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Full text of "Pompa funebre nell'esequie celebrate in Roma al cardinal Mazarini nella chiesa de SS. Vincenzo & Anastasio"

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POMPA  F.VNEBRE 

NeirEfequie  celebrate  in  Roma 

Al 

CARDINAL  MAZARINI 

Nella  Chiefa  de  SS.  Vincenzo,  6c  Anaftafio . 

L'ABBATE  ELPIDIO  BENEDETTI 

Agente  del  medefimo  Cardinale  in  detta  Città, 

L 'inuentò ,  la  defcrifle ,  e  la  dedicò 

ALL'ECCELLENTISS.  SIGNOR 

DVCA  MAZARINI  ARMANDO 

CARLO  DELLA  PORTA 

Gran  Maeflro  dell'Artegliaria  di  Francia. 


IN  ROMA,  Nella  Stamparla  della Rcu.Cam.Apoft.id6: 


Con  licenK^  deSuferiori . 


«« 


ECCELLENTISSIMO 

SIGNORE  ^ 

f  E  ne  viene  alla  voftra  prefènza  vn  parto 
remoto  della  vofìra  pia  magnificenza_j , 
e  della  voftra  generofà  gratitudine.  Ve-i?i 
derete  imprelTì  in  quefti  fogli  gli  ap-V" 
plaufi  funebri  refi  in  quefta  Città  dallao 
^^  publica  diuotione  alla  gloriola  memo-ii 
-^  ria  del  Cardinal  Màzarini.  Senoncor-o 
rifponderanno  alla  grandezza  del  voflro  animo ,  graditejH 
almeno  la  prontezza ,  con  la  quale  haueremo  iàcilmentQ_j> 
corrifpofto  alla  voftra  intentione  :  E  fupplite  voi  meglio 
con  eternare  viuamente  (  mediante  vna  numeroia  prolo  ) 
la  celebre  ricordanza  di  quell'Eroe,  che  con  le  preclare  (iie 
attioni  ha  illuftrato  l'Europa,  &  il  noftro  fècolo;  e  che  coru 
fano  giuditio  vi  ha  fcelto  tra  tanti  altri  Perfonaggi  per  por- 
tarne illuo  nome  alla  Pofterità ,  depofitando  in  voi  com^ 
in  ficuro  erario  la  ricca  meffe  de'fuoi  virtuofi  fudori . 
Douete  ciò  fperare  nelle  benedittioni  del  Cielo ,  che  vi  ha 
dotato  di  virtù,  e  qualità  sì  riguardeuoli ,  oltre  le  (ègnalate 
prerogatiue  del  (àngue  fi  nobilmente  qualificato  ne  i  rile- 
uanti  leruigi  refi  da  i  voftri  Antenati  alla  Corona ,  e  fingo- 
larmente  da  quel  Marte  de'noftri  tempi  il  M^refciallo  vo- 
ftro  padre,  c'hàfàputo  còl  fiio  iniìittò  valore  ifi  tante  parti, 
&  in  tante  guife  far'gloriolamente  trionfare  il  fiio  Rè  nelle 
falce .  Hora  adulto  d'età  rallegrateui  di  rimirarlo  nel  fior* 
degli  anni  vecchio  di  fènno  in  quella  faggia  application^ 
al  gouerno,  eh  e  propria  dei  Principi  da  Dio  deftinati  per 
paftori  de'i  popoli,  e  con  la  quale  s'incammina  ad  ofcurarc 

Ai  la 


iv-:yA 


la  fama  più  chiara  de  i  Maggiori  Imperatori  de  fecoli  an- 
dati, 6c  à  rendere  non  folo  agli  Efteri  formidabile  la  poten- 
za del  Tuo  auguflifTimo  Regno,  ma  anche  à  i  Tuoi  Popoli , 
la  felicità  d Vn  fecol'd  oro .  In  quefla  doucte  però  voi  con- 
fidare d'hauer'a  godere  lòtto  li  benigniflìmi  aufpicij  disi 
giufto,  e  gran  Monarca  tranquillamente  il  pofTeffodi  quel- 
le gratie,  ch'egli  per  voi  medefimo  con  mano  cosi  liberale  . 
viene  ad  hauere  verlàte  nel  voftro  Teflatore .  Porgeto 
con  tutti  i  buoni  Francefi  inceffanti  voti  al  Cielo  per  la»» 
lunga  conferuationed'vn  Rè  datoui dal  Cielo,  mentre  io 
con  riuerente  affetto  pregherò  Dio  che  vi  conferui  lunga- 
mente felice,  di  Roma  li  29.  Aprile  1 661. 

Di  V.  Eccellenza 


*•  »  I 


Humiliffimo,  &  Diuotiflimo  Seruitore 

Elfidio  Bentdettf. 


ri  ;. 

Non 


O  N  men  lodcuolc,  che  antici  è  rvfanzà  di  Vendere 
al  merito  delle  anime  de  Grandi  publici  tributi  di 
veneratione ,  &c  vniuerfàli  acelamationi  di  ftima  alla 
loro  gloriofa  memoria .  Sono  fomiglianti  vfficjj  atti 
di  giuftitia ,  che  fi  rendono  alla  virtù  de  i  Morti ,  &: 
opere  di  Carità  che  fi  compartono  al  bifijgno  de  i  vi-, 
ui  >  i  quali  dalla  rimembranza  delle  celebri  attieni 
di  quelli,  non  poflfono ,  che  fcntirfi  animare  »  e  li- 
molare ad  vna  vit^  virtuora*' .' !  .'•":'<'.!^  0*;'  ':  T-^, 
Così  parcua  ben  diccuolc,  che  Roma  doppohauer  in  tanti  modi  fcntito  ri- 
nouarfi  gloriofo  il  titolo  del  nome  Romano  )  per  gli  eccelfi  fatti  del  Tuo 
nouello  Giulio  il  Cardinal  Mazarini ,  foflfe  hora  a  rinouare  ancor'ella 
quefto  antico,  e  lodcuole  rito,  concorrendo  tutta  in  lacrime  à  compian- 
gere amaramente  la  perdita  di  quell'Eroico  figliuolo ,  nella  cui  conferua- 
tione  haueua  tanto  intereflc  non  folo  la  Tua  pnuata,  ma  anche  la  publica 
felicità  del  Chriftiancfimo . 
Airefprcffione  di  quefti  douuti  fentimcnti  e  principalmente  concorfa  la 
pietà  del  Sig.  Card.  Mancini,  e  la  Magnificenza  del  Sig.  Duca  Mazarini, 
che  non  contento  d'hauer  nobififfimamente  fodisfatto  inParigi  agli  ofl*e- 
quij  douuti  à  quella  grand'Animi,  ha  anche  defiderato,  che  in  ogni  parte, 
e  particolarmente  in  Roma,  fpiccaliero  i  fcntimenti  della  fua  diuota  vo- 
lontà, e  grata  riconofccnza  .  Quindi  è  che  per  vedere  con  ogni  maggior' 
celerità  eflcguita  la  mente  de  i  predetti  Signori  mi  rifoluei  di  applicare  da 
memedemo  all'eflecutionediefla,  ma  forfè  con  poca  forte  del  noftro 
Pcrfonaggio,eflendofi  vniteinfiemcalla  diminutione  dell'apparato  fu- 
nerale la  Grettezza  del  tempo,  la  pouertà  del  mio  ingegno ,  e  Tanguftia 
del  luogo;  elettafi  à  quefto  effetto  la  Cliiefà  de  SS.  Vincenzo,^  Anaftafio 
come  parto  della  pietà  di  quel  Cardinale,  che  con  la  cortcfe  afTiilenza  ,  oc 
cfquifito  intendimento  del  Signor  Paolo  Maecarani  fuo;  confidentifllmo 
Amico ,  la  fece  negli  anni  addìijtro  fàiricare  da  fondamenti jgiudicatofi 
anche  conueneuole  di  celebrare  i  di  lui  gloriofi  funeraU  in  quel  Tempio , 
dal  quale  fi  può  dir  che  ei  ne  fortifle  così  felici  natali . 
Ad  vn'apparato  fatto  in  pochi  giorni  corrifpondcrà  la  prefente  defcrittione 
fatta  in  poche  bore,  non  intendendo  io,fe  non  di  dare  vn  cenno  de  i  figni- 
iìcati  de  i  miei'penfieri,  per  la  loro  fimplicità  ,  e  realtà  poco  bifogneuoli 
d'altra  dichiaratione,  mafifìmamente  eflendo  fiati  aflai  ben  praticati  dalla 
peritiadclSig.Gio.  Francefco  Grimaldi  Bologncfe  Pittore,  &C  Archi- 
tetto ,  e  venendo  aflai  ben  fupplito  intorno  alle  virtù  del  Cardinale 
dalla  mirabile  facondia  del  Padre  Leone  Carmelitano  Francefe ,  cele- 
bre Predicatore  del  Rè  Chriftianififimo  nella  fu^  elegante  orationc 
LÌÌ-j(X                                                  A     3                       fune- 


fuflcbrt  recitata  in  qucfta  occafionc,  e  ^uì  in  fine  inferita  nel  fuo  origina- 
le latino,  e  nella  traduttionc  in  Italiano,  Francefe,  e  Spagnuolo . 

Diuidcrò  refpofitione  in  cinque  parti, che  corrifpondcranno  alli  cinque  Ra- 
mi, che  fé  ne  fono  fatti . 

La  prima  farà  della  facciata  citeriore  della  Chiefa 

La  feconda  della  Macchina  funerale 

La  Terra  dell'Altare  Maggiore 

La  Quarta  delle  parti  laterali,  e 

La  Quinta  della  facciata  di  dentro  fopra  la  porta  grande 


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Pellai 


im,oiiQivho\zbDclìaiàcaata  elreriore      d^:  -^lì^  hn 

Non  coBilfte  Tempre  il  maggior  pregio  delle  cofc  nella  vaftagl-indczta  di 
«flc,  aìui  ih  rrtille  fórme  foucntc  miriamo  le  più  pretiófc  riftrctrc  in  pie-  -  ^' 
ciolgira-difito.'  La  faccia- cfteri  ore  di  qucfta  Chiefadcl  difegno  -del  Si* 
gnor  Martittiongo fanrofo  Architetto,  corrifponde  propottionatamcìii 
te  al  rerto  del  corpo  di  eflà ,  e  con  vna  architettura  vcnulla ,  e  comporti 
pafla  tràle  più  bclk  della  fua  sfera .  Si  vcdeua  tutta  nel  fondo  piano  ri<;o-  .  • 
p€rta  di  panni  lugubri  coA  varie  cafcat«  di  veli  neri  ne  i  vani  capaci  di 
<|ucfto  ornamcntoil'ofcurità  de'quali  al  èortfrapofto  del  candore  delle  co- 
lonne^e  delli-c^pitellifaceua  vn  iiMftojchc  appagaua  pcrfcttilmcntc  la  viftà 
degli  fpetratori.  Sopra  la  porta  vedcuafi  vn  gran'Mcdaglione  fìnto  di  me- 
tallo dorato,  che  racchiudcua  vna  Morte  ,  la  quale  facendo  pompa  della 
fua  infuperabile  potenza  fopra  quefte  cofc  mortali  confondeua  con  dif- 
prcgio  Mitre,  Corone,  ori ,  e  gemme  tra  ceneri ,  &  offa  per  dinotare  la 
caducità  di  tutte  le  cofe  più  pretiofè  di  quofto  Mondo  col  motto 

SIC  GLORIA   MVNDI 

Pcndeuano  appefe  dal  detto  Medaglione-  per  li  fianchi  due  cafcate  di  tro- 
fei di  morte  del  medemo  làuoro,  che  compiuanó  a  marauiglia  l'ornamen- 
to della  Porta .  J 
Nelle  parti  lateraH  in  due  gran  vani  tra  le  Colonne  erano  efpofte  in  quadri 
di  chiarofcuro  due  delle  principili  attioni  del  Cardinale,  cioè  la  Pace  di 
Cafale,  e  l'altra  di  S.  Gio.  de  Luz,  con  i  motti  efprellì  in  alcuni  Cartello- 
ni vagamente  ornati  alla  prima  di       , 

PVGNANTIVM   COMPOSITOR 

alla  feconda  di 

REGVM  CONCILIATOR 

Attioni  che  fole  farcbbono  fufficientifTìme  ad  immortalare ,  e  rendere 
eternamente  gloriofo  il  nome  Mazarino  j  la  prima  delle  quali  fu  il  prin- 
cipio, &  il  fondamento  delle  fortune  del  Cardinale,  e  la  feconda  il  fine 
col  quale  ha  coronato  tanti  degni ,  e  memorabili  fucccfll ,  il  che  fi  volle 
fignificare  nelle  due  imprefc  porte  nelli  due  vani  fopra  detti  quadri  dVn 
Sole  nafccnte  fopra  la  Pace  di  Cafale ,  e  d'vno  cadente  fopra  quella  di 
S,  Gio.  de  Luz  co'i  motti 

FELIX  ORTVS         FELICIOR  OCCASYS 

"^'^"''^  A4  Hauerei 


8  . 

Haucrci  qui  vnvaftiflìmo  campo  da  difFondcrmi  nelle  lodi  del  Cardinale 
ma  eflcndo  la  materia  più  da  hiftoria'chc  d4  fomigliantedefcrittionc ,  mi 
rimetterò  alle  penne>  che  ne  formaranno  grofH  volumi,  &c  ad  vna  raccol- 
ta da  me  fatta  delle  atcioni  di  quello  grand'huomo . 

Sopra  il  frontefpitio  grande  poìauano  due  Morti  >  che  fofteneuano  vn 
fellone  di  cipreilo,  quale  con  belli  ricinti  andaua  à  circondare  il  Cartello* 
ne  dri  meKZQ>io  (;ui.è  in^ifo  ilnop^  del  Cardinale  comedi  fondatore  del- 

laChieia.«     .,:.,-.-;  .r  -..-.--:^--:.  ^, -,,...  L,,.-,.,,^^^ 

Si  crgeuano  dalle  partifopra  due  gran  Pilafìri  qu^tro  macftofe  Vrne  anti« 
cbe>  dalle  quaii  vfctuano  fiamme  di  fuoco  »  &;  alle  quali  corrifpondeuano 
raoltcaltrcUi  minor  grandezia,  nel  frontefpitio  fuperiore  in  mezz,o  di 
cui  pofauaao  la  gloria  >  e  la  fama  che  reggeuano  l'Arme  del  CardinalcM>i 

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Della 


ou!i:*iba  2  e  pcUa  macchina  funerale. 

Li  Faméfi  Roghi  (ii  odorifere  legna,  te  aromati  che  la  cicca  Gentilità  crgeua 
per  illuminare  collo  fplendore  del  fuoco  le  ceneri  de  morti  Campioni  ac- 
compagnati da  mille  vane  fuperftitioni>cedanopur*oggi  alle  nottre  pom- 
pe funebri,  nelle  .quali  non  fi  fimbolcggiano,  che  le  vjrtuofedoti  de  mor- 
ti Perfonaggi  con  Riti  Sacrofanri  di  vera  Religione . 

Vcdeuafi  in  meizo  della  Chiefa  eleuata  al  noftro  Eroe  vna  gran  Bafe  qui^ 
drata  finta  di  Marmo  mifchio  fodamente  adornata  con  due  grandi  arme 
di  rilieUo  del  Cardinale  foflenute  da  due  puttini  il  tutto  meflo  a  argento 
©clic  parti  principili^  come  nelle  altre  due  laterali  due  Cartelloni  fimili 
COA  leftelle  della  Tua  imprefa,c  co  varie  banderuole  con  trofei  douuti  alla 
fua  fanta  intentionc  contro  dell'Erefia,  e  dell'Ottomario ,  la  defprelllone 
dclli  quali  era  oggi  l'oggetto  principale  delle  Tue  maggiori  applicationi . 

N<u  lati  da  bailo  erano  quatro  llatue  parimente  di  rilieuo  i  chefigurauano 
1^4'  p^Ttl  del  Mondo  come  proportionate*  &:  vnichc  mete  de  i  vafti  pen-r 
éeriidel  Cardinale.  .ì.<ì:, 

Sopr4  la  detta  Baie  altra  Ce  n'cleuaua  d'ordine  comporto  riccamente  adorna- 
ta di  varij  felloni,  imprefe  dell'arme  ,  tede,  te  oda  di  Morte  di  metallo 
Corintio  con  molti  intagli  meijì  à  oro>  &  altri  vaghi  e  nobili  orna- 
menti. 

Nelle  quatro  facciate  di  queftabafe  fi  vedeuano  quatro  figure  di  baflb  rilieuQ 
parimente  finte  di  metallo  dorato,che  raprefentauano  la  Chriftianità,Ro- 
ma?  Spagna  »  e  Francia  piangenti  nelle  loro  maggiori  fperanze  l'in- 
tempcfiiua  perdita  di  chi  haueua  fparfi  tanti  fudori,  e  folferte  tante  peno- 
fc  vigilie  per  la  publica  tranquillità,  e  felicità  loro . 

ScruiuaqucÙafuperba^afedipiedeftalloàvna  nobililllma  Vrna  di  forma 
antica  finta  di  paragone  arricchita  di  varij  fogliami,  &  intigli  dorati  nelU 
quale  fi  rimoftraua  eflerc  le  Ceneri  del  Cardinale ,  e  fopra  di  efla  con  pro- 
portionato  finimento  era  collocato  vn  Medaglione  à  due  faccie  recinto 
da  vnYcftone  di  lauro,  e  fofteniito  da  due  Angelini  inargentati  con  il  ri- 
tratto del  Cardinale  in  baflo  rilieuo  dorato . 

Tcrminaua  tutta  la  Macchina  in  vna  Piramide  formata  da  due  Alberi ,  che 
da  terra  s'innaliauano  alla  sómità  di  efla  congiungendofi  infieme .  LVno 
era  di  Palma,  e  l'altro  di  Oliuo  con  due  Genietti  a  quelli  appefi ,  chcj 
fcherrando  con  le  foglie  veniua  ciafcheduno  à  formarne  vna  Corona ,  e 
con  quella  Scoronare  il  Medaglione  del  ritratto  con  vno  fuolaizo  tra- 
pafsante  Tvna^e  l'altra  Corona  col  motto 

ET  BELLO,  ET  PACE. 

'iìr-:i  per 


10 

per  dinotare  rcmlnehia  à.t  i  talenti  del  :  Cardinale  .néUVil'o  J  e  nell'altro 
(lato,  hauendo  faputo  trattare  non  meno  vittoriofamente  la  guerra,  cho 
auantaggiolàmentc  la  Pacejcon  la  diftintione  però  efprefla  ne  i  mòtti  de  i 
due  fuolaz.zi,che  fi  rauiluppauano  attorno  à  i  tronchi  degli  arborijleggcn- 
doli  in  quello  della  Palma  alludente  alla  guerra,  ^ 

VNVM  EX  NECESSITATE  PROSECVTVS, 

e  nell'altro  dell'oliuo  fimbolo  della  Pace 

ALIAM  EX  VOLVNTATE  COMPLEXVS. 

Per  fincerare  la  rettitudine  della  fua  mente  aflai  ben'nota  alle  pcrronc 
che  feppero  conofcereie  vollero  confiderare  nel  Cardinale  foriofa  la  cori'- 
tinuatione  di  quella  guerra,  che  al  Tuo  ingieflo  nel  Miniftero  haueua  tro- 
uata  tanto auanrata,  &  ripiena  d'intricatiiTmii  lacci ,  che  ne  minacciaua- 
no  vna  lunghifsima  durataj  ouc  che  quando  piacque  a  Dio  di  dargli  vno 
{piraglio  di  riufcibile  pacifìcatione,  non  mancò  d'inaffiare  co*i  fuoi  fudo- 
ri  l'aperture ,  che  fé  gli  prefentarono  per  partorire  alla  luce  quella  Pace 
ch'egli  haueua  Tempre  couata  nel  cuore?  come  metà  delle  lue  gloriofe  fa- 
tiche. 

Sii  li  quatto  angoli  della  bafe  quadrata  fi  ergcuano  in  piedi  quatro  grandi 
flatue  inarg'entate,che  fofteneuano  4.  grandi  torcioni  accefi,e  raprefenta- 
uano  le  due  dalla  parte  della  palma 

La  Fortezza,  e  la  Prouidenza  per  fignificare  quanto  il  Cardinale  fi  fofse  mo- 
ftrato  non  meno  intrepidce  forte  negli  emergenti  piùpericoIofi,che  prò- 
uido,&  accurato  nclfaper  marauigliofàmente  penfarc,  preuedere,  e  prò- 
uedere  à  cali  inopinati,  in  modo  che  alcun  fucceflo  non  gli  arriuò  mai  ne 
improuifo,neimpenfato,  eperloquale  non  hauefle  dj  già  pronto  il  ri- 
nlcdio.  ;/Jij;:- 

Palla  parte  dell'Oliuo  la  Religione ,  e  la  Giuftìtia  caufè  impulfiue  della  fua 
applicatione  alla  Pace,  e  che  con  l'accompagnamento  di  tante  altre  virtù 
ehe  armarono  fcmpre  i  lati  à  quel  grand'Huomo  ,  produfscro  per Tuo 
tncizo  effetti  tanto  auantaggiofi,  &  vtiU  non  meno  alla  Chriftianità ,  che 
ali»  Francia 


Deir 


■Ahhai  Elptdiuj  Renedutiu  Inuentvt: 


II  ; 


Dell'Altare  Maggiore . 


i.if 


Per  non  defraudare  la  mcmoriadellc  tante  virtaofc  attioni  del  Cardinale  fi 
e  cercato  d'andarne  fimboleggiando  alcuna  ne  i  vani  c'ha  pcrmefso  la 
piccioleiia  della  Chiefa .  Cosi  nel  Sordino  grande  fopra  TAltare  Mag-, 
giore  fi  cfprefse la  figura  della  virtù  in  genere,  che  afsifa  in  vp  Car^-o 
trionfale  con  la  deftra  teneua  per  i  capelli  la  fortuna  pofata  su  la  fua  vo^ 
lubil  ruota ,  e  ciò  in  fegno  del  dominio  afsoluto  ch'egli  in  tutti  i  rincon- . 
tri  mollrò  fopra  di  efsa,mcdiante  il  fuo  prudentiisimo  gouerno5&:  ammì--- 
rabilc  fuperiorità,  èc  alii  profperi,  &  agli  auuerfi  auuenimenti.  Con  la  fi- 
nifira  reggeua  incatenata  la  Morte  che  come  vinta  dalla  di  lui  mirabile  in-« 
trepidezza  picgaua  la  cerulee,  &:  haueua  gettato  per  terra  il  formidabile 
inftrumento  della  fua  falce  quafi  che  hauefse  perduto  il  taglio  nel  troncar 
lavitad'vnhuomojchenonfblo  ella  preuedeua  nelle  fue  attioni  immor- 
tale, ma  che  negli  vltimi  fuoi  afsalti  haueua  così  trionfato  della  di  lei  in- 
uincibile  potenza  con  la  franchifsima  maniera  di  mojire^tuttociò  efprcf- 
fb  col  motto.  ù  /.    ,  i,:  ì  .  ;;;r;(iw;.  .. 

VIRTVTE  VtGlT^i  ..'njì^lià 

Nelle  parti  laterali  dcirAltaroj Maggiore  faccuanó  maibaìdi  due  prif^-j 
tipalifsime  virtù  del  Cardinale  i  quadri  rapreffemanti  la  i^à^j  QAttìioVi^ci 
&t il  Perdono'*)  oìomu  lon  o  r[iff  irbonl h :^j,-i];{ì   '.  ^^■j[ii  olfisrr.-niioT oiJì 

Non  tremò  mai  maggiormente  TErcfia ,  chc^  allo  fpauento  del  rcligiofbj 
e  chriltano  zelo  del  Cardinale  Mazarini .  Preuedeua  quella  col  beneficio 
della  pace  vn  gran  crollo  alla  fua  falfa  credenza ,  e  non  ne  farebbe  andata 
ingannata ,  fé  la  di  lui  intempeftiua  morte  non  hauefle  troncate  le  fila  già 
ordite  contro  i  Settari;  de*  falfi  dogmi ,  e  deirinimico  commune  della 
Chrillianità .  Onde  parue  non  mal'addattato  il  feguente  Motto ,  che  nel 
Cartellone  di  quella  figura  fi  pofc 

IN   HOS   TANTVM   INIMICOS 

Potrei  in  prona  di  quefl:i  Chriftiani  fentimenti  del  Cardinale  addurre 
innumerabili  rincontri  ne'quali  fec'egli  marauigliofamente  apparire  qua- 
to  gli  fofie  à  cuore  il  decoro ,  e  l'aumento  della  vera  Religione,il  rifpetto, 
Tvbbidienza,  e  fommeiTione  alla  Santa  Sede  Romana .  Potrebbono  così 
ridirlo  l'Inghilterra,  la  Suetia,  la  Danimarca,  e  molti  altri  Paefi ,  ne'  quali 
per  caftjgo  di  Dio  languifcc  la  noftra  vera  Fede,  e  ne'  quali  pe^  opera  del 
Cardinale  godono  oggi  i  Cattolici  effetti  tanto  auantaggiofi,  e  piaccia  à 
Dio,chc  non  habbiano  femprc  più  à  compiangere  la  perdita  di  vn  sì  po- 
i.<i.  tente 


li 

teme ,  e  Zelante  difcnfore  della  Religione  . 

Della  fua  generofa  facilità  al  perdono  parlano  tanti  viuicfifcmpij  delle  Tue 
magnanime  beneficenze  verfo  i  fuoi  Inimici  5  che  è  fupcrfiuo  il  pren- 
dere ad  eflàggerarla . 

Stimò  ognVno  relegato  nel  fuo  Miniftero  il  caftigo  ,non  vedendofi  pratica- 
to fé  non  il  perdono ,  col  quale  la  grandezza ,  e  nobiltà  deiranimo  fuo 
gli  faceuano  compromctterfi  tanto  più  facili  l'emende ,  e  le  gratitudini  j 
ma  perche  gli  huomini  fono  più  procliui  al  peccare,che  al  corregger{ì,così 
egli  fi  trouò  fouente ,  come  Cefare ,  ingannato  neircfercitio  di  quella 
fua  Regia  virtù ,  che  diede  anche  campo  alla  malignità  de'  Critici  di 
condannare  quefta  fua  troppo  clemente  politica;  in  clpreffione  della 
qual  virtù  fi  leggeua  nel  Cartellone  il  Motto  !uT 

POTENS    NON   VINDEX 

Nelle  altre  due  parti  à  i  fianchi  dell'Altare  alTìfteuano  due  altre  pellegrine 
virtù  del  Cardinale  ^  la  Carità ,  e  la  Clemenza ,  col  Motto 

'     allaprima.  I  N     O  M  N  E  S  V!^, 

allafeconda-  ERGA     OMNES 

cfsercitate  da  lui  con  altrettanta  modeftia  con  quanta  gcncrofità.  E  ben 
potrà  il  modo  ammirarne  gli  effetti  nelle  fàbriche  fontuofe  fattc,e  che  nel 
fuo  Tcfhmento  lafcia  da  farfi)&  a  luochi  pij,  e  nel  famofo  Collegio  dcfli- 
nato  in  Parigi  per  Io  mantenimento  di  (Jo.AIunni  delle  Prouincie  acqui- 
siate )  e  riunite  alla  Corona  3  e  de  i  natiui  di  Roma  e  d'Italia . 


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li 


Pe 


l1 


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15 

De  i  fianchi  della  Chiefa. 

Erano  riccamente  adornate  le  parti  laterali  compofte  di  Tei  Cappelle;  poi 
che  oltre  Tcilere  ricoperte  tutte  à  bruno  come  erano  ancora  non  folo  le 
volte  delle  dette  Cappelle ,  ma  anche  la  principale  della  Chiefa ,  vi  fi  ve- 
deuano  diuerfe  imprefe,  e  trofèi  di  Morte  di  chiaro  fcuro  con  oro ,  che 
in  varij  fcompartimcnti  formauano  con  vna  brillante  fimetria  vn  vaghif- 
fimo  apparato . 

Alcuni  fottiUflìmi  Vcliriccorreuano  con  bell'intreccio  intorno  al  cornicio- 
ne di  mezzo  j  &  altri  fimih  pendendo  con  varie  ritorte ,  rofoni ,  e  cafcate 
in  mezzo  delle  Cappelle  racchiudeuano  in  forma  sferica  vna  gran  Coro- 
na ,  ciafcheduna  di  fignificato  corrilpondcnte  ì  diuerfe  lodeuoli  opera- 
tioni  del  Cardinale . 

Vedeuafi  in  primo  luoco  la  Reale,  col  Motto 

REGALI   FIRMATO   SCEPTRO 

per  dimoftrare  la  Regia  autorità  da  lui  non  folo  foftenuta  nelle  maggiori 
turbolenze  dellaFrancia  nella  bafla  Minorità  d*vn  Rè  pupillo ,  ma  anche 
fattala  marauigliofamcnte  comparire  vigoroià,  e  vittoriofa  con  innume- 
rabili felici  Succelì,chc  per  la  di  luiprudentc,&  accorta  direttione  accom- 
pagnarono con  iftupore  di  tutto  il  Mondo  i  primi  anni  della  Reggenza» 
La  feconda  era  di  Alloro  con  due  Trombe ,  col  Motto 

ET  TOG-^,  ET   ARMIS 

Douuta  al  merito  del  Cardinale ,  e  come  à  Letterato,  e  Mecenate  de*  Vir* 
tuofi ,  e  come  à  fuprcmo  Direttore  d'efcrciti ,  elfendo  egualmente  com- 
parfa la fua virtù ncUvno , e  nell'altro  con  tante  proue del fuo faperc, 
e  coraggio,quantiglorioficuentifìirono  meri  parti  delie  fue  faggie  di- 
rettioni.  .  :'j3iLÌ3;rio  j. 

La  terza  deli'Ohuo  col  Caduceo ,  e  col  Motto 

PACIFICO         .:.,^oiù.,:...,.ui,j 

A 

Alludendofi  alle  due  principali  Paci  da  lui  ftabilite  di  Calale,  e  di  S.  Ciò,  de 
Luz  di  sì  alte  confequenze ,  &  à  tante  altre ,  che  andaua  meditando , 
e  follecitando  per  rinouare  al  noftro  fecolo  h  felicità  di  quello  di  Otta- 
uiano,onde  con  qualche  altro  Anno  di  Vita  haucrebbe  potuto  fare  fpera- 
re  con  le  fue  cure ,  mediationi ,  &c  applicatione  di  fentirfi  dire 


TOTO    ORBE   IN  PACE   COMPOSITO 


.  1  ■;  ••  / 


La 


'4  . 
La  quarta  era  l'aurata  piena  di  gioie ,  col  Motto 

MVLTIPLICI   MERITO 

Simbolo  della  perfettione  del  fuo  ingegno  aureo ,  e  genio  benigniffimo  >  * 
e  delle  tante  virtù  fingolari-,  che  come  gioie  pretiofe  ornarono  infepara- 
bilmentc  Tanimo  del  Cardinale, nelle  cui  opcrationi  Fifiche ,  e  Morali 
apparuc  la  virtù  d'vna  particolare  afiiftenza  del  Cielo ,  alla  quale  moftrò 
ben'cgli  di  corrifpondere  col  prefiggere  Tempre  a  tutte  le  fue  attieni  per 
vnicoj  e  principal  oggetto  il  buono,e  l'honeflo  con  vna  ammirabiliifìma 
fuperioriti  a  tutte  le  humane  pafTioni,  onde  fu,  ch'egli  ne  fortiflc  pofcia   . 
in  quafi  tutti  i  rincontri  così  felici ,  e  fortunati  cuenti . 
La  quinta  di  Gra  migna  oifidionale ,  col  Motto 

LIBERATORI 

Ben  da  lui  più  volte  meritata  nell'hauere  in  tante  parti ,  e  sì  gloriofamentc 
liberate  diuerfc  Piazze  dagli  afledij,e  tanti  Fferciti  dalla  loro  diflruttione. 
La  fella  era  la  Nauale ,  col  Motto 

PER    ^QVORA   QJOQVE 

in  fcgno  delle  ^loriofeimprefe  di  Mare  felicemente  feguite  per  lafua 
prudentilllma  direttione,e  delle  maggiori  che  andaua  meditado  nell'ani- 
mo fuo  per  vna  formidabile  Armata  che  con  le  forze  della  Francia ,  vnio- 
nc  della  Spagna,c  d'altri  Potentati  fperaua  ben  toilo  far  folcare  i  mari  in 
difefa  della  Chriftianità,  &  in  ficurezza  della  nauigatione  oggi  così  peri- 
colofa  per  l'innondatione  di  tanti  Corfari . 
Pernon  impacciare  la  Machina  funerale  col  ordinario  numeroso  ornamcn-  - 
to  de'lumi  ("prouiftane  fufficientementc  con  diuerfe  Vrnc)  vedeuafi 
abbondantemente  illuminata  tutta  la  Chicfa,  ne  i  pilaftri,  da  quali  pen- 
deuano  tre  ordini  di  candelieri  inargentati  in  forma  di  morte ,  &  in 
gruppi  delle  fafce  confolari ,  che  in  tutti  fofteneuano  più  di  cento  can- 
delotti di  cera,  &:  al  contraporto  del  fondo  nero  faccuano  vna  vaghiflìma  ^. 
vifta,maflime  con  la  corriipondenza  di  3  00.  altri  candelieri  collocati  nel 
cornicione  di  fopra . 

r- 3f0ktoib3]ilh  fii<q3ub-  v 

VAI  ùuthnr,  ^ro  ^ aitÌE  oh.. 

olhup  ih    .  ni  ùl.  :B3i£i  wZjobfifiJ  :J3lior  ) 

:.     '   iJijjioq  .  '  *  oilfs  SrwJ.upno^a- 

OTI?0\  3    VLOA^Ì  V  )    •■:  r 

Della 


■Abhas  Eljjidius  Benedittuslntientpr. 


15" 

Della  facciata  di  dentro  fopra  la  Porta. 

Occiipauala  maggior  parte  di  quefìa  Facciata  vn  gran  Cartellone  loftenu- 
to  dalla  Immortalità,e  dalla  Gloria ,  negli  angulli  termini  del  quale  pro- 
curai di  rachiudere  à  gran  caratteri  fenza  adulationc ,  e  fcnia  fchiribizii 
d'ingegno  nel  fegucnte  Elogio  Sepulcrale  l'ampio  Oceano  della  vita  del 

Cardinale , 

D.      o.       M. 

IVLIVS     MAZARINVS     ROxMANVS 
VIR7VTE,   AC  PVKPVRA  ILLVSTRIS, 
VKBEM  ,  ET   ORBEiM  ILLVStRATVRVS 
VltAE  PRIMORDIA   SVPKA   AETATEM  1LLVSTRAV1T  ^ 
IN     IVVENf A 
MILITIAE  ADSCRIPTVS  IMMORTALITATI   NOMEN  ADSCRIPSlT, 
ADHVC  PVUER  PA7ER  PACIS  SVB  CASALE. 
E  CASTRIS 
AB  VRBANO  Vili.  AD  l'VJiLlCAS  CVRA.s  VOCATVS , 
IN  OMNIBVS  PRODIGIOSO  INGENIO  CLARVS   ,  ET  CARVS  OAINIBVS. 

INDE 
CRISTIANISSIMO    RHGE  COMMENDANTB  , 
APOSTOLICO  AGGREGATVS    COLLEGIO. 
A     R     M     A     N     D     I 
CARDINALI?  RICHELII  AMOREM  AB  ^ESTIMATONE  ADEl-TVS , 
DIGNIOR  MERVir  IVDICARI    SVCCESSOR. 
LVDOVICI     XlII. 
PROPENSIONE  ,  ET  ELECTÌONE 
GALLICI  IMPERll   DESIGNATVS   MODERA?  OR, 
REGNATVRI  INFANTIS    E  SAcRIS  VNDIS  SVSCEI  TOR 
RFGIAEQV'E  SOBOLIS  REGIAF  TVTRICIS  IMPERIO  CONSILlARlVS. 
Oyo  IN  MVNERE  DICENDVM   NVNQVAM  SATIS 
GALLIA.tO  DIRECTORE  ,  NVNQVAM  MAIOR  ,  AVT  FELICI  OR. 
LVDOVICIXIV. 
EXIMIA  DILECTIONE,  AC  EXISTUlATIONE 
EXIMIIS  OrNaTVS  HONORìBVS  . 
TANDEM  CHRISTIANAP  REIPVBLICAE  PACE  DONArA, 
REGIOQVE  FIRMATA  CONIVGIO, 
AD  SVWMVM  GLORIAE  CVLMEN   EVECTVS, 
PRIMARIIS  EVROPAE  PRINCIPIBVS  AFFINITATE  CONlVNctVS, 
IN   PROSPERIS,  IN  AOVERSIS,    ET  IN  MORTE 
TRIVMPHAN5, 
OMNIA  SVA  PRAECONIA  IN  HOC  VNO  CONCLVSIT, 
ET  IN  EO  SOLVM  GAVISVS, 
DEO   INSERVISbE,   AC   RECI, 
OBDORMIVIT  IN  DOMINO  ANNO  SALVTIS  MDCLXL  AEtATIS  SVAE   LVIII. 

MENSE     VII.     DIE  XII. 

Nel  Sordino  di  lopra  compariuano  due  gran  figure  raprelcntanti  le  Mule, 
Clio ,  e  Caliope ,  col  Motto  in  vno  fuolazzo  foftcnuto  da  vn  Gcnietto 

VTRIVSQVE   PABVLVM 

per  figurare  il  copiofo  alimento  5  che  le  attieni  del  Caidiqale  daranno 
ali  Epico ,  &  all'Hiftoria  à  gloria  del  noftro  Secolo  j  &  à  benefìtio ,  8i 
ammirationc  della  Polarità . 
Ne  i  fianchi  di  queJfta  parpc  fi  móftrauano  l'Elocju^nla ,  e  la  Liberalità , 
h.  prima  col  Motto 

NON   MINVS   SERMONE 

ci  fignificaua  la  Eorz.a  della  perfuaGua  del  Cardinale ,  con  la  quale  incan- 
taua, per  così  dire,  chi  l'aìcoltaua:  reftindo,e  confeflandofi  ognVno 

vintQ 


16 

vinto  dalla  potcntiflìma  Facondia  del  Tuo  dircorfo  ammirato  per  ciò  co- 
me vn  nuouo  Ercole  Gallico ,  la  feconda ,  col  Motto 

ET   GENIO,    ET    MERITO 

dinotaua  la  Liberale  diftributione  delle  Sue  gratie  non  folo  a  Chi  egli  lo 
crcdeua  meriteuole,  ma  anche  à  chi  incótraua  il  fuo  genio,iI  quale  come 
era  per  lo  più  portato  àcofe  altiiTime  potè  talvolta  lafciare  qualche  de- 
'  fiderio  della  Tua  munificenza  in  alcune  priuate:  Onde  le  maggiori  lodi 
in  quella  parte  fé  gli  deuono  per  gli  atti  magnanimi,e  da  Monarcajquali 
per  l'appunto  appaiono  Tvltime  Sue  difpofitioni  Tcftamentarie  . 

COn  tale  apparato  la  mattina  delli  2  8. Aprile  fi  cantò  vna  Mefla  folen- 
ne  da  Monfignor  Gauotti  Vefcouo  di  Ventimiglia,con  li  Offitiali  di 
Palazzo ,  &:  vna  numerofa  &  eccellente  Mufica  arricchita  di  flebili  finfc- 
nic  di  Viole ,  e  d'altri  inftrumenti . 

Vi  ainfterono  i  Signori  Cardinali  de  i  partiti  Francefe,  e  Spagnuolo>  che 
furono  Antonio  Barberino,  Colonna,  Grimaldi,  Sforza ,  &  Alblli  Preti, 
(a*  quali  per  fuo  particolar 'affetto  verfo  il  morto  Cardinale  volle  aggiun- 
gerli il  Sig.Card.  Albici)  &  all'incontro  OrfinojEftc,  e  Mancini  Diaconi, 
con  buon  numero  di  Prelati. 

