i
e
,•'■*.,
POMPA F.VNEBRE
NeirEfequie celebrate in Roma
Al
CARDINAL MAZARINI
Nella Chiefa de SS. Vincenzo, 6c Anaftafio .
L'ABBATE ELPIDIO BENEDETTI
Agente del medefimo Cardinale in detta Città,
L 'inuentò , la defcrifle , e la dedicò
ALL'ECCELLENTISS. SIGNOR
DVCA MAZARINI ARMANDO
CARLO DELLA PORTA
Gran Maeflro dell'Artegliaria di Francia.
IN ROMA, Nella Stamparla della Rcu.Cam.Apoft.id6:
Con licenK^ deSuferiori .
««
ECCELLENTISSIMO
SIGNORE ^
f E ne viene alla voftra prefènza vn parto
remoto della vofìra pia magnificenza_j ,
e della voftra generofà gratitudine. Ve-i?i
derete imprelTì in quefti fogli gli ap-V"
plaufi funebri refi in quefta Città dallao
^^ publica diuotione alla gloriola memo-ii
-^ ria del Cardinal Màzarini. Senoncor-o
rifponderanno alla grandezza del voflro animo , graditejH
almeno la prontezza , con la quale haueremo iàcilmentQ_j>
corrifpofto alla voftra intentione : E fupplite voi meglio
con eternare viuamente ( mediante vna numeroia prolo )
la celebre ricordanza di quell'Eroe, che con le preclare (iie
attioni ha illuftrato l'Europa, & il noftro fècolo; e che coru
fano giuditio vi ha fcelto tra tanti altri Perfonaggi per por-
tarne illuo nome alla Pofterità , depofitando in voi com^
in ficuro erario la ricca meffe de'fuoi virtuofi fudori .
Douete ciò fperare nelle benedittioni del Cielo , che vi ha
dotato di virtù, e qualità sì riguardeuoli , oltre le (ègnalate
prerogatiue del (àngue fi nobilmente qualificato ne i rile-
uanti leruigi refi da i voftri Antenati alla Corona , e fingo-
larmente da quel Marte de'noftri tempi il M^refciallo vo-
ftro padre, c'hàfàputo còl fiio iniìittò valore ifi tante parti,
& in tante guife far'gloriolamente trionfare il fiio Rè nelle
falce . Hora adulto d'età rallegrateui di rimirarlo nel fior*
degli anni vecchio di fènno in quella faggia application^
al gouerno, eh e propria dei Principi da Dio deftinati per
paftori de'i popoli, e con la quale s'incammina ad ofcurarc
Ai la
iv-:yA
la fama più chiara de i Maggiori Imperatori de fecoli an-
dati, 6c à rendere non folo agli Efteri formidabile la poten-
za del Tuo auguflifTimo Regno, ma anche à i Tuoi Popoli ,
la felicità d Vn fecol'd oro . In quefla doucte però voi con-
fidare d'hauer'a godere lòtto li benigniflìmi aufpicij disi
giufto, e gran Monarca tranquillamente il pofTeffodi quel-
le gratie, ch'egli per voi medefimo con mano cosi liberale .
viene ad hauere verlàte nel voftro Teflatore . Porgeto
con tutti i buoni Francefi inceffanti voti al Cielo per la»»
lunga conferuationed'vn Rè datoui dal Cielo, mentre io
con riuerente affetto pregherò Dio che vi conferui lunga-
mente felice, di Roma li 29. Aprile 1 661.
Di V. Eccellenza
*• » I
Humiliffimo, & Diuotiflimo Seruitore
Elfidio Bentdettf.
ri ;.
Non
O N men lodcuolc, che antici è rvfanzà di Vendere
al merito delle anime de Grandi publici tributi di
veneratione , &c vniuerfàli acelamationi di ftima alla
loro gloriofa memoria . Sono fomiglianti vfficjj atti
di giuftitia , che fi rendono alla virtù de i Morti , &:
opere di Carità che fi compartono al bifijgno de i vi-,
ui > i quali dalla rimembranza delle celebri attieni
di quelli, non poflfono , che fcntirfi animare » e li-
molare ad vna vit^ virtuora*' .' ! .'•":'<'.!^ 0*;' ': T-^,
Così parcua ben diccuolc, che Roma doppohauer in tanti modi fcntito ri-
nouarfi gloriofo il titolo del nome Romano ) per gli eccelfi fatti del Tuo
nouello Giulio il Cardinal Mazarini , foflfe hora a rinouare ancor'ella
quefto antico, e lodcuole rito, concorrendo tutta in lacrime à compian-
gere amaramente la perdita di quell'Eroico figliuolo , nella cui conferua-
tione haueua tanto intereflc non folo la Tua pnuata, ma anche la publica
felicità del Chriftiancfimo .
Airefprcffione di quefti douuti fentimcnti e principalmente concorfa la
pietà del Sig. Card. Mancini, e la Magnificenza del Sig. Duca Mazarini,
che non contento d'hauer nobififfimamente fodisfatto inParigi agli ofl*e-
quij douuti à quella grand'Animi, ha anche defiderato, che in ogni parte,
e particolarmente in Roma, fpiccaliero i fcntimenti della fua diuota vo-
lontà, e grata riconofccnza . Quindi è che per vedere con ogni maggior'
celerità eflcguita la mente de i predetti Signori mi rifoluei di applicare da
memedemo all'eflecutionediefla, ma forfè con poca forte del noftro
Pcrfonaggio,eflendofi vniteinfiemcalla diminutione dell'apparato fu-
nerale la Grettezza del tempo, la pouertà del mio ingegno , e Tanguftia
del luogo; elettafi à quefto effetto la Cliiefà de SS. Vincenzo,^ Anaftafio
come parto della pietà di quel Cardinale, che con la cortcfe afTiilenza , oc
cfquifito intendimento del Signor Paolo Maecarani fuo; confidentifllmo
Amico , la fece negli anni addìijtro fàiricare da fondamenti jgiudicatofi
anche conueneuole di celebrare i di lui gloriofi funeraU in quel Tempio ,
dal quale fi può dir che ei ne fortifle così felici natali .
Ad vn'apparato fatto in pochi giorni corrifpondcrà la prefente defcrittione
fatta in poche bore, non intendendo io,fe non di dare vn cenno de i figni-
iìcati de i miei'penfieri, per la loro fimplicità , e realtà poco bifogneuoli
d'altra dichiaratione, mafifìmamente eflendo fiati aflai ben praticati dalla
peritiadclSig.Gio. Francefco Grimaldi Bologncfe Pittore, &C Archi-
tetto , e venendo aflai ben fupplito intorno alle virtù del Cardinale
dalla mirabile facondia del Padre Leone Carmelitano Francefe , cele-
bre Predicatore del Rè Chriftianififimo nella fu^ elegante orationc
LÌÌ-j(X A 3 fune-
fuflcbrt recitata in qucfta occafionc, e ^uì in fine inferita nel fuo origina-
le latino, e nella traduttionc in Italiano, Francefe, e Spagnuolo .
Diuidcrò refpofitione in cinque parti, che corrifpondcranno alli cinque Ra-
mi, che fé ne fono fatti .
La prima farà della facciata citeriore della Chiefa
La feconda della Macchina funerale
La Terra dell'Altare Maggiore
La Quarta delle parti laterali, e
La Quinta della facciata di dentro fopra la porta grande
Uh
:?i-'
Pellai
im,oiiQivho\zbDclìaiàcaata elreriore d^: -^lì^ hn
Non coBilfte Tempre il maggior pregio delle cofc nella vaftagl-indczta di
«flc, aìui ih rrtille fórme foucntc miriamo le più pretiófc riftrctrc in pie- - ^'
ciolgira-difito.' La faccia- cfteri ore di qucfta Chiefadcl difegno -del Si*
gnor Martittiongo fanrofo Architetto, corrifponde propottionatamcìii
te al rerto del corpo di eflà , e con vna architettura vcnulla , e comporti
pafla tràle più bclk della fua sfera . Si vcdeua tutta nel fondo piano ri<;o- . •
p€rta di panni lugubri coA varie cafcat« di veli neri ne i vani capaci di
<|ucfto ornamcntoil'ofcurità de'quali al èortfrapofto del candore delle co-
lonne^e delli-c^pitellifaceua vn iiMftojchc appagaua pcrfcttilmcntc la viftà
degli fpetratori. Sopra la porta vedcuafi vn gran'Mcdaglione fìnto di me-
tallo dorato, che racchiudcua vna Morte , la quale facendo pompa della
fua infuperabile potenza fopra quefte cofc mortali confondeua con dif-
prcgio Mitre, Corone, ori , e gemme tra ceneri , & offa per dinotare la
caducità di tutte le cofe più pretiofè di quofto Mondo col motto
SIC GLORIA MVNDI
Pcndeuano appefe dal detto Medaglione- per li fianchi due cafcate di tro-
fei di morte del medemo làuoro, che compiuanó a marauiglia l'ornamen-
to della Porta . J
Nelle parti lateraH in due gran vani tra le Colonne erano efpofte in quadri
di chiarofcuro due delle principili attioni del Cardinale, cioè la Pace di
Cafale, e l'altra di S. Gio. de Luz, con i motti efprellì in alcuni Cartello-
ni vagamente ornati alla prima di ,
PVGNANTIVM COMPOSITOR
alla feconda di
REGVM CONCILIATOR
Attioni che fole farcbbono fufficientifTìme ad immortalare , e rendere
eternamente gloriofo il nome Mazarino j la prima delle quali fu il prin-
cipio, & il fondamento delle fortune del Cardinale, e la feconda il fine
col quale ha coronato tanti degni , e memorabili fucccfll , il che fi volle
fignificare nelle due imprefc porte nelli due vani fopra detti quadri dVn
Sole nafccnte fopra la Pace di Cafale , e d'vno cadente fopra quella di
S, Gio. de Luz co'i motti
FELIX ORTVS FELICIOR OCCASYS
"^'^"''^ A4 Hauerei
8 .
Haucrci qui vnvaftiflìmo campo da difFondcrmi nelle lodi del Cardinale
ma eflcndo la materia più da hiftoria'chc d4 fomigliantedefcrittionc , mi
rimetterò alle penne> che ne formaranno grofH volumi, &c ad vna raccol-
ta da me fatta delle atcioni di quello grand'huomo .
Sopra il frontefpitio grande poìauano due Morti > che fofteneuano vn
fellone di cipreilo, quale con belli ricinti andaua à circondare il Cartello*
ne dri meKZQ>io (;ui.è in^ifo ilnop^ del Cardinale comedi fondatore del-
laChieia.« .,:.,-.-; .r -..-.--:^--:. ^, -,,... L,,.-,.,,^^^
Si crgeuano dalle partifopra due gran Pilafìri qu^tro macftofe Vrne anti«
cbe> dalle quaii vfctuano fiamme di fuoco » &; alle quali corrifpondeuano
raoltcaltrcUi minor grandezia, nel frontefpitio fuperiore in mezz,o di
cui pofauaao la gloria > e la fama che reggeuano l'Arme del CardinalcM>i
;afi0fioii|2iib:
tl'-óeqrnoqol:) '^i
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Della
ou!i:*iba 2 e pcUa macchina funerale.
Li Faméfi Roghi (ii odorifere legna, te aromati che la cicca Gentilità crgeua
per illuminare collo fplendore del fuoco le ceneri de morti Campioni ac-
compagnati da mille vane fuperftitioni>cedanopur*oggi alle nottre pom-
pe funebri, nelle .quali non fi fimbolcggiano, che le vjrtuofedoti de mor-
ti Perfonaggi con Riti Sacrofanri di vera Religione .
Vcdeuafi in meizo della Chiefa eleuata al noftro Eroe vna gran Bafe qui^
drata finta di Marmo mifchio fodamente adornata con due grandi arme
di rilieUo del Cardinale foflenute da due puttini il tutto meflo a argento
©clic parti principili^ come nelle altre due laterali due Cartelloni fimili
COA leftelle della Tua imprefa,c co varie banderuole con trofei douuti alla
fua fanta intentionc contro dell'Erefia, e dell'Ottomario , la defprelllone
dclli quali era oggi l'oggetto principale delle Tue maggiori applicationi .
N<u lati da bailo erano quatro llatue parimente di rilieuo i chefigurauano
1^4' p^Ttl del Mondo come proportionate* &: vnichc mete de i vafti pen-r
éeriidel Cardinale. .ì.<ì:,
Sopr4 la detta Baie altra Ce n'cleuaua d'ordine comporto riccamente adorna-
ta di varij felloni, imprefe dell'arme , tede, te oda di Morte di metallo
Corintio con molti intagli meijì à oro> & altri vaghi e nobili orna-
menti.
Nelle quatro facciate di queftabafe fi vedeuano quatro figure di baflb rilieuQ
parimente finte di metallo dorato,che raprefentauano la Chriftianità,Ro-
ma? Spagna » e Francia piangenti nelle loro maggiori fperanze l'in-
tempcfiiua perdita di chi haueua fparfi tanti fudori, e folferte tante peno-
fc vigilie per la publica tranquillità, e felicità loro .
ScruiuaqucÙafuperba^afedipiedeftalloàvna nobililllma Vrna di forma
antica finta di paragone arricchita di varij fogliami, & intigli dorati nelU
quale fi rimoftraua eflerc le Ceneri del Cardinale , e fopra di efla con pro-
portionato finimento era collocato vn Medaglione à due faccie recinto
da vnYcftone di lauro, e fofteniito da due Angelini inargentati con il ri-
tratto del Cardinale in baflo rilieuo dorato .
Tcrminaua tutta la Macchina in vna Piramide formata da due Alberi , che
da terra s'innaliauano alla sómità di efla congiungendofi infieme . LVno
era di Palma, e l'altro di Oliuo con due Genietti a quelli appefi , chcj
fcherrando con le foglie veniua ciafcheduno à formarne vna Corona , e
con quella Scoronare il Medaglione del ritratto con vno fuolaizo tra-
pafsante Tvna^e l'altra Corona col motto
ET BELLO, ET PACE.
'iìr-:i per
10
per dinotare rcmlnehia à.t i talenti del : Cardinale .néUVil'o J e nell'altro
(lato, hauendo faputo trattare non meno vittoriofamente la guerra, cho
auantaggiolàmentc la Pacejcon la diftintione però efprefla ne i mòtti de i
due fuolaz.zi,che fi rauiluppauano attorno à i tronchi degli arborijleggcn-
doli in quello della Palma alludente alla guerra, ^
VNVM EX NECESSITATE PROSECVTVS,
e nell'altro dell'oliuo fimbolo della Pace
ALIAM EX VOLVNTATE COMPLEXVS.
Per fincerare la rettitudine della fua mente aflai ben'nota alle pcrronc
che feppero conofcereie vollero confiderare nel Cardinale foriofa la cori'-
tinuatione di quella guerra, che al Tuo ingieflo nel Miniftero haueua tro-
uata tanto auanrata, & ripiena d'intricatiiTmii lacci , che ne minacciaua-
no vna lunghifsima durataj ouc che quando piacque a Dio di dargli vno
{piraglio di riufcibile pacifìcatione, non mancò d'inaffiare co*i fuoi fudo-
ri l'aperture , che fé gli prefentarono per partorire alla luce quella Pace
ch'egli haueua Tempre couata nel cuore? come metà delle lue gloriofe fa-
tiche.
Sii li quatto angoli della bafe quadrata fi ergcuano in piedi quatro grandi
flatue inarg'entate,che fofteneuano 4. grandi torcioni accefi,e raprefenta-
uano le due dalla parte della palma
La Fortezza, e la Prouidenza per fignificare quanto il Cardinale fi fofse mo-
ftrato non meno intrepidce forte negli emergenti piùpericoIofi,che prò-
uido,& accurato nclfaper marauigliofàmente penfarc, preuedere, e prò-
uedere à cali inopinati, in modo che alcun fucceflo non gli arriuò mai ne
improuifo,neimpenfato, eperloquale non hauefle dj già pronto il ri-
nlcdio. ;/Jij;:-
Palla parte dell'Oliuo la Religione , e la Giuftìtia caufè impulfiue della fua
applicatione alla Pace, e che con l'accompagnamento di tante altre virtù
ehe armarono fcmpre i lati à quel grand'Huomo , produfscro per Tuo
tncizo effetti tanto auantaggiofi, & vtiU non meno alla Chriftianità , che
ali» Francia
Deir
■Ahhai Elptdiuj Renedutiu Inuentvt:
II ;
Dell'Altare Maggiore .
i.if
Per non defraudare la mcmoriadellc tante virtaofc attioni del Cardinale fi
e cercato d'andarne fimboleggiando alcuna ne i vani c'ha pcrmefso la
piccioleiia della Chiefa . Cosi nel Sordino grande fopra TAltare Mag-,
giore fi cfprefse la figura della virtù in genere, che afsifa in vp Car^-o
trionfale con la deftra teneua per i capelli la fortuna pofata su la fua vo^
lubil ruota , e ciò in fegno del dominio afsoluto ch'egli in tutti i rincon- .
tri mollrò fopra di efsa,mcdiante il fuo prudentiisimo gouerno5&: ammì---
rabilc fuperiorità, èc alii profperi, & agli auuerfi auuenimenti. Con la fi-
nifira reggeua incatenata la Morte che come vinta dalla di lui mirabile in-«
trepidezza picgaua la cerulee, &: haueua gettato per terra il formidabile
inftrumento della fua falce quafi che hauefse perduto il taglio nel troncar
lavitad'vnhuomojchenonfblo ella preuedeua nelle fue attioni immor-
tale, ma che negli vltimi fuoi afsalti haueua così trionfato della di lei in-
uincibile potenza con la franchifsima maniera di mojire^tuttociò efprcf-
fb col motto. ù /. , i,: ì . ;;;r;(iw;. ..
VIRTVTE VtGlT^i ..'njì^lià
Nelle parti laterali dcirAltaroj Maggiore faccuanó maibaìdi due prif^-j
tipalifsime virtù del Cardinale i quadri rapreffemanti la i^à^j QAttìioVi^ci
&t il Perdono'*) oìomu lon o r[iff irbonl h :^j,-i];{ì '. ^^■j[ii olfisrr.-niioT oiJì
Non tremò mai maggiormente TErcfia , chc^ allo fpauento del rcligiofbj
e chriltano zelo del Cardinale Mazarini . Preuedeua quella col beneficio
della pace vn gran crollo alla fua falfa credenza , e non ne farebbe andata
ingannata , fé la di lui intempeftiua morte non hauefle troncate le fila già
ordite contro i Settari; de* falfi dogmi , e deirinimico commune della
Chrillianità . Onde parue non mal'addattato il feguente Motto , che nel
Cartellone di quella figura fi pofc
IN HOS TANTVM INIMICOS
Potrei in prona di quefl:i Chriftiani fentimenti del Cardinale addurre
innumerabili rincontri ne'quali fec'egli marauigliofamente apparire qua-
to gli fofie à cuore il decoro , e l'aumento della vera Religione,il rifpetto,
Tvbbidienza, e fommeiTione alla Santa Sede Romana . Potrebbono così
ridirlo l'Inghilterra, la Suetia, la Danimarca, e molti altri Paefi , ne' quali
per caftjgo di Dio languifcc la noftra vera Fede, e ne' quali pe^ opera del
Cardinale godono oggi i Cattolici effetti tanto auantaggiofi, e piaccia à
Dio,chc non habbiano femprc più à compiangere la perdita di vn sì po-
i.<i. tente
li
teme , e Zelante difcnfore della Religione .
Della fua generofa facilità al perdono parlano tanti viuicfifcmpij delle Tue
magnanime beneficenze verfo i fuoi Inimici 5 che è fupcrfiuo il pren-
dere ad eflàggerarla .
Stimò ognVno relegato nel fuo Miniftero il caftigo ,non vedendofi pratica-
to fé non il perdono , col quale la grandezza , e nobiltà deiranimo fuo
gli faceuano compromctterfi tanto più facili l'emende , e le gratitudini j
ma perche gli huomini fono più procliui al peccare,che al corregger{ì,così
egli fi trouò fouente , come Cefare , ingannato neircfercitio di quella
fua Regia virtù , che diede anche campo alla malignità de' Critici di
condannare quefta fua troppo clemente politica; in clpreffione della
qual virtù fi leggeua nel Cartellone il Motto !uT
POTENS NON VINDEX
Nelle altre due parti à i fianchi dell'Altare alTìfteuano due altre pellegrine
virtù del Cardinale ^ la Carità , e la Clemenza , col Motto
' allaprima. I N O M N E S V!^,
allafeconda- ERGA OMNES
cfsercitate da lui con altrettanta modeftia con quanta gcncrofità. E ben
potrà il modo ammirarne gli effetti nelle fàbriche fontuofe fattc,e che nel
fuo Tcfhmento lafcia da farfi)& a luochi pij, e nel famofo Collegio dcfli-
nato in Parigi per Io mantenimento di (Jo.AIunni delle Prouincie acqui-
siate ) e riunite alla Corona 3 e de i natiui di Roma e d'Italia .
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:!!|iiìi|||lt:i!i|!|!i|i;|iiiiiiiHii!(ji|ii
15
De i fianchi della Chiefa.
Erano riccamente adornate le parti laterali compofte di Tei Cappelle; poi
che oltre Tcilere ricoperte tutte à bruno come erano ancora non folo le
volte delle dette Cappelle , ma anche la principale della Chiefa , vi fi ve-
deuano diuerfe imprefe, e trofèi di Morte di chiaro fcuro con oro , che
in varij fcompartimcnti formauano con vna brillante fimetria vn vaghif-
fimo apparato .
Alcuni fottiUflìmi Vcliriccorreuano con bell'intreccio intorno al cornicio-
ne di mezzo j & altri fimih pendendo con varie ritorte , rofoni , e cafcate
in mezzo delle Cappelle racchiudeuano in forma sferica vna gran Coro-
na , ciafcheduna di fignificato corrilpondcnte ì diuerfe lodeuoli opera-
tioni del Cardinale .
Vedeuafi in primo luoco la Reale, col Motto
REGALI FIRMATO SCEPTRO
per dimoftrare la Regia autorità da lui non folo foftenuta nelle maggiori
turbolenze dellaFrancia nella bafla Minorità d*vn Rè pupillo , ma anche
fattala marauigliofamcnte comparire vigoroià, e vittoriofa con innume-
rabili felici Succelì,chc per la di luiprudentc,& accorta direttione accom-
pagnarono con iftupore di tutto il Mondo i primi anni della Reggenza»
La feconda era di Alloro con due Trombe , col Motto
ET TOG-^, ET ARMIS
Douuta al merito del Cardinale , e come à Letterato, e Mecenate de* Vir*
tuofi , e come à fuprcmo Direttore d'efcrciti , elfendo egualmente com-
parfa la fua virtù ncUvno , e nell'altro con tante proue del fuo faperc,
e coraggio,quantiglorioficuentifìirono meri parti delie fue faggie di-
rettioni. . :'j3iLÌ3;rio j.
La terza deli'Ohuo col Caduceo , e col Motto
PACIFICO .:.,^oiù.,:...,.ui,j
A
Alludendofi alle due principali Paci da lui ftabilite di Calale, e di S. Ciò, de
Luz di sì alte confequenze , & à tante altre , che andaua meditando ,
e follecitando per rinouare al noftro fecolo h felicità di quello di Otta-
uiano,onde con qualche altro Anno di Vita haucrebbe potuto fare fpera-
re con le fue cure , mediationi , &c applicatione di fentirfi dire
TOTO ORBE IN PACE COMPOSITO
. 1 ■; •• /
La
'4 .
La quarta era l'aurata piena di gioie , col Motto
MVLTIPLICI MERITO
Simbolo della perfettione del fuo ingegno aureo , e genio benigniffimo > *
e delle tante virtù fingolari-, che come gioie pretiofe ornarono infepara-
bilmentc Tanimo del Cardinale, nelle cui opcrationi Fifiche , e Morali
apparuc la virtù d'vna particolare afiiftenza del Cielo , alla quale moftrò
ben'cgli di corrifpondere col prefiggere Tempre a tutte le fue attieni per
vnicoj e principal oggetto il buono,e l'honeflo con vna ammirabiliifìma
fuperioriti a tutte le humane pafTioni, onde fu, ch'egli ne fortiflc pofcia .
in quafi tutti i rincontri così felici , e fortunati cuenti .
La quinta di Gra migna oifidionale , col Motto
LIBERATORI
Ben da lui più volte meritata nell'hauere in tante parti , e sì gloriofamentc
liberate diuerfc Piazze dagli afledij,e tanti Fferciti dalla loro diflruttione.
La fella era la Nauale , col Motto
PER ^QVORA QJOQVE
in fcgno delle ^loriofeimprefe di Mare felicemente feguite per lafua
prudentilllma direttione,e delle maggiori che andaua meditado nell'ani-
mo fuo per vna formidabile Armata che con le forze della Francia , vnio-
nc della Spagna,c d'altri Potentati fperaua ben toilo far folcare i mari in
difefa della Chriftianità, & in ficurezza della nauigatione oggi così peri-
colofa per l'innondatione di tanti Corfari .
Pernon impacciare la Machina funerale col ordinario numeroso ornamcn- -
to de'lumi ("prouiftane fufficientementc con diuerfe Vrnc) vedeuafi
abbondantemente illuminata tutta la Chicfa, ne i pilaftri, da quali pen-
deuano tre ordini di candelieri inargentati in forma di morte , & in
gruppi delle fafce confolari , che in tutti fofteneuano più di cento can-
delotti di cera, &: al contraporto del fondo nero faccuano vna vaghiflìma ^.
vifta,maflime con la corriipondenza di 3 00. altri candelieri collocati nel
cornicione di fopra .
r- 3f0ktoib3]ilh fii<q3ub- v
VAI ùuthnr, ^ro ^ aitÌE oh..
olhup ih . ni ùl. :B3i£i wZjobfifiJ :J3lior )
:. ' iJijjioq . ' * oilfs SrwJ.upno^a-
OTI?0\ 3 VLOA^Ì V ) •■: r
Della
■Abhas Eljjidius Benedittuslntientpr.
15"
Della facciata di dentro fopra la Porta.
Occiipauala maggior parte di quefìa Facciata vn gran Cartellone loftenu-
to dalla Immortalità,e dalla Gloria , negli angulli termini del quale pro-
curai di rachiudere à gran caratteri fenza adulationc , e fcnia fchiribizii
d'ingegno nel fegucnte Elogio Sepulcrale l'ampio Oceano della vita del
Cardinale ,
D. o. M.
IVLIVS MAZARINVS ROxMANVS
VIR7VTE, AC PVKPVRA ILLVSTRIS,
VKBEM , ET ORBEiM ILLVStRATVRVS
VltAE PRIMORDIA SVPKA AETATEM 1LLVSTRAV1T ^
IN IVVENf A
MILITIAE ADSCRIPTVS IMMORTALITATI NOMEN ADSCRIPSlT,
ADHVC PVUER PA7ER PACIS SVB CASALE.
E CASTRIS
AB VRBANO Vili. AD l'VJiLlCAS CVRA.s VOCATVS ,
IN OMNIBVS PRODIGIOSO INGENIO CLARVS , ET CARVS OAINIBVS.
INDE
CRISTIANISSIMO RHGE COMMENDANTB ,
APOSTOLICO AGGREGATVS COLLEGIO.
A R M A N D I
CARDINALI? RICHELII AMOREM AB ^ESTIMATONE ADEl-TVS ,
DIGNIOR MERVir IVDICARI SVCCESSOR.
LVDOVICI XlII.
PROPENSIONE , ET ELECTÌONE
GALLICI IMPERll DESIGNATVS MODERA? OR,
REGNATVRI INFANTIS E SAcRIS VNDIS SVSCEI TOR
RFGIAEQV'E SOBOLIS REGIAF TVTRICIS IMPERIO CONSILlARlVS.
Oyo IN MVNERE DICENDVM NVNQVAM SATIS
GALLIA.tO DIRECTORE , NVNQVAM MAIOR , AVT FELICI OR.
LVDOVICIXIV.
EXIMIA DILECTIONE, AC EXISTUlATIONE
EXIMIIS OrNaTVS HONORìBVS .
TANDEM CHRISTIANAP REIPVBLICAE PACE DONArA,
REGIOQVE FIRMATA CONIVGIO,
AD SVWMVM GLORIAE CVLMEN EVECTVS,
PRIMARIIS EVROPAE PRINCIPIBVS AFFINITATE CONlVNctVS,
IN PROSPERIS, IN AOVERSIS, ET IN MORTE
TRIVMPHAN5,
OMNIA SVA PRAECONIA IN HOC VNO CONCLVSIT,
ET IN EO SOLVM GAVISVS,
DEO INSERVISbE, AC RECI,
OBDORMIVIT IN DOMINO ANNO SALVTIS MDCLXL AEtATIS SVAE LVIII.
MENSE VII. DIE XII.
Nel Sordino di lopra compariuano due gran figure raprelcntanti le Mule,
Clio , e Caliope , col Motto in vno fuolazzo foftcnuto da vn Gcnietto
VTRIVSQVE PABVLVM
per figurare il copiofo alimento 5 che le attieni del Caidiqale daranno
ali Epico , & all'Hiftoria à gloria del noftro Secolo j & à benefìtio , 8i
ammirationc della Polarità .
Ne i fianchi di queJfta parpc fi móftrauano l'Elocju^nla , e la Liberalità ,
h. prima col Motto
NON MINVS SERMONE
ci fignificaua la Eorz.a della perfuaGua del Cardinale , con la quale incan-
taua, per così dire, chi l'aìcoltaua: reftindo,e confeflandofi ognVno
vintQ
16
vinto dalla potcntiflìma Facondia del Tuo dircorfo ammirato per ciò co-
me vn nuouo Ercole Gallico , la feconda , col Motto
ET GENIO, ET MERITO
dinotaua la Liberale diftributione delle Sue gratie non folo a Chi egli lo
crcdeua meriteuole, ma anche à chi incótraua il fuo genio,iI quale come
era per lo più portato àcofe altiiTime potè talvolta lafciare qualche de-
' fiderio della Tua munificenza in alcune priuate: Onde le maggiori lodi
in quella parte fé gli deuono per gli atti magnanimi,e da Monarcajquali
per l'appunto appaiono Tvltime Sue difpofitioni Tcftamentarie .
COn tale apparato la mattina delli 2 8. Aprile fi cantò vna Mefla folen-
ne da Monfignor Gauotti Vefcouo di Ventimiglia,con li Offitiali di
Palazzo , &: vna numerofa & eccellente Mufica arricchita di flebili finfc-
nic di Viole , e d'altri inftrumenti .
