvru che dura ul tratto alla LiUn-
oa, rtic non »i slar^ più io dulhio , che
non tiiou al di »npra. (C)
ALKNA. Corrpgai
t 3 ALENA ; A. !/ aiia che at-
traggono e mandan fuori 1 polmoni. Lai.
rfipuaUo. Itt. S. Ant. . . .
* §. Alena, duesi ambe Qiieil'odorr
buono o cattivo che l* animale manda
fuori dalla becca nel rttpirare j ed in
que%to Sfaso è sempre atcompagnato da
un addtcilifo che ne dithiari la /jualilà .
- V. AiOohr. ... t: altrove. . .-. (C)
t 5 ALENARE, agg. / . A. ^eulr
* S* '• <"«rr U dirbtarai. cosi : Al*'
nere, qualche volta e attivo. E al t. 5- 1
dove ha — (pi) poni — (C) \
* ALERE . /'. /,. Alimentare. Lor. \
Mcd. rim. I. (Berg. JjdSj Tanto crudel
fa la prima feruta. Si fero e sì veemente
il primo strale; Se non che speme if cuor
nodnsce ed ale; Sariami morte già dolce
parata. (C)
# ALETTO. Una delle furie inferna-
li. Iiant. Inf. 9. Qaest' è Megera dal si*
Distro canto: Quella, che piange dal de-
stro, è Aletto (C)
« A LEVANTE. F. LEVANTE (C)
i.^ ALFABETICAMENTE. Awerb. Se-
condo l* ordine alfabetico. (Cj
i? ALFABETICO. Agg. Vit. Piti. Prtf.
Era mio concetto divider tutta 1' ope-
ra in Ire volumi: il primo contenesse ce.
il terzo un indice alfabetico di tutti i
Professori con quel poco che si sapeue
di loro. (C)
* ALFINO . /'. A. il terso de* petit
principali nel giuoco degli scacchi j Al-
fere . f'r. lac. Cess. i. 3. 26. Da sapere
è che gli alfini furooo formati a modo di
giudici assessori. iC)
* ALGEBRISTA. Colui che sa , 0
esercita l' algebra . Bert. Ciamp. 37.
Fuor di questa regola (del tre) egli è certo
(un certo modo di dire), e non re lo fa-
rebbe entrar dentro tutta l* arimroetica di
quanti algebristi si trovano. (C)
ALICETTA. Togli questa voce, e ve-
dine le ragioni , se vuoi , nel Diz. milit.
del Grassi alla V. ACCETTA. E poni in
Boe di ALICE il segno 3
* ALIDAMENTE. Awerb. Aridamen.
te. (Cj
^ g. E fguratam. Scarsamente. Prot.
Fior. Sassett. lelt. 4- 3. 207 Voglio in-
ferire che noi ci stiamo cosi alidamente >
e una gran parte del mio guadagno ri-
mane in Goa. (CJ
t ALIENARE
* g. Alienare , per Cedere semplice'
mente il dominio di checchessia . Segn.
Stor, II. 3o2. Furono ec. le senlenie con-
cordi, cbe non mai ti dovcssonu alienare
quellu terre. fCj
f g. 11. Agg. iDoanii a (Cj Segner.
Parr. instr. 7. 1. Molti o del parentado,
o degli amici o degli aderenti di chi vii-n
ft-rito col dire, si alienano da chi due.
ALIENAZIONE.
* g. A/ienoztone , talora vale an-
che Aborrimento . Segner. Crisi, tnstr.
I. 3l. 9. Uenrhè questo alle per:one ti-
morate non debba dar soverchia cagiun
di scrupoleggiare , attesa 1' avversione e
alienazione, che suol da quelle abilual-
menle nutrirsi all' iniquità. (C)
j- *!' g. II. Per Pelino, corr. Aliena*icn
di mente j ed anche Alienazione assola-
tam. vale Delirio. Lai. alienatio mentis,
alien al 10 .
Ki ALIENO
:Cc g. 11. L' ri. Gi/icc. Stor l^. ^3. al-
trgalo rosi : Parendo questa deliberaiionc
inumana al Virerè . r moUi> «lìrna dalle
prumotse
$. V. Agg. Ili fine. ^ Cas. leti 8s.