Si  compiacquero  ancora  li  Signori  D.  Louis  Ponze  de  Leon  Imba{ciatorc 
di  Spagna,  Nicolò  Sagredi  Imbafciatore  di  Venetia ,  Marchefc  del  Borgo 
Imbafciatore  di  Sauoia  ,  e  D.  Maffeo  Barberini  Prencipe  di  Peleflrina 
interucnire  alla  funtionc  ne  i  Coretti  della  Chiefà .  Fu  infinito  il  con- 
corfo  della  Nobiltà ,  e  del  Popolo ,  à  fodisfattione  de'  quali  conuennc 
laflare  per  otto  giorni  continoui  cfpoAo  l'apparato;  e  per  compire  per- 
fettamente i  Suftraggi  fi  andò  nel  medemo  tempo  diflribuendo  Pane, 
&  altre  carità  a'  poueri . 

Gradifci  ò  Lettore  quello  fuccinto  ragguaglio,  che  fé  bene  è  pouero  di  orna- 
menti retorici ,  è  però  ricco  di  materia  degna  di  Lodi  vniuerfàli  ;  e  ne  i 
Succefli  così  grandi  del  Cardinale  Mazarini  rauuifa  la  forza  d'vna  Virtù 
fortunata,  e  rifletti  alla  fragilità  delle  mondane  grandezze,  che  qual 
luminofa  fiamma  al  foffiar  d'vn  vento  immantinente  s'eflinguono . 
Compatifci  la  mia  debolezza  e  ncirinucntione,e  nella  defcrittione,appa- 
gadoti  folamente  della  coftanza  de  i  miei  riuerenti  oflequij  verfo  la  me- 
moria d'vn  Padrone,  c'hà  voluto  fin  negU  viti  mi  periodi  delia  fua  vita 
vfar  meco  gU  atti  della  fua  gran  benignità,  in  lafciar  regiftrato  nel  fuo 
teftamento  co  dichiaratione  alfai  Angolare  l'intiero  fuo  gradimelo  delia 
mia  antica,e  fedcl  fcruitù;  &  alla  mia  pcrfona  il  titolo  di  non  inutile  fer- 
uitore  della  Corona ,  effendofi  di-più  compiaciuto  di  prender  da  ciò  mo- 
tiuo  di  fupplicare  Sua  Maefl;à  à  dcgnarfi  di  continuarmi  le  fue  gratie , 
e  Rcal  patrocinio . 

IL       FINE. 


IVLIIMAZARINI 

EMINENTISSIMI 

C  ARDINALIS. 

E   L   O   G   I   V   M 

F  V  N  E  B  R  E- 


R        O        M         ^, 

Ex  Typographia  Reuerendx  Camera;  Apoftolicx . 

M  D  C  L  X  I. 


Suferiorum  ftrmijìu , 


IMI.HASAM 


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E  M  I  N  E  N  T  I  SS  I  M  O 

P    R    I    N    Cjì'"p    I 

ANTONIO 

BARBERINO 

FR.    LEO   CARMELITA   RREDONENSIS     i 

Veram  ietcrnitatcm , 

t 

ABES,  EMINENTlSSIMEgpjsTQj^^ 

Princeps  ,  in  bocce  Elogio  ^^^fj^y a. 
Funebri,  feruitutis  erga  te  meg 
non  vulgare  monumentuiTi_j. 
Plura  enim  profeto,  ftatinij 
dum  praecepifli ,  occurrerunt  ; 
quae  me  à  fufeipiendo  oner^_-? 
admodum  lubrico  &  ancipiti, 
non  iniuflè  deterrebant .  Ve- 
runi nec  inobediens,  te  praelèrtim  iubente,  effe  debui: 
nec  potui ,  ex  meamet  indole  non  effe  fidelis .  Sueta 
nimirum  tibi  magnanimitate  defiincSo  EminentilB- 
mo  Cardinali  Mazarino  nouam  per  lufla  haec  pu- 
biica  vitam  repaflinaturus,  meinterea  optafli  Orato- 
rem;  vt  &  qui  laudatur  oc  qui  laudat,  tui  prorfus  effo^, 
etiam  vltra  funus,  perfeuerent.Parui  ergolaudum  ab 
arte  &  fuco  nuUatenus  egens ,  quas  fuggerit  abundè 
ipfaperfe  ferax materia.  Ncque  vero  mihi  parum_5 
admodum  procliui  in  adulationes ,  ex  Sacro  praefer- 
tim  Suggeftu ,  praecauendum  valde  fuit .  Dixi  nimi- 

A     2  rum 


>OJ?f 


4 

rum  ia  Exequi  js,  confignocjvic  modo  Pofteritati ,  quac 
fcrmè  nemo  ignprat  ;  quomrnque  tota  Europa  oc 
theatrum,  &  teflis .  Ceterum  queftu  perinde  &  gratià 
procuUfìud  etiam  modicae  gratitudini$  argumentum 
non  duxi  inuidendum . 

HANcdemum,  Antoni  peroptime,  anfraéhis 
Inter  &  fcopulos  (ummam  deputaui  felicitatis  meae . 
Si  id  habct  obedicntia  inaufpicatum ,  quod  eft  caeca_j  ; 
fkufto  quoque  fruiturpriuilegioquod  rea  nunquam_3 
legitimè  accufatur,  nedurn  condemnatur  .  Condu- 
<Sus  igitur  veftro  fòlùm  iuffu ,  meoque  mero  affedu , 
parentaui  defunflo  Cardinali,  Regismei  Miniltro, 
reuera  vndequaquè  Erninentilllmo .  Tibique  augu- 
flioribus  etiam  titulis  inclyto ,  iftud  obfequij  erga  to 
mei  per  omnia  deuotifTimi  vadimonium  publicis  ve- 
luttabulis  fcribo;  nulquam  vnquam ,  fipergisnon  de- 
dignari ,  vel  in ipla libitina defèrendum .  in  v r b  ]P 

KALEND.  MAIL  MDCLXL 


ELO- 


PRifiLVWVM 


he. 


E  LO  GlYMh 

F  VN  EBR  E 

DE!  voluntate  miffusfumj  qmfecitme quaJIFatrem\^ 
Dominum  vniuerfce  Domus,ac  Principem  in-omm  Terra, 

O  M  IN  V  M  vltam ,  PrinCipes  Eminentis- 
s  I  M I ,  Ornatissimi  Avditorbs  ,  bullam,. 
eiXc  euanidam  hodiè  nimis,  heu  !  nos  docet 
cKcmplnm  luculentum  fimul  &  lugubre  Ma- 
z^ARiNi  .  Quidquid  oftentant  Regaics  Aulas 
vel  in  diuitijs  opulcntum ,  vel  in  dignitatibus 
fublime  ,  vel  in  ainicitijs  rarum ,  &  eximium  ; 
non  efìc  nifi  [vmbram  fecali,  vanitatemquc  OmnU raoira»-, 
vanifllmam]  oftcndit  mors  primi  in  Galliarum  Regno  Adminiftrijcui  f;,^{f '  * 
parcm  optare  faciliùs  femper  erit,  quàm  inuenire .   Mors, proh  dolor  | 
!llius  ^rati  pnrcox,  Gallio  atrox  :  Europa!  acerba ,  intempeftiua  Chri- 
/iianitati .  lpram,iprara  quoque purpuram.,primorque  polì:  primum 
facros  apices  mox  dilabi  in  cineres,  abire  protinus  in  nihil ,  admonet 
vos,  o  Mortales,fatum  prsefens  in  hacce  pompa  funebri,  Cardinalis  per 
omnes  fané  titulos  EminentifTìmi .  Ita  nimirum  loluitur  Orhis. 
Conflati,  ^eterna pojìtumquc /e^€  eji , 
J^t  conflet genitum  nihil. 
Diceres  vtiquè  Supremum  Numen  perenni  rota  mifccrc  ima  fummis, 
&quafipila  [luderein  ifto  Orbefublunari.]  Brcuesnempe  &  muta-  frtutrh.t. 
biles  vices  rerum  funt,  &  fortuna  nunquam  fimpliciter  indulger .  ^ 

'  QviD  enimuerò  poft  tot  tantaque  ad  {plendorem  ,  immò  ad  ftupo- 
rem  fperandum  magis ,  quàm  vt  feculi  vota  funt,  vita  felix ,  partifquc 
bonis  largiter  fruitura  ?  Ex  eo  tamen  fummat  profjpcritatis  fafti- 
gio,intumulumrecidit  Julius  Mazarinus:  viuere  definit  rerum  qui  rrouidcntia- 
tcnebat  habenas  ,  viam  ingreditur  carnis  vniuerf*e  Eminentiflimus  ""»**"*'■*"*• 
Cardinalis .  Vfqueadco  [  cogitationcs  Mortalium  timida  ,  &  incerta: 
prouidentisE  noftrae  j  tua  autcm ,  Pa.ur-i prmidenti€  Homines  ,  Natio- 
nes ,  Regnaquc  ad  nutum  gubernat,  ] 

Sic  ilU  luditf  fc  fuasprohcit  njtres  : 
Aiagnumque  fui  monfirat  ofìentum-y/ìquis 


Sett.  Mn  !•  Con, 


Setfjib.i.  Merrì 


t  -• 


->■'•>  1-j-i  Vtfatur  ina. liratust  ac  felix  horA . 


-."j 


3 


Ah? 


€  E     L     O     G     l     V     M 

iWiN.CARD,  Ah  !  quim  rì\m\\xTi\fr<e[aga  mens  rnihi  fuit,  extrema:  felicitati  nihil  vi' 
cinum  frwgiS)  quàm  ruin;im ,  cl^dcrque  vltimas .   Scis  Lutetia ,  Orbis 

Sunwna felicitai  f ompendiuip .  Scìs  &tuRoma,  alma  Vrbs,  Sedefijue  Sanditatis , 
quàm  fepc  ab  anno,  &  ampliùs,  ingeminatum  à  me  cft  illud  ex  Sacris 
Diptycls  Oraculum;  cùm  confummauerit  homo,  tunc  incipier  :  cum- 
que  i?  putat  florentiflìmum,  ruit  lapfu  grauiori .  Ea  nimirum  Generis 
noilri  conditio ,  cainh4cceofHcinahuman3e  figulmse  rota  verfatilis  : 
,  ea,  verbo  dicam,fors  &  indoles  rerum  piane  vniuerfarum  .  Quidquid 

éidjummum peruenit-i  Ad  exitum properat , 
fcfiffiYt  r  :  Solem  vide,  fuis  perennibus  gyris  dum  cuncta  cum  celo,  &  fub  celo 
circumagit.  Statim  atquc  motii  lucido  ,  albisvelut  quadrigis  triurn- 
phans,celorum  verticem  confcendit,  properè  declinat  in  occafum. 
Pariitidem  natiui  ponderis  momento,  vixattigerefiilgentiillma  rne- 
teora  altioreni  setheris  plagam,  cùm  illicò  ad  fuas  hic  cunas  reuoluun- 
tur .  Quare,  &:  prudenter  cauet  medicina  Princeps  Hippocrates,  quo- 
tiesahqiiispotiturexquifitailla  prxftantillìmaque  valetudine,  quam 

tiiir.x.Afhmfm.  athlcti^am  &:  ^i^ilw  appellat  ^  fubitò  confugiendum  ad  phleboto- 
miam,  (ìmiliaque  artis  ^fculapìca;  prsefidia  i  ne  ,  inquit  fcientilfimus 
Autor, ex eoquod natura eodem in  ilatu  nequit  permanere,  abiuptq 
impetu,  cafuque  repentino,  vita  proruat  in  interi^um . 

O  ftupendas  rerum  vices  l  O  Lubrica,  caducaque  honorum  cui- 
mina  I  O  mira  contrariorum  foedera  I  Vixque  etiam  illas  dum  vidc- 
rnus,&audimus,  credendas  rcpugnantiuiTi  conimifiuras  !  Adfum- 
mam,  omnibuique  retro  feculis,  ferme  inauditam  inter  Homines  feli- 
citatem,  Hcroi  cui  parentamus,  vnum  profetalo  reltabat,  hic  viucre  fe- 
licem  .  Ecce  tibi  mors  importuna  tot  triumphis  infultat ,  propemo- 
dum&illudit. 

Dicarn,  AvDiTORES,  quod  fentio  ,  Etveftra  cum  venia,  liberam  , 
qusE  Sacrum  iflud  Pulpitum  decet,  veritatis  Euangclica;  vocem  emit- 

v<u vitrei.,,  tam.  Hominumvita,  fcribit  pulchrè  &  acute  vtfoiet  Augultinus, 

Bla.  vitrea  cO,quònempe  fplendidior,  CO  quoque  fragilior.  Sed  enim  hic 

ipfe  fpIendor,Ipfaque  ipfa  fragihtas  fpecqlurn  conflant  noilrf  Mortali- 
tatis  non  fallax,  non  mendax.  In  caque  porrò  glacie,  puluerem  hcct  in- 
ter &  tumuli  fordcs ,  terfiHima  '■,  nomen,  §c  gella  luli)  Cardinahs  Ma- 
zarini  JEmgma  compingunt  pppofitis,  vt  in  pidura,  luminibus  &  vm^ 
bris,  noftrs  retati,  futurifque  admirabile  iuxta  &c  inexphcabile .  Italus 
fcilicet,  &  Gallus:ftrenuusMiles,  &iDotì:or  Laurcatus.  Popularis 

fSS'ian»^''  Sacros  extra  Ordines,idemque  Sacra  Purpura  inauguratus  .Extraneus, 

&  Inquilinus  ;  ibidem  Aduena  ,  &  Domclìicus  ;  CÌiens  fimulquc  ,  vt 

».  «rj.K.      ohm Chufai  Dauidis,Regum  Amicus.  Quid  vltra  expcdatis  f  Per  ex- 

trcmas 


F^-   V     N     E     B     R     E\  7 

trcmasiniuriasdepreflus,  acpropèoppreisus,  ficuti  è  tenehrisfol  ìHn-  ivi.  mazar. 
jirior^  €ued;us  dcinde  in  Gentiam  admirationem .  Perque  demum  fa- 
era  pacis,  regijque  Coniugi]  trophsea  inelytus,  pr^eda  tandem  mortis 
euadit  opima  Mortalium  hoc  ceuo  famofiffimus . 

En  vobis,  polita  per  eloqiientia:  artes  Ingenia ,  ad  laudes  Eminen-  j^^^^ . 
tifllmi  Dcfun(fliy?^wamplifIima,fcccundifTìmaque.  Eam  ego  vobis  t"do» 
remitto,  confcientia  propria  tenuiratis  :  ntc  non  materiae  reucrentia ,  .       ,• 

vires,  fi  qu3E  in  me  funt,  longè  fupcrantis.  Dicitore  nimirum  vt  fcianr, 
mirenturque  Pofteri  (nam  imitati  quis  Pra'fumat?)  toto  SuadseSc 
Mufarum  apparato,  magni  per  omnia  Viri  profàpiam,Genium,  Indo- 
lem,  Studia  :  Cumulatas  luculcntiùs  animi  dotes ,  oris  &  ingenij  de- 
cora ;  fortunae ,  famje ,  virtutumque  piane  omnium  opulentiam  toto 
Orbe  EuropsEquamdiu  exploratam,  tamdiu  notiflìmam  .  Interca  ego 
impofitum  mihià  Superiori  autoritate ,  proprioque  animi  nufquam 
ingrati  officio,  &:  alfedu  (cmper  conftanti ,  munus  tentabo .  lui^um- 
que  quod  ereéìis,  crexdo,  animis  expedatis,  Elogium;  duohus  'uerhis-^^ro 
mearumviriumtenuitate,  abfoluam.  .    - 


PARTITIO , 


bfli:  9; 


IvLivs  Maz^ar-invsdedit  se  totvm  Galliae  .  Galli  A 

VICISSIM    DEDIT"  SE,  SVAqVE  OMNIA  CARDINALI  EmINENTIS- 

SIMO  tERiNDE  Et  AMANTISSIMO-  Ipfequc  propterea  [Defundèus  „^i,^;^ 
loquens,  Abelis  inftar,  ]  prìeire  mihi  videtur  in  eledam  a  me  ex  lofer, 
phinis  formula.  Qua  quidem  res  ab  Eminenti/fimo  Regni  Moderato- 
re in  Gallia ,  fub  vno  &  altero  Rege  Chrifìianiflìmo,  prasclarègeftasj 
vobis  compendio,  quantum  dederit  Devs  fcientiarum  Dominus,  prò 
virili  parte  reprsefentabo .  Dei  loluntate  mtjjus  fum-,  quifecit  méquajt 
Patnm:  O*  Dotninunt  'vniuerfe  Domus-^ac  Principem  in  omni  terra, .  Gran- 
dia  ,  ffùv  0«<2  paucis  explicabo .  Attendite,  fi  placet,-&  fauete . 

IBAT  Julius  Mazarinus,  AvDiTOREs ,  per  paternam  iamolimin  narratio. 
Liguria,Siciliaque:  maternaraque  in  ipfa  quoque  Vmbria  ex  Gen-    stfrpis  vtrìuf- 
tcs  Bufalina,  »o/';7/fa^^w ,  ad  decora  honorum  faftigia  .  Peregregiam  *^"'   °*"' 
ftarim  indolem,  quam  faufta  nafcenti  inuolucra  praemonftrarunt ,  dex-      indoies 
tro  adolefcentiam  omine  &  numine  aufpicabatur  .  Per  domefticam  Coiumnarmn-. 
deinceps  praeflantifTimorum  Columnarum  clientelam ,  clarafque  cum  '  "^''"  * 
prenobilibusMancinis,  MartinofTis ,  &  Montijs  affinitates^properabat  Mjft*"^f^  ^5" 
ad  fortunam,vt  minimum  in  Italia  minime  vulgaré.  Vrgebatur  identi-  affimtas. 
demad  ampliora,  bencficijs  optimi  Moecenatis^  cui  ficut  flemma 
Gcntilitium,Apcs  funt  mellitifTimjErita  proprius  charader  femper  fuit  ;ff È/J^.^""*' 
nnagnanimitas  j fides  ,  candor ,  munificentiaj  ne  multis ,  quod  ncmo 

A     4  ncfcit, 


8  E     L     O     G     I     V     M 

f  MiRCAUD.  ntfcit,  conftantcr  amaK,  idcoquc  U  vcheraentiùs  deamarl .  Per  vir^ 
tutumdcniquè  omnium  paraturam  ipfe  magnanimus  luuenis  educc- 
indoies.        \,^i  fj.j  g^  propcUebat  ad  omnia  magna .  Experturus  nimirum,  nam  U 
"    ego  ipfe  dicentem  non  femel  audiui ,  quid  in  priuato  Homine  polllt 
fortuna.  MagisfenticbatChriftianc,quiddccernat  ignota  humanx 
<,'■■      menti, ad varias  eiulmodi  fortcs  caliganti,  Numinis  prouidentia. 
Si»d«Romx        lAM  Rom^ in  Collegio  illoSocietatis  IesV  florentifsimo  vltraata- 
tcm,  fupraque  omnes  costancos  longè  confpicuus,  dum Jludtjs  huma- 
nioribus  alacriter  incumbit ,  dum  thefcs  publicè  fuftinet  de  nupero 
tunc  Comete  Aftrologicas  :   dumquc  in  facto  dramate  primariam 
D.IgnatijPerfonam,toto  plaudente  theatro,repr«fentat.  lam  apud 
omp  ut.,     j^j^  ^j^Qj  jj^  Lycco  Compiuti  notus,  ac  nominatasi  dum  Lcgum ,  lu- 
DcAoratus     rì^Lic  tytocinio  Laurea:  Do(aoraii  pr«ludit .  lam  per  ahemus ,  vt  fefc 
fagacifsimje  menti  ofFerebant,  vices  Sagi  &  TogcC ,  Martis  &  Miner- 
ux,ex  acquo  inclarefcens.  lam  defignante,aciubentefclicis  memorix 
Vrbano  Vili.  Nobilibus  Sachcttis  additus&addiótusjitadium  fibi  ipfe 
aperiebat  ad  fpcs  infuctas .  lam  annis  dumtaxat  tribus  ante  setatis  tri- 
cefimum,  prò  quo  cautioncm  ,  opinor,  poltulabunt  Nepctes  venturi  5 
Negouation.  politica  negotiorum  gcftione  cum  euntìis  Italia:,  Galiia? ,  Hifpaniar , 
Germania  Principibus,  Celebris.  Exindeque  porro  Of£Ìcijs,Pr«iaruri.s, 
Lfgatjonej     Lcgationibus ,  toti  Europas  fadus  veluti  prodigium  ;  ibi  prima  locat 
immenf^e  deinceps  fortuna»  &:  exiftimationis  fundamenta ,  vbi  ceteri 
vel  maxime  ambitiofi,  faftigia  vix  auderent  defignarc .    Afiertum  de- 
inde, Scinfertum  noftrainter  Lilia,  vtGcntis  (jW/ùve  felicitatem  cu- 
a<idi«iit .         rarct;  lulto  Ituporc  lulpicit,  etiamnum,  Orbjs  ynmerlus . 

LnimvkRO  quotus  quifque  dì  tam  parumprudens  rerum  exiftì- 
mator,  quirarum  8<infolensiftud  adoptionis  genus  eximi;c  Numinis 
in  Maiarinum  prouidcntixjin  Franco-Galliam  beneuolentiiE  non  ad- 
fcribat?  Gentis  noftrse  candorem  iuxta  &  magnanimitatem,illi  vix 
dum  bene  notus,  naturse  velut  impetu ,  arcanoque  inrtin(ftu ,  prjedik- 
xit,  pra^cptauit  Mazarinus .  Adeò  certe  nihil  magis  vel  in  indole-» , 
vel  in  yotis  habuifife  videtur  ;  quàm  per  ccrtiiHma  prudentias ,  fortitu- 
dinis,  fideliilìmique  obfequij  argumenta  totum  fé  Liliorum  Impe- 
rio oppigncrare,totum  Galliae  rebus  deinceps  mancipare . 

Teibsizeftio  illa  Cafulina;  quam  in  politicis  ceu  miraculum  crede- 

Pax  ad  Cafalim.  -r  n-      \  *  •    •       i-»    •  l         ■  r  n 

renius,nili  opusellet  Mazarmi.  Qindenim,  qu^lo,  anteada  a^tas 
protulit  tam  inauditum,  aut quid  erteret  ventura  vfquc-adeo  demi- 
randum«^  Cafalim ,  Vrbem  Infubrium  natura  &  arte  munitilTimam 
propugnabat  Gallus ,  Prajfidij  principe  Torafio ,  ftrenuo  pcrinde  ac 
felici  :  Oppugnabant  Caftra  Hifpanica  fimul  8c  Germanica ,  obfidio- 

nis 


F    V    N    E    B    R    E.  ^ 

nis  ducibus,  pacis  &  belli  arcibus  claris .  Aduoiat  in  «laillum  Gallpr  xvl  UAUfi 

'rum  exercitus,  erumpebat  e  vallo  Hifpanicus  <  Duae  Gemes  non  ma^ 

gis  propria  virtutc,  quàm  vctcri  xmulatione ,  ferro  &  fanguine  ad  vl- 

dmam  internecioncm  magis  edam  prò  gloria,  quàm  prò  Vrbeobfef* 

fa  decertaturìB .  lam  aperto  in  larifiimaplanicc  Campo,  a  fuis  Du- 

cibus  edudus  Galliarum  Exercitus ,  pugnamciebat.  lam  vtrinque.» 

ipirabant  nihil  nifi  ferrum,  ignem,  csedes,  ftrages ,  neces.Stabantacies 

aduerfa  fronte  oppofitx.  Equitum  cunei ,  Peditumque  phalanges» 

Gallis  in  planitie  ,  Hifpanis  intra  valium   fuis  ordinibus  difpofita: . 

Xibratisiam  Scfulminantibus  tormentis  bellicis,  {plendentibus  ap- 

mis  :  animifque  pari  vtrinque  cura,&  ardore  ad  viéloriam  eredis.  Vc- 

lites  tcntabant  pugnam;  tum  cum  adhuc,  vtpraedixi  ,Iuuenis  admo- 

dumMazarinus,  ne  tot  Chriftianorum  fanguine  dadi  Italiae  litaretur, 

mira  induftria,  felicitate  incredibili,  bine  inde  inter  globorum  grandi- 

-li€S,mortefque  vndiquè  ingruentes,  ad  ambos  Exercitus,  qui  erant  in     ,  ^  ^  ^     ,^ 

procindu,  difcurrensj  agit,  follicitat,  vrget  :  Ducumque  animo  s,  air  : .«  .« 

itcrnatim  curfitans  co  deducit,  vt  praelio  abftinendum  confentiant  mi- 

,  dgati  omnes .  Tandemque  pilei  motu,  ceu  vocaret  ad  liberta  te  m,pcf 

turmas  &:  agmina  pacem  clamar,  pacem  vtrinque  conclamant  vniuer-     P/174. 

iì .  Moxque  [fulguribus  verfisin  pluuiam]  pofitis  Gentium  ex  cequo 

ferocioribus animis , armis depofitis  :  coeunt,  fimul  mifcentur  Ca- 

ftra,  hoftes  mox  ante  infenfiffimi  dextras  iungunt,ofculis  CcCe  vicifTim 

amplcxantur:  plaudunt,  laetantur,  ouant,  conuiuantur  .  Et  quod 

prodigi)  facicm  habet ,  reportata  fine  fanguine  hinc  6c  inde  vi(^oria  ;  ; 

neutri  vicli,  vtrique  vifflores  triumphant .  Inde  noftris  porro  cis  Al- 

pes  Focderatis ,  pax  tranquilla  &  tuta , 

,  .  Sponfalia  illa  profedo  erant,  AvditoRES,  &  pignora  noftrum  erga 

Imperi um  affedus  in  Mazarino  fmgularis .  Quo  certe  minùs  mirum 

videri  debet  fi,  ab  eo  fignanter  tempore,optimo  hominum  Trutinato- 

ri  Cardinali  Duci  Richclio  eximiè  approbatur .  Si  Ludouico  lufto 

Regum  Chriflianifllmo,  inuidiflìmoque  vltra  modum  praediligitur . 

Siquc  dumviuunt  ambo,  impetrata  illi  ab  VrbanoVIIL  Sacra  />»»•-    «««aturin-é 

pura:  dum  paulo  poft  abeunt  ambo  pariter  e  viuis  ,  JVla2.armum 

ftiblegerunt,  ille  in  Minifterio  fucceflorem:  ifte  primarium  in  Regno 

jMiniftrum,Vidu2eReginaEOraculum,  geminae  Prolis  RegisEdu^p 

catorem  ac  Moderatorem . 

Et  vero ,  Avditores,  noftrum  Uo^^tyitnìov  Celi  munus  , 
Orbis  delicias,  fpem  &  pigrius  Imperi) ,  è  Sacro  Fonte  fufcepifle  tam 
rarum,  quam  nouum  :  vixque  vili,  quod  fciant  Annales,  ea  forte  retro  °=]p'>""  ^*'"- 
concclfum.Nempe  quodnofter  Ludouicus  Theodofius  vicennali 

iziiV  J     5  parta, 


io  ELOCIVM 

2Mm.CAiii>.  pittUt(t««ngrandioribusfolct  Natiira)  elaboratllSfl^,<ìt:bcuJrC6- 
ló*  Quod  m  fpcm  Regni  natus,  Borbonio  Patri  Chriftianiflioio, 
MatriCatholicasAuftriacac.  Qu.od  in  Europs  Vitì»riam,  Si.Orbis 
Pàccm;  ftatiuai  apud  nos ,  fcd  Maiarino  deinct^..  mctatorc  >  feiici- 

tati»  l    i^    e  U:-^:     .  )i.i  £il  i      .   r.     .  •■.■.sbiii 

O  tutójHctòumfbrtunatiflfìme ,  fdices  manus  j  qujB  Francis  Re- 
gcm  in  Sacro  Lauacro  quafi  pepererunt  :  Ecclefix  Primogcnitù  ex  illa 
per  Baptifmum  matre  adoptionis,  quodam  modo  enixse  funt  !  Sane 
Chriftianos  fieri ,  non  nafci ,  meditate  olim  didum  abs  Hieronymo  ; 
addo  vtiquè,  &  Reges .  Noftris  etenita  adnata videtur ,  potiùs  quàm 
innata  :  nec  tam  genitura; ,  quàm  patcrnx  mortis  benefìcio  qusefita 
Regni  Maieflàs .  Scilicct  gloria  Liberis  poithuma  eft ,  quippe  qui  non 
aliter  quàm  Parentum  funere  Imperio  inaugurantur .  Chriltiani  quo- 
que, puto  quia  &  Reges,  Patris  perindc ,  &  Impcratoris  fui  Christi 

Ktm.6.ceiofx.  obitu,  [  per  Baptifmum  illuminantur,  regeneranturque  in  Regale  Sa- 

»«i.<.  i.r«/.».    ccrdotium:'J-*  ■     '    -  - 

Qupditaque  geminatis  Elogijs  in  noftro  Adeo  dato  prsecipuum 
crainet,  hoc  palmare  cedi  t  Julio  Cardinali.  Rex  Gallile  deftinatus, 
inox  &  Celo  editus;  vtroque  grandi  titulo  fé  Emincntiilimo  Spon- 
fori  fuo  &  Sufceptori  j  Propatri  &EruditoriaEternùm  vendicabit; 
Quod, inquam, Ludouicus XIV.  regnar,  debet  quidem  nobiliilimse 
Profapias.  Quod  autcm  regnar  fcliciter,  tanti  debet  Adminiftri  vi- 
^ilijs  &  curis .  Ncque  priùs  coppit  ièu  viuere ,  feu  regnare  noller 

Exordiafeiicia.  Princcps;  quàm  fc  fcnfit  «tatis  fusE  ,  fuique  Status  Moderatori  pJuf^ 
quam  Gordio  nexu  deuinóèiirimum .  Regias  illius  cunas  lauro ,  & 
palmis  inumbrauit  Regni  Curaior  Mazarinus .  Per  bui  us  artes  acla- 
borcs  adokuit  Ecclefiae  Primogcnitus ,  vidorias  inter  &  triumphos . 
Nondum  retate  maior,  iam  per  fui  Cardinalis  prudentiam  ac  felicita- 
tem  Maximus .  Adhuc  Infans  in  ipfaque  prastexta ,  iam  Poliocretes  : 
Vereque  Hercules,  monjirafuperauit  priufqu^m  nojfepojjet . 

SvHt.in  HtrcHi.  •     SciUCET  Ìntegra?,  ac  plenaria?  itWcìiiùpr^luferunt ,  lulio  Conful- 

^        tore,  Duce  Cardinali  Mazarino  ;  continuata  nobis  Celi»  TerraEquc 

auipicia,  Sed  quae  illa  Deus  bone  !  quor,  &  quanta!  Rupis-Regi^e , 

VnmxVx&oùn.  Xhconis-Vill«, Grauelingx  :  mox  totius  Inferioris Gcrmaniac ,  ad  vf- 
que  Rheni  vlteriora  ;  demum  in  Belgio,  in  Catalaunia  :  ipfa  in  Italia  , 
marique  Tyrrheno  praelia,  vidori.x  ,  expeditiones ,  obfidioncs ,  cxpu- 
gnationes,  aut  deditiones  vix  credendse . 

i«   Superacceflit  pax  cum  noitratibus  Germanica,  qua  Galliae Im- 

perium  &  audum,  &  magnifica  decoratum .  Immo  &  ifta  ipfa  cete- 

rarum  domitrix  Gallia,  proprijs  fadionibus  lacera  j  pernolèrum  He^ 

.  'j^«q  roem 


F    V    N     E     B     R     E.  ,1 

rojcmfii)i,fuoqut  Regi  felici 01  me  rcdditaciK  Tandcmquclìiupente  ivl.  wa2ak, 
toto  Orbe,  Vixtjue  etiam  dum  videt  &  gaudct,  Cms  credulo  j  Pax  illa 
GeneralisChriftiano-Catholica,  aufpicateNuptiarum  fcederciancita  ^*''  Generali», 
fuit .  Et  piane»  quod  mirabili us,  vno  prò  Gallis  Caduceatore  &  feciali  '  ""''"*  '''"' 
Maiarino  ;  folo  ilio,  ilio  Cardinali  Proxeneta  fimul  &  Paranympho , 
Vtnon  legitimèdeDefun«a:o,c]uemmiramur  &  lugemus,  vfurpem 
impraefèntiarum ,  quod  olim  de  Magno  Theodofio  Gallus  Orator  ; 
tinguJièfortHnamtHUmexpendjh^uifquisidde  te  tuntàm  quod  fieri  po^  *'!!",„  yZ'y^'^' 
teji  5  credit , 

_  Vicit  nerape  ipes  omnium,  ferme  &:  vota  ,  Eminentiflìmus  Regni 
Àdminijfter  ,  Eaque  generoiìtate,  beilo  :  induftria ,  paci  ;  felicitate-» , 
Vtriqucoperamnauauitj  vtfuamfortunam  vix  fcrat  Gallia,  Europa 
miretur attonita:  dubitaturaque  fit  Pofteritas  plus-nc  debeamus^- 
pienti/Iìmo  ,  felicilllmoque  Cardinali ,  vel  quia  bellum  vic^orijs,  vel 
quia  viiflorias  pace  lluduit  coronare .  Ita  fimuI  ac  femeljulium  Si- 
dus  &  Marti,  &  Concordile,  oc  Hymenseo  fortunatiffimè  illuxit . 

.-.HaEC  nimirum  tot  ac  tanta,  vt  vidctis,  non  plufquam  delibo ,  Prop^ 

tcrcaquod  6ctemporisangulḷe,Geographorumritu,  immenfa  brc^- 

uioribus  puntìiitijs  claudere  me  cogunt .  Et  fruftra  de  cctero  aduoca^  *"'"""'  • 

rentur  in  fubfidium,  Eloquentice  pigmcnta^  vbi  non  meas  modo,  fed  &: 

cuiufuis  perfediffimi  Oratoris  vires  fupcrat  materia  ingens,  grandique 

Hiftprix  aliquando  fulfedui-a , 

Satis  igitur  modo  fucrit  in  prxfenti  Exequiarum  pompa ,  propofir 

tuminitio  Conlìlium  pemrgcre.  Mutua,  iniquam,  Gallio;  ac  Maz.arini 

vdutfponfa/ia  identidem  concelebrare .  Totum  fé  ille  dedidit  lilijs 

CaUÌ3e  candidirsimjs,  Totam  fé  illi  Regia  Chriftianifs  ima  ^nobili 

holbmento  rei'ignauiE .  Sic  per  viginti  &  ampjiùs  annqs  quidquid  flo-'  Mbc"?  Gain* . 
>>  11-"    r    ^.^      VT  rv  ^-1  ^    -L        r  •    ^ '^ij^-^rw'^^- 

rct  Oallia,  jecundum  Numen  [a  quo  ex  omnibus  terrarnonbus  eligH  fia. 

tur  iilium  vnum  ]  debet  prasfcrtim  Mazarino .  Sed  quàm  vicifsin)  4.E/^,f.s.    , 
ipfe,  ipfe  fé  debebat;  tam  ipfe  fé  confecrauit  Deq  ,  Ecclefia?,  Regibus, 
ReginisiGalli^edemum,  paucisvtabfoiuanii,  vniuerfaj.  Sieadmira- 
biii  foìnoris  commercio  mutuorum  tot  benefìciorum  vfurap  bine  &c 
bine  rcpofcuntur,  quafique  certatim  refunduntur . 

Quareitcrum  ad  te  conuerfus,  Italix  decus,  Rom«  fpjendor ,  Gal- 
lile hopos,  Europoe  totiu§  ornament^m,  femel  rcpetam,  dicamquc  ite-' 
rum  -,  quod  in  te  ,  lulij  Mazarine ,  fummum  eminet,  Gallia^debes  : 
quidquid  viciffim  modo  Gallia  reflorcfcit  ,  praccipuc  debet  tibi.  ^ 

Recepjt  a  te,  quarcumque  propemodum  habet  hoc  ìeuo  indyra .  Inte- 
rim ncquaquam  ingrata,  quando  fìbi  per  te  reddita ,  tibi  prolixiùs  im^- 
pendit.\sniuerfa .  Ne  tu  vero  faeeres  verfuram,  totum  te  iili,  de  in  foli^ 
Ug,".-  '  dum 


J^  E    X     O     C     r    V    M 

EMiN.CARD.  dum,advfqucvlrimumvit«  {piritum  rcpcridifti .'  Et  piane  cètcrism 
Regno  natis  madarc  fc  publicas  rei ,  iiiftum  èc  pium  :  Extrancis ,  be- 
neuolum  h  vni  tibi  à  luftitia  fimul  &  charitatc ,  religiofiffimè  incum- 
bebat .  Innata  vero ,  AvDXTOREs,  Mazarino  generofitas,  exoluit  cii- 
mulatiùs  xs  iftud  regium ,  dum  fcilicet  magnanimus  perire  non  dubi- 
tauit  modo  falua  efìct  Refpublica ,  Regiaque  autoritas . 

Ea  propter  (  nam  &  iuuat  memini^e  lahorum  )  femcl  atque  itcxum 
exiorrem  ipfe  fé  fecit ,  voluntario  ,  eoque  olim  intcr  Athenienfès  gla- 
riofo  per  Oflracifmi  tellulas,  exilio  j  vt  fé  ipfa  fruereturGaliia,  fuo  Re- 
ge  Lutetia  :  Rex  Tua  Vrbe  ,  fuo  Regno .  Adeò  fé  propemodum  de- 
bent  ambo ,  Rex  &  Regnum ,  huius  vnius  aut  impcndijs ,  aut  dilpen- 
dijs.  Quippe-qui,  tonx inftar, fpontè  fé  obtulit  naufragio;  exploratu- 
un.i .       i-yj  3n  iiQc  etfufo  in  mare  oleo ,  ceflàret  tempellas  i 

Quàrnverò  fpcciofum,  immoRomanum,immo  &Chriftianumj 
vtilem  fé  prseftare  publiea?  Rei ,  capurque  fuum  prò  alijs  deuouere  ?  Ac 
iftud  quidem ,  non  per  facinora  folùm  egregia  :  fed  per  conftantiam 
c«nflaiitia  ia_*  quoquc  noftris  in  Ecclcfja:  caftris,Heroibus,fi  dicerc  non  eft  nefas^ro- 
dupiitiabfent]»  peniQ^Juni  armulam  .  Vidi  ego  illam ,  neque  profeto  citra  ftuporcm, 
teftis  nequaquam  fufpe(flus .  Vifufqne  ille  mihi ,  immo  &  vniuerfis 
non  zoilisot  non  inuidis;  facer,  dcuotus  Regis  &  Regni.  Indcque 
adeo  5  vt  eft  rerum  viciflitudo ,  fuetaque  &  admirabilis  celcftis  Proui- 
uidcntiac  difpcnfatio ,  creuit  ille  per  vulnera,  quam  ballami  naturam 
cfìfe  merriorant  Eruditi .  Et  palmsE  inftar ,  Rebellium  faétione  tantum 
non  obrutus ,  rcfloruit  fub  pendere  vegetior.Adeò  nuCquam  defuitei  * 
perpetua  in  ciubijs  rebus  jeiicitcìs  . 