Vi ainfterono i Signori Cardinali de i partiti Francefe, e Spagnuolo> che
furono Antonio Barberino, Colonna, Grimaldi, Sforza , & Alblli Preti,
(a* quali per fuo particolar 'affetto verfo il morto Cardinale volle aggiun-
gerli il Sig.Card. Albici) & all'incontro OrfinojEftc, e Mancini Diaconi,
con buon numero di Prelati.
Si compiacquero ancora li Signori D. Louis Ponze de Leon Imba{ciatorc
di Spagna, Nicolò Sagredi Imbafciatore di Venetia , Marchefc del Borgo
Imbafciatore di Sauoia , e D. Maffeo Barberini Prencipe di Peleflrina
interucnire alla funtionc ne i Coretti della Chiefà . Fu infinito il con-
corfo della Nobiltà , e del Popolo , à fodisfattione de' quali conuennc
laflare per otto giorni continoui cfpoAo l'apparato; e per compire per-
fettamente i Suftraggi fi andò nel medemo tempo diflribuendo Pane,
& altre carità a' poueri .
Gradifci ò Lettore quello fuccinto ragguaglio, che fé bene è pouero di orna-
menti retorici , è però ricco di materia degna di Lodi vniuerfàli ; e ne i
Succefli così grandi del Cardinale Mazarini rauuifa la forza d'vna Virtù
fortunata, e rifletti alla fragilità delle mondane grandezze, che qual
luminofa fiamma al foffiar d'vn vento immantinente s'eflinguono .
Compatifci la mia debolezza e ncirinucntione,e nella defcrittione,appa-
gadoti folamente della coftanza de i miei riuerenti oflequij verfo la me-
moria d'vn Padrone, c'hà voluto fin negU viti mi periodi delia fua vita
vfar meco gU atti della fua gran benignità, in lafciar regiftrato nel fuo
teftamento co dichiaratione alfai Angolare l'intiero fuo gradimelo delia
mia antica,e fedcl fcruitù; & alla mia pcrfona il titolo di non inutile fer-
uitore della Corona , effendofi di-più compiaciuto di prender da ciò mo-
tiuo di fupplicare Sua Maefl;à à dcgnarfi di continuarmi le fue gratie ,
e Rcal patrocinio .
IL FINE.
IVLIIMAZARINI
EMINENTISSIMI
C ARDINALIS.
E L O G I V M
F V N E B R E-
R O M ^,
Ex Typographia Reuerendx Camera; Apoftolicx .
M D C L X I.
Suferiorum ftrmijìu ,
IMI.HASAM
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ANTONIO
BARBERINO
FR. LEO CARMELITA RREDONENSIS i
Veram ietcrnitatcm ,
t
ABES, EMINENTlSSIMEgpjsTQj^^
Princeps , in bocce Elogio ^^^fj^y a.
Funebri, feruitutis erga te meg
non vulgare monumentuiTi_j.
Plura enim profeto, ftatinij
dum praecepifli , occurrerunt ;
quae me à fufeipiendo oner^_-?
admodum lubrico & ancipiti,
non iniuflè deterrebant . Ve-
runi nec inobediens, te praelèrtim iubente, effe debui:
nec potui , ex meamet indole non effe fidelis . Sueta
nimirum tibi magnanimitate defiincSo EminentilB-
mo Cardinali Mazarino nouam per lufla haec pu-
biica vitam repaflinaturus, meinterea optafli Orato-
rem; vt & qui laudatur oc qui laudat, tui prorfus effo^,
etiam vltra funus, perfeuerent.Parui ergolaudum ab
arte & fuco nuUatenus egens , quas fuggerit abundè
ipfaperfe ferax materia. Ncque vero mihi parum_5
admodum procliui in adulationes , ex Sacro praefer-
tim Suggeftu , praecauendum valde fuit . Dixi nimi-
A 2 rum
>OJ?f
4
rum ia Exequi js, confignocjvic modo Pofteritati , quac
fcrmè nemo ignprat ; quomrnque tota Europa oc
theatrum, & teflis . Ceterum queftu perinde & gratià
procuUfìud etiam modicae gratitudini$ argumentum
non duxi inuidendum .
HANcdemum, Antoni peroptime, anfraéhis
Inter & fcopulos (ummam deputaui felicitatis meae .
Si id habct obedicntia inaufpicatum , quod eft caeca_j ;
fkufto quoque fruiturpriuilegioquod rea nunquam_3
legitimè accufatur, nedurn condemnatur . Condu-
<Sus igitur veftro fòlùm iuffu , meoque mero affedu ,
parentaui defunflo Cardinali, Regismei Miniltro,
reuera vndequaquè Erninentilllmo . Tibique augu-
flioribus etiam titulis inclyto , iftud obfequij erga to
mei per omnia deuotifTimi vadimonium publicis ve-
luttabulis fcribo; nulquam vnquam , fipergisnon de-
dignari , vel in ipla libitina defèrendum . in v r b ]P
KALEND. MAIL MDCLXL
ELO-
PRifiLVWVM
he.
E LO GlYMh
F VN EBR E
DE! voluntate miffusfumj qmfecitme quaJIFatrem\^
Dominum vniuerfce Domus,ac Principem in-omm Terra,
O M IN V M vltam , PrinCipes Eminentis-
s I M I , Ornatissimi Avditorbs , bullam,.
eiXc euanidam hodiè nimis, heu ! nos docet
cKcmplnm luculentum fimul & lugubre Ma-
z^ARiNi . Quidquid oftentant Regaics Aulas
vel in diuitijs opulcntum , vel in dignitatibus
fublime , vel in ainicitijs rarum , & eximium ;
non efìc nifi [vmbram fecali, vanitatemquc OmnU raoira»-,
vanifllmam] oftcndit mors primi in Galliarum Regno Adminiftrijcui f;,^{f ' *
parcm optare faciliùs femper erit, quàm inuenire . Mors, proh dolor |
!llius ^rati pnrcox, Gallio atrox : Europa! acerba , intempeftiua Chri-
/iianitati . lpram,iprara quoque purpuram.,primorque polì: primum
facros apices mox dilabi in cineres, abire protinus in nihil , admonet
vos, o Mortales,fatum prsefens in hacce pompa funebri, Cardinalis per
omnes fané titulos EminentifTìmi . Ita nimirum loluitur Orhis.
Conflati, ^eterna pojìtumquc /e^€ eji ,
J^t conflet genitum nihil.
Diceres vtiquè Supremum Numen perenni rota mifccrc ima fummis,
&quafipila [luderein ifto Orbefublunari.] Brcuesnempe & muta- frtutrh.t.
biles vices rerum funt, & fortuna nunquam fimpliciter indulger . ^
' QviD enimuerò poft tot tantaque ad {plendorem , immò ad ftupo-
rem fperandum magis , quàm vt feculi vota funt, vita felix , partifquc
bonis largiter fruitura ? Ex eo tamen fummat profjpcritatis fafti-
gio,intumulumrecidit Julius Mazarinus: viuere definit rerum qui rrouidcntia-
tcnebat habenas , viam ingreditur carnis vniuerf*e Eminentiflimus ""»**"*'■*"*•
Cardinalis . Vfqueadco [ cogitationcs Mortalium timida , & incerta:
prouidentisE noftrae j tua autcm , Pa.ur-i prmidenti€ Homines , Natio-
nes , Regnaquc ad nutum gubernat, ]
Sic ilU luditf fc fuasprohcit njtres :
Aiagnumque fui monfirat ofìentum-y/ìquis
Sett. Mn !• Con,
Setfjib.i. Merrì
t -•
->■'•> 1-j-i Vtfatur ina. liratust ac felix horA .
-."j
3
Ah?
€ E L O G l V M
iWiN.CARD, Ah ! quim rì\m\\xTi\fr<e[aga mens rnihi fuit, extrema: felicitati nihil vi'
cinum frwgiS) quàm ruin;im , cl^dcrque vltimas . Scis Lutetia , Orbis
Sunwna felicitai f ompendiuip . Scìs &tuRoma, alma Vrbs, Sedefijue Sanditatis ,
quàm fepc ab anno, & ampliùs, ingeminatum à me cft illud ex Sacris
Diptycls Oraculum; cùm confummauerit homo, tunc incipier : cum-
que i? putat florentiflìmum, ruit lapfu grauiori . Ea nimirum Generis
noilri conditio , cainh4cceofHcinahuman3e figulmse rota verfatilis :
, ea, verbo dicam,fors & indoles rerum piane vniuerfarum . Quidquid
éidjummum peruenit-i Ad exitum properat ,
fcfiffiYt r : Solem vide, fuis perennibus gyris dum cuncta cum celo, & fub celo
circumagit. Statim atquc motii lucido , albisvelut quadrigis triurn-
phans,celorum verticem confcendit, properè declinat in occafum.
Pariitidem natiui ponderis momento, vixattigerefiilgentiillma rne-
teora altioreni setheris plagam, cùm illicò ad fuas hic cunas reuoluun-
tur . Quare, &: prudenter cauet medicina Princeps Hippocrates, quo-
tiesahqiiispotiturexquifitailla prxftantillìmaque valetudine, quam
tiiir.x.Afhmfm. athlcti^am &: ^i^ilw appellat ^ fubitò confugiendum ad phleboto-
miam, (ìmiliaque artis ^fculapìca; prsefidia i ne , inquit fcientilfimus
Autor, ex eoquod natura eodem in ilatu nequit permanere, abiuptq
impetu, cafuque repentino, vita proruat in interi^um .
O ftupendas rerum vices l O Lubrica, caducaque honorum cui-
mina I O mira contrariorum foedera I Vixque etiam illas dum vidc-
rnus,&audimus, credendas rcpugnantiuiTi conimifiuras ! Adfum-
mam, omnibuique retro feculis, ferme inauditam inter Homines feli-
citatem, Hcroi cui parentamus, vnum profetalo reltabat, hic viucre fe-
licem . Ecce tibi mors importuna tot triumphis infultat , propemo-
dum&illudit.
Dicarn, AvDiTORES, quod fentio , Etveftra cum venia, liberam ,
qusE Sacrum iflud Pulpitum decet, veritatis Euangclica; vocem emit-
v<u vitrei.,, tam. Hominumvita, fcribit pulchrè & acute vtfoiet Augultinus,
Bla. vitrea cO,quònempe fplendidior, CO quoque fragilior. Sed enim hic
ipfe fpIendor,Ipfaque ipfa fragihtas fpecqlurn conflant noilrf Mortali-
tatis non fallax, non mendax. In caque porrò glacie, puluerem hcct in-
ter & tumuli fordcs , terfiHima '■, nomen, §c gella luli) Cardinahs Ma-
zarini JEmgma compingunt pppofitis, vt in pidura, luminibus & vm^
bris, noftrs retati, futurifque admirabile iuxta &c inexphcabile . Italus
fcilicet, & Gallus:ftrenuusMiles, &iDotì:or Laurcatus. Popularis
fSS'ian»^'' Sacros extra Ordines,idemque Sacra Purpura inauguratus .Extraneus,
& Inquilinus ; ibidem Aduena , & Domclìicus ; CÌiens fimulquc , vt
». «rj.K. ohm Chufai Dauidis,Regum Amicus. Quid vltra expcdatis f Per ex-
trcmas
F^- V N E B R E\ 7
trcmasiniuriasdepreflus, acpropèoppreisus, ficuti è tenehrisfol ìHn- ivi. mazar.
jirior^ €ued;us dcinde in Gentiam admirationem . Perque demum fa-
era pacis, regijque Coniugi] trophsea inelytus, pr^eda tandem mortis
euadit opima Mortalium hoc ceuo famofiffimus .
En vobis, polita per eloqiientia: artes Ingenia , ad laudes Eminen- j^^^^ .
tifllmi Dcfun(fliy?^wamplifIima,fcccundifTìmaque. Eam ego vobis t"do»
remitto, confcientia propria tenuiratis : ntc non materiae reucrentia , . ,•
vires, fi qu3E in me funt, longè fupcrantis. Dicitore nimirum vt fcianr,
mirenturque Pofteri (nam imitati quis Pra'fumat?) toto SuadseSc
Mufarum apparato, magni per omnia Viri profàpiam,Genium, Indo-
lem, Studia : Cumulatas luculcntiùs animi dotes , oris & ingenij de-
cora ; fortunae , famje , virtutumque piane omnium opulentiam toto
Orbe EuropsEquamdiu exploratam, tamdiu notiflìmam . Interca ego
impofitum mihià Superiori autoritate , proprioque animi nufquam
ingrati officio, &: alfedu (cmper conftanti , munus tentabo . lui^um-
que quod ereéìis, crexdo, animis expedatis, Elogium; duohus 'uerhis-^^ro
mearumviriumtenuitate, abfoluam. . -
PARTITIO ,
bfli: 9;
IvLivs Maz^ar-invsdedit se totvm Galliae . Galli A
VICISSIM DEDIT" SE, SVAqVE OMNIA CARDINALI EmINENTIS-
SIMO tERiNDE Et AMANTISSIMO- Ipfequc propterea [Defundèus „^i,^;^
loquens, Abelis inftar, ] prìeire mihi videtur in eledam a me ex lofer,
phinis formula. Qua quidem res ab Eminenti/fimo Regni Moderato-
re in Gallia , fub vno & altero Rege Chrifìianiflìmo, prasclarègeftasj
vobis compendio, quantum dederit Devs fcientiarum Dominus, prò
virili parte reprsefentabo . Dei loluntate mtjjus fum-, quifecit méquajt
Patnm: O* Dotninunt 'vniuerfe Domus-^ac Principem in omni terra, . Gran-
dia , ffùv 0«<2 paucis explicabo . Attendite, fi placet,-& fauete .
IBAT Julius Mazarinus, AvDiTOREs , per paternam iamolimin narratio.
Liguria,Siciliaque: maternaraque in ipfa quoque Vmbria ex Gen- stfrpis vtrìuf-
tcs Bufalina, »o/';7/fa^^w , ad decora honorum faftigia . Peregregiam *^"' °*"'
ftarim indolem, quam faufta nafcenti inuolucra praemonftrarunt , dex- indoies
tro adolefcentiam omine & numine aufpicabatur . Per domefticam Coiumnarmn-.
deinceps praeflantifTimorum Columnarum clientelam , clarafque cum ' "^''" *
prenobilibusMancinis, MartinofTis , & Montijs affinitates^properabat Mjft*"^f^ ^5"
ad fortunam,vt minimum in Italia minime vulgaré. Vrgebatur identi- affimtas.
demad ampliora, bencficijs optimi Moecenatis^ cui ficut flemma
Gcntilitium,Apcs funt mellitifTimjErita proprius charader femper fuit ;ff È/J^.^""*'
nnagnanimitas j fides , candor , munificentiaj ne multis , quod ncmo
A 4 ncfcit,
8 E L O G I V M
f MiRCAUD. ntfcit, conftantcr amaK, idcoquc U vcheraentiùs deamarl . Per vir^
tutumdcniquè omnium paraturam ipfe magnanimus luuenis educc-
indoies. \,^i fj.j g^ propcUebat ad omnia magna . Experturus nimirum, nam U
" ego ipfe dicentem non femel audiui , quid in priuato Homine polllt
fortuna. MagisfenticbatChriftianc,quiddccernat ignota humanx
<,'■■ menti, ad varias eiulmodi fortcs caliganti, Numinis prouidentia.
Si»d«Romx lAM Rom^ in Collegio illoSocietatis IesV florentifsimo vltraata-
tcm, fupraque omnes costancos longè confpicuus, dum Jludtjs huma-
nioribus alacriter incumbit , dum thefcs publicè fuftinet de nupero
tunc Comete Aftrologicas : dumquc in facto dramate primariam
D.IgnatijPerfonam,toto plaudente theatro,repr«fentat. lam apud
omp ut., j^j^ ^j^Qj jj^ Lycco Compiuti notus, ac nominatasi dum Lcgum , lu-
DcAoratus rì^Lic tytocinio Laurea: Do(aoraii pr«ludit . lam per ahemus , vt fefc
fagacifsimje menti ofFerebant, vices Sagi & TogcC , Martis & Miner-
ux,ex acquo inclarefcens. lam defignante,aciubentefclicis memorix
Vrbano Vili. Nobilibus Sachcttis additus&addiótusjitadium fibi ipfe
aperiebat ad fpcs infuctas . lam annis dumtaxat tribus ante setatis tri-
cefimum, prò quo cautioncm , opinor, poltulabunt Nepctes venturi 5
Negouation. politica negotiorum gcftione cum euntìis Italia:, Galiia? , Hifpaniar ,
Germania Principibus, Celebris. Exindeque porro Of£Ìcijs,Pr«iaruri.s,
Lfgatjonej Lcgationibus , toti Europas fadus veluti prodigium ; ibi prima locat
immenf^e deinceps fortuna» &: exiftimationis fundamenta , vbi ceteri
vel maxime ambitiofi, faftigia vix auderent defignarc . Afiertum de-
inde, Scinfertum noftrainter Lilia, vtGcntis (jW/ùve felicitatem cu-
a<idi«iit . rarct; lulto Ituporc lulpicit, etiamnum, Orbjs ynmerlus .
LnimvkRO quotus quifque dì tam parumprudens rerum exiftì-
mator, quirarum 8<infolensiftud adoptionis genus eximi;c Numinis
in Maiarinum prouidcntixjin Franco-Galliam beneuolentiiE non ad-
fcribat? Gentis noftrse candorem iuxta & magnanimitatem,illi vix
dum bene notus, naturse velut impetu , arcanoque inrtin(ftu , prjedik-
xit, pra^cptauit Mazarinus . Adeò certe nihil magis vel in indole-» ,
vel in yotis habuifife videtur ; quàm per ccrtiiHma prudentias , fortitu-
dinis, fideliilìmique obfequij argumenta totum fé Liliorum Impe-
rio oppigncrare,totum Galliae rebus deinceps mancipare .
Teibsizeftio illa Cafulina; quam in politicis ceu miraculum crede-
Pax ad Cafalim. -r n- \ * • • i-» • l ■ r n
renius,nili opusellet Mazarmi. Qindenim, qu^lo, anteada a^tas
protulit tam inauditum, aut quid erteret ventura vfquc-adeo demi-
randum«^ Cafalim , Vrbem Infubrium natura & arte munitilTimam
propugnabat Gallus , Prajfidij principe Torafio , ftrenuo pcrinde ac
felici : Oppugnabant Caftra Hifpanica fimul 8c Germanica , obfidio-
nis
F V N E B R E. ^
nis ducibus, pacis & belli arcibus claris . Aduoiat in «laillum Gallpr xvl UAUfi
'rum exercitus, erumpebat e vallo Hifpanicus < Duae Gemes non ma^
gis propria virtutc, quàm vctcri xmulatione , ferro & fanguine ad vl-
dmam internecioncm magis edam prò gloria, quàm prò Vrbeobfef*
fa decertaturìB . lam aperto in larifiimaplanicc Campo, a fuis Du-
cibus edudus Galliarum Exercitus , pugnamciebat. lam vtrinque.»
ipirabant nihil nifi ferrum, ignem, csedes, ftrages , neces.Stabantacies
aduerfa fronte oppofitx. Equitum cunei , Peditumque phalanges»
Gallis in planitie , Hifpanis intra valium fuis ordinibus difpofita: .
Xibratisiam Scfulminantibus tormentis bellicis, {plendentibus ap-
mis : animifque pari vtrinque cura,& ardore ad viéloriam eredis. Vc-
lites tcntabant pugnam; tum cum adhuc, vtpraedixi ,Iuuenis admo-
dumMazarinus, ne tot Chriftianorum fanguine dadi Italiae litaretur,
mira induftria, felicitate incredibili, bine inde inter globorum grandi-
-li€S,mortefque vndiquè ingruentes, ad ambos Exercitus, qui erant in , ^ ^ ^ ,^
procindu, difcurrensj agit, follicitat, vrget : Ducumque animo s, air : .« .«
itcrnatim curfitans co deducit, vt praelio abftinendum confentiant mi-
, dgati omnes . Tandemque pilei motu, ceu vocaret ad liberta te m,pcf
turmas &: agmina pacem clamar, pacem vtrinque conclamant vniuer- P/174.
iì . Moxque [fulguribus verfisin pluuiam] pofitis Gentium ex cequo
ferocioribus animis , armis depofitis : coeunt, fimul mifcentur Ca-
ftra, hoftes mox ante infenfiffimi dextras iungunt,ofculis CcCe vicifTim
amplcxantur: plaudunt, laetantur, ouant, conuiuantur . Et quod
prodigi) facicm habet , reportata fine fanguine hinc 6c inde vi(^oria ; ;
neutri vicli, vtrique vifflores triumphant . Inde noftris porro cis Al-
pes Focderatis , pax tranquilla & tuta ,
, . Sponfalia illa profedo erant, AvditoRES, & pignora noftrum erga
Imperi um affedus in Mazarino fmgularis . Quo certe minùs mirum
videri debet fi, ab eo fignanter tempore,optimo hominum Trutinato-
ri Cardinali Duci Richclio eximiè approbatur . Si Ludouico lufto
Regum Chriflianifllmo, inuidiflìmoque vltra modum praediligitur .
Siquc dumviuunt ambo, impetrata illi ab VrbanoVIIL Sacra />»»•- «««aturin-é
pura: dum paulo poft abeunt ambo pariter e viuis , JVla2.armum
ftiblegerunt, ille in Minifterio fucceflorem: ifte primarium in Regno
jMiniftrum,Vidu2eReginaEOraculum, geminae Prolis RegisEdu^p
catorem ac Moderatorem .
Et vero , Avditores, noftrum Uo^^tyitnìov Celi munus ,
Orbis delicias, fpem & pigrius Imperi) , è Sacro Fonte fufcepifle tam
rarum, quam nouum : vixque vili, quod fciant Annales, ea forte retro °=]p'>"" ^*'"-
concclfum.Nempe quodnofter Ludouicus Theodofius vicennali
iziiV J 5 parta,
io ELOCIVM
2Mm.CAiii>. pittUt(t««ngrandioribusfolct Natiira) elaboratllSfl^,<ìt:bcuJrC6-
ló* Quod m fpcm Regni natus, Borbonio Patri Chriftianiflioio,
MatriCatholicasAuftriacac. Qu.od in Europs Vitì»riam, Si.Orbis
Pàccm; ftatiuai apud nos , fcd Maiarino deinct^.. mctatorc > feiici-
tati» l i^ e U:-^: . )i.i £il i . r. . •■.■.sbiii
O tutójHctòumfbrtunatiflfìme , fdices manus j qujB Francis Re-
gcm in Sacro Lauacro quafi pepererunt : Ecclefix Primogcnitù ex illa
per Baptifmum matre adoptionis, quodam modo enixse funt ! Sane
Chriftianos fieri , non nafci , meditate olim didum abs Hieronymo ;
addo vtiquè, & Reges . Noftris etenita adnata videtur , potiùs quàm
innata : nec tam genitura; , quàm patcrnx mortis benefìcio qusefita
Regni Maieflàs . Scilicct gloria Liberis poithuma eft , quippe qui non
aliter quàm Parentum funere Imperio inaugurantur . Chriltiani quo-
que, puto quia & Reges, Patris perindc , & Impcratoris fui Christi
Ktm.6.ceiofx. obitu, [ per Baptifmum illuminantur, regeneranturque in Regale Sa-
»«i.<. i.r«/.». ccrdotium:'J-* ■ ' - -
Qupditaque geminatis Elogijs in noftro Adeo dato prsecipuum
crainet, hoc palmare cedi t Julio Cardinali. Rex Gallile deftinatus,
inox & Celo editus; vtroque grandi titulo fé Emincntiilimo Spon-
fori fuo & Sufceptori j Propatri &EruditoriaEternùm vendicabit;
Quod, inquam, Ludouicus XIV. regnar, debet quidem nobiliilimse
Profapias. Quod autcm regnar fcliciter, tanti debet Adminiftri vi-
^ilijs & curis . Ncque priùs coppit ièu viuere , feu regnare noller
Exordiafeiicia. Princcps; quàm fc fcnfit «tatis fusE , fuique Status Moderatori pJuf^
quam Gordio nexu deuinóèiirimum . Regias illius cunas lauro , &
palmis inumbrauit Regni Curaior Mazarinus . Per bui us artes acla-
borcs adokuit Ecclefiae Primogcnitus , vidorias inter & triumphos .
Nondum retate maior, iam per fui Cardinalis prudentiam ac felicita-
tem Maximus . Adhuc Infans in ipfaque prastexta , iam Poliocretes :
Vereque Hercules, monjirafuperauit priufqu^m nojfepojjet .
SvHt.in HtrcHi. • SciUCET Ìntegra?, ac plenaria? itWcìiiùpr^luferunt , lulio Conful-
^ tore, Duce Cardinali Mazarino ; continuata nobis Celi» TerraEquc
auipicia, Sed quae illa Deus bone ! quor, & quanta! Rupis-Regi^e ,
VnmxVx&oùn. Xhconis-Vill«, Grauelingx : mox totius Inferioris Gcrmaniac , ad vf-
que Rheni vlteriora ; demum in Belgio, in Catalaunia : ipfa in Italia ,
marique Tyrrheno praelia, vidori.x , expeditiones , obfidioncs , cxpu-
gnationes, aut deditiones vix credendse .
i« Superacceflit pax cum noitratibus Germanica, qua Galliae Im-
perium & audum, & magnifica decoratum . Immo & ifta ipfa cete-
rarum domitrix Gallia, proprijs fadionibus lacera j pernolèrum He^
. 'j^«q roem
F V N E B R E. ,1
rojcmfii)i,fuoqut Regi felici 01 me rcdditaciK Tandcmquclìiupente ivl. wa2ak,
toto Orbe, Vixtjue etiam dum videt & gaudct, Cms credulo j Pax illa
GeneralisChriftiano-Catholica, aufpicateNuptiarum fcederciancita ^*'' Generali»,
fuit . Et piane» quod mirabili us, vno prò Gallis Caduceatore & feciali ' ""''"* '''"'
Maiarino ; folo ilio, ilio Cardinali Proxeneta fimul & Paranympho ,
Vtnon legitimèdeDefun«a:o,c]uemmiramur & lugemus, vfurpem
impraefèntiarum , quod olim de Magno Theodofio Gallus Orator ;
tinguJièfortHnamtHUmexpendjh^uifquisidde te tuntàm quod fieri po^ *'!!",„ yZ'y^'^'
teji 5 credit ,
_ Vicit nerape ipes omnium, ferme &: vota , Eminentiflìmus Regni
Àdminijfter , Eaque generoiìtate, beilo : induftria , paci ; felicitate-» ,
Vtriqucoperamnauauitj vtfuamfortunam vix fcrat Gallia, Europa
miretur attonita: dubitaturaque fit Pofteritas plus-nc debeamus^-
pienti/Iìmo , felicilllmoque Cardinali , vel quia bellum vic^orijs, vel
quia viiflorias pace lluduit coronare . Ita fimuI ac femeljulium Si-
dus & Marti, & Concordile, oc Hymenseo fortunatiffimè illuxit .
.-.HaEC nimirum tot ac tanta, vt vidctis, non plufquam delibo , Prop^
tcrcaquod 6ctemporisangulḷe,Geographorumritu, immenfa brc^-
uioribus puntìiitijs claudere me cogunt . Et fruftra de cctero aduoca^ *"'"""' •
rentur in fubfidium, Eloquentice pigmcnta^ vbi non meas modo, fed &:
cuiufuis perfediffimi Oratoris vires fupcrat materia ingens, grandique
Hiftprix aliquando fulfedui-a ,
Satis igitur modo fucrit in prxfenti Exequiarum pompa , propofir
tuminitio Conlìlium pemrgcre. Mutua, iniquam, Gallio; ac Maz.arini
vdutfponfa/ia identidem concelebrare . Totum fé ille dedidit lilijs
CaUÌ3e candidirsimjs, Totam fé illi Regia Chriftianifs ima ^nobili
holbmento rei'ignauiE . Sic per viginti & ampjiùs annqs quidquid flo-' Mbc"? Gain* .
>> 11-" r ^.^ VT rv ^-1 ^ -L r • ^ '^ij^-^rw'^^-
rct Oallia, jecundum Numen [a quo ex omnibus terrarnonbus eligH fia.
tur iilium vnum ] debet prasfcrtim Mazarino . Sed quàm vicifsin) 4.E/^,f.s. ,
ipfe, ipfe fé debebat; tam ipfe fé confecrauit Deq , Ecclefia?, Regibus,
ReginisiGalli^edemum, paucisvtabfoiuanii, vniuerfaj. Sieadmira-
biii foìnoris commercio mutuorum tot benefìciorum vfurap bine &c
bine rcpofcuntur, quafique certatim refunduntur .
Quareitcrum ad te conuerfus, Italix decus, Rom« fpjendor , Gal-
lile hopos, Europoe totiu§ ornament^m, femel rcpetam, dicamquc ite-'
rum -, quod in te , lulij Mazarine , fummum eminet, Gallia^debes :
quidquid viciffim modo Gallia reflorcfcit , praccipuc debet tibi. ^
Recepjt a te, quarcumque propemodum habet hoc ìeuo indyra . Inte-
rim ncquaquam ingrata, quando fìbi per te reddita , tibi prolixiùs im^-
pendit.\sniuerfa . Ne tu vero faeeres verfuram, totum te iili, de in foli^
Ug,".- ' dum
J^ E X O C r V M
EMiN.CARD. dum,advfqucvlrimumvit« {piritum rcpcridifti .' Et piane cètcrism
Regno natis madarc fc publicas rei , iiiftum èc pium : Extrancis , be-
neuolum h vni tibi à luftitia fimul & charitatc , religiofiffimè incum-
bebat . Innata vero , AvDXTOREs, Mazarino generofitas, exoluit cii-
mulatiùs xs iftud regium , dum fcilicet magnanimus perire non dubi-
tauit modo falua efìct Refpublica , Regiaque autoritas .