E rome lu slesso bai tcduto, io aocorii
gtuoro alle volte , e non sono alieno d^
molli piaceri. (C)
3 ALIMENTARE. AUrf^aiic 1' rs <«
Ouicc. Slor. lih. 17. Fusse ubMigalo ad
alimentare condccrntemente Masumtliatio
tuo Irntello. (t)
^ %. Alimentare , valt .inche Srr-
\-jre ff alimento. Pluf. Adr. Op /iicr. 4.
97* (he noo icrchè nuirisra le ['tanle ma*
fine e la besno 1 ideici , duo perciò ali-
menta le piante ed alUeri di terra fer-
ma. (Ci
^ A LIMO . Sorta t/* erba , così delta
perrht manciata ka virtù di far perder
l' appeuto. OU. Com. Inf.i!^. 371. Lar-
ga e di viti e d' arbori (V itola di Crelmjj
nascevi 1' erba «Hllamo , e 1' altroo , la
qual morsicala noo lascia aver langa fa-
me. (C)
ALIQUOTO. . /rr Bag. l38
corr. Pir. Bag. 139. — Errore «li Crusca -
ALISMO. Togli questa voce , e vediot:
le rafioni , *e vuoi, orli* Opera del Gbt-
rardiai / oci e 3Ianiere ec.
ALITO. Agg. in fin. « Sen- Pist. E
f lercio hanno l* alito pauol^nle, e ruttano
ordameote. (l'J
t g. IV. Biavere ec. «ort. Aùt» , si
dice anche alla Facoltà di respirmre j
onde Bia%ere ec.
t? §. Alito, SI piglia anthe per Mal
odore , Fetore . Bemb. Stor. 9. i3o- I
corpi morti in ogni luogo per terra «ir-
si, orrida vista, ed alito da lulto quel lato
delia città molli giorni renderono. (Cj
§. VI. Agg. in fio. * Segr. Fior. Bi-
Irati. Frane* nò. £ pero il Francese ru-
beria coir alito per mancarselo. (C)
t * §■ VII vale, agg. /fjfura-
tam. e 1' cs. frane. Sacche nov. 8a. al-
legalo cosi : Mess. Bernabò eouiderando
come colui che conosceva gli uomioi al-
l' alito, il lasciò stare più d' un'ora ec.
3 A LIVELLO. Togli T et. Serd. Stcr
e fanne §. così :
# §. ]F in for%a di preposix. m Serd
Stor. 3. . . . ».(C}
t ALLA BRAVA ....*/. Bin. fitm.
buri. agc;. X- 216. e dove dice cappa legsi
cappa
« ALLA BUONA ALLA BUONA. Ce
sì replicato ha forza di superi, e vale
Certissimamente. Geli- Sport. 5. 3. AHj
buona alla buona , cbe chi sta con altri
può beo dire di stare io purgatorio. (C,
# ALLA BURCHIA . f. BURCHIO
(O
« ALLA CATTOLICA. Posto mvi-ei ■
biatm. vale Cattolicamente. Dav, Scism
88- Basti la sua volontà dichiarata a far
per tatto il regno le chiese ufiiiaie , e
predicare alla cattolica. (Cj
t ALLACCIAMENTO. All' es. S. A-
gost. C. D. agg. 18. 23. ed allegalo
cosi — Ma l'osto che nei tempi da p4.>i
gli uomiai morti non fostono latti Iddìi,
nondimeno pero noo lasciarono quelli che
erano stati (alti dì culiivare e tcoere pri
Dii, aozi ec. accrcMiouo il vano allaccia-
mento dell'infedele superititione ^^fii (^*
gttratam. ).
t # ALLACCIANTE. Ferbal. immst
da Allacciare, corr Che allaccia E ai
i\ 3. rfoi-e legge amato leggi avuto
3 ALLACCIARE Agg io Ao. « /'<i.
Ksop. S. 58- Quanto più tirasa fil leone)
più s' allacciava. (C)
f §. Il Calai. 84- «Bg >oo 11
vuol medesimamente comparire cflla cuf-
fia della notte 10 capti:
# g. Allacciarsi la giornea, o ii vaio,
fignratam vale lit'-ijprendrrr a sostene-
re alcuna cosa . . //^^
leti. I. 391. S i 1 no-
stri ngidiiitmi (tr. >! il vaio.