Nobis  deinde  poftliminiò  r<'y?;>«r«j  nofter  velut  alter  Mofes>Ho- 

minum  certe  vt  prudentiillmus  ita  &  mitiffimus ,  pari  fuae  magna- 

nimitaticlementia  hoftesfuos  etiam  fècit  veneratorcsjvt  Maza- 

Reuerfuseum  «•  I  «  O  tot  atrocibus,  iteratifque  iniurijs  ofFenfo  nemofe  ofFendiflé 

malori  gloria,     fentiret  .  5 

Morbus ictha-      Qv  1 D  (^  o  D  TANTI  quoque  Viri  agritudo  prolixior , acerbior ; 

J"'  illius  Pacis  fru(3:us  eft  felicilfims ,  beatique  Coniugi)  per  tot  fìidorcs 

ac  vigilias  procurati  \  Exhaufta  nimirum  optimo  Cardinali  valetudo 
eft ,  vt  Europa»  pax  acquireretur ,  Gallise  robur  firmaretur .  Hocce  ve- 
ro facinus,ò  Devs  &  Caelitesj  quàmrarum, quamqueproficuum, 
quàrnverò  dignum  feculorum  commendationefempiterna? 
cmUu  Sacrae  Veteris  Teftamenti  Tabulae  matrem  narrant  pene  eraortuam, 

dum  rixantes ,  prasliatefque  in  vtero  Fratres  duos,  totidemque  Gentes 
enititur.  Sorte  equidem  fimiliter  diflìmili,  Mazarinus  fcederis  pater  & 
patratorduos  intcr  Reges  poc€miinmos(nam  fé  Reges  mutuò  Fratrc$ 

appcl- 


F     \^     N     E     B     R     E.  13 

;ippelUn£,  &crant  vtiquè  Confanguinei)  mortcm  piane  obijt  in  par-  iv^  maxa& 
tu  ilio  Pacis ,  feliciilìmo .  Ita  parum  fibi  vixir ,  nobis  totus . 

Qujn  etiam,  quod  mireris  ^  ames,  Tapis  cnim  Chriftianè  ;  in  ipfo- 
fuet  corporis  laiìguorc  &  interitus  confinio ,  quotidic  palam  deficienti 
vircsreaccccndjt^f/«jEcclefi$.Animofiùs  nempc  quàm  permittebst  E«iefia.  ^ 
moibus  lethalis,  ponfpirat  Cardinalis  Mazarinus  cum  Ecclefia?  auto» 
ritate  fuprema .  Cpllaborat  itidem  Regi,vndecjuaquè  ChriftianilTimoj 
vt  infauli-c  NoyitateS)  Imperio  haud  minùs  quàm  Ecclefi.r  cxiriales  ^ 
ftirpirùs  eradjcentur.lamque  proprio  marte  &  ardore  volantem,decC'' 
dens  Cardinalis  yirae  fuse  fiata  vltimo  noftrum  impeUit  Rcgem, 
pcclefi*  Priraogcnitum  ,  ad  ferendas  fuppetias  Marri  &c  Impera- 
tori >  vt  a  ecruieibus  Chrillianis,  dcpellatur  Tyrannis  Ottomanica.  . 
Vittus  fcilicet  moricniquc  intellexit  illam  qua  radipbat  purpuram, 
radium  eife  diuina^  lucis  jcuius  mutuato  à  fupremo  Pontificc  fplendo- 
|-c,totum  ChRjsti  corpus fandiifi me  colludratur.  Vrqucadeovc- 
rumcft^  AvDiTQREs  5  vitam  Mazarmi,  mortemque  nonvulgaribus 
laudum  encomi js  meritò  commendari . 

I  iriVEJlVMEMM  nihil  magis  animum  afficit  meum  -,  nec  tantse  jadura:  Mor$  chriniana  • 
fblatium  maius  j  quàm  Hominem,  cererà  occupatillìmum,  Moni  va- 
cailè  pej-  omnia  Ghriftianse  pietatis  &:  ofììcia>8<:  munia ,.  Poft  h3ec  enim 
(  liccat  niihi  ,Avditores?  iftud,  à  facra  Machabsorum  hifìoria 
tantifper  imitati  )  decidit  in  leUnm-,^'  cognouit  (juia  moreretur  „ 

£t  pojìh^c.  Ahi  miras,ftupcndarque  ,  vt  dicebam  initio, rerum 
humanarum  vicifTitudincs  !  [  Deijcimur,  dum  alleuamur  :  Tubitò  defi-      ffiim.jt. 
cimus,  ac  veluti  fomnium  in  nihilum  redigimur .  ]   Btpojì  hac  1  Qu3e-.. 
jiam  porro  illa  ?  Meminiftis  puto  ,  Avditores  ,  eflìcietque  tanti  Viri 
grata  rccordatiojYt  nufquam  futura  Polleritas  obliuifcatur.  £t  poji 
k<ec .  Scilicct ,  vt  paucis  refupiam  j  poft  originem  vtraque  rtirpe  com-^ 
mendabiiem»  poft  naturse  dotes  eximias  :  ftudia  non  poenitenda ,  for-  ^'L^'J^-q ji*  ''*' 
tuncE  donaria  ìplendidiiTima .  Poft  officia  bello  Òc  pace  decora  ,  pcli- 
ticas rerum  adminiftrationesincredibiles,fucceflus  vltra  modum  fe- 
lices .  Pojt  diuitias  Craflì  &  Luculli  opulentiac  forte  non  inferiores,  fa- 
mam  circumquàque  diifufam  ;  Curam  Regis,  &  Regni  Indefcfiara . 
Poft  la;ta  illa  Pacis  fuedera ,  cui  faltem  debctur  non  priuata  modo,  fcd 
etiam  publica  totius  Humani-Generis,  noftrajque  praefcrtim  Gentis 
impenfjor  gratulatio .  Ac  ne  demum  abeam ,  vt  liceret ,  in  infinitum  > 
poft  tot  bumanae  felicitatis  miraculaj  ecce  claufulam,  ecce  cataftro- 
phcn,cun<^is  Mortalibus  vfquè  ìngeminandam»  nec  minùs  extime- 
Icendam .  Stpojì  hatc ,  decidit  in  iettum .  Quodquè  maioris  apud  me , 
pundofque  Chfilliaftè  fcntiente,^,  momenti  eltj  fmgulari  Numinis 

'.  :x  Indul- 


i  s  .-:9tr 


14  E     L     O     G    1    V     M 

fiMiN.  CARD,  indulgenti^ ,  Christi^ve  Seruatoris  non  quotidiana  benignitate  j 

comouit  quìa  moreretur .  .      .;;.Lt 

Damhi.},  Infolens  olim  Nabucodonofbr  ftatua*  illi  quam  vidcrat  in  fomnìs 

capite  aureo,  pedibus  luteisj  lìgno  a  fé  fabrefatìo , remota  argilla 

JJmft^lii.'^'''  jx^des  CubUituit  piane  aureos  .  Rationemcuriofiùs  percontaris?  Bo^' 
fiurnfadium, impromptu  cft.  Rarus  Inter Principes  éc  Magnates  inue-r 
nitur,  cui  grata  fit  mortis  recordatio .  Ornnes  vtiquc  amandant  procul 
vltimi  finis  fui  raemoriam  .  Parumque  abcft  quin ,  vt  alter  ille  Impc- 
rator  luftinianus ,  abblandiantur  fjbi  de  immortalitate  .  lUam  certe 
ycihì  Imperatores  Romani  ,  fiditia  Apotheofi  folari  nitebantur  ; 
Mortis  neceliìtas  iugum  profedo  in  altiori  fortunse  gradu  pofitis, 
iccL'Us..  durilfimum  .  [ O  mors  qjjàm amara  eft  memoriatuà, homini pacem 
habenti.  ]  lulius  Pacem  condedit  Europse .  Infubflantij  fuìs-i  quis  vn- 
TfAì»  17.  quam  priuatus  tot  diuitijs  &:  largitionibus  efrioruit?  Vtro  quiete^  quem 
cnim  alium  non  conturbant  dolores  mortis,  &  inferni  pericula  ? 
Enimuero  mors  Mazarini  opus  eft  haud  vulgate  fortitudinis,  &  nimi- 
rumgratiaj  Dei  perCHRisTVM  lìngularis. 
^''  ^  Quis  enim  in  feculo,  &  mter  fortuna  cultores  optet  fortunatiorcra  ! 
Supra  communem  orbitam,  fupracjue  propemodum  titulos  omnes 
procul  euedusCardinalis  Eminentillimus,  feculò  &  fortunse  valedicit* 
Cogitat  de  vit^e  termino,  aptat  ipfe  fé  feretro  &  libitina:  •  Pedetentim, 
ceu  debitis  Chriftiano  paraturis ,  mortem  prseguftat .  Et  cognouh  quia 
moreretur  .  Nempc  EcclcficE  Sacramentis  ritè  initiatus.  ^r  cognoun  quia, 
moreretur  ;  fui  fciiicet  plenarie  compos,Chriftianis  Maieilatibus  ad 
morientis  preces  cuni  largo  fietu  dimiiTis,fubCHRlsTl  oculis  Crucifixi, 
in  coetu  &  corona  Prsefulum ,  Sacerdotum  ,  Regularium;  firma  fronte» 
ingentique  pedore  finem  vit^e  expedat .  Sic ,  fic  Avditores  ,  dece- 
bat ,  non  ampliiis  Vcfpafianum  Imperatorem  :  fcd  CardinalemMaza- 
'  rinum  ftantem,  vigilantem,  agentem  expirare  j  &  afpirare  ad  coronas, 
tot  meritis ,  vt  fperamus  &  vouemus ,  repofitas  in  ìeternitate . 

MoRTvvM  quid  dico  ?  Viuit  Hcros  Immortalis  in  fui  nominis  fa- 
ma ,  fparfa  iam  Terrarum  vbiquè  .  Viuit  in  prseclarè  geftorum  me- 
moria ,  apud  Pofleros  fempiterna.  Siquidcm 

jinte  nafcetur  feges  in  profundo-y 
Quam  eius  iaudes  P  opti  li  quiefcant . 

Viuit  in  Amicorumfmu&:  pecore,  quosveros  ipfe  thcfaurosdidita- 
batrquofque  pergcns  admeliora,  beneficijs  deuinxit  in  iliorum  re-, 
cordatione  &  affedu  nufquam  perituris .  H<ec  nimimm  in  illomm  am- 
j^nMi.^.      w/^y  temala. ,  haspulcherrimas  ej^^ies  intellexit  ^  manfuras . 

At 


Jacit. 


Hxbr.g. 


F     V     N     E     B     R     E.  15 

ht  qua^-nam  hoc  fé  ingerir  loco,  ceu  in  emblematis,  vir^  ac  mortis  ^^^-  mainar. 
interpolata  contefleratio  \  Fortaiììs  confufà  rerum  multitudine  ac  ma- 
gnitudine memoria  fufpenfam ,  velut  in  ^Equilibrio ,  meam  mode  de- 
tinct  orationem-Vitam  nimirum  tot  gloria  characleribus  admirabiliter 
impreflam?  timet  pratio  defercre .  Sed  magis  multò  veretur  ne,  vt  ma- 
teria ip{amet,euadat  immenfa.  Mortis  dia  oc  diu  lugendae  imaginem  , 
animus  iuilè  auerJTatur.  Vcrùm  vbi  celì'at  vita,grandi  noftr^e  Mortali-.  ' 
tatis  documento  ^  Elogiumnec  debet,  nec  potelt  vlteriùs  progredì. 
Omnibus  Tcilicet  Homiiiibus,  eximitur  nemo  -,  omnibus  profeclo 
(^  ftatutuin  eli  immobile,  lexindeclinabilis  ^  yt-wf/wor^.  j  Enimue- 
ro  ,  quod  fullùs  &  neruolìàs  profequitur  pallìm  verter  Seneca  ;  niors 
{iia  natura  indifferens,  qualis  autem  illafit,  illud  dcmum  pretium 
opcrx  eft .  Qiialem  porro  fortitus  cft  Hcros  Maz.àrinvs,  diu 
exp€(fiatis .  Adliucque,  vt  Tolet  in  re  curioiìflìma ,  follicitc  inquiritis . 

AvGVSTi  funus  porta  triumphali  inucdum,  recitantAnnales  Ro- 
mani .  Natus  Roms^j  Lutctiae  non  dcnafcitur  Mazarinus  :  ncque  egre-    yi„„,,i,^^ 
ditur  e  vita,  nifi  triumphans. 

Si  ctenim  Pietas-,  vt  dcbct ,  imprimis  requiriturj  omnibus  Ecclefi^ 
Sacramentis  legitimè  perceptis ,  coram  figno  falutis  Crucifixo ,  inter 
Sacerdotum  &  Afcetarum  prccationes  :  inter  Rcgias  lacrymas ,  Auli- 
corum  gcmitus,Amicorum  fufpiriaipablicaque  totius  Luretia;  lamen- 
talo^ Ibiemnes  indiclas  in  Templis  llationes  dicm  claudit  extremum. 

Si  Conftantia  ddìder^tur,  mortem  excepit  inrrepidus,  immo  oc  \x- 
tus  ..  Si  Vigorem  animi  fcifcitaris,  ingentibusnegotijs  parem?  Vt  lam- 
pas  mox  extinguenda ,  fulgentiùs  fcintillans  micat  j  reHoruit  itidem 
vigor  Mazarini ,  in  ea  vitx  periodo  vltima .  Inftarque  miraculi  crit, 
Taltem  apud  Poileros,  quando  cefìat  inuidia^  mors  tot  preclare  gefìis, 
iplà  prppemodum  vitafxcundior  .  Solis  namque&  Aftrorummore^ 
quìE  in  occaiu  lucent  fplendidiùs  ,  gaudcntque  motu  irrequieto  ;  non 
deficit  animus,  in  noiko  Heroe  diuini  vigoris  portio  nobilillima .  Sed.  ' 
caduca  dumtaxatvitxhui US  [morsreueradefluens  J  peromnèsnu-      ^"^'f-Uf 
meros  expleta ,  fuccrcfcentibus  aquis ,  placide  ac  pacate  cxtinda  eft ." 
Ex  irta  quidem  ,  Avditores,  fi  Chrirtianè  mecum  fcntitis ,  laus  eft  in 
Cardinali  Malanno  ficut  vltima,fic  potiffima .  Finientem  igitur  illum 
videte ,  6c  lugete .  Me  vero  tantifpcr  audite ,  &c  ad  littus  appellentcm 
vertra ,  vt  hadcnus  iecirtis ,  benignitatc  Se  patientia  fauftis  ad  portum 
fauonijs  deducite .  •■ 

['£ràpc  ex  Bafilij  fcitiflìmo  acroamate,  pidor  cft  omnis  Homo  ;  ^^^q^j^j^q 
.quandiu  fub  térrcnx  huius  carnis  rpolio,vrlut  fipario,  moribus 
.iL.i'  fuis 


i6  E     L     O     G     IV     M- 

EMiN.  CARD.  {\jis  5^  opcribus  pìngit  alicui  tandem  srernitati.Ifhid  autcm  Mazarino 

Qnifque  pingir,  pr^Ecìpuum  ac  palmare  quotus  quifque  eft  qui  non  confitcatur ,  qui 

dumviuit.        non demiretunqui  etiam,vr[melioraintcr charifmatajpropemodum 

i.ccr.ii.     ^^^  inuideat  i  Vitam  fcilicct  tot  adoreis  inclytam ,  tot  rebus  praecla- 

Ffttimììs      règeftis  illultrem  laudabili  exitu  abfoluere  ;  quale  porro  &  quantum 

putatispro  Homine ,  prò  Chriftiano ,  prò  Cardinali?  Extrema  videli- 

fiin.}i.c»p.ìo.  f-gj.  corporum facere ,  fcribit  eleganter  Plinius  Natur^e  Polyhiftor,  i^de- 

(ìnentis  piHur£  modum  concludere-)  rarutn  in.  fuccejfu  drtis  inuenitur , 

Venufta:  comparationis  cnarrator  accedat  D.Hieronymus .  Vtiquè  in 

Chrilì:ianis,ait  magnus  EcdefiiE  Pater,  non  tam  qusEruntur  initia  quàm 

i,au  ''^  '     '     finis .  Eaque  proptcr  folus  credi  profedo  debet  vixifìe  felix,  qui  probe 

deuixit .  Ncque  maius  gratÌ3E  àCHRisxo  priuilegium,  infignior-ue 

Numinis  indulgentia  mihi,  cordatifque  omnibus  exiftimanda  cft; 

quàm  praeclaram  vitam>necdum  in  noftro  Cardinali  fexagcnariam-j 

piacum  morte  commutare  . 

QviN  vero  iudicium  hic  appello  Veflrum ,  Avditores  ,  rogoque 

fcntentiam. Ecquid,  amabo ,  vobis  videtur  de  vltimo  ilio,  aliquot  ante 

obitum  dies ,  apparatu.  fané  mirabili  ?   In  ilio,  inquam ,  vltimo  appa- 

ratu  moriebatur-ne  an  viuebat  &:  vigebat  ;  qui  fui,  rerumque  compos 

tot  pulchra,  tot  amoena,  tot  opulenta  magnanimus  deferuìt?  Qui  Fa- 

miliam  fplendifllmis  matrimonijs,ampliirimifqucfortunis  cumulauit? 

oniesitinmer.  Quj  Rcgem  Alumnum ,  virtute  adhuc  magis  quàm  fceptro  &  diade- 

'«-»  •  mate  Auguftum ,  de  Regni  Myfterijs  fapienter  edocuit .  Vnàque  Ger- 

,. ,  manum  haud  minùs  ingenij  pr3erogatiuis,quàm  natur^e  priuilegio 

Vniciim  ;  de  concordia  inter  fratres,  Itirpis  praefertim  Regix ,  tam  ne- 

ceflaria  quàm  rara,prudenter  commonuit?  Qui  Gallici  Herculis,  Prin- 

cipis  Condii ,  affedus  ad  vfque  lacrymas  blandiilìmè  emeruit,  ftrin- 

xitque  vinculo  adamantino  ?  Qui  Aulam  cernens  in  fletu ,  in  plandu 

Regem  ac  Reginas  :  inludu  Prsefules,  Principes,  Nobilesj  Regijs  Ma-- 

ieftatibus  valedicens,  omnia  labentis  iam  vitas  confilia  conuertit  ad 

anims  falutem  ?  Qui  eam  vt  fecuriùs  promoueret ,  poft  recepta ,  quae 

mox  infinuabam  ,  Ecclefise  facra  viti  ma  &  fuprema  ;  nihil  habuit  anti- 

quius,  quàm  vtin  Alexandri  Pontihcis  MAxiMi,Sand:ifIìmique 

per  fuum  Nuncium  benedizione  Apoftolica,  vltimos  fpiritus  reueren-* 

ter  exhalaret.  Idque  vtpalam  &impenfiùs  teftificaretur,  figillum  appo- 

fuit  fmceriirim;;^  obedientisc  Epiftolam  manu  morientis  modeflè,picy' 

polite  exaratam?  -.'à 

RccitatHiftoricorum  inProfanis  vetuftiflìmus,  Architedum  Tuo 

K,rtd»f.'ih.u  5BUO  pr^  ccteris ,  infi^nem  i  poftcaquam  Dclphicum,  credo,  TemplunT 

Apoìlinj,  cerrantc  cum  natura  arte  ex  aedificauir  ;  mortcm  vel  pbti|;^ 

nuiflc  > 


"F     V     N     E     B     R     e;  17 

«ui0c>  ve]  rcccpifse,  in  collat:^  felicitcr  operx  pr^emium  ac  mcrcedem .  *  ^^'  ma^ai^, 
Templum  abfoluit  Mazarinus  prudenti^  Prii>ceps,  rerumque  agcnda- 
jrum  noftra  aetate  nulli  Tecundus .  Templum  dico  yirtutis,  glorile ,  pacis, 
jegijque  matrimonij .  Et  qua;  alia  >  vos  precor  Avditores  ,  dignior 
remuncratio  5  quàm  obtentus,aut  oblatus  à  Deo  huiufmodi  vir^  finis, 
qui  non  poteu  Icgitimè  credi  nifi  tranfitus  ad  nieliorem  \  Atenim 
^uis  talia  fando  pemperet  à  Ucrymis  \ 

Abis  ergo,  Optime  Ma2l-arinEj  ab  ifta  noftra  Mortalitafis  infla-    Apofiropjie , 
tilitate.Abis  5  Heros  Generosi  ss  iMEiàF/>(iiquaE,ex  Sacris  quoque 
Ora^ulis  [[  vpluitur  vt  rota,  fugit  vt  vmbra,  currit  vt  nuncius  yelox , 
volat  vt  nauis ,  tranfuolat  vt  auis ,  rapitur  vt  fagitta ,  prsecipitat  vt  fui-     ^'^^  *'*' 
gur:  tranfit  in  imagine ,  praeterit  in  figura  euanida;  vanefcit  demum     ^'^•^• 
in  fumos ,  in  cineres ,  in  fauillas .  J  Abis ,  Svavissime  Princeps,  fed    rf4im.it. 
heu  5  heu  !  quantum  mutatus  ab  ilio  ?  Heri  diues,5£  opulentus  :  hodiè     i.cor.y. 
mortis  prsBaa,  Ipolium  Libitina: .  Hcri  inpalatijs,  infupelledile,  in 
dclicijs  :  hodic  in  feretro ,  in  loculo ,  in  fepulchro .  Hcri  circumftante 
Aulicorum  turba, radians  :  hodiè  in  vmbra  mortis  folu§,ac  lìlens .  He- 
ri Romx  fplendor  ,  Italias  gloria,  Gallio  moderator,  decus  Europse . 
Hodiè  (  in  momento  fiquidem  pcrcffluit  omnis  mundi  gloria  )  fi  ca-     ^"''■^• 
duca  folùm  refpicerentur^vix  aliud  quàm  magni  nominis  ojml'ra.  Omni- 
nò  fic  fé  habet  noilra  Mortalitas,  concludit  appofitè  alter  cruditus 
iuxta  &  piusCardinalis,  Petrus  Damiani.  §^i  hodiè  indititur  purpu-  £pin,7.fJjgmr; 
ra -i  cras  tncluditur  fepu/tura  .   Hodiè  ani  omnibus  dominatur  -,  cras  a 
n^trmihus  faBi  putredo  corroditur  .   Hodiè  regalihus  infulis  redimitur  , 
cras  'vilihus  panniculis  examtìte  cadmer  inuoluitur .  Hodiè  fplendet  co- 
ronatus  in  regalis  excellenti£  foliOfCrasfetet  mxnidus  in  fepuicfjro  . 

Viuis  tamcn,EMiNENTi^siME  Cardinali s,tui  parte  meliori.  Et  fi 
nofìrx  preces  ac  vota  non  funt  irrita,  viuis  in  anim^  refrigerio  :  inque 
gloricE  nufquam  interiturse  feu  fpe ,  feu  poflèffione ,  à  Deo  Chrillianar 
huius  pìlcihx  per  Christvm  agonptheta ,  fandiori  purpura  aut  iani 
exornfitus ,  aut  propediem  exornandus . 

Perge  porro.  Magne Heros,  illasinter  lucidiflìmas  Sedes,  mov 
vt  Devm  fquod  efrìidim  deprecamur  )  habebis  prppitium  ',  concredi- 
to ribi  j  (Jum  inter  nos  viueres,  à  Numinis  prouidentia  officio ,  prò  no- 
bis  etiam  atque  etiara  defungi .  Perge  Ecclefis  Catholicse-Roman^, 
per  confummat^m  in  Celis  charitatcm  adhaerere .  Contraque  Nouita- 
tum  pfeudo-dogmata,  &  imnianem  Turcorum  rabiem  zelo  vere  Car- 
dinalitio  ,  fandioribufque  adhuc  donatiuis  adiutare  Chrirtianitatem. 

Perge  demum ,  Inclyte  Ma;:t«e/iw«  •>  Regem  Lodouicum ,  Augu- 
ilani  vtramque  Reginam  :  Regiam  Profapiam,  Regnumque  totum 

bene- 


i8  ELOGIVM    FVNEERE: 

ivl^mazar"  ^^neficijs  cumulare;  vno  verbo,  Gallicas  res  eaipfa  qua  viuus  inuigila» 
fìi,follicitudine  ac  felicitate  promouere.  Faxitcjue  Dbvs  vt  per  poiì:hu- 
ma  tU£E  incomparabilis  prudenti^  fpecimina ,  feminaque  i  in  tribus 
fubledis  Tibi  à  Rege  Regni  Curatoribus,  Phocnicis  in  modum  reui- 
uifcas . 

Ita  vouemus  omnes ,  ita  ominamur  ;  vt  quod  foelix ,  fauftum ,  for- 
tunatumque ,  D  e  o  lìt  deinceps  fuus  honos ,  Ecclefise  decus ,  Optimo 
Pontifici  Alexandro  long^vitas  Petri .  Lodouico  Regi,  Ecciefia:  &c 
Pap2E  Primogenito , per  miracula  iam  maturo,  iam  Trìumphanti,  iam 
Pacifico ,  iam  in  Patris  nòmen  &  fpem  initiato  :  Reginis ,  per  omnia 
colendis  •-,  fit ,  inquam,  ex  formula  Chriftianorum  veteri ,  vita  prolixa-^ 
Jmperium  fecurum  ,  Domus  tuta ,  exercituS  fortes  :  Senatus  fìdelis ,  Orl:>is 
quietus'-y  &  qu<€cumque  tiominis-,  ac  C^faris  njotafunt . 

N  O  s  interim  qui  vitam  nouimus ,  fufpeximulquc  tanto  radiorum 
fplendore  coUuftratamjdebita  apud  Devm  pietate,  lufta  religiose  prp- 
fequemur .  Tuique  femper  nominis  memores ,  qui  dudum  fuimus  cul- 
tores  fidi  ac  fmceri; 

Te  veniente  die ,  Te  decedente  canemus  • 
Orabam  iufliis ,  vos  dcuotiffimi  perorate . 


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G    E 


F  VNEBRE 

D    E 
L'EMINENTISSIME  CARDINAL 

IVLES  MAZARIN. 


A  R  O  M  E ,  a  rimprimeric  de  la  Reu.  Chambre  Apoftoliquc. 

M.  DC.  LXI. 


Auec  permifsion  des  Superiei^s 


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AV  ROY 


SIRE 

5'  A Y  receu  avèc  refeed  le  comman-  sp  i  t  r  i  di. 
demant  qui  ma  elte  lait,  detra- 
vailler  à  TEloge  Funebre  de  votre 
premier  Miniflre.  Randant  cete 
preuve  de  mon  obeiflance,  ie  con- 
tinue celles  de  ma  fidelità.  le  (iiis 
^-trop  peu  de  cho(è.  Sire,  pourque 
V.M.fèfouvienne  que  cete  conflante  fidelité  à  to- 
njours  efté  entiere ,  méme  pandant  les  plus  grans 
orages  de  votre  Minorità  ;  qui  nónt  fervi  après  tout, 
qu'afaireparoitrelaprovidance  de  DiEV  flir  votre 
Regne  :  rehaufler  la  glorieufè  regence  de  la  Reine 
votre  Mere,  fignaler  là  prudanceòc  la generofitò du 
Cardinal  Mazarin ,  6c  ouvrir  la  porte  aus  triomphes 
de  votre  vie.  Mais  aufli  V.M.  qui  recoit  tant  de  fà- 
veurs  du  Ciel ,  6c  qui  fait  iìir  la  terre  le  bonheur  de 
fes  Peuples;  eft  trop  bonne  &  trop  jufte,  pour  oubl  ier 
ce  quelle  a  veu  de  les  primieres  anneés  de  (à  vie  &  de 
fon  Regne  r 

Ceqve  ie  fbuhaite  le  plus  ardammant  en  cete 
Ville  fàinte , óu la prouidance ma conduit , aveclaj 
permiffion  de  V.M.  par  lesordres  exprés  de  S.  E. 
defante,céfl:  que  des  commancemans  fi  merveilkus; 
conime  font  ceus  de  V.  M.  nous  voions  naitre  de 
plus  en  pluSjVne  fuite  fortunée  de  cesadmirables  fùc- 
cés;  qui  aiant  pour  heureus  principe  tant  de  vertus 
royales ,  qui  eclatent  en  vótre  vie  &  dans  vote  gou- 

A    2.  ver- 


'4 

vemcmant  j  randront  avec  la  gracc  de  D  i  e  v ,  la_j 
Francc  hcureufe,Ia  Chretiente  floriflanteióc  votre 
Sacrée  Perfonne  comblée  de  toutes  les  graces  &  de 
toutes  les  benediaions,queluy  fouhaiteàrOratoi- 
re  2c  à  TAutel, 

SIRE 


Voftrc  trcs-humWc,  trcs-fidelc ,  &:  trcs-obciflant 
fujet  &feruiteur. 

FR,  LEOT^  Reli^icus  Carme  de  l* Ohferumce 
de  Kennes* 


ELO- 


L'BXORDE 


E   L   O   G  E 

F  V  N  E  B  R  E 

DEI  voluntate  miffusfum ,  qmfecitme quafiTatrcm-.^ 
Dominum  vniuerfa  Domuf,ac  Princifem  in  orniti  Terra, 

C'è  fi  la  prouidance  i^  la  'volante  exprejfe  de  DlEV  t  quitna.  conduit 
aans  le  Koyau.me  de  Fraìtce  :  qui  m'afait  eRr-e  le  ^arain  O*  com- 
me  le  Pere  dìi  Roy  dans  fon  Batème ,  l*Jntandant  de  tonte  la  Mai- 
fon  Koyale^  le  Minifìre  de  cete  grande  Monarchie  -,0*  le  Media- 
teur  general  d(  tonte  l' Europe,,  Cenef.45s 

E  T  E  pompe  funebre ,  Mesievrs  ,  qui  faìt  au- 
jourdhuy  le  trille  obiet  de  nos  yeus  &  de  nos 
efprits,eftvnc  preuve  hela&!  trop  conveincante 
que  la  vie  de  ^Homme  fur  U  terre  ,  n'eft  proprc-  vtnitè  ie^  e«u- 
mant    que  vn' image  de  vanite .  Ccs  lugubrcs  "'*'"*''•• 
Flambeaus  qui  fé   confument    eus-memes  cn 
eclairan:  les  autres  -,  nous  font  pas  trop  connoi- 
tre  que  ce  quc  le  monde  ellale  de  plus  precieus  dans  fes  richef- 
(lei ,  de  plus  eclatant  dans  Ccs  honeurs ,  de  plus  charmant  dans 
les  amitiez&les  allianccsj  n'eitaprès  toutqu'vn  fonge  agreable^  ^.w/dr.  t.  Sc 
6c  vn  illuftre  manfonge .    La  mort  de  lules  Mazarin ,  ce  grand  Car-  '''/•»• 
dinal^ce  Miniftre  fans  pareil,  iuftifiehautemant  ce  premier  orade  de 
la  penitancc  de  Salomon  j  Vanitas  imnitatum-y  O*  omnia  vanitas»       «»«'/•«• 
Mort  precipiteè  pour  fon  age ,  encorc  fiori  flant;  &:  qui  fait  aujourd* 
duy  le  dueil  de  la  Francc  ,  i'etonnemant  de  L^Europe  ,  Òc  vnc 
porte  notable  à  toute  la  Chreftientè  .  Cete  pourpre.  me  me  ecla-^ 
tante  dontie  le  vois  triltemant  revètu ,  nefèrt  qu'à  relever  noftrc, 
difgrace ,  rouvrir  noftrc  playe:  redoubler  nos  pleintes  &:  nos  rcgre- 
tSjfiir  la  pertc  quec  nous  avons  faitc  de  cct  Eminentiflimc  Caf- 
dillfll*)  Sicyjtc  volvitur  Qrhis .  •   t?  -V-    rn 

-•V-i'àLii    Con^at'i<(ternapoftumquelegeefì  y  ■  n 

•!*.:r':':       ytconftetgenitumnihil.  fiiMi$.i.' 

Ne  dirier,-vouspas,MEssiBVRs,avec  le  plus  (àge  dcs  Rois  Salomon, 
que  ce  DiEV  eternel ,  immanfc  ,  &  infini  fait  gioire  d'èlever  Ics  val- 
lèes  >d'applamrles  montagncs:  d*abbattre  toutes  les  grandeurs ,  qui 
font  au  dcllous  de  fa  SouVeraine  Majertc  ?  Ne  diriez-vous  pas  quc-> 
pour  montrcr  qu'il  eft  feul  Celuy  qui  eft,il  prand  plaifir  de  tenir  tou- 

A     3  tcs 


6  E     L     O     G     E 

»  E  L  E  M I N.  f gj  1^5  ghofcs  du  monde  dans  vn  mouvemant  perpetuel,  &:  de  Te  jouer 
Vrou.  6.      jg  toutes  JeJgrandeurs  de  la  terre  ;  Ludens  m  Orbe  tenarum  ? 

Eh  effct  après  de  fi  hcurcus  fuccès ,  apres  tant  de  mervcillciis  ou- 

vragcs,  qu'eftcejà  votre  avis,que  devoit  eiperer  oc  attandre  la  prudan- 

cc  humainc,ri  non  de  jouir  à  fon  aife  d'vn  bonheur  fi  aclieuè,&:  dVne 

fuite  de  profperitci  dont  perfi^nne  ne  fé  peut  fouvenir  qu'avec  exta- 

fe?  Cepandantlules  eft  decedè,Mazarin  elt  Mort.Ce  grand  Cardinal, 

ce  fameus  Miniare  du  plus  hautperiode  de  fa  gioire ,  apris  fachute 

danslccercueil.Et^toutela  pompe  de  fa  vienefert  maintenant  ea 

cete  Eglifc,où  ila  cftè  regenerè  par  ics  eaus  falutaires  du  Batéme,cju'i 

rehautler  le  dueil  de  fes  funerailìcs .  Tant  eft  vray ("N)  cet  oracle  de  la 

I.«proui<l«o<e-*  divine  SagelTe  ;  Cogitationes  mortalium  timidte-,  CS^  incerta  prouìdentu 

!«  chdcV,  '°""  nofirtc.  Non ,  non  o  mon  diev  !  il  n*y  a  que  votre  feule  providance 

quigouverne  la  terre  du  plus  haut  dcs  cieus ,  qui  rcgit  les  cieus  du 

plus  bas  de  la  terrejfaifant  rouler  toutes  Ics  chofes  fublunaires  ,  dans 

vn  pcrpetuel  changemanti  tua  autem-,  Pater -,  prouidentia  ^ubemat» 

.    Sic  ilU  ludit ,  ficfuas  prohdt  'vires  : 

Ma^ftutnque  fui  monjìrat  ojientum  fi  quis 

Vifatur  'vna  jìratus  ,  O*  felix  hora . 

tettMb.mttr,!.    j^ji^^urcus  que  jc  fuis, de  m'cfirc  randu  moy-meme  vn  Prophcte 

ra^ion,'lirp!«'*'S  ^^P  veritablej  prcvoyant  qu*auplus  haut  etage  des  profperitez  mon- 

«raindie ,  daìncs  5  il  n'yvien  qui  foit  plus  à  craindre  quc  la  chutc ,  parcc  qu'ii 

-     n*ya  rien  de  plus  proche  .  Paris  tu  le  fcais.  Rome  tu  ne  Tignore  pas , 

•      combiendefoismes  foupirs  &  mcs  gemiflamans  ont  fervi  dechoi 

cet  oracle  du  ciel , cum  confummaverit  Homo-,  tunc  incipiet .  Lors  quc 

nouspenfosavoirachevc,ilfaut  fé  rcfoudrede  recommancer.  Et 

lors  quc  l'Homme  paroit  avoir  monte  au  faite  de  fes  plus  hauts  deffe- 

ins ,  il  fé  tieuvedans  la  pouflìere  &  dans  la  ccndre  dont  les  Enfans 

d'Adam  ont  tire  leur  premiere  origine.  Tele  eft  la  fatalità  de  notre 

condition  humainc ,  tei  eft  le  fort  de  toutes  les  chofes  de  l'Vniuers . 

«M«fM«.       €^idquid  ad  Jutnmumper'venity  ad  jìnem  properat . 

Le  foleil,la  plus  noble,6(:p!us  brillante  des  creatures,n*eft  pas  plutot 

arriuè  en  fon  prointì  vertical ,  qu'il  prand  fa  pante  vcrs  le  couchanr. 

Aufl]  tot  que  les  meteorcs ,  ces  plus  pompeus  fpedades  de  la  nature 

'.i.v'ù  \  font  eie  ver  par  la  force  du  folcii  en  la  plus  haute  region  de  l'air ,  ils 

font  repouflcz  dans  les  clemans,qui  leur  avoient  fervi  de  berceau.  Le 

Princc  mcme  de  la  Medecine  donne  à  ce  propos,vn  confeil  dignc 

liir.i,       certaincmant  de  fa  haute  crudition  -  Auflltot ,  dit  Hippocratc ,  quc 

^fhtrifm.3.     vou^  "^o"^  fantcz,  dans  ce  haut  poini^  de  fante  ,  qui  ne  peut  palTer 

plus  outrc  i  promtemant  faitez-vous  ouvrir  la  veine,  prencz  des  alter 

;.  j  atifs . 


F  V  N  EB  R  e;  f. 

utif^  .  l;^ourqiioy?Parceque,rinconftante  nature  ne  pouvant  de-'^*^''^'  ^J-*^-" 

meuretcn  ce  fublime  ètat  d'vne  parfaitc  fante  \  fi  vous  n'en  menagez;- 

le  n:iouvemant  cn  affoiblillant  fa  force,il  diviédra  tout  à  fait  perilleus.  „.  .^    ,   . 

■I.  Vicimtuae  aes 

O  tir3in2ts <vicijftmae s àc%  chofes  morteles'iO  trompeufes  illufions  chofe». 
de  riionncur  mondain  |  O  antihfefes  &:  contradidions  de  tout  ce  qui' 
fé  paife  cn  ce  monde ,  vraimant  incroiables  ,  lors  meme  qu'elles  paf-' 
fent  dellous  nos  yeus,&  que  Texperiance  nous  en  fait  cftre  les  temo- 
iiis irreprochables  !  En  etfet > ce  Grand  Home,  que  nous  louons  &;^ 
que  nous  pleurons,  fé  volt  eleuè  au  comble  des  profperitez  dVnc 
maniere  d'auctant  plus  adnHrable,qu*elle  eli  innconuc  aus  fiecles  paf». 
fez .  AlTis  lur  ce  hauc  throne  de  gioire ,  qu'eft-ce  qui  luy  reftoit  fi 
non  de  viure  heureus  dans  la  poffelfion  de  ces  biens  qu*il  avoit  acquis 
luy-mèmcpar  foninduftrie  jparfes  travaus  infatigables,   &:  par   la 
magnificence  de  nos  Monarques  \  Cepandant  voicy  la  mort ,  cete 
imperieufe  oc  tyranniquc  Princefle ,  qui  vient  tout  dVn  coup  infulter 
à  cestropheès,  oc  triomphecruelemant  detousces  triomphes. 

Perracttex-moy ,  Chre  tiens  avditevrs  ,  de  vous ,  parler  chre-  .,  ^ 

cienemant  ,en  ce  lieu  confacrè  aus  veritez  5<:  à  la  faintetè  de  l'Euan- 
gilè  :  non  pas  à  la  vaine  louange  des  Horfies  ,  ny  aus  laches  flatteries 
de  TEloqucncemondaincNotre  vie,dit  excellammant  l'Auguftc 
S.  Augultin,ert  vn  verre,vn  criftal  de  venifc -,  o/Zm  nofìm-,  'vitrea..  Nofli'e vie eft  vn 
eft.  Plus  elle  eft  belle,  polie  &c  eclatante^ plus  auiTi  elle  eft  foible,  "^on'ynini^c. 
frailc  ,  &C  fragile  ;  quo  fpiendidior ,  eo  Jmgilior  . 