Ea propter ( nam & iuuat memini^e lahorum ) femcl atque itcxum
exiorrem ipfe fé fecit , voluntario , eoque olim intcr Athenienfès gla-
riofo per Oflracifmi tellulas, exilio j vt fé ipfa fruereturGaliia, fuo Re-
ge Lutetia : Rex Tua Vrbe , fuo Regno . Adeò fé propemodum de-
bent ambo , Rex & Regnum , huius vnius aut impcndijs , aut dilpen-
dijs. Quippe-qui, tonx inftar, fpontè fé obtulit naufragio; exploratu-
un.i . i-yj 3n iiQc etfufo in mare oleo , ceflàret tempellas i
Quàrnverò fpcciofum, immoRomanum,immo &Chriftianumj
vtilem fé prseftare publiea? Rei , capurque fuum prò alijs deuouere ? Ac
iftud quidem , non per facinora folùm egregia : fed per conftantiam
c«nflaiitia ia_* quoquc noftris in Ecclcfja: caftris,Heroibus,fi dicerc non eft nefas^ro-
dupiitiabfent]» peniQ^Juni armulam . Vidi ego illam , neque profeto citra ftuporcm,
teftis nequaquam fufpe(flus . Vifufqne ille mihi , immo & vniuerfis
non zoilisot non inuidis; facer, dcuotus Regis & Regni. Indcque
adeo 5 vt eft rerum viciflitudo , fuetaque & admirabilis celcftis Proui-
uidcntiac difpcnfatio , creuit ille per vulnera, quam ballami naturam
cfìfe merriorant Eruditi . Et palmsE inftar , Rebellium faétione tantum
non obrutus , rcfloruit fub pendere vegetior.Adeò nuCquam defuitei *
perpetua in ciubijs rebus jeiicitcìs .
Nobis deinde poftliminiò r<'y?;>«r«j nofter velut alter Mofes>Ho-
minum certe vt prudentiillmus ita & mitiffimus , pari fuae magna-
nimitaticlementia hoftesfuos etiam fècit veneratorcsjvt Maza-
Reuerfuseum «• I « O tot atrocibus, iteratifque iniurijs ofFenfo nemofe ofFendiflé
malori gloria, fentiret . 5
Morbus ictha- Qv 1 D (^ o D TANTI quoque Viri agritudo prolixior , acerbior ;
J"' illius Pacis fru(3:us eft felicilfims , beatique Coniugi) per tot fìidorcs
ac vigilias procurati \ Exhaufta nimirum optimo Cardinali valetudo
eft , vt Europa» pax acquireretur , Gallise robur firmaretur . Hocce ve-
ro facinus,ò Devs & Caelitesj quàmrarum, quamqueproficuum,
quàrnverò dignum feculorum commendationefempiterna?
cmUu Sacrae Veteris Teftamenti Tabulae matrem narrant pene eraortuam,
dum rixantes , prasliatefque in vtero Fratres duos, totidemque Gentes
enititur. Sorte equidem fimiliter diflìmili, Mazarinus fcederis pater &
patratorduos intcr Reges poc€miinmos(nam fé Reges mutuò Fratrc$
appcl-
F \^ N E B R E. 13
;ippelUn£, &crant vtiquè Confanguinei) mortcm piane obijt in par- iv^ maxa&
tu ilio Pacis , feliciilìmo . Ita parum fibi vixir , nobis totus .
Qujn etiam, quod mireris ^ ames, Tapis cnim Chriftianè ; in ipfo-
fuet corporis laiìguorc & interitus confinio , quotidic palam deficienti
vircsreaccccndjt^f/«jEcclefi$.Animofiùs nempc quàm permittebst E«iefia. ^
moibus lethalis, ponfpirat Cardinalis Mazarinus cum Ecclefia? auto»
ritate fuprema . Cpllaborat itidem Regi,vndecjuaquè ChriftianilTimoj
vt infauli-c NoyitateS) Imperio haud minùs quàm Ecclefi.r cxiriales ^
ftirpirùs eradjcentur.lamque proprio marte & ardore volantem,decC''
dens Cardinalis yirae fuse fiata vltimo noftrum impeUit Rcgem,
pcclefi* Priraogcnitum , ad ferendas fuppetias Marri &c Impera-
tori > vt a ecruieibus Chrillianis, dcpellatur Tyrannis Ottomanica. .
Vittus fcilicet moricniquc intellexit illam qua radipbat purpuram,
radium eife diuina^ lucis jcuius mutuato à fupremo Pontificc fplendo-
|-c,totum ChRjsti corpus fandiifi me colludratur. Vrqucadeovc-
rumcft^ AvDiTQREs 5 vitam Mazarmi, mortemque nonvulgaribus
laudum encomi js meritò commendari .
I iriVEJlVMEMM nihil magis animum afficit meum -, nec tantse jadura: Mor$ chriniana •
fblatium maius j quàm Hominem, cererà occupatillìmum, Moni va-
cailè pej- omnia Ghriftianse pietatis &: ofììcia>8<: munia ,. Poft h3ec enim
( liccat niihi ,Avditores? iftud, à facra Machabsorum hifìoria
tantifper imitati ) decidit in leUnm-,^' cognouit (juia moreretur „
£t pojìh^c. Ahi miras,ftupcndarque , vt dicebam initio, rerum
humanarum vicifTitudincs ! [ Deijcimur, dum alleuamur : Tubitò defi- ffiim.jt.
cimus, ac veluti fomnium in nihilum redigimur . ] Btpojì hac 1 Qu3e-..
jiam porro illa ? Meminiftis puto , Avditores , eflìcietque tanti Viri
grata rccordatiojYt nufquam futura Polleritas obliuifcatur. £t poji
k<ec . Scilicct , vt paucis refupiam j poft originem vtraque rtirpe com-^
mendabiiem» poft naturse dotes eximias : ftudia non poenitenda , for- ^'L^'J^-q ji* ''*'
tuncE donaria ìplendidiiTima . Poft officia bello Òc pace decora , pcli-
ticas rerum adminiftrationesincredibiles,fucceflus vltra modum fe-
lices . Pojt diuitias Craflì & Luculli opulentiac forte non inferiores, fa-
mam circumquàque diifufam ; Curam Regis, & Regni Indefcfiara .
Poft la;ta illa Pacis fuedera , cui faltem debctur non priuata modo, fcd
etiam publica totius Humani-Generis, noftrajque praefcrtim Gentis
impenfjor gratulatio . Ac ne demum abeam , vt liceret , in infinitum >
poft tot bumanae felicitatis miraculaj ecce claufulam, ecce cataftro-
phcn,cun<^is Mortalibus vfquè ìngeminandam» nec minùs extime-
Icendam . Stpojì hatc , decidit in iettum . Quodquè maioris apud me ,
pundofque Chfilliaftè fcntiente,^, momenti eltj fmgulari Numinis
'. :x Indul-
i s .-:9tr
14 E L O G 1 V M
fiMiN. CARD, indulgenti^ , Christi^ve Seruatoris non quotidiana benignitate j
comouit quìa moreretur . . .;;.Lt
Damhi.}, Infolens olim Nabucodonofbr ftatua* illi quam vidcrat in fomnìs
capite aureo, pedibus luteisj lìgno a fé fabrefatìo , remota argilla
JJmft^lii.'^''' jx^des CubUituit piane aureos . Rationemcuriofiùs percontaris? Bo^'
fiurnfadium, impromptu cft. Rarus Inter Principes éc Magnates inue-r
nitur, cui grata fit mortis recordatio . Ornnes vtiquc amandant procul
vltimi finis fui raemoriam . Parumque abcft quin , vt alter ille Impc-
rator luftinianus , abblandiantur fjbi de immortalitate . lUam certe
ycihì Imperatores Romani , fiditia Apotheofi folari nitebantur ;
Mortis neceliìtas iugum profedo in altiori fortunse gradu pofitis,
iccL'Us.. durilfimum . [ O mors qjjàm amara eft memoriatuà, homini pacem
habenti. ] lulius Pacem condedit Europse . Infubflantij fuìs-i quis vn-
TfAì» 17. quam priuatus tot diuitijs &: largitionibus efrioruit? Vtro quiete^ quem
cnim alium non conturbant dolores mortis, & inferni pericula ?
Enimuero mors Mazarini opus eft haud vulgate fortitudinis, & nimi-
rumgratiaj Dei perCHRisTVM lìngularis.
^'' ^ Quis enim in feculo, & mter fortuna cultores optet fortunatiorcra !
Supra communem orbitam, fupracjue propemodum titulos omnes
procul euedusCardinalis Eminentillimus, feculò & fortunse valedicit*
Cogitat de vit^e termino, aptat ipfe fé feretro & libitina: • Pedetentim,
ceu debitis Chriftiano paraturis , mortem prseguftat . Et cognouh quia
moreretur . Nempc EcclcficE Sacramentis ritè initiatus. ^r cognoun quia,
moreretur ; fui fciiicet plenarie compos,Chriftianis Maieilatibus ad
morientis preces cuni largo fietu dimiiTis,fubCHRlsTl oculis Crucifixi,
in coetu & corona Prsefulum , Sacerdotum , Regularium; firma fronte»
ingentique pedore finem vit^e expedat . Sic , fic Avditores , dece-
bat , non ampliiis Vcfpafianum Imperatorem : fcd CardinalemMaza-
' rinum ftantem, vigilantem, agentem expirare j & afpirare ad coronas,
tot meritis , vt fperamus & vouemus , repofitas in ìeternitate .
MoRTvvM quid dico ? Viuit Hcros Immortalis in fui nominis fa-
ma , fparfa iam Terrarum vbiquè . Viuit in prseclarè geftorum me-
moria , apud Pofleros fempiterna. Siquidcm
jinte nafcetur feges in profundo-y
Quam eius iaudes P opti li quiefcant .
Viuit in Amicorumfmu&: pecore, quosveros ipfe thcfaurosdidita-
batrquofque pergcns admeliora, beneficijs deuinxit in iliorum re-,
cordatione & affedu nufquam perituris . H<ec nimimm in illomm am-
j^nMi.^. w/^y temala. , haspulcherrimas ej^^ies intellexit ^ manfuras .
At
Jacit.
Hxbr.g.
F V N E B R E. 15
ht qua^-nam hoc fé ingerir loco, ceu in emblematis, vir^ ac mortis ^^^- mainar.
interpolata contefleratio \ Fortaiììs confufà rerum multitudine ac ma-
gnitudine memoria fufpenfam , velut in ^Equilibrio , meam mode de-
tinct orationem-Vitam nimirum tot gloria characleribus admirabiliter
impreflam? timet pratio defercre . Sed magis multò veretur ne, vt ma-
teria ip{amet,euadat immenfa. Mortis dia oc diu lugendae imaginem ,
animus iuilè auerJTatur. Vcrùm vbi celì'at vita,grandi noftr^e Mortali-. '
tatis documento ^ Elogiumnec debet, nec potelt vlteriùs progredì.
Omnibus Tcilicet Homiiiibus, eximitur nemo -, omnibus profeclo
(^ ftatutuin eli immobile, lexindeclinabilis ^ yt-wf/wor^. j Enimue-
ro , quod fullùs & neruolìàs profequitur pallìm verter Seneca ; niors
{iia natura indifferens, qualis autem illafit, illud dcmum pretium
opcrx eft . Qiialem porro fortitus cft Hcros Maz.àrinvs, diu
exp€(fiatis . Adliucque, vt Tolet in re curioiìflìma , follicitc inquiritis .
AvGVSTi funus porta triumphali inucdum, recitantAnnales Ro-
mani . Natus Roms^j Lutctiae non dcnafcitur Mazarinus : ncque egre- yi„„,,i,^^
ditur e vita, nifi triumphans.
Si ctenim Pietas-, vt dcbct , imprimis requiriturj omnibus Ecclefi^
Sacramentis legitimè perceptis , coram figno falutis Crucifixo , inter
Sacerdotum & Afcetarum prccationes : inter Rcgias lacrymas , Auli-
corum gcmitus,Amicorum fufpiriaipablicaque totius Luretia; lamen-
talo^ Ibiemnes indiclas in Templis llationes dicm claudit extremum.
Si Conftantia ddìder^tur, mortem excepit inrrepidus, immo oc \x-
tus .. Si Vigorem animi fcifcitaris, ingentibusnegotijs parem? Vt lam-
pas mox extinguenda , fulgentiùs fcintillans micat j reHoruit itidem
vigor Mazarini , in ea vitx periodo vltima . Inftarque miraculi crit,
Taltem apud Poileros, quando cefìat inuidia^ mors tot preclare gefìis,
iplà prppemodum vitafxcundior . Solis namque& Aftrorummore^
quìE in occaiu lucent fplendidiùs , gaudcntque motu irrequieto ; non
deficit animus, in noiko Heroe diuini vigoris portio nobilillima . Sed. '
caduca dumtaxatvitxhui US [morsreueradefluens J peromnèsnu- ^"^'f-Uf
meros expleta , fuccrcfcentibus aquis , placide ac pacate cxtinda eft ."
Ex irta quidem , Avditores, fi Chrirtianè mecum fcntitis , laus eft in
Cardinali Malanno ficut vltima,fic potiffima . Finientem igitur illum
videte , 6c lugete . Me vero tantifpcr audite , &c ad littus appellentcm
vertra , vt hadcnus iecirtis , benignitatc Se patientia fauftis ad portum
fauonijs deducite . •■
['£ràpc ex Bafilij fcitiflìmo acroamate, pidor cft omnis Homo ; ^^^q^j^j^q
.quandiu fub térrcnx huius carnis rpolio,vrlut fipario, moribus
.iL.i' fuis
i6 E L O G IV M-
EMiN. CARD. {\jis 5^ opcribus pìngit alicui tandem srernitati.Ifhid autcm Mazarino
Qnifque pingir, pr^Ecìpuum ac palmare quotus quifque eft qui non confitcatur , qui
dumviuit. non demiretunqui etiam,vr[melioraintcr charifmatajpropemodum
i.ccr.ii. ^^^ inuideat i Vitam fcilicct tot adoreis inclytam , tot rebus praecla-
Ffttimììs règeftis illultrem laudabili exitu abfoluere ; quale porro & quantum
putatispro Homine , prò Chriftiano , prò Cardinali? Extrema videli-
fiin.}i.c»p.ìo. f-gj. corporum facere , fcribit eleganter Plinius Natur^e Polyhiftor, i^de-
(ìnentis piHur£ modum concludere-) rarutn in. fuccejfu drtis inuenitur ,
Venufta: comparationis cnarrator accedat D.Hieronymus . Vtiquè in
Chrilì:ianis,ait magnus EcdefiiE Pater, non tam qusEruntur initia quàm
i,au ''^ ' ' finis . Eaque proptcr folus credi profedo debet vixifìe felix, qui probe
deuixit . Ncque maius gratÌ3E àCHRisxo priuilegium, infignior-ue
Numinis indulgentia mihi, cordatifque omnibus exiftimanda cft;
quàm praeclaram vitam>necdum in noftro Cardinali fexagcnariam-j
piacum morte commutare .
QviN vero iudicium hic appello Veflrum , Avditores , rogoque
fcntentiam. Ecquid, amabo , vobis videtur de vltimo ilio, aliquot ante
obitum dies , apparatu. fané mirabili ? In ilio, inquam , vltimo appa-
ratu moriebatur-ne an viuebat &: vigebat ; qui fui, rerumque compos
tot pulchra, tot amoena, tot opulenta magnanimus deferuìt? Qui Fa-
miliam fplendifllmis matrimonijs,ampliirimifqucfortunis cumulauit?
oniesitinmer. Quj Rcgem Alumnum , virtute adhuc magis quàm fceptro & diade-
'«-» • mate Auguftum , de Regni Myfterijs fapienter edocuit . Vnàque Ger-
,. , manum haud minùs ingenij pr3erogatiuis,quàm natur^e priuilegio
Vniciim ; de concordia inter fratres, Itirpis praefertim Regix , tam ne-
ceflaria quàm rara,prudenter commonuit? Qui Gallici Herculis, Prin-
cipis Condii , affedus ad vfque lacrymas blandiilìmè emeruit, ftrin-
xitque vinculo adamantino ? Qui Aulam cernens in fletu , in plandu
Regem ac Reginas : inludu Prsefules, Principes, Nobilesj Regijs Ma--
ieftatibus valedicens, omnia labentis iam vitas confilia conuertit ad
anims falutem ? Qui eam vt fecuriùs promoueret , poft recepta , quae
mox infinuabam , Ecclefise facra viti ma & fuprema ; nihil habuit anti-
quius, quàm vtin Alexandri Pontihcis MAxiMi,Sand:ifIìmique
per fuum Nuncium benedizione Apoftolica, vltimos fpiritus reueren-*
ter exhalaret. Idque vtpalam &impenfiùs teftificaretur, figillum appo-
fuit fmceriirim;;^ obedientisc Epiftolam manu morientis modeflè,picy'
polite exaratam? -.'à
RccitatHiftoricorum inProfanis vetuftiflìmus, Architedum Tuo
K,rtd»f.'ih.u 5BUO pr^ ccteris , infi^nem i poftcaquam Dclphicum, credo, TemplunT
Apoìlinj, cerrantc cum natura arte ex aedificauir ; mortcm vel pbti|;^
nuiflc >
"F V N E B R e; 17
«ui0c> ve] rcccpifse, in collat:^ felicitcr operx pr^emium ac mcrcedem . * ^^' ma^ai^,
Templum abfoluit Mazarinus prudenti^ Prii>ceps, rerumque agcnda-
jrum noftra aetate nulli Tecundus . Templum dico yirtutis, glorile , pacis,
jegijque matrimonij . Et qua; alia > vos precor Avditores , dignior
remuncratio 5 quàm obtentus,aut oblatus à Deo huiufmodi vir^ finis,
qui non poteu Icgitimè credi nifi tranfitus ad nieliorem \ Atenim
^uis talia fando pemperet à Ucrymis \
Abis ergo, Optime Ma2l-arinEj ab ifta noftra Mortalitafis infla- Apofiropjie ,
tilitate.Abis 5 Heros Generosi ss iMEiàF/>(iiquaE,ex Sacris quoque
Ora^ulis [[ vpluitur vt rota, fugit vt vmbra, currit vt nuncius yelox ,
volat vt nauis , tranfuolat vt auis , rapitur vt fagitta , prsecipitat vt fui- ^'^^ *'*'
gur: tranfit in imagine , praeterit in figura euanida; vanefcit demum ^'^•^•
in fumos , in cineres , in fauillas . J Abis , Svavissime Princeps, fed rf4im.it.
heu 5 heu ! quantum mutatus ab ilio ? Heri diues,5£ opulentus : hodiè i.cor.y.
mortis prsBaa, Ipolium Libitina: . Hcri inpalatijs, infupelledile, in
dclicijs : hodic in feretro , in loculo , in fepulchro . Hcri circumftante
Aulicorum turba, radians : hodiè in vmbra mortis folu§,ac lìlens . He-
ri Romx fplendor , Italias gloria, Gallio moderator, decus Europse .
Hodiè ( in momento fiquidem pcrcffluit omnis mundi gloria ) fi ca- ^"''■^•
duca folùm refpicerentur^vix aliud quàm magni nominis ojml'ra. Omni-
nò fic fé habet noilra Mortalitas, concludit appofitè alter cruditus
iuxta & piusCardinalis, Petrus Damiani. §^i hodiè indititur purpu- £pin,7.fJjgmr;
ra -i cras tncluditur fepu/tura . Hodiè ani omnibus dominatur -, cras a
n^trmihus faBi putredo corroditur . Hodiè regalihus infulis redimitur ,
cras 'vilihus panniculis examtìte cadmer inuoluitur . Hodiè fplendet co-
ronatus in regalis excellenti£ foliOfCrasfetet mxnidus in fepuicfjro .
Viuis tamcn,EMiNENTi^siME Cardinali s,tui parte meliori. Et fi
nofìrx preces ac vota non funt irrita, viuis in anim^ refrigerio : inque
gloricE nufquam interiturse feu fpe , feu poflèffione , à Deo Chrillianar
huius pìlcihx per Christvm agonptheta , fandiori purpura aut iani
exornfitus , aut propediem exornandus .
Perge porro. Magne Heros, illasinter lucidiflìmas Sedes, mov
vt Devm fquod efrìidim deprecamur ) habebis prppitium ', concredi-
to ribi j (Jum inter nos viueres, à Numinis prouidentia officio , prò no-
bis etiam atque etiara defungi . Perge Ecclefis Catholicse-Roman^,
per confummat^m in Celis charitatcm adhaerere . Contraque Nouita-
tum pfeudo-dogmata, & imnianem Turcorum rabiem zelo vere Car-
dinalitio , fandioribufque adhuc donatiuis adiutare Chrirtianitatem.
Perge demum , Inclyte Ma;:t«e/iw« •> Regem Lodouicum , Augu-
ilani vtramque Reginam : Regiam Profapiam, Regnumque totum
bene-
i8 ELOGIVM FVNEERE:
ivl^mazar" ^^neficijs cumulare; vno verbo, Gallicas res eaipfa qua viuus inuigila»
fìi,follicitudine ac felicitate promouere. Faxitcjue Dbvs vt per poiì:hu-
ma tU£E incomparabilis prudenti^ fpecimina , feminaque i in tribus
fubledis Tibi à Rege Regni Curatoribus, Phocnicis in modum reui-
uifcas .
Ita vouemus omnes , ita ominamur ; vt quod foelix , fauftum , for-
tunatumque , D e o lìt deinceps fuus honos , Ecclefise decus , Optimo
Pontifici Alexandro long^vitas Petri . Lodouico Regi, Ecciefia: &c
Pap2E Primogenito , per miracula iam maturo, iam Trìumphanti, iam
Pacifico , iam in Patris nòmen & fpem initiato : Reginis , per omnia
colendis •-, fit , inquam, ex formula Chriftianorum veteri , vita prolixa-^
Jmperium fecurum , Domus tuta , exercituS fortes : Senatus fìdelis , Orl:>is
quietus'-y & qu<€cumque tiominis-, ac C^faris njotafunt .
N O s interim qui vitam nouimus , fufpeximulquc tanto radiorum
fplendore coUuftratamjdebita apud Devm pietate, lufta religiose prp-
fequemur . Tuique femper nominis memores , qui dudum fuimus cul-
tores fidi ac fmceri;
Te veniente die , Te decedente canemus •
Orabam iufliis , vos dcuotiffimi perorate .
-uiì oi<;(f oij
r rrtcvt
JLi Jlj Lj
G E
F VNEBRE
D E
L'EMINENTISSIME CARDINAL
IVLES MAZARIN.
A R O M E , a rimprimeric de la Reu. Chambre Apoftoliquc.
M. DC. LXI.
Auec permifsion des Superiei^s
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5' A Y receu avèc refeed le comman- sp i t r i di.
demant qui ma elte lait, detra-
vailler à TEloge Funebre de votre
premier Miniflre. Randant cete
preuve de mon obeiflance, ie con-
tinue celles de ma fidelità. le (iiis
^-trop peu de cho(è. Sire, pourque
V.M.fèfouvienne que cete conflante fidelité à to-
njours efté entiere , méme pandant les plus grans
orages de votre Minorità ; qui nónt fervi après tout,
qu'afaireparoitrelaprovidance de DiEV flir votre
Regne : rehaufler la glorieufè regence de la Reine
votre Mere, fignaler là prudanceòc la generofitò du
Cardinal Mazarin , 6c ouvrir la porte aus triomphes
de votre vie. Mais aufli V.M. qui recoit tant de fà-
veurs du Ciel , 6c qui fait iìir la terre le bonheur de
fes Peuples; eft trop bonne & trop jufte, pour oubl ier
ce quelle a veu de les primieres anneés de (à vie & de
fon Regne r
Ceqve ie fbuhaite le plus ardammant en cete
Ville fàinte , óu la prouidance ma conduit , aveclaj
permiffion de V.M. par lesordres exprés de S. E.
defante,céfl: que des commancemans fi merveilkus;
conime font ceus de V. M. nous voions naitre de
plus en pluSjVne fuite fortunée de cesadmirables fùc-
cés; qui aiant pour heureus principe tant de vertus
royales , qui eclatent en vótre vie & dans vote gou-
A 2. ver-
'4
vemcmant j randront avec la gracc de D i e v , la_j
Francc hcureufe,Ia Chretiente floriflanteióc votre
Sacrée Perfonne comblée de toutes les graces & de
toutes les benediaions,queluy fouhaiteàrOratoi-
re 2c à TAutel,
SIRE
Voftrc trcs-humWc, trcs-fidelc , &: trcs-obciflant
fujet &feruiteur.
FR, LEOT^ Reli^icus Carme de l* Ohferumce
de Kennes*
ELO-
L'BXORDE
E L O G E
F V N E B R E
DEI voluntate miffusfum , qmfecitme quafiTatrcm-.^
Dominum vniuerfa Domuf,ac Princifem in orniti Terra,
C'è fi la prouidance i^ la 'volante exprejfe de DlEV t quitna. conduit
aans le Koyau.me de Fraìtce : qui m'afait eRr-e le ^arain O* com-
me le Pere dìi Roy dans fon Batème , l*Jntandant de tonte la Mai-
fon Koyale^ le Minifìre de cete grande Monarchie -,0* le Media-
teur general d( tonte l' Europe,, Cenef.45s
E T E pompe funebre , Mesievrs , qui faìt au-
jourdhuy le trille obiet de nos yeus & de nos
efprits,eftvnc preuve hela&! trop conveincante
que la vie de ^Homme fur U terre , n'eft proprc- vtnitè ie^ e«u-
mant que vn' image de vanite . Ccs lugubrcs "'*'"*''••
Flambeaus qui fé confument eus-memes cn
eclairan: les autres -, nous font pas trop connoi-
tre que ce quc le monde ellale de plus precieus dans fes richef-
(lei , de plus eclatant dans Ccs honeurs , de plus charmant dans
les amitiez&les allianccsj n'eitaprès toutqu'vn fonge agreable^ ^.w/dr. t. Sc
6c vn illuftre manfonge . La mort de lules Mazarin , ce grand Car- '''/•»•
dinal^ce Miniftre fans pareil, iuftifiehautemant ce premier orade de
la penitancc de Salomon j Vanitas imnitatum-y O* omnia vanitas» «»«'/•«•
Mort precipiteè pour fon age , encorc fiori flant; &: qui fait aujourd*
duy le dueil de la Francc , i'etonnemant de L^Europe , Òc vnc
porte notable à toute la Chreftientè . Cete pourpre. me me ecla-^
tante dontie le vois triltemant revètu , nefèrt qu'à relever noftrc,
difgrace , rouvrir noftrc playe: redoubler nos pleintes &: nos rcgre-
tSjfiir la pertc quec nous avons faitc de cct Eminentiflimc Caf-
dillfll*) Sicyjtc volvitur Qrhis . • t? -V- rn
-•V-i'àLii Con^at'i<(ternapoftumquelegeefì y ■ n
•!*.:r':': ytconftetgenitumnihil. fiiMi$.i.'
Ne dirier,-vouspas,MEssiBVRs,avec le plus (àge dcs Rois Salomon,
que ce DiEV eternel , immanfc , & infini fait gioire d'èlever Ics val-
lèes >d'applamrles montagncs: d*abbattre toutes les grandeurs , qui
font au dcllous de fa SouVeraine Majertc ? Ne diriez-vous pas quc->
pour montrcr qu'il eft feul Celuy qui eft,il prand plaifir de tenir tou-
A 3 tcs
6 E L O G E
» E L E M I N. f gj 1^5 ghofcs du monde dans vn mouvemant perpetuel, &: de Te jouer
Vrou. 6. jg toutes JeJgrandeurs de la terre ; Ludens m Orbe tenarum ?
Eh effct après de fi hcurcus fuccès , apres tant de mervcillciis ou-
vragcs, qu'eftcejà votre avis,que devoit eiperer oc attandre la prudan-
cc humainc,ri non de jouir à fon aife d'vn bonheur fi aclieuè,&: dVne
fuite de profperitci dont perfi^nne ne fé peut fouvenir qu'avec exta-
fe? Cepandantlules eft decedè,Mazarin elt Mort.Ce grand Cardinal,
ce fameus Miniare du plus hautperiode de fa gioire , apris fachute
danslccercueil.Et^toutela pompe de fa vienefert maintenant ea
cete Eglifc,où ila cftè regenerè par ics eaus falutaires du Batéme,cju'i
rehautler le dueil de fes funerailìcs . Tant eft vray ("N) cet oracle de la
I.«proui<l«o<e-* divine SagelTe ; Cogitationes mortalium timidte-, CS^ incerta prouìdentu
!« chdcV, '°"" nofirtc. Non , non o mon diev ! il n*y a que votre feule providance
quigouverne la terre du plus haut dcs cieus , qui rcgit les cieus du
plus bas de la terrejfaifant rouler toutes Ics chofes fublunaires , dans
vn pcrpetuel changemanti tua autem-, Pater -, prouidentia ^ubemat»
. Sic ilU ludit , ficfuas prohdt 'vires :
Ma^ftutnque fui monjìrat ojientum fi quis
Vifatur 'vna jìratus , O* felix hora .
tettMb.mttr,!. j^ji^^urcus que jc fuis, de m'cfirc randu moy-meme vn Prophcte
ra^ion,'lirp!«'*'S ^^P veritablej prcvoyant qu*auplus haut etage des profperitez mon-
«raindie , daìncs 5 il n'yvien qui foit plus à craindre quc la chutc , parcc qu'ii
- n*ya rien de plus proche . Paris tu le fcais. Rome tu ne Tignore pas ,
• combiendefoismes foupirs & mcs gemiflamans ont fervi dechoi
cet oracle du ciel , cum confummaverit Homo-, tunc incipiet . Lors quc
nouspenfosavoirachevc,ilfaut fé rcfoudrede recommancer. Et
lors quc l'Homme paroit avoir monte au faite de fes plus hauts deffe-
ins , il fé tieuvedans la pouflìere & dans la ccndre dont les Enfans
d'Adam ont tire leur premiere origine. Tele eft la fatalità de notre
condition humainc , tei eft le fort de toutes les chofes de l'Vniuers .
«M«fM«. €^idquid ad Jutnmumper'venity ad jìnem properat .
Le foleil,la plus noble,6(:p!us brillante des creatures,n*eft pas plutot
arriuè en fon prointì vertical , qu'il prand fa pante vcrs le couchanr.
Aufl] tot que les meteorcs , ces plus pompeus fpedades de la nature
'.i.v'ù \ font eie ver par la force du folcii en la plus haute region de l'air , ils
font repouflcz dans les clemans,qui leur avoient fervi de berceau. Le
Princc mcme de la Medecine donne à ce propos,vn confeil dignc
liir.i, certaincmant de fa haute crudition - Auflltot , dit Hippocratc , quc
^fhtrifm.3. vou^ "^o"^ fantcz, dans ce haut poini^ de fante , qui ne peut palTer
plus outrc i promtemant faitez-vous ouvrir la veine, prencz des alter
;. j atifs .
F V N EB R e; f.
utif^ . l;^ourqiioy?Parceque,rinconftante nature ne pouvant de-'^*^''^' ^J-*^-"
meuretcn ce fublime ètat d'vne parfaitc fante \ fi vous n'en menagez;-
le n:iouvemant cn affoiblillant fa force,il diviédra tout à fait perilleus. „. .^ , .