e tirarsi il cappurnu su' gii occhi per Oon
la perdonare a persona . /'' GIORNEA
g II (l'i
9 ALLA CORTESE. Togli Ve». \»i
tust. e fanne $. coti :
# g. Alla cortese , vale mnt,he parlan-
dosi di Prigioatert, ù simili. Alla Imrga
M Snlhi.*! m (Ci
# ALLA FEUELONA . Posto mve» ■
lualm. In modo da fedele V. FEDKLO-
NA. (Ci
J ALLA GIORNATA Agf. m fi». >>
Henv Celi. Vii. 3 a5. E qualche altr-
colali rote, cbe alla giorssla fmoo di bi-
sogno. (C)
A L L
ALLA GROSSA. AU' es. * /)<ii l'it.
yifZrtC. agg. 389.
ALLA LEGGIERA. Correggi
I ALLA LEGGIERA . loslo avver*
l'ia/ni. fon relazione a Vitto, i-ale In mo-
Jo leggiero j Scarso. Cecch. Iisalt. Cr. 2,
2. Oltre a che S* io ordinerò in casa alla
Ifggiera , Il PaJre che è avvezzo a fjr
Iiaocbelti O tavolaccio, se la tetra là.
# §. Alla leggiera , vale anche Coti'
Jorme agli usi e alla disciplina dti Sot-
tiati di leggiera armaditra . Segr. Fior.
Art. Guerr Farei cinquecento fanti
armati alla leggiera , i quali chiamerei Ve-
lili e itraordinarii . Ar. cinq. Cani. 2.
81. Con voloutk ò' Orlando in su la sera
Baldovin se ne va con buona scortj Di
cavalieri armati a la leggiera. ( PJ
# ALLAMPANARE.
3? §. H. Al V. ^. dove dice viso a!-
lanipanetto corr. yiso allampanato ( la
ktarapa ha allampanetio per errore ).
* ALLAMPANETTO - Leva questa
voce .
J ALLA 'NGIU', ALL' ING1U\ e AL-
LO 'NGIU'. Togli r es. Bocc. nov. 26.
18. e fanne g. così:
tF g. C'o/Ttrri', 0 Lfsrìare andar Ina-
cqua alla 'ngiUt o all' ingiù j fguratani.
vate Andare, o Lasciar andare la cosa
come ella debbt andare, o come ella va .
- Bocc.nov. 26. 18. . . . ». /'.INGIÙ*,
S- il. CO
* ALLA PAZZESCA. Foni in fin. (•)
ALLARGARE . Al v. 8. dove ha « Tac.
Ì>av. corr. ''•• « Tac Daif. e al v. 12.
dove ha neqttihat »• . (C) corr. nequi-
bat). (Ci 3
* §• ^f Dispensare. Dav. Scism. 22.
E veduto che tulli i Teologi , e Cano-
nisti s' accordavano, che il matrimooio di
Caterina non valesse senza la dispensa del
Ponte6ce, ibe può le leggi ecclesiastiche
allargare, allo annullare quella di Giulio
tutto si die. (Cj
♦ g. Per meta/. Fine. Mart. lett. 60.
J quali (desidera) non mai sazìi, sempre
»i sfuriano d' allargar negli animi lo-
ro. fC)
# g. Allargarsi in mare , 0 simile ,
*ale Dilungarsi da terra . C'ar. En. 3.
1007. E senza indugio Tagliate il lune ,
e v' allargate in mare. Allear. J2i. Dato
mano a' remi per suo viaggio nell* alto s'
allarga. Bern. Ori. 1. 5. 5l. Rinaldo buon
non se n' avvede ancora Tanto è dietro al
nemico invelenito, E sette miglia in mar
>* è già allargalo. (C)
t * ALL' ARIA .... Frane. Sacch.
toi . 23o. curr. 210.
t ALLA SCOPERTA Varch.
Sfor. 9, igg. 2J6.
t ALLA SFILATA rarc/i.
Stor. 9. agg. 238 - £ 10. agg. 275.
t ALLA SFUGGIASCA. . .. E Stor.