Ou  bien  difons ,  que  la  vie  du  grand  Cardinal  lules  Ma^arin,  eft 
de  vray  vn  myfterieus  Enigme,composè  comme  lesTableaus  les  plus? 
acheuez ,  de  contrarietez  oppofeès  ;  qui  le  randent  non  moins  admi- 
rableàtouslcs  fiecles ,  qu'il  eftfans  doute  tres  difficile  dcTimiter. 
Ah  Dieu  !  quelks  clartez  &  quelles  obfcuritez ,  quellcs  lumiercs ,  &  . . 

quelles  ombres  vont  rehaullant  la  beautè  de  cete  peinture  \    Vn 
Italien Francois ,  vn  Soldat  Dodeur  aus-lois,  vn  Layque  fan s  Or-      .    .. 
dres  Sacrez,8<:  vn  Eminentifìfime  Cardinal:  vn  Etranger  &:  vn  Dome-  i-«»  <'>ers  èta» 
Itique ,  vn  Banni &  vn  Plenipotenticre,  vn  Sujet,&  vn  Ami  des  Rois,  '  '\ 

tout  ainfi  que  Chufai  Feftoit  de  Dauid.Que  diray-je  dauatage,5^  que  ik^^.j^j 
pouvez-vous attandre de  plus?  Vn  illuftre  Perfecutè,  des  outrages 
glorieus.  VnPhenix qui  renait  de fes  cendres-Vn folcii  que  le  re- 
tour aprèsle  tenebres  d'vne  epoifìe  nuidl ,  rand  plus  eclatantj/'o^  »«- 
kixPhaebiis .  Enfin,  enfin  TArbitrcde  tant  de  Peuples,deNations> 
devient  en  peu  de  mois  la  depouilie  de  la  mort  Sila  proye  des  vers. 

VoYCi  certes, fameus  Orateurs,Poetes  ingenieus,  eloquensHn 
ftorieus;  voicy ,  vn  fujet  dignc  de  vcs  veiiles,de  vos  etudcs,  U  de  vo^- 

A     4  tràuaùs 


8  E     L     O     C     E 

DE  Li  MIN,  trauausplusacheuci.  Oui ,  oui  c'elH  vos  langucs  &  à  vos  plumcs, 
que  Tabbandonne  vne  matiere  fi  riche  ìk  (ì  feconde .  le  fens  la  foi- 
blefl'e  de  mes  forces  en  cet  endroit ,  oc  ic  confefìe  <jue  la  grandeur  de 
L*ouvragc  furpaffe  infinimantl'induftrie  de  l'ouvrier .  Vous  autrcs 
qui  aiiez.  receu  du  cici  en  partage  des  qualitcz  plus  excellantcs>  ti- 
contezausfieclesfuturs  ce  quele  notrc  a  produitdc  plus  rare  dans 
lemanimant  desgrandes  aftaires.  Epuifcz  toutcs  vos  forces  pour 
ctoffer  vne  couronnc  aus  meritcs  de  cet  Illurtre.Recherchei.  curicufe- 
mant,fes  grans  avantages  de  corps  oc  d'efprit.  Rehaufìcz  auec  le  pin- 
ceau  le  plus  delicat ,  fa  fortune  &  fa  rcputation  .  Mettez  en  fon  jour 
cetamas  general  de  touteslesvertus,  qui  lont  fait  ellre  de  fes  prc-. 
mieres  anneès  y  Tadmiration  de  toute  l'Europe  . 

De  moy  (  N  )  qui  n'ay  ny  tant  de  hardielk,  ny  tant  de  vigueur, 
&  qui  ne  prctans  qu'à  la  gioire  de  l'obeiflance  que  ie  dois  à  Ceus  qui 
m'emploicnt  encete  difficile  racontre  jie  me  contanreray  d'abregcr 
en  deus  mots ,  tout  ce  qui  fc  peut  dire  à  la  louangc  de  ce  grand  Per- 

IB  PARTAGE,  fonagc ,  dont  vous  voyei  icy  la  triilc  reprcfentation .  I.  Ivles  Ma- 

Z.ARIN     s'eST  TOVT  DONNE*   A  LA  FRANGE  .11.     L  A    1  R  A  N  C  E 
s'eST  RECIPROqVEMENT  DONNEE*    TOVTE  ENTIERE  A  CE  GRAND 

Cardinal,  a  ce  ministre  incomparable .  Dcfortequclavois 

Htbr.n.      qyj  ^Qj.f  de  ce  lugubre  cercueil  (car  tous  IcsHommes,  ainfì  que 

le  premier  des  morts  Abel>  parlent  apres  la  mort   )  fert  juite- 

manr  d'echopour  faire  rctantir  à  vos  orcilIcs,dans  Tcfpace  d'vnc 

hcurc,  ces  paroles  du  Patriarche  lofcph  jque  le  Saint-Efpnt  fam- 

ble  m'avoir  infpireès^find'clever  lefrontifpice  de  ce  funebre  appa- 

rcìl .   Dei  ijolunute  mijfus  fum  ^  ciuifecit  me  qita/ì  Pattern  :  O*  Do^ 

minuPt  vniuerfe  domus  >  ac  Principem  in  omni  terra . 

jA  KARRA-  T     Anaitìance>MESSiEyRj>deIulqsMazarin,rfwar^«a^/^du  cote 

f  lON  .  1    jpaterneldansle-GenoisScla  Sicilc:5cdansrOrabric,par  fa  mere 

SanobJefle,     iHus  de  la  noble  tige  des  liouftalins  jluy  ouvrit  la  carriere,  pour 

»ji;f»8«,;k  ..:  airi uerau  plus  haut  pointl  de  la  gioire  .  L'ancicnne  &  celebre 

Cofc«B?/r*^"  Maifon   de  Colomnes  fut  le  premier  appui  de  fa  fortune  naiilanrej 

a'r^r      qui  la  vient  de  fermer  par  le  mariage   de   Tvne  defcsNieces,a- 

vcc  le  Prince  heritier  de  ce  noni  &  de  la  charge  de  Connètable . 

Sesaiiiances.     Jvlariant  bicntot  rrois  de  fes  Soeurs  avccles  illuftres  Maifons  de 

BienfaitsdsS.E.  MaDchinj ,  de  Martinofìri,&:desMuti  ;ilacquit  l' alitante  de  plu- 

fieurs  Famìlles  conncucs  par  leurs  emplois  dans  l'Eglife   &  dans 

rEtat,danslaPaix  6c:dans  la  guerre.  Mais  pardcflus  tout^Iabien 

vcillancc  bc  la  libcralitè  de  ce  rare  Cardinal^  qui  famble  n'eilre 

nay  que  pour  fairc  dubien  &former  descrcaturcs,  luy  donnerent, 

l'entree 


i~  V  N  E  B  R  E.  9 

l'entree  aus  pius  belies  fortuncs  qu'vn  Italicn  peut  cfpcrcrcn  fon  card.  maz. 
pays.  Enfìn  i'Ftude  contandeus  de  toutes  les  vertus  qui  peuvent  Bienf.ks  deS.E. 
former  vn  parfait  Polirique ,  luy  fraierent  le  chemin  à  ce  que  le  ^"'•'"'^• 
gouvernemant  des  Peuples  famble  avoir  de  plus  fublime  &  de  plus 
eclatant .  Vous  euffies  dit  (  N  )  que  ce  rare  Efprit ,  &  c*efl:  de  fa 
bouche  mèmc  que  ie  Tay  appris,  vouloit  efl'.ìyer  juqu'où  la  fortune 
peut  elevcr  vn  Particulier.   Óu  commeil  difoit  encore  plus  chrcftie-  son  «acurd. 
nemant  -,  iuqu'àquel  poincì:  la  prouidance  diuine,dans  ces  roule- 
mans  du  monde  fi  inconnus  à  nos  foibles  intelligcnces  ,  fé  veut 
feruir  dVn  Homme,  qui  s'abandone  entieremant  à  fa  conduite  . 

Db')A  ètudiant  dans  le  College  Ro maio  de  cete  floriflante  Socictc 
de  Iesvs  il  avoit  devance  fon  age ,  &:  laifsè  fes  compagnons  bien 
loin,  par  les  brillans  de  fon  Efprit,  &  l'alTiduitè  des  fesètudes;  s«ecud«sàRo 
s'eftant  meme  fignalè  par  vnc  thèfe  d*Aftrologie,qu'il  fouitint 
publiquemant  :  &  dans  vne  Tragedie  de  S.  Ignace,  où  il  y  fit  le  pre- 
mier Perfonage  auec  fucces,  6c  applaudiflemant . 

Deja  TEfpagne  l'avoit  veu  avec  des  grans  prefages  de  l'avcnir, 
fé  preparant  au  Dodorat  par  fetudc  des  Lois  dans  la  celebre  Vni- 
vcrfitè  d'Alcala  de  Henarès .  a  AmU 

Deja  il  s'eftoitfait  jour  dans  vnc  Inute  reputation ,  pour  h  Paix 
&:  pour  la  guerre  ;  fé  m^lant  tantot  de  iVne ,  tantot  de  Tautre , 
felon  les  occafions  qui  s'oiiroient  a  la  viuacitè  de  ce  gcncrcus 
Eprit .  Auli  fut-elle  fans  doute  bien  tot  reconnue  par  ce  grand  lugc 
des  Efprits,  ce  Pape  vraimaiit  d'iìeureufe  mcmoire  Vrbain  Vili. 
lors  que  dans  les  cpineufes  aftaires  oc  la  Lombardie ,  fa  Saintetè 
donna  le  leune  Mazarin  à  ce  brave  Seigncur  Sachctti  :  luy  confia 
le  fecret  de  fes  penfees ,  Se  luy  ouvrit  l'entree  dans  cete  haute  nego- 
tiation  ,  qui  a  eudes  fuites  fi  merueilleufcs  en  toute  l'Europe  . 

ApEiNE  la  pofteritè  croira  ce  que  ic  m'cn  vais  dire  ,  ce  que 
perfonne  n'ignorc  ;  &  de  quoy  nous  ne  nous  fouvcnons  jamais  , 
quàvcc  etonemant  &:  admiration .  Le  Mazarin,  ainfi  cftoit-il  deja 
apelè  par  excellance ,  n'eftoit  encore  agc  que  de  vingt-fcptansj  lors 
que  par  ce  fanieus  accommodemantdc  C^y^/,ille  randit  fi  celebre  LesuesotutìMs 
a  L'Italie ,  a  la  France ,  à  VEfpignc  ,à  TAlcmagnc ,  à  toute  l'fiuro- 
pe  .  Cete  place  fi  forte  &  fi  importante  au  coeur  de  la  Lombardie, 
eftoit  deffandue  par  les  Francoisjaflfìcecè  par  Ics  Efpagnols  s  &  par  Ics 

Ali  17  -ir  A  -      n  •    \  r  ^,-     1        L'accomodamet 

AUemans  .  Vne  puillante  Armec  cltcnvoiee   au  iccours,  paflc  ics  duCaiai. 
Alpes  :  fé  prcfantc  pour  forcer  les  lignes ,  &  faire  Icvcr  le  ficge.  Les 
deus  armeès,  animees  par  leur  propre  couragc  ,  difputant  plus  de 
la  gioire  que  de  la  place  ^fe  mettent  cn  ctat  de  decider  ce  poind 

A     5  d'ho- 


IO  E     L     C)     G     E 

P  B  l'È  M I N,  d'honcur ,  par  vne  bataiiJe ,  <]ui  ne  pouiioit  efire  quc  tres-fanglan- 
te  aus  deus  Pai tis,  &  rrcs  funcfte  à  toute  l'Italie. lis  crtoicnttous 
&attaquans5&attàquc2..De-ja  les  armces  attachoicnt  le  combat,com- 
rnancoient  recarmouchejlesCanonsfoudroiancdccà  5<:dc  iàjquand 
on  voìd  lulcs  Maiarin  apres  plufieur s  courfes  de  pare  6»:  d'autre,  pa- 
roitre  entrc  les  deus,au  milieu  d'vnc  greìc  de  feus  &  de  coups,  le  cha- 
peau  &:  le  mouchoir  a  la  main,  cricr  hautemant;  Ix  paix^  Utaix  .  Ce 
dous  noni  par  vn  bon  heur  inefperc ,  appaife  tout  dVn  coup  tant  de 
furics  ,  i-a  Cavaleries  ,  s'arrctCj  l'Infanterie  fair  altedcs  Generaus,  les 
Chef,&lcs grans  Ofncicrsfc  joigncnCjtous  parva  aggreable  echojcri- 
ent;  la  pa.ix-ila.paix.lh,  s'approchent,ils  le  faluent,  ils  s'ambralicnc  :  ils 
fé  fefìinent  les  vns  les  autrcs .  L'Eipagne  leve  le  Sicgc,  ì'armee  Eran^ 
coife  fc  retLre:  la  ville  fé  voit  en  Ubertc  ,  &  l'Italie  treuve  fon  fa-^ 
lut  fur  le  poinct  d'vn  trifte  naufrage . 

Ce  fut  (N  )  ce  grand  fucces  dont  les  biftoires  ne nous fournif- 
fent  ny  modele ,  ny  copie ,  qui  auanceant  notre  lules  dans  Ics 
Offices ,  Ics  Prelatures ,  les  Nonciatures  &  les  Legations  j  attirercnt 
6<:arreterent  au(ì-tot  furluy,  les  yeus  de  tome  la  Chrctientè,  Ce 
fut  en  cete  admirable  rancontre,  qu'il  ietta  les  folides  fondemans 
de  fa  prodigieufe  fortune;  commanccant  en  laplaine  de  cete  Vil- 
le aflie^ee  ,  par  cu  la  plus  haute  ambition  feroit  gioire  d'achcver , 
Ce  fut  cctte  belle  occafion  ,  qui  lìt  naitre  celle  d'ellrc  appclè  en  Fran- 

Funce ..  ce  -,  avcc  les  luites ,  qui  font  aujorduy  1  ctoncmant  5  comme  le  pro- 

dige  de  notte  Siccle, 

De  Vray  fN)  il  n'eilpoint  d'homme  fi  peu  raifonable,  qui 
ne  fé  lailfe  douccrnant  rauirausmerucillesdclaprouidance,voyant 
vne  adoption  fi  nouvelle  &  fi  inouie  ,  Mais  fi  honorable  au  Mazarin, 
^  fi  profitable  à  la  France.Cc  brave  coeur  commanca  d'aimer  Le 
genie  de  notre  7<lationy  n'enelUnt  cncore conncu qu'à  demi.  Ce- 
te liaifon  avec  notre  Monarchie  trcs-Chrellicnne  ,  fut  vn  elfct  de  fa 
propre  magnanimitè  ,  Et  meme  ce  qui  eli  incomparablemant  plus 
fort  5  ce  fut  plutot  vne  produólion  de  fon  brave  genie ,  &  vn  fecret 
infìind  qui  fambloitefìrenay  avecluy,  AufTì  a-ton  veu  dans  U 
fuite  des  affaires ,  quc  la  pr  emicrc  inclination ,  §c  fi  on  ofoit  dire , 
comme  la  defìinec  de  ce  Grand-Homme ,  l'emportoient  a  ce  but . 

tierwaliTT la!^  ìe  vcus  dire  que  les  plus  tandres ,  &  les  plus  fortes  affc(5tions  de 

^^***^i  •  cete  belle  Amc ,  n'alloint  qu'à  Tengager  par  toute  forte  de  voycs, 
à  l'amour  &  au  fervice  de  cete  premiere  Monarchie  de  la  Chrc- 
ticntè , 

En  vcritc  2  cete  action  de  Cafal  Paroit  encorc  auiourd'huy  fi 

extra- 


r  V  N  E  B  R  G.  Il 

extraordinairc  ;  qu'on  la  pafferoit)  par  maniere  de  dire,  pour  vn  mi-  c:ard.  maz, 
racle  dans  la  Politique ,  fi  ce  n'eftoit  vn  ouvrage  du  Mazarin.  Aufll 
ce  n'a  pas  moins  cftè  lecommancemantdela  Paix  en  ritalia,  quc 
la  feuretè  de  nos  Alliez .  Et  pour  moy  ie  confefle  que  i*ay  toui- 
ours  regardè  cc  grand  fuccès,comme  vngage  de  ce  que  cetHom- 
me  mcrueilleus  vouloit  &C  deuoit  vn  iour  eftre  à  la  France .  De  for- 
te "qu'il  ne  faut  pas  s'ètonner  fi  princpalemant  depais  cete  heureufe 
iourncè,  oùdeuspuiiìantesarmees  ne  combattant  qu'aucc  le  cou- 
rage  &  les  yeusvramporterent  Tvne  &  l'autrc  la  vidoire  fans  venir 
aus  mains  ;  toutes  les  Couronnes  entrerent  incontinant  en  vn  fe- 
cond  &c  nouveau  combat ,  oc  en  vne  plus  forte  ialoufie ,  a  qui  atti- 
reroit  cet  heureus  Mercure  à  fon  feruice  . 

C'eft  ce  qui  obligea  cct  habile  Ell'aieur  &:  RafKneur  des  Efprits  » 
le  grand  Cardinal  Due  de  Richelieu,&notre  Inuincible  Monarque 
Louis  XIII.de  ne  rien  omettre  pour  fcx  montrer  cncore  en  ce  poind, 
Ics  Vi(floricus  &  les  Toutpuillants .  Ils  Tattirent  donc  en  France  ,  ils 
l'y  arretent ,  ils  luy  obtiennent  la  pourpre  facree.  Et  tous  deus  eflant 
en  moins  de  fix  mois  au  lid:  de  la  mort,voulurent  couróner  leurs  vies 
par  le  chois  qu'ils  firent  de  ce  Cardinaljrvn,pour  eftre  fon  Succefleur 
dans  le  Miniftereil'autre  pour  luy  confier  l'intandance  des  affaires, 
le  confeil  de  la  Reine-Mere,&  Teducation  dVn  Roy,  dont  la  longuc 
Minoritè  deuoit  former  de  iuftes  apprehéfions,dans  le  gouvcrnemSt. 

En  effet,  n'eft-cepas  vne  chofe  {ìnguliere,&  fans  example,d*avoir 
cfte  choifi  pour  eftre  le  parain  de  ce  precieus  Dauphin,  leprefant 
ducici ,  le  threfor  de  la  terre ,  les  delices  de  la  France ,  &  l'heu- 
reus  reieton  des  fleurs  de  lis  ?  Non ,  non  (  N  )  Anne  d'Autri- 
che  n'eftoit  ny  fterile ,  ny  infeconde .  C*eftoit  la  fage  nature ,  li 
quelle,  comme  elle  fait  en  toutes  les  raresprodudions,  travalloit 
peu  a  pcu  a  former  ce  riche  prefant  quc  le  Ciel  deftinoit  à  la  Fran- 
ce. Sa  naiflance  Royale,  eft  deue  au  fang  le  plus  noble  de  la 
Chrctientè  ;  ayant  eu  pour  pere  le  Roy  tre$-Chretien,Louis  XIII. 
&c  pour  Mere  trcs-Catholique ,  Anne  d'Autrichc .  Mais  de  voir  des 
fonEnfance  qu'il  eft  nay  pour  ramplir  l'Europe  de  fes  vid:oires> 
&c  pour  donner  la  paix  a.  l' Vnivers ,-  c'eft  fans  doute  vn  eftet  de  no- 
tre  bonheur,8<:  de  la  fagc  conduite  de  ce  rare  Miniftrc  . 

Hereufes  vos  mains  >  O  trois,  &  quatre  fois  grand  Cardinal  ;  qui 
dans  les  eaus  facrees  du  Bateme,  ont  comme  enfantc  fpirituelcmant, 
vn  Roy  à  la  France ,  &  vn  fils  Ainè  a  l'Eglife  !  Sans  mantir ,  ie  fcay 
bon  gre  à  S.  Jerome  d'ecrire  par  vnè  riche  pensee ,  que  cc  n*cft  pas 
la  nature  >  qui  engcndre  les  Chretiens  5  piais  la  grace  qui  Ics  produitj 

A     €  nm 


U  11  E     L     O     G     E 

D£  L'EMIN.  „^„  naftintur^  fé  funt  Chrijìiani .  Il  en  faut  dire  autaiit  de  nos 
Souverains.  Aproprcmant  parler  iis  nenaiflent  pas  Rois,  mais  il$  le 
(kuiennent.  A  la  vcritè,  leurnaiflance leur donne droiclaufccptrc 
&  àlacouronne.  Cepandantilsla  cueillent  bien  moins  dans  leur 
berceau  ,quedansle  tombeaude  celiiy  qui  ks  a  engendrez, .  D'or- 
dinaire  il  cn  coutc  la  vie  au  Pere ,  a/in  (^u'vn  Dauphin  devicnne 
Roy,  Etparceque  dansladerpofition  de  nos  Bcriturcs-Saintes  )les' 
Chretiensfontdes  Roys^ils  doivent  naitre  en  la  meme  maniere» 
du  fcpulcrc  del.  Chr.  qui elUeur pere;  dans  la  mort  du  quel  ils 


Cclog.  ». 


B(h.  6.        font  enfcvelis ,  oints ,  confacrcz  6i  regencrci  par  le  Bateme 


S  ìtt,  X. 


Tay  donc  raifon  (  N  j  de  dire  hardiniant ,  que  les  deus  plus  bel- 
les  qualitetde  notre  Prince,ont  eftè  Ics  illuftres  prcrogativcs  du 
Cardinal  Maz-arin .  En  meme  tcmps  &  par  vne  memc  coniond:urc 
d'aftaircs ,  notre  Dauphin  ,citdeftinè  au  throne ,  &:  preparè  pour  le 
del.  Mais  par  vne  merveilleufe  rancontre ,  il  eft  prequc  egàlemant 
obliaède  cesdeus  titres  à  fon  Eminentifiìme  Parrain:  fon  fccond 
Pere  par  le  Bateme  ,  6c  le  fage  Surintandant  de  (òn  cducation .  le 
le  veus  repeter ,  la  chofc ,  àmon  avis ,  le  meritant . 

Si  Louis  XIV.  regne  parmy  nous,  c'e/l:  le  partage  &: Tappanage 
de  fa  Royale  naiflance.  Mais  le  bonheur  de  fon  Regne  apresles 
ibins  de  la  prouidance ,  &  de  la  Rcine-Mere,  eft  dcu  a  la  fage  con- 
duite  de  fon  trcs-fage  miniftre.Apcine  noftre  Souvcrain  a  commancè 
de  viure,mais  fans  doute  iln'a  point  commancè  de regner,qu'auffi 
tot  il  n'ait  eu  des  liafons  indilfolubles  avec  fon  premier  Miniftre  . 
Geluy-cy  n'a-t-il  pas  couvcrt  le  berccau  de  notre  Louis,de  Palmes  Si 
de  Lauiiers  ?  Par  (ès  foins  infatigables  n'auons-nous  pas  veu  croitrc 
Ibn  enfancc  parmyles  Vi(floires,  &  fa  premiere  jeunefle  couron- 
neè  de  Triomphes  ?  Tandis  que  l'age  &  ìes  Lois  le  retiennent  dans 
la  Minoritè, la fagefle&k bonheur  dt  fon  Miniftre  le  font  eftrc 
trcs-grand .  N'eftant  cncore  que  dans  la  premier  fleur  de  fes  annees> 
de-jail  alTicge  les  Villcs,  de-ia  il  gagne  les  batailles,  de-jail  cft 
Conquerant .  De-ja,  il  eli:  Tamour  de  fon  Peuple ,  la  terreur  de  fes 
Ennemis,  &  l'admirationde  rVniucrs.  Hercule  vraimant,  quia 
s:ncc.  mTki  ccraiè  les  ferpans  des  le  bcrceau:  &:  qui  à  domtè  les  monftres ,  deuant 
que  de  Ics  connoitre  ;  mmjfra  fuperaniì  >, ^rinfquAtn  nojfet . 

A-T'ON  jamais  veu  dcpuis  plus  de  douic  cens  ans  que  notre  Mo- 
narchie eft  florilìantc,  vne  fuite  continuelle  de  piodigieus  Succèt 
fambable  à  ccqui  a  paru  dans  notre  jcunc  Roy;  fous  l'hcureufe  con- 
duite  de  fon  Parrain ,  òc  de  fon  premier  Mmiftre^  N*cft  ce  pas  luy 
Viaofre'T'""'  ^wi  nous  a  ddiurcz.  cnfindece  communmalheuf,  que  la  rcbellion 

prò- 


F     V     N     E     B     R     E.  13 

produitordinairemantdans  ks  minoritez?  "  card.  ma2. 

La  bauille  de  Roqiieroy ,  la  prife  de  Thionuille ,  Gravclinc  forcèej 
nos  armes  qui  font  jour  dans  rAllemagnc,  &  qui  poufent  leurs 
Vidioircs  bicnavantfur  leRhin.  Quoyplus?  Tant  de places  {ìibju- 
geuèes  dans  Ics  Pays-Bas,  tant  de  conquetes  dans  la  Catalogne  .'Lcs 
cntrcprifl'es  dans  l'Italie  par  mer  &  par  terre  ne  fontcepas  les  prelu- 
des ,  les  prefages ,  les  gages  de  la  grandeur  de  notre  leune  Monarque? 
Parleray-ie  de  la  notre  paix  avec  TAllcningne ,  fi  glorieufe  &  fi  prò-  Li'paìx  avec  l'A. 
fttablc  à  la  France?Diray-ie  que  la  France  memc,ouy  cete  France  qui  '^"'^"^* 
n'eft  jamais  foible  que  par  fes  propres  diuiTions ,  oc  qui  nepeut  eftre 
veincue  que  quand  les  propres  Enfans  la  dechirentja  eftè  radue  à  elle- 
mcme,&  comme  reftituèe  a  fon  Souvcrain,  par  les  foins  &c  le  courage  Le$  guecre»  cìuì 
deceFameus  Miniftre  ?  Enlìn,nous  Voyons ,  (  &  àpeine  pouvons  '"• 
nous  croire  à  nos  yeus  )  cete  Pa/'x  Generale  tant  defiree,  &  fi  peu  la  paix  generale, 
cfpercè  ;  ce  mariage  des  deus  premieres  &plus  puiflantes  Couron-  Ro'yf*""**  **" 
nes  de  la  Chretientè  j  de  Louis  de  Bourbon  avec   Marie  Tcrefe 
d'Auftriche . 

Mais  dans  cet  infigne  bonhcur  >  quelle  mervcille  ie  vous  prie  fi 
on  vient  a  rcgarder  que  cete  Paix  fi  neceflaire,  que  ce  Mariage  fi 
fortunce,  neiì  apres  DiEV  &  le  courage  de  la  Reine-Merc,  l'ouvragc 
du  coté  de  la  France ,  que  du  Cardinal  Mazarin  \  Ceft  vne  gioire 
en  la  quelle  ilafans  doute^ie  neStay  quoy  de  particulier.  lleft 
feulenFrance,leprincipaliftrumant  de  cete  grande  affaire.  Il  eftlc 
premier  Mediateur  de  cete  heureufe  paix .  Il  eil  feul  le  Paranymphc 
de  ce  royal,  &  heurous  mariage,  Ceft  pourquoyie  ne  donne  rien  a 
i'exaggerattion  ,moins  encore  à  la  flatterie  j  quand  l'applique  a  no- 
tre defunt  Cardinal,  cequ'vn  ancien  Orateur  Francois  ccrit le Gam- 
mant  en  faveur  de  TEmpereur  Theodofè .  Sacrèe  Majeftè  ,  ce  n'eft 
pas  aflcz  bien  juger  de  la  grandeur  de  vos  merites ,  de  ne  dire  à  vo- 
tre  louange ,  que  des  chofes  qui  ne  furpaflent  ny  nos  creances,  ny 
nos  penfees .  Augujìe  fortunam  tuam  expendn^qutf^uis  de  te  tantum  j. 
quod  fieri  poteji  ,  credit .  '"  f^nysr. 

Ne  fcavons-nous  pas  bien  par  Texperiancc  de  vingt  annèesj  que 
Ics  fucces  que  ce  Grand  Hommc  nous  à  heurereufemant  menagez, 
ont  poufsè  nos  auantages  bien  audela  de  nos  efperances ,  &  pre- 
que  de  nos,  defirs 2  Ne  voiens-nous  pas  que  ce  merveilleus  Cardinal 
a  conduit  nos  affaires  avec  tant  de  courage  dans  la  guerre ,  tant  de 
prudance  dans  la  paix ,  tant  de  bonheur  en  tous  les  deus  ;  qu*à  peine 
à  peine  la  France  connoit  elle  meme  fa  propre  grandeur ,  qui  jctte 
ou  l'amour  ou  l'effroy  parmy  toutcs  les  autrcs  nations?  De  tele 

forte 


14  E    L    O    G    E 

dì  V  EMIK.  forte  quc  Ton  a  raifon  de  douterjau  quel  de  deus  ce  florilTant  RoyaiOf- 
xne  demeure  plus  obligè  j  ou  à  la  f^iance  Militaire  de  ce  Genereus 
Maiarin  ,  qui  a  achevè  la  guerre  pairant  de  Vidoires:  ou  a  fa 
tres-haute  fagelìe ,  qui  enfìn  a  couronnè  toutes  ces  vidoires  pat 
vnc  paix  fortunèe.  Tant-y-a  quenous  voions  l'Aftrc  de  Iules>- /«- 
lourn  Stdits -iVctoìWc  de  notre  bonheur  prefider  tout'a  la  fois  à  vnc 
guerre  vidorieufe ,  à  vne  paix  miraculeufe ,  &  à  vn  heureus  mariage . 

Vovs  j'ugez  aflez,  (N)  que  ie  ne  fais  que'  efjieurer  toutes  ce  gran- 
desjcesbellcs&ces  richcsiTiaticres.  Lepeude  temps  que  me  laiflfe 
cete  lugubre  ceremonie,&:  le  refpect  que  je  dois  à  cete  auguiìe  Com- 
pagnie ,  me  contraint  a  Texample  des  Geographes,  de  marquer  les 
rncrspar  desfìletsd'eau,les  montagnes  par  des  atomesrlesvilles, 
les  prouinces  &  les  Royaumes  par  des  points .  D'ailleurs  ce  feroit 
cn  vain  que  je  tacherois  d'appeler  à  mon  fecours,les  efforts  de 
TEloquence  &  les  artifices  des  Panegyriques  ;  puique  je  trauaille  fur 
vn  fujct j  fi  fort  au  dela  de  ma  portèe,  qui'l  peut  meme  epuifèr  l'EIo- 
quence  des  plus  grans  Orateurs  :  &  fervir  de  matiere  à  vne  jufte  Hi- 
^oire,  qui  fera  bien  plus  d'admirateurs  qu'ellc  ne  treuvera  d'imi- 
tateurs . 

C'est  done  aflez  fN  J  parmy  les  pompes  de  ce  funebre  appareil, 
pourfui  vant  mon  premier  deflein ,  de  publier  les  liaifons  recipro- 
ques  &  Ics  amours  mutuels  de  la  France  &c  du  Cardinal  Mazarin . 
Celuy-la  s'eft  tout  donne  à  nous,fans  rcferue  &  fans  partage.  Cellecy 
par  vne  genereufe  gratitude ,  s'eft  toute  confièe  &  transfufe  en  luy. 
Tclemant  que  la  France  doit,apres  DiEV,  &  la  fàgeconduitedela 
Rcine-Mere,au  Cardinal  Mazarin,ce  qu'elle  pofìède  aveeplus  d'edat 
^epuis  vigint  ans .  Reciproquemant  comme  ce  Cardinal  fé  devoit 
tout  entier  5  aufll  il  s'eft  dome  à  Diev  &  à  TEglife  :  il  s'eft  dcdiè  au 
Roy  ■)  &:  aus  Reines  -,  en  vn  mot ,  il  s'eft  tout  Se  totalmant  confacrè  a 
la  France .  L'on  voit  entre  ces  deus,  comme  par  vne  belle  jaloufie,vn 
concert  &  vn  commerce  merueilleus  d'amour  oc  de  bienfaits  v  de 
fcruice  oc  de  reconnoiffances . 

Ccft  piourquoy  ie  me  tourne  derechef  vcrs  vous  ,  grand  &  ad- 
mirablc  Mazarin, l'honneur  de  Tltalieila  mcrueillc de  Rome,rorne- 
mantdu  facrè  Confiftoire,  le  bonheur  de  la  France,  &  le  prodige 
de  fìos  jours.  Permettez  moy ,  Monsignevr,  quoyque  la  mort 
ait  cfface  tous  ces  titres ,  de  repcter  encore  vne  fois  quc  vousdeuez 
ì  la  France ,  tout  ce  qui  a  para  en  vous  de  plus  eminant:  &  que  la 
France  vous  cft  aufll  redeuable ,  de  ceque  nos  dernicrs  jours  ont 
vcu  cn  clic  de  plus  eclatant .  Elle  a  tout  receu  de  vous ,  elle  ne  vous 

a  rien 


F     V     N     E     B     R     E  :  15 

à  ricnrcfusè.  Elles'cft  toutc  livree  entrc  vosmains,  abandonnec  card.  maz. 
Avotre  conduitc:  &pour  rcuanche ,  vous  luyauei  dedic  tous  Ics 
momans  de  votre  vic&dc  votrcniort.  Devray,  quc  ics  Francois 
le  devoicnt  pour  Icur  Patrie  ,  c'cft  vn  ì&c  de  julb'ce  &  de 
piece .  Que  Ics  Etrangers  fafient  la  meme  chofe ,  c'eft  vn  exccs 
d'amour .  Il  n'y  a  quc  vous ,  qui  vous  eftez.  veu  fortamant  oblii^è 
par  Ics  lois  de  la  juftice  &  de  la  charitc  ,  de  viurc  64  de  mourir  pour 
cete  belle  Monarchie , 

C'estoit  (  N  )  vne  dete  1  oyale ,  que  le  Cardinal  a  payce  aucc 
vzure.  Outre  Ics  Prcmiers  initinóls  de  fcm  braue  naturel ,  lage- 
nerofitè  de  fon  coeur  n'auoit  garde  d'y  manqucr  .Et  fon  courage  la 
cxpofe  aus  derniers  pcrils,pour  fauver  le  Royaumc  &  mainteair  Tau- 
toritèroyaie.  Par  la  loy  rigourquic  de  cet  oftracifme,  aurrefois 
fi  glorieus  parmy  Ics  Athcniens ,  le  Cardinal  Mazarin  s*ci\  extlè  Luy- 
mcme  volontairemant;  a  fin  que  la  France  retournat  àfondevoir, 
que  Paris  ouvrit  les  portes  a  fon  Roy  :  &  que  le  Roy  par  la  cleman- 
ce  plutot  que  par  la  force ,  fut  Maitre  dcs  fa  Ville  Oc  de  fon  Royau- 
mc, Tarn  il  cft  vrayque  tous  Ics  deus,  le  Roy  &  le  Royaumc, 
fameblent  fé  dcvoir  egalcmant  au  Soins  &:  aus  pertes  de  ce  Miniilrc 
incomparable . 

Sur  quoy  f  N  j  arretant  vn  peu  Vos  Efprits  ,  ie  prans  la  libertc 
de  vous  demander  s'il  fé  peut  itnaginer  vne  chofe  plus  glorieufe,pIus 
gencreufc  ,  mcmc  plus  chreticnne  ;  quc  de  fé  randre  vtile  à  vn  bien 
comman ,  comme  clUe  fervicc  du  Fik-Ainè  de  l'Eglife:  Et  cela  non 
feulemant  par  tant  de  Vertus  heroiques  ,  mais  encore  par  vne  force , 
vne  raagnanimitè  &  vneconftancc  qui  a  quelque  chofe  dcdivin* 

lE  l'ay  veucpreque  toujours  cete  ferme  conftance,  &  cn  puis 
randrt  des  temoignages  fort  defmtereflcz  ,  Difant  cela ,  ie  ne  dis  pas, 
encore  alfci.  Tout  l'Vniuers  à  veu ,  &  l'envie  meme  &  la  baine  n'ont 
peu  fermer  Ics  yeus  a  ce  grand  fpcólacle .  Ouy ,  fon  a  veu  publique- 
mant  juqu'aquel  poind:  le  Cardinal  Mazarin  s'eftdcvouè, comme 
autrefois  ics  expiations  &:  les  vidimcs  publiques,  pour  le  Roy  &: 
pour  le  Royaumc  .  Auill  eltoit-il  vne  palme ,  qui  s 'eft  roidè  fous  le 
poids  des  aifaires ,  de  la  guerre  ,  de  la  rcbcliion ,  de  la  frondes,  S<  des. 
pcrfecutions  ;  qui  no'nt  fervi  qu'a  fignalcr  fa  fidelitè,à  randre  fa  vcrtu 
plus  eclatante  &arondir  la  couronne  de  fesmerites.  En  fin  fes  deus 
cloigncmans  de  la  Cour  n'ayant  fervi  qu'à  rehaufier  la  gioire  de  fon.    SonrctotsreR 
rctour ,  &  ctreindre  le  nocu  de  la  confiance  royale  j  la  douceur  de  cet 
autre  Moyfe  egaie  a  fa  generofitè,  n'at-elle  pas  ravi  fesEnemmis  me- 
me en  admiration  ?  N'a-ce  pas  efle  vne  raerueiile  alièi  furprenante,  Se 

incuicy 


France. 


16  E     L     O     G     I     V     M 

DE  1,'EAUN.  ji.iquky  fortinconneue>de  voir  parmy  tant  d'outragcs,  d^iniures 
&  d'oftanfcs  ;  quc  perfonne  n'a  leilanti,  que  par  les  remors  de  fa 
confiance ,  qu'il  auoit  oftansè  le  Cardinal  Mazarin  ? 

Iray-ie  (N)  plusauant?  pouray-ie  bien  retoucher  notre  playe 
mortele  ,quoyquede-ja  aucunemanr  cicatricèe?  Voiis  dojsie  faire 
iouvenir ,  de  ce  quc  vous  ne  S^auez  que  trop  que  la  derniere  maladiè 
qui  nous  aderobè  ,ouarrachè  ce  Grand  Homme:  Ouy,  cete  ma- 

fek?''"^'*  ""  ladic  j  fi  longue  de  fi  cruele,  n'elì;  certainennant  autrc  cofe  qu'vn  fruit 
de  cete  hereufe  paix  qu'il  nous  à  procurèe  par  tant  de  travaus  . 

Ouy(N)Ie  trepas  du  Cardinal  Mazarin  elt  le  primier  Enfant  de  ce 
benit  mariage,que  nous  devons  princepaimat  ì  fes  fcins  infatigables. 
NobleCardinal,genereusMinirire;qui  a  epuisè  Ics  reftes  de  fa  vie  pour 
menager  la  paix  de  l'Europe, &  affermir  le  bonheur  de  laFrance. 
G.-af/isy.  L'Hiftoire  facrèe  de  la  Genefe  nous  rcprefente  vne  Mere  dans  l'ago- 
nie 5  accouchant  de  deus  bellons  de  deus  freres  luneaus  ,  qui  fé  batto- 
ient  en  fon  fein  Le  Cardinal  Mazzarin  ,par  vn  accidant  fcmblable- 
mant  diflamble  ,  meurt  enfantant  non  plus  la  guerre  ,  mais  la  paix . 
Il  pcrd  la  via  ^  reconciliant  les  deus  Rois  les  plus  puiflans  de  la  Chre- 
tientè  .  Deus  freres  vraimant ,  puique  tous  Its  Rois  s'appelent  de  la 
forte ,  &c  que  Ceufcy  eftoient  en  citet  dans  le  prochain'  degrt?  de  pa- 
rcntele.Deforteque  le  Grand  Mazarin  n'ayant  ce  famble  jamais  vecù 
pour  luy ,  il  eft  enfin  mort  pour  nous . 