■I. Vicimtuae aes
O tir3in2ts <vicijftmae s àc% chofes morteles'iO trompeufes illufions chofe».
de riionncur mondain | O antihfefes &: contradidions de tout ce qui'
fé paife cn ce monde , vraimant incroiables , lors meme qu'elles paf-'
fent dellous nos yeus,& que Texperiance nous en fait cftre les temo-
iiis irreprochables ! En etfet > ce Grand Home, que nous louons &;^
que nous pleurons, fé volt eleuè au comble des profperitez dVnc
maniere d'auctant plus adnHrable,qu*elle eli innconuc aus fiecles paf».
fez . AlTis lur ce hauc throne de gioire , qu'eft-ce qui luy reftoit fi
non de viure heureus dans la poffelfion de ces biens qu*il avoit acquis
luy-mèmcpar foninduftrie jparfes travaus infatigables, &: par la
magnificence de nos Monarques \ Cepandant voicy la mort , cete
imperieufe oc tyranniquc Princefle , qui vient tout dVn coup infulter
à cestropheès, oc triomphecruelemant detousces triomphes.
Perracttex-moy , Chre tiens avditevrs , de vous , parler chre- ., ^
cienemant ,en ce lieu confacrè aus veritez 5<: à la faintetè de l'Euan-
gilè : non pas à la vaine louange des Horfies , ny aus laches flatteries
de TEloqucncemondaincNotre vie,dit excellammant l'Auguftc
S. Augultin,ert vn verre,vn criftal de venifc -, o/Zm nofìm-, 'vitrea.. Nofli'e vie eft vn
eft. Plus elle eft belle, polie &c eclatante^ plus auiTi elle eft foible, "^on'ynini^c.
frailc , &C fragile ; quo fpiendidior , eo Jmgilior .
Ou bien difons , que la vie du grand Cardinal lules Ma^arin, eft
de vray vn myfterieus Enigme,composè comme lesTableaus les plus?
acheuez , de contrarietez oppofeès ; qui le randent non moins admi-
rableàtouslcs fiecles , qu'il eftfans doute tres difficile dcTimiter.
Ah Dieu ! quelks clartez & quelles obfcuritez , quellcs lumiercs , & . .
quelles ombres vont rehaullant la beautè de cete peinture \ Vn
Italien Francois , vn Soldat Dodeur aus-lois, vn Layque fan s Or- . ..
dres Sacrez,8<: vn Eminentifìfime Cardinal: vn Etranger &: vn Dome- i-«» <'>ers èta»
Itique , vn Banni & vn Plenipotenticre, vn Sujet,& vn Ami des Rois, ' '\
tout ainfi que Chufai Feftoit de Dauid.Que diray-je dauatage,5^ que ik^^.j^j
pouvez-vous attandre de plus? Vn illuftre Perfecutè, des outrages
glorieus. VnPhenix qui renait de fes cendres-Vn folcii que le re-
tour aprèsle tenebres d'vne epoifìe nuidl , rand plus eclatantj/'o^ »«-
kixPhaebiis . Enfin, enfin TArbitrcde tant de Peuples,deNations>
devient en peu de mois la depouilie de la mort Sila proye des vers.
VoYCi certes, fameus Orateurs,Poetes ingenieus, eloquensHn
ftorieus; voicy , vn fujet dignc de vcs veiiles,de vos etudcs, U de vo^-
A 4 tràuaùs
8 E L O C E
DE Li MIN, trauausplusacheuci. Oui , oui c'elH vos langucs & à vos plumcs,
que Tabbandonne vne matiere fi riche ìk (ì feconde . le fens la foi-
blefl'e de mes forces en cet endroit , oc ic confefìe <jue la grandeur de
L*ouvragc furpaffe infinimantl'induftrie de l'ouvrier . Vous autrcs
qui aiiez. receu du cici en partage des qualitcz plus excellantcs> ti-
contezausfieclesfuturs ce quele notrc a produitdc plus rare dans
lemanimant desgrandes aftaires. Epuifcz toutcs vos forces pour
ctoffer vne couronnc aus meritcs de cet Illurtre.Recherchei. curicufe-
mant,fes grans avantages de corps oc d'efprit. Rehaufìcz auec le pin-
ceau le plus delicat , fa fortune & fa rcputation . Mettez en fon jour
cetamas general de touteslesvertus, qui lont fait ellre de fes prc-.
mieres anneès y Tadmiration de toute l'Europe .
De moy ( N ) qui n'ay ny tant de hardielk, ny tant de vigueur,
& qui ne prctans qu'à la gioire de l'obeiflance que ie dois à Ceus qui
m'emploicnt encete difficile racontre jie me contanreray d'abregcr
en deus mots , tout ce qui fc peut dire à la louangc de ce grand Per-
IB PARTAGE, fonagc , dont vous voyei icy la triilc reprcfentation . I. Ivles Ma-
Z.ARIN s'eST TOVT DONNE* A LA FRANGE .11. L A 1 R A N C E
s'eST RECIPROqVEMENT DONNEE* TOVTE ENTIERE A CE GRAND
Cardinal, a ce ministre incomparable . Dcfortequclavois
Htbr.n. qyj ^Qj.f de ce lugubre cercueil (car tous IcsHommes, ainfì que
le premier des morts Abel> parlent apres la mort ) fert juite-
manr d'echopour faire rctantir à vos orcilIcs,dans Tcfpace d'vnc
hcurc, ces paroles du Patriarche lofcph jque le Saint-Efpnt fam-
ble m'avoir infpireès^find'clever lefrontifpice de ce funebre appa-
rcìl . Dei ijolunute mijfus fum ^ ciuifecit me qita/ì Pattern : O* Do^
minuPt vniuerfe domus > ac Principem in omni terra .
jA KARRA- T Anaitìance>MESSiEyRj>deIulqsMazarin,rfwar^«a^/^du cote
f lON . 1 jpaterneldansle-GenoisScla Sicilc:5cdansrOrabric,par fa mere
SanobJefle, iHus de la noble tige des liouftalins jluy ouvrit la carriere, pour
»ji;f»8«,;k ..: airi uerau plus haut pointl de la gioire . L'ancicnne & celebre
Cofc«B?/r*^" Maifon de Colomnes fut le premier appui de fa fortune naiilanrej
a'r^r qui la vient de fermer par le mariage de Tvne defcsNieces,a-
vcc le Prince heritier de ce noni & de la charge de Connètable .
Sesaiiiances. Jvlariant bicntot rrois de fes Soeurs avccles illuftres Maifons de
BienfaitsdsS.E. MaDchinj , de Martinofìri,&:desMuti ;ilacquit l' alitante de plu-
fieurs Famìlles conncucs par leurs emplois dans l'Eglife & dans
rEtat,danslaPaix 6c:dans la guerre. Mais pardcflus tout^Iabien
vcillancc bc la libcralitè de ce rare Cardinal^ qui famble n'eilre
nay que pour fairc dubien &former descrcaturcs, luy donnerent,
l'entree
i~ V N E B R E. 9
l'entree aus pius belies fortuncs qu'vn Italicn peut cfpcrcrcn fon card. maz.
pays. Enfìn i'Ftude contandeus de toutes les vertus qui peuvent Bienf.ks deS.E.
former vn parfait Polirique , luy fraierent le chemin à ce que le ^"'•'"'^•
gouvernemant des Peuples famble avoir de plus fublime & de plus
eclatant . Vous euffies dit ( N ) que ce rare Efprit , & c*efl: de fa
bouche mèmc que ie Tay appris, vouloit efl'.ìyer juqu'où la fortune
peut elevcr vn Particulier. Óu commeil difoit encore plus chrcftie- son «acurd.
nemant -, iuqu'àquel poincì: la prouidance diuine,dans ces roule-
mans du monde fi inconnus à nos foibles intelligcnces , fé veut
feruir dVn Homme, qui s'abandone entieremant à fa conduite .
Db')A ètudiant dans le College Ro maio de cete floriflante Socictc
de Iesvs il avoit devance fon age , &: laifsè fes compagnons bien
loin, par les brillans de fon Efprit, & l'alTiduitè des fesètudes; s«ecud«sàRo
s'eftant meme fignalè par vnc thèfe d*Aftrologie,qu'il fouitint
publiquemant : & dans vne Tragedie de S. Ignace, où il y fit le pre-
mier Perfonage auec fucces, 6c applaudiflemant .
Deja TEfpagne l'avoit veu avec des grans prefages de l'avcnir,
fé preparant au Dodorat par fetudc des Lois dans la celebre Vni-
vcrfitè d'Alcala de Henarès . a AmU
Deja il s'eftoitfait jour dans vnc Inute reputation , pour h Paix
&: pour la guerre ; fé m^lant tantot de iVne , tantot de Tautre ,
felon les occafions qui s'oiiroient a la viuacitè de ce gcncrcus
Eprit . Auli fut-elle fans doute bien tot reconnue par ce grand lugc
des Efprits, ce Pape vraimaiit d'iìeureufe mcmoire Vrbain Vili.
lors que dans les cpineufes aftaires oc la Lombardie , fa Saintetè
donna le leune Mazarin à ce brave Seigncur Sachctti : luy confia
le fecret de fes penfees , Se luy ouvrit l'entree dans cete haute nego-
tiation , qui a eudes fuites fi merueilleufcs en toute l'Europe .
ApEiNE la pofteritè croira ce que ic m'cn vais dire , ce que
perfonne n'ignorc ; & de quoy nous ne nous fouvcnons jamais ,
quàvcc etonemant &: admiration . Le Mazarin, ainfi cftoit-il deja
apelè par excellance , n'eftoit encore agc que de vingt-fcptansj lors
que par ce fanieus accommodemantdc C^y^/,ille randit fi celebre LesuesotutìMs
a L'Italie , a la France , à VEfpignc ,à TAlcmagnc , à toute l'fiuro-
pe . Cete place fi forte & fi importante au coeur de la Lombardie,
eftoit deffandue par les Francoisjaflfìcecè par Ics Efpagnols s & par Ics
Ali 17 -ir A - n • \ r ^,- 1 L'accomodamet
AUemans . Vne puillante Armec cltcnvoiee au iccours, paflc ics duCaiai.
Alpes : fé prcfantc pour forcer les lignes , & faire Icvcr le ficge. Les
deus armeès, animees par leur propre couragc , difputant plus de
la gioire que de la place ^fe mettent cn ctat de decider ce poind
A 5 d'ho-
IO E L C) G E
P B l'È M I N, d'honcur , par vne bataiiJe , <]ui ne pouiioit efire quc tres-fanglan-
te aus deus Pai tis, & rrcs funcfte à toute l'Italie. lis crtoicnttous
&attaquans5&attàquc2..De-ja les armces attachoicnt le combat,com-
rnancoient recarmouchejlesCanonsfoudroiancdccà 5<:dc iàjquand
on voìd lulcs Maiarin apres plufieur s courfes de pare 6»: d'autre, pa-
roitre entrc les deus,au milieu d'vnc greìc de feus & de coups, le cha-
peau &: le mouchoir a la main, cricr hautemant; Ix paix^ Utaix . Ce
dous noni par vn bon heur inefperc , appaife tout dVn coup tant de
furics , i-a Cavaleries , s'arrctCj l'Infanterie fair altedcs Generaus, les
Chef,&lcs grans Ofncicrsfc joigncnCjtous parva aggreable echojcri-
ent; la pa.ix-ila.paix.lh, s'approchent,ils le faluent, ils s'ambralicnc : ils
fé fefìinent les vns les autrcs . L'Eipagne leve le Sicgc, ì'armee Eran^
coife fc retLre: la ville fé voit en Ubertc , & l'Italie treuve fon fa-^
lut fur le poinct d'vn trifte naufrage .
Ce fut (N ) ce grand fucces dont les biftoires ne nous fournif-
fent ny modele , ny copie , qui auanceant notre lules dans Ics
Offices , Ics Prelatures , les Nonciatures & les Legations j attirercnt
6<:arreterent au(ì-tot furluy, les yeus de tome la Chrctientè, Ce
fut en cete admirable rancontre, qu'il ietta les folides fondemans
de fa prodigieufe fortune; commanccant en laplaine de cete Vil-
le aflie^ee , par cu la plus haute ambition feroit gioire d'achcver ,
Ce fut cctte belle occafion , qui lìt naitre celle d'ellrc appclè en Fran-
Funce .. ce -, avcc les luites , qui font aujorduy 1 ctoncmant 5 comme le pro-
dige de notte Siccle,
De Vray fN) il n'eilpoint d'homme fi peu raifonable, qui
ne fé lailfe douccrnant rauirausmerucillesdclaprouidance,voyant
vne adoption fi nouvelle & fi inouie , Mais fi honorable au Mazarin,
^ fi profitable à la France.Cc brave coeur commanca d'aimer Le
genie de notre 7<lationy n'enelUnt cncore conncu qu'à demi. Ce-
te liaifon avec notre Monarchie trcs-Chrellicnne , fut vn elfct de fa
propre magnanimitè , Et meme ce qui eli incomparablemant plus
fort 5 ce fut plutot vne produólion de fon brave genie , & vn fecret
infìind qui fambloitefìrenay avecluy, AufTì a-ton veu dans U
fuite des affaires , quc la pr emicrc inclination , §c fi on ofoit dire ,
comme la defìinec de ce Grand-Homme , l'emportoient a ce but .
tierwaliTT la!^ ìe vcus dire que les plus tandres , & les plus fortes affc(5tions de
^^***^i • cete belle Amc , n'alloint qu'à Tengager par toute forte de voycs,
à l'amour & au fervice de cete premiere Monarchie de la Chrc-
ticntè ,
En vcritc 2 cete action de Cafal Paroit encorc auiourd'huy fi
extra-
r V N E B R G. Il
extraordinairc ; qu'on la pafferoit) par maniere de dire, pour vn mi- c:ard. maz,
racle dans la Politique , fi ce n'eftoit vn ouvrage du Mazarin. Aufll
ce n'a pas moins cftè lecommancemantdela Paix en ritalia, quc
la feuretè de nos Alliez . Et pour moy ie confefle que i*ay toui-
ours regardè cc grand fuccès,comme vngage de ce que cetHom-
me mcrueilleus vouloit &C deuoit vn iour eftre à la France . De for-
te "qu'il ne faut pas s'ètonner fi princpalemant depais cete heureufe
iourncè, oùdeuspuiiìantesarmees ne combattant qu'aucc le cou-
rage & les yeusvramporterent Tvne & l'autrc la vidoire fans venir
aus mains ; toutes les Couronnes entrerent incontinant en vn fe-
cond &c nouveau combat , oc en vne plus forte ialoufie , a qui atti-
reroit cet heureus Mercure à fon feruice .
C'eft ce qui obligea cct habile Ell'aieur &: RafKneur des Efprits »
le grand Cardinal Due de Richelieu,¬re Inuincible Monarque
Louis XIII.de ne rien omettre pour fcx montrer cncore en ce poind,
Ics Vi(floricus & les Toutpuillants . Ils Tattirent donc en France , ils
l'y arretent , ils luy obtiennent la pourpre facree. Et tous deus eflant
en moins de fix mois au lid: de la mort,voulurent couróner leurs vies
par le chois qu'ils firent de ce Cardinaljrvn,pour eftre fon Succefleur
dans le Miniftereil'autre pour luy confier l'intandance des affaires,
le confeil de la Reine-Mere,& Teducation dVn Roy, dont la longuc
Minoritè deuoit former de iuftes apprehéfions,dans le gouvcrnemSt.
En effet, n'eft-cepas vne chofe {ìnguliere,& fans example,d*avoir
cfte choifi pour eftre le parain de ce precieus Dauphin, leprefant
ducici , le threfor de la terre , les delices de la France , & l'heu-
reus reieton des fleurs de lis ? Non , non ( N ) Anne d'Autri-
che n'eftoit ny fterile , ny infeconde . C*eftoit la fage nature , li
quelle, comme elle fait en toutes les raresprodudions, travalloit
peu a pcu a former ce riche prefant quc le Ciel deftinoit à la Fran-
ce. Sa naiflance Royale, eft deue au fang le plus noble de la
Chrctientè ; ayant eu pour pere le Roy tre$-Chretien,Louis XIII.
&c pour Mere trcs-Catholique , Anne d'Autrichc . Mais de voir des
fonEnfance qu'il eft nay pour ramplir l'Europe de fes vid:oires>
&c pour donner la paix a. l' Vnivers ,- c'eft fans doute vn eftet de no-
tre bonheur,8<: de la fagc conduite de ce rare Miniftrc .
Hereufes vos mains > O trois, & quatre fois grand Cardinal ; qui
dans les eaus facrees du Bateme, ont comme enfantc fpirituelcmant,
vn Roy à la France , & vn fils Ainè a l'Eglife ! Sans mantir , ie fcay
bon gre à S. Jerome d'ecrire par vnè riche pensee , que cc n*cft pas
la nature > qui engcndre les Chretiens 5 piais la grace qui Ics produitj
A € nm
U 11 E L O G E
D£ L'EMIN. „^„ naftintur^ fé funt Chrijìiani . Il en faut dire autaiit de nos
Souverains. Aproprcmant parler iis nenaiflent pas Rois, mais il$ le
(kuiennent. A la vcritè, leurnaiflance leur donne droiclaufccptrc
& àlacouronne. Cepandantilsla cueillent bien moins dans leur
berceau ,quedansle tombeaude celiiy qui ks a engendrez, . D'or-
dinaire il cn coutc la vie au Pere , a/in (^u'vn Dauphin devicnne
Roy, Etparceque dansladerpofition de nos Bcriturcs-Saintes )les'
Chretiensfontdes Roys^ils doivent naitre en la meme maniere»
du fcpulcrc del. Chr. qui elUeur pere; dans la mort du quel ils
Cclog. ».
B(h. 6. font enfcvelis , oints , confacrcz 6i regencrci par le Bateme
S ìtt, X.
Tay donc raifon ( N j de dire hardiniant , que les deus plus bel-
les qualitetde notre Prince,ont eftè Ics illuftres prcrogativcs du
Cardinal Maz-arin . En meme tcmps & par vne memc coniond:urc
d'aftaircs , notre Dauphin ,citdeftinè au throne , &: preparè pour le
del. Mais par vne merveilleufe rancontre , il eft prequc egàlemant
obliaède cesdeus titres à fon Eminentifiìme Parrain: fon fccond
Pere par le Bateme , 6c le fage Surintandant de (òn cducation . le
le veus repeter , la chofc , àmon avis , le meritant .
Si Louis XIV. regne parmy nous, c'e/l: le partage &: Tappanage
de fa Royale naiflance. Mais le bonheur de fon Regne apresles
ibins de la prouidance , & de la Rcine-Mere, eft dcu a la fage con-
duite de fon trcs-fage miniftre.Apcine noftre Souvcrain a commancè
de viure,mais fans doute iln'a point commancè de regner,qu'auffi
tot il n'ait eu des liafons indilfolubles avec fon premier Miniftre .
Geluy-cy n'a-t-il pas couvcrt le berccau de notre Louis,de Palmes Si
de Lauiiers ? Par (ès foins infatigables n'auons-nous pas veu croitrc
Ibn enfancc parmyles Vi(floires, & fa premiere jeunefle couron-
neè de Triomphes ? Tandis que l'age & ìes Lois le retiennent dans
la Minoritè, la fagefle&k bonheur dt fon Miniftre le font eftrc
trcs-grand . N'eftant cncore que dans la premier fleur de fes annees>
de-jail alTicge les Villcs, de-ia il gagne les batailles, de-jail cft
Conquerant . De-ja, il eli: Tamour de fon Peuple , la terreur de fes
Ennemis, & l'admirationde rVniucrs. Hercule vraimant, quia
s:ncc. mTki ccraiè les ferpans des le bcrceau: &: qui à domtè les monftres , deuant
que de Ics connoitre ; mmjfra fuperaniì >, ^rinfquAtn nojfet .
A-T'ON jamais veu dcpuis plus de douic cens ans que notre Mo-
narchie eft florilìantc, vne fuite continuelle de piodigieus Succèt
fambable à ccqui a paru dans notre jcunc Roy; fous l'hcureufe con-
duite de fon Parrain , òc de fon premier Mmiftre^ N*cft ce pas luy
Viaofre'T'""' ^wi nous a ddiurcz. cnfindece communmalheuf, que la rcbellion
prò-
F V N E B R E. 13
produitordinairemantdans ks minoritez? " card. ma2.
La bauille de Roqiieroy , la prife de Thionuille , Gravclinc forcèej
nos armes qui font jour dans rAllemagnc, & qui poufent leurs
Vidioircs bicnavantfur leRhin. Quoyplus? Tant de places {ìibju-
geuèes dans Ics Pays-Bas, tant de conquetes dans la Catalogne .'Lcs
cntrcprifl'es dans l'Italie par mer & par terre ne fontcepas les prelu-
des , les prefages , les gages de la grandeur de notre leune Monarque?
Parleray-ie de la notre paix avec TAllcningne , fi glorieufe & fi prò- Li'paìx avec l'A.
fttablc à la France?Diray-ie que la France memc,ouy cete France qui '^"'^"^*
n'eft jamais foible que par fes propres diuiTions , oc qui nepeut eftre
veincue que quand les propres Enfans la dechirentja eftè radue à elle-
mcme,& comme reftituèe a fon Souvcrain, par les foins &c le courage Le$ guecre» cìuì
deceFameus Miniftre ? Enlìn,nous Voyons , ( & àpeine pouvons '"•
nous croire à nos yeus ) cete Pa/'x Generale tant defiree, & fi peu la paix generale,
cfpercè ; ce mariage des deus premieres &plus puiflantes Couron- Ro'yf*""** **"
nes de la Chretientè j de Louis de Bourbon avec Marie Tcrefe
d'Auftriche .
Mais dans cet infigne bonhcur > quelle mervcille ie vous prie fi
on vient a rcgarder que cete Paix fi neceflaire, que ce Mariage fi
fortunce, neiì apres DiEV & le courage de la Reine-Merc, l'ouvragc
du coté de la France , que du Cardinal Mazarin \ Ceft vne gioire
en la quelle ilafans doute^ie neStay quoy de particulier. lleft
feulenFrance,leprincipaliftrumant de cete grande affaire. Il eftlc
premier Mediateur de cete heureufe paix . Il eil feul le Paranymphc
de ce royal, & heurous mariage, Ceft pourquoyie ne donne rien a
i'exaggerattion ,moins encore à la flatterie j quand l'applique a no-
tre defunt Cardinal, cequ'vn ancien Orateur Francois ccrit le Gam-
mant en faveur de TEmpereur Theodofè . Sacrèe Majeftè , ce n'eft
pas aflcz bien juger de la grandeur de vos merites , de ne dire à vo-
tre louange , que des chofes qui ne furpaflent ny nos creances, ny
nos penfees . Augujìe fortunam tuam expendn^qutf^uis de te tantum j.
quod fieri poteji , credit . '" f^nysr.
Ne fcavons-nous pas bien par Texperiancc de vingt annèesj que
Ics fucces que ce Grand Hommc nous à heurereufemant menagez,
ont poufsè nos auantages bien audela de nos efperances , & pre-
que de nos, defirs 2 Ne voiens-nous pas que ce merveilleus Cardinal
a conduit nos affaires avec tant de courage dans la guerre , tant de
prudance dans la paix , tant de bonheur en tous les deus ; qu*à peine
à peine la France connoit elle meme fa propre grandeur , qui jctte
ou l'amour ou l'effroy parmy toutcs les autrcs nations? De tele
forte
14 E L O G E
dì V EMIK. forte quc Ton a raifon de douterjau quel de deus ce florilTant RoyaiOf-
xne demeure plus obligè j ou à la f^iance Militaire de ce Genereus
Maiarin , qui a achevè la guerre pairant de Vidoires: ou a fa
tres-haute fagelìe , qui enfìn a couronnè toutes ces vidoires pat
vnc paix fortunèe. Tant-y-a quenous voions l'Aftrc de Iules>- /«-
lourn Stdits -iVctoìWc de notre bonheur prefider tout'a la fois à vnc
guerre vidorieufe , à vne paix miraculeufe , & à vn heureus mariage .
Vovs j'ugez aflez, (N) que ie ne fais que' efjieurer toutes ce gran-
desjcesbellcs&ces richcsiTiaticres. Lepeude temps que me laiflfe
cete lugubre ceremonie,&: le refpect que je dois à cete auguiìe Com-
pagnie , me contraint a Texample des Geographes, de marquer les
rncrspar desfìletsd'eau,les montagnes par des atomesrlesvilles,
les prouinces & les Royaumes par des points . D'ailleurs ce feroit
cn vain que je tacherois d'appeler à mon fecours,les efforts de
TEloquence & les artifices des Panegyriques ; puique je trauaille fur
vn fujct j fi fort au dela de ma portèe, qui'l peut meme epuifèr l'EIo-
quence des plus grans Orateurs : & fervir de matiere à vne jufte Hi-
^oire, qui fera bien plus d'admirateurs qu'ellc ne treuvera d'imi-
tateurs .
C'est done aflez fN J parmy les pompes de ce funebre appareil,
pourfui vant mon premier deflein , de publier les liaifons recipro-
ques & Ics amours mutuels de la France &c du Cardinal Mazarin .
Celuy-la s'eft tout donne à nous,fans rcferue & fans partage. Cellecy
par vne genereufe gratitude , s'eft toute confièe & transfufe en luy.
Tclemant que la France doit,apres DiEV, & la fàgeconduitedela
Rcine-Mere,au Cardinal Mazarin,ce qu'elle pofìède aveeplus d'edat
^epuis vigint ans . Reciproquemant comme ce Cardinal fé devoit
tout entier 5 aufll il s'eft dome à Diev & à TEglife : il s'eft dcdiè au
Roy ■) &: aus Reines -, en vn mot , il s'eft tout Se totalmant confacrè a
la France . L'on voit entre ces deus, comme par vne belle jaloufie,vn
concert & vn commerce merueilleus d'amour oc de bienfaits v de
fcruice oc de reconnoiffances .
Ccft piourquoy ie me tourne derechef vcrs vous , grand & ad-
mirablc Mazarin, l'honneur de Tltalieila mcrueillc de Rome,rorne-
mantdu facrè Confiftoire, le bonheur de la France, & le prodige
de fìos jours. Permettez moy , Monsignevr, quoyque la mort
ait cfface tous ces titres , de repcter encore vne fois quc vousdeuez
ì la France , tout ce qui a para en vous de plus eminant: & que la
France vous cft aufll redeuable , de ceque nos dernicrs jours ont
vcu cn clic de plus eclatant . Elle a tout receu de vous , elle ne vous
a rien
F V N E B R E : 15
à ricnrcfusè. Elles'cft toutc livree entrc vosmains, abandonnec card. maz.
Avotre conduitc: &pour rcuanche , vous luyauei dedic tous Ics
momans de votre vic&dc votrcniort. Devray, quc ics Francois
le devoicnt pour Icur Patrie , c'cft vn ì&c de julb'ce & de
piece . Que Ics Etrangers fafient la meme chofe , c'eft vn exccs
d'amour . Il n'y a quc vous , qui vous eftez. veu fortamant oblii^è
par Ics lois de la juftice & de la charitc , de viurc 64 de mourir pour
cete belle Monarchie ,
C'estoit ( N ) vne dete 1 oyale , que le Cardinal a payce aucc
vzure. Outre Ics Prcmiers initinóls de fcm braue naturel , lage-
nerofitè de fon coeur n'auoit garde d'y manqucr .Et fon courage la
cxpofe aus derniers pcrils,pour fauver le Royaumc & mainteair Tau-
toritèroyaie. Par la loy rigourquic de cet oftracifme, aurrefois
fi glorieus parmy Ics Athcniens , le Cardinal Mazarin s*ci\ extlè Luy-
mcme volontairemant; a fin que la France retournat àfondevoir,
que Paris ouvrit les portes a fon Roy : & que le Roy par la cleman-
ce plutot que par la force , fut Maitre dcs fa Ville Oc de fon Royau-
mc, Tarn il cft vrayque tous Ics deus, le Roy & le Royaumc,
fameblent fé dcvoir egalcmant au Soins &: aus pertes de ce Miniilrc
incomparable .
Sur quoy f N j arretant vn peu Vos Efprits , ie prans la libertc
de vous demander s'il fé peut itnaginer vne chofe plus glorieufe,pIus
gencreufc , mcmc plus chreticnne ; quc de fé randre vtile à vn bien
comman , comme clUe fervicc du Fik-Ainè de l'Eglife: Et cela non
feulemant par tant de Vertus heroiques , mais encore par vne force ,
vne raagnanimitè & vneconftancc qui a quelque chofe dcdivin*
lE l'ay veucpreque toujours cete ferme conftance, & cn puis
randrt des temoignages fort defmtereflcz , Difant cela , ie ne dis pas,
encore alfci. Tout l'Vniuers à veu , & l'envie meme & la baine n'ont
peu fermer Ics yeus a ce grand fpcólacle . Ouy , fon a veu publique-
mant juqu'aquel poind: le Cardinal Mazarin s'eftdcvouè, comme
autrefois ics expiations &: les vidimcs publiques, pour le Roy &:
pour le Royaumc . Auill eltoit-il vne palme , qui s 'eft roidè fous le
poids des aifaires , de la guerre , de la rcbcliion , de la frondes, S< des.
pcrfecutions ; qui no'nt fervi qu'a fignalcr fa fidelitè,à randre fa vcrtu
plus eclatante &arondir la couronne de fesmerites. En fin fes deus
cloigncmans de la Cour n'ayant fervi qu'à rehaufier la gioire de fon. SonrctotsreR
rctour , & ctreindre le nocu de la confiance royale j la douceur de cet
autre Moyfe egaie a fa generofitè, n'at-elle pas ravi fesEnemmis me-
me en admiration ? N'a-ce pas efle vne raerueiile alièi furprenante, Se
incuicy
France.
16 E L O G I V M
DE 1,'EAUN. ji.iquky fortinconneue>de voir parmy tant d'outragcs, d^iniures
& d'oftanfcs ; quc perfonne n'a leilanti, que par les remors de fa
confiance , qu'il auoit oftansè le Cardinal Mazarin ?
Iray-ie (N) plusauant? pouray-ie bien retoucher notre playe
mortele ,quoyquede-ja aucunemanr cicatricèe? Voiis dojsie faire
iouvenir , de ce quc vous ne S^auez que trop que la derniere maladiè
qui nous aderobè ,ouarrachè ce Grand Homme: Ouy, cete ma-
fek?''"^'* "" ladic j fi longue de fi cruele, n'elì; certainennant autrc cofe qu'vn fruit
de cete hereufe paix qu'il nous à procurèe par tant de travaus .
Ouy(N)Ie trepas du Cardinal Mazarin elt le primier Enfant de ce
benit mariage,que nous devons princepaimat ì fes fcins infatigables.