IO. agg. 3o6.
t ALLASSAMEiNTO . Agg. in 6n. *
('«. lìell. Dant. 1. 616. Questo allassa-
meoio e questi morsi al Conte presagiva-
no fame, ù morte. (Cj
t ALLASSARE . AgR. in fin. * Kim.
-mt. Xof. Bonag. 2. 267. Provalo ho as-
sai madoQoa di ctausirc Vostra hillate e
lo piacer piacente; Ma allasso sul la men-
te Che io nuD la posso propriamente di-
re. (C)
t ALLASTRICARE . Agg. V. A. e
t>.<gli in fin. \^ parentesi.
5 ALLATO
* g. V. A.^g. lonanii a (C) Tac. Ouv.
Ann. II. 139. E Selio aliatole cinto d*
ellera .
t ALLA VOLTA. L' es. Alleg. aUe-
galo cosi: Alleg. 86. (Amsterdam. l'jS^ )
S' egli è vero ce. che chi sia per affo-
gare nel tempestoso pelago dell* av^er-
\ L L
sa fortuna , debba aspfiur che gli amici
spontaneamente andando alia volla »ua ,
Ijli porgano il sughero , e la zucca <Iel
conlorlo .
=fr g. Talora vi si premette la prepO'
siz. Per. Segr. Fior. Le^az. Frane, leti.
17. Parli questa Maestà da Melun a di
li per alla volta dì questa terra. (C)
* ALLE. Air es. Bocc. Lett. agg. Pin.
Boss. 272.
ALLEFICARE. Correggi
t 5 ALLEFICARE. ]>leutr. pass. Di-
casi dell'Appigliarsi e Prosperar che/an-
no alcune piante in certi luoghi, il che di-
cesi più comunemente Allignare, o Fare,
Alleg. 299. Perchè 1' infermila , come
nimica , Non alloggia in paese ; indi è
che tanto L* assenzio vi s'alleSca e 1' or-
tica .
'r §. Allejìcare , in signijìc, att. vate
Coltivare . u Dav. Colt. igi. I cap-
peri s* attcficano in tre modi : il primo
e seminarli di Marzo ec; il secondo e,
d' Ottobre, o di Marzo porre di quei vet-
toni che si potano ee.; il terzo è por d'
Aprile le nuove messe. (Cj
3 ALLEGATO . Air es. Dant. Conv.
agg. 109. e deve Ita anzi quello nulla è
corr. anzi a quello nulla è
g. I. Avanti r es. Tac. Dav. Stor. agg.
^ £" 9. 116. 3. E con r una parte, e
con V altra , come abbiamo dello , erano
allegati Signori, e comunanza di grandis>
òima potenza. (C)
5 ALLEGAZIONE.
* §. IH. Agg. innanzi a (Cj Tac.
Dav. pcrd. eloq. !\12. Chi leggerebbe
(oggi) que' fasci d'allegazione che sopra
dell* eccezione e formula per M. Tullio o
Auliu Cecina Icggiumo?
t -^ ALLEGGEHATO Cron.
Moretl. agg. 34l- ed allega l' es. cosi:
E co>i per buono spazio di tempo dimo-
rando, e già alleggerato la debolezza dello
'ntellello, ripreso buon conforto, ec. a
orare incominciai.
t ALLEGGERIRE. Agg. in fine. *
Tac. Dav. Ann. 2. 36. Fecesi getto di
cavalli , giumenti , safme , e arme , per
alleggerire i gusci , che andavano alla
landa. Se^ner. Pred. 16. 7. Si affatica-
vano in ammainare le vele , in votar la
sentina , in alleggerire la carica. (C)
5^ g. III. Agg. innanzi a (C) Car. Fa.
3. 1004. Ood' orbo alleggerire il duolo in
parte.
5 ALLEGGERITO.
^ g. I. L'es. Guicc. Stor. allegalo cosi:
Essendo il Duca dì Milano alleggerito in
modo delle infermità che si teneva per
certo che almeno fosse liberato dal peri-
colo di presta morte , deliberò ec.
ALLEGGIAMENTO .... Lab. i5i.
corr. Lab. 35l.
t ALLEGGIARE. Agg. innanzi a (C)
Ott. Com . Par. il. 267. Per potere
delle imbar