Jo«  atu  poar       luquc-la  quc  fon  zele  pour  r£glife,comme  vn  fcu  facrè,  a  acheuè 

l'fglire,  j^  confumcr  cet  holocaufte  =   Ileiloit  de-ja  dansles  langueurs  de  la 

maladie ,  &  dans  les  approchcs  de  la  mortj  quand  il  tire  des  forces  de 
fa  foibleiì'e  ,  pour  mourir  en  Cardinal .  A  fin  d'echaufer  ce  beau  feu  y 
qui  à  toujours  eflè  ardant  dans  les  diuerfes  occafìons  qui  fé  font 
prefentèes  pandant  fon  Miniftere,  il  fcioint  à  l'autorit^Touveraine  de 
l'E^life.  Dansles  derniers  momans  de  fa  vie, il  anime  la  pietè  de 
notre  louis  XIV.  La  merueillc  des  Rois  Chretiens .  Et  toùs  en  fam- 
ble confpirent  à  defFendre  le  Chriflianifme  de  rinuafìon,  &  de  la  ty- 
rannie  des  Ottomans.Ils  trauaillet d'vn  zelé commi  àia  ruine,de  tou- 
tes  ces  funeftes  nouveautez jcapables  de  detruire  5c  l'Eglife  &  l'Etat,  fi 
l'Etat  &  TEglife  ne  Ics  antantit.C'eft  adire(N)quele  defunt  Cardinal 
Mazarin  a  fort  bien  compris  en  fa  vie  &en  fa  mortjque  la  pourpre  Sa- 
crèedont  il  eftoit  honorem  n'eft  qu'vne  reflexion  de  cete  divine  lu- 
miere,  dont  I.  Chr.  qui  eiì:  la  lumiere  du  monde,  imprime  les  pre- 
mieres  raions  en  la  perfonne  du  Tres  Saint-Pere  &  de  fon  Sacre  Col- 
lege ;  afind'en  repandrela  plenitude ,  fur  tout  le  corps  de  l'Eglife. 
Tanty-a  que  fila  vie  de  ce  Grand  Homme  a  ciìè  tout  raionnanto 

de 


more  trei< 


F     V     N     E     B     R     E.  17 

(le  clartè  fa  mort'i  ne  Ce  treuve  pas  moiiis  couronèe  de  lumieres,Tou-  card.  maz. 
ces  les  circonftances.  Jq  vray,  en  font  bellcs.   Mais  ce  qui  con- 
fole le  plusraon  ame,  c*elì:qa'elles  fé  treuvent  accompagnecs  de 
toutes  les  difpofitions  de  la  foy  chrètienne  6^  de  la  pietè  Catholiquc . 

Sàn&  doute  il  me  fera  pernìis ,  approchant  de  la  fin  de  mon  di- 
cours  )  d'imiter  la  premiere  entree  de  THilloircde  Machabcès.  Et 
fofthtec  decidit  in  leBum-i<J7*  cognouit  qa-ior  morcretur .  Mon  D  i  E  v! 
queft-ce  a  dire  que  cecy  \  Eipojl  h<ec , 

Ah  prodigieufesreuolutions,  comme  ìe  difois  au  commance- 
mant,  de  toutes  les  chofes  humaines?  Ili pofl  h<ec ;  après  tous  les 
gransavantagesdela  naturc^dcrctudejdcla  fortune.  Et  pojì  hécc^ 
après  les  emplois  les  plus  importans,  les  fucces  les  plus  heu- 
rcus.  Et  pojì  h<ec\  après  les  richeifcs,  la  gioire»  la  reputation; 
la  faueur ,  l'adminirtration  entiere  dVn  puiflant  Royaume  •  £tpoJi 
h4c\  Eniìn,  enfin  après  toutes  les  profpcritez  imaginables  i  voicy 
fans  mantir  vne  ecrange  conclufion  5  &  vne  terrible  cataftrophe .  £r 
poti  hdec  dccìdit  in  lectum .  Le  Cardinal  tombe  malade .  Et  ce  quc 
i*elHme  le  plus  importane  de  tous  fes  grans  avantages ,  nollre  Sei- 
gneur  par  fa  bontè  &  par  ia  mifcricorde ,  luy  donne  lagrace  de 
penfer  &i  de  fé  preparer  à  la  mort  ;  CT*  cogmuit  quia  moreretur ,        Chretienc 

Il  ne  fait  pas  comme  Ceus  la  chez  Platon ,  au  rapport  du  Grand 
Nazianzene  ,  qui  s'cloignant  du  fouvenir  de  la  mort,  n'ònt  travaillè 
que  pòur  les  grandeurs  de  la  terre  5  ohliuio  mortis-,pulcl;ritudo  mundio 
Pùìqu' après  avoir  tant  roulc  danrs  les  affaines  du  monde,  6c  dans 
Texperiance  des  Cours,  les  difpofitions  de  fa  mort  famblent  Ic-» 
mettrc  dans  le  chemin  du  Paradisa  Recordatia  monis  y  pulchrituda 
Par<*di/i , 

Le  Cardmal  que  ie  vousprcchc  (N  )  ne. s'eft  pas  conduit  com- 
me le  fuperbe  Nabucodonofor;  qui  faifant  mouler  vne  copie  de       z)j,mtL}. 
cete  fimeufe  iktue  quii  auoit  veueen  dormami   luy  ote  lespieds  j"/efon"Tre- 
de  boue,&iluyen  donne  de  fin  or.  Pourquoy?  Si  non  parceque  pas. 
les  Grans  du  Monde  reicttent  ordinairemant  bien  loin  les  penfèes 
de  la  mort5&  ne  fé  preparent  qu'auec  regret  à  leur  derniere  fin. 
Ccrtenemant   cete  fatale  neceflitc  kur  eft  vne  medecine  bien  ame- 
re,  om)rs  qnkm  amara,  eji  memoria  ttia-y  homini  pacetn  hahenti ,  Le       "  ^J"**' 
Cardinal  Mazarin  la  he urcufemant  menagèe  ,  pour  tonte   l'Euro- 
pe. In  fuhflamijs  futs  -i  a-t-on  jamais  veu  vn  Particulier  difpofer 
de  tant  de  chofes^.  P""  irò  quieto.    Certes  perfonne  après  tout ,  n'eft      P/.17. 
maitre  de  ce  dernier  momant .  Et  cn  vcritè  il  faut  auoir  l'ame  bien 
ailìfcjou  vne  grace  de  Die  V   fort  particulierc >  pour    mourir» 

comme 


7bV«*» 


ig  E     L'O^a    E'       ^ 

del'-EMIn:  commceft  rrioitle  Cardinal  Mazarin.Au milieu  de  tb\if  ceqte  le* 
monde  a  de  plus  grand,  auec  vne  pf  eience  d'efprit  qui  n'eft  pas  con-  • 
ceuable.  Peu  à  peu  commc  pour  fc  inicus  preparer,  ^  cognmit: 
c^ia.  woreretur  .Doins  l'viage  de  tous  les  racremans  de  l'Eglile  .  £"?' 
cognouit  quia  moreremr-)  dans  vne  entiere  poiTeflion  de  foy-meme  . 
Ferme,  oc  conftant  en  prefance  d'vn  Crucifìx  :  parmy  les  Prelats,  les^ 
Prètres  &:  les  .Religieusj  aiantpri;^  leurs  Maieilez,  qui  fondoienr 
enlarmes,de  lui  laiflerces  dernicrs  momans  de  fa  vie  juqu'alors 
emploiee  a  leur  fervice ,  pour  ne  penfer  plus  qu'a  l'eternitè .  £t  pcfì 
hdc  decidit  in  leEium ,  &  cognoutt  quia  moreretur  .  ....:.  : 

C'elì:  ainfi  (N)quedevoit  mourir  non  pas  rEmpereur*"Vcrpa- 
ficn  ,  au  raport  <Ìq  Studiano.  •)  Imperatorem  Stantem  mori  oportet:  mais- 
vn  Cardinal  de  la  Sainte  Eglife-Romaine  ,  &  vn  premier  Miniftre 
de  la  France  tres-Chrctienne. 

Mais  ie  me  trompe  mov-meme,    sainte  assemblee,  quand- 
ic'  vous  prcche  que  le  Cardinal  Mazarin  eli  mòrt.  Non,  non  il  n'eft 
pasmort;    puiqu'il  njit  dans  cete  belle  reputation,  que  fes  rares 
meritesluy  ont  acquife  par  tout  le  rond  delatcrre.  Non  ,  non  il 
r/efì:  pas  morr,  puis  qu'il  vivrà  glorieufemant  dans  le  iouvenir  de  la-, , 
poileritc  .  Non ,  non  il  n'clì  pas  mort  ;puiqu'il  vit  dans  le  cocurdes. 
fes  Amis,qu'ilappeloit  les  vrays  threfors,  &:donten  mourant  il  a 
ctreint  l'amitiè  par  des  liens  indiflolubles  .  H<£c  nimimm  in  illomm 
animts  tmipU  ,  has pulcherrimas  fffgies  intellexit ,  O*  nianfuras .  Non 
enfin ,  non  le  grand  Cardinal  Mazarin  n'ell  pas  mort  *,  puiquc  tou-' 
te  les  devotes  circonftances  de  fa  mort,  nous  font  julkmant  el'perer 
Gu'il  vit  cuftoditus  quaf  in  fafciculo  iiuentium  apud  Dominutn  Deum-y 
comme  parie  l'Ecrituie.   Las ,  helas  !  Que  ferviroit,  dit  le  FiLS  DE 
DiEv  norreSigneur  I.  Chr.  de  gagner  toutlemolide  :&  auec  cete 
ambitieufe  &:  avare  conquète,  de  pcrdre  fon  ame  pour  toute  reterni- 
tè  ?   Quid  prode ji  H  omini  (ì  imiuerfutn  mundum  lucretur  -^  animte'vero 
fu<£  detritnentum  patiatiir<  Tout  au  conrraire  que  peut  fouhaiter  vn- 
Homme ,  vn  Chrètien  ,  vn  Cardinal  5  fi  non  de  finir  vne  belle  vie,- 
par  vne  mort  qui  porte  toures  les  Marques  de  la  pietè  Chretienne? 

Le  Senatde  Romeordonnaautrcfois,que  la  pompe  funebre  de 
f  Empereur  Augufte  fut  conduitepar  la  portedesTriomphes^  Att^- 
giifìifunusy  duUum  per  portam  triuniphalem.  La  mort  du  Cardinal 
Mazarin,eft  fans  doute  toute  tnomphante.il  n'y  manque  a  vray  dire, 
aucune  des  circonjiances^  qui  la  peuvent  randre  ou  gloriuefe  devant 
les  Hommcs ,  ou  hcureufe  devant  D  i  e  v . 

.   Si  dans  ce  n:ìojTiant  deciff  deTetorDitè,  comme  parie  S.  Augu- 
'  '\'       .       '  Ibn, 


lacit. 


1.  R«/»-y, 


l-jc.^ 


Ann»!,  4, 


F     V     N     E     B    a    E.  19 

Ùin ,  ricn  n'cft  fi  ncceflaire  que  Ics  cxcrciccs  de  la  pietè  Chretiennc;  card,  maz, 
le  Cardinal  Maiarin  recoit ,  ainfi  que  i'ay  dit ,  tous  Ics  Sacremans  de 
J'£glifc  :  &  ayant  devant  fes  ycus  l'Image  du  Crucifìx ,  rand  refprit 
auspici  de  fon  adorable  Sauveur^  les  Maieftcz.  fondant  cn  larmes , 
Ics  Prelats&  les  Princescn  pleurs,6c  tout Paris  eftanten  priere. 

Si  la  force  eft  vne  vertu  tout  à  la  fois  &  Romaine,  &  Chretiennc, 
facere-iC^  patifortia  Komanum-iChrijiianutn  eji'j  ce  trcs-digne  Miniare 
mcurt  vraimant  &:  cn  Romain  ,&en  Chrèticn;attandantlamort 
avec  vn  vifage  aifeurèiSc  la  recevant  ance  joyc.  Neft-cc  pas  (N) 
vne  faveur  du  ciel  bicn  rarejdc  confcruer  cete  haute  prefance  d'efprit 
juqu'au  dli"nier  foupir  de  la  vie  \ 

Cete  vigueur  meme  fé  redouble ,  à  meiure  que  la  mort  s*appro- 
che.  Le  Cardinal  eli  vne  lampe  aromatique  qui  jette  plus  de  bril- 
lans ,  &c  exfalc  plus  de  parfums  quand  elle  s'eteint .  C'eft  vn  folcii , 
qui  brille  avee  plus  dèclat)en  fon  couchant .  Cete  grande  A  me  a  git 
avec  plus  de  mouvcmant  ?  quand  le  corps  eli  fur  le  poin(^  d'eftré 
porte  auhcudefbn  repoSj dum  dejkrefcit  corpus ^  rejlorejcit  anima, 
En  tous  les  autres  l'cfprit  eli  immortcl,  en  cet  illullre  mourant  il  eli 
toujours  agiflant .  Deferte  qu'l  n'a  fait  que  cefler  de  vivre  &C  d*agir, 
acljcuant  cete  vie;quelefàge  appele  excllemant ,  wor^  i^^/«my,vnc  ^fcù/.j? 
mort  coulante  ,  Avditevrs  comprcnci-moy  fil  vous  pleit-,en  cete 
dernicre  mcditation ,  qui  va  acheuer  cete  Harangue  funebre.  De;  I-aclotvi^? 
'voluntate  mijjus  fum  -,  (^ui  fecit  me  qua/i  Patrem;ÌP'  Dominum  ini- 
uerfe  dotnus  ,  C^  Principem  in  otnni  terra  , 

NOus  fommers  icy  tous  des  pcintrcs ,  die  le  grand  S,  Bafilc .  Le 
fecret  de  l'art  dans  le  vie,comme  dans  Ics  tableaus,c'eft  de  bicn 
finir  .  Extrema  corporumfacere  ,  cr  defnentis  pi^urx  tnodum  concia-'  •P/"'.jf''''/'-*<'« 
dercf  rarum  in fuccejpi  dmV /«Tj^^w/Var ,  Examinei  toutes  les  circon-  t'H-mBicence 
ftances ,  &  vous  treuvercz  fans  doute  qu'vn  Homme ,  vn  Chreticn,  peiXé ." 
vn  Cardinal ,  vn  grand  Minillre  d'Etat  i  ne  peut  pas  acheuer  fa 
vie ,  par  vne  plus  belle  mort , 

Mais  quoy  ^  Ce  grand  Homme  à  votre  auis,  meurt  il  au  s'il  vit 
cncore  en  ce  dernierperiode  de  fa  vieU^eut-on  dire  que  celuy-la 
mcurt  ,qui  pofledant  fon  ame  en  paix ,  laide  fans  regret  les  grandc- 
urs  du  monde  les  plus  grandes ,  &  les  carefless  de  la  faucur  Ics  plus 
obligentesJ*QuicombIe  fa  Famille  d*illuftres  alliances ,  &  de  bicns 
immanfes?  Qui  donne  auRoy  ,nonmoinsadmirablcparfonedu- 
cation  que  puiflàntparfa  nailVance,  les  inftrudions  de  la  Sbianco 
Royale  :  &  qui  enfeigne  a  Monf.eur  fon  Frere  vnique,  feconde  mer- 
ucille  de  nos  lis ,  l'vnion  qui  doit  cllre  entre  deus  freres \ 

Qui 


ao  E     L     O     G     E 

PE  L'BiMiN:  Quidanscc  dernier  momant  gagne  lecaeur  &  la  tandreffe,  de 
cetHcrculeGauIois,ce  MarsdeTBurope,  S.  A.  de  Condc?  Qui 
voiant  en  fa  chambre  toutc  la  Cour  en  dueil,  les  Majeftez  en  pleurs: 
les  Prelats,les  Pnnces,&  la  Noblelk  en  foupirs  ;ayant  pris  con- 
ile du  Roy  &r  des  Reines,leur  dcmande  permillionde  n'eniploier 
plus  ce  qui  luy  rcfte  de  vie,  qu'aus  penfwès  de  fon  falut  ?  Qui  pour 
y  trauailler  plus  cfhcacernanr,  apress'ellre  muni  en  ce  dernier  com- 
bat de  toutesles  armes  de  l'Eglifei  n'arien  eu  plus  àcceur,  quc 
de  recevoir  par  la  main  de  Monfcigneur  le  Nonce,  la  benedi- 
dìon  de  notre  tres-faint  Pere  Alexandre  Vii.  Et  de  radre  les  preu- 
ves  refpeifiucufes  de  fa  fommillionauec  fon  dernier  foiiflfte,  à  la 
fouueraine  autoritè  de  rEgIire,par  vne  lettre  qui  eli  vngagecer- 
tain  de  fa  religieufe  obeiflancc  \ 

Lb  plus  ancien  des  Hiftoriens  profanes  m*a  autre  fois  appris,  qu'vn 
fameus  Architede  de  l'antiquitè  aiat  achevc  de  batir  avec  la  dcrnicrc 
perfe(aion,le  celebre  Tempie  d'Appollonjon  luy  accorda^ouvien  on 
luy  donna  pour  recompanfe  de  mourir  djns  ce  meme  Tempie,  &: 
d'eftre  enfeveli  en  fon  ouvrage.  Laifsons  le  manfonge,  &  nous 
atthachons ,  pour  acheuer  a  la  veritè. 

Le  Cardinal  Mazarin  (N)  doit  palìèr  fans  contredit,pourvn 
des  plus  habiles,&:  des  plus  heureus  politiques  de  notre  Siede. 
N'eft-il  pas  vray  ?  Tout  le  monde  enfin ,  n*en  demeure-t-il  pas 
d'accord?  Dans  cete  Ile  qui  fait  les  confins  de  deus  grans  Royau- 
mes,  il  a  heureufemant  travaillè  à  la  ftruóiure  du  Tempie  de  la 
paix  generale  :  &  du  mariage  royal  ,'qui  en  eft  le  nceu6:lecimant. 
Le  meme  n'cft  il  pas  aulll  de  vray  ,  le  Tempie  de  fa  propre  gioire? 
Or  ditcs,ie  vous  prie  Chers  Ayditevrs,  quelle  recompanfe 
plus  digne  DiEv  pouvoit-il  odroyer,  ou  donner  luy  meme  à  ce 
grand  Ouvrier,  que  la  mort?Mort  telemant  circonftantiè ,  quc 
nous  dcuons  croire ,  comme  nous  le  fouhaitons  ,  quelle  luy  a  fervi 
de  paflage  àvne  meillcure  vie?  Mais  o  douleur!  quis  talia  fandoy 
tetnperet a  lacrimisi 

Vovs  nous  quittez  donc  o  grand  Se  incomparable  Matarin  j 

vous  vous  retirez  de  cete  inftabilitè  de  toutes  le  chofes  fublunairc?. 

Vous  abandonnez  cete  chetive  ,  &  mifcrable  vie  ;  la  quelle ,  dans  les 

oracles  meme  diuins,  roule  commc  vne  roue  dans  les  precipices, 

"  s*cn  fuit   comme  l'ombre  »  court  comme  la  pofte  ,  vole  commc 

rui.u.        le  Nauire  qui  a  le  vcnt  en  pouppe  :  s'ca  vole  commc  l'oifcau ,  scm- 

porte  commc  la  flechc ,  tombe  comme  la  foudre,  sèvanouit  enfin- 

'**'**■  cnccndre,  &  cn  fumee.    Vous  vous  en  allei,  grand  Prince  de 


l'Egli- 


F    V     N    E    B     R    E.  21 

i'Eglifc  y  iocomparablc  Miniare  ;  nous  laifìant  vn  example  bicn  ^ard.   maz.; 
atttantiquedc  la  vanite  de  la  vie ,  qui  fé  pert  en  des  pcrpctuels  chan- 
gemans:  &  vn  parfait  tableau  de  la  mort,  qui  effa^e  touies  Ics  gran- 
deursdc  latcìre.  Hicrtout  le  monde  vous  regardoit  richc  6^  epu- 
lani,  enofile  quondam  diuesy0*  o^«/^»f«/ :  aujourduy  ,  vn  cadaure,     .  ^°''<^f' 
Hier  dans  les  pakis ,  aujorduy  dans  le  fepulchre.  Hier  chcri  des  Ma- 
ieftez  gl'henne ur  de  Rome ,  la  merueille  de  l'Italie ,  la  gioire  de  la 
f  rance ,  le  prodige  detoute  TEuropc,  Aujourduy  ,pour  faire  voir 
que  tout  le  Monde ,  que  toute  la  Cour  n'eft  quVne  grande  illufion, 
9fiendit  tlii  omnia  re^na  mundi  in  momento  j  laiflant  a.  la  veritè  vne        iuf.\^ 
meraoire  glorieufevmais  fuiarde,&:  qui  fé  confume  avec  le  bruit  ecla- 
tant d' vne  grande  reputatioa  ;  laquelle  après  tout,  ne  peutpas  du- 
rci  plus  que  le  monde  ìpuluis  >  &*  vmhrafumus ,  nii  nifma^ni  nomi- 
nis  'vmhra  . 

Cepandant  ,  Q  grand  &  admirabte  Cardinal  \  Si  nos  fouhaits, 
font  biens  fondezfur  de  fi  bellcs  apparances  :  &  fi  les  prieres  que 
nousfaifonsdumeilleur  de  noscoeurs,  pour  Icreposde  votreame> 
ont  quclque  effet  au  près  de  D|EV  dont  la  vie  eft  immortelle  ;  vouSi 
vivrez,  deformais  felon  la  meilleurepartie  de  vous-meme?  favori  du 
Roi  des  Rois  dans  le  palais  de  Teternitè  ^ 

Si  Diiy  vous  a  de-ja  fait  cete  mifericorde  >  continue^  a  faire 

dans  le  Ciel  T'ofRce  dont  vous  vous  efìes  fi  dignemant  acquitè  fur 

la  terre.  ContinuezvosfoinsversrEglife  Romaine»  ctreignez  vos 

liaifons,avec  le  Vicaire  de  I.CHR^.Et  dans  cct  etat  de  charitè  confom- 

mèe  >  travaillei  par  des  fecours  encore  plus  puiifans ,  a  la  dcftru<^ion 

des  nouvelles  opinions ,&  à  la  ruinc du commun Enncmi  des  Chre- 

liens*  Puique  vos  foins  feront  tous  purs,  aprèfque  la  gioire  vous> 

aura  randu  infatigable  ^  ùnmortel  j  eontinuez  alors  d'eftre  auprès. 

de  notre  DjEV  le  conduéleur  des  fàg^s,  confeils  du  Roy>  rentrc- 

meiteur  des  Reines ,  le  fecours  detoute  la  France  .  Enfìn  plaife  à  fa 

diuineM'^ieftè  de  faire  heureufcmant  revivre  &  redo\iblcr  en  ces  trois, 

Grans-Hommes  votre  grand  genie,  la  vaftc  capacite  de  votrc  Efprit:      N«w.i», 

votre  rare  fagefle ,  votre  douce  generofitè  pour  le  fervice  de  notrc 

Roy ,  &  la  bonne  conduite  de  la  France.  Cefi:  ce  que  nous  dcman- 

dons  à  DiEV  >  du  plus  intime  de  nos  coeurs  jafin  que  fa  juftice  reti- 

j-ant  le  bras  qui  nous.  menafle  de  toutes  parts ,  &  fa  mifericordc  fc 

randant  favorable  aus  interceiTìons  de  TEglife  Militante  &  Triom- 

phantc,&:  a  nos  extremes  befoins^le  Chriftianifme  reprene  fon  ancien 

luftre,rEglife  triomphe  de  tous  fes  EnncmismotreRoy  dc-jafi  forme 

à  la  vertu ,  dc-ja  tout  couvcrtdc  palmcs&delauriers>acheuedcdc- 

vcoir 


DE  L*  EMIN. 
CAU.D.  MA 2. 


ax  '-     ELOGE  FYNEBRE.%' 

venir  le  Pere  dVn  Dauphin.  Et  que  felon  la  Priere  de  nos  Anc^tresy^ 
dans  TEglife -Primitive  5  la  vie  de  notre  grand  Roy ,  notre  chef  Mo- 
narquc  Louis  XIV.  foit  longue  &  faine  ^  i;/m /^roZ/Ara:  fon  Roiau me 
florilfant,  hnperium  fecurum:  la  famille  Roiale  toujoursparfaite- 
mansvnie,  dmius  tuta.^  Ses  Armes  vi(3x)rieufes,  Exercitus  fortesi 
fon  Confeil  Fidele ,  Senatus  fidelis  ;  toute  la  Chretientè  en  paix,  Or- 
his  qutetus .  En  vn  mot,  q uè  DiEV  le  hHe  vn  Prince  parfait  vn  Da- 
vid felon  fon  Cccur ,  &  vn  Roy  tres-Saintj  &  queecutnque  Hominis^ 
f^  C^fa.ris'vota.fum .  .  ,  .  > 

Recevez  cepandant,ò  Cardinal  inimitable!  Ics  juftcs  dcvoirs  &  Ics 
Prieres  qu'offrent  pour  le  falut  de  votre  Ame  ;  Ccus  qui  ont  eftc  Ics 
fpcólateurs  &  les  admirateurs  d'vne  vie  fi  eclatante,comme  la  votre; 
que  nous  fouhaitons  eflre  couronnec  de  gbirc  5  cn  toutc  Tetandkic  de 
Teternitc.    Ajusj  sqit-ii. 


ELOGIO 

F  VNEBRE 

DEL 
EMINENTISSIMO  GARDENAL 

M  A  Z  E  RINO. 


E  N    R.  O  M  A  >  En  b  Emf  renta  de  la  Rcu.  Camera  Apoftolica  > 

AnoMDCLXI. 


Con  permiflion  de  los  Superiorcs . 


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J3'iol.'i;'^,;iiH  2oI  ab  ::  --ruimisq  noi) 


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ELOGIO  FVNEBRE 

Enlas  exequias,quc  fé  hizieronen  Roniaalamuertc  del 
Eminentiflimo  Cardenal  lulio  Mazarino . 

Dcdicafc  ala  Mageftad  Chriftianifsima  de  kSenora 

MARIA  TERESA  DE  AVSTRIA 

REYNA  DE  FRANCIA. 


^€  N  la  Yglefia  de  los  inclitos  Martyres  San 
Vicente ,  y  San  Anaftafio  fue  reengen- 
drado  en  las  aguas  del  Bautifmo  el  Emi- 
nentirs.Mazarino,y  defpues  fue  fàgrado 
teatro  de  fus  exequias ,  paraque  (è  cor- 
J^^^È^  refpondieflenlos  principios  con  los  fi- 
^®^*  -^  nesdefiivida-Gimiòen  ellasVnLeon 
delas  montafias  del  Carmelo  (que macho,  fi  la  guadana 
de  la  muerte  le  corto  las  mas  tierna  parte  del  corazoru?  ) 
Però  fàzonò  de  modo  los  gemidos,y  (èntimientos  con  la_j 
dulzura  del  decir,  tarazcando  lo  dolorido  con  lo  artificio^ 
fo  de  la  Retorica ,  que  fi  lo  efcuchè  compaifiuo,  lo  atendi 
cruditory  refolui  oyendolo  latino,  dar  à  V.M.  vna  copiai 
Efpanola  del  Elogio  de  vn  Miniftro,el  mayor,  que  efta 
edad  a  conocido  fu  Reyno.Verà  V.M.en  efle  papel  en  len- 
guage  natiuo,  lo  que  en  cflrano  abrà  oydo  muchas  vezes  - 
El  atreuimento  non  es  poco;  però  digno  de  no  deidenar  el 
afedo ,  fi  quiera ,  porque  es  hijo  de  vn  corazon  Efpanol . 
Profpere  el  Cielo  à  V.M.  comò  la  Chrifliandad  toda,y  fu 
Rey no  as  menefter.  Roma  6. de  Mayo  i66i. 

Chriflianiirima,y  Sereniflima  Reyna 

Bcfà  la  rea!  mano  de  V.  M. 

»  Al 


*AL    EMINENTISSIMO 

PRINCIPE 

ANTO    N   I  O 

BARBERINO 

Ncftefunefto  Elogio  (  Eminentifllmo  Senor)  tieno 
V.  Em.  vn  padron,  que  erige  mi  obligacion  en  feruirlc, 
pues,  aunque  al  inftante,  que  fue  feruido  de  mandarmc 
elle  empleo,me  occurrieron  muchas  razones ,  que  pu- 
dieran  juflamenteretirarme  del  embarazofo,e  intricado 
fucefìo  ,  reufàndo  la  cenfura  de  inobediente ,  no  pude 
efcufarme  al  precifo  mandamicnto  de  V.  Em.  inftigado 
de  mi  genio,  que  felicita  rendidos  obfequios  à  fu  perfona ,  defeofa  de  dar 
nueua  vida  en  efte  Elogio  funebre  al  ya  difunto  Eminentifsimo  Cardenal 
Mazarino,  para  que  el  elogizado,y  el  elogizante,  aun  defpues  dela  rnuertc, 
fueflen  reconocidos  por  alajas  de  V.  Em.  Rendi  ala  obediencia  el  animo , 
cntendiendo,  que  ni  neceflitara  delos  artizados  matices  dela  Retorica ,  ni 
de  mendigar  iperboleS)  quando  la  materia  ofrecia  abundofa  cofecha  deen-. 
comiosnoagenosdelofagrado  del  pulpito,  ni  eftranos  à  la  fìnceridad  de 
mi  genio  ;  que  defdena  adulacionesjy  afecta  folidas  verdades .  Dixelas  en  la 
oftentofa  pompa  delas  exequias,y  corno  la  voz  la  Ueba  el  viento,  aora,  aun- 
que nadie  las  ignora,  las  doy  à  la  eternidad ,  conteftadas  no  folo  cn  Euro- 
pa teatro  donde  fc  vieron,  fmo  en  el  Orbe  todo  ,  que  gozò  de  los  ecos  de 
tan  gloriofas  proezas.Y  aunque  no  me  arraftra  elinteresjni  el  aplaufo,  quifè 
no  defraudar  de  efte  teftimonio  à  mi  gratitud  para  con  V.Em.  ni  defte  titil- 
lo à  mi  dicha,aunque  efpuefta  à  efcollos,y  bagios^que  fi  es  timbre  dela  obe- 
diencia traer  los  ojos  vcndados,  goza  tanbien  del  priuilegio ,  que  ni  legiti- 
mamente es  acufada,  ni  condenada  en  juicio  prudente.  Obligado  pues del 
preceptode  V.Em.  e  inftigado  de  mi  afetìo,  emprendo  elo^izarlaEminen- 
cia  difunta  de  vn  Cardenal,de  vn  ministro  de  mi  Chriftianifiimo  Rey^de  vn 
fugeto  à  todas  luces  Eminentiflimo,y  por  muchos,y  gloriofos  titulos ,  muy 
de  V.  Em.Efcribo  en  tablasde  bronce  efte  publico  teftimonio  de  mide- 
uotifTimo  rendimiento  para  con  V.Em.que  no  fabe  afequear  vmildes  ferui- 
cios ,  fi  apacible  mirar  ciegas  obediencias.Roma  el  primero  de  Mayo. 


■^o 


Dioi 


3 


^ioj  porJU'Voluntacl  me  emhtòty  me  hi^o  cornai  adrn,  Sefior, 
y  Princife en toda la  tterra.  Gtnei.^^lì^'  "; 

VE  la  Vida  del  hombrc  (  ì^rincipes  feminentilTImos , 
Auditorio  confpicuo  )  Quc  la  vida  del  hombrc  fea 
fombra  vana,noslo  cnfcna  (Ai!)  el  cjemplo  no 
menos  manifìefto ,  que  funefìo  del  Eminentiffimo 
Mazarino .  Quanto  oltentofamentc  ateforan  cn  fus 
opulentas  riquezaslos  mageftuofos  palacios  :  quan- 
to fé  defcuellan  en  fus  altezas  los  tirulos  mas  encu- 
y^s^^x»  ^S"^:..*-^?^  bradosrquanto  fé eftrecha en  amorofos lazos  la fìneza 
de  los amigos:  quanto  compreende  elle  orbe  inferior  en  lo  mas  fublime,' 
raro,  efquifito,  preciofo,y  admirable,  todo  es  fombra  fugitiua,  vapor  fin  fub- 
iìftcncia,  fuefio  dela  loca  fantafia  de  los  hombres,y  torres  de  viento^que  ma- 
quina  nueftra  vanidad,  corno  ciìcazmente  lo  pcrfuade  la  muertc  del  primcr 
miniftro  del  Frances  Imperio,que  fera  fiempre  mas  facil  el  defearle ,  que  el 
aliarle  igual .  Cuya  muerte,  refpeto  de  fu  edad,  fue  fin  fizon,  atroz  golpe  a 
Francia,  a  Europa  amarga,  à  la  Chrifiiandad,  infaufta, ,  pues  defatò  en  ccni- 
zas  la  purpura  de  vn  Principe,  cntre  los  Purpurizados,  delos  primeros ,  def- 
pues  del  fumo,y  lo  redujo  à  nada .  Efta  enfcnanza  an  de  facar  los  mortales 
dela  prefente  funefta  pompa  de  vn  Cardenal  por  muchostitulos  Eminentif- 
fimo .  Affi  dà  vueltas  el  voluble  orbe  en  el  eterno  mouimiento  de  fu  incon- 
ftanterueda.  . 

ano:;  La> meda.  dela.  fortuna -^ 

Solo  es  conjimte  en  voiuerfe  :  ' 

2  Pues  no  ay  crtatura  alguna^ 

§lue  no  'vuele  a  defacerje. 
Sentcncia  cs  del  fàpicntifillmo  Rey ,  que  con  indefedible  volubilidad , 
alterna  Dios  lo  alto  con  lo  bajo,y  juega  corno  pelota  de  cfte  mundo  fublu- 
nar.  Però,  que  puede  efperarfè  dela  fortuna  delpues  de  tan  pafmofo  fplen- 
dor,  dcfpues  de  tan  admirable  luftre ,  defpues  de  tan  preciofas  riquezas  \ 
delpues  de  tan  rifijena  profperidad,  que  to  co  la  raya  de  fuprema ,  dio  vlti- 
mamente  en  el  feretro  lulio  Mazarino.  Dejò  de  viuir  el  que  tenia  en  la 
mano  las  riendas  del  poder,y  al  fin  corriò  la  carrera  vltima  el  Cardenal,  quc 
corre  efta  corruptible  carne .  Son  tan  timidos  los  penfamientos  delos  mor- 
tales,tan  inciertas  nueftras  prouidencias,que  folo  el  Padre  celeftial  gouierna 
a  fu  libre  beneplacito  los  hombres,  los  Reynos,  y  las  Naciones . 
La  fortuna  toda  es  juego , 

Pues  quando  ejlahle  parece -^  .   --'P 

Enfal^a^entrom'^a.-iy  lueg9  >-'^ 

i-  £n  <vn  hora.  defparece ,  - .  « 

a     2  Ha! 


^  E     L    O     G    E 

Ha  !  quccicrtos  pre(àgiosmc  parecieron  fi?mprc,ycomotè  an  de^té^cr, 
ci  feguirfe  à  la  mayor  felicidad  la  ruyna,y  entéder  cjue  à  la  mas  encumbrada 
gr^n^cza, nada  fé auecina tantojcomo  vna defpenada  cayda .Tu >  Roma , 
ipabeca  del  mundo,  filla  dela  Santidacl,fabes  quantas  veies  as  oydo  aquellas 
^agcadfis  palabras:  quando  el  hotnhre  fuhiere  la  ^ltima.gra.da-,yfe  liere  en  la.  mas 
(tua.  ctitnlre-i  entonces  empe^ark .  Quando  el  hombre  fé  viere  mas  florecientc- 
irjcntc  vfanojquando  mas  aplaudido,  quando  mas  fublimado ,  entonces  cae 
mas  prcfurofo .  Elle  es  el  achaque  de  nueftra  naturale^a ,  elio  fé  forja  en  fii 
fragua  de  nueilro  fer,  que  à  la  yueltade  vnainconllante  rueda,  perece  la  fii- 
giciua  grande^a  del  hombre .  Y  cenido  en  vna  palabra,es  dccir,  que  la  fuerte 
de  las  cpfas  del  mundo,  fin  ecetuar  ninguna ,  es ,  que  el  llegar  à  lo  funio ,  es 
io  mifmo  que  dcfpenarfe  à  lo  mas  bajo  .  Pon  los  ojos  an  eia  flamante  lumi- 
nofa  rueda  de  las  folares  luces,  en  cfa  antorcha  brillante ,  que  bana  con  fus 
fambiaqte^  el  Orbe  todo  co  infatigable  preileza  de  fu  inquieto  mouimiéto, 
que  al  punto,  que  con  pafos. de  puriflimasluGespisòel  zenit,  y  triunfò  en 
carroza  eflofada  de  refplandores^  y  quifo  (  al  parecerj  fijar  fu  folio  en  lo  al- 
tiffimo  dela  celeftial  esfera ,  al  inflante  declina  al  ocafo ,  y  à  penas  tocò  la 
raya  dela  alteza  mas  fublime, quando  arrojado ,  eie  ojo  del  mundo,  de  fu 
m'fmo  pefo,  Ucga  à  las  funeilas  fombras  de  la  noche,ajando  las  lobreguczes 
opacas  lo  mifmo,  que  el  Sol  con  fus  luces  avia  ?omp  animado  .  Por  elio  el 
Principe  dela  Medicina  Ipocratesdixo,que  quando  vno  goza  de  eftraordi'* 
nari^,y  perfetiiTlma  falud,  que  el  llama  athletica-,  a  de  volar  à  la  votica  ,y  to- 
rnar los  remedios  del  arte  de  Efculapio,  porque  (dice  el  cientifico ,  y  efpe-r 
rimentado  Medico)  corno  la  naturale^ano  puededurar  en  vn  eftado,  corre 
la  vida  con  yclociffimo  pafo  a  la  muerte  .  O  pafiiiofas  vanidades  del  mun- 
do ?  O  caduca  inconftancia  de  honras  ,y  grandezas  humanas  !  O  admirable 
concordia  de  ellremos  tan  opuellos  !  A  penas  vemos,y  efcuchamos  las  glo- 
yiasdel  mundo,  quando  ya  las  miramos  barajadas  confufamente,  el  nacer  fé 
roza  con  el  morir ,  las  luces  con  las  tinieblas,  lo  alto  con  io  bajo  ^  ios  vigo- 
rofos  alientos,con  las  llaque^as  delos  defmayos,la  vida  con  la  muerte .  Pre- 
fcnte  tenemos  lo  que  à  penas  fé  vio  en  los  palàdos  figlos,  vn  Eroe  tan  feliz, 
a  quien  paraferlo  perfettamente  folo  le  faltò  el  yiuir  mas,y  le  miramos  de- 
fpojo  dela  muerte,  que  triunfà  de  prifionero  tan  gloriofo,y  que  burla  de  fu 
grandeza  rendida  alos  filos  de  fu  valiente  guadarla . 

Dire  f  Oyentes  mios  con  licencia  vueltra  vna  verdad  conflante ,  corno 
propria  de  elle  puefto  )  con  palabras  de  Aguilino  fiempre  fententiofo , 
fìemprc  erudito:  jLa  lidn.  del/yQmhre  es  <vn  vidrio-,  que  quanto  mas  crtjhlino  ^y 
terfoycs  mas fragiUy  qiiehradi:^o.ì^o  2r^  finbolomas  proprio  de  nueftra  fla- 
que^a.  Es  el  vidrio  vn  claro  elpejo  donde  con  viuos  ademanes  fé  reprefenta 
nueftra  muerte,  En  aquellas  crillalinas,y  eladas  mafas  de  vn  efpejo  hallaras 
a  las  cfpaldas  el  negro,y  obfcuro  plomo,  que  es  enigmatica ,  y  proprilCma 

1^.,  efprcf- 


F     V     N    E     B     R     e,  5 

"ifprcfiìòft  ^elas  Erdcas  proezas  del  tres  vcces  grande  Mazarino.Es  vnapin- 
tura,(ionde  Te  fingen  lucesjy  fombras  para  defengano  de  los  prelcntes,  y  vc- 
nideros  Italianoyy  Frances,  acerrimo  Soldado5y  Dodor  inrigne,firi  ordenes 
fue  del  Pueblo ,  con  facra  Purpura  Principe  de  la  yglcfia,  eftrano,  ynatural, 
aduenedizo,y  domeftico  puntamente ,  al  modo  que  Gufai  refpedo  de  Da- 
uid,  amigo  de  los  Reycs.Qijc  cfperas  oyir  mas^  Fatigado  de  cltremadasinju- 
rias,  no  folo  vexadojfi  no  cafi  oprimidojfalio  corno  el  Sol  de  cntre  las  lobre- 
gueies  mas  brillante  para  el  vniuerfal  prouecho ,  para  pacificador  artificiofo 
de  los  difcordes  Reynos,fagazmedianerodeloscafamientos  cntre  dosRea^- 
le$Primos,yalfinqucdò,  fi  celebre,  y  digno  de  erculpirfe  en  bronces  fus 
trofeos,  prifionero  dela  trifte  muerte . 