NobleCardinal,genereusMinirire;qui a epuisè Ics reftes de fa vie pour
menager la paix de l'Europe, & affermir le bonheur de laFrance.
G.-af/isy. L'Hiftoire facrèe de la Genefe nous rcprefente vne Mere dans l'ago-
nie 5 accouchant de deus bellons de deus freres luneaus , qui fé batto-
ient en fon fein Le Cardinal Mazzarin ,par vn accidant fcmblable-
mant diflamble , meurt enfantant non plus la guerre , mais la paix .
Il pcrd la via ^ reconciliant les deus Rois les plus puiflans de la Chre-
tientè . Deus freres vraimant , puique tous Its Rois s'appelent de la
forte , &c que Ceufcy eftoient en citet dans le prochain' degrt? de pa-
rcntele.Deforteque le Grand Mazarin n'ayant ce famble jamais vecù
pour luy , il eft enfin mort pour nous .
Jo« atu poar luquc-la quc fon zele pour r£glife,comme vn fcu facrè, a acheuè
l'fglire, j^ confumcr cet holocaufte = Ileiloit de-ja dansles langueurs de la
maladie , & dans les approchcs de la mortj quand il tire des forces de
fa foibleiì'e , pour mourir en Cardinal . A fin d'echaufer ce beau feu y
qui à toujours eflè ardant dans les diuerfes occafìons qui fé font
prefentèes pandant fon Miniftere, il fcioint à l'autorit^Touveraine de
l'E^life. Dansles derniers momans de fa vie, il anime la pietè de
notre louis XIV. La merueillc des Rois Chretiens . Et toùs en fam-
ble confpirent à defFendre le Chriflianifme de rinuafìon, & de la ty-
rannie des Ottomans.Ils trauaillet d'vn zelé commi àia ruine,de tou-
tes ces funeftes nouveautez jcapables de detruire 5c l'Eglife & l'Etat, fi
l'Etat & TEglife ne Ics antantit.C'eft adire(N)quele defunt Cardinal
Mazarin a fort bien compris en fa vie &en fa mortjque la pourpre Sa-
crèedont il eftoit honorem n'eft qu'vne reflexion de cete divine lu-
miere, dont I. Chr. qui eiì: la lumiere du monde, imprime les pre-
mieres raions en la perfonne du Tres Saint-Pere & de fon Sacre Col-
lege ; afind'en repandrela plenitude , fur tout le corps de l'Eglife.
Tanty-a que fila vie de ce Grand Homme a ciìè tout raionnanto
de
more trei<
F V N E B R E. 17
(le clartè fa mort'i ne Ce treuve pas moiiis couronèe de lumieres,Tou- card. maz.
ces les circonftances. Jq vray, en font bellcs. Mais ce qui con-
fole le plusraon ame, c*elì:qa'elles fé treuvent accompagnecs de
toutes les difpofitions de la foy chrètienne 6^ de la pietè Catholiquc .
Sàn& doute il me fera pernìis , approchant de la fin de mon di-
cours ) d'imiter la premiere entree de THilloircde Machabcès. Et
fofthtec decidit in leBum-i<J7* cognouit qa-ior morcretur . Mon D i E v!
queft-ce a dire que cecy \ Eipojl h<ec ,
Ah prodigieufesreuolutions, comme ìe difois au commance-
mant, de toutes les chofes humaines? Ili pofl h<ec ; après tous les
gransavantagesdela naturc^dcrctudejdcla fortune. Et pojì hécc^
après les emplois les plus importans, les fucces les plus heu-
rcus. Et pojì h<ec\ après les richeifcs, la gioire» la reputation;
la faueur , l'adminirtration entiere dVn puiflant Royaume • £tpoJi
h4c\ Eniìn, enfin après toutes les profpcritez imaginables i voicy
fans mantir vne ecrange conclufion 5 & vne terrible cataftrophe . £r
poti hdec dccìdit in lectum . Le Cardinal tombe malade . Et ce quc
i*elHme le plus importane de tous fes grans avantages , nollre Sei-
gneur par fa bontè & par ia mifcricorde , luy donne lagrace de
penfer &i de fé preparer à la mort ; CT* cogmuit quia moreretur , Chretienc
Il ne fait pas comme Ceus la chez Platon , au rapport du Grand
Nazianzene , qui s'cloignant du fouvenir de la mort, n'ònt travaillè
que pòur les grandeurs de la terre 5 ohliuio mortis-,pulcl;ritudo mundio
Pùìqu' après avoir tant roulc danrs les affaines du monde, 6c dans
Texperiance des Cours, les difpofitions de fa mort famblent Ic-»
mettrc dans le chemin du Paradisa Recordatia monis y pulchrituda
Par<*di/i ,
Le Cardmal que ie vousprcchc (N ) ne. s'eft pas conduit com-
me le fuperbe Nabucodonofor; qui faifant mouler vne copie de z)j,mtL}.
cete fimeufe iktue quii auoit veueen dormami luy ote lespieds j"/efon"Tre-
de boue,&iluyen donne de fin or. Pourquoy? Si non parceque pas.
les Grans du Monde reicttent ordinairemant bien loin les penfèes
de la mort5& ne fé preparent qu'auec regret à leur derniere fin.
Ccrtenemant cete fatale neceflitc kur eft vne medecine bien ame-
re, om)rs qnkm amara, eji memoria ttia-y homini pacetn hahenti , Le " ^J"**'
Cardinal Mazarin la he urcufemant menagèe , pour tonte l'Euro-
pe. In fuhflamijs futs -i a-t-on jamais veu vn Particulier difpofer
de tant de chofes^. P"" irò quieto. Certes perfonne après tout , n'eft P/.17.
maitre de ce dernier momant . Et cn vcritè il faut auoir l'ame bien
ailìfcjou vne grace de Die V fort particulierc > pour mourir»
comme
7bV«*»
ig E L'O^a E' ^
del'-EMIn: commceft rrioitle Cardinal Mazarin.Au milieu de tb\if ceqte le*
monde a de plus grand, auec vne pf eience d'efprit qui n'eft pas con- •
ceuable. Peu à peu commc pour fc inicus preparer, ^ cognmit:
c^ia. woreretur .Doins l'viage de tous les racremans de l'Eglile . £"?'
cognouit quia moreremr-) dans vne entiere poiTeflion de foy-meme .
Ferme, oc conftant en prefance d'vn Crucifìx : parmy les Prelats, les^
Prètres &: les .Religieusj aiantpri;^ leurs Maieilez, qui fondoienr
enlarmes,de lui laiflerces dernicrs momans de fa vie juqu'alors
emploiee a leur fervice , pour ne penfer plus qu'a l'eternitè . £t pcfì
hdc decidit in leEium , & cognoutt quia moreretur . ....:. :
C'elì: ainfi (N)quedevoit mourir non pas rEmpereur*"Vcrpa-
ficn , au raport <Ìq Studiano. •) Imperatorem Stantem mori oportet: mais-
vn Cardinal de la Sainte Eglife-Romaine , & vn premier Miniftre
de la France tres-Chrctienne.
Mais ie me trompe mov-meme, sainte assemblee, quand-
ic' vous prcche que le Cardinal Mazarin eli mòrt. Non, non il n'eft
pasmort; puiqu'il njit dans cete belle reputation, que fes rares
meritesluy ont acquife par tout le rond delatcrre. Non , non il
r/efì: pas morr, puis qu'il vivrà glorieufemant dans le iouvenir de la-, ,
poileritc . Non , non il n'clì pas mort ;puiqu'il vit dans le cocurdes.
fes Amis,qu'ilappeloit les vrays threfors, &:donten mourant il a
ctreint l'amitiè par des liens indiflolubles . H<£c nimimm in illomm
animts tmipU , has pulcherrimas fffgies intellexit , O* nianfuras . Non
enfin , non le grand Cardinal Mazarin n'ell pas mort *, puiquc tou-'
te les devotes circonftances de fa mort, nous font julkmant el'perer
Gu'il vit cuftoditus quaf in fafciculo iiuentium apud Dominutn Deum-y
comme parie l'Ecrituie. Las , helas ! Que ferviroit, dit le FiLS DE
DiEv norreSigneur I. Chr. de gagner toutlemolide :& auec cete
ambitieufe &: avare conquète, de pcrdre fon ame pour toute reterni-
tè ? Quid prode ji H omini (ì imiuerfutn mundum lucretur -^ animte'vero
fu<£ detritnentum patiatiir< Tout au conrraire que peut fouhaiter vn-
Homme , vn Chrètien , vn Cardinal 5 fi non de finir vne belle vie,-
par vne mort qui porte toures les Marques de la pietè Chretienne?
Le Senatde Romeordonnaautrcfois,que la pompe funebre de
f Empereur Augufte fut conduitepar la portedesTriomphes^ Att^-
giifìifunusy duUum per portam triuniphalem. La mort du Cardinal
Mazarin,eft fans doute toute tnomphante.il n'y manque a vray dire,
aucune des circonjiances^ qui la peuvent randre ou gloriuefe devant
les Hommcs , ou hcureufe devant D i e v .
. Si dans ce n:ìojTiant deciff deTetorDitè, comme parie S. Augu-
' '\' . ' Ibn,
lacit.
1. R«/»-y,
l-jc.^
Ann»!, 4,
F V N E B a E. 19
Ùin , ricn n'cft fi ncceflaire que Ics cxcrciccs de la pietè Chretiennc; card, maz,
le Cardinal Maiarin recoit , ainfi que i'ay dit , tous Ics Sacremans de
J'£glifc : & ayant devant fes ycus l'Image du Crucifìx , rand refprit
auspici de fon adorable Sauveur^ les Maieftcz. fondant cn larmes ,
Ics Prelats& les Princescn pleurs,6c tout Paris eftanten priere.
Si la force eft vne vertu tout à la fois & Romaine, & Chretiennc,
facere-iC^ patifortia Komanum-iChrijiianutn eji'j ce trcs-digne Miniare
mcurt vraimant &: cn Romain ,&en Chrèticn;attandantlamort
avec vn vifage aifeurèiSc la recevant ance joyc. Neft-cc pas (N)
vne faveur du ciel bicn rarejdc confcruer cete haute prefance d'efprit
juqu'au dli"nier foupir de la vie \
Cete vigueur meme fé redouble , à meiure que la mort s*appro-
che. Le Cardinal eli vne lampe aromatique qui jette plus de bril-
lans , &c exfalc plus de parfums quand elle s'eteint . C'eft vn folcii ,
qui brille avee plus dèclat)en fon couchant . Cete grande A me a git
avec plus de mouvcmant ? quand le corps eli fur le poin(^ d'eftré
porte auhcudefbn repoSj dum dejkrefcit corpus ^ rejlorejcit anima,
En tous les autres l'cfprit eli immortcl, en cet illullre mourant il eli
toujours agiflant . Deferte qu'l n'a fait que cefler de vivre &C d*agir,
acljcuant cete vie;quelefàge appele excllemant , wor^ i^^/«my,vnc ^fcù/.j?
mort coulante , Avditevrs comprcnci-moy fil vous pleit-,en cete
dernicre mcditation , qui va acheuer cete Harangue funebre. De; I-aclotvi^?
'voluntate mijjus fum -, (^ui fecit me qua/i Patrem;ÌP' Dominum ini-
uerfe dotnus , C^ Principem in otnni terra ,
NOus fommers icy tous des pcintrcs , die le grand S, Bafilc . Le
fecret de l'art dans le vie,comme dans Ics tableaus,c'eft de bicn
finir . Extrema corporumfacere , cr defnentis pi^urx tnodum concia-' •P/"'.jf''''/'-*<'«
dercf rarum in fuccejpi dmV /«Tj^^w/Var , Examinei toutes les circon- t'H-mBicence
ftances , & vous treuvercz fans doute qu'vn Homme , vn Chreticn, peiXé ."
vn Cardinal , vn grand Minillre d'Etat i ne peut pas acheuer fa
vie , par vne plus belle mort ,
Mais quoy ^ Ce grand Homme à votre auis, meurt il au s'il vit
cncore en ce dernierperiode de fa vieU^eut-on dire que celuy-la
mcurt ,qui pofledant fon ame en paix , laide fans regret les grandc-
urs du monde les plus grandes , & les carefless de la faucur Ics plus
obligentesJ*QuicombIe fa Famille d*illuftres alliances , & de bicns
immanfes? Qui donne auRoy ,nonmoinsadmirablcparfonedu-
cation que puiflàntparfa nailVance, les inftrudions de la Sbianco
Royale : & qui enfeigne a Monf.eur fon Frere vnique, feconde mer-
ucille de nos lis , l'vnion qui doit cllre entre deus freres \
Qui
ao E L O G E
PE L'BiMiN: Quidanscc dernier momant gagne lecaeur & la tandreffe, de
cetHcrculeGauIois,ce MarsdeTBurope, S. A. de Condc? Qui
voiant en fa chambre toutc la Cour en dueil, les Majeftez en pleurs:
les Prelats,les Pnnces,& la Noblelk en foupirs ;ayant pris con-
ile du Roy &r des Reines,leur dcmande permillionde n'eniploier
plus ce qui luy rcfte de vie, qu'aus penfwès de fon falut ? Qui pour
y trauailler plus cfhcacernanr, apress'ellre muni en ce dernier com-
bat de toutesles armes de l'Eglifei n'arien eu plus àcceur, quc
de recevoir par la main de Monfcigneur le Nonce, la benedi-
dìon de notre tres-faint Pere Alexandre Vii. Et de radre les preu-
ves refpeifiucufes de fa fommillionauec fon dernier foiiflfte, à la
fouueraine autoritè de rEgIire,par vne lettre qui eli vngagecer-
tain de fa religieufe obeiflancc \
Lb plus ancien des Hiftoriens profanes m*a autre fois appris, qu'vn
fameus Architede de l'antiquitè aiat achevc de batir avec la dcrnicrc
perfe(aion,le celebre Tempie d'Appollonjon luy accorda^ouvien on
luy donna pour recompanfe de mourir djns ce meme Tempie, &:
d'eftre enfeveli en fon ouvrage. Laifsons le manfonge, & nous
atthachons , pour acheuer a la veritè.
Le Cardinal Mazarin (N) doit palìèr fans contredit,pourvn
des plus habiles,&: des plus heureus politiques de notre Siede.
N'eft-il pas vray ? Tout le monde enfin , n*en demeure-t-il pas
d'accord? Dans cete Ile qui fait les confins de deus grans Royau-
mes, il a heureufemant travaillè à la ftruóiure du Tempie de la
paix generale : & du mariage royal ,'qui en eft le nceu6:lecimant.
Le meme n'cft il pas aulll de vray , le Tempie de fa propre gioire?
Or ditcs,ie vous prie Chers Ayditevrs, quelle recompanfe
plus digne DiEv pouvoit-il odroyer, ou donner luy meme à ce
grand Ouvrier, que la mort?Mort telemant circonftantiè , quc
nous dcuons croire , comme nous le fouhaitons , quelle luy a fervi
de paflage àvne meillcure vie? Mais o douleur! quis talia fandoy
tetnperet a lacrimisi
Vovs nous quittez donc o grand Se incomparable Matarin j
vous vous retirez de cete inftabilitè de toutes le chofes fublunairc?.
Vous abandonnez cete chetive , & mifcrable vie ; la quelle , dans les
oracles meme diuins, roule commc vne roue dans les precipices,
" s*cn fuit comme l'ombre » court comme la pofte , vole commc
rui.u. le Nauire qui a le vcnt en pouppe : s'ca vole commc l'oifcau , scm-
porte commc la flechc , tombe comme la foudre, sèvanouit enfin-
'**'**■ cnccndre, & cn fumee. Vous vous en allei, grand Prince de
l'Egli-
F V N E B R E. 21
i'Eglifc y iocomparablc Miniare ; nous laifìant vn example bicn ^ard. maz.;
atttantiquedc la vanite de la vie , qui fé pert en des pcrpctuels chan-
gemans: & vn parfait tableau de la mort, qui effa^e touies Ics gran-
deursdc latcìre. Hicrtout le monde vous regardoit richc 6^ epu-
lani, enofile quondam diuesy0* o^«/^»f«/ : aujourduy , vn cadaure, . ^°''<^f'
Hier dans les pakis , aujorduy dans le fepulchre. Hier chcri des Ma-
ieftez gl'henne ur de Rome , la merueille de l'Italie , la gioire de la
f rance , le prodige detoute TEuropc, Aujourduy ,pour faire voir
que tout le Monde , que toute la Cour n'eft quVne grande illufion,
9fiendit tlii omnia re^na mundi in momento j laiflant a. la veritè vne iuf.\^
meraoire glorieufevmais fuiarde,&: qui fé confume avec le bruit ecla-
tant d' vne grande reputatioa ; laquelle après tout, ne peutpas du-
rci plus que le monde ìpuluis > &* vmhrafumus , nii nifma^ni nomi-
nis 'vmhra .
Cepandant , Q grand & admirabte Cardinal \ Si nos fouhaits,
font biens fondezfur de fi bellcs apparances : & fi les prieres que
nousfaifonsdumeilleur de noscoeurs, pour Icreposde votreame>
ont quclque effet au près de D|EV dont la vie eft immortelle ; vouSi
vivrez, deformais felon la meilleurepartie de vous-meme? favori du
Roi des Rois dans le palais de Teternitè ^
Si Diiy vous a de-ja fait cete mifericorde > continue^ a faire
dans le Ciel T'ofRce dont vous vous efìes fi dignemant acquitè fur
la terre. ContinuezvosfoinsversrEglife Romaine» ctreignez vos
liaifons,avec le Vicaire de I.CHR^.Et dans cct etat de charitè confom-
mèe > travaillei par des fecours encore plus puiifans , a la dcftru<^ion
des nouvelles opinions ,& à la ruinc du commun Enncmi des Chre-
liens* Puique vos foins feront tous purs, aprèfque la gioire vous>
aura randu infatigable ^ ùnmortel j eontinuez alors d'eftre auprès.
de notre DjEV le conduéleur des fàg^s, confeils du Roy> rentrc-
meiteur des Reines , le fecours detoute la France . Enfìn plaife à fa
diuineM'^ieftè de faire heureufcmant revivre & redo\iblcr en ces trois,
Grans-Hommes votre grand genie, la vaftc capacite de votrc Efprit: N«w.i»,
votre rare fagefle , votre douce generofitè pour le fervice de notrc
Roy , & la bonne conduite de la France. Cefi: ce que nous dcman-
dons à DiEV > du plus intime de nos coeurs jafin que fa juftice reti-
j-ant le bras qui nous. menafle de toutes parts , & fa mifericordc fc
randant favorable aus interceiTìons de TEglife Militante & Triom-
phantc,&: a nos extremes befoins^le Chriftianifme reprene fon ancien
luftre,rEglife triomphe de tous fes EnncmismotreRoy dc-jafi forme
à la vertu , dc-ja tout couvcrtdc palmcs&delauriers>acheuedcdc-
vcoir
DE L* EMIN.
CAU.D. MA 2.
ax '- ELOGE FYNEBRE.%'
venir le Pere dVn Dauphin. Et que felon la Priere de nos Anc^tresy^
dans TEglife -Primitive 5 la vie de notre grand Roy , notre chef Mo-
narquc Louis XIV. foit longue & faine ^ i;/m /^roZ/Ara: fon Roiau me
florilfant, hnperium fecurum: la famille Roiale toujoursparfaite-
mansvnie, dmius tuta.^ Ses Armes vi(3x)rieufes, Exercitus fortesi
fon Confeil Fidele , Senatus fidelis ; toute la Chretientè en paix, Or-
his qutetus . En vn mot, q uè DiEV le hHe vn Prince parfait vn Da-
vid felon fon Cccur , & vn Roy tres-Saintj & queecutnque Hominis^
f^ C^fa.ris'vota.fum . . , . >
Recevez cepandant,ò Cardinal inimitable! Ics juftcs dcvoirs & Ics
Prieres qu'offrent pour le falut de votre Ame ; Ccus qui ont eftc Ics
fpcólateurs & les admirateurs d'vne vie fi eclatante,comme la votre;
que nous fouhaitons eflre couronnec de gbirc 5 cn toutc Tetandkic de
Teternitc. Ajusj sqit-ii.
ELOGIO
F VNEBRE
DEL
EMINENTISSIMO GARDENAL
M A Z E RINO.
E N R. O M A > En b Emf renta de la Rcu. Camera Apoftolica >
AnoMDCLXI.
Con permiflion de los Superiorcs .
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J3'iol.'i;'^,;iiH 2oI ab :: --ruimisq noi)
■"'i^ /'7
ELOGIO FVNEBRE
Enlas exequias,quc fé hizieronen Roniaalamuertc del
Eminentiflimo Cardenal lulio Mazarino .
Dcdicafc ala Mageftad Chriftianifsima de kSenora
MARIA TERESA DE AVSTRIA
REYNA DE FRANCIA.
^€ N la Yglefia de los inclitos Martyres San
Vicente , y San Anaftafio fue reengen-
drado en las aguas del Bautifmo el Emi-
nentirs.Mazarino,y defpues fue fàgrado
teatro de fus exequias , paraque (è cor-
J^^^È^ refpondieflenlos principios con los fi-
^®^* -^ nesdefiivida-Gimiòen ellasVnLeon
delas montafias del Carmelo (que macho, fi la guadana
de la muerte le corto las mas tierna parte del corazoru? )
Però fàzonò de modo los gemidos,y (èntimientos con la_j
dulzura del decir, tarazcando lo dolorido con lo artificio^
fo de la Retorica , que fi lo efcuchè compaifiuo, lo atendi
cruditory refolui oyendolo latino, dar à V.M. vna copiai
Efpanola del Elogio de vn Miniftro,el mayor, que efta
edad a conocido fu Reyno.Verà V.M.en efle papel en len-
guage natiuo, lo que en cflrano abrà oydo muchas vezes -
El atreuimento non es poco; però digno de no deidenar el
afedo , fi quiera , porque es hijo de vn corazon Efpanol .
Profpere el Cielo à V.M. comò la Chrifliandad toda,y fu
Rey no as menefter. Roma 6. de Mayo i66i.
Chriflianiirima,y Sereniflima Reyna
Bcfà la rea! mano de V. M.
» Al
*AL EMINENTISSIMO
PRINCIPE
ANTO N I O
BARBERINO
Ncftefunefto Elogio ( Eminentifllmo Senor) tieno
V. Em. vn padron, que erige mi obligacion en feruirlc,
pues, aunque al inftante, que fue feruido de mandarmc
elle empleo,me occurrieron muchas razones , que pu-
dieran juflamenteretirarme del embarazofo,e intricado
fucefìo , reufàndo la cenfura de inobediente , no pude
efcufarme al precifo mandamicnto de V. Em. inftigado
de mi genio, que felicita rendidos obfequios à fu perfona , defeofa de dar
nueua vida en efte Elogio funebre al ya difunto Eminentifsimo Cardenal
Mazarino, para que el elogizado,y el elogizante, aun defpues dela rnuertc,
fueflen reconocidos por alajas de V. Em. Rendi ala obediencia el animo ,
cntendiendo, que ni neceflitara delos artizados matices dela Retorica , ni
de mendigar iperboleS) quando la materia ofrecia abundofa cofecha deen-.
comiosnoagenosdelofagrado del pulpito, ni eftranos à la fìnceridad de
mi genio ; que defdena adulacionesjy afecta folidas verdades . Dixelas en la
oftentofa pompa delas exequias,y corno la voz la Ueba el viento, aora, aun-
que nadie las ignora, las doy à la eternidad , conteftadas no folo cn Euro-
pa teatro donde fc vieron, fmo en el Orbe todo , que gozò de los ecos de
tan gloriofas proezas.Y aunque no me arraftra elinteresjni el aplaufo, quifè
no defraudar de efte teftimonio à mi gratitud para con V.Em. ni defte titil-
lo à mi dicha,aunque efpuefta à efcollos,y bagios^que fi es timbre dela obe-
diencia traer los ojos vcndados, goza tanbien del priuilegio , que ni legiti-
mamente es acufada, ni condenada en juicio prudente. Obligado pues del
preceptode V.Em. e inftigado de mi afetìo, emprendo elo^izarlaEminen-
cia difunta de vn Cardenal,de vn ministro de mi Chriftianifiimo Rey^de vn
fugeto à todas luces Eminentiflimo,y por muchos,y gloriofos titulos , muy
de V. Em.Efcribo en tablasde bronce efte publico teftimonio de mide-
uotifTimo rendimiento para con V.Em.que no fabe afequear vmildes ferui-
cios , fi apacible mirar ciegas obediencias.Roma el primero de Mayo.
■^o
Dioi
3
^ioj porJU'Voluntacl me emhtòty me hi^o cornai adrn, Sefior,
y Princife en toda la tterra. Gtnei.^^lì^' ";
VE la Vida del hombrc ( ì^rincipes feminentilTImos ,
Auditorio confpicuo ) Quc la vida del hombrc fea
fombra vana,noslo cnfcna (Ai!) el cjemplo no
menos manifìefto , que funefìo del Eminentiffimo
Mazarino . Quanto oltentofamentc ateforan cn fus
opulentas riquezaslos mageftuofos palacios : quan-
to fé defcuellan en fus altezas los tirulos mas encu-
y^s^^x» ^S"^:..*-^?^ bradosrquanto fé eftrecha en amorofos lazos la fìneza
de los amigos: quanto compreende elle orbe inferior en lo mas fublime,'
raro, efquifito, preciofo,y admirable, todo es fombra fugitiua, vapor fin fub-
iìftcncia, fuefio dela loca fantafia de los hombres,y torres de viento^que ma-
quina nueftra vanidad, corno ciìcazmente lo pcrfuade la muertc del primcr
miniftro del Frances Imperio,que fera fiempre mas facil el defearle , que el
aliarle igual . Cuya muerte, refpeto de fu edad, fue fin fizon, atroz golpe a
Francia, a Europa amarga, à la Chrifiiandad, infaufta, , pues defatò en ccni-
zas la purpura de vn Principe, cntre los Purpurizados, delos primeros , def-
pues del fumo,y lo redujo à nada . Efta enfcnanza an de facar los mortales
dela prefente funefta pompa de vn Cardenal por muchostitulos Eminentif-
fimo . Affi dà vueltas el voluble orbe en el eterno mouimiento de fu incon-
ftanterueda. .
ano:; La> meda. dela. fortuna -^
Solo es conjimte en voiuerfe : '
2 Pues no ay crtatura alguna^
§lue no 'vuele a defacerje.
Sentcncia cs del fàpicntifillmo Rey , que con indefedible volubilidad ,
alterna Dios lo alto con lo bajo,y juega corno pelota de cfte mundo fublu-
nar. Però, que puede efperarfè dela fortuna delpues de tan pafmofo fplen-
dor, dcfpues de tan admirable luftre , defpues de tan preciofas riquezas \
delpues de tan rifijena profperidad, que to co la raya de fuprema , dio vlti-
mamente en el feretro lulio Mazarino. Dejò de viuir el que tenia en la
mano las riendas del poder,y al fin corriò la carrera vltima el Cardenal, quc
corre efta corruptible carne . Son tan timidos los penfamientos delos mor-
tales,tan inciertas nueftras prouidencias,que folo el Padre celeftial gouierna
a fu libre beneplacito los hombres, los Reynos, y las Naciones .
La fortuna toda es juego ,
Pues quando ejlahle parece -^ . --'P
Enfal^a^entrom'^a.-iy lueg9 >-'^
i- £n <vn hora. defparece , - . «
a 2 Ha!
^ E L O G E
Ha ! quccicrtos pre(àgiosmc parecieron fi?mprc,ycomotè an de^té^cr,
ci feguirfe à la mayor felicidad la ruyna,y entéder cjue à la mas encumbrada
gr^n^cza, nada fé auecina tantojcomo vna defpenada cayda .Tu > Roma ,
ipabeca del mundo, filla dela Santidacl,fabes quantas veies as oydo aquellas
^agcadfis palabras: quando el hotnhre fuhiere la ^ltima.gra.da-,yfe liere en la. mas
(tua. ctitnlre-i entonces empe^ark . Quando el hombre fé viere mas florecientc-
irjcntc vfanojquando mas aplaudido, quando mas fublimado , entonces cae
mas prcfurofo . Elle es el achaque de nueftra naturale^a , elio fé forja en fii
fragua de nueilro fer, que à la yueltade vnainconllante rueda, perece la fii-
giciua grande^a del hombre . Y cenido en vna palabra,es dccir, que la fuerte
de las cpfas del mundo, fin ecetuar ninguna , es , que el llegar à lo funio , es
io mifmo que dcfpenarfe à lo mas bajo . Pon los ojos an eia flamante lumi-
nofa rueda de las folares luces, en cfa antorcha brillante , que bana con fus
fambiaqte^ el Orbe todo co infatigable preileza de fu inquieto mouimiéto,
que al punto, que con pafos. de puriflimasluGespisòel zenit, y triunfò en
carroza eflofada de refplandores^ y quifo ( al parecerj fijar fu folio en lo al-
tiffimo dela celeftial esfera , al inflante declina al ocafo , y à penas tocò la
raya dela alteza mas fublime, quando arrojado , eie ojo del mundo, de fu
m'fmo pefo, Ucga à las funeilas fombras de la noche,ajando las lobreguczes
opacas lo mifmo, que el Sol con fus luces avia ?omp animado . Por elio el
Principe dela Medicina Ipocratesdixo,que quando vno goza de eftraordi'*
nari^,y perfetiiTlma falud, que el llama athletica-, a de volar à la votica ,y to-
rnar los remedios del arte de Efculapio, porque (dice el cientifico , y efpe-r
rimentado Medico) corno la naturale^ano puededurar en vn eftado, corre
la vida con yclociffimo pafo a la muerte . O pafiiiofas vanidades del mun-
do ? O caduca inconftancia de honras ,y grandezas humanas ! O admirable
concordia de ellremos tan opuellos ! A penas vemos,y efcuchamos las glo-
yiasdel mundo, quando ya las miramos barajadas confufamente, el nacer fé
roza con el morir , las luces con las tinieblas, lo alto con io bajo ^ ios vigo-
rofos alientos,con las llaque^as delos defmayos,la vida con la muerte . Pre-
fcnte tenemos lo que à penas fé vio en los palàdos figlos, vn Eroe tan feliz,
a quien paraferlo perfettamente folo le faltò el yiuir mas,y le miramos de-
fpojo dela muerte, que triunfà de prifionero tan gloriofo,y que burla de fu
grandeza rendida alos filos de fu valiente guadarla .
Dire f Oyentes mios con licencia vueltra vna verdad conflante , corno
propria de elle puefto ) con palabras de Aguilino fiempre fententiofo ,
fìemprc erudito: jLa lidn. del/yQmhre es <vn vidrio-, que quanto mas crtjhlino ^y
terfoycs mas fragiUy qiiehradi:^o.ì^o 2r^ finbolomas proprio de nueftra fla-
que^a. Es el vidrio vn claro elpejo donde con viuos ademanes fé reprefenta
nueftra muerte, En aquellas crillalinas,y eladas mafas de vn efpejo hallaras
a las cfpaldas el negro,y obfcuro plomo, que es enigmatica , y proprilCma
1^., efprcf-
F V N E B R e, 5
"ifprcfiìòft ^elas Erdcas proezas del tres vcces grande Mazarino.Es vnapin-
tura,(ionde Te fingen lucesjy fombras para defengano de los prelcntes, y vc-
nideros Italianoyy Frances, acerrimo Soldado5y Dodor inrigne,firi ordenes
fue del Pueblo , con facra Purpura Principe de la yglcfia, eftrano, ynatural,
aduenedizo,y domeftico puntamente , al modo que Gufai refpedo de Da-
uid, amigo de los Reycs.Qijc cfperas oyir mas^ Fatigado de cltremadasinju-
rias, no folo vexadojfi no cafi oprimidojfalio corno el Sol de cntre las lobre-
gueies mas brillante para el vniuerfal prouecho , para pacificador artificiofo
de los difcordes Reynos,fagazmedianerodeloscafamientos cntre dosRea^-
le$Primos,yalfinqucdò, fi celebre, y digno de erculpirfe en bronces fus
trofeos, prifionero dela trifte muerte .
• Eaqui (ingenios verfados en la artificiofa cloquencia ) vn anchurofo
campo para los Elogios de nueftro Eminentiifimo difunto . Alla remito a
vueftrodifcurfopondercfo, nolasiperboles de los encarecimientos, fino
las reales verdades de las grandezas de nuellro Mazarino , pues no puede
nìuelarfe la cortedad de mi ingenio con tan defcompafados talcntos. Dczid
(Oyentes mios) publicad fus proezas, paraque la pòfteridad , fi impoilibili-
tada de imitarle, fé pafme de faber lo que no puede executar . Todo el apa-
rato de las Mufas es defigual para celebrar fu profapia, fu ingenio , fu bizar-
ro naturai , fus defuelados eftudios, fus amontonados dotes,lo compalà-
'do, y mcdido de fus palabras, Io no bailantemente cngrandccido de fu for-
tuna , de fu fama, de fus virtudes tan conocidas, comò aplaudidas cn Euro-
pa. Però yo,rendido a imperios de autorìdad fuperior ,y afe(3:ando oftcntar
gratitudes debJdas,procurarè fatisfacer la obligacion, que me efecuta, yaflì
efcuchad ( os fuplico) con atencion dos palabras . lulio Mn's^arino fé àio todo
4 Francia-i Francia reciprocamente fé dio teda a Ma:(^arino Cardenal Smine»'
tiJJìmo-,y entiendo,que el mifmo difunto abla a fucr de Abel , y me parecc
que me guia en las palabras, que al principio propufe de lofeph para zanjar
fu elogio , y con ellas , quanto permite mi rudeza reprefentarè en eftilp
compendiofo las glorias deileMiniftro de vno,y otro Rey Chriftianiffimo.
Dios por fu loluntad me emko^y meloi:^^ o corno Padre ) y fenor de toda la Cafa ,•
y Principe en toda la tierra .
Era lulio Mazarino por linea paterna, y materna iluftre, porlasprendas
perlbnales innatas,y cògenitas, aun defde fus primeras mantillas,dio no vul-
gares indicios: en fu jouentud florcciente oftentò lo que defpucs auia de
rendir en opimos , y fazonados frutos . Emparentò con las cfclarecidas fà-
milias de los Mancinos , Martinofos, y Mutos . Corrio tan vclot la carrcra
de la profperidad propicia, y rifuena fortuna , que cn Italia gozò no vulga-
res empleos,pues agradable a vn Maximo entrc los mayorcs de la Yglefia ,
cuyos blafones fon tres auejas, fimbolos de la magnanimidad, de la fincza >
y candidez , amado de todos , y que fu coraion tubo capaqidad para cn'?
I $ cenar
e -ELOGIO
cprrsr amor para muchosjcl bixarro, ;oucn tubo cn s\ tanta Cs^hiéA i€^}c
vcitio la Purpura del Colegio Sagrado . No me marauilIo,pues cn Ja cfcui^
U Romaoa de la Conpania de ìctus con ventajofos ecefos à fu edad> y g fu$
Coetaneos,oftentò lo ardiente de la viueza de fu ingenio en lai humanasjc'r
tras , defendiendo publicas condufioncs Aibologicas fobrc a quella edmofr
dinaria efaiacion , que llamamos Cometa . En celebre reprefentacion de I^$
glorias de San Ignacio de Loyola hizLo fu pappi tan ajuftadamente.y co pi-Q»
pricad tan cafi perfonal , que merccjò aplaufos generales. En la Vniucrlìdad
deAlcala de Enarcs emporio de la rcrudicion Efpanola cursò el dcrecho Ca-
nonico y Ciuil t y merecio lauro de dodor con ecefo a muchos VCB-
tajofos -, no le faltaron las noticiax de Minerua , y de Marte, y alos veinte y
fiete anos zanjò las efperan^as , que defpues vimos colmadas . Fue pruden-
te, 4i?l^ro , prouido en elpedicion de negocios arduos j publiquenlo Italia »
Trancia, Efpaiia , y los Principes de otrosPaifes : fuè prodigio, en toda
Europa cnOfìcios Pielacias, Legacias; pufo los primcros fundamentos
de fu fortuna j ertimacion,dondc el mas ambiciofo intentata poner las cuy-
brcs mas altas de fus intentos: Entre las Lifcs Francefas,digoipara fer ci ma$
cuydadofo defuelode aqucl Imperio .
•' Però,quien fera tan poco prudente ponderador de las co(as, que no atri-
buyaà difpoficion Divina efta defufada,y rariflìma adopcion de la Corona
Francefa en Mazarino ? Dcfeòefte Eminentillìmoviuamente eleiplendor
àia magnanimldad de nueftra Nacion,quando aun à penas Francia citava de
fus prendas noticiofa . A influjos, pues, de efta inclinacion , parece que Ma-
zarino era todo dceftos cuydados,y ellos era todosfus defeos,y lo perfuadcn
concluicntemente fu prudencia en la dilpoficion delos negocios, fuibrta-
Ì€?-a cn profeguirlos balla concluyrlos,fu prudécia en vfar de los medios mas
convenicntes:hecho ( permitafeme el dicirlo aHì}efclapo de losintcrefes , y
glorias de la Corona de Francia .
Teftigo cs mayor dctoda ececion la faccion de Cafal nunca ballantmcrc
celebrada,que à no fer accion de Mazarino,pudieran los Politicos empadro-
narlacntre los prodigiofos milagros . Es Cafal por naturalcia, y arte ine-
ipugnable.Defendiale ci Fràces elcrcifo lìédo Gouernador del Prefidio To-
aracio fobre bien difciplifiado soldado,felicilTlmo cnfus cmprefas . Hazian le
guerra los pintados Lconcsen Reales eftandartes de Efpana affìilidos de
CapitanesFlamencosdieftros cn paz,y en guerra; prefurofos llegan volantes
clquadrones Franccfes para darle foccorro: Salia de un valle el Efpafiol efcr-»
cito,y careandofe los Capos de ambas N3CÌones,y grandes yguales los efer-
citos cn magnanimidad,y fuerzas: à fuego, y fìngrc fé tocava yaal arma cn
anbos Capos para baiallar , no tanto por la fitiada fortalcza , quanto por la
gloria de la vittoria.y quado ya pueftos cn ordcn los efquadroncs en lo llano
Jc un auchurofo capo : quando yalus trompetas, los pi^ros,y las (;axa^ cfta'-
van
F V N E B R E. 7
Van aprcftadaspara dar la fenal de envcftirrquando ya la artiilcria , moCque-
tcs>y arcabuces bafqueaua para vomitar hierro,yplomo entre llamas,y nubcS
de humo:quando ya los caftizos cavallos co braveza aranavan impacictes la
tierra de verfe detenidos de las riendas: quado ya los afìladosaccios buUiari
cn las vaynas anlìofos de falir de fuangolk prifion,para volver à enbaynarfe
cn ios encmigos pcchos:quando ya laspicas bladidas de los nerviofos bracos
ofrecian al contrario fus penetrantes puntas.-quado ya la noblc fangre rebcn-
tava de verfe aprifionada en las venas, afpirando a relpirar viendofe vcrtida
por fus Reyes: quando fìnalméte amagava un aguazero de valas entre los
i-àycs lucientcs de las tcrfas armas, que en reflejos remcdavan muchos folcs:
•entonces Mazarino en anos aun juveniles, defdenando peligros, eilranando
rielgos, compafiuamente tierno, de que fé viefseel campo anegado en tanta
fangre Chnftiana,con induftria ingeniofa,con felicidad increyble, animofo>
intrepido, entre el fiero peligro de muerte tan a todas luces cierta, fé pianta
entre los dos efercitos,detiene las furias, quieta los animos , fufpende las ar-
Tnas,y , no corriendo en cavallo , fino volando corno aguila , pcrfuadcà los
Cenerales que fé abftengà de la batalla,y ambos capos unanimes condecien-
den,y defpreciando valas,y muertes Mazarino,magnanimo entre riefgos tan
cónocidos, apellida Paz, Paz. Y pacificos los difcordes,abatidas las banderas,
fufpédidas las armas, fé mezclan ambos efercitos,y los que anres enemigos
anelaban à beberfe las fangre^ya amigos fé brrnda,ya fé abra^ancófederados,
todoes alborozo, todo norabuenas , rodo aplaufos, todo feitines, todo mu-
fìcas 5 todo alegrias. Y lo que tocala raya de prodigio,qne fin vertcrfe fangre
todos aclaman vigoria, vigoria , ninguno quedò vencido , todos quedaron
vencedores,quedando la paz eftablecida.Fue ya efte fucefo(Oycntes mios )
un comò defpoforio de Mazarino con nueftro Frances imperio.Y cierta-
mentcnodebemos admirarnos, fi desde ella ocafion el prudentifHmo,y
EminéiiffimoCardenal Rocheliù,y el Chriftianiffimoje invencibleRey Luis
amaro tan tiernamente a nueftroMazarino, que a folicitudes fuyasel Maxi-
mo Pontifice Vrbano Vili, muertos ambos Rey, y Rocheliu, lefubftituio.
Cardenal,y el fucceflor en la Corona Franctfa , Protominiftro de'fu Reyno
para Oraculo de las Mageftades de la Reyna viuda, e Hijos menores .
• 2-Y ciertamente, el hauer tenido nueftro Mazarino en las aguas Bautifma-,
les al que nacio para la purpura , al que es prodigio del Orbe j es tan raro , y
tan nueuo , que apenas ay vno en los Anales,que aya gozado de cfta fuerte.
Que nueftro Luis Teodofio fuefle dado a la luz comun,fe deue al Cielo.Quc
naciefìe para ci Real folio del Reyno del generofiffimo , y ChriftianilTimo
Borbon , y de la Auftriaca Catolica Madre , cofa es corriente heredadadc
ios Padrcs : però que naciefse, para Viólorias de Europa , paz del Orbe,y pa^
ra tantas fclkidades , obra es de nueftro Mazarino . O manos entre las d©
a 4. los
""W-/* t.
,8 E L O G I O "
ÌPS^ETOCs>(lÌ€hofi{rima8> qvi^ entrc los crUbles del Bautifmo tubiilcs dJlcy
4< Francia, al hijo de losprimeros dela Yglefia. Los hombrcs fc hazen ; pc-
fò jw> naccn Chriftianos, dijò San Geronimo , Y yo anado el hacerfe Reye?
no parcce naturai? fino adquirido: no tanto es generacion -, corno beneficio
rcciuido; pucs el nacer para la gloria del Reyno es difponcr el tumulo al
Progenitor, quc la Corona poftumamcnte fé adquiere , y dela mortaja de|
Rcy padre, fé ville la Toga del imperio el hijo : però el hzaerfe Chriftianos,
aunque fupon? la niucrte del fupremo Empcrador Chrirto , por el BautiCr
mo, quedan iluminados, y recngcndrados los hombres, y adquiercn el Sa-?
ccrdotioRcal. Erte elogio (e ajufta al Emincntifllmo Mazarino , corno el
mayor cntre todos fus cncomios . A penas nacc, comò dado por Dios , ci
Rey de Francia, quando fé entrega alas manos de Mazarino , comò a Pa-
drino, corno a Maeftro, Por manera, que el reynar nucftro Luis lo debe ala
naturai generacion de fus Padres : però que tan felizmentc reyne ,1o debc
alos cuydadofos defuelos de fu Miniftro Mazarino:y no empezò antes nue-?
ftroPrincipeaviuir, o, areynar,quea reconocerfeen cdad , y en eftado
obligatiffimo a Mazarino : defdclas primeras fajas deue nucftro Principe a
Mazarino los lauros , las palmas , las vi^orias , por las fatigofas induftrias
dccftcfiel Miniftro fue crecicndo eftc principaliflìmo hijo de la YglcfìTia:
aunno grande cn la cdad nucftro Rey, ya fue maxime por laprudcncia
fcliz de nucftro Emincntiinmo : antcs que pudicffe conoccr monftruos , ya
fue Poliocratcs , y Hercules : los prefaglos de tan continuada fclicidad co-
Hocio nucftro Rey , aun cn los crepufculos de fu minez : por el Emincntif-
iìmo Mazarino . Las battallas , las vii^orias , las efpcdiciones , los Cercosi
losaiTaltosapenasfoncreybles, corno lo publican diferenicsProuinciasdc
Europa . Sobreuino la paz , con que el Imperio Frances no folo quedò vfa*
no , fino aumcntado , y el quc antes hccho pcdazos cn faccioncs bclicas , fc
rehizcr para fu Rey a folicitudes de nucftro Eroe . Finalmente pafmado ci
Orbe todo,y apcnas creycndo lo que cftaba viendo, gozò paz vniucrfal con
la concordia del cafamiento del Chriftianifsimo Rey, con la Infanta Catoli-
ca. Ylomasadmirablccs, que fé cfeóluafle a ingcnjofa induftria de eftc
Paraninfo Cardcnal, y afsi con mucha razon , y propriedad podrc dccir del
difunto , que lloramoslo que del gran Tcodofio dixo vn Orador Frances «
§luien dice que le compete
Soi$ es pojjtlfle afu arte ^
LagrandeT^a, de efìe Marte
^n ejirecha carcel mete ♦
Vcncio las cfperan^as de todos, yaun los dcflcos de todos. Vcn ciò ci Emi*
nentifsimo Mazarino con la gcncrofidad de fu corazon , en guerra , cn paz*
ea fclicidad: pufo a Francia en ccrminos de no poder nnas con cantas dichasj
Ato-
F V N E B a E. -^
Atbnka Ho»!» ù àdmìn : la pofkridàà dudarà , fi Francia deuc mas al E»
minentirsimo Mazarino , o , porque la coronò con lauros vi^oriofos cn la
goerFa -, o por quc coronò las vi(aorias con la paz.Afsi fé defcuella Mazarh-
Ro : afsi brilla cftrella, yì Marte,yà Concordia,ya Himeneo. En todas eftas,
y tan grandts proczas ,y muchas mas que fepulto con el filcncio , por las
«n^afìias dclticropo, yafuer de Cofmografo Cirio Io inmcnfo enbrcucsli-
fitas i fucra fuperfluo valerme de eloquentes iìguradas locucioncs , quando
no folo mi pequefiez, fino aun la mas iìliftca eloquencia del Orador mas fa-
cendo , qucdara oprimidà del pefo de tantas glorias . Llenenfe de cllas las
hilWias , que la mas prolixa Ics fera fiemprc corta ,
Bafte en efte apararo funeflo alentar el intento , que al principio propufe,
ycs que Mazarino contraxo con Francia vnos comò remedios de deipofo-
lios , cntrcgandofe rodo alas Francefas lifes , y que la Cafa Real de Francia
?e entregò toda a Mazarino con reciproca total entrega . Yafsi por cafi veyn-
te anos, quanto luftrofo a gozado Francia ('quc eslaazucena entre todas
Jas del orbe vnica) fé lo deue todo a Mazarino . Pero con la totalidad que el
Eminentifsimo fé entregò a Francia, a los Reycs , a las Reynas 5 ( y por de-
drlo en vna paiabra) a toda la Nacion Franceft , afsi en pacifìcos retornos,y
correfpondencias puntuales, toda Francia fé entregò en las manos dcirEmi'-
nentifsimo Mazarino , vnarefiida competencia, dcqual auia de eceder a
qual, o Francia en beneficiar a Mazarino, ò Mazarino en render à Francia
cbfequios tan crecidos , quc la eloquencia no puede celebrarlos . • >n
«- Porlo qual , endcrc^ando a ti mi oracion , hermofiflima Roma , efplen-
dor de toda Italia , prodigio de Europa , fenora del Orbe , dire vna vez,y re-
pctirè muchas , que io quecn lulio JMazarino fc defcuella hafta lo fumo de
la grandc^a , lo deue a la corona Real de Francia,y todo lo que Francia go^
rcfloreciente lo debe principalmente a Mazarino . Francia recebio de Maz-
zarino quanto brilla cn pujante grandeca : però no villanamente ingrata,
fino generofamente reeonocida fé ritorna a Mazarino quanto tiene de glor
riofa,de trionfante , de opulenta^y paraque Mazarino no desfallecieflè en U
cmprefa , fé le dio toda Francia hafta el vltimo aliente de la vida , y Maza-
rino reconipenfandole à Francia , rindio hafta el alma en vtilidad del bien
publico , oftentandofe fi caritatiuo, jufto correfpondicnte . iti
La naturai gcnerofidad de Mazarino ( mis oyentes ) debe fer efculpida
en etemos bronces , pues intrepido fc arriefgò al peligro , porque el bien
publico no padecielTcy quedaffe fin Icfion el real pundonor . Por erto, vna,
y otra vcz fc deftcrrò a fi mifmo ( a imitacion de los Atenienfcs ) para que
Francia go<jafle de fi mifma , Paris de fu Rey , el Rey de fu Palacio, y Corte,
Deucncl Rey,yel Reyno alas finezas^e Mazarino elno reparar en pro-
prias incomodidades , ni reufar difguftos , ni gaftos ; antes imitador de Io*
-.— . ^ nas,
IO E L O G I O ^
nas 5 voluntario fc ofrecio , para cipcrimentar fi verticndofc cftc-oko > abo^
naji^ariala borafca fiera . Efta fue accion Eroycà , Romana , Chriftiana , o«t
jBccer la Vida propria por la vtilidad publica por el comun bien tlel Reync^
no por hazanas folamente efclarecidas/ino por conftancia magnaninia,quq
nucd fer inuidiada (permitafeme ci decirlo affi ),hafta ro^arfe con milagro-
fa, de que foy teftigo libre de toda fofpechaj pues le vi fagrado por el Rey ^
.y por el ReynO* Tanto que paraque Ics fucefos tubieflen los efedos , <juq
acoftumbra obrar la diuina proqidencia crecio entre los golfos de la contra-
dicion (corno dicen eruditos de la naturale^a del Balfamo , que crece entre
ias heridas) y corno la palma entre las enormidades,de las rcueldias rcuer-:
decio pompòfo . lutni 1m •n";c<Ti'; - . ■
Rclliruydo, pues, nueftro ( permitafeme ci deeirlo afilj Moyfes pruden-
tiffimo, y benigniffimo con fu manfed umbre , trocò alos que antes enemir
gos, enreuerentcs, y atrozmenteinjuriado, nadie quedò con el recelodp
aucrle fido injuriofo . t
Contrajo nueftro Eminentiffimo enfermedad tan prolija, y cruci por
fruto dela paz eftablecida,y del cafamiento efeótuado a pefo de fus fatigas >
a dcfuclos de fus iuduftnofas diligencias, que aruynada fu {àlud, quedò im-
poffibilitado a los exercicios, que le eltauan a voces llamando la pax de Eu-
ropa , la eftabilidad de Francia, proeza (o Dios) tan nueua , comò vtil , y
tan digna de no olbidar{è,quanto de efculpirfe cn bronces . Murio Maxari-
no en el parto de la paz felicilfima. Viuiopoco para fi , y todo viuio para
nosotros . Y aun ( para que te admires, y amcs Chriftiano ) en los mifmos.
dolores de fu enfermedad, enei confin de la vida ,yde la muerte ardia, y
crecia con el defmayo delas fuerzas corporales el zelo de la ìf glefia Catoli-
ca . Mas animofo, que le permetia la enfermedad, perfuadio al Chriftianif-
fimo Rey,que arme efquadrones contra la hereticas fedas,y fuerzas del Pa-
ganifmo , y en los vltimos articulos del viuir eforta el Rey paraque afifta a
la Yglefia,yaUmperio contra las tiran ias Otomanas. Que comò entendia
jnentras viuia, que lapurpuraque vellia era rayo de diuina luz , deftello
dela Pontificia, con que ilultra el cuerpo miftico de Chrifto , affi muriendo
centellò fu efpiriiu rayos para deftnfa de la Catolica Yglcfia . Però à mi na-
nada mearraftra mas la atencion; ni me confuela mas en tamana perdida ,
comò el ver a vn hombre occupadiffimo tan entregado a morir Chriftia-
namente, y a las difpoficiones de pio y catolico moribundo . O yo me en-
gano, o le puede decir que Mazarino imitò lo que fé dice en el libro de los
Macabeos ablando del Magno Alexandro ( dice el tefìo Sacro ) cayòenla
Gama,y conocio que muria. Y delpues de todo efto . O admirables , y eftu-
pendas inconftancias ) comò decia al principio ) de las cofas humanas •
Quando fubimos a la altera , fomos derribados, de repente dcsfallecemos ,
y corno
|5 V N E B R €,' „
y corno iuen« no* dcfatamos cn nada. Y deipucs de todo cfto . Quc cs todo
«ilo?Perruademe(Oy«ntcsmios) quc noslo dcfcifra la grata memoria
«Jceftcvaron a to<^as luca grande > <\ue jajuas Io olbidarà Ja poftcridad,
Pcfpuesdc todo eilo>csdcciren epilogo : defpucs de fer gencrofo pim^
-pollo de vna cftirpe loable, defpucs de muchas prendas de naturale^a, quc
«fi tocò cn prodiga : defpuesdc vn aguaiero de fucefos afortunados : dcf-
pur s de mucfaos gloriofoscmpleos en pai, y cn guerra fclizmente logrados:
4kipucs de muchas politicas adniiniftracioncs coronadas con fauftos fucc-
^os: deipues de los teforc5> que podian competir con los de Crcfo , y Lucu-
jo adquiridos Chriiìianamcnrei defpues de tan celebrada fama derrama-
•da poi ci Orbe> y plaufiblemcnte aclamada: defpucs de losincanfables cuy-
<iado$ del Reyno; deipues de losfelices jubilos de la paz cfìabkcida , y cfti-
luada, de ambasCpronas confcdcradas , fi antes araftradamente difcordcs ;
licfpucs ( por no dccir mucho mas, corno pudiera, fin rozarmc en lifongero,
aanque atropcllando los limitcs de vna breue Oracion ) de tanta humana
felicidad? que fé a vencido en los barrios de prodigiofa; la claufula, y termi-
no cs> el fatala todosloshombres tancomun corno tremendo: Defpucs de
todoefto,cayQenUcaraaemminentifrimoMazarino,yIo quc yo mas
pondero, y lo que deben mas eftimar todos los que Chriftianamentc fien-
tcn>es, quc con fingular mifericordia de Dio$conociò que moria,
Sobre manera vano Nabucodonofor vio en fueno aquclla foberuia efta-
tua,cuya cabe^a era de oro acrifoIado,ylospies terrizos. Fabricòvn dcfignio
de clla,y eilr^nando b baxcca del barro, pufolc pies de oro de martillo ♦
Preguntarascuriofola caufa.Parèlabreucmcnte. Raro cs entre los Princi-
pes, y poderofos, el que fé Acuerda de fu 6n , y de fus pofcrimcrias , todos
facudcn de fi la memoria de la mucrtc, que nos reduzc al barro de nueftro
principio, y cafi todos afedan, corno elÈmperadorluftiniano , adulaciones
de inmortales.Bien teftificado tencmos elto,Romanos,cn vueftros antiguos
Empcradores cn fus fuperltitiofas ceremonias, y piras , con que aun muer-
tos, fc hazian confagrar por Diofcs . FXta ley inuiolablc del morir,particu-
larmcnte a los que pifaren las gradas mas akas de la fortuna , es dura . 0
muertfy queatnarga es tu memoria-^ aunque alque^o:^a de trcin quiUpaZ ! lulio
Mazarino dio paz a Europa defuftanciandofe para confeguirla.Que hombrc
huuo particular que gozafle de riquezas tantas , y que fuefie de ellas tan
maniroto ? Fue hombre tan quieto, que ni los anfiofos dolores de la muer-
te, ni ci tener y a abierta la fepultura pudicron cmpanar la fcrenidad de fu
magnanimo cora^on, y afl[ì U nnuerte de nueftro EminentifTimo Mazarino
nofueobradefortalczavulgar,finodefingulargracia del Padre de laslu-
ces . Quien de los deftc figlo, de los amadores de la fortuna defea mas feliz
fuccfo^. El EB)in«i;itij0rim<?.Ma2,grino fubliroado a los mas altos pucftos , n
la
t^ ELOGIÒ
la mayor opulencia, a lo» aplaufos mas agradablcs^fabc défjprtìiderfe àt^
tulos, y dcfortunas. Todo fé cntrcga a la mcditacioni de là mucrte, iodo fc
difponc al feretro, fé confiderà cn ci tumulo, y anticipando con la confidc-
racion fu mucrte , beuc el caliz defabrido de fu amàrgura. Tconocio^tie
wem.Recibe reuerentedelaYglcfialos Sacramentós fàgrados . T conoce
que moria . Y citando entero en fus fcntidos , fuplicò a las Magcftades Chri-
ftianifllmas, que lo dcjaflèn, y fixando los ojos en Chrifto crucificado , cer-
cado dePrclatos,deSaccrdotcs,yReligiofoscon alicntos vigorofos, con
pafos intrcpidos pifa los vmbralcs ofcuros de la muerte . Affi auia de mo-
rir, no el Emperador Vefpafiano, fi no el Eminentiffimo Ma7arino,en pie ,
aducrtido, y ablando : affi auia de efpirar, el que afpiraua a la corona por-
tantos titulos merecida enla eternidad , comò piamente podemos creer.
Muerto dixe que es el Eminentiffimo Mozarino ? nò digo que es mucrto ,
fino que viue i mortai cn la iluflre fama de fu celebre nombre aplaudido en
todo el Orbe : viue cn la memoria de fu cfclarecidas obras ctcrnizadas en
los bronces de las noticias venideras , pues antes naceran las yeruas enlos
fenos mas profundos de la tierra, que ceflen las Naciones todas de clogizar
fus grande^as : viue en los pcchos gencrofos de fus cordialcs amigos . Viue
cn Tos engazes de los cora^ones gratos que eternamente moftraran ferie a
beneficios fobre grandes repetidos , fin que jamas la polilla infame de la in^
gratitud pueda corner las telasde los cora^ones, que conferuan fus dulces
memorias . >
Però a donde camina efte enigmati co emblema taraceado de muerte , y
vidà ? Quiza efta confiifa memoria , erta mefcla de eftrcmos tan opueftòs
d puefto,como en fìel contrafte de vn pefo,a mi cracion, que teme fu vltima
claufula,mirando la vida,ymucrte de nueftro Eminentiffimo adornada co
timbres tan gloriofos . Aunquc con mas razon pudiera temer , que fiendo
la materia inmenfa cefalTe entre lagrimas lavozen ellas anegada . Però
donde fenece tal vida (documento grande a nueftra mortalidad) debej
tambien paufar el elogio . Ley es cftablecida , inuiolable el morir • Però lo
que vueftro Seneca difufa , y eficacementerepite es que la muerte de fu na-<^
curaleT^a es indi ferente. Que tal fea en cadauno , no me pertenece el aucri-
guarlo : però la de nueftro Eminentiffiimo Mazarino la curiofidad querra
inueftigarla .
El fcpulcro de Augufto fue erigido fbbrc la corcoua de vn eminente ar-
co, comò refieren los Romanos anales . Nueftro Eminentiffimo Mazeri-
no nacio cn Roma ( no dejo de nacer en Paris ) ni muere fino triunfando j
porquefila piedad comoes jufto) pideque creamos que triunfa , quien
recebidos legitimamente los Sacramentós , a vifì^ de la fefial de nueftra
falud Chrifl» crucificado , cntr^oraciones de Saccrdotcs, y Religiofos, cn*
tre
F V N E B E. ij
trclagnmasìleaIeS)yP?ikcicgas,entrcru{pirDS demos ^c fìeies amigos^
entre triftes lamentos de la populofa PariS) entre rogatiuas corriunes , y pu^
blicas en los fagradps Templos, concurriendo en I21 muerte de nueftro Emi-
hentiffimo todas eftas cofas Juntas , parece que no pueda duciar la piedad
Chriftiana, de que morio triunfante ^
Si fc defcaen la muerte la conftancia , y fortale^a , Mazarino recebio fu
muerte animofo > y aun alegre . Si preguntares de fu intrepido vigor , y
viueza : dire , que fue ygual al quc tubo ^n la efpedicion de los negocios
hias infricados, y corno lampara , que amaga el apagarfe , centelleò en fa
muertCj mas lucida, rejouenecio enei vltimo periodo de fuvida laviueza
de Mazarino,y para eltupendo prodigio de la pofteridad, ^ vida tan efcla-
rccida fé le figuio muerte no menos plaufible a fuer de Spi,y de Ellrellas,que
al tiempo de pifar las rayas del Ocafo entre las inquietudes de fu incanla-
ble mouimiento lucen mas refplandecientes : no le faltò en fu Ocidcntp ^
nueftro Eroe la viueza j antes corno porcion nobilifllma de la participacion
de la naturaleza diuina al tiempo de apagarfe corporalmente, centelleò con
mas esfuerzo . La caduca lampara de la vida de Mazarino , tributando la
comun penfion de los hombres,no fé apagò con los agua^eros de la muerte
tempora!, antes abra^andofe con ella placida, y pacificamente , le aileguran
lucimientos eternos . Y affi ("Oyentcs mios ) lì fentis con migo Chriftiana-
mente, ^1 vltimo, y mayor elogio de nueftro Eminentiffimo Mazarino , e$
el mirarlo morir . Vedlo ,y aganfe fuentes vueftros ojos, y fufridme vn po-
quito , paraque a benigna tolerancia vueftra, tome feliz puerto mi Oracion.