•  Eaqui  (ingenios  verfados  en  la  artificiofa  cloquencia  )  vn  anchurofo 
campo  para  los  Elogios  de  nueftro  Eminentiifimo  difunto  .  Alla  remito  a 
vueftrodifcurfopondercfo,  nolasiperboles  de  los  encarecimientos,  fino 
las  reales  verdades  de  las  grandezas  de  nuellro  Mazarino  ,  pues  no  puede 
nìuelarfe  la  cortedad  de  mi  ingenio  con  tan  defcompafados  talcntos.  Dczid 
(Oyentes  mios)  publicad  fus  proezas,  paraque  la  pòfteridad ,  fi  impoilibili- 
tada  de  imitarle,  fé  pafme  de  faber  lo  que  no  puede  executar .  Todo  el  apa- 
rato de  las  Mufas  es  defigual  para  celebrar  fu  profapia,  fu  ingenio  ,  fu  bizar- 
ro  naturai ,  fus  defuelados  eftudios,  fus  amontonados  dotes,lo  compalà- 
'do,  y  mcdido  de  fus  palabras,  Io  no  bailantemente  cngrandccido  de  fu  for- 
tuna ,  de  fu  fama,  de  fus  virtudes  tan  conocidas,  comò  aplaudidas  cn  Euro- 
pa. Però  yo,rendido  a  imperios  de  autorìdad  fuperior  ,y  afe(3:ando  oftcntar 
gratitudes  debJdas,procurarè  fatisfacer  la  obligacion,  que  me  efecuta,  yaflì 
efcuchad  (  os  fuplico)  con  atencion  dos  palabras .  lulio Mn's^arino  fé  àio  todo 
4  Francia-i  Francia  reciprocamente  fé  dio  teda  a  Ma:(^arino  Cardenal  Smine»' 
tiJJìmo-,y  entiendo,que  el  mifmo  difunto  abla  a  fucr  de  Abel ,  y  me  parecc 
que  me  guia  en  las  palabras,  que  al  principio  propufe  de  lofeph  para  zanjar 
fu  elogio ,  y  con  ellas ,  quanto  permite  mi  rudeza  reprefentarè  en  eftilp 
compendiofo  las  glorias  deileMiniftro  de  vno,y  otro  Rey  Chriftianiffimo. 
Dios  por  fu  loluntad  me  emko^y  meloi:^^  o  corno  Padre  )  y  fenor  de  toda  la  Cafa  ,• 
y  Principe  en  toda  la  tierra  . 

Era  lulio  Mazarino  por  linea  paterna,  y  materna  iluftre,  porlasprendas 
perlbnales  innatas,y  cògenitas,  aun  defde  fus  primeras  mantillas,dio  no  vul- 
gares  indicios:  en  fu  jouentud  florcciente  oftentò  lo  que  defpucs  auia  de 
rendir  en  opimos ,  y  fazonados  frutos .  Emparentò  con  las  cfclarecidas  fà- 
milias  de  los  Mancinos ,  Martinofos,  y  Mutos  .  Corrio  tan  vclot  la  carrcra 
de  la  profperidad  propicia,  y  rifuena  fortuna ,  que  cn  Italia  gozò  no  vulga- 
res  empleos,pues  agradable  a  vn  Maximo  entrc  los  mayorcs  de  la  Yglefia , 
cuyos  blafones  fon  tres  auejas,  fimbolos  de  la  magnanimidad,  de  la  fincza  > 
y  candidez ,  amado  de  todos ,  y  que  fu  coraion  tubo  capaqidad  para  cn'? 

I     $  cenar 


e  -ELOGIO 

cprrsr  amor  para  muchosjcl  bixarro,  ;oucn  tubo  cn  s\  tanta  Cs^hiéA  i€^}c 
vcitio  la  Purpura  del  Colegio  Sagrado  .  No  me  marauilIo,pues  cn  Ja  cfcui^ 
U  Romaoa  de  la  Conpania  de  ìctus  con  ventajofos  ecefos  à  fu  edad>  y  g  fu$ 
Coetaneos,oftentò  lo  ardiente  de  la  viueza  de  fu  ingenio  en  lai  humanasjc'r 
tras ,  defendiendo  publicas  condufioncs  Aibologicas  fobrc  a  quella  edmofr 
dinaria  efaiacion ,  que  llamamos  Cometa .  En  celebre  reprefentacion  de  I^$ 
glorias  de  San  Ignacio  de  Loyola  hizLo  fu  pappi  tan  ajuftadamente.y  co  pi-Q» 
pricad  tan  cafi  perfonal ,  que  merccjò  aplaufos  generales.  En  la  Vniucrlìdad 
deAlcala  de  Enarcs  emporio  de  la  rcrudicion  Efpanola  cursò  el  dcrecho  Ca- 
nonico y  Ciuil  t  y  merecio  lauro  de  dodor  con  ecefo  a  muchos  VCB- 
tajofos  -,  no  le  faltaron  las  noticiax  de  Minerua ,  y  de  Marte,  y  alos  veinte  y 
fiete  anos  zanjò  las  efperan^as ,  que  defpues  vimos  colmadas .  Fue  pruden- 
te, 4i?l^ro ,  prouido  en  elpedicion  de  negocios  arduos  j  publiquenlo  Italia  » 
Trancia,  Efpaiia  ,  y  los  Principes  de  otrosPaifes  :  fuè  prodigio,  en  toda 
Europa cnOfìcios  Pielacias,  Legacias;  pufo  los  primcros  fundamentos 
de  fu  fortuna  j  ertimacion,dondc  el  mas  ambiciofo  intentata  poner  las  cuy- 
brcs  mas  altas  de  fus  intentos:  Entre  las  Lifcs  Francefas,digoipara  fer  ci  ma$ 
cuydadofo  defuelode  aqucl  Imperio . 
•'  Però,quien  fera  tan  poco  prudente  ponderador  de  las  co(as,  que  no  atri- 
buyaà  difpoficion  Divina  efta  defufada,y  rariflìma  adopcion  de  la  Corona 
Francefa  en  Mazarino  ?  Dcfeòefte  Eminentillìmoviuamente  eleiplendor 
àia  magnanimldad  de  nueftra  Nacion,quando  aun  à  penas  Francia  citava  de 
fus  prendas  noticiofa .  A  influjos,  pues,  de  efta  inclinacion ,  parece  que  Ma- 
zarino  era  todo  dceftos  cuydados,y  ellos  era  todosfus  defeos,y  lo  perfuadcn 
concluicntemente  fu  prudencia  en  la  dilpoficion  delos  negocios,  fuibrta- 
Ì€?-a  cn  profeguirlos  balla  concluyrlos,fu  prudécia  en  vfar  de  los  medios  mas 
convenicntes:hecho  (  permitafeme  el  dicirlo  aHì}efclapo  de  losintcrefes ,  y 
glorias  de  la  Corona  de  Francia . 

Teftigo  cs  mayor  dctoda  ececion  la  faccion  de  Cafal  nunca  ballantmcrc 
celebrada,que  à  no  fer  accion  de  Mazarino,pudieran  los  Politicos  empadro- 
narlacntre  los  prodigiofos  milagros .  Es  Cafal  por  naturalcia,  y  arte  ine- 
ipugnable.Defendiale  ci  Fràces  elcrcifo  lìédo  Gouernador  del  Prefidio  To- 
aracio  fobre  bien  difciplifiado  soldado,felicilTlmo  cnfus  cmprefas .  Hazian  le 
guerra  los  pintados  Lconcsen  Reales  eftandartes  de  Efpana  affìilidos  de 
CapitanesFlamencosdieftros  cn  paz,y  en  guerra;  prefurofos  llegan  volantes 
clquadrones  Franccfes  para  darle  foccorro:  Salia  de  un  valle  el  Efpafiol  efcr-» 
cito,y  careandofe  los  Capos  de  ambas  N3CÌones,y  grandes  yguales  los  efer- 
citos  cn  magnanimidad,y  fuerzas:  à  fuego,  y  fìngrc  fé  tocava  yaal  arma  cn 
anbos  Capos  para  baiallar ,  no  tanto  por  la  fitiada  fortalcza ,  quanto  por  la 
gloria  de  la  vittoria.y  quado  ya  pueftos  cn  ordcn  los  efquadroncs  en  lo  llano 
Jc  un  auchurofo  capo  :  quando  yalus  trompetas,  los  pi^ros,y  las  (;axa^  cfta'- 

van 


F     V     N     E     B     R     E.  7 

Van  aprcftadaspara  dar  la  fenal  de  envcftirrquando  ya  la  artiilcria ,  moCque- 
tcs>y  arcabuces  bafqueaua  para  vomitar  hierro,yplomo  entre  llamas,y  nubcS 
de  humo:quando  ya  los  caftizos  cavallos  co  braveza  aranavan  impacictes  la 
tierra  de  verfe  detenidos  de  las  riendas:  quado  ya  los  afìladosaccios  buUiari 
cn  las  vaynas  anlìofos  de  falir  de  fuangolk  prifion,para  volver  à  enbaynarfe 
cn  ios  encmigos  pcchos:quando  ya  laspicas  bladidas  de  los  nerviofos  bracos 
ofrecian  al  contrario  fus  penetrantes  puntas.-quado  ya  la  noblc  fangre  rebcn- 
tava  de  verfe  aprifionada  en  las  venas,  afpirando  a  relpirar  viendofe  vcrtida 
por  fus  Reyes:  quando  fìnalméte  amagava  un  aguazero  de  valas  entre  los 
i-àycs  lucientcs  de  las  tcrfas  armas,  que  en  reflejos  remcdavan  muchos  folcs: 
•entonces  Mazarino  en  anos  aun  juveniles,  defdenando  peligros,  eilranando 
rielgos,  compafiuamente  tierno,  de  que  fé  viefseel  campo  anegado  en  tanta 
fangre  Chnftiana,con  induftria  ingeniofa,con  felicidad  increyble,  animofo> 
intrepido,  entre  el  fiero  peligro  de  muerte  tan  a  todas  luces  cierta,  fé  pianta 
entre  los  dos  efercitos,detiene  las  furias,  quieta  los  animos ,  fufpende  las  ar- 
Tnas,y ,  no  corriendo  en  cavallo ,  fino  volando  corno  aguila ,  pcrfuadcà  los 
Cenerales  que  fé  abftengà  de  la  batalla,y  ambos  capos  unanimes  condecien- 
den,y  defpreciando  valas,y  muertes  Mazarino,magnanimo  entre  riefgos  tan 
cónocidos,  apellida  Paz,  Paz.  Y  pacificos  los  difcordes,abatidas  las  banderas, 
fufpédidas  las  armas,  fé  mezclan  ambos  efercitos,y  los  que  anres  enemigos 
anelaban  à  beberfe  las  fangre^ya  amigos  fé  brrnda,ya  fé  abra^ancófederados, 
todoes  alborozo,  todo  norabuenas  ,  rodo  aplaufos,  todo  feitines,  todo  mu- 
fìcas  5  todo  alegrias.  Y  lo  que  tocala  raya  de  prodigio,qne  fin  vertcrfe  fangre 
todos  aclaman  vigoria,  vigoria ,  ninguno  quedò  vencido  ,  todos  quedaron 
vencedores,quedando  la  paz  eftablecida.Fue  ya  efte  fucefo(Oycntes  mios  ) 
un  comò  defpoforio  de  Mazarino  con  nueftro  Frances  imperio.Y  cierta- 
mentcnodebemos  admirarnos,  fi  desde  ella  ocafion  el  prudentifHmo,y 
EminéiiffimoCardenal  Rocheliù,y  el  Chriftianiffimoje  invencibleRey  Luis 
amaro  tan  tiernamente  a  nueftroMazarino,  que  a  folicitudes  fuyasel  Maxi- 
mo Pontifice  Vrbano  Vili,  muertos  ambos  Rey,  y  Rocheliu,  lefubftituio. 
Cardenal,y  el  fucceflor  en  la  Corona  Franctfa ,  Protominiftro  de'fu  Reyno 
para  Oraculo  de  las  Mageftades  de  la  Reyna  viuda,  e  Hijos  menores  . 
•  2-Y  ciertamente,  el  hauer  tenido  nueftro  Mazarino  en  las  aguas  Bautifma-, 
les  al  que  nacio  para  la  purpura ,  al  que  es  prodigio  del  Orbe  j  es  tan  raro ,  y 
tan  nueuo  ,  que  apenas  ay  vno  en  los  Anales,que  aya  gozado  de  cfta  fuerte. 
Que  nueftro  Luis  Teodofio  fuefle  dado  a  la  luz  comun,fe  deue  al  Cielo.Quc 
naciefìe  para  ci  Real  folio  del  Reyno  del  generofiffimo ,  y  ChriftianilTimo 
Borbon  ,  y  de  la  Auftriaca  Catolica  Madre ,  cofa  es  corriente  heredadadc 
ios  Padrcs  :  però  que  naciefse,  para  Viólorias  de  Europa ,  paz  del  Orbe,y  pa^ 
ra  tantas  fclkidades ,  obra  es  de  nueftro  Mazarino .  O  manos  entre  las  d© 

a     4.  los 


""W-/*  t. 


,8  E     L     O     G     I     O  " 

ÌPS^ETOCs>(lÌ€hofi{rima8>  qvi^  entrc  los  crUbles  del  Bautifmo  tubiilcs  dJlcy 
4<  Francia,  al  hijo  de  losprimeros  dela  Yglefia.  Los  hombrcs  fc  hazen  ;  pc- 
fò  jw>  naccn  Chriftianos,  dijò  San  Geronimo ,  Y  yo  anado  el  hacerfe  Reye? 
no  parcce  naturai?  fino  adquirido:  no  tanto  es  generacion  -,  corno  beneficio 
rcciuido;  pucs  el  nacer  para  la  gloria  del  Reyno  es  difponcr  el  tumulo  al 
Progenitor,  quc  la  Corona  poftumamcnte  fé  adquiere ,  y  dela  mortaja  de| 
Rcy  padre,  fé  ville  la  Toga  del  imperio  el  hijo  :  però  el  hzaerfe  Chriftianos, 
aunque  fupon?  la  niucrte  del  fupremo  Empcrador  Chrirto ,  por  el  BautiCr 
mo,  quedan  iluminados,  y  recngcndrados  los  hombres,  y  adquiercn  el  Sa-? 
ccrdotioRcal.  Erte  elogio  (e  ajufta  al  Emincntifllmo  Mazarino  ,  corno  el 
mayor  cntre  todos  fus  cncomios .  A  penas  nacc,  comò  dado  por  Dios ,  ci 
Rey  de  Francia,  quando  fé  entrega  alas  manos  de  Mazarino ,  comò  a  Pa- 
drino, corno  a  Maeftro,  Por  manera,  que  el  reynar  nucftro  Luis  lo  debe  ala 
naturai  generacion  de  fus  Padres  :  però  que  tan  felizmentc  reyne  ,1o  debc 
alos  cuydadofos  defuelos  de  fu  Miniftro  Mazarino:y  no  empezò  antes  nue-? 
ftroPrincipeaviuir,  o,  areynar,quea  reconocerfeen  cdad  ,  y  en  eftado 
obligatiffimo  a  Mazarino  :  defdclas  primeras  fajas  deue  nucftro  Principe  a 
Mazarino  los  lauros ,  las  palmas ,  las  vi^orias ,  por  las  fatigofas  induftrias 
dccftcfiel  Miniftro  fue  crecicndo  eftc  principaliflìmo  hijo  de  la  YglcfìTia: 
aunno  grande  cn  la  cdad  nucftro  Rey,  ya  fue  maxime  por  laprudcncia 
fcliz  de  nucftro  Emincntiinmo  :  antcs  que  pudicffe  conoccr  monftruos ,  ya 
fue  Poliocratcs ,  y  Hercules  :  los  prefaglos  de  tan  continuada  fclicidad  co- 
Hocio  nucftro  Rey ,  aun  cn  los  crepufculos  de  fu  minez  :  por  el  Emincntif- 
iìmo  Mazarino .  Las  battallas ,  las  vii^orias ,  las  efpcdiciones ,  los  Cercosi 
losaiTaltosapenasfoncreybles,  corno  lo  publican  diferenicsProuinciasdc 
Europa .  Sobreuino  la  paz ,  con  que  el  Imperio  Frances  no  folo  quedò  vfa* 
no ,  fino  aumcntado ,  y  el  quc  antes  hccho  pcdazos  cn  faccioncs  bclicas ,  fc 
rehizcr  para  fu  Rey  a  folicitudes  de  nucftro  Eroe .  Finalmente  pafmado  ci 
Orbe  todo,y  apcnas  creycndo  lo  que  cftaba  viendo,  gozò  paz  vniucrfal  con 
la  concordia  del  cafamiento  del  Chriftianifsimo  Rey,  con  la  Infanta  Catoli- 
ca.  Ylomasadmirablccs,  que  fé  cfeóluafle  a  ingcnjofa  induftria  de  eftc 
Paraninfo  Cardcnal,  y  afsi  con  mucha  razon ,  y  propriedad  podrc  dccir  del 
difunto ,  que  lloramoslo  que  del  gran  Tcodofio  dixo  vn  Orador  Frances  « 

§luien  dice  que  le  compete 

Soi$  es  pojjtlfle  afu  arte  ^ 

LagrandeT^a,  de  efìe  Marte 

^n  ejirecha  carcel  mete  ♦ 
Vcncio  las  cfperan^as  de  todos,  yaun  los  dcflcos  de  todos. Vcn ciò  ci  Emi* 
nentifsimo  Mazarino  con  la  gcncrofidad  de  fu  corazon ,  en  guerra ,  cn  paz* 
ea  fclicidad:  pufo  a  Francia  en  ccrminos  de  no  poder  nnas  con  cantas  dichasj 

Ato- 


F    V    N    E    B    a    E.  -^ 

Atbnka  Ho»!»  ù  àdmìn  :  la  pofkridàà  dudarà ,  fi  Francia  deuc  mas  al  E» 
minentirsimo  Mazarino ,  o ,  porque  la  coronò  con  lauros  vi^oriofos  cn  la 
goerFa  -,  o  por  quc  coronò  las  vi(aorias  con  la  paz.Afsi  fé  defcuella  Mazarh- 
Ro  :  afsi  brilla  cftrella,  yì  Marte,yà  Concordia,ya  Himeneo.  En  todas  eftas, 
y  tan  grandts  proczas  ,y  muchas  mas  que  fepulto  con  el  filcncio ,  por  las 
«n^afìias dclticropo, yafuer de Cofmografo Cirio  Io  inmcnfo  enbrcucsli- 
fitas  i  fucra  fuperfluo  valerme  de  eloquentes  iìguradas  locucioncs ,  quando 
no  folo  mi  pequefiez,  fino  aun  la  mas  iìliftca  eloquencia  del  Orador  mas  fa- 
cendo ,  qucdara  oprimidà  del  pefo  de  tantas  glorias .  Llenenfe  de  cllas  las 
hilWias ,  que  la  mas  prolixa  Ics  fera  fiemprc  corta , 

Bafte  en  efte  apararo  funeflo  alentar  el  intento ,  que  al  principio  propufe, 
ycs  que  Mazarino  contraxo  con  Francia  vnos  comò  remedios  de  deipofo- 
lios ,  cntrcgandofe  rodo  alas  Francefas  lifes ,  y  que  la  Cafa  Real  de  Francia 
?e  entregò  toda  a  Mazarino  con  reciproca  total  entrega .  Yafsi  por  cafi  veyn- 
te  anos,  quanto  luftrofo  a  gozado Francia  ('quc  eslaazucena  entre  todas 
Jas  del  orbe  vnica)  fé  lo  deue  todo  a  Mazarino .  Pero  con  la  totalidad  que  el 
Eminentifsimo  fé  entregò  a  Francia,  a  los  Reycs ,  a  las  Reynas  5  (  y  por  de- 
drlo  en  vna  paiabra)  a  toda  la  Nacion  Franceft ,  afsi  en  pacifìcos  retornos,y 
correfpondencias  puntuales,  toda  Francia  fé  entregò  en  las  manos  dcirEmi'- 
nentifsimo  Mazarino ,  vnarefiida  competencia,  dcqual  auia  de  eceder  a 
qual,  o  Francia  en  beneficiar  a  Mazarino,  ò  Mazarino  en  render  à  Francia 
cbfequios  tan  crecidos ,  quc  la  eloquencia  no  puede  celebrarlos .  •  >n 

«-  Porlo  qual ,  endcrc^ando  a  ti  mi  oracion ,  hermofiflima  Roma ,  efplen- 
dor  de  toda  Italia ,  prodigio  de  Europa ,  fenora  del  Orbe  ,  dire  vna  vez,y  re- 
pctirè  muchas ,  que  io  quecn  lulio  JMazarino  fc  defcuella  hafta  lo  fumo  de 
la  grandc^a ,  lo  deue  a  la  corona  Real  de  Francia,y  todo  lo  que  Francia go^ 
rcfloreciente  lo  debe  principalmente  a  Mazarino  .  Francia  recebio  de  Maz- 
zarino quanto  brilla  cn  pujante  grandeca  :  però  no  villanamente  ingrata, 
fino  generofamente  reeonocida  fé  ritorna  a  Mazarino  quanto  tiene  de  glor 
riofa,de  trionfante ,  de  opulenta^y  paraque  Mazarino  no  desfallecieflè  en  U 
cmprefa ,  fé  le  dio  toda  Francia  hafta  el  vltimo  aliente  de  la  vida  ,  y  Maza- 
rino reconipenfandole  à  Francia ,  rindio  hafta  el  alma  en  vtilidad  del  bien 
publico  ,  oftentandofe  fi  caritatiuo,  jufto  correfpondicnte .  iti 

La  naturai  gcnerofidad  de  Mazarino  (  mis  oyentes  )  debe  fer  efculpida 
en  etemos  bronces ,  pues  intrepido  fc  arriefgò  al  peligro ,  porque  el  bien 
publico  no  padecielTcy  quedaffe  fin  Icfion  el  real  pundonor .  Por  erto,  vna, 
y  otra  vcz  fc  deftcrrò  a  fi  mifmo  (  a  imitacion  de  los  Atenienfcs  )  para  que 
Francia  go<jafle  de  fi  mifma ,  Paris  de  fu  Rey ,  el  Rey  de  fu  Palacio,  y  Corte, 
Deucncl  Rey,yel  Reyno alas finezas^e Mazarino  elno  reparar  en  pro- 
prias  incomodidades ,  ni  reufar  difguftos ,  ni  gaftos  ;  antes  imitador  de  Io* 

-.— .  ^  nas, 


IO  E     L     O     G    I     O  ^ 

nas  5  voluntario  fc  ofrecio ,  para  cipcrimentar  fi  verticndofc  cftc-oko  >  abo^ 
naji^ariala  borafca  fiera .  Efta  fue  accion  Eroycà ,  Romana ,  Chriftiana ,  o«t 
jBccer  la  Vida  propria  por  la  vtilidad  publica  por  el  comun  bien  tlel  Reync^ 
no  por  hazanas  folamente  efclarecidas/ino  por  conftancia  magnaninia,quq 
nucd  fer  inuidiada  (permitafeme  ci  decirlo  affi  ),hafta  ro^arfe  con  milagro- 
fa,  de  que  foy  teftigo  libre  de  toda  fofpechaj  pues  le  vi  fagrado  por  el  Rey  ^ 
.y  por  el  ReynO*  Tanto  que  paraque  Ics  fucefos  tubieflen  los  efedos ,  <juq 
acoftumbra  obrar  la  diuina  proqidencia  crecio  entre  los  golfos  de  la  contra- 
dicion  (corno  dicen  eruditos  de  la  naturale^a  del  Balfamo  ,  que  crece  entre 
ias  heridas)  y  corno  la  palma  entre  las  enormidades,de  las  rcueldias  rcuer-: 
decio pompòfo .  lutni  1m  •n";c<Ti';    -  .  ■ 

Rclliruydo,  pues,  nueftro  (  permitafeme  ci  deeirlo  afilj  Moyfes  pruden- 
tiffimo,  y  benigniffimo  con  fu  manfed umbre  ,  trocò  alos  que  antes  enemir 
gos,  enreuerentcs,  y  atrozmenteinjuriado,  nadie  quedò  con  el  recelodp 
aucrle  fido  injuriofo .  t 

Contrajo  nueftro  Eminentiffimo  enfermedad  tan  prolija,  y  cruci  por 
fruto  dela  paz  eftablecida,y  del  cafamiento  efeótuado  a  pefo  de  fus  fatigas  > 
a  dcfuclos  de  fus  iuduftnofas  diligencias,  que  aruynada  fu  {àlud,  quedò  im- 
poffibilitado  a  los  exercicios,  que  le  eltauan  a  voces  llamando  la  pax  de  Eu- 
ropa ,  la  eftabilidad  de  Francia,  proeza  (o  Dios)  tan  nueua  ,  comò  vtil ,  y 
tan  digna  de  no  olbidar{è,quanto  de  efculpirfe  cn  bronces .  Murio  Maxari- 
no  en  el  parto  de  la  paz  felicilfima.  Viuiopoco  para  fi ,  y  todo  viuio  para 
nosotros .  Y  aun  (  para  que  te  admires,  y  amcs  Chriftiano  )  en  los  mifmos. 
dolores  de  fu  enfermedad,  enei  confin  de  la  vida  ,yde  la  muerte  ardia,  y 
crecia  con  el  defmayo  delas  fuerzas  corporales  el  zelo  de  la  ìf  glefia  Catoli- 
ca  .  Mas  animofo,  que  le  permetia  la  enfermedad,  perfuadio  al  Chriftianif- 
fimo  Rey,que  arme  efquadrones  contra  la  hereticas  fedas,y  fuerzas  del  Pa- 
ganifmo ,  y  en  los  vltimos  articulos  del  viuir  eforta  el  Rey  paraque  afifta  a 
la  Yglefia,yaUmperio  contra  las  tiran ias  Otomanas.  Que  comò  entendia 
jnentras  viuia,  que  lapurpuraque  vellia  era  rayo  de  diuina  luz  ,  deftello 
dela  Pontificia,  con  que  ilultra  el  cuerpo  miftico  de  Chrifto ,  affi  muriendo 
centellò  fu  efpiriiu  rayos  para  deftnfa  de  la  Catolica  Yglcfia .  Però  à  mi  na- 
nada  mearraftra  mas  la  atencion;  ni  me  confuela  mas  en  tamana  perdida , 
comò  el  ver  a  vn  hombre  occupadiffimo  tan  entregado  a  morir  Chriftia- 
namente,  y  a  las  difpoficiones  de  pio  y  catolico  moribundo .  O  yo  me  en- 
gano,  o  le  puede  decir  que  Mazarino  imitò  lo  que  fé  dice  en  el  libro  de  los 
Macabeos  ablando  del  Magno  Alexandro  (  dice  el  tefìo  Sacro  )  cayòenla 
Gama,y  conocio  que  muria.  Y  delpues  de  todo  efto  .  O  admirables ,  y  eftu- 
pendas  inconftancias  )  comò  decia  al  principio  )  de  las  cofas  humanas  • 
Quando  fubimos  a  la  altera ,  fomos  derribados,  de  repente  dcsfallecemos , 

y  corno 


|5  V  N  E  B  R  €,'  „ 

y  corno  iuen«  no*  dcfatamos  cn  nada.  Y  deipucs  de  todo  cfto .  Quc  cs  todo 
«ilo?Perruademe(Oy«ntcsmios)  quc  noslo  dcfcifra  la  grata  memoria 
«Jceftcvaron  a  to<^as  luca  grande  >  <\ue  jajuas  Io  olbidarà  Ja  poftcridad, 
Pcfpuesdc  todo  eilo>csdcciren  epilogo  :  defpucs  de  fer  gencrofo  pim^ 
-pollo  de  vna  cftirpe  loable,  defpucs  de  muchas  prendas  de  naturale^a,  quc 
«fi  tocò  cn  prodiga  :  defpuesdc  vn  aguaiero  de  fucefos  afortunados  :  dcf- 
pur s  de  mucfaos  gloriofoscmpleos  en  pai,  y  cn  guerra  fclizmente  logrados: 
4kipucs  de  muchas  politicas  adniiniftracioncs  coronadas  con  fauftos  fucc- 
^os:  deipues  de  los  teforc5> que  podian  competir  con  los  de  Crcfo ,  y  Lucu- 
jo  adquiridos  Chriiìianamcnrei  defpues  de  tan  celebrada  fama  derrama- 
•da  poi  ci  Orbe>  y  plaufiblemcnte  aclamada:  defpucs  de  losincanfables  cuy- 
<iado$  del  Reyno;  deipues  de  losfelices  jubilos  de  la  paz  cfìabkcida ,  y  cfti- 
luada,  de  ambasCpronas  confcdcradas ,  fi  antes  araftradamente  difcordcs  ; 
licfpucs  (  por  no  dccir  mucho  mas,  corno  pudiera,  fin  rozarmc  en  lifongero, 
aanque  atropcllando  los  limitcs  de  vna  breue  Oracion  )  de  tanta  humana 
felicidad?  que  fé  a  vencido  en  los  barrios  de  prodigiofa;  la  claufula,  y  termi- 
no cs>  el  fatala  todosloshombres  tancomun  corno  tremendo:  Defpucs  de 
todoefto,cayQenUcaraaemminentifrimoMazarino,yIo  quc  yo  mas 
pondero,  y  lo  que  deben  mas  eftimar  todos  los  que  Chriftianamentc  fien- 
tcn>es,  quc  con  fingular  mifericordia  de  Dio$conociò  que  moria, 

Sobre  manera  vano  Nabucodonofor  vio  en  fueno  aquclla  foberuia  efta- 
tua,cuya  cabe^a  era  de  oro  acrifoIado,ylospies  terrizos.  Fabricòvn  dcfignio 
de  clla,y  eilr^nando  b  baxcca  del  barro,  pufolc  pies  de  oro  de  martillo  ♦ 
Preguntarascuriofola  caufa.Parèlabreucmcnte.  Raro  cs  entre  los  Princi- 
pes,  y  poderofos,  el  que  fé  Acuerda  de  fu  6n ,  y  de  fus  pofcrimcrias ,  todos 
facudcn  de  fi  la  memoria  de  la  mucrtc,  que  nos  reduzc  al  barro  de  nueftro 
principio,  y  cafi  todos  afedan,  corno  elÈmperadorluftiniano ,  adulaciones 
de  inmortales.Bien  teftificado  tencmos  elto,Romanos,cn  vueftros  antiguos 
Empcradores  cn  fus  fuperltitiofas  ceremonias,  y  piras ,  con  que  aun  muer- 
tos,  fc  hazian  confagrar  por  Diofcs  .  FXta  ley  inuiolablc  del  morir,particu- 
larmcnte  a  los  que  pifaren  las  gradas  mas  akas  de  la  fortuna  ,  es  dura .  0 
muertfy  queatnarga  es  tu  memoria-^  aunque  alque^o:^a  de  trcin  quiUpaZ  !  lulio 
Mazarino  dio  paz  a  Europa  defuftanciandofe  para  confeguirla.Que  hombrc 
huuo  particular  que  gozafle  de  riquezas  tantas ,  y  que  fuefie  de  ellas  tan 
maniroto  ?  Fue  hombre  tan  quieto,  que  ni  los  anfiofos  dolores  de  la  muer- 
te,  ni  ci  tener  y  a  abierta  la  fepultura  pudicron  cmpanar  la  fcrenidad  de  fu 
magnanimo  cora^on,  y  afl[ì  U  nnuerte  de  nueftro  EminentifTimo  Mazarino 
nofueobradefortalczavulgar,finodefingulargracia  del  Padre  de  laslu- 
ces .  Quien  de  los  deftc  figlo,  de  los  amadores  de  la  fortuna  defea  mas  feliz 
fuccfo^.  El  EB)in«i;itij0rim<?.Ma2,grino  fubliroado  a  los  mas  altos  pucftos ,  n 

la 


t^  ELOGIÒ 

la  mayor  opulencia,  a  lo»  aplaufos  mas  agradablcs^fabc  défjprtìiderfe  àt^ 
tulos,  y  dcfortunas.  Todo  fé  cntrcga  a  la  mcditacioni  de  là  mucrte,  iodo  fc 
difponc  al  feretro,  fé  confiderà  cn  ci  tumulo,  y  anticipando  con  la  confidc- 
racion  fu  mucrte  ,  beuc  el  caliz  defabrido  de  fu  amàrgura.  Tconocio^tie 
wem.Recibe  reuerentedelaYglcfialos  Sacramentós  fàgrados  .  T conoce 
que  moria .  Y  citando  entero  en  fus  fcntidos ,  fuplicò  a  las  Magcftades  Chri- 
ftianifllmas,  que  lo  dcjaflèn,  y  fixando  los  ojos  en  Chrifto  crucificado ,  cer- 
cado  dePrclatos,deSaccrdotcs,yReligiofoscon  alicntos  vigorofos,  con 
pafos  intrcpidos  pifa  los  vmbralcs  ofcuros  de  la  muerte .  Affi  auia  de  mo- 
rir, no  el  Emperador  Vefpafiano,  fi  no  el  Eminentiffimo  Ma7arino,en  pie , 
aducrtido,  y  ablando  :  affi  auia  de  efpirar,  el  que  afpiraua  a  la  corona  por- 
tantos  titulos  merecida  enla  eternidad  ,  comò  piamente  podemos  creer. 
Muerto  dixe  que  es  el  Eminentiffimo  Mozarino  ?  nò  digo  que  es  mucrto , 
fino  que  viue  i mortai  cn  la  iluflre  fama  de  fu  celebre  nombre  aplaudido  en 
todo  el  Orbe  :  viue  cn  la  memoria  de  fu  cfclarecidas  obras  ctcrnizadas  en 
los  bronces  de  las  noticias  venideras ,  pues  antes  naceran  las  yeruas  enlos 
fenos  mas  profundos  de  la  tierra,  que  ceflen  las  Naciones  todas  de  clogizar 
fus  grande^as  :  viue  en  los  pcchos  gencrofos  de  fus  cordialcs  amigos .  Viue 
cn  Tos  engazes  de  los  cora^ones  gratos  que  eternamente  moftraran  ferie  a 
beneficios  fobre  grandes  repetidos ,  fin  que  jamas  la  polilla  infame  de  la  in^ 
gratitud  pueda  corner  las  telasde  los  cora^ones,  que  conferuan  fus  dulces 
memorias .  > 

Però  a  donde  camina  efte  enigmati  co  emblema  taraceado  de  muerte ,  y 
vidà  ?  Quiza  efta  confiifa  memoria ,  erta  mefcla  de  eftrcmos  tan  opueftòs 
d  puefto,como  en  fìel  contrafte  de  vn  pefo,a  mi  cracion,  que  teme  fu  vltima 
claufula,mirando  la  vida,ymucrte  de  nueftro  Eminentiffimo  adornada  co 
timbres  tan  gloriofos .  Aunquc  con  mas  razon  pudiera  temer ,  que  fiendo 
la  materia  inmenfa  cefalTe  entre  lagrimas  lavozen  ellas  anegada  .  Però 
donde  fenece  tal  vida  (documento  grande  a  nueftra  mortalidad)  debej 
tambien  paufar  el  elogio .  Ley  es  cftablecida ,  inuiolable  el  morir  •  Però  lo 
que  vueftro  Seneca  difufa ,  y  eficacementerepite  es  que  la  muerte  de  fu  na-<^ 
curaleT^a  es  indi  ferente.  Que  tal  fea  en  cadauno ,  no  me  pertenece  el  aucri- 
guarlo  :  però  la  de  nueftro  Eminentiffiimo  Mazarino  la  curiofidad  querra 
inueftigarla . 

El  fcpulcro  de  Augufto  fue  erigido  fbbrc  la  corcoua  de  vn  eminente  ar- 
co, comò  refieren  los  Romanos  anales  .  Nueftro  Eminentiffimo  Mazeri- 
no  nacio  cn  Roma  (  no  dejo  de  nacer  en  Paris  )  ni  muere  fino  triunfando  j 
porquefila  piedad  comoes  jufto)  pideque  creamos  que  triunfa ,  quien 
recebidos  legitimamente  los  Sacramentós ,  a  vifì^  de  la  fefial  de  nueftra 
falud  Chrifl»  crucificado ,  cntr^oraciones  de  Saccrdotcs,  y  Religiofos,  cn* 

tre 


F    V    N    E    B     E.  ij 

trclagnmasìleaIeS)yP?ikcicgas,entrcru{pirDS  demos  ^c  fìeies  amigos^ 
entre  triftes  lamentos  de  la  populofa  PariS)  entre  rogatiuas  corriunes ,  y  pu^ 
blicas  en  los  fagradps  Templos,  concurriendo  en  I21  muerte  de  nueftro  Emi- 
hentiffimo  todas  eftas  cofas  Juntas ,  parece  que  no  pueda  duciar  la  piedad 
Chriftiana,  de  que  morio  triunfante  ^ 

Si  fc  defcaen  la  muerte  la  conftancia ,  y  fortale^a ,  Mazarino  recebio  fu 
muerte  animofo  >  y  aun  alegre .  Si  preguntares  de  fu  intrepido  vigor ,  y 
viueza  :  dire ,  que  fue  ygual  al  quc  tubo  ^n  la  efpedicion  de  los  negocios 
hias  infricados,  y  corno  lampara ,  que  amaga  el  apagarfe ,  centelleò  en  fa 
muertCj  mas  lucida,  rejouenecio  enei  vltimo  periodo  de  fuvida  laviueza 
de  Mazarino,y  para  eltupendo  prodigio  de  la  pofteridad,  ^  vida  tan  efcla- 
rccida  fé  le  figuio  muerte  no  menos  plaufible  a  fuer  de  Spi,y  de  Ellrellas,que 
al  tiempo  de  pifar  las  rayas  del  Ocafo  entre  las  inquietudes  de  fu  incanla- 
ble  mouimiento  lucen  mas  refplandecientes  :  no  le  faltò  en  fu  Ocidcntp  ^ 
nueftro  Eroe  la  viueza  j  antes  corno  porcion  nobilifllma  de  la  participacion 
de  la  naturaleza  diuina  al  tiempo  de  apagarfe  corporalmente,  centelleò  con 
mas  esfuerzo  .  La  caduca  lampara  de  la  vida  de  Mazarino  ,  tributando  la 
comun  penfion  de  los  hombres,no  fé  apagò  con  los  agua^eros  de  la  muerte 
tempora!,  antes  abra^andofe  con  ella  placida,  y  pacificamente  ,  le  aileguran 
lucimientos  eternos .  Y  affi  ("Oyentcs  mios  )  lì  fentis  con  migo  Chriftiana- 
mente,  ^1  vltimo,  y  mayor  elogio  de  nueftro  Eminentiffimo  Mazarino  ,  e$ 
el  mirarlo  morir .  Vedlo  ,y  aganfe  fuentes  vueftros  ojos,  y  fufridme  vn  po- 
quito ,  paraque  a  benigna  tolerancia  vueftra,  tome  feliz  puerto  mi  Oracion. 
■<:  En  piuma  erudita  del  gran  Bafilio  ,  todo  hombre  es  pintor,  mientras  vi- 
uc,  en  efte  vafto,  y  grofero  faco  de  corruptible  carne,  y  con  el  pinzel  de  fu$ 
Goftumbres,  y  obras,  pinta  algo  a  la  eternjdad.  Efto  es  en  nueftro  Mazarino 
lo  eftremado,  lo  glpriofoj  y  lo  que  debe  de  fer  inuidado ,  que  fiendo  tan  in- 
clito a  todas  luces,taniluftreenfus  obras,  claufule  fu  vida  preciofa  en  los 
ojos  del  Senor.  De  que  modo  imaginais  efto  en  vn  hombre,en  vn  Chriftia- 
no,envnCardcnal  Eminentiffimo?  Oyd  a  Plinio puntual  obferuadorde 
li  naturalez,a .  La  mas  primorofa  arte  del  Pintor ,  donde  apura  mas  fu  dc^ 
ftreza,  cs  en  dar  la  deuida  perfecion  a  los  eftremos  de  el  cuerpo ,  que  pinta , 
Entre  aora  San  Geronimo ,  y  nos  efplicarà  al  intento  la  propriedad  de  la 
comparacion  ;  en  los  Chriftianos  (  dice  el  maximo  Dodor  )  no  fé  a  de 
atender  tanto  al  principio,  comò  al  fin.  Solo  aquel  viuio  feliz ,  que  dexò  U 
vida  fantamente.  El  mayor  priuilegio  de  la  diuina  gracia ,  y  la  mayor  mife^ 
ricordia  del  Padre  de  ellas,es  que  nueftro  Eminentiffimo  Mazarino  (aun 
fefagenario  )  claufuia  vna  iluftre  vide  con  la  muerte . 
■    Aqui  apelo  a  vueftro  cuerdo  juicio  (  O  ycntes  mios  )  y  pido  vueftro  de- 
fapaiìonado  parccer .  Que  os  parece  entre  aquel  vltimo  aparato,  que  hiio 

nueftro 


14  "E    V    O     G     IO 

hueftro  Eminéntifllmo  algunos  dias  ante  de  fu  fin  ?  Moria ,  ò  Viufa  ?  ci  quo 
cn  fu  entero  acuerdo  dexò  magnanimo  en  fu  teftamento  tan  opulentas  tì-?» 
quezas  :  el  que  tratò  cafamientos  tan  nobles  de  fu  familia  :  ci  que  auia  in-- 
ftruydo  vn  Key  mas  celebre  por  la  virtud,  que  por  el  cetro ,  y  corona  :  el 
que  inftruyò  al  Delfin  mas  plaufible  :  -el  que  concordò  difcordes  hermanos 
Principe^  enetnigos  :  el  que  al  Ércules  Frances  Principe  de  Condè  le  mcreciò 
afedo  hafta  verter  amargas  lagrimas ,  y  darle  abra^os  tan  fuertes  ,  que  de 
cllos  pudiera  el  diamante  aprender  fortaleza  :  el  que  vio  anegarfe  en  lagri-^ 
mas  la  cafa,  follo^ando  los  Prclados,  Uorofos  los  Principes:  el  que  fé  defpi-* 
dio  vltimamcnte  de  las  Mageftades  Chriftianillìmas  :  efte  (  digo  )  pufo  to- 
dos  los  cuydados  en  lo  deleznable  de  nueftra  mortalidad ,  y  todas  las  aten- 
ciones  en  la  falud  de  fu  alma  :  y  para  afìegurarla  mas  cierta  ,  defpues  de  abec 
recebido  con  fuma  veneracion  el  eftremo  focorro  fàcramental  de  la  Yglc- 
fia,defleò  recebir  la  bendicion  Apoftolica  de  Alexandre  VII.  Pontifice  Ma- 
ximo (  que  fellamente  gouierna  la  naue  de  la  Yglefia  Catolica  )  y  para  dexar 
fu  afeóto  imprefo  mas  efprefamente  echò  el  fello  a  fu  finceriffima  obedien- 
cia>  entregando  vna  carta  modefta,  y  pia  para  la  Santidad  de  nueftro  Pon- 
tifice  fumo . 