■<: En piuma erudita del gran Bafilio , todo hombre es pintor, mientras vi-
uc, en efte vafto, y grofero faco de corruptible carne, y con el pinzel de fu$
Goftumbres, y obras, pinta algo a la eternjdad. Efto es en nueftro Mazarino
lo eftremado, lo glpriofoj y lo que debe de fer inuidado , que fiendo tan in-
clito a todas luces,taniluftreenfus obras, claufule fu vida preciofa en los
ojos del Senor. De que modo imaginais efto en vn hombre,en vn Chriftia-
no,envnCardcnal Eminentiffimo? Oyd a Plinio puntual obferuadorde
li naturalez,a . La mas primorofa arte del Pintor , donde apura mas fu dc^
ftreza, cs en dar la deuida perfecion a los eftremos de el cuerpo , que pinta ,
Entre aora San Geronimo , y nos efplicarà al intento la propriedad de la
comparacion ; en los Chriftianos ( dice el maximo Dodor ) no fé a de
atender tanto al principio, comò al fin. Solo aquel viuio feliz , que dexò U
vida fantamente. El mayor priuilegio de la diuina gracia , y la mayor mife^
ricordia del Padre de ellas,es que nueftro Eminentiffimo Mazarino (aun
fefagenario ) claufuia vna iluftre vide con la muerte .
■ Aqui apelo a vueftro cuerdo juicio ( O ycntes mios ) y pido vueftro de-
fapaiìonado parccer . Que os parece entre aquel vltimo aparato, que hiio
nueftro
14 "E V O G IO
hueftro Eminéntifllmo algunos dias ante de fu fin ? Moria , ò Viufa ? ci quo
cn fu entero acuerdo dexò magnanimo en fu teftamento tan opulentas tì-?»
quezas : el que tratò cafamientos tan nobles de fu familia : ci que auia in--
ftruydo vn Key mas celebre por la virtud, que por el cetro , y corona : el
que inftruyò al Delfin mas plaufible : -el que concordò difcordes hermanos
Principe^ enetnigos : el que al Ércules Frances Principe de Condè le mcreciò
afedo hafta verter amargas lagrimas , y darle abra^os tan fuertes , que de
cllos pudiera el diamante aprender fortaleza : el que vio anegarfe en lagri-^
mas la cafa, follo^ando los Prclados, Uorofos los Principes: el que fé defpi-*
dio vltimamcnte de las Mageftades Chriftianillìmas : efte ( digo ) pufo to-
dos los cuydados en lo deleznable de nueftra mortalidad , y todas las aten-
ciones en la falud de fu alma : y para afìegurarla mas cierta , defpues de abec
recebido con fuma veneracion el eftremo focorro fàcramental de la Yglc-
fia,defleò recebir la bendicion Apoftolica de Alexandre VII. Pontifice Ma-
ximo ( que fellamente gouierna la naue de la Yglefia Catolica ) y para dexar
fu afeóto imprefo mas efprefamente echò el fello a fu finceriffima obedien-
cia> entregando vna carta modefta, y pia para la Santidad de nueftro Pon-
tifice fumo .
Refiere el antiguifUmo Iftoriador Erodoto , que el mas dieftro arquitc.
€to de fu figlo, defpues de aber leuantado vn fumptuofo tempio , en que fé
compitieron la naturaleza, y el arte, recibio , y obtuuo a ruegos la muertc
cn premio de fu obra . El tempio perfecionò Mazarino Principe de la pru-
dencia, tam dicAro tradador de negocios arduos , que nò rindio a otro las
primacias : el tempio , digo , de la Paz en Reales matrimonios . Pues mas
condigna recompenfà, y premio no le podia dar Dios , que fenecer fanta-
mente fu vida , fiendo tranfito ( corno piamente creemos ) a m.as feliz .
Quien puede reprimir lagrimas,diciendo, y oyendo efto ?
t.c VejEminentiflimo Mazarino , y deja efta mortai incofrancia : Ve , Eroe
gcnerofiflìmo, y dexa efta caduca vida , que (^como nos enfenan los oracu-
losdiuinos) dà continuas bueftas corno rueda, fuge corno fombra, corre
corno preflurofo Correo, camina comò ligera naue, vuela comò aue, rom-
pe el ayre comò faeta, fé precipita comò rayo, pafa comò imagcn , defpa-
rece corno figura, y fc defata en ceni^as, en pauefas, y humos. Ve, Principe
amantiffimo . Però. Hay \ Hay | Quan otro de ti mifmo ! Ayer rico , opu-r
lento, oy defpojo de vna caxa funefta, y prifioniero de h muerte . Ayer en
los palacios anchurofos colgados de brillantes, y ricas telas, oy en vn ango-
ftoferetro, y en vnfcpulcrooprimidodepefàdas piedras . Ayer cercado,
affiftido de cortefanos , defpidiendo refpedofas veneraciones , oftentando
mageftades fagradas del Colegio Apoftolico , oy folo , v en filencio ea las
opacas fombras de la muerte. Ayer efplandor de la Romana Curia 5 gloria
«i.fivA.v4 de la
F V N E B R E. 15
deiaItaiia,gouierno de la Francia, hermofura de Europa, oyenvn mo-
mento ( que ailì vuela momentanea la gloria del mundo ) apenas queda
foloel eco de tu nombrc grande. Affi perece la gloria mas vfana de nue-
ftra mortalidad : dice pia> y erudita la purpura de Fedro Damiano : elaue
oy 'vifte purpura , mamna. le encierra njnnhediondet fepultura : el que oy impera-
ua a todos , mamna. es vilpajio de afq^uerofosgufanos ; oy ijijìe reales infmias >
mamna le cubren de andrajofospanos : oy brilla coronado enfuklime folio 5 w^ -
nana jace en infepulcro marchitO'^y hechopodre .
Muerto eftas f verdad es Cardenal Eminentiflìmo )però viues mejorado
en fuerte, y fi no falen fruftrados nueftros defleos, y ruegos) viues en refri-
gerio de tu alma , y de gloria , ò en efpcran^a cicrta , ò pofleflion pacifica
jamas perturbable , veftido ya, ò que prefio veftiras otra purpura mas fina.
Ve, pues (Eroe magnanimo J que entre aquellas lucidifTimas manfiones
('corno lospedimosafeduofos) tendras mas propicia la Deidad : ypues,
mientras viuiflc entre nofotros , lleuafic ci oficio que te dio ci Cielo 5 pro-
figuelo en las eternidades» Ve, y en el Cielo, donde eftà la Caridad perfeifìa;
exercitala con la Romana Catolica Yglefia , y focorre a los fielcs centra
los dogmatizantes hereges, contra la tirania Otomana .
Ve, vltimamcnte ( inclito Principe ) y a tu Rey , y nucftro , a ambas
Reynas, Real familia, y todo ci Reyno colma de beneficios , y profigue lo
que hizirte en vida mortai en procurarles felicidades , y con poftuma pru-
dencia reciue ( a fuer de fenix ) en los fucefores Miniftros de nucftro Rey-
no ('Dios lo agaj parapoder con ci pefo del gouierno de tan numerolb
pueblo . Y paraque affi fea faufta , y felizmente , y para honra de Yglefia
viua el Pontifica Sumo Alexandre lucngamente a beneficio de el mundo .
Luis Rey hijo de los primieros de la Yglefia , ya triunfante , ya pacifico , el
verfe Padre, pues tiene ya efperan^a de {èrlo : a las Serenifsimas Reynas vi-
das de figlos, pai al Reyno,fortale2.a a los exercitos, fidelidad a los Scnado-
rcs, y quietud al Orbe Chriftiano .
Y nofotros que vimos vida tam iluftre , con la piedad deuida , profiga-
mos cn tener eterna memoria del Eminentifsimo Mazarinoj a quien ('mien-
tras viuio ) fuimos finceramente afedìuofos .
Ore tnandado ) orad deuow .
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, . filfil Ci
3fi'tfrr[ le-
ELOGIO
F VNEBR E
DELLEMINENTISSIMO
CARDINAL
M AZ ARI NO.
IN ROMA , Nella Stiimparia della Reuercnda Camera Apoftolica
M. DCLXI.
Con licenza de\ Suferiori .
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ALL'ECCELLENTISSIMO SIGNOR
DVCA MANCINI,
O N altro , Eccellcntifllmo Signore , che vn famo-
fo Apel le , & vn vircuofo Lifìppo per i loro gran ta -
lenti , Tvno nella Pittura, e Taltro nella Scultura ot-
tennero di rapprefentare del grand* Alcfl'andro la
pcrfona '.Quantum porro di^nitatis a Ke^eAleffan-
dro trihutum arti exijìimamus , ^«; fé fingi ah imo
Afelle-i 0*fingiaLifppotantumtnodo loluit . Dice
Valerio il Maflìmo . Dunque non altro che vn fa-
mofo , e virtuofo compofìtorc traslatar douea la faconda Oratione fune*-
bre di quel gran Mazarini , che à guifa d'vn nouello Aleflandro per le fue
prerogatiue, e virtù , meritò d'impoHefìarfi dell'affetto d\n mondo intie-
ro. A me duuque sì degno, e virtuofo impiego conceder nonfidouca,
mentre ben conofco, che qual cieca Talpa, & ottenebrofa Nottola priuo
del lume dell'eloquenza mi ritrouo . Pure per cfeguir i cenni di coloro ,
che come miei Superiori humilmente riuerifco , intraprendere i loro com-
mandi ne fono flato coftretto. Hauendo prefo ^nimo per ciò fare dall'hauer
ben conofciuto nel progreflb della mia traslatione , che fra l'altre virtù
fenza numero , che in quel grand'Eroe deirEmincntifUmo Cardinal Ma-
zarini fuo degno Zio fi ritrouauano , vna fra l'altre fi era di volentieri ag-
gradire di ciascheduno i feruigij benché piccioli fi foflero . A V.E. dunque
lamia traslatione prefumo dedicare , fermamente fperando nella fua ma-
gnanima protettione, che ì guifa d'vn nouello Mazarino , farà per riceuerc
di buona voglia quefto mio picciol dono , qual ritrouandofi aggradito dalla
fua EccellentifTima cortefia , farà fimilmente dalla benignità d'ogn'altro ri-
ceuuto, mentre io di tutto cuore » & humilmente glie lo confacro . Roma
IO. Maggio 156^1.
:<\1i T;:>^
-urr Di V.E.
Humilifs. e deuotifs. in Chrifto Scruo
t'rcL Cirillo di Termine Carmelitano Reformato del primo Infituto
della Prouincia di Monte Santo .
ALL'
ALL EMINENTISSIMO
PRINCIPE
AN TONIO
CARDINAL BARBERINI.
Segno non picciolo della mia douuta feruitù la prou
vbbidienza , che rendo a i cenni di V* E. in ramme-
morare le glorie deirEminentifsimoCardinal Maza-
rini nella funefta cógiuntura delle fuc eflecjuic; men-
tre ho incontrate sì grandi le difficoltà di fodisfare al
pefo di quell'impiego , che fono reftato confufo di
mentCjed atterrito d'animo j e forfè haurò fuperato
me medefimo, auualorato dalla rifleflìone , che deb-
ba femprc vn fedcl feruo vbbidire . Ha voluto V.E. in quello pubhco, e do-
lorofo fpcttacolo , che la baflezza del mio dire, nobilitata dall'autorità de*
fuoi comandamenti, fueglila rimembranza dVn Perfonaggio , che merita
Timmortalità del nome , per far conofcere al Mondo , ch'ha Ella vna pia , e
«nerofa applicatione di contribuire à perpetuar la memoria de' grandi E-
roj » Ho io per tanto vbbidito i fenza la necefsità di mendicar dall'ollenta-
tiqne , ò dairarte , le lodi di colui >, che ne ha lafciata la materia non meno
abbondante , che (ingoiare . Mi fono afteuuto dall'adulatione , non ricer-
cata dai foggetto » non permenàmi dal Luogo , e finalmente non abbraccia-
ta dal mio genio- Ho rapprefentate le grandezze del propollo Eroe in va
funefto apparato j Si ora confegno volentiejìi alla Pofterità la defcrittione di
«juclle gloriofe operationi \ c'hebbero già per teftimonio , e teatro , l'Euro-
pa intiera , proponendomi folo di non lafciar fepolto nella tomba dell'obli'
uionc quefto , qualunque fiafi , picciol fegno della mia feruitù ; e per tale ri-
fpctto nondourò forfè cffer tacciato d'ambitiofo,ò d'audace,potendo maf-
fimc l'appoggio del patrocinio , & aggradimento di V. E, dar luce, e fplen-
dorc all'ofcurità del mio llile . Et all'È. V- profondamente m'inchino ,
Pi Roma il primo di Maggio } é(Jl ,
ELO.
E LOG io'
; "F VN EB R E-
DEI voluntate mìjfus fum i ^ui fecit me quajì Patrem : (^ Do-,
minumvniuerfa Domuf,acPrincifemifiommn^erra.
GtnefI 45.
A vita de gli Huomini, Eminentissimi Principi -, Nobi-
lissimi Vditori, eflcre vn'ornamento vanO) ohimè, pur
troppo ce l'infegna oggi refiempio lagrimeuole, ma chia-
ro , dell'Eminentiflimo Mazarini . Quel tanto, che ci di-
mollrano frequentemente le ftanze Regie, ò l'abbondan-
za con le ricchezze, ò l'altezza con le dignità, ò la rara ec-
cellenza con ramicitie,non efìer'altro, che vn'apparenza, e vanità del Mon-
do, già la morte del primo Miniftro della Francia chiaramente il palcfaj par-
lo di quel Miniftro , perla cui preminenza più facile farà il defiderar in que-
llo Mondo grandezze eguali alle fue, che ritrouarle . Ma oh' che dolore ca-
giona la morte d'vn'Eroe, ch'elkndo immatura per l'età , atroce fi manifefta
con la Francia, acerba fi dimoftra con l'Europa, ed'importuna fi {perimenti,
dal Criftianefimo . Già dunque auuifati fiete, ò Mortali, <:on quella prefèn-
te fciagura , con quefta pompa funebre del Cardinal Mazarini , per ogni ra-
gione Eminentiflìmo, efler disi fatta guifa il Mondo incoftante, che la me-
defima porpora Cardinalitia , di repente fi conuerte in cenere , e di fubito fi
riduce al niente. ItxVolmturOrhii .
ConJìiXt-y eterna pofìtumque le^e ejiy
Vtconjìetgenitumnihil,
.. Dirai dunque col fauio Salomone , ò Curiofo, che l'Eterno Dio con l'in-
fallibile ruota le fublimitàcon le baflezze fi-apone, 6^ qtcAfpila ludere in i^o
orbe fuhiunari', attefoche perauuentura dal fallace Mondo s'apprende , non
•douerfi fperar'altro, dopò tanti fafti ripieni di marauiglia,e fplendore , che-»
vna vita tranquilla , & vn piacere ftabile nel polìefìo de* beni acquiftati j e
pur'oggi fi fperimenta il contrario , mentre terminandoli periodo de* fuoi
giorni, e da vna fomma altezza di profperità dilungandofi , racchiufo in vna
breue Tomba fi vede qucU'Eminentiflimo Giulio Mazarini >che tenendo le
redini a i maggiori affari del mondo , come gli altri , alla fine alle communi
mifcrie.di quefta carne mortale fottopofto fi mira. CogitAtiones mortdiurn
timide -i ciT*. inceruprouiilenti^e nofirit , tua^ aut em-y Pater^ Prouidentia HomineSy
T^iiìiones-) Re^nacpie^ulfetnat ^ . . . .•.-.!••. ,: •
§ 2, Sit
3^ ELOGIO
Sif iUa lu dit , fcfuas proha t njtres ,
Ma^numqaefui monjìratojìentum-, ft^uis
Vifatur l 'vnA (ìratus-, acjxlix hora ,
Ma oh* quanto è véro, che ah'eftreme felicità fuccedono l'efli cine difau-
ucnture i, e ria la mia mente fu purtroppo prcfaga , che dopo lame alteizc
i'Vitinie ruinc icgiiir doueano . Ijen'c noto à Parigi , compendio det Mon-
do tutto t e fai tu, Roma, Città Santiifima , anzi della Santità ftefla ben de-
gna kà^-i quanto fpcifo quel facro detto delff clciìailico fu da me promui-
cato ( Cum confum^uerit Homo-itiaicinctpiet ) (^ando fi giudica Taluno nel-
le t»nndeiie maggiori delle ftie fortune trouarlì, all'ora vie più fi vede fatto
bcrfa2,lio delle miierie ;impcrcioche di tal conditione è THumano lignag-
gio, che in vna ruota incollante la nollra natura fragile rapprefenta j eper
dirla in vna parola , tale appunto fi è la fortuna , e tali fono le vicendeuolci-
ze di quello Mondo j onde ben difle Seneca, che (^uic(}unì ad fnmfffifm per-
uenit , ad exitium properdt ) Mira digratia,ò curiofo , che girando perpetua-
mente col Cielo il rifplcndcntG Sole , e i'vniuerfo tutto con la fua luce illu-
firando ^ peruenuto appena col fuo lucido moto .>iraliez7a della fua sfera^
quafi trionfando dell'ofcura notte , pur corre prccipitofo verfo l'ccccfo .
Rifeuarda fimiitnente gl'iik-iTì folgori, e le fatile, che inalzare appena dalla
!oro agilità natiua verfo la più fottilc , e la p/ù fredda Regione dell'Ae-
re, precipitano di repente quaggiù nella Terra , doue prodotti ne furono .
Quindi c'infogna dottamente quell'Tccellentirtìmo Ipocrate, fra i Medici il
gran pi incipc, che fé Taluno gode vna vigorofa, e perfetta falute , che Arle-
ticadalui vtcn detta, fcnza dimoia dcuecauaifi dei fàngue , efareà rimedi)
òpportum vn fiettolofo ricurfo , aln-gnandone dioò la cagione (ne ex co
qnod'N.atuytt eodcm infìatu vc^juit pcrfn.int-i\'^ abrupto impttu-, cafuquc repenti-
no , 'vttcìproyuAt in interitum] Oh' marauigliofe dunque vicendeuolezze del-
Tvmane mifcrie j Oh' altezze ruinofe de gli honori più grandi; Oh' liupen-
de ficurezzc,mà d'incertezza ripiene, mentre non poiìon credcrfi permanen-
ti e cortami quelle, che con gli occhi lì mirano, e con l'orecchie s'intendo-
no I Mirate di gratia, Vdirori, che peruenuto fopra ogni effempio alla fubli-
mità delle grandezze quefto grand'Eroc, di cui celebriamo l'eilequie , e fog*
inetto al colpo di quella Parca , che nulla lì:ima gli altrui trionfi . Dirò dun-
que ciò, che ne fento , Vditori , e con vna Euangelica libertà promulgherò i\
veto 5 come in quefto Ecclelìailico pulpito fi conuienc .
La Vita de gli Huomini , fecondo gl'infegnamenti d'Agollino , e fomi-
^lianteàlvetro,che quanto più è nfplendcntc, tanto più e fragile ; S^: in ve-
ro quefto medefimo fplendore , e queU'iitclla fragilità , formano lo fpecchio
Jf'ìfallibilè della noftra mortai conditione. Ecco appunto quefto fpecchio,
d'ogni macchia purifiimo, benché da funebri apparati coperto, manifcih
alla
F V K E B R E. 5
ilk noftrà, & alla futura età , il nome , & i gclH del gran Maiàrini , con vni
^olorofa mefchiania di luce , e di tenebre . Egli dunque Italiano, e France-
ic, valorofo Soldato , e Dottor celebre , Secolare inlìemc , e di facra porpora
ornato, foraftiere , e Cittadino, eftranco, e doméftico, fauorito, & amico de'
RegfiCome di Gufai fi legge con Dauidde,dimoftratofi irà le più graui turbu-
lenze à guifi del rifplcndente Sole , che dopò l'ofcurità della notte , ò de'
nembi , più beilo, e più gradito raflembra , quando con iftupore del Mondò
-hauea riunite con vn bel legame di pace l'emule Monarchie > diuentò non-
dimeno preda mifèrabile della mòrte . ■ i'A
^'^i^Edeccoui ,òfublimi Ingegni, nella profeiUone del dire marauigliofa-j
Tnente fecondi , vn'ampio campo di lodi; mentr'io non prefumo di poter
lodare à baftania la angolarità di quel merito, che troppo le mie deboli for-
ale trapafl'a . Celebratelo dunque voi con la più grand'cnergìa, e con la dol-
ce facondia di Parnafo ; affinchè fappia il Mondo tutto , & ammiri oflèquio-
fo le prcrogariuc del noftro Eroe , la difcendenza , l'indole, il genio , il fapc-
Tc , e la fbauità del dirc,all'acuteiza dell'ingegno '.congiunta . Ne crediate ,
-che m'inganni , Vditori . Si tratta di palefar l'eccellenza d'vna fortuna, e la
■grandezza di quel valore , che difficilmente s'intende . " "
Io fratanto per non cffere ingrato , a chi debbo fempre conftantemcnte
vbbidire,ad effettuar Tintraprefo impiego m'accingo ^ e fé voifiete anfiofi
^i fentire vn'Elogio , proportionato al merito del noftro Eroe , à me non è
"pcrmeflo far'altro con l'infufficieoza del mio dire , che fuccinta , & inade-
guatamente formarlo .
- 1= L'Eminentillìmo Giulio Cardinal Mazarini alla Francia totalmente (1
diede , e la Francia medefima alla di lui perfona con reciproco , oc amorofò
laccio s'vnì. Egli benché defbnto vn'altro Giofeppe mi raflembra , che ra-
gionando mi guida . Con la fua {corta dunque, per quanto mi farà conceflbj
i marauigliofi , &c egregi] fatti del Gouernator della Francia, fotto il coman-^
do di due Criftianifiìmi R egi , breuemente difpiegherò . Dei 'voluntaie mif"
fus fum , quifecit me quafì Patrem , (3^ Dominum 'vniuerfe Domits-i et Brinci-'
petit in oinni Term . ' '^ r!*^:-":!
Fu ben nota dell'Eminentiffimo Giulio Mazarini la ftirpe , dilatata nel
Genouefato , nella Sicilia, e nell* Vmbria , e la Madre di lui della Bufalina
Profapia fu degno Germe . Trouàndofi ancora fanciullo , le fue vittorio-
ic operationi diedero accertati prefagij de' fuoi futuri, e glorioll fuccefll J
Apparentato dopò con rUlullrifTime Cafate, Mancini, Martinozzi, e Muti,
fbtto la tutela , e patrocinio de gli Eccellenti ITìmi Colonnefi trattenendoli^»
non con palio vulgare alla fortuna fauoreuole incammino/Il ; affinchè non
ctfendo il minore in Italia, ne anche foflc il minore fra Grandi • Auanzauafi
intanto il noftro Eroe all'imprefe maggiori con l'aiuto di quel gran Mecenar
- § 3 ^e»
,^ ^ l. O G I O
4€ 5 che vien palcfato i)eircfternc infegne dall'Api, e come caratteri ind^kbi-
Ji neirinterno d^l petto la magnanimità , la fede, il candore,la liberalità del-
J'animo racchiudeua j e fi come pregiauafi d'amar tutti , così tutti all'amor
iuo felicemente attràeua . Caminando per lo fentiero di tutte le vinti, e eoa
^ran prudenza nello llato della giouentù regolandofi, meditò attentamente
(come da fuoi ragionamenti priuati fi raccoglieua) di fperimentar tutto
oucUo, che in vna perfbna priuata può cagionar la fortuna; anzi per più Cri-
ftianamentedifcorrcrc, meditò di fperimentar quel tanto, chelaDiuina
ProuidenzaairVmana mente prepara . L'acutezza dVn'ingegno fublimc
palesò giouane di poch'anni , all'ora che ritrouandofi nel famofo Collegio
de.la Compagnia di Giesù inqueft'Alma Città di Roma, non folo fuperiorc
à gli altri nelle facoltà minori fi dimolhò, ma anco , guai Portento delia na-
tura, follenendo publicamente rAftrologiche quellioni fbpw U Cometa in
ijiiei tempi nuo.uamentc apparfa , alla fine con applaufo vniuerfale la peffo-
na del gloriofo Sant'Ignatioin vn Dramma Sacro viuamentcrapprcfentò .
Fallato nella Spagna , in quel Complutenfc Collegio ben valorofo manife-
ftolTi , quando fra le publiche acclamationi con la laurea dell'vna , e l'altra
Legge nobilitato fi vide . Già la fagacità del fuo fpirito chiaro il rendeu*
|)er le vicendeuolczzc , e di pace , e di guerra , e per l'imprefè egualmente di
Marte , e di Minerua » Appreiloil Commiflario Sacchetti nella Valtellina
diede i primi ^ggi marauigliofi de' fuo gran talenti j e ciafcheduno per vn
foggetto attiilìmo all'imprefe maggiori ragioncuolmcntc l'apprefe . Per lo
fpatio di tré anni continui, non giunto ancora alli trenta dell'età fua,ne' po-
litici diportamenti con i Principi d'Italia , di Spagna, di Francia , e di Ger-
fnaiiÌ4> ammirabile riufcì ; onde i fijoi futuri congiunti vn chiariilimo fpecr
chio ritroueranno, in cui filmando attentamente lo fguardo, per l'Eroiche at-
tiofli di lui , hau^r potranno vna fondata (peranza di grandi, e fac li auanza-
meati.. Di uenuto egli intanto vn prodigio 4'Europa , per gli Vffici , Prela-
tura, e Legationi ottenute, flabililce i fondamenti di quella l'otte, douc i più
valorofi Giganti delle Corti ardirebbero appena d'indrizzare il pcnficro. Of-
fertofi dopò a i Gigli della Francia, inuigilò talmente fopra le felicità di quel
Regno,che reftano troppo inferiori al fuo merito nel Mondo tutto gli eccef-
fi dello Itupore ,
. Ma chi farà di sì poca prudenza dotato , che l'affetto portato dalla Fran-
cia à quello grand'£roe,per cordiale,e marauigliofo non ralfembri ? E quin-
di in parte (i cagionò , cred'io, che amò egli con impulfo, & iftinto tanto ef-
ficace la magnanima fincerità di quel Regno ,quand'anco v'era non molto
ben conofciuto . Per palefare.la corri Ipondenza dell'iilelTo amor fuo non
jiodf » <iltro più tenace penfier nella mente , che d'impiegarfi con attioni di
prudenza , di fortezza , e di fedeltà^, in feruitio dVna Monarchia sì felice..
Siami
F V N E B R E. ^
- - Siami ormai teftimonio di quefta verità quell'eroica imprefa , da lui frut»
tuofamente tentata ncH'aliedio di Cafale, la qual pur merita titolo di Prodi-
gio i ne forfè può vantarne vna fimile l'antichità rinomata . Trouauafi afle-r
diata quella Città da gli Eferciti , Spagnuolo , e Germano, & era difefa dal*
la protettione della Francia , fotto , il profpero , e coraggiofo gouerno
deirEccelIentifllmo Marefcial Torafle; vi fi trasferifce con velocità, per
.darle aiuto , e fcccorfo , TEfercito Francefe j ed ecco glifi fa incontro il ne-
mico . Le due Nationi , per rinouar le proue del lor valore , eran già pronte
con l'orridezza del ferro allo fpargimento del fanguc . Già nel campo apert
to d'vn largo piano la gente di Francia da' fuoiGouernatori guidata,fi rifue-
gliaua alla zuffa . Già le due Parti attentamecte mirandof? , minacciauanfi
reciprocamente le più barbare ftragi ; con ordinata difpofitione di caualli, e
pedoni , ingombrauano il piano i Francefi , era occupato il vallo da ^i Spa^
gnuolijgià leuate da fodri le fpade,con vna bella ordinanza di mofchettieri,
•con vn'aggiuftata difpofitione d'artiglieria , e di Caualli leggieri , ambe le,»
parti la propria vittoria congrand'ardor meditauano; quando il noftro Eroe
trouandofi nel fior della gioucntù , e mollo da vna Criftiana pietà , affinchè
il fangue di sì immerofo ftuolo di fedeli non fi fpargefle,con marauigliofa in-
duftria, con incredibile felicità , cun prodigiofo coraggio, pafla più volte da
cvn'efercito all'altro , difcorre, negotia, fprona , follecita , perfuade , &: in tal
• guifa gh animi contrari] di que'famofi Condottieri reciprocamente compo*
ne, che gli vni , e gli altri , ad aftenerfi dall'imminente combattimento di
buona voglia s'accordano ; e finalmente con vn fol cenno di cappello , come
•che ehiamafie tutte le fquadre nemiche ad vna bella libertà ^pace^jface^ cfcla-
-tn^usi-ipace^ pace-fVvno -i e l'altro Eilcrcito replicando. Quindi cambiatali
<juella furiofa tempefia di guerra in vn bel fereno di pace , depofìa la feroci-
tà dell'animo , gettate l'armi , fcambieuolmente s'abbracciano , e colorò,
■che fembrauano poch'anzi irreconciliabilmente adirati,tenendofi per la ma-
no gioifcono , e quallfican ne* conuiti vna tanto inafpettata concordia . Fu
.di maggior marauiglia , e ftupore , che reftò Tvna , e l'altra parte vittoriofa
fie' fuoi difegni ; onde fi godè tranquillo , e fi curo il frutto di quella pace .