Refiere  el  antiguifUmo  Iftoriador  Erodoto ,  que  el  mas  dieftro  arquitc. 
€to  de  fu  figlo,  defpues  de  aber  leuantado  vn  fumptuofo  tempio ,  en  que  fé 
compitieron  la  naturaleza,  y  el  arte,  recibio ,  y  obtuuo  a  ruegos  la  muertc 
cn  premio  de  fu  obra  .  El  tempio  perfecionò  Mazarino  Principe  de  la  pru- 
dencia,  tam  dicAro  tradador  de  negocios  arduos ,  que  nò  rindio  a  otro  las 
primacias  :  el  tempio ,  digo  ,  de  la  Paz  en  Reales  matrimonios .  Pues  mas 
condigna  recompenfà,  y  premio  no  le  podia  dar  Dios  ,  que  fenecer  fanta- 
mente  fu  vida  ,  fiendo  tranfito  (  corno  piamente  creemos  )  a  m.as  feliz  . 
Quien  puede  reprimir  lagrimas,diciendo,  y  oyendo  efto  ? 
t.c  VejEminentiflimo  Mazarino ,  y  deja  efta  mortai  incofrancia  :  Ve ,  Eroe 
gcnerofiflìmo,  y  dexa  efta  caduca  vida ,  que  (^como  nos  enfenan  los  oracu- 
losdiuinos)  dà  continuas  bueftas  corno  rueda,  fuge  corno  fombra,  corre 
corno  preflurofo  Correo,  camina  comò  ligera  naue,  vuela  comò  aue,  rom- 
pe el  ayre  comò  faeta,  fé  precipita  comò  rayo,  pafa  comò  imagcn ,  defpa- 
rece  corno  figura,  y  fc  defata  en  ceni^as,  en  pauefas,  y  humos.  Ve,  Principe 
amantiffimo  .  Però.  Hay  \  Hay  |  Quan  otro  de  ti  mifmo  !  Ayer  rico ,  opu-r 
lento,  oy  defpojo  de  vna  caxa  funefta,  y  prifioniero  de  h  muerte .  Ayer  en 
los  palacios  anchurofos  colgados  de  brillantes,  y  ricas  telas,  oy  en  vn  ango- 
ftoferetro,  y  en  vnfcpulcrooprimidodepefàdas  piedras  .  Ayer  cercado, 
affiftido  de  cortefanos ,  defpidiendo  refpedofas  veneraciones ,  oftentando 
mageftades  fagradas  del  Colegio  Apoftolico ,  oy  folo ,  v  en  filencio  ea  las 
opacas  fombras  de  la  muerte.  Ayer  efplandor  de  la  Romana  Curia  5  gloria 

«i.fivA.v4  de  la 


F     V     N     E     B     R     E.  15 

deiaItaiia,gouierno  de  la  Francia,  hermofura  de  Europa,  oyenvn  mo- 
mento (  que  ailì  vuela  momentanea  la  gloria  del  mundo  )  apenas  queda 
foloel  eco  de  tu  nombrc  grande.  Affi  perece  la  gloria  mas  vfana  de  nue- 
ftra  mortalidad  :  dice  pia>  y  erudita  la  purpura  de  Fedro  Damiano  :  elaue 
oy  'vifte purpura  ,  mamna.  le  encierra  njnnhediondet  fepultura  :  el que  oy  impera- 
ua  a  todos ,  mamna.  es  vilpajio  de  afq^uerofosgufanos  ;  oy  ijijìe  reales  infmias  > 
mamna  le  cubren  de  andrajofospanos  :  oy  brilla  coronado  enfuklime  folio  5  w^  - 
nana  jace  en  infepulcro  marchitO'^y  hechopodre . 

Muerto  eftas  f  verdad  es  Cardenal  Eminentiflìmo  )però  viues  mejorado 
en  fuerte,  y  fi  no  falen  fruftrados  nueftros  defleos,  y  ruegos)  viues  en  refri- 
gerio de  tu  alma ,  y  de  gloria ,  ò  en  efpcran^a  cicrta ,  ò  pofleflion  pacifica 
jamas  perturbable ,  veftido  ya,  ò  que  prefio  veftiras  otra  purpura  mas  fina. 

Ve,  pues  (Eroe  magnanimo  J  que  entre  aquellas  lucidifTimas  manfiones 
('corno  lospedimosafeduofos)  tendras  mas  propicia la  Deidad :  ypues, 
mientras  viuiflc  entre  nofotros ,  lleuafic  ci  oficio  que  te  dio  ci  Cielo  5  pro- 
figuelo  en  las  eternidades»  Ve,  y  en  el  Cielo,  donde  eftà  la  Caridad  perfeifìa; 
exercitala  con  la  Romana  Catolica  Yglefia ,  y  focorre  a  los  fielcs  centra 
los  dogmatizantes  hereges,  contra  la  tirania  Otomana . 

Ve,  vltimamcnte  (  inclito  Principe  )  y  a  tu  Rey ,  y  nucftro ,  a  ambas 
Reynas,  Real  familia,  y  todo  ci  Reyno  colma  de  beneficios  ,  y  profigue  lo 
que  hizirte  en  vida  mortai  en  procurarles  felicidades ,  y  con  poftuma  pru- 
dencia  reciue  (  a  fuer  de  fenix  )  en  los  fucefores  Miniftros  de  nucftro  Rey- 
no ('Dios  lo  agaj  parapoder  con  ci  pefo  del  gouierno  de  tan  numerolb 
pueblo .  Y  paraque  affi  fea  faufta  ,  y  felizmente  ,  y  para  honra  de  Yglefia 
viua  el  Pontifica  Sumo  Alexandre  lucngamente  a  beneficio  de  el  mundo . 
Luis  Rey  hijo  de  los  primieros  de  la  Yglefia  ,  ya  triunfante  ,  ya  pacifico ,  el 
verfe  Padre,  pues  tiene  ya  efperan^a  de  {èrlo  :  a  las  Serenifsimas  Reynas  vi- 
das  de  figlos,  pai  al  Reyno,fortale2.a  a  los  exercitos,  fidelidad  a  los  Scnado- 
rcs,  y  quietud  al  Orbe  Chriftiano . 

Y  nofotros  que  vimos  vida  tam  iluftre ,  con  la  piedad  deuida ,  profiga- 
mos  cn  tener  eterna  memoria  del  Eminentifsimo  Mazarinoj  a  quien  ('mien- 
tras viuio  )  fuimos  finceramente  afedìuofos . 
Ore  tnandado  )  orad  deuow . 


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ELOGIO 

F VNEBR  E 

DELLEMINENTISSIMO 

CARDINAL 

M  AZ  ARI  NO. 


IN  ROMA ,  Nella  Stiimparia  della  Reuercnda  Camera  Apoftolica 

M.  DCLXI. 


Con  licenza  de\  Suferiori . 


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ALL'ECCELLENTISSIMO  SIGNOR 

DVCA  MANCINI, 

O  N  altro ,  Eccellcntifllmo  Signore ,  che  vn  famo- 
fo  Apel  le ,  &  vn  vircuofo  Lifìppo  per  i  loro  gran  ta  - 
lenti ,  Tvno  nella  Pittura,  e  Taltro  nella  Scultura  ot- 
tennero di  rapprefentare  del  grand* Alcfl'andro  la 
pcrfona  '.Quantum  porro  di^nitatis  a  Ke^eAleffan- 
dro  trihutum  arti  exijìimamus  ,  ^«;  fé  fingi  ah  imo 
Afelle-i  0*fingiaLifppotantumtnodo  loluit .  Dice 
Valerio  il  Maflìmo  .  Dunque  non  altro  che  vn  fa- 
mofo  ,  e  virtuofo  compofìtorc  traslatar  douea  la  faconda  Oratione  fune*- 
bre  di  quel  gran  Mazarini ,  che  à  guifa  d'vn  nouello  Aleflandro  per  le  fue 
prerogatiue,  e  virtù  ,  meritò  d'impoHefìarfi  dell'affetto  d\n  mondo  intie- 
ro. A  me  duuque  sì  degno,  e  virtuofo  impiego  conceder  nonfidouca, 
mentre  ben  conofco,  che  qual  cieca  Talpa,  &  ottenebrofa  Nottola  priuo 
del  lume  dell'eloquenza  mi  ritrouo .  Pure  per  cfeguir  i  cenni  di  coloro  , 
che  come  miei  Superiori  humilmente  riuerifco ,  intraprendere  i  loro  com- 
mandi ne  fono  flato  coftretto.  Hauendo  prefo  ^nimo  per  ciò  fare  dall'hauer 
ben  conofciuto  nel  progreflb  della  mia  traslatione ,  che  fra  l'altre  virtù 
fenza  numero ,  che  in  quel  grand'Eroe  deirEmincntifUmo  Cardinal  Ma- 
zarini fuo  degno  Zio  fi  ritrouauano  ,  vna  fra  l'altre  fi  era  di  volentieri  ag- 
gradire di  ciascheduno  i  feruigij  benché  piccioli  fi  foflero .  A  V.E.  dunque 
lamia  traslatione  prefumo  dedicare  , fermamente  fperando nella  fua  ma- 
gnanima protettione,  che  ì  guifa  d'vn  nouello  Mazarino  ,  farà  per  riceuerc 
di  buona  voglia  quefto  mio  picciol  dono ,  qual  ritrouandofi  aggradito  dalla 
fua  EccellentifTima  cortefia ,  farà  fimilmente  dalla  benignità  d'ogn'altro  ri- 
ceuuto,  mentre  io  di  tutto  cuore  »  &  humilmente  glie  lo  confacro  .  Roma 
IO.  Maggio  156^1. 


:<\1i  T;:>^ 


-urr  Di  V.E. 


Humilifs.  e  deuotifs.  in  Chrifto  Scruo 

t'rcL  Cirillo  di  Termine  Carmelitano  Reformato  del  primo  Infituto 
della  Prouincia  di  Monte  Santo . 


ALL' 


ALL  EMINENTISSIMO 

PRINCIPE 

AN  TONIO 

CARDINAL  BARBERINI. 

Segno  non  picciolo  della  mia  douuta  feruitù  la  prou 
vbbidienza ,  che  rendo  a  i  cenni  di  V*  E.  in  ramme- 
morare le  glorie  deirEminentifsimoCardinal  Maza- 
rini  nella  funefta  cógiuntura  delle  fuc  eflecjuic;  men- 
tre ho  incontrate  sì  grandi  le  difficoltà  di  fodisfare  al 
pefo  di  quell'impiego ,  che  fono  reftato  confufo  di 
mentCjed  atterrito  d'animo  j  e  forfè  haurò  fuperato 
me  medefimo,  auualorato  dalla  rifleflìone ,  che  deb- 
ba  femprc  vn  fedcl  feruo  vbbidire .  Ha  voluto  V.E.  in  quello  pubhco,  e  do- 
lorofo  fpcttacolo  ,  che  la  baflezza  del  mio  dire,  nobilitata  dall'autorità  de* 
fuoi  comandamenti,  fueglila  rimembranza  dVn  Perfonaggio ,  che  merita 
Timmortalità  del  nome ,  per  far  conofcere  al  Mondo ,  ch'ha  Ella  vna  pia ,  e 
«nerofa  applicatione  di  contribuire  à  perpetuar  la  memoria  de'  grandi  E- 
roj  »  Ho  io  per  tanto  vbbidito  i  fenza  la  necefsità  di  mendicar  dall'ollenta- 
tiqne ,  ò  dairarte ,  le  lodi  di  colui  >,  che  ne  ha  lafciata  la  materia  non  meno 
abbondante ,  che  (ingoiare .  Mi  fono  afteuuto  dall'adulatione ,  non  ricer- 
cata dai  foggetto  »  non  permenàmi  dal  Luogo ,  e  finalmente  non  abbraccia- 
ta dal  mio  genio-  Ho  rapprefentate  le  grandezze  del  propollo  Eroe  in  va 
funefto  apparato  j  Si  ora  confegno  volentiejìi  alla  Pofterità  la  defcrittione  di 
«juclle  gloriofe  operationi  \  c'hebbero  già  per  teftimonio ,  e  teatro ,  l'Euro- 
pa intiera ,  proponendomi  folo  di  non  lafciar  fepolto  nella  tomba  dell'obli' 
uionc  quefto ,  qualunque  fiafi ,  picciol  fegno  della  mia  feruitù  ;  e  per  tale  ri- 
fpctto  nondourò  forfè  cffer  tacciato  d'ambitiofo,ò  d'audace,potendo  maf- 
fimc  l'appoggio  del  patrocinio ,  &  aggradimento  di  V.  E,  dar  luce,  e  fplen- 
dorc  all'ofcurità  del  mio  llile  .  Et  all'È.  V-  profondamente  m'inchino , 
Pi  Roma  il  primo  di  Maggio  }  é(Jl , 


ELO. 


E   LOG  io' 

;        "F  VN  EB  R  E- 

DEI  voluntate  mìjfus fum i  ^ui  fecit me quajì Patrem  :  (^ Do-, 
minumvniuerfa  Domuf,acPrincifemifiommn^erra. 

GtnefI  45. 

A  vita  de  gli  Huomini,  Eminentissimi  Principi  -,  Nobi- 
lissimi Vditori,  eflcre  vn'ornamento  vanO)  ohimè,  pur 
troppo  ce  l'infegna  oggi  refiempio  lagrimeuole,  ma  chia- 
ro ,  dell'Eminentiflimo  Mazarini .  Quel  tanto,  che  ci  di- 
mollrano  frequentemente  le  ftanze  Regie,  ò  l'abbondan- 
za con  le  ricchezze,  ò  l'altezza  con  le  dignità,  ò  la  rara  ec- 
cellenza con  ramicitie,non  efìer'altro,  che  vn'apparenza,  e  vanità  del  Mon- 
do, già  la  morte  del  primo  Miniftro  della  Francia  chiaramente  il  palcfaj  par- 
lo di  quel  Miniftro ,  perla  cui  preminenza  più  facile  farà  il  defiderar  in  que- 
llo Mondo  grandezze  eguali  alle  fue,  che  ritrouarle  .  Ma  oh'  che  dolore  ca- 
giona la  morte  d'vn'Eroe,  ch'elkndo  immatura  per  l'età ,  atroce  fi  manifefta 
con  la  Francia,  acerba  fi  dimoftra  con  l'Europa,  ed'importuna  fi  {perimenti, 
dal  Criftianefimo .  Già  dunque  auuifati  fiete,  ò  Mortali,  <:on  quella  prefèn- 
te  fciagura ,  con  quefta  pompa  funebre  del  Cardinal  Mazarini ,  per  ogni  ra- 
gione Eminentiflìmo,  efler  disi  fatta  guifa  il  Mondo  incoftante,  che  la  me- 
defima  porpora  Cardinalitia ,  di  repente  fi  conuerte  in  cenere ,  e  di  fubito  fi 
riduce  al  niente.  ItxVolmturOrhii  . 

ConJìiXt-y  eterna  pofìtumque  le^e  ejiy 
Vtconjìetgenitumnihil, 
..  Dirai  dunque  col  fauio  Salomone ,  ò  Curiofo,  che  l'Eterno  Dio  con  l'in- 
fallibile  ruota  le  fublimitàcon  le  baflezze  fi-apone,  6^  qtcAfpila  ludere  in  i^o 
orbe  fuhiunari',  attefoche  perauuentura  dal  fallace  Mondo  s'apprende ,  non 
•douerfi  fperar'altro,  dopò  tanti  fafti  ripieni  di  marauiglia,e  fplendore ,  che-» 
vna  vita  tranquilla ,  &  vn  piacere  ftabile  nel  polìefìo  de*  beni  acquiftati  j  e 
pur'oggi fi fperimenta il  contrario ,  mentre  terminandoli  periodo  de*  fuoi 
giorni,  e  da  vna  fomma  altezza  di  profperità  dilungandofi  ,  racchiufo  in  vna 
breue  Tomba  fi  vede  qucU'Eminentiflimo  Giulio  Mazarini  >che  tenendo  le 
redini  a  i  maggiori  affari  del  mondo ,  come  gli  altri ,  alla  fine  alle  communi 
mifcrie.di  quefta  carne  mortale  fottopofto  fi  mira.  CogitAtiones  mortdiurn 
timide -i  ciT*.  inceruprouiilenti^e  nofirit ,  tua^  aut  em-y  Pater^  Prouidentia  HomineSy 
T^iiìiones-)  Re^nacpie^ulfetnat  ^  .  .  .  .•.-.!••.  ,:    • 

§  2,  Sit 


3^  ELOGIO 

Sif  iUa  lu dit ,  fcfuas proha t  njtres , 

Ma^numqaefui  monjìratojìentum-,  ft^uis 

Vifatur  l 'vnA  (ìratus-,  acjxlix  hora  , 
Ma  oh* quanto  è  véro,  che  ah'eftreme  felicità  fuccedono  l'efli  cine  difau- 
ucnture  i,  e  ria  la  mia  mente  fu  purtroppo  prcfaga  ,  che  dopo  lame  alteizc 
i'Vitinie  ruinc  icgiiir  doueano .  Ijen'c  noto  à  Parigi ,  compendio  det  Mon- 
do tutto  t  e  fai  tu,  Roma,  Città  Santiifima ,  anzi  della  Santità  ftefla  ben  de- 
gna kà^-i  quanto  fpcifo  quel  facro  detto  delff  clciìailico  fu  da  me  promui- 
cato  (  Cum  confum^uerit  Homo-itiaicinctpiet  )  (^ando  fi  giudica  Taluno  nel- 
le t»nndeiie  maggiori  delle  ftie  fortune  trouarlì,  all'ora  vie  più  fi  vede  fatto 
bcrfa2,lio  delle  miierie  ;impcrcioche  di  tal  conditione  è  THumano  lignag- 
gio, che  in  vna  ruota  incollante  la  nollra  natura  fragile  rapprefenta  j  eper 
dirla  in  vna  parola ,  tale  appunto  fi  è  la  fortuna ,  e  tali  fono  le  vicendeuolci- 
ze  di  quello  Mondo  j  onde  ben  difle  Seneca,  che  (^uic(}unì ad  fnmfffifm per- 
uenit ,  ad  exitium  properdt  )  Mira  digratia,ò  curiofo  ,  che  girando  perpetua- 
mente col  Cielo  il  rifplcndcntG  Sole  ,  e  i'vniuerfo  tutto  con  la  fua  luce  illu- 
firando  ^  peruenuto  appena  col  fuo  lucido  moto   .>iraliez7a  della  fua  sfera^ 
quafi  trionfando  dell'ofcura  notte  ,  pur  corre  prccipitofo  verfo  l'ccccfo . 
Rifeuarda  fimiitnente  gl'iik-iTì  folgori,  e  le  fatile,  che  inalzare  appena  dalla 
!oro  agilità  natiua  verfo  la  più  fottilc  ,  e  la  p/ù  fredda  Regione  dell'Ae- 
re, precipitano  di  repente  quaggiù  nella  Terra  ,  doue  prodotti  ne  furono . 
Quindi  c'infogna  dottamente  quell'Tccellentirtìmo  Ipocrate,  fra  i  Medici  il 
gran  pi incipc,  che  fé  Taluno  gode  vna  vigorofa,  e  perfetta  falute ,  che  Arle- 
ticadalui  vtcn  detta,  fcnza  dimoia  dcuecauaifi  dei  fàngue  ,  efareà  rimedi) 
òpportum  vn  fiettolofo  ricurfo  ,  aln-gnandone  dioò  la  cagione  (ne  ex  co 
qnod'N.atuytt  eodcm  infìatu  vc^juit pcrfn.int-i\'^  abrupto  impttu-,  cafuquc  repenti- 
no ,  'vttcìproyuAt  in  interitum]  Oh'  marauigliofe  dunque  vicendeuolezze  del- 
Tvmane  mifcrie  j  Oh'  altezze  ruinofe  de  gli  honori  più  grandi;  Oh'  liupen- 
de  ficurezzc,mà  d'incertezza  ripiene, mentre  non  poiìon  credcrfi  permanen- 
ti e  cortami  quelle,  che  con  gli  occhi  lì  mirano,  e  con  l'orecchie  s'intendo- 
no I  Mirate  di  gratia,  Vdirori,  che  peruenuto  fopra  ogni  effempio  alla  fubli- 
mità  delle  grandezze  quefto  grand'Eroc,  di  cui  celebriamo  l'eilequie ,  e  fog* 
inetto  al  colpo  di  quella  Parca ,  che  nulla  lì:ima  gli  altrui  trionfi  .  Dirò  dun- 
que ciò,  che  ne  fento ,  Vditori ,  e  con  vna  Euangelica  libertà  promulgherò  i\ 
veto  5  come  in  quefto  Ecclelìailico  pulpito  fi  conuienc . 

La  Vita  de  gli  Huomini ,  fecondo  gl'infegnamenti  d'Agollino ,  e  fomi- 
^lianteàlvetro,che  quanto  più  è  nfplendcntc,  tanto  più  e  fragile  ;  S^:  in  ve- 
ro quefto  medefimo  fplendore  ,  e  queU'iitclla  fragilità ,  formano  lo  fpecchio 
Jf'ìfallibilè della noftra  mortai  conditione.  Ecco  appunto  quefto  fpecchio, 
d'ogni  macchia purifiimo,  benché  da  funebri  apparati  coperto,  manifcih 

alla 


F     V    K     E     B    R     E.  5 

ilk  noftrà,  &  alla  futura  età ,  il  nome ,  &  i  gclH  del  gran  Maiàrini ,  con  vni 
^olorofa  mefchiania  di  luce ,  e  di  tenebre .  Egli  dunque  Italiano,  e  France- 
ic,  valorofo  Soldato ,  e  Dottor  celebre ,  Secolare  inlìemc ,  e  di  facra  porpora 
ornato,  foraftiere  ,  e  Cittadino,  eftranco,  e  doméftico,  fauorito,  &  amico  de' 
RegfiCome  di  Gufai  fi  legge  con  Dauidde,dimoftratofi  irà  le  più  graui  turbu- 
lenze  à  guifi  del  rifplcndente  Sole ,  che  dopò  l'ofcurità  della  notte ,  ò  de' 
nembi ,  più  beilo,  e  più  gradito  raflembra ,  quando  con  iftupore  del  Mondò 
-hauea  riunite  con  vn  bel  legame  di  pace  l'emule  Monarchie  >  diuentò  non- 
dimeno preda  mifèrabile  della  mòrte .  ■  i'A 
^'^i^Edeccoui  ,òfublimi  Ingegni,  nella  profeiUone  del  dire  marauigliofa-j 
Tnente  fecondi ,  vn'ampio  campo  di  lodi;  mentr'io  non  prefumo  di  poter 
lodare  à  baftania  la  angolarità  di  quel  merito,  che  troppo  le  mie  deboli  for- 
ale trapafl'a  .  Celebratelo  dunque  voi  con  la  più  grand'cnergìa,  e  con  la  dol- 
ce facondia  di  Parnafo  ;  affinchè  fappia  il  Mondo  tutto ,  &  ammiri  oflèquio- 
fo  le  prcrogariuc  del  noftro  Eroe ,  la  difcendenza ,  l'indole,  il  genio ,  il  fapc- 
Tc  ,  e  la  fbauità  del  dirc,all'acuteiza  dell'ingegno '.congiunta .  Ne  crediate , 
-che  m'inganni ,  Vditori .  Si  tratta  di  palefar  l'eccellenza  d'vna  fortuna,  e  la 
■grandezza  di  quel  valore ,  che  difficilmente  s'intende .        "  " 

Io  fratanto  per  non  cffere  ingrato  ,  a  chi  debbo  fempre  conftantemcnte 
vbbidire,ad  effettuar  Tintraprefo  impiego  m'accingo  ^  e  fé  voifiete  anfiofi 
^i  fentire  vn'Elogio ,  proportionato  al  merito  del  noftro  Eroe ,  à  me  non  è 
"pcrmeflo  far'altro  con  l'infufficieoza  del  mio  dire ,  che  fuccinta ,  &  inade- 
guatamente formarlo . 

- 1=  L'Eminentillìmo  Giulio  Cardinal  Mazarini  alla  Francia  totalmente  (1 
diede ,  e  la  Francia  medefima  alla  di  lui  perfona  con  reciproco ,  oc  amorofò 
laccio  s'vnì.  Egli  benché  defbnto  vn'altro  Giofeppe  mi  raflembra ,  che  ra- 
gionando mi  guida .  Con  la  fua  {corta  dunque,  per  quanto  mi  farà  conceflbj 
i  marauigliofi ,  &c  egregi]  fatti  del  Gouernator  della  Francia,  fotto  il  coman-^ 
do  di  due  Criftianifiìmi  R  egi ,  breuemente  difpiegherò  .  Dei  'voluntaie  mif" 
fus  fum ,  quifecit  me  quafì  Patrem ,  (3^  Dominum  'vniuerfe  Domits-i  et  Brinci-' 
petit  in  oinni  Term .  '  '^  r!*^:-":! 

Fu  ben  nota  dell'Eminentiffimo  Giulio  Mazarini  la  ftirpe ,  dilatata  nel 
Genouefato ,  nella  Sicilia,  e  nell*  Vmbria ,  e  la  Madre  di  lui  della  Bufalina 
Profapia  fu  degno  Germe .  Trouàndofi  ancora  fanciullo ,  le  fue  vittorio- 
ic  operationi  diedero  accertati  prefagij  de'  fuoi  futuri,  e  glorioll  fuccefll  J 
Apparentato  dopò  con  rUlullrifTime  Cafate,  Mancini,  Martinozzi,  e  Muti, 
fbtto  la  tutela ,  e  patrocinio  de  gli  Eccellenti ITìmi  Colonnefi  trattenendoli^» 
non  con  palio  vulgare  alla  fortuna  fauoreuole  incammino/Il  ;  affinchè  non 
ctfendo  il  minore  in  Italia,  ne  anche  foflc  il  minore  fra  Grandi  •  Auanzauafi 
intanto  il  noftro  Eroe  all'imprefe  maggiori  con  l'aiuto  di  quel  gran  Mecenar 

-  §  3  ^e» 


,^  ^     l.     O     G     I     O 

4€  5  che  vien  palcfato  i)eircfternc  infegne  dall'Api,  e  come  caratteri  ind^kbi- 
Ji  neirinterno  d^l  petto  la  magnanimità ,  la  fede,  il  candore,la  liberalità  del- 
J'animo  racchiudeua  j  e  fi  come  pregiauafi  d'amar  tutti ,  così  tutti  all'amor 
iuo  felicemente  attràeua .  Caminando  per  lo  fentiero  di  tutte  le  vinti,  e  eoa 
^ran  prudenza  nello  llato  della  giouentù  regolandofi,  meditò  attentamente 
(come da  fuoi  ragionamenti  priuati  fi  raccoglieua)  di  fperimentar tutto 
oucUo,  che  in  vna  perfbna  priuata  può  cagionar  la  fortuna;  anzi  per  più  Cri- 
ftianamentedifcorrcrc,  meditò  di  fperimentar  quel  tanto,  chelaDiuina 
ProuidenzaairVmana  mente  prepara  .  L'acutezza  dVn'ingegno  fublimc 
palesò  giouane  di  poch'anni ,  all'ora  che  ritrouandofi  nel  famofo  Collegio 
de.la  Compagnia  di  Giesù  inqueft'Alma  Città  di  Roma,  non  folo  fuperiorc 
à  gli  altri  nelle  facoltà  minori  fi  dimolhò,  ma  anco  ,  guai  Portento  delia  na- 
tura, follenendo  publicamente  rAftrologiche  quellioni  fbpw  U  Cometa  in 
ijiiei  tempi  nuo.uamentc  apparfa ,  alla  fine  con  applaufo  vniuerfale  la  peffo- 
na  del  gloriofo  Sant'Ignatioin  vn  Dramma  Sacro  viuamentcrapprcfentò  . 
Fallato  nella  Spagna ,  in  quel  Complutenfc  Collegio  ben  valorofo  manife- 
ftolTi  ,  quando  fra  le  publiche  acclamationi  con  la  laurea  dell'vna ,  e  l'altra 
Legge  nobilitato  fi  vide  .  Già  la  fagacità  del  fuo  fpirito  chiaro  il  rendeu* 
|)er  le  vicendeuolczzc ,  e  di  pace ,  e  di  guerra ,  e  per  l'imprefè  egualmente  di 
Marte ,  e  di  Minerua  »  Appreiloil  Commiflario  Sacchetti  nella  Valtellina 
diede  i  primi  ^ggi  marauigliofi  de'  fuo  gran  talenti  j  e  ciafcheduno  per  vn 
foggetto  attiilìmo  all'imprefe  maggiori  ragioncuolmcntc  l'apprefe .  Per  lo 
fpatio  di  tré  anni  continui,  non  giunto  ancora  alli  trenta  dell'età  fua,ne'  po- 
litici diportamenti  con  i  Principi  d'Italia  ,  di  Spagna, di  Francia  ,  e  di  Ger- 
fnaiiÌ4>  ammirabile  riufcì  ;  onde  i  fijoi  futuri  congiunti  vn  chiariilimo  fpecr 
chio  ritroueranno,  in  cui  filmando  attentamente  lo  fguardo,  per  l'Eroiche  at- 
tiofli  di  lui ,  hau^r  potranno  vna  fondata  (peranza  di  grandi,  e  fac  li  auanza- 
meati..  Di uenuto egli  intanto  vn  prodigio  4'Europa ,  per  gli  Vffici ,  Prela- 
tura, e  Legationi  ottenute,  flabililce  i  fondamenti  di  quella  l'otte,  douc  i  più 
valorofi  Giganti  delle  Corti  ardirebbero  appena  d'indrizzare  il  pcnficro.  Of- 
fertofi  dopò  a  i  Gigli  della  Francia,  inuigilò  talmente  fopra  le  felicità  di  quel 
Regno,che  reftano  troppo  inferiori  al  fuo  merito  nel  Mondo  tutto  gli  eccef- 
fi  dello  Itupore , 

.  Ma  chi  farà  di  sì  poca  prudenza  dotato ,  che  l'affetto  portato  dalla  Fran- 
cia à  quello  grand'£roe,per  cordiale,e  marauigliofo  non  ralfembri  ?  E  quin- 
di in  parte  (i  cagionò ,  cred'io,  che  amò  egli  con  impulfo,  &  iftinto  tanto  ef- 
ficace la  magnanima  fincerità  di  quel  Regno  ,quand'anco  v'era  non  molto 
ben  conofciuto  .  Per  palefare.la  corri Ipondenza  dell'iilelTo  amor  fuo  non 
jiodf »  <iltro  più  tenace  penfier  nella  mente ,  che  d'impiegarfi  con  attioni  di 
prudenza ,  di  fortezza ,  e  di  fedeltà^,  in  feruitio  dVna  Monarchia  sì  felice.. 

Siami 


F     V     N     E     B     R     E.  ^ 

-  -  Siami  ormai  teftimonio  di  quefta  verità  quell'eroica  imprefa ,  da  lui  frut» 
tuofamente  tentata  ncH'aliedio  di  Cafale,  la  qual  pur  merita  titolo  di  Prodi- 
gio i  ne  forfè  può  vantarne  vna  fimile  l'antichità  rinomata .  Trouauafi  afle-r 
diata  quella  Città  da  gli  Eferciti ,  Spagnuolo ,  e  Germano,  &  era  difefa  dal* 
la  protettione  della  Francia  ,  fotto  ,  il  profpero  ,  e  coraggiofo  gouerno 
deirEccelIentifllmo  Marefcial  Torafle;  vi  fi  trasferifce  con  velocità,  per 
.darle  aiuto  ,  e  fcccorfo  ,  TEfercito  Francefe  j  ed  ecco  glifi  fa  incontro  il  ne- 
mico .  Le  due  Nationi ,  per  rinouar  le  proue  del  lor  valore  ,  eran  già  pronte 
con  l'orridezza  del  ferro  allo  fpargimento  del  fanguc  .  Già  nel  campo  apert 
to  d'vn  largo  piano  la  gente  di  Francia  da'  fuoiGouernatori  guidata,fi  rifue- 
gliaua  alla  zuffa  .  Già  le  due  Parti  attentamecte  mirandof? ,  minacciauanfi 
reciprocamente  le  più  barbare  ftragi  ;  con  ordinata  difpofitione  di  caualli,  e 
pedoni ,  ingombrauano  il  piano  i  Francefi ,  era  occupato  il  vallo  da  ^i  Spa^ 
gnuolijgià  leuate  da  fodri  le  fpade,con  vna  bella  ordinanza  di  mofchettieri, 
•con  vn'aggiuftata  difpofitione  d'artiglieria  ,  e  di  Caualli  leggieri ,  ambe  le,» 
parti  la  propria  vittoria  congrand'ardor  meditauano;  quando  il  noftro  Eroe 
trouandofi  nel  fior  della  gioucntù ,  e  mollo  da  vna  Criftiana  pietà  ,  affinchè 
il  fangue  di  sì  immerofo  ftuolo  di  fedeli  non  fi  fpargefle,con  marauigliofa  in- 
duftria,  con  incredibile  felicità ,  cun  prodigiofo  coraggio,  pafla  più  volte  da 
cvn'efercito  all'altro ,  difcorre,  negotia,  fprona ,  follecita  ,  perfuade ,  &:  in  tal 
•  guifa  gh  animi  contrari]  di  que'famofi  Condottieri  reciprocamente  compo* 
ne, che  gli  vni ,  e  gli  altri ,  ad  aftenerfi  dall'imminente  combattimento  di 
buona  voglia  s'accordano  ;  e  finalmente  con  vn  fol  cenno  di  cappello  ,  come 
•che  ehiamafie  tutte  le  fquadre  nemiche  ad  vna  bella  libertà  ^pace^jface^  cfcla- 
-tn^usi-ipace^  pace-fVvno  -i  e  l'altro  Eilcrcito  replicando.  Quindi  cambiatali 
<juella  furiofa  tempefia  di  guerra  in  vn  bel  fereno  di  pace  ,  depofìa  la  feroci- 
tà dell'animo ,  gettate  l'armi ,  fcambieuolmente  s'abbracciano ,  e  colorò, 
■che  fembrauano  poch'anzi  irreconciliabilmente  adirati,tenendofi  per  la  ma- 
no gioifcono  ,  e  quallfican  ne*  conuiti  vna  tanto  inafpettata  concordia  .  Fu 
.di  maggior  marauiglia ,  e  ftupore  ,  che  reftò  Tvna ,  e  l'altra  parte  vittoriofa 
fie'  fuoi  difegni  ;  onde  fi  godè  tranquillo ,  e  fi  curo  il  frutto  di  quella  pace  . 
Quertc  magnanime  imprelè  ,  tentate  dal  noftro  Eroe,  preparauan  gli  ftimo- 
ii  alla  futura  corrifpondenza  di  promiilloni ,  e  d'afletto,ch'cflercitar  doueali 
fra  l'Impero  Francefe ,  e  l'ifteflb  Cardinal  Mazarini  »  Quindi  non  dee  alcu- 
no ammirarfi,  fé  da  quel  tempo  in  poi  fu  Egli  grandemente  ftimato  dall'E- 
minentifiTimo  Cardinal  Duca  di  Richiheu>anzi  ben  conofciuto  per  vno  di 
queigrand'Huomini ,  che  bilancian  gli  affari  >  quanto  fi  vagliano .  Non  de- 
uc,  dico,  partorir  marauigha,  s'Egli  per  l'auuenire  fu  amato  oltre  modo 
dall'Inuittiffimo,  e  Criftianififìmo  Lodouico  XIII.  ilgiuiio  degnamente  co- 
gnominato ;  fé  rvno  5  e  l'altro  da  Vrbano  Vili,  di  fanta  memoria  la  facra 

§  4  por- 


g  ELOGIO 

porpora  gl'impctraronoj  e  fé  per  vltimo  poco  dopo  l'vno^e  l'altro  auuicìna- 
ti  alfepolcro ,  il  Cardinale  per  fuo  fucceflore,&  il  CriftianilTimo  Re  per  prir 
mo  Miniftro  del  fuo  Regno  ,  per  l'oracolo  della  Regina  Madre ,  e  per  Aio 
della  gemina  Regia  Prole ,  l'elefìero .  Et  in  vero,  Vditori ,  fu  auuenimento 
purtroppo  raro,  che  il  Mararini  afnikfle  Patrino  del  noftro  Rè ,  all'ora  na- 
to nauellamente,  e  dal  Cielo  con  ifpecial  Prouidenza  conceflb,per  douer'ef- 
ferc  delitie  del  Mondo,  e  fondamento  ficuro  dell'Impero  Francefe^Patrino, 
dico,  nel  facro  fonte  del  Battefimo  5  anzi  quella  fortuna  in  così  fatta  guifa 
non  hebbe  forfè  alcun'altro  ne'fecoli  trapallati  ^  mentre  il  noilro  Lodouico 
Diodato  ritardato  per  lo  fpatio  di  vent'annià  comparire  alla  luce  del  Mon^ 
do  dopo  il  felice  fponfalitio  di  Lodouico  XlII.  e  della  Regina  ,  fuoi  Genito - 


gli 
Oh'  bene  auucnturate  mani  di  te,  glorioìiilimo  F.roe,fcelte  à  folìeuare  il 
Primogenito  della  Cafa  Reale  dall'acque  torbide  delle  turbolenze  del  fuo 
Regno.  Cooperala  àrendereCriftiano,chi  per  legge  ereditaria  nafceua 
Criftianifsimo .  Ti  rendetti  malleuadore  di  quei  Crilliani  fentimenii,  che  à 
"loria  diDio,&  à  lode  della  tuapiaeducationc,doueuano  riufcire  l'Idea  d'vn 
veramente  Criftiano  Monarcaj  onde  bene  tutto  ciò,che  rifplendenel  noftro 
Rè  Criftianiflimo  con  l'acclamationi  del  Mondo,  attribuire  alla  prudenza 
del  Cardinal  Mazarini  principalmente  fi  deue,  come  a  Patrino,  Aio,  e  fcor- 
ta  ficura  delle  più  gloriofe  operationi .  Che  regni  Lodouico  XIIII.  al  pre- 
iente ,  all'ordine  della  Real  difcendenza  s'afcriua  -,  ma  che  fignoreggi  felice- 
mente ,  è  vanto  proprio  di  quella  vigilante  prudenza  ,  che  (piccò  nel  Mini-> 
ftrojondeil  Re  non  incominciò  pri.naà  regnare,  che  con  nodoindiflolu* 
bile  non  fi  conofcelle  tenuto  a  quel  gran  Moderatore,  ch'anfiofamentc  pro- 
curò fempre  di  adornar  con  palm;  vittorlofe  la  fanciullezza  Reale,  d'accre- 
fcere  i  trionfi ,  e  le  grandezze  di  si  pjtente  Monarca  j  e  ben  fanciullo  anco- 
ra potè  fembrare  vn  nuouo  Ercole  nella  culla,vincendo  fortemente  i  moltri, 
|>ria  di  conofcerli .  In  tal  guifa  le  benedittioni  del  Cielo  opraronfi  à  rende- 
re intiera ,  e  compita  la  felicità  della  Francia .  Ma  Dio  Immortale ,  quali,  e 
quante  furono  le  magnanime  imprefe ,  le  gloriole  vittorie,  che  fotto  il  co- 
mando del  Cardinal  Mazarini  s'ottennero  ?  Non  v'è ,  chi  non  fappia  quella 
di  Rocroy,  di  Tionuille ,  di  Grauelinga ,  della  Germania  inferiore  lìn'à  gli 
vltimi  confini  del  Reno ,  della  Catalogna,  della  Fiandra,  e  finalmente  deli* 
iftefià  Italia,c  mar  mediterraneo .  Si  conchiufè  pofcia  la  pace  tra  i  Franceiì, 
e  i  Germani,  e  ne  reftò  pure  ingranditala  Gallica  Monarchia  ;  e  trouandofi 
la  mcdefima  Francia,che  fuol  domar  l'altrui  forze,dalle  fue  guerre  ciuili  agi- 
tatajcol  valorC}$c  induilria  del  noibo  £roe  al  Tuo  Criftianiillmo  Rè  vbidien- 

te  fi 


FVNEBRE.  p 

te  fi  refe .  U  Mondojche  merita  vna  taccia  di  ibuerchia  facilità  nel  credere, 
fi  marauiglia  pure  >  &  appena  crede ,  che  fìafi  effettuata  col  mezzo  dVn  feli- 
cifJlmo  matrimonio  quella  sì  bella  concordia  fra  il  Criftianiflìmo ,  &:  il  Cat- 
tolico Rè;&  appunto  anche  al  valore  deli'indcfeflb  Miniftro  queft'acclama- 
to  auuenimento  s'afcriucj  onde  non  fenza  gran  ragione  potrò  io  applicare  a 
querto  grnnd'£roe,  di  cui  oggi  celebriamo  rerièquie,ciò ,  che  quel  famofo 
Órator  della  Francia  del  gran  Teodofio  acutamente  diccua  (  anguflè  fonu- 
nam  tuam  expendit ,  qtrifquis  id  de  te  tantum ,  quodferi  poteft-,  credit .  )  Certa- 
mente Toperationi  del  Cardinal  Mazarini  vinfero  la  publica  efpettatione,  Se 
in  vn  certo  modo  il  polTibile  .  Con  la  generofità  nella  guerra,con  Tinduftria 
nella  pace,  e  conlVna,  e  l'altra  >  nel  corfo  della  fua  collante  felicità  ,  dipor- 
tofll  Egli  in  jnaniera,  che  la  Francia  medefima  con  difficoltà  fi  persuade,  che 
fi  vniik  à  quello  Perfonaggio  vna  sì  prodigiofa  fortuna  ;  l'Europa  intiera 
ièmprepiù  n*accrefcc  rainmiratione;e  certo  per  tutti  i  fecoli  dourà  dubitar- 
fi ,  fé  più  obligata  à  quello  fapientiUìmo ,  e  feliciilimo  Cardinale  fi  ritroua 
la  Francia ,  ò  perche  Egli  coronafle  con  le  vittorie  le  guerre,  ò  perche  inghir- 
landaffe  con  la  pace  le  vittorie  .  Benché  vna  lì  foffe  la  portentofa ,  e  maraui- 
gHofà  flella  del  Mazarini ,  tramandò  pure  infiuffi  vari),  ma  fauoreuoli,  e  per 
la  guerra ,  e  per  la  pace,  e  per  l'accoppiamento  dVn  félicifTimo  matrimonio. 
Come  voi  ben  v'accorgete,  Vditori ,  altro  non  faccio,  ch'accennar  fola  men- 
te quelle  innumerabili  merauiglie,talméte  incalzandomi  la  breuità  del  tem- 
po, che  all'vfanza  de'  Geogratì,di  racchiudere  il  Mondo  in  vn  breue  giro  mi 
affatico  5  e  vanità  farebbe  d*^implorare  in  aiuto  gli  sforzi  maggiori  della  più 
rara  eloquenza  ,  già  die  la  materia  del  mio  ragionamento,  non  folo  alle  mie 
debolilllme  forze ,  ma  ancora  alla  facondia  d'ogni  perfetto  Oratore  di  gran 
lunga  fuperiore  fr  rende.  Se  è  foggetto  adeguato  ad  vna  prolilVa  llloria ,  non 
ad  vn  Icmplice  Elogio  funebre  ► 

lÌ3LÌ\ì  dunque  Vditori  ,in  quella  flinella  pompa  d*^efléqure  rammemorar 
quel  canto ,  che  da  principio  accennai ,  la  reciproca  corrifpondenza  d'affetta 
fià  il  Mazarini ,  e  la  Francia  ►  Egli  totalmente  a  i  Gigli  d'oro  fi  dedicò ,  e  la 
Francia  con  eguale  fcambicuolezza  d'amore  nelle  fue  mani  fi  pofé  j  onde  le 
maiauiglioie  imp/efe ,  che  per  lo  fpatio  d'anni  venti  in  quel  gran  Regno  fi 
videro,prima  à  Dio,po{cia  al  gran  Mazarini  s'attribuifcono .  Egli  però  obli- 
gatoallsDiuina  Clemenza  in  vn  cumulo^  di  fortune  ,  cosifecroOi  à  Dio,  e 
nodrìfemprei  fènfì  più  zelanti  di  pietà ,- e  di  religione  ,  verfo  la  Cattolica 
Chiefa  -  A  te  dunque  di  nuouo  riuolgendonii,ò  ornamento  dell'Italia,  o  lu- 
minofo  fplendordi  Roma ,  ò  prcgiattflìmo'  Onor  della  Francia  ,  e  prodigio 
d'Europa  ,  non  vna^  ma  più  volte  dirò,  che  quanto  in  te  di  fmgolare  rifplcn» 
de ,  tutto  alla  Francia  fi  deue ,  e  ciò  che  fiorifce  in  quel  Regno,  al  tuo  valore 
particolarmente  s'afcriue  .  La  Francia  per  non  eflcre  ingrata ,  abbondantif^ 

fima- 


IO  E     L    Ó     G     i     O 

fimamentc  t'arricchì  di  fé  ftefla  5  tu  fra  gli  {limoli  dVna"  perfetta:  corridori? 
.  denza  à  lei  obligalli  ogni  penfiero,  &:  attiene  fin'airvltimo  iofpiro  della  tuia 
vita  .  Vn  douuto  olocaullo  (ì  fìima  quel  di  taluno,  che  s'efpone  a  1  pericoli, 
&  incontra  ben  volentieri  la  morte ,  per  raccrefcimento,c)  difefa  del  Regno, 
in  cui  nacque .  Si  ammiri  per  vn'eccef.b  di  amore ,  e  di  gratitudine  ,  ch'vno 
lìraniero  con  pari  ardore  fi  cimentafie  tate  volte  fra  le  militari  fatiche-  E  cer- 
tamente,Vditori,i'innata  gencrofità  del  Mazarini  corrifpofe  pieniffimameri- 
te  a  i  fauori  del  Rè,  mentre  non  paueniò  mai  i  più  graui,6<:  cuidenti  perico- 
li della  morte,  oue  trattoffi  di  foftener  la  Republica ,  e  la  Reale  auttorità:. 
A  quefto  folo  oggetto  con  volontario  efiìglio  più  volte  fi  allontanò  dalla 
Francia,  qualAriftide  fra  gli  Atcniefi  ,  che  coninuitto  oftracifmo  lafciò 
Ipontaneamentc*  la  Patria  .  S'aflentò  egli ,  per  far  goder  la  pace  alla  Francia^ 
al  Rè  Parigi,e  *1  fuo  Regno*,  così  a  guifa  dVn'altro  Giona,volentieri  al  naui- 
fragio  s'cipofe ,  per  ifperimentare,  fefparfo  quelVogho,  purlatempeftà 
•cefla{se  .  Ma  qual  più  grande  attione  ,  e  più  degna  d'vn  petto  Romano,  può 
ritrouarfi  giammai  :  che  impiegare  anfiofamente  fé  ftefso  a  i  vantaggi  della 
RepubUca ,  &  efpor  per  altri  la  propria  vita?  Per  conto  del  nollro  Eroe  fui 
ben'io  teftimonio  oculare,e  ciafchedun  delia  natione  il  confefsa,purche  non 
rifenta  alcuna  puntura  d'inuidiofo  liuorc;  confefìa,  dico ,  efserfi  refo  efsem- 
plare  non  meno  neirEcclefiafliche  operationi ,  che  ammirando  nell'ammi- 
niftration  degli  affari .  Crefceua  di  vigore  fra  le  fatiche  non  altrimcnte ,  che 
vn'odorofo  balfamo,che  quanto  più  rcfta  incifo,tanio  più  foaue,  &  abbon- 
dante humore  tramanda  j  &  a  guifa  di  palma  vittoriofa,  fra  le  turbolenze 
delle  guerre  ciuili,inuece  di  refiare  opprefso  da'  nemicirpiù  gloriofo  riforfe. 
Rellituito  al  primo  impiego,  à guifa dVn'altro  Mosè,  il  più  prudente, ed 
il  più  mite  fra  gli  huomini ,  fi  dimollra  j  mentre  con  pari  demenza  gl'illefsi 
Auuerfanj  già  non  diftingue  da*  partiali  più  cari.Diede  in  tal  guifa  ben  chia- 
ramente à  conofcere  di  non  hauer  punto  memoria  per  l'ingiurie  fotìfertcper 
!e  calunnie .  Vicino  à  confèguir  la  più  eminente,  ed  acclamata  delle  fue  glo- 
rie, nella  conclufioncd'vna  pace  opportuna  alle  due  emule  Monarchie  ,  e 
fofpirata  dal  Criftianefimo  ,  vi  s'impiega  con  tale  ardore,  e  con  fatiche  sì 
graui,  che  può  ben  quefta  riputarfi  cagione  vnica,  ò  principale  della  fua  lun- 
ga irreparabile  infermità  ;  onde  con  doppia  lode  gli  riefce  di  perdere  final- 
mente quella  vita,c'haiieua  tante  volte  offerta  in  holocaufto  alle  grandezze, 
alla  felicita  delld  Francia  .  Oh'  Dio  ,  ò  Angioli ,  voi  ben  fapete,  quanto  fmi- 
furato  fi  fofseil  zelo  di  quel  magnanimo  petto . 

M'infegnano  le  facre  carte  ,  che  la  bella  Rebecca ,  flando  per  ifgrauarft 
ad  vn  parto  di  quei  due  fìgli,ch*efser  capi  doueano  di  due  fattioni  contrarie, 
azardò  miferamente  la  vita,  incominciando  nell'iftefso  natale  i  Gemelli,con 
pericolo  d'vccider  la  Genitrice ,  ad  cfercitar  le  difcordic.  II  noflro  Eroe  coti 

forte 


-F  V  N  E  B  R^  ;  n 

Torte  dfllbruigltaofe  declinato  ad  cflér  Promotor  della  pace  fia  i  due  faraGfifi 
firoiRcgi  5  che  vniti  col  vìikoJq  duplicato  ^cli* affinità,  e  del  fangue  vfrotclf 
li  ben  degnameDteiì  appellano  yccco,  nel  parto  della  pace  racdcfima  gloriai 
famcntc  fi  muore  »  Può  disfi  con  ragione  di  lui ,  che  hauendo  fatti  tanti  bc> 
ncfitij  alla  Francia,  viucfle  alla  Francia  qualche  tempo,  ma  nò  mai  viueficp^r 
kicontinuate  agitationià  feltcllo.  Ma  non  fu  cofadegna  d'incfplìcabile  am't 
mirationc ,  che  il  Cardinal  Mazarini ,  fin  quando  tìaua  per  prendere  Tvltt-^. 
WD  congedo  da  quefta  vita  mortale ,  con  Timpulfo  efHcace  della  fua  piet^  j 
^  religione,  già  protrato  di  forze ,  e  potendo  parlare  appena,  cfortàfse  viuat 
mente  il  Rè  d'inuigilarc  alla  conferuatione  della  quiete  del  Regno,eftirp3nr 
ào  dalla  radice  ogni  turbolenza  infaufta ,  pernitiofa  egnalraenre  alla  Franr 
eia,  &alCrjllianefimo?  Benché  fofsedifpoftilfmio  il  Rè  Primogenito  ddv 
laChiefa  à  concorrere  per  la  depreifione  dell'Ottomana  Tirannide,  non 
mancò  egli  d'aggiungere  alla  naturale  inclinatione  di  Luigi  il  viuoftimolo 
di  Jaguétij  ma  fruttuofe  parole.  Volfe  in  ogni  parte  fodisfar,morédo,al  debito 
di  quella  Porpora,  ond*era  ornato  ,  riconofcendola  per  vn'efpreflb  raggio 
della  Diuinaluce  ,  che  formato  ò^ì  Supremo  Pontefice  Cri fto ,  del  fuo  fan- 
tiffimo  Corpo  ne  rapprcfenta  il  valore .  Dirouui  il  vero ,  Vditori;  niuna  co- 
la più  mi  confola ,  e  riilora  di  guefta  perdita  ,  che  vn  foggetto  Jungamente 
occupato  in  vna  vafta  congerie  di  maneggi  politici ,  e  militari ,  cotanto  ap- 
plicato, e  vigilante  fi  dimofìrafse  nei  punto  delia  fua  morte  a  gli  cfercitij 
della  Criftiana  pietà.  Siami  dunque  lecito  deHaiacra  Hiftoria  de'  Maccabei 
replicar  le  parole  (  Poji  hjec  dsadit  in  ieBum,  tT  cogmuit  qtiod  morerettfr)  Oh* 
marauigliofè  vicendeuòlezze  deirhumane  miférie  !  S'vriifcono  i  precipiti) 
co  i  voli  j  &c  in  breue  fiianifce  quella  grandezza ,  che  fi  pretende  .  Bqn  vi  ri4 
cordate ,  Yditori ,  che  nel  noftro  Eroe  fi  vide  vn  compendio  di  tutte  k  iflaf» 
rauiglie  mondane  ;  e  pure  con  le  doti  fpecialifsime  della  natura,  con  la  pro- 
fondità del  fapere,  con  iprofufi  doni  della fartuna,  contanti  impieghi  di 
guerra,  e  di  pace,  con  le  maniere  inimitabili  del gouerno  politico,  clercitat 
to  à  prò  dVn  Regno  sì  grande,  con  la  frequéza  di  gloriofifsimi  auuenimcfci» 
con  vn  capitale  di  ricchezze.non  inferiori  à  quelle  di  Lucullo,e  di  Cre{b,CQn: 
Tacquifto  d'vna  fama  immortale ,  diffufa  per  l'Vniuerfo ,  col  plaufibile  fu©'? 
cefso  d'vna  pace,che  ha  rallegrato  le  Regioni  più  rimote,  e  finalmente  eoa 
tanti  prodigi)  dcirhumanafehcità,giungeancor*efso  miferamente  alla  tom- 
ba (  Et  poji  h<sc  decidit  in  leBtitn)  sì,  cadde  infermo  nei  letto  ^nià  fi  confidcri 
da  tutti  quelli ,  che  Criftianamente  djfcortono  y  il  lume  particolare  ,  kifpc* 
cial  gratia,  fattagli  dal  noftro  Redentore,  non  à  tutti  concefsa, per  laj^uala 
chiara,  e  fruttuofamente^cònobbe,  che  morir  douca.' {  £t cognouit -, qtiod 

t    Infolito  panie  i  NabucqdijfloforxjulclcfinMjlacrojchc  in  fonno  cgliivide, 

;'        .  haue- 


la  ELOGIO 

hauerc  il  capo  d'oro ,  Si  i  piedi  di  creta  ;  mentre  facendo  formare  la  fua  pro- 
pria ftatua  .  ordinò  ,  non  in  quella  guifa  ,  ma  tutta  d'oro  maflicciofi 
fcbbricafìe.Se  la  ragione  di  ciò  mi  Tara  da  te  richieda 5ÒCuriolb,fappi  efler  ac-i 
caduto ,  perche  di  rado  riefce  grata ,  ò  tollerabile  a  i  Principi ,  &  alle  Perfo- 
ne  grandi  del  Mondo  ,  la  rimembranza  della  morte  5  anzi  ciafcheduno  coli 
l'impuiro  della  natura  fuole  allontanar  la  memoria  del  fato  eftremo ,  &  imi^ 
tando  quel  Giuftiniano  Imperatore,  vuol'elkre  acclamato  da  tutti  con  apt- 
plaufi  d'Immortalità .Quefto  intendeuano,cred'io,con  quella  falfa  confacrai^ 
tione  di  Raggi  Solari  i  voftri  antichi  Imperatori^  ma  s'ingannauano  i  miferi^ 
poiché  la  neceflità  della  morte  è  vn  giogo  vniuerfale ,  e  ben  duro,  principal- 
mente à  coloro  ,  che  nel  grado  più  eminente  della  fortuna  profperafi 
ritrouano .  0  Mors-yquam  amara,  eji  memoria  tua  homini pacem  hahenti .  11  no- 
Itro  gran  Giuho  potè  vantarli  d'hauer  promoila  la  pace  dell'Europa  ;  non  fu 
alcuno  giammai  fra  i  priuati ,  che  fiorillé ,  com'Egli,  di  ricchezze  ,  e  confe- 
guiflè  da  mani  tanto  profufe  le  munificenze  Reali .  E*  amara,  noi  niego ,  la 
rimembranza  delia  morte  à  Colui,  che  gode  la  tranquillità  della  forte  j  ma 
pure  ì\  noftro  Eroe  per  vn  fmgolar  fauore ,  impetrato  da  Crifto ,  vn*ecceflb 
di  vera  fortezza  nel  fuo  paflaggio  dimoftra ,  hauendo  ben  conofciuto ,  che 
queUVltima  indifpofitione  lodeftinauaal  fepolcro  .  Si  vide  fprezzante  del 
colpo  fatale,  benché  felicifllmo  fopra  tutti  gli  Huomini,  &:  inalzato  di  trop- 
po fopra  la  ruota  commune  della  fortuna .  Aflai  prima  di  giungere  all'eftre- 
mo  termine  della  vita,  medita  di  riceuere  coraggiof^mente  la  morte ,  e  con 
i  modi  proportionati  ad  vn  zelo  veramente  CriiHano ,  vi  fi  difpone .  Dopò 
hauer  fortificata  l'Anima  co*  Sacramenti  {antiUimi  della  Chiefa ,  trouandofi 
in  vna  perfetta  cognitiooe  di  fé  medefimo ,  con  inftanti  preghiere  fa  ritirare 
il  Ri ,  e  le  Regine,  che  fi  licentiano  con  abbondanza  di  lagrime  5  e  reftando 
circondato  da  vn'honoreuole  fchiera  di  Prelati ,  Sacerdoti ,  e  Regolari ,  &  il 
croci filfo  Giesù  fidamente  mirando,afpettadiuotamente  il  vicinilUmo  pun- 
to d'efàlare  il  fuo  fpirito .  Cosi,  così ,  vditori,  al  noftro  gran  Cardinale  con- 
ueniua  ;  ne  già  per  acquiftar  la  gloria  vana ,  che  vfurpofli  Vefpafiano  Impe- 
ratore ,  morto  fra  i  negotij,  e  forto  dalle  piume  d'vn  letto;  ma  per  confegui- 
re  in  Cielo  la  corona  d'vna  Gloria  Immortale  col  merito  abbondante  delle 
fueCriftiane,  &: Eroiche  operationi . 

E*  morto  dunque  il  gran  Miniftro  della  Francia .  Ma  che  dico  ?  Nò,  nò. 
Vi  uè  Egli  nella  fama  del  nome  per  tutto  il  Mondo  dilfufa,e  viuerà  mai  fem- 
pre  nella  memoria  de*  fuoi  fatti  eccelfi ,  e  delle  fue  magnanime  imprcfe  j 
pofciache  > 

'--  -  -  j4nte  nafcetur  feges  inprofundo ,  '  :> 

§^km  eius  laudes  Populi  quiefcant .  < 

e  •  Viuc  egli  e  nel  cuore,c  nel  petto  de  gli  Amici>  che  per  veri  tefori  ftimaua» 

-ti  Hi...  mentre 


F     V     N     E    B     R     E.  13 

mentre  dall'applic^uionc  •>  c'hebbe  fernpre  di  beneficarli,  viueado,  reftaroRO 
indifiolubilmétc  rirtrcrti  fra  i  legami  d'vn  grato  aftetto,  e  d'vna  rimembfaiir 
za  coi^antc  •  Furono  così  dalla  ina.  liberaliifima  mano  edificati  ne'  cuori  de' 
Partialifinceri  quei  Tempi; ,  douela  fua  bella  Imagine  fcolpita  indelebile. 
mcmefì  troua» 

Ma  per  qual  cagione  con  la  me{chiania  d'vn'emblematìco  ftìle  ,  rappre« 
Tento  in  quefto  luogo  or  la  vita,  ora  la  morte  del  Maiarini ,  Ah'  che  la  men- 
te confufa  nella  moltitudine  delle  fue  grandc^LZe,  trattien  folpefo ,  e  quafi  in 
ecjuihbrio  il  filo  del  mio  difcorfo .  L'ofletjuiola  mia  lingua  difpicga  con  vn 
riuerente  timore  quella  vira ,  ch'è  d'innumerabili  caratteri  di  gloria  ripiena^ 
che  fomminiflra  vna  materia  fupcriore  all'eloquenza  più  rara ,  GiulUmen- 
tc  per  altro  abborrifce  l'animo  di  rapprefentar  Tempre  la  morte  di  colui,  ehe 
neirimmcnfità  del  Tao  merito  pianger  da  tutti  perpetuamente  fideue.E'  de- 
creto, e  legge  inuariabiie,  che  tutti  gli  huomini  viari  alla  luce  diquefto 
Mondo ,  Tperimentino  vna  volta  la  neceiFità  del  morire  (  Statutum  eli  Ho- 
minibus femei mori  (Quindi  Seneca  elàggera  frequentemente  (Morsjua  na^ 
tura,  indifferensy  quaiis  autetn  ilio,  (ìt-,illud  demàm  opere pr,etium  e(l  )  Ma  quale 
per  Tappunto  fia  ftata  quella  del  Mazarini ,  ben  m'accorgo, Vditori,  che  no- 
dritc  vna  lodcuole  anfietà  di  fapcrlo  - 

L'Iftorie  Romane  raccontano  ,  ch'eflcndo  morto  Ceiare  Augufto,  in  tri- 
buto d'honorc  ,  come  fc  viuo  ancor  folte  ,  fu  portato  il  fuo  Cadauero  per 
quella  Porta ,  ch'era  deftinata  all'ingreflo  de*  Trionfanti ,  Nato  in  queft'Al- 
ma  Città  di  Roma  il  noftro  gran  Mazarini,  non  può  ben  dirfi,  che  muoia  af- 
fatto in  Parigi ,  fc  palla  trionfante  da  quella  vita;  che  fé  la  pietà  conuiene  nel 
maegior  grado  à  Colui ,  che  profelsa  veri ,  &c  efficaci  fentimenti  Crilb'ani , 
}-gii  haucndo  prefi  i  Sacramenti  lantiillmi  della  Chie{a,auanti  l'Autore  del- 
Tiiunìana  fàlute,  che  mirauain  forma  di  CrocifilTojfrà  le  feruidc  orationi  de 
Sacerdoti»  e  Religiofi ,  fra  le  lagrime  della  Regia  bcneuolenza ,  fra  i  pianti 
de*  Cortigiani  obhgati,  fra  i  fofpiri  de  gli  Amici,  fra  i  lamenti  publici  di  tut- 
ta Parigi  ,aU*hora  quando  in  ogni  Tempio  sfauiUauano  accefi  palefementc 
gli  atti  della  Pietà,  ch'erano  indiizza  ti  a  i  fuffragij  dell'Anima  agonizante, 
compifcc  Egli  felicemente  l'efìremo  giorno  della  fua  vita .  Richiedete  Vdi- 
tori,  nel  nollro  Eroe  la  colbnza  delTanimo  ?  Ecco  intrepido,  anzi  giubilan- 
te ,  la  morte  riceue  .  Inueftigate  la  fortezza  del  fuo  petto  ?  Non  trouerafsi  al 
certo  che  nell'Iraprefè  difficili  a  qualche  fegno  il  pareggi .  Rafsembra  Egli 
vna  lampade ,  che  nel  punto  d'eftinguerfi  più  lurainofa  rifplende .  sfiuilla* 
uà  il  chiaro  vigore  del  Mazarini ,  quand'era  proftrato  il  fuo  corpo  intiera- 
mente di  forze .  Può  nomarfi  prodigiofala  morte  di  quell'Eroe  j  mentre  or- 
nata fi  vide  con  attieni  tanto  ammirande;  &c  auanzcrà  forfè  nel  merito  ,  e 
nella  lode  ,i'iftefia  vita  di  Lui ,  apnreflbil  concetto  almeno  della  curiofa  Po- 

fterità. 


ì4  E"L'  o^  c   r'oì: 

fìentà  .  A  guifa  dVn  luminofo  Sole,  e  de'  nrplendenti  Prantri^'chc  prù  bel- 
li apparifcono  ,  quando  tramontano ,  il  noflro  gran  Cai  dinale,  nell'Occafo 
della  fua  vita,vie  più  lhbile>e  vaga,  la  fermezza  dell'animo  fuelatamente  di- 
fcopre .  Fu  quefta  in  Ibnima  per  Giulio  fpirantc  IVItima,  e  la  maggiose  del- 
le Tue  lodi .   Mentre  voi  lo  confiderate  fpirante  ,  Vditori ,  piangetelo  per 
pietà  ,  e  foifrite  alquanto  di  più  la  molcftìa  del  mio  ragionare .  Se  non  langi 
dal  tìne  mi  trouo  ,  col  vento  fauoreuole  d'vna  benigna  attentionc  ,  di  gratii, 
voi  euidatcmi  al  Porto .  Il  gran  Balìlio  nel  fuo  dottiflimo  cómentario  m'in?- 
feg-na ,  che  ciafcun'Hucmo  è  Pittore,  disegnando  per  gli  occhi  della  Pofteri- 
tà ,  come  in  vna  fcena ,  col  pennello  de'  collumi ,  e  dell'operationi ,  ciò  ch'è 
de^no  di  lode ,  e  quello  ancora ,  che  merita  il  biafimo ,  e  la  condannagicnc 
de'Buoni.  In  cesi  fatta  fimilitudine,  per  quella  parte,che  rifguardavna  Pit- 
tura, d'oggetti  gloriofi  ripiena ,  al  noilro  frce  fenza  dubbio  il  Principato  il 
deue  Ailerifce  elegantemente  l'Autor  dcll'Hiftorie  naturali ,  il  gran  Plinio  ■, 
fucceder  di  rado,  che  l'Huomo  eferciti  l'vltime  funtioni  della  vita ,  e  termini 
adatto  lodeuolmcnte  il  periodo  de  giorni  luoi .  Intendali,  di  gratia,vna  voce, 
che  efcc  dal  macerato  petto  di  Girolamo.  NeiCritìiani,  dice  quel  gran 
Dottor  della  Chiefa  ,  non  tanto  fi  ricercano  i  principi]  buoni ,  quanto  il  fine 
virtuofoy  onde  Colui  folanìente,  baffi  à  credere,  che  fia  viiiuto  felice,  il  qua.- 
le  virtuofamente  morì .  fu  gratia  fpeciale ,  come  pcch'anzi  accennai ,  con- 
cefìa  dal  Redentore  al  Mazarini,  che  tanto  gloriofamente  morihe^  nèf  ù  pri- 
uilegio  inferiore ,  che  sì  lodeuolmente  viuefìe  per  lo  fpatio  ai  cinquantanoue 
anni .  Facciamo  bora  vn'altra  ponderatione ,  Vditori .  Che  direte  di  quell* 
indcfefla  applicatione  alle  cofe  grandi,  da  lui  rimollrata  pochi  giorni  pri- 
ma t  che  morille .  Conofcendo  l'Eminenza  della  fua  conditione ,  i'jncfplÌT 
cabili  qualità  del  fuo  ilato  ,  con  nuoui  fegnalatifliini  Matrimoriij  la  fua  fa- 
miglia maggiormente  illuftrò.  Al  Rè  Criltianiflìmo  per  la  virtù  non  meno, 
che  per  lo  Icettro  famofo,dicde  rari  infegnamenti  per  lo  gouerno  dei  Regno. 
Il  Regio  fratello ,  Angolare  per  le  prerogatiue  dell'ingegno ,  &  ammirabile 
per  le  doti  della  natura,  alla  pace,  e  concordia ,  tanto  necefìaria,  quanto  rara 
fra  la  ftirpe  Reale ,  inceflantcmente  efortò .  Ridotto  àll'cltremo  concilioUi 
in  maniera  con  i  fuoi  modi  inimitabili  l'afletto  di  quel  Sereniamo  Principe 
di  Condè,  vero  Ercole  della  Francia,  che  lo  coftrinfe  à  piangere  dirottamen- 
te la  fua  già  dilpcrata  falute .  Scorgendo  il  Real  Palagio  in  lutto ,  il  Rè  ,  e  le 
Regine  fra  le  lagrime ,  i  Prelati,  i  Principi ,  &  i  più  nobili  della  Corte  in  me-? 
Ilitia  5  lafciato  il  pcnfiero  d'ogni  humana  grandezza,  tutto  il  fàpere,  e  la  pru- 
denza, alla  fallite  dell'Anima  rifolutamente  applicò .  Qual  figlio  obbedicn' 
tiflimo  della  Chiefa,  bramò  di  fpirar  l'Anima  col  teforo  della  Pontificia  Bc- 
nedittione  ;  e  per  rendere  palefi  al  Mondo  gl'interni  {entimemi  dell'animo 
anche  in  cjuefta  parte ,  lafciò  in  vna  lettera,  piena  di  filiale  riuerenza ,  e  mor 

deftia, 


F     V     N     E     B     11     E.  15 

^fii*  )  inipreiii  i  cararatteri  della  fiia  fincerifUma  obbedienza . 

Narra  ^ucU'anticliiflinio  Scrittore  fra  gl'Hillorici  profani,  che  vn'Archi  • 
tetto  forfe  i]  più  celebre  di  quel  Secolo ,  dopo  hauere  edificato  ilfamofo 
Tempio  di  Delfo,  che  rendeiiafi  in  vn  certo  modo  fupcriore  a.  gli  sforzi  del- 
]a  natura ,  e  dell'arte ,  ritraile  al  fine  dal  Dio  Apolline ,  per  premio ,  e  mer- 
cede delle  fatiche ,  la  morte  .  Compì  il  Tempio  il  noftro  gran  Mazarini , 
prjidentiilìmofopraogniefempio,  &  inimitabile  neiraccortczza  de'  ma- 
neggi Heroici ,  compì,  dico ,  il  Tempio  formato  di  virtù,  di  gloria ,  di  pace» 
e  d'vn  Regio  matrimonio  ;  e  qual'altra  più  degna  mercede  riceuer  potcua  5 
che  yn  fine  fomigliante  nella  lode , e  nel  merito ,  al  corfo  gloriofiffimo della 
fua  vita  ?  Fine,che  Thà  folleuato,comc  {perar  dobbiamo,  al  godimento  della 
yita  Immortale.  Ma  chi  potrà  (piegar  fenza  lagrime  così  funebri  fucceiTì  ^ 
Lafci  dùnque ,  Eminentiffimo  Perfonaggio,  la  fpoglia  miferabile  della 
poftra  caduca  mortalità  j  te  ne  vai ,  ò  generolìfllmo  Eroe  da  quella  vita  fal- 
Jacc ,  la  quale;  come  i  facri  oracoli  rifcrifcono  ,  come  ruota  fi  volge ,  come 
ombra.  Ce  ne  fugge,  come  veloce  nuntio  fen  corre ,  come  naue  fparifcc ,  co- 
me Augello  fen  vola ,  come  folgore  ne  pricipita ,  come  Imaginctcnuifsima 
non  relìfte ,  e  finalmente  in  fumo ,  5c  in  cenere  fi  rifoluc .  Vattene  dunque  , 
smabilifsimo  Principe .  Ma  ohimè  quanto  difìèrentc  dal  primiero  rtato 
railcmbri .  Continuaui  purhieri  nel  poflèfio  di  tante  ricchezze ,  hoggi  pre- 
da fei  della  morte;,  poch*anzi  fra  Tacclamationi  d'infiniti  Cortigian i  eri  nel- 
l'Auge delle  grandezze  mondane ,  bora  ti  veggo  atterrato  ,  fenza  fauella ,  e 
di  pallore ,  e  squallidezza  ripieno  ;  eri  fplendor  di  Roma ,  gloria  deiritalia, 
moderatore  della  Frangia  ,  ed  ornamento  di  tutta  l'Europa  ;  à  confiderarfi 
di  prefente  le  miferic  della  noftra  caducità,  l'ombra  fola  del  tuo  gran  Nome 
ci  refta  ;  mentre  in  vn  breue  {patio  di  tempo  ogni  Terrena  gloria  fuanifce  . 
Quello  appunto  è  il  coilume ,  anzi  la  proprietà  indiuifibilc  della  noftra  fra- 
gile eonditionc  ,  Conchiude  quell'altro  erudito ,  &c  Eminentiffimo  Cardi- 
nal Pietro  Damiano;  §lui  hodiè  induitur  Fu-rpura. ,  cra,s  includttur fepultiira  , 
qui  hodiè  omnihus  dominatur  cràs  à  'vermibus  ffaBtiS pulredo^y  corrodittir  ;  hodie 
Regalihtis  Infulis  redimitus-,  cras  'vilihus panniculis  exanìmeCadauer  inuoluf- 
tur  5  hodiè  fplendet  Coronatus  in  Kegalis  excellenti<*  folio  -,  crksfetettnarcidt^s  in 
ftpulcro, 

Viui  pur  dunque  in  Cielo ,  Eminentifsimo  Cardinale ,  con  vna  vita  inc- 
fplicabilmente  più  felice  di  quella ,  che  godetti  nel  Mondo  j  viui  dico  fra  le 
confolationi  dell'Anima  in  quella  gloria  perenne,chc  mai  non  cefifa,  in  quel- 
la poflcfsionc  Celcfte ,  che  per  i  meriti  del  Verbo  Humanato  dalla  Diuin^ 
Bontà  fi  concede . 

Godrà  dunque ,  Vditori ,  ilnoftro  grand'Eroe  quei  feggi  luminofidel 
Ciclo,  &:  hiurà  in  ciò,  fcqondo  k  noftre  ardenti  pre§hicre,bcn  propitio  quel 

nume 


té  ELOGIO     FVNEBR  E. 

Nume  vnico,  &:Immortale ,  che  fperimentò  Tempre ,  viucndo ,  fauoreuolo 
alle  Tue  brame^  goclrà5dico,il  grand'Eroe  della  Chiefa  Romana  TEterna  Bea- 
titudine ,  per  douer  rimoftrare  al  Criftianefimo  la  continuatione  del  Tuo  pa- 
trocinio con  alTiftenia  più  fruttuofa  ;  onde  vn  giorno  tramonti  fenza  risor- 
gere con  i'infaufto  orgoglio dcU'Heretica  Prauità  il  funefto  Pianeta  dell'Ot- 
tomana Tirannide  ;  godrà  finalmente  nel  Cielo  ,  per  accrefcere  i  benefici ,  & 
aiuti^alnoffcroCriftianifllmo  Rè,  alle  due  Regine  alla  Profapia  Reale ,  al 
Regno  tutto  5  e  per  dirla  in  vna  parola ,  per  promuouere  gl'intereilì  della 
Francia  con  quella  medefima follecitudine ,  e  felicità,  con  la  quale inuigilò 
Tempre  viuendo .  Conceda  la  Diuina  Bontà,  fecondo  le  noftre  fupplicatio- 
ni ,  éc  auguri)' ,  che  à  guifa  di  nouella  fenice  ne  rappre{èntino  tornato  in  viti 
vn  sì  grand' Froe  i  crefcenti  Germogli,  prodotti  dall'incomparabile  fua  pru- 
denza ,  e  deftinati  dal  Rè  al  gouerno  della  fua  Monarchia ,  afiinche  la  felici- 
tà del  gran  Mazarini  fi  confi deri  come  perpetuata  anche  in  Terra  à  gloria  di 
Dio ,  e  per  Ornamento  della  Chiefa j  e  formi  al  noftro  Lodouico  XIIII.  vna 
bafe  di  ficurezza  d'Imperio ,  accompagnata  dalla  diuturnità  della  vita ,  or- 
nata con  la  certezza  della  Difcendenza,  e  fortificata  per  vltimo  da'  Podero- 
fi  Eferciti ,  e  da  Configheri  fedeli . 

Noi fratanto, mentre habbiamo,  EminentifTìmoEroc,  conofciuta , ed 
ammiratala  tua  vita,che  numerò  più  glorie,  che  giorni,  con  TofiTequio  dVna 
Criftiana  pietà,  torniamo  à  pregarti  appreflo  l'Onnipotente  mano  la  ricom- 
penfa  delle  tue  valorofe  operationi,  douendo  pur  noi  hauer  ièmpre  viua  nel- 
la mente  la  memoria  del  tuo  gran  Nome  ;  fi  che  -^ 
Te  )  veniente  die^  Te  >  decedente  >  canemus  » 


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