Quertc magnanime imprelè , tentate dal noftro Eroe, preparauan gli ftimo-
ii alla futura corrifpondenza di promiilloni , e d'afletto,ch'cflercitar doueali
fra l'Impero Francefe , e l'ifteflb Cardinal Mazarini » Quindi non dee alcu-
no ammirarfi, fé da quel tempo in poi fu Egli grandemente ftimato dall'E-
minentifiTimo Cardinal Duca di Richiheu>anzi ben conofciuto per vno di
queigrand'Huomini , che bilancian gli affari > quanto fi vagliano . Non de-
uc, dico, partorir marauigha, s'Egli per l'auuenire fu amato oltre modo
dall'Inuittiffimo, e Criftianififìmo Lodouico XIII. ilgiuiio degnamente co-
gnominato ; fé rvno 5 e l'altro da Vrbano Vili, di fanta memoria la facra
§ 4 por-
g ELOGIO
porpora gl'impctraronoj e fé per vltimo poco dopo l'vno^e l'altro auuicìna-
ti alfepolcro , il Cardinale per fuo fucceflore,& il CriftianilTimo Re per prir
mo Miniftro del fuo Regno , per l'oracolo della Regina Madre , e per Aio
della gemina Regia Prole , l'elefìero . Et in vero, Vditori , fu auuenimento
purtroppo raro, che il Mararini afnikfle Patrino del noftro Rè , all'ora na-
to nauellamente, e dal Cielo con ifpecial Prouidenza conceflb,per douer'ef-
ferc delitie del Mondo, e fondamento ficuro dell'Impero Francefe^Patrino,
dico, nel facro fonte del Battefimo 5 anzi quella fortuna in così fatta guifa
non hebbe forfè alcun'altro ne'fecoli trapallati ^ mentre il noilro Lodouico
Diodato ritardato per lo fpatio di vent'annià comparire alla luce del Mon^
do dopo il felice fponfalitio di Lodouico XlII. e della Regina , fuoi Genito -
gli
Oh' bene auucnturate mani di te, glorioìiilimo F.roe,fcelte à folìeuare il
Primogenito della Cafa Reale dall'acque torbide delle turbolenze del fuo
Regno. Cooperala àrendereCriftiano,chi per legge ereditaria nafceua
Criftianifsimo . Ti rendetti malleuadore di quei Crilliani fentimenii, che à
"loria diDio,& à lode della tuapiaeducationc,doueuano riufcire l'Idea d'vn
veramente Criftiano Monarcaj onde bene tutto ciò,che rifplendenel noftro
Rè Criftianiflimo con l'acclamationi del Mondo, attribuire alla prudenza
del Cardinal Mazarini principalmente fi deue, come a Patrino, Aio, e fcor-
ta ficura delle più gloriofe operationi . Che regni Lodouico XIIII. al pre-
iente , all'ordine della Real difcendenza s'afcriua -, ma che fignoreggi felice-
mente , è vanto proprio di quella vigilante prudenza , che (piccò nel Mini->
ftrojondeil Re non incominciò pri.naà regnare, che con nodoindiflolu*
bile non fi conofcelle tenuto a quel gran Moderatore, ch'anfiofamentc pro-
curò fempre di adornar con palm; vittorlofe la fanciullezza Reale, d'accre-
fcere i trionfi , e le grandezze di si pjtente Monarca j e ben fanciullo anco-
ra potè fembrare vn nuouo Ercole nella culla,vincendo fortemente i moltri,
|>ria di conofcerli . In tal guifa le benedittioni del Cielo opraronfi à rende-
re intiera , e compita la felicità della Francia . Ma Dio Immortale , quali, e
quante furono le magnanime imprefe , le gloriole vittorie, che fotto il co-
mando del Cardinal Mazarini s'ottennero ? Non v'è , chi non fappia quella
di Rocroy, di Tionuille , di Grauelinga , della Germania inferiore lìn'à gli
vltimi confini del Reno , della Catalogna, della Fiandra, e finalmente deli*
iftefià Italia,c mar mediterraneo . Si conchiufè pofcia la pace tra i Franceiì,
e i Germani, e ne reftò pure ingranditala Gallica Monarchia ; e trouandofi
la mcdefima Francia,che fuol domar l'altrui forze,dalle fue guerre ciuili agi-
tatajcol valorC}$c induilria del noibo £roe al Tuo Criftianiillmo Rè vbidien-
te fi
FVNEBRE. p
te fi refe . U Mondojche merita vna taccia di ibuerchia facilità nel credere,
fi marauiglia pure > & appena crede , che fìafi effettuata col mezzo dVn feli-
cifJlmo matrimonio quella sì bella concordia fra il Criftianiflìmo , &: il Cat-
tolico Rè;& appunto anche al valore deli'indcfeflb Miniftro queft'acclama-
to auuenimento s'afcriucj onde non fenza gran ragione potrò io applicare a
querto grnnd'£roe, di cui oggi celebriamo rerièquie,ciò , che quel famofo
Órator della Francia del gran Teodofio acutamente diccua ( anguflè fonu-
nam tuam expendit , qtrifquis id de te tantum , quodferi poteft-, credit . ) Certa-
mente Toperationi del Cardinal Mazarini vinfero la publica efpettatione, Se
in vn certo modo il polTibile . Con la generofità nella guerra,con Tinduftria
nella pace, e conlVna, e l'altra > nel corfo della fua collante felicità , dipor-
tofll Egli in jnaniera, che la Francia medefima con difficoltà fi persuade, che
fi vniik à quello Perfonaggio vna sì prodigiofa fortuna ; l'Europa intiera
ièmprepiù n*accrefcc rainmiratione;e certo per tutti i fecoli dourà dubitar-
fi , fé più obligata à quello fapientiUìmo , e feliciilimo Cardinale fi ritroua
la Francia , ò perche Egli coronafle con le vittorie le guerre, ò perche inghir-
landaffe con la pace le vittorie . Benché vna lì foffe la portentofa , e maraui-
gHofà flella del Mazarini , tramandò pure infiuffi vari), ma fauoreuoli, e per
la guerra , e per la pace, e per l'accoppiamento dVn félicifTimo matrimonio.
Come voi ben v'accorgete, Vditori , altro non faccio, ch'accennar fola men-
te quelle innumerabili merauiglie,talméte incalzandomi la breuità del tem-
po, che all'vfanza de' Geogratì,di racchiudere il Mondo in vn breue giro mi
affatico 5 e vanità farebbe d*^implorare in aiuto gli sforzi maggiori della più
rara eloquenza , già die la materia del mio ragionamento, non folo alle mie
debolilllme forze , ma ancora alla facondia d'ogni perfetto Oratore di gran
lunga fuperiore fr rende. Se è foggetto adeguato ad vna prolilVa llloria , non
ad vn Icmplice Elogio funebre ►
lÌ3LÌ\ì dunque Vditori ,in quella flinella pompa d*^efléqure rammemorar
quel canto , che da principio accennai , la reciproca corrifpondenza d'affetta
fià il Mazarini , e la Francia ► Egli totalmente a i Gigli d'oro fi dedicò , e la
Francia con eguale fcambicuolezza d'amore nelle fue mani fi pofé j onde le
maiauiglioie imp/efe , che per lo fpatio d'anni venti in quel gran Regno fi
videro,prima à Dio,po{cia al gran Mazarini s'attribuifcono . Egli però obli-
gatoallsDiuina Clemenza in vn cumulo^ di fortune , cosifecroOi à Dio, e
nodrìfemprei fènfì più zelanti di pietà ,- e di religione , verfo la Cattolica
Chiefa - A te dunque di nuouo riuolgendonii,ò ornamento dell'Italia, o lu-
minofo fplendordi Roma , ò prcgiattflìmo' Onor della Francia , e prodigio
d'Europa , non vna^ ma più volte dirò, che quanto in te di fmgolare rifplcn»
de , tutto alla Francia fi deue , e ciò che fiorifce in quel Regno, al tuo valore
particolarmente s'afcriue . La Francia per non eflcre ingrata , abbondantif^
fima-
IO E L Ó G i O
fimamentc t'arricchì di fé ftefla 5 tu fra gli {limoli dVna" perfetta: corridori?
. denza à lei obligalli ogni penfiero, &: attiene fin'airvltimo iofpiro della tuia
vita . Vn douuto olocaullo (ì fìima quel di taluno, che s'efpone a 1 pericoli,
& incontra ben volentieri la morte , per raccrefcimento,c) difefa del Regno,
in cui nacque . Si ammiri per vn'eccef.b di amore , e di gratitudine , ch'vno
lìraniero con pari ardore fi cimentafie tate volte fra le militari fatiche- E cer-
tamente,Vditori,i'innata gencrofità del Mazarini corrifpofe pieniffimameri-
te a i fauori del Rè, mentre non paueniò mai i più graui,6<: cuidenti perico-
li della morte, oue trattoffi di foftener la Republica , e la Reale auttorità:.
A quefto folo oggetto con volontario efiìglio più volte fi allontanò dalla
Francia, qualAriftide fra gli Atcniefi , che coninuitto oftracifmo lafciò
Ipontaneamentc* la Patria . S'aflentò egli , per far goder la pace alla Francia^
al Rè Parigi,e *1 fuo Regno*, così a guifa dVn'altro Giona,volentieri al naui-
fragio s'cipofe , per ifperimentare, fefparfo quelVogho, purlatempeftà
•cefla{se . Ma qual più grande attione , e più degna d'vn petto Romano, può
ritrouarfi giammai : che impiegare anfiofamente fé ftefso a i vantaggi della
RepubUca , & efpor per altri la propria vita? Per conto del nollro Eroe fui
ben'io teftimonio oculare,e ciafchedun delia natione il confefsa,purche non
rifenta alcuna puntura d'inuidiofo liuorc; confefìa, dico , efserfi refo efsem-
plare non meno neirEcclefiafliche operationi , che ammirando nell'ammi-
niftration degli affari . Crefceua di vigore fra le fatiche non altrimcnte , che
vn'odorofo balfamo,che quanto più rcfta incifo,tanio più foaue, & abbon-
dante humore tramanda j & a guifa di palma vittoriofa, fra le turbolenze
delle guerre ciuili,inuece di refiare opprefso da' nemicirpiù gloriofo riforfe.
Rellituito al primo impiego, à guifa dVn'altro Mosè, il più prudente, ed
il più mite fra gli huomini , fi dimollra j mentre con pari demenza gl'illefsi
Auuerfanj già non diftingue da* partiali più cari.Diede in tal guifa ben chia-
ramente à conofcere di non hauer punto memoria per l'ingiurie fotìfertcper
!e calunnie . Vicino à confèguir la più eminente, ed acclamata delle fue glo-
rie, nella conclufioncd'vna pace opportuna alle due emule Monarchie , e
fofpirata dal Criftianefimo , vi s'impiega con tale ardore, e con fatiche sì
graui, che può ben quefta riputarfi cagione vnica, ò principale della fua lun-
ga irreparabile infermità ; onde con doppia lode gli riefce di perdere final-
mente quella vita,c'haiieua tante volte offerta in holocaufto alle grandezze,
alla felicita delld Francia . Oh' Dio , ò Angioli , voi ben fapete, quanto fmi-
furato fi fofseil zelo di quel magnanimo petto .
M'infegnano le facre carte , che la bella Rebecca , flando per ifgrauarft
ad vn parto di quei due fìgli,ch*efser capi doueano di due fattioni contrarie,
azardò miferamente la vita, incominciando nell'iftefso natale i Gemelli,con
pericolo d'vccider la Genitrice , ad cfercitar le difcordic. II noflro Eroe coti
forte
-F V N E B R^ ; n
Torte dfllbruigltaofe declinato ad cflér Promotor della pace fia i due faraGfifi
firoiRcgi 5 che vniti col vìikoJq duplicato ^cli* affinità, e del fangue vfrotclf
li ben degnameDteiì appellano yccco, nel parto della pace racdcfima gloriai
famcntc fi muore » Può disfi con ragione di lui , che hauendo fatti tanti bc>
ncfitij alla Francia, viucfle alla Francia qualche tempo, ma nò mai viueficp^r
kicontinuate agitationià feltcllo. Ma non fu cofadegna d'incfplìcabile am't
mirationc , che il Cardinal Mazarini , fin quando tìaua per prendere Tvltt-^.
WD congedo da quefta vita mortale , con Timpulfo efHcace della fua piet^ j
^ religione, già protrato di forze , e potendo parlare appena, cfortàfse viuat
mente il Rè d'inuigilarc alla conferuatione della quiete del Regno,eftirp3nr
ào dalla radice ogni turbolenza infaufta , pernitiofa egnalraenre alla Franr
eia, &alCrjllianefimo? Benché fofsedifpoftilfmio il Rè Primogenito ddv
laChiefa à concorrere per la depreifione dell'Ottomana Tirannide, non
mancò egli d'aggiungere alla naturale inclinatione di Luigi il viuoftimolo
di Jaguétij ma fruttuofe parole. Volfe in ogni parte fodisfar,morédo,al debito
di quella Porpora, ond*era ornato , riconofcendola per vn'efpreflb raggio
della Diuinaluce , che formato ò^ì Supremo Pontefice Cri fto , del fuo fan-
tiffimo Corpo ne rapprcfenta il valore . Dirouui il vero , Vditori; niuna co-
la più mi confola , e riilora di guefta perdita , che vn foggetto Jungamente
occupato in vna vafta congerie di maneggi politici , e militari , cotanto ap-
plicato, e vigilante fi dimofìrafse nei punto delia fua morte a gli cfercitij
della Criftiana pietà. Siami dunque lecito deHaiacra Hiftoria de' Maccabei
replicar le parole ( Poji hjec dsadit in ieBum, tT cogmuit qtiod morerettfr) Oh*
marauigliofè vicendeuòlezze deirhumane miférie ! S'vriifcono i precipiti)
co i voli j &c in breue fiianifce quella grandezza , che fi pretende . Bqn vi ri4
cordate , Yditori , che nel noftro Eroe fi vide vn compendio di tutte k iflaf»
rauiglie mondane ; e pure con le doti fpecialifsime della natura, con la pro-
fondità del fapere, con iprofufi doni della fartuna, contanti impieghi di
guerra, e di pace, con le maniere inimitabili del gouerno politico, clercitat
to à prò dVn Regno sì grande, con la frequéza di gloriofifsimi auuenimcfci»
con vn capitale di ricchezze.non inferiori à quelle di Lucullo,e di Cre{b,CQn:
Tacquifto d'vna fama immortale , diffufa per l'Vniuerfo , col plaufibile fu©'?
cefso d'vna pace,che ha rallegrato le Regioni più rimote, e finalmente eoa
tanti prodigi) dcirhumanafehcità,giungeancor*efso miferamente alla tom-
ba ( Et poji h<sc decidit in leBtitn) sì, cadde infermo nei letto ^nià fi confidcri
da tutti quelli , che Criftianamente djfcortono y il lume particolare , kifpc*
cial gratia, fattagli dal noftro Redentore, non à tutti concefsa, per laj^uala
chiara, e fruttuofamente^cònobbe, che morir douca.' { £t cognouit -, qtiod
t Infolito panie i NabucqdijfloforxjulclcfinMjlacrojchc in fonno cgliivide,
;' . haue-
la ELOGIO
hauerc il capo d'oro , Si i piedi di creta ; mentre facendo formare la fua pro-
pria ftatua . ordinò , non in quella guifa , ma tutta d'oro maflicciofi
fcbbricafìe.Se la ragione di ciò mi Tara da te richieda 5ÒCuriolb,fappi efler ac-i
caduto , perche di rado riefce grata , ò tollerabile a i Principi , & alle Perfo-
ne grandi del Mondo , la rimembranza della morte 5 anzi ciafcheduno coli
l'impuiro della natura fuole allontanar la memoria del fato eftremo , & imi^
tando quel Giuftiniano Imperatore, vuol'elkre acclamato da tutti con apt-
plaufi d'Immortalità .Quefto intendeuano,cred'io,con quella falfa confacrai^
tione di Raggi Solari i voftri antichi Imperatori^ ma s'ingannauano i miferi^
poiché la neceflità della morte è vn giogo vniuerfale , e ben duro, principal-
mente à coloro , che nel grado più eminente della fortuna profperafi
ritrouano . 0 Mors-yquam amara, eji memoria tua homini pacem hahenti . 11 no-
Itro gran Giuho potè vantarli d'hauer promoila la pace dell'Europa ; non fu
alcuno giammai fra i priuati , che fiorillé , com'Egli, di ricchezze , e confe-
guiflè da mani tanto profufe le munificenze Reali . E* amara, noi niego , la
rimembranza delia morte à Colui, che gode la tranquillità della forte j ma
pure ì\ noftro Eroe per vn fmgolar fauore , impetrato da Crifto , vn*ecceflb
di vera fortezza nel fuo paflaggio dimoftra , hauendo ben conofciuto , che
queUVltima indifpofitione lodeftinauaal fepolcro . Si vide fprezzante del
colpo fatale, benché felicifllmo fopra tutti gli Huomini, &: inalzato di trop-
po fopra la ruota commune della fortuna . Aflai prima di giungere all'eftre-
mo termine della vita, medita di riceuere coraggiof^mente la morte , e con
i modi proportionati ad vn zelo veramente CriiHano , vi fi difpone . Dopò
hauer fortificata l'Anima co* Sacramenti {antiUimi della Chiefa , trouandofi
in vna perfetta cognitiooe di fé medefimo , con inftanti preghiere fa ritirare
il Ri , e le Regine, che fi licentiano con abbondanza di lagrime 5 e reftando
circondato da vn'honoreuole fchiera di Prelati , Sacerdoti , e Regolari , & il
croci filfo Giesù fidamente mirando,afpettadiuotamente il vicinilUmo pun-
to d'efàlare il fuo fpirito . Cosi, così , vditori, al noftro gran Cardinale con-
ueniua ; ne già per acquiftar la gloria vana , che vfurpofli Vefpafiano Impe-
ratore , morto fra i negotij, e forto dalle piume d'vn letto; ma per confegui-
re in Cielo la corona d'vna Gloria Immortale col merito abbondante delle
fueCriftiane, &: Eroiche operationi .
E* morto dunque il gran Miniftro della Francia . Ma che dico ? Nò, nò.
Vi uè Egli nella fama del nome per tutto il Mondo dilfufa,e viuerà mai fem-
pre nella memoria de* fuoi fatti eccelfi , e delle fue magnanime imprcfe j
pofciache >
'-- - - j4nte nafcetur feges inprofundo , ' :>
§^km eius laudes Populi quiefcant . <
e • Viuc egli e nel cuore,c nel petto de gli Amici> che per veri tefori ftimaua»
-ti Hi... mentre
F V N E B R E. 13
mentre dall'applic^uionc •> c'hebbe fernpre di beneficarli, viueado, reftaroRO
indifiolubilmétc rirtrcrti fra i legami d'vn grato aftetto, e d'vna rimembfaiir
za coi^antc • Furono così dalla ina. liberaliifima mano edificati ne' cuori de'
Partialifinceri quei Tempi; , douela fua bella Imagine fcolpita indelebile.
mcmefì troua»
Ma per qual cagione con la me{chiania d'vn'emblematìco ftìle , rappre«
Tento in quefto luogo or la vita, ora la morte del Maiarini , Ah' che la men-
te confufa nella moltitudine delle fue grandc^LZe, trattien folpefo , e quafi in
ecjuihbrio il filo del mio difcorfo . L'ofletjuiola mia lingua difpicga con vn
riuerente timore quella vira , ch'è d'innumerabili caratteri di gloria ripiena^
che fomminiflra vna materia fupcriore all'eloquenza più rara , GiulUmen-
tc per altro abborrifce l'animo di rapprefentar Tempre la morte di colui, ehe
neirimmcnfità del Tao merito pianger da tutti perpetuamente fideue.E' de-
creto, e legge inuariabiie, che tutti gli huomini viari alla luce diquefto
Mondo , Tperimentino vna volta la neceiFità del morire ( Statutum eli Ho-
minibus femei mori (Quindi Seneca elàggera frequentemente (Morsjua na^
tura, indifferensy quaiis autetn ilio, (ìt-,illud demàm opere pr,etium e(l ) Ma quale
per Tappunto fia ftata quella del Mazarini , ben m'accorgo, Vditori, che no-
dritc vna lodcuole anfietà di fapcrlo -
L'Iftorie Romane raccontano , ch'eflcndo morto Ceiare Augufto, in tri-
buto d'honorc , come fc viuo ancor folte , fu portato il fuo Cadauero per
quella Porta , ch'era deftinata all'ingreflo de* Trionfanti , Nato in queft'Al-
ma Città di Roma il noftro gran Mazarini, non può ben dirfi, che muoia af-
fatto in Parigi , fc palla trionfante da quella vita; che fé la pietà conuiene nel
maegior grado à Colui , che profelsa veri , &c efficaci fentimenti Crilb'ani ,
}-gii haucndo prefi i Sacramenti lantiillmi della Chie{a,auanti l'Autore del-
Tiiunìana fàlute, che mirauain forma di CrocifilTojfrà le feruidc orationi de
Sacerdoti» e Religiofi , fra le lagrime della Regia bcneuolenza , fra i pianti
de* Cortigiani obhgati, fra i fofpiri de gli Amici, fra i lamenti publici di tut-
ta Parigi ,aU*hora quando in ogni Tempio sfauiUauano accefi palefementc
gli atti della Pietà, ch'erano indiizza ti a i fuffragij dell'Anima agonizante,
compifcc Egli felicemente l'efìremo giorno della fua vita . Richiedete Vdi-
tori, nel nollro Eroe la colbnza delTanimo ? Ecco intrepido, anzi giubilan-
te , la morte riceue . Inueftigate la fortezza del fuo petto ? Non trouerafsi al
certo che nell'Iraprefè difficili a qualche fegno il pareggi . Rafsembra Egli
vna lampade , che nel punto d'eftinguerfi più lurainofa rifplende . sfiuilla*
uà il chiaro vigore del Mazarini , quand'era proftrato il fuo corpo intiera-
mente di forze . Può nomarfi prodigiofala morte di quell'Eroe j mentre or-
nata fi vide con attieni tanto ammirande; &c auanzcrà forfè nel merito , e
nella lode ,i'iftefia vita di Lui , apnreflbil concetto almeno della curiofa Po-
fterità.
ì4 E"L' o^ c r'oì:
fìentà . A guifa dVn luminofo Sole, e de' nrplendenti Prantri^'chc prù bel-
li apparifcono , quando tramontano , il noflro gran Cai dinale, nell'Occafo
della fua vita,vie più lhbile>e vaga, la fermezza dell'animo fuelatamente di-
fcopre . Fu quefta in Ibnima per Giulio fpirantc IVItima, e la maggiose del-
le Tue lodi . Mentre voi lo confiderate fpirante , Vditori , piangetelo per
pietà , e foifrite alquanto di più la molcftìa del mio ragionare . Se non langi
dal tìne mi trouo , col vento fauoreuole d'vna benigna attentionc , di gratii,
voi euidatcmi al Porto . Il gran Balìlio nel fuo dottiflimo cómentario m'in?-
feg-na , che ciafcun'Hucmo è Pittore, disegnando per gli occhi della Pofteri-
tà , come in vna fcena , col pennello de' collumi , e dell'operationi , ciò ch'è
de^no di lode , e quello ancora , che merita il biafimo , e la condannagicnc
de'Buoni. In cesi fatta fimilitudine, per quella parte,che rifguardavna Pit-
tura, d'oggetti gloriofi ripiena , al noilro frce fenza dubbio il Principato il
deue Ailerifce elegantemente l'Autor dcll'Hiftorie naturali , il gran Plinio ■,
fucceder di rado, che l'Huomo eferciti l'vltime funtioni della vita , e termini
adatto lodeuolmcnte il periodo de giorni luoi . Intendali, di gratia,vna voce,
che efcc dal macerato petto di Girolamo. NeiCritìiani, dice quel gran
Dottor della Chiefa , non tanto fi ricercano i principi] buoni , quanto il fine
virtuofoy onde Colui folanìente, baffi à credere, che fia viiiuto felice, il qua.-
le virtuofamente morì . fu gratia fpeciale , come pcch'anzi accennai , con-
cefìa dal Redentore al Mazarini, che tanto gloriofamente morihe^ nèf ù pri-
uilegio inferiore , che sì lodeuolmente viuefìe per lo fpatio ai cinquantanoue
anni . Facciamo bora vn'altra ponderatione , Vditori . Che direte di quell*
indcfefla applicatione alle cofe grandi, da lui rimollrata pochi giorni pri-
ma t che morille . Conofcendo l'Eminenza della fua conditione , i'jncfplÌT
cabili qualità del fuo ilato , con nuoui fegnalatifliini Matrimoriij la fua fa-
miglia maggiormente illuftrò. Al Rè Criltianiflìmo per la virtù non meno,
che per lo Icettro famofo,dicde rari infegnamenti per lo gouerno dei Regno.
Il Regio fratello , Angolare per le prerogatiue dell'ingegno , & ammirabile
per le doti della natura, alla pace, e concordia , tanto necefìaria, quanto rara
fra la ftirpe Reale , inceflantcmente efortò . Ridotto àll'cltremo concilioUi
in maniera con i fuoi modi inimitabili l'afletto di quel Sereniamo Principe
di Condè, vero Ercole della Francia, che lo coftrinfe à piangere dirottamen-
te la fua già dilpcrata falute . Scorgendo il Real Palagio in lutto , il Rè , e le
Regine fra le lagrime , i Prelati, i Principi , & i più nobili della Corte in me-?
Ilitia 5 lafciato il pcnfiero d'ogni humana grandezza, tutto il fàpere, e la pru-
denza, alla fallite dell'Anima rifolutamente applicò . Qual figlio obbedicn'
tiflimo della Chiefa, bramò di fpirar l'Anima col teforo della Pontificia Bc-
nedittione ; e per rendere palefi al Mondo gl'interni {entimemi dell'animo
anche in cjuefta parte , lafciò in vna lettera, piena di filiale riuerenza , e mor
deftia,
F V N E B 11 E. 15
^fii* ) inipreiii i cararatteri della fiia fincerifUma obbedienza .
Narra ^ucU'anticliiflinio Scrittore fra gl'Hillorici profani, che vn'Archi •
tetto forfe i] più celebre di quel Secolo , dopo hauere edificato ilfamofo
Tempio di Delfo, che rendeiiafi in vn certo modo fupcriore a. gli sforzi del-
]a natura , e dell'arte , ritraile al fine dal Dio Apolline , per premio , e mer-
cede delle fatiche , la morte . Compì il Tempio il noftro gran Mazarini ,
prjidentiilìmofopraogniefempio, & inimitabile neiraccortczza de' ma-
neggi Heroici , compì, dico , il Tempio formato di virtù, di gloria , di pace»
e d'vn Regio matrimonio ; e qual'altra più degna mercede riceuer potcua 5
che yn fine fomigliante nella lode , e nel merito , al corfo gloriofiffimo della
fua vita ? Fine,che Thà folleuato,comc {perar dobbiamo, al godimento della
yita Immortale. Ma chi potrà (piegar fenza lagrime così funebri fucceiTì ^
Lafci dùnque , Eminentiffimo Perfonaggio, la fpoglia miferabile della
poftra caduca mortalità j te ne vai , ò generolìfllmo Eroe da quella vita fal-
Jacc , la quale; come i facri oracoli rifcrifcono , come ruota fi volge , come
ombra. Ce ne fugge, come veloce nuntio fen corre , come naue fparifcc , co-
me Augello fen vola , come folgore ne pricipita , come Imaginctcnuifsima
non relìfte , e finalmente in fumo , 5c in cenere fi rifoluc . Vattene dunque ,
smabilifsimo Principe . Ma ohimè quanto difìèrentc dal primiero rtato
railcmbri . Continuaui purhieri nel poflèfio di tante ricchezze , hoggi pre-
da fei della morte;, poch*anzi fra Tacclamationi d'infiniti Cortigian i eri nel-
l'Auge delle grandezze mondane , bora ti veggo atterrato , fenza fauella , e
di pallore , e squallidezza ripieno ; eri fplendor di Roma , gloria deiritalia,
moderatore della Frangia , ed ornamento di tutta l'Europa ; à confiderarfi
di prefente le miferic della noftra caducità, l'ombra fola del tuo gran Nome
ci refta ; mentre in vn breue {patio di tempo ogni Terrena gloria fuanifce .
Quello appunto è il coilume , anzi la proprietà indiuifibilc della noftra fra-
gile eonditionc , Conchiude quell'altro erudito , &c Eminentiffimo Cardi-
nal Pietro Damiano; §lui hodiè induitur Fu-rpura. , cra,s includttur fepultiira ,
qui hodiè omnihus dominatur cràs à 'vermibus ffaBtiS pulredo^y corrodittir ; hodie
Regalihtis Infulis redimitus-, cras 'vilihus panniculis exanìmeCadauer inuoluf-
tur 5 hodiè fplendet Coronatus in Kegalis excellenti<* folio -, crksfetettnarcidt^s in
ftpulcro,
Viui pur dunque in Cielo , Eminentifsimo Cardinale , con vna vita inc-
fplicabilmente più felice di quella , che godetti nel Mondo j viui dico fra le
confolationi dell'Anima in quella gloria perenne,chc mai non cefifa, in quel-
la poflcfsionc Celcfte , che per i meriti del Verbo Humanato dalla Diuin^
Bontà fi concede .
Godrà dunque , Vditori , ilnoftro grand'Eroe quei feggi luminofidel
Ciclo, &: hiurà in ciò, fcqondo k noftre ardenti pre§hicre,bcn propitio quel
nume
té ELOGIO FVNEBR E.
Nume vnico, &:Immortale , che fperimentò Tempre , viucndo , fauoreuolo
alle Tue brame^ goclrà5dico,il grand'Eroe della Chiefa Romana TEterna Bea-
titudine , per douer rimoftrare al Criftianefimo la continuatione del Tuo pa-
trocinio con alTiftenia più fruttuofa ; onde vn giorno tramonti fenza risor-
gere con i'infaufto orgoglio dcU'Heretica Prauità il funefto Pianeta dell'Ot-
tomana Tirannide ; godrà finalmente nel Cielo , per accrefcere i benefici , &
aiuti^alnoffcroCriftianifllmo Rè, alle due Regine alla Profapia Reale , al
Regno tutto 5 e per dirla in vna parola , per promuouere gl'intereilì della
Francia con quella medefima follecitudine , e felicità, con la quale inuigilò
Tempre viuendo . Conceda la Diuina Bontà, fecondo le noftre fupplicatio-
ni , éc auguri)' , che à guifa di nouella fenice ne rappre{èntino tornato in viti
vn sì grand' Froe i crefcenti Germogli, prodotti dall'incomparabile fua pru-
denza , e deftinati dal Rè al gouerno della fua Monarchia , afiinche la felici-
tà del gran Mazarini fi confi deri come perpetuata anche in Terra à gloria di
Dio , e per Ornamento della Chiefa j e formi al noftro Lodouico XIIII. vna
bafe di ficurezza d'Imperio , accompagnata dalla diuturnità della vita , or-
nata con la certezza della Difcendenza, e fortificata per vltimo da' Podero-
fi Eferciti , e da Configheri fedeli .
Noi fratanto, mentre habbiamo, EminentifTìmoEroc, conofciuta , ed
ammiratala tua vita,che numerò più glorie, che giorni, con TofiTequio dVna
Criftiana pietà, torniamo à pregarti appreflo l'Onnipotente mano la ricom-
penfa delle tue valorofe operationi, douendo pur noi hauer ièmpre viua nel-
la mente la memoria del tuo gran Nome ; fi che -^
Te ) veniente die^ Te > decedente > canemus »
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